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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 737 di martedì 7 febbraio 2017

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

  La seduta comincia alle 11.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 3 febbraio 2017.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Aiello, Angelino Alfano, Alfreider, Alli, Artini, Baretta, Catania, Cicchitto, Coppola, Damiano, Epifani, Merlo, Meta, Misuraca, Scanu, Schullian, Sottanelli e Zoggia sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di una interpellanza e interrogazioni (ore 11,02).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.

(Elementi e iniziative in merito ad un progetto in materia di mobilità sostenibile del comune di Fabriano cofinanziato dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare – n. 3-02238)

  PRESIDENTE. La prima interrogazione all'ordine del giorno è quella dei deputati Terzoni e altri n. 3-02238 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  La sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Silvia Velo, ha facoltà di rispondere per il Governo.

  SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Grazie, Presidente. In via preliminare si segnala che il Ministero dell'ambiente ha promosso, in linea con le politiche comunitarie, programmi e iniziative per la realizzazione di interventi sul territorio finalizzati alla riduzione degli impatti ambientali derivanti dal traffico urbano, finanziando interventi specifici la cui realizzazione è demandata agli enti locali, quali responsabili di governo delle politiche del territorio.
  Tra i programmi promossi dal Ministero vi è il programma di finanziamenti per il miglioramento della qualità dell'aria nelle aree urbane e per il potenziamento Pag. 2del trasporto pubblico, nell'ambito del quale è stato ammesso a cofinanziamento il progetto del comune di Fabriano per un importo di 247.896,68 euro per la realizzazione dell'intervento di mobilità sostenibile. Il relativo POD (Programma operativo di dettaglio) è stato approvato nel 2010 e, successivamente, nel 2012 il comune di Fabriano ne ha proposto una rimodulazione resasi necessaria per l'utilizzo dei ribassi d'asta derivanti dallo stato di avanzamento dell'intervento. L'intervento così rimodulato prevede la realizzazione di un parcheggio di interscambio con 26 posti e servizio da bus navetta per il raggiungimento del centro storico e la realizzazione di un servizio di bike sharing con 16 biciclette di tipo tradizionale. Sono inoltre previste specifiche azioni di comunicazione e promozione nonché azioni di monitoraggio.
  Per quanto concerne i controlli da parte del Ministero, si precisa che viene posta una particolare attenzione al monitoraggio di tali interventi, ai fini della valutazione di efficienza delle risorse stanziate ed efficacia dei benefici ambientali conseguiti. In tale contesto si inserisce la collaborazione avviata tra il Ministero e l'ANCI, il cui obiettivo principale è quello di condividere informazioni ed effettuare un monitoraggio delle iniziative cofinanziate dal Ministero a livello locale, attraverso una piattaforma online GIMS (Gestione interventi mobilità sostenibile). Tale piattaforma consente di digitalizzare il processo di rendicontazione attraverso lo scambio interattivo e di verificare l'efficacia ambientale dei progetti realizzati. Ciò anche al fine di mettere a frutto e scambiare i risultati raggiunti dalle esperienze realizzate, valorizzando così il ruolo dei comuni italiani impiegati nei processi di governo del territorio.
  Questo sistema di monitoraggio tecnico-amministrativo e di valutazione ambientale consente, da un lato ai responsabili comunali, la raccolta e la catalogazione sistematica della documentazione amministrativa ed economico-finanziaria dell'intervento e, dall'altro ai funzionari del Ministero, la verifica di congruenza tecnica e contabile e il monitoraggio anche in termini di minori impatti ambientali derivanti dalla realizzazione dell'intervento.
  Per quanto riguarda specificatamente l'intervento in parola, si precisa che è tuttora in corso e che il comune di Fabriano ha rendicontato al Ministero un avanzamento pari al 77,67 per cento delle attività previste dal POD. Il parcheggio di interscambio previsto dal POD risulta attivo e consente il raggiungimento del centro storico con mezzi di trasporto collettivo, a discapito dell'uso dell'autovettura privata.
  Da ultimo, secondo quanto riferito dal comune di Fabriano, si fa presente che è prossima la pubblicazione di una manifestazione di interesse per la gestione del servizio di bike sharing. Ad ogni modo, per quanto di competenza, questo Ministero continuerà a tenersi informato e a svolgere un'attività di monitoraggio nei confronti dei soggetti territoriali competenti.

  PRESIDENTE. L'onorevole Terzoni ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

  PATRIZIA TERZONI. Grazie, Presidente, grazie anche alla risposta della sottosegretaria Velo. Purtroppo non posso accontentarmi di questa risposta, non tanto per un problema prettamente del Ministero, perché è lodevole l'iniziativa che hanno intrapreso, ma riguardo a come vengono monitorati questi finanziamenti, che vengono elargiti proprio dal Ministero. Purtroppo io vengo da Fabriano – quindi ho toccato con mano questa esperienza – e non ci si può accontentare della piattaforma fatta dallo stesso ANCI, che poi è formata dagli stessi comuni, quindi dalla risposta del comune stesso, perché un comune non si autodenuncerà mai su quello che ha fatto.
  Il nostro è il Paese delle incompiute, lo sappiamo bene, visto che i dati vengono divulgati ogni anno. Dal 2016 sono stati resi noti i dati forniti dal Codacons relativi al 2014, in cui si è passati a 868 opere incompiute contro le 692 del 2013. Il Pag. 3problema qual è ? È che si ha un monitoraggio delle opere più grandi, mentre le piccole opere, che sono appunto queste qui e che poi vanno ad influire molto di più sulla vita quotidiana di tutti i cittadini, non sono monitorate. Di solito sono questi progetti che pesano di più sulla vita quotidiana.
  Molti di questi progetti sono cofinanziati con fondi europei o, come in questo caso, da fondi ministeriali e per poter ottenere questi finanziamenti è necessario, come ha già detto la sottosegretaria, presentare un progetto che rispetti delle indicazioni.
  Nel caso che abbiamo riportato all'attenzione del Ministero è chiaro che questo cronoprogramma non è stato rispettato e che i cittadini non hanno ancora potuto usufruire, a distanza di ben cinque anni dalla realizzazione, specie del sistema di bike sharing, dei servizi per i quali quel progetto è stato appunto finanziato dal Ministero. E lo posso dimostrare, perché ho fatto proprio ieri delle foto per dimostrare che non c’è una bicicletta. Queste sono le tre postazioni del bike sharing – mi dispiace che vedete anche un po’ di rifiuti, ma purtroppo non c'era neanche la pulizia della zona –, questo è quello che si trova chi arriva alla stazione di Fabriano...

  PRESIDENTE. Onorevole Terzoni, mi perdoni.

  PATRIZIA TERZONI. Lo so, non si possono far vedere foto, però...

  PRESIDENTE. Onorevole Terzoni, lei sa che questo è un Parlamento a tradizione orale, non con delle slide o delle copie; la invito, lo sa, non si possono allegare e non possono essere mostrate, altrimenti creiamo poi un precedente e chiunque può farlo. Grazie.

  PATRIZIA TERZONI. Comunque, fidatevi di quello che dico, ma delle 16 biciclette che dovevano essere a Fabriano non ce n’è neanche una. E noi ci domandiamo cosa ne penserebbero le amministrazioni che hanno partecipato al bando, ma non hanno vinto a causa di un punteggio più basso, se venissero a sapere che chi ha ottenuto quel finanziamento poi non ha rispettato quanto previsto per contratto. E cosa dovrebbero pensare quei cittadini che, con un senso civico che troppo spesso si è perso, segnalano queste situazioni, sperando che le cose migliorino ? Ci pare assurdo che i Ministeri finanzino gran parte delle spese e non vigilino su queste opere, perché, come ho detto, l'autodichiarazione del comune o una piattaforma gestita dagli stessi comuni forse non va affatto bene e serve un controllo diretto da parte del Ministero.
  Il caso concreto, esposto nell'interrogazione e che conosco direttamente, mi era utile appunto per capire come il Ministero si muove in questi casi. Quindi speravo di sentire che esisteva una forma di controllo più diretta da parte del Ministero.
  Segnalo ancora – come ho già fatto vedere – che queste biciclette non sono a disposizione della cittadinanza e segnalo anche che Fabriano è uno dei comuni che fra qualche mese andrà al voto, quindi si rinnoveranno sindaco, giunta e consiglio comunale, e sono già sicura che spunteranno dal nulla queste biciclette, però il problema – come ho fatto vedere in una foto – è che questi stalli purtroppo sono lì fermi da cinque anni e qualcuno è anche danneggiato, quindi chissà se funzioneranno mai.
  Concludo dicendo che è bellissimo il progetto che sta portando avanti il Ministero, ma non bisogna far controllare gli stessi comuni come stanno andando, non tanto nella rendicontazione quanto nella vera applicazione del progetto che il Ministero stesso finanzia. Grazie.

(Iniziative volte al risanamento ambientale della Val Basento, in provincia di Matera – n. 3-00880)

  PRESIDENTE. Passiamo alla interrogazione Latronico n. 3-00880 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  La sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Silvia Velo, ha facoltà di rispondere.

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  SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Con riferimento alle problematiche concernenti, appunto, il sito di interesse nazionale della Val Basento, sulla base degli elementi acquisiti si fa presente che sono state avviate le procedure relative alle attività di caratterizzazione, messa in sicurezza e bonifica per ciascuna area perimetrata, nel rispetto delle previsioni normative vigenti.
  Nel corso degli anni si sono tenute presso il Ministero dell'ambiente 41 conferenze di servizi finalizzate alla discussione e approvazione di tutta la documentazione progettuale per l'accertamento della contaminazione ed eventuali attività di messa in sicurezza e bonifica delle aree. Ad oggi, risulta essere stata caratterizzata la totalità del territorio perimetrato. Si segnala, peraltro, che, nei casi in cui gli esiti della caratterizzazione non hanno evidenziato superamenti dei limiti previsti dalla norma, è stato dichiarato concluso il procedimento per circa 2.925 ettari su un totale di 3.330 ettari.
  Occorre, inoltre, segnalare che in data 19 giugno 2013 è stato sottoscritto tra Ministero dell'ambiente, Ministero dello sviluppo economico e regione Basilicata l'accordo di programma quadro rafforzato per la definizione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica delle acque di falda e dei suoli nei SIN Tito e Val Basento per un costo totale di 23.473.521,03 euro, individuando, quale soggetto attuatore degli interventi, la regione Basilicata.
  Attualmente, il cronoprogramma relativo all'attuazione degli interventi previsti per il SIN dell'area industriale della Val Basento è il seguente: completamento dell'esecuzione della caratterizzazione dell'area ex pista Mattei, per il quale è stato assunto l'impegno giuridicamente vincolante; completamento della messa in sicurezza e della bonifica delle acque di falda delle sole aree di competenza pubblica nei territori dei comuni di Salandra, Ferrandina, Grottole, Pomarico e Pisticci, per il quale è stato assunto l'impegno giuridicamente vincolante e si sta procedendo con la gara d'appalto; bonifica dei suoli delle aree pubbliche, nonché di quelle agricole colpite da inquinamento indotto nei territori dei comuni di Salandra, Ferrandina, Grottole, Pomarico e Pisticci, il cui termine per l'assunzione degli impegni giuridicamente vincolanti è fissato al 30 giugno 2017 (nel corso dell'ultima conferenza di servizi è stato discusso il progetto operativo di bonifica, che dovrà essere integrato tenendo conto dei pareri formulati dagli enti scientifici competenti); completamento della caratterizzazione e progettazione della bonifica delle acque superficiali e dei sedimenti del fiume Basento, per il quale è stato assunto l'impegno giuridicamente vincolante; realizzazione degli interventi di messa in sicurezza d'emergenza e bonifica delle acque superficiali e dei sedimenti dell'asta fluviale del fiume Basento, il cui termine per l'assunzione degli impegni giuridicamente vincolante è fissato al 31 luglio 2017; progettazione e realizzazione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica del sito ex Materit, per il quale è stato assunto l'impegno giuridicamente vincolante ed è attualmente in discussione il progetto definitivo.
  Giova, altresì, evidenziare che il Ministero dell'ambiente ha provveduto all'attivazione di appositi tavoli tecnici nei casi riscontrati di maggiore criticità. Un esempio è l'area dell'ex Liquichimica di Ferrandina, dove, a seguito delle attività di monitoraggio condotte da ARPA, sono emersi superamenti dei limiti previsti nelle acque di falda nelle aree esterne all'area diaframmata, e il Ministero ha attivato un tavolo tecnico al fine di definire la sorgente di contaminazione. A tal proposito, si sta procedendo a verificare l'efficacia e l'efficienza dell'intervento di diaframma realizzato nell'area ex Liquichimica e a verificare correlazioni tra la contaminazione rilevata e le potenziali sorgenti di contaminazioni in aree esterne all'area ex Liquichimica.
  Alla luce delle informazioni esposte, questo Ministero comunque continuerà a svolgere la propria attività di monitoraggio sulle attività in corso e a tenere sempre alta l'attenzione sulle problematiche.

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  PRESIDENTE. L'onorevole Latronico ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  COSIMO LATRONICO. Signor Presidente, ovviamente ringrazio il sottosegretario Velo per la risposta, che tiene conto di una situazione molto complicata. La risposta non fa difetto nel racconto di come nel nostro Paese abbiamo la necessità di affrontare questi temi probabilmente con strumenti più efficaci, perché qui stiamo parlando di un'area che dal 2003, tredici anni or sono, è stata individuata come area da inserire nel perimetro dei siti a grave rischio ambientale da caratterizzare e da bonificare, e in questi, purtroppo, tredici anni siamo ancora agli impegni giuridicamente vincolanti, che sono un modo di dire che abbiamo fatto una parte delle procedure, ma le questioni gravi di un sito chimico inquinato per migliaia di ettari, dove ci sono falde acquifere e ci sono ancora resti di attività industriale, ci sono attività agricole, ci sono insediamenti umani, le fonti di inquinamento, sono lì.
  Quindi, sono tredici anni, non sono tredici mesi; non è possibile che lo Stato si arrenda di fronte a un clamore di questa portata. Oltre che il racconto degli atti compiuti, resta, quindi, la delusione. Per cui, Presidente, non posso dichiararmi soddisfatto; anzi, colgo l'occasione per dire al Governo, se ci sono queste gravi lentezze e queste incapacità di raggiungere gli obiettivi, che ha gli strumenti per intervenire, per sostituirsi, perché non siamo in presenza di una questione burocratica, che si può chiudere un anno prima o un anno dopo. Siamo in presenza di fonti di inquinamento che continuano a danneggiare le matrici e le persone che gravitano attorno a queste matrici. Peraltro – lei, sottosegretario, non vi ha fatto cenno – io chiedevo se vi siano strumenti di monitoraggio, non solo delle pratiche, ma anche degli impatti sulla salute dell'ambiente e sulle persone. E su questo anche non c’è una parola.
  Peraltro, oltre al danno ambientale, tuttora presente, perché lì ci sono delle matrici che sono state inquinate e che continuano a rilasciare nel tempo i loro problemi, c’è una crisi che si manifesta anche sul piano produttivo. Questa è un'area a declino produttivo, perché era un polo chimico. Se non vengono disinquinate queste aree e rilasciate, nessun progetto di reindustrializzazione potrà mai realizzarsi; quindi, c’è un danno ambientale e c’è un danno sociale, economico e produttivo su un'area che pure è stata inserita in tutte le carte della programmazione per essere un'area a rilancio e a ripresa produttiva. Quindi, noi facciamo un danno enorme, è il segno di un'incapacità dello Stato, nelle sue articolazioni, di fronteggiare i suoi doveri.
  Chiaramente la salute è un diritto che viene prima degli altri. Di fronte a questa situazione, leggere che sono passati tredici anni e siamo ancora agli impegni, neanche per tutti, giuridicamente vincolanti, cioè un modo per non perdere le risorse, non va bene. Quindi, prego il sottosegretario, e non è la prima volta che noi ragioniamo di questo tema, perché non è più possibile dare risposte così. Se gli attuatori di questo progetto di disinquinamento non sono stati in grado, in tredici anni, di realizzare l'obiettivo per il quale hanno avuto risorse finanziarie, è bene che il Governo, il Ministero dall'ambiente, si sostituisca, e lo faccia rapidamente, senza perdere un giorno di tempo. Le popolazioni della Basilicata aspettano, aspettano i soggetti, che sono, purtroppo, ahimè, stati lesi da questa inadempienza.

(Chiarimenti in merito alla revisione delle modalità di svolgimento degli esami di Stato del primo e del secondo ciclo di istruzione – n. 2-01639)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Centemero e Brunetta n. 2-01639 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  Chiedo all'onorevole Centemero se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

  ELENA CENTEMERO. Grazie, signor Presidente. Sarò molto breve: si tratta di Pag. 6un'interpellanza che risale a molto tempo fa, e che riguarda le famose deleghe della legge n. 107 del 2015, quindi della «buona scuola», in modo particolare gli esami conclusivi del primo e del secondo ciclo. Qui si chiedeva appunto, dopo una serie di notizie, fuoriuscite dal MIUR, furtivamente apparse sui giornali, di far sì che il Ministero ci desse contezza e ci chiarisse quali sono i punti nodali del cosiddetto nuovo esame di Stato, che per me è, invece, un ritorno decisamente al passato: in modo particolare, venivano chieste esplicazioni e indicazioni sui punteggi, sulla composizione delle commissioni, sulle prove. In modo particolare poi, per quanto riguarda il secondo ciclo, quindi le scuole superiori, sul fatto che non venisse prevista (io trovo una cosa estremamente grave nel mondo in cui viviamo adesso) nessuna prova relativa alla conoscenza, la competenza, la capacità di esprimersi nella lingua inglese, in una lingua straniera, soprattutto perché nel 2010 è stata introdotta la metodologia del CLIL, e quindi l'insegnamento di una materia non linguistica in una lingua straniera.
  Nel frattempo è sopravvenuto il decreto legislativo: proprio ad un giorno dalla scadenza sono stati presentati nel Consiglio dei ministri il 16 gennaio 2017 gli otto decreti legislativi, e in particolar modo quello riguardante la valutazione, rispetto al quale appunto vorrei comunque capire dal Ministero ed avere alcuni chiarimenti soprattutto in merito alle tipologie delle prove, della prima prova soprattutto per quanto riguarda gli istituti secondari, e la verifica della competenza linguistica; e poi per quanto riguarda invece le scuole secondarie di primo grado, quindi il primo esame di Stato che i ragazzi si trovano ad affrontare, anche qui la scelta che viene attuata.

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'istruzione l'università e la ricerca, Vito De Filippo, ha facoltà di rispondere.

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per l'Istruzione l'università e la ricerca. Presidente, l'interpellanza in trattazione riguarda la prossima sessione degli esami di Stato del secondo ciclo di istruzione: gli onorevoli interpellanti, a seguito di notizie riportate dai mezzi informazione riguardo ad ipotesi di modifiche delle prove di esame, chiedono quale sia lo stato dell'arte degli adempimenti connessi alla delega legislativa disposta, come citava l'onorevole Centemero, dalla legge n. 107 del 2015. Com’è noto, la legge citata prevede all'articolo 1, comma 181, lettera i), la delega al Governo per la revisione delle modalità di valutazione e di certificazione delle competenze degli alunni del primo ciclo, mettendo in rilievo la funzione formativa e di orientamento della valutazione, nonché la revisione delle modalità di svolgimento degli esami di Stato conclusivi del primo e del secondo ciclo. Lo schema di decreto attuativo della citata delega affronta le questioni che sono state poste dagli onorevoli interpellanti; per un esame puntuale delle questioni che gli onorevoli interpellanti hanno posto, generate anche dalle notizie diffuse dagli organi di stampa, si rinvia ovviamente ad una dettagliata analisi del decreto, che oggi è all'esame delle Commissioni parlamentari competenti (per la verità, già da qualche giorno ci sono in corso vaste audizioni anche su questa materia).
  Sugli aspetti di merito si ritiene comunque opportuno segnalare che le prove predisposte dall'Invalsi e somministrate agli studenti dell'ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado costituiscono uno dei requisiti di ammissione all'esame di Stato e il relativo esito sarà riportato distintamente per ciascuna disciplina oggetto di rilevazione in una specifica sezione all'interno del curriculum dello studente, documento che verrà allegato al diploma finale. Si evidenzia che la somministrazione delle prove Invalsi per gli alunni dell'ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado è già prevista nella normativa vigente: con l'intervento legislativo si intende rendere maggiormente effettiva questa previsione, stabilendo la restituzione individuale degli esiti anche per dotare lo studente di un elemento Pag. 7spendibile nella prosecuzione degli studi e nell'inserimento nel mondo del lavoro.
  Rispetto alla conoscenza della lingua straniera, esigenza posta proprio nell'interpellanza e condivisa, si rappresenta che il decreto legislativo innova l'ordinamento vigente introducendo la somministrazione delle prove Invalsi sulla conoscenza della lingua inglese, strutturata attraverso test coerenti con il quadro comune di riferimento europeo per le lingue.
  Questa innovazione riguarda le classi terminali della scuola primaria e secondaria di primo e di secondo grado, proprio a dimostrazione dell'importanza strategica della conoscenza dell'inglese in tutto il percorso scolastico, importanza strategica di cui il decreto oggettivamente si fa carico.
  Sempre rispetto alla conoscenza della lingua straniera, come gli onorevoli interpellanti potranno riscontrare nel testo del decreto, è prevista all'interno dell'esame conclusivo del primo ciclo una prova scritta sulle competenze in lingua straniera articolata in due sezioni, mentre per l'esame conclusivo del secondo ciclo si prevede la possibilità di svolgere il colloquio anche utilizzando la lingua straniera: ciò anche al fine di valorizzare le competenze acquisite attraverso l'insegnamento delle discipline in modalità CLIL.
  Rispetto alle innovazioni introdotte per lo svolgimento degli esami di Stato del secondo ciclo, preme subito chiarire che non è previsto alcun cambiamento per le prove dell'esame di maturità, che si svolgeranno al termine del corrente anno scolastico 2016-17: neanche per quel che riguarda la composizione delle commissioni esaminatrici, la cui formazione non subisce mutamenti neppure con il nuovo esame di Stato previsto dal decreto legislativo. Peraltro, si evidenzia che i primi atti che l'amministrazione ha assunto propedeutici all'esame in questione sono stati già pubblicati e non prevedono modifiche rispetto alle regole attuali.
  Rispetto al sistema dei crediti scolastici presenti nell'esame di Stato del secondo ciclo, con la riforma assume un maggior peso il credito maturato dallo studente nel secondo biennio e nell'ultimo anno di percorso di studi, nell'ottica di valorizzare gli impegni dimostrati durante tutto il percorso e per assicurare un impegno costante dello stesso studente.
  Poiché è prevista l'entrata in vigore della riforma nell'anno scolastico successivo a quello di entrata in vigore del decreto, il nuovo esame di Stato riguarderà gli studenti frequentanti le classi terminali dell'anno scolastico 2017-2018.
  Stante il nuovo meccanismo del calcolo del credito scolastico, il decreto disciplina con un'apposita tabella il meccanismo di conversione del credito maturato per gli studenti delle attuali classi terza e quarta, interessati, com’è evidente, alla cosiddetta fase transitoria.

  PRESIDENTE. L'onorevole Centemero ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.

  ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, è ovvio che noi non ci riteniamo soddisfatti della risposta che il sottosegretario ha fornito e le spiego per quale ragione. Innanzitutto, mi richiamo a tutto quello che riguarda la valutazione della competenza linguistica di una lingua straniera, possibilmente l'inglese visto che tutto il mondo parla in inglese e si esprime in inglese in modo corretto, e che anche nel nostro sistema universitario – sono stata proprio l'altro giorno in un'università statale di Milano – abbiamo lezioni che si tengono in lingua inglese. Per quanto riguarda, quindi, la valutazione di questa competenza attraverso l'Invalsi, si tratta di una valutazione in forma scritta e non orale; per quanto riguarda il colloquio, mi chiedo come farete a valutare questa competenza espressiva dei nostri studenti e delle nostre studentesse, se non avete previsto che nelle commissioni esaminatrici ci siano docenti in grado di valutare questa competenza: quindi, forse andrebbe meglio specificato questo aspetto.
  Altro aspetto molto importante che io reputo non sia stato chiarito, e che non è chiarito nel testo soprattutto, riguarda lo svolgimento della prima prova. Ho letto in questi giorni gli interventi di molti miei ex Pag. 8colleghi, di altri dirigenti attualmente miei colleghi, che si stanno già interrogando ovviamente su questo articolo 19, comma 2, sulla prima prova degli esami di Stato, soprattutto mettendo in luce che non si capisce, pur essendo noi esperti di «didattichese», anzi avendo una competenza C2 potremmo dire di «didattichese», come si svolgerà, quale sarà sostanzialmente la prima prova, che sembra ritornare indietro nel tempo.
  Una prima prova che sembra sostanzialmente far fuori, rottamare, utilizzando un termine molto amato dal nostro ex Presidente del Consiglio, l'analisi del testo ed alcune tipologie in cui i ragazzi potevano effettivamente esprimere le loro capacità e le loro competenze logiche, espressive, argomentative, e riducendo, tornando indietro nel tempo, ritornando a quello che è stato l'esame di maturità, non l'esame di Stato, l'esame di maturità che ho fatto io, in cui la prima prova si riduce sostanzialmente ad un temino di carattere argomentativo, e quindi che non valuta assolutamente quelle che sono le capacità espressive dei nostri studenti. Non sto a ricordare l'appello dei seicento docenti e rettori universitari che hanno lamentato – ma lo lamentavo anche io, da docente, anni fa – la non competenza e la non conoscenza dei nostri studenti della lingua italiana. Quindi credo che fosse un esame di Stato un po’ più serio. Pur essendo d'accordo sull'eliminazione della terza prova, che era ormai snaturata rispetto a come era nata appunto nella riforma del 1997, ecco, direi che forse degli esami di Stato un po’ più rigorosi, un po’ più atti a valutare le competenze linguistiche dei nostri studenti, le competenze nella lingua italiana e nell'ambito della lingua straniera, dovrebbero essere il futuro di questo Paese. Noto che è solo un ritorno al passato, un ritorno indietro, un ritorno al sei politico.

(Iniziative volte al potenziamento degli organici in servizio presso la casa circondariale di Potenza – n. 3-02412 e n. 3-02761)

  PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Burtone ed altri n. 3-02412 e Burtone n. 3-02761, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A – Interpellanza e Interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato per la giustizia, Cosimo Ferri, ha facoltà di rispondere.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Buongiorno, Presidente. Con gli atti ispettivi in discorso, gli onorevoli interroganti, nel segnalare due eventi critici occorsi all'interno della casa circondariale di Potenza, lamentano la carenza di organico di Polizia penitenziaria presso gli istituti della regione Basilicata, incluso quello potentino, chiedendo di conoscere quali iniziative il Governo intenda assumere per fronteggiarla. Con specifico riguardo al primo episodio, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha riferito che il 21 dicembre del 2015 due detenute hanno aggredito un'assistente di Polizia penitenziaria e, grazie alla pronta reazione di quest'ultima e del personale occorso in suo aiuto presso la sezione, le recluse hanno desistito dal tentativo di strangolamento messo in atto. Dopo le prime cure prestate dal sanitario di turno, l'assistente è stata ricoverata presso il locale nosocomio, da cui veniva dimessa il 31 dicembre con una prognosi di tre mesi di riposo, cure ed accertamenti periodici. A seguito di tale aggressione, le detenute sono state trasferite una presso l'istituto di Taranto, l'altra presso l'istituto di Castrovillari, ed è stato loro applicato il regime di sorveglianza particolare. Con riguardo, invece, all'episodio del 18 luglio 2016, il citato Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha riferito che il detenuto Domenico Leovino è stato aggredito ai cosiddetti passeggi da altri detenuti e che, grazie al tempestivo intervento del personale di sorveglianza, egli è stato immediatamente soccorso ed inviato al locale nosocomio, da dove poco dopo ha fatto rientro con la diagnosi di trauma cranico facciale senza obiettivi di lesione, guaribile Pag. 9in sette giorni e senza necessità del ricovero. Il DAP ha anche riferito che i colpevoli dell'aggressione sono stati individuati e sottoposti a procedimento disciplinare, all'esito del quale sono stati trasferiti dal Provveditorato regionale ad altra sede, al fine di evitare la contrapposizione di diversi clan malavitosi.
  Tanto premesso, in ordine alla riferita presenza presso l'istituto di Potenza di detenuti con gravi problemi psichiatrici, che contribuirebbe ad aggravare l'impegno della Polizia penitenziaria, va preliminarmente rilevato che tale circostanza si riscontra con frequenza anche presso altri istituti penitenziari del nostro Paese. Tuttavia, con specifico riguardo alla casa circondariale di Potenza, va segnalato che presso tale struttura è garantita dall'ASL competente la presenza di un medico specialista psichiatra per 42 ore mensili. Ciò assicura non solo un'adeguata gestione dei detenuti affetti da patologie psichiatriche, ma anche la tempestiva segnalazione dei medesimi all'autorità giudiziaria per gli eventuali conseguenti provvedimenti di legge. Merita inoltre segnalare che nella regione Basilicata è già da tempo pienamente operativa la REMS di Tinchi, in provincia di Matera, che offre una disponibilità di dieci posti. La presenza di tale struttura contribuisce infatti ad alleggerire la situazione delle carceri della Basilicata, consentendo di dare ospitalità, nei casi consentiti dalla legge, a detenuti affetti da patologie psichiatriche. Con specifico riguardo, invece, alla lamentata carenza di personale di Polizia penitenziaria in servizio presso gli istituti della Basilicata, dalle informazioni assunte dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria emerge che, nella casa circondariale di Potenza, a fronte di un organico di 147 unità, ne sono presenti 121, nella casa circondariale di Melfi, a fronte di un organico di 176 unità, ne sono presenti 145, nella casa circondariale di Matera, a fronte di un organico di 120 unità, ne sono presenti 101.
  Va precisato che la carenza di personale, soprattutto nei ruoli degli ispettori e dei sovrintendenti, rappresenta una criticità che si ripropone in maniera analoga in tutti gli istituti penitenziari. Si rassicura però che il competente Dipartimento segue attentamente, in maniera costante, la situazione, adottando ogni possibile iniziativa atta a migliorare le condizioni di lavoro del personale. A tal fine, provvede tra l'altro ad assegnare agli istituti delle ore di straordinario che corrispondono ad un apporto lavorativo di diverse unità di personale al giorno. Con specifico riguardo agli istituti della Basilicata, per l'anno 2015, sono state assegnate 63.400 ore di lavoro straordinario, tutte consumate, e per l'anno 2016 ne sono state assegnate 60.400, anche tutte queste realizzate, di cui 34 mila all'istituto di Potenza. Tra l'altro, colgo l'occasione, a nome del Ministero, per ringraziare la Polizia penitenziaria per il lavoro che sta effettuando con grande professionalità anche negli istituti di tutto il territorio, e quindi con grande sacrificio perché, grazie a queste ore di straordinario, si cerca di supplire in qualche modo alla carenza degli organici.
  Preme comunque rassicurare tutti gli onorevoli interroganti che le criticità specificamente rilevate per gli istituti della Basilicata saranno tenute nella più attenta considerazione in occasione delle nuove assegnazioni. Infatti, con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 19 ottobre 2016, l'amministrazione penitenziaria è stata autorizzata ad assumere n. 887 unità di agenti vincitori di concorso e, nell'ambito di tale quadro assunzionale, il decreto-legge n. 244 del 30 dicembre 2016, decreto «milleproroghe» in corso di conversione, ha previsto la proroga sino al dicembre 2017 della validità delle graduatorie dei concorsi banditi, ai sensi dell'articolo 2199 del codice dell'ordinamento militare, pubblicate in data non anteriore al 1o gennaio 2012. Quindi anche questa norma, che riteniamo importante per rispondere a queste esigenze, sarà oggetto in sede di conversione, anche in questo ramo del Parlamento, del decreto «milleproroghe», quindi si ringraziano già in anticipo i signori parlamentari per l'attenzione che vorranno prestare anche a questa norma. La conversione del richiamato decreto-Pag. 10legge n. 244 del 2016 consentirà all'Amministrazione – e questo è un altro aspetto che intendo sottolineare per dimostrare l'impegno del Governo e l'attenzione del Ministero della giustizia a questo tema della carenza del personale anche all'interno del Corpo di Polizia penitenziaria, e quindi essenziale nel ruolo per la sicurezza all'interno dei nostri istituti, ma anche per tutta quell'attività di coordinamento e di cooperazione in tema di terrorismo, di rieducazione e di tanti temi trattamentali che ci sono all'interno dei nostri istituti, dove la Polizia affianca gli educatori e il volontariato – di attingere a tali graduatorie per avviare le procedure finalizzate all'assunzione, nell'anno in corso, di 887 donne e uomini che andranno a colmare in parte il vuoto di organico del Corpo di polizia penitenziaria.
  Si tratta di un primo passo ma è molto importante per migliorare le condizioni di lavoro nelle nostre carceri, garantirne maggiore sicurezza ed un migliore trattamento per i detenuti e dimostra la costante attenzione riservata dal Governo al personale di polizia penitenziaria.
  Quindi, concludendo, intendo rassicurare gli onorevoli interroganti che questa attenzione continuerà e l'impegno del Ministero sarà concreto e determinato, perché crediamo nel ruolo della polizia penitenziaria e di tutti gli operatori che sono all'interno degli istituti e penso anche ad altre figure importanti, come gli educatori, i mediatori e altro personale, che certamente sono essenziali.

