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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 760 di mercoledì 15 marzo 2017

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

  La seduta comincia alle 9,30.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  CATERINA PES, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amoddio, Bindi, Boccia, Michele Bordo, Matteo Bragantini, Bratti, Caparini, Capelli, Catania, Causin, Dambruoso, Di Gioia, Epifani, Fedriga, Ferranti, Gregorio Fontana, Fontanelli, Fraccaro, Garofani, Giancarlo Giorgetti, Giorgis, Laforgia, Marcon, Mazziotti Di Celso, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rossomando, Sanga, Sani, Tabacci, Valeria Valente e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centodieci, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,34).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.

  La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 10.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 20 febbraio 2017, n. 14, recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città (A.C. 4310-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 4310-A: Conversione in legge del decreto-legge 20 febbraio 2017, n. 14, recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città.
  Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo respinto l'emendamento 9.28 Rampelli e sono state accantonate le seguenti proposte emendative: Menorello 7.52; Invernizzi 0.7.300.1; 7.300 delle Commissioni; D'Alia 7.43 e 7.44; Altieri 7.42; Simonetti 7.40; gli identici Molteni 7.8 e Pag. 2Vito 7.11; Crippa 8.51; Molteni 8.6; Menorello 8.16; Molteni 8.7; Causin 8.2; Prataviera 8.28; Squeri 8.54 e 8.15.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 4310-A)

  PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni (vedi l'allegato A della seduta del 14 marzo 2017), e degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A – A.C. 4310-A). Chiedo al relatore come intenda procedere in ordine all'esame del provvedimento.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Grazie, Presidente. Intendo mantenere gli accantonamenti, in previsione di una riunione del Comitato dei diciotto che i presidenti vorranno convocare, nella quale scioglieremo questi emendamenti accantonati. Chiedo a lei se sia corretto, dunque, ripartire dalla discussione sull'emendamento 9.65, che nel nuovo fascicolo è a pagina 6. Se così fosse, vorrei intervenire.

  PRESIDENTE. Sì, corretto. Passiamo quindi alla votazione dell'emendamento 9.65 Invernizzi.
  Prego, onorevole Fiano.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Ricordo, Presidente, che l'articolo 9, che è il primo articolo del Capo II, ha nel titolo «le misure a tutela del decoro di luoghi particolari». Il comma 1, al quale fa riferimento l'emendamento del collega Invernizzi, al quale i relatori hanno dato parere contrario, è un articolo che si occupa della sanzione amministrativa da erogare nei confronti di chi limiti la libera accessibilità e fruizione di determinate infrastrutture, oltre a ciò che è già previsto dalla normativa vigente, e individua in particolare specifiche infrastrutture legate al trasporto, fisso e mobile, ferroviario, aeroportuale, marittimo, di trasporto pubblico locale. Il comma 1, quindi, non si articola in una specifica sanzionabilità di una condotta come quella dell'accattonaggio. Il collega Invernizzi nell'emendamento invece...

  PRESIDENTE. Per favore, colleghi, il tono della voce, altrimenti non riusciamo neanche a proseguire con i lavori.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Presidente, il collega Invernizzi, legando la propria proposta emendativa al primo comma, dopo il periodo che le ho letto, aggiunge altri tipi di strutture, in particolare nell'ambito della cura medica, quindi le cliniche e gli ospedali privati e pubblici e i cimiteri, specificamente riguardando il tema dell'accattonaggio.
  Io però confermo il parere negativo dei due relatori, perché qui noi stiamo parlando di una questione diversa, cioè che vi sia un impedimento all'accesso di strutture legate al trasporto delle merci o delle persone e non facciamo particolare riferimento – come lo fa il collega Invernizzi – alla questione dell'accattonaggio. Dico questo perché – per carità, lo scopo del collega Invernizzi è ovviamente legittimo – faccio seguito anche al dibattito che si è svolto ieri con interventi di diversi colleghi, noi non stiamo facendo un testo di decreto, in particolare nell'articolo 9, che vuole definire come l'accattonaggio sia un tema di sicurezza urbana. Noi guardiamo ad una funzione molto più importante in questo specifico articolo, nel primo comma, e cioè che vi sia un'impossibilità, la lesione di un diritto per altri cittadini, cioè l'accesso alle stazioni, ai porti, agli aeroporti impedito da qualcuno che, con la sua presenza, con il suo stazionamento, con il suo comportamento, impedisca l'accesso. Quello che io sto descrivendo è diverso dalla questione dell'accattonaggio, che pure può essere legata in un'accezione più ampia al decoro, però – lo dico anche per i colleghi di Sinistra italiana e di MDP che sono intervenuti ieri su questa questione – in questo decreto noi non vogliamo punire gli accattoni, perché pensiamo Pag. 3che il loro comportamento determini un danno alla vivibilità della città, in particolare alle funzioni di trasporto di altri cittadini, ma vogliamo punire con una sanzione amministrativa coloro che ti impediscono di viaggiare, di determinare il tuo spostamento, di accedere a dei luoghi. Per questo, Presidente – lo volevo specificare al collega Invernizzi del quale ho grande stima – l'emendamento che loro pongono in questo caso veramente non c'entra. E concludo anche dicendo che molti colleghi – ho visto anche dei subemendamenti che hanno presentato ad un altro articolo, la collega Dadone credo, o comunque dei colleghi del MoVimento 5 Stelle – aggiungono a determinate specifiche del decreto elenchi di luoghi. Ora, in questo decreto, come sanno tutti, nella tecnica legislativa, noi potremmo fare elenchi di luoghi infiniti della città, dove si può commettere diciamo un abuso della norma, ma non lo faremo mai perché non sarà mai concluso quell'elenco. Qui vogliamo specificare l'impedimento all'accesso di funzioni del trasporto e in questo senso confermo il parere contrario.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, Presidente. Nel ricambiare anche da parte mia la stima espressa nei suoi confronti dal collega Fiano, volevo sottolineare una cosa.

  PRESIDENTE. Il tono della voce, colleghi !

  CRISTIAN INVERNIZZI. Vi è effettivamente – come è stato detto ieri da una collega di Sinistra Italiana – il rischio che questa norma si trasformi o venga interpretata esclusivamente come una norma anti clochard, diciamo così, come norma finalizzata a punire – questo è stato detto anche dal collega Fiano pochi secondi fa – coloro che impediscono l'accesso a determinate aree o ne impediscono la libera fruizione da parte dei cittadini. A parte il fatto che non ritengo che oggi in Italia il problema principale che devono affrontare, non soltanto le forze di pubblica sicurezza, ma in particolar modo – visto che di questo si tratta – le amministrazioni locali sia di garantire l'accesso dei propri cittadini alla stazione ferroviaria, sarò disattento io ma non mi sembra che vi siano dei racket finalizzati ad impedire al pendolare di andare a prendere il treno, oppure di impedire a colui che vuol prendere un traghetto di arrivarci in orario con la macchina. Non mi sembra che sia questo il problema di sicurezza in Italia. Messa così però obiettivamente questa norma – e sappiamo a chi fa riferimento – rischia di diventare solo, nelle sue possibili applicazioni una norma anti clochard e se c’è un problema di sicurezza oggi in Italia non deriva dal senza tetto. I senza tetto li conosciamo tutti, sono persone che possiamo definire autoesiliatesi dal mondo civile, che cercano di tutto, salvo che, nella stragrande maggioranza dei casi, causare problemi agli altri. Preferiscono sparire dalla vista degli altri, non li vediamo, è difficile vederli di giorno, si sa che di notte magari vanno a cercare rifugio nelle stazioni, eccetera, eccetera. Col nostro emendamento, collega Fiano, noi cerchiamo di riempire di contenuti una norma altrimenti inutile, altrimenti priva di valore, priva di una efficacia applicativa. Io mi chiedo quale sindaco, quale questore o quale forza di polizia locale troverà in questa norma la possibilità di attivare una qualche forma di protezione della propria comunità. Secondo me nessuno. Perché noi quindi cerchiamo di – ripeto – riempire di contenuto questa norma con il nostro emendamento ? In primo luogo, riteniamo che obiettivamente quello dei senzatetto non sia un problema e quindi penso che il problema sia a questo punto vostro. In secondo luogo, noi dobbiamo affermare che misura a tutela del decoro di particolari luoghi, secondo me, significa anche tutelare il decoro di quei luoghi nei quali vi è il dolore, nei quali vi è la sofferenza, nei quali coloro che si avvicinano a questi luoghi lo fanno solitamente in una condizione anche personale tutt'altro che contenta Pag. 4e sappiamo tutti a cosa mi riferisco. Mi riferisco al caso che tutti noi avremo purtroppo nella nostra vita affrontato di recarci all'ospedale per tutta una serie di motivazioni, in alcuni casi anche gravissime, in alcuni casi drammatiche e trovarci circondati da persone che continuano insistentemente a chiederti o l'obolo o di comprare il braccialettino o di dare un euro perché da ieri non riescono a mangiare.
  Ecco, secondo me, in quei particolari luoghi, il cittadino ha tutto il diritto di essere lasciato in pace e parliamo anche, nel caso ad esempio dei cimiteri, di luoghi nei quali va tutelato non soltanto il sentimento di chi va a visitarli, ma il decoro stesso dal posto: attorno ai cimiteri e attorno alle tombe non ci devono essere persone che vanno a disturbare coloro che sono raccolti in preghiera – e mi avvio alla conclusione – intorno al loro caro per una finalità che non è l'accattonaggio in sé – Fiano, sia chiaro questo, perché se uno sta morendo di fame tra l'altro è previsto anche dalla legge – ma coloro che questo racket gestiscono. Io sfido chiunque ad alzarsi in quest'Aula e dire che sui fenomeni dell'accattonaggio non vi sia alle spalle un racket, persone che si arricchiscono, persone che sfruttano, quindi non soltanto coloro che vengono mandati, in alcuni casi minorenni, in alcuni casi sono gli stessi genitori – e mi riferisco ai rom, sappiamo tutti cosa succede – quindi, se volete dare a questa legge qualche valore effettivo, riempitela di contenuti perché così, signori, io non ho memoria di un solo caso in cui qualcuno abbia impedito l'accesso a un aeroporto, a un porto, a una stazione ferroviaria a un cittadino italiano per chissà quali motivi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Voterò contro questo emendamento, ma non per le motivazioni che ha illustrato il collega Fiano. Guardate, non so se il collega parlava sul serio o era un mero espediente dialettico. Nel dire che questa norma serve ad impedire che qualcuno impedisca a dei viaggiatori di prendere il treno, a dei siciliani di prendere il traghetto, a dei fruitori del servizio aereo di prendere l'aereo, siamo veramente fuori da ogni serietà perché poi non ci si rende conto che, se ci fosse un drappello di persone che impedisse ai viaggiatori di prendere il treno, sarebbe ridicolo sanzionare questa violazione con una sanzione amministrativa da 100 a 300 euro. Ma lo sanno i colleghi che esistono norme ben più severe per chi interrompe un servizio pubblico, per chi fa il blocco stradale e via discorrendo ? Qualcheduno che ha fatto attività sindacale dovrebbe forse meglio di me ricordarlo. Magari la norma fosse interessata a sanzionare da 100 a 300 euro chi fa il picchettaggio davanti alle fabbriche, per fare un esempio pratico, o chi facesse un'invasione della sede ferroviaria o della sede stradale. Quindi, diciamo la verità: il collega Invernizzi ha disvelato la effettiva – ammesso che ce ne fosse ancora bisogno – finalità di questa normativa e ha detto una cosa giusta: noi, con questo emendamento, per me inaccettabile, cerchiamo di dare concretezza laddove la norma è vaga e questo in rispetto appunto alle regole che il nostro ordinamento prevede per l'individuazione di illeciti, siano essi penali, di carattere amministrativo e via discorrendo. Orbene però – dice il collega Invernizzi – noi suggeriamo di inserire un emendamento che dice così, per capirci, che alla stessa sanzione, da 100 a 300 euro, sono assoggettati coloro che accedono agli ospedali, alle cliniche pubbliche e private e a qualsiasi altro istituto di cura nonché ai cimiteri allo scopo di esercitare l'attività di accattonaggio. Lui dice sostanzialmente che si tratta di punire gli accattoni. Ora, voglio ricordare al collega Invernizzi che normalmente chi chiede l'elemosina lo fa, e non può che farlo, laddove ci sono le persone e laddove c’è un luogo in cui la pietas umana si possa manifestare. Quando io ero bambino e mia madre mi portava al cimitero nel giorno Pag. 5della commemorazione dei defunti – io sono nato durante il periodo della guerra, quindi me lo ricordo bene –, io trovavo davanti al cimitero non soltanto quelli che lui definisce gli accattoni, cioè i poveri che chiedevano l'elemosina, ma trovavo anche le suore con uno stuolo di orfanelle e di orfanelli perché – come dovrebbe sapere – soprattutto nel dopoguerra vi erano molti bambini e per fortuna c'erano gli orfanotrofi e questi trovavano lì cibo e alloggio e naturalmente le suore, data la ristrettezza economica anche dei conventi in quell'epoca, si recavano davanti al cimitero, per esempio in quell'occasione, per cercare di stimolare la pietas dei cittadini.
  Lui dice: «Io preferisco che i cittadini non siano disturbati quando vanno a pregare per i propri morti». Caro collega, nei cimiteri, come dire, incombe un ammonimento: «Ricordati che breve è l'intervallo tra il giorno e la sera»; c’è un ammonimento nei cimiteri: «Ricordati che su questo giorno incombe questa lunga notte». Quindi, è come per dire: non pensare al vil denaro, ma cerca anche di interessarti delle sofferenze umane. Per questo motivo da un lato qualcuno – io dico opportunamente – con la sua presenza fisica, con l'esibizione dalla propria miseria, chiede aiuto ad altri che sono stati più fortunati. Questo è il problema.
  Per cui, pur denunciando l'espediente dialettico del collega Fiano...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  ARCANGELO SANNICANDRO. ... evidentemente – e concludo – però non posso accedere ad una tesi che è quella esposta così brillantemente e, come dire, sinceramente dal collega Invernizzi (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

  PRESIDENTE. I banchi del Governo, per favore.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Rampelli. Ne ha facoltà.

  FABIO RAMPELLI. Grazie, Presidente. Colleghi, ieri non me la sono sentita di punire l'Aula alle ore 20 illustrando l'emendamento 9.28, ma la materia che stiamo trattando è omogenea e, quindi, approfitto della circostanza intanto per confermare il voto favorevole su questo emendamento di Fratelli d'Italia, ma anche per cercare di fare chiarezza, per quanta chiarezza si possa fare, intorno a un provvedimento che è un monumento alla confusione, un monumento alla banalità, alla superficialità e ovviamente, more solito, si cerca di spacciarlo come un grande atto che entrerà a gamba tesa nella vita delle città, per sconfiggerne il degrado e per aumentarne i quozienti di sicurezza. Così non è e, anzi, in taluni casi, come vedremo di qui a breve in altri articoli, c’è un lavoro metodico e sistematico per complicare le cose e allungare i tempi dell'intervento, delle sanzioni e, quindi, i tempi che servono per assicurare alla giustizia coloro i quali sono protagonisti di episodi negativi.
  Io mi chiedo quanto ancora deve durare questa sottospecie di cultura buonista strisciante che ha reso intanto le parti più fragili della società del tutto infrequentabili, e mi riferisco alle città più povere dell'Italia, mi riferisco alle periferie più svantaggiate, mi riferisco al sud. Io dico che è davvero inverosimile ascoltare, da parte di certa sinistra ancora oggi, considerazioni che se potevano avere un senso negli anni Settanta, quelle che rimandano alla sociologia e quindi, diciamo così, a responsabilità astratte e ideologiche i fenomeni che si vengono manifestando nella società contemporanea, oggi non ce l'hanno più, perché è sotto gli occhi di tutti quello che sta avvenendo nella società.
  Per non punire i «poveri» venditori ambulanti abusivi abbiamo trasformato – abbiamo trasformato ! – l'ambulantato abusivo in un business per la criminalità organizzata, per la mafia, per la camorra, per la ’ndrangheta, come sappiamo e come è documentato, anche agli atti di questo Parlamento, da una sottocommissione da noi istituita che si occupa di contraffazione e che, in tre anni di audizioni, ha messo a nudo tutte le responsabilità. Ormai Pag. 6conosciamo tutto, vita, morte e miracoli, del circuito della contraffazione, ma lo abbiamo ingigantito noi, anzi lo avete ingigantito voi della sinistra con la vostra ipocrisia, con il vostro buonismo da quattro soldi, per non voler intervenire per fare anche giustizia rispetto a coloro i quali, commercianti regolari che pagano le tasse, che pagano il personale, che pagano tutto quello che c’è da pagare, subiscono e hanno subito la concorrenza sleale.
  Per non punire – e arriveremo all'articolo 11 di questo stravagante provvedimento – le occupazioni abusive, abbiamo creato il racket delle occupazioni abusive. Prima c'erano i senza tetto, che cercavano ricovero e per necessità entravano negli immobili abbandonati o liberi; oggi c’è un circuito criminale che mette in congiunzione certe parti estreme della sinistra «gruppettara» con delle autentiche centrali del malaffare, e anche di questo abbiamo prova provata perché sono atti presenti nei fascicoli della procura della Repubblica, delle procure della Repubblica. Per non colpire le prime occupazioni abusive, abbiamo creato il racket delle occupazioni abusive.
  La stessa cosa vale – e concludo – per i fenomeni di accattonaggio, che sono spesso legati non già al circuito dei clochard. Vanno tutti assistiti, ma certamente non nelle stazioni, negli aeroporti, nei luoghi pubblici, che talvolta sono anche un biglietto da visita per i turisti e per i visitatori. Ci dovranno essere delle strutture preposte ad accogliere e sostenere le necessità di chi è indigente...

  PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

  FABIO RAMPELLI. ... e non si può continuare a pensare che tutto debba essere consentito.
  Queste, in estrema sintesi, sono le ragioni che ci inducono a sostenere questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sisto. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore il tono della voce. Prego.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, grazie. Nelle mediazioni politiche e parlamentari è possibile che vi sia una legge incerta. Incerta significa che il contenuto, per accontentare un po’ tutti, è assolutamente privo non soltanto di senso ma anche di efficacia e alla incertezza, tra virgolette, si accompagna spesso la inutilità di norme che, proprio per essere frutto di un'esasperata mediazione, alla fine non solo non accontentano nessuno ma addirittura qualcuno dice: «Meglio una norma inutile che una norma che mi possa dare in qualche modo torto».
  Questo è il caso di questo articolo 9, perché con la modifica che ieri è passata in quest'Aula, secondo me con troppa facilità, cioè il cambiamento da: «limitare la libera accessibilità» ad: «impedire» – ha ragione il collega Sannicandro, da questo punto di vista –, noi abbiamo coniato una norma assolutamente inutile. È inutile perché il comportamento di impedimento all'accesso è già penalmente sanzionato. Allora, delle due l'una. Noi corriamo il rischio anche di andare incontro, Presidente, al principio di specialità della sanzione amministrativa, cioè addirittura corriamo il rischio di coniare una norma che sia derogativa della fattispecie penale, se non ce lo diciamo chiaramente, e non basta l’incipit: «fatto salvo quanto previsto dalla vigente normativa a tutela delle aree interne», perché certo non è un riferimento specifico alla norma penale.
  Quindi, per mediare sulla mediazione noi stiamo per far passare una norma che, di fatto, sanziona amministrativamente un comportamento già penalmente rilevante di impedimento all'accesso, col rischio che, per questa ipermediazione e per questo progressismo che qualche volta è un «ismo» e non fa progresso, facciamo dire al nostro ordinamento: «Quella norma penale, se ricorrono queste fattispecie, non si applica e si applica la sanzione amministrativa». A me sembra veramente una norma incerta ed inutile.
  Allora, questo emendamento cerca di porre in qualche modo un rimedio, facendo riferimento a un fenomeno, come l'accattonaggio, che è certamente meritevole Pag. 7di una sanzione amministrativa e che non impedisce niente a nessuno. Poi, se ne vogliamo leggere il fenomeno, come posso dire, «sulle nuvole», come diceva Aristofane, e non con i piedi saldamente per terra, questo è un altro tema. Se la ideologia diventa un modo per non leggere quello che accade nella quotidianità io non sono certamente d'accordo.
  Ma attenzione a questi passaggi, perché noi rischiamo, per non dire: «limitare l'accesso» – per carità ! Limitare: ma chi lo dice – e dunque diciamo: «impedire», noi stiamo per far partire, con questo articolo 9, una sorta di embolo che, nell'ambito del sistema, addirittura fa correre il rischio di disapplicare la sanzione penale. Noi voteremo a favore su questo emendamento e a favore anche sull'altro emendamento, che mi auguro di poter illustrare in seguito, che cerca di riportare sul terreno della sanzione amministrativa una condotta che non ha rilevanza penale, perché se noi andiamo a sanzionare amministrativamente condotte che hanno rilevanza penale corriamo il rischio di un corto circuito interpretativo che non fa onore a quest'Aula e che forse accontenta le mediazioni, ma certamente non accontenta l'utenza. Voteremo a favore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.65 Invernizzi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza Invernizzi.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.29 Costantino, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza Invernizzi.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.60 Daniele Farina, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Saluto studenti ed insegnanti dell'Istituto tecnico commerciale «Vincenzo De Franchis» di Piedimonte Matese, Caserta, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 9.30 Prataviera, sul quale vi sono i pareri contrari delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, proprio nella logica di questa norma incerta ed inutile, questo è un emendamento che cerca in qualche modo di porre rimedio, con una singolare introduzione di strumento, cioè il fermo di sicurezza urbana, per 12 ore, presso il comando che ha contestato l'ultima violazione.
  Si tratta di una misura a carattere amministrativo, in qualche modo certamente innovativa per questo tipo di materia, però dà l'idea – ed è questo il segnale che voglio offrire all'Aula – di come si percepisca questa norma – soprattutto per come è stata ieri modificata – come una norma incapace di risolvere un problema, e quindi, nell'ambito di questo decreto, rafforza ulteriormente il Pag. 8convincimento che, al di là del marketing all'interno del provvedimento, sostanzialmente si tratti di norme che non spiegano una rilevanza utile; e quando in tema di sicurezza non c’è utilità, questi sono i risultati.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, con questo emendamento i colleghi Prataviera e Matteo Bragantini tentano di introdurre nel decreto-legge, approfittando della conversione, questo istituto: il fermo di sicurezza urbana per dodici ore presso il comando – in questo caso dei vigili urbani – che ha contestato l'ultima violazione. Cioè, il comando dei vigili urbani prende questa persona e la tiene dodici ore in cella. A prescindere dal merito, voglio richiamare l'attenzione dell'Aula a con quanta disinvoltura, coloro i quali molto spesso sottoscrivono questioni pregiudiziali di costituzionalità dei decreti-legge, poi, in sede di conversione, si prendono il lusso di approfittare della legge di conversione per modificare il codice penale, la legge di pubblica sicurezza e tutti gli altri istituti connessi a questa materia. Ma ci rendiamo conto ? Spero che non venga più sottoscritta alcuna pregiudiziale di costituzionalità, quando, un attimo dopo che la pregiudiziale fosse stata respinta, coloro i quali l'hanno sottoscritta poi si divertono a scrivere centinaia di emendamenti che vogliono eludere il disposto costituzionale che un decreto-legge deve avere per essere legittimo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Presidente, noi non facciamo con della faciloneria il nostro mestiere, e di certo non vogliamo strumentalizzare nulla. Anzi, al contrario, nel momento in cui ci viene data, grazie a Dio e grazie alla volontà di chi ci ha preceduto in quest'Aula, la possibilità di presentare democraticamente degli emendamenti per avanzare delle giuste pretese che arrivano da parte di molti sindaci, e di fare in modo che, con tutti gli strumenti utili, chi nel territorio deve – deve ! – per legge tutelare la sicurezza e la pubblica incolumità di poter agire anche con degli strumenti sicuramente coercitivi, come quello che io propongo, credo che questa non sia faciloneria ma giustizia, pretesa di giustizia, pretesa di sicurezza e pretesa di dare la responsabilità, a chi viene eletto per tutelare anche la sicurezza pubblica e la pubblica incolumità, di agire con delle norme molto forti e con tutto ciò che gli viene permesso da parte nostra per tutelare la pubblica sicurezza. Lo scopo di questo emendamento è quello di allontanare dalle aree indicate alcuni soggetti che spacciano e creano degrado. Credo che questo sia un emendamento più che giusto, che – anzi – dovrebbe essere sottoscritto dalla maggior parte dei miei colleghi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.30 Prataviera, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza Invernizzi.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 9.24 Vito.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Vi è una continuità fra gli emendamenti, che in modo imprevedibile dipende anche da quelli che sono stati più o meno casualmente approvati in Aula. Questo emendamento, a prima firma del collega Vito, chiarisce la necessità di estendere la sanzione Pag. 9amministrativa del primo comma anche a chi violi il divieto di stazionamento o di occupazione di spazi durante manifestazioni di piazza non autorizzate. Cioè, in qualche modo, se sicurezza dev'essere, dev'essere una sicurezza fruibile: non è che si possa affermare un principio, e poi negare l'applicabilità di questo principio alle concrete realtà che possano porre a rischio l'incolumità del bene giuridico, ma anche delle persone. Si parla di sanzione amministrativa, cioè nessuno vuole «forcaiolizzare» la sicurezza; però una sanzione amministrativa che preveda la possibilità di una sorta di deterrente a situazioni che sappiamo benissimo pongono a serio rischio qualche volta anche la democrazia, a me sembra un dato assolutamente pacifico. Negare l'applicabilità di questo emendamento vuol dire ancora una volta propendere per una norma di bandiera, che diventerà sostanzialmente inapplicabile e inapplicata, ma che darà all'esterno un'immagine di un Governo che punta, e un Parlamento nella sua maggioranza che punta ad una sicurezza virtuale e non ad una sicurezza effettiva. Noi siamo per la sicurezza effettiva: voteremo a favore di questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Presidente, io rispetto al collega Sisto ho dei dubbi, nel senso che la sua affermazione che nessuno vuole «forcaiolizzare» il provvedimento e i suoi effetti, a giudicare dagli ultimi emendamenti che abbiamo esaminato, non mi risulta corretta. Prima avevamo un emendamento che consentiva il fermo di sicurezza, una misura di prevenzione, fino a 12 ore presso il locale comando della Polizia locale, e questo già credo racconti molto su dove ci porta questa sfida che abbiamo definito, in piccolo più in alto; qui abbiamo una proiezione, nell'emendamento Sisto, del futuro di questa normativa, perché – e lo vedremo con l'articolo 10 – questa idea di applicare la legislazione speciale sulle manifestazioni sportive a vari differenziati ambiti della società è qualcosa che non ha fine. Tant’è vero che l'emendamento Sisto di fatto cosa dice ? Applichiamo le sanzioni, le misure di prevenzione anche alle manifestazioni pubbliche: specificamente qui si fa riferimento, da quello che si capisce, alle manifestazioni politiche. E allora io temo che questa sfida sia una sfida perdente, e che ci conduce verso limitazioni progressive della libertà personale; questo decreto-legge in particolare incide sulla libertà di circolazione.
  Visto che le parole «politiche alternative per la sicurezza dei cittadini» è risuonata assai raramente nella nostra discussione, io rivolgerei una domanda, perché la continuità tra Maroni e Trump-Minniti l'abbiamo chiarita sufficientemente: una svolta culturale per cui la sicurezza non è di destra né di sinistra, però basta seguirla, abbiamo detto, la sicurezza, per capire dove svolta e a quali soggetti si applica, perché lì si capirebbe cosa è di destra e cosa è di sinistra. Quella continuità Maroni-Minniti è chiara !
  La domanda a cui bisognerebbe rispondere è: nei due anni e mezzo di applicazione del decreto-legge Maroni, abbiamo avuto maggiore sicurezza o minore sicurezza ? Questa è una domanda a cui nessuno ha risposto, perché temo che non ci sia risposta, temo che dal punto di vista dell'efficacia della norma quel decreto-legge era acqua corrente e questo rischia di essere aria fritta, se non fosse che entrambi hanno inciso sulla libertà dei cittadini italiani.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Se non sapessi che questo emendamento è stato sottoscritto e presentato qualche giorno fa e lo leggessi fuori di questo contesto, penserei che è stato scritto negli anni Venti, perché rispecchia esattamente il linguaggio delle leggi fascistissime e della legge di pubblica sicurezza. Qui è scritto Pag. 10«manifestazioni di piazza non autorizzate». Noi nel 2017, a settant'anni dall'entrata in vigore della Costituzione, stravolgiamo l'articolo 17 della Costituzione e andiamo all'epoca fascista !
  Voglio dire ai colleghi che l'articolo 17 dice che delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità: preavviso ! Io domani voglio fare un corteo, devo dare preavviso: non devo essere autorizzato a fare il corteo. Poi la legge di pubblica sicurezza prevedeva un intervallo che deve intercorrere tra la comunicazione e la manifestazione per motivi ovvi. Le autorità possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica: cioè le autorità possono intervenire dopo, non c’è l'autorizzazione. E io ricordo quando da giovane aprimmo un circolo giovanile di «cittadinanza attiva», si direbbe oggi. Molti ragazzi, educati dai padri alla vecchia cultura, mi dicevano (io ero il presidente): non ha chiesto l'autorizzazione alla questura ? Quale autorizzazione ? Ma hai studiato legge, hai dato l'esame di diritto costituzionale qualche giorno fa e tu non sai che siamo in una Repubblica democratica ? Non sai che noi non dobbiamo più chiedere l'autorizzazione ? Dobbiamo soltanto decidere se vogliamo fare una manifestazione e preavvertire le autorità. Chiaro ?
  Allora, qui si dice che, qualora ci sia una manifestazione non autorizzata... Cioè, ci vuole l'autorizzazione secondo questa norma. Invece l'autorizzazione non ci deve essere, certamente: ci vuole il preavviso. Allora, se c’è questa manifestazione non «preavvisata», io correggo, bisogna sanzionare gli autori amministrativamente, da 100 a 300 euro. Ma noi, da un lato, abbiamo questo ritorno al fascismo, dall'altro lato, sanzioniamo da 100 a 300 euro una manifestazione che loro definiscono normalmente sediziosa: cioè mettiamo in moto la celere, i manganelli, gli sfollagente, i lacrimogeni, un apparato di polizia e alla fine diciamo: ragazzi, sapete che c’è di nuovo ? cento euro di multa (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Presidente, credo che il collega Invernizzi sia stato estremamente chiaro nell'intervento di inizio seduta, nello spiegare che quanto all'articolo 9, credo facciano fatica anche i relatori stessi a spiegare l'utilità e la necessità di questo tipo di intervento. Credo, però, Presidente, che ci stiamo avvicinando, articolo 9 e articolo 10, con il mini-Daspo e il Daspom, ad entrare un po’ nel cuore di questo provvedimento, e sulla necessità di applicare e introdurre misure serie in materia, non solo di sicurezza urbana, ma anche di ordine pubblico.
  Vede, prima il collega Farina citava le manifestazioni politiche: io non so, Presidente, se, per il collega Farina, quanto è accaduto sabato scorso a Napoli sia una manifestazione politica. Quanto accaduto sabato scorso in piazza a Napoli è un atto di criminalità: coloro i quali hanno messo a ferro e fuoco la città di Napoli non sono dei manifestanti politici, sono dei criminali che vanno condannati. Ed è per questo, Presidente, che, proprio per affrontare situazioni come quelle o situazioni come quella che si è verificata a Milano in occasione dell'inaugurazione dell'Expo il 1o maggio di qualche anno fa, è necessario... E ci sono, e arriveranno tutta una serie di emendamenti a firma del gruppo della Lega e a firma anche dei colleghi di Forza Italia, per allargare alcune misure di natura preventiva, amministrativa e repressiva: perché Dio buono vuole che anche per poter bloccare fenomeni di criminalità, come quelli che abbiamo visto a Napoli, serve la repressione, serve il carcere, serve il pugno duro, serve la dimostrazione di uno Stato che non si arrende di fronte ai criminali, ma uno Stato che reagisce, che reagisce in maniera dura, facendo prevalere il senso di legalità rispetto all'anarchia. Ed è per questo che questo emendamento del collega Sisto e gli emendamenti successivi, tra cui quelli della collega Gelmini o del collega Vito, ad esempio, prevedono il Daspo, misura oggi Pag. 11utilizzata prevalentemente negli stadi anche per le manifestazioni di piazza e prevedono, ad esempio, Presidente, l'arresto in flagranza differita entro le quarantotto ore non solo per gli stadi per allontanare i delinquenti e i criminali che minano delle manifestazioni sportive, ma anche da applicare alle manifestazioni di piazza proprio per evitare che l'illegalità e la criminalità prendano il sopravvento rispetto a chi in maniera democratica e civile vuole manifestare in una piazza. Noi siamo rappresentanti di quel mondo, quel mondo che in piazza ci va, che ci andrà il 25 aprile per manifestare a favore della legittima difesa.
  Io credo che, successivamente, qualcosa sulla legittima difesa, visto che si parla di sicurezza, dovremo pur dire, visto che alcuni emendamenti che noi abbiamo presentato sul tema della legittima difesa non sono stati ritenuti idonei ad avere posto all'interno di questo provvedimento.
  Ecco, Presidente, la sicurezza la si garantisce con il pugno duro, con la repressione, mettendo in atto tutti quei provvedimenti che, purtroppo, in questo provvedimento non ci sono: ci sono gli emendamenti del gruppo della Lega e su questi emendamenti insisteremo, perché – ripeto – la sicurezza dei cittadini è una priorità non negoziabile (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.24 Vito, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore Invernizzi.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.4 Ferraresi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 9.34 Prataviera, sul quale vi è il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Grazie, Presidente. Io mi chiedo veramente, con un certo sarcasmo, come sia possibile ricevere un parere contrario a questo emendamento, nel senso che non riesco ad immaginare un Parlamento che, in un provvedimento così importante, non valuta la possibilità di allargare i destinatari dell'applicazione di questo articolo anche a chi consuma stupefacenti e a chi pratica l'accattonaggio con l'abuso di minori e di disabili.
  Quale idea di società avete in mente, se voi non considerate questa, non solo come un'estensione dell'applicazione, ma anche come un'aggravante?
  Quindi, non capisco nemmeno se stiamo ragionando sullo stesso provvedimento e se la finalità generale sia quella di andare a garantire la pubblica incolumità, ma, soprattutto, una crescita della nostra società in un contesto urbano delicato come quello che le nostre città stanno vivendo e a cui noi assistiamo quotidianamente, anche vicino a questo Palazzo, quando la mattina ci rechiamo a Montecitorio. Anche qui vicino vediamo quotidianamente l'accattonaggio con l'abuso della figura di minori accanto chi lo pratica.
  Vi prego, iniziate a considerare nel merito gli emendamenti che vengono presentati e non con il pregiudizio su chi li presenta.

