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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 738 di mercoledì 8 febbraio 2017

Pag. 1

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  La seduta comincia alle 9,30.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  RICCARDO FRACCARO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amoddio, Michele Bordo, Bratti, Bueno, Capelli, Carbone, Causin, Censore, Dambruoso, De Menech, Dellai, Fedriga, Fontanelli, Giampaolo Galli, Giancarlo Giorgetti, Giorgis, Greco, Locatelli, Losacco, Manciulli, Mannino, Marotta, Piccoli Nardelli, Rampelli, Francesco Saverio Romano, Rosato, Sanga, Sani, Sottanelli, Tabacci, Turco e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centododici, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,34).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.

  La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 10.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 29 dicembre 2016, n. 243, recante interventi urgenti per la coesione sociale e territoriale, con particolare riferimento a situazioni critiche in alcune aree del Mezzogiorno (A.C. 4200-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 4200-A: Conversione in legge del decreto-legge 29 dicembre 2016, n. 243, recante interventi urgenti per la coesione sociale e territoriale, con particolare riferimento a situazioni critiche in alcune aree del Mezzogiorno.Pag. 2
  Ricordo che nella seduta del 7 febbraio è stato da ultimo respinto l'emendamento Rampelli 5.3 e sono stati accantonati gli emendamenti Zaratti 2.36, Bratti 2.20 e 2.21, 3-bis.100 della Commissione e Coppola 4-bis.51.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 4200-A)

  PRESIDENTE. Chiedo al relatore, deputato Laforgia, come intenda procedere nell'esame del provvedimento.

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Io andrei avanti con gli emendamenti su cui abbiamo già dato il parere, quindi lasciamo gli accantonati, che faremo alla fine.

  PRESIDENTE. Quindi, siamo all'emendamento 5.13 Melilla, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lenzi. Ne ha facoltà.

  DONATA LENZI. La ringrazio, Presidente. In questo decreto...

  PRESIDENTE. Mi scusi onorevole Lenzi, chiederei ai colleghi che stanno prendendo i tesserini, che stanno avviandosi alla giornata, di fare un po’ di silenzio, siamo pochi, ma molto rumorosi. Prego.

  DONATA LENZI. In questo decreto è anche previsto un aumento significativo del Fondo per le non autosufficienze con altri 50 milioni, che si aggiungono ai 450 che erano già stati stanziati con la legge di bilancio. In questo modo, per la prima volta, il Fondo per le non autosufficienze arriva a 500 milioni di euro. Sappiamo tutti benissimo che ci vorrebbe forse quattro volte di più, però lasciatemi dire che le politiche sociali da molti anni non vedevano il segno più nei loro fondi, che fosse il Fondo sociale, il Fondo per la non autosufficienza, le risorse per la lotta alla povertà e credo che questo vada riconosciuto.
  Trovo di particolare rilevanza che questo venga fatto in un decreto rivolto al Sud. Dati recenti del lavoro della Corte dei conti segnalano come proprio nel campo del sociale c’è un'enorme differenza di spesa pro capite tra Nord e Sud Italia, che va dai 28 euro pro capite in Calabria ai 200 circa per le province di Trento o di Bolzano. Questa differenza così profonda non può evidentemente non scaricarsi sui servizi. Non stiamo parlando di pochi euro di differenza, ma di cifre significative. Quindi, l'obiettivo dello sviluppo di un intervento organico nelle regioni del Sud per la non autosufficienza credo che sia assolutamente condivisibile e da sostenere convintamente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.13 Melilla, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Su un lutto della deputata Patrizia Maestri (ore 10,08).

  PRESIDENTE. Comunico che la collega Patrizia Maestri è stata colpita da un grave lutto: la perdita della madre.
  Alla collega la Presidenza della Camera ha già fatto pervenire le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

In morte dell'onorevole Bruno Fracchia (ore 10,09).

  PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Bruno Fracchia, deputato dalla VI alla X legislatura, già Questore nella IX legislatura.Pag. 3
  La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

In morte dell'onorevole Antonino Buttitta.

  PRESIDENTE. Comunico che è deceduto anche l'onorevole Antonino Buttitta, già membro della Camera dei deputati nella XI legislatura.
  La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Si riprende la discussione (ore 10,10).

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 4200-A)

  PRESIDENTE. Ci siamo con i voti ?

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Melilla 5.12, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.11 Marcon, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.1 Di Vita, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.4 Russo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. Presidente, proponete di aggiungere 50 milioni di euro al Fondo per le non autosufficienze: mi pare un'azione, un'operazione utile, necessaria, per quanto largamente «stitica». Mi sarei aspettato un atto di vera azione politica e sociale, investendo in modo cospicuo qualche centinaia di milioni di euro per dare davvero sostegno a chi è meno fortunato e non autosufficiente: sostegno alle famiglie, non solo economico, servizi, ed il senso soprattutto che può promanare da una norma che ha anche un profilo etico, cioè indicare da che parte, su questo fronte, lo Stato sta.
  Dicevamo, è una cifra irrisoria, emblematica per alcuni aspetti; ma rispetto anche a questa cifra mi domando, e vi domando: come sarà ripartito questo Fondo esangue ? Sulla base di quali criteri, con quale misura dei bisogni ? Lo farete attraverso una abitudine che avete, utilizzando il criterio della spesa storica, della capacità dei servizi che già esistono di dare risposte ? Lo farete in ragione delle strutture ? A quelle disabilità, a quelle gravissime disabilità, agli anziani non autosufficienti come risponderemo, con quale criterio di riparto ? Come utilizzeremo queste risorse ? Non vorrei che la beffa che questa misura, contenuta in una norma che ammicca al Sud, non parla di Pag. 4Sud, ammicca al Sud, non vorrei che la beffa che questa norma, contenuta in un disegno intitolato, e basta, al Sud, rappresentasse un elemento addirittura sperequativo proprio nei confronti del Mezzogiorno del nostro Paese. Lo avete già fatto, lo state ancora facendo sugli asili, sulle mense scolastiche, dove provate a dare di più a chi ha di più. Noi proviamo a suggerirvi rispetto a queste risorse, rispetto a questo Fondo, un criterio diverso: misurare cioè la risposta ad un bisogno in ragione della povertà dell'area, della deprivazione sociale di quell'area. Noi proviamo ad indicare insomma non solo il Sud ma anche quelle aree degradate delle periferie urbane, anche quelle aree delle valli, quelle aree che hanno profili di povertà rispetto al bisogno o piuttosto vogliamo, in una norma che ha l'altisonante titolo di riferimento al Mezzogiorno, prevedere criteri che aiutino davvero chi ha bisogno introducendo criteri di riparto sulle deprivazioni sociali, sugli indici di povertà. Non è una domanda del Sud: è un elemento di perequazione delle aree difficili, delle aree delle isole del Sud come del Nord, delle valli come delle aree delle periferie degradate delle grandi città. È una domanda, Presidente, di giustizia, etica, perequativa. Abbiate il pudore in una norma che ammicca al Sud non dico di favorire ed aiutare il Mezzogiorno, ma perlomeno provate a non aumentare il gap nella spesa per servizi così essenziali, provate a non aggiungere risorse per rispondere a fragilità sociali marginalizzando chi ha più bisogno, chi ha meno, penalizzando proprio il Sud e larga parte del Paese. La beffa insomma che venga scritto in una norma per il Sud, questo mi sembra davvero troppo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.4 Russo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.2 Guidesi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Intanto che i colleghi votano, colgo l'occasione per esprimere gli auguri di tutta l'Assemblea alla collega Vega Colonnese che, qualche giorno fa, ha dato alla luce il piccolo Luca. Tanti auguri da tutti noi (Applausi).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.10 Carfagna con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Carfagna. Ne ha facoltà.

  MARIA ROSARIA CARFAGNA. Grazie, Presidente. Con questo emendamento, al pari dei due successivi, chiediamo che l'INAIL possa disporre nell'ambito del proprio piano di investimenti immobiliari 100 milioni di euro per la realizzazione di nuovi asili nido in quei comuni che si trovano nelle regioni Obiettivo convergenza con elevati indici di povertà e di deprivazione sociale. È una disposizione assolutamente in linea con quanto già approvato nella scorsa legge di bilancio che prevedeva un investimento dell'INAIL di 100 milioni di euro per la realizzazione di nuove strutture scolastiche. Sulla stessa linea, ma assolutamente differente, chiediamo anche una copertura di 3 milioni di euro annui per il pagamento dei canoni di locazione e uno stanziamento di 100 milioni di euro per garantire il funzionamento dei servizi all'interno di nuovi asili nido. Perché chiediamo questo all'interno di un provvedimento che ambisce ad essere Pag. 5un provvedimento in grado di garantire sviluppo e coesione nelle regioni del Mezzogiorno ? Perché un altro elemento di forte differenziazione tra il sud e il nord del Paese è rappresentato proprio dalla qualità e dalla quantità dei servizi pubblici a favore dell'infanzia. Sul tutto il territorio nazionale l'offerta dei servizi per l'infanzia è assolutamente insufficiente, ma al Sud è direi assolutamente modesta. Basti pensare che sono 25 su 100 i bambini che al Nord trovano posto negli asili nido; 27 su 100 quelli che trovano posto in un asilo nido al Centro e questa percentuale scende al 9,4 per cento quando prendiamo in considerazione le regioni del Mezzogiorno. È così importante garantire più posti all'interno degli asili nido ? Non soltanto perché più posti negli asili nido significa anche garantire un percorso di formazione, di educazione di qualità sin dalla tenera infanzia, ma anche perché significa permettere alle donne di conciliare vita lavorativa e vita familiare, significa garantire alle donne un reddito ulteriore e quindi autonomia economica, significa garantire a tante famiglie italiane la possibilità di poter fare affidamento su un reddito in più per fare fronte a tutte quelle spese che si trovano costretti a sostenere. È un circolo virtuoso che ha ricadute benefiche anche per la nostra economia e per il nostro prodotto interno lordo. Ci sono molti studi del Fondo monetario internazionale e della Banca d'Italia che dimostrano come più donne occupate all'interno del mercato del lavoro significherebbe anche permettere al nostro prodotto interno lordo di fare un balzo in avanti: 100.000 donne occupate in più ad esempio significa permettere al nostro PIL di crescere dello 0,27 per cento in più. Ora questo è un discorso importante che riguarda tutto il territorio nazionale, ma riguarda soprattutto quel Mezzogiorno dove non ci possiamo rassegnare ad una presenza di pochi irrilevanti posti negli asili nido che arrivano a garantire una copertura del 9,4 per cento. Si tratta di un circolo virtuoso che facciamo fatica ad attivare su tutto il territorio nazionale, ma che al Sud rappresenta un vero e proprio miraggio. Quindi, se veramente vogliamo fare in modo tale che questo testo in qualche modo sia aderente rispetto al titolo che suggerisce tante ambizioni che vengono poi assolutamente deluse, chiedo al Governo di cambiare il parere e chiedo ai colleghi di prestare attenzione a questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.10 Carfagna, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.9 Carfagna, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.8 Carfagna, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.5 Carfagna.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Carfagna. Ne ha facoltà.

Pag. 6

  MARIA ROSARIA CARFAGNA. Grazie, Presidente. Con questo emendamento, invece, chiediamo di introdurre, tra le aree prioritarie di intervento del Fondo per le non autosufficienze, interventi specifici volti a garantire la copertura finanziaria del trasporto scolastico per gli alunni diversamente abili e dell'assistentato materiale per gli alunni diversamente abili. L'ultimo decreto di riparto, quello del settembre 2016, ha distribuito i 400 milioni che costituiscono la dotazione del Fondo e tra le aree prioritarie di intervento non ha previsto il trasporto scolastico degli alunni disabili e l'assistentato materiale all'interno delle aule scolastiche.
  Adesso, è noto a tutti che si tratta di servizi fondamentali e di servizi essenziali perché garantiscono la fruizione di un diritto costituzionalmente rilevante, che è il diritto allo studio degli alunni diversamente abili. Ci sono tante realtà in Italia dove bambini e ragazzi non riescono ad andare a scuola, addirittura da settembre dello scorso anno, perché gli enti locali non si trovano nelle condizioni di poter finanziare questi servizi e queste prestazioni essenziali. Adesso, io non so se il Fondo per le autosufficienze possa essere lo strumento e il veicolo migliore per garantire questo tipo di prestazioni e questo tipo di servizi. Io chiedo al Governo, però, di farsi carico di questo problema, perché io credo che non si possa accettare che in tante città italiane centinaia, anche in migliaia, di bambini e di ragazzi, che già vivono una condizione di grande difficoltà, di grande disagio e di grande fragilità, addirittura si trovino impediti e non possano frequentare le aule scolastiche perché non c’è copertura necessaria e sufficiente, a volte anche per incapacità degli enti locali di provvedere a finanziare questi servizi, per garantire a questi bambini di esercitare il diritto allo studio. Allora, io credo che il Parlamento e il Governo non si possano voltare dall'altra parte quando ci troviamo di fronte a un problema che riguarda tante famiglie italiane, le loro sofferenze e le sofferenze di tanti bambini e di tanti ragazzi. Quindi, chiedo veramente al Governo, riformulando l'emendamento in qualunque modo, di farsi carico di questa sofferenza enorme che riguarda tante famiglie italiane (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.

  DONATA LENZI. Grazie, Presidente. Il problema sollevato dalla collega onorevole Carfagna è sicuramente un problema rilevante, tant’è vero che è stato già affrontato in sede di legge di bilancio, sia con la precedente per quanto riguarda i fondi del 2016, sia nel 2017. Infatti, forse la collega non ha presente che questa materia, che è diritto allo studio, come, peraltro, dal suo intervento si capiva, non è assistenza sociale, ma è garanzia di un diritto, quello di andare a scuola. Peraltro, andare a scuola è anche un obbligo.
  Questo Fondo è previsto presso il Ministero dell'istruzione. Sono stati stanziati 70 milioni di euro per l'anno precedente e 75 milioni di euro per il 2017. Il Fondo viene ripartito tra le regioni.
  Io vi prego, vi prego: non costringeteci a una guerra tra sofferenze, per cui dobbiamo levare le risorse, che sono destinate alle famiglie con persone anziane non autosufficienti, per darle a famiglie, altrettanto in difficoltà, con ragazzini disabili che devono andare a scuola. Sono due esigenze, entrambe meritevoli di tutela, che non è giusto mettere in competizione tra di loro e che vanno finanziate, una, all'interno del Ministero dell'istruzione e, l'altra, all'interno del Ministero delle politiche sociali. Questi fondi di 50 milioni nel piano di riparto, già presentato dal Governo in sede di Conferenza Stato regioni – vi ricordo che il sociale, a differenza del diritto allo studio, è materia di esclusiva competenza delle regioni –, sono già destinati all'obiettivo dell'assistenza alle famiglie con anziani colpiti da Alzheimer, che era l'obiettivo indicato da un emendamento della collega Prestigiacomo che avevamo recepito in sede di legge di bilancio, ma purtroppo, in quel momento, Pag. 7non si è potuto adeguatamente sostenere. Quindi, pregherei di rispettare almeno la distinzione di fondo tra quello che è un diritto e un dovere, andare a scuola, e quella che è l'assistenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Prestigiacomo. Ne ha facoltà.

  STEFANIA PRESTIGIACOMO. Grazie, Presidente. Intervengo solo per precisare che la collega Carfagna e il gruppo di Forza Italia sanno perfettamente che la finalità di questi emendamenti era quella di garantire anche il diritto allo studio. Semplicemente, noi ci siamo dovuti agganciare al Fondo di non autosufficienza per portare in quest'Aula, all'attenzione dei parlamentari, i reali problemi del Mezzogiorno, che riteniamo non siano trattati in questo decreto-legge.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Argentin. Ne ha facoltà.

  ILEANA ARGENTIN. La ringrazio, Presidente. Intervengo per riconoscere all'onorevole Carfagna l'importanza di quanto detto. Ci tengo, però, a dire una cosa. Effettivamente, l'onorevole Lenzi ha cercato di cambiare culturalmente anche questa situazione. È arrivato il momento che i Ministeri, in base alle loro competenze, affrontino la questione, altrimenti i soldi sulla non autosufficienza non saranno mai sufficienti. È il caso che tutti i Ministeri, da quelli che trattano i problemi della scuola a quelli che trattano il problema delle barriere architettoniche e il problema dell'alimentazione, affrontino queste problematiche e queste responsabilità in modo trasversale, visto che i disabili sono cittadini come gli altri e non devono appesantire il capitolo della non autosufficienza, che, invece, nasce e serve per quelle gravità e quelle necessità di assistenza. Lo studio è una cosa, l'assistenza è un'altra.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Russo. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. Grazie, Presidente. Intervengo per significare che qui non vi è la voglia e nessun desiderio di alimentare una guerra tra esigenze, tra domande di fragilità. Semmai c’è un problema diverso che si pone. Non è questo il luogo ? Questo disegno di legge non è l'occasione ? Non è questa l'occasione normativa ? Quale sarà il luogo nel quale potremo discutere di questioni che non possono essere banalmente affidate all'ente locale di turno ? Faccio un esempio: solo nella città di Napoli – non possiamo pretendere che sia quel comune da solo a guardare a questa fragilità – mille sono i ragazzi che escono – escono ! – dai sistemi e dai percorsi formativi. Qual è l'approccio che questo Parlamento vuole dare a una questione così complessa, così difficile e che rappresenta anche una problematicità che ha una dimensione naturalmente nazionale ? È evidente che non può essere questa la sede, ma diteci qual è la sede.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Vita. Ne ha facoltà.

  GIULIA DI VITA. Grazie, Presidente. Semplicemente per fare un po’ di chiarezza, perché questo è un classico emendamento che dimostra solo la volontà di fare uno slogan o una «marchetta» perché, come ha detto la collega Lenzi, il Fondo per la non autosufficienza nulla c'entra con altri tipi di servizi come, per esempio, il trasporto per gli alunni disabili a cui faceva riferimento poco fa la collega Carfagna che, come tra l'altro ha confermato la collega Prestigiacomo, ha spiegato che questo emendamento è un espediente per portare all'attenzione dell'Aula questo tipo di problematiche. Io ritengo, e rispondo anche al collega che è intervenuto precedentemente, che, dato che volete portare all'attenzione dell'Aula queste tematiche, vi potete svegliare al momento opportuno, per esempio quando abbiamo Pag. 8parlato della legge sul «dopo di noi», il cui secondo articolo faceva proprio riferimento ai livelli essenziali delle prestazioni a cui fa riferimento questo emendamento, in maniera impropria e inopportuna, oppure in legge di stabilità. Quindi, non cercate di inserire delle «marchette» per poi venire qua a fare il solito spettacolo a cui devo assistire da ormai quattro anni a questa parte (Commenti)... assistere... grazie, molto gentili...

  PRESIDENTE. Colleghi, lasciate parlare la deputata Di Vita.

  GIULIA DI VITA. Ho assistito, lo ripeto, a un sacco di strafalcioni... sto cercando di entrare nel merito della questione, semplicemente per dire che di principio questo emendamento è bellissimo – mettiamo più soldi per qualsiasi tipo di servizio – peccato che non c'entra niente con il Fondo di cui stiamo parlando in questo momento (Commenti della deputata Carfagna). Non mette più soldi, sta cercando di fare riferimento a dei servizi che non c'entrano niente con il Fondo per la non autosufficienza...

  PRESIDENTE. Onorevole Di Vita, parli con la Presidenza. Non deve interloquire...onorevole di Vita e onorevole Carfagna. Siamo in Aula...andate a prendere il caffè, dopo...

  GIULIA DI VITA. Concludo, dicendo che questi benedetti livelli essenziali delle prestazioni non sono stati mai definiti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); quindi, inserire un emendamento che fa riferimento a questo non ha assolutamente senso; è semplicemente per venire qui e parlare dei problemi della disabilità. Allora, la prossima volta ci svegliamo in legge di stabilità, ci svegliamo nelle leggi che parlano proprio di questo e affrontiamo il discorso in maniera più pertinente e in maniera più propria, dato che quando abbiamo parlato della legge sul «dopo di noi» abbiamo fatto grandi battaglie, ma io da Forza Italia e dagli altri partiti di opposizione non ho sentito assolutamente nessuna critica nel merito. Mi fa piacere che però, ogni tanto, vi accorgete che ci sono anche questi problemi non sono nel Mezzogiorno, ma in tutto il resto del Paese.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Saltamartini. Ne ha facoltà.

  BARBARA SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Questa discussione è a dir poco surreale. Mi permetto di dirlo con tutto il rispetto verso i colleghi che mi hanno preceduto. È surreale perché, in un decreto che dal titolo riguarda solo una parte dell'Italia, si è voluto inserire un tema che riguarda tutta l'Italia, da nord a sud, perché il tema della non autosufficienza, con tutto quello che comporta, non può essere affrontato nella sua totalità, nella sua serietà, nella sua complessità, pensando di inserirlo, con uno stanziamento di fondi ulteriori, in un decreto che, ovviamente, dovrebbe avere come priorità quella di garantire e di far sì che nel Mezzogiorno parta veramente un piano di riordino e, soprattutto, di rilancio di una zona che sicuramente è ancora indietro rispetto al resto del Paese.
  Allora, io mi chiedo: ma per quale motivo il Governo ha pensato di risolvere il problema della non autosufficienza pensando di inserirlo in questo provvedimento ? Lo si è voluto fare perché, Presidente, questo provvedimento non è altro che – mi passi il termine – una cosiddetta «legge mancia», con la quale si pensa di andare a risolvere tutta una serie di criticità non risolte in legge di stabilità. Questo è il senso di questo decreto ed è paradossale che alcuni di noi siano costretti, per le proprie convinzioni, per voler affrontare un problema – così come hanno fatto la collega Carfagna e il collega Palese, oppure gli emendamenti che ha presentato anche la Lega su questo tema – a parlarne qui, perché in legge di stabilità non ci è stata data la possibilità di farlo.
  Questa è la verità, Presidente ! Ecco perché da questo punto di vista questa Pag. 9discussione è paradossale e chi guarda e chi ci tiene veramente al tema della non autosufficienza sa che quello che c’è in questo decreto non servirà a niente e a nessuno, perché non ci sono criteri specifici, perché non si capisce esattamente queste risorse come verranno utilizzate e da chi verranno utilizzate, ma è semplicemente uno slogan che il Governo ha voluto inserire qui dentro, visto che non era riuscito a farlo prima e doveva pagare, forse, ancora qualche penale rispetto alle cose che sono state dette prima del referendum. Così non si fa politica a favore della non autosufficienza; così si fa semplicemente propaganda ed è un ulteriore segno di propaganda che questo Governo ha messo in piedi su un tema così delicato e così importante. Pertanto, dovreste vergognarvi di quello che avete inserito qua dentro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il relatore Laforgia, però ha anche chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Sentiamo prima l'onorevole Binetti. Prego, onorevole, ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Grazie, Presidente. A me dispiace che su uno di quelli che io considero i migliori disegni di legge che siano usciti da questa legislatura, quello che riguarda la presa in carico dei non autosufficienti, il collega del MoVimento 5 Stelle esprime perplessità. Però, io penso che noi in questa legislatura abbiamo manifestato, in diversi passaggi, un'attenzione particolare alla disabilità, alla non autosufficienza, al tema famoso dell'autismo, al tema dei pazienti che attraversano situazioni gravi. Mi sembra che trattarlo in questo modo, come se, in realtà, noi non avessimo una preoccupazione chiara e forte nei confronti di persone che non sono in grado di valersi da sé, sia un po’ una mancanza di rispetto nei confronti di questo universo di persone. Noi viviamo in una civiltà, da un certo punto di vista ringraziando Iddio, che è sempre più spinta verso gli anni che passano; quindi, siamo davanti a molti ultranovantenni, siamo davanti a un'anzianità che diventa sempre più attiva, però siamo anche davanti a un'anzianità che porta con sé lo stigma, forte, di una disabilità crescente. Ora, io credo che trattare in questo modo un problema che riguarda una parte così significativa della popolazione non ci faccia tanto onore, proprio perché noi stessi abbiamo assunto in precedenza delle responsabilità nei loro confronti.
  È vero che questo è un disegno di legge che riguarda il Mezzogiorno e io mi azzardo a dire che nel Mezzogiorno il problema della non autosufficienza è un problema più grave, più esteso, più capillare, proprio perché meno intensa e meno efficiente la rete dei servizi. Quindi, capisco che in un disegno di legge sul Mezzogiorno anche tutta la popolazione non autosufficiente possa avere uno sguardo di maggiore attenzione, però se riuscissimo a tradurre il disegno di legge originario in una decretazione concreta, efficace ed efficiente, se davvero le famiglie potessero contare, attraverso un dialogo diretto e concreto con le rispettive regioni, sugli aiuti di cui hanno bisogno, forse non ci troveremmo, in questo momento, a fare questa sorta di ping-pong che non tiene conto di quella che è la fascia forse più fragile del nostro Paese in questo momento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Carnevali. Ne ha facoltà, per un minuto.

  ELENA CARNEVALI. Grazie, Presidente. Tramite lei, forse, vale la pena ricordare in particolare, devo dire, ad alcuni colleghi, che credo che mai come in questa legislatura noi abbiamo visto un incremento di fondi destinati alla non autosufficienza e, forse, ricordare anche ai colleghi che poi questi fondi vengono distribuiti sulla base di criteri che vengono votati e scelti dalla Conferenza Stato-regioni sulla base della popolazione anziana e, quindi, riconoscendo le specificità di ognuno.
  Io credo che questa non sia propaganda, perché 500 milioni per il 2017 non Pag. 10li abbiamo visti da molti, molti anni e credo che vada riconosciuto, in questa legislatura, l'impegno del Governo e del Parlamento e, soprattutto, anche di molti che si sono, in modo trasversale, adoperati perché questo si realizzasse. Questa non è propaganda, ma è farsi carico, invece, dei problemi reali.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 10,46)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.

  ROBERTO OCCHIUTO. Grazie, Presidente. Credo che la discussione stia assumendo un carattere surreale forse dovuto al fatto che molti dei colleghi che intervengono non hanno ben letto l'emendamento che noi abbiamo proposto, perché noi troviamo nel testo un articolo che prevede l'incremento del Fondo per la non autosufficienza che, vorrei ricordare, oggi ammonta a 450 milioni, di ulteriori 50 milioni. L'articolo, però, non stabilisce alcuna finalità per questi ulteriori 50 milioni; noi abbiamo deciso, invece, di intervenire, stabilendo un vincolo di finalità. Abbiamo deciso, con l'emendamento della collega Carfagna, di stabilire che queste risorse vadano nella direzione indicata dall'emendamento. Ci viene risposto che già molto è stato fatto, che mai nessuna maggioranza e nessun Governo hanno investito così tanto sul Fondo per le non autosufficienze, ma noi non abbiamo chiesto un incremento di questo Fondo; noi abbiamo chiesto che il Parlamento si assuma la responsabilità di stabilire se la finalità indicata dall'onorevole Carfagna sia una finalità meritoria o meno. Secondo noi lo è e per questo chiediamo al Governo di accantonarlo, semmai per verificare la possibilità di un ulteriore approfondimento, e alla maggioranza di rivedere la sua opinione sull'emendamento in questione.

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Grazie, signora Presidente. A noi sta molto a cuore il tema oggetto di questo emendamento, così come la discussione che abbiamo fatto sugli emendamenti che abbiamo appena esaminato è una discussione che ci vede molto interessati. Vorrei dire anche che, per tutto ciò che riguarda le fragilità, non è mai sufficiente lo sforzo che si fa e che si può fare rispetto a questo ambito di discussione. Però, noi vorremmo anche evitare di incorrere in un paradosso, per cui chi ha aumentato quel Fondo, magari non in modo del tutto sufficiente, possa essere accusato di mancanza di sensibilità da parte di chi, quel Fondo, in altre stagioni politiche, lo ha azzerato. E quindi almeno su questo vorrei che fossimo molto chiari.
  Tuttavia, siccome insisto su questo punto specifico, cioè sul tema del trasporto per i disabili, dove c’è una sensibilità particolare, io chiederei su questo emendamento specifico – il 5.5 Carfagna – un accantonamento per verificare se quella misura può esser fatta, non insistendo sul Fondo per le non autosufficienze, come è già stato detto anche da altri colleghi, ma per verificare se è possibile intervenire su altri comparti di spesa.

  PRESIDENTE. Sì, stavamo vedendo che ci sono anche altri emendamenti che sono legati a questo; quindi, a questo punto, devo accantonare anche quelli che seguono, relatore, mi segue ? Relatore Laforgia, io quindi accantono anche gli emendamenti 5.6 Russo e 5.51 Di Vita, che sono collegati a quello di cui lei mi ha chiesto l'accantonamento, ossia 5.5 Carfagna.
  Quindi, se non ci sono obiezioni passiamo all'emendamento 5-bis.50 Saltamartini.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5-bis.50 Saltamartini, con il parere contrario di Commissione e Governo.Pag. 11
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.2 Sammarco, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.3 Sammarco, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

  Passiamo all'articolo aggiuntivo 6.015 Palese, su cui i pareri sono contrari.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. L'articolo aggiuntivo, sostanzialmente, è stato presentato per cercare di dare non una cornice, ma anche parecchia sostanza, visto che viene classificato come decreto-legge per il Mezzogiorno, per il sud, e propone la defiscalizzazione delle «zone franche ASI», localizzate nelle aree «a» e «c» della Carta degli aiuti di Stato a finalità regionale. Gli scopi sono quelli di rafforzare lo sviluppo economico di regioni con un alto tasso di disoccupazione, nonché di promuovere lo sviluppo economico delle regioni che registrano un tasso di crescita inferiore a quello della media nazionale. Le aree di sviluppo industriale sono già localizzate in base agli accordi con la UE e pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale, quindi è già tutto definito, ed è riferito a piccole e medie imprese, come individuate dalla raccomandazione sempre dell'Unione europea rispetto a questo tipo di impostazione.
  Che cosa si chiede ? Si chiede: l'esenzione dalle imposte sui redditi per i primi cinque periodi di imposta; l'esenzione dall'imposta regionale sulle attività produttive per i primi cinque periodi di imposta; l'esenzione dall'imposta comunale sugli immobili (IMU) e dal tributo per i servizi indivisibili (TASI), a decorrere dall'anno 2017 e fino all'anno 2021, per i soli immobili situati nelle «zone franche ASI» posseduti dalle stesse imprese ed utilizzati per l'esercizio delle nuove attività economiche; l'esonero dal versamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente per i primi cinque anni di attività.
  Io ritengo, anche con riferimento agli altri aspetti che sono evidenziati all'interno stesso di questa proposta, che essa possa essere valutata e accolta da parte del Governo, perché sarebbe veramente uno scatto proprio a favore delle regioni in difficoltà, per far diminuire il divario che, secondo Svimez e secondo tutti gli indicatori, invece di diminuire purtroppo aumenta. La disoccupazione, specialmente quella giovanile, è veramente arrivata a livelli non più tollerabili e mi auguro, insomma, che il Governo cambi parere rispetto a questo tipo di situazione e di impostazione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 6.015 Palese, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 127.1 Mannino, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.5 Mannino, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.46 Mannino; i pareri sono contrari.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Grazie, Presidente. Semplicemente sappiamo tutti che con questo articolo 7 praticamente si sta facendo la prima grossa – chiamiamola così – deroga al nuovo codice degli appalti. Molti in quest'Aula sanno che abbiamo varato un nuovo codice degli appalti per ridurre le situazioni di corruzione o prevenire la corruzione in questo Paese, anche alla luce di evidenti situazioni imbarazzanti – parlo di Expo, parlo del MOSE, anche con i recenti aggiornamenti, parlo di Mafia Capitale, parlo ovviamente anche del G8 alla Maddalena del 2009 –; e allora, oggi, cosa si sta facendo con questo decreto ? Ci stiamo, diciamo così, svegliando dopo più di un anno di programmazione sul G7 e stiamo autorizzando, secondo quello che comunque il nuovo codice degli appalti prevede, una procedura di invito delle imprese che devono realizzare le opere per l'organizzazione del G7, e i servizi anche, utilizzando l'articolo 63 del nuovo codice degli appalti, che prevede le procedure negoziate senza bando di gara, con la giustificazione che questa procedura, nell'attuale testo appositamente modificato dal Governo in Commissione, venga utilizzata solo con apposita motivazione.
  Bene, ovviamente, trovandoci a meno di due mesi dall'inizio del G7, la motivazione dell'urgenza sarà presto data e, quindi, possiamo praticamente tornare a quello che era il testo prima della modifica in Commissione, cioè che prevedeva l'articolo 63 del nuovo codice degli appalti, quindi procedure negoziate senza bando di gara e senza pubblicità dei lavori per tutte le opere. Il Governo, secondo me, secondo la mia opinione, ha volutamente puntato in alto su questo articolo per poi modificarlo in Commissione in una versione un po’ più accettabile.
  Cosa proponiamo con l'emendamento ? Semplicemente, visto che c’è questa sorta di giustificazione delle procedure negoziate solo con apposita motivazione, chiediamo di non utilizzare l'articolo 63 del codice, ma di utilizzare l'articolo 62, che garantisce un po’ più di pubblicità, cioè permette sempre le procedure negoziate, sempre la stazione appaltante che invita appositamente un numero limitato di imprese a lei note e quantomeno pubblica il bando. Questo sicuramente allungherebbe un pochino i tempi, ne siamo al corrente, però mi chiederei, e immagino che il Governo si chieda, cosa ha fatto in questo anno e perché siamo arrivati a quattro mesi dal G7 di fatto con un'urgenza di tempi che ci porta a utilizzare procedure che vanno nella direzione opposta rispetto a tutto quello che ci siamo detti nel corso di approvazione del nuovo codice degli appalti.
  Mi auguro, ci auguriamo, proprio per non poter dire fra qualche mese «ve l'avevamo detto», di non trovarci di fronte ad ulteriori procedure della magistratura che, appunto, come già detto sull'esperienza della Maddalena, sull'esperienza di Expo, di Mafia Capitale, del MOSE, che recentemente è stato detto che sarà inutilizzabile proprio perché l'acciaio utilizzato – si stanno accorgendo adesso – non Pag. 13era di buona qualità e ha determinato tanti scandali. Ci auguriamo che quella di Taormina di quest'anno, per il G7 che inizierà a maggio, non sarà la stessa cosa. Grazie.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Prestigiacomo. Ne ha facoltà.

  STEFANIA PRESTIGIACOMO. Grazie, Presidente. Noi, come gruppo di Forza Italia, ci asterremo su questo e sui successivi emendamenti che riguardano la parte relativa al G7. Desideriamo, però, fare una considerazione. Noi non dimentichiamo le feroci critiche che abbiamo ricevuto in passato, quando il nostro Governo ha organizzato e ospitato in Italia il G8. Ebbene, a qualche anno di distanza, dopo tanta propaganda, dopo avere fatto il codice degli appalti, accompagnato dallo slogan «mai più deroghe, mai più deroghe», noi ci troviamo alla vigilia di un appuntamento internazionale importante per il nostro Paese con un decreto-legge che prevede appalti a trattativa privata. Siete stati costretti ad accettare i rimproveri, a subire rimproveri da parte del presidente dell'anticorruzione, Cantone, e a dovere accogliere alcune modifiche in Commissione.
  Questo rimanga agli atti, perché non c'era nessuna volontà allora di utilizzare procedure d'urgenza chissà per quali oscuri fini. Purtroppo, nel nostro Paese è molto difficile realizzare in tempi brevi qualcosa ovunque, al nord, al centro, come al sud. Purtroppo, in certe circostanze la Realpolitik e un po’ di buonsenso dovrebbero far comprendere che sono utili procedure in deroga e procedure più spedite ma noi siamo stati additati, mentre invece voi con grande spregiudicatezza, a pochi mesi dall'evento, avete inserito, in un decreto che deve rilanciare il Mezzogiorno, un articolo vergognoso. Ma dov’è la vostra coerenza, cari colleghi ? Almeno diventate un po’ rossi. Renzi aveva previsto le trattative private, quindi di più rispetto a quelli che una volta erano i poteri della Protezione civile, alla quale si era affidato il compito in emergenza di organizzare e di realizzare quel minimo di infrastrutture per garantire una dignitosa accoglienza agli ospiti stranieri. Che rimanga agli atti che voi predicate bene ma razzolate veramente male.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Ministro De Vincenti. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno. Grazie, Presidente. Solo per sottolineare all'Assemblea, all'Aula, scusatemi, che l'articolo 7, come modificato in Commissione dall'emendamento del Governo, specifica che ai lavori per la preparazione del G7 si applica la procedura prevista dai commi 1 e 6 dell'articolo 63 del cosiddetto codice degli appalti, per essere breve, sulla base di motivazione che dia conto, per i singoli interventi, delle ragioni di urgenza e della necessità di derogare all'ordinaria procedura di gara per motivi strettamente correlati ai tempi di realizzazione degli stessi. Cosa significa ? Significa che stiamo utilizzando una norma prevista dal nuovo codice degli appalti, con tutte le procedure di garanzia che quell'articolo 63 prevede, e stiamo anche dicendo che il ricorso all'articolo 63 dovrà essere motivato intervento per intervento, con un massimo di garanzia, di trasparenza e di controllo.
  Credo, quindi, che le motivazioni portate dall'onorevole Mannino e dall'onorevole Prestigiacomo siano prive di fondamento. La procedura adottata è una procedura prevista dal codice degli appalti per i casi in cui è necessaria una particolare accelerazione delle opere e già possiede tutte le garanzie di trasparenza e controllo necessarie.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signora Presidente, il problema non è che si fa esattamente come si è fatto nel passato, cioè utilizzando il nuovo codice degli appalti. Il problema è un altro: che dello svolgimento Pag. 14del G7, alla fine di maggio, il Governo sapeva da un sacco di tempo. Il problema è questo: sapendo che era già fissato il G7, perché mai si è atteso l'ultimo secondo per attuare queste procedure ? Il Governo ha tentato un colpo di mano dopo aver sbandierato per mesi e mesi che col nuovo codice degli appalti mai più si sarebbero tenute le trattative private e tutte le cose che noi sappiamo; esso era formulato, invece, in deroga al codice degli appalti e per fortuna che noi, come Commissione, abbiamo chiesto l'audizione di Cantone, che è venuto sconvolto da quella proposta. Ha utilizzato proprio questo termine, che era «sconvolto», era sorpreso perché c'era stata quella formulazione proposta così come è stata licenziata dal Consiglio dei ministri, e per iscritto poi ha tirato fuori una serie di suggerimenti che noi abbiamo presentato. Di quei suggerimenti, tranne quello a cui ha fatto riferimento adesso il Ministro, gli altri sono tutti disattesi, quelli che ha detto Cantone ! Quindi, per la prima volta abbiamo storicamente anche che quello che suggerisce Cantone viene solamente utilizzato in parte, o meno.
  Ora, qui ci sono 15 milioni in ballo. Sicuramente il G7 si deve fare. Io mi auguro che siano sufficienti queste garanzie, perché comunque è grave che sia il Governo, che ha sbandierato dappertutto il nuovo codice degli appalti, che per primo vada in deroga: perché di deroga si tratta, in via eccezionale. Ora, davanti a queste situazioni, queste sono situazioni veramente allarmanti. Il commissario, persona che io conosco e stimo personalmente, che è stato nominato, il prefetto Riccardo Carpino, mi auguro che sia sufficiente, perché poi le aziende sono in Sicilia: è a Taormina il G7, e le opere debbono essere fatte in via d'urgenza. Stimoliamo il Governo ad attuare i controlli necessari oltre misura, perché da questo punto di vista perlomeno è vero quello che poco fa ha detto il Ministro, che comunque debbono motivare, eccetera: non è il problema delle motivazioni ma è l'urgenza che può determinare storture e qualche situazione imbarazzante.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Presidente, proprio alla luce di quello che ha detto come motivazione il Ministro, che ovviamente è anche scritto qui, collegato ai tempi di realizzazione, la domanda rimane la stessa, e condividendo quanto detto dal collega Palese prima: cosa ha fatto in questi anni il Governo ? Un Governo responsabile, che vuole prevenire fenomeni corruttivi o indagini della magistratura, sarebbe potuto venire in Commissione banalmente con un elenco delle opere che sarebbero dovute andare in deroga, perché non è che parliamo di sei mesi di tempo: parliamo di meno di quattro mesi. E di fatto io faccio qui una scommessa col Ministro: sono sicura che le motivazioni saranno tutte dettate dalla carenza dei tempi, da questo decreto-legge in poi.
  Quindi, la domanda rimane la stessa: cosa ha fatto il Governo in questo anno ? Probabilmente il Governo non credeva di arrivare a febbraio 2017; forse pensava di finire il suo mandato molto prima, e se ne è semplicemente disinteressato. Se questo è il modo con cui governiamo questo Paese, veramente andate a casa prima.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Saltamartini. Ne ha facoltà.