  PRESIDENTE. L'onorevole Burtone ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alle sue due interrogazioni.

  GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Presidente, io mi dichiaro soddisfatto delle risposte che ha dato il sottosegretario. Sono state puntuali e hanno fatto riferimento ad episodi che si sono verificati in centri penitenziari della Basilicata. Ho apprezzato le indicazioni specifiche che il sottosegretario ha dato. Signor sottosegretario, io oggi ho voluto sottolineare che lei ha dato delle risposte molto serie, ma queste risposte riguardano due episodi. Io potrei aggiungere qui tanti altri episodi che si sono verificati in Basilicata e potrei anche dire che la risposta che lei ha dato apre speranza in quella comunità. Abbiamo parlato di fatti che si sono verificati a Potenza e potrei aggiungere ciò che è accaduto nel giugno 2016 a Matera: due carcerati hanno appiccato il fuoco in una stanza e soltanto il tempestivo intervento di alcune guardie penitenziarie ha evitato che lì si consumasse una tragedia, perché le fiamme si stavano divulgando nella sezione Sirio e ci sarebbe stata veramente una condizione assai grave in quel centro penitenziario.
  Quindi, non c’è dubbio che in quel territorio c’è un problema di sicurezza, ma c’è un problema di sicurezza anche nelle carceri minorili. Faccio riferimento alla fuga di due giovani proprio a Potenza, in quel centro, e dico tutto ciò per sottolineare che, al di là delle due specifiche interrogazioni, c’è un problema serio di sicurezza nelle carceri della Basilicata. Lei ha voluto puntualizzare anche la presenza delle guardie penitenziarie che lì operano. C’è qualche carenza obiettivamente da lei rilevata, però io credo che si debba fare di più, che il Governo debba mandare in quel territorio i propri ispettori per verificare seriamente quali sono le necessità. Lei ha fatto riferimento anche al fatto che ci sono dei carcerati con patologie anche particolari, che vanno curati con professionalità. Io credo, però, che il tema vero, che stamani noi vogliamo sottolineare, è che c’è bisogno di andare avanti anche nel reclutamento di nuove guardie penitenziarie, perché indubbiamente le carenze sono presenti in Basilicata e sono presenti anche in tante altre parti d'Italia.
  Le nostre carceri devono essere più umane, lo sappiamo. C’è bisogno di operare per un miglioramento infrastrutturale, ma se vogliamo veramente che ci sia un processo rieducativo penso che siano necessarie quelle figure da lei richiamate, cioè gli educatori e i mediatori. Però, la certezza della pena richiede che ci siano Pag. 11soprattutto degli assistenti penitenziari che possano assicurare fino in fondo sicurezza in quelle realtà.
  Ecco perché l'auspicio da lei evidenziato, che il problema possa essere risolto con un primo contingente che possa essere assunto con l'approvazione del «mille proroghe», è un auspicio che io apprezzo, così come – e concludo, Presidente – mi associo al ringraziamento che il sottosegretario ha fatto a tutti coloro che operano da guardie penitenziarie, a tutti coloro che sono impegnati in questa difficile frontiera perché fanno oltre il proprio dovere.
  Ecco perché mi dichiaro soddisfatto e auspico che ci sia questa ispezione ma anche interventi ulteriori e concreti.

(Elementi ed iniziative in ordine alla segnalazione di episodi di violenza nel carcere di Ivrea – n. 3-02607)

  PRESIDENTE. Passiamo alla interrogazione Rossomando n. 3-02607 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato per la Giustizia, Cosimo Maria Ferri, ha facoltà di rispondere.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Anche questo atto di sindacato ispettivo si riferisce a due episodi critici occorsi presso il penitenziario di Ivrea e riportati dagli organi di stampa. Tra l'altro, anche nei giorni scorsi sempre la stampa ha posto di nuovo all'attenzione dell'opinione pubblica la situazione del carcere di Ivrea. Quindi, questa interrogazione dell'onorevole Rossomando dà l'occasione per riepilogare e anche evidenziare l'impegno e l'attenzione che comunque il Ministero e il Dipartimento stanno prestando in modo tempestivo, cercando di risolvere le questioni che sono emerse.
  Venendo all'interrogazione, il primo episodio è relativo ad un atto di protesta posto in essere da alcuni detenuti il 14 ottobre 2016, con danneggiamento di suppellettili e incendio di rotoli di carta. Il secondo, che è quello su cui più diffusamente si concentra l'atto ispettivo, è relativo, invece, ad atti di violenza asseritamente perpetrati dal personale di polizia penitenziaria nella notte del 25 ottobre 2016 e successivamente denunciati sul sito Infoaut da uno dei ristretti. Su tali premesse e considerato anche l'intervento del garante regionale dei diritti dei detenuti, anch'esso riportato dagli organi di stampa, l'onorevole Rossomando chiede di conoscere quali iniziative il Ministro intenda assumere per fare chiarezza sui fatti illustrati e per affrontare la situazione di criticità del carcere di Ivrea.
  Orbene, dagli elementi acquisiti dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria emerge quanto segue: all'indomani dei fatti occorsi la notte del 25 ottobre – che è il secondo episodio – il provveditorato regionale ha disposto tempestivamente un'indagine amministrativa. Da una prima ricostruzione dei fatti e in attesa degli esiti degli accertamenti che verranno compiuti dall'autorità giudiziaria, che anch'essa è stata investita della vicenda, è emerso che i detenuti coinvolti risultano essere quattro, tre dei quali sono stati già trasferiti presso altre sedi su disposizione dello stesso provveditorato regionale. La protesta, messa in atto dai citati detenuti e volta alla rivendicazione dell'uso del televisore in cella, si è manifestata in forma violenta ed ha richiesto l'uso della forza da parte del personale di polizia penitenziaria, anche con il ricorso a strumenti di protezione. Uno dei detenuti si è barricato in cella mentre gli altri, due in particolare, hanno distrutto delle suppellettili, vi hanno dato fuoco, le hanno gettate in corridoio e le hanno utilizzate cercando di colpire il personale.
  L'amministrazione penitenziaria inoltre ha comunicato che i quattro detenuti coinvolti nella protesta del 25 ottobre proprio in quel giorno iniziavano a scontare la sanzione disciplinare dell'esclusione dalle attività in comune per 15 giorni, loro applicata in relazione ad analoga protesta contraddistinta sempre da lancio di oggetti incendiati avvenuta il 14 ottobre 2016, la stessa che è stata richiamata nell'atto ispettivo. Al riguardo, è stato accertato che Pag. 12per tali fatti del 14 ottobre il consiglio di disciplina dell'istituto si è tenuto solo il 20 ottobre e solo il 25 ottobre si è data attuazione alle sanzioni disciplinari. In ragione di ciò sono stati disposti accertamenti, tuttora in corso, volti a verificare le ragioni per cui le sanzioni disciplinari sono state eseguite a distanza di 10 giorni dai fatti.
  L'amministrazione penitenziaria ha infine comunicato, in relazione ai fatti del 25 ottobre che solo all'esito delle indagini dell'autorità giudiziaria saranno compiute le doverose valutazioni in sede disciplinare, stante la pregiudiziale penale di cui all'articolo 9 del decreto legislativo n. 449 del 1992.
  Come sopra precisato, l'episodio critico è anche all'attenzione dell'autorità giudiziaria e a tal proposito lo stesso procuratore della Repubblica di Ivrea interpellato sul punto ha comunicato quanto segue: il 28 ottobre 2016 la casa circondariale di Ivrea ha trasmesso alla procura una nota inerente la protesta avvenuta il 25 ottobre ad opera di alcuni ristretti della sezione detentiva posta al quarto piano dell'istituto; il successivo 2 novembre la polizia penitenziaria ha depositato una denuncia nei confronti di cinque detenuti per reati di resistenza e danneggiamento, evidenziando che alle ore 21,30 del 25 ottobre i detenuti, posti in isolamento al quarto piano della casa circondariale, procuravano un incendio con stracci e libri lanciati nel corridoio. Nonostante l'intervento del personale adoperatosi per estinguere il fuoco, la protesta proseguiva con lancio di suppellettili e pezzi di sanitari. Avvisato il direttore, il personale interveniva quindi con mezzi di protezione personale tra cui scudi e caschi, ma senza ricorso allo sfollagente. La protesta collettiva terminava alle ore 1,30 del giorno successivo e tutti i detenuti coinvolti erano refertati con prognosi tra i due e i quattro giorni, mentre gli agenti di polizia penitenziaria riportavano lesioni refertate con prognosi tra i 5 e i 15 giorni. Il procuratore della Repubblica ha acquisito quindi la relazione sull'indagine amministrativa la quale ha evidenziato che i comportamenti dei detenuti Dolce Marco, Grottini Angelo, Pena Arce e Surco Eduardo, hanno legittimato l'uso della forza mediante il contenimento e l'intervento di strumenti di protezione, anche se viene precisato che la ricostruzione dei fatti appare lacunosa sia nei rapporti che nelle stesse dichiarazioni rilasciate agli ispettori.
  In relazione ai fatti sopra esposti è stato aperto il procedimento n. 282/17 – mi riferisco al modello 21 del registro generale delle notizie di reato – a carico dei detenuti sopra indicati oltre che del detenuto Mohammed Benjallab per i reati di cui agli articoli 81 capoverso, 337, 635 e 674 del codice penale in danno degli agenti di polizia penitenziaria Francesco Ventafrida, Daniele Chiavetta e Vincenzo Macchione. Il 4 novembre anche il garante dei diritti dei detenuti di Ivrea ha presentato denuncia in relazione ai medesimi fatti, riferendo in particolare una violenta aggressione da parte di più agenti di polizia penitenziaria che avrebbero colpito ripetutamente i detenuti al volto e in altre parti del corpo. Sulla scorta di tale denunzia in pari data veniva aperto il procedimento penale n. 10530/2016 RG modello 44, a carico di ignoti, per i reati di cui agli articoli 110, 582 e 572 del codice penale in danno del predetto Grottini, fascicolo che è tuttora nella fase delle indagini preliminari, e veniva delegata alla sezione di polizia giudiziaria l'acquisizione di tutti i referti medici dei detenuti indicati dal garante nella denuncia.
  Si è provveduto inoltre tramite la polizia scientifica, ad effettuare dei rilievi fotografici sul detenuto che si era rivolto al garante, che hanno evidenziato lievi escoriazioni ai fianchi e un leggerissimo arrossamento al braccio destro ma nessun particolare segno al volto. Dal referto medico rilasciato nell'immediatezza dei fatti emerge: «tumefazione allo zigomo destro con prognosi di due giorni» e il soggetto viene descritto: «in stato di evidente ebbrezza alcolica»; ho riportato la parte del referto medico. Il procuratore di Ivrea ha inoltre comunicato che, testualmente riporto: «le indagini preliminari avviate sulla base delle denunce suindicate Pag. 13proseguono, ma sin d'ora si può precisare che quanto riportato sul sito Infoaut relativo a: «le guardie hanno distrutto dei compagni detenuti riducendone due quasi in fin di vita» non trova alcun riscontro negli atti di indagine». Da ultimo, ha comunicato di essere titolare di diversi procedimenti, alcuni dei quali relativi a denunce presentate dal garante dei detenuti, iscritti a carico di ignoti per reati di lesioni o nel registro modello 45, mentre altri relativi a lettere manoscritte dai singoli detenuti del carcere che chiedono di essere ascoltati e sono iscritti a modello 45. Tali procedimenti, per cui riferisce che sono stati disposti accertamenti, tra cui l'assunzione di sommarie informazioni dai detenuti, attengono a contrasti tra i detenuti e non riguardano i fatti relativi alla protesta del 25 ottobre 2016.
  Quindi, sulla scorta di quanto rappresentato emerge che viene prestata la massima attenzione al caso e se ne seguiranno gli sviluppi sul versante delle indagini amministrative. Il Ministero ovviamente terrà conto di tutto quello che verrà posto all'attenzione del capo Dipartimento. Quindi, sia sul piano giudiziario, la cui competenza e autonomia è della procura di Ivrea, sia sul piano interno, l'attenzione è massima (e ho cercato di riportare tutti i vari passaggi). Più in generale, sulla situazione dell'istituto di Ivrea, si rileva che dai dati comunicati dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria emerge che alla data del 3 febbraio risultano presenti numero 241 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 197 posti. Va tuttavia rilevato che, nonostante l'esubero, risultano rispettati tutti i parametri previsti dalla CEDU. È inoltre assicurato un costante monitoraggio degli eventi critici, in particolare, come comunicato dal DAP, l'ufficio comando dell'istituto archivia in cartelle mensili ogni evento di siffatta natura corredato anche dalle relazioni del personale; il sistema è facilmente consultabile e di pronto utilizzo, ferma restando la piena operatività del sistema informatizzato in uso al DAP che consente di conoscere in tempo reale tutti gli eventi critici che si verificano presso gli istituti penitenziari. Si garantisce in questo modo la massima trasparenza.
  Parimenti, sempre l'ufficio comando dell'istituto archivia in cartelle mensili ogni consiglio di disciplina comprensivo della relativa documentazione di supporto e, pur non trattandosi di un registro vero e proprio, tale sistema risulta comunque di facile consultazione.
  Da ultimo, l'istituto di Ivrea, come comunicato dal DAP, non dispone di un registro informatizzato relativo ai rapporti disciplinari del personale di polizia penitenziaria; tuttavia, il registro cartaceo è custodito presso l'ufficio di segreteria ed è facilmente consultabile per tutti coloro che ne hanno diritto. Il DAP ha, inoltre, comunicato che la direzione dell'istituto, anche alla luce delle segnalazioni del garante nazionale dei diritti dei detenuti, all'indomani dei fatti del 25 ottobre ha assicurato che a breve provvederà ad eseguire una serie di interventi volti a rendere più vivibili gli spazi della struttura penitenziaria; in particolare, le opere riguarderanno il reparto isolamento, il rifacimento del bagno, il risanamento della finestra, la ritinteggiatura della stanza detentiva e la sala di attesa prospiciente l'infermeria, con ripristino della finestra e del termosifone.
  Sul versante della polizia penitenziaria in servizio presso l'istituto, l'amministrazione ha comunicato che alla data del 3 febbraio risultano in servizio numero 184 unità, a fronte di un organico di numero 221 unità. Ha comunicato altresì che il ruolo di comandante dell'istituto non è stabilmente coperto ed è stato esercitato da personale appartenente al ruolo degli ispettori. I due vicecommissario assegnati all'istituto con provvedimento del 29 aprile 2014 per assumere le funzioni di vicecomandante sono stati collocati in aspettativa sindacale. In assenza dei due funzionari, il provveditorato regionale ha disposto, però, l'avvicendamento di una pluralità di funzionari del corpo presso l'istituto di Ivrea per svolgere temporaneamente le funzioni di comandante di reparto. Quindi, anche qui si è intervenuti tempestivamente. Pag. 14È tuttora in atto una ricognizione da parte del provveditore volta a verificare la disponibilità di funzionari in servizio presso gli istituti ricompresi nel provveditorato ad essere provvisoriamente assegnati all'istituto di Ivrea. Va tuttavia rilevato che nell'ambito dell'ultima mobilità a domanda dei funzionari del corpo, indetta l'8 agosto 2013, nessuno di questi ha concorso per la sede di Ivrea.
  Tanto rappresentato, preme rilevare che la carenza di personale, soprattutto nel ruolo degli ispettori e dei sovrintendenti, rappresenta una criticità che si ripropone in maniera analoga, purtroppo, anche in altri istituti penitenziari.
  Si rassicura che il competente dipartimento segue attentamente in maniera costante la situazione, adottando ogni possibile iniziativa finalizzata a migliorare le condizioni di lavoro del personale. A tal fine provvede tra l'altro ad assegnare all'istituto le ore di straordinario che corrispondono ad un rapporto lavorativo di diverse unità di personale al giorno e, con specifico riguardo all'Istituto di Ivrea, per l'anno 2016 sono state assegnate 1.095 ore di lavoro straordinario e ne sono state consumate 1.046. Si rassicura comunque l'onorevole Rossomando che le criticità specificamente rilevate per tale istituto saranno tenute nella più attenta considerazione in occasione delle nuove assegnazioni. Infatti, con il DPCM 19 ottobre 2016 l'amministrazione penitenziaria è stata autorizzata ad assumere 887 unità di agenti vincitori di concorso e nell'ambito di tale quadro assunzionale il decreto-legge n. 244 del 30 dicembre 2016 (decreto milleproroghe, in corso di conversione) ha previsto la proroga sino al 2017 della validità delle graduatorie dei concorsi banditi ai sensi dell'articolo 2199 del codice dell'ordinamento militare, pubblicate in data non anteriore al 1o gennaio 2012. La conversione del citato decreto-legge consentirà dunque all'amministrazione di attingere a tali graduatorie per avviare le procedure finalizzate all'assunzione nell'anno in corso di 887 donne e uomini, che andranno a colmare in parte il vuoto di organico del Corpo di polizia penitenziaria. Si tratta di un primo passo, ma molto importante, per migliorare le condizioni di lavoro delle nostre carceri, garantirne maggiore sicurezza ed un miglior trattamento per i detenuti e dimostra comunque la costante attenzione riservata dal Governo al sistema penitenziario. Grazie.

  PRESIDENTE. L'onorevole Rossomando ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

  ANNA ROSSOMANDO. Grazie, Presidente. Sono ovviamente soddisfatta per la completezza, la puntualità della risposta del Governo, perché nella risposta c’è il risultato di più di una indagine – diciamo così – conoscitiva messa in campo e quindi puntualmente sono stati esaminati tutti gli elementi di criticità. Mi limito però a fare tre osservazioni.
  Naturalmente abbiamo avuto non sono la conferma, ma anche alcune risposte che vengono dalla stessa procura della Repubblica di Ivrea. C’è un'indagine in corso e credo che sarà poi importante e necessario un aggiornamento alla luce degli esiti dell'indagine in corso e degli accertamenti che saranno effettuati. Però, parallelamente e in un qualche modo indipendentemente, giustamente è stata fatta una a verifica che ha visto il provveditorato, che ha visto il DAP e che ha visto il Garante nazionale. Cosa emerge da questa verifica fatta, sulla quale appunto – ripeto – sono state date oggi una serie di risposte di alcuni provvedimenti presi, alcuni, non tutti, anche per la difficoltà e impossibilità di parte di essi ? Che comunque c’è una situazione molto critica in questo istituto di pena, derivante dalla concomitanza di una serie di condizioni, alcune delle quali sono comuni a molti degli istituti di pena ed è esattamente il terreno su cui è impegnato il Governo costantemente, avendo già ottenuto dei risultati con provvedimenti in itinere; altre, però, materialmente ci segnalano che c'era troppa concomitanza di situazioni.
  Io registro con soddisfazione che sono state date disposizioni immediate per Pag. 15quanto riguarda la sospensione dell'uso della cosiddetta «stanza liscia» da un lato e della stanza d'attesa dell'infermeria, le cui condizioni il Garante nazionale dei detenuti ha tratteggiato puntualmente, e dalla relazione del Garante nazionale dei detenuti il quadro certamente non era rassicurante sotto questo profilo. Vedo che, oltre alla sospensione dell'uso di queste due stanze, fintanto che non verranno ristrutturate e non verranno ripristinate delle condizioni consone al rispetto della dignità della persona, registro con soddisfazione che si indica anche di provvedere in linea più complessiva e generale alla ristrutturazione e all'adeguamento delle stanze di isolamento risultate assolutamente non adeguate.
  Registro anche che il tema della nomina del comandante è stato preso in esame. Ho capito, poi rileggerò, che ci sono – come dire – delle condizioni oggettive e concrete e anche di natura di regolamentazione amministrativa, però, sottosegretario, qui bisognerà monitorare e vedere come evolve la situazione. Perché, certamente, le situazioni delle carceri sono complessivamente difficili, si sta provvedendo con normative e provvedimenti che riguardano il tutto; poi ci sono delle situazioni individuate e critiche, nelle quali bisogna individuare dei provvedimenti puntuali. In questo caso, la nomina o la permanenza di un comandante con carattere non di provvisorietà, di non precarietà, che possa prendere in carico una situazione che sicuramente è critica, è una situazione critica e che necessita di una risposta immediata, che in parte è stata data, ma necessita di un governo della situazione per il superamento di questa situazione, che – voglio sottolineare, sto certamente concludendo – riguarda ovviamente non soltanto chi sconta una pena nelle carceri, ma anche il personale che vi lavora: il fatto che vi sia un comandante con un carattere di stabilità avrebbe sicuramente degli effetti anche per quanto riguarda la serenità e migliori condizioni di lavoro per tutti gli agenti operanti e per il personale amministrativo.
  Mi sembra di aver capito che vi sono ancora una serie di accertamenti che hanno a che vedere anche con come è stato gestito il procedimento disciplinare tutto, nella tempistica, perché anche la tempistica è importante; anche nella risposta del Governo si evince un'attenzione da questo punto di vista.
  Quindi, soddisfazione per il fatto che c’è stata una verifica molto seria – e da questo punto di vista credo che sia stato opportuno aspettare anche qualche giorno rispetto alla data della presentazione della interrogazione –, appuntamento a ulteriori verifiche per vedere se effettivamente e come verranno superate tutte le criticità, perché questi sono provvedimenti necessari, improrogabili, urgenti, ma ve ne sono altri di natura più strutturale che pure sono molto necessari. Grazie.

(Chiarimenti sull'iter e sui tempi di adozione delle linee guida in materia di collocamento mirato delle persone con disabilità – n. 3-02759 e n. 3-02763)

  PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni dei deputati Patrizia Maestri ed altri n. 3-02759 e Binetti n. 3-02763 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni). Le interrogazioni, vertendo sullo stesso argomento, verranno svolte congiuntamente.
  La sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Franca Biondelli, ha facoltà di rispondere, non prima però che la Presidenza saluti studenti e insegnanti dell'Istituto comprensivo «Ladispoli 1» di Ladispoli, in provincia di Roma, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna. Prego, sottosegretaria Biondelli.

  FRANCA BIONDELLI, Sottosegretaria di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Grazie, signor Presidente. Le interrogazioni degli onorevoli riguardano il collocamento mirato delle persone con disabilità. Per tale ragione si fornirà per esse una trattazione congiunta.
  Voglio innanzitutto sottolineare che il Governo ha dedicato a questo tema la Pag. 16massima attenzione. Di recente il decreto legislativo n. 151 del 2015 è intervenuto in maniera significativa su tutta la normativa riguardante il collocamento obbligatorio dei lavoratori disabili. In particolare, viene demandata ad uno specifico decreto di attuazione la definizione delle linee guida in materia di collocamento mirato, con lo scopo di promuovere una rete integrata di servizi sociali, sanitari ed educativi, di promuovere accordi territoriali con specifici soggetti che operano nel contesto sociale (sindacati, organizzazioni dei datori di lavoro, associazioni delle persone con disabilità, eccetera), nonché di istituire la figura del responsabile dell'inserimento lavorativo nei luoghi di lavoro.
  Sullo stato di redazione delle linee guida segnalo che esse sono in via di definizione. In attuazione dell'articolo 3 del decreto legislativo n. 151 del 2013, sono stati necessari opportuni confronti con i soggetti interessati in sede di Conferenza unificata. Al riguardo, sulla base delle designazioni comunicate dal coordinamento delle regioni, è stato poi costituito un gruppo di lavoro, che ha esaminato i primi aspetti salienti connessi proprio all'elaborazione delle linee guida. Un confronto più ampio sul tema è avvenuto anche in seno all'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità. Inoltre, anche nell'ambito della quinta Conferenza nazionale sulle politiche per la disabilità, che si è tenuta a Firenze, settembre 2016, si è dato conto del processo di elaborazione delle linee guida.
  Inoltre, sull'argomento occorre considerare il complesso e articolato scenario di riforma delle politiche attive, che ha visto, come è noto, la costituzione di una specifica agenzia nazionale, l'ANPAL, ed un processo di riorganizzazione dei servizi territoriali. Gli interventi in materia di collocamento mirato sono infatti necessariamente chiamati a coordinarsi e a inserirsi, pertanto, nella più ampia riforma delle politiche attive, per essere portati a sistema. Segnalo, altresì, che con l'ANPAL sono in corso da tempo interlocuzioni, e a breve dovrebbe formalizzarsi un apposito gruppo di lavoro con le regioni teso proprio ad affrontare le questioni connesse al collocamento mirato nella riorganizzazione dei servizi per l'impiego.
  Informo che è in corso di adozione il secondo Programma biennale per la promozione dei diritti e l'integrazione delle persone con disabilità, alla cui redazione preparatoria ha provveduto, come previsto dalla norma vigente, l'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità. Il Programma non poteva che ispirarsi agli stessi principi che hanno dato spessore e contenuto al primo Programma, tra i quali il rispetto per la dignità intrinseca, l'autonomia individuale, compresa la libertà di compiere le proprie scelte, l'indipendenza delle persone, la non discriminazione, la piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella società, il rispetto per la differenza e l'accettazione delle persone con disabilità come parte della diversità umana e dell'umanità stessa.
  Da ultimo, segnalo che il decreto legislativo n. 151 del 2015 è intervenuto prevedendo anche alcuni incentivi a favore dei datori di lavoro che assumono disabili. C’è stata anche una particolare attenzione al disagio intellettivo, per molti e molti anni un po’ dimenticato. A tal proposito, segnalo che è stato già predisposto lo schema di decreto per la definizione dell'ammontare delle risorse per il Fondo per il diritto al lavoro dei disabili e per la corresponsione dell'incentivo ai datori di lavoro. Siamo in attesa del concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze. Arrivo alla conclusione evidenziando che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali continuerà ad operare nel solco del rafforzamento del collocamento mirato e della promozione di buone pratiche di inclusione lavorativa, affinché la condizione di disabilità di tanti cittadini del nostro Paese sia rappresentata nella sua interezza e per il suo valore, non solo come un problema assistenziale confinato entro il perimetro delle politiche del welfare, ma come imprescindibile ambito di tutela dei diritti che investe la politica e l'amministrazione in tutte le sue articolazioni, nazionali, regionali e locali.

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  PRESIDENTE. L'onorevole Gnecchi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta all'interrogazione Patrizia Maestri ed altri n. 3-02759, di cui è cofirmataria.