Pag. 12

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.34 Prataviera, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

  Passiamo all'emendamento 9.52 Daniele Farina, sul quale i pareri sono tutti contrari.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vito. Ne ha facoltà.

  ELIO VITO. Presidente, intervengo per invitare l'onorevole Farina a ritirare questo emendamento, del quale sono costernato. Le Commissioni hanno approvato un emendamento di Forza Italia a prima firma dell'onorevole Centemero, che inserisce le scuole, i plessi scolastici e i siti universitari fra le aree interessate dai provvedimenti di tutela di cui all'articolo 9. Mi pare, francamente, un emendamento di buonsenso, ragionevole, considerata la delicatezza e la sensibilità delle aree su cui versano, appunto, gli istituti scolastici, tant’è vero che maggioranza e Governo non hanno avuto difficoltà ad approvarlo. Sono aree alle quali credo tutti noi riconosciamo un'importanza sociale, una delicatezza, proprio per la frequentazione che avviene da parte di minori, oltre che di giovani.
  L'emendamento a prima firma dell'onorevole Farina, a mio giudizio incomprensibilmente, propone di sopprimere quanto approvato dalle Commissioni e, quindi, di escludere le aree su cui versano i plessi scolastici o universitari dalle misure di cui all'articolo 9.
  Secondo me si tratta di un grave errore e non capisco a quale logica di sinistra possa corrispondere. A parte i pareri contrari che sono stati dati, noi voteremo contro: credo che si tratti proprio di una proposta che l'onorevole Farina farebbe bene a ritirare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Presidente, tramite lei, vorrei testimoniare al collega che a me sembra molto chiara la logica: qui abbiamo sostanzialmente ampliato le aree delle nostre città – per la sicurezza urbana – a cui sono applicabili le norme contenute in questo provvedimento ed è stato un meccanismo progressivo di lievitazione.
  Forse, avendo sentito la discussione precedente, che riguarda le manifestazioni politiche e anche la rappresentazione delle nostre città ed il concetto di sicurezza dell'onorevole Molteni, che le renderebbe molto simili a «nazistopoli», piuttosto che alle città che conosciamo, dovrebbe capire perché noi tenderemmo ad escludere che le sedi universitarie siano il luogo di applicazione della norma. Università di Bologna, qualche settimana fa: credo che lì ci sia motivo di riflessione: questione di ordine pubblico in cui noi inseriamo questa normativa.
  Allora, credo che con riferimento al rischio del provvedimento contro i poveri – discutevamo dei clochard, dei senza fissa dimora, discutevamo degli immigrati, discutevamo dei ragazzi della movida –, qualche punto di congiunzione che rende chiaro, molto chiaro, questo emendamento ci sia.
  Al collega Molteni, che ha dichiarato – peraltro, sono notizie note – che il 25 aprile la Lega manifesterà a favore della legittima difesa, ricordo però che quella data, il 25 aprile, è la data storica – per fortuna – dell'Italia in cui si ricorda la legittima difesa del popolo italiano davanti agli occupanti fascisti e nazisti. Devo dire che, guardando questo provvedimento, ci sono settant'anni di storia repubblicana che ci consiglierebbero – che ci consiglierebbero ! – di agire con maggior prudenza.

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  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. A seguito dell'ultimo intervento del collega Farina, volevo molto semplicemente ricordare che prima che una celebrazione, come lui ha voluto in qualche modo sottolineare, il 25 aprile è San Marco: questo per un fatto storico, prima, molto prima, di quello che lui ha citato.
  Segnatamente, invece, sulla questione delle università, quando si cita l'ateneo di Bologna, bisognerebbe citare anche i delinquenti che voi avete sempre coperto, che lo hanno letteralmente devastato, soprattutto negli ultimi mesi: questa sarebbe coerenza. Grazie.

  PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.52 Daniele Farina, con i pareri contrari delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

  Passiamo all'emendamento 9.7 Ferraresi ed altri.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Noi riteniamo che, comunque la si pensi su questo provvedimento e su questo articolo, sia necessario pensare che, se certe persone, che oltretutto dovrebbero essere anche aiutate in alcuni casi, vengono allontanate da certi luoghi, che possono essere già presidiati dalle forze dell'ordine o comunque vissuti dal cittadino, in quanto stazioni, luoghi pubblici, in cui appunto si verifica un certo passaggio, ogni giorno, di centinaia di persone, se queste persone vengono allontanate da questi posti, che sono quelli più alla luce del sole, sotto i riflettori, sotto il presidio delle forze dell'ordine, credo che si possano spostare su altri luoghi, che già in questo momento soffrono un forte degrado e una forte presenza di illegalità.
  Sto parlando ovviamente delle periferie delle grandi città o anche delle più piccole città, sto parlando dei luoghi dove di solito c’è più il deturpamento degli edifici pubblici e anche privati, sto parlando dei luoghi dove la microcriminalità, diciamo, è libera di agire, perché non c’è presenza delle forze dell'ordine, sto parlando dei luoghi meno visibili dove si sversano anche rifiuti in modo illecito.
  Ecco, io non vorrei che, andando a circoscrivere un raggio di divieto di permanenza su alcuni luoghi, che sono già ben vissuti e presidiati, ancora una volta si scaricasse tutto il peso del degrado e delle illiceità su altri luoghi, che sono già in questo momento molto, molto delicati e già molto colpiti da queste vicende, come sono le periferie. Quindi, io credo che una particolare attenzione a questi luoghi vada data, perché sono dei luoghi già delicati, che con questo provvedimento saranno ancora di più riempiti dalle problematiche che già hanno. Infatti, se noi circoscriviamo il provvedimento a certi luoghi, sicuramente – perché credo che succederà questo – non ci sarà un'efficacia al 100 per cento, perché queste persone potranno svolgere questa attività in altri luoghi, che magari sono già martoriati da queste problematiche.
  Quindi questo emendamento praticamente vuole inserire, all'articolo 9, le aree urbane periferiche particolarmente soggette ad atti di imbrattamento, danneggiamento e sversamento illecito di rifiuti. Grazie.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Santanchè. Ne ha facoltà.

  DANIELA GARNERO SANTANCHÈ. Grazie, Presidente. Io voterò a favore di questo emendamento, che mi sembra assolutamente Pag. 14un emendamento di buonsenso, e mi chiedo come mai il Governo, dopo che ha istituito una Commissione per le periferie e quindi formalmente dimostrando interesse e capendo che le periferie sono oggi quelle che hanno più bisogno di tutele, più bisogno di sicurezza, il Governo si debba esprimere contro questo emendamento.
  Io credo che, sul decoro e sulla tutela della sicurezza, le periferie dovrebbero essere centrali, perché è proprio lì che ce n’è il maggior bisogno. Allora, se il Governo ci dice no, fa capire le sue intenzioni: pensa di risolvere i problemi al centro, così ci troveremo ancora con maggiori problemi di sicurezza nelle periferie.
  È proprio per questo, perché non voglio che le periferie possano subire ulteriore degrado rispetto a quello che hanno e che è evidente, è sotto gli occhi di tutti, che voterò a favore dell'emendamento. Grazie.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. La sequela di emendamenti tesi ad estendere le aree di applicazione della norma di cui al comma 1 dell'articolo 9 sta realizzando un paradosso. Il comma 1 che cosa dice ? «Fatto salvo quanto previsto dalla normativa vigente», eccetera, «chiunque ponga in essere condotte che limitano», o impediscano, «la libera accessibilità e fruizione delle predette infrastrutture» (ferroviarie, marittime autostradali, eccetera eccetera) è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 100 a euro 300.
  Qui c’è un accanimento ad indicare aree in cui ciò non deve avvenire, come per dire che ci sono aree in cui ciò possa avvenire. Per fortuna, l'ordinamento italiano è ancora molto più intelligente di questi emendamenti, perché la Polizia di Stato, se tu vai ad impedire il transito su un passaggio a livello messo fuori dal centro urbano, fuori dalla periferia, ma nell'area geografica di un Paese, ha il potere e il dovere di intervenire. Semmai, secondo la buona lettura di questi articoli e di questi emendamenti, lì non si applicherebbe la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 100 a euro 300.
  Ma vi pare una cosa seria quella che stiamo facendo ? Perché ciò accade ? Perché ci stiamo arrovellando intorno ad un sistema che non si regge in piedi? La sicurezza è un bene ed una funzione primaria dello Stato, che vale dalle Alpi alla Sicilia, non vale in alcune aree sì e in alcune aree no: questo è il paradosso di quello che stiamo realizzando.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, Presidente. Io annuncio il voto favorevole dalla Lega Nord all'emendamento in discussione, perché ne condividiamo le finalità. Quello che però ci lascia un po’ perplessi è inserire un emendamento di questo tipo, che non fa riferimento a infrastrutture, perché purtroppo – come abbiamo già avuto occasione di dire – l'articolo 9 si riferisce, ha come oggetto, la sanzionabilità di coloro che impediscono il libero accesso o la fruizione di determinate infrastrutture.
  Nell'emendamento in discussione non si fa riferimento a infrastrutture, si fa riferimento, più in generale, a quartieri, zone. Ripeto, la finalità è giusta e condivisibile, ma, purtroppo, per come è strutturata la norma, secondo me, diventa inapplicabile.
  Qua sostanzialmente dovremmo andare a sanzionare non coloro che impediscono l'accesso o la fruizione di infrastrutture, ma deturpano o danneggiano determinati quartieri o zone. Ripeto: diamo voto favorevole perché ne condividiamo la ratio e condividiamo sicuramente anche i sentimenti che hanno portato il collega Ferraresi a presentarlo. Come abbiamo già avuto occasione di dire – e ribadiamo anche in questa sede –, purtroppo la norma così come è stata strutturata nel «decreto Minniti» è inutile e inapplicabile; Pag. 15qui noi stiamo parlando di andare a punire soltanto coloro che impediscono l'accesso, la libera fruizione di aeroporti, porti, plessi scolastici e quanto di conseguenza e non, invece, di quartieri, come anche secondo noi si sarebbe dovuto fare.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.7 Ferraresi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore Invernizzi.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

  Il relatore Fiano ha chiesto di parlare sull'emendamento 9.53 Oliaro. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Presidente, solo per chiedere l'accantonamento dell'emendamento 9.53 Oliaro.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.35 Prataviera, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore Invernizzi.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 9.16 Molteni, 9.18 Vito e 9.36 D'Alia.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, Presidente. Dopo aver, penso ampiamente, dimostrato come, anche dal punto di vista repressivo, mettiamolo tra virgolette, il presente decreto rischi di essere semplicemente una foglia di fico di una maggioranza che sui temi della sicurezza ha segnato il passo per questi quattro anni e che adesso cerca di recuperare in qualche modo, in vista delle, speriamo prossime, elezioni politiche, andiamo ad un'altra materia sempre di stretta attinenza e di interesse per quanto riguarda il presente decreto.
  Con questo emendamento presentato dalla Lega Nord, nonché da altre forze politiche, si cerca di riempire, non solo di contenuti, ma anche di soldi, un decreto che, purtroppo, dal punto di vista degli stanziamenti è, per non dire completamente latente, quantomeno carente, cioè noi riteniamo opportuno – e non riusciamo capire perché su questo punto non vi possa essere un accordo – destinare quanto meno il 50 per cento di quanto si riesca a ricavare grazie alle sanzioni elevate, alle spese per il personale della Polizia locale, non per chissà che tentativi o progetti – come ha detto qualcuno in precedenza – finalizzati a restaurare il nazifascismo nel nostro Stato, ma per servizi di prevenzione e controllo di prossimità, finalizzati alla sicurezza urbana.
  Penso che sia questa una definizione che possa accontentare anche i buonisti presenti in questo Parlamento, che comunque darebbe un segnale innanzitutto di collegamento tra un'attività fondamentale, come quella di controllo del territorio, esercitata nella stragrande maggioranza delle volte, da agenti di Polizia locale, e un riconoscimento comunque di questo lavoro agli agenti della stessa.
  Non riusciamo a capire come mai, su una posizione di questo tipo, la maggioranza non trovi un accordo.
  Ripeto: qui non si tratta di andare a togliere finanziamenti già esistenti per altri comparti fondamentali ed essenziali all'interno della pubblica amministrazione, ma si tratta semplicemente di dare una destinazione chiara al 50 per cento, Pag. 16quanto meno, di quanto ricavato mediante le sanzioni, e finalizzare appunto questo ricavato a compiti di formazione della Polizia locale, in riconoscimento anche del lavoro che svolge e in un'ottica che vede appunto la Polizia locale, esattamente come le altre forze di polizia, gravare sulle sue spalle la necessità della continua formazione.
  La formazione costa, gli strumenti costano e quindi riteniamo che, in questo modo, sia possibile anche dare una prima parziale, ma importante, risposta a quanto gli agenti che operano in questo delicato comparto si aspettano.

  PRESIDENTE. Saluto studenti e docenti dell'Istituto superiore tecnico statale «Moscati» di Sant'Antimo in provincia di Napoli, che seguono i nostri lavori (Applausi).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Busin. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN. Questo emendamento sancisce un concetto molto semplice e chiaro e cioè che, se io voglio prevenire, rilevare e sanzionare dei comportamenti che vanno contro il decoro urbano e mettono in pericolo la sicurezza dei cittadini, devo dotarmi di un organico adeguato e magari anche aggiungere dell'organico che svolga delle funzioni nuove – faccio l'esempio concreto del vigile di quartiere – che rilevi, sanzioni e verbalizzi questi comportamenti illeciti. Credo che emendamenti di questo tipo vadano nella direzione di rendere più ricca, più pratica e più efficace la norma e non vedo come si possa lasciare in un testo una dichiarazione generica su come destinare le somme raccolte dalle sanzioni per migliorare il decoro urbano. In questo modo aumentano le aree che sono soggette alla sorveglianza ed eventualmente alla condanna di comportamenti illeciti e quindi creo semmai un maggior carico per le forze di polizia urbana, che già sono impegnate in altre questioni.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, signor Presidente, noi voteremo a favore di questo emendamento, perché ci sembra un emendamento indispensabile per poter dare attuazione, un minimo di attuazione, al decreto-legge.
  Ora noi sappiamo le sollecitazioni che vengono dai sindaci, dal presidente dei sindaci, dal sindaco di Bari, Antonio Decaro, sull'argomento relativo alle risorse necessarie collegate direttamente al personale. Queste debbono essere assolutamente previste poiché sono insufficienti e c’è già una denuncia fortissima da parte di chi poi principalmente deve dare attuazione, cioè i sindaci.
  Si è tanto enfatizzato questo ruolo, questa nuova situazione, questa nuova impostazione, così come i miei colleghi poco fa, signor Presidente, hanno più volte richiamato, ma si sa bene che, senza risorse e senza personale, è impossibile attuarle. Ora, non ci sono risorse specifiche, trasferimenti aggiuntivi o quant'altro ai comuni ed è sperabile che questo poi possa avvenire anche nel futuro. Ma se il Parlamento propone, attraverso un'invarianza della copertura finanziaria di questo decreto, con i proventi stessi con cui devono essere determinate le sanzioni per poter spostare sul personale rispetto a quello che dovrebbe essere in maniera molto... perché non si riesce a capire il decoro urbano. Noi dobbiamo dare attuazione al decreto sulla sicurezza e non lasciare tutto indefinito, perché poi non si capisce, se non c’è un vincolo preciso, la determinazione rispetto a questo dato.
  Dunque, mi sembra che stavolta la sollecitazione non venga solo da parte nostra e di Molteni, ma c’è Vito, c’è D'Alia e ci sono anche altri colleghi che propongono continuamente emendamenti su questo decreto, per cercare di dare la possibilità al Governo di fare un'attivazione, in maniera efficiente ed efficace, di quanto previsto da queste norme tanto importanti Pag. 17sulla sicurezza, ma il Governo continua, insieme alla maggioranza, a dire di no.
  Ci dispiace, ma secondo noi è un grave errore; bisognerebbe, invece, sperare che il Governo prima o poi si renda conto che il decreto, senza soldi e senza personale, non cammina. Quindi, sarà un flop e passerà anche questo come uno spot punto e basta.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Vito. Ne ha facoltà.

  ELIO VITO. Presidente, anche noi abbiamo presentato questo emendamento, che un po’ tradisce la logica, come hanno detto anche i colleghi che mi hanno preceduto, di tutto il provvedimento. Alcune norme sono anche condivisibili, come questa dell'articolo 9 sull'allontanamento, anche se andrebbe prevista un'estensione ad altri casi e ad altre fattispecie (e poi parleremo di quello di cui all'articolo 10). Ma vi è il problema di dove prendere le risorse, nonché quello dell'utilizzo e delle finalità delle risorse che i comuni dovrebbero destinare al decoro, alla prevenzione e alla risistemazione di queste aree.
  Noi proponiamo, con questo emendamento, che una quota non inferiore al 50 per cento sia dedicata al potenziamento dei vigili urbani e della Polizia locale, che sono coloro che dovranno poi svolgere concretamente l'accertamento delle misure di cui all'articolo 9. Non capiamo la ragione della contrarietà del Governo e della maggioranza su questi emendamenti, che, da una parte, servono a potenziare le misure di prevenzione e di repressione e, dall'altra parte, riconoscono al personale della Polizia locale, impegnato sul territorio in maniera così faticosa e così difficile e al quale già non vengono riconosciuti tanti trattamenti accessori, perché non sono ancora equiparati, come noi proponiamo anche con una proposta di legge, al comparto sicurezza, il giusto riconoscimento.
  Quindi, si tratta di un emendamento ragionevole e di buonsenso, che darebbe ai comuni la possibilità di avere maggiori risorse e di utilizzare quelle risorse per il potenziamento della Polizia locale che viene chiamata, con questo provvedimento, a svolgere ulteriori e gravosi compiti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 9.16 Molteni, 9.18 Vito e 9.36 D'Alia, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.8 Ferraresi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).
  Passiamo alla votazione dell'emendamento 9.21 Sisto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, questo è un emendamento che ripropone un provvedimento, che è già in discussione in Commissione affari costituzionali, nella prospettiva che, approfittando – uso un termine corretto dal punto di vista parlamentare – della contingenza di un decreto, si possa accelerare il percorso verso un'oggettiva esigenza della nostra società, cioè un monitoraggio effettivo – e la parola «effettivo» mi sembra che abbia poco a che spartire con questo provvedimento – delle discoteche come luoghi in cui si deve evitare che, tra buio, luci e suoni, si possano perpetrare delle situazioni di attacco alla sicurezza dei nostri ragazzi. Pag. 18
  Il parere è contrario su questo emendamento e questo non mi piace, perché significa che ogni qual volta – anche se è coerente con quanto si verifica in quest'Aula – si cerca di dare consistenza, di dare effettività, di dare, come posso dire, plasticità ad un emendamento, calandolo nella realtà concreta, vi è una sorta di ritrosia, accontentandosi delle pronunce formali e di bandiera.
  Poiché io intendo continuare questa battaglia all'interno dalla Commissione e nel provvedimento e intendo poi giungere in Aula con un'elaborazione che sia compiuta, e non mi sembra che in nome di un provvedimento formale e di bandiera, un provvedimento vuoto, si debba sacrificare una legittima esigenza concreta, io ritiro questo emendamento e mi riservo di proseguire la battaglia parlamentare in Commissione.

  PRESIDENTE. Sta bene: è ritirato.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento 9.12 Vargiu.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Santerini. Ne ha facoltà.

  MILENA SANTERINI. Presidente, approfitto di questo emendamento che, tra l'altro, prevede delle associazioni di cittadini che vanno a segnalare questi casi di disturbo della quiete pubblica, dell'armoniosa vita civile, per dire che questi articoli 9 e 10 al nostro gruppo non piacciono. Non piacciono per motivi molto evidenti: perché il dibattito è stato surreale e si è parlato del come difenderci da queste persone che limitano l'accessibilità e la fruizione, ma di che cosa ? Dei luoghi pubblici, degli aeroporti, delle stazioni, ma anche delle scuole, delle università, dei monumenti. Cioè, abbiamo parlato di una città buona che si deve difendere dalle persone moleste, dalle persone che limiterebbero l'accesso, e dobbiamo farlo perché queste persone, di cui non si fa il nome e non si descrivono effettivamente, danno fastidio.
  Ora, mi permetto di dire che c’è una certa ipocrisia politica dietro questo ragionamento e nello spirito di questi due articoli: abbiamo un problema di percezione di sicurezza da dare ai cittadini e, tra l'altro, la realtà ci dice che i reati sono in diminuzione del 5 per cento, quasi tutti i tipi di reati. Perché, allora, dobbiamo alimentare questa percezione di insicurezza con questi provvedimenti che dovrebbero rassicurare ma che, in realtà, gettano ancor di più nel panico ? Ma, soprattutto, di chi stiamo parlando ? Stiamo parlando di persone che limitano l'accesso: e come lo fanno ? Molto probabilmente mendicando, molto probabilmente stazionando oziosi, come quella plebe molesta e cattiva che dal Medioevo in poi si è cominciata a rimuovere dal centro storico, per mandarla dove ? Negli ospizi ? Per mandarla in carcere ? In periferia ? Dove li mandiamo ? Non c’è oggettivamente qui una preoccupazione di inclusione sociale. C’è una preoccupazione di decoro e, quindi, la città buona si deve difendere dalla città cattiva. Ora ci sono troppi non detti qui: il non detto della percezione di sicurezza, che dobbiamo sfatare; il non detto del di chi stiamo parlando: di mendicanti ? di rom ? Questi sono il convitato di pietra di questo dibattito ipocrita. I rom che, sappiamo bene, sono illegali, sono l'illegalità, sono fastidiosi e sporchi.
  Questi due articoli non ci convincono, prima di tutto perché i sindaci avrebbero già tutti gli strumenti per intervenire, là dove veramente si violi il decoro, là dove c’è sporcizia, là dove c’è molestia, là dove c’è illegalità. Lo facciano, senza che mandiamo questo messaggio falsamente rassicurante alla popolazione ovvero che ce la stiamo prendendo con i più deboli. Io ho chiamato queste categorie «poveri», mi è stato risposto che non c'entra il reddito economico. Come non c'entra il reddito economico ! Ma chi è che limiterebbe l'accesso ai posti pubblici, se non gente che staziona per strada, sui marciapiedi ? Chi di noi, se ha una vita felice, regolare e ricca, si metterebbe steso su un marciapiede a mendicare ? Quindi, sì, stiamo parlando anche di reddito economico, stiamo parlando di problemi di alcolismo, stiamo parlando di problemi psichici, Pag. 19stiamo parlando di persone con un forte disagio e povertà estrema che, purtroppo, non abbiamo saputo aiutare in altro modo. Ho visto che quasi nessun emendamento era migliorativo, tranne alcuni di Sinistra Italiana, allora la nostra richiesta sarebbe quella di agire con provvedimenti inclusivi e che leghino il sociale al provvedimento di esclusione che stiamo facendo, altrimenti rimarrà soltanto non solo una grida manzoniana ma potrebbe essere addirittura controproducente (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Vargiu. Ne ha facoltà.

  PIERPAOLO VARGIU. Presidente, anche sentendo l'intervento della collega Santerini, che è sempre puntuale e precisa nelle sue osservazioni, è impossibile non rilevare come spesso l'attività legislativa della Parlamento avviene in assenza di informazioni che siano nelle conoscenze di tutti quanti i parlamentari a cui è affidata. Ed è il motivo per cui è stupefacente, dal mio punto di vista, il parere negativo che il Governo ed il relatore di maggioranza danno su questo emendamento. Perché ? Perché quell'attività di presidio del territorio, a cui ha accennato l'onorevole Santerini per dire che ritiene che sia un messaggio negativo dal punto di vista comunicativo nei confronti delle città, in realtà è una legge dello Stato, la legge 15 luglio 2009 n. 94, con cui venivano istituite quelle che a suo tempo vennero chiamate le «ronde dei cittadini», con un termine forse roboante, e che diede poi luogo a un decreto attuativo, dell'8 agosto dello stesso anno, col quale vennero sostanzialmente disciplinate. E la disciplina di queste cosiddette ronde – mi rendo conto che il termine è improprio – determinava che sostanzialmente queste fossero degli organi ausiliari di pubblica sicurezza e che la loro istituzione fosse regolata da un elenco presso il Ministero dell'interno, che fosse aggiornato annualmente presso la prefettura e che fosse approvato dal comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza. Cioè, una cosa così complessa e con così forte vocazione militare – ha ragione la collega Santerini –, che tecnicamente, fortunatamente, è stato difficile attuarla; dal punto di vista della comunicazione sicuramente dà un messaggio che a noi non piace. Questo è il motivo per cui proponevamo l'abolizione di quei quattro commi dell'articolo 3 della legge n. 94 del 15 luglio 2009, che le istituivano, e proponevamo un intervento che ha un senso completamente opposto, cioè il senso della riappropriazione da parte della città dei suoi spazi, che ha un significato dal punto di vista della frequentazione, che ha un significato dal punto di vista del decoro, che ha un significato dal punto di vista dell'incremento di quelle attività di impresa e di turismo che si svolgono all'interno di centri urbani che siano perfettamente agibili, utilizzando oltretutto quella grande forza che è il volontariato civico presente in Italia, e che spetterebbe ai comuni, qualora gli dessimo gli strumenti adeguati, organizzare. Quindi, questo era il senso dell'emendamento, un emendamento che sicuramente andava nella stessa direzione proposta dalla collega Santerini, e che io credo andrebbe, qualora fosse stato letto, anche nella stessa direzione del Governo e dei relatori di maggioranza che ha ispirato questo provvedimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Santanchè. Ne ha facoltà.

