Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 695 di mercoledì 19 ottobre 2016

Pag. 1

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  La seduta comincia alle 9,30.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  EDMONDO CIRIELLI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amoddio, Bonafede, Michele Bordo, Matteo Bragantini, Bratti, Bueno, Capelli, Carbone, Catania, Covello, Dambruoso, Damiano, Dellai, Di Gioia, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Galati, Garofani, Giachetti, Giorgis, Guerra, Lauricella, Losacco, Manciulli, Mannino, Merlo, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rosato, Rossomando, Sanga, Sani, Scotto, Tabacci e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centoquindici, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,34).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

  La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 9,55.

Rinvio in Commissione della proposta di legge: Decaro ed altri: Disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica (A.C. 2305-A); e delle abbinate proposte di legge: Realacci ed altri; Bratti ed altri; Cristian Iannuzzi ed altri; Scotto ed altri; Busto ed altri (A.C. 73-111-2566-2827-3166).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 2305-A: Disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica; e delle abbinate proposte di legge nn. 73-111-2566-2827-3166. Pag. 2
  Ricordo che, nella seduta del 17 ottobre, si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunziato ad intervenire in sede di replica.
  Avverto che la V Commissione non ha ancora espresso il prescritto parere sul testo del provvedimento e sulle proposte emendative ad esso riferite.
  Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il presidente della Commissione trasporti, deputato Michele Pompeo Meta. Ne ha facoltà.

  MICHELE POMPEO META, Presidente della IX Commissione. Grazie, Presidente. Lo ricordava lei nelle avvertenze, purtroppo la Commissione bilancio su questo provvedimento non è stata messa nelle condizioni di esprimere il parere; parere non solo necessario, ma fondamentale per procedere all'esame in questa sede. Io davvero vorrei ringraziare i componenti della Commissione bilancio, perché l'ultima volta ieri sera, a fine seduta, si sono riuniti nel tentativo, appunto, di fornirci questo parere; non è stato possibile perché manca, non un insieme di relazioni tecniche, ma una relazione tecnica molto semplice che non so per quale motivi, forse disguidi burocratici, non è arrivata agli uffici della Camera. Per questa ragione io chiedo, dopo un lavoro di redazione estremamente unitario, all'unanimità, direi, in Commissione, di rinviare questo stesso provvedimento nella Commissione stessa, con la convinzione che, subito dopo la sessione sulla stabilità, questo provvedimento possa tornare, nel mese di novembre, in Aula ed essere approvato.

  PRESIDENTE. Sulla proposta di rinvio in Commissione del provvedimento darò la parola, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, ad un deputato contro e a uno a favore, per non più di cinque minuti ciascuno.
  Ha chiesto di parlare contro l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Ai sensi del Regolamento noi chiediamo una votazione, ma solo per sollevare un problema: Renzi va dicendo che la nuova revisione costituzionale servirà ad accelerare i procedimenti legislativi del Parlamento; eppure, quando è già previsto il voto in quest'Aula di un provvedimento importante per gli italiani, perché si parla della mobilità sostenibile, con tutte le ricadute dal punto di vista ambientale, della sicurezza stradale e della possibilità, appunto, di una mobilità alternativa all'uso dell'automobile privata, ecco che, in qualche modo, sorgono problemi. Ovviamente, e lo dico fuori da ogni intento polemico, sappiamo che questo provvedimento è stato voluto e portato avanti anche dagli altri colleghi delle altre forze politiche, però ci sembra veramente paradossale che il Ministero, anzi, i Ministeri, perché sono coinvolti il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, quello dell'ambiente e quello dell'economia e delle finanze, non producano in tempi utili la relazione tecnica della Ragioneria dello Stato, affinché, poi, la Commissione bilancio possa dare i pareri e quindi permetterci di votare, permetterci, quindi, per una volta, di fare le funzioni legislative che la Costituzione ci assegna. Ci sembra veramente paradossale che i Ministri coinvolti non riescano neanche a farci sapere dove questa relazione si sia arenata. Ecco, questo è emblematico di come il Partito Democratico, nonostante abbia voluto fortemente questa proposta di legge, poi si trovi in balia di suoi stessi Ministri che, in qualche modo, appunto, non riescono a portare le relazioni necessarie affinché noi possiamo esprimerci (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore il deputato Palese.

  ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Io non entro nel merito della proposta di legge, che è stata fortemente condivisa da tutti i gruppi all'interno delle Commissioni, così come anche per quello che riguarda il merito dalla Commissione bilancio, ma il rinvio si impone per un Pag. 3problema completamente tecnico: non essendo ancora a disposizione, signora Presidente, così come giustamente ha rilevato il collega De Lorenzis, la relazione tecnica, e quindi per far diventare anche operativa la proposta con le risorse disponibili in campo da parte del Ministero dell'economia e da parte della ragioneria generale dello Stato, c’è proprio una impossibilità a poter procedere e a continuare. È possibile anche che i proponenti potessero poi, nel proseguo della discussione, visto che il provvedimento deve ritornare in Commissione, chiedere eventualmente – ove lo ritenessero ai fini di un'accelerazione – anche la sede legislativa, eventualmente. Comunque, è un problema di natura tecnica e non di merito, atteso che si tratta di un provvedimento fortemente condiviso da tutti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio in Commissione del provvedimento.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione)

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva per 139 voti di differenza.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Fucci; Giammanco ed altri; De Girolamo ed altri; Vezzali ed altri; Minardo; De Girolamo; Sbrollini ed altri; Roccella; Invernizzi ed altri; Rampelli ed altri; Marti ed altri; Giammanco ed altri; Chimienti ed altri: Misure per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno dei minori negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia e delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità e delega al Governo in materia di formazione del personale (A.C. 261-1037-2647-2705-3597-3629-3738-3818-3829-3872-3912-3933-4048-A) (ore 10,05).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 261-1037-2647-2705-3597-3629-3738-3818-3829-3872-3912-3933-4048-A: Misure per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno dei minori negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia e delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità e delega al Governo in materia di formazione del personale.
  Ricordo che, nella seduta del 17 ottobre, si è conclusa la discussione sulle linee generali e i relatori e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli – A.C. 261-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato delle proposte di legge e degli emendamenti presentati.
  La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A – A.C. 261-A ed abbinate), che è in distribuzione e che reca tre condizioni formulate ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, che saranno poste in votazione a norma dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
  Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
  A tal fine, il gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
  Avverto, infine, che, fuori dalla seduta, l'emendamento Chimienti 2.55 è stato ritirato dalla presentatrice.

Pag. 4

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 261-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 261-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito i relatori ad esprimere il parere delle Commissioni.
  Emendamento 1.50 Malpezzi ?

  ANTONIO BOCCUZZI, Relatore per la XI Commissione. Grazie, Presidente. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. 1.2 Martelli.

  ANTONIO BOCCUZZI, Relatore per la XI Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 1.50 Malpezzi.

  ANTONIO BOCCUZZI, Relatore per la XI Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. 1.51 De Girolamo.

  ANTONIO BOCCUZZI, Relatore per la XI Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 1.1 Martelli.

  ANTONIO BOCCUZZI, Relatore per la XI Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 1.3 Costantino.

  ANTONIO BOCCUZZI, Relatore per la XI Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 1.4 Costantino.

  ANTONIO BOCCUZZI, Relatore per la XI Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  FRANCA BIONDELLI, Sottosegretario di Stato al lavoro e alle politiche sociali. Conforme al relatore, Presidente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Martelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.50 Malpezzi, con il parere favorevole di Commissioni e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.51 De Girolamo, con il parere contrario di Commissioni e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Martelli, con il parere contrario di Commissioni e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Pag. 5

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 Costantino, con il parere contrario di Commissioni e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.4 Costantino, con il parere contrario di Commissioni e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 261-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 261-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  ANTONIO BOCCUZZI, Relatore per la XI Commissione. Le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti 2.7 Costantino, 2.40 De Girolamo, 2.10 Martelli, sugli identici emendamenti 2.15 Martelli e 2.29 Dadone e sugli identici emendamenti 2.60 Invernizzi, 2.61 Vezzali e 2.62 Chimienti. Le Commissioni esprimono parere favorevole sugli emendamenti 2.50 e 2.51 Malpezzi, contrario sugli emendamenti 2.19 Martelli, 2.41 De Girolamo e 2.36 Chimienti, favorevole sul 2.52 Malpezzi, contrario sui 2.37 e 2.73 Chimienti, 2.20 e 2.23 Martelli, 2.28 Dadone, 2.32 e 2.34 Chimienti, favorevole sui 2.53 Fabbri e 2.54 Malpezzi, contrario sui 2.33 Di Vita, 2.63 Martelli, 2.64 Invernizzi, 2.30 Chimienti, 2.35 Di Vita, 2.11 Martelli, favorevole sui 2.200, 2.201 e 2.202, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  FRANCA BIONDELLI, Sottosegretaria di Stato al lavoro e alle politiche sociali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 2.7, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Girolamo 2.40, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 6Martelli 2.10, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Martelli 2.15 e Dadone 2.29.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Martelli. Ne ha facoltà.

  GIOVANNA MARTELLI. L'approccio che viene tenuto nell'Aula rispetto all'accogliere anche proposte migliorative che vengono dai banchi dell'opposizione, è un approccio che sicuramente non dà spazio al possibile dialogo di miglioramento rispetto al provvedimento.
  Questo è un provvedimento che introduce un principio fortemente negativo nella costruzione delle relazioni interpersonali, ma soprattutto nella costruzione della relazione educativa: l'introduzione della videosorveglianza nei luoghi educativi, nei luoghi di cura. Introduce un precedente che sottende il fatto che all'interno dei servizi si possano creare dei climi di omertà rispetto alla copertura di comportamenti e di possibili reati, che sono comunque di responsabilità individuale. Con questi emendamenti noi abbiamo anche voluto sottolineare il fatto che non è sufficiente essere adeguati per poter prestare servizio, essere operatori socio-educativi e socio-assistenziali. Nei servizi pubblici per prestare servizio bisogna superare un concorso pubblico, e quindi necessariamente le prove che vengono effettuate sono prove che verificano di per sé l'attitudine al prestare e ad operare in determinati tipi di servizi. Il non accogliere questa proposta rende chiaro e netto il segno di questo provvedimento: è un segno che non è assolutamente nella logica della prevenzione, bensì nella logica securitaria; e come è statisticamente provato, l'introdurre questo concetto di sicurezza è sicuramente non efficace proprio ai fini della prevenzione. Se oggi mettiamo la videosorveglianza nei luoghi di cura e nei luoghi educativi, domani, visto l'incremento che c’è della violenza tra le pareti domestiche, arriveremo a mettere la videosorveglianza anche nelle case private (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Malpezzi. Ne ha facoltà.

  SIMONA FLAVIA MALPEZZI. Presidente, una precisazione: questo non è il provvedimento sull'installazione della videosorveglianza nelle scuole o negli asili o nei luoghi di cura; questo è il provvedimento che mette in atto una serie di misure per contrastare tutti i tipi di violenza che si verificano a danno dei più deboli. Una serie di misure, e l'articolo 2 le spiega tutte: spiega tutta la formazione dei professionisti del settore, spiega tutta la nuova modalità di lavoro di gruppo, di supervisione e di controllo; spiega il coinvolgimento delle famiglie; parla fin dall'inizio di corresponsabilità educativa, proprio perché è l'elemento che sta alla base, alla garanzia della sicurezza. E aggiunge un elemento in più: quanto al clima selvaggio in cui oggi alcune strutture private possono persino installare delle webcam – quelle sì ledono il rapporto educativo, perché portano il controllo diretto ed immediato ! –, ebbene, questo provvedimento non solo le vieta, ma norma in futuro la regolamentazione invece di quella che può essere la videosorveglianza. La quale non è mai posta da sola, ma è sempre posta, qualora sia posta, insieme ad un fattore fondamentale, che è quello della formazione dei professionisti: che ce lo chiedono, e ci chiedono soprattutto che il controllo, la supervisione e il lavoro di équipe sia sempre rafforzato. Il provvedimento dice questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Boccuzzi. Ne ha facoltà.

Pag. 7

  ANTONIO BOCCUZZI. Presidente, volevo solo sottolineare, rispetto all'intervento della collega Martelli, che nel corso dell'analisi del provvedimento in Commissione noi abbiamo accettato e riformulato le proposte di legge rispetto alle osservazioni e alle condizioni della Commissione VII e della Commissione XII (Affari sociali): sia prima dell'avvio dei lavori, per le votazioni nella fase emendativa sia successivamente, con i pareri espressi nuovamente dalle due Commissioni e dalle altre Commissioni. Ritengo quindi ingeneroso sostenere che non abbiamo ascoltato i pareri e anche le proposte emendative, ivi comprese quelle del gruppo di Sinistra Italiana.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Martelli 2.15 e Dadone 2.29, con il parere contrario di Commissioni e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.60 Invernizzi, 2.61 Vezzali e 2.62 Chimienti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Malpezzi 2.50, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

  Colleghi, un attimo perché non ho capito, ma credo che fosse l'onorevole Laffranco che era uscito e rientrato. Allora, non so dove è, perché da qua non vedo, ma se ci sono colleghi che hanno una tessera di un altro collega che non c’è, la tolgano. Non mi pare di vedere da qui però...c’è una tessera accanto a Palmizio, ma Laffranco è lì, aveva votato ed era uscito però... sì, però avevo visto. Il collega Laffranco era presente, se è la tessera del collega Laffranco, era presente, mi ha appena portato delle caramelle, ecco quindi diciamo che testimonio personalmente che era presente e aveva già votato. Va bene.
  Allora avendo approvato l'emendamento 2.50 Malpezzi risulta assorbito l'emendamento 2.51 Malpezzi.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.19 Martelli con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

  FRANCESCO D'UVA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO D'UVA. Presidente, per chiarire semplicemente che ho visto una persona con due mani tutto qui. Volevo assolutamente fare tutto quanto senza telecamere, senza microfono, però se poi devono pure dire...è un richiamo all'articolo 57 del Regolamento...

  PRESIDENTE. No, ha ragione.

  FRANCESCO D'UVA. Se una persona per portare le caramelle alla Presidenza può delegare un collega di mettere la mano nella propria buca, allora basta saperlo e lo facciamo tutti quanti.

  PRESIDENTE. No, onorevole D'Uva, io pensavo che avesse già votato l'onorevole Pag. 8Laffranco. Comunque diciamo era in Aula e quindi mi sembra che si sia chiarito il mistero.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.19 Martelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.41 De Girolamo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

  Risultano preclusi gli emendamenti 2.36 Chimienti, 2.52 Malpezzi e 2.37 Chimienti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.73 Chimienti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.20 Martelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.23 Martelli.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Martelli. Ne ha facoltà.

  GIOVANNA MARTELLI. Signora Presidente, sembra che con questo provvedimento venga introdotto in questo Paese la modalità del lavoro di équipe, ma a garanzia di prevenire comportamenti errati o addirittura devianti. Ma il lavoro di équipe nelle strutture educative, nelle strutture socio-assistenziali, è una prassi ormai consolidata dalla metodologia dal lavoro sociale. Quindi, nulla si inventa con questo provvedimento. Il punto è quello individuato in questo emendamento, vale a dire i rapporti numerici, le regole di ingaggio, come vengono costruiti i capitolati d'appalto rispetto agli affidamenti a cooperative esterne. È chiaro che la garanzia dei rapporti numerici degli standard di qualità e anche di una condizione legata alle regole di ingaggio dei lavoratori e delle lavoratrici di un segno o di un altro fa la differenza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.23 Martelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.28 Dadone, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Pag. 9

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.32 Chimienti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chimienti. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Presidente, ci stupisce come non si sia deciso di intervenire in alcun modo su un tema di fondamentale rilievo come quello delle ispezioni e dei controlli negli asili nido, nelle scuole dell'infanzia e nelle strutture sanitarie e socio-assistenziali. Purtroppo un intervento di questo genere richiederebbe investimenti economici, nuove assunzioni di personale ispettivo a livello ministeriale, per quanto concerne le scuole dell'infanzia, e attraverso un ripristino delle competenze statali in materia di ispezione e controlli negli asili nido e nelle strutture socio-assistenziali. Purtroppo questo testo non fa cenno al tema delle ispezioni, che costituisce invece un aspetto di vitale importanza per tentare di risolvere o quanto meno di limitare i casi di maltrattamento. Il contingente di ispettori ministeriali nella scuola, ad oggi, è drammaticamente carente rispetto alle funzioni richieste. Abbiamo più volte affrontato questo tema, discutendo ad esempio dei diplomifici. In questo caso, tuttavia, essendo in gioco la vita dei bambini e delle persone indifese, riteniamo doveroso provvedere ad un ampliamento del contingente ispettivo a tutti i livelli: è quello che proponiamo con questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.32 Chimienti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.34 Chimienti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.53 Fabbri, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

  Avverto che l'emendamento 2.54 Malpezzi è assorbito dall'approvazione dell'emendamento 1.50 Malpezzi. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.33 Di Vita. Se nessuno chiede di parlare, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.33 Di Vita, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.63 Martelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

  Passiamo all'emendamento 2.64 Invernizzi.

Pag. 10

  CRISTIAN INVERNIZZI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Presidente, l'emendamento è ritirato.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.30 Chimienti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chimienti. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Presidente, con questo emendamento richiediamo la qualifica di lavoro usurante per tutte le professioni oggetto di interventi normativi nella presente proposta di legge, dunque per il personale docente e non docente degli asili nido e delle scuole dell'infanzia e per i soggetti che svolgono mansioni di assistenza presso strutture sanitarie e socio-assistenziali. Riteniamo che sia un passo doveroso e di civiltà, dal momento che il testo stesso della proposta parla chiaramente di progressivo logoramento psicofisico derivante dall'espletamento di mansioni che richiedono la prestazione di assistenza continuativa a soggetti in condizione di vulnerabilità. Questo inciso, Presidente, ha, o meglio dovrebbe avere, come automatica conseguenza, il riconoscimento della qualifica di professione usurante.
  A nostro avviso lo sono sia sotto il profilo fisico che sotto il profilo psicologico. Oltre a tutelare i soggetti in condizioni di estrema vulnerabilità, grazie al turnover, si potrebbero, poi, istituire nuovi posti di lavoro e ci sarebbero nuove, giovani risorse da impiegare per mansioni estremamente delicate. Ora, in Commissione, questo emendamento ha avuto parere negativo e noi l'abbiamo riscritto, sostituendo «lavoro usurante» con «lavoro gravoso» e, nonostante il parere favorevole delle Commissioni e dei relatori, la Commissione bilancio ha bocciato l'emendamento successivo 2.55 che, quindi, è stato ritirato e che ripresenteremo come ordine del giorno. Ci auguriamo, davvero, che segua un impegno concreto del Governo in questo senso.

  PRESIDENTE. Onorevole Chimienti, però, chiede che lo metta in votazione questo emendamento, giusto ? Bene.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.30 Chimienti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.35 Di Vita, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.11 Martelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 11

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.201, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.202, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Giovanna Martelli.

  GIOVANNA MARTELLI. Grazie, Presidente. Questo emendamento introdotto vanifica sostanzialmente tutte le enunciazioni fatte in precedenza, perché in sostanza dice che tutto quanto applicato con questo provvedimento deve essere a invarianza di spesa. È chiaro che questo, ovviamente, ridimensiona molto l'intervento. Considerato già lo stato di deprivazione finanziaria dei servizi pubblici, è chiaro che introdurre l'invarianza di spesa vuol dire non consentire alcun investimento in tutti gli interventi e le politiche di formazione, prevenzione e di aggiornamento costante degli operatori.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.202, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 261-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 261-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Sull'emendamento 3.50 Miotto, parere favorevole. Emendamento 3.51 Di Vita, il parere è favorevole con una riformulazione che leggo: Al comma 1, dopo le parole: Ministro della salute, aggiungere le seguenti: di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Conseguentemente, al comma 1, sostituire le parole: «di concerto con le organizzazioni sindacali interessate», con le seguenti: «previa consultazione delle associazioni sindacali maggiormente rappresentative sul piano nazionale e sentite le associazioni dei familiari degli ospiti delle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali come individuate dal Ministero della salute e dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali». L'emendamento 3.52 Baruffi è sostanzialmente assorbito dalla riformulazione precedente.

  PRESIDENTE. Adesso, però, lei mi deve dare il parere, poi se sarà assorbito... quindi sarebbe favorevole.

Pag. 12

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. È un invito al ritiro, perché, realmente viene assorbito dalla riformulazione che ho appena letto.
  Sull'emendamento 3.53 Baruffi vale lo stesso che per il 3.52. Così sull'emendamento 3.54 vale lo stesso che per i precedenti.
  Sull'emendamento 3.55 Nicchi, parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  FRANCA BIONDELLI, Sottosegretaria di Stato al lavoro e alle politiche sociali. Il parere è conforme a quello espresso dalla relatrice, Presidente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.50 Miotto, parere favorevole di Commissioni e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.51 Di Vita, così come riformulato dalla relatrice, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

  Sono, quindi, assorbiti gli emendamenti 3.52 e 3.53 Baruffi e 3.54 Fabbri.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.55 Nicchi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

  Passiamo ora alla votazione dell'articolo 3.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sbrollini. Ne ha facoltà.

  DANIELA SBROLLINI. Sì, Presidente, soltanto per affermare la bontà dell'articolo 3, che va proprio nella direzione della prevenzione, cioè quella di emanare delle linee guida proprio per aprire, dove possibile ovviamente, gli orari di visita nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali. Lo ritengo un articolo di grandissima civiltà, tra l'altro lo stiamo affrontando anche su altre tematiche. Penso, quindi, che vada proprio nella direzione di prevenire alcuni fenomeni e di tutelare tutte le parti interessate, cioè dalle persone più fragili ai familiari, che possono così essere accanto ai loro cari il più possibile e tutelare al tempo stesso gli stessi operatori del settore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 261-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 261-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.
  Emendamento 4.3 Lauricella.

Pag. 13

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 4.51 Quintarelli.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 4.52 Coppola.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. 4.19 Costantino.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 4.53 Lauricella.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 4.54 Lauricella.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 4.25 Martelli.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 4.24 Martelli.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 4.13 Chimienti.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 4.23 Martelli.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 4.26 Costantino.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 4.56 Fabbri.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Qui c’è una riformulazione, quindi il parere è favorevole, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: al comma 5 aggiungere, in fine, il seguente periodo: «Gli utenti e il personale delle strutture di cui all'articolo 1 hanno diritto a una specifica informativa sulla raccolta delle registrazioni dei sistemi di cui al comma 1, sulla loro conservazione, nonché sulle modalità e sulle condizioni per accedervi».

  PRESIDENTE. 4.21 Costantino.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

  PRESIDENTE. 4.57 Malpezzi.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. 4.58 Miotto.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Sì, anche su questo emendamento c’è un parere favorevole con riformulazione. La riformulazione è la seguente: al comma 7, sostituire le parole: «o dei loro tutori se minorenni o incapaci» con le seguenti: «o di chi legalmente li rappresenta».

  PRESIDENTE. 4.59 De Girolamo.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 4.9 Gigli.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 4.20 Costantino.

Pag. 14

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 4.22 Costantino.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo agli articoli aggiuntivi. Di Vita 4.02.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 4.03 Di Vita.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 4.04 Di Vita.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 4.050 Vito.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 4.01 Vito.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 4.051 Biancofiore.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. 4.052 Sisto.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  FRANCA BIONDELLI, Sottosegretario di Stato al Lavoro e alle politiche sociali. Conforme alla relatrice.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Prendo atto che tutti gli emendamenti a firma Lauricella sono ritirati.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.51 Quintarelli, su cui c’è un parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quintarelli. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE STEFANO QUINTARELLI. Grazie, Presidente...

  PRESIDENTE. Scusate, un momento di attenzione perché c’è un po’ di confusione. Prego.

  GIUSEPPE STEFANO QUINTARELLI. Nel testo si fa riferimento a un particolare tipo di tecnologia per fare in modo che i contenuti delle immagini registrate dalle videocamere non siano accessibili, se non alle forze dell'ordine, laddove ci siano dei casi di violazione. Questo tipo di tecnologia si sa già che, con gli strumenti informatici di prossima uscita, sarà violabile. Quindi questo emendamento volge a togliere l'identificazione di questa tecnologia, richiedendo all'Agenzia per l'Italia digitale, che è l'organismo deputato in Italia per la emanazione di regole tecniche standard, le regole tecniche da adottarsi per assicurare che queste immagini risultino confidenziali, laddove non ci siano dei procedimenti in corso.
  Un emendamento analogo è l'emendamento successivo del collega Coppola, che però non specifica chi debba essere incaricato, perché il collega Coppola dice: con modalità atte a garantire la sicurezza dei dati trattati e la loro protezione da accessi abusivi. Ma in assenza di uno standard o di qualcuno che dica quali sono le regole tecniche da usarsi per fare ciò, potremmo rischiare di avere una fioritura di tecnologie diverse, dalla dubbia efficacia. Per cui, comunque, a mio avviso, parere tecnico, bisogna intervenire su questo passaggio, e per questa ragione mi sento di caldeggiare il mio emendamento.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Chiedo di parlare.

Pag. 15

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Sì, Presidente, solo per comunicare che facciamo nostri gli emendamenti a firma Lauricella.

  PRESIDENTE. Va bene.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Presidente, mi scusi, io volevo nuovamente ripetere la riformulazione dell'emendamento Fabbri 4.56. La riformulazione è: al comma 5, aggiungere, in fine, il seguente periodo: «Gli utenti e il personale di cui all'articolo 1 hanno diritto ad una informativa sulla raccolta delle registrazioni dei sistemi di cui al comma 1, sulla loro conservazione, nonché sulle modalità e condizioni per accedervi».

  PRESIDENTE. Allora, l'onorevole Guidesi ci dovrebbe confermare, in quanto delegato d'Aula, se accoglie la proposta dell'onorevole Invernizzi. Quindi, a questo punto, però, dovremmo tornare indietro, perché io ho già saltato il primo emendamento a firma Lauricella ma non lo possiamo fare, perché siamo già passati all'emendamento 4.51 Quintarelli.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Grazie, Presidente. Per sostenere l'emendamento Quintarelli, perché già in altri provvedimenti ci avete detto e ci avete segnalato l'importanza di non ingessare le norme. In questo caso la stiamo ingessando, specificando una tecnologia particolare, che, tra l'altro, come segnala il collega Quintarelli, ha già delle problematicità che sono state segnalate e che saranno in corso e in divenire. Per cui, demandare questa operazione, cioè la definizione delle regole tecniche, da parte dell'AgID, mi sembra una cosa saggia, anche proprio per non ingessare la norma e per non trovarci una norma che fra due anni risulti già essere obsoleta. Per cui, è meglio demandare lo standard tecnologico che noi vogliamo utilizzare all'AgID, piuttosto che specificare uno standard oggi che già in seno porta delle particolarità e delle problematicità.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PALMIERI. Grazie, Presidente. L'ho già detto alla relatrice e invito su questo emendamento tutto il Comitato dei nove a tenere conto delle parole di Quintarelli, perché Quintarelli, dicendolo con un mezzo tweet, ha ragione, nel senso che la soluzione che egli propone è quella più concreta e fattibile per raggiungere l'obiettivo al quale tutti teniamo, e, oltre tutto, affidando all'AgID, che è il braccio operativo che ci siamo dati ormai quattro anni fa per dirimere queste questioni e guidare verso le soluzioni tecnologiche migliori, consente di dare la risposta migliore a un'esigenza che è vera, cioè quella di rendere inaccessibili questi filmati a terzi.
  Quindi, rinnovo l'invito alla relatrice, all'ottima Gabriella Giammanco, al relatore Boccuzzi e alla maggioranza di tenere conto di questo emendamento. Nel caso, suggerirei, Presidente Sereni, di accantonare l'emendamento, per dare modo di poter valutare con la dovuta accuratezza il contenuto dello stesso.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galgano. Ne ha facoltà.

  ADRIANA GALGANO. Grazie, Presidente. Mantenere la riservatezza delle persone che vengono riprese è un obiettivo molto importante per i cittadini, e l'emendamento Quintarelli, che tiene conto della vertiginosa innovazione che c’è, ci consente di legiferare alla velocità dell'innovazione. Quindi, chiedo al Comitato dei nove e al Governo di prendere in considerazione Pag. 16il suo emendamento, perché, altrimenti, la nostra legislazione è vecchia nel momento in cui l'approviamo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Anche a nome del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico, faccio un appello al relatore affinché prenda nella dovuta considerazione la richiesta dell'onorevole Quintarelli, che noi appoggiamo, tenuto conto che anche la cronaca ci dimostra come sia possibile addirittura arrivare a violare complessi sistemi che hanno a che fare con la democrazia negli Stati Uniti, piuttosto che con i conti del Presidente Putin in Russia.
  Non vedo perché noi non dovremmo esercitare una maggiore attenzione nel senso della tutela della privacy dei cittadini su argomenti così sensibili e delicati, facendo ricorso a modalità di controllo dei dati che tecnologicamente siano più avanzate. Credo che i relatori dovrebbero per buonsenso accogliere l'emendamento Quintarelli (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pizzolante. Ne ha facoltà.

  SERGIO PIZZOLANTE. Grazie, Presidente. Anche io condivido l'emendamento di Quintarelli, perché non è possibile collegare una norma che cerca di garantire la riservatezza di immagini e di informazioni ad una tecnologia. Non mi sembra sia proprio possibile, quindi assolutamente io sottoscrivo l'emendamento di Quintarelli (Applausi di deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico). Chiedo di accantonarlo, eventualmente riunire il Comitato dei nove, del quale io faccio parte, e quindi, anche come componente del Comitato dei nove, chiedo che si faccia su questo una discussione.

  PRESIDENTE. Onorevole Pizzolante, io ho altri iscritti a parlare, però, visto che è stata formulata una proposta di accantonamento, chiederei ai relatori se sono d'accordo sulla proposta di accantonamento, così, a questo punto, evitiamo di fare una discussione...

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Presidente, a questo punto noi chiederemmo l'accantonamento dell'emendamento 4.51 Quintarelli, però, nello stesso tempo, chiediamo di accantonare anche il 4.52 a firma Coppola, perché sostanzialmente riguardano la stessa materia. Quindi, bisogna chiaramente coordinarli.

  PRESIDENTE. Va bene. Se non vi sono obiezioni, così resta stabilito.
  Passiamo all'emendamento 4.19 Costantino.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.19 Costantino, con il parere contrario di Commissioni e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.53 Lauricella, fatto proprio dal gruppo della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini, con il parere contrario di Commissioni e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Pag. 17

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.54 Lauricella, fatto proprio dal gruppo della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini, con il parere contrario di Commissioni e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Martelli 4.25, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Martelli 4.24, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Chimienti 4.13, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Martelli 4.23, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 4.26, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Fabbri 4.56.
  La riformulazione è accolta, onorevole Fabbri ? Sta bene.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fabbri 4.56, così come riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 44).

  A questo punto risulta assorbito l'emendamento Costantino 4.21.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Malpezzi 4.57, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 45).

Pag. 18

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Miotto 4.58, così come riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 46).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Girolamo 4.59, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Gigli 4.9.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, semplicemente per invitare il relatore a riconsiderare questo parere. L'emendamento si riferisce, come è evidente, al comma 8 dell'articolo 4, quello che riguarda le richieste che vengono fatte, gli obblighi per il Garante per la protezione dei dati personali, che dovrà emanare, appunto, con proprio provvedimento, una definizione degli adempimenti e delle prescrizioni per l'installazione e per il trattamento dei dati personali. Nulla viene detto, però, in questo articolo, per quanto riguarda le modalità e la durata dell'archiviazione degli stessi dati. Io credo che il Garante debba invece tenere in debita considerazione anche questo argomento, appunto della modalità e della durata dei tempi di archiviazione: perché non sarebbe, per esempio, accettabile né una durata troppo breve, che non permetta eventualmente l'appalesarsi di forme di denuncia o, comunque, di segnalazione che possano essere poi confermate dal materiale di videosorveglianza registrato, ma nemmeno, e direi tantomeno un mantenimento, una conservazione per tempi indefiniti di materiale che comunque ha a che fare con la vita privata delle persone.
  Io ritengo che il Garante debba esprimersi al riguardo; ed è una questione assolutamente di buonsenso, che non stravolge e non modifica in nessun modo l'impianto della legge. Per cui, invito i relatori a riconsiderare questo argomento, modificando il loro parere o, al massimo, accantonando anche questo emendamento per poterlo poi discutere insieme agli altri accantonati.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galgano. Ne ha facoltà.

  ADRIANA GALGANO. Presidente, come prima c'era il nostro massimo impegno per garantire la sicurezza dell'identità delle persone videosorvegliate, così noi riteniamo molto importante che ci siano delle certezze rispetto alle modalità e alla durata della conservazione delle immagini. Perciò ci associamo alla richiesta dell'onorevole Gigli di riconsiderare il parere da parte del Comitato dei nove e del Governo oppure di accantonare l'emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Quintarelli. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE STEFANO QUINTARELLI. Grazie, Presidente, anch'io per associarmi all'emendamento dell'onorevole Gigli, per condividerne le finalità e per associarmi alla richiesta di una riconsiderazione o, quanto meno, di un accantonamento. I dati che archiviamo oggi crittografati possono essere decrittografati domani. Quindi, stabilire le modalità e i tempi di conservazione, e quindi la loro successiva distruzione, consente di avere costanza che in futuro non saranno ingiustamente accessibili.

Pag. 19

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Intervengo per confermare il parere contrario sull'emendamento 4.9 Gigli, perché comprendiamo le perplessità dei colleghi che sono intervenuti, però, proprio per questo, il comma 8, dell'articolo 4, prevede che, entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, il Garante si pronunci con apposito provvedimento per definire adempimenti e prescrizioni da applicare in relazione all'installazione dei sistemi di videosorveglianza. Rientra proprio nelle competenze del Garante definire le modalità e la durata di archiviazione dei dati, già lo si è visto in provvedimenti precedenti che il Garante ha emanato. Per cui ci sembrava superfluo dovere specificare un qualcosa che già è implicito nelle funzioni che noi demandiamo al Garante e nel provvedimento che il Garante, appunto, andrà a emanare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore di questo provvedimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palladino. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PALLADINO. Grazie, Presidente, solo per comunicare che il nostro gruppo voterà a favore dell'emendamento Gigli, dispiacendoci molto che il Governo non abbia preso in considerazione un emendamento che riguarda i cittadini.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Grazie, Presidente. Capisco quanto dice la collega Giammanco, ma io ritengo questo emendamento importante proprio perché specificativo rispetto a quanto dovrà fare il Garante della privacy.
  Oggi al comma 8 si prevedono delle prescrizioni più generiche e un ambito di lavoro più generico, ma è importante segnalare, proprio perché si tratta di trattamento di dati sensibili e di privacy, anche che vengano definite le modalità e la durata dell'archiviazione dei dati stessi, altrimenti potrebbe essere anche che il Garante della privacy, su questo punto specifico, non si esponga e quindi non decida una linea da dover tenere.
  Per cui io chiedo di nuovo, se è possibile, di accantonare anche questo emendamento e che comunque il Governo possa rivedere il parere.

  PRESIDENTE. Allora, c’è una richiesta di accantonamento. Chiedo ai relatori se ritengano di accoglierla. Prego, onorevole Giammanco.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Per venire incontro alle richieste dei colleghi lo accantoniamo, però ribadisco quello che ho detto prima, cioè che è davvero una questione, diciamo, un po’ di lana caprina, nel senso che il Garante fa questo ed è chiamato a fare questo, quindi sarebbe davvero erroneo pensare che egli si possa sottrarre alla definizione delle modalità di trattamento dei dati e della durata della loro archiviazione. Comunque, per il momento lo accantoniamo.

  PRESIDENTE. Mi sembra di capire che, a questo punto, dovremmo accantonare anche il successivo, che tratta la tenuta dei dati. Che cosa ritengono il Comitato dei nove e i relatori ? Accantoniamo anche il 4.20 Costantino o su questo possiamo andare avanti ? Onorevole Giammanco ?

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. È relativo allo stesso argomento di cui discutevamo prima, quindi va da sé che va accantonato.

