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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 745 di martedì 21 febbraio 2017

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PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  La seduta comincia alle 11.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  RICCARDO FRACCARO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 17 febbraio 2017.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Alli, Amendola, Amici, Artini, Baretta, Bellanova, Bernardo, Dorina Bianchi, Biondelli, Bobba, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Matteo Bragantini, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Bueno, Caparini, Capelli, Casero, Caso, Castiglione, Catania, Causin, Antimo Cesaro, Cicchitto, Cirielli, Coppola, Costa, D'Alia, Dambruoso, Damiano, De Menech, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Luigi Di Maio, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Garofani, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Giorgis, Gozi, La Russa, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Meta, Migliore, Orlando, Pes, Pisicchio, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rosato, Domenico Rossi, Rossomando, Rughetti, Sanga, Sani, Scagliusi, Scalfarotto, Schullian, Scotto, Sottanelli, Tabacci, Tidei, Valeria Valente, Velo, Vignaroli e Zolezzi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissioni in sede referente.

  PRESIDENTE. La Ministra per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 20 febbraio 2017, ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e II (Giustizia):
  «Conversione in legge del decreto-legge 20 febbraio 2017, n. 14, recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città» (4310) – Parere delle Commissioni V, VII, VIII, IX, X, XI, XII e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

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  Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Svolgimento di una interpellanza e interrogazioni.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e interrogazioni.

(Elementi ed iniziative di competenza, ai sensi dell'articolo 39 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, in relazione alla vicenda della mancata convocazione del consiglio comunale di Leporano, in provincia di Taranto – n. 3-02167)

  PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Chiarelli e Palese n. 3-02167 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato per l'Interno, Gianpiero Bocci, ha facoltà di rispondere.

  GIANPIERO BOCCI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Con l'interrogazione all'ordine del giorno, l'onorevole Chiarelli lamenta che il presidente del consiglio comunale e il sindaco pro tempore di Leporano, in provincia di Taranto, abbiano denegato la convocazione del consiglio medesimo, richiesta dai consiglieri di minoranza il 4 dicembre 2015 per la trattazione dei temi della raccolta differenziata e dello smaltimento dei rifiuti. Alla base del diniego, l'inosservanza della prescrizione contenuta nell'articolo 23 del regolamento comunale, cioè l'assenza della proposta di deliberazione allegata alla richiesta di convocazione. Al riguardo, l'interrogante chiede se sia intenzione del prefetto di Taranto esercitare i poteri di cui all'articolo 39 del testo unico degli enti locali, cioè convocare il consiglio comunale previa diffida.
  Assicuro innanzitutto che il Ministero dell'interno ha seguito attentamente la vicenda attraverso il Dipartimento degli affari interni e territoriali e la prefettura di Taranto, a cui peraltro era pervenuto un esposto da parte degli stessi consiglieri di minoranza che avevano richiesto la convocazione del consiglio comunale. In particolare, la prefettura ha invitato il consigliere di minoranza, primo firmatario dell'esposto, a un incontro per ricercare una soluzione condivisa della vicenda. L'incontro non si è tenuto per l'indisponibilità dell'interessato che, di contro, ha inoltrato alla Prefettura un formale sollecito ad attivare la procedura di convocazione dell'assise comunale in via sostitutiva. Sulla specifica questione si è espresso il Dipartimento per gli affari interni e territoriali, secondo cui, quando lo richiedano un quinto dei consiglieri, il Presidente del consiglio comunale è tenuto a convocare l'Assemblea, inserendo all'ordine del giorno le questioni richieste. In sostanza, la legge configura un obbligo di convocazione a carico del presidente dell'organo assembleare, ma senza alcun riferimento alla necessaria adozione di determinazioni da parte del consiglio stesso. Ciò non significa che le richieste di convocazione possano essere generiche e infatti, secondo la giurisprudenza di merito, l'ordine del giorno della seduta deve essere formulato in maniera chiara e in termini non ambigui, ma senza che ciò implichi l'esibizione di uno schema di provvedimento.
  Inoltre, secondo un consolidato orientamento giurisprudenziale e dottrinario, il presidente del consiglio comunale può omettere di dare seguito all'istanza di convocazione dell'assise solo per carenza del prescritto numero di consiglieri oppure per illiceità, impossibilità e manifesta estraneità dell'oggetto alle competenze del consiglio, mentre è escluso da parte sua qualsiasi sindacato di merito.
  Sulla base di queste argomentazioni, il Dipartimento degli affari interni e territoriali ha ritenuto che, nella fattispecie in esame, sussistessero i presupposti perché il prefetto di Taranto avviasse la procedura Pag. 3prevista dall'articolo 39, comma 5, del citato testo unico, invitando il presidente del consiglio comunale a convocare il consiglio comunale e nel contempo i consiglieri comunali richiedenti ad attenersi alle modalità previste dal richiamato articolo 23 del Regolamento comunale. Gli inviti ad adempiere sono stati inoltrati dal prefetto il 14 aprile dello scorso anno. La settimana successiva i consiglieri di minoranza hanno depositato al protocollo dell'ente lo schema di deliberazione relativa all'oggetto della seduta consiliare. A seguire, il presidente del consiglio comunale ha convocato l'assemblea per il 4 maggio. La vicenda ha quindi trovato soluzione e rispetto della legge, incidendo in minima parte sull'autonomia del comune in questione, che alla fine ha adempiuto all'obbligo di legge attraverso i propri organi statutari.

  PRESIDENTE. Il deputato Rocco Palese ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Esprimo soddisfazione per la risposta a questa interrogazione, perché poi la risposta e anche il prosieguo dell’iter di questa richiesta da parte di un quinto dei consiglieri di opposizione, che era stata formalizzata per la situazione che riguardava il comune di Rapolano, in riferimento anche all'argomento in oggetto, alla fine era esattamente sovraordinata alla legge del testo unico degli enti locali. La risposta che oggi noi discutiamo qui in Aula chiaramente è totalmente superata dai tempi perché noi stiamo così trattando questa interrogazione in un contesto temporale in cui tutti gli eventi sono accaduti, ma questo non toglie di fare qualche considerazione perché il problema è, sì, l'interpretazione che c’è stata sul testo unico degli enti locali e sulle situazioni che si erano venute a determinare nei comuni, ma il problema vero è l'oggetto della richiesta della discussione, che riguardava la raccolta differenziata e lo smaltimento dei rifiuti.
  Questo è un settore, nel contesto di molte regioni e di molti comuni del sud, a rischio, un settore a rischio criminalità, un settore a rischio in tutti i sensi. Il Ministero dell'interno deve assolutamente, attraverso le prefetture e quant'altro, accendere un faro un po’ dappertutto, perché dappertutto esistono delle anomalie spaventose. È un sistema di proroghe, le gare non si fanno più da nessuna parte, di proroghe su proroghe rispetto a questo tipo di gestione e non solo: ci sono anche situazioni in cui la magistratura ripetutamente è intervenuta – non è il caso di questo comune, da quello che mi risulta –, ripetutamente in Puglia è intervenuta per sciogliere anche consigli comunali, ma soprattutto anche in riferimento alle situazioni che si sono venute a creare nel contesto di alcune aziende che sono state commissariate per mafia e quant'altro. Quindi era questa soprattutto la delicatezza dell'oggetto, la delicatezza dell'argomento, perché impatta in maniera sociale poi con le tasche dei cittadini, perché tutto quello che accade all'interno di questo servizio, a domanda individuale, la Tarsu, si riflette poi contestualmente sulle risorse che arrivano e, purtroppo sempre, determinano un aumento dei costi.
  Si pensi che da uno studio grosso modo preliminare che c’è stato all'interno del servizio, del piano e del ciclo dei rifiuti di raccolta e di spazzamento, cioè raccolta e trattamento dei rifiuti, in Puglia si è in un contesto in cui i cittadini sono costretti a pagare i due terzi in più rispetto ai servizi resi. Ciò è dovuto ad una serie di contenziosi e ad una serie anche di situazioni poco chiare. Il riferimento è a transazioni à gogo che le amministrazioni comunali fanno, accontentandosi della piccola assunzione e accontentandosi di situazioni veramente poco chiare. Le responsabilità sono chiaramente anche della regione, perché ancora a tutt'oggi non siamo in presenza di un ciclo chiuso.
  Quindi, io ringrazio la signora Presidente e ringrazio il sottosegretario, in rappresentanza del Governo, per aver sposato completamente la linea, l'indirizzo e le indicazioni che erano state date dai cinque consiglieri di opposizione. Quindi, penso che per questo possa dichiarare la Pag. 4mia soddisfazione in riferimento a quella che è stata l'istruttoria da parte del Ministero dell'interno.

(Iniziative di competenza per garantire l'esercizio del diritto di voto dei lavoratori operanti su piattaforme petrolifere o su analoghe strutture – n. 3-02656)

  PRESIDENTE. Passiamo alla interrogazione Crivellari n. 3-02656 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato per l'Interno, Gianpiero Bocci, ha facoltà di rispondere.

  GIANPIERO BOCCI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Con l'interrogazione all'ordine del giorno l'onorevole Crivellari segnala la vicenda dei lavoratori della società Terminale GNL Adriatico Srl, impossibilitati a votare presso il comune di residenza, in occasione del referendum costituzionale del 4 dicembre scorso, in quanto impegnati nel turno di servizio in una piattaforma marittima nel comune di Porto Viro, in provincia di Rovigo. Chiede, pertanto, l'adozione di iniziative, anche sul piano normativo, volte ad assicurare l'esercizio del diritto di voto dei lavoratori operanti in strutture simili a quella oggetto dell'atto di sindacato ispettivo.
  Rappresento che, in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre scorso, la società sopra menzionata, che gestisce un impianto di rigassificazione sito al largo della costa del mare Adriatico nel comune di Porto Viro, si è rivolta alla prefettura di Rovigo chiedendo un parere circa la possibilità di considerare il personale in servizio sulla struttura, iscritto ovviamente nelle liste elettorali dei comuni di residenza, alla stregua dei naviganti fuori residenza per motivi di imbarco, per i quali è ammesso il voto presso il comune ove si trovano ai sensi dell'articolo 50 del testo unico. La richiesta era stata supportata altresì da una petizione, avviata dalle organizzazioni sindacali tramite comunicato stampa, con la quale veniva rivendicato, per il suddetto personale, il diritto costituzionale di voto.
  Sulla specifica questione, la prefettura rappresentava alla società richiedente che il personale che lavora sulla piattaforma marina non rientra nelle categorie espressamente indicate dal predetto articolo 50. In particolare, esso non può essere considerato alla stregua dei naviganti per i quali, invece, è ammesso il voto presso il comune ove si trovano, previa certificazione del comandante del porto.
  In effetti, dal quadro normativo vigente emerge che la possibilità per gli elettori di votare in un seggio diverso da quello di iscrizione nel comune di residenza è espressamente prevista dalla legge per determinate categorie di elettori: militare delle Forze armate, appartenenti ai corpi militari organizzati, alle forze di polizia e al Corpo nazionale dei vigili del fuoco, naviganti, aviatori che si trovino fuori residenza per motivi di imbarco, componenti di seggio, rappresentanti dei partiti o dei comitati promotori, in caso di referendum, degenti in case di cura, detenuti e, solo in occasione del referendum costituzionale dello scorso dicembre, anche i cittadini sfollati dai comuni colpiti dagli eventi sismici noti.
  Trattandosi di un elenco tassativo e non essendo possibile, quindi, un'interpretazione analogica, l'ampliamento di tali categorie di soggetti richiede un intervento legislativo che deve, però, contemperare l'esigenza di consentire l'esercizio del diritto di voto con quella di garantire la regolarità delle consultazioni.
  Comunque, in considerazione della peculiarità del caso, la questione segnalata sarà oggetto di un opportuno approfondimento di carattere tecnico anche alla luce della proposta di legge che è stata approvata la settimana scorsa alla Camera che, appunto, affronta, per le consultazioni referendarie, la possibilità di allargare la platea di coloro che possono votare fuori dal comune di residenza, nella fattispecie prendendo, ad esempio, come riferimento la effettiva situazione dei lavoratori che si trovano fuori dal comune di residenza.

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  PRESIDENTE. Il deputato Crivellari ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  DIEGO CRIVELLARI. Presidente, ringrazio il sottosegretario Bocci anche per la risposta avuta. Mi dichiaro, quindi, almeno parzialmente soddisfatto, nel senso che accolgo positivamente quell'invito ad approfondire una questione che, come ha ricordato bene il sottosegretario, è molto particolare, è molto peculiare. Infatti, la piattaforma che veniva ricordata, al largo della costa polesana, del comune di Porto Viro, è un'infrastruttura economica di particolare rilievo e, come veniva ugualmente ricordato, questa questione è stata sollevata in occasione dell'ultima tornata referendaria. Si tratta, per quanto riguarda, questi lavoratori di numeri limitati – è vero; però, quando parliamo di diritto di voto e di garantire questo diritto al voto anche per questo tipo di lavoratori, credo che non si possa sottovalutare un problema di questa portata.
  Per cui, ben venga l'invito ad approfondire questa specifica tematica, tenendo conto anche della recente modifica legislativa che veniva ricordata e credo, insomma, che si possa e che si debba fare anche tutto il necessario perché questo approfondimento poi possa andare anche nella direzione di garantire questo diritto ai lavoratori che l'hanno chiesto anche attraverso il tramite delle forze sociali a livello locale.

(Iniziative in ordine al mancato ingresso gratuito delle donne al Palazzo Ducale di Urbino nella giornata dell'8 marzo 2016 – n. 3-02792)

  PRESIDENTE. Passiamo alla interrogazione Manzi n. 3-02792 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  La sottosegretaria di Stato per i Beni e le attività culturali e il turismo, Dorina Bianchi, ha facoltà di rispondere.

  DORINA BIANCHI, Sottosegretaria di Stato per i Beni e le attività culturali e il turismo. Grazie, Presidente. L'onorevole Manzi chiede al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo alcuni chiarimenti in merito alla vicenda che interessa il Palazzo Ducale di Urbino.
  Ringrazio l'onorevole Manzi che mi permette di chiarire, a distanza di tempo, un episodio locale, ma che riteniamo importante.
  In effetti, per il giorno 8 marzo 2016, in adempimento di quanto previsto dalla circolare n. 10 del 29 febbraio 2016 della direzione generale dei musei, la Galleria nazionale delle Marche di Urbino provvedeva, come di prassi, ad informare l'amministratore delegato della società di servizi che gestisce la biglietteria della Galleria nazionale delle disposizioni da porre in atto. Il giorno 8 marzo l'operatore di turno presso la biglietteria non applicava alle prime tre visitatrici l'ingresso gratuito, dichiarando, alla repentina richiesta di spiegazioni, di non essere a conoscenza delle direttive ministeriali.
  In realtà, come anche chiarito personalmente dal direttore della Galleria nazionale delle Marche, le direttive erano state trasmesse a tutti i siti museali del territorio ed alla medesima società di servizi e, tra l'altro, pubblicate nella stampa locale e nazionale nonché dai mezzi multimediali.
  In ogni caso, la direzione della Galleria, allertata al riguardo, provvedeva a risarcire immediatamente le tre utenti oggetto del disguido e ad accertarsi che venissero applicate le disposizioni previste dalla succitata circolare per l'intera giornata di apertura del museo. Si provvedeva, inoltre, ad informare il responsabile della società dell'increscioso accaduto.
  Con l'occasione sono lieta di poter annunciare, a nome anche del Ministro Franceschini, che l'iniziativa sarà ripetuta anche quest'anno, l'8 marzo prossimo. Quindi, in occasione della Giornata internazionale della donna, tutte le donne entreranno gratuitamente in tutti i musei e nei luoghi della cultura statali. La relativa comunicazione a tutti i direttori dei musei e dei luoghi della cultura è già stata inviata lo scorso 2 febbraio. Con la stessa Pag. 6nota circolare del direttore generale della direzione dei musei, i direttori di tutti gli istituti sono stati invitati a organizzare mostre, visite guidate e iniziative a tema, mirate a sottolineare il rilievo culturale della festa dell'8 marzo.

  PRESIDENTE. La deputata Manzi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

  IRENE MANZI. Grazie, Presidente, e grazie, signora sottosegretario. Mi dichiaro soddisfatta e, anzi, mi fa piacere che quello che chiaramente era un caso locale, ma che aveva destato anche un coro di polemiche rispetto alla realtà e alla stampa locale, sia l'occasione, in realtà, per annunciare un'ulteriore nuova misura adottata dal Ministero a sostegno della valorizzazione del nostro patrimonio museale. Penso che sia una misura importante, ovviamente piccola, un segnale in questo caso, ma che si lega a misure e opportunità che già il Ministero in questi tre anni ha messo in campo. Penso, una per tutte, alla positiva iniziativa delle domeniche al museo che stanno riscontrando un notevole successo di pubblico e che si collocano, più in generale, in quelle che sono delle iniziative importanti. Penso alla valorizzazione dei grandi poli museali, alla selezione internazionale connessa anche alla scelta dei direttori museali che intendono investire in maniera significativa non solo sulla tutela, ma sul tema, altrettanto importante, della valorizzazione dei nostri beni culturali e del nostro patrimonio museale.

(Iniziative volte a garantire alle associazioni di promozione sociale l'accesso ai contributi per la realizzazione di progetti nell'ambito del Programma operativo nazionale – Asse II n. 3-02793)

  PRESIDENTE. Passiamo alla interrogazione Beni n. 3-02793 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  La sottosegretaria di Stato per i Beni e le attività culturali e il turismo, Dorina Bianchi, ha facoltà di rispondere.

  DORINA BIANCHI, Sottosegretaria di Stato per i Beni e le attività culturali e il turismo. L'onorevole Beni chiede al Ministero dei beni culturali precisazioni in merito alle disposizioni del decreto ministeriale dell'11 maggio 2016 relativo al programma «Cultura crea». Premetto che il decreto riguarda, tra le altre, misure di sostegno a soggetti del terzo settore a valere dal PON FESR 2014-2020 «Cultura e sviluppo». Il PON assume l'obiettivo specifico di rafforzare le integrazioni e le relazioni tra istituzioni pubbliche e soggetti privati, in particolare sostenendo il coinvolgimento dei soggetti del terzo settore nel campo della gestione del patrimonio e delle attività e delle iniziative culturali. Come riportato nel PON, il terzo settore si compone di una molteplicità di soggetti con natura giuridica, struttura organizzativa e consistenza economico-finanziaria molto variegata: associazioni, cooperative, imprese sociali, fondazioni, e, nel complesso, rappresenta una quota importante dell'economia del Paese e svolge un ruolo decisivo per la tenuta del welfare.
  All'interno di questo universo rappresentano mediamente in Italia oltre il 34 per cento, il 32 nelle cinque regioni meno sviluppate, i soggetti che operano specificatamente nel settore culturale e artistico e nelle attività a questo collegabili. In questo segmento, considerate le tre funzioni che tipicamente caratterizzano il terzo settore (advocacy svolta da associazioni e comitati, produttiva svolta da cooperative e imprese sociali, erogativa svolta dalle fondazioni) si evidenzia la funzione produttiva che assume una rilevanza sempre maggiore senza tuttavia alterare la mission originaria di queste organizzazioni che rimane di matrice sociale.
  È proprio il rafforzamento di questa funzione che richiede la definizione di un profilo più spiccatamente imprenditoriale in termini di organizzazione e sostenibilità economica. Attraverso il PON si intende dunque favorire la transizione di soggetti del terzo settore che operano in ambito culturale verso forme strutturate fondate sul riconoscimento delle possibilità che le Pag. 7attività e la produzione culturale possano diventare veri e propri asset imprenditoriali. A tal fine, l'azione è stata rivolta a un numero di soggetti che rappresenta il 3 per cento delle imprese organizzazioni no profit operanti nel settore della valorizzazione culturale e territoriale sull'aggregato delle cinque regioni. In questo senso sono state selezionate quali qualifiche caratterizzanti i destinatari della misura quelle di ONLUS e di impresa sociale.
  Permettetemi di osservare che l'ampliamento della platea dei soggetti del terzo settore in virtù dalla legge n. 106 del 2016, relativa alla delega del Governo per la riforma del terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale, sarebbe stata poco efficiente in quanto la tempistica dell'emanazione dei relativi decreti attuativi necessari per definire effettivamente i nuovi soggetti eleggibili del terzo settore, sarebbe stata non coerente con l'apertura dello sportello di «Cultura crea» che pertanto non sarebbe potuta avvenire entro la data prevista del 15 settembre. Peraltro, i riscontri avuti dal 15 settembre ad oggi in termini di presentazione di domande da parte dei soggetti del terzo settore denotano un notevole interesse dei soggetti in possesso di tali qualifiche (al 31 gennaio sono già pervenute 93 domande di finanziamento) confermando così, permettetemi di dire, la bontà dell'analisi svolta nell'individuazione dei soggetti in possesso delle effettive potenzialità per divenire un asset imprenditoriale con effetti rilevanti sulle dinamiche occupazionali, con particolare riferimento al target giovanile e delle donne.
  Assicuro in ogni caso all'onorevole Beni l'attenzione e l'impegno del Ministero per favorire il pieno coinvolgimento dei diversi soggetti del cosiddetto terzo settore nella promozione del patrimonio culturale italiano, coinvolgimento che potrà essere realizzato nell'ambito dell'attuazione di altre misure previste dal programma, in accordo con i direttori degli attrattori culturali.

  PRESIDENTE. Il deputato Beni ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  PAOLO BENI. Grazie Presidente. Ringrazio molto la sottosegretaria per la risposta che mi soddisfa solo da un punto di vista, perché evidentemente il percorso di piena attuazione della legge n. 106 del 2016 (ricordo che siamo vicini alla scadenza dell'anno, dei dodici mesi, entro i quali dovranno essere fatti i decreti attuativi) ancora deve avvenire e questo giustifica la lettura che è stata fatta e che, altrimenti, io non potrei condividere. Sono pienamente d'accordo e ho grande apprezzamento per le scelte fatte con il PON cultura, il secondo asse, le cose che lei stava dicendo, rispetto alla promozione di nuove forme imprenditoriali nel campo della industria culturale, ma proprio per questo non ha senso quella restrizione prevista.
  Io penso che sia proprio un errore formale la dizione usata nel decreto in oggetto quando si fa riferimento alle ONLUS, che sono una categoria unicamente di tipo fiscale e non delineano alcun tipo di forma giuridica di organizzazioni di terzo settore, oppure all'impresa sociale che nella legge n.106 viene definita come qualifica che può essere assunta da soggetti del terzo settore, qualsiasi sia la loro forma giuridica. Quindi, possono essere imprese sociali le associazioni di promozione sociale, le organizzazioni di volontariato, le società di persone o di capitali o quant'altro. Allora, evidentemente qui c’è una confusione che non è sicuramente responsabilità del Ministero dei beni e delle attività culturali, e tanto meno della sottosegretaria, ma c’è una confusione anche terminologica che la legge n.106, la attesissima riforma del terzo settore, finalmente risolve, a nostro parere, perché abbiamo sostenuto e costruito questa norma, e che però abbisogna dei decreti attuativi per chiarire definitivamente alcuni equivoci.
  Ricordo semplicemente e conclusivamente che il mondo delle associazioni di promozione sociale è proprio il tessuto più Pag. 8ampio, più vasto, del diffuso associazionismo culturale e rappresenta il bacino di quella potenziale transizione che lei giustamente ricordava, facendo riferimento a un processo che io condivido molto e auspico: la transizione dalla forma associativa al dar vita anche a forme più strutturate di attività imprenditoriale e quindi nel campo dell'industria culturale, ma queste associazioni devono avere la possibilità di accedere a questo bando per poter appunto, attraverso anche quei contributi, effettuare quella transizione a forme imprenditoriali più strutturate nel campo dell'industria culturale. È lì che c’è una grande potenzialità.
  Quindi, io penso che ci sia semplicemente un equivoco e la sottosegretaria ha pienamente ragione su questo: i tempi non consentivano di chiarire, avendo il bando in questione tempi diversi. È già scaduto ampiamente rispetto al completamento dell'attuazione della legge n. 106 che ancora attende i decreti attuativi. Colgo l'occasione, e concludo davvero, quindi, per fare un appello, che inoltro attraverso la Presidenza, ovviamente, perché riguarda un altro Ministero, a che questi decreti vedano presto la luce, in modo da chiarire definitivamente il problema.

(Intendimenti del Governo a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 251 del 2016, relativa a specifiche disposizioni della legge n. 124 del 2015, cosiddetta «riforma Madia» – n. 3-02790)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione all'ordine del giorno Rizzetto n. 3-02790 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Angelo Rughetti, ha facoltà di rispondere.

  ANGELO RUGHETTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole Rizzetto dell'interrogazione, perché consente al Governo di chiarire una questione molto rilevante e che sta molto a cuore all'Esecutivo. La Corte, infatti, con la sentenza n. 251 del 2016, ha cambiato, innovando nettamente, una giurisprudenza consolidata della stessa Corte che in passato si era espressa più volte sul tema in questione. Il Governo, infatti, aveva impostato il disegno di legge di delega, poi diventato legge n. 124, sulla base della giurisprudenza consolidata, non potendo, appunto, prevedere un cambio di rotta così evolutivo, che ha fatto anche molto discutere in dottrina. La recente sentenza del 25 novembre 2016 ha ritenuto non idoneo l'iter di adozione di alcune disposizioni della legge n. 124 del 2015 nella parte in cui prevedono che i decreti legislativi attuativi siano adottati previa acquisizione del parere reso in sede di Conferenza unificata, anziché previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni ovvero in sede di Conferenza unificata, a seconda, ovviamente, della materia.
  Nel sancire, comunque, la piena efficacia dei decreti legislativi già emanati e in vigore, la Corte si è riservata di verificare come il Governo intenda sanare il suddetto vizio procedimentale per dare certezza al quadro normativo attraverso lo strumento del correttivo previsto dalla stessa legge di delega. Peraltro, a seguito della sentenza in parola, il Governo ha fatto formale richiesta sugli adempimenti da compiere al Consiglio di Stato, che si è espresso nel parere n. 83 del 17 gennaio 2017, precisando che il percorso più ragionevole e compatibile con l'impianto della sentenza «sembra essere quello che il Governo adotti decreti correttivi che intervengano direttamente sui decreti legislativi e che si risolvano nell'applicazione della disciplina della delega, come modificata dalla Corte costituzionale, al processo di riforma in corso». Venerdì scorso il Consiglio dei ministri ha approvato in via preliminare i decreti correttivi sul licenziamento disciplinare e sulle società a partecipazione pubblica, e quanto prima procederà all'esame del decreto correttivo in materia di dirigenza sanitaria.
  I provvedimenti correttivi già approvati, nel confermare gli obiettivi principali perseguiti Pag. 9con il decreto originario, prevedono l'intesa in Conferenza in luogo del parere e introducono alcune norme migliorative. Sempre in attuazione della legge di delega, entro la corrente settimana verranno sottoposti al Consiglio dei ministri per la deliberazione preliminare il decreto sulla riforma del lavoro nelle pubbliche amministrazioni e quello relativo alla misurazione e valutazione delle performance dei dipendenti pubblici, nell'ottica di ottimizzare la produttività del lavoro pubblico, nonché di garantire efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni. Anche tali provvedimenti seguiranno l'iter indicato dalla Corte costituzionale.
  Concludendo, si può affermare che: primo, i decreti emanati in attuazione della legge n. 124 del 2015 sono pienamente vigenti; secondo, il Governo ha emanato i decreti correttivi sui quali sarà acquisita l'intesa delle regioni e degli enti territoriali; terzo, il Governo varerà nel prossimo Consiglio dei ministri gli ulteriori decreti per portare a compimento l'attuazione della riforma. Una riforma ampia, che investe sulle pubbliche amministrazioni, completa, perché si occupa di procedure, si occupa di organizzazione dei servizi, si occupa di capitale umano, facendo in modo che siano impegnate le risorse economiche necessarie e si riattivi la contrattazione, ristabilendo un giusto rapporto fra datori di lavoro e rappresentanze sindacali.

  PRESIDENTE. Il deputato Rizzetto ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  WALTER RIZZETTO. Grazie Presidente, grazie sottosegretario. No, evidentemente no, non sono soddisfatto della risposta. Una nota di merito prima, Presidente, considerato che qualche secondo vorrei spenderlo rispetto a questo passaggio.
  Ora, io attualmente sono in Aula: dovrei essere in Commissione bilancio a difendere gli emendamenti sul milleproroghe, dovrei essere in Commissione lavoro a difendere i miei emendamenti sul lavoro autonomo, e devo essere in Aula, chiaramente, ad ascoltare la risposta del sottosegretario e a rispondere rispetto a questo passaggio. Ora, Presidente, un'azienda minima, un'azienda piccola, che lavora con questo tipo di agenda, fallisce dopo sei settimane di lavoro, dopo qualche mese di lavoro. Alla Camera dei deputati un deputato neanche deve avere il dono, come i santi, di essere da una parte o dall'altra, ma deve essere in tre luoghi distinti nello stesso momento. Quindi, per cortesia, non lo chiedo soltanto io, un minimo di occhio all'agenda, perché, lo rinnovo e chiudo, dovrei essere contemporaneamente alla Commissione bilancio, alla Commissione lavoro ed in Aula. E ringrazio, chiaramente, anche i collaboratori e i commessi che mi hanno chiamato per avvisarmi dell'imminente interrogazione.
  Presidente, sottosegretario, la riforma Madia è stata, di fatto, bocciata dalla Corte costituzionale, è inutile che ci giriamo molto attorno. Ora, la riforma, rispetto ed in seno alla pubblica amministrazione, della Ministra Madia parla di dirigenza pubblica, parla di partecipazioni azionarie delle pubbliche amministrazioni, parla di servizi pubblici locali, parla di trasporto pubblico locale; quindi, di servizi essenziali per i cosiddetti cittadini, per la cittadinanza, perché la pubblica amministrazione è il primo front-office al quale rivolgersi da parte dei cittadini italiani.
  Ora, la Corte costituzionale, con la sentenza n. 251, ha deciso, rispetto all'impugnazione della legge da parte del ricorso della regione Veneto, l'incostituzionalità di alcuni passaggi. E, allora, dove sta, secondo la Corte costituzionale, il cosiddetto difetto di incostituzionalità ? In particolare, i magistrati costituzionali ritengono illegittima la parte della norma del decreto Madia in cui è previsto che i decreti attuativi siano assunti previo parere, anziché previa intesa nella Conferenza Stato-Regioni. Questo significa, per coloro che ci ascoltano, che hanno l'ardire di ascoltarci, di fatto, che, prima del passaggio rispetto alla Conferenza Stato-Regioni, ovvero prima del nulla osta da parte delle regioni, il Governo non può muoversi, non può Pag. 10avanzare per quanto riguarda i decreti attuativi o il compimento fondamentalmente dello scritto in pancia alla riforma Madia.
  Interessante è poi quanto il fortunatamente ex Primo Ministro Matteo Renzi disse in occasione di quella bocciatura clamorosa da parte della Consulta. Sottosegretario, mi dispiace, ma qui dentro c’è qualcuno che voleva riformare la Costituzione e ha fatto un passaggio senza probabilmente neanche conoscerla, la Costituzione, tant’è vero che la Consulta, come detto, come ricordato più volte in questo mio intervento, ha bocciato di fatto, dichiarandola incostituzionale. Quindi, gli stessi padri di questa riforma costituzionale probabilmente avrebbero dovuto leggersi un po’ meglio la Costituzione prima di incorrere nel difetto di incostituzionalità. Renzi, comunque, all'epoca disse, e vado a citare un virgolettato, che il Paese è bloccato. Quindi ha detto, di fatto, che le regioni bloccano questo Paese: probabilmente, si riferiva al presidente Rossi, quando disse, ha detto e ha fatto questo tipo di passaggio.
  È come dire, di fatto, se le regioni bloccano la riforma della pubblica amministrazione, che, per usare un parallelo abbastanza comico, voglio correre a 250 all'ora in contromano in autostrada, ma la polizia mi blocca. Ecco, Renzi ha detto praticamente questo, usando una parafrasi. Quindi, lei, sottosegretario, quando mi parla di Consiglio di Stato che va a citare i decreti correttivi, il decreto correttivo, lei lo sa, è un'altra roba rispetto alla domanda che ho fatto io, ovvero si deve assumere, e questo ce lo dice la Corte, il parere delle regioni prima di procedere con i decreti attuativi o con i decreti correttivi.
  Questa cosa non è stata fatta e, probabilmente, sulla base della sua risposta, non verrà neanche fatta.
  Quindi, Presidente, andiamo a registrare, a notificare e ad informare che il Governo, per l'ennesima volta, sta andando contro quella Costituzione che probabilmente non conosceva e che voleva cambiare. State andando contro un'altra volta alla Costituzione, perché questo passaggio è incostituzionale. Ora, ripeto, andate a dirlo ai vostri presidenti di regione !

