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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 694 di martedì 18 ottobre 2016

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

  La seduta comincia alle 11,30.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  DAVIDE CAPARINI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 14 ottobre 2016.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Artini, Baretta, Baruffi, Basilio, Boccia, Cariello, Catania, Cicchitto, D'Ambrosio, Damiano, Epifani, Faraone, Fraccaro, Gentiloni Silveri, Mannino, Mazziotti Di Celso, Meta, Moscatt, Piccoli Nardelli, Rigoni, Scanu e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centootto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di una interrogazione.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interrogazione.

(Iniziative volte a restituire allo strumento del voucher le originarie caratteristiche previste dal decreto legislativo n. 276 del 2003 – n. 3-01459)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione all'ordine del giorno Laforgia e Gregori n. 3-01459 (Vedi l'allegato A – Interrogazione).
  La sottosegretaria di Stato al Lavoro e alle politiche sociali, Franca Biondelli, ha facoltà di rispondere.

  FRANCA BIONDELLI, Sottosegretaria di Stato al Lavoro e alle politiche sociali. Grazie, Presidente. Con riferimento all'atto parlamentare degli onorevoli Laforgia e Gregori, concernente l'utilizzo dei buoni lavoro, cosiddetti voucher, per le prestazioni di lavoro accessorio, passo a illustrare quanto segue.
  È opportuno precisare che il lavoro accessorio, introdotto dal decreto legislativo n. 276 del 2003, si sostanzi in una particolare modalità lavorativa, la cui principale finalità è quella di regolamentare quelle prestazioni lavorative definite per l'appunto accessorie, non riconducibili a forme tipiche di contratto di lavoro e svolte in modo saltuario ed occasionale da soggetti considerati nella maggior parte dei casi di difficile occupabilità. Si è inteso in tale modo regolarizzare attività normalmente saltuari e marginali, svolte in nero, nell'intento di assicurare al prestatore di Pag. 2lavoro un minimum di tutele previdenziali e assicurative. Il pagamento della prestazione accessoria avviene unicamente attraverso lo strumento dei buoni lavoro (voucher), non essendo ammesse modalità retributive diverse.
  L'originaria disciplina del lavoro accessorio ha subìto una radicale trasformazione con la legge n. 92 del 2012 (riforma Fornero) e successivamente con il decreto-legge n. 76 del 2013, che hanno eliminato le limitazioni di tipo oggettivo e soggettivo e fatto venir meno la natura occasionale dell'istituto. Conseguentemente tale categoria di lavoro è stata definita dai soli limiti economici dei compensi percepiti dal prestatore di lavoro, a prescindere dalla tipologia di attività svolta, identificandosi dunque con l'insieme delle prestazioni lavorative che non danno luogo, con riferimento alla totalità di committenti, a compensi superiori a 5 mila euro nel corso di un anno solare e, con riferimento a ciascun singolo committente, ad un compenso superiori ai 2 mila euro. Obiettivo del legislatore con questi interventi di modifica era certamente quello di estendere il ricorso ad un istituto volto principalmente a favorire l'emersione del lavoro irregolare principalmente tra i soggetti privi di una stabile occupazione o che si trovassero in fase di transizione da un'occupazione ad un'altra.
  La materia è stata successivamente ridisciplinata con il decreto legislativo n. 81 del 2015, emanato in attuazione del Jobs Act, che ha innalzato a 7 mila euro il compenso massimo annuale che ciascun prestatore di lavoro può ricavare con riferimento alla totalità dei committenti, mantenendo invece inalterato il limite dei 2 mila euro per le attività svolte in favore di ciascun singolo committente. È stato poi altresì introdotto il divieto del ricorso a prestazioni di lavoro accessorio nell'ambito dell'esecuzione di appalti. Inoltre, al fine di favorire la tracciabilità, il decreto legislativo n. 81 del 2015 ha previsto che i voucher possano essere acquistati esclusivamente con modalità telematiche e che, prima dell'inizio della prestazione, i committenti siano tenuti a comunicare alla competente Direzione territoriale del lavoro i dati anagrafici, il codice fiscale del lavoratore, nonché il luogo e la durata della prestazione, con riferimento ad un arco temporale non superiore ai trenta giorni successivi. In assenza della predetta comunicazione preventiva, la prestazione resa dal lavoratore avrebbe dovuto essere considerata quale prestazione di fatto e come tale in nero, con la conseguente irrogazione della cosiddetta maxi sanzione da parte del personale ispettivo.
  Tanto premesso faccio presente che, ai fini di un corretto utilizzo dei buoni lavoro, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e l'INPS, in qualità di concessionario del servizio di gestione dei voucher, hanno fornito chiarimenti e precisazioni in ordine agli ambiti di utilizzo degli stessi mediante i diversi atti regolamentari (circolari, messaggi e pareri).
  In tal senso, il ricorso al lavoro accessorio è stato considerato incompatibile con lo status di lavoratore subordinato, se impiegato presso lo stesso datore di lavoro. Parimenti, il ricorso al lavoro accessorio è stato considerato incompatibile con prestazioni aventi carattere di attività professionali, per le quali l'ordinamento richiede l'iscrizione ad un ordine professionale ovvero ad appositi registri, albi, ruoli ed elenchi professionali qualificati.
  Inoltre, sull'utilizzo dei voucher, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in collaborazione con l'INPS, ha effettuato un'attività di monitoraggio e di valutazione, i cui risultati sono stati illustrati in un apposito report, pubblicato lo scorso 22 marzo sul sito del Ministero. L'analisi sintetizzata nel rapporto consente di escludere che i voucher siano stati utilizzati per sostituire rapporti di lavoro stabili con prestazioni occasionali e di ritenere, invece, che l'aumento del ricorso ai voucher sia stato verosimilmente favorito dalle restrizioni all'utilizzo del lavoro a progetto e dalle altre forme di contratti flessibili introdotte dal decreto legislativo n. 81 del 2015. Nel report si rileva inoltre che, negli ultimi anni, l'importo medio percepito da ciascun lavoratore mediante il lavoro accessorio è rimasto costante, nella misura Pag. 3di circa 630 euro annui. Tale circostanza induce a ritenere che sulla crescente diffusione dell'istituto non abbiano inciso in maniera significativa le modifiche introdotte dal Jobs Act in materia di lavoro accessorio.
  Aggiungo, inoltre, che il 7 ottobre scorso è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica il decreto legislativo n. 185 del 2016, recante disposizioni integrative e correttive dei decreti legislativi emanati in attuazione del Jobs Act. Tale decreto ha rafforzato la tracciabilità dei voucher, al fine di evitare eventuali distorsioni nell'uso di tale strumento e di perseverare nella finalità originaria, che era volta a fare emergere quelle prestazioni che non possono essere disciplinate attraverso le forme di lavoro stabile previste dalla legislazione vigente. Si introduce così una modalità di controllo analoga a quella già in essere, lavoro a chiamata (job on call), al fine di impedire possibili comportamenti illegali ed elusivi da parte di quelle imprese che acquistano il voucher e comunicano l'intenzione di utilizzarlo, ma poi lo usano solo in caso di controllo da parte dell'ispettore del lavoro. Nello specifico si prevede che i committenti imprenditori non agricoli o professionisti debbano comunicare alla competente sede territoriale dell'ispettorato nazionale del lavoro, mediante sms o posta elettronica, almeno sessanta minuti prima dell'inizio della prestazione lavorativa, i dati anagrafici o il codice fiscale del lavoratore, il luogo e la durata della prestazione e l'indicazione del giorno e dell'ora di inizio e di fine della prestazione. Invece i committenti imprenditori agricoli sono tenuti a comunicare i dati anagrafici o il codice fiscale del lavoratore, il luogo e la durata della prestazione, con riferimento ad un arco temporale non superiore a tre giorni. Il legislatore in tal modo ha voluto tenere conto della specificità del lavoro agricolo e delle difficoltà dei committenti imprenditori agricoli di prevedere ex ante la durata delle prestazioni e il numero esatto di lavoratori da utilizzare, a causa del condizionamento dell'attività agricola da parte di fattori meteorologici.
  Per quanto concerne l'attività di controllo sui voucher, preciso che, nel documento di programmazione dell'attività di vigilanza per il 2016, il Ministero del lavoro ha previsto tra gli obiettivi primari di attenzione degli organi ispettivi la verifica sul corretto utilizzo dei voucher. Inoltre l'attività di vigilanza sarà resa più efficace grazie alla costituzione dell'ispettorato del lavoro. Infatti l'affidamento a tale organo della gestione unitaria delle attività in precedenza svolte dagli ispettori del Ministero del lavoro, dell'INPS e dell'INAIL, consentirà di unificare e potenziare le ispezioni nelle imprese. Anche quest'ultimo intervento conferma l'intenzione e la volontà del Governo e del Ministero del lavoro di combattere ogni forma di illegalità e di precarietà nel mercato del lavoro e di colpire tutti quei comportamenti che sfruttano il lavoro e alterano la corretta concorrenza tra le imprese.

  PRESIDENTE. Il deputato Laforgia ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione. Prima però di dargli la parola, saluto studenti e insegnanti dell'istituto comprensivo di Riano in provincia di Roma e il gruppo parrocchiale Sant'Apollinare Russi di Ravenna che assistono ai nostri lavori dalla tribuna.
  Prego onorevole Laforgia.

  FRANCESCO LAFORGIA. Grazie Presidente io ringrazio il Governo per aver risposto alla mia interrogazione che per la verità è datata 22 aprile del 2015 e in quest'anno e mezzo molte cose sono accadute, anche il quadro sul mercato del lavoro e sul tema dei voucher in particolare si è fatto più chiaro e vorrei dire – ahimè ! – anche più allarmante. I numeri sono quelli che conosciamo, sono quelli dell'INPS, dall'inizio del 2016 e nei primi sette mesi del 2016 sono stati venduti 84 milioni di voucher che sono pari al 34 per cento di voucher in più rispetto al 2015, al 200 per cento in più rispetto al 2014. Questo è il quadro; di fronte ad una fotografia di questo genere fa bene il Pag. 4Governo ad immaginare iniziative come quelle che ha messo in campo sulla tracciabilità. Ora se non vogliamo trovarci nella classica condizione nella quale chiudiamo la stalla quando i buoi sono scappati, e mi pare che qualcuno abbia già preso il largo, qualche verità in più dobbiamo dircela. La prima è questa: i numeri delle ricerche dicono che i voucher hanno in parte fallito nella loro missione di far emergere il lavoro nero e formalizzare alcuni mansioni particolari perché se si analizza l'utilizzo dei voucher in alcuni settori, come quello della ristorazione, il settore alberghiero o il combinato con il part-time involontario, si capisce come il ricorso ai voucher è fatto, sostanzialmente, per comprimere ulteriormente il costo del lavoro e non per esigenze di flessibilità del sistema produttivo. Secondo elemento: ma se la percentuale dei voucheristi tra i 25 e i 49 anni passa dal 33 al 59 per cento, mentre si dimezza quella degli over 50, i quali, come sa il Governo, sono quelli che stanno beneficiando un po’ di più della crescita dei posti di lavoro rispetto ai loro colleghi più giovani; se il quadro prevede il fatto che noi siamo in una condizione nella quale c’è il 37 per cento di disoccupazione giovanile e il fenomeno dei NEET sta esplodendo, cioè i giovani che non studiano e non lavorano, allora è legittimo o no chiedersi se questo Paese sia investito da una grande questione che riguarda le nuove generazioni? Ed è legittimo o no a proposito dei voucher pensare che quello strumento sia un tassello di una marginalizzazione più ampia dei giovani nel mercato del lavoro. Allora io penso che sia nostro dovere rispondere con molta serenità di «sì» a queste domande, anche introducendo qualche elemento di critica rispetto a strumenti che abbiamo utilizzato in questi due anni che hanno avuto delle ricadute positive e che oggi mostrano la corda. Penso, ad esempio, al tema dalla decontribuzione che può aver rappresentato in parte ossigeno per il sistema produttivo nella fase iniziale ma che oggi forse rappresenta più un palliativo che lo strumento per aggredire i nodi veri del mercato del lavoro. Chiudo dicendo questo: si è molto parlato in questi giorni dei giovani di Foodora e del loro sciopero; non c’è una relazione diretta con il tema dei voucher, però, se mi permette Presidente, c’è una questione che riguarda il lavoro e la dignità di lavoratori. Io penso infatti che in quest'Aula e più in generale nel Paese non ci sia nessuno che non abbia curiosità nei confronti dei nuovi modelli produttivi anche di consumo; penso, ad esempio, a tutta la partita affascinante della sharing economy, piuttosto che a quella che viene definita la giga economy, cioè il fatto che sia accettabile che per un pezzo della stagione della vita di alcuni giovani lavoratori si possano fare anche dei lavoretti, ad esempio, per mantenersi agli studi; ma tutto questo, lo dico al Governo, non può essere fatto in nome di un'idea del lavoro che si sta facendo sempre più «usa e getta», in nome di un'idea, questa sì se mi consentite, un po’ ottocentesca per cui i lavoratori vengono assunti con un sms e vengono espulsi dal mercato del lavoro ad nutum, con il gesto del capo. Io penso che questo modello sia sbagliato e penso anche, in questo senso trovo un collegamento con i voucher, che i voucher rappresentino un insieme di regole e anche una dimensione culturale in cui cresce e si genera l'idea di un lavoro che scarica i costi sui lavoratori e spesso questi lavoratori sono giovani. Penso che questo modello debba essere superato e ciò lo si deve fare in nome di un obiettivo ambizioso che si deve dare tanto più un Governo di centrosinistra, che è, io penso, anche l'obiettivo di un Paese civile: quello di coniugare con maggiore efficacia, modernità e diritti.

  PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Laforgia. È così esaurito lo svolgimento dell'interrogazione all'ordine del giorno.
  Sospendiamo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 14 con il seguito della discussione del disegno di legge recante disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo.

Pag. 5

  La seduta, sospesa alle 11,45, è ripresa alle 14.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Bindi e Molea sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centodieci, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche.

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo pertanto la seduta che riprenderà alle ore 14,20.

  La seduta, sospesa alle 14, è ripresa alle 14,25.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2217 – Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo (Approvato dal Senato) (A.C. 4008); e delle abbinate proposte di legge: Mongiello e Mattiello; Mongiello ed altri; Mongiello ed altri; Falcone ed altri; Zaccagnini ed altri; Matarrelli; Carloni ed altri; Matarrese ed altri; Scotto ed altri; Chimienti ed altri (A.C. 429-2134-3298-3367-3379-3405-3580-3817-4046-4069).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 4008: Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo; e delle abbinate proposte di legge nn. 429-2134-3298-3367-3379-3405-3580-3817-4046-4069. Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione sulle linee generali e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica.

(Esame degli articoli – A.C. 4008)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge e degli emendamenti presentati.
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 4008), che sono in distribuzione.
  Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazione per principi o riassuntive, ai sensi l'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare. A tal fine il gruppo Misto per la componente politica dei Conservatori e Riformisti è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
  Avverto che, fuori dalla seduta, gli emendamenti 1.33, 1.35 e 2.3 Marotta, 1.57, 1.58, 1.59 e 1.60 Venittelli, 1.50 e 1.51 Schirò e 1.15, 1.16 e 1.17 Rostellato sono stati ritirati dai presentatori.

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 4008)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 4008).

Pag. 6

  ARCANGELO SANNICANDRO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Su cosa ? Sul complesso degli emendamenti ?

  ARCANGELO SANNICANDRO. Io volevo interviene solo sul titolo della legge, poiché lei ha detto: «passiamo all'articolo 1». Ecco perché mi sono precipitato a chiedere la parola. Non vorrei che, passando all'articolo 1, non potessi parlare poi sul titolo, oppure che mi fosse detto dopo che ho già parlato. Insomma, questo è il punto.

  PRESIDENTE. A me non risulta che ci siano emendamenti al titolo della legge.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Non credo che ci sia bisogno di un emendamento. Comunque posso parlare anche a proposito dell'articolo 1. Come ritiene lei.

  PRESIDENTE. Va bene, perché, non ci sono emendamenti su questo.
  Nessun chiedendo di parlare sull'articolo 1 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ed il Ministro ad esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 1, segnalati per la votazione.
  Quindi, prima il relatore, deputato Berretta.

  GIUSEPPE BERRETTA, Relatore per la II Commissione. Presidente, sugli emendamenti 1.29 Sannicandro, 1.21 Bonafede, 1.4 Rizzetto, 1.30 Andrea Maestri e 1.26 Agostinelli si formula un invito al ritiro altrimenti parere contrario.

  PRESIDENTE. Gli emendamenti 1.58 e 1.57 Venittelli sono stati ritirati.

  GIUSEPPE BERRETTA, Relatore per la II Commissione. Si formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento 1. 59 Venittelli, anzi credo sia stato ritirato.

  PRESIDENTE. A me non risulta; adesso controllo con gli uffici. Ritirato. Adesso me lo hanno comunicato, quindi andiamo oltre.

  GIUSEPPE BERRETTA, Relatore per la II Commissione. Si formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti 1.28 Agostinelli, 1.62 Altieri, 1.5 Rizzetto, 1.52 Polverini e 1.34 Chiarelli. Sull'emendamento 1.72 Altieri la Commissione esprime parere contrario.

  PRESIDENTE. Poi andiamo all'emendamento 1.37 Andrea Maestri.

  GIUSEPPE BERRETTA, Relatore per la II Commissione. Invito al ritiro o parere contrario.
  Inoltre, si invitano i presentatori al ritiro degli emendamenti 1.7 Rizzetto, 1.63 Altieri, 1.39 Andrea Maestri, 1.64 e 1.65 Altieri, 1.40 Daniele Farina, 1.27 Chimienti, 1.8 e 1.9 Rizzetto e 1.25 Bonafede, altrimenti il parere è contrario.
  Si invitano i presentatori al ritiro degli identici emendamenti 1.6 Rizzetto e 1.42 Andrea Maestri, altrimenti il parere è contrario.
  Infine, si invitano i presentatori al ritiro dell'emendamento 1.53 Chimienti, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Andiamo ora ad esprimere il parere sugli articoli aggiuntivi.

  GIUSEPPE BERRETTA, Relatore per la II Commissione. Signora Presidente, il parere è contrario su tutti gli articoli aggiuntivi.

  PRESIDENTE. Va bene.
  Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Vice Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Presidente, il parere è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.29 Sannicandro.Pag. 7
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, preliminarmente vorrei spiegare qualcosa. Il titolo della presente proposta di legge dice: «Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo». Questa titolazione non dice tutto e in un caso dice troppo: «Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero (...)». In questo provvedimento non c’è un rigo – un rigo ! – che parli del lavoro nero, né in modo diretto né in modo indiretto. Si tratta di un provvedimento che, per la parte che appunto riguarda questa questione, modifica il codice penale e il codice di procedura penale, cioè modifica l'articolo 603-bis.
  L'articolo 603-bis tra l'altro, come noi l'abbiamo modificato, che cosa dice ? Dice sostanzialmente che chiunque, cioè chiunque e anche il datore di lavoro non imprenditore, sfrutti un lavoratore – sintetizzo – è punito con la reclusione da uno a sei anni. Quindi, non imprenditore; si riferisce agli imprenditori, ma si riferisce anche alla persona che ha la badante, si riferisce anche all'artigiano che ha la bottega e ha delle operaie al lavoro e si riferisce anche al lavoro regolare – badate bene –, perché dice «chiunque» e la volontà della legge è di punire lo sfruttamento, non di punire il lavoro nero ma di punire, lo ripeto, lo sfruttamento. Poi, si potrà discutere se sia giusto o non sia giusto elevare a norma penale lo sfruttamento, ma questo è un altro problema. Io ne faccio una questione di tecnica legislativa e di correttezza nella produzione legislativa.
  Faccio presente che l'espressione «lavoro nero», espressione giornalistica che non ha nulla a che vedere con il testo giuridico, non è neanche menzionata tra gli indici di sfruttamento che sono elencati nell'articolo 1. Tra gli indici di sfruttamento vi è la retribuzione sproporzionata e inferiore al dovuto, vi è la violazione della normativa sull'orario di lavoro, vi è la violazione delle norme sulle ferie, ma in modo paradossale, secondo me, non si menziona neanche il cosiddetto «lavoro nero» o tecnicamente irregolare, cioè il lavoro di quelle persone che sono assunte o che vengono ingaggiate fuori dall'ufficio del lavoro e non vengono assicurate né all'INPS né all'INAIL (e quindi stiamo proprio fuori da questo campo). Cioè, sostanzialmente la norma – ripeto – è ingannevole: è pubblicità ingannevole.
  Ho preso la parola a questo proposito perché da un po’ di tempo – o meglio da qualche anno – si sta abusando nella intitolazione delle leggi. Noi abbiamo leggi come la «Sblocca Italia», la «Salva Italia» e la «Forza Italia»; poi abbiamo «leggi obiettivo», ma sono tutte espressioni incongrue che non dicono esattamente ciò che sta nella legge, laddove ci hanno insegnato che bisogna fare del titolo, come dire, il manifesto di apertura del prodotto che c’è poi all'interno.
  Tornando appunto all'argomento più preciso del...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore ! È possibile fare meno confusione in quest'Aula ? Prego.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Tornando adesso e avvicinandoci all'emendamento, con questo emendamento noi anteponiamo la figura dell'imprenditore o del datore di lavoro a quella dell'intermediario e non facciamo altro che riproporre il testo di una vecchia legge del 1960, che partiva dall'imprenditore o dal datore di lavoro e arrivava poi all'intermediario e, cioè, praticamente partiva dal ricettatore per arrivare al ladro. Altrimenti da un po’ di anni a questa parte si pensa che il cosiddetto «caporale», che poi sarebbe colui il quale mette insieme l'offerta e la domanda di lavoro, sia nato sotto i cavoli. La verità è che i cosiddetti «caporali» – linguaggio giornalistico – sono persone che intanto possono esercitare questa attività perché c’è qualcuno che poi ingaggia quelle persone. Aggiungo che in questi Pag. 8anni il fenomeno si è ingigantito oltre misura non soltanto per la trasmigrazione enorme che avviene in tante parti del mondo verso i Paesi più ricchi, ma anche per un altro elemento che ha ingigantito il fenomeno e, cioè, il fatto che lo Stato si è ritirato dalla gestione del mercato del lavoro. Lo Stato si è ritirato dalla gestione del mercato del lavoro !
  Nel dopoguerra, ma già nel periodo fascista, la funzione di intermediazione, cioè fare incontrare il datore di lavoro con il lavoratore, era una funzione pubblica e come tale presidiata anche da norme penali. Non è che questo Governo o quello precedente abbiano scoperto qualche cosa, perché la norma, l'articolo 603-bis, che noi oggi voteremo, discuteremo, eccetera, non fa altro che rimodulare una norma, appunto l'articolo 603-bis, che fu introdotta appena tre o quattro anni fa. Quindi, non è che hanno scoperto l'America da questo punto di vista, perché qualcuno si vantava di questo fatto. La norma penale, sia pure sotto forma più lieve, ha sempre presidiato la funzione del collocamento, in quel caso pubblico. Dal 1996 in poi l'incontro della manodopera coi datori di lavoro è diventato una questione privata; è stato privatizzato il collocamento delle persone. Prima non era consentito in nessuna maniera – non soltanto per scopo di lucro, ma anche senza scopo di lucro – fare il mestiere di mediatore di esseri umani, come non era consentito dare in affitto esseri umani e come non era consentito dare in leasing gli esseri umani. Dal 1996 in poi questo è possibile, per cui le norme penali, sebbene vi siano, sono a presidio dei caporali legalizzati, cioè delle agenzie di somministrazione o delle agenzie di intermediazione. Questo è il panorama.
  Per cui, anticipo la mia opinione: la norma penale serve indiscutibilmente. È stata portata ai livelli che noi sappiamo e che sono qui presenti davanti a tutti...

  PRESIDENTE. Concluda, deputato.

  ARCANGELO SANNICANDRO. ...ma sono norme penali che, sprovviste di tutto un apparato amministrativo che prima c'era, sono destinate a fare la stessa fine delle norme penali precedenti, dal 2013 ad oggi.

  GIUSEPPE BERRETTA, Relatore per la II Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE BERRETTA, Relatore per la II Commissione. Presidente, intervengo in estrema sintesi per rispondere al collega Sannicandro. Intanto l'emendamento in realtà riguardava tutt'altro e abbiamo discusso del titolo del provvedimento. Però, il tema lavoro nero non è, diciamo, un vessillo che noi oggi utilizziamo per fare chissà che cosa: è una delle questioni grandi che ha il nostro Paese, rispetto alla quale noi vogliamo intervenire anche attraverso questo provvedimento. Se parliamo di sfruttamento della manodopera è chiaro, è scontato, è evidente ed è palmare che l'utilizzo senza il rispetto delle discipline in materia previdenziale, senza la corretta assunzione del lavoratore, non è indice di sfruttamento, è sfruttamento. Ciò mi consente di agganciarmi al tema degli indici. Gli indici sono meri strumenti che orientano l'interprete, che orientano il giudice, che orientano gli operatori, ma non costituiscono di per sé la fattispecie delittuosa. La fattispecie delittuosa si caratterizza per lo sfruttamento della manodopera e l'approfittamento dello stato di bisogno; entrambe questioni che devono essere accertate nello specifico e che devono condurre a una prudente e attenta valutazione. Non è nostro interesse creare allarmismo, non è nostro interesse creare preoccupazioni eccessive ai datori di lavoro, è nostro interesse colpire con grande forza coloro i quali si rendono responsabili di forme gravi di sfruttamento e di approfittamento dello stato di bisogno dei lavoratori italiani e stranieri che siano.
  Quindi, rispetto alle questioni che poneva il collega Sannicandro, credo che il titolo sia corretto e ancor di più il complesso normativo che stiamo introducendo finalmente nel nostro ordinamento.

Pag. 9

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.29 Sannicandro, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.21 Bonafede, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.4 Rizzetto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.30 Andrea Maestri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.26 Agostinelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.28 Agostinelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.62 Altieri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.5 Rizzetto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.52 Polverini, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 10

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.34 Chiarelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.72 Altieri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.37 Andrea Maestri sul quale è stato formulato un invito al ritiro, altrimenti il parere contrario è contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Qualcuno ha sostenuto che le mie affermazioni erano infondate. Il documento fornitoci dal Servizio studi della Camera è intitolato: «Contrasto dello sfruttamento del lavoro in agricoltura». Contrasto dello sfruttamento: stiamo facendo questa legge per contrastare lo sfruttamento in agricoltura, poi nel disegno di legge si dice «quando c’è sfruttamento». O, meglio, mi correggo facciamo questa legge per contrastare lo sfruttamento dei lavoratori non in agricoltura perché, ripeto, la norma dell'articolo 603-bis recita «chiunque» cioè si riferisce a qualunque datore di lavoro di qualunque settore merceologico (agricoltura, commercio, industria) imprenditore e non, regolare e non.
  Infatti se ad un certo punto i carabinieri scoprono venti persone assunte da un datore di lavoro fuori dall'ufficio del lavoro, non assicurate all'INPS e all'INAIL ma pagati a tariffa, non incorre quel datore di lavoro, né il suo mediatore, nella severità di questa normativa, proprio perché essa si preoccupa dello sfruttamento dei lavoratori – è chiaro – e non del modo in cui sono stati eventualmente assunti, perché per questo c’è altra normativa. Quindi per chi assume i lavoratori fuori cioè non li registra al centro per l'impiego è prevista una sanzione. Per chi non assicura i lavoratori presso l'INPS o l'INAIL c’è una sanzione ma, se non li sfrutta, non incorre nella normativa in esame. Quindi non è che qua si sta facendo dell'allarmismo ma sto soltanto richiamando l'Aula sul fatto che facciamo male le leggi, come ormai dice la stampa inglese. E molto spesso le intenzioni sono ottime e io non nego che le intenzioni siano ottime però io vedo che affidare soltanto alla norma penale – ripeto: alla norma penale – la soluzione del problema è abbastanza, per così dire, fallace. Infatti nel frattempo abbiamo liberalizzato: ognuno può assumere chi gli pare e piace quando gli pare e piace. L'articolo 4 della Costituzione dice che la Repubblica promuove il lavoro: quindi prima lo promuoveva facendo del collocamento della mano d'opera una propria funzione e realizzava anche la redistribuzione del lavoro perché al collocamento le persone normalmente potevano essere assunte soltanto in modo numerico. Non potevi tastare il polso o i muscoli come si faceva nel mercato di piazza: questo non era possibile e, se ciò veniva fatto, vi era una sanzione penale. Poi a poco a poco lo Stato ha fatto marcia indietro, come ho detto prima, ma c'era anche di più. Gli uffici locali che erano gestiti dai sindacati e dai datori di lavoro, perché erano le due figure sociali ed economiche indispensabili, avevano modo di controllare cosa avveniva sul territorio prima di iscrivere uno, ad esempio, nell'elenco Pag. 11dei lavoratori agricoli che vengono iscritti in un particolare elenco. E come lo facevano ? Lo facevano analizzando i piani colturali che ogni anno le aziende dovevano presentare. Il territorio di tutti i comuni italiani quindi era presidiato da migliaia di poliziotti non in uniforme ma intendendo per poliziotti non solo i delegati sindacali ma anche i singoli lavoratori cittadini che controllavano se era stato mandato a lavorare qualcuno che non doveva andarci perché stava in basso nella graduatoria oppure se un datore di lavoro in campagna tenesse persone che non erano passate dall'ufficio del lavoro. Quindi, quando noi abbiamo smobilitato e distrutto questo esercito di sindacalisti che assolvevano questa encomiabile funzione, è evidente che alla fine lo Stato si è ridotto a fare una norma penale. Possiamo stabilire pure l'ergastolo ma se non ripristiniamo il collocamento pubblico o qualcosa del genere – non dico proprio quello ma qualcosa del genere – sarà sempre un tentativo velleitario di uno Stato ormai che si limita soltanto a fissare regole e poi venga il più forte e i più forti sono sempre i datori di lavoro e i loro caporali.

  PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.37 Andrea Maestri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.7 Rizzetto sul quale è stato formulato un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Sì, grazie Presidente. Bene, Presidente, come volevasi dimostrare, sono stati dichiarati non inammissibili, ma è come se fossero inammissibili, e quindi la maggioranza dice che nessun emendamento passerà in seno a questo provvedimento. Ora, Presidente, come spesse volte detto, affermato, e in Commissione senza voler perdere tempo, come qualche illustre esponente della maggioranza ha detto, mentre qualcuno cerca di perdere tempo con la proposizione di emendamenti c’è gente che muore, purtroppo, aggiungo io, e considerato il fatto che sino ad oggi, sino a ieri, la gente è morta e muore innanzi a questo odioso reato, il reato di caporalato, servirebbe e serve ancora, secondo me, dopo una discussione piuttosto breve in Commissione, migliorare il testo di questo disegno di legge, soprattutto, come spesso ricordato, all'articolo 1, che è il vero cuore della proposta.
  Allora, Presidente, se noi andiamo, e lo dico in primis a me stesso, a sottolineare e a leggere quali sono i cosiddetti indici di sfruttamento, ebbene, al punto 1 – vado a citare – si scrive: «la reiterata corresponsione di retribuzioni in modo palesemente difforme dai contratti collettivi nazionali o territoriali». Significa conoscere poco la materia, come già detto anche al presidente Damiano in un intervento che ho fatto in Commissione: le aziende non sono obbligate a sottostare ai cosiddetti contratti collettivi nazionali. Mi spiego: se, ad esempio, vi è un'azienda metalmeccanica che non sottoscrive questo tipo di accordi, ebbene, questa è un'azienda considerata fuori dei contratti collettivi nazionali. Stesso dicasi – è un parallelismo, è un binario, una trasversalità, è un sillogismo semplicissimo – per quanto riguarda ed è inerente alle aziende agricole.
  Ovvero, se un'azienda agricola non sottostà ai contratti collettivi nazionali o territoriali, dove andiamo, presidente Ferranti, a capire qual è lo sproporzionato e palese utilizzo rispetto alla quantità e alla qualità del lavoro prestato ? Dove andiamo ad appigliarci sub iudice innanzi a questo passaggio ? Allora, Presidente, il mio emendamento è un qualcosa di assolutamente semplice, ovvero andare a togliere la parte che va da «la reiterata corresponsione Pag. 12di retribuzioni in modo palesemente difforme dai contratti collettivi nazionali», eccetera eccetera, con «comunque». Significa che, comunque, quando un'azienda, anche fuori dai contratti collettivi nazionali, va a reiterare le corresponsioni di retribuzione in modo palesemente difforme, quindi anche fuori dai contratti collettivi nazionali – che, guardate, per assurdo, possono anche addirittura essere più pagati in termini di paga minima oraria rispetto ai contratti collettivi nazionali – e quindi si va a dire, comunque, quando un'azienda applica questo tipo di modus operandi nei confronti dei lavoratori, è comunque penalmente rilevabile l'aspetto che questa azienda porta avanti.
  Però, Presidente, e chiudo, come detto direttamente al Ministro, quando è venuto da noi in Commissione, al Ministro io dissi: Ministro, cerchi di non farci fare un mero esercizio di stile, come spesso si fa in quest'Aula, cioè facciamo emendamenti, arriviamo in Aula, nessuno poi interviene, perché la maggioranza, piuttosto che il relatore di maggioranza, dichiara voto contrario su tutti gli emendamenti. È un esercizio di stile; allora, lì sono d'accordo nell'andare avanti e nel proseguire i lavori in modo veloce, anche se – lo rinnovo – è un modus operandi che a me non piace, non piace proprio per nulla.
  Quindi, ho cercato di spiegare, anche, magari, a coloro che non erano a conoscenza nello specifico rispetto a questo argomento, quale potrebbe essere il vulnus, il punto di caduta inerente ed innanzi ai cosiddetti contratti collettivi nazionali. Mi attendo chiaramente dalla maggioranza un voto contrario, però ci riserveremo di intervenire ancora.