  PRESIDENTE. Allora, è accantonato anche l'emendamento 4.20 Costantino.
  Passiamo ai voti.Pag. 20
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.22 Costantino, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

  Poiché sono stati precedentemente accantonati quattro emendamenti riferiti all'articolo 4, non procederemo alla votazione dell'articolo. Possiamo invece procedere con gli articoli aggiuntivi.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.02 Di Vita, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.03 Di Vita, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.04 Di Vita, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 4.050 Vito.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Con questi articoli aggiuntivi 4.050, 4.01, 4.051 e 4.052 ci si occupa della parte sanzionatoria di matrice penalistica di questo provvedimento.
  Nel tracciare un percorso possibile per dare a questo provvedimento anche questa caratura sono state seguite vie diverse. Innanzitutto vi è una ripresa, nell'ambito dell'11-ter, con l'articolo aggiuntivo 4.050 Vito che ci accingiamo a votare, di alcune indicazioni meramente aggiuntive all'11-ter stesso. Viene aggiunto l'ambito delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali, per anziani e persone con disabilità. In altri termini, Forza Italia è notoriamente contraria al panpenalismo, a una sorta di intensificazione delle ipotesi di rilevanza penale, perché in qualche modo il carico sanzionatorio noi lo riteniamo sempre del tutto incapace di produrre l'effetto di deterrenza e diminuzione tout court dei fenomeni criminali, essendo molto affezionati a terapie anche eccentriche rispetto alla sanzione di prevenzione e comunque di accompagnamento nel profilo sanzionatorio con interventi di carattere diverso, nel convincimento che la sanzione penale non esaurisce in se stessa la sua capacità di intervento nel clima di legalità che deve contraddistinguere un Paese; qui abbiamo però svolto degli interventi di carattere progressivo.
  L'articolo aggiuntivo 4.050, del collega Vito, tende a recuperare un'aggravante esistente e ad ampliarne la platea, così da rendere comunque una fattispecie già esistente, seppur nella forma aggravata, capace di dare un contributo. È chiaro che, di seguito alla valutazione di questo emendamento – che, ripeto, amplia soltanto la platea ed in perfetta coerenza con l'atteggiamento che il nostro gruppo ha sempre assunto –, noi faremo le nostre valutazioni in ordine poi al destino degli altri emendamenti.Pag. 21
  È chiaro che, lo voglio ribadire, il nostro fil rouge nell'ambito dell'atteggiamento sanzionatorio è quello di un intelligente ricorso alla sanzione, ma senza che questo significhi dosi di anestetico rispetto all'obbligo di prevenire e di combattere i reati in modo diverso dal tranquillizzante, ma spesso non esaustivo, abuso della quantità sanzionatoria.
  Quindi, insistiamo per l'approvazione di questo emendamento, nel convincimento che si collochi esattamente nel solco di quella che è la nostra filosofia in materia.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.050 Vito, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 4.01 Vito.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vito. Ne ha facoltà.

  ELIO VITO. Signora Presidente, brevemente: si tratta di una legge importante, a mio giudizio – ringrazio i relatori e il Comitato dei nove delle due Commissioni per il lavoro fatto –, che interviene bene sull'aspetto importante, direi fondamentale, prioritario, della prevenzione contro questi intollerabili reati di maltrattamenti e di abuso negli asili, nelle strutture per anziani e per disabili, reati che purtroppo, come abbiamo visto, sono molto diffusi, anche se nulla toglie naturalmente alla generalità della categoria di persone che meritoriamente vi lavora.
  Vi è un aspetto che la legge, però, non tratta ancora – lo richiamava prima l'onorevole Sisto –, che è quello delle sanzioni, quello della pena, quando questi reati, nonostante le misure di prevenzione che ora mettiamo, dovessero purtroppo comunque verificarsi.
  I casi che si sono sinora verificati e la giurisprudenza che si sta mostrando ci dicono che purtroppo le sanzioni sono del tutto inadeguate. Pur mantenendo Forza Italia – come ha spiegato bene l'onorevole Sisto – un atteggiamento di grande attenzione sulla legalità, sui diritti e sulle pene stesse, abbiamo ritenuto, però, che per questo tipo di reati dovesse essere introdotta, all'interno dell'articolo 61 del codice penale, una specifica aggravante, così che nelle sentenze successive, nella giurisprudenza successiva, si debba tenere conto di questa volontà del legislatore, cioè che questi reati particolarmente intollerabili, particolarmente gravi, proprio perché commessi ai danni di persone che non possono difendersi e spesso non possono neanche denunciare, in strutture dove queste persone sono invece tenute ad essere assistite ed accudite, riscontrano da parte del Parlamento, del legislatore, la volontà di una aggravante.
  Io non ho capito le ragioni per le quali i relatori hanno espresso parere contrario a questi emendamenti – non sono stati motivati –, comunque la nostra volontà è di portarli al voto per segnare il punto che, accanto alla giusta e necessaria prevenzione che finalmente stiamo votando e stabilendo, ci debba essere anche una volontà ed una riflessione sulle sanzioni e sulle pene quando la prevenzione si dovesse dimostrare inefficace.
  Per questa ragione, invito i colleghi di tutti i gruppi a leggere bene l'articolo aggiuntivo, che aggiunge semplicemente una lettera all'articolo 61 del codice penale, e a manifestare una volontà di approvazione, credo ritenendo tutti noi questo genere di reati, di maltrattamenti e di abusi particolarmente grave ed intollerabile appunto da dover essere sanzionato con una specifica aggravante, come per tanti altri reati che sono già previsti dal codice con questa aggravante.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Amoddio. Ne ha facoltà.

Pag. 22

  SOFIA AMODDIO. Presidente, signori deputati, hanno certamente ragione l'onorevole Vito e l'onorevole Sisto a ritenere questi fatti gravi, tant’è che per questo motivo stiamo adottando questa legge molto importante sulla videosorveglianza, con i criteri che sono stati già illustrati dagli onorevoli deputati, però è veramente del tutto superfluo aggiungere delle aggravanti all'articolo 61 del codice penale, perché queste aggravanti già esistono: esiste, nell'articolo 61, numero 4, l'aggravante di aver adoperato, in tutti i reati, sevizie o aver agito con crudeltà; e chiaramente i maltrattamenti verso minori e disabili rientrano in questa aggravante di sevizie e crudeltà. Sempre all'articolo 61, numero 11, esiste anche l'aggravante per aver commesso il fatto costituente reato con abuso di autorità, abuso di relazioni domestiche e abuso di relazioni d'ufficio eccetera; ed esistono già altre aggravanti in cui la giurisprudenza può benissimo fare rientrare i fatti oggetto di abusi verso minori o verso persone disabili come previsto in questa legge.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Argentin. Ne ha facoltà.

  ILEANA ARGENTIN. Presidente, pur capendo quanto detto dalla collega che mi ha preceduto, ritengo invece di aggiungere la mia firma all'articolo aggiuntivo dell'onorevole Vito: proprio perché abbiamo a che fare con un'utenza fragile e debole, ritengo che specificare sia meglio che dare per scontato.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.01 Vito, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 4.051 Biancofiore.
  Ha chiesto di parlare la deputata Biancofiore. Ne ha facoltà.

  MICHAELA BIANCOFIORE. Presidente, francamente non capisco come si possa dare parere contrario a questo articolo aggiuntivo, per il semplice fatto che questo articolo aggiuntivo è la ratio stessa della legge, dal mio punto di vista, ma credo che dalla lettura chiunque ci possa arrivare. Una volta che abbiamo condannato coloro che si sono resi rei appunto di aver commesso abusi nei confronti di anziani o di bambini, a quel punto possiamo far sì che essi possano ritornare nei loro uffici: a me sembra che sia oggettivamente una follia. Debbono essere assolutamente interdetti ! Anzi, dal mio punto di vista, dovrebbero essere radiati dai pubblici uffici. Ribadisco, forse è il caso di accantonarlo, perché è la ratio stessa della legge. Mi rivolgo alla Commissione, in questo caso, per capire come sia stato possibile poter dare parere contrario ad un articolo aggiuntivo di buonsenso, che è la ratio – ribadisco ancora una volta – della legge stessa.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

  PIETRO LAFFRANCO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PIETRO LAFFRANCO. Presidente, c'era una richiesta almeno di accantonamento !

  PRESIDENTE. Sì, scusi, infatti adesso con gli uffici stavamo chiedendoci se l'intervento dell'onorevole Biancofiore dovesse essere inteso come una richiesta formale di accantonamento. Allora chiediamo ai relatori che cosa ritengono di dover fare, se accogliere o meno questa richiesta di accantonamento.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Accogliamo la richiesta di accantonamento.

Pag. 23

  PRESIDENTE. Va bene, allora l'articolo aggiuntivo 4.051 è accantonato.
  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 4.052 Sisto.
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, l'articolo aggiuntivo 4.052 da me presentato unitamente alla collega Calabria è una estrinsecazione di una moderna lettura dei profili non soltanto sanzionatori, ma di vari profili sanzionatori che tendono fortemente alla prevenzione e chiedo che anche questo emendamento possa subire la stessa benevola sorte degli altri ed essere accantonato per una migliore riflessione, ove il parere fosse sempre tenuto contrario. Si tratta di inserire, Presidente, in questo ambito la sanzione del decreto legislativo 8 giugno 2001 n. 231 che è una sanzione amministrativa scaturente da violazioni penali. In altri termini, gli enti che vedessero nel loro ambito realizzarsi reati connessi ad episodi riscontrati negli asili nido, nelle scuole dell'infanzia, nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie in danno di minori, anziani e disabili sarebbero sanzionabili per un difetto di organizzazione e per mancanza di un modello organizzativo gestionale efficiente e ben implementato con una sanzione pecuniaria da 200 a 800 quote, quindi una sanzione anche di una discreta consistenza, ove si trattasse di strutture che consentissero questo tipo di quantificazione.
  Ma il secondo comma è quello più interessante, perché non vi sarebbe questa responsabilità qualora le strutture si dotassero di sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso, cioè, in altri termini, è una norma che premia chi installa la videosorveglianza e, quindi, offre uno strumento di sicurezza. A me sembra, questo, un moderno sistema sanzionatorio. Se tu ti munisci di videosorveglianza, non rispondi per un eventuale difetto di modello organizzativo. Mi chiedo che cosa ci può essere di più logico, di più utile, di più importante e di più moderno ? Abbiamo esteso la disciplina del decreto legislativo n. 231 anche a reati colposi, anche alla sicurezza sul lavoro – c’è il collega Boccuzzi che di questa materia è particolarmente esperto –, l'abbiamo estesa a una serie di reati ambientali, a reati fiscali. Allora, mi chiedo perché non dovremmo consentire un intervento effettivo, cioè io installo la videosorveglianza ed evito questa responsabilità. Una maniera più – scusate se uso questo termine per un emendamento sottoscritto prima dalla collega Calabria, per quello che sto per dire, e poi da me – intelligentemente capace di riassumere sanzione e prevenzione, io penso che non ci sia. Allora, invito davvero i relatori ad una approfondita riflessione e anche i colleghi della Commissione giustizia che più volte hanno applicato le sanzioni del decreto legislativo n. 231 nei modi più disparati; mi chiedo perché dovremmo – e sarebbe assurdo – avere una disparità di trattamento nei confronti di soggetti più deboli. Cioè noi applichiamo la disciplina prevista dal decreto legislativo n. 231 nei confronti quasi di chiunque e, invece, dovremmo negarla nei confronti di soggetti deboli come quelli che sono afferenti all'ambito di questa legge. Quindi se il parere non dovesse cambiare, chiedo, analogamente a quanto accaduto per le altre proposte emendative, l'accantonamento.

  PRESIDENTE. Prima di aprire il dibattito, perché ho altri iscritti a parlare, chiederei ai relatori di esprimersi, perché anche l'onorevole Sisto ha iniziato con una richiesta di accantonamento, anche se poi si è soffermato sul merito. C’è un intervento, però sulla richiesta di accantonamento mi dovete dire voi quello che pensate, perché altrimenti non apro il dibattito.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Sì, accettiamo la richiesta di accantonamento.

  PRESIDENTE. Quindi, l'intervento è rinviato, perché anche questo è accantonato.

Pag. 24

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 261-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 261-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Sull'emendamento 5.2 Di Vita il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  FRANCA BIONDELLI, Sottosegretaria di Stato al Lavoro e alle politiche sociali. Conforme alla relatrice.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.2 Di Vita, parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 55).

(Esame dell'articolo 6 – A.C. 261-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 261-A ed abbinate).
  Abbiamo alcuni emendamenti sull'articolo 6, ma credo che ci sia un problema più di carattere generale, se non ho capito male. Onorevole Giammanco ?

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Abbiamo solamente una richiesta di accantonamento dell'emendamento 6.50 Sisto e poi per il resto posso dare i pareri.

  PRESIDENTE. Però, poiché l'emendamento accantonato è sostitutivo dell'intero articolo, penso che dobbiamo accantonare l'intero articolo, compresa la votazione dell'articolo 6.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Allora, rettifico, chiediamo l'accantonamento dell'articolo 6, totalmente.

  PRESIDENTE. Allora, gli uffici hanno verificato. Sta bene.

(Esame dell'articolo 7 – A.C. 261-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A – A.C. 261-A ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative. Poi, dobbiamo ovviamente fare una pausa.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 56).
  Sospendo, quindi, l'esame del provvedimento, anche per consentire la riunione del Comitato dei diciotto. Il seguito della discussione per l'esame delle proposte emendative e degli articoli accantonati, degli ordini del giorno e per la votazione Pag. 25finale avrà luogo nella parte pomeridiana della seduta, dopo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  Mi sembra che ci sia un'intesa tra tutti i gruppi nel senso di sospendere la seduta fino alle ore 12,15, al fine di consentire alla Commissione bilancio di esprimere il parere sugli emendamenti riferiti al disegno di legge di ratifica dell'Accordo di Parigi, collegato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, e di procedere, dopo la sospensione, all'esame di tale provvedimento. Se non ho inteso male è così.
  Quindi, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 12,15 con l'esame della ratifica.

  La seduta, sospesa alle 12, è ripresa alle 12,20.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di Parigi collegato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, adottato a Parigi il 12 dicembre 2015 (A.C. 4079-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 4079-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di Parigi collegato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, adottato a Parigi il 12 dicembre 2015.
  Ricordo che nella seduta del 18 ottobre si è conclusa la discussione sulle linee generali e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre i relatori hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli – A.C. 4079-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica e degli emendamenti presentati.
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 4079-A), che sono in distribuzione.
  Passiamo all'esame dell'articolo 1, al quale non sono stati presentati emendamenti.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 4079-A).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 57).
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 4079-A).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 58).

  Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 4079-A).
  Chiedo alla relatrice di esprimere il parere sugli emendamenti presentati all'articolo 3.

  MARIETTA TIDEI, Relatrice per la maggioranza. Sì, io esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 3.

  PRESIDENTE. Sta bene. Il relatore di minoranza Pini ?

  GIANLUCA PINI, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Naturalmente, il parere è favorevole su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 3.

Pag. 26

  PRESIDENTE. Sta bene. Il Governo ?

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Il parere è contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 3.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 3.1, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 3.3, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 3.4, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 3.2, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 3.5, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.6 Gianluca Pini, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 65).

Pag. 27

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A – A.C. 4079-A).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 66).
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A – A.C. 4079-A).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 67).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6 (Vedi l'allegato A – A.C. 4079-A).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 68).

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 4079-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 4079).
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il Ministro Galletti ad esprimere il parere sugli ordini del giorno. Prego, Ministro.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Sull'ordine del giorno Matarrelli n. 9/4079-A/1 il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno Zaratti n. 9/4079-A/2 il parere è favorevole purché sia riformulato. Propongo due modifiche: al primo capoverso: «arrivare in tempi rapidi ad una revisione della strategia energetica nazionale» e la soppressione del quarto capoverso: «a prevedere l'introduzione e l'avvio già nella prossima legge di bilancio». Sugli ordini del giorno Guidesi n. 9/4079-A/3 e Gianluca Pini n. 9/4079-A/4 il parere è contrario. Sull'ordine del giorno Carrescia n. 9/4079-A/5 il parere è favorevole. Riguardo all'ordine del giorno Pili n. 9/4079-A/6, mi è appena arrivata una versione che è diversa dalla prima. Se la versione ultima è quella che io ho qui...

  PRESIDENTE. Adesso cerchiamo di capire se c’è stata una nuova formulazione.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Nella prima versione il parere sarebbe contrario...

  PRESIDENTE. Sì sì, un secondo.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. La seconda versione mi è stata consegnata mentre parlavo.

  PRESIDENTE. Noi abbiamo una sola versione, Ministro.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Allora il parere sull'ordine del giorno Pili n. 9/4079-A/6 è contrario.

  PRESIDENTE. Sta bene. Allora, sul primo ordine del giorno a firma Matarrelli, n. 9/4079-A/1, il parere è favorevole, quindi vado avanti. Sull'ordine del giorno Zaratti n. 9/4079-A/2 c’è una riformulazione. Va bene la riformulazione, allora vado avanti. Sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/4079-A/3 il parere è contrario. Insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/4079-A/3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 28

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 69).

  Sull'ordine del giorno Gianluca Pini il parere è contrario. Il deputato Pini insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/4079-A/4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).

  Sull'ordine del giorno Carrescia n. 9/4079-A/5 il parere è favorevole e andiamo avanti. Sull'ordine del giorno Pili n. 9/4079-A/6 il parere è contrario. Deputato Pili, vuole intervenire ? Prego.

  MAURO PILI. Grazie, Presidente. Io intervengo perché sono sorpreso del parere del Governo su questo ordine del giorno, considerato che più parti politiche, comprese quelle di maggioranza, in Sardegna, per esempio, hanno palesemente dichiarato il divieto di utilizzare i terreni agricoli per questi impianti termodinamici solari. Si tratta di un utilizzo abnorme del terreno agricolo e, soprattutto, si utilizzano procedure, come quella dell'esproprio, che fanno sì che si possano fare delle vere e proprie speculazioni sui terreni agricoli. Credo che il parere di diniego del Governo dimostri come sia poco credibile anche l'impegno alla Conferenza di clima di Parigi, che ha posto la tutela rispetto al consumo del suolo in maniera molto chiara. Quindi, prendiamo atto di questo comportamento anomalo dal Governo.

  GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie Presidente, intervengo soltanto per sottoscrivere l'ordine del giorno Pili n. 9/4079/6.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pili n. 9/4079-A/6, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 71).

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 4079-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pia Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signora Presidente. Con la ratifica dell'Accordo di Parigi sul clima ci accingiamo a fare un passo che è al tempo stesso obbligato, credo purtroppo insufficiente, comunque importante. Com’è noto la Conferenza di Parigi ha ribadito i rischi potenzialmente catastrofici per l'intera umanità se non correggiamo, riducendolo, il livello dell'inquinamento atmosferico, in particolare dell'emissione dei cosiddetti gas serra; ha deciso di prendere iniziative concrete e condivise per limitare la crescita della temperatura media globale e di proseguire gli sforzi per tentare di non superare il limite di 1,5 gradi. Il limite evidente di questo Accordo è che non è stata imposta una soglia massima di un grado e mezzo come chiedevano i Paesi più esposti al rischio dell'innalzamento del livello delle acque quale conseguenza diretta ed immediata dello scioglimento dei ghiacci. Pesa molto sulla riuscita di questa che è a tutti gli effetti una scommessa, il fatto che i mezzi impegnati possono tutt'al più consentire, secondo quanto ammesso dallo stesso Governo francese, di arrivare a 2,7 gradi cioè di non riuscire a sfuggire a quella che è una catastrofe annunciata. Pag. 29Tutto negativo ? Non direi. L'aver riconosciuto ufficialmente la soglia di un grado e mezzo come limite di relativa sicurezza rappresenta un piccolo ma importante successo perché non si nega più la realtà dei rischi connessi ai cambiamenti climatici. Nel testo di Accordo c’è un riferimento al contributo delle donne sul tema. Ne aveva già parlato la piattaforma di azione di Pechino di ventuno anni fa che diceva che le donne hanno un ruolo fondamentale da svolgere nell'adozione dei modelli di consumo, produzione e gestione delle risorse naturali durevoli ed ecologicamente compatibili. Nell'Accordo di Parigi vi è appena un capoverso sul ruolo delle donne e si riferisce al loro contributo soprattutto nei Paesi meno sviluppati considerato un elemento assolutamente cruciale nella difesa dell'ambiente. Credo però che il contributo delle donne al tema sia importante in tutti i Paesi allo stesso modo: ne sono più che convinta. Certamente si poteva fare di più ma è meglio un piccolo passo avanti che l'inazione e per questo il gruppo Socialista voterà a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI)-Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Segoni. Ne ha facoltà.

  SAMUELE SEGONI. Grazie, Presidente. Dieci mesi fa è stato siglato a Parigi l'Accordo sui cambiamenti climatici: un passo epocale pur se l'Accordo è affetto ovviamente da luci ed ombre. Si tratta di un Accordo tra più di 180 Paesi del mondo che rappresenta comunque un passo epocale che – mi preme sottolinearlo – non riguarda semplicemente aspetti ambientali ma la crisi climatica in atto ha impatti enormi anche sul territorio e sulle nostre società. Pensiamo alle alluvioni, alle trombe d'aria, ai pesci che sono letteralmente bolliti in estate negli allevamenti o alle mucche che sono morte per disidratazione. Impatta notevolmente anche sui flussi migratori e anche sull'economia e l'energia che muove le società più e meno sviluppate.
  Quindi, a nostro modo di vedere, ratificare questo importante Accordo è senz'altro doveroso. L'Italia lo fa dopo dieci mesi: meglio tardi che mai e quindi il voto di Alternativa Libera-Possibile è senz'altro favorevole a questa ratifica. Dicevo del ritardo: si sono già mossi Paesi come gli Stati Uniti e come la Cina che hanno visto in questa ratifica, in questa nuova direzione un nuovo modello di sviluppo e un nuovo futuro per le nostre società, per le nostre economie. Alternativa Libera in Parlamento si è già fatta alfiere con mozioni, con risoluzioni e con emendamenti del fatto che l'Italia possa svolgere un ruolo preminente a livello internazionale in questo cambiamento che è necessario. L'Italia ha tutte le potenzialità. Adesso ci aspettiamo dei fatti e ci auguriamo che, dopo questa ratifica, si possa tradurre la strategia di adattamento ai cambiamenti climatici in azioni concrete. Già dal prossimo disegno di legge di stabilità ci auguriamo che possa essere possibile. Ci vogliono i soldi ovviamente, signor Ministro e Governo...

  PRESIDENTE. Concluda.

  SAMUELE SEGONI. Concludo subito ricordando che l'Accordo non riguarda soltanto l'ambiente ma anche la salute, la nostra sovranità energetica e anche, a livello economico, un benessere più diffuso per tutta la nostra società (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera-Possibile).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto al deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente. Preannunzio da parte del gruppo che rappresento in questa mia dichiarazione di voto un voto favorevole rispetto al provvedimento. Presidente, è sicuramente molto importante di fronte ai cambiamenti climatici aver sottoscritto come Stato l'Accordo di Parigi. Abbiamo capito e abbiamo visto e non serve essere delle aquile per capire come i cambiamenti climatici, Presidente, Pag. 30anche in Italia producono stragi, producono morti, producono tutto quello che non vorremmo vedere in un Paese civile. Ma, Presidente, noi pur votando favorevolmente rispetto a quanto scritto e a quanto confermato, forniamo anche un aspetto critico, Ministro, rispetto a questo Accordo ovvero abbiamo notato che, ad esempio, sul testo manca ed è stata cassata, scompare di fatto la cosiddetta decarbonizzazione sostituita con un effetto placebo sicuramente meno ampio rispetto al termine forte che poteva essere il concetto stesso di decarbonizzazione. Quest'ultimo è di fatto l'allontanamento da tutte le fonti cosiddette fossili. Sappiamo perfettamente quanto stiamo vivendo in Italia, sappiamo perfettamente quanto il mondo sta vivendo. Notiamo e sottolineo questo aspetto, Ministro, quanto Paesi come la Cina e gli Stati Uniti di fatto sino ad oggi non si siano allineati a standard virtuosi rispetto a ciò che potrebbe essere il concetto di cambiamento climatico. Quindi secondo noi, Ministro, questo passaggio, seppur virtuoso, seppur giusto, seppure in accordo con molti Stati, non fornisce una cosiddetta road map chiara, definita, un solco entro il quale tutti i Paesi di fatto devono restare. Ci sono degli evidenti punti di caduta. Mi avvio a concludere, Ministro, sottolineando il fatto che l'Italia potrebbe fare molto e potrebbe fare di più. Quale occasione voglio dire per me fu più ghiotta di essere lei, Ministro, una persona che ascolta queste nostre dichiarazioni: le ripeto quindi che l'Italia potrebbe fare sotto questo punto di vista molto e molto ancora. Lei, Ministro, sa quanto l'Italia ha fatto negli anni ad esempio rispetto all'abbandono del fossile e alle rinnovabili: in questo senso cerco anche di sottolineare questo aspetto. Ministro, circa dieci anni fa c'erano parecchie migliaia, moltissimi lavoratori che lavoravano in Italia per quanto riguarda le rinnovabili, in questo indotto virtuoso, secondo me, che si è creato. Però, pian piano, tutto questo aspetto è andato a depotenziarsi di Governo in Governo, per poi passare la mano al Governo Renzi, che pare non voglia occuparsene più. Ministro, non serve, ad esempio per quanto riguarda le cosiddette riqualificazioni energetiche, rinnovare di anno in anno, in seno alla legge di stabilità, la cosiddetta detrazione fiscale; serve renderla strutturale con delle coperture che sono evidentemente implicite rispetto alla stessa, ma, anche per le aziende, per le poche aziende rimaste del settore, serve renderla evidentemente strutturale 5, 6, 7, 10 anni.
  E allora, Ministro, noi le chiediamo uno sforzo in più. Voglio dire, Presidente, prendete questo nostro voto sicuramente come un voto propedeutico ad una sorta di fiducia sia nel documento che abbiamo visto, e che, di fatto, andremo oggi a votare, sia per quanto riguarda un vero rilancio di questa green economy in Italia, che troppo spesso è stata taglieggiata, per così dire. E quindi, Presidente, con questo intervento, rinnovo e riconfermo il voto favorevole da parte del gruppo che rappresento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baradello. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BARADELLO. Grazie, Presidente. Per ratificare il Protocollo di Kyoto, nel 1997, c'erano voluti più di sette anni, nonostante coinvolgesse solo 35 Paesi. Questa volta l'Accordo sul clima è stato raggiunto in tempi abbastanza brevi, come sappiamo, benché siano 186 gli Stati responsabili, quindi cinque volte tanto quelli rispetto a Kyoto. Un segno dei tempi, di maturazione, non lo so; speriamo solo che non sia un trascinamento solo dei più virtuosi, ma che sia finalmente la maturazione di una consapevolezza di responsabilizzazione di ciascuno Stato, di ciascun rappresentante degli Stati. In ogni caso, perché entrasse in vigore, erano necessarie le ratifiche di almeno 55 Paesi responsabili del 55 per cento delle emissioni globali.
  Dopo l'appoggio, come sappiamo, di Cina e Stati Uniti, durante la Cop21, anche l'India ha ratificato l'Accordo, e ora sono 62 i Paesi che ne fanno parte. Lo scorso 4 ottobre, con 610 voti a favore, nella sua Pag. 31plenaria, il Parlamento europeo ha ratificato l'Accordo di Parigi sul clima anche grazie all'impegno italiano, con il suo consenso alla procedura accelerata di ratificazione collettiva. Ecco, su questo mi piace ricordare la dichiarazione del Presidente della Commissione Europea Juncker, che ha detto che oggi l'Unione europea ha trasformato le ambizioni sul clima in un'azione per il clima. L'Accordo di Parigi è il primo di questo tipo e non sarebbe stato possibile senza l'Unione europea. Questo diceva Juncker.
  Un'affermazione che condivido appieno e che, in un momento tanto delicato per l'Unione europea, mi pare indicativo del fatto che la volontà politica può cambiare seriamente le cose. Oggi tocca alla Camera, tocca a noi; ormai l'Accordo ha superato la soglia per entrare in vigore, quindi dal 4 novembre sarà in vigore. Quindi, questa ratifica che stiamo votando noi oggi, dà delle indicazioni, rafforza le attività che i ministeri e gli altri organi dello Stato devono fare, le regioni, gli enti locali, la società civile, il mondo delle imprese, il mondo della finanza, in modo che l'Italia contribuisca veramente a tutti gli obiettivi, come la decarbonizzazione netta entro la seconda metà del secolo o il mantenimento al di sotto dei due gradi del riscaldamento globale. Un impegno del sistema italiano.
  Purtroppo, in Italia, nel 2015, dopo anni di calo, le emissioni di gas serra sono addirittura aumentate del 2,5 per cento. L'incremento, che interrompe la serie positiva di riduzione, è dovuto a tanti fenomeni, alla crescita del PIL, al calo del prezzo del petrolio e del gas, all'aumento dei consumi energetici, al rallentamento delle politiche di efficienza energetica e all'interruzione della crescita delle fonti energetiche rinnovabili. Tutti elementi che vanno, appunto, a discapito del trend positivo che si era conquistato negli ultimi anni.
  E, proprio su questo punto, voglio ricordare che, fra il 2005 e il 2012, l'Italia ha raggiunto risultati importanti nello sviluppo delle fonti rinnovabili, anche grazie al ricorso agli incentivi, come veniva poco fa ricordato dai colleghi, portando le energie pulite dall'8 al 16 per cento del consumo nazionale. Meglio della media europea e collocandosi tra i leader mondiali in questo campo.
  Nell'ultimo triennio, però, purtroppo, la situazione si è capovolta: le rinnovabili hanno avuto una crescita modestissima dello 0,2 per cento ed è diminuita la percentuale, la quota di elettricità da fonti rinnovabili, che è passata dal 43 al 38 per cento fra il 2014 e il 2015. In questo modo cosa succede ? Che, pur avendo centrato l'obiettivo europeo del 17 per cento al 2020, l'Italia è molto lontana dall'obiettivo europeo del 27 per cento nel 2030, e anche, quindi, dall'attuazione degli Accordi di Parigi su cui ci siamo appena impegnati. Quindi, serve una strategia, una visione governativa nuova, che punti sì, davvero, alla defiscalizzazione, che faccia leva sulle imprese, sulle innovazioni e anche su nuove regole, e che punti a far riprendere lo slancio delle rinnovabili, promuovendo l'autoproduzione e gli investimenti nelle reti di distribuzione intelligenti, che punti all'efficienza energetica con interventi strutturali anche sugli edifici, gli edifici pubblici in primo luogo.
  Sappiamo delle scuole, che, in questo periodo, si sta cercando di ammodernare e di mettere in sicurezza. Questa è un'occasione, un'opportunità per effettuare anche interventi di questo tipo sull'efficienza energetica. E, poi, politiche industriali con incentivi per sviluppare tecnologie a bassissimo impatto di carbonio, puntando sulla decarbonizzazione totale, anche di grandi complessi industriali. E, ancora, noi riteniamo che sia importante, raccomandiamo un investimento sulla mobilità sostenibile, anche con un grande piano per le aree urbane. Sappiamo anche delle modifiche che ci sono nelle impostazioni territoriali, con le città metropolitane che hanno dei ruoli, le province che hanno dei ruoli su queste tematiche. Crediamo che sia importante insistere, visto che i poteri di questi enti sono anche molto mirati su questo, su questi aspetti con questi enti territoriali.Pag. 32
  Insomma, un Green Act di cui si parla da tempo, ma che ormai non può più essere rimandato, con azioni di dettaglio approfondite. L'Accordo di Parigi, evidentemente, impone una svolta radicale e non più rinviabile a tutti i Paesi. Oggettivamente, sono obiettivi che nessuno Stato può permettersi di evitare, né a livello europeo né a livello internazionale. Un ex climatologo della NASA, James Hansen, ha recentemente dichiarato che la temperatura globale ha raggiunto un livello che sulla terra non si vedeva da 155 mila anni, senza contare che, sempre secondo lo studio che ha prodotto questo climatologo, corriamo il rischio che il 2016 si chiuda con una temperatura di 1,25 gradi in più rispetto ai livelli preindustriali, prima che ci fosse la rivoluzione.
  Ecco, poi, quotidianamente, leggiamo della situazione in Cina, piuttosto che in India, dell'inquinamento. Sono tutti elementi che ci fanno dire che è importante procedere, anche con un sostegno del Governo, degli enti preposti, perché le persone provvedano anche come singoli a trovare delle soluzioni. Ecco, con queste raccomandazioni, il gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico voterà a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vargiu. Ne ha facoltà.

  PIERPAOLO VARGIU. Grazie, Presidente. Anche il gruppo a cui appartengo voterà a favore della ratifica, nella convinzione che questo testo che noi andiamo a ratificare sia sicuramente un importante passo avanti verso un mondo più consapevole, e quindi un mondo che ha minor idea di consumo ambientale, che ha maggiore idea della valorizzazione delle proprie risorse e che va verso una cooperazione complessiva, che è l'elemento indispensabile per poter realizzare gli obiettivi che il testo dell'Accordo si pone. Mi si permetta, però, di fare alcune considerazioni a margine del testo che noi andiamo ad affrontare e approvare.
  La prima delle considerazioni, sostanzialmente, è stata fatta anche da altri interventi che hanno preceduto il mio, e cioè che il tema comunque va affrontato con un approccio che è di tipo globale e di tipo mondiale, e che tende anche a stimolare, ad avere dei comportamenti virtuosi, anche quei Paesi che oggi sono più reticenti nell'avere tali comportamenti virtuosi. La riduzione dell'emissione di CO2 in atmosfera è quindi un obiettivo che, oltre a interessare i Paesi più sensibili, quelli che, magari, fanno gli accordi e che li ratificano più precocemente, o che, comunque, stanno già andando nella direzione degli accordi, deve trascinare lentamente, ma in maniera progressiva e decisa, anche quei Paesi nei quali le condizioni di sviluppo sono tali per cui l'attenzione ai problemi ambientali è assai meno intensa. Questo che cosa significa ? Significa che noi dobbiamo dismettere i panni dell'ipocrita, e cioè del Paese che riesce a fare delle azioni importanti nel campo del contenimento delle emissioni di CO2, ma magari va a delocalizzare una parte delle proprie produzioni in Paesi i quali invece hanno un'attenzione al sistema ambiente ed una capacità di controllare le proprie emissioni in atmosfera assai più ridotta; e quindi quel pezzo di mondo che noi miglioriamo contenendo le nostre emissioni, viene peggiorato magari dalle nostre stesse aziende, che si delocalizzano in sedi in cui i controlli e la sensibilità ambientale sono ben differenti.
  Noi di questa ipocrisia dobbiamo cercare di fare a meno. Giova da questo punto di vista anche tenere a mente quello che il Ministro Galletti ha ricordato nella sua replica di ieri, e cioè che c’è forte una raccomandazione all'interno dell'atto che noi ci apprestiamo a ratificare sullo sfruttamento equo delle risorse. Sfruttamento equo delle risorse significa anche che Paesi, che hanno la sensibilità ambientale e la capacità di ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera, che hanno risorse all'interno del proprio suolo, devono evitare l'atteggiamento ipocrita di andarsele a comprare altrove: dove magari i costi di produzione sono più bassi, ma lo sfruttamento di Pag. 33quelle risorse comporta sicuramente dei danni ambientali legati alla minore efficacia dei controlli, alla minore sensibilità ambientale che in quei siti è, che sono assai più grossi di quelli che si verificherebbero con lo sfruttamento delle risorse italiane.
  Noi abbiamo probabilmente una quantità di giacimenti di risorse combustibili fossili nel nostro Paese, e l'idea che non li sfruttiamo per ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera non si sposa, se non con una ottima e grande dose di ipocrisia, con l'idea che sfruttiamo il carbon fossile o che sfruttiamo le risorse combustibili fossili che vengono da altri Paesi, dove l'attenzione ambientale è assai più modesta, è assai meno presente rispetto alla nostra.
  L'ultima considerazione che il mio gruppo intende fare, a margine della ratifica del provvedimento che ci accingiamo ad approvare, è legata al ruolo dell'Italia. L'Italia nella contrattazione complessiva del meno 40 per cento tenderà ad avere una quota più bassa, perché possa essere di stimolo ad altri Paesi europei, che in questo modo potranno aumentare le proprie quote per concorrere a quel 40 per cento complessivo. Questo ha una sua ragionevolezza, se il nostro Governo intende andare ben oltre quello che l'Italia contratterà a livello europeo. Perché ? Perché la nostra terra ha anche un altro obiettivo, e cioè quello di qualificare comunicativamente il prodotto che essa vende. Noi cerchiamo di vendere l'Italia come il Paese della qualità: cerchiamo di venderlo come qualità della vita, come qualità dell'alimentazione, come qualità della proposta culturale, come qualità dei nostri siti, come l'Italia delle bellezze o l'Italia della bellezza; l'Italia quindi della complessiva qualità dell'offerta esistenziale che noi andiamo ad offrire. Bene: se il messaggio è questo, è altrettanto evidente che la qualità dell'ambiente a noi interessa moltissimo, non soltanto di per se stessa, ma anche perché parte integrante di un quadro la cui cornice è quella che noi abbiamo scelto per poter vendere nel mondo l'immagine e l'idea del nostro Paese.
  Attaccata a questa idea c’è il fatto che tutto ciò che noi investiremo in ambiente ed in sostenibilità può essere esportato: quindi può essere utile alle nostre aziende, perché ciò che noi avremo realizzato in Italia possa essere portato in giro per il mondo come know how italiano, come manifattura italiana, come ricerca italiana. Insomma, va ad insistere su tutta una serie di settori che rappresentano il core della nostra produzione, ed il core della nostra idea di sistema Italia.
  Abbiamo di fronte una rivoluzione di cui si è parlato tante volte: la rivoluzione dell'industria 4.0, in cui l'Italia ha sicuramente, anche per l'importanza della sua manifattura, un ruolo che nel mondo può essere trainante, e può diventare trainante per la ripresa della nostra economia.
  L'industria 4.0 ha in sé, in nuce una serie di elementi che si intrecciano con quelli della sostenibilità ambientale, con quelli della qualità complessiva, che sarebbe folle se il nostro Governo, se questo Parlamento non avesse ben chiaro in testa che esistono e non avesse ben chiaro in testa che intende sfruttarli: la frontiera dell'innovazione, e anche quella della qualità, e anche quella della sostenibilità ambientale, e anche quella del ruolo che l'Italia in questo settore può avere nel mondo come volano di rilancio della nostra economia.
  Crediamo che l'occasione della ratifica di questo Accordo sia fondamentale per ribadire quello che nella nostra testa è il ruolo che il nostro Paese deve avere nel mondo (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Monica Faenzi. Ne ha facoltà.

