Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 759 di martedì 14 marzo 2017

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

  (È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Angelino Alfano, Alfreider, Alli, Artini, Baretta, Bindi, Brambilla, Catania, Cicchitto, Coppola, Damiano, Manlio Di Stefano, Epifani, Fraccaro, Gelli, Giorgis, Guerra, Merlo, Meta, Pes, Piccoli Nardelli, Piepoli, Rampelli, Scanu, Sereni, Tabacci e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente centodieci, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione delle pubbliche amministrazioni e sugli investimenti complessivi riguardanti il settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ore 9,33).

PRESIDENTE. Comunico che la Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione delle pubbliche amministrazioni e sugli investimenti complessivi riguardanti il settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione la deputata Fucsia Fitzgerald Nissoli, in sostituzione del deputato Federico Fauttilli, dimissionario.

Svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni (ore 9,34).

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.

(Misure a sostegno delle zone della Sicilia colpite dall’eccezionale ondata di maltempo del gennaio 2017 – n. 3-02755)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all’ordine del giorno Burtone n. 3-02755 (Vedi l'allegato A).

La sottosegretaria di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare, Silvia Velo, ha facoltà di rispondere.

SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Grazie, Presidente. Con riferimento alle questioni poste, sulla base degli elementi acquisiti, si fa presente, in via preliminare, che relativamente ai fenomeni di dissesto idrogeologico il Ministero dell’ambiente, poiché è a conoscenza della fragilità dell’intero territorio nazionale, sta affrontando in maniera strutturale e vasta tale problematica.

Con riferimento all’area in questione, si fa presente che in data 30 marzo 2010 il Ministero dell’ambiente e la regione Sicilia hanno sottoscritto l’accordo di programma finalizzato all’individuazione, finanziamento ed attuazione di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico da effettuare nel territorio. Tale accordo è stato riordinato e rimodulato attraverso tre successivi atti integrativi, l’ultimo dei quali in data 20 gennaio 2015, prevedendosi uno stanziamento complessivo di 350.588.362,76 euro per 220 interventi, di cui 102 in capo alla struttura commissariale, a valere su fondi statali, e 118 in capo alla regione siciliana. Ad oggi l’intero importo a carico del Ministero è stato completamente trasferito sulla contabilità speciale del Commissario straordinario delegato. Si fa presente inoltre che gli interventi contro il rischio di dissesto idrogeologico contenuti nei predetti patti, da finanziare con risorse pubbliche, devono essere coerenti con le mappe della pericolosità e del rischio e con le priorità correlate e gli obiettivi individuati nei piani di gestione del rischio di alluvione, ai sensi della direttiva 60 del 2007, approvati dal Ministero dell’ambiente nei comitati interistituzionali integrati dell’Autorità di bacino, sia per quanto riguarda la pericolosità da alluvione fluviale e costiera sia nella classificazione di assetto idrogeologico (PAI) per quanto attiene alla pericolosità geomorfologica.

A completare il quadro fin qui descritto, il Ministero dell’ambiente ha avviato il Piano operativo nazionale degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico per il periodo 2015-2020, definito dalle proposte presentate dalle regioni attraverso l’utilizzo del sistema web ReNDiS del Ministero dell’ambiente, in collaborazione con ISPRA.

Peraltro nel corso del 2015, al fine di assicurare l’avvio degli interventi più urgenti di contrasto al rischio idrogeologico nelle aree soggette a frequenti esondazioni, con DPCM 15 settembre 2015 è stato individuato, nell’ambito del Piano operativo nazionale, un Piano stralcio costituito da un insieme di interventi di mitigazione del rischio riguardanti le aree metropolitane e le aree urbane con alto livello di popolazione esposta a rischio alluvioni. Tutti gli interventi sono stati validati dalle regioni secondo il DPCM 28 maggio 2015 proposto dal Ministero dell’ambiente, che definisce le procedure, le modalità ed i criteri per il finanziamento degli interventi, in modo da garantire la necessaria trasparenza nella programmazione delle risorse finanziarie rese disponibili e la migliore efficacia del loro utilizzo rispetto agli obiettivi di protezione dell’incolumità di persone e beni esposti al rischio idrogeologico.

La regione Sicilia, relativamente al Piano stralcio per le aree metropolitane citato, ha avanzato richiesta di finanziamento per otto interventi aventi progettazione definitiva, compresi nella sezione programmatica, per un importo complessivo di euro 95.286.165,19.

Tutte le richieste avanzate e validate saranno valutate secondo la procedura prevista dal DPCM 28 maggio 2015, qualora si rendano disponibili necessarie risorse finanziarie.

Nel dettaglio, la procedura di valutazione degli interventi in relazione alle disponibilità delle risorse finanziate da assegnare è strutturata in quattro fasi distinte.

Fase 1: validazione dell’intervento da parte della regione e conseguimento del parere positivo dell’Autorità di bacino competente; Fase 2: accertamento dell’ammissibilità del finanziamento in termini di adeguatezza dei contenuti rispetto al fine primario della difesa del suolo; Fase 3: elencazione delle richieste ammissibili per ordine di priorità (priorità regionale, livello di progettazione approvato, persone a rischio, beni a rischio grave, frequenza dell’evento, quantificazione del danno economico atteso, riduzione del numero di persone a rischio diretto); Fase 4: verifica della cantierabilità e del cronoprogramma.

Si rappresenta, inoltre, che il Ministero dell’ambiente, in coordinamento e con la collaborazione delle regioni, sta predisponendo un piano per la riduzione del rischio idrogeologico e dell’erosione costiera, nel quale, allo stato, risultano inclusi ventitré interventi per la regione Sicilia. Peraltro, nel piano predetto sono state da poco avviate le verifiche istruttorie di rito ai sensi del sopracitato DPCM, in coordinamento con la Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico. Solo all’esito delle verifiche suddette si potrà determinare la lista definitiva degli interventi finanziabili nel territorio della regione Sicilia.

Infine si rammenta che, al fine di individuare gli interventi prioritari e le azioni da intraprendere per rilanciare l’economia del Sud, il Governo ha sottoscritto sedici patti per Sud, uno per ognuna delle otto regioni e uno per ognuna delle sette città metropolitane, incentrati non solo sullo sviluppo di infrastrutture e filiere industriali, cultura e turismo, ma volti anche alla mitigazione del dissesto idrogeologico. Tali patti hanno interessato sia la regione Sicilia, per un importo di oltre 5 milioni e 700 mila, di cui circa 758 milioni e 472 mila destinati alla tematica del dissesto idrogeologico, sia alle città metropolitane di Palermo, Catania e Messina, per le quali sono stati destinati 152 milioni circa per il dissesto. Mi rendo conto di aver fatto un errore: 5 miliardi e 700 mila era il totale del Patto per il Sud.

Secondo quanto riferito dal Ministro delle politiche agricole, si fa presente che gli interventi comprensivi ex post del Fondo di solidarietà nazionale per il sostegno alle imprese agricole colpite da avversità atmosferiche eccezionali possono essere attivati solo nel caso in cui le avversità, le colture e le strutture agricole colpite non siano comprese nel Piano assicurativo annuale per la copertura dei rischi, con polizze assicurative agevolate. Tuttavia, lo stesso Ministero segnala che è allo studio una norma di carattere derogatorio, eccezionale e temporaneo, che consenta l’attivazione degli interventi compensativi del Fondo di solidarietà nazionale anche per i danni subiti dalle produzioni agricole e dalle strutture aziendali assicurabili ai sensi del vigente Piano assicurativo agricolo. Pertanto, a favore delle predette imprese agricole sarà possibile erogare contributi in conto capitale fino all’80 per cento del danno sulla produzione lorda vendibile ordinaria, prestiti ad ammortamento quinquennale per le maggiori esigenze di conduzione aziendale nell’anno in cui si è verificato l’evento e in quello successivo, proroga delle rate delle operazioni di credito in scadenza per l’anno in cui si è verificato l’evento calamitoso, esonero parziale fino al 50 per cento del pagamento dei contributi previdenziali ed assistenziali propri e dei propri dipendenti, contributi in conto capitale per il ripristino delle strutture aziendali danneggiate e per la ricostruzione delle scorte eventualmente compromesse o distrutte.

Sempre secondo quanto riferito dal Ministero delle politiche agricole si segnala che, ai fini della declaratoria dello stato di eccezionale avversità atmosferica, a cui si dovrà procedere con decreto dello stesso Ministero, è necessario attendere il completamento della fase di rilevazione e stima dei danni, a cui provvedono le regioni territorialmente competenti. Alla luce dell’informazione esposta, il Ministero dell’ambiente, per quanto di competenza, continuerà comunque a tenersi informato sulle problematiche in questione e a svolgere la sua attività di monitoraggio e sollecito nei confronti degli enti territoriali competenti.

Alla luce delle informazioni esposte il Ministero dell’ambiente, per quanto di competenza, continuerà comunque a tenersi informato sulle problematiche in questione e a svolgere la sua attività di monitoraggio e sollecito nei confronti degli enti territoriali competenti.

PRESIDENTE. L’onorevole Burtone ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, signora sottosegretaria, io esprimo la mia soddisfazione per la risposta che è stata data dal Governo, una risposta lunga, articolata, dettagliata. Abbiamo presentato questa interrogazione sapendo che in quest’anno e nel precedente anno ci sono state delle avversità atmosferiche molto gravi in altre parti del Paese e noi sosteniamo che la solidarietà dello Stato debba avere questa priorità: dare risposte alle aree che hanno subito danni rilevanti, vittime.

Quindi, sappiamo che c’è un impegno straordinario che si sta portando avanti. Ci siamo permessi, come parlamentari della Sicilia, di evidenziare anche la situazione siciliana, anche perché a gennaio ci sono state delle vicende atmosferiche che hanno creato seri danni in provincia di Catania, ma anche nel Nisseno, nell’Ennese, e pertanto abbiamo voluto chiedere un intervento di solidarietà da parte del Governo nazionale.

I danni si sono avuti nelle aree metropolitane, ma, in maniera significativa, lo abbiamo voluto puntualizzare, abbiamo avuto delle conseguenze nel mondo produttivo, in agricoltura. Sono state danneggiate le strutture agricole, quindi è un danno che avrà anche un effetto prolungato, ma il danno è anche alla produzione, ecco perché abbiamo sollecitato l’intervento del Governo.

Quest’anno, per esempio, la produzione agrumicola è stata fortemente ridotta, non soltanto perché c’è stato un problema di produzione, ma anche perché una parte del prodotto si è perso e si è perso conseguentemente ai danni atmosferici, e quindi chiediamo l’intervento dello Stato. Lo abbiamo fatto sollecitando il Piano agrumicolo nazionale, per dare una risposta a questo comparto, ma i danni in agricoltura si allargano, c’è anche il settore dell’uva da tavola nella provincia di Catania, a Mazzarrone.

Pensiamo che il Governo debba fare tutto ciò velocemente, lei ha dato una serie di indicazioni, ha detto quali possono essere gli effetti positivi nel momento in cui si riconosce la calamità naturale, molto spetta agli enti locali e alla regione siciliana, mi auguro che la regione abbia provveduto nell’indicare le aree che particolarmente sono state colpite, anche perché i danni li hanno subiti i produttori, ma anche un’altra parte della filiera agricola, in particolare i braccianti, che non hanno potuto svolgere pienamente la propria attività e, quindi, hanno un problema di riconoscimento delle giornate lavorative, con tutte le conseguenze di natura assistenziale e di natura pensionistica. Ecco perché noi sollecitiamo il Governo a fare presto, a fare bene, a dare risposte ai vari comparti del mondo agricolo.

Io voglio anche sottolineare che il Governo, stamani, ha voluto indicare una serie di interventi che guardano con impegno al problema del dissesto idrogeologico: prevenire, prevenire nel nostro territorio, questo è importante, lei ha parlato di risorse notevoli che sono state individuate nei patti, nelle altre iniziative che il Governo vuole portare avanti, e ci deve essere un’azione sinergica anche con gli enti locali, con la regione siciliana. Io ho seguito alcuni interventi necessari per la nostra comunità siciliana e vedo, signora sottosegretaria, che, a volte, da parte della burocrazia, si creano molti, molti vincoli e molti ritardi, e questo non è permesso, perché se si fa una politica seria di protezione del nostro ambiente, si evitano tante e tante tragedie.

(Chiarimenti e iniziative in merito all’assegnazione delle cosiddette “Medaglie della Liberazione” – n. 3-02866)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la Difesa, Gioacchino Alfano, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Romanini e Patrizia Maestri n. 3-02866 (Vedi l'allegato A).

GIOACCHINO ALFANO, Sottosegretario di Stato per la Difesa. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, è bene ricordare, rispetto all’interrogazione proposta, che il 25 aprile del 2015, in occasione della ricorrenza del settantesimo anniversario della guerra di liberazione e della Resistenza, il Ministro della difesa ha inteso conferire ai partigiani, agli ex internati nei lager nazisti, nonché ai combattenti inquadrati nei reparti regolari delle Forze armate ancora in vita, una medaglia commemorativa denominata ‘Medaglia della liberazione’.

L’iniziativa, fortemente voluta dal Ministro, ha trovato un ulteriore supporto in una risoluzione parlamentare - approvata dalla VII Commissione della Camera dei deputati - volta a conferire un attestato ai partigiani, ai combattenti, ai patrioti, ai reduci e ai militari che hanno contribuito alla lotta di liberazione. La stessa iniziativa ha riscosso amplissimi consensi su tutto il territorio nazionale e ha registrato una grande partecipazione dei cittadini, in particolare dei giovani, e a quelle che si sono rivelate vere e proprie feste popolari, contribuendo così a mantenere viva la memoria delle vicende fondanti la nostra Repubblica e a trasmettere il valore alle generazioni future. Ad oggi, a fronte di tale manifestazione, sono state consegnate circa 7 mila medaglie.

Per quanto riguarda, invece, quanto accaduto nella città di Parma, si specifica che l’evento è riconducibile unicamente al fatto che l’amministrazione della Difesa, a fronte della segnalazione di ulteriori soggetti aventi diritto, ha dovuto porre in essere un’attività dedicata a soddisfare il considerevole numero di istanze aggiuntive pervenute, attività suppletive poi conclusesi in tempi ridotti.

PRESIDENTE. L’onorevole Romanini ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

GIUSEPPE ROMANINI. Grazie, Presidente. Ringrazio il sottosegretario per la risposta, non era certo nostra intenzione, mia e dalla collega Patrizia Maestri, mettere in dubbio il significato, l’importanza, di questo riconoscimento, che, a settant’anni di distanza dai fatti, insieme con tutte le altre iniziative che si sono poste in essere per il settantesimo, aveva proprio il significato di un ringraziamento da parte della nazione a quanti presero in mano il loro destino, non esitarono a sacrificarsi in nome della libertà e poi, ancor di più, come lei ha ricordato, sottosegretario, il significato di ricordare alle giovani generazioni quanto sia costata la lotta di liberazione, quanto sia costato, alle generazioni che ci hanno preceduto, dare un nuovo futuro a questo Paese.

Come è stato detto, l’iniziativa è stata un’iniziativa del Ministero della difesa, rivolta a partigiani, internati militari, combattenti. Devo dire che anche nel nostro territorio questo ha destato molto interesse e molta passione ed è quello il motivo dell’interrogazione, che arriva ad avere una risposta dopo che le cose sono state sistemate, questo lo riconosciamo, anzi, nel ringraziare il sottosegretario Alfano per la risposta, devo dire, nel dichiararci soddisfatti, che per fortuna la risposta concreta e fattiva da parte del Ministero ha posto rimedio a questo disguido che si era generato intorno, come dicevo, a questa lodevole iniziativa del Ministero della difesa, perché la risposta arriva oggi, ma la risposta concreta, cioè la produzione delle altre medaglie, quelle che mancavano, e la loro consegna, è avvenuta lo scorso anno, con un certo ritardo, a Parma, poi la distribuzione è avvenuta con i festeggiamenti del 2 giugno del 2016.

Ecco, però, come partito, non ha evitato una sensazione di trattamenti ineguali, ed è quello che ha generato polemiche, perché sono state consegnate le medaglie soltanto ad una parte, ad alcune associazioni di combattenti, e non ad altre. È dispiaciuto, proprio personalmente a chi ha presentato l’interrogazione non poter partecipare alla consegna di medaglie a partigiani e combattenti che l’aspettavano, proprio per la preparazione che avevano fatto le associazioni, con ansia e che, nel frattempo, sono venuti a mancare. Comunque, ringrazio sinceramente il sottosegretario e non posso che confermare che, al di là dei tempi della risposta all’interrogazione, tutto si è risolto in un momento di grande solennità nel 2 giugno del 2016.

(Chiarimenti e iniziative in merito alla realizzazione del terzo macrolotto della strada statale Ionica n. 106 - n. 2-01687)

PRESIDENTE. Passiamo all’interpellanza Occhiuto n. 2-01687 e all’interrogazione Rampelli n. 3-02867 (Vedi l’allegato A).

Avverto che l’interrogazione Rampelli n. 3-02867 è stata testé trasformata in interrogazione a risposta scritta, su richiesta del presentatore.

Chiedo all’onorevole Occhiuto se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

ROBERTO OCCHIUTO. Grazie, signor Presidente. Sì, come lei ha poco fa affermato, la mia interpellanza verte sul terzo macrolotto della strada statale 106, che, negli ultimi vent’anni, ha provocato 650 vittime della strada. E proprio dall’associazione “Basta vittime sulla strada statale 106” mi faccio aiutare nell’esposizione di quanto ho sollevato nella mia interpellanza, soprattutto in ordine a quello che è successo negli ultimi mesi in Calabria (questa strada è evidentemente situata in Calabria). Il 10 agosto del 2016, al termine di un incontro con il Presidente Renzi, l’ufficio stampa della regione Calabria dichiarava testualmente: il CIPE ha approvato definitivamente il progetto del macrolotto 3 della strada statale 106 Sibari- Roseto Capo Spulico, e, nel corpo di questa dichiarazione alla stampa, c’era anche una dichiarazione del Presidente del Consiglio pro tempore, Matteo Renzi, che diceva: la scelta più significativa ed importante dell’odierna seduta del CIPE è l’approvazione del progetto definitivo dei primi diciotto chilometri del primo lotto del macrolotto 3 della strada statale 106 e la definizione del finanziamento necessario per il completamento dell’intero intervento.

Proseguiva dicendo: rispettiamo così un impegno assunto nei confronti della Calabria, facendo oggi un concreto passo avanti nella realizzazione di un’infrastruttura strategica per il Paese. Il presidente della regione, sempre nel comunicato, molto lungo in verità, rispondeva: oggi si apre la fase della realizzazione di un’importante infrastruttura che collega il Corridoio Adriatico con la A3 e rende la Calabria più accessibile. Eravamo tutti quanti contenti, al di là delle collocazioni di opposizione e maggioranza; eravamo contenti come cittadini, era contenta l’associazione “Basta vittime sulla strada statale 106”. Che è successo, poi? Che il 27 febbraio Il Sole 24 Ore, nel suo inserto Edilizia e Territorio, dice che il macrolotto 3 della strada statale 106 è stato ritirato dal CIPE da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

Quindi, siamo al punto di partenza. Vorrei ricordare che questa era un’opera inserita nella legge obiettivo del 2001 e che solo ad agosto del 2016 è stata inviata al CIPE per l’approvazione, quindi dopo quindici anni. Si pensava si potesse giungere finalmente alla conclusione di questo tortuoso e travagliato iter amministrativo, e, invece, oggi siamo al punto di partenza. Bisogna ricominciare tutto perché, per ragioni che vorremmo capire meglio, tutto è stato annullato. Il Ministero ha ritirato la delibera dopo i rilievi della Corte dei conti.

Ora è tutto da rifare, siamo ritornati al punto di partenza. Nella mia interpellanza chiedo quali siano le ragioni di questo ritardo di tanti anni, ma, soprattutto, quali siano le ragioni che hanno portato il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti a presentare al CIPE una delibera, le cui carenze rilevate dalla Corte dei conti sono state così evidenti da imporne successivamente il ritiro, e quali siano, ora, i tempi e le procedure previste per il nuovo invio al CIPE del progetto, per la sua approvazione e per il conseguente avvio dei lavori. Che cosa è successo? Lo abbiamo appreso sempre da Il Sole 24 Ore: il Consiglio superiore dei lavori pubblici aveva già fatto dei rilievi. Aveva detto, nella sostanza, che, a seguito delle osservazioni recepite dai Ministeri competenti, il costo dell’opera, che doveva essere in origine di 1.234 milioni di euro, era lievitato tanto, addirittura, da superare il 20 per cento, che era il ribasso con cui il contraente generale aveva vinto la gara. E sulle osservazioni recepite troppo frettolosamente dai Ministeri poco si è detto.

Anche qui, mi faccio aiutare da un elaborato della stessa associazione che evidenzia come, su 238 osservazioni, il 96 per cento arrivassero da due comuni calabresi, Amendolara e Trebisacce, e il resto dal Nord Italia. Il 27,8 per cento delle osservazioni arrivava da Ferrara e provincia, ed erano firmate “turisti di Ferrara”. Ora, signor Presidente, signor sottosegretario, io provengo da questa parte del Paese, provengo dalla Calabria: le assicuro che ho difficoltà a pensare che ci siano 238 turisti di Ferrara che attraversano questa strada e che siano così interessati, 238 turisti all’anno, da proporre delle osservazioni, utili, poi, a far lievitare il costo dell’opera. Bene, i Ministeri competenti le hanno accolte, hanno fatto le integrazioni, e che cosa è successo, poi? Che sulle integrazioni sono state presentate altre osservazioni, non 238, ma addirittura di più, 350 osservazioni. Il 43 per cento arriva da cittadini residenti fuori dalla Calabria, e di queste il 17,2 per cento arriva da Ferrara e provincia, sempre i soliti “turisti di Ferrara”, che, ripeto, probabilmente questa parte della Calabria non l’hanno mai percorsa, non l’hanno mai vissuta.

Sulle osservazioni provenienti dalla Calabria vi è il dato anomalo che 76 delle medesime sono presentate da una sola persona per nome e per conto di altri cittadini, ma firma sempre solo questa persona. Bene, i Ministeri competenti accolgono queste osservazioni, il costo lievita, il progetto, evidentemente, è censurabile da parte della Corte dei conti, ma è censurabile anche perché la Corte dei conti recepisce un parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici che il Ministero delle infrastrutture, prima di inviare la delibera al CIPE e alla Corte dei conti, doveva aver letto.

Il parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici dice che questo megalotto doveva essere appaltato insieme, non per stralci funzionali; invece, il Ministero invia il primo stralcio funzionale, la prima delibera al CIPE, dimenticandosi del secondo. Questo è fondamentale, perché, per garantire che il costo del progetto non superi l’importo stanziato, l’opera deve essere realizzata insieme, perché la terra di riporto che è prelevata nella realizzazione delle gallerie del primo stralcio viene utilizzata, poi, per il secondo stralcio; se lo faccio in tempi diversi, evidentemente questa terra devo comprarla in cava, e quindi, evidentemente, il costo del progetto lievita.

Come faceva il Ministero delle infrastrutture a non aver letto o a non aver capito quello che il Consiglio superiore dei lavori pubblici aveva già detto? E se lo aveva letto o se lo aveva capito, perché ha mandato al CIPE una delibera che si sapeva la Corte dei conti non avrebbe potuto fare altro che bocciare?

Ecco, vorrei capire perché tutto questo è successo, dove stanno le responsabilità e, soprattutto, come intenda riparare a questo il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Non vorrei che questo intervento, tanto celebrato nei comunicati stampa del Governo regionale e del Governo nazionale prima del referendum costituzionale, fosse stato celebrato soltanto perché da lì a qualche mese si doveva votare per il referendum. Poi una volta - da me si dice - passato il santo, passata la festa: non vorrei che fosse accaduto proprio così in ordine a quest’opera che è vero che è strategica, ma riguarda molti cittadini calabresi che vedono in essa una possibilità di decollo del turismo ma anche la possibilità di vivere più serenamente nelle proprie famiglie perché, ripeto, questa strada ha prodotto negli ultimi vent’anni seicentocinquanta morti per vittime in incidenti stradali.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato, Gioacchino Alfano, ha facoltà di rispondere.

GIOACCHINO ALFANO, Sottosegretario di Stato per la Difesa. Grazie, Presidente. Onorevole Occhiuto, vado per ordine. In merito all’implementazione del progetto dei lavori di costruzione del 3° megalotto della strada statale Ionica n. 106 dall’innesto con la strada statale n. 534 a Roseto Capo Spulico, ANAS riferisce che la durata temporale di due mesi tra l’approvazione del progetto definitivo da parte della stessa società, il 27 novembre 2013, e l’invio degli elaborati, agli inizi di febbraio 2014, a tutti i soggetti interessati all’opera, che sono oltre trenta, è motivata dal tempo necessario per la predisposizione delle copie dei documenti progettuali, per il versamento degli oneri istruttori e la pubblicazione degli avvisi al pubblico sui quotidiani a tiratura nazionale.

Per quanto riguarda i restanti quesiti, ANAS segnala di aver rappresentato, in data 10 febbraio 2014, ai sensi degli articoli 165, 166, 167, 183 e 185 del decreto legislativo n. 163 del 2006, ai ministeri dell’ambiente e dei beni e delle attività culturali e anche alla regione Calabria la richiesta di compatibilità ambientale del progetto definitivo per la parte in variante (articolo 167, comma 5, e 183 dello stesso decreto), attivando contestualmente il procedimento dell’approvazione del progetto con l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio e la dichiarazione di pubblica utilità sulle aree interessate dai lavori.

Nell’ambito della verifica di ottemperanza del progetto alle prescrizioni contenute nella delibera CIPE del 2007 n. 103, che prevedeva uno stanziamento di 154 milioni di euro sui fondi della legge n. 443 del 2001 e subordinava l’intervento al reperimento della totale copertura finanziaria dell’opera e nel corso della conferenza di servizi convocata presso il MIT, ai sensi dell’articolo 166, sempre del medesimo decreto, emergeva la necessità da parte del proponente di fornire ulteriori chiarimenti nonché la documentazione di approfondimento sul progetto definitivo e sullo studio di impatto ambientale, atti trasmessi alle amministrazioni competenti con nota del 6 febbraio 2014 e pubblicazione dell’avviso il successivo 10 febbraio sui principali quotidiani.

È utile altresì far presente che il Ministero dell’ambiente - Commissione VIA, presso il quale era stata attivata la procedura il 14 febbraio 2014, richiedeva ad ANAS il 15 aprile 2014 la documentazione integrativa del progetto sotto il profilo ambientale. Il proponente provvedeva quindi a trasmettere a tutte le amministrazioni interessate le integrazioni richieste dandone avviso sui quotidiani a tiratura nazionale in data 21 maggio 2014.

Successivamente nell’ambito degli incontri svolti presso i dicasteri competenti al rilascio delle autorizzazioni ambientali e paesaggistiche, oltre che nel corso della conferenza dei servizi, emergeva di nuovo la necessità di fornire ulteriori documenti che venivano depositati nei mesi di luglio e agosto 2014 presso le autorità ambientali competenti. Anche per tale documentazione ANAS ha effettuato la comunicazione agli enti interessati mediante avviso pubblico sui quotidiani in data 9 agosto 2014.

Tutto ciò premesso, appare evidente che l’iter autorizzativo sia risultato particolarmente complesso in ragione della rinnovata valutazione d’impatto ambientale condotta dai Ministeri competenti, ambiente e beni culturali, per la parte in variante del progetto definitivo rispetto a quella dell’elaborato preliminare, anche in considerazione delle numerose osservazioni presentate dai cittadini e dalle associazioni interessati all’intervento.

Le determinazioni conclusive del procedimento VIA e della Conferenza di servizi hanno comportato un consistente aumento dei costi dell’intervento che sono risultati superiori al limite di spesa indicati nella delibera CIPE di approvazione del progetto preliminare. Ai fini del perfezionamento dell’istruttoria il MIT e per l’elaborazione della proposta di approvazione al CIPE è stato quindi acquisito il parere n. 40 del 15 luglio 2016 del Consiglio superiore dei lavori pubblici, ai sensi del nuovo codice degli appalti. In tale parere venivano formulate delle osservazioni, in particolare sul secondo tratto del megalotto 3, mirate ad una revisione dell’elaborato progettuale sulla base dei pareri espressi dalle numerose amministrazioni coinvolte nel procedimento, non sempre tra loro congruenti, e alle disponibilità finanziarie destinate all’intervento.

Il 10 agosto 2016 il MIT ha sottoposto, quindi, all’approvazione del CIPE la sola prima tratta, il cui progetto definitivo, pur recependo le prescrizioni impartite dallo stesso CIPE e dal Ministero dell’ambiente e dei beni culturali, è rimasto sostanzialmente inalterato rispetto al preliminare approvato nel 2007. Contestualmente è stato chiesto al CIPE il rinvio a nuova istruttoria per i progetti della tratta 2 da eseguirsi nel rispetto delle prescrizioni del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Tuttavia la delibera del CIPE n. 41 del 2016 di approvazione della sola tratta 1 ha ricevuto un rilievo dalla Corte dei conti. Sono quindi in corso approfondimenti anche con il citato Consiglio superiore. Con l’approvazione del CIPE si concluderà l’iter procedurale autorizzativo tale da consentire ad ANAS lo sviluppo del progetto esecutivo e l’avvio dei lavori. Riporto, infine, la situazione delle risorse finanziarie ad oggi destinate al megalotto 3 della strada statale n. 106 Ionica per i lavori di costruzione dall’innesto con la strada statale n. 534 a Roseto Capo Spulico: l’intervento in fase di progettazione è finanziato per 969,4 milioni di euro, mentre il completamento è inserito nella proposta di contratto di programma 2016-2020 ed è finanziato per 150 milioni di euro a valere sulle risorse del Fondo unico ANAS.

PRESIDENTE. L’onorevole Occhiuto ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

ROBERTO OCCHIUTO. No, Presidente, mi dispiace di non potermi dire soddisfatto. Anzitutto perché la risposta non chiarisce la ragione per la quale il Ministero abbia inviato al CIPE solo il progetto relativo alla prima tratta. Questo è stato poi il presupposto perché la Corte dei conti dichiarasse inidonea la delibera del CIPE. Il Ministero doveva saperlo perché il Consiglio superiore dei lavori pubblici aveva avanzato proprio rilievi su questo affermando che l’intervento doveva essere fatto nel suo complesso. Ciò è fondamentale perché, al fine di garantire che i costi del progetto non siano superiori a quelli stanziati, l’intervento, come ho detto in premessa, deve essere realizzato con terra di riporto che deve essere prelevata dalla realizzazione delle gallerie che sono presenti nella seconda parte, nel secondo stralcio. Se viene realizzato in maniera differita nel tempo è evidente che i costi aumentano. Il Ministero non ha risposto a questo ma ci ha detto chiaramente che ora bisogna ricominciare tutto da capo: campa cavallo! Non ho capito bene quale sia stato il problema. Di solito le grandi opere infrastrutturali di viabilità in questo Paese non si fanno per le proteste dei cittadini e per le proteste delle associazioni. Qui è l’esatto contrario: i cittadini si sono addirittura associati per dire basta alle vittime della strada e conseguentemente per chiedere che quest’opera venga fatta in tempi ragionevolmente brevi giacché aspettano quest’opera dal 2001.

Qual è il problema allora? C’è stata incompetenza da parte dei Ministeri? C’è stata incompetenza da parte del Ministero delle infrastrutture che, evidentemente, non aveva letto ciò che il Consiglio superiore dei lavori pubblici aveva già evidenziato? C’è stato disinteresse del Governo nazionale, o di quello regionale, che hanno utilizzato questo argomento soltanto per la campagna referendaria, per fare incontri orientati alla campagna referendaria? Addirittura ho letto dichiarazioni trionfali da parte di deputati del PD che, solo qualche settimana fa, hanno presentato un’interrogazione simile alla mia in Commissione e hanno avuto, in qualche modo, la stessa risposta che oggi lei sottosegretario ha letto; o non hanno capito la risposta oppure pensano che i calabresi non siano in grado di leggere i resoconti parlamentari.