  MARCO MICCOLI, Relatore per la XI Commissione.
  Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARCO MICCOLI. Relatore per la XI Commissione. Grazie, Presidente. Tramite lei, per rispondere all'onorevole Rizzetto che non si tratta di un esercizio di stile. La discussione che stiamo producendo qui in Aula è figlia di una storia parlamentare, anche recente, molto lunga, forse troppo lunga, che parte dalla scorsa legislatura, quando le Commissioni lavoro e agricoltura svolsero un'indagine conoscitiva proprio sul caporalato e sullo sfruttamento del lavoro in agricoltura. Ma non solo: nel corso dello scorso anno, esattamente a dicembre del 2015, sempre le Commissioni lavoro e agricoltura votarono all'unanimità una risoluzione. Si arrivò a quel voto dopo una lunga indagine fatta di audizioni, in cui vennero audite le categorie degli imprenditori, dei lavoratori, i sindacati, le associazioni, gli enti locali, le regioni e quant'altro.
  Fu una lunga discussione. Abbiamo detto che questa legge è figlia di questa storia, figlia di una discussione lunga, forse troppo lunga, ma abbiamo discusso anche in Commissione. Non abbiamo nascosto l'esigenza di una tempistica che ci consente anche di fare una riflessione, che è quella che a dicembre inizierà la raccolta degli agrumi. Questa raccolta degli agrumi inizierà a Siderno, a Casal di Principe, a Rosarno, a Cerignola, nei luoghi dello sfruttamento del lavoro fatto dai caporali. Per questo, oggi noi qui stiamo respingendo gli emendamenti: non perché vogliamo eludere una discussione, ma perché pensiamo che vi sia una proposta di miglioramento che forse potremmo anche ricondurre a una discussione che dovremo riaffrontare, perché, nella proposta di legge, sono previsti monitoraggi territoriali fatti dalla cabina di regia, dalla rete agricola, e che dovranno fornire alle Camere, fra un anno, una relazione.
  Forse potremo capire se quei miglioramenti richiesti dalle opposizioni potranno avere un senso, ma oggi noi non ci sentiamo di fare iniziare una nuova stagione di raccolta senza una legge che protegga i lavoratori(Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vico. Ne ha facoltà.

Pag. 13

  LUDOVICO VICO. Grazie, Presidente. Il problema di sempre, che questo provvedimento, per la prima volta nella storia della Repubblica italiana, affronta, è semplicemente il seguente. Quando parliamo di caporalato, nel mondo reale è noto a tutti che i soggetti del fenomeno siano tre: chi lavora, prevalentemente donne braccianti e braccianti; il caporale, colui che organizza l'azione e le lavorazioni presso i campi; il terzo soggetto è chi commissiona al caporale l'attività. Questo provvedimento affronta finalmente nell'insieme le tre componenti e nell'articolo 1 introduce il concetto di sfruttamento, perché, ovviamente, assume per la prima volta...

  PRESIDENTE. Concluda.

  LUDOVICO VICO...legislativamente il commissionante. Ovviamente, il commissionante è contra legem, le aziende che sono in regola non devono avere problemi.

  GIUSEPPE BERRETTA, Relatore per la II Commissione.
  Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE BERRETTA, Relatore per la II Commissione. Presidente, anch'io in estrema sintesi sull'emendamento per dire che non mi stancherò di ripetere che gli indici che sono indicati nella norma, nell'articolo 1, sono meri sintomi, che non danno luogo di per sé all'applicazione del reato, non comportano il configurarsi della fattispecie delittuosa. Ma non vi è dubbio che, però, il discostarsi in maniera sistematica dai parametri retributivi previsti dalla contrattazione collettiva sia un elemento rilevante, ed è un elemento rilevante anche perché la nostra Costituzione già prevede un obbligo di retribuzioni in maniera proporzionata alla quantità e qualità del lavoro prestato e sufficiente a garantire al lavoratore un'esistenza libera e dignitosa.
  Quindi, i parametri della contrattazione collettiva diventano il modo per dare concretezza a un precetto costituzionale. Peraltro basta guardare alla cronaca: quando si parla di casi di sfruttamento, di caporalato il primo elemento che viene messo in rilievo è una paga totalmente difforme rispetto a quella che è la paga prevista dai contratti collettivi, quando si parla, cioè, dei 4 euro l'ora, dei 20 euro al giorno. Quindi, l'espungere questo parametro, questo indice ci apparirebbe totalmente inconcludente, anzi, errato. Non è un problema di tagliare i tempi della discussione, è un problema proprio di illogicità dell'emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, intervengo, sempre, per delineare al meglio la norma. Il collega che mi ha preceduto ha ragione, nella Costituzione è scritto che ogni lavoratore ha diritto ad una retribuzione che consenta a lui e alla sua famiglia un'esistenza libera e dignitosa. E questa retribuzione, praticamente, si ritrova nella contrattazione collettiva. Ora noi, qui, non stiamo parlando di questo da un punto di vista civilistico, qui stiamo facendo una norma penale che dice che, qualora una persona assume dei lavoratori, sottoponendoli a condizioni di sfruttamento ed approfittando del loro stato di bisogno, è punito con la reclusione da uno a sei anni. Qui nasce sempre l'equivoco nella discussione, quali sono gli indici di sfruttamento, cioè, che cosa ci porta a dire che c’è sfruttamento ? Voi dite, appunto, la reiterata corresponsione di retribuzioni in modo palesemente difforme dai contratti collettivi nazionali o, comunque, sproporzionato, se non c’è un contratto, rispetto alla quantità o qualità del lavoro prestato. Ora si può essere d'accordo o non si può essere d'accordo – e io sono d'accordo con voi – però non possiamo dire che stiamo parlando d'altro, stiamo parlando dell'articolo 36 della Costituzione il quale dice quelle cose che prima ho richiamato; qualora ciò accadesse, appunto una violazione di quel precetto, in modo sproporzionato, c’è il reato; questo è tutto.Pag. 14
  Ora la presidente Ferrati dirà che non è così, perché dice che questo è un indice. Anticipo già quello che mi dirà la presidente: è un indice; allora, si vada a vedere le sentenze della Cassazione che abbiamo citato ieri nella discussione generale; cosa vuole trovare di più, lo ripeto, cosa vuole trovare di più ? Quando lei va in un'azienda, in un luogo di lavoro e trova 50 operai italiani o stranieri, quali che siano, che prendono 4 euro all'ora o a cassone, come per la raccolta dei pomodori, le è sufficiente ? Lei dirà: no, non è sufficiente. Benissimo, spieghi allora a quest'Aula che cos'altro dobbiamo trovare, perché almeno ci capiamo. È chiaro ? Ora, gli indici, almeno stando alla lingua italiana, sono appunto le «manifestazioni di». L'indice di un libro dice cosa c’è nel libro; ora indici sono: la paga sproporzionata alla qualità del lavoro e la reiterata violazione delle norme relative all'orario di lavoro. Infatti, se noi andiamo a prendere le due sentenze della Cassazione che abbiamo citato ieri, una relativa a un processo a L'Aquila, di un imprenditore edile, e l'altra a Foggia, che cosa troviamo ? Che i lavoratori facevano 13 o 14 ore e quindi la Cassazione, in questo caso ha condannato, perché giustamente doveva condannare.
  Noi possiamo pure votare a favore, e noi voteremo a favore presumo, per come sta andando il dibattito, però non possiamo dire che la norma dice tutt'altro. Io sono lieto che l'articolo 36 della Costituzione oggi venga presidiato anche da una norma penale talmente severa, non perché non ci fossero le norme penali prima e che è bontà di questo Governo averne inventata una, però devo anche dire che la sola norma penale è uno strumento, ormai, disperato nelle mani di un Governo che non può fare, non sa fare altro, non vuole fare altro, perché ha sposato la dottrina di non intervenire sul mondo del lavoro. Quindi, in una società capitalistica, con un Governo, una politica che si ritrae dal precetto dell'articolo 4 della Costituzione, che dice che la Repubblica promuove il lavoro, allora è evidente che – avendo abbandonato la collocazione dei lavoratori al libero mercato, avendo inventato il caporalato legalizzato, cioè le agenzie di somministrazione e le agenzie di intermediazione – alla politica e al Parlamento, in questa logica, non rimane altro da fare che affidarsi alla deterrenza che proviene dalla norma penale. Lo capisco, ma non si possono nascondere i limiti di questo provvedimento.
  D'altra parte i sindacati vi hanno suggerito ben altro, poi, i sindacati li abbiamo auditi, non nelle audizioni, in tutti i documenti che hanno prodotto, non soltanto nelle audizioni e hanno detto: scusate, perlomeno prendiamoci questo risultato che sta qui a portata di mano, poi, dopo, si penserà a migliorare il testo. Ma almeno da parte mia non è che si può esaltare la scelta del Governo come se fossero i primi e i migliori della classe, perché questi non sono né i primi, né i migliori della classe.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.7 Rizzetto, con il parere contrario di Commissioni e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.63 Altieri, con il parere contrario di Commissioni e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.39 Andrea Maestri, invito al ritiro o parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Maestri. Ne ha facoltà.

Pag. 15

  ANDREA MAESTRI. Grazie, Presidente. Anche noi siamo fondamentalmente favorevoli alla normativa che andiamo a introdurre, pur nella consapevolezza che si tratti di una normativa assolutamente imperfetta e migliorabile. Alla chiusura preconcetta della maggioranza rispetto a qualunque tipo di ipotesi emendativa, noi contrapponiamo, in qualche modo, un'opposizione pacata e di merito, anche con questo emendamento, vorrei dire con la dolcezza e l'utilità di questo emendamento, perché questo emendamento si limita a inserire fra gli indici di sfruttamento – siccome in materia penale dobbiamo cercare di attenerci scrupolosamente ai principi di tassatività della norma e di divieto di applicazione analogica della norma – anche la reiterata violazione della normativa relativa ai congedi di maternità e di paternità, al congedo parentale nonché a tutte le altre disposizioni a tutela dei diritti dei genitori che lavorano; in qualche modo si tratterebbe di una tutela indiretta dei bambini, dei figli delle lavoratrici e dei lavoratori sfruttati. Peccato che la maggioranza sia sorda anche rispetto ad un emendamento, lo ripeto, dolce, pacato, che migliorerebbe il testo e lo renderebbe anche più utile.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.39 Andrea Maestri, con il parere contrario di Commissioni e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

  Passiamo all'emendamento 1.64 Altieri, su cui c’è un invito al ritiro oppure parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Altieri. Ne ha facoltà.

  TRIFONE ALTIERI. Grazie, signora Presidente. Onorevoli colleghi, fortunatamente l'agricoltura italiana non è fatta di soli caporali, anzi, più del 90 per cento, il 95 per cento, è un comparto sano, dove, oltre ad eccellenze produttive, abbiamo eccellenze umane. Questa norma interviene su un tema rilevante, perché ognuno di noi vuole contrastare con tutta la forza possibile i criminali sfruttatori caporali; tuttavia signora Presidente, corre l'obbligo, e prendo a spunto da questo emendamento, perché purtroppo il contingentamento del tempo non ci permette di intervenire su tutto, troppe generalizzazioni in questa norma ci portano a dover difendere – è un assurdo, lo dico – gli agricoltori sani e onesti, quelli che lavorano e lavorano con delle specificità che sono tipiche dell'agricoltura.
  Questo emendamento da noi proposto che cosa dice ? Uno dei criteri degli indici di sfruttamento riguarda le caratteristiche, e quindi le norme vigenti, rispetto all'igiene e alla sicurezza del lavoro. Voi sapete, onorevoli colleghi, che tra queste norme dovrebbe essere previsto, in ogni campo, un bagno chimico. Ci sono delle lavorazioni spesso improvvise, dettate dall'emergenza, dall'urgenza, di poche ore, ma che vanno fatte e che, forse, impediscono di portare in un campo a chilometri di distanza dall'azienda un bagno chimico. Secondo voi, questo agricoltore è un caporale ? Secondo voi questo produttore è uno sfruttatore ? Secondo me no. Quindi dobbiamo concentrarci contro chi davvero sfrutta.
  Questa estate, nella mia regione, la Puglia, regione che ha nell'agricoltura un pilastro economico, sono stati fatti migliaia di controlli militari, con tanto di lampeggiante e sirena, nei campi. Signora Presidente, non è stato arrestato un solo caporale. Questo ci permette di dire oggi, a testa alta, che l'agricoltura è un'attività sana e che una legge che generalizza tutto rischia di colpire i soliti onesti; invece di andare nel ghetto di Rignano, che va chiuso immediatamente, legge o non legge andava già chiuso, abbiamo situazioni dove la criminalità resta...

  PRESIDENTE. Concluda.

Pag. 16

  TRIFONE ALTIERI. ...e abbiamo una burocrazia che andrà a pesare solo e sempre sulle spalle dei soliti noti onesti.
  Quindi noi chiediamo di approvare questo emendamento e chiediamo anche di difendere l'agricoltura sana, senza generalizzare. Contrastiamo i criminali, ma non facciamo sempre pagare l'attività di contrasto ai soliti onesti.

  GIUSEPPE BERRETTA, Relatore per la II Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE BERRETTA, Relatore per la II Commissione. Sì, Presidente, per motivare la ragione per la quale noi riteniamo che l'emendamento non vada approvato. Il collega ci rivolgeva una domanda: cioè, se un datore di lavoro non ottempera a una prescrizione, non utilizza un bagno chimico, non fornisce in un caso le scarpe da lavoro prescritte, si configura questa fattispecie penale. Noi rispondiamo nettamente «no», non è così, non è questa la fattispecie. Noi vogliamo colpire – e con questa norma si colpiscono – i casi di sfruttamento sistematico della manodopera, quindi un singolo caso non ha alcun tipo di rilevanza, se non quelle previste dalle apposite norme. La Cassazione l'ha detto tante volte: se c’è una specifica violazione, quella violazione verrà colpita, ma è cosa ben diversa l'applicazione del caso di sfruttamento della manodopera.
  Per lo sfruttamento della manodopera ci vogliono sistematiche violazioni dei diritti dei lavoratori, tali da renderlo sostanzialmente in una condizione simile alla schiavitù e, in più, va aggiunto che ci deve essere una condizione di sfruttamento collegata alla sua condizione di bisogno; stato di bisogno che è stato ben determinato dalla giurisprudenza. Quindi una sostanziale privazione della libertà personale, della possibilità di scegliere, che non è semplicemente il frutto del fatto che uno vuole il lavoro, ma deve essere una condizione di difficoltà economica gravissima. Il caso tipico che noi abbiamo in testa, nel momento in cui abbiamo dettato queste norme, è il caso del lavoratore immigrato irregolare costretto a lavorare in condizioni disumane, dell'italiano costretto a lavorare in condizioni disumane, con orari assurdi, vivendo in condizioni di igiene totalmente inaccettabili e così via.
  Fare allarmismo, cercare di affermare che noi vogliamo penalizzare il settore agricolo e non solo, è totalmente sbagliato. Noi rigettiamo questa accusa e andiamo avanti con un provvedimento, che, invece, ha un obiettivo nobile: colpire solo ed esclusivamente coloro i quali si rendono responsabili di gravi fenomeni di sfruttamento della manodopera e di approfittamento dello stato di bisogno dei lavoratori.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente. Innanzitutto, per sottoscrivere l'emendamento del collega Altieri. Il relatore – al netto del fatto che noi voteremo questo provvedimento, lo anticipo – sta però dicendo una cosa falsa. Qui c’è scritta un'altra cosa. Lei prima ha citato il cosiddetto sfruttamento approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori, ora mi chiedo: in quale categoria merceologica, in quale azienda ? Dovunque ! Chi va a lavorare è almeno al 99 per cento in stato di bisogno, perché se uno non è in uno stato di bisogno, probabilmente – dico probabilmente – sta a casa, se non ha bisogno di lavorare. Quindi, questo è il primo punto di caduta rispetto all'articolo 1.
  Quando scrivete: «se i fatti sono commessi mediante violenza o minaccia», va bene, ma ascoltate quello che hanno da dire e quello che ci hanno detto coloro che sono venuti in audizione presso la Sala del Mappamondo, ad esempio. Ci hanno detto una cosa che io immaginavo, e cioè che molto spesso questi lavoratori sono considerati fortunati, si considerano fortunati, perché non serve andare con la pistola o il fucile spianato, quindi mediante violenza o minaccia, per dire: adesso tu alle 4 di mattina sali su quell'autobus e paghi 1,50 euro all'autista per andare a lavorare, Pag. 17perché si considerano fortunati, perché un lavoro ce l'hanno, Presidente ! Intendo dire che molto spesso questo reato non viene perpetrato sotto la minaccia – lo rinnovo ! –, perché le persone che vanno a lavorare si considerano addirittura fortunate a prendere 1 euro, 1 euro e mezzo all'ora !
  Dopodiché, c’è una discriminante nei cosiddetti indici di sfruttamento, che va a cozzare di fatto con quanto affermato dal relatore, ovvero il primo indice di sfruttamento dice «la reiterata corresponsione», e ci siamo, il secondo indice dice «la reiterata violazione», con riferimento al terzo indice – che è quello nel cui alveo cade l'emendamento del collega, ovvero la sussistenza di violazioni delle norme in materia di sicurezza – non c’è scritto «la reiterata sussistenza», c’è scritto «la sussistenza», che, se l'etimologia o l'italiano non mi mancano in questo momento, significa che c’è, anche una sola volta.
  Ed è per questo che le opposizioni e, in questo caso, anche noi vi abbiamo chiesto di ampliare il testo, di renderlo più omogeneo con quanto, ad esempio, ci hanno riferito i nostri auditi in Commissione: perché potrebbe essere – io non me lo auguro, collega, assolutamente, ma potrebbe essere – che un giudice, un magistrato, ad esempio, così, forse un po’ preso da quello che in questo testo si va a sottolineare e si va a dire, potrebbe dire che c’è una sussistenza, ad esempio, rispetto, come diceva prima il collega, ai bagni chimici e, quindi, norme in materia di sicurezza e di igiene nei luoghi di lavoro; non c’è «reiterata sussistenza», c’è «sussistenza».
  Quindi, Presidente, per sottolineare che firmo e sottoscrivo l'emendamento e ci sarà un voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie Presidente, per il suo tramite mi rivolgo al relatore e, approfittando della presenza in Aula, direttamente all'onorevole Ministro, per dire che noi non dubitiamo della buona fede che ha mosso il Governo nell'indirizzo a questo disegno di legge, né tanto meno della corretta interpretazione che ha dato il relatore nelle sue parole.
  Ora però il problema vero è che in un'eventuale causa di lavoro non ci saranno né il relatore né il Ministro a giudicare, ma ci sarà un giudice, il quale non è chiamato, per dovere d'ufficio, a sottostare alle valutazioni di buonsenso, ma è chiamato a sottostare all'interpretazione della legge e, come ha spiegato il collega Rizzetto poco fa, la fattispecie parla di sussistenza di violazioni delle norme in materia di sicurezza e igiene dei luoghi di lavoro, il che significa che anche in un caso sporadico, unico, occasionale, irripetibile, il comportamento viene sanzionato e l'imprenditore viene di fatto assimilato alla figura di caporale.
  Quindi, io chiedo al signor Ministro di prendere atto che questo emendamento sta oggettivamente cercando di riparare una mancanza nel testo di legge.

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Grazie Presidente, credo sia molto importante la discussione in Aula, anche per chiarire alcuni concetti e dare un indirizzo ovviamente della volontà del legislatore, anche in sede interpretativa.
  Il relatore lo ha detto bene poc'anzi, però, credo, che ancora questo concetto non riesca a convincere alcuni dei deputati, che rimangono arroccati su alcuni pregiudizi di interpretazione, quando nella giurisprudenza noi non partiamo dall'anno zero. La nozione di sfruttamento già implica di per sé – parliamo poi di qualcosa che è stato già studiato nell'ambito, ad esempio, dello sfruttamento della prostituzione – una condotta abituale. Ecco perché il relatore Berretta, anche nella sua relazione introduttiva, fa riferimento all'attività di sfruttamento, che ovviamente dovrà essere una reiterazione di condotte, Pag. 18una reiterazione abituale, perché è un reato a condotta abituale, come il maltrattamento.
  Non solo, ma il riferimento, Presidente, agli indici, è, in realtà, un riferimento a dei parametri di garanzia, dei parametri di garanzia di riferimento, di guida da parte dell'interprete, che non dovrà quindi ancorare a qualcosa di astratto la condizione di sfruttamento, senza tener conto che il reato, che estende la responsabilità, oltre che al caporale, a chi commissiona al caporale, ha necessità di due condotte, che devono essere strettamente connesse: lo sfruttamento e l'approfittamento dello stato di bisogno.
  E allora soltanto questo, Presidente, mi consenta...

  PRESIDENTE. Sì, concluda Presidente.

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. ...perché questo è, diciamo, un virgolettato della giurisprudenza: lo stato di bisogno non è il bisogno di lavorare per vivere, ma presuppone uno stato di necessità tendenzialmente irreversibile, che pur non annientando in modo assoluto la libertà di scelta, come è nella schiavitù, comporta un impellente assillo, tale da compromettere fortemente la libertà contrattuale. Questi due elementi, insieme, costituiscono reato. Il resto sono solo sintomi da valutare in concreto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Longo. Per favore deputati ! Ne ha facoltà.

  PIERO LONGO. Grazie, signora Presidente. La presidente Ferranti si riferisce con entusiasmo alla giurisprudenza, ed è logico data la sua provenienza. Tuttavia, mi pare che dica cosa non vera, quando sostiene che il concetto di sfruttamento è stato elaborato dalla giurisprudenza stessa, con le plurime violazioni del concetto, perché proprio lo sfruttamento della prostituzione, che ha ricordato la presidente, ha dato questo risultato: c’è sfruttamento della prostituzione anche per un solo atto di sfruttamento, perché lo sfruttamento è così stato sempre interpretato da quella giurisprudenza che la signora presidente vuole invocare e invoca malamente (ho il massimo rispetto, ovviamente).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.64 Altieri, con i pareri contrari di Commissioni e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.65 Altieri, con i pareri contrari di Commissioni e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.40 Daniele Farina, con i pareri contrari di Commissioni e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.27 Chimienti, con i pareri contrari di Commissioni e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.8 Rizzetto, sul quale vi è invito al ritiro o parere contrario.Pag. 19
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Presidente, veramente in modo telegrafico, per spiegare che, rispetto all'articolo 603-bis del codice penale, il testo va a sottolineare quali possono essere le aggravanti rispetto a questa condizione, ovvero costituiscono aggravante specifica tre fattori. Mi dedico quindi al primo fattore, che vado a recitare; dice: il fatto che il numero dei lavoratori reclutati sia superiore a tre. Quindi solo per dire alla maggioranza, e a chi ha scritto questo testo, che un cosiddetto caporale che va a sfruttare tre lavoratori per voi non corrisponde ad una aggravante. Mi fa piacere sottolineare il fatto che non ci sarà nessuna aggravante per i cosiddetti caporali che non riescono a riempire le corriere, ma che di fatto avranno soltanto tre lavoratori: sino a tre non c’è nessuna aggravante ! Questo è il testo che stiamo andando a votare.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rizzetto 1.8, con i pareri contrari di Commissioni e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rizzetto 1.9, con i pareri contrari di Commissioni e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bonafede 1.25, con i pareri contrari di Commissioni e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Rizzetto 1.6 e Andrea Maestri 1.42.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Maestri. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAESTRI. Presidente, qui francamente l'invito al ritiro, oppure il parere contrario, risultano abbastanza inspiegabili. Semplicemente qui chiediamo di inserire fra le aggravanti specifiche previste dall'ultimo comma della norma in discussione il fatto che uno o più dei soggetti reclutati siano stranieri irregolarmente soggiornanti sul territorio nazionale.
  Perché ? Perché un trattamento sanzionatorio aggravato in casi del genere ? Perché proprio i lavoratori stranieri irregolari sono la categoria di soggetti più vulnerabili, addirittura ricattabili. Questa maggioranza lo sa bene, perché nel 2014 questo Parlamento approvò una delega per l'abolizione del reato di clandestinità, la consegnò al Governo; il Governo, dopo alcuni mesi, bellamente l'ha restituita al Parlamento. Noi di Possibile abbiamo anche depositato una proposta di legge per l'abrogazione del reato di clandestinità; e l'abrogazione del reato di clandestinità è il presupposto proprio per rendere queste persone non ricattabili e meno vulnerabili anche di fronte allo sfruttamento dei caporali. Anche questa è un'occasione persa, e lo vogliamo segnalare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Presidente, il mio emendamento e quello delle collega Maestri in sintesi dicono la stessa cosa. Noi partiamo da due proiezioni evidentemente Pag. 20differenti, nel senso che il reato di clandestinità per noi deve esserci in un Paese che tutto sommato vorrebbe considerarsi ancora civile; ma i cosiddetti stranieri irregolarmente soggiornanti sul territorio nazionale sono di fatto la fascia ancora più debole rispetto a quelli solitamente reclutati dai cosiddetti caporali. E quindi anche in questo caso – e qui rinnovo, sulla scorta di quanto ha appena affermato il collega Maestri – un invito al ritiro grida vendetta nei confronti di questo emendamento, che abbiamo notato, anche su sponde evidentemente differenti, politicamente differenti, vuole arrivare allo stesso punto d'arrivo, Presidente. E quindi chiaramente noi voteremo a favore di questo emendamento. Praticamente, di entrambi, perché sono uguali.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Rizzetto 1.6 e Andrea Maestri 1.42, con il parere contrario di Commissioni e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Chimienti 1.53, con il parere contrario di Commissioni e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.01 Rizzetto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 1.043 Andrea Maestri.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Maestri. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAESTRI. Grazie Presidente. Ritorno sul tema di prima per evidenziare che questa è un'evidente falla della legge che ci accingiamo ad approvare. Lo ripeto: voteremo favorevolmente a questa normativa pur se imperfetta, perché costituisce un concreto passo in avanti nella direzione del perseguimento del caporalato, tuttavia questo è uno degli aspetti fondamentali. Sappiamo statisticamente che tra i lavoratori sfruttati molti di questi sono lavoratori di origine straniera in condizione di irregolarità, se pensiamo che costoro possano recarsi nella caserma dei Carabinieri, o in questura, o al commissariato, a fare denuncia contro i caporali ci illudiamo, perché la prima cosa che accadrebbe in quel caso non sarebbe come dire un'accoglienza e il riconoscimento di un etica per chi denuncia un grave sfruttamento lavorativo, ma piuttosto la denuncia e quindi l'essere immediatamente indagati di nuovo per il reato di clandestinità; l'articolo 10-bis del testo unico sull'immigrazione che ritorna, si ripropone. Allora vorrei sottolineare a quest'Aula l'importanza di questo emendamento che si limita a incoraggiare la denuncia delle vittime del caporalato da parte dei lavoratori di origine straniera irregolari sul territorio nazionale, perché premia in qualche modo la Pag. 21denuncia con il rilascio di un permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale.
  Mi pare anche questo un emendamento pacato, di merito, rigoroso, utile, purtroppo non considerato dalla maggioranza di questo Parlamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.043 Andrea Maestri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 1.03 Chimienti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Chimienti. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Grazie Presidente. Pur condividendo il MoVimento 5 Stelle la necessità e l'urgenza di approvare questo provvedimento in tempi stretti, e comunque prima dell'inizio della raccolta degli agrumi, riteniamo doveroso anche noi sottolineare in quest'Aula che si sarebbe potuto fare di più e agire anche su altri fronti.
  Ad esempio, noi avremmo ritenuto fondamentale per un senso di equità e giustizia prevedere che al lavoratore migrante, che decida di cooperare con la giustizia nelle indagini, venga riconosciuto non soltanto un permesso di soggiorno per l'intera durata della vicenda processuale, ma anche l'iscrizione al collocamento lavorativo e il diritto di vedersi reintegrate le retribuzioni percepite fino ad equipararle quantomeno al minimo salariale previsto dai contratti collettivi.
  E non ci stiamo inventando nulla, perché queste misure sono tutte previste dalla direttiva 2009/52/CE del Parlamento europeo e del Consiglio dell'Unione europea; infatti, al punto 16 è espressamente detto che: «È opportuno che gli Stati membri predispongano meccanismi per garantire che i cittadini di Paesi terzi possano chiedere e ricevere gli importi delle retribuzioni arretrate loro dovuti. Gli Stati membri non dovrebbero essere tenuti ad associare a tali meccanismi le loro missioni o rappresentanze nei Paesi terzi. Nel porre in essere meccanismi efficaci volti ad agevolare le denunce, qualora non siano già previsti dalla legislazione nazionale, gli Stati membri dovrebbero prendere in considerazione la possibilità e il valore aggiunto di consentire ad un'autorità competente di promuovere un'azione legale nei confronti di un datore di lavoro al fine di recuperare la retribuzione arretrata». Dunque una modifica del testo unico sull'immigrazione, che recepisca le indicazioni della direttiva europea, sarebbe fondamentale e sarebbe anche un passo significativo verso la tutela dei soggetti sfruttati, oltre che un incentivo a fare luce sulle pratiche irregolari.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Presidente, noi voteremo contro questo emendamento pur comprendendo quanto appena dichiarato dalla collega Chimienti. Però mi sembra che in questo caso ci siano delle fasi alterne rispetto al tema immigrazione, alle politiche sull'immigrazione, del MoVimento 5 Stelle. Io ricordo che nel principale strumento di comunicazione del MoVimento 5 Stelle sino a qualche mese fa – sono andato a leggermi un post all'interno del cosiddetto blog di Beppe Grillo – si diceva di espellere tutti gli immigrati irregolari, perché se arrivano un milione di persone sarà guerra. Questo è quanto scriveva il blog di Beppe Grillo sino a qualche mese fa. Ora – lo rinnovo e lo sottolineo – pur comprendendo la buona fede di questo emendamento, andare a sottolineare, andare a garantire l'iscrizione Pag. 22al collocamento lavorativo e il diritto all'integrazione delle retribuzioni percepite da parte di queste persone innanzi allo sfruttamento lavorativo (lo straniero che abbia presentato denuncia), mi dispiace, e non è un discorso razzista o xenofobo, ma significa di fatto aprire le porte ancora di più a queste persone in antitesi con quanto avete scritto – lo dico per suo tramite Presidente – sino a qualche giorno fa sul blog. È una cosa differente: qui si aprono le porte perché chiaramente la notizia potrebbe essere un po’ diffusa e basterebbe – permettetemi – andare a denunciare (un immigrato irregolare penso che possa essere nella maggior parte dei casi creduto in questi tempi ed in queste situazioni) innanzi a qualsiasi giudice e ciò aprirebbe di fatto le porte con un éscamotage ad un'immigrazione ancor più pesante, ancor più importante rispetto a quella che stiamo vivendo in questi anni; addirittura fino alla concorrenza del corrispettivo minimo salariale. Va bene tutto, ci mancherebbe altro, ma io e il collega Rampelli poche settimane fa siamo stati a visitare due dei più importanti hub del nord-est Italia, in provincia di Padova, che in pochi chilometri, in 3 chilometri, hanno circa, 2100 immigrati non si sa se clandestini, non clandestini, richiedenti asilo. Ricordiamo che gli stessi dati del Ministero dell'interno collocano a meno del 7 per cento i veri richiedenti asilo, coloro che ricadono nello status giuridico di richiedenti asilo; voglio dire che con questo tipo di emendamento andremo di fatto ad aprire un varco, a creare un punto di caduta anche in seno ad un provvedimento che – l'abbiamo detto e lo ripetiamo – è insufficiente e mal scritto rispetto a quanto stiamo discutendo in queste ore, in questi giorni, sia in Commissione sia in Aula.
  Veramente, a questo punto dovremmo comprendere tutti, perché, colleghi, ci sono italiani che, pur non essendo sfruttati e pur non volendo andare a lavorare sotto i caporali, pagherebbero tutto quanto in loro possesso per poter essere iscritti al collocamento lavorativo con un certo tipo di garanzie e con un diritto all'integrazione di retribuzioni percepite sino ad un corrispettivo minimo salariale. Ripeto, dobbiamo cercare di metterci d'accordo. Noi voteremo contro questo emendamento del MoVimento 5 Stelle, che, mi pare, sotto questo punto di vista, stia conducendo una politica nei confronti dell'immigrazione piuttosto bipolare.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.03 Chimienti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 1.02 Rizzetto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Presidente, veramente dopo non disturbo più; probabilmente sarà l'ultima volta che intervengo, perché sto cercando di farmi comprendere ai più. Presidente, in nome della cosiddetta trasparenza, che deve essere portata come valore, in primis alle persone che purtroppo sono soggette a questo odioso reato e, in seconda battuta, anche nei confronti dei cosiddetti consumatori, cioè di coloro che, anche durante le audizioni, rappresentati dalle associazioni, ci hanno detto che vogliono conoscere lo stato dell'arte di queste aziende che, in sintesi, fanno della delinquenza rispetto al caporalato, il loro modo di operare nei confronti di queste persone, questo emendamento è molto semplice: le violazioni di cui all'articolo 603-bis – delle violazioni abbiamo parlato anche in Commissione – comportano la pubblicazione del provvedimento di condanna definitiva.
  Io in Commissione ho usato un termine forse troppo spinto per la Commissione, Pag. 23avendo parlato di pubblico ludibrio nei confronti di questi delinquenti – lo sottolineo: pubblico ludibrio nei confronti di questi delinquenti – che di fatto vanno a sfruttare le persone attraverso il reato di caporalato; quindi, con questo emendamento prevediamo una pena accessoria, cioè la pubblicazione della sentenza di condanna per i reati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, sulla base dell'articolo 603-bis del codice penale. Che cosa significa ?
  Significa che, ad esempio, sul sito del Ministero delle politiche agricole viene pubblicata una lista di coloro che sono stati condannati, di modo che il cittadino, il consumatore, possa ricordarsi bene i nomi di quelle aziende che hanno commesso questo tipo di reato, questo odioso reato. Addirittura, in Commissione, forse sbagliando – mi auguro sbagliando –, in nome e sul sacro altare della trasparenza, il MoVimento 5 Stelle si è astenuto, dinanzi questo mio emendamento; spero che in Aula cambino idea, perché penso sia una cosa buona e giusta mettere all'indice le aziende che si sono macchiate – lo rinnovo – di questo odioso reato.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.02 Rizzetto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 4008)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 4008).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore Berretta ad esprimere il parere delle Commissioni.