  BARBARA SALTAMARTINI. Presidente, interverrò adesso anche rispetto agli altri emendamenti che seguono sulla materia, e non posso che non risottolineare quanto diceva il collega Palese.
  Da una parte, per fortuna aggiungo io, in Commissione siamo riusciti a migliorare in parte il testo iniziale con cui il Governo era arrivato, anche a seguito dell'audizione di Cantone. Rimane però un problema: rimane il problema che rispetto ad un codice degli appalti, che noi tra l'altro avevamo considerato assolutamente inadeguato, tant’è che il nostro gruppo parlamentare aveva votato contro il codice degli appalti così come uscito, c’è il tema della Pag. 15deroga e dell'urgenza. Da una parte non si capisce per quale motivo sull'iniziativa del G7 siamo dovuti arrivare a queste tempistiche, e quindi si prevede adesso il criterio dell'urgenza, e quindi si va in deroga rispetto a quanto previsto; ma anche e soprattutto un altro aspetto a me interessa: che tutto ciò dimostra ancora una volta quanto alcune scelte fatte dal Governo e da questa maggioranza che lo sostiene siano state fallimentari. In occasione per esempio del terremoto, rispetto al codice degli appalti, ci sono se non sbaglio trenta o più deroghe che sono state messe in campo: a dimostrazione che quella norma è stata del tutto disattesa, era del tutto sbagliata, e che soprattutto metteva nelle condizioni disastrose di non poter intervenire.
  Una iniziativa legislativa, del Governo ovviamente approvata da quest'Aula, che fa sì che oggi siate costretti a fare marcia indietro, andando anche a risottolineare evidentemente quanto di buono era stato fatto in altre occasioni da precedenti Governi: lo diceva prima la collega Prestigiacomo in merito alla Protezione civile, dove per il terremoto de L'Aquila si lavorò in quel modo, che è lo stesso modo con cui oggi voi chiedete di andare a lavorare perché non avete saputo affrontare quell'emergenza; perché quella sì è un'emergenza, è un'urgenza, non certo il G7 che ben sapevamo ci sarebbe stato, e che nel nostro calendario era ormai da tempo cerchiato in rosso. Allora, rispetto a questo, almeno la bontà da parte vostra, fatto salvo quello che ho detto e gli errori che avete commesso, rispetto ai nostri emendamenti, che mirano ulteriormente a migliorare quello che avete combinato, almeno la bontà di un'ulteriore riflessione – lo dico anche al relatore Laforgia – di un'ulteriore riflessione su questi emendamenti, perché ci permetteranno, questi emendamenti, da un lato di provvedere e di far sì che accadano le cose, perché purtroppo non siete stati capaci di programmarle prima, però ci saranno e si potranno fare bene; dall'altro di evitare la grande paura dell'arrivo dell'Anac, che ovviamente rispetto a qualsiasi procedura di gara, si chiami ex trattativa privata o si chiami trattativa negoziata, ovviamente può intervenire.
  I nostri emendamenti vanno proprio in questa direzione: di cercare di conciliare le due cose, fatto salvo l'errore che avete commesso nel famoso codice degli appalti, di cui oggi vi state assumendo non solo tutta la responsabilità, ma vi state assumendo anche la colpa di aver sbagliato allora, come vi avevamo detto: ve lo avevamo detto che stavate facendo un grande pasticcio ! Ecco, oggi voi lo state cercando di risolvere con le deroghe. Quindi ancora una volta, nell'epoca della post verità, ecco, queste cose ce le dobbiamo dire: questa è la verità. Avete commesso un grande errore, state cercando di porre rimedio, come aveva fatto esattamente l'ultimo Governo votato dagli italiani, che vedeva anche a noi partecipi, ossia quello di poter procedere per urgenze vere, serie e conclamate, per emergenze, vedi il terremoto, in un certo modo anziché in un altro (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Laffranco. Ne ha facoltà.

  PIETRO LAFFRANCO. Presidente, intervengo solo per fare qualche velocissima puntualizzazione rispetto all'intervento del Governo, del Ministro, che normalmente apprezzo per il suo equilibrio: stavolta in tutta onestà non ho ben capito come egli non abbia potuto a sua volta apprezzare il nostro atteggiamento responsabile emerso dall'intervento della collega Prestigiacomo, che ha dichiarato l'astensione sugli emendamenti all'articolo di cui stiamo in questo momento discutendo. Pur tuttavia, in linea con quanto avrebbe potuto facilmente affermare anche il collega Bianconi, mi corre l'obbligo di sottolineare come in realtà voi stiate dimostrando che quando c’è un certo tipo di problemi, quei problemi debbono essere affrontati in un certo modo. Ovverosia, la vicenda del G7, così come in precedenza da parte di altri Pag. 16Governi, necessita di procedure veloci e voi in realtà l'avevate affrontata nella stessa maniera in cui era stata affrontata da precedenti Governi del nostro colore politico, salvo poi essere rimessi in riga dal dottor Cantone che vi ha fatto modificare il testo originario, venendo a fare una durissima reprimenda sulla vicenda della trattativa privata. Dunque per certi aspetti, anche visti alcuni episodi, sarebbe il caso che la sinistra, signor Ministro, si smacchiasse un po’ il viso dalla sua presunta superiorità morale e si ricordasse cosa capita: fatti e situazioni rispetto alle quali poi si è scagliata con una violenza verbale senza pari nei confronti dei Governi di centrodestra. Infatti, quando poi si vanno ad affrontare i problemi, o i problemi si affrontano correttamente e si risolvono o non si riesce a farlo. Ad esempio lo state facendo in maniera inaccettabile sulla storia degli eventi del terremoto e della vicenda del maltempo in Abruzzo dove, avendo smontato la Protezione civile com'era, la migliore Protezione civile del mondo, oggi non si è stati in grado di fare praticamente nulla. Io mi ricordo le parole di Renzi: a dicembre sarete nei container. Mi ricordano le parole del Presidente D'Alema ai tempi del terremoto umbro-marchigiano di vent'anni fa: a Natale sarete sistemati. In questo Renzi e D'Alema sono stati capaci di dire le stesse cose e poi di non riuscire a farne nessuna: è soltanto questo che in questa fase li accomuna.
  Per tornare al punto e concludere, Presidente, invito veramente ad essere un po’ più saggi e un po’ più ragionevoli e ad apprezzare quando le forze di opposizione assumono un atteggiamento intelligente, invece di sentirsi sempre pieni di sé e di avere la verità in tasca perché voi di verità in tasca non ne avete assolutamente nessuna. Fate bene attenzione a ciò che fate e sappiate che noi abbiamo memoria degli episodi che si sono verificati e, di fronte a certi atteggiamenti, non abbiamo alcun tipo di intenzione di indietreggiare e siamo pronti a ricordarveli uno ad uno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bianconi. Ne ha facoltà. Colleghi, se vi spostate, perché deve parlare.

  MAURIZIO BIANCONI. Presidente, quello che stupisce di questi interventi è che certe forze politiche e certi gruppi si accorgono ora che non si può fare tanto per dire l'opposizione e poi dare i voti alla maggioranza quando conviene. Tanto la maggioranza fa come gli pare: li tratta come sono: dei servi e basta.

  PRESIDENTE. Magari, deputato Bianconi, un linguaggio un po’ meno offensivo per favore.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente. I deputati dell'Udc non voteranno a favore di questo emendamento e sosterranno il Governo. Ringrazio il signor Ministro per le precisazioni che ha dato e tuttavia credo che bisogna dire con onestà che anche ciò che dice l'opposizione ha un elemento di verità. Pencoliamo sempre tra due estremi: uno è quello di volere il massimo della garanzia laddove si spende denaro pubblico. L'altro è il desiderio di vedere le cose fatte presto e bene. Non sempre le due cose possono andare insieme. Ci sono situazioni di urgenza nelle quali occorre ricorrere a procedure semplificate nelle quali inevitabilmente, nonostante tutte le buone intenzioni del codice degli appalti, le garanzie vengono ridotte. È una cosa inevitabile. Noi abbiamo avuto un ordinamento della Protezione civile, fatto dal Governo Berlusconi, che in effetti era un eccellente ordinamento della Protezione civile e ci dà una Protezione civile straordinariamente efficiente. Lo abbiamo demolito per ottenere più garanzia, perché non abbiamo più voluto accettare il principio di fidarci di coloro che dovevano gestire le situazioni di emergenza.Pag. 17
  In questo l'opposizione ha ragione. Io ho fatto parte di quel Governo Berlusconi e rivendico la eccellenza di quell'ordinamento della Protezione civile. Non possiamo però non vedere che successivamente si è esteso in modo eccessivo l'ambito delle opere che sono state fatte con quelle procedure semplificate. Lo si è esteso in un modo talmente eccessivo che poi inevitabilmente si è incontrato il momento in cui sono arrivati gli scandali, in cui si è scoperto che il denaro speso non è stato speso secondo le regole e per il bene dei cittadini e quindi c’è stata di nuovo la reazione di restringere le maglie, ottenendo poi in occasione ad esempio della recente vicenda del terremoto di avere nuovamente i nostri rappresentanti con le mani legate dovendo rispondere all'emergenza. Dunque la vera questione, signor Ministro, non è quello che state facendo adesso. Noi voteremo contro questo emendamento perché sappiamo che il tempo ormai è molto ristretto e non c’è possibilità di procedere altrimenti. Il vero problema è se possiamo arrivare sempre in ritardo sugli appuntamenti. Possibile che noi non siamo in grado tempestivamente di attivare le procedure in modo da poterci muovere all'interno di procedure ordinarie più garantite ? È lo stesso problema che abbiamo avuto con l'Expo. Io lo denunciai in Commissione e lo denunciai in Aula e poi purtroppo, devo dire, che sono stato buon profeta e mi dispiace. Occorre più programmazione nell'attività del Governo ma questo apre un lungo discorso che non possiamo fare adesso. Noi voteremo ma con una punta di preoccupazione e di dispiacere che non vogliamo nascondere.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Grazie, Presidente. Per cercare in un minuto di guardare la foresta e non l'albero, al di là delle polemiche tra maggioranza e opposizione o dentro le opposizioni o dentro la maggioranza, il tema è quello di fondo su cui chi è senza peccato scagli la prima pietra. Ha fatto fallimento il vecchio centrosinistra, ha fatto fallimento il vecchio centrodestra, ha fatto fallimento la stagione dei Governi tecnici e ora fanno fallimento i Governi Renzi e Gentiloni: in che senso ? Prima le varie maggioranze hanno costruito una gabbia di procedimenti inestricabili, una gabbia fiscale, una gabbia di impossibilità, poi dopo scoprite che c’è un'emergenza e usate il canale dell'emergenza come uscita di sicurezza per derogare e per uscire dalla gabbia che avete infittito e costruito nella migliore delle ipotesi per giustificare sprechi, nella peggiore delle ipotesi costruendo occasione di corruzione.

  PRESIDENTE. Concluda.

  DANIELE CAPEZZONE. Ho concluso, signora Presidente. Vale anche rispetto all'ultimo provvedimento sul terremoto dove prevedete altre trentanove deroghe al vostro codice degli appalti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.46 Mannino, con i pareri contrari della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.7 Palese, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 187.50 Saltamartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.42 Mannino.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Grazie, Presidente. Con questo emendamento, semplicemente, si vuole porre un limite a quando il commissario e tutta la struttura potranno utilizzare le procedure negoziate senza pubblicità dei lavori, ovvero semplicemente il rispetto di una soglia comunitaria, che è quella di un milione di euro. Quindi, prevedere le procedure negoziate senza bando di gara solo per le opere che sono al di sopra di un milione di euro, il che vuol dire per le opere e per i servizi che hanno un certo impegno e una certa delicatezza. Per tutto ciò che è al di sotto si può ipotizzare che siano spese ordinarie, di logistica anche, e quindi si potrebbe benissimo utilizzare una procedura negoziata, anche con la pubblicazione del bando (articolo 62) o semplicemente un bando ordinario. Anche questo va nel senso di maggiore responsabilità e di prevenzione di fenomeni corruttivi o di indagini della magistratura. Chiedo, quindi, che il Governo possa cambiare opinione su questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.42 Mannino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.3 Mannino.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Grazie, Presidente. Questo è l'ultimo intervento, l'ultima possibilità di discussione con questa maggioranza e con questo Governo.
  Con questo emendamento, semplicemente, si chiede quanto segue. Volete fare le procedure negoziate senza la pubblicazione dei bandi, ma quantomeno dedicate una sezione del sito istituzionale della Presidenza del Consiglio alla pubblicazione e all'aggiornamento contestuale di tutti i provvedimenti che vengono spesi e adottati in funzione di questa procedura negoziata senza pubblicazione dei lavori. Credo che questo non ostacoli minimamente né l'attività del commissario né, tanto meno, la buona riuscita del G7, che è l'obiettivo che il Ministro ci è venuto a raccontare in Commissione, ossia la buona riuscita e la buona organizzazione di questo G7. Credo che questo non ostacoli minimamente questa attività e, quindi, chiedo, anche in questo caso, una modifica del parere da parte del Ministro o, eventualmente, anche una riformulazione, che vada espressamente nella direzione della pubblicità, della trasparenza e dell'informazione dei cittadini.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.3 Mannino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 197.51 Saltamartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7.02 Melilla, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 7.010 Palese.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Io penso che il Governo possa veramente accogliere questo articolo aggiuntivo. Questo è un articolo aggiuntivo che riguarda una proroga di termini, rispetto all'assunzione di obbligazioni giuridicamente vincolanti, di fondi assegnati del Fondo di sviluppo e coesione 2007-2013, fondi CIPE, quindi non sono fondi strutturali perché in quel caso il termine è già scaduto per la rendicontazione della spesa. Il grido viene esclusivamente da molti comuni a cui sono state assegnate queste risorse, che sono comuni delle regioni obiettivo 1 – parliamo del Mezzogiorno, parliamo delle regioni del Sud –, e anche da diverse università a cui sono state assegnate queste risorse, per loro negligenze o disfunzioni e anche perché c’è stato l'intervento del nuovo codice degli appalti, ma non solo, anche perché molte di queste amministrazioni non hanno avuto, nei tempi giusti, il nulla osta paesaggistico, non hanno avuto tutte queste gabbie che ci sono state, il nulla osta della sovrintendenza, non hanno avuto la valutazione d'impatto ambientale, non hanno avuto tutti questi processi e non sono riuscite a concludere. È un peccato mortale, perché il Governo, ad onore del vero, è cosciente di questo stato di cose, tant’è che nel decreto «milleproroghe» c’è una parziale apertura, ma quell'apertura che c’è nel «milleproroghe» è un intervento esclusivamente limitato da un confronto con le strutture delle regioni, praticamente riferito solo a un intervento che riguarda la regione Puglia; quindi, a me fa piacere che ci sia questa delega e questo intervento limitato solo a quelle situazioni il cui iter procedimentale ha acquisito tutti i vari pareri e che riguarda il nuovo ospedale che dovrebbe essere costruito in provincia di Brindisi, a Fasano, però ci sono tante università e tanti comuni che non rientrano in questa data, occorrerebbe un po’ di tempo, occorrerebbe, a causa del nuovo codice degli appalti, che tanti problemi ha creato, almeno una proroga generale fino al 30 giugno. Io penso che ciò possa essere accolto e vorrei sentire il parere del Governo sul cosiddetto «milleproroghe», dove già c’è un intervento, seppur parziale; il Governo può anche intervenire in quella sede, in quel caso ritiro il mio articolo aggiuntivo.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno. Grazie, Presidente. Solo per specificare che nel decreto-legge cosiddetto milleproroghe è stata introdotta una norma che prevede, come ricordava prima l'onorevole Palese, che questa proroga nel contrarre le obbligazioni giuridicamente vincolanti valga per quelle situazioni in cui al 31 dicembre 2016 è stata rilasciata la VIA o la VAS. Questo perché sappiamo che le procedure di VIA e di VAS alle volte sono complesse e, quindi, abbiamo puntato a fare in modo che gli enti locali, le amministrazioni, Pag. 20i soggetti che dovevano prendere obbligazioni giuridicamente vincolanti e che non le hanno potute prendere in attesa del completamento delle procedure, adesso possano prenderle e, quindi, il ritardo non è dovuto a loro, ma alla complessità della procedura di VIA e VAS. Se lo estendiamo a tutti, e questo è il motivo che ho già esposto in Commissione, in risposta all'onorevole Palese, noi finiamo per premiare amministrazioni che, in realtà, sono in ritardo per loro responsabilità. Ora, questo non è quanto serve alle politiche di coesione, perché alle politiche di coesione serve dare un segnale molto chiaro a tutte le amministrazioni che i fondi si spendono, si spendono rapidamente e si spendono bene. Questo significa che non possiamo avallare, ex post, ritardi di questo genere, altrimenti questa essenziale caratteristica delle politiche di coesione diventa, i deputati mi perdonino la battuta, la linea dell'orizzonte, ogni volta viene rinviata, e le amministrazioni non colgono che le obbligazioni giuridicamente vincolanti devono essere contratte nei tempi dovuti.

  PRESIDENTE. Va bene. Allora, deputato Palese, quindi, lei ritira questo articolo aggiuntivo.

  ROCCO PALESE. No, non lo ritiro e per un motivo molto semplice, perché c’è un diniego da parte del Governo. Conosce il problema, sicuramente ci sono delle negligenze dell'amministrazione e dei ritardi, su questo non c’è dubbio, però visto che si faceva la deroga, per un intervento in tutta Italia, uno solo, l'ospedale di Fasano, poi vedremo quanti altri ce ne sono, tanto valeva farla anche per altri.
  Infatti, ci sono delle università che perdono milioni e milioni di euro per loro negligenze, perché c’è il codice degli appalti e perché le pubbliche amministrazioni non funzionano, quindi, davanti a una situazione del genere, se la mia proposta emendativa non viene accolta... il Governo ha fatto un intervento, come ha richiamato adesso il Ministro, parziale per il «milleproroghe», qui, se non è possibile... si tratta di quattro mesi, in quattro mesi dovrebbero essere utilizzate queste risorse, non mi sembra che sia la fine del mondo. Onestamente, non comprendo la chiusura, per quanto io condivida totalmente quello che dice il Ministro, quello che ha affermato il Ministro sui ritardi e sulle responsabilità gravissime delle regioni e degli enti locali nell'utilizzare le risorse nei tempi giusti, ma ormai il danno è fatto. Qui si cerca solo di porre riparo per qualche altro mese.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7.010 Palese, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

  Passiamo all'articolo aggiuntivo 7-bis.050 Palese.
  Ha chiesto di parlare il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signora Presidente, intervengo per sostenere quanto poco fa ha affermato il Ministro, nel senso che c’è bisogno di accelerare, di spendere; io immaginavo, ad onore del vero, che fosse il Governo a proporre un emendamento – se non proprio questo – similare, che avesse gli stessi obiettivi, quelli di misure per accelerare la realizzazione degli interventi strategici per lo sviluppo e la coesione. Perché nonostante tutti i vari patti che l'ex Presidente del Consiglio ha firmato, dappertutto, con le regioni e quant'altro, se non si modifica la struttura dell'iter procedimentale di come realizzare quelle opere, proprio a largo spettro, cercando anche formule per sostenere quelle regioni, ci sono delle regioni che non sanno neanche se arriva la Gazzetta Ufficiale, tanto per intenderci, come sostenerle ? Questo è un articolo aggiuntivo che cerca Pag. 21di intravedere misure anche con le strutture nazionali di supporto, non sostitutive, visto il totale fallimento di quella famosa agenzia della coesione che doveva essere miracolosa e quant'altro, non sappiamo neanche dove è andato a finire quel grande carrozzone, sicuramente tra gli sprechi e le inefficienze più disastrosi di quelli che il Parlamento e il Governo dell'epoca potessero fare. Io ritengo che questo debba essere sicuramente uno strumento che possa consentire ai mille patti sottoscritti, al famoso Masterplan, suddiviso poi nei vari patti delle regioni del nord o del sud e quant'altro, che l'ex Presidente del Consiglio ha sottoscritto, di essere realizzati e di non rimanere sulla carta, con grandi ritardi, così come abbiamo visto in precedenza. Spero che il Governo ci ripensi, almeno lo accantoni. Ha espresso parere contrario; lo accantoni, perché c’è una disparità di valutazioni, il Ministro che poco fa diceva: acceleriamo, e si offrono misure per accelerare. Se c’è da riformulare o da correggere, il Governo chiaramente ha da noi la massima disponibilità così se lo accantoniamo o quant'altro. Si propone ciò proprio per poter realizzare questo obiettivo e ci si dice: parere contrario. Io mi permetto di chiedere al relatore e al Ministro, signora Presidente, se fosse possibile di accantonarlo, visto che altri sono stati accantonati.

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Chiedo un accantonamento su questo.

  PRESIDENTE. Bene, accantoniamo.
  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Taglialatela 7-bis.052.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Taglialatela. Ne ha facoltà.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Presidente, Ministro, questo emendamento ripercorre un ordine del giorno accolto dal Governo come raccomandazione e che propone l'utilizzo degli utili di gestione della Sga ex Banco Napoli, divenuta di proprietà del Ministero del tesoro, per attività a favore del Mezzogiorno. Io immagino che sia una svista, da parte del Governo, una valutazione negativa sull'emendamento, tenendo conto, lo ripeto, che questo riproduce un ordine del giorno accolto come raccomandazione dal Governo stesso nel corso di una precedente discussione di un disegno di legge. Tra l'altro, si tratta di utilizzare fondi, soldi, che sono stati ricavati dal buon esito dell'utilizzo delle pratiche per il recupero di debiti cosiddetti incagliati, quasi tutti di imprese meridionali, affinché si tratti in maniera positiva questo Fondo per utilizzarlo ai fini della economia e della creazione di strumenti a favore delle industrie meridionali. Quindi, mi immagino che il Governo abbia preso una svista e possa modificare il suo parere.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Taglialatela 7-bis.052.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Murgia 7-bis.053.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Murgia. Ne ha facoltà.

  BRUNO MURGIA. Sarò sintetico, Presidente. Ho cercato qualche norma in questo decreto che riguardasse la mia isola e non trovandola ho avuto conferma che la Sardegna, culturalmente e storicamente, forse non fa parte esattamente del Mezzogiorno, almeno così la pensiamo.
  Questo articolo aggiuntivo, in realtà, è più politico che altro, perché chiede che tutta la questione insulare venga rivista Pag. 22attraverso un accordo tra lo Stato e la regione. Tra l'altro, nei giornali locali di questi giorni, anche il mio sonnacchioso Presidente di regione, il professor Pigliaru, si scaglia, almeno a parole, contro il Governo, perché la passeggiata dell'ex Premier Renzi, quest'estate, in realtà non sortirebbe alcun effetto. Si parla di un patto della Sardegna, ma non si vedono le risorse e i problemi sono sempre lì, per cui questo articolo aggiuntivo richiama una situazione di tipo generale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Murgia 7-bis.053.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7-bis.054 Rampelli.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7-ter.100 della Commissione, su cui i pareri sono favorevoli.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Prestigiacomo 7-quater.40.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Semplicemente, signora Presidente, per sottoscrivere le proposte emendative: 7-quater.40 Prestigiacomo, 7-quater.01 Duranti, 7-quater.014 Latronico e 7-quater.015 Prestigiacomo, che riguardano disposizioni quasi tutte concernenti l'istituzione di zone economiche speciali nelle aree del Mezzogiorno.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Occhiuto. Ne ha facoltà.

  ROBERTO OCCHIUTO. Grazie, signora Presidente. Io intervengo per illustrare questo emendamento, che noi abbiamo proposto a questo decreto, che avrebbe l'ambizione di essere un decreto sul Mezzogiorno, l'ambizione di essere un decreto per lo sviluppo del Mezzogiorno, e invece ci pare sia un piccolo omnibus, con tanti provvedimenti spot, che nulla hanno davvero di strategico rispetto alla necessità di sviluppare il Mezzogiorno e di creare lavoro nel Mezzogiorno. Non c’è una visione di sviluppo: per esempio, in uno degli interventi contenuti nel decreto avete previsto delle agenzie interinali nei porti in crisi. Io, in quell'occasione, anche in dissenso dal mio gruppo, ho votato a favore di quell'intervento, ma è una piccola cosa rispetto al tema dei porti nel Mezzogiorno e, più in generale, dello sviluppo delle infrastrutture strategiche nel Mezzogiorno. Per questo, con l'emendamento che proponiamo, noi di Forza Italia ci abbiamo provato, abbiamo chiesto – e lo facciamo in questo emendamento – di istituire delle zone economiche speciali, delle zone franche, subordinando questa decisione, chiaramente, all'autorizzazione da parte della Commissione europea, in prossimità delle aree portuali o delle aree dove ci siano delle zone industriali dismesse. Ci parrebbe, questo, un intervento molto più strategico per sviluppare il sistema della portualità nel Mezzogiorno e per fare di queste infrastrutture davvero infrastrutture importanti per lo sviluppo del territorio. Pag. 23Se ci fossero, a ridosso di queste aree, delle zone economiche speciali, probabilmente non ci sarebbe nemmeno la necessità di istituire agenzie interinali per assorbire i dipendenti in esubero di queste realtà. Ecco, noi ci abbiamo provato, l'abbiamo fatto peraltro con un emendamento, che non prevede una copertura ulteriore rispetto alle risorse che già ci sono nel bilancio dello Stato e che sono le risorse appostate nel Fondo sociale per l'occupazione e la formazione, che – vorrei ricordarlo – è un fondo alimentato con risorse già nella disponibilità del Mezzogiorno. Noi chiediamo di utilizzare quota parte delle risorse di provenienza europea, per finanziare con queste risorse zone franche a ridosso delle aree portuali del Sud. Ci avete dato un parere contrario, il Governo ci ha detto che non è d'accordo. Rilevo, per inciso, che alcune regioni – la mia, per esempio –, che son governate dal centrosinistra, hanno fatto anche delle leggi per istituire zone franche a ridosso dei loro porti, nel caso di specie del porto di Gioia Tauro. Il Governo si è, a parole, impegnato ad assecondare questa iniziativa e poi, quando si tratta invece di assumere degli impegni concreti, non se ne fa mai nulla. Noi chiediamo di pensarci bene, vi chiediamo di fare qualcosa di più strutturale per il Sud, oppure abbiate il coraggio di dire che non avete per il Mezzogiorno né idee, né interesse, né coraggio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Nessun altro chiede di intervenire. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7-quater.40 Prestigiacomo, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 7-quater.01 Duranti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie, signora Presidente, per illustrare brevemente le ragioni della presentazione di questo articolo aggiuntivo, un articolo che stabilisce le procedure, le condizioni e le modalità per la realizzazione di zone economiche speciali nelle aree del Mezzogiorno.
  La zona economica speciale è un territorio identificato, dove le imprese possono beneficiare di regimi particolari. La finalità è quella di creare condizioni favorevoli in termini doganali, fiscali, finanziari e amministrativi, per favorire l'insediamento nella zona economica speciale di imprese nazionali e internazionali che svolgono attività logistica o industriale, promuovendo lo sviluppo economico e l'occupazione.
  Voglio ricordare che la necessità di istituire le zone economiche speciali è stata segnalata anche dalla Svimez, dall'Associazione per lo sviluppo industriale del Mezzogiorno, durante l'audizione in Commissione bilancio. La Svimez ovviamente ha fatto un'analisi della situazione del Mezzogiorno e ha sottolineato la necessità di un «decreto Sud» che preveda però interventi strutturali, anch'essi urgenti ed improcrastinabili, per colmare asimmetrie e ritardi che si sono aggravati nella crisi e per consolidare i modesti segnali di ripresa registrati nel 2015, ripresa che si è determinata – ricorda sempre la Svimez – con l'accelerazione della spesa dei fondi strutturali e nella movimentazione delle risorse di pochi specifici strumenti nel Mezzogiorno. Voglio ricordare i contratti di sviluppo e le zone franche urbane.
  È necessario, secondo la Svimez, ma anche secondo noi, rilanciare una vasta gamma di politiche pubbliche, per contrastare la povertà e rafforzare le misure di welfare, e in più il Mezzogiorno ha un grande bisogno che torni una vera seria politica industriale, basata su alcuni criteri, Pag. 24su alcune direttrici, il rafforzamento della ricerca e dell'innovazione, l'implementazione dei processi di aggregazione delle imprese, l'aumento dei livelli di internazionalizzazione, e la Svimez suggerisce alcune misure di primo intervento, fra questi appunto l'istituzione delle zone economiche speciali per rilanciare l'attrattività degli investimenti, per esempio nei porti del Sud. La Svimez definisce le zone economiche speciali «strumenti per contribuire a superare i problemi del sottosviluppo di aree o regioni depresse, capaci così di incrementare in maniera significativa i posti di lavoro». Pensiamo anche noi che questa possa essere una strada significativamente utile, da percorrere proprio per il rilancio del Sud. Questa è la ragione fondamentale per cui noi abbiamo presentato l'articolo aggiuntivo. Sarebbe utile, secondo me, se il Governo e il relatore riflettessero, proponessero un accantonamento di questo articolo aggiuntivo che peraltro va nel senso di altri presentati su queste questioni, su queste direttrici di sviluppo per il Mezzogiorno. In ogni caso mi auguro, auspico che il relatore e il Governo possano cambiare parere (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Nessun altro chiede di intervenire. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7-quater.01 Duranti, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 7-quater.014 Latronico, i pareri sono contrari.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Latronico. Ne ha facoltà.

  COSIMO LATRONICO. Signora Presidente, la ringrazio e pregherei il Governo – ne abbiamo già parlato in Commissione – di valutare questo articolo aggiuntivo, che ha l'obiettivo di istituire una zona a economia speciale nella città di Matera, capitale europea della cultura per il 2019.
  Ora, io capisco le problematiche che sono state evidenziate anche dal Governo, nel senso che le zone a economia speciale hanno la necessità di una autorizzazione europea, ma voglio anche segnalare che sono 70 al momento in Europa le zone a economia speciale già istituite. Quindi, questo articolo aggiuntivo andrebbe nella direzione, subordinando ovviamente la sua efficacia all'autorizzazione europea, di istituirla a Matera. Matera naturalmente è stata presentata dal Governo come una occasione straordinaria per provare a vincere la sfida dello sviluppo nel Mezzogiorno, quindi non solo nella città che nel 2019 avrà il titolo di rappresentare l'Europa, una sfida per il Mezzogiorno che rovescerebbe il tema dello sviluppo, partendo appunto dalla valorizzazione dei beni culturali e dei beni ambientali. Il Governo, il Ministro De Vincenti sanno che c’è una sfida impegnativa che presenta delle criticità perché potrebbe essere solo un evento celebrato più nominalmente che nei fatti. Invece l'obiettivo che ha questo articolo aggiuntivo è di provare ad accompagnare quest'ambiziosa sfida con degli strumenti più adeguati che possono ramificare lo sviluppo nel reticolo del sistema produttivo dell'area di Matera e sarebbe quindi una introduzione a tema con l'obiettivo di questo decreto, che appunto prova a intravedere degli interventi urgenti per la coesione sociale e territoriale, con particolare riferimento a situazioni critiche in alcune aree del Mezzogiorno. Quindi saremmo in un contesto adeguato. Mi permetto di dire: se non ora quando ? Non c’è molto tempo il sottosegretario De Vincenti sa che, se non riusciamo ad attrezzare alcuni strumenti puntuali, rischiamo di perdere l'ambizioso obiettivo di fare Matera capitale. Non solo la celebrazione di un evento straordinario, che pure sta suscitando interesse in tutta Europa – Pag. 25e si vedono anche degli effetti – ma finiamo di non dare quegli strumenti che servono. La leva fiscale può essere una delle applicazioni, che peraltro supera il vecchio sistema degli incentivi perché connette il sistema incentivante all'attività reale ed effettiva, quindi evitiamo anche di correre i rischi del passato. Quindi io mi permetto di chiedere al relatore se può accantonare questa materia per provare a introdurla in questo contesto di misure per dare risposte concrete al Mezzogiorno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Prestigiacomo. Ne ha facoltà.

  STEFANIA PRESTIGIACOMO. Per sottoscrivere l'articolo aggiuntivo 7-quater.014 Latronico e per associarmi alla richiesta di accantonamento, atteso davvero che il collega Latronico ha spiegato il perché di questa richiesta che mi sembra assolutamente condivisibile e cioè la necessità di un approfondimento, dato che il Governo su questo tema non vuole spendere una parola. Francamente a noi sembra incomprensibile il «no» a un articolo aggiuntivo che è assolutamente ragionevole.

  PRESIDENTE. Allora, io chiederei, quindi, al relatore un parere sulla richiesta di accantonamento. Prego, deputato La Forgia.

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Confermo il parere che abbiamo espresso.

  PRESIDENTE. Non ho capito. Stanno chiedendo l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo 7-quater.014 Latronico.

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. La Commissione conferma il parere espresso, il parere contrario.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7-quater.014 Latronico.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 7-quater.015 Prestigiacomo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Prestigiacomo. Ne ha facoltà.

  STEFANIA PRESTIGIACOMO. Grazie, Presidente. Abbiamo capito qual è l'opinione del Governo e della maggioranza sull'argomento delle zone economiche speciali, eppure noi non ci rassegniamo anche perché questo «no» secco non è accompagnato da nessun tipo di motivazione. Ebbene, noi crediamo che, ad esempio, uno dei motivi del fallimento della misura prevista dalla precedente legge di stabilità, cioè il credito di imposta per le aree svantaggiate del Paese, sia stato proprio il fatto che non sia stato accompagnato da un pacchetto di interventi che potessero in qualche modo suscitare l'interesse delle nuove imprese a venire ad investire nel Mezzogiorno. Da tempo e anche in questo provvedimento noi abbiamo richiesto un intervento più strutturato per il Mezzogiorno, che parta innanzitutto da un grande piano di infrastrutture autostradali e ferroviarie, accompagnato da misure per la sicurezza e per la legalità, accompagnato da una serie di agevolazioni che possano rendere attrattivo questo territorio che ha tante potenzialità per gli investitori stranieri. Noi riteniamo che le zone economiche speciali – e questo è dimostrato anche in altri Paesi dove sono state realizzate – sia una delle misure intelligenti, che si possano realizzare in alcune aree. Avevamo in tanti emendamenti bocciati dalla maggioranza e dal Governo nella legge di stabilità indicato delle località. Adesso ci siamo limitati a indicare dei Pag. 26criteri. Allora, l'emendamento Occhiuto che avete bocciato, prevedeva la possibilità di realizzare queste zone economiche speciali in prossimità dei siti industriali dismessi per riconvertirli all'interno delle zone ASI, quindi zone attrezzate dal punto di vista strutturale, o in prossimità dei porti e avete detto «no». Adesso, con questo articolo aggiuntivo, noi proponiamo – e riteniamo di essere assolutamente in linea con i contenuti del decreto-legge – di istituire zone economiche speciali all'interno delle autorità di sistema portuali. Allora, voi con questo provvedimento istituite le agenzie interinali in soli tre porti d'Italia per fare fronte agli esuberi e alle crisi dei porti, agli esuberi dei portuali, senza però accompagnare questo tipo di intervento, che noi non condividiamo, con altri. Infatti, queste agenzie, intanto settarie (solo in tre porti), alla fine si tradurranno negli ennesimi carrozzoni dove poi imbarcherete gente, con assunzioni – ma vigileremo su questo – e pensiamo di accompagnare questo intervento a qualcosa di più produttivo, cioè prevedere all'interno delle autorità portuali di sistema delle zone economiche speciali dove si applicherebbero, oltre che le misure previste del credito d'imposta e quindi misure agevolative di carattere fiscale, misure di sostegno di carattere finanziario, infrastrutturale e logistico, convinta che queste possano essere più utili per rilanciare le attività dei porti. Ma anche su questo noi riceviamo pareri contrari senza alcuna spiegazione. Lasciatemelo dire: l'atteggiamento addirittura sull'articolo aggiuntivo 7-quater.014 Latronico, che non era mio o del mio gruppo, ma che ho voluto sottoscrivere perché puntava a sottolineare l'importanza dell'appuntamento che aspetta la città di Matera, è francamente incomprensibile, anche quando c’è un minimo cenno o volontà da parte del relatore di accogliere la richiesta di accantonamento. Voi siete contrari alla possibilità che, con un provvedimento del Governo in cui individua il Governo le zone, si possano istituire zone economiche speciali. Noi veramente non capiamo quale sia la vostra idea di rilancio del sud. Non la capiamo perché, al di là di queste misure, del credito di imposta, che ulteriormente rafforzate con questo decreto, non c’è veramente nulla in questo provvedimento e sarà un ulteriore fallimento perché quella misura, non accompagnata da un piano complessivo, rimarrà semplicemente ignorata.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno. Presidente, il susseguirsi degli interventi mi ha convinto che è bene che io dia un chiarimento, e mi scuso con gli onorevoli deputati. Sarebbe bene che dessi un chiarimento già sull'articolo aggiuntivo Duranti 7-quater.01, e poi sui successivi.
  Il Governo non è affatto contrario all'istituzione delle zone economiche speciali, nel Mezzogiorno in particolare: anzi, è un tema che è fortemente all'attenzione del Governo. Il punto è che, prima di poter introdurre una norma che definisca zone economiche speciali, sia in generale sia le singole zone economiche speciali, come nel caso per esempio dell'articolo aggiuntivo Latronico, è assolutamente necessario concordare con la Commissione europea il tipo, le modalità, le caratteristiche delle zone economiche speciali che noi vogliamo introdurre, perché questo è il modo con cui poi possiamo, senza alcuna esitazione, procedere all'istituzione delle zone economiche speciali stesse. L'interlocuzione con la Commissione europea è in corso, e quindi avevamo invitato in Commissione al ritiro di tutti gli emendamenti sulle zone economiche speciali, le zone franche e così via, proprio per evitare un fatto compiuto che non aiuterebbe nella fase di costruzione di questo strumento; strumento che per il Governo è fondamentale, quindi lo vogliamo realizzare bene. Questo è il motivo per cui abbiamo invitato al ritiro in Commissione, e manteniamo l'invito al Pag. 27ritiro, altrimenti il parere è contrario, anche sugli emendamenti presentati in Aula.
  Per quanto riguarda Matera nello specifico, vorrei ricordare all'onorevole Latronico come il Governo abbia già definito stanziamenti importanti per la realizzazione di Matera 2019, come Matera 2019 sia un punto fondamentale presente all'interno del Patto per la Basilicata che stiamo attuando insieme con la regione e con la città di Matera. L'interlocuzione sia con il presidente della regione sia con il sindaco di Matera continua per preparare Matera 2019, usando gli stanziamenti significativi che già sono stati disposti dal Governo, e ulteriormente rafforzati in sede di Patto per la Basilicata; e ricordo anche all'onorevole Latronico che in Commissione è stato e ha dato parere favorevole ad un articolo aggiuntivo Latronico che è qui all'attenzione dell'Aula, del testo già varato. Ma comunque rimane il fatto che per, quanto riguarda le zone economiche speciali, noi riteniamo che questo strumento vada introdotto al momento in cui siano chiare le sue caratteristiche e condivise in sede europea, perché come sapete dev'essere autorizzato dalla Commissione europea.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Guidesi. Ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Presidente, intervengo solo in merito al confronto che sta attuando con la Commissione europea rispetto all'istituzione, all'autorizzazione di zone economiche speciali. Invitiamo il Governo che a questo confronto e a questi tavoli si possano aggiungere anche quei territori che, al confine con altri Stati, subiscono la penalizzazione dal punto di vista economico, stabile e cronica oramai, dovuta alla miglior fiscalità che hanno da lì a cinque o dieci o venti chilometri. Lo ricordiamo perché queste sono situazione reali, e ricordiamo anche le richieste che arrivano dalla regione Lombardia, perché il tutto si possa fare in maniera equa e completa anche in funzione della coesione territoriale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Occhiuto. Ne ha facoltà.