Ora, signor sottosegretario, io la ringrazio perché lei ha avuto la cortesia di presentarsi in Aula. Io so che lei non è delegato ad affrontare questa materia, la conosco per la responsabilità con la quale esercita la sua funzione nelle materie invece per le quali è delegato, ma lei non è un sottosegretario al Ministero del infrastrutture. La ringrazio, ma per favore le chiederei di riportare indietro questo fogliettino che ha letto, di riportarlo al Ministero delle infrastrutture. Torni al Ministero e dica che, questa volta, non è bastato questo foglietto. Non è bastato a convincere l’interpellante, ma dica al Ministro e ai suoi uffici che soprattutto questa volta il fogliettino non convince affatto i calabresi. Anzi, se vuole, le posso dare anche qualche altro foglietto che può portare loro: si tratta dei documenti continuamente inascoltati di cittadini e di associazioni che intervengono su questa materia. Si tratta anche delle testimonianze delle famiglie che sono state vittime della strada 106, ben 650 vittime. Lo ricordino questo numero al Ministero, lo ricordino nelle stanze del Governo nazionale e regionale. Lo ricordino bene, così, in futuro, staranno più attenti a non ripetere gli errori che, con troppa superficialità, nel passato hanno commesso. Grazie sottosegretario, grazie Presidente.

PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Occhiuto.

È così esaurito lo svolgimento della interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Sospendiamo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 11,30. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 10,15 è ripresa alle 11,30.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto​-​legge 20 febbraio 2017, n. 14, recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città (A.C. 4310​-​A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 4310-A: Conversione in legge del decreto-legge 20 febbraio 2017, n. 14, recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città.

Ricordo che nella seduta del 13 marzo si è conclusa la discussione generale e i relatori e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,32).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo, pertanto, la seduta che riprenderà alle ore 11,55.

La seduta, sospesa alle 11,33, è ripresa alle 12.

Si riprende la discussione.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 4310-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione, e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l’allegato A).

Avverto che, fuori dalla seduta, le proposte emendative 3.12, 7.50, 7.29, 7.41, 16.015 e 16.016 Naccarato, 5.45 e 7.20 Menorello, 5.38, 6.16 e 16.044 Dambruoso, 5.52 e 7.28 Fabbri, 5.53 Losacco, 7.10 Lombardi, 7.4, 7.1 e 7.25 Dalia, 8.50 e 8.11 Dadone, 8.3 Roberta Agostini, 9.50 Oliaro, 9.14 Quaranta e 17.01 Schullian sono state ritirate dai presentatori.

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili in sede referente: 3.14 Sisto; 3.17 e 5.51 Lombardi, quest’ultimo di contenuto analogo all’emendamento 5.34 Lombardi, già dichiarato inammissibile in sede referente; 4.02, 4.01, 4.03, 8.013, 18.014, 13.01, 16.028 e 16.029 Vito; 5.14, 5.13, 5.12, 5.16, 5.15 e 5.4 Simonetti; 5.17 Guidesi; 7.01 Invernizzi; 7.03 Grimoldi; 8.38 e 8.010 Ravetto; 8.09, 15.07 e 15.08 Gregorio Fontana e gli articoli aggiuntivi, di contenuto analogo, 15.051 Rampelli e 15.052 Molteni; 12.01 Gianluca Pini; 15.09 Garnero Santanchè e l’articolo aggiuntivo, di contenuto analogo, 15.050 Rampelli; 15.04 Causin; 15.06 Gelmini; 16.07, 16.08, 16.012, 16.035, 16.09, 16.01, 16.43, 16.13 ,16.013 e 16.014 Molteni e l’articolo aggiuntivo, di contenuto analogo, 16.051 Rampelli; 16.022 e 16.023 Riccardo Gallo; 16.024 Faenzi e l’articolo aggiuntivo, di contenuto analogo, 16.057 Rampelli; 16.034 Giammanco.

Avverto altresì che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 96-bis, comma 7, del Regolamento, le seguenti proposte emendative, non preventivamente presentate in sede referente, in quanto del tutto estranee rispetto ai contenuti del provvedimento in esame: 12.050 Rampelli, concernente i requisiti della domanda per l’acquisto della cittadinanza e i relativi motivi di revoca; 12.051 Rampelli, in materia di procedure per il riconoscimento di protezione internazionale e di diniego dello status di rifugiato; 16.053 Rampelli, limitatamente ai commi 1, 2, lettera b), capoverso m-quinques), 3, 4 e 5, che intervengono in materia di presupposti cautelari di arresto obbligatorio in flagranza con riferimento al reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato, di termini di durata massima delle indagini preliminari, di patteggiamento e di esecuzione delle pene detentive; 16.054 Rampelli, riguardante il risarcimento da parte dello Stato del danno patrimoniale e non patrimoniale cagionato dal reato, nonché volto a modificare i reati di violenza a pubblico ufficiale, rapina, estorsione, danneggiamento, truffa ed usura; 16.055 Rampelli, in materia di requisiti per i permessi premio, affidamento in prova al servizio sociale e di ammissione alla semilibertà; 16.056 Rampelli, in materia di liberazione anticipata speciale; 16.058 Rampelli, che reca alcune modifiche al testo unico in materia di immigrazione, di cui al decreto legislativo n. 286 del 1998.

Avverto che le Commissioni hanno presentato gli emendamenti 3.300 e 7.300, che sono in distribuzione. La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere, che è in distribuzione. In particolare, tale parere, che reca una condizione volta a garantire il rispetto all’articolo 81 della Costituzione, è in distribuzione e sarà posto in votazione ai sensi dell’articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Grazie, Presidente. Non mi è chiara un’unica cosa, cioè se devo leggere anche gli emendamenti di questo fascicolo che sono stati dichiarati…

PRESIDENTE. Se vuole glieli leggo io, così…

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. No, Presidente. Mi ferma lei se per caso sto per annunciare il parere…

PRESIDENTE. Va bene. Attenda un attimo. Prego, onorevole Fiano.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Emendamento 1.2 Costantino, parere contrario; 1.50 Altieri, parere contrario; 2.3 Farina, parere contrario; 2.5 D’Alia, parere contrario; 3.6 Costantino, parere contrario; sugli identici emendamenti 3.4 Molteni, 3.7 Vito, 3.8 D’Alia e 3.9 Lombardi, invito al ritiro o parere contrario; 3.2 Quaranta, parere contrario; 3.5 Invernizzi, parere contrario; 3.12 Naccarato, ritirato; 3.3 Molteni, parere contrario.

PRESIDENTE. Ora c’è l’emendamento 3.300 delle Commissioni.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Ovviamente, emendamento 3.300 Commissioni, parere favorevole; emendamento 3.14 Sisto, parere contrario…

PRESIDENTE. No, questi sono inammissibili. Quindi, passiamo all’emendamento 4.4 Daniele Farina.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Emendamento 4.4 Daniele Farina, parere contrario; 4.3 Simonetti, parere contrario; 4.6 Costantino, parere contrario; 4.2 Molteni, parere contrario.

PRESIDENTE. Gli articoli aggiuntivi 4.02, 4.01 e 4.03 Vito sono inammissibili.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Articolo aggiuntivo 4.04 Invernizzi, parere contrario; emendamento 5.18 Costantino, identico all’emendamento 5.11 Molteni, parere contrario.

PRESIDENTE. Il prossimo emendamento è inammissibile. Andiamo, quindi, a pagina 11 del fascicolo: emendamento 5.54 Distaso.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Emendamento 5.54 Distaso, parere contrario; 5.9 Simonetti, contrario; 5.24 Luigi Gallo, contrario; 5.22 Gregorio Fontana, invito al ritiro o parere contrario; 5.21 Gregorio Fontana, accantonato; 5.23 Dieni, contrario; 5.26 Vito, contrario; 5.8 Molteni, parere favorevole con riformulazione, così come l’emendamento 5.27 Vito.

PRESIDENTE. Mi pare di capire, onorevole Fiano, che la riformulazione unisce i due emendamenti 5.8 Molteni e 5.27 Vito; giusto? Quindi, con questa riformulazione per entrambi gli emendamenti, che diventano identici, c’è il parere favorevole.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Sì. Leggo la riformulazione?

PRESIDENTE. Sì, prego.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. La riformulazione prevede, al comma 2, lettera b), di sostituire le parole: “del rispetto” con le seguenti: “e tutela”. Quindi: “promozione e tutela della legalità”.

PRESIDENTE. Sta bene. Quindi, in questo caso il parere è favorevole con questa riformulazione anche sull’emendamento 5.27 Vito.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Esatto. La riformulazione comprende gli emendamenti 5.8 Molteni e 5.27 Vito.

Emendamento 5.5 Costantino, contrario; 5.28 Daniele Farina, contrario; 5.55 Altieri, contrario.

PRESIDENTE. L’emendamento 5.53 Losacco è stato ritirato.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Emendamento 5.50 Costantino, contrario; 5.56 Becattini, contrario; 5.6 Molteni, contrario.

PRESIDENTE. L’emendamento 5.17 Guidesi è inammissibile.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Emendamento 5.32 Prataviera, contrario; 5.33 Luigi Gallo, contrario.

PRESIDENTE. Poi, gli altri sono inammissibili. Deve darmi il parere sull’emendamento 5.36 Carinelli.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Parere contrario.

PRESIDENTE. L’emendamento successivo è inammissibile. L’emendamento 5.52 Fabbri è ritirato. Passiamo all’emendamento 5.200 della Commissione, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Favorevole. Emendamento 5.40 Vito, contrario; 5.39 D’Alia contrario.

PRESIDENTE. L’emendamento 5.45 Menorello è stato ritirato, così come l’emendamento 5.38 Dambruoso. L’emendamento 5.4 Simonetti è inammissibile.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Emendamento 5.57 Distaso, contrario; articolo aggiuntivo 5.02 D’Alia, contrario; 5.050 Guidesi, contrario; identici emendamenti 6.8 Daniele Farina e 6.5 Gianluca Pini, parere contrario; 6.6 Lombardi, contrario; 6.51 Distaso, contrario; 6.3 Molteni, contrario.

Sull’emendamento 6.52 Distaso: parere contrario; sugli identici 6.4 Molteni, 6.2 D’Alia E 6.7 Vito: parere contrario; 6.11 D’Alia: parere contrario; 6.50 Beni: invito al ritiro o parere contrario; 6.53 D’Attorre: parere contrario; 6.54 Distaso: contrario.

PRESIDENTE. Il 6.16 Dambruoso è ritirato. Siamo all’articolo aggiuntivo Dadone 6.01.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Sugli articoli aggiuntivi 6.01 e 6.02 Dadone: parere contrario; sul 6.051 Distaso: contrario; sul 6.050 Distaso: parere contrario. Sugli emendamenti 7.13 Costantino e 7.9 Lombardi: parere contrario. L’emendamento 7.52 Menorello: accantonato.

PRESIDENTE. Bene, il successivo è stato ritirato, siamo al 7.53 Simonetti.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Sull’emendamento 7.53 Simonetti: invito al ritiro o parere contrario. Sugli identici emendamenti 7.7 Simonetti, 7.23 Sisto e 7.51 Altieri: invito al ritiro o parere contrario. Sull’emendamento 7.2 Leva: invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Bene, adesso sono ritirati i prossimi due, quindi siamo al 7.6 Molteni, che è identico al 7.12 Vito, perché gli altri sono stati ritirati.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Su quali devo darle il parere ora?

PRESIDENTE. Il 7.6 Molteni identico al 7.12 Vito.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Invito al ritiro o parere contrario. Sull’emendamento 7.100 della Commissione: parere favorevole.

Scusi, chiedo di accantonare il 7.43 D’Alia.

PRESIDENTE. Adesso, però, mi deve dare prima il parere sul 7.300 delle Commissioni.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la maggioranza per la I Commissione. Favorevole.

PRESIDENTE. Siamo all’emendamento 7.44 D’Alia, avendo accantonato il 7.43 D’Alia.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Invito al ritiro o parere contrario. Anche sull’emendamento 7.42 Altieri: invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Sul 7.40 Simonetti?

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Parere contrario. Sugli identici 7.8 Molteni e 7.11 Vito: invito al ritiro o parere contrario. Sul 7.26 Vito: parere contrario; sul 7.24 D’Alia: invito al ritiro o parere contrario. Sull’articolo aggiuntivo 7.02 Molteni: invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Sono inammissibili gli altri. Siamo all’8.17 Daniele Farina.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Sull’8.17 Daniele Farina: parere contrario; sull’8.18 Costantino: contrario; 8.13 Dadone: invito al ritiro o parere contrario; 8.4 Molteni: parere contrario; 8.14 Dadone: parere contrario; 8.5 Molteni: parere contrario; 8.21 Prataviera: parere contrario; 8.51 Crippa: parere contrario; sugli identici 8.23 Squeri e 8.53 Bazoli: invito al ritiro o parere contrario; 8.52 Altieri: parere contrario.

PRESIDENTE. Il prossimo è ritirato. Siamo all’8.6 Molteni.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Sull’8.6 Molteni: parere contrario; 8.16 Menorello: parere favorevole; 8.7 Molteni: contrario; 8.2 Causin: contrario; 8.28 Prataviera: contrario; 8.54: contrario; sugli identici 8.15 Squeri e 8.26 Bazoli: invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Il prossimo è ritirato. È stato ritirato solo l’8.3 Roberta Agostini, quindi permane l’8.8 Molteni.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Sull’8.8 Molteni: invito al ritiro o parere contrario; parere favorevole sull’8.100 del Governo. Sull’8.1 D’Attorre: parere favorevole, ma con una riformulazione, nel senso di sopprimere, al comma 1, lettera b), numero 1, capoverso comma 4-bis, le parole: “le situazioni che favoriscono”. Con questa riformulazione, il parere è favorevole. Sull’8.36 Costantino: parere contrario; 8.10 Luigi Gallo: contrario.

PRESIDENTE. Il prossimo è inammissibile.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Sull’8.01 Causin: invito al ritiro o parere contrario; 8.06 Molteni: contrario; 8.07 Gregorio Fontana: invito al ritiro o parere contrario; 8.08 Vito: invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Siamo all’8.011 Causin.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Sull’8.011 Causin: invito al ritiro o parere contrario; 8.012 Vito: invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Il prossimo è inammissibile, così come quello successivo. Siamo all’8.015 Vito.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Sull’8.015 Vito: invito al ritiro o parere contrario; 8.016 Vito: invito al ritiro o parere contrario; 8.017 Lombardi: invito al ritiro o parere contrario, così come sull’8.050 Altieri.

Passo all’articolo 9. Sull’emendamento 9.25 Costantino: parere contrario.

Sul 9.32 Dadone: invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. È ritirato anche quello successivo 9.14 Quaranta e quindi siamo al 9.13 D’Attorre.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Sul 9.13 D’Attorre: parere favorevole; 9.5 Ferraresi: contrario; sul 9.3 Dadone: contrario; 9.51 D’Agostino: contrario; 9.28 Rampelli: contrario; il 9.27 Fabbri è stato ritirato in Comitato dei nove.

PRESIDENTE. Lo apprendiamo ora, va bene.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Sul 9.51 Invernizzi: invito al ritiro o parere contrario; sul 9.29 Costantino: contrario; 9.60 Farina: contrario; 9.30 Prataviera: contrario; 9.24 Vito: invito al ritiro o parere contrario; 9.4 Ferraresi: contrario; 9.34 Prataviera: contrario; il 9.11 Mazziotti di Celso è stato ritirato al Comitato dei nove.

PRESIDENTE. Lo apprendiamo man mano, va bene.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Sul 9.52 Farina: parere contrario; 9.7 Ferraresi: contrario. Sull’emendamento 9.53 Oliaro: parere favorevole con riformulazione, che le vado a leggere. Al comma 4, primo periodo, dopo le parole “di cui al comma 1” aggiungere le seguenti: “fatti salvi i poteri delle autorità di settori aventi competenze su specifiche aree del territorio”. Sul 9.35 Prataviera: parere contrario: sugli identici 9.16 Molteni, 9.18 Vito e 9.36 D’Alia: invito al ritiro o parere contrario; sul 9.8 Ferraresi: contrario; 9.54 Becattini: contrario; 9.21 Sisto: invito al ritiro o parere contrario; 9.12 Vargiu: invito al ritiro o parere contrario; sul 9.23 Fontana: invito al ritiro o parere contrario; 9.17 Lombardi: invito al ritiro. Ritirato, mi dice il collega, il 9.17 Lombardi.

Sul 9.55 Beni: invito al ritiro o parere contrario; emendamenti 9.04 Guidesi e 9.03 Simonetti parere contrario; articolo aggiuntivo 9.050 Rampelli parere contrario; sugli emendamenti 10.9 Dadone, 10.19 Prataviera, 10.22 Rampelli, 10.23 Rampelli, 10.5 Invernizzi, e sugli identici emendamenti 10.1 Ferraresi e 10.3 Sannicandro il parere è contrario; emendamento 10.26 Santerini invito al ritiro o parere contrario; emendamento 10.15 Ferraresi parere contrario; emendamento 10.7 Invernizzi parere contrario...

PRESIDENTE. A me risultava accantonato, è un errore mio?

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Mi scuso, l’emendamento 10.7 Invernizzi è accantonato...

PRESIDENTE. E così ovviamente tutti gli altri...

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. ...quindi anche gli identici emendamenti 10.6 Molteni, 10.12 Vito...

PRESIDENTE. Onorevole Fiano, mi pare che lei mi sta dicendo che, avendo accantonato l’emendamento 10.7 Invernizzi, sono accantonati tutti i seguenti, compreso il 10.50 Altieri, quindi dovremmo riprendere dall’emendamento 10.51 Daniele Farina. Ho capito bene?

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Esatto, è corretto, Presidente. Emendamento 10.51 Farina parere contrario; emendamento 10.52 Carfagna invito al ritiro o parere contrario; poi passiamo...

PRESIDENTE. Siamo a pagina 78, articolo aggiuntivo 10.07 Simonetti.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Sugli articoli aggiuntivi 10.07 Simonetti, 10.01 Dadone, 10.02 Lombardi e 10.05 Dadone il parere è contrario.

Sugli emendamenti 11.9 Costantino e 11.3 Lombardi il parere è contrario; sull’emendamento 11.1 Quaranta il parere è favorevole...

PRESIDENTE. Attenda un attimo, mi scusi, devo controllare una cosa... ah, scusi, onorevole Fiano, io cercavo l’emendamento 11.40 invece è l’emendamento 11.1 dell’onorevole Quaranta! Prego.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Dunque, per essere chiari, sull’emendamento 11.1 dell’onorevole Quaranta il parere è favorevole; emendamento 11.50 Beni parere contrario; l’emendamento 11.7 Menorello è ritirato...

PRESIDENTE. Non mi risulta, però...

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Sono stati ritirati in sede di Comitato dei nove gli emendamenti Menorello 11.7 e 11.8.

PRESIDENTE. Quindi anche l’emendamento 11.8 Menorello è ritirato?

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. È lì, il firmatario...

PRESIDENTE. Mi fido, per carità!

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Emendamento 11.2 Lombardi parere contrario; l’emendamento 11.12 Fabbri è accantonato; emendamento 12.3 Daniele Farina parere contrario; identici emendamenti 12.50 Bazoli e 12.51 Squeri invito al ritiro o parere contrario; sugli emendamenti 12.9 Rampelli, 12.52 D’Agostino e 12.53 Rampelli il parere è contrario...

PRESIDENTE. Il prossimo è inammissibile. Siamo all’articolo aggiuntivo 12.04 Simonetti.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Articolo aggiuntivo 12.04 Simonetti parere contrario; articolo aggiuntivo 12.050 Rampelli...

PRESIDENTE. È inammissibile. Ed è inammissibile anche l’articolo aggiuntivo 12.051 Rampelli. Quindi siamo all’emendamento 13.13 Costantino.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Sugli emendamenti 13.13 Costantino, 13.7 Ferraresi, 13.14 Costantino e 13.15 Rampelli il parere è contrario; l’emendamento 13.2 Centemero è accantonato; sugli emendamenti 13.16 Rampelli, 13.50 D’Agostino, 13.9 e 13.10 Ferraresi, 13.17 Daniele Farina, 13.1 Molteni, 13.5 e 13.3 Ferraresi, 13.19 Rampelli e 13.11 Vito il parere è contrario...

PRESIDENTE. Il prossimo è inammissibile. Siamo agli identici emendamenti 14.12 Daniele Farina, 14.13 D’Alia e 14.9 Vito.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Parere contrario. Sugli emendamenti 14.14 D’Alia e 14.10 Vito il parere è contrario; sugli identici emendamenti 14.4, Invernizzi, 14.11 Sisto e 14.17 Plangger, c’è un invito al ritiro o parere contrario; sull’emendamento 14.6 Lombardi il parere è contrario; sugli articoli aggiuntivi 14.04 Gianluca Pini, 14.05 Invernizzi, 14.02 Molteni, 14.01 Invernizzi e 14.03 Simonetti il parere è contrario.

Sugli emendamenti 15.3 Costantino, 15.50 Ferraresi il parere è contrario. L’emendamento 15.2 Dambruoso è stato ritirato?

PRESIDENTE. Da chi? No.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Allora invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Perfetto. Il prossimo è inammissibile, ossia l’articolo aggiuntivo 15.09 Garnero Santanchè, così come l’articolo aggiuntivo 15.050 Rampelli. Quindi siamo all’articolo aggiuntivo 15.01 Causin.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Parere contrario; sugli articoli aggiuntivi 15.04 Causin e 15.05 Gregorio Fontana il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il prossimo è inammissibile, così come anche gli articoli aggiuntivi 15.06 Gelmini, 15.08 Gregorio Fontana, 15.051 Rampelli e 15.052 Molteni.

Siamo all’emendamento 16.3 Daniele Farina.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Invito al ritiro o parere contrario; sull’emendamento 16.50 D’Agostino il parere è contrario; sugli identici emendamenti 16.2 Rampelli e 16.3 Ferraresi c’è un invito al ritiro o parere contrario; sull’emendamento 16.7 Ferraresi il parere è contrario. Sull’emendamento 16.6 Menorello, se non è stato ritirato, e sul 16.5 Vito c’è un invito al ritiro o parere contrario. Sugli articoli aggiuntivi 16.03 Quaranta e 16.033 Sisto, nonché sugli identici articoli aggiuntivi 16.05 Lombardi e 16.039 Invernizzi, c’è un invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Il prossimo è inammissibile, così come anche gli articoli aggiuntivi 16.08, 16.012, 16.035 e 16.09 Molteni, 16.028 Vito, 16.01 e 16.043 Molteni.

Siamo all’articolo aggiuntivo 16.02 Molteni

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Parere contrario.

PRESIDENTE. Il prossimo è inammissibile. Articolo aggiuntivo 16.04 Vito.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Parere contrario. L’articolo aggiuntivo 16.010 Molteni è vivo?

PRESIDENTE. Attenda... sì.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Invito al ritiro o parere contrario. Poi, sull’articolo aggiuntivo 16.011 Molteni il parere è contrario.

PRESIDENTE. I prossimi articolo aggiuntivi, 16.026 Ferraresi e il 16.015 Naccarato, sono ritirati, però restano il 16.036... attenda un attimo... le chiedo scusa, onorevole Fiano, sull’articolo aggiuntivo 16.026 Ferraresi mi deve dare il parere.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Parere contrario.

PRESIDENTE. Mentre invece è ritirato l’articolo aggiuntivo 16.015 Naccarato, quindi mi deve dare il parere sull’articolo aggiuntivo 16.036 Simonetti, che è identico al 16.050 Carfagna.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Gli articoli aggiuntivi 16.022 e 16.023 Riccardo Gallo, 16.024 Faenzi e 16.057 Rampelli sono inammissibili. Mi deve, dunque, dare il parere sull’articolo aggiuntivo 16.025 Faenzi.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Parere contrario. Poi, sull’articolo aggiuntivo Faenzi 16.025 il parere è contrario, mentre sul 16.052 Carfagna c’è un invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. L’articolo aggiuntivo 16.029 Vito è inammissibile, quindi siamo al 16.030 Vito.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Invito al ritiro o parere contrario

PRESIDENTE. Poi è stato ritirato l’articolo aggiuntivo 16.016 Naccarato, ma rimane il parere da dare sugli identici 16.031 Sisto e 16.037 Molteni.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. L’articolo aggiuntivo 16.044 Dambruoso è ritirato, siamo agli identici 16.032 Sisto e 16.038 Invernizzi.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Gli articoli aggiuntivi Giammanco 16.034, 16.014 Molteni e 16.051 Rampelli sono inammissibili. Occorre il parere sul 16.040 Molteni.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Parere contrario.

PRESIDENTE. Adesso abbiamo un articolo aggiuntivo che è parzialmente inammissibile, mi riferisco al 16.053 Rampelli, quindi mi deve dare il parere solo per le parti che sono ammissibili.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. E quali sono?

PRESIDENTE. Le abbiamo lette all’inizio.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Comunque, parere contrario. L’articolo aggiuntivo 16.054 Rampelli?

PRESIDENTE. È inammissibile, così come pure gli articoli aggiuntivi 16.055, 16.056 e 16.0558 Rampelli. Passiamo ora all’emendamento 17.1 Costantino.

EMANUELE FIANO , Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Parere contrario.

PRESIDENTE. L’articolo aggiuntivo 17.01 Schullian è stato ritirato.

Onorevole Invernizzi, vuole che glieli leggo io, che ho già quelli inammissibili?

Intanto, avverto che l’emendamento Invernizzi 9.51, a pagina 64 del fascicolo, deve intendersi correttamente numerato come 9.65.

Allora, onorevole Invernizzi, cominciamo.

CRISTIAN INVERNIZZI , Relatore di minoranza. Sull’emendamento 1.2 Costantino mi rimetto all’Aula. Esprimo parere contrario sugli emendamenti 1.50 Altieri e sul 2.3 Daniele Farina, favorevole sull’emendamento 2.5 D’Alia, mi rimetto all’Aula sull’emendamento 3.6 Costantino, parere favorevole sugli identici emendamenti 3.4 Molteni, 3.7 Vito, 3.8 D’Alia e 3.9 Lombardi, mi rimetto all’Aula sull’emendamento 3.2 Quaranta, parere favorevole sugli emendamenti 3.5 Invernizzi e 3.3 Molteni, mi rimetto all’Aula sul 3.300 delle Commissioni e sul 4.4 Daniele Farina, favorevole sul 4.3 Simonetti, contrario sul 4.6 Costantino, favorevole sul 4.2 Molteni e sull’articolo aggiuntivo 4.04 Invernizzi. Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti 5.18 Costantino e 5.11 Molteni, sul 5.54 Distaso, sul 5.9 Simonetti, sul 5.24 Luigi Gallo e sul 5.22 Gregorio Fontana.

PRESIDENTE. L’emendamento 5.21 Gregorio Fontana è accantonato, lo vediamo dopo.

CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all’Aula sul 5.23 Dieni, mentre parere favorevole sul 5.26 Vito.

PRESIDENTE. L’emendamento 5.8 Molteni è stato riformulato dal relatore.

CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Quindi, diventa identico al 5.27 Vito; presumo il parere sia favorevole anche su questo.

CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere contrario sul 5.5 Costantino e sul 5.28 Daniele Farina, favorevole sul 5.55 Altieri, contrario sul 5.50 Costantino, mi rimetto all’Aula sul 5.56 Becattini, parere favorevole sul 5.6 Molteni, sul 5.32 Prataviera e sul 5.33 Luigi Gallo. Mi rimetto all’Aula sul 5.36 Carinelli e sul 5.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. Esprimo parere favorevole sul 5.40 Vito, sul 5.39 D’Alia, sul 5.57 Distaso, sul 5.02 D’Alia, sul 5.050 Guidesi, sugli identici Daniele Farina 6.8 e 6.5 Gianluca Pini e sul Lombardi 6.6, mi rimetto all’Aula sul Distaso 6.51, favorevole sul 6.3 Molteni, contrario sul 6.52 Distaso, favorevole sugli identici 6.4 Molteni, 6.2 D’Alia e 6.7 Vito, e sul 6.11 D’Alia.

PRESIDENTE. L’emendamento 6.50 Beni è stato ritirato.

CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all’Aula sul 6.53 D’Attorre e sul 6.54 Distaso, parere favorevole sul 6.01 Dadone e sul 6.02 Dadone, mi rimetto all’Aula sul 6.051 Distaso, parere favorevole sul 6.050 Distaso, mi rimetto all’Aula sul 7.13 Costantino, parere favorevole sul 7.9 Lombardi.

PRESIDENTE. L’emendamento 7.52 Menorello è accantonato, lo vediamo dopo.

CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sul 7.53 Simonetti, sugli identici 7.7 Simonetti, 7.23 Sisto, 7.29 Naccarato e 7.51 Altieri, e sul 7.2 Leva.

Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti 7.6 Molteni, 7.12 Vito, 7.25 D’Alia e 7.28 Fabbri, mi rimetto all’Aula sul 7.100 delle Commissioni e sul 7.300 delle Commissioni.

PRESIDENTE. L’emendamento 7.43 D’Alia è accantonato.

CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sul 7.44 D’Alia, mi rimetto all’Aula sul 7.42 Altieri, favorevole sul 7.40 Simonetti e sugli identici emendamenti 7.8 Molteni e 7.11 Vito. Parere favorevole sul 7.26 Vito, sul 7.24 D’Alia e sul 7.02 Molteni. Mi rimetto all’Aula sull’8.17 Daniele Farina, contrario sull’8.18 Costantino e sull’8.13 Dadone, favorevole sull’8.4 Molteni, contrario sull’8.14 Dadone, favorevole sull’8.5 Molteni, sull’8.21 Prataviera, sull’ 8.51 Crippa, sugli identici 8.23 Squeri e 8.53 Bazoli, mi rimetto all’Aula sull’8.52 Altieri, favorevole sull’8.6 Molteni, mi rimetto all’Aula sull’8.16 Menorello, favorevole sull’8.7 Molteni, sull’8.2 Causin, sull’8.28 Prataviera e sull’8.54 Squeri, mi rimetto all’Aula sugli identici 8.15 Squeri e 8.26 Bazoli, favorevole sull’8.8 Molteni, mi rimetto all’Aula sull’8.100 del Governo.

PRESIDENTE. L’emendamento 8.1 D’Attorre è stato riformulato.

CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Parere favorevole. Esprimo parere contrario sull’8.36 Costantino, mi rimetto all’Aula sull’8.10 Luigi Gallo e sull’8.01 Causin. Esprimo parere favorevole sull’8.06 Molteni, sull’8.07 Gregorio Fontana, sull’8.08 Vito, mi rimetto all’Aula sull’8.011 Causin, parere favorevole sull’8.012 Vito, sull’8.015 Vito, sull’8.016 Vito e sull’8.017 Lombardi. Mi rimetto all’Aula sull’8.050 Altieri, sul 9.25 Costantino e sul 9.32 Dadone, parere contrario sul 9.13 D’Attorre, sul 9.5 Ferraresi e sul 9.3 Dadone. Mi rimetto all’Aula sul 9.51 D’Agostino, parere favorevole sul 9.28 Rampelli.

Chiedo scusa, riformulo anche l’emendamento 9.51 Invernizzi…

PRESIDENTE. E’ stato rinumerato come emendamento 9.65 Invernizzi.

CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Quale emendamento diventa 9.65, scusi?

PRESIDENTE. È l’annuncio che ho dato all’inizio che l’emendamento 9.51 Invernizzi è rinumerato in 9.65 Invernizzi.

CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull’emendamento 9.65 Invernizzi. Esprimo invece parere contrario sugli emendamenti 9.29 Costantino e 9.60 Daniele Farina. Esprimo parere favorevole sull’emendamento 9.30 Prataviera e 9.24 Vito. Mi rimetto all’Aula sull’emendamento 9.4 Ferraresi. Esprimo parere favorevole sull’emendamento 9.34 Prataviera, mentre esprimo parere contrario sull’emendamento 9.52 Daniele Farina. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 9.7 Ferraresi, 9.53 Oliaro nel testo riformulato, 9.35 Prataviera, sugli identici emendamenti 9.16 Molteni, 9.18 Vito e 9.36 D’Alia, 9.8 Ferraresi. Mi rimetto all’Aula sull’emendamento 9.54 Becattini. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 9.21 Sisto, 9.12 Vargiu e 9.23 Gregorio Fontana.

PRESIDENTE. Ricordo che l’emendamento Beni 9.55 è stato ritirato.

CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli articoli aggiuntivi 9.04 Guidesi, 9.03 Simonetti, 9.50 Rampelli. Mi rimetto all’Aula sull’emendamento 10.9 Dadone. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 10.19 Prataviera, 10.22 Rampelli, 10.23 Rampelli e 10.5 Invernizzi. Esprimo parere contrario sugli identici emendamenti 10.1 Ferraresi e 10.3 Sannicandro. Mi rimetto all’Aula sugli emendamenti 10.26 Santerini e 10.15 Ferraresi.

PRESIDENTE. Saltando gli emendamenti accantonati, proseguiamo a pagina 74 all’emendamento 10.51 Daniele Farina.

CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere contrario sull’emendamento 10.51 Daniele Farina, mentre esprimo parere favorevole sull’emendamento 10.52 Carfagna e sugli articoli aggiuntivi 10.07 Simonetti, 10.01 Dadone, 10.02 Lombardi e 10.05 Dadone. Mi rimetto all’Aula sull’emendamento 11.9 Costantino. Esprimo parere contrario sugli emendamenti 11.3 Lombardi e 11.1 Quaranta.

PRESIDENTE. Ricordo che sono stati ritirati gli emendamenti 11.50 Beni, 11.7 Menorello e 11.8 Menorello.

CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all’Aula sull’emendamento 11.2 Lombardi.

PRESIDENTE. Ricordo che l’emendamento 11.12 Fabbri è stato accantonato.

CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all’Aula sull’emendamento 12.3 Daniele Farina.

PRESIDENTE. Ricordo che è stato ritirato 12.50 Bazoli.

CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 12.51 Squeri, 12.9 Rampelli e 12.52 D’Agostino. Mi rimetto all’Aula sull’emendamento 12.53 Rampelli. Esprimo parere favorevole sull’articolo aggiuntivo 12.04 Simonetti. Mi rimetto all’Aula sull’emendamento 13.13 Costantino. Esprimo parere contrario sugli emendamenti 13.7 Ferraresi, 13.14 Costantino e 13.15 Rampelli.

PRESIDENTE. Ricordo che l’emendamento 13.2 Centemero è stato accantonato.

CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 13.16 Rampelli e 13.50 D’Agostino. Mi rimetto all’Aula sugli emendamenti 13.9 Ferraresi, 13.10 Ferraresi e 13.17 Daniele Farina. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 13.1 Molteni e 13.5 Ferraresi, mentre mi rimetto all’Aula sull’emendamento 13.3 Ferraresi. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 13.19 Rampelli e 13.11 Vito.

Mi rimetto all’Aula sugli identici emendamenti 14.12 Daniele Farina, 14.13 D’Alia e 14.9 Vito e sull’emendamento 14.14 D’Alia. Esprimo parere favorevole sull’emendamento 14.10 Vito e sugli identici emendamenti 14.4 Invernizzi e 14.11 Sisto.

PRESIDENTE. L’ultimo 14.17 Plangger è stato ritirato.

CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all’Aula sull’emendamento 14.6 Lombardi, mentre esprimo parere favorevole sugli articoli aggiuntivi 14.04 Gianluca Pini, 14.05 Invernizzi, 14.02 Molteni, 14.01 Invernizzi e 14.03 Simonetti. Mi rimetto all’Aula sugli emendamenti 15.3 Costantino e 15.50 Ferraresi. Esprimo parere favorevole sull’emendamento 15.2 Dambruoso e sugli articoli aggiuntivi 15.01 Causin e 15.05 Gregorio Fontana. Mi rimetto all’Aula sugli emendamenti 16.3 Daniele Farina e 16.50 D’Agostino. Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti 16.2 Rampelli e 16.9 Ferraresi e sull’emendamento 16.7 Ferraresi. Mi rimetto all’Aula sull’emendamento 16.6 Menarello, mentre esprimo parere favorevole sull’emendamento 16.5 Vito. Mi rimetto all’Aula sull’articolo aggiuntivo 16.03 Quaranta. Esprimo parere favorevole sull’articolo aggiuntivo 16.033 Sisto, sugli identici articoli aggiuntivi 16.05 Lombardi e 16.039 Invernizzi e sugli articoli aggiuntivi 16.02 Molteni, 16.04 Vito, 16.010 Molteni, 16.011 Molteni, 16.026 Ferraresi e sugli identici articoli aggiuntivi 16.036 Simonetti e 16.050 Carfagna. Mi rimetto all’Aula sugli articoli aggiuntivi 16.025 Faenzi e 16.027 Ferraresi. Esprimo parere favorevole sugli articoli aggiuntivi 16.052 Carfagna e 16.030 Vito e sugli identici articoli aggiuntivi 16.031 Sisto e 16.037 Molteni e sugli identici 16.032 Sisto e 16.038 Invernizzi, sull’articolo aggiuntivo 16.040 Molteni nonché sull’articolo aggiuntivo 16.053 Rampelli per le parti ammissibili. Mi rimetto all’Aula sull’emendamento 17.1 Costantino.

PRESIDENTE. Avverto che gli emendamenti 5.56 Becattini e 9.54 Becattini e 8.53 Bazoli e 8.26 Bazoli sono stati ritirati dal presentatore. Il Governo?

FILIPPO BUBBICO, Vice Ministro dell'Interno. Il Governo esprime parere conforme al relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell’emendamento 1.2 Costantino. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Daniele Farina. Ne ha facoltà.

DANIELE FARINA. Grazie, Presidente. Questo decreto-legge n. 14 del 2017 è arrivato in quest’Aula a grande velocità. L’esame nelle Commissioni riunite è stato uno dei più veloci e concitati che io ricordo nella mia breve avventura parlamentare. Viaggia in coppia - e si capirà il perché - con un provvedimento che riguarda l’immigrazione, questo della cosiddetta sicurezza delle città, un provvedimento sull’immigrazione, sempre un decreto, che è all’esame del Senato. Questo ci aiuterà a capire, nel corso della nostra discussione, di che cosa stiamo parlando, perché questo decreto ha un articolato iniziale definitorio di un ipotetico nuovo concetto di sicurezza cosiddetta integrata. Peccato che, una volta depurato di questa prima parte dell’articolato, ne emerga una natura completamente diversa.

È talmente vuota questa prima parte dell’articolato che sono stati presentati sui primi quattro articoli, cioè circa un quarto del decreto, venti emendamenti su 350, perché in realtà questo decreto ha un fratello maggiore, che è il decreto dell’allora Ministro Maroni dell’agosto del 2008, convertito poi con la legge n. 125 e fortunatamente reso incostituzionale nell’aprile del 2011 dalla Suprema Corte.

Questo ci dà una straordinaria finestra di osservazione sugli effetti di quell’analogo provvedimento, della durata di due anni e mezzo, e che riguarda soprattutto le ordinanze dei sindaci.

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Farina. Colleghi, possiamo abbassare per favore un po’ il tono della voce? Prego, onorevole.

DANIELE FARINA. Le ordinanze dei sindaci, dicevo, perché di questo si tratta essenzialmente: misure di prevenzione, essenzialmente, in larga parte affidate ai sindaci, che allora si chiamavano, se ricordate, sindaci sceriffi.

Ora, se il fratello maggiore è questo, io capisco che il relatore della Lega, tra l’altro di minoranza, abbia espresso ieri benevolenza nei confronti di questo decreto del Governo Gentiloni, perché vi si ritrovano tutti i fondamenti di quella norma e quindi sostanzialmente sono anche stupito che il collega della Lega faccia il relatore di minoranza, quando poteva tranquillamente essere un relatore di maggioranza a tutti gli effetti, visto che il contenuto di questo decreto - ripeto - è molto simile a quello.

Su quella stagione è stato svolto uno studio importante molto corposo da parte dell’ANCI, che ha classificato la tipologia delle ordinanze dei sindaci per soggetti di applicazione e per ambito di intervento, scoprendo che il 40, 45 per cento di quelle ordinanze si rivolgeva sempre agli stessi soggetti, cioè i rom, i senza fissa dimora, gli immigrati, i giovani e meno giovani protagonisti della movida urbana e quindi non è difficile, mettendo assieme - ripeto - il decreto n. 14 qua in discussione e quello n. 13 in discussione al Senato, affermare che essenzialmente è un decreto, questo in particolare, contro la povertà e che la cosiddetta sicurezza urbana integrata è un bel maquillage che, in realtà, copre la sostanza. Di che sostanza parleremo ci arriviamo punto a punto.

Noi abbiamo presentato un emendamento soppressivo per ogni articolo del decreto, perché questo ci darà l’occasione, in queste nostre lunghe giornate, di chiarire un po’ a tutti ciò che peraltro è chiaro già a molti fuori da quest’Aula.

PRESIDENTE. Colleghi, pregherei, in particolare al tavolo del Comitato dei nove, di abbassare il tono della voce.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.

CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Grazie, signor Presidente. L’espressione di benevolenza, così come è stato definita dal collega Farina, che sarebbe stata da me rivolta ieri al presente decreto, non è un giudizio di merito - questo tengo a sottolinearlo e a specificarlo, come tra l’altro ho fatto anche ieri - ma ho detto semplicemente che abbiamo guardato con benevolenza il presente decreto perché è l’indice, quanto meno, della presa di coscienza da parte di questa maggioranza e di questo Governo che un problema sicurezza in Italia esiste e c’è, così come diciamo da quattro anni.

Che questo problema di sicurezza sia quasi interamente sulle spalle dei sindaci in questo decreto, anche questo viene riconosciuto, che le misure a suo tempo prese dal Ministro Maroni all’interno del Governo Berlusconi nel 2009, che portarono poi l’allora minoranza a definire quasi con sprezzo o con intento denigratorio i sindaci, che assunsero, sulla base di quel provvedimento, tutta una serie di ordinanze, sindaci-sceriffo, erano nient’altro che le valutazioni di una minoranza che, a distanza di qualche anno, deve riconoscere come l’approccio di allora non fosse soltanto giustificato, non soltanto motivato, ma fosse proprio l’approccio giusto. Quindi, le espressioni di benevolenza da parte della Lega Nord partono da queste considerazioni.

C’è un problema di sicurezza oggi in Italia? Sì ed è grave esattamente come diciamo ormai da quattro anni, da quando abbiamo iniziato questa legislatura, da quando siamo stati coerentemente in opposizione, come da quattro anni ci sentiamo dire che ogni volta che la Lega Nord parlava di un problema sicurezza all’interno del nostro Stato, queste altro non erano che espressioni del populismo montante in Europa, finalizzato nient’altro che a lucrare facili consensi elettorali, parlando alla pancia dalla gente. No! E ci fa piacere che a distanza di quattro anni e quasi ormai alla fine - noi auspichiamo il prima possibile - di questa legislatura, che l’attuale Governo e l’attuale maggioranza prenda atto di questo riconoscimento - e di questo va dato atto - della giustezza delle battaglie condotte in questi anni dalla Lega Nord.

Non posso fare il relatore di maggioranza, onorevole Farina, non perché - coerentemente questo quanto meno verrà riconosciuto al movimento della Lega Nord - non siamo mai stati in maggioranza in nessun Governo che non abbia un mandato elettorale diretto da parte del popolo, ma perché c’è tutta una serie di iniziative: alcune sono condivisibili, altre ci lasciano freddi, per non dire contrari.

È un’occasione persa, è il risultato di un intervento tardivo - questo è da dire - da parte dal Governo, che probabilmente alla fine dell’esperienza del Ministro Alfano - questo, sì, uno dei peggiori Ministri che abbiano mai ricoperto un ruolo delicato, un ruolo all’interno del Dicastero dell’interno dal punto di vista della sicurezza, e noi comprendiamo essere il tentativo di una maggioranza che vede arrivare la data delle elezioni e che su queste tematiche una risposta al Paese la deve dare. Ecco perché ho capito - e ci sta anche, per carità - l’umorismo con cui il collega Farina ha affrontato il discorso, ma è solo per chiarire qual è la posizione della Lega Nord.

Quando si tratta di sicurezza, quindi di uno dei beni primari dei cittadini - al di là del fatto che oggi è tornato di strettissima attualità, come ormai siamo abituati a vedere ogni tre mesi - la Lega Nord non si nasconde dietro un dito - mi avvio alla conclusione -, la Lega Nord non fa una opposizione di natura ideologica o preconcettuale, la Lega Nord dà il suo contributo.

Per questo - ripeto - siamo d’accordo sull’affrontare il problema, il decreto nel suo complesso non ci lascia soddisfatti, alcune delle misure prese incontrano il nostro favore, altre - così come coerentemente abbiamo sempre fatto - incontreranno invece il nostro voto contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Costantino, con il parere contrario del relatore per la maggioranza e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si è rimesso all’Assemblea.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo alla votazione dell’emendamento 1.50 Altieri.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. È stato fin troppo evidenziato, già negli interventi che mi hanno preceduto, che nel nostro Paese, ovviamente, esiste un problema sicurezza. Il Governo interviene, ma interviene in maniera tardiva rispetto a quelle che sono le emergenze e, per giunta, interviene anche in maniera incompleta.

Non c’è dubbio che abbiamo un’emergenza che riguarda, in particolare, le città, i comuni e i centri urbani, ma ancor di più, come dice questo emendamento, vi è l’emergenza in contesti di aree rurali confinanti con i territori urbani, che necessitano di interventi volti alla prevenzione e anche al contrasto della diffusione dei ghetti, di insediamenti abusivi di lavoratori stagionali in agricoltura, in particolare in alcune zone dove forse l’emergenza è ancora più eclatante e anche più necessaria. Ecco perché dico che questo è un provvedimento, rispetto al problema, tardivo, non c’è dubbio, ma ancora, in maniera più eclatante e più criticabile, è incompleto. Non è mica possibile che noi abbiamo un intervento del genere solo in maniera parziale.

Per giunta, signor Presidente, noi abbiamo anche un problema che è stato denunciato dallo stesso presidente dell’ANCI, che ha fatto un intervento pesantissimo, dicendo che si assegnano delle funzioni e dei compiti ai comuni senza le risorse necessarie. È, quindi, solamente uno spot, uno dei tanti spot, che il Governo ancora continua a fare rispetto a questo problema, che invece è un problema serio.

C’è anche una situazione che riguarda il personale che non è molto chiara, che non può essere affrontato con la situazione del turnover.

Mi fa piacere, pure, porre un altro problema: ma se c’è questa emergenza, ma se il Governo la vuole affrontare in maniera seria, ma se tenta di farlo, anche se in maniera tardiva e incompleta rispetto alla completezza dell’intervento, perché mai non viene presa in considerazione l’utilizzazione dell’Esercito, visto che non ci sono risorse e non c’è neanche la possibilità di implementazione del personale dedicato rispetto, quanto meno, agli enti locali e alla Polizia locale? Sono domande che rimangono completamente senza risposta.

In Commissione è successo esattamente questo e i pareri che sono stati dati ai tanti emendamenti che affrontano questa situazione, che tentano di dare un contributo come Parlamento, dalla maggioranza e conformemente dal Governo, sono stati contrari. Per questo motivo noi sosteniamo e riteniamo un grave errore che questo emendamento non sia stato accolto, perché si trattava solo di estendere l’applicazione ai luoghi dove c’è un’emergenza più grave che non nei centri abitati.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.50 Altieri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo alla votazione dell’emendamento 2.3 Daniele Farina.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Costantino. Ne ha facoltà.

CELESTE COSTANTINO. Grazie, signor Presidente. Proprio qualche minuto fa il Ministro Minniti a Rignano ha dichiarato: un Paese civile non può permettersi ghetti. Sono molto d’accordo con questa affermazione, eppure non riesco a capire la coerenza di questa dichiarazione con i due decreti che ci ritroveremo, quello al Senato, che arriverà qui alla Camera, sull’immigrazione, e quello sulla sicurezza, che stiamo analizzando adesso. Non riesco a capire dove sta la coerenza di questa affermazione, perché è del tutto evidente che il modello che viene proposto nel decreto immigrazione in primis (visto che ci parla da Rignano e quindi fa riferimento allo sfruttamento del lavoro migrante bracciantile) e quello che stiamo analizzando qui alla Camera sullo spazio urbano andranno a determinare esattamente dei ghetti.

Questo è un decreto che si sviluppa nella sua erroneità almeno su tre livelli, su tre profili. Quello culturale: ha un’impostazione che riprende completamente lo spirito del “decreto Maroni” del 2008. È un’idea, una concezione della sicurezza, che è ridotta ad una questione di decoro, di quiete pubblica, addirittura di moralità, come viene riportata all’interno del testo. È un decreto sbagliato nel merito, già lo diceva il mio collega, l’onorevole Farina, ma ci ritorneremo meglio, con l’approfondiremo degli articoli in cui si parla delle deleghe, delle opportunità, del potere che viene dato ai sindaci rispetto alle ordinanze.

Io ho letto in questi giorni grande indignazione, per esempio, rispetto all’ordinanza che è stata prodotta dalla sindaca Raggi, qui a Roma, sul divieto di rovistare, per esempio, nei cassonetti di questa città. Bene, questo decreto istituzionalizza e rende possibile che i sindaci possano fare ordinanze di questo tipo e rivolgerle esattamente ai soggetti deboli del tessuto sociale e urbano delle nostre città. Si fa riferimento in maniera esplicita ai tossicodipendenti, ai clochard, alle prostitute, a chi è evidentemente in una condizione di disagio. Quindi, è contro le persone, i soggetti più vulnerabili di questo nostro Paese, e lo fa con un approccio puramente securitario, senza prevedere nessun tipo di atteggiamento che vada incontro a un contrasto reale ed effettivo della povertà, non un attacco ai poveri, ma un contrasto alla povertà.

È sbagliato anche dal punto di vista costituzionale, perché, checché ne dica l’onorevole Palese, in realtà, di emergenza non siamo assolutamente in presenza. Questo decreto va proprio fuori dai richiami costituzionali, perché, se è vero almeno quello che ci dice il Ministero dell’interno, non ci sono dei dati che permettano la decretazione d’urgenza.

Non sono aumentati i crimini ordinari all’interno del tessuto urbano, eppure noi ci ritroviamo a dover affrontare questo provvedimento in queste condizioni, con tale velocità e senza aver avuto la possibilità di poter discutere e poterlo modificare in Commissione. Questo è anche il motivo per cui su questa impostazione completamente sbagliata noi ci siamo ritrovati a presentare degli emendamenti, che sono principalmente di ordine soppressivo, perché è veramente impossibile riuscire ad andare a modificare un testo che ha un’impostazione completamente sbagliata e parte da un punto di vista completamente sbagliato.

Quindi, l’unico dato su cui veramente bisogna riflettere rispetto a questo decreto, è l’impostazione vessatoria nei confronti dei soggetti deboli e l’impossibilità di aver potuto fare un ragionamento serio ed efficace invece su quelli che sono gli enormi guasti che hanno a che fare con la sicurezza urbana e di cui, invece, non vi è traccia all’interno di questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Per amore di verità, io non immagino che siamo Alice nel paese delle meraviglie perché basta vedere tutte le cronache. Purtroppo, alla collega che mi ha preceduto eventualmente sfugge una considerazione: non so esattamente quali siano statisticamente i dati, ma se non ci sono è solamente perché in molte zone, in particolare al sud, la gente non va più neanche a denunciare i furti e tutte le aggressioni che avvengono e gli altri reati che mettono in discussione la sicurezza in tutti i modi e in tutte le maniere.

Le cronache sono piene e pure le forze dell’ordine, in particolare la polizia di Stato è in difficoltà. Vada a vedere il commissariato di Taurisano, uno dei centri della sacra corona unita, in provincia di Lecce, dove i commissari non hanno più neanche la benzina, non hanno più niente per poter affrontare queste situazioni. Se non è emergenza questa, qual è? Il Governo sta affrontando questa emergenza tardivamente e l’affronta pure malissimo. Questo è il problema!

Mi piacerebbe sapere quali sono, signor Presidente, le persone deboli che vengono colpite. E che, i delinquenti adesso sono persone deboli, rispetto a una situazione in cui si cerca di stringere quanto più sia possibile le maglie? Quello che si fa è insufficiente, è tardivo, è poco, è senza risorse e occorrerebbe ben altro: occorrerebbe una politica seria della sicurezza nel nostro Paese, perché la gente ha paura, perché le vecchiette non escono più neanche di giorno, perché vengano scippate, perché negli autobus si rubano i portafogli, perché dappertutto accade questo. Quindi, smettiamola con questo pietismo e quant’altro e prendiamo atto, invece, di una situazione veramente di allarme. Dunque, cerchiamo di iniziare a fare dei provvedimenti seri che abbiano anche senso.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.3 Daniele Farina, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.5 D’Alia, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo alla votazione dell’emendamento 3.6 Costantino.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Daniele Farina. Ne ha facoltà.

DANIELE FARINA. Grazie, Presidente. A me dispiace deludere il collega Palese, ma questo decreto non riguarda i delinquenti in realtà, perché stiamo parlando di misure di prevenzione, sanzioni amministrative e questa estensione del Daspo, di cui adesso parlerò. Quindi, riguarda tutti i cittadini, più che i delinquenti, e quando farò il pezzo che preferite, cioè l’elenco delle ordinanze tra il 2008 e il 2011, ci sarà un po’ da ridere ma anche un po’ da piangere, esaminandole con attenzione.

Noi abbiamo sempre detto che la legislazione applicata alle manifestazioni sportive era una legislazione pericolosa, in odore di incostituzionalità, in buona parte, ma soprattutto con la brutta tendenza - ecco perché è pericolosa - ad esondare dagli stadi, dalla violenza negli stadi, e che prima o poi si sarebbe manifestata anche nella società, tanto è vero che in questi anni abbiamo avuto una pioggia di interventi legislativi da parte di autorevoli colleghi che tendevano appunto ad espandere, ad esempio, il divieto di accesso alle manifestazioni sportive portandolo alle manifestazioni pubbliche, comprese le manifestazioni politiche. Oggi ci stiamo avvicinando, anzi direi che ci siamo già perché qui introduciamo quello che qualcuno chiama “mini Daspo”, cioè sostanzialmente colleghiamo il potere di ordinanza del sindaco alla possibilità di un provvedimento di allontanamento di determinati soggetti da determinati luoghi. In più, visto che ci siamo, ampliamo anche i poteri del questore in seconda fase, eccetera.

Ma attenzione, perché questi provvedimenti non si applicano, come dicevo, ai delinquenti e neanche ai condannati. Nel caso del questore c’è l’appello, ma nel caso del sindaco assolutamente non c’è la possibilità - sul provvedimento del sindaco - di ricorso giurisdizionale alcuno e il sindaco non è neanche tenuto, in base a questo testo che discutiamo, a dare motivazione del suo provvedimento. Allora, mi sembra che questo Parlamento abbia un garantismo un po’ strano: forte e sentito quando si tratta di garantismo magari verso un Ministro, ma quando si tratta di semplici cittadini, magari appunto fasce di cittadini più borderline, questo garantismo svanisce e qui si va verso provvedimenti senza sentenza di giudice, senza possibilità di ricorso giurisdizionale e perfino senza motivazione.

Ecco perché noi abbiamo punto per punto, articolo per articolo, colto l’occasione nei nostri emendamenti soppressivi, al fine di chiarirci un po’ le idee su che cos’è realmente questo decreto e a chi si rivolge (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

PRESIDENTE. Ne approfitto per informarvi che assiste ai nostri lavori un gruppo nutrito di studenti universitari dell’università “La Sapienza”, che salutiamo (Applausi).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Presidente, grazie. Intervengo per fare un po’ di chiarezza, perché siamo all’articolo 3 - giusto Presidente? - e l’articolo 3 non parla né di ordinanze da parte dell’amministrazione locale e da parte dei sindaci né, tanto meno, di Daspo. Io credo che si stia facendo una grossissima confusione su questo decreto che, lo dico subito, è totalmente insufficiente nel dare quelle risposte necessarie e opportune che dal basso, dai territori, dalle amministrazioni locali, di qualunque colore politico, destra, sinistra, Lega Nord, Forza Italia, PD, emergono in maniera chiara. Il territorio, i territori, le amministrazioni locali, le comunità locali chiedono alla politica di dare strumenti e, in modo particolare, mezzi e risorse per far sì che i sindaci e le amministrazioni locali possano essere e possano diventare, nel principio di cooperazione, protagonisti della garanzia di sicurezza sui propri territori, insieme alle forze dell’ordine, in un processo di interconnessione tra sicurezza locale e sicurezza nazionale.

Questo è il fine, a mio avviso, a cui avrebbe dovuto tendere questo decreto, fine che non dà quelle risposte necessarie e sufficienti che le amministrazioni locali e che gli stessi sindaci, auditi in Commissione la settimana scorsa, chiedevano con questo decreto. È un decreto che non dà risposte oggettive e concrete o fattibili ed efficaci ai problemi di sicurezza e di sicurezza urbana dei territori. Non si inventa nulla, Presidente. Lo diciamo in maniera chiara e lo diciamo alla maggioranza, al Governo, al Viceministro Bubbico. Il tema della sicurezza urbana non viene inventato e non viene introdotto per la prima volta nel sistema giuridico del nostro Paese con questo decreto, perché il tema della sicurezza partecipata, perché il tema della sicurezza urbana, perché il tema della sicurezza locale è stato introdotto nel famoso “pacchetto sicurezza” lodevolmente voluto dal Ministro Maroni e dal Governo Berlusconi nel 2008 e 2009.

Rispetto a quel pacchetto sicurezza e rispetto a quelle disposizioni, che, sì, in quell’occasione davano poteri e soldi alle amministrazioni locali, per garantire reale ed effettiva sicurezza sul territorio, la sinistra all’epoca oppose le barricate in questo Parlamento; la sinistra si oppose duramente a quel decreto, che oggi tenta di scimmiottare, riprendendolo malamente e soprattutto non mettendo le risorse.

Tutti i sindaci che sono intervenuti - io c’ero - erano tutti sindaci di sinistra: dal sindaco di Bari, presidente dell’ANCI, piuttosto che al sindaco - mi fa fatica citarlo - di Napoli. Anche il sindaco di Napoli definì questo decreto totalmente insufficiente ed è stato fatto un comunicato stampa - credo quello a cui si riferiva prima il collega Palese - in cui si lamentava l’insufficienza e l’inefficacia di questo decreto.

I primi sette articoli - lo diciamo per la cronaca - sono semplici definizioni, sono generiche, asettiche, inutili definizioni di linee di indirizzo sulla sicurezza urbana, che sono già presenti oggi, a normativa vigente. Abbiamo la definizione di sicurezza urbana, di sicurezza partecipata, di sicurezza che parte dal basso: non viene introdotto nulla, non ci sono novità, non c’è nulla di utile ai sindaci, che in questo momento ci stanno ascoltando. Ed è questa la grande carenza di questo decreto, poteva essere l’opportunità, una grande opportunità, per dare alle amministrazione locali, per dare alla polizia locale - lo vedremo successivamente con gli emendamenti che sono stati proposti - era l’occasione reale, vera, concreta, nel momento in cui il tema della sicurezza si impone all’attenzione politica e quotidiana del Paese, per dare una risposta vera e reale. Il motivo per cui abbiamo presentato una relazione di minoranza è quello che le nostre proposte emendative, che tendono a migliorare e a rendere concreto, effettivo e praticabile questo decreto, vedremo se nel corso del decreto stesso verranno accolte oppure no. Ad oggi il giudizio rimane un giudizio di grande insufficienza ed estremamente negativo per quelli che sono i bisogni reali del Paese e dei nostri territori (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole D’Attorre. Ne ha facoltà.

ALFREDO D'ATTORRE. Grazie, Presidente. Credo che l’intervento dell’onorevole Molteni ci offra la possibilità di chiarire le diverse concezioni che si misurano sul terreno del concetto di sicurezza urbana. La nostra idea è diametralmente opposta a quella che qui ci ha proposto l’onorevole Molteni. Noi abbiamo lavorato in Commissione, stiamo lavorando qui in Aula con un complesso di emendamenti che tendono a caratterizzare il concetto di sicurezza urbana nel senso innanzitutto di sicurezza sociale, di interventi tesi a favorire un maggior grado di coesione, di inclusione e di rimozione delle ragioni che portano a fenomeni di marginalità e poi anche a episodi di criminalità. Si misurano due concezioni. È evidente che il lavoro che noi faremo sarà diretto a evitare qualsiasi scivolamento verso una concezione puramente securitaria e repressiva del concetto di sicurezza urbana, che tra l’altro renderebbe del tutto improprio l’intervento dei sindaci e delle comunità locali, perché - voglio ricordarlo ai colleghi della Lega - la sicurezza, intesa come repressione e come ordine pubblico, è un compito dello Stato. Se c’è un ruolo che i sindaci e le comunità locali possono giocare, è esattamente in questo concetto di sicurezza urbana intesa a partire dal suo contenuto sociale, dai contenuti di ricostruzione di una comunità in tutti i suoi aspetti. Questo è l’ambito nel quale ci muoveremo, nel quale lavoreremo anche per precisare il concetto successivo, quello dell’articolo 4, ed è anche a questo fine che abbiamo presentato poi un successivo emendamento integrativo a questo articolo.

PRESIDENTE. Non mi pare ci siano altri che intendono intervenire.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.6 Costantino, con il parere contrario del relatore per la maggioranza e del Governo, si rimette all’Aula il relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Siamo agli identici 3.4 Molteni, 3.7 Vito, 3.8 D’Alia e 3.9 Lombardi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Sono fortemente sorpreso del parere contrario da parte del relatore di maggioranza e da parte del Governo su questo emendamento, per un motivo molto semplice, perché avrebbe aiutato a rendere maggiormente operativo il PON Sicurezza nazionale, che riguarda anche l’utilizzazione di una serie di risorse con gestione prettamente ministeriale, da parte del Ministero dell’interno in particolare, proprio sulla situazione sicurezza e che riguarda fondi europei in riferimento a questo. Non si capisce perché mai queste risorse in parte, in quota parte - in piccola quota parte! - non vengono utilizzate. Si potrebbe farlo solo approvando questo emendamento, anche per una maggiore formazione e qualificazione, in tutti i sensi, della polizia locale. Ora, se ci sono nuove manifestazioni di reato e se deve essere fatta prevenzione, così come è stato richiamato, occorre pure che ci sia l’aggiornamento professionale. Non è che possiamo andare avanti con la concezione dei vecchi vigili urbani e quant’altro. La polizia locale, se ha nuovi compiti e se deve assolvere nuovi compiti, deve avere la possibilità di essere formata. Siccome ci sono ingenti risorse soprattutto per le regioni dell’obiettivo 1, ma anche sul PON nazionale sicurezza, poteva essere questa una forma, una possibilità di venire incontro alle lamentele del presidente nazionale dell’ANCI, del sindaco di Bari, Antonio Decaro, che ha manifestato pubblicamente questa carenza. Perché mai non si consente l’approvazione di questo emendamento, per poter determinare l’aspetto principale dell’utilizzo delle risorse, raccordato a questa norma e a questo decreto? Perché altrimenti noi ci troveremmo nell’impossibilità di poter utilizzare appieno quelle risorse e anche per l’attuazione effettiva di questo decreto. Grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Grazie, vorrei, per il suo tramite, suggerire al collega Palese, per risparmiare il tempo su cose che effettivamente magari ci possono vedere divergenti, la lettura della lettera c) del comma 1 dell’articolo 2, così come risultante dal lavoro fatto in sede referente. Quella lettera c) prevede, negli accordi che sottostanno alla promozione della sicurezza integrata, l’aggiornamento professionale integrato per gli operatori della polizia locale e delle forze di polizia, che proviene da un emendamento del collega Naccarato approvato in sede referente, che rende pleonastici i quattro emendamenti identici che qui sono presentati, perché tutti vogliamo esattamente quel risultato richiesto dal presidente dell’ANCI, sindaco Decaro, e che noi giustamente abbiamo introdotto all’articolo 2 (Commenti del deputato Palese).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà. Onorevole Palese, onorevole Palese! Prego, onorevole Invernizzi.

CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, Presidente. Con questi emendamenti, secondo noi, si entra nel merito di uno dei punti più qualificanti dell’intero decreto, che è il ruolo dalla polizia locale, sul quale poi discuteremo anche in termini di equo indennizzo, di diritto all’accesso alle banche dati, sul quale c’è già stata una discussione, direi non accesa, ma interessata, in Commissione, al Comitato dei nove, che auspichiamo possa essere replicata e portare appunto questi temi a una risoluzione positiva.