  DANIELA GARNERO SANTANCHÈ. Presidente, su questo emendamento, che non mi vede d'accordo sull'ultima parte, perché non sono a favore dell'abolizione delle ronde, non riesco a capire perché il Governo deve dare parere contrario, quando, invece, si dovrebbe essere tutti d'accordo sul fatto che i sindaci potrebbero avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati, e fare così in modo che i cittadini aiutino nel mantenimento del decoro. Potremmo definirla una sorta di sussidiarietà della sicurezza, allora chiedo: come mai la sussidiarietà, Pag. 20che è un principio o forse una parola che sta molto al cuore alla maggioranza, che la usa molto spesso quando si devono dare i soldi alle cooperative rosse, e parla in termini di sussidiarietà quando si devono dare i soldi alle associazioni che si occupano dell'accoglienza degli immigrati, perché, invece, non vale più nel momento in cui dovrebbe essere messa a disposizione di associazioni di cittadini per aiutare le forze dell'ordine rispetto al decoro delle nostre città ?
  Allora, chiederei veramente al Governo di riflettere su questo emendamento, perché altrimenti è evidente ai cittadini italiani che predicate bene, ma razzolate male, o è ancora più evidente ai cittadini italiani che vi occupate solamente di ciò che interessa alla vostra parte. Quando, invece, mettiamo al centro le esigenze e il bisogno di sicurezza degli italiani, fate finta che ciò che avete sempre portato avanti non sia più interessante.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Presidente, noi voteremo ovviamente a favore di questo emendamento, anche perché rappresenta in qualche modo il riconoscimento di una posizione politica assunta dalla Lega Nord ormai da anni, che è quella che vede associazioni di cittadini che compiono volontariato, esattamente come in tutta un'altra serie di settori della nostra società, mettendo gratuitamente il proprio tempo ed il proprio impegno al servizio dalla collettività.
  È una battaglia che per anni c’è stata in qualche modo contestata, dicendo che volevamo militarizzare i nostri quartieri, che volevamo trasmettere il messaggio in base al quale lo Stato non è in grado di garantire la sicurezza. Mi permetto di dire che, di fronte ad alcune notizie di cronaca, anche recenti, questa convinzione probabilmente continua ad essere presente nella nostra società. Ma soprattutto, noi ritenevamo fondamentale che il cittadino – che, ripeto, ritiene di fare volontariato, perché in questo caso si tratta di volontariato ovviamente a beneficio proprio, ma anche dei propri vicini e della propria collettività – dovesse trovare comunque una protezione normativa giuridica per l'esercizio di una simile attività.
  Ci fa piacere che ora questi cittadini non vengano più considerati vigilantes, non vengano più considerati emuli degli sceriffi dal Far West, che non vedevano l'ora di mettere le mani su qualche delinquente e di attaccarlo al pennone più alto; ci fa piacere vedere che sta entrando nella società italiana il concetto in base al quale la sicurezza, essendo un diritto del cittadino, può vedere, anche in un'attività per il suo perseguimento, l'interesse attivo e partecipe del cittadino stesso.
  Quindi, guardiamo di buon occhio un emendamento di questo tipo, però dobbiamo anche aggiungere che lo consideriamo un po’ limitativo, nel senso che, a parte il fatto che già oggi associazioni volontarie sono attive in parecchi comuni italiani e svolgono tutta una serie di iniziative volte a prevenire e a segnalare eventuali casi che possono portare alla commissione di delitti o crimini; però, ci sembra un po’ limitativo affermare, come si fa in questo emendamento, «avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati per la segnalazione delle fattispecie previste nei commi 1, 2 e 3 e per la tutela e salvaguardia del decoro urbano».
  Riteniamo che, appunto, sia limitativo pensare: io costituisco un'associazione, che ha come fine quello di valutare se all'interno della propria comunità, all'interno dal propria area urbana vengano perpetrate azioni in violazione di quanto previsto in questo decreto-legge; perché, come abbiamo già detto e ribadiamo, il decreto-legge è vuoto, sarà difficile che venga applicato e sarà difficile (sempre che questo decreto-legge venga approvato, come appare) vederlo applicato in qualche sua misura. Motivo per il quale annuncio, da una parte, l'atteggiamento favorevole nei confronti di iniziative di questo tipo, ma, per le motivazioni che ho detto, ci asterremo come Lega Nord.

Pag. 21

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, ho ritenuto opportuno intervenire dopo quanto affermato dalla collega Santerini, perché credo che bisogna e sia necessario portare un principio di verità in quest'Aula. E la verità non può essere quella che viene fatto passare il concetto e la richiesta di sicurezza, come di qualche ricco borghese radical chic che vive in qualche attico in Piazza di Spagna e, se scende, gli dà fastidio vedere qualche povero sulla strada. Non può essere fatto passare un concetto di sicurezza, nel quale vi può essere il degrado totale delle nostre comunità, ma questo vuol dire semplicemente che non c’è una risposta alla povertà della comunità rom. Non può essere questo !

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Concludo, Presidente. Ricordo alla collega Santerini che la povertà non riguarda quelle persone che vivono in un campo rom, con magari una Mercedes e vendono e vanno a rubare il rame da qualche parte (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini). Sta in quelle famiglie dignitose...

  PRESIDENTE. Concluda.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. ... che non vanno a delinquere, non vanno a derubare, non vanno a degradare le nostre città, ma con dignità vivono la loro povertà: quella a cui noi e questo Parlamento non abbiamo mai dato risposte (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Tornando all'emendamento, io ho letto con attenzione, credo con attenzione, l'emendamento proposto da Vargiu, il quale in conclusione dice: «I commi da 40 a 44 dell'articolo 3 della legge 15 luglio 2009, n. 94 sono abrogati». Però poi leggendo quei commi, io ci noto una sostanziale... Come dire, sono uguali tutto sommato. Non ho capito, e la mia è certamente una carenza; però la cosa che colgo, la contraddizione che colgo è la seguente: qui si dice che i sindaci possono avvalersi di associazioni tra cittadini non armati per la segnalazione delle fattispecie previste dai commi 1, 2, 3 per la tutela e la salvaguardia del decoro urbano, cioè è circoscritto l'ambito di operatività. Però poi successivamente, così come faceva la legge del 2009, dice che, con decreto del Ministro, si determinano gli ambiti operativi della presente disposizione. Scusi, se già l'ambito operativo è indicato, che cosa dovrebbe fare in più il Ministro ? Se si potesse meglio chiarire.
  Sì, Molteni, dice: sono determinati gli ambiti operativi della presente disposizione, i requisiti per l'iscrizione nell'elenco e la tenuta dei relativi elenchi. Cioè, io noto una sostanziale identità. Scusate, se non ho capito bene, i sottoscrittori potrebbero darmi qualche delucidazione. Almeno a me; non dico agli altri, che l'avranno certamente capito.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Presidente, qui ci vediamo in difficoltà, nel senso che troviamo che l'azione del ministro Maroni era stata troppo istituzionale e troppo garantista, perché era, la cosiddetta ronda possibile previa intesa con la prefettura; qui addirittura con il prefetto non si dialoga più, e si fa l'iscrizione di questa associazione direttamente in comune. Quindi il «sindaco fai da te» costruisce delle associazioni territoriali... Giustamente, perché noi siamo anche... Diciamolo, i sindaci sceriffi a noi piacciono, non è che non ci piacciano (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Pag. 22Lega dei Popoli-Noi con Salvini) ! E però vedo che anche loro iniziano a venire sulle nostre posizioni, perché ormai le prefetture capiamo che sono da abolire e non si possono più considerare come forze istituzionali, perché oramai fanno di fatto i tour operator degli immigrati, perché dappertutto, su tutti i territori le prefetture ora servono esclusivamente a collocare immigrati, che noi consideriamo clandestini perché tali sono per il 95 per cento. E quindi un accordo con le prefetture su questi temi diventerebbe impossibile, perché non c’è più un prefetto che terrebbe la tutela della propria cittadinanza al primo posto delle proprie prerogative istituzionali.

  PRESIDENTE. Concluda !

  ROBERTO SIMONETTI. Un esempio: oggi a Biella, la prefetto di Biella convoca tutti i sindaci per distribuire ecumenicamente tutti questi nuovi arrivi. Quindi potremmo anche essere favorevoli a questo...

  PRESIDENTE. Concluda, Simonetti !

  ROBERTO SIMONETTI. Potremmo anche essere favorevoli a questo emendamento, che di fatto esclude le prefetture per l'organizzazione di queste che sono ronde, ovviamente pacifiche.

  PRESIDENTE. Faccio presente che il gruppo Forza Italia ha chiesto la votazione per parti separate di questo emendamento. Quindi voteremo prima la parte relativa al 4-bis, e poi la parte relativa al 4-ter.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Presidente, ho un quesito regolamentare. Premesso che io ritengo ovviamente ammissibile sotto il profilo del Regolamento, ma incoerente secondo la logica, che noi votiamo degli emendamenti come questo, con parere contrario della Commissione bilancio; ma questo, se qualcuno vorrà... Però, quello che le chiedo: nella votazione per parti separate di un emendamento che ha il parere contrario della Commissione bilancio, su quali parti insiste il parere favorevole e su quali contrario della Commissione bilancio, se lo dividiamo in parti ? Vorrei saperlo, perché questo può orientare il voto di qualcuno.

  PRESIDENTE. Siccome resta contrario su entrambe le parti, a meno che qualcuno non mi dica che vuole cambiare il parere, io do per scontato che i pareri siano gli stessi anche sulle due parti separate. Quindi è questa... È un po’ come quando ieri ho dato per scontato che lei potesse cambiare parere, perché il Comitato dei diciotto non aveva mosso obiezioni.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vargiu 9.12, limitatamente alla parte relativa al 4-bis, con i pareri contrari delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vargiu 9.12, limitatamente alla parte relativa al 4-ter, con i pareri contrari delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Pag. 23

  Passiamo all'articolo aggiuntivo 9.04 Guidesi.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Guidesi. Ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Grazie, Presidente. L'articolo aggiuntivo fa riferimento ad una proposta di legge che riguarda il fenomeno, che ormai è diventato diffusissimo purtroppo, dell'abbandono dei rifiuti; un fenomeno che è diffuso su tutti i territori e i territori hanno sostanzialmente l'impossibilità di prevenirlo e di – tra virgolette – curarlo. Nel prevenirlo c’è una difficoltà che fa parte del senso civico di talune persone che gravitano sui territori e nel controllarlo c’è il problema di non avere né i mezzi né le risorse per controllare questo fenomeno.
  La proposta dà una soluzione: raddoppiando le sanzioni per chi abbandona i rifiuti, noi diamo la possibilità ai comuni di controllare direttamente nelle loro zone, nelle loro aree, nel loro territorio questo fenomeno e di incentivarne il controllo, facendo in modo che quelle sanzioni arrivino nelle casse dei comuni e possano essere investite senza far parte dei vincoli del pareggio di bilancio. A noi sembra una proposta che può essere una sperimentazione efficace ed è, comunque, sostanzialmente, un invito ed un sostegno ai comuni perché provvedano a controllare meglio il loro territorio.
  Ciò non ci può nascondere il fatto che la situazione sta diventando alquanto grave e il fenomeno molto diffuso, anche perché in questo Paese oramai tutto è diventato possibile e lecito e tutto si può anche sui singoli territori. Per chi come me abita in un territorio di campagna credo sia visibile a tutti il fatto che ci siano persone che, passando in macchina, addirittura, gettano dai propri finestrini i propri rifiuti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 9.04 Guidesi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

  Passiamo all'articolo aggiuntivo 9.03 Simonetti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. Se questo provvedimento deve essere una proposta legislativa che faciliti la sicurezza da parte dei sindaci, noi abbiamo proposto questo articolo aggiuntivo, che secondo me è votabile da parte della maggioranza, che dà la possibilità, attraverso un'ordinanza sindacale, di derogare ad alcune norme sulla privacy quando si costruisce un impianto di videosorveglianza comunale.
  Questo perché, oltre alle difficoltà economiche, i comuni trovano anche le difficoltà burocratiche per piazzare le telecamere con tutti i crismi della legge sulla privacy, perché alcune riprese non si possono fare, alcune comunicazioni sono obbligatorie, alcune parti del paese sono vincolate se ci sono delle residenze private: insomma, una serie di intoppi burocratici che impediscono, di fatto, un veloce posizionamento delle videosorveglianze.
  Ovviamente, non deve essere una deregulation, perché diamo l'incarico al Ministro dell'interno affinché, in una trentina di giorni, regolamenti con un proprio decreto le modalità di attuazione di questa semplificazione, ma credo che l'Aula abbia la possibilità di addivenire in maniera positiva su questo articolo aggiuntivo, proprio per andare incontro alle esigenze che sono intervenute, che sono state espresse a noi da molti amministratori locali che, oltre alle problematiche economiche, incontrano Pag. 24problematiche, come dicevo, burocratiche per l'attuazione di questi provvedimenti.
  Proprio per non rendere vana anche quella parte economica di cui, ieri, il relatore si prodigava a vantarsi in Aula – di quei soldi che sono stati messi per la realizzazione di videosorveglianze –, non vorremmo, poi, che non fosse più il problema economico a bloccare la realizzazione, ma fosse il problema burocratico. Con questo avremmo la possibilità, quindi, effettivamente, di rendere molto più snella la procedura di realizzazione di un sistema che, poi, verrebbe utilizzato non solo dai sindaci, ma da tutte le forze dell'ordine per un controllo diretto, anche a remoto e anche posteriore, di tutto quello che avviene sui territori (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Gelmini. Ne ha facoltà.

  MARIASTELLA GELMINI. Grazie, Presidente. Mi convincono le riflessioni del collega Simonetti, conosco le difficoltà dei sindaci nel garantire la sicurezza e nel superare aspetti burocratici non facili, quindi vorrei aggiungere la mia firma a questo articolo aggiuntivo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santanchè. Ne ha facoltà.

  DANIELA GARNERO SANTANCHÈ. Grazie, Presidente. Anch'io voglio aggiungere la firma a questo articolo aggiuntivo e dire che, anche qua, siamo nel buonsenso, stiamo andando incontro con questo articolo aggiuntivo al bisogno di sicurezza dei cittadini. Diciamo sempre che il problema del nostro Paese è la burocrazia, parliamo sempre di come dobbiamo semplificare, poi su un articolo aggiuntivo come questo, che vuole semplificare le procedure per l'installazione della videosorveglianza, abbiamo un Governo che ancora una volta dice «no».
  Non c’è il problema della privacy, cari colleghi, perché, con riferimento alle videosorveglianze, non è che noi chiediamo, con questo articolo aggiuntivo, che si vada a vedere dentro le abitazioni – cosa che in questo Paese è abitudine di altri –, ma chiediamo semplicemente che si possa vedere nei luoghi pubblici. In un momento di grande richiesta, in un momento di percezione di mancanza di sicurezza, io credo valga la pena rinunciare ad un pizzico di privacy per maggiore sicurezza per gli italiani.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO PAGANO. Presidente, desidero aggiungere anche la mia firma ed il motivo è anche legato a delle motivazioni di ordine complessivo. In Commissione anagrafe tributaria abbiamo avuto modo di audire anche, per problematiche legate alla stessa, in merito all'esigenza di implementare le logiche delle smart city. E una delle caratteristiche fondamentali delle smart city è, appunto, quella di implementare i sistemi di sorveglianza con modalità che potrebbero essere assolutamente coese non soltanto nella logica dell'efficientamento energetico delle stesse, ma anche in funzione del controllo, visto che un servizio è dato. Quindi, non riusciamo a comprendere per quale motivo questo articolo aggiuntivo non debba essere accettato.

  GABRIELLA GIAMMANCO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GABRIELLA GIAMMANCO. Grazie, Presidente. Solo per apporre la mia firma a questo emendamento, che condivido in pieno.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

Pag. 25

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, intervengo semplicemente per giustificare il mio – e penso di altri – voto contrario. Parlare in astratto è facile ed accomuna tutti, potrebbe accomunare tutti, e si dice, quindi, che è una norma di buonsenso. Ma qual è la norma di buonsenso ? Al fine di semplificare le procedure relative all'installazione di sistemi di sorveglianza, i sindaci possono dotare le aree comunale di sistemi di videosorveglianza, anche in deroga alla normativa vigente in materia di privacy. Ma una cosa di questo tipo non è che si può affrontare con un articolo aggiuntivo: c’è una normativa sulla privacy, certamente complessa, che è frutto di una meditazione intorno ai diritti di libertà dei cittadini e anche dei diritti alla sicurezza dei cittadini, ma non si può affrontare in questa maniera.
  Un altro problema: in Italia abbiamo certamente problemi burocratici, dovuti al fatto che questo Parlamento, insieme a quelli che l'hanno proceduto, fa tre leggi al giorno. Ho ascoltato con piacere il Vicepresidente Di Maio in televisione denunciare che noi facciamo troppe leggi. Non lo sentivo da parecchio tempo, le voglio dire che sono stato molto contento di ascoltare le sue parole. Quindi, più leggi facciamo, più burocrazia immettiamo nel sistema. In ogni caso c’è anche una burocrazia indispensabile. Il problema non è di eliminare le norme, ma far sì che la burocrazia proceda speditamente. Ora, se per installare un sistema di videosorveglianza ci sono delle norme a tutela della libertà, della riservatezza dei cittadini e che sono ben modulate in riferimento anche ai problemi di sicurezza, non è che le possiamo prendere con tanta velocità, con tanta disinvoltura, cassarle con un emendamento. Non è che io voglio, come dire, difendere il Governo ad ogni costo, ma mi pare che qui proprio il buonsenso non c’è: è proprio una norma senza senso.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega De Girolamo. Ne ha facoltà.

  NUNZIA DE GIROLAMO. Grazie, solo per apporre anche la mia firma e dire che trovo assurda tanta ipocrisia contro questo emendamento, visto che, ogni volta che si parla di privacy e di telecamere, nel caso in cui noi dobbiamo vigilare sui soldi, quindi sulle banche, vengono ammesse le telecamere, quando dobbiamo verificare la vita delle persone, sulle telecamere ci rifacciamo alla privacy. Nei casi, come gli ultimi letti sul giornale, delle baby gang, del bullismo, per accertare atti criminali svolti a danno di tanti minori, siamo dovuti ricorrere a telecamere delle banche e non a quelle installate legittimamente da dei sindaci. Grazie.

  PRESIDENTE. Colgo l'occasione per salutare studenti e docenti dell'Istituto tecnico commerciale statale «Pier Fortunato Calvi» di Padova, che seguono i nostri lavori dalle tribune.
  (Applausi).

  Non mi pare ci siano altri interventi. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 9.03 Simonetti.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 9.050 Rampelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Pag. 26

  Passiamo all'emendamento 10.9 Dadone, pareri contrari delle Commissioni e Governo, si rimette all'Aula il relatore di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Grazie, Presidente. Intanto volevo tranquillizzare il Governo e i colleghi sul fatto che non c’è un emendamento soppressivo di Sinistra Italiana all'articolo 10, semplicemente perché la soppressione era già contenuta in quello all'articolo 9, cui è collegato. Qui siamo nel cuore, diciamo, del problema.
  Questo è stato chiamato l'articolo che regolamenta il mini Daspo e voteremo a favore di questo emendamento dei colleghi Cinque Stelle, quanto meno perché prova a mettere qualche paletto, a dire qualche cosa, e cioè che l'ordine di allontanamento quanto meno vada motivato e vada fisicamente consegnato al soggetto cui si rivolge. Si è parlato di mini Daspo o di Daspo – il «mini» probabilmente è relativo alla durata – ma in realtà l'effetto è lo stesso, cambia il meccanismo, perché il Daspo è un divieto di accesso, mi viene impedito di accedere a. Qui c’è un ordine di allontanamento di persona che fisicamente è e viene allontanata per un periodo di tempo limitato. Poi c’è l'aggravante del Daspo del sindaco, che non ha motivazione, non ha possibilità di ricorso giurisdizionale, e questo è in capo al questore. Poi abbiamo l'aggravante dell'aggravante nel caso che le condizioni soggettive di colui a cui si applica abbiano dei precedenti, anzi dei procedimenti in corso, perché si parla sostanzialmente di sentenze non passate in giudicato, ma anche soltanto allo stato del processo di appello. Ed è per questo che noi abbiamo, come dire, constatato con sorpresa che c’è in questa Aula un garantismo a corrente alternata: molto rigoroso nei confronti magari dei Ministri, assai più lasco nei confronti di coloro che invece creano problemi, turbative, contraddicono il decoro delle città, quindi un'idea anche particolare del decoro delle nostre città.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 12,04)

  DANIELE FARINA. Noi quindi abbiamo segnalato che far uscire – esondare, abbiamo detto – la normativa speciale, applicata e introdotta per le manifestazioni sportive, alla società è cosa che sarebbe accaduta. Questo l'abbiamo detto anni fa, ci siamo, sta succedendo e siccome non bastava, i nostri colleghi si sono ricordati che c’è un altro istituto introdotto in sede di manifestazioni sportive, che è sicuramente incostituzionale – sicuramente incostituzionale –, ma che sfugge al sindacato dalla Corte costituzionale, perché gli si mette al 2003 la data di scadenza: è la flagranza differita. Voi trovate che un vulnus costituzionale chiarissimo – non a me, che conto niente, chiarissimo dal punto di vista della giurisprudenza costituzionale – viene introdotto all'ultimo. Siccome qualche associazione in sede di audizione, associazione di categoria, ha sollecitato il fatto che era scaduta la proroga del 2013 al 2016, quindi non c'era più questo istituto sulle manifestazioni sportive, in questo decreto sulla sicurezza urbana, sicurezza integrata, noi abbiamo fatto salire anche questo. Questa è una pessima strada, perché di passo in passo è già delineato quale sarà il futuro, e sarà l'aggravamento degli istituti che qua dentro vengono sdoganati e portati, diciamo, nelle nostre case, di fatto, nelle nostre vie, nelle nostre piazze, nelle nostre stazioni, nei nostri porti, in tutto lo spazio pubblico.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Solo per dire che chiedo, Presidente, l'accantonamento dell'emendamento 10.9.

  PRESIDENTE. Bene, allora siamo al 10.19 Prataviera. Ma, siccome il 10.19 è Pag. 27simile, riguarda la stessa cosa, credo, onorevole Fiano, che sia il caso di accantonare anche il 10.19. Bene.
  Siamo al 10.22 Rampelli. Nessuno chiede di intervenire. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.22 Rampelli, con il parere contrario del relatore di maggioranza e del Governo, parere favore del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.23 Rampelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 12,10)

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.5 Invernizzi.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Castiello. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPINA CASTIELLO. Signor Presidente, con questo emendamento al comma 2 dell'articolo 10, noi, rispetto al divieto di accesso ai luoghi in esame, chiediamo un inasprimento della pena. Vedete, noi abbiamo molto chiaro quale sia il nostro concetto di sicurezza, che non può non essere garantito se non c’è una certezza della pena, perché non è possibile che chi appunto commette fatti gravi, poi possa essere scarcerato, come appunto nel caso che è avvenuto a Napoli, dove due soggetti sono stati arrestati e con rito direttissimo sono stati subito scarcerati, mentre abbiamo ancora in ospedale uomini delle forze dell'ordine feriti che sono ancora lì ricoverati, ai quali va la mia solidarietà, il mio abbraccio e anche del nostro gruppo politico (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).
  Lo diceva poc'anzi il collega Molteni: la sicurezza è tale se si garantisce, non solo nelle città, non solo nelle abitazioni, ma soprattutto se si garantisce anche nel corso di tutte quelle iniziative pubbliche e manifestazioni, dove i cittadini vogliono appunto liberamente partecipare, come appunto avviene allo stadio. Anch'io sono per ampliare il concetto del Daspo alle manifestazioni pubbliche, perché, rispetto ad una manifestazione autonoma, libera e politica che c’è stata a Napoli, noi abbiamo dovuto subire fatti vergognosi e allucinanti. Allora, vogliamo veramente realizzare un concetto di sicurezza ? Volete approvare un provvedimento che non sia lo specchietto delle allodole, dove parlate di sicurezza e poi alla fine siamo di fronte ad un provvedimento vuoto perché mancano risorse economiche. Per avere sicurezza, per far sì che anche le nostre forze dell'ordine possano garantirci la sicurezza e possano essere messe in condizione di poter lavorare, c’è bisogno delle risorse economiche e finanziarie. Senza risorse economiche, questo diventa un provvedimento completamente vuoto, che non riesce a risolvere nessun problema.
  Quindi, cerchiamo di lavorarci realmente e seriamente, in modo che anche ciò che è avvenuto a Napoli possa non avvenire più e mettiamo in condizione anche i questori di organizzarsi meglio sui territori con un provvedimento di legge dove ci siano riferimenti chiari anche rispetto a eventi come quelli di Napoli, andando appunto ad inasprire le pene e non vedere quindi gente che va in galera un giorno e viene poi subito mandata a casa. Chi paga rispetto ai danni subiti ? Chi paga rispetto anche ai feriti che Pag. 28stanno in ospedale (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini) ?

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.5 Invernizzi, con i pareri contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 10. 1 Ferraresi e 10. 3 Sannicandro, con tutti i pareri contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  Revoco l'indizione della votazione perché ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Longo. Prego, Longo.

  PIERO LONGO. Grazie, Di Maio. Allora, qui spunta all'articolo 10, terzo comma, la cosiddetta doppia conforme. Quand’è che ci metteremo in testa che c’è un principio costituzionale secondo il quale nessuno può essere ritenuto colpevole, anzi deve essere ritenuto innocente, per quanto dicono gli accordi internazionali, fino a sentenza definitiva ? Allora, qui giustamente questo emendamento dei colleghi Ferraresi e Sarti, da una parte, e Sannicandro e D'Attorre, dall'altra – e mi meraviglio che il collega Sannicandro non si alzi per difendere questo emendamento – va votato per rispetto dei principi costituzionali.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Collega Longo, accetto la provocazione, quindi prendo la parola. È indubitabile che questo principio, il principio della presunzione di innocenza ormai in Italia sembra un principio desueto. Questo è talmente grave che ci deprime, ecco perché non abbiamo preso la parola.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 10.1 Ferraresi e 10.3 Sannicandro, con i pareri contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.26 Santerini.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Santerini. Prego.

  MILENA SANTERINI. Qui stiamo parlando, in questo articolo 10, di allontanamento, allontanamento che significa dare – lo abbiamo chiamato Daspo, lo abbiamo chiamato come volete – una richiesta di allontanamento da questi luoghi che vogliamo proteggere come i centri storici e così via. E diamo questi Daspo, queste richieste di allontanamento o per quarantotto ore o fino a sei mesi o da sei mesi a due anni. Ora stiamo parlando di provvedimenti che limitano la libertà personale; nel terzo caso, cioè tra sei mesi e due anni, si prevede la convalida degli organi giudiziari. Noi chiediamo che questa convalida, cioè una maggiore garanzia per le persone allontanate, avvenga anche per le situazioni previste nel comma 2, cioè anche per quelli che hanno reiterato la condotta, cioè che si sono ripresentati sostanzialmente a mendicare negli stessi luoghi da cui sono stati allontanati e che potrebbero mostrare un pericolo per la sicurezza.
  Quindi, noi vorremmo dare più garanzie con la convalida degli organi giudiziari. Tuttavia, ci viene detto: «Ma ovviamente questo appesantirebbe oltremodo le procure». È vero ! Infatti, bisognerebbe pensarci molto bene prima di fare questi Pag. 29ordini di allontanamento che limitano la libertà di circolazione, che è un diritto costituzionalmente previsto. Inoltre, se non avremo una convalida di questo tipo, l'unica possibilità sarà ricorrere al TAR e, quindi, capite che l'appesantimento delle procedure giudiziarie diverrebbe ancora maggiore. Quindi, in presenza di un articolo che non ci convince, questo articolo 10, vorremmo almeno aumentare le garanzie per queste persone che in modo presumibilmente discrezionale, a seconda delle città e a seconda dei sindaci, verrebbero allontanate dai posti pubblici.

  ALESSIA MORANI, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSIA MORANI, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Presidente, per suo tramite intervengo per spiegare brevemente all'onorevole Santerini le ragioni per cui il parere rimane contrario rispetto a questo emendamento. Si tratta di ragioni di economia processuale, dovute al fatto che riteniamo che i giudici per le indagini preliminari siano già abbastanza oberati di lavoro e, quindi, riteniamo che rispetto a questi provvedimenti vi sia uno strumento alternativo rispetto alla convalida che è quello del ricorso al TAR, che può disporre anche la sospensiva del provvedimento. Pertanto, riteniamo di votare in maniera contraria su questo emendamento proprio per evitare un ulteriore appesantimento dei nostri tribunali penali.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Presidente, grazie. Io invito i relatori a tenere duro su questo provvedimento perché ci sono una serie di emendamenti che tendono a togliere efficacia. Prima il collega Fiano ha accantonato un emendamento di Sinistra Italiana che mira a svuotare in parte sia il mini Daspo sia il Daspo...

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. I 5 Stelle !

  NICOLA MOLTENI. I 5 Stelle... Io invito il Governo e la maggioranza a tenere duro su questo provvedimento, che ritengo che sia un provvedimento utile, interessante e necessario, anzi se fossero accolti, se venissero accolti gli emendamenti della Lega Nord noi avremmo effettivamente... In modo particolare, con l'emendamento che ha illustrato prima la collega Castiello, per quanto riguarda la violazione del Daspo, noi abbiamo chiesto la carcerazione, il carcere, e non semplicemente una sanzione amministrativa.
  Questo è un provvedimento giusto che non può essere svuotato, che non deve essere svuotato. Potrebbe essere uno strumento importante a beneficio degli amministratori locali. Abbiamo due dubbi su questo provvedimento, tant’è che i nostri emendamenti vertono proprio su questo specifico aspetto, relativo al Daspo e al mini Daspo, e gli emendamenti sono volti a inasprire e a rendere ancora più duro e più efficace il mini Daspo. Da un lato, vi è quello che dicevo prima, cioè il fatto che in caso di violazione dell'ordine di allontanamento o del divieto di accesso non basta semplicemente il raddoppio della multa; la multa è di 100 euro e non basta una multa di 200 euro come sanzione in caso di violazione. Abbiamo chiesto la sanzione – ed è appunto l'emendamento che è stato illustrato prima dalla collega – della carcerazione da uno a tre anni come ulteriore forma di deterrente in caso di mancata ottemperanza all'ordine di accesso, e questo tema è stato sollevato tra l'altro dall'ANCI. Infatti, anche l'associazione dei comuni ha evidenziato, presentando l'emendamento, il fatto che il deterrente in caso di violazione rischia di essere troppo flebile e, quindi, di non avere un effetto di efficacia sufficientemente incisivo.Pag. 30
  L'altro elemento, l'altro dubbio che noi abbiamo, che è stato sollevato dai sindacati delle polizie locali, è su chi controlla l'ottemperanza del mini Daspo, da un lato, e del Daspo, dall'altro lato, visto che abbiamo una cronica e generalizzata carenza di polizia, in modo particolare della polizia di Stato. Lo ricordavo ieri: c’è un lamento generalizzato e un grido di allarme da parte delle polizie, che lamentano circa 45 mila uomini in meno nelle piante organiche, e, in modo particolare, per quanto riguarda la polizia di Stato ci sono 18 mila uomini in divisa in meno.
  Ci chiediamo, vi chiediamo, vi hanno chiesto e hanno chiesto in maniera insistente al viceministro Bubbico chi controlla e chi effettua i controlli sull'ottemperanza del Daspo. Questo non si è capito perché non c’è nessun riferimento all'interno del testo e il rischio è che, se qualcuno non controlla che il Daspo venga effettivamente adempiuto, si rischia che sia una misura che ha una portata e un'efficacia sicuramente inferiore rispetto al fine nobile, che noi condividiamo, relativo all'introduzione di questa nuova fattispecie.
  Per cui, invitiamo i relatori a non cedere alle persuasioni di chi vuole snaturare, vuole sminuire e vuole depotenziare uno strumento che potrebbe essere uno strumento assolutamente importante per le amministrazioni locali.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega D'Attorre. Ne ha facoltà.

  ALFREDO D'ATTORRE. Presidente, intervengo semplicemente per indicare la nostra adesione all'emendamento della collega Santerini, che ci sembra un emendamento ragionevole e di buonsenso e che estende una garanzia giurisdizionale che è necessaria. Io non credo che possa essere un argomento contro quello relativo al sovraccarico degli uffici del GIP perché, come non è una via d'uscita, la privatizzazione dei servizi pubblici, dal sovraccarico e dalla difficoltà dei poteri pubblici dello Stato di adempiere alcuni funzioni, certo non si può immaginare una via d'uscita che sia la riduzione di garanzie e di diritti dei cittadini.
  Credo che ci siano le condizioni per una valutazione positiva di questo emendamento. Pertanto, l'invito che formuliamo ai relatori è di riconsiderare il parere. In ogni caso, noi sosterremo questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.26 Santerini.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.15 Ferraresi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo mentre il relatore di minoranza si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

  Chiedo al relatore cosa intenda fare sugli emendamenti successivi.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Presidente, io le chiedo l'accantonamento dell'emendamento 10.300 della Commissione. In conseguenza di ciò, chiedo anche l'accantonamento degli identici emendamenti 10.6 Molteni, 10.12 Vito e 10.30 D'Alia, degli emendamenti 10.8 Molteni, 10.11 e 10.10 Lombardi e 10.32 Prataviera, degli identici emendamenti 10.4 Vito e 10.50 Altieri, l'emendamento 10.51 Daniele Farina e, per altro verso, anche dell'emendamento 10.52 Carfagna.