  MARIALUISA GNECCHI. Grazie, Presidente, ringrazio la sottosegretaria. Ovviamente, siamo contenti della risposta; siamo meno contenti del fatto che queste linee guida in materia di collocamento delle persone con disabilità avrebbero dovuto uscire entro 180 giorni dal 14 settembre del 2015, e quindi praticamente siamo ad un anno di ritardo. Noi abbiamo anche visto una bozza preliminare per questa discussione sulle linee guida. Diciamo che la bozza preliminare è una buona bozza, e quindi ci auguriamo che diventi operativa nel più breve tempo possibile, anche perché noi viviamo un periodo difficile da un punto di vista occupazionale.
  La disoccupazione giovanile è purtroppo a livelli assolutamente inaccettabili, la disoccupazione delle donne è ancora a livelli inaccettabili, e dobbiamo anche dire con molta forza che la parte più importante, secondo noi, della delega lavoro era proprio la parte legata ai servizi all'impiego. Quindi, nella risposta la sottosegretaria ci dice che c’è una forte intenzione di potenziare i servizi all'impiego; noi siamo assolutamente convinti che quella sia la parte più importante per combattere, ovviamente, la disoccupazione, per favorire l'incontro domanda-offerta, ma, per quanto riguarda i disabili, ci teniamo a dire che il diritto al lavoro è un diritto costituzionalmente protetto. L'articolo 4 della Costituzione, in proposito, recita esplicitamente che la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
  Per le persone con difficoltà, con disabilità, abbiamo avuto la legge n. 482 del 1968, che si chiamava collocamento obbligatorio; poi l'abbiamo modificata con la legge n. 68, passando, quindi, da un concetto di collocamento obbligatorio ad un concetto di collocamento mirato, proprio per studiare effettivamente per ogni disabilità, per ogni persona disabile, quale possa essere l'occupazione migliore. Vediamo però, purtroppo, che alcuni giornali, e cito il giornale La Verità del 29 gennaio 2017, addirittura ha un titolo: «Il Governo trasforma i disabili in una nuova tassa sulle imprese. Il Jobs Act cambia le norme e da febbraio scatta l'obbligo di assunzione automatica di un handicappato – ancora una formula offensiva anche per definire queste situazioni – per le aziende con più di 14 dipendenti. Sanzioni fino a 3 mila euro al mese in caso di irregolarità». I disabili trasformati in tassa. Ovviamente, se questa deve essere la sensibilità che viviamo rispetto a questo, che è un problema reale, noi chiediamo veramente e speriamo, e anche queste nostre interrogazioni dimostrano che, per quanto riguarda il Parlamento, i deputati, riuscire a far lavorare le persone con disabilità è per noi una priorità.
  E, quindi, vogliamo e speriamo che il Governo riesca in tempi brevi a far uscire queste linee guida e, ovviamente, che dei servizi per l'impiego efficienti possano garantire un reale incontro domanda-offerta, una possibilità di occupazione per i giovani, per le donne, ma con una particolare attenzione anche alla disabilità, perché il livello di civiltà si misura anche rispetto alla capacità di includere queste persone nel lavoro. Quindi, assistenza sicuramente, ma il lavoro è il modo vero per dare una risposta a persone con difficoltà.

  PRESIDENTE. L'onorevole Binetti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

  PAOLA BINETTI. Anch'io ringrazio il sottosegretario, di cui, peraltro, conosciamo l'assoluta sensibilità su questi temi e la capacità di leggerli al di là della stretta parola della legge, ma di saper vedere dietro la legge quelle che sono le persone: ed in questo caso stiamo parlando di persone che presentano qualche difficoltà in più rispetto a quello che, come è stato già citato, costituisce, oggi come oggi, il preoccupante indicatore della disoccupazione giovanile. Davanti a cifre veramente Pag. 18elevate – recentissimamente una delle cifre dava al 40 per cento la disoccupazione giovanile – è chiaro che, quando tu, oltre alla tua inesperienza, oltre alla tua gioventù, hai un contesto professionale che si configura, al di là delle affermazioni di principio, piuttosto chiuso, impoverito delle possibilità reali di essere inseriti in modo efficace nel piano del lavoro, chi è portatore di una qualche disabilità indubbiamente deve fare i conti non solo con se stesso, non solo con il mercato del lavoro, ma anche con una certa preclusione a inserire persone che abbisognano di maggiore formazione, di un piano di accompagnamento oggettivamente tagliato su misura per loro. Però, noi consideriamo il tema del collocamento mirato un tema importante sotto tre aspetti.
  Il primo perché ci permette di ripensare l'intera cultura del welfare, passando da una dimensione puramente assistenziale a quello che è il welfare delle opportunità, un welfare creativo. Noi dobbiamo assolutamente chinarci su ognuna delle persone che abbia un problema di questo tipo per capire qual è il suo potenziale di capacità, dove stanno i suoi talenti: probabilmente sono talenti diversi da quelli che noi siamo abituati a considerare anche in una specie di ragionamento standard. Dobbiamo fare lo sforzo di capire questa persona in concreto che cosa è in grado di dare. Viceversa, molte volte la logica che si assume è totalmente diversa, e tende a misurare le potenzialità della persona sul fronte di quello che questa persona non è in grado di dare. Questo richiede un capovolgimento nell'approccio alle persone: possiamo dire che in questo caso più che mai ci aiuta a capire che è la persona che in qualche modo intercetta il lavoro come anche un diritto, e non è soltanto il lavoro in sé che piega i talenti, che piega le capacità, che piega le abilità delle persone dicendo «dentro, fuori», perché ci sono delle modalità di inclusione e di esclusione che possono anche essere applicate con una persona con disabilità che è dentro una struttura, ma che di fatto si sente sistematicamente e costantemente marginalizzata. Noi abbiamo bisogno di cambiare mentalità, e non c’è niente come la disabilità per aiutare tutti noi ad uscire da una logica meramente produttiva, quella che misura l'uomo sotto le categorie dell’homo oeconomicus, per entrare invece in quella che riprende in considerazione i valori dell'umanità e li declina anche all'interno di una cultura, di una fragilità che però non è la fragilità totale: è una fragilità secondo un quid. Questa cosa non la può fare, ma in compenso può fare questa, questa e quest'altra cosa.
  La figura di cui ha parlato il sottosegretario, che è quella che vede all'interno delle aziende, potremmo dire in quello strano ufficio delle risorse umane che molte volte è più letto dalla parte di chi governa i processi che non dalla parte di chi sta lavorando in quel contesto... Noi vorremmo avere la capacità di chi sa fare il bilancio di competenze di queste persone misurando tutto ciò che a loro è dato di fare.
  Come il sottosegretario sa, sono diversi anni, perlomeno un paio di legislature, che io mi occupo dei soggetti con malattie rare, che è una strana disabilità, perché anche noi siamo abituati a considerare la disabilità sensoriale, siamo abituati a considerare la disabilità motoria, ma la disabilità della malattia rara non siamo abituati a prenderla in considerazione nella sua ricchezza e nella sua specificità. Ora, pazienti con malattie rare che non possono fare alcune cose, che in qualche modo vengono anche certificate dal medico, hanno viceversa due cose straordinariamente importanti: talenti e capacità specifiche, tanto diverse come sono diverse le persone; e un valore: quello di aver centrato la loro fiducia nell'importanza dei beni relazionali. Quindi sono persone che sono capaci di fare rete nel loro contesto, sono persone che sono capaci di aggregare, sono persone che sono anche capaci di mutare il vissuto che c’è in un'azienda, trasformando la competitività spinta, che qualche volta porta in senso metaforico a vedere le relazioni come una sorta di homo homini lupus, invece in una sorta di aggregazione: un po’ come le carte da gioco che si sostengono reciprocamente Pag. 19anche davanti ad una costruzione tanto sofisticata, fragile ma sofisticata ed efficace.
  Noi aspettiamo le linee guida, e ci auguriamo davvero che in queste linee guida ci sia uno spazio reale e concreto anche per le persone la cui disabilità si configura sotto il profilo delle malattie rare. Abbiamo un disegno di legge in questo senso...

  PRESIDENTE. Concluda.

  PAOLA BINETTI. Ci piacerebbe che questo scorcio di legislatura non fosse destinato soltanto a discutere dei massimi sistemi, ma anche a discutere dei bisogni reali delle persone con difficoltà.

(Elementi e iniziative in relazione alla coltivazione di mais geneticamente modificato in provincia di Rovigo – n. 3-02372 e n. 3-02765)

  PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Crivellari n. 3-02372 e Zaccagnini ed altri n. 3-02765, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione, ha facoltà di rispondere.

  GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Presidente, onorevoli colleghi, considerata l'analoga fattispecie rappresentata nelle interrogazioni, ho ritenuto utile fornire una risposta congiunta.
  Come ricordato dagli interroganti, sul caso c’è stato l'intervento del Corpo forestale dello Stato, e come rappresentato dal nuovo Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare dei carabinieri, le analisi eseguite sui campi confinanti hanno dato esito negativo. Mi preme sottolineare che con il decreto legislativo n. 227 del 14 novembre 2016, recependo la direttiva europea del 2015, abbiamo definito la nuova procedura di limitazione e divieto, che introduce un chiaro sistema sanzionatorio e irrobustisce le sanzioni legate al divieto di coltivazione.
  Il nuovo decreto legislativo, oltre ad aver individuato nell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari l'autorità competente al controllo e alla irrogazione della sanzioni, dispone che chiunque violi tale divieto è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 25 mila a 75 mila euro, la sospensione della coltivazione ed è tenuto a procedere a proprie spese alla distruzione delle coltivazioni illecitamente impiantate e al ripristino dei luoghi.

  PRESIDENTE. L'onorevole Crivellari ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  DIEGO CRIVELLARI. Presidente, ringrazio anche il sottosegretario Castiglione per la risposta e dico subito che mi dichiaro soddisfatto, anche recependo l'indicazione che veniva di questo rafforzamento del sistema delle sanzioni: credo vada nella direzione che avevamo auspicato anche a luglio in Commissione agricoltura, allorché venne alla ribalta e si discusse della vicenda relativa alla coltivazione transgenica in provincia di Rovigo. Credo quindi che la direzione sia quella di maggiori controlli, di maggiori sanzioni. Non è certo ovviamente nostra intenzione quella di sostituirci a un dibattito scientifico, però crediamo che esistano leggi, esista un divieto in Italia ormai conclamato, esista la necessità su vicende come questa di partire soprattutto dall'attenzione necessaria alla salute dei cittadini e alla sicurezza alimentare: per cui credo che vada dato atto, in questo caso, della tempestività dell'intervento che è stato effettuato in loco dalle autorità preposte. Ovviamente, credo che queste siano situazioni che vadano comunque monitorate e seguite da vicino. Credo anche per territori poi come il Polesine che il futuro sia assolutamente nella direzione di uno sviluppo di biodiversità e agricoltura sostenibile: questo è quello che chiede anche la Pag. 20stragrande maggioranza delle nostre imprese, di continuare lungo questa linea di sviluppo, di condotta, e di essere intransigenti rispetto a palesi violazioni o tentativi di forzare rispetto alle coltivazioni transgeniche. Ringrazio quindi ancora il sottosegretario, dichiarandomi soddisfatto per la risposta all'interrogazione.

  PRESIDENTE. L'onorevole Zaccagnini ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Presidente, io mi ritengo parzialmente soddisfatto, perché la risposta si concentra su uno dei punti sollevati, quello che riguarda il dispositivo sanzionatorio. Non possiamo che riscontrare una certa forza in questo dispositivo, anche se ci sono dei fenomeni, delle fattispecie, che probabilmente dovrebbero vedere un'attenzione maggiore da parte nostra, come ad esempio la questione della provenienza dei semi illegali: come è possibile che siano state ripetute le situazioni negli ultimi anni in cui si riscontravano soprattutto nel Nordest coltivazioni illegali di OGM ? Come mai la deterrenza del dispositivo sanzionatorio non è bastata ? Sollecitiamo quindi un coordinamento maggiore tra le istituzioni, affinché questa situazione non si verifichi più.
  Con il decreto del 2016, che citava il sottosegretario, ci troviamo in una nuova fase, ovviamente, quindi una situazione chiara: l'Italia ha aderito ad una posizione chiara, uniforme con tanti altri Paesi europei per il «no» agli OGM. Desta però preoccupazione ultimamente il fatto che nel Comitato PAC in sede europea a Bruxelles l'Italia abbia votato favorevolmente all'autorizzazione di tre OGM, due nuovi ed il famigerato MON810. La problematica è appunto che c’è stata una mancanza di coordinamento istituzionale: mi aspettavo nella risposta di oggi anche un chiarimento in questo senso, proprio perché l'ultimo punto citava la relazione con la normativa europea. Ci si aspettava l'adozione di questo decreto e il divieto per le varie varietà di OGM autorizzate in Europa; non ci si aspettava assolutamente che l'Italia potesse cambiare repentinamente rotta dopo otto anni di coerenza.
  Le verifiche che ho potuto effettuare rilevano come, mentre il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali coerentemente si era espresso per l'astensione, il Ministero dalla salute ha voluto invece cambiare orientamento senza coordinamento istituzionale e senza consenso popolare, né passaggi parlamentari di informativa o comunque di condivisione e partecipazione della decisione. Ha dato in questa sede tecnica il via libera, diciamo, all'autorizzazione degli OGM, cosa che fortunatamente per ora non ha raggiunto la maggioranza necessaria, ma che segna un punto di regressione da parte del nostro Paese nel dibattito e nel contesto europeo, dove invece l'orientamento è quello appunto di mitigare il cambiamento climatico e quindi andare verso un modello agricolo ecocompatibile, verso l'agroecologia e verso modelli sostenibili e ovviamente verso il biologico, che va in contrapposizione alla contaminazione certa che gli OGM portano. Quindi, mi ritengo parzialmente soddisfatto, ma soprattutto sottolineo il mancato coordinamento e la mancata rivendicazione da parte dell'Italia dell'ottima posizione mantenuta finora in Europa. Credo che il Ministero delle politiche agricole e forestali debba chiarire istituzionalmente con il Ministero della salute per quale motivo c’è stato questo cambio di rotta. Infine, sottolineo, come oramai è noto, che la strada da intraprendere è quella dei biodistretti, delle aree a vocazione biologica per l'agricoltura biologica e per un'agricoltura comunque tradizionale che soddisfi l'esigenza di cibo genuino da parte dei cittadini a prezzi popolari. Questo sicuramente è un percorso che non si può fare sposando gli OGM.

(Elementi e iniziative in ordine all'utilizzo di glifosato nel comparto agricolo – n. 3-02764)

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e Pag. 21forestali, Castiglione, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Zaccagnini n. 3-02764 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).

  GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, Presidente, onorevoli colleghi. La tutela della biodiversità e dell'ambiente è un'assoluta priorità per il Governo che, proprio in quest'ottica, promuove e favorisce pratiche agricole sempre più sostenibili. Credo che in premessa sia bene ricordare che a questo scopo sono stati destinati oltre 3 miliardi di programmi di sviluppo rurale fino al 2020, insieme alle azioni specifiche che sono state condotte proprio per limitare l'uso dei pesticidi nei nostri terreni. Così come certificato dall'Istat, tali sostanze hanno subito un notevole calo nell'uso da parte delle imprese agricole italiane, a testimonianza concreta del lavoro che è già stato realizzato. Grazie alla diffusione di sistemi produttivi con tecniche di agricoltura sostenibile, l'Italia si colloca tra i Paesi leader in Europa per la produzione biologica, con una produzione dedicata pari a 1,5 milioni di ettari, il 12 per cento della superficie agricola complessiva, circostanza questa che ne fa del Paese quello con il più alto numero di imprese biologiche in Europa. Si tratta di un successo parziale, grazie anche alle politiche incentivanti degli ultimi vent'anni, realizzate attraverso il programma di sviluppo rurale, attraverso le diverse organizzazioni comuni di mercato e anche attraverso le risorse pubbliche che sono state destinate a questo scopo. In tale direzione va anche il Piano strategico nazionale per lo sviluppo del sistema biologico; abbiamo voluto varare un piano strategico e abbiamo portato avanti questo piano strategico con tutta la filiera. Questo prevede una serie di obiettivi, che sono degli obiettivi molto ben individuati e fissati per la crescita del settore, sia in termini di mercato, che di superficie dedicata all'agricoltura biologica, da raggiungere entro il 2020, attraverso una serie di azioni molto puntuali, molto concrete e molto specifiche. Si tratta di un passaggio importante per un settore sempre più strategico per il nostro Paese, come ci dimostrano anche i consumi interni che, nell'ultimo anno, sono aumentati in maniera esponenziale (tocchiamo la cifra del più 20 per cento). Risultano così definite le linee-guida strategiche per favorire e indirizzare uno sviluppo armonico del settore in Italia, attraverso il coordinamento delle diverse iniziative per lo sviluppo, soprattutto per la tutela del consumatore, per la semplificazione, a cui abbiamo voluto dedicare una particolare attenzione, e anche per la ricerca. Nella stessa direzione va il Fondo per la ricerca nel settore dell'agricoltura biologica, alimentato dalle entrate derivanti dal versamento dei contributi, che è stato individuato nella misura del 2 per cento del fatturato dell'anno precedente, relativo alla vendita dei prodotti fitosanitari, di fertilizzanti di sintesi e di presidi sanitari.
  La dotazione media annuale è di circa 3 milioni di euro e abbiamo voluto mettere questi 3 milioni di euro a disposizione per diciassette progetti nazionali e sette progetti internazionali. Riguardo poi alla riduzione dell'uso dei fitofarmaci, ricordo che è stato elaborato un piano specifico che l'onorevole Zaccagnini conosce molto bene, un piano d'azione, il PAN, volto alla protezione del consumatore, degli operatori agricoli, degli utilizzatori non professionali, a tutela dell'ambiente acquatico, delle acque potabili, della biodiversità e anche degli ecosistemi.
  In ogni caso, a tutela del consumatore e a garanzia di una leale concorrenza, c’è il sistema dei controlli sul biologico, svolti dall'Ispettorato centrale Repressione e frodi, organo tecnico di controllo del MIPAF, che prevede verifiche in tutta la fase della filiera, dalla produzione alla commercializzazione, e sono anche ben individuati alcuni prelievi e le analisi dei campioni.
  Quanto al principio attivo glifosato, grazie ad una forte azione in Europa, abbiamo ottenuto che non fosse concessa l'autorizzazione per 180 mesi a tale prodotto. Attualmente sono in corso gli approfondimenti Pag. 22del Comitato per la valutazione dei rischi dell'Agenzia europea delle sostanze chimiche e il Regolamento n. 1056 del 2016 ne ha prorogato il periodo di approvazione ai sei mesi successivi all'acquisizione del parere del citato Comitato o, al più tardi, è stata individuata la data del 31/12/2017. Nelle more, il Regolamento n. 1313 del 1o agosto 2016, oltre a vietare l'uso del coformulante ammina, ha disposto ulteriori misure di mitigazione del rischio connesso al glifosato. In attuazione a tale disposizione, il 9 agosto, il Ministero della salute ha quindi revocato le autorizzazioni alle immissioni in commercio di prodotti sanitari contenenti glifosato, in associazione con il coformulante ammina e ha modificato le condizioni d'impiego dei restanti prodotti fitosanitari.

  PRESIDENTE. L'onorevole Zaccagnini ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie, Presidente. Mi ritengo abbastanza soddisfatto, non pienamente, ma sicuramente il Governo testimonia nella risposta le varie azioni intraprese proprio per dare all'Italia una direzione chiara, quella appunto di un modello agricolo dove si privilegi la tutela della salute e la qualità del cibo.
  L'Italia, come appunto menzionato dal sottosegretario, è leader in Europa per quanto riguarda l'agricoltura biologica e questo è avvenuto grazie agli incentivi pubblici, alle strategie messe in campo, ma anche grazie alla cultura che si è diffusa e l'aumento dei consumi in questa direzione lo testimonia ampiamente. Il Fondo inoltre, dei fatturati appunto dei prodotti fitosanitari, il fondo del 2 per cento, che ammonta a circa 3 milioni di euro è un'operazione condivisibile che va nella direzione giusta e che probabilmente dovrebbe essere rafforzata, soprattutto per coprire il fabbisogno economico e quindi avere coperture finanziarie per ampliare progetti di ritorno ad uno sfalcio meccanico ma innovativo. Ci sono varie tecnologie innovative che permettono la gestione del verde, senza l'utilizzo di questi erbicidi: questa sarebbe la priorità nel nostro Paese, soprattutto per mettere in sicurezza luoghi come parchi pubblici, ospedali, scuole, zone nelle vicinanze di questi luoghi o i campi sportivi stessi, campi da golf, o campi da calcio, dove è abbastanza contraddittorio l'utilizzo di queste sostanze che si sa sono nocive per il sistema e l'organismo umano.
  Il fatto che il glifosato al momento sia sospeso è un fatto positivo, ma ovviamente viene da una richiesta, un'esigenza forte dal basso, dall'opinione pubblica, dalla cittadinanza europea che si sta esprimendo chiaramente per il bando di queste sostanze e per la mitigazione dei danni che causano e per una strategia a tutto campo che possa disincentivare l'utilizzo di queste sostanze. Le analisi – e ci auguriamo che le verifiche scientifiche avranno il giusto grado di autonomia – che sono in corso dovranno dare dei risultati importanti a cui le istituzioni poi si dovranno attenere, ma va sottolineato come finora c’è stata una grande querelle nel mondo scientifico, anche a causa del fatto che le agenzie che erano state incaricate del vaglio dei dati della letteratura scientifica spesso erano composte da membri in ampio e plateale conflitto di interessi essendo alle dirette dipendenze dei giganti dell'agrochimica, come è successo, ad esempio, per l'EFSA, che ha incaricato un istituto tedesco, di cui ora non recito il nome, per il vaglio dei dati. È un fatto abbastanza fuori dal comune che l'EFSA deleghi ad un altro istituto un'analisi di dati scientifici di così ampia importanza e, quindi, credo sia importante sottolineare che è necessario il giusto grado di autonomia degli enti e degli organismi che vanno, appunto, a verificare l'attendibilità scientifica e la nocività di alcuni prodotti per la salute umana e ovviamente per l'ambiente, perché questi prodotti sappiamo bene che si sedimentano nelle faglie e nei suoli.
  In ultimo concludo ringraziando il sottosegretario e dicendo, appunto, che alla campagna per il bando al glifosato in Europa si aggiungerà la raccolta firme Pag. 23dell'ICE, l'istituto europeo per la raccolta delle firme dei cittadini europei, e con il raggiungimento di un milione di firme ci sarà una richiesta ancora più forte per arrivare alla sospensione totale di questo prodotto.

(Misure a favore del settore olivicolo – n. 3-02760)

  PRESIDENTE. Passiamo alla interrogazione Ciracì ed altri n. 3-02760 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione, ha facoltà di rispondere.

  GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari e forestali. La tutela del settore olivicolo del nostro Paese è uno degli obiettivi prioritari del Ministero delle politiche agricole. Infatti già dal 2015 siamo intervenuti, con diversi e opportuni provvedimenti, per gestire l'emergenza della diffusione del batterio della Xylella e per il recupero del potenziale produttivo e competitivo del settore olivicolo. Proprio pochi giorni fa al centro di un incontro tra il Ministro Martina e il Commissario europeo alla salute, Andriukaitis, è stato posto il tema dell'abolizione del divieto di reimpianto degli ulivi nella zona dichiarata infetta, con un via libera da parte della Commissione. Per il triennio 2015-2017 sono state destinate risorse, pari a 32 milioni di euro, destinate al Piano olivicolo nazionale – è uno dei pochi piani nazionale che ha una dotazione finanziaria così consistente – di cui 7 milioni di euro sono dedicati all'attività di ricerca e di difesa da organismi nocivi, tra cui anche la Xylella. L'obiettivo di questi interventi è quello di incrementare la produzione nazionale di olio extravergine d'oliva, di introdurre nuovi sistemi colturali in grado di conciliare la sostenibilità ambientale e migliorare l'efficienza della olivicoltura italiana, di valorizzare le iniziative del made in Italy e delle classi merceologiche di qualità superiore certificate e di sostenere l'aggregazione economica degli operatori della filiera olivicola, che è uno dei punti più deboli di tutta la struttura della filiera (proprio il tema dell'aggregazione economica).
  Abbiamo assunto, poi, un forte impegno, sia in ambito internazionale ma anche in ambito nazionale, per favorire la tutela ma soprattutto la valorizzazione dell'olio extravergine d'oliva. In questo senso è stata elaborata una normativa sulla tracciabilità del prodotto attraverso la costituzione di registri telematici che consentono agli organi di controllo di verificare l'origine dell'olio che è stato posto in commercio fino al suo produttore. Così abbiamo una piena tracciabilità del percorso del prodotto, soprattutto dell'olio extravergine d'oliva.
  Al riguardo, rilevo anche che i pertinenti organi di controllo, e dunque l'Ispettorato repressione e frodi a cui si è aggiunto anche recentemente il nuovo comando dei carabinieri per la tutela forestale, ambientale ed agroalimentare, sono impegnati costantemente per garantire il rispetto delle regole nelle diverse fasi della filiera produttiva, tutelando innanzitutto i consumatori dall'eventuale commercializzazione di taluni alimenti contraffatti oppure falsamente certificati come italiani e per tutelare l'immagine dell'olio d'oliva sia sui mercati nazionali ma, soprattutto, sui mercati internazionali. Peraltro, la collaborazione intrapresa dall'Ispettorato con l'Agenzia delle dogane e con le capitanerie di porto ha permesso anche di migliorare l'attività di monitoraggio dei flussi di introduzione dei prodotti agroalimentari che provengono da Paesi terzi ed evitare fraudolente commercializzazioni di alimenti falsamente dichiarati italiani sul territorio nazionale.
  Ringrazio e rassicuro, inoltre, l'onorevole Palese, insieme agli altri firmatari, che, tenendo conto delle criticità esposte nell'interrogazione riguardo al calo della produzione nazionale dovuto alle avverse condizioni climatiche e fitopatologiche sfavorevoli, manterremo un elevato livello di attenzione al fine di evitare l'insorgenza di fenomeni contraffattivi e l'illecita commercializzazione Pag. 24di oli che hanno indicazione diversa da quella effettiva. Quindi, sul tema dell'indicazione di origine c’è una specifica puntualizzazione e, dunque, voglio rassicurare che faremo di tutto perché si possano evitare questi fenomeni molto spesso contraffattivi e soprattutto relativi all'illecita commercializzazione.

  PRESIDENTE. L'onorevole Palese ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta all'interrogazione Ciracì ed altri n. 3-02760, di cui è cofirmatario.

  ROCCO PALESE. Grazie, signor Presidente. Io non ritengo di esprimere soddisfazione in riferimento a quanto esposto poco fa dal rappresentante del Governo, il sottosegretario, per i motivi che qui esporrò. Non è un problema di programma; il programma c’è, però finora non abbiamo visto dei risultati tangibili rispetto alla situazione e del programma non se ne è accorto nessuno, soprattutto nella realtà pugliese. Diversi esponenti, per non dire quasi tutti, del mondo agricolo della Puglia, manifestano grandissima preoccupazione per il futuro dell'olivicoltura pugliese, perché è fin troppo evidente che non c’è solo un problema di riduzione della produzione, che certamente anche a livello nazionale ma soprattutto in Puglia è dovuto alle situazioni climatiche avverse, ma il colpo di grazia alla produzione dell'olivicoltura pugliese si è avuto nell'anno precedente, in particolare per quello che è successo e per i danni che ha provocato la cosiddetta Xylella fastidiosa e CoDiRO. È stato questo il motivo principale e purtroppo questa situazione ha distrutto completamente gli alberi, che non hanno più nessuna possibilità di futuro. Quindi, non c’è solo la contraffazione e il pericolo che l'olio extravergine arrivi da fuori ma c’è anche il problema della tracciabilità, su cui il sottosegretario qui ha descritto un po’ qual è il programma a livello nazionale e anche il cosiddetto «Piano olivicolo» che dà attenzione, così come ad altre parti, anche alla situazione della Puglia.
  Noi abbiamo un problema serissimo in Puglia perché, al di là di tutte le lodevoli dichiarazioni di intenti e di auspici che ci sono state, concretamente ancora non si è visto niente, ahimè non solo da parte del Governo ma, peggio ancora, anche da parte della regione. Ora noi riteniamo che questo sia un problema nazionale, perché è vero che c’è il problema degli alberi secolari, il problema paesaggistico, il problema dell'identità, ma soprattutto dove c’è stata la distruzione degli alberi di ulivi, con l'essiccamento e quant'altro, a causa della Xylella, soprattutto nelle zone della provincia di Lecce e, in parte, anche in quelle di Brindisi e di Taranto, l'olivicoltura era e continua ad essere una delle principali attività agricole che ha uno sfondo principale socio-economico, una fonte di reddito seria che, però, in quel tipo di situazione viene a mancare. Ebbene, il fenomeno è noto dal 2012 e noi ancora qui parliamo di pianificazione e quant'altro.
  Ma nel 2012, per fortuna in questo caso, c’è stata l'Europa che ha avvertito il Governo e la regione dicendo: «Fate attenzione che lì c’è un focolaio, nella provincia di Lecce. Che cosa state per fare ? Niente». Soprattutto – ripeto – al di là del Ministero, all'epoca c'erano altri titolari, anche in regione vi è stata una latitanza totale. Poi si è passati purtroppo alla diffusione, all'estensione di questa malattia fitosanitaria degli ulivi, e quindi la distruzione è aumentata completamente, si è passati a una vera e propria epidemia. L'Europa di nuovo ci ha richiamato chiedendoci con quali provvedimenti stavamo provvedendo: niente, latitanza totale ! Per finire, addirittura, ci sono state poi le sanzioni nei confronti dei vivaisti, nei confronti dei reimpianti, nei confronti di tutto, da parte dell'Europa, visto che qui in Italia non c'era nessuna possibilità né della regione, né del Governo di poter intervenire. Ora la situazione è completamente drammatica, perché dal 2012 ad oggi non c’è stato nessun tipo di risposta; per non parlare di questi interventi che purtroppo rimangono sulla carta. Questo è il vero problema: rimangono sulla carta tutte queste intenzioni, sul territorio non se ne accorge assolutamente nessuno. L'unica Pag. 25nota positiva che si è avuta dal 2012 a ad oggi, sia da parte del Governo, che da parte della regione Puglia, è stata la lotta fatta a livello europeo per poter avere la possibilità del reimpianto, ma rispetto a tutto il resto non mi sembra che ci siano fatti nuovi.
  Annoto pure, è bene che rimanga qui agli atti della discussione dell'Aula, che la regione Puglia invece di provvedere a rivisitare il Piano di sviluppo rurale e a indirizzarlo a interventi di sostegno al reddito, per reimpianti, per poter dar vita di nuovo con interventi seri e fattuali rispetto a questa situazione, non fa assolutamente nulla. L'unica cosa che è in discussione in consiglio è una fantomatica agenzia che dovrebbe fare non si capisce che cosa a livello regionale.
  Insomma, io penso che alla fine il Governo abbia pure la necessità di fare un controllo rispetto alle risorse che vengono utilizzate nel contesto del Piano di sviluppo rurale, perché non devono essere dissipate in agenzie fantomatiche, addirittura nel caso della Xylella, per sistemare poltrone e amici.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento di un'interpellanza e di interrogazioni all'ordine del giorno.
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15,30.

