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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 765 di giovedì 23 marzo 2017

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNA ROSSOMANDO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 21 marzo 2017.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

  (È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amoddio, Boccia, Bueno, Capelli, Catania, Dambruoso, De Micheli, Dellai, Fedriga, Ferrara, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Fraccaro, Galati, Giorgis, Lorenzo Guerini, Locatelli, Losacco, Lupi, Mannino, Marcon, Mazziotti Di Celso, Nicoletti, Palmieri, Pes, Piepoli, Portas, Realacci, Rosato, Sanga, Sani, Schullian, Sottanelli, Speranza, Tabacci, Tofalo, Valeria Valente, Vignali e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente centoventiquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,34).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 10,10.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 9 febbraio 2017, n. 8, recante nuovi interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016 e del 2017 (A.C. 4286-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 4286-A: Conversione in legge del decreto-legge 9 febbraio 2017, n. 8, recante nuovi interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016 e del 2017.

Ricordo che nella seduta di ieri sono stati da ultimo respinti gli identici emendamenti Castiello 18-decies.8 e Fabrizio Di Stefano 18-decies.9 e risultano ancora accantonate numerose proposte emendative.

Avverto che la Commissione ha presentato i subemendamenti 0.1.51.1 e 0.17-bis.100.1, che sono in distribuzione.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 4286-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione (Vedi l'Allegato A della seduta del 21 marzo 2017) e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'Allegato A).

Chiedo alla relatrice se intenda riprendere l'esame del provvedimento dagli emendamenti riferiti all'articolo 1.

Intanto avverto che fuori della seduta è stato ritirato l'emendamento Dallai 20.0100 dal presentatore e Mariani 9.102 dalla presentatrice. Prego, onorevole Braga.

CHIARA BRAGA, Relatrice. Grazie, Presidente. Io inizierei dagli emendamenti accantonati all'articolo 1, quindi dall'inizio del fascicolo.

PRESIDENTE. Quindi dall'emendamento 1.160 Carrescia?

CHIARA BRAGA, Relatrice. Parere favorevole, sì.

PRESIDENTE. Sugli identici emendamenti 1.57 Polidori e 1.103 Pellegrino?

CHIARA BRAGA, Relatrice. Su questi, Presidente, c'è un invito al ritiro, perché assorbiti, in qualche modo ricompresi nella riformulazione di un seguente 1.152. Comunque, su questi due invito al ritiro.

PRESIDENTE. Sì, poi c'è un subemendamento 0.1.51.1 della Commissione.

CHIARA BRAGA, Relatrice. Scusi, può ripetere? Non ce l'ho nel fascicolo.

PRESIDENTE. È il subemendamento della Commissione 0.1.51.1.

CHIARA BRAGA, Relatrice. Queste sono accantonate.

PRESIDENTE. Va bene, questi due sono accantonati, questo e l'emendamento 1.51 Laffranco. Giusto?

CHIARA BRAGA, Relatrice. Anche questo è accantonato, così come l'identico 1.50 Squeri.

PRESIDENTE. Perfetto, i due identici 1.50 Squeri e 1.105 Pellegrino, anche questo accantonato. Siamo all'emendamento 1.152 Colletti.

CHIARA BRAGA, Relatrice. Sull'emendamento 1.152 Colletti parere favorevole con riformulazione.

PRESIDENTE. Scusate colleghi, è molto complicato seguire, anche per gli uffici. Se potete almeno tenere basso il tono della voce. Prego, onorevole Braga, legga la riformulazione dell'1.152.

CHIARA BRAGA, Relatrice. Sostituire il comma 2-sexies con il seguente: La notificazione e la comunicazione delle ordinanze di demolizione e di messa in sicurezza di beni di proprietà privata, di cui all'articolo 54, comma 4, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, emesse nell'esercizio delle attività di protezione civile volte alla prevenzione dei rischi e al soccorso …

PRESIDENTE. Colleghi, per favore… Onorevole Binetti… Tra l'altro, scusate, chi non è del Comitato dei nove, se può andare seduto al posto è molto meglio, guardate, mi fate un favore. Prego, onorevole Braga.

CHIARA BRAGA, Relatrice. … al soccorso delle popolazioni sinistrate e a ogni altra attività necessaria e indifferibile diretta al contrasto e al superamento dell'emergenza e alla mitigazione del rischio connesso agli eventi sismici verificatisi dal 24 agosto 2016 nelle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, compresa la notificazione di cui all'articolo 28, comma 6, ultimo periodo, del decreto-legge 189/2016, come modificato dal presente decreto, si effettuano per pubblici proclami in caso di rilevante numero dei destinatari, di difficoltà nell'identificazione dei medesimi ovvero qualora i tempi richiesti dalle modalità ordinarie risultano incompatibili con l'urgenza di procedere. In ogni caso copia dell'atto è depositata nella Casa comunale a disposizione degli aventi diritto e pubblicata nei siti Internet istituzionali del comune, della provincia e delle regioni interessati.

PRESIDENTE. Bene, grazie onorevole Braga. Andiamo avanti. Siamo all'emendamento 1.163 Colletti.

CHIARA BRAGA, Relatrice. Sull'1.163 Colletti invito al ritiro, perché assorbito dalla riformulazione di cui sopra.

PRESIDENTE. Emendamento 1.115 Castiello.

CHIARA BRAGA, Relatrice. Invito al ritiro, perché assorbito nella riformulazione.

PRESIDENTE. Emendamento 1.113 Colletti.

CHIARA BRAGA, Relatrice. Invito al ritiro, perché è assorbito dalla riformulazione di cui sopra.

PRESIDENTE. Bene, ci fermiamo qui o andiamo avanti?

CHIARA BRAGA, Relatrice. Possiamo procedere.

PRESIDENTE. Siamo all'emendamento 5.12 Massimiliano Bernini.

CHIARA BRAGA, Relatrice. Invito al ritiro.

PRESIDENTE. Emendamento 5.47 Fabrizio Di Stefano.

CHIARA BRAGA, Relatrice. L'emendamento 5.47 Fabrizio Di Stefano viene ricompreso nell'emendamento Ginoble 5.301, che viene riformulato, perché riguarda lo stesso tema, cioè quello della realizzazione della nuova residenza studentesca nella città Teramo.

PRESIDENTE. Quindi, c'è una proposta di riformulazione dell'emendamento Ginoble 5.301, che potrebbe anche assorbire come detto.

Passiamo all'emendamento 5.301 Ginoble, così mi legge la riformulazione.

CHIARA BRAGA, Relatrice. Certo, leggo la riformulazione dell'emendamento Ginoble 5.301. Dopo il comma 2-bis, aggiungere il seguente: “Al fine di contrastare il fenomeno dello spopolamento studentesco nella città di Teramo a causa degli eventi sismici, è assegnato all'azienda per il diritto allo studio universitario di Teramo un contributo di 3 milioni di euro per l'anno 2017 per la realizzazione della nuova residenza studentesca. Al relativo onere si provvede per l'anno 2017 mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 134, della legge 11 dicembre 2016, n. 232”.

PRESIDENTE. Identici emendamenti 7.17 Castiello e 7.102 Pellegrino?

CHIARA BRAGA, Relatrice. Su questi, Presidente, c'è un parere favorevole, con una riformulazione, che le leggo: al comma 2, lettera b), dopo il numero 2), aggiungere il seguente: “3. Dopo il comma 6 è inserito il seguente 6-bis: Al di fuori delle ipotesi disciplinate dai precedenti commi, ai fini della ricostruzione degli edifici di interesse architettonico, artistico e storico, nonché di quelli aventi valore anche simbolico appartenenti ad edilizia storica, le attività di demolizione e contestuale rimozione delle macerie devono assicurare, ove possibile, il recupero dei materiali e la conservazione delle componenti identitarie, esterne ed interne, di ciascun edificio, secondo le modalità indicate dal decreto ministeriale di cui al comma 5”.

PRESIDENTE. Articolo aggiuntivo 7.0101 Luigi Di Maio?

CHIARA BRAGA, Relatrice. L'articolo aggiuntivo Luigi di Maio 7.0101 è accantonato, mentre sull'emendamento 7-bis.101 Baldelli, il parere è favorevole.

Sull'emendamento 9.103 Colletti, la Commissione formula un invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. L'emendamento Mariani 9.102 è ritirato. Prego.

CHIARA BRAGA, Relatrice. L'articolo aggiuntivo 10.01 Tancredi è accantonato, mentre sull'emendamento 11.100 Carrescia il parere è favorevole. Sull'emendamento 11.113 Castiello la Commissione formula un invito al ritiro o parere contrario, così come sui successivi emendamenti 11.61 Fabrizio Di Stefano, 11.59 Laffranco, 11.54 Fabrizio Di Stefano, 11.1 Pastorelli, 11.58 Fabrizio Di Stefano, 11.26 Sibilia, 11.71 Taglialatela, 11.114 Castiello, 11.62 Fabrizio Di Stefano, 11.31 Castiello.

L'emendamento 11.701 della Commissione è accantonato in attesa del parere della V Commissione (Bilancio).

Sull'emendamento 11.63 Brunetta la Commissione formula un invito al ritiro, così come sui successivi emendamenti 11.105 Pastorelli, 11.107 Castiello, 11.6 Pastorelli, 11.109 Castiello, 11.48 Melilla, 11.47 Ricciatti, 11.51 Pellegrino, 11.57 Squeri.

Sull'emendamento 11.700 della Commissione il parere è favorevole, così come sull'emendamento 11.111 Borghi, a pagina 19 del fascicolo. Sull'emendamento 11.116 Sibilia la Commissione formula un invito al ritiro o parere contrario, così come sui successivi emendamenti 11.117 Sibilia, 11.70 Taglialatela, 11.43 Sibilia e 11.36 Gianluca Pini.

Anche sugli articoli aggiuntivi 11.05 Palese, 11.044 Polidori, 11.0104 e 11.0103 Castiello, 11.033 Taglialatela, 11.0100 Castiello, 11.036 Polidori, 11.049 Fabrizio Di Stefano, 11.045 Polidori, 11.048 Laffranco e 11.056 Fabrizio Di Stefano, c'è un invito al ritiro o parere contrario.

Gli identici emendamenti 12.36 Oliverio e 12.103 Massimiliano Bernini sono accantonati.

PRESIDENTE. Poi c'è il subemendamento della Commissione 0.1.17-bis.100.1, ma anche su questo c'è da dare il parere della Commissione bilancio, quindi è accantonato?

CHIARA BRAGA, Relatrice. Sì, è accantonato. Anche l'emendamento 17-bis.100 Colletti è accantonato, perché è relativo...

PRESIDENTE. ...e anche quello successivo, 17-bis.102 Mariani...

CHIARA BRAGA, Relatrice. Sì, esatto.

PRESIDENTE. Lo stesso vale per l'emendamento 18.700 della Commissione...

CHIARA BRAGA, Relatrice. Sì, esatto, accantonato in attesa del parere della Commissione bilancio. Sull'articolo aggiuntivo 18.028 Fabrizio Di Stefano c'è un invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Anche il subemendamento 18-decies.0100 Baldelli è accantonato, perché non c'è il parere della V Commissione (Bilancio).

CHIARA BRAGA, Relatrice. Sì. Sugli emendamenti 19.100 Massimiliano Bernini e 19.101 Fassina c'è un invito al ritiro o parere contrario. Sull'emendamento 19.102 Mariani il parere è favorevole. Sull'emendamento 19.2 Pellegrino c'è un invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. L'emendamento 19.105 Melilli è ritirato.

CHIARA BRAGA, Relatrice. Sugli emendamenti 19.4 e 19.3 Pellegrino, nonché sugli identici emendamenti 19.103 Fabrizio Di Stefano e 19.104 Giulietti c'è un invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. L'articolo aggiuntivo 20.0100 (versione corretta) Dallai è ritirato.

CHIARA BRAGA, Relatrice. Sugli identici articoli aggiuntivi 20.06 Zaratti e 20.0101 Pellegrino, così come sugli identici articoli aggiuntivi 20.07 Zaratti e 20.0102 Pellegrino, nonché sugli identici articoli aggiuntivi 20.08 Zaratti e 20.0103 Pellegrino, e sull'articolo aggiuntivo 20.012 Fabrizio Di Stefano c'è un invito al ritiro o parere contrario. Sul 20-bis.100 Mariani il parere è favorevole.

PRESIDENTE. L'emendamento 20-bis.700 della Commissione è accantonato, perché manca il parere della V Commissione (Bilancio).

CHIARA BRAGA, Relatrice. Anche l'emendamento 20-bis.101 Vacca è accantonato. Sugli emendamenti 20-bis.102 e 20-bis.103 Vacca c'è un invito al ritiro o parere contrario.

Anche sull'articolo aggiuntivo 20-bis.0100 Fabrizio Di Stefano c'è un invito al ritiro o parere contrario perché assorbito nella riformulazione dell'emendamento 5.301 Ginoble sulla residenza universitaria di Teramo.

PRESIDENTE. Va bene, poi vediamo. Il successivo emendamento 21.100 Melilli è ritirato.

CHIARA BRAGA, Relatrice. Sugli identici emendamenti 21.6 Zaratti e 21.101, così come sugli identici emendamenti 21.7 Melilla e 21.102 Pellegrino, e sugli identici emendamenti 21.10 Melilla e 21.103 Pellegrino, nonché sull'emendamento 21.11 Zappulla c'è un invito al ritiro o parere contrario.

Sugli articoli aggiuntivi 21.013 Pellegrino e 21.07 Berretta c'è un invito al ritiro.

PRESIDENTE. Emendamento 21-bis. 100 Carra?

CHIARA BRAGA, Relatrice. Invito al ritiro.

PRESIDENTE. Emendamento 21-quater.600 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento?

CHIARA BRAGA, Relatrice. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 21-quater.100 Massimiliano Bernini?

CHIARA BRAGA, Relatrice. Invito al ritiro.

PRESIDENTE. Il Governo?

SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Conforme.

PRESIDENTE. Comunico all'Aula che sono stati altresì ritirati dal presentatore gli emendamenti 1.163 e 1.113 Colletti.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.160 Carrescia, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.57 Polidori e 1.103 Pellegrino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Ora passiamo a pagina 4 del fascicolo, perché gli altri sono accantonati. Chiedo all'onorevole Colletti se accetta la riformulazione? Sì, è accettata la riformulazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.152 Colletti, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Avverto che l'emendamento 1.115 Castiello è precluso e che sono stati ritirati gli emendamenti 1.163 e 1.113 Colletti.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.12. Massimiliano Bernini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.47 Fabrizio Di Stefano sul quale c'era un invito al ritiro perché assorbito dalla riformulazione del successivo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabrizio Di Stefano. Ne ha facoltà.

FABRIZIO DI STEFANO. Grazie, Presidente. Questo metodo di lavoro è quello che ci induce a dire, accanto a tutta un'altra serie di considerazioni che poi faremo in dichiarazione finale, che questo provvedimento non va. Non si capisce per quale motivo io debba ritirare ben due emendamenti, perché accanto a questo c'è anche il 20-bis.0100. Ce n'è uno solo - che guarda caso è a firma di un parlamentare del gruppo di maggioranza, precisamente del Partito Democratico - che va bene, che era identico in partenza e che è stato nel frattempo, in corso d'opera, modificato e riadattato secondo le esigenze della bilancio. Ma siccome qui dovremmo essere tutti i rappresentanti del popolo, quindi tutti uguali, si poteva tranquillamente concordare e dire a tutti coloro che su questo argomento erano intervenuti che andava riformulato secondo una diversa disposizione della Commissione bilancio. Ma evidentemente si guarda più alla forma che alla sostanza, e la forma quale è? La forma è che poi deve avere un nome e un cognome ben preciso, che evidentemente deve essere identificato e appiccicato; il nome e cognome di un parlamentare del Partito Democratico.

Continuate così, andate avanti così, non è il primo, anzi ce ne sono tanti altri, lo diremo in dichiarazione di voto finale, andate avanti così. Certamente la gente in Abruzzo, nel Lazio, nelle Marche e nell'Umbria, si accorgerà di questo, soprattutto si accorge che né con questo decreto, né con l'altro, questa risposta forte che esige il territorio per questa drammaticità sta avvenendo. Voi pensate alla forma, e la sostanza dei problemi resta inalterata (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

CHIARA BRAGA, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA, Relatrice. Grazie, Presidente. Rubo un attimo di attenzione ai colleghi, tramite lei, perché su questo emendamento ho l'opportunità di chiarire un aspetto del nostro metodo di lavoro. Come ha avuto modo di dire anche nell'espressione del parere su questi emendamenti, l'emendamento 5.47 nei suoi contenuti di merito è totalmente assorbito e ricompreso nell'emendamento successivo che è stato riformulato. Voglio segnalare, come già avevo avuto modo di dire al collega Di Stefano, che l'emendamento 5.47 aveva il parere contrario della Commissione bilancio, perché privo di copertura, e, quindi, a questo punto, avremmo dovuto in qualche modo per forza respingerlo, a meno di presentare un nuovo emendamento della Commissione che avrebbe comportato un allungamento dei tempi semplicemente per respingere tutti e due gli emendamenti. Io credo che su questa questione, che so essere particolarmente cara ai colleghi che hanno seguito questo decreto e che vengono dal territorio abruzzese, in particolare dalla provincia di Teramo, questo provvedimento sia da registrare come estremamente positivo per il raggiungimento del risultato, e per il fatto che, grazie a un lavoro congiunto, che prescinde - mi scuserà il collega Di Stefano - dalla titolarità della prima firma, ma piuttosto attiene al merito della questione, grazie al lavoro svolto in Commissione e in Aula dal Parlamento, siamo riusciti a dare una risposta importante alla popolazione studentesca della città di Teramo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.

ROBERTO OCCHIUTO. Presidente, noi non siamo affatto soddisfatti del tentativo di spiegazione offerto appena un minuto fa dalla relatrice. Ci pare singolare che un emendamento precedente ad uno chiaramente successivo risulti assorbito dal successivo. È evidente che, così come diceva l'onorevole Di Stefano, c'è la volontà, da parte della maggioranza, di ascriversi un merito che dovrebbe appartenere, invece, a tutto il Parlamento, su un tema del genere. Per inciso, vorrei ricordare che c'è una proposta emendativa gemella, sempre a firma dell'onorevole Di Stefano - si tratta della proposta 20-bis.0100 -, sulla quale non è vero che c'è un parere contrario della Commissione bilancio. Dite la verità: anche su questi temi volete fare propaganda politica, escludendo gli emendamenti di una parte politica e, magari, copiandoli e approvandoli con i voti soltanto della maggioranza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tancredi. Ne ha facoltà.

PAOLO TANCREDI. Presidente, mi dispiace che una questione di forma e di rapporti parlamentari, su cui non entro, sta, insomma, un po' offuscando un risultato importante che otteniamo, invece, dopo giorni di lavoro, e che credo sia - nessuno può negarlo - merito di tutto il Parlamento e di tutti i parlamentari.

Il collega Di Stefano aveva presentato un emendamento uguale al mio, tra l'altro, e abbiamo trovato una soluzione grazie al Governo. Io credo che questo sia il momento di essere contenti per un risultato importante per il territorio, per la città di Teramo e per l'università di Teramo.

PRESIDENTE. Prima di dare la parola agli altri colleghi e prima che gli studenti se ne vadano, saluto gli studenti e le studentesse dell'Istituto comprensivo “Padre Pio” di San Sossio Baronia, in provincia di Avellino, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castiello. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie, Presidente. Io non so di che cosa oggi abbia da essere allegro, contento e da gioire, il collega Tancredi, visto il modo in cui è stato partorito questo decreto. Se ce la vogliamo veramente dire tutta, allora hanno ragione i colleghi Laffranco e Di Stefano, che mi hanno preceduto, perché lo abbiamo anche ribadito in Commissione: molti emendamenti, che sono stati formulati dai gruppi dell'opposizione, che avevano buonsenso e che entravano nel merito delle questioni che più interessano e stanno a cuore ai cittadini terremotati, sono stati accantonati, sono stati bocciati e poi, guarda caso, è arrivata una riformulazione - e questo è accaduto in più di qualche occasione, da parte della Commissione o da parte del Governo - che preferiva - è vero - far precedere la firma di qualche parlamentare di maggioranza anziché di quelli dell'opposizione. Quindi, noi ci siamo visti realmente - ed è un dato di fatto - svilire la nostra funzione di parlamentari.

Noi siamo qui per poter affrontare e risolvere un problema serio, che riguarda quelle popolazioni. E allora non è possibile che, solo perché il Governo deve probabilmente fare l'ennesima passerella, si arrivi a chiedere sempre l'invito al ritiro, come è successo su emendamenti dell'opposizione, per potere privilegiare quelli della maggioranza. Questo è un metodo che noi abbiamo contestato in Commissione e che continuiamo a contestare anche in quest'Aula perché lede i diritti dei parlamentari.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà. Faccio presente che intervengono prima i deputati dei gruppi che non hanno parlato; i deputati dei gruppi che hanno già parlato interverranno a titolo personale, onorevole Laffranco. Prego.

ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Questo è un emendamento sicuramente importante; è importante il segnale e non può che avere il voto di tutti. Però, per correttezza istituzionale, in un contesto di discussione in Commissione, quando diversi colleghi presentano proposte emendative sullo stesso argomento, con la quantizzazione anche di risorse, sempre in riferimento alla situazione degli studenti e del diritto allo studio a Teramo, sarebbe stato molto, molto, molto più democratico, molto più corretto istituzionalmente e nel rispetto di tutti che fosse l'intera Commissione a riformularle, come Commissione, così come in molte altre Commissioni accade - soprattutto nella Commissione bilancio accade spesso e ben volentieri una situazione del genere -, piuttosto che intestarsi, che cosa? Le briciole, perché dopo la situazione non si modifica affatto, non è che qualcuno guadagna qualche voto rispetto a tutta questa situazione. Per questo motivo, io penso che si poteva pure fare a meno di continuare a cavillare su questi aspetti, sulle primogeniture o meno. Non era proprio il caso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Laffranco. Ne ha facoltà.

PIETRO LAFFRANCO. Presidente, poi mi spiegherà perché ho dovuto attendere; visto che quando uno fa gli interventi sul Regolamento ci viene chiesta la norma, lei poi mi dovrà dire qual è la norma regolamentare (che non c'è).

PRESIDENTE. È una prassi regolamentare, infatti.

PIETRO LAFFRANCO. Ecco, quasi lo sapevo…

PRESIDENTE. Prego, onorevole Laffranco. Non se la prenda.

PIETRO LAFFRANCO. No, si figuri se me la prendo. Tanto comunque era meglio che io parlassi alla fine e, tra l'altro, è stato anche utile che lei salutasse gli studenti, perché devono continuare ad assistere a questa seduta perché è molto istruttiva. È molto istruttiva perché dimostra che, prima di prendere delle decisioni politiche, bisognerebbe accertarsi della serietà degli interlocutori. Io di solito sono stato abituato, sull'onda di un antico motto latino: “pacta servanda sunt”, però pare che non tutti la pensino così.

Allora, siccome ci dobbiamo capire, io chiedo che venga di nuovo accantonato l'emendamento 5.47 del collega Di Stefano, il successivo emendamento di Ginoble…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole. Ha finito il tempo.

PIETRO LAFFRANCO. Tanto piacere…

PRESIDENTE. No, tanto piacere lei non può risponderlo! Finché si scherza si scherza, però lei ha finito il tempo e, quindi, concluda. Concluda…

PIETRO LAFFRANCO. Si è svegliata male?

PRESIDENTE. No, io mi sono svegliata benissimo, onorevole.

PIETRO LAFFRANCO. No, la vedo male.

PRESIDENTE. Onorevole Laffranco, la richiamo all'ordine.

PIETRO LAFFRANCO. Figuriamoci…

PRESIDENTE. Si rivolga con rispetto all'Aula e alla Presidenza, al di là della persona che in questo momento ha la Presidenza.

PIETRO LAFFRANCO. Sì, va bene. Ho fatto una proposta…

PRESIDENTE. Concluda. Deve concludere. Finisca la proposta.

PIETRO LAFFRANCO. L'ha capita? Io l'ho finita…

PRESIDENTE. Finisca la proposta, onorevole Laffranco!

PIETRO LAFFRANCO. È perché lei era impegnata a riprendermi e non ascoltava. Ho proposto che vengano riaccantonati l'emendamento 5.47 Fabrizio Di Stefano, il successivo 5.301 Ginoble e anche l'articolo aggiuntivo del collega Di Stefano.

PRESIDENTE. La ringrazio.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ginoble. Ne ha facoltà.

TOMMASO GINOBLE. Grazie, Presidente. Ammetto di aver ascoltato con una forma di stupore un po' l'intervento del mio collega Di Stefano, con il quale in questi giorni peraltro mi sono trovato a interloquire spesso su un problema così importante come quello di una struttura residenziale studentesca per la città di Teramo. Ma Di Stefano, l'emendamento che ti viene richiesto di ritirare, per essere assorbito dal mio, è lo stesso che anche io ho presentato e, di fronte al diniego dei Ministeri competenti, ho pensato che fosse giusto accontentarsi di meno, perché lei sa benissimo che noi avevamo chiesto ben 9 milioni e una forma di riserva all'interno della legge n. 338 del 2000, ma questo non è stato possibile. Con maggiore umiltà abbiamo pensato che fosse giusto accontentarci di iniziare i lavori di una struttura per un'università, ancorché giovane ma prestigiosa come quella di Teramo, priva di qualunque posto di edilizia studentesca residenziale.

Ma mi permetta, con simpatia perché ci conosciamo da tempo, una provocazione: lei ha fatto una distinzione prima tra forma e sostanza, accusando il PD e il sottoscritto di guardare alla forma anziché alla sostanza. Allora, io la invito a guardare alla sostanza e di apporre con generosità la sua firma al mio emendamento.

PRESIDENTE. Mi rivolgo alla relatrice: c'è una proposta formale di accantonamento degli emendamenti 5.47 Fabrizio Di Stefano, 5.301 Ginoble e del successivo, a prima firma Di Stefano. Se la relatrice accoglie la proposta di accantonamento, andiamo avanti; altrimenti, metto in votazione la proposta di accantonamento e chiedo ai colleghi di parlare uno a favore e uno contro. Non ho capito perché non arriva nessuna… onorevole Laffranco, la prego.

CHIARA BRAGA, Relatrice. Presidente, io li accantono. Raccolgo la richiesta di accantonamento, che avviene tramite lei. Valuteremo nella riunione del Comitato dei nove, se è possibile farlo.

PRESIDENTE. Va bene. Allora, sono accantonati.

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 7.17 Castiello e 7.102 Pellegrino, sui quali la relatrice ha proposto una riformulazione. Se i proponenti condividono la riformulazione, li poniamo in votazione.

Dunque, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 7.17 Castiello e 7.102 Pellegrino, come riformulati dalla relatrice, con il parere favorevole di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

È accantonato il successivo articolo aggiuntivo 7.0101 Luigi Di Maio.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7-bis.101 Baldelli, con il parere favorevole di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 9.103 Colletti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI. Grazie, Presidente. Solo per supportare ancora di più il mio emendamento, che, oltretutto, è un emendamento simile, se non uguale, a un altro emendamento di una collega del PD, Mariani, che ha anche presentato in Commissione, che ci è stato richiesto molto dai territori dei comuni, i quali, purtroppo, non hanno i soldi per poter fare le valutazioni sulla vulnerabilità antisismica degli immobili, soprattutto scuole, proprio perché queste valutazioni, in base alla legge, non costituiscono investimento, e, quindi, vanno in conto capitale. Il mio quesito - ma immagino che sia anche il quesito della collega del Partito Democratico che ha presentato l'emendamento, quindi c'è una convergenza, in questo caso, di opinioni - è relativo a quali siano le motivazioni per non poterlo accettare, se vi sono motivazioni di bilancio o altro, e quindi ringrazio, eventualmente, il Governo per la risposta.

CHIARA BRAGA, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA, Relatrice. Grazie, Presidente. Questo emendamento dell'onorevole Colletti, che, peraltro, era stato posto anche da altri colleghi, lo abbiamo valutato con particolare attenzione, perché ci è stato posto anche nel corso delle audizioni e credo sia un tema che merita anche un'ulteriore istruttoria e approfondimento, e mi sento di rivolgere questo invito anche al Governo. Il motivo dell'invito al ritiro e del parere contrario è perché la disposizione è suscettibile di determinare effetti sul debito e la classificazione di questo tipo di spese come spese di investimento risulta incoerente con i criteri dettati dal Sec 2010 a livello europeo; quindi, per questo motivo, siamo stati costretti, in questa fase, a formulare un invito al ritiro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.103 Colletti, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

L'emendamento 9.102 Mariani è ritirato.

L'articolo aggiuntivo 10.01 Tancredi è accantonato.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.100 Carrescia, con il parere favorevole di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 11.113 Castiello.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Saltamartini. Ne ha facoltà.

BARBARA SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Arriviamo a un articolo importante del decreto, che è quello inerente i versamenti tributari e ambientali. La proposta che arriva nel decreto da parte del Governo è una proposta, a nostro giudizio, molto limitata. Nei precedenti decreti più volte avevamo sollevato l'esigenza di arrivare, ovviamente, alla predisposizione di una no tax area, come abbiamo già discusso ieri sera; ipotesi bocciata anche in questo decreto, con un annuncio che si farà nel prossimo, perseguendo quella politica degli annunci che tanto conosciamo, che era stata perpetuata dal Governo Renzi e che, evidentemente, prosegue nel Governo fotocopia Gentiloni.

Ma anche in merito ad altre opzioni, che noi abbiamo presentato in tanti emendamenti all'articolo 11, che prevedevano l'esenzione totale dei tributi, poi, man mano, andando avanti, alcune proroghe importanti, sia in materia ovviamente di tributi relativamente alle imprese che relativamente alle persone, c'è il tema della Tari; insomma, tutta una serie di interventi che i nostri emendamenti volevano perseguire per andare incontro alle esigenze dei cittadini coinvolti dal sisma e delle realtà imprenditoriali e commerciali coinvolte.

Ancora una volta, questo Governo, forte della sua arroganza e della sua presunzione, ha deciso di dire “no” alla maggior parte degli emendamenti presentati dalle forze politiche di opposizione a questo articolo, ritenendo la sua linea di scelta in materia di pagamenti dei tributi come la migliore. Ecco, purtroppo, ancora una volta, questa linea scelta dal Governo, anche insieme, ovviamente, alla scelta della relatrice di chiedere il ritiro di tutti i nostri emendamenti, è una scelta che va contro le richieste che sono pervenute dai cittadini, dagli amministratori locali, dall'ANCI, perché molte delle nostre proposte, tra l'altro, ci arrivavano dall'ANCI; quindi, non un'associazione di parte e sicuramente presieduta non da un uomo che può essere affine al mio colore politico, al nostro colore politico. Voi avete detto “no”. Questa scelta di rifiutare l'interlocuzione, il dialogo, a cui voi spesso fate riferimento, con il territorio, dimostra ancora una volta, se ce ne fosse ancora bisogno, che questo decreto non risolverà in alcun modo i problemi reali dei nostri concittadini coinvolti dagli eventi sismici che da agosto a gennaio, e che purtroppo ancora oggi, si sono susseguiti nel territorio del Centro Italia.

Questa arroganza non vi porterà da nessuna parte, non vi porterà certo voti, malgrado il giochino di farvi approvare emendamenti con firme di esponenti della maggioranza, ma, soprattutto, non vi porterà a risolvere i problemi. Siccome per noi questo decreto era fondamentale per risolvere i problemi dei cittadini, delle imprese, delle amministrazioni locali, mi passi il termine, a me poco importa se passa l'emendamento a firma di Tizio o a firma di Caio, ma su questo articolo avete deciso di non ascoltare nessuno, nessuno. Siete andati avanti come un treno: questo treno vi porterà a sbattere, ma a me importa poco che andrete a sbattere voi.

A me, purtroppo, importa che l'assenza di un dialogo su questo particolare articolo con le opposizioni porterà a sbattere i territori coinvolti dal sisma. Questa è la cosa più grave, a cui noi non possiamo minimamente dar seguito, ed è per questo che non accettiamo, per quanto riguarda il gruppo della Lega, nessun invito al ritiro dei nostri emendamenti e chiederemo che vengano messi tutti al voto, per il rispetto dei nostri concittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Castiello 11.113, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fabrizio Di Stefano 11.61, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Laffranco 11.59, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo all'emendamento Fabrizio Di Stefano 11.54.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fabrizio Di Stefano. Ne ha facoltà.

FABRIZIO DI STEFANO. Presidente, se si fosse accorta della mia richiesta, avrei ritirato l'emendamento, perché c'era già stato un intervento della Commissione analogo (in quello precedente, intendo dire) che andava a valutare il danno indiretto, e quindi l'avrei ritirato. Intervengo su questo per ribadire che, benché sia stato introdotto l'emendamento della Commissione che ho apprezzato, del presidente in particolare, sul danno indiretto, resta un vulnus che io ho detto dall'inizio, ed è quello di tutto ciò che è fuori cratere. Sull'indiretto è stato anche in parte recepito, ma io credo che manchi una parte sostanziale. Nonostante questo, io ritiro anche questo emendamento, perché comunque lo spirito viene ricompreso in quello della Commissione.

PRESIDENTE. Questo è ritirato, onorevole, ho capito bene? Sì.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pastorelli 11.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fabrizio Di Stefano 11.58, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Sibilia 11.26.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sibilia. Ne ha facoltà.

CARLO SIBILIA. Questa proposta del MoVimento 5 Stelle viene da una necessità che nasce anche dall'esperienza di chi oggi come me, provenendo dall'Irpinia, ancora vive le difficoltà di un territorio che è stato colpito dal terremoto del 1980. A distanza di 37 anni, sappiamo benissimo e conosciamo benissimo quali sono le conseguenze di una catastrofe così devastante; e siccome riteniamo che il Governo in questo provvedimento sia stato molto avaro con chi poi dovrà ricominciare una vita produttiva su quel territorio, stiamo proponendo di aumentare il tempo, il periodo nel quale vengono concesse le sospensioni dei pagamenti delle imposte sui redditi: parliamo dell'Irpef, dell'Ires, eccetera. È una cosa fondamentale, perché crea respiro e dà delle certezze alle piccole e medie imprese. È evidente che questa è misura necessaria, anche qualora non doveste approvarla adesso, e nell'immediato futuro vi renderete conto che ci sarà questa necessità, perché di sicuro il tessuto produttivo, a un anno dal sisma, non potrà mai recuperare al 100 per cento; quindi chiediamo di dare un tempo certo alle piccole e medie imprese colpite dalle catastrofi quali il terremoto, e dare la possibilità a queste imprese di avere la certezza di un ampliamento della sospensione del pagamento delle imposte sui redditi. È un qualcosa che le popolazioni ci chiedono, che può dare effettivamente un sollievo e far capire che lo Stato è vicino. Dopodiché, le coperture, a parte che le abbiamo già indicate, ma sono semplicemente relative ad un ampliamento di questa misura, che tuttavia è già prevista nel decreto-legge. Quindi, chiediamo semplicemente di aumentare il tempo, che tanto, prima o poi, dovrete fare: o lo fate adesso in questa misura - e sarebbe un bene, perché diamo una certezza alle piccole e medie imprese locali colpite dal terremoto - oppure sicuramente vi troverete a farlo in un altro provvedimento di legge. Agiamo subito, agiamo in questo momento, votando a favore di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sibilia 11.26, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Taglialatela 11.71, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

Intanto che i colleghi votano, avverto che gli emendamenti 19.104 Giulietti, 21.07 Berretta e 21-bis.100 Carra sono stati ritirati dai presentatori.