La polizia locale - ho già detto ieri in discussione generale, lo ripetiamo oggi - si trova all’interno dell’organizzazione statale italiana in una situazione quasi paradossale, vale a dire quella di essere un ibrido tra un agente di pubblica sicurezza, con divisa, che gira per le strade armato, e avere il ruolo di un normalissimo impiegato comunale. È una situazione dalla quale prima o poi bisognerà uscire: cos’è oggi l’agente di polizia locale?

Anche perché ricordiamo a tutti e anche al collega D’Attorre, innanzitutto, che il problema del ruolo dei sindaci e della gestione della sicurezza non è un problema posto soltanto dai sindaci dalla Lega Nord, dagli amministratori della Lega Nord e dalla Lega Nord nel suo complesso, ma è un problema posto anche da amministratori di sinistra, che, quando poi si trovano a dover concretamente affrontare tutta una serie di problematiche, così come il ruolo istituzionale impone, sposano in alcuni casi - questo è vero - tutta una serie di affermazioni fatte dalla Lega Nord, non soltanto, per esempio, su questo tema. Un altro tema sul quale vi è una certa ipocrisia - e mi spiace dirlo - all’interno delle amministrazioni di sinistra è quello dell’accoglienza dei profughi, basta vedere i numeri: vediamo che di sindaci di centrosinistra, a capo di giunte che orgogliosamente rivendicano il loro posizionamento politico all’interno del centrosinistra, quando si tratta di andare di fronte al prefetto o di firmare tutta una serie, magari, di convenzioni che dicono: “sì, apriamo le braccia a coloro” - come dite voi – “che scappano dalla guerra”, si guardano bene dal farlo. Si guardano bene dal farlo! Per cui, già questa è una situazione di ipocrisia, nella quale sicuramente vi trovate, e anche su questo lato. E mi riferisco all’onorevole D’Attorre, non personalmente, ma come portatore di tutta una serie di istanze politiche abbastanza divise.

Anche il ruolo dell’agente di polizia locale è molto, molto, molto delicato. Sappiamo tutti che ci sono stati agenti di polizia locale che sono morti nell’esercizio delle loro funzioni perché indossavano una divisa e portavano una pistola. E quando si gira per le strade, indossando una divisa e portando un’arma, essendo messi nella stragrande maggioranza dei casi nell’impossibilità di utilizzare quest’arma, nell’impossibilità di tutelarsi - perché sappiamo tutti che se un agente di polizia locale dovesse esplodere un colpo di pistola, il problema sarebbe, da parte anche di certa magistratura, l’accanirsi sull’agente di polizia locale, che chissà come mai ha sparato, e non sulle condizioni che ce lo hanno portato -, ecco, oggi, noi ci troviamo anche in queste condizioni: agenti di polizia locale che non sono formati, agenti di polizia locale che non sono tutelati, agenti di polizia locale che vengono visti - e mi avvio alla conclusione - non soltanto dai cittadini come un presidio alla sicurezza, ma dai delinquenti, che, quando si trovano di fronte a un agente in divisa, non stanno lì a pensare se fa parte della polizia locale, dei Carabinieri, di quello che una volta era il Corpo forestale, della Guardia di finanza o della polizia di Stato. No! Vedono un problema e, di fronte al problema, il delinquente, oggi, in Italia, sappiamo tutti come agisce.

Ecco perché, secondo noi, è importante, nel proseguo della discussione che avremo su questo decreto, onorevole Presidente, anche porre le questioni proprio sul ruolo della polizia locale, che viene avversato non soltanto dall’ideologia di sinistra, presente in Aula e presente anche nel Paese, ma anche da alcuni apparati dello Stato, e mi riferisco al Vice Ministro, che vede nel poliziotto, nella polizia locale...

PRESIDENTE. Concluda.

CRISTIAN INVERNIZZI. ...e concludo veramente, non in alcuni casi un collega da difendere, ma - e mi spiace doverlo dire - quasi un usurpatore di un ruolo non suo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Lombardi. Ne ha facoltà.

Onorevole Lombardi, prima di darle la parola, mi rivolgo a lei. Noi abbiamo un piccolo problema: alle 15 dobbiamo riprendere, si devono riuscire a riunire le Commissioni e si deve riunire la Commissione bilancio. Ovviamente, questo non è per creare alcuna coercizione alla sua parola. Adesso io la faccio parlare, ma chiedo semplicemente, poiché sono emendamenti riferiti a questo articolo, se altri intendono intervenire e pensano che possano farlo alle 15 quando riprendiamo, essendo la materia la stessa, bene, altrimenti andiamo avanti fino a che non concludiamo, però abbiamo una finestra stretta.

Prego, onorevole Lombardi.

ROBERTA LOMBARDI. Grazie, Presidente. Userò il tempo nel miglior modo possibile. Volevo dire che, partendo da questo emendamento, mi riaggancio agli interventi precedenti dei colleghi delle varie forze politiche di sinistra e di destra, che stanno facendo dei loro interventi un po’ una presa di posizione ideologica secondo, appunto, la loro provenienza storica.

Noi del MoVimento 5 Stelle vediamo tutta questa discussione con un certo distacco, perché ci sentiamo di dire, sia al centrodestra che al centrosinistra, che, essendo questo un decreto più o meno condivisibile, ma vuoto in quanto a risorse stanziate, non ci sarà nessun cataclisma, né in un senso né nell’altro, a seconda di quale sarà l’approccio da cui viene esaminato questo decreto. Uno, forse, dei pochi interventi che, invece, riusciremo a portare a casa, sarà proprio sulle risorse umane coinvolte nell’applicazione del decreto e nel presidio, fortemente, del territorio su cui sono impegnate ogni giorno a lavorare. E per risorse umane intendiamo proprio gli agenti della polizia locale a cui, forse, forse, riusciremo - dopo sei anni di iniqua sottrazione di quello che è un loro diritto, cioè l’equo indennizzo e la causa di servizio nel caso succeda qualcosa nell’espletamento della loro attività lavorativa - a restituire la dignità della loro funzione e questo diritto, e a cui forse, sempre forse, se pure qui la congiuntura astrale della ragioneria del MEF, della Comunità europea e, non lo so, del super uranio, troverà la sua quadratura, riusciremo anche a dare quello che è uno strumento di lavoro di buonsenso, ossia l’accesso alle banche dati. Questo per dire cosa tutto questo decreto, forse, alla fine di tutte queste giornate di lavoro, riuscirà a portare in tasca agli italiani.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.4 Molteni, 3.7 Vito, 3.8 D'Alia e 3.9 Lombardi, con il parere contrario dei relatori per la maggioranza e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Sospendo adesso la seduta, che riprenderà alle ore 15.

La seduta, sospesa alle 13,40, è ripresa alle 15.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Boccia, Caparini, Causin, Dambruoso, Ferranti, Ferrara, Gregorio Fontana, Fontanelli, Lorenzo Guerini, Laforgia, Losacco, Manciulli, Marcon, Mazziotti Di Celso, Piccoli Nardelli, Rampelli, Ravetto, Rigoni, Speranza, Tabacci, Tofalo, Vignali e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente centododici, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell’articolo unico – A.C. 4310-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l’esame dell’articolo unico.

FRANCO VAZIO, Vicepresidente della II Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO, Vicepresidente della II Commissione. Presidente, devo comunicarle che la Commissione bilancio non ha ancora reso i suoi pareri sugli emendamenti delle Commissioni e sui subemendamenti presentati e, una volta acquisito il parere della Commissione bilancio, dobbiamo ancora riunire il Comitato dei diciotto, quindi credo che sia ragionevole - salvo poi ulteriori rinvii - un rinvio di 45 minuti della seduta.

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, a questo punto sospendiamo la seduta... Prima di sospendere la seduta, ha chiesto di parlare l’onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA. Presidente, per segnalare un’anomalia, cioè che una Commissione di merito venga a dirci che manca un parere della Commissione bilancio: o è la Commissione bilancio stessa che deve venirci a dire che mancano dei tempi opportuni, o credo che non sia possibile altrimenti. Visto che si tratta di un parere obbligatorio previsto dal Regolamento per questa seduta, è la Commissione bilancio che ci deve venire a dire, almeno mettendoci la faccia, il perché non è in grado di dare il parere sugli emendamenti. Poi, possiamo anche comprendere alcune motivazioni, ma magari che qualcuno ci mettesse la faccia sarebbe auspicabile.

PRESIDENTE. Onorevole Crippa, il tema è il seguente: la Commissione bilancio, che attualmente è riunita anche per accelerare i tempi (Commenti del deputato Crippa)… mi faccia parlare, però, se lei reagisce prima che io finisca di parlare… La Commissione bilancio sta esaminando degli emendamenti fatti dalla Commissione di merito adesso, quindi è venuto semplicemente il vicepresidente della Commissione giustizia (la Commissione giustizia sta attendendo il parere della bilancio) per dire che la Commissione bilancio, che attualmente è riunita per dare quei pareri, ha bisogno realisticamente di mezz’ora per gli emendamenti. Poi c’è bisogno, come lei sa, dopo che sono stati fatti gli emendamenti dalla Commissione bilancio, che ci sia l’intervento della Commissione di merito. Per questo ci sono i 45 minuti. Mi pare del tutto indifferente chi ce li chiede, è assolutamente indifferente, onorevole Crippa. Questo lasso di tempo è funzionale al fatto che la Commissione bilancio è riunita per dare i pareri che ci servono per andare avanti. Sospendo la seduta che riprenderà alle 15,45.

La seduta, sospesa alle 15,05, è ripresa alle 15,50.

Sull’ordine dei lavori.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Colleghi, mi trovo nell’imbarazzante situazione che, dopo che avevamo previsto una sospensione di 45 minuti e nonostante i miei solleciti alla Commissione e al Governo di venire in Aula per iniziare i lavori, questo ancora non accade. Sono costretto a sospendere la seduta per altri cinque minuti e a chiedere ai membri della Commissione, alla presidente, ai relatori e al Governo di venire immediatamente in Aula per aprire la seduta.

MARIA EDERA SPADONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA EDERA SPADONI. Presidente, ci risulta che non ci sia ancora la copertura per gli emendamenti che si stanno cercando di discutere nella Commissione bilancio perché non riescono a trovare le quantificazioni. Ora, chiedo se c’è qualcuno che riesca a spiegarci come sarà l’andamento dei lavori dell’Aula e come sarà l’andamento dei lavori anche di questa settimana. Visto che abbiamo un provvedimento importante, come quello sul fine vita, magari cerchiamo ed evitiamo di prenderci in giro e abbiamo un’idea più o meno di cosa sarà di noi in questa settimana.

ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Grazie, Presidente, per avermi dato la parola. Intervengo semplicemente per evidenziare che io facevo parte della Commissione bilancio e so che i pareri sono negativi, però onestamente cinque minuti mi sembra che siano pochi - comprendo la sua premura e il suo rispetto nei confronti dell’Aula - perché poi l’Assemblea, per chi non ha fatto parte della Commissione bilancio, ha comunque necessità di vedere questi pareri che ancora non ci sono. Quindi, io propongo e mi permetto di suggerire alla sua sensibilità un quarto d’ora finalizzato all’espressione dei pareri.

PRESIDENTE. Onorevole Palese, la ringrazio. Preciso all’onorevole Spadoni che non ci stiamo prendendo in giro. Evidentemente, ci sono dei problemi in Commissione. Peraltro, la Commissione bilancio si è espressa e, quindi, non è un problema della Commissione bilancio. Il problema è della Commissione giustizia. Però, la presidente e il relatore della Commissione affari costituzionali sono arrivati adesso.

Onorevole Palese, stiamo andando avanti. Il problema non è relativo agli emendamenti, su cui i pareri sono stati espressi. Attendevamo quelli dalla Commissione bilancio che sono arrivati e adesso finalmente possiamo riprendere i nostri lavori.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 4310-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo dunque il seguito della discussione del disegno di legge n. 4310-A: Conversione in legge del decreto-legge 20 febbraio 2017, n. 14, recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città.

Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta sono stati da ultimo respinti gli identici emendamenti 3.4 Molteni, 3.7 Vito, 3.8 Da Villa e 3.9 Lombardi.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l’allegato A), che è in distribuzione.

Avverto che le Commissioni hanno ritirato l’emendamento 3.300. Si intende conseguentemente decaduto il subemendamento Invernizzi 0.3.300.1.

Le Commissioni hanno presentato gli emendamenti 10.300 e 13.300.

Passiamo alla votazione dell’emendamento 3.2 Quaranta, a pagina 3 del fascicolo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Intervengo per un motivo molto semplice, perché avevo avuto una risposta da parte dell’onorevole Fiano, questa mattina, quando ho sollecitato il problema della possibilità eventualmente dell’utilizzo anche dei fondi PON, dei fondi strutturali europei e del Fondo di coesione, ma mi è stato detto: non devi assolutamente preoccuparti, leggi l’articolo, che adesso non ricordo.

Che cosa c’è, invece? Noi apprendiamo adesso che l’emendamento è stato ritirato, a seguito del parere negativo della Commissione bilancio, perché peraltro non c’è stata la possibilità e il tempo di sistemarlo per bene, perché il parere negativo è dovuto anche alla fretta.

Comunque, questo articolo diceva: “(…) anche con l’impiego dei fondi strutturali del Fondo di coesione per sostenere gli investimenti in apparati e tecnologie per la sicurezza e la videosorveglianza”.

Quindi, c’era la necessità di quello che pensavo, ossia di suggerire o di evidenziare, per dare la possibilità e le risorse ai comuni, che vengono fortemente richieste dal presidente dell’ANCI, finalizzate appunto a questa situazione. Immagino che nel corso della discussione su questo decreto-legge e sugli emendamenti, che sono numerosi, si possa tirar fuori una formulazione perché i soldi ci sono, così come ci sono sul PON nazionale.

Allora, auspico che ci sia la possibilità di raccordarsi per bene con la Ragioneria generale dello Stato, perché questa è una strada che può dare la possibilità anche di attrezzarsi e di finanziare questo provvedimento per la sicurezza.

Tuttavia, mi dispiace di dover rilevare che questa volta, purtroppo, non sono d’accordo con l’onorevole Fiano, che prima aveva indicato che il problema era completamente risolto. Invece, noi abbiamo la prova che, non solo non era stato affrontato e che non è stato superato, ma che addirittura questa situazione non è ancora completamente definita. Io auspico, signor Presidente, che si definisca, perché questa è la strada che ha competenza e cassa, se fatta per bene e nei tempi dovuti, da avere, appunto, la possibilità di ottenere un parere positivo anche dalla Ragioneria generale dello Stato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Presidente, cortesemente possiamo fare chiarezza perché noi ci siamo persi e ci siamo persi anche perché - me lo consenta, perché non l’ho ancora detto e non l’avrei voluto dire - ma secondo me su questo decreto voglio ricordare che le audizioni sono cominciate lunedì scorso, il termine per gli emendamenti è stato mercoledì, oggi è martedì, e dunque lo si è fatto di corsa, senza consentire un approfondimento serio, ragionevole, nel rispetto dell’importanza che questo decreto ha per il tema, ovvero il tema della sicurezza su cui va incidere.

Una delle parti significative maggiormente contestata e rispetto alla quale il Governo si è preso un certo impegno è lo stanziamento dei fondi. Presidente, l’emendamento è presentato perché sono pochi, sono totalmente insufficienti per poter garantire quei necessari elementi di sicurezza urbana e integrata che i territori, come ho detto prima, richiedono. Presidente, l’emendamento 3.300 della Commissione è stato ritirato, quindi decade anche il subemendamento del collega Invernizzi. Per cui rimane, Presidente, per quanto riguarda lo stanziamento dei fondi per la videosorveglianza… Sono per la videosorveglianza o per altro quelli indicati al comma 5?

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Molteni, se la interrompo.

NICOLA MOLTENI. Presidente, per capire, perché non ci stiamo capendo più assolutamente niente.

PRESIDENTE. Anzitutto, pregherei i colleghi di abbassare la voce. Onorevole Molteni, noi in questo momento stiamo discutendo l’emendamento 3.2 Quaranta. Mi segue?

NICOLA MOLTENI. Sì.

PRESIDENTE. Stiamo facendo dichiarazioni di voto sull’emendamento 3.2 Quaranta.

NICOLA MOLTENI. Certo.

PRESIDENTE. Lei fa riferimento all’emendamento 3.300 delle Commissioni, che è stato ritirato.

NICOLA MOLTENI. Sì…

PRESIDENTE. Quando arriveremo agli altri argomenti io le …

NICOLA MOLTENI. Presidente, per capire, perché l’emendamento 3.300 delle Commissioni, presentato…

PRESIDENTE. È stato ritirato!

NICOLA MOLTENI. …doveva essere alternativo rispetto ad un eventuale parere contrario da parte della Commissione bilancio sull’emendamento, più o meno identico, riferito all’articolo 5. Era semplicemente per capire. Vorremmo avere anche noi gli elementi che hanno il Governo e la maggioranza.

PRESIDENTE. Onorevole Molteni, forse nella confusione il Presidente non si è spiegato.

NICOLA MOLTENI. È per capire, Presidente…

PRESIDENTE. Io ho comunicato che la Commissione bilancio ha espresso i pareri su questi emendamenti. Il fatto che la Commissione giustizia ritiri l’emendamento 3.300 - adesso lo esplicitiamo - è perché presumo che ci sia un parere contrario da parte della Commissione bilancio.

NICOLA MOLTENI. Perfetto. Ecco mancava questo passaggio, Presidente.

PRESIDENTE. Quindi, questa è la ragione per la quale…

NICOLA MOLTENI. Grazie, Presidente, perfetto.

DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Presidente, avevo chiesto di intervenire prima di questa sua precisazione. Tuttavia, vorrei anche precisare meglio che è vero che è stato ritirato perché il parere della Commissione bilancio era contrario, ma anche perché in realtà il problema della videosorveglianza e del finanziamento della videosorveglianza è stato risolto dall’articolo 5 in Commissione e sostanzialmente riprecisato e rifinanziato alla luce dell’emendamento 5.200 delle Commissioni e del parere della Commissione bilancio.

Quindi, il problema della videosorveglianza, anche per rispondere al collega Palese, è presente nel testo dell’Aula e non solo è presente, ma è finanziato. Quindi, l’emendamento 3.300 delle Commissioni era sostanzialmente in più e superfluo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.2 Quaranta, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo mentre il relatore di minoranza si rimette all’Aula

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.5 Invernizzi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo alla votazione dell’emendamento 3.3 Molteni. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Presidente, con questo emendamento, riferito sempre all’articolo 3, si capisce che avete una stranissima concezione di sicurezza partecipata, che è partecipata nelle competenze ma poi delegata, per quanto riguarda le risorse, alle regioni, cioè chiedete che le regioni e gli enti locali in modo particolare contribuiscano. Non citate ovviamente le province, perché per voi sulla carta sono state cancellate, ma vi faccio presente che le province ci sono ancora, e funzionano male, perché avete tagliato risorse.

Dite, attraverso l’articolo 3, che è ancora un articolo di definizione, in cui non c’è praticabilità nell’applicazione della sicurezza urbana, che le regioni possono contribuire nel finanziamento di progetti di sicurezza urbana.

Vi do una notizia: non so se tutte le regioni, ma sicuramente alcune, come, ad esempio, la Lombardia, già finanziano progetti di sicurezza integrata, e lo fanno già a prescindere da questo decreto e a prescindere dal fatto che in questo decreto venga prevista la possibilità da parte dell’ente regionale di poter contribuire al finanziamento di progetti di tutela del territorio, sotto il punto di vista dell’ordine pubblico e della sicurezza. Con questo emendamento chiediamo di togliere una parte che, a nostro avviso, è assolutamente ultronea rispetto alla finalità complessiva, ovvero quella di finanziare soprattutto misure di sostegno finanziario a favore di comuni maggiormente interessati da fenomeni di criminalità diffusa.

In tema di criminalità diffusa e di microcriminalità - e credo che le cronache di questi giorni stiano dando ampio risalto di quanto ormai tutto il territorio nazionale sia abbracciato da fenomeni di criminalità e di microcriminalità, se di microcriminalità si può parlare -, a nostro avviso è assolutamente superflua la definizione che chiediamo di togliere attraverso il nostro emendamento, proprio per rendere più generale, più allargato, complessivo e più globale l’intervento da parte del Governo e da parte delle autonomie locali al fine di garantire sicurezza sul territorio. È un emendamento per ampliare la portata, non per restringere, perché ormai i fenomeni di microcriminalità e di criminalità diffusa abbracciano tutto il Paese. Quindi, anche questa è una norma di definizione, non ci sono risorse, non ci sono soldi, ma si definisce semplicemente come e dove si può intervenire, delegando e scaricando la competenza finanziaria sull’ente regionale. In alcune regioni avviene già così, quindi credo che sia totalmente inutile questo articolo, in modo particolare la parte che noi vogliamo togliere col nostro emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Presidente, la situazione, rispetto agli interventi precedenti in merito all’utilizzazione dei Fondi di sviluppo e coesione si è ulteriormente aggravata, per un motivo molto semplice: noi abbiamo, signor Presidente - e la prego di ascoltarmi con attenzione, perché è veramente incredibile -, questo emendamento di cui si sta discutendo, che è stato ammesso anche dalla Commissione bilancio e bollinato dalla Ragioneria generale dello Stato nel parere, che dice che, al fine citato, lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano possono attivare forme di cofinanziamento, ivi incluse quelle di derivazione comunitaria. Al di là di tutta la parte che riguarda “conseguentemente, al comma 4, dopo le parole ‘e modalità’ aggiungere le seguenti ‘programmazione è, non si riesce a capire perché, adesso, rispetto all’altro emendamento, sia stato dato un parere completamente diverso.

PRESIDENTE. Onorevole Palese, noi siamo all’emendamento 3.3 Molteni.

ROCCO PALESE. Sul 3.5 Invernizzi.

PRESIDENTE. No, siamo all’emendamento 3.3, per questo le dicevo...

ROCCO PALESE. Io pensavo che fossimo all’emendamento 3.5, ma non cambia la valutazione.

PRESIDENTE. Bene, ma su questo emendamento ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Gelmini. Ne ha facoltà.

MARIASTELLA GELMINI. Presidente, solo per aggiungere la mia firma a questo emendamento, che trovo di buon senso, ragionevole, che va almeno in parte a colmare una profonda lacuna di questo provvedimento, ovvero l’assenza di risorse. Credo che includere, dare un sostegno ai comuni maggiormente interessati dai fenomeni di microcriminalità dovrebbe essere un fatto acquisito, invece serve un emendamento per precisarlo. Ci auguriamo che la maggioranza possa votare favorevolmente rispetto ad una richiesta che viene sollevata a gran voce da parte di moltissimi amministratori locali.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.3 Molteni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo alla votazione dell’emendamento 4.4 Daniele Farina. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Farina. Ne ha facoltà.

DANIELE FARINA. Presidente, questo è l’ultimo degli articoli vuoti - in realtà, il penultimo, però diciamo l’ultimo -, cioè di quegli articoli che nulla dicono, nulla contengono, in realtà semplicemente sono costruiti per modificare il concetto di sicurezza urbana. Sono emendamenti di maquillage essenzialmente. Il nucleo duro del provvedimento, quello vero, arriverà fra poco, che sono le misure di prevenzione, quindi le misure di polizia, e a conferma di quello che sto dicendo c’è quello che altri colleghi hanno rilevato, cioè che si ha un concetto di sicurezza deprivato di ogni onere per lo Stato, cioè sostanzialmente a costo zero.

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Farina, se la interrompo di nuovo: colleghi, bisogna che abbassiamo il tono della voce!

DANIELE FARINA. È abbastanza evidente che così intesa, ogni idea di integrazione, di multidisciplinarità della sicurezza, risulta piuttosto vaga. C’è una differenza che ora fa il padre di questo decreto, cioè il “decreto Maroni” del 2008, e il testo che attualmente discutiamo, e c’è anche una sfasatura interessante: il “decreto Maroni” era dell’agosto del 2008, questo di febbraio. Ho l’impressione che quello di Maroni fosse un decreto balneare, sfruttando la vacanza o l’occhio verso la vacanza del Parlamento, questo invece è un decreto che si colloca al centro dell’attività politica nostra. Ovvero, probabilmente dal 2008 ad oggi la sensibilità è cambiata, e quello che si doveva fare di nascosto oggi può essere palesato.

Abbiamo avuto lamentele sui giornali perché nella discussione sulle line generali di ieri sul testamento biologico erano presenti una ventina di colleghi, ma posso assicurarvi da testimone che, nella discussione sulle linee generali su questo provvedimento - anche il Presidente può confermare -, forse eravamo in dieci.

Però c’è un handicap di attenzione: questo è un decreto importante, va in coppia con quello del Senato - come i carabinieri - che riguarda l’immigrazione, però i giornali non ne parlano, allora il risultato risulta lo stesso. Quello era un decreto-legge d’agosto, quello di Maroni, balneare; questo è un decreto-legge di febbraio, ma la risultante è che gli italiani ne avranno poca notizia. Se ho tempo vorrei interloquire con una collega tramite la sua presenza: l’onorevole Lombardi, che sostiene che questo decreto-legge non avrà impatto sulla vita degli italiani, non se ne accorgeranno. Bene: quei due anni e mezzo del “decreto-legge Maroni” un impatto l’hanno avuto, eccome se ce l’hanno avuto! Sia nel numero delle ordinanze, nel numero dei cittadini coinvolti in questo. Quindi, io credo che noi dovremmo guardare con grande attenzione, ora che finiscono le definizioni vuote e si entra nel merito del provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Presidente, ovviamente col collega Farina abbiamo una visione e una lettura diversa del concetto di sicurezza urbana. Ricordo che il pacchetto sicurezza Maroni era composto da un decreto-legge e da un disegno di legge, rispetto al quale il Parlamento all’epoca venne chiamato a un dibattito importante e complessivo, che diede occasione a tutte le forze politiche di presentare emendamenti migliorativi su una strada tracciata, in maniera estremamente chiara, su una chiara definizione di sicurezza urbana. Il fatto che venga ricordato che il concetto di sicurezza urbana fu introdotto dal pacchetto sicurezza Maroni è la dimostrazione - ripeto - che questo è un provvedimento fotocopia in negativo: copia un provvedimento già fatto in passato, rispetto al quale poi sappiamo che sul potere di ordinanza dei sindaci intervenne nel 2011 una sentenza negativa da parte della Corte costituzionale che limitò gran parte di quei poteri.

Questa definizione di sicurezza urbana non è la nostra definizione di sicurezza urbana: la definizione di sicurezza urbana, che venne data col decreto-legge n. 92 del 2008 da parte del Ministro Maroni, era basata sul concetto di legalità, sul concetto di prevenzione, ma, al tempo stesso, di repressione, che dava poteri reali ai sindaci, che fronteggiava e contrastava la microcriminalità, che dava potere e competenza per poter gestire meglio l’ordine pubblico. Un decreto-legge sicurezza che dava poteri reali e veri, come se fossero degli sceriffi; e non ho alcuna vergogna a dire che quello era un decreto-legge che dava poteri reali agli amministratori locali, e tanti amministratori locali, di qualunque colore politico, utilizzano quello strumento: tant’è che proprio oggi vediamo che alcuni sindaci di Bologna del Partito Democratico utilizzano quello strumento di sicurezza partecipata, volgarmente detto le “ronde”, più formalmente detto “volontari civici per la sicurezza”, che rappresenta uno strumento importante di partecipazione e di gestione della sicurezza calata dal basso, anche da parte di amministratori locali che fanno riferimento all’area di centrosinistra.

Proprio perché c’è necessità di sicurezza, non condividiamo questa visione di sicurezza sociale. Sono assolutamente convinto che il collega D’Attorre interverrà per dire che ha una visione probabilmente diversa, anzi sicuramente diversa rispetto alla mia. Noi vogliamo riportarci alla definizione di sicurezza urbana che venne data nel “decreto-legge Maroni”, nel pacchetto sicurezza votato dal centrodestra nel 2008, nel 2009, con poteri reali e con soldi veri; perché vogliamo ricordare che in quel decreto-legge venne previsto un bando con 100 milioni di euro stanziati per le amministrazioni locali, al fine di poter garantire più sicurezza, più strumenti e risorse adeguate ai territori per migliorare e per rendere più efficiente lo strumento della sicurezza urbana e locale. Questa definizione non ci piace, è il cuore politico, è il cuore ideologico della sicurezza per il centrosinistra, che è un concetto di sicurezza diametralmente opposto rispetto al nostro. Concetto sbagliato, con risposte nettamente sbagliate. Noi ci teniamo il pacchetto sicurezza Maroni, e questo decreto-legge non è la fotocopia del “decreto Maroni”, ma una copia sbiadita, inefficace e inutile.

PRESIDENTE. Grazie. La sua convinzione non era infondata: ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole D'Attorre. Ne ha facoltà.

ALFREDO D'ATTORRE. Presidente, proseguiamo un confronto con l’onorevole Molteni e con i colleghi della Lega e non solo, che è andato avanti anche in Commissione, e che dal nostro punto di vista ha finora consentito di correggere ed evitare alcuni rischi che ci potevano essere, vale a dire di utilizzo di questo provvedimento in una chiave che lo avvicinasse appunto a quanto fatto dal Governo Berlusconi-Maroni qualche legislatura fa. Abbiamo apportato delle modifiche in Commissione che individuano il cuore della sicurezza urbana in interventi che abbiano ad oggetto innanzitutto la riqualificazione urbana, sociale e culturale delle aree interessate, il recupero delle aree e dei siti degradati, l’eliminazione dei fattori di marginalità e di esclusione sociale. Certo, questo articolo fissa un concetto programmatico, poi nei successivi articoli entreremo negli strumenti più di merito, ma è evidente che qui siamo di fronte al tentativo di delineare un impianto di sicurezza urbana e sociale che è limpidamente alternativo a quello proposto dalla Lega.

D’altra parte mi sia consentito: non trovo sorprendente che chi in queste ore addirittura inneggia all’uso privato delle armi da parte dei cittadini senza limiti, trovi qualche resistenza e qualche motivo di contrarietà rispetto a un approccio diverso. Quindi, io credo che bisogna evitare, anche col lavoro sui successivi emendamenti, il rischio di una curvatura securitaria di questo provvedimento; e dal nostro punto di vista il lavoro di definizione generale che è stato fatto all’articolo 4 rappresenta una cornice che consente di porre questo provvedimento nel suo contesto più adeguato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l’onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

GIANLUCA PINI. Presidente, per il suo tramite, per rispondere al collega, perché non passi in quest’Aula un concetto assolutamente sbagliato: evidentemente non ha ben percepito le proposte che stiamo facendo in queste ore, che sono nel solco dell’utilizzo delle armi per difesa privata, nel rispetto delle leggi che ci sono. Piuttosto sarebbero da rivedere le posizioni demagogiche o ideologiche che certi magistrati e certi giudici hanno nel difendere più gli aggressori rispetto agli aggrediti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l’onorevole Costantino. Ne ha facoltà.

CELESTE COSTANTINO. Presidente, giusto per poter interloquire anche con i colleghi che ho ascoltato: io capisco la posizione della Lega, che chiaramente vuole mantenere un primato su questi temi, però vorrei anche rivolgermi amichevolmente all’onorevole D’Attorre, dicendogli che non basta aggiungere “di qualificazione anche sociale e culturale” per vedere il cambio di passo e lo stravolgimento di questo provvedimento. Perché quando non c’è uno straccio di finanziamento e di investimento su questi temi - e tutto il decreto-legge è così, cioè la prevenzione non esiste e si mette invece in condizioni di poter spostare fisicamente le persone, il disagio sociale dai centri storici alle periferie -, tutto ciò rimane carta straccia: è semplicemente un’indicazione di principio, ma che non ha nessuna valenza pratica.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

CELESTE COSTANTINO. E noi questo l’abbiamo già misurato negli anni, perché basta ricordare, e chiudo su questo, le ronde che faceva il sindaco Alemanno in questa città contro le prostitute…

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Costantino.