  La seduta, sospesa alle 12,55, è ripresa alle 15,35.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Bindi, Ferrara, Giorgis, Lorenzo Guerini, Mannino, Mazziotti Di Celso, Molea, Nicoletti, Piccoli Nardelli, Scotto, Speranza, Tofalo e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centoundici, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15,36).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

In ricordo dell'onorevole Lelio Lagorio (ore 15,37)

  PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lei, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Colleghi, come sapete, lo scorso 7 gennaio è venuto a mancare Lelio Lagorio, già membro della Camera dei deputati nella VIII, XI, X legislatura.
  Nato a Trieste il 9 novembre 1925, laureato in giurisprudenza, avvocato e giurista, esponente di primissimo piano del Partito Socialista Italiano, ha iniziato la sua lunga e prestigiosa carriera politica, ricoprendo l'incarico di sindaco di Firenze, città a cui poi è sempre rimasto profondamente legato, ed è stato il primo Presidente della regione Toscana. Ha fatto successivamente più volte parte del Governo, in qualità di Ministro della difesa e di Ministro del turismo e spettacolo.
  Iscritto al gruppo del PSI, ne è divenuto presidente nel corso della IX legislatura. In qualità di deputato è stato membro di numerose Commissioni parlamentari, ed è stato eletto, nella X legislatura, presidente della Commissione difesa.
  Politico esperto e appassionato, è stato uno dei protagonisti della stagione della Pag. 26vita politica e istituzionale dei Governi di coalizione, succedutisi nel corso degli anni Ottanta.
  La Presidenza, anche a nome dell'Assemblea, desidera manifestare ai familiari – che sono presenti nelle tribune – le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore.
  Invito, pertanto, l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio – Applausi).
  Ha chiesto di parlare la deputata Pia Elda Locatelli. Prego, onorevole, ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signora Presidente. Nella vita del socialista Lelio Lagorio, la politica ha contato sempre molto, e non c’è dubbio che Lelio Lagorio abbia vissuto la sua militanza nel Partito Socialista Italiano con grande passione, partecipazione e con una profonda ed originale elaborazione di contenuti.
  Iniziò giovanissimo, assumendo ruoli ed incarichi di responsabilità via via maggiori, ce li ha ricordati la Vicepresidente Sereni, voglio però anche ricordare che fu il primo Vicepresidente dell'Unione dei partiti socialisti della Comunità europea, antesignana del Partito del Socialismo Europeo, perché Lelio Lagorio era un europeista convinto.
  Uomo di cultura, è stato sempre un convinto assertore del metodo riformista per un Partito Socialista che voleva politicamente autonomo, soprattutto nei confronti del Partito Comunista, una linea che ha poi assunto importanza e concretezza crescenti proprio nell'esercizio delle sue responsabilità di Governo. Come primo socialista a guidare il Ministero della difesa, lasciò un'impronta decisa, che gli valse un unanime riconoscimento, sia nella gestione del Dicastero – fu lui a lanciare l'iniziativa delle caserme aperte per celebrare la festa della Repubblica, riavvicinando la cittadinanza agli uomini in divisa –, sia dando un contributo essenziale alla svolta che portò alla fine della guerra fredda. Mi riferisco alla vicenda della dislocazione degli euromissili in Italia, in Gran Bretagna e nella Germania Ovest, una decisione che consentiva alla NATO di rispondere efficacemente alla pressione che Mosca stava esercitando con lo schieramento dei missili SS-20 ai confini europei; una scelta che contribuì a riportare i sovietici al tavolo delle trattative fino alla firma del trattato INF tra Reagan e Gorbaciov, nel 1987, a Washington; una decisione che, in Italia, come nel caso della scala mobile, fu aspramente contrastata dal Partito Comunista italiano, ma che consentì al nostro Paese di assumere un più alto e netto profilo internazionale. La forza con cui il Governo italiano si sarebbe contrapposto, qualche anno dopo, a quello statunitense, nella vicenda di Sigonella, derivava anche dall'aver dimostrato, prima, coerenza nel rispetto dei valori della libertà e della democrazia, sempre e dovunque una linea che in Lelio Lagorio trovava un convinto assertore e un originale interprete. Un'eredità che ricordiamo, oggi, in quest'Aula e che ci piacerebbe non venisse dispersa (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Guglielmo Epifani. Ne ha facoltà.

  ETTORE GUGLIELMO EPIFANI. Signora Presidente, effettivamente, con la morte di Lelio Lagorio se ne va un esponente importante della politica italiana e, segnatamente, della parte socialista. È impossibile ricordare tutte le tracce della sua biografia; voglio solo ricordare la sua scelta da giovanissimo, a diciott'anni, di andare in clandestinità e unirsi al CLN di Volterra, oppure la sua tesi di laurea, fatta con il professor Calamandrei, di cui diventò poi assistente, la sua attività professionale e accademica, il percorso politico che da Unità Popolare, una formazione guidata da Parri, Calamandrei e Codignola, lo porta, nel 1955, ad aderire al Partito Socialista Italiano guidato da Pietro Nenni. Fu il 1o sindaco di Firenze dopo Giorgio La Pira, il primo presidente della regione Toscana, fu tre volte, come è stato ricordato, parlamentare, Ministro della difesa e del turismo, non soltanto nella vicenda degli euromissili, ma anche nella Pag. 27strage di Ustica; fu europarlamentare e membro della presidenza dell'Unione dei socialisti europei, militò e fu dirigente del Partito Socialista dal 1955 fino alla fine del PSI e fu sempre vicino alle posizioni autonomiste di Pietro Nenni e poi di Bettino Craxi.
  Fiorentino, di madre triestina, restò sempre legato alla sua città, ai suoi valori, alla sua profonda tensione democratica. Colpivano di Lagorio i suoi modi, la sua cultura, la sua misura, il suo rispetto; quando veniva appellato come Granduca di Toscana, non c'era ironia nelle parole, ma un profondo rispetto; non perse mai nelle vicende tumultuose degli anni Ottanta e Novanta proprio queste sue caratteristiche e rimase fino alla fine fedele allo stile di un uomo che sapeva riconoscere nell'interlocutore un interlocutore e mai un avversario. Per questo il Partito Democratico lo ricorda, esprime la sua stima e il suo affetto nei confronti della sua figura e unisce il proprio cordoglio al dolore della famiglia (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Simone Baldelli. Ne ha facoltà.

  SIMONE BALDELLI. Grazie, Presidente. Lelio Lagorio è stato un socialista italiano, un socialista europeo; è stato un socialista di Governo e lo è stato in un momento molto difficile della storia dell'Occidente, in piena guerra fredda, con la strage di Ustica, la crisi degli euromissili. Lelio Lagorio, da Ministro della difesa, è stato quello che ha dato il via alle prime missioni militari italiane all'estero, ha mandato l'esercito in soccorso delle popolazioni colpite dal terremoto dell'Irpinia, ha ripristinato la parata militare del 2 giugno che ancora oggi si celebra.
  È stato Presidente del Consiglio dei ministri europei della NATO; da Ministro dello sport, del turismo e dello spettacolo ha riformato il CONI, ha istituito il Fondo nazionale dello spettacolo. Lelio Lagorio è stato capogruppo alla Camera, è stato deputato europeo, è stato sindaco di Firenze, è stato il primo presidente della regione Toscana, della storia della regione Toscana. Lelio Lagorio è stato un uomo politico di governo, un socialista di governo di quelli che a guardarli oggi, specie di fronte alle miserie di un dibattito, di una politica che insegue l'antipolitica, perdendo orgoglio e spina dorsale, appare, di fronte a tutti noi, un gigante. Per questo è doveroso ricordarlo, per questo è doveroso tenerlo ad esempio. A lui, alla sua memoria un saluto e un saluto e un abbraccio affettuoso ai suoi familiari in tribuna (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fabrizio Cicchitto. Ne ha facoltà.

  FABRIZIO CICCHITTO. Signora Presidente, in primo luogo, voglio ricordare la dimensione politica e culturale di Lelio Lagorio. Quando era una posizione minoritaria nel Partito Socialista, lui fu autonomista e riformista e di questa sua dimensione culturale c’è un bel libro fatto con Giancarlo Lehner su Turati e Gramsci, una riflessione attenta su due grandi figure, sugli elementi comuni e sugli elementi di profonda divergenza. Poi è riuscito nel miracolo di combinare insieme un fortissimo radicamento locale – non a caso veniva un po’ scherzosamente chiamato il granduca della Toscana, fu presidente della regione, ma non soltanto presidente della regione, espresse della Toscana valori, stimoli, esigenze e, quindi, fu un grande dirigente locale, regionale – riuscendo, nel contempo, quando divenne Ministro della difesa, come qui è stato ricordato, ad avere un grandissimo spessore, un enorme ruolo, perché lui e Craxi furono investiti di una vicenda strategica quando l'URSS mise gli SS-20, che avrebbero rappresentato una sorta di finlandizzazione dell'Europa, e allora Craxi e Lagorio furono decisivi per l'installazione dei Pershing e dei Cruise che non avevano un valore di «guerrafondaio», ma avevano il valore di ristabilire un rapporto, in modo tale che le relazioni militari fossero azzerate e, quindi, potessero riprendere le relazioni politiche e diplomatiche. Quindi, lui ha svolto un ruolo su tre piani: quello locale, quello della riflessione e dell'elaborazione Pag. 28politico-culturale e quello di Ministro e su questo nocciolo duro noi lo ricordiamo e salutiamo anche la sua famiglia che giustamente ne custodisce la memoria ed è orgogliosa di questo suo antenato (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signora Presidente, anche il gruppo di Sinistra Italiana si associa al dolore espresso da tutti i gruppi, in modo unanime, per la scomparsa di un socialista che ha servito il nostro Paese e che ha rappresentato una generazione politica straordinaria che, forse, oggi, il nostro Paese dovrebbe rimpiangere di più. Io di Lelio Lagorio voglio ricordare una cosa che mi colpì molto; io ero giovanissimo e come tanti partii dalla mia città per andare in soccorso delle popolazioni terremotate in Irpinia; ci fu un moto di solidarietà soprattutto tra i giovani che ci vide in migliaia accorrere in quei posti e partecipare all'operazione di soccorso. Il Ministro Lagorio, allora, era Ministro della difesa e fu un esempio straordinario di come le Forze armate italiane parteciparono alle operazioni di soccorso in maniera veramente generosa e, poi, restarono anche lì in Irpinia a concorrere alla ricostruzione di quelle aree terremotate. Infine, vorrei anche dire che la storia del Partito Socialista Italiano è una storia gloriosa che non può essere infangata da nessuno e che rappresenta uno dei momenti più alti della cultura politica e istituzionale della Repubblica italiana (Applausi).

  PRESIDENTE. Non essendo ancora decorso il termine di preavviso per le votazioni nominali con il procedimento elettronico, sospendo la seduta che riprenderà alle ore 16.

  La seduta, sospesa alle 15,50, è ripresa alle 16.

TESTO AGGIORNATO AL 8 FEBBRAIO 2017

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 29 dicembre 2016, n. 243, recante interventi urgenti per la coesione sociale e territoriale, con particolare riferimento a situazioni critiche in alcune aree del Mezzogiorno (A.C. 4200-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 4200-A: Conversione in legge del decreto-legge 29 dicembre 2016, n. 243, recante interventi urgenti per la coesione sociale e territoriale, con particolare riferimento a situazioni critiche in alcune aree del Mezzogiorno.
  Ricordo che, nella seduta del 6 febbraio, si è conclusa la discussione sulle linee generale e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica mentre il relatore vi ha rinunciato.

(Esame dell'articolo unico – A.C. 4200-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A – A.C.4200-A), nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione, (Vedi l'allegato A – A.C.4200-A) e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A – A.C. 4200-A).
  La Commissione I (Affari costituzionali) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A – A.C.4200-A), che è in distribuzione.
  Avverto che, fuori dalla seduta, gli emendamenti Palese 4.15 e Rampelli 7.10 sono stati ritirati dai presentatori. Avverto, inoltre, che la Commissione ha presentato gli emendamenti 3-bis.100, 4-ter.100 e 7-ter.100 che sono in distribuzione e in relazione ai quali risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione dei subemendamenti.
  Informo, infine, l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento procedendo in Pag. 29particolare a votazioni per principi o riassuntive ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare. A tal fine i deputati Cristian Iannuzzi, Vincenza Labriola ed Edoardo Nesi sono stati invitati a segnalare un emendamento ciascuno da porre comunque in votazione.
  Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 96-bis, comma 7, del Regolamento le seguenti proposte emendative non previamente presentate in sede referente in quanto recanti un contenuto non strettamente attinente rispetto a quello del provvedimento in esame: Prestigiacomo 4.052 che abroga la disposizione di cui all'articolo 6 comma 2-bis lettera b) della legge n. 84 del 1994 in cui si disciplina il trasferimento di un porto ad una diversa autorità del sistema portuale; Prestigiacomo 4.050 e 4.051 volti ad istituire due nuove autorità di sistema portuale rispettivamente quella del Mare di Sicilia orientale 2 e quella dello Stretto di Messina; Ciracì 6.50 che prevede un contributo in favore dell'Istituto Musicale di Ceglie Messapica; Petrenga 7-quater.050 volto ad ampliare il periodo utile ai fini della detrazione dell'imposta lorda dell'IVA corrisposta per l'acquisto di mobili di classe energetica A e B; Taglialatela 7-sexies.050 volto a prevedere l'estinzione del debito relativo ai rapporti tra il Commissario straordinario per il terremoto dell'Irpinia e il Consorzio ricostruzione otto; Mannino 7-septies.053 volto a prevedere la pubblicazione nei siti web dei comuni dei piani di emergenza comunale redatti ai sensi dell'articolo 15 comma 3-bis della legge n. 225 del 1992.
  Ha chiesto di intervenire sul complesso degli emendamenti il deputato Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.

  ALBERTO GIORGETTI. Grazie, Presidente. Colgo l'occasione per ripresentare...

  PRESIDENTE. Onorevole Giorgetti, mi scusi. Se i colleghi abbassano un po’ il tono della voce, il collega che ha chiesto di parlare può farlo. Prego, onorevole.

  ALBERTO GIORGETTI. Grazie, Presidente. Colgo l'occasione per ripresentare all'Aula, al Governo, alla maggioranza, quella che è la posizione di Forza Italia in merito agli emendamenti che abbiamo presentato e che riprendono un tema su cui c’è evidentemente una profonda delusione da parte del nostro gruppo sia rispetto alle condizioni economiche complessive sia rispetto a quelli che sono i temi di un decreto che aveva e ha un titolo ambizioso, che vuole affrontare le problematiche legate al Mezzogiorno ma che di fatto traccia esclusivamente alcuni interventi che sono minoritari, frutto di necessità, emergenze o piccoli equilibri politici come l'attività della Commissione ha dimostrato decidendo di ripartire e destinare alcune risorse ad interventi che sono di natura specifica ma, purtroppo, non risolvono i problemi connessi alla grave crisi in cui si trova oggi il Mezzogiorno.
  Il pacchetto emendativo di Forza Italia è un pacchetto che tenta di affrontare alcuni di questi argomenti, partendo da dati di fatto. Prima di tutto, vi è un giudizio politico, ovviamente, sul Governo Renzi e – mi permetto di dirlo –, seppur appena nato, sul Governo Gentiloni, alla luce anche della debole apertura che c’è stata, dal nostro punto di vista, in Commissione e della poca ambizione che maggioranza e Governo hanno avuto rispetto all'attività di modifica emendativa di questo decreto. Oltre al giudizio politico negativo rispetto a questi anni: prima Renzi si era presentato, insieme al Partito Democratico, a dire più volte che il Mezzogiorno meritava interventi straordinari, meritava una sorta di masterplan per rilanciare gli investimenti, per immaginare un percorso di sviluppo nuovo. Sono tutti argomenti che noi non abbiamo visto, sono argomenti su cui non c’è stata un'attività intensa e ce ne rammarichiamo. Infatti, era interesse di tutti, in particolar modo di un'opposizione responsabile, vedere provvedimenti significativi.
  Il giudizio politico, ovviamente, dicevo oltre che per le dichiarazioni non mantenute, sta nei numeri. Ne ricordo solo alcuni. Un dato è quello che riguarda, per Pag. 30esempio, la ricchezza pro capite. Si tratta di un dato che dimostra che il reddito pro capite è dimezzato rispetto al reddito pro capite del nord ovest italiano. Vi è poi il dramma della difficoltà che riguarda l'occupazione. Solo un giovane su quattro tra i 15 e i 34 anni oggi ha un'occupazione; in Grecia uno su tre e in Spagna uno su due. Sono dati che dimostrano una differenza grave rispetto anche a quella che, purtroppo, è considerata ormai periferia d'Europa in tema di sviluppo. Penso al problema legato a temi che sono indubbiamente all'attenzione delle istituzioni, ma che non hanno trovato delle risposte. Sono questioni che riguardano le carenze infrastrutturali. La distanza del Mezzogiorno delle principali mercati europei determina una poca attenzione rispetto ad investimenti delle aziende. Vi è, quindi, uno scoraggiamento di ogni iniziativa che possa determinare percorsi di sviluppo. Vi è la difficoltà nel recuperare efficienza e competitività. Vi sono provvedimenti che sono stati, via via, più volte ridiscussi e modificati, come ricordava la collega Prestigiacomo nel suo intervento di ieri, in periodi di tempo molto brevi, in cui era difficile poter anche esercitare un effetto applicativo degno di questo nome. Poi, vi è una difficoltà grave per quello che riguarda uno scenario che molti dimenticano e che tocca l'aspetto non solo ovviamente della coesione economica, ma anche della coesione sociale. C’è un Mezzogiorno che si trova in una condizione sempre più grave per quello che riguarda l'innalzamento della soglia di povertà, ma vi è anche una poca fiducia da parte dei giovani, delle nuove generazioni, rispetto a quelli che sono i temi della demografia. Noi abbiamo registrato, negli ultimi anni, un calo drammatico delle nascite, che è arrivato ad avere i valori che si esprimevano centocinquant'anni fa nel Paese. Insomma, si tratta di un territorio che dà l'idea, in questo momento, di non credere nello sviluppo, di non credere in un futuro che possa essere di interesse e, quindi, anche in una prospettiva che dia certezza, ovviamente non solo al Mezzogiorno, perché questa è la chiave fondamentale con cui noi vogliamo ragionare, ma rispetto alla tenuta del sistema Paese.
  Ben sappiamo che i territori che sono in fase di sviluppo e che devono riprendere un percorso di maggiore accelerazione per cogliere questa opportunità rappresentano l'elemento decisionale per quello che riguarda la crescita del sistema Italia, del Paese nei prossimi anni.
  È un errore pensare che ci sia un Nord che può crescere ulteriormente in modo «autonomo» o con forme di autonomia che possono essere maggiori rispetto ad oggi, quando i sistemi Paese si confrontano, dove il sistema Paese è forte. Si veda il caso della Germania: nel rapporto rispetto alla crescita degli ultimi vent'anni con la Germania Est, vi è stato un percorso di riunificazione che l'ha portata ad essere oggi motore di crescita dell'Europa. Sono, credo, elementi che devono essere posti alla nostra attenzione e al dibattito di quest'Aula, in un estremo tentativo di discussione, di riflessione e anche di voto.
  Noi abbiamo presentato un pacchetto emendativo che tenta di trattare tutti questi argomenti. Sono argomenti che, evidentemente, passano dal rafforzamento del potenziamento infrastrutturale. È difficile pensare per un'azienda di investire nelle aree svantaggiate, là dove non ci sono infrastrutture efficienti. Le ultime infrastrutture significative, in termini di procedure e di avvio, sono state fatte con le leggi obiettivo. È vero che è stata inaugurata la Salerno-Reggio Calabria, ma è figlia di un lavoro che ha visto protagonisti non solo il Governo che è appena caduto, ma sicuramente i Governi precedenti, che hanno stanziato le risorse e che hanno stabilito le procedure per poter consentire questo sviluppo. Quindi, sono risorse che possono venire dai fondi europei, che sono, evidentemente, finalizzati a un intervento infrastrutturale su cui c’è una grave carenza: il potenziamento della rete infrastrutturale viaria, il potenziamento delle reti che riguardano le ferrovie e, più in generale, anche, per stare sul terreno dell'attività posta nel testo del Governo, la questione dei porti.Pag. 31
  Noi ci siamo chiesti perché in questo provvedimento si debba puntare alla costituzione di un'Agenzia per l'utilizzo e per l'impiego di forza lavoro e per la formazione e la riqualificazione esclusivamente con criteri che vanno a toccare tre porti. L'attività emendativa che ha svolto il nostro gruppo, Forza Italia, è stata un'attività finalizzata ad allargare il profilo di questi interventi, a mettere nelle condizioni i porti delle intere aree svantaggiate di poter avere una prospettiva di sviluppo. Siamo stati sul terreno della maggioranza e del Governo, per sfidarli a fare un passo in avanti, per dare un'opportunità in più, che purtroppo non siamo riusciti a cogliere a causa della chiusura che abbiamo potuto riscontrare. Si tratta di interventi che puntavano a un riutilizzo delle risorse dei fondi europei. Anche su questo molto resta da scrivere nei prossimi tempi e nei prossimi anni e credo che sarà già un elemento di confronto importante per una campagna elettorale, che dovremo, comunque, celebrare da qui a qualche mese, noi auspichiamo ovviamente nei tempi e nei modi in cui la legge elettorale possa essere in grado di garantire una maggioranza alla Camera e al Senato, ma dovremo discutere di questi temi.
  Dovremo discutere nella prospettiva di riuscire a dare un percorso di valorizzazione di un territorio che in questo momento si trova in una grave condizione di difficoltà. I fondi europei prevedono, nell'agenda 2014-2020, 44 miliardi di euro di risorse: 44 miliardi di euro sono una cifra consistente, importante, che consentirebbe di poter operare, modificando anche sostanzialmente questa situazione, attraverso interventi che siano finalizzati, innanzitutto, così come prevede il programma europeo, al sostegno di un'economia che abbia la capacità di competere, soprattutto nel sistema delle piccole e medie imprese. Quindi, si tratta di programmi che siano finalizzati, anche col cofinanziamento dello Stato, a questo tipo di strumentazione e di interventi.
  Così come nel nostro pacchetto emendativo abbiamo presentato interventi che vedano protagonisti anche l'occupazione e la formazione di lavoratori che in questo momento si trovano in difficoltà, che prevedano una capacità di attrazione di investimenti e un'attenzione forte per quello che riguarda l'aspetto sociale.
  Noi non siamo andati alla ricerca di risorse inavvicinabili o da sottrarre ad altre vicende fondamentali della spesa pubblica e, quindi, dell'intervento dello Stato sul territorio. Noi siamo andati là dove le risorse esistono e non vengono impiegate in modo efficace. Pensiamo, per esempio, a ciò che abbiamo presentato in materia di investimenti dell'INAIL, andando a rivolgerci a quelle realtà di queste aree che si trovano oggi ad avere pochi elementi di sostegno sociale alle famiglie, che decidono di mettere al mondo dei figli.
  L'intervento che noi avevamo previsto, così come sullo stesso terreno il Governo ha preparato l'INAIL ad investimenti che riguardano la «buona scuola», prevede di allargare questo profilo di interventi agli asili, agli asili nido, a quelle strutture che sono in grado di dare un sostegno reale a dei giovani che evidentemente decidono di mettere al mondo dei figli, con una prospettiva di sviluppo, di tenuta. Basti pensare alle finalizzazioni che abbiamo proposto nella nostra attività emendativa sempre su questo decreto, alla ridotazione del Fondo per le non autosufficienze alla luce dell'ampliamento delle finalità assegnate e ai criteri con cui devono essere assegnate queste risorse sul territorio, come il criterio di deprivazione, per esempio, che è un elemento fondamentale di cui non si è mai tenuto conto e che, nel tempo, per esempio, ha modificato in modo significativo quelle che erano le risorse da destinare attraverso i piani della sanità ed evidentemente i patti della salute e gli strumenti di sostegno, che noi oggi riteniamo essere fondamentali per i nuclei familiari in difficoltà su questi territori.
  Risorse, quindi, che sono da attingere là dove esistono e dove nei programmi europei sono state adeguatamente finalizzate per questo tipo di intervento. Il Fondo per la coesione sociale e le forme di compartecipazione nei programmi operativi, che le regioni comunque possono Pag. 32adottare e potranno ulteriormente adottare, sono interventi che possono essere finalizzati a questa tipologia di strumentazione che consentirebbe di dare anche elementi di maggiore fiducia ad una difficoltà ormai strutturale rispetto a quelle che sono le sfide di una società che nel tempo ha perso l'ambizione di crescere e ha perso l'ambizione di pensare ad un futuro di questi territori che possa essere interessante per le nuove generazioni. Basti pensare agli emendamenti che abbiamo presentato mutuando quelli che sono altri esperimenti, relativi, per esempio, ai distretti e alla fiscalità di vantaggio.
  Abbiamo discusso più volte anche di questo argomento: ci sono gli spazi in Europa per poter discutere di una fiscalità di vantaggio in alcune aree di questi territori, in cui potremmo sperimentare quelle che sono forme di fiscalità che consentono di attrarre investimenti, ma anche di creare delle zone franche che consentano, in particolar modo proprio sull'autorità portuale, di immaginare un percorso di sviluppo rinnovato ?
  Insomma, Presidente, concludo ribadendo che, da parte nostra, su questo argomento, siamo stati molto propositivi, con delle proposte emendative responsabili, che hanno affrontato anche un tema importante, che riguarda evidentemente il terremoto e i gravi disastri che hanno toccato il nostro Paese anche in questi ultimi giorni, in questi ultimi mesi. Ma da parte del Governo l'idea è quella di una continuità negativa nei confronti del Governo precedente, che ha progressivamente ridotto gli stanziamenti, le risorse, il sostegno a questi territori in termini infrastrutturali, arrivando ad avere il 40 per cento in meno di risorse investite rispetto a quello che era stato investito dieci anni fa in termini di spesa pubblica.
  Presidente, noi riteniamo che questo non sia più accettabile. Abbiamo provato ancora ad emendare in sede d'esame della legge di bilancio, l'abbiamo rifatto in questa sede, auspichiamo che ci sia da parte dell'Aula un atteggiamento diverso sui nostri emendamenti e che questi argomenti possano essere ripresi con questo strumento e questo decreto o in futuri provvedimenti normativi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti. Prego, onorevole Laforgia.

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Signora Presidente, sulle proposte emendative, 1.15 Palese, 1.30 Labriola, 1.7 Petraroli, 1.5 e 1.6 Crippa, 1.51 De Lorenzis e 1.8 Petraroli il parere è contrario.
  Sulle proposte emendative 1.3 Crippa, 1.10 Petraroli, 1.23 Cristian Iannuzzi, 1.4 Crippa, 1.52 Saltamartini, 1.2 Lorefice, 1.32 Duranti, 1.50 Nesi, 1.53 Saltamartini, 1.050 De Lorenzis, 1.051 De Lorenzis, 1.052 De Lorenzis, 1.053 De Lorenzis, 1-bis.43 Duranti, 1-bis.42 Crippa, 2.4 Daga, gli identici emendamenti 2.1 Cariello e 2.27 Palese, 2.18 Pellegrino, 2.10 Mannino, gli identici 2.2 Cariello e 2.28 Palese, 2.9, 2.11 e 2.51 Mannino, identici 2.3 Cariello e 2.29 Palese, 2.6 Daga, 2.8 Mannino, 2.13 Petraroli e 2.5 Daga, parere contrario. Dell'emendamento 2.36 Zaratti chiedo un accantonamento.

  PRESIDENTE. Quindi si riserva di esprimere il parere.

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Sì, così come chiedo l'accantonamento degli emendamenti 2.20 e 2.21 Bratti. Sulle proposte emendative 3.50 Scotto, 3.2 Sammarco, 3.09 Palese, 3.014, 3.013 e 3.012 Turco e 3.050 Palese, parere contrario. Poi, chiedo poi un accantonamento dell'articolo 3-bis.

  PRESIDENTE. Quindi anche della proposta emendativa 3-bis.100 della Commissione.

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Sulle proposte emendative 3-quater.50 Alberto Giorgetti, 3-quinquies.015 Murgia, Pag. 333-quinquies.019 Rampelli, 4.51 De Lorenzis, 4.1 e 4.4 Saltamartini, 4.2 Russo, 4.21 Sammarco, 4.50 Scopelliti, 4.10 e 4.11 Franco Bordo, 4.016 e 4.017 Pisano, 4-bis.50 e 4-bis.52 De Lorenzis, parere contrario.
  Chiedo di accantonare l'emendamento 4-bis.51 Coppola. Parere favorevole sulla proposta emendativa 4-ter.100 della Commissione. Sulle proposte emendative 5.50 Prestigiacomo, 5.3 Rampelli, 5.13 e 5.12 Melilla, 5.11 Marcon, 5.1 Di Vita, 5.4 Russo, 5.2 Guidesi, 5.10, 5.9, 5.8 e 5.5 Carfagna, 5.6 Russo, 5.51 Di Vita, 5-bis.50 Saltamartini, 6.2 e 6.3 Sammarco, 6.015 Palese, 7.1, 7.5 e 7.46 Mannino, 7.7 Palese, 7.50 Saltamartini, 7.42 e 7.3 Mannino, 7.51 Saltamartini, 7.02 Melilla, 7.010 e 7-bis.050 Palese, 7-bis.052 Taglialatela, 7-bis.053 Murgia, 7-bis.054 Rampelli, parere contrario.
  Sull'emendamento 7-ter.100 della Commissione, parere favorevole. Sulle proposte emendative 7-quater.40 Prestigiacomo, 7-quater.01 Duranti, 7-quater.014 Latronico, 7-quater.015 Prestigiacomo e 7-quater.051 Taglialatela, parere contrario.
  Dell'emendamento 7-quinquies.50 Covello chiedo un accantonamento. Il parere è contrario sull'emendamento 7-sexies.50 Saltamartini, chiedo un accantonamento sull'emendamento 7-sexies.51 Palese, mentre il parere è contrario sugli emendamenti 7-septies.40 Latronico, 7-septies.41 Melilla, 7-septies.03 Ricciatti, 7-septies.02 Ricciatti, 7-septies.050 Fabrizio Di Stefano, 7-septies.031 Terzoni.