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo all'emendamento 11.114 Castiello, sul quale vi è il parere contrario di Commissione e Governo. Prego, onorevole Castiello.

GIUSEPPINA CASTIELLO. Presidente, a noi fa specie che su un articolato così importante, che a nostro avviso - diceva bene la collega Saltamartini - affronta quello che è il problema vitale, esistenziale dei cittadini terremotati, delle imprese, delle aziende, e che riguarda appunto il pagamento di tributi e di imposte, questa maggioranza, questo Governo non abbia avvertito la sensibilità di andare incontro ad esigenze dei cittadini attraverso quelli che potevano essere sgravi fiscali, che potevano in qualche modo alleggerire il peso forte che i comuni e le popolazioni hanno sulle loro spalle. Si è pensato a fare altro. Si è pensato a Casa Italia, si è pensato a reperire fondi dalla Presidenza del Consiglio per creare un dipartimento – ne abbiamo parlato ieri – vergognoso, che è un pasticcio, un carrozzone. Quando invece devono essere affrontati i problemi economici, finanziari dei cittadini, tutto tace.

Voi del Partito Democratico avete una capacità assurda: non solo quella di dividervi - ieri qualcuno parlava in quest'Aula di spezzatino, basta guardarvi -, ma avete anche la capacità, o meglio l'incapacità, di non fare tesoro di quelle che sono state purtroppo le esperienze passate, e mi riferisco al terremoto dell'Emilia. L'avete fatto per la zona franca: questo è il terzo decreto - lo ribadiamo -, e non è istituita la zona franca; avete annunciato con lo farete con un successivo decreto, ma non si capisce il motivo. Il problema erano le risorse finanziare che mancavano? Quando volete, per fare carrozzoni o per creare le lobby, le trovate quelle. Quando si tratta invece di risolvere i problemi e le questioni che riguardano le popolazioni terremotate, i soldi non si trovano.

La stessa cosa state facendo per quanto riguarda lo sgravio fiscale. Nulla è stato fatto, anzi fate di più: andate a prevedere - questo è quello che i comma 3 e 8 di questo articolato vanno a prevedere - l'accensione di mutui per il pagamento dei tributi. Con il terremoto dell'Emilia, questo criterio, o meglio questo percorso, non ha fatto altro che determinare danni. Perché? Che cosa è successo? Si è creata una somma cospicua di interessi, tutti a carico dello Stato, quindi, avete creato un doppio problema: sia alle popolazioni - ma soprattutto alle aziende che erano interessate - e allo Stato stesso. Quindi non capiamo per quale motivo non si possa prevedere eventualmente la proroga di un anno per le sospensioni dei tributi, anche attraverso una rateizzazione, e purtroppo dobbiamo parlare a questo punto di rateizzazione, visto che noi eravamo invece per l'esenzione totale dei tributi. No, andate a prevedere la formula dell'accensione dei mutui. Capiamo che siete amici delle banche, quelle che vi interessano e quelle che hanno messo in ginocchio molti cittadini, ma arrivare a fare questo anche per le popolazioni terremotate è veramente vergognoso (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini)!

PRESIDENTE. Non ho altri iscritti a parlare. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.114 Castiello, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.62 Fabrizio Di Stefano, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.31 Castiello, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

È accantonato l'emendamento 11.701 successivo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.63 Brunetta, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.105 Pastorelli, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.107 Castiello, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.6 Pastorelli, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.109 Castiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.48 Melilla, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo all'emendamento 11.47 Ricciati, sul quale c'è il parere contrario della Commissione e del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ricciatti. Ne ha facoltà.

LARA RICCIATTI. Signora Presidente, noi con questo emendamento vorremmo esonerare tutte quelle famiglie che vivono all'interno del cratere dal pagamento delle tasse universitarie dei propri figli. Durante l'ultima dichiarazione di voto sullo scorso provvedimento, avanzai una proposta: era presente per il Governo la Ministra Finocchiaro e dissi alla Ministra che ogni studente costretto a cessare i propri studi universitari per via del fatto che la propria famiglia non era più nelle condizioni di potersi permettere il figlio all'università, avrebbe rappresentato una sconfitta totale per tutte le istituzioni. Ricordo che la Ministra, peraltro, in Aula, annuiva.

Noi, con questo emendamento, vorremmo esentare tutte quelle famiglie che vivono sul cratere e che, magari, un lavoro non ce l'hanno più, semplicemente perché, fisicamente, il proprio posto di lavoro è rimasto sotto le macerie oppure non hanno più un reddito per cui non sono più nelle condizioni di potersi permettere di mantenere i propri figli all'università: vorremmo avanzare, appunto, questa proposta.

Capiamo molto bene che è inimmaginabile immaginare la copertura di queste spese, per cui chiederei alla relatrice di provare ad accantonare questo emendamento, provare ad avviare una riflessione, provare a capire, verosimilmente, quante persone sono iscritte all'università nel contesto del cratere e mettere al lavoro i propri uffici per immaginare una sorta di quantificazione del danno.

Infatti, al netto delle materie meramente economiche, ci sarebbe un fatto: che lo Stato tutto deve garantire a tutte quelle studentesse e a tutti quegli studenti che non possono più permettersi di continuare gli studi per ragioni economiche, quanto meno, la possibilità di continuare e finire il loro percorso di studi. Capiamo che è difficile da un punto di vista meramente economico, ma ci sarebbe un diritto costituzionale che dice che dobbiamo garantire a tutte e a tutti di proseguire il loro percorso di studi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Romele. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE ROMELE. Presidente, ho ascoltato con molta attenzione l'intervento della collega. Brevemente, sottoscrivo anch'io questo emendamento, perché lo ritengo veramente di una grande attenzione e di grande sensibilità e su questo richiamo all'attenzione tutta l'Aula.

Chiedo quindi anch'io alla relatrice e, comunque, al Comitato dei nove che, in qualche modo, questo emendamento venga accantonato, affinché possa essere ulteriormente approfondito nel contesto della sensibilità e della delicatezza del problema.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castiello. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA CASTIELLO. Presidente, intervengo anch'io per sottoscrivere, a nome del gruppo della Lega, l'emendamento Ricciatti. Riteniamo che sia un emendamento di buonsenso, che realmente possa andare incontro alle reali esigenze dei cittadini, ma soprattutto di questi giovani, che, anche per il danno di carattere psicologico che hanno subito, non sono nelle condizioni - o meglio le famiglie, non sono nelle condizioni - di poter affrontare spese e oneri maggiori. Per cui, chiediamo con forza anche noi al Governo e, quindi, alla relatrice che si possa accantonare e rivedere questo emendamento, in modo tale da trovare una soluzione che possa andare incontro alle esigenze di tutti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Intervengo per sottoscrivere questo emendamento, ma anche per fare una richiesta formale di accantonamento, perché poi sarà a breve convocata, comunque, la Commissione bilancio, per poter stanziare la necessaria copertura finanziaria. Io do per scontato che questo è un altro elemento cardine essenziale per venire veramente incontro alle popolazioni che hanno avuto un danno così grave e che sono senza la possibilità di avere un tessuto produttivo. Il lavoro è stato tutto distrutto, le aziende piccole e grandi, le aziende agricole, quindi le famiglie da dove prendono i soldi per poter mantenere la tassazione alle facoltà universitarie degli iscritti di quelle popolazioni e di quei comuni totalmente distrutti? Questo è un intervento necessario, e io invito non solo il Governo, ma anche l'intera maggioranza, ad accogliere la proposta di accantonamento e a trovare qualche milione di euro per poter fare la copertura.

PRESIDENTE. Non ho altri iscritti a parlare, non so se la relatrice intenda accogliere la proposta di accantonamento. Onorevole Braga?

CHIARA BRAGA, Relatrice. Sì, grazie Presidente. Io accolgo la richiesta di accantonamento fatta dai colleghi per un ulteriore approfondimento, anche se, come diceva la proponente Ricciatti, il tema è proprio quello della quantificazione, quindi non so se in questo tempo che abbiamo riusciremo a risolvere questo aspetto. Comunque, sì, accetto l'accantonamento.

PRESIDENTE. Grazie, quindi questo è accantonato. Passiamo alla votazione dell'emendamento 11.51 Pellegrino. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.51 Pellegrino, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.57 Squeri, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.700 della Commissione, con il parere favorevole di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione)

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 11.111 Borghi.

CHIARA BRAGA, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA, Relatrice. Presidente, su questo emendamento avevo dato un parere favorevole, ma non avevo letto la riformulazione.

PRESIDENTE. C'è una riformulazione?

CHIARA BRAGA, Relatrice. Sì. Il parere è favorevole solo per la prima parte, quella che fa riferimento al comma nove, mentre vi è un invito al ritiro per la parte del conseguentemente.

FABIO MELILLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO MELILLI. Presidente, solo per dirle che ho letto tardi - e me ne scuso - l'elenco che lei ha fatto delle proposte di ritiro: io ho ritirato tutti gli emendamenti, ma non il 21.100; solo questo.

PRESIDENTE. Va bene. Allora, la riformulazione è accettata dal proponente.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.111 Borghi, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 11. 116 Sibilia.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sibilia. Ne ha facoltà.

CARLO SIBILIA. Grazie, Presidente. Questo emendamento è un tentativo di mettere un freno e di aggiustare le mitomanie dell'ormai defunto Governo Renzi, perché cerca di risollevare quelli che sono gli errori e le nefandezze di questa pseudo rottamazione delle cartelle di Equitalia. Errori e nefandezze che tutto questo Parlamento conosce alla perfezione e che ha anche votato all'unanimità in una risoluzione che il MoVimento 5 Stelle ha presentato in Commissione. Quindi, siamo tutti d'accordo su questo emendamento, perché la Commissione ha già dato questo parere. Avete già fatto una proroga, tra l'altro facendo un accrocco legislativo, ma va bene così, nel senso che avete prorogato il termine per la rottamazione al 21 aprile 2017, nonostante abbiate dichiarato inammissibili gli emendamenti del MoVimento 5 Stelle. Ma non ci interessa prenderci il merito, l'importante è risolvere il problema per le piccole e medie imprese e per chi voglia utilizzare la rottamazione, questo istituto, per alleviare un po' le problematiche delle cartelle di Equitalia.

In seconda analisi, chiaramente c'è una problematica da risolvere: tutti quelli che oggi non utilizzano la cosiddetta definizione agevolata, cioè fanno la rateizzazione normale delle cartelle, nel momento in cui dimostrano la volontà di pagare quelle che a volte sono delle vessazioni di Equitalia, ma anche le richieste giuste del fisco, possono ricevere, se sono un'impresa, il DURC pulito, cioè il documento unico di regolarità contributiva si ripulisce, perché si vede la tua volontà di voler iniziare a pagare, quindi puoi automaticamente avere accesso agli appalti pubblici, iniziare a lavorare, la tua impresa può andare avanti e pagare i propri debiti nei confronti dello Stato. Con la definizione agevolata, questa genialata del signor Renzi, che grazie al cielo si è dimesso dopo il 4 dicembre, nel momento in cui si accede alla definizione agevolata, non è automatica la pulizia del DURC. C'è una contraddizione in termini, e per questo motivo perdiamo centinaia e migliaia di imprese; imprese che devono dei soldi allo Stato, ma che, dall'altro lato, non ricevono i soldi dallo Stato, perché hanno dei crediti nei confronti dello Stato e lo Stato non li paga in tempo.

Allora chiaramente non riescono a pagare i contributi, cercano di mettersi in regola nel minor tempo possibile, magari usando anche questa definizione agevolata, ma purtroppo in questo caso il DURC, quindi il documento unico di regolarità contributiva, non viene pulito, per cui queste aziende non possono più partecipare alle gare pubbliche, ai bandi pubblici. Questo significa non poter più lavorare e significa perdere decine di posti di lavoro, decine e centinaia di posti di lavoro.

Avete già votato favorevolmente in Commissione finanze alla risoluzione proposta dal MoVimento 5 Stelle che dice una cosa semplice: tutti quelli che fanno accesso alla definizione agevolata, alla rottamazione delle cartelle di Equitalia, quando cominciano a pagare, automaticamente hanno il DURC pulito. È una cosa di buonsenso dal momento che già Equitalia lo fa normalmente quando si inizia a pagare la rateizzazione normale. Quindi ci sembra di buonsenso un voto unanime favorevole da parte di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Salutiamo gli studenti e le studentesse dell'Istituto di istruzione superiore “Giovanni Falcone” di Asola, in provincia di Mantova, che ci assistono dalle tribune (Applausi).

PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente grazie, solo per confermare ai colleghi presentatori di questo emendamento che il Governo provvederà, così come peraltro si è già impegnato fare in Commissione, con una norma immediatamente attuativa, quindi nel prossimo decreto, in modo tale che non si debbano aspettare i tempi della conversione per rispondere a questa esigenza che anche noi rileviamo essere assolutamente urgente, insieme anche ad altre esigenze relative alle scadenze.

Credo che queste mie parole saranno confermate nel giro di qualche giorno con un provvedimento specifico. Per questa ragione le confermo onorevole la richiesta di invito al ritiro.

PRESIDENTE. Onorevole Sibilia?

CARLO SIBILIA. È chiaro, evidente, che risulta difficile per noi del MoVimento 5 Stelle riuscire a fidarci completamente di queste parole (avendo già ottemperato agli impegni, quindi votato favorevolmente), ma un po' questo problema legislativo effettivamente va sottolineato, perché è assurdo che non si riesca a inserirlo in questo momento, dal momento in cui già è stata fatta la proroga della n. 193 del 2016. Resta il fatto che ci auguriamo che non disattendiate, ancora una volta, gli impegni da qui a qualche giorno, avendone preso la responsabilità davanti al Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Mi scusi, non è chiarissimo, lo ritira? No.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.116 Sibilia, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.117 Sibilia, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.70 Taglialatela, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 11.43 Sibilia.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sibilia. Ne ha facoltà.

CARLO SIBILIA. Presidente, questo è un emendamento di assoluto buonsenso che mette in luce tutte le sconfitte della politica su altri precedenti terremoti. Parliamo di una cosa molto semplice e comprensibile a tutti e, soprattutto, che ci fa indignare tutti. Lo ripeto: io provengo da uno dei territori teatro di un famosissimo terremoto, quello del 23 novembre 1980, e ancora oggi in Irpinia c'è il commissario al terremoto dell'Irpinia. Sono passati 37 anni e questa persona, che cambia di volta in volta, che si nasconde, perché non sappiamo neanche come si chiama il commissario al terremoto dell'Irpinia, c'è ancora. L'avete prorogato nel “mille proroghe” e questa persona prende 100.000 euro all'anno, non sappiamo esattamente per fare cosa. 100.000 euro che, tradotto in casette per i terremotati, fa quattro casette circa, se vogliamo considerare il prezzo unitario di 25.000 euro. Fate un calcolo semplicissimo: 37 per 4 diventano circa un centinaio di casette per i terremotati. Questa è un'esasperazione, è un paradosso, è un esempio esagerato, ma noi possiamo, mai ancora una volta, avere, dopo 37 anni, il commissario al terremoto dell'Irpinia? Questo emendamento lo vuole cancellare, una volta per sempre, e usare questi 100.000 euro che regaliamo a una poltrona in un altro modo, magari sollevando qualche famiglia e prendendo qualche casetta per i terremotati. Mi sembra un emendamento di buonsenso e non stiamo chiedendo nulla di strano.

Tutti ci siamo indignati nel vedere questo commissario dopo 37 anni. Tra l'altro, dovete spiegarmi voi: a 37 anni da un evento sismico, un commissario che deve fare più? Cioè, noi stiamo lanciando il messaggio ai nuovi terremotati che dopo 37 anni ancora non si sono risolte le cose e questo non è più accettabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Lo avevate già cancellato in altri decreti e poi l'avete sempre prorogato. Dunque, come facciamo a fidarci di queste situazioni? Questo emendamento, se votato favorevolmente, è un segnale, è un segnale alle popolazioni terremotate per dire: non farete la stessa fine dell'Irpinia, perché, se dobbiamo imparare dagli errori, bisogna imparare a non fare restare le popolazioni in condizioni di emergenza dopo 37 anni e questo è il primo segnale che dobbiamo dare. È un voto di responsabilità nei confronti dei cittadini italiani. Siccome già ne avete perse di occasioni, mi auguro che questo emendamento di buonsenso possa essere votato favorevolmente da tutta l'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Intervengo per sottoscrivere questo emendamento e per informare, signora Presidente, anche i colleghi e il Governo che, nel contesto dei 37 anni, c'è stato un momento veramente molto critico per la ricostruzione del terremoto dell'Irpinia e il Governo dell'epoca - non ricordo quale ma se non mi sbaglio il primo Governo Prodi - nominò il prefetto Carlo Schilardi come commissario per il terremoto dell'Irpinia per chiudere un po' tutte le situazioni (ed è rimasto 5-6 anni).

Non ho mica capito perché adesso non si debba nominare se è necessario - io non lo so se è necessario, né tanto meno so chi adesso svolge queste funzioni di commissario del terremoto dell'Irpinia - e se è necessario non ho capito perché non si può prendere un viceprefetto, senza spendere neanche un euro, e fargli svolgere questa funzione. Mi sembra che proprio nel momento clou, quando effettivamente serviva il commissario, fu nominato un prefetto che veniva pagato solo dal Ministero dell'interno come funzionario dello Stato e che adesso, invece, non si faccia la scelta di nominare qualsiasi viceprefetto che può andare lì se c'è qualche coda, perché non mi sembra che possa esserci altro rispetto alla situazione dopo 37 anni, e farlo a costo zero per lo Stato, perché il viceprefetto chiaramente viene pagato tranquillamente dal Ministero dell'interno.

Quindi, invito il Governo eventualmente anche ad accantonarlo e a riformularlo, in modo che questo emendamento presentato dal collega Sibilia, che io sottoscrivo, possa essere anche riformulato con l'indicazione che, a decorrere dalla data di entrata in vigore di questa legge, le funzioni del commissario per il terremoto dell'Irpinia, dopo 37 anni eccetera - non commento, perché già si commenta da sola la notizia o la circostanza -, siano svolte da un viceprefetto nominato da parte del Ministero all'interno. Mi sembra che sia una cosa possibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castiello. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie, Presidente. È il caso di dire: un commissario è per sempre. Questa è una delle poltrone più longeve d'Italia, devo dire. Anch'io, con mio grandissimo stupore, confesso la verità: sono campana e ho vissuto sulla mia pelle il terremoto del 1980. Ero una ragazzina, ma ricordo con grande lucidità tutta la fase post terremoto, la fase di ricostruzione, e credo che a noi ci sia bastato De Mita. Arrivare ad oggi e avere ancora un commissario, dopo 37 anni, è una cosa vergognosa. Io desidero incontrarlo; chiederò chi sia costui, che ruolo ha, cosa svolge, perché a mio avviso dalla conoscenza del territorio l'Irpinia ha le sue difficoltà, ha i suoi problemi, ma va avanti e - voglio dire - non si è fermata al terremoto del 1980.

E, allora, non riusciamo a capire la ratio di questo Governo. Questa è un'Italia di commissari, un'Italia commissariata, e il messaggio che lanciamo oggi alle popolazioni dell'Abruzzo è quello di dire: “mettetevi l'anima in pace che, da questo momento in poi, sarete commissariati a vita e arriverà il giorno in cui non vi ricorderete neanche chi è questa persona”. Chiaramente, non entro nel merito della persona ma dell'incarico dato. Queste sono cose che avvengono soltanto in un Paese come il nostro. Però, il Governo non può prestarsi ad una roba del genere e prorogare e prorogare un commissario che non c'è, un commissario fantasma, che non sappiamo per quale motivo esista ancora, che cosa stia facendo, quali sono le sue funzioni e le sue mansioni. L'unica cosa certa che sappiamo è che avrà sicuramente una struttura e che quindi prende fondi, prende soldi, e quindi a danno di chi, invece, di soldi ne ha bisogno.

Per cui, io chiedo al Governo, ma veramente con uno spirito di collaborazione, che si faccia chiarezza su questa vicenda, perché è vergognoso da questo punto di vista che ci sia un commissario che non funziona. Quindi, sottoscrivo in maniera forte l'emendamento presentato dal collega Sibilia, anche a nome del mio gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Prima di mettere in votazione questo emendamento, salutiamo gli studenti e le studentesse del liceo scientifico “Guglielmo Cameli” di Teramo, gli studenti di Vicenza, che sono qui in visita, e gli studenti dell'istituto tecnico “Atestino” di Este. Tutti sono in ascolto e presenti in Aula nelle tribune. Li salutiamo (Applausi).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabrizio Di Stefano. Ne ha facoltà.

FABRIZIO DI STEFANO. Grazie, Presidente. Io rimango stupito francamente che dobbiamo anche discutere di questo emendamento, perché il buonsenso avrebbe voluto che già in Commissione si doveva accoglierlo senza alcun problema. Sottolineo la stessa formulazione: “un commissario”. Il commissario si nomina per la straordinarietà degli eventi e 37 anni di straordinarietà di eventi mi sembrano assolutamente assurdi. Dopo, non ci meravigliamo che cresca l'antipolitica quando si vedono certe cose.

Quindi, invito il Governo a non esporsi a degli attacchi inutili e, con estremo raziocinio e buonsenso, ad accettare l'emendamento, che sottoscrivo anch'io, perché mi sembra assurdo, inconcepibile e impossibile pensare a nominare nuovamente un commissario con tali oneri quando, come diceva il collega Palese, si potrebbe tranquillamente affidare ad un prefetto, a una figura prefettizia, già a carico dello Stato, lo svolgimento delle eventuali ulteriori funzioni che mancano per chiudere finalmente, dopo che ormai ci son passate generazioni di persone, questa drammatica emergenza. E allora accantoniamolo, riformuliamolo, fate quello che volete; la cosa più semplice sarebbe votarlo, e io sottoscrivo, proprio per questo, l'emendamento in questione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA. Presidente, credo che questo sia un momento per rimediare ai disastri fatti nella scorsa legge del mille proroghe, e, segnaliamo il fatto che dopo 37 anni per la ricostruzione dell'evento del terremoto dell'Irpinia abbiamo ancora un commissario, quindi anche agli studenti presenti oggi sarebbe interessante far notare, come per 37 anni, noi stiamo continuamente pagando un commissario alla ricostruzione per far cosa e soprattutto non sappiamo nemmeno chi è; quindi, magari se il Governo oggi in Aula ha la cortesia di fornirci nome e generalità di chi è oggi commissario, perché, dopo 37 anni, noi vediamo questo passaggio, dal Governo Spadolini al Governo Minniti come Ministro dell'interno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Sostanzialmente, c'è un passaggio preoccupante: dopo 37 anni non si ha nemmeno la decenza di poter dire “basta”, queste tipologie di gestioni commissariali devono finire, è finita un'emergenza, non possiamo più proseguire in questa ottica di regalare soldi e poltrone(Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Famiglietti. Ne ha facoltà.

LUIGI FAMIGLIETTI. Prendo la parola, Presidente, e la ringrazio per questo, per dare delle precisazioni dovute all'Aula, e cioè che anche quest'anno nel mille proroghe è stata prorogata la funzione di questo commissario, ma non è previsto alcun onere aggiuntivo. Questo commissario sovrintende su più di 70 opere pubbliche, che, purtroppo, non sono state ancora completate, che riguardano un territorio molto ampio, che comprende la Basilicata, la Lucania e la Campania, più di 70 opere. E i 100 mila euro per il funzionamento dell'ufficio non sono stati stanziati quest'anno, ma sono delle economie che fanno parte degli appalti che hanno riguardato queste opere; quindi, non c'è nessun onere aggiuntivo. C'è stata una relazione di questo commissario che ha precisato che gli oneri per il funzionamento, 100 mila euro l'anno, pari a 200 euro per ogni milione gestito, sono tratti da economie sui lavori, quindi con autogestione. Tra l'altro, il compenso del sottoscritto è pari ad un terzo del costo di un direttore generale e 100 mila euro per il funzionamento prevedrebbero l'autosufficienza dell'ufficio, quindi l'acquisto delle strumentazioni, apparecchiature, corrispettivo e missione del commissario, materiale di consumo e tutto quanto il resto.

Però, la cosa fondamentale, il messaggio fondamentale che va dato all'Aula, è che non sono oneri aggiuntivi, ma i 100 mila euro per il funzionamento dell'ufficio sono (Commenti del deputato Cera)

PRESIDENTE. Onorevole Cera, lei è iscritto a parlare dopo l'onorevole Famiglietti, la prego.

LUIGI FAMIGLIETTI. Dopodiché, da parlamentare irpino, mi sento di dire che queste opere comunque vanno completate; sicuramente ci sono stati anche degli sprechi, e non sta a me difendere la gestione della ricostruzione in Irpinia, però voglio dire che queste opere attendono di essere completate e spero che nel più breve tempo possibile vengano completate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cera. Ne ha facoltà.

ANGELO CERA. Giusto per essere precisi - lo dico al collega che mi ha preceduto - sono sempre 100 mila, da qualsiasi parte arrivino, perché comunque sono sempre soldi dello Stato, a dimostrazione che i carrozzoni nascono e non finiscono più. A dimostrazione di quello che ho detto ieri sera, c'è il rischio che i carrozzoni, nascendo, muoiano dopo un secolo. È il momento di chiudere con questa storia, sappiamo che la ricostruzione nell'avellinese e nelle altre zone - io abito più o meno a 70 chilometri, 100 chilometri da quella zona - si è conclusa da un bel po' di tempo. D'altra parte, soldi non ne arrivano più, per quello che so io; per cui, gli unici soldi che arrivano sono, probabilmente, a un fortunato vincitore, e noi speriamo, con la votazione di oggi, di poter applicare la legge Fornero, non quella di prolungare, ma quella di anticipare il tempo del pensionamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Brescia. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BRESCIA. Presidente, intervengo in maniera telegrafica, perché la discussione mi sembra assurda, data l'ovvietà di ciò che stiamo discutendo, una proposta assolutamente di buonsenso. L'intervento dell'onorevole Famiglietti non lo comprendo, non è una giustificazione. Il fatto che non ci siano oneri aggiuntivi non significa che non spendiamo comunque 100 mila euro per un commissario, a 37 anni da quello che è successo. È un compito che può essere tranquillamente svolto dal prefetto, possiamo risparmiare questi soldi, far svolgere il compito dal prefetto.

Voglio, innanzitutto, sottoscrivere l'emendamento del collega Sibilia e poi chiedo davvero al Governo di intervenire per riflettere e darci almeno una giustificazione al parere contrario; eventualmente, se non volesse cambiare il parere, chiediamo formalmente l'accantonamento di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Taglialatela. Ne ha facoltà.

MARCELLO TAGLIALATELA. Presidente, non solo per sottoscrivere l'emendamento, soprattutto in considerazione del fatto che, in sede di conversione in legge della legge di stabilità, avevamo presentato un emendamento che prevedeva esattamente l'abrogazione della figura del commissario per il terremoto dell'Irpinia, ma anche per sottolineare poche cose: immaginare che vi siano ancora opere pubbliche che devono essere completate dopo 37 anni penso che sia la dimostrazione del più clamoroso fallimento delle strutture commissariali. E, infatti, il Governo, ieri, sostanzialmente, ne ha varata una nuova, perché la creazione del dipartimento, con una spesa di circa 4 milioni di euro - ovviamente, partiamo quest'anno con questa spesa, partiamo, ovviamente, in senso eufemistico - è la dimostrazione di come, purtroppo, il vizio continua.

Rimane ancora un mistero il nome del commissario, perché nessuno lo ha ancora fatto in Aula. Il collega Famiglietti non lo ha citato; ha solamente evidenziato come questo commissario costi un terzo di un direttore generale. Ma, quindi, ha un costo, in ragione di quella che sembra essere veramente una follia, un paradosso, che dobbiamo provare ad eliminare.

Quindi, mi auguro che l'emendamento ovviamente possa essere approvato, soprattutto in considerazione del fatto che non mi pare sia necessario avere una figura ulteriore all'interno delle tantissime strutture dirigenziali che esistono all'interno dei ministeri per semplicemente continuare a monitorare la realizzazione di opere pubbliche dopo 37 anni. Si tratta di un atteggiamento di buonsenso; spero che il Governo ne tenga conto, che l'Aula ne tenga conto, votando a favore dell'emendamento, al quale, ripeto, Fratelli d'Italia dà parere favorevole, sottoscrivendolo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI. Signora Presidente, signora rappresentante del Governo, penso che il vero scandalo di questa vicenda non sia tanto il fatto che siano impegnati ancora 100 mila euro e che li si voglia ridurre, anche, forse, giustamente, a 30 mila. Il vero scandalo è il fatto che, dopo 37 anni, ci sia ancora un commissario ad acta. Ora, che di fronte alle emergenze sia necessario nominare un commissario, così come è accaduto rispetto al recentissimo sisma di cui stiamo parlando, è una cosa ovvia, è una cosa giusta, perché c'è l'emergenza ed è necessario che ci sia qualcuno che possa gestire questa fase di emergenza.

Ma che, dopo 37 anni, non si sia trovato il modo di realizzare quelle opere previste attraverso l'ordinaria amministrazione è davvero uno scandalo; quindi, non è un problema dei 100 mila euro, non è un problema dei 30 mila euro. È il problema del fatto che le gestioni emergenziali a un certo punto devono terminare e bisogna ritornare nell'ordinaria amministrazione, con gli organi già eletti dai cittadini che gestiscono la realizzazione di quelle opere, perché guardate che spesso dietro il commissariamento c'è una grande opacità. Non soltanto un'incapacità a gestire la realizzazione delle opere, come dimostra il caso Irpinia, ma spesso, dietro quelle gestioni monocratiche, si nasconde anche il malaffare; ovviamente, non faccio riferimento alla vicenda dell'Irpinia in modo particolare.

Quindi, io penso che una delle cose che noi dovremmo fare non è tanto quella di ridurre l'impegno economico, quanto quella di chiedere un impegno, signora sottosegretaria, da parte del suo Governo a eliminare questa figura di commissariamento che non ha più senso; e, contemporaneamente, a prendere l'impegno che i commissari siano in carica per il tempo strettamente legato all'emergenza, e che poi si torni all'ordinaria amministrazione, a quello che è previsto dalle leggi, con tutte le garanzie di controllo e di trasparenza legate appunto…

PRESIDENTE. Onorevole Galgano… Onorevole Galgano, mi scusi…

FILIBERTO ZARATTI. Legate appunto all'ordinaria amministrazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ruocco. Ne ha facoltà.

CARLA RUOCCO. Giusto una precisazione, perché ci siamo fatti un po' di conteggi sulla base di quello che prima ha detto il deputato Famiglietti. Perché lui ha detto che questo povero commissario, dopo appena 37 anni che percepisce 100 mila euro, avrebbe soltanto 200 euro per ogni milione gestito: dato che lui percepisce, ripeto, 100 mila euro, lui gestirebbe 500 milioni di euro l'anno. Per 70 opere, sono ben 7 milioni di euro ad opera! La vergogna è che, dopo 37 anni, queste fantomatiche opere non solo non siano completate, ma non siano neanche controllate! Allora, dato che lui dice anche che questi 100 mila euro non costano nulla alla collettività perché sarebbero in economia, potrebbe anche rimetterci di tasca sua, dal momento che non costano nulla semplicemente perché provengono dai risparmi di qualche altra cosa.

PRESIDENTE. Grazie.

CARLA RUOCCO. Risparmiasse, e ce li mette lui!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rotondi. Ne ha facoltà.

GIANFRANCO ROTONDI. Presidente, nemmeno io so chi sia il commissario in questione, però troverei surreale che questa mattinata dedicata a spizzichi e bocconi al ricordo di una tragedia che, come la collega Castiello, anch'io ho vissuto in prima persona, essendo cittadino di Avellino, pur non avendo nessun interesse elettorale nella città dove non sono eletto; però, lo scandalo - lo dico ai colleghi - non è che esista ancora il commissario in questione, o la modesta cifra che complessivamente è stanziata per la sopravvivenza di questo commissario, confermato da tutti i Governi da 37 anni a questa parte. Lo scandalo è la distrazione con cui si osserva la circostanza che la ricostruzione dal 1980 non è stata ancora completata! Chiunque voglia fare una gita turistica nella città di Avellino, può osservare i buchi da case cadute non nelle periferie, ma lungo il corso della città. Voglio aggiungere che il Governo di cui ha fatto parte…

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

GIANFRANCO ROTONDI. …ha commissionato – concludo - uno studio svolto da tecnici e i risultati non sono stati resi pubblici per evitare allarme sociale. Lo studio denunciava la consumazione totale del cemento di strutture qualificate antisismiche, ed è di questi giorni la chiusura di una scuola media nella città di Avellino.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rotondi.

GIANFRANCO ROTONDI. Grazie, Presidente, ma permetta che, oltre alle castronerie sui costi della politica…

PRESIDENTE. No, deve concludere, onorevole… Onorevole Rotondi, ha finito il suo tempo.

GIANFRANCO ROTONDI. …ci sia qualche osservazione anche sui rischi che la politica corre in questo…

PRESIDENTE. Grazie.

CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Sibilia, prego. Su cosa? Ah scusi, no, ha ragione lei: c'era stata una richiesta formale, scusi. È che nell'affastellarsi… C'era stata una richiesta formale del deputato Brescia di accantonamento per cui, se non si accantona - e mi pare che non ci sia questa volontà - io devo metterla in votazione, con un intervento a favore e uno contro.

CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare a favore.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO SIBILIA. Presidente, mi fa piacere che alla fine si sia creato comunque un momento nel quale c'è stato interesse intorno all'argomento.

