Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 687 di giovedì 6 ottobre 2016

Pag. 1

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  La seduta comincia alle 10,05.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Bargero, Bindi, Bonafede, Michele Bordo, Matteo Bragantini, Bratti, Bueno, Busto, D'Alia, Dambruoso, Dellai, Di Gioia, Ferranti, Ferrara, Fraccaro, Giancarlo Giorgetti, Lorenzo Guerini, Guerra, Lauricella, Locatelli, Migliore, Pisicchio, Portas, Realacci, Rosato, Sanga, Speranza, Tofalo, Valeria Valente e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centotrenta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,09).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10,30.

  La seduta, sospesa alle 10,10, è ripresa alle 10,35.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 31 agosto 2016, n. 168, recante misure urgenti per la definizione del contenzioso presso la Corte di cassazione, per l'efficienza degli uffici giudiziari, nonché per la giustizia amministrativa (A.C. 4025-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 31 agosto 2016, n. 168, recante misure urgenti per la definizione del contenzioso presso la Corte di cassazione, per l'efficienza degli uffici giudiziari, nonché per la giustizia amministrativa.
  Ricordo che nella seduta di ieri si è concluso l'esame degli emendamenti.Pag. 2
  Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 4025-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 4025-A).
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Prego, sottosegretario Migliore.

  GENNARO MIGLIORE, Sottosegretario di Stato alla Giustizia. Signora Presidente, sull'ordine del giorno Matarrelli n. 9/4025-A/1 il parere è contrario, in quanto superato dal testo approvato. L'ordine del giorno Marzano n. 9/4025-A/2 è accolto. L'ordine del giorno Invernizzi n. 9/4025-A/3 è accolto con una riformulazione: nella parte impegnativa, dopo la parola «adottare», inseriremmo le parole «nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica». Sugli ordini del giorno Borghesi n. 9/4025-A/4, Busin n. 9/4025-A/5 e Guidesi n. 9/4025-A/6 il parere è contrario. Sull'ordine del giorno Molteni n. 9/4025-A/7 proponiamo una riformulazione: nella parte impegnativa, dopo la parola «magistrati» cambiare le ultime tre righe con la seguente riformulazione: «in relazione al numero di procedimenti pendenti davanti alla Suprema Corte, alla durata media degli stessi e alle misure organizzative da adottare al fine di assicurare la ragionevole durata del ricorso in Cassazione».
  Ordine del giorno Marotta n. 9/4025-A/8, anche in questo caso, proponiamo una riformulazione: la parte impegnativa dovrebbe cominciare così: «impegna il Governo ad assicurare la pronta copertura delle vacanze presenti nel ruolo organico della magistratura», e poi continua con «nel rispetto dei vincoli» eccetera; quindi, cancellare da «ad implementare» fino a «pianta organica» e sostituirlo con la riformulazione. Presidente, vuole che la rilegga ?

  PRESIDENTE. Poi sentiamo i proponenti; comunque li sto guardando, sono tutti presenti.

  GENNARO MIGLIORE, Sottosegretario di Stato alla Giustizia. Sull'ordine del giorno Mucci n. 9/4025-A/9, parere contrario. L'ordine del giorno Coppola n. 9/4025-A/10 è accolto. L'ordine del giorno Tino Iannuzzi n. 9/4025-A/11 è accolto con una riformulazione, che è la seguente: nella parte impegnativa eliminare, dopo «avvocatura», le parole «anche al di là delle ipotesi già procedimentalizzate nel decreto-legge»; questa parte è soppressa, nella riformulazione. L'ordine del giorno Boccadutri n. 9/4025-A/12 è accolto. Sull'ordine del giorno Crimi n. 9/4025-A/13, parere contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti. A meno di richieste dei proponenti di non passare al voto, porrò gli ordini del giorno per i quali vi è un parere contrario in votazione.
  Prego i colleghi di prendere posto.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4025-A/1 Matarrelli, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