Pag. 31

  PRESIDENTE. L'emendamento 10.7 Invernizzi ?

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Mi perdoni, Presidente, anche dell'emendamento 10.7 Invernizzi.

  PRESIDENTE. Va bene.

  NICOLA MOLTENI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Presidente, siccome gli emendamenti che sono stati accantonati sono tutti quelli relativi alla possibilità consentita alle polizie locali di poter accedere alla banca dati informatica, allo SDI, e siccome ci sono diversi emendamenti presentati da diverse forze politiche, che in Commissione, in sede di Comitato dei diciotto, con i relatori, abbiamo discusso, affrontando la necessità e l'opportunità di prevedere questa possibilità nell'articolo 10, comma 6, faccio presente che c’è un emendamento presentato dalle Commissioni che è minimale; forse si poteva fare meglio, forse si può scrivere di più, si possono dare garanzie maggiori alle polizie locali attraverso un decreto, ma chiedo semplicemente di capire se è stata cambiata idea e se lo volete accantonare per toglierlo o se lo vogliamo scrivere meglio. Vorrei semplicemente capire il fine.

  PRESIDENTE. Il relatore per la maggioranza le risponde, in ogni caso sono stati accantonati.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. È molto semplice Presidente, e vorrei rispondere, per il suo tramite, al collega Molteni. Non abbiamo cambiato parere, abbiamo anche un parere favorevole del Ministero dell'interno, ma è la Commissione bilancio che, per adesso – non saprei spiegarle io i motivi –, sull'emendamento 10.300 delle Commissioni, che, ricordo, signor Presidente, aggiunge al testo del comma 6 dell'articolo 10 specifica definizione di accesso alle banche dati del sistema informativo complessivo per la polizia locale, ha per adesso dato un parere di mancanza di copertura.

  PRESIDENTE. Ha un orientamento, perché formalmente non abbiamo pareri agli atti.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Mi perdoni, ha ragione, è un orientamento, che in sede di Comitato dei diciotto scioglieremo.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 10.07 Simonetti. Se nessuno chiede di parlare, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.07 Simonetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 10.01 Dadone.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Santanchè. Ne ha facoltà.

  DANIELA GARNERO SANTANCHÈ. Presidente, anche in questo caso siamo in presenza di un emendamento di buonsenso, perché dice di stanziare risorse per il fondo che riguarda l'addestramento e l'aggiornamento professionale dei corpi di polizia locale. Sottolineo che già in questo provvedimento le risorse che sono state messe a disposizione sono assolutamente insufficienti, per quello che bisognerebbe fare e per ciò che tutti – siamo consapevoli – ci chiedono di fare, allora non capisco perché dire di no a questo emendamento, che va nella giusta direzione, che Pag. 32va a sostenere quella domanda di sicurezza che ogni giorno a ciascuno di noi viene continuamente richiesta, perché gli italiani si sentono e percepiscono di vivere in un mondo che è meno sicuro, sentono che non c’è quella presenza fondamentale che dovrebbe essere vicino ai cittadini per garantirne la sicurezza; non capisco o forse capisco molto bene perché il Governo dice di no, perché evidenzia il fatto che non è che ci crede e che veramente è impegnato a dare ciò che gli italiani ci chiedono, ma fa questo provvedimento con tutte quelle cose che costano poco e che non vanno al cuore del problema. Allora, proprio per questo, dichiaro il mio voto favorevole all'emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.01 Dadone, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.02 Lombardi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 10.05 Dadone.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Presidente, intervengo solo per segnalare alla collega che – non so se da un punto vista tecnico – l'approvazione di ieri dell'emendamento 7.100 delle Commissioni prevede esattamente le stesse questioni che la collega, giustamente, mette nell'articolo aggiuntivo 10.05, per cui c’è un forte invito – se lei crede – al ritiro, nel senso che l'emendamento 7.100 prevede esattamente che, per gli anni 2017-2018, le amministrazioni locali possano assumere negli organici della polizia locale, facendo salvo il rispetto degli obiettivi di saldo non negativo in termini di competenza tra entrate e spese finali e con riferimento addirittura alle leggi sui Patti di stabilità. Chiedo, perché l'obiettivo di quest'articolo aggiuntivo è identico all'emendamento che abbiamo approvato, se crede di ritirarlo.

  FABIANA DADONE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FABIANA DADONE. Presidente, però, se fosse così, dovrebbe essere assorbito, e non dovrei di certo dirlo io, dovrebbero dirlo gli uffici. Quindi, se è assorbito, va bene e ne prendo atto, altrimenti non lo ritiro e chiedo che sia posto in votazione.

  PRESIDENTE. Gli uffici stanno facendo una verifica... un attimo solo. Allora, resta in votazione, perché anche secondo gli uffici questa non è una proposta emendativa da assorbire dopo l'approvazione dell'emendamento citato dal relatore. Quindi, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Dadone 10.05, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Pag. 33

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Costantino 11.9.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santanchè. Ne ha facoltà.

  DANIELA GARNERO SANTANCHÈ. Presidente, non riesco a capire la ratio di questo emendamento; o meglio, la capisco ma bisogna renderla pubblica, qual è la ragione per la quale si vuole sopprimere. Allora, volete che occupare gli immobili sia legale ? Volete che chiunque occupi gli immobili del nostro Paese lo possa fare ? Allora dovete avere il coraggio di dirlo chiaramente, perché dobbiamo rendere noto il fatto che tutto quello che abbiamo considerato sino a ieri, che occupare gli immobili era comunque un reato, invece da oggi secondo voi è possibile farlo. Il mio intervento è semplicemente per far capire a tutti la ratio di questo emendamento soppressivo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Costantino. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Presidente, non abbiamo nessun timore di descrivere i motivi per cui abbiamo deciso di presentare questo emendamento: basta guardare le grandi capitali europee, compresa Roma, per capire che ci sono dei luoghi, delle occupazioni che sono state fatte nel corso degli anni, che sono diventati dei veri e propri luoghi di cultura. Nelle audizioni che abbiamo ascoltato, anche i sindaci hanno dovuto ammettere che ci sono dei luoghi che sono stati completamente abbandonati, e che, grazie al lavoro di giovani che si sono messi a disposizione per recuperarli, sono riusciti a trasformare l'immagine di alcune periferie e di alcuni luoghi abbandonati delle città. Allora, pensare con questo decreto-legge di non tenere conto della realtà, come di fatto si fa, devo dire, in tutta l'impostazione di questo decreto-legge, e quindi anche lì spazzare via un pezzo di civiltà e di socialità che si è riusciti a realizzare (a costo zero, perché non viene chiesto nessun tipo di finanziamento, ma è tutto frutto del volontariato), ci sembra che non vada nell'ottica della realtà che si sviluppa all'interno dei centri urbani delle nostre città.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. L'onorevole Santanchè ha letto frettolosamente l'emendamento, ma non ha letto il contenuto dell'articolo di cui si chiede la soppressione. Questo articolo in tre commi che cosa dice ? Dice che quando si procede a liberare un immobile occupato abusivamente per disposizione dell'autorità giudiziaria, bisogna seguire alcune modalità. Queste modalità già vengono seguite attualmente. Cioè il fatto che bisogna tenere conto del fatto che ci sta dentro per esempio un minore, un disabile, una persona ammalata, eccetera, si dice qui dentro: bisogna portarci l'autoambulanza, oppure bisogna investire i servizi sociali. Questo avviene anche quando si fa uno sfratto; addirittura per uno sfratto, privatamente parlando, un'azione privata di sfratto, si procede in questa maniera. Quando si tratta di situazioni invece più molteplici, il prefetto impartisce disposizioni per prevenire, in ordine al numero degli immobili da sgomberare, il pericolo di possibili turbative per l'ordine pubblico. Questo già avviene, non è che stiamo all'anno 1, egregi signori, perché finora si è provveduto sempre secondo quanto qui dentro è scritto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 11.9, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre il relatore di minoranza si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Pag. 34

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lombardi 11.3, su cui tutti i pareri sono contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Quaranta 11.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Attorre. Ne ha facoltà.

  ALFREDO D'ATTORRE. Presidente, con questo emendamento, a nostro giudizio, si precisa meglio la funzione di questo articolo, che altrimenti rischiava di essere più indeterminata rispetto a disposizioni già esistenti. Esso chiarisce la necessità inderogabile di tutelare i nuclei familiari che sono in condizione di disagio economico-sociale, e precisa, come deve essere, l'obbligo, non la facoltà, di tutelare i livelli assistenziali essenziali, come un obbligo in capo alle regioni e agli enti locali. Questo emendamento consente a nostro giudizio di precisare in maniera molto più convincente, molto più sicura i criteri sulla base dei quali il prefetto è chiamato ad intervenire.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santanchè. Ne ha facoltà.

  DANIELA GARNERO SANTANCHÈ. Presidente, intervengo su questo emendamento che si riferisce all'articolo per rispondere all'onorevole Sannicandro che l'ho letto molto bene, l'emendamento, e bene l'ho capito. E poi mi sembra per onestà intellettuale che bene abbia dato l'interpretazione l'onorevole Costantino: questo è un emendamento a favore dei centri sociali e a favore dell'occupazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Sempre per onestà intellettuale ripeto la lettura del comma 1 dell'articolo 11: «Il prefetto, nella determinazione delle modalità esecutive di provvedimenti dell'autorità giudiziaria»; cioè, siamo in fase esecutiva ! E qui si scrive: come dovranno procedere il prefetto e le forze dell'ordine ? Si dice che bisogna procedere in questa maniera. Come è stato già detto e ripetuto, questo già avviene con particolare attenzione rispetto ai soggetti che possono in quelle case occupate abusivamente risiedere. Però giustamente, ha detto il collega D'Attorre, bisogna scrivere «devono», non «possono».

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quaranta 11.1, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo, contrario del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.2 Lombardi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

  Passiamo all'emendamento Fabbri 11.12 sul quale chiedo il parere al relatore.

Pag. 35

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Presidente, il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  FILIPPO BUBBICO, Vice Ministro dell'Interno. Parere conforme.

  PRESIDENTE. Relatore Invernizzi ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.12 Fabbri, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.3 Daniele Farina, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

  Colleghi, desidero informarvi che è in visita alla Camera e sta assistendo ai nostri lavori, una delegazione di deputati dell'Assemblea nazionale del Kenya, cui rivolgiamo il nostro saluto (Applausi).
  Passiamo all'emendamento 12.51 Squeri.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.51 Squeri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.9 Rampelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.52 D'Agostino, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.53 Rampelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Pag. 36

  Passiamo all'articolo aggiuntivo 12.04 Simonetti, sul quale vi è il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Presidente, credo che il tema sia importante, anche perché in un emendamento precedente ne abbiamo ampiamente discusso.
  Si ritorna a parlare di associazioni di cittadini non armati con una collaborazione strategica assieme ai sindaci, che prevediamo qui si possa svolgere, ovviamente, con un'intesa con il questore.
  I sindaci, di fatto, sono la parte istituzionale del Paese certamente più a contatto con le realtà locali, con le concrete esigenze dei cittadini e si vuole dare loro la possibilità di costruirsi una rete di informazione, una rete di sentinelle, una rete di persone che in maniera pacifica, in maniera collaborativa, in maniera ovviamente non armata, possano dare alle istituzioni un supporto ulteriore al lavoro che le forze dell'ordine nazionali, statali e della polizia locale già svolgono, affinché la percezione della sicurezza e la sicurezza nel suo complesso possano essere implementate.
  Non si fa altro che ritornare nel solco dell'associazionismo già previsto dalla normativa vigente, che quindi è già legge: dunque, non si innova per nulla in maniera drastica. Non capiamo, quindi, il voto contrario da parte del relatore e del Governo che, dando parere favorevole a questo articolo aggiuntivo, potrebbero dare ulteriore supporto ai sindaci, ad una delle poche ultime espressioni di elezione diretta che sono rimaste nel Paese, che portano, quindi, ad avere una responsabilità in più rispetto a coloro che sono eletti indirettamente. Chi è eletto direttamente deve rispondere in maniera quotidiana, in maniera precisa e in maniera pertinente al proprio elettorato. Quindi, una collaborazione con esso non può che essere proficua anche a livello istituzionale.

  PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.04 Simonetti, con i pareri contrari di Commissioni e Governo, e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

  Passiamo all'emendamento 13.13 Costantino.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signor Presidente, intervengo a titolo personale. Forse è uno dei pochissimi, l'unico intervento che farò in questa discussione, mi perdoneranno i colleghi. Stiamo facendo un grande esercizio di ginnastica, perché è una legge delega, quindi fissiamo principi e criteri molto vaghi, poi vedremo quali saranno i decreti delegati che il Governo farà.
  Intervengo però per un punto di principio garantista: dimentichiamo il tema delle tossicodipendenze, su cui da liberale ho opinioni liberali. Ma, quale che sia l'opinione di ciascuno sul tema delle tossicodipendenze, c’è nel testo all'articolo 13 una sgrammaticatura che io segnalo a tutti. Le misure afflittive, delle quali si parla qui, valgono – leggo testualmente – «nei confronti delle persone condannate con sentenza definitiva o confermata in grado di appello». Ma come ? Io mi rivolgo qui ai tanti difensori della Costituzione, articolo 27, comma 2, il principio di innocenza fino a sentenza definitiva. Mi rivolgo soprattutto a sinistra, ma poi mi rivolgo a destra, ai garantisti. Che facciamo ? Facciamo i garantisti nei giorni pari e non nei giorni dispari ? Allora – lo dico – all'interno, ahimè, di una seduta ginnica, perché questa è la discussione che Pag. 37stiamo facendo oggi, vengono però fuori, colleghi deputati – non vogliatemene – da questo e da quel lato dell'emiciclo grandi ipocrisie. Tanti dei colleghi che oggi – e ne sono lieto – a sinistra e anche nel Movimento 5 Stelle – preannuncio che voterò a favore anche del loro successivo emendamento – oggi fanno i garantisti rispetto ai piani bassi della società – e mi fa piacere – fanno però i forcaioli quando sono in causa altre aree sociali. Non vorrei che a destra accadesse lo stesso: si fa i giustizialisti sui piani bassi e si fa i garantisti sui piani alti. Ecco, io vi suggerisco di adottare il medesimo criterio e vorrei che, per qualche volta, fosse un criterio liberale e garantista per tutti. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Grazie, Presidente. Io credo che siano parecchi i colleghi in questa Aula che, quando hanno letto questo articolo 13, si sono chiesti: è lui o non è lui ? E devo dirvi che, sì, è lui. Sostanzialmente è la riedizione, è l'adattamento, ai fini del presente decreto, dell'articolo 75-bis del testo unico sugli stupefacenti: è proprio lui. Ricordo che la Corte costituzionale, giusto l'anno scorso, lo ha dichiarato incostituzionale. Ora riappare tra gli strumenti di imposizione, variato ovviamente di circostanze, in linea con quanto il decreto prevede.
  Io ricordo che noi abbiamo avuto e abbiamo ancora la possibilità di varare uno dei più straordinari, credo, ed efficaci strumenti di lotta alla criminalità organizzata disponibili ed è l'insieme di quei testi, presentati e firmati da tanti colleghi, che riguardano proprio le modifiche del testo unico sugli stupefacenti.
  Ho già avuto modo di dire che, se noi avessimo approvato quella normativa, larga parte di questo decreto sarebbe inutile, una parte consistente, perché proprio quelle situazioni di criminalità, quelle organizzazioni criminali che si vuole combattere, proprio quelle scene delle nostre città che sono oggetto di questo decreto, in base a quelle modifiche del testo unico delle sostanze stupefacenti non esisterebbero o esisterebbero in forma attenuata. Se noi avessimo sostituito la legalizzazione della cannabis al mercato liberalizzato che vige oggi, ripeto, buona parte di questo decreto non ci sarebbe. Siamo ancora in tempo per farlo.
  Noto molte opposizioni, è un tema eticamente sensibile, ma la traiettoria, io credo, sia tracciata.
  Questo rappresenta un ritorno al passato, sostanzialmente. Nella proposta di legge maggiormente firmata, quella a prima firma Giachetti, è esplicitamente prevista l'abrogazione dell'articolo 75-bis di quel testo. Ci ha pensato prima la Corte costituzionale, ma oggi vedo che il Governo ha deciso, seppur modificato e adattato, di riportarlo. Allora, io credo che sia piuttosto difficile firmare una legge che contiene l'abrogazione dell'articolo 75-bis e poi votare a favore di un articolo che, di fatto, ripropone quell'articolo stesso: lo trovo piuttosto contraddittorio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Con l'articolo 13 credo che possa dirsi esaurito l'elenco dei poveri destinatari di questa normativa.
  Qui abbiamo discusso tanto, usato parole disorientanti, miranti a nascondere i soggetti a cui ci riferiamo. È stato anche detto da una collega. Parliamo chiaro: questa normativa – e d'altra parte è anche esplicitamente detto in alcuni articoli, soprattutto in tanti emendamenti –, mira ad allontanare dagli sguardi della società ricca e opulenta le situazioni di disagio sociale che potrebbero turbarla. Quali sono queste ? È stato detto: gli accattoni, gli accattoni – poi si è detto – i molesti, le prostitute, i senzatetto, gli sfollati. Questo è l'elenco delle persone a cui noi ci stiamo rivolgendo.
  A sinistra, una volta, queste erano le persone verso le quali bisognava tendere Pag. 38una mano, non caritatevole, queste erano le persone di cui lo Stato doveva interessarsi. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che impediscono la pari dignità, l'eguaglianza dei cittadini e la loro effettiva partecipazione alla vita sociale, economica e culturale. Questo dovrebbe fare uno Stato democratico. Noi con questo decreto che cosa facciamo ? Facciamo finta che queste persone non esistano e cerchiamo di allontanarle, di allontanarle verso le periferie, salvo fare poi una Commissione d'indagine o d'inchiesta sullo stato delle periferie. Come a dire: si può chiedere l'elemosina, si può fare il parcheggiatore abusivo, chiamiamolo così, si può fare la prostituta, si può occupare un'azienda abbandonata e dismessa per ripararsi dalle intemperie, ma lo puoi fare solo in periferia. Vorrei chiedere agli abitanti delle periferie che cosa ne pensano di questo decreto-legge, che non soltanto è contro gli sfollati, contro le prostitute, eccetera, ma è anche contro di loro e anche contro le periferie. Questa è la sostanza di questo decreto-legge. È un decreto-legge a cui io non darò il mio consenso, ovviamente, perché, ripeto, snatura la mia funzione, la mia cultura politica: è il Daspo della mia cultura politica.
  E questo voto contrario non sarà perché sono un buonista, come ha detto qualche collega, ma proprio per niente. Se potessi ironizzare su me stesso, direi perché sono un opportunista, nel senso che io voglio vivere in una società in cui la persona benestante sarà pur benestante, ma per esserlo in pieno dovrebbe avere intorno a sé un ambiente salubre e decoroso, in cui appunto i poveri non vengano nascosti, ma non ci siano, i senzatetto non vengano nascosti, ma non ci siano.
  D'altra parte, società di questo tipo che voi prefigurate con questo decreto già esistono nelle grandi megalopoli. Una volta stavo in un Paese del Sud America, una grande città del Sud America; ad un certo punto dissi a un mio amico: «Ma ti rendi conto che qui i ricchi, a differenza dei nostri, vivono agli arresti domiciliari» ? «Come agli arresti domiciliari?». Disse lui. «E non vedi come intorno alle loro ville, bellissime, lussureggianti, di palme, c’è gente armata?». Ci stavano le garitte, dei quartieri residenziali di gente ricca che era circondata, non dico dal filo spinato, ma dalle mura in cemento armato, con tante garitte agli angoli e con – ripeto – agli ingressi dei militari armati di mitra.
  Ora, io vorrei vivere in una società – non sono un buonista – in cui, quando cammino, non debba vivere, se avessi la fortuna di essere benestante, agli arresti domiciliari.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie, Presidente. Al di là della considerazione giusta che faceva il mio collega Capezzone poco fa e che mi indurrà successivamente a votare a favore dell'emendamento 13.7, io viceversa su questo emendamento, integralmente soppressivo dell'articolo, vorrei, ad esclusivo beneficio, signor Presidente, anche dell'unica persona che per il tramite dei sistemi di comunicazione in questo momento sta seguendo i lavori di quest'Aula dall'esterno, spiegare che, al di là della retorica stantia con la quale il collega Sannicandro ci ha raccontato per l'ennesima volta la storia da Hansel e Gretel per cui il mondo si divide in una sempiterna guerra tra ricchi e poveri essendo i primi sempre colpevoli anche se seguono le norme e i secondi sempre commendevolmente da perdonare, anche se si rendono partecipi delle più turpi evenienze, questo articolo dice testualmente che, nei confronti delle persone condannate per aver compiuto atti di vendita e cessione di sostanze stupefacenti o psicotrope nei locali aperti al pubblico, il questore può disporre per ragioni di sicurezza il divieto di accesso agli stessi locali o a esercizi analoghi.
  Qui non è una questione di ricchi e poveri, qui è questione di capire se vogliamo renderci conto che c’è la possibilità e la necessità di tutelare chi frequenta i luoghi pubblici dagli spacciatori. Allora, dite che voi siete qui per fare una difesa Pag. 39degli spacciatori. Dite le cose come stanno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.13 Costantino.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.7 Ferraresi, con tutti i pareri contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.14 Costantino, con tutti i pareri contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.15 Rampelli, con tutti i pareri contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

  Passiamo ora ai subemendamenti. La parola al relatore Fiano per i pareri.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Presidente, intanto c’è un parere favorevole sull'emendamento 13.300 delle Commissioni.
  Chiedo per i subemendamenti 0.13.300.1, 0.13.300.2, 0.13.300.3, dato che devo prima convocare il Comitato dei nove, l'accantonamento.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.16 Rampelli, con tutti i pareri contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.50 D'Agostino, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.9 Ferraresi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre il relatore di minoranza Invernizzi si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Pag. 40

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.10 Ferraresi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo mentre il relatore di minoranza si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.17 Daniele Farina, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo mentre il relatore di minoranza si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.1 Molteni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.5 Ferraresi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.3 Ferraresi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo mentre il relatore di minoranza si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.19 Rampelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.11 Vito, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

  L'emendamento 14.9 Vito è stato ritirato.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 14.12 Daniele Farina e 14.13 D'Alia, con il parere contrario delle Commissioni Pag. 41e del Governo, mentre il relatore di minoranza si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.14 D'Alia, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.10 Vito, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 14.4 Invernizzi e 14.11 Sisto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.6 Lombardi, con il parere contrario della Commissione e del Governo, mentre si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 14.04 Gianluca Pini.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Presidente, questo emendamento è uno dei tanti emendamenti che abbiamo presentato a tutela e a garanzia dell'ordine pubblico. Presidente, faccio presente che il decreto è definito «decreto sulla sicurezza urbana e sulla sicurezza integrata», che significa cooperazione e collaborazione tra le forze di polizia locali e le forze di polizia nazionali; riteniamo pertanto opportuno, per avere strumenti più efficaci al fine di una migliore collaborazione e la cooperazione tra le polizie locali e la Polizia di Stato, incidere – cosa che non è stato fatta – sulle polizie locali e anche – cosa che non è stata fatta – sulle forze di polizia nazionali.
  Abbiamo presentato degli emendamenti e una proposta di legge sotto forma di emendamento che ripropone esattamente una proposta di legge – che, tra l'altro, esattamente in questi minuti si sta discutendo durante l'assemblea generale del sindacato autonomo di polizia – che è stata recepita da tante altre forze politiche.
  Tra le varie proposte inserite all'interno di questa proposta di legge presentata dal SAP – e presentata sotto forma di proposta di legge da parte delle forze politiche presenti in quest'Aula, tra cui ovviamente la Lega –, oltre all'arresto in flagranza differita entro le quarantott'ore di cui abbiamo discusso in precedenza, in modo particolare per contrastare e punire quei criminali che mettono a ferro e fuoco le Pag. 42città – ne abbiamo parlato prima con riferimento al caso di Napoli di sabato scorso –, uno degli elementi fondamentali, a detta delle forze dell'ordine e a detta dell'opinione pubblica, ha un doppio scopo: da un lato, garantire sicurezza ai cittadini e, dall'altro, garantire tutele e diritti alle forze dell'ordine. In pratica, c’è la possibilità, già sperimentata con esiti positivi, dell'utilizzo sulle divise degli agenti di polizia di Stato delle videocamere.
  Alla collega Lombardi – mi sia consentito –, che ha presentato un emendamento, poi dichiarato inammissibile, sui numeri identificativi sui caschi e sulle divise delle forze dell'ordine – dannosissimo e pericolosissimo per la dignità e la tutela delle forze dell'ordine stesse, perché esporremmo le forze dell'ordine a denunce ritorsive da parte di criminali – dico che noi riteniamo che, a garanzia delle forze dell'ordine, a garanzia della bontà delle manifestazioni e a garanzia della sicurezza dei cittadini, l'utilizzo delle videocamere sulle divise delle forze dell'ordine, anche con modici costi e con spese limitate a carico dello Stato, sia uno strumento e una soluzione ottimale. Per questo presentiamo questo emendamento, per lo stesso motivo per cui abbiamo presentato in precedenza l'articolo aggiuntivo 10.07, che è stato bocciato.
  Riteniamo questa una battaglia di giustizia, una battaglia di civiltà, una battaglia di sicurezza e una battaglia di legalità, su un doppio binario, quello per la sicurezza e la legalità dei cittadini, affinché possano manifestare in maniera democratica, civile e pacifica, sanzionando e punendo duramente quelli che violano le più banali regole di convivenza e di civiltà durante le manifestazioni, e a garanzia, anche e soprattutto, delle stesse forze dell'ordine.
  Insistiamo su questo emendamento, che costa pochissimo – noi quantifichiamo anche i costi – e che riteniamo sia un investimento importante per la sicurezza di tutti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Vito. Ne ha facoltà.

  ELIO VITO. Presidente, Forza Italia voterà a favore di questo emendamento, che rientra anche tra le proposte del nostro pacchetto sicurezza, e la motivazione è molto semplice, l'ha detta già il collega. Dovrebbe essere visto con favore anche da quel partito dell'anti polizia, che purtroppo esiste oggi in Parlamento, tra le forze politiche, quando si propone, ad esempio, anche a questo decreto-legge, un emendamento, giustamente dichiarato inammissibile, per il codice identificativo sui caschi delle forze dell'ordine.
  Questo emendamento consente di controllare quello che avviene durante le manifestazioni di piazza, sia da parte delle forze dell'ordine sia naturalmente da parte dei manifestanti. È colto con favore dai sindacati di polizia, perché non è una misura preventiva nei loro confronti, odiosa nei loro confronti, ma è una misura preventiva per l'ordine pubblico durante le manifestazioni.
  Noi quindi votiamo a favore di questo emendamento. E ripeto, dovrebbero votare a favore tutti coloro che non sono prevenuti nei confronti delle forze dell'ordine, ma vogliono semplicemente che siano acquisite le prove degli accadimenti durante scontri violenti, dei quali, secondo noi, le forze dell'ordine sono vittime; ma comunque, chi anche è prevenuto, anziché mettere misure odiose nei loro confronti, che li esporrebbero anche ad altri rischi per la personale incolumità, dovrebbe votare a favore di questa misura molto semplice: dotare le forze dell'ordine di una telecamera che consenta di riprendere e di registrare tutto quello che accade.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Lombardi. Ne ha facoltà.

  ROBERTA LOMBARDI. Presidente, noi voteremo a favore di questo emendamento, anche se ci aspetteremmo che una dotazione del genere per le forze dell'ordine Pag. 43non debba essere prevista attraverso addirittura una norma di legge, ma magari attraverso un decreto ministeriale.
  Relativamente, invece, all'emendamento a mia prima firma, in cui richiedevamo un codice identificativo sulle divise dei reparti, un codice univoco per lo stesso reparto, non sul singolo operatore di polizia, ma per il reparto coinvolto in operazioni di ordine pubblico, non ci sembra assolutamente vessatorio nei confronti degli operatori di polizia, a cui siamo vicini con la nostra azione legislativa da quattro anni a questa parte, ma ci sembra, anzi, di tutela nei loro confronti, proprio per andare a salvaguardare quegli operatori che, pure in azioni e teatri concitati, riescono a comportarsi secondo atteggiamenti che vanno a salvaguardia dell'istituzione stessa, che loro in quel momento rappresentano, e a salvaguardia delle persone che stanno manifestando per il loro pensiero, per la libertà del loro pensiero.

  FILIPPO BUBBICO, Vice Ministro dell'Interno. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUBBICO, Vice Ministro dell'Interno. Presidente, per confermare la posizione contraria del Governo su questo emendamento. Si è fatto riferimento al partito dell'antipolizia: sì, esiste quel partito ed è rappresentato da tutti quelli che, a dispetto del lavoro, della serietà e del rigore delle forze di polizia, puntano a strumentalizzare ogni circostanza per trarne un qualche vantaggio politico. Ma è un'opera vana, perché le forze di polizia, che hanno giurato fedeltà alla Repubblica, sviluppano la propria attività nel rispetto delle regole e utilizzando tutti gli apparati tecnologici di cui vengono dotati. E proprio i sistemi di videoregistrazione sono già in uso: come altri apparati tecnologici, non servono leggi, ma serve soltanto la capacità di mettere a buon uso gli strumenti che le tecnologie ci consentono di utilizzare attraverso la continua verifica dell'efficacia degli stessi.
  Concordo con l'onorevole Lombardi quando sostiene che questi provvedimenti hanno un carattere non di rango primario, ma proprio per la mutevolezza e la variabilità degli apparati tecnologici, che si avvalgono dei risultati delle attività di ricerca e della ingegnerizzazione dei risultati della ricerca, possono e devono essere definiti con atti di natura amministrativa.
  Quanto al codice identificativo, la discussione che si è sviluppata nel corso di questi anni ha fatto definitivamente chiarezza del senso e del significato di quelle proposte, perché non è un atto che punta a punire o a mettere in difficoltà gli operatori di polizia, ma serve semplicemente a rendere trasparente il rapporto che deve esserci tra chi è titolare della forza – e le forze di polizia sono le uniche legittimate ad usare la forza – e i cittadini, ai quali devono essere garantiti i diritti sanciti dalla nostra Costituzione.
  Sappiamo che la maturità democratica e la civiltà dei rapporti giuridici spesso non si combinano con le esigenze della demagogia, ma noi lavoreremo esattamente perché si affermi la civiltà giuridica, a tutela dei lavoratori delle forze di polizia e a tutela dei cittadini italiani.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vito. Ne ha facoltà.