  MONICA FAENZI. Presidente, onorevoli colleghi, nella legislatura in corso è stata affermata in diverse occasioni l'importanza di perseguire politiche di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, anche a seguito della Conferenza delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Pag. 34
  Oggi ci troviamo in questa sede a rinnovare gli impegni che il nostro Paese ha assunto a livello internazionale, prima con l'adesione al Protocollo di Kyoto e poi al vertice di Parigi, con la consapevolezza che molto è stato fatto, ma molto rimane ancora da fare.
  A riprova della ferma determinazione collettiva di raccogliere la sfida ed avviare un processo di reale decarbonizzazione dell'economia, l'Accordo racchiude un obiettivo di lungo termine che stabilisce la necessità di effettuare rapide riduzioni, onde arrivare ad un equilibrio tra emissioni ed assorbimenti nella seconda parte del secolo.
  In questo contesto, l'Unione europea, forte dei risultati ottenuti a livello domestico e degli impegni ambiziosi assunti per il 2030 (il taglio di almeno il 40 per cento delle emissioni rispetto al 1990, la crescita fino al 27 per cento della produzione di energia da fonti rinnovabili e l'incremento del 27 per cento dell'efficienza energetica), ha svolto un ruolo di primo piano, lavorando costantemente con tutti i partner negoziali per la realizzazione di questo obiettivo.
  I Governi nazionali dovranno quindi rivedere periodicamente le loro azioni e, laddove possibile, dimostrare maggiore coraggio ed ambizione negli sforzi da intraprendere. In questo contesto, un primo passo sarà determinato dalla rapidità con cui l'Accordo diventerà pienamente operativo e dal grado di partecipazione. Il segnale politico che scaturirà da questo processo contribuirà ad aumentare la probabilità che gli attori nazionali, soprattutto in settori chiave, siano disposti a perseguire riduzioni più ambiziose di gas serra.
  Innalzare l'ambizione dell'Accordo per i Paesi in via di sviluppo è stato legato in buona misura anche alla messa a disposizione per questi Paesi dei cosiddetti mezzi di implementazione. È altresì importante il sistema di monitoraggio, rendicontazione e verifica, che rappresenta un elemento essenziale per assicurare la dinamicità dell'Accordo, che si applica non solo agli obiettivi di riduzione dell'emissione, ma anche a quelli finanziari.
  Oggi ci troviamo in quest'Aula per ratificare l'Accordo attraverso un disegno di legge che impegnerà il nostro Paese a proseguire il lavoro svolto in questi ultimi anni. Nel corso della presente legislatura, infatti, sono state introdotte alcune disposizioni finalizzate a convogliare le risorse del cosiddetto Fondo rotativo Kyoto per la riqualificazione energetica, ad esempio, degli edifici pubblici. Inoltre, a seguito del decreto-legge n. 91 del 2014, possono essere concessi anche finanziamenti a tasso agevolato a quei soggetti pubblici competenti, al fine proprio di realizzare interventi di incremento dell'efficienza energetica degli edifici scolastici, ivi inclusi asili nido ed università.
  Tutte queste azioni vanno nella direzione giusta, ma dobbiamo essere coscienti del fatto che le misure adottate sono ancora insufficienti per consentire all'Italia di avere un ruolo da protagonista all'interno del cosiddetto contesto internazionale. Bisogna puntare ad azioni che consentano al nostro Paese di trasformare la sfida ambientale in un'occasione di crescita sociale ed economica, favorendo la diffusione di fonti rinnovabili, senza però scadere nell'assistenzialismo di Stato, e con la conseguenza non augurabile di alterare e viziare il mercato energetico.
  In quest'ambito le ragioni dell'ambiente e della competitività devono convergere nel comune obiettivo della valorizzazione delle risorse umane e naturali e dell'innovazione tecnologica. La costruzione di un futuro sostenibile non può infatti prescindere dalla promozione di azioni che siano in grado di conciliare le esigenze della crescita economica e occupazionale e le ragioni dell'ambiente, creando quel sistema di reciproche opportunità tale da orientare le politiche di gestione verso una comune visione di sviluppo.
  Bisogna favorire il mondo produttivo nella rimozione degli ostacoli che rallentano la sostituzione dei sistemi di produzione obsoleti e maggiormente inquinanti con quelli innovativi ed efficienti, come pure la possibilità di valorizzare tutte le risorse, comprese quelle rappresentate dai sottoprodotti e dai rifiuti. Su questo chiediamo Pag. 35al Governo che si impegni nel consentire di agevolare l'accesso al credito di tutte quelle imprese che puntano a modernizzare e a rendere ecocompatibili i propri processi produttivi.
  A livello internazionale, invece, il compito dell'Italia dovrà essere quello di sensibilizzare gli altri grandi Paesi responsabili delle emissioni di gas serra, in particolar modo la Cina, l'India e il Brasile, al fine di addivenire ad una strategia pienamente globale.
  Onorevoli colleghi, il Paese è chiamato, oggi, ad una grande azione di responsabilità verso l'Europa, a seguito della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici di Parigi, e verso le generazioni future, coniugando crescita economica e tutela dell'ambiente, consapevoli che qui passa la sfida per realizzare un nuovo modello di sviluppo consapevole e sostenibile. Ed è per questo che annuncio il voto favorevole a questo disegno di legge a nome del gruppo Scelta Civica verso Cittadini per l'Italia ((Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica verso Cittadini per l'Italia-MAIE).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Sarò molto breve, richiamando molte delle considerazioni già fatte in sede di relazione di minoranza.
  Chiaramente noi non abbiamo nessuna intenzione di opporci alla ratifica di questo Accordo fondamentale, almeno nelle intenzioni, per la difesa di quella che è la biosfera. Chiaramente abbiamo cercato però di dare un contributo migliorativo, nel limite di quello che è permesso nella fase di ratifica da parte delle Camere, a quello che, comunque sia, è un accordo partito con le migliori intenzioni, ma che poi si è concluso con quello che sostanzialmente non può che essere definito diversamente da un accordo al ribasso. Un accordo al ribasso che ha comportato il mantenimento da parte di alcuni Stati contraenti dell'esercizio di quello che può essere definito una sorta di dumping ecologico, cioè un mantenimento di tecniche di produzione che in qualche modo enfatizzano la competitività dei prezzi a tutto discapito di quella che è la tutela ambientale.
  Vi è stata la difficoltà di fare siglare, poi, a Paesi che sulla carta sono ancora in via di sviluppo, ma che in realtà sono potenze mondiali, guardo alla Cina per esempio, accordi che sono stati visti non solo sotto il profilo della competitività nella produzione, ma anche sotto il profilo della competitività globale, del loro peso specifico all'interno del quadro internazionale; accordi che vengono visti proprio come una limitazione al loro potere. Prova ne è il fatto stesso che, all'interno delle valutazioni fatte nel COP21, sono stati tenuti in considerazione solo alcuni risultati di ricerche svolte negli anni passati per capire le tendenze climatiche, le tendenze soprattutto delle modifiche della biosfera, mentre altri sono stati tenuti sostanzialmente al riparo da qualsiasi tipo di valutazione, anche superficiale. Non a caso, ci sono anche dei premi Nobel italiani (ne cito uno per tutti: Carlo Rubbia) che hanno espresso molte, molte riserve, su quelle che sono le basi tecniche sulle quali poi si è arrivati a degli accordi.
  Ora, non è che questo debba contemplare, per forza di cose, un «buttiamo all'aria tutto», assolutamente; è sicuramente un passo in avanti, un piccolo passo in avanti per noi. Poteva essere fatto in maniera molto più efficace se si voleva arrivare ad ottenere dei risultati reali nei termini e nei tempi che ci si è prefissati, ma noi guardiamo sempre in maniera positiva a quelle che sono le progressioni, soprattutto nel momento in cui c’è un tentativo di difendere quello che è l'unico posto dove in qualche modo possiamo continuare a vivere, che è la terra.
  Ciò non toglie che avevamo la possibilità di incidere su quelli che erano gli stanziamenti nostri per attuare questi accordi, andando a svolgere alcuni tipi di ricerche che sono state sistematicamente accantonate, non so se per scelte tecniche, scelte politiche o scelte di natura scientifica. Pag. 36Questa cosa non è stata fatta e quindi, richiamandomi interamente a quelle che sono le considerazioni già espresse nella relazione di minoranza, noi non ci opponiamo alla ratifica di questo Accordo, ma ci asterremo proprio per i motivi di cui sopra.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alli. Ne ha facoltà.

  PAOLO ALLI. Grazie, Presidente. Nel preannunciare il voto favorevole convinto di Area Popolare a questo provvedimento, vorrei partire da una considerazione sulle tempistiche di approvazione.
  Ho sentito critiche rispetto al fatto che saremmo in ritardo, come al solito. Non credo che sia così, perché parliamo di dieci mesi di tempo, che mi sembra un tempo ragionevole perché il Governo e poi il Parlamento possano procedere a questa ratifica.
  Mi risulta che in Europa solo pochi Paesi ci abbiano già preceduti, quindi mi auguro che, per questa volta, non saremo tra gli ultimi.
  Il tema del clima e dei cambiamenti climatici ha ovviamente acquisito ormai una consapevolezza globale nei cittadini, non soltanto dei Paesi avanzati, ma anche dei Paesi che hanno un livello di sviluppo inferiore e che, guarda caso, sono anche quelli che producono i maggiori danni in termini ambientali.
  Credo che questo Accordo che oggi andiamo a ratificare rappresenti una tappa importante di un percorso positivo, anche se è un percorso che ha avuto un andamento molte volte a zig-zag. Un percorso iniziato dal Protocollo di Kyoto del 1997 e successivamente adeguato attraverso le conferenze annuali delle Parti sui cambiamenti climatici. Credo che oggi, dopo anni, siamo arrivati a un approccio realistico che prende in adeguata considerazione, ad esempio, le differenze che esistono tra i Paesi avanzati, come accennavo prima, e i Paesi in via di sviluppo, prevedendo anche forme adeguate di sostegno a questi ultimi.
  Dicevo prima che la maggior parte dei danni ambientali provengono proprio da quelle economie meno evolute che hanno faticato a introdurre innovazione tecnologica, consapevolezza, per esempio, del tema del risparmio energetico e quant'altro. Quindi, questi sono Paesi che vanno sostenuti e gli accordi Parigi hanno adeguate, finalmente adeguate, previsioni in questo senso.
  Penso di poter dire che il tema dei cambiamenti climatici passa oggi dall'essere una battaglia, una bandiera ideologica, come è stato per molti anni, ad un approccio concreto, pragmatico ed equilibrato. Faccio solo alcuni esempi di equilibrio che si è raggiunto nel tempo, che ha consentito di ampliare, ovviamente, il consenso a livello internazionale su questi accordi.
  Un primo esempio è l'equilibrio che si cerca di avere come obiettivo finale tra la produzione inevitabile di agenti che compromettono gli equilibri climatici e la capacità di assorbimento che il pianeta ha. Siamo finalmente usciti dalla logica ideologica e – permettetemi – irrealistica di dire «non bisogna inquinare». L'inquinamento di fatto esiste, viene prodotto da tutte le attività umane, si tratta di riequilibrarlo rispetto alle possibilità che il pianeta ha di assorbire questo inquinamento.
  Un altro elemento di equilibrio, per esempio, è quello tra il lavoro per la prevenzione e quello per il contenimento degli effetti, anche qui riconoscendo che è inevitabile che qualsiasi attività umana abbia degli effetti sul clima. Ma il problema è che si tratta di bilanciare tra prevenzione e contenimento, così come si tratta di bilanciare tra gli interventi di sostegno alla mitigazione e alla prevenzione e gli interventi di sostegno all'adattamento agli effetti. Ecco, mi sembra che tutto questo disegni un approccio molto più realistico di quanto non fosse stato in passato.
  Un tema che ha preoccupato molto i Paesi, soprattutto i Paesi occidentali, è quello dell'impatto sulla competitività, perché, evidentemente, accettare di fare sforzi per ridurre i livelli di inquinamento Pag. 37quando altri Paesi non lo fanno, crea delle situazioni di – chiamiamola così – concorrenza sleale a livello internazionale. Io credo che oggi, con l'ampliamento della platea di Paesi che aderiscono a questi accordi, in particolare con la decisione recente degli Stati Uniti d'America e della Cina di ratificare questo Accordo, questa tendenza si può dire che si sia invertita. Cioè, il tema della competitività diventa sempre meno un problema per l'economia avanzata, nel momento in cui anche i Paesi in via di sviluppo si adeguano a determinate normative e determinati interventi. Anzi, se vogliamo, si aprono opportunità – per chi, nei Paesi più avanzati ha saputo innovare tecnologicamente i processi – di esportare verso altri Paesi questo know-how. Quindi, credo che anche questo tema, che è stato per anni oggetto di grandi discussioni – certamente ci sono ancora dei problemi – va verso un più realistico approccio.
  Infine, Presidente, mi permetta di citare alcuni punti specifici che vengono presi in considerazione anche qui in modo più serio che nel passato: in merito al cosiddetto emissions trading (il commercio dei diritti di inquinamento), per esempio, viene previsto un ruolo più operativo delle parti nella regolamentazione di questi meccanismi, che prima venivano lasciati un po’ alla spontaneità e quindi creavano meccanismi non sempre trasparenti, per esempio prevedendo che una parte dei proventi di questi meccanismi di emission trading potessero essere utilizzati proprio per aiutare i Paesi in via di sviluppo nel loro adeguamento.
  Vi è il tema della finanza per il clima, che è affrontato finalmente in modo ampio, con una particolare attenzione ai Paesi in via di sviluppo, e la sottolineatura del ruolo importantissimo della tecnologia, perché oggi, nei nostri Paesi, respiriamo un'aria comunque migliore di quella che si respirava venti o trent'anni fa. Questo è fuori di dubbio, non soltanto perché la consapevolezza e i comportamenti si sono evoluti, ma anche perché la tecnologia permette oggi di ridurre drasticamente i livelli di inquinamento rispetto al passato.
  Il quadro di trasparenza è rafforzato, il che è molto importante, e vi è la forte focalizzazione sul tema dalla formazione, perché comunque non si può mai dare per scontato che nella mentalità dei nostri cittadini, specialmente dei giovani, siano insiti comportamenti virtuosi. La consapevolezza sui temi ambientali deve essere di tutti e di ciascuno, quindi bisogna molto lavorare sulla formazione.
  Devo dire che, in tutto questo, credo che il nostro Paese possa essere elencato tra quelli che hanno fatto di più, che si sono più attivamente mossi nel corso degli anni, quindi do atto al Ministro Galletti e all'attuale Governo di aver proseguito in questo lavoro e intensificato l'attività. Per cui, credo che possiamo dirci soddisfatti anche del ruolo che il nostro Paese, in questo contesto, sta svolgendo a livello globale.
  Per tutte queste ragioni, ribadisco il voto favorevole di Area Popolare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Serena Pellegrino. Ne ha facoltà.

  SERENA PELLEGRINO. Presidente, Ministro, onorevoli colleghi, mi tocca dire che, come fanalino di coda – si dice «in zona Cesarini», vero? –, noi stiamo per votare l'autorizzazione alla ratifica dell'Accordo di Parigi, collegato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, adottato lo scorso 12 dicembre 2015, quasi un anno. Abbiamo raccolto 20 mila firme per far riprodurre questo disegno di legge; abbiamo fatto una grande conferenza stampa; ci siamo attivati, perché i tempi erano strettissimi ormai; e con chiarezza noi diciamo che il gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà voterà convintamente a favore di questa ratifica.
  Non potrebbe essere altrimenti, per la volontà politica che noi esprimiamo a combattere il riscaldamento globale, riducendo fortemente le emissioni di gas serra, ma soprattutto perché, Ministro, siamo consapevoli che altrimenti il rischio di conseguenze gravi continuerà a crescere e Pag. 38sarà generalizzato ed irreversibile, sia per l'essere umano che, soprattutto, per gli ecosistemi del nostro pianeta.
  La parola «ecosistema» quasi genera scandalo, per questo ci battiamo per un approccio completamente diverso rispetto alla crescita e allo sviluppo così come l'abbiamo conosciuto e sostenuto in questi decenni, visto che hanno prodotto solo una ricchezza effimera a fronte di un consumo irresponsabile ed indiscriminato di preziose risorse che non sono illimitate. Voglio ricordare che il mio gruppo fu il primo, nell'aprile 2015, a presentare una mozione per impegnare il Governo a favorire – proprio in occasione della COP21 di Parigi, quando il Governo era silente e non si parlava di COP21 – un accordo globale vincolante, per la riduzione delle emissioni con obiettivi determinati e scadenzati, che fosse in grado di far rispettare le indicazioni del Comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici (quello che viene chiamato l'IPCC) e di avviare adeguate strategie nazionali di mitigazione e adattamento.
  Quella mozione, Ministro, assieme ad altre che vennero presentate successivamente, è stata discussa solo tre mesi dopo e – dobbiamo ricordarlo – molte parti significative non vennero accolte da questo Governo. Lo stesso accordo raggiunto a Parigi, a differenza del Protocollo di Kyoto, non ha un allegato di natura vincolante in cui siano definiti gli obblighi di riduzione dei gas a effetto serra a carico dei Paesi firmatari, né ci saranno sanzioni per gli inadempienti. I contributi dei singoli Paesi sono stati fissati a livello nazionale e in autonomia, anche perché è stato stabilito di lasciare alle nazioni la facoltà di decidere, attraverso l'INDC, ovvero gli impegni nazionali di riduzione delle emissioni, in che misura si vogliono impegnare per contenere l'effetto serra.
  Come emerse già chiaramente subito dopo l'Accordo di Parigi, è evidente che, per evitare pericolose interferenze con il sistema climatico, gli impegni volontari manifestati dei Paesi non saranno sufficienti a contenere il riscaldamento entro i limiti indicati dall'IPCC, cioè contenere il riscaldamento al di sotto dei 2 gradi centigradi della temperatura media globale rispetto ai livelli pre-industriali. Per questo, è palese che con l'entrata in vigore dell'Accordo di Parigi dovranno seguire impegni più stringenti e inevitabilmente cambiamenti radicali riguardo alle politiche industriali e ambientali. Come sempre, le politiche industriali diventano prevalenti sulle politiche ambientali, peccato che l'acciaio poi non ce lo mangiamo. La temperatura globale ha infatti raggiunto un livello che sulla terra non si conosceva da 115 mila anni, e il 2016, che in fatto di temperature ha battuto tutti i record precedenti, potrebbe chiudersi con una temperatura già di 1,25 gradi più alta rispetto ai livelli pre-industriali.
  Il Paris climate agreement ormai fa parte della storia, anche perché, per la prima volta a livello internazionale, si è imposta al centro del dibattito la difesa di un bene pubblico realmente globale: il nostro ambiente, o, se preferite, la nostra possibilità di sopravvivenza sul pianeta Terra. Ma c’è ancora molto da fare, si può ancora fare. Le scelte politiche ed economiche che il nostro Paese deve intraprendere per raccogliere la sfida dei cambiamenti climatici non sono affatto delineate; anzi, il più delle volte sono in controtendenza rispetto alle necessità.
  Lo stesso dibattito a cui abbiamo assistito anche ieri in quest'Aula, per la posizione espressa da quello che dovrebbe essere il Ministro dell'ambiente, manifesta tutta l'inadeguatezza e la mancata consapevolezza dei rischi ambientali a cui andiamo incontro con politiche tutte rivolte a favorire i combustibili fossili e a non ad accelerare la transizione verso il 100 per cento di energie rinnovabili. Lei, Ministro, dice che dobbiamo trivellare il nostro petrolio per non importarlo dai Paesi stranieri; peccato che il petrolio sia nostro solo perché prelevato nei nostri territori. Non una misura a livello industriale è stata fatta in modo massiccio per affrancarci dalla dipendenza dalle energie fossili, sia nel comparto della logistica che su quello dell'industria, i maggiori divoratori di energia fossile.Pag. 39
  L'Italia, per peso e come Paese fondatore dell'Unione, doveva essere tra i primi e non tra gli ultimi Paesi europei a ratificare gli accordi di Parigi. Invece, durante le trattative che hanno preceduto la ratifica dell'Accordo di Parigi al Parlamento europeo abbiamo dovuto assistere alle resistenze e ai ritardi imposti dal nostro Paese e dalla Polonia, al fine di ottenere impegni più blandi di riduzione delle emissioni. Questo, per noi, non è degno di un Paese e di un Governo che vuole essere definito avanzato e progressista. Noi, oggi, voteremo a favore della ratifica di questo Accordo, non certo perché coltiviamo un'idea fossile dello sviluppo e delle risorse energetiche, come promuove questo Governo in ogni suo atto – non dimentichiamo lo «Sblocca Italia», non dimentichiamo che due giorni fa lei ha dato l'ok alla valutazione di impatto ambientale per trivellare al largo della Puglia – ma perché riteniamo indifferibile e indispensabile promuovere l'economia circolare, procedere a una riconversione ecologica, e non solo del settore energetico industriale, ma anche di quello edilizio, agricolo, zootecnico e, soprattutto, di quello dei trasporti. Abbiamo l'obbligo di ricostruire il patto armonico con la natura, perché se non agiamo subito le generazioni future non potranno adattarsi alla rovina climatica che stiamo per consegnargli. La nostra irresponsabilità è incommensurabile e lo sfratto che Madre terra ci darà sarà, presto, visto da tutti (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mirko Busto. Ne ha facoltà.

  MIRKO BUSTO. Grazie, Presidente. C'era una canzone, non ricordo più di chi fosse, che diceva: che fretta c'era, maledetta primavera; tra un po’ dovremo dire: che fretta c'era, maledetta estate. Le estati che si susseguono sono quelle più calde degli ultimi centocinquant'anni, dall'inizio dell'era industriale. Lo sappiamo, l'abbiamo detto, l'ho sentito dire da tante persone qui dentro. Questa ratifica è un po’ tardiva, l'abbiamo detto in tanti, poteva essere fatta prima, comunque è importante arrivare, intanto, a Parigi, scusate, a Marrakech con l'Accordo, insomma, quanto meno approvato dal Parlamento. Il problema è che ho l'impressione che non ci sia la contezza della situazione, che non ci sia esattamente un quadro chiaro delle tempistiche in atto, perché alle volte si sentono tanti numeri, si sente dire: sì, dobbiamo ridurre le emissioni di gas serra dell'80 per cento entro il 2070; sono numeri che non generano immediatamente un senso di qualcosa di impellente, di un cambiamento così grande che deve avvenire, non è sempre facile percepirlo. Anche perché, diciamocelo, è un qualcosa, il cambiamento climatico, che tendenzialmente avviene un po’ più avanti nel tempo e tendenzialmente incomincia un po’ più lontano da te.
  Lo abbiamo detto tante volte, i primi che cominceranno a pagarlo, saranno i Paesi in via di sviluppo, i Paesi, per esempio, insulari che, per l'innalzamento del mare, vedranno sparire la poca terra che gli rimane su cui vivere. Non è qualcosa che noi viviamo immediatamente, quindi, è facile un po’ farsi distrarre e anche un po’ irretire dalla retorica che viene fuori da un Accordo come quello di Parigi che, pure, è un accordo importante, come primo passo, come un primo passo anche di ratifica internazionale di tanti Paesi verso questa direzione. Tuttavia, noi lo sappiamo, i tempi della politica e della politica italiana in particolare, ma, se guardiamo, anche della politica internazionale, non sono compatibili oggi con qualcosa che forse, direi, è molto più importante e cioè con il sistema climatico terrestre. Allora, noi abbiamo due cose: da una parte la politica e dall'altra il sistema climatico terreste; da una parte abbiamo fatto un buon lavoro, il meglio che possiamo fare, del resto, cosa possiamo fare ? Noi non contiamo tanto, gli altri inquinano e noi non possiamo mica tagliarci le gambe da soli e rimanere, magari, in una situazione di difficoltà competitiva con gli Pag. 40altri Paesi del mondo. Però, dall'altra parte, questo ragionamento collide con il fatto che, se uno guarda il carbon budget, cioè quante emissioni di CO2 noi abbiamo da emettere, quante ce ne restano per stare sotto il grado e mezzo ? Grazie anche a una mozione di questo Parlamento lei ha portato questa idea, giusta, sacrosanta, di rimanere sotto un grado e mezzo. Sotto un grado e mezzo, ce lo siamo quasi bruciato, stiamo parlando di tre anni, di quattro anni. Se tu guardi il carbon budget, cioè quante emissioni ci restano da emettere, per avere il 66 per cento, erano 5 o 6 anni nel 2011, vuol dire che sono finite; diceva un grado e 25, siamo già lì. Allora, guardiamo, invece, i due gradi ? Se guardiamo i due gradi, stiamo parlando di 20 o 25 anni, vent'anni dal 2011, quindi, anche lì, quindici o vent'anni; i tempi sono strettissimi.
  Questi dieci mesi di ritardo, poi, in realtà, non sarebbero neanche niente, se lei mi dicesse: ok abbiamo ritardato, però, intanto, abbiamo pronte qui tutte le nostre iniziative, abbiamo un programma energetico, un piano energetico per fare una transizione verso il 100 per cento di rinnovabili. Noi siamo andati, io e una collega del PD, all'incontro dei parlamentari europei per le rinnovabili, siamo andati in Danimarca, e lì ci sono città come Copenaghen che stanno promuovendo una transizione energetica al 100 per cento rinnovabile entro i prossimi vent'anni; è un Paese che sta investendo massicciamente nelle rinnovabili, con una velocità di installazione che è mostruosa rispetto alla nostra, rispetto a quello che è successo in Italia. Cosa è successo in Italia ? Lei lo sa meglio di me: è successo che, purtroppo, la mancanza di pianificazione – se vogliamo essere proprio di manica larga, generosi – ha ucciso il settore delle rinnovabili, ha ucciso le filiere delle rinnovabili nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e oggi noi ci troviamo a dover importare tutto. Questo va bene, ormai la Cina produce pannelli a bassissimo costo, ma ci troviamo anche con un settore che non riparte; noi viviamo degli investimenti e degli incentivi degli anni scorsi, fatti in maniera disordinata, e non abbiamo una pianificazione, noi non la vediamo questa pianificazione. Forse lei ce l'ha, ce l'ha in mente una pianificazione; forse il suo Green Act, che tanto stiamo aspettando, da tanto tempo, ha questa pianificazione; io, sinceramente, me lo auguro, però quello che vediamo, invece, tutti i giorni, è purtroppo questa idea strana, sembra quasi di stare con un piede in due scarpe: mentre parliamo di rinnovabili, parliamo di un grado e mezzo, però, intanto, parliamo del fatto che dobbiamo trivellare i nostri mari per estrarre questo anno e mezzo di consumo nazionale di petrolio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) che sta in una zona che è il nostro mare, che è un mare chiuso, che rischia di pregiudicare la nostra ricchezza più grande che è il turismo, il paesaggio.
  Parliamo di briciole, parliamo di scandali. Va beh, lo scandalo del fidanzato della Ministra Guidi fa anche capire che alle volte le politiche non sono tanto figlie di una distrazione, di un non aver capito bene qualcosa, alle volte, invece, no, sono proprio figlie di interessi particolari. Basta vedere quanto il settore delle fossili, oggi, ancora riesca ad attrarre forme di incentivazione. I numeri sono altissimi, a livello globale sono mostruosi, ma lo sono anche a livello italiano. Quindi, qui, non c’è più il tempo, non abbiamo più il tempo di andare in due direzioni diverse. Voi o, meglio, noi, quando andremo al Governo la prossima volta, dovremo avere una direzione chiara, perché qui c’è un settore, c’è un mondo che chiede soltanto di avere un contesto chiaro e una politica decisa per andare nella direzione del bene comune. Dobbiamo soltanto permettere questo cambiamento. Lei mi guarda e dice: lo so; forse lei sa tante cose che noi non sappiamo, però noi, da fuori, non lo vediamo questo avvenire e, quindi, ci chiediamo onestamente, ci interroghiamo sul perché, perché non succede, perché non lo stiamo facendo, perché ? Sappiamo i numeri, sappiamo che stiamo andando alla deriva, sappiamo che entro fine secolo, oggi, con questo Accordo – con questo Pag. 41Accordo di Parigi completamente ratificato noi andiamo da 2,7 a 3,7 gradi – non ci salviamo. Signori non ci salviamo !
  E allora voglio aggiungere anche un'altra cosa riguardo i miei colleghi in agricoltura. Noi parliamo sempre di energia e spesso è fondamentale parlare di una transizione energetica, però dobbiamo parlare anche di quanto contribuisce una certa tipologia di agricoltura al cambiamento climatico e dobbiamo anche parlarne perché – come abbiamo visto prima, come vi ho detto prima – da qui a 2 gradi ci sono quindici, vent'anni, ormai, se permangono, ovviamente, gli attuali livelli emissivi; se riusciamo ad abbassarli sostanzialmente, compriamo tempo, ma in questi vent'anni noi dovremmo calcolare – questo è un tema un po’ tecnico – l'impatto che hanno i diversi gas serra. La CO2 dura cento anni in atmosfera, quindi, si calcola pari a cento anni la sua permanenza, il metano dura molto meno e, siccome dura molto meno, se tu lo calcoli in cento anni, il metano incide poco, ma se tu il metano lo calcoli in venti anni, il metano incide tanto e, allora, c’è bisogno di parlare di allevamento, c’è bisogno di parlare di agricoltura, c’è bisogno di parlare anche di questo. Perciò, ormai, il cambiamento climatico e anche le sfide della complessità, come la distruzione della biodiversità e tante altre, ci obbligano ad abbandonare la tradizionale separazione dei saperi: agricoltura, agricoltura e energia da una parte, ambiente dall'altra; non possiamo più permettercelo perché le cose sono interconnesse. L'unico modo di affrontare i problemi complessi è guardarli da tanti punti di vista.
  Io corro come un pazzo nel mio gruppo politico a parlare con tutti quanti, perché tu devi parlare con finanze, perché noi non possiamo uscire da questo problema se non rivedremo il modo in cui noi vediamo la tassazione. Non possiamo uscire da questo problema se non rivedremo anche – voglio dire – dei dogmi, dei dogmi economici del nostro tempo, la crescita economica infinita. Lo so che sono cose difficili da affrontare, ma dobbiamo pensare in tempi e termini molto più elevati e più lontani.
  E voglio concludere raccontandovi una storia. C'era un'isoletta che si chiamava Rapa Nui, l'Isola di Pasqua. Gli abitanti avevano sviluppato una grandissima ritualità nel costruire questi moai, queste statue di pietra alte anche decine di metri, e le tribù erano in lotta una contro l'altra, ma non in lotta, erano in lotta per far vedere chi costruiva dei più grandi moai per fare più grandi i propri antenati, le proprie divinità. E mentre erano distratti, mentre lì ciascuno costruiva i propri – i propri, attenzione ! – idoli, nel frattempo tagliavano gli alberi per trasportarli e non si sono accorti, tanto erano distratti da questa costruzione, che li hanno tagliati tutti, hanno tagliato tutti gli altri, hanno reso la loro isola una tomba perché non potevano più andarsene, hanno reso la loro isola una tomba perché le piogge torrenziali di una zona tropicale hanno dilavato l’humus del suolo, trasformandolo in una terra desolata dove non cresce più nulla, e sono rimasti in trappola e vittime dei propri stessi dogmi.
  Ecco, a me, quando guardo il nostro sistema tanto complesso, quando guardo dei Paesi che guardano il proprio interesse e basta, quando sento i discorsi che ho sentito anche qui, che dobbiamo fare le cose facendo attenzione a quello che succede negli altri Paesi, perché altrimenti perdiamo competitività, è tutto giusto ma mi sembrano i moai che stanno costruendo, gli idoli...

  PRESIDENTE. Concluda, deputato.

  MIRKO BUSTO. ...e non si accorgono che nel frattempo stanno distruggendo la base stessa su cui vivono, l'ecosistema in cui abitano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  PRESIDENTE. Grazie.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bruno Archi. Ne ha facoltà.

Pag. 42

  BRUNO ARCHI. Grazie, signora Presidente. Forza Italia voterà favorevolmente alla ratifica dell'Accordo di Parigi sul clima, che sicuramente è un evento di alto significato e portata, divenuto tale, direi anche mediaticamente, grazie anche e soprattutto all'impulso, al sorprendente impulso positivo dato al processo di ratifiche mondiali da Stati Uniti e Cina, che notoriamente sono tra i più grandi produttori mondiali di emissioni di CO2: annuncio che i due Paesi hanno formalmente dato, a margine del recente vertice del G20, svoltosi appunto in Cina.
  L'Unione europea, però, non si è fatta trovare assolutamente impreparata di fronte a questo processo, di fronte a questa sfida, perché la decisione di ratifica è stata ufficialmente approvata in tempi strettissimi dal Consiglio dell'Unione europea grazie a una procedura inedita, culminata nel voto che il Parlamento europeo ha avallato a larghissima maggioranza (610 voti a favore) il 4 ottobre scorso. Un iter procedurale direi assolutamente unico, per un risultato altrettanto unico.
  In realtà, nel marzo del 2015, in vista dell'adozione dell'Accordo di Parigi, l'Unione europea e gli Stati membri avevano già comunicato l'impegno a ridurre le emissioni di gas a effetto serra nella misura del 40 per cento rispetto ai livelli del 1990. Peraltro, avendo l'Unione europea e i suoi Stati membri ratificato gli obblighi stabiliti dall'emendamento di Doha al protocollo di Kyoto, vincolante fino al 2020, gli impegni di limitazione previsti dall'Accordo di Parigi in riferimento all'Unione europea e ai suoi Stati membri si applicheranno dal 2021 in poi.
  L'Unione europea è, quindi, stata certamente sempre trainante in questo settore, ma ora rischia di farsi superare da due colossi come Cina e Stati Uniti, che hanno ben visto nell'Accordo di Parigi un'opportunità molto importante per una riconversione industriale verde: opportunità che, secondo noi, deve essere colta anche dall'Italia, ed è per questo che chiediamo al Governo di non farsi trovare impreparati.
  Dicevo che Forza Italia voterà convintamente a favore di questa ratifica, ricordando però che l'Accordo di Parigi è un Accordo in cui sostanzialmente non vi sono dettagli specifici, tanto da portare appunto Cina e Stati Uniti a ratificarlo, nonostante avessero strenuamente combattuto contro il protocollo di Kyoto.
  E proprio il protocollo di Kyoto, sottoscritto nel dicembre del 1997, che aveva come oggetto – quindi uno solo degli aspetti del cambiamento climatico – la riduzione, attraverso un'azione concordata a livello internazionale, delle emissioni di gas serra, venne ratificato dall'Italia solo nel 2002, su iniziativa dell'allora Governo di centrodestra.
  Dobbiamo, in conclusione, essere in grado di utilizzare a favore delle nostre imprese questo nuovo accordo. Le limitazioni delle emissioni di gas a effetto serra cominciano, infatti, a interessare anche i Paesi finora esclusi, mentre finora riguardavano solo i Paesi maggiormente sviluppati e industrializzati.
  Questo è un punto importante di quella che dovrà essere la nuova strategia industriale italiana. Nel tempo si dovrebbero, infatti, ridurre i differenziali di convenienza per gli investimenti, che nei decenni passati hanno accelerato il fenomeno della delocalizzazione produttiva delle aziende del nostro Paese. Non si tratta solo di arrivare formalmente con le carte in ordine alla riunione di Marrakech dal 7 al 18 novembre prossimi, si tratta anche e soprattutto di arrivare preparati alle nuove sfide industriali internazionali.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Stella Bianchi. Ne ha facoltà.