  PRESIDENTE. Ah, scusi, ne abbiamo saltati ben due. Articolo aggiuntivo 7-septies.022 Fabrizio Di Stefano ?

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 7-septies.023 Fabrizio Di Stefano ?

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 7-septies.031 Terzoni ?

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 7-septies.027 Gallinella ?

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 7-septies.026 Gallinella ?

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Contrario.

  PRESIDENTE. 7-septies.033 Terzoni ?

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Contrario.

  PRESIDENTE. 7-septies.028 Colletti ?

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Contrario.

  PRESIDENTE. 7-septies.016 Rampelli ?

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Contrario.

  PRESIDENTE. Ha detto contrario ?

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Sì, contrario.

  PRESIDENTE. 7-septies.018 Rampelli ?

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Contrario.

  PRESIDENTE. 7-septies.020 Rampelli ?

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Contrario.

  PRESIDENTE. 7-septies.021 Nastri ?

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Contrario.

  PRESIDENTE. 7-septies.01 Ricciatti ?

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Contrario.

Pag. 34

  PRESIDENTE. 7-septies.054 Rampelli ?

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Contrario.

  PRESIDENTE. 7-septies.013 Palese ?

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Contrario.

  PRESIDENTE. 7-septies.032 Colletti ?

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Contrario.

  PRESIDENTE. 7-septies.011 Prestigiacomo ?

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Contrario.

  PRESIDENTE. 7-septies.017 Rampelli ?

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Contrario.

  PRESIDENTE. 7-septies.051 Taglialatela ?

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Contrario.

  PRESIDENTE. 7-septies.052 Palese ?

  FRANCESCO LAFORGIA, Relatore. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  CLAUDIO DE VINCENTI, Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno. Parere conforme.

  FRANCESCO CARIELLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Sta sull'emendamento 1.15 Palese, giusto ?

  FRANCESCO CARIELLO. No, sto parlando sull'1-bis.42 Crippa, che dovrebbe essere assorbito da un emendamento già approvato in Commissione, l'ex 0.104.1 De Lorenzis.

  PRESIDENTE. Va bene, allora adesso verifichiamo con gli uffici, tanto non è il primo da votare, quindi lo verifichiamo strada facendo.

  FRANCESCO CARIELLO. Grazie.

  PRESIDENTE. Avete colto ? Gli uffici hanno preso nota di questo numero ? Penso di sì, va bene, andiamo avanti.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.15 Palese.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. L'emendamento sostanzialmente tenta di porre fine... Però, signora Presidente, io così non riesco a parlare.

  PRESIDENTE. Colleghi, scusatemi, il tema è noto a tutti e per tutti coloro che lo hanno seguito è molto complesso, per cui, se i colleghi che non seguono almeno stanno zitti, va bene. Prego, onorevole Palese, questo vale per tutti i lati dell'emiciclo.

  ROCCO PALESE. Riguarda sostanzialmente il progetto di ambientalizzazione dell'Ilva, industria ritenuta da ben tredici decreti, che sono stati finora approvati, fondamentale per lo sviluppo del Paese e anche dell'Europa in riferimento alla produzione di acciaio.
  È nota pure la posizione da parte della nostra componente, che determina essenziale la possibilità che Ilva continui a produrre, nel contesto però di una rigorosa ambientalizzazione e bonifica, che dovrà esserci da parte di questa industria.
  Non c’è dubbio su quanto hanno espresso in audizione sia il procuratore della Repubblica Greco che il procuratore della Repubblica di Taranto Capristo.
  Vi è una possibilità – ancora è una possibilità per quanto il decreto prevede in anticipo già la certezza quasi dell'utilizzazione Pag. 35di 1,3 miliardi di euro recuperati all'interno di alcune situazioni, perché la magistratura è intervenuta in termini sostanzialmente di confisca – anche se non c’è il definitivo lasciapassare. Debbono essere determinate delle scelte, in riferimento al piano di ambientalizzazione, che dovrà essere poi, peraltro, vincolato alla procedure di cessione di vendita di questa industria, nel contesto di quelle che dovranno essere poi le offerte che saranno pure da questo punto di vista una discriminante.
  Da più di un anno noi ascoltiamo ripetutamente, soprattutto nella mia regione, nella regione Puglia, una differenza enorme di vedute, tra l'impostazione del Governo e l'impostazione del presidente della regione. L'impostazione del Governo sostanzialmente è un'impostazione che determina un'ambientalizzazione secondo le tecnologie tradizionali, continuando a utilizzare fossili per l'alimentazione degli altiforni, che differisce completamente dall'impostazione resa nota, sia nelle audizioni che ci sono state a più riprese nei vari decreti sia anche negli atti formali che sono stati sostanziati dal presidente della regione con invio al Presidente del Consiglio e anche ai ministri competenti, di un piano completamente alternativo per poter alimentare gli altiforni, che riguarda la cosiddetta utilizzazione del gas con il processo di decarbonizzazione.
  Ora siccome non c’è un punto fermo, noi abbiamo a più riprese chiesto una comparazione dei due sistemi, una comparazione che avrebbe dovuto essere fatta da esperti da parte del Governo e determinare una scelta appropriata.

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

  ROCCO PALESE. Perché la raccomandazione qual è ? È quella di utilizzare al meglio queste risorse, perché queste risorse per l'ambientalizzazione della discarica, per le bonifiche, anche per poter fare tecnologie per produrre acciaio pulito, per fare la sintesi di lavoro e anche salute su Taranto, debbono essere poi determinate in questo contesto. Non avendo mai avuto una risposta precisa, senza continuare questo ping-pong continuo, pur essendo le procedure di gara ancora aperte, noi abbiamo ritenuto però che non può esserci speculazione, né da parte del Governo né da parte del presidente della regione, su una cosa così importante e essenziale. Quindi, la formalizzazione è per tentare di mettere fine a questo tipo di speculazione e a questo tipo di continuo ping pong che c’è stato.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Palese...

  ROCCO PALESE. Quindi so bene che il parere è contrario, anche in Commissione ne abbiam parlato, però il Governo adesso se ne assume le responsabilità, di differenziarsi totalmente e definitamente dalla posizione della regione.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Palese.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Su questo tema evidentemente bisogna fare un attimino di chiarezza, perché quando vediamo esponenti del Partito Democratico, autorevoli come il presidente di una regione, che fa campagne informative per la decarbonizzazione dell'Ilva di Taranto, fa convegni con gli ordini professionali per cercare di comprendere i meccanismi con cui possono stare in piedi processi di decarbonizzazione legati alla produzione dell'acciaio, poi però, ahimè, forse vi è la solita sindrome del Partito Democratico sulla diversità tra le amministrazioni locali e regionali e quella nazionale.
  Lo vediamo anche in altri campi, come quello per le autorizzazioni petrolifere. E qui la discrasia è proprio quella. Oggi abbiamo l'opportunità – il collega Palese probabilmente, segnalava un'incongruenza di base legata a questo aspetto – e cioè di fatto noi chiediamo, con questo emendamento, se volete ottenere un processo Pag. 36chiaro e lineare di decarbonizzazione, evidentemente dovete metterlo come criterio prioritario all'interno del bando.
  Ovviamente ci risponderà il Ministro De Vincenti che già la procedura è in corso e, quindi, non si possono fare modifiche a un bando esistente. Peraltro, questa è la motivazione con cui il MoVimento 5 Stelle, a giugno dell'anno scorso, disse di parlare di un atto, che era quello di cessione aziendale, che il Ministro Guidi allora aveva firmato il giorno della Befana. Evidentemente sembrava un po’ paradossale, perché sembrava che non si potesse mettere mano a quella stessa argomentazione nel decreto. Infatti, la manifestazione di interesse era già emersa prima che le Commissioni parlamentari ne avessero presa visione. Ovviamente, nessuno stupore da parte, allora, dei due presidenti Realacci ed Epifani, perché guai ad andare contro il Governo nazionale. Evidentemente, oggi, ci ritroviamo in quella condizione in cui, ancora una volta, forse, avremmo potuto incidere maggiormente durante la stesura di quel bando, andando a mettere delle condizioni vincolanti. Oggi ne abbiamo di nuovo un'opportunità, perché, ahimè, il legislatore può fare delle normative anche successive, con cui, comunque, vengono riaperti i termini dei bandi; non è che il bando salta ed evidentemente non si può far nulla, anche perché siamo arrivati al dodicesimo decreto sull'Ilva, non è che, se ci mettiamo qualche mese in più per migliorare la procedura, qualcuno si offende, visto che ormai abbiamo fatto qualsiasi tipo di infrazione da un punto di vista ambientale e, soprattutto, di depenalizzazione in mano ai commissari, per cui non abbiamo alcun tipo di profilo di responsabilità che incombe.
  Io credo che, su questo punto, serva veramente un voto di chiarezza sull'ipocrisia del Partito Democratico, che, da un lato, finge di trovare una soluzione di sostenibilità a basso contenuto emissivo con le BAT a livello delle acciaierie e, dall'altro, si scontra con i fatti, per cui alcuni dei rappresentanti di Federacciai vanno, invece, a dichiarare che quella di Taranto non potrà mai essere convertita a gas, che Taranto non potrà mai essere un'acciaieria diversa da quella che è, e quindi, conseguentemente, si porta anche dietro tutte le problematiche ambientali e di salute che ben conosciamo.
  Questo emendamento è lo specchio con cui ci troveremo ad affrontare anche questo decreto, in cui, ancora una volta, chiedete di derogare ad alcune normative e, quindi, c’è uno spostamento, anche qua, di limiti temporali; noi vi abbiamo chiesto, in emendamenti successivi, di mettere dei paletti, non sono stati accettati; ritorneremo su quei paletti perché è importante anche vedere quali furono le dichiarazioni dei sottosegretari di allora, Ministro De Vincenti, perché il suo sottosegretario Vicari lasciò a verbale delle dichiarazioni di non spezzatino durante...

  PRESIDENTE. Potete abbassare il tono della voce, colleghi ? Perché veramente...

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, attendevo il suo intervento, però un po’ invano, perché ormai ho concluso, però, se magari cerca di mantenere un po’ l'Aula più attenta all'inizio dell'intervento e non alla fine potrebbe essere una soluzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Crippa, della precisazione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Massa. Ne ha facoltà.

  FEDERICO MASSA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, io credo che in questa vicenda un punto fermo, chiarissimo, è stato posto con gli interventi normativi che hanno definito il perimetro delle possibili offerte per la cessione degli stabilimenti di Taranto.
  Vedete, dire «decarbonizzazione» significa dire qualche cosa su cui siamo tutti d'accordo. Dire che chi acquista lo stabilimento Ilva deve praticare e rispettare il principio delle migliori tecnologie disponibili è cosa non discussa e non discutibile.Pag. 37
  I parametri ambientali definiti con il DPCM del 2014 e successivamente confermati e ribaditi nell'autorizzazione integrata ambientale garantiscono che la produzione di quello stabilimento risponderà dei migliori possibili parametri ambientali e che quella produzione deve avvenire in un contesto nel quale questo Parlamento ha impegnato le risorse provenienti dalla famiglia Riva, confiscate alla famiglia Riva, recuperate dalla famiglia Riva, cui la fabbrica è stata sottratta perché veniva gestita nella maniera in cui è stata gestita, sono puntualmente definiti (Commenti del deputato Palese)...

  PRESIDENTE. Onorevole Palese...

  FEDERICO MASSA. ...sono puntualmente definiti all'interno dei parametri di una procedura alla quale hanno partecipato, confidando nelle regole che questo Parlamento ha posto, fra i maggiori gruppi industriali d'Europa. L'impegno dello Stato e degli enti pubblici è quello di impiegare ingenti risorse per la bonifica, ma è necessario che dal punto di vista imprenditoriale un soggetto si faccia carico di intervenire nella riconversione produttiva di quella fabbrica. Quel soggetto deve sapere che, se rispetta le regole, in questo Paese, in Italia, in Puglia e a Taranto, può guardare a dei parametri regolamentari indiscussi e indiscutibili, ma deve anche sapere che, se a quei parametri, a quelle condizioni, a quel perimetro intendesse sottrarsi, questo Paese, in Italia, in Puglia e a Taranto, è in condizione di fare rispettare il diritto e la civiltà. Questo è il punto: coniugare veramente e non a parole, non declamare la necessità di coniugare produzione e ambiente, ma praticare la possibilità di coniugare produzione e ambiente, dire: possiamo ricominciare da zero. Onorevoli colleghi, io su questo punto credo che si debba veramente fare chiarezza. Quello che ha detto il collega del MoVimento 5 Stelle, che ci vuole ? Ricominciamo da zero, rifacciamo le regole, qualcuno parteciperà. Non solo daremmo l'immagine falsa di un Paese che non è in grado di assumersi le sue responsabilità, ma rischieremmo di porre le premesse perché quello stabilimento, quella produzione, quel contesto ambientale subisca veramente un degrado irreversibile, sia veramente esposto alla dissoluzione, non solo produttiva, ma anche sociale. Noi siamo un Paese serio, cari colleghi del Cinque Stelle ! Noi formiamo le regole, noi siamo in grado, quelle regole, di farle rispettare !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Io intervengo per fare un po’ di chiarezza, viste le tante bugie che sono state raccontate in soli due interventi dall'onorevole Palese e dall'onorevole Massa.
  La prima è che non esiste un acciaio pulito. Lo stabilimento dell'Ilva, come ho già dichiarato in discussione generale, nel 2010 emetteva dai soli camini, quindi dalle sole emissioni controllate, oltre 4 mila tonnellate di polvere, 11 mila tonnellate di diossido di azoto, 11.300 tonnellate di anidride solforosa, 7 mila tonnellate di acido cloridrico, una tonnellata e 300 chili di benzene, 338 chili di idrocarburi policiclici aromatici: il che vuol dire che la decarbonizzazione, cioè la riduzione delle emissioni di CO2, è una parte dei problemi di quello stabilimento. Quindi, da questo punto di vista, dire, come fa Emiliano, che la decarbonizzazione rende quel processo industriale ecocompatibile ed ecosostenibile con la salute umana e la vita umana è assolutamente una cosa non vera.
  L'altra bugia, che è stata appena detta dall'onorevole Massa, è che noi siamo in grado di far rispettare le regole.

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

  DIEGO DE LORENZIS. Concludo, Presidente. Noi abbiamo detto, a coloro che hanno partecipato a questa manifestazione di interesse, che basterà avviare l'80 per cento degli interventi previsti dalle prescrizioni Pag. 38dell'autorizzazione integrata ambientale per dire che l'autorizzazione integrata ambientale e le sue prescrizioni sono rispettate, che è cosa ben diversa dal mettere in campo e dal concludere tutti gli interventi previsti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.15 Palese, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.30 Labriola, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.7 Petraroli.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Petraroli. Ne ha facoltà.

  COSIMO PETRAROLI. Grazie, Presidente. L'articolo 1 apporta ulteriori modifiche al processo di trasferimento dei complessi aziendali del gruppo Ilva, intervenendo, poi, sulle disposizioni contenute nel decreto n. 191 del 2015. In particolare, si prorogano le attività dei tre commissari che continueranno a operare dopo il trasferimento del complesso aziendale. Si introduce, in pratica, un nuovo comma, l'8.4. Ebbene, il contratto con il quale sarà regolato il trasferimento al soggetto aggiudicatario dovrà definire anche le modalità della procedura di amministrazione straordinaria che svolgeranno o proseguiranno le attività esecutive e di vigilanza. Con questo mio emendamento chiediamo la pubblicazione del contratto sul sito del Ministero dell'ambiente o attraverso i siti web istituzionali a disposizione del Governo, affinché, Presidente, non accada quello che è già avvenuto anni fa, nel 1995, quando ci fu la privatizzazione dell'Italsider, iniziata con il Governo Dini e poi proseguita con il Governo Prodi, provocando non poche polemiche, ad esempio, sul prezzo pagato dai Riva. I contenuti reali di quel contratto non sono mai stati resi noti nemmeno nelle parti che riguardano le questioni ambientali, quindi, la situazione in cui ci troviamo ora è simile, appunto, a quella del 1995 e i cittadini di Taranto, di Statte e di tutta la provincia, hanno il diritto di conoscere le modalità attraverso cui i commissari svolgeranno o, comunque, proseguiranno le attività, in base anche agli oltre 2 miliardi di euro che lo Stato ci ha messo attraverso finanziamenti diretti o magari sgravi fiscali.
  In pratica è giusto che anche i cittadini di Taranto e provincia sappiano come voi decidete il futuro e la salute dei cittadini della provincia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Presidente, se c’è una cosa che non si può negare di tutta questa vicenda Ilva, e quindi dei dodici decreti finora emanati da questo Governo, che è la continuazione di quello precedente, è che in tutta questa vicenda è mancata la trasparenza, e continua a mancare, evidentemente, se è vero che lo Stato rimarrà presente all'interno di quello stabilimento industriale con una propria struttura commissariale anche al subentro dell'aggiudicatario privato; beh, credo che sia opportuno sapere che le loro attività sono regolamentate da un contratto, le loro responsabilità nell'attività di monitoraggio delle iniziative per il rispetto delle prescrizioni sono, appunto, parte del loro compito e noi chiediamo, semplicemente, di avere, per trasparenza nei confronti Pag. 39dell'opinione pubblica e non soltanto dei tarantini, evidenza di questo contratto su un sito web istituzionale, sul sito del Ministero dell'ambiente. Credo che sia una richiesta minima di trasparenza per aumentare il livello anche di coinvolgimento dell'opinione pubblica nell'opera di controllo diffuso che i commissari faranno, appunto, nell'attuazione delle prescrizioni.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.7 Petraroli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.5 Crippa.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Una precisazione anche rispetto agli interventi di prima, come quello del collega Massa; volevo solo ricordare che la serietà forse starebbe, anche, nel fatto che, se non volete cambiare, come dite, solo oggi le carte in tavola rispetto alla vendita del complesso dell'Ilva, non dovevate farlo nemmeno la volta precedente, ovvero, quale ? Quella dove avete tolto da in capo all'acquirente l'onere di restituzione di un prestito finanziario che, invece, poi, a giugno scorso avete opportunamente modificato. Quella è una condizione per la quale, evidentemente, un acquirente che davanti a una manifestazione di interesse poteva fermarsi in virtù del fatto che doveva restituire un prestito, voi, poi, successivamente, avete cambiato le regole del gioco e comunque la procedura è andata avanti. Quindi, se volete essere seri, presumibilmente, rifate tutto un iter e magari in quell'iter mettete anche delle condizioni un po’ più restrittive di quelle di natura ambientale che avete fatto finta di inserire finora. Collega Massa, forse vada anche a vedere, visto che ha citato la gestione anche criminale che la famiglia Riva ha fatto dell'Ilva di Taranto, chi finanziava la famiglia Riva all'epoca e quali partiti politici finanziava la famiglia Riva (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché non si può fare della demagogia spiccia all'interno di quest'Aula o fare l'azzeccagarbugli di turno e non ricordarsi che il proprio partito a preso soldi da quella famiglia e quindi sicuramente anche le elezioni che vengono da quel territorio sono anche frutto di connivenze magari politiche di questa gestione un po’ allegra anche del settore dei controlli.
  Oggi ci troviamo ad affrontare una crisi fortissima e vi chiediamo di cercare di migliorare tali condizioni non derogando a tutto e quindi mi piacerebbe comprendere le motivazioni della bocciatura di questo emendamento se siano quelle per cui considerate per l'ennesima volta il fatto che sia ultroneo, che sia pleonastico. A noi ormai spaventa un po’ tutto: il fatto che quello che avviene all'interno dei confini dell'Ilva sia in deroga a qualsiasi normativa. Noi chiediamo oggi almeno un punto fermo sul fatto che le attività di bonifica successiva dovranno seguire un iter ben preciso: quello normato dalla legge per tutto l'altro territorio italiano e non soltanto per l'Ilva di Taranto. Ciò sembra un elemento di chiarezza e di garanzia perché c’è tutta una serie di discariche interne e tutte in deroga, diverse dalla una gestione istituita dal decreto legislativo n. 152 del 2006. Dunque vi stiamo chiedendo se le bonifiche che andrà a progettare e a gestire il commissario successivamente alla vendita potranno seguire il canale giuridico e amministrativo che viene seguito in tutto il resto d'Italia o avranno anche in questo caso una procedura speciale, anche qui sarà prevista una deroga sui comportamenti ? Ci spiegate per quale motivo questo emendamento non può essere accolto ?

Pag. 40

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Anch'io intervengo perché mi sembra ovvio che l'onorevole Massa dovrebbe rivolgere i suoi interventi al presidente Emiliano perché delle due l'una: o come Partito Democratico non vi interessa la decarbonizzazione e quindi forse è inutile andare a raccontare bugie ai pugliesi, ai tarantini e agli italiani tutti oppure, per altro verso, forse l'onorevole Massa ci vuole dire che, se avessero inserite queste clausole all'interno del bando per la manifestazione d'interesse, probabilmente nessun attore politico avrebbe avuto interesse economico a prendere in mano le redini di quello stabilimento proprio perché la produzione in questo modo sarebbe assolutamente antieconomica.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.5 Crippa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.6 Crippa.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. L'emendamento in esame ovviamente seguirà le sorti del precedente, ma non demordo. Nelle modalità in cui l'ARPA Puglia ha evidenziato come il piano di caratterizzazione abbia dato risultati analitici non reali rispetto a quelli che poi sono stati riscontrati durante alcuni campionamenti successivi, noi vi chiediamo di mettere l'ARPA Puglia nelle condizioni di collaborare alla stesura dei piani di caratterizzazione e, quindi, di stabilire uno strumento un po’ più di tutela della collettività e magari di un po’ più di gestione con enti regionali, in maniera tale che sostanzialmente non possiamo avere il dubbio che le analisi fatte allora sul piano di caratterizzazione non possano essere considerate veritiere, così come ci viene detto in alcuni rapporti.
  Noi crediamo che, una popolazione debba avere almeno i dati su cui ragionare, dati validati non da istituti privati di analisi, ma mettiamo la funzione pubblica in mezzo a queste valutazioni, perché abbiamo le possibilità di farlo realmente. Cerchiamo di dare una risposta ai cittadini dicendo che questi dati almeno verranno elaborati in collaborazione con l'ARPA Puglia, ma anche su questo punto la risposta è negativa. Comprendiamo che magari possa non piacere ai commissari avere il fiato sul collo dei controlli periodici, però probabilmente bisogna anche ragionare che ormai la popolazione è un po’ stanca di una gestione fatta con dodici decreti legati a questa faccenda. Forse la popolazione avrebbe magari bisogno anche di una garanzia ulteriore. Allora noi chiediamo a questo punto che l'ARPA diventi il braccio operativo un po’ più partecipe all'interno di questo percorso di bonifica e quindi che non si lasci anche in questo caso all'iniziativa privata di analisi, di scelta dei piani di caratterizzazione, con una deroga, ma lasciamo all'ARPA questa possibilità. Credo sia importante anche come risposta per i cittadini. Anche in questo caso però temo, vedendo il parere del relatore, che ci sia un parere contrario. Evidentemente voi non sentite tale necessità che arriva dai cittadini di avere una risposta oggettiva, di avere un sostegno dallo Stato che analizzi e controlli: no, lo Stato ormai secondo voi deve solo fare decreti e intervenire in emergenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 411.6 Crippa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.51 De Lorenzis.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Presidente, volevo intervenire perché con questo emendamento noi chiediamo con riguardo a tutti gli interventi previsti dal piano di bonifica che i commissari devono attuare e devono monitorare, che tale piano e tali iniziative vadano avanti fino alla completa bonifica ambientale della zona comprese tutte le aree, incluse anche quelle del sottosuolo quindi fino ad arrivare alle falde idriche, tenuto conto che le attività portate avanti finora dallo stabilimento hanno inquinato non soltanto l'aria attraverso il rilascio di sostanze tossiche nell'atmosfera e di polveri sottili nell'ambiente circostante, ma hanno inquinato ovviamente anche il terreno e la falda idrica. Quindi chiediamo che l'intervento previsto dal piano non sia limitato alle azioni oggi preventivate, ma che la bonifica di quell'area, di quel territorio sia assolutamente completa, quindi che riguardi il suolo come sottosuolo e che sia portata avanti fino ad una bonifica completa. Credo che sia il minimo dopo i decenni di disastro che quel territorio ha vissuto e quindi credo che una risposta seria da parte della politica, del Governo e di questa maggioranza dovrebbe prendere in considerazione questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Questo emendamento merita particolare attenzione per un motivo molto semplice: perché qui nessuno può dimenticare ciò che è in essere in questo momento. In questo momento è in essere o sono per lo meno in essere le procedure di espletamento di gara che ci sono state ma, attenzione, perché queste procedure di gara sono sub judice perché il presidente della regione è venuto in audizione e a tutti noi ha distribuito copia del ricorso che ha fatto alla Corte costituzionale la regione Puglia contro il decreto che prevedeva tutta quella serie di procedure che l'onorevole Massa poco fa ci ricordava. Vi è un punto essenziale rispetto a tutte le situazioni che si sono innestate, oltre al problema dell'utilizzo o meno del carbone o del gas. Finalmente il Governo si è preso le proprie responsabilità e ha detto che si deve continuare col carbone, anche se con un processo di tecnologia avanzata. C’è anche la richiesta di revisione dell'AIA in riferimento a quella che è la produzione. Infatti, in base alla produzione, si modifica il tasso di inquinamento. Al di là di tutte queste situazioni, lì c’è una bonifica da affrontare. C’è una discarica enorme che ha inquinato probabilmente la falda. Non ci sono solo il terreno e il perimetro dove è circoscritta l'Ilva. Il mio amico, onorevole Chiarelli, signora Presidente, più volte sollecita anche rispetto alle zone circostanti, che sono inquinate. Bisogna intervenire. Rispetto a tutto questo non c’è traccia dei criteri relativamente al processo di bonifica e relativamente alla revisione eventuale dell'AIA, che viene chiesta dalla regione, che viene sollecitata anche nel contesto dei ricorsi che sono stati formalizzati alla Corte costituzionale.
  Noi riteniamo che la bonifica debba essere totale rispetto a quelli che sono i problemi di inquinamento in campo. Infatti, solo in questa maniera si può avviare un percorso e continuare il percorso di produzione, conservando anche i livelli occupazionali, che non vanno assolutamente tralasciati in una città dove – è inutile parlarne – la crisi economica e la povertà dilagano in maniera incredibile Pag. 42(Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.51 De Lorenzis, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.8 Petraroli.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Petraroli. Ne ha facoltà.

  COSIMO PETRAROLI. Grazie, Presidente. Con l'articolo 1, il Governo intende prolungare i termini di durata dell'amministrazione straordinaria fino alla scadenza del termine ultimo per l'attuazione del piano ambientale, per consentire il compimento dell'attività attualmente in corso. In questo arco di tempo, però, si autorizzano i commissari ad individuare e a realizzare ulteriori interventi di decontaminazione e risanamento ambientale non previsti all'interno del piano, ma, allo stesso tempo, strettamente connessi, così c’è scritto nel decreto. Questa parte dell'articolo, quindi, si presenta davvero poco chiara. In sostanza si assegna la facoltà ai commissari di decidere come e dove bonificare, senza che sia specificata la procedura con la quale sarà effettuata. Quindi, il testo presentato al Governo, così come scritto, lascia intendere l'ampia libertà di scelta, da parte dei commissari, di decidere su quali aree effettuare la caratterizzazione, su quali aree realizzare le opportune analisi e se, eventualmente, procedere con le attività di bonifica. Questa norma, quindi, se approvata, ci porrebbe davanti a un ulteriore abuso. Tali modifiche al piano ambientale, infatti, già ora rappresentano una deroga alle procedure di riesame dell'AIA, di cui il piano ambientale è parte integrante.
  Con questo emendamento si dispone che, anche per ulteriori interventi di decontaminazione e risanamento ambientale, non previsti nell'ambito del piano, si debbono comunque rispettare le disposizioni contenute negli articoli 252 e 252-bis del decreto legislativo n. 152 del 2006, in materia di interesse strategico nazionale.

Testo sostituito con l'errata corrige del 8 FEBBRAIO 2017   PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.8 Petraroli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.8 Petraroli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Testo sostituito con l'errata corrige del 8 FEBBRAIO 2017   Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 7).
  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Testo sostituito con l'errata corrige del 8 FEBBRAIO 2017   Passiamo alla votazione dell'emendamento Crippa 1.3.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Crippa 1.3.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Scusi, l'emendamento è l'1.3 ? A che pagina ?

