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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 698 di martedì 25 ottobre 2016

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

  La seduta comincia alle 11.30.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  ROBERTO CAPELLI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amoddio, Artini, Baretta, Stella Bianchi, Bindi, Braga, Catania, Cicchitto, Cominelli, Damiano, Di Gioia, Epifani, Faraone, Gianni Farina, Gentiloni Silveri, Guerra, Mannino, Mazziotti Di Celso, Nicoletti, Pes, Piccoli Nardelli, Scanu, Schullian, Sereni, Vignaroli e Zolezzi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centoquattordici, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissioni in sede referente (ore 11,35).

  PRESIDENTE. La Ministra per i rapporti con il Parlamento e le riforme costituzionali, con lettera in data 24 ottobre 2016, ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alle Commissioni riunite V (Bilancio) e VI (Finanze):
  «Conversione in legge del decreto-legge 22 ottobre 2016, n. 193, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per il finanziamento di esigenze indifferibili» (4110) – Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), III, IV, VII, VIII, IX, X, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XII, XIII e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

  Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.
  Nella predetta lettera, la Ministra per i rapporti con il Parlamento e le riforme costituzionali ha fatto presente che il suddetto disegno di legge è da considerarsi collegato alla manovra di finanza pubblica.

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Nomina dei componenti della Commissione parlamentare di inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione delle pubbliche amministrazioni e sugli investimenti complessivi riguardanti il settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e annunzio della sua convocazione.

  PRESIDENTE. Comunico che la Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione delle pubbliche amministrazioni e sugli investimenti complessivi riguardanti il settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, istituita con deliberazione della Camera del 14 giugno 2016, i deputati massimo Artini, Anna Ascani, Sebastiano Barbanti, Sergio Boccadutri, Lorenza Bonaccorsi, Vincenza Bruno Bossio, Paolo Coppola, Angelo Antonio D'Agostino, Gianpiero D'Alia, Federico D'Incà, Diego De Lorenzis, Carlo Dell'Aringa, Federico Fauttilli, Gian Mario Fragomeli, Antonella Incerti, Giovanni Paglia, Antonio Palmieri, Giuseppe Stefano Quintarelli, Walter Rizzetto e Roberto Simonetti.
  Comunico inoltre che la Commissione è convocata per giovedì 3 novembre prossimo, alle ore 14.30, presso la sede di palazzo San Macuto, per procedere alla propria costituzione.

Designazione dei componenti della Commissione per l'accesso ai documenti amministrativi.

  PRESIDENTE. Comunico che la Presidente della Camera ha designato i deputati Laura Castelli e Gian Mario Fragomeli quali componenti della Commissione per l'accesso ai documenti amministrativi, istituita, al sensi dell'articolo 27 della legge 7 agosto 1990, n. 241, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.
  Il Presidente del Senato della Repubblica ha designato quali componenti della stessa Commissione i senatori Claudio Moscardelli ed Enrico Piccinelli.

Svolgimento di una interpellanza e interrogazioni (ore 11,38).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e interrogazioni.

(Elementi ed iniziative in merito alla sostenibilità dei flussi migratori che interessano l'Italia – n. 2-00934)

  PRESIDENTE. Passiamo alla prima interpellanza all'ordine del giorno Dieni n. 2-00934 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  Chiedo all'onorevole Dieni se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

  FEDERICA DIENI. Grazie signor Presidente, anzitutto mi permetta di ringraziare il Governo dato che con l'usuale sollecitudine che dedica a dare riscontro gli atti di sindacato ispettivo delle Camere si trova oggi, 25 ottobre 2016, a rispondere ad un'interpellanza presentata il 16 aprile 2015, ossia un anno e mezzo fa. Va da sé che le domande, cui spero di avere una risposta, restano attualissime; la parte relativa alle premesse è per certi versi superata, o meglio non del tutto. Vede Presidente la questione più emblematica, se vogliamo, è proprio questa: i numeri sono certamente datati ma le problematiche sono le medesime dopo un anno e mezzo possiamo oggi tranquillamente parlare, senza che questo tema risulti desueto, degli alti numeri arrivi di migranti, della difficoltà di dislocarli, della inadeguatezza dei centri di accoglienza, ma sarei pronta a scommettere che, se ci trovassimo di qui a un anno, l'impianto dell'interpellanza rimarrebbe valido. Vorrei, però, fare una precisazione, sebbene ci troviamo in una sede politica ed eviterò di fare un ragionamento di parte. Lo dico chiaramente, chiunque sarà il Governo, domani o tra cinque anni, il problema dell'immigrazione non potrà essere risolto se non si creano i presupposti per una sua soluzione a livello internazionale; nessuno ha la bacchetta Pag. 3magica e a meno che davvero qualcuno non ritenga praticabile l'aberrante idea di bombardare i barconi, popolazioni in fuga da guerra e povertà continueranno ad approdare per una via o per l'altra in Europa e il nostro Paese, per la sua posizione geografica, è naturalmente una delle strade più percorribili. Ciò che sostiene il MoVimento 5 Stelle da anni, tuttavia, è che, proprio perché tutto questo già lo sappiamo, non possiamo continuare a far finta, ogni anno, che ci troviamo di fronte a fatti imprevedibili, l'inverno nevica in primavera normalmente piove e l'anno prossimo il numero dei migranti supererà le 100 mila unità.
  Si parla di ondata straordinaria di migranti, ma è da quando non esiste più un Governo in Libia che questa straordinarietà è divenuta l'ordinario e non possiamo continuare a pensare di procedere a vista e di tirare a campare di emergenza in emergenza magari sfruttando la cosa per ottenere qualche decimale di flessibilità sul deficit. La realtà è che il fenomeno dell'immigrazione è un modo semplice per assumere quattro questioni completamente diverse: gli arrivi, la prima accoglienza, i rimpatri, l'integrazione. Continuare a vedere tutti questi fenomeni come una cosa sola serve soltanto a incrementare l'emotività e quando l'emotività cresce normalmente la ragione va di pari passo. Non credo che al Governo importi particolarmente ma vorrei dirvi ciò che appare ad un osservatore esterno, ossia come sembra che il Governo si comporti di fronte a tutte queste problematiche. Sul lato della politica interna non vi è dubbio che l'idea che passa è che stiamo subendo il fenomeno: se l'Italia può far poco da sola per temperare i flussi è evidente che debba sforzarsi di trovare il modo di gestirli nel modo migliore e strutturale. Solo nelle passate 24 ore sono stati calcolati 4200 nuovi arrivi, il mercantile Tanker ad Augusta in Sicilia con 758 persone, la nave Siem Pilot con 1117 migranti e 17 salme a Palermo, la nave Dignity 1 con 552 persone e una salma a Trapani, la nave Werra con 857 migranti a Messina, la nave Corsi con 358 migranti a Crotone, la nave Beckett con 650 migranti a Pozzallo. A Santa Maria di Leuca, in Puglia, è stato invece soccorso un veliero con circa 120 migranti. Questi dati parlano da soli, si tratta di un problema che va inquadrato dal punto di vista procedurale. Infatti, se vogliamo, la sfida è imponente. Ma si tratterebbe soltanto di una questione logistica, quello che manca però alla radice è una scelta politica. Ciò che il sottosegretario ci spiegherà nella sua risposta è che dopo l'intesa raggiunta con le regioni e gli enti locali nella riunione della Conferenza unificata, del 10 luglio 2014, il Governo ha rivisitato in profondità la governance del sistema nazionale di accoglienza imperniandola sulla politica dell'accoglienza diffusa. Ci ribadirà che il Ministero dell'Interno continuerà a investire anche in termini finanziari sulla crescita forte dei progetti dello SPRAR, cioè dei progetti comunali relativi alla cosiddetta seconda accoglienza, che ritiene sicuramente il percorso migliore per attenuare l'impatto dei flussi migratori sul tessuto sociale delle nostre comunità e per garantire una maggiore efficacia dei percorsi di integrazione e inclusione dei migranti. Infine spiegherà che il Ministero ha disposto che i centri di accoglienza temporanea già presenti sul territorio dei comuni facenti parte della predetta rete vengano naturalmente ridotti. Sono parole che appariranno di primo acchito assai convincenti ma la realtà che avviene è che i CIE e i CARA sono ancora operativi e molto difficilmente potranno mai venire smantellati completamente per via dell'opposizione dell'Unione europea. La realtà è che ancora il sistema nazionale di accoglienza diffusa si traduce sostanzialmente nel riversare su pochi comuni generosi l'onere dell'accoglienza senza che dopo a livello centrale ci siano un reale impegno per verificare i risultati sull'integrazione che vengono raggiunti. E se lo SPRAR non basta c’è l'intervento dei Prefetti che serve a colmare il gap dei 22 mila che rientrano dallo SPRAR con il numero totale dei richiedenti asilo che assomma per il 2015 a 84 mila unità. Ci sono le strutture requisite, le polemiche, la continua rincorsa Pag. 4a trovare nuovi alloggi, le requisizioni. Ultimo tra tutti hanno destato scalpore le barricate approntate da alcuni abitanti nel ferrarese per impedire l'arrivo dei profughi. Goro è una metafora di uno Stato a due velocità dove si respira un'aria di disinformazione e di improvvisazione che si contrappongono a una cultura dell'accoglienza. Ci sono dunque le diversità tra i territori, i comuni che non accolgono, i molti che, appunto, dei migranti fanno un business e i soldi che dalla parte dello Stato mancano sempre. Ricordo che fino a pochi giorni fa si parlava di 600 milioni di euro, che il Ministero dell'interno non trovava per pagare i soggetti che agiscono all'accoglienza di migranti. Fondi poi apparentemente individuati in qualche piega di bilancio. Insomma, per quanto riguarda le situazioni interne il sistema appare basato sulle toppe che il Governo riesce a porre a nuovi buchi affidandosi un po’ alla fortuna, un po’ troppo a privati e un po’ alla bontà degli enti locali, magari in cambio di qualche mancetta come l'annunciata una tantum di 500 euro a migrante. Sul lato della politica estera, invece, la situazione si trasforma da traballante in un disastro completo, i risultati che sono stati accolti dal Presidente del consiglio e dal Ministero dell'interno sono infatti pari a zero. Ci sono stati i proclami, le dichiarazioni di principio sul ruolo dell'Italia, ma alla prova dei fatti tutto è stato spazzato via: il sistema delle quote, il Migration compact, gli aiuti, gli accordi per i rimpatri da fissare in sede europea. Per giudicare i risultati di tutto questo lavorio, non mi serve neppure citare i numeri sulle poche centinaia di migranti per cui effettivamente funziona la rilocalizzazione. Senza andare tanto distante, citerò quanto detto dal Ministro Alfano il 17 ottobre 2016 sulla questione relativa alla gestione dell'accoglienza ai migranti. Noi abbiamo fatto quello che era nel nostro compito, perché siamo persone serie, ma l'Unione europea ci ha tirato un bidone dal punto di vista della solidarietà. Ora l'incredibile sarebbe che, a fronte di tutto questo, il Governo non riuscisse neppure a strappare qualche decimale di flessibilità sul deficit. E, se vogliamo mettere ulteriormente il dito sulla piaga, per capire quanto viene reputato il nostro Governo in Europa, non solo va tenuto conto di tutto questo, ma anche che il Presidente del Consiglio non viene neppure invitato a un summit sulla guerra in Siria. Noi accogliamo gli immigrati frutto di queste crisi, ma ad aver voce in capitolo sono soltanto la Francia e la Germania. Dunque, sottosegretario, sono ansiosa di sentire delle parole che mi facciano cambiare idea, ma temo che nulla di quello che potrà dire mi fornirà chiavi di lettura diverse su quanto ho appena concluso di dire. E, può crederlo o no, indipendentemente dal fallimento politico conclamato di questo Governo, come italiana, non ne sono felice.

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato all'Interno, Domenico Manzione, ha facoltà di rispondere.

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato all'Interno. Grazie, Presidente. Intanto ringrazio l'onorevole interpellante per l'apprezzamento rispetto alla tempestività della risposta del Ministero dell'interno e rappresento, in realtà, che il Ministro dell'interno non ha avuto necessità di meditare così a lungo la sua risposta, ma tutto dipende dalla calendarizzazione. Quindi il Ministro dell'interno ha risposto a tema e in tempo rispetto al momento in cui la risposta è stata richiesta. Per quanto riguarda il merito, l'interpellanza richiama l'attenzione sull'intensificazione dei flussi migratori, che sta mettendo a dura prova alcune regioni del territorio nazionale maggiormente esposte, e chiede di conoscere quali misure il Governo intenda adottare per garantire, da un lato, un'accoglienza sicura e decorosa dei migranti, dall'altro la sostenibilità della macchina statale preposta a tale compito. Effettivamente, la situazione di crisi socio-economica e di instabilità politica, che stanno vivendo alcuni Paesi del Medioriente e africani, continua ad alimentare elevati flussi di migranti, che, attraverso la rotta del Mediterraneo centrale, sbarcano sulle nostre coste meridionali Pag. 5e di lì si propagano sul resto del territorio nazionale. I dati di quest'anno sono del tutto eloquenti: dall'inizio dell'anno e fino a ieri sono sbarcate in Italia oltre 153 mila persone, circa il 10 per cento in più, quindi, rispetto all'analogo periodo del 2015. Ancora più significativi sono i dati dell'accoglienza, visto, sempre alla data di ieri, che risultavano presenti nei nostri centri oltre 167 mila stranieri, con un aumento di presenze di oltre il 60 per cento rispetto all'anno scorso, quando cioè non si arrivava a 100.099 e qualcosa. L'intensità e la frequenza degli sbarchi hanno indotto il Governo, fin dal 2014, a ridisegnare in profondità il sistema nazionale di accoglienza, con l'obiettivo di superare la logica emergenziale seguita in precedenza e, conseguentemente, affrontare la gestione dei flussi migratori nell'ambito di un'attività ordinaria strutturata e programmabile. Il modello adottato presenta importanti novità di metodo e di contenuto. Sotto il profilo del metodo, la nuova governance è improntata su una logica di partenariato con le regioni e il sistema degli enti locali. Ne è prova il fatto che il rinnovato sistema di accoglienza è stato approvato nella seduta della Conferenza unificata del 10 luglio 2014, come già rammentava l'interpellante, con la piena partecipazione decisionale dei vari livelli di governo del territorio, che hanno espresso la loro intesa. Le rappresentanze territoriali partecipano attivamente anche al tavolo di coordinamento nazionale presso il Ministero dell'interno e ai tavoli di coordinamento regionali presieduti dai prefetti del capoluogo di regione, in cui vengono assunte le decisioni attuative del citato Piano nazionale. Quanto ai contenuti, il sistema di accoglienza è fondato sull'equa distribuzione territoriale dei migranti, attraverso una serie di criteri e parametri oggettivi di ripartizione per quote proporzionali, prima definite a livello regionale e poi provinciale, decise nei tavoli che ho appena citato.
  Questo meccanismo di definizione delle quote, evidentemente, è ispirato, lo ha già rammentato l'onorevole Dieni, ai principi di solidarietà, equità e responsabilità, sui quali il nostro Paese sta facendo leva per un più diretto ed efficace coinvolgimento delle istituzioni europee nella gestione dei flussi migratori.
  La politica dell'accoglienza diffusa, ovviamente, persegue un duplice obiettivo, come è noto a tutti: da un lato, una riduzione significativa dell'impatto che l'arrivo dei migranti è suscettibile di avere su un singolo territorio; dall'altro, una maggiore efficacia dei percorsi di integrazione e inclusione sociale.
  È un fatto che, a due anni dall'adozione della nuova governance, si sia riusciti a realizzare una equa distribuzione dei migranti tra regione e regione, allentando, proprio nella direzione auspicata dall'onorevole interpellante, l'evidente pressione sulle regioni del Sud, che, oltre a farsi carico dell'accoglienza derivante dal maggior flusso migratorio, avevano evidentemente e hanno tuttora problemi collegati al fatto di essere le dirette destinatarie degli sbarchi. Né potrebbe, aggiungo, essere diversamente, visto che lo scenario dove operano la nostra Marina militare, la Guardia costiera, la Guardia di finanza e tutti coloro che si occupano del soccorso in mare, è appunto il Canale di Sicilia.
  Permangono squilibri redistributivi tra comuni e comuni, determinati dalla limitata platea degli amministratori che finora hanno aderito al sistema di accoglienza. Per superare queste criticità, stiamo lavorando in perfetta unità di intenti con l'ANCI, con cui, proprio in questo mese, abbiamo condiviso un piano operativo che, muovendo dal sistema delle quote regionali fissato dall'intesa in Conferenza unificata del luglio 2014, consenta, anche all'interno di ciascuna regione, una distribuzione più equilibrata e sostenibile fra le diverse realtà locali, grazie alla definizione di un numero di presenze rapportato alla popolazione residente del singolo comune.
  Il cardine di quest'operazione di ulteriore riequilibrio risiede nella forte crescita dei progetti della rete SPRAR, cioè dei progetti relativi alla cosiddetta seconda accoglienza, finanziati nella quasi totalità, 95 per cento, dal Ministero dell'Interno, proposti dai sindaci insieme agli enti qualificati Pag. 6del terzo settore. Siamo impegnati da tempo nel potenziamento di questa rete, che è un po’ il fiore all'occhiello del sistema nazionale di accoglienza, della quale siamo riusciti ad aumentare in maniera significativa i posti. Basti pensare che nel 2012 erano soltanto 3 mila e a oggi siamo a 22 mila. C’è ancora strada da fare, ma il dato mi sembra significativo.
  Stiamo ovviamente portando avanti altre iniziative normative e amministrative nella medesima direzione. Nello scorso mese di agosto, un decreto del Ministero dell'Interno ha semplificato in maniera considerevole le procedure amministrative di adesione degli enti locali allo SPRAR, grazie all'introduzione di un meccanismo di accesso permanente e all'eliminazione di termini e scadenze periodiche. Ancor più di recente, precisamente lo scorso 11 ottobre, lo stesso Ministro ha diramato una direttiva ai prefetti, affinché tengano esenti da altre forme di accoglienza i comuni appartenenti allo SPRAR; coerentemente ha disposto che i centri di accoglienza temporanea, eventualmente già presenti sul territorio di tali comuni, vengano gradualmente ridotti oppure ricondotti, ove possibile, a strutture dello SPRAR medesimo. Grazie, Presidente.

  PRESIDENTE. L'onorevole Dieni ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.

  FEDERICA DIENI. Presidente, non posso dirmi soddisfatta da questa risposta. Il motivo non deriva solo dal fatto che, come detto in fase di esposizione dell'interpellanza, molte cose dette già mi aspettavo largamente che venissero riproposte. Non sono neppure nuove, a dire il vero.
  Il motivo per cui non sono soddisfatta nasce dal fatto che avrei voluto sentire, una volta tanto, una presa di posizione politica e non una mera ricognizione di ciò che si sta facendo. Da una parte, non possiamo che condividere, come ho già detto, i principi che il Governo enuncia relativamente alla volontà di accogliere. Ma, vedete, ciò che è totalmente assente è una visione di largo respiro, un grande progetto. Si continua a vedere questo fenomeno come passeggero, ma la realtà è che non è così. Certo, non è mai stato detto dal Governo che il fenomeno è temporaneo, ma questa convinzione si legge sottotraccia. Lo si comprende dal fatto che i progetti che ci presenta sono sempre pensati per poche migliaia di persone, e poi si vedrà. Le risorse rincorrono a stento l'esistente, ma non sono messe a sistema; le politiche di integrazione non hanno una visione unitaria, ma poggiano largamente solo sull'iniziativa del volontariato.
  Nella mia interpellanza io ponevo un interrogativo e questo interrogativo è legato ad un punto di sostenibilità del sistema. È evidente che l'Italia non può contenere un numero indefinito di richiedenti asilo e di rifugiati. C’è chi fa notare che siamo ben lontani dal numero raggiunto da altri Stati, come la Turchia, la Giordania o, senza andare troppo lontano, anche dalla stessa Germania. Eppure, si tratta di modelli di accoglienza completamente diversi l'uno dall'altro e una politica di accoglienza seria si pone interrogativi sul limite di sostenibilità del sistema, considerando tutte le alternative possibili dei modelli di accoglienza. Ciò non significa che un certo numero di immigrati dovremmo fermarci dal riceverli; si tratta, invece, di programmare e di gestire un sistema che a regime possa garantire l'accoglienza sul lungo periodo.
  Vediamo, in questi giorni, lo sgombero di Calais in Francia e non possiamo non dirci preoccupati dal rischio che questo venga a riprodursi anche in Italia, magari ai confini con la Svizzera, come sta accadendo a Como. Ma non è tollerabile neppure il modello lager, quello appunto dei centri.
  Noi chiediamo un'accoglienza diffusa, ma basata su una strategia condivisa con i territori, tale da renderla strutturale ed effettiva e, aggiungerei, controllata dallo Stato, non in mano ai privati. Io sono calabrese e ho due modelli davanti agli occhi: da una parte, c’è il CARA di Crotone, non ho tempo di parlarne diffusamente, ma mi basterà dire che questo Pag. 7CARA nulla invidia a quello di Mineo. Il settimanale L'Espresso, un anno fa, gli dedicava una bella inchiesta dal titolo esplicativo: «A Isola Capo Rizzuto l'accoglienza è un affare ai danni dello Stato e dei diritti umani»; in esso si parlava di numeri gonfiati, ingiusti profitti, ospiti costretti a vivere in condizioni inaccettabili, oltre ad ombre e collusioni con la mafia.
  D'altra parte, c’è Riace, un piccolo comune calabrese, finora famoso per il nome che ha dato ai bronzi, dove gli immigrati hanno dato nuova vita a un centro abbandonato e morente, attraverso il recupero dell'artigianato tradizionale. Si tratta di un modello così convincente, non solo per la sua capacità di accoglienza, ma anche di integrazione, che il sindaco è finito tra le prime cinquanta personalità più influenti del mondo.
  Io non ho dubbio su quale sia appunto il sistema migliore, ma ho pesanti dubbi, invece, sul fatto che questo Governo prenderà nei fatti, e al di fuori delle parole, la strada giusta. Voi direte che non è così, ma nel momento in cui si parla di nominare un commissario per l'immigrazione o di spostare la cabina di regia a Palazzo Chigi, esautorando il Ministro dell'Interno, tutto parla di emergenza. Ebbene, l'unico motivo per cui l'immigrazione attualmente è un'emergenza è solo perché a qualcuno conviene che sia così. Essa verrà adoperata per strappare il consenso a Bruxelles, per fare debito. Finché sarà un modo per far mangiare cooperative amiche, come quella di Buzzi, per la quale gli immigrati rendono più della droga, il sistema dei ghetti e delle requisizioni forzate rimarrà un business troppo grande per poter pensare a qualcosa di diverso.
  E non illudetevi: non sarà con l'ennesimo bonus che le cose cambieranno. Una politica di integrazione efficace nasce non solo dal fatto che essa sia ben strutturata, ma anche dalla percezione di una giustizia sociale nel Paese, ed è anche su questo punto che il Governo pecca.
  È giunta notizia che, a Rosarno, alcune famiglie di italiani hanno occupato gli stabili dedicati agli immigrati. Ora, nel momento in cui si creano nuove povertà nel Paese, le politiche di accoglienza sono destinate inevitabilmente a trasformarsi in guerre tra poveri, che si contendono le briciole che cadono dalla tavola della politica e dal parassitismo.
  Sull'immigrazione si gioca la tenuta del Paese; l'unica speranza che possiamo nutrire è solo quella che, tra qualche mese, a gestirla ci sia gente un po’ più seria di quella che lo sta facendo attualmente.

(Iniziative per rafforzare i controlli di sicurezza sulle principali arterie stradali della Puglia, anche alla luce di una rapina effettuata ai danni di un portavalori lungo la strada statale n. 379 nei pressi di Fasano (Brindisi) – n. 3-02005)

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato all'Interno, Domenico Manzione, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Losacco n. 3-02005 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato all'Interno. Grazie, Presidente. L'onorevole Losacco, prendendo spunto dalla rapina ai danni di un furgone portavalori, avvenuta nel mese di febbraio scorso a Fasano, sottolinea la sistematicità con cui avvengono tali tipi di atti predatori e chiede di conoscere quali iniziative si intendano assumere per rafforzare il pattugliamento delle principali arterie pugliesi per evitare il reiterarsi di agguati dello stesso tenore.
  Quanto all'episodio specificamente richiamato dall'interrogazione, informo che la squadra mobile della questura di Brindisi ha prontamente posto in essere una serie di azioni investigative utili alla cristallizzazione degli eventi, provvedendo, nel giro di poco tempo, al rinvenimento dei mezzi utilizzati per la rapina e al sequestro degli stessi.
  Le ulteriori indagini, coordinate dalla procura della Repubblica di Brindisi, condotte congiuntamente dal nucleo investigativo dei carabinieri e dalla squadra mobile della questura, non hanno consentito Pag. 8di individuare al momento gli autori dell'atto. Comunque, la rapina si inquadra plausibilmente in una dimensione ultraprovinciale, essendosi concretizzata in un'azione di notevole complessità organizzativa e di scientifica esecuzione, patrimonio di bande specializzate che operano su tutto il territorio nazionale avvalendosi anche di manovalanza locale.
  Su un piano più generale, informo che, per prevenire e contrastare il fenomeno delle rapine ai furgoni portavalori, in provincia di Brindisi, è attivo sin dal 2004 un piano di controllo del territorio dedicato al rafforzamento dei servizi di vigilanza da parte delle forze di polizia, in occasione del transito dei furgoni portavalori sulle principali arterie extraurbane. Il piano, che è stato aggiornato nel 2012, si inserisce in una più ampia pianificazione regionale e prevede la comunicazione quotidiana da parte degli istituti di vigilanza alla questura del luogo di partenza del furgone portavalori degli itinerari utilizzati per il trasporto del danaro, del numero di furgoni e della somma trasportata indicata convenzionalmente con codici di colore.
  A tale comunicazione corrisponde la predisposizione dei servizi di pattugliamento disposti con ordinanza del questore del luogo di partenza del furgone, in sinergia con le altre questure della regione interessate dal percorso indicato per il trasporto dei valori. Il fenomeno dei reati predatori, oggetto di particolare attenzione e monitoraggio anche da parte della Conferenza regionale delle autorità di pubblica sicurezza, insediata presso la prefettura di Bari, con la partecipazione dei prefetti delle altre province pugliesi, dei vertici provinciali e regionali delle forze dell'ordine e dei rappresentanti della magistratura.
  Nella seduta dello scorso mese di novembre sono state individuate, da parte della Conferenza che ho appena citato, le opportune iniziative finalizzate a potenziare le linee strategiche del contrasto al crimine organizzato, con particolare riferimento agli episodi delittuosi che hanno una dimensione ultraprovinciale, come la rapina avvenuta a Fasano di cui abbiamo appena parlato.
  In tale ambito si è preso atto della grande utilità e valenza dei sistemi di videosorveglianza installati strategicamente sulla strada di collegamento tra le province pugliesi maggiormente colpite dal fenomeno in questione. Si è condivisa la necessità di integrare tali sistemi con l'impiego di tecnologie intelligenti, quali, ad esempio, il lettore ottico delle targhe, che consentirebbe di individuare in tempo reale il passaggio di auto rubate da una provincia all'altra e con esse di bande criminali itineranti.
  Si sta lavorando all'attuazione di tali progettualità attraverso il ricorso allo strumento degli accordi territoriali di sicurezza integrata, per lo sviluppo di cui al decreto-legge n. 93 del 2013 e al finanziamento del PON legalità 2014-2020, che prevede tra gli assi portanti il rafforzamento della legalità nelle aree strategiche per lo sviluppo economico attraverso l'implementazione delle tecnologie della sicurezza.
  Rappresento, per altro verso, che sul fenomeno in questione la Polizia di Stato ha sviluppato in questi anni un'intensa azione investigativa attraverso un apposito gruppo di lavoro composto da investigatori del Servizio centrale operativo, lo SCO, e delle squadre mobili delle questure di Foggia, Brindisi, Ancona e Forlì-Cesena, impegnate in indagini su pregiudicati pugliesi, organizzati anche in bande modulari dedite alle rapine e, quindi, pure agli assalti a furgoni portavalori. Ciò ha consentito nel periodo dal 1o gennaio 2015 al 15 ottobre scorso di trarre in arresto nella regione Puglia, a seguito di importanti operazioni di polizia giudiziaria, 52 appartenenti a gruppi criminali bene organizzati, per lo più foggiani, specializzati negli assalti a portavalori anche in sede autostradale.
  Per quanto riguarda la richiesta di rafforzare il pattugliamento delle principali arterie stradali, informo che la sezione della polizia stradale di Brindisi e il dipendente distaccamento di Fasano assicurano Pag. 9quotidianamente la vigilanza stradale con una pattuglia automontata per turno di servizio di sei ore su tre quadranti giornalieri, mentre un quarto quadrante viene coperto dalla sezione polizia stradale di Lecce.
  In conclusione, ritengo di poter dire che le misure e le iniziative appena descritte testimonino nel loro insieme l'elevato livello di attenzione e di impegno che le autorità di pubblica sicurezza e le forze di polizia pugliesi dedicano alle attività di contrasto del fenomeno oggetto dell'interrogazione. Sottolineo, peraltro, che si tratta di attività non prive di risultati, se si ha riguardo al fatto che negli anni 2015-2016 nel territorio della regione Puglia, oltre alla rapina in questione, se n’è verificata solo un'altra a Bari nell'ottobre dello scorso anno.
  Con quest'ultima considerazione non si vuole ovviamente minimizzare né sottovalutare un fenomeno che desta un grave allarme sociale al verificarsi di ogni nuovo episodio e che, per questo motivo, continuerà a essere perseguito con determinazione, ma si intende solo fornire un ulteriore dato utile a valutare l'esatta dimensione del fenomeno.
  A monte di tutto questo discorso resta fermo che la sicurezza dei trasporti con i furgoni portavalori è strettamente correlata, oltre che all'efficacia dei servizi di controllo del territorio e di vigilanza di competenza statuale, alla diligenza e all'accuratezza con cui gli istituti di vigilanza privata osservano le disposizioni del regolamento ministeriale n. 269 del 2010, che prescrive i requisiti a cui gli istituti medesimi devono attenersi nel trasporto di valori, tra i quali, oltre che l'adeguatezza e la funzionalità dell'equipaggiamento, dell'armamento e dei mezzi di trasporto, l'efficienza dei sistemi di protezione e sicurezza e la qualificazione e l'affidabilità del personale impiegata, anche l'effettuazione delle prescritte comunicazioni, sia preventive, sia nel corso dello svolgimento dei servizi di trasporto, alla questura competente e con gli altri presidi di polizia territoriali.