CELESTE COSTANTINO. …in cui veniva semplicemente spostato il problema da una zona all’altra, creando dei problemi alle vittime di tratta, perché questo sono le prostitute che stanno in strada.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, semplicemente per segnalare - e capisco la tecnica in qualche modo provocatoria di questo emendamento - che sopprimere una definizione è estremamente difficile da comprendere nella sua dimensione. Cioè o si propone una diversa definizione, e quindi si offre uno spettro diverso di quello che può essere l’ambito di un intervento legislativo; ma sopprimere tout court il tentativo…

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Sisto. Onorevole Palese e onorevole Fiano, sta parlando a tre metri di distanza. Prego.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, io la ringrazio, ma sono abituato a ben altri disturbi.

Dicevo quindi, un emendamento che sopprime semplicemente una definizione, non offrendo un’alternativa che consenta, mediante diverse forme, di comprendere magari fenomeni esclusi dai tipi lessicali scelti dal provvedimento. Posso accettarlo come mera provocazione di carattere politico, ma da un punto di vista di tecnica parlamentare la soppressione di una definizione non mi sembra un emendamento che possa essere avallato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.4 Daniele Farina, su cui vi è parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre il relatore di minoranza si rimette all’Aula.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo alla votazione dell’emendamento 4.3 Simonetti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO SIMONETTI. Grazie Presidente, con questo emendamento vogliamo cercare di modificare la visione che ha la sinistra storicamente nel campo della sicurezza e della prevenzione, perché se il testo del provvedimento asserisce che è la vivibilità delle città che incute il formarsi di criminalità, significa che la sinistra ha una visione completamente distorta di come si crea criminalità, perché la criminalità è un fattore individuale, non è un fattore collettivo, perché di fatto facendo così, dicendo che è colpa della società, perché c’è il degrado urbano, perché la gente non capisce, perché il comune non mette le panchine, perché il comune non fa l’arredo urbano, perché la società non dà sussidi, perché la società crea povertà, allora si crea criminalità, si va in un’ottica completamente contraria e diametralmente opposta a quella che è la visione liberaldemocratica che in tutti i Paesi del mondo, in tutti i Paesi del mondo civili soprattutto, va a istituire le fondamenta del diritto penale, che è la responsabilità individuale. Comminando, quindi, delle pene al singolo, si cerca di redimere il comportamento del singolo, in modo tale che questo non commetta più reati e in modo tale che il pubblico abbia la possibilità, attraverso la redenzione del singolo, di soddisfare la collettività che ha subito il danno, attraverso l’attività criminale di questi.

Se invece voi parlate di decoro urbano, di vivibilità, di eliminazione dei fattori di marginalità e di esclusione sociale come metodologia unica, affinché la criminalità venga a essere debellata e si costituisca nuova sicurezza, siamo completamente fuori strada.

Questo è un provvedimento vuoto, è un articolo vuoto che enuncia principi già stabiliti dal “decreto Maroni” del 2008, che però vengono ad essere annacquati, perché si fanno solo delle previsioni ipotetiche di realizzazione, si va ad annacquare tutto quello che era stato previsto.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 16,20)

ROBERTO SIMONETTI. Allora, con l’emendamento noi vogliamo sostanzialmente sostituire la parola “vivibilità” con il concetto dell’inviolabilità delle persone e dei patrimoni presenti sul territorio, da perseguire realizzando un insieme integrato di misure di dissuasione, tese a scoraggiare, prevenire e reprimere più efficacemente la commissione di crimini contro individui e cose, perché la proprietà è pubblica e privata, nonché a promuovere il rispetto della legalità. Quindi, sostituire la parola “vivibilità” con l’inviolabilità delle persone e dei patrimoni; è oggetto non solo di questo provvedimento l’inviolabilità del patrimonio, è oggetto anche di altri provvedimenti che devono essere poi presi in considerazione e che portano alla sicurezza, perché se quest’Aula vorrà prima o poi degnarsi di discutere anche di legittima difesa, si capirà che il soggetto che sa che se entra in un’abitazione di terzi ha la possibilità di non uscirci vivo, allora la criminalità probabilmente inizierà ad eliminarsi automaticamente.

Se invece il criminale pensa che lui debba essere redento attraverso un’azione di persuasione, come voi dite, di convincimento mentale, di convincimento sociale, che lui non debba più essere un criminale, a me ciò sembra completamente una presa in giro.

È chiaro che i fenomeni criminali pulluleranno e pullulerà anche una presenza di persone che vedrà il ventre molle dell’Europa qui, proprio in Italia, perché le leggi portano a creare criminalità, non a reprimere la criminalità. Per questo quindi invito l’Aula a pensare di approvare questo emendamento, proprio per invertire il concetto logico che sta alla base di che cosa bisogna fare per reprimere la criminalità ed avere più sicurezza: non è un problema sociale, è un problema degli individui. Questi individui vanno puniti, espulsi e mandati in galera (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Daniele Farina. Ne ha facoltà.

DANIELE FARINA. Grazie Presidente, noi voteremo contro questo emendamento dei colleghi e con una certa fatica provo a immaginare il mondo secondo gli occhi e i desiderata dei colleghi della Lega Nord.

È molto faticoso come esercizio, però sostanzialmente proviamo a immaginare il combinato di questo decreto che esaminiamo, Trump-Minniti, con le norme che citava il collega Simonetti riguardo la legittima difesa e, dunque, avremmo luoghi pubblici praticamente tutti, perché parliamo di stazioni, parliamo aeroporti, parliamo di porti e relative infrastrutture, compresi i vagoni ferroviari - che caso! - poi abbiamo monumenti, piazze, verde pubblico, luoghi soggetti a flussi turistici, quindi sostanzialmente larga parte dello spazio pubblico. Dotiamo i sindaci del cosiddetto mini-Daspo, e cioè di un potere di allontanamento senza motivazione e senza possibilità di ricorso. I soggetti allontanati li abbiamo più o meno definiti: sono immigrati, senza fissa dimora, rom, ragazzi della movida. Tolti dallo spazio pubblico, rimarrebbe lo spazio privato. Nei desiderata della Lega, lo spazio privato è un luogo di libero fuoco: in base alle norme che vorrebbero sulla legittima difesa, è un far west in cui non si tutela soltanto la vita, ma anche i beni e perfino i luoghi di lavoro. Ora quale sarà lo spazio, in Italia, per coloro, se questo si realizzasse - e per fortuna non completamente si realizzerà - se questo fosse il mondo? Beh, è un po’ difficile: allontanati da una parte, sparati all’altra, penso che tutti quanti qualche violazione, come dire, delle libertà costituzionali la vedremmo. Ecco io, con qualche sforzo, ho provato a immaginare il mondo secondo la Lega e, quindi, noi di Sinistra Italiana voteremo seccamente contro questo emendamento.

PRESIDENTE. La ringrazio, colgo l’occasione per salutare studenti e docenti dell’Istituto comprensivo “Del Bene” di Maruggio (Taranto), che seguono i nostri lavori (Applausi).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sannicandro. Ne ha facoltà, ha un minuto. Mi scusi, mi scusi: cinque minuti.

ARCANGELO SANNICANDRO. Almeno cinque minuti. Io ho l’impressione che ci sia un grande equivoco nell’impostazione della Lega: qui non stiamo discutendo di reati in quanto tali dell’ordinamento penale. In Italia l’ordinamento penale è ben vasto ed è ben grave, perché ci sono pene a iosa, reati a iosa, che difendono le persone e la proprietà. Qui stiamo discutendo di altro: questo decreto-legge, che io non condivido, badate bene, si interessa di quelle situazioni che reato non sono, ma sono situazioni che rendono poco vivibile la vita sociale e indecorose le città, cioè praticamente stiamo parlando del senzatetto che mi pare a Palermo è stato lì a dormire dove non doveva dormire, secondo questa legge. È chiaro? Per cui della sicurezza dovremmo parlare dal punto vista di quel clochard (si dice così, mi pare, voi li chiamate così, io li chiamo senzatetto). Orbene, di questo stiamo parlando: di chi la sera - potete constatare: andate a via della Conciliazione - dorme sotto i portici di via della Conciliazione. Stiamo parlando delle prostitute o di altre situazioni, degli ubriachi e via discorrendo, tutte materie, tutte attività, tutti comportamenti che quando concretizzano un reato, il reato c’è e la pena è prevista dal nostro codice penale. Ma è una situazione diversa questa qui.

Io mi ricordo un film che trattava della vita e delle attività di Santa Teresa di Calcutta: ora, c’era gente che, in quel villaggio dove lei operava, si nutriva oppure cercava di trarre reddito da una discarica. Costoro avevano soltanto, come prospettiva di reddito, quella di racimolare nella discarica qualcosa che potesse essere riciclato e venduto. Ad un certo punto, il sindaco di quel paese mandò i vigili urbani, non so, gli operatori, con una bella ruspa, per fare piazza pulita di quella discarica, che era la fonte di vita e di sostegno degli ultimi della terra. Teresa di Calcutta si parò di fronte alla discarica, impedendo che quella bonifica avvenisse, dicendo a costoro: non siamo più in grado neanche di consentire di dare una discarica.

Questo è il problema! Questo decreto-legge, per me, si pone nella stessa situazione di quell’operatore, mandato dal sindaco di quel paese dell’India, che voleva fare la bonifica della discarica. Il problema è un altro e sta a monte. Ed è appunto dato dalla diseguaglianza, che questa società capitalistica globalizzata ha creato, dalla diseguaglianza enorme che c’è sempre di più tra i ceti alti e i ceti bassi. Per cui, quelle situazioni, che, come dire, rendono indecorose le città, aumentano sempre di più. E non saranno mille sindaci sceriffi che vi potranno porre rimedio, se non si va ad incidere sulle cause che determinano quelle situazioni. Questo è il problema.

Allora, si tratta di vedere se questo decreto è efficace, rispetto a quelle situazioni, o non è efficace. Secondo me, efficace non è (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Invernizzi. Ne ha facoltà, per un minuto.

CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie Presidente, giusto per dire, tramite lei, al collega Farina che il mondo da lui tratteggiato è esattamente il mondo in cui noi crediamo, cioè il mondo nel quale, sullo spazio pubblico, un cittadino onesto e tranquillo può sentirsi, appunto, tranquillo. E’ un mondo nel quale, se qualcuno che delinque sullo spazio pubblico - penso al parcheggiatore abusivo che taglieggia senza alcun ritegno la donna che gli capita sottomano o l’anziano che magari ha paura di non dargli 2 euro perché chissà cosa può fare a lui o alla sua macchina - e decide magari di darsi ad un’attività più lucrosa, tipo le rapine negli appartamenti di notte, ecco rischia anche di notte di prendersi una roncolata sulla faccia o un colpo di pistola, senza che il proprietario sia poi magari condannato a pagare centinaia di migliaia di euro alla famiglia di questo delinquente. Il mondo da lei tratteggiato è proprio questo, il mondo nel quale crediamo e per il quale continueremo a batterci (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, è evidente che l’esigenza prospettata dai colleghi della Lega ha una sua meritevolezza e l’espressione utilizzata in questo articolo “prevenzione della criminalità” è leggermente insufficiente, per offrire un panorama che tenga conto anche di questa esigenza. Noi avremmo preferito che questo emendamento non fosse sostitutivo, ma potesse essere aggiunto a quella che è la prospettiva di questo articolo, perché è indubbio che bisogna prevenire, reprimere ed essere attenti alle fattispecie di illegalità diffusa e specifica, ma è anche evidente che, in periferia, una finestra non rotta aiuta comunque in qualche modo a garantire la legalità. Ovvero, nei luoghi di minore attenzione istituzionale, garantire una normalità di vita può essere un validissimo aiuto acché la legalità sia mantenuta. Quindi, voteremo a favore di quest’emendamento, ma soltanto perché sia ben chiaro che l’espressione troppo sintetica utilizzata in quest’articolo ha come background esattamente quello che la Lega ha segnalato, cioè la necessità di occuparsi in modo specifico anche della tutela dei diritti dei singoli, che vedono così minata la propria tranquillità da aggressioni di carattere criminale. Quindi il nostro voto sarà a favore, esattamente per questo motivo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO. Presidente noi voteremo a favore di questa proposta emendativa. È del tutto evidente, anche sulla scorta di quanto abbiamo appena ascoltato, che l’optimum, per quanto riguarda quest’articolo e queste proposte, sarebbe evidentemente quello di legare le due proposte, ovvero legare all’articolo 4 anche la proposta fatta dal collega Simonetti. Infatti, non lo so, in quest’Aula, quanti hanno capito esattamente quest’articolo, se è vero quanto prima affermato dal collega della sinistra, il quale ha detto che, fondamentalmente, lui vuole andare a vedere, rispetto alla sicurezza urbana, alla vivibilità e al decoro della città, dove stanno i senzatetto. Ma delle due l’una, collega, nel senso che, se è vero quanto da lei - attraverso il suo tramite, Presidente - appena affermato, è altrettanto vero che ad Aosta, a Venezia, a Taormina, allora, non ci sono i senzatetto? No, probabilmente ci sono anche in quei luoghi i senzatetto. Quanto sto affermando è suffragato dal fatto che, ad un certo punto, ad un certo comma rispetto all’articolo 4, si va a parlare non soltanto di urbanistica sociale e culturale e riqualificazione, ma si va a parlare anche in questo senso, per andare ad eliminare i fattori di marginalità, esclusione sociale, e guarda caso prevenzione della criminalità. È qui l’anello di congiunzione tra quanto recita l’articolo 4 e quanto il collega Simonetti della Lega andava, di fatto, con un emendamento intelligente, a cercare di definire in termini di steccato, in termini di alveo, entro il quale di fatto la criminalità va chiaramente a portare tutto quello che di fatto, sulla base di quest’articolo, non dovrebbe portare, cioè va a nascere la criminalità.

Quindi, per noi, Presidente è sicuramente un voto favorevole rispetto a questa proposta emendativa. Se le due cose fossero legate indissolubilmente, sarebbe sicuramente meglio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.3 Simonetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo ed il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.6 Costantino, i pareri sono tutti contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo alla votazione dell’emendamento 4.2 Molteni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Presidente, con quest’emendamento noi vogliamo specificare, sempre con riferimento all’articolo 4, quali sono e chi sono gli enti locali. Lo specifichiamo, definendoli, tanto i comuni, che sono soggetti partecipi rispetto ai quali questo decreto riversa nuove competenze, ma vogliamo citare anche le province. Le province non sono un ente scomparso nel quadro istituzionale delle autonomie locali, sebbene una legge, che è stata approvata, la legge Delrio, ha svuotato le province di competenza, ma soprattutto ha svuotato le province di risorse. Oggi l’ente provincia, che è un ente che rimane nell’architrave istituzionale e nella definizione delle autonomie locali, non fa parte e non rientra all’interno di questo decreto.

Oggi c’è una competenza provinciale in materia di sicurezza, tant’è che esiste ancora la competenza delle amministrazioni provinciali in materia di polizia provinciale e lo riteniamo opportuno, tant’è che abbiamo presentato tramite il collega Simonetti emendamenti proprio per rafforzare e potenziare le competenze anche delle amministrazioni provinciali. Ad esempio, come? Prendendo funzioni in materia di sicurezza e ordine pubblico, che oggi fanno capo alla figura del prefetto, figura che voi rafforzate e potenziate, come vedremo poi nell’articolo 5, attraverso i patti con le autonomie locali e riversando queste competenze in mano alle amministrazioni provinciali, ovviamente non in mano a queste amministrazioni provinciali non elette ma nominate, ma attraverso un meccanismo con cui noi vorremmo riportare le amministrazioni provinciali ad essere rappresentative della volontà popolare attraverso l’esercizio del voto democratico. Questo è il motivo per cui noi vogliamo sdoganare all’interno di questo decreto il concetto di province; vogliamo che le province tornino ad essere protagoniste anche in materia di sicurezza urbana, anche attraverso la stipula dei patti con le altre amministrazioni locali e le prefetture ed è il motivo per cui noi vogliamo specificare, quando si parla di enti locali, proprio l’ente provinciale. È un ente che c’è, è un ente che ha competenza: se c’è e ha competenza, riteniamo assolutamente opportuno che venga fatta menzione all’interno di questo decreto e anche le amministrazioni provinciali, ovviamente riformate secondo gli emendamenti presentati dal collega Simonetti, dovranno essere interlocutori privilegiati attraverso quel meccanismo che porta anche le stesse amministrazioni provinciali ad essere protagoniste, così come lo erano nel “pacchetto sicurezza” del Ministro Maroni della sicurezza urbana. Credo che non ci si debba vergognare a introdurre e a specificare che cosa s’intende per enti locali, enti locali intesi come comuni, enti locali intesi anche come amministrazioni provinciali.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.2 Molteni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Salutiamo studenti e docenti dell’Istituto comprensivo di Saronno, in provincia di Varese, “Ignoto Militi”, che seguono i nostri lavori (Applausi).

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.04 Invernizzi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.18 Costantino e 5.11 Molteni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo alla votazione dell’emendamento Distaso 5.54.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Distaso. Ne ha facoltà.

ANTONIO DISTASO. Grazie, Presidente. Chiediamo di aggiungere con questo emendamento - chiedo scusa, lo sto rintracciando adesso, non avevo la pagina - dopo le parole, che sono al comma primo dell’articolo 5, quindi “nel territorio della città metropolitana è istituito un Comitato metropolitano che riguarda l’ambito territoriale interessato, non solo comunale, ma comprendendo anche - aggiungiamo - le aree, oltre che rurali, industriali e artigianali, anche dismesse”. Perché questo? Sappiamo che, in determinate città, dove vi sono proprio le cosiddette zone industriali, oltre che artigianali e rurali, soprattutto in orari notturni queste diventano luoghi di nessuno e credo che il rafforzamento della vigilanza e quindi dei compiti interconnessi tra le forze dell’ordine e la polizia locale debba riguardare anche questo tipo di territori, che sono appunto interconnessi con il territorio urbano (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, noi voteremo favorevolmente su questo emendamento perché mi sembra che vi sia un rapporto fra ratio e norme. Se la logica di questo articolo 5 è quella di individuare patti per l’attuazione della sicurezza urbana, è evidente che ampliare l’ambito di intervento non possa che essere esattamente in linea e coerente con quello che è lo scopo della norma, quindi anche se sinceramente devo dire che il riferimento alle aree dismesse mi sembra eccessivo, perché è evidente che siamo nell’ambito di tutto quello che può essere utilizzato in questo spirito, mi sembra tuttavia che la specificazione, ampliando, possa essere capace di offrire un miglior servizio normativo agli scopi che il legislatore si propone. Voteremo a favore.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Presidente, vorrei proporre all’Assemblea di cambiare il parere precedentemente espresso, ovviamente in attesa di ascoltare il parere del Governo, su questo emendamento, il 5.54 Distaso. Anche se noi ritenevamo, come abbiamo detto in sede referente, che queste fattispecie fossero già ricomprese nella definizione generale, nulla osta adesso in questo momento al parere favorevole sull’emendamento 5.54 Distaso.

PRESIDENTE. Il Governo?

FILIPPO BUBBICO, Vice Ministro dell'Interno. Parere conforme, Presidente.

PRESIDENTE. Quindi i pareri diventano tutti e tre favorevoli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Vito. Prego.

ELIO VITO. Sì, perché, per quanto sia una cortesia non mi chiamo ancora “prego”.

PRESIDENTE. Infatti ho detto anche il suo cognome…

ELIO VITO. Solo per far osservare al collega Fiano che, per quanto apprezzabile la sua decisione, meriterebbe una riunione del Comitato dei diciotto, che noi chiederemo anche per rivedere a questo punto il parere su altri emendamenti all’articolo 5, di cui discuteremo tra poco, ad esempio quelli sulla Taser, perché appunto il parere non è personale del collega Fiano e viene espresso a nome del Comitato dei nove.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Noi condividiamo la ratio di questo emendamento, però credo, Presidente, che debba essere fatta una riflessione più generale e complessiva, cosa che non è stata fatta sull’emendamento precedente, che mirava a sopprimere l’articolo 5. A sopprimerlo perché? Perché i patti per la sicurezza sono già presenti e vengono già sottoscritti, quindi non c’è alcun elemento di novità attraverso l’articolo 5. Già oggi le amministrazioni locali..tra l’altro qui si cita il sindaco e io credo che sarebbe stato molto più opportuno citare i sindaci; le amministrazioni locali con le prefetture sottoscrivono già i patti per la sicurezza, sottoscrivono delle convenzioni per il controllo del territorio, per il contrasto al degrado, per il contrasto alla criminalità.

C’è un elemento, Presidente, anzi ci sono due elementi che dal nostro punto di vista vanno evidenziati. Primo: non si possono sottoscrivere patti o, meglio, si possono fare, ma se vogliamo che i patti non rimangano sulla carta o non rimangano in convenzioni meramente scritte servono le risorse. Quello che le amministrazioni locali tutte, di qualunque colore politico, chiedono e lamentano è la mancanza di risorse per dare attuazione ed efficacia a questi patti, per evitare che i patti rimangono sulla carta.

Collega Fiano, lo ribadisco: nel decreto sicurezza voluto dal Ministro Maroni, voluto dal centrodestra nel 2008-2009, venivano messi a disposizione delle autonomie locali 100 milioni di euro per la sottoscrizione dei patti, per la sottoscrizione delle convenzioni, per poter ampliare e dare garanzie al potere di ordinanza dei sindaci. Statuire i patti senza mettere le risorse e le disponibilità economiche a vantaggio delle amministrazioni locali per dare attuazione a questi patti, sul modello del patto e dei patti voluti dall’ex Ministro dell’interno Giuliano Amato nel 2007, è totalmente inutile.

Con questi patti - ed è la seconda considerazione che faccio - anziché ribadire il ruolo di centralità e il protagonismo delle amministrazioni locali si ribadisce il ruolo di centralità e si ricentralizza tutto sulla figura del prefetto e delle prefetture, che non sono elette assolutamente da nessuno. I protagonisti dei patti non sono i prefetti: i protagonisti dei patti sono e devono essere le amministrazioni locali, i sindaci, le autonomie locali. Perché ciò possa avvenire dovete mettere i soldi e anche l’ANCI, che non è né un organismo né un sindacato a trazione centrodestra, ve lo ha detto in tutti i modi possibili: senza soldi e senza risorse questo decreto è lettera morta. Questo è un decreto avviato su un binario morto se non si decide di dare alle amministrazioni locali o nuove risorse o consentire alle amministrazioni locali, svincolandole dal patto di stabilità sulle spese di sicurezza, di spendere i soldi che le amministrazioni locali virtuose, da nord a sud, hanno a propria disposizione per investire in maniera seria sulla sicurezza urbana.

Questo è il motivo per cui noi abbiamo presentato gli emendamenti soppressivi e questo è il motivo per cui abbiamo allargato e abbiamo tentato di allargare l’ambito di applicazione su questi patti anche su un tema che non avete voluto toccare ma che oggi è fondamentale nella gestione della sicurezza urbana sui territori, che è il problema dell’immigrazione. State scaricando sulle autonomie locali la gestione fallimentare del fenomeno dell’immigrazione. I nostri emendamenti, che chiedono alle amministrazioni locali di gestire i fondi in maniera seria o più oculata, sono stati dichiarati inammissibili in maniera totalmente colpevole da parte vostra.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. La parola prima al collega Fiano per la richiesta del collega Vito. Prego.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Grazie, Presidente. Ritorno sul parere contrario e spero che il collega Distaso ringrazierà l’onorevole Vito il quale contraddicendo la richiesta del suo collega di partito, onorevole Sisto, il quale ha chiesto al relatore di cambiare il parere e il quale relatore, in ossequio alla richiesta di Forza Italia ha cambiato parere, si vede richiesto da Forza Italia di non cambiare il parere, nonostante l’unanimità del Comitato dei nove, senza richiedere al presidente la convocazione del Comitato dei nove. Mi scuserà il collega Distaso; lo ripresenterà al Senato.

PRESIDENTE. Dunque, il parere torna contrario. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Costantino. Ne ha facoltà.

CELESTE COSTANTINO. Presidente, giusto una battuta. Sono io che ringrazio l’onorevole Vito, perché onestamente ormai rimane agli atti che per una questione evidentemente formale il Partito Democratico non sta dando parere favorevole su questo emendamento, ma rimane la volontà politica che ha espresso l’onorevole Fiano. Io mi domando come si fa a dare un parere favorevole su questo emendamento, che si collega all’articolo 5, cioè interventi per la sicurezza urbana, sebbene qui venga chiesto di individuare anche le aree industriali e artigianali dismesse.

Cioè, noi praticamente stiamo dicendo che volete investire - anche dismesse e voi state dando parere favorevole sulla sostanza dell’emendamento - dei fondi economici per andare a vigilare delle aree industriali dismesse. Oddio che pericolo per questo Paese immaginare che ci siano delle persone che magari là dentro ci entrano, che ci stanno o che ci dormono! E poi continuate a dirci che non è vero che questo è un decreto che ha un’impostazione totalmente sbagliata e che si accanisce evidentemente nei confronti dei soggetti deboli di questo Paese. Cioè, voi avete dato parere favorevole su questo emendamento, ad una cosa totalmente inutile, facendovi prendere anche la mano, perché poi vedremo più avanti come è stato cambiato in Commissione questo articolo peggiorandolo, aggiungendo anche la videosorveglianza - e ancora non si riesce a capire bene con quali coperture - perché ora tutto il problema della sicurezza urbana di questo Paese si riduce a questo, ossia ad una questione di decoro urbano.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Corsaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie, Presidente. Pensavamo che fosse insuperabile il livello di stupore con il quale abbiamo ascoltato l’intervento del collega Vito il quale, in barba ad una prassi assai utilizzata all’interno di quest’Aula, non riconosce la presenza di un rappresentante del suo stesso partito al tavolo dei nove che, come spesso accade, modula i propri pronunciamenti in corso di lavorazione. Viene da pensare che sia la dimostrazione che a proposito di aree dismesse la vera area desolata e dismessa sia rappresentata, ahinoi e purtroppo, dal centrodestra (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

Ma quando questo stupore sembrava essere apicale, è riuscito ad essere superato dalla meschinità intellettuale con la quale, nel breve volgere di pochi secondi, il relatore del provvedimento ha deciso di cambiare il suo parere per una pura ed esplicita ripicca. Siamo veramente alle comiche finali (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Veramente anche in un emendamento su un articolo precedente, presentato sempre dai miei colleghi di Distaso e Altieri, questa mattina si era discusso e c’era stato un ripensamento di buonsenso da parte del relatore. Al di là dei formalismi e di quello che è successo, siccome io immagino che il problema molto probabilmente sia sulla situazione di alcuni emendamenti su cui il Comitato dei nove può darsi che debba necessariamente intervenire di nuovo, mi permetto, signor Presidente per suo tramite, di pregare il relatore - e formalizzo la richiesta, visto che il problema era formale - di accantonare questo emendamento e poi, nel proseguo dei lavori, ritornare eventualmente dopo i passaggi formali del Comitato dei nove. Quindi, presento la richiesta formale di accantonamento.

PRESIDENTE. Chiediamo al relatore sulla richiesta di accantonamento. Prendo atto che il relatore non accetta la richiesta di accantonamento. Se insiste la poniamo in votazione, Palese.

ROCCO PALESE. Signor Presidente, io sono veramente esterrefatto. Il Parlamento cerca di dare un contributo…

PRESIDENTE. No, Palese. Lei ha già fatto l’intervento! Lei ha già fatto un intervento. Mi dica se insiste oppure no, altrimenti…

ROCCO PALESE. Sì, insisto. A questo punto insisto, perché è veramente incredibile. Si accantona tutto. Si chiede l’accantonamento per sanare la parte formale e si dice…

PRESIDENTE. Va bene: insiste.

Chi chiede di parlare a favore e chi contro? Poi proseguiamo con gli altri interventi, colleghi. C’è qualcuno che chiede di parlare a favore dell’accantonamento? No. Contro? No.

ROCCO PALESE. Il Governo…

PRESIDENTE. Che Governo, collega Palese? Lei ha fatto una richiesta di accantonamento e io ho chiesto se vi era qualcuno che voleva parlare a favore o contro.

Dunque, passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento avanzata dal deputato Palese.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge per 133 voti di differenza.

ROBERTO OCCHIUTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO OCCHIUTO. Presidente, io non ho chiesto di intervenire per richiamo al Regolamento ma avrei potuto farlo, perché nel mio intervento vorrei sollecitare la Presidenza, in questo momento lei, ad intervenire quando capita che un parlamentare, intervenendo, richiami la necessità di rispettare il Regolamento e altri parlamentari commentino questo intervento del parlamentare, che vuole che si rispetti il Regolamento, censurando questo intervento. Non entro nel merito dell’emendamento, ma il collega Vito ha semplicemente posto una questione regolamentare. Mi rivolgo a lei, ma, per il suo tramite, all’onorevole Fiano: se c’è qualcuno, segnatamente l’onorevole Fiano, che ritiene di essere il proprietario del provvedimento, ancor di più dell’Aula, questo non è colpa dell’onorevole Vito (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente). Credo però che la Presidenza, quando, nel corso di una discussione su un provvedimento, accadono questi incidenti, debba in qualche modo segnalarli, secondo me anche stigmatizzarli.

PRESIDENTE. Collega, non avendo visto nessuno del tavolo del Comitato dei nove alzarsi per contestare il cambio di parere del collega Fiano (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti), ho inteso che il Comitato dei nove fosse d’accordo all’unanimità, altrimenti avrei detto al collega Fiano che non poteva cambiare il parere in corso d’opera e doveva convocare il Comitato dei nove. Questa obiezione si è sollevata dai banchi della sua forza politica e per questo poi il relatore credo abbia cambiato idea. Si può decidere di convocare il Comitato dei nove oppure no, ma questo lo decide il relatore.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Bianconi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO BIANCONI. Presidente, sottolineo la sua inappuntabile valutazione su quanto è successo. Io penso che Forza Italia debba porsi molti interrogativi nella conduzione di questo centrodestra, al quale secondo me ormai non appartiene più da tempo. Ma volevo dire al collega Fiano, per il suo tramite, che non è che il collega Distaso è dispiaciuto perché lei ha detto “mi dispiace per il collega Distaso, passerà al Senato questo emendamento”; Fiano si deve dispiacere, se ritiene che il suo parere favorevole e quello del Comitato dei nove sia giusto, col popolo italiano, perché, anziché legiferare secondo una convinzione, si legifera secondo una ripicca. Quindi, sono sempre dell’opinione che il parere cambiato non sia nell’interesse di qualche parlamentare, ma del popolo, per il quale legiferiamo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.54 Distaso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.9 Simonetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo alla votazione dell’emendamento 5.24 Luigi Gallo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

LUIGI GALLO. Presidente, mi chiedo se i bambini hanno diritto di vivere in sicurezza nelle nostre città, perché qui state rigettando due proposte che mirano alla vivibilità dei più deboli, a percorsi sicuri in città e a permettere facili spostamenti tra scuola e luoghi culturali, parchi e spazi pubblici, muovendosi in autonomia e in sicurezza. Voi cosa immaginate, invece, per bambini e ragazzi nella città? Una vita reclusa, scortata, custodita, videosorvegliata, assistita? Questo decreto è vuoto: scrivete di vivibilità, scrivete di riqualificazione e recupero delle aree, scrivete di eliminazione dei fattori di marginalità ed esclusione sociale, ma dove? Come lo fate? Non ci sono strumenti, non ci sono soldi e non c’è nessun intervento concreto, dopo queste parole. Un vago intervento lo scrivete nelle sanzioni di recupero dei beni culturali, ma perché volete che non si interferisca con il business dei flussi turistici per i beni culturali, come se i beni culturali fossero un bene per i turisti e non un bene comune che, prima di tutti, devono vivere i cittadini residenti, che devono vivere, guardare e abbracciare i monumenti. Date vita a mini Daspo con un’efficacia prossima allo zero, perché non mettete un euro. E il Daspo per i corrotti, per i colletti bianchi, i banchieri, gli assicuratori che truffano i risparmiatori? Quelli che non deturpano la nostra città? Avete ragione, deturpano la nostra vita, mandano sul lastrico famiglie e città intere. E il Daspo per imprenditori corrotti, per i politici che fanno reati contro la pubblica amministrazione? Il Daspo a Lotti per tenerlo fuori da Palazzo Chigi? Questi non li fate e non li farete mai (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Queste proposte del MoVimento 5 Stelle mirano a colmare un vuoto, a ridare cittadinanza ai bambini, ai ragazzi, ai disabili, agli anziani, per muoversi in sicurezza, per rendere normale spostarsi senza ostacoli, riservare loro spazi privilegiati, percorsi custoditi e corsie preferenziali per raggiungere sedi scolastiche, sedi culturali, con sentieri protetti, camminamenti e percorsi pedonalizzati, percorsi sicuri, protetti da automobili e moto per connettere i luoghi di un’educazione e cultura diffusa: il parco, il cinema, il teatro, la biblioteca, il centro culturale, l’officina dei bambini, il museo, il sito archeologico, la palestra, la sala musicale, l’università, il centro di ricerca. Bisogna trasformare i luoghi pubblici culturali, il paesaggio, i beni artistici e gli spazi per promuovere un’attività di ricerca e azione degli studenti, che li renda di nuovo cittadini protagonisti del proprio quartiere e non semplici spettatori che non possono né toccare né vivere la città, e magari non possono neanche appunto abbracciare un monumento, la statua della propria città.