  PRESIDENTE. A pagina 4 del fascicolo, emendamento 1.3.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie. Presidente, questo è un emendamento che riguarda una questione già affrontata in Commissione, rispetto alla quale il Governo ha detto che, di fatto, era già compresa all'interno delle intenzioni e del contenuto del decreto. Noi, però, ci teniamo a precisarlo ancora in Aula, perché abbiamo la consapevolezza che lo spezzatino che l'allora sottosegretario Vicari aveva, ovviamente, negato si farà di fatto. Nel complesso l'Ilva viene già smantellata nelle sue società, vengono ceduti alcuni rami di azienda e, per di più, ci sarà probabilmente la non acquisizione delle parti non interessanti, cioè quelle per cui la tecnologia Pag. 43funzionale non è più in grado di dare nessun tipo di profitto e per le quali rimangono solo i costi di smaltimento. Noi chiediamo che vengano date delle risposte chiare, anche per quanto riguarda lo smantellamento di queste cattedrali, che poi rimarranno nel deserto. Vorremmo dei tempi certi sullo smantellamento. Infatti, nel momento in cui questa area non produttiva non è considerata oggetto da smantellare, io credo che possa essere sempre tenuta come fabbricato non produttivo. Quindi, all'interno di un sito, non è detto che io sia strettamente impegnato a dover demolire una parte non produttiva dell'azienda. Quindi, ho la consapevolezza che – ahimè ! – le bonifiche non riguarderanno queste parti, che, per il momento, non sono considerate produttive. Rimarrà sempre il dubbio che – chissà – magari potremmo poi riattivare determinate porzioni e, quindi, far rifunzionare determinati settori che oggi non hanno trovato nessun tipo di acquirente o di interesse nel mercato. Con questa risposta temo che non si andranno a bonificare quegli impianti che verranno abbandonati. Avendo una rilevantissima porzione di amianto anche all'interno di numerose attrezzature impiantistiche utilizzate nel sito produttivo dell'Ilva, la problematica ovviamente aumenta in maniera esponenziale. Noi vi chiediamo che venga specificato che lo smantellamento e la bonifica delle parti di impianto che non saranno oggetto di cessione vengano eseguiti in maniera contestuale nel predetto piano, perché non vorremmo che, alla fine, rimanga terra di nessuno e quelle bonifiche non vengano messe in campo operativamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 Crippa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.10 Petraroli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.23 Cristian Iannuzzi, su cui vi è il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signora Presidente, a me spiace molto che il Governo e la maggioranza abbiano bocciato l'emendamento precedente, su cui avevo chiesto di intervenire, perché uno dei problemi seri a Taranto è rappresentato dalle informazioni derivanti dalle analisi ed i rilievi. A Taranto si sono stancati di attendere il perito di turno nominato dal Presidente della regione, il quale dice una cosa, l'ARPA, che ne dice un'altra, il perito nominato dal magistrato, che tira fuori in maniera estemporanea alcune cose, e poi gli studi del Ministero, quelli dell'Istituto superiore di sanità e quant'altro. Era infatti un emendamento in cui si diceva che le strutture statali o regionali dovevano rendere note, come informazioni, i risultati e i monitoraggi che venivano fatti. Non si riesce a capire perché mai si è detto di no a una esigenza principale, prioritaria dei cittadini di Taranto, che chiedono, rispetto alla produzione in atto, giorno per giorno, se l'inquinamento è uguale, superiore o inferiore a quello di prima. E poi, soprattutto, se ci sono questi tassi di inquinamento e che tipo di possibile danno sanitario provocano. Se non si risolve questo problema, non ci sarà mai Pag. 44la possibilità di far accettare fino in fondo un'industria risanata e ambientalizzata.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.23 Cristian Iannuzzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.4 Crippa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.52 Saltamartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Lorefice, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.32 Duranti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.50 Nesi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.53 Saltamartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 1.050 De Lorenzis.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Presidente, vorrei fare un intervento per provare a spiegare questo emendamento. Si tratta di chiedere al Governo che le discariche poste all'interno del perimetro dello stabilimento, che sono discariche usate praticamente per decenni per accogliere rifiuti speciali anche al di fuori della produzione, Pag. 45dei processi produttivi dello stabilimento, vengano caratterizzate secondo quelle che sono le normative vigenti.
  Questo, dal nostro punto di vista, è necessario, perché qualunque progettista, che sia un ingegnere, un architetto, un geometra, ma aggiungerei anche un qualunque professionista, che sia un avvocato o un medico, vi dirà che, per poter intervenire in maniera assolutamente consapevole, la prima cosa da fare è fare una diagnosi di quello che c’è. Ciò vuol dire fare le cose in maniera sensata, avendo contezza di quello che si ha davanti. Immagino quindi un avvocato, che magari prima parla con il proprio assistito; penso a un medico, che magari vuole visitarvi prima di darvi un'aspirina o di consigliarvi di fare un intervento chirurgico. Allo stesso modo, qualunque altro tipo di azione professionale deve svolgersi secondo dei criteri di buonsenso, di conoscenza, di consapevolezza.
  Allora, Ministro De Vincenti, che è qui in Aula, vorrei sapere per quale ragione per delle discariche di rifiuti speciali che sono all'interno dello stabilimento, lo Stato italiano che ha gestito quello stabilimento, per un arco di tempo direi rilevante, non vuole intraprendere un'azione di conoscenza di quello che è stato depositato in questi anni all'interno di quelle cave e all'interno di quelle discariche.
  Si parla di rifiuti speciali, che non sono i rifiuti urbani, come magari qualche cittadino da casa può immaginare, quindi sono rifiuti altamente pericolosi. Si tratta spesso di rifiuti tossici. Come è possibile che lo Stato italiano si rifiuta di fare una caratterizzazione, di fare banalmente anche un carotaggio con delle analisi per vedere quello che all'interno di quelle discariche lì si trova ?
  Faccio notare che in questi mesi, agli onori della cronaca, in Puglia ma ovviamente anche nel resto d'Italia, è praticamente quotidiano il ritrovamento di discariche abusive e di discariche dove per decenni la politica, l'imprenditoria e probabilmente in alcune anche la criminalità, hanno riversato in maniera assolutamente non classificata e indistinta qualunque tipo di rifiuto.
  Ora noi abbiamo uno stabilimento che il Governo, la maggioranza, dice di voler portare a produrre ancora. Io chiedo: ma è possibile, visto che lo scandalo dell'Ilva è nato da un'emergenza sanitaria, da un'emergenza ambientale ? È possibile ignorare la conoscenza dei rifiuti che sono seppelliti in quelle discariche ? Discariche, tra l'altro, che sono state ancora autorizzate a ricevere ulteriori rifiuti. È possibile operare in questo modo ?
  Le dico da ingegnere: qualunque attività prevede la conoscenza dello stato dell'arte, la conoscenza dello stato dei fatti. Allora noi dovremmo forse sapere che cosa c’è in quelle discariche, per capire se è possibile continuare ad autorizzare ulteriori sversamenti in quelle discariche. Io credo che sia una richiesta di buonsenso, Presidente. Credo che lo Stato italiano e, quindi, il Governo qui rappresentato, e la maggioranza debbano prendersi la responsabilità di fare delle analisi approfondite di queste discariche.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.050 De Lorenzis, con parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.051 De Lorenzis, con parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Pag. 46

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 1.052 De Lorenzis.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Non soltanto, quindi, con la bocciatura appena fatta da questo Parlamento alla proposta emendativa precedente, si vieta all'opinione pubblica di sapere in tempo reale, con dei dati aperti e accessibili sul sito ministeriale, quali sono gli inquinanti che vengono prodotti dallo stabilimento.
  Ma c’è il rischio, se bocciate anche quest'articolo aggiuntivo, che praticamente state dicendo di no – mi rivolgo anche alla maggioranza – anche alla possibile riconversione economica dell'area di Taranto.
  Noi stiamo dicendo, con questa proposta emendativa, che il golfo di Taranto è meritevole di tutela, esattamente al pari di altri del resto d'Italia. Ci sembra questo il minimo riconoscimento che si deve alla città di Taranto e a tutto l'arco ionico, per avere sopportato questi decenni di inquinamento. Si tratta in qualche modo di modificare anche la normativa vigente – e questo avrebbe effetti lungo tutte le coste italiane – per evitare un'approssimazione troppo vicina delle trivelle, per l'esplorazione e lo sfruttamento di eventuali risorse petrolifere nei nostri mari.
  Quindi, con questo articolo aggiuntivo, noi agiamo su due aspetti. Il primo è l'istituzione del golfo di Taranto come area da tutelare. Il secondo è quello di tutelare in generale i mari italiani, e, qualora ci siano interessi allo sfruttamento delle risorse del sottosuolo dal punto di vista petrolifero, di rendere più distanti queste eventuali piattaforme.
  Noi sappiamo che questo Governo ha fatto praticamente una campagna pro trivelle quando c’è stato il referendum e sappiamo che si è dimesso il Ministro dello sviluppo economico Guidi, proprio per gli affari che una parte (Commenti)... Prego, può prendere la parola se intende intervenire.

  PRESIDENTE. Colleghi, lasciate parlare il collega De Lorenzis

  DIEGO DE LORENZIS. Come dicevo, Presidente, questo Governo è stato assolutamente pro trivellazioni in mare. È assolutamente anche a favore dello sfruttamento delle risorse petrolifere del suolo italiano. Allora noi chiediamo un intervento di tutela dei nostri mari per potere rilanciare il turismo, perché da una parte abbiamo il Ministro Franceschini che fa promesse e che annuncia grandi investimenti in questo settore e poi, quando vi si presenta l'occasione di tutelare maggiormente i mari italiani e dare, quindi, impulso anche a un'economia diversa assolutamente e realmente sostenibile – non come la fantasiosa decarbonizzazione dello stabilimento –, ebbene, voi siete quelli che dicono di no (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.052 De Lorenzis, parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

  Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.053 De Lorenzis.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Grazie Presidente. Dato che noi siamo sempre tacciati dal Governo e dalla maggioranza come quelli populisti, che non hanno idee e che non hanno proposte, non soltanto in dodici decreti vi abbiamo illustrato quanto già accaduto a Pittsburgh, a Bilbao, in fatto di riconversione economica degli stabilimenti siderurgici, ma vogliamo andare oltre.Pag. 47
  Vogliamo provare a dare, a voi e all'opinione pubblica, un'idea di una Taranto diversa. Taranto sicuramente è piena di contraddizioni, ma è anche, proprio perché vive queste contraddizioni, una città bellissima. Non parlo soltanto della parte storica e culturale, della parte museale, che pure c’è a Taranto. Parlo delle sue risorse, delle sue risorse naturali, naturalistiche e paesaggistiche. E allora oggi vi chiediamo, con questo provvedimento, un impegno concreto. Chiediamo di inserire il Mar Piccolo – che è un unicum assoluto, non soltanto nel panorama italiano, ma probabilmente nel panorama mondiale, perché la conformazione geomorfologica di quell'area è davvero straordinaria – e le isole Cheradi come aree marine protette. In quell'arco di mare, del Mar Ionio, non è poco frequente incontrare delfini, quindi, nonostante lo sfruttamento, l'inquinamento e l'antropizzazione (pensiamo soltanto alla presenza della Marina militare all'interno del mare di Taranto), Taranto ancora ha infinite risorse.
  E noi chiediamo al Governo, allo Stato italiano e alla maggioranza di votare a favore di questo emendamento per tutelare quelle risorse. Crediamo che sia almeno un giusto bilanciamento: se volete continuare a tenere lo stabilimento aperto, se volete continuare a inquinare quel territorio, perché non prevedete neanche la caratterizzazione delle discariche di rifiuti speciali all'interno dello stabilimento e non avete previsto degli interventi concreti per la bonifica all'esterno di quel territorio, bene, allora almeno riconoscete quelle aree marine come aree marine protette. Credo che sia una grande opportunità, non soltanto per il territorio di Taranto e per l'arco ionico, ma per tutto lo Stato italiano e per tutti gli italiani.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo De Lorenzis 1.053, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

  Passiamo all'emendamento 1-bis.43 Duranti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie, signora Presidente. Con questo emendamento intendiamo modificare il primo periodo del comma 1 dell'articolo 1-bis, articolo che riguarda l'integrazione del trattamento economico dei dipendenti impiegati presso gli stabilimenti produttivi del gruppo Ilva, per i quali sia stato avviato o prorogato, nell'anno 2017, il ricorso alla Cassa integrazione guadagni straordinaria. Il comma 1, al primo periodo, dice che è autorizzata a tal fine, anche a fini della formazione professionale per la gestione delle bonifiche, la spesa nel limite di 24 milioni di euro per l'anno 2017. Ora, con il nostro emendamento, chiediamo che i 24 milioni, previsti da un emendamento che il Governo ha presentato in Commissione bilancio e che noi avevamo subemendato, siano portati a 50 milioni, per una ragione oggettiva: lo stesso Governo e il MISE hanno fatto riferimento ad una copertura di 24 milioni per una platea media di circa 3500 lavoratori in cassa integrazione. Ora, voglio ricordare che i lavoratori in cassa integrazione, solo nello stabilimento Ilva di Taranto, saranno, dal 1o marzo, 4984. Come è evidente, come è ovvio, se i 24 milioni devono servire a coprire l'integrazione del trattamento economico di 3500 lavoratori, non potranno bastare per coprire tutti i lavoratori, che, invece, saranno in cassa integrazione.
  Intanto, non è comprensibile, non soltanto a noi ma anche alle organizzazioni sindacali, la decisione che i commissari hanno assunto di collocare in cassa integrazione, dal 1o marzo, 4.984 lavoratori, Pag. 48mentre oggi, per esempio, i lavoratori che sono in contratto di solidarietà sono 3.500, quindi non si capisce quale sia la ragione per cui si passi da 3.500 in contratto di solidarietà, addirittura a circa 5 mila in cassa integrazione. Tant’è che le organizzazioni sindacali – FIOM, FIM e UILM – hanno immediatamente chiesto un incontro al MISE, proprio per discutere di questa decisione dei commissari.
  Allora, la ragione del nostro emendamento è che, ovviamente, come dicevo, i 24 milioni non basteranno alla copertura di tutti i lavoratori in cassa integrazione dal 1o marzo; non si capisce perché i numeri saranno così alti, peraltro il Governo ammette, la stessa Viceministra Bellanova ha detto che faranno di tutto perché si rimanga all'interno delle 3.500 unità in cassa integrazione, però non si capisce perché i commissari abbiano chiesto un numero così alto. O meglio: è vero che, come si dice, a pensar male si fa peccato, ma ogni tanto ci si azzecca. Io temo che sia il preludio a una sorta di costituzione di bad company e, quindi, si cominciano a mettere fuori dal ciclo produttivo, utilizzando gli ammortizzatori sociali, un numero consistente di lavoratori per favorire in qualche maniera i futuri acquirenti, coloro i quali appunto dovranno acquisire i complessi aziendali dell'Ilva.
  Peraltro, io ho sentito qui, anche da alcuni colleghi dalla maggioranza, ricordare il senso di responsabilità del Governo, della maggioranza, dei commissari, dei futuri acquirenti, che, invece, hanno poco senso di responsabilità e continuano a fare giochetti sulla pelle, sia dei cittadini di Taranto, che dei lavoratori dell'Ilva. Addirittura è una notizia di oggi che le cordate che acquisiranno dovranno presentare le offerte economicamente vincolate per l'acquisizione dei complessi aziendali dell'Ilva, e hanno chiesto un ulteriore slittamento alla presentazione delle offerte economicamente vincolate. Questo per dire che ancora non c’è chiarezza, né sul rispetto del piano ambientale, non c’è chiarezza sul piano industriale e tanto meno sull'offerta economica, però il Governo con questo provvedimento...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  DONATELLA DURANTI. Chiudo, signora Presidente. Il Governo con questo provvedimento intanto prende 4.984 lavoratori, li colloca in cassa integrazione e quei lavoratori, non solo non capiscono perché sono in cassa integrazione, non sanno quanto ci rimarranno e una parte di loro non avrà neppure la copertura per l'integrazione salariale (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vico. Ne ha facoltà.

  LUDOVICO VICO. Grazie, Presidente. La norma dell'articolo 1-bis, risultato di un emendamento del Governo, mi sembra che sancisca alcune cose abbastanza precise.
  La prima: i 24 milioni sono risorse, che integreranno la cassa integrazione, pari al 20 per cento; in tal modo si omogeneizza il medesimo provvedimento, che è già intervenuto a Genova e a Novi Ligure, perché dal 1o gennaio 2017 l'accesso ai contratti di solidarietà, per le ragioni pregresse, non era possibile. La quota di 24 milioni, giustamente, come ricordato anche dalla collega che mi ha preceduto e come recita anche la norma, mediamente copre 3.500 lavoratori di Ilva Taranto e Porto Marghera. Ora, desidero dichiarare che il numero proposto dai commissari è un numero che, personalmente, considero non accettabile, ma, dato che non compete al Parlamento o ai deputati, dovrà essere la risultanza del negoziato sindacale che dovrà svolgersi, auspico, rapidamente e, comunque, prima del 1o marzo, fra i sindacati metalmeccanici e il Governo, così come la viceministra del MISE ha già annunciato. Considero che il provvedimento è valido per dodici mesi, vale a dire per il 2017, il che fa prevedere che i lavoratori di Novi Ligure e di Genova, che nel frattempo nel mese di settembre 2017 avranno esaurito il loro periodo di ammortizzatori, potranno collegarsi all'ammortizzatore Pag. 49che è oggetto dell'articolo 1-bis. Quindi, distinguerei ruoli e funzioni e, come deputato, auspico che il numero del volume da prevedere nella cassa integrazione non sia assolutamente superiore a 3.500.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Questo emendamento, come ha illustrato la collega Duranti, praticamente cerca di sanare una situazione e la situazione è la seguente: questo Governo ha fallito praticamente su tutti i fronti, dal punto di vista sanitario e ambientale la situazione non è migliorata, quello che voi state facendo è dare ulteriori risorse strumentali ed economiche per curare i malati, senza pensare alla prevenzione. Quindi, vorrei capire da questo punto di vista che logica c’è a intervenire, lasciando le fonti inquinanti libere di agire. Ha fallito dal punto di vista occupazionale, perché io ricordo che la sentenza della Corte costituzionale che si era espressa sul primo decreto Ilva, quello che permetteva la facoltà d'uso degli stabilimenti posti sotto sequestro dalla magistratura, prevedeva un sostanziale equilibrio tra due diritti costituzionali: la tutela della salute e dell'ambiente con quella del lavoro. Se oggi vengono fondamentalmente minacciati 5.000 esuberi – 3.005 praticamente formalizzati dagli stanziamenti che questo Governo ha previsto per la cassa integrazione – ebbene, è ovvio che la favoletta che lo stabilimento deve andare avanti a produrre acciaio, da una parte, per dare tutela occupazionale e, dall'altra parte, per non avere più una seconda Bagnoli e, quindi, impedire che ci siano le risorse per la bonifica, è definitivamente crollata. Quindi, da una parte, abbiamo il fallimento sotto il profilo della tutela ambientale e sanitaria e, d'altra parte, il fallimento completo della tutela del diritto al lavoro.
  Ora, a fronte di questo, io vorrei che il Ministro De Vincenti e i rappresentanti del Governo, piuttosto che altri esponenti della maggioranza, spiegassero come è possibile che con dodici decreti, nonostante il commissariamento intermedio, prima, appunto, della gestione privata, non siete riusciti a risolvere né un problema né l'altro. Certo, dite che vi state sforzando, che questo è meglio che niente, che è un procedimento lungo, ma, ad oggi, lo ripeto, ad oggi, signora Presidente, noi abbiamo delle persone che a Taranto continuano ad ammalarsi, continuano a morire e continuano a perdere il lavoro. Quindi, spiegatemi qual è la politica industriale del Partito Democratico e qual è la visione per quel territorio da parte del Governo, perché io voglio ricordare un'altra favoletta che il Governo, spesso, negli anni, ha utilizzato: che l'industria produceva migliore occupazione, produceva aumento dei redditi; ora, Taranto, ma potrei fare l'esempio anche della Basilicata, dove voi continuare a perseguire politiche di sfruttamento delle energie fossili, ha una disoccupazione superiore al 40 per cento; non sto parlando della disoccupazione giovanile, ma della disoccupazione di tutta la popolazione residente a Taranto.
  Praticamente una persona su due è disoccupata e avete continuato a propagandare l'idea che l'unica possibilità di reddito per queste persone era continuare a immaginare un modello di sviluppo che fa uso di grandi stabilimenti industriali, come Ilva, come Cementir e come tanti altri. Il futuro, praticamente, signora Presidente, sta andando in tutt'altra direzione e questo Governo, come il precedente di cui è emanazione, non riconosce che il futuro, appunto, va in una direzione diversa e non ammette la propria incapacità di reagire davanti ai cambiamenti che in tante parti del mondo si stanno verificando e ci stiamo, grazie, appunto, alla maggioranza, ancorando a un modello di sviluppo e di crescita economica che non esiste più. Credo che la responsabilità di questo ricada tutta in capo al Partito Democratico.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 50
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-bis.43 Duranti, con il parere contrario della Commissione e del Governo
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 1-bis.42 Crippa.

  FRANCESCO LAFORGIA. Relatore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO LAFORGIA. Relatore. Signora Presidente, io su questo insisterei con un invito al ritiro, perché il contenuto di questo emendamento è sostanzialmente già previsto dal testo. Quindi, noi consideriamo questo emendamento ultroneo, per cui chiederemmo al presentatore di ritirarlo.

  PRESIDENTE. Va bene, sentiamo l'opinione del proponente. Onorevole Crippa, prego.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Io, in realtà, credo che sia meglio andare a specificare il contenuto che è ribadito in queste poche righe dell'emendamento, perché leggo a tutti i colleghi che all'interno del testo che è stato approvato in Commissione viene detto che il ricorso alla cassa integrazione straordinaria è autorizzato anche ai fini della formazione professionale per la gestione delle bonifiche, lo ripeto, la formazione professionale per la gestione delle bonifiche. Quello che io, invece, vado a cercare di spiegare in maniera un po’ più precisa e dettagliata è che, al fine di garantire la gestione delle bonifiche, dico: a tal fine dovranno essere attivati percorsi formativi del personale per attività di bonifica connesse col sito. Noi qua stiamo cercando di trasferire in capo al personale che si trova in cassa integrazione straordinaria, la necessità di provvedere a un percorso formativo di aggiornamento nel campo delle bonifiche che interesseranno quel sito, non penso che ciò possa essere definito anche ai fini della formazione professionale per la gestione delle bonifiche con un cappello così ampio e vasto. Perché la formazione professionale per la gestione potrebbe riguardare figure che non sono quelle operative che poi trattano gli operai, come le mansioni di movimentazione di sostanze inquinanti. Noi qua chiediamo una formazione adeguata del personale e un percorso formativo complessivo, non solo di gestione. Noi vorremmo che il personale che viene messo in cassa integrazione, quindi gli operai, inizi ad avere una formazione ben specifica sul percorso delle bonifiche che si intenderà fare, perché ? Perché evidentemente nel momento in cui poi dovranno partire queste bonifiche – auspichiamo che partano più velocemente possibile – non vorremmo mai che arrivi la classica azienda d'appalto integrato che porta anche gli operai specializzati perché a quel punto sarebbe l'ennesima beffa per un territorio e per uno Stato che, ancora una volta, è lontano dalla necessità di un territorio. Se evidentemente con soldi pubblici tu finanzi una cassa integrazione, dall'altro lato sai che poi con altri soldi pubblici o quelli sequestrati dovrai provvedere alle bonifiche. Puoi sommare le due questioni e cercare di formare personale locale in maniera tale che evidentemente quegli operai saranno poi pronti ad essere utili alle aziende che faranno le bonifiche oppure a immaginare che, con la formazione di personale adeguato, tali bonifiche possono necessariamente essere affidate anche ad operai in grado di gestire l'intera filiera della bonifica ? Credo che qua vi stiamo chiedendo un semplice sforzo per stabilire che il personale dovrà essere formato per le sostanze inquinanti del sito. Quindi creiamo delle specificità che serviranno localmente perché non credo che possiamo fare una formazione generica sulle bonifiche complessive, che poi non riguardano le attività che andremo a Pag. 51svolgere nel sito. Diciamo, primo, le sostanze inquinanti presenti e catalogate, ben note da tempo e, secondo, che il personale debba essere formato in maniera adeguata con percorsi formativi specifici. Noi non riteniamo, relatore, che si possa comprendere dentro quella definizione generica di formazione professionale per la gestione anche l'operaio che obiettivamente utilizzerà l'escavatore per smuovere alcune terre inquinate oppure utilizzerà macchinari sofisticati, realizzerà pozzi esplorativi, realizzerà meccanismi di bonifica di quei terreni. Noi vorremmo che sia il personale operativo quello investito delle bonifiche e quindi vi chiediamo di fare questa specificazione perché ci sembra un po’ troppo ampia persino con l'espressione «anche»: infatti noi vorremmo che quei percorsi formativi partano immediatamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vico. Ne ha facoltà.

  LUDOVICO VICO. Grazie, Presidente. In questa parte della discussione, che sta riguardando prevalentemente il comma 1 dell'articolo 1, dopo le dichiarazioni del relatore, ma della legittimità del collega Crippa che penso si dica è la stessa cosa, mi preme in maniera cauta sancire o suggerire ai colleghi che il provvedimento di cassa integrazione che partirà il 1o marzo con l'integrazione prevista dal Governo non dichiara l'esubero strutturale – infatti questo è un aspetto non secondario nei confronti dei 12.000 lavoratori di Taranto – per la ragione ovvia che tale cassa integrazione straordinaria si collegherà con la fase di subentro del privato il quale, in presenza del piano industriale e ovviamente con il piano ambientale vincolato, dovrà comunicare alle parti sociali e informare il Governo di quale sarà la produzione e quanto il ciclo impegnerà i lavoratori e solo da quel momento, vale a dire verso la fine del 2017, perché i colleghi soprattutto quelli della Commissione X sanno che, quando interverrà il subentro, dovranno decorrere sei mesi per l'autorizzazione dell'Unione europea, la eventuale dichiarazione di esubero strutturale dovrà intervenire solo quando il piano industriale sarà stato reso.
  Giustamente questo anno che passa può essere utilizzato, come già previsto, con ulteriori integrazioni di formazione professionale. Ma mi premeva per cautela dichiarare che le migliaia di lavoratori che saranno posti in cassa integrazione, che sono come quelli che avevano già il contratto di solidarietà, non debbano essere considerati esubero strutturale dai commissari Ilva né da questo onorevole Parlamento: quel ragionamento avverrà in presenza del piano industriale.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-bis.42 Crippa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.4 Daga con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie. Su questo articolo e sull'emendamento farò un solo intervento, signora Presidente, per un motivo molto semplice. Noi trattiamo qui di «Procedure di infrazione europee – sono riportati i numeri – per la realizzazione e l'adeguamento dei sistemi di collettamento, fognatura e depurazione». Il Ministro dell'Ambiente è venuto in Commissione ed ha informato la Commissione che siamo sotto infrazione per 40 milioni di euro perché sul territorio nazionale ci sono alcuni depuratori che non sono stati realizzati e altri depuratori che funzionano male e quindi inquinano Pag. 52e quant'altro. Si spera, secondo il Ministro, di superare la penalizzazione e le sanzioni di questa infrazione proponendo un modello diverso. Ma, attenzione: quello che noi contestiamo è che se i commissari attuali, che sono funzionari comunque regionali, non sono riusciti a superare le difficoltà ma come può mai una nuova organizzazione con un commissario nazionale con gli stessi poteri, peraltro ridotti, anche in riferimento a quelli delle regioni stesse, senza prevedere l'intesa e quant'altro, veramente realizzare queste opere ? Allora noi abbiamo posto tale problema. Su questo articolo 2 non è stato accettato alcun emendamento, alcun suggerimento: le proposte mie e dei miei colleghi, avanzate in Commissione e anche adesso, hanno trovato riscontro nelle argomentazioni sugli ostacoli, che vengono posti in essere e realizzati, riferite dagli attuali commissari che sono venuti a dirci: guardate che indipendentemente dalla scelta di fare un commissario unico nazionale, se non si modificano questi aspetti e queste situazioni dal punto di vista procedurale, vedrete che non si riuscirà a fare niente. Secondo noi ci sarà un flop incredibile. Anche quel poco che si riusciva a realizzare non sarà realizzato rispetto a questa situazione perché peraltro i sei collaboratori previsti per il Ministero dall'ambiente, dove dovrà essere ubicato questo Commissario unico nazionale, saranno necessari sì o no per protocollare la corrispondenza e basta. Quindi noi siamo severamente preoccupati del fatto che non si risolve il problema in questa maniera. Se per convincere l'Europa, per far sì che sia revocata l'infrazione era necessario tirar fuori una proposta, una dimostrazione all'Europa che sicuramente noi avremmo fatto fronte come Paese superando le difficoltà che c'erano state con un nuovo modello organizzativo certamente non era questa la soluzione che è stata proposta di un commissario unico che immagino, anche se fosse Mandrake, non possa risolvere questo problema.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prestigiacomo. Ne ha facoltà.