  GIUSEPPE BERRETTA, Relatore per la II Commissione. Presidente, su tutte le proposte emendative riferite all'articolo 2 vi è un invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

  PRESIDENTE. Sta bene. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Vice Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Parere conforme al relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.51 Altieri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.2 Chiarelli e Polverini 2.50, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.4 Andrea Maestri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.Pag. 24
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 4008)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 4008), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 4008)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A – A.C. 4008), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 4008)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A – A.C. 4008), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

(Esame dell'articolo 6 – A.C. 4008)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 4008).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni sull'emendamento 6.2 Sannicandro.

  GIUSEPPE BERRETTA, Relatore per la II Commissione. Invito al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Vice Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Parere conforme al relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.2 Sannicandro, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 25
  La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

(Esame dell'articolo 7 – A.C. 4008)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 4008).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

  MARCO MICCOLI, Relatore per la XI Commissione. Le Commissioni esprimono invito al ritiro, altrimenti parere contrario, sull'emendamento 7.1 Placido e sull'articolo aggiuntivo 7.01 Placido.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Vice Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Parere conforme al relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.1 Placido.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Martelli. Ne ha facoltà.

  GIOVANNA MARTELLI. Grazie, signora Presidente. Posto che voteremo a favore di questo provvedimento, volevo segnalare questo emendamento perché oggi è la Giornata europea per il contrasto del traffico degli esseri umani e della tratta, e, con questo emendamento, chiediamo di immaginare dei finanziamenti dedicati proprio per favorire l'emersione e i programmi di protezione a favore delle vittime di tratta, che, come sappiamo, proprio perché il fenomeno è legato all'immigrazione, e quindi allo sfruttamento dell'immigrazione, in Italia sta assumendo una dimensione assolutamente preoccupante, che riguarda lo sfruttamento lavorativo soprattutto in agricoltura, oltre che altri ambiti quali l'accattonaggio e lo sfruttamento sessuale (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.1 Placido, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio)..
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 40).
  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 7.01 Placido, invito al ritiro o parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Placido. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PLACIDO. Presidente, questo emendamento può sembrare un tantino provocatorio, ma lo è meno di quanto non sembri, non solo perché abbiamo lungamente argomentato circa il fatto che le agenzie di lavoro interinale e di somministrazione e la fine del collocamento pubblico hanno riaperto la strada al diffondersi di una piaga che era stata, sostanzialmente, superata nell'agricoltura, almeno quella meridionale, ma anche per ragioni fattuali; chi volesse guardare le audizioni svolte al Senato, nel corso dei lavori della Commissione speciale sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, allorquando si sono ascoltate le agenzie di lavoro interinale, scoprirebbe le ragioni per le quali sarebbe opportuno, volendo trattare seriamente questo tema e contrastare seriamente Pag. 26il caporalato, evitare per legge l'intermediazione privata di manodopera in agricoltura.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7.01 Placido.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

(Esame dell'articolo 8 – A.C. 4008)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 4008).
  Avverto che fuori della seduta l'emendamento Rostellato 8.30 è stato ritirato dalla presentatrice.
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

  MARCO MICCOLI, Relatore per la XI Commissione. Presidente su tutti gli emendamenti all'articolo 8, parere contrario o invito al ritiro.

  PRESIDENTE. Invito al ritiro o parere contrario. Va bene.
  Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Vice Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Il Governo esprime parere conforme al relatore.

  PRESIDENTE. Vi ringrazio, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 8.1 Simonetti e 8.50 Altieri, invito al ritiro o parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.51 Polverini, invito al ritiro o parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 8.52 Altieri, invito al ritiro o parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Altieri. Ne ha facoltà.

  TRIFONE ALTIERI. Signora Presidente, onorevoli colleghi, io voglio sperare che su questo articolo ci sia stato un errore, una svista e lo leggo proprio perché si commenta da solo, approfittando anche della presenza in Aula del signor Ministro; sarebbe il caso davvero di correggerlo, perché risponde anche alla stessa narrazione che la maggioranza ha fatto in tutti questi mesi: «non essere state destinatarie, negli ultimi tre anni, di sanzioni amministrative, ancorché non definitive». Cosa significa, che se un produttore agricolo è stato destinatario di una sanzione amministrativa, seppure non definitiva – almeno, vorrei vivere ancora in un Paese dove è un diritto potersi difendere, è un diritto potersi opporre a una sanzione che potrebbe anche essere sbagliata, essere erronea –, «ancorché non definitiva», basta solo che sia stata elevata una sanzione su un controllo che magari è stato erroneo, e quell'agricoltore, quel produttore agricolo deve pagare come fosse un criminale.
  Signor Ministro, io ritengo che il nostro emendamento presentato non sia un Pag. 27emendamento per fare opposizione, ma è un emendamento giusto. Mi permettano e mi consentano anche i colleghi che provengono dal sindacato, ma chiedere che una sanzione non definitiva non possa ledere l'interesse di un agricoltore è il minimo sindacale. Quindi, io chiedo a tutti i colleghi di votare positivamente per questo emendamento, per ripristinare un diritto che in questo Paese dovrebbe essere ancora costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Longo. Ne ha facoltà.

  PIERO LONGO. Signora Presidente, in realtà la lettera b) dell'articolo 8 è stata dettata per fare cassa, perché, se c’è una sanzione amministrativa, anche il riferimento al pagamento delle imposte e delle tasse, non si capisce cosa c'entri con l'agricoltura, però se il trasgressore o l'obbligato in solido provvedono prima dell'emissione del provvedimento definitivo alla regolarizzazione delle inosservanze sanabili e al pagamento in misura agevolata delle sanzioni entro i termini previsti dalla normativa vigente in materia, non si applica la prima parte della lettera b). È un sistema francamente molto poco elegante, è un po’ un sistema barbaro: io ti do una sanzione amministrativa, vuoi non sopportare delle conseguenze di una sanzione amministrativa non definitiva ? Paga, paga e andrà tutto bene. Non si fa così (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Capezzone. Ne ha facoltà prego.

  DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signora Presidente. Davvero senza polemica e senza pensare alle appartenenze di parte, chi è senza peccato scagli la prima pietra, da alcuni anni in questo Parlamento le leggi vengono scritte sulla base dell'esigenza mediatica dei Governi e delle maggioranze del momento. Andare la sera sul Tg1 e dire: è stata fatta la legge. E stasera, signor Ministro, lei o chi per lei potrete andare al Tg1 a dire: abbiamo fatto... contro il caporalato... la CGIL è contenta verso il referendum, eccetera. È un errore grave, ma comprendo che questo accada. Ma almeno non inseriamo errori drammatici. Se – mi rivolgo al Ministro e ai rappresentanti delle Commissioni – non viene cambiato il parere su questo emendamento, vuol dire che davvero dimenticate anche l'effetto concreto di quello che approvate. Tranquilli, al Tg1 ci andate allo stesso, ma almeno evitate di commettere errori che potranno colpire, da quando la norma entrerà in vigore, tante imprese che magari vi hanno visto sul Tg1 stasera e poi pagheranno i danni del vostro presenzialismo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.52 Altieri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.53 Polverini, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.3 Placido, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.Pag. 28
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

  Passiamo all'emendamento 8.28 Bernini, su cui c’è un invito al ritiro, oppure parere contrario, delle Commissioni e del Governo, e su cui vi è il parere contrario anche della V Commissione (Bilancio).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bernini. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Grazie, Presidente. C’è una questione che non è stata adeguatamente presa in considerazione, a mio avviso, dalla maggioranza e dal Governo. Se vogliamo veramente togliere substrato vitale ai caporali, ossia a coloro che fanno intermediazione illecita di manodopera e che, quindi, avviano i lavoratori, molto spesso, allo sfruttamento, dobbiamo far sì che la domanda e l'offerta del lavoro in agricoltura si incontrino.
  È questo il vero nodo del contendere. Non servono solo le sanzioni, la rete del lavoro agricolo di qualità – lo diremo dopo – a nostro avviso non è la soluzione vincente. Bisogna far sì – lo ripeto – che domanda e offerta del lavoro agricolo si incontrino. Lavoro agricolo che, sia in Commissione e anche in altri ambiti, è stato ricordato avere delle peculiarità. Le peculiarità sono tempi rapidi di reclutamento della mano d'opera, in occasione della raccolta delle principali derrate di prodotti agricoli e di una forte stagionalità.
  Ebbene, noi dobbiamo riconoscere che i centri per l'impiego, pubblici e privati, da questo punto di vista sono assolutamente inefficienti, anzi ci troviamo veramente di fronte a un ingessamento del sistema del collocamento pubblico, a nostro avviso, che è l'unico ad essere legittimato a fare questo tipo di intermediazione. Lo ripeto: per noi devono essere assolutamente potenziati i centri per l'impiego pubblici: potenziati e resi efficienti al fine di far fronte alla domanda e all'offerta del lavoro in agricoltura. Mentre il sistema del collocamento privato – le cosiddette agenzie interinali – è assolutamente fallimentare, ha fallito e, anzi, molto spesso all'interno di queste si annida il caporalato cosiddetto legalizzato.
  Quindi noi che cosa chiediamo con questo emendamento – e vorrebbe essere uno spunto di riflessione per tutti quanti affinché questo tema venga riproposto in Aula, come ricordava anche il collega di SEL prima - ? Di potenziare i centri per l'impiego pubblici. Oggi l'informatica consente di potenziarli, quindi attraverso delle applicazioni, delle liste all'uopo per gli agricoltori: quindi, facciamolo ! Questa è una cosa che oggi, veramente, con poco sforzo, si vorrebbe fare. Tra l'altro, un sistema informativo è già previsto nell'articolo 13 del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 150, se non sbaglio il cosiddetto «cliclavoro».
  Quindi io rivolgo un appello al Governo e alla maggioranza: riaffrontiamo la questione della centralità del collocamento pubblico per tutti gli ambiti lavorativi, ma in modo particolare per il settore agricolo e per il primario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MARCO MICCOLI, Relatore per la XI Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARCO MICCOLI, Relatore per la XI Commissione. Per dire che le preoccupazioni del collega Bernini sono pertinenti, ma trovano riscontro proprio al comma 4 dell'articolo 8, dopo la lettera d), in cui appunto viene indicato che proprio la rete del lavoro agricolo di qualità proceda con monitoraggi costanti dell'andamento del mercato del lavoro agricolo su base trimestrale, anche accedendo ai dati relativi all'instaurazione, trasformazione e cessazione dei rapporti di lavoro disponibili presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, e ai dati che si rendono disponibili a seguito di specifico andamento del sistema UNIEMENS presso Pag. 29l'Inps. In più, promuove iniziative, d'intesa con le autorità competenti, sentite le parti sociali che fanno parte della cabina di regia, in materia di politiche attive del lavoro, contrasto al lavoro sommerso e all'evasione contributiva, organizzazione e gestione dei flussi di manodopera stagionale e assistenza dei lavoratori stranieri immigrati; ciò in attesa di quel potenziamento dei centri per l'impiego e tenuto conto della peculiarità dei territori, proprio perché è stato previsto, tra l'altro, che la cabina di regia, la rete agricola sarà dislocata nei vari territori, quindi in sezioni territoriali. Dunque, per rispondere a questa preoccupazione legittima del collega Bernini, è prevista già nel provvedimento questa organizzazione, che va incontro proprio a quelle esigenze.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Sì, per dire che – d'altronde lo abbiamo già affermato noi prima – noi condividiamo le preoccupazioni del collega del MoVimento 5 Stelle, quindi mi rifaccio alle sue argomentazioni. Voglio, invece, intervenire soltanto per chiarire una questione, anzi per richiamare l'attenzione dell'Aula su una questione: badate, noi, con il decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91 – 2014, badate bene ! –, siamo intervenuti, con l'articolo 6, istituendo la rete del lavoro agricolo di qualità. Ora, a distanza di appena due anni, interveniamo una seconda volta sull'articolo 6 del decreto-legge n. 91 di due anni fa, non so se ci rendiamo conto, e sostanzialmente questa sera lo stiamo riscrivendo tutto, perché si tratta di un articolato – il nostro, quello attuale – di gran lunga più articolato, più ricco di norme di quanto prevedesse l'articolo 6 originario.
  Con questo cosa voglio sottolineare ? Voglio sottolineare che noi le leggi le dobbiamo fare con calma e perbene, guardando tutti gli aspetti che un problema manifesta, non possiamo procedere sempre con la scure e non lo dico soltanto per questa legge, lo dico anche per quanto abbiamo fatto ieri, l'altro ieri.
  In pochi giorni – lo voglio ricordare ai sostenitori della velocità – in pochi giorni, nel giro di 15 giorni, oggi approveremo questa legge, l'altro ieri abbiamo approvato la legge sul furto di rame, l'altra settimana abbiamo approvato la modifica integrale della sezione seconda del titolo terzo del capo terzo del codice di procedura civile e il tutto è stato esaminato in un'oretta di Commissione e in un altro paio d'ore di Aula distratta.
  Non è questo il modo di procedere a fare le leggi, perché altrimenti, fra un altro anno e mezzo, ritorneremo sull'articolo 6 perché, come si sta avvertendo in quest'Aula, ci sono tante problematiche che sono state richiamate e che con questa normativa non vengono soddisfatte. Allora c’è da sperare che, dopo aver varato questa legge, non ci si ritenga appagati, perché, almeno dal nostro punto di vista, noi voteremo questa legge, però resta da fare ancora ben altro e il dibattito che sta venendo fuori da parte di varie forze politiche lo sta a dimostrare.
  Questo per togliere qualche illusione di aver agito in modo esauriente, perché di esauriente qua non c’è nulla.
  In materia di mercato del lavoro, è indispensabile che lo Stato si riappropri delle sue funzioni e che non lasci al libero mercato – perché di questo si tratta – l'incontro tra l'offerta e la domanda di lavoro.
  Guardate, noi abbiamo fatto tanto per combattere il mercato di piazza, però rendiamoci conto: in questi 15, 20 anni trascorsi, lo abbiamo sostanzialmente ripristinato, perché abbiamo eliminato tutti i paletti, tutte le contromisure che erano state approntate proprio per evitare che il mercato di piazza facesse concorrenza al mercato ufficiale, al mercato regolare.
  Ma se non c’è questa volontà politica, noi non faremo altro che illuderci di aver messo una toppa ad un fenomeno che è molto più grande della toppa stessa.

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  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mongiello. Ne ha facoltà.

  COLOMBA MONGIELLO. Grazie Presidente, per chiarire, a seguito dell'ultimo intervento, perché noi abbiamo arricchito, con l'articolo 8, quello che istituimmo con decreto riguardo alla rete lavoro.
  La rete lavoro è stata istituita con cabina di regia per rendere possibile l'intermediazione, un luogo in cui far incontrare domanda e offerta. Lo abbiamo incrociato in un decreto, ma avevamo già stabilito, altresì, che in un successivo provvedimento, vale a dire quello sul caporalato, che peraltro comprendeva uno dei testi dei disegni di legge già presentati, noi avremmo arricchito la rete con le sezioni territoriali, perché non ha senso dire: «Abbiamo la cabina di regia nazionale e mancano le sedi territoriali». Allora dove avvengono questi luoghi di incontro ?
  E poi voglio anche dire all'Aula che in questo articolo abbiamo inserito il tema dei trasporti.
  Tutti noi dobbiamo prosciugare la piaga del caporalato, spezzando questa rete che lega intermediazione, caporale e soprattutto la necessità, per il lavoratore, di recarsi al luogo di lavoro, quindi abbiamo inserito il tema dei trasporti: chi lo deve fare, in quale luogo e in quale sede.

  PRESIDENTE. Concluda deputata.

  COLOMBA MONGIELLO. Io penso che abbiamo anche completato quella che è la cabina di regia e soprattutto fissato i termini della rete lavoro.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.28 Massimiliano Bernini, con il parere contrario di Commissione, Governo e V Commissione.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 8.4 Placido, su cui vi è il parere contrario di Commissioni, Governo e della V Commissione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Placido. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PLACIDO. Telegraficamente, Presidente: noi non siamo affatto convinti, sia chiaro, del potere salvifico della rete del lavoro agricolo di qualità e però, se a questa rete non si prevede esplicitamente che aderiscano sportelli unici per l'immigrazione, istituzioni locali e centri per l'impiego, e si immagina che possano aderire opzionalmente, francamente non si capisce a che cosa possano in realtà servire questi strumenti.
  Ci pare un rilievo di assoluto buonsenso.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.4 Placido, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 8.6 Placido, su cui vi è il parere contrario di Commissioni e Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Brevemente, per ribadire quanto ho detto prima: noi non possiamo fare le leggi a rate. Noi, con questo articolo 8, non stiamo facendo altro che introdurre elementi che ben erano presenti, se fossimo stati attenti, nel 2014, perché che cosa Pag. 31diciamo con questo articolo 8, per esempio ? Diciamo che i componenti non devono essere più 10, ma devono essere 12, non più 12, ma devono essere 14 (semplifico per farmi capire).
  Con questo articolo, con questo nuovo articolo 8 che cosa diciamo ? Che i requisiti di coloro i quali chiedono di appartenere alla rete del lavoro agricolo di qualità non sono quelli già previsti, ma ne aggiungiamo altri, compreso per esempio non aver coltivato sentimenti contro gli animali, (ci sta un articolo che dice esattamente queste cose), cioè tutte cose prevedibili, soltanto che in quell'occasione ci si è dimenticati di inserirle e adesso, dopo 2 anni, interveniamo per la seconda volta.
  A proposito del trasporto – e chiudo velocemente – io sento sempre dire che bisogna intervenire sui trasporti, bisogna intervenire sui trasporti, ma non ho mai capito come si vorrà intervenire sui trasporti.
  So soltanto una cosa: che i sindacati degli operai agricoli, non dei braccianti agricoli, degli operai agricoli, da tempo immemorabile, consapevoli del fatto che il lavoratore doveva recarsi in campagna, nelle aziende a chilometri di distanza dal centro abitato, avevano individuato uno strumento, la cosiddetta indennità di percorso; che prima era parametrata ad un quarto d'ora di paga a chilometro dopo il terzo, poi è stata tramutata in una indennità monetaria: tot lire per ogni chilometro dopo il terzo. Questo è un modo: sarà insufficiente secondo voi, non sarà insufficiente. Io vedo con difficoltà come si possa organizzare una rete di trasporti che affronti il problema sull'intera pianura del Tavoliere, nord e sud; aspetto comunque di vedere che le vostre promesse di anni abbiano, spero nella terza rata di questo provvedimento, attuazione. Allo stato attuale sono molto scettico !
  Noi, ripeto, voteremo e vi aspetteremo al terzo appuntamento: uno nel 2014, un altro oggi, e adesso vedremo l'altro appuntamento, speriamo non nel 2018 ma nel 2017.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Placido 8.6, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Polverini 8.58, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Polverini 8.54, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Polverini 8.55, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 8.13, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 32

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Placido 8.8.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Placido. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PLACIDO. Qui si propone che siano istituite presso i centri per l'impiego le liste di prenotazione gestite con procedura automatica, in maniera da velocizzare le attività di incontro fra domanda e offerta di lavoro e da validare i voucher, che sono un tema lungamente dibattuto a proposito di caporalato; validare i voucher preventivamente all'utilizzo, oltre che fare in modo che periodicamente il Ministero del lavoro e delle politiche sociali rediga un rapporto annuale sullo stato di attuazione alle competenti Commissioni parlamentari dell'attività svolta da questi organismi. Ci sembrano interventi migliorativi, condivisi da tutti i protagonisti della discussione di queste settimane.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Placido 8.8, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Placido 8.7.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Placido. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PLACIDO. Questo emendamento rappresentava il cuore della proposta che abbiamo offerto alla discussione dell'Aula e della Commissione, e ci pare francamente che l'introduzione di questa correzione possa rappresentare un elemento assai qualificante della norma che stiamo per varare: l'indice di congruità è uno strumento che supporta le attività ispettive, e che consente, con periodici aggiornamenti prodotti dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, di valutare appunto la congruità settore per settore dei beni e dei servizi impiegati in rapporto al numero di ore lavorate. In un'epoca in cui si taglia per mille ragioni, giuste e meno giuste, sulle attività ispettive, dotarsi di uno strumento di questo tipo probabilmente può rappresentare mettere in campo uno strumento di grande efficacia per il contrasto del caporalato.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.7 Placido, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.9 Placido, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 8.22 Chimienti sul quale le Commissioni e il Governo hanno formulato un invito al ritiro altrimenti parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Chimienti. Ne ha facoltà.

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  SILVIA CHIMIENTI. Grazie, Presidente. Una delle mancanze del nostro sistema agricolo, su cui si innestano i caporali e le imprese poco virtuose, è proprio l'assenza di metodi snelli e funzionali di reclutamento anche all'ultimo momento dei lavoratori. Quindi, pur ritenendo apprezzabili le innovazioni poste al meccanismo della rete agricola di qualità e alla composizione e funzionamento della cabina di regia, riteniamo che il testo proposto dal Governo sia ancora lontano da un'adeguata spinta propulsiva all'incrocio tra domanda e offerta di lavoro. Soprattutto riteniamo non si possa prescindere, per avere un quadro normativo davvero efficace, dal contemporaneo potenziamento degli strumenti pubblici di incrocio virtuoso tra domanda e offerta di lavoro. In questo senso abbiamo proposto che entrino a regime le cosiddette liste di prenotazione in capo ai centri per l'impiego su base territoriale, in cui vengano inseriti telematicamente i nominativi degli aspiranti lavoratori. Le sezioni territoriali della rete del lavoro agricolo di qualità, così come definite all'articolo 8, comma 4-ter, del provvedimento che stiamo esaminando, svolgerebbero soltanto compiti di promozione e di modalità sperimentali di intermediazione tra domanda e offerta di lavoro; davvero troppo poco specialmente se consideriamo l'adesione volontaria alla rete.
  Nel secondo comma del nostro emendamento proponiamo poi per velocizzare e modernizzare ulteriormente l'intermediazione un'idea del mio collega Massimiliano Bernini, che è già stata proposta e anche accolta in una risoluzione in Commissione agricoltura, ossia la progettazione di un'applicazione per dispositivi mobili cellulari grazie a cui datori di lavoro possano informare celermente lavoratori registrati delle offerte di lavoro sopraggiunte, elencando anche la durata, la retribuzione e le mansioni richieste. I migranti, nella maggior parte dei casi, sono dotati di telefoni cellulari, dunque crediamo che questo possa essere un ottimo strumento che peraltro renderebbe tracciabile anche ogni accordo lavorativo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.22 Chimienti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.23 Chimienti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.11 Placido, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.16 Placido, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 34

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 8.17 Placido e 8.57 Altieri con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Placido. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PLACIDO. La lettera g) di cui chiediamo la soppressione, forse è sfuggito alla gran parte dei colleghi, prevede che l'INPS per le attività di competenza operi nel quadro delle risorse umane finanziarie e strumentali ad oggi disponibili e aggiunge che in ogni caso operi senza nuovi o maggiori ordinari a carico della finanza pubblica. La domanda legittima è: non si investe sull'attività ispettiva, si sceglie di non tenere in considerazione il suggerimento, per esempio, a proposito degli indici di congruità, chi dovrà svolgerla l'attività repressiva ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Polverini. Ne ha facoltà.

  RENATA POLVERINI. Grazie, Presidente. Io sottoscrivo questo emendamento, ovviamente, e ci tengo a dire che voteremo a favore anche perché in questo emendamento sostanzialmente c’è un po’ la chiave di lettura dell'intero provvedimento, perché dire che l'INPS interviene senza oneri per la finanza pubblica significa dire che l'attività di controllo ispettivo, almeno da parte dell'INPS, rimarrà quella che ad oggi ancora vede nelle campagne d'Italia, non soltanto del sud, un'attività importante appunto di caporalato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Chimienti. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Presidente, sottoscriviamo anche noi questo emendamento.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 8.17 Placido e 8.57 Altieri, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.18 Placido, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 8.20 Placido, su cui vi è un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, delle Commissioni e del Governo e il parere contrario della V Commissione (Bilancio).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Placido. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PLACIDO. Presidente, questo emendamento allude a un tema molto serio, che è tornato più volte nella discussione svolta in Commissione, quello della cosiddetta filiera etica. Contrastare efficacemente il caporalato significa riuscire ad agire contemporaneamente su tutta quanta la filiera e non solo sul rapporto che regola le relazioni fra il caporale e l'impresa che immediatamente ne utilizza le prestazioni. C’è una questione che riguarda l'industria di trasformazione; c’è una questione che riguarda finanche la grande distribuzione.

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 17,10)

  ANTONIO PLACIDO. Scegliere di avere espunto questo tema dalla norma, a nostro giudizio, è un elemento che la indebolisce pesantemente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.20 Placido, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.32 Rizzetto, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.33 Rizzetto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 8.19 Molteni e 8.59 Polverini, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 8.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Presidente, intervengo solo per una breve dichiarazione di voto. Questo è l'articolo della rete del lavoro agricolo di qualità: ovviamente, come abbiamo testé esposto, non ci vede particolarmente favorevoli, perché appunto è una misura fondata essenzialmente sulla buona volontà dei soggetti, fondata sulla buona volontà degli imprenditori agricoli che possono accedervi, fondata sulla buona volontà dei centri per l'impiego provinciali. Sinceramente, per affrontare in maniera seria la questione del caporalato, dello sfruttamento dei lavoratori, ci saremmo aspettati piuttosto delle misure cogenti, quindi delle misure chiare, nette e puntuali, ma così non è.
  Che cos’è la rete del lavoro agricolo di qualità, per stessa ammissione del Ministro dell'Agricoltura, Martina ? È una scommessa, non un'azione concreta, per prevenire appunto questo tragico fenomeno. Però, noi sinceramente non ci sentiamo di scommettere sulla vita delle persone, sulla vita di questi soggetti deboli, dei lavoratori italiani e dei lavoratori stranieri, quindi ci saremmo aspettati delle misure – ripeto – veramente cogenti e concrete.
  Altra questione è la cabina di regia afferente la rete del lavoro agricolo di qualità: è costituita da vari soggetti e con questo disegno di legge la platea viene assolutamente ampliata. Il problema è che da quando è stata istituita non ci risulta che questi soggetti si siano riuniti, quindi il dubbio – direbbe qualcuno – sorge spontaneo: qualora questi soggetti inclusi nella cabina di regia non dovessero incontrarsi Pag. 36e vengano messi degli ostacoli, dei paletti, perché comunque si tratta di soggetti agli antipodi (abbiamo le associazioni datoriali da una parte, i sindacati dall'altra...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Bernini. Colleghi, scusate, sta parlando un collega a poca distanza da voi. Prego, onorevole.

  MASSIMILIANO BERNINI. Quindi, qualora questi soggetti non dovessero appunto concertare, tutto il sistema messo in piedi dalla rete del lavoro agricolo di qualità, dalla cabina di regia, andrebbe inevitabilmente in frantumi. Veramente noi queste scommesse non le accettiamo e quindi ci asterremo sull'articolo 8 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Presidente, anche noi voteremo in termini di astensione, poiché quanto riferito dal collega in realtà è vero, ovvero uno dei cuori di questo provvedimento è proprio la rete del lavoro agricolo, che, di fatto, la maggioranza va un po’, per come la vedo io, a svuotare. Abbiamo parlato di centri per l'impiego: ricordiamo che in Italia ci sono circa 550 centri per l'impiego, costano 600 milioni all'anno. Per molti anni siamo entrati in procedura di infrazione nei confronti dell'Europa per i non allineati standard di allineamento stesso, quindi 137-138 milioni di multa comminati dall'Europa nei confronti dei centri per l'impiego, che, è evidente, non funzionano in Italia.
  Prima ho sentito, Presidente, qualche collega parlare di centri per l'impiego: avrebbero dovuto comunque anche frequentare la Commissione lavoro per capire che circa un anno e mezzo fa, due anni fa – lo ricorderanno i commissari della Commissione lavoro – abbiamo svolto un'indagine conoscitiva in seno ai centri per l'impiego, che vanno, di fatto, a transare, per quanto riguarda alcune categorie, meno del 2 per cento delle persone che ci entrano, cioè ogni dieci persone che ci entrano meno del 2 per cento trovano lavoro grazie ai centri per l'impiego, e sono soldi pubblici.
  Abbiamo parlato di lavoro agricolo di qualità. Ebbene, un lavoro agricolo di qualità va, di fatto, ad essere assoggettato alla stessa adesione, come riportavamo in alcuni emendamenti, come qualità e condizione indispensabili per il riconoscimento di riduzioni contributive, di incentivi. Vogliamo riconoscere qualcosa alle aziende che operano bene in questo settore ? Non è stato accettato nulla ! Poi, Presidente, rispetto anche, al mio emendamento 8.32, ricordo a coloro che erano presenti alle audizioni che abbiamo fatto in Commissione, le svariate associazioni che abbiamo ascoltato e abbiamo audito che ci hanno chiesto la cosiddetta etichettatura di qualità; dipende sì dall'Europa, ma io immagino che all'interno di questo provvedimento avrebbe dovuto trovare sicuramente uno spazio più virtuoso rispetto a quello che non è stato fatto.
  Allora, io, Presidente, presenterò un ordine del giorno proprio sulla etichettatura di qualità, cosa che ci hanno chiesto, e lo sappiamo. E, quindi, Presidente, sulla base e sulla scorta di quanto detto, la rete in questo caso resta anche per noi, resta anche per me, un grosso punto interrogativo. Spero, come citava prima in riferimento ad un altro ambito il collega Sannicandro, che non dovremo ritornarci a breve rispetto a quanto detto, quindi preannuncio un voto convinto in termini di astensione.