Evidentemente questo interesse, che sottende ad un evidente spreco della politica e ad una evidente mala gestio della politica… Perché ci si può dire tutto, ci si può venire a dire tutto: ci si può venire a dire che 100 mila euro sono pochi, ci si può venire a dire che esistono ancora delle opere da seguire, ma va benissimo, o meglio, non va bene, ma in questo contesto va benissimo. Però, semplicemente, tutto questo può essere fatto con una struttura che non è commissariale, che non ci costa 100 mila euro e che, soprattutto, sia più efficiente: perché dalle dichiarazioni che ci sono state date, significa che in Irpinia ci sono 70 opere da 7 milioni di euro l'una, e non ci risulta. Anche se fosse, e va bene anche che ci siano, mi chiedo: siccome abbiamo svolto un dibattito e siccome si è creata una sorta di coscienza, tutti i gruppi politici hanno detto la loro, e vi faccio notare questo è un avvenimento abbastanza raro, mi verrebbe da dire che il buonsenso ci chiede di accantonare questo emendamento, perché evidentemente tutti dobbiamo un po' approfondire e i numeri e la necessità effettiva di avere questa struttura. Io lo capisco che magari il Governo si vuole prendere del tempo, ed era questa l'intenzione del deputato Brescia, che aveva avanzato questa proposta. Per cui vi chiedo che sia votata favorevolmente, così come molti di noi possiamo pensare sia utile, per procedere ad un'ulteriore riflessione, e magari dare un taglio una volta e per sempre a questa spesa inutile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Il Governo ha chiesto di parlare, quindi prima di mettere in votazione l'eventuale accantonamento, sentiamo la proposta del Governo. Ne ha facoltà.

PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, rispetto alla richiesta che è anche maturata e condivisa da tanti gruppi sull'intervento della proroga del commissario condivido con voi le ragioni per le quali abbiamo prorogato ancora il commissario sul terremoto in Irpinia. C'è ancora un importante ed imponente contenzioso…

PRESIDENTE. Mi scusi, però, sottosegretaria. Scusi, perché lei ha perso un momento del passaggio. Solo per capirci: se c'è una disponibilità all'accantonamento, allora accantoniamo, e quindi dobbiamo… Lei adesso sta entrando nel merito, vero?

PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Mi sono persa questo passaggio. Volevo rispondere ad alcune delle obiezioni che ho sentito dai colleghi. Se non è così… C'è un motivo per cui è stato prorogato, ecco. Volevo spiegarlo, solo questo.

PRESIDENTE. No, io penso che, se non c'è la disponibilità all'accantonamento, prima votiamo l'accantonamento o meno, e poi eventualmente il Governo prenderà la parola sul merito.

Passiamo dunque ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta dei deputati Sibilia e Brescia di accantonare l'emendamento Sibilia 11.43.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge per 27 voti di differenza.

A questo punto credo che sia interesse di tutti ascoltare l'opinione del Governo nel merito, perché poi passeremo alla votazione di merito. Prego, sottosegretaria.

PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, le chiedo scusa per prima.

Dicevo che la ragione della proroga è legata al fatto che ci sono ancora dei contenziosi che sono ereditati, diciamo così, dalla vicenda dell'Irpinia. Una delle parti più sostanziose, in termini economici, di questo contenzioso è con il comune di Napoli e, quindi, noi abbiamo avuto la necessità di prorogare questo incarico, per chiudere questo contenzioso, perché altrimenti sul bilancio del comune di Napoli sarebbe intervenuto in maniera molto pesante.

Inoltre, comunico all'Aula che questo incarico è assolutamente a titolo gratuito. In passato è stato a titolo oneroso, ma non è più così, anche perché esiste una norma generale che prevede che non si possano cumulare più stipendi e, quindi, avendo il commissario anche una sua professione, non c'è nessun tipo di remunerazione. Queste sono le ragioni per le quali il Governo conferma il parere contrario sull'emendamento.

PRESIDENTE. Grazie. Onorevole Sibilia, prima di darle la parola, consentitemi di salutare gli studenti dell'Istituto comprensivo “Principe di Piemonte” di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta (Applausi).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sibilia. Ne ha facoltà.

CARLO SIBILIA. Grazie, Presidente. È chiaro che dopo 37 anni di proroga evidentemente qualche motivo ci sarà, se avete continuato a prorogare l'esistenza del commissario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Resta il fatto che, in base alle leggi che vengono citate all'interno dell'emendamento in maniera molto puntuale e che sono state tra l'altro verificate dagli uffici della Camera, c'è scritto che la struttura costa 100 mila euro, quindi c'è questo costo. Non diciamo che non costa nulla, la struttura del commissario costa 100 mila euro, quindi le scuse che ci vengono riportate dal Governo sono anche un po' imbarazzanti …

PRESIDENTE. Onorevole Rosato…

CARLO SIBILIA. Sono banali e imbarazzanti. Quindi, onestamente, facciamoci tutti un esame di coscienza. Abbiamo…

PRESIDENTE. Onorevole Rosato…

CARLO SIBILIA. Abbiamo cancellato la possibilità di accantonare questo emendamento…

PRESIDENTE. Onorevole Rosato, la sto richiamando.

CARLO SIBILIA. Non abbiamo voluto fare un'ulteriore riflessione e questo lo posso capire, o meglio siamo abituati a tutto, avete sfasciato un Paese, figuriamoci se adesso ci mettiamo a sindacare su una proroga di un commissario.

Resta il fatto che io trovo veramente insensato: a) la giustificazione e b) che non si voglia mettere in discussione quanto meno la struttura, perché io non dico che non ci siano dei contenziosi in corso – ci sono pure -, ma, Dio santo, leviamo il commissario al terremoto dell'Irpinia e mandiamo questa struttura sotto un altro ente, magari una prefettura, magari un altro ente che sia il Ministero. Ma, per l'amor del cielo, dopo 37 anni, diciamo basta alla gestione commissariale del terremoto del 1980 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché che cosa si devono aspettare i terremotati di oggi, se ancora c'è il commissario al terremoto? Diamo un messaggio a queste persone, votiamo a favore di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bianconi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO BIANCONI. Io ho chiesto di parlare per due motivi: primo, perché tramite lei vorrei dire al collega, che ci ha spiegato che 100 mila euro in fondo non è una spesa perché era denaro pubblico risparmiato dal lavoro, che intanto il denaro pubblico non esiste, perché il denaro che viene speso per le cose pubbliche è tutto denaro tolto dalle tasche dei privati. Quindi, è denaro di tutti noi qui, non c'è denaro pubblico. E il fatto di risparmiare e siccome si risparmia si possa spendere ugualmente è un fatto, non so se è di sinistra, sicuramente insulso, perché se si risparmia, si risparmia.

Detto questo come concetto generale, vorrei dire al sottosegretario che basta consultare Internet per sapere come vanno queste cose. Il signor ingegnere, di cui non faccio il nome perché è inutile, è un ultrasettantenne che è dirigente di un Ministero o di qualcosa del genere, che percepisce ancora uno stipendio in virtù del fatto che è commissario. Lei si prenda Internet e c'è scritto chi è e quanto prende e c'è anche la sua denuncia dei redditi.

PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Tra il Governo e Internet si fidi di noi!

MAURIZIO BIANCONI. Se il costo è di 100 mila, è di 100 mila. Non è che poi, mi scusi - anche qui, segno dell'inefficienza totale -, quando si protrae un problema, si deve pigliare il vice commissario o il commissario: ci sono le prefetture. Io sono per l'abolizione di questa casta, che è l'unica vera casta che esiste in Italia; sono i prefetti che non fanno un cavolo e spendono un sacco di soldi, macchine - non si sa quante sono -, le sedi, i segretari: non servono assolutamente a niente. Ma dal momento che ci sono, facciamogli fare qualcosa. C'è una cosa che va avanti da trent'anni, c'è un problema, si piglia il prefetto e ci si mette, o un viceprefetto. Facciamoli lavorare, altrimenti qui c'è soltanto una superfetazione di stipendi, di posti, di super burocrati, di prebende. Questa è una prebenda che va avanti dalla finanziaria del 2003. Quindi ci accolliamo, anche come centrodestra a suo tempo, tutta la nostra responsabilità in questa mala gestio, ma se non si cambiano queste cose, non c'è niente che ci possa salvare. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.43 Sibilia, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 12,10)

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento all'11.36 Gianluca Pini, con il parere contrario di Commissione, Governo e della Commissione bilancio.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 11.05 Palese.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

Prego i colleghi intorno all'onorevole Palese, se riescono a prendere posto …

ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Io ho ripresentato questo emendamento. L'avevo già fatto con il decreto cosiddetto “per il Sud” e all'epoca fu approvato un ordine del giorno con cui si disse, da parte del Governo: “Bene, lo affrontiamo insieme a tutto il resto”.

Di che cosa si tratta? Di una cosa molto semplice: si tratta di una situazione debitoria da parte del Governo nei confronti dei comuni che, a seguito del terremoto del 2002 - trattasi di piccoli comuni: Bonefro, Castellino del Biferno, Colletorto, San Giuliano di Puglia, Santa Croce di Magliano, Casalnuovo Monterotaro e Pietramontecorvino -, il terremoto degli angeli di San Giuliano, così ci ricordiamo meglio, che ancora debbono avere la compensazione globale di 2 milioni di euro. Dal 2002 ad oggi il Governo ancora non eroga queste risorse a compensazione delle minori entrate determinate dalla sospensione e dal conseguente abbattimento, nella misura del 60 per cento, dei tributi locali relativi all'imposta comunale sugli immobili, la tassa sui rifiuti e l'addizionale comunale, in attuazione dell'articolo 6, comma 4-bis, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito dalla legge n. 2 . Lo Stato poi ha fatto anche una legge per la quantizzazione e l'erogazione di queste risorse, che a tutt'oggi non sono state erogate.

Ora, il problema, signor Presidente, qual è? Molto semplice: i sindaci dei comuni interessati, che sono penalizzati hanno un problema serio perché finora sono andati avanti scrivendo a bilancio queste situazioni e queste somme piccole perché si tratta di piccoli comuni per un totale di 2 milioni di euro come residui attivi. Poiché altra legge dello Stato, il decreto legislativo n. 118 del 2011, seppur prorogato in vari anni, per la situazione di normalizzazione dei bilanci degli enti locali ha determinato l'obbligo da parte dei comuni di fare pulizia anche in riferimento ai residui attivi, sono costretti, in assenza di un atto formale da parte del Governo, alla fine a dichiararli insussistenti e quindi incorrono nel dissesto finanziario. Ora non capisco perché c'è l'ostinazione da parte del Governo a dire di “no”. C'è un'adeguata copertura finanziaria. Ritengo cioè in tutti i modi e in tutte le maniere che debba essere fatta una verifica. Questo “no” non fa nient'altro - lo dico al Governo e alla maggioranza - che determinare una situazione perché se continuano a negarlo ai cittadini di questo comune rispetto a tutte le situazioni è la classica decisione che la maggioranza e il Governo assumano pro Cinquestelle.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI. Presidente, ci pare che le questioni sollevate dal collega Palese abbiano una loro fondatezza e tengano conto di alcune esigenze oggettive che sono state rappresentate sia pure all'interno di un contesto che parla obiettivamente di altre questioni e che non ci consente in questa fase di poterle affrontare in maniera risolutiva, come pure avremmo voluto fare. Nell'esprimere un appello al Governo di tenere in considerazione in altra sede le questioni sollevate, chiederei al collega di trasfondere l'emendamento in ordine del giorno, tenuto conto del fatto che, in termini politici, condividiamo l'esigenza di una risoluzione e vorremmo evitare che l'articolo aggiuntivo posto in votazione determinasse un problema di relazioni tra le forze politiche.

PRESIDENTE. A questo punto però chiedo al presentatore se intende ritirarlo e trasfonderlo in ordine del giorno. Onorevole Palese, può comunicare solo questo e non posso farla intervenire due volte sullo stesso articolo aggiuntivo a meno che non intervenga il Governo, riaprendo in questo caso la discussione. Prego, onorevole Palese.

ROCCO PALESE. Se c'è l'impegno del Governo ad approvare un ordine del giorno da inserire nel decreto degli enti locali, perché mi fu detto all'epoca…

PRESIDENTE. La ringrazio.

ROCCO PALESE. …noi cediamo in questo. Se c'è tale impegno del Governo lo ritiro ovviamente.

PRESIDENTE. Sta bene. Quindi, onorevole Palese, mi sta comunicando che lo ritira perché il Governo ha dato segno pubblicamente di essere d'accordo. A questo punto l'articolo aggiuntivo 11.05 Palese è ritirato.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.044 Polidori, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

Nel frattempo salutiamo studenti e insegnanti del liceo classico “S. A. De Castro” di Oristano che assistono i nostri lavori dalla tribuna.

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.0104 Castiello, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.0103 Castiello, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.033 Taglialatela, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio)

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.0100 Castiello, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 12,20)

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.036 Polidori, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

Salutiamo gli studenti del Liceo scientifico statale “Coluccio Salutati” di Montecatini Terme in provincia di Pistoia che stanno assistendo ai nostri lavori (Applausi).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.049 Fabrizio Di Stefano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.045 Polidori, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.048 Laffranco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.056 Fabrizio Di Stefano, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

C'è un gruppo di emendamenti successivi che sono accantonati perché in attesa del parere della V Commissione (Bilancio).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 18.028 Fabrizio Di Stefano, a pagina 28 del fascicolo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 18.028 Fabrizio Di Stefano, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Devo chiedere una cosa alla relatrice, perché non sono sicura di aver capito bene. A pagina 26 del fascicolo ci sono gli identici emendamenti 12.36 Oliverio e 12.103 Massimiliano Bernini che lei mi ha dato come accantonati. Va bene? Quindi, avevo capito bene. Ogni tanto una soddisfazione, capire bene le cose!

Passiamo alla votazione dell'emendamento 19.100 Massimiliano Bernini, a pagina 29 del fascicolo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.100 Massimiliano Bernini, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.101 Fassina, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.102 Mariani, con il parere favorevole di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 47).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.2 Pellegrino, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Il successivo emendamento 19.105 Melilli è ritirato.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.4 Pellegrino, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.3 Pellegrino, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.103 Fabrizio Di Stefano, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 20.0100 Melilli, che non è più stato ritirato, ma non vedo l'onorevole Melilli che aveva chiesto di parlare.

Ha chiesto di parlare il deputato Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI. Per sottoscriverlo.

CHIARA BRAGA, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA, Relatrice. Lo accantoniamo, Presidente.

PRESIDENTE. Va bene.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 20.06 Zaratti e 20.0101 Pellegrino, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 20.07 Zaratti e 20.0102 Pellegrino, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione)

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 20.08 Zaratti e 20.0103 Pellegrino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 20.012 Fabrizio Di Stefano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 20-bis.100 Mariani, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 56).

I successivi due emendamenti sono accantonati.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 20-bis.102 Vacca, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 20-bis.103 Vacca.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vacca. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VACCA. Grazie, Presidente. Molto brevemente: con questo emendamento, così come con il precedente, noi cerchiamo di porre una problematica, alla quale, il Governo, prima o poi, dovrà dare delle risposte ovvero quella di individuare una soglia minima dell'indice di vulnerabilità al di sotto della quale le scuole, ma in generale un edificio pubblico, non è frequentabile, non è agibile.

Questo è un problema che ci è stato sollevato da molti sindaci che, di fronte a strutture scolastiche con indici di vulnerabilità molto bassi, anche 0,1 o 0,2, quasi prossimi allo zero, non hanno una normativa di riferimento che gli impone di chiudere l'edificio, quindi di adeguarlo per eventualmente riaprirlo.

È una problematica che poniamo al Governo. C'è un parere negativo per inserirlo qui, in questo decreto, ma crediamo che sia un argomento che debba essere affrontato dal Governo e al quale bisognerà dare delle risposte

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 20-bis. 103 Vacca, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Il successivo articolo aggiuntivo 20-bis.0100 Fabrizio Di Stefano è accantonato.

Passiamo all'emendamento 21.100 Melilli, l'onorevole Melilli chiedeva di discutere…ma è accantonato. In realtà, non l'abbiamo accantonato, dobbiamo prendere atto che c'è una sottoscrizione da parte dell'onorevole Borghi e che la relatrice chiede di accantonarlo, perché, per un mio errore, abbiamo fatto prima questa stessa operazione, ma su un altro emendamento, che invece era ritirato.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 21.6 Zaratti e 21.101 Pellegrino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 21.7 Melilla e 21.102 Pellegrino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 21.10 Melilla e 21.103 Pellegrino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 21.11 Zappulla.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zappulla. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE ZAPPULLA. Presidente, pur brevemente, ritengo utile e opportuno intervenire per spiegare all'Aula, a tutti i colleghi, che io ed altri onorevoli colleghi, anche di altri gruppi, insistiamo da un po' di tempo su questo tema non perché ci siamo fissati, ma perché c'è una reale ingiustizia che viene ad essere determinata. Chiedo pertanto al Governo di cambiare il parere negativo perché è del tutto evidente che rischia di presentarsi non solo come una posizione inaccettabile ma, addirittura, come una sorta di provocazione - e non parlo certo né di me né dei colleghi - soprattutto per quelle tante persone, contribuenti leali, che attendono da circa vent'anni il riconoscimento di un diritto. Stiamo parlando, per conoscenza di tutti, del cosiddetto “terremoto di Santa Lucia”, cioè quello che nel 1990 colpì in particolar modo tre province della Sicilia orientale: Siracusa, Catania e Ragusa; stiamo parlando di una legge del 2002, e successive modifiche e integrazioni; stiamo parlando di centinaia di sentenze favorevoli per i lavoratori, comprese diverse ordinanze della Corte di cassazione che riconoscono il diritto al rimborso, di quanto versato in eccedenza, appunto, nel biennio 1990-1992, anche ai lavoratori dipendenti. L'emendamento, in buona sostanza, punta a chiarire e a superare ogni interpretazione, cancellando ogni contenzioso giudiziario e superando un'interpretazione, da parte dell'Agenzia delle entrate, che prevede il rimborso solo ai sostituti d'imposta, violando anche il principio di uguaglianza previsto dalla Costituzione.

Continuare, quindi, a tenere bloccato e violato questo diritto è davvero vessatorio, costringendo migliaia di persone ad un estenuante contenzioso giudiziario di cui è certa la conclusione ma sono incerti i tempi, con quella che rischia di diventare - però, lo voglio dire al Governo e a tutti noi - la più imponente causa contro lo Stato che è stata realizzata nell'Italia repubblicana. Ed è pure vessatorio nei confronti dello Stato, che, perdendo le vertenze, come le sta perdendo tutte, alla fine vedrà lievitare notevolmente i costi del rimborso.

Rinnovo quindi - e concludo Presidente - l'invito al Governo a rivedere la posizione e auspico che nei prossimi giorni possa riflettere seriamente - se non oggi almeno nei prossimi giorni e in altri provvedimenti - perché temo che sarà davvero difficile spiegare questo ennesimo blocco ai cittadini aventi diritto della Sicilia orientale, perché - e lo dico davvero quasi sommessamente -migliaia di cittadini e di lavoratori di quelle province si sentono trattati come figli di un Dio minore (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo scusa un solo minuto per specificare che il problema nasce dalla norma del 2002 che ha avuto interpretazioni, da vari pezzi - diciamo - così dello Stato, tra loro difformi. In realtà, una finale interpretazione univoca non è ancora arrivata. Il Ministero dell'economia e delle finanze ha dato il massimo della disponibilità all'onorevole Zappulla e a tutti i presentatori dell'emendamento - penso a una lunga interlocuzione con l'onorevole Berretta in merito - e grazie a questo lavoro intanto in questa legislatura il Governo precedente ha stanziato 90 milioni per questi rimborsi, perché in realtà la norma era stata fatta nel 2002 ma non c'erano i soldi per erogare i rimborsi.

Quindi, io dico che intanto con l'Agenzia delle entrate stiamo procedendo ai rimborsi di coloro che certamente, per la norma del 2002, ne hanno titolo e continuiamo a lavorare per riuscire ad arrivare ad un'interpretazione univoca di quella norma. Ovviamente, nel caso fossero necessari ulteriori stanziamenti a seguito dell'interpretazione della norma, faremo le valutazioni opportune. Non siamo ancora pronti perché questo tipo di lavoro, che è un lavoro giuridico che riguarda dei diritti soggettivi, non è ancora completato. Per questo il Governo conferma il parere contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 21.11 Zappulla, con il parere contrario della Commissione e del Governo

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 21.013 Pellegrino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

Le successive due proposte emendative 21.07 Berretta e 21-bis.100 Carra, sono ritirate.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 21-quater.600, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Presidente, solo un minuto. Questo emendamento, che appunto è ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, è figlio di un emendamento che è stato sottoscritto da molti colleghi e votato all'unanimità dalla Commissione. È indebolito, ma il senso rimane. Dice sostanzialmente che, con un atto di trasparenza ma anche un atto molto efficace, i versamenti destinati nell'8 per mille ai beni culturali per i prossimi dieci anni saranno destinati al restauro e alla ricostruzione dei beni culturali danneggiati dall'insieme dei sismi che hanno colpito l'Appennino centrale.

Noi sappiamo che ci sono molte cose da fare per molto tempo per essere al fianco di queste comunità, di questi territori e di queste popolazioni. Una di queste cose è salvaguardare l'identità di queste comunità e l'azione sui beni culturali riguarda non solo l'orgoglio, il turismo e la storia, ma è anche una maniera per offrire una possibilità di lavoro qualificato e di fare di questa occasione terribile anche un'occasione di sfida al futuro, perché quello può diventare il più grande distretto del restauro dell'Europa e del mondo. Questo è il senso dell'emendamento; i cittadini italiani sanno che potranno contribuire a quest'opera versando l'8 per mille allo Stato per dieci anni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 21-quater.600, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 64).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 21-quater.100 Massimiliano Bernini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

Si è concluso così l'esame degli emendamenti non accantonati.

Dovendosi convocare il Comitato dei nove e la V Commissione (Bilancio), chiedo alla relatrice di quanto tempo vi sia bisogno per procedere a tali adempimenti. Prego, onorevole Braga.

CHIARA BRAGA, Relatrice. Grazie, Presidente. Chiediamo la sospensione dei lavori per un'ora.

PRESIDENTE. Sta bene. Allora, accettiamo questa proposta. La seduta è sospesa fino alle ore 14.

La seduta, sospesa alle 12,55, è ripresa alle 14.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Amoddio, Bueno, Capelli, Dambruoso, De Micheli, Dellai, Di Gioia, Fedriga, Garofani, Giachetti, Giancarlo Giorgetti, Giorgis, Locatelli, Lupi, Marcon, Miotto, Molea, Pes, Rampelli, Realacci, Rosato, Sanga, Schullian, Sottanelli, Tabacci e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente centoventidue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Grazie, Presidente. Per chiedere un quarto d'ora, perché dobbiamo recepire una richiesta della Commissione bilancio e devo convocare il Comitato dei nove, qui, in sala Governo.

PRESIDENTE. E sia, la seduta è sospesa; la riprendiamo alle ore 14,15.

La seduta, sospesa alle 14,02, è ripresa alle 14,20.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 4286-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 4286-A: Conversione in legge del decreto-legge 9 febbraio 2017, n. 8, recante nuovi interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016 e del 2017.

Ricordo che prima della sospensione della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento Massimiliano Bernini 21-quater.100 e risultano ancora accantonate alcune proposte emendative.

Avverto che la Commissione ha presentato l'articolo aggiuntivo 10.0700, con riferimento al quale risulta alla Presidenza che i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione dei subemendamenti, nonché la nuova formulazione del subemendamento 0.1.51.1.

Avverto, altresì, che la Commissione ha ritirato il subemendamento 0.17-bis.100.1.

Avverto inoltre che, fuori della seduta, l'articolo aggiuntivo Fabrizio Di Stefano 20-bis.0100 è stato ritirato dal presentatore.

Avverto, infine, che la Commissione bilancio ha espresso il prescritto parere, che è in distribuzione. In particolare, la V Commissione ha condizionato, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, il parere favorevole sull'emendamento 1.51 all'approvazione del subemendamento 0.1.51.1 (Nuova formulazione) della Commissione, revocando il parere contrario precedentemente espresso e ha formulato, sempre ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, una condizione sull'emendamento 11.701 della Commissione. Al fine di recepire tale ultima condizione, la Commissione ha presentato il subemendamento 0.11.701.100, che è in distribuzione.

Chiedo, a questo punto, alla relatrice, onorevole Braga, se intenda proseguire l'esame del provvedimento a partire dalle proposte emendative riferite all'articolo 1.

CHIARA BRAGA, Relatrice. Sì, grazie, Presidente. Allora, sul subemendamento 0.1.51.1 parere favorevole.

PRESIDENTE. Nella nuova formulazione.

CHIARA BRAGA, Relatrice. Nella nuova formulazione.

PRESIDENTE. Perfetto.

CHIARA BRAGA, Relatrice. Sull'emendamento 1.51 Laffranco, parere favorevole. Gli identici emendamenti 1.50 Squeri e 1.105 Pellegrino sono assorbiti dall'accoglimento dei due emendamenti precedenti.

PRESIDENTE. Ci deve dare comunque il parere.

CHIARA BRAGA, Relatrice. Invito al ritiro.

PRESIDENTE. Perfetto.

CHIARA BRAGA, Relatrice. Sugli emendamenti 5.47 Fabrizio Di Stefano e 5.301 Ginoble c'è un parere favorevole su entrambi, con la seguente riformulazione: dopo il comma 2-bis, aggiungere il seguente 2-ter. al fine di contrastare il fenomeno dello spopolamento studentesco nella città di Teramo a causa degli eventi sismici, è assegnato all'Azienda per il Diritto allo Studio Universitario di Teramo un contributo di 3 milioni di euro per l'anno 2017 per la realizzazione della nuova residenza studentesca. Al relativo onere si provvede per l'anno 2017 mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 134, della legge 11 dicembre 2016, n. 232.

PRESIDENTE. La ringrazio. A questo punto, se venisse accolta la riformulazione di entrambi gli emendamenti, avremmo degli emendamenti a questo punto identici, che sono il 5.47 Fabrizio Di Stefano e il 5.301 Ginoble.

CHIARA BRAGA, Relatrice. Chiedo, poi, di mantenere accantonato l'articolo aggiuntivo 7.0101 Luigi Di Maio.

PRESIDENTE. Va bene. Immagino che sull'articolo aggiuntivo 10.0700 della Commissione il parere sia favorevole.

CHIARA BRAGA, Relatrice. È favorevole, e quindi un invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo 10.01 Tancredi.

PRESIDENTE. Onorevole Tancredi, ritira? Perfetto. Sul subemendamento 0.11.701.100 della Commissione immagino il parere sia favorevole?

CHIARA BRAGA, Relatrice. Favorevole

PRESIDENTE. Sull'emendamento 11.701 della Commissione immagino parere favorevole?

CHIARA BRAGA, Relatrice. Sì.

PRESIDENTE. Emendamento Ricciatti 11.47? L'onorevole Ricciatti lo ritira.

Identici emendamenti 12.36 Oliverio e 12.103 Massimiliano Bernini?

CHIARA BRAGA, Relatrice. Su questi, Presidente, se non sono stati ritirati dai proponenti, c'è un invito al ritiro.

PRESIDENTE. Va bene.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Presidente, ritiro l'emendamento e chiedo al Governo se è possibile presentare un ordine del giorno sul tema.

PRESIDENTE. Lei può presentarlo senza chiedere il permesso al Governo. Può chiedere semmai al Governo se sia intenzionato a dare un parere favorevole a un ordine del giorno con lo stesso indirizzo e, a questo punto, poi è un'interlocuzione tra lei e il Governo. Però, poi ce lo dica se lo ritira. È ritirato? Sta bene, è ritirato.

CHIARA BRAGA, Relatrice. Sull'emendamento Colletti 17-bis.100 formulo un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Emendamento Mariani 17-bis.102 (versione corretta), parere favorevole. Emendamento 18.700 della Commissione, parere favorevole. Articolo aggiuntivo Baldelli 18-decies.0100… Scusi, signor Presidente, perché a sua firma: a me risultava già votata, questa proposta emendativa, se no c'è un invito al ritiro.

PRESIDENTE. No, risultava accantonato. Era stato accantonato nella seduta di ieri. Era inizialmente stato…

CHIARA BRAGA, Relatrice. Va bene. Quindi, c'è un invito al ritiro perché è confermato il parere contrario della Commissione bilancio.

Emendamento 20-bis.700 della Commissione, parere favorevole. Emendamento Vacca 20-bis.101, parere favorevole.

PRESIDENTE. Parere favorevole sull'emendamento così com'è?

CHIARA BRAGA, Relatrice. Scusi, no, c'è una riformulazione, Presidente. Mi stavano parlando nell'orecchio, scusi. Le leggo la riformulazione: “Al comma 4, dopo le parole ‘classificate 1 e 2', aggiungere le seguenti: ‘con priorità per quelli situati' ”.

Emendamento Melilli 21.100: questo, signor Presidente, è ancora accantonato.

PRESIDENTE. Sta bene, questo resta accantonato.

Il Governo?

PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Anche l'onorevole Longo aveva intuito.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento della Commissione 0.1.51.1 (Nuova formulazione), con il parere favorevole del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 66).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Laffranco 1.51.

PIERGIORGIO CARRESCIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERGIORGIO CARRESCIA. Presidente, semplicemente per aggiungere la mia firma a questo emendamento, perché con la modifica apportata in Commissione coglie un emendamento che era stato presentato in Commissione da parte mia e dei colleghi del Partito Democratico delle Marche: positivamente consente alle imprese di delocalizzare la propria attività anche oltre i confini comunali.

PRESIDENTE. Anche l'onorevole Palese lo sottoscrive. Ovviamente possono essere sottoscritti anche prima di metterli in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Laffranco 1.51, nel testo subemendato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 67).

A questo punto sono assorbiti gli identici emendamenti Squeri 1.50 e Pellegrino 1.105.

Passiamo alla votazione degli emendamenti Fabrizio Di Stefano 5.47 e Ginoble 5.301.

Io volevo sapere se sono accolte le riformulazioni che sono state poste. Di Stefano, va bene, Ginoble, va bene: perfetto, a questo punto sono identici nella riformulazione.

ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Presidente, per sottoscriverlo.

ANDREA COLLETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI. Presidente, vorrei sottoscrivere l'emendamento, però vorrei anche far presente che c'è stato bisogno di mezz'ora di discussione per far riformulare al Governo, e anche alla maggioranza, questo emendamento. Avremmo potuto evitarci mezz'ora di discussione solo per forse il “piccio” di qualche deputato della maggioranza, che voleva portare a casa questo emendamento a sua prima firma.

GIULIO CESARE SOTTANELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIO CESARE SOTTANELLI. Presidente, non ho sentito il mio nome. Siccome era anche firmato da me, volevo solo una conferma.

PRESIDENTE. Si dice solo il primo firmatario, onorevole Sottanelli. Se lei è il primo firmatario bene, se non è il primo firmatario…

GIULIO CESARE SOTTANELLI. No, ero il secondo.

PRESIDENTE. Allora il secondo, mi dispiace, ma è abbandonato nell'anonimato come il resto dei firmatari.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Fabrizio Di Stefano 5.47 e Ginoble 5.301, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 68).

Siamo all'articolo aggiuntivo Luigi Di Maio 7.0101, che però è accantonato.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.0700 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 69).

È stato ritirato, e sarebbe stato comunque assorbito, l'articolo aggiuntivo 10.01 Tancredi.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.11.701.100 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 70).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.701 della Commissione, nel testo subemendato, con il parere favorevole del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 71).

Ricordo che l'emendamento 11.47 Ricciatti è stato ritirato.

Ricordo che l'emendamento 12.36 Oliverio è stato ritirato, mentre permane l'identico emendamento 12.103 Massimiliano Bernini.

MASSIMILIANO BERNINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO BERNINI. Grazie, Presidente. L'emendamento in esame - volevo rendere edotta l'Aula - fa parte di una delle condizioni del parere favorevole della Commissione agricoltura votato all'unanimità. Ritengo che in questo decreto-legge la grande assente sia proprio l'agricoltura italiana, in modo particolare la zootecnia delle zone colpite dai vari sismi che si sono susseguiti in questi mesi. Ritiro questo emendamento per dare la possibilità al collega di presentare un ordine del giorno, però ritengo veramente grave il fatto che questo grande elemento di coesione sociale, che è proprio l'agricoltura e la zootecnia, sia stato poco rappresentato, poco preso in considerazione all'interno di questo decreto-legge, nonostante le istanze che sono arrivate da parte di molte associazioni di categoria e da parte di molti allevatori ed agricoltori. Quindi, ritiro l'emendamento 12.103 da me presentato.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 17-bis.100 Colletti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI. Grazie, Presidente. Sinceramente sono abbastanza meravigliato dal parere negativo del Governo e della relatrice, tant'è vero che la medesima relatrice aveva proposto una riformulazione da me accolta favorevolmente. È stato detto in Commissione bilancio dal Governo che non c'era la copertura economica per questo emendamento, affermazione falsissima perché l'articolo 17-bis del decreto-legge, aggiunto in Commissione, anch'esso non ha copertura economica proprio perché rispetto agli oneri di bilancio questo emendamento e questo decreto-legge è totalmente neutro, ovvero lo Stato non “caccia” un euro per questo emendamento. Dunque, Presidente, vorrei capire perché il Governo, perché il partito di maggioranza non ha alcuna intenzione di approvare questo emendamento che riguarda - lo dico chiaramente - l'ospedale di Penne, una città che oltretutto lo stesso Governo e lo stesso partito di maggioranza, anzi i partiti di maggioranza, perché riguarda sia il PD sia NCD, non hanno voluto inserire all'interno del cratere sismico nonostante i danni obiettivi che ha subito. Con questo emendamento noi avremmo salvato l'ospedale di Penne, che ricade nel bacino di influenza del cratere sismico, dalla scure della riorganizzazione della regione Abruzzo che sta chiudendo ospedali e presidi ospedalieri in tutta la regione.

