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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 699 di mercoledì 26 ottobre 2016

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

  La seduta comincia alle 9,40.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  GIOVANNI SANGA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Amici, Artini, Boccia, Michele Bordo, Matteo Bragantini, Bueno, Carbone, Catania, Cicchitto, Dambruoso, Damiano, Dellai, Di Gioia, Epifani, Fedriga, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Garofani, Giorgis, Greco, Leva, Losacco, Mannino, Marazziti, Meta, Palladino, Pes, Piccoli Nardelli, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rosato, Rossomando, Scotto, Tabacci, Valeria Valente, Velo e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centosette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione della proposta di legge: Zampa ed altri: Disposizioni in materia di protezione dei minori stranieri non accompagnati (A.C. 1658-A) (ore 9,48).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 1658-A: Disposizioni in materia di protezione dei minori stranieri non accompagnati.
  Ricordo che nella seduta del 24 ottobre 2016 si è conclusa la discussione sulle linee generali e la relatrice e il rappresentante del Governo sono intervenuti in sede di replica.

(Esame degli articoli – A.C. 1658-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge, nel testo della Commissione.
  La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A – A.C. 1658-A), che è in distribuzione. In particolare, tale parere aveva tre condizioni, formulate ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4 del Regolamento.

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Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,50).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5 del Regolamento.
  Sospendo pertanto la seduta che riprenderà alle ore 10,10.

  La seduta, sospesa alle 9,50, è ripresa alle 10,15.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Si riprende la discussione.

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 1658-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1658-A).
  Ha chiesto di parlare sul complesso degli emendamenti il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signora Presidente. Per una riflessione mi permetto di rivolgermi ai deputati di opposizione, ai deputati di maggioranza, a tutti, dimenticando le appartenenze di gruppo e di partito; per una riflessione, spero garbata, ma anche per un caveat rispetto a quello che si rischia di fare, anche con le migliori intenzioni. Anche con le migliori intenzioni, anche con la totale buona fede, anche con un impegno trasversale, si possono determinare esiti pericolosi, sbagliati, che a mio avviso vale la pena valutare e sui quali occorrerebbe, con animo libero, riflettere due, tre volte, prima che poi la cronaca si incarichi di smentire le buone intenzioni e di smentire la buona fede di tutti.
  Vede, signora Presidente, usciamo da una giornata, ieri sera e poi i giornali di stamattina, molto triste in materia di immigrazione. Questa mattina le cosiddette firme autorevoli del giornalismo italiano, direttori, ex direttori, editorialisti, forse chissà, mi sia consentita l'ironia, forse compagni di bridge e di poker di coloro, intellettuali che si barricarono questa estate a Capalbio contro l'arrivo di alcuni immigrati. Questi stessi direttori, editorialisti, ex direttori, ripeto, forse compagni di bridge e di poker di quelli che si barricarono all'ultima spiaggia di Capalbio, fanno la morale ai cittadini che a Goro e Gorino nel ferrarese hanno dato vita alla protesta che abbiamo visto, protesta che si può condividere, che si può non condividere, che si può criticare, che si può giudicare in ogni modo. L'unica cosa che un ceto politico non può fare è dirsi stupito da quello che è accaduto ieri. Quando un fenomeno non è governato, quando si mette a carico degli ultimi fare i conti con un fenomeno che è totalmente fuori controllo, che arriva come un'ondata ingestibile sulla vita, in questo caso, di piccoli paesi, che hanno l'ospedale più vicino a 60 chilometri, con pescatori che partono la mattina e tornano la sera, con il medico che c’è un'ora al giorno e poi non c’è più, e a loro improvvisamente si dice « ecco qua, arrivano», arrivano delle persone che sono povere anche loro, ci mancherebbe, tu fai carico agli ultimi di gestire una situazione che non è gestibile. E questi ultimi si prendono anche le dichiarazioni furbe e caute del Presidente del Consiglio, che è uomo furbo e cauto, e le dichiarazioni invece meno furbe e meno caute e anche insultanti del Ministro dell'Interno e del prefetto Morcone, che hanno pensato di insultare questi cittadini e non sanno che, poi, al momento opportuno, il furbo Presidente del Consiglio incolperà magari loro di quel caos e di altro caos.
  Vede, signora Presidente, è inaccettabile che ormai vi sia un establishment politico e intellettuale che giudica i cittadini, Pag. 3che ritiene di poterli psicanalizzare, che ritiene di poterli trattare sostanzialmente come selvaggi. Leggo oggi i titoli sugli indigeni del ferrarese, e non è razzismo anche questo atteggiamento dei grandi direttori, dei grandi editorialisti, dei grandi commentatori italiani che non si rendono conto che c’è qualcuno che vive sulla propria pelle l'arrivo degli immigrati, dell'ondata di immigrazione, in modo un po’ diverso da quanto accade nelle stanze con aria condizionata in cui noi lavoriamo, l’establishment economico, l’establishment giornalistico, lavora e da cui pontifichiamo o pontificano ?
  Chi parla è un piccolo liberale, per quel poco che vale, ho dedicato un pezzetto della mia poco significativa vita politica alla difesa dei diritti umani e civili; su questo terreno non do lezioni, ma non credo nemmeno di doverne prendere troppe, eppure sono allibito per come, ripeto, sotto l'ombrello della buona fede, delle buone intenzioni, rischiamo di commettere degli errori drammatici.
  È tutta sbagliata la rappresentazione che ci facciamo del fenomeno migratorio, io, vi prego, di guardare le dichiarazioni fatte in questo caso non da un esponente politico ma da una docente a Torino, all'Università di Torino, di storia e istituzioni dell'Africa, la professoressa Anna Bono, la quale dice: state attenti, ma voi state parlando di profughi, ma quali profughi ! Nell'ultimo anno coloro che hanno fatto domanda di diritto d'asilo e la cui domanda sia stata effettivamente accolta sono appena il 4 per cento. Quindi, non è questo il tema e in particolare per ciò che riguarda l'Africa subsahariana si tratta molto spesso di Paesi rispetto ai quali non è affatto automatica la concessione del diritto d'asilo, quindi grande parte, nella narrativa che ascoltiamo, non ha fondamento. Allora si dice no, non sono profughi di guerra, questa l'abbiamo smentita, sono in condizioni di povertà estrema, assoluta, non è nemmeno questo, spiega la professoressa Anna Bono, molto spesso si tratta di persone, certo in Africa, che non è la Svizzera e non è la Scandinavia, ma sono persone di ceto medio, medio-inferiore, medio-basso, ma che comunque sono stati in grado, non sono l'estrema, l'estrema povertà, di raccogliere i 4000, 5000, 10.000 dollari con cui hanno dovuto purtroppo alimentare il mercato dei trafficanti di uomini.
  Ci rendiamo conto che noi rischiamo di procurare, anche con norme scritte in buona fede come questa, un'ulteriore bomba e che abbiamo una bomba a orologeria sui nostri territori con tanti cittadini in buona fede come voi e come noi, che però saranno automaticamente portati a non poterne più e a immaginare nuove e ancora più pericolose barricate; ma voi state vedendo la cartina geografica d'Europa ? Giusto o sbagliato che sia tutti i Paesi intorno a noi stanno variamente chiudendo le loro frontiere, la Turchia gioca pericolosamente sul rubinetto, minaccia di aprirlo, minaccia di chiuderlo, ma voi cosa pensate che accada la prossima primavera rispetto all'Italia, cosa pensate che accada non appena le condizioni del tempo e del mare lo consentiranno ? Dimenticate per un momento l'ombrello, che dobbiamo sempre tenere presente, della bontà, dei buoni sentimenti, della buona fede, dobbiamo essere tutti, noi dell'opposizione voi, si spera, che siete al Governo, uomini e donne di Governo, che sanno prevedere i fenomeni per poterli gestire. Vi rendete conto che la prossima primavera ci sarà un'ondata che sarà totalmente fuori controllo ?
  Noi Conservatori e Riformisti, che non siamo degli estremisti, offriamo da un anno al Governo, alla politica italiana, delle soluzioni che crediamo serie per affrontare il tema che è questo, non dei profughi, che non ci sono quasi, ma il tema dei migranti economici.
  Per un verso vi è la soluzione canadese, che vuol dire stabilire anno per anno non solo le quantità, ma anche la qualità e la tipologia dei lavoratori che siano effettivamente assorbibili dal nostro mercato del lavoro, quante badanti, quanti per l'agricoltura, quanti per la ristorazione, in modo che chi arriva, un numero stabilito, abbia una ragionevole possibilità di essere assorbito, altrimenti sarebbe una cosa Pag. 4fuori controllo; oltre questo limite, vi abbiamo detto, valutiamo il modello australiano, fermare le navi per fermare le morti. Sono riusciti a farlo ed è stata essenziale nel modello australiano la comunicazione del Governo, che non diceva «venite, porte aperte», ma con serietà – e sono anche loro dei liberali, sono persone serie, non sono degli estremisti – facevano messaggi televisivi dicendo: sappiate che la nostra accoglienza è limitata, oltre noi saremo costretti a fermare le navi; e hanno risolto il problema per questa via.
  Noi vi proponiamo un mix intelligente, tra il modello canadese, quindi ancorare l'accoglienza alla effettiva capacità di assorbimento da parte del nostro mercato del lavoro e, come extrema ratio, il modello australiano. A mio avviso, voi state totalmente scansando la fotografia grande, state totalmente dimenticando la big picture: quello che rischia di accadere a marzo, aprile, maggio prossimi. Poi andate voi a raccontarlo a tutte le regioni italiane, a quelle dove arriveranno gli sbarchi, la Puglia e non solo, la Sicilia, ovviamente, tutte le regioni del nostro Sud, ma anche poi alle regioni dove, via via, saranno smistate queste persone che arrivano.
  E voi oggi ci parlate dei minori; ovviamente, quando si parla dei minori, bisogna avere un plus di rispetto, di attenzione, di delicatezza, ma voi vi rendete conto che con questa norma il segnale psicologico, ma anche legislativo, sarà quello per cui a marzo, aprile, maggio, avremo barconi pieni di minori, con virgolette o senza, minori veri e minori presunti ? Ma voi lo sapete, cito ancora la professoressa Bono, che nei Paesi dell'Africa subsahariana già c’è una valanga di operazioni promozionali e pubblicitarie per dire «andate in Italia, è tutto gratis»? Secondo voi cosa si diranno i ragazzi?
  Per ora la massa di quelli che arrivano, l'ho già spiegato, non sono né profughi di guerra, né donne, né persone in estrema povertà: sono maschi sui trent'anni, in età da lavoro. Con questa norma noi incoraggeremo una dinamica che renderà ancora più esplosivi i numeri.
  Non metto in discussione, lo ripeto ancora, la vostra buona fede e le vostre buone intenzioni; dico solo che, attraverso la vostra buona fede e la vostra buona intenzione, già non siete stati in grado di governare un fenomeno che esplode; oggi, immaginate il più nobile dei cavalli di Troia, ma sempre un cavallo di Troia, che renderà le cose ancora più complicate e, guardate, siccome siamo tutte persone anche di comunicazione, non ve la caverete mostrando l'immagine commovente dinanzi alla quale ognuno di noi, se non ha il cuore di pietra, se non è una bestia, si commuove, magari quella di un bambino, di un bambino senza mamma, di un dramma che ci colpisce al cuore.
  Ma voi sapete bene che quello che innescherete è altro, è la logica dei diciottenni, dei diciassettenni o magari dei finti diciottenni, dei finti diciassettenni, di un'ondata che non sarà più gestibile. Andatelo a raccontare ai vostri sindaci di destra o di sinistra, andatelo a raccontare ai territori, dove rischia di scaricarsi qualcosa che non è sopportabile. Guardate che Goro e Gorino sono semplicemente quello che un tempo, nel linguaggio della vecchia sinistra, avreste detto epifenomeni, sono qualcosa che anticipa quello che arriverà, sono piccoli esempi di quello che si scatenerà su scala molto maggiore; poi, non prendetevela con i populisti, poi non prendetevela con chi, legittimamente o no, farà la sua battaglia politica facendo tesoro di quella situazione.
  I populisti siete voi, che create questa dinamica, che create questa situazione di incontrollabilità che in più aggiungete voi, perché io ho rispetto per voi, in totale buona fede, alcuni commentatori dell’establishment mediatico un po’ meno, diffido della loro buona fede, che cosa fate ? Fate la morale ai cittadini: da establishment volete psicanalizzare, giudicare e, magari, colpevolizzare i cittadini che non ne possono più e reagiscono come possono – come possono –, magari male, magari in modo sbagliato, ma la responsabilità ricade su di voi, che innescate un fenomeno che non siete, poi, in grado di gestire, che Pag. 5innescate un meccanismo del quale non siete in grado di controllare le conseguenze. Questo è il tema.
  Ho cercato, ho chiesto di intervenire ora per dieci minuti, all'inizio di questa discussione, e lo ripeto ancora: finisco da dove ho iniziato. Rispetto profondamente la buona fede dei firmatari di questo provvedimento, rispetto profondamente le buone intenzioni con cui tanti si sono applicati a questo, ma proprio a loro, a maggior ragione, chiedo di chiudere un istante gli occhi, di esercitarsi sulle conseguenze reali dei voti che, poi, esprimiamo, su quello che accadrà davvero a marzo, aprile, maggio, quando – lo ripeto – dovremo e dovrete fare i conti con barconi di minori veri o presunti, con virgolette o senza, con un aggravio di un caos che già ora vi sfugge di mano e, tra qualche mese, vi sfuggirà ancora di più.
  Lo so che avete tutti – maggioranza e opposizione – la testa al 4 dicembre e a un videogioco che è molto politico e che per quaranta giorni fa pensare a tutti solo al «sì» o al «no», «viva Renzi» o «abbasso Renzi», ma, guardate che, dopo il 4 dicembre, arriva il 5 dicembre e il 5 dicembre tutti i problemi che avete per ora scansato – state scansando le banche ed MPS, state scansando l'immigrazione, state scansando la stagnazione economica – non si risolvono, neanche se come voi sperate – io spero il contrario – dovesse vincere il «sì». Guardate che se vince il «sì», poi, avrete il giorno dopo un po’ di festeggiamento mediatico, ma tutti i problemi restano tali e quali, peggio, con voi che avete la responsabilità, da qui ad allora, di averli nascosti sotto il tappeto e di avere una bomba ad orologeria che esplode.
  So, dall'attenzione con cui tanti mi guardano, che avete compreso quello che intendevo dirvi, poi, ognuno farà, nel gioco parlamentare, il gioco delle parti, sentirò nobili ragionamenti di segno opposto, ma so che anche tanti di voi pensano quello che sto pensando anch'io, al di là dei banchi dove siete collocati. Chiunque non viva in un'auto blu, chiunque non viva in una stanza ad aria condizionata, ma chiunque conosca un sindaco, conosca i cittadini, conosca la realtà, sa quanto sono difficili le cose. Pensateci bene prima: ve lo dice qualcuno che ha un grande rispetto per questo tema, per ogni singola persona coinvolta, che è un essere umano, ma ricordatevi che sono esseri umani, anche se, di tanto in tanto, questo Parlamento lo dimentica, anche i cittadini italiani, quelli sì, di ceto basso, bassissimo, ultimo, su cui scaricate e scarichiamo la vostra e nostra buona coscienza a buon mercato (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Conservatori e Riformisti e Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marazziti. Ne ha facoltà.

  MARIO MARAZZITI. Grazie, Presidente. Vorrei, attraverso di lei, esprimere il compiacimento per l'eloquio sempre così garbato del collega Capezzone, che in genere apprezzo per l'equilibrio, ma mi corre l'obbligo di precisare che, in questo momento, noi stiamo per approvare una bella, buona, necessaria legge per i minori non accompagnati, minori stranieri, in cui i minori stranieri non accompagnati diventano persone, acquistano diritti in quanto minori, secondo i trattati internazionali che tutti noi abbiamo firmato e vogliamo implementare. Si crea un sistema per cui esisterà un tutore personalizzato e queste persone possono cominciare a vivere e non continuare a morire, come quando hanno preso una barca fuggendo, a differenza di quello che dice il collega Capezzone, da guerre, da massacri, da sfruttamento, da morte, da assenza di futuro.
  Ma voglio che sia chiaro in quest'Aula, anche per chi ci ascolta, che stiamo parlando di un problema non semplicemente di profughi economici – anche essi avrebbero diritto alle stesse tutele in questo caso –, ma stiamo dentro un cambiamento epocale, dove ci sono 60 milioni di profughi forzati nel mondo: una piccola quota di questi arriva in Europa, arriva in Italia.
  Dobbiamo dire che questo provvedimento, credo, risarcisce anche un po’ il Pag. 6cuore, la mente, l'identità del nostro Paese, perché, con tutto il rispetto, penso che, purtroppo, l'episodio eclatante di Goro e di Gorino, senza voler colpevolizzare nessuno, sia un punto molto inquietante: è il punto di un paese – Goro, Gorino –, dove gente perbene pensa che i propri problemi siano tali da dover avere paura di dodici donne e otto bambini. Quando si ha paura che dodici donne e otto bambini, che fuggono alla distruzione e alla guerra, possano togliere qualcosa alla nostra vita, non si sa più chi si è. Quindi, sono vicino alle persone di Goro e di Gorino per dire: non abbiate paura – era la festa di San Giovanni Paolo II due giorni fa –, perché non c’è da avere paura.
  Noi abbiamo una situazione in cui, ogni anno, arrivano 150-170 mila profughi: l'Italia avrebbe bisogno di 250 mila immigrati da inserire in maniera seria – ma le quote sono zero, le quote annuali – solo per mantenere la propria competitività e per non continuare lo squilibrio o l'invecchiamento del nostro Paese.
  È vero, in tutta Europa tanti provano ad alzare muri: è imbarazzante ed è triste vedere l'Ungheria – un Paese dove, nel 1956, 250 mila persone ungheresi, in due settimane, sono fuggite e sono state accolte in Europa quando c’è stata l'invasione sovietica – alzare fili spinati, cercare di cambiare la Costituzione per continuare a farlo. Quando un Paese che invecchia è invecchiato, rischia, creando muri, non di salvare se stesso, ma di soffocare nella cortina di ferro che si fa da solo. Questa è una tentazione dell'Europa, perché c’è una predicazione della paura e della diffidenza.
  Io volevo dire semplicemente questo: 170 mila persone, fossero anche pure ogni anno, come è ogni anno – e stiamo, più o meno, a 150 mila profughi, in Italia, rifugiati accolti –, con 8 mila comuni, vuol dire venti persone a comune: ma solo 2 mila comuni stanno dando accoglienza. Allora, il problema siamo noi, non sono loro, perché venti persone a comune non possono far paura a nessuno. Un paese che ha paura di venti persone non sa più chi è (un paese, un borgo, una città, un comune).
  Allora, voglio dire a tutti noi, a tutti noi italiani che è una grande occasione. Abbiamo l'esempio dei corridoi umanitari: è un'iniziativa della comunità di Sant'Egidio, della Federazione delle Chiese evangeliche italiane, dei metodisti, della Tavola valdese. Non c’è neanche un euro di aggravio per il nostro popolo, per le casse dello Stato, ma c’è gente che parla alle famiglie prima, le famiglie sono contente di accogliere le persone, diventa una festa, diventa un investimento sul futuro. Tutto questo è possibile, è il modello italiano intelligente, ma noi non cadiamo nella tentazione della paura, perché la paura è quello che vogliono i trafficanti di esseri umani.
  Concludo. La nostra legge, la legge che approveremo, finalmente con un grande consenso, che è molto civile, non è una legge buonista, non è il teorema anche liberale di dire: «Il buonismo crea le condizioni per la reazione opposta». Questa non è una legge buonista. Il problema non sono mai gli immigrati che diventano bersaglio, ma è chi li fa bersaglio. In realtà questa legge ci ricrea un elemento di civiltà del nostro Paese. Allora, diciamo semplicemente che, quando un profugo lascia il proprio Paese, non è perché ha saputo di una legge italiana che gli permetterà di vivere bene, ma è perché quel mondo liberale anche che così bene evoca l'onorevole Capezzone è lo stesso che investe molti soldi in cibi per cani e per gatti sulle nostre televisioni e quel cibo per cani e per gatti è a volte molto più interessante visto migliaia di chilometri di distanza del fatto di sapere se c’è o no una legge in Italia. Vale la pena lo stesso perché, quando si vive, anche i profughi economici e non solo quelli che fuggono dalle guerre, i profughi forzati, anche quelli con due dollari al giorno non riescono ad avere quel cibo per cani e quel cibo per gatti. Il problema non è se noi facciamo questa legge, se verranno ancora dei profughi in Italia; il problema è che è un mondo squilibrato; questa legge è una legge saggia Pag. 7e noi abbiamo bisogno per rimanere in Italia e per rimanere in Europa di essere civili. Non possiamo smettere di fare le cose giuste perché altrimenti forse qualcuno – come dice sempre l'onorevole Capezzone – ha torto o ha ragione; no, ha torto perché non è una guerra tra poveri perché non c’è paragone tra come noi viviamo e come loro vivono, tra quelle guerre e quelle fughe, tra quei bambini violentati e il loro futuro e destino. Allora, noi con questa legge, rimettiamo un po’ le cose a posto (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico e di deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signora Presidente, colleghi, innanzitutto per segnalare che ritiriamo l'emendamento 1.50, che solo per un refuso è stato presentato. Poi per annunciare l'astensione sull'articolo e sugli emendamenti all'articolo, senza volere per questo ripercorrere una discussione generale sul provvedimento, ma nel merito specifico dell'articolo 1, che definisce l'ambito di applicazione soggettiva di questo provvedimento importante che cerca di dare una disciplina uniforme alle misure di protezione per i minori stranieri non accompagnati; infatti – voglio ricordarlo – l'Italia anche nel 2015, con un decreto legislativo, ha dato attuazione alle direttive dell'Unione europea su questo tema delicato, sul tema dell'accoglienza delle persone vulnerabili tra cui spiccano i minori. Ovviamente il nostro gruppo non può essere insensibile a questa tematica, per cui riteniamo che sicuramente la normativa sinora messa in campo, che pure era positiva e avanzata, necessita assolutamente di un maggiore aggiornamento, di una precisione più adeguata al fenomeno, fenomeno che si sta verificando in maniera incredibilmente ampia e su questo io volevo intervenire.
  Noi ci asteniamo perché, da una parte, riteniamo che il provvedimento non sia stato fatto in maniera adeguata, da un'altra, perché riteniamo soprattutto – ed è la cosa più grave che è una delle tipiche azioni furbe del governo Renzi – che vengano fatti provvedimenti con un impatto sociale importante sempre a costo zero. Allora chi si legge questa norma capisce chiaramente che questo provvedimento vuole essere un provvedimento che realmente tuteli le persone vulnerabili, tra cui i minori non accompagnati. I minori sono sempre persone vulnerabili; immaginiamo un minore che fa decine di migliaia di chilometri, spesso sfruttato da organizzazioni criminali e stiamo in qualche maniera sollecitando anche noi a portare tante persone qui, quanto possa essere vulnerabile in sé, ma il punto è immaginare di affidarlo semplicemente a una macchina caotica e burocratica come quella messa in campo per accogliere stranieri, come a quella che esiste per i minori italiani.
  Perché il punto è proprio questo. Io vorrei fare una riflessione e spero che insomma i colleghi la possano fare. L'articolo 1 dice che i minori stranieri non accompagnati sono titolari dei diritti in materia di protezione dei minori, a parità di trattamento con i minori di cittadinanza italiana o dell'Unione europea: è proprio questo il punto. Con le risorse dei nostri sistemi sociali noi non riusciamo assolutamente a proteggere neanche i minori italiani, allora è incredibile immaginare di fare una legge così importante, che ha finalità, da una parte così nobili, da una parte così coscientemente immediate, a fronte della massa di disperati che si sta accalcando alle nostre frontiere e a quelli che già ci sono, immaginando di fare un provvedimento senza nuovi oneri. Come dice questa legge, precisamente all'articolo 21, comma 3: «dall'attuazione delle disposizioni della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica». Ci state prendendo in giro ed è per questo che noi non possiamo votare favorevolmente e quindi ci asterremo, ma vi invitiamo ancora una volta a riflettere che una sconsiderata politica migratoria innanzitutto comporta uno sfruttamento della migrazione, perché sappiamo Pag. 8bene che ci sono organizzazioni criminali che stanno allertando centinaia di migliaia di disperati a venire in Italia, immaginando che l'Italia risolva i loro problemi. Invece sappiamo in che condizioni di degrado, senza soldi e senza un'organizzazione sociale adeguata, siamo costretti a farli intervenire. Semplicemente, dietro tutte queste belle parole, si tratta di dire: «Venite ! Dopo qualche mese vi mettiamo in condizione di girare liberamente nel nostro territorio. Se siete dei violenti e dei prepotenti, farete i delinquenti, se siete delle brave persone, finirete con l'essere sfruttati da delinquenti italiani o stranieri che approfitteranno di questa nuova opportunità».
  Allora, noi con tutta la buona volontà e con tutta la condivisione soggettiva, come destra sociale, della problematica non possiamo prenderci la responsabilità di votare questo provvedimento, pur condividendone le finalità, anche perché poi vengono inserite una serie di norme che non c'entrano nulla e che parlano non dei minori, ma dei minori che diventano maggiorenni e ai quali viene sostanzialmente garantita una permanenza in Italia non secondo i principi di una nazione civile, cioè secondo un reale percorso di integrazione, di lavoro e di possibilità di vivere come i cittadini, con i diritti veri della cittadinanza che implica anche i doveri di rispettare la legge, ma semplicemente dice: ”Hai fatto 18 anni e persino se sei un delinquente e stai in carcere minorile, al termine dei 18 anni ti mettiamo in libertà e, così come i detenuti che vengono messi in libertà dopo i decreti svuota-carceri senza curarsi minimamente della loro opportunità di essere recuperati come cittadini, anche a te straniero ti mettiamo in un circuito di illegalità, di clandestinità e di sfruttamento, dove o finisci con l'essere il delinquente o finisci con l'essere una vittima. Quindi noi non possiamo essere d'accordo, incominciamo con l'astenerci su questo provvedimento; ci asterremo spesso sugli emendamenti e sugli articoli di questa legge, per le finalità che vi ho detto e che non ripeterò nel corso della trattazione del provvedimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Beni. Ne ha facoltà.

  PAOLO BENI. Grazie, Presidente. Guardi, io vorrei dire anzitutto all'onorevole Capezzone, che apprezzo sempre per la sua pacatezza e per la sua paziente argomentazione, che mi ha un po’ meravigliato il fatto che il tema di cui stiamo parlando attiene a questioni che stanno scritte a caratteri cubitali nella Convenzione Onu dei diritti dell'infanzia. Quando parliamo del principio di non respingimento dei minori, sottolineiamo una cosa, in virtù della particolare situazione di fragilità di queste persone e di questi esseri umani, una cosa sancita dalla Convenzione di Ginevra del 1951. Quindi, bisognerebbe fare un attimo di attenzione a meno che non ci sia un grande equivoco. Questa proposta di legge affronta un tema che non riguarda le politiche dell'immigrazione: qui non stiamo parlando di un flusso di giovani trentenni che cercano lavoro nel nostro Paese. Le politiche dell'immigrazione sono una cosa e penso che il nostro Paese dovrebbe tornare a occuparsi di politica dell'immigrazione nel senso di pianificazione e di programmazione di flussi di ingresso, che nei prossimi decenni saranno importanti, anche per garantire crescita e stabilità al nostro Paese. Ma questo è un altro discorso. Qui stiamo parlando della crisi dei rifugiati, di un'emergenza data dall'afflusso nel nostro Paese, costante ormai da tre anni, di migliaia di persone –, è un problema europeo tra l'altro e non solo del nostro Paese – di migliaia di persone in fuga da guerre, in fuga da violenze, da persecuzioni etniche, religiose, sessuali, anche in fuga dalla fame, certo. Questo è il problema di cui stiamo parlando e, dentro questo problema, stiamo parlando del fatto che dal 2014 al 2016, sostanzialmente in costanza di un numero stazionario di arrivi nel complesso sulle nostre coste, abbiamo notato un incremento esponenziale del numero dei minori non accompagnati. Al 18 ottobre di quest'anno, rispetto alla stessa data dell'anno precedente, c’è soltanto un incremento del 5 per Pag. 9cento degli arrivi complessivi, mentre invece c’è un incremento del 60 per cento dei minori non accompagnati. Attualmente si sfiorano i 20.000 presenti sul territorio nazionale, quindi questa è una partita particolare dentro il problema della crisi dei rifugiati, che scarica enormi problemi sugli enti locali, come sappiamo, non soltanto sul piano della responsabilità economica e del peso economico ma sul piano delle responsabilità civili e penali. Dunque, quello che noi facciamo con questa proposta di legge è semplicemente la presa d'atto di un principio sacrosanto, di buonsenso vorrei dire. Non possiamo voltarci dall'altra parte di fronte a questa umanità disperata, di fronte a questi esseri umani che sono più deboli, più fragili e più indifesi perché senza tutele. Questa è una legge di civiltà, di buon senso, di grande valore umano e civile. Non c'entra niente il buonismo, c'entra il dovere civico che noi abbiamo di rispondere a queste persone: cosa offre questa proposta di legge ? Ribadisce alcuni principi fondamentali che per la prima volta vengono scritti in un testo di legge, cioè che i minori non tutelati non possono essere respinti, abbandonati a se stessi, che i minori non possono stare in strutture promiscue neanche nella prima accoglienza e soprattutto poi nella fase successiva del periodo che precede l'integrazione nella società italiana; devono stare in strutture dedicate, in strutture adeguatamente attrezzate e professionalizzate per l'assistenza dei minori. La proposta di legge afferma che tutti i minori, indipendentemente dalla richiesta di protezione internazionale, hanno diritto ad accedere al sistema SPRAR che tutti noi sappiamo è il sistema più virtuoso, il modello migliore che nel nostro Paese si è sperimentato per quanto riguarda l'accoglienza e l'integrazione delle persone straniere. Vogliamo che a questi minori siano date le stesse opportunità, le stesse possibilità, gli stessi diritti dei nostri ragazzi in termini di assistenza sanitaria, di tutela in termini di educazione. Vogliamo che a questi minori sia riconosciuto il diritto all'ascolto, il diritto ad essere protagonisti della loro crescita, della loro integrazione. Vedete, come si fa a pensare che tutto questo faccia parte di un qualche piano di qualcuno che vuole, attraverso l'invio dei minorenni, creare un'invasione del nostro Paese ?
  Questi ragazzi e queste ragazze – basta visitare un centro per i minori o visitare le situazioni dei nostri porti quando ci sono gli sbarchi e arrivano i ragazzini per rendercene conto – vengono da situazioni disperate. Come si può pensare che un genitore affidi a cuor leggero un figlio o una figlia a quei barconi, senza sapere se arriverà dall'altra parte del Mediterraneo vivo o morto, se non semplicemente perché questo spesso è l'unico modo per salvare quel ragazzo da una morte certa; è l'unico modo per provare a dargli un futuro e a garantirli una possibilità di futuro. Allora noi ci vogliamo voltare dall'altra parte ? Non è possibile, non è possibile. Ecco io penso che noi dobbiamo leggere questa proposta di legge che ci accingiamo ad esaminare per cosa realmente propone, senza pregiudizi, per i problemi che tende a risolvere, come legge doverosa, necessaria, di buonsenso che ci aiuta a gestire un problema difficile. Vorrei invitare tutti i colleghi – anche i colleghi delle opposizioni, anche i colleghi che so che non condividono e l'hanno già detto questa proposta di legge – a non farne terreno di scontro, a non farne terreno di scontro ideologico perché guardate non è proprio il caso, non conviene. Sulle politiche dell'immigrazione si può dissentire con il Governo. Il nostro Governo e la nostra maggioranza in quest'Aula condivide una strategia, sta impostando queste politiche in un determinato modo. È legittimo, è comprensibile che forze dell'opposizione abbiano in mente una prospettiva diversa, propongano e si battano legittimamente nella dialettica democratica di quest'Aula per affermare altre strategie. Ma qui stiamo parlando d'altro, stiamo parlando di tutelare esseri umani fragili, indifesi e su questo non può esserci un terreno di scontro ideologico, non può esserci, colleghi, un terreno di propaganda. Attenzione perché quando su questi temi si cede alla voglia di fare Pag. 10propaganda, alla voglia di strumentalizzare – lo vediamo anche dagli episodi avvenuti in questi giorni come l'episodio tristissimo di quelle donne, di quei bambini (in fondo di questo si trattava): noi non siamo razzisti è stato detto ma non li vogliamo nemmeno vedere – ecco, quando succede questo, dobbiamo interrogarci un po’ tutti. Penso che si semina il pregiudizio, se si investe fomentando le paure; è naturale che la nostra società in difficoltà senta e avverta del disagio ma questo disagio va superato, va elaborato. Se invece si investe sulle paure, si continua a fomentare il pregiudizio, si fomenta l'odio anche, si sparge veleno nelle relazioni sociali, guardate che le conseguenze poi le paghiamo tutti. Creiamo una società che diventa incapace di coesione, che diventa incapace di riconoscersi reciprocamente tra gli individui, creiamo una società che diventa invivibile.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 11)

  PAOLO BENI. Invece, noi dobbiamo lavorare pazientemente e tenacemente, penso, per costruire il senso e le ragioni della nostra capacità di convivere e di condividere i problemi e la soluzione ai problemi, di condividere le risorse di questo stupendo Paese che è in grado di accogliere e di farlo nel modo migliore. Penso che questa proposta di legge serva, sia utile per andare in questa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 1.1 Rondini.

  PRESIDENTE. L'emendamento 1.50 Cirielli invece è stato ritirato.

  BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. Sì, è stato ritirato.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato all'Interno. Il Governo esprime parere conforme alla relatrice.

  PRESIDENTE. Poiché l'emendamento l'1.1 Rondini è un emendamento soppressivo... Chiede di intervenire il deputato Rondini. Prego.

  MARCO RONDINI. Sì, grazie Presidente.

  PRESIDENTE. Voglio solo precisare una cosa: lei fa la dichiarazione di voto sul mantenimento dell'articolo, perché il suo emendamento è un soppressivo. Quindi, voteremo solo il mantenimento dell'articolo. È la stessa cosa, ma volevo soltanto precisarlo.

  MARCO RONDINI. D'accordo, grazie. Noi chiediamo, con questo emendamento, di sopprimere l'articolo 1. Premetto che siamo contrari, fortemente contrari all'intero provvedimento, perché, come qualche collega giustamente ha fatto notare, è animato da buone intenzioni ma produrrà dei disastri, dei disastri che pagheranno le future generazioni, perché di fatto spalanca le porte, ancora una volta, ad un'immigrazione incontrollata. Di fatto farà da campana e attirerà ancora di più i minori non accompagnati che verranno affidati dalle famiglie agli scafisti, perché già c’è il tam tam su questo tipo di legislazione, soprattutto nell'Africa subsahariana da dove parte la maggior parte dei minori che arrivano nel nostro Paese.
  L'articolo 1 del vostro provvedimento, insieme, in particolare, al successivo articolo 2, definisce l'ambito di applicazione della vostra proposta di legge, che viene a considerare tutti i minori stranieri non accompagnati, come definiti poi nell'articolo 2, in ragione della loro condizione di vulnerabilità per la minore età. Tra di essi sono ricompresi anche quelli presunti, considerati Pag. 11gli accertamenti medici previsti solo come residuali dal successivo articolo 5.
  In secondo luogo, vi do dei dati, perché così riconduciamo magari il collega Marazziti alla realtà, perché i numeri ci dicono e ci descrivono un'altra realtà rispetto a quella citata ed evocata dal collega Marazziti e, in parte, anche dal collega Beni. Con questo provvedimento, forse animato da buone intenzioni, spalanchiamo le porte, in particolare, a persone che hanno 17 o più di 17 anni e questo ce lo dicono i numeri: nel 2014 sono arrivati in Italia 13 mila minori; nel 2015, 12 mila; nel 2016 quasi 20 mila. Il 94 per cento dei minori stranieri non accompagnati censiti sono maschi e il 5,7 femmine. Di questi il 53,6 per cento ha 17 o più di 17 anni e solo l'8 per cento ha meno di 14 anni. Quindi, quando vengono utilizzate le immagini dei bambini per indurre pietà, per indurre o, comunque, per imporre all'opinione pubblica un'accoglienza senza regole, trasmettiamo un'immagine che non rispecchia quella che è la realtà. La realtà ci dice che anche la maggior parte dei minori non accompagnati ha sicuramente 17 o più di 17 anni e, stando anche alle considerazioni che abbiamo ascoltato anche nel corso di qualche audizione presso la Commissione migranti, anche i medici ci dicono che è difficile stabilire con certezza l'età e che quindi è possibile che la maggior parte delle persone classificate come diciassettenni di fatto siano diciottenni o diciannovenni. Ecco, quindi, a chi apriamo e spalanchiamo le porte. Spalanchiamo le porte soprattutto a quelli che dovremmo considerare migranti economici e distinguere – e distinguere ! – da quelli che, invece, sono i richiedenti asilo che si possono vedere riconosciuti lo status di profugo oppure la protezione internazionale. A quelli andrebbero riservate eventualmente le garanzie e i diritti che sono inseriti in questo provvedimento e non a tutti, senza nessuna distinzione.
  Quindi, invito i colleghi che magari si confrontano anche con i loro sindaci che dicono loro che non possiamo accogliere tutti indiscriminatamente, perché rischiamo di tagliare i fondi che servono per i servizi sociali che dovremmo erogare, prima di tutto, ai nostri cittadini. Questo è ciò che ci dicono i sindaci. Oggi abbiamo avuto il sindaco di Prato presso la Commissione migranti che ci diceva che le risorse stanziate ad oggi sono assolutamente insufficienti.
  Oggi vengono erogati 45 euro per ogni minore che viene accolto presso le strutture. Ebbene, il sindaco ci diceva, facendosi portavoce delle istanze, delle paure e dei timori dei primi cittadini, che ne servono almeno il doppio. Dunque, è evidente – è di tutta evidenza – che quei soldi poi verranno tolti ad altri capitoli di spesa, magari tolti al capitolo di spesa con il quale si potrebbe affrontare l'emergenza povertà.

  PRESIDENTE. Deve concludere, Rondini.

  MARCO RONDINI. Concludo semplicemente ricordando che questo provvedimento è animato da buona intenzione ma creerà dei danni incredibili.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 1658-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1658-A).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione sull'emendamento 2.50 Rondini.

Pag. 12

  BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. Grazie, Presidente. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato all'Interno. Contrario, Presidente.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.50 Rondini. Anche in questo caso preciso che si vota il mantenimento dell'articolo 2.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Con questo emendamento noi chiediamo la soppressione dell'articolo 2, perché torniamo sul tema che già abbiamo affrontato motivando il voto sul nostro emendamento sull'articolo 1, con il quale, appunto, ne chiedevamo la soppressione. Vale la pena di leggere ai colleghi il testo dell'articolo 2, con cui si definisce quello che è il minore straniero di cui si occupa il provvedimento, e si dice: «Ai fini di cui alla presente legge, per minore straniero non accompagnato presente nel territorio dello Stato si intende il minorenne non avente cittadinanza italiana o dell'Unione europea che si trova per qualsiasi causa nel territorio dello Stato o che è altrimenti sottoposto alla giurisdizione italiana, privo di assistenza e di rappresentanza da parte dei genitori e di altri adulti per lui legalmente responsabili in base alle leggi vigenti nell'ordinamento italiano».
  Ebbene, con questo articolo non si fa una distinzione, cosa che invece secondo noi andrebbe operata, fra quelli che sono i minori non accompagnati richiedenti protezione internazionale e i minori non accompagnati cosiddetti migranti economici. Secondo noi è un gravissimo errore. Secondo noi, i due status non sarebbero da confondere, perché, al di là dell'innegabile possibile vulnerabilità riconducibile alla minore età di tutti i minori stranieri, noi riteniamo che agli uni dovrebbe essere garantito un certo percorso, diritti e garanzie che magari in parte prevedete con questo provvedimento, e gli altri, qualora vengano classificati come migranti economici, dovrebbero essere rimpatriati.
  Vale la pena ricordare che la stessa direttiva comunitaria del 2008, la n. 115, la cosiddetta direttiva rimpatri, dispone all'articolo 10 la possibilità del rimpatrio e dell'allontanamento anche dei minori. Ebbene, con questo provvedimento, di fatto – lo ripeto ancora una volta, come ho già detto argomentando le motivazioni che ci hanno portato alla presentazione dell'emendamento soppressivo dell'articolo 1 – suonate la campana in quelle aree del mondo dalle quali partono i cosiddetti migranti economici. Vale la pena ricordare che la maggior parte dei minorenni non accompagnati provengono non da Paesi a rischio, provengono da Paesi dai quali sono portati ad andar via semplicemente per motivazioni economiche.
  Io capisco che la ratio che vi porta a licenziare un testo come questo sia quello che la distinzione fra migranti economici e i richiedenti asilo o comunque profughi per voi non dovrebbe essere fatta, capisco che voi in questa maniera in qualche modo pensate – è tornata nell'eco degli interventi di qualche collega anche questa motivazione – di poter colmare, o comunque dare una soluzione, a quella stagione che stiamo vivendo, quell'inverno demografico che l'Italia e l'Europa stanno vivendo, importando centinaia di migliaia magari di minorenni per colmare quel vuoto. Lo diceva anche il collega Marazziti: avremmo bisogno, diceva, di 250 mila immigrati all'anno. Di fatto voi, con questo provvedimento, aiutate la malavita che lucra sulla tratta di carne umana, da un lato; dall'altro non tutelate il minore, che viene affidato alle «cure» degli scafisti, ed in più agevolate un'invasione di popolamento che sarà foriera sicuramente di fortissime tensioni sociali in futuro.
  Lo abbiamo visto ! Qualche collega ha citato Goro e Gorino. Quella è la reazione spontanea di cittadini che non sono razzisti: sono cittadini che, in un contesto come quello in cui stiamo vivendo, vedono un pericolo nella possibilità di vedersi sottratti magari quei fondi che per loro Pag. 13sono necessari per arrivare alla fine del mese. Quel sistema sociale che è stato impiantato grazie alle tasse ed ai soldi delle generazioni dei nostri genitori, dei nostri nonni, avrebbe dovuto essere attivato per risolvere il problema e la sofferenza dei cittadini italiani, e non per spalancare le porte a centinaia di migliaia di clandestini (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini), dei quali poi avete perso completamente le tracce e che oggi sono liberi di scorrazzare sul nostro territorio indisturbati ! Vi ricordo che dal 2013 ad oggi sono più di mezzo milione le persone...