  PRESIDENTE. L'onorevole Losacco ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  ALBERTO LOSACCO. Sì, Presidente, io ringrazio il Governo, il sottosegretario Manzione. Questo atto di sindacato ispettivo si riferiva ad un episodio di assoluta gravità, verificatosi a inizio anno nei pressi di Fasano, un assalto a un portavalori con modalità paramilitari.
  Purtroppo, non è la prima volta che ciò accade in Puglia, l'ho detto anche al sottosegretario e già in precedenza ho presentato altri atti di sindacato ispettivo, come nel caso dell'incredibile assalto avvenuto a Bari sulla frequentatissima tangenziale. Le modalità di azione, l'equipaggiamento, l'uso di mitra inquietano e preoccupano l'opinione pubblica e, soprattutto, mettono in grave pericolo gli automobilisti che si trovano in transito.
  Come diceva il sottosegretario e come sta avvenendo – e io mi ritengo soddisfatto della risposta –, è necessario rafforzare il pattugliamento delle principali arterie, rafforzare i dispositivi di allarme e sicurezza per quel che concerne questo tipo trasporto, perché è evidente che non ci sono remore, anche in pieno giorno, a porre in essere rapine con modalità a dir poco cinematografiche e che, purtroppo, rappresentano un pericolo per gli operatori degli istituti di vigilanza e per i cittadini in transito le strade. È uno straordinario sistema di approvvigionamento per criminalità e terrorismo.
  Credo sia opportuno, in sede di Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico, valutare ogni ipotesi per ridurre i rischi legati al trasporto valori sulle arterie stradali. L'ausilio di nuove tecnologie – lo citava anche il sottosegretario – è sicuramente fondamentale per l'innalzamento degli standard di sicurezza in un segmento così delicato. Le risorse finanziarie nell'ultimo biennio sono state aumentate, da parte del Governo Renzi, dopo anni di tagli. Ed è, pertanto, necessario che quest'impegno si declini in tempi rapidi, aumentando le dotazioni di polizia stradale, soprattutto al Sud. Pag. 10
  La richiesta aggiuntiva al Governo è, poi, quella di considerare l'ordine del giorno che abbiamo approvato con l'ultima legge di stabilità, presentato dall'onorevole Sanna, che prevede aiuti al sistema dei portavalori. Dal 2013 il numero degli assalti è raddoppiato ed è evidente che, se cala la sicurezza, si garantisce – lo dicevo prima – con ogni assalto un rifornimento per la criminalità e il terrorismo. Servono aiuti al sistema, perché, di fatto, garantisce un servizio pubblico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative per contrastare fenomeni intimidatori a danno dei produttori di uva da tavola di Grottaglie (Taranto) – n. 3-02339)

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato all'Interno, Domenico Manzione, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Vico ed altri n. 3-02339 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato all'Interno. Grazie, Presidente. L'onorevole Vico, insieme ad altri deputati, nel richiamare l'attenzione del Ministro dell'Interno sugli episodi di danneggiamento che nella scorsa primavera hanno colpito vari vigneti nel territorio del comune di Grottaglie, chiedono quali iniziative il Governo intenda adottare per contrastare tale fenomeno criminale.
  Gli interroganti evidenziano come la vicenda abbia destato particolare allarme tra gli agricoltori e le associazioni di categoria, potendo condurre alla destabilizzazione e alla compromissione dell'attività produttiva di varie aziende del comparto vitivinicolo.
  Come ricordato nell'atto di sindacato ispettivo, dopo l'incontro tra il questore di Taranto e una folta rappresentanza di produttori d'uva, accompagnata dai vertici di Confagricoltura del capoluogo, avvenuto lo scorso 7 giugno presso la sede del commissariato di pubblica sicurezza di Grottaglie, il fenomeno è stato esaminato approfonditamente dal Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica nella seduta del 9 giugno. Nella circostanza sono state ascoltate le testimonianze dei vari esponenti delle associazioni di categoria, che hanno segnalato trentotto casi di danneggiamento di tendoni per la coltivazione dell'uva, dato questo sensibilmente diverso da quello risultante alle forze di polizia, che hanno annotato, nel periodo compreso tra il 26 aprile e il 6 giugno, la denuncia di dieci episodi di danneggiamento.
  A seguito di quanto emerso, sono stati immediatamente disposti mirati servizi di vigilanza presso i predetti obiettivi, in particolare nell'arco serale e notturno, eseguiti dalle forze di polizia territoriali con l'ausilio di aliquote regionali dei reparti prevenzione crimine della Polizia di Stato e delle compagnie di intervento operativo dell'Arma dei carabinieri. L'attività info-investigativa posta in essere non ha condotto al momento all'individuazione degli autori degli atti vandalici, tuttavia ha consentito di accertare che i danneggiamenti denunciati sono stati consumati con modalità operative differenti. Tale circostanza, se da un lato rende inopportuno avanzare ipotesi investigative che risulterebbero aleatorie, dall'altro consente di ritenere che almeno una parte degli episodi possa essere inquadrato nell'ambito di attriti legati ai rapporti di vicinato e a questioni personali. Il 6 settembre scorso, la problematica relativa agli atti delittuosi ai danni di aziende agricole, con particolare riferimento ai danneggiamenti dei tendoni e ai furti d'uva, è stata esaminata nuovamente dal Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, estesa alla partecipazione di rappresentanze della provincia, dei sindaci del territorio e delle associazioni di categoria. Nel corso della riunione presieduta dal prefetto, si è preso atto che l'effettuazione di servizi straordinari di controllo nelle aree rurali, disposta all'inizio della stagione estiva, aveva contribuito a far cessare gli episodi di danneggiamento. Comunque, in un'ottica di prevenzione del fenomeno è stata disposta l'intensificazione dei servizi di vigilanza Pag. 11e controllo, in particolare nelle aree maggiormente esposte, anche attraverso la pianificazione dei servizi straordinari a carattere flessibile e con obiettivi mirati, effettuate dalle forze di polizia statali e locali. Inoltre, la riunione è stata l'occasione per ribadire, ai sindaci e alle associazioni di categoria, la richiesta di collaborare all'opera di sensibilizzazione degli operatori del settore, al dialogo informativo con le forze dell'ordine e alla denuncia di eventuali reati. Il fenomeno criminoso in questione è stato oggetto di rinnovata attenzione e analisi nel corso di una riunione tecnica di coordinamento interforze, convocata dal prefetto di Taranto lo scorso 10 ottobre, dopo che si erano registrati nella campagna di Castellaneta due nuovi episodi di danneggiamento di altrettanti agrumeti. Esso continuerà ad essere monitorato con assiduità dalle autorità provinciali di pubblica sicurezza e dalle forze di polizia, che, si assicura, non mancheranno di adottare all'occorrenza ogni ulteriore misura diretta a rendere ancora più efficaci gli attuali dispositivi di controllo del territorio, a tutela di un comparto così importante per l'economia tarantina e per l'intera regione. Per quanto riguarda la richiesta di rafforzare la presenza delle forze di polizia, evidenzio che presso il commissariato di pubblica sicurezza di Grottaglie prestano servizio 35 appartenenti ai ruoli operativi della Polizia di Stato, rispetto a una dotazione teorica di 42 unità. Eventuali ulteriori assegnazioni di personale potranno essere valutate in occasione delle immissioni in ruolo di agenti, previste per il prossimo mese di novembre, compatibilmente ovviamente con le risorse disponibili e le esigenze degli uffici di Polizia a livello nazionale. L'Arma dei carabinieri è, invece, presente nell'area con una forza complessiva di 41 militari, ritenuta al momento adeguata alle esigenze locali di ordine e sicurezza pubblica. D'altra parte, come ho già avuto modo di riferire, in occasione degli attuali controlli straordinari sul territorio, il dispositivo territoriale di polizia viene supportato da aliquote regionali dei reparti di prevenzione crimine della Polizia di Stato e delle compagnie di intervento operativo dell'Arma dei carabinieri.

  PRESIDENTE. L'onorevole Vico ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  LUDOVICO VICO. Grazie, Presidente. Ringrazio il sottosegretario per il dettaglio della risposta che accompagna la interrogazione mia e degli altri colleghi. Ovviamente, colgo l'occasione, non solo formale, di dare atto al prefetto di Taranto e all'attività che egli ha messo in moto attraverso il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, che è una questione non secondaria. Tuttavia, ho il dovere di riferire al sottosegretario, in questa fase della replica, che la situazione continua a presentare dei fattori di danneggiamento dei vigneti, sempre più estesi, oltre alla criminalità più antica e più ordinaria che riguarda i furti dei mezzi agricoli, i furti di rame, le azioni intimidatorie e bene fa il Governo, attraverso lei, sottosegretario, a segnalare questa differenza fra quanto dichiarato dalle associazioni nel numero delle violazioni e dei danneggiamenti, fino a luglio, e quanto pervenuto, come denuncia, presso i posti di polizia. E questo è un elemento che non va sottovalutato, richiama noi tutti al rapporto politica e cittadino, Governo, cittadini e istituzioni, in questo caso imprenditori agricoli, coltivatori diretti. Come dicevo, senza smarrirmi, dopo quei trentotto casi, a cui lei ha fatto anche riferimento, se ne sono verificati altri in agro di Palagiano, in contrada Chiatona e ancora a Grottaglie, poi a Lizzano, a Manduria, ci sono anche casi di evidenza giornalistica, come quando si è trattato del noto giornalista della RAI e, infine, a Castellaneta. Ora, noi, quando parliamo delle uve da tavola, in quella zona, nella zona occidentale, Grottaglie, Castellaneta e Ginosa, parliamo di 230.000 tonnellate l'anno di produzione di uve da tavola, pari al 25 per cento della produzione nazionale. Quando parliamo della zona orientale della provincia di Taranto, Manduria, Lizzano, parliamo Pag. 12del Primitivo. Con ciò, cosa voglio concludere ? Noi non siamo solo di fronte ad una serie sistematica, anche antica, di danneggiamenti, infatti, stimo, personalmente, che questi non siano più riconducibili – come secondo i report di luglio, lei ha avuto modo di riferire – solo a contenziosi tra vicinato; quando il numero dei danneggiamenti comincia a superare le cinque decine di unità nel volgere di alcuni mesi, l'attenzione che ripropongo, pur ritenendomi soddisfatto del dettaglio, è una attenzione che sento doveroso riproporre a lei, anche per immaginare percorsi diretti di ascolto delle rappresentanze del Governo con le istituzioni locali e il comitato provinciale tra gli agricoltori in quelle zone, cosa che sarebbe utile per il recupero della grande fiducia di cui il Paese ha bisogno.

(Elementi e iniziative in merito al procedimento per il riconoscimento dello status di rifugiato – n. 3-02573)

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato all'Interno, Domenico Manzione, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Peluffo n. 3-02573 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni). Se per favore l'onorevole Manzione è lasciato in condizione di rispondere... grazie. Prego, sottosegretario Manzione.

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato all'Interno. Grazie, Presidente. Con l'interrogazione all'ordine del giorno, l'onorevole Peluffo richiama l'attenzione del Ministro dell'interno sul funzionamento delle commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale, chiedendo l'adozione di misure dirette a aumentarne il numero e a semplificare l'iter delle procedure di loro competenza, in modo da accorciare i tempi di attesa a beneficio, tanto dei richiedenti asilo, quanto, ovviamente, del sistema di accoglienza. Per la verità, il Governo ha dedicato una particolare attenzione alle commissioni territoriali in questione, nella consapevolezza che la loro piena efficienza è una delle condizioni ineludibili per garantire la fluidità del sistema nazionale di accoglienza. La loro attività, infatti, rappresenta il filtro indispensabile a separare gli aventi diritto alla protezione internazionale dai migranti economici, i quali, non avendo altro titolo, sono destinati a lasciare il nostro territorio.
  Già nel 2014, con il contributo, ovviamente, assolutamente determinante del Parlamento, sono state introdotte alcune importanti misure organizzative e procedurali nei sensi auspicati dall'interrogante; in particolare, si sono più che raddoppiate le possibilità di istituire commissioni territoriali e relative sezioni, portandone il numero massimo teorico da 20 a 50. Attualmente, sono attive sul territorio nazionale 20 commissioni e 27 sezioni. Di recente è stato emanato il decreto ministeriale istitutivo della ventottesima sezione, con sede a Treviso che, tuttavia, non è ancora operativa. Inoltre, sono stati introdotti i colloqui one to one in luogo dei colloqui collegiali senza incidere sulla decisione finale che rimane assunta collegialmente dalla commissione, perché, evidentemente, si è ritenuto che la garanzia della collegialità nella decisione fosse un principio cardine del nostro sistema. Ancora, sono state inserite norme che consentono di operare deroghe alla competenza territoriale delle commissioni, realizzando in tal modo una distribuzione più omogenea dei carichi di lavoro e, conseguentemente, un esame più spedito delle istanze. Tali misure, unitamente ad alcune altre introdotte con un provvedimento normativo del 2015 di recepimento di due direttive europee – alludo al decreto legislativo n. 142 del 2015 –, stanno producendo risultati apprezzabili; in particolare, l'aumento del numero delle commissioni e la loro distribuzione pianificata in relazione alle presenze dei richiedenti asilo sul territorio nazionale hanno consentito un progressivo incremento del numero delle decisioni, con conseguente contrazione dei tempi di attesa, nonostante il contemporaneo incremento delle istanze. Segnalo, infatti, che nel 2015 l'incremento delle decisioni rispetto al 2014 è stato pari Pag. 13al 96 per cento ed ha consentito di eliminare quasi tutte le situazioni arretrate del 2014. Un significativo incremento delle decisioni si sta registrando anche nell'anno in corso; infatti, alla data del 14 ottobre, rispetto allo stesso periodo del 2015, l'incremento delle decisioni è stato pari al 49,5 per cento. A conferma dell'efficacia delle misure adottate, vi è un dato relativo ai tempi medi di trattazione che, nel 2015, si sono abbassati di circa il 25 per cento, passando da una media di 262 giorni a 198 giorni, mentre nell'anno in corso si registra un'ulteriore contrazione del tempo medio di trattazione, sceso a 106 giorni. Per completezza di informazione riferisco che, dall'inizio della data del 14 ottobre scorso, le richieste di protezione internazionale sono state 90.938; nel corrispondente periodo sono state esaminate 72.599 posizioni con i seguenti esiti: concessione dello stato di rifugiato: 5 per cento; concessione dello status di protezione sussidiaria: 14 per cento; trasmissione degli atti al questore per il rilascio del permesso umanitario: 19 per cento; 58 per cento sono i casi di diniego dell'istanza; il 4 per cento si riferisce al dato degli irreperibili.
  Concludo, assicurando che la rete delle commissioni territoriali continua a essere tuttora un settore di prioritaria e assidua attenzione da parte del Ministero dell'interno, tant’è che sono allo studio ulteriori misure dirette a implementare la funzionalità e a migliorare gli standard qualitativi e quantitativi dei servizi di competenza. Siamo, inoltre, in stretto contatto con il Ministero della giustizia, per migliorare anche l'aspetto procedurale legato alle impugnative che riguardano le decisioni delle commissioni medesime.

  PRESIDENTE. L'onorevole Peluffo ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Grazie, Presidente. Ringrazio il Governo, il sottosegretario Manzione, anche per i tempi della risposta, perché prima ho sentito una collega che si lamentava. Devo dire che, per quanto mi riguarda, la mia interrogazione è del 13 luglio per cui, anche dal punto di vista della tempistica, voglio ringraziare il sottosegretario Manzione. Si tratta di materia particolarmente delicata: come il nostro Paese e l'Europa affrontano l'emergenza dei rifugiati, dei richiedenti asilo, con i numeri che sono comunicati, anche oggi, sui giornali e che danno la dimensione di questo fenomeno. L'interrogazione riguardava e affrontava un singolo aspetto, ossia la gestione delle richieste d'asilo delle commissioni territoriali così come previste, così come incrementate e implementate, come ha ricordato il sottosegretario. Il quesito chiedeva se e con quali tempi il Governo intendeva procedere con un ulteriore potenziamento del loro numero, per poter accorciare i tempi di attesa e, quindi, diminuire il disagio innanzitutto dei richiedenti asilo delle strutture attrezzate delle comunità che ospitano queste strutture. Da questo punto di vista l'intenzione del Governo, così come è stata presentata oggi, di procedere in questa direzione mi rende soddisfatto, Presidente, rispetto alla risposta. Aggiungo ciò che era nell'ultimissima parte della risposta del sottosegretario, in cui faceva riferimento alla collaborazione con il Ministero di giustizia, perché credo che questo sia anche un aspetto oltremodo delicato, quello che riguarda la parte successiva, ossia il ricorso al tribunale poi eventualmente anche ricorso in Corte d'appello. Da questo punto di vista, forse, questa può essere anche l'occasione e lo stimolo per pensare anche, sottosegretario, ad un riordino complessivo della composizione delle commissioni. Forse specifiche competenze nelle commissioni, in grado di potere ricostruire le storie dei singoli richiedenti asilo, quindi non soltanto verificare da quale Paese provengono, possono essere l'occasione anche per filtrare maggiormente e per poter, quindi, diminuire la mole dei ricorsi ai tribunali. Oppure si potrebbe pensare a un meccanismo di coinvolgimento dei rappresentanti della magistratura, come mi sembra accada in altri Paesi, in maniera tale che la commissione e il giudizio della commissione non possano essere sottoposti ad ulteriore Pag. 14ricorso. Però credo che l'una e l'altra occasione possano rientrare nel novero delle considerazioni e delle valutazioni per rendere ulteriormente semplice, nella certezza del diritto, il percorso per potere garantire a chi fa richiesta di poter avere una risposta in tempi, che abbattano il disagio per i richiedenti asilo, per le strutture e per le comunità.

(Iniziative di competenza in ordine alla gestione contabile e amministrativa della Fondazione I.R.C.C.S. Policlinico S. Matteo di Pavia – n. 3-02250)

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato alla salute, Vito De Filippo, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Mazziotti Di Celso n. 3-02250 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato alla Salute. Grazie Presidente. Si risponde all'interrogazione parlamentare in esame, anche sulla base della documentazione che è stata trasmessa dalla Fondazione Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico Policlinico San Matteo di Pavia al Ministero della salute che, come viene annotato anche nell'interrogazione, esercita funzioni di vigilanza sul medesimo istituto. Si fa riferimento in particolare alla documentazione contabile relativa agli anni 2014 e 2015 e, più specificamente, al bilancio di esercizio, alla relazione sulla gestione, alla nota integrativa, alla relazione sul bilancio del collegio sindacale e ai verbali che sono stati redatti dallo stesso consiglio di amministrazione. In particolare, nella relazione sulla gestione dell'esercizio 2014, veniva esposto il quadro delle criticità amministrative contabili – cito quel verbale – derivanti dal diffuso utilizzo di applicativi informatici diversi, non integrati con il sistema principale di contabilità generale. Tutto ciò ha determinato una non ordinata e talvolta incompleta gestione dei dati e delle informazioni, rilevanti per una chiara rappresentazione delle operazioni con rilevanza contabile. Gli approfondimenti hanno altresì evidenziato come le risultanze del bilancio di esercizio fossero frutto di elaborazioni extracontabili e di stime che non sempre trovavano pronto riscontro con i documenti e le registrazioni di contabilità generale. Fine della citazione. Con il verbale n. 2 il consiglio di amministrazione, nel rendere noto che la giunta regionale non aveva approvato il bilancio 2014, riportante una perdita di 46 milioni 506 mila euro, in quanto non rappresentativo della situazione economica patrimoniale e finanziaria dell'ente, aveva segnalato i seguenti punti critici. Primo: assenza di un impianto di contabilità generale tale da generare scritture contabili e di bilancio di esercizio; i diversi sottosistemi, non essendo integrati, non si interfacciavano tra di loro. Secondo: mancata registrazione dei costi, la cui elevazione ha comportato uno squilibrio contabile.
  Terzo: la situazione del patrimonio immobiliare non era correttamente gestita a livello contabile ed amministrativo. Quarto: il piano di organizzazione aziendale vigente risultava generico, non presentando una mappatura organizzativa definita.
  Con deliberazione n. 4 nel consiglio d'amministrazione del 25 febbraio 2016 e n. 4 del 18 marzo del 2016, quel consiglio d'amministrazione ha definito un piano di azione per il rapido e il completo recupero dell'efficienza contabile ed amministrativa dell'Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, la cui approvazione da parte della regione era condizione per potere provvedere alla copertura della perdita d'esercizio conseguita nell'esercizio 2014. Il predetto piano riguarda tre aree di debolezza gestionale extra-sanitaria: la contabilità, i sistemi informativi e la stessa organizzazione.
  Con delibera n. X/5115 del 29 aprile 2016, la giunta regionale della Lombardia, nell'ambito dell'esercizio del controllo sugli enti del servizio sanitario regionale, di cui alla legge n. 412 del 1991 e alla legge regionale n. 33 del 2009, ha preso atto del piano di azione adottato dall'istituto, disponendo che lo stesso fosse sottoposto ad Pag. 15aggiornamenti e anche a successive verifiche regionali. Dall'atto in questione emerge poi che la regione, a seguito della relazione del direttore generale sulle criticità della situazione economica e patrimoniale dell'istituto, ha dato mandato al proprio nucleo operativo contabile di avviare una verifica amministrativa contabile.
  Con successivi verbali nn. 6, 7, 8 e 9 del 2016, il consiglio di amministrazione della Fondazione ha fornito, tra l'altro, un aggiornamento del piano d'azione per il recupero dell'efficienza contabile ed amministrativa, nel quale sono riportate tutte le attività programmate e anche quelle in corso, che vengono realizzate con l'indicazione dei tempi necessari per la conclusione delle stesse.
  Con delibera n. 4 del 30 maggio 2016 il predetto organo di indirizzo ha deliberato il bilancio di esercizio del 2015 che chiude finalmente in pareggio.
  Con verbale n. 12 del 1o luglio 2016, l'organo di indirizzo ha fornito lo stato di avanzamento degli obiettivi del piano operativo con scadenza al 30 giugno, rappresentando nel contempo che gli stessi sono stati sostanzialmente raggiunti.
  In particolare, l'organo ha riferito che, come da accordi con la regione Lombardia, i risultati raggiunti verranno certificati da un soggetto terzo e che, sulla base di tale certificazione, la regione assegnerà alla Fondazione la somma di 46 milioni di euro, al momento riconosciuta a titolo di anticipazione di cassa, per 10 milioni di euro, a titolo di ripiano.
  Ciò premesso, nell'evidenziare che gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico sono enti pubblici, operanti in ambito regionale, soggetti quindi alla legislazione regionale, così come è stato ribadito dalla sentenza n. 270 del 2005 della Corte costituzionale, si rappresenta tuttavia che l'articolo 16 del decreto legislativo n. 288 del 2003 prevede la possibilità di scioglimento dei consigli di amministrazione delle fondazioni istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, da esercitarsi d'intesa con il Ministero dell'economia e delle finanze e con le regioni interessate, qualora risultino gravi irregolarità nell'amministrazione degli stessi.
  Nel caso specifico si fa presente che il consiglio di amministrazione veniva a naturale scadenza il 31 dicembre 2015 e, pertanto, l'istituto, sulla base della designazione regionale e anche sulla base di quella ministeriale, ha disposto con delibera del 29 dicembre 2015 l'insediamento del nuovo consiglio di amministrazione della stessa Fondazione.

  PRESIDENTE. L'onorevole Mazziotti Di Celso ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie Presidente, ringrazio il sottosegretario. È evidente che è successa una serie di cose da quando è stata presentata l'interrogazione, che è di maggio di quest'anno, ed è indubbio che questa è una conferma che, quando quest'Aula lavorerà sul Regolamento, il tema del sindacato ispettivo andrà riesaminato, perché, non è colpa del Governo naturalmente perché è sempre stato così, ma il tempo intercorrente spesso supera le situazioni.
  Nell'interrogazione noi chiedevamo quale iniziative sarebbero state intraprese per assicurare il risanamento e la continuità, nel frattempo sappiamo che è intervenuta la delibera della regione Lombardia di cui parlava il sottosegretario ed è positivo che le somme saranno erogate solo previa certificazione dei bilanci da parte di un soggetto terzo a tutela della certezza delle informazioni disponibili anche visto il fatto che le analisi risultanti prima da un lavoro affidato a terzi a KPMG poi della Corte dei conti descrivevano impietosamente una situazione di totale mancanza di controlli.
  L'unica parte sulla quale, devo dire, avrei preferito avere qualche informazione in più è quella che riguarda la programmazione; è notizia di questi giorni che l'ospedale, il consiglio d'amministrazione della Fondazione, ha approvato le nuove linee guida organizzative sull'attività dell'ospedale, del Policlinico, ed è particolare Pag. 16il fatto che le abbia approvate con il voto contrario dei rappresentanti del comune e della provincia. Non è un fatto incoraggiante perché se il nuovo corso dell'ospedale, soprattutto la sua organizzazione interna, che è fondamentale per lo sviluppo, ovviamente, e per la tutela dell'ospedale stesso, vengono approvati nella propria autonomia dal consiglio d'amministrazione ma contro la volontà e le posizioni delle autorità locali diciamo che non si parte bene sulla base della coesione locale per una struttura che rappresenta circa il 60 per cento, secondo certi studi, del PIL della città.
  Per cui quello che posso dire è che l'auspicio è che il Governo continui a monitorare la sua situazione magari anche se al di fuori delle proprie strette competenze normative, e si faccia promotore di una maggiore collaborazione e coesione a livello locale.

(Iniziative di competenza per prevenire e contrastare il gioco d'azzardo patologico – n. 3-02399)

  PRESIDENTE. Passiamo alla interrogazione Binetti n. 3-02399 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato, De Filippo, ha facoltà di rispondere.

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato alla Salute. Si risponde all'interrogazione in esame rappresentando innanzitutto che le questioni attinenti alla crescente diffusione del gioco d'azzardo nella cittadinanza, in particolare tra coloro che sono in età scolare, e alla rilevanza anche a livello internazionale del gioco nella rete web (canale di accesso potenzialmente legato ad un aumento della problematicità dello stesso problema del gioco d'azzardo), nonché al ruolo degli smartphone, quali canali di accesso, sono state prese in esame nel corso di tre riunioni apposite dell'Osservatorio che è stato da non molto tempo istituito per il contrasto della diffusione del gioco d'azzardo e il fenomeno della dipendenza grave, che si è insediato proprio il 13 aprile di quest'anno.
  Tuttavia, è opportuno segnalare che i risultati di diversi studi epidemiologici sul tema sono spesso molto discordanti alla luce dell'attuale assenza di un flusso purtroppo sia nazionale specifico e sia di criteri certificati per la definizione del caso.
  Allo scopo di superare questa carenza il Ministero della salute ha provveduto all'attivazione delle procedure necessarie per consentire la raccolta dei dati relativi alla dipendenza dal gioco d'azzardo patologico trattata proprio nei servizi pubblici attraverso l'attivazione del sistema informativo nazionale dipendenze, il SIND, che ha una copertura di oltre il 90 per cento dei servizi dall'anno 2012 in poi.
  In sede di Osservatorio sul gioco d'azzardo patologico sono state comunque analizzate le metodologie e i risultati degli studi di popolazione disponibili in tema di gioco d'azzardo e, in particolare, sono stati utilizzati i risultati dei seguenti progetti: il progetto il IPSAD, Italian population survey, che è stato governato anche da una valutazione dell'Istat che utilizza le metodologie dell'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze e anche l'ESPAD, European school survey, che è un progetto europeo nato nel 1995 riguardante 39 Paesi europei, con l'obiettivo generale di raccogliere tutti i dati comparabili sulle dipendenze della popolazione scolastica e includendo una sezione specifica sul gioco d'azzardo.
  Il sistema di sorveglianza nazionale sul disturbo da gioco d'azzardo, progetto sperimentale: si tratta di un progetto dell'Istituto superiore di sanità, finanziato dal Centro del controllo delle malattie diretto a sperimentare anche un sistema di sorveglianza per assumere esaustivi elementi conoscitivi, correttivi e strutturali da utilizzare nella prevenzione e nella cura del gioco d'azzardo, che fornirà una panoramica dei servizi esistenti sul territorio nazionale afferenti sia al sistema sanitario nazionale che al privato sociale degli interventi e degli utenti trattati fornendo la base per indicare gli strumenti e gli interventi più efficaci da porre in atto proprio contro il gioco d'azzardo patologico.Pag. 17
  Quindi, in sede di osservatorio questi tre studi che ho citato sono alla base di una serie di dati che vengono lì valutati e monitorati e riutilizzati per strategie di approfondimento ulteriore. L'Osservatorio avrà poi cura di acquisire i dati relativi degli altri progetti nazionali intrapresi proprio in tema di gioco d'azzardo al fine di ottenere celermente ed esaustivamente, si spera, la conoscenza della nostra realtà nazionale quale base per stabilire i criteri guida di valenza nazionale fruibili e concretizzabili in servizi, in modo che, pur nel rispetto dell'autonomia delle diversificazioni regionali, siano nel futuro garantite in tutto il territorio le migliori prestazioni di prevenzione, di cura e di riabilitazione per questo fenomeno.
  Infine, si fa presente che è all'attenzione proprio dell'Osservatorio la necessità di prevedere un rapporto annuale sulle attività regionali in tema di GAP, di gioco d'azzardo patologico, nonché uno specifico finanziamento per tentare di colmare la carenza di informazione riguardo proprio al gioco sulla rete web e agli accessi tramite smartphone, canale preferenziale da parte soprattutto della popolazione giovanile del nostro Paese.

  PRESIDENTE. L'onorevole Binetti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

  PAOLA BINETTI. Mi sembra che il Governo, nella persona del sottosegretario De Filippo, abbia cercato di dare una risposta molto articolata nella fase della raccolta dati su cui si sta muovendo attualmente l'Osservatorio che è uno dei punti qualificanti non soltanto del disegno di legge su cui stiamo tuttora lavorando nella Commissione affari sociali, ma anche soprattutto di quello che era previsto dalla legge di stabilità di due anni, concretamente del 2014.
  La raccolta dati è fondamentale perché è soltanto su dati ben conosciuti che si possono prendere delle decisioni.
  Però, proprio in nome di una raccolta dati che si possa realizzare anche in tempo reale, io vorrei leggere all'Aula qui riunita, e in modo particolare al sottosegretario, un messaggio ricevuto attraverso la posta elettronica di Better Lottomatica. Faccio presente che Lottomatica non è l'ultimo arrivato nell'ambito diciamo come dire delle grandi, delle big, dei signori dell'azzardo. Lottomatica in una data molto precisa, che è il 21 di ottobre, venerdì 21 di ottobre, manda un messaggio di questo tipo: «Milan-Juve, il big match della settimana, scopri su Better le quote più vantaggiose, per te subito un bonus di benvenuto, per te subito, alla prima ricarica, 10 euro di bonus, più 10 euro di bonus casino, in più ricevi 5 euro a settimana per l'intera durata del campionato di serie A». Questa è la notizia, come si capisce, di venerdì scorso.
  Ora, è vero che si raccolgono dati, attraverso studi, attraverso indagini, scientificamente fondate, ma è anche vero che la percezione di cose di questo genere che accadono... ça va sans dire, non è che l'ho ricevuto solo io questo messaggio, penso che ci sia una mailing list enorme alla quale avranno attinto per invogliare le persone a giocare.
  Noi abbiamo in qualche modo superato non del tutto, e ritornerò tra un minuto su questo, la fase, cosiddetta, delle macchinette, cioè la dimensione meccanica del gioco, quella per cui io tocco, compio dei gesti per cui schiaccio dei tasti, guardo uno schermo, ascolto delle musiche, quindi c’è un coinvolgimento fisico sensoriale a tutto campo; siamo passati a un'offerta che invece si muove attraverso l’online in una dimensione totalmente virtuale in cui paradossalmente i soldi non ce li metto nemmeno io, cioè mi danno soldi perché io giochi a soldi. È evidente che è una situazione talmente paradossale, che è anche molto difficile che i giovani si sottraggano alla suggestione di scommettere su quella che potrebbe essere la loro partita preferita, in questo caso si ipotizza che la partita preferita sia Juve-Milan e non per esempio Roma e qualunque altra cosa che sarebbe anche meglio. Ma si fa un investimento, per cui faccio leva sulla dimensione sportiva, peraltro tenendo conto che, da pochissimo, mister Tavecchio Pag. 18ha accettato che gli azzurri scendano in campo con la pubblicità del gioco e del gioco d'azzardo.
  Tutti questi sono fatti culturali grossi, per cui anche l'eleganza e la raffinatezza dei lavori e dei dati forniti dal sottosegretario possono avere il valore di un apprezzamento per la specificità di ciò che dicono, ma anche lasciano il dubbio che appartengano a una fase che è già superata, che già stiamo oltre.
  Stiamo oltre, perché il tempo reale e le scommesse procedono talmente velocemente, in un contesto che non chiede soldi ma li mette, per cui non si capisce se questo non sia, per esempio, un gigantesco modo di riciclo dei soldi. Ora, per noi è fondamentale che passi la legge che dice «no» alla pubblicità in tutti i modi possibili e immaginabili, che dica «sì» alla formazione e, quindi, alla consapevolezza di quello che comporta il gioco e, successivamente, che poi predisponga pure, come conviene al Ministero della salute, i contesti più adeguati in cui coloro che sono incappati nelle maglie di una dipendenza grave da gioco d'azzardo possano essere curati, stante il fatto che è lo stesso Stato a rappresentare un fattore di rischio, attraverso l'Agenzia dei monopoli. Grazie.

(Iniziative volte al ripristino della viabilità sulla strada statale n. 1 Aurelia, nel tratto di Arenzano, in provincia di Genova – n. 3-02574)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Basso ed altri n. 3-02574 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato alla salute, Vito De Filippo, ha facoltà di rispondere.