  ROBERTO OCCHIUTO. Signora Presidente, io ho grande rispetto del Ministro, della sua capacità anche di occuparsi delle questioni che riguardano la materia che stiamo discutendo; però questa volta debbo dire, sono abbastanza insoddisfatto della ragione per cui secondo lui questi emendamenti andrebbero ritirati, o comunque il Governo dovrebbe mantenere il parere contrario. Dice il Ministro: siccome c’è un negoziato con l'Unione europea, che è in qualche modo deputata a concedere l'autorizzazione a misure di questo genere, aspettiamo che questo negoziato si concluda. Per inciso vorrei dire che nei nostri emendamenti noi abbiamo fatto salva questa possibilità, stabilendo che l'efficacia è per l'appunto subordinata all'autorizzazione da parte della Commissione; ma soprattutto vorrei ricordare sommessamente al Ministro, ma anche alla maggioranza, che in altre occasioni, in leggi di stabilità, in leggi di bilancio, quando il Governo e la maggioranza hanno suggerito interventi per il Mezzogiorno che necessitavano della stessa autorizzazione (mi riferisco per esempio ad alcune forme di credito di imposta, mi riferisco alla decontribuzione rafforzata nel Mezzogiorno), questa clausola è stata inserita senza che qualcuno potesse gridare allo scandalo e senza che si potesse ritenere che l'inserimento di essa fosse di qualche pregiudizio nel negoziato con la Commissione europea. Quindi mi perdonerà il Ministro se ritengo che questa volta la sua giustificazione sia un po’ pretestuosa.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vico. Ne ha facoltà.

  LUDOVICO VICO. Signora Presidente, intervengo per fare due brevi considerazioni. La prima in ordine alle ZES e a quanto il Ministro ci ha detto: forse il Parlamento e i gruppi parlamentari avrebbero bisogno di vedere le ZES in una Pag. 28dimensione maggiore anche dei significativi emendamenti che sono stati posti in quest'Aula. Per quanto riguarda le zone franche in aree portuali, vorrei dire che noi abbiamo già (e questo non dipende dall'Unione europea nel negoziato possibile futuro) le cosiddette zone franche doganali, che operano a Venezia e Trieste. In quelle zone franche di miglior vantaggio, come viene detto, sono previste già le zone intercluse 1 e le zone intercluse 2, per cui probabilmente anche l'emendamento, se fosse stato orientato in ordine a ciò che già esiste e che può corrispondere ai sistemi portuali richiamati qui dalla collega presentatrice dell'emendamento, quelli sono già operativi: la terza zona doganale riconosciuta quattro mesi fa, dopo due città del Nord, è quella di Taranto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Latronico. Ne ha facoltà.

  COSIMO LATRONICO. Io intanto ringrazio il sottosegretario...

  PRESIDENTE. Il Ministro.

  COSIMO LATRONICO. Il Ministro, scusi. Il Ministro, mi perdoni. Ringrazio il Ministro per l'attenzione che ha ribadito in Aula sulla questione della sperimentazione anche a Matera di una zona ad economia speciale. Colgo l'occasione per ribadire: naturalmente la mia preoccupazione dà voce al fatto che le azioni messe in campo, importanti per la città di Matera e per il Mezzogiorno attorno alla sfida della capitale europea della cultura, possano poi avere un seguito reale, nel senso che ci sono delle criticità che il Ministro conosce e che bisogna provare a superare. Ora, io colgo l'occasione solenne della disponibilità che il Ministro ha assicurato, a seguito della trattativa europea per la istituzione a Matera di una zona a economia speciale, per chiedere, visto che non è stato possibile in Commissione, l'approvazione di un ordine del giorno stringente, che impegni il Governo in tempi anche definiti a portare avanti questa trattativa in Europa richiesta dai Trattati europei, e sperimentare in tempi rapidi questa modalità di accompagnare lo sviluppo nella città capitale europea dalla cultura.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7-quater 0.15 Prestigiacomo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7-quater.051 Taglialatela, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

  L'emendamento 7-quinquies.50 Covello è stato accantonato.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7-sexies.50 Saltamartini, con i pareri contrari della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 7-septies.40 Latronico con i pareri contrari della Commissione e del Governo. Ha chiesto di parlare il relatore Laforgia. Ne ha facoltà.

Pag. 29

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Chiedo l'accantonamento degli emendamenti 7-septies.40 Latronico e 7-septies.41 Melilla.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 7-septies.03 Ricciatti, con i pareri contrari della Commissione e del Governo.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno. Grazie, Presidente. Solo perché adesso vengono in esame, a partire dal 7-septies.03 Ricciatti, una serie di proposte emendative che riguardano i territori colpiti dagli eventi sismici e/o dalla emergenza neve. Voi sapete che il Governo ha varato nel Consiglio dei ministri di venerdì scorso un apposito decreto-legge dedicato al rafforzamento degli interventi a favore delle aree colpite dal terremoto e anche dalle conseguenze dell'emergenza neve. Quindi mi permetto di invitare gli onorevoli deputati che hanno presentato tali proposte emendative a ritirarle per poi, alla luce dei contenuti del decreto-legge del Governo, ripresentarle in quella sede ove necessario, ma in diversi casi potrebbero anche essere superate dallo stesso testo del decreto-legge del Governo. Credo sarebbe più ordinato – scusatemi questa espressione – se potessimo considerarle tutti all'interno della discussione che presto il Parlamento sarà chiamato a fare sul testo del decreto-legge varato dal Governo venerdì scorso.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ricciatti. Ne ha facoltà.

  LARA RICCIATTI. Grazie, signora Presidente. Quando il mio gruppo parlamentare, ma immagino anche gli altri, hanno scritto e presentato queste proposte emendative non eravamo ancora a conoscenza del nuovo decreto «sisma» varato dal Governo. Pertanto capiamo e condividiamo il senso e le argomentazioni del Ministro, per cui il mio gruppo parlamentare ritira, senza elencarle, tutte le proposte emendative che hanno come obiettivo e come realtà di intervento il terremoto e la neve, cioè che hanno ad oggetto questo tema.

  PRESIDENTE. Le ritira ?

  LARA RICCIATTI. Sì.

  PRESIDENTE. Sta bene. Gli articoli aggiuntivi 7-septies.03 Ricciatti e 7-septies.02 Ricciatti sono ritirati. Poi ci sono emendamenti di altri gruppi, ma per questi vedremo.
  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 7-septies.050 Fabrizio Di Stefano.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto Fabrizio Di Stefano. Ne ha facoltà.

  FABRIZIO DI STEFANO. Grazie, signora Presidente. Anche questi articoli aggiuntivi sono riferiti all'emergenza maltempo e all'emergenza terremoto. Noi siamo disponibili, con un credito di fiducia nei confronti del Governo, a ritirarli trasfondendoli anche in ordini del giorno. Tuttavia è un credito di fiducia forte, signor Ministro, perché è vero che il decreto-legge che avete emanato giovedì scorso non è stato ancora sottoposto alla firma del Presidente e, quindi, i contenuti sono ancora da verificare, ma è altrettanto vero che l'ufficio stampa della Presidenza del Consiglio ha fatto un comunicato ufficiale inerente i contenuti del decreto; e mi sembra, leggendo attentamente quel comunicato e confrontandolo poi con una bozza che sappiamo tutti sta girando, mi sembra che ci sia ben poca cosa rispetto all'emergenza drammatica di quei giorni dello scorso mese di gennaio, in ragione dalla quale il Presidente Gentiloni al Senato e il Ministro Delrio qui alla Camera sono venuti in apposite sedute ad argomentare e a relazionare sulle vicende. Tuttavia vogliamo dare questo credito di fiducia; speriamo che nella stesura finale, Pag. 30in quella che dovrà essere ancora sottoposta alla valutazione del Presidente della Repubblica e, quindi, firmata si trovino quelle risposte che, però, dal comunicato-stampa ufficiale della Presidenza del Consiglio dei ministri, in questo momento, a mio avviso, sembra non ci siano affatto. Trasformeremo, quindi, queste proposte emendative in ordini del giorno, proprio per sensibilizzare e per ricordare che quello che è accaduto qualche settimana fa in quelle zone dell'Abruzzo e delle Marche è stato qualcosa di straordinario, se è vero, come è vero, che sia il Presidente del Consiglio che il Ministro Delrio hanno ritenuto necessario venire a relazionare in Aula e se è vero, come è vero, che anche ieri il Presidente del Consiglio Gentiloni è venuto in terra d'Abruzzo a verificare di persona i danni che si sono avuti. Allora, per far sì che quella di ieri non sia stata un'inutile passerella, speriamo che nella stesura finale del decreto si trovi una risposta adeguata a quella drammatica esigenza che dal comunicato ufficiale non si evince proprio.

  PRESIDENTE. Quindi, ritira l'articolo aggiuntivo 7-septies.050 e anche quelli che seguono, il 7-septies.022 e il 7-septies.023.
  Passiamo, dunque, all'articolo aggiuntivo 7-septies.031 Terzoni.

  FRANCESCO CARIELLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO CARIELLO. Presidente, confermo il ritiro dell'articolo aggiuntivo e accogliamo la proposta del Governo di rimandare la discussione alla sede del decreto emanato.

  PRESIDENTE. Quindi, ritira tutte le proposte emendative ?

  FRANCESCO CARIELLO. No, lo confermo solo sugli articoli aggiuntivi 7-septies.031 Terzoni e 7-septies.027 Gallinella.

  PRESIDENTE. Gli altri ?

  FRANCESCO CARIELLO. Confermo il ritiro anche per gli articoli aggiuntivi 7-septies.026 Gallinella e 7-septies.033 Terzoni. C’è il collega Colletti che vorrà intervenire sull'articolo aggiuntivo 7-septies.028.

  PRESIDENTE. D'accordo.
  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 7-septies.028 Colletti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Grazie, Presidente. Ministro, qui si pone il problema del fatto che voi avete approvato questo decreto sul terremoto. Purtroppo, rispetto a questo decreto sul terremoto, nonostante la cosiddetta approvazione in Consiglio dei Ministri di giovedì scorso, ancora non sappiamo quando effettivamente verrà alla luce. Infatti, purtroppo in questa legislatura soprattutto si è verificata la brutta abitudine di approvare decreti-legge sulla carta e poi non pubblicarli in Gazzetta, così da rendere totalmente inutili quelle pompose conferenze stampa che vengono svolte ogni volta vi sia un'approvazione.
  Però, Ministro, riguardo a quel decreto vorrei comprendere da lei anche se vi sarà la possibilità di emendarlo, se vi sarà la possibilità di inserirvi nuove risorse, se vi sarà, Ministro, soprattutto la possibilità di inserire all'interno di quel decreto un allargamento del cratere sismico, anche a causa del sisma che si è avuto in Abruzzo il 18 gennaio. Infatti, questa è la questione fondamentale, Ministro. Vi sono paesi che hanno avuto danni, anche dai precedenti sismi, ma anche dall'ultimo sisma, e che, purtroppo, non sono compresi nel cratere sismico. Allora, magari in questa sede, Ministro, vorrei avere contezza, da lei, se sarà data, magari anche a noi deputati, la possibilità di inserire nuovi paesi in quel cratere, anche mediante un nuovo allegato. Però questo ce lo deve dire lei, perché, purtroppo, nel decreto, così come annunciato e così come circolato nelle varie bozze, nulla appare riguardo a questo. Nel nuovo decreto, così come è circolato, sembra che non ci sia stato un Pag. 31sisma in Abruzzo il 18 gennaio ed è questa la cosa più grave. Sembra che non ci sia stata un'emergenza maltempo, con morti per tutto l'Abruzzo, in quella settimana e questo è ancora più grave. Ci è stato detto: «Faremo un nuovo decreto enti locali per l'Abruzzo». Però, Ministro, non possiamo attendere le parole così come stiamo attendendo il testo di questo nuovo decreto.
  Infatti, sebbene l'emergenza stretta del recupero dei morti e degli eventuali sopravvissuti sia passata, non è passata l'emergenza in quei territori. Laddove i media ormai non si occupano più di quello che è successo, di strade distrutte, di luoghi, di frazioni in cui è ancora impossibile raggiungere le persone, quelle persone sono ancora presenti lì e soffrono, quelle aziende sono ancora chiuse e devono pagare le tasse.
  Allora, Ministro, io potrei anche ritirare questo articolo aggiuntivo e renderlo un ordine del giorno, però dobbiamo far sì che non sia vano. Solo una sua pronuncia in questa sede, dichiarando e prendendo l'impegno di allargare quel cratere sismico, potrà rendere non vano il lavoro che abbiamo tentato di fare con questo decreto e che tenteremo di fare con successivo decreto. Allora, Ministro, dovrà dare una risposta certa: in questo momento, c’è la volontà del Governo di allargare il cratere sismico ? C’è la volontà del Governo di inserire nel nuovo decreto, ancora in itinere, anche il sisma che è avvenuto il 18 gennaio ? E soprattutto quando sarà pubblicato questo decreto sul terremoto, Ministro ? Io mi aspetto adesso una sua risposta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  CLAUDIO DE VINCENTI, Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno. La definizione del cratere sismico rispecchia delle regole molto precise di individuazione dei danni, che sono in corso.

  PRESIDENTE. Allora, deputato Colletti, ritira questo articolo aggiuntivo oppure no ?

  ANDREA COLLETTI. Vista la risposta totalmente insufficiente del Ministro, non lo ritiro e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Vede, Ministro, ci sono paesi in Abruzzo che hanno subito danni, ma che non sono stati inseriti in quel cratere sismico; hanno subito danni dal terremoto agostano e da quello successivo; hanno subito danni il 18 gennaio. Allora, è inaccettabile anche questa risposta così sbrigativa, quando, in realtà, stiamo parlando di paesi, cittadini, aziende che, a causa del sisma, hanno perso tutto. Magari, anche questa risposta sbrigativa dà un significato di quanto vi interessi il destino di quelle popolazioni. Non ci ha risposto nemmeno su quando sarà finalmente pubblicato quel decreto che è stato approvato la settimana scorsa. È passata quasi una settimana, Ministro. Non ci sembra normale presentare in pompa magna un decreto e poi attendere, forse le coperture che non avete trovato ? O forse attendere l'interlocuzione con i soggetti istituzionali della regione Abruzzo, magari nelle segrete stanze dei Ministeri ? Allora, Ministro, non è questo il modo di porsi, in primis, in questa Assemblea, perché bisogna anche rispettare il lavoro che viene fatto all'interno di questa Assemblea parlamentare, ma soprattutto non è il modo di porsi nei confronti di quelle popolazioni che hanno subito lutti e che hanno subito danni a causa dei terremoti, con il rischio che subiranno ancora lutti e danni a causa della vostra inazione. Con questo articolo aggiuntivo, come popolazioni, in realtà, non chiediamo la luna, chiediamo solo l'aggiunta, ai non sufficienti 30 milioni di euro che vennero stanziati il 20 gennaio, di ulteriori 20 milioni di euro, almeno per superare quella fase emergenziale, ovviamente non per la fase di ricostruzione dei danni, per cui ci vorrà molto di più e ci Pag. 32vorrà soprattutto l'inserimento nel cratere sismico. È per questo che mi domando come non siete d'accordo neanche ad inserire solo 20 milioni di euro per poter aiutare quelle popolazioni che hanno perso molto, quelle aziende che hanno perso molto per la loro ripresa economica. Tutto questo sinceramente, Ministro, è abbastanza vergognoso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  CLAUDIO DE VINCENTI, Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno. Ricordo all'onorevole Colletti che il Fondo per le emergenze nazionali è stato rifinanziato dal Governo per fronteggiare le emergenze e i problemi che si stanno ponendo per le popolazioni dell'Abruzzo, che l'attenzione del Governo è massima, come anche l'attenzione del Parlamento, come ha dimostrato il Parlamento nella discussione e approvazione del decreto-legge del 17 ottobre scorso e che, quindi, questo articolo aggiuntivo è assolutamente ultroneo. I 20 milioni nel Fondo emergenze nazionali li ha già messi il Governo, anche molti di più, onorevole Colletti, provi a informarsi su questo, per favore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); il rispetto lo chiedo a lei, per l'azione del Governo e per l'azione del Parlamento che ha già provveduto a fare quello che lei propone in questo articolo aggiuntivo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Deputato Colletti, prego.

  ANDREA COLLETTI. Ministro, forse non ne è a conoscenza, ma il decreto terremoto non è stato ancora pubblicato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), può andare lei a controllare, cliccando, sul sito Internet della Gazzetta Ufficiale, in primis, e, poi, va bene, prendo atto della sua risposta per cui la regione Abruzzo non ha minimamente bisogno nemmeno di 20 milioni di euro per la sua ricostruzione post sisma o per le esigenze economiche; grazie, Ministro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 StelleCommenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7-septies.028 Colletti.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

  Adesso passiamo alla votazione delle proposte emendative di Fratelli d'Italia. Cominciamo con l'articolo aggiuntivo 7-septies.016 Rampelli.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.

  FABIO RAMPELLI. Grazie, Presidente; noi abbiamo presentato diverse proposte emendative da questo punto di vista, come lei ricordava. Le chiedo di potermi concedere qualche minuto per poter spiegare le ragioni per le quali accogliamo l'invito al ritiro che è stato proposto. Questo vale per me, vale per Fratelli d'Italia, c’è anche il collega Nastri che ha presentato una proposta emendativa al riguardo, però è l'ennesima apertura di credito verso il Governo considerato che abbiamo approvato delle mozioni, anche la mozione di Fratelli d'Italia sul terremoto che era la mozione capostipite nella discussione e nella votazione di ottobre, che sono state non dico completamente ignorate ma quasi dal Governo nella stesura dei vari decreti. Quindi, siamo un po’ perplessi dalla insensibilità, definiamola così, che si è più volte manifestata da parte del Governo rispetto alle proposte sul terremoto che sono state avanzate dall'opposizione e, nella specie, da Fratelli d'Italia e, forse, ci Pag. 33stava venendo il dubbio che potesse essere più efficace mantenere in vita le proposte emendative e farseli bocciare, in modo tale che, almeno, ci fosse un'assunzione di responsabilità di fronte a un atto politico fastidioso, sicuramente, eccepibile, ma, almeno, sarebbe rimasta una traccia di un «no» o di un «sì». Tuttavia, ritenendo che le vicende che hanno colpito le popolazioni dell'area del cratere siano tragiche, vorremmo, ancora una volta, mettere da parte la polemica politica e provare a ragionare. Trasformeremo le nostre proposte emendative in ordini del giorno, però ci aspettiamo che il Governo convochi in qualche maniera un tavolo, noi abbiamo proposto una convocazione del tavolo interistituzionale, quello che ciclicamente si teneva a Palazzo Chigi per affrontare i temi relativi alla sicurezza rispetto alla minaccia terroristica.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 12,52)

  FABIO RAMPELLI. C’è una fase eccezionale, c’è un problema che riguarda milioni di persone, io penso che sia indispensabile trovare un luogo dove, al di là delle petizioni di principio, della eventuale speculazione politica, si possa proporre concretamente al Governo una discussione e avere delle risposte indietro dal Governo stesso. Quindi, mi auguro che questo ennesimo tentativo di dare fiducia all'Esecutivo su una materia sensibile, perché su altre materie non ci pensiamo nemmeno a dare fiducia, possa avere indietro un atteggiamento diverso rispetto a quello che si è manifestato dal 24 di agosto a oggi. Quindi, spero che possa essere apprezzato questo gesto e spero, soprattutto, che da questo gesto possa scaturire una convocazione del tavolo interistituzionale, dedicato al terremoto, da parte del Governo pro tempore.

  PRESIDENTE. Onorevole Rampelli, mi scusi, ma le devo chiedere se così si intendono ritirate tutte le proposte emendative, dall'articolo aggiuntivo 7-septies.016 Rampelli fino all'articolo aggiuntivo 7-septies.021 Nastri. Giusto ? Bene, prendo atto del ritiro.
  Poi l'onorevole Ricciatti aveva già ritirato il suo. Ce n’è un altro, l'articolo aggiuntivo 7-septies.054 Rampelli, a pagina 30 del fascicolo, anche quello relativo agli eventi sismici. Giusto ? Bene.
  Quindi l'articolo aggiuntivo Ricciatti 7-septies.01 è ritirato, vero ? Bene.
  A questo punto ci sono alcuni emendamenti, come l'articolo aggiuntivo 7-septies.013 Palese, che riguardano...

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signora Presidente, sicuramente non ho nessun problema a ritirare questo emendamento e a trasformarlo in un ordine del giorno, trattasi sempre di terremoti, però si tratta di un ristoro e recupero di risorse di otto comuni che nel 31 ottobre del 2002, signora Presidente, parliamo del 2002, in Molise e in Puglia, subirono eventi tragici anche qui dovuti ad eventi sismici, come il terremoto. Quindi, questi comuni chiedono il recupero a seguito delle ordinanze fatte dalla Presidenza del Consiglio all'epoca, con cui, dal punto di vista fiscale, venivano esentati e quant'altro; ci devono essere questi recuperi e questi rimborsi, trattasi di circa 2 milioni di euro per piccolissimi comuni che poi hanno problemi di bilancio e che non possono continuare ad avere questa entrata senza che ci sia un accertamento vero. Capisco che adesso il Governo deve fare i propri accertamenti, quindi, non ho nessuna difficoltà a ritirarlo e a presentare, poi, un ordine del giorno con cui si impegna il Governo a valutare se, nel contesto, possa essere trovata questa soluzione, perché, insomma, parliamo del 2002.

  PRESIDENTE. Passiamo all'articolo aggiuntivo 7-septies.032 Colletti che è ritirato, vero onorevole ? Sarà trasformato in un ordine del giorno, bene.Pag. 34
  Passiamo all'articolo aggiuntivo 7-septies.011 Prestigiacomo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prestigiacomo. Ne ha facoltà.

  STEFANIA PRESTIGIACOMO. Grazie, Presidente. Torniamo al tema che riguarda la finalità di questo provvedimento cioè il Mezzogiorno. Con la legge finanziaria dell'ultimo anno è stato istituito un fondo per le infrastrutture. Noi con questa proposta emendativa chiediamo che una quota di questo fondo, pari a un miliardo, venga vincolata all'utilizzo nelle aree del Mezzogiorno, in particolar modo, con la finalità di intervenire nel settore ferroviario e per ammodernare i treni. Avete mai preso un treno al sud, avete mai visto la differenza di un treno che viaggia da Roma in su, rispetto al parco treni che viene utilizzato nel Mezzogiorno ? Ecco, noi, francamente, non comprendiamo in che cosa consista il tanto pubblicizzato Masterplan del Governo Renzi a favore del Mezzogiorno, perché quando rispetto agli stanziamenti pubblici non c’è una finalizzazione specifica, vincolante, per legge, a favore delle aree del Mezzogiorno, con delle indicazioni su come utilizzare queste risorse, francamente non vediamo, al di là degli annunci, che ci sia sostanza. E diciamolo chiaro: in tutti i campi, come ha evidenziato la questione sollevata dalla collega Carfagna, fino al tema delle infrastrutture, se noi continuiamo a fare i riparti di tutte le somme che vengono stanziate dallo Stato per i vari settori, utilizzando gli storici, noi non facciamo altro che dare di più a chi ha di più, perché questi sono i criteri utilizzati, e dare di meno a chi ha di meno. Allora, noi crediamo che una delle modalità per dimostrare realmente che c’è la volontà di iniziare ad avviare tutto quello che va fatto per colmare il gap infrastrutturale tra nord e sud, sia innanzitutto di modificare questi criteri di riparto e di indicare in tutti gli ambiti della spesa pubblica che una quota di risorse va finalizzata al Mezzogiorno con un'indicazione chiara e specifica di quale sia la finalità, altrimenti veramente noi parliamo del nulla.
  Io credo che questa sia una delle proposte emendative più importanti, che arriva quasi a conclusione dell'esame di questo decreto-legge, però, se persino nel Fondo infrastrutture – ed è un tema che abbiamo sollevato in sede di Commissione bilancio, a suo tempo, quando abbiamo fatto la legge di stabilità – voi non riconoscete la necessità di indicare una priorità per il Mezzogiorno, ecco allora che è evidente quanto reale sia la vostra volontà di intervenire realmente per il Mezzogiorno.
  Ora, io mi scuso anche per alcuni toni un po’ accesi utilizzati durante l'esame di questo provvedimento, noi abbiamo inteso la nomina del Ministro De Vincenti a Ministro per il Mezzogiorno come un segnale un po’ in controtendenza rispetto a quello che si è fatto durante il precedente Governo Renzi, dove di attenzione per il Mezzogiorno non ce n’è stata assolutamente. Al di là di chiacchiere, di patti sottoscritti, cioè di sciocchezze e di annunci, nulla è stato fatto per il Mezzogiorno, tant’è che il risultato referendario ha chiarito cosa pensa il Mezzogiorno non solo della riforma costituzionale, ma soprattutto cosa pensava di quel Governo. Ecco, noi abbiamo intenso la nomina del Ministro De Vincenti come Ministro per il Mezzogiorno e per le aree di coesione come un segnale di un'inversione di tendenza.
  Allora, all'inizio qualcuno l'ha già utilizzato, è stata un po’ una falsa partenza, perché con questo decreto-legge non si fa altro che intervenire su piccole questioni, su una somma di piccoli interventi che nulla hanno a che fare con le finalità enunciate.

  PRESIDENTE. Onorevole, deve concludere.

  STEFANIA PRESTIGIACOMO. Ci auguriamo che a breve ci possa essere, finalmente, un intervento più complessivo, che affronti tutte le questioni che noi abbiamo sollevato in quest'Aula.

Pag. 35

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7-septies.011 Prestigiacomo, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7-septies. 017. Rampelli, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

  Passiamo all'articolo aggiuntivo 7-septies.051 Taglialatela.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Taglialatela. Ne ha facoltà.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Presidente, colleghi, l'emendamento propone di utilizzare in maniera completamente diversa l'attività della SIMEST, che è una società che lavora per il Ministero per il commercio estero e che, sostanzialmente, opera in due settori, quello della internazionalizzazione del prodotto italiano e quello dell'aiuto alla realizzazione di nuovi insediamenti industriali di imprenditori italiani all'estero. Ovviamente, la prima parte dell'azione che la SIMEST porta avanti è certamente meritoria: aiutare aziende a migliorare l'esportazione, a studiare i mercati, a realizzare piani industriali che consentano un aumento della produzione di prodotti realizzati in Italia e da portare all'estero è certamente qualche cosa di importante e significativo. Cosa completamente diversa è la seconda parte dell'attività che la SIMEST porta avanti, quando prevede aiuti di natura economica, anche con partecipazione al capitale, di aziende che realizzano nuovi insediamenti industriali addirittura fuori dall'Europa, quindi anche in zone molto lontane rispetto ai confini nazionali. Ebbene, noi proponiamo che questa seconda parte dell'attività che la SIMEST realizza possa essere autorizzata solo a favore di aziende che intendano realizzare nuovi insediamenti industriali nelle regioni ex obiettivo 1, quindi una rivoluzione copernicana dell'aiuto che lo Stato prevede, attraverso la SIMEST, da dare alle aziende, non più incentivando la realizzazione di nuovi insediamenti industriali all'estero, ma bensì realizzando nuovi insediamenti industriali nel Mezzogiorno d'Italia.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7-septies.051 Taglialatela, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7-septies.052. Palese, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

  Sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella parte pomeridiana della seduta, a partire dalle ore 16,30. Sospendo quindi la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.Pag. 36
  Mentre i colleghi lasciano l'aula, saluto gli allievi e i docenti dell'Istituto alberghiero Einstein-Nebbia di Loreto che stanno entrando ora nelle tribune. Ciao a tutti (Applausi).

  La seduta, sospesa alle 13,05, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra per i rapporti con il Parlamento, il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, la Ministra della salute e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, considerata la diretta televisiva in corso.

(Intendimenti in merito alla delega per l'esercizio delle funzioni di presidente della Commissione per le adozioni internazionali e chiarimenti in ordine alle linee politico-programmatiche del Governo in materia – n. 3-02767)

  PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Rondini n. 3-02767 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).
  Chiedo all'onorevole Rondini se intenda illustrare la sua interrogazione per un minuto o se si riservi di intervenire in sede di replica.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. La Commissione per le adozioni internazionali, essendo l'unico organismo titolato ad autorizzare in Italia l'ingresso dei minori adottati all'estero, svolge un ruolo di primario interesse per le famiglie, in attesa di vedere completato il percorso di adozione. Il Governo, ad oggi, non ha ancora provveduto ad assegnare la delega politica per l'esercizio delle funzioni di presidente della Commissione.
  Noi ci chiediamo e chiediamo per quali ragioni non si sia ancora provveduto a delegare la figura del presidente e quale sia la linea programmatica o politica del Governo in materia di adozioni, al fine di velocizzare i tempi, semplificare le procedure e razionalizzare i costi a carico delle famiglie. Insomma, ci chiediamo se anche questa questione delicata, così come tante altre, deve necessariamente passare in secondo piano rispetto a quella cogente per voi e per il socio di maggioranza di questo Governo, il PD, dilaniato da lotte intestine, che antepone i capricci dell'ex-sindaco di Firenze e della sua corte alla soluzione dei problemi reali che vivono le nostre comunità e le nostre famiglie.

  PRESIDENTE. La Ministra per i rapporti con il Parlamento, la senatrice Anna Finocchiaro, ha facoltà di rispondere.

  ANNA FINOCCHIARO, Ministra per i Rapporti con il Parlamento. Con riferimento alla prima questione posta dagli onorevoli interroganti e relativa al conferimento della delega per l'esercizio delle funzioni di presidente della Commissione per le adozioni internazionali, ricordo che la Commissione è presieduta, ai sensi dell'articolo 3, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2007 n. 108, dal Presidente del Consiglio dei ministri o da un suo delegato. Rientrano quindi nella disponibilità del Presidente del Consiglio le valutazioni circa l'opportunità di delegare o meno tale funzione e la relativa tempistica. Il Presidente, nel pieno rispetto della legge, assumerà pertanto le relative determinazioni anche tenuto conto dell'imminente scadenza del mandato dell'attuale vicepresidente della Commissione e di altri componenti della medesima.
  Con riferimento alle linee programmatiche che il Governo intende adottare in materia di adozione, desidero sottolineare che le eventuali valutazioni circa le necessarie Pag. 37semplificazioni delle procedure dovranno essere contemperate – come è ovvio – con la necessità di tutelare in primis il minore. Infine, si segnala che, nel bilancio della Presidenza del Consiglio per l'anno 2017, lo stanziamento iniziale delle risorse destinate al sostegno delle adozioni e al funzionamento della Commissione adozioni internazionali ammonta complessivamente a 20 milioni di euro, registrando un incremento di 5 milioni di euro rispetto allo stanziamento iniziale relativo all'anno precedente.

  PRESIDENTE. L'onorevole Rondini ha facoltà di replicare per due minuti.

  MARCO RONDINI. Mi dica lei come facciamo a dirci soddisfatti. Vede, a noi risulta che, dal 2011 al 2016, le adozioni internazionali siano crollate del 50 per cento, passando dalle oltre 4.000 a poco più di 2.000. A questo aggiungiamo che le autorità della Bielorussia nel 2015 avevano bloccato le adozioni non ottenendo gli opportuni riscontri da parte della Commissione per le adozioni internazionali. La nomina della Boschi avrebbe dovuto risolvere la scarsa efficienza di quella Commissione, ma così non è stato. Inoltre, dovete ancora firmare l'elenco dei bambini bielorussi che le famiglie italiane sono disponibili ad adottare. Ad oggi, caro Ministro – se non lo ricorda, glielo rammento – sono centocinquanta le famiglie che attendono i vostri comodi.
  Riteniamo poi sia utile non sorvolare su un'altra questione che è rimbalzata anche agli onori della cronaca, quella relativa ad un'inchiesta giudiziaria che coinvolgerebbe la vicepresidente Silvia Della Monica che – ci dice la stampa – sarebbe accusata di aver spedito dei suoi collaboratori negli orfanotrofi di Goma per prelevare dei bambini, pare contro la volontà delle autorità del Congo. Ora pare che l'inattività della Commissione, per le adozioni internazionali nel corso della presidenza Boschi si debba ricondurre ad una incompatibilità caratteriale fra il Ministro Boschi e la vicepresidente, Silvia Della Monica e che anche lo stallo attuale affondi le radici in questa sorta di duello. Peccato che a pagarne le spese siano quei bambini in attesa di adozione a cui negate un diritto sacrosanto, il diritto di poter essere accolti da famiglie che li attendono e che sperano di poterli crescere, famiglie esasperate soprattutto dalla vostra superficialità che rasenta la cialtroneria istituzionale.

(Iniziative di competenza volte a valorizzare la città di Monreale nell'ambito del cosiddetto percorso Arabo Normanno, dichiarato Patrimonio mondiale dell'Umanità – n. 3-02768)

  PRESIDENTE. L'onorevole Giammanco ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-02768 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  GABRIELLA GIAMMANCO. Grazie, Presidente. Signor Ministro, l'itinerario arabo-normanno di Palermo, Monreale e Cefalù nel 2015 è stato dichiarato dall'UNESCO Patrimonio mondiale dell'Umanità. Ad oggi purtroppo il sito presenta molte criticità: i collegamenti sono scarsi e inadeguati; una volta arrivati a Palermo i turisti hanno difficoltà a raggiungere Monreale; vi è una sola linea urbana che parte ogni ora e mezza. Grave è inoltre la situazione in cui versa il parcheggio comunale e diversi sono i parcheggiatori abusivi e i chioschi privi di autorizzazione e poi non c’è un vero e proprio ufficio turistico e mancano i servizi igienici pubblici. Va poi segnalato l'evidente degrado che caratterizza le due piazze di Monreale: aiuole non curate, la nota Vasca del Tritone perennemente sudicia, marciapiedi sporchi e danneggiati. Degradate sono anche le strade di accesso alla città, prive di illuminazione, e la villa comunale, sito di interesse artistico e culturale, è solo parzialmente fruibile.
  Stante, quindi, queste premesse, Ministro, io le chiedo di intervenire anche con l'invio di ispettori ministeriali...

Pag. 38

  PRESIDENTE. Grazie...

  GABRIELLA GIAMMANCO. ...e di prendere tutte le iniziative possibili affinché Monreale sia davvero all'altezza del ruolo che riveste e sia valorizzata nel modo più adeguato.

  PRESIDENTE. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, onorevole Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo. Grazie, Presidente. L'onorevole Giammanco, che ringrazio perché denuncia una situazione, come è evidente, piena di opportunità ma anche piena di problemi, chiede quali iniziative, di competenza del Ministero, si possono adottare per l'itinerario arabo-normanno Palermo, Monreale e Cefalù, che è uno dei siti UNESCO del nostro Paese. È stato iscritto nella lista del Patrimonio mondiale 2015 e, come è noto, fin dal dossier di candidatura è previsto un piano di gestione che ha come obiettivo principale, secondo le regole UNESCO, la conservazione del valore universale del sito. Il piano di gestione prevede espressamente per Monreale il potenziamento delle connessioni Palermo-Monreale di trasporto pubblico – ad oggi ci sono 22 corse giornaliere –, il miglioramento del sistema di accesso alle piazze sulle quali affaccia il Duomo, l'attuazione di uno specifico programma parcheggi, la realizzazione di un collegamento ciclopedonale ecosostenibile di elevata caratterizzazione storica-paesaggistica tra Palermo e Monreale. Queste sono le cose contenute nel piano di gestione allegato alla candidatura risultata positivamente. A questo si aggiunge che nel 2016 è stato sottoscritto il Patto per lo sviluppo della città di Palermo, che ha come specifico ambito di intervento questa zona per la quale si prevede la realizzazione di una green way da Palermo a Monreale, lungo il tracciato della vecchia via ferroviaria. Relativamente ai parcheggi, sono previsti, nel piano di gestione, il potenziamento di due parcheggi, il parcheggio Torres e il parcheggio Duomo.
  Ora però – e questo evidentemente mi dispiace e l'onorevole Giammanco ne è sicuramente a conoscenza – la Sicilia è l'unica regione italiana in base alla quale, ex articolo 14, lettera n), del relativo Statuto, sia la proprietà sia la tutela dei beni culturali sono totalmente affidate alla regione. Lo Stato non ha alcuna competenza e alcuna possibilità d'intervenire, così, come è evidente, per le competenze relative alla valorizzazione di quel patrimonio, tant’è vero che, come sapete, le stesse soprintendenze nella regione Sicilia sono dipendenti dalla regione, perché ha tutte le competenze esclusive in materia. Questo è il motivo per cui io non ho alcun titolo per poter mandare gli ispettori perché lo Stato non ha alcuna competenza e, quindi, non ho alcuna possibilità di intervento. Naturalmente – l'ho dichiarato alcune volte anche in Sicilia rispetto a domande, che sono state fatte, su come lo Stato può intervenire – in assenza di una futura e possibile ridistribuzione di competenze, che deve essere necessariamente una scelta bilaterali tra una regione a statuto speciale e lo Stato in materia di beni culturali, io ho offerto e offro, anche in modo specifico in questo caso, tutta la collaborazione che il Ministero, che si occupa di cultura e turismo, può offrire per la valorizzazione di un sito UNESCO non soltanto nella verifica del piano di gestione ma anche nella realizzazione delle opere che il Paese si è impegnato a realizzare nei confronti dell'UNESCO al momento dalla candidatura.

  PRESIDENTE. L'onorevole Giammanco ha facoltà di replicare per due minuti.

  GABRIELLA GIAMMANCO. Ministro, io la ringrazio per la risposta e spero naturalmente che la situazione cambi presto. Tuttavia, mi consenta qualche riflessione. Io capisco benissimo quello che dice, cioè che le competenze sono in maniera esclusiva della regione, però a volte da siciliana, pur essendo orgogliosa Pag. 39delle bellezze della mia terra, mi vergogno per la noncuranza con la quale vengono gestiti siti così prestigiosi. Quindi, le rinnovo comunque la richiesta di intervenire, per quanto lei possa fare, anche collaborando con la regione Sicilia nonché sollecitando e coinvolgendo la regione Sicilia affinché, appunto, qualcosa possa cambiare, viste anche le numerose interrogazioni che sono state fatte, per esempio, in consiglio comunale a Monreale, a cui, appunto, non si è data mai risposta e a cui, appunto, si è risposto solamente con l'indifferenza.
  Purtroppo, ancora oggi la cultura e il turismo sono considerati settori non alla stessa stregua di altri settori dell'economia, quando, invece, dovremmo cominciare a considerarli vere e proprie industrie, industrie capaci di rilanciare la crescita. Nonostante tanta ricchezza, negli anni, da leader mondiali per arrivi turistici internazionali, abbiamo perso ampie fette di mercato e il nostro turismo cresce ma meno di quanto accade in altri Paesi. La cultura per l'Italia non è mai stata una priorità nelle politiche di governo finalizzate allo sviluppo del nostro Paese. In Sicilia questa tendenza si avverte con evidenza ancora maggiore. Monreale è solo uno dei tanti esempi in cui il pressappochismo degli amministratori locali sta causando danni enormi. Nel 2014 si è calcolato che in Sicilia l'industria della cultura valeva solo circa il 3,4 per cento del totale della ricchezza regionale, a fronte di un business che in Italia rende molto di più, cioè 74 miliardi di euro.
  Presidente, concludo. Mi auguro, signor Ministro, anche se non sappiamo quanto durerà ancora il Governo di cui fa parte, che lei possa contribuire a far sì che si affermi un modo nuovo di fare cultura in questo Paese.

(Iniziative di competenza volte ad assicurare controlli adeguati in relazione all'importazione di gameti per la fecondazione eterologa – n. 3-02769)

  PRESIDENTE. L'onorevole Gigli ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-02769 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Signora Ministro, è la terza volta, dacché la Corte costituzionale ha sdoganato l'eterologa in Italia, che ci troviamo a dibattere di questo problema. Nelle due precedenti puntate lei ci aveva rassicurato sulla regolarità delle procedure per quanto fosse a conoscenza del Ministero, dicendosi, però, disponibile a intervenire nel caso ci fossero stati sospetti e ora i sospetti ci sono. L'inchiesta, apparsa il 28 dicembre sul Corriere della Sera, ci dice, con chiarezza, che c’è almeno una struttura, l'Ovobank di Marbella, che fa pubblicità con gigantografie nelle strade, promettendo donazioni di ricompensa alle ragazze disponibili a sottoporsi a prelievo di ovociti. Questi ovociti vengono prelevati dettagliando bene nell'articolo quali sono le procedure e i rischi per queste ragazze e le regioni italiane poi li comprano a caro prezzo, facendo finta che tutto avvenga regolarmente e che la compravendita non ci sia. Vogliamo fare qualcosa di fronte a questi sospetti per evitare la compravendita di parti del corpo umano ?