  Ordine del giorno n. 9/4025-A/2 Marzano, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/4025-A/3 Invernizzi: è accolta la riformulazione ? Sì, quindi andiamo oltre.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4025-A/4 Borghesi, su cui il Governo ha espresso parere contrario.Pag. 3
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4025-A/5 Busin, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4025-A/6 Guidesi, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

  Sugli ordini del giorno n. 9/4025-A/7 Molteni e n. 9/4025-A/8 Marotta c’è una proposta di riformulazione: va bene.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4025-A/9 Mucci, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

  L'ordine del giorno n. 9/4025-A/10 Coppola è accolto.
  Sull'ordine del giorno n. 9/4025-A/11 Tino Iannuzzi c’è una riformulazione: va bene.
  L'ordine del giorno n. 9/4025-A/12 Boccadutri è accolto.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno 9/4025-A/13 Crimi.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 4025-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pia Elda Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signora Presidente. Nell'esprimere il voto favorevole della componente socialista su questo provvedimento, voglio sottolineare...

  PRESIDENTE. Colleghi, se abbassate il tono della voce è meglio. Uscite anche, ma silenziosamente. Prego, onorevole.

  PIA ELDA LOCATELLI. La ringrazio. Nell'esprimere il voto favorevole della componente socialista su questo provvedimento, voglio sottolineare l'attenzione posta in questa legislatura al tema della giustizia, un'attenzione che è passata spesso sotto silenzio, soprattutto da parte dei media che hanno scelto di enfatizzare altre riforme: riforma della Costituzione, legge elettorale, riforma della scuola e Jobs Act. Ma quello della riforma della giustizia e della sua efficienza è da sempre un argomento prioritario per il partito socialista, perché la giustizia in Italia da sempre soffre di un malfunzionamento che compromette i diritti di cittadini e cittadine e, ora più che mai, compromette la competitività del Paese. Qualcosa sta cambiando in questa legislatura perché sono arrivati in Aula diversi provvedimenti volti a riformare il sistema giustizia per renderlo più efficiente a conferma che il tema Pag. 4giustizia e la sua riforma è una priorità del Governo, della maggioranza e credo di poter dire del Parlamento tutto.
  Come ha detto l'altro ieri nella discussione generale il collega Bazoli, questo decreto è un tassello di un mosaico più ampio, nel quale rientra anche la tanto attesa riforma del processo penale in discussione al Senato. Entrando brevemente nel merito del provvedimento, sottolineo i punti che noi socialisti consideriamo qualificanti, primo fra tutti la riduzione dei tempi del contenzioso pendente davanti alla Corte di Cassazione. La situazione relativa ai tempi di conclusione del terzo grado di giudizio è gravissima.

  PRESIDENTE. Colleghi, abbassate il tono della voce !