Con l'articolo 17-bis si salva meritoriamente l'ospedale di Popoli e allora la mia domanda è la seguente: perché il Governo non vuole salvare invece l'ospedale di Penne? Presidente, in realtà una risposta ce l'ho: la risposta è che al Governo c'è il sottosegretario Chiavaroli che, guarda caso, è nata proprio a Penne ed ha un bacino di voti proprio nell'area vestina e io non so per quale motivo la sottosegretaria Chiavaroli a questo punto voglia far chiudere l'ospedale di Penne, non voglia fare entrare la città di Penne all'interno del cratere sismico e perché abbia in realtà questo odio verso la città che le ha dato i natali. Questa è la cosa più assurda. Ho paura che tutto questo sia stato fatto esclusivamente perché gli emendamenti che volevano tutelare la comunità vestina e di Penne erano a prima firma del MoVimento 5 Stelle ovvero il Governo e la sottosegretaria Chiavaroli non potevano permettersi politicamente di far approvare un emendamento del MoVimento Cinque Stelle a favore di quelle comunità e questo è ancora più inaccettabile soprattutto moralmente ed eticamente. Ancora sto provando e vorrei provare a colloquiare con il Governo: ci dica le fantasmagoriche cifre comunicate al Governo in Commissione bilancio necessarie per salvare l'ospedale di Penne, ce le dica perché così tutti ci possiamo rendere conto della fantasiosità di queste previsioni della Ragioneria. Quindi, Presidente, spero che vogliano intervenire anche gli altri miei colleghi abruzzesi non solo di opposizione ma anche di maggioranza: penso al collega Tancredi, penso alla collega Amato, che oltretutto è un medico, penso al collega Castricone e al collega Ginoble, penso al collega Sottanelli nonché ai miei colleghi di gruppo Vacca e Del Grosso e anche al collega Di Stefano. Chiedo loro di esprimere la loro opinione e chiedo di metterci la faccia e anche di farci mettere la faccia al Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vacca. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VACCA. Presidente, quello cui stiamo assistendo francamente ha dell'inverosimile. Qui si era trovato l'accordo sulla riformulazione di un emendamento con una riformulazione della Commissione già scritta e adesso c'è un passo indietro giustificato da un presunto intervento e veto della Commissione bilancio. Dobbiamo dirlo a quelle persone, a quelle mamme che sono andate a partorire e hanno rischiato di perdere i bambini perché non possono più partorire a Penne e sono costrette a fare un'ora, un'ora e mezza di macchina per far nascere i propri figli. Andiamo a dire loro che per un veto della Commissione bilancio - un veto di un sottosegretario di questo Governo che non vuole che un intervento risolutivo sia a nome del MoVimento 5 Stelle - andiamolo a dire a quelle persone che sono costrette a mettere a rischio la propria vita e quella dei propri bambini perché non vuole che si approvi una norma a nome del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabrizio Di Stefano. Ne ha facoltà.

FABRIZIO DI STEFANO. Grazie, Presidente. Vengo chiamato in causa molto volentieri e accetto l'invito del collega Colletti anche perché un mio analogo emendamento ha avuto sorte più repentina: fu bocciato ormai da una settimana quando improvvisamente si capì che c'era solo un emendamento che poteva andare bene e, guarda caso, era a firma di un collega del Partito Democratico. Credo che questa scelta sia di natura prettamente politica e condivido le lamentele del collega Colletti e credo che questa scelta dipenda dal presidente della regione Abruzzo che, come ha fatto una perimetrazione a suo piacimento e a sua volontà, così ha fatto anche un intervento su questo argomento. È evidente che tecnicamente, se fosse passato l'emendamento, questo andava poi valutato dalla commissione di monitoraggio e forse solo allora si poteva tranquillamente esprimere un parere negativo o positivo ed eventualmente motivarlo in virtù e in ragione di sostanziate motivazioni e non così, lasciato ad una Commissione; rientrando in costi della regione Abruzzo e non della sanità nazionale, non dovevano essere di pertinenza della Commissione. Per cui è chiaro che voteremo a favore di questo emendamento, anche se penso invano.

FRANCESCO D'UVA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO D'UVA. Se è possibile sapere dal Governo il perché del parere negativo.

PRESIDENTE. Il parere negativo è della Commissione e il Governo ha espresso parere conforme, però, lei, legittimamente, ha la possibilità di chiedere…

PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. …e il Governo, infatti, interviene. Prego, onorevole De Micheli.

PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. È particolarmente oneroso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà.

GIANNI MELILLA. Grazie, Presidente. L'onorevole Colletti aveva dimenticato di menzionarmi, però sa benissimo come su Penne abbiamo svolto battaglie comuni e, quindi, voterò questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI. Presidente, il Governo laconicamente ci ha detto che è particolarmente oneroso. Ora, in euro, questo “particolarmente oneroso” quanto vale? 10 euro, 100, mille, 100 mila, 500 mila, un milione, un milione e mezzo? Vale meno di “Casa Italia” ovvero della marchetta a favore di dirigenti chiamati con chiamata diretta o vale di più? Ma, soprattutto, da un punto di vista di bilancio, io mi domando: ma l'articolo 17-bis, che introduce una deroga uguale a quella che vuole introdurre il MoVimento 5 Stelle, visto che non ha copertura di bilancio, come mai non è particolarmente oneroso e, invece, una deroga fatta dal MoVimento 5 Stelle diventa magicamente senza una cifra, particolarmente onerosa?

Io non vorrei che la Ragioneria, se è stata chiamata la Ragioneria e non direttamente la senatrice, sottosegretaria Chiavaroli, abbia dato delle informazioni false, perché sarebbe ancora più grave dare informazioni false da parte di questo Governo, quando si tratta di bilancio in quest'Aula. Quindi, sarebbe semplice spiegare perché l'articolo 17-bis, che è identico, non ha bisogno di coperture, mentre il nostro emendamento, che allarga solo ad un altro ospedale, ha bisogno di queste coperture. Per Popoli le coperture non servono, per Penne, guarda caso, servono le coperture (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? E come mai queste coperture servono per gli interventi dei deputati del Partito Democratico e non servono per gli interventi dei deputati del MoVimento 5 Stelle? Ci spieghi bene quali sono e dove devono essere trovate queste coperture dal Governo!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA. Presidente, con riferimento all'intervento del sottosegretario De Micheli - che, ricordo, ha competenze governative in materia economica e, quindi, teoricamente, dovrebbe essere anche colei che ci motiva i pareri in Commissione bilancio, che porta avanti i pareri nella Commissione bilancio -, le osservazioni fatte poc'anzi dal collega Colletti evidenziano come, quando si tratta di alcuni emendamenti o articoli proposti dalla maggioranza, non c'è necessità di copertura, mentre l'estensione ad un altro ospedale pregiudica il parere favorevole della Commissione bilancio: solo per quel tipo di ospedale. Io credo che qui vi sia anche da fare un'istruttoria, credo alquanto doverosa, per quanto attiene gli uffici che, in qualche modo, potrebbero portarci…sospendo la discussione magari…

PRESIDENTE. No, no, continui. Il Governo rientra. Credo che stia cercando di capire se…

DAVIDE CRIPPA. …nel senso che spesso non vengono portati all'istruttoria a livello di parere di Commissione bilancio e che, purtroppo, hanno sempre una certa attinenza verso una propensione governativa. Noi vorremmo comprendere ora se veramente in altri casi, come quelli elencati poco fa dal collega Colletti, non c'è necessità di copertura e come mai - ce lo dica il sottosegretario De Micheli - solo su questo, solo su un ampiamento, c'è una necessità economica. Solo qui è particolarmente oneroso? Ce lo spieghi, così, magari, riesce ad illuminarci e riusciamo a comprendere quale sia la ratio, se non è una ratio di ragione politica e questo sarebbe veramente - veramente - pessimo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17-bis.100 Colletti, con il parere contrario di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 72).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17-bis.102 Mariani (Versione corretta), con il parere favorevole di Commissione e Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 73).

Passiamo all'emendamento 18.700 della Commissione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.

PAOLO TANCREDI. Grazie, Presidente. Un velocissimo chiarimento perché rimanga a verbale. Qui si finanziano gli uffici territoriali: voglio chiarire che - parliamo del terremoto dell'Aquila del 2009 -, con 2 milioni di euro, gli uffici territoriali dentro il cratere sono già finanziati con un finanziamento congruo. Questi 500 mila euro dovrebbero essere destinati agli uffici fuori cratere, per precisazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.700 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 74).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 18-decies.0100 Baldelli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.

ALBERTO GIORGETTI. Grazie, Presidente. Noi riteniamo che questo articolo aggiuntivo, su cui è stato dato parere contrario da parte della Commissione bilancio per problemi di copertura, sia un articolo aggiuntivo estremamente rilevante, anche perché ben sappiamo che i sindaci che sono coinvolti purtroppo dalle vicende che riguardano il presente provvedimento, in qualità di autorità comunali di Protezione civile, hanno la necessità di verificare quelle che sono le attività e gli aggiornamenti dei piani di emergenza comunale e per fare questo c'è la necessità, spesso, di sottoscrivere dei contratti di lavoro a tempo determinato o in via di collaborazione coordinata e continuativa negli interventi che sono evidentemente necessari per poter affrontare quelle che sono le questioni connesse alla Protezione civile.

È un tema delicato che sappiamo essere stato di interesse e preso in considerazione anche da parte del relatore e da parte del Governo. Noi volevamo proporre, Presidente, - e, tramite lei, richiamiamo l'attenzione del relatore e del Governo -, magari, di accantonare ancora questo articolo aggiuntivo, riproponendo una formulazione che, sostanzialmente, sterilizzasse gli effetti dei possibili impatti sui bilanci degli enti locali, richiamando, magari, una riformulazione o una formulazione che, sostanzialmente, non andasse a violare, entro il 31 dicembre del 2018, i vincoli proposti dalla legge di bilancio in materia di saldo degli enti locali. Sarebbe una formula che consentirebbe, nella piena autonomia, di valutare questo aspetto.

CHIARA BRAGA, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA, Relatrice. Accolgo la richiesta di accantonamento dell'articolo aggiuntivo.

PRESIDENTE. Sta bene. Quindi, questo è accantonato.

Passiamo all'emendamento 20-bis.700 della Commissione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 20-bis.700 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

Salutiamo studenti e insegnanti dell'Istituto professionale di Stato di Assisi, in provincia di Perugia, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 75).

Volevo capire dall'onorevole Vacca se accettava la riformulazione proposta dal relatore; onorevole Vacca, accetta la riformulazione? Perfetto.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 20-bis.101 Vacca, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 76).

Poiché a partire dalle ore 15 è prevista, presso la Sala della Lupa, la commemorazione di Alfredo Reichlin, sospendo la seduta fino alle ore 16,10.

La seduta, sospesa alle 15, è ripresa alle 16.30.

PRESIDENTE. Ricordo che prima della sospensione della seduta è stato, da ultimo, approvato l'emendamento 20-bis.101 Vacca.

Risultano ancora accantonate le proposte emendative 7.0101 Luigi Di Maio, 18-decies.0100 Baldelli e 21.100 Melilli.

Invito la relatrice ad esprimere i pareri.

CHIARA BRAGA, Relatrice. Presidente, la Commissione esprime su tutte e tre le proposte emendative un invito al ritiro o altrimenti parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Conforme.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 7.0101 Luigi Di Maio: c'è un invito al ritiro o parere contrario. Immagino che l'invito al ritiro non sia accettato; che cosa facciamo colleghi, lo poniamo in votazione?

LAURA CASTELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LAURA CASTELLI. Giusto per lasciare agli atti che abbiamo cercato di lavorare molto su questa proposta emendativa e ci dispiace che non trovi l'accoglimento. Ci impegneremo per portarlo nei prossimi decreti, visto che ne arriveranno altri. Crediamo che sia una misura che vada fatta e che possa dare davvero respiro. Quindi, ci auguriamo che possa davvero trovare accoglimento il prima possibile.

PRESIDENTE. Per chiarezza, a questo punto, quindi lo poniamo in votazione lo stesso, collega Castelli? Lo poniamo in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7.0101 Luigi Di Maio, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n.77).

PRESIDENTE. Sull'articolo aggiuntivo 18-decies.0100 Baldelli c'è un invito al ritiro o parere contrario.

ROBERTO OCCHIUTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO OCCHIUTO. Grazie Presidente, in considerazione del fatto che questa proposta emendativa, pure col parere favorevole della Commissione, ha avuto poi un parere contrario da parte della Commissione bilancio, noi lo ritiriamo, anche se ci pare che sia un'occasione che si perda perché questo articolo aggiuntivo avrebbe potuto dare un po' di ossigeno a tanti comuni che in ordine alla necessità di predisporre piani di protezione civile hanno necessità di una proposta emendativa del genere. Quindi, la ritiriamo, ma ci piacerebbe che il Governo si impegnasse, avendo già dato il proprio parere favorevole a questo emendamento in Commissione, a trovare allocazione ad una norma del genere nel prossimo decreto enti locali.

PRESIDENTE. La ringrazio, quindi è ritirato. L'emendamento 21.100 Melilli è ritirato.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 4286-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se non vi sono interventi di illustrazione, chiedo al Governo di esprimere i pareri sui vari ordini del giorno.

PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Mi scusi, Presidente, ne è arrivato uno adesso. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/1 Catanoso ed esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/2 Mongiello con la riformulazione: impegna il Governo a valutare la possibilità di intraprendere. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/4286-A/3 Fusilli, togliendo il terzo impegno e modificando l'ultimo impegno aggiungendo dopo le parole: della rete, trasmissione dell'energia elettrica, e, dopo la parola: Distributore, e l'Autorità per l'energia e il gas. Con questa riformulazione, accolto come raccomandazione. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/4 Manzi, sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/5 Narduolo e sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/6 Rampi.

Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/7 Cristian Iannuzzi con la riformulazione: a valutare l'opportunità di, dopo le parole: impegna il Governo. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/8 Giulietti, sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/9 Riccardo Gallo, sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/10 Nesi, accolto come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/4286-A/11 Marzano, favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/12 Ascani, sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/13 Nastri e sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/14 Vezzali.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/15 Ottobre, che non è una data, ma è l'ordine del giorno?

PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Parere contrario. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/16 Coscia, sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/17 Palese e sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/18 Carra, parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/19 Morani con la riformulazione: impegna il Governo a valutare la possibilità di attivarsi presso il Commissario. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/20 Binetti e sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/21 Di Vita, favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/22 Lorefice con la riformulazione: a valutare la possibilità di garantire. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/23 Nesci con la riformulazione: a valutare la possibilità di attivarsi. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/24 Vacca con la riformulazione: a valutare la possibilità di stanziare. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/25 Crippa con la riformulazione: a valutare la possibilità di adottare. Poi, al posto della parola: marchio, scrivere: logo di certificazione della sicurezza sismica.

Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/26 Vallascas con la riformulazione: a valutare la possibilità di adottare. Dopo la parola: adottare, togliere: urgentemente ogni, e scrivere: ulteriori iniziative, e togliere la parola: utile. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/27 Spessotto, purché riformulato togliendo la prima parte dell'impegno, dalle parole: a garantire, fino a: 45500, e lasciando l'impegno: a valutare l'opportunità di introdurre misure volte ad accelerare l'utilizzo dei fondi della donazione attraverso il numero 45500 durante le fasi di gestione dell'emergenza.

Parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/28 Ciprini, ma per un motivo semplice: è stato approvato l'emendamento Laffranco, che, di fatto, assorbe il contenuto sul tema della delocalizzazione, e quindi è contrario per questo.

PRESIDENTE. Lo stabilisce lei.

PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/29 Sibilia con la riformulazione: a valutare la possibilità di assumere ogni genere di iniziativa. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/30 Gallinella con la riformulazione: a valutare la possibilità di prevedere.

Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/31 Melilla con la riformulazione: a valutare la possibilità di prevedere una proroga. Non so se è stato comunicato, però è al 31 marzo, e non al 28 febbraio. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/32 Zaccagnini con la riformulazione: a valutare la possibilità di favorire. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/33 Albini con la riformulazione: a valutare la possibilità di istruire una zona franca. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/34 Zaratti con la riformulazione: a valutare la possibilità di prevedere che per l'esercizio delle funzioni di indirizzo e coordinamento dell'attività del Governo connessa al progetto “Casa Italia” il Dipartimento di protezione civile di organizzazione dell'istituendo Dipartimento non arrechi disposizioni inerenti funzioni che possano in alcun modo sovrapporsi a quelle affidate dalla normativa vigente al Servizio nazionale di Protezione civile, ed in particolare al Dipartimento che svolge funzioni di coordinamento nell'espletamento delle attività di cui alla legge n. 225 del 1992, in coerenza con quanto disposto. Detto questo, il contenuto è già stato approvato nell'emendamento Mariani, che era un subemendamento all'emendamento del Governo su Casa Italia; quindi, ho riformulato così, ma sarebbe meglio ritirarlo.

PRESIDENTE. Però, chiedo scusa, lo consideriamo comunque favorevole con riformulazione?

PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, va bene.

PRESIDENTE. No, questo me lo deve dire lei, non è che sto perorando.

PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Allora, invito al ritiro, perché c'è già. Scusi, mi hanno messo questa riformulazione. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/35 De Rosa con la riformulazione: a valutare la possibilità di promuovere. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/36 Castelli con la riformulazione: impegna il Governo a valutare la possibilità di realizzare nell'affidamento delle opere, e, dopo la parola: ecologici, aggiungere: compatibilmente con le condizioni imposte dalla gestione dell'emergenza. Nel secondo dispositivo, togliere: nei bandi si individuano, e, dopo la parola: avvenuta, nell'ambito della realizzazione dei lavori di urbanizzazione. Comunque, poi queste riformulazioni ve le fornisco.

PRESIDENTE. Basta che ne prendano atto gli interessati. Vanno lette, perché queste devono rimanere agli atti.

PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Poi le fornisco agli interessati. Parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/37 Massimiliano Bernini, parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/38 Marcon con la riformulazione: a valutare la possibilità di richiedere. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/39 Pellegrino con la riformulazione: a valutare la possibilità di, togliere tutto dalle parole: le procedure, fino a: scolastici, e aggiungere: introdurre criteri premiali per le progettazioni più qualificate che applichino, eccetera. Con questa riformulazione, parere favorevole. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/40 Tino Iannuzzi con la riformulazione: a valutare la possibilità di. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/41 Dallai con la riformulazione: a valutare la possibilità di finanziare la realizzazione. Parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/42 Carrescia, accolto come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/4286-A/43 Carella, parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/44 Venittelli.

Sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/45 Busin, anche qui, è tautologico, perché i comuni per i quali abbiamo fatto l'allargamento del cratere hanno già l'applicazione della misura della sospensione dei tributi; quindi, è già così nel decreto che approveremo fra poco. Quindi è un no, è un invito al ritiro, perché è già così, è già stata accolta questa previsione normativa. Parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/46 Fedriga, perché è un allargamento del cratere, mi dispiace. Sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/47 Invernizzi, anche in questo caso, l'onorevole Invernizzi chiede una cosa che è già possibile: a ritenere compresi al 100 per cento i contributi anche per gli edifici isolati. Se sono prime case, i contributi sono già al 100 per cento, e in questo testo non è specificato che siano seconde case. Se è seconde case, è accolto come raccomandazione; se è prime case, è un no perché è già così. Decidete voi. Seconde case? Allora è accolto come raccomandazione, però allora va corretto.

Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/48 Simonetti purché sia riformulato aggiungendo “a valutare la possibilità di”.

Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/49 Allasia perché il credito d'imposta è già ceduto per sua istituzione alle banche che poi lo scontano con il Governo e quindi il meccanismo di cessione a terzi che non siano banche non è previsto perché altrimenti non sussiste il diritto soggettivo. Quindi il parere è contrario.

Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/50 Gianluca Pini.

Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/51 Saltamartini purché sia riformulato aggiungendo “a valutare la possibilità di”.

Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/52 Guidesi perché non estenderemo le misure del terremoto alle zone dove ci sono state le precipitazioni nevose ma abbiamo già esteso ad esse la riforma legata agli stati di emergenza di cui alla legge di stabilità 2016. Quindi parere è contrario.

Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/53 Castiello purché sia riformulato espungendo la prima parte del dispositivo e, nella seconda parte, sopprimendo le parole da “almeno” fino ad “immobile” e sostituendole con “fino al ripristino della funzionalità e dell'impiego di tutte le utenze”.

Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/54 Attaguile.

Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/55 Borghesi purché sia riformulato aggiungendo “a valutare la possibilità di” e, dopo la parola “legislativo”, “compatibilmente con la normativa vigente”.

Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/56 Molteni purché sia riformulato aggiungendo “a valutare la possibilità di”.

Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/57 Giancarlo Giorgetti purché sia riformulato sopprimendo le parole “a prevedere la possibilità” e sostituendole con “a valutare la possibilità di adottare”.

Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/4286-A/58 Rondini purché sia riformulato aggiungendo “a valutare la possibilità di adottare”.

Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/4286-A/59 Grimoldi, n. 9/4286-A/60 Caparini e n. 9/4286-A/61 Pastorelli.

Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/62 Locatelli purché sia riformulato purché sia riformulato aggiungendo “a valutare l'opportunità di adottare” e, dopo la parola “esenzione”, sostituire le parole “di ogni imposta” con “dell'applicazione della marca da bollo sul certificato di residenza finalizzato alla richiesta così come previsto dalla lettera c-bis) al comma 1 dell'articolo 48 del decreto-legge n. 189 del 2016”.

Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno n. 9/4286-A/63 Marti, n. 9/4286-A/64 Vazio, n. 9/4286-A/65 Mariani e n. 9/4286-A/66 Giovanna Sanna.

Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/67 Polidori perché la richiesta dell'onorevole Polidori è di applicare ai terremotati del sisma del centro Italia le misure applicate nel 2009 e nel 2012 a L'Aquila e a Modena. Queste misure sono meno importanti in termini economici perché le misure che sono applicate per il centro Italia sono molto più importanti di quelle dei terremoti precedenti e quindi peggioreremmo la condizione dei terremotati del centro Italia. Quindi il parere è contrario.

Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/68 Vella o comunque accolto come raccomandazione perché è già previsto nella norma: i comuni e le province possono presentare all'ANAS questi piani previsti nella legge di stabilità per il 2016. Quindi direi che, essendo già previsto in una legge, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il parere è contrario o è accolto come raccomandazione?

PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Il parere è contrario: sull'impegno degli ordini del giorno già previsto in una legge il parere è contrario perché ci sono già.

Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/4286-A/69 Laffranco sul G7 e n. 9/4286-A/70 Fabrizio Di Stefano.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno è n. 9/4286-A/70 Romele.

PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. È lo stesso testo?

PRESIDENTE. Il primo firmatario è Romele.

PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Ha cambiato firmatario. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/70 Romele.

Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/71 Baldelli.

PRESIDENTE. C'è un palese conflitto di interessi, ma mi rendo conto che non posso fare diversamente.

PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/72 Alberto Giorgetti purché sia riformulato aggiungendo “ a valutare la possibilità di” prima di ciascun impegno del dispositivo: “adottare”, “adottare” e “relazionare”.

Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/73 Fabrizio Di Stefano.

Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/74 Carfagna purché sia riformulato aggiungendo “ a valutare la possibilità di”.

Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/75 Polverini perché concerne l'ampliamento del cratere.

Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/4286-A/76 Vargiu.

Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/77 Matarrese.

Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/4286-A/78 Mucci.

Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno n. 9/4286-A/79 Rabino, n. 9/4286-A/80 Sottanelli e n. 9/4286-A/81 Oliverio.

Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno n. 9/4286-A/82 Santerini, n. 9/4286-A/83 Turco e n. 9/4286-A/84 Baldassarre purché siano riformulati aggiungendo le parole: “a valutare la possibilità di”.

Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/85 Gelmini.

Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/86 Piazzoni.

Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/4286-A/87 Falcone purché riformulato aggiungendo le parole: “a valutare la possibilità di adottare anche per gli assegnatari dei fondi ISMEA”.

Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/4286-A/89 Marotta, ho provato a riformularlo ma diventa complicato, perché l'applicazione della norma che richiede Marotta per l'ordinanza di dichiarazione di stato di calamità della giunta regionale può essere applicata esclusivamente agli stati di emergenza nazionali. Sono consapevole che è una cosa molto importante: ci stiamo lavorando però, se scritta così, non sono riuscita a trovare una riformulazione. Prima però c'è l'ordine del giorno n. 9/4286-A/88 Minardo sul quale il Governo esprime parere contrario perché non possiamo applicare questa norma laddove non c'è uno stato di emergenza nazionale dichiarato. Quindi, genererei un'aspettativa che poi non potrebbe avere seguito. Possiamo immaginare un dispositivo che sostenga l'intervento lì ma non questo dispositivo e me ne dispiace assolutamente.

Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/4286-A/89 Marotta.

Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno n. 9/4286-A/90 Pizzolante, n. 9/4286-A/91 Calabrò e n. 9/4286-A/92 Scopelliti.

Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/4286-A/93 Sammarco.

Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/94 Tancredi perché riguarda l'allargamento del cratere.

Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/95 Garofalo perché è un'interpretazione.

Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/4286-A/96 Galgano, consiglio all'onorevole Galgano di sopprimere la data del 30 ottobre e di lasciare “a partire dalla scossa più recente” così ricomprendiamo anche quella di gennaio. La possiamo sopprimere? Va bene, grazie.

PRESIDENTE. Diciamo allora che il parere del Governo è favorevole con riformulazione perché l'istituto del consiglio non l'abbiamo ancora introdotto. Quindi atteniamoci agli schemi.

PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/4286-A/97 Monchiero.

Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/98 Ricciatti purché sia riformulato aggiungendo “ a valutare la possibilità di” e sopprimendo tutto quello che segue dopo la parola “destinare” e sostituendo con le parole “specifici e adeguati finanziamenti per consentire agli studenti che risiedono o la cui famiglia risiede in abitazioni dichiarate inagibili in conseguenza dei danni provocati dal terremoto di ottenere l'esonero dai pagamenti delle tasse per l'anno scolastico 2016 e 2017”.

PRESIDENTE. Con questa riformulazione, quindi, è favorevole.

PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sull'ordine del giorno Crimi n. 9/4286-A/99, con la formula: “a valutare la possibilità di”, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno Occhiuto n. 9/4286-A/100, con la formula: “a valutare la possibilità di”, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Quindi vi è una riformulazione. Ordine del giorno Santelli n. 9/4286-A/101

PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Scusi, mi è appena arrivato, adesso lo leggo.

PRESIDENTE. Onorevole Palese, non ci si metta pure lei, già abbiamo necessità di guadagnarlo, il tempo.

PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Bene, parere favorevole. Sono finiti, giusto?

PRESIDENTE. Sì, se Dio vuole sì, anche perché sono 101…

Allora, quindi, siamo all'ordine del giorno Catanoso n. 9/4286-A/1. Se ci sono anche accoglimenti, riformulazioni, complessivi o cumulativi…

Ha chiesto di parlare l'onorevole Occhiuto. Prego, onorevole Occhiuto.

ROBERTO OCCHIUTO. Presidente, intanto, dichiaro che il gruppo di Forza Italia accoglie le riformulazioni, però, anche per agevolare una discussione più ordinata dei lavori, vorrei chiedere alla Presidenza, ma anche al Governo, anzi, soprattutto, al Governo, siccome ho visto che su alcuni ordini del giorno il Governo ha dato parere contrario asserendo che la ragione del parere contrario risiedeva nella circostanza che questi ordini del giorno recavano impegni già contenuti in norme approvate, a maggior ragione sarebbe auspicabile che questi ordini del giorno non avessero pareri contrari; sarebbe, come dire, una contraddizione anche rispetto alla norma approvat, e si trasformassero, almeno, in raccomandazioni. Questo ci consentirebbe anche di proseguire in modo più ordinato i lavori, facendo una cosa, forse, che dal punto di vista parlamentare è anche più logica.

PRESIDENTE. Va bene, allora il Governo dice che va bene, poi ci dirà quali di questi, allora, vengono trasformati in raccomandazioni.

I colleghi del PD ci informano, insieme ai colleghi della Lega, che le raccomandazioni, in senso

buono, anzi, che le riformulazioni sono accolte. Quindi, procediamo, chiamandoli uno per uno.

Onorevole Ricciatti?

LARA RICCIATTI. Ritiriamo l'ordine del giorno n. Zaratti 9/4286-A/34 ed accogliamo tutte le riformulazioni che il Governo ha proposto.

PRESIDENTE. Quindi, l'ordine del giorno Zaratti n. 9/4286-A/34 è ritirato. Viene accolto l'invito al ritiro. Perfetto. Ci comunicano che anche l'ordine del giorno Ottobre n. 9/4286-A/15 è ritirato. Quindi, ordine del giorno Catanoso n. 9/4286-A/1, favorevole. Ordine del giorno Mongiello n. 9/4286-A/2, prendo atto che viene accolta la riformulazione. Ordine del giorno Fusilli n. 9/4286-A/3, accolto come raccomandazione, in quanto accolta la riformulazione. Favorevoli sono gli ordini del giorno Manzi n. 9/4286-A/4, Narduolo n. 9/4286-A/5 e Rampi n. 9/4286-A/6. È accolta la riformulazione dell'ordine del giorno Iannuzzi n. 9/4286-A/7. Ordine del giorno Giulietti n. 9/4286-A/8 parere favorevole. Ordine del giorno Gallo n. 9/4286-A/9, favorevole. Ordine del giorno Nesi n. 9/4286-A/10, favorevole. Ordine del giorno Marzano n. 9/4286-A/11, accolto come raccomandazione. Va bene.

Ordini del giorno Ascani n. 9/4286-A/12, Nastri n. 9/4286-A/13 e Vezzali n. 9/4286-A/14 sono favorevoli. Ordine del giorno Ottobre n. 9/4286-A/15 è ritirato. Ordini del giorno Coscia n. 9/4286-A/16, Palese n. 9/4286-A/17 e Carra n. 9/4286-A/18, favorevole.

Ordine del giorno Morani n. 9/4286-A/19, è favorevole con la riformulazione accolta. Ordine del giorno Binetti n. 9/4286-A/20, favorevole. Ordine del giorno Di Vita n. 9/4286-A/21, favorevole. Ordine del giorno Lorefice n. 9/4286-A/22, c'è una riformulazione. Non ci avete detto niente, quindi, attendo… uno per uno, perfetto.

Ordine del giorno Nesci n. 9/4286-A/23, c'è una riformulazione. Va bene.

Ordine del giorno Vacca n. 9/4286-A/24, c'è una riformulazione. Va bene.

Ordine del giorno Crippa n. 9/4286-A/25. C'è una riformulazione. Va bene?

DAVIDE CRIPPA. Presidente, questo impegno era sui tempi di pagamento delle strutture alberghiere. Visto che è una problematica che emerge che la gestione delle strutture alberghiere non riceve pagamenti rispetto ai tempi corretti dei pagamenti che dovrebbero essere sanciti, noi chiedevamo di adottare urgentemente. Ecco mi chiedete di espungere “urgentemente”. Io credo che le altre parti che riguardano la riformulazione, le posso anche accettare, però l'urgenza deriva dal fatto che, in realtà, questi soggetti, oggi, stanno pagando in ritardo e, quindi, se l'impegno diventa blando, allora, a questo punto, l'urgentemente viene meno. Io tenderei a mantenerlo per dare una risposta a quegli albergatori che oggi ricevono i pagamenti dopo novanta, cento, centoventi giorni e possono andare, in questo modo, anche a cumulare redditi presunti e non percepiti, per poi fare tutta una serie di pagamenti rispetto a tassazioni nazionali o regionali.

Se possiamo mantenere “urgentemente”, accettiamo la riformulazione, se no, altrimenti, lo mettiamo in votazione.

PRESIDENTE. Se accetta la riformulazione, va bene, è favorevole. Allora, diciamo che è cambiata la riformulazione che lei, però, accetta, e a questo punto è favorevole.

Ordine del giorno Vallascas n. 9/4286-A/26, riformulazione. Va bene? Io ho bisogno che qualcuno mi dia dei segni inequivocabili. Ok, perfetto, grazie.

Ordine del giorno Spessotto n. 9/4286-A/27, la riformulazione viene accolta? Perfetto.

Abbiamo l'ordine del giorno Ciprini n. 9/4286-A/28, con un invito al ritiro o parere contrario. Lo ritira o lo poniamo in votazione?

Lo votiamo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/28 Ciprini.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

Ah chiedo scusa, ricordo al Governo, sottosegretaria De Micheli, che questo era uno di quelli a cui era stato probabilmente dato il parere contrario perché era… Però se lei non me lo segnala io lo devo porre in votazione…. Siamo all'ordine del giorno n. 9/4286-A/28 Ciprini, che era contrario in quanto la norma era già inserita.

Intanto, revoco la votazione a questo punto… A questo punto c'è una proposta di accoglimento, come raccomandazione, se va bene, andiamo così, onorevole Ciprini. Bene, perfetto.

DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA. Mi scusi, Presidente, sull'intervento degli ordini del giorno n. 9/4286-A/25 e n. 9/4286-A/26. In realtà il mio intervento era sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/26 Vallascas. La riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/4286-A/25 era accettata così com'era. Quella dell'ordine del giorno n. 9/4286-A/26 parlava di “urgentemente”, quindi accettiamo la correzione della riformulazione. Ma i due numeri erano invertiti. Ok? Quindi, con l'intervento che ho fatto, in realtà, accettavo l'ordine del giorno n. 9/4286-A/25 così come era e l'ordine del giorno n. 9/4286-A/26 era quello che poi è stato, perché l'argomentazione se no non corrisponde all'ordine del giorno presentato. Tutto qui.

PRESIDENTE. Ok, quindi se il Governo è consapevole di questa inversione di ordini del giorno... Va bene, lo è per definizione.

Quindi come abbiamo detto, ordine del giorno Ciprini n. 9/4286-A/28, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno Sibilia n. 9/4286-A/29. La riformulazione viene accolta? Perfetto.

Ordine del giorno Gallinella n. 9/4286-A/30, la riformulazione è accolta? Perfetto.

Ordine del giorno Melilla n. 9/4286-A/31 la riformulazione è accolta. Ordine del giorno Zaccagnini n. 9/4286-A/32, la riformulazione è accolta. Ordine del giorno Albini n. 9/4286-A/33, la riformulazione è accolta. Ordine del giorno De Rosa n. 9/4286-A/35, la riformulazione è accolta. Ordine del giorno Castelli n. 9/4286-A/36, la riformulazione è accolta.

Allora c'è un parere contrario all'ordine del giorno Bernini n. 9/4286-A/37, però qui sulla motivazione il Governo ci deve dire se appartiene a quelli assorbiti, oppure questo è proprio contrario. Bene, quindi lo pongo in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/37.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 78).

Ordine del giorno Marcon n. 9/4286-A/38 c'è una riformulazione, accolta, va bene.

Ordine del giorno Pellegrino n. 9/4286-A/39, la riformulazione è accolta.

Ordine del giorno Iannuzzi n. 9/4286-A/40, va bene, la riformulazione è accolta. Ordine del giorno Dallai n. 9/4286-A/41, la riformulazione è accolta. Ordine del giorno Carrescia n. 9/4286-A/42, parere favorevole. Ordine del giorno Carella n. 9/4286-A/43 è accolto come raccomandazione, va bene. Ordine del giorno Venittelli n. 9/4286-A/44, favorevole. Ordine del giorno Busin n. 9/4286-A/45, c'è un invito al ritiro. Anche su questo il Governo ci conferma che non appartiene… allora, sulla questione sollevata dal collega Occhiuto, questo è accolto come raccomandazione, se va bene, andiamo oltre.