  PRESIDENTE. Onorevole Rizzetto, mi corre l'obbligo di dirle però che la questione del calendario e della sovrapposizione dell'agenda presuppone che ci sia anche un'organizzazione dei gruppi parlamentari. È vero che il suo è un gruppo in deroga, è vero che è un gruppo più piccolo degli altri, però quando uno fa parte di un gruppo bisogna che pure ci si organizzi.

(Iniziative a sostegno del settore agricolo in Sicilia, colpita dalla recente, eccezionale ondata di maltempo – n. 2-01596 e n. 3-02796)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Capodicasa ed altri n. 2-01596 e all'interrogazione Iacono n. 3-02796, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  Chiedo al deputato Angelo Capodicasa se intenda illustrare la sua interpellanza o si riservi di intervenire in sede di replica. No, non intende illustrare l'interpellanza: si riserva quindi intervenire in sede di replica,
  Il sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione, ha facoltà di rispondere.

  GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Signora Presidente, onorevoli colleghi, per l'analogia delle questioni trattate ho ritenuto utile rispondere congiuntamente.
  Rilevo anzitutto che nei giorni scorsi è stato avviato l'iter per la dichiarazione dello stato di eccezionale avversità atmosferica nella regione Puglia, nella Sicilia, nella Calabria, nella Basilicata e nella Campania, tenuto conto della grave condizione in cui versa il settore agricolo in quei territori dopo le intense nevicate e dopo le gelate verificatesi nei primi di Pag. 11gennaio e prolungatesi per tutto il mese di gennaio. In questa fase è in via di completamento la necessaria rilevazione e stima dei danni da parte delle regioni competenti: abbiamo sollecitato anche le strutture periferiche, ma abbiamo sollecitato anche le amministrazioni locali a fare una ricognizione, la più puntuale, dei danni che si sono verificati. Alla luce dell'eccezionalità di questi eventi atmosferici, il Governo, cogliendo l'occasione del decreto-legge sul terremoto che è stato pubblicato il 9 febbraio scorso e all'interno del decreto-legge «terremoto» ha stabilito di consentire, proprio per l'eccezionalità e in via straordinaria e temporanea, l'attivazione degli strumenti del Fondo di solidarietà nazionale, di cui al decreto legislativo n. 102 del 2004, anche per i danni subiti alle produzioni agricole e alle strutture aziendali assicurabili.
  Come lei sa, noi abbiamo individuato nel Piano di sviluppo rurale nazionale una misura per la gestione del rischio, e quindi l'obiettivo principale è assicurare le nostre produzioni: in questo caso abbiamo proceduto in deroga all'interno del decreto-legge «terremoto». L'intento è quello di sostenere il settore agricolo delle aree maggiormente colpite, che per lo scarso utilizzo degli strumenti assicurativi non potrebbe contare su una forma di compensazione, rischiando di vedere compromessa sia la ripresa economica, ma anche la ripresa produttiva delle aziende che sono interessate.
  Ricordo che l'attivazione di questo strumento, di questo Fondo, consente alle imprese agricole danneggiate dagli eventi calamitosi di godere tutti gli interventi di sostegno previsti a legislazione vigente. Lei, onorevole Capodicasa, conosce bene questi strumenti, e sa che in particolare è prevista l'erogazione di contributi in conto capitale fino all'80 per cento del danno della produzione lorda vendibile, l'attivazione di prestiti di ammortamento quinquennale per le maggiori esigenze, soprattutto per le esigenze dei prestiti di conduzione aziendale, la proroga delle rate delle operazioni di credito in scadenza, l'esonero parziale del pagamento dei contributi previdenziali e assicurativi propri e dei propri dipendenti, e l'ottenimento di contributi in conto capitale per il ripristino delle strutture aziendali danneggiate e per la ricostituzione delle scorte eventualmente compromesse o distrutte. Quindi, la ringrazio per l'opportunità che ha dato al Governo di intervenire in questa materia: il Governo si è fatto carico, e prontamente è intervenuto all'interno del decreto-legge, decreto-legge in fase di conversione; ma entro 90 giorni tutte le amministrazioni locali, e soprattutto le regioni, devono procedere in maniera celere, e soprattutto puntuale, sulla ricostruzione e soprattutto sulla puntuale ricognizione dei danni che si sono verificati alle strutture in tutte le regioni che abbiamo citato.

  PRESIDENTE. Il deputato Capodicasa ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

  ANGELO CAPODICASA. Presidente, ringrazio il sottosegretario per la risposta e mi dichiaro soddisfatto, perché sostanzialmente viene incontro alle questioni che avevamo posto nella nostra interpellanza, con alcuni parlamentari siciliani.
  Il tema, sottosegretario, essendo anche lei siciliano, è abbastanza spinoso, perché la eccezionale ondata di maltempo che ha investito l'Italia ha avuto nelle regioni meridionali, e segnatamente in Sicilia, ripercussioni che, oserei dire, sono perfino più pesanti che nelle altre parti, perché da noi non c’è un'abitudine a fare fronte a emergenze di natura atmosferica come quelle che sono vissute. Abbiamo avuto nevicate non solo nelle zone collinari e montagnose, ma anche a quote molto basse, dove le coltivazioni agricole hanno caratteristiche diverse: sono soprattutto coltivazioni agricole destinate ad ortaggi o anche a produzioni che avvengono in ambiente protetto; quindi si parla di serre, si parla di tunnel, si parla di strutture a tendone. Per esempio nella mia interpellanza faccio riferimento alla zona del canicattinese, la zona intorno al comune di Canicattì, che è una zona vocata, a produzione di alta specialità nel campo Pag. 12dell'uva da tavola, quindi uva da frutta, che ha un'enorme mercato, che costituisce una delle produzioni di qualità, di pregio dell'agricoltura siciliana, e segnatamente di quella zona. Così come altre parti di quel territorio, dove le coltivazioni sono prevalentemente sotto serra o a tendone: è chiaro che quando a quelle quote si abbattono nevicate che accumulano decine, oltre 50 centimetri di neve, sia le serre che i tendoni crollano. Abbiamo avuto parecchie centinaia di ettari di uva Italia che sono crollate sotto i tendoni, ma anche in altre zone: la zona per esempio del palermitano.
  Una eccezionale ondata di maltempo, nel periodo in cui è intervenuta, cioè nella seconda settimana di gennaio, colpisce produzioni particolari, che hanno nel microclima dove sono tradizionalmente coltivate il particolare ambiente dove possono svilupparsi: per esempio il mandarino tardivo di Ciaculli è uno di questi, ha subito danni enormi, soprattutto alla produzione. Per cui un intervento... Ma naturalmente tralascio i danni che si sono prodotti nelle zone di montagna e collinare, sia in riferimento alla zootecnia, per mancanza di foraggio, alle strutture viarie, interpoderali che sono rimaste compromesse poi dalle successive precipitazioni atmosferiche: insomma si tratta di zone che hanno subito danni enormi.
  E parliamo di un settore, come quello all'agricoltura, a cui guardiamo con particolare attenzione in questo momento, perché, come il sottosegretario sa, quel poco di ripresa del PIL che abbiamo avuto nel Mezzogiorno, e segnatamente in Sicilia, è dovuto essenzialmente alla ripresa di due settori: uno è il turismo, che ha fruito delle contingenze che sta vedendo il Mediterraneo, per cui le guerre, l'instabilità che caratterizzano i Paesi dalla costa Nord dell'Africa hanno dirottato buona fetta del turismo estivo soprattutto nella zona del Meridione d'Italia, e segnatamente in Sicilia.
  L'altro settore che ha un po’ tirato è stato proprio l'agricoltura, perché le produzioni di eccellenza che abbiamo in Sicilia, soprattutto nel settore vitivinicolo e nel settore ortofrutticolo, hanno consentito un margine di esportazioni che ha tirato su il prodotto interno lordo di quella regione. Quindi, impedire che questa eccezionale ondata di maltempo comprometta il rilancio di quel settore e l'apporto che ha portato al prodotto interno lordo della Sicilia è uno dei compiti prioritari. Io non posso che prendere atto con soddisfazione delle cose che qui ci ha detto il sottosegretario, in particolare la prontezza con cui ha approfittato del decreto-legge sul terremoto, le misure che lì sono state previste, il ricorso al Fondo di solidarietà nazionale e tutto il resto. Quindi, non posso che ringraziare il sottosegretario per la risposta e dichiarare la mia soddisfazione.

  PRESIDENTE. La deputata Iacono ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione, per cinque minuti.

  MARIA IACONO. Grazie, Presidente. Anch'io, come il collega Capodicasa sono soddisfatta della risposta e delle argomentazioni esaustive che ha voluto fornire, riscontrando la mia interrogazione. Voglio aggiungere alle cose già dette, semplicemente, e sottolineare, evidentemente, il fatto che una delle realtà certamente più colpite dal maltempo negli ultimi mesi è stata proprio la Sicilia, la quale ha registrato, come qui ricordato, distruzioni e devastazioni mai viste, dove comuni di grande pregio, per esempio dell'agrigentino – su tutti i comuni di Caltabellotta, Ribera, Sciacca, Licata e Canicattì – non solo hanno registrato gravissimi danni alle principali infrastrutture, ma hanno dovuto fare i conti, appunto, con intere produzioni agricole letteralmente devastate dalla forza distruttrice delle piogge torrenziali e dalla neve. Fra le coltivazioni più colpite del Sud del Paese quella della vite, quella degli ulivi, degli uliveti, e anche le pregiate produzioni agrumicole.
  Ecco, io credo che accanto all'azione tempestiva a cui – il sottosegretario ricordava – il Governo ha dato vita, occorre appunto intervenire, al più presto, al fine Pag. 13di salvaguardare e anzi rilanciare uno dei profili di maggiore eccellenza del made in Italy che è appunto la produzione agricola. Occorre vigilare che non vengano spacciati prodotti stranieri come nazionali, per giustificare aumenti non dovuti e per fare acquisti di qualità al giusto prezzo; occorre, signor sottosegretario, in sostanza, investire sui nostri produttori, salvaguardando gli sforzi fatti in questi anni, per elevare la qualità ed il livello dei nostri prodotti, rendendoli un brand irrinunciabile a supporto della nostra economia. Occorre non lasciare soli i nostri territori maggiormente vessati dal maltempo, mettendo a disposizione – come lei ci ricordava – tutte le risorse necessarie affinché si rialzino nel più breve tempo possibile. Occorre che il Governo, di concerto con i territori e con le parti sociali, sappia mettere in campo un grande piano di rilancio della nostra agricoltura, che faccia fronte ai danni devastanti prodotti, ma che sappia, anche, per il futuro, prevenire e sappia, in qualche modo, mettere in atto azioni che non ci portino nuovamente a vedere letteralmente un comparto in ginocchio. Infine, io credo, signor sottosegretario, occorre investire affinché il Sud e il Mezzogiorno investano, proprio, sempre di più, sulla nostra ricchezza principale, l'agricoltura, affinché i giovani, perché no, tornino a popolare le campagne e affinché l'impresa agricola possa ancora di più trainare, come è avvenuto in questi ultimi tempi, la nostra economia.

(Iniziative a sostegno del settore agricolo e della pesca nella regione Puglia, colpita da eccezionali eventi atmosferici nel mese di gennaio 2017 – n. 3-02794 e n. 3-02795)

  PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Mongiello ed altri n. 3-02794 e n. 3-02795, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato, Giuseppe Castiglione, ha facoltà di rispondere.

  GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, Presidente. Ringrazio i colleghi per le questioni che sono state poste; considerata anche l'analogia della tematica, abbiamo ritenuto utile rispondere congiuntamente. Faccio presente che la rilevazione, la stima dei danni subiti dalle aziende agricole dopo le intense nevicate e gelate verificatesi ai primi di gennaio e poi prolungatesi per tutto il mese di gennaio da parte della regione Puglia è in fase di completamento. Abbiamo già informazioni e dati che ci permettono di avere una prima quantificazione; soprattutto non abbiamo ancora un dato certo e definitivo, ma siamo in fase di completamento di questa prima fase di accertamento e di rilevazione dei danni subiti. Pertanto, per l'attivazione del Fondo di solidarietà previsto dal decreto legislativo n. 102 del 2004 occorre attendere che possano concludersi queste operazione e poi avere la declaratoria di avversità atmosferiche. Si tratta, come è noto e come conosce benissimo l'onorevole Mongiello, di uno strumento attivabile solo per le produzioni non assicurabili; però, tenuto conto anche dell'eccezionalità di questi eventi atmosferici, degli eventi atmosferici di questo lungo periodo, del gennaio del 2017, all'interno del decreto-legge sul terremoto, lo scorso 9 febbraio, il Governo ha inteso inserirne l'attivazione, in via eccezionale e soprattutto in via straordinaria e temporanea, anche per i danni subiti alle produzioni agricole e alle strutture aziendali assicurabili. L'obiettivo è quello di sostenere il settore agricolo nelle aree maggiormente colpite per lo scarso utilizzo degli strumenti assicurativi. Abbiamo un gravissimo disequilibrio tra le imprese che sono assicurate nel Nord del Paese e quelle che sono assicurate nel Sud del Paese, come è stato fatto rilevare anche nella precedente interrogazione; purtroppo il Governo ha dovuto fare un provvedimento d'urgenza per poter intervenire, perché lo strumento assicurativo che è previsto all'interno del Piano di sviluppo rurale nazionale, purtroppo, da molte imprese agricole che hanno subito Pag. 14dei danni assolutamente rilevanti non era stato attivato e, quindi, noi rischiamo che le imprese non possano contare su nessuna forma di compensazione, rischiando di vedere compromessa quella che è la ripresa dell'attività produttiva ed economica. Per questo, il Governo, all'interno del decreto-legge «terremoto» si è attivato e ha inserito l'urgenza di provvedere, all'interno di questo decreto, per le produzioni che erano assicurabili e quindi di attivare il Fondo di solidarietà nazionale. L'attivazione del Fondo, come conosce benissimo l'onorevole Mongiello, consente alle imprese agricole danneggiate da eventi calamitosi di godere di tutti gli interventi di sostegno previsti a legislazione vigente, l'erogazione di contributi in conto capitale fino all'80 per cento del danno della produzione lorda vendibile, l'attivazione di prestito ad ammortamento quinquennale per le esigenze di conduzione e di conduzione aziendale, la proroga delle rate di esercizio in scadenza di operazioni di credito in scadenza, l'esonero parziale dal pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali propri e dei propri dipendenti e l'ottenimento, anche, dei contributi in conto capitale per il ripristino delle strutture aziendali danneggiate e per la ricostituzione delle scorte eventualmente compromesse o distrutte. Confermo l'attenzione del Ministero, così come veniva chiesto nell'interrogazione, anche ai pescatori e alle attività ittiche danneggiate, anche al fine di tutelare quelli che sono i redditi dei lavoratori che sono stati coinvolti in questo periodo di maltempo. Si ritiene, quindi, doveroso premettere che il Fondo di solidarietà che è attivato per la pesca, di cui all'articolo 14 del decreto legislativo n. 154 del 2004, attualmente risulta definanziato.
  Quindi, non c’è la capienza sufficiente in questo capitolo, però, stiamo valutando tutte le opportune iniziative di azione, cofinanziabili anche con risorse dell'Unione europea, da destinarsi alle imprese di pesca, colpite da eventi climatici avversi e da emergenze ambientali – lo abbiamo fatto già l'anno scorso, come sa l'onorevole Mongiello, ce ne siamo occupati più volte in Commissione agricoltura – che puntano ad una ripresa delle attività economiche e soprattutto delle attività produttive. Quindi, c’è un'attenzione molto alta da parte del Governo anche sulla vicenda che riguarda le imprese di pesca e di acquacoltura.

  PRESIDENTE. Grazie sottosegretario. Solo per amore di verità, è il Regolamento, sottosegretario, non il Governo che decide se unificare la discussione delle interrogazioni. Siccome è bene che rimanga tutto agli atti, è bene precisarlo.
  La deputata Mongiello ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alle sue interrogazioni.

  COLOMBA MONGIELLO. La ringrazio, signora Presidente. Ringrazio il sottosegretario Castiglione per questa puntuale risposta. È ovvio che abbiamo vissuto – lo dicevano anche i colleghi siciliani prima – delle avversità climatiche eccezionali e quindi dobbiamo mettere in campo strumenti eccezionali per far sì che non vengano danneggiate coltivazioni di pregio che riguardano produzioni orticole, riguardano produzioni olivicole, la vite, quindi un settore che sta trainando anche l'economia meridionale e non vogliamo che questa buona notizia venga ad essere danneggiata soprattutto da eventi calamitosi imprevedibili. Sono molto lieta della risposta del sottosegretario riguardo alla deroga al Fondo di solidarietà. Ne abbiamo tanto parlato perché dalle nostre parti, soprattutto nel centro-sud, gli strumenti assicurativi purtroppo non riguardano molto spesso le nostre imprese. Le nostre imprese fanno fatica ad assicurarsi perché è alto il premio, perché è costoso il premio, è oneroso e di conseguenza diciamo che c’è stato, nonostante i numerosi tentativi che abbiamo fatto noi parlamentari e noi deputati col Governo per sollecitare le imprese a farlo, purtroppo un gravissimo ritardo. Pag. 15Come poter inter venire ? Con la deroga. Ben venga questa notizia che ci ha dato stamattina il sottosegretario, che abbiamo anticipato anche noi qualche giorno fa, quindi la possibilità di intervenire anche per le imprese non assicurate. Perché faccio questa premessa ? Perché chi è risultato danneggiato sono proprio quelle produzioni che sono l'eccellenza del made in Italy nel mondo, l'eccellenza meridionale, le nostre produzioni orticole. Si è appena svolto il Fruit Logistica a Berlino e – guarda caso – proprio le produzioni orticole della Puglia, della Basilicata e della Sicilia hanno fatto ovviamente il pieno, laddove possono girare e far conoscere il made in Italy nel mondo. Un'altra cosa, una sollecitazione la farei: la burocrazia purtroppo non deve vanificare e rallentare la vita delle imprese. Sarà mia premura sollecitare la regione Puglia a farlo nel più breve tempo possibile; so che la mia provincia l'ha già fatto, però non essendoci il decreto sarà difficile poi che il Governo possa intervenire. Faccio pubblicamente un appello alla regione affinché possa velocemente far partire la declaratoria da parte della regione presso il Ministero. Chiudo sulla pesca. Anche questo settore è stato gravemente danneggiato. Molto spesso i pescatori non sono potuti uscire a causa delle avversità climatiche. Mi preoccupa sentire che questo fondo non è coperto e sollecito il sottosegretario che ha la delega alla pesca a poterlo fare velocemente, proprio perché non debbono essere danneggiate le impresse dei pescatori della Sicilia, della Calabria e della mia Puglia, in maniera tale che possiamo dare delle risposte rapide e efficaci. Chiudo su un punto: sollecitiamo l'AGEA a versare il saldo PAC, in maniera tale che possiamo dare ossigeno alle nostre imprese. Io ho telefonato personalmente al presidente di AGEA e mi ha assicurato che entro marzo sarà liquidato il saldo PAC. Cerchiamo di sollecitare quanto più possibile almeno alcuni passaggi burocratici per dare ossigeno alle nostre imprese.
  Chiudo su un punto. Mi ritengo soddisfatta della risposta anche se forse sulla pesca dovremmo lavorare più intensamente. Oggi c’è stata questa bella notizia che ha rivelato lo Svimez: l'economia agricola meridionale traina la ripresa del Mezzogiorno. Più imprese, più giovani che si occupano di agricoltura, più donne agricoltrici, quindi è segno evidente che c’è un'inversione di tendenza. Non facciamo che questo dato mostri qualche segnale di arresto. Lavoriamo intensamente, Regioni, Parlamento e Governo, perché questo dato sia sempre molto positivo, perché significa che dalle nostre parti, dove c’è ovviamente una desertificazione per quel che riguarda alcune imprese di siderurgia e quant'altro, il territorio possa finalmente riconvertirsi e che l'agricoltura e l'agroalimentare possano diventare il nostro segno distintivo. Il Sud investe su questo settore e noi ne siamo felici.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento della interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
  Sospendiamo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 15. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 12,05, è ripresa alle 15,15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Bindi, Bocci, Franceschini, Gelli, Mazziotti Di Celso, Merlo, Nicoletti e Scanu sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centosette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Pag. 16

Discussione del disegno di legge: S. 2630 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2016, n. 244, recante proroga e definizione di termini. Proroga del termine per l'esercizio di deleghe legislative (Approvato dal Senato) (A.C. 4304) (ore 15,16).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 4304: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2016, n. 244, recante proroga e definizione di termini. Proroga del termine per l'esercizio di deleghe legislative.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 4304)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
  Avverto che il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.
  Avverto, altresì, che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) si intendono autorizzate a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire, in sostituzione del relatore della Commissione Bilancio, l'onorevole Rocco Palese, vicepresidente della Commissione Bilancio.

