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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 711 di martedì 6 dicembre 2016

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

  La seduta comincia alle 10.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  RAFFAELLO VIGNALI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 28 novembre 2016.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Alli, Amendola, Amici, Artini, Baldelli, Baretta, Bellanova, Dorina Bianchi, Biondelli, Blazina, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Matteo Bragantini, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Bueno, Caparini, Capelli, Casero, Castiglione, Catania, Censore, Centemero, Antimo Cesaro, Cirielli, Cominelli, Coppola, Costa, D'Alia, Dambruoso, Damiano, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Manlio Di Stefano, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Garofani, Gelli, Gentiloni Silveri, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Grillo, Kronbichler, La Russa, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Giorgia Meloni, Meta, Migliore, Orlando, Picchi, Piccoli Nardelli, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rigoni, Francesco Saverio Romano, Rosato, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Santerini, Scalfarotto, Scanu, Scotto, Sereni, Tabacci, Tidei, Valeria Valente, Valentini, Velo, Vignaroli e Zanetti sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

  I deputati in missione sono complessivamente centoquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Annunzio di petizioni (ore 10,05).

  PRESIDENTE. Invito il deputato segretario a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.

  RAFFAELLO VIGNALI, Segretario, legge:
  GIULIANA TOFANI e BENITO SINATORA, da Sanremo (Imperia), chiedono la soppressione dei vitalizi dei parlamentari (1192) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
  RICCARDO BENOTTI, da Roma, chiede misure urgenti per l'eliminazione Pag. 2delle barriere architettoniche che limitano l'accesso agli studi medici convenzionati con il Servizio sanitario nazionale (1193) – alla VIII Commissione (Ambiente);
  FRANCESCO DI PASQUALE, da Cancello ed Arnone (Caserta), chiede un piano per l'ammodernamento del patrimonio edilizio italiano (1194) – alla VIII Commissione (Ambiente);
  MASSIMO TORRE, da Genova, chiede:
modifiche alle norme vigenti in materia di orario di lavoro, per rafforzare le tutele dei lavoratori (1195) – alla XI Commissione (Lavoro);
   l'introduzione di un reddito di cittadinanza (1196) – alle Commissioni riunite XI (Lavoro) e XII (Affari sociali);
   norme per la riduzione della durata dei contratti di lavoro a tempo determinato (1197) – alla XI Commissione (Lavoro);
   iniziative per regolamentare la trasmissione sulle reti televisive pubbliche delle opinioni e delle dichiarazioni di esponenti della gerarchia ecclesiastica (1198) – alla VII Commissione (Cultura);
   l'introduzione di contenitori interrati per la raccolta dei rifiuti (1199) – alla VIII Commissione (Ambiente);
  AURELIO ROSINI, da Mariglianella (Napoli), chiede modifiche all'articolo 1123 del codice civile in materia di ripartizione delle spese relative alle parti comuni dell'edificio (1200) – alla II Commissione (Giustizia);
  FRANCESCO VERRINA, da Città di Castello (Perugia), e altri cittadini chiedono modifiche all'articolo 11 della Costituzione volte a evitare la partecipazione dell'Italia a qualsiasi intervento militare, anche sotto l'egida di organizzazioni internazionali (1201) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
  MARINO SAVINA, da Roma, chiede che i dipendenti del Ministero dell'interno possano utilizzare gratuitamente i mezzi di trasporto pubblico (1202) – alla IX Commissione (Trasporti);
  FRANCESCO DE GHANTUZ CUBBE, da Roma, chiede: norme più restrittive in materia di concessione della cittadinanza italiana agli stranieri (1203) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
   iniziative urgenti per ridurre l'afflusso di immigrati in Italia (1204) – alla I Commissione (Affari costituzionali); l'abrogazione delle norme che consentono ai cittadini dei Paesi dell'Unione europea di accedere agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni (1205) – alla XI Commissione (Lavoro);
   l'abrogazione della lettera a) del comma 1 dell'articolo 21 del codice dei beni culturali e del paesaggio, che consente la rimozione e la demolizione di beni culturali, previa autorizzazione governativa (1206) – alla VII Commissione (Cultura);
  MARCO URBINATI, da Rimini, e numerosi altri cittadini chiedono un trattamento fiscale più vantaggioso per le borse di studio e gli altri benefici economici concessi dall'INPS a favore dei figli e dei dipendenti e dei pensionati delle pubbliche amministrazioni (1207) – alla VI Commissione (Finanze).

Sull'ordine dei lavori (ore 10,08).

  ROBERTO OCCHIUTO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO OCCHIUTO. Grazie, Presidente. Mi rendo conto che l'Aula è validamente convocata per esaminare i punti all'ordine del giorno, così come tutti sanno che il Governo è di fatto dimissionario, non solo perché il Presidente del Consiglio abbia annunciato le dimissioni in TV, ma anche perché le abbia annunciate, pare, proprio al Capo dello Stato.Pag. 3
  L'Aula oggi discuterà alcune mozioni che impegnano il Governo ad assumere alcuni atti di indirizzo. Impegnano quale Governo ? Quello che sarà in carica per qualche giorno ? Il prossimo Governo ? Mi pare una situazione assai singolare. Capisco, è possibile ci siano dei precedenti che dicono che, in assenza di formali dimissioni da parte del Governo, l'Aula continui a svolgere il suo lavoro, esaminando i punti da calendario, però vorrei rivolgere a lei, signor Presidente, l'invito a valutare se queste discussioni, quelle sulle mozioni e quelle sulle ratifiche, sono discussioni che val la pena di fare nelle condizioni politiche e istituzionali che il Paese sta vivendo in questi giorni, oppure si può evitare di dare al Paese l'idea che quest'Aula discuta di cose che riguardano il Governo, il Governo che starà in carica per qualche giorno, come se nulla fosse successo nei giorni scorsi.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Occhiuto. Ovviamente, come anche lei diceva, l'Aula è validamente convocata, in quanto allo Stato il Governo è ancora nella pienezza dei suoi poteri, nonostante le dichiarazioni del Presidente del Consiglio e, quindi, da qui ne consegue che si possa procedere ai lavori d'Aula in maniera regolare. Poi, se invece ci dovessero essere le dimissioni formali, a quel punto sarebbe la Presidenza a farsi carico di convocare sicuramente la Conferenza dei capigruppo e, in ogni caso, di riorganizzare il seguito dei lavori in base a questa formalizzazione delle dimissioni.

Discussione delle mozioni Massimiliano Bernini ed altri n. 1-00744 e Tartaglione ed altri n. 1-01296 concernenti iniziative per promuovere una corretta alimentazione, in particolare al fine di prevenire l'obesità infantile (ore 10,10).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle mozioni Massimiliano Bernini ed altri n. 1-00744 (Nuova formulazione) e Tartaglione ed altri n. 1-01296 concernenti iniziative per promuovere una corretta alimentazione, in particolare al fine di prevenire l'obesità infantile (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi riservati alla discussione delle mozioni è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (Vedi calendario).
  Avverto che sono state presentate le mozioni Brignone ed altri n. 1-01440; Rondini ed altri n. 1-01441; Vargiu ed altri 1-01442; Nicchi ed altri n. 1-01443 e Binetti ed altri n. 1-01444 (Vedi l'allegato A – Mozioni), che, vertendo su materia analoga a quella trattata dalle mozioni all'ordine del giorno, verranno svolte congiuntamente. I relativi testi sono in distribuzione.
  Avverto, inoltre, che sono state presentate un'ulteriore nuova formulazione della mozione Bernini Massimiliano ed altri n. 1-00744 e una nuova formulazione della mozione Tartaglione ed altri n. 1-01296 (Vedi l'allegato A – Mozioni). I relativi testi sono in distribuzione.

(Discussione sulle linee generali)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.
  È iscritta a parlare la deputata Gagnarli, che illustrerà anche la mozione Massimiliano Bernini n. 1-00744 (Ulteriore nuova formulazione) di cui è cofirmataria.

  CHIARA GAGNARLI. Grazie, Presidente. Questa mozione è uno dei tanti atti e passaggi che il MoVimento 5 Stelle ha intrapreso ormai da diversi anni, fuori e dentro le Aule parlamentari, finalizzato a sensibilizzare le istituzioni e i cittadini all'adozione di una sana alimentazione e di un corretto stile di vita sin dalla primissima infanzia. Non si tratta certo di una questione di nuove mode, anche alimentari, ma di affrontare a viso aperto un problema di salute, soggettiva e pubblica, che oramai colpisce una percentuale sempre più alta della nostra popolazione, specie tra i più piccoli. Parliamo dell'obesità Pag. 4e di tutte le patologie ad essa collegate, con le relative conseguenze sul Sistema sanitario nazionale. Tanto per rendere l'idea, in Italia i costi sanitari diretti dell'obesità sono stimati in circa 23 miliardi di euro l'anno, di cui il 60 per cento dovuto a ricoveri ospedalieri. L'obesità rappresenta il più comune disordine nutrizionale del mondo occidentale e la sua prevalenza è in progressivo aumento, tanto da indurre l'Organizzazione mondiale della sanità ad autorizzare la definizione di pandemia. I bambini in sovrappeso od obesi in Italia (fonte: Ministero della Salute) nel 2014: il 20,9 per cento in sovrappeso e il 9,8 per cento obeso. Il 25 per cento dei bambini non consuma frutta e verdura ogni giorno, il 18 per cento dei bambini pratica sport solo un'ora a settimana. I dati del Ministero della Salute, diffusi recentemente anche dalla Federazione italiana medici pediatri, dicono che oltre il 23 per cento dei bambini tra i 9 e gli 11 anni è in sovrappeso e il 13 per cento è obeso (il 3,2 per cento in più rispetto al 2015). Si tratta di un allarme che non solo rischia di compromettere la qualità della vita delle generazioni future, ma di avere serie ripercussioni sul Sistema sanitario nazionale visto che il 70-80 per cento dei bambini obesi è destinato ad esserlo anche da adulto.
  Ad oggi, inoltre, 3,5 milioni di bambini hanno il diabete di tipo 2, tipicamente associato, fino a pochi anni fa, all'età avanzata. Non solo: 13,5 milioni di under 17 hanno una resistenza all'insulina, cioè una condizione di prediabete, 24 milioni ipertensione e 33 milioni steatosi epatica.
  Le cause dell'obesità possono essere riassunte principalmente nell'alimentazione scorretta e nella sedentarietà. La prevenzione, quindi, è l'elemento determinante: educare il bambino, ma anche l'adulto ad una dieta equilibrata e sana, unita ad una attività fisica, già a partire dalla scuola, costante e quotidiana, ridurrà in maniera drastica il rischio che ci si possa ammalare.
  Ma se la scelta di una corretta alimentazione e di un corretto stile di vita è quanto mai soggettiva, è pur vero che a livello normativo, un Paese che si dica civile e che ci tenga davvero alla salute dei suoi cittadini qualcosa può fare, anche piccoli passi, ma che, se inseriti in un contesto di maggiore consapevolezza da parte di tutti, possono contribuire in maniera determinante a cambiare la direzione delle nostre vite.
  Per questo abbiamo depositato questa mozione, oltre che diverse proposte di legge, di cui una sull'educazione alimentare, che ha l'obiettivo di coinvolgere tutti gli attori della nostra società che potrebbero avere un ruolo determinante nel contrasto all'obesità, come l'industria alimentare, che in questo scenario può essere decisiva non solo nella formulazione dei prodotti, ma anche prevedendo un marketing responsabile, con un'attenzione particolare ai bambini e agli adolescenti. Sappiamo, infatti, che la pubblicità, specie quella televisiva, influenza moltissimo i bambini nelle preferenze alimentari, non solo come consumatori da indirizzare, ma anche come canali con la famiglia, influenzando le loro spese.
  In Italia, né il Codice di autoregolamentazione TV e minori, né la legge n. 122 del 1998, né la successiva legge Gasparri, né il recente Codice del consumo, hanno dettato disposizioni specificamente rivolte alla regolamentazione della pubblicità di prodotti alimentari. Esistono delle normative dell'Unione europea che definiscono principi, parametri minimi e disposizioni specifiche a tutela dei minori. Questi provvedimenti legislativi e autoregolamentari non si sono mai preoccupati dei danni derivanti dalla proposizione mediatica di modelli alimentari scorretti a bambini e adolescenti.
  Su questo aspetto di marketing, ma anche su standard alimentari, si concentrano le nostre proposte, e sulla grande diffusione dei distributori automatici – presso i quali procedono all'acquisto 23 milioni di italiani, tra i quali ben 10 milioni regolarmente – che necessita di una regolamentazione più rigida, soprattutto nei luoghi frequentati da bambini.
  L'ambiente scolastico è il luogo in cui la maggior parte dei bambini e degli Pag. 5adolescenti trascorre la giornata; le sue finalità educative, le regole organizzative e la scansione della vita scolastica si prestano, invece, alla realizzazione di interventi di promozione della salute.
  Per quanto concerne il consumo di zucchero, l'OMS stabilisce un tetto massimo del 5 per cento di zucchero al giorno per un uomo che consumi 2.000-2.500 calorie; in Italia, invece, le raccomandazioni italiane introdotte dal Ministero della salute indicano di contenere il consumo di zuccheri semplici, siano essi naturalmente presenti negli alimenti o siano essi aggiunti, nell'ambito del 15 per cento del fabbisogno.
  La stessa Organizzazione mondiale della sanità, tuttavia, ad aprile 2014, presso la conferenza ONU di Ginevra, ha rivisto al ribasso la percentuale di consumo di zucchero dal 10 per cento al 5 per cento del totale delle calorie assunte quotidianamente. Il Fondo mondiale per la ricerca sul cancro, in linea con queste raccomandazioni, dichiara che «limitare il consumo di cibi ad alta densità calorica ed evitare il consumo di bevande zuccherate, è la prima raccomandazione alimentare a cui è giunto il comitato di esperti dopo aver esaminato tutti gli studi scientifici su dieta e cancro».
  Gli studi scientifici hanno ormai dimostrato il legame tra consumo eccessivo di zucchero e obesità e altri rischi per la salute. Non è un caso, infatti, se, come emerso di recente da alcune notizie di stampa, le grandi corporation alimentari abbiano finanziato e commissionato ricerche scientifiche ad hoc per dimostrare il contrario.
  Abbiamo, quindi, chiesto per questo di introdurre nuove norme sui limiti di utilizzo di zucchero negli alimenti messi in commercio sul territorio italiano e chiedere ai grandi produttori dell'industria alimentare di rispettare i parametri «abbassa zucchero»; di ridimensionare anche l'utilizzo di farine e cereali raffinati; di riportare sulle confezioni dei prodotti destinati ai più giovani e nelle bevande gassate zuccherate il rischio di obesità legato al consumo squilibrato dello zucchero in esse contenute; e di promuovere spot pubblicitari e campagne d'informazione per trasmettere i valori di una sana alimentazione.
  Diversi ed autorevoli esponenti del mondo scientifico, come il professor Franco Berrino, direttore del dipartimento di medicina preventiva e predittiva dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano, aveva dichiarato che «Gli alimenti ad alta densità calorica sono quelli che contengono molto grasso e zucchero, come merendine, biscotti da colazione, fiocchi di cereali zuccherati, bevande zuccherate, fanno ingrassare e alterano il nostro ambiente endocrino facendo aumentare l'insulina. Queste alterazioni alla lunga fanno aumentare il rischio di ammalarsi di tumore e di varie altre malattie croniche che affliggono soprattutto le popolazioni ricche».
  Abbiamo spesso proposto, per questo, di ragionare su una tassazione di alcuni prodotti, come le bevande zuccherate, come hanno fatto altri Paesi. Il Governo irlandese in legge finanziaria ha intenzione di mettere una tassa sulle bevande zuccherate dal 2018, motivata proprio dalle preoccupazioni sanitarie e dai dati, che dicono che il 53 per cento dei bambini di 4 anni e il 75 per cento dei bambini e ragazzi tra 5 e 18 anni consumano bevande zuccherate. In Ungheria c’è una tassa sui cibi poco salutari. In Francia, all'interno del disegno di legge sulla biodiversità, non molto tempo fa si è parlato della tassazione sui prodotti contenenti olio di palma e cocco.
  Provvedimenti già portati avanti in Gran Bretagna nel provvedimento budget 2016, dove si prevedono due fasce di tassazione per le bevande contenenti più di 5 grammi di zucchero ogni 100 millilitri e più di 8 grammi ogni 100 millilitri, esenti quelle con zuccheri naturali ed i piccoli produttori. Con questo provvedimento hanno calcolato introiti nel 2018 pari a 520 milioni di sterline, che saranno destinati all'attività sportiva nelle scuole nel 2018. Il Ministro delle finanze britannico, presentando questo provvedimento, ha detto: «Non voglio dover guardare indietro Pag. 6a questo periodo in Parlamento, avendo ricoperto questo ruolo, e dover dire alla generazione dei miei figli: mi dispiace, sapevamo che avevamo un problema con le bibite zuccherate, sapevamo che avrebbero causato malattie, ma abbiamo evitato di prendere decisioni difficili e non abbiamo fatto niente».
  Non dimentichiamo poi il dato sull'educazione fisica: un altro aspetto fondamentale. Nel confronto con i 27 Paesi OCSE, l'Italia è ultima per numero di bambini che praticano quotidianamente attività fisica moderata o intensa. Oltre un quinto dei bambini in Italia non svolge regolarmente attività motoria nel tempo libero e circa un minore su dieci non la pratica neppure in ambito scolastico per mancanza di spazi attrezzati o perché non prevista nel programma scolastico. Tre ragazzi su cinque trascorrono il proprio tempo libero al chiuso, in casa. Un ragazzo su cinque passa due ore al giorno giocando con i videogame. Tra i genitori dei ragazzi che stanno a casa, uno su tre lo attribuisce alla mancanza di spazi all'aperto vicino a casa dove incontrare gli amici. La maggior parte di loro cammina al massimo per mezz'ora al giorno. I genitori dichiarano di conoscere le regole per una corretta alimentazione, ma poi i ragazzi mangiano quotidianamente davanti alla TV. Circa un minore su dieci non fa colazione a casa tutti i giorni. Questi sono i dati di uno studio emerso da una ricerca Save the Children su «Lo stile di vita dei bambini e dei ragazzi».
  Dal rapporto presentato da Cittadinanzattiva relativo all'anno 2014 sulla sicurezza, qualità, accessibilità a scuola, si evince che la maggior parte delle scuole (quasi una scuola su due) non dispone di una palestra. In questi casi, le attività sportive o di educazione motoria si svolgono nei cortili, nelle palestre esterne o non vengono svolte affatto.
  I consumatori, inoltre, manifestano una crescente attenzione per il valore e il rischio nutrizionale degli alimenti che acquistano. Si avverte, quindi, sempre più la necessità di fornire informazioni corrette sugli alimenti consumati ogni giorno.
  L'etichetta nutrizionale, quindi, può essere un importante veicolo, attraverso il quale i produttori alimentari possono comunicare informazioni essenziali sul valore nutrizionale e sulla composizione dei loro prodotti. È la carta di identità degli alimenti e deve costituire una modalità di facile e immediata lettura per garantire una scelta sana e motivata della propria alimentazione giornaliera.
  Con questa mozione, quindi, impegniamo il Governo: a promuovere una campagna di sensibilizzazione per mezzo di specifici spot sui principali organi di stampa o pubblicità in TV per indicare i valori di una sana alimentazione; a chiedere ai grandi produttori di alimenti per la colazione e la merenda dei bambini di ridurre la quantità di zucchero presente negli alimenti e di ridurre l'utilizzo di farine e cereali raffinati, oltre che di grassi saturi; ad intervenire a livello normativo per porre dei limiti all'utilizzo di zucchero; ad assumere iniziative normative affinché nelle confezioni siano riportate etichette o scritte che indichino il rischio di obesità legato ad un consumo squilibrato; ad assumere iniziative normative per limitare anche l'associazione dei gadget agli alimenti per la colazione e le merende che chiaramente sono riservate ai più piccoli; a dare una piena ed esaustiva applicazione al Regolamento europeo, al fine di garantire che i consumatori siano adeguatamente informati sugli alimenti che consumano; ad intraprendere iniziative volte anche a disincentivare l'utilizzo dell'olio di palma o palmisto sostituendolo con olii che incentivino l'economia nazionale e i settori agricoli interessati; a sostenere ed incoraggiare presso le scuole, nell'ambito della propria competenza, dei progetti legati all'educazione alimentare intesi come conoscenza dei prodotti, delle etichette, della provenienza degli alimenti, della pericolosità delle bevande con scarso apporto nutrizionale, un corretto consumo, il contrasto allo spreco, uno stile di vita attivo, nonché l'importanza dei prodotti tipici a chilometro zero, a chilometro utile, per accrescere negli studenti il senso di responsabilità sociale verso la propria Pag. 7salute ma anche verso l'ambiente, verso il rispetto della biodiversità, in quanto sono conoscenze imprescindibili; ad assumere, per quanto di propria competenza, in tutte le mense pubbliche o convenzionate, un'adeguata alternativa di menu privi di alimenti di origine animale, al fine di tutelare anche coloro che assumono questa scelta alimentare e potrebbero essere esclusi dalla fruizione del servizio pubblico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. È iscritta a parlare la collega Assunta Tartaglione, che illustrerà anche la sua mozione n. 1-01296 (Nuova formulazione).

  ASSUNTA TARTAGLIONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor sottosegretario, con la mozione presentata in materia di obesità infantile vogliamo porre all'attenzione del Governo e dell'Aula un problema che non va in alcun modo sottovalutato: l'obesità e il sovrappeso, prima considerati problemi dei soli Paesi ricchi, sono oggi in aumento anche nei Paesi a basso e medio reddito, specialmente negli insediamenti urbani, e sono ormai riconosciuti come veri e propri problemi di salute pubblica a livello mondiale. L'Italia non è esclusa in alcun modo da questo fenomeno; l'eccesso ponderale è una condizione molto diffusa e rappresenta un problema prioritario di salute pubblica. Da tempo gli organismi sovranazionali come l'Organizzazione mondiale della sanità e l'Unione europea hanno indicato che l'eccesso di peso dovuto a un mancato equilibrio tra apporto calorico e dispendio energetico corrisponde a un cambiamento complesso della società, che avviene appunto su scala mondiale ed è legato alle condizioni dell'ambiente, dei trasporti, dell'agricoltura e dell'offerta di alimenti e anche alla pubblicità, oltre che alle caratteristiche individuali.
  L'eccesso ponderale è un fattore di rischio che può comportare decessi. Il 65 per cento della popolazione mondiale vive in Paesi in cui il sovrappeso e obesità uccidono più che il sottopeso. L'obesità è un problema sociale, oltre che clinico. Di conseguenza, oltre a misure preventive quali interventi mirati di sanità pubblica rivolti sia alla popolazione generale sia agli individui in eccesso ponderale, affinché aumenti la consapevolezza dell'importanza di mantenere il peso ideale attraverso una sana alimentazione è indispensabile che i Governi elaborino e mettano in atto politiche intersettoriali volte a favorire una dieta povera di grassi o di alimenti altamente energetici e, al contrario, ricca di frutti e vegetali. Secondo i dati forniti dal rapporto Eurostat pubblicato il 20 ottobre 2016, in Europa la percentuale di adulti con obesità, che circa dieci anni fa era intorno al 12 per cento, arriva oggi quasi al 16 per cento, con un deterioramento della salute evidenziabile in un aumento del diabete, che in Italia affligge il 10 per cento della popolazione, dell'ipertensione, della dislipidemia, dei disturbi cardiovascolari, come pure del cancro e di molte altre patologie degenerative. Da non sottovalutare è anche il fatto che oltre un terzo della popolazione è in sovrappeso.
  In questo scenario di vera e propria epidemia di obesità, particolarmente preoccupante è il fenomeno dell'insorgenza dell'obesità infantile, che predispone all'obesità in età adulta e che si accompagna sempre di più a patologie in età pediatrica come l'aumentata insorgenza di diabete e ipertensione. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, i bambini in eccesso ponderale nel mondo sono 44 milioni. Lo stato di nutrizione dipende sostanzialmente dall'interazione di tre elementi: lo stile di vita, l'ambiente culturale, lo stato economico.
  Emerge chiaramente il ruolo centrale dell'alimentazione e dell'assunzione dei costituenti essenziali per assicurare un equilibrato metabolismo organico, per prevenire l'insorgenza di patologie da eccesso o carenziali degli elementi essenziali e per favorire una longevità qualitativamente migliore. Per questo è indispensabile che l'alimentazione poggi non solo su una semplicistica riduzione calorica ma sia programmata su basi razionali e scientifiche che tengano conto delle diverse necessità Pag. 8nutritive, non solo quantitative ma soprattutto qualitative, dei nutrienti richiesti dalla continua trasformazione nelle varie fasi della crescita, dell'attività mentale e fisica svolta.
  L'impatto dell'obesità e le conseguenti ripercussioni dirette sulla salute sottolineano come sia prioritario e necessario contrastare tempestivamente tale fenomeno. Il Piano d'azione sull'obesità infantile per il 2014-2020 dell'Unione europea si inserisce proprio in quest'ottica di prevenzione e contrasto. Il sistema di sorveglianza nazionale «OKkio alla salute», promosso e finanziato dal Ministero della salute, coordinato dal Centro nazionale di epidemiologia sorveglianza e promozione della salute, dall'Istituto superiore di sanità, e condotto in collaborazione con tutte le regioni italiane e il Ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca, dal 2007 costituisce una solida fonte di dati epidemiologici sugli stili di vita dei bambini della scuola primaria, e rappresenta la risposta istituzionale italiana al bisogno conoscitivo del problema del sovrappeso e dell'obesità nella popolazione infantile.
  Lo sviluppo di sistemi di sorveglianza è alla base delle strategie italiane in materia di prevenzione e promozione della salute, quali il programma governativo «Guadagnare Salute» e il Piano nazionale della prevenzione. L'Italia, con i dati di «OKkio alla salute», partecipa inoltre all'iniziativa della regione europea dell'Organizzazione Mondiale della Sanità denominata «COSI». Dall'ultimo report del 2014 di «OKkio» si desume che i bambini in sovrappeso sono il 20,9 per cento, e i bambini obesi sono il 9,8 per cento, compresi i bambini severamente obesi, che da soli sono il 2,2 per cento. Si registrano prevalenze più alte nelle regioni del sud e del centro. In particolare, il dato in Campania resta preoccupante dall'ultimo report del 2014. Certamente i programmi di prevenzione sono fondamentali per il contenimento del fenomeno, ma risulta altrettanto importante offrire un percorso di diagnosi e cura per i bambini che presentano obesità, spesso già con le connesse gravi complicazioni. A tal fine sarebbe pertanto necessario ampliare l'attività di monitoraggio coinvolgendo anche i bambini dell'età prescolare.
  Un dato importante che emerge dalle indagini epidemiologiche è che tale patologia si associa a condizioni sociali di fragilità, quali scarsa istruzione materna, che non riconoscono la condizione o la sottovalutano, ed è quindi un elemento di diseguaglianza in sanità. Un approccio fondamentale è quello della prevenzione, che bisogna sostenere attivando e incentivando programmi di prevenzione nelle scuole. La letteratura in tema di evidenze e di efficacia afferma che la promozione di stili di vita e ambienti favorevoli alla salute, in passato considerata attività esclusiva del settore sanitario attraverso interventi di educazione sanitaria, richiede invece un approccio globale di sistema che coinvolga tutti i settori, che con le loro politiche interagiscono sui vari determinanti di salute.
  In quest'ottica, fare programmi di salute con la scuola vuol dire quindi rimettere in discussione bisogni di salute, modelli di consumo e di spreco, attivare consapevolezza critica, ragionare sulla cultura dello star bene e non solo su quella del rischio.
  In tal modo, ragionare e progettare in tema di alimentazione, attività fisica e prevenzione dell'obesità significa parlare della promozione di una nuova economia, parlare dell'appropriatezza della domanda di salute, parlare di partecipazione e di ricerca delle corresponsabilità per la salute. Per il miglioramento dello stile alimentare dei bambini, la refezione scolastica attuata secondo le linee guida nazionali del Ministero della salute costituisce un elemento importante di promozione nell'ambito della salute. Il Piano nazionale della prevenzione 2014-2018 di cui all'intesa tra il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, sancita nella seduta della Conferenza Stato-regioni del 13 novembre 2014, evidenzia l'importanza di adottare un approccio intersettoriale e di configurare interventi per contesto di appartenenza (ad esempio, setting scolastico di comunità); sviluppare Pag. 9programmi integrati tra servizi sanitari e istituzioni educative; attivare le azioni nel contesto scolastico nell'ambito del modello delle «scuole promotrici di salute»; prestare attenzione all'equità e contrastare le disuguaglianze di salute; promuovere il potenziamento dei fattori di protezione: life skill, empowerment; assicurare azioni di promozione della salute, volte a favorire l'adozione di comportamenti sani su diverse tematiche e rendere facili le scelte di salute come indicato in «Guadagnare salute». Lo scopo della mozione è, pertanto, quello di porre l'attenzione del Governo su un tema quanto mai urgente, in particolare sulla necessità di prevedere entro pochi mesi la sostanziale gratuità dei percorsi di prevenzione dell'obesità per i minori di età inferiore ai 12 anni.
  Come detto l'obesità non riguarda unicamente le classi agiate, anzi spesso risulta un fenomeno particolarmente diffuso tra le fasce economicamente più deboli della società e garantire dei percorsi di prevenzione meno onerosi assicurerebbe di certo una maggiore efficacia dell'azione preventiva. Il benessere dei nostri bambini è la cartina di tornasole di uno Stato che possa realmente dirsi sociale. Sono sicura che il Governo saprà al meglio dare attuazione a quanto da noi richiesto con la mozione in discussione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Paola Binetti, che illustrerà la sua mozione n. 1-01444.

  PAOLA BINETTI. Presidente, membri del Governo, colleghi, è una mozione, questa, che si inserisce in un momento molto particolare, quello in cui noi abbiamo davanti un gruppo di bambini che possono vantare le migliori condizioni possibili sotto il profilo alimentare, sotto il profilo della nutrizione, anche sotto il profilo dell'assistenza sanitaria, e altri gruppi di bambini per i quali, invece, questi che sembrano dei benefici fondamentali, beni essenziali, sono del tutto preclusi.
  La riflessione su questa disparità costituisce uno dei più grossi fattori contraddittori della cultura del nostro tempo e non a caso l'obesità infantile può essere considerata come una piaga del ventunesimo secolo, che si è manifestata in un solo cambio generazionale. Stando alle cifre, l'obesità infantile rappresenta il paradosso del nostro tempo: 60 miliardi di euro spesi per ipernutrirci; 30 miliardi di euro spesi in pubblicità per convincerci a mangiare cibo ipercalorico; 45 miliardi di euro spesi in attività fisiche o in diete per ridurne i guasti. Il cambio dell'abitudine alimentare è la più radicale delle trasformazioni degli ultimi cinquant'anni, ma io spero che non sfugga anche la rilevanza economica di queste cifre. Esiste – chiamiamola così – una lobby di produttori di merendine, evidentemente non si tratta solo di merendine, ma esiste una lobby che è convinta di poter intervenire in modo capillare nella vita dei bambini e nella vita delle famiglie, offrendo loro – potremmo dire in offerta speciale – cibi molto spesso accompagnati dai giochi. Molto spesso il bambino chiede di comprare quel pacchetto di patatine piuttosto che quell'altro tipo di merendina. Penso ai famosi ovetti Kinder, con cui la generazione successiva alla mia sicuramente ha giocato e si è nutrita in cui non sai bene se preferisci il gioco o il cioccolato che accompagna il gioco.
  Ma è certo che è difficile per un genitore sottrarsi alla suggestione della richiesta quando il martellare pubblicitario è incalzante e davvero fa del bambino sostanzialmente uno dei consumatori probabilmente meno illuminati, però più esigenti e più determinati. Credo che affrontare il tema dell'obesità infantile non possa avere come orizzonte di senso soltanto quello che riguarda questo bambino e cosa mangia questo bambino, dimenticando che, nel contesto e intorno a lui, si muovono interessi economici giganteschi. Ed è questa la nostra responsabilità precisa, la quale non la possiamo liquidare semplicemente con la dieta, accompagnando il bambino dall'esperto di nutrizione perché prescriva una dieta. Conosciamo tutti alcune risposte fondamentali, per esempio sostituire la merendina con la Pag. 10frutta. Le maestre raccontano che, effettivamente, la merendina è sostituita dalla frutta, peccato che poco dopo il bambino tiri fuori anche l'altra merendina, cioè quella a carattere ipercalorico. In altri termini, la frutta, con quella sua valenza vitaminica sana, accompagna la dieta del bambino, ma non sostituisce affatto il cibo che attualmente viene definito «cibo spazzatura». C’è tutto un processo in cui anche l'educazione fatta dalla famiglia e l'intervento lucido, sereno, equilibrato fatto dagli insegnanti attraverso l'educazione alimentare – che non è solo un'affermazione di principi, ma che è anche una prassi, uno stile, un modo di entrare nella vita dei bambini – corrono il rischio di essere vanificati perché la pressione è insostenibile. Un bambino che, in tutti i modi, insiste – perché insistono anche i suoi compagni, perché si crea quasi una mentalità di gruppo (gli altri ce l'hanno e io non ho, le altre madri sono buone e tu no) – crea una tale pressione per cui diventa più facile dargli la merendina supplementare piuttosto che operare quella educazione paziente, che, però, non è soltanto un'educazione in cui ti spiego come, è anche un'educazione che vincola le decisioni della volontà a dire «no». Queste decisioni della volontà rappresentano il contesto dell'educazione, la parte più difficile e più complessa. Difficile non è l'istruire; fare in modo che il bambino voglia è la parte veramente, veramente complicata.
  Rispetto a tutto questo non dimentichiamo che molte volte si innesta quella sorta, non voglio dire di sensi di colpa, però anche quel bisogno di conciliare il bambino in una relazione affettivamente serena, che fa sì che spesso possono essere i nonni, spesso possa essere la tata, spesso possa essere la persona che sta a casa quando i bimbi tornano da scuola a supplire alle loro richieste con quella fornitura supplementare – chiamiamola così – di zuccheri o comunque di cose dolci, che servono anche a dare al bambino la sensazione di una carenza affettiva che si colma e si completa attraverso un'offerta supplementare di cose dolci. Questo per dire perché, pur spendendo tanto in educazione alimentare, pur essendo così lucido e così chiaro il danno che si provoca, pur avendo tutti noi perfetta consapevolezza di questo, di fatto si tratta di una battaglia che, ad oggi, 6 dicembre 2016, dobbiamo lucidamente considerare, perlomeno attualmente, persa. Non riusciamo a fare dell'educazione alimentare un beneficio percepito dal bambino, non che non lo sia in assoluto, non che non lo sia oggettivamente. Il fatto è che non è un bene percepito dal bambino e, come tale, non diventa un bene appetibile per lui.
  In Italia l'elevato incremento del fenomeno dell'obesità dei fanciulli intorno ai sei anni impone l'adozione di programmi di prevenzione precoce. Urge un'attività di sensibilizzazione dei genitori, attraverso semplici azioni preventive, per ridurre la prevalenza di eccesso ponderale. Si tratta di azioni che, ovviamente, devono essere basate su evidenze scientifiche. La Società Italiana di Pediatria, la SIP, ma anche la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale, la SIPPS, insieme al Ministero della salute, con il progetto «Mi voglio bene», hanno da tempo individuato dieci azioni di prevenzione primaria, da attuare in sinergia tra genitori e pediatri sin dai primi giorni di vita del bambino. Sei azioni riguardano la nutrizione: allattamento al seno esclusivo per almeno sei mesi, svezzamento a partire da sei mesi, apporto proteico controllato nei primi due anni, esclusione di bevande caloriche, eliminazione del biberon dai 24 mesi, uso di un atlante fotografico delle porzioni alimentari corrette. Altre tre di queste azioni riguardano lo stile di vita, i mezzi di trasporto, i giochi di movimento, il controllo della sedentarietà e solo una riguarda l'identificazione preventiva dell'insorgenza di un precoce aumento dell'adiposità tramite il controllo della curva della crescita e dell'indice di massa corporea, il famoso body mass index. Voglio soffermarmi su queste prime affermazioni. Ci sono degli studi con una forte evidenza scientifica che identificano nell'allattamento al seno del bambino per il tempo previsto il più grosso fattore di prevenzione Pag. 11rispetto all'obesità infantile. Ora noi conosciamo perfettamente perché le donne, nonostante i programmi intelligenti, nonostante i programmi fortemente caldeggiati dal Ministero della salute di valorizzazione dell'allattamento al seno, sappiamo che molte volte la principale difficoltà per le madri nell'allattamento al seno è data dalla necessità di reinserirsi precocemente nell'ambiente professionale. Quindi abbiamo uno di quei punti chiave: conciliare tempi di vita delle famiglie e tempi di lavoro, che rappresenta uno snodo che lì per lì non viene percepito; riuscire a far nutrire il bambino, il famoso latte artificiale, con tutte le soluzioni anche le più intelligenti, le più illuminate, anche quelle che da un punto di vista di bilanciamento non solo calorico, proteico, vitaminico risultano teoricamente equipollenti, di fatto non lo è. Pertanto molte madri debbono rinunciare all'allattamento al seno per una relazione che non è soltanto come dire «la voglia di», non c’è soltanto la considerazione di voler tornare a lavorare perché inseguo chissà quali, peraltro totalmente legittimi, obiettivi di carriera professionale o comunque obiettivi di reinserimento in un contesto che marcia veloce anche senza di me ma, molte volte, la condizione è la perdita del posto di lavoro. Molte volte si istituisce quella sorta di ostracismo negativo per cui sì, teoricamente potrebbe essere possibile ma, di fatto, c’è la sanzione sociale per cui tu, se stai sul posto di lavoro, non esiste che a un certo punto ti distrai da quello che devi fare perché l'allattamento diventa un valore prioritario e determinante. Ma il tema dell'allattamento al seno e tutta l'importanza sociale che riveste, tutta la complessità dei meccanismi che si devono mettere in movimento per garantirlo meriterebbe da parte di tutti noi un'attenzione più complessa che va anche oltre la mozione che stiamo studiando oggi, che va anche oltre il tema dell'obesità infantile perché riguarda l'intensità, la qualità e la peculiarità del rapporto madre-figlio con tutto quello che rappresenta la sindrome di attaccamento nei primi anni di vita del bambino. Dal punto di vista epidemiologico possiamo dire che l'obesità è il disturbo nutrizionale più frequente nei Paesi occidentali: 41 milioni di bambini sotto i cinque anni sono sovrappeso e in molti casi sono francamente obesi; in Asia quasi la metà; in Africa un quarto, il 25 per cento. Ma anche i Paesi ad alto reddito non se la passano meglio. Il rapporto della Commissione ECHO dell'Organizzazione mondiale della salute frutto di due anni di lavoro e presentato nel gennaio 2016 – quindi ormai circa un anno fa – disegna uno scenario inquietante soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Dal 1990 al 2014, quindi possiamo dire nell'arco di venticinque anni, il numero dei bambini in sovrappeso è attualmente stimato in 15,5 milioni, cioè è sostanzialmente raddoppiato. In una recente indagine statistica condotta in Italia dall'Istituto nazionale della nutrizione e dall'Istat si rileva che circa il 25 per cento della popolazione infantile italiana è in sovrappeso. La prevalenza del sovrappeso infantile ha mostrato un lento e progressivo incremento negli anni. Si è passati dal 6 per cento degli anni Sessanta, al 15 per cento degli anni Ottanta, al 20 per cento degli anni Novanta, al 25 per cento di questi anni. Come dire, ciò che ci preoccupa non è nemmeno solo il 25 per cento. Mi affretto a concludere e poi, se il Presidente permette, consegno la relazione mentre in dichiarazione di voto mi soffermerò sugli impegni che rivolgiamo al Governo.
  Ciò che ci preoccupa è che questa tendenza è sistematica, non c’è alcuna flessione ma in questi venticinque anni non abbiamo assistito indifferenti a questo incremento ponderale. Abbiamo assistito studiando, lavorando, prendendo coscienza delle complicanze, negli adulti, ovviamente sul terreno cardiovascolare e nei bambini sulla funzionalità renale, sulla funzionalità anche cardiaca, sulle implicazioni psicologiche. Noi in quest'Aula ci siamo trattenuti molto a lungo, qualche mese fa, a parlare del bullismo e del cyberbullismo e sappiamo fino a che punto l'aspetto fisico di un bambino diventi spesso oggetto di ironia...

Pag. 12

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  PAOLA BINETTI. ... oggetto di presa in giro. Questo è un lavoro che mi auguro con tutto il cuore, dato anche il momento storico particolare che stiamo attraversando, non sia considerato un po’ una mozione riempitiva ma rappresenti una sfida forte dell'intero sistema sanitario, del sistema sociale e del mondo del lavoro soprattutto femminile.