  PIA ELDA LOCATELLI. Soprattutto sono inaccettabili i tempi che si riscontrano nella giustizia civile, sia per i cittadini, sia per le imprese. In questo secondo caso, i tempi lunghi costituiscono un forte ostacolo per gli investitori stranieri e dunque per lo sviluppo e la crescita economica. Si tratta – come sappiamo – di una patologia cronica del nostro sistema rispetto alla quale la magistratura finora ha potuto solo limitare i danni. Le disposizioni contenute nel decreto-legge possono davvero cambiare qualche cosa. Il potenziamento dell'organico della Corte di Cassazione, sia attraverso un utilizzo efficiente delle risorse già presenti, sia mediante la celere copertura degli uffici vacanti e la modifica e lo snellimento di alcune procedure giudiziarie in Cassazione dovrebbero consentire la diminuzione dei tempi per la decisione di ogni singolo processo.
  Altro importante tema affrontato dal decreto è quello del processo amministrativo telematico. Questa importante novità tecnica, la cui entrata in vigore è stata rinviata al 2017, necessitava infatti di alcune indispensabili disposizioni di coordinamento e attuazione; tra le altre, l'istituzione di una commissione di monitoraggio che agevoli le attività degli operatori giuridici nell'ambito del processo telematico. Nella stessa prospettiva, si inserisce l'istituzione presso il Consiglio di Stato e i TAR di strutture organizzative denominate Ufficio del processo che supporteranno l'attività dei magistrati amministrativi sulla falsariga di quanto già previsto per la giurisdizione ordinaria. Queste attività di monitoraggio e supporto sono estremamente importanti, in quanto incidono sulla qualità stessa del servizio reso dai tribunali amministrativi alla cittadinanza.
  Altro punto importante è la misura che prevede l'ingresso di trenta magistrati per coprire gli uffici vacanti nei prossimi mesi e la riduzione del tirocinio formativo da diciotto a dodici mesi, che avrà un effetto per almeno 300 magistrati che entreranno in servizio prima di quanto non sarebbe stato possibile con le norme attuali. Misure, che accompagnate dall'aumento dell'organico del personale amministrativo e all'introduzione del processo amministrativo telematico, costituiscono un altro passo avanti nel percorso verso una giustizia rapida, certa ed efficiente che ci metta al passo con il resto dell'Europa. Nel complesso le misure del decreto n. 168 appaiono essenziali per la gestione e il superamento della perenne emergenza che affligge il sistema della giustizia, un'emergenza che non può più essere tollerata in una moderna democrazia nella quale vige lo stato di diritto. Del resto, la giustizia, al pari della sanità o dell'istruzione, è servizio pubblico fondamentale che lo Stato deve fornire ai suoi cittadini in quanto strumentale all'esercizio dei diritti. Senza garanzia dei diritti non c’è uguaglianza e dunque non c’è democrazia. È chiaro infine che dall'emergenza bisogna uscire in modo definitivo e, per far ciò, occorre ripensare alle modalità di accesso alle carriere giudiziarie, alle strutture giudiziarie, all'impiego delle nuove tecnologie ancora troppo sotto utilizzate rispetto alle loro enormi potenzialità. Insomma, c’è ancora molto da fare. Questo però è un passo nella direzione giusta e per questo la componente socialista voterà a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI)-Liberali per l'Italia (PLI)).