Ordine del giorno Fedriga n. 9/4286-A/46, c'è invece un parere contrario. Collega De Micheli anche questo appartiene al lodo Occhiuto o no? Perfetto. Onorevole Tancredi, però, non mi distragga il Governo, perché se no qui facciamo notte.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fedriga n. 9/4286-A/46, con il parere contrario.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 79).

Invernizzi n. 9/4286-A/47, accolto come raccomandazione? Va bene.

Simonetti n. 9/4286-A/48 accolto con una riformulazione? Ok.

Allasia contrario: appartiene alla questione di cui sopra? No, quindi lo poniamo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/49 Allasia.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 80).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/50 Gianluca Pini, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 81).

Ordine del giorno n. 9/4286-A/51 Saltamartini, ok.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/52 Guidesi, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 82).

Allora, abbiamo: n. 9/4286-A/ 53 Castiello, accetta la riformulazione? Ok. Ordine del giorno n. 9/4286-A/54 Attaguile favorevole. Ordini del giorno n. 9/4286-A/55 Borghesi e n. 9/4286-A/56 Molteni, c'è una riformulazione. Ok. Sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/57 Giancarlo Giorgetti c'è una riformulazione? Ok. Sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/58 c'è una riformulazione ed è accolto come raccomandazione, ok.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/59 Grimoldi, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 83).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/60 Caparini, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 84).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/4286-A/61 Pastorelli, su cui il Governo è contrario.

ORESTE PASTORELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ORESTE PASTORELLI. Signor Presidente e signora sottosegretaria, io le chiedo di poter rivedere il parere su questo ordine del giorno, perché si tratta di una deroga provvisoria e del tutto eccezionale.

Siccome dentro quest'Aula si parla e tutti quanti vogliamo che i cittadini ritornino nei loro luoghi, che diano un contributo per la ricostruzione, non possiamo chiudere questa opportunità, perché noi lavoriamo in questo senso e l'opportunità che diamo a quei cittadini non è un abuso edilizio, ma la diamo vincolata a un periodo e per un periodo eccezionale.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 17,10)

PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Buongiorno Presidente, sarebbe accoglibile solo come raccomandazione eventualmente. Può andar bene? Grazie.

PRESIDENTE. Allora, è accolto come raccomandazione.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4286-A/62 Locatelli: qui c'è una riformulazione. Deputata, accoglie la riformulazione? Bene, andiamo avanti.

Ordine del giorno n. 9/4286-A/63: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/4286-A/64: favorevole. Ordine del giorno n. 9/4286-A/65: favorevole. Ordine del giorno n. 9/4286-A/66: favorevole.

Ordine del giorno n. 9/4286-A/67 Polidori: qui il Governo ci conferma il parere contrario? Sì. Allora, deputata, lo vuole in votazione? Sì, non mi fanno segno, ma immagino di sì, va bene.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/67 Polidori.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 85).

Siamo all'ordine del giorno n. 9/4286-A/68 Vella, accolto come raccomandazione: va bene?

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4286-A/69 Laffranco, su cui il parere è contrario.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Laffranco. Ne ha facoltà.

PIETRO LAFFRANCO. Sì, grazie, Presidente, brevemente: questo ordine del giorno che mi ero permesso di presentare era soprattutto il tentativo di chiedere un segnale al Governo, rispetto alla necessità assoluta che c'è di fare oggetto le aree colpite dal terremoto di particolari attenzioni.

Io ho fatto questa proposta provocatoria di spostare il G7 nelle aree nelle regioni del terremoto, indicando dei nomi di città a titolo esemplificativo (Perugia, Assisi, Ascoli Piceno, Chieti, quindi non una in particolare, ma potevano essere anche altre) e il senso di questo aveva due significati politici.

Il primo: comprendere fino in fondo il dramma del tessuto socio-economico di questi territori, che soltanto grazie a eventi di particolare rilevanza, non solo nazionale, ma internazionale, possono provare a risollevarsi, esattamente come venne fatto ai tempi del terremoto dell'Abruzzo, dell'altro terremoto, con lo spostamento del G8, allora, a L'Aquila

Secondo: per segnalare che c'è un piccolo problema e cioè che, grazie all'ennesima gara Consip sospesa dal Consiglio di Stato, i lavori che sono necessari a livello di sicurezza sono fermi a soltanto due mesi dall'evento.

Ci sono oggi i siti web dei principali quotidiani italiani che riportano che questa formidabile Consip, forse grazie alle consulenze di un importante avvocato fiorentino, Presidente, di una importante fondazione, membro di un importante consiglio di amministrazione ed ex legale di un ex importante politico, probabilmente grazie a queste consulenze, la Consip non va avanti.

Allora concludo dicendo che mi attendevo il parere contrario del Governo.

Quello che voglio dire con grande attenzione è che, proprio perché abbiamo visto che ci sono aree colpite da questi eventi che ancora hanno bisogno, almeno apparentemente, di un commissario a distanza di 37 anni, se non si fanno le cose seriamente e per bene, se non si cerca di far uscire dall'immaginario collettivo il fatto che questi sono territori dove non andare, perché c'è il terremoto - perché poi i media parlano genericamente di Umbria, di Marche, di province, di città, quando i territori sono per fortuna non tantissimi colpiti da questi eventi - noi l'economia di queste regioni non la risolleveremo mai.

Allora, io comprendo la risposta del Governo, ma voglio dire - lo dico alle gentili e cortesi sottosegretarie qui presenti, e concludo - che il Governo, il Presidente del Consiglio nella fattispecie, deve rendersi conto che non bastano - non voglio chiamarle scortesemente - le passerelle, non basta andare di tanto in tanto in queste zone, bisogna farle oggetto di eventi importanti, che dimostrino, a livello nazionale e internazionale, che ormai sono luoghi sicuri e che dunque il turismo, che peraltro è una delle principali risorse di Umbria, Marche e Lazio, in particolare, la parte interna colpita del Lazio, può riprendersi in queste zone, che sono di nuovo tranquillamente in sicurezza e frequentabili.

Altrimenti, ripeto, non si comprenderebbe come mai c'è tutta questa volontà di far risollevare l'economia di questi territori, se poi non seguono atti concreti. Quindi, concludo chiedendo che l'ordine del giorno venga posto al voto, sperando almeno che il messaggio di natura politica passi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Laffranco n. 9/4286-A/69, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 86).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Romele n. 9/4286-A/70, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 87).

Sugli ordini del giorno Baldelli n. 9/4286-A/71, Alberto Giorgetti n. 9/4286-A/72 e Fabrizio Di Stefano n. 9/4286-A/73, il parere è favorevole. Prendo atto che la deputata Carfagna accetta la riformulazione proposta del suo ordine del giorno n. 9/4286-A/74. Ordine del giorno Polverini n. 9/4286-A/75, c'è il parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4286-A/75, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 88).

L'ordine del giorno Vargiu n. 9/4286-A/76 è accolto come raccomandazione: va bene. Sull'ordine del giorno Matarrese n. 9/4286-A/77 il parere è favorevole. Ordine del giorno Mucci n. 9/4286-A/78, accolto come raccomandazione: va bene. Sugli ordini del giorno Rabino n. 9/4286-A/79, Sottanelli n. 9/4286-A/80 e Oliverio n. 9/4286-A/81, il parere è favorevole. Ordine del giorno Santerini n. 9/4286-A/82, accolto come raccomandazione, se riformulato: va bene. Ordine del giorno Turco n. 9/4286-A/83, accolto come raccomandazione, se riformulato: va bene. Ordine del giorno Baldassarre n. 9/4286-A/84, accolto come raccomandazione, se riformulato: va bene. Sull'ordine del giorno Gelmini n. 9/4286-A/85 il parere è contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. Gelmini n. 9/4286-A/85, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 89).

Sull'ordine del giorno Piazzoni n. 9/4286-A/86 il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno Falcone n. 9/4286-A/87 c'è la proposta di una riformulazione: va bene. Sull'ordine del giorno Minardo n. 9/4286-A/88, sottosegretaria, mi diceva che c'era un cambio di parere. Prego.

PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, la proposta di riformulazione sarebbe la seguente: “impegna il Governo, una volta riconosciuto l'eventuale stato d'emergenza nazionale, ad adottare”, e poi togliere la parte successiva alle parole “gennaio 2017”, quella che equipara i poteri di ordinanza; quelle tre righe vanno tolte.

PRESIDENTE. D'accordo. Ho già avuto il cenno di riscontro del gruppo, quindi la riformulazione è accettata. Andiamo avanti.

L'ordine del giorno Marotta n. 9/4286-A/89 è accolto come raccomandazione: anche questa è accolta. Sull'ordine del giorno Pizzolante n. 9/4286-A/90 il parere è favorevole, vado avanti. Sugli ordini del giorno Calabrò n. 9/4286-A/91 e Scopelliti n. 9/4286-A/92 il parere è favorevole. L'ordine del giorno Sammarco n. 9/4286-A/93 è accolto come raccomandazione: va bene. Sull'ordine del giorno Tancredi n. 9/4286-A/94 il parere è contrario, ma prendo atto che è stato ritirato. Sull'ordine del giorno Garofalo n. 9/4286-A/95 il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno Galgano n. 9/4286-A/96 vi è la proposta di una riformulazione: deputata, va bene?

ADRIANA GALGANO. È accolta. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Andiamo avanti. L'ordine del giorno Monchiero n. 9/4286-A/97 è accolto come raccomandazione: va bene. Sull'ordine del giorno Ricciati n. 9/4286-A/98 vi è la proposta di una riformulazione: è accettata la riformulazione. Sull'ordine del giorno Crimi n. 9/4286-A/99 vi è la proposta di una riformulazione: va bene. Ordine del giorno Occhiuto n. 9/4286-A/100: vi è una riformulazione. Sull'ordine del giorno Santelli n. 9/4286-A/101 il parere è favorevole.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4286-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Oreste Pastorelli. Ne ha facoltà.

ORESTE PASTORELLI. Signora Presidente, signora rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, a distanza di pochi mesi torniamo a confrontarci con la ricostruzione dei centri urbani colpiti dai recenti eventi sismici. Sarà un percorso lungo e difficile, rispetto al quale il nostro dovere è quello di mettere a disposizione gli strumenti e le soluzioni migliori nel minor tempo possibile. Del resto, la grave situazione in cui versano i territori del cratere non richiede soltanto l'afflusso di ingenti risorse economiche, ma esige che tutte le procedure e le scadenze vadano incontro alle necessità delle popolazioni interessate. Il rischio, infatti, è quello che le regole, da strumento di garanzia, si trasformino in un ostacolo o, peggio, in vere e proprie ingiustizie. Ciò non dovrà accadere per nessun motivo. Non si sta dicendo che in questi frangenti la legalità sia un valore minore, ma non si deve neanche commettere lo sbaglio di applicare a situazioni di emergenza procedure e regole pensate per situazioni ordinarie. Solo se si adotta questa prospettiva e questa cautela, si potrà amministrare e tutelare l'interesse generale, senza sacrificare le legittime aspettative dei cittadini che vivono nelle zone terremotate, i quali attendono dalle istituzioni un sostegno immediato, puntuale e concreto.

Lo diciamo da tempo: quando la burocrazia è lontana dai bisogni reali della collettività e fine a se stessa, è chiaro che occorre intervenire per eliminarla. Oggi bisogna farlo nei territori colpiti dal terremoto, domani si spera in tutto il Paese. Ebbene, con questo decreto-legge il Governo compie un piccolo passo nella giusta direzione, mettendo in campo un pacchetto di misure volto a semplificare le procedure per la ricostruzione, a ridurre o, in certi casi, a sospendere la pressione fiscale sulle popolazioni interessate, nonché ad adeguare le discipline adottate nei mesi dell'emergenza alle esigenze emerse nel corso della loro applicazione. Questi mesi sono stati caratterizzati da una frenetica attività di messa in sicurezza dei luoghi, di realizzazione di strutture abitative temporanee e di ripristino dei servizi essenziali, rispetto ai quali il quadro normativo deve essere il più chiaro e adeguato possibile. Solo così le regole possono rappresentare uno strumento utile nelle mani delle amministrazioni operanti all'interno del cratere.

Di fondamentale importanza sarà la previsione riguardante i finanziamenti agevolati per la ricostruzione privata, che estende il contributo anche al restauro degli impianti all'interno delle strutture interessate. Questi ultimi sono essenziali per l'abitabilità dei manufatti e quindi è fondamentale sostenerne la realizzazione.

Sarebbe però decisivo in questo momento dare un segnale forte anche alle imprese e agli artigiani che operano all'interno del cratere. Rispetto a questi soggetti continuo a ritenere che la risposta migliore debba essere l'istituzione in quel territorio di una zona economica speciale, all'interno della quale il fisco venga sensibilmente ridotto e rimodulato. Avevamo presentato degli emendamenti in questo senso, che prevedevano l'esenzione totale dalle imposte per imprese e famiglie, il Governo li ha però, purtroppo, respinti tutti.

Certo, sono parecchie le misure delle quali condivido il merito e lo spirito, da quelle relative alle fasce deboli della popolazione, alla sospensione dei termini degli adempimenti, all'implementazione dell'edilizia residenziale pubblica, fino a quelle per il sostegno e lo sviluppo dell'aziende agricole agroalimentari e zootecniche.

Questo decreto, nel suo complesso, persegue gli obiettivi di una pronta ricostruzione e di un'altrettanta sollecita ripresa dell'economia e del lavoro in quei territori, vale a dire ciò di cui quelle popolazioni hanno bisogna ora, più di ogni altra cosa. È chiaro che la partita del Centro Italia non si chiude con questo provvedimento e che si dovrà intervenire nuovamente e con costanza. Sarà, infatti, doveroso dare seguito e sostegno all'azione del Governo su questo fronte poiché, in tal modo, si dà speranza e fiducia a quei territori devastati.

Nell'esprimere il voto favorevole della componente Socialista, mi preme sottolineare come tale decreto debba essere solo la prima tappa di un lungo percorso, che dovrà portare a misure più strutturali e risolutive di quelle messe in campo sino ad oggi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI)-Liberali per l'Italia (PLI)).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente. Noi dell'UDC voteremo a favore di questo provvedimento: è un dovere inderogabile di solidarietà verso quanti sono stati colpiti da questo terremoto e il modo di far loro sentire la vicinanza della nazione italiana e, insieme con la vicinanza della nazione italiana, dobbiamo sottolineare anche la solidarietà dell'Europa, delle istituzioni europee e dei popoli europei in questa drammatica circostanza.

Noi soffriamo di una certa schizofrenia di provvedimenti di questo tipo. Noi abbiamo una eccellente Protezione civile, con una grande capacità di intervento immediato e poi dopo, nella ricostruzione, abbiamo sempre oscillato fra due estremi, che invece vanno contemperati.

Da un lato, dobbiamo dare al contribuente la certezza che i denari della solidarietà non verranno spesi a favore di questa o quella cosca o di quel gruppo particolare, che verranno protetti soprattutto dall'intervento delle cosche mafiose, che si formano anche ad hoc in queste occasioni, e che verranno effettivamente usati in modo tale da arrivare ai loro destinatari.

Dall'altro, dobbiamo garantire la rapidità dell'intervento. Il controllo di legalità e la rapidità dell'intervento non sempre sono facilmente conciliabili. Mi pare che in questa occasione abbiamo tentato di trovare dei punti di contatto fra queste due esigenze, punti di contatto che andranno poi verificati e controllati nel corso dell'attuazione dei provvedimenti.

Ricostruire non è semplice, ci sono problemi gravissimi di sicurezza idrogeologica e su questo noi dobbiamo anche aprire un discorso non solo in versione italiana con l'Unione europea, un discorso sulla necessità di considerare le spese per la sicurezza idrogeologica per mettere in sicurezza il Paese con una modalità diversa da quella usuale, come investimenti fondamentali per la sicurezza.

C'è da ricostruire le case, le chiese, i centri urbani, provvedendo ad un'adeguata localizzazione e c'è ovviamente il grande problema di capire esattamente dove e come ricostruire. Le popolazioni vogliono ricostruire lì dove storicamente i centri hanno avuto la loro sede. A volte questo potrebbe essere imprudente o potrebbe essere inopportuno. C'è da esercitare un grande lavoro di dialogo, facendo perno sulle classi dirigenti locali.

In tutte le esperienze che noi abbiamo avuto fino ad ora dei terremoti, purtroppo diverse, perché la nostra terra è una terra sensibile dal punto di vista dei terremoti, noi sappiamo che la facilità e la capacità di intervento dipendono soprattutto dalla classe dirigente locale. Dove la classe dirigente locale si è mostrata capace ed efficiente, legata alle proprie popolazioni, la ricostruzione ha potuto procedere speditamente. Dobbiamo dare fiducia alla classe dirigente locale. L'esperienza che io ho di questa area dell'Italia centrale ci dice che il dirigente locale mediamente è di buona qualità, merita fiducia, certo, come sempre, con gli opportuni controlli. Insieme con loro si può e si deve tenere aperto il dialogo con le popolazioni.

Bisogna ricostruire le case, c'è un grave problema di ricostruzione della fisionomia non solo delle opere d'arte, non solo del patrimonio culturale; in quest'area la terra è un patrimonio culturale! La terra dell'Italia centrale in queste province non è esattamente come Dio l'ha fatta e come l'hanno fatta millenni di lavoro umano. E allora la preoccupazione del paesaggio, la tutela del paesaggio, l'inserimento delle nuove costruzioni, all'interno d'una visione che valorizzi anche la bellezza che tradizionalmente è stata propria di queste aree, il carattere, Walter Benjamin direbbe l'aura che è propria e della singola opera e dei centri urbani che si solo evoluti spesso come autentiche opere d'arte, tutto questo, merita una attenzione particolare.

Ci sono da ricostruire le imprese. Molte imprese hanno perduto per intero il magazzino, molte hanno perso i capannoni, gli strumenti, la capacità di agire. L'intervento dal punto di vista dell'accesso al credito e il sostegno per la ricostruzione occupa una parte importante delle attenzioni del Governo e del Parlamento.

Su tutte queste cose mi pare si sia cercato di intervenire, con inevitabili sbavature; qualcuna avrebbe potuto essere evitata, per la verità, contro qualcuna abbiamo protestato anche noi in quest'Aula, ma, tutto sommato, non è possibile negare che ieri si è cercato di fare un buon lavoro, che si è lavorato bene in Commissione, che il Governo ha fatto la sua parte.

Per tutte queste ragioni, noi voteremo questo provvedimento e continueremo a controllare l'azione del Governo in una vicinanza sempre più stretta con le popolazioni colpite, perché questa parte d'Italia torni ad essere di nuovo una terra in cui è bello vivere, un capolavoro fatto da Dio e dagli uomini, che tutta l'umanità può vedere, conoscere, godere, apprezzare come una indicazione di ciò di cui l'uomo è capace, quando agisce con solidarietà e con verità. Questa tradizione di solidarietà noi vogliamo anche con il nostro voto a questa legge continuare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Noi siamo al terzo provvedimento d'urgenza per venire incontro alle popolazioni e ai territori colpiti da una grave tragedia e penso che questo intervento non sarà sufficiente; già si preannuncia un quarto intervento che riguarda i terremoti, senza parlare, poi, degli interventi che sono comunque stati compresi e inseriti all'interno della legge di stabilità e, successivamente, anche nel cosiddetto decreto Sud.

Ciononostante, io dico che tutti gli interventi che sono stati previsti non sono sufficienti; non sono sufficienti perché hanno ancora il carattere dell'emergenza ed è giusto che ci sia l'emergenza, ma l'emergenza va affrontata nei primi tre mesi.

Il Governo ha avuto tutto il tempo di programmare una progettazione completa all'interno stesso di quello che sono le regioni che sono state colpite e le zone che sono state colpite. Manca un'azione coordinata, programmata negli anni; non solo, ma noi abbiamo contezza, per le continue manifestazioni che ci sono qui fuori nella piazza, a Palazzo Chigi, attraverso i mezzi di comunicazione, che ancora neanche l'emergenza viene affrontata o non è stata affrontata nella maniera in cui dovrebbe essere affrontata.

E questo è grave e non lascia molta speranza per quelle zone colpite. Non lascia molta speranza per un motivo molto semplice: perché, non avendo la dimensione di questa programmazione, che comunque andava fatta e va fatta, noi ci auguriamo che in queste zone non ci sia la necessità di avere un commissario, attualmente è Errani, che poi duri 37 anni, come è ancora in carica ed è in essere per il terremoto dell'Irpinia, perché, se questa è la visione, se questo è il progetto e quant'altro, è un errore senza precedenti. Noi riteniamo che su questo provvedimento, per quanto ci sia una serie di considerazioni, alcune le abbiamo dette in Commissione, altre nella discussione sulle linee generali, altre ancora durante la discussione degli emendamenti, e poi anche adesso, con queste brevi considerazioni, dovremmo votare fermamente contro.

Ci asterremo, signora Presidente; ci asterremo perché quella gente merita l'attenzione anche da parte di forze dell'opposizione, merita l'attenzione anche di alcune forze che hanno comunque contribuito o si sono sforzate di migliorare un testo pessimo o dei provvedimenti pessimi.

Non era assolutamente il caso di inserire all'interno di questo provvedimento, che ancora riguarda l'emergenza - io lo dico e l'ho combattuto fino alla fine, ma la maggioranza è stata sorda, da questo punto di vista, e il Governo anche peggio - il progetto di Casa Italia. L'ex Presidente del Consiglio ha manifestato, ha abbozzato, dal punto di vista comunicativo, l'idea di questo progetto Casa Italia, per i prossimi anni, almeno nell'arco di venti, trent'anni, che riguardava la prevenzione, eccetera, che, però, aveva un fondamento di sostanziale condivisione.

Invece, l'emendamento che è stato presentato, per giunta all'ultimo momento, da parte del Governo, in riferimento a tutto ciò, è tutt'altra cosa: significa creare un dipartimento all'interno della Presidenza del Consiglio, con dirigenti, con assunzioni e quant'altro, senza, peraltro, che abbia le finalità o senza che sfiori minimamente gli obiettivi e le priorità che l'ex Presidente del Consiglio ci aveva annunciato. E questo è un fatto grave; si è approfittato di questo per fare un pochettino di clientela, come se ce ne fosse bisogno.

C'era bisogno, invece, questo sì, di modificare profondamente le norme, di stare attenti alle norme burocratiche del codice degli appalti, o a quello che il collega Fabio Melilli ha evidenziato, signora Presidente, in riferimento alla possibilità di quei comuni di utilizzare eventualmente, se ce ne fosse necessità, le graduatorie di alcuni concorsi fatti per poter procedere, invece, all'attuazione di queste misure, seppur insufficienti, che comunque sono contenute in questo decreto.

Da questo punto di vista, il Governo è stato completamente sordo; non si riesce a capire perché non si sia provveduto a cercare di snellire queste situazioni.

Nonostante ci sia stata una norma ad hoc sulla situazione organizzativa del G7 a Taormina, si rischia di non riuscire neanche a realizzare quelle opere, siete capaci anche di fare questa figuraccia a livello internazionale, perché si è bloccato tutto di nuovo e noi abbiamo avuto questo tipo di informazioni. Ma noi vi abbiamo ammoniti fino alla noia. Ancora oggi noi diciamo, per il terremoto, almeno per quello, lasciate da parte questa poesia del codice degli appalti e quant'altro ha bloccato tutto, e fate una norma transitoria per cui si attuano le norme precedenti e quant'altro, le migliori possibili, con i controlli, con l'Anac, con la Guardia di finanza, con quello che volete, ma lasciate la possibilità di costruzione a quei territori, perché, in questa maniera, non si riuscirà a fare niente. E la burocrazia, è stata anche sollecitata questa soluzione, almeno per le zone terremotate, durante un Angelus del pontefice: è incredibile come ci sia questa sordità assoluta a qualsiasi sollecitazione da parte del Governo.

Le risorse sono insufficienti, lo sappiamo tutti; siamo andati a inventarci, addirittura, la possibilità di programmare l'erogazione delle risorse dell'8 per mille, definendo, di fatto, un intervento di solidarietà, trasformandolo in una tassa indiretta, perché il Governo stesso lo vincola, seppur lodevole è l'obiettivo di intervenire veramente sulla situazione disastrosa delle disgrazie e dei crolli, della situazione delle zone del terremoto.

Invece, signora Presidente, sabato avrebbe avuto la possibilità, il Governo, di fare un intervento di carattere internazionale straordinario con la ricorrenza dei Trattati in Campidoglio: ma perché mai il Governo nazionale non ha cercato di predisporre per far sì che l'Europa riacquistasse quei valori dei soci fondatori, i valori di quando furono sottoscritti quei Trattati, e cogliere l'occasione per dire che per quelle zone terremotate si sarebbe potuto concedere tranquillamente la possibilità di costituire zone franche in riferimento alle tassazioni e alla parte fiscale per un periodo anche di cinque anni, perché, senza la possibilità di avere zone franche, noi potremmo fare le casette con grave ritardo, potremmo fare pochissime cose e quant'altro, anche per l'emergenza, ma mai riusciremo a dare la possibilità, in tempi brevi, in tempi ragionevoli, seppur parliamo sempre, chiaramente, di anni, di ricostruire il tessuto socioeconomico di aziende agricole, di aziende, di industrie e quant'altro.

Invece, niente di tutto questo; ma neanche per idea, non si è pensato neanche a un intervento straordinario programmato nel Paese. Nella storia del nostro Paese, quando ci sono stati problemi seri, non solo di terremoto, anche di altre situazioni, allora sì che si è parlato di leggi speciali, ma avevano un senso. C'era la possibilità di dare interventi straordinari programmati; invece, di tutto di tutto ciò niente. Si cerca di affrontare nel peggiore dei modi possibili questa situazione, si spera nella legge delega della Protezione civile, dopo che è stato distrutto quello che di buono si era creato; questa legge delega, che dovrebbe, addirittura, poi, essere fatta nel giro di sei mesi, non sappiamo ancora quando e se sarà approvata definitivamente questa legge. Ora, spero che il Governo si ravveda al più presto, che al più presto concluda, eventualmente, se è vero che c'è, questa trattativa con l'Unione europea per avere la possibilità delle zone franche, per avere la possibilità non di flessibilità, non di un intervento straordinario, perché l'Europa non è stata creata perché noi potessimo andare lì a chiedere l'elemosina anche quando noi abbiamo disgrazie che il Padreterno ci manda, come la tragedia del terremoto.

L'Europa è stata fatta anche per cercare di avere un quadro di solidarietà, di ricostruzione per tutti i cittadini europei. Su tutto questo, il Governo nazionale mi sembra che non sia nelle condizioni di avere l'autorevolezza, soprattutto il precedente, rispetto a queste situazioni, perché si è pensato ad altro, si è pensato a propagandare, si è pensato a dividere il Paese, si è pensato a tutte le riforme che sono state poi bocciate, una per una, tutte. Se noi facciamo l'elenco delle banche popolari, della riforma Madia, della riforma costituzionale e così via, c'è stata una bocciatura continua di tutto quello che si è prodotto. Ora penso, invece, che ci sia la necessità di aprire una nuova pagina: si preannuncia un nuovo decreto sugli enti locali, si preannuncia un altro decreto - sarebbe il quarto - per le zone terremotate.

Vorrei però che il Governo questa volta facesse le cose per bene e accogliesse anche tutte gli stimoli che sono venuti da tanti, tanti, colleghi che hanno partecipato, hanno insistito su alcune situazioni trovando però una chiusura incomprensibile da parte del Governo. L'auspicio è solo questo e solo per rispetto verso quelle persone, quella sofferenza e quel territorio martoriato non votiamo fermamente “no” su questo decreto-legge, così come meriterebbe la situazione, ma ci asteniamo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI. Grazie, Presidente. Colleghi deputati, rappresentanti del Governo, siamo al terzo decreto-legge sul terremoto e si preannuncia un quarto decreto-legge sul terremoto. Se la logica non difetta in chi parla e in chi ascolta già in questo susseguirsi di decreti-legge c'è la misura del fallimento del Governo - prima Renzi, poi Gentiloni - rispetto alla capacità di affrontare l'evento sismico del 24 agosto, poi quello di ottobre, infine quello di gennaio.

Se un Governo di segno opposto si fosse mosso in questi sei mesi con l'approssimazione, con la lungaggine burocratica, con la scarsa lucidità, con l'inefficienza, con i ritardi che hanno contraddistinto la vostra azione politica e amministrativa probabilmente, anzi certamente da parte della sinistra non ci sarebbe stato lo stesso atteggiamento sobrio che ha tenuto l'opposizione e in modo particolare l'opposizione che tradizionalmente viene definita come opposizione di centrodestra. Tuttavia è impossibile non sottolineare questa anomalia, questa imperfezione e questa incapacità di corrispondere alle domande che vengono dai cittadini colpiti dal terremoto, dagli amministratori che non sanno più che pesci prendere e che sono letteralmente disperati, persone che sono state colpite negli affetti, sono state colpite nella capacità di stare nel proprio ruolo, persone che sono ancora più affrante nella misura in cui non trovano lo Stato capace di fornire risposte. Ritengo che da qui occorre partire se vogliamo essere seri.

Occorre partire dalla incapacità anche di fare le cose più semplici. Intanto vorrei rammentare che dalle zone delle Marche, dell'Umbria, del Lazio e dell'Abruzzo - cioè di tutto il centro Italia - si chiede anzitutto la possibilità di rimettere in moto l'economia, di riaprire le botteghe, di foraggiare e sostenere anche con aiuti di Stato le imprese che hanno avuto danni alle strutture, non irreparabili ma fortemente compromettenti rispetto alla loro precedente capacità produttiva. Queste attività restano tuttora in stato d'abbandono come se fosse un orpello la possibilità di mantenere in vita le attività economiche per evitare che le popolazioni fuggano dalle città, dai Paesi che sono stati colpiti dal sisma, così come la battaglia per la ricostruzione o la messa in sicurezza degli istituti scolastici è una battaglia che solo in minima parte ha avuto un esito positivo. C'è stata da parte del Governo fin dal mese di settembre una incapacità di comprendere quali fossero strategicamente gli interventi da mettere immediatamente in atto per evitare la desertificazione del centro Italia. Non c'è evidentemente la sensibilità culturale, non è stato proprio capito da parte di coloro i quali hanno avuto titolo e potere per intervenire quale fosse il problema.

Voi lavorate ancora come se il terremoto fosse avvenuto ieri mattina, lavorate sull'emergenza, non avete capito che il rischio desertificazione è connesso paradossalmente ed esattamente ai provvedimenti che avete messo in campo, perché un conto è incoraggiare le persone a trasferirsi nelle strutture ricettive dell'Adriatico, del litorale adriatico per un tempo dato, due o tre mesi, altro conto è invece di fatto impedire il ritorno nelle terre d'origine con una sorta di rinvio a data da destinarsi di questa sistemazione provvisoria. Se quelle popolazioni resteranno sul litorale del mare Adriatico è di tutta evidenza che si faranno un'altra vita, avranno altre amicizie, coltiveranno altri interessi, troveranno magari anche per quel che attiene alle proprie professioni e al proprio lavoro degli altri sbocchi e quindi non torneranno più ad Amatrice, ad Accumoli, a Pescara del Tronto, ad Arquata, a Tolentino e via discorrendo. Ma voi non lo avete capito così come non avete capito che allungare la catena di comando significava in buona sostanza mettere in concorrenza troppe burocrazie. Oggi invece di risolvere con un po' di capacità e di decisionismo il conflitto di interessi, di attribuzioni e di poteri aggiungete, in zona Cesarini, Casa Italia.

Non avete il coraggio di commissariare evidentemente la Protezione civile, non avete avuto la capacità di intervenire per ripristinare i livelli minimi di efficienza della Protezione civile dopo che l'avete voluta smantellare, probabilmente per fare un dispetto a Bertolaso, e avete buttato il bambino con l'acqua sporca perché la Protezione civile era un gioiello italiano che ci veniva invidiato a qualunque latitudine geografica del pianeta. Non avete avuto la forza di dare le direttive chiare anche al commissario per il terremoto, che è persona che sta facendo evidentemente del proprio meglio, ma intorno alla cui efficienza sindaci e famiglie cominciano ad avere più di qualche dubbio. Non avete dato i poteri speciali che abbiamo richiesto e che sono stati richiesti ai sindaci per trovarci nella clamorosa circostanza secondo la quale per realizzare delle casette temporanee bisogna fare appalti pubblici centralizzati per cui bisogna trovare una ditta che sia nelle condizioni di realizzare centinaia e centinaia di casette in legno con tempi biblici e, quindi, con una incapacità di stare sul pezzo e di fornire alle famiglie le risposte urgenti che un cataclisma come quello che si è abbattuto nell'Italia centrale avrebbe meritato. È un'altra svista ma ce ne sono a iosa.

Abbiamo parlato di cose difficili, abbiamo parlato di necessità di dare poteri speciali e straordinari ai sindaci affinché potessero autorizzare anche la collocazione di casette nei giardini di chi possedeva un giardino senza essere accusati di abuso edilizio: non lo avete saputo fare, non lo avete voluto fare e il tempo corre. Ma non avete saputo neanche convocare i gestori delle compagnie telefoniche, non avete avuto la capacità e la forza di dire che, anche se non fa business mettere i ripetitori nell'Italia centrale in paesi da cinquecento, mille e cinquemila abitanti, se vogliono gestire concessioni da parte dello Stato, devono mettere chi si trova in difficoltà o, peggio, chi si trova sotto le macerie nelle condizioni di poter fare una telefonata per richiedere aiuto. Non lo avete fatto: non avete convocato Enel e Terna per chiedere che venga data priorità alla manutenzione dei tralicci e delle linee elettriche - li abbiamo ascoltati, poco convincenti, quando sono stati auditi dalle Commissioni - nelle zone colpite dal terremoto e comunque già rilevate dal 2006 come zone rosse, zone ad elevato rischio sismico. Non avete fatto analoga iniziativa per destinare, almeno, come abbiamo chiesto noi Fratelli d'Italia, con emendamenti puntuali, il 20 per cento, una cifra del tutto ragionevole del Piano nazionale infrastrutture, per non trovarci più e soprattutto non far trovare più le popolazioni interessate nella condizione in cui si sono trovate all'indomani del terremoto, con strade inagibili e con le linee di comunicazione primaria praticamente inaccessibili.