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato alla Salute. Grazie, Presidente. Lo scorso 19 marzo una frana di vaste proporzioni si è staccata dal versante a monte della strada statale numero 1 Aurelia, in corrispondenza del chilometro 547+700, nel territorio del comune di Arenzano, invadendo con materiale detritico un ampio tratto della stessa carreggiata.
  La società ANAS riferisce di avere prontamente chiuso il transito veicolare su quella strada e, individuati i proprietari dei terreni dai quali era originato lo smottamento, ha poi provveduto a sanzionarli in base a quanto disposto dall'articolo 31 del codice della strada, notificando loro gli atti di diffida per la messa in sicurezza e il consolidamento dei terreni sovrastanti l'arteria stradale.
  Il giorno stesso in cui si è verificato il distacco detritico, anche il comune di Arenzano ha emesso, da parte sua, un'ordinanza con la quale obbligava i proprietari a provvedere alla stabilizzazione degli stessi terreni.
  Il successivo 22 marzo 2016 l'autorità giudiziaria ha posto sotto sequestro l'area interessata dall'evento; il sequestro cautelativo delle aree è stato verbalizzato dal Corpo forestale dello Stato il 24 marzo e notificato all'ANAS il 30 dello stesso mese.
  Da parte del MIT, al fine di garantire la continuità dei collegamenti e la transitabilità dell'area interessata dalla completa chiusura al traffico della S.S. Aurelia, in comune di Arenzano, con nota del 23 marzo 2016 si è provveduto ad autorizzare la società Autostrade per l'Italia ad applicare l'agevolazione tariffaria alle autovetture di classe A dei residenti pendolari nei comuni interessati per la tratta Arenzano-Genova Voltri, con decorrenza dalle ore mezzanotte del 24 marzo, fino al ripristino delle normali condizioni di percorribilità della stessa strada.
  In particolare, per tale categoria di transiti, è stato previsto un rimborso del 70 per cento dell'importo, previa presentazione alla società concessionaria di blocchi di scontrini di pagamento corredati da un'autocertificazione relativa al luogo di residenza e ai motivi dello stesso pendolarismo. Il rimborso verrà effettuato tramite l'erogazione, per ogni 20 scontrini, di 14 buoni pedaggio, tutti ovviamente gratis, per la medesima tratta di percorrenza.
  Con nota del 12 settembre scorso, il Compartimento della viabilità per la Liguria ha trasmesso il provvedimento di dissequestro della corsia a mare della SS 1 Aurelia emesso dalla procura della Repubblica Pag. 19presso il tribunale di Genova in data 7 settembre 2016 e, in pari data, ha anche fornito copia dell'ordinanza compartimentale ANAS n. 60, con la quale è stata disposta la riapertura a senso unico alternato regolato da impianto semaforico e/o movieri del tratto precedentemente chiuso al traffico, con l'imposizione del limite di velocità di 30 km/h e del divieto di sorpasso, nonché il divieto di transito ai pedoni e il divieto di sosta dei veicoli a margine strada. I lavori in cantiere proseguono in linea con il cronoprogramma e ANAS prevede la riapertura a doppio senso di marcia entro il prossimo 5 dicembre. Ritenendo di fatto superata la fase di emergenza posta a motivo della predetta agevolazione tariffaria disposta dal Ministero, se n’è disposta la revoca a far data dalla mezzanotte del 17 settembre 2016. Con tale revoca è stato altresì raccomandato, in caso di allerta arancione e di concreto inizio delle precipitazioni nonché in caso di allerta rosso, così come disposto dalla procura di Genova, di provvedere all'immediata chiusura della strada con conseguente deviazione del traffico sulla Autostrada 10 tratta Arenzano-Genova Voltri e viceversa. Nelle fasi di allerta arancione e di allerta rossa, che dovranno essere comunicate da ANAS alla società concessionaria, quest'ultima dovrà procedere secondo quanto previsto nella citata nota del 23 marzo 2016 di autorizzazione all'agevolazione del pedaggio, dandone comunicazione al MIT con un'adeguata informativa all'utenza, che ovviamente dovrà essere agevolmente messa a conoscenza delle questioni. Grazie.

  PRESIDENTE. L'onorevole Basso ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione, per cinque minuti.

  LORENZO BASSO. Grazie, Presidente. Sono certamente soddisfatto e ringrazio il sottosegretario De Filippo per la risposta e il Governo per l'interessamento e le azioni intraprese. Voglio anche ringraziare in questa sede il Ministro Delrio per essersi direttamente interessato e per aver voluto informarsi personalmente, chiamando il sindaco di Arenzano per valutare la situazione. Devo però rimarcare come, nonostante il proficuo interessamento del Governo, siano stati necessari oltre 5 mesi per la riapertura di una sola corsia a senso alternato e come, per il ripristino completo e il ritorno alla normalità, auspicando che vengano rispettati i tempi che prima sono stati ricordati dal sottosegretario, saranno comunque stati necessari oltre nove mesi. In questo lungo periodo di tempo l'economia della cittadina di Arenzano, che è legata in maniera prevalente al flusso turistico dei mesi estivi, ha subito un danno così importante da comportare il fallimento di alcune delle piccole realtà familiari e ha, inoltre, colpito indistintamente tutti gli operatori del settore, con un calo degli incassi che il comune di Arenzano ha valutato intorno a un 30 per cento in meno di fatturato rispetto agli anni precedenti, in una stagione invece di crescita del turismo. Sono quindi a chiedere d'intraprendere soluzioni di sollievo alla comunità di Arenzano, per i danni materiali che ha subito e che dovrà, purtroppo, ancora subire prima del totale ripristino della normalità. Questi mesi di attesa di azioni da parte delle varie istituzioni interessate hanno creato, infatti, un clima di autentica sfiducia nell'organizzazione dello Stato ed hanno alimentato un sentimento che porta solo a confusione e rabbia e che necessitano, quindi, una risposta forte e concreta da parte dello Stato. Mi preme inoltre sottolineare che la situazione venutasi a creare con la frana ha comportato, per tutti i cittadini liguri, un enorme disagio sulle percorrenze da e per Arenzano in direzione Genova, obbligando tutti a utilizzare l'autostrada a pedaggio A10 come unico collegamento carrabile, strada appunto a pagamento e con una modalità di rimborso parziale, prima ricordata, abbastanza complessa, che ha aggiunto disagio al disagio e che ha indotto gran parte degli utilizzatori a non chiedere rimborsi. A noi risulta che solo il 10 per cento circa lo ha chiesto ed ottenuto. Dai dati forniti sui flussi autostradali, l'interruzione dell'Aurelia Pag. 20ha portato ad oltre 4 mila percorrenze al giorno in più, rispetto all'anno precedente, della tratta Arenzano-Genova Voltri e viceversa. Queste 4 mila percorrenze sono oltre 120 mila percorrenze al mese, che, moltiplicate per i mesi di chiusura sulla statale 1, sono oltre 500 mila percorrenze. Invitiamo quindi, insieme agli altri colleghi che hanno sottoscritto questa interrogazione, il Governo ad attivarsi ancora, come già fatto, presso Autostrade, affinché anche loro possano prevedere ulteriori possibilità di rimborso, ovviamente a fronte di opportuna documentazione, a favore di quei cittadini che siano stati costretti a farsi carico quotidianamente del pedaggio, sia per questioni lavorative sia familiari.

(Iniziative per la messa in sicurezza della strada statale n. 407 Basentana – nn. 3-02064, 3-02575, 3-02576)

  PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Latronico nn. 3-02064 e 3-02575 e Burtone n. 3-02576, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato, Vito De Filippo, ha facoltà di rispondere.

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato alla Salute. Grazie, Presidente. L'itinerario basentano che comprende il raccordo autostradale n. 5 Sicignano-Potenza e la SS n. 407 Basentana è oggetto di particolare attenzione da parte della società ANAS. In effetti la SS n. 407 presenta notevoli problematiche di carattere strutturale sulle opere d'arte, nonché criticità connesse al dissesto idrogeologico del bacino del fiume Basento. Pertanto ANAS ha pianificato una serie di interventi per la manutenzione straordinaria con priorità agli interventi di riparazione locale dei viadotti e con interventi di protezione del corpo stradale e delle fondazioni dei ponti dai fenomeni connessi alla richiamata problematicità di dissesto idrogeologico, nota anche con eventi purtroppo molto negativi, le cui criticità sono oggetto di continue interlocuzioni con gli uffici regionali e con gli enti territorialmente competenti. L'ANAS condivide quindi la necessità di attivare un tavolo di confronto con le strutture regionali competenti alla programmazione e all'attuazione degli interventi di manutenzione delle aste fluviali e delle opere relative al dissesto idrogeologico di area vasta. Questa condivisione, strutturata da tempo, vede ANAS e regioni seduti esattamente allo stesso tavolo per queste attività. A questo proposito e come da corrispondenza intercorsa tra la Presidenza dell'ANAS e il presidente della regione Basilicata, nel luglio 2014, l'Amministrazione regionale ha approvato la proposta di intesa generale quadro sulle infrastrutture, che prevede, relativamente al corridoio Salerno-Potenza-Bari, con l'estensione alla direttrice Basentana, un investimento di 300 milioni di euro, risorse che oggi non sono ancora disponibili.
  Successivamente la stessa regione ha approvato le linee strategiche e programmatiche, atto di indirizzo preliminare per la successiva redazione del Piano regionale dei trasporti, con il quale atto l'itinerario basentano è stato inserito nella fascia di priorità data la sua riconosciuta valenza nazionale. Inoltre nel nuovo ciclo di programmazione la regione Basilicata ha confermato nella proposta infrastrutturale un investimento di 300 milioni di euro per l'esecuzione dei suddetti interventi e nelle previsioni del recente Patto per il Sud Basilicata risulta programmato un primo stralcio di interventi pari a 100 milioni di euro sui fondi del Fondo sviluppo e coesione. Nell'ambito di tali previsioni è stato avviato anche lo studio di un intervento di riqualificazione della piattaforma stradale sulla tratta SS n. 407 tra i chilometri 40 più 300, fino al chilometro 100 più 600, ad oggi sprovvista di spartitraffico centrale che si ipotizza di suddividere in più lotti, in relazione alle diverse caratteristiche del tracciato stradale.
  Per completezza di informazione, ANAS riferisce che nell'ultimo triennio ha progettato lungo l'itinerario Basentano 33 interventi di manutenzione straordinaria, Pag. 21per un importo complessivo di circa 143 milioni di euro, di cui 11 già ultimati per un totale di circa 23 milioni di euro, 12 in corso di esecuzione, per circa 106 milioni di euro, e 10 programmati in attesa di finanziamento per un totale di circa 14,5 milioni di euro.

  PRESIDENTE. L'onorevole Latronico ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alle sue interrogazioni.

  COSIMO LATRONICO. Signor Presidente grazie, e grazie, sottosegretario, per la risposta che lei, a nome del Governo e del Ministero delle infrastrutture, ci dà su un tema ricorrente, infatti le interrogazioni che lei ha trattato sono due, una presentata il 1o marzo del 2016 e l'altra ad ottobre. Una strada centrale per il sistema trasportistico del Mezzogiorno, non solo della Basilicata, perché connette Salerno, il Tirreno e Sicignano con lo Ionio e Taranto e incrocia tutta la Basilicata. Senza questa strada che, ahinoi, vive condizioni di precarietà, la comunicazione viaria, che è l'unica modalità con cui si può arrivare in Basilicata, avendo treni quasi inesistenti e non avendo aerei, finisce per essere una criticità reale.
  C’è un sistema di viadotti su cui si snoda questa strada che vive una condizione di precarietà. Ora la risposta – e io ringrazio il sottosegretario –: credo che insomma, avendo questo ruolo, questa funzione, questa strada abbia bisogno di una concentrazione di interventi. Non possiamo più assistere a programmazioni che rilanciano cifre da molti anni, perché è da molti anni che la Basentana sta al centro dell'interesse e delle programmazioni, ma poi gli interventi di progettazione esecutiva e di appalto non arrivano. Le stesse cifre che lei ci ha dato sono significative, cioè nell'ultimo triennio ANAS fa progetti per 145 milioni di euro, ne eseguiamo undici, altri dodici più dieci sono in programmazione, ma c’è una discrepanza tra le necessità, anche quelle più urgenti, e le risorse messe a disposizione. Insomma, ora non è una novità. Questa è una strada strategica, bisogna metterci testa e risorse se si intende evitare la rottura, come è stato negli anni scorsi su questa strada. I viadotti di Calciano ed altri viadotti che collegano Potenza con Matera – stiamo parlando della città capoluogo dalla cultura europea nei prossimi anni –, insomma abbiamo il dovere di mettere in sicurezza questa strada. Le due interrogazioni, signor Presidente e Governo, sono state fatte a ridosso di incidenti mortali gravissimi perché su questa strada non c’è neppure, su tutta la strada a quattro corsie, uno spartitraffico: da Calciano a Metaponto, 40-50 chilometri, manca uno spartitraffico. Ci sono innesti a raso, quindi mancano le condizioni minime di sicurezza; se si applicassero quella strada andrebbe oggi chiusa. Non potendola chiudere, perché è l'unica strada su cui si muovono lucani, tarantini e persone che vogliono connettersi da Taranto a Salerno, almeno mettiamola in sicurezza, per cui io insomma ringrazio il sottosegretario De Filippo che conosce peraltro più di me quella vicenda. Io sono insoddisfatto perché il Governo ha il dovere di assumersi responsabilità più cogenti, sia dal punto di vista dei tempi, sia dal punto di vista delle risorse, sia dal punto di vista dell'emergenza. Questo tavolo sulla sicurezza si dovrebbe fare subito; non possiamo continuare a fare la statistica dei morti. Questa è una delle strade, per indicatori Istat, più insicure e pericolose d'Italia; dovremmo almeno fare subito un intervento di emergenza per fare presìdi di sicurezza, dallo spartitraffico, alla inibizione degli interventi a raso, e poi mettere un piano con un cronoprogramma serio per mettere in sicurezza i viadotti, per realizzare condizioni di adeguatezza sulla intera carreggiata, per evitare che questa strada possa spezzarsi da un momento all'altro.

  PRESIDENTE. L'onorevole Burtone ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione n. 3-02576.

  GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Grazie, Presidente. Io esprimo soddisfazione Pag. 22rispetto alle cose dette dal sottosegretario, anche se, in particolare, indicherò anche alcune raccomandazioni che faccio al sottosegretario, che pur non essendo del ramo però è di quel territorio e conosce bene quelle aree, e al sottosegretario mi permetto di dire che parliamo di un'arteria – come è stato detto dal collega – importantissima, non soltanto per la Basilicata, ma per il Mezzogiorno perché collega Taranto con Salerno, ma poi da Ferrandina c’è questo collegamento con Matera e quindi è un'arteria molto significativa per quella realtà perché nella Val Basento è presente quest'area ancora industriale che resiste rispetto alle difficoltà economiche che vive il Paese e che vive quella realtà industriale. Però c’è anche un'area agricola e nel contempo prospettive serie di sviluppo del turismo. Matera – è stato detto – ha questa possibilità di sviluppare un turismo culturale; già è stata una città ampiamente visitata, i numeri sono significativi di cittadini che, pur nelle difficoltà di collegamento, raggiungono queste realtà. Al sottosegretario segnalo che c’è la necessità di continuare lungo la strada degli interventi d'emergenza, perché là siamo all'emergenza. Ci sono addirittura le aree di emergenza, le piazzette per l'emergenza, che sono delle discariche a cielo aperto; ci sono problemi relativi al manto stradale, problemi che si aggravano durante il periodo invernale con le piogge. Ma, a seguito degli incidenti stradali che si sono realizzati all'altezza di Grassano, ma anche in altre aree, credo che si imponga – lo diceva il sottosegretario – anche un intervento per realizzare uno spartitraffico ed evitare che quella strada diventi una superstrada e basta, deve avere caratteristiche autostradali. Mi permetto, quindi, di aggiungere che, rispetto all'emergenza, c’è anche un problema di prospettiva. Io su questo tema sono intervenuto più volte, ho presentato oltre quattro interrogazioni, insieme a colleghi sensibili a queste tematiche, abbiamo anche una risoluzione in Commissione, perché si possano affrontare seriamente, da parte del Governo, queste problematiche legate alle infrastrutture, ai collegamenti in quell'area. Come è stato accennato dal sottosegretario, c’è un patto per il Sud che ha visto l'impegno del Governo, mi auguro che le altre istituzioni possano essere in sintonia e su quell'area si possa fare un ragionamento strutturale, un rafforzamento del territorio e, quindi, intervenire per presidiare dal punto di vista delle difficoltà idrogeologiche, ma nel contempo anche una serie di interventi che permettano veramente di avere una rete viaria all'altezza di quella comunità, che aspira ad avere ancora un ruolo significativo dal punto di vista economico.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento della interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
  Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15.

  La seduta, sospesa alle 13,10, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ferrara, Lorenzo Guerini, Speranza, Tofalo e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centodiciotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche.

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di Pag. 23preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo, pertanto, la seduta, che riprenderà alle ore 15,20.

  La seduta, sospesa alle 15, è ripresa alle 15,25.

Inversione dell'ordine del giorno.

  CINZIA MARIA FONTANA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CINZIA MARIA FONTANA. Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere l'inversione dell'ordine del giorno. Propongo di anticipare il punto n. 4 dell'ordine del giorno della seduta di oggi – cioè il seguito della discussione della proposta di legge Lombardi, concernente il trattamento economico e previdenziale spettante ai membri del Parlamento – e di anticiparlo, affrontandone l'esame subito. Da una parte, perché sappiamo che sul primo provvedimento che avremmo dovuto discutere ora – cioè le disposizioni in materia di protezione dei minori stranieri non accompagnati – vi è una richiesta, da parte della Commissione bilancio, di ulteriore tempo per esaminare il provvedimento e, quindi, di poterlo calendarizzare più avanti. Noi riteniamo che quello della protezione dei minori stranieri non accompagnati, che è stato evidenziato in modo eccellente dagli interventi di ieri, sia un tema importante e per noi un bel segno di civiltà richiesto dalle associazioni dei comuni e, quindi, per noi è un tema fondamentale, che deve essere affrontato appena abbiamo terminato i punti all'ordine del giorno che sono previsti dal calendario.
  Oggettivamente, chiediamo, invece, di affrontare da subito il punto numero 4, su cui vi è un'attenzione particolare. E, quindi, la mia proposta è appunto quella dell'inversione dell'ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Solo per specificarlo, ovviamente, si tratta del punto n. 4, a pagina 2 del fascicolo dell'ordine del giorno. Se non vi sono obiezioni sulla proposta di inversione dell'ordine del giorno, rimane così stabilito.
  (Così rimane stabilito).

Sull'ordine dei lavori.

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, ho da rivolgerle una preghiera. In questi giorni ricorrono i sessant'anni della rivolta di Budapest, dei fatti di Ungheria, che furono uno spartiacque...

  PRESIDENTE. Collega, questi sono argomenti da fine seduta. Se vuole formulare una richiesta alla Presidenza...

  IGNAZIO LA RUSSA. Finisco subito. Come le ho anticipato correttamente, impiegherò trenta secondi. Le chiedo di volere rivolgere al Presidente della Camera la richiesta di svolgere in Aula un momento di celebrazione, di ricordo, di analisi di quello che è uno dei momenti più importanti della storia europea. Attendo la sua risposta.

Rinvio in Commissione della proposta di legge: Lombardi ed altri: Modifiche alla legge 31 ottobre 1965, n. 1261, concernenti il trattamento economico e previdenziale spettante ai membri del Parlamento (A.C. 2354) (ore 15,30).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 2354: Modifiche alla legge 31 ottobre 1965, n. 1261, concernenti il trattamento economico e previdenziale spettante ai membri del Parlamento.Pag. 24
  Ricordo che nella seduta del 24 ottobre 2016 si è conclusa la discussione sulle linee generali e la rappresentante del Governo ha rinunciato a intervenire in sede di replica.

  LORENZO DELLAI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LORENZO DELLAI. Intervengo sull'ordine dei lavori, signor Presidente, per proporre e motivare sinteticamente una modifica dell'ordine dei lavori e il rinvio alla Commissione di questa proposta di legge.
  Voglio illustrare i due motivi. Il primo...

  PRESIDENTE. Non è una modifica all'ordine dei lavori, stiamo parlando...

  LORENZO DELLAI. È una proposta di rinvio in Commissione del testo in discussione.

  PRESIDENTE. Va bene.

  LORENZO DELLAI. Se mi permette, telegraficamente illustro i due motivi.
  Il primo è un motivo di natura istituzionale: noi pensiamo che votare nuove discipline del trattamento dei parlamentari, alla vigilia di un referendum che potrebbe modificare radicalmente l'assetto delle Camere, non abbia molto senso. Ha senso, piuttosto, farlo a quadro costituzionale definito.
  Ma c’è – e non voglio nascondermi – anche un secondo motivo che, invece, è politico: noi non intendiamo discutere di questo tema facendoci fagocitare dentro questa battaglia a effetti speciali fra il MoVimento 5 Stelle e il Presidente del Consiglio.
  Noi capiamo, come ha scritto oggi Stefano Folli, che i colleghi del MoVimento 5 Stelle hanno avuto gioco facile nell'assumere e nel rilanciare, come sanno fare loro, una parola d'ordine usata spesso dal Presidente Renzi, e cioè che la riforma costituzionale fa risparmiare sul costo del Parlamento.
  Sappiamo che questo è un tema sensibile per i cittadini, ma, con tutto il rispetto, questa non è la cifra con la quale, a nostro avviso, si motiva la riforma della Costituzione.

  PRESIDENTE. Mi scusi, collega Dellai... Mi scusi se la interrompo... Il Governo non è presente in Aula (Commenti del deputato La Russa).

  LORENZO DELLAI. Posso finire intanto ?

  PRESIDENTE. Per favore, collega La Russa... Sono costretto a sospendere la seduta per cinque minuti. Sospendo brevemente la seduta.

  La seduta, sospesa alle 15,31, è ripresa alle 15,36.

  PRESIDENTE. Il collega Dellai stava completando il suo intervento sull'ordine dei lavori, per richiedere un rinvio in Commissione.
  Prego, collega Dellai.

  LORENZO DELLAI. Grazie, Presidente. Avevo appena finito di dire che chiedo all'Aula il rinvio in Commissione di questo provvedimento per un primo motivo di natura istituzionale, infatti, riteniamo che definire nuovi assetti del trattamento dei parlamentari alla vigilia di un referendum che potrebbe comportare una riorganizzazione dell'assetto delle Camere ci pare non abbia senso; pensiamo sia più opportuno, certamente opportuno, discuterne a quadro costituzionale definito. Tuttavia, come dicevo, c’è anche un secondo motivo, che non voglio nascondere e che è di tipo politico: per quanto ci riguarda, per quanto riguarda il nostro gruppo, noi non vogliamo discutere questo tema, facendoci trascinare in quella che noi riteniamo essere una guerra, una battaglia a effetti speciali fra il MoVimento 5 Stelle e il Presidente del Consiglio.Pag. 25
  Capisco, dicevo, come ha scritto bene oggi Stefano Folli su la Repubblica, che abbiano avuto gioco facile i colleghi del MoVimento 5 Stelle ad assumere e a rilanciare, con le loro modalità, una parola d'ordine usata spesso dal Presidente Renzi: la riforma fa risparmiare sul costo del Parlamento. Sappiamo che questo è un tema sensibile per i cittadini, ma, con tutto il rispetto, continuiamo a ritenere che questa non sia la cifra con la quale si motiva e si sostiene una riforma costituzionale.
  Noi, dunque, non vogliamo concorrere a far deragliare né la vicenda referendaria, alla quale crediamo, né la politica su questi scogli di populismo sistematico. La volontà di discutere, oggi, la proposta del MoVimento 5 Stelle è ispirata, comunque si voti il 4 dicembre, ad una sfida al ribasso per la politica italiana e per la democrazia parlamentare, che sarà anche in crisi, sarà anche acciaccata, ma è l'unica nella quale noi riconosciamo ancora il sistema delle garanzie e della rappresentanza.
  Dunque, fate pure, se proprio volete, questo gioco a effetti speciali, ma certamente non con il nostro consenso e non nel nostro nome. Pertanto, chiediamo che la proposta venga rinviata in Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Sulla proposta di rinviare la proposta di legge in Commissione, essendone stata avanzata richiesta, darò la parola ad un oratore per gruppo, ai sensi dell'articolo 45 del Regolamento.
  Ha chiesto di parlare contro la collega Lombardi. Ne ha facoltà.

  ROBERTA LOMBARDI. Grazie, Presidente. Adesso capiamo fino in fondo l'osceno giochetto a cui abbiamo assistito anche in Comitato dei nove poco fa, dove la maggioranza ha votato per non votare, ovvero per non dare dei pareri sugli emendamenti presentati da chi ha lavorato effettivamente sul provvedimento, ma per arrivare in questo stato di impasse e mandare il sottopanza della maggioranza e del Governo a fare il lavoro sporco al posto del PD (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Noi rigettiamo il motivo istituzionale, perché l'Italia non si ferma al 4 dicembre, anche perché dopo il 4 dicembre ci sarà il 30 maggio; questo Paese si basa solo sulle scadenze elettorali e non, mai sui bisogni dei cittadini. Quindi, a maggior ragione perché si sta per entrare in una sessione di bilancio, dove ogni euro risparmiato può essere investito in apparecchiature sanitarie per gli ospedali fatiscenti, in asili nido o in riparazioni degli asili nido, così che non cadano in testa ai nostri bambini, in tutto quello che possono essere impieghi e servizi a favore dei cittadini, noi chiediamo che, oggi, in quest'Aula, si tratti di questo tema.
  Rigettiamo anche il discorso politico, il discorso politico di un deputato eletto; dopo due anni dalla presentazione di questa proposta di legge, presentata a maggio 2014, dopo due anni in cui noi abbiamo lottato per portarla all'attenzione di quest'Aula – perché, quando si tratta delle vostre campagne elettorali, siete pronti ad adottare questi temi sul risparmio, siete pronti a farvene carico –, dopo due anni dalla deposizione di questa proposta di legge, non si è trovato il tempo in Commissione per andare ad affrontare un tema come questo. E dov'era Dellai quando, invece, dopo quindici giorni, la Boccadutri veniva approvata sia alla Camera che al Senato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Collega Castelli...

  ROBERTA LOMBARDI. Dov'era questo bicameralismo imperfetto quando si trattava di mettere le vostre rapaci mani nelle tasche dei cittadini ? Questo è il motivo per il quale, per noi, questa proposta è inaccettabile e vogliamo vedere come il PD si pronuncerà in merito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Arturo Scotto. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, noi voteremo contro la proposta di rinvio Pag. 26avanzata dal collega Dellai; pensiamo che sia maturo il tempo per una discussione seria e approfondita sulla questione delle indennità dei parlamentari. Pensiamo che non si possa rinviare una discussione soltanto perché questa rischia di inquinare il percorso referendario.

  PRESIDENTE. Collega Ottobre... Non è ammesso...

  ARTURO SCOTTO. Il percorso, cari colleghi e caro Presidente, è già inquinato, e siccome la ruota gira per tutti, può capitare, talvolta, nella storia dei popoli e nella storia delle democrazie, che chi di populismo ferisce, di populismo perisce (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà) ed è una lezione fondamentale, soprattutto nel momento in cui si tappezzano i muri dell'Italia e si scrive: volete diminuire voi il numero dei politici ? La funzione di una qualsiasi democrazia liberale e occidentale è aumentare la partecipazione dei cittadini alla politica (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà), che tutti i cittadini divengano politici, perché difendono l'esercizio libero del pensiero, della partecipazione, della possibilità di cambiare le cose ! Noi pensiamo che bisogna discuterne, abbiamo le nostre proposte, diverse da quelle del MoVimento 5 Stelle, occorre agganciare l'indennità a un criterio oggettivo, c’è l'Europa, c’è il Parlamento europeo, si agganci l'indennità al Parlamento europeo e la si finisca (Commenti)...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore... Colleghi...

  ARTURO SCOTTO. La si finisca di monetizzare i servizi, si vada verso una direzione di riduzione consistente delle indennità, di ristrutturazione del meccanismo dei servizi ai parlamentari, si metta nelle mani dei cittadini la possibilità di restituirgli lo scettro della scelta e della selezione dei parlamentari. Noi pensiamo che si possa fare subito e, quindi, voteremo contro il rinvio, senza problemi e senza difficoltà.
  Aggiungo: si muore molto spesso di rinvio, soprattutto lo dico ai fautori della velocità e della rapidità come ideologia; lo vediamo rispetto a una legge di bilancio che tarda ad arrivare in questa Camera, nonostante la legge prescriva una data certa e lo diciamo rispetto a chi, ancora oggi, rinvia, perché non ci sono le coperture del bilancio, la legge sui minori non accompagnati (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà), nel giorno in cui abbiamo questa vicenda drammatica di Gorino, che è una delle pagine peggiori della storia di questo Paese ! Approviamo subito la legge sui minori non accompagnati, diamo un messaggio a questo Paese che c’è un'Italia migliore, accogliente e solidale (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Meloni. Ne ha facoltà.

  GIORGIA MELONI. Presidente, anche il gruppo di Fratelli d'Italia voterà contro la proposta di rinvio del provvedimento dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, per una ragione di metodo e per una di merito.
  La ragione di metodo è che questa tecnica che la maggioranza utilizza sempre di far finta di discutere i provvedimenti dell'opposizione, ma, poi, di fatto, non portarli mai a definitiva discussione in Aula, perché vengono puntualmente rispediti in Commissione, è una roba che deve finire. Le opposizioni hanno diritto di discutere una quota del 20 per cento dei provvedimenti che arrivano in quest'Aula e, che alla maggioranza piacciano oppure no, a noi non interessa, quando in Commissione fanno il loro iter e arrivano in Aula, devono essere discussi. Se noi puntualmente li rinviamo indietro in Commissione, con gli escamotage che si conoscono, otteniamo di discutere solamente i provvedimenti della maggioranza. Lo dico perché è quello che è accaduto con la proposta della sottoscritta sul taglio delle pensioni d'oro, perché è quello che è accaduto con la proposta dei colleghi della Pag. 27Lega sulla legittima difesa; non sempre abbiamo trovato la stessa solidarietà, lo voglio dire, come nel caso delle pensioni d'oro dai colleghi del MoVimento 5 Stelle, ma crediamo che le regole siano regole e quindi vogliamo discutere questo provvedimento.
  Del resto, non è che rinviando risolviamo il problema, colleghi. Il tema è un tema che esiste nell'Italia di oggi, perché l'Italia di oggi è un'Italia nella quale abbiamo più di 4 milioni di famiglie povere e si attendono dei segnali anche dalla politica. Noi siamo perché quei segnali si diano; poi, se si riescono a dare con la proposta più credibile possibile, è meglio.
  Dico per ricordare a tutti in quest'Aula che Fratelli d'Italia nel 2013 ha fatto approvare in quest'Aula un ordine del giorno al bilancio della Camera con il quale si chiedeva di legare l'indennità dei parlamentari all'andamento dell'economia italiana, perché, signori, il vero tema degli emolumenti dei parlamentari non è dato dal fatto che ai cittadini dà fastidio che i parlamentari guadagnino bene. Gli dà fastidio che guadagnino bene quando non producono i risultati che i cittadini si aspettano e quindi la proposta che noi storicamente abbiamo fatto è quella di legare l'indennità dei parlamentari a come va l'economia. Diminuisce la disoccupazione ? Aumenterà l'indennità dei parlamentari. Aumenta la disoccupazione ? Diminuirà l'indennità dei parlamentari. Si chiama responsabilità, si chiama fare quello che si fa nelle aziende: quando si lavora bene, c’è un utile, quando non si lavora bene, l'utile non c’è e tutti quanti pagano, non soltanto i cittadini.
  L'abbiamo fatto approvare tre anni, l'avete votato tutti, non è mai stato applicato. Allora, a noi piacerebbe, per esempio, discutere di una proposta di questo tipo, abbassare l'indennità dei parlamentari; portarla alla metà ? Portarla alla metà. Dopodiché, se il Parlamento lavora bene e l'Italia va meglio, ci sarà un utile aggiuntivo, altrimenti non ci sarà e tutti quanti pagheranno.
  Ma si può entrare nel merito di questo dibattito o dobbiamo rinviare questa discussione all'infinito e fare sostanzialmente melina e fare finta che non vogliamo affrontare la questione ? Secondo noi non si può fare, quindi il provvedimento va discusso oggi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Occhiuto. Ne ha facoltà.