Pag. 5

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mottola. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. Gentile Presidente, onorevoli colleghi, quando il Governo nel Consiglio dei ministri del 30 agosto scorso ha deciso di deliberare questo decreto, ha trovato in noi di Alleanza Liberal Popolare e Autonomie una disponibilità immediata a lavorare per fare sì che il testo potesse essere nella sua conversione in legge ulteriormente migliorato rispetto alla già valida portata normativa.
  Su questo vorrei rilevare che il lavoro svolto in Commissione, seppur breve, è stato intenso e ricco di suggerimenti nel merito, che hanno, attraverso il recepimento di alcuni emendamenti, armonizzato il testo, rendendolo più concreto nel dare risposte immediate ai grandi problemi della giurisdizione ordinaria, amministrativa e contabile. Infatti, gli organi della giustizia amministrativa devono misurarsi con le innovazioni del processo amministrativo telematico, con la giurisdizione contabile e con il nuovo codice del processo contabile; la Corte di cassazione con l'emergenza dell'arretrato e dell'eccessiva durata dei procedimenti.
  In particolare, la Corte di cassazione versa in uno stato di profonda crisi di funzionamento, perché gravata da un numero spaventoso di ricorsi – sono più di 80.000 i ricorsi civili e penali che vengono iscritti in ciascun anno – che le impedisce di svolgere appieno la funzione nomofilattica che le competerebbe.
  All'inizio del 2016 i procedimenti civili pendenti erano oltre 105.000; tale ammontare della pendenza risulta essere il valore più elevato in assoluto in serie lunga. Solamente nel 2006 e nel 2007 si sono superati questi numeri. Ed è per questo che riteniamo che un sistema di giustizia inefficiente, oltre a contrastare palesemente sia con l'articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo che con l'articolo 111 della nostra Carta costituzionale, costi ogni anno all'Italia svariati milioni di risarcimento.
  Non vi è dubbio quindi che l'efficienza e l'efficacia della giustizia rafforzano e sviluppano la coesione, il capitale sociale e quindi il clima sociale, la fiducia, lo spirito pubblico e il sistema delle relazioni tra i cittadini. Inoltre, l'efficienza della giustizia è un importante fattore di competitività economica sia per chi già opera sul territorio sia per poter attrarre investimenti e progetti significativi. In questo quadro, l'aumento della qualità dei servizi della giustizia civile e amministrativa e la riduzione dei costi di funzionamento dell'organizzazione giudiziaria, nonché l'incremento della capacità di informazione e comunicazione interna ed esterna non possono che rafforzare la responsabilità sociale degli uffici giudiziari sui risultati e sull'uso delle risorse pubbliche. Un passo importante quindi verso una nuova ridefinizione della governance del sistema di giustizia cui Alleanza Liberalpopolare e Autonomie non farà mancare il suo sostegno ed è per questo che annuncio il voto favorevole a nome di tutta la componente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Chiarelli. Ne ha facoltà. Poi se riesce a convincere anche la fila sotto di lei a lasciarla parlare... Prego.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Grazie, Presidente. Ancora una volta, ci troviamo di fronte all'ennesimo decreto d'urgenza da convertire, un ennesimo provvedimento tampone che in alcune parti – mi riferisco nello specifico alla proroga stabilita per il pensionamento delle cariche apicali della magistratura – addirittura interviene per porre rimedio a un errore che il Governo ha commesso con il precedente decreto n. 90 del 2014, quando ha portato a settant'anni il limite d'età per la quiescenza dei magistrati.
  Il quadro complessivo entro il quale il Governo interviene in tema di giustizia è quello di provvedimenti occasionali, estemporanei, in assenza di una qualunque attività di programmazione, provvedimenti che una volta rispondono a contestazioni Pag. 6dall'Unione europea – ci ricordiamo la situazione delle carceri – un'altra a problematiche di riduzione della spesa, altre ancora – come appare chiaro in quest'ultimo decreto – hanno tutta l'aria di essere almeno in parte provvedimenti ad personam.
  Occorre od occorrerebbe una riforma vera, che parta da un confronto serio con tutte le parti in causa, occorre che il Governo ascolti chi opera quotidianamente nei tribunali, magistrati, avvocati e personale amministrativo, l'unica strada da percorrere per giungere ad una riforma organica. E invece, ancora una volta, si opera nel consueto modo che caratterizza questo Governo: annunci, slide e ora perfino la lavagna a rappresentare la figura del professorino che ha sempre qualcosa da insegnare a tutti, salvo poi trovarsi a fare i conti con provvedimenti tampone, che, anziché produrre miglioramenti, creano solo disagi.
  La giustizia – lo ripeto, ma lo hanno detto ieri in tutti gli interventi che ci sono stati da parte dell'opposizione – non può essere trattata sempre in termini di urgenza e, a proposito d'urgenza, il ricorso ormai continuo alla decretazione, il collega Sannicandro parlava di ben 91 decreti-legge, in palese violazione dell'articolo 77 della Costituzione, è la cartina tornasole che conferma quanto già segnalato circa il metodo con cui si affronta il tema giustizia. Del resto, non è neppure possibile parlare...

  PRESIDENTE. Colleghi, c’è un brusio davvero troppo forte. Onorevole Ferranti, anche voi. Abbiate pazienza, è impossibile, davvero impossibile, sia parlare che ascoltare. È una cosa terribile. Prego, onorevole Chiarelli.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Magari aspettiamo che finiscano la conversazione così...
  Del resto, non è neppure possibile parlare di metodo, in quanto il termine metodo presuppone la presenza di un piano di azione, una programmazione, un obiettivo preciso da raggiungere, ma finora abbiamo assistito solo ad una navigazione a vista. Un metodo, si fa per dire, che a dire il vero non riguarda certo solo la giustizia.
  La mia origine territoriale mi porta a riflettere, ad esempio, sui ben dieci decreti prodotti per non risolvere nulla, e sottolineo nulla, e mi riferisco alla questione ILVA di Taranto. Tutta l'azione del Governo, specialmente in tema di giustizia, si articola in modo caotico ricorrendo ad ogni tipo di strumento.