Tutto questo è quello che non avete avuto la capacità di fare, che è decisamente insufficiente, è decisamente superiore rispetto a quello che chiunque, qualunque persona assennata avrebbe preteso e immaginato che voi poteste mettere in campo. Ma noi ci sentiamo - e concludo, Presidente - una forza politica responsabile, con un alto senso delle istituzioni, con il senso dello Stato, con il senso della posizione anche rispetto agli argomenti che tratta, con grande devozione e solidarietà vera nei confronti delle popolazioni che hanno sofferto e stanno soffrendo. Quindi, non anteponiamo lo spirito di fazione e di bandiera agli interessi della gente, per quanto poco sia, noi preferiamo dare un segnale, quindi, non voteremo contro questo decreto, certamente non lo sposeremo e non voteremo a favore, ma ci asterremo, come ultimo, ultimo segno di disponibilità in attesa che abbiate la forza di azzerare le tasse per chi non ha più una casa…

PRESIDENTE. Concluda, deputato Rampelli.

FABIO RAMPELLI. …O di imporre le zone franche urbane per una ripresa economica che il Centro Italia si aspetta da tutto il Parlamento e non soltanto dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mario Sberna. Ne ha facoltà.

MARIO SBERNA. Signora Presidente, come sappiamo, l'Italia è da sempre interessata dai terremoti di forte intensità, solo nel ventesimo secolo ben sette sono quelli che hanno superato i 6,5 gradi Richter, terremoti disastrosi, che hanno mietuto migliaia di vittime e lasciato ferite profonde sul territorio. Negli ultimi quarant'anni, solo i danni economici causati dagli eventi sismici sono stati pari a circa 80 miliardi di euro, a cui si aggiungono i danni incalcolabili al nostro patrimonio storico, artistico e monumentale.

Nel nostro Paese il rapporto tra i danni prodotti dai terremoti e l'energia rilasciata nel corso degli eventi è molto più alto rispetto a quello che si verifica normalmente in altri Paesi pure soggetti a gravi terremoti come la California o il Giappone. Ciò è dovuto principalmente, proprio, alla notevole fragilità e direi storicità del nostro patrimonio edilizio. Ciò conferma, se mai ve ne fosse bisogno, che l'Italia è un Paese fortemente a rischio, non solo con riguardo ai fenomeni sismici, ma, purtroppo, in genere, nei confronti di tutte le calamità naturali. Dovremmo, dunque, dichiararci rassegnati di fronte all'ennesimo disastro, ai danni, alle migliaia di vittime, alle persone, agli animali, alle abitazioni, alle attività produttive, ai luoghi di culto e ai meravigliosi beni culturali che sono stati colpiti durante gli eventi sismici dall'agosto 2016 fino al gennaio 2017? E con questo stato d'animo magari procedere alla cosiddetta ricostruzione, con il pensiero che quest'ultima durerà qualche anno, se non qualche decennio, ma non riuscirà, a dispetto del significato etimologico della parola, a riprodurre quello che non c'è più.

Eppure, appunto, non ci siamo dichiarati rassegnati nemmeno questa volta. La sequenza sismica che ha colpito il territorio dell'Italia centrale tra l'agosto 2016 e il gennaio 2017 è senza precedenti per la gravità e per la singolare concomitanza con eventi atmosferici avversi di drammatica rilevanza. Una sequenza che ha provato, certamente, in maniera terribile le popolazioni, sulle quali, non si può ignorare, gli effetti materiali e psicologici sono di particolare serietà. Un conto è, infatti, subire una scossa di terremoto anche grave, poi, più o meno lentamente, risalire la china, un conto è trovarsi di fronte al ripetersi di episodi così gravi che possono anche cambiare l'atteggiamento verso il futuro, minare la proprio speranza e la prospettiva stessa dell'esistenza. La risposta dello Stato, del Governo, di fronte a questa situazione, lo diciamo subito, ci è sembrata adeguata. Siamo, infatti, al terzo provvedimento legislativo in materia varato dal Governo.

Non è un provvedimento certamente esaustivo di quello che sarà necessario fare per quanto riguarda sia la risposta a questo sciame sismico così continuativo, così forte e violento, sia anche ad altri eventi che si sono incrociati, per esempio le nevicate molto violente che hanno colpito le stesse aree terremotate, in parte, soprattutto, in maniera particolare, in Abruzzo, nella terra d'Abruzzo.

Tuttavia, l'intervento ha il pregio di iniziare a ragionare anche sul futuro. C'è, infatti, un problema enorme di prevenzione antisismica, che in parte è stato affrontato nella legge di bilancio di quest'anno, nella quale finalmente è stata introdotta una misura su cui da tempo, in Commissione, spingevamo, cioè il fatto di dare un forte incentivo, fino all'85 per cento, per chi mette in sicurezza antisismica la propria casa, il cosiddetto sisma bonus. Questa azione di prevenzione che riguarda il terremoto può essere rafforzata e noi crediamo anche con Casa Italia, che da progetto è stato trasformato in un dipartimento della Presidenza del Consiglio, dotato di immediata operatività, allargandola all'insieme dell'edilizia anche per quello che riguarda il risparmio energetico e riguarda anche gli eventi atmosferici eccezionali come appunto le forti nevicate dello scorso inverno.

Ci sono, poi, le misure relative al danno indiretto, quelle sul cosiddetto bonus Sud di incentivazione per le imprese che si insediano in quell'area, misure che permettono ai sindaci dei piccoli comuni coinvolti, che sono la maggior parte, di avere all'interno dei loro bilanci un minimo di risorse per affrontare dignitosamente questo passaggio.

Su questo punto, in particolare, appuntiamo la nostra attenzione. Prevenzione significa anche essere in grado di individuare gli effetti che un fenomeno naturale o sociale può avere sull'ambiente e, di conseguenza, individuare le azioni capaci di ridurne l'impatto. La mitigazione dei rischi ha un costo certamente anche politico, oltre che sociale, che bisogna affrontare se si vogliono ridurre i danni alle persone e alle cose.

L'accesso e l'accessibilità alle risorse del territorio e la loro distribuzione o l'assenza di queste producono un effetto che può grandemente amplificare o ridurre le conseguenze di una crisi o di un disastro. Così come la pressione urbana o il livello di degrado ambientale già raggiunto e causato dall'azione umana non possono essere considerati fattori secondari o marginali, sono elementi portanti della vulnerabilità o meno e, quindi, del rischio o meno di una regione, di una zona.

Inoltre, l'invecchiamento demografico - e non ci stancheremo mai di ricordare quanto poco si faccia per la famiglia e per i figli, in questo Paese, purtroppo, e anche con questi ultimi Governi -, l'impoverimento di alcune aree per l'emigrazione dei più giovani e istruiti e altre variabili analoghe limitano le potenzialità presenti e impongono aggiustamenti anche per i piani di intervento.

Senza bisogno di calcoli sofisticati, si intuisce come investimenti limitati ma continui nel tempo producano effetti migliorativi e ad un costo finale molto più basso rispetto agli interventi di urgenza post crisi, nei quali c'è l'aggravio di danni ingenti da riparare. Ben vengano, dunque, le misure, come quelle relative alla verifica di vulnerabilità sismica sugli edifici scolastici delle zone a rischio a maggiore pericolosità, destinando a tale scopo le apposite risorse per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, soprattutto nelle quattro regioni interessate con almeno il 20 per cento di destinazione di queste risorse.

Questo ci fa dire che le risorse ci sono e ci saranno, perché bisogna dare sicurezza alle persone che stanno vivendo questo dramma.

La velocizzazione delle procedure va anch'essa in questa direzione, senza tuttavia dimenticare, anzi, rafforzandolo, il presidio di legalità e trasparenza che era stato introdotto con l'obbligo, previsto nel decreto che abbiamo convertito a dicembre, di iscrizione ad una specifica anagrafe delle imprese che intendono realizzare gli interventi di ricostruzione.

Esprimiamo, infine, un particolare apprezzamento per quelle parti del decreto che intervengono sulle situazioni di fragilità sociale, in piena sintonia con quella tradizione della solidarietà e del sostegno che contraddistingue il nostro essere società civile. In questo contesto va inquadrata, per esempio, l'estensione della concessione della misura nazionale di contrasto alla povertà, la SIA, appunto, con un ISEE raddoppiato rispetto a quella nazionale. Un ISEE dal quale calcolo, tra l'altro, e ovviamente, direi, è stato escluso il valore del patrimonio immobiliare riferito all'abitazione principale, dato che, purtroppo, è stata distrutta dal sisma, o ad altri immobili distrutti e dichiarati totalmente o parzialmente inagibili. Una solidarietà, altresì, che si esplicita con quella destinazione per dieci anni delle risorse della quota all'8 per mille dell'IRPEF allo Stato per gli interventi di ricostruzione e di restauro dei beni culturali danneggiati o distrutti a seguito degli eventi sismici verificatisi nelle nostre regioni, l'Abruzzo, il Lazio, le Marche e l'Umbria; l'utilizzo dello strumento che ha attraversato momenti anche critici in passato recupera diremmo in tal modo il suo spirito originario, utilizzare la solidarietà per produrre solidarietà.

In questo contesto e per quanto detto sopra, il gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico voterà a favore del provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Adriana Galgano. Ne ha facoltà.

ADRIANA GALGANO. Signora Presidente, rappresentanti del Governo e colleghi, questo decreto segue il raggiungimento di traguardi importanti nella gestione del dopo terremoto: aumenta, infatti, il sostegno alle popolazioni colpite, rende le procedure più snelle e più veloci e finalmente crea condizioni e opportunità per il futuro sociale ed economico di Umbria, Abruzzo, Marche e Lazio.

Esprimiamo grande soddisfazione e ringraziamo il Governo per aver accolto la richiesta fatta da Civici e Innovatori, mesi fa, di riconoscere il danno indiretto ai settori del turismo, commercio e artigianato. Abbiamo anche apprezzato le rassicurazioni sul fatto che i 23 milioni stanziati a questo proposito rappresentino un inizio. Sottolineiamo, infatti, che, per il settore del turismo, nelle quattro regioni si stima fino adesso una perdita di 170 milioni di euro. Questo dato, da solo, evidenzia quanto sia urgente identificare nuove risorse.

Nel frattempo, però, occorre anche fare in modo che sia operativo il piano relativo ai 2 milioni di euro che abbiamo destinato alla promozione turistica delle quattro regioni: esso avrebbe dovuto essere redatto nei novanta giorni successivi dall'approvazione del decreto n. 189 del 2016. Anche su questo c'è bisogno della massima velocità.

Altro aspetto importante e che abbiamo fin dall'inizio sottoposto all'attenzione del Governo sono le zone franche: apprezziamo l'intenzione di presentare un apposito provvedimento e per questo abbiamo risposto positivamente alla richiesta della relatrice di ritirare il nostro emendamento.

Chiediamo però adesso al Governo il massimo impegno, in sede europea, sia per le zone franche che per l'approvazione del Regolamento sulle zone economiche speciali.

D'altra parte, significa solo dare seguito alle lodevoli dichiarazioni di intenti della Viceministra Bellanova in risposta all'interpellanza della collega Oliaro sul tema. Le zone franche e le zone economiche speciali rappresentano infatti un importante volano di sviluppo economico, come evidenzia l'esperienza dei Paesi che se ne sono dotati.

Crediamo però che sia anche ora che si ponga, in sede europea, il tema del terremoto non più solo come gestione dell'emergenza, richiesta di aiuto o prevenzione, ma come vera e propria area di debolezza sistemica. Il nostro Paese infatti, tranne che in poche zone, è praticamente tutto a rischio sisma e gli eventi sismici sono sempre più frequenti e prolungati nel tempo.

Dobbiamo avere la forza di negoziare, nel quadro dei Trattati europei, un insieme di regole speciali, specifiche ed organiche che ci consentano di fronteggiare con continuità questa nostra debolezza. Per questo, il gruppo Civici e Innovatori offre tutto il sostegno e le competenze di cui dispone.

Ricordiamo, comunque, che l'articolo 107 del Trattato dell'Unione europea sugli aiuti di Stato del 2008, alla lettera b), già autorizza gli Stati membri a destinare, a specifiche aree, aiuti volti a far fronte ai danni arrecati dalle calamità naturali o da altri eventi eccezionali. Per utilizzarle è sufficiente rispettare le soglie delle agevolazioni previste e stabilire criteri trasparenti sulle tipologie di imprese a cui destinare gli aiuti, la durata degli stessi e le modalità delle agevolazioni. Invitiamo quindi il Governo a considerare di servirsene.

Ieri, noi Civici e Innovatori ci siamo astenuti sull'emendamento del Governo su Casa Italia: riteniamo infatti che, per avviare un progetto così importante, sia necessario prima acquisire i dati di partenza, analizzare le criticità e quindi fissare gli obiettivi del progetto e gli strumenti per conseguirli. Solo a valle di queste attività si può utilmente definire la struttura operativa e di gestione.

In ogni caso, è difficile pensare che, nell'ambito della pubblica amministrazione, nella sua interezza, non vi siano le risorse tecniche e professionali idonee a farlo, senza ulteriori aggravi di costi per la finanza pubblica.

Inoltre, appunto, è indispensabile essere attenti al dato di crescita della spesa pubblica ordinaria.

Per questi due motivi, noi riteniamo che Casa Italia debba trovare coordinamento e attuazione nell'ambito della pubblica amministrazione, senza ulteriori costi.

Purtroppo, non è stato approvato il nostro emendamento per i microinterventi nelle scuole delle province terremotate.

Lo riproporremo nei prossimi provvedimenti, perché siamo consapevoli che anch'essi sono indispensabili per garantire l'incolumità di coloro che si trovano nelle scuole.

Per velocizzare il processo di ricostruzione, bene invece l'approvazione del nostro ordine del giorno, che chiede al Governo l'impegno a garantire alle imprese le stesse condizioni di partecipazione a gara sia per i lavori pubblici che privati.

Non è, infatti, né utile né equo che, nei lavori pubblici, le imprese possano partecipare alle gare d'appalto con la sola domanda all'anagrafe antimafia, mentre nei lavori privati sia necessaria l'iscrizione alla stessa anagrafe: come è ben noto, l'iscrizione richiede lunghi tempi procedurali, che non possono ricadere in capo alle imprese, penalizzandole nella loro attività quando vi è urgenza di ricostruire.

Infine, un pensiero a tutti coloro che stanno affrontando con coraggio questa calamità e a tutti coloro che, con grande generosità, stanno prestando la loro opera e il loro sostegno alla ricostruzione. Noi li abbiamo sempre presenti e per questo abbiamo messo e metteremo tutto il nostro impegno per avere il parere positivo del Governo alle nostre proposte, Governo che ringraziamo di cuore, nella figura della sottosegretaria De Micheli, per l' ascolto che ci ha dato.

Annuncio, quindi, il voto favorevole del gruppo Civici e Innovatori (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sottanelli. Ne ha facoltà.

GIULIO CESARE SOTTANELLI. Grazie, Presidente. Signora onorevole sottosegretario, il gruppo di Scelta Civica voterà a favore di questo provvedimento, innanzitutto perché va a migliorare, ad ampliare, a snellire le misure contenute nel decreto n. 189, che fu emanato a seguito del terremoto del 24 di agosto.

Ricordo, innanzitutto, che il decreto n. 189 ha introdotto, per quanto riguarda i contributi sulla ricostruzione delle abitazioni private, il nesso di causalità ed effetto, che consente quindi di applicare anche il risarcimento a quelle abitazioni che sono fuori dal cratere, un elemento innovativo di qualità.

Poi è il terzo decreto, a cui ovviamente hanno fatto seguito anche diverse ordinanze della Protezione civile, ed è un decreto che va a manutenere, come è giusto che sia; ricordo per primo a me stesso quello che è successo anche a L'Aquila: sono stati tanti i provvedimenti legislativi per fare in modo che a tutti i cittadini lo Stato riuscisse a dare le giuste risposte.

Allora, i provvedimenti vanno aggiornati, quindi il DL n. 8 va proprio in questo senso, quello di migliorare il contenuto del decreto n. 189, che fu fatto a suo tempo, perché i terremoti sono anche diversi: quello che è successo, in particolar modo, in Abruzzo e nella provincia di Teramo è un terremoto che ha avuto, come dire, oltre proprio l'evento sismico, la concausa e la concomitanza anche della neve e delle frane; quindi, ogni terremoto ha la sua particolarità ed è giusto che il Parlamento ovviamente aggiorni la normativa, in modo che possiamo dare quelle risposte giuste che ovviamente i cittadini si aspettano da noi.

Con orgoglio lo voglio dire, anche perché la Commissione ha lavorato benissimo, abbiamo fatto diverse nottate e, quindi, abbiamo ulteriormente migliorato il contributo di tutti, anche dei partiti di opposizione.

Tutti hanno dato un contributo, io quindi volevo ringraziare anche del lavoro della Commissione e dei commissari, ma soprattutto del presidente Realacci, della relatrice Braga e di lei, signor sottosegretario, che ritengo che con concretezza e pragmatismo - che poi è anche un fattore comune a molte donne - è riuscita a condurre i lavori in maniera ordinata, facendo in modo che il Governo non ponesse la fiducia. Infatti, siamo stati qui, con ulteriori spazi, tempo, opportunità e apertura a tutti i singoli parlamentari delle forze politiche, per cercare di migliorare il decreto-legge n. 8 fino all'ultimo secondo, che è quello che abbiamo fatto fino a mezz'ora fa.

Quindi, bisognerà lavorare in futuro anche per ulteriori decreti, perché il decreto-legge n. 8 è un provvedimento che va a migliorare il decreto-legge n. 189, ma non è ovviamente esaustivo di tutto. Ci fa piacere che il Governo abbia già in Commissione preannunciato ulteriori interventi per fare in modo che anche l'economia possa avere ulteriori sostegni rispetto a quelli previsti in questo decreto. Quindi, torneremo ancora a parlare del terremoto nel centro Italia, in particolar modo dei paesi presenti all'interno del cratere.

Bene l'allargamento dei comuni ricompresi: ai 131 comuni sono stati aggiunti ulteriori 9 comuni che sono tutti abruzzesi (cinque della provincia di Teramo, tre de L'Aquila e uno di Pescara). È vero che altri comuni limitrofi, confinanti, magari avevano giustamente l'ambizione di poter entrare nel cratere, ma in merito penso che si possa porre rimedio con il prossimo decreto; così come è stato approvato un ordine del giorno a mia prima firma per cercare di trovare degli strumenti che potessero armonizzare le posizioni di chi sta dentro e fuori il cratere; anche il presidente della regione si è espresso in tal senso, per delle misure di competenza regionale.

Tra le modifiche che abbiamo introdotto - lo voglio rivendicare con orgoglio - vi è la misura della cosiddetta “busta paga pesante”, scaturita anche da una mia interrogazione presentata qualche mese fa. Quindi, sono contento che il decreto sia stato arricchito da questa misura.

Così come è stato prorogato per tutti i cittadini il termine, dal 31 marzo al 21 aprile, per presentare o integrare le dichiarazioni per accedere alla rottamazione delle cartelle esattoriali. Ma ci sono due novità importanti in questo provvedimento sul terremoto, due novità uniche, che non sono mai state in precedenza adottate, cioè l'equiparazione dei danni da terremoti - rispetto alle case di civile abitazione - ai danni derivanti da frane, maltempo e quindi anche nevicate, sia dentro al cratere che fuori. È un elemento importante di innovazione, con cui riusciremo a rispondere alle tante criticità presenti sul territorio e subite dai cittadini, non solo per via del terremoto ma anche per le tante frane che poi hanno prodotto ovviamente crolli di edifici e palazzine.

Poi, con orgoglio, rivendichiamo anche un grandissimo risultato - anche questo primo nella storia della legislazione in merito di calamità naturali - che è il danno indiretto. Abbiamo previsto tale istituto. Qualcuno potrà dire che sono pochi 23 milioni, ma è una misura che non è solo per i comuni o le aziende che fanno parte del cratere. Per tutte e quattro le regioni, le risorse sono pari a 23 milioni, ma l'importante è aver creato il presupposto, lo strumento giuridico, perché poi si andranno sicuramente a rimpinguare con ulteriori risorse, laddove i 23 milioni fossero pochi.

Così come vi è anche la proroga di alcuni termini di adempimenti tributari, grazie alla quale le imprese, i lavoratori autonomi e gli agricoltori hanno possibilità di contrarre finanziamenti agevolati e il pagamento dei contributi fino all'anno 2018.

Abbiamo introdotto anche l'articolo finalizzato alle agevolazioni procedurali per l'accesso ai contratti di sviluppo nelle quattro regioni: uno strumento importante cui i nostri imprenditori potranno accedere con più facilità. Così come abbiamo introdotto ulteriori elementi per quanto riguarda il sostegno agli investimenti delle imprese con il credito di imposta per l'acquisto di beni strumentali nuovi per il Mezzogiorno: abbiamo stanziato la misura del 25 per cento per le grandi imprese, il 35 per cento per le medie imprese, il 45 per cento per le piccole imprese.

Così come abbiamo dato ulteriori risorse al MIUR per andare a verificare la vulnerabilità sismica di tutti gli edifici pubblici, con priorità dentro al carattere e poi anche fuori.

Sono risorse che possono essere utilizzate anche per la progettazioni degli edifici. Voglio anche ricordare i 3 milioni per l'ADSU, la residenza studentesca dalla nostra Università di Teramo, che sta ovviamente vivendo un momento di difficoltà. Quindi, con un emendamento che porta anche la mia firma, abbiamo dotato di 3 milioni di euro l'università, per poter appaltare subito i lavori per la casa e la residenza per gli studenti universitari di Teramo.

Inoltre, un grande risultato che abbiamo ottenuto - anche questo unico nella storia - è quello di dirottare l'8 per mille dell'Irpef direttamente per la ricostruzione e il restauro di beni culturali danneggiati o distrutti. Stiamo parlando di quasi 50-100 milioni annui fino al 2026: tanti soldi che andranno ad essere investiti per i beni culturali. Concludo, Presidente, dicendo che, per questi motivi e per tanti altri che non ho avuto modo e tempo di illustrare, il nostro voto sarà favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica-ALA per la Costituente Liberale e Popolare-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pellegrino. Ne ha facoltà.

SERENA PELLEGRINO. Presidente, onorevoli colleghi, sicuramente questo non sarà l'ultimo decreto-legge che discuteremo sull'emergenza terremoto che ha devastato Marche, Lazio, Umbria e Abruzzo. Sarà necessario reperire altre risorse, sistemare le procedure per assistere le popolazioni interessate, avviare veramente la ricostruzione, far riprendere le attività economiche, recuperare il patrimonio storico artistico andato distrutto o danneggiato.

Il gruppo Sinistra Italiana-SEL, Presidente, sottosegretario, voterà a favore di questo secondo decreto sul terremoto in Centro Italia, così come ha fatto per il precedente. Ma questa nostra assunzione di responsabilità non ci esime dalla necessità di denunciare le criticità e i ritardi che purtroppo ci sono stati in questa prima fase di gestione dell'emergenza.

Il decreto che stiamo discutendo in gran parte modifica il precedente e, nel corso dell'esame in Commissione, il testo è stato modificato con nuove disposizioni, non sufficienti però a renderlo davvero uno strumento completamente valido per le popolazioni. Un decreto che avrebbe dovuto essere l'occasione di dialogo tra il Governo e il Parlamento, unico rappresentante e referente del popolo terremotato. C'è stata la massima disponibilità del Parlamento su un provvedimento che non avrebbe dovuto prevedere speculazioni, ma sono stati troppi gli emendamenti respinti. Erano richieste legittime, di buonsenso, proposte da coloro che abbiamo audito, molte anche senza titolo oneroso, ma che avrebbero dato alla ricostruzione una svolta cooperativa e un recupero della credibilità tra istituzioni e cittadini, ormai persa, purtroppo.

È così che è stato ricostruito il Friuli dopo il terremoto del 1976, modello ancora indiscusso; invece si è voluta lasciare al Governo la pressoché totale prerogativa legislativa. Un fastidio, gli emendamenti presentati, tant'è che è emersa subito la richiesta di ritirarli. La disponibilità di tutti i gruppi è stata immediata, per contro, però, non abbiamo potuto riscontrare lo stesso da parte del Governo.

Questo decreto avrebbe trovato, proprio nell'eccezionalità causata dal maltempo di gennaio, un'ulteriore motivazione di dialogo. Il susseguirsi degli eventi naturali non ha fatto altro che amplificare e rendere ancora più tragica negli affetti - e purtroppo grottesca, nelle misure che non sono state prese - una condizione che, fin da subito, era stata denunciata dagli agricoltori del posto, persone che non hanno voluto abbandonare il proprio territorio augurandosi in un intervento repentino. Invece, dopo che sono stati dichiarati inagibili 1.400 stalle e fienili, con l'inverno alle porte, hanno dovuto subire inaccettabili ritardi dei bandi regionali per la realizzazione di nuovi ricoveri per gli animali. Con quale risultato? Diecimila animali morti, feriti e abortiti nelle aree del terremoto per l'effetto congiunto delle scosse e del maltempo.

Ad oggi l'attività di allevamento primaria per queste popolazioni rischia di scomparire, insieme alle tante specialità locali e, con loro, la storia e il futuro di un territorio che ha nell'agroalimentare una forza che trascina tutte le altre voci dell'economia. Una perdita incommensurabile di specialità conservate per secoli, un patrimonio della cultura materiale e dell'immagine del nostro Paese. Sinergie culturali, ambientali e di qualità alimentare che hanno reso famose queste terre, ma anche un'opportunità produttiva e occupazionale insostituibile, ma soprattutto, sottosegretario, non delocalizzabile! Non dimentichiamo anche che questo è il territorio che ospita due delle più importanti risorse naturali: il parco del Gran Sasso e dei Monti Sibillini, inestimabili patrimoni culturali, artistici e architettonici, che sono stati messi a rischio per i ritardi e l'indirizzo delle operazioni di intervento. Mancanze che hanno sconvolto tutti i cittadini di tutto il Paese. Capolavori di pittura, scultura e oreficeria sono stati per mesi sotto le macerie e poi hanno subito anche i danni del maltempo. Ancora oggi, grazie al lavoro instancabile delle soprintendenze, dei vigili del fuoco e anche dei volontari, si stanno recuperando reperti artistici di quello straordinario patrimonio diffuso che caratterizza quella terra. A costoro va tuta la nostra riconoscenza.

Ma, Presidente, perché dobbiamo lasciare che siano sempre e solo le persone di buona volontà che si mettono a disposizione e mettono a disposizione il loro tempo a porre rimedio alle inadempienze dello Stato, quando ci sono squadre strepitose di professionisti che hanno titolo e che potrebbero portare la loro esperienza nell'immediato e salvare quanto di più prezioso possediamo, l'enorme e incommensurabile bellezza del nostro patrimonio artistico e architettonico? Lavoratori esperti e si sarebbe così evitato anche il brutto pasticcio che è stato creato all'inizio delle operazioni in cui bisognava riconoscere l'agibilità o l'inagibilità degli edifici e che ha confuso i volontari-professionisti e i professionisti-professionisti.

Senza poi considerare che, quando c'è da ricostruire, non mancate di agevolare le società di capitali, quelle che hanno sempre lo stesso nome per accaparrare il grosso dei lavori. Siete anche disposti a concedergli la deroga di operare sul privato: “asso pigliatutto”. Auguriamoci di non trovarci tra un paio d'anni a dover dire noi: l'avevamo detto. Perché non chiedete a costoro di intervenire in modo volontario tra le macerie per dichiarare le agibilità, o alle imprese di costruzione che vinceranno gli appalti di costruire a rimborso spese? Invece no, per questi non avete accettato nemmeno che ci fosse il tetto per le commesse progettuali pari a 25 milioni di euro e, non contenti, avete completamente distorto il progetto di Casa Italia così come l'aveva pensato Renzo Piano.

Con un emendamento inserito all'ultimo minuto avete inventato un nuovo giocattolo per 24 addetti che, se dovessero realizzare quanto descritto, dovreste dotarli anche di una bacchetta magica. Invece, sarà uno strumento che servirà solo a ripartire in 24 stipendi 6 milioni e mezzo di euro in tre anni; un insulto, in un momento in cui si cercano persino le briciole per risollevare ogni cittadino terremotato. E poi ci concedete che gli esperti tecnici debbano essere iscritti agli albi professionali. Non è una concessione sottosegretario, è un dovere. Nessuno si farebbe operare in un ospedale, nemmeno in emergenza terremoto, da un esperto senza il titolo acquisito.

È evidente come tutto questo abbia messo a nudo la fragilità della politica governativa, soprattutto nei confronti del patrimonio dei beni culturali. Sono anni che dichiariamo che possediamo un museo a cielo aperto, costruito e costituito dei nostri borghi e centri storici a rischio sismico. Un patrimonio che deve essere salvaguardato, dando una casa sicura a tutti e soprattutto moltissimi posti di lavoro. Invece, si lasciano soli coloro che si muovono per amore del proprio patrimonio, la salvezza della nostra eredità.

Le immagini che ci hanno raggiunto in questi mesi non sono degne di un Paese che possiede il più grande patrimonio riconosciuto dall'UNESCO a livello mondiale. Popolazioni che potrebbero ricominciare a vivere nella ricchezza, se solo fossimo capaci di procedere con lungimiranza per una ricostruzione degna di questo nome.

In questo quadro si affronta la spinosa questione relativa alla predisposizione di unità abitative provvisorie che permettano agli sfollati di ritornare al paese di origine. Ricordiamo che sono ancora 8.278 le persone ospitate negli alberghi, 1.338 persone vivono nel proprio comune in container, prefabbricati rurali emergenziali, soluzione abitative in emergenza e camper della Protezione civile, mentre 1.679 trovano ospitalità in palazzetti, centri polivalenti, strutture allestite ad hoc nel proprio comune, alloggi realizzati in occasione di terremoti del passato in Umbria, Marche e Abruzzo.

Sono numeri importanti, sono persone a cui si devono dare risposte certe e rapide, soprattutto se vogliamo permettergli di restare dove hanno sempre vissuto. Case, scuole, ospedali, attività economica e lavoro, altrimenti la diaspora sarà inevitabile, perdendo tutto il patrimonio culturale appenninico. Se scompaiono gli usi e le pratiche che sostengono e conferiscono senso ai luoghi fisici, le abitazioni in breve tempo, nonostante la ricostruzione, diventeranno meri contenitori vuoti, ricordi di un passato perduto. Di queste esperienze la montagna italiana purtroppo è ricca.

Il nostro è un Paese bello, ma delicato, che ha subìto decenni di malagestione, se non di distruzione, per inseguire uno sviluppo che ha rapinato il territorio e l'ha reso più fragile, devastandolo. I tempi della natura però non si cambiano con le ordinanze e le leggi di madre terra non si derogano con sanatorie e condoni. Troppe volte ci siamo dovuti opporre a provvedimenti e scelte governative dissennate e disastrose per l'equilibrio e la sostenibilità del nostro territorio, continueremo a farlo e non faremo sconti. Così come non smetteremo mai di denunciare che ci sono 22 milioni di italiani che vivono in zone altamente sismiche e che è indispensabile uscire dalla logica dell'emergenza e iniziare veramente a lavorare per la prevenzione e la mitigazione del rischio.

Concludo, Presidente: non finiremo mai di ripeterlo, la prevenzione antisismica e la messa in sicurezza del territorio sono la più importante opera pubblica italiana; non è più tempo di dichiarazioni di intento sulle riviste e dagli schermi televisivi. Il tempo di agire è ora, Presidente e sottosegretario (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà- Possibile)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Castiello. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie, Presidente. Come è stato già detto, tra breve quest'Aula approverà il terzo decreto-legge sul terremoto che ha colpito il Centro Italia e non sarà l'unico, perché, come il Governo ha già annunciato, si appresta a vararne sicuramente un altro, che speriamo e ci auguriamo non sia come quello che viene approvato quest'oggi.

Un provvedimento che arriva in ritardo in quest'Aula, se pensiamo che la prima scossa forte che ha colpito le popolazioni del Centro Italia è avvenuta il 24 agosto: sono passati ormai circa sette mesi da quel maledetto giorno e purtroppo ancora si parla di emergenza. Ancora non si è avviata quella che deve essere la fase della ricostruzione. A quasi sette mesi, quindi, noi siamo ancora in uno stato di emergenza totale.

Non è stata conclusa l'attività della rimozione delle macerie, gli sfollati ancora attendono le case, la loro prima abitazione ancora deve essere attivata, le infrastrutture pubbliche sono inadeguate e impediscono anche quello che deve essere lo svolgimento delle piccole, purtroppo ancora poche, attività economiche che sono rimaste.

Gli stessi albergatori sollecitano il Governo e chiedono la liberazione delle stanze occupate dagli sfollati dell'inizio della stagione estiva. Non si sa dove la gente potrà essere sistemata e lo stesso commissario Errani ha più volte detto e affermato come sia faticoso e come sia lenta la macchina organizzativa.

Certo, lo sappiamo, ci troviamo di fronte a una situazione veramente di incredibile solidarietà, con lo sciame sismico, che a distanza di quasi sette mesi ancora continua, soprattutto nelle zone dell'Abruzzo già provate dal terremoto e devastate purtroppo anche da quella che è stata l'emergenza neve, che, come ricordiamo, ha raggiunto i tre metri di neve in sole ventiquattro ore, con un black-out elettrico che ha lasciato per giorni e giorni in ginocchio interi paesi nel buio e nel freddo… Tuttavia, proprio questa straordinarietà, questo evento così tragico, avrebbe sicuramente richiesto da parte del Governo un approccio completamente diverso, non quello che invece abbiamo dovuto registrare in questa Aula. Un iter tumultuoso ha portato all'approvazione di questo decreto e secondo il nostro gruppo in modo sbagliato, perché il provvedimento stesso avrebbe dovuto presentarsi come una legge speciale, una legge che doveva contenere insieme due fenomeni calamitosi, sia il terremoto appunto di straordinaria portata, ma anche purtroppo gli eventi legati alle precipitazioni nevose, che sono state eccezionali.

Ebbene, senza un regime serio di impegno che riguarda anche quelli che sono gli sgravi fiscali, noi oggi approviamo una scatola un po' vuota, perché chiunque ha avuto modo di parlare con le popolazioni del posto, con i cittadini, con i sindaci ci chiedono una sola cosa, ci chiedevano una sola cosa: chiedevano in realtà un aiuto, un contributo, uno sgravio fiscale rispetto alle imposte. Le stesse imprese hanno necessità di essere aiutate. Lo abbiamo evidenziato, lo abbiamo fatto come gruppo attraverso una serie di emendamenti che abbiamo presentato in quest'Aula e che purtroppo sono stati tutti bocciati.

Pensiamo alla no tax area che era fondamentale, l'abolizione della TARI e di tante imposte che gravano sulla pelle dei cittadini e sulle imprese. Così pure avevamo già preannunciato nello scorso decreto-legge la necessità di dover istituire quella che doveva essere una zona franca. Anche durante la fase di approvazione di questo decreto-legge abbiamo presentato, insieme agli altri gruppi, una serie di emendamenti al riguardo perché riteniamo che se si vuole andare incontro alle esigenze dei cittadini bisogna istituire la zona franca.