  PRESIDENTE. Salutiamo gli alunni e i docenti dell'Istituto tecnico professionale «Benelli» di Pesaro, che sono presenti in tribuna (Applausi).
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 37

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 67).
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 8.050 Altieri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 8.06 Simonetti e 8.051 Polverini, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 69).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 8.01 Placido, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 8.03 Placido, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 71).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 8.07 Simonetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 72).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 8.08 Placido.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Placido. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PLACIDO. L'emendamento ha l'intento di rafforzare il sistema premiale che sostiene...

  PRESIDENTE. Attenda, onorevole Placido. Colleghi tutti, possiamo abbassare leggermente il tono della voce ? Grazie.

  ANTONIO PLACIDO. L'emendamento ha l'intenzione di rafforzare il sistema premiale a sostegno dei denuncianti. Noi riteniamo, e non c’è bisogno di argomentare più lungamente di così, che una parte essenziale della tenuta di tutto il meccanismo dipenda dal fatto che chi denuncia non sia ricattabile o sottoponibile a ricatti. Se viene meno questo elemento, obiettivamente si indebolisce tutta l'impalcatura del provvedimento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 8.08 Placido, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 73).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Pag. 388.09 Rizzetto, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 74).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 8.010 Massimiliano Bernini.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Grazie, Presidente. Questo emendamento va nella direzione di un giro di vite nei confronti dei voucher, e non solo dei voucher, in agricoltura. Noi chiediamo, a chi si avvale appunto di questo strumento, di questa prestazione occasionale di tipo accessorio, di comunicarlo, almeno 60 minuti prima dell'inizio della prestazione, alla direzione territoriale del lavoro competente. Questo per quanto riguarda, lo ripeto, in generale la questione dei voucher, mentre per il comparto agricolo noi chiediamo proprio l'eliminazione del voucher, che, come è stato ricordato sia in Commissione sia in Aula quest'oggi, è uno degli elementi all'interno dei quali si può annidare, più che il caporalato, lo sfruttamento dei lavoratori, perché, appunto, viene dato un voucher e, poi, magari, il lavoratore viene fatto operare e viene fatto lavorare per molte più ore. Quindi, è uno strumento di cui veramente negli anni si è perso il controllo e che può creare situazioni di sfruttamento inaccettabile.
  Inoltre, in questo emendamento noi chiediamo anche un innalzamento della paga oraria, portandola, quindi, a 10 euro.
  È un emendamento di assoluto buonsenso; penso che questa questione dei voucher possa essere riaffrontata in un'altra sede.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 8.010 Massimiliano Bernini, parere contrario di Commissioni, Governo e V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 75).

(Esame dell'articolo 9 – A.C. 4008)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 4008).
  Invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

  MARCO MICCOLI, Relatore per la XI Commissione. Per tutti gli emendamenti all'articolo 9, invito al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Vice Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Conforme al relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 9.3 Chimienti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chimienti. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Grazie, Presidente. L'articolo 9, così com’è redatto, purtroppo ha ben poco al suo interno di quanto rubricato nel titolo: disposizioni per il supporto dei lavoratori agricoli stagionali. Si parla, genericamente, di piani da adottare in accordo tra i Ministeri competenti e le regioni, al fine di adottare generiche misure per la sistemazione logistica e il supporto dei lavoratori, veramente troppo poco. Pag. 39
  Esiste, peraltro, già una serie di protocolli d'intesa siglati tra il Ministero e le regioni interessate dai processi di raccolta agricola che prevedono molti spunti interessanti e che vanno nella direzione di tutelare concretamente i lavoratori. Mi riferisco, in particolare, all'ottimo protocollo del 27 maggio scorso siglato dal Ministero con cinque regioni. Quindi, perché non riproporre dettagliatamente almeno alcuni di quegli spunti ?
  In questo senso il MoVimento 5 Stelle ritiene che andrebbe proposto chiaramente, in questo articolo, il tema del trasporto pubblico direttamente ai campi di raccolta e il tema del disagio abitativo e del contrasto ai ghetti, attraverso la realizzazione di adeguati alloggi temporanei.
  Sono due temi fondamentali che necessitano di un intervento normativo mirato che orienti l'attività delle regioni nel senso da noi auspicato. Quindi, trasporto e alloggi assenti, sono due dei motivi che maggiormente spingono i lavoratori migranti e italiani nelle braccia dei caporali.

  PRESIDENTE. Il banco del Governo... scusi, onorevole Chimienti... Governo, pronto ? No, non deve parlare, deve seguire chi sta intervenendo.

  SILVIA CHIMIENTI. Grazie, Presidente. Dunque, sarebbe fondamentale una previsione normativa specifica che trattasse il tema, prevedendo l'adozione di specifiche convenzioni tra i Ministeri, le regioni e gli enti locali. Senza queste previsioni la norma, purtroppo, resta un po’ vuota (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MARCO MICCOLI, Relatore per la XI Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARCO MICCOLI, Relatore per la XI Commissione. Presidente, vorrei rispondere alle legittime preoccupazioni della collega Chimienti. In realtà, non si tratta di un provvedimento generico su questo punto. Cito testualmente dopo il comma 7: «I soggetti provvisti di autorizzazione al trasporto di persone rilasciata dalle autorità competenti e che siano in possesso dei requisiti di cui al comma 1, che intendono provvedere al trasporto di lavoratori agricoli, possono stipulare apposita convenzione con la Rete del lavoro agricolo di qualità. Gli enti locali possono stabilire che la stipula della convenzione è condizione necessaria per accedere ai contributi istituiti per il trasporto dei lavoratori agricoli dai medesimi enti. Gli enti locali stabiliscono le condizioni e l'ammontare dei contributi tenendo conto di quanto eventualmente previsto dai contratti collettivi di cui all'articolo 51 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, in ordine alla quantificazione e ripartizione del costo del trasporto tra imprese e lavoratori. La violazione da parte del trasportatore di quanto previsto dalla convenzione comporta la risoluzione della medesima e l'immediata decadenza dai contributi di cui al secondo periodo». In realtà, poi, alcune generalizzazioni servono per poter dare alle cabine di regia territoriali la possibilità di intervenire sulla peculiarità del trasporto dei lavoratori agricoli.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.3 Chimienti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 76).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 9.7 Chimienti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chimienti. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Grazie, Presidente. Con questo emendamento noi chiedevamo che venisse prevista l'istituzione, Pag. 40presso i luoghi di lavoro, di spazi appositi finalizzati all'erogazione di servizi informativi per i lavoratori agricoli in materia di legislazione sociale e di lavoro, oltre che di assistenza socio sanitaria. Per noi è un punto fondamentale; spesso ai lavoratori impegnati nella raccolta nei campi mancano le informazioni necessarie per tutelare la loro stessa vita, non conoscono quali siano i loro diritti, non conoscono quali debbano essere i loro orari di lavoro, le loro retribuzioni minime, insomma, finiscono spesso per non rivendicare retribuzioni adeguate o orari di lavoro umani, non solo per la paura di non guadagnare nulla, ma anche, a volte, per l'ignoranza in merito alla normativa vigente. Quindi, questi sportelli informativi dovrebbero colmare questa lacuna...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Chimienti. Onorevole Colaninno, onorevole Colaninno...

  SILVIA CHIMIENTI. Questi sportelli informativi dovrebbero colmare questa lacuna, spingendo tutti i lavoratori ad avere contezza dei loro diritti per potersi muovere di conseguenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.7 Chimienti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 77).

  Prima dell'emendamento 9.6 Chimienti, salutiamo gli alunni e i docenti della scuola Fusinato di Schio, in provincia di Vicenza. Grazie di seguire i nostri lavori (Applausi).
  Passiamo alla votazione dell'emendamento 9.6 Chimienti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chimienti. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Grazie, Presidente. In questo emendamento avremmo voluto un altro elemento fondamentale nel quadro degli interventi urgenti da mettere in campo per contrastare il caporalato. Mi riferisco al potenziamento delle ispezioni: altro grande assente nel disegno del Governo. Senza un potenziamento del controllo sui campi, purtroppo, l'architettura delineata dal DDL resta priva di adeguate forme di tutela concrete. Sarebbe stato imprescindibile, in un disegno di legge contro il caporalato, parlare anche di potenziamento delle ispezioni. Quindi, con questo emendamento prevedevamo un programma di controlli diretti presso i luoghi di raccolta, da aggiornare annualmente e da realizzare attraverso apposite task force di ispettori del lavoro, forze dell'ordine e polizia locale. È un tema che va affrontato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.6 Chimienti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 78).

  Passiamo all'emendamento 9.1 Placido.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Placido. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PLACIDO. L'emendamento propone di estendere quanto previsto in materia di sicurezza dal testo unico n. 81 del 2008, applicando le norme in vigore ai lavoratori stagionali, indipendentemente dalle giornate effettuate nel corso dell'anno. Prevede, inoltre, che si possa Pag. 41istruire uno dei dipendenti per adibirlo alle funzioni di primo soccorso e che tutte queste funzioni connesse alla sicurezza sui luoghi di lavoro siano coordinate dalle ASL.
  Considerato il tema del quale stiamo discutendo, non ci pare superfluo né il richiamo al testo unico sulla sicurezza, né il riferimento a questa materia...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Placido. Colleghi... onorevole Laffranco... almeno abbassare l'urlo di quando lei ride, se fosse possibile. Grazie. Aveva concluso, onorevole Placido ?

  ANTONIO PLACIDO. Sì.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.1 Placido, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 79).

  Passiamo all'emendamento 9.4 Chimienti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chimienti. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Grazie, Presidente. Con questo emendamento proponiamo una soluzione alla spaventosa situazione abitativa dei migranti stagionali, che trovano alloggio in fatiscenti casolari disabitati, arroventati dal sole e senza porte, privi d'acqua, luce e gas. Luoghi in cui è facile infortunarsi ed ammalarsi.
  Le amministrazioni dei comuni, che traggono profitto dall'agricoltura, hanno il dovere di fare qualcosa in questo senso, ad esempio, come prevedevamo con questo emendamento, favorire la riqualificazione di aree dismesse o abbandonate, o ancora l'autorecupero di casali e strade. Grazie all'opera dei lavoratori agricoli, si ristrutturerebbero le abitazioni dismesse e i braccianti otterrebbero in cambio di potervi alloggiare anche per gli anni successivi. Questo permetterebbe anche di stabilire un legame con il luogo e, dunque, anche una maggiore cura, e soprattutto si eviterebbe la disumanizzazione che deriva dall'abitare in luoghi impersonali e degradati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.4 Chimienti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 80).

  Passiamo all'emendamento 9.5 Chimienti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chimienti. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Grazie, Presidente. Con questo emendamento prevedevamo un piano di interventi siglato tra le regioni, l'ispettorato del lavoro e i Ministeri competenti, volto a porre in essere una serie di iniziative estremamente concrete, che, associate al Piano sui trasporti e sugli alloggi temporanei, garantirebbe una reale tutela per i braccianti. Innanzitutto, dei presidi medico-sanitari mobili, per garantire la prevenzione e il primo soccorso nei luoghi di raccolta: in questo modo, chissà, forse avremmo potuto evitare alcuni dei drammi degli anni scorsi. In secondo luogo, dei servizi di distribuzione gratuita di acqua potabile e di viveri di prima necessità. E in terzo luogo, un supporto psicologico per i lavoratori agricoli e una reale attività di integrazione, posta in essere da soggetti quali mediatori culturali. Infine, per accelerare il processo di integrazione e far percepire ai migranti Pag. 42di non essere in territorio ostile, ma di potersi integrare al meglio ed essere parte di una comunità, l'emanazione di bandi che promuovano l'ospitalità dei lavoratori.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.5 Chimienti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 81).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 82).

  Passiamo all'articolo aggiuntivo 9.01 Placido.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Placido. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PLACIDO. Grazie, Presidente. Anche quello dell'estensione della responsabilità in solido lungo tutta la filiera è un grande tema, che noi crediamo che questa norma affronti, ma non risolva in via definitiva. La proposta emendativa, che in realtà è un articolo aggiuntivo, si propone, nei limiti in cui lo consente la norma, di estendere e di obbligare in solido appaltatori e concedenti, in maniera tale che, anche dopo due anni dal termine della cessazione dell'appalto e della concessione, possano essere tenuti al risarcimento del danno da infortunio...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Placido. Onorevole Ravetto... onorevole Ravetto... onorevole Ravetto... grazie. Prego.

  ANTONIO PLACIDO. Dicevo... subappaltatori o subconcedenti avrebbero, secondo quanto previsto dall'articolo aggiuntivo, una responsabilità in solido estesa per un biennio, in relazione alla quale sono tenuti al risarcimento del danno da infortunio sul lavoro o malattia professionale, e a corrispondere ai lavoratori i trattamenti retributivi, le quote di fine rapporto, contributi previdenziali e premi assicurativi dovuti e non corrisposti. L'ora è tarda, ma il tema meriterebbe ben altra attenzione da parte dell'Aula.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 9.01 Placido, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 83).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 9.011 Daniele Farina.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Placido. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PLACIDO. Gli emendamenti che abbiamo proposto riguardano entrambi l'obbligo, in gare d'appalto di lavori, servizi e forniture banditi da enti pubblici, di prevedere la clausola secondo la quale l'aggiudicatario è tenuto ad applicare, nei confronti dei lavoratori dipendenti, i contratti collettivi nazionali e territoriali del settore di appartenenza. Non credo sia necessario argomentare.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.011 Daniele Farina, su cui vi è parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 43

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 84).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.05 Placido, su cui vi è parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 85).

(Esame dell'articolo 10 – A.C. 4008)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 4008).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MARCO MICCOLI, Relatore per la XI Commissione. Per l'emendamento all'articolo 10 formulo un invito al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Vice Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Esprimo parere conforme al relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.50 Abrignani.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Presidente grazie, avevo parlato prima con il Governo e alla luce di questo, anche se questa è una problematica molto richiesta al sud una, problematica molto sentita, però, vista la situazione, ritiro l'emendamento e presentiamo un ordine del giorno, sperando che venga accolto.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 10.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Damiano. Ne ha facoltà.

  CESARE DAMIANO. Volevo soltanto precisare questo: su questo articolo erano sorte alcune perplessità rispetto al possibile riutilizzo dei cosiddetti contratti di riallineamento retributivo...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Palese ! Grazie. Prego, onorevole Damiano.

  CESARE DAMIANO. ... disciplinati nel lontano 1996. Volevo dire all'Aula che, in sede di audizione, il Ministro Martina ha categoricamente smentito la possibilità di riaprire i contratti di riallineamento, quindi la norma deve essere considerata alla stregua di una disposizione di interpretazione autentica, in linea con il testo dell'emendamento che era stato presentato originariamente al Senato.
  Quindi il chiarimento per noi è definitivo, anche perché pone fine a quelle che erano state delle controversie interpretative, quindi l'intenzione è quella di dettare una norma che si riferisca ai soli accordi di riallineamento già sottoscritti. Si esclude quindi, in ogni caso, la possibilità di sottoscrivere nuovi accordi di riallineamento.
  Questo dà quindi, al complesso dell'articolato della legge sul caporalato, un valore ulteriormente importante e di qualità per contrastare quindi non solo la piaga del lavoro nero, ma anche la possibilità di avere degli accordi che non tengano conto di quelli che sono i dispositivi dei contratti nazionali di categoria attualmente vigenti.
  Ripeto: questo è un elemento di chiarimento qualitativo dell'intera norma, che io volevo ribadire.
  Ci sarà anche un ordine del giorno, che mi auguro che il Governo accolga, a chiarimento di questa interpretazione.

Pag. 44

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 86).

(Esame dell'articolo 11 – A.C. 4008)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 (Vedi l'allegato A – A.C. 4008), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Grazie, Presidente, dichiarazione di voto sull'articolo 11: per noi è un altro grave punto di caduta di questo provvedimento, rischia a nostro avviso di disinnescare l'efficacia reale o presunta del DDL, sostanzialmente perché non stanzia soldi, denari sul provvedimento, infatti si intitola «clausola di invarianza finanziaria».
  Noi siamo di tutt'altro avviso, noi vorremmo sinceramente investire molto di più dal punto di vista soprattutto dei controlli, investire a favore così degli ispettori della ASL, degli ispettori e degli ispettorati del lavoro, investire per esempio anche di informazione in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro e in materia giuslavoristica le forze di polizia, insomma investire anche risorse economiche e personali per quanto concerne gli ispettori dell'INPS, insomma bisogna metterci dei soldi su questo provvedimento, affinché sia un provvedimento realmente efficace.
  Poi certo, alcune misure, soprattutto di controllo, possono essere portate avanti senza particolari oneri da parte dello Stato.
  Noi abbiamo recepito in qualche modo così con favore una nostra intuizione, o meglio un'intuizione che è emersa nel corso dell'approvazione della risoluzione delle Commissioni riunite lavoro e agricoltura lo scorso dicembre, ovvero di incrociare i database per esempio dell'INPS e dell'AGEA, ponderati con appositi indici di coerenza, in una sorta di algoritmo anticaporalato. Anche da questo punto di vista l'informatica, l'informatizzazione ci può venire in aiuto e come dicevo prima, appunto, a costi sostanzialmente zero, ma questo non basta. Ripeto: bisogna investire risorse affinché gli ispettori vadano sul campo a sanzionare e a colpire chi sfrutta la manodopera, chi fa intermediazione illecita del lavoro agricolo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Placido. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PLACIDO. Intervengo per dire che voteremo contro questo articolo, che rischia di vanificare l'efficacia dell'intero provvedimento. Investire in repressione, deterrenza, prevenzione del lavoro nero e dell'evasione fiscale e contributiva significa recuperare, probabilmente in misura assai più significativa di quanto oggi si investirebbe, recuperare le somme a cui si immagina di poter metter mano. Non farlo significa colpevolmente condannare anche questo provvedimento al rischio della inefficacia.

  PRESIDENTE. Salutiamo gli alunni e i docenti dell'Istituto paritario Gonzaga di Milano, che sono in tribuna e seguono i nostri lavori. Grazie (Applausi).
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 87).

Pag. 45

(Esame dell'articolo 12 – A.C. 4008)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 (Vedi l'allegato A – A.C. 4008), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 88).

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 4008)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 4008).
  Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

  ANDREA OLIVERO, Vice Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Ordine del giorno Matarrelli n. 9/4008/1, favorevole con riformulazione: «a valutare la possibilità di prevedere». Ordine del giorno Damiano n. 9/4008/2, parere favorevole. Ordine del giorno Cenni n. 9/4008/3, favorevole con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a verificare la possibilità di inserire, al fine di disincentivare la concorrenza sleale nella catena della subfornitura, nel complesso delle azioni mirate»; poi tutto avanti di conseguenza fino a conclusione, come già scritto nell'impegno indicato. Ordine del giorno Di Salvo n. 9/4008/4, parere favorevole. Ordine del giorno Mongiello n. 9/4008/5, parere favorevole nella riformulazione ultima.

  PRESIDENTE. Nella ?

  ANDREA OLIVERO, Vice Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Riformulazione: è stato presentato in più formulazioni, ma va bene. Credo che sia l'ultima.

  PRESIDENTE. Nel testo che le abbiamo consegnato, che è stato presentato.

  ANDREA OLIVERO, Vice Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Nel testo che... Perfetto !

  PRESIDENTE. Sta bene.

  ANDREA OLIVERO, Vice Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Ordine del giorno Labriola n. 9/4008/6, parere favorevole con una riformulazione, cioè l'espunzione della terza premessa, da «in particolare» fino a «reati». Ordine del giorno Altieri n. 9/4008/7, parere favorevole con riformulazione: espunzione dell'ultima premessa, da «è» fino a «risorse». Ordine del giorno Matarrese n. 9/4008/8, favorevole con una modifica dell'impegno, che rimane questo: «impegna il Governo, nell'ambito dei propri poteri e nel rispetto dei propri limiti di intervento, a monitorare gli effetti applicativi della nuova disposizione penale e a valutare, ove a seguito di tale monitoraggio dovessero rendersi necessarie, eventuali modifiche alla disposizione medesima, con particolare riferimento agli indici della condotta del reato».

  PRESIDENTE. Sta bene: quindi, così riformulato, parere favorevole.

  ANDREA OLIVERO, Vice Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Esatto.
  Anche per quanto riguarda l'ordine del giorno Burtone n. 9/4008/9, il parere è favorevole, con la riformulazione dell'impegno nella formula che ho utilizzato in precedenza.
  Ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/4008/10, parere favorevole con questa riformulazione dell'impegno: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di fare Pag. 46quanto di propria competenza perché venga contrastata su tutto il territorio ogni forma di intermediazione illecita di manodopera agricola, anche utilizzando il già vigente protocollo di legalità per gli interventi e la migliore sistemazione logistica dei lavoratori agricoli stagionali». Ordine del giorno Taricco n. 9/4008/11, parere favorevole. Ordine del giorno Tartaglione n. 9/4008/12, parere favorevole. Ordine del giorno Sannicandro n. 9/4008/13, parere favorevole con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare eventuali interventi, anche normativi, finalizzati ad». Ordine del giorno Daniele Farina n. 9/4008/14, parere favorevole con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare la possibilità di estendere, con apposita modifica normativa, l'obbligazione solidale tra imprenditore, il committente e l'appaltatore e concedente entro due anni dalla cessazione dell'appalto, anche con riferimento all'utilizzo», e poi di seguito.
  Ordine del giorno Nicchi n. 9/4008/15, parere favorevole con riformulazione: «impegna il Governo a valutare la possibilità di interventi normativi, anche sulla base»...

  PRESIDENTE. Beh, lì prosegue.

  ANDREA OLIVERO, Vice Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Sì, prosegue, però togliendo l'ultima parte: invece che «anche mediante» fino a «denuncia», che cassiamo, inserire «per assicurare».
  Ordine del giorno Franco Bordo n. 9/4008/16, parere favorevole con la seguente riformulazione: «a valutare gli effetti applicativi della norma citata in premessa, al fine di». O forse era già inserito nel testo, non riesco a valutarlo.

  PRESIDENTE. Scusi, ripeta...

  ANDREA OLIVERO, Vice Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. E allora, se è già così, parere favorevole. Favorevole, grazie.

  PRESIDENTE. Il parere sull'ordine del giorno Franco Bordo n. 9/4008/16 è dunque favorevole.

  ANDREA OLIVERO, Vice Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Ordine del giorno Placido n. 9/4008/17, parere contrario. Ordine del giorno Martelli n. 9/4008/18, parere contrario. Ordine del giorno Duranti n. 9/4008/19, parere favorevole con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare la possibilità di prevedere, al fine di un efficace contrasto al lavoro irregolare, nelle gare di appalto, servizi e forniture, l'indicazione nel bando e nel capitolato, per l'aggiudicatario, di applicazione dei contratti nazionali di lavoro».
  Ordine del giorno Scotto n. 9/4008/20, favorevole con riformulazione: «a valutare ogni iniziativa utile alle istituzione di un segno distintivo», e poi di seguito.

  PRESIDENTE. Scusi, prima che andiamo avanti, onorevole Vice Ministro, c’è un...

  ANDREA OLIVERO, Vice Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Mi dica.

  PRESIDENTE. Abbiamo un tema, mi vorrei rivolgere all'Aula: l'onorevole Abrignani aveva annunciato che avrebbe ritirato un emendamento e presentato un ordine del giorno; è arrivato l'ordine del giorno, però il Viceministro aveva già iniziato a dare i pareri. Quindi, a termini formali di Regolamento, io non posso considerarlo come un ordine del giorno da esaminare nell'Aula. Se non vi sono obiezioni, possiamo fare un'eccezione per il semplice fatto che era stato annunciato, e quindi sostanzialmente è stato presentato in ritardo. Però, se ci sono obiezioni... Lo dico a tutti i gruppi: se ci sono obiezioni non lo faccio (Commenti). Benissimo: allora possiamo accogliere l'ordine del giorno dell'onorevole Abrignani. Lo vediamo dopo, però, Viceministro: adesso proseguiamo.

Pag. 47

  ANDREA OLIVERO, Vice Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Lo vediamo alla fine, così riesco a leggerlo. Grazie.

  PRESIDENTE. Non fa precedente.

  ANDREA OLIVERO, Vice Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Ordine del giorno Pannarale n. 9/4008/21, parere favorevole con riformulazione: «impegna il Governo a valutare la possibilità di». Ordine del giorno Costantino n. 9/4008/22, parere favorevole con l'espunzione della penultima premessa, cioè da «sarebbe» fino ad «atto», e con l'espunzione del primo impegno, cioè da «prevedere» fino a «qualità». Ordine del giorno Airaudo n. 9/4008/23, parere favorevole con questa riformulazione: l'espunzione nella premessa da «sarebbe» fino ad «aziendale»; «impegna il Governo a valutare la possibilità di»; e poi l'espunzione del primo punto degli impegni. Ordine del giorno Ciracì n. 9/4008/24, parere favorevole. Ordine del giorno Marzano n. 9/4008/25, parere favorevole. Ordine del giorno Mucci n. 9/4008/26, parere favorevole. Ordine del giorno Rizzetto n. 9/4008/27, parere favorevole.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno Carrescia n. 9/4008/28 è stato ritirato.

  ANDREA OLIVERO, Vice Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Ordine del giorno Minardo n. 9/4008/29, parere favorevole. Ordine del giorno Covello n. 9/4008/30, parere favorevole. Ordine del giorno Verini n. 9/4008/31, parere favorevole. Ordine del giorno Coppola n. 9/4008/32, parere favorevole. Ordine del giorno Dadone n. 9/4008/33, parere favorevole. Ordine del giorno Bonafede n. 9/4008/34, parere favorevole. Ordine del giorno Tripiedi n. 9/4008/35, parere favorevole con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare la possibilità di». Ordine del giorno Ferraresi n. 9/4008/36, parere favorevole. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4008/37 Massimiliano Bernini con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a promuovere iniziative finalizzate nell'ambito di competenza (...)». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4008/38 Ciprini con la seguente riformulazione: «a valutare la possibilità di adottare un numero telefonico nazionale di pubblica utilità» poi cassare da «presso» fino a «lavoro» e poi tutto il resto conseguente. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4008/39 Chimienti con la seguente riformulazione «impegna il Governo a valutare nell'ambito di propria competenza e nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica la predisposizione di un piano (...)». Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/4008/40 Agostinelli. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4008/41 Venittelli, mentre esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/4008/42 Borghesi. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4008/43 Molteni, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4008/44 Allasia con la seguente riformulazione: «a valutare la possibilità di introdurre apposite normative volte a dare (...)». Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/4008/45 Simonetti, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4008/46 Guidesi con la seguente riformulazione: «impegna il Governo ad intensificare i controlli e a porre in essere azione di contrasto delle cosiddette false cooperative o cooperative spurie» poi cassare l'ultima parte.
  Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno n. 9/4008/47 Tino Iannuzzi e n. 9/4008/48 Riccardo Gallo. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4008/49 Battaglia con la seguente riformulazione «a valutare la possibilità di». Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/4008/50 Rostellato con l'utilizzo del medesimo impegno per il Governo già citato ovvero: «impegna il Governo nell'ambito dei propri poteri e nel rispetto dei propri limiti di intervento a monitorare gli effetti Pag. 48applicativi della nuova disposizione penale e a valutare, ove a seguito di tale monitoraggio dovesse rendersi necessario, eventuali modifiche alla disposizione medesima, con particolare riferimento agli indici della condotta del reato». Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/4008/51 Benedetti.

  PRESIDENTE. A questo punto rimane quello dell'onorevole Abrignani.

  ANDREA OLIVERO, Vice Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Mi serve solo un istante per una rapida lettura.

  PRESIDENTE. Intanto che lei controlla quell'ordine del giorno, io comincerei.
  Onorevole Matarrelli, c’è una proposta di riformulazione ? Va bene. Onorevole Damiano è accolto. Va bene.

  CINZIA MARIA FONTANA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CINZIA MARIA FONTANA. Grazie Presidente. Per dichiarare che accettiamo tutte le proposte di riformulazione dei nostri ordini del giorno.

  PRESIDENTE. Bene. Allora, onorevole Cenni è accolta la riformulazione. Di Salvo è favorevole. Mongiello è accolta la riformulazione. Onorevole Labriola c’è la proposta di riformulazione ? Va bene. Onorevole Altieri c’è una proposta di riformulazione ? Va bene. Onorevole Matarrese c’è una proposta di riformulazione ? Va bene. Onorevole Burtone riformulato ? Va bene. Gregorio Fontana ? Va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/4008/11 Taricco il parere è favorevole, sull'ordine del giorno Tartaglione è favorevole.

  COLOMBA MONGIELLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  COLOMBA MONGIELLO. Chiedo scusa Presidente se la interrompo, ma io non ho accolto la riformulazione, io ho presentato un ordine del giorno avendo ritirato il precedente.

  PRESIDENTE. Scusi a quale facciamo riferimento ? Onorevole Mongiello scusi, io ho accolto semplicemente la parola del Governo che dava un parere favorevole sull'ordine del giorno presentato, quindi non ho mai parlato di riformulazione. Mi dica qual è il problema e lo risolviamo, se c’è un problema.

  COLOMBA MONGIELLO. Siccome avevo sentito che era stato accolto con riformulazione, io sono intervenuta per correggere.

  PRESIDENTE. No, è stato accolto così come è stato presentato. Sannicandro c’è una proposta di riformulazione ? Va bene. Daniele Farina, va bene è accolto. Nicchi riformulato, è accolto. Sull'ordine del giorno Franco Bordo il parere è favorevole, mentre onorevole Placido sul suo – ahimè – vi è un parere contrario. Presumo che lo mettiamo ai voti, vuole parlare ? Prego ne ha facoltà.

  ANTONIO PLACIDO. Chiediamo di metterlo ai voti perché noi riteniamo che questa questione dell'indice di congruità sia cruciale.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4008/17 Placido, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 89).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4008/18 Martelli, con il parere contrario del Governo.Pag. 49
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 90).

  Sull'ordine del giorno n. 9/4008/19 Duranti c’è una proposta di riformulazione ? Va bene. Immagino anche per il successivo ordine del giorno n. 9/4008/20 Scotto. Siamo sull'ordine del giorno n. 9/4008/21 Pannarale.

  ANTONIO PLACIDO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PLACIDO. Ne abbiamo già discusso a proposito di clausola di invarianza: se il Governo non auspica nemmeno di poterci investire successivamente, qui veramente rischiamo di avere impegnato l'Aula e le Commissioni in una discussione che non ha nessun senso. Voi non immaginate nemmeno sul piano degli auspici, quelli che corrispondono ad un ordine del giorno e al suo contenuto, di potere investire in attività ispettive. Ma di che stiamo parlando ? Mettiamolo ai voti (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Prima di metterlo ai voti, però, salutiamo gli alunni e i docenti dell'Istituto tecnico economico statale Toniolo di Manfredonia, in provincia di Foggia, che stanno partecipando alla giornata di formazione qui presso la Camera deputati (Applausi) e anche gli studenti dell'Istituto tecnico economico di Roccasecca, in provincia di Frosinone (Applausi).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4008/21 Pannarale.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 91).

  Sull'ordine del giorno n. 9/4008/22 Costantino c’è una proposta di riformulazione. Viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/4008/23 Airaudo c’è una proposta di riformulazione. Viene accolta. L'ordine del giorno n. 9/4008/24 Ciracì è accolto, l'ordine del giorno n. 9/4008/25 Marzano è accolto, quindi non si mette ai voti. L'ordine del giorno n. 9/4008/26 Mucci è accolto. L'ordine del giorno n. 9/4008/27 Rizzetto è accolto, quindi non lo mettiamo ai voti. L'ordine del giorno n. 9/4008/28 Carrescia è ritirato. L'ordine del giorno n. 9/4008/29 Minardo è accolto, l'ordine del giorno n. 9/4008/30 Covello è accolto, l'ordine del giorno n. 9/4008/31 Verini è accolto. Gli ordini del giorno Coppola n. 9/4008/32, Dadone n. 9/4008/33 e Bonafede n. 9/4008/34 sono accolti. Sull'ordine del giorno Tripiedi n. 9/4008/35 c’è una proposta di riformulazione: va bene. L'ordine del giorno Ferraresi n. 9/4008/36 è accolto. Sull'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/4008/37 c’è una proposta di riformulazione, che va bene.
  Sull'ordine del giorno Ciprini n. 9/4008/38 c’è una proposta di riformulazione, che presumo vada bene. Sull'ordine del giorno Chimienti n. 9/4008/39 c’è una proposta di riformulazione: va bene. Sull'ordine del giorno Agostinelli n. 9/4008/40, invece, c’è un parere contrario, quindi lo poniamo in votazione. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4008/40 Agostinelli, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 92).