  ROBERTO OCCHIUTO. Grazie, Presidente. Il gruppo di Forza Italia non si è sottratto alla discussione su questo tema. Ieri, negli interventi in discussione generale, è intervenuto il presidente del gruppo, l'onorevole Brunetta, e si è fatto carico di rappresentare all'Aula e, per il tramite dell'Aula, ai cittadini italiani quella che è la proposta di Forza Italia su questo tema: una proposta che serve a indicare ai cittadini che è giusto che chi si impegna in politica non lo faccia per ricavarne un guadagno, ma è altrettanto giusto che chi si impegna a servire le istituzioni non ne procuri un danno da questo servizio.
  Per questo, ricordando quello che è disposto all'articolo 51 della Costituzione, quando si dice che un parlamentare ha diritto a conservare il proprio posto di lavoro, la nostra proposta va nella direzione di consentire a chi sceglie l'impegno politico e a chi sceglie di candidarsi per rappresentare gli italiani in Parlamento di conservare il reddito pregresso. Certo, con un tetto che può essere quello dei dirigenti pubblici, o anche minore, come può essere quello della indennità attuale dei parlamentari, ma è una proposta questa molto più liberale, una proposta che riteniamo più seria, meno demagogica, che dà la possibilità al Parlamento di essere il luogo dove si raccolgono le eccellenze del Paese, quelle eccellenze che probabilmente hanno avuto modo di avere, perché sono delle eccellenze, un reddito che non deve essere di ostacolo al servizio nelle istituzioni.
  È una proposta che farebbe ottenere molti più risparmi al Paese, perché i risparmi che produrrebbe sarebbero sensibilmente Pag. 28superiori a quelli contenuti nella proposta che oggi discutiamo. E questa proposta l'abbiamo declinata in alcuni emendamenti che sono presenti, che abbiamo consegnato all'Assemblea e che sono contenuti nel fascicolo d'Aula.
  Certo, per intervenire sull'ordine dei lavori, così come deve essere, anche noi avremmo preferito una discussione più approfondita in Commissione, che è il luogo dove le diverse proposte – altri ne hanno presentate di differenti – possono trovare lo spazio per essere approfondite e per essere esaminate, senza la tentazione di far diventare questo tema uno spot o un'occasione per delegittimare le istituzioni, come spesso si fa quando si discute di questo argomento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).
  Quindi, anche noi avremmo auspicato una discussione in Commissione, ma avremmo auspicato che, attorno a questa possibilità ci fosse stata l'adesione di tutti i gruppi parlamentari di opposizione, perché noi facciamo orgogliosamente parte dell'opposizione in quest'Aula e, siccome sappiamo che questa proposta è una proposta che va in quota all'opposizione, riteniamo che, se non c’è questa disponibilità – e ci pare non ci sia –, sia giusto non comprimere il diritto delle opposizioni di discutere le loro proposte senza rinvii in Commissione.
  Per questo voteremo contro il rinvio in Commissione della proposta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  GIULIA GRILLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. A che titolo ?

  GIULIA GRILLO. Per un richiamo al Regolamento, Presidente.

  PRESIDENTE. Articoli ?

  GIULIA GRILLO. Otto e seguenti.

  PRESIDENTE. Prego.

  GIULIA GRILLO. Intervengo perché vorrei stigmatizzare, Presidente, che noi stiamo, per l'ennesima volta, votando un rinvio in Commissione di un provvedimento che era stato assegnato in calendario, d'accordo in Capigruppo con la Presidente Boldrini, in quota alla minoranza, ossia dell'opposizione. Le chiedo, Presidente, se, secondo lei, è corretto che, per l'ennesima volta, sono stati fatti tanti altri esempi, ma ricordo la PdL sulla riduzione delle tasse universitarie presentata dal mio collega Vacca...

  PRESIDENTE. Collega Grillo, qual è la richiesta ?

  GIULIA GRILLO. La richiesta è che, secondo noi, non è corretto in questo momento procedere a un rinvio in Commissione, perché in questa maniera si viola il Regolamento, che prevede che il 20 per cento delle proposte di legge dell'opposizione debbano essere discusse in questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rosato. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Grazie, Presidente. Spetta a me dire perché «sì» al rinvio in Commissione.
  Noi abbiamo provato a fare un lavoro comune in Commissione, ci abbiamo provato sul serio, abbiamo portato le nostre proposte, abbiamo chiesto, abbiamo proposto che i parlamentari italiani abbiano lo stesso trattamento dei colleghi europei: meno soldi e più servizi. Abbiamo provato a ragionare con il MoVimento 5 Stelle, lo abbiamo fatto con la volontà di arrivare fino in fondo, ma no, a loro non interessava venire in Aula per una legge che mettesse a posto, mettesse ordine e tagliasse i costi; no, a loro interessava in Aula pervenire con una proposta che ci dicesse semplicemente che lo stipendio dei parlamentari (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore !

Pag. 29

  ETTORE ROSATO. ... dovesse essere quello. Presidente, mi interromperanno spesso, non si preoccupi, io vado avanti, consideri così (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Va bene, ma non dipende da chi sta parlando. La mia funzione è applicare il Regolamento. Prego Rosato.

  ETTORE ROSATO. La ringrazio. A loro interessava venire in Aula per dire che un parlamentare debba prendere la metà di quanto prendeva di consulenza la Muraro; questo era il metro di misura: la metà della Muraro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questo deve prendere un parlamentare, è il loro metro di misura, non interessava il resto.
  Noi invece siamo venuti qui, abbiamo cercato di costruire un merito su questa vicenda e lo facciamo con una credibilità, lo facciamo con la credibilità di chi ha cancellato 468 milioni all'anno di rimborsi pubblici ai partiti; noi li abbiamo cancellati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), 468 milioni di rimborsi all'anno erano nel 2002; siamo la credibilità di chi ha cancellato, in questi anni, 300 milioni di euro di costi della Camera dei deputati. Noi lo abbiamo fatto; voi vi astenevate in Ufficio di Presidenza, noi abbiamo lavorato per tagliare i costi della politica.
  Ma perché siamo qui e voi non volete discutere veramente questa proposta (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore !

  ETTORE ROSATO. Ma è semplice, perché questo sistema a voi fa comodo. A voi fa comodo questo sistema; fa comodo per due motivi: intanto perché, quando le cose non funzionano, quando si può urlare a voi fa comodo e questo consente a voi di urlare, di lanciare sempre più su e poi perché questo sistema nell'opacità – guardi, Presidente – è un sistema... Alla fine i parlamentari del Partito Democratico prendono la stessa paga che prendete voi. Glielo dimostro – guardi – Presidente, uso il suo, uso il suo ma con grande rispetto. Lei nel gennaio ha ricevuto netti 12.680 euro, (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); a febbraio 10.011; a marzo 9.783; ad aprile 12.564, e così avanti (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore !

  ETTORE ROSATO. Ogni parlamentare del Partito Democratico, con una detrazione, con un rimborso di mille, 2 mila, 3 mila euro, ogni parlamentare che è qui, e non solo qui, anche nei banchi di altri gruppi, versa mille, 2 mila, 3 mila, almeno 4 mila euro al mese per mantenere i partiti, che sono uno strumento previsto dall'articolo 49 della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e lo facciamo con orgoglio, non è che lo facciamo nascondendoci. E io con orgoglio dico che noi i partiti li difendiamo, sotto questo punto di vista, anche con le risorse economiche. Voi, invece, con questi soldi qui non mantenete i partiti, fate altro, e voi cosa fate non lo sappiamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ! Ma, poi, perché ora in calendario ? Perché adesso in calendario ? Adesso in calendario perché (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  ROBERTA LOMBARDI. Lo fate voi il calendario !

  PRESIDENTE. Per favore, colleghi. Per favore !

  ETTORE ROSATO...La vostra preoccupazione è di poter motivare il «no» al referendum costituzionale. Noi, in coerenza con quanto abbiamo detto – 1979, Nilde Iotti – mille parlamentari sono troppi, li vogliamo ridurre. Noi li vogliamo ridurre; voi volete tagliargli la paga ai senatori, noi li cancelliamo. È una differenza di sostanza, e non c’è demagogia, Pag. 30non c’è demagogia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); c’è da rendere il nostro sistema più efficiente, prima che più economico. Più efficiente, perché le istituzioni devono essere efficienti, e noi l'efficienza la chiediamo e la vogliamo. Abbiamo un ospite importante, abbiamo adattato la nostra agenda a quella di Beppe Grillo, oggi (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Io pregherei Beppe Grillo di andare, dopo, non solo qui, ma anche in un altro colle, qui vicino, a Roma, a parlare di auto blu, di consulenze, di tagli di costi inutili (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale), perché, altrimenti, qui non si può solo fare l'opposizione. Bisogna anche saper governare ed essere onesti con i propri elettori, dicendo che cosa bisogna fare con i costi quando ci compete (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Però, Presidente, voglio chiudere...

  PRESIDENTE. Ha esaurito il tempo.

  ETTORE ROSATO. Ho ancora un minuto di tempo e lo uso...

  PRESIDENTE. Ha esaurito il tempo.

  ETTORE ROSATO. Presidente, la politica ha bisogno di ritornare ad avere credibilità.

  PRESIDENTE. Concluda.

  ETTORE ROSATO. Presidente, mi hanno interrotto per più di due minuti.

  PRESIDENTE. Prego, è già fuori tempo.

  ETTORE ROSATO. La politica ha bisogno di credibilità e la politica non ritrova la credibilità (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore !

  ETTORE ROSATO. E la politica non ritrova credibilità dicendo che prende meno soldi, puntando allo zero, perché quello è l'obiettivo. La politica torna ad essere credibile quando diventa efficiente, Presidente.

  PRESIDENTE. Grazie.

  ETTORE ROSATO. Noi qui siamo a rendere efficiente la politica in questo Paese con la coscienza pulita e con la voglia di dare una dimostrazione che questo Paese può cambiare sul serio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Sottanelli. No, prima del collega Sottanelli c’è il collega D'Uva per un richiamo al Regolamento. Articoli ?

  FRANCESCO D'UVA. Uno, Presidente, l'articolo 39.

  PRESIDENTE. Prego.

  FRANCESCO D'UVA. Argomenti fuori tema. La collega Grillo ha fatto un intervento chiedendo delle quote, sappiamo benissimo, delle iniziative parlamentari e delle leggi. Risponde Rosato su cosa, con tutto il rispetto ? Il PD ha chiesto la parola...

  PRESIDENTE. Collega, sono io che ho dato la parola al collega Rosato, uno per gruppo. Sulla questione del Regolamento, lo sappiamo bene tutti quanti che ci sono una serie di precedenti su questo tema che prevedono il rinvio in Commissione per i casi anche di proposte di legge in quota opposizione. È stato così tante altre volte anche in passato. Il collega Rosato è intervenuto sull'ordine dei lavori per la proposta di rinvio in Commissione del collega Dellai.

  FRANCESCO D'UVA. E, allora, aspettiamo la replica per quanto ha detto la collega Grillo sulle quote parlamentari.

  PRESIDENTE. Le ho appena risposto. Ha chiesto di parlare il collega Sottanelli. Ne ha facoltà.

Pag. 31

  GIULIO CESARE SOTTANELLI. Grazie, Presidente. Noi, come gruppo di Scelta Civica, siamo favorevoli al rinvio proposto dal collega Dellai, perché riteniamo che questa proposta sia demagogica e populistica in un momento particolare, e pensiamo che, invece, il problema vada affrontato nella sua interezza in maniera molto seria, perché ci sono colleghi parlamentari che, per svolgere il proprio mandato, rimettono tanti soldi, perché hanno lasciato professioni, hanno lasciate aziende, e non come tanti altri colleghi, Presidente, che si sono ritrovati qui, in Parlamento, come primo lavoro, a diventare parlamentari. Noi riteniamo che fare il parlamentare debba essere un servizio, un servizio che si rende alla nazione, e non un'opportunità per cambiare status.
  Allora, noi vogliamo che ci sia una proposta complessiva e intelligente, che faccia unità rispetto a una proposta che veda raccogliere tutte le istanze dei vari gruppi, e non strumentale e demagogica come quella del MoVimento 5 Stelle. Penso che noi ci dobbiamo opporre ai comici, perché basta, siamo persone serie (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) in un Paese serio...

  PRESIDENTE. Colleghi, fate esprimere il nostro collega !

  GIULIO CESARE SOTTANELLI... e queste pagliacciate, con la presenza di alcune persone qui, penso che non rendano bene e degno il nostro Paese.

  PRESIDENTE. Non ho altri iscritti a parlare su questo tema.
  Passiamo ai voti.
  Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinviare in Commissione la proposta di legge n. 2354.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione)

  Ricordo che non è permesso, non è consentito fare fotografie in Aula, per favore. Non mi costringete a nominarvi direttamente. Collega Ruocco, per favore, la richiamo all'ordine ! Colleghi ! Collega Miccoli !
  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva per 109 voti di differenza (Applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Sui lavori dell'Assemblea (ore 16,02).

  PRESIDENTE. Dovremmo ora passare al seguito della discussione della proposta di legge: Zampa ed altri: Disposizioni in materia di protezione dei minori stranieri non accompagnati (A.C. 1658-A).
  La Commissione bilancio, tuttavia, non ha ancora espresso il parere sul testo e sugli emendamenti presentati. Dobbiamo passare, quindi, al successivo argomento all'ordine del giorno, restando inteso che il seguito dell'esame della proposta di legge in questione sarà iscritto all'ordine del giorno della seduta di domani, mercoledì 26 ottobre, come previsto dal vigente calendario dei lavori.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Realacci ed altri; Abrignani; Realacci ed altri: Disposizioni concernenti il marchio italiano di qualità ecologica dei prodotti cosmetici (A.C. 106-2812-3852-A) (ore 16,03).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 106-2812-3852-A: Disposizioni concernenti il marchio italiano di qualità ecologica dei prodotti cosmetici.
  Ricordo che nella seduta del 24 ottobre si è conclusa la discussione sulle linee generali e le relatrici e la rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica

(Esame degli articoli – A.C. 106-2812-3852-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato delle proposte di legge e degli emendamenti presentati.Pag. 32
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 106-2812-3852-A), che sono in distribuzione.
  Avverto che le Commissioni hanno presentato gli emendamenti 3.100, 3.101 e 3.102, che sono in distribuzione.
  Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo, in particolare, a votazioni per principio o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
  A tal fine, il deputato Aris Prodani è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

  ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Grazie, Presidente. Abbiamo un problema di riformulazione rispetto a un emendamento che, a nostro avviso, non comportava oneri a carico dello Stato. I colleghi della Commissione bilancio chiedono una formulazione più precisa; quindi, per questo motivo tecnico, chiederei una sospensione di mezz'ora. Chiedo la convocazione del Comitato dei nove nella sala del Governo, affianco, in maniera tale che subito dopo la Commissione bilancio possa dare il parere.

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, sospendo per trenta minuti la seduta, che riprenderà alle ore 16,35.

  La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,40.

  PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge n. 106-2812-3852-A: Disposizioni concernenti il marchio italiano di qualità ecologica dei prodotti cosmetici.
  Avverto che le Commissioni hanno presentato il subemendamento 0.5.50.1, che è in distribuzione. Avverto, inoltre, che la Commissione Bilancio, nel parere testé espresso, ha revocato il parere contrario sull'emendamento Moretto 5.50, precedentemente espresso, e ha subordinato, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, il parere favorevole su tale proposta emendativa all'approvazione del subemendamento 0.5.50.1 delle Commissioni.

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 106-2812-3852-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 106-2812-3852-A).

  LARA RICCIATTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LARA RICCIATTI. Grazie, signor Presidente. Intervengo per ritirare l'emendamento 01.050 e, per ottimizzare i tempi e per favorire la velocità della discussione, anche per annunciare che il mio gruppo parlamentare ritira tutti gli emendamenti presentati, ad eccezione dell'emendamento 7.50 a prima firma Ferrara.

  PRESIDENTE. Sta bene. A questo punto, non c’è bisogno dei pareri, ma passiamo direttamente alla votazione dell'articolo 1.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 106-2812-3852-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad Pag. 33esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 106-2812-3852-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere delle Commissioni.

  MARA MUCCI, Relatrice per la X Commissione. Le Commissioni esprimono parere favorevole sull'emendamento 2.50 Castiello purché sia riformulato come segue: «Al comma 1, primo periodo, dopo le parole: “qualità ecologica” aggiungere le seguenti: “dei prodotti cosmetici”». Le Commissioni esprimono parere favorevole sull'emendamento 2.51 Moretto, purché sia riformulato come segue: «Al comma 1, primo periodo, dopo le parole: “qualità ecologica” aggiungere le seguenti: “al fine di promuovere prodotti cosmetici dermocompatibili, con comprovata efficacia funzionale e con minore impatto sull'ambiente durante l'intero ciclo di vita. Il marchio offre ai cittadini informazioni accurate, non ingannevoli e scientificamente fondate, ed è”».

  PRESIDENTE. Ovviamente queste riformulazioni tolgono la parte consequenziale.

  MARA MUCCI, Relatrice per la X Commissione. Sì.

  FRANCESCO D'UVA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO D'UVA. Semplicemente, non vedo la riformulazione: nel fascicolo è già così il testo che ha letto la collega.

  PRESIDENTE. In entrambi i casi non c’è la parte consequenziale; quindi sta leggendo quello che resta, sostanzialmente. La parte principale resta e quella consequenziale no. Prego, relatrice Mucci.

  MARA MUCCI, Relatrice per la X Commissione. Le Commissioni esprimono parere favorevole sugli emendamenti 2.52 Castiello e 2.53 Moretto.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato all'Ambiente e alla tutela del territorio e del mare. Il parere del Governo è conforme al parere del relatore.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'emendamento 2.50 Castiello.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.50 Castiello, così come riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

  Prendo atto che il collega Moretto accetta la riformulazione del suo emendamento 2.51.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.51 Moretto, così come riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.52 Castiello, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Pag. 34

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.53 Moretto. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Signor Presidente, solo per segnalare che l'emendamento 2.56 era segnalato per noi, poi non so se è arrivata la modifica agli uffici.

  PRESIDENTE. No, non è segnalato il 2.56.

  MARA MUCCI. È stato fatto un cambiamento in corso, però...

  PRESIDENTE. In che senso ?

  MARA MUCCI. Gli uffici ci avevano chiesto di cambiare la segnalazione...

  PRESIDENTE. Allora deve desegnalare un altro emendamento, perché ne può segnalare uno...

  MARA MUCCI. È già stato fatto, a noi risultava già fatto, poi...

  PRESIDENTE. Va bene, quindi l'emendamento 2.56 risulta segnalato e sarà l'unico segnalato dal collega Aris Prodani.

  MARA MUCCI. Sì, può chiedere conferma.

  PRESIDENTE. Conferma, onorevole Prodani ? Conferma. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.53 Moretto e 2.56 Prodani, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 106-2812-3852-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 106-2812-3852-A). Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice per la VIII Commissione. Signor Presidente, per correttezza formale, l'emendamento segnalato in precedenza dal collega Prodani era il numero 3.56, che viene pertanto desegnalato e viene segnalato invece l'emendamento precedente.

  PRESIDENTE. La ringrazio.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice per la VIII Commissione. Poi vorrei sottolineare che c’è stato un fraintendimento con la collega Ricciatti, perché l'emendamento 4.52 Pellegrino, sottoscritto anche dalla collega Ricciatti, ha parere favorevole, quindi non dovrebbe essere ritirato.

  PRESIDENTE. Quindi dobbiamo chiedere alla collega Ricciatti se intende non ritirare più questo emendamento. Non lo ritira più, quindi è ancora valido per la votazione. Passiamo ai pareri all'articolo 3.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice per la VIII Commissione. Emendamento 3.2 Castiello parere contrario; emendamento 3.100 delle Commissioni, al comma 1, Pag. 35dopo le parole «laddove compatibili», aggiungere la seguente: «e». così il parere è favorevole.
  Sugli emendamenti 3.52 e 3.50 Busto, il parere è contrario. Per quanto riguarda questi due emendamenti, che sono stati oggetto di ampia discussione in Commissione, si invita il collega Busto a presentare un ordine del giorno che possa dare delle indicazioni su un tema che peraltro è stato condiviso nella discussione parlamentare. Emendamento 3.51 Busto, parere contrario; emendamento 3.55 Cristian Iannuzzi, parere contrario; emendamento 3.53 Castiello, parere contrario; emendamento 3.101 delle Commissioni, parere favorevole; emendamento 3.54 Stella Bianchi, parere favorevole con la seguente riformulazione: «test clinici di dermocompatibilità sono obbligatori e sono disciplinati con il regolamento di cui al comma 1», che agevola e semplifica la lettura dell'emendamento. Emendamento 3.56 Prodani, a questo punto non è stato segnalato.

  PRESIDENTE. Questo è desegnalato.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice per la VIII Commissione. Emendamento 3.102 della Commissione, parere favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato all'Ambiente e alla tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, parere conforme.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.2 Castiello, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.52 Busto. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Busto. Ne ha facoltà.

  MIRKO BUSTO. Signor Presidente, questo emendamento chiede una cosa semplice, che sia rilevata, in un sistema di certificazione, perché riguarda i prodotti cosmetici che ha nella parola ecologico il concetto di sostenibilità ambientale, l'assenza dei prodotti a base di olio di palma. Ora, perché questo emendamento ? Occorre ricordare che già nel 2007 l'UNEP ha decretato che la coltivazione dell'olio di palma è la principale causa di distruzione delle foreste pluviali di Malesia e Indonesia; dobbiamo ricordarci che il nostro pianeta ha visto dagli anni Settanta ad oggi una riduzione drammatica della copertura forestale soprattutto della zona tropicale ed equatoriale con una successiva perdita di biodiversità che è stimata attorno al 50 per cento. Che cosa vuol dire ? Vuol dire che noi abbiamo perso circa la metà delle specie vegetali e animali presenti sul pianeta terra dagli anni Settanta ad oggi. Oggi abbiamo questo ultimo baluardo della biodiversità planetaria che si trova nelle fasce tropicali, nelle foreste tropicali che rimangono ancora intatte. Una di queste aree è quella utilizzata per la coltivazione della palma da olio. Ora attualmente questi Paesi (Malesia e Indonesia, lo ricordo) stanno utilizzando una grandissima percentuale delle loro terre coltivabili per la produzione di olio di palma e, quindi, di palma da olio per l'esportazione con la conseguente distruzione della foresta perché, per fare spazio alle piantagioni di olio Pag. 36di palma, la foresta viene tagliata ed eventualmente viene venduto anche il legname pregiato, viene bruciata e viene impiantata una nuova coltivazione, spesso anche in aree con suoli tropicali caratterizzati da una fortissima ed elevatissima concentrazione di carbonio organico, quindi aree che hanno grandissime emissioni di gas serra correlate, le cosiddette torbiere. Ora la distruzione è stata stimata con dei numeri mostruosi: parliamo di 300 ettari – campi di calcio quindi – all'ora per lasciare spazio alle piantagioni. I danni sono incalcolabili da diversi punti di vista. Parliamo di biodiversità: si tratta di 1.500 specie di uccelli a rischio di estinzione; l'estinzione delle tigri di Sumatra, rinoceronti di Giava, elefanti e oranghi. Capisco che siano temi che possono sembrare lontani dalla nostra percezione della vita immediata, della vita di quotidiana di noi cittadini, però d'altra parte l'altro aspetto è molto più vicino alla nostra sensibilità immediata, se volete: il cambiamento climatico. Dovete capire che questo fenomeno è talmente elevato che gli incendi che si susseguono anno dopo anno per fare spazio alle piantagioni creano un quantitativo di emissione di milioni di tonnellate di gas serra tale per cui un Paese in via di sviluppo come l'Indonesia è balzato tra i primi posti al mondo per emissione di gas serra e, di recente, ha superato persino gli Stati Uniti per alcuni giorni – voi capite: Stati Uniti, Cina – ed è stato terzo l'anno scorso ed ha superato anche gli Stati Uniti di recente. Abbiamo un sistema che emette tonnellate, milioni di tonnellate di gas serra e contribuisce in maniera preoccupante a questo effetto serra di cui anche noi andremo a discutere a Marrakech per ridurre le emissioni. Quindi oggi è sempre più fondamentale riconoscere tutte le fonti di emissioni dirette, quindi l'energia e i combustibili che bruciamo, ma anche indirette che sono quelle che si trovano nei prodotti che noi utilizziamo. Quindi l'olio di palma: che cosa ci fa un grasso tropicale che ha impatti ambientali così elevati in un sistema di certificazione che si definisce ecologico ? La stessa ratio che avete applicato inserendo il concetto delle microplastiche va utilizzata nel proibire l'ingresso di questo prodotto, di questo grasso tropicale nel prodotto cosmetico. Se vogliamo parlare di rispetto ecologico dell'ecosistema di questo pianeta dobbiamo assolutamente bandirlo. Quindi il parere contrario, secondo me, è in completo disaccordo con la finalità stessa del provvedimento. Quindi ripensateci (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  WALTER RIZZETTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Presidente, intervengo solo per sottoscrivere l'emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Paolo Bernini. Ne ha facoltà. Ha un minuto.

  PAOLO BERNINI. Le scimmie sono in costante rischio di estinzione a causa dalla deforestazione per l'olio di palma e della scomparsa del loro habitat. Le foto di un orango del Borneo malnutrito e in pericolo hanno fatto il giro del web e sono diventate virali nella speranza che servano per ricordare a tutti quanto sia importante la protezione degli animali. Come può un prodotto cosmetico, che contiene olio di palma, ottenere il marchio di qualità ecologica quando questo ingrediente è causa della distruzione degli habitat di specie in pericolo critico di estinzione ? Se votate contro questo emendamento siete complici dell'estinzione di questi animali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  DAVIDE TRIPIEDI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE TRIPIEDI. Chiedo di sottoscrivere l'emendamento Busto 3.52.

Pag. 37

  PRESIDENTE. Sta bene.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice per la VIII Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice per la VIII Commissione. Presidente, come ho detto prima, l'emendamento è stato oggetto di ampia discussione. Vorrei semplicemente sottolineare che l'articolo 3 definisce i parametri entro i quali il provvedimento si muove e dentro i quali il Ministero dovrà successivamente emanare il regolamento. Quindi, all'interno di questi parametri, che si sommano ai requisiti definiti dalla normativa comunitaria, in particolare il riferimento è al regolamento CE n. 1223/2009 e alla decisione n. 893 del 2014; proprio l'emendamento delle Commissioni, che aggiunge una semplice «e» a cui seguono i parametri di dermocompatibilità e i parametri ambientali, punta proprio a dare la possibilità al Comitato e al Ministero nella scrittura del regolamento di inserire anche questi criteri. Non abbiamo voluto inserire nel testo unificato un elenco chiuso di sostanze piuttosto che di materie prime proprio per questa ragione. Quindi invito ulteriormente il collega Busto a presentare un ordine del giorno per indirizzare il lavoro del Ministero in sede di produzione del regolamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.52 Busto, con i pareri contrari delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.50 Busto sul quale i pareri sono contrari. Non ci sono interventi. Dichiaro aperta la votazione sull'emendamento 3.50 Busto sul quale i pareri contrari... Revoco l'indizione della votazione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Busto. Ne ha facoltà.

  MIRKO BUSTO. Questo emendamento chiede di rimuovere da questo sistema di certificazione un altro prodotto, un disinfettante che si chiama «triclosan» che è stato introdotto negli anni Settanta e viene utilizzato quotidianamente in molti detergenti intimi e dentifrici usati da diverse marche di uso e consumo molto frequenti anche in Italia. La FDA, Food and Drug Administration statunitense, che si occupa di autorizzare i farmaci e i prodotti chimici utilizzati anche nella cosmetica, ha recentemente vietato la circolazione di diciannove principi attivi di uso cosmetico, tra cui appunto l'antibatterico triclosan, a fronte della dubbia utilità e dei forti sospetti dell'impatto negativo sulla salute dei consumatori. Questa decisione ha coinvolto 2.100 prodotti che dovranno essere riformulati. Quali sono le proprietà essenzialmente di questo prodotto ? È indicato da molti studi in letteratura scientifica come un interferente endocrino e associato allo sviluppo di antibiotico-resistenza e, a fronte di un uso prolungato e continuo, può andare ad alterare la normale flora batterica cutanea favorendo la crescita di batteri potenzialmente nocivi e resistenti ai farmaci. Si bioaccumula nel grasso umano e comporta un'esposizione permanente che potrebbe andare ad alterare le funzioni ormonali riproduttive, muscolari e cardiache e favorire il rischio di allergie, asma ed eczemi soprattutto nei bambini. Quindi abbiamo fatto anche in quest'ambito un emendamento specifico perché crediamo che questo prodotto, che è stato recentemente bandito negli Stati Uniti, possa essere facilmente escluso, quanto meno immediatamente, in un sistema di certificazione ecologico che parla anche di dermocompatibilità.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice per la VIII Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 38

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice per la VIII Commissione. Grazie, Presidente. Vorrei far presente al collega Busto, che ha effettuato una descrizione molto approfondita dell'effetto di questo componente, che il suddetto componente è ricompreso all'articolo 3, comma 1, lettera f), dove, appunto, si è posta, all'interno della proposta di legge e all'interno dei criteri e dei parametri da rispettare, la definizione di sostanze bioaccumulabili e disturbatori endocrini. Questa categoria ricomprende perfettamente la descrizione puntuale che ha effettuato su un prodotto specifico il collega Busto e, come ben sappiamo, le sostanze che diventano nel corso del tempo vietate seguono anche l'andamento della ricerca scientifica.
  Quindi, inserire all'interno di una proposta di legge uno specifico componente va contro il principio di perimetro e di quadro all'interno cui poi si deve muovere la proposta di legge che deve necessariamente rimanere generica, non perché non si vogliono affrontare questi punti ma proprio perché si vogliono ricomprendere tutti questi aspetti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.50 Busto.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.51 Busto, su cui i pareri sono contrari.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Busto. Ne ha facoltà.

  MIRKO BUSTO. Presidente, in realtà questo emendamento è stato poi ricompreso in un emendamento successivo. Però, colgo l'occasione per discutere di due aspetti: il primo aspetto è che questo è un caso che dimostra che la logica...

  PRESIDENTE. Mi scusi, ma è mio dovere chiederglielo: quindi, intende farlo votare ?

  MIRKO BUSTO. Sì, Presidente.

  PRESIDENTE. Va bene. Dalla premessa sembrava che lo volesse ritirare. Prego.

  MIRKO BUSTO. Intendo farlo votare per due ragioni che adesso vado a illustrare. Il discorso è che i microgranuli sono una componente – sono microsfere di plastiche con dimensioni inferiori ai 5 millimetri – che sta, in buona sostanza, in prodotti cosmetici di uso comune, anche in questo caso. In questo caso l'effetto non è, come abbiamo già detto in altra sede, diretto alla salute umana, perché questi microgranuli non hanno un effetto diretto sulla nostra salute quando li utilizziamo. Tuttavia, la loro limitata dimensione fa sì che questi microgrammi di plastica polietilenica, di polietilene, finiscono dentro lo scarico e, quindi, dallo scarico dentro il sistema fognario e, non potendo essere filtrati dal sistema di depurazione delle acque, finiscono nel mare. Il fenomeno delle isole di plastica è già stato ricordato nella discussione di ieri. È un fenomeno preoccupante e ci sono delle vere e proprie isole, che ormai stanno crescendo a vista d'occhio, fatte di plastica, ma il fenomeno delle microplastiche è particolarmente preoccupante perché le piccole dimensioni fanno sì che questi piccoli frammenti finiscono negli organismi animali, pesci e anfibi, e poi finiscono nella catena alimentare. Quindi, chi si nutre di questo tipo di prodotti finisce per rischiare di danneggiare ulteriormente la propria salute.
  Noi abbiamo chiesto una cosa chiara che, però, non è stata completamente trasportata – e questa è la seconda motivazione per cui sto intervenendo – nell'emendamento Realacci. La questione è che noi abbiamo chiesto di bandirli immediatamente. Perché ? Perché ci siamo anche ispirati, ancora in questo caso, agli Stati Uniti; quando gli Stati Uniti fanno qualcosa di buono noi li guardiamo sempre con interesse, quando fanno qualcosa Pag. 39che non ci piace no, ma se fanno qualcosa di buono, per carità, è un ottimo esempio.
  Barack Obama ha firmato proprio il 4 gennaio 2016 questo cosiddetto Microbead-Free Waters Act, cioè un atto che libera appunto l'inquinamento delle acque dalle microplastiche e che rende attuativo da metà 2017, da luglio 2017, l'obbligo di non utilizzo delle microplastiche.
  Questo è un tema che, come verrà detto successivamente, è stato posto dal 2020. Ho voluto far votare lo stesso questo emendamento perché ritengo che questo problema sia comunque molto importante e impellente e sia necessario intervenire immediatamente, anche perché – voglio aggiungere – il motivo dell'utilizzo delle microplastiche non è strettamente industriale. Intendo dire che non è un prodotto indispensabile; è un prodotto che può essere facilmente sostituito. Tanto è vero questo che fino a qualche anno fa questi componenti non venivano utilizzati, ma è un prodotto che, avendo un minore coefficiente di ruvidità, può essere utilizzato più spesso e quindi favorisce l'aumento dei consumi. Quindi, è una politica industriale e non una reale necessità che ha guidato l'utilizzo delle microplastiche, nonostante il loro impatto ambientale così significativo.
  Quindi, crediamo che l'industria possa riconvertirsi molto rapidamente e debba farlo per consentire una protezione delle risorse marine, del mare e anche della nostra salute (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Longo. Ne ha facoltà.

  PIERO LONGO. Grazie, signor Presidente. Forse mi sono distratto, ma io ho il testo dell'emendamento 3.51 di cui stiamo trattando e le chiedo la cortesia di confermare che il testo in votazione è: «assenza di microplastiche, particelle plastiche di misura uguale o inferiore a cinque millimetri».