  PRESIDENTE. Avverto che è stata testé presentata la mozione Russo ed altri n. 1-01445 che, vertendo su materia analoga a quella trattata dalle mozioni all'ordine del giorno, verrà svolta congiuntamente. Il relativo testo è in distribuzione.
  È iscritto a parlare l'onorevole Burtone. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, signor sottosegretario, la crisi ha cambiato anche la classificazione delle malattie sociali. Prima l'obesità veniva considerata la malattia del benessere. Purtroppo oggi viene considerata anche la malattia della crisi economica e sociale. Ci sono dati che ci dicono che anche un'alimentazione sbagliata porta all'obesità, specialmente se gli alimenti sono eccessivamente ricchi di grasso. L'Eurostat in uno studio presentato il 20 ottobre 2016 ha sottolineato che circa il 35 per cento dei cittadini in Europa è in sovrappeso e, di questi, il 16 per cento si trova in una condizione di obesità. L'obesità è una malattia grave, specie se la si collega con le altre malattie direttamente connesse che possono essere consequenziali a questo stato patologico. Il diabete di tipo 2, le malattie cardiovascolari, gli infarti del miocardio, la vascolopatia degenerativa, l'ipertensione arteriosa ma anche il tumore del colon. Quindi, obesità come malattia sociale, ma non c’è dubbio tuttavia, secondo studi molto affermati e significativi, che l'obesità dell'adulto è collegata con l'obesità infantile. Tale ragione è la prima motivazione che ci ha indotto a presentare questa mozione che sottoponiamo al Governo perché soltanto se si fa una politica di prevenzione, se si fa una corretta informazione sin dall'infanzia la patologia può essere ridimensionata e lo facciamo in questo Parlamento considerato che l'Italia ha questo triste primato in Europa: circa il 20 per cento di bambini ed adolescenti in un'età oscillante tra gli otto e i dieci anni si trova in condizione di sovrappeso e, di questi, circa il 9 per cento è in condizione di obesità.
  L'obesità giovanile e infantile è anche essa molto grave non soltanto per gli effetti fisici ma perché ci sono condizioni patologiche che si creano, oltre all'obesità, assai preoccupanti: l'ipertensione arteriosa nell'infanzia ma anche problemi legati alla sfera dell'apparato uro-genitale. E, quindi, la necessità di intervenire con una strategia abbastanza ampia, significativa ed incidente, tenendo conto che c’è anche su questo tema una questione meridionale, perché le regioni in cui è più diffuso il sovrappeso dei bambini sono soprattutto le regioni meridionali, la Campania, lo diceva la collega, la Sicilia; ed è un paradosso, perché in questi territori e nel Sud abbiamo la patria della dieta mediterranea, che è antitetica allo stato di obesità, ma è chiaro che la crisi ha deviato nell'utilizzo di alcuni alimenti e sulle tavole sono più presenti alimenti che creano questa condizione patologica. È per questo che noi dobbiamo con attenzione porre al Governo alcune linee, che partono però – in questo il Governo può fare ben poco – dalla famiglia, perché la sfera in cui intervenire è proprio quella della famiglia, dove viene sottovalutato l'aspetto del sovrappeso; ed invece la famiglia ha il compito di vigilare, oltre che sul consumo di alimenti, anche sulla sedentarietà della vita dei propri figli, e di indurre al movimento, allo sport.
  La prima attenzione va, quindi, posta a livello familiare. Successivamente, non c’è dubbio (e qui entriamo negli impegni del Governo), il compito spetta a chi opera nel sistema sanitario nazionale. La collega giustamente indicava nel pediatra una figura significativa: il pediatra deve intervenire preventivamente, cercando di consigliare l'alimentazione, l'allattamento materno, Pag. 13perché sappiamo che questo è antitetico all'avvio di un processo di obesità infantile. Il medico di famiglia e il pediatra debbono seguire anche la crescita, sia in altezza che del peso, del bambino, ed effettuare una valutazione sull'indice di massa corporea: quando questo comincia a presentare una patologia bisogna intervenire, chiaramente con l'indicazione di una dieta più equilibrata, ma anche con un'indagine diagnostica, partendo dalla famiglia, perché spesso un genitore obeso ha in famiglia anche un bambino obeso; partendo dalla famiglia, ma anche cercando nella diagnostica quali possano essere le cause.
  Non c’è dubbio che sull'obesità incide spesso qualche patologia dell'apparato endocrino, e quindi è necessario che vengano potenziati, signor sottosegretario, questi interventi in maniera preventiva.
  Noi sappiamo che il Governo è attento, sapendo che un'altra istituzione sentinella può essere la scuola, deve essere la scuola, non soltanto perché in alcune scuole c’è anche la refezione scolastica: io credo che lì l'alimentazione debba essere equilibrata. Qui non si vuol fare alcuna battaglia ideologica «pan-vegana», tutt'altro, così come non ci sono battaglie ideologiche da fare contro i distributori di bevande direttamente nelle scuole; però, non c’è dubbio che un'istituzione come quella scolastica questo problema se lo debba porre, innanzitutto distribuendo pasti equilibrati dal punto di vista dietetico, e sulla macchinetta della distribuzione un accordo può essere determinato tra questi distributori e le associazioni anche di produttori, perché in alcune stagioni vengano distribuite delle bevande di frutti di stagione, in modo da avere anche una genuinità nell'utilizzo di alcuni prodotti.
  La scuola però è importante, non soltanto perché lì si può fare e si deve fare più attività motoria, ma anche perché può essere un elemento di formazione per l'adolescente, per il bambino, rispetto all'utilizzo di alcuni prodotti, così come per la famiglia: una famiglia che molto spesso, quando può – e questo lo sottolineo, perché il Governo ha posto nel passato alcune attenzioni –, fa svolgere un'ulteriore attività fisica ai bambini nelle palestre, nelle piscine, nelle scuole calcio. Lì si riversano tanti bambini e tanti familiari, ed è lì che si deve anche incidere come elemento educativo: perché ad un bambino non basta insegnare come fare un dribbling o come colpire bene col collo del piede, ma bisogna anche dire che se si fa un'ora e mezza di allenamento, e poi si consuma un alimento sbagliato, questo è estremamente negativo, e quindi l'importanza dell'alimentazione.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Concludo, signor Presidente. Credo che noi indichiamo nella nostra mozione delle cose significative. Il Sistema sanitario spende 2 miliardi e mezzo: si può fare molto e si deve fare molto in termini preventivi, perché questo significa sottolineare il diritto alla salute.

  PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali delle mozioni.
  Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire successivamente.
  Il seguito della discussione è rinviato alla parte pomeridiana della seduta.

Discussione della mozione De Maria ed altri n. 1-01375 concernente iniziative di competenza in relazione alle stragi naziste del 1943-1945, con particolare riferimento all'esecuzione in Germania delle sentenze di condanna emesse dai tribunali italiani (ore 11).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione De Maria ed altri n. 1-01375 (Nuova formulazione) concernente iniziative di competenza in relazione alle stragi naziste del 1943-1945, con particolare riferimento all'esecuzione in Pag. 14Germania delle sentenze di condanna emesse dai tribunali italiani (Vedi l'allegato A – Mozione).
  Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi riservati alla discussione della mozione è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (Vedi calendario).
  Avverto che è stata presentata un'ulteriore nuova formulazione della mozione De Maria ed altri n. 1-01375 (Vedi l'allegato A – Mozione). Il relativo testo è in distribuzione.

(Discussione sulle linee generali)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.
  È iscritta a parlare la collega Laura Garavini, che illustrerà anche la mozione n. 1-01375, di cui è cofirmataria. Ne ha facoltà.

  LAURA GARAVINI. Presidente, fa onore a questo Parlamento discutere in modo costruttivo una questione dal grande significato, come quella presentata dal collega De Maria. Oggi assistono ai lavori della nostra discussione anche associazioni partigiane combattentistiche, che attribuiscono ancora maggiore peso al nostro dibattito. Sono passati settant'anni dalla fine della seconda guerra mondiale; tuttavia è sempre attuale ribadire quanto sia cruciale garantire il rispetto dei diritti umani anche in tempo di guerra, e anche al di là dei confini nazionali.
  Nella mozione oggetto dei nostri lavori odierni ci riferiamo in particolare alle vicende giudiziarie riguardanti le stragi naziste e nazifasciste in Italia o all'estero, molte delle quali sono scolpite nella memoria collettiva degli italiani: basti pensare alla strage di Marzabotto. I responsabili di quei crimini, ex soldati tedeschi ma anche italiani, per la gran parte non sono stati puniti per le loro azioni. In questo senso è illuminante la vicenda del cosiddetto armadio della vergogna, scoperto nel 1994 e contenente una serie di fascicoli illecitamente occultati per decenni, e riguardanti la maggior parte delle stragi nazifasciste. Fu lo stesso Parlamento nel 2003 ad indagare sulle ragioni di quell'occultamento attraverso una Commissione d'inchiesta, i cui lavori si conclusero con due relazioni, una di maggioranza e una di minoranza. Dopo il 1994 molti responsabili, all'epoca ancora in vita, furono finalmente inquisiti dalla procura militare, e alcuni dei processi si conclusero con condanne definitive, ma non ci fu un modo di dare seguito alle condanne, perché, fino all'anno 2000 da parte tedesca non era prevista la possibilità dell'estradizione di cittadini condannati all'estero. In seguito tale norma è stata anche parzialmente modificata, ma ciononostante permane la sostanziale impossibilità di procedere, dal momento che l'attuale legge vigente in Germania, quella sulla cooperazione internazionale in materia penale, richiede un requisito aggiuntivo, e cioè l'assenso all'estradizione da parte dello stesso condannato.
  Negli ultimi anni l'Italia ha trasmesso alla Germania alcune richieste di estradizione di criminali di guerra tedeschi ancora in vita, condannati in via definitiva dalla giustizia italiana. I casi riguardano ad esempio Max Schneider, Helmut Wulf e Wilhelm Kusterer. L'estradizione è sempre stata negata alla luce della normativa cui accennavo. Nel caso Kusterer, in particolare, ha trovato risalto sulla stampa italiana e tedesca a seguito di un'onorificenza che gli era stata assegnata da parte delle autorità cittadine del suo luogo di nascita, autorità che si sono dette ignare della condanna per crimini di guerra emessa dalla magistratura italiana. Kusterer, ex ufficiale delle SS, condannato in via definitiva in Italia per la sua partecipazione all'eccidio di Marzabotto, ha successivamente provveduto alla restituzione della onorificenza, ma solo a seguito delle polemiche suscitate proprio da alcuni di noi firmatari di questa mozione.
  La Corte di appello di Karlsruhe nel 2013, rispetto al caso Kusterer, aveva ritenuto di non dare esecuzione alla sentenza emessa dal tribunale italiano, motivando Pag. 15il rigetto con una serie di giustificazioni; tra l'altro, ha segnalato la mancata ratifica da parte italiana del protocollo aggiuntivo del 18 dicembre 1997 alla Convenzione sul trasferimento delle persone condannate. Da parte nostra credo che sia opportuno che procediamo in fretta a ratificare questo protocollo aggiuntivo, così da togliere di mezzo ogni possibile cavillo burocratico o impedimento normativo che possa rivelarsi d'ostacolo nell'esercizio della giustizia.
  Allo stesso tempo la ratifica può darci maggiore forza contrattuale rispetto alle autorità tedesche, nel tentativo di sensibilizzarle a procedere, a loro volta, con la ratifica di due decisioni quadro ancora inevase e decisive: una sul reciproco riconoscimento di sentenze in materia penale e una sull'arresto europeo, entrambe di ostacolo all'esecuzione di condanne per crimini di guerra.
  È chiaro che i casi di condannati a cui facciamo riferimento sono soggetti ormai ultranovantenni; nessuno ritiene di doverli mandare al carcere duro, resta però ancora viva l'esigenza di non trasmettere l'insopportabile sensazione secondo cui questi soggetti godrebbero della totale impunità per il passato, per il presente e per il futuro. Ecco che si avverte il bisogno di riflettere su formule alternative di detenzione dalla forte valenza simbolica: ad esempio, venendo vincolati agli arresti domiciliari e o all'esercizio di servizi sociali.
  Negli ultimi giorni la giustizia tedesca si è distinta con una sentenza esemplare, che ha modificato una consuetudine decennale: ha ritenuto colpevole di concorso in strage l'imputato Groening, un ex soldato delle SS impiegato ad Auschwitz, e lo ha ritenuto colpevole anche in assenza di prove inoppugnabili sulla sua partecipazione a una qualche uccisione. La sentenza così dirompente potrebbe forse prefigurare un cambiamento di atteggiamento da parte della giustizia tedesca anche rispetto all'esecuzione delle sentenze emesse in Italia, sentenze sulle quali la parte tedesca in passato aveva rilevato il limite di non riuscire a dimostrare una concreta partecipazione dei condannati ai crimini di guerra.
  Questo per quanto riguarda gli aspetti normativi e giudiziari indicati nella mozione all'ordine del giorno, ma non meno importanti nella mozione De Maria sono gli aspetti sollevati nella seconda parte, cioè quelli riguardanti la necessità di dare seguito ad una serie di iniziative volte all'approfondimento della ricerca storica sui crimini nazisti e fascisti, compiuti prima della liberazione, alla conservazione e alla fruizione da parte del pubblico dei luoghi della memoria e siti di rilevante importanza storica, nonché alla promozione di contatti sempre più stretti tra Italia e Germania sul tema della riflessione sul passato. Anche in qualità di presidente dell'intergruppo parlamentare di amicizia italo-tedesco mi preme sottolinearlo: l'Europa di oggi si è costruita anche grazie ad iniziative di questo tipo, progetti che, invece di rimuovere il passato come qualcosa di sgradevole, stimolano le persone ad interrogarsi sul significato dei crimini nazifascisti e sull'importanza della convivenza pacifica raggiunta grazie all'Unione europea. Proprio in un momento, come quello attuale, in cui si assiste alla recrudescenza di movimenti di destra e xenofobi su scala europea è più importante che mai che temi come quelli oggetto di questa mozione trovino spazio all'interno del nostro dibattito.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Garavini. È iscritto a parlare il collega Bolognesi.

  PAOLO BOLOGNESI. Presidente e colleghi, la discussione e la votazione di questa mozione è di importanza fondamentale, perché impegna il Governo a continuare a sostenere le iniziative a favore della conoscenza e della memoria storica sulle stragi compiute in Italia dai nazifascisti dal 1943 al 1945; ma è soprattutto importante l'impegno che, attraverso questa mozione, chiediamo al Governo di assumere perché si renda giustizia alle oltre 15.000 vittime e ai loro familiari, che ancora oggi attendono che le più recenti e Pag. 16definitive sentenze di condanna all'ergastolo dei crimini nazisti emesse da tribunali italiani e le loro richieste di risarcimento siano eseguite e accolte dalla Germania, sentenze a cui si è arrivati solo dalla fine degli anni Novanta ai primi anni Duemila a causa del più grande e grave insabbiamento della storia italiana, che ha garantito l'impunità ai carnefici di questi crimini contro l'umanità e ha privato del diritto alla giustizia le vittime e i loro familiari, le comunità come Sant'Anna di Stazzema, Fosse Ardeatine e Marzabotto e dell'Alto Reno, ed altre centinaia di comuni colpiti dalla violenza nazista. Sono stragi su cui dopo la liberazione si raccolsero denunce e testimonianze, atti e nomi dei colpevoli, informazioni raccolte in 695 fascicoli di indagine giudiziaria, che affluirono alla procura generale militare di Roma per essere trasmessi alle procure distrettuali militari competenti a processare e condannare i responsabili. Ma quella trasmissione di atti prevista e doverosa non fu mai fatta. Su quei fascicoli di indagine l'allora Capo della procura generale militare Enrico Santacroce, colui che nel 1974 fece parte della Commissione nominata dall'allora Ministro della difesa Andreotti per vigilare sulla distruzione dei 157.000 fascicoli illegali del SIFAR, guidati dal generale De Lorenzo, oppose un'archiviazione provvisoria, inesistente nel nostro ordinamento giuridico, e i 695 fascicoli furono occultati in uno scantinato del palazzo della procura, dentro un armadio protetto da un cancello chiuso a chiave, con le ante rivolte verso il muro: un blindato occultamento di Stato che sui responsabili delle stragi nazifasciste è terminato solo nel 1994 con la scoperta casuale di questo monumento all'ingiustizia. Le responsabilità delle istituzioni italiane per questo insabbiamento, che ha impedito l'avvio dei procedimenti penali, non sono state completamente identificate, nonostante il dettagliato e ampio lavoro svolto dalla Commissione parlamentare d'inchiesta nel 2003. Il ritrovamento di quei fascicoli ha permesso ai tribunali italiani di istruire processi ed emettere sentenze definitive nei confronti dei colpevoli delle stragi, a cui sono stati comminati cinquantanove ergastoli, oltre a condanne in alcuni casi per altre specie di reato.
  Ma quell'armadio della vergogna sembra ancora non completamente aperto, perché, nonostante si siano celebrati, seppur tardivamente, i processi si continua a boicottare e a negare la dignità delle sentenze che rendono giustizia alle vittime e ai loro familiari, perché nessun criminale nazista risulta aver scontato un solo giorno di pena.
  La Germania ha negato sia la loro estradizione sia l'esecuzione delle condanne penali sul loro territorio, dichiarando illegittime nel 2013 le sentenze italiane. Emblematica per tutte la risposta ricevuta dalla procura militare di Verona, che ha chiesto, tramite un mandato d'arresto europeo del 20 aprile 2010, l'estradizione di Max Schneider, uno dei boia della strage di Marzabotto, dove furono trucidate 720 persone, condannato definitivamente all'ergastolo. Al tribunale italiano la procura generale della Repubblica di Dresda, il 15 novembre 2010, risponde che «La richiesta – leggo testualmente – non è ammissibile. Il perseguitato – definiscono così Schneider – è cittadino tedesco e potrebbe essere estradato, come da voi richiesto, solo qualora dia il proprio consenso a verbale del giudice. Nel caso in questione non ha acconsentito all'estradizione, con la conseguenza che questo è inammissibile». Schneider, uno dei boia della strage di Marzabotto, non viene così estradato per la ragione ovvia che non ha dato il suo consenso a farlo. Sarà istruttivo per le generazioni future che tale motivazione resti agli atti del Parlamento.
  Quindi, dopo cinquant'anni di impunità, data grazie al più grave occultamento della nostra storia, quando finalmente si condannano i colpevoli delle stragi, le sentenze penali sono ignorate e i risarcimenti civili, che i familiari delle vittime hanno chiesto alla Germania, rifiutati. Per ottenere giustizia in sede civile, infatti, hanno dovuto affrontare un lungo calvario legislativo, concluso in loro favore con l'illuminata sentenza della Corte costituzionale, Pag. 17firmata dal magistrato Giuseppe Tesauro il 22 ottobre del 2014, che ha definito illegittima la legge n. 5 del 2013, in cui il Parlamento italiano aveva recepito la sentenza dell'AIA che, nel 2012, ordinava all'Italia di prendere le misure necessarie per annullare tutti i processi civili in corso ed impedire ai magistrati di avviarne altri. Questo a garanzia dell'immunità degli Stati rivendicata dalla Germania, riconosciuta dal diritto consuetudinario internazionale valido per le mere azioni belliche, non per i crimini contro l'umanità che devono essere perseguiti sempre e ovunque. Solo la determinazione di alcuni avvocati dei familiari delle vittime ha cancellato questo grave ostacolo legislativo. Interpellata dal tribunale di Firenze, che ha sollevato il dubbio di costituzionalità, la Consulta, con sentenza n. 238 del 2014, ha dichiarato la citata legge n. 5, che azzerava processi e sentenze, illegittima perché lede i principi dettati dalla Costituzione con gli articoli 2 e 24, il primo dei quali tutela il diritto inviolabile dell'uomo, il secondo il diritto alla difesa. E nella sentenza, che leggo testualmente, si spiega: il principio dell'immunità degli Stati dalla giurisdizione civile degli altri Stati, generalmente riconosciuto nel diritto internazionale, non opera nel nostro ordinamento qualora riguardi comportamenti illegittimi di uno Stato qualificabili e qualificati come crimini di guerra e contro l'umanità, lesivi di diritti inviolabili della persona e garantiti dalla Costituzione. Una sentenza che ha creato ex novo il diritto costituzionale a procedere nei confronti della Germania per il risarcimento dei danni derivanti dai crimini contro l'umanità da parte dei familiari delle vittime e restituito dignità all'azione giudiziaria della magistratura italiana.
  Con questa mozione chiediamo al Governo di non chiudere moralmente l'armadio della vergogna una seconda volta e di adoperarsi concretamente e doverosamente con ogni mezzo possibile perché alle vittime italiane delle stragi nazifasciste e ai loro familiari sia garantito l'inviolabile diritto alla giustizia, all'esecuzione delle condanne sia penali sia civili inflitte ai responsabili di quel crimine contro l'umanità. È fondamentale impegnarsi anche nella costruzione e diffusione di una memoria condivisa, preziosa per garantire il futuro della democrazia, ma è altrettanto indispensabile accostare il diritto al ricordo, la realtà del dovere di riconoscere la responsabilità del proprio passato non solo durante gli anniversari rispettando nei fatti il diritto alla giustizia delle vittime.

  PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Maestri. Ne ha facoltà.

  PATRIZIA MAESTRI. Grazie, Presidente, noi oggi attraverso questa discussione in quest'Aula vogliamo praticamente riportare un'attenzione a quel lavoro importante che fece la Commissione d'inchiesta insediata nel 2003 e grazie alla mozione del collega De Maria vogliamo riportare l'attenzione a una maggiore consapevolezza di quello che fu un momento drammatico della storia del nostro Paese. Questi eccidi tragici, le stragi nazifasciste perpetrate contro le popolazioni civili italiane, spesso con la collaborazione e la partecipazione di italiani fascisti dal 1943 al 1945, praticamente rappresentano un problema ancora irrisolto. Le loro vittime sono state stimate in un numero altissimo, fra i 15 e 20.000, senza contare gli effetti devastanti sull'intera vita di alcune località come Marzabotto, Sant'Anna di Stazzema ed altre, dove la distruzione è stata pressoché totale. Allora noi oggi vogliamo chiedere un impegno al Governo affinché sia resa giustizia e verità alle vittime di quelle tragedie, ma soprattutto che ci sia una maggiore consapevolezza, un impegno del Governo a creare maggiore consapevolezza in quella che è la ricerca di un'identità storica, di un'identità e di una memoria collettiva che non deve essere dimenticata. E dobbiamo anche pensare che dobbiamo fare chiarezza su quelli che sono stati i crimini di guerra, fare chiarezza su quelle che sono state le responsabilità, fare chiarezza su questi processi che non hanno avuto ancora un esito Pag. 18positivo. Allora dal 2003 questa discussione, che ha portato oggi ad un archivio nella nostra Camera affinché questi dati siano consultabili a tutti, dobbiamo fare in modo che debba diventare patrimonio collettivo anche di tutti i territori di tutti i comuni affinché questa nostra storia non vada dimenticata, proprio in un momento in cui il Paese sta attraversando grandi tensioni, ma non solamente il Paese ma tutta l'Europa, e quindi questi avvenimenti, questa memoria, debbano anche essere di impedimento a che queste tragedie debbano avvenire ancora (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Non essendovi altri iscritti a parlare dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
  Il Governo intende intervenire o si riserva di farlo successivamente ? Si riserva. Il seguito della discussione è rinviato alla parte pomeridiana della seduta.

Organizzazione dei tempi di discussione dei disegni di legge di ratifica.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dei disegni di legge di ratifica nn. 3299, 3765, 3880, 3917-A, 3941, 3942, 3945 e 3947.
  Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi riservati all'esame dei disegni di legge di ratifica all'ordine del giorno è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (Vedi calendario).

Discussione del disegno di legge: S. 1659 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dell'Azerbaijan sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 6 novembre 2012 (Approvato dal Senato) (A.C. 3299) (ore 11,20).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3299: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dell'Azerbaijan sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 6 novembre 2012.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 3299)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
  Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire il relatore per la maggioranza, deputato Edmondo Cirielli. Devo sospendere la seduta per cinque minuti. La seduta è sospesa, riprenderà alle 11,25.

  La seduta, sospesa alle 11,20, è ripresa alle 11,25.

  PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il relatore per la maggioranza, deputato Cirielli. Prego.

  EDMONDO CIRIELLI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, colleghi, siamo chiamati a ratificare il disegno di legge di esecuzione di un raccordo tra l'Italia e l'Azerbaijan, già stipulato nel 2012 a Roma. È un accordo sulla cooperazione nel settore della difesa e della sicurezza. Ovviamente è un accordo che sottintende anche l'implementazione delle relazioni, che sono già molto buone, tra l'Italia e la Repubblica dell'Azerbaijan. Peraltro, questa nazione è un partner già molto importante per l'Italia sul piano commerciale, siamo tra i primi partner di questo Paese. È un Paese molto importante per gli aspetti energetici, quindi riveste sicuramente, anche come Paese border dell'Unione europea, un ruolo molto importante.
  È un'area strategica del mondo dove c’è una forte tensione, e l'Italia è molto presente e molto attiva nel cercare di stabilizzare la zona. Ricordo il conflitto del Pag. 19Nagorno Karabakh, che vede opposte ormai da oltre vent'anni l'Armenia e l'Azerbaijan. L'Italia, proprio per questo motivo, per rilanciare la politica di distensione e di equilibrio, ha già ratificato da qualche mese un analogo Accordo con la Repubblica dell'Armenia, quindi a maggior ragione è necessario rapidamente procedere alla ratifica dell'Accordo di cui si parla. L'unica nota che volevo segnalare al Governo e che rimanesse anche agli atti (l'ho fatto già in Commissione) è che sulla giurisdizione credo ci sia la necessità di approfondire la possibilità, da parte del Governo italiano, di poter conservare sempre – la legge lo consente; l'Accordo lo consente – la giurisdizione per i reati commessi dal personale interessato, perché credo che sia una cosa logica e normale a tutela dei nostri connazionali che verranno impiegati per effetto di questo Accordo.

  PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il relatore di minoranza, Gianluca Pini, che non c’è.
  Ha facoltà intervenire il rappresentante del Governo, che si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.
  Non essendovi iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali, avvertendo che non si darà luogo alle repliche.
  Il seguito della discussione è rinviato alla parte pomeridiana della seduta.

Discussione del disegno di legge: S. 2099 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno hascemita di Giordania sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 29 aprile 2015 (Approvato dal Senato) (A.C. 3765) (ore 11,28).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione sulle linee generali del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno hascemita di Giordania sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 29 aprile 2015.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 3765)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali. Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire il collega Chaouki, relatore per la maggioranza.

  KHALID CHAOUKI, Relatore per la maggioranza. Presidente, colleghi, rappresentante del Governo, l'Accordo al nostro esame, che rinnova un precedente Accordo del 2002, ha lo scopo di definire la cornice giuridica entro cui sviluppare la cooperazione tra i due Paesi nel settore della difesa, con l'intento di consolidare le rispettive capacità difensive e migliorare la comprensione reciproca sulle questioni della sicurezza in due positivi effetti indiretti nei relativi settori produttivi e commerciali.
  Il presente provvedimento è composto da un preambolo e 12 articoli. L'Accordo enuncia innanzitutto i principi ispiratori che lo informano. In particolare: reciprocità e uguaglianza, rispetto delle norme degli ordinamenti interni e degli impegni internazionalmente assunti dalle parti. L'articolo 2 disciplina gli strumenti operativi, i campi di interesse e modalità di attuazione della cooperazione bilaterale, prevedendo fra l'altro che siano i rispettivi Ministeri della difesa ad organizzare attività come visite reciproche, delegazioni, scambi di esperienze e incontri.
  Fra i campi di cooperazione sono annoverate la politica di sicurezza e difesa, la ricerca, le operazioni umanitarie e di mantenimento della pace, la formazione, l'organizzazione e l'impiego delle Forze armate. Poi ci sono ovviamente gli articoli che disciplinano gli aspetti finanziari e l'eventuale cooperazione nel settore dei materiali per la difesa, da realizzare in conformità con quelli che sono gli ordinamenti Pag. 20nazionali, e dunque, per l'Italia, nel rispetto della legge n. 185 del 1990. L'articolo 6 stabilisce anche le modalità per lo svolgimento di attività di cooperazione nel settore dell'industria, la difesa e la politica degli approvvigionamenti. L'articolo 7 impegna le parti a protezione della proprietà intellettuale, ivi inclusi i brevetti. Infine, si ricorda che gli oneri economici sono quantificati in circa 2.000 euro, ad anni alterni imputabili a spese per l'eventuale consultazione di rappresentanti delle parti.
  Con la definitiva approvazione di questo disegno di legge di ratifica, già licenziato dal Senato, al pari di quello riguardante l'Accordo sulla cooperazione nel settore la lotta alla criminalità, ormai ratificato con la recente legge n. 213, il nostro Paese potrà consolidare ulteriormente legami con la Giordania, che svolge da anni un importante e costruttivo ruolo di moderazione nella gestione delle crisi regionali.
  In risposta alle critiche emerse nel corso dell'esame in sede referente, si ribadisce – richiamandomi anche all'intervento svolto in quella sede dalla collega Quartapelle – che l'Accordo in esame manda un chiaro segnale di continuità nella vicinanza ad un importante alleato, che si trova a vivere una fase estremamente delicata, sia per l'accoglienza dei profughi, dal conflitto siriano in particolare, sia per la sfida alla sua sicurezza e, quindi, alla nostra comune incolumità.

  PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo si riserva di intervenire in altra fase.
  Non essendovi iscritti a parlare dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
  Non si darà luogo alle repliche. Il seguito della discussione è rinviato alla parte pomeridiana della seduta.

Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra la Repubblica italiana e la Romania per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo aggiuntivo, fatta a Riga il 25 aprile 2015 (A.C. 3880) (ore 11,30).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 3880: Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra la Repubblica italiana e la Romania per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo aggiuntivo, fatta a Riga il 25 aprile 2015.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 3880)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
  Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire la relatrice, Lia Quartapelle Procopio.

  LIA QUARTAPELLE PROCOPIO, Relatrice. Grazie, Presidente. Chiedo l'autorizzazione per consegnare la relazione.

  PRESIDENTE. È autorizzata.
  Il rappresentante del Governo si riserva di intervenire successivamente.
  Non essendovi iscritti a parlare dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
  Non si darà luogo a replica.
  Il seguito della discussione è rinviato alla parte pomeridiana della seduta.
  Dovremmo adesso passare alla discussione del disegno di legge di ratifica n. 3917-A ma, non essendovi il relatore, rinviamo l'intera discussione alla parte pomeridiana della seduta.

Discussione del disegno di legge: S. 1334 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Angola in materia di sicurezza ed ordine pubblico, Pag. 21fatto a Luanda il 19 aprile 2012 (Approvato dal Senato) (A.C. 3941) (ore 11,33).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3941: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Angola in materia di sicurezza ed ordine pubblico, fatto a Luanda il 19 aprile 2012.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 3941)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
  Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire il relatore, collega Marco Fedi.

  MARCO FEDI, Relatore. Grazie Presidente. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, annuncio l'intenzione di depositare il testo della relazione. Mi limiterò semplicemente a enunciare le ragioni di quest'Accordo.
  È un accordo che si prefigge l'obiettivo di rafforzare la cooperazione di polizia tra Italia e Angola per la lotta alla criminalità transnazionale e al terrorismo. Accordi di questo tipo ne stiamo siglando con molti Paesi. È un accordo particolarmente importante, perché si inserisce in un quadro bilaterale di relazioni assai consolidato, sia per i forti legami storici – ricordo il sostegno italiano ai movimenti di indipendenza angolani e successivamente gli ingenti sforzi di cooperazione durante la lunga guerra civile – sia per l'attuale rilancio delle relazioni bilaterali, in un quadro più generale di cooperazione per la stabilizzazione e la crescita economica del Paese. Per queste ragioni la relazione è favorevole per una rapida approvazione di questo Accordo.

  PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo si riserva di intervenire in altra fase.
  Non essendovi iscritti a parlare dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
  Non ci saranno repliche.
  Il seguito della discussione è rinviato alla parte pomeridiana della seduta.
  Devo sospendere la seduta per pochi minuti. La seduta riprenderà alle ore 11,38.

  La seduta, sospesa alle 11,35, è ripresa alle 11,38.

Discussione del disegno di legge: S. 1605 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Capo Verde in materia di cooperazione di polizia, fatto a Praia l'8 luglio 2013 (Approvato dal Senato) (A.C. 3942) (ore 11,39).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3942: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Capo Verde in materia di cooperazione di polizia, fatto a Praia l'8 luglio 2013.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 3942)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
  Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Mariano Rabino.

  MARIANO RABINO, Relatore. Signor Presidente, io consegno la relazione.

  PRESIDENTE. È autorizzato. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo.Pag. 22
  Non essendovi iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali. Non si darà luogo alle repliche.
  Il seguito della discussione è rinviato alla parte pomeridiana della seduta.

Discussione del disegno di legge: S. 1730 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo interinale in vista di un accordo di partenariato economico tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la parte Africa centrale, dall'altra, con Allegati, fatto a Yaoundé il 15 gennaio 2009 e a Bruxelles il 22 gennaio 2009 (Approvato dal Senato) (A.C. 3945).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3945: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo interinale in vista di un accordo di partenariato economico tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la parte Africa centrale, dall'altra, con Allegati, fatto a Yaoundé il 15 gennaio 2009 e a Bruxelles il 22 gennaio 2009.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 3945)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
  Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire la relatrice, deputata Lia Quartapelle Procopio.

  LIA QUARTAPELLE PROCOPIO, Relatrice. Grazie, Presidente. Chiedo l'autorizzazione a consegnare la relazione.

  PRESIDENTE. È autorizzata.
  Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo.
  Non essendovi iscritti a parlare dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali, avvertendo che non si darà luogo alle repliche.
  Il seguito della discussione rinviato alla parte pomeridiana della seduta.

Discussione del disegno di legge: S. 2026 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica di Slovenia, il Governo di Ungheria e il Governo della Repubblica italiana sulla Multinational Land Force (MLF), con Annesso, fatto a Bruxelles il 18 novembre 2014 (Approvato dal Senato) (A.C. 3947) (ore 11,40).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3947: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica di Slovenia, il Governo di Ungheria e il Governo della Repubblica italiana sulla Multinational Land Force (MLF), con Annesso, fatto a Bruxelles il 18 novembre 2014.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 3947)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
  Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire la relatrice, deputata Lia Quartapelle Procopio.

  LIA QUARTAPELLE PROCOPIO, Relatrice. Grazie, Presidente. Chiedo, anche in questo caso, l'autorizzazione a consegnare la relazione.

  PRESIDENTE. È autorizzata.
  Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo.
  Non essendovi iscritti a parlare dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali. Non ci saranno repliche.
  Il seguito della discussione è rinviato alla parte pomeridiana della seduta.

Pag. 23

Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato del Qatar sui servizi aerei, con Allegato, fatto a Roma il 24 settembre 2002, con Accordo per l'introduzione di emendamenti, fatto a Roma il 16 aprile 2012; b) Accordo sui servizi di trasporto aereo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica algerina democratica e popolare, con Allegati, fatto ad Algeri il 22 gennaio 2013; c) Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica socialista del Vietnam, con Allegati, fatto a Roma il 21 giugno 2013; d) Accordo di cooperazione nel campo dei trasporti marittimi tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica algerina democratica e popolare, fatto ad Algeri il 14 novembre 2012; e) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Kosovo sulla regolamentazione reciproca dell'autotrasporto internazionale di viaggiatori e merci, fatto a Pristina il 24 luglio 2014; f) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Moldova sulla regolamentazione reciproca dell'autotrasporto internazionale di viaggiatori e merci, fatto a Roma il 19 settembre 1997; g) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo di sua altezza serenissima il Principe di Monaco concernente la regolamentazione del trasporto internazionale di viaggiatori e di merci su strada, fatto a Roma l'8 novembre 2012; h) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Montenegro sulla regolamentazione reciproca dell'autotrasporto internazionale di viaggiatori e merci, fatto a Roma il 12 marzo 2014; i) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Serbia sulla regolamentazione reciproca dell'autotrasporto internazionale di viaggiatori e merci, fatto ad Ancona il 15 ottobre 2013; l) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dell'Azerbaijan sul trasporto marittimo, fatto a Roma il 14 luglio 2014; m) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Principato di Andorra concernente la regolamentazione del trasporto internazionale di viaggiatori e di merci su strada, fatto a Bruxelles il 19 maggio 2015 (A.C. 3917-A).

  PRESIDENTE. Essendo giunto in Aula il deputato Causin, relatore del disegno legge di ratifica n. 3917-A, in materia di trasporti, possiamo procedere allo svolgimento della discussione sulle linee generali relativa al provvedimento.
  Passiamo, dunque, alla discussione del disegno di legge n. 3917-A: Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati tra Italia e Qatar, Algeria, Vietnam, Kosovo, Moldova, Principato di Monaco, Montenegro, Serbia, Azerbaijan, Principato di Andorra, in materia di trasporti.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 3917-A)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
  Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Causin.

  ANDREA CAUSIN, Relatore. Grazie, Presidente. Chiedo l'autorizzazione a consegnare la relazione.

  PRESIDENTE. È autorizzato.
  Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo.
  Non essendovi iscritti a parlare dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali. Avverto che non sarà dato luogo alle repliche.Pag. 24
  Il seguito della discussione è rinviato alla parte pomeridiana della seduta.
  A questo punto, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 14,30.

  La seduta, sospesa alle 11,40, è ripresa alle 14,30.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bernardo, Bindi, Boccia, Cicchitto, Mannino, Sani, Sottanelli e Vignali sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centododici, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche.

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione delle mozioni Massimiliano Bernini ed altri n. 1-00744 e Tartaglione ed altri n. 1-01296 concernenti iniziative per promuovere una corretta alimentazione, in particolare al fine di prevenire l'obesità infantile (ore 14,31).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Massimiliano Bernini ed altri n. 1-00744 (Nuova formulazione) e Tartaglione ed altri n. 1-01296 concernenti iniziative per promuovere una corretta alimentazione, in particolare al fine di prevenire l'obesità infantile (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  Ricordo che, nella parte antimeridiana della seduta, nella quale sono state annunciate le mozioni Brignone ed altri n. 1-01440, Rondini ed altri n. 1-01441, Vargiu ed altri n. 1-01442, Nicchi ed altri n. 1-01443, Binetti ed altri n. 1-01444, Russo ed altri n. 1-01445, un'ulteriore nuova formulazione della mozione Massimiliano Bernini ed altri n. 1-00744 e una nuova formulazione della mozione Tartaglione ed altri n. 1-01296, si è conclusa la discussione sulle linee generali.
  Avverto che è stata testé presentata la mozione Gigli ed altri n. 1-01446 (Vedi l'allegato A – Mozioni). Il relativo testo è in distribuzione.

(Intervento e parere del Governo)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato alla salute, Vito De Filippo, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato alla Salute. Grazie Presidente. Anche i testi di queste mozioni dimostrano, ed è un pensiero totalmente condiviso dal Ministero della salute e dal Governo, che i problemi del sovrappeso e dell'obesità sono sicuramente problemi di sanità pubblica; devo dire nella descrizione del fenomeno che viene fatta con molta puntualità nelle mozioni si rileva che è un problema di sanità pubblica a livello planetario e sicuramente nel nostro Paese, con una geografia di questa emergenza ben descritta in molti punti e in molti testi delle mozioni che abbiamo potuto valutare. È evidente che questa complessità pretende un'azione vasta, fatta in tanti momenti della vita delle persone: dalla prevenzione, agli stili di vita, alla indicazione e alla proposta di comportamenti sempre più salutari. Ovviamente tutti questi elementi investono molte fasi dell'organizzazione non solo del Sistema sanitario, ma anche di altri momenti della vita Pag. 25– come dicevo prima – delle persone. In questi anni il Ministero della salute e il Governo hanno messo in campo molte, moltissime, iniziative che sono state – devo dire – anche puntualmente citate nei testi delle mozioni, dal «programma guadagnare salute», al «programma di sorveglianza OKkio», allo stesso documento di aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza che contiene ulteriori elementi che vanno nella direzione proprio di agire in maniera più efficace sulle vicende che vengono indicate nelle mozioni presentate. Vi sono anche programmi molto interessanti e importanti che sono stati considerati positivi dagli onorevoli parlamentari sui primi anni di vita dei bambini.
  In questo contesto, in questo scenario, il parere del Governo con alcune riformulazioni annuncio sarà favorevole su quasi tutte (se venissero accettate le riformulazioni sicuramente su tutte le mozioni che sono state presentate). In breve sintesi i pareri sono i seguenti: sulla mozione Bernini ed altri n. 1-00744 (Ulteriore nuova formulazione) si esprime un parere favorevole a condizione che l'impegno n. 2 venga preceduto dalla solita riformulazione «a valutare la possibilità di» e vengano espunti invece gli impegni 3, 4 e 7 che attengono a materie che riguardano anche relazioni e regolamentazioni comunitarie. Impegni che il Governo ovviamente in questo momento non può assumere in maniera netta, pur valutando che siano cose molto importanti, ma, per serietà della nostra posizione, chiederemo di espungere i punti 3, 4 e 7. A queste condizioni il parere del Governo sulla mozione Bernini ed altri n. 1-00744 (Ulteriore nuova formulazione) è favorevole. Sulla mozione Tartaglione ed altri n. 1-01296 (Nuova formulazione) il parere del Governo è favorevole.
    Sulla mozione Brignone ed altri n. 1-01440 il parere è favorevole a condizione che venga espunto l'impegno n. 5, l'impegno n. 6 venga preceduto dalla riformulazione: «compatibilmente con i vincoli di bilancio», e gli impegni nn. 7 e 9 siano preceduti dalla formula: «valutare l'opportunità di». Sulla mozione Rondini ed altri n. 1-01441 il parere del Governo è favorevole a condizione che gli impegni nn. 1 e 2 siano preceduti dalla formula: «a valutare l'opportunità di». Sulla mozione Vargiu ed altri n. 1-01442 il parere del Governo è favorevole. Sulla mozione Nicchi ed altri n. 1-01443 il parere è favorevole a condizione che venga espunto l'impegno n. 3, e agli impegni nn. 5 e 6 sia inserito il solito incipit: «a valutare la possibilità di». Sulla mozione Binetti ed altri n. 1-01444 il parere del Governo è favorevole a condizione che l'impegno n. 6 venga preceduto dalla riformulazione «a valutare la possibilità di», e venga espunto l'impegno n. 7. Sulla mozione Russo ed altri n. 1-01445 la riformulazione che proponiamo è quella di espungere l'impegno n. 1 e di far precedere agli impegni 2, 3 e 4 le parole «a valutare la possibilità di». Sull'ultima mozione Gigli ed altri n.1-01446 il parere del Governo è favorevole a condizione che gli impegni 1, 2, 4 e 6 contenuti nella mozione vengano preceduti dalla riformulazione «a valutare la possibilità di».

(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto. Aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gigli, che non è in Aula, si intende che vi abbia rinunciato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vargiu. Ne ha facoltà.