  PRESIDENTE. Deve concludere, Rondini ! Grazie, Rondini.

  MARCO RONDINI. ...che avete portato qui. Invito, quindi, le persone di buonsenso, magari al di là del colore politico, a votare a favore del nostro emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Presidente, io non vorrei che in questo dibattito si creasse un grandissimo equivoco. Noi siamo un potere che è potere legislativo: si fanno le leggi per mandare avanti uno Stato, non si va a dottrina, non è che si fanno i capitolini per la dottrina, per cui ci sono i ragazzini buoni che patiscono la fame e quegli altri no, nei quali si parla dei cibi per cani per dire di una società opulenta, di questo denaro che puzza di sterco e che è insensibile ai bisogni degli altri !

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 11,15)

  MAURIZIO BIANCONI. Io ricordo, Presidente, tramite lei che non è più il caso di fare gli spiritosi, perché in questo Paese ci sono 5 milioni di italiani che sono con problemi alimentari e 1 milione di bambini italiani che patiscono la fame e sono denutriti.
  Questo è il nostro primo problema ! Lo so che per dolore di molti non si è avverato il sogno del Gioberti, un bello Stato federale con a capo il Papa: purtroppo non c’è il Papa a capo di questo Stato ! C’è un laico, c’è una persona che è stata eletta da questo Parlamento ! Noi non siamo lo Stato della solidarietà cristiana: noi siamo uno Stato che deve legiferare per i suoi cittadini e per rispondere a questi enormi fenomeni; ma non si fa con il buonismo stolto, datato, per il quale ci sono i ricchi che mandano via a calci i poveri ! Ci sono i poveri che litigano con i poveri, perché sono lasciati a se stessi, allo sbando, perché capiscono che non c’è un'assistenza, non c’è uno Stato organizzato, perché temono che il piccolo che hanno gli sparisca anche quello ! E invece di comprenderli, e invece di risolvere il problema, si fanno le leggi manifesto che piacciono tanto a Francesco e ai suoi adepti. Ma siamo della Repubblica italiana !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signora Presidente, io sono un cittadino italiano, un deputato della Repubblica italiana eletto dal popolo italiano per esercitare la sua sovranità; e tengo a dire in questa occasione che sono grato a Papa Francesco perché ricorda ai cittadini italiani, ed anche ai rappresentati del popolo italiano, principi elementari di umanità. Mi dispiace che qualcuno che parla a nome della cultura laica italiana, parli come se alla grande cultura laica italiana questi principi di umanità fossero ignoti ! Sono stato anche un allievo di Norberto Bobbio, forse l'ultimo grande filosofo laico italiano, il quale riteneva che quei principi di umanità che oggi Papa Francesco ricorda, fossero il perno fondamentale della cultura laica, e che laici e cattolici differissero fra di loro perché i cattolici fondavano Pag. 14in modo trascendente, metafisico quei principi di umanità che i laici fondavano invece in modo immanente e storicistico.
  Cari amici, se qualcuno vuole attaccare questi principi di umanità, è libero di farlo: non lo faccia in nome della cultura laica, non offenda la memoria dei grandi della cultura laica; e non pretenda che i cattolici in Italia siano cittadini di seconda categoria, che per il fatto di aderire a quei principi di umanità sarebbero fuori della realtà e fuori del dibattito politico. Noi qui difendiamo quei principi, e non sono irrealistici !
  Sant'Agostino ha scritto una volta: «A semet ipso incipit bene ordinata caritas»; traduco: la carità ben ordinata comincia da se stessi. «Comincia da se stessi» significa che il mio primo dovere è verso i cittadini italiani e verso i bambini italiani. Certamente significa che per aiutare chi è fuori dai nostri confini la cosa migliore, la cosa da fare è realizzare il diritto a non emigrare, dando aiuti perché possa crearsi in quei Paesi una possibilità sufficiente di lavoro e di vita: ed è il grande tema delle politiche di vicinato, che una volta l'Europa cercava di avere e che sono state abbandonate da almeno dieci anni.
  Quindi non siamo irrealisti, non pensiamo che tutti debbano venire in Italia: pensiamo che chi arriva in Italia illegalmente, l'immigrato illegale può essere rimandato indietro; ed anzi crediamo che in Italia esista una mentalità sbagliata per cui alcuni giudici non vogliono fare i respingimenti, ed è mancata fino ad ora una politica adeguata dei respingimenti: chi non ha diritto di stare in Italia deve essere rimandato indietro. Ma nella nostra memoria, di noi italiani, non di noi cattolici, di noi italiani, non di noi papisti, di noi italiani, nella nostra memoria è anche incisa una parabola: c'era una volta un uomo che andava da Gerusalemme a Gerico, e i ladroni lo presero, lo bastonarono e lo lasciarono semivivo a lato della strada; e passò un levita, passò un deputato, passò un rappresentante della cultura laica degradata, e magari anche qualche rappresentante della cultura cattolica, e non fecero nulla. Passò un samaritano, se lo prese e se lo portò in una osteria e lo affidò all'oste perché lo curasse. Quando qualcuno non ha più una patria, quando qualcuno non può rimandarlo indietro, perché se no lo ammazzano, quando arriva un bambino, di cui non si prende cura nessuno, ebbene il bambino di cui non si prende cura nessuno è mio figlio, è nostro figlio e abbiamo il dovere di accoglierlo (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)), di trattarlo, di educarlo, come facciamo con i nostri figli e con i figli del popolo italiano. Questo mi sembra il principio che sta alla base di questa legge. Non è una legge buonista, non è una legge permissiva. Vogliamo parlare di respingimenti, vogliamo irrigidire la normativa sui respingimenti, vogliamo parlare veramente delle condizioni perché si possano fare i respingimenti, parliamone. Vogliamo dire che bisogna aiutarli a casa loro, certo, siamo i primi a dirlo, ma, quando arrivano i bambini di cui nessuno ha cura, tocca a noi prendercene cura, altrimenti tradiamo non Papa Francesco, ma la nostra dignità di cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Forza Italia non è che è dura, è durissima nei confronti delle politiche dell'immigrazione di questo Governo, e più volte ha avuto modo di manifestare il suo disappunto per delle scelte che pongono indubbiamente il Paese in gravissima difficoltà, anche nella discriminazione tra cittadini italiani e cittadini che invece vengono accolti, come d'accordo con le politiche europee, nella profonda differenza fa profughi e migranti economici. Su questo non si discute. Vi è una grande differenza, che va sancita, però è evidente che in questo caso il discrimine, la differenza è data dal fatto che si tratti di minori privi di assistenza e di rappresentanza Pag. 15da parte dei genitori o di altri adulti. Vi è un diritto dovere alla difesa dei soggetti indifesi, che giungono nel nostro Paese senza punti di riferimento. Questo è il motivo per cui noi, di fronte a questo articolo 2, voteremo per il mantenimento, perché questo è un provvedimento-deroga. Nessuno si illuda che possa essere questo un provvedimento-guida nell'ambito della immigrazione. È un provvedimento che per la particolare qualità dei soggetti particolarmente indifesi – abbiamo ragionato anche sulla videosorveglianza con la stessa logica, cioè la deroga in favore di soggetti indifesi – questo è il motivo per cui questo articolo 2 va mantenuto. E mi riallaccio ai profili valoriali, perché qui non c’è soltanto cultura cattolica o cultura laica, c’è la necessità di garantire un'assistenza ed una difesa a soggetti che comunque arrivano nel nostro Paese senza nessuna protezione. E se questo è vero, come è vero, è evidente che proprio in un emendamento, Presidente, che noi abbiamo successivamente formulato all'articolo 3, noi siamo contrari ad un accoglimento tout-court, cioè non siamo per l'accoglimento indiscriminato, perché questo ovviamente può dare origine a quegli abusi a cui correttamente si è fatto riferimento nella discussione. Attenzione, anche perché sull'identità e sull'identificazione dei minori vi è tutta una querelle ed è facilissimo nascondere la propria minore età, al fine di un accoglimento indiscriminato. Quindi noi proporremo fortemente e condizioneremo, ovviamente, quello che sarà il nostro atteggiamento ad una sorta di metratura di calibro nell'accoglimento, perché, se si tratta di minori che per ragioni economiche hanno la possibilità di essere rimpatriati, noi riteniamo che questa è una valutazione che debba essere lasciata nella discrezionalità di chi decide; cioè, la situazione di debolezza deve essere verificata, accertata e, se non accertata, non deve essere in qualche maniera, come posso dire, un escamotage per garantire comunque un ingresso nel nostro Paese. E qui tutti gli altri discorsi ovviamente vanno benissimo, perché questo sì sarebbe discriminante rispetto ai cittadini italiani. Allora noi, ripeto, voteremo per il mantenimento, Presidente, nel convincimento che garantire la difesa a chi non ce l'ha debba costituire un elemento valoriale, indipendentemente da quella che è la genesi di questi valori (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signora Presidente.
  Non è questione di essere laici o cattolici e suggerirei agli uni e agli altri di non dare lezioni a pulpiti incrociati, perché, in genere, l'effetto che si crea non è di serietà e neanche di buona difesa dei propri principi, laici o cattolici. Ma era prevedibile che si creassero due equivoci.
  Il primo equivoco, ma come potete confondere quelli che sono i doveri della coscienza individuale con quello che è invece il limite proprio di un'attività legislativa e di Governo. Un conto è il dovere che ogni singolo individuo sente, altra cosa è la legge che deve naturaliter porre un limite, perché, se non poni un limite, consegni la tua comunità al caos.
  Il secondo e chiudo, signora Presidente, il secondo equivoco, ma come fai a confondere un bambino di otto anni, ed è evidente che ci spezza il cuore, con eventuali rischi di barconi colmi di diciassettenni senza limiti. Ponetevi il problema, se siete uomini e donne di governo, ...

  PRESIDENTE. Concluda.

  DANIELE CAPEZZONE. ... del meccanismo che rischiate di innescare, sia pure con buone intenzioni. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 2.Pag. 16
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 1658-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1658-A).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. Identici emendamenti 3.1 Rondini e 3.50 Cirielli parere contrario; emendamento 3.51 Gregorio Fontana, invito al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato all'Interno. Conforme alla relatrice, Presidente.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 3.1 Rondini e 3.50 Cirielli, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il deputato Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Siamo all'articolo che bene dà l'immagine della ratio dell'intero provvedimento. Con questo articolo, di fatto, si elimina la possibilità, oggi prevista, del respingimento dei minori non accompagnati. La cosa che innanzitutto ci sarebbe da chiedersi è: come si fa, non avendo ancora stabilito l'età, a capire se è possibile o meno respingere una persona sulla base delle dichiarazioni che questa persona rilascia. È chiaro che, sulla scorta di un provvedimento di questo tipo, il diciottenne o diciannovenne, del quale è difficile stabilire con esattezza l'età, anche attraverso esami medici, sarà tentato di dichiarare un'età che sicuramente è inferiore a quella dei 18 anni. E così, ancora una volta, anche con questo articolo spalanchiamo le porte ad un'immigrazione totalmente fuori controllo, garantendo poi, con le garanzie e i diritti previsti dalla normativa presente in questa proposta di legge, diritti e garanzie a chi diritti e garanzie non ne dovrebbe avere. Torniamo a dire che, per noi, l'accoglienza andrebbe riservata solo ed esclusivamente a coloro i quali si vedono riconosciuto lo status di protezione internazionale oppure sono riconosciuti come profughi. Ai migranti, ai cosiddetti migranti economici, a cui purtroppo voi, animati da quella cultura dell'accoglienza senza regole, vorreste spalancare le porte, noi riteniamo, invece, non si dovrebbero assolutamente aprire.
  Noi riteniamo che una norma di questo tipo vada ancora una volta nella direzione che è già tornata nei miei interventi precedenti sui due emendamenti precedenti all'articolo 1 e all'articolo 2, e cioè vada ad incoraggiare le partenze, vada a garantire il business del trasporto di carne umana. Vale la pena ricordare che ci sono centinaia di migliaia di minorenni che oggi vivono nelle città degli Stati dell'Africa subsahariana, vivendo probabilmente in condizioni economiche sicuramente inferiori a quelle che vivono i loro coetanei magari in Europa, purtroppo però, lo ha ricordato anche qualche nostro collega, oggi noi siamo in una situazione nella quale, ce lo dice l'Istat, vi sono 4 milioni e mezzo di italiani che vivono sotto la soglia di povertà e di questi circa un milione sono bambini. Qualcuno, negli interventi che mi hanno preceduto, ci diceva che il buon legislatore, il legislatore italiano, dovrebbe badare prima di tutto ai cittadini italiani e ai bambini italiani, ebbene, io ricordo a chi mi ha preceduto che non è quello che sta facendo questo Governo. Per sollevare la situazione dei 4 milioni e mezzo di italiani che versano in una condizione di povertà, di cui quasi un Pag. 17milione sono bambini minorenni, lo Stato prevede di spendere, ha previsto di spendere, per l'anno in corso 600 milioni di euro, mentre invece per garantire quella che ormai, anche qualche sociologo, magari non con le fette di salame sugli occhi, riesce a definire come invasione assistita, ebbene, per garantire l'invasione del nostro Paese stanziamo 4 miliardi e 200 milioni per l'anno in corso. È chiaro che questi numeri ci dicono quali sono le priorità per questo Governo che è diventato lo strumento di quella cultura politicamente corretta, di quel caravanserraglio che si muove dietro iniziative come queste, tese semplicemente a spalancare ancora di più una volta le porte ad un'immigrazione di ripopolamento totalmente incontrollata.
  Bisogna forzare la mano, bisogna accelerare quel processo di decomposizione dei nessi che tenevano unite le nostre comunità, oggi con una giustificazione che ci induce alla pietà, perché bisognerebbe accogliere i bambini, l'altro giorno, perché questi colmerebbero il nostro vuoto demografico, l'altro ancora, perché grazie all'immigrazione incontrollata comunque i 250 mila, che citava il collega Marazziti, servono per garantire il sistema. Ogni motivazione, ogni scusa è buona per spalancare le porte.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Questo è uno dei casi in cui noi voteremo contro la proposta di legge, abbiamo presentato un emendamento in tal senso. Vedete colleghi l'idea generale, in linea di principio accettabile, che comunque non è possibile da un lato respingere minori alla frontiera, dall'altro espellerli, è una cosa che va calata concretamente nella realtà.
  L'attuale disciplina, per la verità effetto di una serie di norme anche da ultimo il decreto legislativo 2015, che questa maggioranza ha approvato, sostanzialmente già riconosce ampiamente i diritti della persona vulnerabile del minore, in relazione all'accoglimento e in relazione alle espulsioni; lascia salvo, come avviene in tutti gli altri Paesi occidentali, l'opportunità, la possibilità, da un lato dell'autorità giudiziaria e da un altro dell'autorità di pubblica sicurezza, di provvedimenti selettivi e mirati tesi unicamente a salvaguardare la sicurezza dello Stato, la sicurezza degli altri cittadini italiani o stranieri, che dir si voglia, nel caso in cui si è di fronte a dei delinquenti conclamati.
  Secondo noi la normativa che mettete in campo voi non apporta nessun reale miglioramento ma rende complicato l'intervento da parte dell'autorità, un intervento già oggi previsto dalle norme in maniera assolutamente residuale se non marginale. Crediamo quindi che non possa essere approvato. Questo mette ancora di più in evidenza come probabilmente ci sia una confusione nel legislatore, nella vostra maggioranza, che confonde interventi di carattere concreto, giusto con finalità umanitarie, con interventi di finalità ideologiche e semplicemente, se mi passerete il termine, declamatorie di principi di carattere generale, che poi si scontrano con la pratica, e smentite voi stessi perché solo un anno fa avevate fatto una normativa che oggi intendete superare, secondo me, complicando e rendendo assolutamente inadeguata la normativa per un fenomeno così importante che prescinde dall'intervento generale della norma, che appunto vorrebbe tutelare maggiormente i minori non accompagnati.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Io quando sento parlare chi vorrebbe darci lezioni sulla umanità che noi non avremmo mi spavento perché è sempre la solita storia: si parla di minori e ci rinfacciano i bambini, si parla di bisogni prima nazionali e ci rinfacciano la fame nel mondo; non funziona così, non funziona assolutamente così. Ci sono delle situazioni di fatto già verificate nelle quali sedicenti minori hanno invaso paesi, paesetti e territori e Pag. 18scorrazzano liberi e fanno malavita. Potrei portare tutti gli esempi che voi conoscete perché li leggete sui giornali; il dire che al confine si devono fare entrare per forza, sulla semplice dichiarazione che hanno diciassette anni, significa aprire praticamente un cavallo di Troia senza fine. Queste sono cose che travalicano le elucubrazioni sempre apprezzabili del professor Buttiglione, al quale qualcuno prima o poi bisognerebbe che spiegasse che il mondo reale è una cosa e il mondo del sapere e della filosofia è altra cosa e bisogna metterli insieme, non possono stare uno di qua e uno di là.
  Il mondo pratico conta più, molto di più, del mondo della filosofia, del piacere, del sapere. Quindi, questo buonismo assurdo, che tende poi a colpire culture che fanno della concretezza il loro modo di essere ma che certo individualmente non sono per mandar via i bambini di otto-nove anni, non solo per non avere quella solidarietà che ci vuole, ma semplicemente per studiare meccanismi che salvino, se possibile, capra e cavoli, e non meccanismi che, in nome di una solidarietà generale, finiscono per aggravare i danni, per aggravare i mali, per aggravare la società di pesi che oggi come oggi, fra un po’, non saremo più in grado di sostenere. Cerchiamo di evitare una tragedia che si sta avvicinando: ci sono molti di voi che non capiscono che tragedia si sta avvicinando di fronte a questo esodo epocale e a questa stoltezza, questa stoltaggine, questa sciocchezza, che stiamo facendo di accogliere tutti e comunque. Faremo una confusione e metteremo questo Paese a grave repentaglio, a grave repentaglio (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Il voto di Forza Italia su questo emendamento sarà determinato da due situazioni: la prima è quella che noi confidiamo che ci sia un ripensamento sull'emendamento 3.51 Fontana, perché riteniamo che non si possa in alcun modo neanche immaginare un diritto all'accoglienza indiscriminato. In nessun caso può disporsi il respingimento alla frontiera di minori stranieri non accompagnati, è un assioma che, in quanto tale, non consente discrezionalità e, quindi, assolutamente inaccettabile. L'emendamento 3.51 Fontana lo renderà commestibile, salvo che – attendo la parola della relatrice sul punto – non vi sia, nell'ambito del provvedimento, qualche passaggio che consenta – ma diciamolo adesso in Aula perché costituisca patrimonio del nostro voto – di ritenere che non vi sia un divieto di respingimento assoluto e non discrezionalmente orientato a garantire il giusto diritto del minore indifeso. Perché questo non sarebbe, a mio avviso, in linea con lo spirito dalla legge, cioè la tutela di diritti effettivi e non una tutela di diritti indipendentemente dal contenuto del diritto.
  Ma il secondo motivo è quello della presenza nell'articolo 3 di un termine entro cui il tribunale per i minorenni deve decidere sulle querelle: è un termine perentorio di trenta giorni che dà, comunque, certezza sul dato che quello che può essere il motivo di contrasto trovi nel giudice e, in tempi assolutamente certi, una soluzione.
  Quindi, da questo punto di vista, Forza Italia voterà per il mantenimento di questo articolo, ma con una richiesta chiara, precisa alla relatrice di farci sapere se questo provvedimento prevede il divieto di respingimento indiscriminato – questo, certo, non è un passaggio che può essere accettato –, se, accogliendo l'emendamento Fontana, questo potrà essere oggetto di integrazione – è il caso di dire – o se nel provvedimento vi è già un passaggio che consenta di evitare l'impossibilità di distinguere fra un minore in quanto tale e un minore avente il diritto di non essere respinto alla frontiera. Quindi, voteremo per il mantenimento con queste condizioni e con questi chiarimenti.

Pag. 19

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente. Solo per ricordare a me stesso e, magari, per il suo tramite anche all'onorevole Rondini, che gli amici di Papa Francesco, in modo particolare i deputati di Area Popolare, che si battono per un trattamento umano per i minori che arrivano sulle nostre spiagge sono anche quelli che hanno fatto la battaglia per mettere nella prossima legge finanziaria misure forti, misure vere di sostegno per i poveri dell'Italia e per i bambini poveri dell'Italia, per le famiglie povere dell'Italia. Non c’è nessuna contraddizione: noi siamo per il sostegno ai poveri italiani, ai bambini italiani e siamo anche per un trattamento umano dei bambini senza accompagnamento che arrivano sulle nostre spiagge. Mi spiace che qualcuno veda, invece, una contraddizione tra queste due posizioni: non dovrebbe essere così.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Piccione. Ne ha facoltà.

  TERESA PICCIONE. Grazie, Presidente. A proposito di questo emendamento dell'onorevole Fontana, di cui il presidente Sisto ha illustrato la centralità dal suo punto di vista – il Presidente sa che io, in particolare, lo ascolto sempre con grandissimo interesse –, vorrei spiegare la motivazione per cui non c’è più nel testo, mentre prima c'era, l'espressione «salvo non sia disposto nel loro superiore interesse il loro riaffidamento ai familiari», perché è solo spostata.
  Noi pensiamo che, a tutela dei diritti e della fragilità della condizione in cui si trova anche un presunto minore arrivato alla frontiera, prima, vada conosciuta la sua età e, successivamente, entro trenta giorni, sia decretato quale deve essere il destino di questo minore. A quel punto interviene l'articolo 6: al comma 7-quater dello stesso articolo si dice che, qualora siano individuati familiari idonei a prendersi cura del minore straniero non accompagnato, tale soluzione deve essere preferita al collocamento in comunità, questo ovunque siano i familiari, quindi, anche nel Paese di origine. Ciò ci consentirebbe di rimandarlo nel Paese.
  È il problema del respingimento immediato che non ci convince, perché, nell'immediatezza, è anche difficile stabilire quale sia l'interesse superiore del minore proveniente in condizioni molto disastrose da un posto che, prima, si deve persino stabilire quale sia. Nel termine, invece, successivo questo è possibile farlo, con razionalità, con calma, con un provvedimento che garantisca al minore la tutela dei suoi diritti e al nostro Stato la sicurezza dai suoi confini.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.1 Rondini e 3.50 Cirielli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Gregorio Fontana 3.51, sul quale c’è un invito al ritiro o parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, ho ascoltato con attenzione l'intervento della collega Piccione, che ha chiarito come, nell'ambito dell'articolo 6, al comma 7-quater, sia indicata una clausola di salvaguardia – vogliamo definirla così – che consentirebbe, di seguito però, a tutte le procedure e a tutte gli adempimenti – non pochi, per la verità –, di individuare familiare idonei a prendersi cura del minore straniero non accompagnato. È evidente che questa soluzione – è scritto – va preferita al collocamento in comunità.Pag. 20
  Se vogliamo che la norma abbia un suo funzionamento ed una sua credibilità non si può certamente immaginare che questa possa essere l'antidoto alla necessità di valutare immediatamente – immediatamente – se si sia di fronte ad un minore che merita, comunque, di non essere respinto. Cioè, il concetto di non respingimento assoluto ed indiscriminato, onestamente, non convince, perché significa aprire il fianco del Paese ad un afflusso in massa di soggetti, senza che chi debba decidere abbia uno strumento per potervi porre rimedio.
  Io credo che questo sia un dato che dovrebbe far riflettere molto il Governo e, soprattutto, la relatrice, perché avere uno strumento di intervento immediato non significa applicarlo, ma significa avere la possibilità con uno strumento – ripeto – esistente di porre un argine.
  Così scritta, questa norma non pone argini e io credo che tutto quello che non è limitabile con un congruo, saggio, misurato, pronto intervento, davvero corre il rischio, per accogliere troppo, di condurre ad un abuso del diritto. Questa è una preoccupazione che Forza Italia manifesta, la manifesta con grande intensità, perché riteniamo che l'accoglienza sia una cosa, il diritto all'accoglienza sia un'altra e noi dobbiamo spingere per il diritto all'accoglienza, non per un'accoglienza tout-court e indiscriminata.
  La soluzione che il gruppo delle colleghe, unitamente alla relatrice, propone non è affatto convincente, è una soluzione che pospone, pospone un dato che invece va anteposto. La mancanza di un filtro al momento della frontiera, a mio avviso, è un fortissimo limite di questa legge e corre davvero il rischio di vanificarne la portata, perché, se deve essere un modo di consentire ai minori non accompagnati indifesi di essere accolti, corre il rischio, con l'impossibilità del respingimento, di distinguere il grano dall'olio e quindi di accogliere tutto quello che è accoglibile con degli strumenti che, per quanto possano essere efficaci, a mio avviso, non sono in condizioni di garantire che effettivamente il diritto all'accoglienza sia rispettato.
  Noi non vogliamo uno Stato che accolga tutti, noi vogliamo uno Stato che accolga chi merita e questa è una norma che secondo me provoca un vulnus in questo principio, che, a nostro avviso, è assolutamente inderogabile.
  Voteremo quindi a favore di questo emendamento e invito fortemente il Governo ad una profonda riflessione, perché poi qui sono d'accordo: le responsabilità sul divieto di respingimento assoluto ricadranno su coloro che in qualche maniera lo avallano. Noi siamo per l'accoglienza, ma chi vuole fare dell'accoglienza uno strumento di ingresso indiscriminato credo poi si dovrà accollare le ulteriori responsabilità per non aver fornito a chi di ragione uno strumento di differenza. Voteremo a favore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Manzione. Ne ha facoltà.

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato all'Interno. Grazie, Presidente. Solo per tranquillizzare l'onorevole Sisto sul fatto che il Governo ha sufficientemente riflettuto su questo emendamento.
  Il divieto di espulsione dei minori stranieri non accompagnati non è una novità di questa normativa o di questa che aspira ad essere una normativa di insieme che riguarda il fenomeno dei minori non accompagnati. È in realtà un obbligo che ci deriva da impegni internazionali che il nostro Paese ha assunto da parecchio tempo e devo dire che trova già in una legge non particolarmente benevola – diciamo così – nei confronti dei migranti, una sua cristallizzazione, ossia nell'articolo 19 della legge n. 286 del 1998, la quale fa divieto di espulsione e di respingimento delle categorie vulnerabili, tra questi ovviamente i minori non accompagnati.
  Quando si parla della possibilità di ricongiungimento con i propri familiari, la legge – gliela cito perché, le ripeto, è la n. 286 del 1998, quindi non il nuovo testo – parla di «diritto dei minori a seguire il genitore o l'affidatario degli espulsi». In più, non bastasse, l'articolo 31 della medesima Pag. 21disposizione, che lei ricorderà sicuramente, tanto quanto, al comma 4, prevede che l'eventuale espulsione del minore straniero è un provvedimento che verrà adottato dal tribunale dei minori e quindi non dalla Polizia. È evidente, quindi, che alla frontiera nessun tipo di distinguo potrebbe fare il nostro organo di polizia, perché non ha nessun titolo a emettere alcun tipo di provvedimento nei confronti del minore non accompagnato.
  Quello che lei suggerisce, cioè di distinguere, è quello che può avvenire a seguito di tutte quelle valutazioni che la legge già prevede. È esattamente questa la valutazione che ha fatto il Governo e che credo renda sostanzialmente non praticabile l'emendamento in questione, perché non c’è nessuna attività di distinguo che l'organo di polizia può effettuare alla frontiera al fine di determinarsi al respingimento di un minore non accompagnato.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.51 Gregorio Fontana, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 1658-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1658-A).
  Invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 4.1 Rondini.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato all'Interno. Parere conforme alla relatrice.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1 Rondini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, mi corre l'obbligo di informare l'Aula che Forza Italia, di seguito a quanto accaduto sull'articolo 3, ritenendo che la posizione su questo provvedimento abbia assunto il carattere della pura ideologia, senza nessun riferimento a quella che è la concretezza del problema, non si può neanche immaginare un'impossibilità di respingimento e un accoglimento tout court, è una posizione che noi riteniamo inaccettabile, da questo momento in poi si asterrà, su tutti gli emendamenti e su tutti gli articoli, così manifestando, anche dopo una fase di larga collaborazione, una difficoltà di approccio ad una scelta che appare eufemisticamente irragionevole, di cui ciascuno poi si assumerà le conseguenze. Non è un Paese, questo, che si possa permettere accoglimenti indiscriminati. Pag. 22È un Paese che deve fare dell'accoglimento, invece, una ragione anche di risposta ai cittadini italiani.

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Deputato La Russa, voleva intervenire ? Non ho capito se adesso o dopo.

  IGNAZIO LA RUSSA. Sull'articolo 5, chiedo scusa.

  PRESIDENTE. Se sull'articolo 5, lasci che indica la votazione.

  IGNAZIO LA RUSSA. Prima di votarlo.

  PRESIDENTE. Dobbiamo votare l'articolo 4 adesso.

  IGNAZIO LA RUSSA. Perfetto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 1658-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1658-A).
  Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Grazie, Presidente. Intervengo sull'articolo 5 relativo alla identificazione dei minori non accompagnati e spero che mi ascoltino anche gli amici di Forza Italia che, dopo l'annunzio dell'onorevole Sisto, fanno un po’ come nella canzone di De Andrè e Murolo, protestano, si indignano e poi gettano la spugna con gran dignità, visto che votare l'astensione non mi pare che sia un grande danno per la maggioranza. Forse qualcosa di più io mi sarei aspettato.
  Ma comunque, l'articolo 5 spiega come identificare e qual è la procedura per identificare i minori non accompagnati. Abbiamo sentito anche in quest'Aula che oltre il 50 per cento è in un'età molto vicina al raggiungimento della maggiore età, tra i 17 e i 18 anni, che vuol dire innanzitutto che nel loro Paese sarebbero abbondantemente considerati in grado di vivere da soli, ma questo non importa, non appartiene alla nostra cultura. Quello che ci interessa è il fatto che è difficile decidere se veramente siano minori o se, arrivati qui da soli, immagino per lavorare, siano effettivamente maggiorenni.
  Vedete, in Italia c’è stato un caso, che è conosciuto da tutti e non riguarda i minori non accompagnati, ma riguarda una delle attività che vengono più seguite dalla stragrande maggioranza degli italiani: il calcio. Un po’ di anni fa arrivò un giocatore nel Chievo che si chiamava Eriberto. Si scoprì solo dopo qualche anno non solo che si chiamava Luciano, un altro cognome, ma che aveva la bellezza di otto anni di più – sette-otto anni, non mi ricordo quanti – di quelli che aveva dichiarato. Questo non gli impedì di proseguire la sua carriera di calciatore dopo una squalifica, ma rese chiaro a tutti che la determinazione dell'età di uno straniero che proviene dal continente africano è estremamente difficile anche per chi deve essere obbligatoriamente addirittura sottoposto ad accertamenti medici.
  Allora noi sappiamo, fuori da ogni infingimento, che per la larghissima parte, vorrei dire la maggioranza, degli immigrati che arrivano e dichiarano di essere minori e non accompagnati, in realtà, vi è larghissima probabilità che siano maggiorenni. Questo articolo 5 risponde esattamente, come tutta questa proposta legge, non ad un'esigenza, che noi condividiamo in pieno, di assicurare tutela ai minori non accompagnati; non risponde all'esigenza di Pag. 23offrire loro la possibilità di inserimento che noi vogliamo soprattutto per chi viene qui come rifugiato, ma, vivaddio, se è veramente minore, ma anche a chi viene qui per motivi diversi da quelli che dovrebbero consentire l'accoglimento.
  Questo articolo, come tutta la proposta di legge, risponde a un'altra esigenza: cercare una via di fuga, attraverso la nostra normativa, per consentire la regolarizzazione, l'inserimento, l'accoglimento a spese dell'Italia e degli italiani di persone che non ne hanno diritto neanche secondo le permissive leggi italiane.
  Vi faccio anche un altro esempio. Se un minore – torniamo indietro all'articolo precedente semmai – è veramente minore non accompagnato e, stando in Italia, chiede il ricongiungimento con la famiglia che è in Austria, in Germania, in Ungheria o in un altro Paese tra quelli che hanno chiuso le frontiere, cosa fanno, lo accolgono immediatamente o ce lo lasciano qui, semmai dopo aver fatto accertamenti molto più rigorosi, ammesso che decidano di farli e si vedrà ? Con questa proposta di legge stiamo aggirando il problema – lo sanno bene i sindaci che non hanno i soldi per mantenere il numero enorme di minori che spesso arrivano –, stiamo aggirando le già permissive norme italiane attraverso il giusto riconoscimento dei diritti dei minori per attribuire questi diritti a persone che, spesso e volentieri, sono maggiorenni.
  Questo articolo non è emendabile, perché tutta la normativa che oggi stiamo votando è indirizzata verso quell'obiettivo. Pensate che, anche mentre c’è un accertamento medico, si dice che è obbligatoria la presenza di un mediatore culturale: chi è il mediatore culturale che deve essere presente durante un accertamento medico ? Se io ho un figlio minore – e ce l'ho – e lo porto per fare degli accertamenti, lo lascio ai medici in piena fiducia. Perché un minore non accompagnato straniero deve avere, durante l'accertamento, durante l'esame psicologico, un mediatore culturale e l'intervento delle associazioni ? Tutto è finalizzato a consentire che persone che non sono certamente minori possano passare per tali.
  A questo punto, cara Presidente, ritengo che l'Aula debba interrogarsi su questa proposta di legge. Noi abbiamo già visto bocciati gli emendamenti che abbiamo presentato agli articoli precedenti e vedremo probabilmente subire la stessa sorte agli emendamenti a questo articolo: questo metterà fortemente in discussione la nostra volontà di andare incontro a chi effettivamente è un minore non accompagnato, non ad una legge che cerca di ingrossare le fila di coloro che – ahimè – non sono in grado di potersi inserire correttamente nel nostro tessuto e non sono minori.
  Concludo, Presidente, con una precisa invocazione: leggi come queste hanno, oltre il torto di essere studiate e volute – leggete parola per parola – per una finalità diversa da quella enunciata, anche il torto di andare contro il sentimento popolare; hanno il torto di far sì che, non essendo certo – anzi essendo certo il contrario – che si rivolgano a minori soli, si crei nell'opinione pubblica un sentimento di ripulsa, un sentimento non positivo nei confronti del fenomeno generale dell'immigrazione e, in particolare, di quegli immigrati a cui tutti singolarmente vorremmo poter dare risposta e accoglimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Carnevali. Ne ha facoltà.

  ELENA CARNEVALI. Grazie, signora Presidente. Io ci terrei, in particolare, a sottolineare come questa proposta di legge sia nata e sottoscritta, devo dire, in modo trasversale dalle rappresentanze politiche che siedono in quest'Aula e questo credo che sia un grande valore, un grande valore prima di tutto per il merito di ciò che stiamo andando a normare e quello che stiamo facendo lo stiamo facendo tenendo presenti le dichiarazioni universali dei diritti dell'uomo e la Convenzione dei diritti Pag. 24dell'infanzia e del fanciullo. Sono queste, come dire, le premesse sulle quali si è poi ragionato per arrivare a declinare gli articoli di legge.
  Mi dispiacerebbe molto che ci possa essere una condizione di pregiudizio per il non accoglimento di un emendamento rispetto al complesso della legge in sé e, quindi, mi auguro che nel percorso e nel dibattito ci sia più una valutazione del merito anche in ordine ai successivi articoli.
  In riferimento, invece, all'articolo 5, io credo che questo sia uno di quegli articoli di grande valore, perché accogliere un minore non è solo il soddisfacimento dei beni essenziali e dei beni primari e quindi, come dire, dare da mangiare e dare da dormire a chi stiamo accogliendo, il quale ha attraversato situazioni particolarmente difficili anche mettendo a rischio la propria esistenza. Dunque, bisogna garantire anche tutto ciò che riguarda la tutela personale e degli interessi giuridici, la conoscenza di che cosa lo aspetta, la possibilità di avere delle figure come i mediatori e avere a fianco a sé anche associazioni che hanno una comprovata esperienza, tutto questo finché rimane la presunzione e il dubbio sulla maggiore età. Se noi siamo un Paese che credo nemmeno l'Europa ci possa più richiamare, perché ormai siamo quasi al 100 per cento di correttezza delle procedure di accoglienza, in qualche modo la presunzione di età di un minore bisognerà arrivare ad accertarla e, quindi, dico a lei, Presidente, per il collega La Russa, che credo che occorra riuscire a consentire ai minori di avere una garanzia di età e, quindi, di diritto di protezione e di tutela, di diritto all'inclusione, di diritto di avere una vita e magari anche di poter raggiungere i propri familiari, siano essi fuori o all'interno del territorio italiano.
  Però, anche qui è importante il fatto di consentire al minore di poter avere conoscenza diretta di che cosa lo aspetta, di quali sono le disposizioni delle autorità giudiziarie e della mediazione, perché anche su questo all'interno di ogni Stato ci sono tribù, ci sono paesi che hanno abitudini e conoscenze molto diverse ed è difficile dire se vi sia una presunzione di rischio o no.
  Io credo che questo provvedimento, invece, non stia aprendo le porte e bastano i dati che abbiamo registrato fino ad ora per dire che non è la legislazione che in qualche modo incide o non incide sull'arrivo dei minori non accompagnati.
  Quello che noi vogliamo raggiungere, soprattutto con questa garanzia che noi diamo, è di fare in modo che non ci sia più promiscuità tra i minori non accompagnati e gli adulti e di garantire luoghi di cura di eccellenza che siano adeguati ai bisogni delle persone a cui si riferiscono. Dunque, io credo che stiamo facendo un grande servizio di civiltà, oltre che di umanità, nei confronti di chi ha più diritto degli altri di avere garantiti i propri diritti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Longo. Ne ha facoltà.