  STELLA BIANCHI. Grazie, Presidente. Questo è un giorno molto importante per il Parlamento italiano. Finalmente arriviamo alla ratifica di un accordo decisivo per il contenimento dei cambiamenti climatici e quel «finalmente» non è riferito al tempo dell'Accordo – poi tornerò su questo –, ma è riferito a quanti anni ci abbiamo messo, dal primo vertice a Rio de Pag. 43Janeiro, nel 1992, per arrivare finalmente a un consenso così importante nella comunità internazionale su quella che è «la» sfida per il nostro pianeta.
  È un accordo davvero importantissimo, quello di Parigi, siglato a Parigi da 193 Paesi, già firmato alle Nazioni Unite nella Giornata della Terra da oltre 170 Paesi e già in dirittura di arrivo sull'entrata in vigore. Ed è un accordo importante perché costruisce un sistema di governance, perché ci dà gli strumenti con i quali la comunità internazionale può continuare a procedere, tutta insieme, Paesi ricchi e Paesi poveri, verso il raggiungimento dell'obiettivo del contenimento dei cambiamenti climatici.
  Ed è fondamentale che l'Accordo di Parigi si basi non su impegni vincolanti, non sui tetti imposti ai Paesi, ma sul rispetto della sovranità nazionale di ogni Paese, sul fatto che ogni Paese ha presentato a Parigi un contributo nazionalmente determinato e che questa continuerà ad essere la filosofia dell'Accordo: ogni Paese impegna volontariamente, mette in campo quello che pensa di poter fare, pronto ad alzare l'asticella delle proprie ambizioni. Il rispetto della sovranità nazionale è la chiave del successo di questo accordo.
  E molto importante è l'obiettivo, però, fissato nell'Accordo, all'articolo 2: mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto di due gradi e puntare a un grado e mezzo, è una conquista importantissima.
  Fin qui la comunità internazionale si era fermata a due gradi, quel riferimento a un grado e mezzo salvaguarda le piccole isole, che non si capisce per quale motivo dovrebbero essere destinate, dal livello delle emissioni dei Paesi occidentali, a finire sott'acqua senza che la comunità internazionale se ne preoccupi; salvaguarda noi tutti, noi stiamo già subendo gli impatti di quello che è un aumento della temperatura media globale, stimato intorno a un grado, e sono devastanti, sono drammatici, figuriamoci cosa potrebbe succedere con una temperatura a due gradi. Sappiamo perfettamente che non siamo ancora arrivati a questo livello, quello che è importante è il livello che ci consente di rimanere al di sotto dei due gradi, al di sotto del grado e mezzo.
  Faccio un inciso, Presidente: noi siamo già oltre le 400 parti per milioni di CO2 in atmosfera, significa che, per rispettare un grado e mezzo, altro che decarbonizzazione, bisogna mettere in campo politiche di cattura di carbonio. Quindi, ai colleghi che si preoccupavano che non ci fosse la parola «decarbonizzazione», vorrei rassicurarli: quell'impegno nell'articolo 2 va addirittura oltre la decarbonizzazione.
  Quindi, l'Accordo è davvero molto, molto ambizioso: naturalmente, però, dovremo essere in grado di attuarlo. È un accordo straordinario, Presidente, veramente straordinario, che entra in vigore in anticipo, altro che ritardo ! Nell'Accordo era previsto che le firme potessero essere consegnate dal 22 aprile – Giornata della Terra, che si è aperta con la cerimonia ufficiale con Ban Ki-moon, per noi c'era il Presidente del Consiglio Renzi – al 21 aprile 2017. Il termine fissato nell'Accordo era il 21 aprile 2017: l'Accordo entra in vigore il 4 novembre ! A oggi sono stati già superati i due criteri fissati per l'entrata in vigore dell'accordo: 55 Paesi e 55 per cento di emissioni.
  Siamo a 81 Paesi che hanno ratificato e a oltre il 60 per cento di emissioni rappresentate. Questo, di nuovo, è un risultato straordinario. È un risultato guidato moltissimo dall'amministrazione Obama. Obama e la sua amministrazione, con John Kerry, sono stati presenti al vertice di Parigi. Il Ministro Galletti si ricorderà perfettamente quanto l'amministrazione Obama e John Kerry in quella occasione siano stati promotori della costruzione dell'accordo.
  I primi due grandi emettitori, con oltre il 40 per cento delle emissioni, hanno ratificato l'accordo alla vigilia del G20 che si è svolto in Cina, ossia il Presidente Obama e il Presidente cinese. L'Unione europea lo ha siglato la scorsa settimana, facendo sì che l'accordo entrasse in vigore.
  Esattamente l'Unione europea ha portato a superare quell'asticella che era, appunto, quella delle due soglie previste. Pag. 44Ma, insieme a noi, insieme agli Stati Uniti, alla Cina e all'Unione europea, lo hanno già ratificato India, Messico, Brasile e lo hanno ratificato Ghana, Rwanda, Madagascar, Uganda, le piccole isole Tuvalu e Kiribati.
  Non si sorprenda, Presidente, se metto insieme i grandi emettitori e i Paesi in via di sviluppo. Infatti, questa è la chiave del successo dell'accordo: Paesi ricchi e Paesi poveri insieme, ognuno con il proprio contributo, ognuno con le proprie necessità, ognuno pronto a fare tutto il possibile per riuscire a salvaguardare il pianeta.
  Nessun Paese può fare da solo – lo ricordava Obama qualche giorno fa –; nessun Paese, neanche la nazione più potente del mondo può risolvere questo problema da solo. È questo che rende enormemente complesso il negoziato, perché tutti i Paesi devono riuscire a trovare un accordo, nelle loro complessità e nella loro diversa storia di sviluppo.
  Voglio ringraziare, qui dalla Camera, Presidente, chi ha continuato a credere al percorso negoziale, quando a Copenhagen, nel 2009, fu una doccia fredda per tutti quello che ci aspettavamo potesse essere un vertice...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore ! Si fa fatica a seguire l'intervento. Potete abbassare il tono della voce, per favore ? Per favore, colleghi !

  STELLA BIANCHI. Dicevo, quando a Copenaghen tutta la comunità internazionale ha, purtroppo, subito una delusione. Però, il filo delle relazioni diplomatiche è rimasto in piedi.
  Vorrei ringraziare, a nome di tutti, penso, l'impegno che ci ha messo Ban Ki-moon, l'impegno che ci ha messo Christiana Figueres, che era a capo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite per il cambiamento climatico, sostituita ora da Patricia Espinosa, che certamente ci metterà tutto l'impegno che Christiana Figueres ci ha messo fin qui.
  Ora dobbiamo fare sul serio. Fare sul serio significa adottare quelle politiche che servono a rendere concreti gli obiettivi scritti nell'Accordo di Parigi. Significa, per il nostro Paese, rivedere la strategia energetica nazionale, che evidentemente era stata formulata quando non avevamo ancora piena contezza della sfida che era di fronte a noi: fare investimenti in efficienza energetica che siano strutturali, sugli edifici innanzitutto; la mobilità sostenibile; l'agricoltura; arrivare a quella che è una vera strategia di sviluppo a basse emissioni. Noi siamo nelle condizioni di fare sul serio: noi, l'Italia, noi l'Unione europea. Siamo nelle condizioni di farlo. L'Unione europea è già riuscita a realizzare quello che si chiama sdoppiamento (decoupling): dal 1990, crescita del 45 per cento del PIL e riduzione delle emissioni del 19 per cento.
  Si può fare, si può fare crescita economica e ridurre le emissioni: l'Unione europea lo ha già dimostrato. L'Italia è stata protagonista in questo percorso. Ai colleghi che si vantavano di aver richiamato il Governo ai propri impegni su questi obiettivi, vorrei ricordare che la base del contributo che l'Unione europea ha portato all'Accordo di Parigi è stato raggiunto nel semestre di Presidenza italiano. Quel pacchetto clima-energia al 2030, che è un obiettivo ambizioso e che è la base del nostro contributo nell'Accordo di Parigi, è stato raggiunto, nelle difficoltà che vi immaginate, esattamente sotto la guida del Governo Renzi. Quindi, il Governo ha già dimostrato di essere stato molto attento a questo obiettivo.
  Siamo nelle condizioni di fare quello che, di nuovo, diceva Obama: guidare con l'esempio, con i nostri investimenti, con le nostre politiche, con la forza delle nostre imprese. E dobbiamo continuare a farlo. Questo deve portarci, però, a rafforzare un altro impegno. Noi siamo stati in quello che venne chiamato il gruppo High ambition, quello che ha portato a questo obiettivo del grado e mezzo, e proprio la consapevolezza dell'impegno che ci abbiamo messo a Parigi ci deve far dire con molta franchezza che quel pacchetto clima-energia al 2030, che è stato certamente un risultato importante, non ci porta però in linea con il grado e mezzo; quindi, Pag. 45dobbiamo essere pronti, come Paese e come Unione europea, a rivedere quell'obiettivo e a mettere in campo tutte le politiche che servono per raggiungere obiettivi ancora più ambiziosi.
  Alla mitigazione e alla riduzione delle emissioni di gas serra dobbiamo unire l'adattamento e ci vorrà quel piano di adattamento che il Ministro Galletti sta preparando, a partire dalla strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. Ci vorrà un maggiore impegno nella cooperazione allo sviluppo per salvaguardare le risorse naturali, l'acqua, l'accesso all'energia, per la protezione del suolo e dei terreni coltivabili, per dare un contributo a quella che continua ad essere, purtroppo, una sfida: garantire cibo a tutti, garantirlo come diritto umano essenziale. Dobbiamo essere anche noi italiani, insieme a tutti i Paesi avanzati, a portare avanti questo obiettivo.
  Dobbiamo tenere tutto insieme: gli obiettivi di sviluppo sostenibile, l'agenda di Addis Abeba per la finanza per lo sviluppo, i nostri compiti nell'attenuazione del rischio da disastri naturali. Lo facciamo per salvaguardare le condizioni di vita sul pianeta, consapevoli che si può arrivare troppo tardi, come, di nuovo, ci richiama spesso il Presidente Obama. Quindi, dobbiamo farlo con grande determinazione. Lo faremo per una questione di giustizia, cui con forza ci ha richiamato Papa Francesco nella sua enciclica «Laudato sì», perché non potremmo certo consentire di vedere i più poveri subire i danni maggiori senza avere prodotto davvero le conseguenze che stanno pagando o che rischiano di pagare. Lo facciamo per proteggere la dignità di ognuno, ricordandoci di quanti rischiano di essere i migranti climatici, persone costrette ad abbandonare i propri Paesi perché non più in condizioni di vivere nei loro territori, dove sono nati. Lo facciamo per la pace, consapevoli che il più grande rischio alla stabilità internazionale, come viene definito dal Pentagono e dalla NATO, viene proprio dai cambiamenti climatici. Lo faremo con fiducia, perché sta cambiando il sistema, perché tutti i Paesi andranno verso un'economia a basse emissioni di carbonio e l'innovazione e la tecnologia ci consentiranno di raggiungere gli obiettivi.
  Mi consenta, Presidente, di concludere davvero con poche parole. Vorrei chiudere il mio intervento ricordando una straordinaria donna africana, Wangari Maathai, premio Nobel per la pace nel 2004, animatrice del movimento Green Belt in Kenya, donne che piantavano alberi per salvaguardare le loro comunità. Cito le sue parole: «Sono una delle poche fortunate che ha potuto vedere un nuovo inizio, ma ho sempre creduto che non importa quanto sia scuro il cielo, c’è sempre un po’ di rosa all'orizzonte» ed è quello che dobbiamo cercare.
  Annuncio, quindi, voto favorevole del Partito Democratico alla ratifica dell'Accordo di Parigi (Applausi dei deputati del gruppo Partito DemocraticoCongratulazioni).

(Coordinamento formale – A.C. 4079-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 4079-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 4079-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di Parigi collegato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, adottato a Parigi il 12 dicembre 2015.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 46
  La Camera approva (Vedi votazione n. 72).

  A questo punto, colleghi, sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

  La seduta, sospesa alle 14, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra per le Riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, la Ministra dell'Istruzione dell'università e della ricerca, il Ministro dell'Economia e delle finanze, la Ministra della Salute, il Ministro della Giustizia ed il Ministro dell'Interno.

(Iniziative di competenza volte a verificare le condizioni di lavoro presso l'azienda Foodora, nonché per disciplinare i rapporti di lavoro con riferimento alle start up che operano nell'ambito della cosiddetta sharing economy – n. 3-02559)

  PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Airaudo ed altri n. 3-02559 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).
  Chiedo all'onorevole Airaudo se intenda illustrare la sua interrogazione, per un minuto, o se si riservi di intervenire in sede di replica.

  GIORGIO AIRAUDO. Presidente, Ministro, buon pomeriggio, e vediamo se riusciamo a farlo diventare anche un buon pomeriggio per i lavoratori di Foodora, che hanno avuto il merito, auto-organizzandosi, di segnalare un altro guaio del Jobs Act: il ritorno ai Cococo.
  Con questa interrogazione vi chiediamo se avete pensato di convocare Foodora e se sono vere le notizie di stampa che Foodora non si sarebbe presentata; se avete mandato, sì o no, degli ispettori (anche queste notizie di stampa, spesso contraddittorie), e per che cosa li avete mandati. I lavoratori di questa azienda sono stati «disattivati» da un'applicazione: un termine più da Blade runner o da Terminator che da una Repubblica fondata sul lavoro. Per me sono stati licenziati e quella, la disattivazione, è una serrata: e la serrata è vietata dalle leggi di questo Paese, fossimo in un'impresa fisica. Visto che siamo in un'impresa virtuale si può essere disattivati e si può serrare un'impresa come Foodora. Quindi, vorremmo sapere cosa ci risponde.

  PRESIDENTE. La Ministra per le Riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha facoltà di rispondere.

  MARIA ELENA BOSCHI, Ministra per le Riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Presidente, rispondo al quesito posto dall'onorevole interrogante, ovviamente, sulla base di elementi forniti dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, che è destinatario del quesito, perché il Ministro Poletti è impegnato per motivi istituzionali in Sardegna.
  La situazione che è stata descritta dall'onorevole interrogante ovviamente è ben nota al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, anche a seguito dell'agitazione di alcuni dei soggetti legati da rapporto di lavoro con la società DS Italy Srl, che, nell'ambito della piattaforma Foodora, opera in Italia.
  In particolare, come è noto, la struttura di questa società prevede alcuni dipendenti che si occupano del rapporto coi clienti, e quindi della gestione della piattaforma di e-commerce; ed i cosiddetti rider che effettuano le consegne a domicilio, che, invece, hanno un inquadramento Pag. 47di tipo diverso, non sono dipendenti della società e venivano inizialmente retribuiti con 5,60 euro lordi all'ora e, adesso, con 3 euro lordi a consegna.
  A seguito di varie segnalazioni, anche il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali si è attivato ed ha inviato gli ispettori: quindi, è in corso una verifica, gli ispettori del Ministero stanno effettuando le verifiche, ed è ovvio che, se dovessero emergere violazioni di leggi, verranno adottati i provvedimenti conseguenti. Quindi, la situazione è all'attenzione del Ministro.
  Tra l'altro, il Ministro Poletti, anche nell'ambito dell'ultimo Consiglio che riunisce i Ministri del Lavoro e delle politiche sociali dell'Unione europea, ha posto, più in generale, il tema di come si affrontino le opportunità offerte anche dall’e-commerce in ambito lavorativo, ma tutelando i diritti dei lavoratori, sia da un punto di vista retributivo e previdenziale, sia per quanto riguarda il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro e della salute dei lavoratori, chiedendo che si apra una discussione, un tavolo per individuare una strategia a livello europeo, perché, come sappiamo, sono piattaforme che operano su Paesi diversi, e promuovendo anche incontri bilaterali del nostro Governo, proprio al fine di individuare delle soluzioni condivise.
  Sicuramente, per quanto riguarda poi il caso specifico, ripeto, è in corso la verifica; eventualmente il Governo riferirà gli esiti di tale verifica anche in questa sede senza problemi, nell'interesse dei lavoratori.

  PRESIDENTE. L'onorevole Giorgio Airaudo ha facoltà di replicare, per due minuti.

  GIORGIO AIRAUDO. Ovviamente noi prendiamo atto, e ci piacerebbe poi sentire il rapporto, il ritorno, perché abbiamo intenzione di seguire il caso e non abbandonarlo.
  In generale, non posso dichiararmi soddisfatto, anche perché, come da notizie di stampa di ieri e dai dati che l'ISTAT ci ha fornito, nei primi otto mesi di quest'anno abbiamo 395 mila contratti a tempo indeterminato in meno, abbiamo avuto un aumento dei licenziamenti per giustificato motivo oggettivo di quasi il 30 per cento, abbiamo oltre 96 milioni di ore di voucher.
  Il Jobs Act appare rottamato dalla realtà e, in molti casi, come questo di Foodora, in qualche modo siamo responsabili, non possiamo dare la colpa all'Europa, perché c’è un buco che è stato creato per i Cococo, dove Foodora si è infilata.
  Peraltro, come sapete, in Francia e in Germania paga 7 euro l'ora, quindi, come si dice, c’è un'operazione di dumping che le leggi italiane stanno consentendo e che pagano i lavoratori.
  Quindi, direi che la cena di ieri a Washington non l'hanno portata i lavoratori di Foodora, ma loro erano parte di quel menù, perché la vostra adesione – di questo Governo – acritica al modello sociale del lavoro nordamericano nega i diritti dei lavoratori e rischia di cancellare quello che è un patrimonio italiano ed europeo di tutela del diritto del lavoro; diritto del lavoro, peraltro, di cui voi fate ben altro uso, visto che a Palazzo Chigi ci sono 300 collaboratori con stipendi che arrivano a 150 mila euro massimo. Quindi, praticamente, mentre fate finta di chiudere il Senato, ne avete aperto un altro a Palazzo Chigi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

(Intendimenti in merito alla riproposizione del progetto MigrArti per l'anno 2017 – 3-02565)

  PRESIDENTE. L'onorevole Narduolo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Coscia ed altri n. 3-02565 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

  GIULIA NARDUOLO. Presidente, il 15 dicembre 2015, il Mibact ha lanciato il bando MigrArti, in collaborazione con l'UNAR e il MIUR. Questo bando era rivolto agli enti pubblici e privati, che potevano presentare dei progetti in ambito musicale, Pag. 48teatrale, di danza e cinema, con l'obiettivo di favorire il più possibile la conoscenza delle culture dei popoli migranti che arrivano nel nostro Paese e fare in modo così di superare quelle paure, quelle diffidenze e pregiudizi verso una società che, di fatto, è in continua evoluzione e riconosce di essere sempre più multiculturale. Il Mibact ha stanziato 800 mila euro; attraverso due bandi da 400 mila euro ciascuno (uno per il cinema e uno per lo spettacolo dal vivo), sono stati finanziati 45 progetti su mille totali che sono arrivati.
  Questi numeri testimoniano indubbiamente il successo e il grande interesse suscitato dall'iniziativa, per questo motivo chiediamo al Ministro se intenda riproporre anche per il 2017 il bando MigrArti, pensando eventualmente di ampliare la platea dei partecipanti e coinvolgendo delle altre comunità straniere.

  PRESIDENTE. La Ministra per le Riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, onorevole Maria Elena Boschi, ha facoltà di rispondere.

  MARIA ELENA BOSCHI, Ministra per le Riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Ringrazio anche l'onorevole interrogante per aver posto questo quesito e aver offerto la possibilità di trattare questo argomento, che è indirizzato al Ministro della cultura, che sostituisco, ma che in parte poi riguarda anche una collaborazione con il Ministero dell'Istruzione e con l'UNAR, quindi con il Dipartimento delle pari opportunità.
  Il Progetto MigrArti 2016, che veniva ricordato dall'onorevole interrogante, effettivamente ha visto la possibilità di 800 mila euro messi a disposizione, attraverso bandi che hanno portato ad elaborare una serie di progetti in ambito cinematografico e culturale, che hanno avuto come obiettivo principale quello di cercare di creare una cultura e uno scambio anche rispetto alla conoscenza di nuovi italiani e delle comunità straniere presenti nel nostro Paese, soprattutto rivolto ai giovani e alle cosiddette seconde generazioni. Quindi, un progetto che ha consentito anche partenariati importanti, non soltanto tra diversi enti locali e diverse istituzioni (ambasciate, Ministero della Giustizia), ma anche attraverso il mondo dell'associazionismo, sia laico che confessionale, che ha avuto effettivamente delle partnership importanti.
  In particolar modo, alcune comunità, come quella cinese, rumena o del Bangladesh, si sono particolarmente impegnate nell'ambito di questi progetti. Proprio a seguito di una valutazione positiva del lavoro svolto nel 2016, è stato deciso di riproporre la disponibilità di risorse anche per il 2017 e per il 2018, attraverso sia risorse del Mibact sia risorse dell'UNAR. Insieme, le risorse saranno quasi raddoppiate, per il 2017 ed il 2018, rispetto a quelle che erano state messe a disposizione quest'anno, quindi saranno di 1 milione e mezzo nel 2017 e 1 milione e mezzo nel 2018, come ha anticipato anche il Ministro Franceschini.
  Tra l'altro, il premio MigrArti ha poi comportato un coinvolgimento delle scuole e proprio l'istituzione di un premio per individuare l'opera che è stata poi realizzata e che ha rappresentato fisicamente, plasticamente, il premio che, nell'ambito della Mostra di Venezia, è stato poi consegnato – attraverso il lavoro svolto dalla giuria presieduta da Ozpetek – e che anche nei prossimi anni continuerà ad essere un elemento importante nell'ambito del Festival.
  Ricordiamo che anche in questa settimana, in occasione della Festa del cinema di Roma, ci sono iniziative comunque connesse a MigrArti, a questa esperienza, che sono tuttora in corso e che stanno vedendo una grande partecipazione; anche questa ha una partnership importante con il mondo della scuola.

  PRESIDENTE. L'onorevole Coscia ha facoltà di replicare, per due minuti.

  MARIA COSCIA. Presidente, signora Ministro, siamo molto soddisfatti della risposta e rassicurati dal fatto che si vuole non solo riproporre questa opportunità, Pag. 49ma anche mettere a disposizione più risorse. Infatti, come lei diceva, nel nostro Paese già da molto tempo pensiamo che la presenza di migliaia e migliaia di migranti, soprattutto giovani, siano un'opportunità ed una ricchezza per il nostro il Paese e che, soprattutto i giovani della seconda generazione, appunto, sono italiani, se pur non riconosciuti a tutti gli effetti come tali. Soprattutto, sono portatori di culture con le quali noi ci confrontiamo già da tempo e che abbiamo sicuramente il dovere non solo di riconoscere, ma di attivare in tutti i circuiti possibili affinché finalmente questo dialogo possa crescere e realizzarsi.

(Iniziative in relazione allo schema del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri relativo al procedimento di nomina e al funzionamento delle commissioni di valutazione nell'ambito del «Fondo per le cattedre universitarie del merito Giulio Natta» – 3-02560)

  PRESIDENTE. L'onorevole Vacca ha facoltà di illustrare l'interrogazione D'Uva ed altri n. 3-02560 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

  GIANLUCA VACCA. Presidente, Ministro, la legge di stabilità 2016 ha istituito il Fondo per le cattedre universitarie del merito Giulio Natta, per la chiamata diretta di 500 docenti universitari in deroga alle norme sul reclutamento e senza procedure concorsuali.
  Da notizie di stampa abbiamo appreso come il decreto che regolamenta le 500 chiamate preveda che i presidenti delle 25 commissioni per la valutazione dei candidati vengano nominati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri su proposta del Ministro dell'Istruzione, ovvero lei.
  Era dal 1935, da Mussolini, che un Governo italiano non interferiva nella selezione delle commissioni di valutazione dei docenti universitari. Tale scelta suscita notevoli preoccupazioni, poiché mette in pericolo la libertà didattica e l'autonomia delle università, minando i principi sanciti dall'articolo 33 della nostra Costituzione. Riteniamo, invece, che sia necessario assicurare la terzietà nella scelta dei candidati e una maggiore impermeabilità rispetto alle influenze politiche.
  Le chiediamo, quindi, di ritirare il decreto o, almeno, di modificare le disposizioni previste, assegnando ad esempio al CUN (Consiglio universitario nazionale), organo terzo ed altamente qualificato, il compito di nominare i presidenti delle commissioni, assicurando così una maggiore autonomia del sistema universitario da quello politico.

  PRESIDENTE. La Ministra dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, Stefania Giannini, ha facoltà di rispondere.

  STEFANIA GIANNINI, Ministra dell'Istruzione dell'università e della ricerca. Signor Presidente, onorevole Vacca, onorevole D'Uva (primo firmatario di questo quesito), loro ben sanno che con questo quesito si pongono due questioni importanti, di merito e di metodo, in relazione a un provvedimento importante che lei ha richiamato, cioè la chiamata diretta di studiosi di elevato profilo scientifico che possano entrare, con modalità e con strumenti aggiuntivi, all'interno del sistema universitario italiano, come previsto appunto dal comma 207 della legge di stabilità 2016.
  Nel merito, credo che le finalità e gli obiettivi di questo provvedimento siano estremamente chiari e difficilmente contestabili, onestamente, in quanto si tratta di una procedura straordinaria che accresce – come obiettivo fondamentale – l'attrattività e la competitività del sistema; che introduce nuove importanti risorse scientifiche e di ricerca nel sistema universitario italiano e la cui straordinarietà è garantita dal comma 208 della stessa legge, che naturalmente definisce il rapporto di deroga nei confronti del reclutamento universitario, che con la procedura dell'abilitazione scientifica nazionale è infatti ripartito regolarmente – essendo a questo punto a sportello – quindi con continuità per tutti gli aspiranti candidati. Pag. 50
  Il rispetto dell'autonomia universitaria – voglio sottolinearlo con forza, perché è un principio sacro dal mio punto di vista e non solo – è garantito, peraltro, dalla facoltà che le università, gli atenei e i singoli dipartimenti hanno in questo provvedimento, come in tutti quelli analoghi, di chiamare o non chiamare, a seconda delle loro esigenze scientifiche, didattiche e dei principi enunciati nella programmazione triennale, gli eventuali vincitori di questa selezione, che è una selezione, non è priva di concorso, e, come lei ha detto, straordinaria.
  Nel merito, io credo che si possa anche definire un altro principio molto importante, cioè il fatto che quanto è stato indicato come meccanismo di selezione e di designazione dei presidenti delle commissioni, in riferimento alle 24 aree del European Research Council, che è un benchmark internazionale assolutamente inconfutabile, sia anche, in questo caso, un principio trasparente di massima chiarezza e di massima condivisione internazionale.
  Per quanto riguarda il metodo, cioè il modo in cui le commissioni verranno costituite e tutto quello che è oggetto del provvedimento ad oggi in esame presso il Consiglio di Stato e che, quindi, se non altro per rispetto istituzionale, né il mio Ministero né il Governo nella sua totalità possono e debbono in questo momento commentare, come lei ben sa, onorevole Vacca, sarà oggetto di dibattito parlamentare e di percorso parlamentare a partire dal momento in cui il Consiglio di Stato darà il proprio parere e lo congederà. È quella la sede.
  Il Governo e il mio Ministero, in particolare in quanto Ministro competente, sono totalmente aperti ad accogliere eventuali suggerimenti, eventuali proposte, eventuali elementi che possano migliorare o comunque integrare questa seconda parte. È quella la sede opportuna per poter portare a termine un provvedimento di grandissima importanza, che qualifica il sistema universitario, che lo apre, che, dopo lunghi, lunghi anni, di disattenzione, oltre all'abilitazione scientifica nazionale, porta risorse, porta talenti, porta intelligenze di alto profilo scientifico nel nostro Paese.

  PRESIDENTE. L'onorevole Gianluca Vacca ha facoltà di replicare.

  GIANLUCA VACCA. Grazie, Presidente. Ministro, io sono francamente preoccupato per la risposta disarmante, a nostro avviso, che lei ha appena dato. Infatti, vede, lei parla di straordinarietà, ma qua c’è un'ordinarietà che è drammatica. Come è possibile pensare di risolvere il problema del blocco del turnover, il problema della carenza di docenti nelle nostre università, con l'assunzione straordinaria di 500 docenti ? Rivediamo un attimo il sistema che voi avete messo in piedi.
  Voi, di fatto, volete assumere 500 docenti senza procedure concorsuali; volete assumere 500 docenti senza il requisito dell'abilitazione scientifica nazionale, che i Governi precedenti hanno inserito nel sistema, quindi senza il requisito minimo con il quale, invece, oggi bisogna accedere nell'università; volete assumere 500 docenti chiamati da una commissione il cui presidente è nominato da voi, cioè dal Governo. È una cosa che non si era mai vista dai tempi del fascismo. È un sistema che solo Mussolini era riuscito a mettere in piedi.
  Lei parlava di straordinarietà, ma c’è un'ordinarietà che è drammatica. Sono dieci gli anni del blocco del turnover, dal 2008 al 2018, sempre che voi non facciate ulteriori proroghe. Sono 12 mila i docenti che in questi otto anni, dal 2008 a oggi, si sono persi. Noi abbiamo perso un quinto dei docenti universitari, perché, con il blocco del turnover, non si è più potuto assumere. È un patrimonio che noi abbiamo perso, senza considerare i vari ricercatori precari, che, di fatto, sono a spasso.
  Sono 3.500, Ministro, le firme di una petizione che, da pochi giorni, ha già raggiunto questo alto numero di firme di scienziati, ricercatori, docenti. Le menti più brillanti del nostro Paese le stanno chiedendo di fermarsi e di rivedere questo Pag. 51sistema. Noi ci aggiungiamo, ovviamente, a questo appello.
  Le alternative ci sono: si può ritirare il decreto e si possono mettere quei soldi nel superamento del blocco del turnover. Oppure, se volete andare avanti, quantomeno, facciamo in modo che le nomine non vengano fatte dal Governo, ma vengano fatte da un organo terzo, come è appunto l'organo di gestione scientifico più autorevole che c’è in Italia, ovvero il CUN (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative di competenza con riferimento agli appalti affidati dal gruppo Fincantieri, al fine di garantire alle aziende italiane di partecipare alle relative gare in condizioni di effettiva concorrenza – n. 3-02561)

  PRESIDENTE. L'onorevole Nastri ha facoltà di illustrare per un minuto l'interrogazione Rampelli n. 3-02561 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

  GAETANO NASTRI. Questa interrogazione intende portare l'attenzione del Governo su una grave situazione di sfruttamento lavorativo e di commistione con la malavita, che si perpetua ormai da tempo nell'ambito dell'attività di subappalto collegato allo stabilimento Fincantieri di Monfalcone. Si tratta di una delle più grandi strutture produttive al mondo per la cantieristica e rappresenta indubbiamente un punto di eccellenza per il made in Italy. Purtroppo, il ricorso da parte delle aziende a forme di collaborazione con ditte subappaltatrici, alla ricerca di una flessibilità esasperata, ha portato in questi anni a creare un indotto occupazionale che si basa prevalentemente sullo sfruttamento e sulla scarsa trasparenza. Peraltro, queste mie affermazioni sono avvalorate dalle Forze dell'ordine, che, già nel 2014 e dopo aver compiuto un sopralluogo nel cantiere di Monfalcone, hanno denunciato diversi titolari di imprese subappaltatrici, evidenziando anche l'emergere di infiltrazioni malavitose, attratte nell'area del comparto della cantieristica. Infine, segnalo il problema, altrettanto grave, della concorrenza sleale verso le imprese italiane, che non possono competere con le aziende straniere che si aggiudicano gli appalti, avendo la quasi totale garanzia di non rispettare le norme sulla sicurezza e contro lo sfruttamento del lavoro.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'Economia e delle finanze. Grazie, Presidente. Innanzitutto, vorrei ricordare che Fincantieri è una società quotata presso la borsa italiana, a seguito di un processo di privatizzazione avvenuto nel 2014. La disciplina giuridica di Fincantieri rientra, quindi, nella comune disciplina delle società emittenti, rimanendo precluso al Ministero l'esercizio di qualsiasi attività di direzione e coordinamento.
  Per quanto riguarda il cantiere di Monfalcone, ricordo che all'interno dello stabilimento di Monfalcone operano circa 450 ditte dell'indotto, delle quali oltre il 90 per cento sono aziende italiane che occupano circa 4 mila lavoratori. Il cantiere di Monfalcone, alla pari degli altri cantieri del gruppo Fincantieri, risulta interessato da un carico di lavoro eccezionale, tale da garantire la piena copertura produttiva fino al 2020 ed oltre, con ricadute positive in termini occupazionali interni e per l'indotto locale. Per garantire questi risultati nel tempo è indispensabile un modello produttivo integrato, basato su competenze, tecnologie e capacità produttive sia interne che esterne. La mancanza di tale modello non consentirebbe né di soddisfare gli attuali impegni né di concorrere efficacemente all'aggiudicazione di ulteriori commesse.
  In riferimento al sistema degli appalti, la società adotta da sempre procedure estremamente vincolanti in sede di assegnazione degli ordini circa il rispetto degli adempimenti per il personale dipendente previsti dalla normativa vigente. Inoltre, è Pag. 52attivo, presso il cantiere di Monfalcone, come nelle altre sedi aziendali, un rigido sistema di controllo per l'accesso dei dipendenti delle ditte esterne, nonché procedure di verifiche mensili in ordine agli adempimenti dal punto di vista retributivo, contributivo e assistenziale. In tale quadro si inseriscono ulteriori controlli, introdotti con l'accordo aziendale del 24 giugno 2016, sottoscritto da tutte le organizzazioni sindacali, mirati a rendere ancora più stringenti e puntuali gli accertamenti sopra indicati. La società ha, altresì, sottoscritto per il sito di Monfalcone, così come per gran parte dei siti produttivi aziendali, un protocollo di trasparenza con la prefettura di Gorizia, al fine di rafforzare il sistema di contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata nelle proprie unità sociali. In tale ottica, l'azienda, sempre con l'approccio integrativo sopra citato, ha dato la propria disponibilità a definire un protocollo di legalità a livello nazionale, da sottoscrivere con il Ministero dell'interno, al fine di disporre di uno strumento di monitoraggio e controllo continuativo su tutta la filiera di imprese operanti presso i cantieri del gruppo.

  PRESIDENTE. L'onorevole Nastri, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare per due minuti.

  GAETANO NASTRI. A fronte di questa risposta – non me ne voglia, signor Ministro – da vero burocrate, non posso che esprimere la mia totale e completa insoddisfazione per quella che è evidentemente una sottovalutazione del problema da parte del Governo, che avrebbe senz'altro tutti gli strumenti per chiedere e ottenere che Fincantieri, in cui si identifica la grande tradizione e anche l'eccellenza della cantieristica italiana, tuteli in modo più deciso ed efficace la professionalità dei lavoratori italiani, che questo Governo sembra aver completamente dimenticato. Il problema del lavoro sommerso e della concorrenza sleale è indubbiamente più vasto e articolato e non si registra soltanto nell'area di Monfalcone anche se, in questo caso, si presenta in maniera anche più intensa ed evidente. Per questo servirebbe una decisione forte, da parte dell'Esecutivo – cosa che io non vedo – ad esempio intensificando l'attività ispettiva degli organismi preposti. Un'iniziativa preventiva del Governo potrebbe evitare che la soluzione di tali problemi sia delegata, invece, alle forze dell'ordine o alla stessa magistratura che possono intervenire soltanto quando ormai i reati sono consumati e anche conclamati. In tal modo si eviterebbero i problemi che ho evidenziato nella mia interrogazione e si potrebbe anche contribuire a riportare sotto l'ombrello della legalità una mole considerevole di attività e un indotto, anche con dei benefici sia per quanto riguarda il fisco che per quanto riguarda il sistema contributivo.
  Mi auguro, davvero, che il Governo non pensi di aver esaurito il proprio lavoro con questa non risposta a questa mia interrogazione e le ricordo, signor Ministro, che noi vigileremo attentamente, affinché venga tutelato non soltanto il lavoro, non soltanto i lavoratori, ma anche il made in Italy e, soprattutto, le piccole e medie imprese che, a detta del suo Premier Renzi, sono l'asse portante della nostra economia; ciò viene detto soltanto come slogan nei comizi e, poi, vede quello che accade. Quindi, noi vigileremo attentamente affinché vengano date delle risposte, invece, ai lavoratori di Monfalcone e quindi a Fincantieri.

(Orientamenti in merito all'utilizzo delle sigarette elettroniche nell'ambito delle politiche di contrasto ai danni da fumo – n. 3-02562)

  PRESIDENTE. L'onorevole Galgano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02562 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  ADRIANA GALGANO. Grazie, Presidente; buongiorno, Ministra Lorenzin. La nostra interrogazione parte da un dato sconvolgente: in Europa muoiono ogni anno, a causa di malattie da fumo, ben Pag. 53700.000 persone, quando l'80 per cento di queste morti sarebbe evitabile con una attività di prevenzione. Quindi, prevenire queste morti è un obiettivo importante per la qualità della vita dei cittadini, da parte della politica e, oggi, studi scientifici evidenziano che è possibile farlo con le sigarette elettroniche, perché le persone fumano per la nicotina, ma muoiono per le sostanze ad essa collegate, come catrame, gas tossici e particelle. La sigaretta elettronica, a differenza di quella normale, non contiene queste sostanze tossiche. Le chiediamo, quindi, qual è la sua valutazione in merito al contributo che le sigarette elettroniche possono dare alla riduzione delle morti causa fumo in Europa e in Italia.

  PRESIDENTE. La Ministra della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.