  PRESIDENTE. Sì.

  PIERO LONGO. Allora, proprio non ho capito niente, perché 5 millimetri non sono microplastiche. Possiamo usare le microplastiche di 6 millimetri, 7 millimetri, 8 millimetri o un centimetro, però non possiamo usare quelle di 5 millimetri, che è mezzo centimetro, o inferiori. A che cosa vogliamo mirare con questo emendamento ? O è un errore evidentemente della struttura, ma la conferma del Presidente mi dice di no; altrimenti, non ha senso ed è contrario a quello che volete.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.51 Busto.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.55 Cristian Iannuzzi.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

  Colgo l'occasione per salutare studenti e docenti dell'Istituto statale di istruzione secondaria superiore Benedetti di Porcari, in provincia di Lucca, che stavano seguendo i nostri lavori e adesso stanno lasciando la tribuna (Applausi).
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Castiello 3.53, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Pag. 40

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.101 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Stella Bianchi 3.54.
  La collega Stella Bianchi accetta la riformulazione ? Sì.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Stella Bianchi 3.54, così come riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

  Ricordo che l'emendamento Prodani 3.56 non è più segnalato.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.102 delle Commissioni.

  MARA MUCCI, Relatrice per la X Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI, Relatrice per la X Commissione. Intervengo brevemente per spiegarlo. Abbiamo soppresso la parola «ecologici» nella rubrica, proprio per dare valenza a tutti i parametri che noi andiamo ad indicare all'articolo 3; e mi ricollego anche agli emendamenti precedentemente approvati, perché noi introduciamo la dermocompatibilità con test obbligatori. Questo per far comprendere l'attenzione che c’è stata dal punto di vista della dermocompatibilità per i cosmetici: perché non è importante solo l'impatto ambientale ed ecologico, su cui tutti siamo d'accordo, ma anche l'impatto sulla pelle, che è l'organo più vasto del nostro corpo. Volevo quindi segnalare questo !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.102 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 106-2812-3852-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 106-2812-3852-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere delle Commissioni.
  Ricordo che l'emendamento Ricciatti 4.50 è stato ritirato.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice per la VIII Commissione. Emendamento Stella Bianchi 4.51, parere contrario. Vorrei, Presidente, in questa sede dare anche una valutazione sul parere contrario all'emendamento Ricciatti 4.50 come all'emendamento Stella Bianchi 4.51: di fatto è un parere contrario nella forma, perché questi contenuti e l'obbligatorietà dei test...

Pag. 41

  PRESIDENTE. La collega Fontana mi sta segnalando che l'emendamento Stella Bianchi 4.51 sarebbe ritirato.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice per la VIII Commissione. Mi premeva sottolineare che l'obbligatorietà dei test è stata già definita all'interno del testo, quindi questi emendamenti non sono necessari.
  Emendamento Pellegrino 4.52, parere favorevole. Emendamento Castiello 4.30, parere contrario. Articolo aggiuntivo Terzoni 4.01, parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato all'Ambiente e alla tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello della relatrice.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pellegrino 4.52, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

  Colgo l'occasione per salutare studenti e docenti dell'Istituto di istruzione superiore tecnico-professionale di Spoleto (Perugia), che seguono i nostri lavori (Applausi).
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Castiello 4.30, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 4.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Terzoni. Ne ha facoltà.

  PATRIZIA TERZONI. Presidente, vorrei spiegare molto velocemente questo emendamento, rivolgendomi non solo alle donne, ma anche agli uomini presenti all'interno di quest'Aula, perché ormai non è più luogo comune che i cosmetici vengono utilizzati solo dal genere femminile.
  Noi chiediamo semplicemente... È il 4.01 ? Ok, allora intervengo dopo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento aggiuntivo 4. 01 Terzoni.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Terzoni. Ne ha facoltà.

  PATRIZIA TERZONI. Grazie, Presidente, allora stavo dicendo che questo è un emendamento su cui onestamente non capisco perché il Governo e la maggioranza siano contrari, perché ormai è un luogo comune che questi prodotti non vengono più usati solo da donne, ma anche da uomini e in qualsiasi supermercato noi andiamo, in qualsiasi negozio, andiamo a vedere sui nostri scaffali che ognuno ha il proprio marchio «BIO» e «ECO» sui proprio prodotti; quindi noi chiediamo semplicemente – con dei decreti poi del Ministero, quindi non è che mettiamo dei paletti subito molto stringenti – di iniziare a studiare, quindi entro poi sei mesi dall'applicazione di questa legge, di introdurre una certificazione chiara sui prodotti cosmetici biologici, quindi introdurre un marchio «BIO» che sia uguale per tutti i prodotti e che quindi Pag. 42non sia più una pubblicità ingannevole verso i consumatori; che sia anche un marchio che tuteli anche il consumatore, perché andando in questi scaffali uno compra il marchio «BIO» convinto che sia un marchio biologico, invece quella è solo pubblicità, solo marketing e la stessa cosa vale per il prodotto «ECO».
  In particolare per il prodotto «ECO», noi mettiamo sostanzialmente due paletti: quello di evitare l'utilizzo di sostanze provenienti da specie protette o a rischio di estinzione e prive di materie prime geneticamente modificate.
  Credo che non sia una richiesta assurda, perché, ripeto, la certificazione ed un marchio specifico, con dei criteri e delle modalità specifiche per avere marchio «BIO» ed «ECO» siano ormai una cosa che dovrebbe essere fatta a prescindere, il Governo lo dovrebbe fare a prescindere dal fatto di portare avanti questa cosa.
  Quindi, dato che la maggioranza è contraria in questo momento – spero non in futuro – a introdurre il marchio «BIO» ed «ECO», io ritiro l'emendamento e lo propongo come ordine del giorno, con la speranza che da qui alla votazione dell'ordine del giorno il Governo e la maggioranza capiscano l'importanza di tutelare i consumatori e magari, con l'approvazione dell'ordine del giorno, magari poi nella discussione di questa proposta di legge al Senato si riesca a introdurre direttamente in legge, visto che sappiamo che gli ordini del giorno purtroppo spesso e volentieri non vengono poi portati a termine.

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 106-2812-3852-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 106-2812-3852-A), perché a questo punto l'emendamento aggiuntivo Terzoni 4.01 è ritirato dalla presentatrice; quindi chiedo alla relatrice i pareri sugli emendamenti riferiti all'articolo 5: stiamo parlando dello 0.5.50.1 delle Commissioni, che è un subemendamento, e dell'emendamento 5.50 Moretto.

  MARA MUCCI, Relatrice per la X Commissione. Parto dal subemendamento, giusto, Presidente ?

  PRESIDENTE. Sì.

  MARA MUCCI, Relatrice per la X Commissione. Parere favorevole e lo leggo: all'emendamento Moretto 5.50 sostituire le parole «che partecipano a titolo non oneroso» con le seguenti: «la cui partecipazione al Comitato medesimo non dà luogo alla corresponsione di alcun compenso, indennità, rimborso spese (...)».

  PRESIDENTE. Il subemendamento è in distribuzione, quindi non c’è problema. Lei ha dato parere favorevole sul subemendamento ?

  MARA MUCCI, Relatrice per la X Commissione. Assolutamente, perché la condizione della Commissione bilancio...

  PRESIDENTE. Andiamo al 5.50.

  MARA MUCCI, Relatrice per la X Commissione. A me sembra la stessa cosa, ma va bene. L'emendamento 5.50 Moretto è riformulato...

  PRESIDENTE. E allora mi deve leggere la riformulazione.

  MARA MUCCI, Relatrice per la X Commissione. Per una maggiore comprensione linguistica, al comma 1 aggiungere, in fine, le parole: «nonché da esperti dalla comprovata esperienza nel settore dermatologico e cosmetologico», poi si introduce il subemendamento e si riparte da «al fine».

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato all'Ambiente e alla tutela del territorio e del mare. Parere conforme.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 43
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.5.50.1 delle Commissioni, su cui il parere del Governo è favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

  Passiamo all'emendamento 5.50 Moretto. Prendo atto che si accetta la riformulazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.50 Moretto, nel testo subemendato, su cui il parere delle Commissioni e del Governo è favorevole, così come riformulato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

(Esame dell'articolo 6 – A.C. 106-2812-3852-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 106-2812-3852-A).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere delle Commissioni sull'emendamento 6.50 Castiello.

  MARA MUCCI, Relatrice per la X Commissione. Il parere è contrario, Presidente.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato all'Ambiente e alla tutela del territorio e del mare. Contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.50 Castiello, su cui vi è il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

(Esame dell'articolo 7 – A.C. 106-2812-3852-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 106-2812-3852-A).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere delle Commissioni sull'emendamento 7.50 Ferrara.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice per la VIII Commissione. Parere favorevole con la seguente riformulazione: al comma 3, aggiungere, in fine, le parole: «da emanare entro sessanta giorni dall'adozione del regolamento di cui all'articolo 3, comma 1».

  PRESIDENTE. Il Governo ?

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  SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato all'Ambiente e alla tutela del territorio e del mare. Parere conforme a quello espresso dalla relatrice.

  PRESIDENTE. Sta bene. Collega Ferrara, accetta la riformulazione ? Sì, la accetta, allora il parere sull'emendamento 7.50, così come riformulato, è favorevole. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferrara 7.50, come riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

(Esame dell'articolo 8 – A.C. 106-2812-3852-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 106-2812-3852-A).
  Nessuno chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

  Invito la relatrice ad esprimere il parere delle Commissioni sull'articolo aggiuntivo 8.050 Realacci.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice per la VIII Commissione. Presidente, sull'articolo aggiuntivo 8.050 Realacci, il parere è favorevole con riformulazione; il testo riformulato è in distribuzione, quindi mi permetto di descriverne brevemente i contenuti senza leggerlo interamente.

  PRESIDENTE. Ci dica solo cosa cambia.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice per la VIII Commissione. Si sposta il termine dell'entrata in vigore di questa scelta – che peraltro è una scelta ambiziosa, perché l'Italia è il primo Paese in Europa ad adottare questa scelta – a partire dal 1o gennaio 2020; poi, al comma 2, si opera una distinzione tra microplastiche e plastiche: le microplastiche sono le particelle solide in plastica insolubili in acqua che hanno un effetto pervasivo sugli ecosistemi marini, mentre le materie plastiche sono i componenti più grandi, per i quali vengono adottati i criteri di smaltimento previsti dalle norme; si modifica anche il comma 3, modificando le sanzioni. Da questo di punto di vista, sottolineo che rimane quanto previsto dalla formulazione originaria, in caso di recidiva...

  PRESIDENTE. Abbia pazienza, è meglio che ce lo rilegga per le parti modificate.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice per la VIII Commissione. Le parti modificate sono tutte, allora devo leggerlo interamente. Ne stavo spiegando la ratio...

  PRESIDENTE. Perché non è in distribuzione.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice per la VIII Commissione. Allora, l'articolo aggiuntivo prevede: «Art. 8-bis – 1. Dal 1o gennaio 2020 è vietato mettere in commercio Pag. 45prodotti cosmetici da risciacquo ad azione esfoliante o detergente contenenti microplastiche.
  2. Ai fini di cui al comma 1, si intende per microplastiche le particelle solide in plastica insolubili in acqua di misura uguale o inferiore a 5 millimetri intenzionalmente aggiunte nei prodotti cosmetici di cui al comma 1; si intende per plastica i polimeri modellati, estrusi o fisicamente manipolati in diverse forme e solide che, durante l'uso e nel successivo smaltimento, mantengono le forme definite nelle applicazioni previste.
  3. Il trasgressore del divieto di cui al comma 1 è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria consistente nel pagamento di una somma da 2.500 euro a 25.000 euro, aumentata fino al quadruplo del massimo se la violazione del divieto riguarda quantità ingenti di prodotti cosmetici di cui al comma 1, oppure un valore della merce superiore al 20 per cento del fatturato del trasgressore. In caso di recidiva si applica la sospensione dell'attività produttiva per un periodo non inferiore a 12 mesi. Le sanzioni sono applicate ai sensi della legge del 24 novembre 1981, n. 689. Fermo restando quanto previsto in ordine ai poteri di accertamento degli ufficiali e degli agenti di polizia giudiziaria dall'articolo 13 della legge n. 689 del 1981, all'accertamento delle violazioni provvedono, d'ufficio o su denunzia, gli organi di polizia amministrativa. Il rapporto previsto dall'articolo 17 della legge n. 689 del 1981 è presentato alla camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura della provincia nella quale è stata accertata la violazione».
  Conseguentemente, sostituire il titolo con il seguente: «Disposizioni in materia di composizione dei prodotti cosmetici e disciplina del marchio italiano di qualità ecologica».
  Nella sostanza, la parte del testo di cui abbiamo discusso finora prevede una certificazione su base volontaria, per quanto riguarda, invece, questo articolo aggiuntivo all'articolo 8 si inserisce un principio indipendentemente dalla concessione del marchio di qualità ecologica dei prodotti cosmetici. Chiudo sottolineando che il principio adottato in materia di sanzioni e di controlli è lo stesso che è stato applicato ed utilizzato per quanto riguarda, ad esempio, il caso dei sacchetti di plastica, quindi per omogeneità abbiamo suggerito e suggeriamo all'Aula di approvare la riformulazione in questi termini.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato all'Ambiente e alla tutela del territorio e del mare. Parere conforme a quello espressa dalla relatrice.

  PRESIDENTE. Chiedo al presidente Realacci se accetti la riformulazione del suo articolo aggiuntivo 8.050.

  ERMETE REALACCI. Presidente, accetto la riformulazione ed intervengo su questa proposta emendativa.
  Questo articolo aggiuntivo – lo dico a lei e ai colleghi –, come ha spiegato anche la relatrice Gadda, completa in parte la missione di questo provvedimento. Infatti, questo provvedimento ha un senso, che è quello di sottrarre alla decisione autonoma delle singole case produttrici l'indicazione di un marchio ecologico, e con questo provvedimento noi indichiamo dei criteri pubblici trasparenti rispetto a un'industria che ha una grande importanza dal punto di vista economico, ma anche un grande impatto sulla salute dei cittadini e sull'ambiente.
  In particolare, il provvedimento è legato alla tutela del mare e all'impatto che questi cosmetici hanno sul mare; come è stato spiegato, mentre per quanto riguarda il marchio, vi è una scelta volontaria da parte delle case produttrici, per quanto riguarda le microplastiche – spiego al collega Longo, che prima sollevava il problema delle microplastiche che sono particolarmente pericolose – ovviamente tutta la plastica dispersa nell'ambiente è un problema serio. Quest'anno l'ONU ha dedicato una giornata a questo tema, Ban Ki-moon ha fatto degli interventi e, come sappiamo, ci sono nel Mare Mediterraneo Pag. 46e anche negli oceani aree che sono considerate delle vere e proprie isole galleggianti composte dalla plastica, ma le microplastiche hanno un impatto particolare, perché penetrano in maniera più profonda nella catena alimentare, ne vengono prodotte migliaia di tonnellate e, con questo articolo aggiuntivo, l'Italia sarà il primo Paese europeo, assieme agli Stati Uniti – però per gli Stati Uniti verificheremo poi come sta andando –, ad indicare un punto in cui le microplastiche saranno vietate.
  Voglio dire anche un'altra cosa: l'industria cosmetica in Italia è molto importante, è un'industria che ha un forte export. Pochi lo sanno, ma noi produciamo il 60 per cento del make-up del mondo e, se vogliamo mantenere questa nostra forza, dobbiamo scommettere sul futuro. Noi riteniamo che questo provvedimento serva non solo a tutelare l'ambiente e la salute, ma anche a tutelare le nostre attività produttive, che sono forti, quando sono competitive, perché sono avanti alle altre. So che le industrie stanno già lavorando in questa direzione, adesso sanno che c’è un indirizzo chiaro, da parte delle istituzioni e della politica, che dice: dal 2020 le dovete togliere.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Busto. Ne ha facoltà.

  MIRKO BUSTO. In effetti, il termine dal 2017 al 2020 si può discutere; insomma, non è tanto la data, un poco più in là un po’ in qua. Però vorrei riflettere sulla ratio. Sull'olio di palma si è detto che manca la possibilità di bandirlo, perché c’è un organo interno, che viene definito nella proposta di legge, che valuterà se l'impatto ambientale è tale per cui può essere escluso. In questo caso, invece, viene escluso a priori, anche al di fuori dell'ambito della proposta.
  Io sposo completamente la logica, però vorrei far notare che, da un punto di vista tecnico, le due cose sono esattamente le stesse. L'olio di palma è un problema di sistema produttivo che crea, dall'altra parte del mondo, un impatto ambientale, diretto e indiretto, difficilmente calcolabile e, quindi, difficilmente valutabile, perché sta dall'altra parte del mondo e perché manca la possibilità di valutare qual è l'impatto se si vanno a disturbare suoli tropicali magari molto ricchi di torba, come dicevo prima, che danno adito a emissioni elevatissime.
  Allo stesso modo, i microgranuli hanno, in realtà, un piccolissimo impatto ambientale, se guardiamo il piccolo granello di polietilene, ma hanno un grande impatto ambientale se consideriamo nell'intero, con una valutazione sistemica, il loro impatto ambientale dentro i cicli naturali e all'interno della catena trofica, la catena dei nutrienti, la catena alimentare.
  In entrambi i casi, la valutazione d'impatto ambientale è molto complessa e, quindi, è per questo che, sia per i microgranuli che per l'olio di palma, è importante non inserirli all'interno di una valutazione successiva, ma dare una indicazione chiara all'industria.
  Quindi, in questo caso voterò a favore di questo emendamento, ma mi dispiace che lo stesso trattamento non vi sia stato per l'emendamento sull'olio di palma (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 8.050 Realacci, così come riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

(Esame dell'articolo 9 – A.C. 106-2812-3852-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e dell'unica proposta emendativaPag. 47ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 106-2812-3852-A), che è stata ritirata.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 106-2812-3852-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. A.C. 106-2812-3852-A).
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, chiederei alla rappresentante del Governo i pareri sugli ordini del giorno.

  SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato all'Ambiente e alla tutela del territorio e del mare. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/106-2812-3852-A/1 Segoni il parere è favorevole con riformulazione: «a definire,» – si toglie «più nel dettaglio», quindi – «anche in successivi interventi normativi, i tempi del procedimento di assegnazione del marchio italiano di certificazione di ecologica». Infatti, i centoventi giorni richiesti nell'ordine del giorno sono già contenuti nell'emendamento 4.52 che è stato approvato.
  Sull'ordine del giorno n. 9/106-2812-3852-A/2 Matarrelli il parere è favorevole con riformulazione: «impegna il Governo a prevedere, nel regolamento di cui all'articolo 3, comma 1, che siano meglio specificati» eccetera, eccetera.
  Sull'ordine del giorno n. 9/106-2812-3852-A/3 Carrescia il parere è favorevole con riformulazione: «impegna il Governo a valutare la possibilità di definire protocolli con i produttori di cosmetici» e poi a seguire come formulato. Sull'ordine del giorno n. 9/106-2812-3852-A/4 Marzano il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/106-2812-3852-A/5 Prodani il parere è favorevole.
  Sull'ordine del giorno n. 9/106-2812-3852-A/6 Ricciatti il parere è favorevole con riformulazione. Aggiungiamo: «impegna il Governo a valutare la possibilità di intervenire attraverso ulteriori iniziative normative per integrare il contenuto» eccetera, eccetera.
  Sull'ordine del giorno n. 9/106-2812-3852-A/7 Rizzetto il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/106-2812-3852-A/8 Busto il parere è favorevole.
  Sull'ordine del giorno n. 9/106-2812-3852-A/9 Terzoni il parere è favorevole con le seguenti riformulazioni: «a valutare l'opportunità di adottare iniziative normative al fine di individuare» e si prosegue sino a: «uomo». Lo stesso al secondo capoverso: «a valutare l'opportunità di adottare iniziative normative al fine di individuare» e si prosegue fino alla fine.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/106-2812-3852-A/1 Segoni: il parere è favorevole con riformulazione. Si accetta la riformulazione ? Sì. Ordine del giorno n. 9/106-2812-3852-A/2 Matarrelli: favorevole con riformulazione. Si accetta. Ordine del giorno n. 9/106-2812-3852-A/3 Carrescia: favorevole con riformulazione. Si accetta. Ordine del giorno n. 9/106-2812-3852-A/4 Marzano: favorevole. Ordine del giorno n. 9/106-2812-3852-A/5 Prodani: favorevole. Ordine del giorno n. 9/106-2812-3852-A/6 Ricciatti: favorevole con riformulazione, che viene accettata. Ordine del giorno n. 9/106-2812-3852-A/7 Rizzetto: favorevole. Ordine del giorno n. 9/106-2812-3852-A/8 Busto: favorevole. Ordine del giorno n. 9/106-2812-3852-A/9 Terzoni: favorevole con riformulazione. Terzoni accetta la riformulazione.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 106-2812-3852-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorelli. Ne ha facoltà.

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  ORESTE PASTORELLI. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, istituendo il marchio italiano di qualità ecologica per i prodotti cosmetici andremo a sviluppare uno dei temi alla base di questa legislatura: la formazione di consumatori responsabili e sensibili ai temi della ecosostenibilità.
  In questo caso, l'utilità principale del nuovo marchio è di informare il consumatore non solo sulle caratteristiche dei prodotti cosmetici che sta per acquistare, ma sul carattere ecologico dei processi produttivi che vi sono a monte. Non solo: il riconoscimento di una produzione a basso impatto ambientale andrà a diretto vantaggio delle stesse imprese produttrici, che sino ad oggi, invece, hanno dovuto competere con soggetti disonesti, che immettono nel mercato prodotti realizzati con processi altamente inquinanti, senza che questa circostanza possa influenzare la scelta del consumatore.
  Il fine, dunque, è quello di stimolare, tanto nei cittadini quanto nelle aziende cosmetiche, una vera e propria coscienza ambientale, che può portare al cambiamento di questo mercato. Ovviamente occorre replicare questo tipo di misure anche in altri settori, facendo diventare il modello ecosostenibile il punto di riferimento produttivo, un modello conveniente non solo sotto il profilo ambientale, ma anche sotto quello commerciale.
  Il presente progetto di legge, quindi, rappresenta un altro tassello di un'importante opera di ammodernamento ambientale del Paese. Per questo motivo esprimo il voto favorevole della componente Socialista al provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Partito Socialista Italiano (PSI)-Liberali per l'Italia (PLI) e Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Taglialatela. Non lo vedo in Aula.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Baradello. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BARADELLO. Grazie, Presidente. I passaggi effettuati nelle Commissioni evidenziano come questa proposta di legge vada a colmare un vulnus normativo esistente nel campo della sicurezza dei prodotti cosmetici, sia da un punto di vista della salute delle persone che della tutela dell'ambiente. Potrebbe sembrare un intervento settoriale, ma proprio il tema ambientale e le dimensioni economiche del fenomeno ne fanno un intervento molto importante.
  Il tentativo che si vuole fare con questa proposta di legge è andare oltre quella che di fatto è l'unica normativa vigente, ad oggi, in materia, cioè il regolamento europeo n. 1223 del 2009, volto a garantire la tutela della salute e l'informazione dei consumatori e che vigila sulla composizione ed etichettatura dei prodotti, ne valuta la sicurezza anche da un punto di vista della salute umana e ambientale e vieta la sperimentazione sugli animali.
  Con questo provvedimento che oggi esaminiamo si vuole fare un deciso passo in più: il regolamento europeo qui funge da assunto di partenza per disciplinare la concessione di un marchio italiano di certificazione ecologica gestito e garantito dallo Stato, inteso come un plus per le aziende produttrici e come un'ulteriore garanzia per i consumatori, poiché soprattutto fornisce ai prodotti cosmetici maggiore sicurezza, indicandone la specifica provenienza, la natura, la qualità, l'impatto sull'ambiente.
  In questo modo mettiamo l'Italia all'avanguardia in Europa: siamo i primi, lo dicevamo, andando proprio nella direzione di una maggiore tutela dell'ambiente e della salute, i due punti chiave intorno a questo provvedimento, agendo anche sulla filiera che può diventare virtuosa, stimolando una produzione – se possiamo usare un termine straniero – green, maggiormente interessata alla ricerca e all'innovazione, che possa diventare anche un nuovo obiettivo della green economy e della chimica verde.
  Con questo provvedimento i cosmetici dovranno essere dotati di un dossier ecologico che ne renda nota la composizione, la quantità di sostanze non biodegradabili o che possono avere un impatto anche Pag. 49sull'acqua e sull'ambiente in generale, nonché l'imballaggio per contenere anche il problema dell’over packaging.
  Tralascio le ulteriori considerazioni sul marchio: molto si è detto anche nella fase di dibattito e anche nelle Commissioni. Vorrei sottolineare una parte, che è quella relativa ai punti che derivano dalla proposta Realacci sull'utilizzo delle microplastiche dentro questi prodotti. Crediamo che sia importante agire proprio su questi elementi che costituiscono la parte pericolosa, veramente pericolosa dei prodotti. L'ONU afferma che sono 8 milioni le tonnellate di rifiuti di plastica l'anno derivanti da questi prodotti che minacciano l'ecosistema sia marino che ambientale con cui abbiamo a che fare tutti i giorni e comportano un costo stimato in 13 miliardi di euro all'anno. È una stima, evidentemente, perché, come dicevamo, il fenomeno economico dietro questi prodotti è enorme.
  Si tratta di un testo unificato che mette sul tavolo prima di tutto, quindi, una questione di consapevolezza sia dei produttori sia dei consumatori, sapendo che il consumatore ha in mano un'arma molto potente, se è consapevole di ciò che fa nei confronti della produzione, perché la spinge anche verso le questioni etiche, se vuole farlo, questioni più corrette dal punto di vista della salute e dell'ambiente. Quindi l'utilizzatore ha in mano un'arma molto potente che può avere riflessi importantissimi.
  Noi utilizziamo l'ambiente, spesso, e l'acqua, in particolare, come un bidone dei rifiuti, a volte inconsapevolmente: i detersivi, come il dentifricio o le creme di cui stiamo parlando oggi o i saponi, per non parlare di farmaci o di droghe, conservanti e quant'altro finiscono nell'acqua e poi attraverso gli scarichi finiscono nel mare, nei laghi, nelle falde con cui irrighiamo i campi e che ovviamente ritornano sulle nostre tavole e sui nostri bicchieri.
  A livello ecologico gli ecosistemi fluviali sono dotati di una buona capacità di autodepurazione, ma purtroppo non di tutto: queste sono le materie di cui oggi andiamo a dare una regolamentazione, gli elementi che più difficilmente vengono depurati nell'ambiente. Per questo il provvedimento che stiamo andando ad approvare è molto importante.
  La bonifica cosiddetta naturale, il sistema che la natura da se stessa mette in atto negli anni, va complicandosi perché dall'Ottocento, da quando sono stati scoperti i primi coloranti sintetici, abbiamo buttato di tutto in questo bidone della porcheria e dell'immondizia, come dicevo prima, che è diventata l'acqua. Crediamo che il provvedimento in esame, che fa riferimento a ciò che l'Europa ci ha indicato con indirizzi e disposizioni già da tempo prodotte, sia ora che venga approvato. Le cifre ci dicono che il fenomeno è enorme non solo dal punto di vista della questione economica che sta alle spalle, ma dell'impiego di queste materie, di questi prodotti (creme solari, mascara, dentifrici, schiume da barba).
  Sono state impiegate quasi 5.000 tonnellate di microsfere, finite ovviamente quasi tutte in mare, e sappiamo qual è il danno che si provoca su quell'ecosistema. Mettere al bando la produzione delle microsfere è la via più semplice per porre attenzione agli effetti dell'inquinamento e ai relativi rischi per la salute, primo passo per affrontare davvero il tema della plastica che sta invadendo il nostro pianeta. L'inquinamento da microplastiche è certamente un fenomeno globale, che tuttavia non deve costituire una facile autoassoluzione per i nostri comportamenti quotidiani. Sappiamo anche che acquistare in modo consapevole può fare la differenza poiché è un comportamento che, se attuato in massa o in grandi numeri, ha il potere di incidere effettivamente sulle proposte di mercato. Per questo una legge che regolamenti questo mercato per noi è fondamentale e a tale scopo mira il provvedimento: un'operazione non solo di green washing, laviamoci la faccia, puliamo solo esteriormente ma diamoci delle regole. Il marchio che viene definito con questo testo unificato è un elemento veramente importante. Gli italiani, nonostante la crisi – voglio sottolinearlo – non rinunciano ai prodotti di bellezza spendendo Pag. 509,5 miliardi di euro all'anno in cosmetici, con una spesa pro capite annua di 156 euro contro quella europea di 118 euro, nonostante la crisi. Inoltre il 65 per cento del make up venduto nel mondo risulta essere prodotto in Italia: dato che fa del nostro Paese il primo produttore al mondo di trucchi. Quindi è fondamentale che siamo anche i primi a proporre una legge di questo tipo che regolamenta l'ambiente: i numeri ci aiutano a capirne davvero l'importanza. Con questo provvedimento noi riteniamo che si faccia davvero un passo avanti e che, in Europa, l'Italia possa essere in prima fila nel contrastare il problema dell'inquinamento ambientale e della salute delle persone. Per questo il gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico voterà a favore (Applausi del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Galgano. Ne ha facoltà.

  ADRIANA GALGANO. Grazie, Presidente. Il provvedimento, che disciplina la concessione del marchio di qualità ecologica per i prodotti cosmetici, è importante. Il settore della cosmetica infatti è un settore trainante della nostra economia, è un settore che fattura 10 miliardi di euro e che è in crescita. Il testo unificato consente di creare un ulteriore elemento di differenziazione e di distinzione per questo settore e ciò aumenterà la sua competitività. Oltre a questo importante obiettivo ne conseguiamo due ancora più importanti perché tuteliamo la salute del consumatore, inserendo nel concetto di ecocompatibilità la dermocompatibilità ed è molto importante perché alla fine la tutela della salute del consumatore è fondamentale quando parliamo di prodotti e, in più, tuteliamo la sostenibilità dell'ambiente perché una delle nostre preoccupazioni deve essere certamente consegnare alle generazioni future un ambiente dove è bello vivere. Abbiamo una raccomandazione da chiedere ai Ministeri competenti che avranno il compito di stilare l'elenco dei parametri in base ai quali sarà possibile ottenere questo marchio: nello stilare il regolamento tengano conto di criteri di efficienza e di semplicità perché i regolamenti sono importanti, ma è altrettanto importante che le aziende li possano seguire senza gli impazzimenti che in realtà contraddistinguono purtroppo, a causa di legislazioni troppo spesso farraginose, l'esperienza di chi lavora in azienda. Detto questo, per tutti i motivi che ho elencato, siamo veramente contenti di esprimere il nostro voto favorevole sul provvedimento che raggiunge obiettivi importanti. (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega la Vezzali. Ne ha facoltà.