  PIERO LONGO. Grazie, signora Presidente. In tema di identificazione dei minori io noto, all'articolo 5, comma 3, una serie di indicazioni secondo le quali non si deve chiedere l'intervento della rappresentanza diplomatico-consolare se si chiede la protezione da parte del giovane o quando emerge un'esigenza di protezione internazionale. E, ancora, questo intervento non è altresì esperibile – l'intervento di cui parlavo – qualora da esso possano derivare pericoli di persecuzione, e questo va benissimo. Tuttavia, continua: «(...) e nei casi in cui il minore – dico il minore – dichiari di non volersi avvalere dell'intervento dell'autorità diplomatico-consolare». Ma non è il minore che chiede l'intervento dell'autorità diplomatico-consolare; è lo Stato, nella sua qualità di Stato amministrazione, che chiede l'intervento.
  Allora, noi lasciamo che il minore arriva e dica: «No, non c’è nessuno di questi problemi e comunque non voglio che la mia identità – compresa l'età – sia accertata attraverso l'autorità diplomatico-consolare», che è quella italiana e quella Pag. 25del Paese al quale è dichiarata appartenenza.
  Se vi sembra giusto così, dato che è un diritto che non abbiamo nemmeno noi, perché noi non possiamo avvalerci della possibilità di dire che non vogliamo essere documentati o accertati, va bene, fate pure. Però, è molto sbagliato, a mio parere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Maestri. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAESTRI. Grazie, Presidente. Intervengo su questo articolo 5 sollecitato, in qualche modo, dalle riflessioni e dalle osservazioni che ho appena ascoltato, sia del collega La Russa sia del collega Longo, che purtroppo mi paiono infarcite di inesattezze rispetto al tema dell'identificazione del minore straniero non accompagnato.
  Vi è una copiosa letteratura scientifica e anche una copiosa giurisprudenza ormai in materia di identificazione dei minori stranieri e bisogna riconoscere, con obiettività, che questa norma, all'interno di questo provvedimento più generale, contiene dei significativi passi in avanti; in particolare finalmente adegua la nostra legislazione a principi fondamentali – io oserei dire laicamente sacri – previsti dalla Convenzione sui diritti del fanciullo del 1989 delle Nazioni Unite ratificata dall'Italia nel 1991.
  Non ci deve stupire che, in sede di accertamento dell'età anagrafica, il minore debba essere sostenuto e aiutato dalla presenza di un mediatore culturale. Questo è un principio di civiltà assolutamente positivo, così come è assolutamente necessario assicurare il diritto effettivo di partecipazione da parte del tutore, se nominato, dei genitori, se individuati, e delle persone che si occupano del minore, comprese le associazioni che assicurano la tutela dei minori. Un aspetto particolarmente significativo è il fatto che l'esame sociosanitario diventa l’extrema ratio, a seguito di accertamenti meno invasivi e più rispettosi della personalità del minore quali sono, appunto, il colloquio approfondito, le verifiche sulla documentazione anagrafica a disposizione, eccetera.
  Dobbiamo realisticamente prendere atto del fatto che fino ad oggi lo strumento principale di accertamento dell'età del minore straniero non accompagnato è stato il cosiddetto «esame auxologico», cioè l'esame del polso, dello sviluppo scheletrico, ed è un esame assolutamente fallace. Non lo dico io, che sono un avvocato immigrazionista, una persona di sinistra che crede, in particolare, nei valori di rispetto della persona umana e, in particolare, dei diritti dei bambini. Lo dicono i medici stessi, lo dice il mondo scientifico che è un esame approssimativo, tant’è vero che è riconosciuto scientificamente un margine di errore di più o meno due anni. Quindi, un minore che un medico attesti avere un'età presunta di 18 anni potrebbe averne 16 o 17; se accerta che ne ha 19, potrebbe averne 17 o 20: è un esame approssimativo, non sicuro, perché, a seconda dei diversi Paesi, anche lo sviluppo scheletrico ha una diversa evoluzione. La trovo quindi assolutamente positiva: arriva in ritardo questa norma, ma finalmente arriva a rendere l'accertamento più corretto e più rispettoso della dignità del minore.
  Non vedo come questo aspetto assolutamente positivo possa essere così bellamente travisato dall'opposizione di centrodestra con argomentazioni fallaci, sia sotto il profilo giuridico che sotto il profilo scientifico (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera-Possibile).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Presidente, l'articolo 5, come hanno sottolineato anche i colleghi che mi hanno preceduto, dispone in merito all'accertamento dell'età del minore: vengono elencate una serie di garanzie che puntano a tutelare comunque la sensibilità del minore, che non dovrebbe essere turbata dagli accertamenti che vengono svolti per verificare la vera età che il richiedente asilo (o qualunque immigrato, Pag. 26perché ormai voi avete spalancato e spalanchereste la porta a qualunque immigrato, che sia richiedente asilo o meno) denuncia.
  Ebbene, queste norme potrebbero andar bene e sarebbero ascrivibili alla buona fede se avessimo a che fare con dei numeri diversi rispetto a quelli che oggi costituiscono il fenomeno dell'immigrazione di massa: un'immigrazione di massa che voi oggi cominciate a definire strutturale, è tornata questa definizione negli interventi di qualche collega che mi ha preceduto; e quindi non ci troveremmo più in uno stato di emergenza, ma l'immigrazione è strutturale. Ma è tale perché è stata agevolata dalle vostre dissennate politiche dello spalancare le porte a chiunque !
  Torno a dire: noi chiediamo la soppressione di questo articolo, non volendo neanche entrare nel merito di ciò che dispone, e così faremo anche poi sull'intero provvedimento; così abbiamo fatto anche sugli articoli che precedono l'articolo 5 e così faremo su quelli che lo seguono, perché noi riteniamo che voi non siate assolutamente animati da buona fede: il retroterra culturale che sottende a provvedimenti come questo è quello che ritiene che vadano comunque accolti indiscriminatamente tutti, che non vada fatta alcuna distinzione. Noi dobbiamo scontare i vari peccati che abbiamo commesso nel corso dalla nostra storia, il fatto ancora oggi comunque di essere i responsabili di situazioni economiche disastrose piuttosto che dei disastri climatici, addirittura, o delle guerre che insanguinano i Paesi africani piuttosto che quelli asiatici; noi siamo responsabili di tutto, e allora dobbiamo ad ogni costo accogliere chiunque. Ed ecco che ci inventiamo qualsiasi tipo di garanzia e di diritto, che permettiamo che vengano vantati da chi, diritto di arrivare qui – e chiedere senza averne le caratteristiche –, non lo dovrebbe avere !
  Noi riteniamo che la vera solidarietà debba essere coniugata alla serietà, alla severità, al rigore. Il legislatore che, invece, non faccia distinzioni è un cattivo legislatore e consegna – torno a dire, non ci stancheremo mai di dirlo – il futuro del nostro Paese a delle forti tensioni sociali. Qua e là le abbiamo già viste: proseguiranno con sempre maggiore intensità. La protesta di quei cittadini perbene che si ritrovano magari per strada a manifestare il loro dissenso rispetto ad un'accoglienza indiscriminata... Anche il collega Capezzone citava all'inizio del dibattito su questo provvedimento il caso di Goro e di Gorino: quei cittadini, e l'ho sottolineato anch'io, non sono animati da un sentimento di razzismo; sono animati semplicemente dal timore, vista la congiuntura nella quale viviamo, congiuntura e situazione aggravate sicuramente dalle vostre scelte, di perdere quella poca attenzione che gli enti locali oggi possono dedicare loro a causa dei continui tagli che avete operato sui trasferimenti agli enti locali.
  Noi riteniamo, quindi, convintamente di manifestare il nostro voto contrario a questo articolo, e chiediamo quindi di votare il nostro emendamento che ne chiede la soppressione.

  PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 5 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. Emendamento Rondini 5.1, parere contrario. Emendamento Centemero 5.2, parere contrario. Emendamento Centemero 5.3, parere contrario. Emendamento 5.100 della Commissione, parere favorevole. Emendamento Cirielli 5.50, parere contrario. Emendamento 5.101 della Commissione, parere favorevole. Emendamento Cirielli 5.51, parere contrario. Emendamento Centemero 5.26, parere contrario. Emendamento Gregorio Fontana 5.53, parere favorevole. L'emendamento Santerini 5.27 mi risulta ritirato.

  PRESIDENTE. Sì, è ritirato.

  BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. Emendamento Cirielli 5.52, parere contrario.

Pag. 27

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato all'Interno. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello della relatrice.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 5.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Centemero 5.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.5 Centemero, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.100 della Commissione, su cui i pareri sono favorevoli.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n.11).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.50 Cirielli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.101 della Commissione, su cui i pareri sono favorevoli.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

  L'emendamento 5.51 Cirielli è precluso dall'approvazione dell'emendamento 5.101 della Commissione.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.26 Centemero, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.53 Gregorio Fontana, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 28
  La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.52 Cirielli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 5.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signora Presidente, intervengo per la dichiarazione di voto contrario sull'articolo 5, ma anche per segnalare ai colleghi come, nonostante non ci sia e non ci possa essere su un tema così delicato un'opposizione pregiudiziale, anzi, al contrario, c’è pregiudizialmente, rispetto a un tema così delicato, una posizione favorevole. Tuttavia, questo articolo 5 dimostra chiaramente l'incongruità della norma; una norma cervellotica che peraltro poteva essere anche lasciata a una circolare ministeriale. Invece, si vuole disciplinare in maniera bizantina, burocratica, un accertamento del tutto tecnico che dovrebbero mettere in campo le autorità di pubblica sicurezza locale coadiuvate dalle ASL, dai servizi sociali dei comuni. Invece, si crea questa grande confusione.
  Segnalo un aspetto, una serie di aspetti, che dimostrano come noi non possiamo votare nel complesso questo provvedimento. Al comma 2 si dice «nei casi fondati di dubbi» trasformato in «nei casi di dubbi fondati», cioè come se lo Stato, tramite il suo Parlamento, non si fidasse degli organi periferici e possiamo immaginare che i controlli sanitari, sociali, psicologici, per accertare l'età del minore, vengano fatti per dispetto dall'autorità di pubblica sicurezza locale, che si inventa situazioni di dubbio sull'età minorile. Poi, dopo tutta una serie di interventi minuziosi su come deve avvenire questo controllo, arriviamo al comma quarto. Quindi, dopo tutti questi controlli, avvenuti con i mediatori culturali, alla presenza di questo, alla presenza di quest'altro, informando di questo, informando di quest'altro, tutte cose ovvie e scontate che le autorità di pubblica sicurezza già sanno bene come mettere in campo, e peraltro la legislazione attuale già prevede in maniera più che sufficiente, si dice «qualora anche dopo l'accertamento socio-sanitario permangano dubbi sulla minore età, questa è presunta ad ogni effetto di legge». Sapete che cosa vuol dire, tradotto in italiano, come messaggio ? Fate risultare che tutti sono minori di età, tanto è inutile, alla fine verrà comunque considerata una persona di minore età. Chi si deve assumere la responsabilità di dire, nel caso dubbio, che la persona non è minore di età ? Ma la cosa più grave, e che dimostra che tutto è una presa in giro, è che, alla fine dell'articolo 5, c’è l'immancabile clausola dei provvedimenti del Governo Renzi, «all'attuazione delle disposizioni contenute nel presente articolo si provvede nei limiti delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente e comunque – e soprattutto, direi io – senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica». Ma voi volete scherzare ? Come si può attuare una normativa così minuziosa sul controllo della minore età, con tutte le misure e le salvaguardie psicologiche, sociologiche, sanitarie, antropologiche, antropometriche, tutto e quant'altro avete scritto in questa norma, senza prevedere adeguate risorse, adeguata formazione, adeguato personale, senza spendere un euro. Significa semplicemente imbrogliare i cittadini e purtroppo mi dispiace, alla fine, dare ragione a quelli che magari fanno commenti più retrivi su una norma che potrebbe anche essere apprezzabile, per dire «tanto qua, alla fine, è solo un modo per imbrogliare, significa porte aperte a tutti e ognuno può fare quello che gli pare». E soprattutto, la cosa grave e condannabile, esecrabile per i minori, è Pag. 29lasciarli in balia di una nazione che non tutela neanche i minori italiani, figuriamoci se potrà tutelare veramente quei minori che hanno bisogno, in quanto vulnerabili, di essere tutelati perché stranieri in Italia.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

(Esame dell'articolo 6 – A.C. 1658-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1658-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. Signora Presidente, sono pronta: 6.1 Rondini parere contrario; 6.100 della Commissione parere favorevole; 6.13 Centemero parere contrario; 6.50 Costantino parere contrario; identici 6.18 Costantino e 6.51 Maestri parere contrario.

  PRESIDENTE. E il 6.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento ?

  BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. Sul 6.200, che fa proprio il parere della Commissione bilancio, parere favorevole.

  PRESIDENTE. E il Governo ?

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato all'Interno. Grazie, Presidente. Conforme alla relatrice.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.1 Rondini.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Io volevo dire che noi ci asterremo, perché riteniamo, sostanzialmente, giusto questo articolo, però, oggettivamente, come al solito, è un articolo impegnativo sul piano burocratico, che prevede oneri importanti per la macchina dello Stato, senza un euro. Noi, solo per questo, dovremmo votare contro, ma, siccome cerchiamo di essere animati da buona volontà, ci asterremo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1 Rondini, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.100 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.13 Centemero, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Pag. 30

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.50 Costantino, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

  Passiamo agli identici emendamenti 6.18 Costantino e 6.51 Andrea Maestri, su cui i pareri sono contrari.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Maestri. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAESTRI. Presidente, sono molto dispiaciuto che la relatrice abbia annunciato parere contrario su questi emendamenti che sono di assoluto buonsenso e direi necessari sul tema specifico trattato dal comma 7-quater; sono emendamenti peraltro suggeriti dalla più autorevole associazione italiana che si occupa di diritto dell'immigrazione, l'ASGI. Semplicemente l'articolo 6, comma 2, comma 7-quater, stabilisce che: qualora siano individuati familiari idonei a prendersi cura del minore straniero non accompagnato, tale soluzione deve essere preferita al collocamento in comunità. La disposizione da una parte non è necessaria e dall'altra parte è rischiosa. Non è necessaria perché ai minori stranieri non accompagnati devono applicarsi esattamente le stesse norme previste per i minori italiani e quindi, nella fattispecie, la legge n. 184 dell'83, come peraltro richiamato anche dal primo articolo del testo di legge che stiamo discutendo; dall'altro lato, poiché la norma non specifica qualora siano individuati familiari sul territorio nazionale, c’è il rischio che alcuni tribunali per i minorenni interpretino la norma nel senso che tutte le volte che siano individuati familiari idonei non in Italia ma nel Paese d'origine il riaffidamento ai familiari in tale Paese, a seguito di rimpatrio assistito, debba essere preferito al collocamento in comunità in Italia. Questa interpretazione violerebbe la Convenzione delle Nazioni unite sui diritti del fanciullo che impone una valutazione complessiva ed olistica nel superiore interesse del minore. Vorremmo evitare quindi anche di alimentare un contenzioso. Purtroppo accadrà che, finché la Corte costituzionale non interverrà a dichiarare questa norma appunto in conflitto con la Costituzione perché in contrasto con la convenzione di New York sui diritti del fanciullo, ci troveremo ad avere interpretazioni divergenti da parte dei diversi tribunali della Repubblica con grave detrimento dei diritti fondamentali dei minori.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Piccione. Ne ha facoltà.

  TERESA PICCIONE. Vorrei chiarire il motivo per cui il parere a questi emendamenti è contrario. Perché, a nostro avviso, sono limitativi del comma 7-quater; nel comma 7-quater non si parla né di territorio né di familiari fino al quarto grado. Quindi, nell'ultimo caso, caso familiari, entrerebbe la definizione del codice civile che è molto più estensiva e aiuterebbe i minori a essere ricollocati anche presto, zii, cugini, eccetera. Nel caso del territorio noi non mettiamo limite dentro il territorio nazionale perché spesso l'esperienza ci dice che questi minori hanno invece parenti diffusi su territori stranieri rispetto al nostro, come in Germania, o in altre nazioni della nostra Europa, e che quindi questo impedirebbe invece la loro ricollocazione; ricongiungimenti che sono utili al loro interesse di minorenni.

  PRESIDENTE. La ringrazio di aver specificato questo aspetto.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 6.18 Costantino e 6.51 Andrea Maestri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Pag. 31

  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

(Esame dell'articolo 7 – A.C. 1658-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1658-A).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. Signora Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 7.1 Rondini.

  PRESIDENTE. Sottosegretaria Amici ?

  SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere conforme.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Rondini 7.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente, intervengo molto brevemente sul nostro emendamento, con il quale chiediamo la soppressione dell'articolo 7. Riteniamo, molto brevemente, che le campagne di sensibilizzazione ad accogliere stranieri nelle famiglie non hanno, secondo noi, prodotto nessun risultato e tanto meno riteniamo che, alla luce dei risultati ottenuti, si debba farne previsione in una norma di legge.
  La vostra sensibilizzazione, perché questa è la ratio – la ratio anche delle norme contenute in questo articolo, serve e diventa disposizione – si inserisce nell'ottica generale del provvedimento, ossia quello di incentivare gli arrivi di minori, accoglierli, integrarli, a prescindere dalle motivazioni che li hanno spinti a partire dal proprio Paese. Quindi, ancora una volta, si va a garantire un percorso attraverso il quale viene agevolata la presenza sul nostro territorio anche di chi non avrebbe nessun diritto a permanere sul nostro territorio, perché, magari, mosso da motivazioni economiche e, magari, mosso da motivazioni come quelle che muovono i cosiddetti migranti climatici. Perché c’è qualche magistrato che, magari, rianalizzando la richiesta o, meglio, il ricorso fatto sulla richiesta respinta dalle commissioni territoriali accoglie il ricorso sulla base e sulla scorta del fatto che l'immigrato scappa dalla carestia, che, magari, l'immigrato è mosso dalla volontà di migliorare la propria condizione economica.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 13)

  MARCO RONDINI. Ebbene, viene capovolto quello che è l'esito dell'esame della Pag. 32richiesta da parte della commissione territoriale e ci ritroviamo a garantire – torno a dire – l'accoglienza a chi non dovrebbe essere riservata, garantendo, ancora una volta, un'invasione di popolamento, un'invasione da parte di un'immigrazione totalmente incontrollata, che voi – è il retroterra culturale che vi muove in questa direzione – cercate di imporre ad ogni costo al Paese.
  Voi vi dannate l'anima nel tentativo di cercare quello che è il modo migliore per riuscire ad imporre all'opinione pubblica e ai nostri primi cittadini, che sono il primo fronte delle istituzioni sul territorio, un'accoglienza indiscriminata. Per questo, con il nostro emendamento, chiediamo di sopprimere questo stravagante articolo all'interno di questa proposta.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Grazie, Presidente. Voterò per il mantenimento di questo articolo e voterò per il mantenimento di questo articolo per una ragione molto semplice: stiamo parlando dell'affidamento familiare dei minori stranieri non accompagnati e qui si dice, con molta semplicità e molta chiarezza, che i nostri comuni, gli enti locali possono, appunto, promuovere la sensibilizzazione e la formazione di affidatari per favorire che cosa ? Per favorire semplicemente che i minori stranieri non accompagnati, anziché essere assegnati nelle strutture di accoglienza, possano venire, invece, inseriti all'interno di un contesto familiare, contesto familiare che è una – forse, l'unica, accanto alla scuola – realtà in cui veramente è possibile una integrazione per questi ragazzi che arrivano nel nostro Paese. Per cui voterò per il mantenimento di questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Longo. Ne ha facoltà.

  PIERO LONGO. Presidente, io, contrariamente a quanto ho sentito dire, ritengo di dovermi astenere su questo articolo, che è pura fantasia, perché è scritto: «Gli enti locali promuovono la sensibilizzazione e la formazione»; non «possono promuovere», ma «promuovono». Quindi è un imperativo. E se gli enti locali non vogliono promuovere la sensibilizzazione o la formazione, cosa succede ? Assolutamente nulla. Cosa sarebbe necessario ? Che promuovano la sensibilizzazione e la formazione e, a questo fine, noi gli diamo 100 euro, 10 ero, un euro. Così l'articolo 7 non ha senso. È pura fantasia.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 7.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

(Esame dell'articolo 8 – A.C. 1658-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1658-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. Presidente, sull'emendamento 8.1 Rondini, il parere è contrario, mentre sugli identici emendamenti 8.50 Costantino e 8.51 Andrea Maestri il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato all'Interno. Presidente, il parere è conforme a quello della relatrice.

Pag. 33

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 8.1 Rondini, sul quale i pareri sono contrari.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Grazie, Presidente. Ci guardi, ogni tanto. Vede, Presidente, questo articolo contiene, nella parte finale – lo sto cercando –, l'affermazione che, per questo articolo, non possono esserci costi riferiti alla finanza pubblica. La stessa affermazione è contenuta nell'ultimo articolo del provvedimento, identico.
  Allora, più che un intervento, vorrei porre al relatore una domanda: come è possibile che abbiate bisogno in questo articolo di affermare che non c’è alcun costo per la finanza pubblica, se già dovrebbe essere, in ogni caso, per tutta la legge, prevista l'assenza di maggiori costi per la finanza pubblica ? E, in particolare, visto che avete ritenuto necessario inserirlo in questo articolo, perché non l'abbiamo inserito nell'articolo 7, quello che parla, come abbiamo appena sentito, dell'obbligo di sensibilizzazione e formazione ? Come si fa a sensibilizzare e formare senza ?
  Allora, mi sorge il dubbio – ed è un eufemismo – che l'affermazione finale che vedremo all'articolo 22, se non mi sbaglio, che non vi sono costi per la finanza pubblica, proprio dalla reiterazione prevista anche in quest'articolo e non in altri, sia una finzione, come finzione è l'intera impalcatura di questo provvedimento teoricamente finalizzato all'accoglienza dei minori – cosa sulla quale siamo assolutamente d'accordo e stiamo votando a favore di alcuni articoli e ci asteniamo su altri –, ma che, invece, ripetiamo, ha una finalità assai diversa che traspare in ogni articolo, in ogni frase: quella, cioè, di favorire l'integrazione – fosse integrazione, almeno –, l'entrata e la permanenza in Italia di persone che non ne hanno diritto e che non sono minori.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.1 Rondini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 8.50 Costantino e 8.51 Andrea Maestri, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

(Esame dell'articolo 9 – A.C. 1658-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1658-A).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione sull'unica proposta emendativa ad esso presentata.

  BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 9.1 Rondini.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

Pag. 34

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato all'Interno. Parere conforme a quello della Commissione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 9.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

  Salutiamo studenti e docenti del liceo scientifico «Enrico Medi» di Senigallia, in provincia di Ancona, che seguono i nostri lavori (Applausi).

(Esame dell'articolo 10 – A.C. 1658-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1658-A).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 10.1 Rondini.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato all'Interno. Parere conforme a quello espresso dalla relatrice.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 10.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

(Esame dell'articolo 11 – A.C. 1658-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1658-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione sui due emendamenti riferiti all'articolo 11.

  BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 11.1 Rondini, mentre esprime parere favorevole con riformulazione sull'emendamento 11.51 Fabbri. Favorevole con la seguente riformulazione: Al comma 1, terzo periodo, aggiungere, in fine, le parole «degli enti locali, dei consigli degli ordini professionali e delle università».

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato all'Interno. Parere conforme a quello espresso dalla relatrice.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 11.1 Rondini.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Molto, molto brevemente per spiegare le motivazioni che ci hanno portato a presentare un emendamento con il quale chiediamo di sopprimere l'articolo 11. Noi riteniamo che quello dei tutori sia un problema reale. Sono pochi e spesso uno per un gran numero di minori, tanto da magari non potersene assolutamente prendere effettivamente cura. Il dubbio però che ci muove a presentare questo emendamento è che la formazione e la selezione di chi si iscrive in tali elenchi non viene specificata nel provvedimento, ad esempio l'incompatibilità o competenze, ma solo affidata ai garanti regionali per l'infanzia e l'adolescenza, senza alcuna altra indicazione; è questa in sostanza la Pag. 35motivazione che ci ha spinto a presentare l'emendamento con il quale chiediamo di sopprimere l'articolo 11.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.1 Rondini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

  Sull'emendamento 11.51 Fabbri c’è una riformulazione. Si accetta la riformulazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.51 Fabbri, nel testo riformulato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

(Esame dell'articolo 12 – A.C. 1658-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1658-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. Sull'emendamento 12.1 Rondini la Commissione esprime parere contrario. Sull'emendamento 12.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è favorevole. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 12.7 Centemero, e sugli identici emendamenti 12.50 Costantino e 12.51 Maestri.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato all'Interno. Parere conforme alla relatrice.

  PRESIDENTE. Chiedo alla relatrice anche il parere sugli identici articoli aggiuntivi 12.050 Costantino e 12.051 Andrea Maestri.

  BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato all'Interno. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.1 Rondini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.200, da votare ai sensi dell'articolo Pag. 3686, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.7 Centemero, con parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n.36).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 12.50 Costantino e 12.51 Andrea Maestri, con parere contrario di Commissione e di Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 12.050 Costantino e 12.051 Andrea Maestri, con parere contrario di Commissione e di Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

(Esame dell'articolo 13 – A.C. 1658-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1658-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. La Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti 13.1 Rondini e 13.50 Cirielli e sugli emendamenti Cirielli 13.51 e 13.52.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato all'Interno. Il Governo esprime parere conforme alla relatrice.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 13.1 Rondini e 13.50 Cirielli. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Intervengo sul complesso degli emendamenti all'articolo 13...

  PRESIDENTE. No, non è possibile: il complesso degli emendamenti è prima.

  EDMONDO CIRIELLI. Allora intervengo sull'emendamento.

  PRESIDENTE. Esatto.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, colleghi, Governo, l'articolo 13 conferma che questa norma purtroppo è un imbroglio. Oltre ad essere scritta male, non persegue realmente le finalità di tutela Pag. 37dei minori non accompagnati stranieri ma ha altri scopi. Mi dispiace dover dare ragione all'assunto di chi sostiene che questa norma finisca con il divenire un veicolo di una immigrazione ancora più incontrollata e per certi versi ancora più selvaggia, considerando le conseguenze di cui sono vittima innanzitutto gli immigrati. L'articolo 13 infatti parla non di minori ma parla della conversione del permesso di soggiorno al compimento della maggiore età cioè – traduco – disciplina il permesso di soggiorno per maggiori di età, quindi non per minori. La normativa attuale è corretta perché giustamente prevede che si possa rimanere in Italia quando si diventa maggiorenni per studio, accesso al lavoro, lavoro subordinato, lavoro autonomo, per cure mediche, se si è innanzitutto affidati a una famiglia o sottoposti a tutela, se si è presenti da almeno tre anni, se si è partecipato a un progetto di integrazione della durata di almeno due anni quando si ha disponibilità di un alloggio, se si è frequentato corsi di studio o si svolgono attività lavorative regolari oppure se in possesso di un contratto di lavoro ancorché non iniziato. Chiaramente è necessario un parere positivo della direzione generale del Ministero lavoro che possa accertare questa serie di requisiti. Questa maggioranza e questo Governo non hanno il coraggio, se avessero una convinzione ideale vera e propria, di dire che abroga questi requisiti. E invece che fanno ? Li abrogano di fatto, aggiungo io, subdolamente perché, da una parte, dicono che non è più vincolante il parere della direzione generale del lavoro e quindi viene svincolata la permanenza in Italia per uno straniero maggiorenne senza alcun diritto di protezione dall'idea di fondo che deve rimanere in Italia se fa qualcosa in grado di contribuire allo sviluppo della nostra nazione, così come vagheggia qualche filosofo e ideologo di area centrista e di ispirazione «accoglionista» (passatemi la battuta !). Ma si fa di peggio: addirittura in questa normativa si fa valere il principio del silenzio-assenso cioè si immagina che le questure, seppellite da richieste di conversione dei permessi di soggiorno per la minore età, non facciano in tempo ad esprimere il prescritto parere e quindi automaticamente, senza alcun requisito, magari il quasi diciottenne entrato da pochi giorni in Italia diventi di fatto un regolare. Perché è un regolare di fatto ? Perché nella sostanza rimane un clandestino senza fissa dimora, senza lavoro, senza prospettiva, senza integrazione, senza studio, senza niente, semplicemente a vagare libero o di essere sfruttato da delinquenti italiani o stranieri o di commettere atti di delinquenza o di prepotenza.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  EDMONDO CIRIELLI. Concludo. Se non bastasse si prevede addirittura la possibilità semplicemente senza alcuna di queste motivazioni nobili (lavoro, studio, integrazione e quant'altro) di un prolungamento fino al ventunesimo anno d'età se si ritiene che, con un affidamento in prova ai servizi sociali (che sappiamo in Italia non esistono neanche per gli italiani, neanche per i detenuti che usufruiscono degli svuota-carceri), ci si possa in qualche maniera curare di queste persone. Se ovviamente permane il parere, noi che volevamo votare favorevolmente a questo provvedimento e poi siamo passati per le tante inadempienze a un'astensione, saremo costretti a votare contro il provvedimento nel suo complesso.

  PRESIDENTE. Grazie. Non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 13.1 Rondini e 13.50 Cirielli, con i pareri contrari di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.51 Cirielli, su cui i pareri sono contrari.Pag. 38
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.52 Cirielli, su cui i pareri sono contrari...

  IGNAZIO LA RUSSA. Presidente...

  PRESIDENTE. La Russa aveva chiesto di parlare. Revoco l'indizione della votazione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa (Commenti). Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Avete problemi ? Avete fame ? Se avete fame, ditelo...

  PRESIDENTE. Prego, La Russa, vada avanti. Intervenga per favore...

  IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, mi lasci parlare !

  PRESIDENTE. Collega, è sull'emendamento. Non si rivolga agli altri per chiedere se hanno fame.

  IGNAZIO LA RUSSA. Hanno fame, hanno fame. Lei ha fame, Presidente ? No, allora mi lasci parlare.

  PRESIDENTE. È irrilevante. Prego, andiamo avanti.

  IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, parlerò per dichiarazione di voto sull'articolo. Voglio solo ricordare ai colleghi di centrodestra che, non accogliendo questi emendamenti, stiamo modificando la «legge Bossi-Fini» che, fino a prova contraria, il centrodestra ha sostenuto. È tutto qui.

  CATERINA BINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CATERINA BINI. Presidente, solo per ricordare al collega La Russa che lui qui in Aula non c’è mai. Noi ci siamo sempre e, quindi, magari la fame forse l'ha lui (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Andiamo avanti, per favore.

  EDMONDO CIRIELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Presidente, solo per dire che mi sembra veramente scorretto, da parte di un collega, dire una cosa del genere e la invitiamo a farne riferimento anche all'Ufficio di Presidenza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.52 Cirielli, su cui i pareri sono contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 13.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Grazie, Presidente. All'avvenente collega che ha preso la parola (Commenti di deputati del Partito Democratico)...

  PRESIDENTE. Però, colleghi...

  IGNAZIO LA RUSSA. Ma lei vuole richiamare me perché dico avvenente ? E non ha richiamato prima ? Ma è roba dell'altro mondo ! All'avvenente collega che ha preso prima la parola...

Pag. 39

  PRESIDENTE. Collega La Russa, io stavo soltanto invitando a dire che su questo articolo si può intervenire. Se vogliamo scatenare un dibattito sulla fame in quest'Aula...

  IGNAZIO LA RUSSA. Non io, non io !

  PRESIDENTE. ... penso che io debba intervenire e non permetterlo (Applausi). Questo è tutto.

  IGNAZIO LA RUSSA. Bravo, sono d'accordo. Voglio dire che quando non si hanno argomenti nel merito, quando si sente che gli argomenti contrari toccano il punto, allora si ricorre all'ingiusto insulto personale, all'ingiusta accusa personale, che non dovrebbe appartenere a quest'Aula. Quindi, mi dispiace e vorrei dopo, con il capogruppo del PD, potere affrontare su questo punto un momento di riflessione.
  Ma torniamo all'articolo 13. Presidente, noi su questo articolo riteniamo che si giochi la sorte di questo provvedimento, perché da qui si capisce che questo è un provvedimento ideologico, che non è per i minori, che è un provvedimento che ha come scopo e obiettivo quello di consentire a persone, che non ne avrebbero diritto, di permanere nel nostro Paese. Non ha alcun senso dire che si possa prolungare oltre i 18 anni quando già è assolutamente sub judice la possibilità di accertare lo stato di reale età dell'immigrato. Io vorrei tornare all'articolo 5 per spiegare perché votiamo «no» sull'articolo 13. Se è impossibile, secondo questo provvedimento, veramente verificare se uno ha compiuto i 18 anni, figurarsi se lo possiamo prolungare a 21. L'articolo 5 dice che per accertare l'età l'intervento della rappresentanza diplomatica-consolare non deve essere richiesto – e, quindi, non possiamo chiedere al console di quel Paese – nei casi in cui il presunto minore abbia espresso la volontà di chiedere la protezione internazionale, cioè sempre – e va bene –, ovvero quando vi è una possibile esigenza di protezione (ed è bene). Tale intervento non è altresì esperibile qualora da esso possa derivare pericolo di persecuzione – e va bene – e nei casi in cui il minore dichiari di non volersi avvalere dell'intervento dell'autorità diplomatica-consolare. Cioè, quando non esiste nessun motivo di protezione e nessun motivo di rifugiato, basta che il minore – il finto minore che magari ha 50 anni, perché se uno dice che è minore a 50 anni con questa legge nessuno gli può dire subito: «Ti sbagli»; intanto entri e poi ne parliamo –, basta che il finto minore dichiari, senza alcun'altra ragione, di non volersi avvalere dell'autorità diplomatica-consolare e noi non possiamo chiederglielo. Mi spiegate il motivo, se non per un fatto ideologico, se non per favorire la bugia di chi ha superato non solo i 18 ma, secondo me, spesso anche 21 anni, di potere turlupinare l'autorità italiana ?
  Allora, è impossibile stabilirlo e vi ho dimostrato che la legge offre questa possibilità. Quindi, mi dovete spiegare, se un console può darci la prova dell'età e non è sospetto di qualunque altra ragione, perché il minore possa chiedere e ottenere, senza altra giustificazione, che non si ricorra a quell'elemento di prova più importante di qualunque altro. Ciò perché questa è una legge ideologica e lo dimostra l'articolo 13 che addirittura modificando la «legge Bossi-Fini» – lo dico ai colleghi di Forza Italia – prolunga a 21 anni teorici questo stato di incertezza. Allora, su questo punto vorrei che i colleghi del PD cortesemente mi volessero rispondere e non sulle circostanze di presenza o meno. Se uno guarda a quando parlo, alla fine di questa legislatura, cara collega Bini, forse qualcuno si ricorderà di un mio intervento ma dei tuoi nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, intervengo nella prima parte per un richiamo al Regolamento e poi per quanto concerne il tema di cui ci stiamo occupando. Presidente, io penso che non sia consentito a nessuno inibire un intervento Pag. 40di un parlamentare, per quanto di idee opposte e sgradite, perché non frequenti l'Aula o perché, a giudizio di chi ha parlato, non frequenta l'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente). Io trovo questo un atteggiamento di assoluta gravità, tra l'altro in un provvedimento che mi sembra abbia avuto una dinamica parlamentare una volta tanto apprezzabile. Dire che un parlamentare non può intervenire – tra l'altro, si tratta di un presidente di Commissione, che quindi ha anche delle occupazioni diverse da quelle dell'Aula – può essere un'opinione gradita o sgradita, ma penso che questo diritto non ci sia. Quindi, invito la Presidenza ad evitare che qualcuno possa opporsi alle opinioni altrui soltanto in virtù di una condotta che reputa non consona alla presenza in Aula. Mi sembra che questo sia un atteggiamento che non va bene (e questo è per il richiamo al Regolamento). Per quanto concerne la seconda parte, devo dire che quanto si è verificato su questo provvedimento a me è molto dispiaciuto, perché sostanzialmente abbiamo avuto la prova che in parte quello che dice il presidente La Russa è fondato: quello che doveva essere un provvedimento in cui in qualche modo si consentiva una tutela dei minori, e l'ho detto all'inizio di questa seduta, cioè la necessità di prestare ai minori una tutela, corre il rischio di diventare un provvedimento a matrice puramente ideologica. A me questo davvero dispiace, perché lo voglio dire con molta franchezza: nei lavori di Commissione io e Forza Italia ci avevamo creduto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

  Sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà al termine dello svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  La seduta, sospesa alle 13,40, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dell'interno, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

(Chiarimenti e iniziative in ordine alla requisizione di alcune strutture ricettive nelle province di Verona e di Ferrara ai fini dell'accoglienza di immigrati – n. 3-02577)

  PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Fedriga ed altri n. 3-02577 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).
  L'onorevole Gianluca Pini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Fedriga ed altri n. n. 3-02577 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente, signor Ministro. È di qualche giorno fa la notizia di una escalation – diciamo così – molto preoccupante in termini di gestione di quella che è l'immigrazione clandestina in questo Paese, escalation che ha portato un paio di prefetti, uno è quello di Verona, l'altro quello di Ferrara, a requisire per – Pag. 41leggo – «pubblica utilità alcune strutture private o comunque gestite da privati» per poi andare ad allocare dei sedicenti richiedenti asilo, ma a tutti gli effetti, immigrati clandestini.
  Ora il tema della domanda è molto, molto semplice, signor Ministro. La proprietà privata è diventata un furto in questo Paese ? Vi rendete conto che episodi, come quelli di Coreno, non sono altro che la logica e legittima conseguenza di questo atteggiamento veramente vergognoso che il Governo sta tenendo nei confronti dei privati cittadini e degli onesti cittadini di questo Paese ?

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'Interno. Grazie. L'interrogante pone il problema delle requisizioni e del valore della proprietà privata. Rispondo senza giri di parole: le requisizioni avvengono quando i comuni non collaborano; se i comuni collaborano e si trovano altre soluzioni non c’è motivo alcuno per fare le requisizioni ed io stesso in una direttiva dei primi di ottobre ho chiesto ai nostri prefetti: prima parlate con i sindaci, nessun provvedimento deve arrivare dall'alto. Ma quando arrivano i migranti e vi è la necessità di collocare in condizioni civili questi migranti e i sindaci non danno risposte, i prefetti devono trovare una soluzione. Poi, dal punto di vista filosofico, non spieghi a me che cos’è la libertà privata. Io sono un profondo sostenitore dell'idea che la proprietà privata sia un carattere fondativo delle democrazie moderne e ne sono convinto, non solo dal punto di vista della linea politica e dell'idea politica, ma anche delle mie convinzioni giuridiche. Sui fatti di ieri, io ho visto anche un tentativo di giustificare. Io voglio essere molto chiaro: da Ministro dell'interno, mi sono sempre sforzato di trovare un punto di equilibrio tra il sacrosanto diritto alla protesta e la necessità di garantire l'ordine pubblico. Quanto accaduto ieri è legittimo dal punto di vista della idea di protesta, ma dal punto di vista pratico, bloccare la strada per non fare arrivare 12 donne di cui una incinta è un qualcosa che – lo ripeto; l'ho detto ieri e lo ripeto oggi – non è lo specchio dell'Italia. Ciascuno di noi può scegliere il modello in cui specchiarsi; se io dovessi sceglierne uno su questa materia sceglierei il dottor Bartolo, il medico di Lampedusa che non bada agli orari e che ha curato migliaia di bambini, di donne e di uomini a Lampedusa, o sceglierei i ragazzi del liceo di Napoli che, in un giorno non scolastico, domenica, sono andati sul molo ad aiutare i soccorritori mentre arrivavano i migranti e sbarcavano.
  Altro capitolo è quello dell'Europa, che accentua con il proprio essere incapace di dare risposte la fatica degli italiani. All'Europa noi chiediamo due cose: lealtà nei ricollocamenti dei profughi e capacità ed efficienza nei rimpatri degli irregolari, perché noi siamo dell'idea che i profughi vanno accolti e vanno invece rimpatriati gli irregolari. L'Europa deve avere questa forza anche usando tutti i soldi della cooperazione internazionale, dicendo ai Paesi africani che non aiutano: «Se voi non ci aiutate a non farli partire e a non farli transitare, noi sospendiamo i fondi della cooperazione internazionale».

  PRESIDENTE. Il deputato Gianluca Pini ha facoltà di replicare per due minuti.

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Vede, signor Ministro, le do due brutte notizie: una è che la ricerca del punto di equilibrio di cui lei parla purtroppo non ci è mai arrivata e i fatti di questi giorni, ma non solo di questi giorni, di questi mesi e di questi anni in cui lei è stato Ministro dell'interno, sono lì a dimostrarlo.
  Parlo perché non si è arrivati minimamente a trovare una gestione come lei auspicava condivisa, e soprattutto non si è arrivati a dare un segnale di legittimità a quello che è la gestione di un afflusso che non può essere chiamato semplicemente di richiedenti asilo, ma di fatto un flusso, un'invasione sistematica e programmata delle nostre terre ed in generale dell'Europa. Pag. 42Tralasciando la questione dell'Europa, a me fa piacere che lei citi modelli di riferimento come dei medici che si spendono volontariamente per assistere persone – mi auguro non solo immigrati ma anche cittadini italiani – perché la percezione di molti cittadini italiani è che voi vi occupate, forse anche per interessi economici non suoi e non del Governo in maniera specifica ma di chi lucra su queste vicende, degli immigrati e tralasciate totalmente invece quelli che sono gli interessi legittimi degli italiani. Anche sulla questione, ripeto, dell’escalation fino ad arrivare a procedere ad espropri di parti private solo ed esclusivamente perché, come lei ha detto e sembra quasi una minaccia, se non collaborano, espropriate, vi ricordo che ci sono più di 500 comuni su 8.000 in questo Paese che vi hanno in qualche modo risposto. Iniziate ad utilizzare quelli, senza andare cortesemente a rompere le scatole a cittadini onesti come quelli di Gorino (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

(Iniziative di competenza volte alla revisione della decisione di trasferire le risorse della Società per la gestione di attività s.p.a. (Sga) al fondo Atlante 2, in favore di interventi per lo sviluppo delle regioni meridionali – n. 3-02578)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Taglialatela ed altri n. 3-02578 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).
  Chiedo all'onorevole Taglialatela se intenda illustrare la sua interrogazione per un minuto o se si riservi di intervenire in sede di replica.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Presidente, Ministro, lei conosce benissimo la situazione del Banco di Napoli, che nel 1997 fu di fatto svenduto alla BNL con la conseguente creazione di una vera e propria bad bank che ha come nome SGA. Il fatto nuovo è che nei mesi scorsi il Ministero dell'economia e delle finanze è divenuto unico proprietario della SGA esercitando un diritto, prelevando la società dal San Paolo di Torino. Ebbene, la prima azione che ha compiuto la nuova società con la nuova proprietà è quella di deliberare che gli utili ammontanti a circa 500 milioni di euro, utili di gestione, debbano essere utilizzati a favore del Fondo Atlante per ripianare i buchi di altre banche. Si tratta di una decisione folle, inverosimile tenendo conto che già il territorio meridionale ha dovuto subire un vero e proprio esproprio finanziario...