  Sull'ordine del giorno Venittelli n. 9/4008/41 il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/4008/42 vi è parere contrario: passiamo ai voti.Pag. 50
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4008/42 Borghesi, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 93).

  Sull'ordine del giorno Molteni n. 9/4008/43 il parere è favorevole, quindi va bene. Sull'ordine del giorno Allasia n. 9/4008/44 vi è una proposta di riformulazione: va bene. Sull'ordine del giorno Simonetti n. 9/4008/45, invece, il parere è contrario: passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4008/45 Simonetti.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 94).

  Sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/4008/46 c’è una proposta di riformulazione, presumo vada bene. Sugli ordini del giorno Iannuzzi n. 9/4008/47 e Riccardo Gallo n. 9/4008/48 il parere è favorevole. Gli ordini del giorno Battaglia n. 9/4008/49 e Rostellato n. 9/4008/50 vanno bene così come riformulati. Sull'ordine del giorno Benedetti n. 9/4008/51 c’è un parere contrario, quindi presumo che lo poniamo in votazione. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4008/51 Benedetti.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 95).

  Rimane l'ultimo ordine del giorno, quello dell'onorevole Abrignani, n. 9/4008/52, su cui il Governo ci deve dare il parere. Prego, signor sottosegretario.

  ANDREA OLIVERO, Vice Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Presidente, io purtroppo do parere contrario. Mi spiace, ma tutta questa attesa non ha prodotto nulla.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4008/52 Abrignani, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 96).

  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 4008)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Gioia. Ne ha facoltà.

  LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, le varie Commissioni di inchiesta...

  PRESIDENTE. Attenda un attimo, onorevole Di Gioia. Colleghi, abbiamo le dichiarazioni voto: potete uscire, ma tranquillamente, in maniera che chi sta parlando lo può fare in modo accettabile. Grazie. Prego onorevole Di Gioia.

  LELLO DI GIOIA. Stavo dicendo che le varie Commissioni d'inchiesta hanno tratteggiato e fotografato in modo chiaro la situazione dei lavoratori stagionali, che presenta logistiche ovviamente fatiscenti e una situazione igienico-sanitaria al limite Pag. 51della decenza. È stato anche definito da organizzazioni sindacali, nonché da altre associazioni, che abbiamo oggi nel nostro Paese circa 430 mila stagionali, con un incremento da 30 a 50 mila unità soltanto nel 2015. Si pone quindi un problema, un problema serio, che è quello di dare certezza, dignità, a questi lavoratori. Ebbene, in questo provvedimento vi sono alcuni articoli che vanno nella direzione di cui stavo parlando.
  La prima questione è che si dà certezze alle forze dell'ordine e anche alla magistratura, perché hanno strumenti per poter fare quegli interventi certi, per quanto riguarda il caporalato nel nostro Paese. Vi sono poi interventi che riguardano la logistica, interventi che riguardano la rete: in buona sostanza è un provvedimento che tutti aspettavamo da moltissimo tempo. Però, mi consenta, Presidente – e arrivo rapidamente alla conclusione –, si è parlato di INPS, si è parlato appunto di ispezioni: signor Presidente, quest'Aula ha approvato il cosiddetto albo unico degli ispettori, che ha determinato delle difficoltà oggettive nelle ispezioni, sia nelle aziende sia nel territorio. Abbiamo anche da definire con chiarezza perché vi è questo: sicuramente perché nel nostro Paese vi è una povertà che dobbiamo incominciare ad incidere con grande determinazione. Credo che i provvedimenti del Governo devono essere indirizzati a questo, cioè a fare in modo che la povertà possa essere superata. Un Paese che ha la possibilità di dare risposta agli stagionali è un Paese che ha dignità e rispetto per la gente (Applausi dei deputati del gruppo Movimento PPA-Moderati).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pastorelli. Ne ha facoltà.

  ORESTE PASTORELLI. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, il disegno di legge che ci accingiamo a votare è di estrema rilevanza per l'Italia, poiché punta a tutelare in modo efficace la dignità del lavoro e dei nostri lavoratori. Esso infatti riscrive e aggiorna gli strumenti di contrasto al caporalato, fenomeno che affligge da ormai troppo tempo alcuni settori produttivi del Paese.

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Pastorelli. Forse non mi sono spiegato: colleghi dovete lasciare liberi i banchi del Governo ! Onorevole Martina, mi può aiutare anche lei, gentilmente ? Grazie. Prego, onorevole Pastorelli.

  ORESTE PASTORELLI. Grazie, Presidente. È da accogliere con favore, dunque, l'inasprimento delle misure penali contro lo sfruttamento dei lavoratori, come la sanzionabilità del datore di lavoro o l'estensione delle responsabilità per il reato di caporalato alle persone giuridiche. Fondamentale sarà poi il potenziamento della rete del lavoro agricolo di qualità come strumento di controllo e prevenzione del lavoro nero in agricoltura, settore tra i più colpiti da queste prassi criminali. Questo complesso di norme rappresenta un vero e proprio salto di qualità in termini di tutela del lavoro e lancia un messaggio chiaro a chi finora si è arricchito eludendo in maniera illecita la disciplina sul lavoro. Il nuovo reato di caporalato ci restituisce, infatti, l'immagine di una nazione che non permette nessuna forma di sfruttamento e che mette davanti agli interessi economici di pochi i diritti, la dignità, la sicurezza e la salute di migliaia di lavoratori. Come socialisti, per le storiche battaglie sul lavoro sostenute e vinte dal nostro partito, non possiamo che essere soddisfatti di questi interventi normativi. Esprimo, dunque, il convinto voto favorevole della componente socialista al disegno di legge (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI)-Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chiarelli. Ne ha facoltà.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Presidente, colleghi, stiamo discutendo una legge che riteniamo assolutamente necessaria e inderogabile. Lo dobbiamo Pag. 52alle tante vittime dello sfruttamento, soprattutto nel lavoro agricolo, soprattutto al Sud. Lo dobbiamo, tra i tanti, a Paola, 49 anni, bracciante di San Giorgio Jonico, morta la mattina del 13 luglio dello scorso anno nelle campagne di Andria. Lo dobbiamo anche a El Mardi Ahmed, di 44 anni, morto alla periferia di Cerignola. Lo dobbiamo a tutte le troppe vittime del lavoro clandestino, italiani e migranti, del lavoro mal pagato e dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo. Dietro lo sfruttamento dei braccianti non c’è solo ciò che potrebbe apparire un modo per taluni di procurarsi un profitto, per quanto in modo illecito. Troppo spesso, in realtà, ci sono organizzazioni malavitose che gestiscono una vera e propria tratta umana.

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Chiarelli. Forse non sono stato chiaro; ecco, allora, se sono stato chiaro, un po’ di rispetto per chi sta parlando. Prego.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Recupero: è bene, quindi, che si sia messo mano ad un provvedimento che intervenga su questa materia, però, se, da un lato, vi è questo provvedimento, che tutti attendavamo ed eravamo favorevolmente consapevoli della necessità che questo provvedimento dovesse venire alla luce, dall'altro, però, vediamo che, ancora una volta, l'efficacia reale di questo provvedimento non sortisce gli effetti sperati. Capisco bene, Ministro, che in questi giorni il Governo abbia l'assoluta necessità di sfornare provvedimenti che possano aumentare la popolarità, capisco bene che questo è il momento delle promesse, delle mance, delle occupazioni delle televisioni, e licenziare un provvedimento che va sicuramente nella direzione di quanto l'opinione pubblica si attende è utile e necessario a chi pensa di convincere gli italiani a votare la riforma costituzionale confondendo le idee, ma non possiamo accettare che si continui a proporre norme assurde, improntate, come tutte quelle, tante, che in questi anni hanno riguardato la giustizia, solo ed esclusivamente alla penalizzazione generalizzata.
  Non è possibile che si impedisca, di fatto, ogni confronto, rigettando in maniera preventiva ogni emendamento, ogni tentativo di migliorare una norma che per noi non è assolutamente giusta, equa ed efficace. Avevamo anche provato a suggerire, alla luce di qualche esperienza sul campo da parte di chi, come me, da decenni opera nei tribunali, piccole ma importanti modifiche: circoscrivere, ad esempio, l'ambito di applicazione della disposizione contenuta nell'articolo 1, perché, pur condividendo la necessità di un rigoroso contrasto a tutte le attività di intermediazione illecita di manodopera e di lotta al caporalato, oltre a rappresentare una piaga sociale, alterano la leale concorrenza a danno delle imprese regolari, delle tante...

  PRESIDENTE. Concluda.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Un minuto ? Più il recupero ?

  PRESIDENTE. Lei dubita che io le abbia già fatto recuperare il tempo, onorevole Chiarelli ?

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. L'attuale disposizione, Presidente, questo è un grande limite per la nostra componente. Comunque, è indispensabile, inoltre, definire in modo più dettagliato, circoscrivendone entità e temporaneità.
  Avevamo adeguato, fatto, proposto al fine di rendere più adeguate e correlate alla fattispecie il reato in esame gli indici di sfruttamento, che, seppur ritenuti idonei ai fini previsti, per la loro eccessiva genericità, rischiano di fornire una non corretta configurazione del reato e di generare continui ed onerosi contenziosi. Non posso che ripetere, e concludo, Presidente, quanto con assoluta chiarezza prima di me ha segnalato il collega Altieri, con il quale condivido appartenenza politica, ma anche provenienza territoriale. La Puglia, la nostra Puglia, è ricca di produzioni e di eccellenze, ma anche di imprese di eccellenza e lavoratori che consentono Pag. 53alle imprese e ai loro prodotti di essere eccellenti e di rappresentare l'Italia in tutto il mondo.
  È la seconda regione, dopo la Sicilia, per attività agricola; rappresenta il 15 per cento delle aziende agricole del Paese. Se aggiungiamo il fatto che i fenomeni migratori portano al Sud tanta manodopera, è consequenziale che, purtroppo, il fenomeno del lavoro clandestino – ho concluso – sia più diffuso. Diffuso, però, non vuol dire generalizzato. Per tali ragioni, questa norma, secondo la componente dei Conservatori e Riformisti, non possiede il requisito della effettività che si ha quando sia possibile un'applicazione...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Chiarelli.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI... concreta e compresa...

  PRESIDENTE. La ringrazio.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Per questo motivo, ci asterremo su questo voto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Onorevole Giammanco, se potessimo leggermente...no, non vorremmo disturbarvi.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente. Dunque siamo arrivati al voto finale rispetto a quello che, di fatto, è un cammino che ha contraddistinto alcune Commissioni, ma, Presidente, cercherò di essere il meno politicamente corretto in questa dichiarazione di voto, e prima se ne parlava, da quanti anni Matteo Renzi è a capo dell'Esecutivo, da quanti anni c’è questo Esecutivo ? Sono tre anni a febbraio-marzo del prossimo anno. Ebbene, in tre anni il Governo Renzi non è riuscito a dire nulla sul caporalato. Attenzione, il caporalato è un reato odioso, lo abbiamo detto, lo abbiamo sentito, lo abbiamo sottolineato. Già le Commissioni lavoro ed agricoltura qualche mese fa...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Rizzetto. Grazie, onorevole Ravetto, la ringrazio molto. Prego.

  WALTER RIZZETTO. Grazie, onorevole Ravetto. Dicevo, già qualche mese fa le Commissioni lavoro ed agricoltura si erano riunite assieme presso le aule delle Commissioni per sottoscrivere delle risoluzioni innanzi, lo rinnovo, a questo odioso reato, a questo schifo che si chiama caporalato, ad oggi, in Italia. Ha visto parecchie persone morte a 40 gradi sotto il sole, morti anche italiani, attenzione, perché molto spesso qui ho sentito parlare di immigrati, immigrati clandestini che vengono presi entro la rete dei caporali, ma non ho sentito parlare di italiani.
  Anche gli stessi italiani sono morti a 40 gradi, a raccogliere pomodori. E quindi, Presidente, dicevamo: il Governo Renzi da quanti anni è in carica ? È in carica quasi da tre anni, però ora, magicamente, a un mese e mezzo dal referendum costituzionale, esce questa cosa rapida, rapidissima. A questo punto dovreste ritirarvi dalle vostre idee di referendum, perché la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica, Presidente, hanno legiferato in tempi brevissimi, giustamente, su questo reato, e quindi, in pochi giorni, in pochi mesi, abbiamo fatto una legge che è un grande pastrocchio, nel senso che, come prima da me accennato, l'articolo 1 di questa legge, che è il vero cuore pulsante della legge stessa, del disegno di legge, è – se mi passa il termine – un gran casino.
  Si capisce ben poco, dà adito a parecchie interpretazioni da parte dei giudici. Allora, Presidente, e l'ho già chiesto al Ministro in Commissione, noi siamo qui per risolvere il problema del caporalato o per intasare ulteriormente i tribunali ? Probabilmente per intasare ulteriormente i tribunali. Siete tornati indietro: forse nessuno ricorda, ma durante le votazioni della legge-delega in materia di lavoro, il cosiddetto Jobs Act, era stata depennata la Pag. 54somministrazione fraudolenta del lavoro. L'Esecutivo ha dettato alla maggioranza questa cosa che per molti non era nota, ovvero, la somministrazione fraudolenta l'avete depennata cancellando degli articoli. Quindi, due anni fa, per voi, la somministrazione fraudolenta non era quasi reato, adesso, vi siete svegliati. Bene, meno male che vi siete svegliati, forse il referendum aiuta anche questi passaggi di legge, però, lo rinnovo, l'articolo 1 del disegno di legge è un po’ un papocchio, nel senso che si capisce ben poco. Infatti, in Italia, nel sistema lavoro italiano, si paga sempre meno, e questo lo leggiamo su tutti i giornali, non sono le opposizioni a dirvelo, il lavoro in Italia viene pagato sempre meno; anche grazie a qualche passaggio rispetto a queste cosiddette multinazionali che, secondo Matteo Renzi, vengono a investire in Italia, il lavoro in Italia è pagato sempre meno, quindi, Presidente, i primi caporali in Italia, passatemi il termine forte, i primi caporali in Italia, sono coloro che siedono ad oggi presso l'Esecutivo. Il primo caporale in Italia è Matteo Renzi. Quindi, vi abbiamo proposto delle modifiche, perché noi non vogliamo essere soltanto opposizione che dice sempre «no», ma abbiamo detto, abbiamo scritto, abbiamo proposto delle modifiche che non sono soltanto le modifiche che a noi interessavano, ma sono, tra l'altro, e guarda caso, le stesse modifiche che le persone che sono venute da noi ad essere audite – quindi parlo di sindacati, parlo di associazioni –, in audizione alle Commissioni, ci hanno quasi suggerito. Abbiamo proposto un sistema etico di etichettatura per quanto riguarda i prodotti agroalimentari, perché è inutile che noi facciamo una legge contro il caporalato, dopodiché il consumatore va al supermercato, compra una confezione di pelati cinesi dove non sappiamo quanta gente muore per fare questi pelati. Abbiamo proposto un emendamento con l'etichettatura, ci avete detto «no». Abbiamo proposto, all'articolo 8, la cosiddetta Rete agricola di qualità e avete stroncato ogni nostra proposta emendativa. Io personalmente, d'accordo con il mio gruppo, ho proposto una pubblica lista, prima ho ricordato un pubblico ludibrio, sì un pubblico ludibrio per le aziende che vanno a macchiarsi di questo orribile delitto che è il caporalato e ci avete detto di no; bastava una lista pubblica sul sito del Ministero dell'agricoltura per capire e per far capire ai cittadini, a coloro che vogliono andare ad informarsi – perché voi pensate che i cittadini non vogliano andare ad informarsi, io penso, invece, che sia il contrario – quali sono le aziende che lavorano bene o lavorano male. In sintesi, Presidente, con questo provvedimento, i delinquenti e le aziende che lavorano bene, onestamente, li trattate allo stesso modo. E come li trattate allo stesso modo ? Semplicemente, Presidente, andando a delineare una lista di cosiddetti indici di sfruttamento. Allora, guardi, al numero 3 di questi indici di sfruttamento si dice che la pena può essere comminata anche per la sussistenza – e vado a citare – di violazioni delle norme in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro. Generalizzate ! Ministro Martina, state generalizzando, non avete fatto una corretta distinzione, non avete individuato meglio la fattispecie di reato; la fretta istituzionale ed il bullismo istituzionale che vi contraddistinguono in questi mesi e in questi anni vi fanno fare di tutta l'erba un fascio. Quindi, punto fondamentale di questo disegno di legge è che non avete rafforzato l'elemento oggettivo del reato, prevedendo, tra l'altro, un accertamento della specifica intenzione di reato. Serve andare in profondità, serve capire bene, ma avete generalizzato anche su questo, perché, di fatto, leggendo questo testo, tutte le aziende possono essere sub iudice innanzi a questo provvedimento, non avete specificato meglio, anche in termini di indagini, quando un imprenditore agricolo, anche onesto, mi auguro onesto, possa – e citavo questo caso in Commissione – ad esempio non aver rinnovato il certificato prevenzione incendi della propria azienda.
  Ecco, se, ad esempio, questa persona non rinnova il certificato prevenzione incendi potrebbe, da parte, anche, di qualche giudice più o meno protagonista, incorrere in questo reato, in questa fattispecie Pag. 55di reato. Lo rinnovo, a questo punto i primi caporali in Italia siete voi e di questo ve ne farete carico innanzi ai cittadini italiani, perché, oramai, il lavoro, ad oggi, in Italia, purtroppo, è omnicomprensivo per quanto riguarda il caporalato, con una manovra di stabilità – e vado un po’ a deviare – che vedremo quanto fa rispetto a pensionati, rispetto a lavoro, rispetto ad aziende, rispetto a disoccupazione, rispetto a crisi aziendali.

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

  WALTER RIZZETTO. Quindi, Presidente, noi avevamo individuato, come prima detto, delle piccole modifiche. Ministro Martina, io le ho chiesto, in Commissione, se avesse fatto fare un mero esercizio di stile, non avete accettato nessun tipo di proposta emendativa per questa fretta che, necessariamente, vi serve per portare a casa un risultato. Ma gli italiani, fortunatamente, non sono così scemi da non capirlo. Ciononostante, Presidente, noi in questo caso, da opposizione – e vado a chiudere – dimostriamo una sorta di buona fede, perché è anche vero che qui dentro qualcosa c’è; perlomeno, dopo anni in cui il Primo Ministro Renzi non ha fatto nulla rispetto a questi alvei di iniziativa, questa volta qualcosa di scritto, seppure in confusione, c’è.

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Rizzetto.

  WALTER RIZZETTO. Quindi, Presidente, io preannuncio il voto favorevole da parte di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale-Terra Nostra (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

  PRESIDENTE. Voto favorevole, ha detto, onorevole Rizzetto ?

  WALTER RIZZETTO. Voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baradello. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BARADELLO. Grazie, Presidente. Credo che sarebbe illusorio pensare che il provvedimento che stiamo approvando sia risolutivo del problema. Il fenomeno del caporalato, lo sappiamo, è diffuso, è antico e rafforzato dalla crisi economica, è governato anche da dinamiche economiche particolari del campo agricolo che fanno riferimento e sono legate ai prezzi dei prodotti di vendita, prezzi che vengono determinati da regole, spesso, dettate da molto lontano dal campo e dalla terra dove i prodotti nascono, crescono e vengono raccolti. Il semplice intervento penale non basta a risolvere la questione, ma è certo importante per gli effetti pratici che ha, sicuramente, e anche per quelli che noi possiamo dire sono gli aspetti psicologici, che evidenziano la volontà del Parlamento, delle istituzioni e del Governo di affrontare con la maggiore efficienza possibile il fenomeno. Chi ha analizzato nel dettaglio questo mondo indica dei dati, dei numeri davvero impressionanti. Dati che fanno emergere una realtà dalla quale non sfugge nessuna regione italiana; si tratta di un mondo di illegalità e di violenza imposto ai braccianti in tutta la penisola, dalla Puglia al Piemonte, certo con qualche punta più forte. Persone private di dignità e diritti che lavorano 12 ore al giorno, sotto il sole, fino a morire di fatica, lontane da qualsiasi forma di vita che possa essere definita civile, quella vita civile che ciascuno rivendica per sé stesso, anche gli stessi aguzzini di queste persone. Un vero e proprio sistema che colpisce sia i lavoratori italiani che i lavoratori stranieri, che mette in moto quello che definirei un business, anzi, due business: le agromafie e la gestione del mercato delle braccia che insieme muovono un'economia illegale che viene stimata in 14, 15 o 16 miliardi di euro. I lavoratori stranieri che vengono impegnati nelle campagne sono soprattutto lavoratori stagionali provenienti da Paesi da cui scappano, in cui lo sfruttamento viaggia di pari passo con il fenomeno della tratta delle persone, degli esseri umani; è un abisso che si autoalimenta. Ma ci sono anche i lavoratori Pag. 56italiani; la scorsa estate abbiamo assistito anche a fenomeni che riguardavano braccianti italiani: Paola Clemente, la cito, quarantanove anni, di San Giorgio Ionico, nel tarantino, stroncata dalla fatica in un campo pugliese, mentre lavorava per due euro all'ora; la vita civile umana che ciascuno rivendica per sé stesso. Complessivamente, si parla di 400.000 persone, numeri che ogni anno tendono anche ad ingrossarsi; si parla di ottanta distretti agricoli che hanno le stesse pratiche di sfruttamento e le stesse regole non scritte, con modelli che vengono trasmessi e applicati come fossero dei manuali di gestione delle imprese. Le cronache parlano dei numeri: 5 mila donne che lavorano nelle serre di Vittoria, a Ragusa, gli schiavi della vendemmia nel Monferrato, come in Sicilia, per produrre spumanti di qualità, i 13 mila indiani che vivono nell'Agro Pontino, persone che cercano di rivendicare per se stessi una vita civile e una vita umana.
  In Piemonte – cito il caso della mia regione – il fenomeno degli accampamenti stagionali riguarda essenzialmente l'area di Saluzzo, Canelli, Alessandria, per lavori e raccolte di vario tipo, dalla frutta, al vino, agli ortaggi. Lo scorso giugno il Consiglio regionale del Piemonte ha reso legge la disposizione per la sistemazione temporanea dei salariati agricoli stagionali nelle aziende agricole piemontesi, con dei provvedimenti che vanno a risolvere anche problemi concreti per queste persone. Quindi delle regioni virtuose ci sono, anche altre ovviamente si stanno predisponendo a questo. Questo è il sistema, perché da soli non si arriva lontano. Se si costituisce e si rafforza il sistema, le soluzioni possono essere trovate. È chiaro che questo fenomeno si configura come un vero e proprio servizio che l'economia informale fornisce alle imprese per mantenere basso il costo del lavoro e contemporaneamente controllare la forza lavoro, specie i segmenti meno dotati di capacità e forza contrattuale. Ecco perché noi non possiamo che essere d'accordo con questo disegno di legge, che estende il reato di intermediazione lavorativa illegale anche alle aziende agricole che se ne avvalgano, poiché il fenomeno dell'intermediazione irregolare tra domanda e offerta di lavoro prende forma proprio all'interno di una specifica configurazione economica, dove il sistema di reclutamento dei lavoratori, che il caporalato garantisce, è semplicemente funzionale agli interessi delle imprese, in quanto permette loro di accedere in breve tempo e in maniera estremamente flessibile ad una massa di lavoratori che possono essere in questo modo reclutati esclusivamente sulla base delle esigenze datoriali. La vera forza del sistema del caporalato è proprio l'assenza istituzionale. I cosiddetti caporali non fanno altro che colmare i vuoti che le istituzioni hanno lasciato, quindi ben venga questo provvedimento, che tende proprio a colmare questo vuoto stabilendo strumenti penali – come dicevo – come la confisca dei beni, come avviene già per le organizzazioni criminali mafiose, l'arresto in flagranza, l'estensione della responsabilità agli enti.
  E voglio sottolineare solo brevemente alcuni punti. È stato eliminato l'aspetto della violenza come elemento necessario, che rendeva più complessa l'applicazione effettiva della norma. È stata introdotta, appunto, la responsabilità del datore di lavoro. Saggia la scelta di consentire al magistrato di non sequestrare l'azienda indagata e non bloccare il lavoro, e non mettere anche in una situazione di disoccupazione le persone. Per la prima volta si decide di estendere la finalità del Fondo antitratta anche alle vittime del caporalato, considerata l'omogeneità dell'offesa e la frequenza dei casi registrati in cui la vittima di tratta è anche vittima di sfruttamento del lavoro. Intorno al concetto di sistema che si organizza, di istituzioni che si organizzano, viene rafforzata l'operatività della rete del lavoro agricolo di qualità, creata come strumento di controllo e prevenzione del lavoro nero in agricoltura nel 2014 con il provvedimento «campo libero» e attiva dal settembre 2015. Con questa norma si estende l'ambito dei soggetti che possono aderire alla rete, includendo gli sportelli unici per l'immigrazione, Pag. 57le istituzioni locali, i centri per l'impiego, i soggetti abilitati al trasporto dei lavoratori agricoli – ne abbiamo sentito parlare anche nel corso dell'esame degli emendamenti in Commissione – e gli enti bilaterali costituiti dalle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori di agricoltura. Allo stesso tempo si stabilisce l'estensione dell'ambito delle funzioni svolte dalla cabina di regia e dalla rete stessa, che è presieduta, come sappiamo, dall'Inps e composta da rappresentanti di sindacati e organizzazioni agricole: tutti mezzi, questi, a nostro avviso, atti proprio a colmare quel vuoto istituzionale di cui dicevo prima. E questo è, appunto, il sistema che ci porta a lavorare insieme e a ottenere dei risultati.
  Dicevo all'inizio dell'intervento che sarebbe illusorio pensare che questo provvedimento risolva il problema. Credo, infatti, che serva una svolta verso un nuovo umanesimo, che porti modelli diversi da quello legato al denaro e al guadagno oltre ogni limite e a qualsiasi costo, una svolta verso un cammino morale, civile, culturale, che deve riempire di significati nuovi parole come sviluppo, diritti, equità, cittadinanza, sovranità, sostenibilità etica, sociale e ambientale.
  Ben vengano i protocolli sperimentali contro il caporalato e lo sfruttamento del lavoro agricolo, e ben vengano i codici etici che alcune associazioni di categoria fanno sottoscrivere ai propri associati, perché vanno proprio nel senso di far vivere una nuova idea dello star bene, un nuovo benessere, una nuova umanità. Per questo motivo il gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico voterà convintamente a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palladino. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PALLADINO. Signor Presidente, signor Ministro, colleghi, stiamo per votare un provvedimento la cui urgenza scaturisce dai recenti e incresciosi fatti di cronaca che hanno posto l'accento su un fenomeno – il fenomeno del caporalato – che sembrava un fenomeno oramai debellato, ma che invece, soprattutto a causa e in seguito all'immigrazione, si sta affrontando ed è diventato un fenomeno che al 90 per cento non è solo italiano, un fenomeno sviluppatosi soprattutto al Sud. Purtroppo, queste forme di schiavitù non si registrano solo nei campi, ma anche nel settore dell'edilizia, dei trasporti, dei call center, fino ad arrivare a modelli più complessi di cooperative. Le statistiche parlano di numeri aberranti, parliamo di circa 400 mila lavoratori e almeno 100 mila ridotti alla schiavitù. La votazione di oggi ci dà la possibilità di agire in modo concreto. Il testo costituisce uno strumento importante per combattere un fenomeno che annienta la dignità della persona. Il testo posto in votazione va in questo senso, rimodulando la fattispecie di reato, riconoscendo che nel lavoro nero e nello sfruttamento in agricoltura è colpevole sia chi recluta, che chi utilizza. È un passo importantissimo. Naturalmente bisogna ancora fare tanto in questo settore, che ci permette, però, di minare alle radici un sistema criminoso, che ha preso drammaticamente piede in questi ultimi anni. Tuttavia, bisogna tener presente anche le aziende agricole fautrici del nostro made in Italy, che producono utilizzando lavoro regolarmente e adeguatamente retribuito. A queste aziende va il nostro più totale sostegno. Il testo, in estrema sintesi, colpisce alcuni reati, mi riferisco ad esempio alla sanzionabilità anche del datore di lavoro, all'applicazione di un'attenuante in caso di collaborazione con le autorità, all'arresto obbligatorio in flagranza di reato, al rafforzamento dell'istituto della confisca. Si tratta, quindi, di una buona legge, fatta nella consapevolezza che non è esaustiva. Il passaggio successivo sarà prendere in considerazione le altre forme di sfruttamento della manodopera lavorativa. L'intervento è ormai diventato improcrastinabile e doveroso, considerate anche le drammatiche cifre citate. Ci auguriamo Pag. 58che per il futuro si lavori sul fronte dei servizi, così come è stato chiesto dalle organizzazioni agricole.
  Per questi motivi e nella speranza di una tempestiva approvazione del testo in quest'Aula, annuncio il voto favorevole del gruppo Civici ed Innovatori (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mottola. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. Signor Presidente, rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, il provvedimento che ci accingiamo a votare affronta una piaga antica, sociale ed economica del nostro Paese, che incrocia complessi fenomeni territoriali, ma direi anche sovra territoriali, in quanto strettamente legati alla questione migratoria. Si tratta di un fenomeno – quello dell'intermediazione illegale, dello sfruttamento lavorativo in agricoltura – complesso e multiforme, diffuso in quasi tutto il territorio del Paese, ma prevalentemente nel Mezzogiorno, caratterizzato da vaste aree di illegalità, come confermano gli ultimi eventi di cronaca scoperti in Puglia. In quest'ambito, le organizzazioni agricole – come ricordato nel corso delle numerose audizioni svolte in Commissione, sia nella presente che nella scorsa legislatura – sono le prime a riconoscere che la presenza del lavoro nero e del caporalato in agricoltura rappresentano un problema, oltre che per lo Stato, anche per le imprese agricole in regola, che adempiono puntualmente agli obblighi burocratici ed economici connessi ai rapporti di lavoro dipendente. Dette imprese, infatti, si trovano costrette a competere con aziende sommerse, che operano con costi di produzione notevolmente inferiori. Pertanto, il testo, che giunge all'esame dell'Aula per la seconda lettura, interviene in un ambito particolarmente delicato, perché gli ultimi dati, forniti dal quarto rapporto sulle ecomafie elaborato da Eurispes, Coldiretti e dall'Osservatorio sulla criminalità in agricoltura e sul sistema agroalimentare, ci dicono che le dimensioni del fenomeno e le condizioni di estremo sfruttamento che esso comporta sui lavoratori hanno raggiunto livelli inaccettabili.
  Da diversi anni, com’è stato ricordato, il Parlamento e i Governi che si sono succeduti hanno affrontato il problema e le numerose sollecitazioni al Governo e le iniziative legislative presentate sia nella scorsa che nella presente legislatura, ribadiscono l'urgenza e la necessità di innalzare i livelli di attenzione e di risposta da parte di tutte le istituzioni territoriali e nazionali per le associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali e dei cittadini stessi. Bene dunque le misure contenute nel provvedimento, che inquadra, in un complesso di norme in materia penale di politiche di prevenzione e contrasto, interventi per regolare l'intermediazione legale e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura, in un quadro di azioni volto a potenziare l'attività di vigilanza in materia di lavoro e di legislazione sociale. Condividiamo pienamente l'introduzione di significative modifiche al quadro normativo penale, che aggiunge il reato di intermediazione illecita all'elenco dei reati per i quali è riconosciuto il diritto della vittima all'indennizzo a carico del Fondo antitratta. Pertanto, con la nuova scrittura dell'intero articolo 630-bis del codice penale, la condotta dell'intermediario sarà punita con la reclusione da 5 a 8 anni, più la multa da 1.000 a 2.000 euro per ciascun lavoratore reclutato con violenza o minaccia, così come sarà sanzionato ugualmente comportamento del datore di lavoro o utilizzatore che impiega manodopera reclutata dall'intermediario o che sottopone i lavoratori a condizioni di sfruttamento, anche senza ricorso a violenza o minaccia, con la reclusione da 1 a 6 anni e la multa da 500 a 1.000 euro, oltre all'arresto obbligatorio in flagranza di reato, unitamente al rafforzamento dell'istituto della confisca e controllo giudiziario sulle aziende agricole in cui è commesso il reato, completano un quadro normativo che riteniamo potrà assestare un duro colpo ai veri criminali, ossia a coloro che organizzano l'attività di intermediazione Pag. 59illecita e se ne avvantaggiano economicamente. Il disegno di legge, come si è potuto vedere, non si limita soltanto alle misure di inasprimento del sistema sanzionatorio e di rafforzamento dei controlli: nella seconda parte, infatti, il testo interviene anche per dettare le basi per un'azione sinergica tra le istituzioni coinvolte. Mi riferisco alla rete dei lavori agricoli di qualità, le cui integrazioni, finalizzate ad estendere l'ambito dei rappresentati presenti nella cabina di regia, che sovrintendere al funzionamento della rete, ovvero dall'Ispettorato Nazionale del Lavoro all'Agenzia delle entrate, crediamo possano rappresentare una vera task force, soprattutto nella valutazione delle richieste di iscrizione e nella capacità di capire subito, a livello nazionale, cosa succede nel settore agricolo del nostro Paese e proporre quindi interventi adeguati al livello territoriale, così come la stipula di apposite convenzioni, utilizzando ad esempio gli sportelli unici per l'immigrazione, i centri per l'impiego, gli enti bilaterali dei datori di lavoro e dei lavoratori in agricoltura, al fine di organizzare servizi per i soggetti abilitati al trasporto delle persone e agenzie per il lavoro, daranno l'avvio a un meccanismo virtuoso, per migliorare la gestione riducendo al tempo stesso l'impatto burocratico-amministrativo per le imprese agricole.
  Penso ad esempio all'utilizzo di buone pratiche negli elenchi di prenotazione, in grado di risolvere i due problemi principali che bisogna risolvere per contrastare il caporalato: il collocamento agricolo e il trasporto dei lavoratori sino al luogo di lavoro. Anche la questione legata all'urgenza che ogni anno, in specifici periodi, si palesa in diversi territori e che il provvedimento affronta in maniera significativa, riteniamo meritevole di attenzione. Aggiungo ancora come la predisposizione di un piano di interventi da parte delle amministrazioni statali direttamente coinvolte nella tutela delle condizioni di lavoro, per garantire la sistemazione logistica di tutti i lavoratori impegnati in attività stagionali di raccolta dei prodotti agricoli, potrà coordinare meglio le attività di collocamento dei lavoratori, anche al fine di rendere i controlli ispettivi più efficaci. Sulla base di queste considerazioni, pertanto, Scelta Civica verso Cittadini per l'Italia-MAIE giudica dunque positivamente l'impianto normativo del provvedimento. Riteniamo infatti che questo testo possa dare una valida risposta al contrasto del fenomeno del cosiddetto caporalato ovvero dell'intermediazione illegale e dello sfruttamento lavorativo in agricoltura, che coinvolge, secondo stime sindacali e delle associazioni del volontariato, circa 400.000 lavoratori in Italia, sia italiani che stranieri. Il lavoro sommerso e il caporalato incidono negativamente sui lavoratori dipendenti, vittime di questi fenomeni, che spesso restano privi di un'adeguata copertura previdenziale ed assistenziale nonché di un'idonea tutela sotto il profilo della sicurezza. Aggiungo inoltre come non si può sottacere che la questione, in alcuni territori e contesti economico-sociali, sia prevalentemente di ordine pubblico e come tale va trattata dalle istituzioni competenti, al fine di tutelare i lavoratori ma anche le imprese da ingerenze da parte della criminalità organizzata. In questo contesto, il provvedimento, nei confronti del quale la nostra sensibilità è altissima, si inserisce nella direzione giusta e spinge il nostro nuovo gruppo a dar pieno e convinto appoggio ad un complesso di norme che, senza accusare di retorica l'espressione che sto per usare, riveste un'importanza fondamentale per il nostro Paese.
  Il testo che stiamo per votare, infatti, affronta con sostanziale efficacia il deprecabile fenomeno del caporalato in l'agricoltura, introducendo strumenti di contrasto al lavoro fittizio e alle condizioni di estremo sfruttamento che esso comporta sui lavoratori, oggi inaccettabili e incompatibili con il nostro ordinamento costituzionale.
  Per questa ragione, annuncio il voto favorevole del nostro gruppo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