Ebbene, siamo arrivati ad oggi che il Governo rimanda il tutto ad un quarto decreto-legge e ancora non ci spieghiamo quali sono le motivazioni che abbiano spinto il Governo a bypassare questo argomento così importante. Noi sappiamo e abbiamo il dovere di capire che bisogna fare presto, perché il pericolo più serio che si può determinare è proprio lo spopolamento, la delocalizzazione delle imprese e l'abbandono del territorio. La cittadinanza locale sta lottando continuamente contro un fattore negativo, cioè proprio l'impossibilità di svolgere quelle che sono le normali funzioni di vita.

Ebbene, il Governo ha chiesto un mese di tempo rispetto anche all'istituzione della zona franca per svolgere le verifiche presso la Commissione europea al fine della sua istituzione. Sia noi che, ripeto, gli altri gruppi avevamo più volte accennato all'importanza di questa attivazione: purtroppo, nonostante il problema sia stato posto in maniera forte, non riusciamo a capire. Forse è un modo sbagliato l'approccio di questo Governo, troppo con il capo chinato, nei confronti dell'Europa che non è riuscita ancora a trovare una soluzione e quindi dovremmo aspettare purtroppo un altro decreto-legge.

Dobbiamo dunque dedurre che ci troviamo di fronte ad un provvedimento molto tecnico, che è sicuramente fatto per la pubblica amministrazione, ma che, se si va a sovrapporre a norme già emanate con provvedimenti precedenti, con decreti vari, con ordinanze da parte del commissario stesso, riteniamo che tutto ciò non faccia altro che determinare una stratificazione di norme che vanno a complicare ancora di più, se non a ledere, il principio di trasparenza e non solo.

Ci voleva o, meglio, si sarebbe dovuto fare un testo unico per poter evitare la confusione di norme che di fatto si sta creando per i cittadini interessati: una difficoltà di lettura che viene evidenziata anche dai comitati. Senz'altro, la disorganicità del testo riflette anche le condizioni di lavoro nelle quali è avvenuto l'esame del provvedimento sia in Commissione referente, dove purtroppo, in pochissimi giorni e in due sedute notturne, si è approvato il provvedimento e si è mandato in Aula: un modo abbastanza convulso e inopportuno per proporre leggi così importanti, soprattutto quando parliamo di provvedimenti che riguardano le persone, i cittadini. Abbiamo parlato della zona franca ma, come gruppo della Lega, abbiamo avanzato una richiesta per noi importantissima e credevamo che nel momento in cui il Governo aveva dato la disponibilità di poter ampliare il famoso cratere si potesse agire con raziocinio e quindi allargare il cratere a tutti i comuni interessati che sono stati colpiti dal terremoto e anche, perché no, per quanto concerne i problemi legati alla neve. Ebbene, voglio elencare i comuni che sono stati esclusi e non si capisce per quale motivo. Abbiamo o, meglio, avete determinato soltanto una discriminazione creando cittadini di serie A e cittadini di serie B. I sindaci sono giustamente arrabbiati, i cittadini non capiscono la motivazione. Penso ai comuni di Basciano, Penna Sant'Andrea, Catignano, Civitella Casanova, Penne, Spinetoli, la frazione di Arischia nel comune di L'Aquila. Ebbene, tali comuni non sono rientrati all'interno del cratere.

Sappiamo pure che il numero degli sfollati e degli edifici danneggiati per il sisma è superiore a quello probabilmente di altri territori che poi sono stati inclusi all'interno del cratere. È una discriminazione che non si può accettare e sulla quale abbiamo chiesto con forza al Governo di ripensare a tutto ciò, ma purtroppo ci è stato risposto picche.

Certo il decreto-legge sicuramente corregge una serie di questioni che già erano state evidenziate nello scorso decreto-legge e in qualche modo alleggerisce, seppur in parte, una serie di disposizioni approvate in precedenza.

Penso, ad esempio, alla partecipazione dei cittadini alle scelte in materia di pianificazione e sviluppo territoriale, all'ampliamento degli elenchi antimafia a quelli regionali, ad alcune agevolazioni, poche purtroppo, in favore delle imprese del settore turistico, a qualche sgravio fiscale ma fortemente limitato perché parlate di proroghe per quanto riguarda il versamento dei tributi mentre noi, come gruppo della Lega, avevamo chiesto sin dall'approvazione dello scorso decreto-legge l'esenzione totale dai contributi e si voleva andare incontro alle esigenze di questi cittadini che, ricordiamo, sono persone che non hanno più nulla, non hanno una casa, non hanno un lavoro, hanno le proprie attività economiche in ginocchio, non percepiscono alcuna entrata. Quindi come possono essere messe nelle condizioni di poter poi pagare imposte e tributi? Sono tutta una serie di questioni che non spingono purtroppo il nostro gruppo ad esprimere un voto favorevole. Né potremmo mai esprimere un voto contrario sul provvedimento che comunque interessa i cittadini che vivono, lo ripetiamo, una situazione di angoscia. Per questo ci asterremo perché non si può non tener conto che c'è gente in questo momento che aspetta l'approvazione del decreto-legge. Avremo poi modo di far comprendere quanto in realtà si tratti di una scatola vuota che poco ha di contenuto. Soprattutto, riferendoci ai tributi, non esistono esenzioni dall'IRPEF o da contributi o premi per i residenti terremotati, anzi si prosegue con la pratica dell'accensione dei mutui che determina, come già successo nel terremoto dell'Emilia, purtroppo una serie di debiti proprio con le banche. Pensiamo anche al settore agricolo: sono previste certamente misure ma sono tardive e sicuramente non possono risolvere i debiti che ammontano nel settore agricolo a circa 52 milioni. È quindi sotto gli occhi di tutti che il Governo è molto indietro con quello che era il cronoprogramma degli interventi. Noi siamo convinti che non bisogna abbassare l'attenzione, che occorre concludere la fase di emergenza per poter poi pensare al futuro di queste aree. Bisogna garantire un'adeguata sistemazione degli sfollati. C'è bisogno di sburocratizzare l'intero sistema, c'è bisogno di ripensare l'organizzazione della macchina della Protezione civile che attualmente sopravvive grazie anche alla competenza e alla volontà del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e delle forze dell'ordine e del volontariato. Su questo versante credo che il forte colpo di mano da parte del Governo per quanto riguarda l'istituzione del dipartimento Casa Italia sia stato veramente un atto vergognoso che sicuramente ha offeso anche l'azione di questi uomini che si muovono sul campo e molti dei quali hanno rischiato la vita. Non possiamo non rivolgerci con grande responsabilità alle popolazioni che attendono, ripeto, la conversione in legge di questo decreto-legge e pertanto non la vogliamo ostacolare sicuramente ma saremo vigili e con grande determinazione restiamo in attesa di vedere quali possono essere gli sviluppi effettivi della promessa fatta dal Governo per quanto riguarda l'attivazione della zona franca, per quanto riguarda le esenzioni e le agevolazioni per le imprese perché la vitalità del tessuto produttivo è indispensabile per poter evitare, lo ripetiamo, lo spopolamento di queste vaste aree del territorio nazionale che non hanno più nulla, non hanno un'economia, non hanno più il turismo, sono in realtà in ginocchio e hanno la necessità che la politica si intesti un percorso diverso, che il Governo sia vicino realmente e non solo fisicamente con le passerelle di turno che sono state fatte nel corso di questi mesi. Tutti siamo stati lì a toccare con mano quella realtà…

PRESIDENTE. Deputata, si avvii a concludere perché è già oltre il suo tempo.

GIUSEPPINA CASTIELLO. Concludo, dichiarando il voto di astensione da parte della Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tancredi. Ne ha facoltà.

PAOLO TANCREDI. Grazie, signora Presidente. Francamente rimango perplesso di fronte ad alcune affermazioni: per carità, le critiche sono tutte legittime, c'è ancora molto da fare, nessuno poteva pensare che avremmo realizzato una norma esaustiva su tutte le problematiche e i bisogni delle popolazioni colpite dal terremoto. Ma quando sento dire che già il fatto che siamo al terzo decreto-legge testimonia l'inefficienza della nostra azione normativa, beh mi chiedo se qualche collega è proprio completamente all'oscuro di quello che sta accadendo in Abruzzo, nelle Marche, in Umbria e nel Lazio, cioè in quella particolare parte perché questi eventi hanno colpito, signora Presidente, un particolare territorio del nostro Paese e una convergenza di quattro regioni, precisamente il confine in cui confluiscono quattro regioni diverse. Ebbene, gli eventi del 24 agosto hanno causato dei danni che non sono paragonabili a quello che è successo dopo il 30 ottobre, in cui c'è stato un ampliamento enorme del cratere, delle zone colpite e, soprattutto, non possono aver ricompreso quello che è successo il 18 di gennaio, in cui alle quattro scosse sopra la magnitudo 5 della scala Richter si è unito un evento di proporzioni straordinarie di tipo meteorologico. Quindi, se per esempio l'onorevole Rampelli, che ha sostenuto questo, era in grado già a ottobre e novembre di prevedere quello che sarebbe successo il 18 gennaio, beh lui aveva capacità divinatorie che questo Governo e questa maggioranza non potevano avere. Invece, questo decreto è proprio collegato alla prosecuzione di un impianto normativo che era stato posto in essere dopo il 24 di agosto, ma anche all'inclusione di alcune novità rispetto alle esigenze, ai fabbisogni al mutare della situazione. Perché, oggi, vede Presidente, questo cratere, che forse è il più largo che si è mai disegnato nella storia delle norme di reazione a una calamità naturale, descrive, in realtà in maniera grezza, una realtà molto complessa, molto difforme; andiamo da paesi e comunità, come quelle di Amatrice, di Accumuli, di Visso, di Castelsantangelo sul Nera, che sono rase al suolo, che hanno dato un contributo di vite umane terribile e che, oggi, vivono dei problemi di sopravvivenza, ad altre comunità, come quella, per esempio, della mia città, Teramo, che se voi guardate le cartine e fate un po' la mappa degli epicentri è un po' concentrica, praticamente baricentrica a tutti gli epicentri che ci sono stati, che non ha avuto, naturalmente, e non ha quei bisogni che ci sono oggi ad Amatrice per intenderci, ma purtroppo si trova ad affrontare altre emergenze: grande paura, lo spopolamento di oltre metà della popolazione, che adesso sta rientrando, problemi sugli edifici, problemi sulle infrastrutture e dopo gli eventi nevosi, il concomitarsi del maltempo con il terremoto ha causato anche dei danni che oggi sono del tutto evidenti per il dissesto idro-geologico. Ecco, quindi, perché abbiamo fatto tre decreti, non perché abbiamo sbagliato a fare il primo, anzi io rivendico che il primo decreto è un decreto importante, anche esso innovativo, noi diamo il 100 per cento per la prima e la seconda casa; questo è stato garantito immediatamente alle popolazioni colpite, è importante anche dal punto di vista psicologico. Il Governo e la maggioranza hanno garantito immediatamente alle popolazioni colpite il 100 per cento sulla prima e sulla seconda casa, sia dentro che fuori dal cratere. Questa è una misura che è stata posta già nei decreti di cui nessuno ha parlato ma che è fortemente innovativa e migliorativa anche rispetto a interventi del passato. Così come stiamo erogando, grazie alle norme che hanno permesso di coprirlo, contributi di autonoma sistemazione in migliaia; la collega Pellegrino prima citava la popolazione residente negli alberghi della costa o quella residente nelle strutture provvisorie, si è dimenticata la parte più importante, la popolazione che è oggetto, oggi, di contributo di autonoma sistemazione. Qui non siamo più a migliaia, ma siamo nell'ordine delle decine e decine di migliaia ed è una testimonianza di come, oggi, questi territori hanno bisogno di un ritorno, di una riattrazione che riporti al loro interno interesse sia economico che sociale. Quindi è una misura senza precedenti che noi, lo rivendico, in questo passaggio alla Camera, abbiamo fortemente migliorato, introducendo anche qui delle norme importanti, innanzitutto l'ampliamento del cratere. L'ampliamento del cratere si è verificato solo nella regione Abruzzo, perché la regione Abruzzo è quella più colpita proprio dagli ultimi eventi del 18 di gennaio ed è logico, Presidente, perché il cratere è una descrizione approssimativa di quello che è lo stato di un evento come un terremoto.

Perché noi potremo disegnare qualsiasi cratere, ma è chiaro che a un certo punto dovremo tirare una linea, ed è chiaro che le popolazioni che stanno dentro quella linea saranno beneficiate, ma quelle immediatamente al di fuori saranno penalizzate. Ecco, io chiedo al Governo che ci sia un'attenzione anche, al di là del cratere, per intervenire lì dove ci sono esigenze chiare e forti. Ma credo che questo approccio sia l'approccio che abbiamo dimostrato in questi giorni. È vero che ci sono comuni, come Penne, come Basciano, come Penna Sant'Andrea, Cermignano che avrebbero, forse, meritato, in paragone con altri comuni, di entrare, ma è chiaro che dovevamo mettere una linea. Se fossero entrati Penna Sant'Andrea e Basciano, probabilmente Cermignano avrebbe chiesto, immediatamente dopo, di entrare. Quindi, io credo che, invece, abbiamo fatto un ottimo lavoro, includendo, lo ricordo, ulteriori 16.000 persone all'interno del cratere. Non ho detto che chi è all'interno del cratere, naturalmente, ha già, oggi, garantita la sospensione fiscale di tutti i contributi; una misura, quest'ultima, importante.

Ma noi, qui, abbiamo svolto un lavoro importante e anche innovativo su molte misure; lavoro, insieme al Governo, ma fatto dal Parlamento. Rivendico il danno indiretto, è una novità importante e coperta con una cifra forse insufficiente, benissimo, ma abbiamo aperto una breccia; io credo che questa misura, lo spero, attirerà più risorse e spero che dovremo, nei prossimi mesi, coprirla. Non sarà oggi, perché questa misura prevede una rendicontazione alla fine del semestre da parte delle aziende, quindi, non abbiamo oggi l'esigenza di coprirla, probabilmente fra qualche mese, oppure con la legge di bilancio 2018, questa esigenza si verificherà, a causa di un tiraggio della misura. Ma c'è stata, importante, l'equiparazione dentro al cratere tra i danni del sisma e i danni dell'emergenza neve che è un fatto importantissimo, perché non mette in tanti dubbi angoscianti sia i comuni, sia le pubbliche amministrazioni, sia le aziende e sia le famiglie che non sapevano come comportarsi sul nesso di casualità dei danni. Così come fuori cratere abbiamo riattivato le norme di stabilità 2016, ottime, collaudate già da altri territori, non devo dire niente, che hanno dato risposte e le daranno soprattutto alle famiglie e alle imprese. Sappiamo tutti che c'è un buco, fuori cratere, riguardo ai danni del maltempo, per quanto riguarda le pubbliche amministrazioni, tutta la ricostruzione pubblica e, soprattutto, il riconoscimento delle spese d'emergenza; su questo il Governo si è impegnato e io credo che si debba intervenire nel prossimo decreto sugli enti locali. Voglio anche ricordare - abbiamo approvato un ordine del giorno - che noi abbiamo lasciato fuori delle altre emergenze che si sono verificate per il maltempo nel gennaio del 2017, mi riferisco, in particolare, alla Sicilia; c'è un impegno del Governo e noi incalzeremo il Governo su questo perché è chiaro che non possiamo pensare di fare misure importanti per un territorio e trascurarne esattamente un altro.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

PAOLO TANCREDI. Altre norme importanti sono i contratti di sviluppo, quella sull'Università di Teramo è una norma importantissima, non ho tempo di descriverla, ma riguarda la casa dello studente e, appunto, è una norma attrattiva, cioè riporta gli studenti a Teramo, cosa importante. Voglio, però, ringraziare, il presidente Realacci; prima di tutto volevo dire alla collega Castiello che non è vero che abbiamo lavorato due notti, noi facciamo audizioni, abbiamo cominciato con le audizioni tre settimane fa, abbiamo audito notevoli soggetti; il presidente, innanzitutto, ho verificato che conosce il mio territorio in maniera eccellente e per questo lo ringrazio, ma poi è stato l'ispiratore di una norma importante, quella dell'8 per mille, che anche quella è una grande sfida per il nostro territorio, una sfida a cui devono rispondere i nostri sindaci e la nostra classe dirigente, così come ringrazio la relatrice, l'onorevole Braga, anche lei impegnatissima, e poi il sottosegretario De Micheli che ha fatto un grande lavoro fin dall'inizio, fin dalle audizioni dei sindaci. Devo dire che ha trattato questo decreto non in maniera burocratica, ma è entrata davvero nelle norme e, quindi, nelle richieste e nei bisogni che avevano le popolazioni colpite dal terremoto. Per tutto questo, Presidente, annuncio il voto favorevole del mio gruppo a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare-NCD-Centristi per l'Europa e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianni Melilla. Ne ha facoltà.

GIANNI MELILLA. Grazie, signora Presidente, il Parlamento si è impegnato in modo intenso e positivo nella conversione in legge di questo decreto.

Certo è stato un lavoro non ancora esaustivo, ma sicuramente positivo, che testimonia la vitalità del Parlamento.

Quest'Aula non è assolutamente sorda e grigia, ma rispetta le popolazioni in questo caso dell'Italia centrale e al suo interno è in grado di sviluppare una positiva dialettica

Nella Commissione ambiente, presieduta da Realacci, ma anche nell'interlocuzione col Governo, il Parlamento è stato in grado di definire una proposta che il gruppo Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista voterà favorevolmente.

Noi siamo ancora in emergenza, le macerie sono ancora in quei paesi, le cassette da costruire sono in grande ritardo (la loro realizzazione), le stalle che sono crollate ancora vengono ricostruite, l'economia in dissesto.

In alcune città, come L'Aquila, per mesi i ragazzi non hanno avuto garantito il diritto allo studio.

Da molte città, come ad esempio Teramo, è in atto una fuga e uno spopolamento che sta indebolendo non solo il tessuto sociale, ma anche quello economico di questa città.

Noi apprezziamo il lavoro del Dipartimento della Protezione civile e del commissario alla ricostruzione Vasco Errani, così come mettiamo in evidenza il lavoro dei sindaci delle regioni interessate dell'Italia centrale.

È stato messo in atto un lavoro importante, in condizioni di grande difficoltà, non lo dobbiamo mai dimenticare, perché insieme al terremoto - e lo sciame sismico è ancora in corso: noi abbiamo avuto, tra il 2016 e il 2017, qualcosa come cinquantamila scosse - c'è stata l'eccezionale nevicata dalla seconda decade di gennaio e poi un movimento franoso impetuoso, che ha distrutto le comunicazioni di intere vallate e territori delle aree interne e della montagna dell'Italia centrale.

I fronti aperti sono molti: l'emergenza – sì, ripeto: l'emergenza, perché siamo ancora in emergenza - e naturalmente la ricostruzione.

Dobbiamo operare avendo una stella polare: la prevenzione sismica e lo diciamo chiaramente anche in questa legge.

Noi dobbiamo incentivare la messa in sicurezza antisismica delle case e degli edifici pubblici e in particolare delle scuole, anzi, sulle scuole noi dobbiamo avere un'attenzione specifica e lo dobbiamo fare, questo lavoro, con una visione istituzionale inclusiva, cioè un volontariato istituzionale, fatto da migliaia e migliaia di consiglieri comunali, di assessori, di sindaci che, nel momento dell'emergenza, sono andati a spalare la neve, sono andati a soccorrere le popolazioni nelle frazioni, si sono fatte carico dei problemi enormi che noi abbiamo vissuto in quei giorni.

Come dimenticare le 20 milioni di tonnellate di neve che hanno ricoperto l'Abruzzo, che hanno fatto crollare migliaia di tetti di case, decine di stalle? Sono morte delle persone, sono morte migliaia di animali nelle stalle, si è indebolito complessivamente il tessuto economico e sociale di questa parte così bella e non a caso il cratere sismico coincide con due parchi nazionali tra i più belli e i più grandi dell'Italia: il Parco nazionale del Gran Sasso Monti della Laga e il Parco nazionale dei Monti Sibillini.

Dobbiamo aiutare questi parchi come facciamo, aumentando il personale, destinando risorse al rilancio di quei territori, operando per sostenere il turismo ambientale e naturalistico, rimettendo in funzione i rifugi, la sentieristica, le strutture ricettive che hanno subito grandi danni.

Le misure contenute in questa legge, più positive, le vorrei citare rapidamente: l'accelerazione dei procedimenti in corso, il potenziamento del personale dedicato alla ricostruzione, la realizzazione urgente degli interventi delle strutture di emergenza e degli edifici scolastici, il sostegno alle fasce deboli della popolazione, le proroghe dei termini di adempimenti tributari, gli aiuti all'economia, agli agricoltori innanzitutto, ai lavoratori dipendenti e ai lavoratori autonomi, quindi con un grande ristoro per i danni causati alle imprese e al mondo del lavoro.

Dobbiamo sviluppare un piano forte di verifica della vulnerabilità sismica delle scuole situate nel cratere, lo ripeto: la scuola, il futuro dei nostri giovani, deve essere al centro della ricostruzione.

Non dobbiamo avere l'occhio rivolto solo sulla ricostruzione privata, come in parte è stato a L'Aquila: dobbiamo averlo anche verso la ricostruzione pubblica e, in particolare, le scuole e le università.

L'otto per mille: l'otto per mille è stata un'intuizione giusta, anche se ridimensionata nella sua quantità, perché riguarda solo un quinto del potenziale di competenza dello Stato, però io chiedo al Governo (e mi auguro che il Governo, la Presidenza del Consiglio sia conseguente): si faccia una campagna di comunicazione sociale, perché attualmente lo Stato, dell'otto per mille, prende il 14 per cento e prende il 14 per cento perché i cittadini non lo sanno.

Solo il 44 per cento fa delle opzioni, però è sul 100 per cento che poi viene distribuito quello che hanno deciso il 44 per cento dei cittadini.

Fare una campagna sociale, come fanno la Chiesa cattolica e le altre confessioni religiose, non vuol dire assolutamente fare una concorrenza, anche perché gran parte di questi fondi andranno a ricostruire le migliaia di chiese che sono grandi monumenti, testimonianza di una civiltà millenaria di questa parte dell'Italia.

E, quindi, io mi auguro - lo chiedo con forza - che il Governo faccia questa campagna sociale.

Siamo rimasti un po' preoccupati dall'ultimo emendamento, “in zona Cesarini”, del Governo, con cui si è creata una nuova struttura nella Presidenza del Consiglio: noi temiamo confusione, sprechi, conflitti con la Protezione civile.

Ma il quadro complessivo, pur con queste ombre… e un'altra ombra è sicuramente il non allargamento ad altri comuni del cratere sismico come Penne, Montebello, Basciano, Penna Sant'Andrea, che avrebbero avuto il sacrosanto diritto di stare nel cratere sismico.

Concludo con le parole di Ignazio Silone. Ignazio Silone, in una prefazione ad una edizione del Touring club del 1948 dell'Abruzzo, scriveva: “Il destino degli uomini della regione che da circa otto secoli viene chiamata Abruzzo è stato deciso principalmente dalle montagne, il fattore costante della loro esistenza è appunto il più primitivo e stabile degli elementi, la natura. Le montagne sono, dunque, i personaggi più prepotenti della vita abruzzese. La storia, che quel carattere ha formato, è stata spesso assai dura, oscura e penosa, in un ambiente naturale quanto mai aspro, tra i più tormentati del nostro Paese, per il clima, le alluvioni, i terremoti. Il carattere peculiare dell'uomo abruzzese è dunque un'estrema resistenza al dolore, alla delusione, alla disgrazia, alle calamità, una grande e timorosa fedeltà, una umile accettazione della Croce come elemento indissociabile della condizione umana”. Sì, la croce. Noi, con questa legge, diciamo al popolo dell'Italia centrale che quella croce la vogliamo portare tutti! Tutti gli italiani vogliono stare insieme alle popolazioni dell'Italia centrale, per questo noi voteremo a favore (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fabrizio Di Stefano. Ne ha facoltà.

FABRIZIO DI STEFANO. Presidente, è davvero con grande rammarico che mi vedo costretto a prendere la parola a nome del gruppo che rappresento e annunciare il nostro voto contrario a questo decreto. Spiegherò in questi minuti perché voteremo contro. Un decreto, quello emanato dal Governo, che era davvero scarno, davvero vuoto, davvero senza contenuti. Abbiamo lavorato molto in Commissione, con l'esame di molti emendamenti, ma mai - dico mai! - tenendo atteggiamenti ostruzionistici; anzi, abbiamo anche ritirato tanti emendamenti, proprio perché la nostra volontà era quella di migliorare il provvedimento, non di bloccarlo.

E dobbiamo dare atto, in particolar modo al presidente Realacci, ma anche alla relatrice, che in Commissione ed in Aula diversi miglioramenti sono arrivati, come l'individuazione di un cratere, anche se non ci soddisfa, ma di questo parlerò più avanti. Un emendamento del presidente Realacci - ha ricordato il collega Melilla - che ci vedeva pienamente soddisfatti, salvo poi venire svilito da una successiva riduzione in termini di quantità ed in termini di percentuale che davvero lo riduce a poca cosa. Ma tutto questo non ci esime dal riconoscere al presidente grande impegno e soprattutto una disponibilità a collaborare.

Però, alla fine di questo lavoro, eravamo combattuti se astenerci sul provvedimento o se votare contro. Sui precedenti provvedimenti - questo è il terzo decreto “terremoto” - avevamo votato anche a favore. Per i decreti immediatamente emanati, subito dopo gli eventi, avevamo dato credito al Governo, avevamo dato fiducia, avevamo votato a prescindere, perché ritenevamo che in quel momento occorreva dare una risposta, qualunque essa fosse, ed era un'apertura di credito che avevamo voluto dare ed avevamo dato cercando di trovare nei passi successivi delle scelte e delle risposte, che evidentemente non ci sono state e che purtroppo oggi siamo costretti a dover giudicare inefficienti ed inefficaci.

Allora, su un provvedimento importante non potevamo astenerci, l'astensione sarebbe stata un non assumerci responsabilità, quindi abbiamo preferito dire chiaro e forte quello che pensiamo: questo decreto non ci soddisfa.

Ma ancor di più: a noi, in maniera ancor più forte, non soddisfa la risposta che in termini complessivi, al di là dei decreti, è stata data a tutta l'emergenza terremoto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

Non ci soddisfa l'impostazione gestionale e politica che è stata data, penso ai due commissari contestualmente nominati. Ma è evidente che c'è un momento dell'emergenza - che un'importante forza commissariale doveva gestire - e un momento della ricostruzione, che altrettanto necessita di una forza importante, ma la contestualità provoca confusione. Non eravamo e non siamo soddisfatti di come sono state date risposte essenziali, una tra tutte su quello che è un diritto dei cittadini, l'avere un tetto. Le cosiddette casette di legno, si è arrivati a rubricarle come un privilegio: si sono fatte le estrazioni non per definire a chi andava quale, ma per definire chi era il fortunato che poteva andarci dentro e chi restava ancora senza un tetto. Ed è vergognoso che a sette, otto mesi di distanza da questi eventi ci sia ancora questa discriminazione.

Allora il nostro giudizio è negativo su questo, ma anche su tanti altri provvedimenti collegati a questo, uno fra tutti la “legge Delrio”, che ha smontato le province; lo abbiamo denunciato, il nostro capogruppo lo ha denunciato qualche giorno fa in conferenza stampa.

Le risposte più importanti, ad esempio sulla viabilità, soprattutto per quanto riguarda l'emergenza maltempo, dovevano essere date dalle province, quelle province che paradossalmente hanno dichiarato questa settimana la settimana della mobilitazione per la sicurezza delle comunità e dei territori. Le province, che sono a larga parte a gestione della maggioranza che governa il Paese, hanno indetto in questa settimana una mobilitazione contro il Governo, ancora una volta facendo l'opposizione a se stessa e denunciando di fatto che la smobilitazione delle province ha portato anche a dei danni irreparabili alla risposta che doveva e poteva essere data a questa calamità. Ma se non ci soddisfa tutto questo, non ci soddisfa neppure come lo Stato ha abbandonato i tanti sindaci, i tanti amministratori locali che si sono visti soli con se stessi e con la propria comunità a combattere su questioni più grandi e più impegnative delle loro forze.

E poi veniamo al decreto. Ho detto che tra i provvedimenti inseriti che ci hanno soddisfatto e che ci vedono esprimere un giudizio positivo - e a cui abbiamo contribuito anche con il nostro voto, così come il voto unanime di tutta l'Aula - è stato certamente l'allargamento del cratere, ma è altrettanto vero che non può essere questo allargamento ciò che ci soddisfa in pieno; soprattutto non può esserlo il criterio con cui è stato allargato, perché se il criterio è quello che sono i presidenti di regione a definire come e a chi allargare il cratere, è evidente che c'è una parzialità di giudizio che non può soddisfarci. Così come non può essere che - e qui arrivo a un'altra delle maggiori note dolenti di questo provvedimento - per quello che fu sbandierato a settembre dello scorso anno come il provvedimento che per i prossimi decenni avrebbe risolto il problema della sismicità, il problema dei territori che sono aggrediti dagli eventi atmosferici e dal depauperamento, quel decreto chiamato pomposamente dall'allora Presidente del Consiglio progetto Casa Italia, che doveva essere un decreto di proporzione enormi, fino ad oggi - da come abbiamo saputo - non si è mosso minimamente niente, e oggi trova vita esclusivamente con un emendamento inserito all'ultimo momento in questo decreto.

È un decreto che porta delle risorse per la casa: beh, noi avremmo preferito che quelle risorse fossero state date, invece, a chi, pur riuscendo ancora a vivere dentro le poche abitazioni, perché per fortuna non le hanno avute danneggiati irreparabilmente, però le hanno certamente avute danneggiate, oggi si trova costretto a ripararsele tutte a proprie spese. Se questi sono due tra i motivi più importanti - ma ne potremmo citare tanti altri, per cui non siamo soddisfatti e riteniamo non sufficiente questo decreto -, credo che dobbiamo anche chiedere al Governo di tornarci sopra, di tornarci subito, perché quello che è il nostro giudizio negativo non credo che sia soltanto solo il giudizio di una parte politica, comunque rappresentativa , che vanta decine di parlamentari, ma ancor di più tanti, tanti amministratori locali che in questi giorni ci hanno chiamato e ci hanno sollecitato, che sono venuti qui a manifestare e a protestare, che sono venuti qui a chiedere e a dirci che avevano bisogno di una mano. A questa gente andavano date risposte diverse. Allora - e concludo, Presidente - ecco perché, con grande dolore e con grande rammarico siamo costretti ad annunciare e a dare il nostro voto contrario a questo provvedimento, che non è soltanto il voto contrario del gruppo di Forza Italia, sarebbe già una cosa, ma certamente potrebbe essere poca cosa per voi. Purtroppo io credo che il nostro voto contrario interpreti il voto contrario e il giudizio contrario dei sindaci, degli amministratori locali, delle imprese, delle italiane e degli italiani che vivono nel cratere e nelle zone colpite dagli eventi atmosferici e che non si ritengono soddisfatti da questa risposta del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Castelli. Ne ha facoltà.

LAURA CASTELLI. Grazie, Presidente. Fin dalla prima scossa di terremoto, quella del 24 agosto, il MoVimento 5 Stelle è sempre stato presente e vicino alle popolazioni per portare le loro istanze a chi spesso non sa e non vuole ascoltare. Abbiamo fatto richieste continue al Governo per fare velocemente e in modo efficiente tutto ciò che serve per far sentire davvero la presenza dello Stato in quei territori. Uno Stato che soccorre ai propri cittadini, costi quel che costi, perché loro sono la cosa più importante e devono avere la priorità assoluta. Questo è il motivo per il quale siamo tutti qui dentro: per svolgere quella missione e mi spiace, Presidente, ma quel “costi quel che costi” lo Stato e le istituzioni non lo dimostrano più, non l'hanno dimostrato.

Abbiamo sempre rivendicato il diritto di criticare e denunciare al fine di spronare per sollecitare e fare di più, ma abbiamo anche teso la mano, proposto la nostra collaborazione in nome del bene comune. L'abbiamo fatto prima con una lettera a Gentiloni, firmata dal nostro vicepresidente Di Maio a nome dei rappresentanti di tutte le forze politiche. Lo abbiamo fatto nuovamente prima che il Governo varasse questo decreto, sicuri che, nonostante siamo ancora una forza di opposizione, fosse giusto suggerire cosa serviva davvero alle migliaia di famiglie coinvolte in questa tragedia. Il potenziamento del genio militare per l'installazione delle casette, una buona azione di informazione per i cittadini che tra ordinanze, norme e regolamenti spesso sono confusi, uno spazio dedicato per conservare i beni personali degli sfollati, un sostegno concreto agli imprenditori e ai lavoratori per affrontare i mesi di stallo. Poco o niente di queste richieste hanno trovato accoglimento, ma ci sono due aspetti fondamentali di cui oggi dobbiamo parlare in quest'Aula. Il primo, Presidente, i soldi, il secondo, la macchina farraginosa dello Stato.

Sui soldi, Renzi è andato in Europa a battere i pugni e chiedere flessibilità, aveva chiesto lo 0,2 per cento del PIL, 3,4 miliardi, poi di spese giustificate ne avevate solo 600 milioni, infatti ora Padoan giura all'Europa che entro aprile farà la manovra correttiva, chissà chi pagherà questa volta? Ma l'aspetto più grave su cui state mentendo agli italiani riguarda i soldi che non volete mettere per la ricostruzione. Sapete tutti che servono almeno una decina di miliardi per ricostruire tutto, ma ad oggi abbiamo un vecchio DEF, un documento di economia e finanze, con promesse di flessibilità alle regole europee per ricostruire che non siete stati capaci di utilizzare, tre decreti che promettono soldi, ma che quando si va a interrogare la Ragioneria generale dello Stato, a denti stretti, mi rispondono che questi soldi sono tutti fermi dentro i Ministeri, bloccati dalle inefficienze, che casualmente si manifestano so quando si parla di provvedimenti per i cittadini perché scommetto che i 20 miliardi alle banche sono arrivati subito a destinazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), per i terremotati invece parliamo di calende greche. Abbiamo ancora una procedura di infrazione europea alle porte che probabilmente è l'unica vera paura di Padoan altro che avere a cuore il popolo che soffre. Tutto questo mentre promettete il quarto decreto sul terremoto, cioè state raccontando agli italiani che ricostruirete tutto, ma non c'è un centesimo, siamo ben lontani dalla cifra che serve. Voi questa cosa la dovete spiegare per bene agli italiani. Addirittura mentre qua fate finta di tenere al tema del terremoto, in Europa ieri, voi, Partito Democratico, con NCD e Forza Italia, avete tolto una grandissima possibilità all'Italia per affrontare il terremoto: avete votato per non superare il tetto del 5 per cento del Fondo europeo di sviluppo regionale da dedicare alla ricostruzione. La solita incoerenza e ipocrisia in salsa PD e infatti dal terremoto al salvataggio di Minzolini e Lotti ci si accorda sempre con NCD e Forza Italia, sempre le stesse forze politiche. Avete l'obbligo morale di dire la verità qui oggi a tutti gli italiani, soprattutto ora che avete mostrato tutta la parte peggiore dello Stato che pro tempore state rappresentando.