  PRESIDENTE. Concluda.

  MARCELLO TAGLIALATELA. ... con il fallimento del Banco di Napoli, oggi si avrebbe una seconda beffa.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'Economia e delle finanze. Grazie, Presidente. Ricordo innanzitutto che le risorse della SGA derivano fondamentalmente dal contributo pubblico, dal meccanismo cioè di ripianamento delle perdite di SGA previsto dal decreto-legge n. 497 del 1996. Solo le perdite ripianate con il detto meccanismo di ristoro ammontano a circa 3,8 miliardi mai rimborsati. La partecipazione della SGA al Fondo Atlante è strumentale alla strategia complessiva di rafforzamento del sistema bancario italiano, la cui principale area di debolezza è rappresentata dall'elevata incidenza dei crediti deteriorati, nella consapevolezza che solo un sistema bancario solido è in grado di sostenere in modo efficace e duraturo l'economia reale e le famiglie. Questo processo di assorbimento dei crediti deteriorati, che è all'attenzione del meccanismo di vigilanza unico, richiederà inevitabilmente del tempo e dovrà essere valutato in un orizzonte temporale di medio periodo. Le misure legislative adottate dal Parlamento sulle procedure fallimentari ed esecutive, le misure fiscali sulla svalutazione dei crediti unitamente allo Pag. 43schema di garanzia pubblica, il cosiddetto GaCS, adottate a partire dallo scorso anno, contribuiranno a riaccendere l'interesse ad investire nelle attività deteriorate delle banche italiane. Anche il fondo privato Atlante a cui parteciperà SGA contribuisce allo sviluppo del mercato dei crediti deteriorati attraverso un più agevole accesso alle risorse finanziarie per l'acquisto dei crediti deteriorati e a un possibile aumento dei prezzi di vendita di tali attivi. La partecipazione di SGA al Fondo Atlante avviene a condizioni di mercato e sulla base della valutazione del ritorno dell'investimento. Non sarebbe invece possibile fare di SGA, che peraltro è un intermediario finanziario soggetto alle regole di vigilanza prudenziale, lo strumento per l'erogazione di finanziamenti analoghi a misure di supporto pubblico come sembrano suggerire gli interroganti, senza contare che misure del genere sarebbero soggette al vaglio della Commissione europea.

  PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare l'onorevole Taglialatela per due minuti.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Ministro, lei sa bene che per situazioni analoghe – parlo del Monte dei Paschi di Siena – il Governo è intervenuto in maniera completamente diversa erogando prestiti miliardari per favorire una banca. Per quanto riguarda il Banco di Napoli, invece, la storia è diversa e quello che chiediamo non è semplicemente quello che potrebbe essere considerato un aiuto di Stato ma, viceversa, una occasione per migliorare la capacità di accesso al credito delle imprese meridionali, che lei sa benissimo costituire uno dei motivi principali che creano sofferenze nel sistema produttivo meridionale e ancora oggi creano anche una differenza economica di fatturato, di PIL, tra le regioni meridionali e quelle settentrionali. Noi in sintesi chiediamo che quei 500 milioni che sono un utile di gestione, che non sarà l'unico perché la sensazione che si ha leggendo i bilanci della SGA è che nel corso degli anni gli utili ci saranno ancora come già ci sono stati, possano essere utilizzati sul territorio meridionale. Era una vera propria beffa quella che il Governo all'epoca ha deciso, lo diventa ancora di più nel momento in cui il primo azionista del Fondo Atlante per coprire i debiti delle banche settentrionali diventa l'ex Banco di Napoli. Sono convinto che su questo tema il Parlamento debba e possa trovare una soluzione legislativa diversa, alla quale spero che il Governo si pieghi.

(Iniziative volte a tutelare i cittadini e a salvaguardare l'economia del settore ortofrutticolo nelle zone interessate dall'invasione della cimice asiatica – n. 3-02579)

  PRESIDENTE. L'onorevole Milanato ha facoltà di illustrare l'interrogazione Sandra Savino ed altri n. 3-02579 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria, per un minuto.

  LORENA MILANATO. Grazie, Presidente. Signor Ministro, come certo lei saprà, il nostro Paese è interessato in una vasta area, che va dall'Emilia Romagna comprendendo Veneto e Friuli-Venezia Giulia e quindi l'intero Nord Est, da un'invasione epocale di queste cimici provenienti dall'Africa. Purtroppo abbiamo importato le cimici, ma non abbiamo importato gli insetti antagonisti. Ora questi insetti fastidiosissimi anche per la popolazione, costretta a barricarsi dentro alle case per evitare l'ingresso di questi animali, stanno andando in letargo e si sveglieranno in primavera, annunciando quella che potrà essere una tragedia epocale per il mondo dell'agricoltura e in particolar modo per il settore ortofrutticolo, per il mais, per la soia e per l'orticoltura. Volevamo sapere, signor Ministro, cosa intende fare il Governo. Decidiamo di andare anche noi in letargo risvegliandoci a primavera ?

  PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, ha facoltà di rispondere.

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  MAURIZIO MARTINA, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, signor Presidente. Onorevoli deputati, no, non andiamo in letargo e non siamo mai andati in letargo. Siamo consapevoli del problema, che è stato evidenziato anche dall'interrogazione, in relazione alla diffusione di questa specie di cimice sul nostro territorio e nello specifico in alcune zone del Paese. Per rendere più efficace l'azione di contrasto soprattutto a tutela delle nostre colture, noi abbiamo avviato una stretta collaborazione operativa con i servizi fitosanitari regionali più interessati e con il Ministero della salute competente per una parte importante di questa materia. In particolare con le strutture tecniche territoriali sono state avviate sperimentazioni per individuare le sostanze attive più idonee in grado di controllare questo fenomeno. Il Ministero dalla salute poi, su parere del Servizio fitosanitario nazionale, ha autorizzato temporaneamente alcuni prodotti per il contenimento dell'insetto in oggetto. Può essere anche opportuno ricordare proprio in questa occasione l'approfondimento che già si sta sviluppando circa la possibilità di controllare questa specie mediante il ricorso proprio alla lotta biologica, alla quale faceva riferimento l'interrogante. Sempre in ottica di contrasto alla diffusione dell'insetto, proprio il 17 ottobre scorso il Servizio fitosanitario centrale ha sviluppato delle linee guida operative, approvate dal Comitato nazionale per l'applicazione di buone prassi per la movimentazione intracomunitaria e internazionale delle merci di natura non vegetale. Questo campo di azioni definisce già primi passi operativi a mio avviso utili. Naturalmente trattandosi di un fenomeno molto complesso sarà necessario andare avanti, approfondire e intensificare sempre di più l'attività di contrasto.

  PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare l'onorevole Sandra Savino per due minuti.

  SANDRA SAVINO. Grazie, Presidente. Ministro, sicuramente non possiamo essere soddisfatti della risposta che lei oggi ci ha dato. L'agricoltura ha già pagato dei prezzi altissimi – la mia collega diceva: «aspettiamo di andare in letargo» – rispetto, appunto, a fenomeni che hanno colpito in maniera durissima l'agricoltura, come la Xylella fastidiosa per gli ulivi o – la leggo, perché è difficile – il Cinipide galligeno per il castagno piuttosto che la Tristeza per gli agrumi, con il 30 per cento in meno di agrumi nelle zone di produzione. Quindi, evidentemente già ci sono dei precedenti che fanno notare che il Governo non è proprio prontissimo rispetto a questo tipo di calamità. Naturalmente, sento dalla sua risposta che lei un po’, se vogliamo, dà competenze alle regioni in merito a questo fenomeno, senza però mai citare quello che dovrebbe essere un fondo apposito che il Governo dovrebbe aver istituito proprio nel caso in cui si verifichino questi tipi di fenomeni. Naturalmente, come al solito questo Governo centralizza quello che più gli fa comodo e manda alle periferie quello che invece non è di suo gradimento. Quindi, non vorrei che anche questa volta ci fosse un atteggiamento del Governo tipico nello statalizzare gli utili e privatizzare le perdite, come si diceva una volta. Quindi, chiedo se fosse possibile di essere anche edotta sulla quantità di risorse finanziarie che il Governo intende mettere perché, al di là delle belle parole e di tutti i raccordi che ci possono essere con gli enti competenti, su questo argomento vorremmo capire anche questo fondo di quanto è dotato.

(Elementi in merito all'attuazione del comma 622 dell'articolo 1 della legge di stabilità per il 2016 in materia di destinazione di risorse a favore delle rappresentanze diplomatiche e degli uffici consolari – n. 3-02580)

  PRESIDENTE. L'onorevole Bueno ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-02580 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  RENATA BUENO. Caro Ministro, già all'inizio di questa legislatura abbiamo Pag. 45approvato una tassa di 300 euro per avviare la pratica di riconoscimento di cittadinanza nelle circoscrizioni e negli uffici consolari all'estero e, quindi, noi abbiamo già da quel momento avviato l'idea di creare un fondo consolare, di modo che ogni consolato potesse gestire questi soldi e lasciare partire questi finanziamenti. Non siamo riusciti ad approvare questo, ma inoltre abbiamo presentato per la legge di stabilità un'idea di stabilire un additivo del 20 per cento del budget già destinato agli uffici consolari. Quindi, siamo riusciti a trovare 2 milioni di euro da usare per i nostri consolati all'estero, per manutenzione dell'immobile, assistenza agli italiani residenti nelle circoscrizioni consolari e anche altre attività, come la contrattazione con i nuovi dipendenti.

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

  RENATA BUENO. Quindi, vogliamo sapere come è stato distribuito questo budget.

  PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni Silveri, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  PAOLO GENTILONI SILVERI, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, Presidente. Onorevole Bueno, la sua interrogazione innanzitutto mi dà l'occasione di sottolineare la straordinaria importanza, sebbene non se ne parli molto, della attività della nostra rete consolare. È una rete che assiste 5 milioni e 200 mila italiani iscritti alle nostre liste anagrafiche e, oltre a questi, tantissimi italiani che vivono all'estero o sono temporaneamente all'estero, pur non essendo iscritti in queste liste. È un'attività straordinaria che si svolge con risorse ridotte, negli ultimi anni soprattutto di spending review. Siamo riusciti, negli ultimi due anni, a far rimanere una parte dei ricavi delle nuove emissioni di documenti nelle reti consolari e siamo riusciti, anche grazie all'emendamento che lei ricordava, a rafforzare la nostra attività. È possibile che le risorse acquisite da ciascun consolato rimangano, tra virgolette, in casa, cioè che ogni consolato possa trattenerle ? È una discussione che abbiamo in corso con il Ministero dell'economia e delle finanze e credo sia una discussione sensata. Ricordo, infine, che oltre alla riduzione di disponibilità finanziarie da spending review, a cui l'emendamento che lei ricordava ha in parte posto rimedio, abbiamo una riduzione di risorse umane. Infatti, il blocco del turnover, soprattutto nelle qualifiche funzionali, fa sì che ci sia il 30 per cento in meno di personale del Ministero degli affari esteri impiegato in queste attività. Quindi, io ringrazio per l'interrogazione, ringrazio per il lavoro che gli eletti all'estero fanno in generale – e ricordo il lavoro della Bueno, in particolare su questa materia –, ricordando che si tratta di un'attività fondamentale con risorse, purtroppo, ancora limitate.

  PRESIDENTE. L'onorevole Bueno ha facoltà di replicare per due minuti.

  RENATA BUENO. Grazie, caro Ministro. Noi sappiamo che soprattutto in Sudamerica è molto grande il deficit nei nostri uffici consolari. Vogliamo inoltre ricordare che anche Matteo Renzi, il nostro Primo Ministro, è molto d'accordo nel rinforzare i lavori dei consolati, giustamente perché vogliamo investire sempre di più negli italiani all'estero. Perciò, vogliamo già da adesso chiedere di nuovo un'aggiunta per quest'anno, visto che l'abbiamo approvata l'anno scorso, per l'anno 2016, e volendo già da adesso preparare una nuova aggiunta per l'anno 2017. Però, l'idea sarebbe di creare questo fondo consolare perché così già sarebbe regolare questa permanenza dei finanziamenti consolari, parte almeno di questi finanziamenti consolari, negli stessi consolati gestiti da loro per le necessità locali.

(Chiarimenti relativi alla posizione italiana in merito alla questione palestinese e al conflitto arabo-israeliano – n. 3-02581)

  PRESIDENTE. L'onorevole Palazzotto ha facoltà, per un minuto, di illustrare la Pag. 46sua interrogazione n. 3-02581 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  ERASMO PALAZZOTTO. Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, il 18 ottobre 2016 è stata approvata una risoluzione dal Comitato esecutivo all'UNESCO, con l'astensione dell'Italia, sulle restrizioni imposte allo Stato di Israele alla spianata delle moschee a Gerusalemme, perché queste restrizioni rischiano di minare anche l'integrità culturale di Gerusalemme quale punto di riferimento delle tre grandi religione monoteistiche, così come affermato nella stessa risoluzione dell'UNESCO. Le parole del Presidente del Consiglio, che ha definito allucinante tale decisione e che ha detto che avrebbe discusso anche con lei e rivisto questa posizione, ci dicono, appunto, che forse l'Italia ha cambiato la sua posizione. Le chiediamo se non intenda chiarire la posizione dell'Italia sulla questione palestinese e, soprattutto, quando e come intenda approvare e portare avanti gli impegni assunti da questo Parlamento rispetto al riconoscimento dello Stato palestinese.

  PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni Silveri, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  PAOLO GENTILONI SILVERI, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Onorevole Palazzotto, io mi concentrerò soprattutto su quest'ultima parte, anche perché ci sono diverse interrogazioni sulla questione della risoluzione all'UNESCO.
  La posizione italiana credo che sia chiara e coerente da molti anni e, cioè, noi siamo uno di quei Paesi che insiste sulla necessità di portare avanti questa strategia che porti alla soluzione dei due Stati, Israele e Palestina, capaci di vivere in pace e sicurezza. Dobbiamo dirci, molto chiaramente e francamente, che la prospettiva negoziale in questa direzione ha subito dei rallentamenti. È in una situazione di stallo e lo stallo produce elementi di gravissima difficoltà: il proliferare di insediamenti, che l'Italia ha sempre criticato; la violenza, che l'Italia condanna senza se e senza ma. In questo contesto io ho sempre ritenuto – e l'ho detto in quest'Aula già rispondendo a un'interrogazione del suo gruppo – che il riconoscimento formale dello Stato palestinese deve essere un passo dentro questo percorso. È un impegno che il Parlamento ha preso e che il Governo intende rispettare nelle condizioni che la stessa risoluzione, a cui fa riferimento l'onorevole Palazzotto, diceva e, cioè, il riconoscimento da effettuare – cito – «al momento opportuno e nelle appropriate condizioni». Tutti i Governi europei, i Governi spagnolo, francese, inglese, i cui Parlamenti tra fine 2014 e inizio 2015 hanno votato risoluzioni simili a quella italiana, si sono attenuti a questa regola e, cioè, tenere la carta del riconoscimento formale per il momento in cui sarà più utile e fondamentale per dare una spinta vera al processo di pace e non per fare un atto semplicemente simbolico.
  Naturalmente, noi in questo quadro continuiamo a collaborare con le autorità palestinesi. Io ho presieduto il Comitato misto tra i due Governi l'anno scorso a Ramallah, abbiamo grandissime attività di cooperazione e facciamo sentire la nostra voce: come farà a partire da sabato prossimo, nella sua missione in Palestina e Israele, il Presidente della Repubblica, Mattarella.

  PRESIDENTE. L'onorevole Palazzotto ha facoltà di replicare.

  ERASMO PALAZZOTTO. Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, faccio riferimento alle sue parole in merito al momento opportuno, che sono poi anche quelle riportate nella risoluzione di questo Parlamento. Il problema è che quel momento opportuno sembra non arrivare mai e l'opportunità è qualcosa che manca forse anche al nostro Presidente del Consiglio. Definire «allucinante» una risoluzione dell'UNESCO che critica Israele perché non permette ai tecnici dell'UNESCO di accedere alla Spianata delle Moschee Pag. 47per verificare ed eventualmente intervenire per il ripristino del patrimonio culturale, storico e architettonico di un luogo di culto così importante, mi sembra veramente assurdo, soprattutto quando il Presidente del Consiglio non ha mai trovato il momento opportuno per esprimere una critica nei confronti delle scelte politiche del Governo israeliano, nei confronti di un'occupazione militare sui territori palestinesi, nei confronti della negazione ai palestinesi del diritto ad avere uno Stato. Siccome dall'altra parte oggi c'era quell'occasione, il portavoce del Ministro degli esteri israeliano oggi ha dichiarato che la risoluzione dell'UNESCO va bene per la spazzatura e ha concluso la sua dichiarazione dicendo «viva Gerusalemme ebraica». È tutto qui il punto: il Governo israeliano vuole cacciare i palestinesi da Gerusalemme. Può questo Governo prendere una posizione chiara, una volta per tutte, dicendo che Gerusalemme è anche la capitale dei palestinesi, così come è riconosciuto dalle risoluzioni dell'ONU ? È possibile schierarsi dalla parte della legalità internazionale, della giustizia e dei diritti di un popolo che li ha, per troppo tempo, avuti negati ?

(Iniziative di competenza volte ad una riconsiderazione della decisione assunta in sede Unesco con la recente approvazione di una risoluzione finalizzata «a tutelare il patrimonio culturale della Palestina e il carattere distintivo di Gerusalemme Est» – n. 3-02582)

  PRESIDENTE. L'onorevole Parisi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02582 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  MASSIMO PARISI. Grazie Presidente. Signor Ministro, la nostra interrogazione torna su questi temi, come è di tutta evidenza, da un punto di vista completamente diverso, e ha per oggetto appunto quella risoluzione dell'UNESCO che noi troviamo sconcertante; sconcertante anche per il fatto che si è avvalsa in qualche modo del voto di astensione del nostro Paese. Ora però anziché illustrare la circostanza e l'interrogazione, devo dire che siamo superati dall'attualità, perché anche oggi l'UNESCO, proseguendo su questa linea, seppure in un comitato diverso che non vede l'Italia protagonista, e quindi che la esenta da responsabilità, ha di nuovo deliberato su questioni di analogo tenore. Allora, io credo che la riflessione la dobbiamo fare sì sulla nostra posizione, e credo che lei ci dirà qualcosa, ma anche sulla nostra posizione nei confronti dell'UNESCO a questo punto, perché che un organismo internazionale che dovrebbe fare della cultura un ponte, si metta ed intervenga a gamba tesa su questioni di questa complessità, lo trovo una negazione in radice del suo ruolo e della sua funzione.

  PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni Silveri, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  PAOLO GENTILONI SILVERI, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie Presidente. Ricordo innanzitutto agli interroganti che la risoluzione dell'UNESCO su Gerusalemme non è una novità di quest'anno, è una risoluzione che si ripropone due volte l'anno dal 2010 e l'Italia ha votato undici volte su questa risoluzione. Dal 2014 questa risoluzione contiene le formulazioni alle quali si fa riferimento, anche nelle interrogazioni, che negano addirittura le radici ebraiche del Monte del Tempio. Ora la diplomazia italiana non è mai stata indulgente con queste formulazioni e con queste posizioni, vorrei che questo sia chiaro, perché quale che sia la discussione su Gerusalemme, sulle tensioni per l'accesso ai luoghi Santi delle tre religioni monoteistiche, discussione che conosciamo bene ed a cui faceva riferimento prima l'onorevole Palazzotto, queste tensioni non giustificano in alcun modo l'utilizzo di quelle formulazioni che negano la storia e la realtà. In questi anni noi abbiamo lavorato per ridurre il consenso attorno a queste Pag. 48posizioni e, certo non per merito solo dell'Italia, questo consenso si è ridotto, nel senso che su 60, soltanto 23 sono state le opinioni favorevoli, 27 gli astenuti e 6 i contrari. Tuttavia dobbiamo riconoscere che la riduzione del consenso non porta a modificare queste posizioni e il voto di oggi in quel subcomitato a cui lei faceva riferimento conferma che purtroppo il consenso si riduce, ma le proposte restano con lo stesso linguaggio e senza mediazioni. Quindi, se queste proposte ci verranno di nuovo ripresentate nel mese di aprile, il Governo darà istruzioni alla nostra rappresentanza di passare dal voto di astensione al voto contrario.

  PRESIDENTE. L'onorevole Rabino, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.

  MARIANO RABINO. Signor Ministro, noi la ringraziamo per la risposta che consideriamo soddisfacente. Conosciamo l'impegno, la linea del Governo italiano su questa questione così essenziale e fondamentale a livello di politica estera, e riteniamo che davvero vadano superati gli automatismi e certe forme così inerziali, burocratico-inerziali, che portano talvolta su alcuni temi, che magari a seconda del periodo storico non sono sulle prime pagine dei giornali, nei primi titoli dei telegiornali, a rappresentare posizioni che si ripetono nel tempo. Non può sfuggire l'attualità. Non può sfuggire che le risoluzioni sono comunque pretestuose, comunque portate avanti in modo strumentale da alcuni Paesi arabi con ostentazioni muscolari spesso strumentali, perché poi sono quegli stessi Paesi arabi che magari con Israele hanno anche diversi rapporti di affari e magari fanno queste operazioni per salvarsi la faccia. Io credo che il Governo italiano debba, da questo punto di vista, portare nell'UNESCO, come diceva bene il collega Parisi, la riflessione sull'opportunità che l'UNESCO si occupi di politica quando invece l'UNESCO, per definizione, dovrebbe essere un grande ente a favore della promozione della cultura e del dialogo tra i popoli e quindi non farsi strumentalizzare e intervenire in beghe che non le competono.

(Iniziative volte a favorire un confronto, anche in sede Unesco, rispettoso di tutte le identità culturali e religiose radicate a Gerusalemme – n. 3-02583)

  PRESIDENTE. L'onorevole Fiano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02583 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  EMANUELE FIANO. Grazie Presidente e grazie Ministro Gentiloni. Nessuna pace sarà mai aiutata dalla falsificazione della storia. Gerusalemme è sede delle radici di tre religioni, raccontare una storia falsa, falsare le origini di quei luoghi: non aiuterà nessuno. Per questo abbiamo apprezzato la presa di posizione del Ministro Gentiloni e del Presidente del Consiglio all'indomani del voto di astensione dell'Italia all'UNESCO. Bisogna continuare a lavorare e sono lieto dell'affermazione appena fatta dal Ministro sul prossimo voto contrario a simili affermazioni in futuri documenti dell'UNESCO. Bisogna impedire che la linea del colloquio e del dialogo, della vicinanza tra i popoli, possa passare dalla negazione della storia, così come è stata quella di dare nome non ebraico al Muro occidentale del Tempio di Gerusalemme.

  PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni Silveri, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  PAOLO GENTILONI SILVERI, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie Presidente. Ringrazio l'onorevole Fiano e mi concentrerò, avendo in parte già affrontato il tema del comportamento da tenere direttamente in sede UNESCO, su che cosa possiamo fare oltre a precisare il nostro atteggiamento su queste risoluzioni. Io credo che in primo luogo si debbano sostenere gli sforzi diplomatici degli Stati Uniti in modo particolare, Pag. 49ma anche portarli avanti in prima persona, per cercare di rafforzare e per rendere effettive le intese tra la Giordania e Israele sulla gestione di quest'area.
  Proprio perché è un'area fondamentale per le tre religioni monoteiste non può sopportare livelli di tensione eccessivi. Quindi, lavorare per un'intesa tra Giordania ed Israele; in secondo luogo, utilizzare i buoni rapporti che l'Italia ha sia con Israele che con la Palestina per favorire la difficilissima ripresa di un cammino di negoziato. Noi non rinunciamo all'idea dei due Stati in pace e nella sicurezza. Attorno alla scomparsa di Shimon Peres, tutti hanno detto che bisognava rilanciare questo percorso: è un impegno che va tradotto in pratica. Infine, credo che dobbiamo lavorare affinché l'UNESCO faccia l'UNESCO, perché non c’è dubbio che si tratta di una delle Organizzazioni delle Nazioni Unite che potenzialmente ha il ruolo più importante e per noi italiani un ruolo fondamentale. Noi siamo orgogliosi di essere il Paese al mondo che ha il maggior numero di siti definiti dall'UNESCO patrimonio dell'umanità, ma contemporaneamente non possiamo accettare l'idea che, invece di concentrarsi sulla tutela del patrimonio culturale, l'UNESCO diventi cassa di risonanza di conflitti di natura politico-religiosa.
  Quindi, al di là del nostro atteggiamento che ho cercato di precisare, credo che ci sia molto da fare nei prossimi mesi, per far sì che la speranza di un percorso di pace riprenda in quella terra così martoriata.

  PRESIDENTE. L'onorevole Lia Quartapelle Procopio, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.

  LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. Presidente, ringrazio il Ministro, siamo soddisfatti della risposta. Subito dopo il voto, avevamo chiesto che venisse spiegato il nostro comportamento di voto. Ci riteniamo soddisfatti sia della risposta, che ha delineato le ragioni rispetto all'ampliamento del consenso alla contrarietà al contenuto della mozione che lei ha esposto, sia, in particolare, rispetto al futuro, sia il futuro del nostro comportamento in seno all'UNESCO che rispetto alla posizione che lei ha dettagliato. Cercare di cancellare il passato, di negare la storia è il modo peggiore per trovare una soluzione ai conflitti. Siamo certi che la posizione italiana, che lei ha dettagliato più ampiamente, rispetto al processo di pace e più specificatamente rispetto alla gestione di Gerusalemme, troverà negli atti successivi, sia in sede UNESCO che in sede diplomatica più ampia, un'attuazione vera, a partire anche dal viaggio del Presidente Mattarella. Quindi, grazie e buon lavoro.

(Chiarimenti in merito all'effettiva autorizzazione del transito e dell'esportazione di armamenti dall'Italia verso l'Arabia Saudita – n. 3-02584)

  PRESIDENTE. L'onorevole Frusone ha facoltà di illustrare l'interrogazione Spadoni ed altri n. 3-02584 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

  LUCA FRUSONE. Ministro, lei sa meglio di me che cosa sta accadendo in Yemen: sono più di venti mesi che ci sono dei bombardamenti a guida Arabia Saudita; sono più di 6.000 i civili morti, un terzo bambini, e in totale sono 10.000 le vittime; tre milioni sono gli sfollati. L'Italia partecipa a tutto questo: delle aziende italiane vendono bombe all'Arabia Saudita, e questa esportazione è autorizzata da voi. Anzi, dovrebbe essere autorizzata da voi, perché noi oggi siamo qui proprio per chiedervi se state autorizzando questo export, quando l'avete autorizzato, se l'avete autorizzato prima dell'inizio del conflitto e se vi è balenata in mente l'idea che magari queste autorizzazioni devono essere ritirate, perché oggi le cose sono cambiate. Questo oggi vi chiediamo, Ministro: smetterla con questa ipocrisia sporca di sangue, perché state partecipando ad un massacro.

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  PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni Silveri, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  PAOLO GENTILONI SILVERI, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Presidente, naturalmente qui non stiamo facendo una discussione di natura culturale, sulle posizioni di principio – che io ovviamente rispetto – contrarie in generale al commercio delle armi, siamo discutendo – il tema posto dall'interrogazione – sul rispetto della normativa vigente. Come sapete, le esportazioni di armamenti sono regolate dalla legge n. 185 del 1990, e la risposta a ciascuna istanza di esportazione viene fornita dopo il parere di diversi Ministeri e dall'autorità nazionale UAMA. Nel caso specifico dell'Arabia Saudita, le richieste di imprese italiane per ottenere licenze di esportazione di armamenti sono valutate in modo particolarmente rigoroso ed articolato, caso per caso, sulla base delle norme italiane, europee ed internazionali. La legge, del resto, prevede che il Parlamento sia poi informato – come sapete –, con una relazione annuale, al fine di consentire l'attività di verifica e controllo. Come si evince dalle relazioni annuali sulle esportazioni di armamenti negli anni 2011-2015, l'Italia ha esportato in Arabia Saudita materiale da armamento e, così come chiarito di recente in quest'Aula dal Governo, la RWM, ditta italiana facente parte di un gruppo tedesco, ha esportato in Arabia Saudita in forza di licenze rilasciate in base alla normativa vigente. L'Arabia Saudita, a differenza di Paesi come la Libia o la Siria, ad esempio, non è infatti oggetto di alcuna forma di embargo, sanzione o restrizione internazionale nel settore delle vendite di armamenti. All'ultima riunione del 4 ottobre scorso a Bruxelles del gruppo di lavoro sull'esportazione delle armi, nessuna novità è emersa nelle politiche dei ventotto nei confronti dell'Arabia Saudita. Naturalmente, ove in sede Nazioni Unite o Unione europea fossero accertate eventuali violazioni, l'Italia si adeguerebbe immediatamente a prescrizioni o divieti. Conclusione: primo, l'Italia non può comunque essere presentata come un grande venditore di armi all'Arabia Saudita. Senza citare gli Stati Uniti, voglio ricordare che nel triennio ultimo disponibile, 2012-2014, la Francia ha venduto armi per 5 miliardi e 100 milioni, il Regno Unito per 2 miliardi e 200 milioni, la Germania per 1 miliardo e 900 milioni e l'Italia per 700 milioni. Secondo: la nostra diplomazia sta collaborando con le Nazioni Unite per perseguire l'unica soluzione possibile della crisi yemenita, che è una soluzione negoziale.

  PRESIDENTE. L'onorevole Maria Edera Spadoni ha facoltà di replicare, per due minuti.

  MARIA EDERA SPADONI. Ministro, quindi sta dicendo che, visto che gli altri fanno un'esportazione più ampia, noi siamo autorizzati ad uccidere un po’ di meno, perché è questo fondamentalmente quello che ha detto. Prima di tutto, la legge n. 185 del 1990 dice anche che, se c’è un Paese che sta violando i diritti umani ed è in conflitto, bisogna rivedere assolutamente l’export delle armi, e questa revisione deve passare dal Parlamento, cosa che voi non avete assolutamente fatto. Io rimango basita quando lei dichiara che, se ci rendessimo conto che ci sono delle violazioni, a quel punto rivedremmo tutto. Ministro, è un anno e mezzo che ci sono violazioni ! Io le consiglio veramente, ogni tanto, di dare un'occhiata a quello che succede, di dare un'occhiata ai TG, quando parlano dei bombardamenti in Yemen, dei bombardamenti nell'ospedale di Medici Senza Frontiere. Lei non ha risposto alla domanda e io gliene faccio altre. La prima è: durante le visite di Stato in Arabia Saudita, i componenti del Governo italiano hanno espresso la protesta del popolo italiano per le atrocità commesse dai sauditi in Yemen ? Lei sa che tutte le organizzazioni umanitarie hanno accusato i sauditi di crimini di guerra ? Perché i transiti in Italia dei bombardieri venduti ai sauditi vengono mascherati da Pag. 51voli di Stato inglesi ? Perché non si dà il via all'embargo promosso dal Parlamento europeo ? Per quanto tempo l'Italia continuerà ad avere le mani sporche di sangue ? Queste sono le domande a cui probabilmente lei, Ministro, dovrebbe rispondere. Dovrebbe rispondere al Parlamento italiano, ma dovrebbe rispondere soprattutto ai cittadini italiani, dato che in questo momento ci sono migliaia di civili che stanno morendo sotto bombardamenti che uno Stato sta compiendo nei confronti di una popolazione. A questo stesso Stato lei è andato a fare visita a giugno, dicendo che andava tutto bene e che ci voleva cooperazione. Lei, Ministro, ha le mani sporche di sangue (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole Spadoni, sia gentile.

(Orientamenti in ordine alle ipotesi di revisione progettuale dell'autostrada A33 Asti-Cuneo – n. 3-02585)

  PRESIDENTE. L'onorevole Monchiero ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02585 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  GIOVANNI MONCHIERO. Grazie, Presidente. Signor Ministro, solo un brevissimo cenno al contenuto di questa interrogazione. Negli ultimi mesi, l'inerzia ormai pluriennale dell'avanzamento dei lavori dell'Asti-Cuneo ha suscitato l'interesse anche di stakeholder particolarmente rilevanti come quello dell'Unione industriale di Cuneo, il cui Presidente ha avanzato delle proposte alternative del tracciato. Risulta che queste proposte siano state illustrate presso gli uffici competenti del Ministero, i quali avrebbero fatto forse delle controproposte.
  Signor Ministro, molto semplicemente le chiedo di avere notizia di questi ultimi accadimenti.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  GRAZIANO DELRIO, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie Presidente e grazie onorevole Monchiero, che dà l'occasione di rifare il punto sullo stato di approvazione del progetto della società Asti-Cuneo. In particolare, come lei ben sa, è il tronco, il lotto 2.6, che è necessario per la realizzazione completa dell'autostrada, che è già stato oggetto di precedenti interrogazioni. Come abbiamo già ripetutamente detto, il progetto originario è assolutamente insostenibile, perché richiederebbe un onere finanziario enorme e perché la riduzione del volume di traffico previsto, passato dai 35.000 ai 7-6.000 effettivi. Indica che vi sarebbe bisogno di incrementi tariffari dell'ordine del 40-50 per cento, il che significa che l'autostrada non sarebbe resa fruibile.
  Per questo motivo, rispetto al progetto originario, con una previsione di spesa superiore al miliardo, abbiamo cercato di valutare il progetto a una canna sola, cioè un progetto di riduzione dell’overdesign proposto e quindi stiamo completando tutti gli aspetti tecnici con la società concessionaria, al fine di avere una risoluzione definitiva in termini di costi e cronoprogramma preciso della possibilità di realizzazione. E alla stessa maniera abbiamo affrontato anche la terza proposta, la proposta appunto non del percorso con la galleria, ma fuori dalla galleria, perché ci pareva utile riprendere in mano questa proposta, la stiamo rianalizzando con i tecnici del Ministero dell'ambiente, stiamo valutando, insieme alla regione, anche quali riduzioni di costi potrebbe consentire, nel caso che questa proposta non richieda un azzeramento di tutte le procedure, un ripartire da capo di tutte le procedure e quindi ancora anni e anni di analisi preliminari, perché il problema è di arrivare al nostro obiettivo e su questo le posso garantire che ci sarà tutto il mio personale impegno. Dopo la Valdastico, dopo la Ragusa-Catania, dopo la Roma-Latina, dopo tutti gli altri project che abbiamo cercato di rimettere in sesto, entro l'anno le garantisco che potremo avere un cronoprogramma comparato delle tre soluzioni diverse, le tre possibilità Pag. 52e scegliere quella che riteniamo più sostenibile e più utile al fine, finalmente, di completare l'ennesima opera incompiuta.

  PRESIDENTE. L'onorevole Monchiero ha facoltà di replicare, per due minuti.

  GIOVANNI MONCHIERO. Grazie signor Ministro per quest'ultima parte del suo intervento. Con altrettanta sincerità e franchezza le dico che sono assolutamente contrario all'ipotesi della canna unica sotto Verduno, perché è incompatibile con la definizione stessa di autostrada: un'autostrada non può avere un tunnel a canna unica, che sarebbe pericolosissimo e che quindi renderebbe davvero indecente, anche sotto l'aspetto estetico, la soluzione.
  Ho invece apprezzato l'intenzione del Ministero di sperimentare e valutare l'ipotesi di un tracciato alternativo esterno, ipotesi che in origine era stata contrastata proprio dalla sovrintendenza ai beni ambientali, ma se è possibile trovare un tracciato che sia compatibile con le esigenze di tutela del paesaggio, questa soluzione potrebbe essere fattibile anche in tempi brevi e a costi certamente inferiori, per cui sono lieto che questa ipotesi venga approfondita e valutata correttamente. Ci risentiremo alla prossima interrogazione.

(Iniziative per l'inserimento del settore delle costruzioni nel Piano nazionale di Industria 4.0 e per un adeguato coinvolgimento del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti nell'ambito della relativa struttura di governance – n. 3-02586)

  PRESIDENTE. L'onorevole Garofalo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02586 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata) per un minuto.

  VINCENZO GAROFALO. Grazie Presidente. Signor Ministro, lo scorso 21 settembre, a Milano, il Presidente del Consiglio ha illustrato il Piano Industria 4.0, una grande occasione di rilancio per l'economia italiana, dopo anni di politiche di rigore, anni nei quali si è guardato più ai bilanci e poco a una strategia Paese. Oggi il Piano Industria 4.0 può rappresentare un momento importante, il momento della svolta, il primo esempio di una nuova generazione di interventi pubblici, che nascono da una visione di insieme della nostra economia produttiva. Tale piano non può riguardare la sola manifattura, ovviamente, e neanche la sola industria: deve considerare, almeno a nostro parere, anche il settore delle costruzioni, che rappresenta il 10 per cento del nostro PIL ed ha una fitta rete di interdipendenza con gli altri settori.
  Sembrerebbe che il suo Ministero non sia parte della governance, della nuova gestione di questo piano; penso, spero che non sia così e aspetto appunto, con la sua risposta, delle informazioni in tal senso.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  GRAZIANO DELRIO, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie Presidente e grazie onorevole Garofalo, ci dà l'occasione di puntualizzare su questo argomento, che riteniamo molto importante. Come lei ha giustamente sottolineato, la quota edilizia è una quota importantissima dell'economia del nostro Paese: sono 166 miliardi, dagli ultimi dati di fatturato, di cui, come lei ben sa, una parte importantissima è stimolata degli incentivi e dalle politiche di incentivazione alla riqualificazione che stiamo mettendo in campo e che abbiamo potenziato, anche con questa ultima proposta di legge finanziaria. Peraltro il settore, dopo 7 anni di crisi, per la prima volta nel 2016 farà un segno «più» in termini di investimenti e fatturato e di occupati; contiamo nel 2017 di avere una crescita degli investimenti nelle costruzioni superiore al 2 per cento e anche negli anni seguenti e quindi forse finalmente vediamo la luce di un tunnel lunghissimo e che purtroppo ha danneggiato in maniera seria l'economia del nostro Paese, essendo l'economia legata all'edilizia un'economia fortemente influente sul PIL, essendo tutte le materie prime di Pag. 53produzione italiana e così via. Quindi, lei pone un problema molto serio, però le posso garantire che quella presentazione era una iniziale presentazione. Il Ministro Calenda e il Presidente del Consiglio vogliono che l'edilizia... e quindi non è tanto importante il Ministero, insomma, comunque anche il Ministero sarà coinvolto nella cabina di regia e però certamente questa, che è nata come manifattura 4.0, deve trasformarsi sempre di più in impresa 4.0, tutti i tipi di impresa che devono essere incentivati a fare investimenti nell'ammodernamento dei loro macchinari, investimenti in tecnologia, in nuove tecnologie che consentano di essere più competitivi e creare così nuove occasioni di lavoro. Quindi la voglio rassicurare che questi contatti ci sono, sono presenti e fanno parte a pieno titolo del progetto con il settore edilizio, che speriamo davvero possa confermare le previsioni che anche recentemente il Cresme ha presentato.

  PRESIDENTE. L'onorevole Garofalo ha facoltà di replicare, per due minuti.

  VINCENZO GAROFALO. Signor Ministro, sono contento allora di aver posto all'attenzione sua e anche di chi è presente in aula questo problema, perché immaginavo, come ho detto nella fine del mio intervento iniziale, una risposta in questa direzione, quindi sono contento e sono contento anche che lei abbia enunciato una serie di strumenti di vitalizzazione o di rivitalizzazione del settore, che come lei sa stanno molto a cuore al mio gruppo politico, perché puntiamo molto sul rilancio del Paese anche sui temi che riguardano le costruzioni e le opere pubbliche. Ricordo pure che in occasione dell'audizione, in X Commissione, da parte dell'ANCE, mi pare il 27 aprile dall'anno in corso, addirittura il Presidente De Albertis ci abbia parlato di edilizia 4.0, cioè il protagonismo di un settore così importante nell'ammodernamento del Paese credo che sia importante, soprattutto basandoci su due temi che loro hanno tirato in ballo: quello della sostenibilità, cioè l'intero ciclo di vita delle opere sia private che pubbliche e anche l'altro, relativo alla digitalizzazione e informatizzazione, quindi una collaborazione costante da parte della filiera dell'edilizia, che serve non solo a chi costruisce o a chi gestisce, ma soprattutto anche a chi produce componenti che vanno in quella direzione, tant’è vero che si parla di modello BIM, e lei sa bene di cosa si tratta, quindi una sinergia completa. Sul tema dell'edilizia 4.0 mi piace riflettere insieme a lei (che ormai rappresenta questo comparto da parecchio tempo e anche per le sue precedenti esperienze): guardare alle opere pubbliche che puntano di più al mantenimento piuttosto che alla sola costruzione, un nuovo modo di pensare e credo che l'edilizia sia già pronta ad andare in questa direzione, quindi la ringrazio anche per la sua risposta.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,15.