  PRESIDENTE. La Ministra della salute, onorevole Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  BEATRICE LORENZIN, Ministra della Salute. Ringrazio gli onorevoli interroganti perché mi consentono di ribadire, ancora una volta, la precisa scelta compiuta dall'Italia in materia di donazioni di cellule riproduttive. Mi riferisco, in particolare, al principio cardine fissato dalla nostra legislazione secondo cui la donazione di organi, cellule e tessuti – e, quindi, anche di cellule riproduttive – è volontaria e gratuita. Ricordo che le direttive europee su cellule e tessuti prevedono una responsabilità diretta in capo alle autorità competenti individuate da ogni singolo Paese per ciò che riguarda l'autorizzazione dell'istituto dei tessuti. Le procedure di rilascio e di conferma dell'autorizzazione comportano la verifica della sussistenza dei requisiti Pag. 40di qualità e di sicurezza nonché del rispetto dei principi generali previsti dalle medesime direttive, tra cui figurano anche quelli di tutela della donazione e del donatore nonché volontarietà e consenso informato, al fine di evitare indebiti sfruttamenti della persona.
  Per quanto riguarda pertanto le donazioni avvenute in Paesi esteri è l'autorità competente del Paese in cui è avvenuta la donazione di gameti che vigila sul rispetto delle norme, nell'ambito delle attività che è chiamata a svolgere per autorizzare un istituto dei tessuti. Quanto ai profili di natura economica segnalati dagli onorevoli interroganti, ribadisco ancora una volta che i centri importatori italiani non possono remunerare il donatore di gameti perché la donazione è gratuita. Possono essere invece rimborsate solamente le spese vive legate alle attività necessarie alla donazione, conservazione e distribuzione del materiale biologico, compresi gli esami clinici richiesti per il loro uso.
  Preciso inoltre che è di competenza delle amministrazioni regionali responsabili dell'organizzazione sanitaria verificare il rispetto delle disposizioni vigenti in materia di importazioni del materiale biologico ad uso clinico da parte dei centri autorizzati.
  Per quanto concerne, invece, gli altri Paesi europei, evidenzio che negli stessi possono essere in vigore normative nazionali diverse dalla nostra, le quali, coerentemente peraltro con le disposizioni europee, possono prevedere che i donatori di cellule e tessuti ricevano una indennità strettamente limitata a far fronte alle spese e agli inconvenienti risultanti dalla donazione. I criteri per determinare l'ammontare di quest'ultima indennità sono stabiliti da diversi Stati nazionali che debbono comunque verificare che tale indennità non si traduca in una vera e propria remunerazione dei donatori.
  Concludo, assicurando che il Ministero della salute continuerà a garantire, con il supporto del centro nazionale trapianti, una puntuale verifica del rispetto della normativa che presiede le attività di importazione di cellule riproduttive.

  PRESIDENTE. L'onorevole Gigli ha facoltà di replicare, per due minuti.

  GIAN LUIGI GIGLI. Devo dirle, signora Ministro, che sono molto deluso. Sono deluso perché io le ho citato dei fatti e vorrei leggerli in spagnolo anche di fronte al pubblico che ci ascolta: Hazte donante de óvulos...

  PRESIDENTE. Abbia pazienza, la lingua del Parlamento italiano è l'italiano !

  GIAN LUIGI GIGLI. Lo traduco in italiano: diventa donatrice di ovuli, la tua generosità sarà ricompensata. Parliamo di ricompense, non parliamo di rimborsi spese, d'altronde quale rimborso spese potrebbe esserci per sottoporsi a una decina di sedute tra visite, ecografie, ad una laparoscopia, ad un'anestesia, ad una stimolazione ormonale e tutto questo ripetuto – sono dati sempre pubblicati nell'articolo – magari per 6 o 7 volte nell'anno a carico della stessa ragazza, con un evidente sfruttamento della sua capacità riproduttiva. Allora su tutto questo il nostro Paese non ha nulla da dire. Mi sarei aspettato almeno che dicesse: andiamo a porre un quesito alle autorità spagnole dicendogli ma che sta succedendo a Marbella ? Perché le regioni italiane vanno tutte a comprare ? Evidentemente c’è qualcosa che non funziona su questa piccola isola. Allora se nemmeno questo è possibile, io, visto che tanto la nostra legge è rispettata e visto che sono rispettate le normative europee, le dico semplicemente: la prossima volta, se qualche dializzato italiano si compra un rene in India, piuttosto che a Singapore, dove è permesso, farà bene perché questa è la realtà delle cose. Questa è la realtà delle cose: o la legge vale e c’è una volontà reale anche di impedire che i fatti illeciti commessi all'estero possano essere poi trasferiti impunemente in Italia, oppure ci stiamo semplicemente nascondendo dietro il dito. Mi scusi, signora Ministro, ma è così.

  PRESIDENTE. La ringrazio, ma Marbella non è un'isola comunque.

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(Iniziative di competenza volte a verificare il rispetto dei livelli essenziali di assistenza, con riferimento all'operatività dell'ospedale Muscatello di Augusta (Siracusa) – n. 3-02770)

  PRESIDENTE. L'onorevole Andrea Maestri ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02770 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  ANDREA MAESTRI. Grazie, signor Presidente. Onorevole Ministro Lorenzin, noi di «Possibile» abbiamo presentato questa interrogazione urgente per cercare di capire come si stia muovendo il Governo per superare le fortissime criticità che caratterizzano il presidio ospedaliero «Emanuele Muscatello» di Augusta, un territorio, come è noto, fortemente penalizzato e compromesso da danni ambientali che ricorrono indietro negli anni, dalla presenza di impianti a rischio di incidente rilevante, dal polo petrolchimico e dalla sua pesante eredità, l'arsenale della Marina militare, una casa circondariale, un porto di rilevanza europea. L'intervento della regione in materia ospedaliera ha creato gravi disservizi, la rimodulazione, la riorganizzazione, hanno di fatto privato, deprivato, il territorio di Augusta di un presidio fondamentale. Ci chiediamo come intenda muoversi il Governo per superare questa forte criticità che non garantisce il fondamentale diritto alla salute dei cittadini di Augusta, di Melilli, di Priolo Gargallo e di Sortino. E soprattutto vorremmo sapere come vengono spese le risorse dell'articolo 20 della legge n. 67 del 1988.

  PRESIDENTE. La Ministra della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.

  BEATRICE LORENZIN, Ministra della Salute. Onorevole, nell'ambito dell'accordo di programma stipulato in data 30 aprile 2002 con la regione Sicilia sono stati finanziati, tra gli altri, due interventi riguardanti il presidio ospedaliero Emanuele Muscatello di Augusta. Il primo relativo a lavori di manutenzione straordinaria dei prospetti per un importo pari a 472.991 mila euro e il secondo di adeguamento delle strutture degli impianti di ristrutturazione e recupero dei padiglioni per un importo pari a 3.335.028 euro. La regione siciliana ha presentato, in data 17 settembre 2015, una proposta di addendum al predetto accordo di programma, nella quale era contemplato, tra gli altri, un ulteriore intervento riguardante il presidio ospedaliero di Augusta per un importo a carico dello Stato di 9.352.750 euro. Su tale proposta, rimodulata a seguito della riduzione degli stanziamenti del Fondo per l'edilizia sanitaria, il Ministero della salute ha espresso parere positivo in data 18 luglio 2016.
  Aggiungo che la programmazione della rete ospedaliera della regione siciliana, sulla quale ancora è in corso l'istruttoria, non avendo la regione ancora trasmesso le integrazioni documentali richieste dei competenti tavoli di verifica del Ministero della salute e del Ministero dell'economia e delle finanze, classifica il presidio ospedaliero Emanuele Muscatello di Augusta nella rete dell'emergenza/urgenza, quale pronto soccorso di base. L'assessorato della salute della regione Sicilia ha altresì precisato che presso l'ospedale di Augusta è stato istituito il centro di riferimento regionale per la cura e la diagnosi anche precoce delle patologie derivanti dall'amianto e che l'attuale piano aziendale prevede per tale presidio ospedaliero, tra le altre, le unità operative di neurologia, gastroenterologia ed endoscopia digestiva, oncologia medica ed oncoematologia.
  Concludo rassicurando gli onorevoli interroganti che, attraverso il tavolo tecnico appositamente costituito presso il Ministero della salute al fine di verificare il rispetto degli standard ospedalieri, vigileremo perché sia garantito ed assicurato anche ai cittadini di Augusta il pieno rispetto dei livelli essenziali di assistenza e la piena tutela del diritto della salute.

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  PRESIDENTE. L'onorevole Andrea Maestri ha facoltà di replicare, per due minuti.

  ANDREA MAESTRI. La ringrazio Ministro per la risposta che ci ha dato oggi. È una risposta sicuramente parziale, da una parte certamente si dà conto dei ritardi della regione, che ovviamente ha una competenza prevalente in questa materia, ma non vorrei che il giusto, pertinente richiamo a quelle che sono le competenze, le responsabilità e i ritardi della regione in qualche modo esentasse il Ministero della salute da un intervento più efficace, più tempestivo su questa questione. Mi riferisco, in particolare, all'attuazione del polo oncologico con l'assegnazione dell'unità operativa che manca, al potenziamento del reparto di endoscopia digestiva, allo sblocco dei fondi previsti dall'articolo 20. Sono criticità rispetto alle quali il compito del Governo è sancito dalla Costituzione che voglio qui richiamare con forza, perché nella nostra Costituzione il diritto alla salute dei cittadini è tutelato sia nella sfera individuale, come diritto fondamentale della persona, ma anche come interesse collettivo. Ad Augusta, in questo territorio, è interesse collettivo che vi sia un presidio ospedaliero nel pieno delle sue funzioni e capace di rispondere efficacemente al bisogno di salute, alla domanda di salute dei cittadini.

(Dati nazionali in merito alla durata della permanenza in pronto soccorso prima del ricovero – n. 3-02771)

  PRESIDENTE. L'onorevole Monchiero ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02771 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  GIOVANNI MONCHIERO. Grazie Presidente. Signor Ministro, la nostra richiesta è molto semplice: noi pensiamo che tutti gli anni si ripete inevitabilmente, sulle cronache giornalistiche e televisive, la visione di pronto soccorso intasatissimi, con pazienti in barella, costretti in quella condizione a volte per giorni e giorni. Vorremmo sapere che cosa si può fare. Ma per poter fare qualsiasi cosa è indispensabile conoscere il dato di realtà e cioè: quant’è l'intasamento del pronto soccorso ? Quanto dura la permanenza di un paziente in barella ? Questo è semplicemente il nostro quesito.

  PRESIDENTE. La Ministra della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della Salute. Ringrazio gli onorevoli interroganti per avere richiamato l'attenzione sul fenomeno, ma parlerei in realtà di una vera e propria criticità del sovraffollamento dei pronto soccorso. Fenomeno peraltro che si accentua in alcuni periodi dell'anno, per esempio in coincidenza con il picco influenzale.
  Sull'affollamento dei pronto soccorso, in realtà, vi è tutto un lavoro fatto ormai da anni dal Ministero della salute insieme alle regioni sulla realizzazione di un piano territoriale che prevede la realizzazione di hub and spoke anche con una partecipazione e integrazione della medicina del territorio.
  La principale causa del sovraffollamento è rappresentata dallo stanziamento dei pazienti, le cui condizioni sono già state valutate presso il pronto soccorso, che rimangono presso tale reparto in attesa del posto letto presso il reparto di ricovero, ma a causare il fenomeno è anche il ricorso inappropriato ai servizi di pronto soccorso dovuto alla percezione del cittadino di un bisogno immediato in relazione a prestazioni non differibili, ma non urgenti, relativamente a patologie di media-bassa criticità clinica, che spesso possono trovare una adeguata e migliore risposta clinico assistenziale nell'ambito della rete dei servizi di cure primarie ove adeguatamente strutturata. Sappiamo che, se il territorio funziona, riesce a drenare l'afflusso al pronto soccorso; quando il territorio non funziona, in alcuni ambiti regionali, il pronto soccorso diventa un vero e proprio presidio tout-court.Pag. 43
  Il sovraffollamento del pronto soccorso determina una serie di conseguenze negative che pregiudicano sensibilmente la qualità dell'assistenza sanitaria erogata. Mi riferisco ai tempi di attesa, alla diminuita capacità di garantire la sicurezza dei pazienti e di proteggere la loro privacy e riservatezza, e, non da ultimo, all'aumento significativo dei costi.
  Ecco perché sono sempre più convinta che bisogna rispondere a questa criticità con nuove modalità organizzative, che vanno adattate nei diversi contesti territoriali, ma questa deve essere una vera e propria priorità di sistema, come abbiamo anche inserito nell'ambito del Patto della salute.
  Quanto ai dati relativi alla durata della permanenza nei reparti di pronto soccorso, comunico che già dal 2008 è stato istituito il Sistema informativo per il monitoraggio delle prestazioni erogate in emergenza-urgenza, che si chiama sistema Emur. La rilevazione dei dati è entrata a regime dal 1o gennaio 2012. I dati relativi, rilevati e trasmessi con cadenza mensile al sistema informativo del Ministero della salute, sono i seguenti: struttura erogatrice, dati relativi all'accesso e alla dimissione dell'assistito, codice anonimo dell'assistito, diagnosi e prestazioni erogate.
  Sono, pertanto, a disposizione i dati relativi all'anno 2015 sulla durata sia media che massima della permanenza nei reparti di pronto soccorso in tutte le strutture sanitarie d'Italia. Tenuto conto del poco tempo a mia disposizione, fornisco il dato della durata media di permanenza relativo al pronto soccorso dell'ospedale San Lazzaro di Alba, che lei ci ha fornito nella domanda scritta che ci è pervenuta: il tempo medio di permanenza per tutti gli accessi a questo pronto soccorso è stato pari a 249 minuti, mentre quello relativo agli accessi che hanno portato al ricovero del paziente è stato pari a 413 minuti.

  PRESIDENTE. L'onorevole Monchiero ha facoltà di replicare per due minuti.

  GIOVANNI MONCHIERO. Signor Ministro, la ringrazio, ma ero certo che i tempi dell'ospedale di Alba fossero mediamente accettabili, anche se ho voluto citare Alba proprio perché, se persino ad Alba è accaduto quello che è successo la settimana scorsa, non oso immaginare cosa possa accadere nel resto d'Italia e nelle regioni del Sud.
  Signor Ministro, le pongo questo semplice dualismo: o i dati di quel sistema di raccolta non sono veritieri oppure questi dati non vengono presi in considerazione seria da nessuno dei programmatori. Non passa anno che gli occhi, i nostri occhi, non vedano, non perché ce lo raccontano, ma perché ce lo fanno vedere, pronti soccorso intasatissimi. Lei stessa, signor Ministro, ha definito eroi i medici di Nola che curavano i pazienti per terra.
  Ora, mai come in questo caso è bene citare Brecht: beata la terra che non ha bisogno di eroi. Noi vorremmo davvero che i medici degli ospedali, in particolare i pronti soccorso, potessero godere di strutture che consentissero un ricovero umano e un'assistenza umana dei pazienti. Questo oggi non avviene, le ricette che sino ad oggi abbiamo pensato come risolutive, evidentemente, si sono dimostrate fallaci. Occorre pensare a qualcos'altro.

(Iniziative di competenza volte a promuovere studi sulla somministrazione di farmaci oncologici per via locoregionale, anche al fine di una valutazione dei competenti organismi in relazione alle procedure mediche in corso presso l'azienda socio-sanitaria territoriale «Carlo Poma» di Mantova – n. 3-02772)

  PRESIDENTE. L'onorevole Zolezzi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02772 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata) per un minuto.

  ALBERTO ZOLEZZI. Le dottoresse Adami e Pisanelli, in forza all'oncologia dell'ospedale di Mantova, segnalarono già due anni fa la riduzione della prescrizione di alcuni farmaci secondo linee-guida, farmaci mirati come il pemetrexed, addirittura ridotto dell'80 per cento, e, al contrario, Pag. 44l'incremento della pratica di somministrazione locoregionale di alcuni farmaci vecchi e poco costosi. L’audit aziendale non rispose ai quesiti clinici e le dottoresse furono allontanate dal reparto e reintegrate a furor di popolo e dal giudice del lavoro. La procura di Mantova ha aperto un'inchiesta con vari capi di imputazione anche per il primario, il dottor Cantore, fra cui l'omicidio colposo. Per cui, chiedo al Ministro che cosa voglia fare su questa terapia locoregionale che sta proseguendo e per fare chiarezza su questa importante situazione.

  PRESIDENTE. La ringrazio, anche per i tempi.
  La Ministra della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.

  BEATRICE LORENZIN, Ministro della Salute. Rispondo evidenziando preliminarmente che, come ricordato dagli onorevoli interroganti, la procura della Repubblica di Mantova ha avviato un'inchiesta penale sui fatti verificatisi presso la struttura complessa di oncologia «Carlo Poma». In merito alla somministrazione di farmaci oncologici per via locoregionale – questa è un'interrogazione molto tecnica – l'Aifa ha comunicato che le vigenti linee guide nazionali dell'Associazione italiana di oncologia medica e quelle internazionali non considerano una terapia locoregionale uno standard terapeutico in alcuna fase della malattia. I risultati dell'unico studio di fase 3, pubblicato nel 2004, sebbene abbiano mostrato un vantaggio in termini di sopravvivenza al primo anno, non possono ritenersi significativi in quanto si tratta di uno studio monocentrico condotto su pochi pazienti e, soprattutto, alquanto datato.
  Inoltre, da una ricognizione effettuata nella banca dati dell'Osservatorio nazionale sulla sperimentazione clinica dei medicinali, non risultano essere state autorizzate, a far data dal 1o ottobre 2014, sperimentazioni sul tumore del pancreas con terapia locoregionale. Anche l'Istituto superiore di sanità ha sottolineato che per la patologia oncologica non esiste nelle linee guida delle società scientifiche nazionali ed internazionali una raccomandazione alla somministrazione locoregionale dei farmaci chemioterapici, né risultano attualmente in corso studi clinici con trattamento chemioterapico regionale per il carcinoma del pancreas esocrino.
  L'Istituto superiore di sanità precisa che la chemioterapia locoregionale trova attualmente applicazione in un numero molto limitato di patologie neoplastiche quali neoplasie primitive o metastatiche del fegato per via endoarteriosa e il carcinoma dell'ovaio per via intraperitoneale, per cui sono stati evidenziati vantaggi su esiti clinicamente rilevanti. Tuttavia, nel caso di tumori dei tessuti molli degli arti le evidenze di alcuni benefici non sembrano essere associate ad un significativo guadagno in termini di sopravvivenza dei pazienti. Al momento attuale, pertanto, anche per l'Istituto superiore di sanità non sussistono evidenze scientifiche forti che giustifichino l'avvio di studi clinici sui trattamenti chemioterapici per via locoregionale.

  PRESIDENTE. L'onorevole Zolezzi ha facoltà di replicare per due minuti.

  ALBERTO ZOLEZZI. Ringrazio il Ministro di questa risposta. Spero, però, che il Ministro si renda conto di quello che mi ha appena detto, perché nell'oncologia di Mantova queste terapie sono proseguite. Ho detto all'inizio che sono due anni che questa cosa è stata segnalata da due dottoresse, che sono state allontanate da un reparto, e c’è voluta la procura per partire e per cercare di fare chiarezza. E questo primario, già a Massa Carrara, il dottor Cantore fece un uso ampio, per essere diplomatici, di questo tipo di trattamento, di terapia locoregionale. È chiaro il sospetto su questa terapia, che costa poco per i farmaci e dà un forte guadagno per i reparti e bonus per i manager, perché c’è il pagamento della terapia interventistica; è chiaro il sospetto che si faccia questa cosa per fare cassa, Ministro.
  Basta, lei è qui e lo sente; lei aveva già avuto a luglio il testo dell'interrogazione, Pag. 45sapeva questa cosa e non ha fatto nulla da luglio ad adesso, le terapie sono proseguite. Questo è inaccettabile in una zona, come Mantova, dove ci sono più di mille tumori all'anno, dove il PM10 è stato a 170 negli scorsi giorni, dove si vuole costruire un altro inceneritore, la Pro-Gest vuole fare un altro inceneritore.
  La ringrazio, perché mi sta dando ragione sui dubbi che queste terapie possano essere proseguite. È chiaro che tutto questo deve essere inserito in una valutazione generale che viene prima di quella della procura, perché l'amministrazione, la pubblica amministrazione, deve avere un senso. È stato eseguito un audit locale aziendale, un audit dalla regione Lombardia, che sta privatizzando tutto dopo gli arresti di Mantovani-Forza Italia e Rizzi-Lega Nord. Dopo tutte queste cose, ispezioni ministeriali in cui è stato chiesto alle dottoresse se avevano motivi sentimentali dietro alle loro segnalazioni. Questa è stata l'ispezione ministeriale a Mantova ! Gli ispettori hanno detto: siamo qui solo per rassicurare la popolazione. Questo è stato detto, Ministro. Si spendono i soldi per fare questo tipo di ispezioni, bisogna che su queste terapie venga fatta chiarezza. In relazione a quello che ha detto, immagino che sia consequenziale lo stop a questo tipo di terapie senza linee-guida e capire se i restanti farmaci, quelli appropriati, siano ad oggi prescritti e utilizzati nella maniera adeguata. Per il resto, di dimissioni non ne parlo, perché ci capiamo e sappiamo bene che questo Governo deve andare a casa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative di competenza volte a mantenere la destinazione sanitaria dell'ex ospedale militare sito a Casagiove (Caserta) – n. 3-02773)

  PRESIDENTE. L'onorevole Petrenga ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02773 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  GIOVANNA PETRENGA. Presidente, la nostra interrogazione è proprio finalizzata a conoscere la possibilità di lasciare la destinazione d'uso, quindi la vocazione sanitaria, dell'ospedale militare di Caserta (precisamente insiste nel comune di Casagiove), che è stato dismesso da un bel po’ di tempo e versa in condizioni di abbandono. Volendo lasciare la vocazione sanitaria della struttura, che ha già degli ambienti che possono essere adeguati alla nuova destinazione d'uso, si potrebbe potenziare il servizio sanitario sul territorio provinciale di Caserta con dei servizi che sono assenti sul territorio, come la chirurgia oncologica, un reparto di oculistica e un centro di risveglio per persone in coma, che sono assenti sul nostro territorio. Potenziare questo servizio significa dotare i cittadini di un servizio assente...

  PRESIDENTE. Concluda.

  GIOVANNA PETRENGA. E non vi è solo l'aspetto sanitario, ma anche quello economico, visto che si è costretti ad andare fuori regione e il servizio sanitario campano deve versare delle rette superiori alle tabelle...

  PRESIDENTE. La ringrazio. La Ministra della salute, Lorenzin, ha facoltà di rispondere. Vi prego di attenervi, perché siamo in diretta TV. Avete un minuto.

  BEATRICE LORENZIN, Ministra della Salute. Presidente, rispondo agli onorevoli interroganti ricordando preliminarmente che, nell'attuale assetto costituzionale delle competenze statali e regionali in materia sanitaria, la parte organizzativa è in mano alle regioni. Lo dico anche rispondendo un po’ implicitamente ad altre sollecitazioni che sono venute dalle risposte: noi agiamo nell'ambito delle nostre competenze, quindi il Ministero della salute non può intervenire sulla programmazione ospedaliera regionale, se non per verificare il rispetto degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi riguardanti l'assistenza ospedaliera così come definiti da ultimo con il decreto ministeriale n. 70 del 2015.Pag. 46
  Venendo al merito della questione posta, posso riferire che la struttura commissariale per l'attuazione del piano di rientro del disavanzo del settore sanitario della regione Campania ha comunicato che l'ex ospedale militare di Casagiove (Caserta), appartenente al demanio militare, non è contemplato nella programmazione della nuova rete ospedaliera regionale, approvata con il decreto del commissario ad acta n. 33 del 2016, e non è pertanto al momento possibile destinare a tale struttura i finanziamenti previsti dalla legge sull'edilizia sanitaria; il che non significa che la popolazione del comune di Casagiove sia priva di assistenza sanitaria, in particolare con riferimento a quell'ambito particolarmente delicato costituito da malattie oncologiche, che sono purtroppo in costante aumento anche nel nostro Paese. La struttura commissariale per l'attuazione del piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della regione Campania ha infatti precisato che, nello stesso territorio, nelle immediate vicinanze della località di Casagiove opera per l'azienda ospedaliera «Sant'Anna e San Sebastiano», ospedale inserito nella rete oncologica della regione Campania ed al quale sono stati destinati specifici investimenti finanziari. Per le altre patologie, cure e assistenza che lei ha citato adesso, sarà mia cura accertarmi dell'inserimento nella rete campana e di verificare che ci sia una garanzia di accesso ai servizi per i cittadini dell'area.

  PRESIDENTE. L'onorevole Petrenga ha facoltà di replicare, per due minuti, con preghiera di stare nei tempi.

  GIOVANNA PETRENGA. Presidente, per quanto riguarda la destinazione dell'ospedale militare all'aeronautica e la delocalizzazione dalla Reggia, devo sottolineare che a tutt'oggi i locali sono stati liberati e non esiste ancora un progetto complessivo presentato alla città, perché il progetto deve essere sottoposto alla città e non si può prescindere da questo passaggio. Per quanto riguarda invece l'aspetto che oggi sto ponendo in essere per potenziare questi settori sanitari, ringrazio il Ministro, che ha dato la disponibilità a verificare questa possibilità, perché, ripeto, come dicevo prima, ci sono cittadini che sono costretti ad andare fuori regione, e la regione paga parcelle secondo tabelle superiori a quelle previste in altre regioni rispetto alla Campania.
  Quindi si tratta di un fatto economico ed assistenziale. Diamo attenzione ai cittadini che oltre al danno, hanno anche la beffa: non solo sono malati ma devono anche subire l'onere di andare fuori e, quindi, con l'assistenza, affrontare anche altre spese. Ritengo, Ministro, che presto ci faremo sentire, come gruppo di Fratelli d'Italia, con la richiesta di un appuntamento con lei ed il governatore della regione Campania (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

(Iniziative relative al processo di liquidazione della società Stretto di Messina s.p.a. e al contenzioso promosso dalla medesima società e da privati – n. 3-02774)

  PRESIDENTE. L'onorevole Garofalo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02774 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  VINCENZO GAROFALO. Presidente, signor Ministro, l'interrogazione chiede delle informazioni rispetto alla società Stretto di Messina, che è stata posta in liquidazione con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 15 aprile 2013. L'obiettivo che è stato affidato al commissario liquidatore era quello di delineare, entro un arco temporale di un anno, ogni adempimento utile previsto per procedere a tutti gli adempimenti della legge fallimentare. Dopo oltre tre anni vorremmo avere delle informazioni, anche perché, con delibera di fine anno, la Corte dei conti, nel suo controllo che fa sulle amministrazioni di competenza dello Stato, ha segnalato alcune questioni che sono Pag. 47abbastanza importanti e sulle quali noi abbiamo appunto concentrato la nostra attenzione.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere.

  GRAZIANO DELRIO, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Onorevole Garofalo, come lei sa, il decreto-legge n. 179 del 2012 ha stabilito che la liquidazione della società Stretto di Messina fosse affidata a un commissario liquidatore nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, e nel 2013, il 15 aprile, veniva nominato appunto il suddetto commissario liquidatore e venivano stabiliti tempi e modalità della procedura di liquidazione. Devo precisare che, in ragione della caducazione avvenuta, che è stata dovuta alla mancata stipula dell'atto aggiuntivo per assenza dei presupposti normativi, sono decaduti tutti gli atti che regolano i rapporti di concessione, le convenzioni e tutti i rapporti contrattuali. Quindi c’è una caducazione e il MIT non svolge alcuna funzione di amministrazione attiva rispetto all'intervento in oggetto, se non con riferimento alla gestione dei contenziosi.
  In ordine alla richiesta di indennizzo della società Stretto di Messina, segnalo che, già in data febbraio 2014, i Ministeri delle Infrastrutture e dei trasporto e dell'Economia e delle finanziare avevano inoltrato al commissario liquidatore di Stretto di Messina e agli azionisti una serie di informazioni e chiarimenti in ordine all'infondatezza della pretesa di rimborso di ulteriore indennizzo. Quindi, è in evidenza che, in ragione della natura di concessionaria pubblica della società (i costi di progettazione sono sempre stati coperti tramite aumenti di capitale), il riconoscimento di qualsiasi ulteriore somma costituirebbe una duplicazione di costi, con aggravio sui saldi di finanza pubblica. Quindi, il MIT ha supportato l'azione dell'Avvocatura dello Stato, che ha curato gli adempimenti processuali volti ad assicurare la tutela del pubblico erario. L'Avvocatura ha relazionato su iniziative processuali pendenti poste in essere a tutela degli interessi pubblici.
  Il MIT, conformemente a quanto già comunicato agli azionisti della società Stretto di Messina, conferma l'infondatezza della pretesa di rimborso e di ogni ulteriore indennizzo, e condivide l'indicazione della Corte che lei ha citato. Quanto all'attività di competenza MIT, a seguito della soppressione della Struttura tecnica di missione come responsabile, le relative funzioni sono esercitate dalle direzioni generali, già impegnate con tutti gli azionisti al fine di superare le criticità, segnalate appunto anche dalla Corte dei conti nella deliberazione del 2017.
  Il MIT si attiverà anche con le amministrazioni coinvolte affinché si possa giungere in tempi brevi alla definizione di questa delicata vicenda, sempre nell'interesse superiore del buon andamento amministrativo e nella tutela dell'interesse e dei conti pubblici.

  PRESIDENTE. L'onorevole Garofalo ha facoltà di replicare, per due minuti.

  VINCENZO GAROFALO. Grazie Presidente. Signor Ministro, la ringrazio, perché, tra l'altro, lei ha sottolineato un aspetto che ritenevo molto importante che lei sottolineasse, ovvero di come la Corte Conti abbia segnalato cose che ritengo non solo abbastanza corrette, ma, insomma, importanti per un Governo.
  Infatti, dopo oltre tre anni che c’è un commissario liquidatore, tutta questa faccenda alla fine, nei giorni scorsi, è apparsa come invece il voler mantenere in vita una situazione di liquidazione, tra l'altro, con contenziosi tra Stato e Stato, che obiettivamente come ha detto lei, è una duplicazione. Di fatto, la società Stretto di Messina, che appartiene per oltre l'80 per cento all'Anas, e l'Anas appartiene allo Stato, non può avviare dei contenziosi se non alla fine, anzi, al contrario deve trovare delle formule per definirli transattivamente, in maniera chiara, da poter evitare di avere dei costi annuali, che sono i costi di gestione, i costi per gli organi Pag. 48sociali. Non so quanto siano, ma comunque sono costi, che in ogni caso la collettività non può tollerare.
  È su questo che noi abbiamo voluto interrogarvi già da tempo. Per la verità questa è la seconda interrogazione, la prima ancora in attesa di risposta era rivolta al MEF anzi, alla Presidenza del Consiglio. Questa volta abbiamo colto l'occasione della sua presenza in Aula per potere dire al Ministero delle Infrastrutture, sebbene non competente sulla gestione della società, ma competente insieme agli altri e, comunque, autorevole rappresentante del Governo, di trovare rapidamente una soluzione a questo stato di liquidazione.
  Sono tante le società dello Stato in liquidazione, ma questa è una società che era nata per fare altro, quell'altro si può continuare a fare, a nostro avviso, con un'azienda che già esiste, che è l'Anas o un'altra azienda, che insieme all'Anas è in procinto di diventare un importante asset infrastrutturale del Paese – mi riferisco a Ferrovie dello Stato – per potere affrontare una cosa che va realizzata, piuttosto che una cosa che, invece, rimane nelle carte e che genera spese inutili e nessun vantaggio per nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare-NCD-Centristi per l'Italia).

(Iniziative urgenti di competenza in relazione alla vicenda dei notevoli rincari degli abbonamenti ferroviari sovraregionali – n. 3-02775)

  PRESIDENTE. L'onorevole Folino ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-02775 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  VINCENZO FOLINO. Grazie Presidente. Con quest'interrogazione il gruppo parlamentare di Sinistra Italiana chiede al Governo di fare luce su una vicenda che ha colpito negli anni migliaia di pendolari, costretti a subire, secondo quanto emerge dalle risultanze, ingiustificati aumenti delle tariffe ferroviarie, la scoperta di una vera e propria distorsione tariffaria a causa di un algoritmo, che ha portato gli abbonamenti dei treni a costare sino al 33 per cento in più.
  È un fatto gravissimo che impone al Ministro di avviare un'ampia attività ispettiva, per accertare le responsabilità anche in capo a Trenitalia. Come è mai possibile che, pur essendo questo meccanismo distorto in funzione da ben dieci anni, solo grazie all'intervento delle associazioni di pendolari si è scoperto degli ingiusti aumenti ? Se è vero che le tariffe vengono fissate dagli enti locali, cosa ha fatto Trenitalia in tutto questo periodo ?
  Subito è scattato un triste rimballo delle responsabilità. Per Trenitalia la determinazione delle tariffe nel trasporto regionale è competenza esclusiva delle regioni e province autonome. L'algoritmo, cui fanno riferimento i media, è quello definito in sede di approvazione dalla Conferenza delle regioni.
  Chiediamo chi ha sbagliato e chiediamo di procedere all'immediato risarcimento della platea dei pendolari, colpiti da quella che sta assumendo i contorni di una vera e propria truffa nei confronti di tanti cittadini che ogni giorno prendono il treno per recarsi al lavoro, spesso essendo costretti a utilizzare servizi scadenti.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere.

  GRAZIANO DELRIO, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie Presidente, grazie onorevole Folino. Il tema proposto merita sicuramente grande attenzione, perché attiene alla tutela dei cittadini, in particolare dei pendolari, che sono un'opportunità per questo Paese di fare un grande passo avanti sul trasporto pubblico locale.
  Non c’è nessuna ambiguità: la determinazione delle tariffe nel trasporto regionale rientra tra le competenze di ciascuna regione e provincia autonoma, mentre, per i treni che servono i territori di due o più regioni, la sede è la commissione trasporti della Conferenza delle regioni e, quindi, la Pag. 49competenza è lì. E lì si stabilì di introdurre la tariffa regionale, con applicazione sovraregionale, sommando e applicando un correttivo, per così dire, matematico e questo è un algoritmo per calcolare il costo dei biglietti. Quindi, la politica tariffaria è stabilita delle amministrazioni pubbliche territoriali, che fissano il livello delle tariffe e le agevolazioni tariffarie conseguenti.
  Il decreto legislativo del 1997 ha stabilito che i contratti di servizio definiscono poi concretamente questa struttura tariffaria adottata e prevedono incrementi tra ricavi da traffico e costi operativi. L'Autorità di regolazione dei trasporti, a sua volta, provvede a definire i criteri per la fissazione da parte dei soggetti competenti delle tariffe dei canoni dei pedaggi, assicurando l'equilibrio economico, l'efficienza produttiva, le imprese e i consumatori.
  Come lei ha ricordato, alcuni abbonati e consumatori hanno evidenziato che quel metodo di calcolo è sostanzialmente non corretto e ha portato a differenze di prezzo rispetto a percorrenze analoghe svolte all'interno di ogni singola regione. Queste istanze erano presenti a Trenitalia, che le ha sottoposte all'attenzione della commissione trasporti delle regioni, che ha avviato un tavolo di approfondimento per l'analisi e la revisione dell'algoritmo. Questo tavolo, però, ha interrotto i lavori nel 2015. La ripresa dei lavori è stata più volte sollecitata da Trenitalia. Quindi, a questo punto, noi abbiamo anche chiesto o incaricato personalmente l'Osservatorio nazionale sulle politiche del trasporto pubblico locale, che opera presso il mio Ministero, ad acquisire tutti i dati relativi agli algoritmi, al fine di verificare l'incidenza sui servizi ferroviari regionali di questo meccanismo tariffario, e ad affrontare rapidamente con le regioni titolate a sottoscrivere i contratti di servizio con Trenitalia l'argomento in oggetto. Quindi credo che nelle prossime giornate sarà affrontato in maniera piena e competente da parte di coloro che ne hanno responsabilità.

  PRESIDENTE. Grazie Ministro Delrio, anche per il rispetto dei tempi. L'onorevole Franco Bordo, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.

  FRANCO BORDO. Grazie Presidente. Signor Ministro, la sua risposta direi che tecnicamente è ineccepibile, direi anche politicamente corretta. Però c’è un'insoddisfazione da parte del nostro gruppo, insoddisfazione che poi penso che voglia rappresentare l'insoddisfazione dei pendolari, in modo particolare di tutte quelle utenze che, appunto, giorno dopo giorno, come lei sa, affrontano, più che un viaggio sereno, delle gravi difficoltà. Perché ? Perché il tema del diritto alla mobilità, del pendolarismo, del trasporto pubblico, non è ancora una priorità nel nostro Paese: non è considerata dalle istanze e dalle istituzioni di governo, nazionale e anche locale, come una priorità su cui concentrarsi.
  Lo dimostra il fatto che il problema fosse già stato individuato da alcuni anni e non si sia arrivati ad una soluzione e poi si sia dovuto, per così dire, aspettare che i pendolari stessi e le associazioni dei consumatori denunciassero pubblicamente quanto stava avvenendo. Speriamo si intervenga con maggior decisione per recuperare una situazione che è veramente incredibile, che ha della beffa nei confronti di questi nostri cittadini, che però si assomma anche – per quello dico che non siamo soddisfatti – ad altre prese di posizione, anche da parte di lei stessa, diciamo ad impegni, che però rimangono troppo spesso solo degli impegni.
  Io ricordo anche un esempio: qua abbiamo approvato una mozione, col parere favorevole, che diceva di prendere in esame e introdurre la possibilità di mettere in detrazione il costo degli abbonamenti per i pendolari; questa è ancora una cosa che rimane lettera morta, che ancora non si sta traducendo in azioni concrete. Ecco, penso che i nostri pendolari abbiano veramente bisogno di risposte concrete, concrete nei mezzi e nelle tariffe, che non sono più sopportabili (Applausi dei deputati Pag. 50del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

(Interventi a favore dei pendolari sulle tratte ad alta velocità, anche alla luce dei recenti rincari dei relativi abbonamenti – n. 3-02776)

  PRESIDENTE. L'onorevole Carloni ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-02776 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  ANNA MARIA CARLONI. Grazie Presidente. Signor Ministro, lo scorso 17 gennaio, Trenitalia ha comunicato l'aumento del costo degli abbonamenti per le linee ferroviarie ad alta velocità, che da nord a sud si aggira intorno al 35 per cento.
  Tali insostenibili aumenti hanno scatenato le proteste degli utenti, rappresentati unitariamente oggi dal Comitato nazionale pendolari alta velocità. Pochi giorni dopo, a seguito di numerosi solleciti delle istituzioni, l'amministratore delegato di Trenitalia ha sospeso, a partire dal prossimo mese di marzo, il rincaro degli abbonamenti, paventando però un reintegro di essi dal mese di giugno.
  Chiedo, pertanto, quali siano le azioni di tutela che si vogliono intraprendere a favore di una categoria di persone economicamente e socialmente molto esposte dal suddetto rincaro, fermo restando il poco tempo a disposizione per intervenire – così come indicato dalla stessa Trenitalia, – e, al contempo, se non si ritenga che le possibili soluzioni possano coinvolgere anche l'altro operatore in concessione sulle linee alta velocità, la nuova Trasporto Viaggiatori che unilateralmente non eroga più il servizio in abbonamento.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere.