I bambini e i ragazzi vogliono essere accolti, ed oggi in molti casi gli spazi urbani gli sono ostili, non c’è spazio per scoprire la città come un grande luogo di conoscenza, di cultura e di esperienza. I ragazzi e le ragazze possono essere il germoglio di un altro stile di vita, se noi, tra i patti per la città che permettiamo di realizzare al sindaco, inseriamo anche questi strumenti di promozione per disegnare un destino di chi le città e i paesi li abita non più come emarginato e recluso ma come attore protagonista e consulente. È in questa direzione che va la proposta di consulta cittadina prevista all’articolo 8. In molti Paesi del nord Europa che ho visitato, i bambini sono al centro dell’attenzione e sono tra le priorità delle dinamiche di sviluppo di una città, e qui non vengono neanche citati. Sarebbe un passo avanti per una nuova civiltà, quello di riconoscere ai bambini e ai ragazzi una cittadinanza piena. Sarebbe assurdo bocciare questa proposta perché bambini e ragazzi non votano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. La ringrazio. Saluto studenti e docenti del Liceo scientifico “Giotto Ulivi” di Borgo San Lorenzo, Firenze, che stanno seguendo i nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, io sono già abbastanza turbato nel leggere l’articolo 5, secondo comma, lettera a), per il modo come è scritto e per quello che dice: contrasto dei fenomeni di criminalità diffusa e predatoria, anche coinvolgendo, mediante appositi accordi, le reti territoriali di volontari, per la tutela e la salvaguardia dell’arredo urbano, delle aree verdi e dei parchi cittadini, nonché attraverso l’installazione di sistemi di videosorveglianza. Cioè, noi stiamo facendo una legge come se fosse l’anno zero.

Ma c’è bisogno di questa legge? Quando un sindaco leggerà questo articolo, dirà: scusate, ma io cosa faccio dalla mattina alla sera? Non curo i miei spazi verdi, non curo l’arredo urbano? E se mi distruggono un lampione, una cartellonistica, dei giochini nel parco giochi, per caso io non intervengo? Ho bisogno di questa legge?

Ma questo è niente! Ma poi andiamo a vedere gli emendamenti! Quello che ho ascoltato adesso da parte del collega dei 5 Stelle: “Il sindaco deve promuovere percorsi sicuri ed agevoli per il raggiungimento di sedi scolastiche, ricreative o ludiche da parte di soggetti di maggiore vulnerabilità, minori, anziani e disabili”. Ma perché, i sindaci che cosa fanno oggi? Non hanno per caso la legge sull’abbattimento delle barriere architettoniche, che impone loro di fare gli scivoli, di eliminare tutti quegli impedimenti alla mobilità per esempio dei disabili? Qui si detta al sindaco che quando fa, non so, una strada, deve stare attento a fare il percorso migliore, più idoneo, eccetera eccetera; e c’è bisogno di una legge di questo tipo, o di un emendamento di questo tipo? 270 emendamenti di questa natura! Ma ci rendiamo conto? 270 emendamenti di questa natura! Ho finito (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, sulla scia di quanto il collega Sannicandro ha vivacemente introdotto nell’Aula dal punto di vista concettuale, credo che questo sia un emendamento che dice troppo. È evidente che, benché io non condivida la critica sul contenuto di un patto, se c’è un patto, bisogna pure scrivere qual è il contenuto del patto; potrà anche essere un contenuto essenziale, che ha nella generalità la sua caratteristica, ma proprio perché è un patto su criteri generali, il dettaglio mi sembra che sia ultroneo. Quindi un motivo di tecnica legislativa che ci porta questa volta in senso diverso rispetto al precedente atteggiamento: non è una specificazione che amplia, ma una specificazione che corre il rischio di specificare troppo e quindi di rendere il patto assolutamente inidoneo, e quindi non accettabile. Voteremo contro questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 5.24, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo alla votazione dell’emendamento Gregorio Fontana 5.22.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, questo emendamento è stato oggetto di ampia discussione in Commissione; ringrazio il Governo per i chiarimenti che ha offerto. In pratica questa sperimentazione delle pistole ad impulso elettrico è in corso, e quindi il Governo ha riservato all’esito, ci auguriamo prossimo, di questa sperimentazione, che ormai ha una sua datazione, ogni provvedimento in merito: è evidente che non si può scrivere una norma su uno strumento che è in corso di avviata sperimentazione. Vedo che il Governo assente a questo tipo di prospettiva, cioè l’attesa dell’esito di questa sperimentazione. Noi ne faremo comunque oggetto di ordine del giorno in questo senso, programmatico rispetto all’attesa dell’esito; e quindi con queste rassicurazioni, che mi son venute e mi vengono dal Viceministro Bubbico, ritiro l’emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell’emendamento Gregorio Fontana 5.21.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Presidente, come già fatto nel riunione del Comitato dei nove, c’è un parere favorevole all’emendamento Gregorio Fontana 5.21, già accantonato, con proposta di riformulazione, che così reciterebbe: “al comma 2, lettera a), aggiungere in fine le parole: e favorendo l’impiego delle forze di polizia per far fronte ad esigenze straordinarie di controllo del territorio”.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Ci siamo sentiti con i colleghi: accettiamo la riformulazione.

PRESIDENTE. Il Governo?

FILIPPO BUBBICO, Vice Ministro dell'Interno. La condividiamo.

PRESIDENTE. Il relatore di minoranza, Invernizzi?

CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Siamo all’emendamento Gregorio Fontana 5.21?

PRESIDENTE. Sì. Perché è stato ritirato quello precedente, collega.

ARCANGELO SANNICANDRO. Cioè, laddove si dice che se c’è bisogno si aumenta la dotazione di personale. È così?

PRESIDENTE. No. Se vuole, le faccio…

ARCANGELO SANNICANDRO. “Anche potenziando l’impiego del poliziotto di quartiere, per far fronte ad esigenze straordinarie di controllo del territorio”. In buona sostanza, vi si dice…

PRESIDENTE. Sì. Se vuole le faccio rileggere la riformulazione, se serve.

ARCANGELO SANNICANDRO. Eh sì, perché…

PRESIDENTE. Prego, collega Fiano, se può rileggere la riformulazione.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Su intervento peraltro anche del Governo in sede di Comitato dei nove, il testo dell’emendamento riportava: “anche potenziando l’impiego del poliziotto di quartiere, per far fronte ad esigenze straordinarie di controllo del territorio”. Il Governo peraltro, Presidente, mi corre l’obbligo di dire, ha fatto notare in sede di Comitato di nove che la specifica indicazione del poliziotto di quartiere non è che una delle possibilità di impiego delle forze di polizia, peraltro risalente alla competenza gerarchica del questore; e dunque la formulazione, che indica una delle prerogative di azione di cui all’articolo 5, è: “favorendo l’impiego”… Quindi non è una possibilità di potenziamento diretto, perché non stiamo parlando di una competenza del questore, ma è questo insieme di figure che può favorire l’impiego delle forze di polizia, per far fronte ad esigenze straordinarie di controllo del territorio.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Sannicandro.

ARCANGELO SANNICANDRO. Se ho capito bene, praticamente per esigenze straordinarie di controllo del territorio, si può potenziare il poliziotto di quartiere. Mi sembra talmente rivoluzionario che io voto a favore!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Presidente, noi votiamo a favore; però vorrei far presente agli amici di Forza Italia che oggi come oggi i sindacati di polizia ci dicono: abbiamo una carenza di organico pari a 45 mila uomini in divisa. Di questi 45 mila uomini in divisa, che mancano nell’organico delle forze di polizia nazionale, 18 mila sono poliziotti: mancano 18 mila poliziotti nell’organico complessivo della Polizia di Stato. Adesso io condivido il fatto che ci sia il poliziotto di quartiere, vorrei anche il poliziotto di condominio; però spiegatemi dove andate a prenderli, questi poliziotti, perché non ci sono i poliziotti per garantire la sicurezza generale e nazionale dei territori! Introduciamo nell’articolo 5 la definizione di poliziotto di quartiere: va benissimo, ditemi però dove andate a prendere il poliziotto di quartiere, in un decreto-legge dove non ci sono assunzioni e non ci sono soldi, Presidente! È inutile illudere e prendere in giro i cittadini: con questo decreto-legge non ci sarà più sicurezza, ma rischia di esserci meno sicurezza, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gregorio Fontana 5.21, nel testo riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo, nonché del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.23 Dieni, su cui i pareri sono contrari, a parte quello del relatore di minoranza, che si rimette all’Aula.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo alla votazione dell’emendamento 5.26 Vito.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Vito. Ne ha facoltà.

ELIO VITO. Stiamo discutendo di un provvedimento che è stato giustamente definito vuoto, generico, privo di risorse necessarie, insufficiente insomma a far fronte a quell’esigenza di sicurezza e legalità che è molto sentita dai cittadini.

Questo emendamento interviene su un punto specifico che ciascuno di noi, che viaggia quotidianamente e prende il treno, ha già verificato essere avvertito come sensibile dalle Forze dell’ordine di polizia e da chi coordina la sicurezza, cioè l’accesso alle grandi stazioni ferroviarie e alle reti metropolitane, che sono possibili zone a rischio per attentati terroristici.

La misura che è stata decisa e che è stata intrapresa, che sappiamo tutti essere oggi in vigore è quella di mostrare il biglietto ferroviario per poter accedere al binario.

È sicuramente una misura che può avere la sua efficacia, ma è una misura, comprenderà signor Presidente e colleghi, maggioranza e Governo, che però non può scoraggiare chi intende compiere questi efferati atti terroristici, perché basta acquistare un biglietto per qualunque tratta.

Il nostro emendamento prevede invece l’installazione di metal detector.

Naturalmente poi saranno i comitati provinciali e sarà il Ministero dell’interno ad impartire le relative istruzioni, quando e dove, come e se sono necessari sempre o in alcuni casi, ma noi riteniamo che sia una misura di prevenzione in zone, ripeto, già individuate come zone a rischio, che sia necessario.

Un modo quindi per dare contenuto e merito ad un provvedimento che invece non ha né contenuto né merito effettivo e mi sorprende che il parere contrario provenga dalla maggioranza e dal Governo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.26 Vito, su cui vi sono i pareri contrari delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo alla votazione dell’emendamento 5.8. Molteni. C’è una riformulazione che rende identico l’emendamento 5.8. Molteni all’emendamento 5.27 Vito: chiedo se viene accettata la riformulazione sia dal collega Molteni che dal collega Vito. Il collega Molteni accetta la riformulazione, il collega Vito? Accetta.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.8. Molteni e 5.27 Vito, nel testo riformulato, su cui i pareri sono tutti favorevoli.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.5 Costantino, su cui i pareri sono tutti contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.28 Daniele Farina, su cui i pareri sono tutti contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo alla votazione dell’emendamento 5.55. Altieri.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Altieri. Ne ha facoltà.

TRIFONE ALTIERI. Grazie Presidente e onorevoli colleghi, in questo articolo, dove si parla di patti per l’attuazione della sicurezza urbana, e soprattutto alla lettera b), dove si invita a fare attività per promuovere la sicurezza urbana e dare la possibilità ai cittadini di utilizzare senza problemi gli spazi pubblici, io ritengo che non possa non farsi riferimento, in questo articolo e in questo testo di legge, ad uno dei fenomeni più tristi che degrada molte delle città italiane e molti degli spazi italiani, che è quello della prostituzione per strada.

Io ritengo che non si possa non fare riferimento a questo tristissimo fenomeno; io ritengo che non si possa non ricomprendere, in un testo del genere, un’attività decisa contro il contrasto della prostituzione per strada, che offende tutti, offende il nostro Paese.

Per questo proponiamo, in questo articolo, di aggiungere anche il suolo pubblico e non solo gli immobili pubblici, perché l’occupazione indebita è anche del suolo pubblico, proprio in questo caso, dove il fenomeno della prostituzione per strada attecchisce e così come va inserita la parola, perché noi, in questo Paese, dobbiamo contrastare questo fenomeno, rispetto al quale è evidente molta, troppa tolleranza in molte o quasi tutte le città italiane.

Per questo chiedo ai colleghi della maggioranza, ai colleghi dell’opposizione, senza ingenerare frizioni nel Comitato dei nove, di rivalutare il parere su questo emendamento e dare una risposta forte a un fenomeno che offende tutti i cittadini italiani, che è la prostituzione per strada.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Costantino. Ne ha facoltà.

CELESTE COSTANTINO. Presidente, è degradante quest’intervento che abbiamo ascoltato dentro un’Aula parlamentare, perché, da quello che ho capito dal collega, il tema non è la prostituzione o gli uomini che pagano per fare sesso, il problema è se queste donne stanno in strada o stanno in comodi appartamenti. Quindi, se battono in tailleur oppure, magari, come viene scritto nel testo, con abiti succinti, che allora lì effettivamente capisco meglio: occhio non vede, cuore non duole.

Dispiace veramente, non tanto perché, da una certa parte di questo emiciclo, me li aspetto pure questi interventi. Il dramma è che, purtroppo, lo spirito di questo decreto va esattamente in questa direzione. Quindi, da questo punto di vista non è accolto l’emendamento, ma voglio rassicurare il collega: questa parte legata alla prostituzione nel decreto c’è e viene affrontata esattamente nei termini che ho ascoltato adesso (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.55 Altieri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Intanto colgo l’occasione per salutare studenti e docenti dell’Istituto di istruzione superiore “Guglielmo Marconi” di Dalmine, in provincia di Bergamo, che seguono i nostri lavori (Applausi).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.50 Costantino, i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.6 Molteni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.32 Prataviera, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.33 Luigi Gallo, i pareri sono contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.36 Carinelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all’Aula.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.200 della Commissione bilancio, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all’Aula.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

Salutiamo studenti e docenti del Liceo classico “Stabili-Trebbiani” di Ascoli Piceno, che seguono i nostri lavori (Applausi).

Passiamo alla votazione dell’emendamento 5.40 Vito, pareri contrari di Commissioni e Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gelmini. Ne ha facoltà.

MARIASTELLA GELMINI. Grazie Presidente, per aggiungere la firma a questo emendamento, che credo rivesta una grande importanza per capire l’approccio che la maggioranza ha nell’affrontare il tema della sicurezza urbana. Infatti, già nel corso della discussione, è emersa la debolezza di questo provvedimento. Sono emerse molte lacune in termini di mancate risorse, di mancato stanziamento anche di risorse umane, per garantire la sicurezza. Si è votato contro, la maggioranza ha pensato di votare contro, l’installazione di metal detector nelle stazioni e nelle metropolitane. Probabilmente ha ritenuto questa una spesa superflua. Quest’emendamento rappresenta un piccolo risarcimento, un piccolo aiuto ai cittadini, di fronte ad uno Stato che è deficitario nel garantire la loro sicurezza e che addirittura, con quest’emendamento, semplicemente garantirebbe una detrazione, rispetto a quelle risorse che i cittadini devono versare per auto-garantirsi la sicurezza in casa propria. E, allora, io invito la maggioranza ad un supplemento di riflessione, perché credo che gli italiani, di fronte ad uno Stato che non è in grado di garantire la loro sicurezza, abbiano almeno diritto ad una piccola detrazione. Votare contro quest’emendamento vorrebbe dire dichiarare l’inutilità di un provvedimento, che appare fin dai primi articoli come un pannicello caldo, un tentativo maldestro di pulirsi la coscienza, rispetto ad un tema che la sinistra non è in grado di affrontare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Grazie, Presidente. Per il suo tramite, vorrei con molta educazione replicare alla collega Gelmini e anche con amicizia. Primo: io non penso che sia competenza del Parlamento scegliere dove vanno messi i metaldetector. Sono fedele alla legge n. 121 del 1981, le cui prerogative indicano nell’autorità tecnica provinciale di riferimento, ovvero il Questore della provincia, la facoltà di scegliere quali mezzi e dove metterli per un’attività, quella del contrasto al terrorismo, che esula dal contenuto di questo decreto e - come lei, Presidente, potrà ben spiegare alla collega Gelmini che lo sa - è stata regolamentata ex novo, in maniera secondo me molto efficace, peraltro con diversi pareri favorevoli anche del gruppo di Forza Italia, dal decreto-legge convertito sul terrorismo. Secondo punto: vorrei segnalare alla collega Gelmini, per il suo tramite, che non è vero che in questo provvedimento non ci sono coperture; è stata infatti asseverata dalla Commissione Bilancio la copertura per la dotazione di telecamere di video-sorveglianza per i comuni che ne facciano richiesta. Terzo punto: come si vedrà nel prosieguo di questa discussione, onorevole Presidente, su un aspetto molto importante, cioè che questo decreto assegna, per un’idea di sicurezza integrata, nuovi compiti e funzioni alle agenti e agli agenti della polizia locale, si è provveduto con un apposito emendamento per attribuire - cosa richiesta da tutti i gruppi parlamentari nonché dall’associazione di rappresentanza dei comuni italiani - ai comuni italiani nuove facoltà assunzionali di polizia locale, ovvero uno strumento da utilizzarsi per l’appunto per incrementare queste nuove prerogative che sono assegnate ai comuni, di concerto con i prefetti ed i questori. Infine, signor Presidente, con il suo permesso, io vorrei ricordare che, in generale, sulla sicurezza, quella urbana e quella extra urbana, nelle ultime quattro leggi di stabilità, quindi compresi gli stanziamenti dell’ultima legge di stabilità, si è arrivati a 5,6 miliardi di stanziamenti sulla sicurezza. Con l’ultima legge di stabilità a quasi un miliardo e 600 milioni che comprendono i famosi 80 euro per le Forze dell’ordine, il riordino delle carriere e una parte, seppur ridotta, per la contrattazione. Dunque, io sono ovviamente del tutto rispettoso delle critiche nel merito che possono essere fatte a qualsiasi provvedimento, compreso questo, signor Presidente. Non credo che sia una strada facile da percorrere quella del descrivere un Paese dove, nel 2009, 2010, 2011 sono stati tagliati 4 miliardi ai comparti sicurezza e difesa dello Stato e nelle ultime quattro leggi di stabilità ne sono stati stanziati ex novo 5,6 miliardi da questo Governo e da quello precedente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto D’Attorre. Ne ha facoltà.

ALFREDO D'ATTORRE. Presidente, prima alcuni colleghi della Lega parlavano di ideologia. Ecco, io credo - lo dico anche con il rispetto che bisogna avere della parola “ideologia” - che l’intervento della collega Gelmini ci abbia offerto una buona sintesi di una ideologia di destra che sta prendendo piede e che - ahimè - ha condizionato anche alcune scelte in questa legislatura di questo Parlamento e del Governo. L’idea qual è? Lo Stato non è più in condizione di garantire la sicurezza dei cittadini, cioè di adempiere a uno dei suoi compiti fondamentali. Che facciamo? Diamo gli sgravi ai privati affinché chi può, chi è in condizione di farlo con le proprie risorse, con lo sgravio, provvede privatamente alla sicurezza. La scuola pubblica funziona di meno? Che facciamo? Diamo gli sgravi affinché le famiglie che possono, le famiglie benestanti finanzino la scuola privata. Non siamo più nella condizione di garantire l’universalità della sanità pubblica? Che facciamo? Apriamo di più alla sanità privata. Ecco, questa è la vera ideologia che è in campo, un’ideologia di destra che credo noi dobbiamo contrastare molto fortemente, riaffermando il ruolo dei poteri pubblici sul Welfare e anche sulla sicurezza ed è per questo che, al di là del discorso sulle risorse che ha fatto l’onorevole Fiano, noi esprimeremo un voto convintamente contrario su questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Vito. Ne ha facoltà.

ELIO VITO. Presidente, innanzitutto mi spiace che il collega D’Attorre, sempre così attento, non abbia colto il significato di questo emendamento, che va esattamente nella direzione contraria a quello che lui diceva. Chi ha le risorse lo fa comunque a proprie spese e quindi non c’è questo problema, ma proprio per evitare la disparità sociale di chi vuole avere queste misure di sorveglianza e non può permettersele, la detrazione fiscale consentirebbe a tutti di potersene dotare. Ma voglio replicare al collega Fiano - e concludo Presidente - nel breve tempo che mi è concesso. Poco fa è stato dichiarato inammissibile dalla Presidenza un nostro emendamento che incrementava, quello sì, le risorse, poche, stanziate dal Governo con la legge di stabilità a favore delle forze dell’ordine, risorse che, tra l’altro, sono anche del tutto insufficienti per poter fare i provvedimenti che sono stati già approvati dal Parlamento: rinnovo dei contratti, riordino delle carriere, il bonus degli 80 euro che è stato richiamato e le assunzioni. Se vi fosse stata una buona volontà di fare quello che il Parlamento ha deciso di fare da parte del Governo, sarebbe bastato approvare quell’emendamento che ha una sua copertura. E ricordo all’onorevole Fiano - e concludo - che il Governo, che più di tutti ha stanziato complessivamente per le Forze dell’ordine, per la sicurezza, i cui decreti sono stati anche richiamati in quest’Aula poco fa, è il Governo Berlusconi. Questo con dati ufficiali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Grazie, signor Presidente. Per il suo tramite, io vorrei fare qualche richiamo dal punto di vista delle leggi in vigore nel nostro Paese, per quanto affermato poco fa dal collega D’Attorre, signor Presidente. I ticket vengono introdotti dalla legge n. 537 del 1993 nel campo dei farmaci e la maggioranza era di centrosinistra, per non parlare di quello che è successo con il primo Governo Prodi e a seguire, perché, con il primo Governo Prodi, noi abbiamo il comma 34 di quell’articolo 1, che cambia i criteri di riparto, penalizzando le fasce più deboli del Fondo sanitario nazionale ed è sempre la sinistra, e per giunta anche con l’approvazione della parte di Bertinotti in quel tipo di situazione. Non solo: chi introduce nell’ordinamento la compartecipazione da parte dei cittadini, oltre le risorse pubbliche per sostenere il Servizio sanitario nazionale, è stato l’articolo 2 della legge n. 229 del 1999 e il decreto legislativo n. 502 del 1992, che passò come “decreto legislativo Bindi”; sono sempre loro. Quindi qual è la cultura di destra rispetto a questo, quando poi tutte le norme e tutto l’ordinamento che è stato fatto in questi termini è solo approvato dalla sinistra e spesso e volentieri anche con la sinistra radicale che votava questi provvedimenti? Lo dico per chiarezza, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Invernizzi. Ne ha facoltà.

CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, Presidente. Solo per chiarire che probabilmente nel 2017 sarebbe anche il momento di smetterla di pensare che, da una parte, ci sono i ricchi che vogliono difendersi dai poveri, che magari hanno contribuito a creare, ed è per questo che, chiusi nelle loro splendide ville, circondate da guardie giurate, sono pronti a far sparare il loro esercito privato contro madri di famiglia, giovani o bambini che cercano di assaltare queste ville fantastiche in cerca di un pezzo di pane. All’onorevole D’Attorre, sempre tramite lei, tramite la Presidenza, vorrei ricordare che la necessità di porre le grate alle finestre, la necessità magari di dotarsi nel 2017 di un piccolo antifurto non è di coloro che vivono in queste grandi ville. È di stretta attualità una polemica anche giornalistica sulle dichiarazioni di un noto famoso cantante, Celentano, che appunto si è lamentato di questo rischio. Celentano ha la possibilità di pagarsi guardie giurate, ha la possibilità di pagarsi sistemi di sorveglianza, anche senza che lo Stato provveda a garantirgli magari una detrazione fiscale.

Onorevole D’Attorre oggi entrano - e lei lo sa, e se non lo sa glielo dico io - nelle case dei pensionati, entrano nelle case degli impiegati, entrano nelle case dei disoccupati. Oggi entrano in qualunque abitazione indipendentemente dal quartiere e indipendentemente dalla ricchezza delle persone che vivono in quelle case. E se lo Stato a questi disoccupati, a questi impiegati, a questi pensionati, magari dice: “Ti do una mano se vuoi comprarti una grata per difenderti, per sentirti più al sicuro”, ebbene se lo Stato fa questo ciò non va a beneficio dei ricchi che - ripeto - la possibilità di difendersi ce l’hanno, ma va a beneficio di coloro che magari una spesa, in alcuni casi anche abbastanza ingente per le loro finanze quale questi strumenti passivi di difesa, non possono permettersela.

Ma per piacere smettiamola di continuare a dire che oggi vengono assaliti i ricchi, perché non è così. Oggi chiunque, indipendentemente dal suo reddito, onorevole D’Attorre, ha problemi di sicurezza nella propria abitazione e l’emendamento presentato o illustrato dall’onorevole Gelmini non è l’emblema o lo schema della destra che vuol difendere i ricchi contro i poveri; è l’emblema, è lo schema ed è il programma di un centrodestra, di una destra che in Italia continua in modo insistente a difendere i poveri dai radical chic che non vogliono accettare che il problema sicurezza oggi è globale e oggi investe il 100 per cento dalla nostra popolazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.40 Vito, con il parere contrario di tutti, eccetto il relatore di minoranza che ha espresso parere favorevole.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.39 D’Alia, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Passiamo alla votazione dell’emendamento 5.57 Distaso, a pagina 18 del fascicolo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Distaso. Ne ha facoltà.

ANTONIO DISTASO. Grazie, Presidente. Chiediamo con questo emendamento di aggiungere il comma 2-quater - alla fine del comma 2 aggiungere il punto quater e, quindi, diventerebbe un punto aggiuntivo - per chiedere, in materia di patti di sicurezza urbana, che entro il 31 gennaio di ogni anno prefetto e sindaco provvedano ad inviare al Ministro dell’interno una relazione sullo stato di attuazione del patto, indicandone i progressi contenuti e le criticità incontrate e, nello stesso tempo e di conseguenza, che entro il 30 marzo di ogni anno il Ministro dell’interno invii al Parlamento una relazione complessiva e dettagliata sullo stato di attuazione dei suddetti patti.

Questo perché crediamo che l’introduzione che si vuole fare con questo provvedimento normativo sulla nozione di sicurezza integrata vada integrata nella prassi e, quindi, ci debba essere un’ulteriore seguito negli atti parlamentari e negli atti, appunto, di competenza territoriale da parte del prefetto e del sindaco, che vengono inviati al Ministero competente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.57 Distaso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.02 D’Alia, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.050 Guidesi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 6.8 Daniele Farina e 6.5 Gianluca Pini, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.6 Lombardi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Passiamo alla votazione dell’emendamento 6.51 Distaso.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Distaso. Ne ha facoltà.

ANTONIO DISTASO. Grazie, Presidente. Velocemente per dire che questo emendamento è per collegare, in sostanza, la ratio dell’articolo 5 con quella dell’articolo 6, quindi collegare i patti della sicurezza urbana alla funzione del comitato metropolitano e quindi aggiungere le parole: “verifica dell’attuazione dei patti per la sicurezza urbana di cui all’articolo 5 e la valutazione dei risultati ottenuti”, dopo le parole: “città metropolitana”, al comma 1 del primo periodo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.51 Distaso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre si rimette all’Aula il relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Passiamo alla votazione dell’emendamento 6.3 Molteni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Presidente, credo che sia doveroso - lo chiedo al Governo, ma in modo particolare al relatore - che venga data spiegazione all’Aula sulla funzione e sulle competenze che il comitato metropolitano avrà in materia di sicurezza. Sappiamo benissimo che l’organo che sovraintende e coordina la sicurezza, l’ordine pubblico, la sicurezza urbana e l’incolumità pubblica a livello provinciale è il comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, cui partecipano i rappresentanti istituzionali della provincia, che ha funzioni delimitate, specifiche, non generiche e non astratte. Quello è il luogo, da un punto di vista istituzionale, cui partecipano il prefetto, il questore, il comandante forze dell’ordine, i sindaci e le amministrazioni locali invitate; il comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza è un organo istituzionale riconosciuto, con competenze e con funzioni determinate, chiare e precise, che interviene nel momento in cui si verificano situazioni di particolare gravità sui territori. Quello è una cosa, mentre voi introducete con l’articolo 6 il comitato metropolitano. È presente il sottosegretario alla giustizia, però credo che il collega Fiano potrà e potrebbe spiegare all’Aula questo comitato, che è evidentemente un comitato politico, che analizza, che studia, che fa riflessioni, ma non abbiamo capito se questo comitato assuma anche delle decisioni, se questo sia un comitato politico, come è stato più volte definito in Commissione, oppure se sia un vero e proprio comitato istituzionale, perché altrimenti stiamo creando un ente inutile, un ente che non ha funzioni, un ente che non ha potere decisorio, un ente che non ha la capacità di intervenire in maniera concreta laddove si verifichino problemi di ordine pubblico e di sicurezza sul territorio.

Credo che sia assolutamente fondamentale, anche perché, come ricorderà la collega Morani, che era presente con me in Commissione durante le audizioni, sul tema del comitato e sui soggetti chiamati a partecipare a questo comitato si è scatenata una bagarre sul fatto se il questore dovesse essere presente. C’era evidentemente chi riteneva che il questore doveva essere presente, vista la funzione di tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza che ha a livello locale, ma qualcun altro riteneva, in modo particolare i rappresentanti delle polizie locali, che fosse necessaria - tant’è che ci sono poi emendamenti che vanno in questa direzione - anche la presenza anche del comandante della polizia o delle polizie locali.

Credo che sarà facile capire chi deve partecipare a questo tavolo esattamente nel momento in cui si capiscono quali sono le funzioni, gli oneri e le incombenze di questo comitato, altrimenti rischiamo di creare un doppione inutile, con delle fantomatiche pseudo-funzioni politiche, e non si capisce poi questo comitato come si relazionerà, se si relazionerà, con l’unico vero comitato riconosciuto da un punto istituzionale, che è il comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza provinciale.

Credo che sia fondamentale fare chiarezza e dare una spiegazione chiara ed esaustiva all’interno di quest’Aula, perché altrimenti si crea un comitato senza che nessuno abbia ad oggi ancora capito quali tipi di funzione abbia, se ci siano delle risorse per questo comitato e, soprattutto, come si leghi questo comitato con i problemi reali di ordine pubblico e di sicurezza che si verificano sui territori (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Presidente, rispondo brevemente, per cortesia, alla domanda del collega Molteni.

Noi abbiamo già nel Paese una catena gerarchica e funzionale che presiede alle scelte in ordine alla sicurezza e all’ordine pubblico, che, secondo la legge n. 121, risponde, come autorità politica, al prefetto e, come autorità tecnica di riferimento, al questore, che decide dove mettere le donne e gli uomini dell’apparato di sicurezza, per fare quali compiti, in che numero e in che momento.

Ma questo che viene istituito è il comitato metropolitano, che dunque riguarda le aree delle città metropolitane, cui partecipa il sindaco metropolitano o il sindaco del capoluogo della provincia e gli altri sindaci, qualora non corrisponda con la stessa figura, oltre al prefetto, e che può invitare lì, senza nessun tipo di onere o spesa, quindi anche senza nessun rimborso, come dice l’emendamento che abbiamo approvato, qualsiasi altro soggetto pubblico o privato nell’ambito territoriale interessato.

Questo è qualcos’altro, che non chiamerei ente, signor Presidente, come l’ha chiamato il collega Molteni, perché non è un ente, nel senso che non ha struttura organizzativa e non ha corresponsione di gettoni e quant’altro, ma è il luogo dove analizzare - come dice il testo dell’articolo 6, comma 1 -, valutare e confrontarsi tra agli amministratori eletti dai cittadini e il vertice dell’autorità politica di riferimento del Governo, cioè il prefetto, e tutti gli altri che vorranno essere invitati.