  La seduta, sospesa alle 15,55, è ripresa alle 16,15.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amici, Bindi, Boccia, Matteo Bragantini, Bratti, Cirielli, Dambruoso, Dellai, Epifani, Ferrara, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Fraccaro, Garofani, Giorgis, Lorenzo Guerini, La Russa, Losacco, Lupi, Marazziti, Giorgia Meloni, Rampelli, Realacci, Rosato, Sanga, Scotto, Speranza, Tabacci, Tofalo, Vignali e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centododici, come risulta dall'elenco Pag. 54depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
  Prego i deputati di abbassare il tono della voce, per favore, specialmente dai primi banchi, perché, altrimenti, ci mettiamo a interloquire noi.

Si riprende la discussione della proposta di legge n. 1658-A.

  PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo approvato l'articolo 13.
  Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 15.100, che è in distribuzione (Vedi l'allegato A – 1658-A).

(Esame dell'articolo 14 – A.C. 1658-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1658-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. Grazie, signora Presidente. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 14.1 Rondini, parere favorevole sull'emendamento 14.50 Dadone e parere favorevole sull'emendamento 14.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato all'Interno. Parere conforme alla relatrice.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 14.1 Rondini.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Per spiegare che cosa ci ha spinto a presentare questo emendamento, con il quale chiediamo la soppressione dell'articolo 14. Tale articolo tratta, in sostanza, della possibilità dell'iscrizione al Servizio sanitario nazionale dei minori anche nelle more del rilascio del permesso di soggiorno. Noi riteniamo che sia una disposizione totalmente inutile, e spiego anche perché. Attualmente, l'articolo 34, comma 1, del decreto legislativo n. 286 del 1998, il testo unico, dispone che solo i minori stranieri titolari di un permesso di soggiorno per minore età, per affidamento, per motivi familiari, per protezione sociale, per richiesta di asilo o per asilo devono essere obbligatoriamente iscritti da chi ne esercita la tutela al Servizio sanitario nazionale, e quindi hanno pienamente diritto di accedere a tutte le prestazioni assicurate dal sistema sanitario. A prescindere, però, dalla regolarità del soggiorno, oggi è comunque garantita la tutela della salute del minore. Pertanto, i minori stranieri senza permesso di soggiorno non possono iscriversi al Servizio sanitario nazionale, ma hanno comunque diritto alle cure ambulatoriali e ospedaliere essenziali, a quelle urgenti, a quelle continuative, a quelle per malattie e infortunio e di medicina preventiva.
  Purtroppo, in Commissione è già avvenuto che sono stati approvati alcuni emendamenti ed è stato modificato nella rubrica, e da «Diritto alla salute» l'articolo diventa «Diritto alla salute e all'istruzione», ed in più prevede l'iscrizione al Servizio sanitario nazionale dei minori stranieri non accompagnati, anche, come dicevo prima, nelle more del rilascio del permesso di soggiorno. Ora, noi riteniamo che, siccome il diritto alle cure era comunque garantito, caricarli sul Servizio sanitario nazionale sia qualcosa che non si dovrebbe assolutamente fare, in considerazione anche e soprattutto del fatto che nel corso degli ultimi anni si è assistito a dei tagli notevoli, che sono stati praticati sui fondi, sui soldi che venivano stanziati per sostenere il nostro Servizio sanitario nazionale. Quindi, un'ennesima misura Pag. 55che, di fatto, va a pesare sulle casse e sul bilancio del Servizio sanitario nazionale, già fortemente penalizzato dai tagli, ed in particolare dai tagli posti in atto dagli ultimi Esecutivi, a partire dall'Esecutivo Monti, per poi proseguire con l'Esecutivo Letta ed ancora anche con l'attuale Governo. Quindi, visto e considerato che, ad oggi, vengono comunque garantite le cure sanitarie anche a chi non è richiedente asilo, noi riteniamo che sia inutile l'iscrizione al Servizio sanitario nazionale di persone che non avanzano tale richiesta, anche perché, come ho già detto, le cure sono comunque assicurate.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Grazie, signora Presidente. Intervengo per dire che voterò per il mantenimento, invece, di questo articolo, che reca nella rubrica il titolo «Diritto alla salute e all'istruzione». Mi soffermo soprattutto su questa seconda parte, perché in questo articolo si mette in luce, a mio giudizio, un aspetto importante, che è quello dell'integrazione dei ragazzi e delle ragazze straniere non accompagnati che arrivano sul nostro territorio nazionale, che è quello di inserirli all'interno – cosa che è già prevista, ovviamente – del nostro sistema nazionale di istruzione e di formazione, per permetterne, ovviamente, l'integrazione.
  Ecco, qui si sottolinea come sia diritto, giustamente, di queste ragazze e di questi ragazzi di essere inseriti nelle istituzioni scolastiche del nostro Paese, proprio per assolvere l'obbligo scolastico, attraverso anche delle misure, come si effettua già nelle istituzioni scolastiche, anche in collaborazione con gli enti locali, per dar vita, appunto, a dei progetti specifici, che utilizzino anche l'apprendistato, quindi forme di alternanza tra studio e lavoro, che permettano ai nostri ragazzi di assolvere non solo l'obbligo scolastico, ma di acquisire quella formazione che permetterà loro di essere pienamente cittadini e di inserirsi all'interno della nostra comunità, e questo attraverso anche l'utilizzo di mediatori. Per cui, ritengo questo passaggio estremamente importante per favorire l'integrazione.
  Come abbiamo già detto prima per quanto riguarda l'affido familiare, la famiglia, l'inserimento all'interno di un nucleo familiare, anche in affidamento, e il percorso scolastico sono le uniche vie vere per l'integrazione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.1 Rondini, su cui i pareri sono contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.50 Dadone, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 45).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 46).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.Pag. 56
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 47).

(Esame dell'articolo 15 – A.C. 1658-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1658-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. Presidente, sull'emendamento 15.1 Rondini, il parere è contrario.
  Il 15.200 è un emendamento della Commissione, di correzione formale di alcuni riferimenti legislativi che posso leggerle: al comma 1, sostituire le parole...

  PRESIDENTE. È in distribuzione, non c’è bisogno che legga, però è l'emendamento 15.100 della Commissione.

  BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. Sì, è l'emendamento 15.100 della Commissione.

  PRESIDENTE. E il parere ?

  BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. Il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Benissimo, grazie. Il Governo ?

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato all'Interno. Presidente, il parere è conforme a quello della relatrice.

  PRESIDENTE. Allora, colleghi, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 15.1, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.100 della Commissione, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 49).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 50).

(Esame dell'articolo 16 – A.C. 1658-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1658-A).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. Signora Presidente, sull'emendamento 16.1 Rondini il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato all'Interno. Parere contrario, Presidente.

Pag. 57

  PRESIDENTE. Allora, se nessuno chiede di intervenire sull'emendamento 16.1 Rondini, pongo in votazione il mantenimento dell'articolo 16, per essere precisi.
  Indìco, quindi, la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 16.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 51).

(Esame dell'articolo 17 – A.C. 1658-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1658-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice, onorevole Pollastrini ad esprimere il parere della Commissione.

  BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. Emendamento 17.1 Rondini, parere contrario. Emendamento 17.50 Cirielli, parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato all'Interno. Contrario, Presidente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.1 Rondini, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.50 Cirielli, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 54).

(Esame dell'articolo 18 – A.C. 1658-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1658-A).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. Emendamento 18.1 Rondini, parere contrario, Presidente.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato all'Interno. Parere conforme, Presidente.

  PRESIDENTE. Colleghi, allora si vota il mantenimento dell'articolo 18.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 18.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 58

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 55).

(Esame dell'articolo 19 – A.C. 1658-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1658-A).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. Emendamento 19.1 Rondini, parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato all'Interno. Parere conforme, Presidente.

  PRESIDENTE. Anche qui si vota il mantenimento dell'articolo 19.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 19.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 56).

(Esame dell'articolo 20 – A.C. 1658-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1658-A).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. Emendamento 20.1 Rondini, parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato all'Interno. Parere contrario, Presidente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 20.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 57).

(Esame dell'articolo 21 – A.C. 1658-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 (Vedi l'allegato A – A.C. 1658-A); l'unica proposta emendativa ad esso presentata è preclusa dall'emendamento 12.200.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 58).

(Esame dell'articolo 22 – A.C. 1658-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1658-A).
  Ha chiesto di parlare il deputato Giorgis. Ne ha facoltà.

  ANDREA GIORGIS. Grazie, Presidente. Con il voto contro questo emendamento ci Pag. 59avviciniamo alla votazione finale e ci avviciniamo alla votazione finale su di un testo che enuncia alcuni principi che non sono solo principi di civiltà, né sono solo princìpi coerenti con i fondamenti culturali degli ordinamenti costituzionali del secondo dopoguerra. La proposta di legge che stiamo discutendo enuncia princìpi che traggono le loro ragioni d'essere anche da aspetti di fatto e da profili di realtà dai quali non si può prescindere; da un lato, il divario di reddito tra Paesi poveri e Paesi ricchi è diventato insostenibile, dall'altro, la ricerca di un'occasione per vivere, e vivere con dignità, è una ricerca naturale che spinge le persone, fin dagli albori dell'umanità, a emigrare. Di fronte a questa realtà, come scrive Bauman in uno straordinario e lucidissimo saggio sulle contraddizioni della modernità e sulle paure e sulle tensioni che le migrazioni sollevano, non ha alcun senso e alcuna utilità erigere muri. Se si vogliono costruire le condizioni per una convivenza pacifica e vantaggiosa per tutti, non c’è altra via che la solidarietà tra gli uomini, una solidarietà che con questa legge, per i minori, si fa regola certa, generale e astratta e, in tal modo, regola che cerca di prendere sul serio il carattere universale di alcuni diritti fondamentalissimi.

  PRESIDENTE. Invito la relatrice a esprimere il parere sull'emendamento Rondini 22.1.

  BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. Signora Presidente, parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato all'Interno. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 22.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 59).

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 1658-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 1658-A).
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato all'Interno. Grazie, Presidente. Con riferimento all'ordine del giorno n. 9/1658-A propongo una riformulazione...

  PRESIDENTE. No, aspetti, forse abbiamo due elenchi diversi... sta leggendo la premessa... comunque è l'ordine del giorno numero 1...

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato all'Interno. A firma Dadone, Presidente.

  PRESIDENTE. Dadone, ecco, meglio... così ci capiamo.

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato all'Interno. Propongo una riformulazione nel senso seguente: «ad adottare le iniziative anche legislative finalizzate a incrementare le risorse del Fondo minori, compatibilmente con il quadro di finanza pubblica (...)» e poi immutato il resto.
  Quindi, il parere è contrario sugli ordini del giorno Andrea Maestri n. 9/1658-A/2, Matarrelli n. 9/1658-A/3 e Plangger n. 9/1658-A/4, è favorevole sugli ordini del giorno Marzano n. 9/1658-A/5 e Carrescia n. 9/1658-A/6, ed è contrario sull'ordine del giorno Vargiu n. 9/1658-A/7.
  Sono accolti come raccomandazione gli ordini del giorno Mucci n. 9/1658-A/8 e Binetti n. 9/1658-A/9. Il parere è, poi, favorevole sugli ordini del giorno Giuseppe Pag. 60Guerini n. 9/1658-A/10, Santerini n. 9/1658-A/11 e Zampa n. 9/1658-A/12, è contrario sull'ordine del giorno Brignone n. 9/1658-A/13, ed è favorevole sull'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/1658-A/14.
  L'ordine del giorno Tentori n. 9/1658-A/15 è accolto come raccomandazione. Con riferimento all'ordine del giorno Duranti n. 9/1658-A/16 vi è una riformulazione del seguente tenore: «a prevedere, nella prossima legge di bilancio, un'adeguata dotazione del Fondo nazionale, che tenga in considerazione le problematiche esposte in premessa, compatibilmente con le risorse della finanza pubblica».
  Sull'ordine del giorno Scotto n. 9/1658-A/17 vi è una riformulazione con eliminazione del secondo capoverso. Il parere è, infine, contrario sull'ordine del giorno Pili n. 9/1658-A/18 ed è favorevole sull'ordine del giorno Taricco n. 9/1658-A/19.

  PRESIDENTE. Cominciamo con gli ordini del giorno. C’è una riformulazione dell'ordine del giorno Dadone n. 9/1658-A/1, accetta la riformulazione ? No, lo mettiamo in votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dadone n. 9/1658-A/1, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Andrea Maestri n. 9/1658-A/2, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mattarelli n. 9/1658-A/3, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Plangger n. 9/1658-A/4, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

  Siamo all'ordine del giorno Marzano n. 9/1658-A/5, il parere è favorevole. Andiamo avanti; sull'ordine del giorno Carrescia n. 9/1658-A/6 il parere è favorevole, vado avanti.
  Passiamo all'ordine del giorno Vargiu n. 9/1658-A/7, il parere è contrario; insiste per la votazione, deputato ?

  PIERPAOLO VARGIU. Grazie, Presidente. L'ordine del giorno, in realtà, dice una cosa che dovrebbe essere tenuta in considerazione dal Governo nelle sue riflessioni sulla identificazione dell'età dei minori. Perché è vero quello che hanno sostenuto in quest'Aula alcuni colleghi parlamentari: oggi non esiste un metodo certificato per l'identificazione della minore età; però, è altrettanto vero che esistono, nella comunità scientifica internazionale, una serie di protocolli che sono utilizzati con costanza, laddove la minore età debba essere identificata, che prevedono gli esami di accertamento radiologico. Tra questi, in particolar modo, l'esame ortopantomografico e quello del polso.
  L'idea è che oggi questi esami non vengono utilizzati perché si ritiene che Pag. 61l'esposizione a energie radianti possa essere una esposizione senza giustificato motivo.
  Ora, il tema è che la quantità di esposizione a energie radianti, che avviene per una ortopantomografia, è pari a quella di un volo in aereo da Cagliari a Roma, mentre l'effetto negativo della mancata identificazione di un minore è spesso drammatico. Avviene spesso che all'interno delle carceri minorili ci sia una commistione tra soggetti non minori provenienti dal flusso dei migranti e minori italiani che sono ricoverati nello stesso carcere minorile. Quindi, ciò avviene con una serie di danni che non sono soltanto quelli legati al fatto che i minori hanno un canale differente rispetto a quello dei maggiorenni per poter essere accolti nel nostro Paese, ma che sono anche legati al fatto che spesso ci sono commistioni tra minori di nazionalità italiana, e di età accertata, e minori di nazionalità straniera, di età non accertata. Il tema della identificazione radiografica è presso la comunità scientifica internazionale un tema assolutamente noto e assolutamente accettato. Per cui si tratta di superare un pregiudizio che è un pregiudizio che non ha nessun significato che esista negli accertamenti che vengono fatti in Italia relativamente alla minore età.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1658-A/7 Vargiu, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1658-A/8 Mucci che è accolto come raccomandazione. Accetta la raccomandazione, deputata ? Bene, quindi vado avanti e non lo metto in votazione.
  Anche l'ordine del giorno n. 9/1658-A/9 Binetti è accolto come raccomandazione. Vuole intervenire ? Prego deputata, ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. L'ordine del giorno fa riferimento a un punto precipuo della legge in cui si dice che piuttosto che istituzionalizzare questi ragazzi è meglio un affidamento presso famiglie e comunque un accompagnamento attraverso la figura dei tutori. L'ordine del giorno parte dal punto di vista che non basta avere un tutore in ingresso, ma che se questo tutore non svolge una funzione reale di accompagnamento in itinere, cioè che permette a questi ragazzi anche di acquisire i titoli necessari e sufficienti per poter poi svolgere un lavoro e quindi rendersi autonomi (quello che si chiama poi il terzo momento tutoriale che è quello del placement cioè della collocazione professionale), noi finiremo con l'avere in casa una quantità di giovani che, dopo averli accolti con attenzione, si rivolteranno contro il Paese che li accoglie, come succede con le reazioni che abbiamo imparato a riconoscere con i giovani di seconda generazione, con gli immigrati di seconda generazione, in Francia, in Inghilterra, in Olanda, eccetera. O noi assumiamo che questi giovani hanno una tutela che li aiuta a diventare in qualche modo soggetti autonomi e responsabili sotto il profilo di quelle che sono le decisioni che riguardano la loro qualità di vita, o altrimenti tanta cura nell'ingresso, se non è accompagnata da altrettanta cura nell'accompagnamento fino all'autonomia personale, può sapere di poco.
  Per questo non capisco perché il Governo l'abbia dovuto accogliere semplicemente come una raccomandazione, laddove in questo sta la chiave di volta per trasformare i minori che entrano poi in soggetti capaci di sentirsi identificati con il Paese che li accoglie. Mettere tutta l'attenzione all'inizio di un processo e poi distrarla e distoglierla lungo lo svolgimento di questo processo, mi sa praticamente di un'esperienza negativa già fatta in altri Paesi.Pag. 62
  Quindi, io vorrei pregare il Governo di ripensare questo. Non è tanto perché sia una raccomandazione, piuttosto che un'accoglienza favorevole, ma perché è proprio un processo mentale che dice «noi che cosa ci vogliamo fare con questi minori, ci accontentiamo di trattarli bene quando entrano, o vogliamo davvero farne delle persone in grado di essere mature, equilibrate e quindi anche di riconoscere nel Paese che li ha accolti quel tanto di gratitudine necessaria e quel tanto di collaborazione e di solidarietà che può essere restituita da chi l'ha avuta a chi in fondo potrà poi, a sua volta, renderla attraverso l'accoglienza e attraverso l'esercizio di un lavoro professionale sereno ?».
  Quindi vorrei che il Governo ripensasse il suo parere. Dopodiché veramente è un'ipoteca importante quella che noi poniamo sui minori se non ne facciamo un discorso che li accompagna, non dico tutta la vita, ma fino al momento in cui essendo minori diventano maggiori.

  PRESIDENTE. Deputata Binetti, allora accoglie la raccomandazione, giusto ? Sì, quindi non insiste per la votazione vado avanti.

  PAOLA BINETTI. È una miopia del Governo comunque.

  PRESIDENTE. Va bene, allora vado avanti.
  Sugli ordini del giorno n. 9/1658-A/10 Giuseppe Guerini, n. 9/1658-A/11 Santerini e n. 9/1658-A/12 Zampa, il parere è favorevole, vado avanti.
  Sull'ordine del giorno 9/1658-A/13 Brignone il parere è contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1658-A/13 Brignone.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

  Sull'ordine del giorno n. 9/1658-A/14 Gregorio Fontana il parere è favorevole, vado avanti.
  L'ordine del giorno n. 9/1658-A/15 Tentori è accolto come raccomandazione ? Va bene, vado avanti.
  Sull'ordine del giorno n. 9/1658-A/16 Duranti c’è una riformulazione. Accetta la riformulazione deputata ? Sì, vado avanti.
  Sull'ordine del giorno n. 9/1658-A/17 Scotto vi è una riformulazione. Vuole intervenire ? Prego, ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Grazie, signora Presidente. Quello che voi state bocciando, l'ultimo capoverso del nostro ordine del giorno, è esattamente quello che ieri il Presidente del Consiglio in una delle sue tradizionali comparsate televisive, a «Porta a Porta», ha affermato: l'Italia è pronta a mettere anche il veto sul bilancio dell'Unione europea nel 2017 se i Paesi resistono alla ricollocazione dei profughi e non cambieranno atteggiamento. Ha aggiunto: se Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia ci fanno la morale sui nostri migranti e poi non ci danno una mano, e vogliono i nostri soldi, nel 2017 tutta l'Italia deve stare a fianco del Governo per dire non ce n’è, noi i soldi li mettiamo se contemporaneamente ci sono anche gli oneri da parte degli altri. I soldi non passano dai muri, se tiri su un muro i soldi degli italiani te li scordi. Signora Presidente, io la sottoscrivo questa dichiarazione rilasciata ieri da Renzi.
  Francamente non capisco il Governo su questo ordine del giorno che dice alla lettera: «in caso di mancato recepimento di tali proposte, a porre il veto sul progetto di bilancio 2017 dell'Unione europea». O Renzi mente in televisione o voi non siete collegati alle innovazioni del Presidente del Consiglio. Per cui vi invito a cambiare idea (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Scotto n. 9/1658-A/17 con il parere contrario del Governo.Pag. 63
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  ARTURO SCOTTO. State votando contro Renzi !

  PRESIDENTE. Deputati, per favore...

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pili n. 9/1658-A/18, su cui vi è il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).

  Siamo all'ultimo ordine del giorno, Taricco n. 9/1658-A/19: il parere è favorevole. Va bene così.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 1658-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Maestri. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAESTRI. Signora Presidente, onorevoli colleghi, Alternativa Libera-Possibile voterà a favore di questa legge, avendone condiviso in pieno la ratio, le motivazioni sottese ed avendo concretamente contribuito, con l'approvazione di uno dei nostri emendamenti, a rendere il testo anche più utile, nell'ottica della tutela dei minori stranieri non accompagnati.
  Era assolutamente necessario e non più rinviabile nel nostro Paese una reductio ad unum delle norme in materia di tutela dei minori stranieri non accompagnati, che si trovano sparpagliate nell'ordinamento e che fino ad oggi creavano diversi problemi di carattere interpretativo ed applicativo. Siamo dunque assolutamente favorevoli all'approvazione di questo provvedimento, soprattutto in riferimento ad alcuni aspetti specifici, ad alcuni profili su cui abbiamo prodotto emendamenti ed ordini del giorno. Mi riferisco al delicatissimo tema dell'accertamento dell'identificazione, che deve sempre salvaguardare la dignità del minore; al principio di parità di trattamento e non discriminazione del minore di origine straniera rispetto al minore italiano; al grande tema della sintonia che deve esserci fra gli strumenti normativi interni nazionali rispetto a convenzioni internazionali come la Convenzione di New York del 1989 sui diritti del fanciullo, che l'Italia ha ratificato da molti anni ma che in alcune parti ha fondamentalmente disapplicato.
  Eppure, il voto positivo della nostra componente su questo provvedimento non ci impedisce, anzi ci obbliga, oggi ad allargare la riflessione, più in generale, al tema delle migrazioni nel nostro Paese, al modo con cui il Governo Renzi affronta il tema dei migranti e più nello specifico il tema dei minori stranieri migranti e richiedenti asilo.
  Proprio in queste ore abbiamo assistito ai fatti ad un tempo drammatici e vergognosi di Gorino: il muro di uomini che a Gorino ha impedito l'accoglienza di dodici donne e di otto bambini richiedenti asilo è una pagina davvero triste, dolorosa. In situazioni come queste non si trovano le parole. Qualcuno disse una volta che, quando non si trovano le parole per raccontare un fatto ad un bambino, vuol dire che quel fatto è veramente negativo, inenarrabile. Ed è questo che è accaduto; è questo che è accaduto in un piccolo paese del Delta del Po, dove persone, magari madri, padri, nonni, hanno inteso opporsi all'accoglienza di donne e bambini.
  È una pagina davvero triste, perché qui vorrei richiamare a tutti noi la nostra prestigiosa Costituzione, in particolare l'articolo 31 della Costituzione, che dice Pag. 64che la Repubblica protegge la maternità e l'infanzia. Sono parole semplici, ma allo stesso tempo parole vibranti, intense. Anzitutto, la Costituzione dice «la Repubblica». Non dice le istituzioni, non dice la prefettura di Ferrara, non dice il comune di Gorino, non dice il commissariato o la stazione dei Carabinieri di quel territorio, ma dice «tutti noi», comprese le associazioni, compresi i singoli: ognuno di noi, che è parte della Repubblica, ha l'obbligo di proteggere. Anche qui la Costituzione usa una parola non casuale: «protezione»; nemmeno tutela, garanzia, ma «protezione». Quindi, un'azione attiva, un'assunzione di responsabilità verso l'accoglienza di donne e bambini.
  Ebbene, con quel triste fatto che noi abbiamo duramente criticato è avvenuto che sia stata calpestata la Costituzione e uno dei principi e dei valori più preziosi che nella nostra Costituzione sono scritti. Il Presidente Renzi, con la solita astuzia mista a odiosa ipocrisia, è riuscito persino ad esprimere comprensione per quei fatti, anziché una ferma condanna. Questo pare che sia in qualche modo in linea con i due anni e mezzo di governo che sull'immigrazione descrivono ancora una situazione di emergenza, di incapacità di governare un fenomeno serio e strutturale, come ormai tutti abbiamo davanti agli occhi. L'80 per cento dei migranti, ancora oggi, in Italia, è ospitato in strutture temporanee e di emergenza, in magazzini di esseri umani, come sono i centri di prima accoglienza, gli hotspot, centri di smistamento non di merci ma di persone in carne ed ossa.
  Colleghi, io ho avuto l'opportunità di visitare personalmente l’hotspot di Pozzallo, in Sicilia, il 14 maggio scorso, e là dentro ho trovato dei bambini, persino dei dodicenni, con le ciabatte infradito, i piedi scalzi, senza nulla da fare, appesi a una situazione di incertezza giuridica e di non dignità umana che anche in quell'occasione abbiamo voluto additare al Parlamento e indicare come fotografia in negativo di quelle che sono le politiche di questo Governo.
  In questo Paese, ancora oggi, nonostante questo provvedimento positivo sui minori stranieri che noi oggi sosteniamo, solo il 15 per cento dei migranti è accolto nello SPRAR, nell'unico sistema virtuoso e diffuso di accoglienza del nostro Paese. Noi vogliamo in qualche modo contrapporre al fatto materiale e simbolico di Gorino – che è un fatto negativo – un contro-fatto positivo, in qualche modo riparatorio. Anche questo contro-fatto, che noi di Possibile proponiamo al Parlamento e al Paese, è ad un tempo un'azione concreta, rispettosa di quell'imperativo dell'articolo 31 della Costituzione, ma anche un'azione simbolica e forte: noi, il partito di Possibile, la comunità di Possibile, dichiariamo oggi – e lo dichiareremo in via formale al prefetto di Ferrara – la nostra disponibilità ad accogliere una mamma col suo bambino, con la sua bambina, coi suoi figli, in una in un'abitazione che condurremo in locazione appunto come partito, come comunità di Possibile.
  È una piccola azione concreta, ma è necessaria, oggi. È necessaria per il clima che si è creato nel Paese; è necessario nel momento in cui fatti come quelli di Gorino, da qualche parte politica, vengono strumentalizzati.
  Bene, le altre parti politiche, quelle fedeli al patto repubblicano, quelle fedeli ai valori più profondi della nostra Costituzione, ai valori identificativi della Repubblica, tra i quali appunto la protezione vera, concreta, materiale, quotidiana della maternità e dell'infanzia, bene, quelle forze politiche, le altre forze politiche, hanno il dovere di impegnarsi concretamente per osteggiare questi fatti, dicevo prima materiali e simbolici, che graffiano, deturpano la nostra Costituzione e quindi quel patto di convivenza civile che caratterizza il nostro Paese.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Dov’è Cirielli ? Non lo vedo in Aula. Va bene, andiamo oltre.Pag. 65
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santerini. Ne ha facoltà.

  MILENA SANTERINI. Grazie Presidente, questa è una legge utile ed è anche una legge importante, che abbiamo aspettato fin troppo e stupisce di dover difendere, in quest'Aula, come abbiamo fatto questa mattina, questi principi fondamentali, inviolabili, che sono quelli dei ragazzi, di tutti i rifugiati e in particolare dei minorenni.
  Sorprende di dover argomentare, difendere, ribadire, di fronte a tante obiezioni strumentali e spesso ideologiche, che ci sono diritti fondamentali e sono quelli di potersi salvare, poter cambiare il proprio Paese se si è in pericolo o se si è in cerca di un futuro migliore e che questo valga tanto più per i minorenni.
  Sono principi inviolabili, diritti fondamentali che abbiamo sottoscritto in tutti i modi, dalla nostra Costituzione a tutte le convenzioni internazionali.
  Certo, ci è stato detto questa mattina che sono principi, sono principi astratti, diritti astratti e poi c’è la concretezza della vita.
  Non sono principi in contraddizione con quello che un Paese civile deve e può fare, anzi, l'unica strada è la solidarietà, solidarietà che non è uno stolido buonismo, solidarietà che è condivisione, vuol dire rispondere in solido tra Paesi, tra persone, della stessa libertà e degli stessi diritti.
  Questa è la vera concretezza, non la concretezza di chi alimenta paure, di chi sta avvelenando il clima, come quello che è successo in questi giorni, in provincia di Ferrara, quando si è alzata una barriera, un muro, di fronte a 12 donne che scappavano dal loro Paese.
  Quindi l'unica risposta è la solidarietà, siamo in un mondo unico, globale, il benessere degli altri è il nostro, il futuro degli altri è il nostro. Solo chi vive nel provincialismo e nella chiusura del proprio mondo, non capisce che provvedere e investire sul futuro anche di questi ragazzi è un modo di far crescere anche l'Italia.
  Qualche giorno fa ero a Melilli, c'era anche il sottosegretario Manzione, a vedere il lavoro che si sta facendo di riconoscimento delle vittime dei morti del Mediterraneo, il barcone del naufragio dell'aprile 2015, un barcone piuttosto piccolo, che conteneva più di 800 corpi; c’è un lavoro bellissimo che l'Italia sta facendo, l'università di Milano, le altre università italiane, il Ministero dell'interno, il Ministero della difesa, per il riconoscimento di questi corpi. Era un barcone di ragazzini, era un barcone di giovani, tutti giovani, di tanti Paesi, come i dati ci dicono: dal Gambia, dove c’è un regime veramente opprimente e da cui scappano gli studenti, dall'Eritrea, che come sapete è una prigione a cielo aperto, dalla Somalia, che non c’è più, uno Stato che non esiste più. Sono ragazzi in fuga.
  Il testo: questa legge introduce finalmente un modo organico di affrontare i problemi, un quadro sistemico. Non voglio ribadire i dati, lo sappiamo: 20.000 minori soli arrivati in Italia, solo dall'inizio dell'anno, 7.000 in più dell'anno scorso, quindi dati stanno raddoppiando, ma è una tendenza globale, perché in tutti i Paesi il numero dei minorenni soli è in costante aumento; la metà circa di tutti i rifugiati a livello mondiale sono minori, sono bambini che vengono con i genitori e, come sappiamo, in gran parte sono di sesso maschile, ma le bambine stanno aumentando, anche le ragazze stanno aumentando ed è vero che non sono, come ha detto qualcuno questa mattina, bambini e spesso sono adolescenti o giovani, ma la cosa colpisce ancor di più, non è un motivo per non proteggerli: sono i ragazzi su cui le famiglie investono, che diventano grandi troppo presto.
  La legge ci permette di dare tutela a questi ragazzi, una tutela degna di un Paese civile, ma anche di provvedere a quei minorenni che spariscono dalle strutture del nostro Paese: 5.000 nei primi 6 mesi del 2016, molti finiscono nelle reti criminali, sono le reti di prostituzione, vicino alla stazione Termini a Roma o a Sammartini a Milano e molti sono questi allontanati, anche se sappiamo che una Pag. 66parte di essi vuole ricongiungersi con le famiglie, con i parenti in altre parti d'Europa.
  Molti hanno approvato, molte organizzazioni hanno approvato questa legge, un'accoglienza organica, efficiente, è una sorta di corridoio umanitario anche questo per accogliere i ragazzi e sappiamo che chi si sottrae alla tutela italiana, diciamo del nostro Paese, vuole raggiungere i parenti attraverso vie illegali, costose e pericolose: pensiamo ai ragazzi respinti alla frontiera svizzera, che sono bloccati in questo momento a Como, chi è ospitato nella straordinaria accoglienza del comune di Milano, nel memoriale della Shoah o in tante altre strutture.
  In realtà, lo sappiamo bene: la legislazione europea prevede la possibilità dei ricongiungimenti familiari, ma la mancanza di ascolto dei minori, di informazione, le basse competenze degli operatori, le lungaggini burocratiche, i tempi finora troppo lunghi di attesa e in generale tutto l'approccio di emergenza rendono in pratica di fatto non percorribile la via legale prevista dall'accordo di Dublino.
  L'articolo 1, lo sappiamo, ribadisce che i minori stranieri sono titolari di diritti e va ribadito il diritto di non respingimento alle frontiere, in qualsiasi caso. Bene ha fatto questa mattina il Governo a ribadire che è una norma che era già prevista nella nostra legislazione e anche se l'immigrazione è un tema talvolta divisivo, in Commissione le opposizioni non avevano votato contro, perché da un lato tutti gli amministratori locali, indipendentemente dal colore politico, avvertono l'urgenza della legge e dall'altro io mi auguro che, nonostante i discorsi di questa mattina, così pesanti per certi punti di vista, prevalga tra tutte le forze politiche l'idea che un Paese come l'Italia, che negli anni Settanta aveva 30.000 bambini irregolari in Svizzera, nascosti negli armadi delle case, esclusi dalle scuole svizzere, non possa che essere favorevole alla tutela suprema dei diritti dei minori.
  La legge è giustamente ambiziosa sulla qualità e i tempi dell'accoglienza, ci dice che mai più i ragazzi dovranno stare in centri insieme agli adulti e ci dice che non hanno tempo da perdere.
  All'articolo 4 si stabilisce che l'identificazione di minorenni non deve superare i dieci giorni, che possono essere trattenuti non più di trenta giorni. Abbiamo proposto anche degli emendamenti, che sono stati approvati e che hanno stabilito che già nel periodo di accoglienza il responsabile delle strutture possa, debba provvedere alle pratiche per il permesso di soggiorno o per l'iscrizione al Servizio sanitario nazionale: è un modo di non far perdere tempo a questi ragazzi e sarebbe molto utile – ed è stato approvato in questo senso anche un nostro ordine del giorno – che le questure possano istituire delle modalità dedicate specifiche per il rilascio dei permessi di soggiorno per i minori, proprio per velocizzare le pratiche stesse.
  Con la stessa giusta ambizione, l'abbiamo detto, i minori non dovranno stare con gli adulti. Finalmente archiviamo i grandi centri con numeri eccessivi, in cui, per far fronte all'emergenza, adulti e minori soli venivano accolti nelle stesse stanze. E colgo l'occasione per ricordare l'urgenza, chiesta anche dal Governo, di un'equa distribuzione sul territorio nazionale. Oggi ancora il 40 per cento dei minori stranieri non accompagnati è accolto da strutture siciliane; e, allora, un approccio globale alla salute, all'istruzione, con corsi di italiano garantiti dentro le strutture, ma soprattutto nei CPA, corsi di italiano. È la direzione indicata da Papa Francesco, che ha dedicato proprio ai minori stranieri il messaggio per l'ultima Giornata dei migranti. Bene il tutor personale, perché il sindaco della città, lo sappiamo, non ha il tempo per seguire tutti i casi.
  Questo ha significato finora un rapporto inesistente tra chi deve tutelare e il tutelato. Bene l'albo e bene, soprattutto, l'incentivo all'affidamento familiare. Insomma, io concludo dicendo che i soldi spesi per una buona accoglienza dei minori stranieri non accompagnati sono un investimento per il futuro. Questi minori, Pag. 67anche per le tutele giuridiche, vivranno i prossimi anni in Italia o in Europa, e come cresceranno nel nostro Paese o in Europa farà la differenza su quali cittadini saranno domani, una volta diventati adulti (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Menorello. Ne ha facoltà.

  DOMENICO MENORELLO. Signor Presidente, rappresentanti del Governo...

  PRESIDENTE. Signora !