  GRAZIANO DELRIO, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie onorevole Carloni, grazie Presidente. Certo il tema è molto delicato, il pendolarismo attiene in un qualche modo al tema del trasporto pubblico locale che veniva accennato precedentemente e su cui questo Governo – mi permetto di ricordarlo – ha determinato una svolta storica perché abbiamo stanziato 4 miliardi e 300 milioni per il rinnovo di tutto il parco autobus circolante.
  Vi è una gara aperta da oltre 4 miliardi per sostituire tutti i treni regionali, quindi un'inversione di tendenza vera. Ci sono fenomeni però, non solo nel trasporto pubblico regionale, ma anche nei servizi al mercato, che stanno affermandosi come fenomeni di pendolarismo vero e proprio, che quindi andrebbero rivalutati in una nuova ottica. Stiamo però dentro in questo momento ad un segmento di mercato liberalizzato, nel quale Trenitalia è l'unica impresa peraltro ad avere offerto spontaneamente questo tipo di servizio, quindi alla sua domanda se non ritengo che NTV debba anche lei offrire il servizio in abbonamento, la mia risposta è: «sì», ritengo di sì, non è obbligata, come non è obbligata Trenitalia, ma ritengo assolutamente di sì, perché credo che questo stia diventando ormai un fenomeno di spostamento reale di persone che lavorano. L'Autorità di regolazione dei trasporti, peraltro, ha adottato la delibera sugli abbonati del trasporto ferroviario – come lei sa l'Autorità è deputata a regolare questo tipo di problematiche – e non ha previsto un obbligo di fornire servizi in abbonamento, né avrebbe potuto prevedere tale obbligo sulla base del diritto vigente, essendo appunto a servizio di mercato. Quindi da parte nostra pensiamo che si debba affrontare il tema in maniera strutturale, cioè bisogna che l'azienda Trenitalia affronti il tema in maniera strutturale, preparandosi a offrire all'interno degli obblighi anche con contribuzione pubblica questo tipo di servizio. È questo il tavolo che abbiamo attivato, una soluzione cioè che vada a regime perché oggi riguarda 7.000 persone, ma è presumibile che queste persone aumentino nel corso degli anni e quindi credo che non possa più essere affrontato rispondendo: «è il mercato bellezza», perché questo è un mercato che Pag. 51non ci piace, nel senso che non tiene presenti le esigenze dei lavoratori. La seconda questione è quella di fermare, temperare l'aumento. Lei sa però che questo sconto rispetto al prezzo reale varia dal 70 all'80 per cento rispetto al prezzo pieno del biglietto e l'attuale abbonamento è il 70-80 per cento scontato. Io ho ritenuto e ritengo che l'aumento fatto sia assolutamente sproporzionato e non adatto in una volta sola, quindi abbiamo subito chiesto di ridurre del 50 per cento questo aumento. Quanto vi è stato pagato in più a febbraio verrà rimborsato a partire da domani, dal 9 di febbraio, quindi vorrei tranquillizzare gli utenti di questa cosa e credo che vada individuato un percorso tariffario che tenga presente l'evoluzione a regime che intendiamo dare al punto di fare assumere un pezzo di questo servizio dentro agli oneri anche parzialmente a carico del pubblico, così come avviene in gran parte degli altri servizi.

  PRESIDENTE. L'onorevole Matteo Mauri, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

  MATTEO MAURI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, le sue parole ci rassicurano perché noi siamo tra quelli che hanno sempre pensato che lo sviluppo del sistema dell'Alta velocità avrebbe rappresentato un passo in avanti molto consistente per il nostro Paese. La verità è che in questi anni tante città si sono avvicinate. Sappiamo ormai che le distanze non si misurano in chilometri, ma si misurano in tempi e tante persone hanno fatto scelte di vita, hanno potuto approfittare di possibilità di lavoro o di studio che fino a ieri non sarebbero state possibili se non con grandi sacrifici anche personali che coinvolgevano magari anche i familiari. Oggi noi abbiamo un'Italia che, non ancora completamente, ma per molti tratti è più vicina e di conseguenza intervenire – come lei ha detto che si sta facendo – per cercare di alleviare la posizione di quei tanti, quei tantissimi, potenzialmente ancora di più, per cui potrebbero essere ancora più liberi nelle loro scelte di vita da qui in avanti, va nella giusta direzione. Come credo che lei abbia fatto bene anche a ricordare quanto si è fatto soprattutto negli ultimi anni sul tema ferroviario, sul tema dei pendolari e – aggiungo – sul tema ferroviario in generale, compreso il trasporto merci che è un altro elemento importante per il nostro Paese e di quanta attenzione si stia dando alla vita dei singoli cittadini. E penso anch'io – mi fa piacere che lei l'abbia detto – che in qualche modo, vista la condizione particolare di servizio liberalizzato e di mercato, il pubblico, lo Stato in questo caso, debba intervenire direttamente per cercare di mettere i cittadini, i pendolari in questo caso, nelle migliori condizioni possibili senza gravare sui costi d'impresa.
  Rispetto a NTV, io penso che tutti coloro che offrono quel servizio – parlo di treni Alta Velocità, ma potrei parlare anche di un servizio pubblico o privato sul territorio – debbano fare la propria parte, di conseguenza garantire la possibilità ai cittadini di potersi spostare con costi inferiori, soprattutto perché garantiscono grandi continuità di spostamento e, di conseguenza, magari per alcune compagnie ferroviarie, che oggi hanno qualche difficoltà in più nei coefficienti di adempimento dei treni, potrebbe essere anche un aiuto. Di conseguenza, io credo che sia utile che, nei tempi possibili, si provi ad andare in questa direzione, a identificare le risorse necessarie per arrivare a questo obiettivo perché credo che rientri dentro una filosofia, dentro una logica che è quella giusta e che soprattutto è quella che è stata interpretata da questo Governo.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  A questo punto sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,30 con il seguito della discussione del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge recante interventi urgenti per la coesione sociale e territoriale, con particolare riferimento a situazioni critiche in alcune aree del Mezzogiorno. Prima di sospendere Pag. 52la seduta salutiamo studenti e insegnanti dell'Istituto superiore di istruzione «Keynes» di Castel Maggiore, in provincia di Bologna, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 16,35.

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Alfreider, Amoddio, Bonafede, Michele Bordo, Matteo Bragantini, Bueno, Capelli, Dambruoso, Dellai, Di Gioia, Epifani, Ferranti, Fico, Giampaolo Galli, Garofani, Lupi, Manciulli, Mannino, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rosato, Sanga, Schullian, Sottanelli e Tabacci sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centonove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Grazie, Presidente. Rubo pochi minuti all'Aula, però chiederei solo un attimo di attenzione perché sta avvenendo un fatto grave all'interno di Palazzo Montecitorio. Domani, 9 febbraio, una deputata di SEL, l'onorevole Pellegrino, ha chiesto l'utilizzo della sala stampa per una conferenza dal titolo: «Il giorno del ricordo, l'insufficienza storica e culturale delle parole che lo istituiscono e lo celebrano». A questa conferenza stampa l'onorevole Pellegrino ha invitato due negazionisti che negano il dramma delle foibe e del confine orientale. Per far capire ai colleghi, leggo una frase della principale relatrice, che, quando le chiedono che cosa significa oggi commemorare i morti delle foibe, risponde: «Commemorare i morti delle foibe significa sostanzialmente commemorare rastrellatori fascisti e collaborazionisti del nazismo».
  Ebbene, io ringrazio la Presidente della Camera, a cui ho già mandato una lettera per chiedere che venga negata la disponibilità della sala stampa. Tuttavia, mi è stato risposto che ciò non può essere fatto perché la sala stampa è a disposizione dei deputati. Però, chiedo, sia alla Presidenza di turno, sia ai colleghi, sia al presidente del gruppo SEL, onorevole Scotto che rispetto anche per la sua serietà su temi così delicati, di fare un'opera di moral suasion e di fermare questa infamia, perché non credo sinceramente che questo luogo, Montecitorio per esempio, possa essere messo a disposizione per una conferenza stampa che nega la Shoah, perché sarebbe un'indecenza e una lotta contro la storia e contro i drammi dell'umanità. Allo stesso modo, credo che non possa essere messa a disposizione per chi nega drammi di morti e vittime innocenti ammazzati dai comunisti titini. La ringrazio, Presidente, anche del tempo che mi ha concesso, ma ritengo che sia un fatto troppo grave fare una cosa del genere all'interno di questo palazzo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Prima di risponderle, l'onorevole Scotto intende intervenire. Prego.

  ARTURO SCOTTO. Grazie, signor Presidente. La Presidente della Camera, Laura Boldrini – e come già tre anni fa –, venerdì prossimo in quest'Aula – e, quindi, acquisirà un valore molto rilevante – celebrerà l'anniversario delle vittime delle foibe e noi saremmo lì, perché il valore storico di questa vicenda drammatica, Pag. 53di questa ferita profonda, che ancora scava nella memoria di questo Paese, lo comprendiamo, lo valorizziamo e lo condividiamo. Per cui, vorrei che fosse chiaro dove sta Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà.
  L'onorevole Pellegrino, collega del nostro gruppo, ha prodotto un'iniziativa nella sala stampa, una conferenza stampa, come veniva ricordato, che è disponibile per tutti i deputati e tutte le deputate di quest'Aula. Non è neanche nella disponibilità dei singoli gruppi impedire un'iniziativa. Sono convinto, conoscendo l'onorevole Pellegrino, la sua sensibilità, il suo amore per la pace, per i diritti umani, la sua capacità di coltivare la memoria, che in questa conferenza stampa, qualora si dovesse tenere, non ci sarà nessuna parola in contraddizione con il valore che noi attribuiamo all'appuntamento di venerdì prossimo in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà)

  PRESIDENTE. La Presidenza sulla questione posta dal collega Fedriga e ripresa, per altri aspetti, dal presidente Scotto precisa quanto segue.
  Quella citata non è una sala di rappresentanza della Camera il cui utilizzo è autorizzato dalla Presidente, bensì la sala stampa che, come è noto e come è stato anche ribadito nel corso degli interventi, è a disposizione di ciascun deputato per organizzare conferenze stampa sul cui contenuto nessun sindacato può essere esercitato dalla Presidenza stessa.
  Ricordo, peraltro, che nella parte antimeridiana della seduta di domani, al termine delle votazioni, la Presidente della Camera svolgerà una commemorazione delle vittime delle foibe con la possibilità di intervenire da parte di un deputato per ciascuno dei gruppi. Inoltre, nella giornata di venerdì 10 febbraio, sempre qui in Aula, avrà luogo una celebrazione della Giornata del Ricordo, istituita dalla legge 30 marzo 2004, n. 92.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 4200-A (ore 16,43).

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 4200-A)

  PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A – A.C. 4200-A) e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A – A.C. 4200-A).
  Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stata da ultimo approvata la proposta emendativa 7-septies.052 Palese. Inoltre, ricordo che sono stati accantonate le proposte emendative 2.36 Zaratti, 2.20 e 2.21 Bratti, 3-bis.100 della Commissione, 4-bis.51 Coppola, 5.5 Carfagna, 5.6 Russo, 5.51 Di Vita, 7-bis.050 Palese, 7-quinquies.50 Covello, 7-sexies.51 Palese, 7-septies.40 Latronico e 7-septies.41 Melilla.
  Avverto che la Commissione ha presentato le proposte emendative 3-bis.101, 7-quinquies.100, 7-septies.100, 7-septies.0100 nonché il subemendamento 0.7-sexies.51.100, in relazione ai quali alla Presidenza risulta che i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione di subemendamenti e che sono in distribuzione. La Presidenza si riserva di valutare l'ammissibilità dell'articolo aggiuntivo 7-septies.0100 della Commissione.
  Chiedo al relatore Laforgia come intenda procedere rispetto all'esame del provvedimento.

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Presidente, do i pareri sugli emendamenti accantonati e sugli emendamenti della Commissione e i subemendamenti che sono stati presentati. Se lei legge, io le do il parere in ordine.

  PRESIDENTE. Va bene. Allora, abbiamo l'emendamento 2.36 Zaratti.

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Parere contrario.

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  PRESIDENTE. 2.20 Bratti.

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Su questo emendamento il parere è favorevole, con una riformulazione che consiste nel sopprimere il secondo periodo della parte conseguenziale e, quindi, dalle parole: «Al fine della realizzazione delle attività» in poi.

  PRESIDENTE. 2.21 Bratti.

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Invito al ritiro.

  PRESIDENTE. 3-bis.100 della Commissione.

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. 3-bis.101 della Commissione.

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. 4-bis.51 Coppola.

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Parere favorevole con questa riformulazione: «L'utilizzo dei fondi di cui al presente articolo si conforma alle disposizioni di cui all'articolo 14-bis del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 e successive modificazioni».

  PRESIDENTE. Intanto, comunico che l'emendamento 2.21 Bratti viene ritirato.
  Siamo ora all'emendamento 5.5 Carfagna.

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Invito al ritiro.

  PRESIDENTE. 5.6 Russo.

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Invito al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. 5.51 Di Vita.

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Invito al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. 7-bis.050 Palese.

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 7-quinquies.100 della Commissione. È un emendamento della Commissione; ho il sospetto che il parere possa essere favorevole.

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Sicuramente un parere favorevole...

  PRESIDENTE. 7-quinquies.50 Covello.

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Su questo emendamento c’è un invito al ritiro proprio perché verrebbe assorbito da questo emendamento della Commissione.

  PRESIDENTE. 0.7.sexies.51.100 della Commissione.

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. 7.sexies.51 Palese.

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Parere favorevole, a condizione che sia approvato l'emendamento della Commissione.

  PRESIDENTE. Quindi è favorevole. Sull'emendamento 7-septies.100 della Commissione ?

  FRANCESCO LAFORGIA. Relatore, parere favorevole.

  PRESIDENTE. Sull'emendamento 7-septies.40 Latronico ?

  FRANCESCO LAFORGIA. Relatore, la Commissione formula un invito al ritiro, verrebbe assorbito dall'emendamento della Commissione.

  PRESIDENTE. Sull'emendamento7-septies.41 Melilla ?

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  FRANCESCO LAFORGIA. Relatore, parere contrario.

  PRESIDENTE. Sull'articolo aggiuntivo 7-septies.0100 della Commissione ?

  FRANCESCO LAFORGIA. Relatore, parere favorevole.

  PRESIDENTE. Intanto, comunico che la Presidenza ritiene ammissibile l'articolo aggiuntivo 7-septies.0100 della Commissione. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere conforme al relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.36 Zaratti.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

  Prendo atto che l'onorevole Bratti accoglie la riformulazione del suo emendamento.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.20 Bratti, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 40).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3-bis.100 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3-bis.101 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

  Prendo atto che la riformulazione dell'emendamento 4-bis.51 Coppola è accolta.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-bis.51 Coppola, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.5 Carfagna su cui vi è un invito al ritiro.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Carfagna. Ne ha facoltà.

  MARIA ROSARIA CARFAGNA. Grazie Presidente. Lo poniamo in una votazione e ci rammarica questo atteggiamento di chiusura da parte del Governo, perché con questo emendamento noi in realtà non proponevamo di stravolgere il quadro esistente, non proponevamo di incrementare i fondi già disponibili, anche se evidentemente sarebbe necessario farlo, proponevamo di agire in sede di Fondo per le non autosufficienze, introducendo tra le aree prioritarie di intervento anche le azioni, le prestazioni, relative alla copertura finanziaria per il trasporto dei diversamente abili, degli alunni diversamente abili e Pag. 56l'assistentato materiale all'interno delle scuole. Oppure, chiedevamo di agire in sede del Fondo istituito con la legge di stabilità, quello che ammonta a circa 75 milioni di euro, se non mi sbaglio, per modificare quei criteri di riparto che sono evidentemente estremamente penalizzanti per il Sud, per le aree del Mezzogiorno. Questo per tentare di alleviare il carico finanziario per quei comuni che evidentemente non riescono a far fronte a questo tipo di prestazioni.
  Questo non è un tema che noi ci stiamo inventando oggi, abbiamo tentato di avanzare già diverse proposte, per esempio, in sede di esame alla legge di stabilità, e non ce lo stiamo inventando oggi se è vero, come è vero, che per esempio soltanto in una città come Napoli, come prima ricordava il collega Paolo Russo, ci sono oltre 1000 studenti diversamente abili che da settembre non riescono a frequentare le aule scolastiche perché il comune non riesce a far fronte a questo impegno finanziario. Quindi, chiedevamo semplicemente di ottimizzare l'esistente, o attraverso l'introduzione nelle aree prioritarie di intervento anche di queste prestazioni o attraverso l'individuazione di criteri di riparto differenti. Quindi, ci rimettiamo all'Aula, alla sensibilità dei colleghi, e mi auguro, ancora una volta, che si voglia prendere in esame questa tematica.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marchi. Ne ha facoltà.

  MAINO MARCHI. Grazie, Presidente. Come era emerso già ampiamente nel dibattito di questa mattina, ci sono due cose che vorrei tornare a sottolineare. La prima è che, per quanto riguarda i fondi relativi ai disabili, noi non solo abbiamo confermato gli stanziamenti precedenti, appostandoli presso il Ministero dell'istruzione, perché questo è il Ministero che ha competenza per quanto riguarda il diritto allo studio, ma li abbiamo anche aumentati rispetto allo stesso progetto di legge di bilancio del Governo, passando da 70 milioni a 80 milioni, ed è il livello più alto che abbiamo raggiunto negli ultimi tempi.
  Così come per quanto riguarda il Fondo per la non autosufficienza, con anche questa integrazione dei 50 milioni con questo provvedimento, siamo al livello più elevato degli ultimi anni. Per quanto, invece, riguarda i criteri di riparto, questa è materia di intesa in Conferenza Stato-Regioni: non possiamo correre il rischio che intervenga una legge dello Stato e, poi, ce la vediamo bocciata dalla Corte costituzionale perché abbiamo invaso competenze delle regioni. Quindi, si può certamente invitare il Governo con un ordine del giorno a porre il tema delle modalità dei criteri di riparto che tengano conto della popolazione e dei problemi che sono stati posti, ma, se questi criteri devono entrare a far parte effettivamente delle modalità di riparto, devono essere un elemento che veda l'intesa con le regioni. Quindi, per questi motivi, c’è l'invito al ritiro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. Grazie, Presidente. Temo che si faccia finta di non comprendere come la questione da noi posta non sia quella di aumentare le risorse, o meglio, ben venga che si aumentino le risorse su questo fronte. Né, devo dire, ritengo che la considerazione che il relatore ha fatto derivi dal fatto che sia in un'area privilegiata dal punto di vista dei servizi, e che quindi è garantita dalla spesa storica e non dai bisogni, ma è evidente che in questo Parlamento la questione va posta. Vogliamo continuare a dare a chi ha di più o, piuttosto, si vuole provare a suggerire una forma di riparto che sia perequativa nei confronti di chi ha di meno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente) ? Questo è il tema che noi vogliamo sia all'attenzione di questo Parlamento sulla questione che riguarda gli asili, sulla questione che riguarda le mense scolastiche, sulla questione, oggi, del trasporto dei disabili, sulla questione che riguarda i non autosufficienti. Noi stiamo continuando ad Pag. 57alimentare quelle aree che già hanno servizi e risorse a danno della restante parte del Paese, e non è nemmeno una battaglia Nord-Sud, ma è aree ricche che sottraggono ulteriori risorse alle aree povere. A questa domanda vogliamo, in questo Parlamento, senza atteggiamenti speciosi, rispondere ? Questa è la questione che noi poniamo con l'emendamento a prima firma della collega Carfagna.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.5 Carfagna, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

  Passiamo all'emendamento 5.6 Russo, sul quale c’è un invito al ritiro.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. Grazie, Presidente. Continuiamo a suggerire a quest'Aula, sollecitandola, di dare una risposta a questa domanda, che proviamo ormai a fare senza essere ascoltati, e poniamo la questione con garbo, ma vorremmo evitare che, poi, alcuni colleghi ci sottoponessero risoluzioni, ordini del giorno e mozioni da firmare ex post, la rincorsa dei colleghi il giorno dopo. Noi vorremmo provare a suggerire la soluzione il giorno prima, prima che questo riparto ci sia, non aumentando le risorse, quindi il Governo stia tranquillo; semplicemente, provando ad orientare le risorse attraverso alcuni criteri, peraltro anche abbastanza non opinabili: l'indice di povertà, gli indici di deprivazione.
  Ma che altro dobbiamo dire ? Qual è, viceversa, il criterio che viene seguito ? Chi ha più risorse ne deve avere ancora di più ? Noi crediamo che sia ingiusto, che sia dannoso, che sia una soluzione politicamente sbagliata. Pensiamo che continuare a investire in quelle aree significhi, di fatto, sottrarre risorse alle altre. Proviamo a suggerirlo nel modo più garbato possibile, ma abbiamo anche compreso che, evidentemente, ci sono delle lobby di territori, di territori più fortunati, di territori più ricchi, di territori ricchi di servizi, di territori che hanno una maggiore incidenza e anche capacità e anche performance sul fronte della risposta a questi bisogni. Quelle lobby servono a frenare e a danneggiare la restante parte del Paese, che, viceversa, avrebbe bisogno di più risorse per rispondere a questa domanda che, prima di essere una domanda di povertà, prima di essere una domanda di bisogno, è una domanda di giustizia sociale, di equità. A questa domanda noi vorremmo che questo Parlamento rispondesse con chiarezza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.6 Russo, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

  Passiamo all'emendamento 5.51 Di Vita.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Vita. Ne ha facoltà.

  GIULIA DI VITA. Grazie, Presidente. Semplicemente per sottolineare che con questo emendamento proponiamo di introdurre dei nuovi criteri di ripartizione, e mi risulta, a differenza di quanto detto poc'anzi dal collega, che, tra l'altro, questi criteri che noi vi stiamo proponendo li abbiate già previsti solamente per l'anno 2017.
  Quindi, effettivamente, per l'anno 2017 utilizzate dei criteri molto simili. Semplicemente stiamo proponendo di inserire Pag. 58tali criteri proprio in legge, in modo da non doverli ristabilire ogni anno. Inserirli appunto direttamente in legge e, una volta stabiliti, non modificarli di volta in volta. Vorrei semplicemente capire perché il parere è contrario, dato che comunque si tratta di proposte molto simili a quelle che il Governo stesso ha fatto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.51 Di Vita, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Saluto studenti e insegnanti dell'Istituto di istruzione superiore «G. Marconi», di Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7-bis.050 Palese, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 7-quinquies.100 della Commissione, che è preclusivo dell'emendamento successivo, il Covello 7-quinquies.50.

  STEFANIA COVELLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  STEFANIA COVELLO. Ritiro l'emendamento, Presidente, perché la Commissione l'ha fatto suo, vista l'importanza e l'attenzione che si dà alle amministrazioni e ai sindaci.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.

  ROBERTO OCCHIUTO. Presidente, intervengo solo per segnalare all'Aula che l'articolo 7-quinquies, così come emendato poi dalla collega Covello con il suo emendamento ora assorbito dall'emendamento della Commissione, di fatto determina una reviviscenza delle vecchie e tanto vituperate «leggi mancia», nel senso che dà la possibilità ai comuni, che erano stati destinatari di questi interventi, di utilizzare le risorse non utilizzate, non spese, per altre finalità. Per carità, l'argomento, per certi aspetti, può essere in linea di principio anche condiviso, perché si dice che queste risorse dovranno essere destinate ad esigenze di interesse pubblico, e poi si continua dicendo che queste risorse dovranno essere orientate alla messa in sicurezza e all'adeguamento antisismico delle scuole. Ci chiediamo, però, perché non si sia deciso di acquisire queste risorse magari al bilancio dello Stato, per destinarle agli stessi interventi laddove probabilmente sono anche più necessari. Chi ci dice che l'intervento per l'adeguamento sismico nelle scuole sia più necessario in questi comuni, che qualche anno fa sono stati destinatari di interventi attraverso la «legge mancia», e non in altre ?
  Ancora, Presidente, mi chiedo: perché un'iniziativa del genere, un emendamento del genere, un articolo del genere, debba trovare allocazione nel decreto che voi chiamate «decreto per il Mezzogiorno» ? Non potevate metterlo nel «milleproroghe» ? Perché nel decreto per il Mezzogiorno ? Forse qualcuno pensa che, quando si parla di Mezzogiorno, si debba parlare di mance e mancette ? Io non lo penso; prendo atto che la maggioranza, invece, lo pensa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

Pag. 59

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marchi. Ne ha facoltà.

  MAINO MARCHI. Presidente, no, non c’è nessuna reviviscenza su questa questione. Non stiamo facendo rivivere la «legge mancia» ma si tratta di provvedimenti che hanno già molti anni e, da diversi anni, ci sono comuni che hanno chiesto modifiche – limitate – per l'utilizzo di questi fondi. E dopo un lungo lavoro tra gli uffici della Camera, la Ragioneria ed il MEF si è individuata una soluzione, una strada, per dare una risposta. Quindi, credo che vada vista in quest'ottica, anzi come conclusione di quella storia, delle vicende legate alla «legge mancia», che hanno trovato la possibilità di essere inserite nel primo provvedimento di competenza della Commissione bilancio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rocco Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, premetto che bisognerebbe fare un processo serio a chi istituì la «legge mancia», e, peggio ancora, a come fu attuata, in maniera proprio deplorevole. Infatti, c'erano all'epoca dei colleghi che, indipendentemente da tutto chiamavano dei riferimenti ai comuni e mettevano degli interventi a casaccio. Poi la procedura è andata avanti, e questo è un tentativo per mettere ordine a un disordine incredibile, e il tutto è a costo zero. Diversi comuni non hanno avuto la possibilità di presentare istanze in V Commissione, in Commissione Bilancio, e che cosa è successo ? È successo che il parlamentare di turno, all'epoca – c'era vero e proprio saccheggio, perché di questo si tratta – chiamava il comune «x» e destinava fondi per un intervento, quando poi si scopriva che c'erano vincoli urbanistici, vincoli paesaggistici e che l'intervento non si poteva realizzare, perché non c'era questo e quell'altro.
  I comuni hanno avuto l'assegnazione delle risorse, ma dopo tanti anni, stante anche l'impossibilità di realizzare alcune opere a causa di amministrazioni che magari avevano idee diverse – invece di fare l'asilo nido si interveniva su un'altra opera, perché si trattava di piccole somme e avevano magari necessità di fare la scuola –, hanno fatto richiesta di devoluzione, ma si era innestato un contenzioso serissimo. Quale ? Quello che il Ministero dell'economia giustamente chiedeva indietro questi soldi, perché i soldi erano già usciti dalle casse dello Stato, quindi si tratta di rendicontazioni. Allora, si cerca di mettere ordine, una volta tanto, dicendo: bene, le amministrazioni hanno tre titolari di queste risorse, che hanno fatto nel frattempo richiesta di devoluzione, così come si fa con la Cassa depositi e prestiti quando si prende un mutuo. Infatti, è stato mutuato da lì, perché si fa la richiesta di devoluzione per poter utilizzare perbene i soldi pubblici.
  Chi ha fatto richiesta di devoluzione per fare interventi sempre di utilità pubblica, sempre di opere pubbliche, previe tutte le procedure e i controlli che sono già inserite nelle leggi, con il nuovo codice degli appalti, ha la possibilità, in tre anni, un periodo limitato, di utilizzare, per opere pubbliche di utilità pubblica e di investimento, queste risorse. Si tratta di questo e non di altro, e c’è stato un combattimento vero e proprio tra le strutture dei Ministeri per arrivare a questa conclusione. Si tratta solamente di consentire che decisioni discutibili che sono state prese – io mai avrei approvato una situazione della «legge mancia», che fu approvata allora – siano realizzabili; si cerca di salvare il salvabile. Meglio ferito che morto, lo Stato, e i soldi dei cittadini, in questo caso.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Latronico. Ne ha facoltà.

  COSIMO LATRONICO. Presidente, intervengo solo se è possibile parlare dopo l'onorevole Palese. Lei me lo consente ?

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  PRESIDENTE. Lei può farlo a titolo personale, ammesso che si senta nelle condizioni politiche di poter reggere il confronto.

  COSIMO LATRONICO. Naturalmente ho presente la sproporzione. Si tratta di un tema che l'onorevole Palese ha posto ed io credo che il Parlamento ed il Governo debbano fare chiarezza. Stiamo parlando di provvedimenti che riguardano altre legislature; attività di finalizzazione per piccole opere.
  C’è una letteratura che su questa si è spesa, a favore e contro. Ma la cosa che non è possibile, però, signor Presidente e Governo, è che non si abbia chiarezza delle risorse destinate in questi anni a migliaia di enti locali, risorse destinate per progetti non realizzati. Ora noi, con tutta la bonomia di questo mondo, diamo altro tempo. Io non mi oppongo ad altro tempo, però, credo che sia il momento di chiarire, per molti enti locali – e finisco, Presidente – se queste risorse che hanno incamerato siano state utilizzate per la realizzazione di opere pubbliche oppure siano state utilizzate per altri scopi. Credo che questo chiarimento il Governo lo debba al Parlamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7-quinquies.100 della Commissione, con parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 48).

  A questo punto ricordo che è ritirato l'emendamento 7-quinquies.50 Covello.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.7-sexies.51.100 della Commissione, con parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 49).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7-sexies.51 Palese, così modificato dal subemendamento appena approvato, con parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 50).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7-septies.100 della Commissione, con parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 51).

  A questo punto sono preclusi gli emendamenti 7-septies.40 Latronico e 7-septies.41 Melilla.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7-septies.0100 della Commissione, con parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 52).

  Avverto che, consistendo il disegno di legge in un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

Pag. 61

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 4200-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 4200-A).
  Chiedo al rappresentante del Governo di esprimere i pareri.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno. Favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4200-A/1 Palese.
  Sull'ordine del giorno n. 9/4200-A/2 Labriola favorevole ...scusi, un attimo, Presidente, scusi, sull'ordine del giorno n. 9/4200-A/2 Labriola, favorevole con riformulazione: «a valutare l'opportunità di istituire presso il Ministero della salute (...)»
  Ordine del giorno n. 9/4200-A/3 Vargiu, favorevole con riformulazione: «a promuovere per quanto di competenza l'omogeneizzazione (...)»
  Ordine del giorno n. 9/4200-A/4 Matarrelli, invito al ritiro, perché la proposta che fa l'onorevole Matarrelli è già stata recepita all'interno del testo varato dalla Commissione, con una riformulazione del credito di imposta e investimenti al Sud, che fa esattamente ciò che l'onorevole Matarrelli qui chiede.
  Sull'ordine del giorno n. 9/4200-A/5 Minardo, favorevole con riformulazione: «a valutare l'opportunità di promuovere, per quanto di competenza, il rafforzamento del Porto di Pozzallo (...)» e poi prosegue.
  Ordine del giorno n. 9/4200-A/6 Cristian Iannuzzi accolto come raccomandazione.
  Ordine del giorno n. 9/4200-A/7 Gregorio Fontana, favorevole.
  Ordine del giorno n. 9/4200-A/8 Matarrese, favorevole.
  Ordine del giorno n. 9/4200-A/9 Pastorelli, favorevole.
  Ordine del giorno n. 9/4200-A/10 Nesi, invito al ritiro. Anche qui già è stato fatto esattamente come nel caso dell'ordine del giorno n. 9/4200-A/4 Matarrelli.
  Ordine del giorno n. 9/4200-A/11 Vico, favorevole, però, con una riformulazione: «a valutare la possibilità di assicurare una piena e funzionale applicabilità delle disposizioni di cui all'articolo 1, comma 346, della legge n. 208 del 2015, e a valutare l'opportunità di un ulteriore stanziamento.»
  Sull'ordine del giorno n. 9/4200-A/12 Antezza, la riformulazione consiste nell'accettare solo il primo impegno del Governo.

  PRESIDENTE. Quindi riformulazione.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno. Ordine del giorno n. 9/4200-A/13 Sgambato, favorevole.
  Ordine del giorno n. 9/4200-A/14 Marzano, favorevole.
  Ordine del giorno n. 9/4200-A/15 Riccardo Gallo, invito al ritiro, altrimenti parere contrario.
  Ordine del giorno n. 9/4200-A/16 Marguerettaz, favorevole con riformulazione: «a verificare la sussistenza delle condizioni per la non applicabilità alla regione Valle d'Aosta delle disposizioni di cui all'articolo 2».
  Sull'ordine del giorno n. 9/4200-A/17 Mariano vi è una riformulazione. Al primo impegno: «a sollecitare la regione Puglia a monitorare (...)». Queste sono competenze della regione Puglia, onorevole Mariano, quindi noi possiamo solo fare azione di promozione, sollecitazione e via dicendo. Al secondo impegno: «a valutare, a fronte di conclamate evidenze epidemiologiche attestanti uno speciale fabbisogno territoriale sul piano sanitario, l'eventualità di intervenire al fine di consentire (...)».
  Anche qui è una competenza regionale, ci tengo a sottolinearlo. E infine all'ultimo impegno: «a valutare l'opportunità di insediare un tavolo tecnico con la regione e con gli amministratori locali dell'area di Brindisi e Lecce per valutare le evidenze emerse» e così via.
  Sull'ordine del giorno n. 9/4200-A/18 Duranti il parere è contrario: è già tutto previsto dalla legge quanto l'onorevole Duranti Pag. 62chiede. Ordine del giorno n. 9/4200-A/19 Marzana: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/4200-A/20 Burtone: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/4200-A/21 Pili: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/4200-A/22 Ciracì: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/4200-A/23 Sanna: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/4200-A/24 Cardinale: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/4200-A/25 Iannuzzi: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/4200-A/26 Taricco: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/4200-A/27 Carella: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/4200-A/28 Tullo: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/4200-A/29 Carrescia: parere favorevole con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di rivedere i valori limite di emissione». Ordini del giorno n. 9/4200-A/30 Martella e n. 9/4200-A/31 Tinagli: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/4200-A/32 Zappulla: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/4200-A/33 Pastorino: parere contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/4200-A/34 Mucci il Governo esprime un parere favorevole con la seguente riformulazione: «ad assicurare in tale ambito l'adozione di ogni utile iniziativa volta a garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori coinvolti nelle operazioni di decontaminazione e risanamento ambientale e a valutare ogni possibile sostegno alle famiglie disagiate delle aree interessate». Ordine del giorno n. 9/4200-A/35 Busin: parere contrario Ordini del giorno n. 9/4200-A/36 Rondini, n. 9/4200-A/37 Borghesi e n. 9/4200-A/38 Allasia: parere favorevole. Ordini del giorno n. 9/4200-A/39 Saltamartini e n. 9/4200-A/40 Castiello: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/4200-A/41 Gianluca Pini: parere favorevole con riformulazione: «a valutare l'opportunità di prevedere che, affinché a seguito del verificarsi di eventi calamitosi (...)» e poi prosegue. Ordine del giorno n. 9/4200-A/42 Grimoldi: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/4200-A/43 Guidesi: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/4200-A/44 Molteni: parere contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/4200-A/45 Latronico il Governo propone la seguente riformulazione: «ad accelerare con il massimo impegno l'interlocuzione con la Commissione europea finalizzata a definire procedure e risorse per la concreta realizzazione delle zone economiche speciali». È come l'ordine del giorno n. 9/4200-A/12 Antezza. Ordine del giorno n. 9/4200-A/46 Altieri: parere favorevole con riformulazione: sopprimere le ultime parole «e che rischiano di penalizzare la maggioranza delle aziende sane».
  Ordine del giorno n. 9/4200-A/47 Crimi: parere favorevole con riformulazione: sopprimere l'inciso da «senza subordinare», fino «all'equilibrio di bilancio», quindi tutta l'ultima parte e aggiungere infine la locuzione: «nell'ambito delle risorse disponibili». Ordine del giorno n. 9/4200-A/48 Russo: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/4200-A/49 Di Stefano: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/4200-A/50 Carfagna: parere favorevole con riformulazione: «a valutare l'allocazione di risorse specifiche (...)» e così via. Ordine del giorno n. 9/4200-A/51 Occhiuto: parere favorevole con la seguente riformulazione: «ad accelerare con il massimo impegno possibile l'interlocuzione con la Commissione europea finalizzata a definire procedure e risorse per la concreta realizzazione delle zone economiche speciali» di nuovo, come l'ordine del giorno n. 9/4200-A/12 Antezza. Ordine del giorno n. 9/4200-A/52 Prestigiacomo: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/4200-A/53 Savino: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/4200-A/54 Mannino: parere favorevole con riformulazione: «ad assicurare l'esecuzione degli interventi per gli agglomerati urbani (...)» eccetera. Ordine del giorno n. 9/4200-A/55 Di Benedetto: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/4200-A/56 Gallinella: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/4200-A/57 Massimiliano Bernini: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/4200-A/58 Terzoni: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/4200-A/59 Colletti: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/4200-A/60 Ciprini: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/4200-A/61 Pag. 63Fregolent: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/4200-A/62 Losacco: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/4200-A/63 Giuseppe Guerini: parere favorevole con riformulazione. La riformulazione consiste nel fatto che l'impegno termina con: «per quanto riguarda i servizi all'assistenza». Ciò che segue viene eliminato.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli ordini del giorno. Ordine del giorno n. 9/4200-A/1 Palese: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/4200-A/2 Labriola: la riformulazione è accolta.
  Ordine del giorno n. 9/4200-A/3 Vargiu: la riformulazione è accolta ? Onorevole Fontana, attendo buone notizie. Prego.

  CINZIA MARIA FONTANA. Grazie, Presidente. Per dire che accettiamo tutte le riformulazioni proposte agli ordini del giorno.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Era proprio la buona notizia che aspettavo. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4200-A/4 Matarrelli su cui c’è un invito al ritiro o parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4200-A/4 Matarrelli, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

  Ordine del giorno n. 9/4200-A/5 Minardo, accettato dal Governo con riformulazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/4200-A/6 Cristian Iannuzzi, accettato dal Governo come raccomandazione: va bene. Ordini del giorno n. 9/4200-A/7 Fontana, n. 9/4200-A/8 Matarrese e Pastorelli n. 9/4200-A/9: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/4200-A/10 Nesi: c’è un invito al ritiro o parere contrario. Lo poniamo in votazione.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4200-A/10 Nesi, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

  Ordine del giorno n. 9/4200-A/11 Vico: riformulazione accolta. Ordine del giorno n. 9/4200-A/12 Antezza: riformulazione accolta. Ordini del giorno n. 9/4200-A/13 Sgambato e n. 9/4200-A/14 Marzano: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/4200-A/15 Riccardo Gallo: non accede all'invito al ritiro.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4200-A/15 Riccardo Gallo, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

  Ordine del giorno n. 9/4200-A/16 Marguerettaz: riformulazione accolta. Ordine del giorno n. 9/4200-A/17 Mariano: riformulazione accolta.
  Ordine del giorno n. 9/4200-A/18 Duranti: parere contrario. Onorevole Duranti ?

  DONATELLA DURANTI. Grazie, Presidente. Chiedo di mettere in votazione l'ordine del giorno. Dirò soltanto che la risposta secca del Ministro è piuttosto deludente. Non è assolutamente vero che le questioni che io pongo e gli impegni che pongo al Governo riguardano iniziative o Pag. 64attività che sono già previste dal decreto. Se così fosse stato io mi aspettavo che il Ministro accogliesse l'ordine del giorno, ma in effetti non è così e quindi comunque chiedo di votarlo.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno. Mi scuso con l'onorevole Duranti per la rapidità del parere ma come sa dobbiamo dare pareri molto veloci nella sequenza in Aula. A questo punto intervengo per chiarire. Sul primo impegno l'onorevole Duranti sa che in un precedente provvedimento di legge è stato previsto che, una volta avvenuta l'aggiudicazione, il piano ambientale viene sottoposto a consultazione pubblica e quindi ci sarà tutta l'informazione necessaria. Prima di quel momento non è possibile, per le regole che reggono le procedure ad evidenza pubblica. Sul secondo impegno, i fondi per la bonifica del mare di Taranto, in particolare del Mar Piccolo, già sono compresi nel contratto istituzionale di sviluppo di Taranto e l'attività di caratterizzazione e bonifica è già in corso. Sul terzo impegno, il nostro decreto-legge quando prevede lo stanziamento di quei 10 milioni per tre anni – quindi 30 milioni – per programmi di sostegno alle famiglie in difficoltà risponde esattamente alla richiesta del terzo impegno; da qui l'invito al ritiro da parte del Governo.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Onorevole Duranti, quindi a questo punto ?

  DONATELLA DURANTI. Presidente, mi scusi ma non sapevo se potevo reintervenire.

  PRESIDENTE. Certo, perché ha preso la parola il Governo.