  PIERPAOLO VARGIU. Grazie Presidente. Nell'esprimere il parere favorevole del gruppo dei Civici e Innovatori sulla mozione di cui siamo sottoscrittori, vorrei sottolineare come – credo – sia stato introdotto nella discussione dell'Aula un tema di importanza veramente grande, nel senso che oggi il discutere di corretta alimentazione consente di ragionare di un problema che riguarda la vera e propria sostenibilità del nostro welfare sanitario e cioè il tema degli stili di vita, nel senso che l'allungamento della durata della vita media Pag. 26della popolazione porta con sé una necessità, quella di aumentare gli stanziamenti economici per poter avere una sanità che sia degna della qualità che i cittadini si aspettano dall'offerta sanitaria in questo Paese. Ma per poter arrivare a una sostenibilità del sistema, è bene avere chiaro in testa un problema e cioè che bisogna, oltre che spostare l'età in cui arriva la fine dell'esistenza, anche aumentare la durata della vita in salute di ciascun cittadino; bisogna aumentare quello che, in termine tecnico, si chiama l'intervallo di tempo libero della malattia. In altre parole, se noi avessimo semplicemente spostato dai settant'anni agli ottant'anni la durata della vita media, ma l'individuo iniziasse ad essere un invalido che grava sul Sistema sanitario nazionale due anni o un anno prima della data di morte, noi ci troveremo in una situazione sostanzialmente insostenibile da qualsiasi sistema di welfare moderno. Questo comporta che temi come questo all'attenzione dell'Aula siano fondamentali; noi dobbiamo avere in mente che le attività di prevenzione debbano essere strutturate, ragionamento che in questo Paese è difficilissimo da far penetrare. Le continue emergenze del nostro Sistema sanitario fanno sì che quella quota di risorse di finanziamenti pari al 5 per cento, che viene considerata universalmente come la quantità giusta di risorse finanziarie che devono essere stanziate per le attività di prevenzione, nel nostro Paese è ben lungi dall'essere raggiunta. Oggi si calcola che la percentuale di risorse destinate alla prevenzione che questo Paese mette in campo sia quasi inferiore dell'80 per cento a quella indispensabile; in altre parole noi stanziamo solo l'1 per cento del fondo sanitario nazionale a interventi che siano davvero inquadrabili nel contesto della prevenzione.
  Allora cosa significa questo ? Significa che quello della corretta alimentazione diventa un tema veramente all'ordine del giorno: perché ? Perché molte volte in questo Paese si tende a dare una percezione distorta di ciò che significa corretta alimentazione nel senso che si tende ad avere un'idea dell'alimentazione che è basata su grandi demonizzazioni. L'ultima che è stata fatta in quest'Aula è quella relativa al consumo di olio di palma nel senso che l'olio di palma come costituente, come ingrediente di alcuni prodotti dell'alimentazione, in particolar modo nella ristorazione industriale, è stato considerato come un killer capace di uccidere e la sua presenza all'interno degli alimenti capace in qualche modo per davvero di fare un grave danno alla popolazione. Questi sono messaggi distorsivi perché il messaggio fondamentale invece è un altro cioè noi dobbiamo cercare di mantenere la nostra popolazione entro il peso corretto per evitare che si creino situazioni che sappiamo che sono l'anticamera della patologia. Già nel secolo scorso le compagnie di assicurazione americane avevano un sistema di calcolo del premio che era legato al carico ponderale della persona che andava a stipulare l'assicurazione perché si aveva la piena consapevolezza che l'obesità rappresentava per se stessa un fattore di rischio e una causa di riduzione della lunghezza della vita. L'obesità ha la possibilità di tirarsi dietro una infinita quantità di patologie e non è necessario essere esperti in materia sanitaria per immaginarle. È evidente che le nostre articolazioni mediamente sono fatte per sopportare il peso giusto e standard dell'individuo e se noi caricassimo gli ammortizzatori di un'autovettura di un peso che è il doppio rispetto a quello che normalmente sono tarate per sopportare è assolutamente evidente che gli ammortizzatori di quella vettura andrebbero incontro ad una senescenza precoce. Lo stesso vale per le nostre articolazioni, lo stesso vale per la nostra colonna dorsale, lo stesso vale per il nostro sistema cardiovascolare aumentando il rischio dell’ictus e aumentando il rischio dell'infarto. La obesità introduce ad una serie di malattie dismetaboliche, quindi a disturbi che poi influenzano il benessere complessivo dell'individuo il cui elenco sarebbe sterminato. L'Italia è stato un Paese che, a mente di uno studio che è famoso tra coloro che si occupano di alimentazione che è il Pag. 27Seven Countries Study, è stato citato come esempio insieme ad altri per la corretta alimentazione. Infatti noi, uscendo dalla guerra, avevamo una alimentazione equilibrata e bilanciata che è stata senz'altro uno dei fattori che ha consentito l'allungamento della vita in questo Paese al di là della capacità delle strutture sanitarie di andare in quella direzione. Però oggi noi sempre più spesso vediamo in Italia situazioni simili a quelle americane dove l'obesità sta diventando un flagello per la sanità pubblica e per la sanità sociale. Sempre più spesso vediamo quadretti di famiglie dove i genitori obesi hanno figli obesi anche perché non c’è una percezione di allarme sociale di fronte all'obesità infantile. Il ragionamento corretto che questo Parlamento deve fare e che deve trasmettere al sottosegretario e all'intero Governo è che noi non abbiamo idee allarmistiche sulla alimentazione. Noi pensiamo che l'alimentazione faccia parte delle attività di prevenzione indispensabili in questo Paese e che sia necessaria un'educazione alla corretta cultura alimentare che significa che deve esserci un'educazione nei confronti delle famiglie, una educazione nei confronti dei bambini in età scolare, un'educazione affinché le mense scolastiche e le refezioni pubbliche...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Vargiu. Colleghi, vi pregherei di abbassare un pochino il tono della voce, grazie.

  PIERPAOLO VARGIU. ... un'educazione alimentare che comporti che anche le refezioni pubbliche, le mense scolastiche abbiano un'attività nel proporre la corretta alimentazione che sia integrata rispetto al resto dell'alimentazione che per i bambini si svolge all'interno delle famiglie, che ci sia un'attenzione all'equilibrio calorico cioè quel numeretto che equivale alle calorie che noi consumiamo che deve essere per forza identico a quello delle calorie che noi introduciamo se non vogliamo avere sovrappesi che, quando superano il 20 per cento, sconfinano nell'obesità franca. Dunque l'atteggiamento che noi chiediamo che il Governo abbia non è un atteggiamento d'allarme sociale nei confronti degli ingredienti che, presenti in questa o quella merendina, possono creare imbarazzo nel consumatore e il nostro atteggiamento non è neanche di lotta nei confronti di particolari alimenti o bevande che vengono introdotte nel senso che è vero che il vino fa male ma se viene introdotto in condizioni non misurate rispetto alla corretta alimentazione.
  È vero che può far male l'introduzione delle bevande gasate ma quando, soprattutto nell'infanzia, l'uso delle bevande gasate sostituisce radicalmente quello dell'acqua. Ciò che viene fatto con moderazione, con educazione e nell'ambito di un equilibrio complessivo può essere integrato e se le famiglie, se le istituzioni, se la sanità non hanno in mente che bisogna educare alla corretta alimentazione, qualsiasi intervento di recupero di un paziente obeso è destinato al fallimento.
  Chiunque abbia avuto a che fare con pazienti obesi sa perfettamente che l'unico modo per recuperarli è abituarli, nel lungo periodo, a un'educazione alimentare corretta sia per quanto riguarda l'apporto qualitativo che per quanto riguarda l'apporto quantitativo, per cui la raccomandazione – termino – che noi rivolgiamo al Governo è quella di avere ben chiaro in testa che il tema della prevenzione e il tema degli stili di vita non riguardano solo la corretta alimentazione ma riguardano la sostenibilità del nostro sistema sanitario (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori).

  PRESIDENTE. Colleghi, se non vi sono obiezioni, come fatto già in altre occasioni, darei la parola per una brevissima dichiarazione di voto all'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Mi scuso per l'inconveniente determinatosi nella tempistica del mio intervento. Sarò estremamente breve.
  Il tema all'ordine del giorno è di fondamentale importanza dal punto di vista delle politiche sanitarie e delle politiche Pag. 28sociali perché le ricadute dell'obesità infantile e quello che essa produce poi anche nell'adulto come fattore favorente della stessa obesità dell'adulto, con tutte le patologie a questa correlate, sono una condizione che può portare a gravi conseguenze non solo sotto il profilo strettamente sanitario ma anche sotto il profilo psicologico, sotto il profilo delle ore lavorative perse, sotto il profilo degli incidenti alla guida e sul lavoro legati alla sonnolenza diurna e sotto il profilo stesso del rendimento scolastico dei bambini per quanto riguarda la popolazione infantile. Quindi, un argomento di primaria importanza del quale occuparsi necessariamente da parte delle istituzioni sanitarie. Come farlo ? Ogni volta che si toccano gli stili di vita, purtroppo, si toccano argomenti estremamente sensibili e credo che l'approccio più corretto debba essere quello della educazione alimentare, dell'educazione sanitaria, della prevenzione per favorire proprio la correzione di questi stili di vita, non da ultimo anche l'adozione di meccanismi disincentivanti l'adozione di questi comportamenti a rischio e, se possibile inoltre, anche qualche percorso sanitario facilitante o facilitato, se preferiamo, che possa mettere immediatamente i soggetti a rischio in una condizione di attenzione sanitaria. Credo che il combinato di tutte queste misure potrebbe aiutare il nostro Paese a non andare incontro ad aggravi di spesa che sono ormai insostenibili per le dimensioni che il fenomeno ha assunto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Intanto molto brevemente accettiamo la riformulazione proposta dal Governo, sebbene facciamo presente al Governo che sarebbe necessario predisporre veramente degli strumenti per riuscire a prevenire e a limitare il fenomeno dell'obesità che purtroppo colpisce molti bambini e molti minorenni nel nostro Paese.
  Ora il Governo ci propone una riformulazione che implica di «valutare la possibilità di» rispetto a due dei nostri impegni che a noi sembravano importanti. Riteniamo che forse il Governo avrebbe potuto fare uno sforzo in più, sebbene andremo comunque ad accettarla tale riformulazione.
  Come dicevano i colleghi che mi hanno preceduto, è un tema importante sul quale varrebbe la pena realmente investire per prevenire le ricadute che, magari in età adulta, potrebbero essere in qualche modo impedite grazie a un'azione di prevenzione chiara, portata avanti presso i minorenni, quando si trovano magari a frequentare le scuole dell'obbligo. Un programma che miri a educare in quell'ambito i bambini servirebbe sicuramente quale seria prevenzione di questo fenomeno, che sta raggiungendo delle dimensioni direi abbastanza allarmanti, e non siamo semplicemente noi, non sono semplicemente le persone, i colleghi che magari hanno depositato questi atti, a sottolinearlo, ma sono le organizzazioni che monitorano il fenomeno e la diffusione del fenomeno nel nostro Paese.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Presidente, membri del Governo, colleghi, ovviamente la premessa a questo mio intervento è che accettiamo le riformulazioni fatte dal Governo. Le accettiamo perché ci sembra importante che la mozione, con tutto il corpo di considerazioni che ha e di impegni che presenta al Governo, possa essere votata praticamente all'unanimità. Però, mi vorrei soffermare un secondo proprio su un punto e sulle parole del sottosegretario De Filippo che riguardano, come dire, la cancellazione di questo punto. Mi sembrano interessanti perché una delle cose più importanti nella – chiamiamola così – terapia dell'obesità infantile è quella che si riferisce all'educazione alimentare, laddove il tema «educazione alimentare», a sua volta, prevede, da un lato, una corretta informazione e, dall'altro, prevede la capacità di assumere Pag. 29decisioni coerenti con le informazioni che vengono considerate buone per la propria salute o che vengono considerate nocive per la propria salute.
  Quello che accade è che molte volte le informazioni di cui si dispone non si riescono a proiettare nella giusta direzione delle conseguenze che possono avere. Da qui nasceva questo punto, che diceva: «ad assumere iniziative normative affinché nelle confezioni dei prodotti destinati ai più giovani e nelle bevande gassate zuccherate siano riportate etichette o scritte che indichino il rischio di obesità associato al consumo equilibrato dello zucchero in esse contenute», cioè l'accento non era messo su «quanto zucchero c’è»; l'accento era messo sul fatto: «se prendi questo zucchero, le conseguenze a cui puoi andare incontro sono queste», nell'ambito di una logica e di un pensiero circolare e complesso che non sempre si può dare per scontato per i bambini. Non basta, infatti, che io ti dico che «c’è questo» e automaticamente debbo immaginare che tu sei in grado di capire che, se c’è questo, allora questo procurerà questo danno e questo danno avrà queste conseguenze, non solo oggi perché ingrassi, ma anche domani perché facilmente potrai soffrire di una patologia cardiovascolare, oppure dopodomani perché potrai avere un infarto e via dicendo. Quindi, l'idea che le informazioni vengano veicolate a volte secondo un lessico scientificamente rigoroso, che significa con dei numeri, non risponde necessariamente a rendere comprensibili quei numeri, anche perché l'approccio che molte volte noi abbiamo ai problemi non è un approccio di tipo meramente quantitativo, è un approccio più di tipo qualitativo. È come se io ti dicessi: spiegami perché mi fa male, perché non lo devo prendere, non basta che tu mi dica cosa c’è dentro, e quindi noi avevamo prospettato l'idea che il linguaggio del danno potenziale e del rischio che il bambino corre mangiando quella merendina o quel cibo là si traducesse visibilmente in conseguenze dirette rispetto all'obesità a cui va incontro.
  Per carità, il Governo ha ritenuto opportuno cancellarlo, noi accettiamo la riformulazione, però ci sembrava giusto condividere con la sala il perché. Perché la vera sconfitta rispetto all'obesità infantile – come dicevo questa mattina, illustrando la mozione – è che, pur sapendo tante cose, questo sapere resta un sapere ininfluente, impotente, incapace di modificare gli abiti di comportamento, gli stili di vita.
  Quindi non possiamo liquidare il problema semplicemente, come dire, puntualizzando ancor più nella sua rigidezza l'informazione, dobbiamo caricarla di quella dimensione emotiva, che di fatto tocca la volontà e spinge a cambiare...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Binetti, colleghi per favore abbassate un po’ il tono della voce, grazie.

  PAOLA BINETTI. Diciamo, non è il numero da solo che tocca la testa e che tocca il cuore dei bambini; è quel valore aggiunto, che è dato dall'impatto emotivo su quell'informazione, quello che permette loro di cambiare. Non a caso la pedagogia più tipica con i bambini è una pedagogia che associa il sistema dei premi e castighi, cioè associa il sistema: se fai così, allora ti succederà questo (prospettiva positiva), se fai così, invece, ti succederà quest'altro (prospettiva negativa). Non è tanto in ciò che fai, che la madre investe o che la maestra investe, quanto nelle conseguenze a cui vai incontro.
  Questo lo dico, sottosegretario, affinché comunque – a prescindere dal fatto che l'impegno venga cancellato – si ripensi il modo con cui noi vogliamo fare l'educazione alimentare in atto nei bambini. Perché c’è un'educazione prossima, che è quella che fa la mamma, che fa la maestra, quando a scuola si forniscono delle cose; c’è l'educazione remota che è quella che fai studiando le scienze e i principi nutrizionali fondamentali, ma c’è un'educazione di impatto, che io faccio quando passo davanti alla vetrina dei dolci, che io faccio quando passo davanti a una cosa che mi potrebbe piacere, se non mi rendo conto che quella cosa mi farà del danno. Non basta che io metta – immaginiamo – una vetrina di dolci, accanto a ognuno dei Pag. 30quali io metto il numero di calorie e poi pretendo che al bambino, come dire, non venga l'acquolina in bocca o non si senta motivato a intervenire.
  Dobbiamo recuperare nell'educazione – compresa l'educazione alimentare, ma non solo l'educazione alimentare – quella vasta componente che era una volta l'educazione anche attraverso la valorizzazione dell'impatto emotivo, cioè la valorizzazione dell'immaginazione, la capacità che il bambino immagini cosa accadrà e non soltanto sappia seccamente cosa sta accadendo. Detto questo, noi ci auguriamo davvero che il Ministro, il Ministero vogliano in questo momento prestare particolare attenzione a questo; suppongo che avranno preso qualche misura, perché sarebbe assurdo che, discutendo noi la mozione sull'obesità infantile a venti giorni dal Natale, non arrivasse in qualche modo qualche segnale, posto che le vacanze di Natale sono la settimana o i dieci giorni a più alto rischio contenutistico in termini di quantità, non solo di calorie ma anche in termini di specificità di calorie, mi riferisco ai panettoni, ai torroni e a tutto quello che si può immaginare e che costituisce anche la gioia del Natale, la festa del Natale. E se l'educazione non la si fa come una educazione che tiene insieme il gusto del bambino, la fantasia del bambino e la quantità e il concetto di quantità, è molto difficile che i bambini non tornino da queste vacanze un po’ più a rischio proprio rispetto all'obesità. Quindi, credo che noi dobbiamo recuperare un'educazione che sappia avere nella pedagogia infantile le sue giuste leve di riferimento, che non «adultizzi» il bambino, pretendendo che lui capisca quello che noi grandi diciamo come frutto di uno studio rigoroso e scientificamente fondato, ma dobbiamo essere noi a parlare la lingua di questi bambini, perché, attraverso questa lingua, loro capiscono sempre di più e sempre meglio cosa può far loro bene e che cosa non fa loro bene, e comunque che capiscano che ciò che fa bene o ciò che non fa bene è anche molto spesso legato alla quantità, alla diversificazione dell'offerta. Se invece di mangiare tre fette di panettone, uno potesse mangiare una fetta di panettone e avere accanto altre alternative, forse potrebbe essere più facile per il bambino rinunciare a una dose eccessiva di dolci. Ora, questo richiede però studio attento, profondo, tutt'altro che banalizzante. Dicevamo nella presentazione della mozione, questa mattina, quanto molto dell'obesità infantile sia legata alla scarsa presenza nella vita di famiglia della figura materna. Noi abbiamo bambini che si svegliano la mattina e si ingozzano velocemente per dover andare a scuola, quindi qualunque cosa mangiano, purché mangino, e via di corsa; abbiamo bambini che, poi, perdiamo di vista dal punto di vista alimentare nell'arco di tutta la giornata e ce li ritroviamo la sera con i loro gusti, con i loro capricci, ma ce li ritroviamo la sera anche con i nostri sensi di colpa, con la nostra difficoltà a dire di «no». Perché ? Perché il «no» vero glielo abbiamo già detto in quelle dodici ore in cui non siamo stati con lui, quando dalle 8 del mattino alle 8 di sera non lo abbiamo visto; abbiamo già detto un «no» strutturale pesantissimo, che sancisce una difficoltà relazionale, oltre la quale qualunque madre è disposta a venire a patti con i propri modelli educativi per poter ottenere dal bambino il sorriso, la simpatia, la capacità di sentirsi bene. Concludo, Presidente, perché molto di quello che ho detto è scritto nella mozione, quindi io mi auguro che, proprio attraverso il fatto che verba volant, scripta manent, di fatto questo passi, però il mio invito vero è ripensare i modelli dell'educazione con cui si propongono gli stili di vita, perché non esiste uno stile di vita che possa essere trasmesso senza un modello educativo adeguato a far capire esattamente di che cosa si sta parlando.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicchi. Ne ha facoltà. Rivolgo ancora un invito a tutti quanti ad abbassare il tono della voce, gentilmente. Prego, onorevole Nicchi.

  MARISA NICCHI. Presidente, affrontiamo un tema assai delicato e molto Pag. 31importante, infatti, secondo il rapporto dell'Osservatorio del dipartimento di sociologia e ricerca sociale dell'Università Milano-Bicocca, un bambino su quattro, in Italia, è in sovrappeso, e uno su dieci obeso. La prevalenza di sovrappeso in età pediatrica in Italia supera la media europea, con un tasso di crescita annua che ci avvicina alle peggiori caratteristiche degli Stati Uniti d'America. Inoltre l'OMS ha evidenziato come le bevande e gli alimenti ad alto contenuto di zuccheri liberi siano una delle principali fonti di calorie inutili e dannose nella dieta, in particolare in caso di bambini adolescenti e giovani. Da qui il nostro primario impegno nella mozione, che ribadiamo anche in questa discussione, in questa dichiarazione di voto, per portare proprio su questo tema l'attenzione dell'Aula. Primo impegno: recepire le raccomandazioni contenute nelle linee guida emanate dall'Organizzazione mondiale della sanità sulla riduzione dello zucchero presente negli alimenti, con particolare riferimento ai consumatori più giovani. Infatti, l'Organizzazione mondiale della sanità ha elaborato, attraverso un lungo ed approfondito lavoro scientifico, raccomandazioni sull'assunzione di glucosio, fruttosio e saccarosio aggiunti ad alimenti e bevande, prevedendo una limitazione dell'assunzione di zuccheri semplici al 10 per cento del fabbisogno calorico giornaliero, con un'ulteriore esortazione: ridurre ulteriormente questa soglia a meno del 5 per cento, e questo con una particolare attenzione sui giovani. Nonostante queste autorevoli raccomandazioni e nonostante questa controtendenza al consumo maggiore – una controtendenza al consumo che si è segnalata anche negli Stati Uniti d'America –, malgrado questa tendenza a ridurre gli zuccheri, il nostro Ministro della salute è l'unico della UE ad essersi dichiarato in disaccordo con queste raccomandazioni dell'OMS. Per il nostro Governo, le linee guida dell'OMS sono eccessivamente restrittive. Voglio ricordare la dichiarazione alla stampa del 19 novembre della Ministra Lorenzin, a margine della seconda Conferenza internazionale sulla nutrizione, che dichiarava, riguardo le nuove raccomandazioni dell'OMS sullo zucchero, questo: no ai diktat senza base scientifica, è un'aggressione alle nostre tradizioni dolciarie.
  La Ministra ignorava un dato scientifico incontrovertibile, cioè che il consumo di zuccheri liberi incide molto sull'aumento globale delle persone che soffrono di obesità, diabete e carie, e che una minore assunzione di zuccheri liberi e calorie complessive dovrebbe essere una priorità delle politiche pubbliche sanitarie. Del resto, c’è un certo numero di Paesi che ha adottato perfino misure fiscali sui prodotti non salutari, come il Messico, che ha imposto una tassa sulle bevande non alcoliche con l'aggiunta di zuccheri; l'Ungheria, che l'ha imposta su prodotti che sono confezionati con un'elevata percentuale di zuccheri, sale e caffeina; il Regno Unito e l'Irlanda del Nord hanno annunciato l'intenzione di applicare tasse sulle bevande zuccherate; ma il nostro Ministero non accoglie questa precauzione.
  L'altra questione di fondo che noi abbiamo sottolineato nella nostra mozione è il legame, lo stretto legame tra alimentazione non salubre, disagio sociale ed economico e povertà. Proprio due anni fa, la Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza ha approvato un documento conclusivo sull'indagine conoscitiva sulla povertà e il disagio minorile, dove si segnalava la diffusione di due fattori di rischio molto significativi per la salute dei bambini, cioè l'obesità e il sovrappeso, e come questi fattori di rischio risultassero strettamente correlati alla povertà, intesa come deprivazione culturale, assenza o carenza di opportunità. È uno degli aspetti più inaccettabili delle diseguaglianze di salute che si stanno acuendo nel nostro Paese e su cui il Governo non ha alcuna politica efficace. L'indagine conoscitiva della Commissione infanzia ha sottolineato una difficoltà che davvero ha il sapore di una grandissima ingiustizia, quella dell'accesso alle mense per tanti bambini che vivono in famiglie povere, soprattutto nelle regioni del Sud, ove si afferma un modello nutrizionale sempre più simile a quello dei Paesi del Sud del mondo, verso quindi un Pag. 32consumo eccessivo del cibo spazzatura a costo basso. Per questo la nostra mozione chiede la gratuità dei percorsi diagnostici di prevenzione dell'obesità a favore dei minori, lo stanziamento di risorse finanziarie a favore degli enti locali per combattere la deprivazione alimentari, per il diritto al cibo di qualità attraverso l'accesso alle mense scolastiche a tutti i bambini, dalle quali oggi molti sono esclusi; l'utilizzo nelle mense scolastiche di prodotti biologici, degli alimenti a filiera corta, anche per gli effetti benefici sul piano della sostenibilità ambientale. Chiediamo campagne di educazione alimentare nelle scuole per favorire un sano rapporto con il cibo e una consapevolezza critica verso messaggi mediatici...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Nicchi. Colleghi, però adesso ve lo chiedo per cortesia. Colleghi, anche di là, gentilmente.

  MARISA NICCHI. Ed una consapevolezza critica verso messaggi mediatici che associano bellezza e magrezza, che possono favorire disturbi al comportamento alimentare. Chiediamo strumenti di disincentivazione fiscale del cibo spazzatura e invece obiettivi incentivanti per l'alimentazione di qualità a minore impatto ambientale. Insomma, impegni concreti, li abbiamo visti anche in altre mozioni; impegni concreti per accompagnare ragazzi e ragazze, bambini e bambine verso un equilibrato sviluppo e benessere psicofisico. Ma per questo, Presidente, serve un Governo capace di essere autonomo dagli interessi delle multinazionali alimentari, un Governo con una forte volontà di combattere le diseguaglianze di salute attraverso un incisivo ruolo pubblico, ma questo Governo ancora non lo abbiamo visto (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. Presidente, intanto non me ne vorrà se rilevo come questo dibattito appaia, nella contingenza delle vicende politiche, surreale o distonico, rispetto alla realtà che ci circonda; fuori dalla realtà, addirittura distante, per alcuni aspetti, dalla realtà stessa. Ho immediatamente accolto il suggerimento del Governo negli impegni, nella consapevolezza che questo Governo non ha una vita straordinariamente lunga per far sì che quegli impegni in qualche misura possano essere mantenuti, ma ho apprezzato anche – e lo dico senza ironia – il senso del dovere, il senso del rispetto istituzionale, di chi rappresenta il Governo in quest'Aula, nel dover offrire pareri, addirittura suggerendo modifiche e introducendo elementi al fine di ottenere una migliore performance della mozione anche al fine di rendere questa mozione poi esercitata e praticabile, immagino nelle prossime 24-48 ore, ma tant’è. Non mi pare quindi che celebriamo una delle migliori pagine, quest'oggi, ragionando di corretta alimentazione, obesità e prevenzione, che meriterebbero ben altra discussione, ma intanto proviamo a suggerire alcuni elementi che potrebbero essere utili nelle azioni di Governo. Penso alla necessaria consapevolezza che il consumatore dovrà, dovrebbe avere rispetto a determinati cibi. Penso alla necessità che questa consapevolezza possa e debba essere maggiore soprattutto rispetto ai cibi destinati all'infanzia. Penso al disegno di un'etichetta che sia non solo più leggibile e più diretta, ma che sia accolta in quell'Europa che, da questo punto di vista, fa sempre più orecchio da mercante. Penso alla necessità di mettere in campo, e davvero, campagne di prevenzione che comprendano non soltanto soluzioni tese al rispetto di una corretta e buona alimentazione, ma anche campagne che indichino uno stile di vita, un modello di vita, un approccio che è tipicamente mediterraneo alla vita e un approccio anche ad uno stile che sia corretto non solo nelle abitudini alimentari, ma anche nella propria vita.
  Pensiamo sia utile suggerire e promuovere stili di vita anche da questo punto di vista, per esempio sul fronte delle abitudini alimentari delle donne in stato di Pag. 33gravidanza, dei bambini in età prescolare, magari provvedendo con risorse nazionali ad implementare un'iniziativa che in Europa trova consenso, e in Italia anche ha misurato successi. Penso all'iniziativa della frutta nelle scuole, che, evidentemente, non coinvolge tutte le scuole, non le coinvolge nel numero e nel modo giusto. Probabilmente, se assumessimo un impegno di risorse adeguate, potremmo indicare concretamente a quei ragazzi qual è la merendina a chilometro zero che è più facilmente ottenibile e anche gradevole. Parliamo di quella frutta che può rendere, dal punto di vista del profilo agricolo, un servigio alle produzioni, ma può rendere anche un servigio importante in chiave di prevenzione. Pensiamo di suggerire programmi ad hoc di formazione del personale docente, in linea con quella dieta mediterranea che ha reso protagonista nel mondo il nostro Paese, rendendo protagonista nel mondo una filiera intera, che è fatta di produzioni agricole, che è fatta di stile di vita, che è fatta anche di made in Italy nel mondo apprezzato e capace di superare la celebrità degli angusti limiti territoriali. Abbiamo provato a suggerire di mettere in rete le buone pratiche, metterle in rete tra gli enti locali, metterle in rete con i servizi sanitari, metterle in rete in modo tale da costruire un bagaglio non solo virtuale, ma concreto, di conoscenze e di nozioni utili a rendere politiche capaci di prevenire i disagi che derivano dalla obesità, soprattutto quando questa è infantile. Ma, per fare tutto questo, occorre un piano nazionale. Occorre un piano nazionale di prevenzione e di cura delle obesità, e veniamo a un punto dolente in merito al quale credo anche la lettura dei risultati referendari possa indurre il Governo a muoversi in modo più attento.
  Penso alla necessità di risorse, penso alla necessità di risorse da utilizzare nel modo migliore, e quindi ben vengano i costi standard, se questi costi standard sono accompagnati da un riparto di risorse che tenga in conto non le strutture esistenti, ma la domanda e il bisogno sociale dei territori, lo stato di salute dei territori. Quindi, ben vengano quei costi standard, sempreché siano accompagnati da un modello di riparto di risorse che tenga in conto non solo la specificità della condizione sociale ed economica, ma anche la specificità e la tipicità delle strutture sanitarie e sociali capaci di rispondere a questa domanda di salute, quindi capaci di invertire una tendenza, soprattutto nel Mezzogiorno del nostro Paese, e quindi capaci di indicare una politica sanitaria attrezzata ed adeguata al bisogno del cittadino, non misurata soltanto sulla storicità delle risorse, non misurata soltanto sulla standardizzazione dei costi, non misurata soltanto su politiche sanitarie che impoveriscono il Mezzogiorno, in modo particolare quelle regioni che hanno maggiori difficoltà da questo punto di vista. In questo senso, la sollecitazione che ci permettiamo di fare è una sollecitazione a tutto tondo, che parte dal modello culturale di approccio alla questione, che affronta la questione in chiave di prevenzione, ma che utilizza strumenti e risorse adeguate, capaci di rispondere davvero a questa domanda forte, che è una domanda non solo di salute, ma di cittadinanza. Per questo, voteremo favorevolmente alla mozione che abbiamo presentato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Presidente, colleghi, membri del Governo, come evidenziato nel corso della discussione sulle linee generali, la salute dei nostri concittadini è un tema che ci preme moltissimo e crediamo che una buona politica debba prendersi la responsabilità di indicare e promuovere le vie migliori per assicurare una corretta alimentazione a più persone possibili, in primo luogo ai più piccoli, i quali, ovviamente, dipendono quasi completamente dai loro genitori.

  PRESIDENTE. Attenda, onorevole Bernini. Colleghi ! Prego.

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  MASSIMILIANO BERNINI. Quello dell'alimentazione, del resto, è un tema che non si circoscrive solamente alla qualità del cibo, ma, evidentemente, anche alla sua produzione ed al relativo impatto ambientale. Di fatto, negli ultimi anni l'opinione pubblica è sempre più interessata a queste tematiche, perché ha capito che si tratta di una questione centrale del nostro tempo. Come detto, la parte di popolazione più vulnerabile da questo punto di vista sono i bambini, i quali, salvo rare eccezioni, non sono nelle possibilità di decidere o modificare i propri stili alimentari. Per questo, abbiamo creduto opportuno presentare una mozione al fine di discutere queste tematiche in Parlamento ed impegnare il Governo nelle direzioni che crediamo più utili per la collettività e il bene comune. Venendo al tema centrale della discussione, dobbiamo prendere consapevolezza che le attuali modalità alimentari italiane non assicurano...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Bernini. Onorevole Latronico, grazie.

  MASSIMILIANO BERNINI. ... non assicurano una completa e buona alimentazione soprattutto per i piccoli, tanto che l'obesità infantile è un problema di notevole rilevanza sociale in Italia, dove un bambino su quattro risulta esserne interessato. Infatti, secondo i dati dell'Istituto superiore della sanità, l'Italia detiene il triste primato europeo del numero di bambini sovrappeso o obesi, e, secondo il rapporto dell'Osservatorio del dipartimento di sociologia e ricerca sociale dell'Università di Milano-Bicocca, un bambino su quattro è sovrappeso e uno su dieci è obeso. In Italia, inoltre, la prevalenza di sovrappeso in età pediatrica supera di circa tre punti percentuali la media europea, con un tasso di crescita annua dello 0, 5-1 per cento, pari a quella degli Stati Uniti. L'obesità infantile...

  PRESIDENTE. Mi scusi, le chiedo veramente scusa. Colleghi, per favore, il Governo sta seguendo il dibattito e sarebbe utile che continuasse a farlo senza che qualcuno in continuazione... grazie, onorevole Vaccaro, si accomodi al suo posto.

  MASSIMILIANO BERNINI. Stavo dicendo che l'obesità infantile preoccupa, ci preoccupa, in quanto i bambini obesi hanno maggiori possibilità di divenire adulti obesi, e, di conseguenza, di avere un maggior rischio di sviluppare una serie di condizioni patologiche, quali tumori, diverse patologie croniche come le malattie cardiovascolari, l'ipertensione arteriosa, il diabete tipo 2, problemi muscolo-scheletrici, respiratori e via discorrendo. Stando a quanto ci dice l'OMS, l'Organizzazione mondiale della sanità, l'obesità comporta inoltre elevati costi per la società: costi diretti, costituiti dalle risorse per la diagnosi, il trattamento e dalle patologie ad essi correlate, e costi indiretti dovuti alla perdita di produttività e altre cause ad essa quindi connesse.
  Al trentaseiesimo Congresso della SINU, della Società italiana di nutrizione umana tenutosi a Firenze lo scorso dicembre, gli esperti di nutrizione di Australia, Cina, India, Stati Uniti ed Italia si sono confrontati sulle rispettive linee guida nazionali. Tra i vari argomenti affrontati si è discusso su quale sia la quantità ottimale di zuccheri da introdurre nella dieta. Per zuccheri si intendono i monosaccaridi, come il glucosio, il fruttosio, e i disaccaridi, come il saccarosio o zucchero da tavola, aggiunti agli alimenti e alle bevande dall'industria e dal consumatore; sono esclusi quelli presenti naturalmente nella frutta, nei vegetali e nel latte, perché non vi sono evidenze che possano essere dannosi. Recentemente sempre l'OMS ha raccomandato di limitare il consumo di zucchero, o degli zuccheri, a meno del 10 per cento delle calorie totali giornaliere, perché forti evidenze scientifiche indicano che così facendo si riducono, oltre alle calorie giornaliere introdotte, il sovrappeso, l'obesità e le carie. Inoltre l'OMS, se anche evidenze scientifiche al riguardo non sono altrettanto solide, auspica una ulteriore riduzione Pag. 35al 5 per cento, ovvero 25 grammi pari a circa 6 cucchiaini da tè al giorno. Le cinque nazioni convenute al convegno SINU concordano tutte sulla quota del 10 per cento delle calorie totali giornaliere da zuccheri; in Italia, invece, i nuovi LARN – quindi le raccomandazioni italiane introdotte dall'attuale Ministro della salute – indicano di contenere il consumo di zuccheri semplici, siano essi naturalmente presenti negli alimenti, frutta, latte, eccetera, siano essi aggiunti, nell'ambito del 15 per cento del fabbisogno. Anche il Fondo mondiale per la ricerca sul cancro dichiara che limitare il consumo di cibi ad alta densità calorica ed evitare il consumo di bevande zuccherate è la prima raccomandazione alimentare a cui è giunto il comitato di esperti, dopo aver esaminato tutti gli studi scientifici su dieta e cancro. Anche in Italia, diversi ed autorevoli esponenti del mondo scientifico, come il professor Franco Berrino, già direttore del Dipartimento di medicina preventiva e predittiva dell'Istituto nazionale dei minori di Milano e direttore scientifico del mensile Vita e Salute, nonché i membri della redazione dello stesso mensile, con i quali abbiamo, ho avuto il piacere di collaborare nella stesura di questo testo oggi in discussione, e che ringrazio per gli utili e proficui stimoli, dichiarano che gli alimenti ad alta densità calorica sono quelli che contengono molto grasso e zucchero. Questi alimenti, come merendine, biscotti da colazione, fiocchi di cereali zuccherati, e così anche le bevande zuccherate, fanno ingrassare e alterano il nostro ambiente endocrino, facendo aumentare l'insulina: queste alterazioni alla lunga fanno aumentare il rischio di ammalarsi di tumore e di altre varie malattie croniche che affliggono le popolazioni ricche. È quindi acclarato che una riduzione degli zuccheri significherebbe non solo migliorare la nostra salute, ma anche contribuire indirettamente ad offrire alimenti di maggiore qualità, con particolare riguardo ai più giovani, verso un futuro più sano quando saranno adulti, riducendo significativamente la spesa sanitaria legata ai fenomeni dell'obesità. Purtroppo, lo zucchero è presente in molti alimenti di consumo, dove normalmente il consumatore generico non penserebbe di trovarlo: ad esempio in diversi prodotti in scatola, nei sughi pronti, nella maionese, nelle fette biscottate, nel pane, nello yogurt, nei succhi di frutta e altro ancora; e probabilmente è utilizzato come edulcorante per camuffare il gusto di alimenti di qualità scadente, che altrimenti sarebbero sgradevoli. Nel caso specifico dell'obesità infantile, vorrei anche precisare che gli alimenti altamente processati dell'industria alimentare sono spesso progettati proprio per ingannare i meccanismi biologici che stanno alla base della nostra fame/sazietà, e sono quindi parte integrante dell'ambiente che ha causato l'esplosione dell'obesità nel mondo. A questo scopo avevamo presentato alcuni impegni, che purtroppo sono stati respinti da parte di questo Governo: ci saremmo aspettati da questo punto di vista maggior coraggio normativo.
  Inoltre – e qui apro un altro punto critico verso il quale la politica dovrebbe e potrebbe fare di più – molti alimenti indirizzati dal mercato alla colazione o merenda dei ragazzi, sono spesso accompagnati da regalini, sorpresine, e più in generale da una serie di gadget che non hanno nulla a che vedere con la qualità dell'alimento, ma che di fatto finiscono per condizionare molto le scelte dei ragazzi e delle famiglie; e questo è un grosso svantaggio, per quanti vogliano promuovere stili alimentari virtuosi, visto che non è facile accostare la frutta ed alimenti affini alla gadgettistica, così sfavorendo l'alimento di qualità rispetto a quello meno indicato per una sana alimentazione.
  Per tutte queste ragioni abbiamo presentato diversi impegni nella nostra mozione: alcuni di questi impegni sono stati accolti, un altro è stato riformulato, quindi io comunico che accetto la riformulazione dell'impegno. Comunico inoltre che chiederemo la votazione per parti separate, nel senso di votare insieme le premesse, gli impegni accolti, quello riformulato, e di votare poi insieme separatamente i tre Pag. 36impegni che invece non sono stati accolti dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Busto. Ne ha facoltà.

  MIRKO BUSTO. Presidente, vorrei incominciare questo piccolo intervento, che riguarda ormai un Governo che non sappiamo quanto abbia neanche la possibilità di attuare (e questo forse è anche un bene, dato il risultato ad oggi conseguito) gli impegni che noi stiamo chiedendo. Vorrei cominciare leggendo l'articolo 32 della Costituzione, la Costituzione che i cittadini italiani hanno votato di difendere dall'assalto di questi giorni: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività». Questo è uno dei tanti bellissimi principi scritti nella nostra Carta costituzionale, che dobbiamo ancora lavorare molto per vedere applicati, ed è un altro dei temi che ci fa pensare che forse non dovremmo tanto cambiarla, ma dovremmo tanto lavorare per applicarla, questa Costituzione.
  Ho ascoltato il dibattito fin qui, e certamente la maggior parte dei temi che sono stati portati all'attenzione del Governo sono condivisibili. Mi viene da fare una piccola riflessione: avete parlato di regalini, abbiamo parlato di industria che utilizza ingredienti e manipola il senso di sazietà, manipola la nostra recettività biologica al cibo, per ingozzarci spesso di prodotti dallo scarso valore nutrizionale, ma dall'alto valore ideale, valore commerciale, valore dell'immagine che generano. Ecco, questa tenzone tra portatori di interesse particolare da un lato, e dall'altro invece portatori dell'interesse comune, che dovremmo essere noi in quest'ottica, ovvero degli attori che portano, cercano di difendere la salute dei cittadini, rispetto ai portatori di un legittimo interesse, quello di vendere i propri prodotti: quanto è sfavorevole il rapporto tra questi due interventi ? Quanto è sfavorevole, in un sistema dove il mondo commerciale ha a disposizione televisioni, la capacità di influenzare attraverso la pubblicità giornali, media tradizionali, rispetto ad un Governo, a dei Governi che purtroppo ad oggi abbiamo visto essere molto tenui nell'intervento, molto poco incisivi nella formazione di programmi per l'educazione alimentare e nell'informazione, ma anche spesso nella trasparenza dell'etichettatura, molto morbidi ? Perché certo, andare a modificare, a dare più informazione al cittadino, a renderlo in grado di scegliere cosa è meglio per lui, può intaccare gli interessi di qualcuno, che magari a volte paga le campagne elettorali, per esempio, o qualcuno molto vicino per ragioni politiche.
  Ecco, io voglio parlare del nostro patrimonio, cambiando discorso e rimanendo però sempre su questo tema: il nostro patrimonio riconosciuto da tutti, compreso l'UNESCO, è la dieta mediterranea. La dieta mediterranea, tutti ne parlano, tutti la vogliono, nessuno la pratica, verrebbe da dire, e nessuno neanche spiega di che cosa stiamo parlando.
  Sappiamo allora che... Presidente, sto parlando... Neanche il Presidente ? Presidente... C’è molto rumore e non riesco neanche a sentirmi, quasi.

  PRESIDENTE. Sì, onorevole Busto. Diciamolo a tutti. Colleghi ! Onorevole Palese, gentilmente là dietro. Colleghi, di qua, per favore !

  MIRKO BUSTO. Allora, continuo ?

  PRESIDENTE. Provi.

  MIRKO BUSTO. Grazie. Allora, stavo dicendo che parliamo di dieta mediterranea. La dieta mediterranea – lo sappiamo tutti – codificata da uno studioso americano, Ancel Keys, negli anni Cinquanta, che studiò le abitudini alimentari di alcune popolazioni dell'Italia meridionale, non solo dell'Italia meridionale, perché c'erano delle incidenze inferiori di alcune patologie cardiovascolari. Quindi che cosa ne derivò ? Derivò che questo tipo di minore incidenza e anche di longevità – Pag. 37perché si parla sempre della dieta della longevità – derivava da un certo schema alimentare, una piramide che metteva alla base cereali, legumi, vegetali e, man mano che si sale quindi nella punta della piramide, con un consumo moderato e molto moderato anche carne, salumi, zuccheri e dolci; quindi questa è la piramide alimentare che noi dovremmo applicare se vogliamo tendere davvero a una dieta mediterranea, che è nella nostra tradizione, la tradizione italiana, la tradizione che ha dato la longevità invidiata in tutto il mondo alle nostre passate generazioni. Oggi noi vediamo che questa piramide è invertita perché vediamo che cibi di uso comune, come salumi, carne e formaggi, sono utilizzati invertendo questo ordine, mentre è diminuito drammaticamente il consumo di verdura e frutta. I numeri sono abbastanza eloquenti – basta vedere i dati Istat – e vediamo che, se negli anni Cinquanta noi consumavamo all'incirca 170 chilogrammi pro capite di frutta e ortaggi, venti di carne, cinque di pesce e 200 chili di cereali, oggi noi consumiamo 375 chilogrammi all'anno di frutta e ortaggi, 140 pro capite tra carne e pesce, 65 di pesce, 78 di carne e 150 di cereali. Abbiamo aumentato certamente il consumo generale, ma abbiamo soprattutto...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, è la quinta volta !

  MIRKO BUSTO. Non si riesce. C’è da urlare tutto il tempo. Sembra quasi che stia per cascare il Governo.

  PRESIDENTE. Onorevole Busto, però le vorrei segnalare che è anche alle sue spalle che si sta facendo un certo rumore. Non so se state al Governo, però.

  MIRKO BUSTO. Non me ne sono accorto.

  PRESIDENTE. Prego.