Per cui, premetto, come sa già, Presidente, che ci saranno pareri contrari alla partecipazione del comandante della polizia municipale, ma nessun’altra figura qui è citata, perché può essere invitato chiunque; è il luogo dove valutare insieme quali siano le aree del contesto metropolitano che necessitano di una particolare attenzione, non solo nel campo securitario, perché potrebbe essere un’attenzione di tipo sociale, legata al ripristino di un degrado, legata a delle frequentazioni sbagliate, quindi la cabina di regia dove, al di là delle prerogative gerarchiche, sulle quali, come ha detto anche il collega Molteni, interviene il comitato provinciale per l’ordine pubblico presieduto dal prefetto, si analizza e si valuta la situazione nel campo della sicurezza integrata - così come è stato definito negli altri articoli della legge - del territorio in esame.

È una cabina di regia, che non riguarda decisioni che, in ambito gerarchico, verranno prese da altri, anche magari in conseguenza delle valutazioni che lì si fanno oppure autonomamente; è un luogo diverso, di analisi e valutazione della situazione complessiva della sicurezza urbana integrata di quell’area.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.3 Molteni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Avverto che l’emendamento Gregorio Fontana 9.23 è stato ritirato dal presentatore.

Passiamo alla votazione dell’emendamento 6.52 Distaso.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Distaso. Ne ha facoltà.

ANTONIO DISTASO. Presidente, avendo ascoltato le considerazioni di carattere generale del collega Molteni sull’istituzione di questo nuovo organismo e tenendo conto anche delle argomentazioni del relatore, noi proponiamo semplicemente, in questo caso - ma tornerò sul punto con altri emendamenti -, vista la presenza nell’organismo del sindaco del comune capoluogo, di affiancargli il comandante del Corpo di polizia locale appunto del comune capoluogo e di aggiungere, però, le parole - forse è una dimenticanza - “il questore o un suo delegato”.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Distaso 6.52.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Molteni 6.4, D’Alia 6.2 e Vito 6.7.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Presidente, io insisto. Ringrazio ovviamente il collega Fiano, che gentilmente e con rispetto è intervenuto; la risposta del collega Fiano non è assolutamente convincente, perché a questo punto, se è come l’ha spiegata il collega Fiano, il comitato metropolitano è esattamente un doppione del comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza. Con un’aggravante, Presidente: che come è scritto nell’articolo 6 - e mi piacerebbe che i dubbi che ho io fossero condivisi anche da qualche altro collega - dicevo nel momento in cui all’articolo 6 si specifica che colui il quale presiede il comitato è esattamente lo stesso soggetto, cioè il prefetto, che presiede il comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, ciò conferma il fatto che questo nuovo comitato metropolitano è esattamente la fotocopia del comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza. Con un problema: che mentre il comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza decide e assume decisioni vincolanti per la sicurezza e l’ordine pubblico del territorio, questo neocomitato, organismo, organo, chiamatelo come volete, svolge unicamente (ma non perché lo dico io, perché lo dice il testo di legge) funzioni di analisi, di valutazione e di confronto, ma non decide assolutamente nulla.

Io credo che mettere in una normativa primaria l’istituzione di un comitato che non ha funzioni decisorie sul tema della sicurezza urbana, dal mio modestissimo punto di vista è una follia totale, Presidente. Abbiamo un comitato, un comitato che decide, un comitato che sovraintende l’ordine pubblico e la sicurezza: questo è il comitato provinciale, teniamoci questo. Non sempre funziona, non sempre trova soluzioni adeguate, anche perché è presieduto da chi non sempre conosce il territorio vero, i prefetti; creare una doppia sovrastruttura coordinata ancora dalle prefetture, signor Presidente, è la conferma che questo decreto-legge ricentralizza i poteri ai prefetti anziché dare potere e competenze alle autonomie locali.

Io credo che nessuno meglio dei sindaci, delle amministrazioni locali, delle autonomie locale, eletti direttamente dai cittadini, che conoscono direttamente i problemi dei territori, possa sovraintendere al tema della sicurezza urbana, della sicurezza integrata, della sicurezza compartecipata. Quindi io invito nuovamente i relatori, la maggioranza, il Governo, a compiere un’ulteriore valutazione in merito alla necessità di mantenere questo comitato, che anche dalle parole del collega Fiano non si è ancora capito che tipo di funzioni avrà, e soprattutto se deciderà qualcosa di utile e interessante per la sicurezza dei territori.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Molteni 6.4, D’Alia 6.2 e Vito 6.7, con i pareri contrari delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D’Alia 6.11, con i pareri contrari delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D’Attorre 6.53, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Distaso 6.54, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre il relatore di minoranza si rimette all’Aula.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’articolo aggiuntivo Dadone 6.01, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’articolo aggiuntivo Dadone 6.02, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Passiamo alla votazione dell’articolo aggiuntivo Distaso 6.051.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Distaso. Ne ha facoltà.

ANTONIO DISTASO. Presidente, con questo emendamento, che diventerebbe un articolo aggiuntivo, il 6-bis, proponiamo una modifica all’articolo 20 della legge n. 121 del 1981, che è quella che istituisce il comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico, che è poi la questione vera richiamata anche dal collega Molteni prima. Crediamo opportuno che in quest’ottica, di questo provvedimento, che prevede appunto il potenziamento dei compiti sia degli organi elettivi, ma anche della sicurezza locale, il comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico venga presieduto non solo dal prefetto come oggi, ma copresieduto dal prefetto insieme al sindaco del comune metropolitano, perché in questo caso il sindaco deve, secondo noi, accentuare i suoi poteri e renderli compatibili con l’organo periferico di Governo a livello locale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.051 Distaso, con i pareri contrari delle Commissioni e del Governo, si rimette all’Aula il relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.050 Distaso, con i pareri contrari di Commissione e Governo, favorevole del relatore Invernizzi.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.13 Costantino, con i pareri contrari di Commissione e Governo, si rimette all’Aula il relatore Invernizzi.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.9 Lombardi, con tutti i pareri contrari, a parte quello del relatore di minoranza, che è favorevole.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Adesso chiedo al relatore: il 7.52 resta accantonato? Sì.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.53 Simonetti, con pareri contrari o invito al ritiro di Commissione e Governo, favore del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 7.7 Simonetti, 7.23 Sisto e 7.51 Altieri, perché l’emendamento 7.29 è ritirato, che hanno parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente, qui il problema l’ha già ricordato negli interventi precedenti il collega Molteni, che è quello della mancanza di capitale umano all’interno delle Forze di polizia: mancano 45.000 persone che possono dare ulteriore supporto alle Forze di polizia.

È chiaro che a questo va ad aggiungersi anche la polizia locale, polizia locale che è necessaria, tanto che alcuni emendamenti del relatore, che poi vedremo quando verranno trattati, vanno ad equiparare, per alcune per alcune parti, come l’equo indennizzo, la pensione, la polizia comunale alle Forze di polizia statali e questo è un bene.

È un bene però che purtroppo non è così fecondo all’interno delle amministrazioni comunali: queste non hanno il personale, non hanno la possibilità di utilizzare l’avanzo di amministrazione, molti sono i comuni e gli enti locali che hanno sussistenza economica propria, ma che con il blocco e i vincoli di bilancio, con il patto di stabilità, che non consente loro di utilizzare i fondi che hanno comunque in cassa, non riescono a implementare i loro organici di polizia locale.

Noi vogliamo quindi dare la possibilità, soprattutto a quei comuni virtuosi che hanno i fondi, che hanno la possibilità di rendere maggiormente sicuro il proprio territorio, di poter accedere a quella cassa che detengono, per poter assumere e implementare appunto la pianta organica della Polizia locale.

Con l’emendamento del relatore, che poi vedremo, è praticamente un gioco delle tre carte: è chiaro che con il turnover a uno a uno, solo se poi hai la possibilità di confermare il tetto di spesa del personale, è chiaro che non c’è e non ci sarà un’implementazione di dotazione di personale di polizia locale e in un decreto sulla sicurezza come questo è inutile fare parole: ci vogliono soldi, ci vuole concretezza, ci vogliono sussidi, ci vuole l’apertura del patto di stabilità agli enti locali, affinché le parole si tramutino in atti concreti, perché, se è vero come è vero che questo decreto è partito con un articolo conclusivo, in cui non devono essere determinati nuovi oneri per la finanza pubblica e poi il relatore ci dice che mettono le bici per la videosorveglianza, è chiaro che molto probabilmente non ci si capisce quando si parla.

Non ci capiamo: noi diciamo che ci vanno risorse, ci vanno uomini e ovviamente ci vanno dotazioni anche per gli uomini.

Sblocchiamo questo patto di stabilità, sblocchiamo tutti quei fondi che i sindaci che hanno gestito oculatamente e virtuosamente il proprio ente hanno a disposizione per poter appunto assumere.

Il turnover di cui si parlerà, poi, nell’emendamento del relatore, non va in questo senso, non va assolutamente nel senso di implementare la pianta organica.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Presidente, nel rispetto delle opinioni che ho appena ascoltato del collega Simonetti, vorrei segnalare a lei e per il suo tramite ai colleghi che hanno presentato gli emendamenti che vanno dall’emendamento del collega Simonetti 7.53 in avanti, fino all’emendamento che voteremo delle Commissioni 7.100, che noi introduciamo, in questo passaggio della conversione del decreto-legge, un punto decisivo, che i comuni che sono stati ascoltati nelle Commissioni congiunte e che hanno riferito, oltre alle organizzazioni sindacali anche di rappresentanza della polizia locale, che evidentemente uno dei temi centrali di questo decreto era quello di ridare ai comuni le facoltà assunzionali che permettano loro di incrementare il personale di polizia locale, l’emendamento 7.100 è per l’appunto una delle novità più significative di questo decreto.

È un emendamento che, per ottenere la possibilità di accoglimento da parte della Ragioneria dello Stato, individua ovviamente gli obblighi di contenimento delle spese di personale, ma permette, in deroga alle norme vigenti, ai comuni, che sono in situazione virtuosa rispetto alla gestione del proprio bilancio, di assumere a tempo indeterminato personale di polizia locale, cosa che non avveniva prima dell’approvazione di questo testo.

Per questo, nella comunicazione dei pareri dei relatori, questa mattina, signor Presidente, con riferimento agli emendamenti presentati all’articolo 7 fino all’emendamento 7.100 delle Commissioni, mi sono permesso di suggerire - e ribadisco l’invito - ai colleghi presentatori di quegli emendamenti il ritiro dei loro emendamenti. Infatti, noi abbiamo ottenuto, con una spiegazione al Governo della necessità evidente, che, di fronte a nuove prerogative e compiti per i comuni e le polizie locali, corrispondesse, per i comuni che sono in situazione virtuosa, la facoltà di assumere a tempo indeterminato nuovi operatori del settore. Noi questo risultato politico, richiesto da tutte le forze politiche e da rappresentanti dei comuni italiani e delle polizie locali, lo abbiamo ottenuto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Io credo che su questo punto si debba fare chiarezza, collega Fiano. L’emendamento del collega Simonetti chiede l’implementazione delle piante organiche dei comuni, attraverso l’assunzione di nuovi agenti di polizia locale. Evidentemente un intervento di questo tipo comporta oneri per lo Stato. Se questo decreto, conservando l’articolo 17, cioè la clausola di neutralità finanziaria, porta lo Stato a non mettere un euro in questo decreto, significa che le amministrazioni locali, virtuose o non virtuose, non possono assumere nuovi agenti di polizia locale. Cosa avete consentito voi con l’emendamento, ovviamente sollecitato da noi? Che ci possa essere lo sblocco del turn over. Oggi c’è il blocco del turn over al 25 per cento: quattro agenti di polizia locale vanno in pensione, il comune ne può sostituire uno.

PRESIDENTE. Concluda, Molteni.

NICOLA MOLTENI. Con l’emendamento presentato, quattro vanno in pensione, quattro vengono sostituiti. Ma non c’è nuova assunzione! Su questo punto, io credo che il Governo, la maggioranza e i relatori devono essere chiari…

PRESIDENTE. Grazie…

NICOLA MOLTENI. Perché non possiamo vendere ai comuni…

PRESIDENTE. Grazie, grazie mille.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 7.7 Simonetti, 7.23 Sisto e 7.51 Altieri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Alcuni colleghi avevano avanzato una richiesta di pausa tecnica di cinque minuti, quindi, sospendo la seduta, che riprenderà alle 18,40.

La seduta, sospesa alle 18,35, è ripresa alle 18,45.

PRESIDENTE. Allora, la seduta è ripresa, se potete, liberate i banchi del Governo.

Passiamo all’emendamento 7.2 Leva. Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto lo pongo in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.2 Leva, con parere contrario di Commissioni e Governo, favorevole del relatore di minoranza

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Siamo a pagina 25, stiamo votando il 7.2 Leva, cortesemente, recatevi ai vostri posti. Intanto, per favore, liberiamo i banchi del Governo, grazie.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. L’emendamento 7.2 Leva è stato ritirato.

PRESIDENTE. No, no, deputato Fiano, l’emendamento 7.10 Lombardi è stato ritirato, il 7.2 Leva resta ancora.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. È stato ritirato in Comitato dei nove.

PRESIDENTE. Però non c’è stato comunicato. Quindi, il 7.2 che stiamo votando, in realtà, risulta ritirato? Allora abbiamo scherzato: revoco la votazione.

Il 7.10 Lombardi pure è stato ritirato.

Quindi, andiamo direttamente agli identici emendamenti 7.6 Molteni e 7.12 Vito, su cui vi è parere contrario di Commissioni e Governo e favorevole del relatore di minoranza.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 7.6 Molteni e 7.12 Vito.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Intanto colgo l’occasione per salutare studenti e docenti dell’Istituto comprensivo Conegliano 3 “Brustolon” di San Pietro di Feletto, in provincia di Treviso, che seguono i nostri lavori (Applausi).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.100 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo e su cui il relatore di minoranza si rimette all’Aula.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 55).

Adesso dovremmo passare all’emendamento 7.300 delle Commissioni, ma è stato accantonato. Avverto che, a seguito dell’accantonamento dell’emendamento 7.300 delle Commissioni, devono intendersi conseguentemente accantonati il subemendamento 0.7.300.1 Invernizzi e gli emendamenti 7.43 e 7 44 D’Alia, 7.42 Altieri, 7.40 Simonetti e gli identici emendamenti 7.8 Molteni 7.8 e 7.11 Vito, vertenti sulla medesima materia.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.26 Vito, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.24 D’Alia, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7.02 Molteni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Passiamo alla votazione dell’emendamento 8.17 Daniele Farina.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Farina. Ne ha facoltà.

DANIELE FARINA. Grazie, Presidente. Direi che stiamo arrivando al cuore del problema

e quindi all’estensione dei poteri di ordinanza del sindaco, cui verrà poi successivamente collegato anche il famoso mini Daspo.

La domanda che dobbiamo porci è se esistono strategie alternative per la sicurezza dei cittadini rispetto a quelle che stiamo percorrendo oggi. C’è una linea di continuità abbastanza evidente fra quel “decreto Maroni” e quindi il Governo Berlusconi e oggi il “decreto Trump-Minniti”, ovvero il Governo Gentiloni.

È lo stesso percorso culturale che, compiendo una parabola, arriva alle stesse conclusioni, però esistono strategie alternative e lo vedremo bene in occasione dell’articolo 13. Se ad esempio, per essere concreti, il Parlamento avesse già approvato quella riforma del testo unico degli stupefacenti, per cui duecento colleghi hanno firmato, circa un terzo di questo decreto, diciamo un quarto, per essere prudenti, non avrebbe ragion d’essere e molti dei fenomeni, sui quali interveniamo per decreto, non avrebbero quella caratteristica, ma avrebbero caratteristiche completamente diverse. Quindi certo che esistono politiche alternative per la sicurezza dei cittadini. Qui noi estendiamo il potere di ordinanza dei sindaci, ma abbiamo anche esposto il fatto che di quel periodo, in cui il decreto Maroni è stato vigente, in cui la legge di conversione del decreto Maroni è stata vigente, abbiamo uno studio, uno studio importante dell’ANCI, che ha raccolto non tutte, ma seicento ordinanze di vari comuni italiani e il combinato tra i poteri a loro attribuiti e l’ordinario potere di ordinanza dei sindaci dava risultati interessanti. Al di là dei soggetti che abbiamo già citato, la povertà essenzialmente, i soggetti a margine, avevamo poi un mix straordinario, quindi abbiamo avuto il divieto di ingresso per i migranti privi di certificato, sono stati vietati i panni sul balcone, i massaggi alla schiena, i baci in automobile – questa è l’ordinanza anticamporella direi - i castelli di sabbia, il kebab, il riso durante i matrimoni, girare a torso nudo, gli zoccoli ai piedi, il chewingum, i tuffi, rovistare nei cassonetti e poi abbiamo avuto le ordinanze antimendicanti, antilucciole, eccetera. Allora, è chiaro che ci riavviamo verso questa stagione. Va nel senso tutto questo della sicurezza urbana, della sicurezza dei cittadini? Io non credo. È la testimonianza del fatto che dotare tutti i sindaci degli 8.000 comuni italiani di queste prerogative forse non è una cosa buona perché ci sono straordinari amministratori, la maggior parte per fortuna di quegli 8.000 comuni e poi c’è una parte però che per convenienza politica, inesperienza o altro, interpreta questo come un potere di limitazione della libertà personale anche su cose modeste che non coinvolge i pregiudicati e delinquenti ma - come avete sentito - largamente tutti i cittadini. Per questo chiediamo la soppressione di questo articolo 8 (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Invernizzi. Ne ha facoltà.

CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, signor Presidente. Paradossalmente, quello che è stato dichiarato ora dal collega Farina viene anche sottoscritto dal gruppo della Lega Nord nel senso che quello che viene presentato, magari dalla attuale maggioranza di Governo, dal Ministro Minniti, dal Governo stesso, come qualcosa di necessario o qualcosa di innovativo, altro non è che effettivamente la ripresa di quello fatto a suo tempo dal Ministro Maroni e dal Governo Berlusconi. Ricordo altresì al collega Farina che non venne fatto dall’allora Ministro Maroni sotto le e vacanze estive, quasi per nascondersi all’opinione pubblica.

La conversione del decreto avvenne il 28 luglio. Il decreto venne approvato dal Consiglio dei Ministri il 24 maggio 2008, cioè meno di due settimane, più o meno, dopo che il Governo Berlusconi si era insediato perché quello fu uno dei primi provvedimenti adottati dall’allora Governo Berlusconi e dall’allora Ministro Maroni che puntava - segnale, appunto, di come si puntasse senza bisogno di nascondersi e, anzi, orgogliosamente - sulla necessità di dare risposte a quei problemi di sicurezza che allora erano contingibili e urgenti, diciamo, e oggi lo sono ancora di più.

Vorrei anche segnalare in questa fase la differenza comunque di metodo di lavoro tra l’allora Ministro Maroni e l’attuale Ministro Minniti, perché probabilmente una delle metodologie di lavoro attuata allora dal Ministro Maroni, e che era effettivamente molto importante, fu il famoso “tavolo di Parma”, che fu un tavolo convocato più o meno con cadenza trimestrale proprio presso il comune di Parma in cui il Ministro andava ad incontrare i sindaci e gli assessori alla sicurezza e alla polizia locale delle città medio-grandi del nord Italia che, ovviamente, avevano intenzione di andare ad incontrare il Ministro. Purtroppo, all’epoca i sindaci e le amministrazioni di sinistra decisero di disertare quegli incontri, ma questo metodo rappresentò proprio il modo in cui, secondo noi, il Ministro dell’interno, che va a legiferare su questioni inerenti ai sindaci e ai loro problemi, dovrebbe fare, cioè quello di incontrarli, di sentire le loro esigenze e di trasformare le esigenze dei sindaci e delle amministrazioni in atti concreti.

Oggi cosa fa quel “decreto Minniti”? Lo ripeto: dopo aver definito - e mi ricordo allora la propaganda del Partito Democratico, legittima, e la propaganda comunque anche dei partiti di opposizione di allora - i sindaci che utilizzavano questo strumento, lo strumento delle ordinanze, come “sindaci sceriffo”, un modo appunto per caricaturizzarli, per renderli ridicoli, si ripropone la stessa misura, cioè si riconosce, a distanza di quasi nove anni, che il ruolo del sindaco e dell’ordinanza in alcuni casi è necessario, è fondamentale ed è importantissimo. Al di là - e ci mancherebbe altro - degli esempi ricordati prima dal collega Farina, che ha detto: “Vedete cosa ha prodotto lo strumento dall’ordinanza”, invece si potrebbero citare decine di ordinanze serie, decine di ordinanze richieste dai cittadini, decine di ordinanze che, in modo immediato, cercarono di dare risposte chiare e semplici alle comunità locali, per le quali queste ordinanze venivano emesse e alle quali queste ordinanze venivano dedicate.

Adesso il fatto che nel “decreto Minniti” si citino - e mi avvio alla conclusione - tra gli obiettivi di queste ordinanze quelli diretti a prevenire e a contrastare situazioni che favoriscono il sorgere di fenomeni criminosi o illegalità, quali spaccio, sfruttamento della prostituzione, accattonaggio con impiego dei minori disabili, ovvero riguardano fenomeni di abusivismo, quali illecita occupazione di spazi pubblici e violenza, anche legata all’abuso di alcol e all’uso di sostanze stupefacenti, è esattamente - e concludo - quello che abbiamo fatto nove anni fa e che, purtroppo, in questi nove anni non è stato replicato, non è stato difeso e che oggi, ve lo ripetiamo cari colleghi dalla maggioranza, in modo tardivo voi cercate di coprire.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.17 Daniele Farina, su cui i pareri sono contrari, a parte quello del relatore di minoranza che si rimette all’Aula.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.18 Costantino, su cui i pareri sono tutti contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.13 Dadone, su cui i pareri sono tutti contrari.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.4 Molteni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza Invernizzi.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.14 Dadone, su cui i pareri sono contrari

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.5 Molteni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

Passiamo alla votazione dell’emendamento 8.21 Prataviera.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Prataviera. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRATAVIERA. Grazie, Presidente. Io chiedo al relatore di rivedere il parere su questo emendamento perché, di fatto, quello che richiediamo è di permettere ai sindaci di poter intervenire urgentemente in quelle aree che sono diventate, di fatto, delle discariche a cielo aperto e specialmente nelle zone periferiche e, quindi, consentire così delle azioni, specialmente per il risanamento e per quegli interventi che vanno a ridurre in maniera mirata il degrado urbano.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.21 Prataviera, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.51 Crippa, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta…

Scusate, revoco l’indizione della votazione, non avevo visto che il collega Crippa voleva intervenire.

Ha chiesto di parlare il collega Crippa. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA. Presidente, questo emendamento cerca di introdurre gli esercizi in cui è utilizzato il gioco con vincite in denaro tra le tipologie di attività commerciali oggetto di ordinanze sindacali. È un argomento che interessa trasversalmente l’intero Parlamento, concernente la famosa libertà per i comuni di impedire o limitare l’accesso alle sale slot, alle sale di vincite in denaro, e quindi la questione legata al gioco d’azzardo. Secondo noi oggi questo deve trovare spazio all’interno di questo decreto sicurezza, perché si sta tramutando ormai in un’emergenza sociale e sanitaria. Chiediamo di valutare seriamente questo emendamento, quindi chiedo al relatore, al collega Fiano, se è possibile accantonare questo emendamento, perché crediamo che su questo punto…

PRESIDENTE. Mi scusi se la interrompo, ma il collega Fiano mi fa cenno che è d’accordo ad accantonarlo.

DAVIDE CRIPPA. Perfetto. Interverremo più tardi.

PRESIDENTE. Andiamo avanti.

Passiamo alla votazione dell’emendamento 8.23 Squeri, perché l’identico emendamento 8.53 Bazoli è stato ritirato. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.23 Squeri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.52 Altieri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre si rimette all’Aula il relatore di minoranza Invernizzi.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).

Passiamo alla votazione dell’emendamento 8.6 Molteni.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Presidente, chiederei di accantonare, a seguito di un approfondimento da farsi in sede di Comitato dei diciotto sulla lettera a), del comma 1, numero 2, dell’articolo, gli emendamenti 8.6 Molteni, 8.16 Menorello, 8.7 Molteni, 8.2 Causin, 8.28 Prataviera, 8.54 Squeri e gli identici 8.15 Squeri e 8.26 Bazoli.

PRESIDENTE. L’emendamento 8.26 Bazoli è stato ritirato.

EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza per la I Commissione. Ok, quindi fino all’emendamento 8.15 Squeri.

PRESIDENTE. Passiamo quindi alla votazione dell’emendamento 8.8 Molteni. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.8 Molteni, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).

Passiamo alla votazione dell’emendamento 8.100 del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Presidente, non vi faccio perdere troppo tempo, però inviterei l’Aula a leggere, per curiosità, l’articolo 8 così come è presente all’interno di questo decreto, e ad andare, per curiosità, a prendere il decreto legislativo fatto dal Ministro dell’interno Roberto Maroni nel 2008 con riferimento alla definizione di sicurezza urbana e di incolumità pubblica, visto che - a me viene da ridere, ma vedo che anche al collega Fiano ride - leggendo l’emendamento 8.100 del Governo vi renderete conto che l’operazione che il Governo, la maggioranza ed il relatore hanno fatto è stato esattamente quella di prendere il testo vigente, ovvero il decreto legislativo di Roberto Maroni, di spezzettarlo, di spalmarlo all’interno del decreto che viene oggi portato all’attenzione del Parlamento e di chiedere un voto.

Cioè, voi non state facendo nulla di più - compreso l’emendamento 8.100, dove si dà la definizione di incolumità pubblica - che prevedere quello che è già il testo attuale, perché il testo vigente parla di incolumità pubblica, di sicurezza urbana e di tutte quelle competenze che sono delegate ai sindaci attraverso il potere di ordinanza. È esattamente la stessa cosa, non c’è nessuna novità, non ci sono nuovi poteri. Lo dico anche al collega Farina, che prima era particolarmente preoccupato ricordando ordinanze sindacali fatte da amministrazioni locali. Gli amministratori locali, all’epoca così come oggi, chiedono di poter intervenire sulla sicurezza urbana, e lo possono fare attraverso il potere di ordinanza: potevano farlo prima, lo possono fare oggi, potranno continuare a farlo domani, indipendentemente da questo decreto. Però, se voi andate a creare il parallelismo tra il decreto “Maroni” e l’attuale decreto, vi renderete conto che è esattamente lo stesso: i poteri che vengono riservati alle amministrazioni locali con questo decreto sono esattamente i medesimi poteri che già i Sindaci hanno. Hanno esattamente gli stessi poteri sindacali, non cambia assolutamente nulla. Avete cambiato le parole, avete aggiunto all’interno di questo decreto, spalmandoli, concetti che erano già previsti. Già la normativa attuale prevede la tutela dell’incolumità pubblica, non capisco quale sia il fine e l’utilità dell’emendamento 8.100. Guardate che state prendendo in giro non tanto i parlamentari, che stanno votando senza sapere cosa si sta votando, ma state prendendo in giro le migliaia di sindaci e di amministratori locali che facevano affidamento su questo decreto, che poteva forse essere il decreto che dava loro competenze nuove e risorse nuove, ma non ci sono competenze nuove e soprattutto non ci sono risorse nuove. Non c’è un c…o!

PRESIDENTE. Collega Molteni! Quando concludete un discorso, se dite “grazie” noi spegniamo i microfoni e abbiamo la possibilità di passare avanti, grazie. No, ma per evitare anche queste cose qui.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.100 del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 69).

Passiamo alla votazione dell’emendamento D’Attorre 8.1.

C’è una riformulazione. Chiedo ai presentatori se accettano la riformulazione. Prego, deputata Agostini.

ROBERTA AGOSTINI. Accettiamo la riformulazione e provo a spiegare la ratio dell’emendamento, il significato, perché con questo emendamento D’Attorre 8.1 facciamo sì che l’intervento con l’ordinanza del sindaco sia sulla prevenzione e sul contrasto dell’effettivo fenomeno criminoso. È un emendamento contro un potere troppo indeterminato di ordinanza, circa la condotta su cui intervenire. In particolare eliminiamo un inciso, dove si dice “le situazioni che favoriscono”, e inseriamo anche la tratta tra le situazioni su cui interviene l’ordinanza.

Io credo - e faccio una considerazione di carattere generale, Presidente - che il potere di ordinanza debba essere limitato a situazioni effettivamente eccezionali, di urgenza: non può diventare - e credo che questo i sindaci lo sappiano - assolutamente uno strumento ordinario di governo, né può né deve essere impiegato in maniera discrezionale: ci sono dei presupposti e ci sono dei limiti del potere di ordinanza. Io credo che nessuno di noi pensi che l’ordinanza sindacale possa davvero affrontare e rimuovere le cause del fenomeno dell’insicurezza urbana, o della sua percezione; sappiamo che è molto lunga, e anche molto travagliata, la discussione nelle città in particolare, e poi anche a livello nazionale, sull’uso di questo strumento: penso che ognuno di noi potrebbe raccontare anche singoli episodi. È uno strumento chiesto dai sindaci, che può essere loro d’aiuto in alcune determinate, puntuali circostanze; ma sicuramente, per combattere la tratta, per combattere lo sfruttamento dello prostituzione, per combattere lo spaccio degli stupefacenti, servono politiche molto complesse, serve una strategia, servono politiche complesse che colpiscano i crimini e i criminali, e che diano assistenza e che diano aiuto alle vittime. Questo è quindi il senso dell’emendamento, e la riformulazione va in questa direzione: la accogliamo.

PRESIDENTE. Si accetta allora la riformulazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D’Attorre 8.1, nel testo riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo, nonché del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 70).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 8.36, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo, nonché del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 71).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 8.10, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre il relatore di minoranza si rimette all’Aula.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 72).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’articolo aggiuntivo Causin 8.01, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre il relatore di minoranza si rimette all’Aula.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 73).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull’articolo aggiuntivo Molteni 8.06, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 74).

Passiamo alla votazione dell’articolo aggiuntivo Gregorio Fontana 8.07.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Gregorio Fontana. Ne ha facoltà.

GREGORIO FONTANA. Presidente, il problema di dotare le forze dell’ordine di armi efficaci e moderne è un punto centrale, che penso debba riguardare le forze politiche. Come è noto, le forze dell’ordine non hanno in dotazione altro che le armi da fuoco, e certamente gli sfollagente; le polizie d’Europa e del mondo hanno anche altre dotazioni, e in particolare l’importanza deve essere rivolta alle armi non letali. Le armi non letali - come ad esempio la più efficace, il cosiddetto taser - consentono di trarre in arresto chi resiste all’arresto, in maniera tale da non utilizzare le armi da fuoco.

Ecco, questo penso sia un punto importante: era stato già affrontato dall’emendamento Gregorio Fontana 5.22, e dal Governo abbiamo ricevuto una laconico impegno alla sperimentazione di queste armi, un laconico impegno che nasce da un provvedimento di legge del 2014 - del 2014! - e che fino ad oggi non è stato concretizzato.

Ora, io penso che io sono anche disponibile, Forza Italia è anche disponibile a rivedere l’atteggiamento su questo emendamento e ritirarlo, ma vorremmo sapere dal Governo, in maniera chiara, a che punto sia quest’impegno di sperimentazione: dal 2014 ad oggi, quanto tempo ci vuole per sperimentare delle armi che utilizzano tutte le polizie del mondo, tutte le polizie d’Europa?

Ecco, questo sarebbe importante, sarebbe un elemento decisivo per il nostro giudizio su questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. I banchi del Governo, per favore!

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Daniele Farina. Ne ha facoltà.

DANIELE FARINA. Grazie, Presidente, in quella discussione, che poi dette vita alla sperimentazione, almeno un punto di accordo - non fra tutti - lo avevamo raggiunto: di non classificare le pistole a impulso elettrico, i taser, come armi non letali, perché questo non corrisponde al vero. Sono armi che hanno una letalità certamente minore delle armi da fuoco tradizionali in dotazione alle forze dell’ordine, ma è assolutamente falso che siano armi non letali; tant’è vero che nei Paesi dove esse sono più diffuse i casi hanno una statistica importante di letalità, a fronte dell’uso del taser.