  BEATRICE LORENZIN, Ministra della Salute. Ringrazio l'onorevole che ha sollevato questo tema; il tabagismo costituisce, ancora oggi, il primo fattore di rischio di malattie croniche non trasmissibili, e se è vero che muoiono 700.000 persone, ogni anno, per motivi correlati al fumo, in Italia muoiono tra le 70.000 e le 83.000 persone, ogni anno. È un numero veramente ingente di persone e la migliore prevenzione, lo ribadisco come Ministra della salute, è non fumare, non cominciare a fumare, soprattutto quando si è giovanissimi. Ecco perché il Piano nazionale della prevenzione 2014-2018 impegna tutte le regioni italiane a ridurre la prevalenza dei fumatori del 10 per cento, con una serie di politiche attive da condurre nelle proprie regioni entro il 2018, al fine di contribuire al raggiungimento, entro il 2025, dell'obiettivo della riduzione del 25 per cento della mortalità precoce dovuta alle malattie non trasmissibili, prevista dal Global Action Plan dell'OMS per gli anni 2014-2020.
  Ciò premesso, evidenzio che l'introduzione sul mercato delle sigarette elettroniche che è avvenuta nel 2003 ha costituito motivo di forte preoccupazione per la salute pubblica, in considerazione della mancanza, fino al 2014, di normative specifiche che fissassero standard di qualità e di sicurezza per la produzione dei dispositivi e dei liquidi di ricarica. In tale periodo, un ruolo fondamentale della valutazione della pericolosità e dei rischi per la salute connessi all'utilizzo delle sigarette elettroniche è stato svolto dall'Istituto superiore di sanità che ha fornito il proprio supporto tecnico-scientifico, ai fini della gestione dei rischi e dell'emanazione della normativa nazionale.
  Ricordo che già nel 2011, a seguito di uno specifico parere reso dal Consiglio superiore di sanità, in collaborazione con l'Istituto superiore di sanità, erano state emanate le ordinanze del 4 agosto 2011 e del 28 settembre 2012, relative al divieto di vendita di sigarette elettroniche contenenti nicotina ai minori di 16 anni, divieto esteso, con l'ordinanza del 2 aprile 2013 e rinnovato il 26 giugno 2013, ai minori di anni diciotto. Peraltro, sempre nel 2013 su mia iniziativa era stato introdotto per legge il divieto di utilizzo delle sigarette elettroniche sia all'interno che nella pertinenza delle scuole. Solo nel 2014, con la revisione della cosiddetta direttiva tabacchi, recepita in Italia con il decreto legislativo del 12 gennaio 2016 n. 6, è stata finalmente introdotta una disciplina relativa alla produzione, alla presentazione e alla vendita delle sigarette elettroniche e dei liquidi di ricarica, prevedendo per legge il divieto di vendita di tali prodotti ai minori di anni diciotto, così come avviene per gli altri prodotti da tabacco.
  Quanto poi all'efficacia della sigaretta elettronica per la cessazione del fumo da tabacco l'Istituto superiore di sanità ha comunicato che l'analisi degli studi pubblicati in materia fino al mese di gennaio 2016 evidenzia che lo scarso numero degli studi medesimi e il basso numero di soggetti reclutati non consentono di giungere a delle considerazioni conclusive sul punto. L'Istituto ha, peraltro, evidenziato che non è possibile, al momento, valutare gli effetti della tossicità a lungo termine delle sigarette elettroniche. Concludo, tuttavia, che ho comunque dato mandato ai Pag. 54miei uffici di approfondire ulteriormente la problematica sollevata dall'onorevole interrogante e mi riservo, all'esito di questi approfondimenti, di valutare l'opportunità di investire nuovamente il Consiglio superiore di sanità anche alla luce dei cambiamenti che sono avvenuti dal punto di vista tecnologico nell'utilizzo di questo strumento.

  PRESIDENTE. L'onorevole Galgano ha facoltà di replicare, per due minuti.

  ADRIANA GALGANO. Grazie, Ministra, per la sua risposta che ci soddisfa per quanto riguarda l'ultima parte. Proprio oggi, in Aula, il gruppo Civici e Innovatori, che io rappresento, ha sottolineato l'esigenza che la politica sia più veloce nel recepire i vantaggi dell'innovazione, perché siamo troppo lenti. C’è stata una lettera che è stata recapitata al Ministero da esimi esperti oncologi, tra cui cito il professor Tirelli, il professor Veronesi, il cardiologo Cipolla, che vuole sensibilizzare il Ministero sulle ricerche che sono state fatte e che certificano che la sigaretta elettronica riduce, oggi, i danni dovuti al fumo. Quindi, apprezzando tutto quello che lei ha detto per l'attività di contrasto del tabagismo che noi condividiamo, la invitiamo, però, a fare quanto più può ed è nelle sue possibilità per rendere l'innovazione tecnologica più veloce, anche nel suo Ministero.

(Iniziative di competenza in ordine alla chiusura del punto nascita dell'ospedale di Arco (Trento), al fine di garantire pienamente la salute delle partorienti e dei nascituri – n. 3-02563)

  PRESIDENTE. L'onorevole Ottobre ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02563 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  MAURO OTTOBRE. Grazie, Presidente. La ringrazio, signora Ministra per la pazienza che ha nei nostri confronti, in particolare del Trentino. Le faccio un riassunto molto breve. La provincia di Trento ha trasmesso dei dati al suo Ministero, alla sua commissione. La sua commissione ha rilasciato un parere che mi sembra, a margine di una seduta, lei abbia detto a me e al collega Kronbichler non essere vincolante; questo parere si è basato su dei dati che ha fornito la provincia autonoma di Trento. Purtroppo, mancano dei dati importanti, tra i quali quelli di due comuni, quello di Drena e quello di Ledro, e la cosa che sta creando veramente grandi problemi è che da questi dati risulterebbe che gli abitanti della mia zona impiegano 36 minuti per arrivare all'ospedale di Rovereto. Proprio domenica ho fatto una diretta e noi abbiamo delle colonne che superano le 2 ore. Questo dato è stato confermato dalla stessa provincia autonoma di Trento; quindi, ci sono dei dati sbagliati e falsi. La sua legge giustamente prevede la sicurezza per la mamma e il bambino, noi crediamo fortemente che avendo chiuso e avendo portato al collasso la struttura di Rovereto, lo spirito della sua iniziativa non sia così, perché è già successo, con ambulanze ed elicotteri, che si sia partorito in casa, si sia partorito al pronto soccorso, evidentemente non è più sicuro partorire nella nostra zona.

  PRESIDENTE. La Ministra della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.

  BEATRICE LORENZIN, Ministra della Salute. Grazie; l'onorevole interrogante ripropone una questione che abbiamo già affrontato nel mese di luglio, in quest'Aula, e chi mi dà anche l'occasione per ripetere quanto ho già detto più volte e cioè che un punto nascita in cui non si raggiungono i 500 parti all'anno è una struttura sanitaria che non è sicura né per la mamma né per il bambino. Ci sono soltanto casi eccezionali, per cui si può derogare a questo standard e questa deroga è concessa ed è subordinata ad un parere del Comitato di percorso nascita, parere che, attesa la natura tecnica dello stesso, non può che vincolare le regioni e le province autonome.Pag. 55
  Ora, in questo caso, gli elementi che ci ha sollevato l'onorevole interrogante sono discordanti rispetto a quelli che abbiamo richiesto alla provincia autonoma di Trento, che ha riferito quanto segue, perché abbiamo approfondito questa questione e abbiamo chiesto di avere ulteriori dettagli. Quindi, la provincia ci dice che il Comitato percorso nascita ha tenuto conto delle condizioni orografiche e ambientali, che hanno fatto ritenere disagiate le zone di Cavalese e Cles in base a dati oggettivi, quali le quote di altitudine media dei comuni, le distanze chilometriche e il tasso di fidelizzazione: parametri che sono risultati meno significativi per Arco.
  In ordine al bacino d'utenza della comunità Alto Garda e Ledro e al numero di nati dai quali deriva il calcolo del tasso di fidelizzazione, i dati trasmessi al Ministero provengono da fonti ufficiali, popolazione della provincia di Trento e certificati di assistenza al parto.
  In ordine alla dislocazione geografica dei punti nascita, è stata allegata alla richiesta di deroga la cartografia corredata dai tempi di percorrenza, anche con riferimento al comune di Tiarno di Sopra. I tempi di percorrenza riportati dall'onorevole interrogante – due ore per la tratta Arco-Rovereto e tre ore per quella Val di Ledro-Rovereto – sono assolutamente sovrastimati.
  Quelli effettivi risultano, fatti salvi eventi eccezionali e imprevedibili che valgono per qualsiasi percorso e situazione organizzativa, assolutamente compatibili, sia per i casi di parto fisiologico, sia per quelli di urgenza-emergenza. Peraltro, nella provincia di Trento esiste una capillare e diffusa rete di autoambulanze ed è attivo anche l'elisoccorso H24, dotato di due elicotteri in grado di raggiungere in poco tempo l'intero territorio provinciale con équipe di assistenza comprendente rianimatore, infermiere e ostetrica.
  Alla luce di quanto sopra ed in considerazione, inoltre, dell'attivazione, fin dall'aprile 2015, su tutto il territorio della provincia di Trento del percorso nascita, mi sento di rassicurare l'onorevole Ottobre che anche nel comune di Arco sono assicurati, sulla base dei dati forniti dalla provincia autonoma di Trento, alle partorienti e ai neonati adeguati standard di sicurezza e tutela della salute.

  PRESIDENTE. L'onorevole Ottobre ha facoltà di replicare per due minuti.

  MAURO OTTOBRE. La ringrazio, signora Ministra, però non posso essere soddisfatto per il semplice fatto che, se le continuano a dare e lei si basa sui dati forniti dalla provincia autonoma di Trento, evidentemente così non funziona, perché, se è sovrastimato, vorrei sapere per quale ragione la provincia autonoma, proprio in risposta in consiglio provinciale, ha dichiarato che per quanto riguarda il territorio dell'Alto Garda e Ledro ci sono due ore di coda, perché è una zona fortemente turistica. Sono 50 mila abitanti, evidentemente abbiamo 3 milioni di presenze turistiche e non abbiamo la viabilità che, tra le altre cose, stiamo aspettando da oltre trent'anni.
  Allora, noi volevamo sapere – lei l'ha detto vagamente – se era vincolante o no il parere della Commissione, perché a quanto risulta nella legge non lo è, mi sembra di capire. Quindi, essendo anche la provincia autonoma, a noi dà fastidio fortemente che diano la colpa a Roma, ma evidentemente così sia, che questo punto nascita sia stato chiuso.
  Sono state raccolte già oltre 10 mila firme su una popolazione di 50 mila, evidentemente per questo disagio che stanno provando; credo che evidentemente ci potremo chiarire nel momento in cui ci verrà dato l'appuntamento che abbiamo chiesto con le amministrazioni comunali e con i sindaci che vorranno venire, anche perché, evidentemente, le donne hanno iniziato anche a partorire lontano, fuori provincia, dalla parte bresciana e quant'altro.
  Quindi, è vero che abbiamo due elicotteri, ma gli elicotteri andrebbero usati per emergenze molto importanti e non per il trasporto di mamme, perché, anche se è vero che la provincia ha già messo 500 mila euro in previsione dei costi, però, Pag. 56evidentemente, noi non siamo abituati così e crediamo che sia veramente una questione di salute per la mamma e per il bambino.
  Nella diretta che ho fatto io, l'altra sera, ero lì, in colonna, è passata un'ambulanza per andare a prendere proprio un bambino, che era della Val di Ledro e che con i genitori era in macchina e dopo due ore di coda aveva iniziato ad avere delle patologie preoccupanti e l'ambulanza è venuta a soccorrerlo, perché la viabilità sta veramente inchiodando tutto.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  MAURO OTTOBRE. La ringrazio, il tempo è scaduto, quindi ci chiariremo eventualmente intorno a un tavolo.

(Chiarimenti in merito alle misure relative al servizio sanitario nazionale previste dal disegno di legge di bilancio per il 2017 – n. 3-02564)

  PRESIDENTE. L'onorevole Binetti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02564 per un minuto (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  PAOLA BINETTI. Ministro, negli ultimi anni noi eravamo abituati ai tagli alla sanità. Questa volta, fortunatamente, c’è stato un incremento di 2 miliardi e soprattutto lo si è fatto avendo dei punti di vista molto precisi e molto concreti. Si è parlato di farmaci innovativi soprattutto in campo oncologico, si è parlato di un investimento complessivo che riguarda anche l'aumento dell'età media in Italia, quindi una maggiore attenzione agli anziani, si è parlato finalmente di assunzioni di medici e di infermieri per migliorare la qualità del servizio.
  Ora, senonché, davanti a tutte queste belle notizie positive e accolte con grande ottimismo da parte soprattutto delle associazioni dei malati e dei malati stessi, si sollevano voci di dubbi: sono vere queste notizie ? Perché poi, alla fine, nessuno di noi ha potuto leggere davvero cosa c’è scritto e questo solleva qualche dubbio.

  PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  BEATRICE LORENZIN, Ministra della Salute. Sono lieta, onorevole interrogante, di essere qui a sfatare questi dubbi. Abbiamo una serie di buone notizie, la prima buona notizia è che, finalmente, il finanziamento statale del Fondo sanitario nazionale aumenterà, rispetto al 2016, di 2 miliardi di euro. Ciò conferma il costante trend di aumento del Fondo, registratosi nel periodo in cui ho avuto l'onore di guidare il Ministero della salute. Dal 2013 ad oggi, infatti, il Fondo sanitario nazionale, che si attestava a 107 miliardi di euro, ha avuto un incremento del 5,5 per cento. Questo risultato, oserei dire straordinario, in considerazione della difficile congiuntura economica che ha interessato il nostro Paese negli ultimi anni, è stato reso possibile grazie alle significative misure di efficientamento del sistema sanitario. Ricordo, solo per fare qualche esempio, la centralizzazione degli acquisti di beni e servizi, i piani di rientro aziendali, le disposizioni concordate con l'ANAC per la lotta alla corruzione in sanità, che ho fortemente voluto fin dall'inizio del mio mandato governativo e che hanno consentito di recuperare risorse che, come previsto dal Patto della salute, è stato possibile reinvestire nel sistema sanitario.
  Ebbene, con il disegno di legge di bilancio per l'anno 2017 possiamo dire che vengono colti i frutti del lavoro degli ultimi anni, che, peraltro, continua, atteso che nella legge di bilancio sono contenute ulteriori disposizioni che proseguono il cammino di efficientamento del Servizio sanitario nazionale e dei singoli sistemi sanitari regionali, con l'obiettivo di ridurre ed eliminare gli sprechi e reinvestire le risorse nel sistema e nelle prestazioni sanitarie e si torna ad immettere risorse nel sistema, risorse fresche, risorse che tuttavia non vengono distribuite a pioggia, Pag. 57ma vengono, invece, vincolate e finalizzate al raggiungimento di obiettivi di salute che tutti riconosciamo cruciali per la vita dei nostri concittadini e che vado qui, di fondo, a sintetizzare.
  Viene istituito un Fondo strutturale per i farmaci innovativi dell'ammontare di 500 milioni di euro per l'acquisto di medicinali finalizzati alla cura di patologie gravi o fino ad oggi incurabili, come ad esempio i farmaci anti epatite C.
  Viene istituito per la prima volta in Europa un Fondo per il finanziamento dei farmaci oncologici innovativi – anche questo Fondo è strutturale – per il quale vengono stanziati, anche in questo caso, 500 milioni di euro, per dare e garantire l'accesso in ogni luogo del nostro territorio nazionale ai nuovi farmaci contro il cancro.
  Viene istituito un Fondo per l'acquisto dei vaccini ricompresi nel nuovo Piano nazionale vaccini, grazie al quale potranno essere assicurate gratuitamente vaccinazioni contro malattie pericolose come la meningite, che, come è noto, causa ogni anno diversi decessi, soprattutto tra la popolazione più giovane, oppure l'introduzione di nuovi vaccini, come per esempio il papilloma virus per il maschio. Questo Fondo, tra l'altro, ci permetterà di liberare anche le ulteriori risorse che erano stanziate per i LEA – ricordo, 800 milioni di euro –, all'interno delle quali c'era anche lo stanziamento per il Piano nazionale vaccini, permettendo quindi di avere ancora maggiori risorse a disposizione delle regioni per aumentare la qualità del livello di prestazioni erogato ai propri cittadini.

  PRESIDENTE. Onorevole Binetti, ha facoltà di replicare per due minuti.

  PAOLA BINETTI. Grazie, Ministro. Ovviamente siamo soddisfatti della conferma delle notizie, che altrimenti sembravano soltanto dei rumor, come stamattina è uscito su tutte le agenzie, per esempio dai sindacati si diceva che i 2 miliardi ottenuti sono una condizione positiva, ma che non soddisfa tutti i bisogni della sanità.
  La sanità è un mondo talmente complesso e articolato che non ci sarà mai nulla che lo possa soddisfare interamente e completamente, anche perché effettivamente l'aumento dell'età media comporta la scoperta, peraltro, di nuove patologie, di nuove forme di disagio e, soprattutto, la possibilità di dover intercettare i bisogni di tipo sanitario con bisogni di tipo sociale, quell'aspetto di tipo sociosanitario di cui abbiamo chiesto si tenesse particolarmente conto nella revisione dei LEA. Quindi, effettivamente, l'avere liberato risorse che permettano ai LEA di esprimere con maggiore incisività il loro potenziale intrinsecamente terapeutico è una cosa che ci riempie di piacere. Ci riempie anche di gioia l'idea del Fondo dei farmaci oncologici innovativi: lei sa meglio di me che, appena si parla di una destinazione d'uso mirata, com’è in questo caso, si sollevano da parte, per esempio, delle associazioni delle malattie rare richieste analoghe. Nessuno vuole rimanere escluso dal momento in cui c’è un farmaco efficace, innovativo, dalla possibilità che questo farmaco possa essere somministrato ai figli piuttosto che alle persone care.
  Recentissimamente dall'associazione dei pazienti con fibrosi cistica si sono sollevate richieste specifiche, ma anche, per esempio, dall'associazione dei pazienti affetti da distrofia muscolare di Duchenne. Bambini che sono in un numero molto limitato, sono circa 100 bambini, che potrebbero avvalersi degli effetti positivi di un farmaco, ma, a conti fatti, la quantità di stanziamento prevista permetterebbe di coprire i bisogni soltanto di 35 di loro.

  PRESIDENTE. Grazie.

  PAOLA BINETTI. Quindi, il mio invito è soltanto a continuare su questo itinerario, avendo sempre presente che escludere o fare discriminazione in sanità è veramente molto molto molto molto pesante per tutti gli operatori che lavorano in questo campo (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

Pag. 58

(Misure a favore dei tirocinanti che svolgono il loro servizio presso l'amministrazione giudiziaria dal 2012 – n. 3-02566)

  PRESIDENTE. L'onorevole De Girolamo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02566 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  NUNZIA DE GIROLAMO. Grazie, Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, il decreto n. 117 del 2016 ha introdotto disposizioni che consentono al Ministero della giustizia di procedere ad assunzioni straordinarie. Dunque, lei, nel triennio 2016-2018, assumerà a tempo indeterminato mille unità di personale amministrativo non dirigenziale, da inquadrare nei ruoli dell'amministrazione giudiziaria. Il personale sarà selezionato o attraverso bandi di nuovi concorsi o attingendo da graduatorie ancora valide. Il provvedimento specifica che lo farà indicando insieme al Ministero per la semplificazione e la pubblica amministrazione tutte le modalità per procedere all'assunzione di queste unità.
  I tirocinanti che svolgono il loro servizio presso l'amministrazione giudiziaria dal 2012 sono vincitori di bandi di concorso, sono specializzati, hanno titoli idonei, sono giovani. Inoltre, rispondono a tutti quei requisiti che si richiederebbero per chi ha già esperienza nel settore dell'amministrazione della giustizia. Quindi, noi la interroghiamo per chiedere quali siano le ragioni che hanno portato il Ministro interrogato a non procedere a un inquadramento per i tirocinanti citati in premessa e per quali ragioni non siano stati ritenuti idonei ai fini dell'assunzione prevista dal decreto-legge n. 117 del 2016, e, se ci sarà un nuovo concorso, che tipo di preferenza avranno questi tirocinanti e se sarà un titolo che gli consentirà di avere vantaggio sugli altri.

  PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, onorevole Orlando, ha facoltà di rispondere.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della Giustizia. Grazie, onorevole De Girolamo. La sua interrogazione mi offre l'occasione per informare quest'Aula della situazione di coloro che hanno preso parte agli stage formativi presso le cancellerie degli uffici giudiziari, dove sono attualmente impegnati alcuni lavoratori in mobilità, in relazione al bando di concorso per assunzione di imminente pubblicazione. La ricerca di strumenti organizzativi a supporto degli uffici è stata una delle priorità del mio mandato, e, in questa prospettiva, si sono assicurate per la prima volta risorse per organizzare degli staff di assistenza al magistrato.
  Ed è con questa finalità che ho inteso valorizzare i percorsi formativi presso le cancellerie. Con la legge di stabilità 2015 sono state, infatti, reperite risorse per prorogare fino al 30 aprile 2015 tutti i 2.500 tirocini, che erano, lo ricordo, in scadenza il 31 dicembre 2014. Con il decreto-legge n. 83 del 2015 si sono quindi destinate ulteriori risorse per rendere disponibili 1.502 borse di studio. Una sola precisazione: nel novembre 2015 non è stato di conseguenza bandito un concorso per l'assunzione di personale, così come era presentato dall'onorevole interrogante, ma sono stati previsti degli stage che contribuiscono, per la prima volta, a formare titoli preferenziali e la valorizzazione delle professionalità acquisite nell'ambito dei pubblici concorsi sopra menzionati.
  Tutto questo non solo per assicurare ai tirocinanti, all'esito di una selezione, un ulteriore percorso professionalizzante nell'ambito dell'ufficio del processo, ma, soprattutto, per consentire loro di acquisire in via definitiva titoli preferenziali per tutti i concorsi nelle pubbliche amministrazioni e il diritto a criteri di valorizzazione per i concorsi banditi dal Ministero della giustizia ai fini dell'accesso al lavoro a tempo indeterminato. L'attenzione ai tirocinanti è stata dunque sempre massima da parte del Ministero della giustizia, che non ha ricercato soluzioni transitorie, ma ha voluto costruire un vero e proprio percorso professionalizzante.Pag. 59
  È in questa prospettiva che è già alla firma il decreto interministeriale con il quale si dà avvio all'assunzione a tempo indeterminato di mille unità, che lei ha ricordato, di personale amministrativo non dirigenziale in attuazione del decreto-legge n. 117 del 2016, e il bando per il concorso sarà pubblicato entro il prossimo 21 novembre 2016. Sono certo che, anche nei concorsi che si apriranno presso altre amministrazioni centrali e periferiche, il titolo preferenziale che abbiamo voluto riconoscere ai tirocinanti, con la previsione dell'articolo 21-ter del decreto-legge 30 giugno 2015, n. 83, sarà assicurato.
  Evidenzio, inoltre, che, nelle more della definizione delle procedure concorsuali previste dal citato decreto-legge n. 117, per coloro che hanno partecipato al tirocinio di perfezionamento presso l'ufficio del processo, 1.115 unità, e che si concluderà entro la fine del corrente anno, è stata proposta dal mio dicastero, nell'ambito della legge di bilancio per l'anno 2017, la proroga del periodo di tirocinio della durata non superiore a dodici mesi, ove espressamente richiesto dagli interessati, mantenendo il diritto, naturalmente, alla borsa di studio.

  PRESIDENTE. L'onorevole Nunzia De Girolamo ha facoltà di replicare per due minuti. Prego i colleghi che stanno dando corso ad un'animata conferenza alla destra della Presidenza di continuare i lavori della loro conferenza fuori dall'Aula, se possibile. Grazie. Prego, onorevole De Girolamo.

  NUNZIA DE GIROLAMO. Grazie, signor Ministro. Ovviamente, noi non ci riteniamo adeguatamente soddisfatti, perché il nostro interesse è quello di tutelare la competenza e anche l'esperienza che hanno maturato questi ragazzi, ai quali non basterà un titolo preferenziale, anche perché poi bisogna capire come avverranno le assunzioni, se saranno coinvolti i centri per l'impiego, che tipo di titolo preferenziale sarà, e se ci sarà una distinzione fra i tirocinanti che sono laureati e quelli che, invece, non hanno titoli, come questi ragazzi di cui si parla nel question time che abbiamo illustrato.

(Iniziative volte ad escludere l'iscrizione anagrafica per gli immigrati ospitati nei centri di accoglienza, al fine di salvaguardare le risorse comunali e l'efficienza dei servizi erogati alla cittadinanza – n. 3-02567)

  PRESIDENTE. L'onorevole Rondini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02567 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Noi chiediamo al signor Ministro di intervenire su una questione, che è rimbalzata agli onori della cronaca, che ci ha dato conto del fatto che molti immigrati presenti nel variegato mondo del sistema dell'accoglienza oggi avanzano la richiesta di ottenere la carta di identità e l'iscrizione anagrafica. La preoccupazione che noi manifestiamo al Ministro è la preoccupazione dei sindaci, dei primi cittadini, che temono, a ragione secondo noi, di vedere questi immigrati poter accedere anche ai servizi sociali che i comuni erogano e che fanno fatica oggi, magari, ad erogare a favore dei propri cittadini. Ecco, noi chiediamo, quindi, urgentemente al Ministro di intervenire affinché questa possibilità non si manifesti, per salvaguardare in particolare i primi cittadini e i servizi sociali che loro dovrebbero erogare prima di tutto ai cittadini italiani.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'Interno. Ringrazio l'onorevole interrogante, perché anch'io ho letto la stampa alla quale lui si riferisce, e dunque questa interrogazione mi dà l'opportunità di entrare nel merito di quanto scritto su qualche articolo che ho avuto modo di leggere. Nessuna residenza anagrafica agli stranieri irregolari e nessuna mia circolare Pag. 60a tal proposito, questo è il punto. Non c’è nessuna residenza per gli stranieri irregolari, nessuna residenza anagrafica, ed io non ho fatto una circolare a tal proposito. Tengo a precisare che l'iscrizione e le variazioni nei registri anagrafici sono previste per i soli cittadini stranieri, regolarmente residenti in Italia, in possesso di un regolare permesso di soggiorno e per i richiedenti asilo ospitati nei centri di accoglienza, per i quali il Centro rappresenta il luogo di dimora abituale ai fini della iscrizione cui ho fatto riferimento. Quindi non c’è nessuna, nessuna, nessuna innovazione rispetto a quanto disposto dal testo unico dell'immigrazione che mi precede e che precede il mio arrivo al Viminale e dal decreto legislativo, dunque nessuna innovazione anche dal decreto legislativo n. 142 del 2015, che sono le due fonti che disciplinano la materia e nessuna innovazione è stata apportata a queste due fonti dunque e la circolare alla quale si fa riferimento circolare non è, perché io non ho firmato nessuna circolare, ho firmato una nota di chiarimento, fornendola ad una prefettura in risposta ad uno specifico quesito sulla materia. È sempre dunque una fonte primaria, per di più di derivazione comunitaria, ad avere confermato per i richiedenti la protezione internazionale e il diritto alla iscrizione anagrafica. La fonte nazionale è il decreto legislativo n. 142 del 2015 che, in associazione, in combinato disposto con il testo unico sull'immigrazione, regola a livello nazionale la materia e la fonte comunitaria è data dalle direttive n. 32 e n. 33 del 2013. Detto tutto questo, per esplicitare in termini tecnici una risposta, che spero sia molto chiara, aggiungo che mai nessun profugo precederà un italiano nella erogazione dei servizi che gli enti e le istituzioni italiane devono agli italiani.

  PRESIDENTE. L'onorevole Rondini ha facoltà di replicare per due minuti.

  MARCO RONDINI. Noi riteniamo che la sua risposta vada semplicemente a confermare ancora una volta la volontà di questo Governo di perseverare nella politica delle porte aperte, aggravata fra l'altro dalla scelta di garantire comunque dei diritti a dei clandestini, perché – se è vero, come è vero – come dice lei, che lei fa riferimento a un testo unico sull'immigrazione che esisteva prima del suo mandato da Ministro, è altrettanto vero che le proporzioni del fenomeno non erano quelle attuali ed è altrettanto vero che i timori dei sindaci paiono non essere completamente infondati. Io le ricordo solo alcuni numeri del disastro che avete provocato. Dal 2013 ad oggi sono arrivate in Italia 512.000 persone, di queste solamente 260.000 hanno avanzato una richiesta di protezione internazionale, quindi vuol dire che 250.000 persone sono a tutti gli effetti dei clandestini che circolano liberamente sul territorio. Al danno, in termini di sicurezza, a cui ci rimandano questi numeri, c’è il danno in termini economici provocato dalla spesa che abbiamo sostenuto. Dal 2013 al 2015 l'Italia ha speso 6 miliardi e 300 milioni per l'accoglienza e nell'anno in corso si prevede di spendere 4 miliardi 227 milioni, a fronte di una previsione di spesa di soli 600 milioni per affrontare la cosiddetta emergenza povertà che coinvolge quattro milioni e mezzo di cittadini italiani che si trovano in uno stato di povertà assoluta.
  Non contenti dei danni che avete causato in termini economici e di sicurezza, oggi, con note, non con circolari – perché lei dice che non è una circolare – condite e preannunciate con la solita retorica, volete piegare i sindaci alla vostra volontà politica e utilizzate il metodo del bastone e della carota con i primi cittadini: un giorno promettete 500 euro a clandestino per le amministrazioni disposte a farsi comperare e il giorno dopo li obbligate a dar seguito alla vostra scellerata accoglienza diffusa o, come nel caso oggetto della nostra interrogazione, a regalare la carta di identità e la residenza ai clandestini, con tutto ciò che ne consegue, nonostante quello che ci dite, per cui potranno così accedere a una serie di servizi che i comuni faticano a garantire ai loro cittadini. Voi portate la responsabilità morale delle inevitabili tensioni sociali che la Pag. 61vostra scellerata politica agevola (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

(Iniziative volte a contrastare i fenomeni di illegalità nell'ambito del distretto cinese di Prato – n. 3-02568)

  PRESIDENTE. L'onorevole Monica Faenzi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Parisi ed altri n. 3-02568 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria, per un minuto.

  MONICA FAENZI. Grazie, Presidente, e grazie, Ministro. Prato, come lei sa, Ministro, non è più solo la capitale del tessile, ma anche dell'immigrazione. Il 18 per cento dei residenti è composto di stranieri contro l'8,3 per cento nazionale.
  Basterebbero questi dati in costante crescita a sollecitare un'attenzione particolare nei confronti della seconda città della Toscana, ma sono le cronache più o meno recenti a rendere ancora più preoccupante il quadro: l'avvio del processo relativo all'inchiesta sul riciclaggio di denaro tramite money transfer (4,5 miliardi volati da Prato a Pechino tra il 2006 e il 2010), con 298 imputati quasi tutti di origine orientale, l'arresto di una coppia di cinesi ritenuta terminale di un traffico di manodopera da Pechino a Prato.
  Per questo, Ministro, siamo a chiederle se il Ministro dell'interno ha in agenda interventi specifici finalizzati al contrasto dei fenomeni di illegalità all'interno del distretto cinese, e l'auspicato e il preannunciato reindirizzamento sul territorio pratese di una quota delle somme sequestrate nell'ambito dell'inchiesta sul riciclaggio di denaro.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'Interno. Grazie, Presidente. Grazie all'onorevole interrogante, a cui dico che, secondo i calcoli, il distretto manifatturiero di Prato è costituito da 7.600 imprese, di cui la metà è gestita da cittadini cinesi ed è oggetto di un'assidua e mirata attività di controllo svolta da un gruppo interforze previsto da «Patto per Prato sicura» che è uno strumento attivo fin dal 2007 per consolidare tutti gli strumenti di cooperazione.
  Il gruppo interforze, in cui sono rappresentate le forze di polizia e i vari organismi pubblici di vigilanza a competenza specifica, programma settimanalmente mirati interventi ad ampio spettro sul territorio; non è monitorato infatti solo l'aspetto commerciale, specie il profilo della contraffazione dei marchi, ma anche quello della prevenzione dei fenomeni del lavoro nero, del lavoro irregolare, del lavoro sommerso e della protezione sociale dei lavoratori.
  A partire dal 2014, anche a seguito dell'incendio di un capannone a Prato, nel quale persero la vita sette cittadini cinesi, ha avuto il via, su impulso della regione Toscana, un piano straordinario e triennale di controlli sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, che è seguito con cadenza mensile dalle ASL, in collaborazione con gli operatori di polizia, dando luogo a volte ad accessi congiunti tra di loro. Risultati: i controlli effettuati nell'ultimo triennio con il coordinamento del gruppo interforze o della regione Toscana sono stati oltre 6.000, l'aumento esponenziale dell'attività ispettiva ha consentito di far emergere consistenti sacche di irregolarità e criticità e spiega il corrispondente incremento delle segnalazioni all'autorità giudiziaria e, dunque, dei procedimenti penali iscritti presso la procura della Repubblica di Prato, come è stato giustamente evidenziato anche dalla collega che ha fatto l'interrogazione.
  La validità di questo approccio è testimoniato poi dalle analisi del trend nel tempo dei controlli che abbiamo effettuato e che evidenziano un progressivo miglioramento delle percentuali delle aziende che sono risultate in regola.
  La validità è riconosciuta anche dalla Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della Pag. 62pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo che, nell'ambito di un'indagine conoscitiva sulla realtà pratese, ha definito il sistema dei controlli attuati in quell'area un modello efficace da valutare in sede nazionale.
  Quanto ai profili di criminalità economica e al reinvestimento e riciclaggio dei profitti illeciti, riferisco che negli anni 2015 e 2016 i reparti della Guardia di finanza hanno effettuato 258 interventi ispettivi nei confronti di ditte individuali e società riconducibili a soggetti di etnia cinese, facendo emergere una evasione di imposte per un importo complessivo di circa 30 milioni di euro. Severo è stato anche il contrasto alle attività illecite di money transfer, che ha portato alla contestazione di circa 400 violazioni di natura penale e di più di 300 illeciti amministrativi.
  Poi mi richiedeva la collega la questione di indirizzare sul territorio pratese una quota del denaro sequestrato nel corso di queste inchieste. Concludo subito, Presidente. Dico che si ripropone con questa interrogazione un tema che io conosco bene perché è stato posto spesso in Parlamento dai rappresentanti delle regioni del sud, riguardanti il Fondo unico giustizia: perché – è questo il quesito – non destinare ai territori le attività provento dei sequestri o delle confische, ovviamente i beni mobili, non gli immobili ? Noi abbiamo avuto ampi dibattiti qui in Parlamento. Il tema non ha trovato un suo definitivo assetto, sono pronto a parlarne anche perché ritengo la richiesta non giuridicamente compatibile con la legislazione attuale, ma molto interessante in prospettiva, e quindi un tema su cui riflettere a tutto tondo per quanto riguarda la destinazione, o meglio la riattribuzione ai territori dei beni mobili che su quei territori sono stati sequestrati.

  PRESIDENTE. L'onorevole Faenzi ha facoltà di replicare, per due minuti.

  MONICA FAENZI. La ringrazio, Ministro. Effettivamente – devo dire – sono parzialmente soddisfatta, perché la situazione è davvero critica, quindi sarebbe assurdo dicessi oggi di sentirmi soddisfatta completamente del lavoro che è stato fatto fino adesso.
  È indubitabile che i dati parlano, 1033 procedimenti penali in materia di prevenzione e sicurezza del lavoro, di cui 888 proprio con indagati di nazionalità cinese, dimostrano naturalmente che il lavoro è stato fatto.
  Io la pregherei di tenere anche, però, in debito conto i consigli che sono stati dati in occasione di un evento pubblico, dove proprio il procuratore Antonio Sangermano, per esempio, di fronte all'eccezionalità della situazione, ha auspicato una legge che conceda alle prefetture poteri di espulsione, per esempio, per lo straniero condannato in primo grado. Me lo auguro anche perché reindirizzare i fondi a favore del territorio – le dico – è molto sentito in quella città.
  Quindi, mi rendo conto che la legislazione vigente magari non lo consente, ma la invito comunque a lavorare su questo fronte, perché forse dare ai cittadini di Prato un minimo di conforto rispetto a quello che stanno vivendo, che è una vera e propria colonizzazione da parte dei cinesi, fatta peraltro in maniera illegale, insomma anche con depauperamento di fondi, di energie e di risorse economiche, mi pare il minimo che si possa fare per questa città (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica verso Cittadini per l'Italia-MAIE).

(Chiarimenti in merito alla mancata pubblicazione della relazione di fine mandato dell'ex sindaco di Roma, Ignazio Marino – n. 3-02569)

  PRESIDENTE. L'onorevole Gigli ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-02569 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente, grazie, signor Ministro. Come lei ricorderà, su questo tema, che implica in qualche modo l'obbligo di relazione di fine mandato, Pag. 63a cui i comuni sono tenuti a termine di legge, noi avevamo già discusso con il sottosegretario Bocci durante un question time in Commissione. Perché ? Perché il sindaco Marino Ignazio, anche per le modalità avventurose con le quali si era conclusa in qualche maniera l'amministrazione di cui era titolare, non aveva prodotto appunto la relazione di fine mandato a cui era tenuto. Avevamo chiesto, quindi, che fosse il commissario prefettizio a dare conto di questa relazione, di cui i cittadini avevano diritto di poter prendere visione, e alla fine dell'interrogazione, il sottosegretario aveva garantito che questo sarebbe avvenuto e lo stesso aveva fatto il prefetto Tronca, apprendendo appunto dell'interrogazione.
  Ad oggi, a noi non risulta alcuna traccia di questa relazione. Se non ci sbagliamo, quindi, vorremmo chiedere quali siano le ragioni che impediscono ai cittadini di conoscere cosa c’è scritto e se essa, innanzitutto, sia stata effettivamente prodotta.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'Interno. Grazie Presidente, l'interrogazione dell'onorevole Gigli è ben posta e pertinente. Noi, che non siamo competenti specificamente, essendo l'amministrazione capitolina a termini di legge tenuta a curare gli adempimenti previsti dall'articolo 4 del decreto legislativo n. 149 del 2011, abbiamo chiesto tutte le informazioni che l'onorevole Gigli aveva sottoposto all'attenzione di questa interrogazione, appunto, all'amministrazione capitolina.
  Le dico che Roma Capitale ha provveduto a predisporre la relazione in questione e a trasmetterla alla Corte dei conti in termini di legge, cioè esattamente nei termini di legge.
  Effettivamente, come lamentato dall'interrogante, la relazione non è poi mai stata pubblicata.
  La sindaca Raggi ha reso noto al riguardo che non è stato possibile dare luogo alla pubblicazione, in quanto il documento è ancora alla visione dell'ex sindaco per la sottoscrizione. La prefetta di Roma, dunque, nella giornata di ieri, ha chiesto al primo cittadino di invitare il professore Marino a procedere immediatamente alla sottoscrizione, per consentire la pubblicazione della relazione, richiamando l'attenzione sulle sanzioni amministrative previste in caso di inadempimento, sanzioni consistenti nel dimezzamento, con riferimento a tre mensilità, dell'importo dell'indennità di mandato. Il predetto articolo 4 prevede anche che il sindaco sia comunque tenuto a dare notizia, nella pagina principale del sito istituzionale dell'ente, della mancata pubblicazione della relazione, motivandone le ragioni.