  MARIA VALENTINA VEZZALI. Grazie, Presidente. Governo, colleghi, il provvedimento che stiamo approvando è coerente con la necessità di rendere i prodotti di uso quotidiano privi di sostanze tossiche per la salute, ma risponde anche all'esigenza di renderli il più possibile a basso impatto ambientale, prodotti cioè con materiale ad alta biodegradabilità e non inquinanti. Per ottenere, pertanto, il marchio italiano di qualità ecologica le aziende devono produrre prodotti dermocompatibili, precisare la quantità di sostanze tossiche pericolose per l'ambiente e per la salute oltre a quelle cancerogene in essi contenute. Devono dichiarare anche se contengono disturbatori endocrini o sostanze vietate e specificare l'incidenza ecologica dei loro imballaggi. La tracciabilità degli imballaggi, che non devono contenere cadmio o mercurio, si rende necessaria se vogliamo favorire il corretto smaltimento ed incrementare le percentuali di riciclo nel nostro Paese. Un passaggio importante di questo provvedimento è che gli accertamenti vengono eseguiti da laboratori indipendenti e non dai produttori, a tutta garanzia dei consumatori e della correttezza delle informazioni contenute sugli imballaggi.
  L'uso del marchio italiano di qualità è concesso dal comitato per il marchio comunitario Pag. 51di qualità ecologica dei prodotti e per il sistema comunitario di ecogestione e audit, istituito dal regolamento di cui al decreto del Ministro dell'ambiente 2 agosto 1995, n. 413, che si avvale del supporto tecnico e funzionale dell'ISPRA e dell'Istituto superiore di sanità. Le finalità dei controlli cui verranno sottoposti i prodotti per i quali è richiesto il marchio italiano di qualità ecologica sono diverse: vanno dalla riduzione dell'inquinamento idrico alla riduzione della produzione dei rifiuti grazie alla biodegradabilità degli imballaggi, perseguono il fine della riduzione dei rischi ambientali connessi all'uso di sostanze pericolose e concorrono alla prevenzione dei rischi per la salute connessi all'uso di sostanze tossiche o pericolose.
  Il fatto che periodicamente i parametri e i criteri vengano rivisti consente di migliorare nel tempo la qualità dei prodotti stessi e di ridurre gli impatti negativi sulle persone e sull'ambiente oltre che sulla fauna, soprattutto quella marina. Ritengo utile l'introduzione del marchio italiano di qualità e condivido le finalità del provvedimento. Per cui, esprimo parere favorevole, anche a nome del gruppo Scelta Civica verso Cittadini per l'Italia-MAIE.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Castiello. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPINA CASTIELLO. Grazie, Presidente. Anche il nostro gruppo voterà a favore di questo provvedimento legislativo, in quanto all'interno sono contenuti due principi fondamentali, che poi sono da sempre i cavalli di battaglia del nostro movimento, vale a dire la difesa e la tutela dell'ambiente ma, soprattutto, la difesa della salute del consumatore e, dunque, del cittadino. Il nostro gruppo quindi, come dicevo, ha sempre fatto una battaglia rispetto a quelle che sono le problematiche che riguardano lo sviluppo con quello che è il rispetto dell'ambiente e questa proposta di legge va proprio ad inserirsi in questo concetto della sostenibilità ambientale, ormai consolidato attraverso l'istituzione di un marchio italiano di qualità ecologica dei prodotti cosmetici. Tale marchio dà la possibilità ai produttori di qualificare i propri prodotti sulla base del rispetto di una serie di parametri, quelli ecologici, che garantiscono un impatto ambientale dell'intero ciclo di vita del prodotto fino alla media dei prodotti in commercio. Si tratta di una certificazione volontaria di cui potranno avvalersi soprattutto i produttori che intendono distinguere le proprie merci nel mercato globale, a garanzia della qualità ecologica del prodotto e della corretta informazione dei consumatori.
  Questo nuovo provvedimento ha un effetto importante di sensibilizzazione, dunque, proprio rispetto all'ambiente, perché i nostri consumatori potranno, attraverso scelte più consapevoli, essere partecipi in prima persona di un processo produttivo più attento alle problematiche ambientali, come la necessità dell'utilizzo di sostanze biodegradabili, l'opportunità di andare a diminuire l'incidenza ecologica dell'imballaggio ma, soprattutto, quella di ridurre l'inquinamento della falda idrica nonché la produzione di rifiuti.
  Sul testo è stato fatto un grande lavoro da parte di entrambe le Commissioni, sia l'VIII sia la X, con il risultato che è approdato in Aula un testo fortemente migliorato e a cui ha dato un contributo notevole il nostro gruppo. In particolare, ci riteniamo molto soddisfatti per quanto riguarda l'introduzione, appunto, del comitato Ecolabel nel processo di certificazione.
  Infatti, questo marchio è uno strumento volontario selettivo e ha una diffusione a livello europeo che permette di diversificare i prodotti e i servizi sul mercato e garantire elevati standard sia per quanto riguarda le prestazioni sull'intero ciclo di vita dei prodotti, ai fini di una sostanziale riduzione dell'impatto sia soprattutto per quanto riguarda la protezione ambientale. Per quanto concerne il marchio di qualità previsto da questo provvedimento, si va proprio ad integrare quindi il sistema Ecolabel, che fino ad oggi Pag. 52è stato poco diffuso su questo settore, appunto ampiamente trascurato, che è quello dei prodotti cosmetici.
  Nel merito, questo provvedimento prevede anche l'istituzione di un dossier ecologico che raccoglie tutti i parametri e le caratteristiche delle sostanze che vanno a comporre il prodotto cosmetico e soprattutto l'imballaggio e quindi permette il raggiungimento di un'eccellenza ambientale da parte di quei prodotti che pedissequamente rispetteranno i criteri stabiliti dai regolamenti del Ministero dell'ambiente, che verranno poi aggiornati di volta in volta. Il dossier in particolare specifica la composizione e la quantità di sostanze non biodegradabili che possono avere impatto sull'acqua e sull'ecosistema nonché il tipo di imballaggio che viene utilizzato. Quindi, i consumatori potranno scegliere in prima persona e saranno chiamati in modo diretto ad orientare le proprie scelte su quei prodotti che presenteranno sull'imballaggio l'apposita etichetta ecologica, che attesterà che questo prodotto non è stato assolutamente testato sugli animali.
  Si riduce, dunque, l'impatto sull'ecosistema, si garantisce un livello ottimale di tollerabilità e si eliminano i rifiuti. Già molte aziende, soprattutto italiane, si sono orientate verso la produzione di cosmetici biologici ecologici, soprattutto da agricoltura biologica, andandosi ad inserire in un mercato di nicchia che non solo è molto apprezzato in Italia ma soprattutto all'estero. Prova ne sono i fatturati delle nostre aziende italiane, che sono cresciuti notevolmente nel corso degli ultimi tempi soprattutto grazie all'esportazione all'estero e, anzi, questa vocazione internazionale delle imprese cosmetiche italiane ha finora consentito a questo settore di affrontare la crisi economica in atto in un contesto – lo sappiamo – di generalizzata difficoltà.
  Quindi, l'approvazione di questo provvedimento, sul quale abbiamo, appunto, preannunciato il voto favorevole, offre la possibilità di costituire una filiera italiana di eccellenza con notevoli ricadute benefiche sull'intero indotto, che permetterà alle nostre imprese di distinguersi e affrontare la concorrenza nel mercato globalizzato con strumenti innovativi e all'avanguardia, a tutela soprattutto dell'ecosistema e del consumatore. Questo è il motivo principale che ci ha portato dunque, dopo un lungo lavoro, ad esprimere un voto favorevole, perché, ripetiamo, è un provvedimento che va nell'ottica di difendere l'ambiente ma, soprattutto, di tutelare quella che è la salute del cittadino (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Calabrò. Ne ha facoltà.

  RAFFAELE CALABRÒ. Grazie, Presidente. Il provvedimento che stiamo approvando si inquadra in una lunga serie di azioni che il Governo ha adottato o sta adottando in materia di protezione ambientale: dalla legge sui reati ambientali fino alle numerosissime norme a tutela dell'agricoltura. Sono provvedimenti che testimoniano l'impegno che questo Governo sta ponendo a salvaguardia del nostro territorio.
  La proposta che stiamo per approvare, oltre a una definizione di cosmetico in linea con la normativa comunitaria, istituisce un marchio collettivo denominato «marchio italiano di qualità ecologica». Ciò significa che l'uso del marchio potrà essere concesso, su richiesta del produttore, per i prodotti cosmetici che soddisfano i parametri ecologici richiesti e che presentano un impatto ambientale inferiore alla media dei prodotti in commercio. Il provvedimento in esame disciplina in maniera esaustiva i parametri ecologici, i criteri di valutazione dei prodotti e dei produttori. Parliamo di criteri che riguardano i limiti relativi alla tossicità, alla nocività, alla biodegradabilità nonché le prescrizioni sulla qualità degli imballaggi, comprendenti gli involucri, i contenitori del prodotto, la loro incidenza ecologica.
  Nel dettaglio, il produttore deve dichiarare la composizione del prodotto con la denominazione, gli elementi identificativi, la quantità e la concentrazione di ciascun Pag. 53componente, compresi gli additivi, la funzione di ciascun componente nel preparato, la scheda informativa e di sicurezza relativa al prodotto. Per ciascun componente, che non potrà e non dovrà essere testato sugli animali, il produttore dovrà, infine, fornire la documentazione necessaria. Su tutto questo il provvedimento prevede un adeguato sistema di controllo tramite la creazione di un apposito comitato, che si avvale del supporto tecnico svolto dall'ISPRA e dall'Istituto superiore di sanità.
  Ebbene, è opportuno sottolineare che le norme che stiamo per approvare sono tutt'altro che secondarie, non fosse altro per l'enorme quantità di cosmetici che vengono usati quotidianamente, circa 2 milioni di tonnellate l'anno nella sola Unione europea.
  È un provvedimento che si rende necessario anche alla luce dei dati recentemente diffusi sui danni arrecati ai bambini dalle microplastiche, sostanze ampiamente diffuse nella cosmetica. Come già ricordato in quest'Aula, in Europa soltanto nel 2013 sono state impiegate quasi 5 mila tonnellate di microplastiche per i prodotti di bellezza, presenti in quasi tutti i cosmetici e nei prodotti per l'igiene personale: particelle troppo piccole per essere filtrate nei sistemi di depurazione delle acque, e che quindi inevitabilmente finiscono nei fiumi, negli oceani, e da lì fino ad arrivare alla catena alimentare, con conseguenze dannosissime per la nostra salute; un rischio insomma non molto diverso da quello delle polveri sottili.
  Ma qualcosa sta cambiando: a livello internazionale è cresciuta la consapevolezza sulla necessità di ridurre al massimo l'utilizzo di queste sostanze. Basti pensare che gli Stati Uniti hanno vietato l'utilizzo delle microplastiche nei prodotti per l'igiene personale a partire dal 2017; altri Stati, come Taiwan, Regno Unito, Australia, Canada, stanno attualmente approvando proposte normative per proibirne l'uso. Insomma, questa legge va a colmare un'importante lacuna legislativa, ponendo l'Italia al passo con i Paesi più avanzati, e nell'ambito della quale già le nostre aziende sono in gran parte sulla strada giusta a difesa dell'ambiente.
  Altro aspetto di rilievo della normativa in esame consiste nel divieto di testare i componenti cosmetici sugli animali, un divieto più volte ribadito dall'Unione europea. Basti pensare che nel 2013 è entrato in vigore lo stop previsto dal regolamento n. 1223 del 2009 sui cosmetici, che vieta la commercializzazione di prodotti i cui ingredienti siano stati oggetto di sperimentazione animale. Le norme che stiamo per approvare rafforzano gli standard qualitativi, in quanto limitano il rischio che le aziende a cui è vietato testare su animali gli ingredienti in tutto il territorio comunitario lo facciano anche all'estero, vendendo poi tali prodotti in Paesi extraeuropei.
  Concedetemi una parentesi: credo che vada dato atto al Ministero della salute di aver già dato seguito al regolamento prevedendo una serie di misure in materia di controlli per garantire la sicurezza dei prodotti cosmetici. Basti pensare che, tanto per citare un esempio, l'Istituto superiore di sanità nel biennio 2011-2013 ha stilato un report in cui si evidenziavano le irregolarità più frequenti nella cosmesi: l'etichettatura, il confezionamento non conforme, indicazioni non riportate in italiano, ingredienti non riportati secondo la nomenclatura internazionale, non riportate le sostanze odoranti o profumanti potenzialmente allergizzanti, confezionamento obsoleto rispetto alla normativa con utilizzo di vecchi packaging. Bene, è anche per contrastare queste irregolarità, per garantire la tutela della salute e dell'ambiente, che AP esprimerà un voto convintamente favorevole su questa proposta di legge.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Pellegrino. Ne ha facoltà.

  SERENA PELLEGRINO. Presidente, onorevoli colleghi, sottosegretaria Velo, le informazioni ed i messaggi veicolati attraverso il packaging non sempre ci garantiscono Pag. 54la qualità del prodotto che andiamo ad acquistare, ed è così che molte volte anche il consumatore accorto e responsabile si trova in grossa difficoltà. Nel settore dei cosmetici, poi, anche se è obbligatorio esporre la composizione chimica del prodotto, a meno che non si sia grandi esperti della chimica, l'etichetta rimane sempre molto difficile da decifrare.
  Dunque è un dato certo: avremo anche etichette complete, ma sicuramente sappiamo che queste sono molto poco comprensibili ai consumatori. Così come sappiamo che il mondo della cosmetica non è esente da peccati, perché nessuno nell'industria cosmetica utilizza il principio di precauzione: per cui una sostanza viene utilizzata fino a quando non si dimostra che è pericolosa. C’è da dire che le norme vigenti relative alla produzione e commercializzazione dei cosmetici non contengono alcuna indicazione relativa alla biodegradabilità dei componenti. Certamente oggi nei nostri cosmetici non vengono più utilizzate alcune sostanze chimiche pericolose come ad esempio il piombo, che veniva impiegato in tutti i cosmetici colorati; con il tempo, con l'esperienza e l'evidenza scientifica sono stati vietati metalli pesanti cancerogeni e bioaccumulanti; così come in Europa sono vietati i prodotti testati sugli animali; ma l'industria cosmetica ha usato, ed usa ancora, sostanze chimiche pericolose per la nostra salute: si pensi agli ftalati e ai parabeni.
  Proprio gli ftalati sono una sostanza molto usata nell'industria chimica, perché serve a rendere più morbida la plastica: sono stati banditi nei giocattoli per i bambini, ma sono ancora presenti in profumi e deodoranti. Sembra quasi un paradosso: il contatto quotidiano per tutti, uomini e donne, è costante.
  I parabeni si possono trovare nei trucchi: ombretti e fard, certo, ma anche nei balsami, e vengono utilizzati per la conservazione. Stiamo parlando di sostanze tossiche, che possono indurre la comparsa di reazioni allergiche, e come sappiamo purtroppo negli ultimi dieci anni si sono decuplicate, e quindi sempre più diffuse.
  Tutti ormai sono a conoscenza dei danni causati dal sodium lauryl sulfate, che si trova in tutti i prodotti detergenti, perché ha la capacità di rimuovere lo sporco e le sostanze oleose dalla pelle; peccato però che sia altamente cancerogeno ed allergizzante. Il triclosan, che viene utilizzato in prodotti antibatterici e deodoranti, è tossico per il sistema endocrino. Neanche il talco, purtroppo, è innocente, e addirittura può causare l'insorgenza del cancro alle ovaie e disturbi respiratori.
  La mancanza di una certificazione ecologica per i cosmetici ha notevoli ripercussioni, oltre che sui consumatori, anche sull'ambiente; e quindi su tutti i suoi abitanti e sul ciclo intero della vita ecosistemica. Un'enorme quantità di cosmetici vengono usati quotidianamente: nella sola Europa – le cifre sono da spavento – sono circa 2 milioni le tonnellate di prodotti consumati in un anno per la cura della persona; gli effetti in termini di dermocompatibilità e di ricaduta sull'ecosistema non sono purtroppo ancora del tutto noti, e nemmeno quantificabili.
  Nonostante quindi siano enormi le quantità di prodotti per la cosmesi che usiamo ogni giorno, tra creme, detergenti, lozioni per il corpo e trucchi, in Italia non esiste una normativa che prevede di misurare cosa e quanto finisce nell'ambiente, fiumi e mari innanzitutto: ricordiamoci che questi sono il ciclo della nostra vita, quello che viene nel mare domani ce lo ritroviamo nel piatto.
  Per questo occorre ora rispondere alla sempre più consapevole attenzione e preoccupazione dei consumatori; e noi crediamo che questo testo di legge sulla cosmesi sostenibile e sulla certificazione ecologica dei prodotti cosmetici sia un passo importante in questa direzione, tant’è che l'abbiamo sottoscritta anche noi. Con l'approvazione di questa legge avremo finalmente un marchio italiano di qualità ecologica dei cosmetici, dove verrà prescritto che ogni prodotto sia dotato di un dossier ecologico, in cui sia specificata non solo la composizione e la quantità di sostanze che non sono biodegradabili, o Pag. 55che possono avere forte impatto su acqua e ambiente, ma anche il tipo di imballaggio. Con questa normativa, noi ci auguriamo di poter dar vita, e rafforzarla, a una nuova filiera virtuosa, che puntando sulla ricerca e sull'innovazione potrebbe diventare uno dei nuovi campi di azione del nostro Paese nella green economy e nella chimica verde, e sicuramente generare anche lavoro. Sono queste le ragioni che, come gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà, ci hanno convinto a votare favorevolmente il testo relativo alle disposizioni concernenti il marchio italiano di qualità ecologica dei prodotti cosmetici.
  A margine però, Presidente, sottosegretario, onorevoli colleghi, io desidero sottolineare una cosa. Proprio in questo momento in cui c’è un grande dibattito nel nostro Paese per quello che riguarda l'accentramento ed il decentramento dei poteri, ebbene, io desidero sottolineare proprio questo: quando il Parlamento discute senza le forti opposizioni degli interessi economici, che troppe volte premono sui Governi, riesce a legiferare perseguendo il bene dei cittadini. Ebbene, questa oggi è la riprova che dando più forza al potere legislativo del Parlamento, e non certo al Governo, viene garantita la vera democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Milanato. Ne ha facoltà.

  LORENA MILANATO. Grazie, Presidente. Colleghi, il provvedimento che siamo in procinto di approvare è un provvedimento che fa fare al Paese un ulteriore passo avanti sulla strada della tutela del consumatore, intesa come tutela immediata della salute, ma anche del diritto ad essere informato.
  Con questa legge si introduce il marchio di qualità ecologica dei prodotti cosmetici, una certificazione che riguarda non solo la qualità del prodotto, ma anche la sua sostenibilità dal punto di vista ambientale.
  Credo sia importante sottolineare che la tutela del consumatore è intesa, in questo testo, in un'accezione più ampia, in senso globale.
  I riferimenti ai parametri ecologici che si vogliono misurare, infatti, terranno conto dell'intero ciclo della vita delle sostanze utilizzate per la produzione del cosmetico.
  Secondo uno studio recentemente commissionato da aziende che operano nel settore della cosmetica naturale, gli italiani mostrano un'attenzione crescente alla qualità del prodotto cosmetico, nel senso che la richiesta di prodotti ecologici e naturali è in costante aumento.
  L'indagine però rileva pure che i consumatori non riescono ad orientarsi con sufficienti informazioni e chiarezza tra le numerose forme di certificazione fino ad oggi possibili.
  Questo è un mercato in continua espansione: nell'ultimo anno è cresciuto del 3 per cento come numero di aziende coinvolte ed è cresciuto in maniera considerevole anche il fatturato del settore.
  La legge che si discute oggi rappresenta quindi una risposta ai cittadini che chiedono maggiore chiarezza e maggiore tutela, rappresenta per i consumatori una guida alla scelta del prodotto, un aiuto ad orientarsi tra le numerose proposte che gli vengono sottoposte, un sostegno alla possibilità di operare una scelta consapevole, perché i prodotti cosmetici entrano in contatto con la nostra pelle, che costituisce un organo esteso, che rappresenta una barriera cutanea tra noi e l'esterno e che riceve ogni giorno l'attacco di sostanze nocive, come una sorta di porta di ingresso, ed è importante, anzi fondamentale, difenderla e tenerne conto.
  Riteniamo che prevedere che il marchio sia ottenuto su richiesta del produttore rappresenti una forma di responsabilizzazione del mercato, proprio in collegamento con il crescente interesse del consumatore verso prodotti che rispettino il singolo, ma che tengano anche conto dell'impatto sull'ambiente.Pag. 56
  Saranno i produttori stessi ad avere un diretto interesse a richiedere la certificazione ecologica.
  Appare anche di fondamentale importanza tutelare le risorse che abbiamo a disposizione, che non sono infinite ed è nostro preciso dovere, quindi, averne cura e utilizzarle nel modo migliore possibile per salvaguardarne la continuazione e anche la qualità.
  Per questo motivo, il gruppo di Forza Italia voterà convintamente a favore dell'approvazione del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Vallascas. Ne ha facoltà.

  ANDREA VALLASCAS. Grazie, Presidente, con questa proposta di legge si istituisce un marchio italiano di qualità ecologica dei cosmetici, dove si prescrive che ogni prodotto abbia un dossier ecologico in cui sia specificata la composizione e la quantità di sostanze non biodegradabili o che possono avere impatto su acqua e ambiente, e tipo di imballaggio, al fine di tutelare il consumatore e salvaguardare l'ambiente.
  Le norme vigenti, relative alla produzione e commercializzazione dei cosmetici, non contengono alcuna indicazione relativa alla biodegradabilità dei componenti né per le sostanze lavanti né per gli additivi e il regolamento n. 1223 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 novembre 2009 sui prodotti cosmetici non fa alcun passo in avanti in questo senso.
  In Italia non esiste nessuna forma di certificazione ecologica relativa ai cosmetici gestita e garantita dallo Stato.
  Sono molti i marchi privati, a dimostrazione di una reale esigenza di mercato, che si sono dotati di una propria certificazione.
  È arrivato il momento che anche l'Italia si adegui, che dia delle linee guida per tutti.
  Con questa legge si va verso questa direzione, però la creazione di un marchio collettivo sarà un segno distintivo, che svolge principalmente la funzione di garantire particolari caratteristiche qualitative di prodotti e servizi di più imprese e serve a contraddistinguerli per la loro specifica provenienza, natura o qualità.
  Per i prodotti alimentari biologici, la certificazione europea è obbligatoria, secondo un unico regolamento, mentre per i cosmetici biologici non esiste una legge dell'Unione europea.
  Troviamo dunque, come dicevo prima, diversi enti di certificazione, ognuno con i propri valori.
  Oltre alla presente legge – che è il primo tassello – sarebbe auspicabile un regolamento unico europeo anche nel campo dei cosmetici.
  Gli aspetti positivi di questa legge sono molteplici: si definiscono i parametri e i criteri che devono essere valutati ai fini dell'attribuzione del marchio di qualità ecologica; si stabilisce che l'imballaggio del prodotto abbia il marchio di qualità ecologica; viene imposto il divieto di esperimenti sugli animali.
  Nel nostro Paese si sta sempre più diffondendo la cultura del biologico e i consumatori fanno sempre più attenzione non solo ai prodotti elencati in etichetta, ma anche all'impatto sull'ambiente che hanno i prodotti acquistati.
  In questo contesto, questa legge va a colmare una mancanza normativa per tutelare i consumatori.
  Per i motivi elencati, quindi, voteremo favorevolmente al provvedimento, con l'augurio e l'attenzione affinché il Comitato non si trasformi in uno stipendificio e il Governo si impegni a intraprendere a livello nazionale una campagna di sensibilizzazione verso l'uso dei cosmetici ecologici.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Borghi. Ne ha facoltà.

  ENRICO BORGHI. Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, da pochi giorni abbiamo ratificato in quest'Aula il disegno di legge di ratifica, per l'appunto, del Pag. 57Trattato Internazionale contenente le implicazioni sottoscritte dal nostro Governo insieme con tantissimi altri Governi del mondo, sottoscritte a Parigi nella cosiddetta COP21 dello scorso anno e tra pochi giorni l'Italia si ritroverà nella COP22 di Marrakech, da un lato presentando il lavoro fatto, nella sua strategia interna, per l'adattamento climatico e dall'altro per contribuire a proseguire lungo questo impegnativo versante sul quale siamo incamminati, un versante che deve recepire l'allarme che ancora in questi giorni le Nazioni Unite hanno lanciato, circa la presenza di anidride carbonica nell'atmosfera terrestre, in concentrazioni mai raggiunte nella storia dell'umanità.
  Ci sono quindi da un lato motivi che ci spingono a dover realizzare una politica ambientale di interventi e ci sono anche notizie importanti che vanno in questa direzione: oltre alla citata COP21 e alla COP22 c’è, proprio di questi giorni, di queste ore, l'accordo di Kigali sulla riduzione dei gas freezer, giunto per ironia della sorte proprio nelle ore in cui il sindaco di Roma ha lanciato il complotto circa i frigoriferi abbandonati, che forse meriterebbe una riflessione in altre sedi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Ma al di fuori della facile ironia, che pure ci dovrebbe richiamare all'esigenza che governare significa risolvere i problemi, anziché lanciare invettive o inventarsi questioni che non esistono, proprio perché noi riteniamo che governare significa risolvere i problemi abbiamo voluto mettere in campo una politica che va in questa direzione, di cui il provvedimento che andiamo oggi a recepire è un tassello.
  Certo non è l'elemento stravolgente, non è l'elemento decisivo, non è l'elemento che chiude tutte le partite, ma è un significativo inizio di un percorso sul quale noi vogliamo dire una cosa molto semplice, in particolare ad un'Europa che – come dire ? – in qualche misura si perita sempre di farci delle lezioni, anche in queste ore, dal punto di vista delle politiche di bilancio e delle politiche economiche, e che però si dimentica, per esempio, che abbiamo ancora, a livello continentale, un'incidenza del 24 per cento di carbone nel fabbisogno energetico, mentre questo è un tema che l'Italia da tempo ha messo ai margini, ha espulso, perché per iniziativa di questo Governo si stanno chiudendo impianti inquinanti e si stanno sostituendo, con una logica sempre più marcata di energia rinnovabile e di greening.
  Con questo provvedimento noi oggi diciamo che i temi del green, i temi della tutela della salute e i temi della tutela ambientale iniziano a diventare, da elemento di discussione generale, di discussione accademica e di dibattito politico-filosofico, pezzi del riorientamento della filiera produttiva del nostro Paese. Questo è un elemento molto importante, perché significa mettere sul campo, realmente e concretamente, azioni che sono in grado di orientare l'apparato produttivo sul versante della tutela dell'ambiente, sul versante della tutela del consumatore, sul versante della qualità. Peraltro, sono tutti temi che noi, signor Presidente, nel corso di questi anni, come Partito Democratico, abbiamo inserito all'interno di tutta una serie di provvedimenti che hanno conosciuto l'analisi, l'esame e l'approfondimento, oltre che l'approvazione di quest'Aula: dal collegato ambientale alle legge sugli ecoreati, al consumo del suolo, fino ad arrivare alla legge di riforma dei parchi, su cui stiamo lavorando in queste ore con i colleghi del Senato e che arriverà in questo ramo del Parlamento prossimamente.
  Insomma, noi siamo convinti che orientare verso il greening i settori produttivi e mettere sul campo una politica di ambientalismo moderno nel nostro Paese significhi premiare le migliori aziende che accettano la sfida dell'innovazione, che accettano la sfida della qualità, che accettano la sfida della bellezza, del design e della ricerca. Del resto, se oggi abbiamo in Italia quasi 3 milioni di nostri concittadini (che corrispondono al 13,2 per cento degli occupati) che trovano lavoro in questi settori, questo sta a significare come siamo un Paese che ha accettato la sfida del Pag. 58riorientamento produttivo in un'ottica di sostenibilità ambientale. Con questo provvedimento, quindi, introduciamo un elemento che potrebbe apparire settoriale ma che, in realtà, consente di poter tracciare una nuova strada: da un lato – lo hanno ricordato i colleghi –, con l'introduzione del marchio ecologico e quindi con la garanzia da parte dello Stato, che il consumatore sarà tutelato sia sul versante della scelta per un acquisto non ingannevole, per un acquisto consapevole, per un acquisto sicuro; dall'altro lato, una garanzia sotto il profilo della salute. Il secondo aspetto, che è stato richiamato anche in precedenza, è il divieto alla commercializzazione delle microplastiche.
  È vero, qualcuno potrebbe dire che è introdotto solo a decorrere dal 2019, ma intanto, anche qui, primo elemento nei confronti dalla nostra storia nazionale e primo Paese in Europa che fa una scelta di questa natura, iniziamo ad introdurre, dal punto di vista giuridico, un tema per contribuire a risolvere un problema come quello dell'inquinamento delle acque e dei mari, che, come è stato ricordato anche in sede di discussione sulle linee generali, ha raggiunto dei livelli che dire preoccupanti è usare un eufemismo, signor Presidente.
  Peraltro, sappiamo, per rimanere al tema del comparto, che l'Italia è leader nel mondo nella cosmesi (il 60 per cento del make-up mondiale viene prodotto in Italia), quindi questo provvedimento significa aiutare, sostenere, accompagnare un settore importante della nostra produzione, per fare un ulteriore salto in avanti, nella consapevolezza che (il mercato, il consumatore e l'esigenza complessiva dei cittadini richiedono sempre più garanzie in questo senso) consentirà alle aziende che si orientano su questo versante di acquisire nuove fette di mercato e complessivamente di contribuire positivamente al saldo ambientale del nostro Paese e della nostra Europa.
  Per questo motivo e con questa consapevolezza, nel ringraziare i colleghi che hanno voluto contribuire al perfezionamento di questo provvedimento, in particolare alle colleghe Gadda e Mucci, che hanno svolto la funzione di relatrici, esprimo il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la relatrice Gadda, per un ringraziamento. Ne ha facoltà.

  MARIA CHIARA GADDA, Relatrice per la VIII Commissione. Presidente, desidero ringraziare gli uffici, che hanno svolto un lavoro molto serio e approfondito, e, in particolare, mi consenta di ringraziare la collega Mucci, che ha condiviso questo lavoro in Commissione, e i colleghi commissari delle Commissioni VII e X di tutti i gruppi parlamentari.
  Un ringraziamento particolare al presidente della VIII Commissione, Ermete Realacci, che ha raccolto in questi mesi le tantissime campagne di sensibilizzazione su temi importanti e riconosciuti dai cittadini, in particolare le campagne di Marevivo e di Legambiente, che in questi anni hanno tenuto alta l'attenzione su questi temi e che questa proposta di legge, che confidiamo possa essere approvata dal Senato in tempi rapidi, di fatto riconosce.

(Coordinamento formale – A.C. 106-2812-3852-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 106-2812-3852-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge Pag. 59nn. 106-2812-3852-A, con il seguente nuovo titolo:
  «Disposizioni in materia di composizione dei prodotti cosmetici e disciplina del marchio italiano di qualità ecologica».

  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

Seguito della discussione delle mozioni Nicchi ed altri n. 1-01395, Grillo ed altri n. 1-01398, Binetti ed altri n. 1-01399, Rondini ed altri n. 1-01400, Brignone ed altri n. 1-01402 e Palese ed altri n. 1-01403 sulla salvaguardia del Servizio Sanitario Nazionale e sulle politiche in materia di salute (ore 18,45).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Nicchi ed altri n. 1-01395, Grillo ed altri n. 1-01398, Binetti ed altri n. 1-01399, Rondini ed altri n. 1-01400, Brignone ed altri n. 1-01402 e Palese ed altri n. 1-01403 sulla salvaguardia del Servizio Sanitario Nazionale e sulle politiche in materia di salute (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  Ricordo che nella seduta di lunedì 24 ottobre 2016 si è conclusa la discussione sulle linee generali.
  Avverto che in data odierna sono state presentate le mozioni Lenzi ed altri n. 1-01404, Occhiuto ed altri n. 1-01407, Rampelli ed altri n. 1-01408 e una nuova formulazione della mozione Palese ed altri n. 1-01403 (Vedi l'allegato A – Mozioni). I relativi testi sono in distribuzione.

(Intervento e parere del Governo)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato alla salute, Vito De Filippo, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato alla Salute. Presidente, come chiariva lei, le mozioni sono tante, alcune sono arrivate anche pochi secondi fa, quindi pregherei i presentatori di avere pazienza nel seguire le mie veloci valutazioni, per muoverci agevolmente su un campo che, come è noto, vede proprio gli ultimi annunciati provvedimenti del Governo – nonostante vi sia la valutazione negativa in alcune mozioni – andare nella direzione dello sbocco del turnover, una crescita ancora più consistente per il 2017 del Fondo, un impianto che punta molto, come sollecitano alcuni dei firmatari delle mozioni, proprio sul fronte delle cure primarie con l'approvazione del Piano nazionale della cronicità e, ancora, su una delle buone pratiche abbastanza rare nel nostro continente, cioè la costituzione di un fondo per i cosiddetti farmaci innovativi, sperimentato già in questi anni ed ulteriormente rafforzato nella nuova legge di stabilità, sì da produrre effetti molto importanti in tantissimi cittadini del nostro Paese.
  Vedendo l'attività che avete svolto, evito di fare una lunga introduzione e mi avvio immediatamente ad esprimere i pareri sulle mozioni che sono state presentate. La prima mozione è quella dell'onorevole Nicchi n. 1-01395.
  Abbiamo letto attentamente le dieci pagine di premesse. Ci sarebbe una possibilità di recuperare anche qualche elemento positivo nelle premesse, ma alla fine il parere di sintesi del Governo è il seguente. Il parere è contrario sulle premesse; per quando riguarda gli impegni, il parere del Governo può essere favorevole, se vengono espunti gli impegni 2, 21, 22...

  PRESIDENTE. Può andare più lentamente ?