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  ROBERTO SIMONETTI. Grazie Presidente, velocemente, così come quest'Aula ha voluto trattare una tematica veramente importante, a volte, in questo ramo del Parlamento, senza comunque riuscire a entrare nel merito maggiormente di quanto è stato già fatto durante le sedute del Senato, che ovviamente ha potuto dibattere ed emendare anche in Aula. Peccato che una riforma, diciamo così, del codice penale, per quanto riguarda le problematiche del caporalato non sia potuta essere sviscerata a fondo né in Commissione né in Aula, proprio perché c’è stata la volontà, tra l'altro condivisa, di chiudere prima dell'inizio appunto della stagione della raccolta, in modo tale da dare uno strumento di lotta in più allo Stato, nei confronti di questa, che è una delle piaghe che l'agricoltura vede. È una delle piaghe che l'agricoltura vede che però questa legge nazionalizza, diciamo così, perché fa di tutta l'erba un fascio, diciamo, giusto per rimanere in agricoltura. Però ci sono realtà diverse, nel Paese, ci sono realtà agricole, in alcune latitudini, in cui questo fenomeno è certamente maggiormente presente rispetto ad altre e noi non vorremmo che questa generalizzazione nell'inasprimento delle pene del codice penale, appunto, andasse a colpire quelle aziende che sostanzialmente le regole le rispettano e le hanno sempre rispettate. È chiaro altresì che con questa legge si va sostanzialmente, oltre a colpire questo fenomeno, che è l'utilizzo di manovalanza senza il rispetto della dignità umana – questo è uno dei grandi noccioli della problematica – anche poi a salvaguardare la produzione agricola da tutte queste espressioni di lavoro che non sono consone al genere umano. Il problema però è che nel nostro Paese possono poi essere importate numerose qualità, numerosi prodotti agricoli provenienti da certe aree del mondo che queste prassi purtroppo le utilizzano, quindi certamente risolviamo un problema interno, ma sarebbe stato opportuno anche prevedere una sorta di limitazione all'importazione da parte di quelle nazioni e di quei Paesi che comunque sfruttano le persone e sfruttano la dignità umana per la produzione agricola. Un altro problema che noi evidenziamo è chiaramente che è una fattispecie, quella del caporalato, molto radicata in determinate aree del Paese: vi è la maggiore concentrazione in Sicilia, in Puglia, in Campania, in Calabria, in altre realtà meno. È lì che si dovrà colpire maggiormente e che si dovrà porre maggiore attenzione nella repressione. Chiudendo, senza voler far polemica, ma certamente sono dei fatti che sono correlati fra di loro: se ogni anno, nel Paese, arrivano 120.000 immigrati clandestini richiedenti asilo, di cui il 95 per cento non otterrà lo status di rifugiato e quindi la possibilità di contenere il titolo di rifugiato, è chiaro che avremo una schiera infinita di soggetti deboli, pronti ad essere utilizzati da questi sistemi criminosi di utilizzo della manovalanza.
  È chiaro quindi che, se non si ferma al flusso di migrazione dall'esterno, diventa sempre più complicato poter colpire il caporalato, colpire questo sistema di arruolamento criminale di lavoratori: una va in parallelo all'altra. Chiaramente sono realtà distinte, ma non così distanti, non sono così distanti le conseguenze dell'immigrazione clandestina rispetto alla piaga del caporalato.
  Noi ci asteniamo su questo provvedimento, perché come ho detto non è completo. È comunque un primo passo di lotta a una modalità criminale di utilizzo dell'uomo ed è chiaro che il dibattito in Aula è stato pressoché azzerato, è stato pressoché annullato sia in Commissione che in Aula, i nostri emendamenti sono stati bocciati, ma anche gli ordini del giorno sono stati bocciati; soprattutto quello che prevedeva la possibilità di introdurre una fideiussione per tutti coloro che sono stranieri e che aprono una partita IVA in Italia, in modo tale che non ci sia più quel fenomeno di aperture e chiusure di partite IVA a danno dei contribuenti che pagano le tasse: perché queste sono partite IVA che sfruttano i lavoratori, sfruttano lo Stato, sfruttano i contribuenti onesti, non versano le tasse, aprono e chiudono nell'arco dell'anno solare, e pertanto sono di Pag. 61difficile contrasto da parte delle forze dell'ordine nel campo fiscale. Quindi un voto di astensione senza grosse polemiche.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marotta. Ne ha facoltà.

  ANTONIO MAROTTA. Signor Presidente, quello che ci apprestiamo a votare, col voto favorevole di Area Popolare, è un testo forte, chiaramente di mediazione, che conviene novità rilevantissime: vengono colpiti gli sfruttatori, ed anche le organizzazioni criminali alle quali sono legati; dà una strumentazione adeguata ed articolata per combattere questo fenomeno. È un fenomeno che viene da lontano: basta ricordare le battaglie di Di Vittorio in Puglia, che hanno tracciato un cammino a cui tutti dovrebbero far riferimento. È un fenomeno che ha visto interessati per primi i lavoratori italiani, e che purtroppo col passare del tempo si è ampliato e ha raggiunto veramente risultati negativi per il nostro sistema di valorizzazione dell'agricoltura, perché, oltre ad investire i lavoratori italiani, ha investito anche gran parte dei lavoratori stranieri che col fenomeno migratorio sono approdati in Italia; al di là se muniti o meno di permesso di soggiorno, essendo una categoria debole proprio per le condizioni in cui si è trovata nel momento in cui ha raggiunto l'Italia, e quindi particolarmente soggetta alla possibilità di ritrovarsi in questi ingranaggi veramente micidiali, rispetto ai quali si sono trovati a contribuire nella maniera in cui vedremo da qui ad un momento ed a portare avanti questo fenomeno veramente negativo e veramente brutto, che è il caporalato. Basta guardare il fenomeno negli ultimi anni, e basta guardare i risultati delle indagini che sono state portate avanti nelle sedi giudiziarie, perché evidenziano il fenomeno della diffusione di questa attività purtroppo criminale. L'ultimo indice ISTAT ha rilevato che il lavoro irregolare nel nostro Paese è prossimo al 23 per cento, e tendenzialmente in crescita: il che significa che circa un terzo del lavoro che si svolge sul nostro territorio è sottoposto ad un sistema che è al di fuori delle regole. E allora nel tempo questo salto di qualità ha portato lo sfruttamento della manodopera, che oggi avviene attraverso sistemi...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Marotta. Colleghi alla mia sinistra, onorevole Nicchi, onorevole Martelli... Colleghi ! Dovreste abbassare il tono della voce, perché sta parlando un collega. Prego. Onorevole Marotta, prego.

  ANTONIO MAROTTA. Dicevo che oggi avviene attraverso sistemi ben diversi dal passato: i lavoratori vengono ingaggiati da persone fisiche o da imprese o da organizzazioni che di fatto svolgono una attività di intermediazione illecita di manodopera, assicurando alle imprese utilizzatrici pacchetti di lavoratori sottopagati e sfruttati; per i quali gli intermediari provvedono poi anche al trasporto ed alla sistemazione logistica, con tutte le conseguenze negative anche in questi settori.
  Inoltre, dietro tutto ciò, vi è spesso un forte legame con le organizzazioni criminali di stampo mafioso, e c’è il tentativo della criminalità organizzata di condizionare pesantemente l'economia agroalimentare traendo larghi profitti anche dallo sfruttamento, e soprattutto dallo sfruttamento del lavoro nero.
  Un'indagine che viene fuori sempre dall'ISTAT (per vedere anche dove pone le radici questa normativa che andiamo ad approvare) ha indicato quali sono i principali punti deboli del sistema: le maggiori criticità ed irregolarità rilevate riguardano soprattutto la retribuzione dei lavoratori, inferiore a quella prevista dai contratti collettivi nazionali, o comunque sproporzionata rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato (tutti elementi che vedremo, che poi trovano la loro regolamentazione in questa normativa); le reiterate violazioni della normativa relativa all'orario di lavoro, al riposo settimanale, all'aspettativa obbligatoria, alle ferie; la violazione della normativa in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro, tale da esporre il lavoratore a pericolo per la Pag. 62salute, la sicurezza o l'incolumità personale; la sottoposizione del lavoratore a condizioni di lavoro, metodi di sorveglianza o situazioni alloggiative particolarmente degradanti. E allora, se questo è il substrato, se questo è quello che viene fuori dagli accertamenti negli anni relativi a questo fenomeno e che è documentato nelle relazioni, nelle indagini e nelle statistiche dell'ISTAT, è chiaro che c'era bisogno di intervenire con un provvedimento forte, a cui facevo riferimento all'inizio del mio intervento, che appunto questa normativa porta avanti.
  Si è riscritto l'articolo 603-bis del codice penale, e questa riscrittura ha tenuto conto dell'intermediazione illecita e dello sfruttamento del lavoro, che sono le due principali componenti che caratterizzano questa ipotesi di reato; e si è fatto riferimento anche alla sanzionabilità del datore di lavoro, il quale però...

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 19,15)

  ANTONIO MAROTTA. E qui bisogna aprire una parentesi, perché bisogna tranquillizzare anche i datori di lavoro: non è che qualsiasi violazione, con riferimento a quanto dicevo prima, all'indagine dell'ISTAT, dell'orario di lavoro o della sotto-retribuzione, possa da sola portare il datore di lavoro ad incorrere in questo tipo di sanzione, in questo tipo di reato. C’è bisogno di qualche cosa di più, e questo qualche cosa di più da che cosa è caratterizzato ? Da due elementi importanti, senza i quali è chiaro che non vi è la struttura del reato; e quindi rispetto ai quali il datore di lavoro può stare tranquillo, che siamo in un'ipotesi di contenzioso davanti al giudice del lavoro, e non certo di ipotesi di reato penale. Quali sono questi due elementi in più, per fare in modo che vi sia concretamente un'ipotesi di reato ?
  Le condizioni di sfruttamento, che non hanno certo niente a che vedere con quelle che erano le condizioni del rapporto di lavoro a cui si faceva riferimento; e l'approfittare dello stato di bisogno del lavoratore. Questi due elementi, insieme a quelle che sono le violazioni tipiche del rapporto di lavoro, possono concretizzare un'ipotesi, è chiaro, anche a carico del datore di lavoro. Però il datore di lavoro deve stare tranquillo, e noi qui ci sentiamo di dirlo: se non si è in presenza di tutti questi elementi, che chiaramente denotano una capacità criminale ed un dolus specifico, non può esservi la sussistenza dell'ipotesi di reato.
  La pena è da 1 a 6 anni; pena che viene aumentata quando ? Se queste ipotesi di reato sono commesse con violenza o minaccia: questo è l'aspetto peggiore, ecco perché si ha una ipotesi di pena autonoma, che va da 5 a 8 anni. Nel caso in cui vi siano questi ulteriori elementi, che di per se stessi sono così odiosi e così gravi, che è chiaro che devono comportare un'ipotesi di aggravante che comporta una pena autonoma.

  PRESIDENTE. Concluda.

  ANTONIO MAROTTA. È chiaro, e mi avvio alla conclusione, che in questo caso c’è anche la possibilità della ravvedimento da parte di chi pone in essere questa situazione per cui avrebbe diritto ad una attenuante. Il ravvedimento è un fatto importante: chiunque può sbagliare, ma di fronte a un atteggiamento collaborativo, è chiaro che si pone in condizioni di evitare l'entità di pene gravissime. Come pure per l'azienda c’è l'intervento del giudice che può, attraverso un controllo giudiziario dell'azienda, nominare un amministratore che si affianca all'imprenditore e mettere in condizione l'azienda di salvaguardare i posti di lavoro, la propria liquidità e capacità di produrre, se necessario. Concludo veramente. Tali misure sono di enorme importanza come ormai qui hanno riconosciuto tutti. Per la prima volta in Italia viene formulato giuridicamente il concetto di grave sfruttamento lavorativo, qualcosa che, anche qualora non giunga alle forme estreme di riduzione in schiavitù, è comunque molto più grave del semplice lavoro nero e della sola Pag. 63evasione contributiva. Per la prima volta viene offerta una via di uscita a tutti quei lavoratori ricattati. Tuttavia, tali norme possono divenire davvero efficaci solo se la cappa di invulnerabilità e invisibilità verrà rotta anche sul piano culturale, sociale, economico e sindacale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Placido. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PLACIDO. Grazie, Presidente. Abbiamo insistito, come si sarà compreso nella discussione di Aula e di Commissione, nel riproporre alcuni degli emendamenti che ritenevamo importanti per qualificare e per rendere più efficace l'azione di contrasto del caporalato, in particolare quelli che miravano ad estendere la responsabilità penale in solido lungo la filiera, quelli che puntavano a rafforzare le attività ispettive mediante lo strumento degli indici di congruità, quelli che puntavano a recuperare una parte almeno delle disposizioni messe a tutela della sicurezza dei lavoratori nei luoghi in cui si lavora. Lo abbiamo fatto con l'intenzione di restituire al fenomeno del caporalato il significato che esso ha materialmente, che assume cioè nelle concrete condizioni in cui oggi si svolge il lavoro agricolo nel nostro Paese, dentro i reali rapporti di mercato, all'interno della specifica filiera produttiva di cui fa parte. Affrontata così la questione caporalato, quindi, non tollera ipocrisie, non tollera buonismi ed indulgenze. Il caporalato non è la superfetazione criminale di un sistema altrimenti sano. Alcuni di noi, pensi Presidente, continuano a ritenere che il lavoro salariato sia sfruttamento in sé, ma al di là delle nostre personali convinzioni, non c’è chi non veda che la sproporzione tra le parti che acquistano e vendono forza lavoro, e l'intermediazione privata di manodopera come condizione che rende digeribile ed elegante ciò che oggi chiamiamo caporalato, è una questione che per molti versi aleggia dentro le convinzioni di tutti. Insomma, noi abbiamo provato a contribuire all'avanzamento di questa discussione, immaginando che – ce lo consentano i colleghi che hanno insistito perché il dibattito procedesse spedito, ce lo consentano le organizzazioni sindacali animate dall'intenzione sincera, che condividiamo, di modificare rapidamente una norma iniqua ed insufficiente – che non si combatterà efficacemente questa piaga senza porre mano alla catena che valorizza i prodotti agricoli e i rapporti perversi interni alla filiera agroalimentare che concentrano in alto i profitti, nelle industrie di trasformazione della grande distribuzione, e scaricano in basso le diseconomie, ai produttori piccoli e medi che sono al contempo vittima e carnefici, dentro un sistema di mercato che è compiutamente mondializzato e che ha persino dato forma un potente meccanismo di condizionamento delle nostre quotidiane esistenze attraverso l'alimentazione, il cibo che consumiamo, il modo in cui vi accediamo.
  Ad onta insomma di ogni retorica militante di «mulini bianchi» che la pubblicità ci propina, Presidente e colleghi, la verità è che dalla California, all'Andalusia – si guardi quello che sostiene il terzo rapporto sulla caporalato e l'agromafia della FLAI-CGIL – passando per il Mezzogiorno d'Italia, lo sfruttamento selvaggio del lavoro migrante non è un fossile premoderno, portato di modelli produttivi arretrati, né il frutto di una patologia rappresentata dall'interposizione criminale dentro meccanismi di mercato altrimenti virtuosi, ma un modo di produzione moderno e globale, strutturato da un agrobusiness potente ed efficiente che macina vite umane e produce profitti essenzialmente competendo sul costo del lavoro. Non si sconfiggerà dunque il caporalato fino a quando non si deciderà di aggredire, chiamandolo col proprio nome, il sistema che lo produce, così come non si scalfirà nemmeno in superficie l'interesse gigantesco che lo muove fin quando non si prosciugherà il fiume che lo alimenta, il rapporto malato, forse non disinteressatamente malato, che regola in tutta Europa l'accesso dei lavoratori immigrati. Norme che sembrano pensate esattamente in funzione della creazione di un enorme esercito Pag. 64di riserva di diseredati multistrato, fatto dei segmenti diversi e molteplici di integrazione e distanza, nel e dal mercato legale delle braccia, che si rigonfia a mantice in funzione delle esigenze congiunturali e delle logiche di fondo che governano il sistema – non c’è neanche bisogno di accennare agli effetti della Bossi-Fini che da mesi quotidianamente guardiamo in televisione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà) – e che usano le esigenze umanitarie e il diverso regime cui è sottoposto chi è in attesa di asilo, chi richiede asilo, come un ulteriore strumento di ricatto e di subordinazione servile.
  Infine Presidente, ce lo lasci dire, non ci convinceva la deriva panpenalista che ormai affligge questo Parlamento. Ascrivere alla norma penale un potere performativo della realtà è velleitario ed ipocrita quando si è di fronte ad un vero e proprio modello produttivo e non ad isolate condotte devianti. L'intervento repressivo deve assistere la disciplina regolativa fatta di politiche pubbliche che si pongono l'obiettivo di governare i sistemi produttivi, perché non c’è osservatore attento che non faccia rilevare che oramai è labilissimo il confine fra i proventi accumulati a seguito di attività intrinsecamente illecite e quelli ricavati per effetto di attività lecite condotte in forma imprenditoriale. Sono attività oramai disposte lungo un continuum per tanti versi diventato inestricabile. Dunque, noi voteremo questa legge come Sinistra italiana nonostante mille riserve politiche e di diritto, perché migliora la disciplina esistente e intanto estende all'impresa che ne utilizza i servizi la responsabilità penale dei caporali. Lo faremo per questo e per non molto altro, considerandola comunque un passo importante lungo un cammino da compiere ancora a lungo e irto di difficoltà che, come negli anni Cinquanta e Sessanta nel Mezzogiorno, saranno superate solo se e quando una risoluta azione pubblica repressiva ed ispettiva si accompagnerà ad una ripresa dell'iniziativa sindacale di massa. Quella che in passato ha emancipato masse sterminate di diseredati meridionali costruendo una straordinaria stagione di civilizzazione per l'intero nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Polverini. Ne ha facoltà.

  RENATA POLVERINI. Presidente, signor Ministro, vorrei iniziare il mio intervento con le parole pronunciate in Aula dal relatore, onorevole Miccoli, quando ha parlato di ritardo abissale rispetto al varo di questo provvedimento; un ritardo abissale per tanti motivi, che vengono dal passato ma anche da quando, lo scorso anno, nel mese di settembre (settembre 2015), alcuni di noi, sollecitati non soltanto da quello che avevamo appreso rispetto alle cronache, da quelle drammatiche notizie di cronaca dei famosi quattro decessi nella sola regione Puglia tra i braccianti impiegati nella raccolta di pomodoro – che, ricordo, non erano soltanto lavoratori immigrati, ma c'erano anche italiani, donne, in particolare –, si erano recati personalmente anche per vedere qual era la condizione nella quale queste persone lavoravano. Quindi, nel settembre 2015, insieme a colleghi di maggioranza e di opposizione, arrivavamo a sottoscrivere una risoluzione unitaria molto impegnativa a prima firma Capozzolo, alla quale si aggiungevano poi le firme di Zaccagnini, Rizzetto, Labriola, Polverini, Simonetti e Bernini, quindi, come si diceva una volta, tutto l'arco costituzionale; una risoluzione che fu votata, come pure è stato ricordato, nelle Commissioni riunite XI e XIII, all'unanimità.
  Per quella risoluzione noi ascoltammo gli attori sociali che operano all'interno del settore agricolo e abbiamo avuto anche l'onore, in quel momento, di ascoltare il Ministro Martina. Chiedemmo di intervenire con urgenza, e lì, rispetto alla risoluzione che volevamo portare in Aula, ci aspettavamo un impegno d'urgenza, quindi un decreto-legge; invece non soltanto la nostra risoluzione non è arrivata in Aula, ma abbiamo visto, da parte del Governo, Pag. 65un'azione sì legislativa ma attraverso un disegno di legge, che quindi ha comportato i tempi con i quali oggi ci stiamo confrontando.
  Devo dire che, in quel momento, rispetto ad alcune grandi questioni, in particolare la famosa rete della quale questo provvedimento in più parti parla, i dati che avevamo avuto dal Ministro Martina, cioè di 180 imprese che avevano aderito su 2 mila, ci avevano lasciati abbastanza perplessi, quindi ci lascia molto perplessi il fatto che comunque rimanga essa uno degli strumenti principali di questo disegno di legge. Però, qual è il punto sul quale ho fatto fatica a confrontarmi con questo provvedimento ? È che questo provvedimento nasce da un'attività positiva di tutti i gruppi parlamentari nelle Commissioni XI e XIII, come ho ricordato, quindi la Commissione lavoro e la Commissione agricoltura, per poi approdare, invece, come disegno di legge, alla Commissione lavoro, per la parte probabilmente più importante, che è quella ispettiva, e anche per quella dei contratti nazionali (l'unica cosa positiva che vedo è che la Commissione lavoro ha comunque lavorato bene in quella direzione, in qualche modo, mentre non è riuscita altrettanto nella questione ispettiva), e si aggiunge la Commissione giustizia, che, per carità, va benissimo (avevamo chiesto in quella risoluzione anche l'introduzione di un reato specifico, quindi c’è stata la modifica del codice), ma scompare completamente l'attività, se non come Commissione che dà un parere sicuramente non primario, della Commissione agricoltura.
  Dico questo perché ? Perché, come è stato già detto da alcuni colleghi, che io mi sento di condividere totalmente, qui manca la filiera agricola. Qui manca la capacità degli attori che sono all'interno della filiera agricola di dare un contributo positivo acché questo Paese possa veramente dividere le imprese sane, quelle che lavorano, quelle che pagano i contributi, quelle che mettono in campo la legge sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, quelle che non rischiano mai il reato penale perché convinti di lavorare nel giusto e lo fanno veramente, e tutta quella platea di imprese fantasma, che nascono per poi scomparire soltanto dopo poche settimane, evadendo non soltanto contributi previdenziali e fiscali ma tutte le norme, anche le più minime norme di natura penale, appunto, e anche le regole del lavoro.
  Quindi è questo, secondo me – lo dico al Ministro –, quello che manca, come anche è mancata la volontà, da parte di questo Governo, di ampliare la sfera degli attori che potevano dare un contributo positivo e fattivo nella risoluzione di questa tragedia, con la quale ancora ci confrontiamo. C’è stata quindi, per legge, la volontà di sclerotizzare quel tavolo, la cosiddetta cabina di regia, quei soggetti che sono già attori protagonisti, evidentemente, ma che se ad oggi non hanno potuto dare contributi positivi immagino non potranno darli domani. Non è un caso se abbiamo 400 mila lavoratori che operano potenzialmente in condizioni di schiavitù e 100 mila che sono veramente assoggettati a gravi comportamenti da parte dei loro caporali.
  Allora non posso apprezzare fino in fondo questo provvedimento, pur avendo provato a dare un contributo positivo. Lo apprezzo laddove si riconduce comunque l'attività in agricoltura ai contratti nazionali di lavoro, quindi un lavoro ben fatto dalla Commissione lavoro, ma non lo apprezzo laddove non siamo stati capaci di mettere in condizione gli agenti ispettivi di operare. Se voi andate adesso in una campagna, non soltanto della Puglia o della Sicilia, non troverete gli ispettori del lavoro, non troverete gli ispettori dell'INPS, non troverete agli ispettori delle ASL, ma se noi, come facciamo in questa legge, diciamo che il tutto deve avvenire a costo zero e addirittura, laddove parliamo dell'INPS, lo facciamo con un articolo specifico, mi domando come pensiamo – soltanto attraverso un provvedimento penale, che, ripeto, non ha le regole giuste per poter discriminare le imprese sane da quelle non sane – di porre un rimedio a questa piaga.
  Quindi, caro Ministro, penso che si poteva fare molto di più, avevamo il dovere Pag. 66di fare molto di più. Avevamo il dovere di fare molto di più per quanto riguarda i controlli; avevamo il dovere di fare molto di più per quanto riguarda il trasporto. È vero che ci sono delle norme in tal senso, in questo disegno di legge, ma sappiamo bene che poi non porteranno realmente alla luce quelle tragedie di cui stiamo parlando. Non abbiamo fatto nulla – lo dico a lei, Ministro delle politiche agricole – per condizionare la filiera in senso positivo: non abbiamo introdotto nulla che guardi ai prezzi, ai costi di produzioni, a quanto deve essere riconosciuto ai produttori, a quanto i prodotti debbono essere venduti. Non abbiamo valorizzato quella filiera che pure è un fiore all'occhiello del nostro Paese.
  Siamo italiani, non perdiamo occasione per andare nel mondo a parlare del made in Italy, e quando parliamo del made in Italy la parte agroalimentare ha veramente una rilevanza straordinaria, allora perché, a fronte di questo, abbiamo voluto mettere in campo soltanto un provvedimento punitivo ? Ripeto, ci sono aziende e imprese fantasma, va bene, ma non siamo stati in grado di mettere in sicurezza la parte buona della mondo imprenditoriale e di distribuzione che opera in questa filiera.
  Poi rimangono tante questioni aperte in quello che era l'impegno che noi chiedevamo al Governo nella nostra risoluzione. Allora, glielo dico veramente con il cuore, Presidente e signor Ministro: a noi dispiace non poter dare un voto positivo a questo provvedimento, perché abbiamo operato, anche insieme al collega Russo, all'inizio di questa dei legislatura, per dare una risposta veramente strutturale e sinergica fra i vari soggetti.
  Ciò nonostante, siccome riteniamo che siamo un Paese civile e che non possiamo più permetterci di vedere persone che vengono a lavorare, italiani o immigrati che siano, in condizioni di schiavitù, daremo un voto di astensione, augurandoci di poter fare di più e meglio, magari nel prosieguo di questa legislatura (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Grazie, Presidente. Eccoci alla fase finale di questo provvedimento, che, come abbiamo avuto modo di dire ieri in discussione sulle linee generali, viene da molto lontano e porta su di sé il peso ed il sacrificio di migliaia di persone, uomini e donne, italiani e stranieri, impegnati nel duro lavoro della terra, a sottolineare, ancora una volta, che il settore primario è caratterizzato per lo più da lavori usuranti e pericolosi per la salute e la sicurezza dei lavoratori, e che i controlli da parte degli organi di vigilanza debbono essere più intensi e scrupolosi, perché è in gioco la vita stessa di chi lavora.
  Dobbiamo essere onesti intellettualmente: questo disegno di legge è un primo passo importante, fatto a livello normativo, per la lotta contro l'intermediazione illecita e lo sfruttamento, o meglio, è un segnale che va lanciato. È importante, anche se con ritardo, che si sia deciso di intervenire su questa materia, non tanto per le disposizioni in esso contenute, sulle quali manteniamo delle riserve, che, come abbiamo ricordato, spesso lasciano dubbi interpretativi o rischiano di proporre misure che, essendo su base volontaria, risulteranno essere una scommessa persa.
  Sicuramente è un segnale al mondo della produzione agricola, e non solo, e che lancia un monito importante anche nei confronti di quei soggetti, tra i quali alcune associazioni di categoria, alcuni datori di lavoro, alcune grandi aziende, che in questi anni hanno goduto di un regime di libertà che ha permesso che avvenisse quello che è avvenuto, ossia un settore sostanzialmente deregolato, in balìa della legge del più forte.
  Senza parlare, poi, ovviamente, delle organizzazioni criminali che traggono linfa proprio da questi fenomeni. Come è stato saggiamente ricordato ieri, in quest'Aula, quando lo Stato abdica alle proprie funzioni, la situazione non migliora, ma finisce, spesso e volentieri, per essere governata Pag. 67dal crimine, in un clima di deregolamentazione nel quali i datori di lavoro fanno il bello e il cattivo tempo e dove i diritti delle persone vengono tranquillamente sacrificati sull'altare del profitto e del benessere aziendale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E qui vorrei accennare ad un fatto, e cioè che noi auspichiamo che il segnale che oggi viene lanciato da questo Parlamento speriamo che coinvolga il caporalato non solo del mondo agricolo, ma che si sposti verso altri ambiti produttivi coinvolti dal fenomeno, in primo luogo l'edilizia. Il MoVimento 5 Stelle ha dato subito la sua disponibilità e il suo contributo affinché dal cuore delle istituzioni fosse lanciato questo segnale al mondo del lavoro toutcourt.
  Per affrontare questo lavoro con la giusta preparazione ci siamo rivolti a tutti quei soggetti che, in un modo o in un altro, si occupano concretamente del problema sui territori, in primo luogo chi fa sindacato di strada, alle associazioni che da anni operano nei luoghi di ricovero di migliaia di lavoratori della terra, quei ghetti dove lo Stato, l'Europa, la Convenzione sui diritti umani non arrivano, dove tutti i diritti sono infranti per rispondere a regole di mercato e concorrenza economica che si svolge oggi su base globale.
  Anch'io, personalmente, mi sono legato ad osservare le condizioni di vita di tali realtà, e credo che noi tutti abbiamo la responsabilità, politica e morale, di cancellare quei posti dalla cartina dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), assicurando ad ogni essere umano un posto dignitoso e sicuro in cui trascorrere la propria esistenza. In questi anni abbiamo compreso bene cosa significhi il termine «delocalizzare», ossia il trasferire impianti o strutture industriali in un luogo diverso da quello di origine, per convenienza economica, ovviamente. Spostare la produzione in luoghi nei quali la forza lavoro è a basso costo, così da abbattere i costi della produzione.
  Ma, nel caso della terra, questo è impossibile, non si possono spostare la Piana di Gioia Tauro, non possiamo spostare la terra di Puglia, la Capitanata o l'entroterra lucano. La cruenta alternativa è quella di creare delle sacche di neo schiavismo in loco, al sicuro da occhi indiscreti, e, se necessario, usare la forza pur di mantenere la situazione sotto controllo, ma fuori dal controllo dello Stato, ed è quello che è stato fatto in questi anni.
  Ma ora questo deve finire, è giunto il momento di rispostare al centro dell'attenzione il lavoro eticamente sostenibile e la dignità delle persone, italiane e straniere. E su questo terreno chiediamo alle aziende di venire incontro a questi propositi, perché non può esserci una produzione di qualità senza qualità del lavoro, ossia del rispetto dei diritti, dei contratti, delle leggi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È necessario che vi sia una filiera della qualità e della legalità attraverso un impegno condiviso da tutti sull'intero arco della filiera produttiva, passando per la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti. Al Senato abbiamo votato favorevolmente al DDL e favorevolmente abbiamo votato i pareri in alcune Commissioni. Qui alla Camera abbiamo presentato alcuni pochi emendamenti, che noi ritenevamo di buonsenso e sicuramente migliorativi del provvedimento sui temi di cruciale importanza.
  Ci saremmo comunque opposti ad ogni rinvio in Commissione, e questo non per fare un favore al Governo e alla maggioranza, che, già sappiamo, sfrutterà elettoralmente il provvedimento, ma perché responsabilmente riconosciamo che è bene che talune norme siano vigenti in tempi brevi e che il segnale di cui sopra arrivi ai diretti interessati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Naturalmente, non sappiamo come determinate norme verranno applicate sui territori, come verranno recepite, ma questo ce lo dirà il tempo. Come abbiamo ribadito anche ieri, il provvedimento si compone di due aree: una di natura prettamente giuridica, che si occupa di rinnovare il reato di intermediazione illecita, e l'altra che, in risposta alla situazione complessiva del settore, propone il potenziamento della rete del lavoro agricolo di qualità.Pag. 68
  Per quanto riguarda il reato di intermediazione illecita, caporalato o altro, siamo favorevoli alla direzione del provvedimento, ossia ad un allargamento dell'area del reato che coinvolga anche le aziende, ed anzi avremmo preferito e votato favorevolmente un testo che prendesse in considerazione l'intera filiera, estendendo la normativa anche alla grande distribuzione, in modo da spalmare su tutta la filiera costi e profitti. In tal senso, è bene che ci si occupi della qualità degli alimenti, ma anche di come questi vengono prodotti e da chi vengono raccolti. Sono certo che, se ogni singolo consumatore venisse a conoscenza della realtà della ghetto economy, come è stata recentemente definita, molti indirizzi di consumo cambierebbero, e questo darebbe forti indicazioni a tutta la filiera produttiva.
  Ancora una volta sappiamo che il vero potere è nelle mani dei cittadini, ma è difficile prenderne coscienza ed attuarlo nella realtà. Cosa non ci piace e non ci convince ? La rete del lavoro agricolo di qualità, alla quale gli imprenditori agricoli possono accedere solo su base volontaria. Si tratta di una scommessa, piuttosto che di un'azione concreta per la prevenzione e repressione dell'intermediazione illecita e dello sfruttamento nel comparto agricolo, a detta dello stesso Ministro dell'agricoltura. Non sono lusinghieri i numeri della rete del lavoro agricolo di qualità: 2 mila aziende aderenti su un bacino, probabilmente, di 180 mila aziende. Inoltre, la cabina di regia che soprassiede e che dovrebbe, tra l'altro, in accordo con tutti i soggetti partecipanti, indicare gli strumenti di lotta e contrasto del caporalato e dello sfruttamento agli organi istituzionali, non parrebbe essersi riunita negli ultimi tempi. Cosa accadrà qualora la concertazione tra i vari soggetti della cabina, spesso su posizioni molto distanti, dovesse fallire ? È giusto affidare quest'onere all'INPS, ai sindacati, alle associazioni di categoria, o piuttosto questo è un modo con il quale il Governo si scarica dalla responsabilità dell'inazione sulla reale lotta al caporalato ?
  Insomma, per il contrasto e la prevenzione dello sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori dell'intermediazione illecita e del lavoro nero avremmo preferito sicuramente ben altre azioni cogenti, ad esempio: l'incontro tra domanda e offerta di lavoro in agricoltura esclusivamente attraverso i centri per l'impiego pubblici; disposizioni forti ed efficaci sul trasporto e sulla dimensione alloggiativa dei lavoratori stranieri, quest'ultima una vera e propria emergenza sociale (basti pensare ai ghetti che possono ospitare contemporaneamente anche migliaia di persone); l'attivazione di un numero telefonico di utilità sociale anti caporalato, attraverso il quale poter denunciare i fenomeni di sfruttamento, mantenendo l'anonimato, rivolto a tutti i cittadini italiani e stranieri; l'informazione a tutti i lavoratori, italiani e stranieri, dei propri diritti sindacali; un'azione culturale veicolata dai mass media, dai social network, volta alla sensibilizzazione dell'opinione pubblica sul fenomeno, e la promozione di prodotti etici ottenuti nel rispetto dei diritti umani dei lavoratori.
  Infine, bisogna investire risorse economiche ed umane nei controlli, benché sia recepita una nostra proposta di incrociare i dati dei database dell'INPS e dell'AGEA.
  Per questo abbiamo votato contrariamente all'articolo 11.
  Ebbene – e concludo, Presidente –, è giunto il momento di dire basta alla «ghetto economy» e dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nicodemo Oliverio. Ne ha facoltà.

  NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signora Presidente, signor Ministro Martina, onorevoli colleghi, la Camera dei Deputati licenzia oggi, dopo cinque anni di attesa, uno dei provvedimenti legislativi più importanti e più attesi e non solo per il settore agricolo. Per questo voglio ringraziare la presidente Ferranti, il presidente Pag. 69Damiano, il presidente Sani e tutti i componenti delle Commissioni che si sono occupati del provvedimento ed, in particolare, i relatori Berretta e Miccoli. Colpire il caporalato significa colpire un crimine dagli aspetti sociali e culturali devastanti; la nostra agricoltura viene sempre più considerata un'eccellenza di primissimo valore in Europa e nel mondo, ma l'infamia dello sfruttamento, ai limiti della schiavitù, era ormai divenuta insopportabile per un Paese civile come il nostro. L'esercito di 430.000 sfruttati e mal pagati non dovrà mai più esistere, sono gli invisibili della terra, le braccia armate dell'agricoltura italiana, quelli che sotto il sole cocente lavorano da sfruttati, per una giornata intera, senza mai fermarsi, per una manciata di euro. Invisibili, fantasmi; la legge di iniziativa del Governo Renzi prova seriamente a colpire la piaga del caporalato, diffusa in tutte le aree del Paese e in tutti i settori dell'agricoltura, molto diversi tra loro dal punto di vista della redditività. Vi sono dati agghiaccianti rispetto al 2014: altri 59.000 fantasmi lavorano nei nostri campi, contribuendo ad affermare la nostra agricoltura nel mondo, si tratta di decine di migliaia di persone quasi tutte invisibili, private di qualsiasi diritto e garanzia, escluse dalla previdenza e dall'assistenza.
  Con questa legge, il Governo, e in particolare il Ministro Martina, grazie al quale in questi diciotto mesi sono stati fatti più provvedimenti che nei precedenti cinque anni, e il Parlamento compiono un passo in avanti senza precedenti, un tentativo di fermare e cancellare una piaga che è un'onta per la nostra straordinaria agricoltura, una piaga che ci faceva vergognare e che, oggi, ci fa uscire a testa alta nella battaglia di civiltà contro la violenza e lo sfruttamento condotto nei nostri campi. Il provvedimento all'esame dell'Assemblea riveste, pertanto, un significato strategico. È da lungo tempo che il Parlamento si occupa del fenomeno; la scorsa legislatura la Commissione cultura svolse un'indagine conoscitiva sui gravi fatti accaduti a Rosarno e in altre regioni italiane. Si è quindi intervenuti introducendo nell'ordinamento penale il reato di caporalato, di cui all'articolo 603-bis del codice penale. L'intervento, seppur significativo, non è riuscito ad eliminare questa piaga sociale che macchia i prodotti dell'agricoltura italiana. Il fenomeno è estremamente complesso e incrocia problematiche legate all'immigrazione, alla stagionalità del lavoro in agricoltura e alla presenza dei servizi che lo Stato deve fornire. Perché i caporali non possano pur svolgere alla luce del sole attività di intermediazione illecite, richiedeva però una presa di posizione forte e decisa da parte delle istituzioni su un punto: l'utilizzo di manodopera attraverso lo sfruttamento della persona, approfittando del suo stato di bisogno, deve essere considerato un reato penale, indipendentemente dall'attività di intermediazione illecita posta in essere. Il provvedimento, nello specifico, riscrive, quindi, il reato di caporalato, prevedendo l'applicazione di un'attenuante in caso di collaborazione con l'autorità, stabilisce l'arresto obbligatorio in flagranza di reato, rafforza i presupposti per l'applicazione dell'istituto della confisca, prevede l'adozione di misure cautelari relative all'azienda agricola in cui è commesso il reato, estende alle persone giuridiche la responsabilità per il reato di caporalato e include le vittime del caporalato nelle provvidenze del Fondo anti-tratta, potenzia la Rete del lavoro agricolo di qualità in funzione di strumento di controllo e prevenzione del lavoro nero in agricoltura e prevede, infine, il graduale riallineamento delle retribuzioni nel settore agricolo.
  Nel corso dell'esame del provvedimento è stato chiarito come gli indici di sfruttamento dei lavoratori, peraltro già previsti a legislazione vigente e solo in parte modificati, non rappresentano autonome fattispecie criminose, ma si configurano come indizi sottoposti alla valutazione del giudice, ai fini della configurazione della fattispecie criminale, che è composta da soli due elementi: lo sfruttamento e l'approfittarsi dello stato di bisogno. Comunque, con un ordine del giorno a prima firma Mongiello, si sollecita il Governo a Pag. 70monitorare l'applicazione della legge, in modo da poter creare, anche, la possibilità di eventuale correzione.
  Altra parte non meno rilevante del provvedimento è quella volta a designare lo strumento della cosiddetta Rete di lavoro agricolo di qualità istituita da questo Governo, per la prima volta, presso l'INPS, alla quale attualmente possono essere iscritte le imprese agricole che non hanno riportato condanne penali per violazione della normativa in materia di lavoro ed imposte, che non sono destinatarie negli ultimi tre anni di sanzioni amministrative definitive per le precedenti violazioni e che sono in regola con il versamento dei contributi previdenziali. Si tratta dell'altra faccia dell'intervento, lo Stato agevola le imprese che si fanno garanti dei diritti del lavoratore, intervenendo in un sistema di legalità e premialità. Signora Presidente, siamo ormai giunti al termine di una grande sfida, quella di ridare fiducia ai tanti imprenditori onesti e trasparenti che lottano da anni per affermare la grande qualità delle produzioni agricole del nostro Paese, ottenuta alla luce del sole, nel rispetto della legge e dei diritti dei lavoratori. Non a caso il Governo ha tolto l'IMU agricola, l'IRAP, e con questa legge finanziaria anche l'IRPEF agricola. Ora, con questa legge sul caporalato, diamo la possibilità a tutti gli attori del comparto di rendere completamente trasparente la nostra agricoltura, perché, come ha affermato il nostro Presidente del Consiglio, Renzi, non possiamo permettere che i nostri pomodori siano macchiati di sangue (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Anche per questo, ciò che decidiamo in quest'Aula rende il senso di una promessa fatta un anno fa, quando i Ministri Martina e Orlando annunciavano l'esigenza di mettere in campo strumenti normativi nuovi, aggiornati, debitamente condivisi con le rappresentanze sociali. Erano i giorni immediatamente successivi all'ennesima tragica morte di una lavoratrice, l'abbiamo ricordata più volte, Paola Clemente, la bracciante colta da un malore mentre era impegnata in Puglia nella raccolta dell'uva. Noi tutti sentimmo in quella drammatica istanza l'urgenza di imprimere una svolta e di rispondere in modo adeguato a questa piaga. Nel corso dei mesi che sono seguiti, il Governo ha comminato e aumentato del 50 per cento i controlli ispettivi sui territori e ha messo in campo una serie di nuovi e importanti strumenti atti a dare vita a una strategia di contrasto efficace, organica, capillare. Signora Presidente, siamo tutti convinti che bisogna uscire dalla logica del giorno dopo, puntare a un monitoraggio continuo sui territori, dare vita a una rete di ascolto e vigilanza stabile, strutturata, che non si limiti a intervenire a disastro avvenuto e non si concentri nei soli mesi della raccolta e che non si parli di tutto e di tutti. ...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore...

  NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Questo è lo spirito di un provvedimento che vuole rinsaldare al Sud come al Nord quella rete di sussidiarietà che è l'elemento specifico e qualificante di una società organizzata, capace di entrare nei processi di integrazione e sviluppo di un territorio e di tutto il Paese. Signora Presidente, da oggi parte una nuova storia, è una grande avventura per la miglior agricoltura del mondo e per dare dignità alla persona, qualunque sia il suo lavoro, imprenditore, bracciante e operaio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie, Presidente. La legge che oggi approviamo è un provvedimento quanto mai necessario per contrastare il fenomeno del caporalato e in generale lo sfruttamento del lavoro in agricoltura. In particolare, la responsabilità penale che si introduce ricade sui soggetti rei del reclutamento irregolare e dello sfruttamento e rafforza significativamente gli strumenti in campo per mettere in sicurezza il mondo dell'agroalimentare Pag. 71dalla minaccia dell'agromafia. Ma c’è ancora molto da fare, proprio perché il caporalato è un fenomeno fortemente radicato in determinati territori e correlato alle attività della criminalità organizzata. Anche dalla reale efficacia dei protocolli di intesa fra enti locali, organizzazioni di categoria e ministeri, in materia di trasporti, presidi sanitari e condizioni abitative, dipenderà il cambiamento che si riuscirà ad imprimere alle condizioni materiali di migliaia di lavoratori. E anche qui è necessario responsabilizzare le aziende produttrici e trasformatrici.
  Altro elemento su cui lavorare è la facilitazione della regolarizzazione dei lavoratori migranti, che contribuiscono alla crescita del settore agroalimentare. Di certo, questa legge è un passo nella giusta direzione, è un passo dopo passo per una filiera più pulita, e dichiaro il mio voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Misto).

  MARCO MICCOLI, Relatore per la XI Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Prego, relatore.

  MARCO MICCOLI, Relatore per la XI Commissione. Sì, Presidente, solo per ringraziare tutti i protagonisti di questa importante giornata, forse una delle più belle giornate della storia del Parlamento, io credo. Per ringraziare i ministri Martina, Orlando e Poletti, estensori del provvedimento, le Commissioni lavoro, giustizia e agricoltura, coi relativi presidenti, gli uffici e i tecnici del Parlamento. Un particolare ringraziamento lo voglio fare alle opposizioni per il comportamento responsabile che hanno tenuto non solo in Aula, ma in tutto questo iter parlamentare.
  Mi permetto di citare alcuni nomi, Presidente, un minuto solo. Sono i nomi delle vittime del caporalato, sono i nomi di coloro che sono stati vittime dello sfruttamento, che sono morti sui campi, ma anche di quelli che sono morti assassinati dal potere mafioso, perché si erano ribellati a quanto stava accadendo. Voglio ricordarli tutti insieme, ricordando un solo nome, l'ultimo di questi di queste vittime: la signora Paola (Applausi)... morta per 3 euro l'ora lo scorso anno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 4008)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 4008:
   S. 2217 – «Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo» (Approvato dal Senato).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 97 – Applausi)

  Dichiaro così assorbite le proposte di legge nn. 429, 2134, 3298, 3367, 3379, 3405, 3580, 3817, 4046 e 4069.

Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di Parigi collegato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, adottato a Parigi il 12 dicembre 2015 (A.C. 4079-A) (ore 20).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 4079-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di Parigi collegato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, adottato a Parigi il 12 dicembre 2015.
  Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è in distribuzione e sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Pag. 72

(Discussione sulle linee generali – A.C. 4079-A)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
  Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire la relatrice per la maggioranza, deputata Marietta Tidei.
  Colleghi, per favore, siccome noi continuiamo, se dovete uscire, consentite alla relatrice di poter svolgere il proprio intervento... liberate l'emiciclo per favore, colleghi, affrettatevi... grazie, con velocità... colleghi, per favore, affrettatevi a uscire... ecco.
  Deputata Tidei, se riesce a fare il suo intervento, prego.

  MARIETTA TIDEI, Relatrice per la maggioranza. Grazie Presidente, colleghi deputati, onorevole Ministro, l'Accordo di Parigi sul clima è stato siglato il 12 dicembre 2015 nell'ambito della XXI Conferenza delle parti della Conferenza quadro delle Nazioni Unite sul clima, la COP21, e firmato il 22 aprile 2016 a New York da più di 170 Paesi, nel corso di una cerimonia solenne tenutasi presso la sede delle Nazioni Unite.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 20,05)

  MARIETTA TIDEI, Relatrice per la maggioranza. Ricordo che la lotta ai cambiamenti climatici costituisce uno degli obiettivi dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottata nel settembre 2015 nell'ambito dello storico summit delle Nazioni Unite ed entrata in vigore il 1o gennaio 2016. In particolare, l'obiettivo 13 dei diciassette obiettivi per uno sviluppo sostenibile esplicita l'esigenza di adottare azioni urgenti per combattere il cambiamento climatico ed i suoi impatti, evidenziando come l'attuazione dell'Accordo di Parigi risulti essenziale per il raggiungimento degli obiettivi in materia di sviluppo sostenibile.
  L'Accordo fissa una serie di impegni a livello internazionale per la diminuzione delle emissioni di gas ad effetto serra, contenute in vista di una limitazione dell'aumento della temperatura del pianeta e di conseguenti effetti negativi sull’habitat umano, soprattutto con il moltiplicarsi di eventi climatici a carattere estremo.
  Inoltre, costituisce l'esito più significativo di un percorso iniziato nel 1992 con la Convenzione di Rio sui cambiamenti climatici e che, cinque anni dopo, con il Protocollo di Kyoto, ha visto concentrare l'attenzione più specificamente sull'obiettivo di una riduzione del 5 per cento delle emissioni di gas ad effetto serra nel periodo 2008-2012, in riferimento ai valori del 1990.
  Anche nel caso dell'Accordo di Parigi, come già per il Protocollo di Kyoto, l'Unione europea e i suoi Stati membri hanno optato per adempiere congiuntamente agli impegni in questione. Ciò comporterà, al momento del deposito degli strumenti di ratifica, la contemporanea notifica di un accordo di attuazione congiunta, nel quale emergano con chiarezza gli impegni dei singoli Stati.
  L'accordo di attuazione congiunta risulta attualmente in fase di definizione sulla base del pacchetto europeo di riduzione dell'emissione di gas serra in riferimento all'anno 2030. Nel marzo 2015, in vista dell'adozione dell'Accordo di Parigi, l'Unione europea e gli Stati membri hanno comunicato un impegno a ridurre le emissioni di gas a effetto serra nella misura del 40 per cento rispetto ai livelli del 1990.
  L'Accordo di Parigi, che sostituirà l'impianto dell'attuale Protocollo di Kyoto, basato sulla responsabilità dei Paesi industrializzati, è un accordo universale, vincolante ed equilibrato, che fissa impegni equi e ambiziosi di tutte le parti, stabiliti in base alle differenti realtà nazionali, alla luce delle diverse circostanze nazionali.
  In particolare, in termini di mitigazione, l'Accordo fissa un obiettivo a lungo termine volto a limitare l'aumento della Pag. 73temperatura ben al di sotto dei 2 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali, con l'intento di contenerlo entro 1,5 gradi centigradi. A tal fine le parti dovranno raggiungere il picco globale delle emissioni il più presto possibile, per poi intraprendere rapide riduzioni in seguito.
  Inoltre, le parti prepareranno, comunicheranno e manterranno i contributi, determinati a livello nazionale, che intendono progressivamente conseguire. I contributi dovranno essere presentati ogni cinque anni sulla base di un meccanismo di revisione degli impegni assunti, che prenderà l'avvio dal 2018.
  Prima e durante la COP21 di Parigi, le parti hanno presentato i propri contributi completi.
  L'Unione europea e i suoi Stati membri sono stati la prima grande economia a provvedere in tal senso, il 6 marzo 2015.
  I contributi dell'Unione europea prevedono una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra almeno del 40 per cento entro il 2030.
  Quanto al contenuto dell'Accordo di Parigi, rinvio alla relazione svolta in Commissione.
  Ricordo che l'accordo è stato formalmente ratificato dal Consiglio ambiente dell'Unione europea il 4 ottobre scorso, subito dopo aver ottenuto il consenso del Parlamento europeo.
  La decisione di ratifica è stata ufficialmente approvata in tempi strettissimi dal Consiglio dell'Unione europea, grazie ad una procedura inedita, che lo stesso aveva messo a punto nella riunione straordinaria tenutasi il 30 settembre scorso e che il Parlamento europeo ha avallato a larghissima maggioranza (610 voti a favore) nella mattina del 4 ottobre, con quello che è stato considerato un voto storico, a cui hanno assistito il Segretario generale dell'Onu Ban Ki Moon, la presidente della COP 21, la Ministra francese Ségolène Royal ed il Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker.
  La procedura ha consentito al Consiglio di ratificare l'accordo a nome dell'Unione europea, senza attendere, come altrimenti previsto, che i singoli Stati membri completassero i loro iter nazionali.
  La decisione prevede infatti che questi ultimi procedano alla ratifica simultaneamente all'UE o, qualora non l'avessero ancora fatto, successivamente, purché in tempi brevi.
  Si tratta però, come espressamente scritto in una dichiarazione congiunta, a firma di Consiglio e Commissione, approvata assieme alla decisione di ratifica, di una procedura straordinaria, applicata solo all'Accordo di Parigi, proprio per la sua importanza storica.
  Con l'approvazione dell'Accordo da parte del Parlamento europeo ed il completamento del processo di ratifica da parte dell'Unione europea, è stata raggiunta la soglia fissata: ratifica da parte del 55 per cento delle parti contraenti, rappresentanti il 55 per cento delle emissioni totali.
  Pertanto, l'accordo entrerà in vigore il 5 novembre prossimo.
  Per quanto riguarda i singoli Stati membri, allo stato l'accordo è stato ratificato da Austria, Francia, Germania, Malta, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Ungheria.
  L'accordo è inoltre stato già ratificato da Cina e Stati Uniti.
  Quanto al disegno di legge, segnalo che l'articolo 3, dedicato al contributo italiano al green climate found, prevede che il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sia autorizzato ad assicurare la partecipazione italiana al fondo, nella misura di 50 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2016- 2018, onde contribuire alla prima capitalizzazione del Fondo medesimo.
  L'articolo 4 riguarda gli eventuali oneri finanziari conseguenti ai contributi nazionali, quali previsti all'articolo 4, paragrafi 2 e 3 dell'Accordo di Parigi. Tali oneri finanziari saranno autorizzati, una volta definiti a livello europeo, con provvedimenti normativi ad hoc.
  L'articolo 5 reca la copertura finanziaria degli oneri, collegati alla ratifica ed esecuzione dell'Accordo di Parigi. In particolare, Pag. 74il riferimento all'onere collegato al contributo italiano al green climate found prevede che, alla spesa di 50 milioni di euro per ciascuna delle annualità 2016-2018, si provveda mediante riduzione del Fondo speciale di parte capitale dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, con parziale utilizzazione dell'accantonamento relativo al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
  La rapidità che sta caratterizzando l'esame di questo importante disegno di legge di ratifica è senz'altro motivata dall'esigenza di assicurare una piena operatività all'Accordo di Parigi, che fissa per la prima volta una serie di impegni alla limitazione delle emissioni di gas a effetto serra, anche in capo a Paesi finora esclusi, in quanto al di fuori del novero dei Paesi sviluppati.
  Ciò dovrebbe, nel tempo, ridurre i differenziali di convenienza per gli investimenti, che nei decenni passati hanno accelerato il fenomeno della delocalizzazione produttiva delle aziende italiane.
  Ancora più importante è l'impatto potenziale per le aziende italiane, che dovrebbe comportare l'insieme degli sforzi per accrescere le capacità dei Paesi meno avanzati nel settore del contenimento delle emissioni e dei relativi controlli. Ciò dovrebbe infatti favorire l'esportazione del know how italiano nel settore delle tecnologie verdi, il cui sviluppo ha consentito al nostro Paese, già nel periodo 1990-2013, di conseguire una diminuzione netta delle emissioni di anidride carbonica del 17,4 per cento.
  È altresì importante che l'iter parlamentare dell'autorizzazione alla ratifica possa concludersi prima della nuova Conferenza sui cambiamenti climatici, che si svolgerà a Marrakech dal 7 al 18 novembre prossimi, la COP 22, che definirà una serie le azioni in vista dell'entrata in vigore dell'Accordo di Parigi.

  PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo. Intende intervenire ora, ministro ?

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare. No, Presidente.

  PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Braga. Ne ha facoltà.