  STEFANIA PRESTIGIACOMO. Grazie, Presidente. Intervengo anch'io una sola volta, su questo emendamento, per stigmatizzare il contenuto di questo articolo. Innanzitutto, vorrei ricordare all'Aula che questo provvedimento è stato annunciato all'opinione pubblica come il decreto-legge Mezzogiorno, che dovrebbe, quindi, rilanciare la parte più svantaggiata del Paese. Ebbene, abbiamo appena concluso l'articolo 1, che riguardava l'Ilva, credo che già solo questo sia indicativo della portata e della qualità di questo provvedimento, sul quale noi ci siamo astenuti, in coerenza con quello che abbiamo sempre fatto sui provvedimenti relativi all'Ilva. Infatti, al dodicesimo decreto-legge, tutta vostra deve essere la responsabilità di un fallimento, che è annunciato anche dalla richiesta di cassa integrazione straordinaria per oltre 5 mila lavoratori.
  Ma questo decreto-legge prosegue con l'articolo 2, che prevede la nomina di un commissario unico nazionale per affrontare la questione della procedura di infrazione comunitaria per la mancata realizzazione di numerosi depuratori in diversi agglomerati urbani, soprattutto del Mezzogiorno d'Italia. Ebbene, noi contestiamo metodologicamente la modalità di azione del Governo. Infatti, non sarebbe sbagliato pensare alla nomina di un commissario per risolvere e per evitare la condanna, da parte dell'Europa, a pagare 40 milioni di euro. Tuttavia, questo procedimento, questa scelta di nominare il commissario unico nazionale arriva dopo che voi stessi, pochi mesi fa, avete nominato dei commissari ad hoc per affrontare quella che già allora era un'emergenza. Allora, innanzitutto è evidente tutta la incapacità, ad oggi, di affrontare questo problema e soprattutto è verissimo quanto sollevava, in termini di preoccupazione, il collega Palese, quando dice: «Come pensate che diversi commissari territoriali non sono stati in grado di risolvere questo problema e, invece, arriva un unico commissario Pag. 53nazionale, al quale non vengono conferiti particolari poteri in deroga rispetto a quelli dei commissari precedenti, e risolve il problema ?».
  Forse sarebbe opportuno accogliere alcuni degli emendamenti che sono stati presentati all'articolo 2 e che prevedono modalità di collegamento con i precedenti commissari, perché magari si possano creare dei momenti in cui si collabori per evitare di ricominciare tutto daccapo. Comunque – ripeto – è l'articolo 2 che prevede modalità per affrontare un problema di infrazione comunitaria e mi riservo di intervenire successivamente per sottolineare la qualità di un provvedimento che è stato annunciato come «Interventi urgenti per rilanciare la coesione territoriale del Mezzogiorno» e che si limita esclusivamente ad affrontare parziali emergenze sul territorio meridionale e poi, come al solito, mentre ci siamo, a fare qualche piccola marchetta, perché comunque il territorio è sempre importante; di fatto, siamo già in campagna elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cariello. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO CARIELLO. Grazie, Presidente. Anche il mio sarà un unico intervento su tutta la serie di emendamenti all'articolo 2, per giustificare la nostra volontà a rivedere in toto questo articolo.
  Partiamo da un emendamento soppressivo, che valuta fondamentalmente la modalità generale con cui il Governo ha deciso di affrontare questo problema, cioè quella del commissario unico, che per noi non ha assolutamente i poteri necessari per poter avanzare nell'adeguamento dei depuratori in Italia e superare quelle stesse difficoltà già note ai commissari regionali e di cui lo stesso Governo ha indicato le motivazioni nella relazione tecnica all'articolo.
  Sono problematiche legate soprattutto agli enti locali o a quelle problematiche localistiche, per le quali il commissario unico nulla potrà fare. Quindi, noi è su questo basiamo la valutazione contraria all'intero articolo.
  Ma, poi, attraverso altri emendamenti, abbiamo anche cercato di modificare l'articolo in meglio, collaborando col Governo, nella migliore realizzazione di quello che è nella sua intenzione fare con l'articolo 2. Ci riferiamo, innanzitutto, all'intesa con le regioni, che non è stata valutata. All'interno dell'articolato si parla di una forma con cui il commissario deve dialogare con i presidenti delle regioni, ma i presidenti potrebbero anche non sapere esattamente qual è lo status di avanzamento dei lavori di adeguamento dei depuratori. Per noi è fondamentale sentire le regioni e, quindi, i tecnici e magari anche gli stessi commissari che hanno agito in questo ambito.
  Intanto, le procedure in atto, che sono già giunte a sentenza e che hanno giustificato l'articolo in questione, non tengono in conto altre procedure che, invece, non hanno prodotto ancora una sentenza. Quindi ci sono depuratori, inclusi in altre procedure di infrazione, che meriterebbero anche l'approccio del commissario unico, cioè che il commissario intervenga anche in quelle procedure, cosa che non è descritta e non è indicata nell'articolo. Questa è un'altra valutazione che noi abbiamo fatto in discussione e in sede referente in Commissione e che non è stata accolta.
  Poi veniamo anche alle procedure che configurano il perseguimento della conformità. Noi abbiamo voluto inserire questo obiettivo: che si raggiunga concreta valutazione dell'attività che prefigura il prossimo perseguimento della conformità come termine ultimo per l'azione del commissario. Invece, anche questo emendamento ha avuto parere contrario da parte del Governo e della maggioranza.
  Ci sono diverse valutazioni che faremo, come, ad esempio, la possibilità che tutto il lavoro del commissario unico sia tracciato sul sito «Italia sicura», che è un sito promosso anche dallo stesso Governo. Anche questo emendamento non ha trovato accoglimento. Si tratta di semplice pubblicità, Pag. 54di semplice tracciatura e di trasparenza del lavoro del commissario.
  Si tratta, quindi, di emendamenti di buonsenso, di emendamenti che arricchiscono anche il valore dello stesso articolo 2. Tali emendamenti non sono stati accolti e ci rammarichiamo. Quindi, il nostro approccio collaborativo non è stato accolto e – ahimè ! – vi sarà anche il nostro voto contrario all'intera impostazione dell'articolo 2 e non potrebbe che essere altrimenti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Io ho chiesto ai colleghi della Commissione ambiente se c’è una documentazione di quanto hanno portato a termine i commissari che si intendono sostituire con il commissario unico e mi hanno indirizzato al portale dell'acqua, quindi al sito «Italia sicura» del Governo, dove c’è la sezione del portale dell'acqua. Qui ci sono alcuni dati e alcune informazioni, ma sono assolutamente carenti dal punto di vista dell'attività dei commissari. Come ricordato anche dal collega Cariello, forse sarebbe il caso di rendere trasparenti all'interno di questo sito anche le azioni di questo commissario unico. Altrimenti, un controllo diffuso dell'opinione pubblica sull'operato dei commissari diventa impossibile. Diventa impossibile per noi parlamentari, che dobbiamo fare delle interrogazioni per chiedere gli atti. Diventa impossibile per gli stakeholder e gli attori interessati a monitorare la situazione. Quindi, mi sembra un passo di trasparenza volere in qualche modo accogliere quanto è stato già ricordato dall'onorevole Cariello, cioè l'invito al Governo in qualche modo a rendere su questa piattaforma tutti i dati dell'operato del commissario.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.4 Daga, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 2.1 Cariello e 2.27 Palese.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cariello, che non mantiene la promessa. Prego, Ne ha facoltà.

  FRANCESCO CARIELLO. Presidente, effettivamente devo tornare su un argomento, perché ho dimenticato l'aspetto più importante di questo articolo: c’è una situazione di fondo, che il Parlamento deve conoscere e valutare, che questo approccio, anche del commissario unico, non prende in considerazione. Teniamo presente che gli impianti di depurazione, per la loro progettazione, in Italia, dovunque, anche lì dove dovessimo adeguarli alla direttiva europea, avrebbero una situazione di fondo che li rendono comunque inadeguati a quelle che sono le variazioni stagionali di carico, e questa è una valutazione che vale su tutti gli impianti in Italia. Ci sono degli impianti ormai non capaci di smaltire l'intera portata di acque reflue che gli arriva dalle città, perché dimensionati in periodi di tempo diversi, e soprattutto che non tengono in considerazione le variazioni di carico stagionali.
  Quindi, un commissario unico che deve semplicemente andare ad affrontare delle situazioni legate a delle procedure di infrazione non ragionerà in maniera sistemica e non affronterà questo problema, sicuramente, problema che invece è necessario affrontare come un'unica opera pubblica nazionale, con un approccio che noi avremmo preferito d'intesa con le regioni, con il Ministero dell'ambiente e soprattutto con un investimento capace di affrontare seriamente questo problema.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici Pag. 55emendamenti 2.1 Cariello e 2.27 Palese, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.18 Pellegrino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.10 Mannino, su cui vi è il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Presidente, questo emendamento vuole semplicemente dare un ruolo, o meglio degli obiettivi, al commissario unico, degli obiettivi annuali all'interno della sua durata biennale. Il medesimo emendamento era stato già presentato in Commissione e abbiamo sentito le motivazioni del Governo, però, effettivamente, vista la delicatezza della materia e visto anche il rischio che l'Italia si accinge a pagare delle sanzioni, credo che responsabilizzare il commissario con degli obiettivi annuali da relazionare possa essere uno strumento di maggiore partecipazione e coinvolgimento, oltre che di responsabilizzazione. Quindi, invito il Governo a rivalutare il parere su questo emendamento, anche con una eventuale riformulazione. Ma l'obiettivo è quello di dare degli obiettivi, appunto annuali, al commissario straordinario.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.10 Mannino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.2 Cariello e 2.28 Palese, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.9 Mannino.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Presidente, penso che noi tutti sappiamo da cosa ha origine questo articolo 2, appunto dalla procedura di infrazione su quello che è il trattamento delle acque in questo Paese; il devastante trattamento, oserei dire. E sappiamo che in funzione di inadempienze e di non operatività da parte di alcuni territori e di alcune regioni si è arrivati, dopo tot anni, a pensare a un commissario unico. Bene, proprio in funzione di questa centralizzazione, giusta o sbagliata che sia, cosa chiede l'emendamento ? Chiede semplicemente di pubblicare sul sito del Governo, all'interno della sezione «Italia sicura», sezione infrastrutture, appunto tutta l'attività che questo commissario svolge e si va facendo di volta in volta sulla depurazione delle acque. Questo va nell'ottica di maggiore partecipazione, maggiore trasparenza e maggiore senso di Pag. 56coinvolgimento dei territori in quello che sono il ruolo e le funzioni che il commissario porta avanti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.9 Mannino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.11 Mannino, parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.51 Mannino.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Grazie, Presidente. Quest'emendamento nasce dall'attività che abbiamo già fatto e che si sta portando avanti, relativamente alla sanzione pecuniaria, che questo Paese paga già da due anni – abbiamo superato i 100 milioni di euro, ma nessuno se ne occupa, gli interessi sono evidentemente altri –, sulle discariche abusive.
  All'indomani di quella condanna del dicembre 2014, noi, come MoVimento 5 Stelle, abbiamo presentato un esposto alla Corte dei conti, affinché a pagare le sanzioni pecuniarie dei siti in cui vi sono le discariche abusive non siano tutti i cittadini in maniera indiscriminata, ma siano i soggetti inadempienti, a partire dalle realtà locali, fino ad arrivare alle unità centrali, quali quelle del Ministero e dei ministri di riferimento.
  Bene, in funzione di quella denuncia, che portò anche ad un comunicato della Ragioneria dello Stato, che ha espressamente dichiarato che non possono essere ignari cittadini a pagare le sanzioni pecuniarie delle procedure di infrazione, abbiamo presentato quest'emendamento.
  Cosa dice quest'emendamento ? Dice che il commissario unico, in caso di eventuale condanna pecuniaria da parte della Corte di giustizia dell'Unione europea, debba semplicemente presentare alle procure regionali delle Corte dei conti una relazione, proprio al fine di individuare i soggetti inadempienti, che hanno portato a quelle condanne.
  Questo perché ? Perché, nella precedente legge di stabilità, è anche passato un emendamento, che avvia, per quanto riguarda le discariche abusive, il principio di rivalsa, ovvero il Ministero, che anticipa la sanzione pecuniaria dettata dalla Corte di giustizia europea, la richiede puntualmente ai territori in cui si trovano le discariche abusive.
  Immaginiamo che questo principio sarà applicato anche per quanto riguarda il trattamento delle acque e, quindi, di conseguenza, non vogliamo che il principio di rivalsa venga distribuito su tutti i cittadini, ma esclusivamente su quei soggetti che, amministrando quei territori, sono stati inadempienti, quindi a partire dagli assessori e dai sindaci, dove si trovano quegli impianti, all'amministrazione regionale e finanche all'amministrazione nazionale.
  Quindi si chiede semplicemente che, in caso di condanna pecuniaria, il commissario possa consegnare tutta la documentazione alla Corte dei conti delle rispettive regioni coinvolte. Questa ovviamente è, come dire, una procedura che semplifica da una parte chi un domani volesse presentare un eventuale esposto per danno erariale, ma anche una collaborazione nei confronti della magistratura contabile.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 57
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.51 Mannino, parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.3 Cariello e 2.29 Palese, parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.6 Daga, parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.8 Mannino, parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.13 Petraroli, parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.5 Daga, parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

  Ci sono tre emendamenti che sono accantonati. Onorevole Laforgia, rimangono accantonati questi emendamenti ? Va bene, quindi passiamo all'emendamento 3.50 Scotto.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.50 Scotto, parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.2 Sammarco, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.09 Palese, con il parere contrario di Commissione e Governo.Pag. 58
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.014 Turco, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.013 Turco, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.012 Turco, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

  La successiva proposta emendativa è stata ritirata. L'emendamento della Commissione è ancora accantonato, onorevole Laforgia ? Sì. Passiamo, quindi, all'emendamento 3-quater.50 Alberto Giorgetti.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3-quater.50 Alberto Giorgetti, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

  Passiamo all'articolo aggiuntivo 3-quinquies.015 Murgia.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Murgia. Ne ha facoltà.

  BRUNO MURGIA. Grazie, Presidente. Io vorrei sottolineare la questione anche al Ministro De Vincenti, che conosce bene la realtà industriale della mia isola. Si tratta della zona di Ottana, uno dei tre grandi agglomerati industriali, che è notoriamente fortemente inquinata e lo testimoniano molte ricerche e il grido di allarme di amministratori locali: le ricerche, per esempio, del Nucleo operativo ecologico di Sassari, le circostanziate denunce del nucleo dei Carabinieri. Io chiedo che Ottana venga inserita nei siti di interesse nazionale, perché è un luogo fortemente inquinato: si parla di fanghi rossi dell'Enichem stoccati a cielo aperto, di morie di pesci, di termodistruzione; c’è un allarme circostanziato dell'AIEA, che è l'Associazione degli esposti all'amianto, perché si parla di tante morti. È un problema fortemente sentito e, quindi, è un territorio che ha necessariamente bisogno di una radicale bonifica, per cui insisto e chiedo che il Governo riveda la propria posizione rispetto a questo articolo aggiuntivo. Faccio appello anche ai miei colleghi sardi, che conoscono la situazione, per non abbandonare quei territori, perché, se si vuole creare nuovo sviluppo, per esempio sull'agroalimentare, non possiamo lasciare questi territori così come sono e cioè fortemente inquinati.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Piras. Ne ha facoltà.

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  MICHELE PIRAS. Sì, Presidente, grazie. Per sottoscrivere l'articolo aggiuntivo del collega Murgia e per sottolineare che questa è un'opera meritoria, che tenta di mettere rimedio a una carenza – questo andrebbe detto – della regione Sardegna, che, in questi anni, ha sottovalutato il problema della Sardegna centrale e dell'impatto ambientale di quella che è stata l'epopea industriale in quell'area, declassando il sito di Ottana, a differenza di altri siti nella mia stessa terra, a sito di interesse regionale.
  Di recente, la questione dell'amianto, che è stata sottolineata dal collega Murgia, è stata oggetto di un incontro fra le vedove dell'amianto, dei lavoratori che hanno lavorato presso il polo chimico di Ottana, con la Presidente della Camera Laura Boldrini, che ha dovuto prendere atto di un problema che finora è stato sottaciuto, è stato sottovalutato, ma che arriverà al picco di incidenza delle malattie derivanti da amianto nei prossimi anni. E già in questi anni, in assenza di un riconoscimento di quella zona come contaminata da amianto, hanno iniziato a morire le persone, spesso senza vedersi riconosciuti i benefici previsti dalla normativa del 1992.
  E la questione singolare è che una battaglia del genere fu fatta a Pisticci, in Basilicata, attraverso un movimento popolare piuttosto importante, anche sostenuto da alcuni miei colleghi qua presenti, che riuscirono a ottenere il medesimo riconoscimento per lo stabilimento Enichem di Pisticci, che è tecnologicamente gemello di quello di Ottana. Per cui la cosa strana è che, da questo punto di vista, ancora nulla si sia mosso sul terreno istituzionale e noi assistiamo, in questi mesi e in questi anni, al disconoscimento, per quei lavoratori che lì hanno lavorato, di ciò che spetterebbe loro sulla base della legge esistente.
  Chiedo, perciò, al Governo di riconsiderare il parere dato a questo articolo aggiuntivo perché porrebbe rimedio a una palese ingiustizia, a una palese discriminazione, che hanno subito i lavoratori sardi e che subiscono le famiglie di quei lavoratori morti a causa dell'inquinamento creato da un'azienda di Stato (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capelli. Ne ha facoltà.

  ROBERTO CAPELLI. Sì, Presidente, anch'io chiedo di sottoscrivere l'articolo aggiuntivo Murgia e brevemente vorrei ricordare al Ministro De Vincenti la mozione che quest'Aula ha approvato all'unanimità sul caso Sardegna. Tra i casi che la mozione, col parere favorevole del Governo, allora approvò, c'era la situazione del sito industriale di Ottana. Voglio soltanto ricordare, signor Ministro, colleghi, che stiamo parlando di un territorio, quello di Ottana e quello della Sardegna, che risulta tra le regioni, ahimè – nonostante la nomea di regione bellissima, turistica, a vocazione ambientale – è la regione con la più ampia area inquinata tra le regioni d'Italia. Questo, come hanno già detto i miei colleghi, risponde alla zona dell'Iglesiente, con i noti fanghi rossi, alla zona industriale di Porto Torres, alla zona industriale di Ottana che, erroneamente, a mio avviso, allora fu esclusa dai provvedimenti che si richiamano oggi, e cioè il riconoscimento di area di interesse nazionale, dell'emendamento Murgia. Io credo che bene farebbe, il ministro De Vincenti, in questo caso, quanto meno a dare motivazione del suo rigetto, visto proprio l'impegno che il Governo e quest'Aula hanno assunto e hanno posto al Governo come impegno di intervento immediato e risolutivo. Questo potrebbe essere un piccolo, grande tassello per quel territorio e per la regione Sardegna e un piccolo tassello per ricostruire una condizione di attenzione, soprattutto per quanto riguarda gli interventi utili e necessari per le bonifiche. Non so se sono riuscito a ottenere l'attenzione del Ministro e non so se sono riuscito a ottenere l'attenzione dell'Aula, dubito fortemente, e poco importa se questo mio intervento, insieme a quello dei miei colleghi, risulterà agli atti, avrei preferito, sicuramente, una maggiore attenzione Pag. 60a questo caso specifico portato all'attenzione dell'Aula dal collega Murgia e, soprattutto, un risultato possibilmente diverso.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3-quinquies.015 Murgia, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3-quinquies.019 Rampelli, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.51 De Lorenzis.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Il MoVimento 5 Stelle non ha paura di perdere qualche voto pur di dire la verità. Quello che con l'articolo 4 questo Governo sta facendo non è altro che quello che fa sempre la politica quando non ha una soluzione reale e definitiva dei problemi e cioè traslare la possibile soluzione nel tempo.
  Voi, con l'articolo 4, avete creato, di fatto, degli ammortizzatori sociali mascherati; avete istituito l'ennesimo carrozzone, cioè un'agenzia di somministrazione del lavoro, quando le soluzioni esistono già. Da una parte le agenzie di somministrazione del lavoro esistono, sono normate e, quindi, non si vede per quale ragione dover istituire ulteriori due agenzie, una nel porto di Gioia Tauro e l'altra nel porto di Taranto, e non si capisce neanche perché, se questa è la soluzione che il Governo predispone quando i tavoli di crisi aziendali non vengono risolti in sede del Ministero dello sviluppo economico, non è la soluzione che viene approntata anche per altri settori, per esempio, per il settore siderurgico, per esempio, per il settore agricolo. Di fatto, voi state continuando a illudere e a prendere in giro 900 famiglie, forse anche per consenso elettorale, visto che tra poco ci sono, magari, le amministrative a Taranto, e invece di dare delle soluzioni che siano generali, che siano adeguate al tipo di problema, continuate con dei palliativi a mettere delle soluzioni tampone. È anche per questo, probabilmente, che rifiutate l'adozione della nostra proposta del reddito di cittadinanza che altro non sarebbe che l'estensione di un procedimento di formazione continua, con la somministrazione di proposte di lavoro a tutti gli italiani che si trovano in uno stato di precarietà, di difficoltà, di momentanea necessità. Allora, quello che noi come MoVimento 5 Stelle ci chiediamo è come mai continuate a sbagliare le cure che date al popolo italiano e la risposta è semplice, Presidente: questo Governo continua a sbagliare le soluzioni perché, volutamente o non volutamente, sbaglia la diagnosi. Ovviamente, se l'inquadramento del problema non è affrontato correttamente, la soluzione che ne deriva non può che essere un palliativo. Lo dico perché è evidente che voi istituite quest'agenzia come se la mancanza di lavoro per questi lavoratori fosse dovuta alla loro poca qualificazione professionale. Ora, io faccio notare che nel porto di Taranto ciò che è venuto a mancare non è la professionalità dei lavoratori del porto e, probabilmente, si può dire lo stesso di Gioia Tauro; il problema – e credo che il Ministro De Vincenti lo sappia benissimo – è che tutti gli stanziamenti previsti dal Comitato interministeriale per la programmazione economica, quindi, dal CIPE, tutti gli accordi Pag. 61di programma e gli accordi quadro fatti con l'Autorità portuale, con il comune di Taranto, con la regione, quindi, tutti i provvedimenti, ho ricordato anche tutte le semplificazioni fatte dai vari decreti sui controlli dei fanghi da dragaggio per dare la possibilità ai nostri porti di competere, ammesso che questa sia la loro missione, con altri porti mediterranei, quel tipo di programmazione è fallita, perché nell'arco di questi anni gli operatori economici che operavano in quei porti, penso a Evergreen, penso a TCT sono andati via per la nostra incapacità, per la nostra burocrazia, per la vostra incapacità di portare avanti quegli interventi. Io ricordo ancora i lavoratori della TCT che erano qui fuori quando il Ministro Bellanova aveva un'interlocuzione alla Presidenza del Consiglio e a quei lavoratori, oggi, voi state dicendo che la soluzione è rimanere precari per tre anni, creando, di fatto, un carrozzone che va, tra l'altro, in deroga alla normativa vigente, quella sui porti che, di recente, è stata anche modificata dal Governo. Quindi, voi intervenire due volte sulla stessa materia, perché non sapete cosa fare. Allora, se siete incapaci di affrontare questi problemi, forse è il caso che il Governo si dimetta e vada a casa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

  LUDOVICO VICO. Grazie, Presidente. Nei porti italiani da sempre esistono le agenzie di somministrazione tant’è che è noto a tutti che, quando si parla di Genova, si parla dei camalli. Ovviamente io sono di Taranto e conosco un po’ più Taranto rispetto a tanti altri colleghi, che fanno bene a imparare quella città con i suoi problemi e con le sue questioni. Prima cosa, quindi, le agenzie esistevano e sono regolate da una legge, la n. 84 del 1994, e si chiamano compagnie portuali. I lavoratori portuali e delle compagnie portuali sono lavoratori che in un anno, nei 365 giorni, quando lavorano presso le agenzie portuali o il committente portuale, vengono pagati da dove lavorano. Nei giorni che non lavorano usufruiscono per chi non lo sapesse della cosiddetta IMA, una indennità di mancato avviamento. Questi sono i portuali delle compagnie, per chi conosce i porti.
  La costituzione di questa nuova Agenzia che è di somministrazione riguarda, secondo la classificazione italiana, i tre porti hub di transhipment, anzi esclusivamente di transhipment, e sono Gioia Tauro, Taranto, Cagliari. Gli altri porti italiani più importanti o meno importanti spesso sono multipurpose oppure sono, come si dice nei termini adatti, hub and spoke, come Genova che è uno dei più importanti. Questa Agenzia agisce sui tre porti di transhipment e non in concorrenza con le compagnie portuali perché nei porti ci sono leggi e regole. Quando un portuale deve essere avviato presso una nave, presso un lavoro, il lavoratore portuale delle compagnie portuali ha diritto di precedenza (articolo 17 della legge n. 84 del 1994). I lavoratori ex-TCT ovvero Evergreen-Hutchinson – non è un'altra cosa in più – o i lavoratori MSC di Gioia Tauro non possono essere avviati in sostituzione delle compagnie portuali: possano essere avviati – dice l'Agenzia e dice la legge n. 84 – per attività non portuali. Si tratta di questo anche perché c’è un processo di riconversione sul transhipment: infatti in questi anni le grandi compagnie straniere, soprattutto i cinesi che hanno acquistato il Pireo qualche anno fa approfittando della crisi greca e Maersk soprattutto, si sono allocate sulle sponde nord-africane. Poi la crisi della primavera prima e la crisi successiva le ha spostate sulla Grecia e sulla Spagna. Ora l'Italia deve riconvertire, perché anche il mito cinese della via di Suez è modificato, il processo di globalizzazione si è per tanti aspetti esaurito; il processo di trasformazione mira ad una riqualificazione dei porti di transhipment e, se mi permettete, alla difesa di 1.200 lavoratori del porto della ex-TCT, della MSC e del porto di Cagliari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 62

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Prestigiacomo. Ne ha facoltà.

  STEFANIA PRESTIGIACOMO. Grazie, Presidente. Intervengo sull'emendamento 4.51 De Lorenzis, soppressivo dell'articolo 4, al quale aggiungo anche la mia firma per sottolineare come l'istituzione di un'Agenzia ad hoc che si occupi dei problemi dei portuali in esubero sia una modalità che veramente dovrebbe appartenere al passato.
  Anziché pensare di applicare per questi lavoratori le procedure ordinarie che pure ci sono, risolviamo tutti i problemi del Paese istituendo una nuova Agenzia. Ma la cosa più odiosa di questo articolo è che tale Agenzia si occuperà esclusivamente dei problemi dei portuali di soli tre porti. E, guarda caso, andando poi a vedere quali sono questi tre porti si comprende come l'approccio di questo Governo continua ad essere un approccio che guarda esclusivamente ai sindaci amici perché posso testimoniare che i problemi che dovrà affrontare questa Agenzia, per la quale si stanziano risorse pubbliche, sono diffusi anche in altre realtà portuali che hanno le medesime caratteristiche dimensionali. Quindi ancora una volta vestiamo, per così dire, come un intervento di carattere strutturale una manovra che è soltanto di aiuto ad alcune realtà che evidentemente si vuole aiutare a discapito di tutte le altre. Per questo noi abbiamo presentato degli emendamenti che poi i colleghi illustreranno che prevedono la possibilità di estendere, dato che si è deciso che deve costituirsi una nuova Agenzia. Dovremmo essere in tempi di tagli, in tempi di spending review e invece istituiamo nuovi enti, nuovi carrozzoni e immaginiamo poi che queste agenzie dovranno avere del personale: insomma siamo esattamente alle solite. Quindi abbiamo presentato emendamenti che danno la possibilità anche ad altri porti di potersi avvantaggiare di questo strumento. Approfitto del fatto di avere la parola per dire, Presidente, che io non posso che accettare la decisione della Presidenza di avere dichiarato inammissibili tre miei emendamenti che riguardavano la tematica dei porti. Non posso che accettare questa decisione, anche se personalmente non la condivido. Tuttavia desidero lasciare in quest'Aula traccia di una problematica molto seria che, trattando questo articolo dei porti, intendevo affrontare con i miei emendamenti e che riguarda la cosiddetta riforma delle autorità portuali voluta, attraverso delega e con decreto legislativo, dal Ministro Delrio e che praticamente è passata sopra quest'Aula e anche sopra quella del Senato. In pratica in questo momento si stanno consumando scambi vergognosi perché questi accorpamenti dei porti, delle autorità portuali, che da 25 sono diventate 14, stanno creando sul territorio inimicizia, scontri destinati a montare perché adesso siamo al momento di stabilire dove devono essere ubicate le sedi amministrative e, in violazione dei principi stessi della norma che ha voluto il Ministro Delrio, in alcuni casi si applicano le regole e i principi del decreto legislativo, in altri invece si prevedono deroghe. È il caso, ad esempio, di Catania e Augusta per le quali sono state accorpate le due autorità portuali e in barba ai principi contenuti nel decreto legislativo, laddove si prevede che sede deve essere il porto core come riconosciuto dall'Europa, si è deciso che la sede deve essere Catania e, domando a quest'Aula, immaginatevi perché. Voglio solo dirvi che il sindaco di Augusta è un Sindaco Cinquestelle e, diciamo, tutti conosciamo la storia di Catania. Io credo che su questo tema bisognerà metterci il naso: ci deve mettere il naso il Parlamento perché noi non possiamo accettare che territori che hanno una storia vengano mortificati e soprattutto noi non possiamo accettare che si mettano in campo scambi per cui ti do la sede di qua, poi tu mi indichi il Presidente. Vorremmo che ci fosse trasparenza se è vero che la finalità di questa norma è quella di rilanciare quelle realtà e non di fare le solite pastette.