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato alla Salute. Sì, se vengono espunti gli impegni 2, 21, 22, 25, 29 e 31. All'impegno 11 la riformulazione che proponiamo prevede di omettere le parole che vanno da: «rivedendo peraltro» a: «particolarità territoriali». Infine, si propone che per gli impegni 6 24, 26 e 30 venga introdotta la solita formula: «a valutare la possibilità di».Pag. 60
  Per la mozione a firma dell'onorevole Grillo il parere è contrario sulle premesse. Il parere è favorevole sugli impegni, a condizione che l'impegno 1 si concluda con le parole: «fondo sanitario nazionale»; che all'impegno 3 siano omesse le parole: «e disincentivando il ricorso alla sanità privata quale diretta conseguenza dell'inefficienza del sistema sanitario»; che gli impegni 8, 9, 18, 19 e 21 vengano introdotti con la formula: «a valutare la possibilità di» e che vengano espunti gli impegni 12, 13, 20 e 23.
  Presidente, ho consegnato ai suoi uffici le mie valutazioni, per poterle seguire più facilmente.
  Per la mozione a firma dell'onorevole Binetti il parere è favorevole.
  Per la mozione a firma dell'onorevole Rondini il parere è favorevole, a condizione che nelle premesse vengano espunti i punti 5, 7 e 10 e che l'impegno 3 sia preceduto dalla formula: «a valutare, compatibilmente con i vincoli di bilancio, la possibilità di».
  Per la mozione a firma dell'onorevole Brignone ed altri il parere sulle premesse è contrario. Per quanto riguarda gli impegni si propone che venga espunto l'impegno 8, che l'impegno 9 si concluda con le parole: «delle donne» e che l'impegno 5 sia preceduto dalle parole: «a valutare la possibilità di».

  PRESIDENTE. Quindi, sulle premesse il parere è contrario, mentre il dispositivo è riformulato.

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato alla Salute. Per la mozione a firma dell'onorevole Palese ed altri il parere è contrario sulle premesse e favorevole sugli impegni, a condizione che vengono accettate le seguenti riformulazioni: che venga omesso l'impegno 8 e che per gli impegni 3 e 9 sia inserita, all'inizio, la formula: «a valutare la possibilità di».
  Per la mozione a firma dell'onorevole Lenzi il parere è favorevole.
  Le ultime due mozioni sono arrivate in limine, nei tempi che conosciamo. Per la mozione dell'onorevole Occhiuto il parere è contrario sulle premesse. Quanto agli impegni, si propone di aggiungere all'impegno 2: «a valutare la possibilità di» ed espungere gli impegni 3 e 4.
  Per l'ultima mozione a firma dell'onorevole Rampelli il parere è contrario sulle premesse. Il parere è favorevole sugli impegni 1 e 2. Agli impegni 3 e 4 occorre aggiungere: «a valutare la possibilità di». Il parere è contrario sull'ultimo impegno.

  PRESIDENTE. Sugli impegni 1 e 2 il parere è favorevole. Gli impegni 3 e 4 sono riformulati. Qual è il parere sugli impegni 5 e 6 ?

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato alla Salute. Il parere è favorevole sugli impegni 5 e 6. Si propone di espungere l'impegno 7.

  PRESIDENTE. Sta bene.

(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gian Luigi Gigli. Ne ha facoltà. Non c’è. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Monchiero. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI MONCHIERO. Presidente, colleghi, il nostro gruppo non ha sottoscritto nessuna mozione e non ne ha presentata una, perché ritiene che, sinceramente, questo strumento di intervento del Parlamento, già abbastanza privo di contenuti e di sostanza, in un caso come questo sia davvero fuori luogo. Io me lo chiedo spesso e approfitto delle dichiarazioni di voto per porre una questione di logica formale. Mi chiedo come sia possibile che il Governo esprima parere negativo sulle premesse per poi esprimere parere favorevole sugli impegni, come se la mozione possa essere un atto del tutto slegato nella sua logica e nella sua presentazione. Io non credo che abbia logica alcuna presentare una mozione di ventiquattro Pag. 61pagine, che si conclude con trentacinque inviti al Governo a fare cose che tutti sappiamo benissimo che nessuno farà. Per questa ragione, noi non abbiamo aderito a nessuna delle mozioni presentate, pur condividendo, naturalmente, in gran parte quella della collega Lenzi. Abbiamo fatto questa scelta per porre un problema a quest'Aula e per ricondurre tutti ad una maggiore precisione e razionalità. In nome della razionalità e di null'altro, io penso che l'unico problema serio che riguarda la sanità che il Parlamento debba affrontare nei prossimi giorni è chiarire bene la situazione del finanziamento degli interventi previsti per l'introduzione di nuovi farmaci nel nostro sistema sanitario. Naturalmente il nostro gruppo condivide ed esprime soddisfazione per la scelta del Governo di mantenere il finanziamento nelle quote annunciate nel DEF. I 113 miliardi di euro, comprensivi anche dei nuovi LEA ci sembrano una cifra che consenta la sostenibilità del servizio. Ma la problematica dei nuovi farmaci deve essere assunta e sostenuta con chiarezza. Se vogliamo nuovi farmaci, bisognerà pensare ad un finanziamento specifico.
  Chiuso con questa osservazione, per le ragioni che ho detto prima, io chiedo al nostro gruppo di votare favorevolmente soltanto le due mozioni sulle quali il Governo ha espresso interamente un parere favorevole, cioè quella della collega Binetti e quella dalla collega Lenzi, ed esprimere voto contrario a tutte le altre (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Accogliamo il parere del Governo rispetto alla nostra mozione. Ci auguriamo, però, che, dando il Governo un parere positivo, gli impegni messi in calce alla nostra mozione non rimangano semplicemente una dichiarazione di intenti alla quale poi non segue nulla, un nulla di fatto e, in particolare, lo ripeto per ricordarlo anche ai colleghi che sono in Aula, noi chiedevamo l'impegno del Governo ad assumere iniziative per provvedere al reintegro del Fondo sanitario nazionale al fine di un ritorno alla dotazione del 2013 e garantire il diritto alla salute dei cittadini costituzionalmente previsto; ad assumere poi – secondo impegno – iniziative per definire un programma di risparmi non lineare attraverso l'introduzione finalmente dei costi standard nel comparto sanitario prevedendo che i risparmi derivanti dai medesimi costi standard per l'esercizio delle funzioni regionali sanitarie debbano essere mantenuti all'interno del comparto regioni per lo sviluppo degli investimenti e della competitività ed, infine, un impegno importante su quella che viene definita «la migrazione sanitaria». Quindi, nonostante il Governo ci sottoponga un parere con il quale in sostanza vincola questo impegno alla valutazione della possibilità di realizzarlo, noi riteniamo che questo sia un punto qualificante e un punto importante perché riteniamo che per la migrazione sanitaria che va a gravare sui bilanci di regioni virtuose come ad esempio la Lombardia, il Veneto o l'Emilia Romagna e la Toscana, deve essere garantito alle regioni un rimborso che a tutt'oggi pare non sia stato ancora completamente evaso. Quindi concludo dicendo che accogliamo la proposta del Governo e che valuteremo la decisione di voto invece sulle altre mozioni.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Calabrò. Ne ha facoltà.

  RAFFAELE CALABRÒ. Grazie, Presidente. La sanità oggi in quest'Aula torna da protagonista nel dibattito parlamentare e di questo io personalmente sono molto lieto anche perché credo che abbiamo delle sfide avanti che dobbiamo affrontare e che non ammettono silenzi, ritardi, tentennamenti come l'aumento dell'età della popolazione, la cronicizzazione delle patologie, l'avvento delle nuove tecnologie e dei nuovi farmaci e soprattutto il grande Pag. 62tema della salvaguardia della sostenibilità del Servizio sanitario nazionale. Una sfida che dobbiamo vincere per mantenere quella visione universalistica della sanità e della salute che rende il nostro sistema sanitario tra i migliori al mondo. Il nostro obiettivo deve essere sempre quello della sostenibilità di un sistema capace di intercettare i mutamenti epidemiologici, le novità scientifiche e ciò comporta la capacità e l'impegno di tutti a ridurre gli sprechi affinché si possano riallocare risorse verso innovazione e servizi più efficienti. Ormai abbiamo linee-guida chiare per la salvaguardia del sistema sanitario: riorganizzazione rete ospedaliera, potenziamento medicina territoriale, centralizzazione acquisti sono soltanto alcune delle direttrici da seguire per salvare il soldato Sistema sanitario nazionale. Da anni siamo riusciti finalmente ad aggiornare i LEA: mancavano all'appello da dieci anni e c’è una crescente consapevolezza della necessità di dichiarare guerra all'inappropriatezza. Non sottovalutiamo quindi i grandi passi in avanti compiuti al sistema sanitario sulla via dell'efficientamento. Non possiamo dimenticare che un decennio fa il Paese era alle prese con ricorrenti disavanzi sanitari, con una spesa sanitaria incontrollata, un'assistenza eccessivamente ospedalocentrica e che tutti questi rappresentavano fattori di rischio per la tenuta del servizio sanitario che andavano necessariamente debellati. E senz'altro la normativa dei piani di rientro, nata come misura emergenziale, ha consentito di far quadrare i bilanci: una maggiore responsabilizzazione degli attori coinvolti a vario titolo nella governance sanitaria, l'adozione di nuove e più efficienti modalità di assistenza sanitaria meno onerosa e potenzialmente più rispondente ai nuovi bisogni sanitari. Ma oggi chiunque mastichi sanità sente parlare di standard, di efficienza, di razionalizzazione dell'offerta, di riorganizzazione e ammodernamento del sistema obiettivi che governatori e direttori generali delle aziende sanitarie stanno tentando di perseguire non senza difficoltà e non senza fatica. Credo che, grazie all'impegno al Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, che ogni giorno combatte una battaglia per mettere al riparo le risorse destinate al Fondo sanitario nazionale si stia iniziando a considerare la sanità non come un costo ma come un investimento necessario per migliorare lo stato di salute del Paese. Guardate che questo è un vero cambiamento culturale. D'altronde abbiamo dinanzi alle sfide che non ammettono tentennamenti e definanziamenti.
  Ci sono patologie e bisogni di salute che necessitano di risposte concrete e di fondi da parte del Governo. Mi riferisco ai farmaci innovativi per la cura dei tumori, obiettivamente costosi ma che stanno dando risultati inimmaginabili fino a qualche tempo fa. Penso alla possibilità che abbiamo oggi di contrastare patologie gravi come l'epatite C, alla necessità di perseguire una seria e vasta vaccinazione contro malattie che invece si stanno nuovamente diffondendo e che vanno controllate. Ma tutto ciò comporta la necessità che vi siano fondi certi destinati alla sanità; tutto ciò richiede che finalmente venga chiusa del tutto la stagione dei tagli lineari che si sono ferocemente abbattuti sul comparto sanità in questi ultimi anni. Oggi nella sua mozione Area Popolare chiede impegni chiari al Ministro ben sapendo che condivide appieno le richieste che le rivolgiamo. Il Paese ci guarda e si aspetta che ci siano risorse necessarie a rispondere a obiettivi di salute ritenuti prioritari, quelli che consentiranno di vincere grandi sfide che provengono proprio dalla disponibilità di farmaci innovativi che devono essere accessibili a tutti quanti ne hanno diritto. Signor Ministro, la nostra sanità è oggi gravata da un peso che imbriglia: la carenza di personale sanitario. È ora di procedere senza tentennamenti allo sblocco delle assunzioni e alla stabilizzazione del personale sanitario. Finora abbiamo potuto contare su un personale medico che vive il suo lavoro con passione e zelo e che lavora spesso, soprattutto nel sud d'Italia, in condizioni di continua emergenza. In queste aree del Paese il blocco del turnover ha portato talvolta alla negazione del diritto alla salute. Pag. 63Cittadini che hanno il diritto di vedere i pronto soccorsi di Napoli, Roma, Palermo liberi da barelle; che hanno diritto a non dover ricorrere al privato o a dover addirittura rinunziare alle cure necessarie per le interminabili liste d'attesa (queste sì che rappresento la più grande mortificazione della sanità pubblica). Lo stanziamento di risorse da destinare all'assunzione del personale rappresenterebbe la prima cura efficace per fermare l'emorragia di pazienti verso il nord che da troppi anni indebolisce il Sud: un drenaggio che la presenza adeguata di medici e infermieri nelle corsie degli ospedali potrà in buona parte arrestare. A dispetto di quanti sono critici e scettici per professione o per motivi ideologici sono fiducioso che le nostre richieste saranno recepite nel prossimo disegno di legge di stabilità e che finalmente la sanità non sarà più trattata da bancomat da cui trarre risorse ma da volano di investimento. Sono sicuro che il Ministro condivide appieno le nostre istanze e si batterà per dare risposte che noi in Parlamento, ma anche il Paese intero attende (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Brignone. Ne ha facoltà.

  BEATRICE BRIGNONE. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, vorrei partire da alcuni numeri. Per il 2025 il fabbisogno di finanziamento pubblico per la sanità è stimato in 200 miliardi di euro; 34 miliardi e mezzo è la spesa sanitaria coperta dai cittadini di tasca propria; 6 miliardi è la cifra che la corruzione sottrae ogni anno alla sanità pubblica; aggiungendo sprechi e inefficienze si arriva a 23 miliardi di euro. Undici milioni sono i cittadini che non accedono alle prestazioni sanitarie e non si curano perché non se lo possono permettere. Per molte prestazioni ci sono liste di attesa che vanno dei cento agli oltre 500 giorni ma, se paghi, nella stessa struttura con lo stesso medico c’è posto anche domani privatamente. Nei reparti di ostetricia e ginecologia degli ospedali pubblici il 70 per cento dei medici è obiettore, con punte del 90 per cento, non garantendo di fatto la corretta applicazione di una legge dello Stato e il diritto alla salute delle pazienti. Potrei andare avanti ma i pochi minuti a disposizione non me lo permettono. L'articolo 32 della Costituzione pone a carico dello Stato la responsabilità di garantire la salute di ogni cittadino ma troppo spesso e sempre con maggior frequenza lo Stato viene meno a tale responsabilità, non garantendo di fatto il fondamentale diritto alla salute. Crediamo che la professione medica, come ogni altra professione, comporti delle scelte e scegliere di lavorare nella sanità pubblica comporti anche farsi garante della piena applicazione della legge dello Stato. Siamo convinti che l'esercizio della professione in intramoenia ne sia d'ostacolo, che favorisca corruzione, disuguaglianze e allungamento delle liste d'attesa: peccato aver dato parere negativo all'impegno che avevamo proposto. Occorre inoltre intervenire sul blocco del turnover per i risvolti negativi in campo organizzativo e per le conseguenze professionali sulla salute del lavoratore e quella dei pazienti. Dobbiamo mantenere e implementare i servizi territoriali, investire e monitorare su prevenzione, gestione delle cronicità e appropriatezza delle cure, raccogliere con urgenza il grido di allarme dell'Autorità nazionale anticorruzione che parla di sanità «terreno di scorribande da parte di delinquenti di ogni risma» ed è necessario intervenire per garantire alle categorie più vulnerabili il diritto alla cura partendo dall'abolizione della quota fissa del ticket e intervenendo sugli indicatori di redditi ai fini delle esenzioni. Non è accettabile che milioni di cittadini non si curino perché non se lo possono permettere, arrivando a dover scegliere tra curarsi o mangiare. Così come non possiamo più girarci dall'altra parte di fronte a una legge, la n. 194 del 1978, puntualmente disattesa a scapito della salute e, purtroppo, a volte anche della vita di tante e troppe donne. La presenza di medici obiettori non può essere d'ostacolo all'applicazione di una legge dello Stato. Mesi fa abbiamo presentato una proposta di legge, Pag. 64a mia prima firma, affinché venga garantita in ogni ospedale la presenza di almeno il 50 per cento di medici non obiettori, proposta che purtroppo giace tra silenzi e fertility day. Ma insistiamo affinché venga discussa, come insistiamo che si investa sul rilancio e sul potenziamento dei consultori come luoghi di sostegno alla donna, ascolto, prevenzione, assistenza all'interruzione di gravidanza, alla contraccezione e alla maternità consapevole.
  Infine, chiediamo che il nuovo DPCM relativo alla definizione dei livelli essenziali di assistenza garantisca la previsione esplicita delle cure palliative come LEA in tutte le strutture ospedaliere e, quindi, procedere all'analoga modifica regolamentare all'interno degli standard ospedalieri in vigore, affinché il diritto alla cura e alla dignità della persona sia garantito anche quando il decorso della malattia non rende più possibile guarire. Infatti, neanche con la sbandierata modifica dell'articolo 117 del Titolo quinto della Costituzione lo Stato recupererebbe il diritto ad esercitare poteri sostitutivi nei confronti delle regioni inadempienti nell'attuazione dei LEA, perché il riferimento è esclusivamente alla determinazione delle prestazioni in materia di diritti civili e sociali e non delle prestazioni sanitarie. La profusione di tante energie per la modifica della Costituzione dovrebbe essere accompagnata da analogo impegno per la sua corretta applicazione, perlomeno per i diritti fondamentali come quello alla salute. Chiediamo, quindi, che al di là degli slogan, delle campagne disastrose e degli affari di pochi, il Governo si impegni concretamente affinché ad ogni cittadino sia garantito l'accesso alle cure e la tutela del fondamentale diritto alla salute, sancito dall'articolo 32 della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Misto Alternativa Libera-Possibile).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Grazie, Presidente. Sono stupita nell'aver sentito, da parte dell'onorevole Monchiero, che sia inutile che il Parlamento discuta di politiche sanitarie. Si può discutere, possiamo differenziarci, ma che si metta in discussione il valore di una discussione parlamentare sul diritto alla salute devo dire che mi stupisce e mi colpisce, proprio all'indomani delle parole che il Presidente della Repubblica ha detto – parole di pietra – in occasione della giornata per la ricerca contro il cancro. Le voglio citare: Mattarella ha parlato del principio di eguaglianza costituzionale per l'accesso ai progressi della scienza e della medicina; ha parlato di speranza di vita dignitosa come bene comune; ha riaffermato il diritto alla salute come diritto universale e ha richiamato il ruolo delle istituzioni – di noi, delle nostre istituzioni – a monitorare il mercato dei nuovi farmaci e delle nuove terapie, mercato, come scrive lui, influenzato da imprese transnazionali che vanno sollecitate a condividere la responsabilità della comunità internazionale per la salute, superando la contrapposizione tra diritti di proprietà intellettuale e diritti umani. Sono parole importanti, alla luce del fatto che, per esempio, nel nostro Paese per i malati di epatite C siamo di fronte invece – e credo che questo sia un tema importante per il nostro Parlamento – al razionamento di cure efficaci per pure ragioni di costi. L'epatite C è un'emergenza sanitaria che ben motiverebbe la possibilità dello Stato di giungere alla licenza obbligatoria per costringere il possessore di un brevetto ad uso pubblico, in modo da poter garantire il farmaco a chi oggi ne è escluso.
  È una battaglia emblematica della nostra politica sanitaria, con l'obiettivo di realizzare, non a parole, l'idea tanto semplice, quanto potente, che la salute è un bene comune e non un privilegio per pochi. Questo è il senso della nostra mozione, che abbiamo voluto portare in Aula per applicare l'articolo 32 della Costituzione. Il nostro Paese ha un punto di forza: l'avere conquistato un servizio sanitario nazionale fondato sulla fiscalità generale, ma questo strumento oggi è sotto Pag. 65attacco a causa delle scelte di questo Governo conseguenti all'austerità europea.
  È documentato che la crisi dal 2008 ha avuto effetti negativi sulla salute mentale e sulla mortalità per suicidi, su alcune malattie croniche trasmissibili e, soprattutto, sull'accesso alle cure. I cittadini vivono con affanno e drammaticità quello che i rapporti che noi abbiamo citato nella nostra mozione dicono.
  Sulla salute in questi tempi il verso è cambiato in peggio. I ticket sono più onerosi, a partire dal superticket; le liste di attesa sono plurimensili; la lontananza dai servizi, sempre più accorpati, hanno prodotto milioni di persone che non si curano più per mancanza di soldi, che si indebitano per potersi curare e oggi, per un cinico ritorno, si pensa di farli indebitare anche per andare in pensione in anticipo. Pagare di tasca propria è una cosa ingiusta, che però rappresenta un bel business che fa gola. È sotto gli occhi l'enorme svalorizzazione del personale sanitario e le misure, che sono state anticipate dalle notizie stampa riguardo al personale, sono assolutamente al di sotto della situazione e delle necessità per il personale. Esiste, cioè, una politica del Governo Renzi che non contrasta e addirittura – noi diciamo – favorisce l'intento di trasferire l'offerta sanitaria dal pubblico al privato, anche verso quello sociale che è stato rimodulato all'uopo dalla recente cosiddetta riforma. La penuria pubblica per effetto del definanziamento diretto e mascherato ha allontanato milioni di cittadini dalla sanità pubblica e ha aperto alle assicurazioni private, sempre meno integrative e sempre più sostitutive del pubblico.
  È un vero e proprio assalto all'universalismo, di cui parlava proprio il Presidente Mattarella, e l'attuale Ministra – mi perdoni un po’ una sottolineatura – è evidentemente funzionale a questo disegno, per cui, per esempio, le si perdonano anche campagne che il Presidente del Governo giudica inguardabili, come tutte le donne italiane hanno giudicato inguardabili. La Ministra è come un Giano bifronte: da una parte, fa leva su uno Stato pedagogico sulle scelte riproduttive e, dall'altra, usa la mano leggera e ineffabile verso il mercato e la privatizzazione del sistema sanitario pubblico.
  C’è bisogno – è vero – di più finanziamento e nel contempo – noi l'abbiamo scritto – anche di cambiamento. La migliore difesa del sistema sanitario nazionale è un investimento di risorse, ma anche di farsi interprete di una necessità di autoriforma. Intorno e dentro la sanità è cambiato il mondo: si stanno aprendo nuove sfide e noi le abbiamo indicate. Ci anima la visione della salute come benessere psicofisico che deve riportare a ragionare sul complesso di politiche che riguardano i luoghi di lavoro e di vita, l'ambiente, l'urbanistica, la differenza di genere, le migrazioni, i nuovi bisogni di personalizzazione delle cure, di ripensamento delle professioni, di apertura generazionale. Inoltre, lo sviluppo del sistema sanitario nazionale può rappresentare un'eccellente investimento economico. Dunque, serve una lungimirante politica riformatrice, condivisa da tutti i soggetti sociali. Stiamo perdendo il nostro vantaggio di salute e scadendo a livelli peggiori degli altri Paesi: l'Italia ha la punta massima europea di morti per inquinamento e, dopo decenni, gli anni di vita in buona salute diminuiscono e si è fermato l'incremento della speranza di vita. Il decennale definanziamento risana i conti, ma porta le persone ad ammalarsi di più e a vivere peggio.
  Dietro gli equilibri di bilancio ritrovati non ci sono processi di riorganizzazione di qualità e di lotta agli sprechi: ci sono sfruttamento del personale, aumento delle tasse, diminuzione delle prestazioni. E in fondo – ed è questo il problema che più preoccupa – il principio di uguaglianza del Servizio sanitario nazionale è ferito. C’è uno scenario di eccezionale gravità, perché uscire dalla protezione sociale capita sempre di più a persone anche delle classi medie: proprio quelle classi che hanno ripagato a caro prezzo gli 80 euro e l'abolizione dell'IMU.
  Le disuguaglianze di salute sono l'effetto dei tagli. Colpisce, rispetto a questo, il ruolo passivo delle regioni; salvo la Pag. 66richiesta di monitorare, da parte di queste regioni, i nuovi LEA. A proposito, ma dove sono questi LEA ? Noi qui in Parlamento non li abbiamo visti, non sono pervenuti: se ne parla, ma il Parlamento ancora non è stato investito di questa importantissima, positiva rivisitazione dei LEA.
  La nostra è una mozione che avanza delle proposte di cambiamento.

  PRESIDENTE. Deve concludere, collega Marisa Nicchi.