  DONATELLA DURANTI. Proprio velocemente. Intanto ringrazio il Ministro per l'attenzione, diciamo così, in questa seconda fase.
  In ogni caso, chiedo che si metta comunque in votazione perché le argomentazioni non mi hanno convinta e diversamente non avrei presentato l'ordine del giorno. Qui io chiedo che siano resi pubblici i piani ambientali da parte dei possibili acquirenti. So che la norma non lo prevede, ma siamo al punto in cui sarebbe molto utile che invece i piani ambientali fossero resi immediatamente pubblici. Sul Mar Piccolo ci sono gli studi e la caratterizzazione e le bonifiche non sono partite. Infine, non si prevede in alcun modo un risarcimento e fondi per i lavori di ristrutturazione a favore degli abitanti di Tamburi. Abbiamo un'opinione diversa e leggiamo il decreto maniera diversa, tuttavia io la ringrazio per essere intervenuto di nuovo ma chiedo che comunque l'ordine del giorno sia votato.

  PRESIDENTE. A questo punto, se ho ben capito, permane l'invito al ritiro.
  Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4200-A/18 Duranti.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

  Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno 9/4200-A/19 Marzana, su cui il parere è contrario. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marzana. Ne ha facoltà.

  MARIA MARZANA. Grazie, Presidente. Naturalmente non accogliamo favorevolmente il parere contrario del Governo e, anzi, lo invitiamo ad una valutazione rispetto a questo ordine del giorno. Io voglio ricordare che stiamo parlando di interventi Pag. 65per favorire la coesione sociale e territoriale, con particolare riferimento alle aree critiche del Mezzogiorno.
  Una di queste aree critiche è, ad esempio, quella del territorio di Augusta che, voglio ricordare, è problematica sotto diversi aspetti: sotto quello ambientale, data la presenza di un polo petrolchimico; sotto quello dei flussi migratori, dato, appunto, il massiccio flusso migratorio. E voglio dire anche che a volte non occorrono degli interventi particolari, come si sta facendo in questa occasione, per dare sollievo o per favorire il riscatto o lo sviluppo del territorio; basta rispettare semplicemente la legge. Quello che noi chiediamo in questo ordine del giorno è di rispettare la normativa inerente la riforma delle autorità portuali, cioè noi ci rifacciamo, in pratica, alla legge che è stata modificata inerente, appunto, l'accorpamento delle autorità portuali e il fatto che la sede dell'autorità di sistema portuale deve collocarsi, in pratica, nel porto ritenuto centrale secondo il regolamento europeo. Questo non è avvenuto nell'accorpamento delle autorità portuali che riguardano la Sicilia orientale.
  Ecco perché con questo ordine del giorno noi vogliamo ripristinare questo rispetto della norma dato che, attraverso una richiesta del presidente di regione legittima perché lo prevede la stessa norma, il Ministro ha scelto di spostare questa sede dell'autorità di sistema portuale da Augusta a Catania. Però, mi chiedo: il Ministro avrebbe dovuto fare degli accertamenti per verificare, appunto, la sussistenza dei requisiti tecnici, dato che è già stato smentito dall'Europa e considerato che l'unico porto centrale è stato riconosciuto quello di Augusta e non quello di Catania. Oltretutto, in questa lettera del presidente della regione, Crocetta, viene anche detto esplicitamente che sono state coinvolte tutte le istituzioni del territorio. Ebbene, non è così, perché i rappresentanti del territorio, sia a livello di ente locale sia a livello di autorità portuale, non sono stati coinvolti. Quindi, sarebbe compito del Ministro verificare la sussistenza della legittimità di tutto ciò che, appunto, viene scritto in questa missiva del presidente di regione.
  Considerato che non è stato fatto, diciamo che è facile trovare anche un'altra chiave di lettura per cui è avvenuto con molta facilità questo spostamento di sede. Sicuramente non si colloca su un piano tecnico ma su un piano politico, dato che si dà il caso che il Ministro Delrio, il sindaco di Catania, Bianco, e il governatore della regione siciliana, Crocetta, fanno parte dello stesso schieramento politico, fanno parte dello stesso partito. Quindi, quello che sottostà a questa decisione è chiaramente un vergognoso accordo politico tra l'altro anche preelettorale, considerato che a breve in Sicilia si andrà anche ad elezioni. Quindi, risulta ancora più inaccettabile questa scelta che è stata fatta dal Governo e, dunque, siamo qui a chiedere, ancora una volta, di rivedere questa decisione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prestigiacomo. Ne ha facoltà.

  STEFANIA PRESTIGIACOMO. Grazie, Presidente. Desidero aggiungere la mia firma all'ordine del giorno n. 9/4200-A/19 Marzana che pone la questione che avevo posto anch'io in alcuni emendamenti che l'Aula ha dichiarato inammissibili.
  Prendiamo atto, dal parere contrario anche all'ordine del giorno Marzana, poi ce ne sarà anche uno mio sullo stesso argomento, che non c’è nessuna volontà di dare ascolto alle istanze di un territorio che ritiene la scelta del Ministro Delrio, in accordo con il sindaco di Catania, un vero e proprio sopruso e anche una violazione dei principi della legge che ha voluto lo stesso Ministro Delrio e che prevede questi accorpamenti delle autorità portuali. È stato violato il principio che stabiliva nella legge che la sede dovesse essere quella dei porti centrali riconosciuti dall'Europa (Catania non lo è, mentre Augusta lo è), e attraverso uno scambio politico si è costruito tutto un carteggio per dimostrare Pag. 66l'indimostrabile e per ubicare la sede di questa Autorità di sistema a Catania. Ora voi continuate a rigettare le nostre istanze di confronto con i parlamentari del territorio, con i sindaci. Vi troverete di fronte a una serie di proteste che partiranno da venerdì prossimo con un primo sciopero al quale hanno aderito tutte le sigle sindacali e le associazioni dei portuali, che è solo l'inizio di una serie di manifestazioni di protesta che sono destinate a montare fintanto che il Governo non deciderà di porre rimedio a una decisione che rimane per quel territorio inaccettabile.
  Come vedete non è la battaglia di un singolo parlamentare quella di fare valere i principi che sono valsi per tutti gli altri accorpamenti delle altre autorità portuali, ma è una battaglia fortemente sentita dal territorio, alla quale prima o poi dovrete dare ascolto e dovrete porre rimedio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Attaguile. Ne ha facoltà.

  ANGELO ATTAGUILE. Desideravo aggiungere anche la mia firma a questo emendamento, perché...

  PRESIDENTE. È un ordine del giorno.

  ANGELO ATTAGUILE. È un ordine del giorno, pensavo fosse emendamento. Perché – lo ripeto – è un'operazione politica che passa sulla testa dei lavoratori del porto di Augusta, degli operatori che hanno tutto il diritto di avere l'Autorità portuale con sede ad Augusta com'era stato stabilito dal Ministro Delrio, perché Augusta è un porto Core e pertanto Catania non ha questa occasione di avere la sede dell'Autorità. Questa è stata un'operazione voluta dal presidente Crocetta, un'operazione politica voluta proprio da Crocetta, da Bianco, e Delrio l'ha detto chiaramente è stato costretto a dare a Catania la sede. Quindi io ritengo che si operi come aveva stabilito Delrio: dare per prima la sede al porto di Augusta. Quindi, anch'io voto questo ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4200-A/19 Marzana, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

  CLAUDIO DE VINCENTI, Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno. Grazie Presidente, volevo comunicare che dopo una più attenta riflessione, sollecitata dalla mia collega, la sottosegretaria Amici, cambiamo quattro pareri. Sull'ordine del giorno n. 9/4200-A/23 Francesco Sanna il parere è favorevole; era stato accolto come raccomandazione diventa parere favorevole. Poi sull'ordine del giorno n. 9/4200-A/56 Gallinella vi era un parere contrario, diventa accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/4200-A/58 Terzoni vi era un parere contrario, diviene accolto come raccomandazione e sull'ordine del giorno n. 9/4200-A/60 Ciprini vi era un parere contrario, diviene accolto come raccomandazione.

  PRESIDENTE. La Presidenza ne prende atto e ne terrà conto nell'indizione delle votazioni.
  Ordine del giorno Burtone n. 9/4200-A/20: parere favorevole.
  Ordine del giorno Pili n. 9/4200-A/21: parere contrario. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4200-A/21 Pili, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 67

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

  Abbiamo una lista di ordini del giorno con parere favorevole che leggo per completezza: nn. 9/4200-A/22 Ciracì, 9/4200-A/23 Francesco Sanna, 9/4200-A/24 Cardinale, 9/4200-A/25 Tino Iannuzzi, 9/4200-A/26 Taricco, 9/4200-A/27 Carella, 9/4200-A/28 Tullo, 9/4200-A/29 Carrescia, 9/4200-A/30 Martella e 9/4200-A/31 Tinagli.
  L'onorevole Zappulla invece non sappiamo se accoglie o meno la riformulazione ?

  GIUSEPPE ZAPPULLA. Presidente ha parlato di riformulazione ?

  PRESIDENTE. No, c’è un invito al ritiro.

  GIUSEPPE ZAPPULLA. Avevo sentito male. Presidente vorrei sviluppare qualche brevissima considerazione, perché è chiaro che non sono soddisfatto del parere del Governo. Dire che sono contrariato, si dice in gergo, è quasi un eufemismo. L'invito al ritiro del Governo, che di fatto è un parere negativo, mi porta ad accogliere l'invito a ritirarlo, ma questo non certo per preoccupazione di natura personale, per vanità personale, ma perché il tema è troppo importante per essere esposto alla bocciatura. Pur tuttavia considero questa posizione, appena poco fa dichiarata dal Ministro, una posizione estremamente grave, che si aggiunge pesantemente al contenuto di un decreto, quello di Delrio, quello a cui tutti stiamo facendo riferimento, che sposta inopinatamente la sede della nuova Autorità portuale di sistema della Sicilia sud orientale. Non esiste infatti ragione tecnica ed economica valida in grado di giustificare una scelta che definisco assurda e profondamente sbagliata. Augusta rimane porto hub del Mediterraneo e uno dei 14 porti Core d'Italia corrispondente alle altrettante nuove Autorità portuali di sistema ovvero, caro Presidente, esattamente il criterio scelto dalla Comunità europea e dallo stesso Governo per l'individuazione delle sedi strategiche. Sono particolarmente contrariato perché ad assumere questa decisione sono state – certo con diverso grado di responsabilità – il mio presidente della regione siciliana, Crocetta, e il mio Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Delrio, a cui chiedo di rivedere una scelta che continua a considerare indifendibile. Sono e rimango convinto che bisogna puntare alla integrazione e non alla competizione campanilistica, a scelte dettate esclusivamente da motivazioni e dai criteri oggettivi, tecnici ed economici.
  Vorrei quindi che quel decreto venga ritirato e in ogni caso sospeso, aprendo un confronto stringente con la regione siciliana e con gli enti locali. Per queste ragioni sarò a fianco delle popolazioni, delle organizzazioni sindacali, degli operatori portuali e marittimi, degli enti locali, che venerdì 10 manifesteranno da tutta la provincia di Augusta la propria contrarietà, e finisco, Presidente. Ritiro l'ordine del giorno, ma chiedo alla maggioranza di Governo, e in particolare al mio partito, di aprire urgentemente un confronto con il Governo e con il Ministro perché si trovi la soluzione...

  PRESIDENTE. Allora, colleghi ! Mi perdoni, onorevole Zappulla, mi perdoni. Allora, per favore ! Ho capito, però, siccome ha tempo per motivare il ritiro...ho capito, colleghi, quella è un'opzione che non riguarda voi. Prego, concluda.

  GIUSEPPE ZAPPULLA. Ho finito. Ripeto, invito il mio partito, il Governo e la maggioranza ad aprire questo tavolo di confronto stringente perché si trovi una soluzione tecnica seria ed adeguata ad una scelta che ribadisco essere insensata illogica, ingiustificata, antieconomica e chiaramente frutto di pressioni e di ragioni che nulla hanno a che vedere con il metodo della questione.

  ANGELO CAPODICASA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Su che cosa ?

Pag. 68

  ANGELO CAPODICASA. Volevo solo apporre la mia firma...

  PRESIDENTE. No, è ritirato, quindi non può...

  ANGELO CAPODICASA. No, non su questo. Questo lo avevo già firmato. Volevo apporre la firma sull'ordine del giorno n. 9/4200-A/24 Cardinale. Lei ha letto velocemente e non ho fatto in tempo.

  PRESIDENTE. Ho capito, va bene, ormai quello è andato, però.
  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4200-A/33 Pastorino.
  Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4200-A/33 Pastorino, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

  Sull'ordine del giorno n. 9/4200-A/34 Mucci è accettata la riformulazione.
  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4200-A/35 Busin.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4200-A/35 Busin, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

  Sugli ordini del giorno n. 9/4200-A/36 Rondini, n. 9/4200-A/37 Borghesi e n. 9/4200-A/38 Allasia il parere è favorevole.
  Sull'ordine del giorno n. 9/4200-A/39 Saltamartini c’è un invito al ritiro. Lo votiamo.
  Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4200-A/39 Saltamartini, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

  Sull'ordine del giorno n. 9/4200-A/40 Castiello c’è un invito al ritiro. Lo votiamo.
  Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4200-A/40 Castiello, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

  Sull'ordine del giorno n. 9/4200-A/41 Pini va bene la riformulazione.
  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4200-A/42 Grimoldi.
  Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4200-A/42 Grimoldi, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4200-A/43 Guidesi, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 69
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4200-A/44 Molteni. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Scusi, Ministro, esistono zone economiche speciali al Sud, ma esistono anche zone economiche speciali al Nord. Non è che le zone economiche speciali del Sud hanno più valore e più importanza rispetto alle zone economiche speciali del Nord (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini). Se lei ritiene opportuno intervenire, come ha ritenuto opportuno di intervenire in mattinata, ricordando che porterà ad un tavolo europeo il dibattito sulle zone economiche speciali, lo fa tanto per le zone economiche speciali al Sud quanto per le zone economiche speciali al Nord, come le ha ricordato nell'intervento il collega Guidesi. E questo lo dico perché, Ministro, altrimenti lei verrebbe tacciato di essere un Ministro razzista nei confronti del Nord. Esistono zone franche importanti anche al Nord, tant’è che c’è una proposta di legge, presentata e votata dalla regione Lombardia, giunta all'attenzione della Camera, della Commissione finanze della Camera, con riferimento ad alcuni territori della Lombardia, Como, Varese e Sondrio, che confinano con il Canton Ticino e con la Svizzera, proprio per valorizzare queste aree, proprio per far sì che 65 mila lavoratori, che si chiamano lavoratori frontalieri, che oggi vanno a lavorare in Svizzera, possano rimanere sul territorio italiano. Idem vale per numerosissime aziende lombarde, che devono delocalizzare in Canton Ticino, dove ci sono condizioni economiche più vantaggiose.
  Allora, Ministro, proprio per far fronte a questa concorrenza sleale da parte di un territorio straniero confinante, c’è questa proposta, che è lecita e valida per i territori del Sud tanto quanto per alcuni territori del Nord, di creare alcune zone economiche speciali o zone franche per poter incentivare le aziende, l'economia, la produzione, l'occupazione, a rimanere sul territorio italiano, con un grande vantaggio per lo Stato italiano. Quindi, credo che la svista sia stata evidente e do assolutamente per scontato che ci sarà un cambio di valutazione; in caso contrario, chiedo a tutti i deputati, almeno quelli lombardi, di votare a favore di questo ordine del giorno, che difende l'identità e la specificità lombarda (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  CLAUDIO DE VINCENTI, Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno. Grazie, Presidente. Ma, in realtà, il parere contrario è per la specificità estrema che ha l'ordine del giorno: Lombardia, Veneto e Piemonte.
  Allora, io propongo agli onorevoli Molteni, Guidesi e Simonetti una riformulazione del tutto analoga a quella che abbiamo già accettato in materia di ZES che rispecchia il fatto che tutta la partita delle zone economiche speciali la stiamo valutando in sede europea, e garantisco che non è valutata solo con riferimento al Mezzogiorno d'Italia. La riformulazione che abbiamo proposto per accettare altri ordini del giorno che sono stati presentati è la seguente: «ad accelerare con il massimo impegno l'interlocuzione con la Commissione europea, finalizzata a definire procedure e risorse per la concreta realizzazione delle zone economiche speciali», senza alcun vincolo territoriale. Le posso garantire, onorevole Molteni, che non è intenzione né del Governo né mia personale di introdurre alcuna forma di discriminazione a priori, di nessun tipo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Covello. Ne ha facoltà.

Pag. 70

  STEFANIA COVELLO. Vorrei semplicemente precisare una cosa, signor Presidente, a rafforzare il fatto che il Partito Democratico e soprattutto il Governo tendono sempre ad un'Italia unita, perché il Paese cresce se cresce il Mezzogiorno, che non può essere ghettizzato da colleghi della Lega Nord, quando, su Panorama e su l'Espresso di due anni fa, un certo Roberto Maroni si complimentò per la bontà della proposta di legge depositata due anni e mezzo fa dal Partito Democratico sulle zone ZES, la cui proposta poi è stata anche da voi riformulata praticamente identica a quella depositata dalla sottoscritta. Per cui, credo che queste dispute non servano e non siano fertili, rispetto ad un ragionamento di crescita di tutto il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cariello. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO CARIELLO. Presidente, aggiungo una considerazione a queste valutazioni generali sulle zone economiche speciali. Il nostro Paese, a furia di chiedere zone economiche speciali per regioni del sud e del nord, alla fine diventerà un'unica zona economica speciale, perché la verità è che ormai non riusciamo più a sottostare alle regole dell'Unione europea. Altro che Europa a due velocità ! Questa è un'Europa con il freno a mano tirato, e dovremmo veramente liberarcene, con un'unica zona economica tutta nostra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  GUIDO GUIDESI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Presidente, a nome del gruppo e dei deputati che hanno firmato quell'ordine del giorno, tra cui io, intervengo solo per accettare la riformulazione che ha proposto il Ministro. L'accettiamo proprio per i motivi esattamente contrari rispetto all'intervento della collega deputata del Partito Democratico. Noi abbiamo semplicemente bisogno di questa specificità e di questa conferma. Come vede, abbiamo accettato la riformulazione, e non c'era bisogno di alcun intervento polemico e provocatorio, perché non è il caso, visti anche i due giorni che abbiamo passato qua dentro (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. La ringrazio. Si è favorevoli alla riformulazione e quindi viene accolto. Ordini del giorno Latronico n. 9/4200-A/45, è accolta la riformulazione; ordine del giorno Altieri n. 9/4200-A/46, è accolta riformulazione; ordine del giorno Crimi e Carfagna n. 9/4200-A/47, è accolta la riformulazione; l'ordine del giorno Russo n. 9/4200-A/48 è accolto come raccomandazione: va bene. Chiedo all'onorevole Di Stefano se accoglie la riformulazione proposta dal Ministro del suo ordine del giorno n. 9/4200-A/49.

  FABRIZIO DI STEFANO. No, Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.

  FABRIZIO DI STEFANO. Presidente, io l'avrei accolto anche come raccomandazione, ma il dubbio che ho sollevato quando ho accettato di trasformare in ordini del giorno le mie proposte emendative trova conferma nel fatto che si accoglie semplicemente come raccomandazione. Appare evidente allora il dubbio che avevo indicato, cioè che il decreto che doveva essere stato approvato giovedì scorso ma che a tutt'oggi – ormai sono passati quasi sette giorni – non vede ancora la luce in maniera ufficiale, non contiene nulla di quello che invece servirebbe per andare a tamponare quella situazione di difficoltà e di crisi che non soltanto il sottoscritto ma anche il Presidente Gentiloni, al Senato, e il Ministro Delrio qui, qualche giorno fa, hanno sicuramente Pag. 71evidenziato. Infatti, è evidente che, già agli ordini del giorno, purtroppo, molto spesso, in questa sede, non viene poi data continuità, ma vengono soltanto presi come una mera enunciazione di politica, a maggior ragione una raccomandazione è pressoché acqua fresca. Quindi, evidentemente, se non si vuole neanche avere l'impegno di un ordine del giorno, significa che il dubbio, il timore, che nel mio precedente intervento avevo manifestato, cioè quello che nel decreto non c’è nulla, trova conferma. Quindi, a questo punto, bocciatelo pure l'ordine del giorno, e non se ne parli più; andremo a vedere poi quando arriverà quel famoso decreto, e allora sì ce la giocheremo tutta, e ce la giocheremo in questa sede con gli strumenti che ci sono consentiti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, vorrei invitare il Ministro a rivedere il suo parere, nel senso di accogliere un ordine del giorno, anche perché il dispositivo non è nient'altro che quello che chiede anche la regione Abruzzo, cioè quello di valutare la possibilità di interventi specifici anche di una zona franca; lo chiede la regione, lo chiedono molti enti locali. Naturalmente noi abbiamo accantonato e ritirato tutti i nostri emendamenti che riguardavano i danni causati dall'eccezionale nevicata della seconda decade di gennaio e i danni del secondo terremoto che c’è stato il 18 gennaio con epicentro a Campotosto, anche perché c'era questa disponibilità, che ci è stata manifestata da parte del Governo, di provvedere in questo senso. Se non dovesse rivedersi questo parere, naturalmente noi voteremo quest'ordine del giorno del collega Di Stefano.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO DE VINCENTI, Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno. Presidente, possiamo accettare con parere favorevole l'ordine del giorno Di Stefano n. 9/4200-A/49, ove si adotti la seguente formulazione: «a valutare, nel rispetto delle compatibilità di finanza pubblica, ogni iniziativa utile», eccetera.

  PRESIDENTE. L'onorevole Di Stefano ci fa cenno evidente che non è intenzionato ad accogliere questa riformulazione, quindi lo pongo in votazione, con il parere contrario del Governo. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Stefano n. 9/4200-A/49.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Saluto studenti ed insegnanti dell'Istituto comprensivo di Cividale del Friuli, in provincia di Udine, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi).
  Colleghi, intanto approfitto per ricordarvi, come mi è stato comunicato con lettera del 3 febbraio scorso, che, dopo la votazione finale del decreto-legge, la seduta sarà sospesa, al fine di dar luogo all'esercitazione di esodo, quindi in questa seduta non avranno luogo gli interventi di fine seduta che normalmente svolgiamo. Al termine dell'esercitazione la seduta sarà ripresa solo al fine di dare lettura dell'ordine del giorno della seduta dei domani.

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, intervengo in merito a quello che lei ha appena annunciato, se possibile. Segnalo che a mio avviso, il fatto che nel 2017 una prova di evacuazione venga comunicata, programmata e venga avvisata tutta l'Aula di quando avverrà è una presa in giro che mi Pag. 72fa capire che le modalità di gestione della sicurezza e delle prove di esodo sono quelle per cui, a livello di un istituto scolastico (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)... Presidente, posso ? Ho finito.

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore !

  DAVIDE CRIPPA. Ricordo a tutti che le prove di evacuazione nelle scuole vengono fatte non alla scadenza delle ore diurne e mattutine, vengono fatte in orario ovviamente tale per cui chi subisce questa prova di evacuazione apprenda qualcosa. Se lo facciamo a fine giornata, credo che non diamo un esempio al Paese di come debbano essere gestite queste cose (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 StelleCommenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Va bene, la ringrazio, onorevole Crippa. Le prove avvengono ai sensi della legge e senza intervenire esse stesse a modificare l'ordine dei lavori dell'Assemblea, che sarebbe quantomeno singolare. Comunque, appreso questo, a questo punto siamo all'ordine del giorno n. 9/4200-A/50 Carfagna: c’è una riformulazione, viene accolta.
  Ordine del giorno n. 9/4200-A/51 Occhiuto: riformulazione, viene accolta.
  Ordine del giorno n. 9/4200-A/52 Prestigiacomo, c’è un parere contrario. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prestigiacomo. Ne ha facoltà.

  STEFANIA PRESTIGIACOMO. Non mi aspettavo certo un parere favorevole sul mio ordine del giorno, che riguarda la questione dei porti e dell'accorpamento dei porti tra Catania e Augusta.
  Vorrei dire all'Aula che prima abbiamo assistito a una scena stupenda, il collega Zappulla che, in un accorato intervento, che a tutti noi è sembrata una vera e propria dichiarazione di voto, ha dichiarato tutta la sua contrarietà rispetto all'invito al ritiro da parte del Governo, ha chiesto urgentemente l'apertura di un tavolo di confronto – richiesta che è stata assolutamente ignorata da parte del Governo che non ha rivolto al collega Zappulla nessun cenno di riscontro – e poi, subendo il diktat del suo partito, il Partito Democratico, il partito del Ministro Delrio, ha ritirato il suo ordine del giorno.
  Se avessi potuto, perché me lo consentiva il Regolamento, avrei fatto mio il suo ordine del giorno, lo avrei sottoscritto. Ma questo il Regolamento parlamentare non lo prevede. Però, ho un ordine del giorno a mia firma, che pone la medesima questione.
  Intanto è opportuno che si sappia che non si può tenere un comportamento così differente, qui e poi sul territorio. Non ci si può mettere in testa una manifestazione di protesta, se poi non si è coerenti con le dichiarazioni che si fanno sul territorio. Infatti lei, collega Zappulla, ha accettato il diktat di non porre ai voti un ordine del giorno e è storia del Parlamento che «un ordine del giorno non si nega a nessuno» ! E poi dichiara di volersi autosospendere dal partito, se questa questione non sarà rivista dal Governo e dal Ministro: non c’è coerenza rispetto a quello che lei dichiara sul territorio e poi afferma in quest'Aula. Infatti, poiché un ordine del giorno non si nega a nessuno, io credo sia evidente tutta la volontà del Governo di andare avanti, di ignorare le istanze di un territorio e di mantenere le decisioni assunte.
  E questo lo conferma anche il parere contrario all'ordine del giorno Marzana, al mio ordine del giorno e anche l'inammissibilità degli emendamenti – perché, non so se ci sarà altra occasione per potere trattare la materia dei porti in un decreto-legge – dei miei emendamenti, che ponevano rimedio a questa incresciosa vicenda.
  Voglio sottolineare che, durante l'esame di questo provvedimento, abbiamo votato emendamenti settoriali, microsettoriali, tematiche che nulla avevano a che fare con il decreto-legge e che, però, sono stati invece ammessi. Quindi, è evidente la totale chiusura da parte del Governo su questa materia.
  Voglio solidarizzare col collega, comprendo il suo imbarazzo, però, lei ha fatto Pag. 73delle affermazioni sul territorio, per cui non si può essere opposizione e Governo, in base a dove ci si trova. Quindi, poi venerdì diremo che lei ha ritirato l'ordine del giorno, un ordine del giorno che non si nega a nessuno, non ha neanche avuto una risposta, perché lei ha rivolto al Governo un accorato appello, di creare un momento di confronto su questo tema: totalmente ignorata la sua richiesta ed è stata respinta al mittente. E non voglio commentare assenze, oggi forse casuali, di altri parlamentari del territorio. Il mio ordine del giorno ripone la questione. Chiede al Governo di avere una maggiore attenzione alla crisi dei porti italiani, alla crisi del settore marittimo, e di potere rivedere questa cosiddetta riforma, che altro non fa che scassare – l'ho dichiarato in Commissione – lo Stato. Lo abbiamo fatto già, commettendo un grave errore con la soppressione delle province e adesso continuiamo e perseveriamo con dei provvedimenti calati dall'alto, assolutamente non richiesti dal territorio, che creano scontri campanilistici, di cui veramente non si sentiva il bisogno e che vengono derubricati dalla distrazione e dalla totale mancanza di ascolto da parte del Governo, come beghe locali.
  Ebbene, non è così, perché altrimenti il sindaco Bianco non si sarebbe così tanto speso. Ci sarà una ragione per cui il sindaco di Catania si è così tanto speso, per applicare una deroga ai princìpi della cosiddetta riforma sulle autorità portuali, per invertire un criterio che, invece, è stato utilizzato in tutta Italia. Allora ci sarà un motivo per cui avere la sede amministrativa è un riconoscimento di una dignità che ha un territorio. Infatti – ribadisco – quell'area è in un'area petrolifera, particolarmente segnata dall'inquinamento stratificato negli anni. Non è pensabile lasciare ad Augusta il suo porto petrolifero, con il suo inquinamento da bonificare, e trasferire le sedi amministrative altrove, perché questa si chiama mancanza di rispetto, si chiama colonizzazione. Francamente che ancora oggi ci sia chi interpreta il proprio ruolo di sindaco come un ruolo di colonizzatore, solo perché si è sindaci di aree metropolitane, è inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4200-A/52 Prestigiacomo, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).

  Ordine del giorno n. 9/4200-A/53 Elvira Savino, favorevole.
  Ordine del giorno n. 9/4200-A/54 Mannino: riformulazione. Va bene la riformulazione, onorevole Mannino ? Va bene.
  Ordine del giorno n. 9/4200-A/55 Di Benedetto, favorevole; ordine del giorno n. 9/4200-A/56 Gallinella, raccomandazione, va bene ?
  Ordine del giorno n. 9/4200-A/57 Massimiliano Bernini, favorevole; ordine del giorno n. 9/4200-A/58 Terzoni, raccomandazione, va bene ? Va bene.
  Ordine del giorno n. 9/4200-A/59 Colletti, favorevole; ordine del giorno n. 9/4200-A/60 Ciprini, raccomandazione. Va bene.
  Ordine del giorno n. 9/4200-A/61 Fregolent, favorevole; ordine del giorno n. 9/4200-A/62 Losacco, favorevole; ordine del giorno n. 9/4200-A/63 Giuseppe Guerini, favorevole.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 4200-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorelli. Ne ha facoltà.Pag. 74
  In relazione all'obiezione svolta dal collega Crippa, ricordo che la programmazione delle prove di esodo è stata fatta in capigruppo e tutte le prove di esodo precedenti, in tutti i palazzi, tutte quante avevano l'orario annunciato, mentre noi abbiamo semplicemente definito che si facesse al termine della seduta. Grazie, onorevole Crippa.
  Onorevole Pastorelli, prego.

  ORESTE PASTORELLI. Grazie signor Presidente. Signor Ministro, onorevoli colleghi, il decreto-legge – che oggi siamo chiamati a convertire – si occupa innanzitutto di alcune vicende complesse in alcune aree del Mezzogiorno e prevede delle misure molto importanti per tutto il Sud che mirano a superare alcune gravi criticità e allo stesso tempo a creare le condizioni per la ripresa economica dei territori del Meridione. Oltre alle previsioni per il completamento delle procedure di cessione del gruppo Ilva e di quelle di bonifica di Bagnoli, riteniamo fondamentali le disposizioni del decreto relative alle procedure di infrazione europee per la realizzazione di nuovi sistemi di collettamento, fognatura e depurazione delle acque reflue, anche alla luce del rapporto sull'attuazione delle politiche ambientali pubblicato dalla Commissione europea. Particolarmente importanti sono le disposizioni sulle infrazioni che dispongono la sostituzione dei diversi commissari straordinari addetti alla risoluzione del problema con un commissario unico. Questa figura potrà infatti accelerare e semplificare il processo di adeguamento dell'Italia agli standard continentali, così come richiesto da Bruxelles, ad evitare il peggioramento delle sanzioni.
  Altra misura da sottolineare è l'istituzione di un'Agenzia per la somministrazione del lavoro in porto e per la riqualificazione professionale. La grave crisi che sta vivendo il settore della movimentazione merci nei nostri porti deve essere fronteggiata con decisione, attraverso il sostegno dell'occupazione e l'aggiornamento professionale degli addetti del settore. In questo quadro, crediamo che la nuova Agenzia, con la collaborazione dei governi delle regioni interessate, potrà giocare un ruolo fondamentale. In tema di ambiente e di energie rinnovabili, più che condivisibile è la proroga degli incentivi in favore degli esercenti di impianti per la produzione di energia elettrica alimentati da biomasse, misura quest'ultima che prosegue sulla strada della eco-sostenibilità, che da anni noi socialisti percorriamo. Essenziali saranno inoltre gli investimenti per la diffusione della logistica digitale nel Sud Italia, ancora alle prese con un divario tecnologico impressionante con le regioni del Centro-Nord e non degno di un Paese come il nostro. Investimenti necessari, ormai diventati urgenti per alcune realtà meridionali, che non possono essere più rimandati.
  In conclusione, colleghi e colleghe, risulta evidente la necessità e l'urgenza delle disposizioni contenute in questo provvedimento, senza le quali il Mezzogiorno rischierebbe di non agganciare la timida ripresa economica in atto, o peggio di fare ulteriori passi indietro nel difficile percorso di allineamento con il resto del Paese. Esprimo quindi il convinto voto favorevole della componente socialista al presente disegno di legge di conversione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI)-Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, signor Presidente. Io immagino, per quello che è stato determinato anche dal punto di vista della comunicazione, per il fatto che hanno battezzato questo decreto-legge da parte del Governo come decreto per il Sud o per il Mezzogiorno, quale profonda delusione avrà il Capo dello Stato quando dovrà promulgare la legge di conversione di questo decreto, alla luce delle autorevolissime e condivisibili dichiarazioni che oggi il Capo dello Stato ha reso nel convegno che è stato organizzato dai vescovi del Sud a Napoli.Pag. 75
  Dico questo perché questo decreto non è per niente per il Sud o per il Mezzogiorno: tratta solo alcune criticità marginali, importanti criticità, ma marginali rispetto all'intero provvedimento adottato da parte del Governo. Noi quando abbiamo sentito che c'era un provvedimento urgente da parte del Governo sul Mezzogiorno, abbiamo pensato a qualche cosa di organico e che sicuramente saremmo passati dalle comunicazioni e da tutti questi patti firmati dappertutto, dal masterplan, dai patti tra l'ex Presidente del Consiglio e le regioni in tutta Italia, a qualcosa che avesse una certa consistenza. Parlando di che cosa ? Di come spendere nei tempi giusti e di come spendere in maniera qualificata, con spese efficienti, efficaci e quant'altro i fondi strutturali, che sono le uniche risorse vere che noi abbiamo a disposizione di questo Paese, come spesa pubblica, per la crescita del Paese e del Mezzogiorno, in particolare delle regioni dell'obiettivo 1, come competenza e cassa, senza dover o poter intervenire mettendo o trovando nuove tasse o, peggio ancora, con tagli e quant'altro.
  Ora noi per il periodo 2014-2020, sulla situazione dei fondi strutturali, dopo oltre tre anni, siamo al 4-5 per cento come percentuale degli impegni di spesa. Pensavamo che ci fosse un intervento organico definitivo sulla situazione del credito d'imposta. Svimez e Confindustria nelle audizioni sono venuti a dire: guardate, qui ci sono i soldi; ma non funziona perché ci sono troppi vincoli. Che cosa invece è successo ? Che sulla situazione del credito d'imposta c’è stato un aumento di risorse, ma Confindustria ha tirato fuori una serie enorme di difficoltà dal punto di vista dell'iter procedimentale perché le piccole e medie aziende e le industrie potessero usufruire del credito di imposta in riferimento a quelle che sono le proprie attività e i propri piani industriali o aziendali. Queste modifiche che sono state apportate speriamo che funzionino questa volta. È solo una speranza. Non abbiamo un piano organico sulla decontribuzione per il problema dell'occupazione, in particolare per quella giovanile al Sud. E poi c’è quello che abbiamo ascoltato qui: l'ultima giornata è stata caratterizzata da due aspetti, uno estremamente importante che è quello delle ZES, delle zone economiche speciali, su cui bisogna estremamente intervenire perché lo prevede anche la nostra Costituzione in presenza di zone svantaggiate. E l'Unione europea è aperta a questo tipo di impostazione; si tratta di come cercare di intervenire. Per la verità, noi non abbiamo visto, se non nella discussione, tutto questo. Non ho nessuna difficoltà a dire che colgo in maniera positiva l'impegno in prima persona da parte del Ministro anche con la delega al Mezzogiorno, per il fatto che comunque è un fatto insolito per il Governo precedente e anche per questo che ci sia la presenza continua, per tutte le sedute e per tutta la discussione, del Ministro all'interno della Commissione, che ha contribuito, insieme ad alcune proposte che sono venute dalla Commissione a dare qualche ulteriore segnale in più, che adesso vedremo, e qualche miglioramento che c’è stato. Il decreto è stato totalmente monopolizzato soprattutto all'interno della Commissione per la situazione che riguarda l'Ilva e qui anche grazie a una nostra iniziativa, indipendentemente dal merito. È finito pure un ping-pong continuo, una diatriba continua che per lo meno sulla stampa si è manifestata soprattutto nella nostra regione, in Puglia, nella città di Taranto – perché lì è ubicata l'industria – tra il presidente della regione, che prevede un piano di ambientalizzazione con una industria che dovrebbe funzionare solamente a gas, rispetto invece alla posizione del Governo, che ha messo un punto fermo grazie a noi. Noi abbiamo stanato il Governo, che da un anno non si pronunciava in maniera chiara su queste ipotesi, fattibili o meno, da parte del presidente della regione, in questo senso rispetto alla decarbonizzazione e il Governo ci ha posto un punto fermo dicendo: «no», ed è merito nostro se abbiamo fatto chiarezza rispetto a questo tipo di situazione che andava assolutamente verificato. Ora però si pone un problema che l'attuale formulazione non risolve in riferimento alla situazione dell'ILVA. Pag. 76Ricordiamo i due procuratori della Repubblica di Milano. Greco è autore di un'azione meritoria per quello che è stato l'impegno nel cercare di recuperare (perché ancora non sono arrivati nelle casse dello Stato) 1,3 miliardi di euro circa da poter poi utilizzare per il piano ambientale e per le bonifiche necessarie nell'industria.
  E anche quella dell'attuale Procuratore della Repubblica di Taranto, Capristo, che chiaramente è venuto in audizione per sintetizzare, per dire, cioè, che occorre un corretto e ottimo utilizzo di queste risorse per tentare quanto è più possibile – si dice – la produzione di acciaio pulito. So bene che non è che ci sia la totale eliminazione rispetto alla situazione dell'inquinamento, ma occorre farlo rientrare nei parametri fissati dalla legge e farlo rientrare soprattutto in un contesto in cui non dovrebbe provocare danni sanitari alla popolazione. È per questo motivo che noi riteniamo che, rispetto a tutto quanto si è determinato, c’è da determinare anche le altre norme. Questo non è un piccolo decreto per il Mezzogiorno, ma è diventato un piccolo decreto omnibus.
  Sulle norme per la depurazione, noi abbiamo detto che non sono assolutamente condivisibili per un motivo molto semplice: perché il Ministro dell'ambiente è venuto e ha detto che siamo sotto infrazione perché alcuni depuratori non sono stati realizzati, perché altri funzionano male e, invece di depurare, inquinano addirittura rispetto allo scarico a mare e rispetto a tutte le situazioni che si sono create. Dopodiché, l'infrazione è già notificata con 40 milioni di euro. Dunque, come si affronta o si cerca di superare questa sanzione da parte dell'Unione europea ? Proponendo un nuovo modello organizzativo che dovrebbe consentire la realizzazione. Ebbene, ammesso che l'Europa si convinca di questo, sarà difficile da realizzare perché, se non ci sono riusciti i commissari che attualmente sono stati nominati dallo stesso Governo e dallo stesso Ministro dell'Ambiente per poter realizzare ciò, se si pensa che tutto possa essere fatto con un commissario unico nazionale presso il Ministero dell'ambiente con gli stessi poteri sicuramente, ci sarà un fallimento. Perché ? Perché gli attuali commissari, di cui abbiamo chiesto l'audizione e che abbiamo ascoltato con attenzione, ci hanno detto questo: «Va bene, fate pure il Commissario unico ma dategli i poteri per poter realizzare le opere, perché con le attuali norme non sarà possibile che tutto ciò accada».
  Anche rispetto alle situazione relativa agli interventi per Bagnoli-Coroglio c’è stata un'attenzione da parte del Governo per un emendamento presentato da noi, perché la procura della Repubblica di Lecce aveva sostanzialmente notificato al Ministero dell'interno, alla regione e ai comuni vicini il pericolo di inquinamento attraverso oltre 600 fusti di Pcb che si trovano all'interno di una discarica regolarmente autorizzata ma non più in funzione, per fortuna. Anche su questo riteniamo che ci debba essere un intervento serio rispetto a questo tipo di situazione.
  Poi vengo all'articolo 4, che riguarda tutto quello che c’è da dire. Si è parlato qui – altro argomento – dei porti, dell'Agenzia e di tutta una situazione estremamente complessa. Sta di fatto, però, che per risultato che cosa si è determinato ? Un carrozzone ! Per non parlare, poi, del Fondo sulla non autosufficienza, sulla situazione che riguarda il G7 e abbiamo già fatto riferimento a tutte queste situazioni. Rimane chiaramente la nostra delusione e la nostra contrarietà sul decreto perché poi noi non abbiamo affrontato per niente il problema urgente, che poteva essere affrontato anche in questo decreto, relativo alla situazione del terremoto. Sia chiaro che noi abbiamo ritirato – e mi avvio alla conclusione, Presidente – tutti gli emendamenti che riguardano il problema del terremoto, il problema della neve e quant'altro perché riteniamo che l'impegno del Governo si concretizzi nel recepire le grandi situazioni che si sono determinate in questo. Poi, c’è stata anche una disattenzione, secondo me, da parte del Governo, perché si proponeva, per un corretto utilizzo e per consentire...