  DOMENICO MENORELLO. ...onorevoli colleghi, il clamore mediatico che accompagna queste giornate di lavori dell'Aula fra contrapposti slogan, simbolo di una politica troppe volte derubricata a demagogia, non può e non deve coprire scelte nobili, che ripropongono, invece, il Parlamento come luogo in cui può ancora essere indicato il bene comune. Ci si riferisce al voto, a larghissima maggioranza, che la Camera ha già riservato mercoledì scorso a favore di misure di protezione per bambini ed anziani negli asili e negli istituti di ricovero, cui fa seguito la proposta che ci accingiamo ora a votare. Due provvedimenti consecutivi che propongono la stessa scelta di grande attenzione verso i bambini, in attuazione della Convenzione sui diritti del fanciullo del 1989, ove già si denunciava che la situazione di una larga parte dei bambini nel mondo è lungi dall'essere soddisfacente per la mancanza di condizioni che favoriscano il loro sviluppo integrale.
  Una scelta, altresì, chiesta dal magistero sociale di Giovanni Paolo II, secondo cui – è la citazione – deve essere riservata una specialissima attenzione al bambino, sviluppando una profonda stima per la sua dignità personale, come pure un grande rispetto e un generoso servizio per i suoi diritti. Ciò vale di ogni bambino, ma acquista una singolare urgenza quanto più il bambino è piccolo e bisognoso di tutto, malato o sofferente. È la Familiaris Consortio del 1982, che speriamo leggano anche a Gorino. In effetti, il baricentro su cui poggia l'odierna proposta di legge è estrinsecato all'articolo 1, nel punto in cui si riconosce in capo ai minori stranieri non accompagnati una particolare condizione di maggiore vulnerabilità, perciò volendo strappare questi bambini e questi ragazzi dai pregiudizi che possono derivare da incertezze normative o da un trattamento non differenziato rispetto agli adulti.
  Nel 2016 il numero di questi minori è arrivato, al 30 di settembre, alla cifra di ben 14.225 persone; parliamo di piccoli che approdano sulle nostre coste da soli, perché i genitori perdono la vita durante la traversata, ma ci sono anche quei minori, per lo più adolescenti, che intraprendono non accompagnati un viaggio pericolosissimo, conoscendone i rischi. Ragazzi di origine soprattutto egiziana, eritrea, siriana, del Mali, della Somalia, del Bangladesh, che fuggono, quindi, da situazioni di miseria, da catastrofi naturali, dalla guerra o da persecuzioni religiose ed etniche. Non appaiono nelle statistiche ministeriali cifre significative di minori appartenenti a Paesi che potremmo considerare particolarmente pericolosi.
  La fragilità e la vulnerabilità che sono scolpite nelle carni e negli sguardi di questi figli commuovono e muovono la legge naturale iscritta nel cuore di ognuno di noi, che, tanto più riconosce la vocazione di ciascuno a un destino di piena felicità, quanto più le circostanze apparentemente negano tale aspettativa.
  Di qui il tentativo anche della legge positiva di fornire strumenti per evitare esiti tragici e favorire percorsi di speranza. Ed in effetti la proposta di legge in esame propone strumenti per superare l'attuale assetto emergenziale, strumenti che possiamo articolare in tre livelli di tutela coerenti con il principio di sussidiarietà e, soprattutto, finalizzati a far ritrovare loro un'esperienza di appartenenza umana ed educativa. Brevemente, i tre livelli sono: il primo, una dinamica per l'accoglienza che provi innanzitutto a ritrovare e a ricostituire i legami familiari, giustamente sempre Pag. 68preferendo questa possibilità ad ogni altra soluzione, e, se ciò non fosse possibile, si ipotizza ancora l'affidamento, così dando sempre prevalenza alla possibilità che il bambino incontri un contesto familiare, e giustamente affidando agli enti locali il compito di sensibilizzare e formare affidatari per favorire tali ipotesi rispetto all'accoglimento in una struttura.
  Altro tratto degno di nota riguarda il non aver voluto considerare i passaggi amministrativi o giurisdizionali solo come meri adempimenti burocratici, prevedendo, invece, la presenza di mediatori culturali, e soprattutto, poi, il coinvolgimento di enti locali e di associazioni no profit di particolare esperienza, così che sia effettivo l'ascolto del minore e a lui sia assicurata quella che la legge chiama «un'assistenza affettiva e psicologica». Secondo, dopo la ricerca di un contesto umano che lo accolga, la proposta in esame identifica come fondamentale livello di attenzione l'educazione scolastica, a ragione ritenuta fattore indispensabile per una crescita della persona, pur in situazioni contingenti molto gravi.
  Il terzo livello di tutela, infine, si concreta in precise e specifiche misure di protezione, quali, solo per citare gli esempi più importanti, il divieto di respingimento, il particolare permesso di soggiorno, le attente procedure per l'identificazione, i sistemi informativi e di protezione, e, soprattutto, è già stato ricordato, strutture di prima accoglienza riservate ai minori. Vi sono comunque, e chiudo, alcune potenziali criticità nella proposta in esame. A titolo esemplificativo, alcuni strumenti potranno risultare assai deboli alla prova dei fatti, quali, ad esempio, il pur riconosciuto diritto all'assistenza legale, diritto che, se non si porrà mano agli ingentissimi costi che sono imposti per adire la giustizia, specie quella amministrativa, difficilmente avrà concretezza in situazioni già economicamente fragili.
  Inoltre e soprattutto si dovrà prestare la massima attenzione affinché non si realizzi una sorta di eterogenesi dei fini, qualora, ad esempio, la giustissima disciplina di tutela che oggi il Parlamento propone per i minori stranieri abbandonati venga strumentalmente considerata ed usata da organizzazioni criminali al fine di fare entrare più facilmente nel territorio nazionale soggetti in età minorile sotto il profilo anagrafico, ma già in grado di operare illecitamente; e questo caveat è dettato dal leggere nelle statistiche ministeriali che oltre il 50 per cento dei minori è rappresentato effettivamente da diciassettenni. Sarà dunque strategica la collaborazione con le autorità inquirenti e con le forze dell'ordine, delle istituzioni e delle associazioni preposte all'accoglienza e all'educazione, e ciò non solo al fine di utilizzare al meglio le possibilità di espulsione per motivi di ordine pubblico e sicurezza, che pure sono previste all'articolo 3, ma anche per suggerire al legislatore ulteriori interventi in opposizione e contrasto ad eventuali nuove modalità di infiltrazioni delittuose.
  Invitiamo, dunque, il Governo a riferire periodicamente al Parlamento sulle possibili criticità ora accennate. Per queste ragioni, il gruppo parlamentare dei Civici e Innovatori, nell'esprimere una profonda gratitudine per l'impegno e la professionalità delle forze dell'ordine, dei comuni, delle associazioni di volontariato in aiuto ai minori non accompagnati, nonché alle famiglie che hanno dato e daranno disponibilità per l'affido o la tutela di tali minori, voterà con convinzione a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capezzone, che prima non avevamo nella lista. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Grazie, Presidente. Intervengo per motivare il voto di astensione su questo provvedimento della nostra componente dei Conservatori e Riformisti. Lo facciamo con grande serietà e anche con amarezza, perché riconosciamo i presupposti di buona intenzione e di buona fede con cui il provvedimento è stato voluto, immaginato e pensato.
  Crediamo, però, con lucida razionalità, che ci sia un doppio grande equivoco. Il Pag. 69primo, sulla funzione dei Parlamenti e dei Governi. Un conto sono i nostri positivi e nobili impulsi d'animo, altro compito è quello del legislatore e degli uomini e delle donne di Governo, che devono in modo razionale fissare un limite per governare i fenomeni sociali. Non si tratta solo di esprimere le nostre coscienze o esprimere i nostri flussi emotivi. Si tratta di gestire dei fenomeni, ponendo dei paletti e dei limiti, evitando che le nostre comunità finiscano nel caos.
  Il secondo equivoco, più sottile e anche, se posso dire, più insidioso intellettualmente, è quello di parlare genericamente di minori, confondendo la posizione di bimbi, di bambini – e la cosa naturalmente tocca il cuore di ciascuno –, con la condizione di altri minori, magari diciassettenni, magari diciottenni, magari, per così dire, minori presunti che non lo sono neppure. È evidente che si tratta di questioni profondamente diverse. Lo abbiamo lungamente spiegato nel dibattito. La discussione che c’è in Italia sui temi dell'immigrazione poggia su una narrazione che è lontana dalla realtà. Qui non sono in gioco le opinioni. Le opinioni vengono dopo, prima ci sono i numeri e i dati reali. Ho sentito tanti colleghi parlare di profughi e di rifugiati di guerra. Non è così. Secondo i dati ufficiali di quest'anno, coloro che sono giunti sul territorio italiano, che abbiano richiesto asilo e ai quali sia stata validamente data risposta positiva, sono il 4 per cento del totale. Il 4 per cento, quindi, mettiamo da parte l'argomento della guerra, dei rifugiati e dei profughi, dinanzi al quale occorre naturalmente inchinarsi. Ma non è questo il nostro caso: nel 96 per cento dei casi non è questo.
  E non è neppure – secondo lato della narrazione non convincente – un dato di estrema, estrema, estrema e disperata povertà. Certo, parliamo di persone che vengono per lo più dall'Africa subsahariana e l'Africa subsahariana è diversa dal nostro Occidente – lo sappiamo bene –, ma sono persone che hanno potuto, purtroppo per consegnarsi ai criminali trafficanti di uomini, raccogliere 4 mila, 5 mila, 10 mila dollari. Sono espressione – rispetto all'Africa naturalmente – di un ceto medio, di un certo medio-basso, medio-inferiore – definitelo come preferite –, ma è il caso classico dei migranti economici. E rispetto ai migranti economici, occorre – lo fanno tutti i Paesi del mondo, quelli governati dal centrodestra e quelli governati dal centrosinistra – stabilire dei limiti.
  Noi vi abbiamo suggerito da un anno, come Conservatori e Riformisti, di adottare, come schema, lo schema canadese del riferimento alle tipologie, oltre che alle quantità di lavoratori che siano assorbibili dal nostro mercato del lavoro. Infatti, quello schema funziona. Tu, allora, quelli che accogli, effettivamente li accogli nel mercato del lavoro, dando loro la quasi certezza di un'occupazione, di soldi, di risorse e di potere costruire il loro futuro, di non essere disperati, né loro né noi.
  E poi, come estrema ratio, oltre questo limite, considerare appunto l'estrema ratio australiana. Ci sembra una cosa razionale, ragionevole. E, invece, si continua a parlare d'altro. Guardiamoci negli occhi: se c’è qualcuno – ed è una posizione che io non condivido, ma assolutamente legittima – che ritiene che debba esserci un'accoglienza senza limiti, senza alcun limite, lo dica. Ma non nascondetevi dietro l'ombrello dei minori, o meglio, dei bambini che sono a loro volta diversi dai minori, dai diciassettenni e dai diciottenni. Non funziona ! Guardate che la prossima estate, anzi la prossima primavera, non appena le condizioni del tempo e del mare lo consentiranno, sarete, anzi saremo, invasi da barconi di minori, veri o presunti: veri o presunti. Poi starà a voi, non so come e con quali procedure. Già l'Italia è un colabrodo adesso nel riconoscimento di quelli che arrivano e nell'espletamento delle procedure burocratiche, voglio vedere come saremo capaci di fare fronte a questo. E voglio vedere come saremo capaci di fare fronte alla paura dei cittadini.
  Vi prego, vi scongiuro, dimenticate le appartenenze di partito. Non dobbiamo giudicare i cittadini, non dobbiamo puntare il dito, non dobbiamo psicanalizzarli. Come dicevamo questa mattina, quello che Pag. 70abbiamo letto sui giornali di questa mattina, con illustri o pseudo illustri commentatori, che stanno comodi nei loro uffici e nelle comodità e che si permettono di fare la morale ai poveri pescatori del ferrarese, è qualcosa di poco serio e che ricorda – dalla tragedia si passa alla farsa – le proteste che fecero alcuni intellettuali quest'estate a Capalbio, quando improvvisamente il tempio delle loro riflessioni estive veniva turbato, anche lì, da poche decine di presenze impreviste. Non sottovalutate la paura delle persone, non sottovalutate i sentimenti delle persone, paura e sentimenti che sono generati da una percezione esatta, che si sia di fronte a un fenomeno già non governato.
  Con questa proposta di legge, sia pure con le migliori intenzioni, voi mettete in campo un altro cavallo di Troia – magari un nobile cavallo di Troia, ma un nobile e pericoloso cavallo di Troia – che genererà altra paura, altra sensazione di sgoverno del fenomeno, altra rabbia degli ultimi, ai quali vi ritroverete a fare ancora la morale. Ve lo diciamo con grande sincerità: sbagliate oggi e sbaglierete ancora, teniamo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Vezzali. Ne ha facoltà.

  MARIA VALENTINA VEZZALI. Grazie Presidente. Governo, colleghi, le dimensioni che ha assunto il fenomeno migratorio in Italia pongono diversi ordini di problemi, tra cui quello dei minori non accompagnati e dei minori non accompagnati che si rendono irreperibili.
  Ad una mia interrogazione sull'argomento, il Governo, il 4 aprile scorso, ha risposto citando dati impressionanti. Solo quelli reperibili negli ultimi quattro anni, dal 2012 al 2015, sono passati da 1.754 a 6.135. Le strutture temporanee di accoglienza, lo scorso anno, secondo il Ministero dell'interno, hanno gestito circa 700 minori al giorno. Numeri che danno l'idea di quanto sia complesso il sistema dell'accoglienza che, tenuto conto del numero massiccio di arrivi, ne rende di fatto quasi impossibile l'organizzazione per un solo Paese.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 17,45)

  MARIA VALENTINA VEZZALI. Va precisato anche che questi ragazzi affrontano viaggi interminabili, superano difficoltà di ogni genere, partono sapendo di dovere rimborsare i soldi agli scafisti o alle organizzazioni che gestiscono i viaggi della speranza e, quando arrivano, hanno il desiderio di ricongiungersi a familiari o amici, che non necessariamente risiedono nel nostro Paese e per i quali sono anche disposti alla fuga.
  Evitare loro di finire nelle maglie della criminalità e dello sfruttamento deve essere un impegno preciso, come quello di scongiurare che possano essere utilizzati come fonte di guadagno da coloro che gestiscono le strutture, che dimenticano perfino di denunciarne l'allontanamento. Dobbiamo anche evitare che, peregrinando in solitudine e in condizioni di indigenza, possano essere tentati di delinquere per sopravvivere. Questi giovanissimi migranti sono sottoposti a controlli per l'identificazione e a visite mediche, quando è in dubbio la loro età, operazioni che vanno eseguite nel rispetto delle convenzioni internazionali a tutela dei minori.
  Le strutture che li accolgono non hanno natura detentiva, quindi, consentono loro uscite e rientri, secondo le norme stabilite dai singoli gestori. Per questi ragazzi si pone il problema dell'integrazione sociale, scolastica e l'avviamento ad un lavoro attraverso percorsi di formazione. Non tutti sono in grado di esprimersi nella nostra lingua, ragione per la quale, oltre ad un mediatore culturale che li aiuti nelle fasi iniziali, andrebbe garantito loro l'apprendimento della lingua italiana, oltre ad un percorso rieducativo, in caso si fossero resi autori di reati.
  Questo provvedimento risponde a diverse esigenze: armonizza la procedura di Pag. 71identificazione sul territorio nazionale e la rende consona all'età del minore; regola le procedure di rimpatrio; regolamenta la figura del tutore e stabilisce che è preferibile l'affidamento a familiari rispetto al collocamento in comunità; ha lo scopo di superare la fase emergenziale di gestione di questo flusso, definendo le competenze e le responsabilità degli attori coinvolti.
  L'auspicio è che si possa censire questo fenomeno e concorrere a realizzare un'anagrafe che poi possa seguire gli spostamenti dei minori sul territorio nazionale ed in Europa, al fine di evitare loro le identificazioni successive. L'impegno economico dello Stato e dei comuni su questo delicato tema dell'accoglienza è importante e la solidarietà degli italiani non è mai venuta meno.
  Condivido le finalità del provvedimento, precisando che sono fra i firmatari della proposta di legge n. 1658, a prima firma Zampa, per la quale annuncio il mio voto favorevole e quello del gruppo Scelta Civica verso Cittadini per l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica verso Cittadini per l'Italia-MAIE).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Noi riteniamo che questo provvedimento sia, forse, stato animato da buoni propositi, ma, poi, nella stesura del testo, invece, apra scenari diversi rispetto a quelli che forse animavano i buoni propositi con i quali è stato steso il testo. Questo provvedimento – noi riteniamo – farà da richiamo, sarà un invito agli scafisti ad organizzare con più puntualità la tratta dei minorenni. Provvedimenti come questo avranno sicuramente un'eco, ad esempio, nell'Africa subsahariana, da dove provengono i cosiddetti migranti economici. Le famiglie attratte dal miraggio di poter garantire un futuro migliore ai propri figli in Europa affideranno i propri giovani al turpe traffico di carne umana. Le vostre parole da libro Cuore che fanno da retroterra culturale a questa proposta non serviranno ad impedire l'organizzazione dei viaggi della speranza.
  Allora, ecco un doppio effetto, un doppio effetto negativo: garantire il business degli scafisti e consegnare a loro la sorte di migliaia di minorenni. Incentivare le partenze, come fate con questo provvedimento, vuol dire fare un favore agli scafisti e alle organizzazioni che gestiscono la tratta, da un lato, e, dall'altro, esporre i minori e lasciarli alla mercé di gente assolutamente senza scrupoli. Si tratta di una proposta che diventerà legge animata dalla bontà della tutela dei migliori interessi e dei diritti dei minori stranieri, una proposta nata con l'intenzione di tutelare i minorenni non accompagnati, animata da buoni propositi, ma quali ? Noi fatichiamo a rintracciarli e a rintracciare la buona fede che ci pare, invece, tanto recitata...

  PRESIDENTE. Gentilmente il banco del Governo dovrebbe essere libero, grazie.

  MARCO RONDINI. Come dicevo, la vostra buona fede ci pare tanto recitata, una recita che nasconde un altro disegno, quello ad esempio di essere una soluzione – è tornata questa questione, anche nell'intervento di diversi colleghi, nel corso dell'esame del provvedimento in Aula – per risolvere, in parte, il calo demografico. Noi riteniamo che delle vostre migliori intenzioni, politicamente corrette, sia lastricata la via dell'inferno, quello a cui consegnate la sorte di chi sarà affidato agli scafisti dalle famiglie che in questo modo sperano, lo dicevo anche prima, di dare un futuro migliore ai propri figli e quello che vivranno le amministrazioni locali, comunali, sulle cui spalle scaricate buona parte dei costi, senza contare il costo sociale. Il conto ? Il conto lo pagherà il futuro delle nostre comunità che, ancora una volta, sacrificate sull'altare delle vostre utopie. Migliori intenzioni e buoni propositi sono quelli che offrite a buon mercato, per rassicurare e disarmare l'opinione pubblica. L'immagine del bambino induce alla solidarietà e alla pietà ed è quella che esibite mediaticamente per abbattere ogni Pag. 72resistenza, anche quella della ragione che deve essere piegata ai vostri disegni utopici. La realtà che ci raccontano i numeri è ben diversa dalle immagini da Minculpop che trasmettete a tutto schermo. Novelli Mezzasoma, imponente ovunque la vostra cultura dell'accoglienza senza regole, facendo leva su immagini e racconti che, torno a dire, sono utili ai vostri disegni, ma non sono lo specchio della situazione reale.
  Veniamo ai numeri; questi ci dicono che nel 2014 sono arrivati in Italia 13.000 minori non accompagnati, nel 2015, 12.000 e nel 2016 quasi 20.000, di questi il 53 per cento ha 17 o più di 17 anni e solo l'8 per cento ha meno di quattordici anni. Di più ed ancora, i numeri ci dicono che 6.110 minori risultano irreperibili. Qui l'altra nota dolente, ma, tant’è: dei 510.000 immigrati arrivati in Italia via mare dal 2013 ad oggi, al netto di chi è sistemato nel sistema d'accoglienza, circa 160.000 persone, a cui vanno aggiunte quelle la cui domanda è stata accolta, 93.000 persone, rimangono circa 200.000 immigrati clandestini che circolano liberamente indisturbati sul nostro territorio e che, come nel caso dei minori, finiranno con il diventare manovalanza a buon mercato della criminalità organizzata o vittime di questa.
  E così ci avviamo alla conclusione dell'esame alla Camera di un provvedimento che noi riteniamo abbia, quale unico scopo, quello di allargare le maglie legislative per favorire un'accoglienza senza regole, senza, ad esempio – lo abbiamo già detto in discussione generale e lo abbiamo sottolineato anche nel corso dell'esame degli emendamenti che abbiamo presentato –, stabilire un criterio attraverso il quale poter operare una distinzione fra minori non accompagnati richiedenti asilo e minori non accompagnati cosiddetti migranti economici. Il vostro fine nel caso è chiaro, impedire il rimpatrio e l'allontanamento di chi non avrebbe diritto a permanere in Italia, anche dei minori, come invece, al contrario, ad esempio, è previsto dalla cosiddetta direttiva rimpatri.
  Introducete, poi, il divieto di respingimento dei minori; una previsione che incoraggerà le famiglie degli immigrati, lo abbiamo già detto, minorenni ad affidarli agli scafisti. Il divieto di respingimento dei minori avrà quale unico effetto quello di attirare sul nostro territorio migranti economici attratti ad arte dal miraggio di una vita migliore e, poi, via, via, una serie di garanzie e diritti che costituiranno una rete al sostegno e che sarebbero da offrire solo a chi è riconosciuta la protezione internazionale o a chi è un profugo, a chi scappa, veramente, da una guerra.
  Nel complesso, diamo un giudizio negativo sull'intera proposta che rientra, secondo noi, a pieno titolo, nel vostro vasto programma finalizzato a garantire quella che possiamo definire come un'invasione assistita. D'altro canto non perdete occasione per ricordarci che è solo favorendo l'arrivo di centinaia di migliaia di immigrati che si può sostenere il nostro sistema dal punto di vista economico-sociale. Credete si possa offrire con il massiccio innesto di immigrati la soluzione all'inverno demografico che ha colpito l'Italia e l'intera Europa; spesso, fra l'altro, immigrati assolutamente irriducibili a un processo di integrazione per il loro portato culturale e religioso. Soluzioni a buon mercato, servite sulla tavola dell'opinione pubblica, condite con il solito linguaggio politicamente corretto. Garantite, nella sostanza, una moderna tratta degli schiavi, utile, forse, alle vostre utopie e ai vostri calcoli, ma che si tradurranno nel confezionamento di una bomba ad orologeria, di cui il provvedimento è uno degli ingredienti, accompagnato dalla vasta produzione normativa che avete licenziato in materia di immigrazione. Una bomba a orologeria pronta ad esplodere in ogni momento, situazioni ad alto rischio giocate con il destino delle nostre comunità che sacrificate sull'altare delle vostre utopie. Attenzione che il suono delle voci dei cittadini di Goro e Gorino sono solo uno dei campanelli d'allarme che dovrebbe svegliarvi da quel torpore in cui siete precipitati, ipnotizzati dalla vostra nenia, una nenia funebre con cui vorreste accompagnare al declino e al definitivo tramonto quella che è stata l'esperienza storica Pag. 73e culturale delle nostre comunità. È per queste motivazioni che noi voteremo convintamente contro l'approvazione di questo brutto provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Presidente, membri del Governo, colleghi, è un po’ di giorni che stiamo parlando di questo grande tema, che non riguarda solo i minori che giungono in Italia non accompagnati, ma che è il grande problema dei flussi di migranti che ci sono e delle ripercussioni che questo ha all'interno del nostro Paese, delle reazioni che suscita, di quel misto di reazioni che sono in parte frutto della solidarietà, dell'accoglienza, che sono in parte frutto di una cultura che appartiene a quello che noi riteniamo davvero il senso dell'Italia e, dall'altro, sono frutto, invece, della paura e, quindi, anche di un respingimento che vede nel migrante che arriva l'aggressione e, in qualche modo, l'invasione barbarica. Sono due visioni che rappresentano due modi di sentire, due modi di vedere, che abbiamo visto riflessi anche nelle reazioni e, anche adesso, nelle dichiarazioni di voto dei colleghi. Ora, sembra un po’ stupefacente se partiamo semplicemente dal fatto di ieri, per cui, davanti a un gruppo di bambini e poche donne, una delle quali incinta, si sia sollevata una reazione così forte e così dura. È talmente sproporzionata la reazione, che bisogna proprio dire che, perché sia stata possibile, vuol dire che la paura aveva abitato i cuori di queste persone, di questi cittadini, in tutti questi giorni, in maniera veramente capillare, in maniera penetrante. E lo scenario apocalittico che ha descritto in questo momento il collega Rondini, ma anche il collega Capezzone, è come se ci facesse immaginare che, davanti a questo gruppo di bambini che arrivano, in realtà ci sia una pressione strumentale forte, oserei dire la teoria del complotto dei minori non accompagnati, cioè una sorta di organizzazione letale che proviene dai Paesi nord e centro africani, che spingono e mandano in Italia minori, perché in qualche modo possano anche sovvertire un po’ i nostri sistemi, possano sovvertire il nostro senso di sicurezza, possano minare quelle che sono le nostre convinzioni, i nostri affetti, i nostri valori. Mi rifiuto di credere alla teoria del complotto, mi rifiuto di credere che davanti ai minori che arrivano ci siano veramente delle macchinazioni che sono volte semplicemente a mettere in primo piano episodi di criminalità: criminalità di ogni tipo, dalla criminalità legata allo spaccio della droga, alla criminalità legata alla prostituzione, ai furti e, in qualche modo, anche alla perdita di quel senso di rispetto per il Paese che ti ospita, il Paese che ti accoglie. Non lo credo. Eppure c’è qualcuno che lo crede, c’è qualcuno che, ancora oggi, davanti a questo disegno di legge, mette avanti, come motivazione forte per non approvarlo, l'idea che non stiamo rispondendo ai bisogni di bambini, non stiamo rispondendo a bisogni di minori che chiedono soltanto che i loro diritti vengano accolti.
  Questa è stata anche una delle chiavi degli interventi che mi ha stupito molto in queste ore: per esempio, la parola «buonismo», pronunciata con una sorta di disprezzo, come se dire bontà e solidarietà lo si potesse fare soltanto impregnandole di quel senso di disprezzo, come dire una bontà che non ha intelligenza, come un sentimento che non ha la sua ragione. Eppure c’è un'intelligenza dei sentimenti, che è la capacità concreta di farci stare in una relazione con gli altri che sia di comprensione dei loro bisogni e nello stesso tempo che sia anche apertura e dilatazione del nostro cuore all'accoglienza. Eppure il buonismo viene utilizzato così dispettivamente, come se fosse veramente la cifra anche della superficialità politica, la cifra di quella che io chiamerei una sorta di complicità immorale con le forze del male che spingono verso i nostri Paesi questi bambini.
  Ebbene, io mi rifiuto ancora una volta di utilizzare la parola «buonismo» in Pag. 74questo termine così deteriore, preferisco parlare di bontà, preferisco parlare di solidarietà, preferisco parlare di giustizia, perché è evidente che non c’è bontà senza giustizia. Lo dice bene una delle prime encicliche di Papa Benedetto, quando fa riferimento, nel suo discorso al Bundestag, che quando la giustizia perde di vista il suo obiettivo non potrà mai generare a sua volta procedimenti, o comunque normative, o comunque indicazioni che possano avere il sapore della bontà. Prima di tutto noi dobbiamo la giustizia alle persone che ci stanno accanto e il riconoscimento dei diritti di questi bambini è un fatto di giustizia. Il nostro punto di riferimento è la Dichiarazione dei diritti universali dell'uomo. Noi riteniamo che questi bambini abbiano diritto all'accoglienza, questa accoglienza non è il frutto della nostra bontà o, perlomeno, non sarebbe segno della bontà di un Paese, se non fosse nello stesso tempo riconoscimento di un atto dovuto a chi non ha i mezzi, gli strumenti e le risorse per valersi da solo. E di che diritti parliamo ? Parliamo di diritto alla vita, perché è evidente che, per chi crede che la vita sia il prerequisito di tutti gli altri diritti, il presupposto su cui poi si innestano gli altri diritti, se non c’è tutela della vita di questi bambini, non ci sarà mai riconoscimento di nessun altro diritto. Parliamo di un diritto all'accoglienza che è nello stesso tempo il diritto – stiamo parlando di minori non accompagnati – ad avere una famiglia che se ne prenda cura in qualche modo rimodulando e riproponendo gli affetti, i sentimenti, la relazione di cura di quella che avrebbe dovuto essere la propria famiglia. Questo è uno dei punti qualificanti di questo disegno di legge, è uno di quei punti che dice «no» all'ipertrofia delle istituzioni, che dice «no» a una logica di tipo statocentrico, che dice «no» a una logica che mette la burocrazia come radice che interpreti quella che è l'esigenza dell'uomo. Parla di una famiglia, parla di un affido e, quindi, si appella anche a famiglie che siano disposte a prendersi cura di questi bambini, famiglie che non conoscono la lingua che parlano questi bambini, famiglie che non conoscono le loro abitudini, le loro abitudini alimentari, famiglie che, perlomeno in fase iniziale, non conoscono nemmeno la storia di questi bambini, cioè le violenze che hanno subito, il dolore che si portano dietro, la speranza che caratterizza ognuno di noi davanti al proprio progetto di vita; bambini che, probabilmente, si trascinano dietro anche malattie e patologie, a cominciare semplicemente dalle fatiche del viaggio o dalla denutrizione. Di fatto qualcuno, oggi, ha voluto ridurre di importanza il fatto che questi minori non vengano da scenari di guerra, ma vengano da scenari di fame, perché ci sembra poca cosa, la guerra rispetto alla fame ? Ci sembra poca cosa quell'operazione drammatica con cui noi li priviamo delle risorse alimentari; e non è un “noi” in senso di colpevolizzazione personale, perché nessuno di noi ha rubato la merendina a questi bambini. Ma se noi come popoli occidentali – e lo ricordo anche perché questo è l'anno del Giubileo voluto da Papa Francesco, ma nel 2000, quindi 16 anni, fa proprio in questi giorni, si ricorda il Giubileo dei parlamentari e il Giubileo degli uomini politici, e ciò che allora Giovanni Paolo II chiedeva ai governanti era proprio di risolvere il problema della fame – non siamo stati capaci in questi anni di venire incontro a quello che era il problema della fame e, quindi, ridurre anche le migrazioni per fame, allora dobbiamo riconoscere in questo una responsabilità di governanti, e il diritto. Il diritto a che cosa ? Il diritto a nutrirsi, il diritto a mangiare, il diritto a sopravvivere nel Paese che li accoglie. E poi anche, perché no ? Per me è una convinzione reale e profonda: non può esserci un'accoglienza dei minori, se questa non si trasforma in un itinerario di accompagnamento perché questi minori diventino maggiori. Come sempre accade anche con i bambini, la nostra responsabilità di adulti nei loro confronti comincia con gli strumenti di formazione, con gli strumenti di istruzione, comincia con gli strumenti di sopravvivenza, perché li accompagnino a svolgere quello che potrebbe essere, poi, un lavoro professionale, che garantisca Pag. 75autonomia e autentica capacità di far da sé. Questo disegno di legge è un buon disegno di legge, ma non c’è nessun disegno di legge che non possa essere corrotto – non dico corretto, ma corrotto – da una volontà perversa. Se noi vogliamo suggerire che vengano bambini, che vengano qua, semplicemente perché qualcuno li vuole orientare a uno sfruttamento di vario tipo, noi non stiamo disegnando la cattiveria dei mandanti, stiamo disegnando quella che è la nostra incapacità di rispondere a ideali profondi di giustizia, a ideali profondi di accoglienza (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Costantino. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Grazie Presidente. Arrivano in migliaia, quasi sempre attraverso la rotta che collega la Libia alla Sicilia. Sono bambini e adolescenti senza genitori, a volte perché hanno perso la madre o il padre durante la traversata in mare, altre volte perché i genitori, a fronte di enormi sacrifici, possono permettere a solo un componente della famiglia la possibilità di sperare in un futuro migliore. Nei primi sette mesi del 2016, 140 tra ragazzi e bambini hanno perso la vita lungo la rotta del Mediterraneo centrale, quella che arriva in Italia, mentre un rapporto di Save the children ci dice che in Italia sono arrivati via mare circa 16 mila bambini, più del 10 per cento degli ingressi totali. Di questi minori, più di 12 mila erano non accompagnati, quasi tutti tra i 15 e i 17 anni, ma molti anche i bambini di 11 o 12 anni. Quest'anno la tendenza dei numeri non è invertita, semmai è aumentata. Partono dall'Afghanistan, attraversano l'Iran, la Turchia, la Grecia e infine i Balcani. Altri vengono dai Paesi dell'Africa occidentale o centrale. Ognuno di loro si è rivolto o è stato messo nelle mani di un trafficante il quale controlla, a caro prezzo, le loro vite da prima della partenza fino all'arrivo in Europa e spesso anche dopo, come nel caso delle giovanissime nigeriane, le più colpite da tratta, schiavitù e sfruttamento della prostituzione. Di buona parte di questi bambini si sono perse completamente le tracce. Si parla di 10 mila minori scomparsi, di cui almeno la metà in Italia, cifra considerata da molti ricercatori come un dato al ribasso. La situazione di difficoltà e di ricattabilità dei tanti giovanissimi arrivati sulle nostre coste, unita all'incapacità delle autorità europee di gestire il fenomeno, rende le associazioni criminali uno dei fattori più incisivi nella scomparsa o nella fuga di questi minori. L'inchiesta «mafia capitale», per esempio, ha delineato un quadro inquietante rispetto alla gestione dei centri di accoglienza, facendo emergere la capacità delle organizzazioni criminali di agganciare i migranti di tutte le età ben prima del loro arrivo e destinandoli alla prostituzione, allo spaccio di stupefacenti, allo sfruttamento nei campi, traendo profitti enormi. Un reportage de l'Espresso del febbraio di quest'anno ci ha consegnato uno spaccato di Roma da brivido: decine di minori non accompagnati vivono in cunicoli lerci e maleodoranti, arrotolati in cartoni o in sporche coperte, alla mercé dei pedofili, esponendosi al rischio di alcolismo e di tossicodipendenze. Questa purtroppo è la fotografia di un sistema normativo che vede i minori disperati in fuga da fame e guerre, che evoca protezione e tutela, diritti dell'infanzia, ma che rimane ferma e ammutolita davanti agli scenari di violenza quotidiana, come quelli che ho appena citato di Roma. Ecco perché una nuova legge era necessaria, perché abbiamo bisogno di sostanziare la parola «accoglienza» con mezzi, servizi, strumenti, regole e umanità, tutto quello che fino adesso è mancato con un colpevole ritardo da parte della politica e delle istituzioni tutte. Questa discussione l'avremmo potuta concludere già anni fa, la proposta di legge è stata bloccata per troppo tempo in Commissione bilancio e tanti dei problemi che conosciamo, e che abbiamo appena raccontato, si sarebbero potuti evitare proprio grazie a questa legge. Una legge che ha il merito di stabilire una disciplina unitaria ed organica, Pag. 76che rafforza gli strumenti di tutela già garantiti dal nostro ordinamento, ma che al contempo assicura maggiore omogeneità nell'applicazione delle sue disposizioni, ispirandosi a dei principi di sburocratizzazione utili per il nostro Paese. Una norma che, confermando i buoni principi di quella vigente, come il divieto di respingimento alla frontiera, integra promuovendo per esempio l'istituto dell'affidamento familiare, amplia finalmente la nozione di minore straniero non accompagnato facendovi rientrare anche il minore non accompagnato richiedente asilo, introduce nuove disposizioni sulle modalità di contatto e di informazione nei riguardi dei minori ai valichi di frontiera, nonché sul diritto ad un servizio di prima accoglienza e all'accompagnamento di strutture apposite, strutture che dovranno possedere requisiti specifici, introducendo una procedura unica di identificazione e dell'età del minore straniero non accompagnato.
  Si ampliano in generale i diritti dei minori nelle strutture scolastiche e formative, in quelle sanitarie e in fase processuale, come l'assicurazione di assistenza affettiva e psicologica in ogni stato e grado del procedimento, nonché il diritto del minore straniero non accompagnato a partecipare, per mezzo di un suo rappresentante legale, a tutti i procedimenti giurisdizionali e amministrativi che lo riguardano e anche ad essere ascoltato alla presenza di un mediatore culturale. Per le vittime di tratta si predispone un programma specifico di assistenza che assicuri adeguate condizioni di accoglienza e di assistenza psico-sociale, sanitaria e legale, anche oltre il compimento della maggiore età. Insomma, tanto è stato inserito, e ancora tanto altro ci sarebbe da fare, ma è assolutamente evidente che con questo provvedimento facciamo un enorme passo in avanti nel miglioramento delle condizioni di vita in cui, proprio in queste ore, tanti minori stranieri non accompagnati si ritrovano. Noi, come Sinistra italiana, come sempre, siamo pronti a incoraggiare a sostenere questo miglioramento, come abbiamo fatto con lo ius soli qui alla Camera (è bloccato in Senato), come abbiamo fatto di recente sulla legge sul caporalato. Anche oggi voteremo «sì» ad una legge che abbiamo contribuito anche noi a realizzare. Lo abbiamo fatto con i nostri emendamenti (numerosi sono stati accolti), non formali, ma sostanziali, e lo abbiamo fatto dimostrando una seria collaborazione nei momenti anche di grande difficoltà per la maggioranza. Questo a dimostrazione, ancora una volta, che il «partito del no» è pura propaganda utilizzata nei momenti di difficoltà di questo Governo e di parte di questo Parlamento. Sinistra Italiana, come sempre, si schiera dalla parte dei più deboli e dei più vulnerabili e lo fa con l'onestà che si deve a tutti i cittadini, anche a coloro che oggi manifestano dicendo che questi ragazzi qui non ci devono stare. Bisogna avere il buonsenso di affermare dei giusti sì e il coraggio di urlare dei fondamentali no, nel merito e fuori dai pregiudizi e dai populismi, solo così renderemo un buon servizio a questo Paese. Noi siamo pronti e per tutte queste ragioni voteremo «sì» a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie Presidente. È innegabile che non si tratta di un tema che può essere affrontato dal punto di vista della necessità di apprestare una disciplina sui minori non accompagnati, perché è evidente che nessuno potrebbe neanche immaginare che un minore (mi verrebbe da dire un bimbo, ma su questo credo che si debba essere un po’ più cauti) che giunga alla frontiera senza un punto di riferimento debba essere abbandonato a se stesso. Questo mi sembra ovvio e nessuno può sostenere che questo non sia un dovere da parte dello Stato. Ma ad un principio così pacifico, ma se mi è consentito astratto, bisogna rispondere con dei dati, perché questa è una legge che arriva in un momento molto Pag. 77particolare del nostro Paese. Io non posso dimenticare ciò che i fatti di Goro di queste ore ci consegnano: un paese evoluto dal punto di vista anche della locazione geografica, come si ritiene che possa essere quella zona, in cui vi è addirittura un sit-in senza soste per impedire a donne e a bambini, per usare un'espressione tipica della necessità di assistenza, di ricevere quell'assistenza. Il Ministro degli interni parla di un difetto di comunicazione, mi sembra un'espressione che si commenta da sé, assolutamente incapace di darci neanche una minima concausa di quello che è accaduto. È evidente che questo è successo perché l'immigrazione in questo Paese è vissuta in modo assolutamente negativo. Non vi è stata la possibilità, la capacità del Governo di trasmettere al Paese una lettura positiva, culturale, dell'immigrazione, perché è impensabile che donne e bambini possono essere respinti e se vengono respinti vuol dire che nell'anima o nell'animo dei cittadini italiani vi è una lettura dell'immigrazione completamente negativa. Il fenomeno è preoccupante per questo. Certo, è esecrabile, ma chi si permetterebbe di mandare indietro donne e bambini, se non avesse avuto dal Governo, per una politica che io non esito a definire inqualificabile, una percezione negativa del fenomeno della immigrazione, in cui l'immigrazione è vista come un rischio per il benessere, per la sopravvivenza dei cittadini italiani ? Questo è quello che giustifica e legittima. Poi, sbagliano, fanno male, vanno condannati, per carità, ma vi è un retropensiero di tipo politico: il fallimento in esclusiva del Governo sulle politiche dell'immigrazione. Infatti, non è pensabile, è troppo facile dire «hanno sbagliato»; io mi chiedo perché hanno sbagliato. E se questo è vero e questa legge si colloca in questo contesto, la cautela nell'affrontare questi temi deve essere massima, perché ha ragione l'onorevole Binetti: non è un dato di buonismo, bisogna essere umanitari nei confronti di questi bambini (li chiamo ancora bambini), ma è un problema proprio di calare questa legge in un contesto di realtà, di offrire ai cittadini italiani l'occasione per dire che questa è una legge che tiene conto dell'attualità del fenomeno dell'immigrazione. Così non è, Presidente. Così non è, perché nel 2016 noi abbiamo avuto 153.450 arrivi (un aumento del 10 per cento), con un incremento di 1.300 persone per lo stesso periodo del 2014, che è stato, con 170.000 presenze, l'anno col maggior numero di arrivi. I minori, al 7 ottobre, erano 19.429, a fronte dei 12.360 del 2015 e dei 3.026 del 2014: tragedia nella tragedia, in un sistema che oggi non è in condizioni di prevenire gli abusi. Infatti, il diritto è certamente una conquista importante, ma l'abuso del diritto va evitato; è il tema che Forza Italia si è posto, soprattutto dopo che l'Aula ha respinto taluni emendamenti che tendevano a non ratificare l'accoglienza tout-court, che non è – non è ! – accettabile in un momento del genere. Non possiamo imporre al Paese un'accoglienza tout-court indiscriminata. Il diritto all'accoglienza non vuol dire accoglienza di tutti, vuol dire accoglienza di coloro che hanno diritto ad essere accolti ! Il rapporto UNHCR del 2014 ci rimprovera una disomogeneità di prassi a livello nazionale e locale con riflessi sicuramente negativi sulle condizioni dei veri minori non accompagnati. Questa non è una critica dell'opposizione, è una critica di un report del 2014 sui temi dell'accertamento dell'età dei minori. Ma anche sotto il profilo del principio di legalità, che è stata un'altra critica: in un sistema vicino al collasso io credo che non sia indifferente un sistema di accertamento che cristallizzi l'effettività del diritto di essere accolti.
  Noi l'abbiamo sostenuta questa proposta, abbiamo cercato di cooperare, sia pur mantenendo quella posizione fortemente critica nei confronti del Governo sulle politiche dell'immigrazione. Gli schiaffi che prendiamo in Europa non li ha inventati certamente Forza Italia, ma direi che sono oggettivamente percepibili, nonostante tutte le glasse che si possano mettere su questo tipo di notizia, tutte le accortezze televisive e non. Prendiamo schiaffi, dalla mattina alla sera, non si spiegherebbe la situazione in cui noi versiamo. Pag. 78La riluttanza del Governo e della maggioranza ad accogliere alcuni emendamenti di Forza Italia ci dà un'idea della reiterazione dell'errore, ancora più grave dell'errore stesso, cioè la perseveranza nell'errore, cioè farne una questione ideologica. L'accoglienza non può più essere una questione ideologica, con quello che accade quotidianamente, con i numeri che ci sono. Venite in Puglia, venite nel Mezzogiorno, nei luoghi di impatto, e chiedete ai sindaci che cosa accade quando devono andare incontro a queste situazioni ! Allora, nessuna cultura dell'accoglienza buonistica – mi perdonerà l'onorevole Binetti –, nessuna indifferenza alle ragioni dell'interesse nazionale, ma il divieto assoluto ed indiscriminato di respingimento. L'impossibilità di porre un argine all'accoglienza non solo non ci convince ma ci preoccupa.
  Certo, ci sarà il Senato che potrà meglio valutare. Io speravo che ci potesse essere una coralità, in questo tipo di intervento: non c’è stata la coralità, sarà affidata poi al Senato la valutazione della capacità modificativa – mi auguro intelligente – di quanto stiamo coniando in questa parte del Parlamento. Ma vi è una responsabilità anche politica in tutto questo, Presidente, che riguarda i Governi che la sinistra ci ha recentemente regalato con le maggioranze parlamentari di riferimento. È mancata l'iniziativa politica ? Beh, certamente. Noi possiamo far risalire l'ultimo significativo intervento legislativo – un po’ di autoreferenzialità, quando è motivata documentalmente, non guasta – al Governo Berlusconi col «pacchetto sicurezza» del 2009 e il recepimento della cosiddetta direttiva rimpatri del giugno 2011. Parliamo di numeri ridicoli rispetto ad oggi, cioè 36.000 migranti del 2008 contro gli oltre 150.000 di oggi. Credo che la mancanza anche di un'iniziativa politico-diplomatica nei Paesi è certamente rilevante. Allora, combinazione micidiale tra buonismo acritico e inerzia politica, che si estende oggi irreparabilmente, per quello che è stata la nostra percezione, anche nei confronti dei minori. Ci vorrebbero provvedimenti chiari che privilegiassero e tenessero conto del ruolo dei comuni nella protezione dei minori non accompagnati. Su nostra proposta, la Commissione bilancio della Camera, nell'esame del decreto-legge enti locali, n. 113 del 2016, aveva approvato un emendamento che prevedeva, in presenza di arrivi consistenti e ravvicinati di minori non accompagnati, qualora i comuni non potessero assicurare l'accoglienza, l'intervento del prefetto per l'attivazione di strutture ricettive temporanee esclusivamente dedicate ai minori: un primo passo che noi abbiamo provocato. Allora, i comuni, che devono necessariamente fare fronte ad un'emergenza. L'Italia fronteggia da sola questa emergenza migratoria, lascia soli i nostri poveri. Ricorderò che, secondo i dati più recenti dell'ISTAT, abbiamo 1.582.000 famiglie di poveri (4-6 milioni di individui): è un fenomeno che si pretende di contrastare spostando al 2018 il piano di povertà con 3 miliardi per l'accoglienza. Come volete che la gente percepisca i migranti ? Tre miliardi e passa per i migranti !