  MIRKO BUSTO. Ascoltate perché potrebbe essere che poi andiamo noi a farle queste cose e quindi dobbiamo essere tutti quanti pronti.
  Allora, abbiamo rovesciato la piramide, abbiamo rovesciato questa piramide e questo ha portato degli effetti sulla salute pubblica. Allora, se pensiamo che ci sono strette correlazioni tra alimentazione e tumore (alcuni studi dicono che il 30 o il 40 per cento dei tumori potrebbe essere evitato con una dieta più sana), vediamo anche – come abbiamo detto prima e io mi focalizzo spesso su un tema che si fa fatica a trattare in questo luogo che è l'eccesso di consumi di alimenti di origine animale – che per esempio il World cancer research fund ha dato dei limiti di alimenti di origine animale per la protezione, per esempio, dal cancro al colon retto. Questi valori sono di molto inferiori, sono meno della metà di quelli attuali della popolazione italiana: sono 15,66 chilogrammi all'anno e oggi siamo a 78 in Italia; le linee-guida dell'USD americano ci consigliano 34,31 chilogrammi all'anno e noi siamo a 78 e in più l'ultimo dato che vorrei riportare è che l'organizzazione mondiale della sanità inserisce nell'ottobre 2015 le carni lavorate e processate nella categoria 1A, quella delle sostanze certamente cancerogene, e le carni rosse invece nella categoria 2A, quelle probabilmente cancerogene. Tutto questo, in uno Stato che fa gli interessi della cittadinanza, dovrebbe indurre a una certa riflessione, cioè dobbiamo riflettere e far riflettere le persone e i cittadini italiani affinché compiano o possano compiere, una volta informati, delle scelte consapevoli nella direzione di ridurre certi consumi e tutelare la propria salute. E invece io leggo il Ministro delle politiche agricole affermare fondi per 3,8 milioni di euro per confutare le tesi grossolane che popolano Internet sulla presunta insalubrità di carni rosse e salumi. Quindi, il nostro Ministro dice che l'Organizzazione mondiale della sanità porta delle tesi grossolane che parlano di una presunta insalubrità.
  Questo mi suona molto strano perché mi dà l'impressione che qualcuno stia facendo gli interessi di un settore, non l'interesse della collettività. Ma voglio andare avanti e trattare nel tempo che mi rimane, quanto mi rimane ?

Pag. 38

  PRESIDENTE. Un minuto e trenta.

  MIRKO BUSTO. Allora, in poco tempo, vorrei parlare dell'altro tema che abbiamo inserito in questa mozione. È un tema di cui abbiamo già dibattuto più volte, il consumo di grassi saturi e in particolare il consumo di grassi saturi dovuti a un ingrediente di cui si è tanto discusso, che è l'olio di palma.
  L'olio di palma è un grasso saturo, in realtà è il modello di un sistema sbagliato, è il modello di un sistema che ha messo al primo posto il profitto e ha trascurato quella che è la salute pubblica; è un grasso che costa molto poco, è un grasso che ha un elevato contenuto di grassi saturi e, se guardiamo lo stesso Istituto superiore di sanità italiano, ci viene detto che la letteratura scientifica non riporta l'esistenza di componenti specifiche capaci di determinare effetti negativi sulla salute. Questo pezzo di frase è la prima frase e viene citata da tutti. Però poi continua, ma riconduce gli effetti negativi al suo elevato contenuto di grassi saturi rispetto ad altri grassi alimentari. E poi continua: «evidenze epidemiologiche attribuiscono all'eccesso di grassi saturi nella dieta effetti negativi sulla salute e, in particolare, un aumento del rischio di patologie cardiovascolari». Ovviamente non parliamo solo di olio di palma, ma di grassi saturi in generale, quindi la stima a cui arrivano è quella per cui noi attualmente superiamo questo 10 per cento delle calorie totali raccomandato del 49 per cento e questo 49 per cento è dovuto per il 70 per cento all'eccesso di grassi saturi nell'alimentazione generale, come la carne, e un 30 per cento invece all'olio di palma.
  Però le dico solo quest'ultima cosa, perché mi dispiace molto: questo è un caso esemplare di quando la televisione e il mercato fanno un'informazione distorsiva e noi stiamo zitti. Stiamo zitti perché è ovvio che loro facciano un interesse particolare ma la politica deve fare un'informazione che sia più oggettiva. Lei avrà certamente letto il parere dell'Autorità per la sicurezza alimentare.

  PRESIDENTE. Però lei deve concludere.

  MIRKO BUSTO. E in questo parere viene denunciata la presenza di contaminanti genotossici e cancerogeni all'interno di questo olio, quindi noi abbiamo chiesto un lavoro da parte del Governo...

  PRESIDENTE. Onorevole Busto, le ho dato un minuto in più. Deve proprio chiudere, per favore.

  MIRKO BUSTO. ... per indurre l'industria a cambiare le formulazioni, togliendo questo tipo di prodotto. È una cosa che non avete accettato e ci dispiace (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Incecco. Ne ha facoltà.

  VITTORIA D'INCECCO. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, mi dispiace molto che questa mozione venga discussa in un momento così particolare come quello politico che stiamo vivendo; infatti, sappiamo tutti che siamo qui ai nostri posti di lavoro solo perché il Presidente Mattarella ha chiesto al Governo di temporeggiare fino all'approvazione della legge di bilancio, però il tema è così importante – peraltro proposto dai gruppi di opposizione – che non c’è sembrato opportuno sottrarci al dovere di discutere la mozione, pur sapendo che gli impegni che potrà prendere il sottosegretario De Filippo, che ringraziamo per la presenza ancora oggi in Aula e il prezioso lavoro svolto con la Commissione Affari sociali sempre continuo e puntuale, saranno impegni che si potranno prendere solo con il prossimo Governo.
  Mi preme evidenziare solo alcuni aspetti che ritengo fondamentali e che sono stati lungamente e con dovizia di particolari già illustrati stamattina dall'onorevole Tartaglione. Importanti sono gli interventi di prevenzione per l'obesità infantile e sono tanto più efficaci quanto più Pag. 39precocemente messi in atto a cominciare dalla promozione dell'allattamento al seno. Bisogna sostenere, attivando e incentivando nelle scuole, la prevenzione, programmi di prevenzione e promozione della cultura della nutrizione e della salute, una sana alimentazione tra bambini e adolescenti, riducendo l'assunzione di alimenti non salutari e bevande zuccherate, individuando nella refezione scolastica la palestra di un'alimentazione corretta, stimolando al consumo di alimenti quali frutta e verdura e implementare iniziative che mirino a incentivare l'attività fisica tra bambini e adolescenti.
  Noi esprimiamo appunto il nostro parere favorevole perché è importante accelerare l'azione contro l'obesità che, come è stato detto, è una delle più grandi emergenze sanitarie del nostro Paese, in modo da garantire salute e qualità della vita e ridurre i costi del nostro Servizio sanitario.
  L'obesità infantile va affrontata subito, fin dal momento della nascita, come dicevo, perché – ripeto – non solo si riducono i costi sanitari a carico della società, ma anche quelli sociali.
  Un bambino obeso molto spesso viene emarginato dai propri compagni, oltre a poter diventare anche vittima di atti di bullismo come i fatti di cronaca raccontano; hanno il 65 per cento di possibilità in più di essere vittima di bullismo rispetto ai loro coetanei normopeso. E non solo, a volte anche nel mondo del lavoro le persone in sovrappeso vengono discriminate. Tutto ciò è inaccettabile e noi abbiamo a cuore la salute dei nostri figli e dei nostri cittadini che deve essere assolutamente tutelata; il diritto alla salute – come sappiamo – è tutelato dalla Costituzione. Per questo è necessario intervenire e prestare la massima attenzione rispetto a questo tema, anche questo è un modo per costruire una società migliore, più giusta e rispettosa dell'individuo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
  Colleghi, prima di passare al voto, facciamo le nostre congratulazioni all'onorevole Laforgia per la nascita della figlia Nina e, ovviamente, anche alla mamma Francesca (Applausi).

(Votazioni)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
  Passiamo alla votazione della mozione Massimiliano Bernini ed altri n. 1-00744 (Ulteriore nuova formulazione).
  Avverto che i presentatori di tale mozione hanno accettato la riformulazione proposta dal Governo relativa al secondo capoverso del dispositivo, mentre non hanno accettato l'espunzione dei capoversi terzo, quarto e settimo del dispositivo.   Avverto altresì che è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare dapprima la mozione nella sua interezza, ad eccezione dei capoversi terzo, quarto e settimo del dispositivo, su cui il parere del Governo è favorevole; a seguire i capoversi terzo, quarto e settimo del dispositivo, su cui il parere del Governo è contrario.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Massimiliano Bernini ed altri n. 1-00744 (Ulteriore nuova formulazione), come riformulata su richiesta del Governo, ad eccezione dei capoversi terzo, quarto e settimo del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Massimiliano Bernini ed altri n. 1-00744 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente Pag. 40ai capoversi terzo, quarto e settimo del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Tartaglione ed altri n. 1-01296 (Nuova formulazione), per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Brignone ed altri n. 1-01440, come riformulata su richiesta del Governo e per le parti non assorbite dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rondini ed altri n. 1-01441, come riformulata su richiesta del Governo e per le parti non assorbite dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Vargiu ed altri n. 1-01442, per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

  Passiamo alla votazione della mozione Nicchi ed altri n. 1-01443.
  Avverto che i presentatori di tale mozione hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo relative ai capoversi quinto e sesto del dispositivo, mentre non hanno accettato l'espunzione del terzo capoverso del dispositivo.
  Avverto, altresì, che è stata richiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare dapprima la mozione nella sua interezza, ad eccezione del terzo capoverso del dispositivo, su cui il parere del Governo è favorevole; a seguire, il terzo capoverso del dispositivo su cui il parere del Governo è contrario.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Nicchi ed altri n. 1-01443, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, ad eccezione del terzo capoverso del dispositivo, su cui il parere del Governo è favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Nicchi ed altri n. 1-01443, limitatamente al terzo capoverso del dispositivo, su cui il parere del Governo è contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Pag. 41

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Binetti ed altri n. 1-01444, come riformulata su richiesta del Governo e per le parti non assorbite dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Russo ed altri n. 1-01445, come riformulata su richiesta al Governo e per le parti non assorbite dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Gigli ed altri n. 1-01446, come riformulata su richiesta al Governo e per le parti non assorbite dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

Su un lutto del deputato Nicola Ciracì.

  PRESIDENTE. Colleghi, comunico che il collega Nicola Ciracì è stato colpito da un grave lutto, la perdita del padre. Al collega la Presidenza della Camera ha già fatto pervenire le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Seguito della discussione della mozione De Maria ed altri n. 1-01375 concernente iniziative di competenza in relazione alle stragi naziste del 1943-1945, con particolare riferimento all'esecuzione in Germania delle sentenze di condanna emesse dai tribunali italiani (ore 15,52).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della mozione De Maria ed altri n. 1-01375 (Nuova formulazione) concernente iniziative di competenza in relazione alle stragi naziste del 1943-1945, con particolare riferimento all'esecuzione in Germania delle sentenze di condanna emesse dai tribunali italiani (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta, nella quale è stata annunciata un'ulteriore nuova formulazione della mozione De Maria ed altri n. 1-01375 si è conclusa la discussione sulle linee generali.
  Avverto che è stata testé presentata la mozione Invernizzi ed altri n. 1-01447 (Vedi l'allegato A – Mozioni). Il relativo testo è in distribuzione.

(Parere del Governo)

  PRESIDENTE. Il senatore Della Vedova, rappresentante del Governo, ha facoltà di intervenire, esprimendo altresì il parere sulle mozioni presentate.

  BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato agli Affari esteri e alla cooperazione internazionale. Scusi, Presidente, io ho due mozioni. Il parere è favorevole sulla mozione De Maria mentre il parere è contrario sulla mozione Cristian Invernizzi.

  PRESIDENTE. Grazie.

Pag. 42

(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
  Colleghi, abbiamo adesso una fase di dichiarazioni di voto. Chi non fosse interessato è pregato di uscire dall'Aula; chi rimane per favore rimanga in silenzio. Grazie.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto Pia Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signor Presidente. Oltre 2.300 fascicoli, dai 15.000 ai 20.000 morti, centinaia di processi celebrati, alcuni ancora in corso. Dopo oltre settant'anni le vittime delle stragi naziste attendono ancora che sia fatta giustizia. Questa mozione è volta a colmare questa lacuna anche alla luce dei risultati della Commissione bicamerale d'inchiesta, i cui lavori sono terminati nel 2006 – 10 anni fa – Commissione che ci ha fatto conoscere la verità su quelle centinaia di fascicoli occultati per decenni.
  È giusto, dunque, promuovere e conservare la memoria di quanto è accaduto, perché la conciliazione e la pacificazione siano processi davvero compiuti e non si inverino anche solo attraverso l'oblio. Questo deve essere lo sforzo da fare e questo è anche l'obiettivo vero, dal mio punto di vista, di questa mozione, perché è chiaramente un po’ improbabile processare e far pagare la pena agli ultranovantenni, ammesso che essi siano ancora vivi.
  Detto questo c’è però qualche cosa che forse a qualcuno non piacerà, ma che vorrei aggiungere, anche se non proprio pertinente, perché stiamo parlando di stragi naziste. Anche noi abbiamo i nostri torti nella storia, anche noi abbiamo compiuto violenze e violenze in Italia da parte degli italiani, partigiani contro i fascisti, a volte anche partigiani contro partigiani di diversa parte politica; ma per avere memoria veramente condivisa, bisogna ricordare anche gli altri morti, coloro che sono stati uccisi per tante diverse ragioni, a volte vendetta, a volte rappresaglia, a volte semplici questioni private, ma solo così, solo comprendendo tutta la storia, avremo veramente reso giustizia ai nostri morti. Votiamo ovviamente a favore della mozione De Maria.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie, signor Presidente. Il Parlamento – e questo ramo del Parlamento in particolare – è stato sostanzialmente congelato, nel corso degli ultimi cinque mesi, perché il partito di maggioranza relativa, che aveva al suo interno, come poi si è visto, posizioni assolutamente antitetiche in ordine al pronunciamento referendario, ha accuratamente evitato di portare alla discussione di quest'Aula alcun argomento che potesse, come dire, esacerbare le diverse sensibilità. E quindi siamo stati annullati nel niente più totale, signor Presidente, per deliberata volontà del Governo e della sua maggioranza.
  Ci si attendeva, all'esito di questi sei mesi di niente, che la riapertura del Parlamento cominciasse a trattare di politica vera; ci si attendeva che, all'indomani del risultato referendario, all'indomani di un Governo Renzi, che ha retto le sorti del Paese per tre anni, all'indomani di una stagione oramai lunga cinque anni, che ha visto il Partito Democratico parte determinante del Governo del Paese, si discutesse di come mai la disoccupazione abbia raggiunto l'11,6 per cento di dimensionamento sulla popolazione, per 3.400.000 persone senza lavoro; come mai la spesa pubblica italiana sia arrivata al record di 828 miliardi annui...

  PRESIDENTE. Colleghi, in generale, onorevole Polidori, potete anche spostarvi di 5 metri...

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Come mai il debito pubblico abbia raggiunto la misura di 2.370 miliardi, passando, nel breve volgere della stagione di Governo Pag. 43Renzi, dal 116 al 133 per cento del PIL; come mai la pressione fiscale sia salita dal 41 al 43,5 per cento; come mai e perché l'INPS abbia maturato debiti nella misura di oltre 11 miliardi e mezzo di euro; perché non sia gestita la regolamentazione del flusso di immigrati clandestini (solo in questo anno ne sono entrati, fino al 31 ottobre, 158.974).
  No, si è deciso di riaprire la Camera dei deputati, dopo sei mesi di sostanziale panchina, trattando dell'ineludibile tema della richiesta alla Germania, non già del perché e del per come abbia gestito in questo modo disastroso l'avvio di questo millennio dell'Unione europea, ma del perché e per come stia o meno dando esecuzione a delle sentenze che riguardano vicende della prima metà del secolo scorso.
  Allora, signor Presidente, siccome va di moda interrogare gli italiani sui social io ho provato a porre l'ordine del giorno previsto per la seduta odierna della Camera dei deputati all'attenzione dei miei cosiddetti «amici di Facebook» chiedendo: secondo voi di che cosa avrebbe dovuto occuparsi la Camera alla riapertura, dopo sei mesi di stazionamento ? Ho ricevuto delle proposte interessanti, che suggerisco se volessimo accorpare a questa mozione argomenti altrettanto interessanti. Mi è stato suggerito di trattare delle stragi dei romani sui Sanniti, della guerra punica, della pace in Vestfalia, del Congresso di Vienna, della congiura di Catilina, della Breccia di Porta Pia; magari, per restare più o meno in tema delle stragi partigiane, vi consiglio di leggere gli ultimi libri di Pansa, per rendersi conto di che cosa è successo e di che cosa sia successo in Italia. Questo è semplicemente l'ennesimo tentativo del Partito Democratico e della sua maggioranza, signor Presidente, all'indomani di un risultato referendario che era evidentemente così atteso da doversi preoccupare di scrivere un ordine del giorno appositamente condizionato ad evitare delle frizioni, è l'ennesima dimostrazione di come questo Parlamento sia in questo momento considerato alla stregua di carta straccia da parte del Governo e della sua maggioranza e che abbiano talmente tanto timore di sollevare degli argomenti che alimenterebbero i dissapori interni alla maggioranza, di venire a parlare di cose della storia passata e remota e parlare di vicende che francamente distorcono l'attenzione del Governo e della maggioranza e del Parlamento rispetto alle principali priorità.
  Allora in conclusione, signor Presidente, voglio semplicemente dare per il suo tramite al Governo, al Partito Democratico e alla sua maggioranza due velocissime notizie: la prima, per restare in termini di attualità politica, è che l'ultimo politico dittatore assassino registrato nel mondo è morto a Cuba il 26 novembre dello scorso anno e la seconda informazione che voglio dare è che, fuori di qui, non ci sono pericolosissimi nonuagenari che vi aspettano, ma ci sono 19 milioni di persone che vi hanno chiesto di fare le valigie e di levare le tende. Fatelo in fretta e non toccate l'argenteria. Grazie Presidente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Presidente e colleghi, noi invece, di Fratelli d'Italia, riteniamo che sia giusto che il Governo italiano difenda la sovranità nazionale nel rispetto della legalità internazionale e quindi pretenda dalla Germania l'ottemperanza appunto, in chiara coerenza con la legalità internazionale, delle nostre sentenze e che dia adeguata tutela giuridica ai sopravvissuti, alle vittime, anche una tutela di carattere morale ed etico, quindi sostanzialmente lo spirito soprattutto degli impegni governativi non può che essere condiviso.
  Tuttavia nella mozione, almeno nella ricostruzione che si fa, il quadro complessivo per noi è un quadro lacunoso, nel senso che tutti sanno che ci furono gravi stragi perpetrate dai nazisti in Italia, ma allo stesso tempo ci sono state altre stragi, nella seconda guerra mondiale, compiute ai danni di italiani da altri Paesi e mi riferisco ovviamente alle stragi avvenute in Pag. 44Istria e Dalmazia, che meriterebbero adeguata e uguale tutela non soltanto morale ed etica, come in parte è stato fatto nella scorsa legislatura, ma anche un'adeguata lotta di tipo giuridico nel rispetto del diritto internazionale e quindi eventualmente anche sul piano della tutela piena dei sopravvissuti e dei superstiti anche nelle competenti sedi giuridiche, così come neanche è giusto ignorare stragi di militari italiani avvenute da parte dell'Inghilterra: pensiamo all'affondamento della nave Laconia, dove gli inglesi, in maniera consapevole, commisero una strage impunita, un vero e proprio crimine di guerra ai danni di militari prigionieri e fatti morire nella stiva di questa nave inglese, affondata dai tedeschi, così come le stragi avvenute dei nostri militari, non soltanto internati in Germania, ma anche internati nell'allora Unione sovietica.
  Se poi parliamo di vicende italiane, mi sembra assolutamente giusto ricordare le stragi avvenute ad opera dei militari della Repubblica Sociale Italiana, così come mi sembra strano che non vengano ricordate le stragi compiute dai partigiani, così come anche la collega Locatelli ha fatto, così come anche l'emerito Presidente Napolitano ha fatto e mi riferisco alla vicenda di Porzus, piuttosto che a quelle avvenute nel triangolo della morte dell'Emilia Romagna.
  Pertanto riteniamo che, se si ricostruisce la storia a distanza di settant'anni, bisogna avere la serenità di guardare da tutti i lati e di condannare fermamente ogni forma di ricorso alla violenza per motivi politici, il ricorso a vergognose stragi impunite compiute soprattutto nell'ultimo conflitto mondiale.
  Ovviamente ribadiamo la nostra convinzione che fa bene il Governo italiano a difendere le ragioni giuridiche di qualunque morto italiano, soprattutto nelle stragi dell'ultima seconda guerra mondiale, a cominciare dalla Germania, ma pretendiamo lo stesso atteggiamento nei confronti dei Paesi eredi dell'ex Repubblica comunista Jugoslava, quindi Slovenia e Croazia innanzitutto, e anche dei nostri alleati, perché anche i nostri alleati hanno molti scheletri da nascondere di vergognose stragi, tra cui quella che ho ricordato dell'affondamento della nave da guerra militare inglese Laconia, dove morirono un paio di migliaia di italiani, ingiustamente condannati a morire, in maniera scientifica, da parte dei marinai inglesi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dambruoso. Ne ha facoltà.

  STEFANO DAMBRUOSO. Grazie Presidente, per Civici e Innovatori, come appunto rappresentante velocissimo di questo intervento, che con convinzione appunto sostiene la mozione che mira a comunque canalizzare il più possibile gli sforzi per chiudere il rapporto, che si è finalmente recuperato, con la Repubblica federale tedesca, allorché c'era stata appunto una difficoltà di tipo giuridico che aveva allontanato invece il nostro Paese rispetto alla legittima aspettativa di vedere finalmente eseguite delle sentenze, legittimamente emesse conto dei crimini di guerra da parte di magistrature locali, da parte di tribunali locali.
  Ebbene, sappiamo come è andata, sappiamo dell'intervento di organismi internazionali che non hanno consentito il prosieguo di questa strada, verso la concreta esecuzione di sentenze, ripeto, legittime e quindi oggi la cosa importante è davvero che le future generazioni traggano, grazie appunto ad una memoria che non deve andare smarrita, un insegnamento importante perché tutto questo non accada più.
  Lo abbiamo detto molte volte, ma questa è l'unica forma di esecutività di quelle sentenze che sono state legittimamente emesse.
  Quindi io ribadisco che Civici e Innovatori, velocemente, per chiudere al più presto il mio intervento, che depositerò in ogni caso, ritiene che davvero sia importante sostenere con convinzione questa mozione, grazie Presidente.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, ovviamente è autorizzato alla consegna del testo.Pag. 45
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie signor Presidente. È evidente che tutto ciò che concorre, anche all'interno di quest'Aula, alla riflessione su pagine drammatiche della nostra storia non può che essere considerato encomiabile anche dal gruppo dalla Lega Nord.
  Fatti avvenuti sicuramente ormai parecchie decine di anni fa, che comportano comunque tutta una serie di conseguenze anche nei rapporti odierni tra i vari Stati che dovrebbero comporre l'Unione Europea, Unione europea in cui si parla sempre, molte volte anzi anche a sproposito, per la necessità che venga coinvolta da un processo d'integrazione tale da costituire, oltre ad una unità fondata su trattati internazionali freddamente legalistici, appunto anche una unione di popoli.
  Queste considerazioni ci portano quindi a ritenere necessario ragionare su ciò che avvenne nel biennio 1943-1945, quando alleanze che erano state strette vennero interrotte, quando certo ci trovammo anche in un periodo di guerra – e tutti sappiamo purtroppo quello che avviene durante la guerra, fortunatamente non per esperienza personale, ma perché l'abbiamo letto – quando il nostro territorio venne immediatamente considerato come terreno d'occupazione, con tutto ciò che questo comportò.
  Noi riteniamo quindi fondamentale, come detto, riflettere su tutte queste considerazioni e riteniamo altresì però che con la nostra mozione è importante sottolineare anche un altro aspetto, che non è a nostro avviso ben considerato nella mozione principale di cui si tratta, vale a dire della sorte di tutti quei militari che, dopo il 1943, decisero di non aderire alla Repubblica Sociale Italiana e che quindi vennero considerati, dal Terzo Reich allora dominante, non come avrebbero dovuto essere considerati, prigionieri di guerra e quindi con tutte le garanzie della legislazione internazionale, anche se sappiamo perfettamente che nel Terzo Reich questa non era considerata come un appoggio giuridico di particolare importanza, ma che comunque vennero considerati come internati militari e, quindi, non prigionieri di guerra.
  Riteniamo fondamentale che oggi la Germania, all'interno dell'Europa del 2016, comprenda la necessità di riflettere a fondo sulla propria storia. Una Germania che sappiamo tutti oggi viene vista da parecchi concittadini, parecchi europei, come abusare, se vogliamo, della propria posizione di forza economica, come probabilmente la principale responsabile di una situazione oggi in Europa non certo florida, che dovrebbe dare questo segnale. Sarebbe un segnale di risarcimento innanzitutto morale, impegnando se stessa a riflettere attentamente su quello che avvenne in quei due anni e sulla memoria storica, che anche all'interno dello stesso popolo tedesco negli ultimi 75 anni continua a guardare e quei fenomeni e – ripeto – soprattutto il problema dei nostri militari che da loro vennero internati con un occhio secondo noi ancora sbagliato. È necessario, signor Presidente, se veramente tutti ritengono essenziale e necessario un procedimento di integrazione europea. Certo noi guardiamo da un altro punto di vista, rispetto a quelli che oggi vedono un'Unione europea, ancora, purtroppo, come un sacro vessillo di fronte al quale inchinarsi. Noi lo consideriamo certo un processo importante, da vedere completamente sotto un'ottica diversa e da affrontare con processi diversi.
  Comunque, chiediamo con questa nostra mozione di impegnare il Governo affinché la Repubblica federale tedesca riconosca il debito morale che ha nei confronti dei nostri internati, quelli che loro definivano internati militari, che sia anche magari il preludio di un risarcimento non soltanto morale ma anche materiale. Chiediamo anche di elevare nei campi in cui i nostri internati furono chiusi dei monumenti, che ricordino l'aspetto triste di quell'esperienza e di rimuovere, con tutte le possibile iniziative pedagogiche collettive, la memoria di un tradimento italiano, che secondo noi non Pag. 46c’è mai stato, non almeno nei termini sostenuti dalla narrativa tedesca sulla seconda guerra mondiale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pizzolante, che però non vedo in Aula, quindi si intende che vi abbia rinunciato. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Grazie Presidente. Noi riteniamo importante questa mozione sia sul piano storico che sul piano politico. Riterremmo ancora più importante, se l'Aula deciderà come credo di approvarla, che finalmente il Governo – o quelli che verranno – faccia ciò che l'Aula e il Parlamento lo impegna a fare, rispetto alla relazione con la Repubblica federale tedesca, ma soprattutto alla relazione con la memoria del nostro Paese, con la memoria dell'Europa e con la memoria che dovrebbe essere un elemento finalmente condiviso, per quanto la cosa sia difficile, anche a più di settant'anni dalla fine della seconda guerra mondiale.
  Io ricordo l'emozione, lo sdegno e l'incredulità che mi accompagnarono, quando nel 1994 emerse la notizia del cosiddetto armadio della vergogna. Avevo diciassette anni allora, ero studente alle superiori e colpiva l'idea che potesse esistere in Italia, all'interno di una procura militare, un armadio pieno di fascicoli occultati per quasi cinquant'anni, all'interno dei quali c'era una documentazione che testimoniava come fossero morte decine di migliaia di italiani per mano fascista e per mano nazista.
  Stupiva come, appunto, le prove e le testimonianze di quegli eccidi fossero lì, anziché diventare patrimonio storico, soprattutto quando questo avrebbe portato evidentemente ad una possibilità di intervento immediato materiale, a disposizione delle procure militari, perché potessero essere istruiti processi ai boia nazisti e fascisti, responsabili di eccidi sanguinari, in questo Paese e anche nella mia terra in particolar modo. Voglio ricordare qui Marzabotto, appunto teatro di una delle più grandi stragi di civili durante la seconda guerra mondiale, in parte rimasta impunita, anche a causa, appunto, di questo occultamento.
  Ebbene, quelle che erano le prove documentali, quelle che erano le prove scritte, furono nascoste. Furono nascoste, perché si trattava di non disturbare quello che sarebbe diventato un alleato all'interno del campo dell'Occidente. Si trattava forse anche di dimenticare rapidamente. Si trattava di non fare quel necessario lavoro di memoria, che è sempre lavoro anche doloroso, ma che solo consente, io credo, ad un Paese di recuperare fino in fondo se stesso. Ricordiamolo ancora una volta, perché evidentemente, da quello che si è sentito anche negli interventi precedenti, è ancora necessario, purtroppo, sentire persino nel Parlamento italiano l'Italia liberata dalla Resistenza e da chi ha deciso di dare la vita o comunque di sacrificare anni della propria esistenza per liberare il Paese. Ecco, quell'Italia ha dovuto aspettare molti anni per cominciare ad avviare un lavoro di verità. E lo ha avviato fino in fondo ? No, non lo ha avviato fino in fondo, perché, a fronte di 2.300 fascicoli, sono circa 700 quelli che poi hanno prodotto processi e condanne. Pur tuttavia, se oggi siamo qui ancora a discutere dell'attuazione di un accordo con la Repubblica federale tedesca, è perché ad oggi ancora nemmeno a quelle condanne, anche a quelle pronunciate, è stato possibile dare seguito. Ancora abbiamo dovuto avere l'oltraggio, anche di recente, del boia Kusterer, appunto boia di Marzabotto, a cui quest'anno abbiamo dovuto veder consegnare una medaglia dal sindaco della città in Germania, in cui lui risiede libero e tranquillo, nonostante due ergastoli che gli sono stati comminati dalle autorità giudiziarie italiane, appunto due ergastoli per strage, ricevere una medaglia ad onore dalla municipalità tedesca che lo ospita. Medaglia poi fortunatamente ritirata, davanti all'intervento sdegnato, giustamente, del nostro Ministero degli esteri. E, pur tuttavia, anche in quell'occasione noi abbiamo ricordato che avremmo voluto non soltanto il ritiro della medaglia, ma avremmo voluto invece, finalmente, la Pag. 47consegna di quello che, indipendentemente dall'età anagrafica, era e rimane un nazista responsabile di strage del nostro Paese.
  E quindi – e vado a chiudere – io mi aspetto e auspico che a questa mozione il Parlamento dia la forza che merita, per chiedere che la si smetta con un atteggiamento che finge che gli anni possano cancellare la storia. La storia non viene cancellata dagli anni, anzi. La Germania continua ad avere il dovere di consegnare all'Italia chi sia stato condannato in questo Paese per strage e, comunque, per reati compiuti dall'esercito nazista, invasore in Italia dopo l'8 settembre. L'Italia, a sua volta, avrebbe il dovere di onorare sempre di più la memoria dei nostri caduti, partigiani in primo luogo e civili, ma anche di ricordare a noi stessi gli eccidi fatti dai fascisti in questa terra, dai traditori fascisti, al pari degli ex alleati nazisti. E poi chiediamo che si intervenga certo con forza presso la Repubblica federale tedesca perché, oltre a consegnare i responsabili di eccidi, si assuma finalmente la responsabilità di ciò che accade, anche con atti di riparazione nei confronti delle vittime di allora, ma soprattutto evidentemente delle loro famiglie, ma io dico anche dell'Italia tutta. Infatti siamo tutti noi ad avere il diritto alla memoria, ad avere il diritto a che si senta riconosciuto il peso di una storia infame. E poi, certo, ma questo, oltre che alla Germania, attiene all'Italia, e chiudo, al fatto che si assumano tutte le iniziative possibili ad ogni livello perché si vada avanti in un lavoro di tutela della memoria, di tutela della storia, di tutela del ricordo di quello che è potuto accadere, dei campi di concentramento, della Shoah, degli eccidi, delle violenze, delle torture, delle stragi, della memoria di ciò che fu il fascismo in Italia, di ciò che fu il nazismo in Germania, ma anche di ciò che fu la Resistenza in questo Paese, cioè di ciò che rappresentò e continua a rappresentare per tutti noi il fatto che la parte migliore d'Italia abbia trovato la forza di alzarsi in piedi, di prendere anche le armi, di liberare l'Italia e di riscattare, con questo, anche lo spirito di questo Paese, per poi consegnarci la democrazia e la Costituzione, che è nostro dovere, e l'abbiamo visto anche di recente, continuare a difendere e ad attuare giorno dopo giorno.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fabrizio Di Stefano. Ne ha facoltà.

  FABRIZIO DI STEFANO. Grazie, signor Presidente. Credo che sia giusto e sacrosanto che un'Aula parlamentare affronti anche problemi come questi, legati a delle verità storiche, benché superate dagli anni, ma che trascinano, soprattutto nelle conseguenze, ancora delle ripercussioni, soprattutto per quanto riguarda le conclusioni della mozione, e non solo per quello, ma anche per quello detto dai colleghi della Lega Nord per quanto riguarda tutto quello che appartiene a quel periodo e, conseguentemente, agli impegni che ancora oggi la nazione tedesca deve mantenere ed avere nei confronti del popolo italiano.
  Tuttavia, ritengo altresì che, proprio perché parliamo di un momento drammaticamente difficile del nostro Paese, consegnato alla storia, è giusto, però, che la storia venga letta in tutta la sua interezza e in tutte le sue parti. Ed allora ecco perché la nostra richiesta di votazioni per parti separate, perché, ritenendo assolutamente giusta la volontà di questo Parlamento di continuare a chiedere al popolo tedesco il riconoscimento di tutto quello che ha fatto patire a tante centinaia e tante migliaia di italiani in quei drammatici anni, è altresì opportuno che nelle premesse le verità storiche vengano riportate in tutto, e non in parte, e magari si ricordasse che in quei drammatici anni della nostra patria ci furono anche stragi. Soltanto la storiografia ultima, quella in particolar modo che ritroviamo, per fortuna, almeno sulle pagine di Giampaolo Pansa, ci ricorda che nel «triangolo della morte» ci furono decine di migliaia ugualmente uccisi, ugualmente italiani, colpevoli soltanto di una differenza di posizioni, a volte soltanto di antipatie personali. Così come coloro che furono definiti da Pansa Pag. 48«prigionieri del silenzio» ed erano tutti della stessa parte politica, ma evidentemente della parte politica che perdeva in quel momento la sfida ideologica, e quindi pagava quella sconfitta nel silenzio, nell'abbandono e nell'oblio.
  Quei crimini che furono giustamente poi chiusi, dal punto di vista giudiziario, da un atto dell'allora Ministro della giustizia Togliatti, che, con un colpo di spugna, chiuse quella pagina. Giustamente lo fece perché giustamente doveva essere consegnata alla storia quella pagina, ma altrettanto giustamente la storia deve riconoscere poi responsabilità, crimini, errori ed orrori.
  E, proprio per questo, ancor più giustamente, ritengo che quell'altra pagina doveva trovare consenso in un tema di natura internazionale, drammatica, altrettanto drammatica per il popolo italiano, che è il genocidio delle popolazioni istriano-dalmate nella parte orientale del nostro Paese. Proprio in questi giorni è stata affidata al Senato, nell'altro ramo, una proposta, un'opportuna proposta di legge, del senatore del PD Barbolini, che riguarda il riconoscimento della qualifica di profugo anche a quei tanti italiani che per un odio soltanto di parte furono costretti nella migliore delle ipotesi a fuggire in Italia, nella peggiore, purtroppo, a morire in una delle maniere più atroci, cioè scomparire dentro le foibe.
  Se tutto questo deve essere contemperato, e io ritengo che debba essere contemperato, in una premessa, dovrebbe essere contemperato anche nelle conclusioni, e cioè il popolo italiano, in quegli anni drammatici, ha subito tanto dal popolo tedesco, ma anche da altre popolazioni. Allora ben venga che si continui a chiedere il conto per giustizia e verità storica a chi in quelle nazioni e in quell'epoca martirizzò decine di migliaia di italiani, ma è altrettanto giusto che, quando si arriva a queste conclusioni, poi si faccia un'attenta analisi storica e nella storia si renda giustizia anche a coloro che, magari, in questa mozione non sono stati ricordati (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marta Grande. Ne ha facoltà.

  MARTA GRANDE. Grazie, Presidente. È nostra ferma intenzione insistere perché la Camera approvi la mozione incardinata relativa alle stragi naziste del 1943-1945. Purtroppo, molti dei barbari fatti di sangue compiuti dai nazifascisti nel periodo in oggetto sono ancora avvolti da una coltre di nebbia. Né i parenti delle vittime e più in generale il nostro stesso Paese, attraverso il sacrificio eroico compiuto dai partigiani per liberare l'Italia, hanno ricevuto pienamente giustizia o anche solamente si è riusciti a portare gli italiani ad una conoscenza dettagliata dei fatti in questione.
  Praticamente nessuno, infatti, allo stato dell'arte, è a conoscenza del fatto che – cito testualmente – oltre 2.300 fascicoli riguardanti tali eccidi, che hanno causato dai 15 ai 20.000 morti, gran parte anziani, donne e bambini, nonché militari, nell'immediato dopoguerra furono sottratti ai magistrati militari territoriali e oggetto poi di occultamento, come dimostra il rinvenimento nel 1994 nelle stanze della procura generale militare di 695 fascicoli, archiviati provvisoriamente nel 1960, ciò in contrasto con la Costituzione e con l'ordinamento, relativi a centinaia di processi riguardanti, appunto, tali fatti criminosi. Con ciò crediamo di poter serenamente affermare, al di là di qualsiasi tattica politica piuttosto che spirito utilitaristico o interesse di partito, che approvare questa mozione è un fatto di civiltà prima ancora che un dovere morale per tutti noi che oggi siamo chiamati a rappresentare il nostro Paese, non solamente attraverso il contributo presente, ma anche attraverso l'acquisizione di una consapevolezza della nostra storia, delle nostre radici, dei nostri sacrifici, necessari tanto ai nostri cittadini di tutte le età Pag. 49quanto a noi deputati, che siamo chiamati a rappresentarli quanto più degnamente possibile.
  La Resistenza al fascismo, attraverso il sacrificio degli eroi che l'hanno fatta, è il momento più doloroso, più ingiusto e più nobile della storia italiana. Ricordiamolo senza limitarci a considerarne gli esiti e l'impatto che essa ha avuto sul Paese di oggi, alla stregua di una delle tante pagine della storia recente che il tempo ha già provveduto ad archiviare, perché non è così, e noi continueremo a batterci con tutta la nostra forza affinché non lo sia mai (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Maria. Ne ha facoltà.

  ANDREA DE MARIA. Come ha detto prima la collega D'Incecco, parlando della mozione che ha illustrato, è chiaro che noi discutiamo questa mozione in una fase di passaggio che probabilmente vedrà il Presidente del Consiglio dare le sue dimissioni nei prossimi giorni, ma abbiamo ritenuto comunque importante discutere di questa mozione perché la riteniamo una mozione di grande rilievo. Lo vorrei dire all'onorevole Corsaro, davvero senza polemica...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole De Maria. Colleghi, al centro, onorevole Pisicchio... Grazie. Grazie.

  ANDREA DE MARIA. Vorrei dire all'onorevole Corsaro davvero senza polemica: magari più che ai suoi amici di Facebook potrebbe andare a verificare l'interesse di questa mozione a Marzabotto, parlando coi superstiti dell'eccidio nazifascista, parlando con i loro familiari, anche con i loro nipoti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), e forse vedrebbe che stiamo parlando di una cosa grande e terribile, che merita il rispetto e l'attenzione di quest'Aula.
  Proprio per questo ne vogliamo discutere oggi. La mozione l'abbiamo scritta insieme alle principali associazioni partigiane combattentistiche della memoria, e vuole affrontare tre temi di fondo. Il primo è il lavoro da fare sulla memoria e nei territori, nei luoghi dell'eccidio, negli impegni che lasciamo per il Governo, e speriamo per i Governi che seguiranno: la nostra idea è quella che si debba promuovere sempre di più un lavoro di conoscenza, di memoria, di approfondimento. Su questo tema specifico abbiamo costruito la mozione, e cioè nemmeno su tutto il fenomeno della guerra di liberazione, della lotta partigiana, ma su quelle stragi nazifasciste in Italia che hanno fatto 25 mila morti, per quello che stiamo scoprendo con l'Atlante delle stragi a cui l'ANPI sta lavorando in questi anni: donne, vecchi, bambini; e devo dire che nell'articolato e nella mozione ci siamo occupati molto anche dei militari italiani, e anche degli internati militari italiani che giustamente ho sentito richiamare in uno degli interventi.
  Il secondo punto che affrontiamo è quello dell'armadio della vergogna. È stato ricordato qui: nel 1960 furono – si disse allora – provvisoriamente archiviati in modo illegittimo 695 fascicoli che riguardavano 300 episodi di eccidi, che erano gli atti che ci avevano lasciato le polizie militari alleate; utilizzando quei fascicoli si sarebbero potuti svolgere i processi per molti criminali di guerra. I fascicoli sono stati disponibili solo nel 1994: alcuni processi sono stati svolti, ma ovviamente molto più in là negli anni e con maggiori difficoltà per individuare e punire i responsabili. Con questo voto noi adempiamo per me, da questo punto di vista, un dovere verso i familiari delle vittime, verso quelle stesse vittime, verso i luoghi dove ci sono stati gli eccidi; anche completando un lavoro che il Parlamento aveva iniziato. Sull'armadio della vergogna era stata istituita una Commissione parlamentare di inchiesta: quella Commissione aveva votato due relazioni, una di maggioranza e una di minoranza, ma poi non se ne era più discusso in Aula. E appunto, oggi alla Camera una mozione analoga è stata presentata al Senato: questa discussione secondo Pag. 50me è importante che si faccia, si fa anche proseguendo quel lavoro del Parlamento.
  E infine poniamo il tema del rapporto con le autorità tedesche. Dalle autorità tedesche ultimamente abbiamo avuto anche segnali importanti: insieme a tanti colleghi abbiamo firmato a suo tempo anche un'interrogazione, che ha provocato un importante attivarsi del Governo, perché era stato dato un premio in un comune tedesco ad un SS che era stato condannato in Italia per l'eccidio di Marzabotto, e quel premio è stato ritirato. Ma resta il tema da approfondire, da sviluppare, del fatto che devono essere eseguite in Germania le sentenze dei tribunali militari italiani. Voglio dirlo: è chiaro che le conseguenze penali per persone molto avanti negli anni saranno ovviamente nulle; però noi vogliamo affermare due punti di fondo. Il primo, che le democrazie europee non dimenticano, e quindi sanno continuare ancora oggi a fare giustizia, a punire i responsabili, perché quelle stragi ci sono state, e le nostre democrazie non le devono dimenticare. E poi vogliamo portare avanti insieme alla verità storica, che per tante di quelle stragi è accertata, sono scritti i testi, e così via, anche la verità giudiziaria, perché la verità giudiziaria ottenuta con tutte le garanzie che il nostro sistema penale, il sistema penale dei Paesi democratici garantisce a quelli che si trovano sotto processo, rimarrà nel tempo, prima di tutto rivolta alle giovani generazioni. E rimarrà una prova vera, appunto, una verità giudiziaria su quello che è accaduto, perché alla fine la cosa più importante è passare il testimone di quella memoria alle giovani generazioni, perché da quello che è accaduto viene un grande messaggio in difesa di valori di libertà, di democrazia, di tolleranza, contro ogni forma di razzismo, di violenza, di intolleranza; e sono valori di grandissima attualità, resi più forti dalla storia che abbiamo alle spalle, e che ci rendono più in grado di affrontare le sfide del nostro tempo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Votazioni)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
  Passiamo alla votazione della mozione De Maria ed altri n. 1-01375 (Ulteriore nuova formulazione).
  Avverto che ne è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare il dispositivo distintamente dalla premessa. Analogamente a quanto già fatto in precedenti sedute, costituendo la premessa un elemento complementare ed accessorio rispetto al dispositivo, procederemo dapprima alla votazione del dispositivo, e successivamente, solo nel caso in cui il dispositivo risulti approvato, alla votazione della premessa.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione De Maria ed altri n. 1-01375 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

  A seguito dell'approvazione del dispositivo della mozione De Maria ed altri n. 1-01375 (Ulteriore nuova formulazione), ne verrà ora posta in votazione la premessa.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione De Maria ed altri n. 1-01375 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente alla premessa, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

Pag. 51

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Invernizzi ed altri n. 1-01447, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1659 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dell'Azerbaijan sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 6 novembre 2012 (Approvato dal Senato) (A.C. 3299) (ore 16,40).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3299: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dell'Azerbaijan sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 6 novembre 2012.
  Ricordo che, nella parte antimeridiana, la seduta si è conclusa la discussione sulle linee generali. Le Commissioni Affari costituzionali e Bilancio hanno espresso i prescritti pareri che sono in distribuzione (Vedi l'allegato A – A.C. 3299).
  Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 89, comma 1, del Regolamento l'articolo aggiuntivo 2.01 Gianluca Pini, non preventivamente presentato in Commissione e volto a introdurre un divieto di partecipazione alle Forze armate e specifiche attività, divieto non contemplato nell'accordo.
  Ricordo che, per prassi assolutamente costante, non risultano ammissibili emendamenti a disegni di legge di autorizzazione alla ratifica che introducano limitazioni e specificazioni suscettibili di porre in questione l'attuazione o anche l'interpretazione di una parte del Trattato nel momento dell'autorizzazione alla ratifica e che quindi, come tali, implicano una modifica degli strumenti pattizi sottostanti ai progetti di legge di ratifica o contrastino con esso.