  ROCCO PALESE, Vicepresidente della V Commissione. Grazie, signor Presidente. In vece del presidente relatore, intervengo per illustrare all'Aula i contenuti del decreto che abbiamo in discussione, il decreto-legge n. 244 del 2016. Nel corso dell'esame del predetto decreto al Senato sono state anzitutto aggiunte nuove disposizione all'articolo 1 del disegno di legge di conversione del decreto-legge. In primo luogo, all'articolo 1 del disegno di legge di conversione sono state inserite alcune proroghe relative, in particolare, a termini per l'esercizio di deleghe legislative. Nel dettaglio, il comma 1-bis proroga i termini per l'esercizio di due disposizioni di deroga contenute nella legge n. 154 del 2016, il cosiddetto «collegato agricolo». Si tratta, in particolare, della deroga di cui all'articolo 15, comma 1, per la razionalizzazione e il contenimento della spesa pubblica mediante il riordino di enti, società ed agenzie vigilate dal Ministero per le politiche agricole e forestali e di assetto del settore ippico nonché il riordino dell'assistenza tecnica agli allevatori e la delega di cui all'articolo 21, comma 1, concernente il sostegno alle imprese agricole nella gestione dei rischi e delle crisi per la regolazione dei mercati. Tali termini sono prorogati a 18 mesi, anziché 12, dall'entrata in vigore della predetta legge. A sua volta, il comma 1-ter dell'articolo 1 del disegno di legge di conversione proroga di 6 mesi, dal 20 marzo al 20 settembre 2017, il termine per l'esercizio della delega relativa alla riforma dei Confidi. Altre disposizioni prorogano di 6 mesi i termini per l'emanazione di alcuni decreti in materia di contabilità dello Stato, che riguardano il potenziamento del bilancio di cassa.
  L'articolo 1 del decreto-legge in esame contiene disposizioni di proroga in materia di pubblica amministrazione. Oggetto di proroga sono in particolare: le graduatorie dei concorsi pubblici approvate successivamente alla data di entrata in vigore del decreto-legge n. 101 del 2013; la sospensione delle modalità di reclutamento dei dirigenti pubblici in prima fascia; i termini per assunzione di personale in determinate amministrazioni pubbliche; il termine per l'utilizzo temporaneo dei segretari comunali da parte del Dipartimento della funzione pubblica; le autorizzazioni delle assunzioni per il comparto sicurezza e difesa del corpo nazionale dei vigili del fuoco; il termine di decorrenza del divieto per le pubbliche amministrazioni di stipulare contratti di collaborazione organizzata dal committente; il termine di conclusione della procedura di selezione pubblica bandita dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. È inoltre disposta l'estensione all'anno 2017 delle Pag. 17facoltà assunzionali del Ministero dell'ambiente, la proroga dell'operatività dell'unità operativa speciale per Expo Milano 2015, la proroga dell'operatività del commissario liquidatore dell'Agenzia per lo svolgimento dei giochi olimpici di Torino 2006.
  Con specifico riferimento agli enti territoriali, è altresì conferita alle province la facoltà di prorogare al 31 dicembre 2017 i contratti di lavoro a tempo determinato e i contratti di collaborazione coordinata e continuativa. È altresì prorogata la facoltà, per le province e per le città metropolitane, di stipulare contratti di lavoro a tempo determinato relativi ai servizi erogati dai centri per l'impiego e la prosecuzione, sino al 31 dicembre 2017, dei rapporti di lavoro a tempo determinato presso le regioni a statuto speciale e i loro enti territoriali. Infine, sono prorogati i termini relativi alle procedure concorsuali straordinarie indette dagli enti del servizio sanitario nazionale e il termine per la stipula di contratti di lavoro flessibile da parte dei medesimi enti.
  I commi 2 e 2-bis – quest'ultimo aggiunto nel corso dell'esame al Senato – recano disposizioni concernenti il corpo di polizia penitenziaria. In particolare, si prevede la proroga al 31 dicembre 2017 delle graduatorie dei concorsi banditi dall'amministrazione penitenziaria, ai sensi dell'articolo 2199 del codice dell'ordinamento militare, pubblicate in data non anteriore al 1o gennaio 2012 e, conseguentemente, si autorizza l'amministrazione penitenziaria, nell'ambito delle facoltà assunzionali per il 2016, ad assumere 887 unità nel ruolo iniziale del corpo di polizia penitenziaria, in via prioritaria mediante lo scorrimento delle suddette graduatorie.
  Nel corso dell'iter al Senato sono state aggiunte ulteriori disposizioni all'articolo 1. In particolare, i commi 3-bis e 3-ter recano alcune norme specifiche per le assunzioni da parte dell'Istituto superiore di sanità e per la copertura finanziaria dei relativi oneri. Il comma 5-bis a sua volta proroga la scadenza attuale al 31 dicembre 2017 dei contratti a tempo determinato del personale dell'Istat, stabilendone il termine entro la conclusione delle procedure concorsuali e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2019.
  Il comma 12-bis, sempre introdotto nel corso dell'esame al Senato, prevede la stabilizzazione del personale a tempo determinato impiegato presso l'Autorità garante della concorrenza e del mercato. I commi 15-bis e 15-ter elevano la durata del mandato del presidente e degli altri due membri della Commissione di vigilanza sui fondi pensione, COVIP, da quattro a sette anni anche con riferimento ai componenti in carica alla data di entrata in vigore della legge di conversione del provvedimento in esame e sopprimono la possibilità di un secondo mandato. Il comma 15-quater stabilisce che le regioni e gli enti locali, che abbiano già adottato le misure di contenimento della spesa in attuazione di quanto previsto dall'articolo 4, comma 1, del decreto-legge n. 16 del 2014, possono prorogare i piani di recupero delle somme indebitamente erogate per un periodo non superiore a cinque anni. Tale facoltà è accordata a condizione che dimostrino l'effettivo conseguimento delle riduzioni di spesa previste nonché ulteriori misure di razionalizzazione, anche attraverso la fusione ovvero la soppressione di società, enti o agenzie strumentali. Le regioni e gli enti locali inoltre hanno l'obbligo di dimostrare il raggiungimento delle riduzioni di spesa con un'apposita relazione corredata dal parere dell'organo di revisione economico-finanziaria allegata al conto consuntivo di ciascun anno in cui è effettuato il recupero. Il comma 16-bis proroga l'efficacia del programma statistico nazionale 2014-2016 aggiornato al 2016 nelle more dell'entrata in vigore del programma triennale successivo e, comunque, non oltre il 30 novembre 2017.
  L'articolo 2 proroga, al comma 1, dal 31 dicembre 2016 al 30 giugno 2017 la durata in carica dei componenti del consiglio nazionale dell'ordine dei giornalisti e dei componenti dei consigli regionali del medesimo ordine. I commi 2 e 3 a loro volta prorogano dal 31 dicembre 2016 al 31 dicembre 2017 il termine a decorrere Pag. 18dal quale diviene obbligatoria la tracciabilità delle vendite e delle rese dei quotidiani e periodici attraverso l'utilizzo di strumenti informatici e telematici basati sulla lettura del codice a barre. Inoltre, dispone che il credito d'imposta per sostenere l'adeguamento tecnologico degli operatori del settore, previsto originariamente per l'anno 2012 e da ultimo riferito all'anno 2016, è utilizzabile per gli interventi di adeguamento tecnologico sostenuti sino al 31 dicembre 2017. Il medesimo articolo 2, ai commi 4, 5 e 6, disciplina, fino all'adozione delle nuove tariffe postali, il regime agevolato applicabile per le spedizioni di prodotti editoriali effettuate dai soggetti di cui all'articolo 1, comma 1, del decreto-legge n. 353 del 2003, ossia dalle imprese editoriali di quotidiani e periodici iscritte al registro degli operatori di comunicazione; dalle imprese editrici di libri; dalle associazioni e organizzazioni senza fini di lucro iscritte al medesimo registro e individuate nell'articolo 21, comma 3, del decreto-legge n. 216 del 2011 e indicate all'articolo 1, comma 3, nel decreto-legge n. 353 del 2003; dalle associazioni d'arma e combattentistiche. Nel corso dell'esame al Senato è stato introdotto il comma 2-bis, che posticipa l'applicazione delle nuove regole relative al massimo dei contributi erogabili a determinate imprese editrici all'esercizio successivo a quello di approvazione dei decreti attuativi delle deleghe recate dall'articolo 2 della legge n. 198 del 2016 e modifica in parte il criterio di calcolo di tale tetto.
  L'articolo 3, al comma 1, prevede, per il 2017, in conformità ad una fattispecie di deroga già stabilita per il 2016, la possibilità di una deroga ai limiti massimi di durata dell'intervento di integrazione salariale straordinaria.
  Il comma 2 proroga il termine temporale di applicazione delle attuali norme relative ai registri dei lavoratori esposti ad agenti cancerogeni e biologici.
  Il comma 3 differisce, dal 2017 al 2018, la decorrenza di un nuovo regime temporale di pagamento dei trattamenti pensionistici ed assistenziali. Nel corso dell'esame presso il Senato, all'articolo 3 sono state aggiunte ulteriori disposizioni, la prima delle quali prevede la possibilità di prorogare o rinnovare i trattamenti straordinari di integrazione salariale per i lavoratori dipendenti da partiti e movimenti politici o da loro articolazioni e sezioni territoriali. Con altra disposizione, si dispone il differimento del termine per l'entrata in vigore dell'obbligo dell'abilitazione all'uso dei trattori agricoli o forestali, nonché quello per i relativi corsi di aggiornamento. È poi prorogato di sei mesi, dal 12 aprile 2017 al 12 ottobre 2017, il termine di decorrenza dell'obbligo della comunicazione in via telematica all'INAIL dei dati relativi agli infortuni. È inoltre disposto il differimento dal 1o gennaio 2017 al 1o gennaio 2018 della decorrenza di alcune norme in materia di collocamento obbligatorio riguardanti i datori di lavoro privati che occupano da 15 a 35 dipendenti e i partiti politici e le organizzazioni sindacali. Altra disposizione inserita nell'articolo 3 dispone il differimento, dal 1o gennaio 2017 al 1o gennaio 2018, della decorrenza dell'obbligo della modalità telematica per la tenuta del libro unico del lavoro. Inoltre, sono previste le prestazioni economiche-assistenziali relative ai malati di mesotelioma, che abbiano contratto la patologia per esposizione familiare a lavoratori impiegati nella lavorazione dell'amianto, e spettano in favore degli eredi per i casi di decesso del de cuius intercorsi anche nell'anno 2016 e non solo nel 2015. Al medesimo articolo 3, i nuovi commi introdotti nel corso dell'esame al Senato intervengono in materia di rivalutazione delle pensioni – cosiddetta perequazione – differendo al 1o gennaio 2018, in luogo del 1o gennaio 2017, il termine di decorrenza per l'effettuazione delle operazioni di conguaglio relative ai ratei dei trattamenti pensionistici corrisposti nel 2015. È altresì prorogato fino al 30 giugno 2017, in luogo del 31 dicembre 2016, l'istituto dell'indennità di disoccupazione per i collaboratori coordinati e continuativi. Il comma 3-novies riapre al 30 aprile 2017 il Pag. 19termine per l'esercizio della scelta sul regime fiscale di favore applicabile ai lavoratori che rientrano in Italia.
  L'articolo 4 proroga, al comma 1, dal 31 dicembre 2016 al 31 dicembre 2017, il termine per alcuni pagamenti in materia di edilizia scolastica, mentre il comma 2 proroga dallo stesso 31 dicembre 2016 alla medesima data del 31 dicembre 2017, il termine di adeguamento degli edifici scolastici alla normativa antincendio.
  Sono altresì autorizzate, al comma 3, le università a prorogare fino al 31 dicembre 2017 (in luogo del precedente termine del 31 dicembre 2016), con risorse a proprio carico e previo parere favorevole del dipartimento di afferenza, i contratti di ricercatore a tempo determinato di «tipo b», in scadenza prima della medesima data, ai titolari che non hanno partecipato alle procedure di abilitazione scientifica nazionale (2012, 2013 o attuale).
  Il comma 3-bis, inserito durante l'esame al Senato, proroga dal 31 dicembre 2017 al 31 dicembre 2019 la possibilità per le università di procedere alla chiamata nel ruolo di professore di prima e di seconda fascia, previa valutazione di professori di seconda fascia e ricercatori a tempo indeterminato già in servizio presso il medesimo ateneo, che abbiano conseguito l'abilitazione scientifica nazionale. Conseguentemente, proroga dal 2018 al 2020 il termine a decorrere dal quale le università possono utilizzare fino a metà delle risorse disponibili per coprire i posti di professore di ruolo per le chiamate a professore di seconda fascia di ricercatori a tempo determinato di «tipo b», che abbiano conseguito l'abilitazione scientifica nazionale.
  Il comma 4 differisce all'anno scolastico 2019-2020 il termine a decorrere dal quale l'inserimento nelle graduatorie di circolo o di istituto può avvenire esclusivamente a seguito del conseguimento del titolo di abilitazione. A tal fine, novella l'articolo 1, comma 107, della legge n. 107 del 2015, che faceva riferimento, quale termine di decorrenza iniziale della nuova disciplina, all'anno scolastico 2016/2017. La previsione posticipa dunque all'anno scolastico 2019/2020 la scomparsa della terza fascia delle graduatorie di circolo o di istituto.
  Al medesimo articolo 4, al comma 5, è disposta la proroga, anzitutto, dal 31 dicembre 2016 al 31 dicembre 2017, dei rapporti convenzionali in essere attivati dall'ufficio scolastico provinciale di Palermo a seguito del subentro dello Stato nei compiti degli enti locali (ex articolo 8 della legge n. 124 del 1999), e prorogati ininterrottamente per lo svolgimento di funzioni corrispondenti a quelle di collaboratore scolastico. La proroga fino al 31 dicembre 2016 era stata disposta dall'articolo 1, comma 215, della legge n. 208 del 2015 (legge di stabilità 2016).
  Tra le disposizioni inserite nel corso dell'esame al Senato, ricordo il comma 2-bis dell'articolo 4, che differisce al 31 dicembre 2017 il termine per effettuare gli adeguamenti antincendio previsti, per gli asili nido esistenti con oltre 30 persone presenti, indicato dall'articolo 6, comma 1, lettera a), del decreto del Ministro dell'interno 16 luglio 2014.
  Il comma 5-bis, a sua volta, dispone che, per la riforma degli istituti per sordomuti di Roma, Milano e Palermo come enti finalizzati al supporto dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, si provvede, ai sensi dell'articolo 67, comma 1, del decreto legislativo n. 297 del 1994, con regolamento governativo.
  Il comma 5-ter proroga dal 31 dicembre 2017 al 31 dicembre 2021 il termine entro cui devono essere conseguiti i diplomi finali delle istituzioni dell'alta formazione e specializzazione artistica e musicale (AFAM), rilasciati all'esito dei percorsi formativi dell'ordinamento previgente alla legge n. 508 del 1999, ai fini dell'equipollenza ai diplomi accademici di secondo livello, rilasciati dalle stesse istituzioni in base alla normativa vigente.
  Il comma 5-quater, anch'esso inserito durante l'esame al Senato, estende all'anno accademico 2016-2017 la possibilità di attingere alle graduatorie nazionali ad esaurimento di cui all'articolo 2-bis del decreto-legge n.97 del 2004 (legge n. 143 Pag. 20del 2004) per l'attribuzione degli incarichi di insegnamento a tempo indeterminato e determinato nelle istituzioni AFAM.
  Il nuovo comma 5-quinquies estende di ulteriori 2 anni la validità dell'idoneità conseguita per posti di professore e ricercatore universitari sulla base della disciplina previgente la legge n. 240 del 2010, portandola, complessivamente, a 9 anni. Il comma 5-sexies estende di trenta giorni il termine previsto per la conclusione, da parte delle commissioni nazionali per l'abilitazione alle funzioni di professore universitario di prima e di seconda fascia, del lavoro di valutazione delle domande dei candidati.
  Il comma 5-septies dell'articolo 4, a sua volta, dispone alcune modifiche alla disciplina relativa alle votazioni per il rinnovo dei consigli territoriali dell'Ordine degli psicologi che, tra l'altro, è previsto si dovranno svolgere contemporaneamente nel terzo quadrimestre dell'anno in scadenza, finalizzata a consentire la piena operatività del consiglio nazionale del medesimo Ordine.
  L'articolo 5 proroga, in primo luogo, alcuni termini relativi al procedimento di promozione a dirigente superiore nonché di accesso alla qualifica di primo dirigente della Polizia di Stato (commi 1 e 2). In particolare, è prorogato al 31 dicembre 2017 il termine a partire dal quale la promozione a dirigente superiore della polizia di Stato è subordinata alla frequenza con profitto di un corso di aggiornamento prevista dal decreto legislativo n. 334 del 2000, concernente l'aggiornamento professionale del personale direttivo e dirigenziale della polizia di Stato. Il comma 2 reca la medesima disposizione di proroga, con riferimento all'accesso alla qualifica di primo dirigente della Polizia di Stato.
  Al comma 3 è disposta la proroga al 31 dicembre 2017 del termine dal quale acquistano efficacia alcune disposizioni in materia di semplificazione amministrativa per gli immigrati. Sono, più precisamente, le disposizioni che consentono anche ai cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea, purché regolarmente soggiornanti in Italia, di utilizzare dichiarazioni sostitutive (le cosiddette autocertificazioni) limitatamente agli stati, alle qualità personali e ai fatti certificabili o attestabili da parte di soggetti pubblici italiani.
  È altresì prorogato a tutto il 2017 un termine in materia di poteri sostitutivi del prefetto, in caso di mancata approvazione del bilancio degli enti locali (comma 4) nonché, di un anno, il termine per l'utilizzo delle risorse disponibili sulle contabilità speciali intestate alle tre Province di Monza e della Brianza, di Fermo e di Barletta-Andria-Trani.
  Il comma 6 proroga al 31 dicembre 2017 il termine per la gestione associata delle funzioni fondamentali dei piccoli comuni, posto dall'articolo 14, comma 31-ter del decreto-legge n. 78 del 2010. I comuni coinvolti dalla norma sono quelli con popolazione fino a 5.000 abitanti, ovvero fino a 3.000 abitanti, se appartengano o siano appartenuti a comunità montane (sono esclusi i comuni il cui territorio coincide integralmente con quello di una o di più isole e il comune di Campione d'Italia).
  È inoltre prorogato, al comma 7, un termine relativo ad una procedura semplificata per l'accesso alle qualifiche di capo squadra e capo reparto del Corpo nazionale dei vigili del fuoco ed è prorogato (comma 8) al 31 gennaio 2018 il termine entro il quale il Presidente del Consiglio può richiedere all'autorità giudiziaria competente che i direttori del DIS (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza) o altro personale dipendente espressamente delegato, siano autorizzati ai colloqui con detenuti e internati, al solo fine di acquisire informazioni per la prevenzione di delitti con finalità terroristica di matrice internazionale. Siffatta facoltà per i servizi di informazione e sicurezza di effettuare colloqui investigativi con detenuti a fini di prevenzione è stata ammessa, in via transitoria, dall'articolo 6 del decreto-legge 18 febbraio 2015, n. 7.
  Ulteriori proroghe disposte dall'articolo 5 riguardano il termine per l'impiego delle guardie giurate a bordo delle navi per la Pag. 21difesa da atti di pirateria (comma 9); i termini relativi al riparto del Fondo sperimentale di riequilibrio provinciale ed ai trasferimenti erariali per le province di Sardegna e Sicilia (comma 10); il termine per la deliberazione di bilanci annuali di previsione degli enti locali per l'anno 2017, prorogato dal comma 11 al 31 marzo 2017.
  Nel corso dell'iter al Senato i nuovi commi introdotti all'articolo 5 riguardano la proroga al 31 dicembre 2017 (relativamente agli esercizi degli anni 2013, 2014 e 2015) del termine, fissato dalla legge n. 96 del 2012 al 15 giugno di ogni anno, entro cui i rappresentanti legali o i tesorieri dei partiti politici devono trasmettere alla commissione di garanzia il rendiconto ed i relativi allegati unitamente al giudizio espresso dalla società di revisione sul rendiconto ed il verbale di approvazione dello stesso.
  Inoltre, è oggetto di proroga al 31 dicembre 2017 il termine per l'adeguamento alla normativa antincendio delle strutture ricettive turistico-alberghiere con oltre 25 posti letto.
  Sono altresì differiti i termini per l'assolvimento degli adempimenti prescritti dagli articoli 3 e 4 del decreto del Presidente della Repubblica n. 151 del 2011, da parte dei soggetti (enti e privati) responsabili delle cosiddette nuove attività (vale a dire quelle attività che non erano assoggettate alla disciplina di prevenzione incendi prima del nuovo regolamento dettato dal decreto del Presidente della Repubblica n. 151 del 2011). Per i rifugi alpini il comma 11-quinquies prevede un differimento temporale più esteso, fino al 31 dicembre 2017.
  Infine, nel corso dell'esame al Senato è stata approvata una modifica normativa relativa agli enti che, pur avendo avviato la procedura di riequilibrio, non hanno presentato nei termini un piano di riequilibrio finanziario, prevedendo che gli stessi possano procedere alla deliberazione di un nuovo piano entro il 30 aprile 2017.
  L'articolo 6 proroga dal 31 dicembre 2016 al 31 dicembre 2017 il divieto di incroci proprietari che impedisce ai soggetti che esercitano l'attività televisiva in ambito nazionale su qualunque piattaforma, i quali conseguano ricavi superiori all'8 per cento del Sistema integrato delle comunicazioni, e alle imprese del settore delle comunicazioni elettroniche che detengano una quota superiore al 40 per cento dei ricavi di detto settore, di acquisire partecipazioni in imprese editrici di quotidiani o partecipare alla costituzione di nuove imprese editrici di quotidiani, esclusi i quotidiani diffusi unicamente in modalità elettronica.
  Al comma 2 è autorizzata la proroga, per il 2017, della convenzione stipulata fra il Ministero dello sviluppo economico e il Centro di produzione Spa titolare dell'emittente Radio Radicale, per la trasmissione radiofonica delle sedute parlamentari.
  È altresì prorogato, al comma 3, dal 29 gennaio 2017 al 29 aprile 2017, il termine massimo di vigenza dell'attuale rapporto concessorio con la RAI, relativo al servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, nelle more dell'entrata in vigore del DPCM che affiderà nuovamente la concessione, mentre il comma 4 differisce al 1o gennaio 2018 l'applicazione alla RAI delle misure di contenimento della spesa previste per i soggetti inclusi nell'elenco delle pubbliche amministrazioni inserite nel conto economico consolidato.
  È prorogato di 24 mesi, dal comma 5, il termine di pubblicazione dei bandi delle gare per l'affidamento del servizio di distribuzione di gas naturale negli ambiti territoriali in cui sono presenti comuni terremotati come individuati dall'articolo 1 del decreto-legge n. 189 del 2016 (sisma del 24 agosto e del 26 ottobre 2016). La proroga è disposta per consentire alle stazioni appaltanti di determinare i piani di ricostruzione delle reti di distribuzione nelle zone terremotate da includere nei bandi di gara.
  I commi 6 e 7 recano proroghe di sei mesi degli obblighi di consultazione del registro nazionale degli aiuti di Stato, in ragione del ritardo nella sua istituzione: si tratta di termini a decorrere dai quali il mancato adempimento – degli obblighi di utilizzo del registro – costituirà condizione Pag. 22legale di efficacia dei provvedimenti di concessione ed erogazione degli aiuti di Stato soggetti a registrazione, con le connesse responsabilità a carico dei soggetti inadempienti.
  L'articolo 6, comma 8, modificato nel corso dell'esame al Senato, proroga il termine delle concessioni per il commercio su aree pubbliche in essere alla data di entrata in vigore decreto-legge in esame e con scadenza anteriore al 31 dicembre 2018, fino a tale data, al fine allineare le scadenze delle concessioni medesime.
  Nel corso dell'esame al Senato è stato specificato che le amministrazioni interessate, che non vi abbiano già provveduto, devono avviare le procedure di selezione pubblica, nel rispetto della vigente normativa dello Stato e delle regioni, al fine del rilascio delle nuove concessioni entro il 31 dicembre 2018. Si prevede, altresì, che, nelle more degli adempimenti da parte dei comuni, siano comunque salvaguardati i diritti degli operatori uscenti.
  Il comma 9, modificato nel corso dell'esame al Senato, opera un differimento di due anni, dal lo gennaio 2016 al 1o gennaio 2018, del termine per la riforma della struttura delle componenti tariffarie degli oneri generali di sistema elettrico per i clienti dei servizi elettrici con usi diversi da quelli domestici.
  È infine prorogato, dal comma 10, al 30 giugno 2017 l'obbligo di installazione di un contatore di fornitura, volto a contabilizzare i consumi di ciascuna unità immobiliare e favorire la suddivisione delle spese in base ai consumi effettivi.

  PRESIDENTE. Concluda.

  ROCCO PALESE, Vicepresidente della V Commissione. Nel corso dell'esame svolto al Senato sono state inserite nuove disposizioni all'articolo 6. In particolare, i nuovi commi 10-bis e 10-ter intervengono sulla procedura di trasferimento dei complessi aziendali del gruppo Ilva, con particolare riferimento alla procedura, attualmente in corso, di presentazione delle offerte vincolanti definitive e alla connessa procedura di modifica del Piano ambientale previste dal decreto-legge n. 191 del 2015.
  Il comma 10-quater, a sua volta, prevede che le disposizioni relative al contenimento delle spese per l'acquisto di servizi, per incarichi di consulenza, studi e ricerca, nonché di collaborazione, non si applichino alla società EXPO 2015 Spa in liquidazione, fino all'entrata in vigore del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di nomina del commissario straordinario per la liquidazione.
  Il comma 10-quinquies dispone la proroga annuale in tema di incentivi ai progetti di efficienza energetica di grandi dimensioni.
  Poi, successivamente, signor Presidente, ci sono anche una serie di modifiche apportate dal Senato, sempre in termini di proroga, all'articolo 7, con l'articolo 7-bis, con l'articolo 8, l'articolo 9, dove ci sono anche non norme che riguardano solo ed esclusivamente proroghe, ma anche norme di natura settoriale, fino ad arrivare agli articoli 10, 11, 12, 13, sempre con ulteriori modifiche...

  PRESIDENTE. Onorevole Palese, la invito, però, a contenersi, perché siamo fuori dai venti minuti.

  ROCCO PALESE, Vicepresidente della V Commissione. ...fino all'articolo 16, e quindi chiedo l'autorizzazione, per nome e per conto del presidente Boccia, relatore, e del presidente Mazziotti Di Celso relatore, di consegnare tutto il resto della semplice...

  PRESIDENTE. L'autorizzazione, onorevole Palese, la do a lei, ed è gradita, anche, credo, a nome dell'intera Assemblea.

  ROCCO PALESE, Vicepresidente della V Commissione. ...della semplice elencazione esclusivamente tecnica e rispondente a quanto previsto. Grazie.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Gliel'avrei data anche al primo minuto di intervento.
  Prendo atto che la rappresentante del Governo si riserva di intervenire successivamente.Pag. 23
  È iscritto a parlare l'onorevole Boccadutri. Ne ha facoltà.

  SERGIO BOCCADUTRI. Grazie, Presidente, gentili colleghe e gentili colleghi, mi soffermerò soltanto su alcuni dei punti e delle proroghe di questo decreto, ovviamente, secondo noi più importanti e che hanno una valenza per la vita anche delle persone.
  Prima di tutto, vorrei ricordare che, grazie a un intervento fatto, in particolare, al Senato e all'introduzione di un nuovo comma, si è venuti incontro a una richiesta dei precari dell'Istat, risolvendo quella che era una situazione che ormai non era più gestibile, anche rispetto a un lavoro che viene effettivamente svolto da molte donne e uomini per l'Istituto di statistica.
  Allo stesso modo si è risolta anche, riguardando sempre il personale, una situazione che c'era dentro l'Antitrust, sostanzialmente, di competenze che si andavano accumulando, ma di personale a tempo determinato, che poi doveva essere rimpiazzato, e quindi facendo perdere anche una sedimentazione di competenza in un settore come quello, sappiamo, dello studio della concorrenza, del mercato e della concorrenza, dove le competenze, invece, servono.
  Ecco, già due provvedimenti volti, in particolare, tra l'altro, a giovani, perché i soggetti destinatari sono in particolar modo giovani che hanno fatto dei percorsi di studio e percorsi dentro istituzioni come queste, e che, anche in un'ottica di rinnovamento del personale della pubblica amministrazione, vanno tenuti in forte considerazione.
  Allo stesso modo, sono molto contento che sia rinnovata la proroga della convenzione con Radio Radicale. Noi, purtroppo, ne parliamo soltanto in occasione del milleproroghe o delle leggi di bilancio, come è capitato qualche volta: penso che sia molto importante il servizio che viene svolto da Radio Radicale. Lungi da me quello che è il palinsesto di Radio Radicale, ma svolgono una funzione effettivamente pubblica, che si è sedimentata nel tempo. Effettivamente, chi vuole ascoltare le vicende della politica italiana, chi vuole seguire iniziative e convegni, utilizza anche questo strumento di conoscenza, che ha anche un suo archivio, ha anche sedimentato un archivio rispetto alle varie iniziative.
  Ecco, su questo, probabilmente, mi auguro che, più che un milleproroghe, poi si stabilizzi anche un rapporto più di sostanza. Nel milleproroghe è stata introdotta una misura che sta facendo discutere molto anche in questo momento il Paese, sta creando dei disagi ai consumatori. Faccio riferimento, naturalmente, alle norme che riguardano la disciplina del trasporto pubblico locale in riferimento al noleggio con conducente e al servizio taxi. Da questo punto di vista, oggi c’è una riunione presso il Ministero dei trasporti con il Ministro Delrio, e probabilmente noi dobbiamo anche avviare, però, senza più alcun alibi di sorta, da parte di tutti i soggetti coinvolti, di tutti gli stakeholder, comprendendo anche, a questo punto, non soltanto e ovviamente gli enti locali, le città metropolitane e le regioni, ma anche, penso, i consumatori, una revisione complessiva della disciplina concernente il servizio taxi e il servizio di noleggio con conducente.
  Bisogna trovare, però, un equilibrio, ovviamente, il cui obiettivo è contrastare le pratiche abusive, tutelare gli utenti e i consumatori, gli operatori che hanno, ovviamente, anche un loro interesse rispetto a un mercato di licenze che si è costruito al di fuori, non contro, ma al di fuori di quella che è la legge, però ovviamente c’è, e quindi non si può far finta di ciò.
  Penso che bisogna trovare una soluzione a questo problema, tenendo in conto, in debito conto, anche il fatto che la tecnologia oggi consente di fare delle cose che, quando le norme sul trasporto pubblico locale sono state emanate, non esistevano.
  Questo equilibrio servirebbe anche, penso, a quelle forze politiche che, invece di soffiare sul fuoco delle proteste, dovrebbero dire – e parlo, in particolare, del sindaco, ovviamente, di una città come Roma – che cosa hanno fatto praticamente Pag. 24contro l'abusivismo del trasporto pubblico locale, che in questa città è molto presente, prima, naturalmente, di andare ad appoggiare una protesta che sta, di fatto, ormai soltanto ledendo i diritti dei consumatori e dei cittadini di spostarsi. Prima di appoggiare direttamente, vorrei sapere, però, che cosa è stato fatto concretamente in questa città per risolvere un problema che è quello dell'abusivismo, che crea un problema, ovviamente, agli operatori legali, ma crea un problema anche ai consumatori, perché, quando c’è un operatore abusivo, si falsa la concorrenza, e quindi il danno lo hanno sia l'operatore, il tassista, appunto, con la licenza, ma ce l'ha anche il consumatore.
  Prima di appoggiare le proteste, sarebbe utile vedere gli atti per contrastare il fenomeno dell'abusivismo; e, da questo punto di vista, vi assicuro che a Roma non è stato fatto nulla ad oggi.
  È stata inserita anche una norma nel milleproroghe che, secondo me, è stata anche il frutto di una svista, lasciatemelo dire così; forse un tentativo maldestro di andare a regolare un settore che pure forse ha bisogno di un'attenzione, che è quello, invece, del trasporto automobilistico di lunga percorrenza; si è fatto, però, secondo me, con un metodo sbagliato. Non era il milleproroghe il luogo dove sistemare questa cosa, si è inserita una norma che, sostanzialmente, va a incidere su quello che è anche un principio dell'ordinamento che è quello di come si organizza il trasporto.
  In questo caso parliamo di ATI, cioè di come ci si organizza per svolgere un servizio, e io dico al Governo: attenzione perché, se passa il principio dell'effettività sulle ATI del trasporto pubblico di lunga percorrenza, questo principio può passare per qualunque tipo di ATI, e quindi la definizione per cui l'autorizzazione la do al capofila, che poi naturalmente deve controllare e verificare su tutti quelli che vengono associati, potrebbe far passare, a questo punto, questo principio, che, secondo me, lede anche i principi europei della libera concorrenza, anche per altri tipi di ATI. Ho presentato, da questo punto di vista, un ordine del giorno affinché in una prossima misura venga risolto questo problema, cancellando le norme approvate in Commissione al Senato sul milleproroghe, e sia affrontato nel luogo adatto, che è la legge annuale sulla concorrenza, che è il luogo in cui si può discutere di come affrontare quel problema.
  Infatti, da questo punto di vista, voglio dirlo chiaramente: in quel settore, dove appunto le tariffe non sono regolate come invece in quello dei taxi di cui ho parlato prima, grazie alle innovazioni tecnologiche si è scardinato un sistema di tariffe, di biglietti sulla lunga percorrenza, e si è scardinato, quindi, un sistema di cartelli dei prezzi, che spesso viene agito perché ovviamente mancava la piattaforma.
  La piattaforma da due anni ha realizzato questo. È stato detto che si fa per rispettare un principio europeo: negli altri Paesi europei non si sono posti il problema. Da questo punto di vista penso che si sia fatto un passo falso, e che la cosa è necessario che venga risolta, per il semplice fatto che molte nostre realtà oggi non sono collegate dai treni e che l'unico mezzo di trasporto pubblico a lunga percorrenza è l'automobile privata oppure un bus. Da questo punto di vista, quindi, io penso che sia fortemente interesse del Governo l'andare a rivedere quella norma e risolvere quello che secondo me è un vulnus, che crea anche un precedente rischioso, per tutta una serie di motivi che tra l'altro ho anche ben elencato nell'ordine del giorno su cui poi il Governo dovrà esprimere un parere.
  Altro punto importante del decreto-legge «milleproroghe» riguarda la cultura: ci sono alcune misure sulla cultura. Una delle più importanti è naturalmente quella relativa alla realizzazione del Grande Progetto Pompei, che è una delle principali località di attrazione turistica del nostro Paese, e da questo punto di vista si sta lavorando molto per rafforzare i servizi al turismo e anche la fruizione di quello che è uno dei siti che più ci sono invidiati al mondo e che più oggi è oggetto di visita degli stranieri; e quindi anche qui un Pag. 25lavoro di coordinamento per costruire nuove funzionalità rispetto alla fruizione e all'offerta di attività culturali nel sito.
  C’è una misura che è relativa alla card cultura dei giovani, che estende il tempo affinché i giovani possano utilizzare questa misura molto utile e molto importante affinché ci siano strumenti di accesso alla cultura, con questo bonus che è stato dato con una precedente legge di bilancio. E poi, invece, altre norme che riguardano la pubblica amministrazione: voglio qui soltanto citarne una molto importante, quella della reiterazione del taglio del 10 per cento per qualunque indennità, compenso o retribuzione per i componenti di organi di indirizzo, di direzione e controllo, di consigli di amministrazione e organi collegiali dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni. Anche qui, si è scelto nel 2010 di operare questo taglio del 10 per cento, anno per anno ovviamente, e per quest'anno, in cui non siamo ancora usciti dalla crisi, esso è stato prorogato.
  Infine ci sono delle misure molto importanti relative al terremoto. È vero che c’è un decreto-legge sul terremoto, che è già in esame anche alla Commissione ambiente della Camera; ma qui, in questo decreto-legge, abbiamo voluto ribadire alcune cose molto importanti. Innanzitutto assegnare maggiori spazi finanziari agli enti locali colpiti dal terremoto, e quindi da questo punto di vista si sono modificati alcuni criteri di priorità già stabiliti dalla legge di bilancio 2007: si dà atto, al fine di fronteggiare l'emergenza e anche la ricostruzione, a quei comuni che sono nelle aree colpite dal sisma di agosto e dell'ottobre dello scorso anno, di avere maggiori spazi finanziari.
  C’è anche una misura relativa alle persone, e cioè a chi effettivamente vive e ha l'abitazione e non soltanto l'abitazione, la sua casa, ma anche lo studio o l'impresa in quei territori: la sospensione di tutti i tipi di fatture. Parlo quindi naturalmente non soltanto di telefonia, ma anche di quelle relative all'assicurazione, o anche alla radiotelevisione: anche qui, tentare di dare in questo momento maggiore capacità finanziaria a queste persone, che invece di pagare questi servizi, che spesso non possono neanche utilizzare (perché non hanno la possibilità di utilizzare l'immobile dove hanno lo studio, l'immobile dove hanno l'impresa, oppure la propria casa), sospendono tale pagamento.
  E poi penso sia molto importante, come segnale di solidarietà, l'estensione fino al 31 dicembre di quel bonus, quell'erogazione che il datore di lavoro dà ai propri dipendenti, che sono o residenti appunto nella zona colpita dal terremoto, oppure hanno l'impresa in quella zona. Questa è una forma di solidarietà, perché in quel caso è una misura volta a favorire l'intervento privato di solidarietà dentro una comunità non assoggettandola all'IRPEF; da questo punto di vista io penso che avere prorogato per tutto l'anno l'esclusione dall'IRPEF sia un segnale molto importante di vicinanza, ovviamente alle persone, anche nelle relazioni private che possono avere.
  Ovviamente gli altri interventi più importanti saranno poi nel disegno di legge «terremoto», che è oggetto, come ho detto, dell'esame presso le Commissioni parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Presidente, colleghi, nel 2003 l'Unione europea emanava una specifica direttiva cogente per tutti gli Stati membri, riguardante l'organizzazione del lavoro pubblico e privato. In particolare, questa direttiva stabiliva intervalli ed orari di riposo obbligatori nell'ambito del settore ospedaliero, al fine di garantire ai cittadini prestazioni non inficiate da stanchezza da lavoro del personale ospedaliero, che secondo la letteratura mondiale è la prima causa di errori medici e di cattive pratiche negli ospedali. Quindi si tratta di una direttiva a favore del cittadino, e non certo per consentire al personale ospedaliero più tempo libero.
  L'Italia si è distinta come l'ultimo Stato membro a recepire questa direttiva, con la legge n. 161 del novembre 2014: a undici Pag. 26anni dalla direttiva, quindi all'articolo 14, l'Italia ha legiferato sul personale del Servizio sanitario nazionale. Questo recepimento, peraltro, non ha costituito un atto tardivo di sensibilità nei confronti dei pazienti italiani: è stato semplicemente un atto finalizzato – diciamolo – ad evitare una pesantissima multa per infrazione, oltre che un'onta politica sul Governo da parte dell'Unione europea, avendo l'Unione europea aperto la relativa procedura nell'anno 2011, cioè ben prima dell'adozione della legge n. 161 del 2014. Questo è ampiamente dimostrato dallo stesso titolo dell'articolo 14 della legge n. 161 del 2014, che recita testualmente: «Disposizioni in materia di orario di lavoro del personale delle aree dirigenziali e del ruolo sanitario del Servizio sanitario nazionale. Procedura di infrazione n. 2011/4185». Così l'Italia ha dimostrato all'Unione europea di rispettare la nota direttiva, e di conseguenza l'Unione europea ha archiviato la procedura di infrazione e l'Italia non è stata più multata.
  Bene: la legge n. 161 è entrata inderogabilmente in vigore il 25 novembre 2015, e dallo stesso Ministro della salute è stata più volte dichiarata inderogabile. Naturalmente nessuno dei titolari di intervento ha ritenuto di approntare alcunché: dal Consiglio dei ministri al Ministro della salute, pur con un anno a disposizione tra la promulgazione della legge, avvenuta nel novembre 2014, e la sua entrata in vigore, avvenuta nel novembre 2015. Invece, in soli 25 minuti lo stesso Consiglio dei ministri, immobile sulla legge n. 161 del 2014, ha provveduto come sappiamo a salvare la banca del padre della Ministra Boschi assieme ad altre banche, sempre sulla pelle dei risparmiatori.
  Che cosa ha dunque inventato il Governo, che ha definito inderogabile la legge sui turni e i riposi obbligatori ? Il Governo ha creato un meccanismo, inserito nella legge di stabilità per il 2016 (cioè un mese dopo l'entrata in vigore della legge n. 161 del 2014), per cui le assunzioni imposte dalla legge n. 161 sarebbero avvenute dal 2018 in poi. Tale meccanismo è stato addirittura giudicato innovativo ed ottimale dal Ministro della salute, in risposta ad una interrogazione diretta presentata da me e dalla collega Giulia Grillo in merito alla mancata applicazione della legge n. 161 del 2014.
  Ma c’è di più. La stessa Unione europea, accortasi della presa per i fondelli, ha chiesto nell'aprile 2016 informazioni all'Italia sullo stato di applicazione della legge n. 161 del 2014: a tutti era evidente l'elusione totale, in tutta Italia, del disposto di questa legge; e di questa richiesta, non essendo finalizzata a salvare banche, il Governo non ha tenuto conto.
  La metodologia attivata dal Ministero, inserita nella legge n. 208 del 2015 prevede che le aziende dichiarino alla regione il fabbisogno necessario all'applicazione della legge n. 161 del 2014 e la regione invia tali dichiarazioni al Ministero, il tutto entro marzo 2016. Il Ministero a quel punto avrebbe dovuto attivare un tavolo di monitoraggio per scremare le richieste ed individuare il numero di assunzioni per singola regione ritenuta utile. Ciò secondo una metodologia che di recente è stata ufficialmente contestata da tutto il mondo ospedaliero, in quanto assolutamente inadeguata al lavoro medico e mutuata dalla produzione di una fabbrica di bulloni per intenderci. Oggi, con la scusa che non tutte le regioni avrebbero inviato i dati, ci si propone un inqualificabile nuovo slittamento di un anno dell'applicazione della legge n. 161 del 2014. Questo malgrado sia a tutti nota l'esiguità degli organici del personale ospedaliero, dovuta ad un irresponsabile e datato blocco del turnover voluto esclusivamente al fine di ridurre la spesa, come se la tutela della salute dei cittadini non fosse un principio della Costituzione, che il precedente Governo voleva cambiare con la fine che poi ha fatto il rottamatore innovatore. Oggi, nella maggioranza degli ospedali italiani, come dai dati raccolti da noi del Movimento 5 Stelle e ben noti anche al Governo, si lavora in sottodimensionamento numerico rispetto al dettato della legge n. 161 del 2014. Ciò mette a repentaglio la salute dei cittadini ed espone gli operatori ospedalieri a gravissimi rischi professionali e medico-legali, Pag. 27senza che essi abbiano possibilità di difesa, se non l'abbandono del posto di lavoro con la cessazione autonoma dal servizio, a fronte di un turno dichiarato irregolare dalla legge n. 161 del 2014, cosa che ovviamente nessun medico o infermiere farà mai.
  Adesso vi riporto le stesse parole dei direttori generali delle aziende sanitarie ed ospedaliere, della FIASO, riunitasi in Assemblea il 26 novembre 2015, proprio per la drammatica situazione scoperta dalla legge n. 161 del 2014. Hanno infatti formalmente dichiarato tra l'altro che applicare tout-court la normativa europea significherebbe per i dirigenti sanitari scegliere tra la garanzia dei servizi ed il rispetto della legalità. Infatti l'alternativa è rischiare di incorrere, insieme ai responsabili di dipartimento e di unità complessa, nelle pesanti sanzioni previste dalla legge stessa. «Molto è stato fatto dalle aziende per prepararsi a questo momento, innovando i processi organizzativi, accorpando unità operative, rivedendo turni e organizzazione del lavoro, ma in carenza di personale da stamattina, 26 novembre 2015, diventano totalmente illegittime tutte le situazioni non sanabili senza l'inserimento di nuovo personale. Le chiediamo quindi» – hanno detto gli stessi direttori generali, anche quelli che non vi sono ostili – «di inserire nei preannunciati emendamenti alla legge di stabilità lo specifico finanziamento delle nuove assunzioni; nell'immediato, prevedere un meccanismo di deroghe parziali e temporanee alla normativa comunitaria che consenta alle aziende sanitarie di non essere costrette a limitare fortemente i servizi nei settori segnati da carenze di organico». Badate: non è una populista grillina a parlare per partito preso, a recitare il solito copione dell'oppositore a tutti i costi e a delegittimare politicamente un Governo santo e immacolato nella fede. A parlare – ripeto – sono i direttori generali di aziende sanitarie esattamente nel novembre 2015, cioè un anno e mezzo fa. Non c’è rapporto tra la legge n. 161 del 2014 e lo sconsiderato blocco del turnover imposto da anni per risparmiare miliardi con cui salvare banche ed aziende degli amici. La legge n. 161 del 2014 va integralmente applicata subito, in quanto legge dello Stato, posta a salvaguardia della tutela della salute dei cittadini. L'ulteriore slittamento proposto da questo «Milleproroghe» costituisce una manifesta presa in giro per i cittadini, per i medici, per gli infermieri, i tecnici e soprattutto il personale operante nei nostri ospedali.
  Inoltre lo slittamento in questione è una grandissima presa in giro dell'Unione europea, alla quale valuteremo anche un ricorso per il rispetto di una normativa del 2003 rimasta inapplicata, addirittura mediante leggi nazionali che ne negano l'entrata in vigore o che hanno cercato in tutti i modi di aggirarla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Giulio Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Grazie, Presidente, signori del Governo, colleghi e colleghe, ci troviamo ancora una volta a dover discutere e affrontare un provvedimento, come quello definito quale «Milleproroghe» in un contesto che francamente non ci piace, non ci piace perché per l'ennesima volta ci sarà quasi sicuramente un voto di fiducia. La discussione alla Camera è stata strozzata dai tempi che si sono rivelati strettissimi. Non abbiamo avuto la possibilità di discutere, approfondire e di modificare: un provvedimento bloccato, un provvedimento che non permette alla Camera dei deputati di esercitare il suo ruolo che è quello non solo di discutere un provvedimento, ma di modificarlo e di intervenire. C'era stato detto che non era possibile, che altrimenti i tempi non sarebbero stati tali da poter poi arrivare alla versione definitiva e quindi all'approvazione del provvedimento; ci sono questioni urgenti, alcune emergenziali che devono essere affrontate e risolte, però questa non è una buona motivazione per mettere il Parlamento nelle condizioni di non poter svolgere il suo ruolo. Per parafrasare un ex Presidente del Consiglio, c’è una parola peggiore dell'imposizione ed è la parola «ricatto», Pag. 28quindi sotto il peso del ricatto, diciamo, della mancata approvazione di un provvedimento, che tra l'altro su diversi aspetti è utile ed importante per alcune categorie, soprattutto per alcuni lavoratori che rischiavano di rimanere nel limbo di una situazione di precarietà, siamo costretti a dover subire un ricatto che non vorremmo mai dover accettare.
  Il «Milleproroghe» è sempre stato – e lo è tutt'oggi – il simbolo anche di una difficoltà, di una incapacità del Governo, e anche del Parlamento, di affrontare questioni che sono urgenti ed emergenziali da tanto tempo con le dovute procedure del processo legislativo ordinario. Ci troviamo su una serie di temi a doverli affrontare in modo emergenziale, temi che invece dovrebbero essere affrontati in modo più strutturale con un processo normativo – ripeto – più ordinato e più organico. Così non è e quindi anche questo è un sintomo, ahimè negativo, di un modo di procedere del Governo, ma anche di un processo di legislazione ordinaria parlamentare che non ci piace. Ancora una fiducia, ancora una volta un provvedimento sul quale non si può mettere bocca, sul quale non si possono apportare miglioramenti, nonostante – ripeto – ci siano alcune questioni che per noi sono sicuramente importanti, perché il «Milleproroghe» affronta alcune questioni che dovevano essere risolte da tempo. Faccio riferimento alla situazione di molti lavoratori precari, che aspettavano una stabilizzazione del loro posto di lavoro, i lavoratori dell'Istat, i lavoratori dell'Istituto Superiore di Sanità e poi lo sblocco di alcune situazioni, come quella del Ministero dell'ambiente, della polizia penitenziaria e di altri comparti della pubblica amministrazione che aspettavano appunto da tempo un provvedimento di stabilizzazione e di fuoriuscita da una condizione di precariato che li interessava da troppo tempo. Da questo punto di vista, naturalmente alcune questioni sono sicuramente positive e rispondono a delle esigenze che il Paese ha, quindi si interviene nella soluzione o nella proroga di situazioni che devono essere salvaguardate. Naturalmente ci sono anche molti aspetti negativi, cioè non ci sono solamente le proroghe buone, ma ci sono anche le proroghe cattive.
  Tra le proroghe cattive, quelle negative, segnalo la proroga che riguarda l'obbligo per gli istituti, alcuni istituti pubblici, come gli asili nido o le scuole, di adeguarsi alla normativa antincendio: c’è una proroga di un ulteriore anno, quindi noi siamo costretti a vivere ancora, soprattutto per i nostri figli, in alcune situazioni, in alcuni istituti scolastici, nell'ansia che non rispettino la normativa antincendio. E gli si è dato un altro anno di proroga per potersi adeguare, appunto, alla normativa antincendio. E questa non è una bella proroga, perché in un Paese normale, in un Paese civile, le scuole e gli asili nido dove vanno i nostri figli dovrebbero essere attrezzati a rispettare le normative antincendio; ma questo non è e noi, con una legge, diciamo sostanzialmente che c’è una deroga di un ulteriore anno per potersi adeguare. Siccome non è la prima volta, perché, da quando sono qui in Parlamento, ogni anno si proroga di un anno, è come se noi, da quattro anni a questa parte, prorogassimo, appunto, come abbiamo fatto, e quindi con una proroga che diventa ad libitum, con una proroga che, in qualche modo, è una proroga infinita, una condizione che non può essere più tollerata; non può più essere tollerata perché non possiamo permetterci, lo ripeto, che i nostri figli vadano in scuole che non rispettano le normative antincendio e non possiamo esporli a dei rischi che, invece, dobbiamo loro evitare.
  Altre proroghe cattive: la proroga sul piano ambientale dell'Ilva e, anche, in questo contesto, una proroga rispetto all'impunibilità di chi si è reso colpevole dei disastri ambientali all'Ilva. Poi c’è un'altra proroga negativa, che è quella dello slittamento al 2020 dell'applicazione del divieto di sperimentazione con gli animali, della sperimentazione animale, quindi della vivisezione, anche a uso scientifico. Ricordo che c’è una direttiva dell'Unione europea che obbliga il nostro Paese ad adeguarsi a quanto previsto dall'Unione europea. Questo ancora non avviene; ci Pag. 29diamo altri tre anni di tempo, non uno, ma tre anni di tempo, per adeguarci, sostanzialmente, alla direttiva europea, quindi per altri tre anni slittano i termini per l'applicazione, appunto, di una direttiva che prevede il divieto della sperimentazione animale per la ricerca scientifica su determinate categorie che qui non voglio citare per non appesantire il mio discorso.
  Poi ci sono altri aspetti che venivano ricordati; sulla questione taxi e Uber siamo ancora a una proroga, la proroga al 31 dicembre; ci si aspettava l'emanazione di un decreto quest'anno per intervenire sulla regolazione della questione relativa all'esercizio abusivo del servizio taxi e del servizio di autonoleggio con conducente, ci prendiamo un altro anno di tempo e, quindi, slittano il varo e l'applicazione di questo decreto.
  In queste ore sappiamo che ci sono delle proteste in piazza; bisogna dire che non è la prima volta che c’è una deroga o si alza bandiera bianca rispetto ad alcune compagnie o ad alcuni poteri economici forti che in qualche modo condizionano l'attività del nostro Governo. Io vorrei ricordare che, nonostante un anno e mezzo fa l'allora Primo Ministro Renzi avesse dichiarato che dovevamo darci una digital tax e, quindi, una imposizione fiscale che colpisse anche le grandi multinazionali che fanno l’e-commerce e che sono presenti anche nel nostro mercato, non è successo niente. Sappiamo che Google è stata multata per oltre 350 milioni per evasione fiscale; sappiamo che colossi come Amazon, Google, Apple ed altri non pagano praticamente tasse, perché hanno la sede in paradisi fiscali o a Dublino o in altri posti dove possono pagare l'1 o il 2 per cento di tasse e in questo modo evadono il fisco del nostro Paese. Sappiamo che nella scorsa legge di bilancio doveva esserci una misura specifica sulla questione Airbnb, misura che è stata stralciata, perché è intervenuto il Premier Renzi dicendo che questa misura non poteva essere inserita, perché non si potevano imporre delle nuove tasse. In realtà, anche qui c’è un'evasione fiscale molto ampia e su questo non si interviene; e ora Uber.
  Quindi, prima, Google, Apple e Amazon, poi, Airbnb, ora Uber; insomma, di fronte ai grandi colossi internazionali, alle multinazionali, alla cosiddetta sharing economy o alle nuove tecnologie o a Internet, il Governo alza bandiera bianca e, sostanzialmente, questi colossi rimangono senza regolazione e in alcuni casi, appunto, sono messi nelle condizioni di non pagare tasse, con una concorrenza sleale verso gli operatori del nostro Paese. Per cui, se uno compra un libro dal sito di Feltrinelli, Feltrinelli o un'altra casa editrice ci pagherà sopra le tasse – tasse che paga normalmente un operatore economico del nostro Paese rispetto alla vendita di un bene come un libro –; se lo compra da Amazon o se lo compra da un altro operatore come quelli che ho descritto e che sono delle piattaforme presenti in tutto il mondo, le tasse saranno inferiori; quindi, anche questi sono fenomeni di slealtà rispetto alla concorrenza tra gli operatori economici.
  Vorrei dire che, insomma, questo provvedimento, questo Milleproroghe ulteriore, che ormai ogni anno ci troviamo ad approvare, è il sintomo di questa incapacità di affrontare questioni che sono, sì, emergenziali, urgenti, ma alcune questioni sono emergenziali da 4 o 5 anni, quindi, non si capisce perché in tutto questo tempo non siamo riusciti ad affrontarle e a risolverle. Le si affronta privando il Parlamento della possibilità di affrontarle e di discuterle nei tempi giusti, nei tempi previsti, e di migliorare i provvedimenti e le si affronta con una sostanziale operazione di ricatto, mettendo la fiducia e impedendo di affrontare i temi che vengono sollecitati da questo provvedimento.
  Per tutti questi motivi, nonostante ci siano delle cose positive, ma ce ne sono anche molte negative, noi diamo un giudizio negativo e critico sul Milleproroghe e annuncio fin da ora che voteremo contro l'approvazione di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