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Sisto.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Ho finito. Quindi, scambiare il diritto all'accoglienza con l'accoglienza a tutti i costi non va bene. Noi non possiamo per questo dare un voto favorevole, però, trattandosi di minori e soltanto per il rispetto di minori, che in qualche modo non possono vedere Forza Italia contro, noi ci limitiamo semplicemente ad un'astensione responsabile, che significa non avallo di questa iniziativa ma rispetto per i fini umanitari dell'intervento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colonnese. Ne ha facoltà.

  VEGA COLONNESE. Presidente, in realtà negli interventi si è parlato di tutto, ma una cosa che è anche emersa è il senso di responsabilità che noi abbiamo. L'abbiamo Pag. 79quando dobbiamo legiferare su cose che sono importanti. Infatti, se in un posto pacifico come Gorino succede che dodici donne causano addirittura una manifestazione con delle barricate, vuol dire che un messaggio è passato in maniera sbagliata, vuol dire che ci sono persone che hanno paura per la loro sicurezza, perché qualcuno non ha legiferato in maniera adeguata e non ha creato un sistema d'accoglienza tale che potesse rassicurare le persone. Di questi tempi c’è anche un'altra notizia piacevole: a Napoli sono sbarcati molti, molti migranti, tra cui un centinaio di minori non accompagnati, ragazzini di 17 anni o bambini, e si è creata una rete di solidarietà tale che queste persone hanno trovato del sostentamento per la prima accoglienza. È quello che noi abbiamo sempre detto in Commissione d'inchiesta. Quando in Commissione d'inchiesta sui migranti abbiamo affrontato il lavoro in maniera molto seria – noi del MoVimento 5 Stelle – abbiamo posto delle questioni: abbiamo chiesto appunto di fare delle inchieste, di capire come mai c'erano delle situazioni di disagio così forti; come mai ci fossero dei bambini e dei ragazzi di cui si erano perse ormai le tracce; come mai questi bambini e questi ragazzi non riuscivano ad integrarsi pur avendo un'età in cui facilmente ci si può integrare in una nuova realtà, e avevamo posto la prima questione con Giarre. Proponendo questa questione con Giarre, attraverso una denuncia di una nostra eurodeputata, accolta dall'ex presidente della Commissione migranti, siamo arrivati, dopo un'ispezione fatta sempre da tutte le forze politiche, alla chiusura di un centro che era vergognoso, in cui c'erano dei minori che sicuramente non venivano seguiti adeguatamente. Questo perché ? Perché la dimostrazione era che da questa inchiesta, quindi da una denuncia, doveva arrivare un atto parlamentare che ci permettesse di disciplinare. È arrivato, in ritardo come sempre, è arrivato in mezzo a un mare di luoghi comuni, a definizioni sbagliate, perché se continuiamo a parlare di migrante economico diamo una concezione sbagliata: stiamo parlando di persone che vengono per lavorare, per trovare un contesto di lavoro positivo, ma molti sono a lavoro nero. Abbiamo approvato con grossa fatica anche la legge sul caporalato, in cui il Movimento si è proposto e si è posto in maniera sempre di ascolto e propositiva, presentando degli emendamenti di valore, accontentandosi di quello che si poteva avere, aspettando poi di fare o di creare un sistema reale di accoglienza. E quando si parla di migrante economico non si parla e non si contesta una cosa: che ci sono alcuni Paesi, in cui vengono definiti erroneamente come migranti economici, ma non ha alcuna definizione giuridica il migrante economico, quindi è un'accezione che abbiamo creato noi per far digerire meglio la nostra incapacità nel gestire il sistema di accoglienza, nella nostra mancata volontà di fare in modo che i centri di accoglienza vengano gestiti in maniera legale, consapevole e con personale qualificato, perché se è pur vero che ci sono alcune zone che stanno accogliendo in maniera positiva, in quelle zone sono presenti dei centri di accoglienza che vengono gestiti da cooperative o da società che non hanno personale qualificato per questi ragazzi, questi bambini, queste persone che adesso sembrano essere un problema, che già sono sul territorio italiano, che già devono essere identificati e già devono trovare un modo per poter vivere in maniera adeguata e non sopravvivere come siamo abituati a vedere queste persone, perché poi ci dimentichiamo che sono delle persone e dopo, se tu a delle persone togli tutto, è normale che capitano quelle rivolte, è normale che io, se non ho niente da perdere e non riesco ad avere un'affezione al posto in cui mi trovo, io faccio di tutto, perché non ho niente da perdere, noi questo ce lo dimentichiamo. In più, parliamo di identificazione in maniera non pertinente. Perché ? Perché l'identificazione va fatta e si deve lavorare per riuscire a fare questa identificazione e noi, per riuscire ad arrivarci, come con la legge sui minori non accompagnati, come per il caporalato, abbiamo presentato degli atti ed era questo il nostro intento, quando Pag. 80abbiamo chiesto di finire il lavoro con la Commissione d'inchiesta, perché ormai avevamo aperto dei capitoli e li avevamo chiusi in maniera adeguata e avevamo ritenuto e pensiamo ancora che si debba spostare...

  PRESIDENTE. Mi scusi onorevole: colleghi, per favore, abbassiamo un po’ il tono della voce ? E soprattutto interrompiamo i capannelli ? Grazie. Prego.

  VEGA COLONNESE. ... la discussione all'interno delle Commissioni competenti, quindi la I Commissione, all'interno del Parlamento e nell'aula con un dibattito, proprio come è avvenuto, ovviamente non mettendoci due anni, ma con dei tempi che sono regolati in base a queste emergenze e a questo delirio che abbiamo appena descritto negli interventi e che comunque mettono paura alla cittadinanza (e poi non ci dobbiamo meravigliare che ci sono le barricate e non vengono riconosciute 12 donne che hanno bisogno di accoglienza). Quando noi abbiamo proposto, poco prima di questa discussione in Aula, la risoluzione sempre a prima firma della collega Dadone, abbiamo proposto delle misure per poter gestire il sistema d'accoglienza, soprattutto sui minori non accompagnati, e abbiamo lavorato considerando anche il lavoro delle associazioni, perché le associazioni continuano a lavorare sul territorio.

  PRESIDENTE. Mi scusi onorevole: colleghi, adesso basta però ! Prego.

  VEGA COLONNESE. Le associazioni continuano a lavorare mentre noi siamo a rilento. Abbiamo presentato non solo la risoluzione sui minori non accompagnati, abbiamo presentato anche delle mozioni che riguardano gli hot spot, il modo di gestire e disciplinare gli hot spot, perché se no si arriverà all'equivoco come col migrante economico, parleremo di una cosa che non viene giuridicamente definita e poi ognuno la interpreta e le persone non riescono più a capire che cosa significa una cosa e che cosa è un'altra e quindi agiscono più di pancia che per consapevolezza.
  Concludo: voglio soltanto sottolineare che il MoVimento 5 Stelle, proprio perché è molto presente sul territorio, riesce a capire e a lavorare sugli argomenti, anche lavorando con gli altri, quando ci sono dei temi condivisi, ed è quello che noi abbiamo sempre detto in Commissione, soprattutto Commissione migranti. L'inchiesta non ha valore, se viene fatta e detta solo nella Commissione migranti. L'inchiesta ha valore se poi ne consegue un atto parlamentare. Ormai le inchieste sono chiuse, lo sappiamo che non funzionano i centri di accoglienza, lo sappiamo che i minori non accompagnati sono dispersi sul territorio italiano, lo sappiamo che i centri di accoglienza straordinaria sono una schifezza, lo sappiamo che i CARA non vanno bene, che si deve puntare sugli Sprar e si deve fare in modo che questi hotspot non diventano dei nuovi CIE, lo sappiamo, dobbiamo solo lavorare per poter fare in modo che la gente non entri in confusione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Colleghi, io vi avviso: abbiamo ancora tre iscritti a parlare. In queste condizioni io sospendo la seduta e la riprendo solo quando è possibile. Quindi ve lo dico chiaramente: se intendete continuare a parlare, uscite, ma chi parla qui dentro ha diritto di farlo in un modo decente. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dadone. Ne ha facoltà.

  FABIANA DADONE. Grazie Presidente, mi limiterò ad aggiungere alcuni dati rispetto a quanto detto dalla mia collega Colonnese: ci sono voluti più di due anni per riuscire ad arrivare in Aula con questo provvedimento che, almeno a vedere le firme, dovrebbe essere un disegno di legge condiviso; due anni in cui si è lavorato in maniera abbastanza costruttiva in Commissione; purtuttavia in Aula, oggi, ci sono stati numerosissimi interventi che – con molta franchezza lo dico – avrei preferito Pag. 81audire in Commissione, perché si sarebbe potuto lavorare in maniera magari meno demagogica, ma più sul testo. I dati sui minori: dal 2014 ad oggi ne sono arrivati 45.500 circa, che non hanno avuto un'accoglienza adeguata. Soltanto dal 1o gennaio al 20 ottobre 2016 – questi sono dati del Ministero dell'interno – 20.160 minori arrivati sulle nostre coste. Poco importa, poi, che siano minori che hanno meno di 16 anni o tra i 16 e i 18: restano minori. Io resto veramente basita quando sento dire: «No, non sono bambini, sono comunque persone tra i 16 e i 18 anni». Va bene, ma questi sono comunque minori e sono molto spesso vittime dei trafficanti di esseri umani, vittime di tratta, non solo di mero traffico, quindi vengono portati su questi territori per essere vittime di caporalato, di tratta di esseri umani e quindi costretti alla prostituzione oppure alla vendita degli organi o all'accattonaggio, quindi non è che parliamo di minori che vengono a divertirsi sul nostro territorio, nonostante abbiano un'età che è compresa tra i 16 e i 18 anni. E perché di quell'età lì poi (per chi segue gli argomenti) ? Perché è più difficile identificarli come minori e quindi si riesce a entrare in quella sezione-via di mezzo, per cui li si può far comodamente prostituire, facendo credere a chi ne usufruisce che siano maggiorenni. Bambini, e quindi parliamo prima di tutto di bambini – chiamateli minori se vi fa sentire più a posto con la coscienza, ma sono comunque, dal mio punto di vista, bambini, perché ritenuti minori dalla legge – che non vengono accolti in una maniera idonea – per cui questa legge era necessaria – minori che peraltro scompaiono sul nostro territorio, perché hanno un sistema di accoglienza che non è adeguato; la mia collega Colonnese l'ha detto benissimo nel suo intervento e i dati che lo dimostrano sono quelli del Ministero dell'interno. Io ho presentato mesi fa un'interrogazione al Ministero, proprio chiedendo dove siano andati a finire questi minori, insomma se potevano fornirci dei dati adeguati. 2012: 1.754; 2013: 2.142; 2014: 3707 fino ad aprile 2016, momento della risposta all'interrogazione: 6.136 minori giunti sul nostro territorio e scomparsi dai centri di accoglienza, andati chissà dove. Auspica il Ministero dell'interno, nella risposta, non nelle mani della criminalità organizzata, ma questo non è assolutamente detto, è un auspicio. Poi, che sia vero o no ce lo dovranno dire purtroppo le indagini e l'onore della cronaca. Perché questa legge è positiva ? Perché arriva sulla spinta di tantissime proposte: già nel 2009 la Commissione parlamentare dell'infanzia e adolescenza aveva approvato una risoluzione, con l'invito al Governo e Parlamento di attuare un piano d'azione con dei fondi – perché alla fine servono i soldi per fare queste cose – necessario per avere una legislazione adeguata all'accoglienza dei minori. Nel Parlamento europeo, il 12 settembre 2013, è stata approvata anche lì una risoluzione che chiedesse a tutti i Paesi membri e alla Commissione europea un rafforzamento delle tutele per garantire i minori non accompagnati di essere accolti in maniera adeguata. Noi lo abbiamo fatto con una risoluzione in Commissione affari costituzionali, a mia prima firma, che è stata prima citata, per risollecitare la maggioranza a riprendere il discorso sulla legge, che, peraltro, reca la loro prima firma. In Consiglio d'Europa è stata approvata anche una risoluzione del mio collega Manlio Di Stefano che proprio affronta il problema e tenta di dare un quadro di cooperazione internazionale in materia di minori non accompagnati, che prevede, sostanzialmente, quello che prevede questa legge, con l'aggiunta, però, di raccolte di base di dati che siano tutte collegate, in maniera che le polizie delle varie nazioni possano avere un'identificazione e una base dati che sia unita, e quindi il minore, nel momento in cui entra in uno Stato, possa essere riconoscibile anche negli altri, e non che si debba ricominciare tutte le volte da capo. Una tutela, delle norme uniformi di tutela per i rappresentanti legali, dei diritti del ricongiungimento familiare, ma, come previsto, non sulla base delle esigenze di pancia dei cittadini, ma di quello che prevede la Convenzione dei diritti del fanciullo, perché ci sono, e Pag. 82quindi vale la pena rispettarle. Che ci sia, nel caso in cui c’è un dubbio sulla minore età, un principio di presunzione della minore età, perché, fino a prova contraria, dovrebbero essere trattati come tali. Un incentivo anche all'accesso all'istruzione di questi bambini, perché ci sia una maggiore integrazione, e il principio, soprattutto, è che prima di tutto questi bambini vengano trattati come bambini. Andando al merito, questa legge, su cui, lo abbiamo già detto, siamo favorevoli, che cosa prevede, brevemente ? Un sistema di accoglienza in strutture separate rispetto a quelle dei maggiorenni, per evitare, purtroppo, quello a cui abbiamo dovuto assistere fino ad oggi; un rafforzamento degli strumenti dell'affidamento familiare e del tutore, che sicuramente sono preferibili rispetto ad una fredda e poco affettuosa struttura; un'armonizzazione delle procedure di accertamento dell'età del minore, affiancando sì dei tutori e dei mediatori culturali, perché vorrei vedere io i figli di qualcun altro, in un Paese estero, senza i genitori, a dover trattare con un medico senza capire nemmeno che razza di esami vanno a fargli, perché è comodo quando si parla dei figli degli altri, un po’ meno quando si parla dei propri. La presunzione della minore età: sì, va data, perché, lo dirò finché ho fiato nei polmoni, se questi minori sono vittime, sono già vittime della criminalità organizzata, e perché devono essere anche vittime di un mondo che non si sono scelti e di un sistema che non si sono scelti ? Quindi, perché devono essere presunti maggiorenni, con meno tutele ? No, presumiamo che siano minorenni, perché, probabilmente, non vengono qui di loro sponte, ma perché sono trascinati dalle organizzazioni criminali, ed è inutile che ci nascondiamo dietro un dito, che li sfruttano in maniera lampante, è sotto gli occhi di tutti. Assistenza legale all'istruzione: sì, perché limita anche la tensione sociale, e un divieto di respingimento; si parla di bambini, vorrei anche evitare di esprimermi su quanto ho sentito in precedenza. L'unica lacuna che mi lascia perplessa, riguardo a questa legge, è, come al solito, la clausola di invarianza finanziaria. È vero, si è arrivati dopo oltre due anni perché la Commissione bilancio aveva bloccato il provvedimento. Ad oggi sono i nostri sindaci che sul territorio tentano di dare una soluzione, ma, chiaramente, con le poche risorse, questo aumenta la tensione sociale tra i cittadini italiani e i profughi. Quindi, direi che è fondamentale che non siano sempre i cittadini e i nostri amministratori a pagare le spese, ma auspico che, invece, in stabilità, visto che qui non si è potuto fare, o, quanto meno, si è tentato di mettere una pezza, su questo fondo si riescano veramente a mettere delle risorse. Ecco perché ho presentato un ordine del giorno in quel senso e non ho accettato la riformulazione con il «salvo poi vediamo», perché mi aspetto che questa maggioranza, poi, in stabilità dei fondi li metta, perché i minori, volenti o nolenti, vanno, a nostro parere, tutelati.
  E, per chi parla di paura dei cittadini nell'approvare questa legge, perché all'indomani ci ritroveremo un aumento spropositato di minori, dico che sta a noi, cioè la politica questo dovrebbe fare: non solo risolvere le situazioni, ma anche far capire ai cittadini le situazioni, spiegargliele e fargli capire che la lotta tra poveri non porta a niente, che queste persone hanno dei diritti e che anche loro hanno dei diritti, ma che a noi compete, qui, trovare delle soluzioni per gli uni e per gli altri, e non creare un'imbarazzante lotta tra poveri, lo ripeto, che fa bene soltanto a certa politica e non certamente ai cittadini. E, da ultimo, noi siamo favorevoli perché non voglio più sentire questi discorsi: 17, 16, 15, 1 o 8. Questi sono minori, e quindi, in quanto tali, a nostro parere vanno tutelati adeguatamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sandra Zampa. Ne ha facoltà.

  SANDRA ZAMPA. Grazie, signor Presidente, care colleghe e cari colleghi, è stato scritto, con riferimento alle vicende drammatiche dei minori stranieri non accompagnati, che esse recano le impronte Pag. 83delle tragedie del mondo contemporaneo. Sono impronte impresse nel loro corpo e nell'anima, impresse nel corpo e nell'anima di bambine e bambini, di ragazze e ragazzi in fuga dai Paesi dove l'umanità è più a rischio, in fuga da Paesi dove la guerra e la violenza sono più feroci, come la Somalia, l'Afghanistan, la Siria, dove la povertà è così acuta che non puoi temere nulla di più di quello che vivi, come la Nigeria, l'Eritrea, l'Egitto. Le loro storie sono entrate nelle nostre case e ormai fanno parte della nostra quotidianità. Le ultime l'altro ieri, in occasione di un nuovo sbarco in Sicilia. Tra le 17 salme, quelle di due bambini e di una bambina di otto anni. Le loro vicende hanno fatto irruzione dalle pagine dei giornali o dalla televisione, ci hanno colpito, ci hanno commosso, ma, soprattutto, ci hanno interrogato sul modello di civiltà che vogliamo per noi stessi e che vogliamo costruire per i nostri figli. Questi ragazzi sono profughi, sono richiedenti asilo, sono semplici migranti, ma, prima di qualunque altra cosa, sono soprattutto minorenni, ragazzi soli, senza famiglia, senza adulti di riferimento. Non è un caso che per loro sono state scritte e sottoscritte convenzioni internazionali, e, proprio in ragione della loro maggiore vulnerabilità, sono state scritte queste norme che oggi sottoponiamo all'attenzione del Parlamento e che arrivano con l'ambizione di rispondere a bisogni umanitari e alle nostre coscienze, ma anche con l'ambizione di rispettare e applicare i principi proclamati in quei trattati che noi abbiamo sottoscritto con l'ambizione di dare all'Italia un sistema stabile ed efficace di protezione, di aiutare i nostri sindaci, tutti i sindaci, di tutti i partiti, di tutte le forze politiche, che devono gestire il problema dell'accoglienza, di sostenere il lavoro delle associazioni, delle organizzazioni internazionali, senza cui affonderemmo anche noi in questo mare che ad un tempo stesso è un mare di disperazione e di speranza, di essere all'altezza della generosità di tanti italiani, con la volontà, soprattutto, di concorrere a costruire una risposta che guardi lontano. È questa la grandezza della politica. Noi vogliamo guardare al futuro: integrare un minorenne, un ragazzo, quando addirittura non un bambino, è più semplice e persino più gratificante, ma è soprattutto...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Zampa. Colleghi, ovviamente vale la stessa cosa, quando parlano gli altri.

  SANDRA ZAMPA. Ma è soprattutto un investimento per un Paese che registra un saldo demografico negativo. Investire sulla sua cittadinanza significa investire sulla pace. Ne sono giunti nel nostro Paese poco meno di 20 mila dal 1o gennaio scorso; nel 2011, quando svolgemmo in Commissione bicamerale per l'infanzia la prima indagine conoscitiva, del cui documento finale sono stata relatrice, faceva effetto la cifra di 3.500. Nella distanza tra questi due numeri, 20 mila e 3.500, sta il segnale della tendenza della migrazione mondiale, ma ci sta anche la dimostrazione che non è una legge che li fa venire in Italia, perché quella legge non c'era e non c’è ancora. Sta piuttosto il segnale che giovani e giovanissimi rappresentano nel flusso della migrazione del mondo una quota che è in continua crescita e che la loro età – ci dicono coloro che fanno le rilevazioni – si abbassa percentualmente e progressivamente. Molti tra loro non hanno come meta il Paese dove sbarcano, ma vogliono raggiungere altri Paesi d'Europa, magari per unirsi ai familiari. Occorre, dunque, lavorare, come fa questa proposta di legge, anche su questo fronte, mettendo in campo – poiché per loro non vale il Trattato di Dublino – una risposta che prevede un accompagnamento a destinazione, senza costringerli a nuovi viaggi disperati, magari legati all'asse di un TIR. Dei cosiddetti minori scomparsi, circa 6 mila in questo solo anno, abbiamo ragione di credere che una parte si sia allontanata dal nostro Paese esattamente per questa ragione e in questi modi, mettendo però a rischio nuovamente la propria incolumità e la propria sicurezza, una seconda volta. Senza un sistema di accoglienza ben organizzato, in cui i ragazzi e ragazze possono Pag. 84perdersi nel nulla, non solo non si affronta la questione della loro sicurezza, ma si alimenta soprattutto il mercato dell'illegalità nazionale e internazionale. È stato evocato qui: si va dalla tratta alla prostituzione minorile, allo sfruttamento del lavoro. Non è un caso che Papa Francesco ha voluto dedicare ai minori migranti il suo messaggio nel giorno del rifugiato. E non è un caso che ci ricordi in quel messaggio che, tra i migranti, i fanciulli costituiscono il gruppo più vulnerabile.

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore !

  SANDRA ZAMPA. Raramente capita, signor Presidente, di sentirsi in questa sede interpreti di una volontà collettiva, di un disegno condiviso, che supera anche gli schieramenti politici. Per questo mi rammarico non poco della scelta che Forza Italia ha fatto solo questa mattina in quest'Aula, dopo avere votato insieme a tutti noi in Commissione fino ad oggi, ma soprattutto dopo avere sostenuto fortemente la necessità di questa legge, tanto da essere secondo firmatario del provvedimento, come testimonia la presenza della firma del nome dell'onorevole Carfagna dopo il mio. Ci si attacca a un emendamento per sfilarsi, un emendamento che riguarda l'accoglienza di tutti – lo ha detto chi mi ha preceduto – e il respingimento dei minori migranti, come se noi, appunto, oggi introducessimo una novità. Questo divieto di respingimento, di fatto, esiste già, per fortuna. Basta richiamare la Costituzione italiana, all'articolo 10 e all'articolo 31. Basta richiamare le convenzioni internazionali sottoscritte dall'Italia (L'Aja, Ginevra, New York sull'infanzia, Strasburgo) e, infine, l'articolo 10 del Testo unico sull'immigrazione. La verità è che il cambio di linea di Forza Italia è certamente dovuto a esigenze di una nuova, al tempo stesso vecchissima, alleanza con la Lega. La ricostruzione di un centrodestra al cui interno però esplodono contraddizioni, come testimoniato dal sincero rammarico del collega Sisto. Ma i vostri sindaci, i sindaci della Lega, i sindaci di Forza Italia, i vostri governatori, non sono d'accordo con voi. Loro chiedono risposte, non slogan, e questa proposta di legge offre risposte efficaci. Ho ascoltato vere e proprie mistificazioni della realtà. Si è detto che non ci sono risorse, quando invece è stato creato un fondo per i minori migranti. Si è detto che si lasciano arrivare e scorrazzare per il Paese, quando finalmente invece si prevede di dare loro un tutore, che li accompagni, si prevede un percorso di formazione e integrazione. Non si danno, avete detto, strumenti agli enti locali, quando possono finalmente ricevere risorse certe, aderendo allo Sprar.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  SANDRA ZAMPA. I problemi si risolvono guardandoli in faccia. Questa proposta di legge non è frutto di buon cuore e basta. Questa legge risponde certamente a esigenze umanitarie, ma mette ordine nelle procedure, crea un sistema, assegna risorse.
  Ci sono voluti tre anni...

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Zampa.

  SANDRA ZAMPA. Concludo. Ci sono voluti tre anni, ma siamo arrivati primi in Europa e questo conterà. Noi potremo chiedere che la legislazione europea venga uniformata. Ci sono voluti tre anni...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Zampa.

  SANDRA ZAMPA. ... e non saremmo arrivati a oggi, se non avessimo avuto attorno a noi un sostegno generalizzato. (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santanchè. Ne ha facoltà.

  DANIELA GARNERO SANTANCHÈ. Grazie Presidente. Vorrei semplicemente Pag. 85sottolineare alla collega Zampa, che forse non ha ascoltato la dichiarazione del collega Sisto, che non è per niente rammaricato per le questioni di Forza Italia. È molto rammaricato per il comportamento del Partito Democratico su questa questione. Io condivido pienamente quello che ha detto il collega Sisto nel merito. Assolutamente ha detto delle cose giuste. Ha sottolineato più volte che questa è una visione ideologica. Io sottolineo che questa non è la fotografia dell'immigrazione nel nostro Paese e che, su 20 mila minori, oltre la metà hanno dichiarato di avere più di diciassette anni e, quindi, molto probabilmente sono maggiorenni. Questo è semplicemente un modo per continuare e portare avanti questa vostra immigrazione selvaggia (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), per non dividere tra migranti economici e profughi, e, quindi, questo è il vostro modo di far diventare...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Santanchè.

  DANIELA GARNERO SANTANCHÈ. ... gli italiani cittadini di serie B (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore e gentilmente.

  DANIELA GARNERO SANTANCHÈ. Capisco che la verità dà fastidio.

  PRESIDENTE. Onorevole Santanchè, si avvii a concludere perché abbiamo finito il tempo.

  DANIELA GARNERO SANTANCHÈ. Sì, concludo e capisco che anche la verità fa molto male. Proprio per questo, pur condividendo le dichiarazioni del collega Sisto, non condivido le conclusioni. L'astensione non mi appartiene come voto, quindi, il mio voto è contrario.

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

  BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  BARBARA POLLASTRINI, Relatrice. Signor Presidente, rubo due minuti solo per dire grazie. Io vorrei innanzitutto dire grazie, anche a nome del presidente Mazziotti Di Celso, agli uffici, per la loro professionalità e anche per la gentilezza con cui hanno accompagnati i nostri lavori, ma anche per esprimere la mia riconoscenza personale e la riconoscenza del presidente Mazziotti Di Celso alle colleghe e ai colleghi – ci tengo a dirlo – di vari gruppi, certamente del mio gruppo, che hanno permesso di scrivere quella che tanti di noi ritengono davvero una bella pagina di questo Parlamento. Ma, forse non userà, io esprimo anche un ringraziamento a quei gruppi che, pur in dissenso, hanno animato il nostro dibattito...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Pollastrini.

  BARBARA POLLASTRINI, Relatrice.. .. perché penso e spero sempre che domani ci si possa incontrare, quando in discussione ci sono cose come i diritti umani, che sono fondamentali per la nostra discussione. E grazie – sto concludendo signor Presidente – alla sottosegretaria e al sottosegretario, che hanno dato il loro contributo in Aula e precedentemente in Commissione. (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Coordinamento formale – A.C. 1658-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

Pag. 86

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1658-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 1658-A:
   «Disposizioni in materia di protezione dei minori stranieri non accompagnati».

  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 68) (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Seguito della discussione delle mozioni Fedriga ed altri n. 1-01287, Dadone ed altri n. 1-01401, Andrea Maestri ed altri n. 1-01405, Carnevali, Binetti, Monchiero ed altri n. 1-01406 e Rampelli ed altri n. 1-01409 concernenti iniziative a sostegno dei cittadini colpiti dalla crisi economica, anche in relazione alle risorse attualmente destinate all'accoglienza dei migranti extracomunitari (ore 18,57).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Fedriga ed altri n. 1-01287, Dadone ed altri n. 1-01401, Andrea Maestri ed altri n. 1-01405, Carnevali, Binetti, Monchiero ed altri n. 1-01406 e Rampelli ed altri n. 1-01409 concernenti iniziative a sostegno dei cittadini colpiti dalla crisi economica, anche in relazione alle risorse attualmente destinate all'accoglienza dei migranti extracomunitari (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  Avverto che dopo la discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 24 ottobre 2016, sono state presentate le mozioni Andrea Maestri ed altri n. 1-01405, Carnevale, Binetti, Monchiero ed altri n. 1-01406 e Rampelli ed altri n. 1-01409 che sono già state iscritte all'ordine del giorno. Avverto, altresì, che in data odierna è stata presentata la mozione Ravetto ed altri n. 1-01411. Il relativo testo è in distribuzione (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  Avverto, infine, che la mozione Carnevale, Binetti, Monchiero ed altri n. 1-01406 è stata sottoscritta, tra gli altri, anche dal deputato Abrignani che, con il consenso degli altri sottoscrittori, ne diventa il terzo firmatario.

(Parere del Governo)

  PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.
  Prego, sottosegretario. Colleghi, per favore, un po’ di silenzio, così capiamo quali sono i pareri.

  MASSIMO CASSANO, Sottosegretario di Stato al Lavoro e alle politiche sociali. Grazie, Presidente. Per quanto riguarda la mozione Fedriga ed altri n. 1-01287, sulle premesse il parere è contrario e sull'impegno il parere è contrario.
  Per quanto riguarda la mozione Dadone ed altri n. 1-01401, sulle premesse, il parere è contrario; sul primo impegno, il parere è favorevole; sul secondo, il parere è contrario. Per quanto riguarda la mozione Andrea Maestri ed altri n. 1-01405, sulle premesse, il parere è favorevole; sul primo impegno c’è una riformulazione: «a valutare la possibilità di stanziare nel prossimo disegno di legge di bilancio ulteriori risorse volte a sostenere l'economia e la ripresa economica di tutti i nuclei familiari residenti nel territorio italiano in difficoltà, senza introdurre elementi di discriminazione». Sull'altro impegno il parere è favorevole con la seguente riformulazione: «a proseguire nelle politiche di sostegno e di aiuto finanziario in favore delle categorie più bisognose». Sul terzo e ultimo il parere è contrario.
  Per quanto riguarda la mozione Carnevali, Binetti, Monchiero ed altri n. 1-01406, sulle premesse il parere è favorevole; Pag. 87sul primo impegno c’è una riformulazione: «a proseguire nel rafforzamento degli strumenti di contrasto della povertà e del disagio sociale, a cominciare dal prossimo disegno di legge di bilancio, favorendo, per quanto riguarda di competenza, una rapida conclusione dell'iter parlamentare dell'esame del disegno di legge di delega che introduce il reddito di inclusione come misura nazionale di contrasto alla povertà». L'altro impegno: «a valutare l'opportunità (...)», parere favorevole; l'altro impegno, ancora: «a valutare la possibilità di sperimentare (...)» parere favorevole; al quarto impegno c’è una riformulazione: «a valutare la possibilità di rafforzare il sistema degli ammortizzatori sociali a favore dei lavoratori coinvolti in crisi aziendali nei settori e nei territori maggiormente colpiti dalla crisi economica». Per quanto riguarda l'impegno successivo c’è una riformulazione: «a verificare la possibilità di potenziare, con adeguate risorse, gli interventi a favore delle politiche attive di ricollocamento e a favore dei centri per l'impiego, al fine di renderli sempre più efficaci nell'azione di sostegno ai disoccupati nella ricerca di occupazione».
  Per quanto riguarda la mozione Rampelli ed altri n. 1-01409, sulle premesse, il parere è contrario; sul primo, secondo, terzo, quarto, quinto, sesto e settimo impegno il parere è contrario; per quanto riguarda gli ultimi due, il parere è favorevole.
  Per quanto concerne la mozione Ravetto ed altri n. 1-01411, sulle premesse, il parere è contrario; sull'impegno c’è una riformulazione: «a proseguire nel rafforzamento degli strumenti di contrasto della povertà e del disagio sociale, a cominciare dal prossimo disegno di legge di bilancio, favorendo per quanto riguarda di competenza una rapida conclusione dell'iter parlamentare dell'esame del disegno di legge di delega che introduce il reddito di inclusione come misura nazionale di contrasto alla povertà». Per quanto riguarda l'altro impegno c’è una riformulazione: «ad adottare ogni iniziativa volta a richiedere ed ottenere un impegno fattivo e responsabile degli Stati dell'Unione europea per l'applicazione piena del principio di solidarietà tra gli Stati membri nella condivisione delle politiche di accoglienza, con particolare riferimento al contributo economico da parte dell'Unione europea. Sull'altro impegno ancora il parere è favorevole con la seguente riformulazione: «ad adoperarsi per la promozione di ogni iniziativa volta a far sì che i comuni abbiano risorse e mezzi sufficienti per far fronte alle questioni legate all'accoglienza dei migranti». Sull'ultimo, il parere è contrario.

(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto. Allora, colleghi, io direi di procedere così, mi risulta che ci dovrebbe essere un accordo tra i gruppi per un contenimento degli interventi a cinque minuti, ovviamente, mi rivolgo ai delegati d'Aula. Come sempre, ovviamente, io segnalo, a un minuto dalla fine dei cinque minuti, e, come sempre, ovviamente, è un accordo al vostro interno, perché, come sapete, il Regolamento prevede che si può intervenire per dieci minuti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rampelli, però presumo che sia lei, onorevole La Russa, che interviene sulla mozione. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Siccome non ci sono sempre in Aula...

  PRESIDENTE. Però, quando c’è è ben visibile. La ascoltiamo volentieri.

  IGNAZIO LA RUSSA. L'importante è il tempismo dell'esserci quando serve. Presidente, riguardo al parere del Governo, chiedo, innanzitutto, che sia votata separatamente la parte su cui il Governo si è dichiarato a favore della mozione Rampelli, rispetto alla parte su cui si è dichiarato contrario. Credo che nella sintesi necessaria, visti i tempi, non ci sia bisogno, da parte mia, di sottolineare in maniera particolare le ragioni di questa nostra Pag. 88mozione, ragioni che appaiono ictu oculi ragionevoli sol che la si legga. Pertanto, vi raccomando di farlo.

  PRESIDENTE. Pregherei di lasciare liberi i banchi del Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santerini. Ne ha facoltà.

  MILENA SANTERINI. Presidente, questa sera siamo qui per votare alcune mozioni. In particolare, quelle che hanno dato l'avvio a questa discussione propongono di stornare parte delle risorse destinate all'aiuto dei profughi per sostenere una categoria di cittadini definiti vittime della crisi economica. Non possiamo non notare i troppi punti deboli di questa tesi, quindi, dichiaro a nome del mio gruppo l'adesione solo a quelle mozioni che dicono il contrario di questa tesi e cioè che non vanno messi in concorrenza gli aiuti ai cittadini italiani e quelli a coloro che vengono da altri Paesi. È importante, lo sappiamo bene, creare, come è stato chiesto da tutti, un maggiore coordinamento tra i comuni che accolgono i profughi, a livello italiano, e, a livello europeo, naturalmente, richiamare l'Europa a una più grande responsabilità verso questo enorme onere che si è assunto l'Italia. Ma, allora, bisogna che davvero tutti i comuni diano disponibilità, anche quelli con giunte – penso, appunto, a giunte, magari, a guida della Lega – che invece rifiutano di accogliere i profughi. L'accoglienza diffusa funzionerà solo se tutti collaborano, ma se cominciamo, ad esempio, a mettere il veto a strutture già pronte, come quelle del campo base Expo di Milano, obbligheremo il Governo ad approntare altre sistemazioni più costose e, quindi, spenderemo di più. Dobbiamo poi ricordare che gran parte dei fondi usati per aiutare i profughi non sono stanziati direttamente dal Governo, ma vengono dai fondi europei e non possono essere usati altro che per chi fugge da guerre e da povertà, penso al Fondo europeo per l'integrazione dei cittadini di Paesi terzi, al Fondo europeo per i rifugiati, quello per i rimpatri o per le frontiere esterne. Inoltre, vorrei dire che alcune politiche di integrazione andrebbero portate avanti anche senza l'arrivo di nuovi profughi, per integrare quelli che sono già sul territorio e una volta che queste politiche sono attive costa molto poco, vorrei dire ai colleghi, ampliarle per aggiungere altre persone, per accogliere altri. Numerosi comuni, inoltre, grazie ai fondi SPRAR, già promuovono la ristrutturazione di strutture, di immobili che, una volta che i profughi li lasceranno, resteranno come un valore aggiunto in città. Già ora, i fondi per i profughi, se usati appropriatamente, possono dare ricchezza anche ai cittadini italiani e, infatti, i comuni più attenti ai profughi sono anche quelli che promuovono maggiormente politiche che aiutano i cittadini italiani, ad esempio il comune di Milano che ha fatto un'accoglienza di circa 75.000 transitanti nelle strutture, ma ha fatto anche il bonus bebé, ha aiutato gli anziani con il bonus badante, i servizi per chi cerca lavoro e così via. Invece, sono i comuni che gestiscono male l'immigrazione che spesso abbinano anche cattivi servizi per gli italiani. Pensiamo alla pessima proposta dei cosiddetti medici spia, che avrebbero dovuto negare agli stranieri l'accesso ai servizi sanitari, li avrebbero quindi indotti a non andare al pronto soccorso e, quindi, con il rischio di diffondere malattie tra gli italiani. Più in generale, non si può continuare a ignorare che chi arriva in Italia da altri Paesi e si integra è, per il nostro Paese, una straordinaria risorsa, anzitutto sul piano demografico. È chiaro che dal punto di vista del welfare, in una prima fase l'immigrazione può creare una certa sofferenza, ma è sulla media e lunga durata una straordinaria ricchezza. Pensiamo alla ricchezza prodotta dagli stranieri in termini di valore aggiunto – 127 miliardi nel 2015 – e la produttività, perché il tasso di occupazione degli stranieri è nettamente maggiore di quello degli italiani; ai contributi pensionistici versati dagli stranieri occupati, perché nel 2014 i contributi previdenziali hanno raggiunto 10,9 miliardi. E naturalmente in questo senso la Fondazione Moressa ha calcolato che i contributi Pag. 89ai lavoratori stranieri equivalgono a 640 mila pensioni italiane. Concludo, Presidente, dicendo che non esistono due società, quella degli italiani e quella degli stranieri, con la prima che sostiene la seconda. Esiste un solo tessuto sociale di cui gli stranieri fanno parte. E come sappiamo, in questo momento, non è soltanto – lo abbiamo appena detto per i minori non accompagnati – una questione di civiltà, è anche un non mettere in contraddizione e in competizione queste due categorie di cittadini, è anche una questione di sviluppo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monchiero. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI MONCHIERO. Presidente, avendo noi sottoscritto la mozione di maggioranza che cerca di esprimere delle indicazioni positive, sia per quanto riguarda il miglioramento dell'accoglienza degli stranieri, sia per quanto riguarda le misure di sostegno ai nuovi poveri italiani, non posso che annunciare il voto favorevole a questa mozione.

  PRESIDENTE. Avverto che la mozione Rampelli ed altri n. 1-01409 è stata sottoscritta dal deputato Palese, che, con il consenso degli altri sottoscrittori, ne diventa il secondo firmatario. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Abrignani, che però non vedo in Aula. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mottola. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. Chiedo di poter consegnare l'intervento.

  PRESIDENTE. Sta bene. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Vede, noi non ci aspettavamo un altro giudizio da parte del Governo, se non quello che abbiamo sentito rappresentato oggi...

  PRESIDENTE. Attenda, onorevole Rondini... attenda... se disturbiamo, possiamo interrompere la seduta... onorevole Grassi... grazie. Prego, onorevole Rondini.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Dicevo che non ci aspettavamo un altro parere da parte del Governo se non quello che abbiamo ascoltato, e cioè un parere negativo su una mozione che, in realtà, non fa nient'altro che andare incontro a quelle che sono le richieste di tanti, tanti primi cittadini, che oggi si confrontano sul territorio con situazioni che voi, che questo Governo ha provocato. Noi nella premessa sottolineiamo che c’è una congiuntura economica sicuramente non favorevole ai cittadini, alle famiglie e anche agli enti locali e ai comuni, nonostante i dati forniti dal Governo, quei dati che ci raccontano una ripresa economica che è lontana da quella realtà che ci riporta, in realtà, alla constatazione di un diffuso disagio sociale, unito alla congiuntura economica che sicuramente ha colpito e continua a colpire i cittadini. Ce lo dicono i dati relativi allo stato di povertà assoluta, che colpiscono circa 4 milioni e mezzo di cittadini italiani.
  Talvolta in quello stato vi sono precipitate persone...

  PRESIDENTE. Perdoni se la devo interrompere ancora, onorevole Rondini, bisogna che il Governo sia lasciato... onorevole Ravetto, non è che c’è un rapporto preferenziale col sottosegretario... prego, onorevole Rondini.