(Esame degli articoli – A.C. 3299)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
  Poiché ad essi non sono riferiti emendamenti, li porrò direttamente in votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 3299).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 3299).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 3299).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A – A.C. 3299).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 52
  La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A – A.C. 3299).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 3299)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 3299).
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

  BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato agli Affari esteri e alla cooperazione internazionale. Sugli ordini del giorno n. 9/3299/1 Carrescia e n. 9/3299/2 Matarrelli il Governo esprime parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3299/3 Ciracì il parere è favorevole con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a promuovere anche in sede europea azioni diplomatiche volte a favorire il dialogo in stallo da molto tempo tra le parti allo scopo di agevolare, anche in vista della prossima presidenza italiana dell'OSCE, la risoluzione della controversia fra i contendenti».

  PRESIDENTE. Onorevole Ciracì va bene la riformulazione ? Bene, la riformulazione è accolta dall'onorevole Ciracì, quindi gli ordini del giorno sono stati tutti accolti e presumo che non li mettiamo ai voti. Va bene.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3299)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, siamo chiamati ad esprimere il nostro parere sulla ratifica di un accordo di cooperazione nel settore della difesa, concluso dal nostro Paese in una regione che reca uno scenario complesso, come ha fatto ben rilevare il rappresentante del Governo durante l'esame avvenuto in Senato. Si tratta dell'accordo tra Italia e Azerbaijan del 6 novembre 2012 in cui si definisce il quadro giuridico entro il quale sviluppare la cooperazione bilaterale nel settore della difesa con uno sguardo particolare alla sicurezza. L'accordo italo-azero contiene un preambolo e nove articoli ispirati al principio di reciprocità e alla Carta delle Nazioni Unite. L'accordo è da giudicarsi positivamente in quanto, oltre gli aspetti tipicamente connessi con l'addestramento militare, pone l'accento anche sulle operazioni di peacekeeping ed umanitarie, sugli aspetti connessi alla ricerca e quindi anche alla formazione. Esso sarà utile alla stabilizzazione di quell'area del globo dove le tensioni connesse alle sorti del Nagorno-Karabakh sono note a tutti e si dà un ulteriore strumento al Governo italiano nella sua azione pacificatrice. A tale scopo voglio ricordare che un simile accordo è stato siglato anche con un'altra parte interessata alle sorti del Nagorno-Karabakh e cioè l'Armenia. In conclusione, sottolineo che l'Azerbaijan è membro del consiglio di partenariato euro-atlantico e sottoscrittore del programma della NATO, partenariato per la pace. Quindi, nella prospettiva di rafforzare la stabilità del Caucaso e favorire la costruzione di una pace vera, annuncio il voto favorevole del mio gruppo parlamentare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quintarelli. Ne ha facoltà.

Pag. 53

  GIUSEPPE STEFANO QUINTARELLI. Grazie, Presidente. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi, stiamo per votare la ratifica di un accordo necessario ad assicurare un rapporto tra le Forze armate dei due Paesi e volto a svilupparne e a disciplinarne la cooperazione bilaterale con l'intento di consolidare le rispettive capacità difensive.
  Grazie a questo accordo sarà possibile rafforzare le relazioni bilaterali in ambito culturale, scientifico e commerciale. L'Azerbaijan è un Paese membro del partenariato euro-atlantico, ovvero di quel forum di consultazione e dialogo tra NATO e alcuni suoi partner esterni, nonché sottoscrittore dal 1994 del programma della NATO «partenariato per la pace». È inoltre un Paese che occupa un'area di grande rilevanza strategica e politica; è uno dei principali esportatori di idrocarburi, con forti ricadute sui rapporti economici con l'Italia. È uno dei principali partner commerciali e, considerati gli equilibri che caratterizzano il Caucaso meridionale, in particolare per ciò che attiene la controversia territoriale per il controllo del Nagorno Karabakh, l'Italia parallelamente ha proceduto alla stipula di un accordo analogo anche con l'Armenia.
  In Commissione è stata evidenziata la necessità, visto il contesto di tensioni che interessano l'area del Caucaso, da parte dell'Italia di adottare un approccio cooperativo, promuovendo momenti di dialogo e di consolidamento di pratiche democratiche. Per un Paese strategico come l'Azerbaijan è importante stabilire relazioni durevoli anche al fine di consolidare il rispetto dei diritti umani. Inoltre la Russia sta svolgendo un ruolo di mediazione nel conflitto tra Armenia e Azerbaijan, rendendo più agevole il dialogo all'interno dei rapporti con i soggetti coinvolti. I principi ispiratori dell'accordo si fondano sulla reciprocità, l'uguaglianza e il rispetto delle norme degli ordinamenti interni e degli impegni internazionalmente assunti dalle parti. Vengono disciplinati strumenti operativi, campi di interesse, modalità di attuazione della cooperazione bilaterale, prevedendo fra l'altro che siano i rispettivi Ministeri della difesa a organizzare attività, come visite reciproche di delegazioni, scambi di esperienze e incontri. Fra i campi di cooperazione sono annoverate la politica di sicurezza e difesa, la ricerca e le operazioni umanitarie e di mantenimento della pace, la formazione e l'organizzazione e l'impiego delle Forze armate. È disciplinata l'eventuale cooperazione nel settore dei materiali per la difesa, da realizzare in conformità ai rispettivi ordinamenti nazionali e dunque per l'Italia nel rispetto alla legge n. 185 del 1990 e, limitatamente a specifiche categorie di armamenti, sono espressamente escluse dall'ambito di cooperazione le mine antiuomo e la riesportazione di materiali acquisiti verso Paesi terzi senza il preventivo benestare della parte eccedente. Sono stabilite le modalità per lo svolgimento di attività di cooperazione nel settore dell'industria della difesa e della politica degli approvvigionamenti, della ricerca e dello sviluppo. È di estrema rilevanza l'inserimento del nostro Paese, anche tramite l'approvazione di strumenti come quello in esame, in un canale diplomatico che possa favorire il dialogo tra Paesi che assumono rilevanza strategica nel contesto delle aree geografiche descritte.
  Per questi motivi, e considerato che tramite il perfezionamento di accordi come quello in esame l'Italia può esercitare una moral suasion per favorire un dialogo in relazione alla questione del Nagorno Karabakh, esprimo a nome del mio gruppo, Civici e Innovatori, il voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie Presidente. Apprezzata la situazione, in virtù di quello che è successo domenica con il risultato del referendum, è chiaro che tutte quante le formazioni politiche, i gruppi politici, hanno in cantiere delle riunioni e degli incontri. Quindi esprimerò – lo dico adesso – anche per tutte le altre ratifiche, solo e semplicemente l'orientamento di Pag. 54voto, richiamandomi per quello che è il contenuto e le motivazioni alla relazione di minoranza che il mio gruppo ha depositato per tutte quante le Ratifiche. Nel caso specifico, così come per gli articoli, il voto è negativo.

  PRESIDENTE. Aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi che non vedo in Aula, si intende che vi abbia rinunciato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Archi. Ne ha facoltà.

  BRUNO ARCHI. Grazie Presidente. Molto brevemente, l'Accordo la cui fase negoziale è stata avviata nel 2011 per iniziativa della controparte azera è destinato anche a incidere positivamente, seppure in forma indiretta, in taluni settori produttivi e commerciali dei due Paesi. Ad esso viene attribuita inoltre una valenza stabilizzatrice di un'area di particolare valore strategico e di interesse politico, alla luce sia degli impegni internazionali assunti dall'Italia in quelle regioni, sia degli interessi nazionali. Va rammentato in proposito che l'Azerbaijan è uno dei principali Paesi estrattori di idrocarburi, in particolare di petrolio, con una produzione superiore a 40 milioni di tonnellate l'anno. Ricordo che l'Azerbaijan è anche un Paese membro del partenariato euro-atlantico, ovvero di quel forum di consultazione e dialogo tra la NATO e alcuni suoi partner esterni, nonché sottoscrittore dal 1994 del programma della NATO «partenariato per la pace». Sappiamo bene che è molto difficile mantenere un equilibrio in quest'Area, ma è proprio per questo motivo che abbiamo precedentemente votato a favore di un'analoga Ratifica di accordo con l'Armenia, ed è lo stesso motivo che ci porta a votare favorevolmente alla Ratifica anche di questo accordo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Spadoni. Ne ha facoltà.

  MARIA EDERA SPADONI. Grazie Presidente, per dichiarare il voto contrario del MoVimento 5 Stelle alla Ratifica.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3299)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3299:
   S. 1659 – «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dell'Azerbaijan sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 6 novembre 2012» (Approvato dal Senato) (3299).

  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2099 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno hascemita di Giordania sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 29 aprile 2015 (Approvato dal Senato) (A.C. 3765) (ore 16,55).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3765: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno hascemita di Giordania sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 29 aprile 2015.
  Ricordo che nella parte antimeridiana seduta si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame degli articoli – A.C. 3765)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.Pag. 55
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C.3765), che sono in distribuzione.
  Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A – A.C.3765), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

  Passiamo all'esame dell'articolo 3 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 3765).
  Invito i relatori ad esprimere il parere.

  KHALID CHAOUKI, Relatore per la maggioranza. Esprimo parere contrario sull'emendamento Gianluca Pini 3.1.

  GIANLUCA PINI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato agli Affari esteri e alla cooperazione internazionale. Esprimo parere conforme al relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 3.1, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 3765)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 3765).
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Qual è il parere del Governo sull'ordine del giorno Carrescia n. 9/3765/1 ?

Pag. 56

  BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato agli Affari esteri e alla cooperazione internazionale. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo sull'ordine del giorno Matarrelli n. 9/3765/2 ?

  BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato agli Affari esteri e alla cooperazione internazionale. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Bene: li riteniamo accolti quindi con il parere favorevole.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3765)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Grazie, Presidente, per dichiarare il voto favorevole del mio gruppo parlamentare e chiedere l'autorizzazione a consegnare.

  PRESIDENTE. È autorizzata, certamente.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palladino. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PALLADINO. Grazie, Presidente, anch'io annuncio il voto favorevole del gruppo e consegnerei il mio intervento.

  PRESIDENTE. Anche lei è autorizzato, la ringrazio.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Annuncio il voto favorevole per il gruppo della Lega Nord.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. Grazie, Presidente, per dichiarare il voto favorevole di Area Popolare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Archi. Ne ha facoltà.

  BRUNO ARCHI. Grazie, Presidente, anch'io dichiaro il voto favorevole del gruppo e chiedo di consegnare il testo.

  PRESIDENTE. È autorizzato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Archi. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO D'UVA. Annuncio il voto contrario del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedi. Ne ha facoltà.

  MARCO FEDI. Grazie, Presidente, anch'io annuncio il voto favorevole del Partito Democratico e chiedo l'autorizzazione a depositare il testo del mio intervento.

  PRESIDENTE. E anche lei è autorizzato.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3765)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3765:
   S. 2099 – « Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno hascemita di Giordania sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 29 aprile 2015» (Approvato dal Senato).

  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 57

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra la Repubblica italiana e la Romania per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo aggiuntivo, fatta a Riga il 25 aprile 2015 (A.C. 3880) (ore 17,05).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3880: Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra la Repubblica italiana e la Romania per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo aggiuntivo, fatta a Riga il 25 aprile 2015.
  Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è conclusa la discussione generale.
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 3880), che sono in distribuzione.
  Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi articolo 86, comma 1, e 89, comma 1, del Regolamento, in quanto del tutto estraneo rispetto al contenuto del provvedimento, l'articolo aggiuntivo Gianluca Pini 2.01, non previamente presentato in Commissione: si tratta di una proposta emendativa volta ad istituire una Commissione nazionale per favorire i rientri in Italia delle capacità produttive delocalizzate all'estero, laddove la Convenzione in esame interviene in materia di doppie imposizioni.

(Esame degli articoli – A.C. 3880)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
  Poiché ad essi non sono riferiti emendamenti, li porrò direttamente in votazione.
  Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 3880).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 3880).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 3880).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A – A.C. 3880).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

(Esame di un ordine del giorno – A.C. 3880)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A – A.C. 3880).
  Invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere: c’è un solo ordine del giorno n. 9/3880/1 Matarrelli.

Pag. 58

  BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato agli Affari esteri e alla cooperazione internazionale. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Grazie, quindi si intende accolto.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3880)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sberna. Ne ha facoltà.

  MARIO SBERNA. Grazie, Presidente, nel chiedere l'autorizzazione a consegnare il testo dichiaro il voto favorevole del gruppo Centro Democratico-Democrazia Solidale, grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, è autorizzato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Oliaro. Ne ha facoltà.

  ROBERTA OLIARO. Grazie Presidente, anche io annuncio il voto favorevole di Civici e Innovatori e chiedo l'autorizzazione a depositare l'intervento.

  PRESIDENTE. Grazie, anche lei è autorizzata.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente, richiamandomi a quella che è la relazione di minoranza, per le gravi motivazioni che vanno ad incidere negativamente sulla produttività del nostro sistema Paese, il nostro voto è convintamente contrario.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. Solo per dichiarare il voto favorevole del mio gruppo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Archi. Ne ha facoltà.

  BRUNO ARCHI. Grazie, Presidente, dichiaro anche io il voto favorevole e chiedo di poter consegnare il testo.

  PRESIDENTE. È autorizzato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Uva. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO D'UVA. Dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.

  MARCO CAUSI. Dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico: è una convenzione che tra l'altro introduce la fine del segreto bancario anche nei rapporti con la Romania, un rapporto importante, e consegnerò la dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Grazie, è autorizzato anche lei.
  Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3880)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3880:
   «Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra la Repubblica italiana e la Romania per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo aggiuntivo, fatta a Riga il 25 aprile 2015».

  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

Pag. 59

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato del Qatar sui servizi aerei, con Allegato, fatto a Roma il 24 settembre 2002, con Accordo per l'introduzione di emendamenti, fatto a Roma il 16 aprile 2012; b) Accordo sui servizi di trasporto aereo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica algerina democratica e popolare, con Allegati, fatto ad Algeri il 22 gennaio 2013; c) Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica socialista del Vietnam, con Allegati, fatto a Roma il 21 giugno 2013; d) Accordo di cooperazione nel campo dei trasporti marittimi tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica algerina democratica e popolare, fatto ad Algeri il 14 novembre 2012; e) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Kosovo sulla regolamentazione reciproca dell'autotrasporto internazionale di viaggiatori e merci, fatto a Pristina il 24 luglio 2014; f) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Moldova sulla regolamentazione reciproca dell'autotrasporto internazionale di viaggiatori e merci, fatto a Roma il 19 settembre 1997; g) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo di sua altezza serenissima il Principe di Monaco concernente la regolamentazione del trasporto internazionale di viaggiatori e di merci su strada, fatto a Roma l'8 novembre 2012; h) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Montenegro sulla regolamentazione reciproca dell'autotrasporto internazionale di viaggiatori e merci, fatto a Roma il 12 marzo 2014; i) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Serbia sulla regolamentazione reciproca dell'autotrasporto internazionale di viaggiatori e merci, fatto ad Ancona il 15 ottobre 2013; l) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dell'Azerbaijan sul trasporto marittimo, fatto a Roma il 14 luglio 2014; m) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Principato di Andorra concernente la regolamentazione del trasporto internazionale di viaggiatori e di merci su strada, fatto a Bruxelles il 19 maggio 2015. (A.C. 3917-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato del Qatar sui servizi aerei, con Allegato, fatto a Roma il 24 settembre 2002, con Accordo per l'introduzione di emendamenti, fatto a Roma il 16 aprile 2012; b) Accordo sui servizi di trasporto aereo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica algerina democratica e popolare, con Allegati, fatto ad Algeri il 22 gennaio 2013; c) Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica socialista del Vietnam, con Allegati, fatto a Roma il 21 giugno 2013; d) Accordo di cooperazione nel campo dei trasporti marittimi tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica algerina democratica e popolare, fatto ad Algeri il 14 novembre 2012; e) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Kosovo sulla regolamentazione reciproca dell'autotrasporto internazionale di viaggiatori e merci, fatto a Pristina il 24 luglio 2014; f) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Moldova sulla regolamentazione reciproca dell'autotrasporto internazionale di viaggiatori e merci, fatto a Roma il 19 settembre 1997; g) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo di sua altezza serenissima il Principe di Monaco concernente la regolamentazione del trasporto internazionale di viaggiatori e di merci su strada, Pag. 60fatto a Roma l'8 novembre 2012; h) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Montenegro sulla regolamentazione reciproca dell'autotrasporto internazionale di viaggiatori e merci, fatto a Roma il 12 marzo 2014; i) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Serbia sulla regolamentazione reciproca dell'autotrasporto internazionale di viaggiatori e merci, fatto ad Ancona il 15 ottobre 2013; l) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dell'Azerbaijan sul trasporto marittimo, fatto a Roma il 14 luglio 2014; m) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Principato di Andorra concernente la regolamentazione del trasporto internazionale di viaggiatori e di merci su strada, fatto a Bruxelles il 19 maggio 2015. Ricordo che nella parte antimeridiana seduta si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame degli articoli – A.C. 3917-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 3917-A), che sono in distribuzione.
  Passiamo all'esame dell'articolo 1 e dell'unica proposta emendativa, 1.1 Gianluca Pini, ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 3917-A).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere su tale proposta emendativa. Onorevole Causin, ho bisogno del parere sull'emendamento Gianluca Pini 1.1. Lei si deve alzare e deve parlare al microfono, perché io da lì, anche volendo, proprio non sento.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la maggioranza. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato agli Affari esteri e alla cooperazione internazionale. Conforme al relatore.

  PRESIDENTE. Se nessuno chiede di intervenire... Onorevole Pini, ha ragione, io la salto sempre, perché non penso che lei sia anche relatore. Le chiedo scusa.

  GIANLUCA PINI, Relatore di minoranza. Presidente, chiaramente è parere favorevole.

  PRESIDENTE. Bene, allora io riassumo: il relatore per la maggioranza si rimette all'Aula, il Governo è parere conforme al relatore e il relatore di minoranza è favorevole.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 1.1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 3917-A).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 3917-A).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 35).Pag. 61
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 3917-A).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A – A.C. 3917-A).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 37).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A – A.C. 3917-A).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

(Esame di un ordine del giorno – A.C. 3917-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A – A.C. 3917-A).
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare l'ordine del giorno, invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere. C’è il solo ordine del giorno n. 9/3917-A/1 Matarrelli.

  BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato agli Affari esteri e alla cooperazione internazionale. Parere favorevole, Presidente.

  PRESIDENTE. Grazie, allora si intende accolto.
  È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3917-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Presidente, chiedo di consegnare il testo e annunzio il voto favorevole del mio gruppo parlamentare.

  PRESIDENTE. La ringrazio, è autorizzata.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Catalano. Ne ha facoltà.

  IVAN CATALANO. Grazie Presidente, annuncio il voto favorevole del mio gruppo e chiedo di consegnare l'intervento.

  PRESIDENTE. Anche lei è autorizzato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Annuncio il voto contrario del gruppo Lega Nord.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole di Area Popolare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Archi. Ne ha facoltà.

  BRUNO ARCHI. Grazie, Presidente, annuncio il voto favorevole del gruppo di Forza Italia e chiedo di consegnare il testo.

  PRESIDENTE. Grazie.Pag. 62
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Uva. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO D'UVA. Annuncio il voto contrario del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chaouki. Ne ha facoltà.

  KHALID CHAOUKI. Annuncio voto favorevole e chiedo di consegnare l'intervento.

  PRESIDENTE. Molto bene, grazie.
  Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale – A.C. 3917-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3917-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3917-A:
   «Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato del Qatar sui servizi aerei, con Allegato, fatto a Roma il 24 settembre 2002, con Accordo per l'introduzione di emendamenti, fatto a Roma il 16 aprile 2012; b) Accordo sui servizi di trasporto aereo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica algerina democratica e popolare, con Allegati, fatto ad Algeri il 22 gennaio 2013; c) Accordo sui servizi aerei tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica socialista del Vietnam, con Allegati, fatto a Roma il 21 giugno 2013; d) Accordo di cooperazione nel campo dei trasporti marittimi tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica algerina democratica e popolare, fatto ad Algeri il 14 novembre 2012; e) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Kosovo sulla regolamentazione reciproca dell'autotrasporto internazionale di viaggiatori e merci, fatto a Pristina il 24 luglio 2014; f) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Moldova sulla regolamentazione reciproca dell'autotrasporto internazionale di viaggiatori e merci, fatto a Roma il 19 settembre 1997; g) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo di sua altezza serenissima il Principe di Monaco concernente la regolamentazione del trasporto internazionale di viaggiatori e di merci su strada, fatto a Roma l'8 novembre 2012; h) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Montenegro sulla regolamentazione reciproca dell'autotrasporto internazionale di viaggiatori e merci, fatto a Roma il 12 marzo 2014; i) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Serbia sulla regolamentazione reciproca dell'autotrasporto internazionale di viaggiatori e merci, fatto ad Ancona il 15 ottobre 2013; l) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dell'Azerbaijan sul trasporto marittimo, fatto a Roma il 14 luglio 2014; m) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Principato di Andorra concernente la regolamentazione del trasporto internazionale di viaggiatori e di merci su strada, fatto a Bruxelles il 19 maggio 2015».

  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 39).

Pag. 63

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1334 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Angola in materia di sicurezza ed ordine pubblico, fatto a Luanda il 19 aprile 2012 (Approvato dal Senato) (A.C. 3941).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3941: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Angola in materia di sicurezza ed ordine pubblico, fatto a Luanda il 19 aprile 2012.
  Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame degli articoli – A.C. 3941)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 3941), che sono in distribuzione.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 3941).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 40).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 3941).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

  Passiamo all'esame dell'articolo 3 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 3941).
  Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulla proposta emendativa Gianluca Pini 3.1.

  MARCO FEDI, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Pini ?

  GIANLUCA PINI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato agli Affari esteri e alla cooperazione internazionale. Parere conforme al relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 3.1, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 3941).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A – A.C. 3941).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 64

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 44).

(Esame di un ordine del giorno – A.C. 3941)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A – A.C. 3941).
  Se nessuno chiede di intervenire per l'illustrazione dell'ordine del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sull'ordine del giorno n. 9/3941/1 Matarrelli.

  BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato agli Affari esteri e alla cooperazione internazionale. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Grazie, quindi è accolto.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3941)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Grazie, Presidente, per dichiarare il voto favorevole del mio gruppo parlamentare e consegnare la dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. È autorizzata.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dambruoso. Ne ha facoltà.

  STEFANO DAMBRUOSO. Grazie, Presidente. Civici e Innovatori esprime un parere assolutamente favorevole e consegno la dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. È autorizzato anche lei.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Annuncio il voto favorevole del gruppo Lega Nord.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. Per annunciare il voto favorevole del gruppo di Area Popolare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Archi. Ne ha facoltà.

  BRUNO ARCHI. Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole di Forza Italia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Spadoni. Ne ha facoltà.

  MARIA EDERA SPADONI. Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole del gruppo del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Carrozza. Ne ha facoltà.

  MARIA CHIARA CARROZZA. Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3941)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3941:
   S. 1334 – «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Angola in materia di sicurezza ed ordine pubblico, fatto a Luanda il 19 aprile 2012» (Approvato dal Senato).

  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 65

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 45).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1605 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Capo Verde in materia di cooperazione di polizia, fatto a Praia l'8 luglio 2013 (Approvato dal Senato) (A.C. 3942) (ore 17,25).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3942: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Capo Verde in materia di cooperazione di polizia, fatto a Praia l'8 luglio 2013.
  Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è conclusa la discussione sulle linee generali.
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 3942), che sono in distribuzione.

(Esame degli articoli – A.C. 3942)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica e delle proposte emendative ad essi riferite.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 3942).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 46).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 3942).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 47).

  Passiamo all'esame dell'articolo 3 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata, Gianluca Pini 3.1 (Vedi l'allegato A – A.C. 3942).

  GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Guardi, Presidente, è già abbastanza imbarazzante notare che stiamo facendo delle ratifiche in assenza di tutto l'Ufficio di Presidenza, insomma del presidente o dei vicepresidenti della Commissione che possano in qualche modo sostituirlo, ma che durante una ratifica manchi anche il relatore per la maggioranza è una cosa, ripeto, veramente imbarazzante, che dà la misura del caos politico che regna all'interno della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).
  Ora, in maniera responsabile, perché altrimenti bloccheremmo i lavori, e ripeto, proprio per la situazione politica che si è venuta a creare per l'arroganza di questo Governo e di questa maggioranza, noi non... No, non lei, senatore: l'arroganza che ci portiamo dietro da mesi, se non da anni. Che però non sono neanche in grado di garantire l'esecuzione di una semplice ratifica, io, per sbloccare il tutto, ritiro l'emendamento, ma questo rimane a memoria della figura da «peracottari» che stanno facendo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Mi lasci dire, onorevole Pini, che al netto delle sue considerazioni politiche, non si può che stigmatizzare il fatto che non ci sia nessuno ad esprimere un parere. Ovviamente la ringrazio per il suo gesto.
  Passiamo ai voti.Pag. 66
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 3942).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 48).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A – A.C. 3942).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 49).

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3942)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Dichiaro il voto favorevole del mio gruppo parlamentare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dambruoso. Ne ha facoltà.

  STEFANO DAMBRUOSO. Presidente, voto favorevole di Civici e Innovatori, e deposito la nostra dichiarazione.

  PRESIDENTE. È autorizzato, onorevole Dambruoso.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Presidente, nonostante tutto voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. Voto favorevole anche da parte del gruppo di AP.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Archi. Ne ha facoltà.

  BRUNO ARCHI. Presidente, voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Spadoni. Ne ha facoltà.

  MARIA EDERA SPADONI. Presidente, per dichiarare il voto favorevole del mio gruppo parlamentare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scuvera. Ne ha facoltà.

  CHIARA SCUVERA. Presidente, dichiaro il voto favorevole del PD e chiedo l'autorizzazione a consegnare il testo.

  PRESIDENTE. È autorizzata.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3942)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3942:
   S. 1605 – «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Capo Verde in materia di cooperazione di polizia, fatto a Praia l'8 luglio 2013» (Approvato dal Senato).

  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 50).

Pag. 67

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1730 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo interinale in vista di un accordo di partenariato economico tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la parte Africa centrale, dall'altra, con Allegati, fatto a Yaoundé il 15 gennaio 2009 e a Bruxelles il 22 gennaio 2009 (Approvato dal Senato) (A.C. 3945) (ore 17,35).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3945: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo interinale in vista di un accordo di partenariato economico tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la parte Africa centrale, dall'altra, con Allegati, fatto a Yaoundé il 15 gennaio 2009 e a Bruxelles il 22 gennaio 2009.
  Ricordo che nella parte antimeridiana si è conclusa la discussione generale.
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 3945), che sono in distribuzione.
  Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 86, comma 1, e 89, comma 1, del Regolamento, l'articolo aggiuntivo Gianluca Pini 2.01, non preventivamente presentato in Commissione e volto ad incidere sui contenuti dell'Accordo oggetto del disegno di legge in esame, al fine di ricomprendervi anche la finalità di prevenzione e contenimento dei flussi migratori.
  Ricordo che per prassi assolutamente costante non risultano ammissibili emendamenti ai disegni di legge di autorizzazione alla ratifica che introducano limitazioni e specificazioni suscettibili di porre la questione dell'attuazione, e anche dell'interpretazione di una parte del Trattato al momento dell'autorizzazione alla ratifica, e che quindi, come tali, implichino una modifica degli strumenti pattizi sottostanti ai progetti di legge di ratifica o contrastino con essi.

(Esame degli articoli – A.C. 3945)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 3945).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 51).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 3945).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 52).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 3945).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 53).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A – A.C. 3945).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 54).

Pag. 68

(Esame di un ordine del giorno – A.C. 3945)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A – A.C. 3945).
  Qual è il parere del Governo ?

  BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato agli Affari esteri e alla cooperazione internazionale. Parere favorevole sull'ordine del giorno Matarrelli n. 9/3945/1.

  PRESIDENTE. Sta bene.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3945)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sberna. Ne ha facoltà.

  MARIO SBERNA. Presidente, nel chiedere l'autorizzazione a consegnare il testo, dichiaro il voto favorevole del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galgano. Ne ha facoltà.

  ADRIANA GALGANO. Presidente, dichiaro il voto favorevole di Civici e Innovatori, e chiedo l'autorizzazione a consegnare l'intervento.

  PRESIDENTE. È autorizzata, la ringrazio.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Per il gruppo Lega Nord sarà voto di astensione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. Presidente, per dichiarare il voto favorevole del gruppo di Area Popolare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Archi. Ne ha facoltà.

  BRUNO ARCHI. Grazie, Presidente, per dichiarare il voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Spadoni. Ne ha facoltà.

  MARIA EDERA SPADONI. Grazie, Presidente, per annunciare il voto contrario.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavini. Ne ha facoltà.

  LAURA GARAVINI. Grazie, Presidente, dichiaro il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico e chiedo l'autorizzazione a consegnare il testo integrale.

  PRESIDENTE. È autorizzata.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3945)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3945:
   S. 1730 – «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo interinale in vista di un accordo di partenariato economico tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la parte Africa centrale, dall'altra, con Allegati, fatto a Yaoundé il 15 gennaio 2009 e a Bruxelles il 22 gennaio 2009» (Approvato dal Senato).

  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 55).

Pag. 69

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2026 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica di Slovenia, il Governo di Ungheria e il Governo della Repubblica italiana sulla Multinational Land Force (MLF), con Annesso, fatto a Bruxelles il 18 novembre 2014 (Approvato dal Senato) (A.C. 3947) (ore 17,40).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3947: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica di Slovenia, il Governo di Ungheria e il Governo della Repubblica italiana sulla Multinational Land Force (MLF), con Annesso, fatto a Bruxelles il 18 novembre 2014.
  Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è conclusa la discussione generale. Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 3947), che sono in distribuzione.

(Esame degli articoli – A.C. 3947)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli e degli emendamenti ad essi riferiti.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 3947), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 56).
  Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 3947).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito i relatori ad esprimere il parere della Commissione.

  LIA QUARTAPELLE PROCOPIO, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Pini ?

  GIANLUCA PINI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Senatore Della Vedova ?

  BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato agli Affari esteri e alla cooperazione internazionale. Mi spiace per la cortesia dell'onorevole Pini, ma il parere è conforme a quello del relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 57).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.01 Gianluca Pini, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con quello favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 3947), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 70

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 59).
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A – A.C. 3947), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 60).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A – A.C. 3947), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 61).

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3947)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Grazie, Presidente, per dichiarare il voto favorevole del mio gruppo parlamentare e chiedere l'autorizzazione a consegnare il testo.

  PRESIDENTE. È autorizzata onorevole Nissoli.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molea. Ne ha facoltà.

  BRUNO MOLEA. Grazie, Presidente, per annunciare il voto favorevole del gruppo Civici e Innovatori. Chiedo l'autorizzazione a consegnare l'intervento.

  PRESIDENTE. È autorizzato anche lei.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Voto di astensione per questo provvedimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. Voto favorevole del gruppo di Area Popolare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Archi. Ne ha facoltà.

  BRUNO ARCHI. Grazie, Presidente. Dichiaro voto favorevole e chiedo di poter consegnare il testo.

  PRESIDENTE. È autorizzato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Spadoni. Ne ha facoltà.

  MARIA EDERA SPADONI. Grazie, Presidente, per dichiarare il voto contrario del gruppo del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianni Farina. Ne ha facoltà.

  GIANNI FARINA. Favorevole, Presidente.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3947)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale. Pag. 71
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3947:
   S. 2026 – «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica di Slovenia, il Governo di Ungheria e il Governo della Repubblica italiana sulla Multinational Land Force (MLF), con Annesso, fatto a Bruxelles il 18 novembre 2014» (Approvato dal Senato).

  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 62).

  Poiché alle ore 18 è convocata la riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, sospendo la seduta, che riprenderà al termine di tale riunione per le comunicazioni relative agli esiti e per la lettura dell'ordine del giorno della prossima seduta.

  La seduta, sospesa alle 17,50, è ripresa alle 19,05.

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea e aggiornamento del programma.

  PRESIDENTE. Avverto che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, in ragione delle preannunciate dimissioni del Presidente del Consiglio dei ministri, sono state stabilite le seguenti modificazioni del calendario dei lavori per il mese di dicembre:
   mercoledì 7 dicembre lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata non avrà luogo;
   l'esame del disegno di legge n. 4158 – Conversione in legge del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto 2016 (approvato dal Senato – scadenza: 17 dicembre 2016) avrà luogo lunedì 12 dicembre, a partire dalle ore 15 (con eventuale prosecuzione notturna), per lo svolgimento della discussione generale e, a partire da martedì 13 dicembre, dalle ore 15 (con eventuale prosecuzione notturna), con votazioni, per il seguito dell'esame;
   l'esame del disegno di legge di ratifica n. 4151 – Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica francese per l'avvio dei lavori definitivi della sezione transfrontaliera della nuova linea ferroviaria Torino-Lione, fatto a Parigi il 24 febbraio 2015, e del Protocollo addizionale, con Allegato, fatto a Venezia l'8 marzo 2016, con annesso Regolamento dei contratti adottato a Torino il 7 giugno 2016 (approvato dal Senato) (ove concluso dalla Commissione) avrà luogo lunedì 19 dicembre, (a.m. e p.m., con eventuale prosecuzione notturna) per lo svolgimento della discussione generale e, a partire da martedì 20 dicembre (a.m. e p.m., con eventuale prosecuzione notturna), con votazioni, per il seguito dell'esame.

  L'esame di tutti gli altri argomenti già previsti nel calendario dei lavori per il mese di dicembre non avrà luogo.

  Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Ordine del giorno della prossima seduta.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

  Lunedì 12 dicembre 2016, alle 15:

  Discussione sulle linee generali del disegno di legge:
   S. 2567 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto 2016 (Approvato dal Senato) (C. 4158).
  — Relatore: Carrescia.

  La seduta termina alle 19,10.

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TESTO DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: PAOLA BINETTI (MOZIONI CONCERNENTI INIZIATIVE PER PROMUOVERE UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE); LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (A.C. 3880); MARCO FEDI (A.C. 3941); MARIANO RABINO (A.C. 3942); LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (A.C. 3945); LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (A.C. 3947); ANDREA CAUSIN (A.C. 3917-A); STEFANO DAMBRUOSO (MOZIONE SU INIZIATIVE DI COMPETENZA IN RELAZIONE ALLE STRAGI NAZISTE DEL 1943-1945); FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (A.C. 3765); GIOVANNI PALLADINO (A.C. 3765); BRUNO ARCHI (A.C. 3765); MARCO FEDI (A.C. 3765); MARIO SBERNA (A.C. 3880); ROBERTA OLIARO (A.C. 3880); BRUNO ARCHI (A.C. 3880); MARCO CAUSI (A.C. 3880); FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (A.C. 3917-A); IVAN CATALANO (A.C. 3917-A); BRUNO ARCHI (A.C. 3917-A); FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (A.C. 3941); STEFANO DAMBRUOSO (A.C. 3941); FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (A.C. 3942); STEFANO DAMBRUOSO (A.C. 3942); CHIARA SCUVERA (A.C. 3942); MARIO SBERNA (A.C. 3945); ADRIANA GALGANO (A.C. 3945); LAURA GARAVINI (A.C. 3945); FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (A.C. 3947); BRUNO MOLEA (A.C. 3947); BRUNO ARCHI (A.C. 3947).