  PRESIDENTE. L'onorevole Gigli ha facoltà di replicare.

  GIAN LUIGI GIGLI. La ringrazio, signor Ministro, per la puntuale risposta, della quale sono soddisfatto, ovviamente per quanto di competenza del Ministero e della prefettura che da esso dipende.
  Sono assolutamente meno soddisfatto, invece, di quello che è accaduto e a questo punto comincio a pensare – perché, come diceva un illustre parlamentare, a pensar male talvolta si fa peccato, ma ci si indovina – che dietro questa relazione ci debba essere qualcosa, forse, di indicibile. Infatti, non si spiega altrimenti e non si capiscono i motivi per i quali essa non possa essere portata a conoscenza dei cittadini. Non sappiamo chi possa danneggiare o perché possa danneggiarlo e, da parte nostra, certamente torneremo eventualmente su questo tema, perché riteniamo che sia qualcosa di cui l'opinione pubblica ha diritto di poter prendere conoscenza.
  Mi auguro che il sollecito da lei effettuato e l'impegno assunto dal nuovo sindaco di Roma possano portare effettivamente il professor Marino a sottoscrivere questo documento. Non capisco però perché, se non viene sottoscritto, non possa comunque essere pubblicato, facendo menzione, al più, del fatto che, appunto, il Pag. 64titolare del documento non ha accettato, per così dire, di farlo proprio. Credo che potrebbe comunque essere messo a disposizione dei cittadini e sarebbe interessante per tutti loro. Grazie comunque per il suo impegno.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  A questo punto, prima di sospendere la seduta, salutiamo studenti e insegnanti del liceo statale «Celio Roccati» di Rovigo, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi).
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,15.

  La seduta, sospesa alle 16,10, è ripresa alle 16,20.

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amoddio, Biondelli, Michele Bordo, Matteo Bragantini, Caparini, Capelli, D'Ambrosio, Damiano, Dellai, Epifani, Gregorio Fontana, Fontanelli, Giancarlo Giorgetti, Locatelli, Mazziotti Di Celso, Piccoli Nardelli, Pisicchio, Realacci, Rosato, Rossomando, Sanga, Sani, Scotto, Tabacci, Valeria Valente, Venittelli e Vignali sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centoquindici, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

In morte dell'onorevole Giuseppe Angeli (ore 16,23).

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, se prendiamo posto, soprattutto se riusciamo a stare in silenzio. Comunico che è deceduto l'onorevole Giuseppe Angeli, già membro della Camera dei deputati nella XV e XVI legislatura.
  La Presidenza ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea. Su questo ha chiesto di intervenire l'onorevole Guglielmo Picchi. Ne ha facoltà. Colleghi, vi prego di rimanere in silenzio, se possibile.

  GUGLIELMO PICCHI. Signor Presidente, Giuseppe Angeli, Peppe per gli amici, non era certo il deputato più famoso o più loquace delle due legislature in cui ha avuto l'onore di essere collega. Giuseppe passava spesso inosservato, era molto taciturno, ma non per questo non ci ha lasciato un'importante lezione. Giuseppe emigrò giovanissimo dal Molise andando a cercare fortuna in Argentina e dopo tanti anni di duro lavoro è riuscito a farla quella fortuna e a essere un importantissimo imprenditore del settore immobiliare, del settore finanziario e dei trasporti aerei. Ricordo un elemento curioso in un'accesa riunione di gruppo sul caso di Alitalia, tanti colleghi parlavano di trasporti e Giuseppe Angeli a un certo momento si alzò in piedi e disse: comunque se volete qualche consiglio su come si gestisce una compagnia aerea, posso dirvelo io, perché lui la compagnia aerea ce l'aveva veramente e quindi era titolato più di altri a parlare di quest'argomento. Ci ha lasciato un'importante lezione, questa lezione è molto semplice: dobbiamo creare le condizioni affinché tanti giovani non siano costretti a emigrare, dobbiamo creare le condizioni affinché il nostro popolo possa avere sicurezza, dignità e lavoro e non sia costretto ad andare all'estero e creare anche negli altri Paesi le stesse condizioni affinché altri non abbiano a seguire la stessa sorte. Purtroppo questa lezione non è stata ben compresa finora né dal nostro Paese né da questo Parlamento, troppo spesso ignoriamo tutti i connazionali che vanno all'estero, che sono costretti a emigrare. Giuseppe tornò qua in tarda età, arrivò in Parlamento che aveva già 75 anni perché voleva mettere a disposizione del proprio Paese la propria esperienza. Oggi questa lezione è ancora Pag. 65viva, teniamo ben presente quanto Giuseppe ci ha lasciato. Caro Giuseppe, ci mancherai (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

Su un lutto della deputata Daniela Gasparini (ore 16,26).

  PRESIDENTE. Comunico che la collega Daniela Gasparini è stata colpita da un grave lutto, la perdita della madre. Alla collega la Presidenza ha già fatto pervenire l'espressione della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Si riprende la discussione del testo unificato delle proposte di legge n. 261-A e abbinate (ore 16,30).

  PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge n. 261-1037-2647-2705-3597-3629-3738-3818-3829-3872-3912-39334048-A: Misure per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno dei minori negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia e delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità e delega al Governo in materia di formazione del personale.
  Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta – colleghi, per favore – è stato da ultimo approvato l'articolo 7 e sono stati accantonati gli emendamenti Quintarelli 4.51, Coppola 4.52, Gigli 4.9, Costantino 4.20, la votazione dell'articolo 4 e gli articoli aggiuntivi Biancofiore 4.051 e Sisto 4.052, nonché l'articolo 6 e gli emendamenti ad esso riferiti.
  Avverto che le Commissioni hanno presentato l'emendamento 6.100, in relazione al quale risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione dei termini per la presentazione dei subemendamenti, e il subemendamento 0.4.52.100, che sono in distribuzione. Risulta altresì alla Presidenza che, in relazione ad entrambe le proposte emendative, tutti i gruppi abbiano rinunciato al termine di ventiquattro ore di cui all'articolo 86, comma 5-bis, secondo periodo, del Regolamento.
  Avverto, inoltre, che la Commissione bilancio ha espresso il prescritto parere, che è in distribuzione.
  Avverto, infine, che fuori dalla seduta l'emendamento Quintarelli 4.51 è stato ritirato dal presentatore.
  Chiedo al relatore come intenda proseguire nell'esame del provvedimento.

  ANTONIO BOCCUZZI, Relatore per la XI Commissione. Signor Presidente, io direi di ripartire dall'articolo 4, dove avevamo quattro emendamenti accantonati.

  PRESIDENTE. Sì.

(Ripresa esame dell'articolo 4 – A.C. 261-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 261-A ed abbinate).
  Invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni sugli emendamenti accantonati. Subemendamento 0.4.52.100 delle Commissioni?

  ANTONIO BOCCUZZI, Relatore per la XI Commissione. Signor Presidente, il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 4.52 Coppola ?

  ANTONIO BOCCUZZI, Relatore per la XI Commissione. Signor Presidente, il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 4.9 Gigli ?

  ANTONIO BOCCUZZI, Relatore per la XI Commissione. Signor Presidente, il parere è contrario.

Pag. 66

  PRESIDENTE. Emendamento 4.20 Costantino ?

  ANTONIO BOCCUZZI, Relatore per la XI Commissione. Signor Presidente, il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Articolo aggiuntivo 4.051 Biancofiore ?

  ANTONIO BOCCUZZI, Relatore per la XI Commissione. Signor Presidente, il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Articolo aggiuntivo 4.052 Sisto ?

  ANTONIO BOCCUZZI, Relatore per la XI Commissione. Signor Presidente, il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  FRANCA BIONDELLI, Sottosegretaria di Stato al Lavoro e alle politiche sociali. Conforme al relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.4.52.100 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 73).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.52 Coppola, nel testo subemendato, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 74).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.9 Gigli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 75).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.20 Costantino, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 76).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 77).
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.051 Biancofiore, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 78).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Pag. 674.052 Sisto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 79).

(Ripresa esame dell'articolo 6 – A.C. 261-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 261-A ed abbinate).
  Invito la relatrice ad esprimere il parere delle Commissioni.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Le Commissioni formulano un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Sisto 6.50. Le Commissioni esprimono parere contrario sull'emendamento Martelli 6.51. Le Commissioni raccomandano l'approvazione del proprio emendamento 6.100. Le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti Occhiuto 6.52 e 6.53.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  FRANCA BIONDELLI, Sottosegretaria di Stato al Lavoro e alle politiche sociali. Il parere del Governo è conforme a quello della relatrice, Presidente.

  PRESIDENTE. Comunico che gli emendamenti 6.50 Sisto, 6.52 e 6.53 Occhiuto sono stati ritirati.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.51 Martelli, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 80).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.100 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 81).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 82).

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 261-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 261-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo a esprimere il prescritto parere.

  FRANCA BIONDELLI, Sottosegretaria di Stato al Lavoro e alle politiche sociali. Sugli ordini del giorno Matarrelli n. 9/261-A/1 e Labriola n. 9/261-A/2 il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno Brignone n. 9/261-A/3 il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: «a valutare l'opportunità di intraprendere iniziative per valorizzare il rendimento e le corrette dinamiche relazionali (...)».
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/261-A/4 Gregorio Fontana, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/261-A/5 Pag. 68Marzano; esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/261-A/6 Chimienti purché sia riformulato nel modo seguente: «valutare l'opportunità e la sostenibilità finanziaria di promuovere iniziative finalizzate al...» eccetera, eccetera. Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/261-A/7 Dadone e n. 9/261-A/8 Di Vita. Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Tino Iannuzzi n. 9/261-A/9 e n. 9/261-A/10 Mucci. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/261-A/11 Giuseppe Guerini purché venga riformulato – anche se non è una vera e propria riformulazione – nel modo seguente: «a valutare l'opportunità di prevedere che la verifica dei requisiti di idoneità venga realizzata anche mediante colloqui personali», aggiungendo la parola «anche»; comunque parere favorevole.

  PRESIDENTE. È una riformulazione, però.

  FRANCA BIONDELLI, Sottosegretario di Stato al Lavoro e alle politiche sociali. Sì, una piccola riformulazione.

  PRESIDENTE. Tecnicamente una proposta che modifica il testo originario comunque noi la valutiamo riformulazione.

  FRANCA BIONDELLI, Sottosegretario di Stato al Lavoro e alle politiche sociali. Il Governo esprime parere favorevole con riformulazione sull'ordine del giorno Binetti n. 9/261-A/12: «a verificare che le figure professionali di cui all'articolo 2 della presente legge siano in possesso di tutti i requisiti espressamente previsti dalla normativa vigente». Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/261-A/13 Silvia Giordano, perché è già previsto un controllo periodico. Per gli ordini del giorno n. 9/261-A/14 Giammanco e n. 9/261-A/15 Sisto dovrei chiedere due minuti di sospensione perché me li hanno appena portati.

  PRESIDENTE. Facciamo così: noi intanto iniziamo con l'esame degli ordini del giorno e nel frattempo lei li esamina, e poi, quando ci arriviamo, esprimerà il parere.

  FRANCA BIONDELLI, Sottosegretario di Stato al Lavoro e alle politiche sociali. Grazie, Presidente.

  PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/261-A/1 Matarrelli, parere favorevole: quindi, va bene; ordine del giorno n. 9/261-A/2 Labriola, parere favorevole: quindi va bene.
  Onorevole Brignone, accetta la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/261-A/3 a sua prima firma ? Prendo atto che l'onorevole Brignone accetta la riformulazione e, quindi, va bene.
  Sull'ordine del giorno n. 9/261-A/4 Gregorio Fontana è stato espresso parere contrario, ma prendo atto che l'ordine del giorno viene ritirato.
  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/261-A/5 Marzano: parere favorevole.
  Ordine del giorno n. 9/261-A/6 Chimienti: è stata proposta una riformulazione.
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Chimienti. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Scusi, Presidente, ma non capisco. Questa mattina e fino a ieri sera eravamo lì lì per approvare l'emendamento del riconoscimento della qualifica di professione gravosa per le professioni di cui al presente testo unificato, adesso c’è addirittura una riformulazione su un ordine del giorno che sappiamo tutti che tipo di impegno sia. Quindi chiederei gentilmente al Governo, anche in virtù di quello che è stato detto questa mattina in Commissione, di accettare l'ordine del giorno così come era formulato.

  PRESIDENTE. Sottosegretario Biondelli, intende intervenire ? Prego.

  FRANCA BIONDELLI, Sottosegretario di Stato al Lavoro e alle politiche sociali. Grazie, Presidente. No perché c’è un appesantimento proprio anche a livello finanziario e quindi sarebbe anche illudere Pag. 69le persone. Noi abbiamo ben presente quanto è gravoso il lavoro dell'infermiere, dell'operatore socio-sanitario e di coloro che lavorano in queste strutture, tanto che prendiamo in considerazione di valutare questa opportunità, ma dire che certamente verranno inseriti non mi sembra corretto.

  PRESIDENTE. Sta bene. Quindi, rimane la richiesta di riformulazione. Onorevole Chimienti, ci deve dire se accetta o no perché, al di là della richiesta di chiarimento al Governo, lei può motivare se ritiene perché accetta o meno.

  SILVIA CHIMIENTI. Non accetto la riformulazione e non accetto neppure questo modo di motivare il parere negativo, che di fatto è un parere negativo, quando fino a ieri sera c'era un parere invece favorevole su un emendamento che avrebbe cambiato il testo. Dunque veramente non capisco cosa sia successo questa notte e come mai si parli di illudere le persone, visto che si trattava comunque di una previsione. Questi lavori sono gravosi e vanno riconosciuti in quanto tali. Dunque non c’è un impegno serio del Governo su questo: ne prendiamo atto e mi sento anche molto presa in giro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Non essendo stata accettata la riformulazione sull'ordine del giorno n. 9/261-A/6 Chimienti, si intende che abbia parere negativo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/261-A/6 Chimienti, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Prego i colleghi al Comitato dei nove se riescono per cortesia a darsi un ordine.

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 83).
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/261-A/7 Dadone, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 84).

  Passiamo all'ordine del giorno n. 9/261-A/8 Di Vita, con il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Vita. Ne ha facoltà.

  GIULIA DI VITA. Grazie, Presidente. Diciamo che questa è la stessa vicenda che ha vissuto la collega Chimienti, nel senso che in Commissione abbiamo parlato di questo emendamento che semplicemente propone la rilevazione della soddisfazione degli utenti o dei loro familiari presso tutte le strutture ricomprese all'articolo 1, e mi è stato detto di ripresentarlo in Aula perché probabilmente sarebbe stato accettato. Infatti la maggioranza credeva che fosse già presente nella normativa, in realtà è presente già nella normativa per quanto riguarda le strutture prettamente ospedaliere. Tra l'altro, non tutte le ASL lo fanno e soprattutto non tutte almeno pubblicano i risultati sul sito istituzionale delle strutture stesse. Quindi noi proponevamo di allargare questa modalità di raccolta delle opinioni dei familiari a tutte le strutture che vengono prese in considerazione dal testo unificato, quindi dagli asili alle scuole, ma soprattutto alle case di cura, RSA, eccetera. Quindi l'accoglimento di quest'ordine del giorno mi sembrava il minimo, considerato che l'emendamento una volta mi è stato detto che era possibile accettarlo, poi invece è stato votato sfavorevolmente. Quindi chiedo almeno di sapere le motivazioni per cui nemmeno l'ordine del giorno può essere accettato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 70

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/261-A/8 Di Vita, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 85).

  Ordine del giorno n. 9/261-A/9 Tino Iannuzzi, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/261-A/10 Mucci, parere favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/261-A/11 Giuseppe Guerini e n. 9/261-A/12 Binetti, la riformulazione è accettata dai presentatori.

  PAOLA BINETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Su che cosa, onorevole Binetti ?

  PAOLA BINETTI. La riformulazione, che accolgo, peraltro, fa riferimento alla normativa vigente. In realtà questa espressione «normativa vigente» in questo momento risulta piuttosto ambigua, perché noi abbiamo approvato recentemente qui in Parlamento, alla Camera dei deputati, una legge sulla formazione del figura dell'operatore, dell'educatore professionale socio-sanitario e socio-educativo mettendo l'accento sul fatto che si tratta di figure che devono percorrere entrambe un itinerario di formazione universitaria, previsione non presente oggi nella normativa vigente. Quindi il mio auspicio e il motivo per cui io accolgo la riformulazione è che in prospettiva venga votata e quindi diventi legge la proposta di legge, in questo caso Iori-Binetti, che è parcheggiata in questo momento al Senato, nella speranza davvero che il personale messo a contatto diretto con bambini e anziani sia un personale laureato e quindi abbia avuto una formazione ad hoc sufficientemente approfondita.

  PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno Silvia Giordano n. 9/261-A/13, con il parere contrario del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Vita, prego.

  GIULIA DI VITA. Grazie, Presidente. Volevo un attimo specificare meglio il contenuto di questo ordine del giorno, perché forse è stato valutato superficialmente, nel senso che il problema del logoramento psicofisico degli operatori è vero che è già ricompreso nel testo.
  Quello che invece noi aggiungevamo – e che non credo che sia di poco conto – è di controllare che i datori di lavoro mettano in pratica tutte quelle misure atte a prevenire questi fattori di stress psicofisico, quindi non solo verificare l'idoneità e l'integrità degli operatori che lavorano, ma verificare se è il datore di lavoro che mette in atto tutte quelle misure che servono proprio a prevenire ed evitare queste situazioni, anche perché ricordo che dopo il 25 novembre 2015 abbiamo ricevuto l'ennesimo richiamo dall'Europa, proprio per il mancato adeguamento della normativa europea sull'orario di lavoro, soprattutto dei medici.
  Quindi anche in questo caso l'emendamento è stato respinto, perché, ripeto, secondo me non è stato valutato in maniera dettagliata, anche proprio dalla risposta accennata dal sottosegretario; mi pare di aver capito che lei diceva che tanto già è previsto: sì, è previsto, ma tengo a specificare che questo è rivolto ai datori di lavoro.
  Un conto è valutare l'integrità dei lavoratori, un conto è valutare se sono i datori di lavoro a mettere i lavoratori nella condizione di prevenire questo fenomeno, detto burnout, e quindi garantire la salute e la cura degli ospiti che vengono curati in queste strutture.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/261-A/13 Silvia Giordano.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 71

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 86).

  L'ordine del giorno n. 9/261-A/15 Sisto è stato ritirato.
  Sottosegretaria Biondelli, qual è il parere sull'ordine del giorno n. 9/261-A/14 Giammanco ?

  FRANCA BIONDELLI, Sottosegretaria di Stato al Lavoro e alle politiche sociali. Il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Sta bene.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 261-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signor Presidente, intendo fare una premessa a questa dichiarazione di voto.
  A fronte degli episodi di violenza e maltrattamenti nei confronti di bambini e bambine e di persone anziane e disabili di cui abbiamo avuto notizia, episodi chiaramente inaccettabili, da condannare severamente, non possiamo non sottolineare la presenza di tantissimi educatrici dell'infanzia, maestre, maestri e assistenti sanitari che operano negli asili, nelle scuole e nelle case di cura con professionalità, dedizione e anche amore.
  Tengo a precisarlo, perché se è doveroso fare tutto il possibile per reprimere gli abusi e punire i colpevoli, è altrettanto vero che non si può, non si deve fare di tutta l'erba un fascio.
  Certi servizi, usciti sui media, rischiano di dare un'immagine distorta di quello che è il servizio di cura anche educativo del nostro Paese.
  Certo, anche un solo abuso è di troppo.
  Nel merito del provvedimento: è stato identificato con il tema delle videocamere, ed è un peccato, perché così non è, ma queste sono le distorsioni dei messaggi semplificate dei media, social e non social.
  Ciò che dà valore a questo provvedimento è il coinvolgimento delle famiglie nell'azione educativa e di cura, la selezione e la formazione del personale, e non solo in entrata, l'attenzione al personale durante lo svolgersi della vita lavorativa, perché finalmente è chiaro che il lavoro educativo, soprattutto nei primi anni di vita di bambini e bambine, ed il lavoro di cura di persone anziane e disabili è lavoro delicato e usurante e lo si può reggere e a volte non reggere più ed è opportuno che si venga sostenuti e se necessario accompagnati verso percorsi lavorativi diversi, senza colpevolizzazioni.
  Il provvedimento in gran parte riprendere la legge Iori-Binetti, approvata qualche settimana fa, sulla formazione dell'educatore professionale, arricchendola, e questa continuità è positiva.
  Un cenno sulle telecamere: si possono installare, in alcuni casi già lo sono. Si sappia, però, che sono previste regole chiare e certe e che le riprese saranno a disposizione solo – e ribadisco: solo – dell'autorità giudiziaria, in presenza di notizia di reato. Il voyeurismo non ha accoglienza in questo testo.
  Il gruppo Socialista voterà a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI)-Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Invito i colleghi, se possibile, a rimanere all'interno dei tempi assegnati.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brignone. Ne ha facoltà.

  BEATRICE BRIGNONE. Gentile Presidente e onorevoli colleghi, di fronte alle immagini terribili in cui vediamo colpiti e umiliati bambini e persone inermi, impossibilitati a difendersi e a chiedere aiuto, ciascuno di noi, d'istinto, sente affiorare gli istinti peggiori, tanto più vivendo in un'epoca da «guarda il video che ha indignato nel web» o «il video che ha commosso il web», ma nelle vesti di legislatori Pag. 72non possiamo permetterci di ragionare d'istinto e abbiamo la responsabilità di fare lo sforzo di andare più in profondità delle risposte che forse anche noi pensiamo, guardando il video che ha indignato il web.
  Se davvero è nostro interesse prenderci cura di chi è più fragile, non possiamo limitarci a intervenire sugli effetti, invece che sulle cause.
  Il provvedimento in discussione oggi poteva rappresentare un'incredibile occasione per affrontare il problema della sicurezza nelle scuole per l'infanzia e nei centri per anziani e per persone con disabilità, sarebbe stata un'incredibile occasione per chiederci se mettere in discussione la compresenza in classe sia stata una buona idea, se il numero di insegnanti per alunni è sufficiente, se i bandi per appaltare questo genere di servizi funzionano bene e quanto e se il mestiere di insegnante sia logorante e soggetto a burnout, come effettivamente intervenire affinché i bambini e i nostri cari possano essere concretamente al sicuro in nostra assenza.
  Però, al contrario, si è deciso di intervenire sulle conseguenze invece che sulle cause: invece che intervenire sulla qualità dei servizi, si preferisce la strada più veloce e poco efficace, come tutte quelle che parlano alla pancia più che alla testa; e così ricorriamo alle telecamere, confidando in un effetto deterrente che, per essere tale, dovrebbe prevedere installazioni almeno in ogni ambiente d'istituto, non solo in aula o nella stanza, producendo una quantità enorme di immagini difficilmente gestibili.
  Ma allo stesso tempo decidiamo, in fondo, in fondo, di non investirci poi tanto, perché non è che ci crediamo poi molto a queste telecamere, se decidiamo di inserire una clausola di neutralità finanziaria.
  Troppi sono i limiti e troppe le mancanze, per poter sostenere questo provvedimento. L'unica cosa che possiamo concedere è il beneficio del dubbio di fronte al supremo interesse del bambino e solo il dubbio, anche solo un dubbio che solo un bambino possa trarre giovamento da questo provvedimento, è per noi motivo sufficiente per non porci di ostacolo.
  Ci asterremo, quindi, da un provvedimento che, come spesso accade, si limita ad un titolo ad effetto, ma viene completamente svuotato di senso, limitandosi ad essere l'ennesima occasione sprecata (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera-Possibile).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, Presidente, annuncio il voto a favore della componente Conservatori e riformisti su questa proposta di legge, avendo noi anche presentato un testo, che poi è stato unificato.
  Io penso che trattasi di un provvedimento importante, che copre una carenza all'interno stesso dell'ordinamento, in riferimento a queste disposizioni e che la prevenzione e il contrasto delle condotte in danno dei minori, delle persone anziane e delle persone con disabilità, rispetto al contenuto di questo provvedimento, è un presupposto abbastanza forte per cercare sostanzialmente di contrastare.
  È sperabile che nella legge di bilancio del 2017, che è in corso di formulazione e che ancora deve arrivare in Parlamento, ci sia la possibilità, poi, che il Governo trovi il modo di incrementare le risorse stanziate già e qui in essere, che sono pari a 5 milioni di euro, perché chiaramente tanto più sarà efficiente ed efficace, tanto più la politica riuscirà a dare una risposta efficace rispetto ai tanti problemi che ci sono in merito alle situazioni delle condotte proprio a danno dei minori, dei disabili e delle persone anziane – di cui le cronache sono oltremodo ricche, purtroppo per noi –, tanto migliore sarà il lavoro che è stato fatto e che ci apprestiamo a votare definitivamente.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Palese, anche per la sintesi.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Petrenga. Ne ha facoltà.

Pag. 73

  GIOVANNA PETRENGA. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo e onorevoli colleghi, vorrei cominciare il mio intervento esprimendo soddisfazione per la tempestività con la quale il Parlamento sta affrontando il delicato tema che forma l'oggetto del testo di legge che stiamo esaminando e che comprende anche la proposta di legge presentata dal gruppo Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale. Si tratta del delicato tema della tutela dei soggetti più vulnerabili della nostra società, i bambini in tenera età, gli anziani, le persone con disabilità; queste categorie che compongono la nostra società, bisognose più delle altre di attenzioni e cure, sono purtroppo anche le più esposte ad abusi e vessazioni. Negli ultimi anni si è infatti verificato con imbarazzante frequenza che, all'interno di strutture deputate proprio all'accoglienza, cura e assistenza di queste persone, si siano verificate violenze sia di tipo psicologico sia fisiche, oltre che vessazioni e soprusi di ogni genere.
  L'allarme sociale, scaturito dalle immagini che troppo spesso abbiamo visto passare sulle nostre televisioni, guardando i telegiornali, di bambini picchiati e umiliati e di anziani e disabili abbandonati a loro stessi, impone una risposta forte e concreta. È così che si è pervenuti ad approntare un provvedimento che, pur muovendosi sul sottile crinale della tutela della privacy e delle garanzie costituzionali di riservatezza riconosciute a ogni persona, appare ormai imprescindibile.
  Lo stato sociale, per il quale comunemente si intende quel complesso di norme attraverso il quale lo Stato riconosce e garantisce i diritti individuali della persona e i servizi sociali, ha come prima finalità quella di ridurre le disparità realizzando quel principio di uguaglianza, di cui all'articolo 3 della nostra Costituzione, e promuovendo il benessere dei propri cittadini. Lo stato sociale così inteso è volto a garantire l'erogazione dei servizi di assistenza, educazione e cura in favore delle fasce più deboli della nostra popolazione, esattamente quelli che ho poco fa elencato.
  Con riferimento ai bambini fino a tre anni di età, ciò trova parziale espressione normativa nella legge n. 1044 del 1971, che ha riconosciuto come servizio sociale di interesse pubblico l'assistenza prestata negli asili nido ai bambini proprio di quell'età, mentre la funzione sociale dell'assistenza in favore delle persone anziane e dei disabili trova riconoscimento attraverso l'inquadramento delle sue prestazioni nell'ambito del sistema sanitario nazionale e dei livelli essenziali di assistenza.
  Gli sconcertanti fatti verificatisi negli asili nido, nelle scuole dell'infanzia, nei centri diurni di sanità mentale, nelle case di cura e di riposo per anziani e nei centri di riabilitazione a breve e a lunga degenza per persone diversamente abili, sia fisiche sia psichiatriche, che ci riportano le cronache, delineano uno scenario di una problematica di rilevanza nazionale diffusa in ogni regione e in differenti contesti sociali e che mina alle fondamenta la funzione sociale della nostra nazione.
  È evidente come la decisione di rendere possibile un'installazione, chiamandola preventiva, di telecamere all'interno di asili o di strutture per l'accoglienza e la cura di anziani e persone con disabilità sia complessa. In questa decisione ci hanno tuttavia confortato i provvedimenti generali per delineare presupposti e modalità del trattamento di dati personali acquisiti tramite strumenti elettronici di immagini emanati sino ad oggi in assenza di previsioni legislative dal Garante per la privacy. Con questo provvedimento, infatti, è stata riconosciuta la liceità della videosorveglianza, a condizione che essa non determini un'ingerenza ingiustificata nei diritti e nelle libertà fondamentali dei soggetti coinvolti.
  Nel 2010, in particolare, il Garante, in considerazione sia dei numerosi interventi legislativi in materia sia dell'ingente quantità di quesiti, segnalazioni, reclami e richieste di verifica preliminare nella materia sottoposta a questa autorità, aveva adottato il provvedimento in materia di videosorveglianza, con il quale aveva stabilito le regole e gli accorgimenti da osservare nell'installazione degli impianti di Pag. 74videosorveglianza, diversificandoli a seconda del luogo in cui l'installazione è operata.
  Nel 2013 il Garante è nuovamente intervenuto sulla materia della videosorveglianza, con particolare riferimento a quella svolta negli asili nido, affermando la preminenza dell'interesse generale del minore e ammettendo l'impiego di tali sistemi nei soli casi in cui l'installazione risulti effettivamente necessaria e proporzionata.
  L'ambizione sostenuta dal presente provvedimento di aumentare le tutele in favore delle categorie più vulnerabili è, a nostro avviso, troppo importante per essere frenata dal fatto che il testo, nella necessità di garantire tutte le diverse posizioni in campo, possa non essere perfetto.
  È per questo che preannunzio il voto favorevole del mio gruppo, nella speranza che possa davvero essere l'inizio di una rinnovata attenzione nei confronti di tutti quei soggetti che hanno bisogno di particolare cura e con l'auspicio che, nella sua vigenza, la legge potrà essere davvero in grado di contemperare le esigenze di tutti i soggetti coinvolti, nel rispetto della tutela della riservatezza di tutti i soggetti e in osservanza dei principi enucleati dal garante per la protezione dei dati personali e della disciplina contenuta nello statuto dei lavoratori sulla tutela della riservatezza dei lavoratori.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluigi Gigli. Ne ha facoltà. Prego i colleghi di liberare l'emiciclo. Prego, onorevole Gigli.

  GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, il testo unificato delle proposte di legge, definito dalle Commissioni riunite I e XI nel corso dell'esame in sede referente, è volto a prevenire e a contrastare, in ambito pubblico e privato, le condotte di maltrattamento e di abuso, anche di natura psicologica, in danno dei minori negli asili nido e nelle scuole d'infanzia nonché delle persone ospitate nelle strutture sociosanitarie e socioassistenziali per anziani e per persone con disabilità a carattere residenziale, semiresidenziale o diurno. In tale quadro è disciplinata la raccolta di dati utilizzabili a fini probatori in sede di accertamento di condotte illecite. Il testo specifica che restano fermi il patto educativo e l'alleanza terapeutica.
  I fatti di cronaca quotidianamente ci presentano, purtroppo, casi di abusi e di maltrattamenti sulle categorie più deboli, maltrattamenti che sono resi ancora più odiosi dal fatto che si verificano nei luoghi ove bambini, anziani e disabili dovrebbero essere considerati al sicuro, accuditi e protetti. Essi, infatti, vengono affidati alle cure e alla responsabile gestione del personale ivi impiegato, che purtroppo talora non si dimostra all'altezza del delicato compito a cui è chiamato. Quello che stiamo per votare, dunque, è un provvedimento che potremmo definire in qualche modo doveroso per contrastare i casi, purtroppo non rari, di violenza e di abusi che vengono perpetrati in questi spazi, che dovrebbero essere invece votati all'unico scopo della tutela dei loro ospiti fragili.
  Proprio a questo proposito l'articolo 4, recante disposizioni relative alla regolamentazione dell'utilizzo dei sistemi di videosorveglianza, risulta essere quello più delicato. Le posizioni, come sappiamo, sono molto diversificate al riguardo: per qualcuno l'installazione della videosorveglianza costituisce tout court la soluzione del problema; per altri, al contrario, è essa stessa o quanto meno rischia di poter essere, essa stessa, il problema, se non altro perché provoca, anche involontariamente, un estendersi dell'occhio del Grande Fratello. Per molti altri quanto meno – e io sono tra questi – essa non costituisce certamente la soluzione principale.
  Il testo da questo punto di vista è stato, a mio parere e a nostro parere, come gruppo, molto migliorato durante il percorso in Commissione, in particolare mettendo un'enfasi notevole su quello che è lo strumento, a nostro parere, più importante da questo punto di vista: lo strumento della prevenzione più che non Pag. 75quello, appunto, della videosorveglianza, cioè la prevenzione attraverso la formazione, la coscientizzazione e lo sviluppo della responsabilità etica degli operatori scolastici, educatori e socio sanitari, anche se – lo dico subito –, da questo punto di vista, avremmo preferito che, per quanto riguarda almeno il mondo dell'educazione, l'accento sulla formazione del personale fosse portato attraverso un altro strumento, che pure è in preparazione, lo sappiamo tutti: la delega «0-6», che riguarda la buona scuola, sulla quale si sarebbe potuto trovare l'ambito ottimale per discutere con maggiore competenza, con maggiore serenità e con maggiore anche approfondimento della formazione del personale.
  Ciò detto ribadiamo comunque l'interesse – perché almeno questo apporto è stato in qualche modo sottolineato all'interno del provvedimento –, mettendo a punto l'attenzione non solo sulla selezione psicoattitudinale del personale prima dell'inizio degli studi, ma anche prima dell'ingresso nella professione e poi attraverso verifiche anche in itinere nel corso dell'attività lavorativa. Tutto questo è stato per fortuna realizzato nel rispetto delle prerogative sindacali, per evitare comunque forme odiose di discriminazione tra i lavoratori, come giustamente previsto al comma 4 dell'articolo 4. Restano aperti, ciò nonostante, alcuni quesiti. Il primo, per me fondamentale – e lo dico a partire da un ambito dove in qualche modo abbiamo già uno strumento di osservazione, addirittura triennale dei comportamenti delle persone e che tuttavia non garantisce completamente e non può essere in grado di garantire completamente forme di indebito arrivo di personaggi non idonei a compiere determinate mansioni – è con che cosa noi misuriamo e valutiamo l'idoneità delle persone. Faccio un esempio che per fortuna non c'entra niente per non urtare la suscettibilità di nessuno: noi oggi per esempio facciamo dei concorsi per permettere agli studenti di accedere alle facoltà di medicina; non siamo in grado oggi di valutare l'attitudine professionale del futuro medico, possiamo tuttalpiù stabilire se è un ragazzo dotato di capacità di studio e volenteroso, ma certamente non siamo in grado di definire se questo stesso ragazzo sarà un buon medico e sarà soprattutto un medico umano. Qualcosa del genere avviene purtroppo per tutte le altre professioni che sono in qualche maniera implicate nei temi di cui oggi ci occupiamo. Come valutiamo l'idoneità e soprattutto come la valutiamo in itinere ? E poi: nel momento in cui comunque i problemi dovessero presentarsi, quando il gioco già è in movimento, cioè quando la persona sta già lavorando con questi soggetti fragili, quando si verificano situazioni che magari per l'essenza stessa di una professione così impegnativa possono portare a quello che viene chiamato il burnout professionale, ebbene come andiamo a rilevarlo ? Se ci arriviamo tramite la videosorveglianza, in qualche modo abbiamo già fallito perché vuol dire che si sta già determinando l'abuso. Ora noi dobbiamo arrivare invece a rilevare il burnout a monte, prima, e tutto questo non è facile e non è facile nemmeno poi prevedere cosa fare di questo personale, come ricollocarlo, in quali mansioni e come evitare magari che ci sia qualcuno che lo faccia magari di proposito per uscire da un certo tipo di impegni e magari vedersi ricollocare in altri, che so, di tipo amministrativo, non a contatto direttamente con questo pubblico. Quindi sono temi che andranno ancora affrontati e definiti e che – ripeto – non è facile definire. Peraltro tutto questo credo che sia stato portato anche all'attenzione del legislatore da parte di alcune delle organizzazioni audite a suo tempo. E poi son previste per le scuole, e per fortuna anche per le paritarie – è stato scritto all'articolo 6 – delle modalità di partecipazione da parte dello Stato alla installazione di questi sistemi di videosorveglianza, ma non è chiaro ancora, almeno a me non è ancora chiaro, chi effettivamente poi pagherà per altri tipi di situazioni e comunque nel tempo, per quanto riguarda questo tipo di problemi. E poi c’è il problema della privacy. Siamo contenti che il nostro emendamento, il 3.12, sia stato poi sostanzialmente Pag. 76recepito all'interno di quello che è divenuto l'articolo 4 dall'emendamento della Commissione per quanto riguarda l'autorizzazione alla ripresa da parte dei soggetti più deboli, penso in particolare ai disabili, penso in particolare ai malati che sono in situazioni di degenza prolungata e sono spesso in situazioni di allettamento, per i quali certamente la videosorveglianza, se non da loro autorizzata, avrebbe potuto costituire una indebita violazione della loro privacy e talora una mancanza di rispetto completa per la loro dignità.
  Per fortuna, da questo punto di vista, ripeto, l'emendamento della Commissione che ha sostanzialmente recepito il nostro emendamento 3.12 dà ragione di questa preoccupazione. Ebbene, io credo che, nonostante queste riserve che ho cercato di portare, e grazie anche ad alcuni accorgimenti che oggi stesso in Comitato dei nove sono stati apportati per quanto riguarda i meccanismi con cui dare una modernità effettivamente al rispetto della privacy a cui sono tenuti i sorveglianti e alla quale hanno diritto tutti i nostri cittadini, alla luce di tutto questo cammino fatto, comunque il provvedimento, nonostante alcune riserve e alcune ombre e nonostante appunto le finalità forse un pochino repressive prima ancora che preventive, ma per fortuna migliorate, come dicevo, possa essere votato e lo voteremo compattamente per quanto riguarda il nostro gruppo di Democrazia Solidale-Centro Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monchiero. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI MONCHIERO. Presidente, le cronache di questi ultimi anni ci hanno mostrato un preoccupante aumento di episodi di maltrattamenti a danno di bambini, di anziani, di disabili, di persone quindi bisognose di assistenza che invece venivano trattate spesso in totale disprezzo dei loro diritti e della loro dignità. È chiaro che, trattandosi di atti molto sgradevoli compiuti nei confronti dei più deboli, l'opinione pubblica richiedeva un intervento e questa è una delle tante norme che questo Parlamento ha adottato sulla spinta di un'emozione. Devo dire che, nonostante questa premessa, a noi pare che sia stata adottata una buona legge. La legge che abbiamo in esame oggi affronta un tema molto delicato e lo affronta sotto tre punti di vista. Non solo la repressione del fenomeno naturalmente, o comunque cautele che possono aiutare gli organi a ciò preposti a reprimere fenomeni di criminalità sostanzialmente, o comunque di delitti sgradevolissimi; non solo repressione, è previsto un ampio intervento nel settore della prevenzione, per quanto riguarda la formazione del personale e la verifica – come hanno già ricordato i colleghi prima intervenuti – del burnout che, in condizioni di lavoro che richiedono un particolare impegno, non solo tecnico, ma anche di adesione etica alle prestazioni che si rendono agli utenti, è sempre in agguato e il personale che lo subisce diventa inevitabilmente personale a rischio, a rischio innanzitutto di non essere più all'altezza di svolgere bene la professione e, in casi estremi, anche a rischio di recare danno alle persone che vengono assistite. Il nostro gruppo poi ha molto apprezzato l'articolo 3 di questa legge. L'articolo 3 cerca di incidere su quella che è una cattiva abitudine delle strutture di assistenza, specialmente per quanto riguarda gli anziani e i disabili, che tendono a limitare in orari prestabiliti i diritti di accesso dei parenti degli utenti. Ora, questa separazione inevitabile fra la persona che deve lasciare la famiglia per essere assistita in una struttura è aggravata se le possibilità di visita non vengono incoraggiate. Ecco, noi abbiamo davvero apprezzato – perché, questa sì, è una autentica e positiva forma di prevenzione – il contenuto dell'articolo 3, che impone alle strutture pubbliche e private che svolgono questo tipo di assistenza di agevolare attraverso orari più ampi l'accesso dei parenti ai luoghi di cura di loro familiari.Pag. 77
  E infine la questione forse più spinosa, quella più difficile, è quella della videosorveglianza, una proposta che di primo acchito potrebbe anche procurare una sorta di rigetto, perché ogni volta che si invade la privacy, tutti noi tendiamo naturalmente ad assumere una posizione di difesa. La norma, invece, agisce con molta cautela e ancora stamattina è stato approvato in quest'Aula un emendamento che incide sulla qualità tecnica delle misure di prevenzione, atte ad evitare l'utilizzo inappropriato dei dati che vengono registrati. Il nostro gruppo, attraverso il collega Quintarelli, ha particolarmente insistito affinché venisse adottata una formulazione tecnicamente più accettabile di quella che era prima inserita nel testo della norma. Non si tratta di un dettaglio, si tratta di una condizione che trasforma una norma che potrebbe anche essere pericolosa in una norma che, invece, tutela i diritti di tutti, i diritti degli assistiti e i diritti dei lavoratori. E al tempo stesso tutela anche quella che era l'esigenza della norma, che era quella di mettere la magistratura e gli organi di polizia nella condizione di potere agire immediatamente in caso di segnalazione di presunti reati. Ora è evidente a tutti che, se l'intervento per ottenere strumenti di sorveglianza avviene dopo la segnalazione del reato, prima che questo possa essere represso, occorre che sia continuato nel tempo. Avere già predisposto un sistema di videosorveglianza prima che avvenga il reato consente attualmente alla magistratura di intervenire con immediatezza. Questa è l'essenza della norma. Ora, questa essenza, che – ripeto – poteva anche avere delle connotazioni negative, è stata giustamente temperata con quella norma che prevede, invece, che le immagini vengano cifrate secondo le migliori tecnologie disponibili al momento.
  Concludo con un accenno alla norma di invarianza finanziaria. Purtroppo si tratta quasi di una clausola di stile, che noi inseriamo in moltissime leggi. Sottolineo che in questo caso un certo rischio che l'invarianza finanziaria non favorisca l'adozione di tutte le misure previste dalla proposta di legge c’è. Credo che il Governo, il Ministero dell'economia e delle finanze e la Commissione bilancio si interroghino se sia ancora il caso di mantenere a lungo questo tipo di clausola, che – ripeto – è diventata quasi una clausola di stile. In realtà è una clausola con un suo preciso contenuto, è una clausola che può anche essere frustrante, perché di fatto rende più difficile l'applicazione delle norme, è una clausola sulla quale sarebbe davvero il caso di fare un ripensamento, ma – ripeto – generale. Nonostante questa riserva, naturalmente, il nostro gruppo voterà con convinzione l'approvazione di questa proposta di legge (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vezzali. Ne ha facoltà.

  MARIA VALENTINA VEZZALI. Grazie, Presidente. Governo, colleghi, il provvedimento che stiamo per approvare è una sintesi certamente non esaustiva di posizioni distanti tra coloro che ritengono utile la videosorveglianza, rispettosa di standard tecnici e fatta di registrazioni criptate utilizzabili solo dall'autorità giudiziaria in caso di denuncia – tra cui la sottoscritta, tanto che una delle proposte abbinate è a mia firma – e quanti a prescindere considerano la videosorveglianza una violazione della privacy.
  Alle proposte originarie se ne sono aggiunte altre più specificamente tagliate sulle competenze e sulla formazione del personale, proprio a sottolineare la necessità di assicurare la migliore assistenza e cura ai soggetti vulnerabili. Dal dibattito è emersa la necessità di trovare risposte a esigenze diverse. Si è cercato, quindi, di non mettere in discussione la buona fede e la professionalità degli operatori. Si è mediato sul divieto di installazione di sistemi di videosorveglianza, con la possibilità per un asilo o per una struttura sociosanitaria o socioassistenziale di dotarsene. L'importante è che vengano acquisiti tutti i consensi e le autorizzazioni dovute e che l'impianto abbia requisiti di Pag. 78non accessibilità da parte del personale. Oggi viviamo perennemente tracciati da celle telefoniche, bancomat e carte di credito, telepass, videocamere sistemate in banche, poste, farmacie, centri commerciali, percorrendo a piedi marciapiedi dove perfino i comuni, a tutela dei monumenti e degli edifici di pregio, possono apporre dei sistemi di ripresa. Quindi, consideriamo la videosorveglianza normale, se tutela il patrimonio.
  Ma questa stessa forma di tutela, applicata a garanzia dell'incolumità fisica e psicologica dei soggetti più vulnerabili, diventa un caso persino persecutorio e anche un problema di mancanza di fiducia tra sistemi educativi e famiglie. Noi stessi consentiamo l'utilizzo di riprese durante le nostre riunioni, consapevoli del fatto che nulla ci condiziona e nulla cambia se sono accese oppure no, perché un comportamento impeccabile non si adatta alle circostanze, ma è tale a prescindere da ogni forma di condizionamento, perché è parte integrante dell'essere ed è ciò che la deontologia professionale impone.
  Le pur numerose audizioni non hanno esaurito le argomentazioni, ma hanno fatto emergere che bisogna verificare periodicamente l'attitudine del personale che opera in queste strutture, avendo considerato questi ambienti di lavoro complessi. Condivisibile, quindi, la decisione di prevedere periodiche verifiche per assicurare sempre le migliori professionalità all'interno di queste strutture.
  Auspico che il Governo, nel dare piena attuazione alla delega che gli viene oggi conferita, tenga conto del percorso fin qui fatto, valuti l'impatto emotivo che questo provvedimento avrà sulle famiglie e dialoghi con le organizzazioni sindacali, affinché i lavoratori non percepiscano i sistemi di videosorveglianza come persecutori, ma solo come uno strumento di supporto alle indagini e solo nel caso che si dovessero ravvisare ipotesi di reato.
  Questo provvedimento ci offre comunque la possibilità oggi di dire che, anche se non si è fatto abbastanza, abbiamo posto le premesse perché certe violenze non si verifichino più. A nome del gruppo Scelta Civica ALA-MAIE, annuncio il voto favorevole del testo (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica verso Cittadini per l'Italia-MAIE).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, signor Presidente. La genesi di questa proposta di legge è chiara e tutti la conosciamo. Abbiamo assistito – purtroppo, ultimo caso rilevato proprio oggi – ad episodi di violenza avvenuti sia negli asili, addirittura asili nido, che in quelle che vengono definite le case di riposo.
  Le ultime immagini, che purtroppo ho avuto la sfortuna insieme a tantissimi altri telespettatori di vedere, risalgono proprio ad oggi pomeriggio, in una casa di riposo, ubicata adesso non mi ricordo bene se nella provincia di Salerno o di Caserta. Nasce da lì, nasce dall'impatto anche sicuramente emotivo che tutte le persone normali, tutte le persone dotate di buonsenso subiscono quando vedono il perpetrarsi di atti di violenza nei confronti di bambini o nei confronti di anziani, in alcuni casi gravemente malati, con una sindrome fortemente invalidante, come appunto la sindrome di Alzheimer o di demenza senile.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 17,35)

  CRISTIAN INVERNIZZI. Nasce da questo, nasce dall'esigenza di garantire quelli che sono i beni principali – in questo caso possiamo dire così – di ogni famiglia, ovvero i figli, che addirittura non possono parlare in alcuni casi, quindi sono assolutamente incapaci di difendersi. Parliamo appunto di infanti, in alcuni casi purtroppo che non arrivavano nemmeno ai due anni, che venivano picchiati, vessati, venivano insultati, venivano spintonati e chiusi, insomma venivano torturati – stiamo parlando di torture – oppure di anziani, anche loro Pag. 79in questo caso assolutamente incapaci di difendersi. Si tratta di persone che usavano violenza nei confronti dei soggetti in assoluto più deboli dalla società. Ecco da dove nasce questa proposta di legge e la spinta anche popolare che c’è stata.
  È un progetto di legge che anche la Lega Nord ha voluto fortemente. Avevamo presentato una nostra proposta che puntava sicuramente – e non abbiamo problemi a dirlo – più sul lato dalla repressione, anche per una questione proprio istintiva, perché siamo di fronte a persone adulte, in forze, che picchiano e – ripeto – torturano bambini, che hanno appena imparato a camminare, che non sanno magari ancora parlare o di fronte a persone che sfogano le proprie frustrazioni nei confronti di anziani che non sanno nemmeno più di essere al mondo. Abbiamo visto tutti persone malate di Alzheimer che venivano picchiate.
  Ecco, noi, di fronte a queste persone non è che ci poniamo tanto il problema di quali siano i traumi che hanno subito burnout, ritmi di lavoro difficili. No, secondo noi, questi sono dei veri e propri delinquenti. Queste sono persone che hanno sulla coscienza, secondo noi, alcuni tra i reati più gravi che possono essere compiuti. Sono delinquenti, persone che, secondo noi, non devono neanche mai più avvicinarsi ad una struttura in cui ci sono dei bambini o in cui ci sono degli anziani o comunque persone incapaci di difendersi e, di fronte ai delinquenti – è vero che la nostra Costituzione stabilisce che una pena deve avere la doppia funzione, cioè quella repressiva e quella riabilitativa –, di fronte a questi atti, scusate tanto, tra il preoccuparci di ricollocare in altra posizione persone che magari sarebbero in grado di comportarsi così oppure prevenire – ed è giusto, ci mancherebbe – mai ci preoccupiamo innanzitutto di reprimere, reprimere atti di delinquenza violenta.
  Ecco perché non ci convince completamente questa legge, mai l'avremmo voluta sicuramente più cattiva, non abbiamo problemi a dirlo, avremmo voluto una legge che effettivamente fosse in grado di intimorire chiunque riceva, ripeto, il bene più prezioso delle famiglie, parlo dei bambini o anziani non più autosufficienti, chiunque in questa posizione possa solo pensare di sfogare nei confronti di queste persone così dolci le proprie frustrazioni. Secondo noi queste persone devono essere terrorizzate da quello che a loro può capitare, perché, ripeto, le immagini le abbiamo viste tutti e il primo sentimento di qualunque padre o figlio di persone che si trovano in condizioni di questo tipo, in questo caso, è assolutamente giustificato ed è quello di farsi giustizia da soli.
  Una legge che non ci convince fino in fondo: capiamo perfettamente come debbono essere compenetrati anche i diritti o la privacy dei lavoratori, e ci mancherebbe altro, ma continuo a pensare, comunque, che un lavoro di questo tipo debba essere scelto, non possa essere considerato come un lavoro nel quale ci si trovi. Insomma, se uno non ritiene di avere tra gli aspetti costitutivi della propria persona una particolare sensibilità nell'approcciarsi alle parti più deboli della società, che vada a fare qualcos'altro, non vada a fare un lavoro di questo tipo. Se non se la sente, eviti di avvicinarsi a questi soggetti, se ne stia a casa, vada a fare qualunque cosa, vada a fare qualunque altro atto delinquenziale, ma stia alla larga. Quindi, ancora prima di preoccuparsi di loro, noi ci preoccupiamo di tutelare effettivamente i soggetti più deboli della nostra società.
  Rispetto comunque alla situazione attuale, questa legge un passo avanti lo compie ed è una legge i cui effetti dovranno essere giustamente considerati nella loro evoluzione e nel trascorrere del tempo e speriamo quindi, quando la nostra parte politica potrà tornare al Governo, di rimettere mano anche a una legge di questo tipo, perché riteniamo che non si tratta soltanto di persone disturbate, non si tratta soltanto di quello; non illudiamoci che ci siano persone che arrivano a compiere quegli atti lì perché hanno dei disturbi psicologici sicuramente, come la stragrande maggioranza dei casi, ma ci sono anche persone intimamente Pag. 80cattive, intimamente inutili, ci sono delle persone che non sono un valore aggiunto alla società, ma un peso alla società, come quelli che, ripeto, tutti noi abbiamo visto.
  Comunque è un passo avanti, piccolo, un passo che non ci convince, non ci convince soprattutto il fatto che, secondo noi, in questa legge si sia guardato più al diritto alla privacy del lavoratore rispetto al diritto alla tutela di un soggetto che mai può difendersi, ripeto, il bambino che non sa parlare, che sa a malapena camminare, o il malato di Alzheimer.
  Noi avremmo voluto una legge più concentrata sulla loro tutela e sulla repressione di atti di violenza nei loro confronti.
  Comunque è un primo passo, così come – ormai dobbiamo anche farcene una ragione – non ci piace il fatto che non possono essere utilizzate le webcam. Le webcam ormai sono una tecnologia alla portata di tutti e noi non possiamo pensare di poter limitare in qualche modo l'utilizzo di questa tecnologia, secondo noi anzi avrebbe contribuito anche al diffondersi della videosorveglianza visto i prezzi ovviamente più ridotti dalle webcam rispetto alle telecamere a circuito chiuso. Quindi secondo noi anche in questo caso si sarebbe potuto intervenire con maggior buonsenso, con maggior lungimiranza, anche perché – mi avvio alla conclusione – atti di questo tipo sappiamo non potranno essere sicuramente fermati né dalla videosorveglianza né tanto meno dalla formazione né tanto meno dall'accompagnamento psicologico. Infatti, nessuno comunque mi toglie dalla mente che ci siano effettivamente dei veri e propri delinquenti ai quali noi purtroppo affidiamo o i bambini o gli anziani, ecco perché la Lega Nord voterà comunque a favore di questa legge ed è una legge che probabilmente saremo chiamati, da qui a breve, a rendere sicuramente più repressiva, a rendere magari anche più invadente, ma ripeto, quando ti viene affidato il bene più prezioso di ogni famiglia, come possono essere i figli, gli anziani o i malati, uno deve anche capire che sta facendo un lavoro assai differente dai lavori soliti, un lavoro in cui viene chiesta più professionalità, in cui viene chiesta più capacità, in cui viene chiesto magari anche di rinunciare ad alcuni dei propri diritti, perché tra la tutela di chi non può assolutamente difendersi e la tutela della privacy noi continuiamo a ritenere essenziale tutelare fino all'ultimo bambino, fino all'ultimo anziano incapace di intendere e di volere (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Binetti. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Signora Presidente, esponenti del Governo, colleghi, effettivamente questa è una legge complessa, una legge che sembra nata proprio in un clima emotivo che è quello che ha disegnato adesso il collega della Lega, sembra che la visione che si ha è la visione degli asili nido frequentati dai bambini più piccoli e di quelle strutture frequentate dagli anziani dove c’è una concentrazione di aggressività e di violenza. Fortunatamente sappiamo bene che non è così, possono esserci questi episodi perché la cronaca ce ne ha dato atto in questi mesi più di una volta e ogni volta che lo leggiamo effettivamente per tutti noi è come ricevere un pugno nello stomaco, però la maggioranza delle situazioni in cui crescono i nostri bambini e in cui in qualche modo vivono, perché ci sono difficoltà familiari, persone più anziane, persone con disabilità, sono diverse. Questo secondo me è un punto di partenza che va messo proprio in premessa in una legge di questo tipo, perché non si può nemmeno generare nell'opinione pubblica l'idea che i bambini siano insicuri nei luoghi dove stanno e che per questo ci sono delle videocamere che controllano sistematicamente quello che lì avviene oppure che gli anziani – penso anche appunto, come è stato citato più di una volta, ai pazienti con Alzheimer o ai Pag. 81pazienti con disabilità grave – sono soggetti di vessazioni in tutti gli ambienti dove si trovano. Dobbiamo partire dal punto di vista che le cose non stanno così, che in condizioni ordinarie i bambini sono seguiti bene, con affetto, con attenzione, con una particolare e anche affettuosa curiosità per il loro sviluppo motorio, il loro sviluppo cognitivo e che negli anziani si cerca di valorizzare tutto quello che le loro capacità ancora conservano e permettono. Però, insisto, ci sono episodi di gravità nei confronti dei quali è giusto e doveroso prendere una posizione, quindi pensiamo che stiamo intervenendo in aree di nicchia. Io non credo che questi fenomeni siano destinati a crescere, credo che questi fenomeni siano destinati ad attrarre la nostra attenzione sulla complessità della gestione di un gruppo di bambini piccoli piuttosto che sulla complessità della gestione di un gruppo di persone con disabilità e questo pone a noi problemi importanti anche rispetto a quelli che sono i modelli, da un lato organizzativo-gestionali, per esempio qual è la percentuale di adulti che si occupano di questi bambini piuttosto che di queste persone disabili, che misura c’è perché questo rapporto possa avere le caratteristiche interpersonali forti di riconoscibilità reciproca, di ascolto, di collaborazione, di possibilità di arrivare ad una decisione condivisa su tutto quello che possa riguardare, dal mangiare, al giocare, all'andare in un posto piuttosto che in un altro ? Questa è una battaglia che, prima di tutto, si vince con la formazione. Quindi, direi che per me uno dei punti forti, ma nello stesso tempo uno dei punti problematici di questa legge è contenuto nell'articolo 2, laddove si rimanda al Governo perché assuma, con una delega, il profilo di formazione concreto che dovranno avere queste persone.
  Ho fatto riferimento prima, con l'ordine del giorno, a un lavoro interessante che è stato condotto, proprio nell'arco di questo anno, dalla Commissione cultura e dalla Commissione affari sociali proprio sul tema della formazione dell'educatore professionale. Di fatto, mi colpiva che le due Commissioni di riferimento di questa legge fossero la I e la XI, cioè, da un lato, quella competente per gli affari costituzionali e, dall'altro, quella competente per il lavoro. Invece, mi colpiva che le Commissioni competenti per cultura e sanità, che rappresentano il target di elezione del pubblico a cui ci stiamo rivolgendo, fossero Commissioni a cui si chiedeva un parere, ma che non erano chiamate a intervenire nel vivo nello sviluppo del problema. Di fatto, noi, però, abbiamo lavorato tutto questo inverno e anche tutto questo autunno su queste due figure professionali: quella dell'educatore professionale sociosanitario e quella dell'educatore professionale socio-pedagogico.
  Non entro nel dibattito perché lo abbiamo tutti quanti ancora vivo in quanto è accaduto poche settimane fa. Ma quello che entra nel dibattito e che in questo momento pongo come punto di riferimento è che già in quel momento appariva evidente come le persone che si occupano di bambini e di anziani con disabilità devono avere una formazione iniziale che presupponga non soltanto la conoscenza, quindi non soltanto contenuti specifici, che vanno dall'area pedagogica al riconoscimento di tutte le patologie che potrebbero insorgere e come queste patologie vanno affrontate e vanno trattate, sia pure sotto il profilo educativo.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 17,45)

  PAOLA BINETTI. Mi riferisco, piuttosto, al fatto che l'iter accademico, universitario che queste persone svolgono, accompagnato da quello che noi consideriamo un elemento fondamentale, che è il tirocinio – un tirocinio fatto bene, un tirocinio mirato proprio ad obiettivi specifici – potrebbe permettere a queste persone semplicemente di capire se sono portate per questa attività professionale o se non sono portate per queste attività professionali. Ci sono educatori professionali Pag. 82che si occupano di bambini che, però, non vorrebbero affatto occuparsi, contestualmente oppure alternativamente, di anziani, perché la loro sensibilità, la loro capacità di entrare in relazione empatica con gli uni fa percepire perfettamente a loro che non sarebbero in grado di stabilire la stessa relazione empatica nei confronti degli altri. Ci sono persone che davanti al paziente con Alzheimer riescono a mobilitare una relazione di cura, una relazione anche di attenzione, di tenerezza nei confronti della loro fragilità e persone che davanti a situazioni di questo genere entrano in condizioni di tensione e di ansia. Quindi, lavorare a monte sulla formazione, lavorare sull'orientamento professionale di questi giovani che si dispongono a lavorare in questo campo mi sembra già un obiettivo importante e forte.
  Ma devo dire che il disegno di legge fa un passo avanti e, parlando di formazione, parla effettivamente di formazione in itinere, cioè di quella formazione continua che deve accompagnare l'educatore durante tutto il percorso della sua vita. Un educatore che comincia questo lavoro a 25 anni non è la stessa persona quando ne avrà 45; probabilmente ci saranno elementi di maturità, elementi di conoscenza, elementi di competenze che fortunatamente sono andati crescendo nel tempo, ma ci potrebbero essere elementi di stanchezza, elementi di tensione e quelli che sono stati definiti anche come elementi burnout, che rendono più difficile svolgere questa professione. La formazione in itinere permette un accompagnamento e permettere anche di applicare quella sorta di riconoscimento dalla propria stanchezza. Molte volte l'operatore messo in queste condizioni non si riconosce nella sua stanchezza, non si riconosce in un suo esaurimento. È soltanto l'effetto detonatore che questo ha nell'aggressività, nello sgarbo, nella violenza con cui tratta, in questo caso, sia piccoli che grandi che ci permette di capire ex post, proprio dal comportamento, gli elementi di stanchezza.
  Quindi, una formazione in itinere è anche sostanzialmente un accompagnamento, non è soltanto una trasmissione di contenuti, non è soltanto una trasmissione di metodologie educative. È una costante e continua capacità di presa di coscienza di sé per capire come intervenire, anche concretamente, chiedendo quello che a volte noi chiamiamo il famoso «anno sabbatico», permettendo a un certo punto un riposo che non può essere soltanto quello della domenica o quello del fine settimana, ma che richiede tempi più lunghi, anche in conformità con situazioni di vita che ogni persona si trova a dover affrontare nella sua vita.
  In questa fase, però, il disegno di legge dice molto bene come la relazione di aiuto maggiore viene dal gruppo. Non è che la relazione di aiuto del gruppo, non è che la formazione legata al lavoro in équipe, al lavoro in team sia stata inventata da questo disegno di legge, ovviamente no e, ringraziando Iddio, c’è da molto tempo e c’è la consapevolezza che nella relazione di aiuto scattano quelle dinamiche che conosciamo molto bene quando pensiamo a forme tipo l'anonima alcolisti, laddove un gruppo di persone che soffre di un medesimo disagio, da cui in qualche modo desidera venir fuori, stabilisce relazioni reciproche di collaborazione proprio per aiutarsi a contenere le stanchezze e le tensioni.
  Questa capacità, però, è anche la miglior forma di sorveglianza reciproca. Infatti, è nello sguardo del collega, nel consiglio che si riceve e anche nella correzione che si può ricevere, che può aumentare il livello di consapevolezza di sé. A questo punto le videocamere diventano una terza fase, che può diventare necessaria in alcuni momenti. La legge non le impone, la legge le propone come possibili. Possono diventare una condizione necessaria in alcuni casi, ma non necessariamente l'unico modo di garantire il clima di relazione umana all'interno di questi contesti in cui si esprime veramente il massimo livello di fragilità e di bisogno di aiuto.Pag. 83
  Noi voteremo positivamente questa legge e ci auguriamo che la delega che il Governo si è assunto, proprio in virtù di questa legge, risponda a quei criteri di alleanza educativa e di alleanza terapeutica che caratterizzano l'efficacia dei contenuti specifici previsti dalla norma.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Martelli. Ne ha facoltà.

  GIOVANNA MARTELLI. Grazie. Mi piace iniziare oggi questo intervento con la riflessione che un giovane operaio del Novecento rivolse a una donna che sosteneva il suo percorso di crescita personale durante l'estate. «In tre lezioni mi ha dato quasi tutte le nozioni elementari di geometria. Peccato che non la possa più incontrare, finirei per diventare scienziato. Lo straordinario è che ricordo quasi tutto quel che mi ha insegnato, anche quando non capivo. Mai un secondo mi sono annoiato con lei. Se la incontrassi più spesso, farei un duplice progresso, sia intellettuale che morale». La donna che lo sosteneva è Simone Weil, che visse, da insegnante, la critica, le ispezioni da parte dell'autorità scolastica. Non se ne preoccupò, continuo la sua missione pedagogica con i disoccupati, i minatori, i pescatori, con donne e uomini che vivevano in una condizione di oppressione, non solo materiale, ma soprattutto culturale.
  Infatti, vede, signor Presidente, il nodo della nostra contrarietà sta qui. Sta nel pensare e nel poter legiferare credendo che una relazione così importante come quella che si costruisce tra un'educatrice e una bambina, tra una operatrice e una vecchia signora e che si interrompe per una deriva comportamentale individuale, si possa prevenire introducendo nei luoghi di crescita e di vita una raccolta di immagini e dati per disincentivare l'azione, il comportamento. Il nodo è quello di pensare che per costruire una società dove tutte e tutti trovano il proprio spazio di emancipazione è sufficiente aprire una chat, controllarci a vicenda, velocizzare il messaggio, renderci tutti immediatamente reattivi e, quindi, inesorabilmente insicuri. Questi sono i principi di questo provvedimento, un provvedimento sicuramente migliorato nel passaggio parlamentare, ma che mantiene intatta una visione securitaria, di prevenzione che si è sempre dimostrata inefficace laddove applicata. Questo è un provvedimento che mina fortemente la costruzione della relazione di fiducia e di aiuto tra gli operatori e le famiglie e non interviene per nulla sul miglioramento degli standard di servizi e sulle condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori. Anzi prosegue la strada tracciata della svalutazione del lavoro e introdotta e consolidata nella legge delega sul lavoro. Una proposta che punta ad incrinare un sistema complessivo per colpire il grave e deviante comportamento di un singolo; una proposta che utilizza strumentalmente l'argomento della legalità per far passare il messaggio che, senza il controllo a distanza, nulla emergerebbe perché si crea e c’è all'interno dei servizi un clima omertoso che copre. Noi pensiamo che questa non sia la strada giusta. La strada è quella di aprire i servizi alla partecipazione delle famiglie e della cittadinanza. La partecipazione allarga lo spazio della qualità e contamina il tessuto sociale delle comunità. Oggi noi comunque abbiamo delle conferme su dove chi governa questo Paese vuole investire. Non si investe sul contrasto allo sfruttamento del lavoro e al caporalato (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà) dove non sono state trovate risorse per l'emersione e il contrasto del fenomeno. Si investono 15 milioni di euro su un fondo sperimentale, su una formazione non ben precisata legata ad un mondo videosorvegliato che ha l'unico risultato di spingerci nell'individualismo e consolidare le nostre più profonde insicurezze. È una scelta chiara che non lascia dubbi rispetto agli obiettivi e sulla determinazione di portare avanti questa idea di Paese e di società. Noi la respingiamo e per questo voteremo contrariamente su Pag. 84questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.

  ROBERTO OCCHIUTO. Grazie, signor Presidente. A differenza di chi mi ha preceduto, noi riteniamo invece che oggi il Parlamento stia per scrivere una bella pagina. Noi di Forza Italia siamo orgogliosi di aver provocato questa discussione, di aver provocato l'approvazione di questo testo, che cerca di rispondere ai troppo frequenti episodi di violenza che si consumano nei confronti di persone fragili, che non possono denunciare questi episodi. Pertanto vorrei preliminarmente fare un ringraziamento alla relatrice, l'onorevole Giammanco, che con grande passione e tenacia si è impegnata perché questo testo potesse essere approvato dall'Aula della Camera dei deputati, al relatore Boccuzzi che è stato protagonista di un intelligente lavoro di mediazione insieme a tutti i componenti delle Commissioni interessate all'esame del testo, ai colleghi Nunzia De Girolamo, Annagrazia Calabria, Elio Vito che hanno proposto iniziative legislative simili, che si ponevano l'obiettivo di perseguire le medesime finalità che questo testo unificato vuole perseguire. Sono troppi secondo noi, ma è evidente sono troppi secondo i cittadini, che spesso si chiedono quanto interesse abbia quest'Aula verso i loro problemi, gli episodi di violenza e maltrattamenti in asili o in strutture socio-assistenziali. Si tratta, come dicevo prima, spesso di episodi ancor più odiosi perché perpetrati contro chi non ha la possibilità di difendersi, contro chi non ha neanche la possibilità di denunciare questi episodi e spesso fatti di cronaca così odiosi, così capaci di toccare la nostra sensibilità che si ripetono con troppa frequenza e diventano oggetto di discussione, a volte anche di discussione politica, nei talk-show che molti di noi frequentano.
  Tuttavia, non c’è stata finora una conseguente attività legislativa da parte della Camera dei deputati che dimostrasse l'effettiva volontà di arginare questi fenomeni. Perciò siamo contenti che oggi quest'Aula approvi un testo che opera secondo tre direttrici: non è vero che è un testo che vuole ridurre o intervenire in maniera oppressiva sulla privacy dei lavoratori. Lo dico a chi mi ha preceduto: è un testo equilibrato perché si fa carico di intervenire anche sulle cause cercando di delegare al Governo le iniziative perché si intervenga sulla formazione continua degli operatori, di chi insegna negli asili ma anche di chi opera nei servizi socio-assistenziali, sulla prevenzione e poi, certo, riguarda anche il monitoraggio fatto attraverso le videocamere. Su questo però vorrei che si intervenisse senza alcuna ipocrisia, che si avesse il coraggio di dire che anche sul tema delle videocamere questo testo è equilibrato perché, al termine dell'esame che è stato svolto nelle Commissioni e anche al termine dei contenuti che ciascuno di noi ha potuto leggere nelle audizioni di coloro che sono stati invitati nelle Commissioni, a cominciare dal Garante della privacy, si è giunti ad un testo che riesce a contemperare l'esigenza di tutelare la privacy dei lavoratori e anche il loro diritto a svolgere percorsi formativi, al di fuori del giudizio di chi non è abilitato ad esprimere un giudizio sui percorsi formativi svolti dagli insegnanti, ma contempera anche il sacrosanto diritto-dovere di tutelare i più indifesi. Non è anche questo un dovere che noi abbiamo e un diritto da tutelare ? Per noi la cosa più importante contenuta in questo testo è che si stabilisce il principio dell'interesse preminente del bambino o del soggetto debole, fragile, che vive all'interno di una struttura socio-assistenziale, delle persone appunto indifese e incapaci di denunciare. Certo ho sentito sia nella discussione generale che nelle dichiarazioni di voto quelli che dicevano che però si poteva fare di più, si poteva far meglio, certo ci poteva essere una dotazione finanziaria più consistente, si Pag. 85poteva invece che delegare il Governo stabilire fin da subito quali dovessero essere queste iniziative da porre in essere, certo. Ma non è importante, non è straordinariamente più importante di queste pur legittime perplessità, il fatto che finalmente si stabilisca che è preminente l'interesse del bambino, della persona indifesa ? Per noi le telecamere non sono uno strumento invasivo della privacy di quelli che lavorano ma sono soltanto strumenti che parlano per quelli che non possono parlare, che parlano per quelli che non possono denunciare. Questa è la cosa importante che il testo che oggi esaminiamo contiene. Inoltre quanta ipocrisia a volte anche su questo tema: ma non ci sono già le telecamere in molti luoghi di lavoro, non ci sono già per esempio le telecamere delle banche, ma è più importante l'interesse della banca o è più importante l'interesse della famiglia e soprattutto del bambino che sta in un asilo ? Noi riteniamo che sia più importante il secondo interesse. Per questo abbiamo lavorato, grazie all'intervento intelligente della relatrice e dei proponenti il provvedimento, ad un testo equilibrato che, vorrei dirlo chiaramente, è equilibrato anche nelle intenzioni di chi lo propone. Infatti noi non riteniamo che questi episodi spesso perpetrati negli asili e nelle strutture socio-assistenziali debbano essere considerati la regola. Noi sappiamo che ci sono tanti bravi docenti che sono la maggioranza del personale docente e noi non confondiamo l'eccezione con la regola: riteniamo che il nostro sistema formativo così come il sistema delle strutture socio-assistenziali sia popolato da tante straordinarie professionalità ma, se ci sono eccezioni e sono così odiose perché riguardano persone, dobbiamo pure farcene carico, non dobbiamo ritenere che sia una lesione all'interesse della stragrande maggioranza di persone straordinariamente capaci che lavorano in queste strutture.
  Si è detto anche che è una legge che interviene sugli effetti e non sulle cause: non è vero, perché l'intervento, attraverso la delega al Governo, sulla formazione continua, sulla prevenzione, non è forse un intervento sulle cause anziché sugli effetti ? E però non abbiamo, comunque, la necessità di intervenire anche sugli effetti ? O dobbiamo solo commentarli, quando questi si verificano e sono così odiosi, come abbiamo registrato ?
  Certo, la dotazione finanziaria è una dotazione finanziaria che poteva essere più consistente.
  Noi abbiamo presentato un emendamento e siamo contenti che sia stato di fatto assorbito dall'emendamento della Commissione, che stabilisce per questa legge una dotazione finanziaria di 5 milioni all'anno, era un emendamento del collega Sisto e ce n'erano poi altri, che davano la possibilità alle strutture di intervenire, per esempio, attraverso le risorse dei fondi PON: li abbiamo ritirati, perché li abbiamo considerati assorbiti da un emendamento della Commissione bilancio e del Comitato dei nove, che comunque una dotazione finanziaria, per non fare di questa legge una legge manifesto, pure ha stabilito.
  Certo, poteva essere maggiore, ma per noi è un inizio, un inizio importante e vigileremo perché l'attenzione su questo tema, anche l'attenzione dal punto di vista finanziario, non vada scemando.
  Intanto ci piace che le nostre parole, in quest'Aula, siano servite a dar voce a chi non può parlare, a dare occhi, anche attraverso quelli artificiali delle telecamere, a chi non può denunciare le violenze se non con lo sguardo triste di chi le ha subite.
  Per questa ragione, oggi siamo orgogliosi di aver proposto questa legge, di averne chiesta la calendarizzazione e siamo anche orgogliosi di votarla favorevolmente, perché riteniamo che sia un buon punto di partenza verso un recupero di interesse attorno ad un problema troppo spesso sottovalutato dalle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