  ELIO VITO. Presidente, io condivido le parole del rappresentante del Governo, del Viceministro Bubbico, spese giustamente nei confronti dei rappresentanti delle forze dell'ordine. Non ne hanno bisogno, d'altra parte, ma fanno sempre bene queste parole, queste testimonianze di solidarietà, di stima, di affermazione della loro professionalità ed indipendenza.
  Sono però preoccupato da un aspetto dell'intervento del Viceministro: quello nel quale mi pare, non so se a titolo personale, se a titolo del Ministero che rappresenta, se a titolo dell'intero Governo, abbia in qualche modo dato un'apertura alla discussione, che è in atto da alcuni mesi in Parlamento, sul cosiddetto codice identificativo, che noi riteniamo, invece, essere Pag. 44profondamente sbagliato e vessatorio nei confronti delle forze dell'ordine e contro il quale continueremo a batterci.
  Così come siamo stati contrari e continueremo ad esserlo anche alla legge sul cosiddetto reato di tortura in via speciale o esclusiva a carico dei rappresentanti delle forze dell'ordine, perché riteniamo che questi provvedimenti abbiano carattere demagogico e rappresentino dei cattivi segnali che si danno all'opinione pubblica del Paese, su un settore, quello della sicurezza, nel quale occorre che tutti noi siamo uniti nel mostrare concretamente solidarietà ed apprezzamento al lavoro che le forze dell'ordine svolgono (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Gianluca Pini 14.04, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Invernizzi 14.05, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Molteni 14.02, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Invernizzi 14.01, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 14.03 Simonetti, con i pareri contrari delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

  Sospendiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 16,30.
  Sospendo, quindi, la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  La seduta, sospesa alle 13,50, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro Pag. 45dell'interno, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, la Ministra della salute e la Ministra per i rapporti con il Parlamento.
  Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative di competenza volte ad assicurare lo svolgimento delle prossime elezioni amministrative in coincidenza con la data fissata per i referendum in materia di lavoro – n. 3-02868)

  PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Laforgia ed altri n. 3-02868 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).
  Chiedo all'onorevole Laforgia se intenda illustrare la sua interrogazione o se si riservi di intervenire in sede di replica.

  FRANCESCO LAFORGIA. Sì, grazie, Presidente. Noi siamo stati tra i primi a chiedere insistentemente che venisse fissata la data del referendum della CGIL su voucher e appalti. Adesso abbiamo una data, il 28 di maggio, e su questo esprimiamo la nostra soddisfazione. Chiediamo però al Governo un di più di sobrietà in relazione alla necessità di accorpare l'appuntamento referendario a quello delle amministrative. Lo diciamo naturalmente in relazione a un risparmio evidente che si produrrebbe con questo accorpamento e lo diciamo anche per non svilire definitivamente l'istituto referendario perché io penso che favorire le condizioni di una partecipazione vuol dire anche aumentare la possibilità che questo strumento diventi uno strumento democratico e popolare.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Marco Minniti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  MARCO MINNITI, Ministro dell'Interno. Grazie, Presidente, onorevoli deputati, nella giornata di ieri il Consiglio dei ministri ha – come è noto – deliberato in merito alla fissazione della data per lo svolgimento delle consultazioni referendarie individuata nel prossimo 28 maggio. Per quanto invece riguarda le consultazioni elettorali e amministrative, rammento che la legge prevede che queste si svolgano in un turno annuale ordinario da tenersi in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno. La relativa data è fissata dal Ministro dell'interno non oltre il cinquantacinquesimo giorno precedente quello della votazione. Quanto ad un eventuale contestuale svolgimento del referendum, le consultazioni amministrative, pur non escludendo la possibilità di accorpamento, va rilevato che la normativa in materia di election day ha considerato solo l'esigenza di accorpamento dei referendum, distinguendoli dalle altre forme di espressione della volontà popolare. In ogni caso non può trascurarsi il fatto che la contestualità delle celebrazioni delle consultazioni referendarie e delle elezioni amministrative incontrerebbe difficoltà di natura tecnica non superabili in via amministrativa. Mi riferisco in particolare alla diversa composizione degli uffici elettorali di sezione (tre scrutatori per il referendum, quattro per le amministrative) nonché ai criteri di ripartizione degli oneri comuni tra Stato ed enti locali. C’è inoltre da considerare che, al fine di assicurare l'assoluta trasparenza di tutte le diverse operazioni elettorali, in caso di contemporaneo svolgimento di più consultazioni, è sempre la legge a dover determinare l'ordine di scrutinio. Per conseguire la finalità richiamata dagli onorevoli interroganti sarebbe quindi inevitabile un intervento di carattere legislativo, non avendo né il Governo, né il Ministro dell'interno alcun potere decisionale – ho finito – per disporre autonomamente, con strumenti amministrativi, l'abbinamento delle due diverse consultazioni. In effetti, nel 2009, per consentire lo svolgimento contestuale del secondo turno di ballottaggio delle elezioni amministrative e dei referendum abrogativi in materia elettorale, fu necessario ricorrere a una legge ad hoc, la n. 40, emanata nell'aprile di quell'anno, risolvendo tutte le questioni tecniche prima ricordate con un'apposita disciplina transitoria.

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  PRESIDENTE. L'onorevole Laforgia ha facoltà di replicare per due minuti.

  FRANCESCO LAFORGIA. Grazie, Presidente. Io ringrazio il signor Ministro anche per questa apertura che mi sento di cogliere in relazione alla possibilità che, al netto diciamo delle problematiche tecniche che sono state illustrate, si possa anche immaginare questo accorpamento. Noi ci permettiamo di insistere sul punto perché io penso che tenere insieme i due appuntamenti non sia soltanto – come dicevo prima – anche una possibilità di risparmio e di questi tempi ogni milione risparmiato e possibilmente convogliato verso finalità di tipo sociale è un'azione positiva che possiamo mettere in campo, ma ci permettiamo di dire che stiamo parlando di un oggetto molto delicato, come quello di superare definitivamente, ad esempio, lo strumento dei voucher, che ha rappresentato un elemento di precarizzazione dei rapporti di lavoro ed è giusto che su questo punto, se il Parlamento non troverà la sua via, si possa esprimere un intero Paese e lo possa fare nelle migliori condizioni possibili. In relazione alla possibilità di partecipare, sono stati fatti errori nel recente passato rispetto all'idea di separare dei referendum, su cui c’è stata una sensibilità popolare molto forte, dagli appuntamenti amministrativi. Ciò che può favorire le condizioni di partecipazione è un elemento positivo della dinamica democratica che ci sentiamo di sottolineare. Per cui, noi spingiamo e pensiamo che questa apertura si possa e si debba trasformare in una realizzazione concreta (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista).

(Iniziative per riattivare i canali dell'immigrazione regolare, nella forma di quote d'ingresso per motivi economici o di corridoi umanitari per i rifugiati – n. 3-02869)

  PRESIDENTE. L'onorevole Santerini ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-02869 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  MILENA SANTERINI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, recentemente, a febbraio, il Governo ha approvato un decreto-legge sui fenomeni migratori. Noi diamo atto al Governo di cercare di contemperare sicurezza e accoglienza, ma ci sono alcuni punti su cui vorremmo la sua attenzione, in particolare la differenza tra l'enorme numero di richieste d'asilo, spesso respinte, e i successivi ricorsi e i dati sull'immigrazione regolare sugli ingressi, che sono irrisori visto che entreranno circa poche migliaia di persone.
  Noi vorremmo chiedere, appunto, quali misure il Governo intende mettere in atto proprio per invertire questo rapporto tra gli ingressi regolari e l'enorme numero di persone che sono nel nostro Paese e che hanno visto, magari, respinto il ricorso sulla domanda d'asilo.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Marco Minniti, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  MARCO MINNITI, Ministro dell'Interno. Signor Presidente, onorevoli deputati. La ringrazio molto, onorevole, per la questione che lei ha posto, sapendo chiaramente che abbiamo di fronte un problema gigantesco che deriva dallo squilibrio demografico tra il nord e il sud del mondo e sapendo anche che, rispetto a questo, il Governo non può non pensare ad un progetto e a un programma che punti a governare questi processi, con l'idea di arrivare ad un certo punto in cui i processi possono essere regolari e regolati. In questo momento il Governo si è posto, tuttavia, una priorità che provo a riassumere in questi termini: prima impegnarsi seriamente nel governo dei flussi irregolari, perché non c’è dubbio alcuno che un non governo dei flussi irregolari porta anche ad una difficoltà nella gestione dei percorsi regolari. È del tutto evidente, infatti, che, se vi è una situazione in cui l'immigrazione irregolare è difficilmente governabile e cresce a dismisura, è più complesso affrontare organicamente il tema dell'integrazione dei migranti regolari nella nostra società. Bisogna, quindi, Pag. 47evitare a tutti i costi che la cattiva moneta dell'illegalità scacci la buona moneta della legalità. In questa direzione vanno le norme del decreto-legge richiamato dall'onorevole interrogante, seppure con visione in parte critica, che attualmente è all'esame del Parlamento e si prevede la sua conversione in legge.
  Anche in questa fase storica, peraltro, il meccanismo dei flussi d'ingresso dei lavoratori non comunitari continua ad essere aperto. Infatti, come evidenziato da lei, nei giorni scorsi è stato adottato il «decreto flussi del 2017», per una quota complessiva di 30.850 unità. Si tratta di numeri – e termino rapidamente – che ovviamente tengono conto dell'attuale situazione del mercato del lavoro. Quanto ai corridoi umanitari, da dicembre 2015 il Ministero dell'interno, unitamente a comunità religiose e ad enti di culto con cui sono stati stipulati due protocolli di intesa, stanno portando avanti un percorso di apertura dei corridoi umanitari verso l'Italia in favore di persone provenienti da Libano, Marocco ed Etiopia. Si tratta di piccoli progetti per ora riguardanti 1.500 stranieri, ma è l'indubbio interesse del Governo a potenziare questo strumento una volta compiuti significativi passi in avanti nel contrasto all'immigrazione irregolare e al turpe fenomeno del traffico di esseri umani.

  PRESIDENTE. L'onorevole Santerini ha facoltà di replicare per due minuti.

  MILENA SANTERINI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, certamente l'ingresso regolare attraverso dei flussi programmati da un lato, per i migranti economici, e i corridoi umanitari, per i rifugiati, sono la via maestra per gestire questo fenomeno, così enorme, di fronte a cui siamo.
  Certo, siamo preoccupati. Siamo preoccupati perché, appunto, la differenza e la distanza tra i due dati è enorme e temiamo che tutte le energie vengano spese per regolare questo flusso.
  Noi ci chiediamo, di fronte ai dati dei richiedenti asilo e, soprattutto, al numero di domande respinte, quale sia anche la sorte di chi oggi è nel nostro Paese e che ha visto respinta la domanda e che in questo momento è, in qualche modo, in una situazione effettivamente di irregolarità. Molti hanno intrapreso nel frattempo dei percorsi virtuosi, perché sappiamo che la regolarità, l'essere regolari nel Paese, è anche qualcosa che previene la possibile entrata in un circuito criminoso, nell'illegalità. Quindi, cosa fare di questi percorsi ormai avviati ? Ecco, questa è la nostra preoccupazione. Quindi, la ringrazio di dare attenzione, appunto, a tutto un aspetto, che va equilibrato, tra un'entrata di flussi regolari e naturalmente un contrasto, fatto in modo ovviamente umano e competente, rispetto a quelli irregolari.

(Misure per garantire la sicurezza dei cittadini, con particolare riferimento alle ore notturne e ai territori fuori dai grandi centri urbani – n. 3-02870)

  PRESIDENTE. L'onorevole Guidesi ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-02870 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  GUIDO GUIDESI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, nella nottata del 10 marzo scorso nella provincia di Lodi, nel mio territorio, un ristoratore è stato aggredito e quattro delinquenti si sono inseriti nella sua proprietà privata. Ne è nata una colluttazione e dalla colluttazione, purtroppo, è deceduto uno dei quattro delinquenti, per un colpo assolutamente accidentale. Specifichiamo che non è la prima volta che questo ristoratore subisce un furto e che si stanno moltiplicando, ormai da alcuni mesi, tutti i reati predatori di intrusione nella proprietà privata nella provincia di Lodi.
  Siamo, quindi, a chiederle come lo Stato sia intenzionato a garantire la sicurezza dei cittadini.

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  PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Marco Minniti, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  MARCO MINNITI, Ministro dell'Interno. Grazie, signor Presidente. Onorevoli deputati, voglio subito rassicurare gli onorevoli interroganti che, fin dall'assunzione della mia responsabilità di Ministro dell'Interno, ho rivolto ogni possibile sforzo al fine di elevare il livello di sicurezza sul territorio nazionale, sviluppando azioni mirate a rafforzare la tendenza, consolidatasi nell'ultimo triennio, che ha visto un calo della delittuosità generale, grazie all'intensificazione delle investigazioni e a un più ampio ricorso alle misure di prevenzione. In tale direzione è stato anche avviato un ripensamento dei consolidati modelli operativi, nell'intento di rendere più efficacie e penetrante la prevenzione e il contrasto ai fenomeni di criminalità diffusa e segnare il passaggio dal tradizionale concetto del controllo del territorio a quello, più avanzato, di un territorio sotto controllo.
  Con specifico riferimento alle problematiche di sicurezza connesse al tragico evento accaduto nel lodigiano, informo che si è tenuta, nella giornata di sabato 11 marzo, un'apposita riunione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, alla presenza anche del sindaco del comune e del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Lodi, nel corso della quale è stato approfonditamente esaminato l'andamento dei reati predatori che creano maggiore allarme sociale nella provincia. All'esito della riunione è stata disposta un'intensificazione dei controlli ordinari grazie all'impegno di equipaggi delle forze dell'ordine, per assicurare un più intenso servizio di pattugliamento soprattutto nelle ore serali e notturne.
  La particolare attenzione posta dal Governo al tema della sicurezza trova riscontro anche nel recente decreto-legge, in corso di esame parlamentare proprio in questo momento e in questa Camera, con il quale sono state disciplinate modalità e strumenti di coordinamento per la promozione della «sicurezza integrata». Con tale espressione ci si riferisce, come è noto, a quell'insieme di interventi assicurati dallo Stato e dagli enti territoriali nonché da altri soggetti istituzionali, a partire dai sindaci, al fine di concorrere, ciascuno nell'ambito delle proprie competenze e responsabilità, alla promozione e all'attuazione di un sistema unitario e integrato di sicurezza per il benessere della comunità territoriale. Si tratta, in sostanza, di un coerente codificato sviluppo del sistema dei patti per la sicurezza, sperimentato in passato con positivi risultati. Il provvedimento normativo intende in sostanza dare un nuovo impulso a forme di collaborazione tra i diversi livelli di governo sul territorio, al fine di assicurare maggiori e più adeguati standard di sicurezza. È auspicio del Governo che le norme appena introdotte contribuiscano efficacemente in tale direzione, valorizzando la partecipazione consapevole di tutti i soggetti istituzionali secondo una cultura della sicurezza condivisa e partecipata.

  PRESIDENTE. L'onorevole Guidesi ha facoltà di replicare, per due minuti.

  GUIDO GUIDESI. Presidente, signor Ministro, noi siamo certi che lei farà meglio del suo predecessore, anche perché far peggio è sostanzialmente impossibile. Ma sul territorio, casi tragici come quello avvenuto nella nottata di venerdì scorso avvengono quotidianamente, con violenza, e si moltiplicano di giorno in giorno, soprattutto fuori dai centri urbani. Quello che noi chiediamo è una risposta dello Stato, uno Stato che deve garantire la sicurezza dei cittadini, uno Stato che oggi, invece, sul nostro territorio, rappresentato dal prefetto, non fa altro che imporre l'accoglienza dei richiedenti asilo ai comuni. Questa è la risposta dello Stato. Oggi come oggi, lo Stato non difende i cittadini. Noi pensiamo che i cittadini si possano e si debbano difendere da soli, ed è proprio per questo che noi stiamo con il signor Mario e lo difenderemo fino all'ultimo.

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(Elementi ed iniziative in relazione agli scontri verificatisi l'11 marzo 2017 a Napoli, nel quartiere Fuorigrotta – n. 3-02871)

  PRESIDENTE. La deputata Maria Rosaria Carfagna ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02871 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  MARIA ROSARIA CARFAGNA. Presidente, sabato 11 marzo, a Napoli, in occasione della visita di Matteo Salvini, antagonisti, black bloc ed esponenti dei centri sociali hanno messo a ferro e fuoco la città causando gravi danni, terrorizzando i residenti, scagliandosi violentemente contro le forze dell'ordine, a cui va la nostra vicinanza, la nostra solidarietà e la nostra gratitudine.
  «Lo avevo detto, non hanno voluto ascoltarmi», sono queste le parole con cui Luigi De Magistris, il sindaco di Napoli, ha commentato le devastazioni e le violenze riferendosi a questore, prefetto e anche a lei, signor Ministro. Le chiediamo, quindi, se è possibile già fare un primo bilancio dei danni, cosa si può fare per prevenire fenomeni come quelli che si sono verificati sabato scorso e, soprattutto, come valuta questa commistione evidente e preoccupante che a Napoli c’è tra aree dell'antagonismo violento e istituzioni locali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Marco Minniti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  MARCO MINNITI, Ministro dell'Interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, ringrazio l'onorevole Carfagna per l'interrogazione che ha voluto rivolgermi, anche perché questa interrogazione riguarda una questione che più gruppi hanno sollevato, anche utilizzando altri strumenti ispettivi.
  Nel pomeriggio dell'11 marzo, mentre all'interno della Mostra d'Oltremare si svolgeva la programmata iniziativa del movimento «Noi con Salvini», alla presenza del segretario nazionale della Lega Nord, circa 4.000 persone hanno tenuto il preannunciato corteo di protesta, che ha richiamato, tra l'altro, numerose realtà delle aree dei collettivi universitari, dei centri sociali, del sindacalismo di base, unitamente ad elementi di gruppi ultras partenopei e dei movimenti cosiddetti neoborbonici.
  In occasione delle citate iniziative, è stato impiegato, nell'area interessata dalle manifestazioni e per l'intera giornata, un dispositivo di sicurezza composto da oltre novecento unità di personale appartenente alla Polizia di Stato, all'Arma dei carabinieri e alla Guardia di finanza, che si aggiungono agli oltre 200 operatori provenienti dagli uffici e comandi territoriali delle predette forze dell'ordine. A supporto di tale dispositivo, si è affiancato un notevole dispiego di operatori della DIGOS, della questura e del reparto informativo dei Carabinieri, nonché unità specializzate dei cinofili, degli artificieri e dei nuclei di pronto intervento antiterrorismo.
  Per quanto riguarda i mezzi utilizzati, rappresento che si è reso necessario, tra l'altro, l'intervento di due idranti e di un elicottero.
  Quanto ai danni conseguiti agli scontri che si sono verificati in alcune arterie stradali della città partenopea, riferisco che si è registrato il ferimento di ventisette operatori delle forze dell'ordine, colpiti dal lancio di sampietrini, bombe carta e da altri oggetti contundenti, posto in essere da un folto gruppo di manifestanti travisati staccatisi dal corteo.
  Sono stati inoltre danneggiati circa quindici mezzi. A seguito degli scontri sono stati denunciati all'autorità giudiziaria quattro manifestanti in stato di libertà, mentre altri due sono stati arrestati. Attualmente sono in corso ulteriori attività di indagine, finalizzate all'identificazione di quanti si sono resi responsabili di reati. Come Ministro dell'interno e a nome del Governo, devo esprimere anche in questa occasione il mio plauso alle forze dell'ordine, pensando così di riflettere un sentimento Pag. 50ampio e convinto del Paese, per il loro operato in una situazione che si preannunciava delicata e molto complessa. Nonostante tali difficoltà, si è conseguito l'obiettivo di assicurare il diritto costituzionale fondamentale della libertà di espressione, che nella nostra democrazia non può essere limitato o compromesso da atti violenti o arbitrari, di qualunque natura. Il mio plauso si estende anche alla specifica gestione tecnica dell'ordine pubblico, caratterizzata da una tranquilla fermezza, che è stata possibile in quanto da tempo il Ministero dell'Interno rivolge un'attenzione scrupolosa all'attività di formazione degli operatori di polizia per l'apprendimento delle tecniche di intervento considerate corrette e più appropriate nella gestione delle manifestazioni di piazza, attraverso il compimento di appositi percorsi professionali.

  PRESIDENTE. L'onorevole Carfagna ha facoltà di replicare, per due minuti.

  MARIA ROSARIA CARFAGNA. Presidente, condividiamo il plauso rivolto alle forze dell'ordine. Abbiamo apprezzato, Ministro, il suo intervento per garantire un diritto costituzionalmente garantito. D'altronde, sappiamo benissimo che l'unico vero responsabile di quanto è accaduto sabato a Napoli è il sindaco di quella città, il cui atteggiamento è assolutamente inquietante: un sindaco che si proclama lo Stato, che lascia intendere di possedere le chiavi dell'ordine pubblico nella sua città, che neanche tanto velatamente fa capire che «o si fa come dico io, oppure scateno l'inferno», che poi puntualmente si è scatenato. Questo, Ministro, è un fenomeno che va valutato e monitorato con grande attenzione. Certo mentiremmo se dicessimo che Salvini è ben voluto da tutti a Napoli, ma rispondere a degli insulti, che anche io personalmente considero inaccettabili, incoraggiando la violenza e soffiando sul fuoco della protesta, significa contravvenire ai propri doveri di uomo delle istituzioni. Questo è il punto: un uomo delle istituzioni dovrebbe essere sempre dalla parte della legalità e delle forze dell'ordine, invece noi abbiamo un sindaco che, nella guerra tra Stato e centri sociali, non ha esitato a schierarsi dalla parte dei centri sociali.
  Avrebbe dovuto condannare gli estremisti, eppure non lo ha fatto, come non l'hanno fatto gli assessori che erano alla testa di quel corteo, con in testa proprio l'assessore alla legalità. Ma evidentemente non possono farlo perché c’è una commistione profonda preoccupante tra pezzi dell'amministrazione e aree dell'antagonismo violento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente), perché in quel bacino quell'amministrazione pesca voti e consensi, concedendo in cambio spazi comunali, perché – è curioso, ma è proprio così – il sindaco della legalità incoraggia l'illegalità sanando occupazioni abusive di spazi pubblici. Per cui, concludo dicendo che la verità, Ministro, è che noi possiamo mettere in campo tutte le azioni che vogliamo, ma resta in campo un'anomalia che va monitorata con grande attenzione, perché rischia di avere gravi conseguenze, non soltanto sotto il profilo dell'ordine pubblico ma anche sotto il profilo della salute della democrazia nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

(Chiarimenti in merito alla possibilità per i partiti o gruppi politici organizzati di effettuare il collegamento in una coalizione di liste per l'elezione del Senato della Repubblica – n. 3-02872)

  PRESIDENTE. l'onorevole Parisi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02872 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  MASSIMO PARISI. Presidente, signor Ministro, questa interrogazione è finalizzata ad avere parole di certezza in materia elettorale. Come è noto, la recente sentenza della Corte costituzionale ci avrebbe restituito un sistema elettorale pienamente operativo. Dico «ci avrebbe» perché alcuni Pag. 51dubbi sorgono su vari aspetti, certamente su uno, che è quello oggetto di questa interrogazione: la vulgata comune in materia di legge elettorale del Senato ci dice che oggi abbiamo al Senato un sistema di soglie differenziato a seconda che le liste siano coalizzate o meno. Ebbene, dal 1o luglio 2016, le norme sulle coalizioni, cui faceva riferimento anche la legge elettorale del Senato, non esistono più, perché sono state cancellate dall'Italicum. Quindi, poiché noi dovremmo avere appunto una legge elettorale in grado di funzionare, perché in qualsiasi momento la parola potrebbe essere restituita al popolo elettore, ci pare che su questo aspetto occorra una parola di chiarezza, senza dover attendere l'esito di quella che tutti auspichiamo essere una riforma della legge elettorale.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Marco Minniti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  MARCO MINNITI, Ministro dell'Interno. Presidente, onorevoli deputati, l'onorevole Parisi chiede se la riformulazione dell'articolo 14-bis del testo unico delle leggi recanti norme per l'elezione della Camera dei deputati avvenuta con l'approvazione della legge n. 52 del 2015, cosiddetto Italicum, abbia mantenuto la possibilità per i partiti o i gruppi politici di effettuare il collegamento in una coalizione di liste per le elezioni del Senato, o se invece possono essere presentate solo liste non coalizzate, con la conseguente applicazione della soglia di accesso alla ripartizione dei seggi fissata all'8 per cento dei voti validi a livello regionale. Si rileva al riguardo che effettivamente la citata legge n. 52 del 2015 ha modificato il citato articolo 14-bis del decreto del Presidente alla Repubblica n. 361 del 1957 (e mi scuso per il profluvio di numeri), eliminando l'obbligo per tutte le liste di presentare presso il Ministero dell'interno, insieme ai contrassegni, i collegamenti a livello nazionale per la Camera dei deputati. Conseguentemente, tale obbligo è stato eliminato anche per il Senato, in forza dell'apposito rinvio operato dall'articolo 8 del decreto legislativo n. 533 del 1993, recante le norme per l'elezione del Senato della Repubblica. Va considerato tuttavia che permane la disciplina del Senato in riferimento alle coalizioni: in effetti gli articoli 11, 16 e 17 del suddetto decreto legislativo n. 533 del 1993 disciplinano, con specifico riferimento alle coalizioni, rispettivamente le modalità di composizione delle schede e dei manifesti, di calcolo delle soglie di sbarramento e di riparto dei seggi. Alla luce delle supposte considerazioni, si ritiene in via interpretativa e con riserva di ulteriori approfondimenti che sussista la possibilità di presentare le coalizioni al Senato su base regionale.

  PRESIDENTE. L'onorevole Parisi ha facoltà di replicare, per due minuti.

  MASSIMO PARISI. Signor Ministro, com’è ovvio su una tematica del genere non mi devo dichiarare soddisfatto o insoddisfatto: si trattava evidentemente di una richiesta di chiarimento. E lo ripeto per me stesso, perché mi pare così di aver capito, che lei ci ha detto in quest'Aula che la normativa per il Senato può continuare a prevedere le coalizioni, e di conseguenza può continuare a prevedere soglie differenziate per l'accesso alla distribuzione dei seggi su base regionale. È un chiarimento, che è sicuramente importante per il luogo e per il momento in cui viene fatto. Segnalo comunque che ad oggi le normative per comporre le coalizioni, perfino la modulistica, non esistono più; e quindi mi immagino che conseguentemente da questa interpretazione, il Ministero vorrà – speriamo il prima possibile, perché non si potrà certamente farlo alla vigilia di un appuntamento elettorale – con atti di secondo livello normare questi aspetti, perché è di tutta evidenza che non si può lasciare questa materia nella aleatorietà.
  È di tutta evidenza anche, però, che le coalizioni non hanno più alcun senso, dal momento che non è collegato al Senato alcun tipo di premio: quindi di fatto assisteremo alla formazione di coalizioni Pag. 52per ottenere il beneficio dello sconto per l'accesso ai seggi. Il tutto è apprezzabile e sicuramente legittimo, e rende secondo me ancor più necessario l'intervento normativo del Parlamento per una riforma organica della materia elettorale per la Camera e per il Senato della Repubblica.

(Iniziative per contrastare la diffusione dell'illegalità e del crimine nelle città italiane, anche attraverso il potenziamento delle attività di controllo del territorio da parte delle forze di polizia – n. 3-02873)

  PRESIDENTE. L'onorevole Cirielli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Rampelli ed altri n. 3-02873 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, Ministro, prendiamo lo spunto ancora una volta dai fatti di Casaletto Lodigiano, non perché si vuole fare una strumentalizzazione dell'episodio, ma perché è l'elemento centrale di una deriva del nostro Stato: oramai bande di stranieri, insieme anche a delinquenti nostrani, imperversano con una serie di reati gravi, e soprattutto oramai il proprio domicilio... Rapine, furti in ville, in abitazioni, negozi, case isolate: sostanzialmente c’è un clima di insicurezza, che più che da un difetto di controllo e vigilanza, deriva soprattutto dall'idea dell'impunità che esiste per i criminali che commettono i reati nel nostro Paese.

  PRESIDENTE. Concluda. Grazie.

  EDMONDO CIRIELLI. Cosa intende fare, anche dal punto di vista normativo, per contrastare la diffusione e l'impunità da parte di questi delinquenti.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Marco Minniti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  MARCO MINNITI, Ministro dell'Interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, la sua interrogazione, onorevole, riprende e ritorna sul grave episodio avvenuto a Casaletto Lodigiano, sul quale mi sono soffermato proprio pochi minuti fa in relazione ad analoga interrogazione a firma dell'onorevole Guidesi, ai cui elementi fondamentali rinvio. Però mi consenta più in particolare, di trarre qui spunto per porre ulteriori elementi di riflessione sui temi della sicurezza urbana e del degrado dei quartieri periferici delle grandi città.
  Rappresento al riguardo che la cosiddetta criminalità diffusa è naturalmente oggetto di costante attenzione da parte del Ministero dell'interno, quale insieme di fenomeni che contribuiscono notevolmente alla percezione di insicurezza. Come si riscontra frequentemente, tale percezione registra indicatori difformi rispetto ai dati reali. Infatti, confrontando il 2016 con l'anno precedente, abbiamo registrato una diminuzione generale della delittuosità pari al 9,4 per cento; un confronto più ravvicinato relativo al mese di gennaio 2016, rispetto a quello del 2017, restituisce percentuali ancora più nette, pari al 23,2 per cento in diminuzione.
  La percezione di insicurezza, tuttavia, emerge soprattutto nelle aree metropolitane, ma evidentemente non solo in quelle, quale condizione derivante da situazioni ambientali complesse, non riconducibili necessariamente o esclusivamente a fenomeni criminali. Per incidere su tali percezioni, si impongono dunque iniziative che non attengono esclusivamente al campo dell'ordine e della sicurezza pubblica in senso stretto. A questa nuova visione, che valorizza la sicurezza urbana come bene giuridico comune, alla cui promozione concorre una pluralità di attori, è ispirato il decreto-legge in questo momento in sede di conversione in quest'Aula.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MARCO MINNITI, Ministro dell'Interno. Mi consenta anche di riferire che proprio stamane è stata approvata in Senato la riforma del codice di procedura penale, che prevede un significativo aumento Pag. 53di pena per tutti i reati predatori. In tale contesto – e quindi attenzione alla sicurezza urbana, aggravamento delle pene per i reati predatori – trovano spazio anche interventi non solamente legati alla prevenzione e al contrasto del crimine, ma anche, ad esempio, alla mitigazione degli effetti del reato urbanistico e alla implementazione dei livelli di coesione sociale. L'impianto complessivamente ipotizzato è coerente con la costruzione già delineata dalla legge di stabilità per l'anno 2016, laddove questa prevede la predisposizione di un programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie, demandando ai comuni l'elaborazione di progetti idonei alla realizzazione di tali finalità.
  In conclusione, confido che il provvedimento sulla sicurezza urbana potrà incrementare significativamente gli strumenti a disposizione delle autorità di pubblica sicurezza e dei sindaci, per prevenire la diffusione della criminalità nelle nostre città. L'attenzione del Governo verso i temi cui mi sono riferito continuerà a costituire un impegno prioritario, nell'intento di garantire...

  PRESIDENTE. La invito nuovamente a concludere.

  MARCO MINNITI, Ministro dell'Interno. Ho finito. A tutti i cittadini la tranquillità e l'ordinata convivenza civile, nella stessa misura in ciascuna parte del territorio nazionale.