Quindi, così come ci opponemmo allora anche alla sperimentazione invero, noi oggi voteremo contro questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 8.07 Gregorio Fontana, su cui vi sono i pareri contrari delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 75).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 8.08 Vito, su cui vi sono i pareri contrari delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 76).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull' articolo aggiuntivo 8.011 Causin, su cui vi sono i pareri contrari delle Commissioni e del Governo, si rimette all’Aula il relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 77).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull' articolo aggiuntivo 8.012 Vito, su cui vi sono i pareri contrari delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 78).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 8.015 Vito, su cui vi sono i pareri contrari delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 79).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 8.016 Vito, su cui vi sono i pareri contrari delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 80).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 8.017 Lombardi, su cui vi sono i pareri contrari delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 81).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 8.050 Altieri, su cui vi sono i pareri contrari delle Commissioni e del Governo, il relatore di minoranza si rimette all’Aula.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 82).

Passiamo alla votazione dell’emendamento 9.25 Costantino.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Costantino Ne ha facoltà.

CELESTE COSTANTINO. Presidente, questo è un articolo che potremmo definire l’articolo della cattiveria, mi verrebbe da dire, perché si chiede di sanzionare da 100 a 300 euro chiunque ponga in essere condotte che limitano la libera accessibilità e fruizione a determinati luoghi, che sono stazioni ferroviarie e aeroportuali.

Allora queste sanzioni non si capisce bene chi le dovrebbe pagare, perché se andiamo a vedere quali sono effettivamente le figure che dovrebbero ostacolare - poi in lingua italiana è un pochino difficile capire esattamente che cosa voglia dire questo articolo, visto che limitare la libera accessibilità e fruizione non riesco a capire materialmente che cosa significhi – comunque, siccome immagino che il riferimento sia esattamente a quei senzatetto che abitano le stazioni metropolitane: qui a Roma Termini, vediamo la sera come è pieno di persone povere, che non hanno dove andare a dormire. Immagino che questa sia stata una misura pensata appositamente per queste persone. Non riusciamo a capire come verranno pagate queste multe, quindi a me viene da definirlo semplicemente come un articolo bandiera, ma in negativo, cioè l’articolo della cattiveria nei confronti dei clochard(Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Prendo la parola per richiamare l’attenzione dei colleghi su quest’articolo, sul successivo e sui commi che ne costituiscono il contenuto. Ognuno di questi articoli e di questi commi comincia sempre così: “Fatto salvo quanto previsto dalla vigente normativa a tutela delle aree interne”, in questo caso delle infrastrutture, ferroviarie, aeroportuali e via dicendo. Poi, terzo comma: fermo restando il disposto dell’articolo “x”, si può fare… e via dicendo. Articolo 9: “Fatto salvo quanto previsto dalla vigente normativa a tutela delle aree interne delle infrastrutture” e via dicendo. Secondo comma dell’articolo 9: “Ferma restando l’applicazione delle sanzioni amministrative previste dagli articoli 688 e 726 del codice penale e dall’articolo 29 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, nonché dall’articolo 7…” e via dicendo.

Ora, come ben notate, c’è, quindi, un bel corpus di norme che già tutelano certe situazioni e certi luoghi. Quindi, c’è anche un bel corpo di norme che sanzionano comportamenti in violazione di queste leggi. Quando si diceva che questo decreto-legge, in effetti, come dire, è un pochino superfluo da un certo punto di vista, ne è la prova proprio come è scritto e strutturato, al di là delle considerazioni che sono state addotte dalla collega Celeste Costantino o da altri colleghi, che potrebbero anche su questo piano intervenire.

Quindi, ripeto, se ci fosse bisogno di una prova scritta della superfluità di questa normativa, credo che la possiate ritrovare proprio nel dettato dell’articolo 8, dell’articolo 9 e dell’articolo 10.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Non entro nel merito, perché ovviamente poi ciascuno può ritenere questa norma avallabile o meno dal punto di vista culturale, ma entro nel metodo. Il collega Sannicandro è troppo esperto, per non conoscere che vi è il rischio, quando si legifera sulla stessa materia, della cosiddetta interpretazione abrogativa tacita. È ben possibile che io intervenga sulla stessa materia e che si possa pensare che la norma nuova abroghi, in tutto o in parte seppur tacitamente, la preesistente. Quindi, questa è una tecnica normativa per evitare che qualcuno possa anche soltanto ipotizzare che la nuova norma vada ad intaccare, sia pur parzialmente, il contenuto dalla preesistente. Quindi, si potrà dire nel merito, se si è d’accordo o non si è d’accordo, ma non mi sembra che la tecnica sia indicativa di una superfluità dell’intervento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.25 Costantino, con il parere contrario di Commissioni e Governo, si rimette all’Aula il relatore Invernizzi.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 83).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.32 Dadone, sul quale il parere è contrario di Commissioni e Governo e si rimette all’Aula il relatore Invernizzi.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 84).

Passiamo all’emendamento 9.13 D’Attorre, parere favorevole di Commissioni e Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Roberta Agostini. Ne ha facoltà.

ROBERTA AGOSTINI. Anche qui per provare a spiegare il senso di quest’emendamento, che, tra l’altro, è molto, molto semplice. Tenta di mitigare il campo di applicazione delle sanzioni amministrative, in relazione a una descrizione vaga della condotta a cui verrebbero ricollegate. Quindi, chiediamo di passare da “limitano la libera accessibilità” a “impediscono l’accessibilità”. Quindi, circoscrive, per così dire, il campo di applicazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. A sostegno di quanto ha detto la mia collega poc’anzi, voglio ricordare che i giuristi consultati nella Commissione hanno tutti e due messo in risalto che queste norme erano di una vaghezza intollerabile. Quindi, passare da limitare la libertà con impedire concretamente la libertà di movimento, credo sia un passo avanti verso una determinatezza della situazione, dalla cui violazione, come sapete, poi deriva una sanzione. Quindi, spero che almeno sul piano tecnico ci si metta d’accordo una volta tanto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.13 D’Attorre, parere favorevole di Commissioni e Governo, contrario del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 85).

Passiamo all’emendamento 9.5 Ferraresi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Anche per il MoVimento 5 Stelle quest’articolo si presta sicuramente a critiche di vaghezza e di indeterminatezza. Infatti, ci sembra che i termini utilizzati - soprattutto il termine “fruibilità”, piuttosto che “accessibilità” - possano prestare il fianco a potenziali critiche e a potenziali utilizzi, da una parte e dall’altra, che potrebbero creare problemi. Non tanto il fatto di accedere a una struttura pubblica, ma nelle strutture grandi, come le stazioni, che hanno più spazi, più ambienti e anche utilizzo di arredo urbano, in questi casi, potrebbero sicuramente essere utilizzati in modo improprio. Infatti, io posso non avere la piena fruibilità di uno spazio, posso non avere la piena fruibilità, per esempio, delle panchine o delle sedie. Quindi, c’è un potenziale di rischio notevole.

Noi abbiamo presentato quest’emendamento, come anche altri della collega Dadone, che cerca, in modo secondo me propositivo e costruttivo, come anche hanno fatto altri colleghi, di determinare un po’ meglio le condotte. Abbiamo messo, per esempio, l’esclusione di condotte meramente passive e quindi solo l’inserimento di condotte attive, che recano un certo disturbo alle persone che usufruiscono di queste strutture in questi luoghi “tramite molestie o disturbo alle persone”, in modo che, almeno questo tipo di atteggiamenti, possa essere un atteggiamento attivo, di chi impedisce questa fruibilità o l’accesso a queste strutture, e non meramente passivo. Infatti, in questo caso, appunto, l’offensività e il pericolo per la sicurezza in questi frangenti è sicuramente molto, molto più basso. Quindi chiediamo, ovviamente, al Governo e alla maggioranza, se non con questi termini, ma con altri, di indicare in modo più specifico l’utilizzo di questo tipo di provvedimenti, che risulta molto, molto vago e molto discrezionale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Voglio richiamare l’attenzione di tutti su come questo emendamento sia proprio in contrasto con la regola della certezza dei confini di una norma. Aggiunge, praticamente, a quanto si dice innanzi: “tramite molestie o disturbo delle persone”. È una espressione talmente vaga che la percezione della molestia o del disturbo ovviamente è una cosa molto soggettiva e non credo che si possa stabilire una norma di tale vaghezza. Ho ricordato in una discussione generale che la giustizia europea chiarisce che, non soltanto in campo penale vale la legge, nullum crimen sine lege, ma anche in tutti i momenti in cui l’ordinamento stabilisce dei divieti, delle limitazioni, delle sanzioni, quindi anche nel campo amministrativo, quindi mi meraviglio del perché il collega abbia fatto questa proposta. Poi, se ci sono delle molestie, c’è già nel nostro ordinamento il reato di molestia, non c’è l’illecito di disturbo delle persone - ripeto - a meno che non si ricada nella contravvenzione di petulanza e molestie, così io mi ricordo dai banchi di scuola, non so se questa contravvenzione esista ancora, ma credo di sì, è chiaro. Quindi non me la sento proprio di votare favorevolmente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Longo. Ne ha facoltà.

PIERO LONGO. Grazie, signor Presidente. La proposta emendativa 9.5 Ferraresi si pone in contrasto logico con quanto abbiamo appena votato nell’emendamento 9.14. La Camera ha stabilito di mutare la limitazione della libertà con l’espressione “tale da impedire concretamente”.

PRESIDENTE. L’emendamento 9.14 è stato ritirato; solo per dovere di cronaca.

PIERO LONGO. Se dovessimo limitare il “tramite molestia o disturbo delle persone”, noi avremmo una limitazione nei modi per ottenere una concreta, o anche teorica limitazione della libertà, il che è affatto contrario allo spirito della norma.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.5 Ferraresi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 86).

Passiamo alla votazione dell’emendamento 9.3 Dadone.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto Ferraresi. Ne ha facoltà.

VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Per specificare l’emendamento precedente al mio intervento. È ovvio che se qualcuno ha proposte migliori per rendere più praticabile, più identificabile, meno discrezionale l’intervento di questo articolo può benissimo farlo - e se non lo fa, secondo me, si prende poi le sue responsabilità negli interventi che fa - ma da questo punto di vista le parole che io ho inserito, che ho cercato di inserire per limitare appunto questa discrezionalità solo a determinate azioni devono ovviamente, collega Sannicandro e collega Longo, essere ricollegate…

PRESIDENTE. Però deve intervenire su questo emendamento, non su quello precedente, collega.

VITTORIO FERRARESI. Sì, questo emendamento tratta sempre di limitazione alla discrezionalità…

PRESIDENTE. Perché stava citando il caso precedente.

VITTORIO FERRARESI. Certo. Cito il caso precedente, ma poi parlerò anche di questo. E quindi in questo senso, come questo emendamento 9.3 Dadone fa e come il precedente 9.5 Ferraresi fa, non sono limitazioni tramite molestia o disturbo poste in uno spazio a sé stante o manifesta pericolosità per la sicurezza - punto e basta - ma sono ricollegate ovviamente al testo dell’articolo che reca le disposizioni in base alla violazione di alcuni principi, tra i quali appunto quello della fruibilità di questi spazi o della limitazione dell’accessibilità di questi spazi e quindi a queste fattispecie vanno ricollegate.

Stessa cosa per l’emendamento 9.3 Dadone e stessa cosa per tutti gli altri emendamenti che cercano di andare in questa direzione, sui quali abbiamo sempre votato favorevolmente e sempre voteremo favorevolmente, per evitare di circoscrivere sempre di più, per quello che è possibile fare, questa disposizione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Longo. Ne ha facoltà.

PIERO LONGO. Grazie, signor Presidente. Se ho capito bene, il rappresentante dei 5 Stelle pretende che vi sia per il divieto in questione una manifesta pericolosità per la sicurezza e l’incolumità pubblica di tali condotte. Se invece è una manifesta pericolosità per la sicurezza e l’incolumità privata del singolo tutto è lecito? A me pare che sia che ci sia qualcosa di paranoico, col massimo rispetto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.3, Dadone, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 87).

Passiamo alla votazione dell’emendamento D’Agostino 9.51.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto Sannicandro. Ne ha facoltà.

ARCANGELO SANNICANDRO. Praticamente si propone di modificare il testo che è il seguente: “Contestualmente alla rilevazione della condotta illecita” . “Contestualmente alla rilevazione” secondo me è tecnicamente sbagliato perché un illecito si accerta, non si rileva. Il secondo comma, che è il comma citato appunto dal collega D’Agostino, dice di sostituire “l’accertamento” con la parola “rilevazione”. Ora, è proprio esattamente il contrario: la parola giusta è “accertamento”. Guardate che su questa parola proprio c’è stato un preciso rilievo in sede di audizione da parte di un responsabile della polizia, che disse: “Noi non rileviamo gli illeciti, noi li accertiamo”. Quindi per questo motivo - ripeto - credo che dovremmo unanimemente votare contro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.51 D’Agostino, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e sul quale il relatore Invernizzi si è rimesso all’Assemblea.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 88).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.28 Rampelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 89).

Interrompiamo a questo punto l’esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani a partire alle ore 9,30.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, la deputata Michela Rostan, già iscritta al gruppo parlamentare Partito Democratico, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista. La presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di avere accolto la richiesta.

Interventi di fine seduta (ore 20,02).

MARIA TINDARA GULLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA TINDARA GULLO. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Forza Italia a Messina è contraria all’apertura di un hotspot. L’annuncio dei giorni scorsi del Capo della polizia, Franco Gabrielli, ha generato allarme fra i rappresentanti delle istituzioni locali, i quali hanno manifestato la loro contrarietà dal momento che l’hotspot andrebbe collocato a poche centinaia di metri dal centro cittadino, in una caserma dismessa. Ciò sta determinando un comprensibile allarme sociale, perché si teme che a Messina possa sorgere un nuovo CARA di Mineo, con quasi 3 mila migranti in attesa di identificazione. La questione era già stata sollevata…

PRESIDENTE. Colleghi, il tono della voce per favore!

MARIA TINDARA GULLO. La questione era già stata sollevata lo scorso anno e l’allora Ministro dell’interno, Alfano, sembrava aver recepito le osservazioni di Forza Italia.

Oggi, con il pretesto di mantenere gli impegni con l’Europa, si sta decidendo repentinamente di ubicare l’hotspot a Messina. Tale scelta pare rispondere solo ad esigenze emergenziali ed andrebbe a penalizzare ulteriormente la Sicilia e, in modo particolare, Messina, città che già accoglie quasi giornalmente centinaia di migranti. Infatti, un modello proficuo di accoglienza richiede adeguata programmazione. Pertanto, chiedo che il Governo faccia una valutazione seria prima di decidere istintivamente l’ubicazione dell’hotspot a Messina.

MATTIA FANTINATI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATTIA FANTINATI. Presidente, colleghi, è notizia di oggi che, secondo una classifica dell’Eurispes e dell’osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, la mia città, Verona, sia nella top ten e arrivi terza. Il fenomeno delle agromafie è cresciuto, negli ultimi anni, di circa il 30 per cento e rappresenta, per i clan della camorra, circa il 20 per cento. Ora questo è un problema, una piaga molto, molto importante che deve essere combattuta, anche perché si rileva che proprio in questi ultimi periodi ci sono stati, proprio nel veronese, tantissimi furti di macchine agricole.

Non solo. Vi è il fatto che si sia arrivati proprio nel mio territorio, ma è anche concentrato nel territorio nazionale, ad un apice per quanto riguarda la contraffazione, soprattutto nel settore dell’agroalimentare.

Quindi, io sollecito il Governo, colleghi parlamentari, quanto prima a dare valore al fenomeno della contraffazione, ossia la contraffazione è un reato e deve essere riapplicato il reato penale per qualsiasi forma di contraffazione, per qualsiasi fenomeno di fallace indicazione di etichetta, perché il nostro made in Italy va tutelato al massimo.

PRESIDENTE. Grazie…

MATTIA FANTINATI. La contraffazione è una piaga e come tale deve essere combattuta. È un imbroglio.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Mercoledì 15 marzo 2017, alle 9,30:

1.  Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto​-​legge 20 febbraio 2017, n. 14, recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città (C. 4310​-​A).

Relatori: FIANO (per la I Commissione) e MORANI (per la II Commissione), per la maggioranza; INVERNIZZI, di minoranza.

2.  Seguito della discussione della proposta di legge:

TURCO: Modifiche alle disposizioni per l’attuazione del codice civile in materia di determinazione e risarcimento del danno non patrimoniale (C. 1063​-​A).

Relatori: DAMBRUOSO, per la maggioranza; BONAFEDE, di minoranza.

3.  Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 2036 ​-​ Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Slovenia sulla linea del confine di Stato nel tratto regimentato del torrente Barbucina/Čubnica nel settore V del confine, fatto a Trieste il 4 dicembre 2014 (Approvato dal Senato) (C. 4109).

Relatore: GIANNI FARINA.

4.  Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge (previo esame e votazione delle questioni pregiudiziali di costituzionalità e delle questioni sospensive presentate):

MANTERO ed altri; LOCATELLI ed altri; MURER ed altri; ROCCELLA ed altri; NICCHI ed altri; BINETTI ed altri; CARLONI ed altri; MIOTTO ed altri; NIZZI ed altri; FUCCI ed altri; CALABRO’ e BINETTI; BRIGNONE ed altri; IORI ed altri; MARZANO; MARAZZITI ed altri; SILVIA GIORDANO ed altri: Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento (C. 1142​-​1298​-​1432​-​2229​-​2264​-​2996​-​3391​-​3561​-​3584​-​3586​-​3596​-​3599​-​3630​-​3723​-​3730​-​3970​-​A).

Relatori: LENZI, per la maggioranza; CALABRÒ, di minoranza.

5.  Seguito della discussione delle mozioni Dell’Aringa, Palladino ed altri n. 1-01319, Cominardi ed altri n. 1-01533, Palese ed altri n. 1-01534, Sberna ed altri n. 1-01535, Placido ed altri n. 1-01538 e Simonetti ed altri n. 1-01539 concernenti iniziative in materia di politiche attive del lavoro, con particolare riferimento al potenziamento dei centri per l’impiego.

6.  Seguito della discussione delle mozioni Santerini, Cimbro ed altri n. 1-01435, Altieri ed altri n. 1-01536 e Molteni ed altri n. 1-01537 concernenti iniziative volte all’identificazione dei migranti deceduti nella traversata del Mediterraneo.

  (ore 15)

7.  Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta termina alle 20,05.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

  nella votazione n. 1 la deputata Giuliani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 3 e nn. 10, 11 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita a votare;

  nelle votazioni nn. 1, 3, 4 e 7 il deputato Rampelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 3 la deputata Gelmini ha segnalato che non è riuscita a votare;

  nella votazione n. 5 il deputato Melilli ha segnalato che non è riuscito a votare;

  nella votazione n. 6 i deputati Pesco e Ruocco hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 8 il deputato Alberti ha segnalato che ha erroneamente votato favorevole mentre avrebbe voluto votare contro;

  nella votazione n. 8 la deputata Giuliani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 9 i deputati Gutgeld e Giuliani hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 10 alla n. 14 e la n. 42 la deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni n. 11 e n. 12 e dalla n. 40 alla n. 42 la deputata Tartaglione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni n. 13 e n. 14 la deputata Rotta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 24 il deputato Giulietti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 25 il deputato Rampi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni n. 29 e n. 30 il deputato Rampelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 32 la deputata Covello ha segnalato che è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni n. 32 , n. 33 e n. 53 la deputata Iacono ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 32 alla n. 45 la deputata Gribaudo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni n. 33 e n. 34 il deputato Manfredi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 33 alla n. 37 il deputato Zan ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 36 il deputato Gianluca Pini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 36 i deputati Busto e Tartaglione hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni n. 38 e n. 39 la deputata Santerini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 39 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 42 il deputato Bombassei ha segnalato che non è riuscito a votare;

  nelle votazioni n. 42 e n. 43 la deputata Rotta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 43 la deputata Paola Bragantini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 46 il deputato Micillo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 48 il deputato Dell'Aringa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 50 il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni dalla n. 51 alla n. 54 e n. 56 il deputato Manfredi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni n. 54 e n. 55 i deputati Di Salvo e Matarrese hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 54 alla n. 56 il deputato Vargiu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 55 il deputato Manfredi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 55 la deputata Santerini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni n.54 e n. 55 il deputato Gianluca Pini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni dalla n. 59 alla n. 67 il deputato Matarrese ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 60 alla n. 64 il deputato Borghi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 66 il deputato Realacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 67 il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni n. 68 e n. 69 il deputato Matarrese ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni n. 68 e n. 69 il deputato Dambruoso ha segnalato che non è riuscito a votare;

  nelle votazioni nn. 74, 76 e 77 il deputato Matteo Bragantini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 75 il deputato De Mita ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 85 il deputato Pagano. ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

  nella votazione n.88 la deputata Moretto ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni n. 88 e n. 89 la deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Emendamento 1.2 Costantino Celeste (SI-SEL) 392 373 19 187 26 347 92 Resp.
2 Nominale Emendamento 1.50 Altieri Trifone (MISTO) 400 397 3 199 98 299 91 Resp.
3 Nominale Emendamento 2.3 Farina Daniele (SI-SEL) 405 383 22 192 25 358 91 Resp.
4 Nominale Emendamento 2.5 D'alia Giampiero (AP-NCD) 400 398 2 200 99 299 91 Resp.
5 Nominale Emendamento 3.6 Costantino Celeste (SI-SEL) 395 368 27 185 20 348 89 Resp.
6 Nominale Identici emendamenti 3.4 Molteni Nicola (LNA), 3.7 Vito Elio (FI-PDL), 3.8 D'alia Giampiero (AP-NCD) e 3.9 Lombardi Roberta (M5S) 369 368 1 185 132 236 89 Resp.
7 Nominale Emendamento 3.2 Quaranta Stefano (MDP) 395 369 26 185 111 258 100 Resp.
8 Nominale Emendamento 3.5 Invernizzi Cristian (LNA) 407 406 1 204 60 346 96 Resp.
9 Nominale Emendamento 3.3 Molteni Nicola (LNA) 410 409 1 205 65 344 94 Resp.
10 Nominale Emendamento 4.4 Farina Daniele (SI-SEL) 430 407 23 204 24 383 92 Resp.
11 Nominale Emendamento 4.3 Simonetti Roberto (LNA) 424 424 0 213 65 359 89 Resp.
12 Nominale Emendamento 4.6 Costantino Celeste (SI-SEL) 429 428 1 215 25 403 88 Resp.
13 Nominale Emendamento 4.2 Molteni Nicola (LNA) 440 366 74 184 68 298 88 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale Articolo aggiuntivo 4.04 Invernizzi Cristian (LNA) 438 363 75 182 70 293 87 Resp.
15 Nominale Identici emendamenti 5.18 Costantino Celeste (SI-SEL) e 5.11 Molteni Nicola (LNA) 446 438 8 220 58 380 87 Resp.
16 Nominale Emendamento 5.54 Distaso Antonio (MISTO) 448 447 1 224 147 300 87 Resp.
17 Nominale Emendamento 5.9 Simonetti Roberto (LNA) 445 444 1 223 44 400 87 Resp.
18 Nominale Emendamento 5.24 Gallo Luigi (M5S) 449 447 2 224 97 350 86 Resp.
19 Nominale Emendamento 5.21, nel testo riformulato, Fontana Gregorio (FI-PDL) 449 449 0 225 424 25 86 Appr.
20 Nominale Emendamento 5.23 Dieni Federica (M5S) 453 452 1 227 124 328 86 Resp.
21 Nominale Emendamento 5.26 Vito Elio (FI-PDL) 452 450 2 226 62 388 85 Resp.
22 Nominale Identici emendamenti 5.8 Molteni Nicola (LNA) e 5.27, nel testo riformulato, Vito Elio (FI-PDL) 459 459 0 230 428 31 85 Appr.
23 Nominale Emendamento 5.5 Costantino Celeste (SI-SEL) 457 456 1 229 125 331 85 Resp.
24 Nominale Emendamento 5.28 Farina Daniele (SI-SEL) 463 386 77 194 27 359 85 Resp.
25 Nominale Emendamento 5.55 Altieri Trifone (MISTO) 446 366 80 184 63 303 85 Resp.
26 Nominale Emendamento 5.50 Costantino Celeste (SI-SEL) 451 450 1 226 22 428 85 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale Emendamento 5.6 Molteni Nicola (LNA) 453 450 3 226 142 308 85 Resp.
28 Nominale Emendamento 5.32 Prataviera Emanuele (MISTO) 457 456 1 229 148 308 85 Resp.
29 Nominale Emendamento 5.33 Gallo Luigi (M5S) 461 457 4 229 163 294 85 Resp.
30 Nominale Emendamento 5.36 Carinelli Paola (M5S) 460 458 2 230 168 290 85 Resp.
31 Nominale Emendamento 5.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento 465 385 80 193 381 4 85 Appr.
32 Nominale Emendamento 5.40 Vito Elio (FI-PDL) 439 365 74 183 72 293 85 Resp.
33 Nominale Emendamento 5.39 D'alia Giampiero (AP-NCD) 437 436 1 219 144 292 85 Resp.
34 Nominale Emendamento 5.57 Distaso Antonio (MISTO) 428 427 1 214 156 271 85 Resp.
35 Nominale Articolo aggiuntivo 5.02 D'alia Giampiero (AP-NCD) 437 364 73 183 91 273 85 Resp.
36 Nominale Articolo aggiuntivo 5.050 Guidesi Guido (LNA) 437 435 2 218 70 365 85 Resp.
37 Nominale Identici emendamenti 6.8 Farina Daniele (SI-SEL) e 6.5 Pini Gianluca (LNA) 438 436 2 219 160 276 85 Resp.
38 Nominale Emendamento 6.6 Lombardi Roberta (M5S) 455 454 1 228 151 303 85 Resp.
39 Nominale Emendamento 6.51 Distaso Antonio (MISTO) 443 443 0 222 145 298 85 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale Emendamento 6.3 Molteni Nicola (LNA) 434 434 0 218 66 368 85 Resp.
41 Nominale Emendamento 6.52 Distaso Antonio (MISTO) 425 425 0 213 133 292 85 Resp.
42 Nominale Identici emendamenti 6.4 Molteni Nicola (LNA), 6.2 D'alia Giampiero (AP-NCD) e 6.7 Vito Elio (FI-PDL) 428 428 0 215 139 289 84 Resp.
43 Nominale Emendamento 6.11 D'alia Giampiero (AP-NCD) 430 430 0 216 134 296 84 Resp.
44 Nominale Emendamento 6.53 D'attorre Alfredo (MDP) 434 428 6 215 152 276 84 Resp.
45 Nominale Emendamento 6.54 Distaso Antonio (MISTO) 444 443 1 222 141 302 84 Resp.
46 Nominale Articolo aggiuntivo 6.01 Dadone Fabiana (M5S) 441 440 1 221 155 285 85 Resp.
47 Nominale Articolo aggiuntivo 6.02 Dadone Fabiana (M5S) 452 428 24 215 117 311 84 Resp.
48 Nominale Articolo aggiuntivo 6.051 Distaso Antonio (MISTO) 451 378 73 190 62 316 84 Resp.
49 Nominale Articolo aggiuntivo 6.050 Distaso Antonio (MISTO) 446 373 73 187 69 304 84 Resp.
50 Nominale Emendamento 7.13 Costantino Celeste (SI-SEL) 449 421 28 211 32 389 84 Resp.
51 Nominale Emendamento 7.9 Lombardi Roberta (M5S) 445 444 1 223 110 334 83 Resp.
52 Nominale Emendamento 7.53 Simonetti Roberto (LNA) 451 449 2 225 140 309 83 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale Identici emendamenti 7.7 Simonetti Roberto (LNA), 7.23 Sisto Francesco Paolo (FI-PDL) e 7.51 Altieri Trifone (MISTO) 416 413 3 207 134 279 82 Resp.
54 Nominale Identici emendamenti 7.6 Molteni Nicola (LNA) e 7.12 Vito Elio (FI-PDL) 384 384 0 193 111 273 81 Resp.
55 Nominale Emendamento 7.100 delle Commissioni 384 368 16 185 361 7 81 Appr.
56 Nominale Emendamento 7.26 Vito Elio (FI-PDL) 411 410 1 206 125 285 81 Resp.
57 Nominale Emendamento 7.24 D'alia Giampiero (AP-NCD) 416 416 0 209 129 287 81 Resp.
58 Nominale Articolo aggiuntivo 7.02 Molteni Nicola (LNA) 430 429 1 215 130 299 81 Resp.
59 Nominale Emendamento 8.17 Farina Daniele (SI-SEL) 416 395 21 198 61 334 81 Resp.
60 Nominale Emendamento 8.18 Costantino Celeste (SI-SEL) 412 344 68 173 35 309 81 Resp.
61 Nominale Emendamento 8.13 Dadone Fabiana (M5S) 416 414 2 208 83 331 81 Resp.
62 Nominale Emendamento 8.4 Molteni Nicola (LNA) 420 419 1 210 56 363 81 Resp.
63 Nominale Emendamento 8.14 Dadone Fabiana (M5S) 415 414 1 208 93 321 81 Resp.
64 Nominale Emendamento 8.5 Molteni Nicola (LNA) 420 420 0 211 129 291 81 Resp.
65 Nominale Emendamento 8.21 Prataviera Emanuele (MISTO) 416 344 72 173 58 286 81 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale Emendamento 8.23 Squeri Luca (FI-PDL) 411 410 1 206 150 260 81 Resp.
67 Nominale Emendamento 8.52 Altieri Trifone (MISTO) 414 413 1 207 128 285 82 Resp.
68 Nominale Emendamento 8.8 Molteni Nicola (LNA) 415 344 71 173 73 271 81 Resp.
69 Nominale Emendamento 8.100 del Governo 420 420 0 211 365 55 81 Appr.
70 Nominale Emendamento 8.1, nel testo riformulato, D'attorre Alfredo (MDP) 427 426 1 214 426 0 80 Appr.
71 Nominale Emendamento 8.36 Costantino Celeste (SI-SEL) 422 422 0 212 108 314 80 Resp.
72 Nominale Emendamento 8.10 Gallo Luigi (M5S) 425 410 15 206 115 295 80 Resp.
73 Nominale Articolo aggiuntivo 8.01 Causin Andrea (AP-NCD) 424 348 76 175 56 292 80 Resp.
74 Nominale Articolo aggiuntivo 8.06 Molteni Nicola (LNA) 421 420 1 211 134 286 80 Resp.
75 Nominale Articolo aggiuntivo 8.07 Fontana Gregorio (FI-PDL) 409 336 73 169 60 276 80 Resp.
76 Nominale Articolo aggiuntivo 8.08 Vito Elio (FI-PDL) 418 417 1 209 132 285 80 Resp.
77 Nominale Articolo aggiuntivo 8.011 Causin Andrea (AP-NCD) 419 317 102 159 7 310 80 Resp.
78 Nominale Articolo aggiuntivo 8.012 Vito Elio (FI-PDL) 414 412 2 207 130 282 80 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 89)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nominale Articolo aggiuntivo 8.015 Vito Elio (FI-PDL) 419 400 19 201 112 288 80 Resp.
80 Nominale Articolo aggiuntivo 8.016 Vito Elio (FI-PDL) 415 341 74 171 56 285 80 Resp.
81 Nominale Articolo aggiuntivo 8.017 Lombardi Roberta (M5S) 400 400 0 201 126 274 80 Resp.
82 Nominale Articolo aggiuntivo 8.050 Altieri Trifone (MISTO) 413 412 1 207 131 281 80 Resp.
83 Nominale Emendamento 9.25 Costantino Celeste (SI-SEL) 408 321 87 161 49 272 80 Resp.
84 Nominale Emendamento 9.32 Dadone Fabiana (M5S) 409 408 1 205 83 325 80 Resp.
85 Nominale Emendamento 9.13 D'attorre Alfredo (MDP) 407 403 4 202 364 39 80 Appr.
86 Nominale Emendamento 9.5 Ferraresi Vittorio (M5S) 398 397 1 199 80 317 80 Resp.
87 Nominale Emendamento 9.3 Dadone Fabiana (M5S) 396 395 1 198 77 318 80 Resp.
88 Nominale Emendamento 9.51 D'agostino Angelo Antonio (SC-ALA) 392 392 0 197 11 381 80 Resp.
89 Nominale Emendamento 9.28 Rampelli Fabio (FDI-AN) 389 388 1 195 35 353 80 Resp.