  PAOLA BINETTI (Intervento in discussione sulle linee generali su mozioni concernenti iniziative per promuovere una corretta alimentazione al fine di prevenire l'obesità infantile).
  L'Obesità infantile (OD può essere considerata a buon diritto come una piaga del 21o secolo, che si è manifestata in un solo cambio generazionale. Stando alle cifre, l'OI rappresenta il paradosso dei nostri tempi: 60 miliardi di euro per ipenutrirci, 30 miliardi in messaggi dei mass media per convincerci a mangiare cibo ipercalorico e 45 miliardi in attività fisiche o diete per ridurne i guasti. Il cambio di abitudini alimentari rappresenta la più radicale trasformazione ambientale degli ultimi 50 anni.
  In Italia, l'elevato incremento del fenomeno dell'obesità nei fanciulli attorno ai 6 anni impone l'adozione di programmi di prevenzione precoce. Urge un'attività di sensibilizzazione dei genitori attraverso semplici azioni preventive per ridurre la prevalenza di eccesso ponderale, azioni basate ovviamente su evidenze scientifiche, La Società Italiana di Pediatria (SIP), la Società di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) insieme al Ministero della Salute con il Progetto «MiVoglioBene» hanno da tempo individuato dieci azioni di prevenzione primaria, da attuare in sinergia tra genitori e pediatri sin dai primi giorni di vita del bambino: 6 azioni riguardano la nutrizione (allattamento al seno esclusivo per almeno 6 mesi, svezzamento a partire dai 6 mesi, (apporto proteico controllato nei primi 2 anni, esclusione di bevande contenenti calorie, eliminazione del biberon dai 24 mesi, uso di un atlante fotografico delle porzioni alimentari corrette), 3 riguardano lo stile di vita (mezzi di trasporto, giochi di movimento, controllo della sedentarietà), solo 1 riguarda l'identificazione preventiva dell'insorgenza di un «precoce aumento dell'adiposità (early adiposity rebound) tramite il controllo della curva della crescita e dell'indice della massa corporea (curva del BMI: body mass index).
  Epidemiologia. L'obesità è il disturbo nutrizionale più frequente nei Paesi occidentali. 41 milioni di bambini sotto i 5 anni in sovrappeso e obesi. In Asia quasi la metà, il 25 per cento in Africa, Ma anche i paesi ad alto reddito non se la passano meglio. Il rapporto della commissione ECHO (Ending Childhood Obesity) dell'Organizzazione mondiale della Sanità, frutto di due anni di lavoro e presentato in gennaio 2016, disegna uno scenario inquietante, soprattutto nei paesi in via di sviluppo: dal 1990 al 2014, infatti, il numero di bambini in sovrappeso è raddoppiato da 7,5 a 15,5 milioni.
  In una recente indagine statistica condotta in Italia dall'Istituto Nazionale della Nutrizione e dall'ISTAT, si rileva che circa Pag. 73il 25% della popolazione infantile italiana è in sovrappeso. La prevalenza del sovrappeso infantile ha mostrato un lento e progressivo incremento negli anni Si è passati dal 6% degli anni ’60 al 15% degli anni ’80, al 20% degli anni ’90, al 25% degli anni dopo il 2000. Si rileva un continuo incremento di questa percentuale: il dato più allarmante è che l'obesità comparsa nell'età evolutiva persista nell'età adulta in una percentuale variabile dal 40% al 60%. La persistenza di obesità nell'età adulta dipende da diversi fattori che includono età d'insorgenza, grado di obesità e presenza di obesità in almeno uno dei genitori.
  Fattori di rischio: Attualmente, la prevalenza di sovrappeso e 01 a 6 anni in Italia è paragonabile a quella delle età successive (circa il 25%); non ci sono differenze significative tra i sessi, mentre invece ci sono variazioni significative tra le diverse aree geografiche. La prevenzione, per essere efficace, è bene che cominci nei primissimi anni di vita, se non già dalla nascita.
  I principali fattori di rischio per POI sono stati identificati dagli studi scientifici e sono classificabili in fattori familiari e individuali. Tra i fattori familiari, i più importanti sono la presenza di obesità nei genitori e lo stile di vita familiare. Tra quelli individuali, c’è una scorretta alimentazione nei primissimi anni (ipercalorica, eccesso di proteine, grassi e zuccheri semplici) e un eccesso di attività sedentaria associato a una riduzione dell'attività motoria.
  Prevenzione primaria: I programmi preventivi finora adottati hanno avuto scarso successo in quanto, indirizzati prevalentemente o unicamente alla classe medica, sono riusciti a coinvolgere minimamente le altre componenti sociali (famiglia, scuola, media, istituzioni, aziende commerciali). Solo azioni coordinate, nell'ambito di campagne a largo raggio, possono avere chance di successo. Senza però dimenticare che i giovani oggi sono circondati da un ambiente che è stato definito: «tossico ed obesigenico», per cui non è sufficiente un intervento sul singolo bambino, ma occorre innestare un processo positivo di ecologia alimentare, che generi comportamenti corretti ad ampio raggio e favorisca stili di vita più sani, in cui i bambini recuperino il gusto del gioco di movimento, quasi completamente soppiantato dai giochi elettronici.
  Nella realtà italiana, il Pediatra di Libera Scelta (PLS) può essere una figura cruciale della prevenzione dell'obesità poiché il suo ruolo è fondamentale nell'acquisizione precoce di corrette abitudini alimentari e stili di vita. Pertanto, rappresenta la figura professionale che possiede i migliori requisiti in questo contesto: in genere conosce bene la famiglia, segue il bambino dalla nascita fino almeno ai 6 anni di vita (età di esclusiva) utilizzando al riguardo i Bilanci di Salute (8 visite di controllo a tempi codificati nei primi 6 anni di vita), vale a dire momenti istituzionalmente dedicati alla prevenzione. Inoltre, ha ulteriori frequenti occasioni di contatto con il bambino e la sua famiglia per rafforzare il suo ruolo educativo e per interpretare il pattern di crescita del bambino, comunicandone ai genitori eventuali deviazioni dalla norma. Il Pediatra di Libera Scelta può diventare con la sua insostituibile presenza l'attore principale nella prevenzione della patologia cronica. Perché ciò si realizzi serve il completamento della «rivoluzione del ruolo», peraltro già in atto negli ultimi anni, che vada oltre la pur indispensabile gestione e cura della patologia acuta e il mero regime dei controlli di routine.
  Sebbene siano noti alla comunità scientifica internazionale i pilastri della prevenzione precoce dell'obesità, ad oggi nessun progetto è stato applicato su vasta scala ai giovani italiani. Ciò può dipendere anche da lacune organizzative, e la Pediatria di Libera Scelta nel nostro paese può rappresentare una risorsa non comune, E indubitabile che alcuni PLS, e forse molti, siano già sensibilizzati al problema e si adoperino attivamente nella pratica quotidiana, in base alle loro conoscenze e abilità individuali. La novità del progetto sussiste nel definire una «finestra» di Pag. 74presunta maggiore efficacia per le singole azioni, differente per ognuna di esse.
  Eziopatogenesi. Considerando l'alta percentuale di insuccesso a lungo termine nel trattamento dell'obesità in età adulta, è necessario intervenire sui fattori di rischio eziopatogenetici dell'obesità, già nella prima infanzia. Fisiologicamente il bambino mostra una grande stabilità di accrescimento ponderale, staturale e della massa adiposa. Il rapporto dinamico evolutivo tra massa magra e massa grassa è finemente regolato da un sistema integrato di relazioni psico-neuro-endocrino-immunitarie (PNEI), influenzate da: familiarità, scelte alimentari, dispendio energetico e relazioni psico-affettive.
  Familiarità: Solo nell'1% dei bambini l'obesità è dipendente da sindrome genetica in senso stretto. Nel 99% del casi l'obesità infantile è primitiva o essenziale. Per familiarità, si deve intendere l'insieme dei fattori interagenti nell'ambiente familiare, spesso dipendenti dalla presenza di obesità parentale.
  I dati riportati in Letteratura forniscono prove consistenti sul ruolo delle abitudini nutrizionali della famiglia obesa, in relazione all'influenza esercitata dai genitori sull'entità dell'apporto alimentare e sulle scelte alimentari dei figli. L'evenienza di uno o più genitori con eccesso ponderale rappresenta un rischio maggiore di obesità nei figli. La percentuale è del 34% se entrambi i genitori sono obesi; è del 25% se solo uno dei genitori è obeso; scende al 18% se nessuno dei due genitori presenta eccesso ponderale.
  L'analisi delle preferenze alimentari del bambino obeso mostra la tendenza ad assumere una quota eccessiva di lipidi, proporzionale al proprio livello di adiposità ed al grado di adiposità riscontrato nella madre. Lo stretto legame che unisce metabolicamente il bambino alla madre inizia già nella vita fetale. La formazione dei centri ipotalamici responsabili della regolazione della fame e sazietà inizia, nel feto, nel 1o – 2o trimestre di gravidanza. Nel 3o trimestre il numero degli adipociti aumenta. L'evoluzione embrionale è, quindi, significativamente influenzata dalla situazione nutrizionale ed endocrino-metabolica della madre, che costituisce un fattore associato alla comparsa di obesità nel bambino. La correzione degli errori alimentari materni durante la gravidanza è il primo «step» preventivo dell'obesità infantile.
  Alimentazione in gravidanza: Numerose evidenze scientifiche hanno ripetutamente evidenziato come il diabete non insulino-dipendente e l'obesità durante la gravidanza rappresentino fattori favorenti la comparsa di obesità infantile. Nella donna normopeso in gravidanza, un aumento medio di 9-11 Kg. rispetto al peso iniziale (qualunque esso sia), ha sicuramente un ruolo protettivo nei confronti del successivo sviluppo di obesità. Viceversa, l'incremento di peso oltre questo valore e l'ipernutrizione nel 3o trimestre di gravidanza, sono adipo-genetici. È opportuno, quindi, programmare una dieta ipocalorica bilanciata durante l'intera gravidanza delle donne obese e prescrivere una dieta formo-calorica nel 3o trimestre di gestazione delle donne normopeso.
  Ulteriori fattori di rischio in gravidanza sono, a nostro parere, i tossici assunti con gli alimenti. Tuttavia, pochi sono gli studi sulla correlazione tra tossici alimentari, nutrizione in gravidanza e possibili effetti sul sistema nervoso immunitario ed endocrino fetale.
  L'ipotesi è che il feto subisca effetti disregolativi da carico tossico alimentare e da carenze qualitative presenti nella dieta materna, soprattutto se contiene cibo manipolato industrialmente, Ulteriori fattori materni di rischio sono rappresentati dai disturbi flogistici cronici intestinali, in particolare da disbiosi putrefattiva, stipsi ed intolleranze alimentari. Le recenti ricerche in ambito Psico-Neuro-Endocrino-Immunitario evidenziano come le citochine pro infiammatorie, la leptina ed altri neuro-ormoni possano svolgere un ruolo centrale nella modulazione del metabolismo della cellula adiposa.
  È la qualità del rapporto madre-figlio ad operare questa diversificazione, La lentezza di sviluppo e la prolungata dipendenza materna, programmata naturalmente, Pag. 75è giustificata dal vantaggio che ne deriva nell'apprendimento e nella maturazione psico-comportamentale. Il bambino allattato su sua richiesta, prende ogni volta piccole quantità di latte. Non ha, quindi, bisogno di riserve.
  Le esigenze nutrizionali del bambino nella seconda infanzia sono differenti da quelle del lattante. In natura, nessun mammifero consuma in nessuna epoca della vita il latte di un'altra specie. Nel caso dell'Uomo, il consumo di latte di altra specie (mucca in particolare) sin dai primissimi anni di vita è considerato fisiologico e raccomandato dall'industria alimentare nonostante il latte vaccino sia previsto in natura per la crescita del vitello e sia molto diverso per composizione da quello umano.
  Allattamento artificiale: il latte vaccino contiene una quantità eccessiva di proteine. L'allattamento al seno appartiene a questo progetto naturale e fornisce al bambino un alimento adeguato alle proprie esigenze nutrizionali, immunitarie e di sviluppo. Il latte umano è molto ricco in acqua e povero di grassi e proteine. Contiene in prevalenza caseina, piuttosto che lattoglobuline. La cascina, in presenza dei succhi gastrici, può formare nello stomaco grossi coaguli (latte cagliato) che inducono sazietà per circa 4 ore dopo la poppata. Contiene lipidi in quantità lievemente superiore al latte umano rappresentati prevalentemente da grassi saturi.
  Un ulteriore fattore di rischio per il lattante nutrito con latte vaccino deriva dalla carenza del mix vitaminico essenziale, tipica del latte vaccino, che ne contiene dal 50 all'80% in meno rispetto al fabbisogno. Il maggior apporto calorico, l'eccesso di proteine e grassi saturi, le difficoltà digestive indotte e lo stress immunitario da intolleranza squilibrano l'asse neuro-immuno-endocrino di regolazione dell'adipogenesi normalmente presente fino ai 2 anni di vita. L'indispensabile ricorso al biberon, caratteristico dell'allattamento artificiale, provoca una riduzione del dispendio energetico neonatale rappresentando un'ulteriore fattore di rischio adipogenetico.
  Allattamento al seno: il neonato sfrutta al 100% il minor contenuto di proteine del latte materno, caratterizzato dalla prevalenza di lotto globuline rispetto alla caseina. La maggior presenza in glicidi (in particolare lattosio) facilmente digeribili, migliora l'utilizzazione proteica e l'assorbimento del Calcio. Il ridotto contenuto in lipidi modula, invece, la durata della poppata. Il minor valore calorico viene compensato dal lattante, che succhia più a lungo il seno materno, soprattutto nella parte finale della poppata, più ricca in lipidi, per ottenere il desiderato apporto calorico. Mentre il latte vaccino è caratterizzato da una composizione fissa di nutrienti, la composizione del latte materno cambia in progressione con la crescita del neonato, adattandosi alle sue esigenze. E evidente che solo con un allattamento a richiesta e non ad orari fissi il bambino può autoregolarsi, imparando a modulare il meccanismo fame/sazietà. Impegnerà, inoltre, uno sforzo importante nell'atto di suzione regolando il dispendio energetico.
  L'allattamento a richiesta e lo sforzo della suzione vengono indicati come protettivi nei confronti dell'insorgenza di obesità infantile. La nostra esperienza, in accordo con diversi Autori, suggerisce che il prezioso contributo in simbionti di specie e in IgA secretorie fornite al lattante con il colostro e successivamente con il latte materno, svolga un ruolo fondamentale nella maturazione del sistema immunitario intestinale (GALT). Riteniamo che durante lo svezzamento la mucosa intestinale del neonato, mantenutasi integra grazie a queste preziose componenti, consenta la graduale introduzione di antigeni alimentari.
  I quattro errori più frequenti nella dieta dei bambini obesi. È stato posto l'accento su alcuni indicatori specifici degli stili alimentari dei bambini obesi per comprendere il legame tra stile di alimentazione e salute. In particolare sono stati esaminati i dati su:
   colazione non adeguata: nel 2012 la quota di bambini e ragazzi di 3-17 anni che fa una colazione non adeguata era Pag. 76pari al 9,9%; sono soprattutto i ragazzi di 11-17 anni a caratterizzarsi per questo comportamento alimentare (16,7%), mentre tra i più piccoli di 3-10 anni tale quota scende al 3,9%;
   consumo di snack almeno una volta al giorno: riguarda il 14,2% dei 3-17enni, con quote più elevate registrate anche in questo caso tra i più grandi (11,4% 3-10 anni contro 17,4% 11-17 anni). Anche per il consumo giornaliero di snack si ripropone la stessa associazione inversa con il titolo di studio delle madri: la percentuale di consumo di snack aumenta man mano che si abbassa il livello di istruzione;
   consumo giornaliero di verdura, ortaggi e frutta: la quota di bambini e ragazzi che consuma 4 o più porzioni di frutta e verdura al giorno è pari al 12%, mentre il 63,2% si caratterizza per un consumo più basso, cioè fino a 3 porzioni;
   consumo di più di mezzo litro di bevande gassate al giorno: i dati del 2012 rilevano la relazione con il titolo di studio delle madri; la quota di consumatori quotidiani di più di mezzo litro di bevande gassate tra i ragazzi di 11-17 anni è pari al 4,7% se le madri sono laureate, al 10,4% se hanno il diploma di scuola superiore e all'8,6% se completato solo la scuola dell'obbligo.

  Il ruolo degli zuccheri nella dieta del bambino obeso. Lo zucchero per molti secoli non ha fatto parte dell'alimentazione abituale dell'uomo, al suo posto si usava soprattutto il miele. Rientrava tra le spezie importate dall'oriente e rivendute a caro prezzo. Tentativi di coltivare la canna da zucchero anche in Europa, in particolare in Sicilia non dettero buoni risultati, solo grazie alla coltivazione della barbabietola da zucchero si svilupparono gli zuccherifici in Europa, con l'ovvia diminuzione dei prezzi dello zucchero e l'aumento del suo consumo, divenuto più accessibile.
  Dopo l'avvento delle bibite zuccherate e gassate (e dei distributori automatici) si è passati al consumo quotidiano e di massa; oggigiorno è acclarato come il consumo incontrollato delle «bevande di fantasia zuccherate» sia una delle cause principali dell'obesità infantile e dell'età adulta, mentre fino a pochi decenni fa il mondo scientifico ancora dibatteva per la mancanza di prove scientifiche decisive. Grazie ad uno studio pubblicato nel 2001 è stato dimostrato che la prima causa di obesità dei bambini americani è il consumo abituale di bevande gassate e zuccherate, mentre altri studi confermano le osservazioni anche negli adulti ed evidenziano che causa importante di obesità è la frequentazione dei fastfood.
  L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha diffuso la raccomandazione di contenere il consumo di zucchero entro il 10 per cento delle calorie totali (circa 50 grammi di zucchero al giorno per un uomo che consumi 2.000-2.500 kcal), mentre i nuovi LARN (le raccomandazioni italiane) raccomandano di contenere il consumo di zuccheri semplici, siano essi naturalmente presenti negli alimenti, come in frutta, latte, siano essi aggiunti, nell'ambito del 15 per cento del fabbisogno, specificando però che un consumo «potenzialmente legato a eventi avversi» riguarda valori superiori al 25 per cento del fabbisogno. Nell'aprile 2014, l'OMS ha rivisto al ribasso la percentuale di consumo di zucchero dal 10 per cento al 5 per cento del totale delle calorie assunte quotidianamente.
  Le raccomandazioni dell'OMS sono state osteggiate dalle grandi corporation alimentari, che le ritengono prive di prove scientifiche.
  Conseguenze sul piano della salute fisica. L'OI preoccupa in quanto i bambini obesi hanno maggiori possibilità di divenire adulti obesi e di conseguenza di avere un maggior rischio di sviluppare una serie di condizioni patologiche, quali i tumori (in particolare al seno, al corpo dell'utero e al colon-retto), diverse patologie croniche come le malattie cardiovascolari (ischemie, ictus), l'ipertensione arteriosa, il diabete tipo 2, problemi muscolo-scheletrici e respiratori.Pag. 77
  È necessario tenere conto del fatto che circa il 50% degli adolescenti obesi (con indici di massa corporea pari o superiore al 95o percentile) tende a diventare un adulto obeso. Inoltre, i fattori di rischio per le malattie degli adulti che sono associati con l'obesità nei bambini e negli adolescenti persistono in età adulta o aumentano in termini di prevalenza all'aumentare del peso. Non vanno dimenticate le conseguenze sul piano emotivo e sociale dell'obesità, tra cui bassa autostima e ridotte relazioni sociali. I bambini obesi sono a rischio di stigmatizzazione ed esclusione sociale, con conseguente maggiore rischio di abbandono scolastico, più basso rendimento scolastico, ridotta stabilità occupazionale e più basso livello di retribuzione salariale. Peraltro, i bambini obesi sperimentano peggiori condizioni di salute mentale e fisica, infatti sono comuni tra loro i problemi respiratori, l'ipertensione, la resistenza all'insulina e problemi osteo-articolari.
  Complicanze immediate: sul piano psicologico si notano disturbi del comportamento correlati al peso corporeo. Le immagini fisiche che i mass media trasmettono come modelli estetici da emulare non hanno nulla che faccia pensare ad una forma fisica che una volta sarebbe stata identificata quella di un bambino sano, magari appena un po’ rotondetto ! Oggi l'immagine prevalente della perfetta forma fisica ha tratti quasi anoressici, per cui è facile immaginare il disagio del ragazzo rispetto ai modelli di successo vincente. Il bambino obeso diventa così un caso emblematico di esposizione alla emarginazione, per incapacità di rispondere ai canoni estetici del momento. Si espone alle ironie dei compagni, a forme di bullismo da non sottovalutare, a complessi di inferiorità che appaiono come vere e proprie forme di depressione infantile, che paradossalmente inducono i bambini a cercare ancor più nel cibo la loro soddisfazione...
  Problemi ortopedici. Le alterazioni scheletriche sono dovute all'eccessivo sovraccarico sulle cartilagini di crescita non ancora saldate degli arti inferiori. Esse riguardano con maggior frequenza il ginocchio valgo e il piede piatto funzionale o piede piatto valgo essenziale, Sotto il peso eccessivo, la volta piantare appare appiattita e slargata; la testa dell'astragalo e lo scafoide sporgono medialmente ed il tallone è in valgo. Il cedimento dell'arco piantare, a volte più accentuato in un piede, può determinare lievi asimmetrie delle anche (triangoli della taglia) e risultare in atteggiamenti scoliotici. Altre alterazioni scheletriche possono essere rappresentate dalla malattia di Blount e dalla epifisiolisi dell'anca.
  Problemi respiratori. La maggior parte dei bambini obesi non presenta disturbi respiratori clinicamente evidenti. La dispnea dopo esercizio fisico è causata da un aumentato lavoro cardiaco dovuto al sovraccarico e ad una limitazione funzionale respiratoria dovuta al maggior lavoro dei muscoli respiratori. Infatti la parete toracica offre più resistenza ed il diaframma deve muoversi contro una aumentata pressione addominale. D'altra parte, l'ipossia e l'ipercapnia dopo sforzo riducono la contrattilità muscolare ed accelerano l'insorgenza di fatica muscolare.
  Problemi gastroenterologici. In età evolutiva l'obesità avrebbe un ruolo determinante nella formazione di calcoli biliari nell'8-33% dei casi. Si stima che adolescenti obese abbiano un rischio quadruplicato di sviluppare calcolosi rispetto ad adolescenti normopeso. L'aumentata attività lipolitica nei soggetti obesi conduce ad alterazioni epatiche. Circa il 20-25% dei bambini obesi presenta iper-transaminasemia e sono riscontrabili segni ecografici di steatosi epatica. Il peggioramento dello stato di obesità, la sua durata, ed il sesso maschile favoriscono la progressione della steatosi verso una fibrosi. Sia l'ipertransaminasemia che la steatosi sono condizioni reversibili con il calo ponderale.
  Problemi neurologici. Lo pseudotumor cerebri è caratterizzato da cefalea, vomito e disturbi della visione. L'aumentata pressione intra-addominale causa aumento della pressione polmonare che si ripercuote sulla emodinamica cerebrale per una aumentata resistenza al ritorno venoso. L'obesità è presente nel 30-80% dei Pag. 78bambini con pseudotumor cerebri. Alterazioni dell'accrescimento L'obesità semplice in età pediatrica comporta quasi sempre un aumento staturale per l'età cronologica ed una avanzata maturazione ossea. Tant’è che, in presenza di un bambino con obesità di grado elevato e ritardo staturale, una volta esclusa una bassa statura familiare, devono essere sempre ricercati altri segni e caratteristiche tali da porre correttamente una diagnosi differenziale tra obesità primaria e secondaria a patologia endocrina o sindromica. Spesso, soprattutto nelle femmine, è presente uno sviluppo sessuale anticipato. Le carte di crescita del bambino obeso, mostrano che durante la prepubertà i soggetti obesi, sia maschi che femmine, presentano una statura superiore a quella della popolazione normopeso. A partire dall'età di 13 e 12.5 anni, rispettivamente per i maschi e per le femmine, il vantaggio staturale viene gradatamente perduto fino all'età adulta in cui i soggetti obesi vedono pareggiare la loro statura definitiva con quella della popolazione normale.
  Conseguenze a medio e lungo termine. Complicanze metaboliche: le complicanze metaboliche sono strettamente collegate alla insulino-resistenza (IR) ed alla topografia del grasso. Questa associazione predispone precocemente alla intolleranza ai carboidrati ed al diabete tipo II (DB2). L'obesità nel periodo adolescenziale presenta un maggior rischio metabolico in quanto in questo periodo della vita, come è noto esiste una resistenza all'insulina «fisiologica».
  Fattori di rischio per la patologia cardiovascolare. Alle luce di nuove acquisizioni oggi l'obesità può essere intesa come una vera e propria patologia flogogena innescante processi aterosclerotici precoci sganciati dai tradizionali fattori di rischio aterogeno che nel tempo conducono alla patologia cardio e cerebrovascolare, E oramai dimostrato che il tessuto adiposo produce TNF-a, IL-6 ed IL-1 3. 11 TNF-a è un potente stimolatore della espressione di adesine endoteliali. La IL-6 induce la riduzione di NO, il recruitment dei leucociti, agisce come un co-stimolatore della produzione sia di fibrinogeno che di PAI-1. L'endotelio, così attivato, risponde con l'espressione di molecole specifiche, definite adesine o molecole di adesione endoteliale che permettono il contenimento e la successiva eliminazione dello stimolo stesso.
  Costi. L'obesità comporta elevati costi per la società: costi diretti, costituiti dalle risorse spese per la diagnosi ed il trattamento dell'obesità in se stessa e delle patologie ad esso correlate, e costi indiretti, dovuti alla perdita di produttività causata dalle maggiori assenze dal lavoro delle persone obese e dalla loro morte prematura. Secondo le ultime stime OMS, circa il 7 per cento del budget sanitario dei paesi europei viene speso per malattie legate all'obesità.
  Un paziente obeso ha un impatto sulle casse del sistema sanitario nazionale tino al 51% in più rispetto a uno normopeso. E in Italia, dove la percentuale di obesi supera il 20% della popolazione, i chili in eccesso hanno un costo sanitario di 2,5 miliardi di euro all'anno. In assenza di una chiara azione dei policy maker, il fenomeno è destinato a crescere, rischiando di mettere a dura prova non solo la salute degli italiani, ma anche la sostenibilità finanziaria del sistema sanitario.
  Sovrappeso e obesità sono, quindi, un problema di massima importanza per i sistemi sanitari, specialmente in un paese come l'Italia che, insieme a Grecia e Stati Uniti, vince il primato dell'eccesso ponderale tra le generazioni più giovani, dove un bambino su tre è sovrappeso o obeso. L'obesità è fortemente legata alle condizioni socio-economiche, specialmente nelle donne. Problema ancor più grande se si considera l'importanza del ruolo femminile sulle generazioni future, nell'imprinting metabolico e nella formazione delle abitudini alimentari.
  La recente crisi economica ha ulteriormente pesato sulle abitudini alimentari, aumentando il consumo di cibo spazzatura e il ricorso ai prodotti discount, spesso pre-cotti, fortemente processati, abbondanti in grassi saturi, zuccheri aggiunti e sale. Numerosi studi evidenziano che Pag. 79durante le crisi economiche il prezzo per kilocaloria scende in relazione all'aumento della densità calorica dei cibi consumati e contemporaneamente diminuisce il consumo di frutta e verdura, secondo l'OECD dal 2008 in Italia e in altri paesi colpiti dalla crisi questo fenomeno è stato molto marcato. Questo ha comportato una totale inversione rispetto alla situazione del passato: mentre nei secoli precedenti i poveri erano magri a causa della scarsità di cibo assunto e i ricchi frequentemente erano obesi a causa dell'eccesso di cibo assunto, oggi i poveri sono obesi a causa del cibo spazzatura, mentre i ricchi sono magri perché controllano la propria alimentazione, che è comunque di qualità più elevata e meglio bilanciata.
  Cura. Approccio educazionale: l'approccio educazionale, secondo molti esperti, è fondamentale per ottenere risultati concreti e duraturi perché solo la consapevolezza può spingere i consumatori a fare scelte razionali ogni giorno respingendo l'assalto del marketing della malnutrizione. Gli alimenti altamente processati dell'industria alimentare sono progettati per ingannare i meccanismi biologici che stanno alla base della nostra fame/sazietà e sono quindi parte integrante dell'ambiente «obesogeno» che ha causato l'esplosione dell'obesità nel mondo. Molti alimenti indirizzati dal mercato alla colazione o merenda dei ragazzi sono spesso accompagnati da «regalini», «sorpresine» e più in generale da una serie di gadget che non hanno nulla a che vedere con la qualità dell'alimento ma che di fatto finiscono per condizionare molto le scelte dei ragazzi e delle famiglie, mentre non è altrettanto facile accostare la frutta ed alimenti affini a gadgetistica, sfavorendo l'alimento di qualità rispetto a quello meno indicato per una sana alimentazione.
  Terapia dietetica: il metodo classico di trattamento dell'obesità infantile prevede, come nell'adulto, l'impostazione di un regime dietetico con apporto calorico ridotto rispetto al fabbisogno energetico per età, sesso ed attività fisica, è raccomandata una dieta bilanciata, moderatamente ipocalorica, costruita sulla base delle tavole relative al dispendio energetico a riposo (REE) stabilita dalla FAO/OMS. Il ridotto apporto calorico si basa fondamentalmente sulla diminuzione della percentuale lipidica. Nel lattante e nel bambino in rapida crescita, fino a 2 anni, tuttavia, non è consigliabile abbassare la quota lipidica sotto il 30% delle calorie totali.
  È dimostrato che il ricorso al «cibo spazzatura» da parte dei bambini dipende anche dalla quantità di ore passate davanti alla televisione ed alla scarsa cultura alimentare della famiglia. E maggior carico tossico alimentare ed il progressivo instaurarsi di carenze in micronutrienti provoca e sostiene l'obesità infantile. Si può definire il bambino obeso come ipenutrito in macronutrienti ed iponutrito in micronutrienti. Per questa ragione l'intervento dietetico deve estendersi all'ambiente familiare attraverso una corretta informazione ed educazione alimentare dell'intero gruppo parentale e degli insegnanti. È auspicabile che siano i genitori in primis ad introdurre gradualmente le modificazioni dello stile alimentare consigliate dal Pediatra e/o dal Dietologo. È ovviamente necessario che i cibi sconsigliati al bambino non siano facilmente accessibili e che tutta la famiglia si adegui alle indicazioni dietetiche previste.
  Terapia farmacologica: l'approccio farmacologico con anoressizzanti centrali è sconsigliato in età evolutiva.
  Impegna il Governo ad aggiornare e a prevedere una applicazione estesa, obbligatoria e permanente in ambito scolastico del Progetto «MiVoglioBene» predisposto dal Ministero della Salute assieme alla Società Italiana di Pediatria (SIP) e la Società di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) con il quale sono state individuate dieci azioni di prevenzione primaria, attuate in sinergia da genitori e pediatra sin dai primi giorni di vita del bambino;
   a riconsiderare la composizione dei menù delle scuole per garantire qualità dei prodotti tenendo conto delle esigenze dei bambini, alla luce delle più recenti evidenze scientifiche sull'argomento;Pag. 80
   ad accrescere il ruolo e i compiti del Pediatra di Libera Scelta (PLS) quale attore principale nella prevenzione della patologia dell'obesità infantile in ambito familiare, introducendo l'obbligatorietà del controllo della curva della crescita e dell'indice della massa corporea;
   a rilanciare l'attività fisica nelle scuole, quale obbligo necessario allo sviluppo equilibrato dei minori e favorirla anche in ambito extrascolastico, eventualmente valutando l'ampliamento delle agevolazioni fiscali ed economiche volte a favorire la pratica sportiva;
   a promuovere una campagna di sensibilizzazione per mezzo di specifici spot sui principali organi di stampa e/o con pubblicità progresso in tv per indicare i valori di una sana alimentazione, con l'obiettivo di evitare che la piaga dell'obesità si estenda in modo irreversibile;
   a collaborare con le industrie alimentari per un miglioramento della qualità nutrizionale dei prodotti confezionati, anche chiedendo ai produttori una significativa riduzione della quota di zucchero saccarosio contenuto negli alimenti messi in commercio e di ridimensionare l'utilizzo di farine e cereali raffinati, oltre che di grassi saturi, nonché di lieviti non naturali, con particolare riferimento agli alimenti per la colazione e la merenda dei minori;
   ad assumere iniziative normative affinché nelle confezioni dei prodotti destinati ai più giovani e nelle bevande gassate zuccherate siano riportate etichette o scritte che indichino il rischio di obesità associato al consumo squilibrato dello zucchero (saccarosio, fruttosio e sciroppo di glucosio e fruttosio) in esso contenute;
   ad assumere iniziative normative per limitare l'associazione di gadget agli alimenti per colazione e merende chiaramente riservate ai più piccoli;
   a dare piena ed esaustiva applicazione al regolamento (UE) n. 1169/2011 al fine di garantire che i consumatori siano adeguatamente informati sugli alimenti che consumano.

  LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (Relazione – A.C. 3880).
  Signora Presidente, Onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, la Convenzione al nostro esame ha l'obiettivo di aggiornare, nel quadro delle attuali relazioni economico-finanziarie bilaterali, il precedente accordo italo-romeno risalente al 1977, realizzando una più efficiente ed equilibrata ripartizione della materia imponibile fra i due Stati contraenti.
  Le disposizioni dell'accordo ricalcano le forme più recenti del modello di convenzione fiscale dell'OCSE, discostandosene solo per taluni aspetti, in relazione ad aspetti particolari dei sistemi fiscali dei due Paesi.
  La sfera soggettiva di applicazione della Convenzione è costituita dalle persone fisiche e giuridiche residenti di uno o di entrambi gli Stati contraenti.
  Per quanto riguarda le imposte considerate, figurano per l'Italia all'articolo 2, paragrafo 3, l'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), l'imposta sul reddito delle società (IRES) e l'imposta regionale sulle attività produttive (IRAP).
  Merita una particolare segnalazione la disposizione relativa alla risoluzione dei casi di doppia residenza delle persone diverse dalle persone fisiche (paragrafo 3), che prevede la possibilità per le autorità competenti di consultarsi al fine di risolvere la questione, nonché il diniego dei benefìci convenzionali nel caso di mancato accordo fra le due autorità. In questo ambito è dato particolare rilievo al criterio della «direzione effettiva», che corrisponde maggiormente ai princìpi della legislazione fiscale italiana.
  In materia di stabile organizzazione (articolo 5), le disposizioni concordate sono pienamente corrispondenti al modello aggiornato dell'OCSE.
  La tassazione dei redditi immobiliari (articolo 6), come nel modello dell'OCSE, è prevista a favore del Paese in cui sono situati gli immobili, mentre, per quanto Pag. 81concerne il trattamento degli utili di impresa (articolo 7), è accolto il principio generale secondo il quale gli stessi sono imponibili esclusivamente nello Stato di residenza dell'impresa, ad eccezione dei redditi prodotti per il tramite di una stabile organizzazione; in quest'ultima ipotesi lo Stato in cui è localizzata la stabile organizzazione ha il potere di tassare gli utili realizzati nel suo territorio mediante tale stabile organizzazione.
  In materia d'interessi (articolo 10), la convenzione vigente fino ad oggi ha previsto che sia attuata una tassazione concorrente con l'aliquota del 10 per cento; la modifica proposta opta invece per due modalità di tassazione concorrente, rispettivamente con l'aliquota dello 0 per cento sull'ammontare lordo dei dividendi qualora il beneficiario sia una società, non di persone, che detenga almeno il 10 per cento del capitale della società che ha pagato i dividendi nel momento in cui tali dividendi siano stati distribuiti, per un periodo di almeno due anni, e con l'aliquota del 5 per cento in tutti i restanti casi.
  Per il trattamento degli interessi (articolo 11), la disciplina convenzionale prevede che la tassazione definitiva di tali redditi avvenga nel Paese di residenza del beneficiario effettivo; tuttavia, si dispone che tali interessi saranno imponibili anche nello Stato della fonte, ma l'imposta applicata, qualora il debitore non sia il Governo di uno dei due Stati o un organismo ad esso riconducibile, non potrà eccedere il 5 per cento dell'ammontare lordo degli stessi, in luogo dell'aliquota di imposizione in vigore nell'attuale Convenzione che risulta essere pari al 10 per cento sempre in modalità concorrente.
  L'articolo 12, riguardante il trattamento convenzionale dei canoni (royalties) prevede la tassazione presso lo Stato di residenza del percipiente se il residente ne è l'effettivo beneficiario, fatto salvo il caso (paragrafo 4) in cui questi svolga un'attività nell'altro Stato per mezzo di una stabile organizzazione ivi situata o previa base fissa: in tale caso il potere impositivo spetta allo Stato di provenienza dei canoni se e solo se il diritto o il bene generatore dei canoni si ricolleghi effettivamente ad essa. Tuttavia, il paragrafo 2 prevede la possibilità per lo Stato di provenienza dei redditi di applicare un'imposta che non può eccedere il 5 per cento dell'ammontare lordo corrisposto, in luogo del 10 per cento attualmente previsto dalla Convenzione in vigore.
  Per ciò che riguarda la tassazione degli utili di capitale (articolo 13), secondo il criterio raccomandato dall'OCSE, questa avviene, ove si tratti di plusvalenze relative a beni cui è riconosciuta la qualificazione di «beni immobili», ai sensi dell'articolo 6 della Convenzione, nel Paese in cui questi sono situati.
  Qualora si tratti di plusvalenze relative a beni mobili appartenenti alla stabile organizzazione o alla base fissa, nel Paese in cui è situata la stabile organizzazione o la base fissa. Nel caso di plusvalenze relative ad azioni di un'impresa derivanti per più del 50 per cento da beni immobili, nel Paese in cui questi sono situati, mentre per tutti gli altri casi, esclusivamente nel Paese di residenza del cedente.
  Nel rispetto della prassi negoziale italiana è stato mantenuto l'articolo 14 sulle professioni indipendenti che prevede, quale principio generale, l'imposizione nel Paese di residenza; è tuttavia prevista la tassazione concorrente nel Paese di prestazione dell'attività, nel caso della disponibilità di una base fissa utilizzata per l'esercizio della professione.
  Il trattamento fiscale delle remunerazioni per lavoro subordinato è regolato dall'articolo 15, il quale prevede in via generale la tassazione esclusiva nel Paese di residenza del lavoratore, a meno che l'attività non sia svolta nell'altro Stato.
  Uno degli aspetti tecnici fondamentali della Convenzione riguarda le disposizioni dell'articolo 26 in tema di scambio di informazioni; l'accordo raggiunto a tale riguardo, riflettendo interamente i più recenti modelli dell'OCSE, compreso il superamento del segreto bancario, può ritenersi pienamente soddisfacente da parte italiana e in piena concordanza con gli obiettivi di lotta all'evasione fiscale.Pag. 82
  La nuova convenzione configura un nuovo quadro giuridico-economico di riferimento che permetterà alle imprese italiane di operare in tale Paese in condizioni pienamente concorrenziali rispetto agli operatori economici di altri Paesi ad economia avanzata.
  L'Italia è infatti da oltre 10 anni il principale Paese investitore in Romania per numero di aziende registrate e sono moltissimi sono i settori strategici che nei prossimi anni potrebbero rappresentare il volano per un ulteriore consolidamento della nostra presenza imprenditoriale, grazie alle opportunità dischiuse dai fondi europei, dai programmi di privatizzazioni, dalle prospettive di ammodernamento della rete infrastrutturale e dei trasporti, dal buon tessuto industriale esistente e dalla grande disponibilità di risorse agricole e minerarie.

  MARCO FEDI (Relazione – A.C. 3941).
  Signora Presidente, Onorevoli colleghi, rappresentante del Governo. L'accordo in esame si prefigge l'obiettivo di rafforzare la cooperazione tra Italia e Angola di polizia per la lotta alla criminalità transnazionale ed al terrorismo.
  Premetto che l'Angola, dopo essere uscita nel 2002 da una quasi trentennale guerra civile, è ancora oggi impegnata in un percorso di ricostruzione civile ed istituzionale, che l'ha fin qui portata all'approvazione di una nuova Costituzione nel 2010 ed all'organizzazione di elezioni nazionali nel 2012.
  È un Paese dalle enormi potenzialità economiche, anche in ragione della vastità delle sue risorse naturali; vanta uno dei tassi di crescita economica più elevati fra le realtà africane, ma anche una situazione sociale ancora molto precaria, segnata da un altissimo tasso di mortalità infantile e da un'accentuata disuguaglianza sociale.
  La definizione dell'Intesa si è resa necessaria per realizzare una cooperazione bilaterale in materia di sicurezza ben strutturata e maggiormente corrispondente alle attuali esigenze dei due Paesi, rafforzando le relazioni bilaterali tra l'Italia e l'Angola per lo sviluppo e la tutela di interessi strategici in quella area geografica.
  In particolare, l'Accordo disciplina la cooperazione tecnica e la reciproca assistenza nell'ambito della sicurezza e dell'ordine pubblico (articolo 1).
  L'Atto individua nei Ministeri dell'Interno dei due Paesi le autorità competenti per l'attuazione dell'Accordo (articolo 2) e specifica i settori della cooperazione (articolo 3). In particolare le Parti collaborano nella prevenzione, lotta e investigazione della criminalità nelle seguenti aree: il crimine organizzato transnazionale, il traffico illecito di stupefacenti e delle sostanze psicotrope, la tratta di persone ed il traffico illecito di migranti, il traffico illecito di armi e la prevenzione e repressione degli atti terroristici in conformità delle rispettive legislazioni nazionali e degli obblighi internazionali.
  L'intesa stabilisce inoltre le modalità di collaborazione tra i due Paesi indicandone gli strumenti quali lo scambio delle informazioni sulle tipologie di reati e sulle organizzazioni criminali ed il loro «modus operandi», sulle organizzazioni dei gruppi terroristici operanti nei rispettivi territori e sulle persone che ne fanno parte. L'Atto pattizio contiene anche un riferimento alla cooperazione per l'identificazione e la riammissione di cittadini in posizione irregolare (articolo 4).
  L'accordo disciplina, quindi, i requisiti formali e sostanziali delle richieste di assistenza da parte dell'Autorità competente interessata (articolo 5), i casi di rifiuto, qualora l'esecuzione dell'assistenza possa compromettere la sovranità, la sicurezza, la legislazione nazionale (articolo 6). L'intesa stabilisce, poi, la tempistica dell'esecuzione delle richieste, in modo che sia assicurata la sua efficacia, e la verifica dei risultati (articolo 7).
  Nell'accordo sono contenute disposizioni per garantire un'adeguata tutela nella trattazione delle informazioni e dei dati sensibili (articolo 8). È prevista la possibilità di tenere riunioni bilaterali e consultazioni per migliorare la cooperazione (articolo 9).Pag. 83
  L'atto pattizio dispone sulla ripartizione degli oneri finanziari derivanti dall'attuazione dell'Accordo, con particolare riferimento alle spese ordinarie e straordinarie connesse alla trattazione della richiesta di assistenza, nonché delle spese di missione per la partecipazione alle riunioni (articolo 10).
  L'accordo risulta compatibile con gli obblighi internazionali in materia, ed in particolare con i documenti richiamati esplicitamente nel preambolo del testo, quali la risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1990 in materia di cooperazione internazionale nel settore della lotta contro il crimine organizzato, le Convenzioni contro il traffico illecito di sostanze stupefacenti e la Convenzione ONU contro la criminalità organizzata transnazionale firmata a Palermo nel dicembre 2000.
  L'intesa si inserisce in un quadro bilaterale di relazioni assai consolidato sia per i forti legami storici (ricordo il sostegno italiano ai movimenti d'indipendenza angolani e successivamente ingenti sforzi di cooperazione durante la lunga guerra civile) sia per l'attuale rilancio delle relazioni bilaterali in corrispondenza della stabilizzazione e di crescita economica del Paese.

  MARIANO RABINO (Relazione – A.C. 3942).
  Signora Presidente, Onorevoli colleghi, rappresentante del Governo. L'accordo al nostro esame è inteso a rafforzare la collaborazione e la reciproca assistenza fra Italia e Capo Verde nell'azione di contrasto al crimine organizzato transnazionale ed al terrorismo internazionale, favorendo la cooperazione tra le rispettive autorità di polizia.
  L'Accordo in esame è stato redatto sulla base del modello accolto dal Dipartimento della pubblica sicurezza nelle relazioni con Paesi extraeuropei e ricalca nei contenuti altre recenti intese della stessa natura.
  L'Accordo tiene peraltro conto delle disposizioni contenute nelle Convenzioni dell'ONU sulle sostanze stupefacenti contro la criminalità organizzata transnazionale, compresi i Protocolli aggiuntivi contro il traffico di migranti e la tratta di persone.
  Il testo, composto di dodici articoli, identifica come autorità competenti il Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'interno per l'Italia e il Ministero della Giustizia e della Polizia Giudiziaria per Capo Verde e individua i settori di cooperazione operativa, tra cui in particolare il traffico illegale di stupefacenti e di sostanze psicotrope, la tratta di esseri umani, il traffico di migranti e il terrorismo internazionale.
  L'accordo definisce inoltre le modalità della cooperazione che comprende lo scambio delle informazioni sui reati e sulle organizzazioni criminali, sui tipi di stupefacenti, sugli strumenti legislativi e scientifici per combattere il crimine, sulla formazione dei funzionari e sulle tecniche investigative e sui metodi impiegati per il contrasto della tratta di persone. Fra le modalità di cooperazione, l'articolo 3 menziona l'adozione di misure necessarie a consentire l'impiego di speciali tecniche investigative quali le consegne controllate, le operazioni sotto copertura e le consegne controllate.
  L'intesa disciplina poi le procedure per l'esecuzione delle richieste di assistenza fra i due Paesi, individuandone i requisiti formali e sostanziali, la possibilità del rifiuto, con particolare attenzione ai limiti relativi all'utilizzo delle informazioni e dei documenti.
  Il perfezionamento dell'Accordo consentirà di intensificare i nostri rapporti con Capo Verde per contrastare più adeguatamente in un'area geografica nevralgica per il contrasto alle organizzazioni criminali transnazionali dedite al traffico internazionale di stupefacenti ed alla tratta di esseri umani.

  LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (Relazione – A.C. 3945).
  Signora Presidente, Onorevoli colleghi, rappresentante del Governo. L'Accordo in esame s'inserisce nel quadro delle relazioni fra l'Unione europea ed i 79 Paesi ACP (Africa, Caraibi e Pacifico): l'intesa è finalizzata, nell'ambito della politica europea Pag. 84di cooperazione allo sviluppo, al sostegno alla dinamica commerciale fra le Parti, improntata ad una progressiva liberalizzazione asimmetrica degli scambi ed al rafforzamento della cooperazione in tutti i settori connessi al commercio.
  Ricordo che è l'Accordo di Cotonou, firmato originariamente il 23 giugno 2000, a regolare i rapporti fra l'Unione europea ed i Paesi ACP, prevedendo esplicitamente la stipula di accordi di partenariato economico (APE), ovvero di intese finalizzate a sostenere le economie di tali Stati e favorire la loro partecipazione al commercio internazionale, nel quadro di quanto stabilito in sede di Organizzazione mondiale del commercio.
  Nel contesto innovativo determinato dall'Accordo di Cotonou, l'Europa e la CEMAC (Communauté économique et monétaire de l'Afrique centrale), costituita dal Camerun, la Repubblica Centrafricana, il Ciad, il Congo, la Repubblica Democratica del Congo, la Guinea equatoriale, il Gabon e Sao Tomè e Principe hanno deciso nel 2003 di dare ulteriore impulso ai loro rapporti economici, attraverso un'intesa ad ampio spettro, quale appunto l'Accordo di partenariato economico (APE), in cui il fattore sviluppo rappresenta il fulcro delle intese commerciali.
  L'APE infatti non si limita a regolamentare l'accesso in Europa dei beni dei Paesi CEMAC, ma consente all'Unione di sostenere l'Africa nel miglioramento della competitività, nella differenziazione delle esportazioni e nella costruzione dei mercati regionali.
  Già a partire dal 1o gennaio 2008, gli aspetti commerciali dei rapporti con i Paesi ACP avrebbero dovuto essere disciplinati dagli APE, con l'abbandono del regime commerciale preferenziale di Cotonou (che aveva garantito, senza vincoli di reciprocità, franchigie e riduzioni doganali) e nella prospettiva della creazione di un'area di libero scambio entro il 2020.
  Per consentire la sigla del maggior numero di Accordi entro tale scadenza, l'Unione ha adottato una strategia in due fasi: da un lato si è data la priorità alla conclusione d'intese sugli aspetti relativi al commercio di beni e alle misure di accompagnamento, rinviando il negoziato sui servizi e sulle regole (appalti pubblici, investimenti, concorrenza), dall'altro si è provveduto alla ricerca di soluzioni a geometria variabile per le diverse regioni, per permettere ai Paesi più disponibili di giungere rapidamente ad un'intesa con l'UE.
  L'Accordo interinale è stato parafato il 17 dicembre 2007 dal solo Camerun: la sigla dell'intesa ha assicurato a questo Stato l'accesso libero al mercato europeo delle proprie esportazioni (alluminio, cacao, banane, per un valore di circa 314 milioni di euro all'anno), scongiurando le conseguenze negative in cui sarebbe incorso dopo il 1o gennaio 2008.
  Poiché i rimanenti Stati dell'area appartengono per la maggior parte alla categoria dei Paesi meno sviluppati, essi beneficiano comunque dell'accesso al mercato europeo sotto il programma «Everything But Arms» (EBA), con eccezione di Congo e Gabon i quali comunque godono dal 1o gennaio 2008 del Sistema di Preferenze Generalizzato (SPG).
  L'Accordo regola aspetti basilari delle relazioni commerciali: dalla cooperazione allo sviluppo al commercio dei beni, dai dazi applicati alle misure di difesa commerciale, dalla regolamentazione fito-sanitaria alla trasparenza. Dal 1o gennaio 2008 quasi tutte le merci provenienti dal Camerun entrano in Europea a dazio zero, mentre il Paese africano si è impegnato a liberalizzare l'80 per cento dei prodotti europei importati, con particolare riferimento ai macchinari industriali, ai veicoli e prodotti chimici.
  L'obiettivo finale sotteso all'Accordo in esame è quello di agevolare il raggiungimento di un'intesa completa che regoli tutte le materie attualmente non comprese nell'accordo transitorio, e possibilmente estesa a tutti i Paesi dell'Africa centrale.
  È importante rilevare che nell'Accordo interinale le disposizioni concernenti la cooperazione allo sviluppo si legano strettamente agli strumenti e alle politiche dell'Unione europea nel settore, identificando Pag. 85aree prioritarie di intervento che accompagnino l'attuazione dell'APE. Si tratta in particolare dello sviluppo di infrastrutture di base a livello regionale nell'Africa centrale, del perseguimento della sicurezza agricola e alimentare, della diversificazione e aggiornamento dei settori economici e produttivi, del rafforzamento dell'integrazione regionale, del miglioramento dell'ambiente per gli affari e del sostegno all'attuazione di regole inerenti al commercio.
  L'Accordo consta di 108 articoli, ed è suddiviso in otto titoli che meritano di essere qui richiamati.
  Il primo Titolo (articoli da 1 a 3), enuncia gli obiettivi generali, con specifico riferimento, per la parte africana, alla riduzione della povertà, alla promozione dell'integrazione economica e all'implementazione delle capacità di esportazione.
  Il Titolo II (articoli 4-12) è dedicato al partenariato per lo sviluppo e si occupa di modernizzazione delle infrastrutture di base, di agricoltura e sicurezza alimentare, di industria, di competitività delle economie e di integrazione regionale.
  Il Titolo III (articoli 13-53) disciplina il regime commerciale dei prodotti. Il Titolo IV (articoli 54-55) lo stabilimento, gli scambi di servizi e commercio elettronico, il Titolo V (articoli 56-65) le regole connesse al commercio, disponendo in particolare la prosecuzione dei negoziati per la sottoscrizione di un Partenariato pieno, esteso anche a materie come i pagamenti correnti, i movimenti di capitali, la concorrenza, gli appalti e lo sviluppo sostenibile.
  Gli ulteriori titoli sono dedicati alla prevenzione e risoluzione delle controversie nell'applicazione dell'Accordo (Titolo VI – articoli 66-88), ai meccanismi di consultazione, mediazione e arbitrato, (Titolo VII – articoli 89-91) ed alle disposizioni generali e finali (Titolo VIII – articoli 92-108). All'articolato sono poi aggiunti gli allegati che si riferiscono ai dazi doganali sui prodotti originari delle due Parti, oltre ad un Protocollo sull'assistenza amministrativa reciproca in materia doganale.
  In conclusione ricordo che il disegno di legge in esame, già approvato dall'altro ramo del Parlamento, riguarda un accordo fortemente sostenuto dal nostro Paese nell'ottica di una «strategia per l'Africa», pensata anche per rispondere alle problematiche poste dai flussi migratori provenienti da tali area, incentrata, oltre che su interventi diretti come quelli che potranno realizzarsi utilizzando il Fondo istituito con la legge di bilancio appena licenziata dalla Camera, sulla promozione di politiche commerciali adeguate alle economie locali, che vanno tutelate da aperture al commercio internazionale non adeguatamente governate.

  LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (Relazione – A.C. 3947).
  Signora Presidente, Onorevoli colleghi, rappresentante del Governo. L'ultimo Accordo che quest'Aula si trova ad esaminare riguarda la Multinational Land Force (MLF), una formazione militare a livello di Brigata, costituita dalla Brigata alpina Julia, con contributi di reparti sloveni e ungheresi. Istituita originariamente nel 1998, la Forza riceve disposizioni da un Comitato politico-militare trinazionale e può essere impiegata in ambito NATO, ONU, UE e OSCE.
  Dall'inizio della sua attività, la MLF è stata impiegata, fra l'altro, in Kosovo e in Afghanistan, nell'ambito della missione ISAF.
  L'Accordo in esame è finalizzato ad aggiornare la precedente intesa, risalente al 1998 istitutiva della forza militare, rafforzando la cooperazione militare dei tre Paesi nel quadro della comune appartenenza all'Unione europea e alla Nato, contribuendo all'incremento dei livelli di capacità di reazione nelle situazioni di crisi e al consolidamento delle relazioni militari.
  L'Accordo, che consta di un preambolo, di 13 articoli e di un annesso, precisa che l'obiettivo della Forza multinazionale è contribuire alla sicurezza internazionale con attività addestrative congiunte in tempo di pace e lo schieramento, a fini dissuasivi, di una forza militare in caso di crisi.Pag. 86
  Il testo disciplina altresì le modalità d'impiego della Forza, che può essere schierata solo previa decisione unanime delle Parti e utilizzata dietro mandato ONU o di altra organizzazione internazionale. Viene poi definita la struttura del gruppo direttivo politico-militare della MLF e la struttura gerarchica, con l'attribuzione all'Italia del ruolo di capofila.
  I successivi articoli definiscono le modalità di attivazione della Forza per addestramento e funzioni operative, rinviando ad un apposito memorandum la definizione degli aspetti tecnici e logistici. I costi per l'operatività del Quartier generale sono a carico di un bilancio multinazionale, mentre lo status del personale ricalca il modello della NATO. L'Accordo è aperto all'adesione di altri Paesi.
  Evidenziata l'esiguità degli oneri economici per l'Italia, quantificati complessivamente in poco più di 17.000 euro annui a decorrere dall'anno 2016, esprimo soddisfazione per l'imminente conclusione dell'iter del provvedimento, già licenziato dal Senato, in questo ramo del Parlamento, in quanto si riferisce ad un accordo, fortemente voluto dall'Italia, finalizzato a promuovere un progetto di cooperazione militare tra i Paesi partecipanti al fine di stabilizzare la pace e la sicurezza, anzitutto nella regione dell'Europa sudorientale, attraverso la comune partecipazione ad operazioni internazionali e ad attività formative e addestrative.
  La MLF potrà inoltre operare come gruppo di combattimento (battlegroup) dell'UE e pertanto s'inserisce pienamente nella prospettiva di un rafforzamento della capacità d'intervento rapido e d'interoperabilità delle forze armate degli Stati dell'UE delineato nella nuova Strategia europea per l'azione esterna e di sicurezza di fronte alle sfide del XXI secolo, presentata dall'Alta Rappresentante Mogherini nel giugno scorso.
  Si tratta inoltre di un tassello che muove nella direzione di una più compiuta realizzazione del progetto di difesa europea, cui il nostro Paese tiene in modo particolare, come conferma il progetto di una «Schengen della difesa» promosso dal Ministro Gentiloni e dalla Ministra Pinotti e che appare assumere concretezza nuova soprattutto dopo il voto dei cittadini britannici sulla partecipazione del Regno Unito all'Unione europea.

  ANDREA CAUSIN (Relazione – A.C. 3917-A).
  Signora Presidente, Onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, la ratifica in titolo reca: un gruppo di accordi sui servizi e sul trasporto aereo con Qatar, Algeria e Vietnam; un gruppo di accordi sul trasporto marittimo con Algeria e Azerbaijan; un gruppo di accordi in tema di regolamento del trasporto internazionale di viaggiatori e di merci con Kosovo, Moldova, Principato di Monaco, Servia e Andorra.
  Quanto al trasporto aereo, l'Italia ha stipulato da molto tempo accordi bilaterali nel campo dei servizi di trasporto aereo. Tuttavia, il regolamento CE n. 847 del 29 aprile 2004 ha apportato sostanziali innovazioni ed un'omogeneizzazione a livello europeo nella normativa di settore. Proprio per questo, dei tre accordi sui servizi di trasporto aereo oggetto del disegno di legge in esame, quello con il Qatar, che era stato stipulato nel 2002, è accompagnato da un accordo emendativo che tiene conto delle innovazioni nella normativa europea.
  Ciò premesso, gli accordi su questa materia con il Qatar (ed il correlato accordo emendativo), con l'Algeria e con il Vietnam disciplinano in primo luogo i modi di esercizio dei diritti e delle facoltà di sviluppare operazioni aeronautiche internazionali nell'ambito della tabella delle rotte normalmente allegata agli accordi. Vi sono poi disposizioni generali sulle leggi e i regolamenti riguardanti l'ingresso, lo stazionamento e l'uscita dal territorio di ciascuna delle Parti degli aeromobili impiegati nella navigazione aerea internazionale. Correlate disposizioni riguardano gli equipaggi degli aeromobili, i passeggeri e gli spedizionieri.
  Negli accordi bilaterali, poi, le Parti si riconoscono con reciprocità la certificazione di navigabilità degli aeromobili, nonché le licenze rilasciate da ciascuna delle Parti stesse. Vi sono inoltre disposizioni Pag. 87sulle esenzioni doganali che riguardano gli aeromobili utilizzati nell'ambito dei trasporti previsti da ciascun accordo bilaterale e per quanto concerne carburanti, lubrificanti, provviste di bordo, parti di ricambio.
  Sono oggetto degli accordi medesimi anche i requisiti che ciascun vettore deve soddisfare per ottenere l'abilitazione a operare sulle rotte concordate in ciascun accordo bilaterale, con particolare riferimento a quanto imposto dalle clausole standard dell'Unione europea in tema di designazione dei vettori. Negli accordi sono poi previsti casi nei quali le Parti contraenti hanno il diritto di rifiutare, revocare, limitare o sospendere l'autorizzazione di esercizio, anche eventualmente in riferimento a un singolo vettore aereo designato dall'altra Parte.
  Particolarmente rilevanti sono poi le previsioni riguardanti la sicurezza aerea, come anche quelle relative alla protezione della navigazione aerea contro atti illeciti – ad esempio atti terroristici, dirottamenti, eccetera.
  Per quanto riguarda i diritti di sorvolo e di scalo sui rispettivi territori e il diritto all'operatività di servizi aerei internazionali regolari sulle rotte specificate negli allegati a ciascun accordo, questi sono oggetto di appositi articoli, nei quali viene anche sostanzialmente vietata l'attività di cabotaggio nei servizi aerei nel territorio dell'altra Parte contraente.
  È altresì previsto che ciascuna delle Parti contraenti designi uno o più vettori aerei per operare nelle rotte specificate in ciascun accordo. Gli operatori interessati, peraltro, potranno effettivamente espletare le proprie attività subordinatamente ad un'autorizzazione emessa nel più breve tempo possibile da ciascuna delle Parti contraenti. I requisiti dei diversi vettori di trasporto aereo saranno altresì subordinati alle leggi e ai regolamenti vigenti nel territorio di ciascuna delle Parti, ma nel rispetto del principio di parità ed equità nelle condizioni concorrenziali.
  I due accordi bilaterali sui servizi di trasporto marittimo – rispettivamente l'accordo con l'Algeria e l'accordo con l'Azerbaijan – fissano anzitutto la sfera di applicazione dei medesimi, identificata nei trasporti marittimi internazionali operati per conto delle Parti contraenti, ovvero nei trasporti marittimi tra il territorio delle Parti e paesi terzi. Restano esclusi dall'ambito di applicazione di ciascun accordo le attività di cabotaggio nazionale e di navigazione interna al territorio di ciascuna delle due Parti. Particolarmente importanti sono le definizioni di «nave di una Parte contraente» e di «nave utilizzata dalle compagnie marittime di una Parte contraente», alle quali si applica ciascun accordo sul trasporto marittimo, a differenza di tutta una serie di unità navali che ne sono espressamente escluse. Parte integrante di questo tipo di accordi è l'individuazione delle Autorità competenti per l'attuazione di ciascun accordo.
  Un'altra componente tipica degli accordi sui trasporti marittimi è la riaffermazione del principio della libertà della navigazione, da cui discende l'impegno delle Parti ad eliminare ogni ostacolo allo sviluppo degli scambi marittimi tra i due Paesi. Conseguentemente ciascuna delle Parti riserva alle navi dell'altra Parte contraente che facciano scalo nei suoi porti lo stesso trattamento riservato alle proprie navi di bandiera, su base di completa reciprocità. Parte integrante della facilitazione ai trasporti marittimi tra i due paesi contraenti è l'impegno reciproco a ridurre al massimo la durata della permanenza dei container nelle infrastrutture portuali, agevolando allo scopo le formalità doganali e quelle collegate ai profili della salute pubblica.
  È prevista una serie di facilitazioni in materia d'ingresso, soggiorno e transito nel territorio di ciascuna delle Parti contraenti da parte di marittimi imbarcati su unità navali dell'altra Parte, con diverse procedure a seconda che si tratti di cittadini di quella Parte contraente o di cittadini di paesi terzi.
  Per quanto invece concerne il delicato profilo dell'eventuale compimento di reati a bordo delle navi, se questa eventualità dovesse darsi in un'imbarcazione di una Parte contraente mentre si trova nelle Pag. 88acque territoriali dell'altra Parte, si rimanda all'applicazione dell'articolo 27 della Convenzione sul diritto internazionale del mare di Montego Bay del 1982, ratificata dall'Italia con la legge n. 689 del 1994.
  L'equiparazione alle navi nazionali vale anche nel caso in cui una nave dell'altra Parte contraente subisca un incidente marittimo in un porto o comunque nelle acque territoriali dell'altra Parte contraente: è infatti previsto che sia per i soccorsi all'equipaggio e ad eventuali passeggeri che per il salvataggio delle merci imbarcate venga prestata la stessa assistenza assicurata in condizioni similari alle proprie navi di bandiera. Contestualmente, le Autorità dello Stato nel cui territorio è avvenuto il sinistro notificano prontamente al più vicino rappresentante consolare dell'altra Parte quanto accaduto.
  In questo tipo di accordi sono normalmente previste anche clausole di salvaguardia degli obblighi e dei diritti che le Parti contraenti hanno già assunto in forza di altri impegni internazionali, con particolare riguardo alle Convenzioni multilaterali.
  I sei accordi bilaterali sui servizi di autotrasporto di viaggiatori e merci – rispettivamente sottoscritti con il Kosovo, con la Moldova, con il Principato di Monaco, con il Montenegro, con la Serbia e con il Principato di Andorra – mirano ad offrire un fondamento normativo, secondo il principio della reciprocità, all'attività degli autotrasportatori che operano tra i territori delle due Parti contraenti; in tal modo si vuole contribuire in particolare alla regolarità e allo sviluppo dei viaggi e dell'interscambio di merci tra i due Paesi. Anzitutto, si stabilisce che i vettori sono autorizzati al trasporto di viaggiatori e merci tra i due Paesi contraenti o anche in transito nel territorio dell'altra Parte.
  Per quanto concerne il trasporto di viaggiatori, questo viene distinto in regolare ed occasionale. I trasporti regolari con autobus vengono sottoposti al regime dell'autorizzazione preventiva, e sono organizzati in collaborazione tra le competenti Autorità delle Parti contraenti secondo le decisioni della Commissione mista istituita quale sede di consultazione e collaborazione: le Autorità competenti si scambiano autorizzazioni al percorso nel proprio territorio. I trasporti occasionali con autobus vengono sottoposti ad autorizzazione specifica, sulla base della domanda indirizzata all'Autorità competente del proprio Stato. Sono però esenti da tali autorizzazioni alcuni trasporti occasionali tipici dei viaggi turistici.
  Per quanto concerne i trasporti di merci, sono anch'essi sottoposti al regime dell'autorizzazione preventiva: essa è valida per un viaggio di andata e ritorno e non è cedibile ad altre imprese, ha una durata determinata e dà diritto ad effettuare carichi anche nel viaggio di ritorno, con l'utilizzo di un veicolo o di un complesso di veicoli. Esiste tuttavia una serie di tipologie di trasporto, per le quali l'autorizzazione non è necessaria.
  Completano questa tipologia di accordi disposizioni generali e finali, le più importanti riguardano: la determinazione dei requisiti di idoneità delle imprese; l'esenzione, su base di reciprocità, dal pagamento dei diritti doganali; l'impegno reciproco delle Parti a consentire il trasferimento degli utili; la previsione di negoziati e consultazioni bilaterali quali mezzi per la risoluzione di eventuali controversie in merito all'interpretazione di ciascun Accordo; la previsione della durata di ciascun Accordo, nonché della possibilità di denuncia dello stesso, e dell'emendabilità di esso per via diplomatica su base consensuale.
  Quanto al disegno di legge di autorizzazione alla ratifica, l'articolo 3, modificato nel corso dell'esame in sede referente per tenere conto delle condizioni poste dalla Commissione bilancio, reca la norma di copertura finanziaria degli oneri correlati all'attuazione di otto degli undici accordi in quanto i tre accordi sui servizi di trasporto aereo con Qatar, Algeria e Vietnam non recano oneri aggiuntivi per la finanza pubblica.
  In conclusione, al di là delle considerazioni di merito sui singoli accordi, non posso fare a meno di ricordare che, come Pag. 89ben evidenziato dal presidente Cicchitto all'avvio dell'esame in sede referente, alla luce dell'elevato numero di accordi bilaterali a cui si riferisce il disegno di legge ratifica, la Commissione affari esteri, in maniera largamente condivisa, ravvisa per il futuro l'inopportunità della presentazione da parte del Governo di disegni di legge di ratifica così impostati che sviliscono la portata politica ed istituzionale dello stesso processo di ratifica e impediscono un dibattito articolato e una valutazione del provvedimento in connessione alle relazioni con i singoli Paesi.
  Ciò premesso, auspico una rapida conclusione dell'iter di esame del provvedimento.

  STEFANO DAMBRUOSO (Dichiarazione di voto su mozione concernente iniziative di competenza in relazione alle stragi naziste del 1943-1945).
  Onorevole Presidente, onorevoli Colleghi, la seconda guerra mondiale, soprattutto nella sua fase finale, ha lasciato un segno indelebile nella storia del nostro Paese e le migliaia di donne e uomini, civili e militari, che hanno sacrificato la vita per liberare l'Italia dalla dittatura e dall'occupazione straniera non può essere dimenticato. Il prezzo della democrazia, della nostra pace e dell'unità nazionale è stato altissimo in termini di vite e tutti noi abbiamo un debito eterno nei confronti dei testimoni e degli eredi di quelle esperienze fondative della Repubblica.
  In particolare nel triennio 1943-1945, decine di migliaia di italiani furono trucidati dagli occupanti nazisti e dai militi della Repubblica Sociale Italiana (R.S.I.) in Italia e all'estero: nell'immediato dopoguerra oltre 2.300 fascicoli riguardanti tali eccidi che hanno causato dai 15 ai 20 mila morti – per gran parte anziani, donne e bambini, nonché militari – furono sottratti ai magistrati militari territoriali e oggetto poi di occultamento come dimostra il rinvenimento, nel 1994, nelle stanze della procura generale militare, di 695 fascicoli «archiviati provvisoriamente» nel 1960.
  A partire dal 1994, con un encomiabile impegno delle magistrature militari territoriali, alcuni processi sono stati celebrati ed hanno portato alla definitiva condanna all'ergastolo degli imputati; tali sentenze purtroppo sono rimaste solo sulla carta soprattutto per il rifiuto del Governo della Germania ad applicare l'esecuzione delle pene comminate; ma dal 15 febbraio scorso i materiali relativi ai 695 fascicoli occultati sono stati desecretati e resi disponibili sul sito web della Camera dei deputati insieme alla documentazione prodotta dalla Commissione bicamerale d'inchiesta istituita con la legge del 15 maggio 2003, n. 107.
  Con la sentenza del 3 febbraio 2012 la Corte internazionale dell'Aja ha purtroppo accolto il ricorso della Germania contro le sentenze dei tribunali militari italiani, che condannavano la Repubblica federale di Germania, come responsabile civile, a risarcire le vittime delle stragi e gli altri danni cagionati: la motivazione dei giudici dell'Aja si basa sui principi del diritto internazionale consuetudinario per cui uno Stato sovrano non può essere soggetto alla giurisdizione di un tribunale straniero, senza possibilità di deroghe. Tale sentenza ha di fatto ricondotto a mere azioni belliche quelli che furono veri e propri «crimini contro l'umanità», ma nel dispositivo l'Alta Corte dell'Aja ha comunque lasciato aperta la via della conciliazione tra i due Stati, per addivenire ad un accordo per l'attuazione delle pene.
  A tal fine è stata istituita una Commissione di storici italo-tedeschi, che ha depositato la sua relazione conclusiva nel 2013, formulando anche una serie di «raccomandazioni» perché si realizzino gli obiettivi della verità e della giustizia. A partire dalla presentazione del rapporto della Commissione di storici, i Ministeri degli affari esteri di Italia e Germania hanno, quindi, impostato un programma di lavoro congiunto, con l'istituzione del Fondo per il futuro, alimentato da parte tedesca con 4 milioni di euro per il quadriennio 2013-2017, per la realizzazione Pag. 90di progetti volti a creare una memoria condivisa del tragico passato di guerra degli anni 1943-45.
  Dobbiamo impegnarci per portare a termine il percorso intrapreso con la Repubblica federale tedesca e far sì che ai primi atti di riparazione compiuti facciano seguito iniziative concrete e consistenti volte alla ricostruzione di una memoria storica condivisa e ad una riparazione, almeno morale, da parte della Germania per i pochissimi superstiti e i loro familiari.
  È necessario adoperarsi, quindi, perché sia assicurata l'esecuzione anche in Germania delle sentenze di condanna dei criminali tedeschi emesse dai tribunali italiani in relazione alle stragi del 1943-45, per chiudere con dignità questa dolorosa vicenda e rafforzare la conoscenza di quei crimini, in modo da porre le basi perché fatti del genere non possano ripetersi.
  Come gruppo Civici e Innovatori abbiamo sottoscritto questa mozione e oggi la voteremo convintamente, certi in questo modo di favorire la conoscenza e lo studio delle stragi che hanno colpito il nostro Paese tra il 1943 e il ’45 e di promuovere tutte le misure necessarie per la formazione di una vera memoria collettiva sulla seconda guerra mondiale e sul sacrificio fatto dagli italiani per conquistare la nostra libertà.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3765).
  Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, qualche mese fa abbiamo ratificato l'Accordo di cooperazione Governo della Repubblica italiana e il Regno hascemita di Giordania in materia di lotta alla criminalità oggi siamo chiamati a continuare il lavoro teso a mantenere solidi rapporti con questa monarchia, che risulta essere geopoliticamente strategica, con la ratifica dell'accordo di cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma nel 2015 e che rinnova un precedente accordo del 2002.
  Non entro nel merito dell'articolato, composto da un preambolo e 12 articoli, come ben evidenziato dal relatore, ma voglio sottolineare che esso rispetta pienamente la legge 185 del 1990 sull’export di armi ed impedisce la riesportazione di materiali per la difesa in Paesi Terzi senza il consenso del Paese che li ha venduti. Un aspetto importante per il posizionamento strategico del Regno hascemita che offre una isola di stabilità in un'area altamente conflittuale, dove si osservano persecuzioni religiose e l'imperversare di forze terroristiche.
  La Giordania rappresenta un punto di riferimento in questo contesto ed è per questa ragione che annuncio il voto favorevole.

  GIOVANNI PALLADINO (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3765).
  Signora Presidente, rappresentanti del Governo, Onorevoli colleghi ! Stiamo per votare la ratifica di un Accordo sottoscritto tra Italia e Giordania nell'aprile 2015 e che rinnova una precedente intesa bilaterale del 2002, con lo scopo di fissare la cornice giuridica entro la quale sviluppare la cooperazione tra i due Paesi nel settore della difesa. L'intento è quello di consolidare le rispettive capacità difensive, migliorare la comprensione reciproca su questioni della sicurezza e indurre positivi effetti nei relativi settori produttivi.
  Si tratta di un Accordo di rilievo considerato delicato contesto geopolitico della Giordania Paese con poco più di sei milioni di abitanti, che ospita attualmente nel suo territorio oltre un milione di rifugiati siriani. Si tratta di un Paese che ha confini molto delicati, da un lato con Israele e dall'altro con l'Iraq e la Siria. La sua stabilità politica è dunque essenziale nel quadrante mediorientale.
  L'accordo disciplina gli strumenti operativi in campi di interesse e modalità di attuazione della cooperazione, prevedendo tra l'altro che siano i rispettivi Ministeri della difesa ad organizzare attività come visite reciproche di delegazione, scambi di esperienze e incontri. Fra i campi di cooperazione vengono annoverate la politica di sicurezza e difesa, la ricerca, le operazioni umanitarie e di mantenimento della pace, formazione, organizzazione e impiego delle Forze armate.Pag. 91
  Viene disciplinata l'eventuale cooperazione nel settore dei materiali per la difesa, da realizzare in conformità ai rispettivi ordinamenti interni: dunque, per il nostro Paese, nel rispetto della legge n. 185 del 1990 e limitatamente a specifiche categorie di armamenti. Sono esplicitamente escluse dall'ambito di cooperazione le Mine antiuomo o l'esportazione di materiali acquisiti verso Paesi terzi, senza il preventivo benestare della parte cedente.
  Si dispone in merito alle modalità per lo svolgimento delle attività di cooperazione nel settore dell'industria e della difesa e della politica degli approvvigionamenti, della ricerca e dello sviluppo degli armamenti.
  Si impegnano le parti a protezione della proprietà intellettuale, ivi inclusi i brevetti derivanti da attività condotte in conformità dell'Accordo.
  L'intesa in esame consentirà al nostro Paese di consolidare ulteriormente i nostri legami con la Giordania che, attraverso il ruolo della monarchia hascemita, svolge da decenni un importante e costruttivo ruolo di moderazione nella gestione delle crisi regionali, in questo momento particolarmente acute, grazie anche alla stabilità del Paese in un'area estremamente volatile ed alla sua cultura, ispirata ad una visione aperta e tollerante dell'Islam, con una particolare enfasi sul rispetto delle minoranze.
  Per questi motivi e considerato che detto Accordo non contiene profili di incompatibilità con la normativa nazionale, né con l'ordinamento comunitario o con gli altri obblighi internazionali del nostro Paese, esprimo il voto favorevole del Gruppo Civici ed Innovatori.

  BRUNO ARCHI (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3765).
  L'Accordo in esame è stato stipulato dopo la decadenza della precedente intesa bilaterale sulla materia.
  Anche il nuovo Accordo riveste notevole rilevanza, considerata la collocazione geopolitica della Giordania nell'area mediorientale, e la necessità di contribuire nella zona ad una maggiore stabilità, ma anche per i possibili effetti su alcuni settori produttivi dei due Paesi, in particolare quelli interessati ai materiali per la difesa e alla filiera logistica.
  Riteniamo di particolare importanza l'attenzione data alla sicurezza delle informazioni classificate, alle quali dovrà essere garantita una protezione adeguata agli standard nazionali e internazionali. Il testo riporta le rispettive classificazioni di sicurezza, prevedendo altresì che qualsiasi informazione scambiata in base all'Accordo in esame venga utilizzata nei termini specificamente previsti dalle Parti nell'ambito delle finalità dell'Accordo stesso. È inoltre previsto che il trasferimento di informazioni classificate a Parti terze dovrà essere subordinato all'autorizzazione scritta della Parte che ha dato origine alle informazioni.
  Signor Presidente, annuncio pertanto il voto favorevole del Gruppo di Forza Italia al disegno di legge al nostro esame.

  MARCO FEDI. (Dichiarazione di voto finale A.C. 3765).
  L'Accordo all'esame dell'aula, che rinnova un precedente accordo del 2002, già approvato dal Senato, ha lo scopo di definire la cornice giuridica entro cui sviluppare la cooperazione fra i due Paesi nel settore della difesa, con l'intento di consolidare le rispettive capacità difensive, di migliorare la comprensione reciproca sulle questioni della sicurezza e di indurre positivi effetti indiretti nei relativi settori produttivi e commerciali.
  Fra i campi di cooperazione sono annoverate la politica di sicurezza e difesa, la ricerca, le operazioni umanitarie e di mantenimento della pace, la formazione, l'organizzazione e l'impiego delle Forze armate.
  L'eventuale cooperazione nel settore dei materiali per la difesa, potrà realizzare esclusivamente in conformità ai rispettivi ordinamenti nazionali, dunque, per l'Italia, nel rispetto della legge n. 185 del 1990, e limitatamente a specifiche categorie di armamenti. Sono espressamente escluse dall'ambito di cooperazione le mine anti-uomo e la riesportazione dei materiali acquisti verso Paesi terzi. L'accordo stabilisce anche le modalità per lo svolgimento Pag. 92di attività di cooperazione nel settore dell'industria della difesa e della politica degli approvvigionamenti, della ricerca e dello sviluppo degli armamenti. Questo accordo consentirà di consolidare ulteriormente i nostri legami con la Giordania che svolge da decenni un importante e costruttivo ruolo di moderazione nella gestione delle crisi regionali.
  Il voto favorevole del Gruppo del Partito Democratico, Presidente, si basa sui contenuti dell'accordo, sul pieno rispetto delle norme della legge 185 del 1990, sul nostro impegno nella cooperazione internazionale, oltre che sul piano degli accordi di difesa e sicurezza e per il contrasto alla criminalità. La Giordania è un importante alleato che si trova a contrastare gravi episodi di violenza e che confina con Stati a rischio di frantumazione.
  Nel quadro dell'azione di contrasto a Daesh, la Giordania è in prima linea e riteniamo quindi essenziale il perfezionamento di un accordo con un alleato chiave.
  Accanto a queste iniziative continua l'impegno per rafforzare la cooperazione internazionale nei campi profughi, così come si intensificano i rapporti commerciali e l'interscambio con la Giordania. La linea della politica economica del Paese è stata indirizzata alla liberalizzazione del commercio, all'integrazione regionale e globale, all'incoraggiamento di programmi di privatizzazione e degli investimenti. In linea con tale apertura, il Governo sta dando attuazione alle leggi sulla partnership pubblico-privato e sugli investimenti, con l'obiettivo di semplificare le procedure e attrarre nuove risorse.
  Accanto a questi obiettivi non può e non deve mancare la cooperazione nel settore della difesa, per rendere possibile tutto il resto, per garantire le possibilità di cooperazione allo sviluppo e la crescita economica, politica e sociale in tutta l'area.

  MARIO SBERNA (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3880).
  L'accordo in discussione intende aggiornare, nel quadro delle relazioni attualmente vigenti tra Italia e Romania la Convenzione firmata nel 1977 e volta, appunto, a evitare doppie imposizioni fiscali nei confronti dei cittadini e delle imprese residenti in uno, o in entrambi, i Paesi firmatari. La Convenzione del 1977 cesserà di avere efficacia quando sarà definitivamente ratificata la nuova Convenzione, che si compone di 31 articoli e di un protocollo, ed è redatta sul modello delle Convenzioni fiscali predisposto dall'Ocse per evitare le doppie imposizioni.
  Tra gli articoli della Convenzione appaiono importanti in particolare il 10, 1'11 e il 12 che hanno tutti disposizioni finali di natura antielusiva, avente per oggetto la disapplicazione del trattamento previsto dalla Convenzione stessa qualora lo scopo del beneficato dei redditi sia quello di ottenere i suddetti benefici in modo fraudolento o artificioso. Non si tratta di disposizioni poco importanti data la presenza significativa di imprese italiane in Romania, e sempre di più anche di romene in Italia. Appare anche importante l'articolo 15, che riguarda la disciplina del lavoro subordinato che prevede la tassazione esclusiva nel Paese di residenza del lavoratore, a meno che l'attività non sia svolta nell'altro Stato. Tuttavia, anche in questo caso, la tassazione avverrà esclusivamente nel Paese di residenza del percipiente, qualora ricorrano i seguenti usuali criteri concorrenti: a) permanenza nell'altro Stato per un periodo non superiore a 183 giorni nel corso dell'anno fiscale; b) pagamento delle remunerazioni da, o per conto di, un datore di lavoro che non è residente dell'altro Stato; c) onere delle remunerazioni non sostenuto da una stabile organizzazione o base fissa che il datore di lavoro ha nell'altro Stato. Anche questo articolo contiene una disposizione di natura antielusiva che mira a preservare la potestà impositiva degli Stati contraenti sulle indennità di fine rapporto o sulle remunerazioni forfetarie di natura analoga anche a fronte di cambi di residenza.
  Si tratta di una convenzione importante e che riguarda molti cittadini dei due Stati. Sappiamo, infatti, che sempre maggiore Pag. 93è la presenza di italiani, sia cittadini sia imprese, nella repubblica balcanica, affine per lingua e per cultura al nostro Paese, e sappiamo ancor di più quanto rilevante sia la presenza di cittadini rumeni in Italia. Secondo dati Istat a fine 2015 risultavano stabilmente residenti nel nostro Paese oltre un milione di cittadini provenienti dalla Romania. Si tratta in larga parte di persone che svolgono un ruolo essenziale nel welfare privato del nostro Paese, e che con il loro lavoro alleviano non solo la difficile condizione di molte persone, cittadini italiani, ma anche lo stesso sistema previdenziale pubblico, che non reggerebbe tanto facilmente senza il lavoro delle cosiddette «badanti», mentre, come ricordato in precedenza si va sempre più sviluppando una imprenditoria rumene in Italia che crea lavoro e profitto non solo per i cittadini rumeni residenti in Italia ma anche per il nostro Paese. Il Gruppo Democrazia Solidale – Centro Democratico, per questo, vota convintamente a favore della ratifica in esame.

  ROBERTA OLIARO (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3880).
  Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, il gruppo Civici e Innovatori voterà a favore del disegno di legge in esame che reca la ratifica ed esecuzione della Convenzione tra la Repubblica italiana e la Romania per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, aggiornando quella vigente tra firmata a Bucarest il 14 gennaio 1977 e ratificata con la legge n. 680/1978, al fine di disciplinare meglio gli aspetti fiscali relativi alle relazioni economiche e finanziarie poste in essere tra i soggetti residenti in una delle due Parti contraenti, realizzando una più efficiente ed equilibrata ripartizione della materia imponibile ed intensificando la cooperazione amministrativa bilaterale.
  L'aggiornamento del quadro pattizio bilaterale in materia tra Italia e Romania è attesa da tempo da tutti gli operatori economici italiani che intrattengono rapporti economici e commerciali con la Romania. L'Italia è infatti da oltre dieci anni il principale Paese investitore in Romania per numero di aziende registrate in vari settori strategici.
  La nuova Convenzione permetterà quindi di definire un quadro giuridico stabile, che consentirà alle imprese italiane di operare in Romania, nonché di avere rapporti economici e finanziari con soggetti di tale Paese, in condizioni pienamente concorrenziali rispetto agli operatori economici di altri Paesi ad economia avanzata, garantendo contestualmente gli interessi generali tutelati dall'amministrazione finanziaria italiana.
  La Convenzione di cui si propone la ratifica si– pone sulla falsariga di analoghe convenzioni stipulate da altri Paesi occidentali ed è redatta sulla base del modello di convenzione fiscale predisposto dall'OCSE, discostandosene solo per taluni aspetti, in relazione ad aspetti particolari dei sistemi fiscali dei due Paesi.
  Per quanto concerne i contenuti dell'accordo, le imposte italiane prese in considerazione sono l'IRPEF, l'IRES e l'Irap, mentre per la Romania l'imposta sul reddito e l'imposta sugli utili. Inoltre, la Convenzione si applicherà anche alle imposte future di natura identica o sostanzialmente analoga che verranno istituite successivamente alla firma della Convenzione stessa.
  Le autorità competenti sono, per l'Italia, il Ministero dell'Economia e delle Finanze, e per la Romania il Ministero della Finanza Pubblica.
  In relazione al concetto di stabile organizzazione, le disposizioni della Convenzione sono sostanzialmente corrispondenti al modello dell'OCSE.
  La tassazione dei redditi immobiliari, in base al modello dell'OCSE, è prevista a favore del Paese in cui sono situati gli immobili, mentre, per quanto concerne il trattamento degli utili delle imprese, è stato accolto il principio generale secondo il quale gli stessi sono imponibili nello Stato di residenza dell'impresa, fatta eccezione nel caso in cui l'impresa svolga attività nell'altro Stato, per mezzo di una stabile organizzazione.Pag. 94
  Tra gli altri aspetti rilevanti della Convenzione va sottolineata la nuova disciplina di imposizione dei dividendi, degli interessi, dei canoni o royalties, degli utili di capitale, nonché le disposizioni in materia di tassazione dei redditi derivanti dall'esercizio di una libera professione o da altre attività di carattere indipendente, la disciplina del trattamento fiscale delle pensioni, delle remunerazioni per lavoro subordinato e dei redditi derivanti dallo svolgimento di funzioni pubbliche.
  Si prevede invece l'esenzione da imposta, per un periodo non superiore a sei anni consecutivi, nel caso di somme ricevute da studenti o da apprendisti, a condizione che esse provengano da fonti situate fuori del Paese di soggiorno e che siano destinate al mantenimento, allo studio o alla formazione. Le remunerazioni derivanti dalle attività di insegnamento e di ricerca esercitate nello Stato di soggiorno da un professore o da un insegnante che è residente dell'altro Stato sono invece esenti da imposta nel primo Stato soltanto quando il periodo di soggiorno non supera i due anni.
  Importanti sono le disposizioni relative al metodo per evitare le doppie imposizioni, in relazione al quale è stato adottato, per l'Italia, il metodo di imputazione ordinaria che limita l'ammontare del credito relativo all'imposta estera alla quota di imposta italiana attribuibile agli elementi di reddito imponibili in Romania nella proporzione in cui gli stessi concorrono alla formazione del reddito complessivo.
  In tema di scambio di informazioni l'accordo raggiunto riflette interamente i più recenti standard dell'OCSE, compreso il superamento del segreto bancario, cosicché può ritenersi pienamente soddisfacente da parte italiana e in piena concordanza con gli obiettivi di lotta all'evasione ed elusione fiscale.
  In conclusione ribadisco il voto favorevole di Civici e Innovatori alla ratifica della Convenzione tra Italia e Romania, necessaria per l'avvio di un processo di collaborazione tra i due Paesi ai fini del relativo scambio di informazioni di carattere fiscale, sottolineando come tale accordo possa costituire un contributo al sostegno di molte imprese italiane che intrattengono rapporti economici e commerciali con la Romania e che devono confrontarsi con la concorrenza internazionale nell'attuale delicata congiuntura economica nazionale e globale.

  BRUNO ARCHI (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3880).
  La Convenzione tra la Repubblica italiana e la Romania per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo aggiuntivo, fatta a Riga il 25 aprile 2015, intende aggiornare, nel quadro delle attuali relazioni economico-finanziarie italo-rumene, la vigente Convenzione per evitare le doppie imposizioni conclusa tra Italia e Romania il 14 gennaio 1977, realizzando una più efficiente ed equilibrata ripartizione della materia imponibile ed intensificando la cooperazione amministrativa bilaterale.
  Il quadro giuridico delineato dalla nuova Convenzione, redatta sulla base del modello di convenzione fiscale predisposto dall'OCSE, è volto a consentire alle imprese italiane di operare in Romania in condizioni pienamente concorrenziali con gli operatori economici di altri Paesi ad economia avanzata, garantendo, nel contempo, l'interesse generale dell'amministrazione finanziaria italiana.
  Considerando il considerevole numero di imprenditori italiani che operano in Romania e la necessità di un quadro fiscale chiaro a loro tutela, dichiaro il voto favorevole del Gruppo di Forza Italia al disegno di legge al nostro esame.

  MARCO CAUSI (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3880).
  La nuova convenzione fiscale fra Italia e Romania aggiorna la precedente, che risale al lontano 1977.
  L'aggiornamento consiste nella piena adozione del nuovo sistema di regole fiscali internazionali contenuto nei modelli OCSE e nei recenti trattati multilaterali, con il duplice obiettivo di evitare doppie imposizioni e di contrastare evasione ed elusione fiscale.Pag. 95
  Gli strumenti per conseguire questi obiettivi derivano dalle nuove procedure innovative promosse da OCSE, G20 e Unione Europea, e in particolare: a) nuova definizione di stabile organizzazione; b) possibilità di consultazione reciproca fra le due amministrazioni finanziarie; c) contrasto al cosiddetto «treaty shopping», e cioè alle forme di pianificazione fiscale aggressiva; d) scambio di informazioni, anche qui in linea con l'evoluzione delle regole multilaterali, compreso il superamento del segreto bancario e la tracciabilità delle relative informazioni fra i due Stati.
  Si tratta insomma di una nuova architettura giuridica bilaterale in materia tributaria, che coinvolge due paesi tra i quali avvengono rilevanti flussi di interscambio nonché di investimenti diretti esteri. In questo quadro, le nuove regole miglioreranno i profili di competitività delle imprese italiane che investono in Romania e renderanno più forti gli strumenti di lotta all'evasione ed elusione fiscale in entrambi i paesi.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3917-A).
  Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, il disegno di legge al nostro esame ha ad oggetto l'autorizzazione alla ratifica di undici accordi bilaterali in materia di trasporti aerei, marittimi e stradali, in particolare: tre accordi sui servizi di trasporto aereo con il Qatar, con l'Algeria e con il Vietnam; due accordi nel campo dei trasporti marittimi tra Italia e Algeria e tra Italia e Azerbaijan; sei accordi nel campo dell'autotrasporto internazionale di viaggiatori e merci con il Kosovo, con la Moldova, con il Principato di Monaco, con il Montenegro, con la Serbia e con Andorra.
  Alcuni degli accordi menzionati, in specie quelli predisposti nel campo dei servizi aerei, modificano i precedenti accordi, per adattarli alla disciplina comunitaria in materia di trasporti aerei.
  L'esigenza di norme comuni al livello europeo è di fondamentale importanza, in particolare per aspetti quali, ad esempio, la definizione delle rotte, la certificazione di navigabilità degli aeromobili, e ancor di più la sicurezza aerea e la necessaria cooperazione tra autorità nazionali in questo campo.
  In generale, il parallelismo tra competenze interne e competenze esterne (nei rapporti con i Paesi terzi) dell'Unione europea in materia di trasporti, come affermato dalla Corte di Giustizia, assicura l'effetto utile della disciplina dell'Unione in materia di trasporti.
  Agli Stati membri resta il margine d'azione che non è coperto dall'esercizio della competenza comunitaria, la quale, quando è esercitata, conformemente ai Trattati, assicura una regolamentazione uniforme in un settore tanto delicato quanto strategico per l'Unione europea.
  Ciò vale anche per i trasporti marittimi internazionali e per l'autotrasporto internazionale di viaggiatori e merci, che hanno un'importanza strategica per lo sviluppo dei viaggi e degli scambi commerciali tra Paesi europei e Paesi del Mediterraneo e dell'Europa Orientale.
  L'Italia ha una posizione privilegiata sia sul piano geografico che geopolitico, oltre che nel commercio e nella cooperazione internazionale, nelle aree interessate dagli accordi in esame e potrà beneficiare, e realizzare meglio i propri obiettivi, avvalendosi di regole specifiche e all'avanguardia in materia di trasporti.
  La disciplina sui trasporti è infatti una disciplina strumentale allo sviluppo di molte altre politiche.
  L'era della globalizzazione dell'economia, delle reti e della comunicazione digitale ci sollecita ad essere pronti e all'avanguardia anche nella costruzione e nell'utilizzo di mezzi di trasporto più tradizionali.
  Sono i mezzi che dai tempi più antichi ci consentono di realizzare ponti con altri territori e di incontrare culture vicine alla nostra.
  Con queste convinzioni dichiaro il voto favorevole del mio Gruppo parlamentare.