Pag. 86

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chimienti. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Grazie Presidente, sull'onda emotiva di una serie di gravissimi episodi di cronaca, che hanno purtroppo visto bambini e anziani vittime di maltrattamenti e violenze nelle strutture adibite alla loro formazione e alla loro assistenza, si è partiti, prima della pausa estiva, con un progetto di legge che si concentrava unicamente sulla repressione, dimenticando gli aspetti per noi primari della prevenzione e della formazione.
  Il problema è ovviamente molto delicato, Presidente, purtroppo ambienti sulla carta protetti e sicuri hanno visto negli ultimi anni trasformare la loro vitale funzione in una sorta di trappola per corpi indifesi e sottoposti a forme svariate di violenza.
  Il MoVimento 5 Stelle riteneva fin dall'inizio e ritiene tuttora che la priorità, quando si affronta un tema fondamentale come quello dei diritti dei minori e delle persone indifese o non autosufficienti, sia investire nella prevenzione e nella formazione del personale che di questi soggetti deve prendersi cura.
  Prevenire prima di tutto, consentendo al personale delle strutture in questione di operare in un ambiente sereno e di godere del supporto di specialisti ed esperti, che sappiano individuare preventivamente e prontamente i disagi e le difficoltà in cui si può incorrere.
  Presidente, il personale in questione svolge un ruolo fondamentale, ma assai gravoso: lavorare con i bambini più piccoli, assistere i malati e le persone non autosufficienti non è una professione come un'altra, non può essere prerogativa di tutti.
  Si tratta di una funzione molto delicata e dispendiosa che, come evidenziano gli esperti, può causare una serie di disagi psicofisici che colgono in misura prevalente coloro che svolgono le cosiddette professioni d'aiuto e che entrano in contatto con persone che vivono stati di disagio o sofferenza.
  È di un anno fa la ricerca secondo cui più della metà degli insegnanti di asili e nidi di Torino riporta livelli medi o addirittura elevati di esaurimento emotivo e burnout, un accumulo di stress e insoddisfazione professionale che può portare a ben più gravi disagi di carattere psichico, cui si aggiunge un carico di disturbi muscolo-scheletrici.
  Per questi motivi, il MoVimento 5 Stelle ha fin da subito proposto soluzioni diverse dalla mera installazione di telecamere nelle strutture in questione.
  Innanzitutto, forme di selezione più rigorosa in entrata per tutto il personale delle strutture socio-assistenziali, dei servizi educativi, degli asili nido e delle scuole dell'infanzia.
  Tali forme di selezione in entrata devono, a nostro avviso e in considerazione della gravosità della mansione, dotarsi di strumenti quali seri test psicoattitudinali per i soggetti candidati a ricoprire ruoli così rilevanti e delicati, approfonditi colloqui motivazionali e soprattutto rigorosi periodi di prova e altrettanto rigorose verifiche costanti e periodiche circa il mantenimento dei suddetti requisiti.
  Nella nostra proposta, la verifica dei requisiti di idoneità psico-attitudinale alla professione era non solo presente, ma vincolante ai fini dell'assunzione e, in seguito, ai fini della permanenza in ruolo dei soggetti in questione.
  E ancora abbiamo chiesto una formazione adeguata, oltre alla garanzia di affiancare a questi professionisti équipe di specialisti capaci di offrire una supervisione, un sostegno e un affiancamento psicologico continuo.
  A fronte di tutte queste considerazioni, abbiamo apprezzato molto le modifiche poste al testo, tutte volte a rendere la proposta di più ampio respiro, senza fossilizzarla unicamente su uno slogan a nostro avviso di dubbia efficacia, ma buono per i titoli di giornale.
  Le telecamere infatti non possono essere l'unica soluzione, né il solo deterrente efficace: oltre all'insidioso tema del rispetto della privacy dei minori, dei pazienti e dei lavoratori, questo tipo di Pag. 87intervento non può avere pretese di prevenzione degli episodi di violenza; rischiava anzi, per come era trattato all'inizio, di diminuire l'efficacia dell'attività pedagogica e relazionale che è alla base della missione di queste strutture.
  Fortunatamente, le condizioni poste dalla Commissione cultura e affari sociali sono state recepite quasi integralmente nel nuovo testo e abbiamo avuto un ampliamento degli interventi, che ha permesso di licenziare un articolato più ampio e completo.
  Tuttavia, il provvedimento ha ancora delle lacune che non possiamo non registrare. Ad esempio, pur proponendosi sulla carta propositi più che condivisibili, da attuare comunque attraverso una delega governativa e non nell'immediato, non stanzia risorse effettive per realizzarli.
  È stato inserito all'ultimo momento un fondo sperimentale di 5 milioni di euro, ma sappiamo bene come questa cifra sia del tutto insufficiente, specie se destinata a coprire tutte le molteplici finalità della proposta di legge.
  Risorse così esigue avrebbero a nostro avviso dovuto essere concentrate unicamente per la formazione del personale, mentre la formulazione attuale del testo non consente di interpretarlo nel senso auspicato e rischia anzi di vedere una dispersione delle risorse in una miriade di possibili finalità.
  È stata poi eliminata in sede di esame in Commissione la verifica, a nostro avviso necessaria, dei requisiti di idoneità psico-attitudinale per poter svolgere le professioni in questione. Si fa ora genericamente riferimento al possesso di adeguati requisiti, che integrino l'idoneità professionale con una valutazione attitudinale, da verificare in sede di accreditamento o di convenzione o nell'ambito delle procedure concorsuali.
  Non è stata poi accolta – e ci spiace molto – la nostra richiesta di prevedere la qualifica di professione gravosa, e dunque dotata di un trattamento pensionistico agevolato, per i lavoratori degli asili nido, delle scuole dell'infanzia, per gli infermieri e per gli operatori delle strutture socio-assistenziali.
  E infine, manca qualunque riferimento al tema fondamentale delle ispezioni, che richiederebbe sì uno stanziamento di risorse, ma che non può essere ignorato, in un testo che si propone di combattere abusi e violenze.
  Sarebbe inoltre stata l'occasione per affrontare finalmente il tema della carenza estrema di personale ispettivo nel comparto scolastico, uno dei temi purtroppo sempre ignorati da questo Esecutivo.
  Per tutti questi motivi, il provvedimento è sì condivisibile nei principi che lo animano, ma ancora insufficiente per quanto concerne le modalità scelte per dar loro attuazione in concreto.
  Il MoVimento 5 Stelle annuncia dunque il voto di astensione a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Malpezzi. Ne ha facoltà.

  SIMONA FLAVIA MALPEZZI. Grazie Presidente, Governo e colleghi. Vede io, Presidente, vorrei partire un po’ come ho fatto in discussione generale: partire dal titolo, che non è un titolo di giornale, ma è il titolo di questa proposta di legge, che si propone appunto di trovare delle misure per prevenire qualsiasi forma di maltrattamento nei confronti dei più deboli.
  Prevenire appunto, misure per prevenire.
  Il testo: è vero, non era quello iniziale il testo che noi oggi votiamo. È un testo condiviso, un testo unificato, un testo che nasce da tredici proposte di legge, tredici proposte di legge di iniziativa parlamentare, che presentavano sensibilità diverse, profili diversi potremmo dire, visioni diverse. C'era l'aspetto più punitivo, c'era l'aspetto più preventivo, c'era l'aspetto, insomma, di chi pensava che solo esclusivamente con le videocamere si potesse risolvere il problema. Ecco, io ho molto Pag. 88apprezzato e abbiamo molto apprezzato il lavoro e il grande tentativo di sintesi che è stato fatto durante questi mesi dai due relatori, dalle Commissioni che sono state chiamate ad esaminare il testo, Commissioni a cui era stato affidato, cioè la I Commissione, affari costituzionali, e la Commissione XI, lavoro. Ma abbiamo anche apprezzato il fatto che i due relatori abbiano accolto quella sorta – l'abbiamo definito così – di parere preventivo mosso dalla Commissioni affari sociali e dalla Commissione istruzione e cultura, che avevano la volontà e la necessità di dire la loro rispetto a questo tema, visto che pur non essendo state coinvolte direttamente si trovavano ad affrontare temi che sono assolutamente vicini alle materie di loro competenza. L'abilità di un lavoro condiviso e di una continua mediazione è stata proprio quella dei due relatori di accogliere quasi tutte, se non tutte, le osservazioni fatte dalle due Commissioni, di trasformarle in loro subemendamenti e, quindi, di modificare ampiamente un testo che era già stato cambiato, fino ad arrivare a quello che è il testo che noi votiamo oggi.
  È un testo, quindi, che mette in evidenza soprattutto le misure per prevenire tutte quelle azioni di violenza nei confronti dei più deboli. Come avviene questa prevenzione ? Io ho detto che voglio partire dal titolo della legge e non dai titoli dei giornali, perché anche oggi è stato molto semplice per alcune testate giornalistiche dire che entrava in Aula il provvedimento sulla videosorveglianza, che mettiamo le videocamere negli asili per prevenire, ma noi abbiamo deciso di impostare questa legge in un altro modo, parlando di prevenzione e parlando di regolamentazione.
  Prevenire, dunque. Quali sono le modalità che noi abbiamo cercato di mettere in evidenza ? Intanto quello che noi diciamo nell'articolo 2: una delega al Governo che si incentra e si concentra proprio su quella che è la formazione e ricordo anche ai colleghi – e lo ricordava prima la collega Binetti – che noi non siamo all'anno zero da questo punto di vista. Questo Governo non è all'anno zero rispetto alla prevenzione e all'attenzione verso la formazione, perché abbiamo ben due provvedimenti che sono già andati in quella direzione: uno era quello che ricordava la collega Binetti, la proposta di legge già discussa e votata alla Camera sugli educatori che ne rivede i profili, le competenze e che dice delle cose chiare; l'altra è quella legge delega contenuta all'interno della legge n. 107 del 2015, la cosiddetta «legge sulla buona scuola», commi 180 e 181, lettera e) – ormai l'abbiamo sentito ripetere tantissime volte –, che parla della delega appunto sullo 0-6 e che rivede anche il nostro sistema in quella fascia di età per fare formazione e per fare educazione proprio partendo da quelli che sono gli educatori e da quelli che sono i formatori e dicendo anche che non è solo la formazione costante e continua dei nostri lavoratori che migliora e previene qualsiasi situazione di disagio, ma anche un lavoro assiduo di supervisione, di collaborazione, di lavoro di squadra e di lavoro d’équipe. Questo lo abbiamo già ribadito, appunto, in due testi di legge e all'interno di questa delega diciamo che si deve partire da lì: quindi, nell'articolo 2 di questo provvedimento, quando parliamo della delega, diciamo che si deve partire proprio da lì, dalla formazione, che ha come punto di partenza quello che noi abbiamo già detto e ribadito più volte.
  Ma non solo. All'articolo 3 tocchiamo l'altro aspetto, quello riguardo quei centri e quelle strutture che ospitano i nostri anziani e i nostri disabili. Noi anche qui proviamo a sdoganare quasi una sorta di tabù, dicendo che abbiamo bisogno di linee guida che, dove è possibile, possano modificare gli orari di accesso dei familiari a queste strutture, perché anche questa è una forma di prevenzione, è una forma di avvicinamento anche ulteriore delle famiglie alle strutture, è una forma di riduzione di quella che è una visione, se vogliamo, più di ospedalizzazione. Per cui, non diciamo, in questa proposta di legge, che riteniamo che le videocamere o che il sistema di videosorveglianza sia Pag. 89il sistema della prevenzione, ma non ci nascondiamo neanche dietro a un dito.
  Diciamo una cosa chiara: la videosorveglianza selvaggia esiste di già in molte strutture private ed esiste senza essere normata in maniera chiara e certa. Allora, noi da una parte normiamo anche quella, perché abbiamo il coraggio, in questo provvedimento, di dire, chiaro e tondo, che non possono essere utilizzate le webcam, perché la videocamera diretta, che ti mette in contatto immediato, non è la garanzia di sicurezza e questo lo diciamo in maniera forte. Non può essere utilizzata perché interferisce in maniera totalizzante nel rapporto educativo, che deve essere lasciato libero e spontaneo.
  Abbiamo deciso di normare l'utilizzo di quelle che possono essere strutture di videosorveglianza, ma con un regolamento chiaro, fatto anche in accordo con il Garante della privacy a tutela di tutti i dati. Questo perché il nostro concetto chiaro – ed è il nostro punto di partenza – è che noi non vogliamo assolutamente far passare il messaggio alle famiglie che se li mandate in quel centro, perché c’è la videocamera, o in quell'asilo o in quella scuola dell'infanzia, i vostri bambini o i vostri anziani sono più sicuri, perché non è così che si previene, perché la videocamera al massimo – e questo è uno strumento che può servire – accelera l'intervento delle forze dell'ordine, ma non ha portato la prevenzione rispetto alle condotte che hanno portato a quell'azione violenta.
  Allora, lo dico con affetto al collega Invernizzi quando auspica che questo provvedimento possa diventare più cattivo: io auspico che questo provvedimento non si trasformi, invece, in una cattiva legge, perché andare a rafforzare uno strumento, che in realtà non va a prevenire in toto quello che è il bisogno fondamentale che noi abbiamo voluto qui analizzare o provare anche a normare, non è l'elemento di forza e l'elemento cardine. Una buona legge nasce dalle mediazioni; una buona legge è questa, che dice ai genitori: «Sentitevi parte di quello che è il processo educativo». Noi partiamo, e lo diciamo con forza nell'articolo 1, dal patto di corresponsabilità, cioè i genitori che prendono in affido i figli e che, a loro volta, li affidano a una struttura o ad un ente privato, pubblico o paritario. Non abbiamo voluto fare delle distinzioni, ma il messaggio che vogliamo che passi è che il sistema di reciprocità, di aiuto e di collaborazione pedagogica avvenga attraverso un rapporto di fiducia in primis, ma soprattutto che si basi su una certezza, cioè che quel personale che si incontra è un personale formato, in formazione continua, preparato e valido. Gli altri strumenti al massimo aiutano, ma non sono fondamentali. Per tutti questi motivi, per il volto che ha preso oggi questo provvedimento, il Partito Democratico voterà in maniera favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Coordinamento formale – A.C. 261-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

  ANTONIO BOCCUZZI, Relatore per la XI Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANTONIO BOCCUZZI, Relatore per la XI Commissione. Grazie, Presidente. Mi consenta di ringraziare...

  PRESIDENTE. Estragga il microfono, onorevole Boccuzzi.

  ANTONIO BOCCUZZI, Relatore per la XI Commissione. Mi consenta di ringraziare gli uffici delle segreterie delle Commissioni, i presidenti e i componenti delle Commissioni I e XI, tutte le Commissioni coinvolte e, in particolar modo, la Commissione cultura e la Commissione affari sociali per il loro contributo, che ha Pag. 90permesso, insieme all'intervento dei tanti colleghi interessati, un salto di qualità fondamentale alla proposta di legge giunta qui in Assemblea profondamente modificata e migliorata (Applausi).

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. Presidente, mi associo chiaramente ai ringraziamenti dell'onorevole Boccuzzi. Ringrazio, appunto, le Commissioni, in particolare la Commissione affari costituzionali e la Commissione lavoro, e intervengo per dire che il testo che stiamo per votare, che prende le mosse da una proposta di legge che ho depositato nel lontano 2008, finalmente vede la luce, chiaramente dopo un'attenta valutazione, dopo un attento lavoro di mediazione e dopo un iter legislativo – bisogna dirlo – approfondito, accurato e veramente dettagliato nei minimi particolari, che ci ha visti tutti uniti...

  PRESIDENTE. Grazie...

  GABRIELLA GIAMMANCO, Relatrice per la I Commissione. ... nel volere tutelare bambini, anziani e disabili. Mi auguro che con lo stesso spirito il Senato possa affrontare la discussione su questo provvedimento.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 261-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge n. 261-A ed abbinate:
  «Misure per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno dei minori negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia e delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità e delega al Governo in materia di formazione del personale» (261-1037-2647-2705-3597-3629-3738-3818-3829-3872-3912-3933-4048-A).

  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 18,25)

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 87).

Interventi di fine seduta (ore 18,26).

  PRESIDENTE. Passiamo ora agli interventi di fine seduta.
  Vi pregherei di uscire in silenzio perché ce ne sono parecchi, a cominciare da quello del Presidente Baldelli, che ha chiesto di parlare.
  Ne ha facoltà.

  SIMONE BALDELLI. Grazie, Presidente. Nel gennaio di quest'anno, se non vado errato, la Camera ha approvato, sostanzialmente all'unanimità, il testo di una mozione che reca la mia prima firma, ma sottoscritta da colleghi di molti gruppi parlamentari.

  PRESIDENTE. Attenda, onorevole Baldelli. Colleghi, per favore, potete abbassare il tono della voce e uscire in silenzio ?

  SIMONE BALDELLI. Grazie, Presidente. In materia di destinazione dei proventi delle multe derivanti da autovelox da parte dei comuni. Ora, Presidente, atteso che l'intero dispositivo è rimasto lettera morta, in particolare mi volevo soffermare, e soffermare l'attenzione anche della Presidenza...

Pag. 91

  PRESIDENTE. Attenda, onorevole Baldelli. Colleghi ! Colleghi, potete per favore uscire, se dovete uscire, e, se state in Aula, stare in silenzio ? Prego, onorevole Baldelli.

  SIMONE BALDELLI. Grazie, Presidente Giachetti. Dicevo che volevo richiamare l'attenzione dell'Assemblea, per quanto possibile, date le condizioni, ma soprattutto quella della Presidenza, sul fatto che non solo il dispositivo è rimasto sostanzialmente disatteso, ma in particolare una parte del dispositivo, che il Governo stesso ha voluto inserire nella richiesta di riformulazione che io ho accolto, e che recita l'impegno a presentare al Parlamento entro il 30 settembre 2016 un report sullo stato di attuazione delle disposizioni, di cui all'articolo 142, comma 11-bis e 11-quater, che in particolare indichi quali e quanti enti locali sono stati inadempienti rispetto agli obblighi di legge in esame. Ora questa non era – ripeto – una parte contenuta nella mozione originaria, il Governo ha proposto nella riformulazione di inserirla, non è giunta né al sottoscritto, né alla Commissione trasporti, né ad altri organi – almeno che io sappia, o che io abbia interpellato – notizia di questo resoconto che il Governo ha deciso di impegnarsi a presentare. Quindi non è già bello che restino lettera morta gli impegni di una mozione che tutela i cittadini e che obbliga i comuni a rispettare il codice la strada al pari dei cittadini, ma addirittura che un impegno di consegnare uno status al Parlamento, o un report al Parlamento sia disatteso. Io credo che sia qualcosa rispetto a cui la Presidenza della Camera dovrebbe in qualche modo farsi carico e fare una valutazione molto seria (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e del deputato Palese).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Coccia. Per favore, colleghi, rimane sempre la richiesta, onorevole Nicodemo Oliverio, di abbassare il tono della voce. Prego, onorevole Coccia.

  LAURA COCCIA. Grazie, Presidente. Intervengo per portare in Aula la voce di circa 100 ragazzi autistici e con sindrome di down di Roma, che da luglio attendono risposte dal comune di Roma, risposte che non arrivano appunto dal mese di luglio, quindi ormai è passato parecchio tempo, e soprattutto per ringraziare i volontari e le volontarie che dal 1o ottobre consentono...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Coccia. Onorevole Fragomeli, non è necessario stare in Aula. Se ci si sta, in silenzio, dato che magari sta parlando una collega a due passi da lei. Prego, onorevole Coscia.

  LAURA COCCIA. Grazie, Presidente. Dicevo che volevo ringraziare i volontari e le volontarie che in queste settimane si sono sostituiti gratuitamente e hanno permesso a questi ragazzi comunque di fare sport. Ma il punto è un altro: c’è in questo Paese un diritto di fare sport per tutti ?

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 18,30)

  LAURA COCCIA. Ecco, noi pensiamo di sì, pensiamo che i ragazzi e le ragazze, soprattutto quelle che hanno più bisogno di una risposta da parte della società, possano avere facilità nella pratica sportiva. E allora io mi ricordo un mese fa un incontro, un bell'incontro nel salone d'onore del CONI, con il presidente Malagò e con tutti i ragazzi del Progetto Filippide ed era presente anche il comune di Roma con la vicepresidente della commissione politiche sociali. In quell'occasione fu promesso un incontro con la sindaca Raggi per le quattro ragazze che hanno vinto i Trisome games a Firenze. Ebbene, non solo i fondi per permettere a questi ragazzi di fare sport gratuitamente non sono stati ancora erogati e non si sa, non c’è alcuna risposta, se questi fondi saranno o meno stanziati, ma quell'incontro, quell'incontro promesso in quella sede e che in quella sede è stato accolto con un applauso perché era un gesto di apertura e di predisposizione Pag. 92favorevole, quell'incontro non c’è mai stato. E allora sono qui a chiedere: dove vogliamo andare ? Dove stanno andando le politiche sociali di questa città ? Qual è il futuro per lo sport e per il sociale di questa città ? È la seconda volta che intervengo in venti giorni, vorrei non dover intervenire ancora (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giacobbe. Ne ha facoltà.

  ANNA GIACOBBE. Grazie, Presidente. Il giudice per le indagini preliminari ha disposto l'archiviazione per il reato di disastro ambientale per gli amministratori e i tecnici degli enti locali della regione Liguria relativamente all'indagine sulla centrale Tirreno Power di Vado e Quiliano. Anche l'accusa di omicidio colposo, che è stata stralciata per ulteriori approfondimenti di cui è giusto attendere l'esito, era stata formulata come conseguenza del disastro ambientale. Viene così dato atto che la storia dell'azione dei sindaci, degli amministratori regionali e dei loro tecnici rispetto alla presenza della centrale nel savonese non è stata una storia criminale. Ma oggi quegli impianti sono chiusi, con oltre 850 persone che erano impegnate nell'indotto e nelle forniture e con più di cento dipendenti diretti che l'azienda considera in esubero. Il MISE segue con impegno questa vicenda, richiamando l'azienda alle proprie responsabilità che sono rilevanti, oltre ad aver riconosciuto quel territorio come area di crisi industriale complessa. Rimane il danno non sanato verso centinaia di famiglie e un'intera comunità. L'obiettivo esplicito di chiudere quell'attività, l'amplificazione dell'esposizione mediatica, l'utilizzo da parte di altri della vicenda giudiziaria a fini politici oggettivamente hanno dato alibi all'azienda e impedito che l'uscita dall'uso del carbone per produrre energia potesse avvenire in quel sito in modo programmato e governato, come è giusto che sia, così come è importante che proseguano le azioni per la verifica dell'impatto sull'ambiente e sulla salute. La Commissione bicamerale d'inchiesta sui rifiuti aveva dato spazio alla questione nella relazione sulla Liguria, sulla base di ciò che era disponibile agli atti allora. È giusto che la Camera prenda atto che la magistratura si è espressa nel modo che ho riferito.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Io vorrei segnalare quanto oggi accaduto in sede di discussione dell'atto del Governo n. 343 su uno schema di decreto ministeriale. All'interno della X Commissione, dopo che il mio gruppo ha fatto una richiesta formale, ai sensi dell'articolo 37 del Regolamento della Camera, quindi quello che prevede, se richiesta, l'obbligatorietà della presenza del Governo, il presidente Epifani ha ritenuto che, nonostante fosse convocata per domani una seduta di question time con il Governo, non fosse in qualche modo giustificata la nostra richiesta e ha posto in votazione l'atto del Governo, con l'assenza del Governo stesso. La votazione non ha avuto un esito, perché ovviamente ci siamo appellati al numero legale che mancava. Fondamentalmente questo, però, per segnalarle un fatto che, a nostro avviso, è abbastanza importante. Se per i lavori di questa Camera vengono interrotti i lavori d'Aula il mercoledì sera, alcuni presidenti di Commissione ritengono che il giovedì sia un giorno non lavorativo e immaginare che, nonostante ci sia una seduta di question time, non si possa in quel caso votare l'atto – col Governo che tra l'altro è già presente perché risponderà ai question time – è secondo me una mancanza grave, a cui questo Parlamento viene sottoposto. Io le segnalo, però, la violazione in questo caso dell'articolo 37, perché si è votato, si è cercato di votare, comunque con l'assenza del Governo.

Pag. 93

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Grazie, Presidente. È notizia di oggi il gravissimo atto intimidatorio nei confronti del comandante del Corpo forestale di Vobarno, Cesare Scatamacchia. Si tratta di una testa mozzata di pecora con il seguente messaggio a lui destinato: farai la stessa fine Cesare.
  Noi siamo qui per esprimere la nostra vicinanza e solidarietà al comandante di Vobarno del Corpo forestale e a tutti i suoi uomini. Crediamo che sia un qualcosa di incredibile vedere replicati quelli che sono gli stessi schemi mafiosi nel territorio bresciano, quando si dice che la mafia al nord non esiste. Esiste in varie forme e per questo vogliamo condannare l'atto ed esprime tutta la nostra vicinanza e solidarietà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alberti. Ne ha facoltà.

  FERDINANDO ALBERTI. Grazie, Presidente. Intervengo per portare all'attenzione della Presidenza e anche di quest'Aula un fatto increscioso e, a nostro avviso, inaccettabile. Lunedì mattina è successo che in una scuola elementare in un paese, Montichiari, della provincia di Brescia, alcuni bambini si sono sentiti male e anche alcuni insegnanti, tant’è che è stata chiamata l'ambulanza e sono stati tutti ricoverati in ospedale. Ebbene, il comune di Montichiari è famoso in Italia per essere definito e per essere chiamato la pattumiera d'Italia: Montichiari ha attualmente cinque discariche attive e cinque discariche dismesse, si contano almeno una dozzina di discariche abusive e si parla di 17 milioni di metri cubi di rifiuti di ogni genere, dai rifiuti speciali, urbani, ai rifiuti tossici sotterrati nelle terre di Montichiari. Noi chiediamo e diciamo: basta. L'abbiamo detto e lo abbiamo ribadito diverse volte e con diversi atti, anche con una risoluzione, che giace oggi dormiente in Commissione ambiente, in cui diciamo: basta. Chiediamo una moratoria definitiva per l'ambiente, soprattutto per la provincia di Brescia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole Alberti, ovviamente quanto lei denuncia resta agli atti, ma la Presidenza, in quanto tale, non ha poteri di intervento. Può tuttavia ricorrere ad atti di sindacato ispettivo.
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Nicola Bianchi. Ne ha facoltà.

  NICOLA BIANCHI. Grazie, Presidente. Intervengo per denunciare un fatto molto grave, riportato sul quotidiano locale La Nuova Sardegna, a pagina 26, lo scorso 15 ottobre, dal titolo: Caso amianto a Sennori: falso allarme del MoVimento 5 Stelle.
  Questo titolo, oltre a essere falso, cerca di infamare la consigliera Cossu e di metterle il bavaglio in modo subdolo. Mi preme precisare che l'interpellanza della consigliera Cossu, presentata nello scorso consiglio comunale a Sennori, è venuta a seguito di un precedente articolo, sempre del sopracitato quotidiano, che titolava «Alla scuola media bonifiche chiuse: tombato l'amianto».
  Non permettiamo che si screditi la funzione di un consigliere comunale che, nell'esercizio delle sue funzioni, chiede dei chiarimenti alla giunta e al sindaco Sassu. Inoltre il sindaco Sassu si deve assumere le sue responsabilità e non si deve permettere di scaricarle sui consiglieri. La consigliera Cossu ha tutta la mia solidarietà e quella del gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle e l'invito a proseguire sempre nell'interesse collettivo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baradello. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BARADELLO. Grazie Presidente. È solo per ringraziare delle persone italiane, che in questi momenti stanno vivendo attimi di agitazione. Poco fa è atterrata su Marte una sonda che fa parte di un progetto europeo e russo, delle Pag. 94agenzie spaziali europea e russa, ma realizzato quasi in gran parte in Italia, da aziende italiane. Credo che sia il caso di elogiare questi lavoratori, dagli operai ai tecnici e agli scienziati, che hanno lavorato per anni per raggiungere questo importante risultato per l'umanità: Thales Alenia Space, Leonardo Finmeccanica, l'Osservatorio astronomico di Napoli, l'università di Padova, l'ASI e l'Istituto di fisica nucleare nazionale. Credo che sia importante ricordare anche questi successi internazionali del nostro Paese, che faranno la storia dell'umanità.

  PRESIDENTE. Abbiamo così concluso gli interventi di fine seduta, che, ricordo, dovrebbero avere una qualche attinenza anche con i temi nazionali e con l'attività parlamentare.

Ordine del giorno della prossima seduta.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

  Venerdì 21 ottobre 2016, alle 9,30:

  Svolgimento di interpellanze urgenti.

  La seduta termina alle 18,40.

Pag. 95

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI
EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
   nelle votazioni nn. 1 e 4 il deputato De Rosa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 2 il deputato De Rosa ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;
   nelle votazioni nn. 3 e 5 il deputato De Rosa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 9 la deputata Malisani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni dalla n. 15 alla n. 31 il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 17 il deputato Giulietti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni nn. 18, 19, 35, 36, 37 e 60 il deputato Zan ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 19 il deputato Prataviera ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;
   nella votazione n. 28 il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni dalla n. 30 alla n. 72 il deputato Rabino ha segnalato che non è riuscito/a a votare;
   nella votazione n. 32 la deputata Gribaudo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
   nelle votazioni nn. 34 e 36 il deputato Tartaglione ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 35 il deputato Tartaglione ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nelle votazioni dalla n. 36 alla n. 73 il deputato Preziosi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 42 il deputato Baradello ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;Pag. 96
   nella votazione n. 43 i deputati Sgambato, Rotta e Tartaglione hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni nn. 44 e 46 i deputati Tartaglione e Sgambato hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 45 i deputati Tartaglione e Sgambato hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni nn. 47, 48 e 49 i deputati Tartaglione e Sgambato hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni dalla n. 51 alla n. 74 il deputato Sottanelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 55 il deputato Iacono ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nelle votazioni dalla n. 57 alla n. 67 il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 60 la deputata Di Salvo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 72 i deputati Impegno e Manfredi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 73 la deputata Vezzali ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 78 la deputata Gelmini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 78 il deputato Monchiero ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;
   nella votazione n. 79 la deputata Galgano ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 87 la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare;
   nella votazione n. 87 il deputato Civati ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;
   nella votazione n. 87 il deputato Pagani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. T.U. 261-A - em. 1.2 305 299 6 150 23 276 101 Resp.
2 Nom. em. 1.50 323 278 45 140 278 100 Appr.
3 Nom. em. 1.51 325 301 24 151 47 254 99 Resp.
4 Nom. em. 1.1 328 290 38 146 26 264 99 Resp.
5 Nom. em. 1.3 322 320 2 161 57 263 99 Resp.
6 Nom. em. 1.4 335 333 2 167 60 273 99 Resp.
7 Nom. articolo 1 348 339 9 170 317 22 98 Appr.
8 Nom. em. 2.7 366 321 45 161 30 291 97 Resp.
9 Nom. em. 2.40 364 321 43 161 51 270 97 Resp.
10 Nom. em. 2.10 365 318 47 160 33 285 97 Resp.
11 Nom. em. 2.15, 2.29 379 377 2 189 79 298 97 Resp.
12 Nom. em. 2.60, 2.61, 2.62 381 379 2 190 72 307 97 Resp.
13 Nom. em. 2.50 386 291 95 146 286 5 97 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 2.19 395 375 20 188 89 286 96 Resp.
15 Nom. em. 2.41 390 374 16 188 40 334 97 Resp.
16 Nom. em. 2.73 394 367 27 184 66 301 96 Resp.
17 Nom. em. 2.20 393 391 2 196 33 358 97 Resp.
18 Nom. em. 2.23 393 391 2 196 86 305 97 Resp.
19 Nom. em. 2.28 392 379 13 190 87 292 97 Resp.
20 Nom. em. 2.32 402 401 1 201 71 330 96 Resp.
21 Nom. em. 2.34 400 399 1 200 80 319 96 Resp.
22 Nom. em. 2.53 403 401 2 201 395 6 96 Appr.
23 Nom. em. 2.33 404 402 2 202 76 326 96 Resp.
24 Nom. em. 2.63 403 402 1 202 92 310 96 Resp.
25 Nom. em. 2.30 403 401 2 201 106 295 96 Resp.
26 Nom. em. 2.35 398 383 15 192 89 294 96 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 2.11 401 398 3 200 88 310 96 Resp.
28 Nom. em. 2.200 406 321 85 161 308 13 96 Appr.
29 Nom. em. 2.201 413 327 86 164 318 9 96 Appr.
30 Nom. em. 2.202 411 393 18 197 302 91 95 Appr.
31 Nom. articolo 2 403 392 11 197 374 18 95 Appr.
32 Nom. em. 3.50 394 393 1 197 391 2 95 Appr.
33 Nom. em. 3.51 rif. 398 398 200 397 1 95 Appr.
34 Nom. em. 3.55 408 399 9 200 26 373 95 Resp.
35 Nom. articolo 3 419 361 58 181 329 32 95 Appr.
36 Nom. em. 4.19 414 412 2 207 94 318 95 Resp.
37 Nom. em. 4.53 408 347 61 174 23 324 96 Resp.
38 Nom. em. 4.54 420 418 2 210 22 396 95 Resp.
39 Nom. em. 4.25 413 412 1 207 95 317 95 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 4.24 418 417 1 209 97 320 95 Resp.
41 Nom. em. 4.13 421 416 5 209 70 346 95 Resp.
42 Nom. em. 4.23 412 353 59 177 37 316 95 Resp.
43 Nom. em. 4.26 414 412 2 207 103 309 96 Resp.
44 Nom. em. 4.56 rif. 422 421 1 211 416 5 95 Appr.
45 Nom. em. 4.57 424 393 31 197 391 2 95 Appr.
46 Nom. em. 4.58 417 416 1 209 415 1 95 Appr.
47 Nom. em. 4.59 425 366 59 184 65 301 95 Resp.
48 Nom. em. 4.22 rif. 420 331 89 166 31 300 94 Resp.
49 Nom. articolo agg. 4.02 418 399 19 200 66 333 94 Resp.
50 Nom. articolo agg. 4.03 412 397 15 199 63 334 94 Resp.
51 Nom. articolo agg. 4.04 413 413 207 85 328 94 Resp.
52 Nom. articolo agg. 4.050 417 361 56 181 64 297 94 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. articolo agg. 4.01 411 349 62 175 62 287 94 Resp.
54 Nom. em. 5.2 407 376 31 189 91 285 95 Resp.
55 Nom. articolo 5 411 353 58 177 317 36 96 Appr.
56 Nom. articolo 7 419 349 70 175 327 22 94 Appr.
57 Nom. Ddl 4079-A - articolo 1 354 338 16 170 338 95 Appr.
58 Nom. articolo 2 357 341 16 171 341 95 Appr.
59 Nom. em. 3.1 384 383 1 192 54 329 95 Resp.
60 Nom. em. 3.3 378 377 1 189 56 321 95 Resp.
61 Nom. em. 3.4 390 388 2 195 53 335 95 Resp.
62 Nom. em. 3.2 391 389 2 195 57 332 95 Resp.
63 Nom. em. 3.5 392 390 2 196 54 336 95 Resp.
64 Nom. em. 3.6 392 390 2 196 54 336 95 Resp.
65 Nom. articolo 3 400 387 13 194 386 1 95 Appr.
INDICE ELENCO N. 6 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. articolo 4 391 378 13 190 377 1 95 Appr.
67 Nom. articolo 5 398 384 14 193 383 1 95 Appr.
68 Nom. articolo 6 394 381 13 191 380 1 95 Appr.
69 Nom. odg 9/4079-A/3 393 392 1 197 58 334 95 Resp.
70 Nom. odg 9/4079-A/4 399 396 3 199 58 338 95 Resp.
71 Nom. odg 9/4079-A/6 398 393 5 197 150 243 95 Resp.
72 Nom. Ddl 4079-A - voto finale 371 359 12 180 359 87 Appr.
73 Nom. T.U. 261-A - subem. 0.4.52.100 334 332 2 167 332 105 Appr.
74 Nom. em. 4.52 334 334 168 334 105 Appr.
75 Nom. em. 4.9 342 287 55 144 47 240 105 Resp.
76 Nom. em. 4.20 341 340 1 171 75 265 105 Resp.
77 Nom. articolo 4 354 298 56 150 277 21 103 Appr.
78 Nom. articolo agg. 4.051 357 307 50 154 35 272 103 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 87)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. articolo agg. 4.052 354 303 51 152 37 266 103 Resp.
80 Nom. em. 6.51 360 359 1 180 83 276 102 Resp.
81 Nom. em. 6.100 365 363 2 182 281 82 101 Appr.
82 Nom. articolo 6 365 364 1 183 290 74 101 Appr.
83 Nom. odg 9/261-A/6 366 364 2 183 118 246 99 Resp.
84 Nom. odg 9/261-A/7 367 366 1 184 86 280 99 Resp.
85 Nom. odg 9/261-A/8 384 383 1 192 115 268 99 Resp.
86 Nom. odg 9/261-A/13 379 378 1 190 118 260 99 Resp.
87 Nom. T.U. 261-A - voto finale 370 301 69 151 279 22 95 Appr.