Pag. 63

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.51 De Lorenzis, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1 Saltamartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.4 Saltamartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.2 Russo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. Grazie, Presidente. Non credo proprio che il nostro Paese avesse bisogno di un'altra agenzia. Non credo proprio che la soluzione a questioni complesse, che riguardano il lavoro e riguardano crisi aziendali, sia o possa essere offerta attraverso una sorta di socialismo statalista, che impone una ulteriore agenzia, che complica ulteriormente la vita a quei lavoratori, ingenerando aspettative difficilmente raggiungibili.
  Ma, poi, vi è un ulteriore elemento, che è stato già stigmatizzato: la scelta, ovviamente parziale, ovviamente prevaricatrice, che esclude importanti porti del nostro Paese, individuando nel transhipment la questione, ma, poi, ulteriormente individuando la necessità che l'80 per cento di quel porto sia dedicata, negli ultimi cinque anni... Insomma, una sorta di tentativo per cucire addosso ad alcuni porti la necessità di utilizzare strumenti – come vogliamo dire ? – innovativi, strumenti non ordinari, strumenti non previsti, strumenti che non hanno molti paragoni nel nostro Paese o in Paesi come il nostro.
  Allora, questo emendamento prova non ad eliminare – ci abbiamo già provato, con scarso successo – questa singolare agenzia di somministrazione di lavoro, questa singolare agenzia pubblica che diventa strumento, esso, di somministrazione, ma proviamo ad estendere questa opportunità a tutti quei porti in cui persistano, da almeno cinque anni, stati di crisi aziendale o cessazioni delle attività terminalistiche. Guardate, avete più volte insegnato a quest'Aula che la norma deve essere neutra, che non deve essere parziale, che non deve essere discriminatoria, che non deve avere il desiderio di colpire o favorire solo uno. Viceversa, non si tratta di norma, si tratta di premialità e di penalità. In questo caso, mi paiono molto maggiori le penalità. Penso ai tanti porti del nostro Paese; penso ai tanti porti del sud, giacché questa norma occhieggia al Mezzogiorno, lasciando intendere che affronta questioni nodali del Mezzogiorno, viceversa occhieggia soltanto e prova ad affrontare singole questioni che nulla hanno a che vedere con la grande questione, oggi, della crisi di lavoro e della crisi delle aziende nel Mezzogiorno.
  Per questa ragione, proviamo sommessamente a suggerirvi di evitare la parzialità, di evitare la discriminazione, di evitare l'esclusione, di evitare, cioè, di costruire una norma difficilmente intellegibile sul piano della correttezza, sul piano Pag. 64della parità, sul piano della necessaria terzietà di una norma. Viceversa, saremmo costretti a continuare ad esprimere il nostro giudizio critico e negativo nei confronti di questo impianto, in modo particolare nei confronti di questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.2 Russo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.21 Sammarco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.50 Scopelliti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.10 Franco Bordo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.11 Franco Bordo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.016 Pisano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.017 Pisano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 4-bis.50 De Lorenzis.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Presidente, approfitto di questi cinque minuti per fare un'operazione di trasparenza. Questo articolo 4-bis è stato inserito per gli emendamenti Pag. 65dell'onorevole Capodicasa e l'onorevole Zanetti. Questi due emendamenti chiedono di stanziare praticamente 25-30 milioni di euro (perché sono 5 milioni all'anno per cinque, sei anni, credo) per riuscire in qualche modo a finanziare la piattaforma nazionale della logistica digitale, in particolare per il Mezzogiorno. Io non dubito che la logistica, nel nostro Paese, abbia bisogno di un impulso, non dubito altresì che la logistica in questo Paese si possa migliorare con una piattaforma digitale che permetta il dialogo di tutti gli attori coinvolti nella filiera della logistica.
  Quello che ci sfugge, Presidente, è che oggi, sia come cittadini sia come rappresentanti dei cittadini fuori da questa istituzione, io e i miei colleghi non abbiamo alcuno strumento oggettivo di valutazione di questo finanziamento. Infatti, nel 2015 ho già presentato un'interrogazione su questo raggruppamento temporaneo di imprese, che viene raggruppato sotto il nome di «UIRNet», che è il soggetto attuatore per la piattaforma digitale della logistica, per chiedere conto della prima tranche di finanziamento che lo Stato ha dato a questo soggetto, a questo ente pubblico, perché poi è un ente pubblico, perché, anche se non c’è la partecipazione del Ministero dei trasporti in maniera diretta, c’è sicuramente la partecipazione delle autorità portuali e di altri soggetti come gli interporti, in questo caso privati, come le associazioni di categoria dell'autotrasporto e altri partner industriali, tra cui, per esempio, Telecom Italia. Dicevo che avevo chiesto conto della prima tranche di finanziamenti da 50 milioni, perché al momento non c’è, né sul sito del Ministero né sul sito di UIRNet, da nessuna parte, una relazione che dettagli lo stato di avanzamento dell'uso di queste risorse.
  Ma vi è di più. Dato che oggi si stanziano ulteriori 30 milioni, noi non siamo in grado di valutare la bontà di questo finanziamento, perché non vi è scritta né una relazione, magari preparata da uno studio di privati tramite un'iniziativa che quindi coinvolga i partner della logistica nel nostro Paese, né tanto meno un ulteriore studio o una relazione tecnica da parte del Ministero o di una sua struttura – quindi mancano fondamentalmente le informazioni – che ci permettano di valutare se questi 30 milioni siano congrui e siano adeguati alle esigenze che eventualmente esistono. Io ho apprezzato il fatto che, a seguito del mio intervento in sede di discussione sulle linee generali, mi sia potuto confrontare sia con l'onorevole Capodicasa sia con il presidente di questo soggetto, che è il dottor Rodolfo De Dominicis, e ho avuto rassicurazione che questi soldi verranno spesi per interventi che servono al Paese, per migliorare la logistica, però non possiamo immaginare che questo Paese vada avanti attraverso rassicurazioni personali. Mi aspetto dal soggetto che vigila questo ente pubblico, che è il Ministero, una relazione sul sito del Ministero, in modo che tutti i cittadini italiani e noi parlamentari siamo edotti della necessita di questo finanziamento, delle azioni che verranno messe in campo per raggiungere determinati obiettivi. Credo che sia il minimo di trasparenza che viene richiesto, non soltanto per noi rappresentanti parlamentari ma nei confronti dei cittadini italiani, che appunto sono i proprietari di queste risorse pubbliche. Quindi, se è vero – come io penso – che queste risorse servano per migliorare la logistica nel nostro Paese, chiedo al Ministero e al soggetto attuatore di farci avere uno studio dettagliato sull'uso di queste risorse (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-bis.50 De Lorenzis, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 664-bis.52 De Lorenzis, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

  L'emendamento 4-bis.51 Coppola è accantonato.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-ter.100 della Commissione, con parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 57).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.50 Prestigiacomo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prestigiacomo. Ne ha facoltà.

  STEFANIA PRESTIGIACOMO. Grazie Presidente. Quest'articolo interviene sul Fondo per le non autosufficienze, incrementandolo di 50 milioni di euro. Noi su questo, ovviamente, siamo d'accordo, ma riteniamo che la misura non sia sufficiente a fare fronte alle tante esigenze che ormai, anche attraverso i voti parlamentari che abbiamo fatto durante l'ultima legge di stabilità, si attribuiscono come finalità al Fondo per le non autosufficienze.
  In passato si è intervenuto sulla SLA, ma si è arricchito il Fondo per le non autosufficienze di 400 milioni di euro. Nell'ultima legge di stabilità, sulla base di una proposta di Forza Italia a mia firma, è stato accolto un emendamento che prevede che anche le persone affette da Alzheimer possano fare riferimento al Fondo per le non autosufficienze. Ora, per chi conosce qualche numero sulla realtà dell'Alzheimer in Italia, una malattia purtroppo che si diffonde sempre più rapidamente, è evidente che, facendo quattro conticini, con 50 milioni di euro noi non riusciamo ad affrontare il problema dell'Alzheimer.
  Per questo abbiamo presentato innanzitutto quest'emendamento, che prevede un incremento di ulteriori 200 milioni di euro, per dare un senso a quello che abbiamo deciso qualche mese fa. Altrimenti il rischio è che rimanga una mera affermazione di principio, creando peraltro tanta illusione in tante famiglie, che veramente non riescono con i mezzi ordinari ad affrontare i problemi che derivano da questa terribile malattia, e poi dopo non dandogli, di fatto, un bel niente.
  Ci sono anche altri emendamenti che riguardano la questione delle finalità del Fondo per le non autosufficienze, che abbiamo presentato, sui quali mi riservo di intervenire dopo, che attestano l'importanza di questa misura, quindi dell'avere previsto un fondo per le non autosufficienze, ma che necessitano di una riflessione da parte del Parlamento. Infatti, se questa è la modalità di intervento, noi dobbiamo pensare a tutte le problematiche che possono rientrare su questo tema e non lasciare fuori pezzi di società, che invece meritano tutta l'attenzione del Parlamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.50 Prestigiacomo, parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.3 Rampelli, parere contrario di Commissione e Governo.Pag. 67
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

  Interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 9,30.

Interventi di fine seduta (ore 19,30).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Locatelli. Ne ha facoltà, per due minuti. Colleghi, uscite dall'Aula in maniera più silenziosa possibile. Grazie. Prego, onorevole.

  PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, Presidente. Oggi si celebra la prima giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, lanciata dal Ministero dell'istruzione nell'ambito del Piano nazionale per la prevenzione degli abusi tra i giovanissimi.
  L'evento è collegato al Safer Internet Day 2017, la giornata mondiale per la sicurezza in rete, istituita e promossa dalla Commissione europea, che quest'anno, alla sua quattordicesima edizione, si celebra in contemporanea in cento Paesi, per fare riflettere ragazze e ragazzi non solo sull'uso consapevole della rete, ma anche sul ruolo attivo e responsabile di ciascuna e ciascuno, per fare di Internet un luogo positivo e sicuro.
  Secondo l'Istat, nel 2014, più della metà dei ragazzi e delle ragazze, tra gli 11 e 17 anni, ha subito episodi di bullismo da parte dei coetanei, uno o una su cinque ha subìto azioni di bullismo più volte al mese, uno o una su dieci atti di prepotenza ripetuti con cadenza settimanale, un quarto erano casi di cyberbullismo e più numerose le vittime tra le ragazze.
  Quattro mesi fa, quest'Aula ha approvato una buona legge, che punta sia alla punizione, ma soprattutto ad azioni di prevenzione, essendo spesso coinvolti i minori che vivono situazioni di disagio. C’è attenzione alle vittime, lasciate spesso sole, c’è attenzione per chi compie atti di cyberbullismo e di bullismo, troppo spesso inconsapevole delle conseguenze, così come lo è chi vi assiste senza reagire, anzi, a volte, incoraggiando.
  Il testo è ritornato al Senato, dove sono state apportate alcune modifiche. Il mio intervento, dunque, è un appello alla Presidenza della Camera e a tutti i capigruppo a fare sì che il provvedimento venga calendarizzato al più presto e si vari subito la legge. Non aspettiamo un altro suicidio (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI)-Liberali per l'Italia (PLI).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fragomeli. Ne ha facoltà.

  GIAN MARIO FRAGOMELI. Signora Presidente, onorevoli colleghi, intervengo questa sera per ricordare e onorare Francesco Pischedda, un giovane di soli 28 anni, agente scelto dalla Polizia stradale di Bellano, città del territorio lecchese.
  L'agente Pischedda è tragicamente caduto la settimana scorsa, nell'adempimento del proprio dovere, un uomo dalla riconosciuta generosità, già insignito in passato di un attestato di lode per il proprio operato, a testimonianza di un'eccezionale dedizione al proprio lavoro di poliziotto.
  La sera di giovedì 2 febbraio la pattuglia, su cui insieme ad altri due colleghi stava operando l'agente Pischedda, individua e insegue un autoveicolo rubato, con tre uomini a bordo. Dopo una corsa di alcuni chilometri, i tre malviventi abbandonano la vettura, dividendosi e dandosi alla fuga. Come non ha mancato di sottolineare Franco Gabrielli, capo della Polizia di Stato, in occasione delle esequie del giovane poliziotto, l'agente Pischedda non esita un istante e si lancia immediatamente all'inseguimento di uno dei fuggitivi, anche se, come stabilito dal regolamento, avrebbe potuto rimanere in auto. I due precipitano nel vuoto per circa 7 metri, dopo avere scavalcato il Pag. 68parapetto al bordo della superstrada 36. Ha prevalso in lui la convinzione che un malvivente, il quale voglia oggi sottrarsi anche solo ad un semplice controllo di polizia, possa in futuro rappresentare una minaccia ben più grave. Così si è rivelato essere l'inseguito, risultato un latitante internazionale, su mandato di cattura spiccato dalle autorità austriache per una serie di furti e rapine.
  Questo era Francesco Pischedda. La sua morte è una ferita aperta, che spetta anche a noi sanare, impegnandoci nei confronti di chi tutti i giorni si sacrifica per la nostra sicurezza, lavorando a provvedimenti opportuni quanto necessari per le forze dell'ordine. Da parte del gruppo del Partito Democratico, desidero esprimere tutta la vicinanza e il nostro più sincero cordoglio alla giovane compagna Anna, alla famiglia e a tutti gli agenti dalla Polizia di Stato in forza alla sottostazione di Bellano, i quali, oltre a un collega, hanno perso un amico. Come padre il mio pensiero va poi alla figlia di pochi mesi, che non conoscerà mai il papà, che non potrà ricevere tutto l'amore, la tenerezza e la protezione che le avrebbe saputo donare. Alla cerimonia funebre è stato straziante vedere, una accanto all'altra, sia la madre che la bambina dell'agente caduto. Tocca anche a noi, ora, mostrare alla madre quanto siamo riconoscenti...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

  GIAN MARIO FRAGOMELI. ...e far capire alla figlia quanto dovrà essere orgogliosa di suo padre, l'agente scelto Francesco Pischedda (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Amoddio. Ne ha facoltà.

  SOFIA AMODDIO. Grazie, Presidente. Il Ministro Delrio, con decreto del 25 gennaio 2017, ha individuato la sede della Port Authority del mare di Sicilia orientale nel porto di Catania, a discapito di quello di Augusta, che è stato definito dalla Comunità europea Porto core. Il Ministro sostiene e ha sostenuto che questa scelta è da individuare nella nota del Presidente della regione Sicilia, Rosario Crocetta, che, nell'agosto 2016, ha chiesto lo spostamento della sede dell'Autorità portuale da Augusta a Catania, per una facoltà che comunque la legge gli concede.
  Appare evidente che, né il comune di Augusta, né gli organi di rappresentanza dell'Autorità portuale di Augusta hanno mai inviato alcuna istanza al riguardo. Di fatto, la regione Sicilia ha scavalcato tutti i comuni adiacenti al porto di Augusta, ovvero Priolo, Melilli e, chiaramente, Augusta.
  Ad Augusta sono previste molte manifestazioni, perché l'opinione pubblica ha definito lo spostamento della sede dell'Autorità portuale come l'ennesimo scippo perpetrato ai danni della provincia di Siracusa e si è mobilitata a difesa dello sviluppo economico dell'intera provincia. I sindaci dei comuni di Priolo, Melilli, Siracusa e, ovviamente, Augusta hanno fatto fronte comune, hanno indetto una manifestazione questo venerdì, 10 febbraio, insieme agli operatori sindacali. Sono state inviate diverse missive al Ministro Delrio con cui si chiede di modificare questo decreto e di stabilire la sede al porto di Augusta, che è l'unico porto titolato ad essere Porto core dalla Comunità europea.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Grazie, Presidente. Lo scorso 2 febbraio è morto Predrag Matvejevic, scrittore jugoslavo ma fortemente legato al nostro Paese. È infatti vissuto a Roma, dove ha insegnato letteratura serba e croata all'università La Sapienza, e a Venezia, di cui è stato cittadino onorario.
  Legato al nostro Paese, perché da sempre profondamente intrecciato con la cultura e gli intellettuali e gli scrittori, come Claudio Magris, Vincenzo Consolo, Ginevra Bompiani, ha scritto opere come Breviario mediterraneo, Pane nostro, Epistolario dell'altra Europa, ed è stato impegnato in prima persona contro il folle nazionalismo, contro cui lui si oppose tenacemente, Pag. 69opposizione per cui rischiò la vita e fu perseguitato negli anni Novanta.
  Con l'avvento dei nazionalismi in Jugoslavia scelse la via del volontario esilio, anche per le tante e troppe minacce, prima in Francia e poi in Italia. Lui, jugoslavo democratico e socialista, non trovava più la sua casa in quelle che chiamava le nuove «democrature etniche» degli anni Novanta.

  PRESIDENTE. Colleghi, potete abbassare la voce oppure uscire ?

  GIULIO MARCON. E negli anni Novanta fu vicino al movimento pacifista e di solidarietà del nostro Paese contro il nazionalismo e le guerre. Grazie a lui e grazie all'università di Siena riuscimmo a raccogliere 12 mila volumi per la biblioteca di Sarajevo, incendiata dai bombardamenti dei soldati di Karadzic. Abbiamo fatto tanti viaggi insieme, tante missioni umanitarie fianco a fianco, nel 1993 nella Sarajevo assediata, poi nel 1994 in una Mostar, la sua città, ancora divisa e nella gabbia del conflitto etnico. Abbiamo condiviso con lui il pericolo dei colpi dei cecchini, gli atterraggi un po’ spericolati dei voli umanitari dell'Onu, il trasporto nei blindati dei caschi blu, mentre fuori si combatteva.
  Matvejevic fu profondamente antinazionalista, jugoslavo democratico pacifista, fu un raffinato scrittore, un autentico poeta, un intellettuale generoso e appassionato. La sua scomparsa lascia un grave vuoto anche nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Sandra Savino. Ne ha facoltà.

  SANDRA SAVINO. Grazie, Presidente...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Savino. Colleghi, c’è un rumore insopportabile, perché state qua ? Uscite. Prego.

  SANDRA SAVINO. Mi rivolgo a lei, Presidente, perché cortesemente si faccia parte attiva con la Presidente della Camera, affinché vengano presi opportuni provvedimenti per un fatto che è in programmazione sabato 11 febbraio a Costa Volpino, una frazione di Corti. Infatti, lì si terrà una specie di convegno intitolato Foibe: il punto della ricerca storica. Questa specie di convegno verrà tenuto dallo scrittore storico Pietro Purini.
  Pietro Purini, come tutti sanno, sicuramente è uno dei più violenti negazionisti di quello che è stato l'esodo e di quella che è stata la triste vicenda delle foibe triestine nella regione Friuli-Venezia Giulia. Gli studenti che parteciperanno a questa manifestazione, tra l'altro, avranno anche dei crediti di carattere formativo.
  Ora, questa manifestazione si tiene, tra l'altro, senza alcun tipo di contraddittorio. Quindi, la mia richiesta è di far presente che è impensabile, se non oltraggioso, mettere questi studenti nelle mani di questo sedicente scrittore negazionista e dare a questi ragazzi delle informazioni che non tengono minimamente nella dovuta considerazione la memoria di 11 mila persone uccise, deportate nei campi di concentramento e infoibate, e conseguentemente la visione di parte di questa storia in questo tipo di manifestazione o di convegno, come dir si voglia, verrà vista e verrà letta in un unico verso.
  Quindi, credo che a questa manifestazione bisogna in qualche modo porre rimedio, se non altro togliendo quelli che sono i crediti formativi che verranno assegnati agli studenti che intendono partecipare a questa sessione di studio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Grazie, Presidente. Apprendiamo da fonti di stampa, visto che non c’è mai dato il piacere di avere notizie di prima mano, che il Primo Ministro Gentiloni, nonché il Ministro Minniti, abbiano raggiunto un accordo con il Governo libico per la gestione dei flussi migratori e, in generale, per la risoluzione e la stabilizzazione del Paese. Siccome, per quello che si apprende dal campo, in realtà, e non dalla stampa, in Libia esistono Pag. 70attualmente tre Governi – quello di accordo nazionale di Al Sarraj, riconosciuto esclusivamente dall'ONU ma da nessuno sul territorio; quello di salvezza nazionale di Al Ghwell, riconosciuto, invece, dalle tribù; e quello del Congresso nazionale generale del Presidente Al-Thani, con il generale Haftar, che controlla l'80 per cento del territorio – ci chiediamo con chi abbia raggiunto questo accordo Minniti e quali sono i dettagli di questo accordo.
  Visto che di mezzo c’è soltanto sicurezza nazionale, diritti umani e diritto internazionale, chiediamo al Ministro Minniti se, volendo dare un segnale di discontinuità rispetto ai suoi predecessori, una volta tanto potesse venire a riferire in Aula i termini degli accordi, anziché andarli a dire in televisione, sperando che noi si stia zitti ad aspettare la manna dal cielo. Quindi facciamo una richiesta formale di informativa urgente del Ministro Minniti in Aula per i dettagli dell'accordo con la Libia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Menech. Ne ha facoltà. Ha un minuto, onorevole, perché il suo gruppo ha terminato i tempi.

  ROGER DE MENECH. Grazie, Presidente. Ha speso la vita per la montagna e le sue genti, Sergio Reolon, scomparso al termine di una lunga malattia, ci racconta una storia di passione di lotta e di innovazione. La passione per la politica l'aveva presa fin da giovanissimo, all'inizio degli anni Settanta, militante del PCI. Sergio era presto diventato un punto di riferimento nel bellunese, diventando funzionario prima e segretario poi. Eletto in consiglio provinciale nel 1980, confermato nel 1985, Reolon dal 1990 fece parte della giunta. Nel 2004 vince le elezioni e governa fino al 2009. L'anno successivo viene eletto in consiglio regionale. Da presidente della provincia ingaggia una lunga battaglia con la regione per il trasferimento a Belluno delle competenze e delle risorse legate al demanio idrico, dopo tre anni ne uscirà vittorioso. In consiglio regionale lavorerà assiduamente per il nuovo Statuto, in cui viene riconosciuta la specificità e riesce a far approvare, pur dai banchi dell'opposizione, la legge che le dà attuazione.
  Ha lottato per l'autonomia del bellunese e della montagna, con la consapevolezza, però, che l'autonomia fosse prima di tutto culturale, di pensiero, e poi anche amministrativa ed economica. Per Reolon l'autonomia doveva essere praticata, non poteva limitarsi alla rivendicazione, alla richiesta e alla protesta. È con questo atteggiamento proattivo che la sua amministrazione provinciale lavorò e ottenne il riconoscimento dell'UNESCO per le Dolomiti, il suo più grande lascito come amministrazione. Grazie, Sergio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Parentela. Ne ha facoltà.

  PAOLO PARENTELA. Grazie, Presidente. Il Governo Gentiloni, esattamente come il Governo Renzi, incespica nelle contraddizioni in tema di trivellazioni in Calabria. Io ho presentato un'interrogazione parlamentare, la n. 4-15118, della quale intendo sollecitare una risposta, nella quale praticamente riporto un fatto abbastanza strano, ovvero, il Ministero dello sviluppo economico concede questo permesso di ricerca – DR 74 –, dicendo che non ci sono elementi ostativi per fermare questo pozzo esplorativo. Parliamo di un pozzo su terraferma che perforerà il terreno di almeno 1500 metri, però, secondo la nuova la legge di stabilità in tema di trivellazioni, non si potrà poi usufruire, eventualmente, della risorsa da estrarre. Quindi, si fa un pozzo per poi non poter estrarre il gas o l'eventuale petrolio. Allora, a cosa serve questo pozzo ? Io vorrei subito una risposta da parte del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro Galletti, perché non si può autorizzare l'Appenine Energy a fare questo pozzo, senza poi, Pag. 71neanche, poter estrarre quello per cui era stato costruito il pozzo. Parliamo di una zona protetta a livello regionale, a livello naturalistico; è un sito di interesse comunitario, rischiamo una procedura di infrazione, il Governo intervenga al più presto. La Calabria non si trivella.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Airaudo. Ne ha facoltà.

  GIORGIO AIRAUDO. Grazie, Presidente. Sono passati undici giorni dalla pubblicazione della sentenza della Corte costituzionale sui referendum. Noi pensiamo che questa Camera debba sollecitare il Consiglio dei ministri perché indichi la data della consultazione. Abbiamo già perso undici giorni. Un milione di italiani ha chiesto quel voto e richiede una risposta. Credo che questo sia un voto sicuro, a differenza delle varie elucubrazioni su elezioni e su a chi conviene cosa. Gli italiani che chiedono il referendum per il lavoro vogliono intervenire direttamente su questa materia. Il Consiglio dei ministri rispetti la legge e indichi la data dei referendum. Da oggi il nostro gruppo, ogni giorno, chiederà a quest'Aula che il Consiglio dei ministri applichi la legge (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Mercoledì 8 febbraio 2017, alle 9,30:

  (ore 9,30 e ore 16,30).

  1. – Seguito della discussione del disegno di legge:
   Conversione in legge del decreto-legge 29 dicembre 2016, n. 243, recante interventi urgenti per la coesione sociale e territoriale, con particolare riferimento a situazioni critiche in alcune aree del Mezzogiorno (C. 4200-A).
  — Relatore: Laforgia.

  2. – Seguito della discussione della proposta di legge:
   D'INIZIATIVA POPOLARE: Trattati internazionali, basi e servitù militari (C. 2-A).
  — Relatori: Manciulli, per la maggioranza; Manlio Di Stefano, di minoranza.

  3. – Seguito della discussione delle mozioni Vezzali, Valiante, Calabrò, Fitzgerald Nissoli ed altri n. 1-01412, Rondini ed altri n. 1-01495, Palese ed altri n. 1-01496, Binetti ed altri n. 1-01497, Amato ed altri n. 1-01498, Brignone ed altri n. 1-01499, Gullo ed altri n. 1-01500, Vargiu ed altri n. 1-01501 e Nicchi ed altri n. 1-01502 concernenti iniziative volte a prevenire e contrastare la diffusione del citomegalovirus.

  (ore 15)

  4. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  La seduta termina alle 19,50.

Pag. 72

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI
EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

  nella votazione n. 1 il deputato Monchiero ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 2 il deputato Catanoso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 3 le deputate Piccione e Galgano hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 4 il deputato Capone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 5 il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 8 la deputata Businarolo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 9 il deputato Sottanelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni dalla n. 9 alla n. 13 il deputato Gianluca Pini ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;
   nelle votazioni nn. 9, 43 e 44 la deputata Sbrollini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni nn. 9, 50 e 53 il deputato Rampi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 14 il deputato Romanini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 16 il deputato De Rosa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nelle votazioni dalla n. 17 alla n. 20 la deputata Tartaglione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 20 il deputato Falcone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 21 il deputato Magorno ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 27 il deputato Falcone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 29 la deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;Pag. 73
   nelle votazioni nn. 30 e 56 la deputata Santerini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni dalla n. 30 alla n. 32 il deputato Vargiu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni nn. 30, 31, 32 e 35 il deputato Matarrese ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 33 il deputato Ferraresi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nelle votazioni nn. 33, e 34 il deputato Preziosi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni dalla n. 37 alla n. 42 il deputato Matarrese ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nelle votazioni nn. 43 e 44 la deputata Rotta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni da n. 48 a n. 51 la deputata Sgambato ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni nn. 55, 56 e 58 la deputata Narduolo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 57 la deputata Narduolo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 4200-A - em. 1.15 418 369 49 185 120 249 94 Resp.
2 Nom. em. 1.30 415 406 9 204 30 376 94 Resp.
3 Nom. em. 1.7 424 423 1 212 163 260 92 Resp.
4 Nom. em. 1.5 429 391 38 196 132 259 90 Resp.
5 Nom. em. 1.6 433 400 33 201 135 265 90 Resp.
6 Nom. em. 1.51 427 390 37 196 130 260 90 Resp.
7 Nom. em. 1.8 427 370 57 186 105 265 89 Resp.
8 Nom. em. 1.3 419 383 36 192 121 262 89 Resp.
9 Nom. em. 1.10 418 380 38 191 124 256 89 Resp.
10 Nom. em. 1.23 435 313 122 157 48 265 87 Resp.
11 Nom. em. 1.4 423 387 36 194 130 257 87 Resp.
12 Nom. em. 1.52 431 430 1 216 168 262 87 Resp.
13 Nom. em. 1.2 423 368 55 185 109 259 87 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1.32 431 406 25 204 110 296 87 Resp.
15 Nom. em. 1.50 429 410 19 206 153 257 87 Resp.
16 Nom. em. 1.53 426 426 214 165 261 87 Resp.
17 Nom. articolo agg. 1.050 430 397 33 199 136 261 87 Resp.
18 Nom. articolo agg. 1.051 428 396 32 199 137 259 87 Resp.
19 Nom. articolo agg. 1.052 428 391 37 196 130 261 87 Resp.
20 Nom. articolo agg. 1.053 427 390 37 196 131 259 87 Resp.
21 Nom. em. 1-bis.43 423 319 104 160 60 259 85 Resp.
22 Nom. em. 1-bis.42 419 419 210 162 257 85 Resp.
23 Nom. em. 2.4 415 392 23 197 111 281 85 Resp.
24 Nom. em. 2.1, 2.27 417 417 209 166 251 85 Resp.
25 Nom. em. 2.18 424 352 72 177 95 257 85 Resp.
26 Nom. em. 2.10 411 411 206 158 253 85 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 2.2, 2.28 414 414 208 160 254 85 Resp.
28 Nom. em. 2.9 427 427 214 162 265 85 Resp.
29 Nom. em. 2.11 413 412 1 207 157 255 85 Resp.
30 Nom. em. 2.51 410 410 206 127 283 85 Resp.
31 Nom. em. 2.3, 2.29 422 422 212 166 256 85 Resp.
32 Nom. em. 2.6 414 413 1 207 154 259 85 Resp.
33 Nom. em. 2.8 424 422 2 212 129 293 85 Resp.
34 Nom. em. 2.13 425 425 213 134 291 85 Resp.
35 Nom. em. 2.5 428 382 46 192 85 297 85 Resp.
36 Nom. em. 3.50 430 429 1 215 167 262 85 Resp.
37 Nom. em. 3.2 430 339 91 170 59 280 85 Resp.
38 Nom. articolo agg. 3.09 421 320 101 161 38 282 85 Resp.
39 Nom. articolo agg. 3.014 429 334 95 168 39 295 85 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. articolo agg. 3.013 429 406 23 204 40 366 85 Resp.
41 Nom. articolo agg. 3.012 429 426 3 214 130 296 85 Resp.
42 Nom. em. 3-quater.50 439 420 19 211 48 372 85 Resp.
43 Nom. articolo agg. 3-quinquies.015 404 338 66 170 95 243 84 Resp.
44 Nom. articolo agg. 3-quinquies.019 409 342 67 172 84 258 84 Resp.
45 Nom. em. 4.51 403 397 6 199 125 272 84 Resp.
46 Nom. em. 4.1 406 331 75 166 37 294 84 Resp.
47 Nom. em. 4.4 407 407 204 56 351 84 Resp.
48 Nom. em. 4.2 394 393 1 197 50 343 85 Resp.
49 Nom. em. 4.21 387 375 12 188 68 307 85 Resp.
50 Nom. em. 4.50 389 389 195 65 324 85 Resp.
51 Nom. em. 4.10 399 307 92 154 57 250 85 Resp.
52 Nom. em. 4.11 395 326 69 164 37 289 85 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 59)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. articolo agg. 4.016 397 396 1 199 146 250 85 Resp.
54 Nom. articolo agg. 4.017 408 398 10 200 142 256 85 Resp.
55 Nom. em. 4-bis.50 399 396 3 199 104 292 85 Resp.
56 Nom. em. 4-bis.52 393 390 3 196 91 299 85 Resp.
57 Nom. em. 4-ter.100 401 383 18 192 382 1 85 Appr.
58 Nom. em. 5.50 391 293 98 147 46 247 85 Resp.
59 Nom. em. 5.3 387 317 70 159 47 270 85 Resp.