  PRESIDENTE. L'onorevole Cirielli ha facoltà di replicare, per due minuti.

  EDMONDO CIRIELLI. Ministro, noi abbiamo salutato con gioia il cambio al Ministero dell'interno, innanzitutto con l'allontanamento di Alfano, ma anche per una certa considerazione della sua storia di impegno nel settore della sicurezza. Non vorremmo che però, in questo clima di politica liquida, come si dice oggi, ci si limiti semplicemente a degli annunci. D'altro canto sono pochi mesi che lei è qui: ci mancherebbe, vogliamo essere seri. Ma le dico un fatto che potrà accertare: è notorio che da numerose intercettazioni telefoniche di delinquenti slavi e dell'est, si evince chiaramente che l'Italia è meta di delinquenza domenicale o serale, perché – dicono per telefono – è un posto dove non ti succede nulla. E potremmo parlare degli svuota-carceri, della liberazione anticipata, dell'affidamento in prova ai servizi sociali, di tanti strumenti che rendono di fatto impuniti questi delinquenti.
  Allora, io credo che un monitoraggio serio vada fatto: molti cittadini non denunciano neanche più i fatti accaduti e succedono, poi, queste vicende, in cui la persona, come a Casaletto Lodigiano, diventa doppiamente vittima, perché subisce un atto di delinquenza e, poi, si trova, nel difendersi, a passare un altro guaio. Da questo punto di vista ci aspettiamo interventi normativi che possano cambiare rotta alla situazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

(Chiarimenti ed iniziative in relazione al crollo del cavalcavia sull'autostrada A14 nel tratto tra le uscite Ancona Sud e Loreto – n. 3-02874)

  PRESIDENTE. L'onorevole Cecconi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Terzoni ed altri n. 3-02874 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

  ANDREA CECCONI. Grazie, Presidente. Alle 13,30 di giovedì 9 marzo è crollato il cavalcavia n. 167 della A14 nel tratto tra Ancona Sud e Loreto. Il crollo ha provocato la morte di due persone e ha ferito due operai che in quel momento stavano lavorando al cavalcavia. Ci stringiamo attorno ai familiari delle vittime di questo tragico incidente e attendiamo che la magistratura – speriamo presto – faccia luce ed identifichi eventuali responsabili di quanto accaduto.
  Ma una cosa è certa, Ministro: non si può accettare che la società Autostrade liquidi la questione con un semplice «si è sempre fatto così», «capita, è un intervento Pag. 54di routine che non richiede la chiusura del traffico», perché, forse, invece, quel tratto bisognava chiuderlo e, forse, le procedure di sicurezza vanno riviste alla luce di quello che è successo sia a tutela dei lavoratori sia dei cittadini.
  Dopo il crollo dello scorso ottobre a Lecco e quello della scorsa settimana a Camerano, è arrivato il momento, in questo Paese, di investire pesantemente in sicurezza e di avere una mappatura completa di dove sia necessario intervenire immediatamente ed improrogabilmente.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  GRAZIANO DELRIO, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Grazie, onorevole, intanto, anch'io voglio ribadire il mio cordoglio personale e di tutto il Governo per i familiari delle vittime di quel tragico evento, in ragione del quale subito ho provveduto ad istituire un'apposita commissione ispettiva al fine di verificare ed analizzare quanto accaduto con il massimo del rigore e con la collaborazione piena con la magistratura, a cui abbiamo anche da subito affiancato, con la presenza sul posto, un ingegnere del Ministero. La commissione dovrà fornire una dettagliata relazione sui fatti accertati entro trenta giorni.
  Dai primi elementi disponibili risulta che i lavori in corso di esecuzione non riguardavano manutenzione di cavalcavia, quindi lei ha ragione a dire che dobbiamo sollecitare – e abbiamo sollecitato – piani di manutenzione straordinaria: ad esempio, abbiamo costretto ANAS a mettere più della metà dei suoi fondi sulla manutenzione più che su nuove opere e, idem, abbiamo dato degli input alla società Autostrade, a RFI e a tutti coloro che svolgono opere pubbliche, ma in questo caso si trattava dell'ampliamento a tre corsie della A14.
  Nell'ambito di tali lavori si procedeva all'innalzamento del cavalcavia n. 167 per adeguare il franco altimetrico presente in carreggiata alle norme di settore che prescrivono un minimo di 5 metri. Le operazioni di sollevamento sono state eseguite con autostrada aperta in base al piano di sicurezza redatto dai progettisti, mentre la strada provinciale n. 10, che si sviluppa sul cavalcavia, era stata, invece, chiusa al traffico.
  I lavori su altri cavalcavia sono sempre stati eseguiti con la stessa procedura e senza chiusura del traffico, come stabilito dal piano di sicurezza redatto dal progettista, come stabilisce l'articolo 21, comma 2, del Codice della strada, che prevede che chiunque esegua lavori sulle aree destinate a circolazione deve adottare gli accorgimenti necessari per la sicurezza e fluidità della circolazione; è anche ricompresa la possibilità di interrompere qualora non vi siano soluzioni alternative, ma vanno garantite in ogni caso le soluzioni di totale sicurezza della circolazione. Quindi, la soluzione, in base alla complessità, in base agli itinerari, viene valutata dal piano della sicurezza e dal responsabile dei lavori.
  Noi attendiamo, quindi, di verificare dove si sia svolta un'omissione da parte di chi eseguiva i lavori sull'autostrada, stante che la procedura – ripeto – è una procedura prevista dal Codice della strada, su cui noi esercitiamo vigilanza, ma che è consentita perché è già espletata in questa maniera, numerosissime altre volte, in piena sicurezza.

  PRESIDENTE. L'onorevole Cecconi ha facoltà di replicare.

  ANDREA CECCONI. Grazie, Presidente. Ministro, vorrei fare alcune puntualizzazioni: le autostrade italiane sono un patrimonio pubblico e, nonostante siano state date in concessione per cento anni a Benetton e ad altre società, rimangono comunque un bene per tutti i cittadini italiani. Quindi, lo Stato, il Governo ha l'obbligo e il dovere di vigilare e sapere quello che accade nelle nostre infrastrutture.
  La Delabech, la società che stava operando nella manutenzione in subappalto del cavalcavia, fa parte di un'impresa molto più grande, che si chiama Impresa Pag. 55Spa, un'impresa in amministrazione straordinaria. Anche questa è una cosa che in questo Paese deve finire: che le aziende stanno in amministrazione straordinaria per sempre, avendo agevolazioni da parte dello Stato, anche fiscali, che non hanno ragione di esistere.
  Ma quello che salta all'occhio ad un minimo controllo è che l'amministrazione di questa Impresa Spa fa capo alla famiglia Greco, nome che è sicuramente conosciuto nella destra del nostro Paese, ma che è conosciuto anche dai cittadini perché è un nome che ricorre continuamente, da Cirino Pomicino in poi, nella storia della nostra Repubblica e, ovviamente, ricorre sempre in scandali. L'ultimo è di otto mesi fa, proprio qui a Roma, dove vi è stata una serie di arresti, con ipotesi di bancarotta fraudolenta per 80 milioni di euro a danno soprattutto dello Stato per mancati versamenti all'erario di questi soldi.
  Noi, in questi giorni, stiamo votando il Daspo per gli ultrà o per i cittadini che recano disturbo all'ordine pubblico. Mentre voi state cercando di controllare e controllate quello che accade in autostrada, sarebbe bene attrezzarsi affinché certe persone nei beni pubblici non ci mettano più le mani, perché non è più possibile né tollerabile che certi soggetti continuino ad operare e a prendere commesse milionarie nel nostro Paese quando non dovrebbero toccare nulla del nostro bene pubblico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative di competenza in ordine alla recente decisione di Alitalia relativa alla cancellazione di tutti i voli da e per Reggio Calabria – n. 3-02875)

  PRESIDENTE. L'onorevole Scopelliti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02875 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  ROSANNA SCOPELLITI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, l'interrogazione presentata insieme al collega Garofalo riprende un tema già posto all'attenzione del suo Dicastero, ovvero le intenzioni di Alitalia di cessare i voli da e per Reggio Calabria. Questa decisione, se esecutiva, oltre a comportare il licenziamento di molti dipendenti dello scalo reggino, penalizzerebbe gravemente una vasta area urbana già pesantemente deficitaria di collegamenti infrastrutturali adeguati. Già in passato, la decisione di Alitalia di eliminare alcuni voli da e per Reggio Calabria da Milano aveva pesantemente penalizzato l'intera zona, interrompendo quella continuità territoriale essenziale per la sopravvivenza dell'economia del territorio. Nonostante i numerosi incontri e tavoli tecnici non sono state formulate soluzioni efficaci: Alitalia, infatti, procederà alla cancellazione di tutti i voli da e per Reggio Calabria a partire dal 27 marzo.
  Per questo le chiediamo quali sono le iniziative che il Governo intende assumere nell'immediato per scongiurare l'esecutività di una gravissima ed elitaria decisione, pesantissima per i cittadini di Reggio e di tutta l'area dello Stretto.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  GRAZIANO DELRIO, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Grazie, onorevole, il problema è noto a noi da molto tempo: è da più di un anno che convoco riunioni e ho cercato di mantenere Alitalia al tavolo, e devo dire con successo, per far mantenere il servizio, perché Alitalia voleva interrompere il servizio già più di un anno fa. Grazie all'impegno profuso congiuntamente siamo riusciti a farlo.
  L'altra questione che sapevamo andava risolta era il tema dell'inefficienza e inefficacia della società di gestione, perché queste cose avvengono perché le società di gestione non sono in grado di creare le condizioni perché i collegamenti vengano non solo mantenuti, ma, addirittura, potenziati, perché noi crediamo che lo scalo abbia un futuro di potenziamento di collegamenti.Pag. 56
  La società di gestione, come sapete, è fallita e questo deve far riflettere. Insieme alla regione Calabria abbiamo deciso, quindi, di mettere a gara la gestione dell'aeroporto di Reggio Calabria e quello di Crotone per fare un sistema che fosse più solido, più capace di trattare con le compagnie aeroportuali e di attirare traffico.
  Purtroppo, la procedura, anche per colpa di un – io considero – irrazionale ricorso da parte degli enti locali contro il Governo per questa gara, si è prolungata e solamente il 3 marzo scorso abbiamo potuto aggiudicare finalmente la gara, vista la sospensiva del Consiglio di Stato; abbiamo potuto, quindi, aggiudicare alla Sacal, la società che gestisce l'aeroporto di Lamezia Terme, anche gli altri due scali. Quindi, vi sarà una rete di aeroporti calabresi che credo avrà la possibilità, le condizioni, la capacità di attirare traffico anche sull'aeroporto di Reggio Calabria e potenziare i traffici su Crotone. Infatti, come sapete, il traffico aereo in questo Paese è cresciuto del 5 per cento, tutte le compagnie sono in crescita e, quindi, c’è una grande possibilità.
  Sugli oneri di servizio pubblico, come sapete, alcune rotte di collegamento erano con Bologna e Pisa, erano già stati imposti, poi abrogati dal momento che nessun vettore aveva accettato di eseguire queste tratte.
  Quindi, noi stiamo lavorando, anche oggi c’è una riunione tecnica al Ministero: stiamo lavorando al fianco delle regioni che devono essere protagoniste nel creare le condizioni, perché vi sono le misure europee che noi abbiamo codificato con le linee-guida per gli aeroporti minori, ci sono tutte le condizioni per rilanciare l'aeroporto. Alitalia, purtroppo, ha deciso nel suo CDA, in maniera definitiva, anche in vista di un piano di ristrutturazione molto duro, di interrompere i voli e stiamo lavorando per soluzioni alternative che possano entrare in campo nel più breve tempo possibile, con la collaborazione ovviamente di coloro che ne sono responsabili, cioè la società di gestione e la regione Calabria.

  PRESIDENTE. L'onorevole Scopelliti ha facoltà di replicare per due minuti.

  ROSANNA SCOPELLITI. Grazie, signor Ministro, io la ringrazio veramente per la risposta, mi posso e ci possiamo considerare, però, solo parzialmente soddisfatti. Io non metto in dubbio assolutamente l'attenzione del Governo per questa situazione così grave e sono certa che ci sia la volontà, da parte di tutti, anche di evitare scenari ben peggiori. Alcune delle cose che lei ci ha detto oggi sicuramente mi confortano. Mi permetta, però, un passaggio su Alitalia, che, ad oggi, ancora non intende tornare sulla sua decisione di abbandonare lo scalo reggino, condannandolo alla chiusura e fornendo, secondo me, delle motivazioni, a nostro avviso, inappropriate. Si parla di perdite pari a 5 milioni, che sono imputate al coefficiente di riempimento del 76 per cento, che non è una motivazione sufficiente per interrompere la tratta, dato che lo stesso coefficiente è in linea con quello di altre rotte non a rischio.
  In più, Alitalia parla di spese causate da esuberi nel personale di terra, questo però non è un tema che interessa tanto i reggini, è un tema che deve risolvere questa compagnia e che non può pesare sulle spalle dei cittadini, non solo di Reggio, ma dell'intera area dello Stretto. E, a questo punto, auspico davvero che Alitalia accolga l'invito del collega Garofalo, vicepresidente della Commissione trasporti, a venire in Commissione ed affrontare, insieme anche al governatore Oliverio e al sindaco Falcomatà, questo tema, per chiarire finalmente di persona, e non tramite dei comunicati, le situazioni e la reale criticità.
  Il Governo che sostengo, signor Ministro, ha giustamente scelto di puntare la sua attenzione sulla tutela e la crescita dei giovani e sullo sviluppo del Mezzogiorno. Io ci credo, ci credo fermamente, ma, da giovane e da meridionale, prendo atto di una situazione ancora troppo lontana da quella che vorremmo. È inaccettabile essere ostaggio di una rete infrastrutturale, che, di fatto, taglia l'Italia in due. Si dice Pag. 57di investire sui giovani, bene, anche sul turismo, sulla ripresa del sud, fare questo a mio avviso significa mettere in condizione i cittadini, i giovani professionisti e le famiglie di essere collegati col mondo e questo può avvenire solo fornendo al sud mezzi adeguati per diventare parte almeno dell'Italia prima ancora che dell'Europa.

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Scopelliti.

  ROSANNA SCOPELLITI. Lasciare morire questo aeroporto, per tutti gli utenti dell'area dello Stretto, sarebbe devastante e non riuscire, come Governo, a tutelare questo territorio, indicato come obiettivo prioritario dallo stesso Governo, lascia peraltro – e io di questo sono molto preoccupata – spazio a strumentalizzazioni e sterili populismi. Troviamo una soluzione insieme (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare-NCD-Centristi per l'Europa) !

(Iniziative di competenza per assicurare presso l'isola de La Maddalena un'attività di assistenza al parto volta a garantire i livelli essenziali di assistenza – n. 3-02876)

  PRESIDENTE. L'onorevole Vargiu ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02876 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata) per un minuto.

  PIERPAOLO VARGIU. Signora Ministro, lei ha visto le foto con il tazebao di protesta sulla pancia delle mamme de La Maddalena: non è una goliardata, è il grido di dolore che viene da un'isola nell'isola, che ha subito la beffa del mancato G8, dell'abbandono successivo e ora vede in discussione la qualità del piccolo ma efficiente ospedale che ha sempre garantito servizi a una popolazione che in estate è quadrupla e raggiunge le 60 mila persone.
  Non si chiedono miracoli, alla regione si chiede di garantire la maggior sicurezza possibile per i parti precipitosi e per le donne che, comunque, scelgono di partorire a La Maddalena. Non si chiedono neppure deroghe ministeriali, sappiamo bene che è improponibile chiederle. A lei, Ministra e donna, le donne maddalenine chiedono, invece, di sollecitare la regione perché faccia il suo dovere e autorizzi a La Maddalena modelli di assistenza che coniughino la sostenibilità con la sicurezza.

  PRESIDENTE. La Ministra della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  BEATRICE LORENZIN, Ministra della Salute. Onorevole collega, anch'io ho visto le foto delle mamme con la richiesta d'aiuto sulla pancia, è stata sicuramente una cosa che mi ha colpito e ritengo che debbano avere una risposta, soprattutto per aiutare la maternità e il parto sicuro nel nostro Paese. Come lei sa, noi abbiamo una soglia di 500 parti l'anno, che è uno standard per garantire la sicurezza degli ospedali, dei luoghi in cui avvengono le nascite, per garantire la sicurezza delle mamme e dei bambini; 500 parti l'anno, in realtà, è uno standard che sappiamo essere stato, poi, frutto di una mediazione politica nei decenni scorsi, anche perché il vero numero sarebbe addirittura di 1000 parti l'anno, cosa difficile da realizzare in un territorio come il nostro.
  Ora, il punto nascita de La Maddalena – lei giustamente mi ha detto: non è stata richiesta una deroga sulla sua chiusura al Ministero – si caratterizza per dei volumi veramente di attività particolarmente bassi: 67 parti nel 2015 e 35 da gennaio a settembre 2016, quindi un punto nascita oggettivamente insicuro. Ora, la regione Sardegna, anche in considerazione della contemporanea assenza di quattro ostetriche su cinque, ne ha disposto la temporanea sospensione per motivi di sicurezza nel mese di settembre del 2016.
  Questo provvedimento, però, secondo la regione Sardegna, non sembra pregiudicare i diritti delle gestanti e dei nascituri, in quanto ha comunicato di avere adottato una serie di iniziative presso l'ospedale Paolo Merlo de La Maddalena, quali ad Pag. 58esempio l'attivazione di una rete per la presa in carico ambulatoriale della donna fin dal concepimento e la mappatura del rischio ostetrico e neonatologico per fasce di rischio di tutte le gravidanze, nonché l'implementazione degli ambulatori di gravidanza a rischi e gravidanza a termine.
  Il Comitato percorso nascita dell'azienda ospedaliera ha, altresì, adottato le procedure operative relative all'accoglienza delle partorienti e al loro trasferimento in sicurezza presso il Punto nascita di Olbia. La regione Sardegna ha previsto, inoltre, il potenziamento del personale sanitario con la costruzione di un pool unico che opera su due presidi di Olbia e La Maddalena, assicurando gli interventi di emergenza-urgenza. È poi allo studio, presso la regione Sardegna, la predisposizione di un’équipe aggiuntiva di emergenza, che si attiverà per raggiungere l'isola de La Maddalena in caso di allerta meteo.
  Ora, per quanto è di mia competenza, noi ci attiveremo in modo da monitorare l'attuazione di questi provvedimenti da parte della regione Sardegna, monitorare anche la realizzazione della capacità di intervento con l'elisoccorso e, quindi, garantire, sia alle donne che vogliono avere una gravidanza sicura, di continuare a vivere a La Maddalena, sia poter garantire il momento del parto, sia esso programmato o realizzato di urgenza. Su questo noi attiveremo una azione di monitoraggio nei confronti della regione.

  PRESIDENTE. L'onorevole Vargiu ha facoltà di replicare per due minuti.

  PIERPAOLO VARGIU. Signora Ministro, la ringrazio, io sono soddisfatto della sua risposta che ci permette di avere alcuni punti fissi. La regione Sardegna non ha richiesto nessuna deroga al Ministero, ci fa piacere sentirlo e siamo convinti che nessuna deroga possa essere richiesta perché è improponibile rispetto ai criteri, quindi se la regione la chiedesse starebbe solo prendendo tempo. È invece possibile adottare soluzioni che funzionano in altri territori disagiati, ad esempio le zone montane della Lombardia, dove si potenziano gli organici di ostetricia e di neonatologia degli ospedali che fungono da hub, come sarebbe quello di Olbia. Certo, non è solo una scelta tecnica, è una scelta politica che significa avere un occhio di riguardo per l'ospedale dell'isola nell'isola. E se l'insularità è un valore, e la Sardegna chiede sempre che venga rispettato questo valore, io sono convinto che la prima che deve rispettare l'insularità doppia de La Maddalena sia proprio la Sardegna. Signora Ministro, lo ricordi al presidente della regione Sardegna e al nostro assessore alla sanità e le mamme de La Maddalena la aspetteranno nell'isola per ringraziarla.

(Iniziative di competenza in materia di bollino farmaceutico – n. 3-02877)

  PRESIDENTE. L'onorevole Binetti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02877 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata) per un minuto.

  PAOLA BINETTI. È molto semplice la mia domanda: i bollini sono un dato di garanzia del farmaco, che lo protegge sia dalla contraffazione, che da quello che potrebbe essere un mercato improprio. Da questo punto di vista, garantire questi bollini nella loro tenuta corretta dal punto di vista amministrativo e dal punto di vista scientifico rappresenta uno dei modi per soddisfare il diritto alla salute di tutti noi. Ora, il costo di questi bollini non è ininfluente: la Ministra ha già risposto in qualche altra occasione a interpellanze o a interrogazioni simili, ma la risposta non è del tutto soddisfacente perché non tocca esattamente il punto che noi abbiamo in mente. L'Europa ci sta chiedendo di dotarci di un determinato tipo di sistema, questo sistema permette economie di scala significative e noi riteniamo che ogni economia vada fatta in termini di salute per poter garantire qualità nell'assistenza a tutti quanti gli italiani.

  PRESIDENTE. La Ministra della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

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  BEATRICE LORENZIN, Ministra della Salute. Ringrazio gli onorevoli interroganti perché mi consentono di fare ulteriore chiarezza su un argomento che abbiamo affrontato più volte in quest'Aula. Inizio dal costo dei bollini farmaceutici: a questo proposito, l'Istituto poligrafico e zecca dello Stato (IPZS) ha comunicato che il costo dei bollini, che varia a seconda del numero degli ordinativi, non raggiunge mai, nemmeno per casi di quantitativi minori, la cifra di 26 euro per mille pezzi. Il prezzo effettivo praticato dall'IPZS è, infatti, pari ad euro 21,8 per mille pezzi nel caso di ordini superiori a 25 mila pezzi, ed a oltre euro 23,98 per ordini inferiori ai 25 mila pezzi. Peraltro, l'IPZS ha precisato che detto prezzo, a differenza di quello praticato dai fornitori privati, che si riferisce alla sola fase della stampa, copre tutte le fasi della lavorazione dei bollini ed è un prezzo onnicomprensivo; quindi, c’è stato un notevole risparmio in questo passaggio. Quanto, poi, alle esigenze giustamente richiamate dagli onorevoli interroganti relative alla garanzia della non alterabilità dei bollini, ricordo che è stato proprio il Ministero della salute, a seguito delle prime segnalazioni concernenti i difetti riscontrati in alcune confezioni di farmaci immesse in commercio, a richiedere all'IPZS, Istituto, come noto, sottoposto al controllo e alla vigilanza del Ministero dell'economia e delle finanze, non della salute, di assumere le iniziative necessarie a risolvere il problema.
  Nell'ambito di tali iniziative, l'Istituto ha provveduto al rinnovo di tutti gli impianti produttivi e, a conferma del pieno funzionamento del sistema di identificazione del farmaco, comunico il dato relativo al quantitativo di identificativi univoci, codice di autorizzazione più numero progressivo, letti otticamente e riferiti a prestazioni erogate nell'anno 2016, che ha quasi raggiunto quota 900 milioni. In conclusione, posso affermare che l'Italia dispone di un sistema strutturato di anticontraffazione, tracciatura e verifica dei farmaci che rappresenta un modello di riferimento a livello mondiale. L'indiscussa efficacia dell'attuale sistema ha indotto l'Unione europea a prorogare fino al 2025 i termini per l'implementazione del regolamento che prevede l'introduzione del sistema Data Matrix.
  A questo riguardo, non posso non ricordare che i costi del nuovo sistema di identificazione delle confezioni dei farmaci sono posti a carico dell'industria farmaceutica, la quale, pertanto, oltre a dover modificare le proprie linee produttive per la produzione e registrazione del Data Matrix, dovrà finanziare il sistema di archivi nazionali che dovrà essere integrato con il sistema europeo.

  PRESIDENTE. L'onorevole Binetti ha facoltà di replicare, per due minuti.

  PAOLA BINETTI. Sono certa che il Ministro ha fatto tutto quello che è possibile per garantire qualità e sicurezza sotto il profilo della salute. Non a caso, i primi due errori, se vogliamo chiamarli in questo modo, comunque le prime due carenze del sistema iniziale, bollini che erano cancellabili e bollini che si staccavano, da questo punto di vista sono stati denunciati proprio dal Ministero della salute. Il tema vero, però, è che è vero quello che dice lei, che non raggiungono il costo dei 26 euro, che era, peraltro, quello scritto all'interno della mia interrogazione, ma è anche vero che i costi, così come venivano fatti dai privati prima che il Poligrafico internalizzasse il suo servizio, non raggiungevano i 10 euro.
  In un contesto in cui noi vigiliamo molto sulla trasparenza, siamo molto attenti al rischio di una devianza, dal punto di vista anche economico, per motivi che siano, per qualunque tipo di ragione potesse essere, il risparmio e l'economia in sanità sono esattamente ciò di cui abbiamo bisogno perché mai si possa mettere in primo piano l'ipotesi dei tagli alla sanità. Noi riteniamo che i tagli ai prodotti farmaceutici non vadano mai previsti vadano, piuttosto, tradotti in termini di economie di scala per tutto quello che è l'indotto che circonda questi prodotti. A nessun paziente deve mancare un farmaco Pag. 60oppure il ticket: so che la Ministra sta parlando molto in questi giorni anche della possibilità di rivedere i ticket. Tutto questo non può tradursi in una riduzione delle condizioni di sicurezza, di cura, ma anche delle possibilità oggettive di curarsi perché i farmaci sono a prezzo accessibile a tutti.

(Stato della trattativa per l'impiego dei nuovi farmaci contro l'epatite C e tempi di applicazione del piano di eradicazione di tale malattia – n. 3-02878)

  PRESIDENTE. L'onorevole Lenzi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02878 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  DONATA LENZI. Grazie, Presidente. La questione è nota: negli ultimi anni più volte è stata sollecitata, in primo luogo dalle associazioni dei pazienti, ma anche dal Parlamento, l'attenzione sugli elevati costi del farmaco che cura l'epatite C, i problemi che sono emersi, i pazienti che sono andati a curarsi in altri Paesi, magari in India. Abbiamo avuto occasione di leggere sui giornali di questo orientamento dell'Aifa, con l'obiettivo di eradicare completamente la patologia; obiettivo che, ovviamente, condividiamo nella maniera più totale.
  Non le nascondiamo – in questi anni che abbiamo a lungo affrontato la questione, sappiamo quali interessi dietro ci sono – l'idea che forse la strada più semplice sarebbe quella del ricorso al generico, però sappiamo bene che i problemi sono complessi in materia di farmaceutica. Ci rivolgiamo a lei perché ci spieghi con quali strumenti possiamo raggiungere l'obiettivo condiviso.

  PRESIDENTE. La Ministra della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  BEATRICE LORENZIN, Ministra della Salute. Ringrazio l'onorevole interrogante, ma diciamo che ci vorrebbero più di tre minuti; cercherò di essere il più possibile sintetica. Innanzitutto, partiamo dall'epatite C: riguarda in Italia centinaia di migliaia di persone in stato di infezione avanzata e si calcola più di un milione di infetti ancora non totalmente consapevoli. Ed è proprio per combattere questa vera e propria piaga sociale e sanitaria che ho assunto, fin dal mio insediamento come Ministro della salute, alcune iniziative, con l'aiuto di questo Parlamento, e devo anche ringraziare le Commissioni competenti sia alla Camera che al Senato, che – dico con orgoglio – pongono il nostro Paese in una posizione di vera e proprie avanguardia in Europa.
  Mi riferisco all'istituzione, già con la legge di stabilità 2015, di un fondo sperimentale, con uno stanziamento finanziario di 500 milioni di euro per ciascuno degli anni 2015 e 2016, che ha consentito alle regioni di acquistare i primi farmaci innovativi, che erano in una situazione di quasi monopolio all'epoca, che sono in grado di eradicare l'epatite C, ovvero di fare guarire le persone che ne sono affette.
  I risultati positivi di tale sperimentazione biennale, che ci ha consentito di curare i soggetti per i quali la malattia si trovava già in una fase acuta, sono alla base della previsione, da me fortemente voluta, nella legge di bilancio 2017, dell'istituzione a regime di un fondo per l'acquisto dei medicinali innovativi, con una dotazione annua di 500 milioni di euro, volto a consentire l'accesso più ampio possibile a tali farmaci. Nella stessa ottica si sta muovendo l'Aifa, che dal prossimo mese di aprile attiverà i nuovi registri di monitoraggio per i farmaci antiepatite C sulla base dei nuovi e ben più ampi criteri di accesso previsti dal nuovo piano di eradicazione dell'infezione di HCV, che allarga la platea dei pazienti; un piano la cui attuazione consentirà di trattare efficacemente ogni anno circa 80 mila pazienti affetti da epatite C e che, anche grazie all'incremento del numero di centri abilitati alla somministrazione dei nuovi medicinali antivirali, che passeranno dagli attuali 226 a 273, contribuirà alla progressiva riduzione dell'incidenza dell'infezione, Pag. 61con l'obiettivo di giungere in pochi anni ad una completa eradicazione della malattia.
  Ma perché questo obiettivo possa essere concretamente raggiunto è necessario che il prezzo di rimborso di questi farmaci posto a carico della finanza pubblica sia un prezzo, per così dire, etico, ovvero un prezzo che, pur traducendosi nella giusta remunerazione per le aziende farmaceutiche produttrici, sia sostenibile finanziariamente da un Paese che, come l'Italia, ha oltre un milione di soggetti affetti da questa malattia. Ed è proprio per pervenire a questo prezzo etico che l'Aifa sta definendo in queste settimane le procedure di rinegoziazione del prezzo di rimborso con le aziende produttrici dei farmaci antivirali – contrattazioni che, in alcuni casi, sono già state concluse – e che, comunque, in questa vicenda nessuno strumento a disposizione del Paese è fuori dal nostro orientamento.

  PRESIDENTE. L'onorevole Miotto, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO. Grazie, Presidente. Noi siamo molto soddisfatti di questo orientamento della Ministra, in particolare perché ha accennato alla possibilità di accedere a nuove strade per la rinegoziazione. Ecco, su questo, signora Ministra, noi vogliamo dirle tutto il nostro sostegno, ma anche la nostra preoccupazione, perché i primi 50 mila malati sono stati trattati avendo come riferimento due prezzi: il malato-paziente n. 1: 40 mila euro circa di costo; paziente n. 50.000: 3.700 euro di costo. Abbiamo letto sui giornali di una possibile negoziazione attorno a 7 mila euro: francamente, riesce difficile comprendere come si possa accedere a questo costo così elevato, anche perché i costi fissi, signora Ministra, lei lo sa bene, sono stati tutti abbondantemente ammortizzati.
  Infatti, il farmaco all'estero, generico, costa mediamente 600 euro. E, allora, noi le saremo accanto con tutta la forza possibile per una trattativa che deve essere rigorosa, ma debbo dire, a questo punto, poiché non agisce più in regime di monopolio, si può fare anche la gara aperta, senza secretazioni, e, devo dire, affrontare anche il tema dell'abbandono della licenza obbligatoria.