Altro punto fondamentale, Presidente, di cui oggi dobbiamo parlare è la lentezza della macchina dello Stato, la vostra solita scusa e questa volta non lo diciamo noi, ma il vostro commissario straordinario alla ricostruzione che si lascia scappare la frase “bisogna darsi una governance totalmente differente, altrimenti non ce la faremo, la ricostruzione non esiste proprio, non è possibile che per fare le casette si aspetti il fabbisogno definitivo”. Ora è semplice vorremmo sapere se vi siete organizzati? Che cosa avete fatto in concreto? “Casa Italia”, forse? Un regalo di 1,3 milioni nel 2017 e 2,5 milioni del 2018 per pagare dirigenti e una nuova struttura. Ma perché non lasciare tutto alla struttura commissariale, forse è diventata troppo ribelle ultimamente? Non credete che i vostri problemi di partito stiano entrando un po' troppo e in modo ingiustificato nella vita degli italiani che vorrebbero solo riacquistare un minimo di dignità dopo che il terremoto gliela ha completamente tolta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? E comunque, dopo otto mesi iniziate oggi a consegnare le prime casette per la prima scossa e promettente che per le successive arriveranno a fine anno, ma chi paga le conseguenze di queste lentezze, ve lo chiedete mai? Non le paga Renzi, non le paga Gentiloni, entrambi maestri di promesse, le pagano quelle persone che avete costretto a restare parcheggiate dentro i residence, quelle fattorie in cui avete portato alla morte le bestie, quelle imprese e quei lavoratori che non sanno come rimettere in piedi ciò che hanno perso.

E per fortuna - per fortuna! - c'è la solidarietà che in questo Paese ha talmente sostituito il principio di sussidiarietà dello Stato, quel principio che dovrebbe esercitare nei confronti dei cittadini, di chi non ce la fa e invece niente, voi siete sopra ogni cosa. Siete sopra i principi costituzionali quando vi fate mettere in ginocchio dall'Europa, anche sul terremoto, siete sopra la legge quando scavalcate una sentenza della magistratura e salvate un condannato in via definitiva, calpestando la legge e la separazione dei poteri. E continuate a fare leggi, vecchie e in ritardo, che non applicate, e che restano ferme nei cassetti delle vostre scrivanie. Alcuni di voi ce l'hanno messa tutta nel loro piccolo, cercando di risolvere alcuni problemi, fermo restando qualche marchetta e regalo agli amici che proprio non vi riesce mai di evitare, ma qui il problema, Presidente, è diverso: questo Governo non ce la fa, non è in grado alla prova dei fatti e non è all'altezza di questo compito. Per manifesta incapacità, nei Paesi seri in tutto il mondo, nella gestione dell'emergenza sulle calamità naturali i Governi cadono, spariscono, lasciano il posto a qualcun altro, e battono la ritirata. Voi invece siete qui che vi dimenate tra le norme cercando di mettere toppe e di sopravvivere ai vostri scandali; niente ha più valore per voi, solo queste poltrone, i vostri vitalizi, e le vostre immunità, distanti anni luce dal Paese reale che manifesta continuamente fuori Montecitorio. Presidente, Platone dice che “la legge è l'emanazione più prossima alla sapienza”. Voi invece siete l'emanazione esasperata dell'ipocrisia.

Noi annunciamo il nostro voto di astensione perché siamo una forza responsabile e su questo tema, sul terremoto, non si scherza, ma la nostra rabbia è la rabbia di tutta l'Italia che vede un Governo assente sul terremoto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Sereni. Ne ha facoltà.

MARINA SERENI. Grazie, signora Presidente. Colleghi, rappresentanti del Governo, consentitemi una considerazione prima di entrare nel merito del decreto: siamo alle prese con una situazione di eccezionale gravità. Io vorrei che noi avessimo tutti la stessa consapevolezza, siamo di fronte ad una dimensione straordinaria, sia sotto il profilo quantitativo, che sotto il profilo qualitativo: quattro regioni, 140 comuni, un'area molto vasta coinvolta da questa calamità naturale e delle aree interne che già prima del sisma avevano problemi di spopolamento e di difficoltà. Pensiamo al numero delle scosse, le ha ricordate il collega Melilla: 59.000 scosse di cui nove pari o superiori al quinto grado. Pensiamo alla dinamica dei sopralluoghi, alla durata di questo evento sismico, cominciato ad agosto e ancora in corso, 142.000 sopralluoghi, richieste per oltre 200.000 istanze. Pensiamo al sovrapporsi di diverse calamità naturali: il terremoto, ma anche un'eccezionale ondata di maltempo, pensiamo alle migliaia e migliaia di persone che sono state e sono assistite ancora oggi dalla Protezione civile e dal commissario. Vorrei dire al collega Fabrizio Di Stefano che non c'è nessuno senza un tetto sopra la testa in questo momento: non ce n'è nessuno in nessuna delle quattro regioni colpite dal terremoto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Perché richiamo all'attenzione nostra, di tutti noi questa dimensione straordinaria del problema che abbiamo davanti? Perché questo non è il primo provvedimento e non sarà l'ultimo, cari colleghi, non potrà mai essere l'ultimo perché siamo di fronte ad un problema gigantesco con il quale dovremo fare i conti in tutta questa legislatura e anche in quella successiva, chi tornerà in queste Aule, perché il problema è molto grande, è molto serio e ci sono migliaia di famiglie, migliaia di imprese, molti, moltissimi soggetti che sono coinvolti. Non siamo stati fermi però e non siamo fermi. Ha lavorato la Protezione civile, ha lavorato il commissario, hanno lavorato i 140 sindaci coinvolti, hanno lavorato le regioni, ha lavorato il Parlamento, ha lavorato il Governo. Se vogliamo guardare alle risorse - onorevole Castelli, mi stupisco di lei - con questo decreto-legge aggiungiamo poco (53 milioni di risorse aggiuntive) ma intanto con il primo decreto tra minori entrate, cioè tasse che non vengono pagate, e maggiori spese abbiamo messo 922 milioni di euro; con la legge di bilancio per 2017 abbiamo messo 7 miliardi e 100 milioni di euro; con il decreto-legge n. 244 del 2016 abbiamo messo altri 32 milioni di euro; con cinque delibere del Consiglio dei ministri abbiamo messo altri 230 milioni di euro. Non sono pochi: non basteranno, ma non sono affatto pochi, perché dovete dire cose non vere ai cittadini? I cittadini non hanno bisogno di essere spaventati (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico), hanno bisogno di soluzioni concrete. Le risorse ci sono: le dobbiamo usarle bene e dobbiamo usarle nei tempi previsti ma ne serviranno altre e serviranno altre norme perché scopriremo altri problemi strada facendo. Chiunque ha fatto l'amministratore perfino di un condominio, figuriamoci di un comune sa che i problemi si scoprono camminando, si scoprono facendo le cose, non leggendo sui blog, si scoprono andando lì e cercando di trovare momento per momento le soluzioni migliori. Ed è per questo - consentitemi di dire - mi stupisce moltissimo che Forza Italia abbia deciso di votare contro il provvedimento. Mi stupisce moltissimo perché abbiamo lavorato su questo decreto-legge molto bene, tra Governo e Parlamento c'è stato un grande dialogo, tra maggioranza e opposizione c'è stato un grande dialogo e c'è stato un grande ascolto del territorio coinvolto dal terremoto. Abbiamo ascoltato decine di soggetti economici, sociali, istituzionali che operano in quel terremoto.

Che cosa è contenuto dentro questo decreto-legge? Il decreto-legge si innesta ovviamente sull'impianto del precedente, il decreto-legge n. 189 del 2016, ma introduce alcuni punti chiave: semplificazione di norme procedurali per la realizzazione delle strutture indispensabili al superamento dell'emergenza e all'avvio della fase della ricostruzione. Ci dobbiamo capire: non possiamo un giorno gridare contro la corruzione e il giorno dopo gridare contro la burocrazia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Dobbiamo trovare un punto di equilibrio e ci dobbiamo lavorare tutti insieme. Si possono fare norme efficaci che nella trasparenza consentano a chi deve agire sul territorio di lavorare celermente. Le norme ci sono, vengono ribadite e vengono precisate in questo decreto-legge: si può agire con norme di urgenza senza negare legalità e trasparenza. In secondo luogo abbiamo scelto di dare supporto alle strutture operative che sul territorio debbono realizzare alcuni elementi. Ci sono 140 comuni - l'ho detto prima - molti di questi sono piccoli o piccolissimi e non hanno la struttura adeguata e con questo decreto abbiamo raccolto il loro grido di dolore: aiutateci a fare meglio il nostro mestiere.

Abbiamo messo loro a disposizione risorse, personale e procedure semplificate, per poter lavorare meglio.

C'è un'attenzione alle fasce sociali più deboli, che ci deve essere ovunque, certamente. Abbiamo approvato la delega sulla povertà, ma lì c'è una situazione speciale e, allora, c'è una norma speciale per le famiglie e per i soggetti sociali più bisognosi. C'è l'esigenza di avere nei comuni dei piani di microzonazione sismica all'altezza del problema, perché quella è un'area enormemente sismica e questo piano straordinario viene previsto con questo decreto.

Ma ci sono molte modifiche che abbiamo fatto insieme in Parlamento, ne cito solo alcune, le più significative. Abbiamo dato ristoro ai territori colpiti in Abruzzo, in particolar modo dal punto di vista climatico. Abbiamo dato impulso all'attività di verifica sulla vulnerabilità sismica degli edifici scolastici e messo in moto un meccanismo per intervenire. Si è provveduto ad individuare i nove comuni dell'Abruzzo che debbono entrare nel cratere ed essere trattati come tutti gli altri. Si sono semplificate alcune altre procedure, penso a quelle della gestione delle macerie, penso al personale. Si è data la proroga e l'ampliamento della platea per la sospensione dei mutui. Dopo questa approvazione, quando diventerà definitiva questa legge, non avrà diritto alla proroga e alla sospensione dei mutui solo chi ha avuto dei danni, ma tutte le famiglie e tutti le imprese. Si è introdotta la “norma Realacci” - chiamiamola così, che così ci capiamo meglio - dell'8 per mille sui beni culturali: una grande iniziativa! Nel nostro territorio - io sono dell'Umbria - sono crollate decine, centinaia di piccole e piccolissime chiese, dei gioielli preziosissimi ed è molto importante questa norma dell'8 per mille sui beni culturali. Poi sono stati introdotti altri due capitoli: Casa Italia. Forse doveva essere all'inizio del decreto, Casa Italia. Ha ragione chi lo ha detto ieri. Forse si poteva evitare l'emendamento, ma è molto importante che non si aspetti un'altra calamità per dire che noi vogliamo guardare al futuro, che non vogliamo sempre intervenire dopo che c'è stata una catastrofe. Vogliamo un patrimonio edilizio più bello, più sicuro, più solido e dobbiamo avere uno strumento, che non è la Protezione civile, che ha una competenza molto chiara in termini di prevenzione e di emergenza dei disastri.

Poi ci sono i temi economici, li ho lasciati per ultimi, perché stanno a cuore a tutta quest'Aula. Noi abbiamo sentito una grande preoccupazione; stiamo parlando di aree interne, dove lavorano degli imprenditori coraggiosi, e rischiamo che questi imprenditori mollino. Stiamo parlando di un settore, in particolare, quello del turismo, del commercio e dei servizi, che anche fuori dall'area del cratere ha avuto un danno drammatico. Qui abbiamo messo alcune prime misure: il danno indiretto, che abbiamo anche migliorato in aula - sto finendo -, le priorità per il contratto di sviluppo, la Visco Sud. Sono prime misure, ma sono importantissime.

Mi rivolgo al Governo: lo sappiamo che le risorse non sono abbastanza su questo punto, ma abbiamo fatto bene a metterle ora, perché questi imprenditori, queste aziende, hanno bisogno di un segnale di attenzione ora, ma dobbiamo tornarci. Sottosegretaria De Micheli, lei annuisce. Dobbiamo tornarci, perché queste misure sono solo l'inizio.

Allora, è un buon decreto, un buon provvedimento, e non capisco come faranno quelli che votano contro a tornare lì a dire che queste misure sono anche merito loro perché (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) guardate, delle due l'una: o avete dei meriti per quello che abbiamo messo dentro o non li avete e si vedrà quando si vota il provvedimento.

Per questi motivi io annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Mi ha chiesto di parlare il presidente Realacci per un breve ringraziamento.

ERMETE REALACCI. È stato un lavoro intenso e positivo. Il provvedimento è stato molto rafforzato. Come hanno detto in molti, è solo un primo provvedimento, però quelli che voteranno questo provvedimento dimostrano con i fatti di essere al fianco dei comuni e dei territori colpiti, danno una mano a un'Italia che affronta l'emergenza e guarda al futuro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per i dovuti ringraziamenti la sottosegretaria De Micheli. Prego.

PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Vi ho ascoltato con grande attenzione per tre settimane, vi chiedo 25 secondi. Sono state tre settimane molto intense e anche complicate; ci tengo moltissimo a ringraziare gli uffici della Commissione ambiente, della Commissione bilancio, gli uffici dell'Aula, anche i commessi, il mio Ministero, il Ministero dell'economia e delle finanze e la Ragioneria che hanno supportato il lavoro che abbiamo fatto in queste settimane, i commissari, tutti i colleghi deputati, di maggioranza e anche tutti i colleghi dell'opposizione che ci hanno sopportato, il presidente Realacci e la relatrice Chiara Braga con veramente grandissima, grandissima, stima. La ricostruzione è una salita molto ripida, lo ripeto, molto ripida. Ma oggi facciamo un altro passo avanti importante, grazie al Parlamento. Questo per noi è di buon auspicio per le prossime decisioni (Applausi).

Sul grave attentato verificatosi a Londra (ore 19,38)

PRESIDENTE. Allora, colleghi, prima di passare alla votazione finale, come abbiamo concordato, vorrei la vostra attenzione per una commemorazione (Commenti)… Scusate, colleghi, stiamo parlando di una commemorazione delle vittime dell'attentato di Londra e vi chiedo rispetto!

(Si leva in piedi e, con lei , l'intera Assemblea e i membri del Governo) Allora, colleghi e colleghe, come sapete ieri, 22 marzo, Londra è stata colpita da un brutale attentato terroristico. Al momento - perché, purtroppo, temo non sia definitivo - il bilancio è di quattro morti, compreso l'assalitore che ha sferrato l'attacco, e di almeno trenta feriti. Si tratta dell'ennesima odiosa aggressione contro persone innocenti, contro un luogo simbolo, luogo simbolo della democrazia, dei principi fondamentali di libertà, di civile convivenza e di tolleranza, parliamo del Parlamento del Regno Unito. La strategia messa in atto dal terrorismo di matrice islamista, per cui a colpire con qualsiasi mezzo e senza risparmiare nessuno sono sempre più spesso individui singoli, mira a rendere il nostro continente ostaggio della paura. Il terrorismo è un fenomeno che colpisce ovunque, a qualsiasi latitudine e non risparmia nessuno, attentando ai valori fondamentali delle nostre società, alimentando l'odio e favorendo la radicalizzazione. Occorre, dunque, reagire, ma reagire con lucidità e fermezza, consapevoli che questa barbarie potrà essere sconfitta soltanto con un rafforzamento della cooperazione giudiziaria, della cooperazione di polizia, della cooperazione di intelligence, sia a livello europeo che a livello internazionale.

A tutto il popolo britannico esprimo la vicinanza e la solidarietà mia personale e dell'intera Camera dei deputati. Ho già fatto pervenire il nostro cordoglio al Presidente della Camera dei comuni John Bercow.

Ora, invito l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Applausi).

Si riprende la discussione.

(Coordinamento formale - A.C. 4286-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 4286-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 4286-A :

“Conversione in legge del decreto-legge 9 febbraio 2017, n. 8, recante nuovi interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016 e del 2017”.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 90).

Abbiamo così concluso il decreto sul terremoto.

Interventi di fine seduta.

GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANNI MELILLA. Grazie, signora Presidente. Sui vitalizi vorrei spiegare - non tanto a chi fa della menzogna un metodo di lotta politica violenta, ma all'opinione pubblica, vittima di una campagna sistematica di odio e disprezzo per i parlamentari - che i vecchi vitalizi non ci sono più. Dal 2012, le pensioni dei parlamentari sono calcolate con il metodo contributivo come per tutti i lavoratori italiani. Oggi, per avere la pensione, un deputato versa 918 euro al mese per cinque anni, pari a 55.080 euro. Un lavoratore con uno stipendio medio di 1.200 euro al mese versa, ogni mese, 110 euro, che in quarant'anni sviluppano 52.876 euro; non vale quanti anni si versa, ma quanto si versa. L'accusa che il parlamentare va in pensione con cinque anni di contributi è una fesseria. Il sistema contributivo consiste proprio in questo: dare una pensione che si calcola con un algoritmo di quanto si è versato.

Voglio essere estremamente tecnico, la somma versata va a costituire una sorta di capitale individuale detto montante, che per determinare l'ammontare del trattamento pensionistico all'atto della cessazione dal lavoro sarà moltiplicato per appositi coefficienti di trasformazione, correlati all'età e all'aspettativa di vita del lavoratore e soggetti a revisione periodica. Il coefficiente di trasformazione, e questo è il punto, è tanto più basso quanto più bassa è l'età di pensionamento e viene aggiornato periodicamente in base alla crescita dell'aspettativa di vita. Se l'aspettativa di vita cresce, il coefficiente si riduce; tanto più basso è il coefficiente, tanto più limitato sarà il rendimento annuo che deriva per ciascuno, dal proprio montante contributivo e, quindi, tanto minore sarà l'importo della pensione. Dunque, non ha senso dire: 65 o 66 anni e sei mesi, perché la pensione diminuisce in relazione all'età in cui parte il pensionamento. Spero che i giornalisti, soprattutto quelli più sprezzanti nei confronti dei parlamentari, approfondiscano la materia…

PRESIDENTE. Concluda, deputato.

GIANNI MELILLA. Perché questa casa ha radici solide ma se viene bombardata può anche crollare.

MARCO BALDASSARRE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO BALDASSARRE. Presidente, il fatto che il Senato abbia deciso di salvare Minzolini dalla decadenza è già un fatto molto grave, visto che la legge Severino prevede la decadenza di diritto per i condannati in via definitiva.

Pertanto i senatori, con il loro voto, hanno scelto di non applicare una legge che invece doveva essere obbligatoriamente applicata.

Se negli anni passati abbiamo assistito all'approvazione di norme ad personam che hanno suscitato tante proteste da parte del Partito Democratico, con il caso Minzolini abbiamo assistito ad un salto di qualità nella violazione dell'etica pubblica da parte della classe politica, visto che la sanzione esiste, ma se un senatore ha molti amici in Senato la fa franca.

Lunedì Alternativa Libera ha presentato una mozione per fare decidere alla Corte costituzionale se la scelta del Senato di salvare Minzolini sia legale, tutto qui.

Ad oggi, invece, questa mozione per sollevare il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, tra la Camera, che ha approvato la legge Severino, e il Senato, che ha deciso di non applicarla, giace chiusa in qualche cassetto di Montecitorio, per impedire ai deputati di esprimere la propria posizione su quanto avvenuto al Senato.

Di fatto, Presidente, bloccando la pubblicazione di questa mozione, si stanno mutilando i poteri della Camera, per evitare che la Corte costituzionale valuti l'operato del Senato.

Non sappiamo quali interessi si stia cercando di coprire con questo atteggiamento, ma è gravissimo che, abusando di questo potere, si blocchi l'esercizio di diritti costituzionalmente garantiti di ben due organi dello Stato: la Camera dei deputati e la Corte costituzionale.

PRESIDENTE. Allora, guardi, lei mi ha scritto una lettera - mi ha scritto una lettera ieri o oggi? Ieri - in cui lei mi chiede di sollevare, lei vuole sollevare un conflitto con l'altro ramo del Parlamento.

Io le sto rispondendo, le dico anche - e lo farò con una lettera, come lei ha fatto con me - le dico anche che, però, non è questa la sede in cui si mettono in discussione le decisioni prese nell'altro ramo del Parlamento, perché è chiaro che io non posso discutere ed entrare nel merito di decisioni dell'altro ramo del Parlamento.

Lei mi ha sollevato una questione per lettera e io per lettera le risponderò e le motiverò il perché ho preso la decisione che ho preso.

Allora, l'ultimo intervento è di Raffaello Vignali. Deputato Vignali, prego.

RAFFAELLO VIGNALI. Grazie Presidente, molto velocemente e semplicemente per sollecitare due miei atti di sindacato ispettivo, due interpellanze: la n. 2-01628, relativa all'IRAP per le imprese di trasporto che abbiano stipulato contratti di servizio con l'ente pubblico e la n. 2-01682, che riguarda la chiusura di 9 corpi di ballo su 12 negli enti lirico-sinfonici italiani.

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Il seguito dell'esame degli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno della seduta odierna è rinviato alla seduta di martedì 28 marzo.

Avverto che sono state trasmesse alla Presidenza alcun richieste di rinvio ad altra data dell'inizio di provvedimenti previsti dal calendario dei lavori a partire dalla seduta di lunedì 27 marzo.

In particolare, con distinte lettere del 21 marzo:

il Presidente della Commissione Agricoltura ha rappresentato che l'Ufficio di Presidenza ha convenuto all'unanimità in ordine all'esigenza di chiedere il rinvio ad altra data dell'inizio della discussione in Assemblea del testo unificato delle proposte di legge n. 338 e abbinate, recante “Interventi per il settore ittico”;

il Presidente della Commissione Lavoro ha comunicato che, in sede di Ufficio di Presidenza si è unanimemente convenuto di richiedere il rinvio ad altro calendario della discussione in Assemblea della proposta di legge n. 4064, recante “Carta dei diritti universali del lavoro. Nuovo statuto di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori”, prevista con la clausola “ove conclusa dalla Commissione”;

il Presidente della Commissione Affari costituzionali ha comunicato che, l'Ufficio di Presidenza ha concordato, con la posizione contraria del gruppo MoVimento 5 Stelle, in ordine all'esigenza che la Commissione disponga di maggior tempo per proseguire e concludere l'esame della proposta di legge n. 2352 e abb., recante “Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, in materia di elezione della Camera dei deputati, e al testo unico di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, in materia di elezione del Senato della Repubblica”, anch'essa iscritta con la clausola “ove conclusa dalla Commissione”.

Inoltre, con distinte lettere inviate in data odierna:

il Presidente della Commissione Finanze ha comunicato che la Commissione non ha concluso l'esame della proposta di legge n. 1742 e abb., recante “Modifica all'articolo 10 del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, in materia di separazione tra le banche commerciali e le banche d'affari”, prevista in calendario con la clausola “ove conclusa dalla Commissione”;

il Presidente della Commissione Affari costituzionali ha richiesto un ulteriore differimento di un'ulteriore settimana dell'esame della proposta di legge n. 3558 recante misure per la prevenzione della radicalizzazione e dell'estremismo jihadista.

L'esame di tali provvedimenti non sarà pertanto iscritto all'ordine del giorno delle sedute della prossima settimana e alla loro nuova iscrizione nel calendario dei lavori dell'Assemblea provvederà la Conferenza dei Presidenti di gruppo.

A seguito di tali rinvii e secondo le intese intercorse tra i gruppi, l'ordine degli argomenti iscritti all'ordine del giorno delle sedute con votazioni della prossima settimana sarà il seguente:

Testo unificato delle proposte di legge in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento

Pdl 2188-A ed abb. – Disposizioni in materia di candidabilità, eleggibilità e ricollocamento dei magistrati

Pdl 1658-B – Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati

Ddl 4109 – Accordo Italia-Slovenia sulla linea del confine di Stato nel tratto regimentato del torrente Barbucina/Čubnica

Pdl 4144 - Modifiche alla legge 6 dicembre 1991, n. 394, e ulteriori disposizioni in materia di aree protette

Pdl 1202-A e abb. - Distacco dei comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio dalla regione Marche e loro aggregazione alla regione Emilia-Romagna, nell'ambito della provincia di Rimini, ai sensi dell'articolo 132, secondo comma, della Costituzione

Doc. XII, n. 12-A – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull'espulsione e sul rimpatrio della moglie e della figlia di un dissidente kazako

Mozioni concernenti iniziative volte all'estensione dei cosiddetti poteri speciali del Governo al fine di salvaguardare gli assetti proprietari delle aziende italiane di rilevanza strategica

Mozioni concernenti iniziative in materia di politiche attive del lavoro, con particolare riferimento al potenziamento dei centri per l'impiego

Mozioni concernenti iniziative volte all'identificazione dei migranti deceduti nella traversata del Mediterraneo

Mozione n. 1-1508 in materia di robotica ed intelligenza artificiale

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Venerdì 24 marzo 2017, alle 9,30:

  Svolgimento di interpellanze urgenti

La seduta termina alle 19,55.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

  nelle votazioni nn. 1 e 89 il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 24 la deputata La Marca ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 2 alla n. 4, dalla n. 20 alla n. 31 e dalla n. 73 alla n. 76 il deputato Rampelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 5 il deputato Borghi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 7 il deputato Borghi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 9 e 10 la deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 12 e 13 il deputato Borghi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 15 alla n. 19 il deputato Librandi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 16 la deputata Rubinato ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni n. 16 e n. 76 la deputata Bargero ha segnalato che ha votato erroneamente contro e che avrebbe voluto votare a favore;

  nelle votazioni n. 16e n. 73 la deputata Iacono ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 17 la deputata Quartapelle Procopio ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 25 il deputato Vazio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 27 la deputata Bragantini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni nn. 30 e 31 il deputato Manfredi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni nn. 30, 32 e 79 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 33 la deputata Businarolo ha segnalato che non è riuscita ad astenersi dal voto;

  nella votazione n. 35 la deputata Businarolo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni nn. 35, 56 e 57 il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 37 alla n. 40 e nella votazione n. 80 il deputato Matarrese ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 51 il deputato Pesco ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 56 il deputato Miccoli ha segnalato che ha votato erroneamente;

  nelle votazioni nn. 59 e 60 il deputato Monchiero ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 61 il deputato Pesco ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 63 il deputato Mantero ha segnalato che si è erroneamente astenuto mentre avrebbe voluto votare a favore;

  nelle votazioni dalla n. 63 alla n. 78 il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 66 la deputata Tartaglione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 67 il deputato Falcone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 67 il deputato Tripiedi ha segnalato che si è erroneamente astenuto mentre avrebbe voluto votare a favore;

  nella votazione n. 69 la deputata D'Incecco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 81 il deputato Ferraresi ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;

  nella votazione n. 81 la deputata Rotta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 86 il deputato Rampi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 87 il deputato Giulietti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 88 la deputata Albanella ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 90 il deputato Brunetta ha segnalato che non è riuscito a votare.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 4286-A - em. 1.160 375 374 1 188 372 2 111 Appr.
2 Nominale em. 1.57, 1.103 376 375 1 188 150 225 111 Resp.
3 Nominale em. 1.152 rif. 380 379 1 190 377 2 111 Appr.
4 Nominale em. 5.12 383 382 1 192 154 228 110 Resp.
5 Nominale em. 7.17, 7.102 rif. 393 393 0 197 391 2 105 Appr.
6 Nominale em. 7-bis.101 392 326 66 164 326 0 104 Appr.
7 Nominale em. 9.103 396 396 0 199 161 235 104 Resp.
8 Nominale em. 11.100 396 396 0 199 395 1 103 Appr.
9 Nominale em. 11.113 409 315 94 158 75 240 103 Resp.
10 Nominale em. 11.61 410 410 0 206 166 244 103 Resp.
11 Nominale em. 11.59 407 406 1 204 164 242 103 Resp.
12 Nominale em. 11.1 407 407 0 204 180 227 102 Resp.
13 Nominale em. 11.58 410 385 25 193 138 247 102 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 11.26 393 392 1 197 160 232 101 Resp.
15 Nominale em. 11.71 397 330 67 166 92 238 101 Resp.
16 Nominale em. 11.114 383 383 0 192 160 223 101 Resp.
17 Nominale em. 11.62 392 392 0 197 163 229 101 Resp.
18 Nominale em. 11.31 400 400 0 201 169 231 101 Resp.
19 Nominale em. 11.63 398 397 1 199 167 230 100 Resp.
20 Nominale em. 11.105 403 402 1 202 181 221 100 Resp.
21 Nominale em. 11.107 408 400 8 201 143 257 100 Resp.
22 Nominale em. 11.6 407 406 1 204 182 224 100 Resp.
23 Nominale em. 11.109 409 408 1 205 168 240 100 Resp.
24 Nominale em. 11.48 408 407 1 204 172 235 100 Resp.
25 Nominale em. 11.51 402 401 1 201 172 229 100 Resp.
26 Nominale em. 11.57 403 402 1 202 173 229 100 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 11.700 403 402 1 202 400 2 100 Appr.
28 Nominale em. 11.111 rif. 414 413 1 207 412 1 100 Appr.
29 Nominale em. 11.116 404 400 4 201 167 233 100 Resp.
30 Nominale em. 11.117 396 396 0 199 161 235 100 Resp.
31 Nominale em. 11.70 399 335 64 168 91 244 100 Resp.
32 Nominale em. 11.43 400 397 3 199 184 213 100 Resp.
33 Nominale em. 11.36 395 325 70 163 79 246 100 Resp.
34 Nominale art. agg. 11.044 397 374 23 188 150 224 100 Resp.
35 Nominale art. agg. 11.0104 388 388 0 195 165 223 100 Resp.
36 Nominale art. agg. 11.0103 390 295 95 148 73 222 100 Resp.
37 Nominale art. agg. 11.033 392 392 0 197 169 223 100 Resp.
38 Nominale art. agg. 11.0100 400 376 24 189 150 226 99 Resp.
39 Nominale art. agg. 11.036 397 394 3 198 149 245 99 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale art. agg. 11.049 395 323 72 162 101 222 99 Resp.
41 Nominale art. agg. 11.045 396 394 2 198 171 223 99 Resp.
42 Nominale art. agg. 11.048 400 303 97 152 78 225 99 Resp.
43 Nominale art. agg. 11.056 403 305 98 153 79 226 99 Resp.
44 Nominale art. agg. 18.028 401 328 73 165 103 225 99 Resp.
45 Nominale em. 19.100 393 383 10 192 135 248 99 Resp.
46 Nominale em. 19.101 396 396 0 199 171 225 99 Resp.
47 Nominale em. 19.102 397 397 0 199 394 3 99 Appr.
48 Nominale em. 19.2 391 366 25 184 146 220 99 Resp.
49 Nominale em. 19.4 388 317 71 159 96 221 100 Resp.
50 Nominale em. 19.3 398 326 72 164 96 230 99 Resp.
51 Nominale em. 19.103 402 387 15 194 61 326 99 Resp.
52 Nominale art. agg. 20.06, 20.0101 405 328 77 165 99 229 99 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale art. agg. 20.07, 20.0102 404 402 2 202 174 228 99 Resp.
54 Nominale art. agg. 20.08, 20.0103 405 404 1 203 175 229 99 Resp.
55 Nominale art. agg. 20.012 398 298 100 150 75 223 99 Resp.
56 Nominale em. 20-bis.100 398 395 3 198 387 8 99 Appr.
57 Nominale em. 20-bis.102 398 398 0 200 172 226 99 Resp.
58 Nominale em. 20-bis.103 399 398 1 200 172 226 100 Resp.
59 Nominale em. 21.6, 21.101 391 390 1 196 170 220 100 Resp.
60 Nominale em. 21.7, 21.102 395 394 1 198 170 224 100 Resp.
61 Nominale em. 21.10, 21.103 390 389 1 195 165 224 100 Resp.
62 Nominale em. 21.11 383 310 73 156 84 226 98 Resp.
63 Nominale art. agg. 21.013 380 378 2 190 162 216 98 Resp.
64 Nominale em. 21-quater.600 387 386 1 194 379 7 98 Appr.
65 Nominale em. 21-quater.100 380 378 2 190 164 214 99 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale subem. 0.1.51.1 n.f. 328 328 0 165 327 1 112 Appr.
67 Nominale em. 1.51 344 343 1 172 343 0 111 Appr.
68 Nominale em. 5.47, 5.301 rif. 346 344 2 173 344 0 111 Appr.
69 Nominale art. agg. 10.0700 348 348 0 175 347 1 110 Appr.
70 Nominale subem. 0.11.701.100 354 354 0 178 354 0 110 Appr.
71 Nominale em. 11.701 352 352 0 177 352 0 110 Appr.
72 Nominale em. 17-bis.100 339 337 2 169 141 196 108 Resp.
73 Nominale em. 17-bis.102 vers. corr. 327 327 0 164 322 5 108 Appr.
74 Nominale em. 18.700 340 340 0 171 339 1 108 Appr.
75 Nominale em. 20-bis.700 338 337 1 169 337 0 108 Appr.
76 Nominale em. 20-bis.101 rif. 335 334 1 168 332 2 108 Appr.
77 Nominale art. agg. 7.0101 289 286 3 144 108 178 106 Resp.
78 Nominale odg 9/4286-A/37 315 314 1 158 119 195 104 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 90)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nominale odg 9/4286-A/46 308 305 3 153 112 193 104 Resp.
80 Nominale odg 9/4286-A/49 314 311 3 156 118 193 104 Resp.
81 Nominale odg 9/4286-A/50 316 247 69 124 51 196 104 Resp.
82 Nominale odg 9/4286-A/52 323 320 3 161 118 202 104 Resp.
83 Nominale odg 9/4286-A/59 320 318 2 160 32 286 104 Resp.
84 Nominale odg 9/4286-A/60 320 253 67 127 33 220 104 Resp.
85 Nominale odg 9/4286-A/67 319 231 88 116 31 200 105 Resp.
86 Nominale odg 9/4286-A/69 303 302 1 152 26 276 105 Resp.
87 Nominale odg 9/4286-A/70 310 308 2 155 42 266 104 Resp.
88 Nominale odg 9/4286-A/75 309 306 3 154 113 193 104 Resp.
89 Nominale odg 9/4286-A/85 318 295 23 148 92 203 104 Resp.
90 Nominale Ddl 4286-A - voto finale 273 217 56 109 201 16 97 Appr.