Pag. 77

  PRESIDENTE. Onorevole Palese, deve concludere !

  ROCCO PALESE. ...l'utilizzo dei fondi strutturali, del piano di sviluppo rurale, dei fondi per la pesca e quant'altro, di mutuare le stesse situazioni normative di accelerazione che sono state utilizzate per Pompei, per Taranto, per Trieste, per Piombino, eccetera, ma anche qui c’è stato un inspiegabile diniego dopo, però, che si è dato atto che avevo ragione.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Palese...

  ROCCO PALESE. Questi sono i motivi per cui noi voteremo contro su questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Taglialatela. Ne ha facoltà.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Presidente, Ministro, il 23 dicembre il Governo ha dedicato un comunicato stampa roboante rispetto alla avvenuta approvazione di un provvedimento a favore del Mezzogiorno o, comunque, di un intervento per tentare di intervenire su questioni di grave criticità all'interno delle regioni meridionali.
  Dopo meno di due mesi il provvedimento arriva in Aula e su questo provvedimento il 99 per cento degli emendamenti sono stati bocciati. L'Aula, in maniera un po’ stanca, ha votato. Non mi pare che vi sia stato un particolare interesse, un po’ tutti consapevoli che il decreto, che aveva nel titolo un'importante vocazione, all'interno conteneva misure assolutamente riduttive. In pratica si affrontava, per la dodicesima o tredicesima volta, il tema dell'Ilva di Taranto più altre cose certamente importanti, per carità, che però non possono dare dignità a un decreto complessivamente a favore del Mezzogiorno.
  Come Fratelli d'Italia abbiamo provato ad inserire, con emendamenti che non hanno mai avuto il tema dell'aumento della spesa ma che hanno puntato tutti a una valorizzazione, interventi legislativi che consentissero la maggiore occupazione attraverso investimenti e attraverso l'attrazione di investimenti nel Mezzogiorno, ma questi emendamenti sono stati tutti bocciati. In verità, non c’è stata nemmeno una discussione. Ripeto: alla fine si doveva votare un decreto che passerà come decreto a favore del Mezzogiorno e che, invece, non contiene nulla del genere.
  E dire che era il primo provvedimento che il neo Ministro De Vincenti portava all'attenzione dell'Aula e lo portava per la prima volta, dopo molti anni, con la qualifica di Ministro per il Mezzogiorno e, quindi, si tratta di un'occasione sprecata. È un modo per confermare come il Governo non solo non vuole metterci risorse economiche, ma non vuole neanche nemmeno metterci risorse intellettuali: non ci sono idee, non vi è alcuna spinta che possa fare immaginare che si è cambiata e si è voltata pagina.
  Nei giorni scorsi il Ministro è stato a Napoli ad illustrare, insieme con il sindaco ed il prefetto, la svolta per Bagnoli. Questa volta i parlamentari non sono stati invitati. Quando qualche mese fa era venuto Renzi per lo stesso argomento, i parlamentari erano stati invitati e furono proiettate le famose slide che accompagnano o hanno accompagnato il precedente Governo. Ebbene, alla fine di quelle slide non è rimasto nulla. Qualche giorno a Napoli fa il neo Ministro De Vincenti è venuto a raccontare le stesse cose, questa volta senza immagini. Non vi è un elemento di novità che abbia rappresentato per Bagnoli il Governo nazionale, così come questo provvedimento non contiene nessun elemento di novità. Un'occasione sprecata !
  Io non so cosa i giornali riporteranno domani, cosa potranno comprendere le popolazioni meridionali, da parte dei mezzi di informazione, sulle novità che, attraverso questo provvedimento, ci saranno per migliorare la qualità della vita. Nel frattempo, tutti gli indici statistici confermano come il divario economico aumenta sempre di più, come aumenta sempre di più il numero di giovani che Pag. 78lasciano le regioni meridionali e, contrariamente a quello che accadeva qualche decennio fa, ad andare via non è quello che non può ma è, viceversa, quello che può. Quello che va via è quello che ha la possibilità economica di andare a cercare un lavoro fuori, quindi con una perdita ulteriore di energie intellettuali. In questo senso il Governo tradisce ulteriormente le aspettative dei giovani perché non crea nessuna possibilità di alcun genere per il futuro.
  All'interno del provvedimento non vi è un briciolo di nuova idea per aiutare nel futuro i giovani nella loro ricerca di lavoro e anche di studio e anche di ricerca scientifica. Io sono convinto che si tratti di una occasione sprecata, sono convinto che il Mezzogiorno abbia visto bene nel votare massicciamente contro il referendum confermativo della riforma costituzionale, ma è il Governo che non ha ancora imparato la lezione. È un Governo che dimostra una totale mancanza di attenzione nei confronti delle regioni meridionali. Io spero che il Ministro possa venire a portare qualche elemento di maggiore attenzione per quello che riguarda il credito che, nel Mezzogiorno d'Italia, non ha un sistema bancario protetto, un sistema bancario capace di accompagnare le imprese, di dare forza a chi vuole investire. Spero che nel futuro possa venire il Governo ad annunciare riforme strutturali per quello che riguarda la creazione di aree franche attraverso quello che è naturalmente il Mezzogiorno d'Italia: una portaerei all'interno del Mediterraneo per lo sviluppo di scambi commerciali, ma anche per la trasformazione di prodotti che dovranno entrare anche nel futuro nell'Europa. Di tutto questo non vi è traccia ! Non vi è traccia perché non vi sono idee, non vi sono risorse. Siamo in presenza di un Mezzogiorno tradito ed è un Mezzogiorno che ha bisogno di una scossa che noi riteniamo di poter dare oggi in Aula votando contro il provvedimento e, domani, con la presentazione di disegni di legge specifici che possano aiutare il territorio del Mezzogiorno ad una ripresa economica e soprattutto occupazionale in modo particolare per i giovani. Un voto contro per affermare che questo Mezzogiorno è un Mezzogiorno tradito (I deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale espongono cartelli recanti la scritta: «Mezzogiorno tradito !»).

  PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, vi invito a ritirare questi cartelli che state esponendo. Prego gli assistenti di toglierli, grazie (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sberna. Ne ha facoltà.

  MARIO SBERNA. Grazie signor Presidente. Il decreto-legge di conversione è costruito su interventi urgenti relativi ad alcune aree critiche del nostro Mezzogiorno. Complessivamente si tratta di interventi molto importanti, per diversi aspetti utili e improcrastinabili. Il lavoro del relatore e della Commissione è stato certamente costruttivo e va apprezzato, così come ci pare sia stata degna di evidenza la scelta del Governo Gentiloni di nominare con il Ministro De Vincenti una persona capace in un ministero appositamente dedicato alla coesione e al mezzogiorno. Anche per questa ragione, ci permettiamo di richiamare il Governo ad un più complessivo lavoro strutturale sul Mezzogiorno e questo certo per ridurre le asimmetrie e i ritardi che drammaticamente si sono accentuati nella lunga crisi che stiamo attraversando, ma anche per cercare di stabilizzare, consolidandoli, i segnali di ripresa che, a partire dal 2015, il Mezzogiorno ha pur realizzato.
  Diamo volentieri atto al Ministro De Vincenti di mostrarsi più concentrato sul merito delle sue competenze che sulla durata del Governo, che non dovrebbe essere messa ogni giorno in discussione in un crescente delirio di confusione istituzionale. Sappiamo che c’è bisogno di riprendere e rilanciare una nuova politica industriale per il Mezzogiorno, per consolidare taluni segnali di ripartenza dell'industria meridionale, che hanno trovato conferma sul fronte occupazionale: più 4,3 per cento nella media dei primi tre trimestri Pag. 79del 2016 dopo il tracollo registrato durante la crisi. Già nel 2015 in termini di valore aggiunto esportazioni e produttività, vi erano stati dei segnali positivi, ora si tratta di dare continuità e forza a questa tendenza con un lavoro strutturale che il Governo deve mettere al centro della propria azione. Vanno messi meglio gli strumenti utilizzati alla luce degli scarsi risultati al credito di imposta per investimenti riservato al Sud e previsto dalla legge di stabilità 2016. Il Ministro sa che serve un'impostazione di coesione che si ponga obiettivi di politica industriale con la necessaria selettività prevista nei quadri strategici europei e di conseguenza una politica industriale ordinaria generale e specifica per il Mezzogiorno con la dotazione di adeguate risorse finanziarie, la definizione dalla selettività degli interventi, la governance, ovvero il coordinamento tra politiche nazionali e quelle delle regioni interessate, questione che richiede purtroppo una continua messa a punto, e la continuità dagli interventi, anche di fronte all'evidenza degli specifici deficit strutturali del Sud. Ci permettiamo di indicare alcuni obiettivi strategici: il rafforzamento della ricerca e dell'innovazione, l'aumento delle dimensioni medie dei processi di aggregazione delle imprese, la crescita dei livelli di internazionalizzazione, il miglioramento delle condizioni di accesso al credito e al mercato dei capitali, e per la mano pubblica una forte ripresa dalla spesa in conto capitale, invertendo il trend di questi ultimi anni che non ha dato buoni risultati, il rilancio degli investimenti in logistica, porti, retroporti, in una più ampia prospettiva euromediterranea e come opportunità di sviluppo per l'intero Paese. E poi: energie rinnovabili e bioenergia, la rigenerazione urbana, l'agroalimentare e l'agroindustria, l'industria culturale e turistica, a partire da Matera 2019.
  Questa è la via maestra per dare lavoro, è una risposta adeguata alla persistente emergenza sociale, è il modo per colmare squilibri, dare fiducia e speranza alle famiglie, ridurre le diseguaglianze, combattere la povertà, nella visione di uno Stato sociale che garantisca gli effettivi diritti di cittadinanza. Ma lo Stato sociale si rafforza in una prospettiva di sviluppo economico al quale può dare un contributo positivo il fenomeno dei migranti che va trasformata in opportunità per il rafforzamento dello sviluppo del Paese. Abbiamo bisogno di una moderna cultura dalla coesione così si può restare nel gruppo di testa in Europa. Per questa ragione il voto favorevole di Democrazia Solidale-Centro Democratico a questo provvedimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matarrese. Ne ha facoltà.

  SALVATORE MATARRESE. Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, onorevoli colleghi, innanzitutto credo che sia concorde il parere che questo non può ritenersi un decreto per il Sud, né può essere una misura che va a favorire il Sud in quello che è l'auspicio di tutti noi, l'auspicio di tutto il Paese, e sarebbe estremamente riduttivo che possa essere risolutivo. Il Sud ha bisogno di una politica industriale che parta innanzitutto dalla politica industriale del Paese dove noi tutti sappiamo quali siano le lacune e quanto sia latitante. Il Sud ha bisogno di una visione che sia integrata anche in un contesto europeo e sappiamo bene qual è la nostra debolezza su quei tavoli e quant’è difficile per l'Italia portare le ragioni del Sud lì dove è necessario che siano portate. È un provvedimento omnibus alla fine che risolve tanti aspetti di dettaglio, senza una visione complessiva utile. Il Sud in questo contesto, in questo momento economico, deve accettare qualsiasi cosa abbia un ritorno seppure minimo, ma che sia un'attenzione. Viene recepito così dai meridionali che leggono questo decreto. È un'attenzione e risolve piccoli problemi. Il Sud non è nelle condizioni di rinunciare a nulla che sia qualcosa di meglio del nulla che ha. E quindi interveniamo sull'Ilva per la dodicesima volta però di fatto non ci rendiamo conto di qual è il problema vero: come si fa a ridare lavoro a quelle persone Pag. 80che sono in cassa integrazione, sono anche in cassa integrazione per la lungaggine delle procedure di cessione, per i diversi interventi legislativi, perché di fatto non c’è una visione di come debba essere poi sviluppata questa fabbrica e quale futuro debba avere. Siccome nell'economia il tempo è un fatto importante è chiaro che se non si produce, se non si ha una visione aziendale e se non si ha una gestione privata delle risorse di un'impresa, arriva la disoccupazione che cresce.
  Quindi è giusto dare un contributo, ma siamo sempre nell'ottica che non è l'impresa a creare lavoro e quindi a creare lo sviluppo economico, ma è il Paese che si sobbarca un ulteriore carico di spesa corrente per far fronte a delle necessità dei cittadini, in una visione che si avviluppa su se stessa perché così non si progredisce e sicuramente l'economia non cresce, ma anzi regredisce e sempre di più i cittadini saranno sullo Stato e non su un sistema autonomo capace di produrre reddito.
  Interveniamo anche sulle infrazioni comunitarie: dal 2012 al 2014 stiamo cercando di risolvere il problema delle reti fognanti, dei depuratori che ancora non esistono al Sud, che sono ancora oggetto di infrazione di 40 milioni. Sappiamo tutti, perché è emerso nel dibattito in Commissione, le problematiche delle procedure di attuazione di qualsiasi investimento pubblico dal codice degli appalti, alle procedure locali, alla VAS e alla VIA, che sono state dichiarate come le criticità più importanti. Abbiamo affrontato in Commissione Ambiente delle semplificazioni sulla VAS e sulla VIA, io mi interrogo quanto sia determinante avere la VAS su un depuratore e quanto sia più importante avere il depuratore in deroga alla VAS, perché risolve un problema del Paese, dei cittadini delle condizioni minime di vita dei cittadini. Quindi la VAS prevale sull'esigenza primaria del Paese e dei cittadini.
  Questo è il nostro stato, e quindi pensiamo di risolverlo in una visione ancora accentrata, mettiamo un commissario unico che dovrebbe essere più capace di tanti commissari che con lo «sblocca Italia» abbiamo nominato, che erano più vicini al territorio, più vicini alle situazioni locali. Noi pensiamo che un unico commissario possa risolvere tutti i problemi. È un auspicio e dobbiamo pensare che sia positivo, perché almeno c’è un'unica visione, un unico pensiero, che, probabilmente, potrà essere risolutivo di una problematica che ci portiamo avanti dal 2012 al 2014. Interveniamo sulle bonifiche per una serie di problematiche di affidamenti, come la Cemerad di Statte, un sito nucleare da tanto tempo esistente, e finalmente riusciamo a dare un incarico alla SOGIN, che è una società in house, perché possa porre rimedio con la caratterizzazione e il trasporto a discarica di questo materiale pericoloso.
  Fortunatamente, qui direi tempestivamente, interveniamo sulla problematica della discarica a Burgesi, una problematica che riguarda la Puglia, che riguarda la provincia di Lecce, dove, effettivamente, superiamo le difficoltà locali. Con un milione di euro messo a disposizione, noi superiamo le beghe tra il proprietario della discarica, le autorità e gli enti locali, e provvediamo direttamente a capire il grado di inquinamento e quanto siano superate le matrici ambientali, e questo credo che sia un fatto assolutamente positivo, perché tempestivo e, sotto certi aspetti, risolutivo per la comunità. Interveniamo sulla sicurezza in una maniera a dire il vero un po’ debole, aumentiamo di dieci unità i sottufficiali dei carabinieri per le zone critiche del Mezzogiorno, e anche qui c’è la riflessione se possano essere esaustive di problematiche di criminalità diffusa e che sono anche accentuate dalla crisi economica in essere, che è un fattore determinante, soprattutto al Sud, dove la criminalità cresce perché la gente non ha più lavoro, non ha più occupazione, e quindi non ha più di che mangiare.
  Quindi, è un intervento di attenzione, ma sicuramente credo che non sia risolutivo. Interveniamo sulla crisi della portualità con le agenzie di somministrazione. È un utile espediente, anche intelligente, per riconvertire la massa lavoro che è nei Pag. 81porti, però non consideriamo che questa massa lavoro nei porti si rende libera perché, di fatto, non c’è ancora una politica integrata della logistica e dei porti, e si considerano le ZES come dei privilegi locali che devono essere distribuiti sul territorio, senza comprendere che, se effettivamente le ZES non vengono interpretate come zone economiche speciali in aree strategiche e ben collegate dalle infrastrutture, che possano attrarre investimenti, ma anche produrre reddito, noi distribuiremo queste ZES in una logica spartitoria di consenso politico, come spesso capita, e renderemo inefficace e inefficiente questo che è uno strumento europeo.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 18,57)

  SALVATORE MATARRESE. La mia domanda è: ma come è possibile che, nel mentre nel Nord Africa si creano i nostri veri competitors, e quindi alludo al Marocco, che ha dalle zone economiche speciali, alludo all'Egitto, che sta costruendo a Port Said un'importantissima zona economica speciale di grande concorrenza con Taranto e con il Sud, noi siamo ancora sul tavolo europeo a capire come l'Europa debba portare da noi queste zone economiche speciali ?
  Quindi, alludo a Taranto, che è il primo punto strategico per l'Italia da sempre da tutti noi dichiarato, ma, di fatto, in Europa riusciamo a farli fare in Polonia, riusciamo a farli fare in Olanda, non riusciamo a portare un tema che è strategico per noi, che è quello di avere queste zone economiche speciali nei porti primari, Gioia Tauro, Taranto, che non a caso sono i porti nei quali noi oggi stiamo dicendo che questa gente che lavorava non è più utile perché non c’è più lavoro. A Taranto meno 80 per cento di produttività, di transhipment, di movimentazione di container dal 2007 al 2014. Quindi è azzerato, il porto di Taranto è di fatto azzerato, e questa è una colpa che gravemente ricade su chi non ha avuto il coraggio né la forza né la capacità di portare queste zone economiche speciali prima ancora che arrivassero in Polonia e nei nostri Paesi concorrenti, perché più crescerà il Nord Africa come portualità e più regredirà l'Italia.
  E non è casuale che cresca Cagliari, che poi è l'unico porto che, di fatto, sta raccogliendo l'inefficienza degli altri porti del Sud Italia. Quindi, è un intervento per tamponare una situazione di emergenza che è causata dalla mancanza di una visione integrata economica e sociale per il Sud. Sul G7 noi siamo intervenuti, come gruppo, per rendere più compatibile l'azione che è indifferibile, perché noi, come al solito, arriviamo sempre molto tardi quando dobbiamo fare gli investimenti. È chiaro che siamo in un'emergenza e in un'urgenza creata dal ritardo con il quale noi andiamo a fare gli investimenti per accogliere una manifestazione importante come il G7.
  Quindi, è giusta l'aderenza al codice, però uno si fa anche una riflessione di come un codice appena approvato venga derogato da un intervento del Governo in prima battuta e come forse questo codice che abbiamo creato negli appalti non semplifichi, come volevamo tutti noi, la capacità di investimento, che è strategica e fondamentale nel nostro Paese per risolvere i problemi di occupazione e di carenza di imprese. E, quindi, mi allaccio al vero problema del Sud: sono i fondi comunitari. I fondi comunitari sono di fatto non spesi perché dal codice, dalle procedure, dalle autorità, dai controlli, dagli enti locali coinvolti non c’è capacità di spesa, e quindi lì credo che sia necessario un provvedimento per il Sud affinché questi fondi siano spesi in deroga a tutta quella procedura inutile; di fatto, dal 2014 al 2020 noi siamo ancora senza programmazione in gran parte delle regioni del Sud e sono passati ben tre anni di programmazione senza alcun effetto, mentre altri Paesi hanno già speso il 30-40 per cento di quelle risorse.

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 19)

  SALVATORE MATARRESE. Quindi, quando il Paese regredisce per mancanza di investimenti, è sicuramente il Sud quello che regredisce il doppio, se non il triplo, con una maggiore disoccupazione e riduzione di capacità di impresa.
  E, quindi, queste sono le cose strategiche che servono al Sud, e quindi è anche interessante questo intervento su una diversa allocazione delle risorse aggiuntive che è previsto in questo decreto, perché tiene conto non di una distribuzione omogenea, ma delle caratteristiche dei territori, delle deficienze dei territori e di dove è necessario che lo Stato intervenga. Credo che questo sia un fatto positivo per riequilibrare questi fondi comunitari, che devono andare almeno a risolvere, lì dove è possibile e dove sono disponibili, le problematiche dei singoli territori. Il problema è riuscire a spenderli in tempi assolutamente compatibili. Interveniamo anche, con questo decreto, nella semplificazione dell'organizzazione delle procedure, però lo facciamo anche in maniera strana, affidando con dei contratti in house. Quando abbiamo creato un'agenzia di coesione, quando abbiamo una struttura organizzata teoricamente per la spesa dei fondi comunitari, bene, noi la deneghiamo, andando a creare dei contratti in house con le amministrazioni pubbliche, che, di fatto, saranno forse più efficienti per la spesa e per la razionalizzazione dell'intervento.
  Quindi, in conclusione, è un decreto che risolve tanti piccoli aspetti di dettaglio, su cui noi dichiariamo voto favorevole perché sicuramente è un passaggio, è un passaggio di risorse, di risoluzione di piccoli problemi, e, come dicevo all'inizio del mio intervento, il Sud non è nelle condizioni di rinunciare a nulla, però il Sud è nelle condizioni di chiedere davvero un'attenzione reale, con un provvedimento certo, che sia integrato, di vera politica industriale, cosa che non è mai avvenuta nel nostro Paese.

  PRESIDENTE. Grazie.

  SALVATORE MATARRESE. E la presenza, finalmente, di un Ministro del Mezzogiorno è un buon auspicio, da questo punto di vista. Quindi, l'augurio al Ministro che facciamo nella sua competenza è che dedichi tanta attenzione, tanta competenza e tante risorse al Sud in maniera integrata e utile al Paese (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galati. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE GALATI. Grazie, Presidente. Il provvedimento che è oggi in esame, che reca interventi urgenti per la coesione sociale e territoriale, è un atto rilevante. Noi abbiamo avuto nel corso di questa legislatura vari Governi che hanno affrontato, però, il tema della coesione sociale e territoriale con approcci differenti. Prendiamo atto che in questo Governo, pure in assenza di certezze sulla sua durata, vi sia stata una svolta, cioè la necessità di dotarsi di un Ministero della coesione territoriale e per il Mezzogiorno, e quindi crediamo e speriamo che questo significhi l'acquisizione del Governo della centralità, della dignità di elemento permanente e priorità dell'azione di Governo per il Mezzogiorno. C’è ora la necessità di intervenire; intervenire soprattutto con parametri di equilibrio e sostenibilità, armonizzare il benessere, la distribuzione equa delle risorse.
  Rileviamo che sul piano del metodo è evidente come questo provvedimento, che si snoda su questioni che presentano requisiti di emergenza ed urgenza, sia soltanto un atto di straordinaria amministrazione. Quello che c’è di fronte a noi è la necessità che la coesione sociale e il governo dell'economia del Mezzogiorno diventino, invece, un punto stabile di questa agenda di Governo, e quindi ci sia un'azione strategica, ci sia, soprattutto, un'azione indirizzata ad un'ottica di sviluppo.
  Questo provvedimento, è stato ricordato, rappresenta la necessità di risposte a Pag. 83problemi diversi, da Taranto al problema delle procedure di straordinaria amministrazione del gruppo Ilva, alle procedure di infrazione, all'efficienza dei porti. Rispetto a questo lavoro, noi desideriamo rimarcare come il nostro gruppo, nell'attività di Commissione, abbia realizzato un risultato importante, con un emendamento, a prima firma dell'amico Zanetti, che ha portato all'introduzione dell'articolo 4-bis, rubricato «Diffusione della logistica digitale nel Mezzogiorno».
  Riteniamo si tratti di una norma importante, perché razionalizza e potenzia la logistica, mira alla maggiore efficienza intermodale, alla diffusione di informazioni in tempo reale, all'ottimizzazione nell'utilizzo e nella fruizione di infrastrutture, e, dall'altro, indirizza i flussi di traffico.
  Questa norma potenzia quello che era già previsto nella legge finanziaria del 2008 per quanto riguarda il completamento e l'implementazione della rete immateriale degli interporti, finalizzata, quindi, al potenziamento dei servizi sulla rete logistica nazionale. È un emendamento. È un emendamento, seppur non rilevante economicamente, di contrasto effettivo a quel fenomeno del digital divide, che è un fattore stabile anche del rallentamento, dell'appesantimento dell'economia del Mezzogiorno. Però pensiamo che questa sia la strada, cioè semplificare, potenziare infrastrutturalmente, usufruendo di quelle che oggi sono le potenzialità dell'innovazione e del progresso tecnologico, che hanno poi una ricaduta non solo sulla sostenibilità economica ma anche sulla produttività. Quindi, raccogliendo questo sforzo, raccogliendo le migliorie che sono state apportate grazie anche al nostro contributo, dichiariamo il nostro voto favorevole a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica-ALA per la Costituente Liberale e Popolare-MAIE).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Saltamartini. Ne ha facoltà.

  BARBARA SALTAMARTINI. Presidente, devo dire che, ancora una volta, non viene smentita la narrazione renziana, malgrado Renzi non sia più il capo di questo Governo ma ha passato la palla al nuovo Presidente Gentiloni. Non viene smentita perché tutte le volte che Renzi ha parlato di grandi riforme, se uno si soffermava sui titoli delle sue riforme, non poteva che dire: wow, fantastiche, bellissime ! Titoli che trasmettevano fiducia, serietà, competenza, poi però bastava girare la pagina, superare il titolo, entrare nel merito della riforma e leggersi i contenuti per capire che era tutto una grande balla, ossia che ciò che c'era nel titolo non corrispondeva nel testo e quindi alla realtà delle cose. Noi speravamo che questo appartenesse all'epoca che ci siamo lasciati alle spalle, che i cittadini hanno voluto che fosse superata con il voto del 4 dicembre, invece, purtroppo, no: anche il Governo Gentiloni, che noi da subito abbiamo detto essere un Governo fotocopia di quello Renzi, ha proseguito e sta proseguendo nella filosofia renziana. Quindi, il titolo del provvedimento, importantissimo, ci dice di interventi urgenti per la coesione sociale e territoriale per il Mezzogiorno, ma purtroppo i contenuti nulla hanno a che vedere con iniziative realmente importanti, strutturali ed organiche per poter far sì che il titolo venga preso applicabile.
  Allora, cosa c’è in questo decreto ? In questo decreto c’è l'Ilva (credo che siamo al tredicesimo o quattordicesimo intervento sull'Ilva), e ci chiediamo perché non si riesca mai ad arrivare ad una quadra e a fare una volta per tutte un provvedimento sull'Ilva degno di chiamarsi tale, mentre ogni volta dobbiamo rincorrere gli eventi. Forse chi ha sottoscritto e chi ha proposto tutti gli interventi precedenti evidentemente qualcosa l'ha sbagliato, altrimenti non dovremmo essere sempre in rincorsa. C’è il tema del credito d'imposta, che sicuramente è un tema importante, ma per come è affrontato nel provvedimento è assolutamente insufficiente. Poi c’è il G7, perché ovviamente, siccome questo è un decreto, e non essendo stati capaci di organizzare per tempo un appuntamento così importante quale quello del G7, bisogna correre all'interno del Pag. 84primo decreto utile per risolvere i problemi che non si è stati capaci di affrontare precedentemente.
  Anche in sede di discussione sulle linee generali, interventi che arrivano dalla maggioranza, a partire da quello del relatore, ci dicono che dispiace, perché effettivamente, con questo titolo ambizioso, si poteva porre in essere iniziative più coerenti con il titolo stesso, soprattutto più efficaci per ridurre quel divario, di cui tanto vi riempite la bocca, tra nord e sud, ma di tutto questo in questo decreto non c’è nulla. Lo dicevo in un intervento precedente: in questo decreto ci sono soltanto mance e mancette, rispetto a situazioni che non avete voluto o risolvere o affrontare in legge di bilancio, anche perché ci ricordiamo bene come abbiamo discusso quella legge di bilancio, cioè in fretta e furia, perché ovviamente bisognava approvarla velocemente, sapendo che tanto, poi, i danni di quella legge di bilancio li avremmo pagati adesso, li cominciamo a pagare adesso, ma per Renzi l'importante era approvare quella legge di bilancio, malgrado in quella discussione, come opposizione, come gruppo della Lega, in più occasioni abbiamo sottolineato il fatto che si stava varando una legge di bilancio che poi avrebbe comportato il rispetto di tutta una serie di procedure, anche internazionali ed europee, di provvedimenti che ci avrebbero dovuto far tornare sui passi che venivano compiuti in quella sede. Signor Presidente, ringrazio la signora sottosegretario, perché di tutto il Governo c’è solo lei; non c’è neanche il relatore e non c’è il presidente della Commissione bilancio, evidentemente questa discussione è talmente importante che non frega niente a nessuno, diciamo la verità. La verità è che noi abbiamo sentito, da tre anni, roboanti parole. Abbiamo sentito Renzi andare in giro per l'Italia a promuovere un tour per le città del Sud parlando di un Masterplan eccezionale per il Sud, che avrebbe stravolto, avrebbe fatto, secondo lui, tutto quello che per decenni non si era fatto. Abbiamo visto Renzi, da Capo del Governo, sottoscrivere patti con i presidenti delle regioni, i famosi patti per il Sud, ma in questo decreto non c’è nulla ! Del Masterplan in questo decreto non c’è nulla. Cioè, ancora una volta – e vale la pena dirlo, nell'epoca della post verità, perché ormai questa è una parola che torna spesso nei nostri interventi –, tutto quello che è stato detto e che il Governo di centrosinistra, che guida questo Paese grazie ad alcuni piccoli cespugli, sta portando avanti, è soltanto l'ennesima prova di una propaganda elettorale, magari sperando, da parte di qualcuno, di potere presto andare in giro a raccontare di aver approvato un decreto per il Mezzogiorno. Ebbene, già i cittadini del Mezzogiorno vi hanno detto che alle vostre bugie non ci credono, tant’è che il 4 dicembre il Centro-Sud d'Italia ha detto «no» con percentuali inimmaginabili alle bugie delle riforme che ci venivate a presentare; già in quell'occasione vi hanno detto «basta», non ne possiamo più dei vostri racconti, non ne possiamo più delle vostre balle, non ne possiamo più di chi pensa di poter prendere in giro gli italiani.
  Noi ci auguriamo che si vada presto al voto, questo ci auguriamo, perché dal 4 dicembre questa è l'unica conseguenza utile per poter dare agli italiani un'alternativa diversa a queste politiche basate solo sui titoli e sulla funzione e non su qualcosa di concreto. Apro parentesi: basta guardare nei commi che riguardano appunto il G7 per capire che avete dovuto fare retromarcia rispetto a un pessimo codice degli appalti che avete voluto approvare, ancora una volta, a colpi di maggioranza in quest'Aula. L'avete dovuto ammettere che avete sbagliato, tant’è che dovete correre ai ripari, però siamo stanchi di dover aspettare le vostre scuse sugli errori commessi o sulle cose non fatte. Questo decreto segna ancora una volta, laddove ce ne fosse bisogno, la totale impreparazione ad affrontare un tema fondamentale come quello del superamento del divario Nord-Sud, che farebbe crescere il Paese, perché qui non si può litigare tra poveri. Infatti, quello che serve al Sud probabilmente servirebbe anche al Nord e viceversa, ma sicuramente al Sud non servono più politiche che portano più Pag. 85risorse: servono politiche serie per fare utilizzare meglio le risorse che ci stanno ! E purtroppo, mi duole dirlo, molto di quello che non accade al Sud e che non si riesce a mettere in campo al Sud nasce anche dall'incapacità degli attuali amministratori.
  Governate tutte le regioni del Centro-Sud, e a partire dalla Puglia non riuscite neanche a spendere nel modo giusto e doveroso le risorse che arrivano dai fondi strutturali ! Questo ce lo dobbiamo dire ! C’è un impoverimento di classe dirigente che non è più all'altezza di rispondere alle sfide di questo territorio, di questa parte dell'Italia ! Si potrebbe parlare delle politiche delle infrastrutture: avevamo sentito grandi programmi sullo «sblocca opere», ma quali opere sono state sbloccate ? Poco o nulla. Ma senza un piano di infrastrutture serie, il Sud non potrà tornare a crescere ! Senza un piano serio sull'occupazione, che non si può risolvere con il credito d'imposta che avete messo in questo decreto, al Sud l'occupazione non salirà mai ! Senza intervenire anche sulle politiche universitarie, che vedono un grandissimo esodo di studenti che se ne vanno al Nord a studiare perché nelle università del Sud non si può più stare in quanto non c’è più qualità, non affronteremo un tema importante quale quello di lasciare i nostri ragazzi nelle proprie terre d'origine ma li costringeremo ad evadere – perché questa è la parola giusta – dalle proprie terre per cercare altrove qualcosa di meglio.
  Allora, questo doveva esserci – e tanto altro ovviamente – in un decreto che porta questo titolo, che ha l'ambizione nel titolo di voler affrontare il tema della coesione territoriale nelle aree più critiche del Mezzogiorno. Tutto questo non c’è, e allora – chiudo – il gruppo della Lega voterà convintamente contro questo decreto farsa, contro l'ennesimo decreto farsa del Governo. Mi dispiace che anche il Governo Gentiloni prosegua sulla stessa linea ma, ahimè, noi lo sapevamo, lo avevamo detto, lo avevamo previsto. Purtroppo, non avevamo previsto una cosa – lo dico al sottosegretario –, non avevamo previsto che il Premier Gentiloni potesse proseguire sulla linea renziana dei grandi titoli, zero contenuti. Purtroppo è accaduto anche questo, ma noi convintamente continueremo a portare avanti le nostre battaglie per difendere i cittadini, perché siamo sicuri che insieme a tanti altri siamo, forse, l'unica vera alternativa a questo sfacelo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calabrò. Ne ha facoltà.

  RAFFAELE CALABRÒ. Grazie Presidente. Il gruppo Area Popolare voterà a favore del provvedimento che stiamo esaminando. L'obiettivo è ancora una volta incentivare lo sviluppo delle economie meridionali.
  Anche se vengono affrontate alcune questioni urgenti presenti oggi nel Mezzogiorno, questo provvedimento non può essere certo considerato risolutivo per i numerosi, i gravi, i grossi problemi, che ancora incidono in quest'area del Paese.
  Però noi siamo coscienti di come l'Esecutivo operi in condizioni di grande difficoltà, a causa di una crisi economica che grava ancora sull'Italia, per la conseguente scarsità di risorse finanziarie disponibili e, per questo motivo, noi consideriamo oggi e valutiamo positivamente il decreto.
  Riteniamo, però, che ancora manca una visione d'insieme nel Mezzogiorno d'Italia, per il quale sono invece necessari interventi coordinati, interventi efficaci, interventi tesi a sostenere e a realizzare un quadro complessivo di misure, che intervengono sui settori più vari del tessuto economico e sociale.
  Noi crediamo – e lo dico solamente per un esempio – che debba essere ampliata e ammodernata l'intera rete delle infrastrutture, al fine di superare quel divario ancora oggi esistente tra le regioni del Sud e il resto del Paese.
  Occorre per questo una politica più mirata, una politica che possa risolvere le Pag. 86problematiche afferenti a regioni che, se adeguatamente coinvolte, potrebbero superare l'attuale situazione che appare invece ancora critica e offrire così un contributo importante alla crescita dell'intero Paese.
  È, quindi, necessario svolgere un lavoro più efficiente e più efficace, eliminando gli sprechi, utilizzando al meglio le risorse comunitarie, che rappresentano senz'altro un volano di sviluppo, e proprio per implementare quelle politiche fondamentali, che possono favorire questi territori spesso eccessivamente trascurati.
  Noi siamo favorevoli a questo provvedimento, perché comunque costituisce il segnale di un'azione certamente più complessa, che serve a rilanciare definitivamente il nostro Mezzogiorno.
  Il provvedimento contiene una serie disposizioni che consideriamo positive, seppure limitate – ripeto – a settori particolari del nostro settore produttivo. Il testo, già nella sua versione originaria, toccava alcune questioni particolarmente importanti, dall'Ilva alla presidenza del G7 in Taormina, ma ancora di più, con il passaggio in Commissione, si è arricchito di ulteriori elementi importanti.
  Ne sottolineo alcuni. Il credito d'imposta per le piccole e medie imprese, strumento apprezzato perché agevola l'acquisto, anche tramite leasing, di beni nuovi strumentali. Diversi limiti originari ne hanno finora sensibilmente rallentato l'utilizzo da parte di imprese. Da qui finalmente il tentativo di questo decreto di conferire maggiore incisività a questo incentivo.
  La misura del credito d'imposta è stata, infatti, innalzata al massimo consentito dall'Unione europea al dicembre del 2019. L'aliquota passerà dal 10 al 25, per le grandi imprese, e dal 15 al 35 per le medie, dal 20 al 45 per le piccole imprese. Mi sembra un passo significativo, importante.
  Con questa esposizione viene anche ampliata la base su cui calcolare l'agevolazione. Il beneficio non sarà più valutato in relazione al costo complessivo dei beni acquisiti al netto, ma al lordo degli ammortamenti fiscali.
  Contemporaneamente vengono innalzate per le piccole e medie imprese le soglie dei progetti di investimento agevolabili, da 1,5 a 3 milioni, per le piccole imprese, da 5 a 10, per le medie, e il massimale resta a 15 milioni per i progetti e le grandi imprese.
  Un'altra positiva disposizione è quella di cui si parla della modifica al codice delle leggi antimafia, per quanto concerne le regole relative ai beni confiscati alla camorra. Abbiamo tutti esperienza nelle nostre regioni, purtroppo, di quanto sia difficile riuscire a utilizzare i beni confiscati alla mafia, alla camorra, e quanti anni richiedano.
  Grazie a questa misura, potranno essere assegnati ai comuni non solo i beni confiscati ai soggetti mafiosi, ma anche quelli di imprese mafiose organizzati in forma di società.
  Citiamo ancora quello che concerne la diffusione e la logistica nel Mezzogiorno. La norma prevede un potenziamento del livello dei servizi sulla rete logistica nazionale di ben 5 milioni di euro, contributo che risulta funzionale al completamento degli investimenti, con particolare riferimento ai nodi, porti e piattaforme del Sud, in modo da ridurre il divario digitale, e anche in relazione a quanto previsto dal piano della portualità dal piano della logistica.
  Inoltre una serie di interventi diversificati, che mirano alla riqualificazione e all'ammodernamento tecnologico dei servizi di radioterapia oncologica, una realtà quasi abbandonata nel nostro Mezzogiorno, una misura che veniva attesa da tempo.
  E, infine, vorrei sottolineare l'importanza e l'incremento del Fondo per le non autosufficienze, la costituzione dell'Agenzia per la somministrazione lavoro in porto e per la riqualificazione professionale, nonché l'integrazione del trattamento di cassa integrazione per i dipendenti del gruppo Ilva.Pag. 87
  Tutte norme, come dicevamo all'inizio, in sostanza, dirette a cercare di risolvere esigenze contingenti di settori industriali indispensabili per il settore economico e produttivo del Mezzogiorno, che la politica attenta di questo Governo non ha certamente trascurato.
  Il gruppo Area Popolare, quindi, in coerenza con le posizioni da sempre assunte nei confronti del Mezzogiorno, esprime il proprio voto favorevole, con l'auspicio che le misure approvate possano avere effetto in tempi rapidi, in maniera efficace, penetrante, in tutte le regioni meridionali.
  Auspichiamo, comunque, che ulteriori significativi interventi vengano presto effettuati all'interno di una visione che assuma il quadro d'insieme del Mezzogiorno come elemento fondamentale, per affrontare e risolvere i problemi di questa Cenerentola del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare-NCD-Centristi per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Grazie, signora Presidente...

  PRESIDENTE. Non esageriamo, onorevole Melilla, va bene la declinazione al femminile, ma adesso mi sembra esagerato. Prego.