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  PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Mauro Pili. Ne ha facoltà.
  Non prima, però, di aver salutato studenti e insegnanti dell'Istituto superiore Giustino Fortunato di Pisticci, in provincia di Matera, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna, insieme agli studenti e agli insegnanti della scuola media statale Abbazia di Albino in provincia di Bergamo che, anche loro, assistono ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi).
  Onorevole Mauro Pili, prego.

  MAURO PILI. Presidente, onorevoli colleghi, ho l'impressione che anche dalle relazioni di avvio di questa discussione generale sia emerso il tentativo di far passare, ancora una volta, questo decreto come un atto dovuto, un riepilogo di rinvii e di ritardi. Consentitemi di non essere d'accordo con questa sottolettura che è stata fatta da parte della maggioranza, perché vi è, invece, in questo provvedimento, una chiara lettura dell’excursus di questi anni di questa maggioranza, di questi Governi che si sono succeduti, da Monti in poi, e c’è tutta l'inadeguatezza politico-istituzionale e, aggiungo, amministrativa che in questi anni abbiamo toccato con mano.
  Basterebbe leggere punto per punto questo decreto delle 2.000 proroghe che vengono proposte a quest'Aula. Non c’è più alcun tipo di regola, si proroga di tutto e di più, dimenticandosi degli impegni che, pomposamente, in quest'Aula, prima Renzi e poi anche lo stesso Gentiloni hanno messo in campo: faremo la riforma della pubblica amministrazione, riformeremo il bilancio dello Stato, punteremo a modificare le procedure...
  In realtà, se uno fa l'analisi puntuale di questo decreto si accorgerà che è un rinvio continuo di quei punti sostanziali che sono stati enunciati e che, poi, invece non si sono, in alcun modo, concretizzati. Ed è ovvio che, di fronte a questo, è conseguente la considerazione politica di una maggioranza che non è riuscita a incidere sulle questioni sostanziali e di merito e deve ricorrere con questo provvedimento a proroghe che dimostrano il fallimento politico e istituzionale di questa maggioranza.
  Basterebbe guardare le date. Le date sono tutte proroghe di questi ultimi due o tre anni, e quindi è evidente che sono provvedimenti che sono stati annunciati tre anni fa da questo Governo e che, dopo tre anni, non sono giunti a compimento, perché, se oggi ancora ci si chiedono proroghe importanti, è evidente che c’è di fondo un fallimento evidente a tutti.
  E questo ha un duplice significato. Il primo è quello evidente: siete totalmente inadempienti su partite rilevanti, cito per tutte quelle dell'agricoltura, della pubblica amministrazione, della riforma del bilancio, che sono nei primi capitoli di questo decreto di proroghe e, quindi, inadempienze che vengono, in modo chiaro ed evidente, rimarcate appunto con la richiesta di proroghe. E poi avete lasciato, sostanzialmente, settori e comparti della pubblica amministrazione e dell'economia senza alcun tipo di azione chiara, di progettualità e di capacità di incidere sulle criticità che, appunto, sono state rilevate. Settori straordinariamente importanti senza alcun tipo di certezza, senza risposta, cito per tutti l'agricoltura, ma ritornerò nel merito, che ancora oggi affronta le questioni di riorganizzazione degli enti connessi e collegati al Ministero competente; e ancora, le questioni di bilancio: ci sono quattro o cinque articoli che richiamano le questioni sostanziali del bilancio, dei trasferimenti agli enti locali, l'annosa vicenda delle province; sino ad arrivare all'assetto istituzionale: proroghe e proroghe, ancora, sull'assetto istituzionale, a partire dalla vergognosa vicenda delle province su cui siete incartati dal nord al sud dell'Italia, come maggioranza, come istituzione e come Governo.
  Questo provvedimento, dunque, nella sua confusione è lo specchio di questa maggioranza di Governo e di questo – perdonatemi – raccogliticcio Governo Renzi-Gentiloni. La sua continuità è nei nomi, nei rappresentanti del Governo: non ci può essere uno scaricabarile di responsabilità politica, la continuità tra il Governo Renzi e quello Gentiloni è talmente Pag. 31evidente nei nomi dell'Esecutivo, che nessuno può dire che ci si è attardati su un tema o su un altro perché c’è stato un fattore terzo. No, il fattore è tutto interno a questa maggioranza e queste proroghe sono frutto di una confusione politica all'interno della vostra maggioranza e di una incapacità a dare risposte compiute sui temi che avete messo sul tappeto. Obiettivi, asticelle che avete posto voi nella tempistica e nella sostanza: né nella tempistica, né nella sostanza siete stati in grado di affrontare e di dare risposte compiute. Nessun criterio, nessuna logica, un pasticcio – aggiungo, e mi perdoneranno i cultori del Colle – con il timbro presidenziale, perché ancora una volta questo confuso decreto, totalmente incostituzionale rispetto a quella regola della omogeneità, passa con il vaglio del Capo dello Stato.
  Mi soffermerò, Presidente, soltanto su alcune questioni, perché sarebbe impossibile affrontarle e riepilogarle tutte. Però vorrei partire da quella sostanziale, da quella del bilancio dello Stato e delle ricadute che si stanno avendo di scelte sbagliate, confuse e pasticciate. Non è di qualche mese fa, è di ieri, la sentenza del TAR Lazio che ha sostanzialmente detto: il decreto del riparto del Fondo di solidarietà nazionale per i comuni è nullo. Cioè, il TAR, recependo una sentenza di due mesi fa della Corte costituzionale ha detto che il principale strumento di regolazione della distribuzione dei fondi ai comuni è nullo ! Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 2015 è stato dichiarato decaduto e, quindi, sostanzialmente, questo dimostra come questo Governo, oggi, si candidi a prorogare un sistema di rapporto che ha cancellato quella regola costituzionale del pari grado: pari grado costituzionale tra comuni, regioni e Stato.
  Non c’è uno Stato che ordina e gli altri eseguono, c’è uno Stato che deve condividere, che deve coordinare con le regioni e con i comuni, e questo – ha detto la Corte costituzionale, ha detto ieri il TAR – non è avvenuto. Cioè, è venuto meno quel principio di coesione istituzionale che oggi si ripartisce e che oggi riemerge in tutta la sua gravità, dal Fondo sperimentale di riequilibro delle province della Sardegna e della Sicilia, per esempio. È stato fatto firmare un patto, tre anni fa, che ha dimostrato non soltanto l'incapacità di capire che cosa fosse il pareggio di bilancio, ed oggi si affronta il tema del bilancio di cassa dello Stato, perché, quando si parlò del pareggio di bilancio si diceva: ma qual è il bilancio che deve andare in pareggio ? Quello di cassa, di competenza ? E in realtà si disse: tutti i bilanci vanno a pareggio, non comprendendo quale fosse la difficoltà di gestire, per esempio, il bilancio di cassa, col risultato che gran parte delle pubbliche amministrazioni oggi sono richiamate a predisporre un nuovo piano di pareggio e, quindi, prorogati, per tutte quelle amministrazioni che sono risultate inadempienti, ulteriormente i termini per fare, appunto, quella proposta. È evidente che di fronte a questo c’è una incongruenza, ancora una volta una scarsa linearità di condotta: da una parte, si vuole imporre una regola agli enti locali e, dall'altra, lo Stato propone, così come fa appunto all'articolo 1, ai commi 4 e 5 di questo disegno di legge di conversione, proroghe in materia di contabilità e bilancio dello Stato. Volete imporvi ai comuni e poi, invece, voi chiedete la deroga, anzi la proroga; imponete ai comuni di mantenere la soglia di spesa, anzi di abbassarla, anzi tagliate loro anche le risorse finanziarie e, dall'altra, sostanzialmente, voi vi concedete un ulteriore potenziamento, diciamo così, delle deroghe sul bilancio di cassa.
  Ecco, in questo è emersa l'incompetenza, dalle parole di oggi, del Ministro per il Mezzogiorno – incompetente sotto molti punti di vista, ma da quelli del bilancio lo è ancora di più –, il quale ha detto: non esiste alcun pronunciamento in tal senso e tutti i decreti del Presidente del Consiglio dei ministri sono in vigore. Un Ministro fa affermazioni di tal fatta, senza nemmeno informarsi dalle agenzie di stampa della bocciatura o senza avere l'accortezza di guardare quello che titolano tutti i quotidiani del Veneto, con la vittoria di decine di comuni che presentandosi al TAR del Pag. 32Lazio hanno avuto appunto l'illegittimità di quei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri – non di Monti, di Renzi ! – perché sono decaduti, perché sono stati caducati tutti i provvedimenti del Governo Renzi del 2015 relativi al riparto agli enti locali. Quindi il De Vincenti di turno farebbe bene, prima di aprir bocca, a tentare di capire qualcosa di bilanci prima di fare difese che vedono anche un povero assessore, a servizio del partito della regione Sardegna, del PD, affrancarsi dalla logica della difesa della sua regione per inseguire e per «tenere il moccolo» al Ministro di turno, senza competenza e senza conoscere quello che ha scritto la Corte Costituzionale da una parte e ieri il TAR, il quale – e vengo al provvedimento che stiamo esaminando – ha detto con estrema chiarezza che i provvedimenti adottati, come quelli proposti in questa proroga, non solo non sono controversi, ma il provvedimento propone una sfasatura temporale da cui deriva sicuramente l'illegittimità del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Cioè, lo dice il TAR ! Il fatto che voi proponiate oggi in questo decreto milleproroghe un'ulteriore proroga non concertata di regole che sono state sostanzialmente a danno degli enti locali significa reiterare, nonostante la sentenza del TAR, quel tipo di procedura.
  E questo passaggio è propedeutico a quello che, pomposamente, invece, ha dichiarato sulle procedure in campo agricolo il Ministro Martina una ventina di giorni fa, il quale, durante un'importante manifestazione di agricoltori in Sardegna, ha fatto un comunicato con il quale – e cito il tema dell'agricoltura, della riforma degli enti agricoli da parte del Ministero, quindi una proroga della delega che si dà a questo Ministero – ha detto: firmerò i decreti di pagamento del Fondo unico, della domanda unica e del PSR.
  Ma da quando in qua il Ministro firma le domande uniche di erogazione dei fondi ? Non c’è forse l'Agea, l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura ? Per quale motivo c’è un comunicato stampa che dice che il Ministro eroga quei fondi ? La dichiarazione è ovviamente clientelare, populistica, che in qualche modo dimostra, anche in questo caso, la gestione di un Ministero lontana da quei concetti di riforma per i quali il Parlamento ha dato la delega reale al Ministero e al Governo per proporre una sostanziale riforma che potesse anche slegare la parte politica da quella funzionaria, da quella gestionale. In realtà, il Ministro ripropone, con il suo agire, l'esatto contrario della delega che oggi qui si vorrebbe appunto prorogare con questo decreto.
  Aggiungo che è falso che siano stati pagati i fondi dell'Agea, perché, rispetto a quelle dichiarazioni dell'accelerazione proposta dal Governo rispetto anche alle procedure che erano state proposte, è di queste ore la comunicazione di Agea che forse pagherà a metà marzo, e che comunque tutto sarà decurtato del 7 per cento, perché la struttura organizzativa del Ministero ha previsto una verifica di quanto è dovuto. Questo dimostra, ancora una volta, che Martina, che da 3-4 anni è Ministro dell'agricoltura – e il governo politico dell'agricoltura è in mano a questa maggioranza da molti anni –, non è riuscito a creare un meccanismo per cui non ci si deve rivolgere a una società di Vibo Valentia che deve venire in Sardegna a fare le verifiche catastali aerofotogrammetriche delle ortofotocarte, necessarie per stabilire se c’è o meno una copertura di tare nei terreni agricoli. Per quale motivo il Ministro Martina ha fatto affidare a una società esterna al Ministero questa valutazione ? Ebbene, io credo che sia la dimostrazione di come questa proroga di deleghe legislative in materia di agricoltura sia non soltanto funzionale a quei ritardi che si stanno accumulando, ma è la dimostrazione del fallimento politico di quel Governo, di questo Governo, su una materia così delicata come quella dell'agricoltura.
  E veniamo al tema della difesa. Anche la Pinotti, che imperversa dal Festival di Sanremo all'Arabia Saudita, è capace di introdurre in un decreto «mille proroghe» gli affari delle società legate agli armamenti, e lo fa in maniera esplicita, con l'articolo 8, comma 3, in cui parla dell'Agenzia Pag. 33Industrie Difesa. Siccome questi signori non sono riusciti a spendere i soldi, perché gliene diamo talmente tanti che non riescono nemmeno a spenderli, c’è una proroga perché possano spendere anche nel 2017 i fondi del 2016. E dicono anche di poter esercitare la funzione – e qui la deroga; oltre la proroga c’è la deroga, e anche questo è ovviamente incostituzionale – dandola all'esterno, cioè utilizzando soggetti terzi che verranno chiamati secondo quelle regole, le antiche regole del Ministero dalla difesa e del Ministero dell'interno, cioè ad personam sicura che rientra nella vendor list delle società che sono ammesse a queste forniture e a questi servizi. Ebbene, c’è l'articolo 8, comma 3, che appunto testimonia questo. Per arrivare poi ai commi successivi, che riguardano sempre la difesa, articolo 8, commi 5-bis e 5-ter, che riguardano la delega della durata dei delegati nei consigli di rappresentanza militare. Io mi domando: è possibile che il datore di lavoro conceda una proroga al rappresentante dei lavoratori ? Qual è il connubio, qual è l'interesse per cui la Pinotti concede al Cocer un'ulteriore proroga – la seconda proroga che viene concessa ! – nella rappresentanza di fatto sindacale di tutti i settori della difesa ? Per quale motivo a capo del Cocer c’è lo stesso direttore del servizio personale, il generale Gerometta, che è anche presidente del Cocer ? E questo soggetto, questo Cocer, si dimentica di dire che ci sono stati 450 vittime, morti di militari in Kosovo legate all'uranio impoverito, legate all'amianto, che sostanzialmente vengono coperte da questa proroga.
  Infatti, sostanzialmente qui c’è una proroga che va a coprire e a dare la rappresentanza a coloro che continuano a sparare a zero e a servire il Ministro. Io ho sentito dichiarazioni di un rappresentante del Cocer – che viene prorogato con questo provvedimento – che dice sostanzialmente che in Sardegna, nelle basi militari, c’è un paradiso terrestre. Si dimentica che un maresciallo dell'Aeronautica ha dichiarato che a Quirra venivano fatte buche di venti metri di profondità e venivano interrate le armi provenienti da tutta Italia, da tutta Europa, e poi fatte esplodere, creando nubi tossiche di 100 metri d'altezza che andavano a posarsi sui paesi di Escalaplano e Perdasdefogu. Stranamente, questo rappresentante del Cocer, che voi oggi reiterate con questa proroga, viene riconfermato, perché è silente, perché al servizio del Ministro della difesa, che propone questa proroga, che non difende i militari, ma che serve per difendere i generali e l'apparato costituito del Governo, che pensa soltanto all'industria delle armi fregandosene della salute dei militari. Cosa dire della prestazione assistenziale a favore dei malati di mesotelioma ? Giustamente, i civili. Ma quanti militari sono stati vittime di questo passaggio ? Perché non avete sentito, per esempio, la Commissione sull'uranio impoverito, che vi avrebbe detto che forse è meglio prorogare questo tipo di clausola anche per tutti coloro che nelle armi, in Marina soprattutto, sono stati vittime dell'amianto ? Niente, soltanto elementi che tutelano passaggi di interessi particolari che vanno appunto coperti e nascosti.
  E poi c’è la questione dell'amministrazione penitenziaria, che affrontate in maniera confusa, e fate, da una parte, un incremento del Corpo di polizia penitenziaria. Sono anni che ho proposto decine di atti di sindacato ispettivo, per esempio, sul «caso Sardegna», che non è un caso regionale ma nazionale, perché avete schiaffato, scaricato in Sardegna tutta la feccia mafiosa, camorrista, del massimo livello. Avete scaraventato oltre cento detenuti del 41-bis in un carcere mandamentale non attrezzato per realizzare appunto quel tipo di struttura, a contatto, tra l'altro, con gran parte degli altri detenuti. E avete scaraventato in Sardegna oltre il 50 per cento dei detenuti a rischio di terrorismo internazionale. Il Ministro, poi diventato Presidente del Consiglio, Gentiloni, ha detto che nelle carceri si annida il pericolo di allargare a macchia d'olio la presenza islamica terroristica. Ebbene, cosa fate voi ? Prevedete colloqui investigativi in carcere per la prevenzione del terrorismo nazionale. Ma se possono parlarsi Pag. 34l'un l'altro da una cella e se possono telefonare di qua e di là ! Il detenuto Bouyahia, riconosciuto come uno dei trenta terroristi internazionalmente più importanti, telefonava a destra e a manca e nessuno lo controllava, nessuno lo intercettava. Diceva che aveva più di una moglie e chiamava dall'Iraq alla Tunisia passando per il Kuwait e arrivando alla Tunisia. Chi è che ha messo qualcuno a controllare quel telefono ? Nessuno, perché poi una telecamera di Mediaset ha filmato quell'elenco di telefonate impunemente fatte da dentro un carcere. Altro che rafforzare il numero della Polizia penitenziaria ! È assolutamente necessario, ed è necessario in quelle realtà come la Sardegna, dove avete scaricato di tutto e di più impunemente. Quindi, la richiesta, anche in questo caso, è di stare più attenti al riparto dei mafiosi e dei camorristi, di non concentrare, di non continuare a considerare la Sardegna una colonia funzionale soltanto a vostri interessi da altre parti. Infine la partita delle infrastrutture. Proponete, all'articolo 9, comma 9-ter, la proroga tra Rete ferroviaria italiana e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti: ma come è possibile che in uno Stato moderno si debba arrivare ad una proroga di un contratto così importante come quello dell'infrastruttura ferroviaria ?
  Per quale motivo non c’è stato il tempo materiale di rinegoziare, forse perché la Commissione trasporti della Camera vi ha dato un indirizzo troppo cogente, troppo stringente ? Vi ha detto di stanziare i soldi con un principio che non è quello di dare solo alle parti forti ma anche alle aree del Paese che devono riequilibrare ? Ebbene, oggi con questa proroga si sta bloccando quella procedura di riequilibrio infrastrutturale, che è stata invece individuata dalla Commissione. Fatto 100 l'indice ferroviario italiano, in Sardegna l'indice è 15. Non si può continuare a dare a chi ha 150 e lasciare sempre la Sardegna a 15 o la Calabria o qualche altra regione di tal fatta. È evidente che la proroga è in contrasto con le regole della coesione e del riequilibrio, che sono regole costituzionali, e invece voi sostanzialmente l'avete reiterata al 30 settembre 2017, perché avete da chiudere gli affari del Ministero dei trasporti con quel vecchio contratto, dimenticandovi degli indirizzi che sono stati indicati.
  Allo stesso modo, cosa dire dell'articolo 9, comma 9-bis, in cui c’è scritto che reiterate la realizzazione della Sassari-Olbia al 31 dicembre 2020. Ma se Renzi è venuto e ha detto: nel 2016 consegniamo la strada; se Delrio, che passeggia troppo in bicicletta e perde troppo tempo in altri affari di partito, ha detto: guardate, nel 2017 è tutto consegnato; qui, invece, è prevista la proroga perché nel 2020 c’è ancora il regime commissariale fasullo perché in realtà chi governa tutto è ancora l'ANAS. Ed è anche vero che la Commissione che si occupa della mafia nei lavori pubblici è arrivata in quei cantieri già quattro o cinque volte, ha circondato con elicotteri e mezzi di ogni genere quei cantieri molto spesso affidati a società che veramente non hanno la fedina penale pulita rispetto ai reati mafiosi e che quindi meriterebbero più attenzione anche su quel versante perché la divisione antimafia ha detto che sulla Sassari-Olbia c’è un pericolo, anzi qualcosa di più, di infiltrazione mafiosa e forse un regime commissariale come questo sarebbe stato meglio verificarlo nel dettaglio.
  Che dire – concludo – della partita degli eventi eccezionali ? Si parla ancora della tragedia che ha colpito le province di Olbia-Tempio, del nuorese, dell'oristanese, del cagliaritano nel novembre del 2013. Sono previste ancora proroghe rispetto agli interventi, però si dice: «ferme restando le risorse finanziarie di provenienza regionale ivi individuate e disponibili allo scopo». Si dice: «risorse finanziarie di provenienza regionale»: ma c'era bisogno di questa sottolineatura gratuita che ha però dimostrato la negligenza e il menefreghismo di Stato rispetto a partite importanti per le quali, da Letta a Lupi, hanno passeggiato in quella tragedia e non hanno saputo dare a distanza di quattro anni alcuna risposta. Anzi, un ponte è stato riaperto e il magistrato dopo due Pag. 35giorni lo ha chiuso perché era stato fatto male, senza alcun tipo di criterio di sicurezza. Ripeto: un ponte è stato aperto e, dopo due giorni, chiuso con quei fondi gestiti proprio da parte vostra.
  Concludo con un passaggio relativo al contributo di sbarco che introducete per le isole minori, quindi Carloforte, La Maddalena e tante altre in Italia. Dite: potete mettere una tassa. A queste realtà non servono tasse d'ingresso o tasse di sbarco: servono procedure di riequilibrio perché si possano sentire non isolati in un'isola, come capita a Carloforte o a La Maddalena, ma si sentano cittadini di serie A e non cittadini di serie Z. Non bisogna creare ulteriore divario, ma bisogna creare incentivo perché vadano e perché ci sia l'abbattimento dei costi non funzionali a un'agevolazione, ma ad un riequilibrio, a un pareggio di diritto tra chi va e chi esce da quelle isole minori. Altro che mettere un contributo che è pleonastico dire che si tratta di una tassa introdotta da voi: come si fa a introdurre una proroga che introduce di fatto un contributo di sbarco o, meglio, una nuova tassa ?
  Questa è la logica di questa maggioranza: un provvedimento sconclusionato che fotografa il vostro stato confusionale, che dimostra un fallimento politico sostanziale che in questo provvedimento emerge in tutta la sua gravità ed è per questa ragione che voterò decisamente e convintamente contro.

  PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Grazie, signor Presidente. Prenderò in considerazione solo alcuni aspetti del decreto-legge che è arrivato alla Camera evidentemente non sottoponibile ad alcun tipo di modifica e prenderò ad esempio del disastro che il Governo Renzi, prima, e l'attuale Governo Gentiloni, ora, portano con sé, alcune parti del provvedimento che riguardano in modo particolare il settore della scuola e il settore dei giovani.
  In primo luogo, vorrei sottolineare che siamo di fronte ad una situazione davvero disastrosa e complessa del mondo scolastico, a tal punto che si chiede la proroga del termine per l'inserimento nelle graduatorie di istituto, in modo particolare nella terza fascia – ci riferiamo ovviamente alle docenti e ai docenti che sono privi di abilitazione, quindi del titolo professionalizzante per l'insegnamento – dal 2016 al 2017 fino al 2019 e 2020. Questo è il simbolo del fallimento della «buona scuola»; questo è il simbolo del fallimento del Governo Renzi; è il simbolo del fallimento delle promesse che ha portato con sé nella scuola innanzitutto di mettere fine alla cosiddetta «supplentite». Ci siamo accorti – ahinoi e soprattutto povere ragazze e poveri ragazzi ! – che la «supplentite» continua ad esistere a tal punto che vengono prorogate le graduatorie di istituto, quelle della terza fascia, dove vanno proprio pescati i supplenti, addirittura tra i non abilitati.
  Questo è l'esito della «buona scuola»; questo è l'esito del piano straordinario di assunzioni e del piano straordinario di mobilità che non ha fatto nient'altro che creare caos e confusione all'interno del sistema scolastico. Ciò vuol dire che la promessa di esaurire le graduatorie ad esaurimento... non le ha mai esaurite tant’è vero che oggi la Ministra Fedeli non è stata neanche in grado di dirci quali sono le cifre dei docenti e delle docenti che sono ancora in queste graduatorie che non sono esaurite e, anzi, qui se ne creano altre.
  Però, si prorogano i termini perché nella Camera e nel Senato è in discussione un altro disastro della buona scuola, cioè il decreto legislativo che riguarda la formazione iniziale che sarà un altro buco, un altro baratro per la nostra scuola. Tuttavia, andiamo avanti così perché siamo convinti e non ci confrontiamo mai e non siamo in grado di capire quali sono le vere esigenze delle nostre cittadine e dei nostri cittadini. Abbiamo cercato di porre alcuni rimedi. Anzitutto, mi riferisco al tema della proroga delle graduatorie dei concorsi che in tutti gli altri comparti sussistono e invece per la scuola no perché il concorso, vale a dire il merito, non deve Pag. 36essere la forma attraverso la quale si accede all'insegnamento bensì si scelgono vie piuttosto farraginose e complesse come quella di permettere – consentitemi questo termine – anzi di obbligare i futuri docenti e le future docenti a ben otto anni di studio prima di essere assunti in ruolo per davvero. Quindi, invece abbiamo chiesto che, laddove ve ne fosse la necessità al fine di coprire posti vacanti e disponibili, poiché il testo unico è ancora sussistente – perché quella riguardante il testo unico è l'unica delega che ovviamente non è stata presentata dal Governo perché era ad uno stato pietoso e non erano in grado di portarla avanti – e quindi il reclutamento avviene ancora al 50 per cento da graduatorie ad esaurimento, laddove esistono, e al 50 per cento da graduatorie di merito, che le graduatorie di merito del concorso del 2016 venissero prorogate proprio per consentire l'esaurimento di coloro che sono dichiarati vincitori che sono quel numero programmato di docenti in base all'autorizzazione dei posti messi a bando tramite concorso.
  Abbiamo chiesto lo stesso anche per le graduatorie di merito della scuola dell'infanzia che risalgono alle graduatorie del concorso del 2012 perché nel caos della «buona scuola» a un certo punto, visto che c'era il riordino del ciclo 0-6 anni, la scuola dell'infanzia e i docenti dell'infanzia sono stati completamente dimenticati.
  E abbiamo chiesto la proroga, quindi, delle graduatorie del concorso sia per l'infanzia sia di quello appunto del 2016 per ovviamente andare a coprire posti vacanti e disponibili che ci sono all'interno della scuola e quindi per consentire una cosa che a noi sembra molto banale e molto semplice, che credo che tutte le famiglie che ci leggeranno e che ci ascolteranno in futuro chiedono, che è quella della continuità didattica, cioè di avere insegnanti in cattedra il primo giorno di scuola, cosa che purtroppo con «la buona scuola» non è successo.
  E accanto a questo abbiamo chiesto un'altra cosa che ci sembra doverosa: in questo decreto-legge c’è la proroga dal 31 gennaio del 2016 al 30 giugno del 2017 per utilizzare e spendere il famosissimo bonus scultura, 290 milioni di euro, una vera vergogna per questo Stato, 290 milioni di euro dati nel 2016 e 290 milioni dati nella legge di stabilità per il 2017 per i diciottenni, per spenderli nelle cose che desiderano di più, per la cultura, per accedere, per comprarsi dei libri, senza nessun titolo di merito.
  Ecco, io credo che sia una vergogna, sia una mancia e sia stata una mancia, una mancia elettorale, i cui esiti li abbiamo visti tutti il 4 dicembre, perché le italiane e gli italiani non sono stupidi e hanno capito perfettamente.
  Quindi noi abbiamo chiesto l'abrogazione di questo comma, del comma 2 dell'articolo 11, che prevedeva la proroga termini e anzi, visto che ci arriverà una bella richiesta di una manovra aggiuntiva da 3,4 miliardi, chiediamo ufficialmente al Governo, che è qui presente, di abolire definitivamente questo bonus cultura, che a nulla serve.
  Abbiamo anche chiesto un'altra cosa, che ahimè anche qui, nell'ambito appunto sempre delle graduatorie, viene dimenticata: è quella di indire un nuova fase di reclutamento, anche attraverso un corso-concorso, per i direttori generali dei servizi amministrativi. Però, come al solito, il Governo non sente e non ascolta.
  Chiudo con un intervento che invece riguarda il territorio nel quale io sono eletta, cioè la Brianza. Già più volte ci siamo rivolti al Governo e anche alla sottosegretaria, che è qui presente: nella Brianza noi abbiamo, da anni, finanziato e poi i soldi sono stati spostati, la tramvia Milano-Limbiate, che è una tranvia interurbana molto importante che collega Milano a Limbiate, su un'asse viaria ad intenso flusso; appunto, a causa delle carenze infrastrutturali e strutturali è stato previsto l'intervento di riqualificazione di questa tramviaria extraurbana Milano-Limbiate.
  Ecco, e questa era già stata finanziata fin dal 2008. Allora, noi siamo ancora, allo stato attuale – abbiamo chiesto proprio che venisse prorogato il termine al primo gennaio del 2018 – con una serie di Pag. 37rassicurazioni da parte del Governo, con un ordine del giorno del 2016, all'interno della legge di stabilità 2016, approvato, ma di fatto noi siamo ancora in una situazione in cui il rifinanziamento non è stato approvato, per cui noi abbiamo le cittadine e i cittadini della zona di Limbiate e zone limitrofe che chiedono costantemente, tutti i giorni, di poter veder finanziata un'opera infrastrutturale che è fondamentale per il nostro territorio.

  PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche – A.C. 4304)

  PRESIDENTE. Avrebbe facoltà di replicare l'onorevole Rocco Palese, che però, avendo finito il tempo, immagino che non replichi. Prendo atto che il Governo non intende replicare.

(Annunzio di questioni pregiudiziali – A.C. 4304)

  PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate, a norma dell'articolo 96-bis, comma 3, del Regolamento, le questioni pregiudiziali Cariello ed altri n. 1, Invernizzi ed altri n. 2 e Rampelli ed altri n. 3 (vedi l'allegato A – A.C. 4304).
  Poiché l'ordine del giorno della seduta odierna prevede che non si possa procedere a votazioni prima delle ore 18, sospendiamo la seduta fino a tale ora e riprenderemo con l'esame e la votazione delle questioni pregiudiziali che ho testé annunciato.
  La seduta è sospesa fino alle ore 18.

  La seduta, sospesa alle 16,50, è ripresa alle 18,10.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Preavviso di votazioni elettroniche.

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Esame di questioni pregiudiziali – A.C. 4304)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame delle questioni pregiudiziali Cariello ed altri n. 1, Invernizzi ed altri n. 2 e Rampelli ed altri n. 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 4304).
  Avverto che, a norma del comma 4 dell'articolo 40 del Regolamento, in caso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione.
  In tale discussione, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 40, potrà intervenire, oltre ad uno dei componenti per illustrare ciascuno degli strumenti presentati per non più di dieci minuti, un deputato per ognuno degli altri gruppi per non più di cinque minuti.
  Al termine della discussione, si procederà ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 3, quarto periodo, del Regolamento, ad un'unica votazione sulle questioni pregiudiziali che sono state presentate.
  La deputata Fabiana Dadone ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Cariello ed altri n. 1, di cui è cofirmataria.

  FABIANA DADONE. Grazie, Presidente, l'annuale decreto-legge per la proroga dei termini porta con sé un'inevitabile coda di polemiche. Sono polemiche inevitabili, vista la natura strumentale ormai di questo provvedimento normativo, perché questo decreto-legge è ormai istituzionalizzato da molti anni, viene varato Pag. 38entro il 31 dicembre di ogni anno e dovrebbe servire per prorogare dei termini di durata e differire o, in alcuni casi, sospendere l'applicazione delle norme di legge approvate da questo Parlamento.
  Quindi, già a prima vista si può capire che questo decreto di proroga dei termini, in particolare in questa versione, che ho proprio detto cadenzata, costituisce una contraddizione giuridica di fatto, perché il diritto dovrebbe essere certo, la certezza del diritto è uno dei principali brocardi che ti insegnano a legge. Qui viene costantemente negata, tutti gli anni, con questo provvedimento.
  Di che cosa stiamo parlando in particolar modo ? Di un decreto-legge che dovrebbe avere i requisiti previsti dall'articolo 77 della nostra Costituzione, quindi essere adottato nei casi straordinari di necessità e urgenza, ma altresì contenere delle norme al suo interno che richiedano, in caso di necessità ed urgenza, delle proroghe. Da qui chiaramente la denominazione «decreto mille proroghe».
  Quindi, a differenza dei tradizionali decreti, non solo necessità e urgenza in sé, ma anche una serie di contenuti che abbiano queste caratteristiche.
  Non serve particolare fantasia per capire come si dovrebbe fare un decreto mille proroghe. Perché non servono neanche particolari doti giuridiche ? Perché è intervenuta la Corte costituzionale con una sentenza, la n. 22 del 2012, per mettere uno stop all'abuso dell'utilizzo di questo strumento da parte del Parlamento. Come al solito, è la Consulta che deve dire al Parlamento come rispettare la Carta costituzionale, perché questo Parlamento ha dato ampia prova di come utilizzi la Carta costituzionale in maniera poco propria.
  Che cosa dice, in particolare, questa sentenza ? Che le caratteristiche del decreto mille proroghe devono obbedire alla ratio unitaria di intervenire con urgenza sulla scadenza di termini, il cui decorso sarebbe dannoso per interessi ritenuti rilevanti da Governo e Parlamento.
  E poi che cosa aggiunge ? Del tutto estranea a tali interventi è la disciplina a regime di materie o di settori di materie, rispetto alle quali non può valere il medesimo presupposto della necessità temporale e che non possono, quindi, essere emesse con decretazione d'urgenza, ma per le quali si deve utilizzare – lo dice chiaramente la Corte Costituzionale – lo strumento dell'articolo 71 della Costituzione, quindi la normale iniziativa legislativa.
  Banalizzando le parole della Corte costituzionale, se proprio non se ne può fare a meno, allora si dà la possibilità a Governo e Parlamento di inserire una proroga in questo provvedimento. Tutto il resto, però, non ci può entrare, non ci dovrebbe potere entrare.
  Invece, questo decreto...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, si può abbassare il tono della voce ? Vi prego di consentire alla collega di intervenire. Grazie. Prego, deputata.

  FABIANA DADONE. Grazie, Presidente. Purtroppo, questo decreto segna un'inversione di tendenza spaventosa, non in senso positivo bensì peggiorativo, perché è ancora più omnibus rispetto ai precedenti. Basta tenerlo in mano per rendersene conto e sfogliarlo velocemente, questo decreto mille proroghe sembra piuttosto una legge di stabilità bis. Basta anche solo vedere la modalità con cui è arrivato, una settimana dalla scadenza presso questa Camera, mentre è rimasto per due mesi al Senato. Sembrava quasi che ci si dovesse scusare con il Senato, che non è potuto intervenire sulla legge di stabilità; allora si è lasciato questo decreto e lì l'assalto alla Bastiglia: si è messo dentro l'universo mondo di regole.
  E andiamo a vederle velocemente. Innanzitutto il Governo, in fase emendativa, ha addirittura messo un emendamento che sembra quasi la ratifica di un trattato internazionale, tant’è che addirittura l'allegato in inglese è stato stralciato con un maxiemendamento, quindi già solo quello che ha fatto il Governo è spaventoso.
  Sono state introdotte ben cinque proroghe di termini, riferiti a deleghe legislative. Pag. 39Ma non bisognerebbe farlo. Un legislatore corretto una cosa del genere non la farebbe mai, perché per primo smentisce delle regole che ha dato a sé stesso. Che cosa si fa ? Si mettono degli emendamenti, quindi si disciplinano delle materie – le proteste davanti a Montecitorio l'hanno reso evidente anche ai cittadini –, che non si dovrebbero legiferare con questo provvedimento.
  L'emendamento all'articolo 9, comma 3, della Lanzillotta è diventato un emendamento ammissibile soltanto perché mascherato e, conseguentemente, allora, emendamento ammissibile.
  Articolo 1, comma 2-bis: inizialmente è dichiarato ammissibile, poi è stato modificato, perché è stato aggiunto l'inciso «al fine di assicurare la compiuta attuazione delle proroghe». Ah, allora, sicuramente può trovare collocazione all'interno di un decreto mille proroghe !
  La durata dei membri del Covip: addirittura si può prolungare la durata di un mandato all'interno di questo provvedimento.
  Si prevedono anche delle norme sul finanziamento pubblico all'editoria. Un emendamento all'articolo 9, comma 9-bis, che la relazione tecnica elaborata dalla Ragioneria di Stato sul maxiemendamento fatto al Senato – quindi non certo il mio blog personale l'ha riportato – ha definito in contrasto con una legge rinforzata, la n. 243 del 2012. Rendetevi conto: le relazioni tecniche lo dicono, quindi, non noi dell'opposizione che siamo brutti e cattivi.
  E, da ultimo, quanto accaduto all'articolo 5, comma 11-bis. Già abbondantemente scaduto il termine per i rendiconti dei partiti, si è inserita qui questa proroga. Peccato che qualcuno l'anno scorso l'avesse detto. Ve l'avevamo detto – all'epoca l'emendamento, se non ricordo male, era il Carbone Boccadutri –, avevamo detto che avrebbe avuto un effetto dirompente, non tanto per noi – lo dimostra il fatto che siamo ancora qui vivi e vegeti – ma per tutte le piccole liste locali. Assolutamente no, non è vero ! Siete andate avanti. Eppure, la proroga inserita in questo testo, di fatto, ci dà ragione, perché, a differenza vostra, il tempo con noi è stato decisamente galantuomo.
  Presidente, la Corte costituzionale l'ha già ribadito. Purtroppo, il Presidente Mattarella, di fronte a questo provvedimento, mantiene un silenzio imbarazzante, mentre invece dovrebbe dare un monito serio alle Camere sull'inopportunità di inserire in questo provvedimento «laqualunque» disciplinare materia. Questo è, di fatto, un decreto omnibus e, anzi, una legge di stabilità bis, per cui, dal nostro punto di vista, non ha i requisiti di costituzionalità e non si dovrebbe proprio procedere all'esame del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Il deputato Invernizzi ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 2.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, signora Presidente. Il ricorso alla decretazione d'urgenza si configura ormai da anni come una forma di sbilanciamento di forzatura degli equilibri dei poteri previsti dal dettato costituzionale vigente, che ha spostato, di fatto, in capo al Governo ogni potere regolatorio ed imposto una compressione dei poteri legislativi dalle Camere.
  Il continuo e reiterato uso della decretazione d'urgenza come normale prassi legislativa, già abusato da un Governo appena insediatosi e più volte censurato dai richiami del Capo dello Stato e da numerose sentenze dalla Corte costituzionale che hanno sollecitato il ripristino di un corretto percorso costituzionale, produce, da un lato, un vulnus all'articolo 70 della Carta costituzionale, che affida la funzione legislativa collettivamente alle due Camere, e, dall'altro lato, uno svuotamento e una mortificazione del ruolo del Parlamento e dei parlamentari; il decreto-legge, infatti, comporta anche l'imposizione di termini temporali insufficienti per l'esame parlamentare e per l'attività emendativa, imponendo modalità che precludono un approfondimento consapevole da parte delle Camere.Pag. 40
  Il presente decreto-legge si compone di 21 articoli, contenenti proroghe di termini legislativi nelle materie più diverse. Sono rinviati diversi termini in materia di assunzioni nelle pubbliche amministrazioni e in materia di editoria, di lavoro e politiche sociali, di istruzione, università e ricerca. Parimenti all'omologo decreto dello scorso anno, sono poi previste proroghe concernenti competenza del Ministero dall'interno e del Ministro della difesa, in materia di infrastrutture e trasporti, di beni culturali, di sviluppo economico e comunicazione, giustizia, nel settore dell'istruzione e dell'edilizia scolastica, in materia sanitaria, ambientale, in materia economica e finanziaria. Sono, infine, previste proroghe di termini relativi a interventi emergenziali.
  Il provvedimento in oggetto, denominato «mille proroghe», è adottato dal Governo con una periodicità ormai annuale, adducendo quale unica giustificazione la necessità di assicurare l'efficienza e l'efficacia dell'azione delle diverse amministrazioni interessate. In realtà, il presente provvedimento serve unicamente a correggere errori e a compensare ritardi e mancate decisioni.
  Nei gangli di una serie di riferimenti normativi criptici, si celano una serie di rinvii mirati all'applicazione di norme che risalgono anche a più di dieci anni fa e che, nei fatti, non producono quegli effetti di razionalizzazione dei costi e miglioramento dell'efficacia e dell'efficienza di alcuni settori.
  Questo sistema reiterato, di ritardo nell'applicazione delle norme, produce un vero e proprio inganno nei confronti dei cittadini, violando il primo articolo dalla Carta costituzionale, che fonda la Repubblica italiana sul concetto base della sovranità popolare.
  Sebbene, quindi, il ricorso ad un simile provvedimento venga ormai considerata una prassi consolidata nel modo di operare, non si può fare di quella che è una grave stortura dell'iter normativo una regola. Inoltre, non soltanto la cadenza periodica di questa tipologia di decreto, ma anche la continua proroga degli stessi termini legislativi, potrebbe prefigurare addirittura la fattispecie dalla reiterazione, già condannata severamente dalla Corte costituzionale.
  In questo decreto, infatti, sono presenti disposizioni di rinvio dei termini già scaduti da anni: l'articolo 14, comma 10, contiene l'ulteriore proroga, già presente nell'omologo decreto dello scorso anno, dell'UTA, ossia Unità tecnica amministrativa istituita in seno alla Presidenza del Consiglio dei ministri nel 2011, per il compimento, a seguito dalla cessazione dello stato di emergenza dei rifiuti nella regione Campania, dalle attività di definizione delle situazioni debitorie e creditorie della precorsa gestione emergenziale.
  Ugualmente, l'articolo 9, recante proroga di termini in materia di infrastrutture e trasporti, al comma 1, differisce di nuovo la cessazione della gestione commissariale per la ricostruzione delle zone dei comuni dalle regioni Basilicata, Campania, Puglia e Calabria, colpite dagli eventi sismici del 1980-81.
  Ancora, l'articolo 4, comma 5, dispone la proroga fino al 31 dicembre 2017 dei rapporti convenzionali in essere, attivati dall'ufficio scolastico provinciale di Palermo, per l'espletamento di funzioni corrispondenti ai collaboratori scolastici, e differisce al 31 dicembre 2017 il termine per l'individuazione di soluzioni normative ai problemi occupazionali connessi a questi rapporti.
  La relazione tecnica non specifica le motivazioni di necessità e d'urgenza sottostanti la proroga e si limita a riportare che i rapporti convenzionali in essere, attivati dall'ufficio scolastico provinciale di Palermo, sono stati prorogati ininterrottamente, in seguito al subentro dello Stato dei compiti degli enti locali, ex articolo 8 della legge n. 124 del 1999.
  Il ricorso allo strumento dalla proroga nel settore sanitario non dovrebbe poi essere utilizzato, poiché impatta su temi legati all'erogazione dei servizi assistenziali e ricchi di implicazioni finanziarie, che potrebbero contrastare con l'articolo 32 dalla stessa Costituzione.Pag. 41
  Il Governo, inoltre, all'articolo 6, comma 8, interviene sulla direttiva «Bolkestein» che, seppure suffragata dei trattati internazionali, appare comunque irragionevole rispetto al principio fondamentale della nostra Costituzione, che presuppone la sovranità nazionale. L'applicazione della norma, così come modificata nel testo licenziato dal Senato della Repubblica, produrrebbe, poi, una disuguaglianza di fatto e, quindi, risulterebbe in contrasto con l'articolo 3 della Costituzione, andando a creare situazioni diverse per fattispecie di attività commerciali ed economiche assimilabili. Infine, le proroghe al 31 dicembre 2017, contenute all'articolo 4, commi 2 e 2-bis, del termine di adeguamento alla normativa antincendio valevole per le strutture adibite a servizi scolastici che ancora non hanno provveduto e per gli asili nido esistenti con oltre 30 persone, si pongono in netto contrasto con il principio sotteso al nostro ordinamento secondo cui lo Stato, che deve garantire un'istruzione universale obbligatoria, debba farlo, ovviamente, anche in condizioni di sicurezza. In questo caso, la relazione illustrativa di accompagnamento del disegno di legge di conversione non fa alcun riferimento ai presupposti di necessità che giustificherebbero la disposizione di rinvio, ma è evidente come la proroga si renda qui necessaria per il taglio delle risorse comuni da parte dell'Esecutivo, che ha causato enormi ritardi nell'adeguamento. L'eterogeneità di materie del presente decreto-legge contrasta apertamente con i contenuti dell'articolo 15 della legge 23 agosto 1988, n. 400, di diretta attuazione dell'articolo 77 della Costituzione. In base alla citata disposizione, infatti, i decreti-legge devono contenere misure di immediata applicazione, e il loro contenuto deve essere specifico, omogeneo e corrispondente al titolo.
  Il decreto-legge in esame, invece, accomuna una serie di disposizioni che incidono in modo rilevante sui più disparati settori pubblici e privati. Per di più, durante l'esame in Senato sono stati approvati emendamenti all'articolo 1 della legge di conversione, che prevede una proroga dei termini per l'esercizio di due deleghe legislative in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitività dei settori agricolo e agroalimentare previste dalla legge n. 154 del 2016, la proroga del termine per l'esercizio della delega relativa alla riforma dei confidi previsti dall'articolo 1, comma 1, della legge del 13 luglio 2016, n. 150, e la proroga del termine entro il quale possono essere adottate disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo di riordino della disciplina per la gestione del bilancio dello Stato e del potenziamento della funzione del bilancio di cassa, di cui al decreto legislativo n. 93 del 2016.
  Allo stesso articolo, comma 5, è stata, inoltre, inserita la proroga del termine previsto all'articolo 4 del suddetto decreto n. 93 del 2016, per l'emanazione del regolamento che deve individuare gli interventi da realizzare e le modalità da seguire per la razionalizzazione delle procedure contabili e per il miglioramento della rappresentazione delle risultanze gestionali di entrata nel rendiconto generale dello Stato. Simili norme sembrerebbero non violare manifestamente il combinato disposto degli articoli 76 e 77 della Costituzione, secondo cui i due strumenti, decreto-legge e decreto legislativo, possono essere utilizzati dall'Esecutivo in base a due titoli giuridici differenti e in base a presupposti legittimanti differenti. Non è quindi possibile che la legge di conversione di un decreto-legge contenga disposizioni in merito alla delegazione legislativa; una simile norma, infatti, violerebbe gli articoli 14 e 15 della legge n. 400 del 1988, secondo cui non soltanto i principi e i criteri direttivi, ma anche i termini della decretazione legislativa devono essere disposti con legge delega. Infine, questo provvedimento, caratterizzato dalla presenza di norme provvisorie, temporanee, sperimentali e di mere proroghe, incorpora già all'origine la previsione di successivi interventi integrativi e correttivi o, comunque, a regime, che confliggono con le esigenze di stabilità, certezza e di semplificazione della legislazione. Invitiamo, pertanto, tutti i gruppi parlamentari a Pag. 42votare la presente questione pregiudiziale e a non procedere con la deliberazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Il deputato Rizzetto ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Rampelli ed altri n. 3, di cui è cofirmatario.

  WALTER RIZZETTO. Presidente, ormai, come è solito in quest'Aula, andiamo per l'ennesima ed ennesima volta – io penso che le opposizioni ad un certo punto siano anche stufe di dirvelo – ad apporre la questione di fiducia, laddove la questione di fiducia non dovrebbe essere posta, ovvero su un provvedimento che, di fatto, non è un provvedimento urgente.
  Il decreto-legge in esame, Presidente, si compone di 21 articoli che contengono proroghe in termini legislativi nelle materie più disparate, quindi, come ricordava prima una collega, di fatto, il Milleproroghe si è trasformato, e le do ragione, in una legge di stabilità, in un decreto omnibus dove c’è dentro tutto, c’è dentro tutto quello che interessa al partito di maggioranza e al Primo Ministro che, di fatto, va ad esautorare la Camera dei deputati dalla principale funzione che essa ha, ovvero il potere legislativo, e va a prendersi in sua pancia tutto quello che di fatto era ed è nelle funzioni della Camera dei deputati, ovvero il potere legislativo va in pancia al Primo Ministro.
  Il decreto-legge, Presidente, è ormai adottato con una periodicità annuale, adducendo un'unica giustificazione, ovvero quella di una necessità di assicurare l'efficienza e l'efficacia dell'azione delle diverse amministrazioni interessate, ma che con la realtà, che anche in queste ore, in questi momenti, in questi minuti stiamo guardando qui fuori, ha poco, lo ripeto, ha poco a che fare.
  In questo decreto, infatti, sono presenti disposizioni di rinvio di termini, ad esempio, già scaduti da anni, come ad esempio l'articolo 9 che reca la proroga di termini in materia di infrastrutture e di trasporti; ancora, il ricorso dello strumento della proroga nel settore sanitario, così come previsto in seno a questo passaggio, non dovrebbe essere utilizzato, poiché impatta su temi legati alla cosiddetta erogazione dei servizi assistenziali che potrebbero contrastare l'articolo 32 della stessa Carta costituzionale. Questo è uno dei motivi fondamentali per cui noi chiediamo l'incostituzionalità rispetto a questo passaggio ed ancora una volta il ricorso, sottosegretario, alla decretazione d'urgenza, come prima detto, sposta in capo al Governo ogni potere legislativo e in più il ricorso alla decretazione d'urgenza, molto spesso, è stato censurato dalla stessa Corte costituzionale; produce di fatto un vulnus in pancia all'articolo 70 della Carta costituzionale che affida, come tutti noi sappiamo, la funzione legislativa alle due Camere e non all'Esecutivo.
  Poi, in ultima battuta, Presidente, e come accennato nell’incipit di quanto io ho appena affermato, vi è la cosiddetta eterogeneità del contenuto del presente decreto-legge; ovvero, questo è un decreto-legge che va ad accomunare una serie di disposizioni che incidono in modo rilevante sui più disparati settori pubblici e privati. Quindi c’è di tutto, dentro.
  Queste, Presidente, le motivazioni di carattere tecnico che possiamo portare avanti ed avallare rispetto ad un procedimento che non ci soddisfa né nella forma, né tanto meno nella metodologia che per l'ennesima volta è stata usata in modo violento, permettetemelo, nei confronti di deputati che nient'altro chiedevano che fare il proprio lavoro, ovvero discutere, ovvero parlare. Se quest'Aula si chiama Parlamento dobbiamo parlarci, dobbiamo evidentemente discutere delle proposte emendative.
  Vi siete dimenticati ? E qui passo ad una motivazione evidentemente più politica che non tecnica; vi siete dimenticati, lo rinnovo, di quello che sta accadendo fuori da questi palazzi ? C’è una città, Roma, (ma non soltanto Roma, anche Milano, Napoli) che è bloccata dalla legittima protesta dei tassisti, che è bloccata dalla legittima protesta di coloro che Pag. 43fanno i mercati e che vogliono essere esclusi dalla direttiva Bolkestein; non abbiam parlato in modo approfondito, Presidente.
  Io stamattina sono andato in Commissione bilancio per cercare di difendere le proposte emendative che Fratelli d'Italia aveva portato avanti in pochi giorni, perché ricordiamo che noi abbiamo dovuto scrivere gli emendamenti dal testo che ci è arrivato dal Senato lo scorso venerdì e gli emendamenti terminavano, come proposte, il lunedì alle 14, e stamattina, Presidente, nel giro di mezz'ora, venti minuti, la Commissione bilancio si è dichiarata contraria a tutte le proposte emendative.
  E allora, sottosegretario, avremmo potuto fare qualcosa di più, almeno in termini di approfondimento politico rispetto – e lo rinnovo – a quello che ci chiedono i tassisti, a quello che ci chiedono coloro che hanno le piazze di mercato e che vogliono essere esclusi dalla direttiva Bolkestein. 
  Avremmo potuto parlare, ad esempio, e c'era la possibilità di legarlo a qualche articolo – vedo e saluto la Ministra Finocchiaro, quindi sciogliamo il nodo, sia fiducia anche in questo passaggio –, di Vigili del fuoco precari, e c'era la possibilità di farlo anche in seno a questo decreto. Avremmo potuto parlare – e mi riferisco, nello specifico, alla Commissione che io in questo caso rappresento, ovvero la Commissione lavoro – di una cosa che sta a cuore ai cittadini ed alle cittadine, quale la proroga dell'opzione pensionistica che si chiama «opzione donna». Non c’è stato nulla da fare.
  Allora registriamo per l'ennesima volta e sottolineiamo tutti i difetti di incostituzionalità, come prima citato, di questo passaggio parlamentare, e d'altra parte qualcuno che sicuramente ne sa più di me di politica mi dice: ma attenzione che il decreto scade. A questo punto, se tornava al Senato, scadeva tutto. Ma io vi ricordo che lunedì, qui alla Camera dei deputati, si poteva lavorare e non c'era nessuno. Venerdì scorso avremmo potuto lavorare su questo decreto e non c'era nessuno. Allora forse, forse, dico, per una volta, avremmo potuto far vedere ai cittadini che ci guardano qui, da fuori, che si poteva lavorare sodo, giorno e notte, per cercare di portare qualche proposta emendativa intelligente e di buonsenso. Non è stato così.
  Abbiamo capito – e lo rinnovo per la terza volta, cosa ben grave – che, con la decretazione d'urgenza, a questo punto, le leggi non le decide più il Parlamento, ma le decide l'Esecutivo, le decide il Primo Ministro. E questa, Presidente Boldrini, è una cosa che noi non possiamo accettare, e non la possiamo accettare non semplicemente perché di una parte politica o dell'altra, ognuno legittimamente ha le sue idee politiche, ma non la possiamo accettare in qualità di parlamentari. Quindi, come vi dicevo, avremmo potuto organizzarci, parlare, come ho prima detto, della proroga di «opzione donna», parlare dei Vigili del fuoco discontinui, parlare dei tassisti, parlare della direttiva Bolkestein, parlare di qualcosa che, di fatto, riguarda un po’ meno quelli che sono anche tutti gli interessi economico-finanziari dentro a questo provvedimento, e parlare un po’ di più di quello che interessa veramente ai cittadini, che è il lavoro, che sono gli stipendi, che è la dignità di poter dirsi e di poter dirci che nei prossimi anni porteranno avanti la propria attività. Questo non è stato fatto ed è per questo che noi voteremo a favore di tutte le questioni pregiudiziali in termini di incostituzionalità che tre gruppi parlamentari, tra cui Fratelli d'Italia, hanno presentato qui in Aula; e lo faremo in modo inutile, un'altra volta applicheremo su noi stessi un mero esercizio di stile perché – e tutti i colleghi l'han visto e come prima ho ricordato – è entrata, e la salutiamo per la seconda volta, la Ministra Finocchiaro, che, fra qualche secondo, apporrà la questione di fiducia.
  Quindi, per ventiquattro ore – e questo lo dico ai cittadini che hanno l'ardire di ascoltarci in questi momenti – non faremo più nulla, attenderemo questa processione, che molto spesso viene fatta qui alla Camera dei deputati, senza poter, per Pag. 44ventiquattro ore, lavorare in Commissione, lavorare in Aula ed occuparci dei problemi reali dei cittadini.
  D'altra parte, Presidente, se in questo momento di crollo drammatico di quello che è il partito che rappresenta la maggioranza, il segretario di questo partito si permette di fare armi e bagagli e di andare in California, piuttosto che di restare qui...