  MARCO RONDINI. ... e i numeri di chi si ritrova oggi in uno stato di povertà assoluta (Commenti)... c’è il terremoto ?

  PRESIDENTE. Concludiamo, onorevole Rondini, cerchiamo di stringere.

  MARCO RONDINI. Questa congiuntura economica è aggravata soprattutto e in particolare per gli enti locali anche dall'emergenza immigrazione, il cui costo è scaricato anche ed in particolare sulle spalle dei primi cittadini. Do brevemente Pag. 90alcuni numeri che fotografano una situazione totalmente fuori controllo: nel 2014 sono arrivati via mare più di 170 mila immigrati, nel 2015 circa 155 mila e nel 2016 siamo già sui 150 mila arrivi, 150 mila sbarchi. Ebbene, tutte queste persone, poi simpaticamente alloggiate, grazie all'intervento ineffabile di questo Governo, magari non avendone diritto, all'interno del variegato mondo dell'accoglienza. Un variegato mondo dell'accoglienza che ha più volte anche attirato le attenzioni, giustamente, dalla magistratura, che ha visto, nel sistema che avete impiantato, un sistema criminogeno, e poi l'esito di alcune inchieste lo ha dimostrato. Ebbene, nonostante voi abbiate creato quella congiuntura economica nella quale versa buona parte dalla popolazione italiana, nonostante i continui tagli agli enti locali e nonostante gli enti locali siano i primi attori che si devono confrontare con una situazione molto grave sul territorio, scaricate sulle spalle degli enti locali anche il problema dell'accoglienza degli immigrati. Oggi noi, con questa nostra mozione, andavamo semplicemente a chiedere che fosse sostenuta l'iniziativa dei sindaci, finalizzata a un riconoscimento ufficiale delle vittime della crisi economica, mettendo in atto le dovute iniziative per la presa in carico di questa particolare categoria, stornando parte delle risorse necessarie da quelle destinate all'assistenza degli extracomunitari richiedenti protezione umanitaria.

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Rondini.

  MARCO RONDINI. Io concludo, ricordando semplicemente che ancora, nel 2016, avete previsto di spendere oltre 4 miliardi di euro per l'accoglienza e magari faticate a trovare e a rintracciare i fondi da dare ai sindaci per affrontare la situazione nella quale li costringete e nella quale avete costretto buona parte dalla popolazione italiana.

  PRESIDENTE. Colleghi, la ragione del movimento che c’è stato prima è che sembra che ci sia stata una scossa di terremoto che è stata avvertita anche in Aula. Pertanto suggerirei, andando avanti tranquillamente con i lavori, che, se siamo più stringenti, chiudiamo la seduta così risolviamo anche il problema di chi magari vive giustamente con uno stato di ansia questa situazione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Oggi sembra proprio che sia la giornata in cui siamo chiamati a riflettere sul problema dei migranti. Prima l'abbiamo fatto mettendoci dal punto di vista dei minori, ora lo facciamo mettendoci dal punto di vista degli italiani e, soprattutto, di quella fascia degli italiani che sembra che abbiano accusato più e più intensamente la crisi economica. La domanda di fondo che si cela dietro questa mozione è: la crisi che ha colpito l'Italia e il fenomeno migratorio rappresentano una congiuntura, che può trovare delle sinergie che vadano, vuoi a vantaggio del Paese, vuoi a vantaggio di persone che vengono da situazioni e da condizioni disastrate ? La risposta che noi diamo a questa domanda, volutamente breve, dato anche l'evento sismico che ci minaccia, è questa: la ripresa in Italia c’è, la crisi italiana sembra che stia avviandosi verso una mitigazione, ma questa ripresa è talmente rallentata che ogni tanto qualcuno fa fatica ad accorgersene. Davanti a questa misura, che è una misura di grande disagio e di grande sofferenza, bisogna riconoscere al Governo di aver fatto una serie di tentativi positivi per garantire le fasce più deboli, per ridurre il gap che c’è, il divario sociale e, in qualche modo, per aver cercato sempre di includere anche i migranti. Peccato che su questo l'Europa non abbia saputo mantenere le sue promesse, ci abbia lasciato troppo spesso soli. Con tutto ciò va dato atto al Governo, al Parlamento, ma anche all'intero Paese, di non aver mai rinunciato ad avere un atteggiamento positivo ed inclusivo. Poi che sulla nostra pelle ci siano i segni della crisi economica, è un fatto da cui speriamo di riuscire a venir fuori nel miglior Pag. 91modo possibile, anche grazie a una auspicabile legge di bilancio che possa davvero offrire risposte concrete a fasce deboli a tutto campo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.

  ROBERTO OCCHIUTO. Il gruppo di Forza Italia chiede l'autorizzazione a consegnare la dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. È autorizzato. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Grazie Presidente. Con questa mozione si intende intervenire in modo radicale su due problemi importanti che stanno riguardando la nostra nazione. Il primo è quello dell'immigrazione sul quale probabilmente si sta facendo molto poco. Il secondo è quello della povertà dilagante. Questi due problemi insieme rappresentano combustibile e comburente di un processo molto simile a quello di un incendio; il processo è quello dello scontro sociale e purtroppo vi è anche l'innesto, quella scintilla impazzita, rappresentata dalle scelte della maggioranza e del Governo. Questa scintilla impazzita sono le realizzazioni di interventi che nulla riescono a fare nel risolvere sia il problema dell'immigrazione, sia il problema della povertà. Noi abbiamo proposto più volte di risolvere entrambi i problemi con atti formali e concreti. Sull'immigrazione abbiamo proposto più volte l'assunzione di 15.000 persone, di mediatori sociali, in modo da riuscire a velocizzare il processo di identificazione e le richieste di asilo di chi arriva nel nostro Paese. Abbiamo chiesto più volte di rivedere i trattati internazionali, i regolamenti, soprattutto Dublino 3, sulla ripartizione in quote degli immigrati. Abbiamo più volte chiesto di intervenire sul fatto che attualmente l'immigrazione rappresenta un vero business per le cooperative, che attualmente si impegnano quasi esclusivamente nel reperire le risorse e poco fanno per riuscire a soddisfare i bisogni, le esigenze di queste persone che arrivano in Italia in cerca di una speranza. Ebbene, Presidente, questa è la situazione per quanto riguarda l'immigrazione.
  Sulla povertà dilagante, mi vien da ricordare un dato sulla povertà assoluta: dal 6,8 per cento del 2014 della popolazione si è passati al 7,6 per cento di popolazione in povertà assoluta. Ebbene siamo quasi a un punto percentuale di cittadini in più che sono in povertà assoluta rispetto l'anno scorso e se non mi sbaglio vuol dire che praticamente si parla di 600 mila persone in più che quest'anno sono in povertà assoluta, che vuol dire non avere la possibilità di accedere alle risorse necessarie per riuscire a far fronte all'esistenza della propria persona. Presidente, il Governo su queste due cose non sta facendo assolutamente nulla, se non cercare di portare avanti quel disegno rappresentato dalla delega contro la povertà. Quel disegno di legge delega contro la povertà dobbiamo capire, tutti i cittadini italiani devono capire, che è una misura parziale, superficiale, è un approccio alla tematica veramente insoddisfacente per riuscire a soddisfare i bisogni di queste persone. È innanzitutto necessario risolvere almeno un problema e qui noi proponiamo di attuare in modo integrale il reddito di cittadinanza. Lo abbiamo proposto più volte, in ogni sede, e attualmente è fermo al Senato. Reddito di cittadinanza vuol dire 17 miliardi utili per l'integrazione del reddito. Servono 17 miliardi per riuscire a far ripartire i centri per l'impiego. Servono 17 miliardi per riuscire a dare una soluzione concreta al problema di queste persone. Questo Governo non ci vuole dare retta e ancora oggi assistiamo, purtroppo, in modo inesorabile, al fatto che vogliono votare ancora «no» al nostro punto riferito alla risoluzione di almeno questo problema (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Colleghi, a conferma di quello che dicevo prima, ma sempre ovviamente con tranquillità, vi è stata una forte scossa di terremoto che è stata Pag. 92avvertita anche a Roma. L'epicentro è stato localizzato tra Terni e Perugia, la magnitudo preliminarmente rilevata è di 5,4 sulla scala Richter. Questa è la notizia e ovviamente noi ci auguriamo che non ci siano problemi e che non ci siano soprattutto danni né a cose, né a persone. Vedremo poi ovviamente che cosa accadrà.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giuseppe Guerini. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE GUERINI. Grazie Presidente. Ovviamente mi ero preparato una dichiarazione di voto diametralmente opposta a quella che mi appresto a fare, a riassumere. Quindi, mi limito semplicemente a dire che il nostro gruppo rifiuta questa contrapposizione artificiosa e sterile fra poveri italiani e migranti. Non sono solo parole, ma la testimonianza concreta di quello che sto dicendo sono gli stanziamenti nella prossima legge di bilancio per i comuni che ospitano migranti, che non saranno vincolati all'accoglienza dei migranti, ma che potranno utilizzare come meglio ritengono per il contrasto alla povertà. Detto questo, chiedo l'autorizzazione a consegnare il mio intervento.

  PRESIDENTE. È autorizzato. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse delle votazioni precedenti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Fedriga ed altri n. 1-01287, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 69).

  Passiamo alla votazione della mozione Dadone ed altri n.1-01401. Avverto che i presentatori ne hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare le parti su cui il Governo ha espresso parere favorevole, distintamente da quelle su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dadone ed altri n.1-01401, limitatamente alla premessa e al secondo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dadone ed altri n.1-01401, limitatamente al primo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 71).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Andrea Maestri ed altri n.1-01405, come riformulata su richiesta del Governo, su cui Governo espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 72).

Pag. 93

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Carnevali, Binetti, Abrignani, Monchiero ed altri n. 1-01406, come riformulata su richiesta del Governo e su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 73).

  Passiamo alla votazione della mozione Rampelli, Palese ed altri n. 1-01409. Avverto che i presentatori ne hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare le parti su cui il Governo ha espresso parere favorevole distintamente da quelle su cui ha espresso parere contrario.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rampelli, Palese ed altri n. 1-01409 limitatamente alla premessa e ai capoversi 1, 2, 3, 4, 5, 6 e 7 del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 74).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rampelli, Palese ed altri n. 1-01409, limitatamente ai capoversi 8 e 9 del dispositivo, per quanto non assorbiti dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 75).

  Passiamo alla votazione della mozione Ravetto ed altri n. 1-01411. Avverto che i presentatori non hanno accettato la riformulazione proposta dal Governo e pertanto il parere deve intendersi contrario alla mozione nella sua interezza.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Ravetto ed altri n. 1-01411, su cui il parere del Governo è contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 76).

Sui lavori dell'Assemblea.

  PRESIDENTE. Avverto che nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame del disegno di legge n. 4080 recante disciplina del cinema e dell'audiovisivo.
  Avverto, inoltre, che con riferimento allo svolgimento di interpellanze urgenti previste per la seduta di venerdì 4 novembre, il termine per la presentazione è differito a mercoledì 2 novembre alle ore 12.

Interventi di fine seduta (ore 19,30).

  FEDERICO D'INCÀ. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FEDERICO D'INCÀ. Presidente, lunedì 24 ottobre, gli studenti del Comelico del Cadore si sono ritrovati davanti all'Ufficio scolastico provinciale di Belluno per rivendicare il loro diritto allo studio; un diritto che sembra sempre più in pericolo in un'area, come quella montana, poco appetibile per i docenti. A un mese e mezzo dall'inizio dell'anno scolastico, in alcune classi, soprattutto nella parte alta della provincia di Belluno, non sono state Pag. 94ancora coperte alcune cattedre. La protesta è partita venerdì scorso da Santo Stefano, con gli studenti dell'Istituto tecnico economico (ITE) e dell'IPSIA saliti in municipio per chiedere il supporto del sindaco Alessandra Buzzo. Lo stesso sindaco ha chiamato l'Ufficio scolastico e chiesto un incontro con il dirigente scolastico. Quindi, lunedì i giovani bellunesi hanno protestato chiedendo: dov’è la buona scuola ? In montagna la scuola è un diritto, fateci avere di professori. Queste le frasi scritte sugli striscioni e mostrate dai ragazzi per rivendicare i loro diritti. Presidente, lo ripeto, perché deve essere chiaro: in queste scuole di montagna, da quasi due mesi dall'inizio delle lezioni, non sono ancora presenti i docenti. All'ITE mancano i professori di economia aziendale, di matematica, di fisica, di diritto ed economia politica. In questo momento gli studenti sono occupati guardando film e seguendo le materie dei docenti presenti. Voglio sottolineare la situazione di chi deve fare l'esame di Stato: questo ritardo è preoccupante e gli studenti si chiedono come faranno a recuperare il tempo perso. All'IPSIA vi sono sette docenti in meno nelle prime; al secondo anno la situazione non va meglio: mancano sei professori su un totale di dodici materie. Questa situazione deve essere risolta al più presto, non possiamo credere che un Paese come l'Italia non sia in grado di garantire il diritto allo studio ai nostri giovani. Chiedo che il Ministro dell'istruzione, Stefania Giannini, intervenga immediatamente. Grazie, Presidente.

Ordine del giorno della prossima seduta.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

  Mercoledì 2 novembre 2016, alle 10,30:

  1 – Discussione sulle linee generali del disegno di legge:
   S. 2287 – Disciplina del cinema e dell'audiovisivo (Approvato dal Senato) (C. 4080).
   e dell'abbinata proposta di legge: SAMMARCO (C. 3181).
  – Relatrice: Bonaccorsi.

  2. – Discussione sulle linee generali della mozione Centemero e Brunetta n. 1-01357 concernente iniziative per celebrare il 90o anniversario dell'assegnazione del premio Nobel a Grazia Deledda.
  (ore 15,30).

  3. – Seguito della discussione del disegno di legge:
   S. 2287 – Disciplina del cinema e dell'audiovisivo (Approvato dal Senato) (C. 4080).
   e dell'abbinata proposta di legge: SAMMARCO (C. 3181).
  – Relatrice: Bonaccorsi.

  4. – Seguito della discussione della mozione Centemero e Brunetta n. 1-01357 concernente iniziative per celebrare il 90o anniversario dell'assegnazione del premio Nobel a Grazia Deledda.

  La seduta termina alle 19,35.

TESTO DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA, ROBERTO OCCHIUTO E GIUSEPPE GUERINI (MOZIONI CONCERNENTI INIZIATIVE ACCOGLIENZA MIGRANTI EXTRACOMUNITARI).

  GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA (Dichiarazione di voto – Mozioni concernenti iniziative accoglienza migranti extracomunitari) Gentile Presidente, onorevoli colleghi, L'impatto dell'immigrazione sulla sostenibilità dei sistemi di welfare dei paesi di destinazione delle migrazioni è divenuto da tempo un tema ricorrente nel dibattito pubblico.Pag. 95
  La crisi economico-finanziaria iniziata nel 2008 ha acutizzato ulteriormente i termini di un confronto che nel nostro paese, in particolare nel mondo politico e istituzionale, viene a volte dipanato in modo demagogico.
  Gli effetti negativi e controproducenti di una tematizzazione distorta del rapporto tra immigrazione e welfare portano a far si che si tenda ad ampliare quella parte di opinione pubblica che identifica i cittadini stranieri come soggetti «competitori» sul piano della titolarità dei diritti sociali di cittadinanza dai quali occorre in un certo modo «difendersi»: istruzione, sanità, pensioni, assistenza sociale diventano così per loro, diritti che devono essere garantiti «prima» ai cittadini nazionali.
  L'atteggiamento della popolazione autoctona nei confronti dei cittadini stranieri è fortemente condizionato quindi dal modo in cui viene percepito il loro contributo fiscale.
  È infatti opinione diffusa che la presenza di cittadini stranieri provenienti da paesi a forte pressione migratoria abbia conseguenze negative sul bilancio pubblico.
  Come riportato nell'ultimo rapporto dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse) sulle migrazioni, in base ad alcuni recenti sondaggi, circa il 50% dei cittadini in Canada e in Europa ritiene che i migranti beneficino di beni e servizi di welfare e sanitari più di quanto contribuiscono con le tasse e, convinzioni analoghe sono state riscontrate, in proporzioni più elevate, anche negli Stati Uniti.
  La questione se i migranti siano contribuenti netti o soltanto beneficiari delle finanze pubbliche è controversa: analisi non distorte del contributo netto dei migranti alle finanze pubbliche sono quindi necessarie per fondare il dibattito su dati realistici e concreti e, di conseguenza, per disegnare politiche dell'immigrazione all'insegna di un approccio più corretto.
  In ogni caso, quando si osserva che i cittadini stranieri hanno una posizione fiscale più favorevole rispetto a chi possiede la cittadinanza del paese di residenza è perché i primi pagano meno tasse e contributi rispetto ai secondi, a causa delle inferiori retribuzioni.
  Un altro fattore chiave è la composizione anagrafica della popolazione straniera che tende a essere più giovane rispetto a quella della popolazione autoctona e di conseguenza, allo stato attuale, beneficia meno della spesa pensionistica e sanitaria.
  Analogamente, le differenze nella composizione della popolazione straniera rispetto al motivo della migrazione (lavorativo, famigliare, umanitario) generano situazioni differenti nei vari paesi, così come la diversa strutturazione dei sistemi di welfare.
  Troppo spesso il successo o l'insuccesso dei percorsi di inserimento dei migranti nella società italiana è stato (ed è) identificato prioritariamente con la ricorrenza di due condizioni: la permanenza legale sul territorio (il possesso di un titolo di soggiorno) e la titolarità di un rapporto di lavoro. Sebbene, naturalmente, questi costituiscano due elementi molto importanti, non possono però essere considerati sufficienti.
  Le «politiche di inclusione» dovrebbero rinviare a una pluralità di programmi e di interventi finalizzati a garantire alla persona straniera la pari opportunità di trattamento ed il pieno godimento dei diritti di cittadinanza intervenendo in molteplici ambiti: l'accesso non subalterno al mercato del lavoro (magari facilitando l'accesso all'orientamento, alla formazione, alla qualificazione professionale), ma anche l'inserimento sociale (diritto all'istruzione, alla salute, all'abitazione, all'assistenza sociale), la partecipazione politica (diritto di voto attivo e passivo, almeno amministrativo) e, infine, la semplificazione dell'accesso alla cittadinanza formale.
  In sintesi le politiche e gli interventi pubblici in questo campo dovrebbero porre le basi per un inserimento non subalterno né passivo del cittadino straniero nella società, cessando di identificarlo solo come un lavoratore da accogliere Pag. 96o da respingere a seconda delle fluttuazioni del mercato del lavoro e riconoscendolo come persona che ha diritto, al pari dei cittadini italiani, ad una vita dignitosa.
  A oggi l'Italia mostra ancora un quadro a macchia di leopardo, disegnato in misura significativa dal diverso grado di sensibilità politica e sociale delle amministrazioni regionali e locali che governano le varie aree del paese. Ciò è in grande parte determinato dal fatto che la legge attribuisce le principali competenze in materia di accoglienza e di inclusione sociale dei cittadini stranieri agli enti locali, mentre il sistema di coordinamento delle politiche a livello nazionale denota ancora una certa fragilità.
  Non vi è dubbio quindi che ci siano difficoltà anche in quei Comuni che vogliono programmare gli interventi di mediazione culturale, dei servizi sociali o di prevenzione, per l'assenza dei dati relativi ai flussi migratori ovvero per il ritardo con cui ne vengono in possesso, quando il fenomeno si è già manifestato in tutta la sua forza.
  La gestione della posizione amministrativa dei cittadini stranieri è uno strumento importante per le politiche del territorio, necessario affinché l'Ente Locale possa monitorare in tempo reale l'evoluzione locale del movimento migratorio.
  Solo in questo modo i comuni possono restituire efficacia alle politiche del territorio (scuola, sicurezza, accoglienza), messe in crisi anche e soprattutto dalle repentine trasformazioni dei fenomeni migratori.
  L'esplosione di micro conflitti a livello locale e la variabilità delle risposte da parte dei territori sono fenomeni che possono essere contenuti solo se investiamo nella costruzione di un tessuto comune dell'apparato amministrativo locale.
  Esso non va dato per già esistente ma va invece costruito con la convinzione che da qui passa un pezzo del senso di appartenenza alla comunità e il rafforzamento della coesione sociale di un territorio.
  Scelta Civica verso Cittadini per l'Italia oltre ad aver sottoscritto la mozione a prima firma Carnevali, voterà favorevolmente a tutte le mozioni che andranno in questa direzione.

  ROBERTO OCCHIUTO (Dichiarazione di voto – Mozioni concernenti iniziative accoglienza migranti extracomunitari). Signor Presidente, Onorevoli colleghi, in Italia – secondo i più recenti dati Istat – vivono in uno stato di povertà 1 milione 582 mila famiglie, un totale di quasi 4,6 milioni di individui. Si tratta del numero più alto dal 2005 ad oggi; e si tratta, parlando di povertà assoluta, della forma più grave di indigenza, quella di chi non riesce ad accedere a quel paniere di beni e servizi necessari per una vita dignitosa.
  Le situazioni più difficili sono quelle vissute dalle famiglie del Mezzogiorno, dalle famiglie con due o più figli minori, dai nuclei il cui capofamiglia è in cerca di un'occupazione o operaio e dalle nuove generazioni. La persistente crisi del lavoro sta penalizzando soprattutto giovani e giovanissimi in cerca «di una prima/nuova occupazione», e gli adulti rimasti senza un impiego.
  Oggi il fenomeno ha quindi un'estensione diversa, e riguarda anche giovani coppie con più figli, cinquantenni che hanno perso il lavoro, padri e madri separate, anche e soprattutto al Nord.
  Accanto al disagio di coloro che in modo transitorio, persistente – o nei casi più gravi cronico-sperimentano delle difficoltà legate alla mancanza di reddito e/o di lavoro, coesistono le situazioni più estreme vissute da chi, costretto a fuggire dal proprio Paese, soggiorna in Italia in condizioni drammatiche.
  L'emergenza legata al fenomeno migratorio, che cresce ogni anno – nel 2016 si contano per il momento 153.450 arrivi, un dato che supera di 1.300 persone il totale segnato lo stesso periodo del 2014, che alla fine, raggiungendo quota 170.000, diventò l'anno con il maggior numero di arrivi) ha determinato un aumento esponenziale dei costi di gestione dell'accoglienza. Il conto complessivo degli ultimi 6 anni supererebbe Pag. 97infatti gli 11 miliardi di euro, con una progressione impressionante: spenderemo nel 2016 cinque volte la cifra impegnata nel 2011, con un esborso per le casse dello Stato che arriverà a circa 4 miliardi di euro su base annua.
  Dinnanzi alla situazione drammatica in cui versa il Paese, e le migliaia di famiglie di cittadini italiani che vivono in condizioni di povertà, il Governo continua ad accettare di farsi carico del soccorso e dell'accoglienza dei migranti, in cambio di maggiore flessibilità da parte dell'Unione europea. Una contropartita pagata a caro prezzo, visto che l'Italia spende molto di più di quanto riceve, e offre ai partner europei l'idea di poter diventare un hot spot continentale in cambio di un po’ di flessibilità.
  L'Italia continua a sostenere il peso della gestione del fenomeno migratorio, senza avere riguardo dei pesanti oneri finanziari che ne conseguono, in particolare quelli gravanti sui comuni esposti alle conseguenze delle politiche di accoglienza – che destinano sempre meno risorse alle politiche sociali – e senza curarsi dei gravosi oneri sociali che ne derivano.
  D'altra parte, è assai carente l'implementazione di politiche sociali in grado di prevenire ed abbattere le condizioni di povertà; scarsa attenzione alle politiche per la famiglia, misure di contrasto alla disoccupazione giovanile per nulla efficaci. Persino l'impegno del Ministro Poletti – in riferimento al ddl di bilancio – di aumentare già dall'anno prossimo lo stanziamento (fino a 1,5 miliardi di euro) per avviare un piano nazionale contro l'indigenza assoluta, sembra essere slittato al 2018.
  Dinnanzi a questo quadro drammatico, con la nostra mozione intendiamo chiedere al Governo l'impegno concreto ad intervenire con politiche di crescita adeguate a superare l'attuale situazione economica che ha causato l'impoverimento delle famiglie italiane, e a prevedere una significativa ristrutturazione delle politiche per l'inclusione sociale e per il contrasto alla povertà, a partire da una maggiore attenzione alla primaria difesa della famiglia e dei bisogni della persona. Ciò che manca è una strategia integrata che assicuri un'interazione positiva delle misure economiche, sociali e dell'occupazione, assieme a risorse adeguate che vanno garantite all'interno della prossima legge di bilancio.
  Il Governo deve altresì lavorare a livello europeo – e questo non smetteremo mai di dirlo – per ottenere un impegno fattivo e responsabile degli Stati dell'Unione europea, per l'applicazione piena del principio di solidarietà tra gli Stati membri nella condivisione delle politiche di accoglienza, alla luce dell'assoluta inefficacia dei programmi di relocation finora attuati, con particolare riferimento al contributo economico da parte dell'UE.
  Sul fronte migratorio, è necessario altresì intraprendere ogni azione volta a far sì che i comuni abbiano risorse e mezzi sufficienti per far fronte alle questioni legate all'accoglienza dei migranti.
  Ad ogni modo, invitiamo il Governo ad una rivalutazione complessiva della gestione del fenomeno migratorio, con particolare riferimento ai costi. E lo invitiamo ad una rivalutazione complessiva soprattutto alla luce del bilancio delle politiche sociali portate avanti, al fine di prevedere una più equa distribuzione delle risorse disponibili. L'Italia non può fronteggiare da sola l'emergenza migratoria, e lasciare soli i nostri poveri.

  GIUSEPPE GUERINI (Dichiarazione di voto – Mozioni concernenti iniziative accoglienza migranti extracomunitari). Grazie signor Presidente, rappresentante dei Governo, colleghi.
  L'argomento delle mozioni oggi in discussione è il sostegno ai cittadini colpiti dalla crisi economica. Non stupisce quindi che durante la predisposizione della nostra mozione e anche in sede di discussione generale, il nostro gruppo si è giustamente concentrato sui dati, sui numeri della crisi e sui numerosi provvedimenti a favore degli strati più deboli della popolazione, delle fasce più duramente colpite Pag. 98dalla crisi che sono stati adottati da questo Governo e della maggioranza che lo sostiene.
  Sono stati ricordati i 600 milioni allocati per il Fondo Strutturale per il contrasto alla povertà, i provvedimenti di riordino della normativa in materia di indennità e integrazioni di reddito, finalizzati all'introduzione di un'unica misura nazionale di contrasto alla povertà. Abbiamo ridefinita ed esteso il Sostegno l'Inclusione Attiva, introdotto il bonus bebé e tutta una serie di altre misure puntualmente riportate nella mozione.
  Non vorrei però soffermarmi su questi aspetti e su questi dati, pur così rilevanti, e profondamente significativi del cambiamento di passo imposto ad un tema così delicato per la tenuta e la coesione sociale del nostro Paese.
  Vorrei invece considerare un altro numero, che è quello relativo ai richiedenti asilo attualmente ospitati nei nostri centri di accoglienza, che ammonta alla ragguardevole cifra di 160 mila persone. Il nostro Paese è chiamato ad uno sforzo notevolissimo nell'affrontare un fenomeno di così vasta portata e che ha motivazioni molteplici e molto complesse. Nella mozione della Lega Nord ci si chiede per quale motivo non si stornino le risorse investite nell'assistenza dei profughi a favore delle comunità locali e si lamenta la «mancata attivazione degli strumenti di respingimento ed espulsione previsti dall'ordinamento nazionale».
  Poi ha considerato anche un altro aspetto e cioè che la prima firma della mozione della Lega Nord è del capogruppo on. Fedriga e mi è sovvenuto un particolare, cioè che la stessa firma appare tra le altre di diversi deputati della Lega e di centrodestra riguardo ad un provvedimento della passata legislatura, contenuto nello scudo fiscale di Tremanti. Mi riferisca ovviamente al provvedimento di sanatoria con cui, nella passata legislatura, Lega e PD1 regolarizzarono circa 300mila cittadini irregolari, o se preferite «clandestini», direbbe qualche collega.
  Ebbene, ci viene richiesto oggi per quale motiva non procediamo al respingimento e al rimpatrio di persone, a cui l'Italia è tenuta a riconoscere la possibilità di chiedere la protezione internazionale e vi è tenuta in virtù della convenzione di Ginevra, della Carta Costituzionale e dell'ordinamento dell'Unione Europea e coloro che ci rivolgono questa domanda sono gli stessi che quando stavano al Governo, invece di approfittare dell'opportunità così propizia per attuare finalmente la loro politica migratoria, hanno deciso di fare le sanatorie.
  Vorrei ribadire questo aspetto e richiamare l'attenzione sul dato numerico: sono 1.60 mila le presenze attuali e c’è chi quotidianamente transita da uno studio televisivo all'altro ad urlare all'invasione e a declamare con convinzione stentorea «Prima gli italiani». A parte il fatto che io, più modestamente, mi accontenterei di «Prima l'italiano» inteso come lingua, visto che chi si erge a difensore delle nostre radici tradizioni e della nostra cultura poi sostiene che «migrante è un gerundio». Ma al di là di questo, quelli che urlano all'invasione di 160 mila extracomunitari sono gli stessi che, l'ultima volta che ne hanno avuto la possibilità, hanno regolarizzato 300mila extracomunitari.
  A questo punto la cosa ha iniziato davvero ad incuriosirmi e allora ho approfondito ulteriormente il contenuto della mozione della Lega: ci viene imputato di spendere «in media 35 euro al giorno per ogni richiedente ospitato» e quindi mi sono detto «Evidentemente loro erano più bravi e riuscivano ad essere più efficienti di noi». Ebbene, mi sbagliavo: il governo della destra spendeva 46 euro pro capite pro die, cioè circa il 30% in più di quanto fatto dall'attuale.
  Ho continuato nell'analisi della mozione e mi sono imbattuto nell'affermazione secondo cui «l'Italia è il Paese che rimpatria meno immigrati clandestini e che perdura il massiccio arrivo di immigrati agevolato dal permeabile confine marittimo italiano». E mi sono immaginato che quando invece c'era la Lega, allora sì che i confini erano impermeabili. Mi sbagliavo anche in questo caso Presidente: quando provarono a respingere in Libia Pag. 99un barcone al largo delle coste siciliane, l'Italia ottenne una condanna all'unanimità da parte della Corte Europea dei diritti dell'Uomo e fu costretta a pagare le conseguenti sanzioni.
  Visto che tre indizi fanno una prova, signor Presidente, mi sono fermato qui ma potremmo andare oltre e citare il Cara di Mineo e la fallimentare esperienza dell'Emergenza Nord Africa durante le primavere arabe.
  In sostanza, chi non ha saputo governare e ha fallito, ora si mette in cattedra e insegnai A questa stregua, dopo le lezioncine della Lega sull'immigrazione mi aspetto a brevissimo una lectio magistralis sulla parità di genere tenuta da Donald Trump.
  Come ripeto, mi fermo qui perché ho raggiunto la prova che coloro che ci vengono a criticare oggi per la gestione del fenomeno migratorio e per l'accoglienza di 160 mila profughi che il nostro Paese sta portando avanti con difficoltà ma anche con enorme generosità e dignità, dopo aver ottemperato a tutte le prescrizioni dei nostri partner europei, sono gli stessi che hanno regolarizzato centinaia di migliaia di irregolari, che hanno speso e sperperato le risorse pubbliche destinate all'accoglienza male e in abbondanza e che non hanno mai proposto, ora come allora, uno straccio di soluzione alternativa salvo dedicarsi al nobile sport di alimentare le tensioni e speculare sulla paura.
  Con discreti risultati, direi, visto che ieri, come è noto e come è stato ricordato da diversi colleghi, una ventina di donne e bambini richiedenti protezione si sono visti respinti dalle barricate di alcuni abitanti di un comune in provincia di Ferrara. Autorevoli esponenti della Lega hanno definito «eroi» gli edificatori delle barricate, nella vita di Galileo, Bertolt Brecht ci ricorda che è sventurato il Paese che ha bisogno di eroi e devo dire che se quelli sono i vostri eroi, noi ve li lasciamo tutti e volentieri, noi Presidente facciamo un mestiere diverso e con la schiena dritta e una serie di buone ragioni da spendere e far valere anche in seno all'Unione Europea ci stiamo incaricando di affrontare un tema epocale come quello delle grandi migrazioni.
  Accettiamo suggerimenti e consigli da tutti, ma da chi vuole unicamente lucrare qualche decimale in più di consenso politico a buon mercato, dopo aver miseramente fallito la prova del governo di questi fenomeni, chiediamo di non farci perdere tempo e di smetterla quanto meno di favorire un clima di guerra tra poveri, perché è proprio l'ultima cosa di cui questo Paese ha bisogno.
  Noi continueremo ad impegnarci affinché in questo Paese vengano tutelati i diritti umani e nessuno venga lasciato indietro, lavorando non per una sterile e artificiosa contrapposizione tra noi e loro, italiani e stranieri, ma per l'integrazione e il rispetto delle legittime istanze di tutti.
  Per questi motivi, annuncio il voto favorevole del mio gruppo alla nostra mozione.

Pag. 100

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
   nelle votazioni nn. 1, 30 e 31 il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 2 il deputato Rampi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 2 il deputato Preziosi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 3 i deputati Borghi e Bonomo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 4 il deputato Vargiu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 4 il deputato Gianluca Pini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nelle votazioni n. 4 e n. 5 il deputato Matarrese ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 5 il deputato Gianluca Pini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni dalla n. 5 alla n. 7 il deputato Rampelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 6 il deputato Da Villa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 8 la deputata Simoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 10 il deputato Micillo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 15 la deputata Albanella ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 16 la deputata Albanella ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni dalla n. 16 alla n. 43 la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare;
   nella votazione n. 17 le deputate Rotta e Stella Bianchi hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole;Pag. 101
   nelle votazioni dalla 17 alla n. 19 la deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 29 la deputata Oliaro ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 31 il deputato Massimiliano Bernini ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;
   nella votazione n. 45 il deputato Iacono ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nelle votazioni dalla n. 45 alla n. 47 il deputato Matarrese ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 53 la deputata Fabbri ha segnalato che non è riuscita a votare;
   nella votazione n. 58 la deputata Spessotto ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;
   nelle votazioni nn. 59 e 60 il deputato Pagani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 70 la deputata Dadone ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
   nelle votazioni nn. 71 e 72 il deputato Monchiero ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 76 il deputato Cristian Iannuzzi ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto astenersi dal voto.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Pdl 1658-A - manten. articolo 1 424 406 18 204 389 17 88 Appr.
2 Nom. Mantenim. articolo 2 424 405 19 203 387 18 86 Appr.
3 Nom. em. 3.1, 3.50 419 384 35 193 20 364 85 Resp.
4 Nom. em. 3.51 431 422 9 212 54 368 85 Resp.
5 Nom. articolo 3 440 407 33 204 383 24 85 Appr.
6 Nom. em. 4.1 440 401 39 201 22 379 85 Resp.
7 Nom. articolo 4 448 409 39 205 389 20 83 Appr.
8 Nom. em. 5.1 436 427 9 214 54 373 80 Resp.
9 Nom. em. 5.2 436 418 18 210 31 387 80 Resp.
10 Nom. em. 5.5 439 422 17 212 25 397 80 Resp.
11 Nom. em. 5.100 440 410 30 206 380 30 80 Appr.
12 Nom. em. 5.50 442 432 10 217 51 381 80 Resp.
13 Nom. em. 5.101 446 411 35 206 403 8 80 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 5.26 449 433 16 217 60 373 80 Resp.
15 Nom. em. 5.53 448 405 43 203 380 25 80 Appr.
16 Nom. em. 5.52 447 434 13 218 29 405 80 Resp.
17 Nom. articolo 5 440 428 12 215 379 49 80 Appr.
18 Nom. em. 6.1 432 394 38 198 24 370 80 Resp.
19 Nom. em. 6.100 436 397 39 199 375 22 80 Appr.
20 Nom. em. 6.13 443 419 24 210 22 397 80 Resp.
21 Nom. em. 6.50 444 423 21 212 109 314 80 Resp.
22 Nom. em. 6.18, 6.51 442 423 19 212 34 389 79 Resp.
23 Nom. em. 6.200 438 366 72 184 274 92 79 Appr.
24 Nom. articolo 6 435 393 42 197 373 20 79 Appr.
25 Nom. Mantenimento articolo 7 429 399 30 200 378 21 78 Appr.
26 Nom. em. 8.1 428 390 38 196 19 371 78 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 8.50, 8.51 428 398 30 200 370 28 78 Appr.
28 Nom. articolo 8 434 395 39 198 376 19 78 Appr.
29 Nom. Mantenimento articolo 9 424 385 39 193 365 20 78 Appr.
30 Nom. Mantenimento articolo 10 429 387 42 194 366 21 77 Appr.
31 Nom. em. 11.1 427 389 38 195 26 363 77 Resp.
32 Nom. em. 11.51 rif. 431 291 140 146 270 21 77 Appr.
33 Nom. articolo 11 429 391 38 196 370 21 77 Appr.
34 Nom. em. 12.1 415 378 37 190 22 356 77 Resp.
35 Nom. em. 12.200 420 361 59 181 340 21 77 Appr.
36 Nom. em. 12.7 423 402 21 202 20 382 77 Resp.
37 Nom. em. 12.50, 12.51 415 380 35 191 94 286 77 Resp.
38 Nom. articolo 12 416 388 28 195 355 33 77 Appr.
39 Nom. articolo agg. 12.050, 12.051 420 389 31 195 98 291 77 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 13.1, 13.50 386 357 29 179 27 330 78 Resp.
41 Nom. em. 13.51 378 347 31 174 24 323 78 Resp.
42 Nom. em. 13.52 387 357 30 179 27 330 77 Resp.
43 Nom. articolo 13 369 343 26 172 317 26 78 Appr.
44 Nom. em. 14.1 337 315 22 158 12 303 105 Resp.
45 Nom. em. 14.50 335 319 16 160 304 15 105 Appr.
46 Nom. em. 14.200 338 317 21 159 303 14 105 Appr.
47 Nom. articolo 14 341 320 21 161 304 16 105 Appr.
48 Nom. em. 15.1 351 332 19 167 16 316 104 Resp.
49 Nom. em. 15.100 345 324 21 163 308 16 104 Appr.
50 Nom. articolo 15 348 329 19 165 313 16 104 Appr.
51 Nom. Mantenim. articolo 16 352 330 22 166 314 16 104 Appr.
52 Nom. em. 17.1 354 332 22 167 16 316 104 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 17.50 354 347 7 174 34 313 104 Resp.
54 Nom. articolo 17 361 339 22 170 324 15 104 Appr.
55 Nom. Mantenim. articolo 18 360 333 27 167 319 14 103 Appr.
56 Nom. Mantenim. articolo 19 367 338 29 170 324 14 104 Appr.
57 Nom. Mantenim. articolo 20 374 346 28 174 332 14 102 Appr.
58 Nom. articolo 21 370 291 79 146 278 13 101 Appr.
59 Nom. Mantenim. articolo 22 374 347 27 174 333 14 102 Appr.
60 Nom. odg 9/1658-A/1 378 357 21 179 93 264 99 Resp.
61 Nom. odg 9/1658-A/2 385 364 21 183 95 269 98 Resp.
62 Nom. odg 9/1658-A/3 385 363 22 182 93 270 98 Resp.
63 Nom. odg 9/1658-A/4 377 267 110 134 1 266 98 Resp.
64 Nom. odg 9/1658-A/7 383 363 20 182 33 330 97 Resp.
65 Nom. odg 9/1658-A/13 382 367 15 184 96 271 97 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 76)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. odg 9/1658-A/17 374 351 23 176 91 260 96 Resp.
67 Nom. odg 9/1658-A/18 375 356 19 179 15 341 96 Resp.
68 Nom. Pdl 1658-A - voto finale 360 344 16 173 333 11 92 Appr.
69 Nom. Moz. Fedriga e a. 1-1287 301 294 7 148 17 277 92 Resp.
70 Nom. Moz. Dadone e a. 1-1401 I p. 303 295 8 148 71 224 91 Resp.
71 Nom. Moz. Dadone e a. 1-1401 II p. 296 290 6 146 279 11 91 Appr.
72 Nom. Moz. Maestri A. e a. 1-1405 rif. 303 230 73 116 227 3 91 Appr.
73 Nom. Moz. Carnevali e a. 1-1406 rif. 300 267 33 134 201 66 91 Appr.
74 Nom. Moz. Rampelli e a. 1-1409 I p. 306 305 1 153 22 283 91 Resp.
75 Nom. Moz. Rampelli e a. 1-1409 II p. 306 306 154 230 76 91 Appr.
76 Nom. Moz. Ravetto e a. 1-1411 308 251 57 126 26 225 91 Resp.