  MARISA NICCHI. Noi ci impegneremo con tutte le nostre forze per contrastare la regressione di questi tristi tempi, l'aver degradato la salute da valore non negoziabile a valore limitato dai valori economici (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Presidente, cercherò di essere piuttosto breve. La nostra è una mozione che spero entri nel merito di quanto abbiamo letto, di quanto abbiamo fatto in seno a queste mozioni; che di fatto – rendo merito al collega Monchiero, che prima di me è intervenuto – restano, sottosegretario, un indirizzo al Governo, nel senso che speriamo che questa cosa riesca a produrre qualche risultato.
  Ed allora, Presidente, per non dilungarmi molto rispetto al Servizio sanitario nazionale, noi andiamo a proporre una duplice veste in termini di intenzione: innanzitutto di promuovere una sorta di rivalutazione rispetto all'entrata in vigore della cosiddetta normativa europea rispetto ad orari e turni di lavoro, rispetto ad orari e turni di riposo del personale che opera nel Servizio sanitario nazionale. Molto spesso, in questo Paese strano che si chiama Italia, abbiamo del personale – e parlo di infermieri, parlo di persone che necessariamente e per lavoro, e molto spesso con dedizione, hanno a che fare con la sofferenza delle persone – e, sottosegretario, molto spesso queste persone sono state negli anni obbligate a svolgere dei turni di lavoro spesso poco pagati in termini di straordinario: mi riferisco nello specifico anche al caso del Friuli-Venezia Giulia, dove ci sono degli infermieri che devono ancora prendere gli straordinari da anni rispetto alle loro ore di lavoro. E quindi andiamo a parlare di un requisito minimo in termini di dotazione di personale medico ed infermieristico: perché se è vero che gli infermieri sono pochi, molto spesso questi infermieri, questo personale, gli stessi medici sono sfruttati anche dalle aziende ospedaliere. E lo rinnovo: ci sono dei casi in cui gli straordinari non sono ancora stati pagati !
  Quindi, che cosa serve ? Serve una cosa molto semplice: servono i dati, servono i numeri, cosa che poco spesso il Governo e il Ministero ci offrono; e, quindi, serve una ricognizione accurata del numero di medici e di infermieri attualmente in servizio, sulla base di un ricalcolo dei cosiddetti «requisiti minimi di dotazione». E quindi il nostro impegno, cioè quello che noi chiediamo alla maggioranza, quello che in questo senso noi chiediamo al Governo, è di prevedere una dotazione finanziaria (soldi, tanto per essere chiari) rispetto all'assunzione del personale: perché se è vero che è un diritto quello di potersi curare nel nostro Paese, molto spesso questo diritto non è stato avallato, non si è dato seguito a questo diritto.
  E quindi, Presidente, noi chiediamo un ulteriore impegno: questa è una mozione che arriva prima della legge di stabilità, e dunque noi chiediamo che questo sia un atto di indirizzo specifico affinché in seno alla legge di stabilità si faccia qualcosa di più inerente a quanto prima da me citato.
  La collega prima ha parlato – e ha fatto bene a sottolinearlo, perché l'ho sentito soltanto da lei – dei cosiddetti livelli essenziali di assistenza: ha ragione, collega, non ci sono, non abbiamo ancora fatto dei passi avanti rispetto ai LEA, rispetto ai livelli essenziali di assistenza, che dovrebbero essere un fulcro in termini di diritti rispetto ai cittadini italiani. E poi permettetemi la divagazione: stiamo parlando Pag. 67evidentemente anche di fasce deboli, di fasce che soffrono, quindi da una parte c’è il mondo del lavoro, dall'altra parte ci sono le fasce deboli della popolazione, che purtroppo incorrono in malattie, in ricoveri; stiamo parlando ancora, e per l'ennesima volta, poco di coloro che sono considerati i disabili, o diversamente abili. Non sento nessun moto d'orgoglio rispetto ad esempio all'ISEE: abbiamo fatto poco dalla scorsa legge di stabilità, che inseriva in seno al calcolo dell'ISEE, ad esempio, due parametri, che noi abbiamo cercato di scalfire, ma non c’è stato verso; non ho sentito nulla, in seno a queste mozioni e nelle intenzioni del Governo, per andare a ridefinire, a rivisitare il calcolo dell'ISEE. Ho sentito poco, non ho sentito nulla rispetto alle promesse che io ho visto e ho sentito fare direttamente al Premier e alla Ministra della salute rispetto al cosiddetto nomenclatore tariffario, al rinnovo del nomenclatore tariffario, che di fatto è un protocollo per i diversamente abili: sono degli strumenti, dai telefoni agli strumenti informatici, che li aiutano a vivere meglio. Abbiamo un nomenclatore tariffario, in Italia, che è anziano, che è obsoleto, che data vent'anni.
  Noi, Presidente, con questa mozione cerchiamo di andare a suggerire al Governo un'informativa che dev'essere necessariamente in termini di riorganizzazione del Servizio sanitario nazionale, affinché le cose vadano meglio. Ad intercettare, voglio dire, l'utenza, in questo caso l'utenza che si rivolge impropriamente spesso agli ospedali... Vede, Presidente, io poche settimane fa qui alla Camera ho presentato una mozione ad esempio riguardo a tutto questo argomento sui nuovi farmaci, sui farmaci salvavita, sui farmaci che le persone in Italia, i malati oncologici ad esempio in Italia, devono necessariamente andare a prendere ed assumere in altri Stati, piuttosto che in altre regioni, perché non esiste un protocollo unico rispetto ai cosiddetti farmaci salvavita. Perché se è vero che il Ministro Lorenzin ricordava che c'era un decreto, giustamente, il n. 86 se non ricordo male, che stabiliva che entro 100 giorni sarebbero dovuti entrare nella cosiddetta lista dei farmaci salvavita, ebbene, molto spesso questi 100 giorni non vengono rispettati.
  Ed infine, Presidente, noi chiediamo con forza una riforma, e quindi una promozione rispetto ad una riforma di tutta l'università, al fine di rendere disponibile un adeguato numero di medici specializzati e di infermieri nei prossimi anni; anche ed eventualmente con la promozione di ulteriori convenzioni obbligatorie tra università ed ospedali, che devono essere necessariamente due ambiti che vanno e lavorano di pari passo ed in binario. Ospedali ed università: sia per quanto riguarda la formazione, sia per quanto riguarda l'ingresso anticipato nell'organico.
  In un Paese quindi che muore, che soffre di lavoro (perché sappiamo perfettamente tutti che ormai anche quanto letto nel Documento di economia e finanza ci delinea un aspetto piuttosto drammatico rispetto ai posti di lavoro in Italia: ci stiamo stabilizzando verso un più 10 per cento strutturale di disoccupazione), almeno in quest'ambito abbiate l'accortezza di fare qualcosa: abbiate l'accortezza, quantomeno rispetto a categorie che lavorano e che hanno tutti i giorni contatti con una fascia debole della popolazione, di muovervi in velocità, e di porre fine a tutto quanto effettivamente non è stato fatto in questi anni, e che speriamo, anche con una semplice mozione, possa essere reso migliore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Russo. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. Presidente, che il Sistema sanitario nazionale non versasse in buone condizioni mi pare verità incontrovertibile.
  È evidente che la formula è una formula ormai desueta, non più adeguata alle mutate condizioni del Paese, che ha prodotto e produce ancor di più una particolarità, per la quale meno tutelati sono proprio quelli che hanno meno, diminuisce negli ultimi anni la spesa sanitaria in Pag. 68rapporto al PIL, mentre crescono le vessazioni che subiscono le regioni sottoposte a piano di rientro, vessazioni che vanno poi puntualmente trasferite nei confronti dei poveri cittadini.
  Il risultato è che aumentano le difficoltà nell'erogare i servizi, anche i servizi più elementari, ma soprattutto si amplia, aumenta il gap, il divario, in chiave di disomogeneità, tra le regioni e soprattutto tra i cittadini del nostro Paese.
  I piani di rientro sempre più sono orientati ad uno spirito e ad un modello di un aziendalismo esasperato, oserei dire economicista, che guarda poco alla valutazione della qualità dei servizi erogati, ancor meno si occupa della tutela della salute a tutto tondo.
  Le regioni, soprattutto quelle del sud, aumentano – e non possono far diversamente – le aliquote per ripianare i deficit e quindi generano in questo modo un'ulteriore depressione, alimentano un'ulteriore azione depressiva dell'economia di quei territori.
  È evidente che così com’è non si può andare avanti e lo stanziamento è largamente insufficiente.
  Lo è, guardate, attraverso la misura di alcuni parametri che sembrano immediati, diretti e non comprendo e non comprendiamo perché il Governo non li recepisca subito: i tempi che intercorrono tra le richieste di prestazioni e visite specialistiche o indagini strumentali, in molte regioni, superano i 280 giorni, arrivando per le risonanze anche oltre l'anno; eppur c’è una norma che fissa rigorosi termini entro i quali svolgere gli esami: al massimo in 30 oppure 60 giorni.
  Sono quasi 11 i milioni di cittadini costretti a rinunciare ad accedere alle cure pubbliche per la loro impossibilità assoluta di corrispondere al Sistema sanitario nazionale i relativi ticket previsti.
  Si sta misurando una vera distorsione, una vera e propria distorsione nel Sistema sanitario nazionale: 8 regioni (Lazio, Campania, Sicilia, Piemonte, Puglia, Calabria, Abruzzo e Molise) titolari delle competenze programmatorie e organizzative, risultano essere in piano di rientro; di queste 8, 5 (Lazio, Campania, Calabria, Abruzzo e Molise) sono commissariate da oltre 6 anni ed altre 3 regioni (Veneto, Liguria e Sardegna) hanno da qualche tempo superato il piano di rientro al quale sono state sottoposte.
  Siamo proprio certi che questo modello garantisce una sanità di qualità, diffusa ed estesa capillarmente in tutte le regioni ? O piuttosto non è necessario mettere in campo percorsi alternativi agli attuali commissariamenti, che hanno prodotto peggioramenti sistemici e addirittura hanno espropriato le sedi legislative regionali delle loro attribuzioni costituzionali, più volte stigmatizzate dalla Consulta.
  Il blocco del turnover, per esempio, ha determinato la riduzione media del 33 per cento delle dotazioni organiche, al punto che diventa ormai impossibile garantire i livelli di assistenza, in particolare per la carenza di personale medico ed infermieristico.
  Un milione di lavoratori operano in questo settore ed è evidente che quindi si tratta di un settore ad alta intensità di lavoro, in gran parte straordinariamente qualificato.
  Il personale costituisce peraltro, proprio per queste ragioni, uno dei maggiori fattori di criticità del Sistema sanitario nazionale, per i tanti vincoli imposti, per la riduzione delle spese, che dal 2010 al 2013 ha prodotto il risultato di un'ulteriore diciamo riduzione dei costi di un miliardo e mezzo.
  Ma cosa ha significato questo e cosa significano gli ulteriori 700 milioni di risparmio previsti per i prossimi anni ? Cos'ha prodotto questo risparmio ? Disagio, ulteriore criticità, ha allontanato dalla domanda di salute milioni di cittadini del nostro Paese, un aumento dell'età media dei dipendenti ed una difficoltà concreta nel rispondere a quella domanda di salute che promana da ogni parte d'Italia.
  Sempre più spesso si ricorre al personale in outsourcing, modalità elusiva della normativa sul blocco, che non ha risolto la questione centrale del contenimento della spesa e non ha nemmeno affrontato la qualità del servizio.Pag. 69
  E allora, rispetto a queste specificità poste, rispetto a queste domande e considerando anche che il fronte della ricerca scientifica, come quello del sistema universitario, sono due fronti altamente in difficoltà, ci chiediamo qual è la risposta che il Paese può e deve dare in questo momento.
  L'organizzazione del sistema sanitario non ha ancora fornito risposte sufficienti in materia di hospice e nemmeno la dotazione di posti letto nelle strutture residenziali per anziani non autosufficienti ha dato risposte concrete, se è vero, come è vero, che risulta quella previsione largamente inefficace.
  E allora quali sono i temi sui quali noi avremmo voluto che il Governo concentrasse la sua azione (e devo dire con qualche imbarazzo siamo costretti a non accogliere le sollecitazioni, le riformulazioni del Governo e a provare a far sì che quest'Aula voti la nostra mozione) ? Ma guardate, nel nostro Paese si celebra sempre di più una condizione per la quale l'aspettativa di vita, in ragione della domanda di salute, è un'aspettativa sempre più divaricata tra regioni ed è evidente che questa divaricazione è null'altro che il risultato di politiche sanitarie che orientano in senso economicista e distanziano i cittadini ed il bisogno.
  Certo, certo non riuscite ad applicare i nuovi parametri per il riparto delle risorse sanitarie, non riuscite a farlo nonostante esista una norma e noi proviamo a ricordarvelo, in questa mozione, non riuscite ad applicare i nuovi parametri, quelli che prevedono, accanto ad alcuni datati modelli, anche la valutazione della condizione sociale di un'area, della condizione sociale di un territorio, della privazione, in quel territorio, delle condizioni minime essenziali.
  E se non riuscite ad applicare quei nuovi parametri, per tutta risposta cosa ci offrite ? Di costituzionalizzare i costi standard.
  Certo, certo che è ragionevole costituzionalizzare i costi standard, ma solo nella misura in cui in quella Costituzione si celebri anche una condizione assoluta di perequazione tra realtà del nostro Paese e soprattutto di risposta saggia ai bisogni di salute di tutto il territorio nazionale.
  Certo, in questo modo provate a costituzionalizzare anche i viaggi della speranza, le sperequazioni e le differenze nel Paese.
  Noi, per questa ragione, non accogliamo le vostre sollecitazioni e le riformulazioni e proviamo a chiedere a quest'Aula di votare la nostra mozione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Presidente, i Governi nazionali dell’«eurotruffa» hanno disposto dei tagli folli alla sanità, destinati a proseguire negli anni ed in misura sempre più grave. Cito solamente alcuni dei dati più recenti: sono 25 i miliardi sottratti dal 2012 al 2015 (fonte, l'ex Ministro della salute, Renato Balduzzi), inoltre vi è una decurtazione di oltre 10 miliardi di euro da qui fino al 2018, come figura nell'ultimo Documento di economia e finanza. I Governi procedono con la rottamazione del sistema sanitario, che insieme a Leonardo Da Vinci, Giuseppe Verdi e al made in Italy qualificava l'Italia nel mondo e la poneva su un piano di assoluto rilievo.
  A questi 35 miliardi, tolti a partire dalla crisi indotta dall'insediamento di Draghi al vertice della Banca centrale europea, corrispondono, come abbiamo riassunto proprio nella premessa della nostra mozione, conseguenze in ogni senso insostenibili. Mi riferisco, in primo luogo, al blocco del turnover e alla mancata assunzione di tutte le figure sanitarie indispensabili a garantire il rispetto della normativa europea sui diritti e i riposi obbligatori, che è stata introdotta in Italia con la legge n. 161 del 2014 e volta innanzitutto a garantire la sicurezza degli ammalati. Senza soldi non ci saranno ospedali efficienti, cure per tutti e assistenza pubblica.Pag. 70
  Lo smantellamento del servizio sanitario nazionale è in atto da molto tempo, almeno dal Trattato di Maastricht. Partì con l'aziendalizzazione e la regionalizzazione, che crearono differenze profondissime tra Nord e Sud del Paese, trasformando i primari in burocrati e creando invece direttori generali a servizio di una politica affaristica e clientelare. La centralità del paziente si è perduta completamente di vista, come confermano vicende emblematiche della sanità pubblica raccontate da alcuni media ancora attenti. È successo che, insomma, per il perseguimento di politiche monetarie che i cittadini non hanno mai potuto conoscere né valutare, il servizio sanitario è stato progressivamente aggredito nella sua dimensione essenziale, che è quella pubblica. L'aziendalizzazione del sistema è valsa nel tempo, invece, a perfezionare le relazioni di potere interne alla macchina sanitaria; la regionalizzazione del sistema ha poi determinato una sanità di serie A, una di serie B, una di serie C ed altre ancora delle categorie più basse, in cui la ’ndrangheta e le altre mafie sono penetrate con il consenso e la compartecipazione delle istituzioni elettive, sempre pronte a spartire la grande torta delle risorse pubbliche.
  Tutto è stato concepito per conto di un sistema capitalistico dominante e aggressivo, liberistico e dannatamente cinico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ovviamente in maniera da favorire ad ogni costo la sanità privata, anche al prezzo di vere e proprie morti bianche, cioè di decessi incontrollabili mai identificati come tali. Mi riferisco, in questo caso, a quella massa di milioni di italiani che non può accedere alle cure perché non ha i mezzi e perché le riforme ministeriali stanno cancellando la possibilità di importanti terapie, con limiti disumani alle prescrizioni mediche, con la compartecipazione sempre più elevata dei singoli cittadini alla spesa sanitaria, con la fissazione di livelli essenziali di assistenza intesi solo come minimi, con la continua privazione di risorse umane e tecnologiche, con l'indisponibilità allargata di presidi farmacologici indispensabili, con la riduzione delle prestazioni sanitarie al risultato dell'algoritmo matematico di una burocrazia infinita funzionale soltanto ai tagli della politica sempre più serva delle banche.
  Anche per reagire a questa degenerazione complessiva, che toglie sanità ai meno abbienti ed assicura ai privilegiati e agli speculatori la possibilità di ricorrere al privato, abbiamo presentato una mozione chiave, che guarda ai problemi reali del sistema sanitario e prova ad affrontarli chiedendo il consenso parlamentare nel merito specifico, sia pure nel quadro dei vincoli attuali, che vanno superati con un'emancipazione radicale e coraggiosa della finanza europea, la quale impone patti di bilancio e riforme costituzionali per schiavizzare il popolo sovrano e negare il diritto alla salute.
  Respingere questa mozione significa una cosa soltanto: legittimare ed assecondare la distruzione del Servizio sanitario nazionale per decimare la popolazione ed arricchire i privati; approvare questa mozione vuol dire, invece, recuperare la sanità pubblica, restituire le risorse e dignità, mettere il paziente e dunque il cittadino al centro del sistema, aumentare gli organici sanitari, garantire prestazioni e sicurezza negli ospedali, estendere le cure che salvano la vita, preservare le amministrazioni sanitarie da fenomeni di corruzione, garantire, tra l'altro, il diritto alla maternità.
  Colgo anche l'occasione per dire che ovviamente non possiamo accettare le riformulazioni del Governo, che vanno a depotenziare tutti i nostri punti, assolutamente anche a sviare dal problema dello smantellamento complessivo del servizio sanitario pubblico e chiediamo che sia messa ai voti per intero la nostra mozione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Lenzi. Ne ha facoltà.

  DONATA LENZI. Presidente, devo dire che mi dispiace che una giornata così intensa, che ha concentrato tutta la nostra Pag. 71attenzione su altri importanti argomenti, e l'ora tarda impediscano un confronto di merito su delle mozioni molto articolate e complesse, che avrebbero forse meritato qualche approfondito confronto. Penso, per esempio, alla richiesta, contenuta nella mozione di Forza Italia, di tener conto, nella quota capitaria, del dato della privazione, cioè della povertà della popolazione (tipica richiesta che viene dalle regioni del Sud); o a quella, contenuta nella proposta dell'onorevole Rondini, di un fondo dedicato a tener conto della mobilità extraregionale, che invece è una tipica richiesta delle regioni del Nord. Forse sarebbe ruolo del Parlamento nazionale anche di sforzarsi per trovare una proposta capace di tener conto di esigenze così diverse.
  Ha detto il Ministro Lorenzin, non più tardi della settimana scorsa, in quest'Aula, ribadendo quello che è scritto nel DEF, che il Fondo sanitario nazionale cresce di 2 miliardi di euro, arrivando quest'anno, per il 2017, a 113 miliardi di euro. Mi chiedo come si possa pensare che questo sia un segno di smantellamento del Servizio sanitario nazionale. Queste risorse, che certo non sono mai sufficienti rispetto alle esigenze, alle richieste, alle pressioni e alla situazione della nostra popolazione, sono pur sempre risorse significative in aumento. Noi ci confrontiamo con un problema non solo italiano ma di tutti i sistemi di welfare europei, a fronte di un sistema sanitario che deve far fronte ad una popolazione che invecchia e nella quale sono in aumento le malattie croniche. D'altra parte, questo è positivo per nuovi farmaci, nuove tecnologie e nuove possibilità che arrivano ma che hanno costi sostenuti. Inoltre, dobbiamo confrontarci con le difficoltà generali del nostro Paese, come l'alto livello di indebitamento e ancora la situazione economica non di piena ripresa.
  In questo quadro, aver confermato l'aumento delle risorse al Fondo sanitario nazionale è per noi estremamente positivo. Avere risposto a quello che abbiamo votato nelle mozioni sulla farmaceutica il 25 luglio di quest'anno, riconfermando un nuovo stanziamento per il fondo per i farmaci innovativi (stanziamento di 500 milioni di euro) è per noi un fatto estremamente positivo. Che dopo quindici anni di attesa ci siano i nuovi LEA e che dopo diciannove anni di attesa ci sia un nuovo nomenclatore tariffario – fatto che evidentemente era sfuggito all'onorevole Rizzetto nel suo intervento – sono elementi positivi che segnano un ulteriore investimento nel Servizio sanitario nazionale.
  Certo, la parte del personale ancora non è arrivata a compimento rispetto a quello che avevamo previsto, ma ulteriori risorse sono stanziate...

  PRESIDENTE. Fate avere un po’ d'acqua alla collega Lenzi, per favore (Applausi). Aspetti, collega, non c’è bisogno. Adesso arriva l'acqua e poi continuiamo. Non c’è fretta.

  DONATA LENZI. Ringrazio il Presidente per la pazienza.

  PRESIDENTE. Non si preoccupi. Faccia con comodo.

  DONATA LENZI. Aggiungo solo due considerazioni, anzi una (Applausi). Tutti voi colleghi avete indicato nelle regioni, nei ventuno sistemi regionali, il problema maggiore. Nella riforma costituzionale, alla lettera m) dell'articolo 117, c’è scritto: «disposizioni generali e comuni in materia di salute». Questa riforma è un passo avanti per la salute di tutti e credo che facciamo bene a continuare a difenderla, a ribadirla e a ricordare come votare il 4 dicembre (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Votazioni)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
  Passiamo alla votazione della mozione Nicchi ed altri 1-01395. Avverto che i Pag. 72presentatori hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo, limitatamente ai capoversi sesto, undicesimo, ventiquattresimo, ventiseiesimo e trentesimo del dispositivo e, contestualmente, hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare dapprima la premessa congiuntamente ai capoversi secondo, ventunesimo, ventiduesimo, venticinquesimo, ventinovesimo e trentunesimo del dispositivo, su cui il parere del Governo è contrario; a seguire i restanti capoversi del dispositivo come riformulati su richiesta del Governo, su cui il parere del Governo è favorevole.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Nicchi ed altri 1-01395, limitatamente alla premessa e ai capoversi secondo, ventunesimo, ventiduesimo, venticinquesimo, ventinovesimo e trentunesimo del dispositivo. Il parere del Governo è contrario
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Nicchi ed altri 1-01395, limitatamente al dispositivo, come riformato su richiesta del Governo, ad eccezione dei capoversi secondo, ventunesimo, ventiduesimo, venticinquesimo, ventinovesimo e trentunesimo. Il parere del Governo è favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

  Passiamo alla votazione della mozione Grillo ed altri 1-01398. Avverto che i presentatori non hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo e, pertanto, il parere del Governo deve intendersi contrario alla mozione nella sua interezza.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Grillo ed altri 1-01398. Il parere del Governo è contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Binetti ed altri 1-01399, per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rondini ed altri 1-01400, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Brignone ed altri 1-01402, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 37).

Pag. 73

  Passiamo alla votazione della mozione Palese ed altri 1-01403 (Nuova formulazione).
  Avverto che i presentatori hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo limitatamente al dispositivo e, contestualmente, hanno chiesto la votazione per parti separate nel senso di votare la premessa distintamente dal dispositivo. Analogamente a quanto già fatto in precedenti occasioni, costituendo la premessa un elemento complementare ed accessorio rispetto al dispositivo, procederemo dapprima alla votazione del dispositivo e successivamente, solo nel caso in cui il dispositivo risulti approvato, alla votazione della premessa.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Palese ed altri 1-01403 (Nuova formulazione), limitatamente al dispositivo, come riformulato su richiesta del Governo e per quanto non assorbito dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

  A questo punto, a seguito dell'approvazione del dispositivo, della mozione Palese ed altri 1-01403 verrà ora posta in votazione la premessa.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Palese ed altri 1-01403 (Nuova formulazione), limitatamente alla premessa, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lenzi ed altri n. 1-01404, per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 40).

  Passiamo alla votazione della mozione Occhiuto ed altri n. 1-01407.
  Avverto che i presentatori non hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo e pertanto il parere del Governo deve intendersi contrario sulla mozione nella sua interezza. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Occhiuto ed altri n. 1-01407. Il parere del Governo è contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

  Passiamo alla votazione della mozione Rampelli ed altri n. 1-01408.
  Avverto che i presentatori hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo limitatamente ai capoversi terzo e quarto del dispositivo e contestualmente hanno chiesto la votazione per parti separate nel senso di votare: dapprima la premessa congiuntamente al sesto capoverso del dispositivo, su cui il parere del Governo è contrario; e a seguire i restanti capoversi del dispositivo, come riformulati su richiesta del Governo e su cui il parere del Governo è favorevole.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rampelli ed altri n. 1-01408 limitatamente alla premessa e al sesto capoverso del dispositivo. Il parere del Governo è contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 74

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rampelli ed altri n. 1-01408, limitatamente al dispositivo come riformulato su richiesta del Governo e per quanto non assorbito dalle votazioni precedenti, ad eccezione del sesto capoverso. Il parere del Governo è favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n.43).

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di novembre e conseguente aggiornamento del programma.

  PRESIDENTE. A seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 24, comma 3, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di novembre 2016:

  Mercoledì 2 novembre (antimeridiana)

  Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 4080 – Disciplina del cinema e dell'audiovisivo (collegato) (approvato dal Senato) (ove concluso dalla Commissione).

  Discussione sulle linee generali della mozione Centemero e Brunetta n. 1-01357 iniziative per celebrare il 90o anniversario dell'assegnazione del premio Nobel a Grazia Deledda.

  Mercoledì 2 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), giovedì 3 e venerdì 4 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni)

  Seguito dell'esame del disegno di legge n. 4080 – Disciplina del cinema e dell'audiovisivo (collegato) (approvato dal Senato) (ove concluso dalla Commissione).

  Seguito dell'esame della mozione Centemero e Brunetta n. 1-01357 iniziative per celebrare il 90o anniversario dell'assegnazione del premio Nobel a Grazia Deledda.

  Seguito dell'esame di argomenti previsti nell'ultima settimana del mese di ottobre e non conclusi (dopo l'avvio della sessione di bilancio, ove il parere della Commissione bilancio evidenzi che dal provvedimento non derivano oneri finanziari).

  Martedì 8 novembre (antimeridiana)

  Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 3258, 3337 e abbinate – Disciplina dell'attività di ristorazione in abitazione privata (dopo l'avvio della sessione di bilancio, ove il parere della Commissione bilancio evidenzi che dal provvedimento non derivano oneri finanziari).

  Discussione sulle linee generali delle mozioni:
   mozione Ciprini ed altri n. 1-01309 concernente iniziative relative al settore delle cooperative;
   mozione Lupi sull'emergenza umanitaria in Siria e la situazione dei bambini ad Aleppo (in corso di presentazione).

  Martedì 8 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) e mercoledì 9 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni)

  Seguito dell'esame della proposta di legge n. 3258, 3337 e abbinate – Disciplina dell'attività di ristorazione in abitazione privata (dopo l'avvio della sessione di bilancio, ove il parere della Commissione bilancio evidenzi che dal provvedimento non derivano oneri finanziari).

Pag. 75

  Seguito dell'esame delle mozioni:
   mozione Ciprini ed altri n. 1-01309 concernente iniziative relative al settore delle cooperative;
   mozione Lupi sull'emergenza umanitaria in Siria e la situazione dei bambini ad Aleppo (in corso di presentazione).

  Mercoledì 9 novembre, dopo il question time, avrà luogo la votazione per l'elezione di un segretario di Presidenza ai sensi dell'articolo 5, comma 5, del Regolamento.

  Giovedì 10 e venerdì 11 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni)

  Esame del disegno di legge n. 4110 – Conversione in legge del decreto-legge 22 ottobre 2016, n. 193, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per il finanziamento di esigenze indifferibili (da inviare al Senato – scadenza: 23 dicembre 2016).

  Lunedì 14 e martedì 15 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nelle giornate successive) (con votazioni)

  Eventuale seguito dell'esame disegno di legge n. 4110 – Conversione in legge del decreto-legge 22 ottobre 2016, n. 193, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per il finanziamento di esigenze indifferibili (da inviare al Senato – scadenza: 23 dicembre 2016).

  Dopo la conclusione dell'esame del disegno di legge n. 4110 – Conversione in legge del decreto-legge 22 ottobre 2016, n. 193, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per il finanziamento di esigenze indifferibili, fino al 23 novembre l'Assemblea non terrà seduta per consentire alla Commissione bilancio di esaminare il disegno di legge di bilancio.

  Da giovedì 24 novembre e nei giorni successivi fino alla sua conclusione (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni)
  Esame del disegno di legge di bilancio (ove assegnato alle Commissioni entro mercoledì 2 novembre).
  Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question-time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15). Nella settimana 2-4 novembre avrà luogo nella giornata di giovedì 3 novembre, sempre alle ore 15. Conseguentemente le interrogazioni a risposta immediata dovranno essere presentate entro mercoledì 2 novembre.
  Lo svolgimento di interpellanze urgenti avrà luogo, di norma, il venerdì (dalle ore 9,30).
  Il martedì, di norma, tra le ore 9 e le ore 11, avrà luogo lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.
  Nei periodi in cui l'Assemblea non terrà seduta, non avrà luogo lo svolgimento degli atti di sindacato ispettivo.
  Durante la sessione di bilancio non potranno essere esaminati dall'Assemblea provvedimenti che comportino nuove o maggiori spese o diminuzioni di entrate, con l'eccezione dei progetti di legge indicati nell'articolo 119, comma 4, del regolamento.
  La Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni, nei casi previsti dall'articolo 119, comma 4, del Regolamento, e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.
  L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.
  Per quanto riguarda l'esame dei progetti di legge nn. 4080 e 3258, 3337 e abbinate l'organizzazione dei tempi sarà valutata sulla base del testo che verrà licenziato dalle competenti Commissioni di merito.
  L'organizzazione dei tempi per l'esame del disegno di legge di bilancio sarà definita dopo la sua presentazione.
  L'organizzazione dei tempi per l'esame della mozione sull'emergenza umanitaria Pag. 76in Siria e la situazione dei bambini ad Aleppo sarà definita dopo la sua pubblicazione.
  Il programma s'intende conseguentemente aggiornato.

Interventi di fine seduta.

  FERDINANDO ALBERTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FERDINANDO ALBERTI. Grazie Presidente, oggi porto all'attenzione della Camera un'altra emergenza ambientale: stavolta siamo in Franciacorta, sempre in provincia di Brescia, località Macogna. Breve storia: nella località Macogna viene autorizzata una discarica per lo smaltimento di inerti.
  I cittadini, conosciuti con il nome «macognari», si oppongono, perché non si fidano dell'autorità e bloccano i camion che sversano materiale all'interno dalla discarica e fanno bene, perché scoprono che all'interno dei materiali scaricati vengono scaricate anche scorie di acciaieria, tant’è che un giudice dà loro ragione e blocca, anzi autorizza, anzi ordina all'azienda di svuotare la discarica, che fino ad allora era stata riempita con materiale illecito.
  Bene, da quel momento in poi la discarica in sostanza è stata inutilizzata, perché si sono accorti che scaricare all'interno di una discarica materiali leciti non è così economico come sversare materiali illeciti.
  Ecco, tutto questo è andato avanti fino ad oggi: oggi la provincia di Brescia è andata in deroga alle normative nazionali in materia di smaltimento di rifiuti e ha autorizzato rifiuti che sono illeciti, che non sono consentiti, che non erano, meglio, consentiti al momento dall'autorizzazione della discarica.
  Questi materiali sono materiali tossici, pericolosi, tossico-nocivi.
  Ebbene, Presidente, siamo davanti all'ennesimo abuso di un ente che ha la facoltà di autorizzare – parliamo della provincia – un ente che doveva essere abolito, doveva essere cancellato, ma che in realtà continua a fare ciò che vuole.
  Ebbene, il Partito Democratico non ha abolito per nulla le province, ha solo abolito una piccola cosa: ha abolito il controllo dei cittadini su questi enti. È una cosa vergognosa e chiedo, per l'ennesima volta, al Governo di rispondere agli atti di sindacato ispettivo su questa materia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Palazzotto. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Grazie, signor Presidente. Questo intervento di fine seduta è per chiedere e sollecitare che il Ministro dell'interno, Angelino Alfano, venga in quest'Aula a spiegarci quello che da mesi sta accadendo relativamente all’hotspot di Taranto. Nell’hotspot di Taranto, infatti, vengono applicate ormai da mesi procedure del tutto illegittime da parte della polizia di Stato; ricordiamo, tra le vicende, la vicenda dei 50 sudanesi che sono stati trasferiti da Ventimiglia all’hotspot di Taranto utilizzato, in quel caso, come centro identificazione ed espulsione, utilizzo improprio di una struttura che non ha quella destinazione d'uso e, quindi, contro le leggi del nostro ordinamento.
  Chiediamo, inoltre, chiarimenti anche in merito a quello che sta accadendo in queste ore, dove ci sono diverse testimonianze, anche accertate da articoli di stampa, su una deportazione vera e propria che sta avvenendo ad opera della polizia di Stato di richiedenti asilo, che vengono presi in blitz effettuati alla stazione di Milano e trasferiti, senza alcuna motivazione, presso l’hotspot di Taranto, dove vengono ospitati per qualche giorno per poi essere abbandonati per strada senza nessuna forma di assistenza. Parliamo di richiedenti asilo, con prove documentate, che sono già nel nostro sistema di accoglienza, che sono già stati identificati e che vengono allontanati dalla prefettura e dalla commissione presso cui è la Pag. 77loro richiesta d'asilo giacente e che vengono trasportati in un centro che dovrebbe servire solo per l'identificazione. Addirittura, siamo in possesso di incartamenti che parlano di «luogo di sbarco: Milano» per registrare il migrante all’hotspot. Siamo al ridicolo, alla forzatura delle procedure, all'illegittimità e all'illegalità delle procedure adottate alla polizia di Stato. Chiediamo che il Ministro ci venga a dare spiegazioni (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Fiano. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Presidente, cercherò di usare parole piane, ma sono furioso per quello che devo raccontare. Una nostra collega, Alessia Morani, ha subito qui fuori un tentativo di aggressione fisica e di molestie dalla quale è stata salvata dall'intervento di un militare dei carabinieri, che ovviamente tutti ringraziamo. Un attivista – ovviamente io non sono in grado di dire se iscritto o no al MoVimento – che giungeva dalla manifestazione del MoVimento 5 Stelle che si è svolta di fronte a Montecitorio, alla vista delle telecamere che stavano intervistando la collega Morani, alla quale va ovviamente tutta la solidarietà del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ha tentato di avvicinarsi, di filmare e poi eventualmente di fare altro alla collega.
  Ma questa non è la cosa più grave, signor Presidente. La cosa più grave è che riscontriamo, in questi minuti e in queste ore, sui network dichiarazioni vergognose e da condannare, che mi auguro che lei condannerà insieme a noi, di parlamentari della Repubblica appartenenti al suo gruppo, al gruppo del MoVimento 5 Stelle, che così si pronunciano: « Il PD sceglie di infilare la testa sotto la sabbia, ma la gente è là fuori e vi caccerà a calci da questo Parlamento. Firmato: Andrea Cecconi».
  Siccome io considero l'etica del linguaggio di quest'Aula fondamentale, mi limiterò alla lettura di questo che è di un deputato. Vorrei, per il suo tramite, che sapessero i colleghi del MoVimento 5 Stelle che noi veniamo da una tradizione che sa che cosa sia stata la dittatura in questo Paese, che voleva cacciare fuori da questo Parlamento a calci i parlamentari della Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Noi non abbiamo paura, signor Presidente, dei calci dal MoVimento 5 Stelle ! Chiunque di loro, del MoVimento 5 Stelle, tenterà, fuori dalle regole della democrazia, di chiudere la bocca o a noi o a qualsiasi altra persona in questo Paese e in questo Parlamento avrà a che fare con la giustizia, signor Presidente. Si vergognino di quello che hanno fatto oggi qui fuori alla nostra collega (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Mercoledì 26 ottobre 2016, alle 9,30:

  (ore 9,30 e ore 16,15)

  1. – Seguito della discussione della proposta di legge:
   ZAMPA ed altri: Disposizioni in materia di protezione dei minori stranieri non accompagnati (C. 1658-A).
  – Relatrice: Pollastrini.

  2. – Seguito della discussione delle mozioni Fedriga ed altri n. 1-01287, Dadone ed altri n. 1-01401, Andrea Maestri ed altri n. 1-01405, Carnevali, Binetti, Monchiero ed altri n. 1-01406 e Rampelli ed altri n. 1-01409 concernenti iniziative a sostegno dei cittadini colpiti dalla crisi economica, anche in relazione alle risorse attualmente destinate all'accoglienza dei migranti extracomunitari.

  (ore 15)

  3. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  La seduta termina alle 20,15.

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SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
   nella votazione n. 3 la deputata Fabbri ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 4 il deputato Senaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 18 il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 19 il deputato Realacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 31 le deputate Vezzali e Pellegrino e i deputati D'Agostino e Pini Gianluca hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 32 la deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 37 i deputati Allasia, Borghesi, Bossi, Busin, Fedriga, Guidesi, Invernizzi, Molteni, Gianluca Pini, Rondini, Saltamartini e Simonetti hanno segnalato che hanno erroneamente votato a favore mentre avrebbero voluto votare contro;
   nella votazione n. 38 il deputato Quintarelli ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. TU 106-2812-3852-A- articolo 1 418 418 210 418 93 Appr.
2 Nom. em. 2.50 rif. 431 430 1 216 430 93 Appr.
3 Nom. em. 2.51 rif. 430 429 1 215 429 93 Appr.
4 Nom. em. 2.52 425 424 1 213 364 60 92 Appr.
5 Nom. em. 2.53, 2,56 438 360 78 181 360 91 Appr.
6 Nom. articolo 2 437 436 1 219 436 91 Appr.
7 Nom. em. 3.2 439 439 220 130 309 90 Resp.
8 Nom. em. 3.100 444 444 223 442 2 90 Appr.
9 Nom. em. 3.52 454 412 42 207 114 298 86 Resp.
10 Nom. em. 3.50 461 461 231 117 344 83 Resp.
11 Nom. em. 3.51 451 443 8 222 115 328 82 Resp.
12 Nom. em. 3.55 457 436 21 219 116 320 82 Resp.
13 Nom. em. 3.53 452 450 2 226 60 390 82 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 3.101 457 455 2 228 453 2 82 Appr.
15 Nom. em. 3.54 rif. 454 440 14 221 440 81 Appr.
16 Nom. em. 3.102 457 456 1 229 456 81 Appr.
17 Nom. articolo 3 451 451 226 451 81 Appr.
18 Nom. em. 4.52 458 458 230 458 81 Appr.
19 Nom. em. 4.30 458 458 230 178 280 81 Resp.
20 Nom. articolo 4 455 455 228 453 2 81 Appr.
21 Nom. subem. 0.5.50.1 453 365 88 183 364 1 81 Appr.
22 Nom. em. 5.50 rif. 454 381 73 191 381 81 Appr.
23 Nom. articolo 5 450 449 1 225 447 2 81 Appr.
24 Nom. em. 6.50 449 366 83 184 92 274 80 Resp.
25 Nom. articolo 6 454 454 228 454 80 Appr.
26 Nom. em. 7.50 rif. 453 453 227 453 80 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. articolo 7 454 454 228 454 80 Appr.
28 Nom. articolo 8 457 457 229 457 80 Appr.
29 Nom. articolo agg. 8.050 rif. 445 444 1 223 444 79 Appr.
30 Nom. articolo 9 436 435 1 218 435 79 Appr.
31 Nom. TU 106-2812-3852-A - voto finale 390 390 196 390 79 Appr.
32 Nom. Moz. Nicchi e a. n. 1-1395 p.I 368 365 3 183 97 268 77 Resp.
33 Nom. Moz. Nicchi e a. n 1-1395 rif. p.II 371 370 1 186 349 21 77 Appr.
34 Nom. Moz. Grillo e a. n. 1-1398 372 369 3 185 98 271 77 Resp.
35 Nom. Moz. Binetti e a. n. 1-1399 369 353 16 177 259 94 77 Appr.
36 Nom. Moz. Rondini e a. n. 1-1400 rif. 369 353 16 177 259 94 77 Appr.
37 Nom. Moz. Brignone e a. n. 1-1402 rif. 370 369 1 185 355 14 77 Appr.
38 Nom. Moz.Palese e a. n. 1-1403 n.f. p.I 360 333 27 167 327 6 77 Appr.
39 Nom. Moz.Palese e a. n. 1-1403 nf p.II 375 328 47 165 86 242 77 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 43)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. Moz. Lenzi e a. n. 1-1404 378 370 8 186 248 122 77 Appr.
41 Nom. Moz. Occhiuto e a. n. 1-1407 376 262 114 132 16 246 77 Resp.
42 Nom. Moz. Rampelli e a. n. 1-1408 p.I 376 354 22 178 109 245 77 Resp.
43 Nom. Moz.Rampelli e a. n.1-1408 rif pII 373 342 31 172 333 9 77 Appr.