  PRESIDENTE. Concluda, deputato.

  WALTER RIZZETTO. ...a vedere quello succede – concludo – al suo partito e al Paese, noi in questo momento e politicamente possiamo soltanto dire: si finisca subito con questa farsa, alziamo le mani, però diamo la possibilità ai cittadini di poterli mandare a casa.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Tancredi. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore, un po’ di attenzione, consentiamo al deputato di fare il suo intervento. Prego.

  PAOLO TANCREDI. Grazie, signora Presidente. Si ripete, devo dire, stancamente il rito delle questioni pregiudiziali sui decreti, ma la questione pregiudiziale sul milleproroghe penso che sia all'apice della inutilità e anche del paradosso, soprattutto se a presentarla sono gruppi che hanno, negli anni passati, militato tra i banchi della maggioranza e hanno, anch'essi, esteso e approvato allegramente dei documenti come questo, mille proroghe, che sono documenti essenziali perché tendono a prorogare tutta una serie di disposizioni, che al 31 dicembre vanno in scadenza e, quindi, il mille proroghe è uno strumento agile che consente questa proroga.
  Né valgono le obiezioni sull'omogeneità del testo, perché più volte, ormai da trent'anni, è assodato, e, insomma, concordiamo sul fatto che l'omogeneità del mille proroghe è data proprio dalla disposizione di prorogare tutta una serie di misure, che, chiaramente, tra di loro, non hanno nel merito una omogeneità; né tanto meno vale la questione della mancanza dell'urgenza, perché niente è più urgente del mille proroghe, che è l'ultimo provvedimento dell'anno e che va, con decreto, proprio a spostare la scadenza di alcune disposizioni normative.
  Quindi, da questo punto di vista, non ripetiamo l'intervento fatto già altri anni. Nelle illustrazioni che mi hanno preceduto ci sono state delle osservazioni: quella della Lega sulla direttiva Bolkestein, il cui recepimento sostiene essere incostituzionale perché lede la sovranità, ma, insomma, niente c’è di più sovrano per uno Stato che approvare ed applicare dei trattati internazionali e la direttiva Bolkestein dipende e discende da un trattato; così come altre questioni poste, sulla posizione della questione di fiducia e sull'iter dei lavori in Commissione, seppur apprezzabili dal punto di vista della sostanza, non possono assolutamente entrare nel dibattito sulla questione pregiudiziale al decreto mille proroghe.
  Per tutti questi motivi, Presidente, il nostro gruppo voterà contro la questione pregiudiziale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alan Ferrari. Ne ha facoltà.

  ALAN FERRARI. Grazie, Presidente; onorevoli colleghi, le pregiudiziali di costituzionalità che stiamo per votare sollevano sostanzialmente tre critiche: l'uso o l'abuso della decretazione d'urgenza da parte del Governo, la mancanza dei requisiti di straordinaria necessità ed urgenza richiesti dall'articolo 77 della Costituzione affinché un decreto possa essere legittimamente adottato e l'eterogeneità del contenuto normativo del decreto-legge in esame alla Camera dei deputati, ovvero proroga di termini.
  Partendo dal primo aspetto, voglio rilevare che la stessa Costituzione consente al Governo, qualora ricorrano casi straordinari di necessità e urgenza, di adottare atti normativi con forza di legge, che sono immediatamente presentati alle Camere ai fini della conversione in legge (articolo 77). Il decreto-legge è, dunque, uno strumento normativo che, ricorrendo i suddetti presupposti, ha un fondamento costituzionale. Pag. 45
  La Costituzione, poi, riserva alle Camere un ruolo specifico nell'ambito del procedimento di conversione del decreto-legge in legge: il Parlamento è chiamato a controllare l'operato dell'Esecutivo, come si sa, decidendo se convertire o meno il decreto-legge e se mantenere inalterato il testo dell'atto ovvero se modificarlo, come spesso avviene e come è avvenuto al Senato in occasione della prima lettura.
  Per quanto concerne i requisiti di straordinaria necessità ed urgenza, è evidente che essi risiedano nella scadenza prossima di una serie di termini previsti dalla legislazione vigente. Cito tre interventi a titolo esemplificativo. Primo: la proroga delle graduatorie dei concorsi pubblici (articolo 1, comma 1); secondo: alcune misure antiterrorismo (articolo 5, comma 8); terzo: una serie di misure a favore delle aree colpite dal terremoto, come la proroga della sospensione delle rate dei mutui, ad esempio, e quella per il pagamento delle imposte sui redditi da fabbricati. Mi pare che da questo semplice elenco si tratti di misure che il Paese ha interesse a vedere prorogate.
  Per quanto concerne il carattere eterogeneo del provvedimento, dobbiamo notare che il decreto-legge ha senza dubbio una struttura articolata, fatta di molti articoli, ma è altrettanto indubbio che le norme racchiuse al suo interno siano riconducibili al titolo: «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2016 n. 244, recante proroga e definizioni di termini. Proroga del termine per l'esercizio di deleghe legislative. Come è noto, la corrispondenza tra titolo e contenuto, oltre ad essere prescritta dall'articolo 15 della legge n. 400 del 1988, che disciplina la potestà normativa del Governo, è uno degli indicatori utilizzati per rilevare la omogeneità dei decreti-legge. Peraltro, la Corte costituzionale ha affermato che il requisito della omogeneità dei decreti-legge può essere rinvenuto quando più norme disciplinano la stessa fattispecie, oppure quando sia comune l'obiettivo che le disposizioni contenute nell'atto normativo, pure eterogenee – pure eterogenee – dal punto di vista del contenuto, intendono raggiungere. Quest'ultimo è il caso in cui si colloca il decreto-legge in esame. Siamo di fronte ad una omogeneità teleologica, perché le disposizioni del decreto, pure intervenendo in una pluralità di materie e di settori dell'ordinamento, condividono la stessa finalità.
  Voglio da ultimo soffermarmi sulle prassi dei decreti «milleproroghe», che tutte le forze politiche di opposizione stigmatizzano nelle loro pregiudiziali. Si tratta di una prassi che ha le sue origini a metà degli anni Novanta. Poiché tutte le forze politiche, tranne il MoVimento 5 Stelle, sono state forze politiche di Governo, come ha già sottolineato l'onorevole Tancredi, vorrei segnalare che al consolidamento di questa infausta e deleteria prassi hanno anch'esse ampiamente contribuito.
  Al MoVimento 5 Stelle, invece, dico che la riforma costituzionale alla quale si sono opposti aveva tra i suoi obiettivi proprio la razionalizzazione del sistema bicamerale, conseguentemente del procedimento legislativo e anche la limitazione del ricorso alla decretazione d'urgenza. Visto che oramai da quattro anni siedono in Parlamento, dovrebbero aver compreso che, dietro al ricorso della decretazione d'urgenza, c’è anche – non solo, ma anche – l'inefficienza del processo decisionale, un'inefficienza che avrebbero potuto contribuire a contrastare direttamente.
  Per tutte queste ragioni esprimo il voto contrario del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Stefano Fassina. Ne ha facoltà.

  STEFANO FASSINA. Presidente, Sinistra Italiana vota a favore delle pregiudiziali di costituzionalità sulla legge di conversione del decreto cosiddetto «milleproroghe». Lo facciamo nella consapevolezza, avendo avuto anche qualche esperienza in proposito, che si tratta di un decreto di fine anno di ambito circoscritto e con una quantità di temi da Pag. 46affrontare. Benché eterogeneo nei contenuti, è uno strumento purtroppo necessario.
  Tuttavia, ci troviamo ancora una volta a dover votare la fiducia – e questo è il primo elemento, a nostro avviso, inaccettabile – su un provvedimento che ha una straordinaria disomogeneità per ambito di applicazione. Certamente, come veniva ricordato, vi sono delle proroghe e degli interventi che hanno contenuto positivo: prima è stata menzionata la proroga delle graduatorie per i concorsi pubblici; vi sono norme di stabilizzazione di lavoratori e lavoratrici della sanità e dell'Istituto nazionale di statistica; insieme a queste, però, vi sono anche norme profondamente negative, che qui purtroppo, ancora una volta, non abbiamo potuto discutere. Il Parlamento, la Camera dei deputati, non ha potuto discutere.
  Vi è un rinvio grave, rischioso, a nostro avviso, dell'adeguamento alla normativa antincendio delle scuole, e vi sono poi tante altre norme negative. Ne voglio citare due, che sono state al centro delle mobilitazioni di oggi: l'articolo 6, comma 8, relativo al commercio su aree pubbliche, in applicazione della famigerata direttiva «Bolkestein»; e poi l'articolo 9, comma 2-bis, che riguarda i servizi di trasporto automobilistico di competenza statale. Noi condanniamo senza se e senza ma gli episodi di violenza che si sono verificati oggi davanti alla Camera, davanti alla sede del Partito Democratico; condanniamo senza se e senza ma i saluti fascisti che si sono purtroppo avuti in alcune frange di quelle mobilitazioni, tuttavia questi episodi gravi, e da condannare, ripeto, senza se e senza ma, non possono oscurare i problemi contenuti nelle norme ospitate in questo decreto.
  Si scambia il principio della libera concorrenza con la giungla della svalutazione del lavoro. Non si può considerare mercato quello che mette sullo stesso piano chi paga centinaia di migliaia di euro per una licenza e sottostà, nello svolgimento del proprio lavoro, a tariffe, a un regime di orario regolato rigidamente, e chi invece è privo di tutte queste regolazioni. È evidente che alimentiamo un circuito di svalutazione del lavoro, così come si alimenta un circuito di svalutazione del lavoro con gare che sottraggono a piccole, piccolissime imprese familiari risorse preziose e ne decretano inevitabilmente la chiusura. Allora noi ribadiamo, stante l'impossibilità di poter discutere in Commissione, di poter vedere valutati i nostri emendamenti, la nostra contrarietà a queste norme, per cui voteremo favorevolmente alle pregiudiziali di costituzionalità. Ancora una volta – e chiudo – ci troviamo di fronte, in questa Camera, all'impossibilità prescelta del Governo di poter svolgere fino in fondo il nostro ruolo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali Cariello ed altri n. 1, Invernizzi ed altri n. 2 e Rampelli ed altri n. 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

  Essendo state respinte le questioni pregiudiziali, passiamo al seguito della discussione sul decreto-legge in esame.

  VINCENZO CASO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
  Colleghi, per favore abbassate la voce. Non è possibile, prego, deputato Caso.

  VINCENZO CASO. Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori, a nome del gruppo del MoVimento 5 Stelle, per chiedere una sospensione dei lavori, al fine di cercare un accordo politico tra tutti i gruppi, considerata la situazione che si è venuta a creare in questi giorni. Abbiamo Pag. 47visto che, anche in un modo un po’ subdolo, sono stati inseriti quei due emendamenti, alla fine dei lavori del Senato, che hanno creato malumori forti tra i nostri cittadini, e quindi chiediamo, Presidente, che si sia possibile ricercare un accordo politico con tutti i gruppi per eliminare i due emendamenti riguardanti, come sappiamo, la questione dei tassisti e la questione degli ambulanti, e cercare di riportare anche un po’ di serenità tra i nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Vorremmo evitare la questione di fiducia in questo momento. Vorremmo evitare che si agisse in questo modo con quei due emendamenti, come ripeto subdoli, e poi andare avanti con la questione di fiducia. Vorremmo cercare in questo modo di portare anche un po’ di serenità all'interno del nostro Paese, e spero che questo appello venga raccolto da tutti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Lei mi sta chiedendo una sospensione ? Perché non era chiaro quello che mi chiedeva: mi chiedeva una sospensione (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Mi precisa per quanto tempo una sospensione ?

  VINCENZO CASO. Mezz'ora, Presidente, per cercare un accordo con tutti i gruppi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Saltamartini. Ne ha facoltà, se interviene sulla stessa questione.

  BARBARA SALTAMARTINI. Grazie, Presidente, intervengo sulla stessa questione. Noi abbiamo capito bene quanto chiesto dal gruppo del MoVimento 5 Stelle: non è altro che la richiesta che il gruppo della Lega aveva già formulato ieri per conto del senatore Candiani e che io stessa ho formulato oggi durante i lavori delle Commissioni congiunte Affari costituzionali e Bilancio ossia la richiesta, signora Presidente, di arrivare a una condivisione politica rispetto all'importanza dei due temi che stiamo trattando, anche alla luce di quanto è stato detto a parole negli incontri che ci sono stati tanto con il Ministro Calenda che con il Ministro Delrio, e quindi di valutare la possibilità di modificare in questa sede, alla Camera, questi due aspetti fondamentali che, voglio dirlo, riguardano circa due milioni e mezzo di lavoratori tutti insieme, mettendo insieme le due categorie, con tutto l'indotto che questo comporta. Glielo chiediamo, signora Presidente, ribadendo con il massimo della lealtà e della schiettezza che ha contraddistinto il lavoro della Lega nelle Commissioni, tanto al Senato quanto alla Camera, che, laddove il Governo intendesse arrivare ad una soluzione condivisa su questi due aspetti, per quanto ci riguarda, una volta uscito il provvedimento dall'Aula della Camera e tornato al Senato, il gruppo della Lega non farà un minuto di opposizione, tanto meno di ostruzionismo, affinché il provvedimento venga ovviamente approvato nei termini previsti dalla nostre leggi. È un impegno che abbiamo già preso ma che vogliamo ribadire in quest'Aula, proprio perché riteniamo fondamentale stare dalla parte di questi lavoratori che hanno diritto di poter continuare a lavorare e, presumo, hanno anche diritto ad avere risposte rispetto alle promesse che il Governo precedente aveva formulato loro prima del referendum (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Occhiuto. Ne ha facoltà.

  ROBERTO OCCHIUTO. Grazie, signora Presidente. In verità già in Commissione, durante l'esame del provvedimento, noi avevamo chiesto – l'avevamo fatto per il tramite del nostro capogruppo in Commissione, l'onorevole Giorgetti – che ci si fermasse, che si discutesse in ordine ai due emendamenti inseriti al Senato, e avevamo anche detto di essere disponibili a ritirare tutte le nostre proposte emendative affinché si facilitasse la discussione su questi due temi soltanto. C’è il tempo per farlo, c’è il tempo per modificare il decreto-legge Pag. 48e rimandarlo al Senato e perché venga convertito in via definitiva. Mi lasci dire che noi troviamo assolutamente inaccettabile che due provvedimenti del genere vengano inseriti con degli emendamenti in un decreto-legge, che dovrebbe avere, così come gli emendamenti, il carattere della necessità e dell'urgenza: che necessita e che urgenza c'erano ? Lo troviamo inaccettabile così come, signora Presidente, troviamo inaccettabile quanto è accaduto fuori da quest'Aula, nel centro di Roma, dove alcuni facinorosi hanno confuso le legittime proteste dei tassisti e degli ambulanti lanciando bombe-carta e ferendo quattro poliziotti ai quali va tutta la nostra solidarietà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente). Siamo contenti che le associazioni degli ambulanti e dei tassisti abbiano preso le distanze da tali comportamenti violenti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente) perché essi rischiano di vanificare le buone ragioni di quanti invece pacificamente ci chiedono di considerare le loro ragioni. Allora, che l'atteggiamento inqualificabile e da condannare dei violenti non diventi però un alibi per non discutere le ragioni sacrosante degli ambulanti e dei tassisti. Per questo, siamo favorevoli alla sospensione, con l'auspicio che tale sospensione possa dimostrare che il Parlamento vuol farsi carico di quelli che protestano, ma solo di coloro che protestano civilmente perché hanno ragioni condivisibili (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.

  FABIO RAMPELLI. Grazie, Presidente. Colleghi è ormai qualche giorno, da quando questo provvedimento mille-proroghe si è incardinato al Senato, che abbiamo chiesto disponibilità e capacità d'ascolto alla maggioranza e soprattutto al Governo perché se quello che qualche collega della maggioranza, a giustificazione dei contenuti del decreto-legge, ha addotto fosse vero, cioè che c’è una cattiva interpretazione delle norme contenute nel decreto-legge – cosa di cui personalmente dubito, ma facciamo finta che così sia –, diremmo che c’è stato un procurato allarme che ha generato davvero una moltitudine di soggetti preoccupati – parliamo di milioni di persone – che hanno bloccato molte città italiane con un legittimo sciopero, una legittima astensione dal lavoro e molte altre che si sono riversate nelle piazze e nelle strade in maniera, in taluni casi, nella maggioranza dei casi, civile, ma purtroppo in altri casi anche incivile, a discapito della categoria che intendevano rappresentare e che hanno così danneggiato. Ma ciò non significa ovviamente che per gli episodi che sono stati condannati già prima di me da chi mi ha preceduto, e che anche Fratelli d'Italia condanna, perché chi usa la violenza, a nostro giudizio, ha sempre torto, si debbano e si possano trascurare le ragioni di coloro i quali invece in maniera civile sono venuti a decine di migliaia a manifestare in questi giorni per chiedere quanto abbiamo già ascoltato dai colleghi. Io mi associo a queste affermazioni, cioè intanto che il provvedimento in esame non venga approvato nel testo comprendente decisioni che intervengono in norme che niente hanno a che fare con questo decreto-legge e che invece necessitano di un confronto di merito con le categorie interessate, perché, quando si entra nel campo dei lavori che ciascuno esercita, bisogna trovare lo spazio per il ragionamento, e questo spazio non può stare costipato all'interno di un decreto mille-proroghe. Per queste e per altre ragioni mi associo alla richiesta. Anzi la rivendico, perché è la richiesta che abbiamo fatto anche noi nelle ore trascorse, e mi auguro che ci sia una disponibilità da parte del Governo ad ascoltare non tanto la nostra voce ma, tramite noi, la voce che proviene da centinaia di migliaia di famiglie letteralmente terrorizzate dalla possibilità di perdere il proprio lavoro o comunque di non poterlo gestire in maniera serena come necessità, Pag. 49in modo particolare in una fase che definirei tutto sommato «tragica» della nostra vita sociale ed economica.
  Quindi sono d'accordo sulla sospensione, e sarei ancor più d'accordo se il Governo mostrasse con gesti significativi la propria disponibilità, da questo punto di vista, a venire incontro alle richieste dei manifestanti e delle categorie.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Grazie, signora Presidente. Intanto vorrei dire che anch'io ricordo, come ha fatto l'onorevole Fassina, la condanna per gli atti di violenza che ci sono stati questo pomeriggio a Roma, però bisogna ascoltare le ragioni e le proteste dei lavoratori, bisogna ascoltare le ragioni e le rivendicazioni di chi si sente danneggiato dal provvedimento che stiamo per approvare.
  Allora la richiesta di sospensione fatta dall'onorevole Caso ci trova pienamente d'accordo.
  Noi speriamo che il Governo accolga, il Parlamento accolga e la Camera accolga questa richiesta di sospensione, perché questo sarebbe comunque un segnale di disponibilità, di dialogo e di approfondimento di un tema così importante e dei cambiamenti che sono stati fatti al Senato.
  Noi speriamo che venga accolta questa richiesta, ma nel caso in cui non venga accolta chiediamo che venga messa ai voti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signora Presidente. Mi rivolgo proprio a lei, che è custode del Regolamento e anche della sacralità di un'Aula nella quale siamo tutti ombre in transito, ma quest'Aula dovrebbe restare.
  Signora Presidente, non è in questione il merito dei provvedimenti. Questo provvedimento si può condividere o non condividere, sulle mille proroghe, deroghe e – sia consentito – sui mille pasticci di questo provvedimento si può essere d'accordo o in disaccordo, così come si può essere in accordo o in disaccordo sugli emendamenti che vengono presentati; anche fra i colleghi del mio gruppo ci sono, come è naturale, sensibilità diverse, e chi le parla personalmente non è favorevole né al provvedimento né alle ragioni di tanti dei manifestanti che sono fuori.
  Quindi mettiamo da parte il merito, ma c’è un punto di metodo, di diritto e di certezza del diritto. Un conto è se quest'Aula decide di modificare i suoi lavori per il libero determinarsi dei gruppi in interlocuzione con l'Esecutivo, altra cosa, totalmente inaccettabile – e sarebbe un precedente che graverebbe su di lei e su tutti noi – se, siccome c’è la città mezza assediata e ci sono le bombe carta, allora il Parlamento cambia e modifica i suoi lavori (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Conservatori e Riformisti e Partito Democratico). Ma dove siamo ?
  Quando si cavalca la tigre – lo dico a tutti i tigrotti presenti in sala, di maggioranza e di opposizione – è la tigre che guida, e, se passa il principio che si usa la violenza, per una causa giusta o per una causa sbagliata (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Conservatori e Riformisti e Partito Democratico), per una causa giusta o per una causa sbagliata, e poi magari quella violenza viene premiata da una scelta del Parlamento, che precedente si crea per la volta successiva, per il provvedimento successivo, quando magari si sarà a maggioranze invertite, gli uni, quelli che oggi sono in maggioranza, all'opposizione, e viceversa ?
  E se poi, in questa escalation, c’è un incidente più grave ? E se ci scappa il morto ? Che si fa ?
  Allora colleghi, scusate, siamo tutti ombre su un palcoscenico, ma questo Parlamento dovrebbe essere una cosa seria, e non dovremmo troppo vergognarci, tra qualche mese, quando saremo fuori da questo Parlamento.
  Siamo liberissimi di sospendere o di proseguire – e ci mancherebbe altro ! – ma sulla base delle libere decisioni parlamentari, Pag. 50giuste o sbagliate, che i gruppi prenderanno in interlocuzione col Governo.
  Ma guai se fosse una bomba carta, un pugno, uno schiaffo o peggio a piegare un Parlamento repubblicano (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Conservatori e Riformisti e Partito Democratico).

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Deputato Fedriga, già c’è stato l'intervento del suo gruppo, perché c’è una richiesta qui di sospendere e io vorrei portarla a conclusione, se non le dispiace.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Richiamo al Regolamento ?

  MASSIMILIANO FEDRIGA. E anche ai principi costituzionali previsti, Presidente; proprio trenta secondi, perché non vorrei che la battaglia fosse di chi difende i violenti e chi no, anzi, io penso che chi...

  PRESIDENTE. Scusi, non è un richiamo al Regolamento...

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Certo che sì, Presidente.

  PRESIDENTE. Deputato Fedriga, non è un richiamo al Regolamento, abbia pazienza, deputato Fedriga...

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, è stato citato nel precedente intervento ed è stata messa in atto la democrazia parlamentare e la rappresentatività parlamentare....

  PRESIDENTE. Sì, ma lei quale articolo del Regolamento deve richiamare ? Abbia pazienza, sta entrando nel merito di una discussione...

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, sto citando la Costituzione...

  PRESIDENTE. ...sulla quale il suo gruppo si è espresso. Abbia pazienza !

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, sto citando la Costituzione e la rappresentatività, non entro nel merito della richiesta di rinvio.

  PRESIDENTE. Sì, ma il suo gruppo si è già espresso...

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Infatti, Presidente, non sto entrando...

  PRESIDENTE. ...quindi consenta a quest'Aula di andare avanti con la discussione.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, mi scusi, non sto entrando nel merito del rinvio o non rinvio, sto citando...

  PRESIDENTE. Di questo ci stiamo occupando adesso. Deputato Fedriga, io sono in piena discussione su questo punto, dopo le do la parola.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Per quello, Presidente, ho fatto un richiamo ai principi costituzionali...

  PRESIDENTE. Dopo le do la parola, la ringrazio, deputato.

  MAINO MARCHI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Su cosa, deputato Marchi ?

  MAINO MARCHI. Sulla questione della richiesta di sospensione.

  PRESIDENTE. Sulla richiesta sì. Ne ha facoltà.

  MAINO MARCHI. Allora, Presidente, abbiamo esaminato i problemi che sono stati evidenziati nel corso della discussione in Commissione, anche se con tempi molto Pag. 51ristretti, che sono dipesi dal lavoro molto approfondito fatto al Senato su questo provvedimento.
  Come su altri provvedimenti in altre occasioni è avvenuto che, prendendo avvio il lavoro dalla Camera, i tempi abbiano portato poi di fatto il Senato a dover approvare quanto era stato elaborato in questo ramo del Parlamento.
  Sono i problemi che conosciamo del bicameralismo paritario. Credo che dovranno essere affrontati anche alla luce del risultato del referendum, per vedere come valutare le modalità e i tempi di discussione, in modo particolare dei decreti-legge, per trovarci il meno possibile in condizioni come queste.
  Però, di fatto siamo di fronte alla necessità di arrivare alla conclusione del provvedimento in esame, perché il rischio non è che in esso finisca una norma o un'altra, ma che si perda tutto il lavoro, a nostro avviso fatto in modo egregio da parte del Senato migliorando il testo del provvedimento del Governo.
  Su questi due aspetti che sono stati sottolineati, ritengo che vada innanzitutto detto che non è che il Governo, da questo punto di vista, sia stato sordo alle richieste di confronto da parte delle categorie interessate.
  Gli incontri in corso e un'interlocuzione in corso, anche oggi, su entrambe le questioni dovranno certamente e auspichiamo che portino ad intese e ad accordi su come procedere.
  Voglio sottolineare che su entrambe le questioni vi sono state modifiche introdotte al Senato, su un testo presentato dal Governo. Ci troveremo di fronte, anche nel lavoro che viene richiesto, a cose diverse, ma per quanto riguarda gli ambulanti, ad esempio, noi eravamo di fronte ad una situazione per la quale, sul testo iniziale del Governo, vi erano posizioni, all'interno delle regioni e anche all'interno delle stesse categorie, differenziate in base a come era proseguito il lavoro di attuazione della normativa vigente nelle diverse realtà. Da qui è venuta la richiesta di modifiche che hanno portato a quella modifica al Senato, che per certi versi probabilmente dovrà essere oggetto di ulteriori revisioni. Ritengo che gli incontri che sono in corso tendano ad andare in quella direzione: da una parte verso una proroga vera, dall'altra tenendo conto della necessità anche di non vanificare il lavoro che è stato fatto dalle regioni e dagli enti locali che nel frattempo hanno proceduto, nell'intesa con le categorie interessate.
  Per quanto riguarda l'altra questione, quella dei taxi, io credo che non la risolviamo semplicemente con una modifica del testo che è arrivato dal Senato. Credo che il punto di riferimento possa essere l'indicazione, l'osservazione che è venuta dalla Commissione trasporti, ma che richiede un lavoro ulteriore d'interlocuzione tra il Governo e le categorie interessate.
  La Commissione trasporti – leggo solo alcune righe – «propone che si adottino le opportune iniziative per pervenire, sulla base di un approfondito confronto con le regioni, le città metropolitane e gli altri enti locali a una revisione complessiva della disciplina concernente il servizio taxi e il servizio di noleggio con conducente, perseguendo in modo equilibrato gli obiettivi di contrastare le pratiche abusive e di garantire condizioni adeguate per un efficiente svolgimento dei servizi, a vantaggio sia degli operatori sia degli utenti, affrontando le problematiche connesse alle conseguenze che determina il ricorso alle tecnologie informatiche sull'assetto del mercato di questi stessi servizi».
  Non credo sia una questione affrontabile semplicemente in mezz'ora da parte delle due Commissioni riunite, quindi, credo che si debba andare avanti senza sospensione.
  E anch'io voglio sottolineare l'aspetto relativo alla violenza. È pienamente legittima qualunque manifestazione e anche gli scioperi e quant'altro. Non credo, come è stato sottolineato da tutti, siano accettabili atti di violenza. Da questo punto di vista, credo che le riflessioni dell'onorevole Capezzone debbano essere riflessioni da valutare molto attentamente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).Pag. 52
  ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Ha chiesto di parlare, colleghi, abbiate pazienza.

  ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, signora Presidente. Intervengo – chiedo scusa ai colleghi se li trattengo qualche minuto – soltanto perché mi pare che gli interventi degli onorevoli deputati che si sono susseguiti – non li nomino tutti – hanno interpellato chiaramente il Governo circa un parere in ordine alla fattibilità di una sospensione, al fine di riguardare le due questioni che sono affrontate nel decreto-legge, oggetto delle manifestazioni di questi giorni.
  Colleghi, in verità, non è possibile. E non è possibile, non solo – cerco di essere il più concisa possibile – per le ragioni di cui ci parlava poc'anzi l'onorevole Marchi, ma anche per la ragione che questo decreto-legge scade martedì prossimo. Non abbiamo il tempo di operare una doppia lettura con modifica e il Presidente della Repubblica ha tutto il diritto di esercitare pienamente il proprio sindacato sul testo del decreto-legge.
  Detto questo, colleghi, vorrei dire anche che oggi, nel corso di una giornata che è stata segnata da fatti assolutamente inaccettabili, che tutti i colleghi in quest'Aula, anche coloro i quali supportano le ragioni dei manifestanti, hanno ricordato, fatti inaccettabili (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E ci dirà la ricostruzione della cronaca quanti personaggi, che non appartenevano alla schiera dei manifestanti per il proprio lavoro e per la propria categoria, fossero presenti, singoli o gruppi, e quali finalità avessero. Questo, però, suona un campanello d'allarme per tutti, non soltanto per coloro i quali hanno partecipato alla manifestazione, perché ci tocca, sta nella nostra collettiva responsabilità. Però, voglio dire che in questa giornata il Governo non si è costruito alcun alibi. Lo dico all'onorevole deputato che ha fatto cenno a questo. La manifestazione di oggi e i suoi aspetti di assoluta inaccettabilità non hanno fatto velo al Governo che, nelle persone del Ministro Delrio da una parte e del Ministro Calenda, hanno incontrato delegazioni di manifestanti, per definire una questione che non si risolverà – temo – in mezz'ora, anche se mi pare di potere dire che il Ministro Calenda è già abbastanza avanti nell'interlocuzione positiva con le categorie. Credo che questo lavoro vada compiuto. Il Governo è ovviamente assolutamente a disposizione del Parlamento per informarvi di ogni progresso nella definizione di questa interlocuzione, ma ritengo che adesso ci tocchi approvare il decreto-legge. Non possiamo esitare rispetto a questo impegno e a questa responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Allora, chiedo chiaramente al deputato Caso, che ha avanzato la richiesta, se insista per la sospensione. Sta bene. A questo punto metto in votazione, come sempre in questi casi, la richiesta del deputato Caso. Quindi darò la parola, come prevede il Regolamento, all'articolo 41, comma 1, a un deputato contro e uno a favore. Contro non c’è nessuno.

  STEFANO FASSINA. Chiedo di parlare a favore.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  STEFANO FASSINA. Grazie, Presidente. Innanzitutto vorrei interloquire con grande rispetto con chi, in quest'Aula, prima è intervenuto contro la sospensione, richiamando le vicende di inaccettabile violenza e atti di chi si è infiltrato in quelle mobilitazioni, da estraneo alle categorie direttamente interessate. Non sarebbe un atto di resa del Parlamento alla violenza, proprio perché quei violenti non hanno nulla a che vedere con decine di migliaia di lavoratrici e di lavoratori del commercio ambulante e dei taxi, che vivono interventi profondamente ingiusti. Sarebbe un atto di saggezza, di attenzione, Pag. 53di riavvicinamento tra le sedi della rappresentanza politica e la società, che, in un momento di grande sofferenza, ha vissuto come un pesante sopruso quello che è avvenuto in poche ore al Senato. Quei cittadini, quei lavoratori, si sono sentiti trattati come sudditi, perché non hanno avuto la possibilità di interloquire. E oggi una sospensione sarebbe un atto di saggezza politica, proprio per allentare la tensione che si è avvenuta a verificare, rispetto ad interventi che – ripeto – sono ingiusti.
  Quindi, io credo che, al di là del risultato che potremmo ottenere, sarebbe un atto di intelligenza politica sospendere la seduta per trenta minuti, come è stato chiesto, e consentire un confronto tra Governo, maggioranza e opposizione. Sarebbe comunque un segnale di attenzione politica che aiuterebbe ad allentare una tensione che rischia, appunto, di essere strumentalizzata pesantemente da chi ha altri obiettivi. Quindi, faccio appello ai colleghi delle opposizioni e della maggioranza, faccio appello al Governo, affinché ci possa essere questa disponibilità e si possa dare un segnale importante (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Pongo in votazione, con procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di sospensione della seduta.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge, per 125 voti di differenza.

(Posizione della questione di fiducia – Articolo unico – A.C. 4304)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Ministra per i rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro. Ne ha facoltà. Prego, Ministra.

  ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Signora Presidente, onorevoli deputati, a nome del Governo, autorizzata dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge n. 4304 di conversione del decreto-legge 30 dicembre 2016 n. 244, nel testo delle Commissioni, identico a quello già approvato dal Senato.