(Iniziative di competenza per il riconoscimento dello Stato di Palestina e per la composizione della crisi israelo-palestinese – n. 3-02879)

  PRESIDENTE. L'onorevole Palazzotto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02879 per un minuto (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  ERASMO PALAZZOTTO. Grazie, signor Presidente. Signora Ministro, sono passati ormai due anni da quando l'Aula di questo Parlamento ha impegnato il Governo a continuare a sostenere in ogni sede l'obiettivo del riconoscimento della Palestina quale Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967 in vista di una soluzione durevole del processo di pace in Medioriente fondata sull'esistenza dei due Stati, palestinese ed israeliano. Oggi ci troviamo davanti al fatto che le politiche del Governo israeliano continuano a negare e a rifiutare le risoluzioni dell'ONU, a costruire insediamenti che vanno contro la risoluzione del conflitto e non abbiamo ancora avuto notizie di quali iniziative il nostro Governo abbia messo in campo in questi due anni per arrivare a quell'obiettivo. Pertanto la domanda che le rivolgiamo è la seguente: che cosa è stato fatto in questi due anni e che cosa intende fare il Governo per riconoscere lo Stato di Palestina ?

  PRESIDENTE. La Ministra per i rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Vorrei rispondere agli onorevoli interroganti ricordando come proprio oggi il Ministro Alfano si trovi in missione a Tel Aviv e a Ramallah. Credo che sia un Pag. 62segnale tangibile del forte impegno del Governo italiano per promuovere la prospettiva di una pace giusta e duratura tra Israele e Palestina basata sulla soluzione dei due Stati. Un impegno che il Governo aveva già voluto assumere con la partecipazione alla Conferenza di Parigi dello scorso 15 gennaio. Vogliamo che la questione israelo-palestinese rimanga tema prioritario nell'agenda internazionale soprattutto in un anno caratterizzato dalla nostra presenza nel Consiglio di sicurezza e dalla nostra presidenza del G7. Guardiamo con preoccupazione ad ogni azione concreta che faccia erodere una prospettiva di soluzione basata sui due Stati e mi riferisco in particolare all'espansione degli insediamenti, agli incessanti episodi terroristici nonché all'incitamento alla violenza che continuano a verificarsi in quei territori. Per superare questa fase di stallo il Governo italiano intende continuare il suo impegno in stretta consultazione con i partner europei, l'alleato americano ed i principali attori arabi. Lavoriamo per contribuire al riavvio del processo politico tra le parti con la ripresa di negoziati diretti. E solo un'effettiva volontà politica delle parti, senza imposizioni artificiose, potrà garantire il raggiungimento di una pace duratura. Al riguardo apprezziamo il fatto che l'Amministrazione americana abbia dichiarato il suo impegno a fare proposte concrete su come avanzare verso l'obiettivo di una pace sostenibile. Come già ricordato in quest'Aula dall'allora Ministro degli affari esteri Gentiloni, in risposta ad un'interrogazione a risposta immediata di analogo contenuto, la questione del riconoscimento formale dello Stato palestinese va collocata in questo contesto e rimane un passo da compiere nella cornice di un processo di pace. È un impegno che il Governo ha preso in Parlamento e che intende rispettare nelle condizioni menzionate nella stessa mozione del febbraio 2015, da lei citata, onorevole Palazzotto, ossia «al momento opportuno e nelle appropriate condizioni» e tutti i Governi europei si sono attenuti a questa regola cioè tenere la carta del riconoscimento formale per il momento in cui sarà più utile e fondamentale per dare una spinta vera al processo di pace e non per compiere un atto semplicemente simbolico.

  PRESIDENTE. L'onorevole Palazzotto ha facoltà di replicare per due minuti.

  ERASMO PALAZZOTTO. Grazie, signora Ministro. Ritengo non soddisfacenti le risposte che il nostro Governo fornisce oggi e lo dico perché quando si utilizza la locuzione «il momento opportuno» si intende dire che quel momento non arriverà mai. Sono settant'anni che il popolo palestinese vede negato il proprio diritto ad avere uno Stato e con esso a vedere riconosciuti i diritti umani fondamentali. Sono settant'anni che il popolo palestinese subisce ogni tipo di vessazione perché la convivenza non pacifica si sta scaricando in questo conflitto solo sulle spalle del popolo palestinese e noi ci troviamo davanti ad un conflitto asimmetrico in cui da una parte c’è un Governo che è sempre più estremista e di destra come quello di Netanyahu, ci vediamo davanti un esercito e, dall'altra parte, un popolo, le cui autorità riconosciute hanno da sempre riconosciuto lo Stato di Israele e sono impegnate fortemente nel processo di pace, contrastando anche il terrorismo interno al popolo palestinese. Per questo ritengo che il riconoscimento dello Stato di Palestina sarebbe un segnale forte che aiuterebbe il processo di pace perché legittimerebbe la parte palestinese dentro questo processo e darebbe un segnale al Governo israeliano che in questi giorni sta insultando la comunità internazionale anche davanti alle risoluzioni dell'ONU che gli imponevano di cessare la colonizzazione dei territori palestinesi che invece continua a fare.
  Riconoscere lo Stato di Palestina oggi sarebbe un segnale anche per difendere Israele perché da questo conflitto non ci saranno vincitori e vinti, ci saranno solo due popoli sconfitti. Per dare dignità ai due popoli dobbiamo riconoscere loro la possibilità di avere due Stati (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

Pag. 63

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 16,30 con il seguito della discussione del decreto-legge recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città.

  La seduta, sospesa alle 16,10, è ripresa alle 16,30.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Alfreider, Alli, Amoddio, Paola Boldrini, Matteo Bragantini, Buttiglione, Caparini, Capelli, Carrozza, Catalano, Dambruoso, Dellai, Epifani, Fedriga, Ferranti, Ferrara, Gregorio Fontana, Fontanelli, Giorgis, Lorenzo Guerini, Lacquaniti, Laforgia, Losacco, Manciulli, Marcon, Mazziotti Di Celso, Pili, Pisicchio, Rampelli, Realacci, Rizzo, Rosato, Sanga. Speranza, Tabacci, Tofalo, Valeria Valente e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centoventuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 4310-A)

  PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'articolo aggiuntivo 14.03 Simonetti. Risultano accantonate le seguenti proposte emendative: l'emendamento 7.52 Menorello, il subemendamento 0.7.300.1 Invernizzi, gli emendamenti 7.300 delle Commissioni, 7.43 e 7.44 D'Alia, 7.42 Altieri, 7.40 Simonetti, gli identici emendamenti 7.8 Molteni e 7.11 Vito, gli emendamenti 8.51 Crippa, 8.6 Molteni, 8.16 Menorello, 8.7 Molteni, 8.2 Causin, 8.28 Prataviera, 8.54 e 8.15 Squeri, 9.53 Oliaro, 10.9 Dadone, 10.19 Prataviera, 10.7 Invernizzi, 10.300 delle Commissioni, gli identici emendamenti 10.6 Molteni, 10.12 Vito e 10.30 D'Alia, gli emendamenti 10.8 Molteni, 10.11 e 10.10 Lombardi, 10.32 Prataviera, gli identici emendamenti 10.4 Vito e 10.50 Altieri, gli emendamenti 10.51 Daniele Farina, 10.52 Carfagna, 13.300 delle Commissioni e relativi subemendamenti, l'emendamento 13.2 Centemero.
  Avverto, altresì, che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A – A.C. 4310-A), che è in distribuzione.

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Per esprimere la grande soddisfazione nel vederle riprendere le sue funzioni dopo l'intervento chirurgico d'urgenza che ha dovuto subire; auguri (Applausi) !

  PRESIDENTE. Grazie, deputato Palese.
Ha chiesto di parlare il relatore Fiano, ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Grazie Presidente, nel confermarle l'accantonamento degli emendamenti che lei ha appena letto, e nel congratularmi anch'io per il suo ritorno in Aula e per l'esito del suo intervento, vorrei intervenire sull'emendamento 15.3 Costantino che, se non vado errato, è il primo che dobbiamo discutere.

  PRESIDENTE. Sì, d'accordo.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Ora la collega Costantino e il collega Farina chiedono Pag. 64la soppressione dell'articolo 15. Io devo dire che non comprendo, comunque non condivido, la richiesta di soppressione di questo articolo e vado, Presidente, a spiegarle il contenuto di questo articolo che recita: integrazione della disciplina sulle misure di prevenzione personali.
  L'articolo 15 che abbiamo in esame modifica, per l'appunto, la disciplina sulle misure di prevenzione contenuta nel codice cosiddetto antimafia, coordinandola con le modifiche introdotte da questo decreto. La prima modifica riguarda l'articolo 1, lettera c) del decreto-legge, che è relativo ai destinatari delle misure di prevenzione personale adottate dal questore. Le misure di prevenzione personale che sono nella competenza del questore, colleghi, secondo il decreto legislativo n. 159 del 2011, il codice antimafia, prevedono, per la competenza del questore, l'avviso orale e il foglio di via obbligatorio. La lettera c), dell'articolo 1, di quel codice prevede la possibile adozione delle misure nei confronti delle persone che per il loro comportamento debba ritenersi, sulla base di elementi di fatto, che sono dediti alla commissione di reati che offendono o mettono in pericolo l'integrità fisica o morale dei minorenni, la sanità, la sicurezza o la tranquillità pubblica. Devo dire che ovviamente non so dire se i colleghi avevano a suo tempo votato il codice antimafia, ma a me pare del tutto coerente con il diritto.
  A questo, il nostro articolo 15 del decreto in esame aggiunge agli elementi di fatto sulla cui base sono adottate le misure di prevenzione, anche le reiterate violazioni del foglio di via obbligatorio e dei divieti di frequentazione di determinati luoghi previsti per l'appunto sia dalla normativa vigente, sia dal testo del decreto-legge in esame.
  La seconda modifica riguarda l'articolo 6 del codice antimafia, quello che è relativo alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, una delle misure di prevenzione personali adottate dall'autorità giudiziaria. Oltre alla sorveglianza speciale, a cui può essere in determinati casi aggiunto il divieto di soggiorno, in uno o più comuni diversi da quello di residenza, il tribunale può ordinare l'obbligo di soggiorno nel comune di residenza o di dimora abituale. Con il testo del decreto in esame si aggiunge un 3-bis, un comma all'articolo 6, che prevede che per la tutela della sicurezza pubblica ai sorvegliati speciali, con il loro consenso, colleghi, e accertata la disponibilità dei dispositivi, possano essere applicati i cosiddetti braccialetti elettronici o altri strumenti tecnici. Particolari misure di controllo sono previste già dal 275-bis del codice di procedura penale, questa disposizione del 275-bis stabilisce che nel disporre la misura degli arresti domiciliari e anche in sostituzione della custodia cautelare – quindi noi stiamo parlando della disciplina delle misure alternative al carcere, che in genere anche nella parte che ha espresso questo emendamento ha incontrato favore – il giudice, salvo che le ritenga non necessarie – e quindi abbiamo sempre il parere discrezionale del giudice – in relazione alla natura e al grado delle esigenze cautelari da soddisfare nel caso concreto, prescrive procedure di controllo mediante mezzi elettronici o altri strumenti tecnici, quando ve ne sia accertata la disponibilità da parte della polizia giudiziaria. Con quello stesso provvedimento il giudice prevede l'applicazione della misura della custodia cautelare in carcere qualora l'imputato neghi il consenso all'adozione dei mezzi e degli strumenti anzidetti.
  Dunque, noi con questo articolo del quale questo emendamento 15.3 Costantino chiede la soppressione, integriamo una disciplina già esistente, una norma vigente. La integriamo, per quello che riguarda la prima parte, rispetto alle reiterate violazioni del foglio di via o al divieto di frequentazioni di determinati luoghi e in secondo luogo integriamo una norma relativa alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, quindi siamo nel campo del codice antimafia, con il che, in realtà, integrando un testo di norme, semplicemente specificandone l'uso, che ha in genere incontrato il favore pubblico

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 65
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.3 Costantino.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.50 Ferraresi, i pareri sono contrari di Commissione e Governo, favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.01 Causin, i pareri sono contrari di Commissione e Governo, favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 15.05 G. Fontana, i pareri sono contrari di Commissione e Governo, favorevole del relatore di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vito. Ne ha facoltà.

  ELIO VITO. Sì signora Presidente, questo emendamento interviene su una questione che è molto sentita dall'opinione pubblica e che è di grande attualità: la difficoltà, non tanto e non solo ad arginare il flusso di migranti – questo riguarda un altro provvedimento connesso con questo, che è al Senato – ma la difficoltà a effettuare gli accertamenti richiesti oggi dalla legge sui richiedenti asilo e poter poi procedere, nel caso, all'accoglimento della domanda oppure all'espulsione.
  Noi riteniamo che oggi le Forze dell'ordine, alle quali è preposto questo primo screening, non abbiano gli strumenti nemmeno di tempo, oltre che materiali, per procedere adeguatamente a questa misura necessaria, che è anche una misura di prevenzione, perché sappiamo che vi è il rischio che arrivino, tra gli immigrati clandestini, anche dei possibili terroristi.
  Con questo emendamento, noi proponiamo di concedere più tempo alle Forze dell'ordine per poter fare gli accertamenti necessari al riconoscimento.
  Mi sorprende anche qui l'atteggiamento contrario della maggioranza e del Governo, però noi lo ribadiamo e lo segnaliamo l'attenzione dell'Aula.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.05 Gregorio Fontana.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.3 Daniele Farina, su cui c’è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, di Commissione e Governo, mentre si rimette all'Aula il relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.50 D'Agostino, su cui i pareri sono contrari di Commissione e Governo, si rimette all'Aula il relatore di minoranza.Pag. 66
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 16.2 Rampelli e 16.9 Ferraresi, con il parere contrario di Commissioni e Governo, favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 69).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.7 Ferraresi, con il parere contrario di Commissioni e Governo, favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).

  Passiamo all'emendamento 16.6 Menorello, invito al ritiro o parere contrario di Commissioni e Governo, si rimette all'Aula il relatore di minoranza.

  DOMENICO MENORELLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DOMENICO MENORELLO. Per ritirarlo, Presidente. Lo ritiro.

  PRESIDENTE. Va bene, allora andiamo avanti.
  Passiamo al 16.5 Vito, invito al ritiro o parere contrario di Commissioni e Governo, favorevole relatore di minoranza. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.5 Vito, con il parere contrario di Commissioni e Governo, favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 71).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.03 Quaranta, con il parere contrario di Commissioni, Governo e anche di V Commissione (Bilancio), favorevole il relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 72).

  Passiamo all'articolo aggiuntivo 16.033 Sisto, parere contrario di Commissioni, Governo e V Commissione (Bilancio), favorevole il relatore di minoranza. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie Presidente, soltanto per segnalare come tutti i pareri contrari su questi emendamenti segnalino vieppiù l'incapacità di questo provvedimento di essere realmente produttivo allorquando si stimola il Governo e la maggioranza ad entrare in medias res nei provvedimenti, finanziandoli e entrando nella concretezza delle situazioni. Anche il precedente emendamento del collega Vito, il 16.5, ha avuto un parere incredibilmente contrario. Questa è la prova che la sicurezza sulla carta è quella che questo provvedimento sponsorizza. Noi, come sempre, cerchiamo di fare un po’ di più.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.033 Sisto.Pag. 67
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 73).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 16.05 Lombardi e 16.039 Invernizzi, con il parere contrario di Commissioni, Governo e di V Commissione (Bilancio), favorevole il relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 74).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.02 Molteni, con il parere contrario di Commissioni e Governo, favorevole il relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 75).

  Passiamo all'articolo aggiuntivo 16.04 Vito, parere contrario di Commissioni, di Governo e di V Commissione (Bilancio), favorevole il relatore di minoranza. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vito. Ne ha facoltà.

  ELIO VITO. Presidente, quest'articolo aggiuntivo è connesso con un successivo, il 16.030 Vito, che il gruppo di Forza Italia ha presentato. Purtroppo, la cronaca è spesso ricca di episodi che vedono esponenti e rappresentati delle forze dell'ordine e delle Forze armate vittime di gravi infortuni sul lavoro, ovvero mentre stanno compiendo la loro azione di contrasto alla criminalità, alla criminalità comune e alla criminalità organizzata.
  Con quest'articolo aggiuntivo noi poniamo un problema, che la cronaca ha reso attuale, anche per l'agente che è rimasto gravemente ferito, mentre cercava di evitare la detonazione di una bomba a Firenze. Che cosa accade, quando questi agenti, quando questi militari, sono vittima di infortuni ? Con questi nostri due articoli aggiuntivi noi prevediamo, da una parte, l'immediata esenzione per il ricorso alle cure specialistiche. Infatti, il paradosso è che sono costretti anche a pagarsi il ticket e l'accesso alle cure del caso, tranne che poi una procedura lunghissima di riconoscimento di quell'infortunio dovuto a causa del lavoro, dopo anni, magari, gli dia un indennizzo. Ma lei comprenderà, signora Presidente, che non possono aspettare gli esiti della commissione per poter avere le cure alle quali hanno diritto.
  E, dall'altra parte, per il personale delle forze dell'ordine e delle Forze armate, con riferimento all'articolo aggiuntivo del quale stiamo discutendo, noi prevediamo un obbligo che è già in vigore per molte altre categorie di lavoratori e che riteniamo sia davvero grave che non sia previsto anche per questi lavoratori che rischiano la loro vita, cioè l'obbligo dell'assicurazione sugli infortuni per cause di lavoro.
  Visto che siamo anche nella fase in cui alcune proposte emendative sono accantonate e si dovrà di nuovo sospendere, io richiamerei l'attenzione del relatore, collega Fiano, che, come so, conosce bene le questioni che stiamo ponendo. Qui, Vice Ministro Bubbico, nessuno vuole mettere la bandiera, nessuno vuole strumentalizzare, nessuno vuole fare il partito pro o contro, ma lei sa che sono questioni oggettive che riguardano casi – ripeto – anche recenti, anche gravi, che hanno suscitato l'indignazione dell'opinione pubblica.
  Noi abbiamo la possibilità adesso di intervenire e di porre rimedio con queste due proposte emendative che rendono obbligatoria l'assicurazione per infortuni sul Pag. 68lavoro a forze dell'ordine e Forze armate e con l'articolo aggiuntivo 16.030, che si trova qualche pagina più avanti nel fascicolo, che interviene, invece, sull'esenzione dal pagamento delle cure specialistiche immediatamente dopo che il fatto grave si è verificato. Quindi, chiederei al relatore di cambiare parere o, se non fosse possibile farlo immediatamente, comunque di accantonarli ai fini di una migliore valutazione da parte della maggioranza e del Governo.

  PRESIDENTE. Sentiamo il relatore Fiano rispetto a questa richiesta.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Grazie, Presidente. Rispondo volentieri, per il suo tramite, al collega Vito che gentilmente mi ha posto il quesito. Conosco il problema che pone l'onorevole Sisto e, al di là del parere negativo che il presidente, il collega Vito avrà visto della V Commissione, noi abbiamo una condizione che è ancora più difficile rispetto ai temi da lei elencati, che è quella della polizia locale, ovverosia dell'equo indennizzo nel caso di tutte le fattispecie che lei ha elencato per la polizia locale, che sono in una condizione – da sette anni, se non vado errato – peggiore di quella che lei ha qui descritto e che nel testo della proposta emendativa viene delineata, che è quella che riguarda le forze dell'ordine.
  Io sono, come lei ha detto, sicuramente sensibile ai temi che lei ha posto: penso che si dovrebbe venire incontro anche alle richieste che ella fa e ricordo, Presidente, l'incidente che ha citato il collega Vito. Con un emendamento che, in accordo con il Governo, ritengo potremmo approvare tra poco nella successiva riunione del Comitato dei diciotto, io penso che finalmente, dopo circa sette anni, potremo dare risposta alla richiesta di equo indennizzo di oltre 70 mila appartenenti ai Corpi delle polizie locali e, successivamente, mi riprometto – prendo un impegno personale –, magari in un altro provvedimento, visto che in questo caso questo è privo di copertura economica, di affrontare anche i temi che, giustamente, il collega Vito ci ha ricordato.

  PRESIDENTE. Quindi, relatore Fiano, questo lo teniamo, non lo accantoniamo, giusto ? Va bene.

  ELIO VITO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Sì, però ha già parlato. Sull'ordine dei lavori ? Allora, prego.

  ELIO VITO. Signora Presidente, il relatore naturalmente può motivare come meglio ritiene la sua opinione circa la richiesta di accantonamento, però quello che è un po’ singolare è che lo faccia facendo riferimento ad un altro articolo aggiuntivo, che anche noi abbiamo presentato, il 16.031: ce ne sono vari, addirittura una proposta di legge, affinché anche al personale della polizia locale sia riconosciuto lo status di appartenenti alle forze dell'ordine. Quindi, è un po’ singolare che si dica «no» all'assicurazione obbligatoria con riferimento alle forze di polizia e alle Forze armate perché riprenderemo dopo la proposta emendativa sulla polizia locale.
  Per quanto riguarda la copertura, la richiesta di accantonamento, Presidente, era finalizzata proprio a questo: a fare in modo che nella sospensione si potesse trovare la copertura. Poiché è sua facoltà, però, signora Presidente, e quello del relatore, per quanto autorevole, è solo un parere e io ritengo la questione troppo importante per lasciarla cadere così, con la scusa che forse si dà qualcosa che anche noi abbiamo chiesto alla polizia locale, io la inviterei a mettere ai voti la proposta di accantonare i due articoli aggiuntivi.

  PRESIDENTE. Va bene. Poniamo tale proposta ai voti. Prendo atto che non ci sono interventi contrari né a favore.
  Passiamo ai voti.
  Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di Pag. 69nomi, la richiesta di accantonamento fatta dall'onorevole Vito dell'articolo aggiuntivo 16.04.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge per 123 voti di differenza.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Vito 16.04, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 76).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Molteni 16.010, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 77).

  Colleghi e colleghe, adesso dovremmo passare all'articolo aggiuntivo Molteni 16.011, ma poiché tale proposta reca al capoverso «Art. 8» una disciplina dell'arresto in flagranza differito, la medesima materia è oggetto dell'emendamento Carfagna 10.52, che è stato precedentemente accantonato. Dobbiamo procedere, quindi, al suo accantonamento.
  Passiamo, dunque, all'articolo aggiuntivo Ferraresi 16.026, sul quale vi è il parere contrario delle Commissioni e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Aula.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Con questo articolo aggiuntivo il MoVimento 5 Stelle vuole porre all'attenzione un tema ormai molto sentito e assolutamente grave che affligge tante delle nostre città, ovviamente e soprattutto, alcune zone del sud, cui sono coinvolte addirittura associazioni di criminalità organizzata, ma che riguarda anche tante città del nord: quello della parcheggiatori abusivi, che, ovviamente, non sono più solo ormai parcheggiatori abusivi, cioè che svolgono la funzione di parcheggiatore senza rientrare nelle maglie della legge, ma sono vere e proprie estorsioni alla luce del sole. Sono persone che, molto spesso, in via diretta o indiretta, chiedono un vero e proprio pagamento per non danneggiare pesantemente la macchina o l'incolumità fisica di chi nega questo pagamento.
  Noi non possiamo più far finta che non stia succedendo niente su questo grave tema che affligge le nostre città. I parcheggiatori abusivi sono veri e propri, in certi casi, estorsori, che, in questo senso, pongono in essere un'attività che fa fatica ad essere attenzionata o affrontata dai sindaci di grosse città; addirittura in città come Palermo o Napoli c’è un'organizzazione capillare del parcheggio abusivo sul territorio e addirittura vengono fatti veri e propri abbonamenti sui territori per il pagamento di questo vero e proprio pizzo. Ripeto, molto spesso, sia al Nord che al Sud, se non viene pagata una cifra a questi parcheggiatori, soprattutto in zone molto spesso non illuminate, la macchina viene danneggiata, sia la gomma, sia il vetro, sia una rigatura o più semplice, in altri casi le persone che non pagano vengono letteralmente aggredite verbalmente e in alcuni casi anche fisicamente dagli stessi. Ripeto, in alcune zone questo traffico è controllato dalla criminalità organizzata e in altre stiamo parlando di situazioni in cui le Pag. 70sanzioni amministrative previste attualmente dalla normativa vigente sono assolutamente insufficienti, perché molto spesso non vengono pagate e costituiscono, inoltre, un vero e proprio danno per lo Stato italiano, perché cercano di recuperarle e molto spesso non riescono neppure a recuperarle. Gli strumenti a disposizione non sono sufficienti per ovviare a questo grave problema e, quindi, ritengo necessario che la Camera dei deputati in questa occasione rifletta seriamente sulle fattispecie: sicuramente si potrebbe fare una riforma più seria, in questo senso è necessario mettere un fermo a queste pratiche. Con questo articolo aggiuntivo a mia prima firma, io chiedo semplicemente che la norma passi da sanzione amministrativa a sanzione penale. L'ANCI, l'Associazione nazionale comuni italiani, aveva fatto questa proposta, che è stata avanzata anche da altri gruppi politici, per la quale, una volta che si è verificata una reiterazione della sanzione amministrativa, si passi al penale. Ecco, credo che questo giuridicamente sia difficile da applicare ed è per questo che, con questo articolo aggiuntivo, noi chiediamo la pena immediata dell'arresto da sei mesi a due anni e l'ammenda da 1.032 euro a 3.076 euro; le sanzioni sono aumentate della metà se nell'attività sono impiegati minori o disabili; in caso di recidiva, le sanzioni sono raddoppiate; si applica, in ogni caso, la sanzione accessoria della confisca delle somme percepite, che molto spesso, visto che queste somme sono distribuite immediatamente, sono molto difficili da recepire. Quindi chiedo su questo tema un'attenzione specifica e il voto favorevole di tutti i gruppi parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Il codice della strada, all'articolo 7, comma 15-bis, già ritiene illecita l'attività di parcheggiatore abusivo, e questa attività illecita è sanzionata amministrativamente con una sanzione economica. Si chiede, sostanzialmente, di trasformare questo fatto, cioè l'attività di parcheggiatore abusivo, in reato. In effetti, questa è una richiesta che ogni tanto compare e che ha trovato anche il sostegno da parte dei rappresentanti dell'ANCI in sede di audizione. Giustamente la Commissione non ha recepito questa richiesta per il semplice motivo che, quando accade quello che il collega Ferraresi ha denunziato, esiste già una molteplicità di reati invocabili all'interno del codice penale. Se io, come dire, rovino l'automobile con un coltellino sulla carrozzeria, esiste il reato di danneggiamento; se io chiedo in modo estorsivo, come è stato ricordato, una somma di danaro per fare il guardia macchine, esiste il reato di estorsione; se io mi limito a minacciare, esiste il reato di minaccia, e potrei continuare; se io impedisco di portare via la macchina qualora non mi hai dato l'euro, esiste il reato, per esempio, di violenza privata o, addirittura, di sequestro di persona, se io sto all'autovettura; cioè, il nostro codice penale è ricco di ipotesi delittuose e di sfaccettature.
  Purtroppo, in questa legislatura, io sto assistendo ad una intensa produzione di reati o di aggravanti di reati, che fa veramente impressione: si è perso il senso della misura. Molto spesso i parcheggiatori abusivi non sono legati alla camorra, talvolta questo può anche essere vero, ma questa non è l'ipotesi per la quale si possa prevedere una norma penale dalle Alpi fino alla Sicilia, perché le situazioni sono le più diverse. Laddove dovesse accadere quello che è stato denunziato, ci sono i reati appositi; laddove questo non è, per esempio capita a tutti di andare un sabato sera di fronte a un ristorante e di trovare dei poveri disperati che ti chiedono un obolo e ti dicono: ’ti guarderò la macchina’, oppure non ti dicono niente e molto spesso tu, automaticamente, vedi questa gente che tende la mano e gli dai un euro, due euro, senza che neanche aprano bocca. Questa è la realtà vera ! Io non so quanti camorristi abbia incrociato il collega, io sinceramente incrocio semplicemente povera gente. E molto spesso, Pag. 71aggiungo, non è che ci sono parcheggi autorizzati, per cui tu, come dire, fai la concorrenza al comune che ha i parcheggi autorizzati; laddove ci sono le strisce blu, ovviamente, devi provvedere in quella maniera, ma dove ciò non c’è, e nella stragrande maggioranza dei casi questo non accade, molto spesso i cittadini lasciano la macchina e, senza che si sentano turbati, o violentati, o minacciati, od oggetto di estorsione, quando trovano un poveraccio che ti dice: ’dammi un euro’, tu l'euro tranquillamente lo dai. Quindi, io condivido quanto la Commissione giustizia e le Commissioni riunite hanno fatto, ossia di respingere questi tentativi di implementare ulteriormente e in modo assurdo il codice penale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Castelli. Ne ha facoltà.

  LAURA CASTELLI. Sì, Presidente, solo perché volevo far presente a quest'Aula che la Commissione periferie e degrado, spesso, nei suoi incontri istituzionali con quegli attori che gestiscono nei comuni la sicurezza, soprattutto in quelle aree che appunto sono periferie di città metropolitane o di comuni, ha sottolineato la necessità di regolamentare questo tema. Quindi, Presidente, se questa Commissione, creata apposta per gestire questi temi molto complicati e che hanno un impatto diretto sulle persone e sui cittadini, ha davvero una funzione, che è quella di esplicare a questo Parlamento la necessità di alcune norme necessarie che gestiscono davvero dei problemi reali, allora questo è il caso di uno di quei temi che va affrontato da questo Parlamento, anche perché gli attori istituzionali lo hanno sottoposto più volte alla Commissione periferie.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Intervengo, a nome del gruppo della Lega, adesso, anche se abbiamo un emendamento molto simile a quello del collega Ferraresi, che comunque condividiamo appieno, e aggiungiamo anche che, non solo in determinate aree di questo Paese ci sono zone totalmente in mano alla criminalità organizzata che sfruttano in maniera sistematica questa sacca di illegalità, che è appunto il ruolo del parcheggiatore abusivo, ormai tollerato da molti sindaci che pensano a far politica, ma non magari a gestire la sicurezza dei propri territori, come de Magistris, ma va aggiunto anche che ci sono tante altre realtà all'interno di questo Paese, dove quelle che qualcuno chiama risorse, cioè i clandestini che arrivano in questo Paese, vengono utilizzati in maniera più o meno organizzata proprio per svolgere lo stesso tipo di reato, cioè quello di gestire in maniera illegale i parcheggi, dove, in realtà, magari, ci sono gli stessi parcometri del comune e, quindi, chiedere in maniera illecita dei soldi, minacciare effettivamente di danneggiare le macchine e tutto il resto.
  Ora, io non so dove viva il collega Sannicandro, ma qualsiasi persona normale, purtroppo, negli ultimi anni si è sicuramente imbattuta almeno una volta in situazioni di degrado di questo tipo, notando questo.
  È verissimo che esistono, collega Sannicandro, i reati di estorsione, di danneggiamento di privato, non c’è il minimo dubbio, il problema è che la fattispecie del comportamento che viene poi evidenziato quelle poche volte che, chiamate le forze dell'ordine, che sono già impegnate in altri 50 mila interventi spesso e volentieri legati alla immigrazione clandestina, poi arrivano lì e quello che possono fare, sapendo che poi, sistematicamente, non esiste un reato specifico, ma esistono tante altre fattispecie di reati collegate al fatto che qualcuno eserciti in maniera abusiva il ruolo di parcheggiatore, allora cercano sempre, in una sorta di de minimis, in una sorta di atteggiamento a sottrazione, per evitarsi ulteriori incombenze, di andare su quella che è la pratica, diciamo così, della sanzione amministrativa. Quindi, benissimo ricordare da parte della collega Castelli Pag. 72che ci sono non solo i cattivi leghisti o i neo, diciamo così, pratici del MoVimento 5 Stelle che si accorgono che c’è questo problema e che chiedono di regolamentarlo sotto il profilo penale, non più sotto il profilo amministrativo.
  Fa benissimo a ricordare che ci sono anche istituzioni nelle quali tutti quanti i partiti e i gruppi politici qui rappresentati hanno dato la stessa indicazione, perché ormai mi sembra che ci sia una distanza siderale fra un modo di valutare quella che è la realtà da parte della maggioranza di questo Governo e i suoi stessi esponenti sul territorio, come i sindaci, che non riescono più a gestire la microcriminalità; microcriminalità che, ripeto, viene evidenziata e sfruttata non solo in determinate aree di questo Paese, attraverso l'utilizzo della grande criminalità organizzata, ma anche lo sfruttamento di immigrati clandestini. Quindi, noi, in maniera convinta, voteremo a favore di questo emendamento e di tutti gli emendamenti che andranno in questo senso.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cera. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Mi sono imbattuto nel mio comune, da sindaco, veramente nella povertà; povera gente che si avvicinava per guardare una macchina, quando uno sostava, e chiedeva realmente l'elemosina. Non mi riferisco alle grandi città, dove il sindaco può tranquillamente produrre un'ordinanza nella quale vieta a chiunque di comportarsi in questa maniera, ma non si può fare una norma per colpire tutti, perché non vorrei che, alla fine, accompagnassero – perché qui si parla, addirittura, di un reato penale – la povera gente, che in questo momento è tanta in Italia e che fa, purtroppo, l'elemosina, adattandosi anche, in maniera veramente assurda per i tempi che corriamo, a parcheggiatore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santerini. Ne ha facoltà.