  GIANNI MELILLA. Ha ragione. Sinistra Italiana, sulla conversione in legge di questo decreto, recante, appunto, interventi urgenti per la coesione sociale e territoriale, con particolare riferimento ad alcune aree del Mezzogiorno. Diciamo innanzitutto di apprezzare alcune delle misure contenute nel decreto, come quelle relative ai fondi per la sanità della città di Taranto, all'aumento dei fondi per la non autosufficienza, alla rigenerazione urbana di Bagnoli, alle misure per il commissario nazionale alla depurazione e alla istituzione di un'Agenzia per il lavoro di ricollocamento dei dipendenti dei porti di Gioia Tauro e Taranto.
  Si tratta di importanti e necessarie misure. Ma ci asteniamo, perché, per l'ennesima volta, ci troviamo ad affrontare con la decretazione d'urgenza una serie di problematiche disomogenee e non riconducibili le une alle altre: dall'Ilva al G7 di Taormina, dalla scuola europea di Brindisi alla depurazione delle acque, dal Fondo per la non autosufficienza ad altre ancora.
  Non si può mettere il Parlamento nelle condizioni di affrontare sempre norme importanti in provvedimenti disordinati, zibaldone, che evidenziano, tra l'altro, il ritardo dell'iniziativa del Governo di fronte ad eventi internazionali importanti e previsti da tempo, come il caso del G7. Inoltre ci asteniamo perché questo provvedimento era stato presentato come un decreto per il Sud, invece così non è.
  Come ha giustamente rilevato la CGIL, nell'audizione che abbiamo svolto in Commissione, la condizione economica e sociale del Mezzogiorno necessita di essere affrontata all'interno di un progetto complessivo, che si ponga l'obiettivo di collocare gli interventi per le regioni meridionali, in una strategia politica nazionale di rilancio e ampliamento dei diversi settori economici e produttivi, dentro un rinnovato patto di cittadinanza.
  Tale esigenza, da collocare in premessa a ogni discussione, non è uno slogan, non è una sottrazione di responsabilità per le realtà locali, a partire dalle regioni interessate, ma risponde all'evidenza che soltanto attraverso l'adozione di una politica nazionale per il Sud sarà possibile intervenire per la riduzione dell'attuale divario esistente, oltre che per superare le debolezze strutturali dell'intero sistema Paese. Divario che nella crisi ha subito un deciso ampliamento anche nel contesto dell'Unione europea, quanto meno in termini di crescita rispetto ad altre aree in ritardo di sviluppo. Dall'annuncio di un masterplan per il Mezzogiorno dell'allora Governo Renzi è passato più di un anno e mezzo, ma di acqua ne è passata molta sotto i ponti, l'ha rilevato con grande acutezza la Svimez nell'audizione avuta in Commissione Bilancio. La Svimez ci ha detto che abbiamo bisogno di un vero provvedimento Pag. 88strategico per il Sud e questo decreto non lo è. Serve, da una parte, un'organica strategia fondata sullo sviluppo di investimenti pubblici per realizzare soprattutto piccole opere e interventi di infrastrutturazione sociale, non certo il ponte sullo Stretto e, dall'altra, una politica industriale ordinaria oltre il fumo di sgravi fiscali inutili ed inefficaci dati alle imprese e che non hanno prodotto risultati importanti. Il Governo passato più volte ha fatto polemica sulle teorie della decrescita di Latouche, ma avrebbe fatto meglio ad occuparsi della decrescita reale che il Mezzogiorno ha avuto in questi anni, visto il crollo degli investimenti pubblici, dell'occupazione e dei redditi. Sono diminuite le risorse per il Mezzogiorno, e non solo quelle dei fondi europei, e il masterplan, che è stato più volte citato, è stato più l'evocazione di un desiderio che un insieme di politiche concrete ed efficaci. I patti siglati con le regioni del sud non sono sufficienti, non ci sono misure di largo respiro e di impatto sul medio e lungo termine; siamo ancora ad occuparci di emergenza. Il Governo ha detto «no» a tutti i nostri emendamenti e a quelli di altri gruppi, che provavano a inserire nel provvedimento norme che andavano nella direzione di interventi organici volti ad assicurare al Mezzogiorno un corpo di misure strutturali ed efficaci, come quelli delle zone economiche speciali, proposta appunto che il Governo non ha voluto accogliere. La Cgil è stata molto chiara e noi vogliamo citarla due volte proprio perché ci sentiamo in perfetta sintonia con la sua analisi sulla situazione economica grave che vive il nostro Mezzogiorno: senza una robusta crescita del Mezzogiorno – questo vogliamo dire al Governo – non c’è possibilità di inversione del ciclo economico e le misure contenute in questo decreto rispondono rapsodicamente solo ad alcune urgenze contingenti e improcrastinabili, viene delusa cioè l'esigenza di una politica economica, sociale, industriale e ambientale complessiva e specifica per il Mezzogiorno. Sull'Ilva, grazie anche al lavoro intelligente e agli emendamenti della nostra collega Donatella Duranti, noi abbiamo provato a migliorare le misure contenute nel decreto, si tratta sostanzialmente del dodicesimo decreto che riguarda Ilva. La situazione generale è sempre più complicata: regna l'incertezza perché la prevista cessione a terzi subisce ulteriori spostamenti nel tempo; vengono messi in cassa integrazione 5000 lavoratori; il piano ambientale ancora non si conosce, per ora le uniche risorse messe a disposizione sono quelle dello Stato, mentre quella della famiglia Riva non è ancora disponibile. Insomma, siamo in presenza di un quadro drammatico sul piano ambientale sanitario ed occupazionale, sostanzialmente invariato. L'unica novità riguarda i famosi 50 più 20 milioni di euro per la sanità di Taranto. Positivo inoltre che venga aumentato di cinquanta milioni il Fondo per la non-autosufficienza, ma si tratta ancora di risorse limitate che rispondono in modo assai parziale al dramma di disabili, anziani e delle loro famiglie.
  La povertà assoluta nel nostro Paese è drammaticamente aumentata negli ultimi anni e questi interventi sono assolutamente parziali. C’è bisogno di una politica contro la povertà e la sofferenza sociale, anche per recuperare consenso e autorevolezza alla politica e alle istituzioni. Riteniamo positivo comunque il lavoro fatto sulla nomina di un commissario unico nazionale alla depurazione che acceleri nel Mezzogiorno e nelle altre regioni in ritardo rispetto agli standard europei la realizzazione degli impianti necessari al trattamento ecologicamente avanzato delle acque reflue. Forti dubbi abbiamo infine sulle misure previste per la realizzazione del G7 a Taormina: siamo preoccupati sulle procedure e le deroghe relative agli interventi necessari per la sua organizzazione, non vorremmo ritrovarci di fronte ad errori del passato, con il rischio del malaffare e della violazione delle norme.
In conclusione, accanto ad alcune norme importanti e necessarie, ce ne sono altre discutibili, ma soprattutto viene delusa, secondo noi, l'aspettativa di un provvedimento organico, che manca da troppo Pag. 89tempo per fronteggiare la situazione sociale ed economica di grande sofferenza del Mezzogiorno.
  Per tutti questi motivi, annuncio il voto di astensione dei deputati di Sinistra Italiana alla conversione di questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prestigiacomo. Ne ha facoltà.

  STEFANIA PRESTIGIACOMO. Presidente, il gruppo di Forza Italia voterà contro questo decreto-legge, purtroppo. Purtroppo perché è raro che in quest'Aula ci si occupi concretamente di Mezzogiorno, ma il titolo ambizioso di questo provvedimento lasciava ben sperare; forse in questa circostanza ci saremmo potuti finalmente confrontare con misure dignitose ed efficaci per permettere al Mezzogiorno d'Italia di poter avviare il superamento di quel gap strutturale che ancora lo divide dal resto del Paese. Sarebbe stato dunque certamente positivo per noi potere condividere, almeno nelle basi, i contenuti di un testo in grado di offrire al Mezzogiorno uno slancio vitale per una ripresa che è certamente possibile, tuttavia – e lo dico ancora con rammarico – il testo che verrà approvato oggi di fatto introduce solo interventi di portata minore, frutto di necessità, di emergenze, o piccoli equilibri politici da sistemare all'interno della maggioranza di Governo. Il Presidente Gentiloni ha affidato una delega specifica all'interno della sua compagine di Governo, ma da questa delega e da questo provvedimento, con tutta la stima nei confronti del Ministro, sinceramente ci aspettavamo un po’ di più. Si continua a parlare di masterplan, senza poi dargli alcuna concretezza, eppure i temi ci sono e sono ancora tutti lì, sul tavolo: infrastrutture, sanità, investimenti, legalità, servizi di pubblica utilità alla persona, assistenza ai più deboli, in zone di assoluta fragilità, una fragilità determinata in particolare dalla forte crisi occupazionale che ha colpito giovani, donne, determinando crescenti fenomeni di esclusione sociale, nonché pesanti flussi di migrazione verso altre aree del Paese, depauperando il Sud di prezioso e indispensabile capitale umano. Tutti temi toccati dai nostri emendamenti e in generale dagli emendamenti delle opposizioni, che chiamano a gran voce misure strutturali, perché non siamo in una fase di emergenza. L'emergenza è infatti la triste realtà di tutti i giorni, a cui non si può continuare a rispondere con la politica dei bonus o con la politica degli interventi spot. E qui torna ancora una volta il dato politico da rilevare, come ho già argomentato ampiamente in discussione generale, ovvero il disastro del Governo Renzi e la politica egoista ed incosciente perpetrata negli ultimi anni ai danni del Mezzogiorno.
  È stato inutile sbandierare i risultati della Salerno-Reggio Calabria, che è il risultato di un lavoro che ha visto protagonisti sicuramente i Governi precedenti. Inutile sbandierare la promessa del ponte sullo Stretto, inutile portare avanti una grande presa in giro che ha raggiunto il culmine nella definizione di un masterplan che non ha mai avuto tratti definiti. Si tratta di un piano che nei fatti non c’è e che noi continuiamo ad invocare, perché solo un programma di interventi serio e di lungo termine riuscirà a risollevare l'attenzione sul Mezzogiorno da parte delle aziende e, di conseguenza, a determinare investimenti, percorsi di sviluppo, reddito capace di generare gettito, definendo così un graduale cammino verso la ripresa. Ma per recuperare efficienza e competitività ed essere attrattivo nei confronti degli investitori il Mezzogiorno ha bisogno del suo primo sostenitore che, per forza di cose, in questo momento deve essere lo Stato. In questo momento lo Stato deve essere il primo ad investire sul sud e deve necessariamente farlo anche con risorse nuove; infatti, misure come gli sgravi contributivi o il credito d'imposta sono state finanziate con soldi già assegnati al Mezzogiorno. Tra l'altro, si è deciso di continuare a puntare su misure che non hanno riscosso molto successo da parte delle aziende, rendendo di fatto l'investimento Pag. 90fallimentare. E in risposta alla scarsa attenzione riservata dalle aziende al credito d'imposta il Governo si è limitato a rafforzare questa misura, anziché pensare che forse la strada è un'altra, magari da cercare nelle istituzioni di vere e proprie zone economiche speciali, trattando con la Commissione europea un piano che sia realmente efficace.
  Di certo non possiamo non essere che favorevoli rispetto all'incremento del Fondo per le non autosufficienze o alle risorse per l'ammodernamento dei servizi di radioterapia oncologica nelle regioni del Sud, ma in questo contesto anche questi interventi positivi lasciano il rammarico per avere perso un'occasione importante di rilancio del Mezzogiorno. Il nostro rammarico riguarda anche la scarsa attenzione concessa ad alcune proposte di merito oltre all'avere riscontrato, proprio all'interno del decreto, l'ombra di una nuova legge mancia, utile a veicolare finanziamenti in maniera poco chiara, addirittura nascondendosi dietro la necessità di interventi per l'adeguamento sismico nelle scuole. Sarebbe stato sicuramente più opportuno farsi carico della questione con lo stanziamento di risorse ad hoc, magari richiamando nelle casse dello Stato tutte quelle risorse assegnate ma mai effettivamente spese.
  C’è rammarico per l'intervento sui porti, che si limita all'istituzione dell'ennesima agenzia senza minimamente considerare le ragioni della vera crisi che attanaglia il trasporto marittimo e le attività dei nostri porti. Si continua ad intervenire sulle conseguenze della crisi senza mai farsi carico delle cause, continuando a produrre situazioni decisamente conflittuali tra i territori e le amministrazioni coinvolte. Ovviamente, non mi riferisco solo all'Agenzia per la somministrazione del lavoro e per la riqualificazione professionale, che riguarderà solo alcuni porti, ma anche alla recente revisione della governance di tale delicato settore, che ha avuto chiari effetti negativi sulle attività, sugli investimenti e sull'intero indotto, e su cui mi auguro che il Governo produca presto un'attenta riflessione. Ci auguriamo che questo Governo abbia in serbo qualcosa in più per il nostro Mezzogiorno e che questa «falsa partenza», come l'abbiamo definita, non pregiudichi un lavoro che ancora si può fare e su cui Forza Italia è disponibile ad impegnarsi, con proposte concrete e nella prospettiva di riuscire ad offrire un percorso di valorizzazione di un territorio che in questo momento si trova in una grave situazione di difficoltà. Lo dicono i numeri, che abbiamo ricordato in questi giorni, ma lo dicono soprattutto i cittadini, il cui «no» alla politica renziana avrebbe dovuto costituire il più grande campanello d'allarme per un Governo che non può rimanere inerme nel rispondere con un provvedimento che in alcune parti mortifica il Mezzogiorno, relegandolo ad interventi minori, settoriali, locali e in ogni caso per nulla risolutivi. La parola chiave di questo Governo avrebbe dovuto essere discontinuità; discontinuità che noi non troviamo in questo provvedimento sul quale il voto di Forza Italia non può che essere un voto convintamente contrario (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cariello. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO CARIELLO. Grazie, Presidente. Colleghi, oggi votiamo un decreto che, purtroppo per noi, aveva nel titolo una parola che ha posto in essere un fraintendimento, direi. Ormai siamo tutti d'accordo che questo non è un «decreto Mezzogiorno»; chiariamolo e diciamolo apertamente ai cittadini. È un decreto che contiene una serie di misure ed interventi urgenti e necessari per il Paese dei quali ce ne siamo resi conto perfettamente, tant’è che non abbiamo presentato, come gruppo, una pregiudiziale, avendo piena contezza della necessità di questi interventi. Questo l'abbiamo ripetuto in più sedi e lo ribadiamo anche oggi. Ma considerando le valutazioni e gli interventi fatti anche da tutti i colleghi, è chiaro che questo Paese necessita di una visione per Pag. 91risolvere i problemi concreti che il Mezzogiorno d'Italia ha e per questo noi auspichiamo un intervento sistemico per il Mezzogiorno. Ecco perché oggi noi valutiamo questo decreto anche sulla base dei singoli interventi che il decreto contiene. Abbiamo partecipato in maniera costruttiva alla conversione in legge del decreto, sia in Commissione sia in Aula, e abbiamo apprezzato il fatto che su questo decreto il Governo non ha posto la questione di fiducia, perché gli interventi necessitavano realmente di una collaborazione e di un confronto a 360 gradi di tutto l'arco parlamentare.
  Ma veniamo nel merito per spiegare anche le motivazioni che ci vedranno favorevoli o contrari a seconda degli articoli che trattiamo e, quindi, per fare una valutazione finale che, lo anticipo, sarà di astensione sul decreto. L'articolo 1 contiene delle misure o, meglio, è il dodicesimo intervento sullo stabilimento dell'Ilva. Diciamo subito che la discussione parlamentare è cominciata dopo la pubblicazione del bando di cessione dei complessi aziendali e per noi questo è stato anche un motivo che ha costretto e ha incanalato la discussione già verso un indirizzo prestabilito da parte del Governo. Noi abbiamo posto in essere la decarbonizzazione come un criterio di premialità per la stessa cessione dei beni aziendali ma questo non è stato accettato, seppur dal partito di maggioranza e da più parti si parli di decarbonizzazione ormai ovunque. Abbiamo sottolineato che nessun decreto sull'Ilva ha mai raggiunto la reale finalità della salvaguardia ambientale e della tutela della salute dei cittadini. È questo il motivo principale per cui nasce il commissariamento e per cui nasce la volontà di cedere a nuovi acquirenti quello stabilimento, ma nessun intervento, compreso quello che oggi discutiamo in questo decreto, risolve in maniera definitiva questo problema.
  Abbiamo fatto anche delle proposte, delle proposte che sono state accolte e che vorremmo reclamare. Grazie al MoVimento 5 Stelle i cittadini di Taranto potranno anche conoscere gli interventi aggiuntivi di decontaminazione e risanamento ambientale individuati dai commissari, perché abbiamo chiesto – e questo emendamento è stato accolto – che sia pubblicata una relazione che i commissari, appunto, devono preparare ed inviare all'attenzione delle Camere, così come è avvenuto per tutte le attività espletate in merito al materiale incluso nello stabilimento contenente amianto o materiale radioattivo.
  Questa è stata una proposta del MoVimento 5 Stelle. All'interno di questa relazione abbiamo chiesto che i commissari comunichino anche lo stato di attuazione degli stessi interventi in tema ambientale. Questo renderà chiaro, una volta per tutte, sia in termini economici, sia in termini ambientali, che sono quelli che a noi stanno più a cuore, che l'unica soluzione è la chiusura dello stabilimento, la bonifica dell'area, attraverso l'utilizzo di quegli stessi lavoratori, affinché veramente si riconverta l'intera area bonificata per un'altra visione industriale, un'altra visione anche turistica dell'area di Taranto. È stato incluso anche l'articolo 1-bis, che abbiamo accolto con estremo favore, la cassa integrazione per i lavoratori. Anche lì siamo stati costruttivi, lo ripeto, perché è stata accolta una nostra proposta, quella di destinare parte di quei fondi alla formazione per le bonifiche del personale attualmente impiegato; questo è il MoVimento 5 Stelle, un MoVimento 5 Stelle che propone e che, quando si dialoga, quando si collabora, raggiunge sempre dei risultati per il Paese, mai di parte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  L'articolo 2 del provvedimento è anche un articolo che ha determinato di molto il nostro parere finale su questo provvedimento. Si tratta di un tema che è un'urgenza, un'emergenza nazionale, non interessa assolutamente solo le regioni del Sud Italia, ed è la questione dei depuratori non adeguati. Ci sono depuratori inadeguati e non in linea con la direttiva europea, in quasi tutto il Paese, soprattutto perché non adeguati ai reali carichi che gli giungono dalle nostre città. Diciamo subito che la soluzione proposta dal Governo del Pag. 92commissario unico non è una soluzione da noi condivisa, perché semplicemente il commissario unico non ha quei poteri necessari a risolvere le problematiche, tra l'altro anche denunciate dallo stesso Governo nella relazione al decreto, che hanno lasciato non conclusi determinati lavori in diversi depuratori e su cui è già stato avviato un processo di adeguamento. Quindi non ha funzionato già l'approccio precedente che questo Governo ha avuto con i commissari regionali, figuriamoci con il commissario unico, sarà semplicemente decuplicata la problematica che hanno vissuto i singoli commissari perché non avevano il potere di azione per potere realmente risolvere i limiti che non portano alla soluzione dei problemi di trattamento delle acque reflue nel nostro Paese. Su questo tema, servirebbe realmente un'unica grande opera per il Paese. Su questo il MoVimento 5 Stelle avrebbe voluto veramente agire per una grande opera, in maniera sistemica, per risolvere l'intero problema del trattamento delle acque reflue.
  Abbiamo chiesto l'audizione dell'Anac perché si profilavano profili di anticorruzione nel passaggio dei poteri dai commissari regionali al commissario unico nazionale e l'Anac ci ha dato ragione, tant’è che il provvedimento in sede di Commissione è stato modificato grazie anche ai suggerimenti ricevuti dal presidente dell'Autorità anticorruzione.
  Veniamo al tema delle bonifiche: il provvedimento contiene anche diverse bonifiche di aree deindustrializzate. Il Paese va ricostruito e va bonificato in diverse aree per una politica industriale spregiudicata. E qui veramente chiediamo che si vada verso una logica di riconversione economica: il nostro Paese ha realmente bisogno di essere bonificato e solo le bonifiche creerebbero tanto lavoro, tanto da risolvere i problemi di disoccupazione, per rendere veramente questo il bel Paese che tanto è amato in tutto il mondo. L'articolo 4 è l'articolo che crea l'agenzia di somministrazione del lavoro nei porti, come se avessimo bisogno di un'agenzia per poter reintegrare questi lavoratori che hanno le competenze anche per gestire tutte le problematiche di movimentazione nei porti. Ma il problema è un altro: si creano le agenzie per creare poltrone. Noi abbiamo proposto una misura unica, perché anche il Governo lo ha ammesso. Questa è stata una misura da intendersi come un ammortizzatore sociale per tutti quei lavoratori dei porti. Noi abbiamo sempre chiesto un'unica soluzione al problema del cambio di lavoro che ormai è in atto in tutti i Paesi d'Europa e il reddito minimo che garantisce anche un reintegro e una formazione dei lavoratori che si spostano ormai da diverse tipologie di lavoro: il reddito di cittadinanza. Questa sì che sarebbe una misura sistemica, e invece, ogni volta, andiamo sempre ad utilizzare misure ad hoc per risolvere determinate problematiche.
  Abbiamo l'articolo 5 con il Fondo per le non autosufficienze che in realtà andrebbe raddoppiato per rispondere alle reali esigenze e finalità previste dalla legge che istituisce il Fondo delle non autosufficienze. Abbiamo proposto una ripartizione anche di quel Fondo, non in base alla popolazione delle singole regioni, ma in base alla reale incidenza dei casi che sono in ogni singola regione; e anche questo non è stato accolto. Per mostrarvi ancora l'approccio collaborativo: abbiamo chiesto che i fondi per le non autosufficienze siano tracciabili e sia chiaro ai cittadini dove vadano a finire, in quali città, quali reali utilizzi si facciano di questi fondi, e questo veniva suggerito da una relazione della Corte dei conti che abbiamo sempre più volte auspicato che venisse anche accolta dal Governo. Poi veniamo all'articolo 7, che deroga al codice degli appalti, un codice tanto decantato da questo Governo come la soluzione a tutti i problemi della corruzione. Il G7, un evento importante per il nostro Paese, è un evento che non era noto certo...

  PRESIDENTE. Siamo fuori tempo, onorevole Cariello, deve concludere.

  FRANCESCO CARIELLO. Non era noto solo da qualche giorno che si deve svolgere Pag. 93nel nostro Paese, e quindi in virtù dell'urgenza oggi si va ad utilizzare l'articolo 63 di quel codice degli appalti che è una procedura negoziata senza pubblicazione di bando di gara, in un Paese e in una regione ad elevato rischio di infiltrazione e di corruzione; e queste sono le denunce che l'Anac ha fatto in Commissione. In ultimo, il credito d'imposta introdotto da questo Governo ci trova fortemente d'accordo, ma...

  PRESIDENTE. Onorevole Cariello, mi perdoni, le do dieci secondi, siamo due minuti oltre il tempo, abbia pazienza, due minuti !

  FRANCESCO CARIELLO. Presidente, mi scusi. Il credito di imposta è una misura ottima, ma il problema di questo Paese è che un'azienda non investe perché non c’è domanda, perché ha difficoltà di accedere al credito, quindi chi investirebbe anche con il credito di imposta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. La ringrazio, siamo troppo oltre. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Covello. Ne ha facoltà.

  STEFANIA COVELLO. Grazie, signor Presidente. Questa sera ci apprestiamo a votare un importante decreto, naturalmente composto da tante misure di grande rilevanza per tutti i territori del Mezzogiorno. Per anni il Sud è stato derubricato, e questo lo vorrei ricordare alla collega Prestigiacomo che tanto stimo, ma che non ha detto cose proprio esatte rispetto al passato del Sud che è stato mortificato dai Governi Berlusconi. Per anni il Sud – dicevo – è stato derubricato dall'agenda politica e le sue risorse sono state usate a bisogno per le varie emergenze che magari riguardavano altri territori. Cito per esempio quello delle quote latte a supporto di questa memoria oppure i tagli lineari del Ministro Tremonti che hanno azzerato il Fondo per le politiche sociali e la non autosufficienza. Mi piace ribadirlo perché mai nessun Governo come questo ha dedicato tante risorse in questo settore ai soggetti più deboli e più sofferenti. Il PD in questa legislatura ha avuto il grande merito, attraverso la segreteria Renzi, di aver restituito dignità politica alla questione meridionale, con misure concrete e con fatti concreti.
  Non farò l'elenco delle cose fatte, ma quello che mi preme sottolineare è evidenziare una svolta culturale sul Mezzogiorno, i cui effetti si vedranno più in là di quanto le categorie di una politica subalterna ai social siano attualmente in grado di fare. La Svimez, nell'ultimo rapporto, ci ha detto che PIL e occupazione dopo sette anni sono tornati a crescere, così come alcuni settori vitali non sono più in contrazione, ma sono invece in estensione. La cultura contadina ci insegna che un terreno incolto da anni e riadattato a coltivazione nel primo raccolto vedrà una resa certamente non straordinaria, ma quel lavoro di dissodamento, di cura, rafforzerà i raccolti futuri. Nell'ultimo anno abbiamo siglato, il Governo centrale con i governi regionali hanno siglato patti istituzionali con le otto regioni e con le città metropolitane.
  I prossimi anni vedranno movimentati per il Mezzogiorno oltre 95 miliardi. Certo, c’è chi ritiene che questo non sia sufficiente, ma di sicuro non può dire che abbiamo dimenticato il Sud, anzi, come ho già detto prima, è tornato protagonista principale dell'agenda politica di Governo. Ciò che si sta facendo, lo sappiamo, non basta, però è un buon inizio rispetto al buio politico dei vent'anni passati. Lo sappiamo bene, è un ottimo inizio soprattutto perché proseguiamo un lungo tracciato segnato dalla legge di stabilità prima, dalla legge di bilancio poi, e oggi vi poniamo anche correttivi migliorativi. Penso alle misure per Ilva, come e bene magistralmente hanno detto i colleghi Vico, Massa, i colleghi pugliesi durante la discussione sulle linee generali e durante il dibattito.
  Noi siamo portatori di un'autentica cultura riformista, noi non diciamo che vogliamo chiudere l'Ilva, assecondando gli Pag. 94ambientalisti, e poi andiamo dai lavoratori e gli diciamo di non preoccuparsi, perché tra reddito di cittadinanza e bonifica possono stare tranquilli. Noi sappiamo che quei lavoratori non sono tranquilli, così come sono preoccupati i cittadini pugliesi per la salute propria e dei propri figli. Non usiamo il dolore delle persone, come ha fatto qualcuno, per farne strumento di lotta politica, mai ! Noi vogliamo che Ilva diventi esempio positivo e paradigma di come lavoro, ambiente e salute si possano integrare, e si devono integrare, ponendo rimedio a lustri di errori.
  In questo decreto investiamo sulla salute, destiniamo risorse per la rete di cura in un comprensorio che è segnato dagli effetti di una industrializzazione pesante. Il riformismo è anche questo. Lo facciamo anche rafforzando le strutture di oncologia e radioterapia nel Mezzogiorno, perché sappiamo che, purtroppo, vi sono ancora differenze territoriali che vanno affrontate, consentendo un pieno esercizio di diritto costituzionale alla salute per chi affronta una malattia terribile come quella tumorale nel Mezzogiorno. Abbiamo cambiato e rafforzato il credito d'imposta, puntiamo a far crescere le aliquote di agevolazione e ne estendiamo l'accesso alla Sardegna, per le grandi imprese passiamo dal 10 al 25 per cento e per le piccole al 20 per cento per l'acquisto dei beni strumentali, perché si deve pensare alla produttività, e di conseguenza al lavoro.
  Queste misure servono ad accrescere la potenzialità produttiva, non la macchina di rappresentanza. Sulla portualità in questo provvedimento si dà il via, per un periodo massimo di 36 mesi, ad un'agenzia per la somministrazione del lavoro in porto e per la riqualificazione professionale, aventi lo scopo di sostenere l'occupazione, di accompagnare i processi di riconversione industriale delle infrastrutture portuali e di evitare grave pregiudizio all'operatività e all'efficienza portuale. Una misura attesa, quella, dai porti di transhipment come Gioia Tauro, Taranto e Cagliari, interessati da crisi di settore che ne ridimensionano attualmente le potenzialità, crisi da cui devono uscire. È un altro tassello a supporto della riforma del sistema portuale italiano e che vede il Mezzogiorno interessato per la sua naturale posizione geografica quale piattaforma logistica nel cuore del Mediterraneo, che non deve più essere un cimitero marino, ma, invece, il punto di arrivo di economia, di produttività, di turismo.
  Diamo impulso ai processi di rigenerazione urbana, come nel caso di Bagnoli, ed affrontiamo criticità sulle quali sono aperte procedure di infrazione comunitaria, come nel caso dei depuratori di acque reflue. Il commissariamento unico punta a superare la frammentarietà che si registra a tutt'oggi e deve essere occasione di responsabilizzazione anche degli enti territoriali competenti, perché ridurre l'inquinamento è una premessa fondamentale, è una premessa anche per una migliore valorizzazione delle nostre coste in chiave di attrattività turistica non solo in termini di risanamento ambientale. Sulla cultura continuiamo nella strategia di rafforzamento in vista dell'appuntamento di Matera 2019 e si rafforzano gli strumenti al servizio delle politiche di coesione e per un migliore uso delle risorse, perché il nostro obiettivo è quello di ridurre quello spread sociale tra annunci di impegni di spesa e misure effettivamente realizzate. Questo decreto è il primo decreto varato dal nuovo Governo in continuità con il Governo Renzi, e questi tasselli che ne compongono il testo possono non richiamare grande attenzione, ma sono di strategica importanza per i nostri territori.
  Ritengo, e ne sono sempre più convinta, che bisognerebbe introdurre una sorta di VIM. Non amo molto le sigle, parlo di valutazione di impatto per il Mezzogiorno, per approfondire nel merito i provvedimenti e per valutarne l'effettiva portata a supporto di questi territori e monitorarli. La questione meridionale oggi non è una questione di quantità di risorse soltanto, eppure sono state tantissime le risorse che i Governi Renzi e Gentiloni hanno destinato al Mezzogiorno. Però, è anche e soprattutto una questione di classe dirigente, di sfida aperta al cambiamento.
  I masaniellismi, che poi sono l'altra faccia della medaglia del gattopardismo, Pag. 95hanno un corto respiro, e, come eterogenesi dei fini, rischiano solo di alimentare singoli protagonismi, come quelli a cui stiamo assistendo adesso, oggi, trascurando le vere emergenze. In quest'area del territorio nazionale risiede il potenziale di riscatto significativo di questo Paese per sconfiggere la crisi. Una cultura autenticamente riformista si oppone a chi, à la carte, del Mezzogiorno riscopre la centralità solo per motivi tattici e di opportunismo. Oggi questo voto coincide con l'appuntamento che a Napoli si sono dati tutti i nostri vescovi delle diocesi meridionali, e quindi noi seguiremo con grande attenzione quei lavori, perché il Mezzogiorno ha bisogno di tutte le energie disponibili e anche di quel tipo di ispirazione.
  L'esame di questo decreto ha dimostrato, anche grazie alla saggezza e all'alta competenza del Ministro De Vincenti, unitamente alla nostra sottosegretaria Sesa Amici, che, quando a prevalere è il merito e non subentrano le strumentalizzazioni, si possono conseguire importanti risultati. Come diceva il collega Cariello, possiamo ritenerci più che soddisfatti anche per il lavoro fatto insieme ai colleghi degli altri gruppi parlamentari, superando molto spesso e molto volentieri le diversità per il bene del nostro amato Mezzogiorno. Per tutte queste ragioni, a nome del Partito Democratico, dichiaro voto favorevole al provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale – A.C. 4200-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 4200-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 4200-A: «Conversione in legge del decreto-legge 29 dicembre 2016, n. 243, recante interventi urgenti per la coesione sociale e territoriale, con particolare riferimento a situazioni critiche in alcune aree del Mezzogiorno».
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Noto che già diversi colleghi invocano l'esodo, ma, insomma, finiamo prima la votazione, anche se qualcuno si è portato avanti da solo.

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 67).

  Come abbiamo già comunicato, ora procediamo alla prova di esodo. Quindi, la seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 20,05, è ripresa alle 20,19.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Giovedì 9 febbraio 2017, alle 9,30:

  1. – Seguito della discussione della proposta di legge:
   D'INIZIATIVA POPOLARE: Trattati internazionali, basi e servitù militari (C. 2-A).
  – Relatori: Manciulli, per la maggioranza; Manlio Di Stefano, di minoranza.

Pag. 96

  2. – Seguito della discussione delle mozioni Vezzali, Valiante, Calabrò, Fitzgerald Nissoli ed altri n. 1-01412, Rondini ed altri n. 1-01495, Palese ed altri n. 1-01496, Binetti ed altri n. 1-01497, Amato ed altri n. 1-01498, Brignone ed altri n. 1-01499, Gullo ed altri n. 1-01500, Vargiu ed altri n. 1-01501 e Nicchi ed altri n. 1-01502 concernenti iniziative volte a prevenire e contrastare la diffusione del citomegalovirus.

  La seduta termina alle 20,20.

ERRATA CORRIGE

  Nel resoconto stenografico della seduta del 7 febbraio 2017:
   a pagina 42, seconda colonna, ventesima riga, la parola «approva» deve intendersi sostituita con la parola «respinge».

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SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

   nella votazione n. 1 il deputato Preziosi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni nn. 1 e 2 la deputata Santerini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni nn. 1 e 10 il deputato Magorno ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni dalla n. 4 alla n. 6 il deputato Rampelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nelle votazioni nn. 5 e 6 il deputato Bombassei ha segnalato che non è riuscito a votare;
   nella votazione n. 7 la deputata Paola Bragantini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni n. 8 e n. 36 la deputata Rubinato ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 10 il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 13 il deputato Cariello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 16 la deputata Schirò ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 17 il deputato Ferrari ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni dalla n. 31 alla n. 34 i deputati Moretto e Zan hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni dalla n. 34 alla n. 38 la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare;
   nella votazione n. 36 la deputata Paris ha segnalato non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 36 il deputato Franco Bordo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 37 il deputato Librandi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 38 il deputato Librandi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;Pag. 98
   nella votazione n. 40 il deputato Ferraresi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 41 i deputati Oliverio e Ferraresi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 43 i deputati Oliaro e Molea hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;
   nelle votazioni nn. 54 e 55 la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 64 il deputato Monchiero ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 65 il deputato Vacca ha segnalato che si è erroneamente astenuto dal voto, mentre avrebbe voluto votare a favore;
   nella votazione nn. 65 e 66 il deputato Zan ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 67 il deputato De Rosa ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;
   nelle votazioni dalla n. 45 alla n. 60 la deputata Rotta ha segnalato che non è riuscita a votare.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 4200-A - em. 5.13 335 333 2 167 116 217 103 Resp.
2 Nom. em. 5.12 344 343 1 172 119 224 102 Resp.
3 Nom. em. 5.11 351 351 176 123 228 102 Resp.
4 Nom. em. 5.1 357 357 179 126 231 100 Resp.
5 Nom. em. 5.4 373 353 20 177 111 242 96 Resp.
6 Nom. em. 5.2 378 355 23 178 52 303 96 Resp.
7 Nom. em. 5.10 402 380 22 191 133 247 95 Resp.
8 Nom. em. 5.9 401 380 21 191 128 252 95 Resp.
9 Nom. em. 5.8 404 383 21 192 131 252 95 Resp.
10 Nom. em. 5-bis.50 416 416 209 157 259 92 Resp.
11 Nom. em. 6.2 422 350 72 176 63 287 91 Resp.
12 Nom. em. 6.3 416 396 20 199 43 353 92 Resp.
13 Nom. articolo agg. 6.015 419 389 30 195 133 256 91 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 7.1 425 425 213 134 291 90 Resp.
15 Nom. em. 7.5 423 404 19 203 141 263 90 Resp.
16 Nom. em. 7.46 418 374 44 188 115 259 87 Resp.
17 Nom. em. 7.7 427 319 108 160 57 262 87 Resp.
18 Nom. em. 7.50 420 313 107 157 54 259 87 Resp.
19 Nom. em. 7.42 428 386 42 194 121 265 87 Resp.
20 Nom. em. 7.3 437 403 34 202 130 273 87 Resp.
21 Nom. em. 7.51 427 395 32 198 128 267 86 Resp.
22 Nom. articolo agg. 7.02 424 420 4 211 154 266 87 Resp.
23 Nom. articolo agg. 7.010 424 336 88 169 77 259 87 Resp.
24 Nom. articolo agg. 7-bis.052 419 395 24 198 134 261 87 Resp.
25 Nom. articolo agg. 7-bis.053 424 422 2 212 163 259 87 Resp.
26 Nom. articolo agg. 7-bis.054 423 348 75 175 87 261 87 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 7-ter.100 431 422 9 212 421 1 87 Appr.
28 Nom. em. 7-quater.40 428 341 87 171 82 259 87 Resp.
29 Nom. articolo agg. 7-quater.01 424 338 86 170 76 262 87 Resp.
30 Nom. articolo agg. 7-quater.014 423 325 98 163 54 271 87 Resp.
31 Nom. articolo agg. 7-quater.015 404 323 81 162 50 273 86 Resp.
32 Nom. articolo agg. 7-quater.051 403 328 75 165 52 276 86 Resp.
33 Nom. em. 7-sexies.50 416 383 33 192 128 255 86 Resp.
34 Nom. articolo agg. 7-septies.028 395 371 24 186 128 243 86 Resp.
35 Nom. articolo agg. 7-septies.011 376 372 4 187 147 225 86 Resp.
36 Nom. articolo agg. 7-septies.017 375 371 4 186 139 232 86 Resp.
37 Nom. articolo agg. 7-septies.051 373 271 102 136 36 235 86 Resp.
38 Nom. articolo agg. 7-septies.052 376 372 4 187 368 4 86 Appr.
39 Nom. em. 2.36 370 370 186 126 244 97 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 2.20 rif. 376 375 1 188 358 17 97 Appr.
41 Nom. em. 3-bis.100 378 350 28 176 350 97 Appr.
42 Nom. em. 3-bis.101 385 372 13 187 372 96 Appr.
43 Nom. em. 4-bis.51 rif. 393 390 3 196 386 4 95 Appr.
44 Nom. em. 5.5 406 336 70 169 80 256 93 Resp.
45 Nom. em. 5.6 414 386 28 194 52 334 93 Resp.
46 Nom. em. 5.51 397 374 23 188 122 252 93 Resp.
47 Nom. articolo agg. 7-bis.050 407 390 17 196 130 260 93 Resp.
48 Nom. em. 7-quinquies.100 406 332 74 167 295 37 93 Appr.
49 Nom. subem. 0.7-sexies.51.100 405 390 15 196 387 3 93 Appr.
50 Nom. em. 7-sexies.51 408 407 1 204 407 93 Appr.
51 Nom. em. 7-septies.100 397 381 16 191 381 93 Appr.
52 Nom. articolo agg. 7-septies.0.100 407 395 12 198 395 93 Appr.


INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. odg 9/4200-A/4 398 386 12 194 135 251 92 Resp.
54 Nom. odg 9/4200-A/10 390 376 14 189 138 238 92 Resp.
55 Nom. odg 9/4200-A/15 396 294 102 148 40 254 92 Resp.
56 Nom. odg 9/4200-A/18 403 400 3 201 147 253 93 Resp.
57 Nom. odg 9/4200-A/19 390 370 20 186 126 244 93 Resp.
58 Nom. odg 9/4200-A/21 397 295 102 148 46 249 93 Resp.
59 Nom. odg 9/4200-A/33 388 386 2 194 129 257 91 Resp.
60 Nom. odg 9/4200-A/35 385 384 1 193 140 244 92 Resp.
61 Nom. odg 9/4200-A/39 398 396 2 199 141 255 91 Resp.
62 Nom. odg 9/4200-A/40 383 383 192 140 243 91 Resp.
63 Nom. odg 9/4200-A/42 392 372 20 187 124 248 91 Resp.
64 Nom. odg 9/4200-A/43 399 308 91 155 57 251 91 Resp.
65 Nom. odg 9/4200-A/49 391 323 68 162 74 249 91 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 67)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. odg 9/4200-A/52 362 296 66 149 64 232 91 Resp.
67 Nom. Ddl 4200-A - voto finale 351 274 77 138 236 38 85 Appr.