  PRESIDENTE. Va bene, la ringrazio.
  Come sempre, a seguito della posizione della questione di fiducia, la Conferenza dei presidenti di gruppo si terrà, alle ore 19,30, presso la biblioteca della Presidente, al fine di stabilire il prosieguo dei nostri lavori.

  La seduta, sospesa alle 19,20, è ripresa alle 20,10.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

Sui lavori dell'Assemblea.

  PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Comunico che nell'odierna riunione della Conferenza dei Presidenti di gruppo, a seguito della posizione della questione di fiducia da parte del Governo sul disegno di legge n. 4304 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2016, n. 244, recante proroga e definizione di termini. Proroga del termine per l'esercizio di deleghe legislative (approvato dal Senato – scadenza: 28 febbraio 2017) si è convenuta la seguente organizzazione dei lavori: la votazione per appello nominale avrà inizio domani, mercoledì 22 febbraio, a partire dalle ore 18, previe dichiarazioni di voto a partire dalle ore 16,30, dopo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question-time); il termine per la presentazione degli ordini del giorno è fissato alle ore 12 di domani. L'esame degli ordini del giorno e lo svolgimento di dichiarazioni di voto Pag. 54finale avranno luogo nella mattina di giovedì, a partire dalle ore 9, con votazione finale entro le ore 13.
  È stato altresì convenuto che, dopo la votazione finale del decreto-legge, avrà luogo l'esame delle mozioni Bergamini ed altri n. 1-01249, Colletti ed altri n. 1-00239, Palese ed altri n. 1-01513, Marotta e Bosco n. 1-01515 e Mattiello ed altri n. 1-01516 concernenti iniziative volte ad agevolare il trasferimento di detenuti stranieri nei Paesi d'origine, mentre il seguito dell'esame della proposta di legge n. 259-B – Disposizioni in materia delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità degli esercenti le professioni sanitarie (approvata dalla Camera e modificata dal Senato) è rinviato alla seduta di martedì 28 febbraio, come primo argomento all'ordine del giorno.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Mercoledì 22 febbraio 2017, alle 15:

1. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
  (ore 16,30)

2. - Seguito della discussione del disegno di legge:
   S. 2630 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2016, n. 244, recante proroga e definizione di termini. Proroga del termine per l'esercizio di deleghe legislative (Approvato dal Senato) (C. 4304).
  Relatori: Mazziotti Di Celso, per la I Commissione; Boccia, per la V Commissione.

  La seduta termina alle 20,15.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: ROCCO PALESE (A.C. 4304).