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  IVAN CATALANO (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3917-A).
  Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, a nome del Gruppo Civici e Innovatori, desidero esprimere soddisfazione per il lavoro diplomatico che ha portato alla stipulazione dei ben undici trattati bilaterali che siamo oggi chiamati a ratificare.
  Sei di questi accordi riguardano la regolamentazione dell'autotrasporto di viaggiatori e merci e sono stati sottoscritti con Principato di Monaco, Andorra e con quattro Stati non-UE dell'Europa Orientale (Kosovo, Moldova, Montenegro e Serbia). Essi mirano ad offrire un fondamento normativa all'attività degli autotrasportatori, sulla base del principio di reciprocità. Riteniamo che la creazione di tale base normativa sia, fondamentale in un'ottica di promozione degli scambi commerciali, in quanto si dà agli operatori privati un quadro di disposizioni chiare e conoscibili per organizzare i propri servizi.
  Si stabilisce che i vettori sono autorizzati a trasportare viaggiatori e merci tra i due Paesi contraenti o anche solo a transitare nel territorio dell'altra Parte, distinguendo trasporti regolari e occasionali. I trasporti regolari con autobus vengono sottoposti al regime dell'autorizzazione preventiva, e sono organizzati in collaborazione tra le competenti Autorità delle Parti contraenti secondo le decisioni di una Commissione mista. Tali permessi sono necessari anche per il semplice transito nel territorio dell'altra Parte con destinazione verso un paese terzo. I trasporti occasionali con autobus vengono sottoposti ad autorizzazione specifica, sulla base della domanda indirizzata all'Autorità competente del proprio Stato. Sono però state previste opportune esenzioni per diverse tipologie di trasporto turistico.
  Anche i trasporti di merci sono sottoposti al regime dell'autorizzazione preventiva: essa è valida per un viaggio di andata e ritorno, con possibilità di carico anche in quest'ultimo, e non è cedibile. Si è prevista anche qui una lista di esenzioni, modificabile da parte di una Commissione mista. Non servirà autorizzazione per il mero transito di merci nel territorio dell'altra Parte. Resta in ogni caso vietato il servizio merci con inizio e destinazione nel territorio dell'altra. Parte contraente, nonché, di norma, il trasporto di merci fra il territorio dell'altra Parte contraente e un paese terzo. Gli accordi contengono infine norme specifiche in materia doganale e fiscale.
  I tre accordi bilaterali con Qatar, Algeria e Vietnam, nel campo dei servizi di trasporto aereo seguono numerosi altri accordi simili che l'Italia ha stipulato nel corso degli anni, tenendo conto delle disposizioni del regolamento CE n. 847 del 29 aprile 2004 di omogeneizzazione a livello europeo nella normativa di settore.
  Tali accordi prevedono esenzioni doganali e fiscali, in tema di carburanti, lubrificanti, provviste di bordo, pezzi di ricambio e dotazioni normalmente previste. Inoltre, disciplinano le modalità di sviluppo di operazioni aeronautiche internazionali su determinate rotte. Si prevede poi il riconoscimento reciproco della certificazione di navigabilità e delle licenze e si individuano i casi che legittimano provvedimenti ablatori o sospensivi dell'autorizzazione di esercizio. Vi sono anche norme di sicurezza e contro gli atti illeciti. Si vieta poi l'attività di cabotaggio aereo nel territorio dell'altra. Parte. Sono infine previsti significativi meccanismi di consultazione periodica.
  Gli ultimi due accordi, con Algeria e Azerbaijan riguardano i soli i trasporti marittimi internazionali, operati per conto dei contraenti e quelli tra il territorio delle Parti e paesi terzi, con esclusione delle attività di cabotaggio nazionale e di navigazione interna. Si riafferma il principio della libertà della navigazione, con il conseguente impegno ad eliminare ogni ostacolo allo sviluppo degli scambi marittimi tra i due Paesi e a garantire parità di trattamento tra le navi dell'altra parte e le proprie navi, riducendo poi al minimo necessario l'imposizione di tempi di permanenza in porto, formalità doganali e controlli.
  E prevista una serie di facilitazioni in materia di ingresso, soggiorno e transito nel territorio di ciascuna delle Parti contraenti da parte di marittimi imbarcati su Pag. 97unità navali dell'altra Parte, con diverse procedure – a seconda della loro nazionalità.
  Appare rilevante la disposizione in forza della quale, fatto salvo l'adempimento dei previsti obblighi fiscali, ciascuna delle Parti concede alle società di navigazione dell'altra. Parte il diritto di utilizzare i redditi realizzati nel proprio territorio e di trasferirli liberamente nel territorio di origine. Anche in tali accordi è previsto un Comitato congiunto volto a risolvere in via amichevole eventuali controversie.
  In conclusione, come Civici e Innovatori dichiariamo voto favorevole a tali accordi, che si muovono in continuità con le politiche commerciali internazionali del nostro paese.

  BRUNO ARCHI (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3917-A).
  L'Italia ha stipulato da molto tempo accordi bilaterali nel campo dei servizi di trasporto aereo: tuttavia il regolamento CE n. 847 del 29 aprile 2004 ha apportato sostanziali innovazioni e una omogeneizzazione a livello europeo nella normativa di settore – proprio per questo, dei tre accordi sui servizi di trasporto aereo oggetto del disegno di legge in esame, quello con il Qatar, che era stato stipulato nel 2002, è accompagnato da un accordo emendativo che tiene conto delle innovazioni nella normativa europea.
  Gli accordi bilaterali sui servizi di trasporto marittimo definiscono in primo luogo la sfera di applicazione dei medesimi, identificata nei trasporti marittimi internazionali operati per conto delle Parti contraenti, ovvero nei trasporti marittimi tra il territorio delle Parti e paesi terzi: restano esclusi dall'ambito di applicazione di ciascun accordo le attività di cabotaggio nazionale e di navigazione interna al territorio di ciascuna delle due Parti.
  Infine in materia di accordi bilaterali sui servizi di autotrasporto di viaggiatori e merci, essi mirano ad offrire un fondamento normativo, secondo il principio della reciprocità, all'attività degli autotrasportatori che operano tra i territori delle due Parti contraenti; in tal modo si vuole contribuire in particolare alla regolarità e allo sviluppo dei viaggi e dell'interscambio di merci tra i due Paesi. Si stabilisce che i vettori sono autorizzati al trasporto di viaggiatori e merci tra i due Paesi contraenti o anche in transito nel territorio dell'altra Parte.
  Voteremo a favore del provvedimento al nostro esame anche se non condividiamo il metodo di sottoporre al Parlamento un'unica ratifica che contiene svariati Accordi, che, anche se possono essere similari nel contenuto, riguardano tuttavia Paesi con i quali non sempre e non necessariamente è indicato ratificare patti in contemporanea: le ratifiche hanno valenza politica, in questo modo le trattiamo come meri accordi tecnici.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3941).
  Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, l'Accordo tra l'Italia e l'Angola, oggi al nostro esame, concerne la sicurezza e l'ordine pubblico ed ha l'obiettivo di rafforzare la collaborazione tra le forze di polizia dei due Paesi in modo che venga migliorata la lotta al terrorismo ed al traffico di droghe ed esseri umani.
  L'Angola è un Paese in crescita che potrebbe attirare l'attenzione di organizzazioni criminali per attività lucrative illecite, quindi il presente Accordo viene incontro alle esigenze dell'Angola di assicurare una crescita positiva e socialmente sostenibile e a quelle dell'Italia di combattere il crimine che poi potrebbe avere ripercussioni anche sul nostro territorio.
  L'Accordo, come sapete ricalca quelli fatti con altri Paesi e mi preme sottolineare, senza entrare nel merito dell'articolato, l'importanza dello scambio di informazioni di polizia e la formazione del personale della polizia stessa, in cui noi possiamo vantare una capacità ed esperienza molto avanzata a livello mondiale.
  Mi sembra, quindi un Accordo win win, che, a fronte di un costo esiguo, pone al centro il bene dei due Paesi e della Comunità internazionale e la prevenzione dei fenomeni criminali, per cui convintamente dichiaro il voto favorevole del mio Gruppo parlamentare.

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  STEFANO DAMBRUOSO (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3941).
  Signor Presidente, onorevoli Colleghi, l'accordo in discussione si è reso necessario per avviare una cooperazione bilaterale in materia di sicurezza che risponda in modo più efficace alle attuali esigenze dell'Italia e dell'Angola, rafforzando le relazioni bilaterali tra i due Paesi per lo sviluppo e la tutela di interessi strategici in quell'area geografica. In particolare il testo in esame regola la cooperazione tecnica tra le forze di polizia dei rispettivi paesi e la reciproca assistenza nell'ambito della sicurezza e dell'ordine pubblico in particolare per la lotta alla criminalità transnazionale ed al terrorismo.
  L'Angola, dalla fine della guerra civile nel 2002, grazie ad ambiziosi programmi implementati con l'ausilio di partner internazionali, ha saputo entrare nel novero delle economie più dinamiche a livello africano, facendo registrare tassi di crescita a due cifre nell'ultimo decennio. Metà della ricchezza nazionale proviene dal petrolio e da questo dipendono, per la maggior parte, le aspettative di sviluppo di lungo periodo. La produzione dell'oro nero ha conosciuto un autentico boom dall'inizio del nuovo millennio, passando da 800.000 barili al giorno agli attuali 1,8 milioni, facendo dell'Angola il secondo produttore africano di greggio dopo la Nigeria ed il sedicesimo a livello mondiale.
  Oggi l'Angola è, quindi, un paese in pieno sviluppo economico e potrebbe costituire nell'immediato futuro un forte richiamo per varie organizzazioni criminali transnazionali; è necessario, quindi, porre le basi per una efficace collaborazione per il contrasto di reati connessi non solo al crimine organizzato transnazionale, ma anche al terrorismo, ai traffici illeciti di stupefacenti, alla tratta di persone e di migranti, ai traffici illeciti di armi, munizioni ed esplosivi.
  L'Intesa oggi in esame stabilisce le modalità di collaborazione tra i due Paesi indicandone gli strumenti, quali lo scambio di informazioni sulle tipologie di reati, sulle organizzazioni criminali ed il loro «modus operandi», sulle organizzazioni dei gruppi terroristici operanti nei rispettivi territori e sulle persone che ne fanno parte. Costituiscono oggetto di scambio di informazione anche le speciali tecniche investigative, come le consegne controllate, le operazioni sotto copertura e di sorveglianza, e le procedure di formazione dei funzionari di polizia preposti alle attività di cooperazione. Nell'Accordo è previsto anche un riferimento alle misure di cooperazione per l'identificazione e la riammissione di cittadini in posizione irregolare, velocizzando e facilitando l'espulsione dal Paese in cui sostano illegalmente.
  Questo accordo appare a nostro avviso strategico per avviare politiche di reciproca assistenza e cooperazione tra le forze di polizia di Italia e Angola e per questo motivo come gruppo Civici e Innovatori lo voteremo convintamente.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3942).
  Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, l'Accordo al nostro esame si inserisce nel quadro delle politiche italiane di lotta al crimine internazionale ed al terrorismo oltre che a quel malaffare che traffica in droga ed in esseri umani. Infatti, si tratta di un Accordo di cooperazione di polizia tra l'Italia e Capo Verde, del tipo di altri accordi già ratificati e che, questa volta, è teso a facilitare la collaborazione con un'area del globo che si trova al crocevia di transito di carichi di droga provenienti dal Sud America e destinati, passando per l'Africa Nord occidentale, all'Europa e quindi anche all'Italia.
  Si tratta, quindi di un Accordo importante che, a fronte di un costo annuo di circa 15 mila euro, può dare strumenti utili per aggredire le vie della droga e bloccare, quindi, lo spaccio sul nostro territorio. Questo sarà facilitato dallo scambio di informazioni sia di carattere tecnico-scientifico che sulla criminalità che unita ad una adeguata formazione del personale di polizia potrà garantire ottimi risultati.
  Tralascio l'esame dell'articolato, ma voglio sottolineare che l'Accordo si inquadra nell'ambito delle Convenzioni internazionali Pag. 99sottoscritte dal nostro Paese e primo tra tutti, come richiamato nel Preambolo, con la risoluzione ONU in tema di cooperazione internazionale nella lotta contro il crimine organizzato del 1990 e testimonia un protagonismo dell'Italia sullo scenario internazionale teso a garantire l'ordine e la sicurezza sia interna che esterna. Quindi un Accordo frutto di una politica tesa al bene della Comunità che apprezziamo e che quindi mi porta ad annunciare il voto favorevole del mio Gruppo parlamentare.

  STEFANO DAMBRUOSO (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3942).
  Onorevole Presidente, onorevoli Colleghi, l'Accordo in esame mira a rafforzare la collaborazione e la reciproca assistenza fra Italia e Capo Verde nell'azione di contrasto al crimine organizzato transnazionale ed al terrorismo internazionale, favorendo la cooperazione tra le rispettive autorità di polizia.
  L'intesa, redatta sulla base del modello accolto dal Dipartimento della pubblica sicurezza nelle relazioni con Paesi extraeuropei, tiene conto delle disposizioni contenute nelle Convenzioni dell'ONU contro la criminalità organizzata transnazionale e il traffico di sostanze stupefacenti, compresi i Protocolli aggiuntivi per la lotta al traffico di migranti e alla tratta di persone.
  In particolare, nell'articolato si definiscono le modalità della cooperazione, che comprendono lo scambio di informazioni sui reati e sulle organizzazioni criminali, sui tipi di stupefacenti, sugli strumenti legislativi e scientifici per combattere il crimine, sulla formazione dei funzionari, sulle tecniche investigative e sui metodi impiegati per il contrasto della tratta di persone.
  Questo provvedimento permetterà a nostro avviso di intensificare i rapporti tra Italia e Capo Verde al fine di contrastare in modo sempre più efficace le organizzazioni criminali transnazionali dedite al traffico di stupefacenti ed alla tratta di esseri umani, pertanto come gruppo civici e Innovatori lo voteremo convintamente.

  CHIARA SCUVERA (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3942).
  Grazie Presidente, nel dichiarare il voto favorevole del Partito Democratico, evidenzio l'importanza di questo accordo, perché la cooperazione di polizia in un paese strategico come Capo Verde è essenziale per la lotta al crimine organizzato e al terrorismo internazionale. Naturalmente l'accordo tiene conto della Convenzione ONU sulle sostanze stupefacenti contro la criminalità organizzata transnazionale, inclusi i Protocolli aggiuntivi contro la tratta di esseri umani e, in particolare, di persone migranti.
  Le modalità di cooperazione consistono nello scambio di informazioni sui reati, sugli strumenti legislativi e scientifici, sulla formazione dei funzionari, sulle tecniche investigative e sui metodi impiegati per il contrasto della tratta.

  MARIO SBERNA (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3945).
  Le relazioni commerciali tra Ue e Paesi dell'Africa Centrale, Caraibi e Pacifico (definiti Acp) risalgono alla Convenzione di Lomé del 1975 e agli accordi di Cotonou del 2000, rinnovati nel 2010 e validi sino al 2020. Si tratta di accordi che consentivano ai Paesi Acp di esportare prodotti e materie prime sui mercati europei, senza tassazioni, mentre per i Paesi europei non doveva valere lo stesso principio, per garantire la sicurezza di economie fragili come quelle interessate dagli accordi con la Ue. Nel corso del tempo, però, ha prevalso la linea di una sempre più ampia liberalizzazione anche per quel che riguarda i prodotti Ue venduti nei Paesi Acp, come richiesto in particolare dalla Organizzazione Mondiale del Commercio (OCM).
  In quest'ottica, l'Accordo interinale con Paesi dell'Africa Centrale (Camerun, Repubblica centrafricana, Ciad, Repubblica, democratica del Congo, Congo Brazzaville, Guinea equatoriale, Gabon, Sao Tomè e Principe, riuniti nel CEMAC), vuole essere una risposta flessibile che consenta si una apertura senza più protezionismi, ma graduale a seconda della forza economica dei singoli Stati, in modo da fugare per quanto Pag. 100possibile le preoccupazioni di chi, e non sono pochi, ritiene che accordi siffatti comportino una vera e propria ricolonizzazione europea degli Stati africani, con conseguenze gravissime per gli abitanti degli Stati interessati.
  Dunque, si sono stabiliti Accordi di partenariato economico (APE) interinali che riguardano solo il commercio dei beni in attesa di un APE completo e relativo a tutta la regione interessata. Al momento è stato concretamente stipulato un solo accordo interinale, quello con il Camerun, che impegna lo stato africano ad accettare una progressiva liberalizzazione di quattro quinti dei prodotti importati dalla Ue, con eccezione di alcuni prodotti agricoli e semilavorati. Sono previste anche possibilità d'intervento per difendere diritti umani e combattere la corruzione. Per gli altri Stati dell'Africa centrale, invece, esistono già accordi preferenziali ma manca ancora un trattato analogo a quello con il Camerun.
  Per quel che riguarda il testo del trattato che la legge di ratifica sanziona oggi, si ricorda che esso è composto da 108 articoli, suddivisi in otto titoli, con due appendici, tre allegati ed un protocollo. Appare importante, tra l'altro, il titolo VII (articoli 89-91), che riporta le clausole di eccezione generali e quelle motivate in base a ragioni di sicurezza o alla potestà impositiva di ciascun Paese. L'articolo 89 prevede in particolare le che parti abbiano facoltà di adottare misure per tutelare la sicurezza pubblica, la morale e l'ordine pubblico, oltre che la salute umana, degli animali e dell'ambiente. L'articolo si basa su un concetto sicuramente lodevole ma di dubbia applicazione; infatti, le parti dovrebbero agire in via eccezionale, solo se «in buona fede». Onestamente appare un po’ difficile verificare la «buona fede», qualora si vogliano applicare eccezioni agli accordi. È, comunque, comprensibile che vi sia stato lasciato spazio per intervenire, al di fuori degli accordi, per garantire, come si legge nel dossier del servizio studi della Camera: «il rispetto di leggi e regolamenti nazionali, soprattutto nel campo della prevenzione di pratiche commerciali ingannevoli e fraudolente e della tutela della vita privata in rapporto alla diffusione di dati personali e alla gestione di registri e documenti contabili – nonché per la corretta applicazione di regolamenti e procedure doganali e per i diritti di proprietà intellettuale. Inoltre, le Parti potranno comunque adottare misure connesse all'import ed export di oro e di argento, o necessarie alla tutela del patrimonio nazionale artistico, storico o archeologico, ovvero a salvaguardia delle risorse naturali non rinnovabili».
  Anche il successivo articolo 90 appare significativo, dato che viene affermato espressamente che nessuna disposizione possa imporre la divulgazione d'informazioni contrarie agli interessi essenziali, né impedire azioni necessarie in relazione alla sicurezza, al controllo di materiali nucleari, o comunque per quel che riguarda la protezione ed il commercio delle armi.
  Il testo della legge di ratifica, com’è noto, è composto di quattro articoli, ed è stato già approvato dal Senato, e appare importante approvano definitivamente qui alla Camera, trattandosi di uno strumento utile, nonostante i dubbi anche autorevoli espressi fuori dal Parlamento, per la cooperazione con Stati che potranno certamente avere notevoli benefici da un rapporto più stretto dal punto di vista economico e commerciale con la Ue e i suoi singoli componenti.

  ADRIANA GALGANO (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3945).
  Signor Presidente, Rappresentanti del Governo, Onorevoli Colleghi, l'area dell'Africa centrale – comprendente il Camerun, la Repubblica centrafricana, il Ciad, la Repubblica democratica del Congo, il Congo Brazzaville, la Guinea equatoriale, il Gabon, Sao Tomé e Principe, è impegnata sin dal 2003 in negoziati con l'Unione europea per la conclusione di un Accordo di partenariato economico (APE), strumento necessario nell'ambito della storica relazione dell'Unione con i Paesi ACP (Africa, Caraibi, Pacifico), ai fini di un adeguamento al passaggio dall'approccio Pag. 101basato sui sistemi doganali preferenziali a quello necessario per ottemperare ai nuovi e accresciuti livelli di globalizzazione dell'economia mondiale – in accordo con le previsioni dell'Organizzazione mondiale del commercio –, e concretizzato a partire dall'Accordo UE-ACP di Cotonou del 2000, fino a giungere alla seconda revisione di esso nel 2010.
  La strategia europea ha seguito un approccio flessibile, proprio per facilitare la rapida conclusione degli APE: in tal modo si è giunti a stipulare trattative interinali, ovvero non complete in quanto limitate al solo commercio dei beni. A quest'ultima categoria appartiene l'Accordo UE-Africa centrale in esame, espressamente finalizzato, tra l'altro, alla Conclusione di un APE completo con l'intera regione. Infatti i negoziati, tuttora in corso, non hanno sinora consentito che la stipula – nel gennaio 2009 – di un Accordo interinale, e con un solo paese dell'area, ovvero il Camerun, che ha ottenuto in tal modo il libero accesso delle proprie esportazioni agricole e di materie prime sui mercati europei, per un valore di circa 314 milioni di euro annui.
  L'Accordo interinale (che ha avuto via libera dall'Europarlamento nel mese di giugno 2013, mentre nel luglio 2014 ha avuto luogo la ratifica da parte camerunense) comprende anche misure per l'assistenza commerciale, nonché su questioni di carattere istituzionale e per la risoluzione delle controversie. Vi sono altresì clausole evolutive per ulteriori negoziati su specifiche materie commerciali, quali le politiche per la concorrenza e la tutela della proprietà intellettuale. Sulla scia dell'Accordo di Cotonou, le Parti potranno inoltre adottare le misure che ritengano appropriate in relazione al rispetto dei diritti umani e dei principi democratici, come anche allo Stato di diritto e a gravi casi di corruzione. Le disposizioni concernenti la cooperazione allo sviluppo si legano strettamente agli strumenti e alle politiche dell'Unione europea nel settore, identificando aree prioritarie di intervento che accompagnino l'attuazione dell'APE: si tratta in particolare dello sviluppo di infrastrutture di base a livello regionale nell'Africa centrale, del perseguimento della sicurezza agricola e alimentare, della diversificazione e aggiornamento dei settori economici e produttivi, del rafforzamento dell'integrazione regionale, del miglioramento dell'ambiente per gli affari e del sostegno all'attuazione di regole inerenti al commercio.
  Nello specifico, il testo disciplina gli obiettivi dell'accordo, il partenariato per lo sviluppo, il regime commerciale dei prodotti, gli impegni delle Parti a negoziare, le procedure per la risoluzione delle controversie, le clausole di eccezione generali, nonché quelle motivate in base alla sicurezza o alla potestà impositiva di ciascuna delle Parti.
  L'APE non si limita quindi a regolamentare l'accesso in Europa dei beni dei Paesi CEMAC, (Communauté économique et monétaire de l'Afrique centrale), ma consente all'Unione di sostenere la regione africana nel miglioramento della competitività, nella differenziazione delle esportazioni e nella costruzione dei mercati regionali.
  Per tutte queste ragioni, il gruppo parlamentare Civici e Innovatori esprime convintamente il proprio voto favorevole sul provvedimento.

  LAURA GARAVINI (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3945).
  Grazie Presidente, va accolto con favore l'accordo interinale fra la Comunità Europea e l'Africa Centrale in vista di un accordo di partenariato economico più ampio che comprenda diversi Paesi africani – come il Camerun, la Repubblica centrafricana, il Ciad, la Repubblica democratica del Congo, il Congo Brazzaville, la Guinea equatoriale, il Gabon, Sao Tomé e Principe.
  Tutti i paesi sono riuniti nella CEMAC, la Comunità economica degli Stati dell'Africa centrale.
  Fino ad oggi-di tutti i membri della CEMAC, solo il Camerun ha ottenuto il libero accesso delle proprie esportazioni al Pag. 102mercato comune europeo, grazie ad un analogo Accordo interinale stipulato nel 2009.
  L'obbiettivo deve essere proprio quello di raggiungere un partenariato economico completo con tutti i membri dell'area geografica in oggetto.
  E proprio per questo, l'accordo interinale che oggi discutiamo costituisce un passo avanti in questo senso.
  Va notato, inoltre, che il contenuto dell'accordo non ha natura esclusivamente commerciale, ma anche di cooperazione allo sviluppo.
  Sono contesti come questi quelli in cui è opportuno che l'Unione Europea rafforzi la sua presenza, attraverso la cooperazione allo sviluppo, ma anche la diplomazia e la politica in senso stretto.
  Certo: si tratta spesso di Paesi che attraversano crisi devastanti, dal punto di vista economico, politico e purtroppo anche militare. Crisi che spesso coinvolgono intere regioni geografiche.
  Non ci sfugge che ci siano anche paesi con gravi problemi.
  La Repubblica Centrafricana ad esempio negli ultimi anni ha vissuto una situazione politica molto difficile e rimane uno dei Paesi con il più basso reddito medio della terra.
  Mentre l'ex vicepresidente della Repubblica Democratica del Congo stato condannato solo poco tempo fa a 18 anni dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra e violenze sessuali compiuti tra il 2002 e il 2003 dalla sua milizia privata, proprio nella Repubblica Centrafricana.
  Ma chi, se non l'Europa, può dare il proprio contributo, proprio in contesti difficili come questi, così da diventare un partner sempre più attento e sensibile e fornire il proprio supporto nel processo di nation rebuilding che in Africa coinvolge milioni di persone ?
  Non possiamo permettere che l'Europa resti a guardare alla finestra, con 1 ingenua scusa di non volersi sporcare le mani. Proprio noi siamo chiamati ad impegnarci in prima persona anche in territori in cui si assista a gravi lesioni dei diritti e dei valori. Portando il nostro bagaglio di know how in materia di difesa dei diritti, portando gli esempi in grado di rendere chiaro come un sistema democratico possa rafforzare una società e non indebolirla.
  L'Europa può e deve fungere da forza tranquilla, proprio in paesi particolarmente complessi e martoriati.
  Ed e importante che l'impegno dell'Europa, anche in termini economici e finanziari, non si limiti a concentrarsi su una o poche aree geografiche, come ad esempio la Turchia, spinta da emergenze contingenti, ma miri sempre di più alla stabilizzazione dell'intera area africana.
  Ecco perché l'accordo interinale che andiamo a votare oggi, in vista di un accordo di partenariato economico fra la Comunità Europea e l'Africa Centrale, costituisce un piccolo ma importante strumento per portare l'Africa sempre più al centro dell'azione diplomatica dell'Europa.
  Grazie Presidente.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3947).
  Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, il disegno di legge è finalizzato alla ratifica dell'Accordo intergovernativo tra l'Italia, la Slovenia e l'Ungheria che modifica il precedente accordo trilaterale, firmato a Udine nel 1998, istitutivo della Multinational Land Force (MLF), una forza militare multinazionale, formata da Italia, Ungheria e Slovenia, guidata dell'Italia e aperta alla partecipazione di forze militari di altri paesi, anche della NATO.
  L'esigenza di apportare modifiche, mediante la rinegoziazione di alcune clausole dell'accordo originario, deriva principalmente dal mutato contesto politico e militare che si è creato a seguito dell'adesione della Slovenia e dell'Ungheria alla NATO (rispettivamente nel 2004 e nel 1999) e dell'adesione di entrambi questi paesi all'Unione europea nel 2004.
  Conseguentemente, è emersa la necessità di adeguare l'accordo alle mutate esigenze operative e di addestramento militare.Pag. 103
  In particolare, l'Accordo ha lo scopo di favorire il rafforzamento della cooperazione militare fra i tre Paesi firmatari, di contribuire allo sviluppo dell'identità europea di sicurezza e di difesa ed all'incremento dei livelli di capacità e di prontezza di reazione nelle situazioni di crisi, nonché di consolidare le relazioni militari fra le nazioni interessate, in conformità con i rispettivi ordinamenti interni e con gli obblighi internazionali.
  Si potrebbe dire che si tratti di una forma embrionale di forza militare europea, le cui «Unità designate» (reggimenti o battaglioni di fanteria, uno per ciascuna delle parti, e d'artiglieria, fornito dall'Italia) non sono assegnate permanentemente, ma pronte su chiamata.
  Alla Forza Terrestre Multinazionale sono attribuiti compiti di addestramento e funzioni operative, meglio specificati in un apposito memorandum che contiene la definizione degli aspetti tecnici e logistici. L'impiego della stessa è previsto nell'ambito di missioni NATO, ONU, UE ed OSCE ed è già avvenuto, in passato, in Kosovo e in Afghanistan nell'ambito della missione ISAF.
  L'Accordo sembra quindi assumere un'importanza decisiva al fine di perseguire gli scopi indicati. L'importanza potrebbe essere ancora più rilevante nella prospettiva della Politica di sicurezza e difesa comune (PSDC) dell'Unione europea, come delineata dal Trattato di Lisbona, che si avvale anche dell'Agenzia europea per la difesa (AED). In particolare, l'Accordo potrebbe portare alla creazione di una «cooperazione strutturata permanente» nel settore della difesa, ai sensi degli artt. 42 e 46 del Trattato sull'Unione europea (come modificato dal Trattato di Lisbona).
  L'Italia ha più volte avanzato, anche in occasione del semestre di presidenza italiana dell'Unione europea, l'idea di costituire forme più strette di cooperazione tra alcuni paesi membri nel settore della difesa, nella prospettiva della creazione progressiva di una forza militare di difesa europea. L'Accordo in esame potrebbe quindi rappresentare un passo significativo in questa direzione.
  Occorre, peraltro, tenere conto delle nuove esigenze di sviluppo tecnologico del settore militare, per cui forse non basta mettere a disposizione dell'iniziativa trilaterale unità militari di fanteria e di artiglieria, e capacità di addestramento in vista di compiti operativi, ma si potrebbe pensare a strumenti tecnologicamente avanzati di supporto ai mezzi militari più tradizionali. Il ruolo di primo piano affidato all'Italia (c.d. Lead Nation) è allo stesso tempo un riconoscimento importante delle nostre capacità e una responsabilità a condurre con competenza e lungimiranza le iniziative comuni. Per queste ragioni, io ed il mio Gruppo parlamentare voteremo con convinzione a favore della ratifica dell'Accordo.

  BRUNO MOLEA (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3947).
  Signor Presidente, Onorevoli colleghi !
  La Multinational Land Force (MLF) è una formazione militare a livello di Brigata, costituita dalla Brigata alpina Julia, con contributi di reparti sloveni e ungheresi. Istituita originariamente nel 1998, la Forza riceve disposizioni da un Comitato politico-militare trinazionale e può essere impiegata in ambito NATO, ONU, UE e OSCE. Dall'inizio della sua attività, la Multinational Land Force stata impiegata, fra l'altro, in Kosovo e in Afghanistan, nell'ambito della missione ISAF (International Security Assistance Force).
  L'Accordo in esame è finalizzato ad aggiornare la precedente intesa, risalente al 1998, istitutiva della forza militare, rafforzando la cooperazione militare dei tre Paesi nel quadro della comune appartenenza all'Unione europea e alla NATO, contribuendo all'incremento dei livelli di capacità di reazione nelle situazioni di crisi e al consolidamento delle relazioni militari. Il trattato precisa che l'obiettivo della Forza multinazionale è contribuire alla sicurezza internazionale con attività Pag. 104addestrative congiunte in tempo di pace e lo schieramento, a fini dissuasivi, di una forza militare in caso di crisi.
  Il testo disciplina, inoltre, le modalità d'impiego della Forza, che può essere schierata solo previa decisione unanime delle Parti e utilizzata dietro mandato ONU o di altra organizzazione internazionale. Viene poi definita la struttura del gruppo direttivo politico-militare della MLF e la struttura gerarchica, con l'attribuzione all'Italia del ruolo di capofila.
  I costi per l'operatività del Quartier generale sono a carico di un bilancio multinazionale, mentre lo status del personale ricalca il modello della NATO. L'Accordo è aperto all'adesione di altri Paesi.
  Sottolineo che si tratta di un Accordo fortemente voluto dall'Italia, finalizzato a promuovere un progetto di cooperazione militare tra i Paesi partecipanti al fine di stabilizzare la pace e la sicurezza, anzitutto nella regione dell'Europa sudorientale, attraverso la comune partecipazione ad operazioni internazionali e ad attività formative e addestrative. La Multinational Land Force potrà inoltre operare come gruppo di combattimento (battlegroup) dell'Unione europea e, pertanto, s'inserisce pienamente nella prospettiva di un rafforzamento della capacità d'intervento rapido e d'interoperabilità delle Forze armate degli Stati dell'UE delineato nella nuova Strategia europea per l'azione esterna e di sicurezza di fronte alle sfide del XXI secolo, presentata dall'Alta Rappresentante Mogherini, nel giugno scorso.
  L'Accordo non presenta profili di incompatibilità con la normativa nazionale, con l'ordinamento comunitario né con gli altri obblighi internazionali sottoscritti dal nostro Paese.
  Per queste ragioni il Gruppo di Civici e Innovatori esprime il voto favorevole al provvedimento.

  BRUNO ARCHI (Dichiarazione di voto finale – A.C. 3947).
  L'Accordo al nostro esame è finalizzato a sostituire, aggiornandone i contenuti, l'Accordo intergovernativo sulla costituzione della Multinational Land Force firmato a Udine il 18 aprile 1998 e ratificato con la legge 7 aprile 2000, n. 106.
  L'Italia, in qualità di «Nazione guida» ha il compito di fornire il Comandante dell'MLF e la maggior parte della struttura del Quartier Generale della Brigata, rinforzata su base permanente da personale sloveno ed ungherese. Le unità designate sono tre reggimenti o battaglioni di fanteria (uno per ciascuna delle Parti), un reggimento d'artiglieria fornito dall'Italia, unità di supporto della brigata fornite dall'Italia, con l'aggiunta degli Elementi di Supporto Nazionali (NSE) necessari. Le Unità designate non sono assegnate permanentemente, ma pronte su chiamata e l'Accordo è aperto all'adesione di altri Paesi.
  Più in dettaglio, la MLF è una formazione multinazionale a livello Brigata, formata da Italia, Ungheria e Slovenia, costituita sull'intelaiatura della Brigata Alpina «Julia», integrata da un battaglione per ciascuna delle altre Nazioni e riceve disposizioni da un Comitato Politico-Militare trinazionale: può essere impiegata in missioni NATO, ONU, UE ed OSCE ed è stata impiegata, fra l'altro, in Kosovo ed in Afghanistan nell'ambito della missione ISAF.
  La Multinational Land Force (MLF) è una Forza multilaterale costituita nel 1998 fra la Slovenia, l'Ungheria e l'Italia, che ne ha assunto l'iniziativa. Istituita con il citato accordo intergovernativo del 1998, la MLF ha lo scopo di favorire il rafforzamento della cooperazione militare fra i tre Paesi firmatari, ma soprattutto di contribuire allo sviluppo dell'identità europea di sicurezza e di difesa, all'incremento dei livelli di capacità e di prontezza di reazione nelle situazioni di crisi, nonché di consolidare le relazioni militari fra le nazioni interessate, in conformità con i rispettivi ordinamenti interni e con gli obblighi internazionali.
  Dichiaro pertanto il voto favorevole di Forza Italia al provvedimento in esame.

Pag. 105

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

   nella votazione n. 1 il deputato Falcone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

   nella votazione n. 2 il deputato Falcone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario; il deputato Librandi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

   nella votazione n. 3 i deputati Librandi e Tartaglione hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

   nella votazione n. 4 la deputata Tartaglione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

   nella votazione n. 5 il deputato Vargiu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

   nelle votazioni n. 6 e n. 7 la deputata Fabbri ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

   nella votazione n. 8 la deputata Fabbri ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

   nelle votazioni n. 12 e n. 13 la deputata Braga ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

   nelle votazioni dalla n. 12 alla n. 15 la deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

   nella votazione n. 18 il deputato Prataviera ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

   nelle votazioni dalla n. 20 alla n. 25 il deputato Piepoli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

   nelle votazioni dalla n. 28 alla n. 31 il deputato Piepoli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

   nella votazione n. 31 i deputati Ferranti e Rotondi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

Pag. 106

   nella votazione n. 32 la deputata Ferranti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

   nella votazione n. 46 la deputata Galgano ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

   nella votazione n. 51 il deputato Bruno Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Moz.Bernini M.e a.1-744 unf rif Ip 417 413 4 207 412 1 92 Appr.
2 Nom. Moz. Bernini M. e a. 1-744 unf IIp 408 403 5 202 149 254 92 Resp.
3 Nom. Moz. Tartaglione e a. 1-1296 n.f. 413 408 5 205 405 3 90 Appr.
4 Nom. Moz. Brignone e a. 1-1440 rif. 419 415 4 208 414 1 90 Appr.
5 Nom. Moz. Rondini e a. 1-1441 rif. 419 415 4 208 415 90 Appr.
6 Nom. Moz. Vargiu e a. 1-1442 418 417 1 209 417 90 Appr.
7 Nom. Moz. Nicchi e a. 1-1443 rif. I p. 420 416 4 209 416 90 Appr.
8 Nom. Moz. Nicchi e a. 1-1443 II p. 417 410 7 206 150 260 90 Resp.
9 Nom. Moz. Binetti e a. 1-1444 rif. 415 410 5 206 410 90 Appr.
10 Nom. Moz. Russo e a. 1-1445 rif. 420 416 4 209 416 90 Appr.
11 Nom. Moz. Gigli e a. 1-1446 rif. 421 417 4 209 417 90 Appr.
12 Nom. Moz. De Maria e a. 1-1375 unf I p. 414 411 3 206 410 1 90 Appr.
13 Nom. Moz. De Maria e a. 1-1375 unf II p 414 381 33 191 379 2 90 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. Moz. Invernizzi e a. 1-1447 424 334 90 168 39 295 90 Resp.
15 Nom. Ddl 3299 - articolo 1 429 418 11 210 297 121 90 Appr.
16 Nom. articolo 2 424 414 10 208 297 117 90 Appr.
17 Nom. articolo 3 429 417 12 209 298 119 90 Appr.
18 Nom. articolo 4 427 416 11 209 296 120 90 Appr.
19 Nom. articolo 5 424 411 13 206 290 121 90 Appr.
20 Nom. Ddl 3299 - voto finale 405 393 12 197 280 113 89 Appr.
21 Nom. Ddl 3765 - articolo 1 413 404 9 203 306 98 89 Appr.
22 Nom. articolo 2 407 397 10 199 302 95 89 Appr.
23 Nom. em. 3.1 421 392 29 197 30 362 89 Resp.
24 Nom. articolo 3 416 404 12 203 308 96 89 Appr.
25 Nom. articolo 4 421 411 10 206 310 101 89 Appr.
26 Nom. articolo 5 428 418 10 210 315 103 89 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. Ddl 3765 - voto finale 426 419 7 210 318 101 88 Appr.
28 Nom. Ddl 3880 - articolo 1 426 416 10 209 330 86 88 Appr.
29 Nom. articolo 2 427 416 11 209 334 82 88 Appr.
30 Nom. articolo 3 428 422 6 212 338 84 88 Appr.
31 Nom. articolo 4 429 419 10 210 336 83 88 Appr.
32 Nom. Ddl 3880 - voto finale 426 416 10 209 337 79 88 Appr.
33 Nom. Ddl 3917-A - em. 1.1 432 425 7 213 62 363 88 Resp.
34 Nom. articolo 1 425 423 2 212 343 80 88 Appr.
35 Nom. articolo 2 425 421 4 211 328 93 88 Appr.
36 Nom. articolo 3 428 423 5 212 331 92 88 Appr.
37 Nom. articolo 4 431 428 3 215 331 97 88 Appr.
38 Nom. articolo 5 427 423 4 212 326 97 88 Appr.
39 Nom. Ddl 3917-A - voto finale 424 421 3 211 325 96 88 Appr.
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. Ddl 3941 - articolo 1 429 427 2 214 427 88 Appr.
41 Nom. articolo 2 435 433 2 217 433 88 Appr.
42 Nom. em. 3.1 434 432 2 217 83 349 88 Resp.
43 Nom. articolo 3 430 429 1 215 428 1 88 Appr.
44 Nom. articolo 4 427 425 2 213 425 88 Appr.
45 Nom. Ddl 3941 - voto finale 431 429 2 215 429 88 Appr.
46 Nom. Ddl 3942 - articolo 1 422 421 1 211 421 88 Appr.
47 Nom. articolo 2 439 439 220 439 88 Appr.
48 Nom. articolo 3 423 423 212 421 2 88 Appr.
49 Nom. articolo 4 421 420 1 211 420 88 Appr.
50 Nom. Ddl 3942 - voto finale 420 419 1 210 419 88 Appr.
51 Nom. Ddl 3945 - articolo 1 414 386 28 194 300 86 88 Appr.
52 Nom. articolo 2 422 391 31 196 305 86 88 Appr.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 62)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. articolo 3 425 399 26 200 310 89 88 Appr.
54 Nom. articolo 4 420 395 25 198 304 91 88 Appr.
55 Nom. Ddl 3945 - voto finale 414 389 25 195 299 90 88 Appr.
56 Nom. Ddl 3947 - articolo 1 417 416 1 209 315 101 88 Appr.
57 Nom. articolo 2 421 400 21 201 298 102 88 Appr.
58 Nom. articolo agg. 2.01 424 414 10 208 56 358 88 Resp.
59 Nom. articolo 3 419 398 21 200 297 101 88 Appr.
60 Nom. articolo 4 420 393 27 197 296 97 88 Appr.
61 Nom. articolo 5 419 398 21 200 297 101 88 Appr.
62 Nom. Ddl 3947 - voto finale 417 398 19 200 301 97 88 Appr.