  CHIARA BRAGA. Grazie, Presidente. L'Accordo di Parigi, di cui il Governo chiede l'autorizzazione alla ratifica all'Aula, è un trattato internazionale sui cambiamenti climatici, giuridicamente vincolante, nell'ambito del quale ogni parte assumerà impegni di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, a partire dal 2020 o anche prima, se l'entrata in vigore lo permetterà.
  Ricordo che è un punto di arrivo di un lungo percorso avviato nel 1992, con l'adozione della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che si è posta l'obiettivo di stabilizzare le concentrazioni atmosferiche dei gas serra, ritenute le principali responsabili dell'innalzamento della temperatura globale.
  Anche nel caso dell'Accordo di Parigi, come per il già precedente Protocollo di Kyoto, l'Unione europea e i suoi Stati membri hanno optato per adempiere congiuntamente all'impegno assunto, vale a dire quello di ridurre le emissioni di gas a effetto serra, nella misura del 40 per cento entro il 2030 e dell'80-95 per cento entro il 2050, rispetto ai livelli del 1990.
  Come già ricordava la relatrice, l'Europa, con il voto dello scorso 4 ottobre da parte del Parlamento europeo, che ha seguito il pronunciamento del Consiglio, avvenuto lo scorso 30 settembre, ha stabilito di aderire e di dar vita al processo di ratifica, consentendo il raggiungimento della soglia fissata nella misura del 55 per cento delle parti contraenti, rappresentanti del 55 per cento delle emissioni globali dell'Accordo di Parigi, che pertanto entrerà in vigore il prossimo 5 novembre.
  In linea con gli obiettivi, la Conferenza di Parigi ha rappresentato un momento storico, che è culminato con l'adozione di un accordo internazionale sottoscritto dalle parti, realmente universale, che viene in qualche modo a determinare un passo Pag. 75in avanti molto significativo, anche in termini quantitativi, per il numero di adesioni e per l'impegno sul fronte del contenimento del contrasto ai cambiamenti climatici, rispetto al precedente Protocollo di Kyoto.
  È per questo che l'Accordo svolge un ruolo determinante: perché anche per il modo con cui è stato costruito, a partire dai contributi nazionali volontari presentati dai Governi nell'arco del 2015, stabilisce e fornisce un'architettura duratura, stabile e solida per rivedere periodicamente ed accrescere nel tempo gli sforzi di tutte le parti verso obiettivi comuni di lungo termine.
  A Parigi, infatti, i Governi si sono impegnati a ritornare regolarmente al tavolo per riconsiderare i rispettivi piani e programmi in ambito climatico e per assicurare che siano intraprese tutte le misure necessarie ad affrontare il problema dei cambiamenti climatici e a limitare la temperatura al di sotto dei 2 gradi.
  A riprova di questa determinazione collettiva, che segna uno spartiacque rispetto all'impegno sul tema del contrasto ai cambiamenti climatici, l'Accordo racchiude degli obiettivi di lungo termine, che chiamano però in causa anche i Paesi ad assumere rapide azioni, per consentire una riduzione in tempi brevi e garantire un equilibrio tra emissioni ed assorbimenti di gas serra nella seconda parte del secolo.
  Come veniva ricordato, l'Europa e l'Italia hanno giocato un ruolo determinante nel raggiungimento di questo Accordo, lavorando anche su alcune parti molto innovative, che danno sostanza a questo accordo internazionale.
  La COP 21 si è conclusa, lo scorso dicembre, con l'adozione di 195 Paesi presenti alla plenaria di Parigi.
  I principali obiettivi dell'accordo, come veniva ricordato, riguardano gli interventi di mitigazione per contenere questo aumento ben al di sotto dei 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali, intensificando gli sforzi per contenere l'innalzamento della temperatura entro il grado e mezzo centigradi, aumentare la capacità di adattamento, rafforzare la resilienza climatica, lo sviluppo di un'economia a basse emissioni e garantire flussi finanziari per sostenere interventi di mitigazione e di adattamento.
  Su questi temi, gli aspetti di mitigazione su cui l'Unione europea si è spesa in maniera significativa, si è deciso di adottare e realizzare politiche e strategie nazionali costantemente più ambiziose, che tengano conto delle evoluzioni scientifiche e tecnologiche.
  Di fatto si è costruito un sistema duraturo, che consentirà di adeguare progressivamente gli sforzi agli obiettivi di lungo termine, ma per la prima volta, nell'accordo entrano a pieno titolo e con piena dignità anche le politiche e gli impegni precisi assunti sul fronte dell'adattamento, per ridurre e contenere quelli che già oggi sono gli effetti che i cambiamenti climatici comportano sulla qualità e sulla sicurezza della vita delle popolazioni. Per noi, per l'Europa, ma anche per l'Italia, questi obiettivi sono già racchiusi all'interno di un documento importante, che è la Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, adottata ed approvata a livello governativo, che ora deve essere declinata ed attuata attraverso uno sforzo corale che coinvolge certamente il Governo nazionale, ma anche i livelli territoriali: le città, che non a caso hanno partecipato in maniera attiva e determinante al raggiungimento degli obiettivi della COP21. Un elemento fondamentale di questo Accordo, che ne garantirà anche – ci auguriamo – un'attuazione ed un'implementazione efficace, è l'elemento della differenziazione, intesa come la possibilità che gli obblighi dei vari Paesi che aderiranno al nuovo regime possano essere formulati tenendo conto delle diverse realtà ambientali ed economiche, e dell'evolversi delle circostanze nazionali presenti e future.
  Per la prima volta sono inseriti all'interno dell'Accordo anche gli elementi relativi all'importanza di prevedere e fronteggiare le perdite ed i danni causati dal cambiamento climatico, e sviluppare nelle aree interessate sistemi di allerta, di emergenza Pag. 76e di assicurazione. Come non notare che questo argomento, che questo aspetto per il nostro Paese, ma per molte parti del mondo, rappresenta un'emergenza ed una necessità che anche il recente sisma che ha colpito l'Italia centrale ci ricorda, richiamandoci ad adottare misure conseguenti ?
  È stato introdotto il principio dell'equità intergenerazionale tra i principi fondamentali dell'Accordo: non solo quindi come obbligo di preservazione delle risorse, ma anche come impegno per garantire uguali possibilità ed opportunità alle generazioni future. E poi l'elemento indispensabile per consentire un'attuazione di questi impegni, quello della finanza per il clima: 100 miliardi all'anno.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  CHIARA BRAGA. In altre parole, il bilanciamento tra impegni richiesti e supporto finanziario, ma anche di competenze, di conoscenze, da garantire in particolare ai Paesi in via di sviluppo.
  L'Accordo di Parigi è un punto determinante, un passaggio fondamentale, ma sappiamo bene non ancora sufficiente: rappresenta un enorme passo in avanti nella lotta ai cambiamenti climatici, e definisce un'architettura ed un mandato per un'azione collettiva e concertata. Ma la sfida vera è ora quella di attuare la profonda transizione concordata verso un futuro a basse emissioni e resiliente al clima a tutti i livelli. Ecco perché un primo passo fondamentale è quello di arrivare in tempi rapidi, come anche l'Italia e l'Europa si è impegnata a fare, alla ratifica ed alla piena operatività di questo Accordo, costruendo attorno ad esso un grado di condivisione e di partecipazione delle istituzioni, ma anche del mondo economico.
  Concludo, Presidente, sottolineando che abbiamo assistito a varie fasi nel dibattito internazionale sul tema dei cambiamenti climatici: siamo passati in tempi relativamente brevi da una fase in cui ci si scontrava sull'esistenza stessa del problema, ad una fase in cui la possibilità di arrivare ad un accordo che li contrastasse si è arenata di fronte al diverso grado di lettura di responsabilità dei Paesi, ed alla loro disponibilità ad assumersi l'onere di costruire una risposta adeguata. Oggi siamo in una fase in cui ci si rende conto che il problema tocca e riguarda tutti, e che la possibilità di arrivare ad una soluzione richiede uno sforzo certamente differenziato, ma comune di ciascuna delle parti. Ecco perché la ratifica di questo Accordo rappresenta una delle più grandi sfide della politica globale del terzo millennio, insieme a quella dello sviluppo economico sostenibile e dell'accompagnamento e della prevenzione delle cause che stanno anche alla base di conflitti e di processi migratori in molte aree del pianeta. Per questo motivo, arrivare ad una rapida ratifica ed approvazione ed alla piena operatività di questo Accordo, anche in vista dell'appuntamento della COP22 di Marrakech, rappresenta per l'Italia un impegno politico verso l'oggi e verso le generazioni future (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. I cittadini, molti cittadini ormai, attivisti del MoVimento 5 Stelle, il MoVimento 5 Stelle stesso è ormai cosciente del fatto che la battaglia da combattere è quella per adattarsi e mitigare i cambiamenti climatici.
  Cambiamenti climatici che sappiamo ormai essere inevitabili: tutti gli studi ci dicono che ormai andiamo verso un danno che ci sarà sicuramente per il nostro pianeta, e che dobbiamo cercare di limitare.
  Arrivare così in ritardo a ratificare gli accordi di Parigi ci sembra quanto meno sospetto: il dubbio che ci viene è quanto interesse ha questo Governo a parlare effettivamente e mettere in atto politiche che vadano verso la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici. Perché dobbiamo ricordare benissimo che, essendo la lotta ai cambiamenti climatici, e quindi mettere in campo strategie di mitigazione Pag. 77ed adattamento, il fulcro del nostro futuro, dobbiamo pensare che tutto il resto – il lavoro, la finanza, le banche –, tutti i discorsi che facciamo sulla tutela dell'ambiente e del paesaggio, lo stop al consumo del suolo, sono tutte proposte che vanno viste in quest'ottica, che devono portare ad una profonda trasformazione della società: che non vuol dire trasformazione necessariamente delle abitudini, ma trasformazione del modo di pensare il nostro quotidiano.
  E pensare che, fino a due anni fa, effettivamente anche all'interno del Governo, c'erano delle voci dissenzienti, che sia nel Governo che nella maggioranza negavano ancora i cambiamenti climatici, questi effetti. Probabilmente ci porta ad essere positivi oggi ed a ratificare finalmente questo Accordo, seppure con ritardo ed una fretta imposta dal fatto che siamo arrivati alla COP22, dopo un anno, senza aver ancora ratificato nulla.
  Parliamo delle cose positive di questo Accordo: l'iniziare a valutare le diverse condizioni di partenza dei vari Paesi, e quindi mettere in campo delle strategie che consentano a tutti i Paesi di adattarsi e mettere in campo strategie che possano affrontare i cambiamenti climatici. Perché è una battaglia che o facciamo tutti insieme a livello globale, oppure non vedremo mai la luce.
  È importante perché nell'Accordo di Parigi finalmente si inseriscono temi come la sicurezza alimentare: si riconosce la priorità fondamentale della protezione della sicurezza alimentare in rapporto alla vulnerabilità dei sistemi produttivi agricoli. Si riconosce l'importanza della formazione e dell'informazione, sia verso i Paesi che sono in via di sviluppo, sia verso la popolazione, cosa molto cara al MoVimento 5 Stelle: dobbiamo informare la popolazione di quello che sta accadendo. C’è ancora pochissima informazione in Italia ! Probabilmente devo rilevare che ci perdiamo in mille problemi quotidiani, e non ci rendiamo conto che comunque tutto sarà condizionato da quello che avviene e che avverrà per colpa dell'innalzamento della temperatura e dei cambiamenti climatici.
  Dobbiamo rilevare che, a differenza del Protocollo di Kyoto, qui ci porremo noi degli obiettivi: abbiamo scelto degli obiettivi a livello comunitario, ma poi ogni Paese porrà degli obiettivi e saranno vincolanti, una volta comunicati. Nel Protocollo di Kyoto avevamo un allegato che stabiliva a monte gli obiettivi: crediamo che questo sia sicuramente un passo avanti, e dia un po’ più di elasticità per poter arrivare, in base al passo che hanno i vari Paesi, a combattere l'innalzamento delle temperature.
  Crediamo che sia fondamentale però capire che è necessaria una modifica profonda dell'economia e del modello di sviluppo che stiamo portando avanti: senza questa modifica profonda, tutto quello che stiamo facendo rischiamo che resti una buona proposta sulla carta. Quest'anno a Marrakech dovremo stabilire i metodi con cui andare avanti: abbiamo deciso degli obiettivi, abbiamo deciso delle strategie, adesso dobbiamo trovare dei metodi. Io credo che sia fondamentale, è un'altra tappa fondamentale come quella di Parigi, ma da prendere sul serio e da applicare sul territorio.
  E qui arrivo a quello che succede in Italia: perché abbiamo delle paure, perché non dimentichiamo, a differenza di qualche personaggio fiorentino che ben conosciamo tutti, quello che diciamo, e non dimentichiamo quello che è successo nel nostro Paese negli ultimi due anni, in cui si già si discuteva di cambiamenti climatici. E quindi dobbiamo ricordare a tutti che mentre parlavamo di fermare cambiamenti climatici, mitigazione ed adattamento, abbiamo approvato leggi come lo «sblocca Italia», che porta a maggiore incenerimento, a trasferimento di rifiuti, alla costruzione di nuovi inceneritori, e porta a nuove trivellazioni. Abbiamo un Piano energetico nazionale che punta al raddoppio delle trivellazioni, il raddoppio dell'estrazione di idrocarburi – qualcosa che è fuori, completamente anacronistico rispetto alla storia ed al momento storico. Pag. 78Abbiamo le dichiarazioni di Renzi e io ve ne riporto una giusto perché rimanga agli atti, quando Renzi disse che nel «Piano sblocca Italia» vi era un progetto molto serio sullo sblocco minerario. Renzi dice che è impossibile andare a parlare di energia e ambiente in Europa se nel frattempo non sfrutti l'energia e l'ambiente che hai in Sicilia e in Basilicata. Sempre Renzi: io mi vergogno di andare a parlare delle interconnessioni tra Francia e Spagna, dell'accordo Gazprom o del South Stream, quando potrei raddoppiare la percentuale di petrolio e del gas in Italia e non lo si fa per paura delle reazioni di tre o quattro comitatini. Questa era la situazione un anno e mezzo fa. Adesso mi chiedo con che faccia andiamo a ratificare l'Accordo di Parigi se le idee sono ancora queste. Io spero che ci sia stato un cambiamento netto di rotta, perché altrimenti non possiamo concepire che le due cose rimangano in contemporanea all'interno della stessa maggioranza e dello stesso Governo. Vi ricordo la vicenda Tempa Rossa, il Ministro Guidi che faceva accordi tramite il suo convivente con le multinazionali del petrolio. Insomma c'era un forte legame tra le lobby delle fossili e il Governo.
  E poi non posso dimenticare gli ostacoli posti al settore delle rinnovabili, perché abbiamo le tariffe energetiche che, per esempio, attraverso la riforma degli incentivi, sono state rimodulate per premiare i grandi consumatori. Si è impedita a più riprese l'introduzione di sistemi di distribuzione chiusi e lo scambio sul posto, l'autoconsumo; o cambiamo direzione in tutte queste materie, altrimenti noi stiamo ratificando un Accordo di cui poi non metteremo in pratica nulla.
  Passiamo all'adattamento. Abbiamo parlato per esempio di una legge che mi è cara, quella sullo stop al consumo di suolo. Sappiamo che il suolo è in grado di sequestrare CO2 e però la legge è stata talmente stravolta che consentirà un maggior consumo di suolo; quindi anche qui non si è voluto prendere una direzione netta. Non vedo aiuti e incentivi per «tetti verdi», verde urbano, recupero delle acque, invarianza idraulica. Sul dissesto idrogeologico, un problema tanto sentito nel nostro Paese, abbiamo avuto promesse di stanziamento nella scorsa legge di stabilità di 9 miliardi, se non erro, e alla fine si è visto che i reali nuovi stanziamenti sono stati solamente di 50 milioni allo stato dei fatti. Se noi vogliamo veramente investire qualcosa sul nostro Paese, puntare sul nostro Paese, e fare in modo che il nostro Paese possa reagire ai cambiamenti climatici, la strada c’è, c’è la possibilità di creare posti di lavoro, c’è la possibilità di riqualificare, c’è la possibilità di bonificare, c’è la possibilità di spingere le rinnovabili e puntare solamente sulle rinnovabili e avere un quadro chiaro di uscita dalle fossili. Concludo ribadendo il nostro parere comunque favorevole alla Ratifica che riteniamo un passo importantissimo. Però chiediamo che il Governo si impegni, si impegni realmente, e l'abbiamo messo anche all'interno di un parere della Commissione ambiente, per una roadmap più impegnativa per le politiche di mitigazione e adattamento, per l'inserimento nella legge di bilancio di misure volte a raggiungere gli obiettivi fissati a livello internazionale. Chiediamo anche in maniera netta, chiara, inequivocabile, da parte del Ministero dell'ambiente e dello sviluppo economico, lo stralcio del piano energetico nazionale e la presentazione di un nuovo piano che vada nella direzione di quello che ci viene richiesto alla COP 21 e di quello che ci verrà richiesta alla COP 22 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Kronbichler. Ne ha facoltà.

  FLORIAN KRONBICHLER. Grazie signora Presidente. È già stato detto che due settimane fa il Parlamento europeo ha finalmente ratificato questo Accordo di Parigi del dicembre 2015, cioè di un anno fa, sui cambiamenti climatici dopo che avevano già provveduto alla Ratifica, l'America, la Cina, l'India e moltissimi altri Paesi, per esempio anche tanti europei, in tutto una cinquantina.Pag. 79
  Ecco con questa approvazione della Ratifica da parte del Parlamento europeo, l'Accordo di Parigi finalmente...sì, io attendo, sono cortese, non mi spetta richiamare il Ministro...

  PRESIDENTE. Aveva chiesto un'informazione, il Ministro.

  FLORIAN KRONBICHLER. Sicuramente non era un atto irrispettoso nei miei confronti. Il Governo italiano si appresta ora, in deciso ritardo come ha già detto il collega, a far approvare dal Parlamento questo disegno di legge di Ratifica dell'accordo COP 21. Solamente il 10 ottobre scorso, poco di più di una settimana fa, l'Esecutivo l'ha infatti presentato all'esame della Camera. Diciamo che questa lentezza non è certo un bel segno di attenzione e sensibilità rispetto alla lotta ai cambiamenti climatici, il primo problema che stiamo affrontando prima ancora di tanti problemi economici a cui prestiamo più attenzione. È comunque importante questa approvazione parlamentare perché significa, tra l'altro, potersi sedere alla Conferenza dei Paesi che hanno poi praticato l'Accordo sul clima e che avrà luogo dal 7 novembre a Marrakech per la COP 22. Quelli di Marrakech saranno infatti negoziati molto importanti, perché se l'anno scorso alla COP 21 di Parigi si è discusso degli impegni di riduzione ora si dovrà incominciare a decidere su come mantenere le promesse solenni fatte. È evidente che con l'entrata in vigore dell'Accordo di Parigi del 2015, a quell'accordo, dovranno seguire inevitabilmente cambiamenti radicali riguardo alle politiche industriali e ambientali per ridurre drasticamente il riscaldamento globale che sta producendo effetti sempre più pesanti sugli ecosistemi. Bisogna infatti abbattere le emissioni serra e lasciare sottoterra i combustibili fossili. Questo significa cambiare i trasporti, l'edilizia, l'industria e l'agricoltura, e significa cambiare anche la posizione – questo lo voglio puntualizzare – su altri accordi, su altri punti all'ordine del giorno di questo Parlamento e del Parlamento europeo, che non stanno in linea con l'impegno che ci prendiamo con questo provvedimento. Sto parlando proprio del TTIP e di CETA, dove tuttora, dopo che tanti Governi si sono espressi in modo molto più critico e molto diverso, vi sono state le parole del Presidente del Consiglio Renzi che promette agli Stati Uniti di dare appoggio pieno assoluto e incondizionato sull'accordo TTIP. Questo sarà da cambiare, abbiamo di fronte una vera e propria conversione ecologica della nostra economia e non solo, ma anche del nostro stile di vita. Sta di fatto che il nostro Paese non ha ancora fatto nulla, né spiegato cosa esattamente intende fare quanto prima per tradurre in azione gli impegni presi a Parigi. Sotto questo aspetto è indispensabile che il Governo si doti di tempi e programmi per l'uscita graduale dal carbone, di una nuova strategia energetica nazionale, anche al fine di sostenere veramente la conversione verso un'economia low carbon. Deve rivedere gli strumenti a sostegno dell'efficienza energetica e favorire interventi strutturali ad alta efficacia a cominciare dal patrimonio edilizio pubblico. Insomma, venendo all'attualità, la legge di bilancio che sta per essere presentata alla Camera e l'occasione migliore per cominciare a cambiare radicalmente il paradigma di sviluppo di questo Paese e rilanciare l'economia puntando prioritariamente sulle energie pulite, sull'efficienza energetica e sulla mobilità sostenibile (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche – A.C. 4079-A)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la relatrice, che però non intende farlo.
  Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signora Presidente, intanto voglio ringraziare la Camera dei deputati, per la velocità con cui sta ratificando l'importante Accordo di Parigi del 2015. Pag. 80Io ritengo questo atto fondamentale, per il nostro Paese, per l'Europa, per il globo intero. I tempi di ratifica dell'Accordo di Parigi sono stati molto più veloci di quanto noi potessimo immaginare: il Protocollo di Kyoto ha impiegato otto anni per entrare in vigore, il Protocollo di Parigi ha impiegato otto mesi. Questo vuole dire che tutti i Paesi del mondo stanno credendo negli impegni presi a Parigi nel dicembre dell'anno scorso. Ci crede l'Europa, tanto che abbiamo già ratificato, come Europa, il Protocollo di Parigi, quindi saremo già rappresentati, come Europa, tutta l'Europa, alla Conferenza di Marrakech prevista per metà novembre.
  Permettetemi alcune brevissime considerazioni su alcuni spunti interessanti che ho sentito. Primo: non c’è alcun ritardo da parte dell'Italia nell'approvazione del Protocollo di Parigi. Dovete immaginare il sistema europeo all'interno del Protocollo di Parigi. Il contributo nazionale che noi abbiamo portato dentro l'Accordo di Parigi è quello sottoscritto dai Paesi europei il 24 ottobre 2014, sotto la presidenza italiana, l'INDC. Quel contributo, quell'accordo, impegna i Paesi europei a ridurre le proprie emissioni di CO2, entro il 2030, di almeno il 40 per cento; impone poi target molto performanti sia sul raggiungimento del livello di energia rinnovabile sia su quello dell'efficientamento energetico (il 27 per cento).
  Attenzione: il target di riduzione di almeno il 40 per cento di CO2 è suddiviso fra i vari Paesi, cioè non c’è un obiettivo unico a livello europeo, ma, come spesso viene fatto in questi casi, quel meno 40 per cento viene suddiviso fra tutti i Paesi membri dell'Unione europea. Come viene suddiviso ? Il 43 per cento viene supportato attraverso il sistema ETS, cioè tutto il mondo industriale, quello che è il mondo imprenditoriale, deve diminuire di almeno il 43 per cento – e lo farà, a livello europeo, tramite il sistema dell’emission trading, quindi con un sistema consolidato –, e tutto ciò che non è ETS, cioè che non è sistema industriale (per intenderci, trasporti, riscaldamento, efficientamento energetico) vale il 30 per cento, e viene suddiviso tramite l’effort sharing, quindi tramite un procedimento fra tutti i Paesi europei.
  Per due motivi ci è sembrato, nel primo momento di discussione a livello europeo di suddivisione dell’effort sharing, di non procedere immediatamente alla ratifica del Protocollo di Parigi; in primo luogo, per rispetto verso il Parlamento (a me sarebbe piaciuto arrivare qui oggi dicendo, già in sede di ratifica, che il nostro target di raggiungimento al 2030 è del 30-31 per cento, quello che sarà il nostro target), in secondo luogo, per un po’ di strategia contrattuale, nel senso che fino a che non abbiamo approvato l'Accordo abbiamo potuto mantenere una certa contrattualità anche con gli altri Paesi europei. Attenzione: ciò non perché l'Italia vuole fare meno, perché l'Italia è fra i Paesi più virtuosi, che ha meno difficoltà a raggiungere quell'obiettivo, per la nostra storia e per tutto quello che abbiamo fatto. Noi abbiamo moltissima energia rinnovabile, siamo il Paese che sicuramente ne ha di più in Europa, forse il Paese che ne ha di più al mondo; abbiamo un trend di diminuzione delle emissioni molto più forte degli altri Paesi, quindi partiamo da una posizione avvantaggiata rispetto a tutti gli altri Paesi; penso in particolare ai Paesi dell'Est. Quindi non voglio avere un target più basso solo per avere un target più basso: voglio un target più basso perché voglio che anche gli altri Paesi contribuiscano quanto più possibile al raggiungimento di quel «almeno il 40 per cento».
  Infatti, sono sicuro che l'Italia potrà fare volontariamente di più del proprio target e quindi aumentare l'ambizione europea andando anche oltre quel 40 per cento che è previsto dall'Accordo. Quindi, le ragioni sono essenzialmente virtuose, per cui, nel primo periodo, non abbiamo proceduto alla ratifica dell'Accordo di Parigi, sapendo di avere una scadenza, quella di Marrakech, che rispetteremo con i tempi che ci siamo dati.Pag. 81
  Un'ultima considerazione la voglio fare, perché resti agli atti, e vorrei che fosse ben chiara. Ho sentito parlare di trivellazioni: non confondiamo gli obiettivi di Parigi con le trivellazioni. Il Protocollo di Parigi dice una cosa molto chiara: chiama ogni Paese a sfruttare in maniera equa le proprie risorse. In maniera equa le proprie risorse ! Nel momento in cui diciamo che non trivelliamo, cioè non prendiamo le nostre risorse, perché le andiamo a comprare dai Paesi più poveri – perché sono loro oggi che più trivellano, con minor sicurezza –, stiamo facendo esattamente il contrario di quella responsabilità a cui il Protocollo di Parigi ci chiama.
  Ci dice: attenzione, non andate a prendere le risorse dagli altri per non utilizzare le vostre, utilizzatele in maniera equa. Poi è vero che tutti noi vorremmo – e spero che questo sia il futuro non dell'Italia e dell'Europa ma di tutto il mondo – non avere più bisogno dei combustibili fossili (questo, in cuor nostro, tutti lo vogliamo e vogliamo lavorare per arrivare a quello), ma non mi scordo che la nostra mobilità va ancora, per il 95 per cento, con i combustibili fossili. Allora, non possiamo far finta di essere indipendenti dai combustibili fossili quando effettivamente non lo siamo; e quando lo saremo io sarò il primo a dire che non dobbiamo più assolutamente estrarre nulla da noi e neanche dagli altri, perché non ne abbiamo più bisogno. Tutti aspettiamo quel giorno.

  PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

  PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, il deputato Alessandro Pagano, già iscritto al gruppo parlamentare Area Popolare (NCD-UDC) ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini.
  La presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.

In morte dell'onorevole Giovanni Correnti.

  PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Giovanni Correnti, già membro del Senato della Repubblica nella X legislatura e della Camera dei deputati nella XI legislatura.
  La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Interventi di fine seduta (ore 20,48).

  GIUSEPPE ROMANINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE ROMANINI. Signora Presidente, intervengo per sollecitare una risposta del Governo, in particolare del Ministro della salute, all'interrogazione che, insieme ai colleghi Patrizia Maestri e Gianluca Benamati, abbiamo presentato lo scorso 14 ottobre sul diffuso contagio di legionella che sta interessando ormai da troppe settimane la città di Parma. Sono quasi quaranta i cittadini contagiati, tra questi anche due donne, di 86 e 77 anni, che sono decedute a causa delle complicazioni che la legionella ha direttamente provocato. Benché la fase più acuta si spera superata, in città c’è ancora diffuso un sentimento di apprensione e di preoccupazione, sentimento acuito e rafforzato dalle informazioni ancora incomplete ed incerte sull'origine del contagio, nonostante ci siano delle ipotesi.
  Dalle prime verifiche, al centro delle indagini e dei sospetti vi sono le esalazioni delle torri di evaporazione installate su numerose strutture pubbliche e private ubicate nel quartiere Montebello, quartiere nel quale si è diffuso il batterio. Con l'interrogazione abbiamo chiesto al Ministro della salute, anche in attesa del completarsi degli ulteriori accertamenti in corso, se non ritenga opportuno verificare, Pag. 82per quanto di competenza, l'effettiva applicazione, a Parma e su tutto il territorio nazionale, delle linee-guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi, approvate nel 2000 dalla Conferenza Stato-regioni, e se non consideri opportuno assumere iniziative per prevenire per prevedere un aggiornamento e una revisione delle stesse, alla luce dei numerosi episodi di contagio occorsi nella città.
  Ma oggi chiediamo, quello che aggiungiamo è un impegno diretto, se possibile, a Parma, delle più alte autorità sanitarie nazionali. I cittadini di Parma, ancora allarmati dalla situazione, chiedono di avere risposte chiare ed esaustive.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Mercoledì 19 ottobre 2016, alle 9,30:

  (ore 9,30 e ore 16,15)

  1. - Seguito della discussione della proposta di legge:
   DECARO ed altri: Disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica (C. 2305-A).
   e delle abbinate proposte di legge: REALACCI ed altri; BRATTI ed altri; CRISTIAN IANNUZZI ed altri; SCOTTO ed altri; BUSTO ed altri (C. 73-111-2566-2827-3166).
Relatore: Gandolfi.

  2. - Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
   FUCCI; GIAMMANCO ed altri; DE GIROLAMO ed altri; VEZZALI ed altri; MINARDO; DE GIROLAMO; SBROLLINI ed altri; ROCCELLA; INVERNIZZI ed altri; RAMPELLI ed altri; MARTI ed altri; GIAMMANCO ed altri; CHIMIENTI ed altri: Misure per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno dei minori negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia e delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità e delega al Governo in materia di formazione del personale (C. 261-1037-2647-2705-3597-3629-3738-3818-3829-3872-3912-3933-4048-A).
  – Relatori: Giammanco, per la I Commissione; Boccuzzi, per la XI Commissione.

  3. - Seguito della discussione del disegno di legge:
   Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di Parigi collegato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, adottato a Parigi il 12 dicembre 2015 (C. 4079-A).
  – Relatori: Tidei, per la maggioranza; Gianluca Pini, di minoranza.

  (ore 15)

  4. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  La seduta termina alle 20,50.

Pag. 83

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
   nella votazione n. 1 la deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
   nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 12 il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 8 i deputati Piccione e Baradello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 11 il deputato Marcon ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;
   nella votazione n. 11 il deputato Carra ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni nn. 12, 13 e 14 il deputato Gianluca Pini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 13 il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 15 i deputati Senaldi e Bonomo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 20 il deputato Monchiero ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 25 la deputata Piccione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni nn. 29 e 89 il deputato Zan ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 31 il deputato Rampi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 32 la deputata Paola Bragantini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 34 il deputato Falcone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 35 il deputato Piccolo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 44 i deputati Romanini e Gutgeld hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni nn. 45 e 46 il deputato Romanini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;Pag. 84
   nelle votazioni nn. 47 e 57 la deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 51 il deputato Senaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 54 la deputata Narduolo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni nn. 61, 62 e 63 la deputata Vezzali ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 67 la deputata Tartaglione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 67 la deputata Rubinato ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;
   nella votazione n. 68 la deputata Tartaglione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 72 la deputata Covello e il deputato Baradello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 72 i deputati Liuzzi, Spessotto e De Lorenzis hanno segnalato che hanno erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;
   nella votazione n. 76 i deputati Brandolin e Preziosi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 78 il deputato Sottanelli ha segnalato che non è riuscito a votare;
   nelle votazioni nn. 78, 79, 80 e 81 il deputato Sottanelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 81 la deputata Lombardi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 81 la deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 82 il deputato Sottanelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
   nelle votazioni nn. 83 e 84 il deputato Sottanelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 84 il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 85 la deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 88 la deputata Santerini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 91 la deputata Paola Bragantini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;Pag. 85
   nella votazione n. 92 la deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 97 la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 4008 e abb. - em. 1.29 383 327 56 164 32 295 97 Resp.
2 Nom. em. 1.21 382 381 1 191 119 262 96 Resp.
3 Nom. em. 1.4 392 326 66 164 34 292 95 Resp.
4 Nom. em. 1.30 395 390 5 196 96 294 95 Resp.
5 Nom. em. 1.26 394 388 6 195 100 288 94 Resp.
6 Nom. em. 1.28 390 359 31 180 70 289 94 Resp.
7 Nom. em. 1.62 398 380 18 191 380 94 Resp.
8 Nom. em. 1.5 402 307 95 154 9 298 94 Resp.
9 Nom. em. 1.52 409 408 1 205 145 263 94 Resp.
10 Nom. em. 1.34 406 403 3 202 41 362 94 Resp.
11 Nom. em. 1.72 407 405 2 203 52 353 94 Resp.
12 Nom. em. 1.37 405 405 203 113 292 91 Resp.
13 Nom. em. 1.7 395 393 2 197 47 346 91 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1.63 397 389 8 195 16 373 90 Resp.
15 Nom. em. 1.39 411 411 206 158 253 90 Resp.
16 Nom. em. 1.64 405 403 2 202 69 334 91 Resp.
17 Nom. em. 1.65 405 404 1 203 70 334 91 Resp.
18 Nom. em. 1.40 413 316 97 159 55 261 91 Resp.
19 Nom. em. 1.27 417 390 27 196 87 303 91 Resp.
20 Nom. em. 1.8 415 326 89 164 17 309 90 Resp.
21 Nom. em. 1.9 413 323 90 162 16 307 90 Resp.
22 Nom. em. 1.25 420 420 211 84 336 90 Resp.
23 Nom. em. 1.6, 1.42 411 348 63 175 93 255 90 Resp.
24 Nom. em. 1.53 406 374 32 188 74 300 90 Resp.
25 Nom. articolo 1 422 376 46 189 355 21 90 Appr.
26 Nom. articolo agg. 1.01 415 381 34 191 73 308 90 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. articolo agg. 1.043 412 411 1 206 102 309 88 Resp.
28 Nom. articolo agg. 1.03 413 412 1 207 103 309 88 Resp.
29 Nom. articolo agg. 1.02 416 398 18 200 127 271 88 Resp.
30 Nom. em. 2.51 419 355 64 178 64 291 87 Resp.
31 Nom. em. 2.2, 2.50 420 420 211 67 353 87 Resp.
32 Nom. em. 2.4 427 427 214 163 264 87 Resp.
33 Nom. articolo 2 438 383 55 192 374 9 87 Appr.
34 Nom. articolo 3 437 386 51 194 378 8 87 Appr.
35 Nom. articolo 4 437 382 55 192 373 9 87 Appr.
36 Nom. articolo 5 439 376 63 189 371 5 86 Appr.
37 Nom. em. 6.2 448 369 79 185 40 329 86 Resp.
38 Nom. articolo 6 442 385 57 193 374 11 86 Appr.
39 Nom. em. 7.1 448 434 14 218 104 330 85 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. articolo 7 446 393 53 197 379 14 85 Appr.
41 Nom. articolo agg. 7.01 435 432 3 217 109 323 85 Resp.
42 Nom. em. 8.1, 8.50 432 431 1 216 58 373 85 Resp.
43 Nom. em. 8.51 440 407 33 204 61 346 85 Resp.
44 Nom. em. 8.52 418 406 12 204 91 315 85 Resp.
45 Nom. em. 8.53 422 421 1 211 67 354 85 Resp.
46 Nom. em. 8.3 420 420 211 117 303 85 Resp.
47 Nom. em. 8.28 407 400 7 201 149 251 84 Resp.
48 Nom. em. 8.4 412 407 5 204 153 254 85 Resp.
49 Nom. em. 8.6 410 336 74 169 42 294 84 Resp.
50 Nom. em. 8.58 408 364 44 183 45 319 84 Resp.
51 Nom. em. 8.54 399 393 6 197 147 246 84 Resp.
52 Nom. em. 8.55 419 343 76 172 86 257 84 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 8.13 411 347 64 174 96 251 84 Resp.
54 Nom. em. 8.8 417 377 40 189 117 260 84 Resp.
55 Nom. em. 8.7 414 303 111 152 41 262 84 Resp.
56 Nom. em. 8.9 417 412 5 207 159 253 84 Resp.
57 Nom. em. 8.22 407 391 16 196 148 243 84 Resp.
58 Nom. em. 8.23 406 391 15 196 146 245 84 Resp.
59 Nom. em. 8.11 397 394 3 198 154 240 84 Resp.
60 Nom. em. 8.16 412 410 2 206 156 254 84 Resp.
61 Nom. em. 8.17, 8.57 408 407 1 204 162 245 84 Resp.
62 Nom. em. 8.18 412 411 1 206 160 251 84 Resp.
63 Nom. em. 8.20 406 371 35 186 117 254 84 Resp.
64 Nom. em. 8.32 411 408 3 205 159 249 84 Resp.
65 Nom. em. 8.33 406 337 69 169 91 246 84 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 8.19, 8.59 407 384 23 193 69 315 84 Resp.
67 Nom. articolo 8 406 270 136 136 267 3 84 Appr.
68 Nom. articolo agg. 8.050 391 326 65 164 62 264 84 Resp.
69 Nom. articolo agg. 8.06, 8.051 403 399 4 200 57 342 84 Resp.
70 Nom. articolo agg. 8.01 400 365 35 183 117 248 85 Resp.
71 Nom. articolo agg. 8.03 399 397 2 199 145 252 85 Resp.
72 Nom. articolo agg. 8.07 402 400 2 201 58 342 85 Resp.
73 Nom. articolo agg. 8.08 397 392 5 197 112 280 85 Resp.
74 Nom. articolo agg. 8.09 399 399 200 148 251 85 Resp.
75 Nom. articolo agg. 8.010 395 392 3 197 143 249 86 Resp.
76 Nom. em. 9.3 387 384 3 193 134 250 86 Resp.
77 Nom. em. 9.7 397 396 1 199 127 269 86 Resp.
78 Nom. em. 9.6 392 390 2 196 143 247 86 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. em. 9.1 391 390 1 196 141 249 86 Resp.
80 Nom. em. 9.4 391 383 8 192 101 282 86 Resp.
81 Nom. em. 9.5 390 389 1 195 109 280 86 Resp.
82 Nom. articolo 9 398 292 106 147 285 7 86 Appr.
83 Nom. articolo agg. 9.01 393 328 65 165 46 282 86 Resp.
84 Nom. articolo agg. 9.011 373 373 187 98 275 86 Resp.
85 Nom. articolo agg. 9.05 388 388 195 100 288 86 Resp.
86 Nom. articolo 10 394 288 106 145 281 7 86 Appr.
87 Nom. articolo 11 391 389 2 195 254 135 86 Appr.
88 Nom. articolo 12 389 350 39 176 346 4 86 Appr.
89 Nom. odg 9/4008 e abb./17 349 346 3 174 124 222 86 Resp.
90 Nom. odg 9/4008 e abb./18 381 342 39 172 103 239 86 Resp.
91 Nom. odg 9/4008 e abb./21 382 381 1 191 142 239 85 Resp.
INDICE ELENCO N. 8 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 97)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nom. odg 9/4008 e abb./40 383 347 36 174 105 242 85 Resp.
93 Nom. odg 9/4008 e abb./42 384 282 102 142 39 243 85 Resp.
94 Nom. odg 9/4008 e abb./45 378 300 78 151 42 258 85 Resp.
95 Nom. odg 9/4008 e abb./51 376 345 31 173 108 237 85 Resp.
96 Nom. odg 9/4008 e abb./52 379 283 96 142 24 259 85 Resp.
97 Nom. Ddl 4008 e abb. - voto finale 371 346 25 174 346 79 Appr.