  ROCCO PALESE (Relazione – A.C. 4304). Nel corso dell'esame al Senato sono state anzitutto aggiunte nuove disposizioni all'articolo 1 di conversione in legge del decreto-legge.
  In primo luogo, all'articolo 1 del disegno di legge di conversione sono state inserite alcune proroghe relative, in particolare, a termini per l'esercizio di deleghe legislative.
  Nel dettaglio, il comma 1-bis proroga i termini per l'esercizio di due disposizioni di delega contenute nella legge n. 154 del 2016 (cosiddetto collegato agricolo): si tratta, in particolare, della delega di cui all'articolo 15, comma 1, per la razionalizzazione ed il contenimento della spesa pubblica, mediante il riordino di enti, società ed agenzie vigilati dal Ministero per le politiche agricole e forestali, il riassetto del settore ippico e il riordino dell'assistenza tecnica agli allevatori e della delega all'articolo 21, comma 1, concernente il sostegno alle imprese agricole nella gestione dei rischi e delle crisi e per la regolazione dei mercati. Tali termini sono prorogati a diciotto mesi (anziché dodici) dall'entrata in vigore della predetta legge.
  A sua volta, il comma 1-ter dell'articolo I del disegno di legge di conversione proroga di sei mesi (dal 20 marzo al 20 settembre 2017) il termine per l'esercizio della delega relativa alla riforma dei confidi.
  Altre disposizioni prorogano di sei mesi i termini per l'emanazione di alcuni decreti in materia di contabilità dello Stato che riguardano il potenziamento del bilancio di cassa.
  L'articolo 1 del decreto-legge in esame contiene disposizioni di proroga in materia di pubbliche amministrazioni. Pag. 55
  Oggetto di proroga sono in particolare: le graduatorie dei concorsi pubblici approvate successivamente alla data di entrata in vigore del decreto-legge n. 101 del 2013; la sospensione delle modalità di reclutamento dei dirigenti pubblici di prima fascia; i termini per assunzioni di personale in determinate amministrazioni pubbliche e il termine per l'utilizzo temporaneo dei segretari comunali da parte del Dipartimento della funzione pubblica; le autorizzazioni alle assunzioni per il comparto sicurezza-difesa e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco; il termine di decorrenza del divieto per le pubbliche amministrazioni di stipulare contratti di collaborazione organizzata dal committente; il termine di conclusione della procedura di selezione pubblica bandita dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. È inoltre disposta l'estensione all'anno 2017 delle facoltà assunzionali del Ministero dell'ambiente; la proroga dell'operatività dell'Unità operativa speciale per Expo Milano 2015; la proroga dell'operatività del Commissario liquidatore dell'Agenzia per lo svolgimento dei Giochi olimpici Torino 2006.
  Con specifico riferimento agli enti territoriali, è, altresì, conferita alle province la facoltà di prorogare, al 31 dicembre 2017, i contratti di lavoro a tempo determinato e i contratti di collaborazione coordinata e continuativa; è altresì prorogata la facoltà per le province e le città metropolitane di stipulare contratti di lavoro a tempo determinato relativi a servizi erogati dai centri per l'impiego e la prosecuzione, fino al 31 dicembre 2017, dei rapporti di lavoro a tempo determinato presso le Regioni a statuto speciale e loro enti territoriali. Infine, sono prorogati i termini relativi alle procedure concorsuali straordinarie indette dagli enti del Servizio sanitario nazionale e il termine per la stipula di contratti di lavoro flessibile da parte dei medesimi enti.
  I commi 2 e 2-bis – quest'ultimo aggiunto nel corso dell'esame al Senato – recano disposizioni concernenti il Corpo di polizia penitenziaria. In particolare, si prevede la proroga al 31 dicembre 2017 delle graduatorie dei concorsi banditi dall'Amministrazione penitenziaria ai sensi dell'articolo 2199 del codice dell'ordinamento militare, pubblicate in data non anteriore al 1o gennaio 2012 e, conseguentemente, si autorizza l'amministrazione penitenziaria (nell'ambito delle facoltà assunzionali per il 2016) ad assumere 887 unità nel ruolo iniziale del Corpo di polizia penitenziaria, in via prioritaria mediante lo scorrimento delle suddette graduatorie.
  Nel corso dell'iter al Senato sono state aggiunte ulteriori disposizioni all'articolo 1. In particolare, i commi 3-bis e 3-ter recano alcune norme specifiche per le assunzioni da parte dell'Istituto superiore di sanità e per la copertura finanziaria dei relativi oneri.
  Il comma 5-bis, a sua volta, proroga la scadenza (attualmente al 31 dicembre 2017) dei contratti a tempo determinato del personale dell'I.S.T.A.T., stabilendone il termine entro la conclusione delle procedure concorsuali, e comunque non oltre il 31 dicembre 2019.
  Il comma 12-bis, sempre introdotto nel corse dell'esame al Senato, prevede la stabilizzazione del personale a tempo determinato impiegato presso l'Autorità garante della concorrenza e del mercato.
  I commi 15-bis e 15-ter elevano la durata del mandato del Presidente e degli altri due membri della Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP) da 4 a 7 anni (anche con riferimento ai componenti in carica alla data di entrata in vigore della legge di conversione del provvedimento in esame) e sopprimono la possibilità di un secondo mandato.
  Il comma 15-quater stabilisce che le regioni e gli enti locali che abbiano già adottato le misure di contenimento della spesa (in attuazione di quanto previsto dall'articolo 4, comma 1, decreto-legge 16/2014), possono prorogare i piani di recupero delle somme indebitamente erogate per un periodo non superiore a cinque anni. Tale facoltà è accordata a condizione che dimostrino l'effettivo conseguimento delle riduzioni di spesa previste nonché ulteriori misure di razionalizzazione Pag. 56anche attraverso la fusione ovvero soppressione di società, enti o agenzie strumentali. Le regioni e gli enti locali, inoltre, hanno l'obbligo di dimostrare il raggiungimento delle riduzioni di spesa con un'apposita relazione corredata del parere dell'organo di revisione economico-finanziaria, allegata al conto consuntivo di ciascun anno in cui è effettuato il recupero.
  Il comma 16-bis proroga l'efficacia del Programma statistico nazionale 2014-2016, aggiornamento 2016, nelle more dell'entrata in vigore del Programma triennale successivo, e comunque non oltre il 30 novembre 2017.
  L'articolo 2, proroga – al comma 1- dal 31 dicembre 2016 al 30 giugno 2017 la durata in carica dei componenti del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti e dei componenti dei Consigli regionali del medesimo Ordine.
  I commi 2 e 3, a loro volta, prorogano dal 31 dicembre 2016 al 31 dicembre 2017 il termine a decorrere dal quale diviene obbligatoria la tracciabilità delle vendite e delle rese di quotidiani e periodici attraverso l'utilizzo di strumenti informatici e telematici basati sulla lettura del codice a barre. Inoltre, dispone che il credito d'imposta per sostenere l'adeguamento tecnologico degli operatori del settore, previsto originariamente per l'anno 2012 e, da ultimo, riferito all'anno 2016, è utilizzabile per gli interventi di adeguamento tecnologico sostenuti sino al 31 dicembre 2017.
  Il medesimo articolo 2, ai commi 4. 5 e 6, disciplina, fino all'adozione delle nuove tariffe postali, il regime agevolato applicabile per le spedizioni di prodotti editoriali effettuate dai soggetti di cui all'articolo 1, comma 1, del decreto-legge n. 353 del 2003, ossia: dalle imprese editoriali di quotidiani e periodici iscritte al Registro degli operatori di comunicazione; dalle imprese editrici di libri; dalle associazioni e organizzazioni senza fini di lucro iscritte al medesimo registro (individuate dall'articolo 21, comma 3 del decreto-legge n. 216 del 2011 e indicate all'articolo 1, comma 3, del decreto-legge n. 353 del 2003); dalle associazioni d'arma e combattentistiche.
  Nel corso dell'esame al Senato è stato introdotto il comma 2-bis che posticipa l'applicazione delle nuove regole relative al tetto massimo dei contributi erogabili a determinate imprese editrici all’«esercizio successivo» a quello di approvazione dei decreti attuativi delle deleghe recate dall'articolo 2 della L. 198/2016, e modifica in parte il criterio di calcolo di tale tetto.
  L'articolo 3, al comma 1 prevede, per il 2017, in conformità ad una fattispecie di deroga già stabilita per il 2016, la possibilità di una deroga ai limiti massimi di durata dell'intervento di integrazione salariale straordinaria. Il comma 2 proroga il termine temporale di applicazione delle attuali norme relative ai registri dei lavoratori esposti ad agenti cancerogeni e biologici. Il comma 3 differisce dal 2017 al 2018 la decorrenza di un nuovo regime temporale di pagamento dei trattamenti pensionistici ed assistenziali.
  Nel corso dell'esame presso il Senato all'articolo 3 sono state aggiunte ulteriori disposizioni, la prima delle quali prevede la possibilità di prorogare o rinnovare i trattamenti straordinari di integrazione salariale per i lavoratori dipendenti da partiti e movimenti politici o da loro articolazioni e sezioni territoriali.
  Con altra disposizione, si dispone il differimento del termine per l'entrata in vigore dell'obbligo dell'abilitazione all'uso dei trattori agricoli o forestali, nonché quello per i relativi corsi di aggiornamento.
  È poi prorogato di sei mesi, dal 12 aprile 2017 al 12 ottobre 2017, il termine di decorrenza dell'obbligo della comunicazione in via telematica all'INAIL dei dati relativi agli infortuni.
  È inoltre disposto il differimento dal 1o gennaio 2017 al 1o gennaio 2018 della decorrenza di alcune norme in materia di collocamento obbligatorio riguardanti i datori di lavoro privati che occupano da 15 a 35 dipendenti e i partiti politici e le organizzazioni sindacali.Pag. 57
  Altra disposizione inserita all'articolo 3 dispone il differimento dal 1o gennaio 2017 al gennaio 2018 della decorrenza dell'obbligo della modalità telematica per la tenuta del libro unico del lavoro.
  Inoltre, è previsto le prestazioni economiche assistenziali relative ai malati di mesotelioma (che abbiano contratto la patologia per esposizione familiare a lavoratori impiegati nella lavorazione dell'amianto) spettano in favore degli eredi per i casi di decesso del de cuius intercorsi anche nell'anno 2016 (e non solo nel 2015).
  Al medesimo articolo 3, nuovi commi introdotti nel corso dell'esame al Senato intervengono in materia di rivalutazione delle pensioni (cosiddetta perequazione), differendo al I gennaio 2018 (in luogo del 1o gennaio 2017) il termine di decorrenza per l'effettuazione delle operazioni di conguaglio relative ai ratei dei trattamenti pensionistici corrisposti nel 2015.
  È altresì prorogato fino al 30 giugno 2017 (in luogo del 31 dicembre 2016) l'istituto dell'indennità di disoccupazione per i collaboratori coordinati e continuativi.
  Il comma 3-novies riapre al 30 aprile 2017 il termine per l'esercizio della scelta sul regime fiscale di favore applicabile ai lavoratori che rientrano in Italia.
  L'articolo 4 proroga, al comma 1, dal 31 dicembre 2016 al 31 dicembre 2017, il termine per alcuni pagamenti in materia di edilizia scolastica, mentre il comma 2 proroga (dallo stesso 31 dicembre 2016) alla medesima data del 31 dicembre 2017 il termine di adeguamento degli edifici scolastici alla normativa antincendio.
  Sono altresì autorizzate, al comma 3, le università a prorogare fino al 31 dicembre 2017 (in luogo del precedente termine del 31 dicembre 2016), con risorse a proprio carico e previo parere favorevole del dipartimento di afferenza, i contratti di ricercatore a tempo determinato di «tipo b», in scadenza prima della medesima data, ai titolari che non hanno partecipato alle procedure di abilitazione scientifica nazionale (2012, 2013 o attuale).
  Il comma 3-bis – inserito durante l'esame al Senato – proroga (dal 31 dicembre 2017) al 31 dicembre 2019 la possibilità per le università di procedere alla chiamata nel ruolo di professore di prima e di seconda fascia, previa valutazione di professori di seconda fascia e ricercatori a tempo indeterminato già in servizio presso il medesimo ateneo, che abbiano conseguito l'abilitazione scientifica nazionale. Conseguentemente, proroga (dal 2018) al 2020 il termine a decorrere dal quale le università possono utilizzare fino a metà delle risorse disponibili per coprire i posti di professore di ruolo per le chiamate a professore di seconda fascia di ricercatori a tempo determinato di «tipo b», che abbiano conseguito l'abilitazione scientifica nazionale.
  Il comma 4 differisce all'anno scolastico 20192020 il termine a decorrere dal quale l'inserimento nelle graduatorie di circolo o di istituto può avvenire esclusivamente a seguito del conseguimento del titolo di abilitazione. A tal fine, novella l'articolo 1, co. 107, della L. 107/2015, che faceva riferimento, quale termine di decorrenza iniziale della nuova disciplina, all'a.s. 2016/2017.
  La previsione posticipa dunque all'a.s. 2019/2020 la scomparsa della terza fascia delle graduatorie di circolo o di istituto.
  Al medesimo articolo 4, al comma 5 è disposta la proroga, anzitutto, dal 31 dicembre 2016 al 31 dicembre 2017 dei rapporti convenzionali in essere attivati dall'ufficio scolastico provinciale dí Palermo a seguito del subentro dello Stato nei compiti degli enti locali (ex articolo 8 della L. 124/1999), e prorogati ininterrottamente per lo svolgimento di funzioni corrispondenti a quelle di collaboratore scolastico. La proroga fino al 31 dicembre 2016 era stata disposta dall'articolo 1, co. 215, della L. 208/2015 (legge di stabilità 2016).
  Tra le disposizioni inserite nel corso dell'esame al Senato, ricordo il comma 2-bis dell'articolo 4, che differisce al 31 dicembre 2017 il termine per effettuare gli adeguamenti antincendio previsti, per gli asili nido esistenti con oltre 30 persone Pag. 58presenti, dall'articolo 6, comma 1, lettera a) del decreto ministeriale interno 16 luglio 2014.
  Il comma 5-bis, a sua volta, dispone che, per la riforma degli «istituti per sordomuti» di Roma, Milano e Palermo come enti finalizzati al supporto dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, si provvede, ai sensi dell'articolo 67, co. 1, del d.lgs. 297/1994, con regolamento governativo.
  Il comma 5-ter proroga (dal 31 dicembre 2017) al 31 dicembre 2021 il termine entro cui devono essere conseguiti i diplomi finali delle Istituzioni dell'alta formazione e specializzazione artistica e musicale (AFAM), rilasciati all'esito dei percorsi formativi dell'ordinamento previgente alla L. 508/1999, ai fini dell'equipollenza ai diplomi accademici di secondo livello, rilasciati dalle stesse Istituzioni in base alla normativa vigente.
  Il comma 5-quater – anch'esso inserito durante l'esame al Senato – estende all'anno accademico 2016-2017 la possibilità di attingere alle graduatorie nazionali ad esaurimento di cui all'articolo 2-bis del decreto-legge 97/2004 (L. 143/2004) per l'attribuzione degli incarichi di insegnamento a tempo indeterminato e determinato nelle istituzioni AFAM.
  Il nuovo comma 5-quinquies estende di ulteriori 2 anni la validità dell'idoneità conseguita per posti di professore e ricercatore universitari sulla base della disciplina previgente la L. 240/2010, portandola, complessivamente, a 9 anni. Il comma 5-sexies estende di 30 giorni il termine previsto per la conclusione, da parte delle Commissioni nazionali per l'abilitazione alle funzioni di professore universitario di prima e di seconda fascia, del lavoro di valutazione delle domande dei candidati.
  Il comma 5-septies dell'articolo 4, a sua volta, dispone alcune modifiche alla disciplina relativa alle votazioni per il rinnovo dei Consigli territoriali dell'Ordine degli psicologi – che, tra l'altro, è previsto si dovranno svolgere contemporaneamente nel terzo quadrimestre dell'anno in scadenza – finalizzata a consentire la piena operatività del Consiglio nazionale del medesimo Ordine.
  L'articolo 5 proroga, in promo luogo, alcuni termini relativi al procedimento di promozione a dirigente superiore nonché di accesso alla qualifica di primo dirigente della Polizia di Stato (commi 1 e 2). In particolare, è prorogato al 31 dicembre 2017 il termine a partire dal quale la promozione a dirigente superiore della Polizia di Stato è subordinata alla frequenza con profitto di un corso di aggiornamento prevista dal decreto legislativo n. 334 del 2000, concernente l'aggiornamento professionale del personale direttivo e dirigenziale della Polizia di Stato. Il comma 2 reca la medesima disposizione di proroga, con riferimento all'accesso alla qualifica di primo dirigente della Polizia di Stato.
  Al comma 3 è disposta la proroga al 31 dicembre 2017 del termine dal quale acquistano efficacia alcune disposizioni in materia di semplificazione amministrativa per gli immigrati. Sono, più precisamente, le disposizioni che consentono anche ai cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea, purché regolarmente soggiornanti in Italia, di utilizzare dichiarazioni sostitutive (le cosiddette autocertificazioni) limitatamente agli stati, alle qualità personali e ai fatti certificabili o attestabili da parte di soggetti pubblici italiani.
  È altresì prorogato a tutto il 2017 un termine in materia di poteri sostitutivi del Prefetto, in caso di mancata approvazione del bilancio degli enti locali (comma 4) nonché, di un anno, il termine per l'utilizzo delle risorse disponibili sulle contabilità speciali intestate alle tre Province di Monza e della Brianza, di Fermo e di Barletta-Andria-Trani.
  Il comma 6 proroga al 31 dicembre 2017 il termine per la gestione associata delle funzioni fondamentali dei piccoli Comuni, posto dall'articolo 14, comma 31-ter del decreto-legge n. 78 del 2010. I comuni coinvolti dalla norma sono quelli con popolazione fino a 5.000 abitanti – ovvero fino a 3.000 abitanti se appartengano Pag. 59o siano appartenuti a comunità montane (sono esclusi i Comuni il cui territorio coincide integralmente con quello di una o di più isole e il comune di Campione d'Italia).
  È inoltre prorogato, al comma 7, un termine relativo ad una procedura semplificata per l'accesso alle qualifiche di capo squadra e capo reparto del Corpo nazionale dei vigili del fuoco ed è prorogato (comma 8) al 31 gennaio 2018 il termine entro il quale il Presidente del Consiglio può richiedere all'autorità giudiziaria competente che i direttori del D.I.S. (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza) o altro personale dipendente espressamente delegato siano autorizzati ai colloqui con detenuti e internati, al solo fine di acquisire informazioni per la prevenzione di delitti con finalità terroristica di matrice internazionale. Siffatta facoltà per i servizi di informazione e sicurezza di effettuare colloqui investigativi con detenuti a fini di prevenzione è stata ammessa, in via transitoria, dall'articolo 6 del decreto-legge 18 febbraio 2015, n. 7.
  Ulteriori proroghe disposte dall'articolo 5 riguardano il termine per l'impiego delle guardie giurate a bordo delle navi predisposte per la difesa da atti di pirateria (comma 9); i termini relativi al riparto del Fondo sperimentale di riequilibrio provinciale ed ai trasferimenti erariali per le Provincie di Sardegna e Sicilia (comma 10); il termine per la deliberazione di bilanci annuali di previsione degli enti locali per l'anno 2017, prorogato dal comma 11 al 31 marzo 2017.
  Nel corso dell'iter al Senato i nuovi commi introdotti all'articolo 5 riguardano la proroga al 31 dicembre 2017 – relativamente agli esercizi degli anni 2013, 2014 e 2015 – del termine, fissato dalla legge 96/2012 al 15 giugno di ogni anno, entro cui i rappresentanti legali o i tesorieri dei partiti politici devono trasmettere alla Commissione di garanzia il rendiconto ed i relativi allegati unitamente al giudizio espresso dalla società di revisione sul rendiconto ed il verbale di approvazione dello stesso.
  Inoltre, è oggetto di proroga al 31 dicembre 2017 il termine per l'adeguamento alla normativa antincendio delle strutture ricettive turistico-alberghiere con oltre 25 posti letto.
  Sono altresì differiti i termini per l'assolvimento degli adempimenti prescritti dagli artt. 3-4 del decreto del Presidente della Repubblica n. 151/2011, da parte dei soggetti (enti e privati) responsabili delle c.d. nuove attività (vale a dire quelle attività che non erano assoggettate alla disciplina di prevenzione incendi prima del nuovo regolamento dettato dal decreto del Presidente della Repubblica 151/2011). Per i rifugi alpini il comma 11-quinquies prevede un differimento temporale più esteso, fino al 31 dicembre 2017.
  Infine, nel corso dell'esame al Senato è stata approvata una modifica normativa relativa agli enti che, pur avendo avviato la procedura di riequilibrio, non hanno presentato nei termini in piano di riequilibrio finanziario, prevedendo che gli stessi possano procedere alla deliberazione di un nuovo piano entro il 30 aprile 2017.
  L'articolo 6 proroga dal 31 dicembre 2016 al 31 dicembre 2017 il divieto di incroci proprietari che impedisce ai soggetti che esercitano l'attività televisiva in ambito nazionale su qualunque piattaforma, i quali conseguano ricavi superiori all'8 per cento del Sistema Integrato delle Comunicazioni (SIC), e alle imprese del settore delle comunicazioni elettroniche che detengano una quota superiore al 40 per cento dei ricavi di detto settore, di acquisire partecipazioni in imprese editrici di quotidiani o partecipare alla costituzione di nuove imprese editrici di quotidiani, esclusi i quotidiani diffusi unicamente in modalità elettronica.
  Al comma 2 è autorizzata la proroga, per il 2017, della convenzione stipulata fra il Ministero dello sviluppo economico e il Centro di produzione s.p.a. titolare dell'emittente Radio Radicale, per la trasmissione radiofonica delle sedute parlamentari.
  È altresì prorogato, al comma 3, dal 29 gennaio 2017 al 29 aprile 2017 il termine massimo di vigenza dell'attuale rapporto Pag. 60concessorio con la RAI relativo al servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, nelle more dell'entrata in vigore del DPCM che affiderà nuovamente la concessione, mentre il comma 4 differisce al 1o gennaio 2018 l'applicazione alla RAI delle misure di contenimento della spesa previste per i soggetti inclusi nell'elenco delle pubbliche amministrazioni inserite nel conto economico consolidato.
  È prorogato di 24 mesi, dal comma 5, i termini di pubblicazione dei bandi delle gare per l'affidamento del servizio di distribuzione di gas naturale negli ambiti territoriali in cui sono presenti comuni terremotati come individuati dall'articolo 1 del decreto-legge n. 18912016 (sisma del 24 agosto e del 26 ottobre 2016). La proroga è disposta per consentire alle stazioni appaltanti di determinare i piani di ricostruzione delle reti di distribuzione nelle zone terremotate da includere nei bandi di gara.
  I commi 6 e 7 recano proroghe di sei mesi degli obblighi di consultazione del Registro nazionale degli aiuti di Stato, in ragione del ritardo nella sua istituzione: si tratta di termini a decorrere dai quali il mancato adempimento – degli obblighi di utilizzo del Registro – costituirà condizione legale di efficacia dei provvedimenti di concessione ed erogazione degli aiuti di Stato soggetti a registrazione, con le connesse responsabilità a carico dei soggetti inadempienti.
  L'articolo 6, comma 8, modificato nel corso dell'esame al Senato, proroga il termine delle concessioni per commercio su aree pubbliche in essere alla data di entrata in vigore del decreto-legge in esame, e con scadenza anteriore al 31 dicembre 2018, fino a tale data, al fine di allineare le scadenze delle concessioni medesime. Nel corso dell'esame al Senato è stato specificato che le amministrazioni interessate, che non vi abbiano già provveduto, devono avviare le procedure di selezione pubblica, nel rispetto della vigente normativa dello Stato e delle Regioni, al fine del rilascio delle nuove concessioni entro il 31 dicembre 2018. Si prevede altresì che, nelle more degli adempimenti da parte dei Comuni, siano comunque salvaguardati i diritti degli operatori uscenti.
  Il comma 9, modificato nel corso dell'esame al Senato, opera un differimento di due anni, dal lo gennaio 2016 al 1o gennaio 2018, del termine per la riforma della struttura delle componenti tariffarie degli oneri generali di sistema elettrico per i clienti dei servizi elettrici con usi diversi da quelli domestici.
  È infine prorogato, dal comma 10, al 30 giugno 2017 l'obbligo di installazione di un contatore di fornitura, volto a contabilizzare i consumi di ciascuna unità immobiliare e favorire la suddivisione delle spese in base ai consumi effettivi.
  Nel corso dell'esame svolto al Senato sono state inserite nuove disposizioni all'articolo 6. In particolare, i nuovi commi 10-bis e 10-ter intervengono sulla procedura di trasferimento dei complessi aziendali del Gruppo ILVA, con particolare riferimento alla procedura, attualmente in corso, di presentazione delle offerte vincolanti definitive e alla connessa procedura di modifica del Piano ambientale previste dal decreto-legge n. 191/2015.
  Il comma 10-quater, a sua volta, prevede che le disposizioni relative al contenimento delle spese per l'acquisto di beni, servizi, per incarichi di consulenza, studi e ricerca, nonché di collaborazione, non si applichino alla società EXPO 2015 Spa in liquidazione, fino all'entrata in vigore del decreto del Presidente del consiglio dei ministri di nomina del Commissario straordinario per la liquidazione.
  Il comma 10-quinquies dispone la proroga annuale in tema di incentivi ai progetti di efficienza energetica di grandi dimensioni.
  L'articolo 7, ai commi I e 2 differisce dal 31 dicembre 2016 al 31 dicembre 2017 il termine entro cui deve essere adottata una revisione del «sistema di governo» del settore farmaceutico e della relativa remunerazione della filiera distributiva.
  Il comma 2-bis, introdotto al Senato, prevede l'allungamento della validità – da Pag. 61due a sei anni – delle graduatorie regionali del concorso straordinario per sedi farmaceutiche.
  È stato modificato nel corso dell'esame al Senato il comma 3 che, nel nuovo testo, dispone il differimento (dal 1o gennaio 2017) al 1o gennaio 2020 dell'applicazione di alcuni divieti in materia di procedure di sperimentazione sugli animali a fini scientifici.
  Il comma 3-bis dell'articolo 7, aggiunto durante l'esame al Senato, dispone una proroga dei termini vigenti – dal 31 gennaio al 28 febbraio dell'anno successivo al sostenimento di spese veterinarie – per l'invio al Sistema tessera sanitaria, da parte dei veterinari iscritti agli Albi professionali, dei dati relativi alle predette spese in relazione ad animali da compagnia e destinati alla pratica sportiva, sostenute da persone fisiche a partire dal 1o gennaio 2016.
  L'articolo 7-bis, introdotto durante l'esame al Senato, dispone la proroga del contributo in favore dell'I.R.F.A – Istituto per la riabilitazione e la formazione ANMIL Onlus, per 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2017, 2018 e 2019.
  L'articolo 8 interviene – al comma 1 – sull'articolo 2248 del Codice dell'ordinamento militare di cui al decreto legislativo n. 66 del 2010, al fine di prorogare di un anno (dal 2016 al 2017) il regime transitorio di avanzamento di grado per gli ufficiali dell'Arma dei carabinieri.
  Il comma 2, proroga per l'anno 2017 la validità dei limiti massimi vigenti di lavoro straordinario consentito per il personale dei corpi di polizia (Polizia di Stato, Carabinieri, Polizia penitenziaria, Guardia di finanza, Corpo forestale dello Stato).
  È altresì prorogato, al comma 3, dal «bilancio 2016» «al bilancio 2017» il termine entro il quale le unità produttive gestite dall'Agenzia industrie difesa dovranno conseguire l'obiettivo dell'economica gestione.
  Il comma 4 dell'articolo 8 novella il decreto legislativo n. 177 del 2016 al fine di affidare, fino al 30 giugno 2017, la gestione stralcio delle operazioni di chiusura delle contabilità del Corpo forestale dello Stato agli uffici del Comando generale dell'Arma dei Carabinieri specificando che il coordinamento delle medesime operazioni è affidato al Capo del Corpo forestale dello Stato attualmente in servizio. Il medesimo comma differisce il termine, dal primo gennaio 2017 al 30 aprile 2017, per l'adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri relativo all'inquadramento del Capo del Corpo forestale dello Stato.
  Il comma 5 reca una specifica disposizione concernente il pagamento del contributo obbligatorio per l'iscrizione obbligatoria alla Cassa di previdenza delle Forze armate da parte del personale del Corpo forestale dello Stato transitato nell'Arma dei Carabinieri.
  L'articolo 8, commi 5-bis e 5-ter, aggiunti nell'ambito dell'esame parlamentare al Senato, dispongono la proroga del mandato dei delegati nei consigli di rappresentanza militare fino al 31 maggio 2018 e la proroga del termine per concludere i procedimenti elettorali per il rinnovo dei consigli di rappresentanza fino al 15 luglio 2018.
  Il nuovo comma 5-quater, infine, dispone la proroga per gli anni 2017-2019 della corresponsione dell'assegno sostitutivo dell'accompagnatore militare.
  In materia di infrastrutture e di trasporti interviene l'articolo 9, il cui comma 1 proroga, dal 31 dicembre 2016 al 31 dicembre 2017, il termine di conclusione dell'operatività della gestione commissariale finalizzata alla definitiva chiusura degli interventi infrastrutturali nei comuni delle regioni Campania, Basilicata, Puglia e Calabria colpiti dagli eventi sismici del novembre 1980 e del febbraio 1981.
  Il comma 2 differisce al 31 dicembre 2017 l'entrata in vigore del decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 29 luglio 2016, n. 206, recante norme per l'individuazione dei soggetti autorizzati alla tenuta dei corsi di formazione al salvamento in acque marittime, acque interne e piscine e al rilascio delle abilitazioni all'esercizio dell'attività di assistente bagnante, originariamente prevista, dall'articolo 13, comma 1, del medesimo Pag. 62decreto ministeriale, per il 1o gennaio 2017. Il successivo comma 3 proroga al 31 dicembre 2017 il termine per l'emanazione del decreto del Ministero delle infrastrutture e trasporti finalizzato ad impedire le pratiche di esercizio abusivo del servizio taxi e del servizio di noleggio con conducente. Con tale decreto dovrebbero altresì definirsi gli indirizzi generali per l'attività di programmazione e di pianificazione delle regioni, ai fini del rilascio, da parte dei Comuni, dei titoli autorizzativi.
  Viene poi prorogata (comma 4) l'applicazione della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità dei bandi e degli avvisi per l'affidamento dei contratti pubblici (prevista dall'articolo 66, comma 7, dell'abrogato Codice dei contratti pubblici di cui al decreto legislativo n. 163 del 2006), che prevede anche la pubblicazione sui quotidiani dei bandi e degli avvisi, dal 31 dicembre 2016 fino all'entrata in vigore del decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti volto a definire gli indirizzi generali per la pubblicazione dei bandi a livello nazionale.
  Quanto al comma 5 con esso si proroga, limitatamente all'anno 2017, il termine per il pagamento del contributo per l'iscrizione all'albo nazionale degli autotrasportatori di cose per conto di terzi dal 31 dicembre 2016 al 31 marzo 2017 (28 febbraio nel testo originario del decreto-legge).
  I commi 6 e 7 prorogano al 31 dicembre 2018 la facoltà riconosciuta all'ENAC (Ente nazionale per l'aviazione civile) di assumere in via transitoria non oltre venti piloti professionisti con contratto a termine annuale, rinnovabile sino ad un massimo di tre anni.
  Il comma 8 proroga al 31 dicembre 2017 il termine per l'assunzione di obbligazioni giuridicamente vincolanti per le opere previste nell'ambito della programmazione del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2007-2013, per cui entro il 31 dicembre 2016 sia stata conseguita l'adozione della variante urbanistica e concluse positivamente le procedure di valutazione ambientale strategica (VAS) o di valutazione di impatto ambientale (VIA). Il comma 9 prevede la proroga di un anno, dal 31 dicembre 2016 al 31 dicembre 2017, del termine per la ratifica degli Accordi di programma finalizzati alla rilocalizzazione degli interventi del programma straordinario di edilizia residenziale per i dipendenti delle amministrazioni dello Stato impegnati nella lotta alla criminalità organizzata.
  Nel corso dell'esame presso il Senato all'articolo sono state aggiunte ulteriori disposizioni, la prima delle quali è costituita (comma 2-bis) dalla proroga al 31 gennaio 2018 del termine (attualmente fissato per il 31 dicembre 2017) entro il quale deve essere emanato il decreto del Ministro dello sviluppo economico per la disciplina degli interventi finalizzati ad aumentare la competitività delle imprese produttrici nella filiera dei mezzi di trasporto pubblico su gomma e dei sistemi intelligenti per il trasporto. Il comma modifica poi la disciplina relativa all'accesso al mercato dei servizi di linea ed impone ai soggetti autorizzati allo svolgimento di servizi automobilistici regionali di competenza statale di adeguarsi a tali previsioni entro 90 giorni, pena la decadenza delle autorizzazioni.
  Sempre in tema di infrastrutture e trasporti si prevede inoltre (comma 9-bis) che la gestione operante sulla contabilità speciale n. 5440, relativa al superamento delle criticità ambientali legate al traffico e alla mobilità della strada statale Sassari-Olbia è mantenuta in esercizio fino al completamento degli interventi previsti a tal fine e comunque non oltre il 31 dicembre 2020.
  Inoltre (comma 9-ter) viene prorogato, al fine di garantire continuità ai programmi di manutenzione dell'infrastruttura ferroviaria nazionale, il vigente Contratto di programma-parte Servizi 2012-2014, in relazione all'ancora non avvenuto completamento dell'iter di approvazione del nuovo Contratto di Programma 2016-2021.
  Con i commi da 9-quater a 9-septies si dispone poi l'esclusione dell'ANAS per il triennio 2017-2019 da alcune norme di contenimento della spesa ed in tema di Pag. 63limiti assunzionali, ed inoltre, al fine di garantire la sicurezza della rete stradale della provincia di Belluno si assegna alla provincia stessa di un contributo di 5 milioni di euro.
  Con i commi da 9-octies a 9-undecies si proroga al 31 dicembre 2017 il termine vigente del 31 dicembre 2016 relativo alla detraibilità, ai fini IRPEF, del 50 per cento dell'importo corrisposto per il pagamento dell'imposta sul valore aggiunto in relazione all'acquisto di unità immobiliari a destinazione residenziale, di classe energetica A o B ai sensi della normativa vigente, cedute dalle imprese costruttrici delle stesse.
  Si prevede infine (comma 9-duodecies) una proroga annuale del termine di durata in carica (triennale) dei componenti del Comitato Centrale per l'Albo nazionale degli autotrasportatori.
  Le disposizioni contenute nell'articolo 10 intervengono in tema di giustizia, prevedendo, al comma 1, la proroga dei termini concernenti gli interventi strutturali sul Palazzo di Giustizia di Palermo e le relative procedure amministrative, di cui ai commi da 98 a 106 dell'articolo 1 della legge di stabilità 2015 (legge n. 190 del 2014).
  Il comma 2 proroga fino al 31 dicembre 2018 la disposizione che consente che le funzioni di dirigente dell'esecuzione penale esterna siano svolte, in deroga alla disciplina generale, da funzionari inseriti nel ruolo dei dirigenti di istituto penitenziario.
  All'articolo sono state aggiunte diverse disposizioni nell'esame presso il Senato, prevedendosi in primo luogo, al comma 2-bis un intervento sulla disciplina relativa ai trasferimenti dei magistrati assegnati in prima sede, subordinandone il trasferimento ad altra sede (o l'assegnazione ad altre funzioni) ad un periodo di permanenza triennale e non già quadriennale. Si interviene poi al comma 2-ter sulla legge di riforma della professione forense, in ordine ai requisiti per esercitare il patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori, consentendosi l'iscrizione nell'apposito albo speciale agli avvocati che, entro 5 anni dall'entrata in vigore della riforma – in luogo degli attuali 4 anni – maturino i requisiti secondo la previgente normativa. Inoltre, in ordine alla disciplina transitoria relativa all'esame di abilitazione all'esercizio della professione di avvocato, si prevede al comma 2-quater che per i primi 5 anni (in luogo degli attuali 4) dall'entrata in vigore della riforma l'esame di abilitazione all'esercizio della professione di avvocato sia svolto secondo le norme previgenti alla riforma del 2012. Con riguardo alla realizzazione di nuove sedi per gli uffici giudiziari con elevati carichi di controversie pendenti, nel riservarsi risorse fino a 30 milioni nell'ambito del Fondo sviluppo e coesione, si prolungano al comma 2-quinquies alcuni tempi relativi agli adempimenti per l'effettuazione dei lavori, stabilendosi che in caso di mancata presentazione degli stati di avanzamento dei lavori entro trentasei mesi (in luogo degli attuali dodici mesi) dalla pubblicazione della delibera di assegnazione il finanziamento è revocato; la revoca interviene altresì in caso di mancato affidamento dei lavori entro 24 mesi, in luogo degli attuali sei mesi. Una ulteriore disposizione concerne infine (comma 2-sexies) la proroga dal 31 dicembre 2016 al 30 giugno 2017 del termine per la pubblicazione in modalità informatiche delle domande di iscrizione e tenuta, presso i tribunali, di specifici albi ed elenchi di professionisti nel campo delle vendite pubbliche.
  L'articolo 11, concernente la materia dei beni ed attività culturali, reca, al comma 1, disposizioni inerenti le misure organizzative relative alla realizzazione del Grande Progetto Pompei.
  In particolare proroga al 1o gennaio 2018 il termine per il trasferimento delle funzioni del Direttore generale del Grande Progetto Pompei alla Soprintendenza speciale di Pompei e proroga al 31 gennaio 2019 le funzioni relative all'Unità Grande Pompei e al Vice Direttore generale vicario; estende inoltre a 36 mesi la durata massima degli incarichi di collaborazione Pag. 64dei componenti della segreteria tecnica di progettazione costituita presso la citata Soprintendenza speciale.
  Il comma 2 proroga (dal 31 gennaio 2017) al 30 giugno 2017 il termine previsto per la registrazione dei giovani che, avendo compiuto 18 anni nel 2016, intendono fruire della Card cultura introdotta dalla legge di stabilità 2016.
  Il comma 3 proroga (dal 30 gennaio 2017) al P aprile 2017 il termine per l'emanazione del decreto ministeriale che deve definire le regole tecniche di ripartizione delle risorse assegnate alle fondazioni lirico sinfoniche, per il triennio 2017-2019, dalla legge di bilancio 2017 e assegna alle stesse ulteriori curo 10 milioni di euro per il 2017. È stata altresì prevista, con una modifica apportata nel corso dell'esame del Senato, la possibilità di destinare risorse per il 2017 al sostegno dello spettacolo dal vivo, nel limite massimo di 12 milioni di euro, di cui una quota non superiore a 4 milioni di euro in favore di attività culturali nei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, interessati dai recenti eventi sismici.
  Quanto alle ulteriori disposizioni inserite al Senato, è stata prorogata al 1o luglio 2017 (comma 2-bis) l'entrata in vigore di alcune recenti modifiche alle norme in materia di destinazione di quota parte delle risorse assicurate dal mercato dei diritti audiovisivi sportivi alla mutualità generale. È poi stata introdotta una proroga dal 30 giugno 2016 al 31 dicembre 2017 dell'obbligo regionale di delimitare i Distretti turistici istituiti con decreto del MIBACT (comma 3-bis).
  Da segnalare poi (comma 3-ter) l'ampliamento da 120 a 180 giorni del termine per l'emanazione del decreto MIBACT per la definizione delle modalità applicative riguardanti il deposito delle opere cinematografiche e audiovisive presso la Cineteca nazionale e il loro utilizzo, nonché la possibilità di utilizzare quota parte delle risorse di cui all'articolo 24, comma 1, della legge n. 183 del 2011, per l'Istituto Luce-Cinecittà. Si dispone poi (comma 3-quater) la stabilizzazione della Fondazione di studi universitari e di perfezionamento sul turismo (ora Scuola dei beni e delle attività culturali e del turismo), sopprimendo il riferimento alla data del 31 dicembre 2017 quale termine delle attività della Fondazione medesima, ed apprestando contestualmente le necessarie risorse, per 1,5 milioni di euro annui a decorrere dal 2017.
  L'articolo 12 interviene in materie di competenza dei Ministeri dell'ambiente e dell'agricoltura, disponendo al comma 1 la proroga di un anno, ossia fino al 31 dicembre 2017, del periodo in cui continuano ad applicarsi gli adempimenti e gli obblighi relativi alla gestione dei rifiuti antecedenti alla disciplina del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (SISTRI) e non si applicano le sanzioni relative al sistema medesimo, nonché il termine finale di efficacia del contratto con l'attuale concessionaria del SISTRI. Il comma 2 proroga di un anno, dal 31 dicembre 2016 al 31 dicembre 2017, l'applicazione della soglia percentuale del 35 per cento di copertura con fonti rinnovabili del consumo complessivo di acqua calda sanitaria, riscaldamento e raffrescamento negli edifici di nuova costruzione e negli edifici esistenti sottoposti a ristrutturazioni rilevanti. Parallelamente, dunque, la più alta soglia del 50 per cento troverà applicazione a decorrere dal lo gennaio 2018, e non più a decorrere dal 1o gennaio 2017.
  Presso il Senato si è inoltre disposto, con il comma 2-bis, il differimento al 31 dicembre 2017 del termine ultimo per la proroga delle utilizzazioni delle aree di demanio marittimo per finalità diverse da quelle di cantieristica navale, pesca e acquacoltura, in essere al 31 dicembre 2013, sempre che nel frattempo non intervenga la definizione del procedimento propedeutico all'adozione della disciplina relativa alle concessioni demaniali marittime. Oltre poi ad introdursi (comma 2-ter) una proroga di sei mesi del termine entro cui i consorzi di tutela provvedono ad adeguare i propri statuti alla disciplina sulla parità dei sessi, con il successivo comma 2-quater si interviene sul contributo al Consorzio Pag. 65per il controllo ed il monitoraggio della filiera degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti (CONOE), in particolare disponendosi che la determinazione del contributo nelle misure previste dall'articolo 10 del decreto-legge n. 154 del 2016 avvenga – anziché a decorrere dall'anno 2017, come attualmente previsto – a decorrere dal 1o luglio dell'anno 2017.
  Per quanto concerne la proroga di termini in materia economica e finanziaria, l'articolo 13 al comma 1 proroga dal 31 dicembre 2016 al 31 dicembre 2017 il limite massimo – pari agli importi risultanti alla data del 30 aprile 2010 ridotti del 10 per cento – stabilito per la corresponsione di indennità, compensi, gettoni, retribuzioni o altre utilità, da parte delle pubbliche amministrazioni ai componenti di organi di indirizzo, direzione e controllo, consigli di amministrazione e organi collegiali, comunque denominati, ed ai titolari di incarichi di qualsiasi tipo.
  Il comma 2 proroga poi al 31 dicembre 2017 il termine entro il quale continuano ad applicarsi alla produzione combinata di energia elettrica e calore gli specifici coefficienti – indicati dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas – necessari a individuare i quantitativi di combustibile che, impiegati nei predetti impianti, possano ritenersi utilizzati per la produzione di energia elettrica e che sono dunque soggetti ad accisa agevolata.
  Il comma 3 estende all'anno 2017 il blocco dell'adeguamento automatico dei canoni di locazione passiva per gli immobili condotti dalle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall'ISTAT, nonché dalle autorità indipendenti e dalla CONSOB e utilizzati a fini istituzionali.
  Il comma 4, modificato al Senato, posticipa dal 3 dicembre 2016 al 1o ottobre 2017 l'applicazione delle norme che: dispongono l'effettuazione del pagamento spontaneo delle entrate degli enti locali sul conto corrente di tesoreria dei medesimi enti locali, mediante F24, ovvero attraverso strumenti di pagamento elettronici che gli enti impositori rendano disponibili, ferme restando le modalità di versamento previste per l'IMU e la TASI; prevedono, per le entrate diverse da quelle tributarie, che il versamento sia effettuato esclusivamente sul conto corrente di tesoreria o tramite strumenti di pagamento elettronici; per tali entrate non è possibile l'utilizzo dell'F24.
  Il comma 5 proroga dal 31 dicembre 2016 al momento del trasferimento delle funzioni all'albo dei consulenti finanziari, e comunque non oltre il 31 dicembre 2017, il termine per l'esercizio dell'attività di consulenza in materia di investimenti (consulenti finanziari), da parte dei soggetti che al 31 dicembre 2007 prestavano già tale attività, senza detenere somme di denaro o strumenti finanziari di pertinenza dei clienti.
  Il comma 6 anticipa all'esercizio finanziario 2016 l'applicabilità di alcune disposizioni contabili che consentono l'assunzione di impegni oltre la data di chiusura dell'esercizio finanziario, la cui efficacia è attualmente prevista, in base alla normativa vigente, a decorrere dal 1o gennaio 2018.
  Le disposizioni recate dall'articolo in questione sono state consistentemente integrate nel corso dell'esame presso il Senato. Il comma 4-bis consente agli enti locali, in deroga al blocco degli aumenti di tributi e addizionali previsto dalla legge di stabilità 2016, di disporre gli aumenti connessi al contributo di sbarco a decorrere dal 2017.
  I commi da 4-ter a 4-septies recano alcune misure di semplificazione in favore dei contribuenti, in primo luogo prorogandosi al 31 dicembre 2017 la vigenza degli obblighi di comunicazione dei dati relativi agli acquisti intracomunitari di beni ed alle prestazioni di servizio ricevute da soggetti stabiliti in altro Stato membro dell'Unione europea. Viene in particolare sostituita la normativa concernente gli obblighi di comunicazione relativi ad operazioni intracomunitarie, nel senso di snellire gli adempimenti e limitare detti obblighi agli acquisti intracomunitari e se ne regola l'applicazione nel tempo; viene abrogata la disciplina delle comunicazioni Pag. 66al fisco e di specifici controlli dell'Agenzia delle entrate in relazione alla concessione di beni d'impresa in godimento ai soci. Si demanda poi ad apposito decreto ministeriale l'individuazione dei criteri generali per la raccolta delle informazioni relative agli acquisti di beni e alle prestazioni di servizi ricevute da soggetti residenti fuori del territorio dello Stato, necessarie ad assicurare un adeguato presidio al contrasto dell'evasione internazionale. Si abroga infine la norma che subordina l'abbattimento al 30 per cento dell'imponibile derivante da contratti di affitto a canone concordato all'indicazione nella dichiarazione dei redditi, da parte del locatore, degli estremi di registrazione del contratto di locazione, nonché quelli della denuncia dell'immobile ai fini dell'applicazione dell'ICI.
  Il comma 5-bis consente alla CONSOB, nell'ambito delle procedure di efficientamento delle proprie strutture, di poter adottare misure di contenimento della spesa ulteriori ed alternative alle vigenti disposizioni in materia di finanza pubblica, purché sia assicurato il conseguimento dei medesimi risparmi previsti a legislazione vigente, in ogni caso, fino al 31 marzo 2020.
  Un altro gruppo di modifiche attiene ad accordi di prestito di natura internazionale. Sono in particolare previste ai commi da 6-bis a 6- quinquies disposizioni volte a prorogare fino al 16 novembre 2022 della durata dell'accordo di prestito denominato New Arrangements to Borrow (NAB): a tal fine si autorizza la Banca d'Italia a prorogare fino alla suddetta data, per un importo massimo pari a circa 6,900 milioni di diritti speciali di prelievo, la durata dell'accordo in questione.
  Nel medesimo ambito, si proroga (commi da 6-sexies a 6-octies) l'autorizzazione alla Banca d'Italia a concedere prestiti garantiti dallo Stato – per un importo massimo pari a 400 milioni di diritti speciali di prelievo (DSP) da erogare a tassi di mercato – a favore dei Paesi più poveri tramite il Poverty Reduction and Growth Trust (PRGT) del FMI. Vengono infine prorogate (commi 6-novies e 6- decies) le vigenti disposizioni per la partecipazione dell'Italia agli interventi del Fondo monetario internazionale (FMI) per fronteggiare gravi crisi finanziarie dei Paesi aderenti al Fondo: a tal fine si autorizza la Banca d'Italia a stipulare con il Fondo Monetario Internazionale un accordo di prestito bilaterale, per un ammontare pari a 23 miliardi e 480 milioni di euro, la cui scadenza è fissata al 31 dicembre 2019, estensibile di un anno al 31 dicembre 2020.
  Con il comma 6-undecies si dispone un finanziamento per il 2017 per i trattamenti di integrazione salariale nel settore della pesca, in analogia a interventi disposti negli anni precedenti, destinandosi a tal fine uno stanziamento di 17 milioni di euro per il 2017, a valere sul Fondo sociale per occupazione e formazione.
  I commi 6-duodecies e 6-terdecies incidono sulla destinazione delle sanzioni sulla coltivazione della vite e della produzione e commercio del vino, stabilendo tra l'altro al 31 dicembre 2017 il termine entro cui le autorità pubbliche si adeguano alla normativa europea di unificazione ed accreditamento, ai fini della verifica annuale del rispetto del disciplinare nel corso della produzione e durante e dopo il confezionamento del vino.
  Il comma 6-quaterdecies fa riferimento ai saldi degli enti del Servizio sanitario nazionale, ed è volto ad integrare la norma che esenta dal conteggio – ai fini del saldo non negativo per l'anno 2016 – gli impegni del perimetro sanitario del bilancio, finanziati dagli utilizzi del risultato di amministrazione relativo alla gestione sanitaria formatosi nell'esercizio 2015. Con una ulteriore norma, costituita dal comma 6-quinquiesdecies, si interviene in materia di modalità di redazione dei bilanci degli intermediari finanziari, nonché dei confidi iscritti nell'albo degli intermediari medesimi, con il quale si specifica il novero dei soggetti ai quali è consentito di redigere il bilancio secondo le disposizioni relative agli intermediari «non IFRS» ovvero non tenuti, nella redazione dei documenti contabili, al rispetto dei principi contabili internazionali.Pag. 67
  Con il comma 6-sexiesdecies si estende da 15 a 25 anni (a decorrere dal 2005) il periodo massimo per il quale è dovuto il contributo obbligatorio, posto a carico dei costruttori, in favore del Fondo per il soddisfacimento delle richieste di indennizzo presentate dagli acquirenti di immobili da costruire danneggiati nei loro diritti patrimoniali e, da ultimo, con il comma 6-septiesdecies si incrementa di 300 mila euro a decorrere dall'anno 2017 il contributo statale annuo a favore dell'Associazione nazionale vittime civili di guerra, di cui all'articolo 1, comma 113, della legge n. 311 del 2004.
  In materia finanziaria interviene anche l'articolo 13-bis, che estende le modalità di determinazione del reddito previste per i soggetti che adottano i principi contabili internazionali IAS/IFRS anche alle imprese che redigono il bilancio sulla base dei nuovi principi contabili nazionali redatti dall'Organismo italiano di contabilità (OIC), ad eccezione delle microimprese.
  Coerentemente con tali modifiche viene prorogato di 15 giorni il termine per la presentazione delle dichiarazioni dei redditi e delle dichiarazioni IRAP in favore delle imprese interessate dalle novità contabili in commento; le norme intervengono anche sulle modalità di determinazione della base imponibile, anche a fini IRAP, escludendo i componenti positivi e negativi derivanti da trasferimenti di azienda; viene inoltre stabilito che le nuove norme decorrono dall'esercizio successivo a quello in corso al 31 dicembre 2015, anche ai fini IRAP ed è previsto un regime transitorio per i derivati diversi da quelli iscritti in bilancio con finalità di copertura, la cui valutazione assume rilievo ai fini della determinazione del reddito al momento del realizzo.
  L'articolo 14 attiene al tema degli interventi emergenziali, nel cui ambito con il comma 1 si modificano i criteri di priorità stabiliti dalla legge di bilancio 2017 nell'assegnazione da parte del Governo agli enti locali di spazi finanziari. Rispetto ai criteri vigenti si prevede che sia data priorità ad un ulteriore criterio riferito agli investimenti dei comuni colpiti dagli eventi sismici da agosto ad ottobre del 2016 (come individuati dal decreto-legge n. 189 del 2016), nonché di quelli colpiti dagli eventi sismici del maggio 2012 (decreti-legge n. 74 del 2016 e n. 83 del 2016) finalizzati a fronteggiare gli eccezionali eventi sismici e la ricostruzione, finanziati con avanzo di amministrazione o da operazioni di indebitamento, per i quali gli enti dispongono di progetti esecutivi redatti e validati in conformità alla vigente normativa, completi del cronoprogramma della spesa.
  Il comma 2 proroga di ulteriori 6 mesi la sospensione delle fatture relative alle utenze localizzate nei comuni colpiti dal sisma, limitatamente ai soggetti danneggiati che dichiarino l'inagibilità del fabbricato, della casa di abitazione, dello studio professionale o dell'azienda. In particolare, la norma oggetto della proroga in esame ha previsto la sospensione delle fatture relative alle utenze, ivi comprese le fatture relative ai settori delle assicurazioni, della telefonia e della radiotelevisione pubblica, localizzate nei comuni colpiti dal sisma per un periodo massimo di 6 mesi a decorrere dal giorno del sisma.
  Il comma 5 proroga al 31 dicembre 2017 i termini riferiti a rapporti interbancari scadenti dal 24 agosto 2016 o dal 26 ottobre 2016 per le banche insediate nei comuni colpiti dal sisma del 24 agosto 2016 e dal sisma del 26 e del 30 ottobre 2016 o per le dipendenze delle banche presenti nei predetti comuni. La proroga comprende anche gli atti e le operazioni da compiersi su altra piazza. Il comma 6 proroga al 31 dicembre 2017 il termine di sospensione dei pagamenti nei comuni colpiti dai suddetti eventi sismici del 2016 delle rate dei mutui e finanziamenti di qualsiasi genere e dei canoni di locazione finanziaria aventi ad oggetto edifici distrutti o divenuti inagibili o beni immobili o mobili strumentali ad attività imprenditoriali, commerciali, artigianali, agricole o professionali. La proroga tuttavia è limitata alle attività economiche e produttive e per i soggetti privati per i mutui relativi alla prima casa di abitazione, inagibile o distrutta.Pag. 68
  Quanto al comma 3, esso estende fino al 31 dicembre 2017 l'esclusione dalla base imponibile IRPEF dei sussidi occasionali, delle erogazioni liberali o dei benefici di qualsiasi genere, concessi sia da parte dei datori di lavoro privati a favore dei lavoratori residenti nei comuni colpiti dagli eventi sismici del 2016, sia da parte dei datori di lavoro privati operanti nei predetti territori a favore dei propri lavoratori, anche non residenti nei predetti comuni. Il comma 4 proroga al 31 dicembre 2017 l'esenzione dal pagamento dell'imposta di bollo per le istanze presentate alla pubblica amministrazione, di cui all'articolo 48, comma 7, del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189 (c.d. «decreto sisma»), convertito, con modificazioni, dalla legge 15 dicembre 2016, n. 229. La norma oggetto di proroga ha previsto tale esenzione per le persone fisiche residenti o domiciliate e le persone giuridiche che hanno sede legale o operativa nei comuni colpiti dal sisma di cui all'articolo 1 del citato «decreto sisma».
  Il comma 7 interviene in materia di contributo straordinario in favore del comune de L'Aquila, assegnando un contributo straordinario dell'importo complessivo di 12 milioni di euro per l'anno 2017, nonché di 2 milioni di euro, sempre per il 2017, per gli altri comuni del cratere sismico. Il comma 8 stanzia un contributo straordinario di 32 milioni di euro in favore dei comuni interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016, la cui ripartizione è rimessa a successivi provvedimenti anche a mezzo di ordinanze, stabilendo la relativa copertura.
  Il comma 9 proroga al 31 dicembre 2018 il termine per il riconoscimento, da parte dei Commissari delegati (ossia i Presidenti delle Regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto), del compenso per prestazioni di lavoro straordinario rese per l'espletamento delle attività conseguenti allo stato di emergenza a seguito degli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012, ed il comma 10 proroga al 31 dicembre 2017 (rispetto al 31 dicembre 2016 già previsto) l'Unità Tecnica-Amministrativa (UTA), operante presso il Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri nell'ambito delle emergenze e della gestione dei rifiuti nella regione Campania.
  Il comma 11 proroga al 31 dicembre 2017 la gestione commissariale relativa alla «Galleria Pavoncelli» ed il comma 12 proroga infine al 31 dicembre 2017 il termine relativo alla gestione emergenziale della situazione ambientale dello stabilimento «Stoppani» nel comune di Cogoleto, in provincia di Genova.
  Anche nell'articolo 14 sono state inserite in sede di esame presso il Senato ulteriori disposizioni, ad iniziare dal comma 5-bis, riguardante gli enti locali dell'Emilia, Lombardia e Veneto colpiti dagli eventi sismici di maggio 2012, per i quali viene prorogata all'anno 2018 la sospensione, prevista dal comma 456 dell'articolo 1 della legge di stabilità 2016, degli oneri relativi al pagamento delle rate dei mutui concessi dalla Cassa depositi e prestiti Spa da corrispondere nell'anno 2017, incluse quelle il cui pagamento è stato differito ai sensi delle leggi di stabilità per gli anni 2013, 2014 e 2015. I commi 6-bis e 6-ter concernono la sospensione delle imposte per redditi dei fabbricati nelle zone colpite dal sisma del maggio 2012 disponendo che tali fabbricati sono esenti dall'applicazione dell'imposta municipale, fino alla definitiva ricostruzione e agibilità dei fabbricati stessi o comunque entro un termine, che la disposizione in commento sposta di un anno, portandolo dal 31 dicembre 2016 al 31 dicembre 2017, con un onere pari a circa 25 milioni.
  Il comma 6-quater proroga dal 31 dicembre 2016 al 31 dicembre 2017 il termine entro il quale possono essere sospese le rate dei mutui contratti da parte dei soggetti residenti in uno dei comuni colpiti dal sisma del maggio 2012 e dagli eccezionali eventi atmosferici del gennaio-febbraio 2014. A tal fine è autorizzata la spesa nel limite massimo di 300 mila euro per l'anno 2017.
  Con il comma 7-bis viene prorogato di un anno (dal 31 dicembre 2017 al 31 Pag. 69dicembre 2018) il termine di efficacia di alcune graduatorie dei concorsi pubblici a tempo indeterminato (relative alle amministrazioni pubbliche soggette a limitazioni delle assunzioni), limitatamente alle graduatorie per assunzioni a tempo indeterminato dei comuni de L'Aquila e cratere a seguito dell'evento sismico in Abruzzo dell'aprile 2009.
  Con il comma 9-bis nella medesima finalità emergenziale si prevede si applichino per gli anni 2017 e 2018 alcune disposizioni della legge di stabilità 2016 il cui periodo di applicazione è ora previsto nel biennio 2016-2017: tali norme concernono l'autorizzazione, per i comuni del cratere conseguente al sisma in Abruzzo dell'aprile 2009, a prorogare o rinnovare i contratti stipulati sulla base della normativa emergenziale, in deroga alle vigenti normative in materia di vincoli alle assunzioni a tempo determinato presso le amministrazioni pubbliche. Al contempo viene quantificato un limite di spesa, rispettivamente per il comune de L'Aquila (1,7 milioni di euro) e per i comuni del cratere (1,15 milioni).
  I commi da 12-bis a 12-quater recano l'erogazione e il riparto di contributi finanziari per gli anni dal 2017 al 2020 nei confronti dei comuni colpiti da eventi sismici, disponendo al contempo della copertura dei relativi oneri. Tali contributi concernono sia i comuni colpiti dal sisma del maggio 2012 nelle regioni Emilia Lombardia e Veneto, sia quelli danneggiati dagli eventi sismici dell'aprile 2009 nella provincia de L'Aquila e altri comuni della regione Abruzzo, sia, infine quelli danneggiati dagli eventi sismici del 21 giugno 2013 nel territorio delle province di Lucca e Massa Carrara.
  I commi 12-quinquies e 12-sexies modificano l'articolo 12 del decreto- legge n. 78 del 2015, estendendo ai periodi di imposta dal 2015 al 2019 le agevolazioni operanti nelle zone franche urbane (ZFU) Emilia.
  11 comma 12-septies dispone che gli effetti della deliberazione dello stato di emergenza adottata dal Consiglio dei ministri il 19 febbraio 2016, e prorogata con successiva delibera del 10 agosto 2016, in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici che nei giorni dal 30 settembre al 10 ottobre 2015 hanno colpito il territorio di Olbia-Tempio, di Nuoro e dell'Ogliastra, sono ulteriormente prorogati fino al 30 ottobre 2017.
  L'articolo 14-bis proroga il termine entro il quale le Agenzie fiscali possono espletare i nuovi concorsi per dirigenti previsti dall'articolo 4-bis del decreto-legge n. 78 del 2015 che, si rammenta, dispone che le agenzie medesime possano annullare i concorsi per dirigente banditi, ma non ancora conclusi, e indire, per un corrispondente numero di posti, nuovi concorsi da concludere entro il 31 dicembre 2016: termine ora posposto al 31 dicembre 2017.
  L'articolo 14-ter dispone, in tema di recupero dell'evasione, che per il primo anno di applicazione la trasmissione telematica all'Agenzia delle entrate dei dati di tutte le fatture emesse e ricevute (c.d. nuovo spesometro) è effettuata su base semestrale. Il termine per la comunicazione analitica dei dati delle fatture relative al primo semestre viene tuttavia prorogato dal 25 luglio al 16 settembre 2017 e, per la comunicazione relativa al secondo semestre, si prevede il termine del mese di febbraio 2018. Per quanto riguarda l'adempimento relativo alla comunicazione dei dati delle liquidazioni periodiche IVA (ai sensi dell'articolo 21-bis del decreto-legge n. 78 del 2010) rimangono ferme le scadenze trimestrali, previste dalla norma vigente.
  L'articolo 14-quater proroga dal 1o marzo 2017 al 1o novembre 2017 l'avvio dell'applicazione sperimentale della lotteria nazionale legata agli scontrini limitatamente agli acquisti di beni o servizi, fuori dall'esercizio di attività d'impresa, arte o professione, effettuati da persone fisiche residenti in Italia mediante strumenti che consentano il pagamento con carta di debito e di credito.
  L'articolo 15 autorizza il Ministro dell'economia e delle finanze ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio, anche in conto residui, connesse all'attuazione del provvedimento in Pag. 70esame. L'articolo 16 dispone in ordine alla immediata entrata in vigore del decreto-legge, a partire dal giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, ossia dal 30 dicembre 2016.
  Infine, per quanto riguarda gli aspetti concernenti la quantificazione degli oneri e la copertura finanziaria degli stessi, rinvio alla documentazione predisposta dagli uffici.

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SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI
EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
   nella votazione n. 1 il deputato Airaudo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 1 il deputato Famiglietti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

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VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 1)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 4304 - Quest. preg. 1, 2 e 3 482 482 242 190 292 75 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.