  MILENA SANTERINI. Grazie, Presidente. Volevo soltanto dire che voterò con un certo piacere contro questo emendamento, perché è da giorni che stiamo sentendo l'elenco dei cattivi contro cui dobbiamo intervenire. Abbiamo parlato di immigrati, di abusivi, di ambulanti, di mendicanti, di rom, dei giovani della movida, delle prostitute, dei tossicodipendenti. Adesso arrivano anche i parcheggiatori abusivi: mi chiedo, se dobbiamo rappresentare il popolo, i cittadini, chi è rimasto fuori da questo elenco (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Maestri. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAESTRI. Grazie, Presidente. Con rammarico, prendo atto che vengono formulate proposte emendative probabilmente senza avere una conoscenza seria e rigorosa del fenomeno che si pretende di normare. Penso che l'attività legislativa sia un'attività molto nobile, ma vada esercitata con equilibrio e con senso di responsabilità. Noi, in generale, siamo sempre ostili alla proliferazione delle fattispecie penali; lo siamo a maggior ragione quando l'effetto concreto e diretto di un emendamento, come quello proposto, in questo caso, dal MoVimento 5 Stelle, ma anche dalla Lega, finisce per criminalizzare i poveri cristi.
  Uno dei compiti più delicati, preziosi e nobili che il legislatore ha è quello di distinguere le fattispecie. Ora, quando prima l'onorevole Pini faceva riferimento ad una casistica molto nota, quella di persone di origine straniera che si avvicinano nei parcheggi, indicano un parcheggio libero, eventualmente chiedono la dazione di un'elemosina, e certamente quell'elemosina non costituisce il corrispettivo di un servizio, perché quelle povere persone, quei poveri cristi, non hanno una signoria, non hanno il controllo sul parcheggio, non sono veri e propri parcheggiatori, la fattispecie prevista dal codice della strada è già perfettamente sufficiente Pag. 73a colpire e sanzionare adeguatamente, laddove vi siano situazioni purtroppo note, in alcune parti d'Italia in particolare, nelle quali vi è una vera e propria organizzazione dietro la gestione illecita dello spazio pubblico del parcheggio. Non è questo il caso di quelli che odiosamente la Lega chiama clandestini. C’è stata, addirittura, una ricerca sul campo della polizia municipale di Ravenna, alcuni anni fa (Commenti del deputato Molteni). Molteni non si permetta di interrompere, abbia rispetto di chi parla ! Io parlo poco spesso e, quando parlo, cerco di ragionare.

  PRESIDENTE. Ha ragione, deputato.

  ANDREA MAESTRI. Non voglio essere disturbato da Molteni, Presidente, grazie.

  PRESIDENTE. È possibile, colleghi, non occupare neanche l'emiciclo ? Ecco, magari, se vi spostate.

  ANDREA MAESTRI. Dicevo, voglio citare qui, per essere molto concreti, giurisprudenza e, addirittura, una ricerca sul campo che è stata fatta dalla polizia municipale di Ravenna, che è la mia città, dalla quale è emerso, intanto, che dietro la presenza di alcune persone di origine straniera all'interno di alcuni parcheggi pubblici non c'era affatto un racket o qualche organizzazione malavitosa; in rarissimi casi, si trattava di persone irregolari sul territorio nazionale, spesso si trattava di persone a cui era scaduto il permesso di soggiorno o che, pur avendo il permesso di soggiorno, in quel momento non avevano alcuna attività lavorativa e raggranellavano qualche spicciolo, occupando i parcheggi, indicando alle persone gli spazi liberi ed, eventualmente, offrendo la vendita di fazzolettini o cose di questo genere.
  Ora, il legislatore ha il compito serio e responsabile di distinguere le fattispecie: un conto sono le organizzazioni criminali, che in alcune parti del Paese hanno un controllo, una signoria, su spazi pubblici che sottraggono all'uso pubblico, un conto è criminalizzare i poveri cristi. Questi emendamenti vanno esattamente nella direzione sbagliata (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera-Possibile).

  MATTEO BRAGANTINI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Su cosa ? Quale articolo ?

  MATTEO BRAGANTINI. Articolo 8 e seguenti. Sull'intervento che è appena stato fatto dal collega è successa, a mio avviso, un'irregolarità, che bisognava immediatamente – probabilmente, la Presidente non se n’è accorta – sanzionare. Nessun componente dell'Aula può interferire e richiamare un altro collega che lo sta disturbando, ma dovrebbe rivolgersi, noi, quando parliamo, dobbiamo sempre rivolgerci alla Presidente, che deve verificare la situazione, perché, altrimenti, diventa un'anarchia e nell'Aula non si riesce più a discutere in maniera pacata e coerente. Dunque, solo e semplicemente per illustrare questa irregolarità e ricordare a tutti i colleghi e a me stesso che, quando si parla in quest'Aula, si parla sempre rivolti verso la Presidenza e non dicendo a un collega di non disturbarlo e di non permettersi di essere disturbato (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-FARE !-Pri e Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Corretto, grazie.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Grazie, Presidente. Anche per rispondere, suo tramite, a qualche collega che, forse in maniera sarcastica, si chiedeva chi potesse, a questo punto dell'esame del provvedimento, rimanere fuori, rimanere escluso dalla trattazione degli emendamenti che allargano o che cercano di allargare le proprie maglie, proprio per andare a incidere su chi si comporta in maniera truffaldina e sicuramente non corretta.Pag. 74
  Ebbene, la risposta, altrettanto sarcastica, ma realistica, è: rimangono fuori da questo provvedimento tutti i cittadini onesti che vogliono continuare a vivere in pace, che vogliono continuare a parcheggiare tranquillamente, senza dover aver paura, se non pagano quel pizzino, quella piccola tangentina, per poter salvare l'incolumità del proprio bene, la propria automobile, e che vogliono continuare a muoversi liberamente. Altresì tuttavia chiedo di sottoscrivere l'articolo aggiuntivo 16.026 Ferraresi e in maniera altrettanto sarcastica, che è un po’ il modo in cui ultimamente quest'Aula sta trattando la discussione, chiedo come mai proprio i proponenti di esso abbiano in precedenza votato in maniera convintamente contraria a disposizioni che erano del tutto analoghe. Allora o si è sempre lineari nella proposizione delle proposte emendative oppure non si può per alcune ragioni, probabilmente anche facili da difendere nella pubblica piazza, proporre emendamenti e poi bocciarne altri. Credo che anche questo debba essere messo agli atti e debba essere sottolineato.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.026 Ferraresi, con il parere contrario delle Commissioni e Governo, mentre il relatore di minoranza si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 78).

  Passiamo alla votazione degli identici articoli aggiuntivi 16.036 Simonetti e 16.050 Carfagna, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Propongo di accantonare gli identici articoli aggiuntivi 16.036 Simonetti e 16.050 Carfagna.

  PRESIDENTE. Sta bene. Gli identici articoli aggiuntivi 16.036 Simonetti e 16.050 Carfagna sono accantonati.
  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 16.025 Faenzi con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) mentre si rimette all'Aula il relatore di minoranza.

  VITTORIO FERRARESI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Deputato Ferraresi, cosa c’è ?

  VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente, a parte «che cosa c’è ?»: insomma non è che siamo al bar...

  PRESIDENTE. No, su che cosa mi chiede di parlare perché stavo dicendo che i due articoli aggiuntivi sono accantonati.

  VITTORIO FERRARESI. Dicevo che intanto non siamo al bar. Volevo chiederle che visto che...

  PRESIDENTE. No, scusi, che cosa vuol dire «non stiamo al bar» ?

  VITTORIO FERRARESI. Che i termini che usa in un'Assemblea formata...

  PRESIDENTE. Io sto usando termini appropriati se lei non mi fa finire di dare i pareri io non so su che cosa lei vuole intervenire.

  VITTORIO FERRARESI. No, io le sto dicendo che è una cosa precedente.

  PRESIDENTE. Vuole intervenire sull'articolo aggiuntivo ?

Pag. 75

  VITTORIO FERRARESI. No.

  PRESIDENTE. Su che cosa chiede di intervenire ?

  VITTORIO FERRARESI. Sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. E allora deve dirlo: «sull'ordine dei lavori».

  VITTORIO FERRARESI. Lo sto dicendo !

  PRESIDENTE. Non siamo al bar (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini) !

  VITTORIO FERRARESI. Lo sto dicendo !

  PRESIDENTE. Non siamo al bar, Ferraresi ! Non siamo al bar (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini) !

  VITTORIO FERRARESI. Considerato che è stata avanzata una richiesta di accantonamento di articoli aggiuntivi molto simili al mio, che è stato posto in votazione, non mi sembra assolutamente corretto da questo punto di vista perché, se sono accantonati alcuni articoli aggiuntivi assolutamente simili e vicini al mio, doveva essere fatto come nel modo precedente. Detto questo, «cosa c’è ?» lo dice al bar (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  ALESSIA MORANI, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSIA MORANI, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Grazie, Presidente. Intervengo per spiegare i motivi per i quali abbiamo accantonato gli articoli aggiuntivi successivi e non quello del deputato Ferraresi. Anzitutto l'articolo aggiuntivo Ferraresi 16.026 ha la rubrica errata poiché c’è scritto «Introduzione del delitto di esercizio non autorizzato di guardiamacchine» quando la pena è quella per una contravvenzione, quindi c’è un errore già nella rubrica. Dopodiché la costruzione dell'articolo aggiuntivo Ferraresi prevede semplicemente il reato mentre in quello dell'onorevole Simonetti e in quello identico dell'onorevole Carfagna prima si parla di altri tipi di fattispecie, cioè di violazioni amministrative, a cui segue poi la fattispecie di reato in caso di reiterata violazione dell'illecito amministrativo. Quindi le due norme sono diverse. In considerazione anche del numero degli interventi dei colleghi e in considerazione anche del fatto che l'Associazione nazionale comuni italiani ci ha segnalato la necessità di introdurre questa tipologia di fattispecie, accantoniamo le fattispecie per approfondire l'articolo aggiuntivo Simonetti 16.036 e l'identico 16.050 Carfagna per vedere se accoglierli o meno e se cambiare parere.

  PRESIDENTE. Quindi è stata avanzata la richiesta di accantonamento di questi due articoli aggiuntivi, di cui è stata data la spiegazione. Ha chiesto di parlare il deputato Della Valle. Ne ha facoltà.

  IVAN DELLA VALLE. Presidente, trovo assolutamente vergognoso quello che si continua a fare: è la seconda volta che viene presentato dal MoVimento 5 Stelle un argomento e viene bocciato e poi emendamenti od ordini del giorno successivi sullo stesso argomento vengono accantonati o si assiste da parte del Governo ad aperture a trattare. Se quello era l'argomento ed è stato bocciato, mi chiedo ad esempio come il Partito Democratico abbia il coraggio di votare «no» un minuto prima, solo perché lo presenta il MoVimento 5 Stelle, e «sì» quando lo presenta qualcun altro. Noi capiamo che ormai i sondaggi vi fanno avere «strapaura» del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e quindi Pag. 76non vedete altro e, quando vedete MoVimento 5 Stelle, è «no» a prescindere, ma questo è assolutamente indecente. È indecente. Se un emendamento con lo stesso argomento di altri viene bocciato, vengono preclusi tutti gli altri. Quanto accaduto è indecente ed è già accaduto più volte e noi facciamo un appello alla regolarità e anche ad un po’ di decenza da parte del Partito Democratico. È stato anche detto negli interventi della Lega proprio che avrebbero votato a favore del nostro perché avevano emendamenti simili successivamente. Anche noi avremmo votato sicuramente a favore di questi ulteriori emendamenti ma è assolutamente indecente che sullo stesso argomento vengano prese due decisioni diverse (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Deputato Della Valle, allora se lei adesso mi chiede di votare il non accantonamento, pongo in votazione il non accantonamento, altrimenti devo procedere perché non entro nel merito, come lei sa. Non essendoci tale richiesta, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.025 Faenzi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio), mentre il relatore di minoranza si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 79).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.027 Ferraresi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e sul quale si rimette all'Aula il relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 80).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.052 Carfagna, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 81).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 16.030 Vito, su cui vi è un invito al ritiro o altrimenti parere contrario delle Commissioni e del Governo, parere contrario della V Commissione e favorevole del relatore di minoranza... io non ce l'ho come accantonato.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Questo articolo aggiuntivo 16.030 Vito e gli identici articoli aggiuntivi 16.031 Sisto e 16.037 Molteni insistono su un argomento che, per sintesi, noi chiamiamo dell'equo indennizzo, che sarà oggetto di un lavoro di approfondimento del Comitato dei nove che si riunirà tra poco e quindi ne chiedo l'accantonamento.

  PRESIDENTE. Allora, sono tutti e tre accantonati.
  Passiamo alla votazione degli identici articoli aggiuntivi 16.032 Sisto e 16.038 Invernizzi.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, identici articoli aggiuntivi 16.032 Sisto e 16.038 Invernizzi, Pag. 77con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione e favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 82).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 16.040 Molteni con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione e favorevole del relatore di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Presidente grazie. Con questa proposta emendativa, visto che si è discusso che mancano le risorse per finanziare la sicurezza urbana, noi chiediamo semplicemente di prendere le risorse del Fondo per i richiedenti asilo, che è un fondo pari a 100 milioni di euro (risorse che vengono date alle amministrazioni locali come incentivo per aderire al sistema degli SPRAR, 500 euro per richiedente asilo), risorse stanziate per il fenomeno dell'accoglienza, e di utilizzarle per poter sostenere il sistema e le misure che incentivano la sicurezza urbana. Riteniamo che sia assolutamente fondamentale dare concretezza a questo decreto mettendo le risorse necessarie e credo che oggi le amministrazioni locali non abbiano bisogno di fondi per sostenere il sistema dello SPRAR, ma abbiano bisogno di fondi per sostenere la tutela e il controllo del territorio.
  In questa proposta emendativa c’è la visione chiara ed esplicita di quello che per la Lega da un lato, per il Governo e la maggioranza dall'altro lato, sono gli enti locali. Per noi, gli enti locali sono enti di prossimità, sono enti che tutelano e controllano i territori e assecondano le esigenze di sicurezza dei cittadini legati al territorio. Per chi governa questo Paese, invece, gli enti locali sono diventati enti di accoglienza. Riteniamo questa proposta emendativa assolutamente fondamentale, per cui invitiamo il Governo e i relatori a cambiare il parere e a dare parere positivo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.040 Molteni.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 83).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.053 (Parte ammissibile) Rampelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 84).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.1 Costantino, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e sul quale si rimette all'Aula il relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 85).

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea (ore 17,54).

  PRESIDENTE. Allora colleghi e colleghe, secondo le intese intercorse tra i gruppi interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà Pag. 78nella seduta di domani, a partire dalle ore 9,30. Sempre secondo le medesime intese: all'ordine del giorno della seduta di domani, l'esame e la votazione delle questioni pregiudiziali e di costituzionalità e delle questioni sospensive riferite al testo unificato della proposta di legge recante norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento sarà iscritto come secondo argomento, quindi al solo fine di esaminare e porre in votazione la questione pregiudiziale di costituzionalità e le questioni sospensive presentate.
  L'esame degli articoli del medesimo provvedimento sarà poi iscritto all'ordine del giorno a partire dalla seduta di martedì 21 marzo, dopo il decreto-legge recante Interventi per il terremoto.
  Non sarà inoltre iscritto sempre all'ordine del giorno della seduta di domani il seguito della discussione della proposta di legge recante modifiche alle disposizione per l'attuazione del codice civile in materia di determinazione e risarcimento del danno non patrimoniale, che sarà invece previsto quale primo argomento della seduta, con votazione, di martedì 21 marzo.
  Non sarà altresì iscritto all'ordine del giorno della seduta di domani il seguito della discussione del disegno di legge di ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la repubblica di Slovenia sulla linea del confine di Stato nel tratto regimentato del torrente Barbucina/Čubnica nel settore V del confine, che sarà invece iscritto all'ordine del giorno a partire dalla seduta di martedì 21 marzo, dopo il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge recante norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento.

Intervento di fine seduta (ore 17,55).

  PRESIDENTE. Allora, a questo punto passiamo agli interventi di fine seduta: ho iscritto a parlare il deputato Rizzetto, prego.

  WALTER RIZZETTO. Grazie Presidente. Dunque Presidente, qualche settimana fa la trasmissione televisiva le Iene, con Nadia Toffa, ha descritto una situazione drammatica per quanto riguarda la città di Taranto e nello specifico, in particolare, una situazione drammatica in seno alla città di Taranto rispetto al cosiddetto rione Tamburi, che tra l'altro è vicino allo stabilimento dell'ILVA.
  Presidente, in quel filmato, purtroppo, si vedono dei bambini e dei bambini malati, malati di tumore e probabilmente anche bambini che stanno lottando per poter portare avanti la propria vita e quindi Presidente c’è stata, come lei sa, una sorta di bagarre su un finanziamento di 50 milioni, accolto in un primo momento, dopodiché questi soldi stanziati sono stati bloccati, dopodiché lo stanziamento pare essere andato avanti, ma non è andato avanti – e qui mi rivolgo nello specifico al Ministro Lorenzin – in modo sufficiente e completo.
  Quello che, Presidente, preme maggiormente è un allestimento decente di un reparto oncologico, ma soprattutto l'assunzione di medici che facciano oncologia e che si occupino di queste situazioni drammatiche.
  Evidentemente, Presidente, se non esiste un reparto oncologico e se non ci sono i medici che possono curare questi bambini, si obbligano di fatto i genitori degli stessi ad un calvario di trasferte, perché non possono curarsi laddove queste persone abitano.
  Allora, Presidente, io voglio mostrare – e io so che lei è particolarmente sensibile anche, e la ringrazio, a questo tipo di iniziative – voglio mostrare questa, che è una T-shirt (Mostra una maglietta recante la scritta: jejeschepaccepete)...

  PRESIDENTE. E però non la può mostrare deputato !

  WALTER RIZZETTO. L'ho messa sotto la giacca, quindi assolutamente mostrata...

  PRESIDENTE. Ecco, la lasci lì.

  WALTER RIZZETTO. ...e grazie alla vendita di queste di scelte T-shirt sono Pag. 79stati raccolti, pensi, più di 300.000 euro, 300.000 euro tra l'altro raccolti con questa iniziativa dai cosiddetti «Amici del Mini Bar», insieme con l'associazione «Arcobaleno nel cuore».
  Allora noi chiediamo – e chiudo Presidente – due cose come impegno, formalmente, al Ministro Lorenzin, ovvero una deroga al DM 70, che è il DM che pone di fatto limite alle assunzioni di personale, a fronte di una situazione epidemiologica che è evidentemente gravissima, e sicuramente quella di rimuovere tutti i vincoli sui fondi per la cosiddetta parte corrente, quindi andare chiaramente a sbloccare una situazione.
  Queste persone Presidente – e chiudo veramente – questi bambini non possono aspettare: cerchiamo di alimentare la loro speranza.

  PRESIDENTE. Grazie deputato Rizzetto.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Giovedì 16 marzo 2017, alle 9,30:

  1. – Seguito della discussione del disegno di legge:
  Conversione in legge del decreto-legge 20 febbraio 2017, n. 14, recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città (C. 4310-A).
  — Relatori: Fiano (per la I Commissione) e Morani (per la II Commissione), per la maggioranza; Invernizzi, di minoranza.

  2. – Esame e votazione delle questioni pregiudiziali di costituzionalità e delle questioni sospensive riferite al testo unificato delle proposte di legge:
  MANTERO ed altri; LOCATELLI ed altri; MURER ed altri; ROCCELLA ed altri; NICCHI ed altri; BINETTI ed altri; CARLONI ed altri; MIOTTO ed altri; NIZZI ed altri; FUCCI ed altri; CALABRÒ e BINETTI; BRIGNONE ed altri; IORI ed altri; MARZANO; MARAZZITI ed altri; SILVIA GIORDANO ed altri: Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento (C. 1142-1298-1432-2229-2264-2996-3391-3561-3584-3586-3596-3599-3630-3723-3730-3970-A).
  — Relatori: Lenzi, per la maggioranza; Calabrò, di minoranza.

  3. – Seguito della discussione delle mozioni Dell'Aringa, Palladino ed altri n. 1-01319, Cominardi ed altri n. 1-01533, Palese ed altri n. 1-01534, Sberna ed altri n. 1-01535, Placido ed altri n. 1-01538, Simonetti ed altri n. 1-01539, Rizzetto ed altri n. 1-01541 e Francesco Saverio Romano ed altri n. 1-01543 concernenti iniziative in materia di politiche attive del lavoro, con particolare riferimento al potenziamento dei centri per l'impiego.

  4. – Seguito della discussione delle mozioni Santerini, Cimbro ed altri n. 1-01435, Altieri ed altri n. 1-01536 e Molteni ed altri n. 1-01537 concernenti iniziative volte all'identificazione dei migranti deceduti nella traversata del Mediterraneo.

  La seduta termina alle 18.

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SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI
EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
   nella votazione n. 1 la deputata Paris ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni nn. 1 e 2 la deputata Iacono ha segnalato che ha erroneamente votato contro;
   nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 4 e nella votazione n. 54 il deputato Falcone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 5 il deputato Zan ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 2 e nelle votazioni dalla n. 44 alla n. 46 la deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni nn. 5 e 6 la deputata Rotta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni nn. 6 e 7 e nella votazione n. 57 il deputato Preziosi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 7 il deputato Rampi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni nn. 9 e 10 la deputata Oliaro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni nn. 9, 10, 26 e 27, dalla votazione n. 40 alla n. 57 e dalla votazione n. 62 alla n. 64 il deputato Borghi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 13 il deputato Matteo Bragantini ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;
   nella votazione n. 16 il deputato Gianni Farina ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 18 il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni nn. 21, 22 e 25 la deputata Iacono ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni nn. 22 e 23 la deputata Tartaglione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 23 il deputato Busto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;Pag. 81
   nelle votazioni dalla n. 24 alla n. 62 la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare;
   nelle votazioni dalla n. 24 alla n. 26 e nelle votazioni nn. 62 e 63 il deputato Manfredi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni dalla n. 27 alla n. 37 e nella votazione n. 38 il deputato Piepoli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni dalla n. 29 alla n. 59 il deputato Rampelli ha segnalato che non è riuscito a votare;
   nelle votazioni nn. 39 e 40 il deputato Romanini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni nn. 43 e 83 la deputata D'Incecco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 54 la deputata Zampa ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 66 il deputato Giulietti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 67 il deputato Giacomoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 68 i deputati Rubinato, Argentin e Fiano hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni nn. 73, 74 e 83 il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 75 il deputato Catanoso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 78 il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 79 il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

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VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 4310-A - em. 9.65 401 400 1 201 53 347 97 Resp.
2 Nom. em. 9.29 401 335 66 168 22 313 97 Resp.
3 Nom. em. 9.60 409 342 67 172 23 319 97 Resp.
4 Nom. em. 9.30 417 415 2 208 62 353 97 Resp.
5 Nom. em. 9.24 425 417 8 209 57 360 95 Resp.
6 Nom. em. 9.4 426 392 34 197 70 322 95 Resp.
7 Nom. em. 9.34 429 426 3 214 65 361 95 Resp.
8 Nom. em. 9.52 437 366 71 184 19 347 94 Resp.
9 Nom. em. 9.7 427 425 2 213 132 293 92 Resp.
10 Nom. em. 9.35 435 434 1 218 136 298 92 Resp.
11 Nom. em. 9.16, 9.18, 9.36 437 437 219 142 295 89 Resp.
12 Nom. em. 9.8 438 424 14 213 137 287 89 Resp.
13 Nom. em. 9.12 p.I 443 443 222 78 365 86 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 9.12 p.II 441 371 70 186 33 338 86 Resp.
15 Nom. articolo agg. 9.04 443 442 1 222 135 307 85 Resp.
16 Nom. articolo agg. 9.03 446 444 2 223 71 373 84 Resp.
17 Nom. articolo agg. 9.050 446 445 1 223 138 307 84 Resp.
18 Nom. em. 10.22 439 370 69 186 66 304 85 Resp.
19 Nom. em. 10.23 439 436 3 219 65 371 84 Resp.
20 Nom. em. 10.5 450 448 2 225 65 383 84 Resp.
21 Nom. em. 10.1, 10.3 444 443 1 222 172 271 84 Resp.
22 Nom. em. 10.26 429 357 72 179 67 290 84 Resp.
23 Nom. em. 10.15 442 438 4 220 127 311 84 Resp.
24 Nom. articolo agg. 10.07 440 439 1 220 62 377 84 Resp.
25 Nom. articolo agg. 10.01 436 435 1 218 136 299 84 Resp.
26 Nom. articolo agg. 10.02 435 434 1 218 136 298 84 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. articolo agg. 10.05 438 437 1 219 157 280 84 Resp.
28 Nom. em. 11.9 435 433 2 217 24 409 84 Resp.
29 Nom. em. 11.3 435 433 2 217 90 343 84 Resp.
30 Nom. em. 11.1 441 439 2 220 365 74 84 Appr.
31 Nom. em. 11.2 440 377 63 189 90 287 84 Resp.
32 Nom. em. 11.12 444 412 32 207 378 34 84 Appr.
33 Nom. em. 12.3 443 363 80 182 23 340 84 Resp.
34 Nom. em. 12.51 444 378 66 190 69 309 84 Resp.
35 Nom. em. 12.9 436 371 65 186 69 302 84 Resp.
36 Nom. em. 12.52 439 354 85 178 64 290 84 Resp.
37 Nom. em. 12.53 443 442 1 222 69 373 84 Resp.
38 Nom. articolo agg. 12.04 421 421 211 67 354 85 Resp.
39 Nom. em. 13.13 392 326 66 164 22 304 85 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 13.7 386 384 2 193 129 255 85 Resp.
41 Nom. em. 13.14 401 334 67 168 23 311 85 Resp.
42 Nom. em. 13.15 400 398 2 200 51 347 85 Resp.
43 Nom. em. 13.16 386 386 194 58 328 85 Resp.
44 Nom. em. 13.50 386 384 2 193 74 310 85 Resp.
45 Nom. em. 13.9 394 394 198 104 290 85 Resp.
46 Nom. em. 13.10 389 387 2 194 95 292 85 Resp.
47 Nom. em. 13.17 393 327 66 164 22 305 85 Resp.
48 Nom. em. 13.1 397 396 1 199 61 335 85 Resp.
49 Nom. em. 13.5 399 399 200 137 262 85 Resp.
50 Nom. em. 13.3 395 394 1 198 137 257 84 Resp.
51 Nom. em. 13.19 397 397 199 134 263 84 Resp.
52 Nom. em. 13.11 396 396 199 136 260 84 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 14.12, 14.13 400 376 24 189 29 347 84 Resp.
54 Nom. em. 14.14 395 369 26 185 81 288 83 Resp.
55 Nom. em. 14.10 403 308 95 155 43 265 83 Resp.
56 Nom. em. 14.4, 14.11 396 395 1 198 137 258 82 Resp.
57 Nom. em. 14.6 397 362 35 182 106 256 82 Resp.
58 Nom. articolo agg. 14.04 357 357 179 125 232 80 Resp.
59 Nom. articolo agg. 14.05 351 285 66 143 58 227 80 Resp.
60 Nom. articolo agg. 14.02 353 353 177 121 232 80 Resp.
61 Nom. articolo agg. 14.01 355 355 178 123 232 80 Resp.
62 Nom. articolo agg. 14.03 353 353 177 120 233 80 Resp.
63 Nom. em. 15.3 339 338 1 170 77 261 115 Resp.
64 Nom. em. 15.50 347 347 174 78 269 115 Resp.
65 Nom. articolo agg. 15.01 369 369 185 48 321 115 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. articolo agg. 15.05 377 315 62 158 54 261 114 Resp.
67 Nom. em. 16.3 383 383 192 19 364 114 Resp.
68 Nom. em. 16.50 383 383 192 72 311 114 Resp.
69 Nom. em. 16.2, 16.9 392 392 197 116 276 112 Resp.
70 Nom. em. 16.7 379 379 190 90 289 112 Resp.
71 Nom. em. 16.5 389 389 195 119 270 111 Resp.
72 Nom. articolo agg. 16.03 404 403 1 202 166 237 110 Resp.
73 Nom. articolo agg. 16.033 398 398 200 164 234 109 Resp.
74 Nom. articolo agg. 16.05, 16.039 394 394 198 124 270 109 Resp.
75 Nom. articolo agg. 16.02 397 397 199 124 273 109 Resp.
76 Nom. articolo agg. 16.04 401 401 201 131 270 108 Resp.
77 Nom. articolo agg. 16.010 399 334 65 168 63 271 107 Resp.
78 Nom. articolo agg. 16.026 395 395 198 127 268 103 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 85)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. articolo agg. 16.025 394 393 1 197 140 253 102 Resp.
80 Nom. articolo agg. 16.027 400 399 1 200 80 319 102 Resp.
81 Nom. articolo agg. 16.052 403 402 1 202 137 265 102 Resp.
82 Nom. articolo agg. 16.032, 16.038 411 411 206 135 276 103 Resp.
83 Nom. articolo agg. 16.040 420 420 211 63 357 103 Resp.
84 Nom. articolo agg. 16.053 414 342 72 172 66 276 103 Resp.
85 Nom. em. 17.1 422 422 212 161 261 102 Resp.