  PRESIDENTE. Onorevole Gelmini, scusate. Io ve lo chiedo per favore, vedo la difficoltà dell'onorevole Chiarelli a concludere l'intervento. Grazie.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Tutta l'azione del Governo, ripeto, specialmente in tema di giustizia si è articolato in modo caotico, ricorrendo ad ogni tipo di strumento: decretazione d'urgenza, leggi ordinarie, leggi delega, per non parlare del ricorso al voto di fiducia. Il filo conduttore unico è quello del totale svuotamento della funzione del Parlamento e il rifiuto di ogni dialogo. È chiaro che si traguardi l'obiettivo del totale primato dell'Esecutivo sulla funzione legislativa.
  È questo un provvedimento pasticciato con il quale si prova ancora una volta a porre rimedi a precedenti pasticci. È stato più volte segnalato nella discussione generale come sia elevato il profilo di incostituzionalità che si ravvede in modo estremamente chiaro in gran parte degli articoli del decreto. Ormai vi risparmio le rituali osservazioni sull'inadeguatezza – uso un eufemismo – della politica del Governo in tema di giustizia.
  Con il decreto n. 90 si interveniva nel 2014 sui limiti previsti per la quiescenza dei magistrati, stabilendo tale limite in settant'anni, limite che nei fatti si è dimostrato inattuabile, costringendo al ricorso a più proroghe. Oggi che si fa ? Anziché intervenire con un provvedimento strutturale, che definisca in modo chiaro i limiti validi per tutti i magistrati...

  PRESIDENTE. Colleghi e colleghe, non è che dovete smettere di parlare mentre io Pag. 7suono la campanella, dovete smettere di parlare dopo che io ho suonata la campanella e far concludere il vostro collega. Per favore, uscite, ci sono ancora sette interventi in dichiarazione di voto. Prego.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Con questo provvedimento si viola palesemente la Costituzione, si rileva come la proroga non sarà valida per tutti i magistrati, ma riguarderà parte dei ruoli apicali, peraltro individuata con sistema assolutamente arbitrario. È chiaro che la violazione innanzitutto è dell'articolo 3 della Costituzione, nel momento in cui si va a discriminare tra soggetti che hanno diritto allo stesso trattamento; ma, più nel particolare, l'articolo 107, comma 3, stabilisce che i magistrati si distinguono fra loro soltanto per diversità di funzioni.
  Si violano sicuramente anche gli articoli 104, autonomia dalla magistratura, e 105: spettano al Consiglio superiore dalla magistratura, secondo le norme dell'ordinamento giudiziario, le assunzioni, le assegnazioni e i trasferimenti. Infine, la proroga parziale indurrà certamente una comprensibile demotivazione dei magistrati in presenza di totale incertezza dell'ambito temporale.
  L'articolo 1 del decreto prevede che il Primo presidente della Corte di cassazione, al fine di assicurare la celere definizione dei procedimenti penali pendenti, può applicare temporaneamente i magistrati addetti all'ufficio del massimario e del ruolo con anzianità di servizio nel predetto ufficio. Se la finalità è quella di consentire una maggiore disponibilità di risorse in presenza di un significativo carico di lavoro – ci si accorge oggi –, è condivisa, ma la mancanza di riferimenti temporali per l'incarico, l'eccessiva discrezionalità concessa al Primo presidente della Cassazione, l'assenza di indicazioni circa l'anzianità dei designati nei fatti non introdurranno elementi di miglioramento, fermo restando che non si interviene come si dovrebbe in modo strutturale con una riforma complessiva che miri realmente all'efficienza negli uffici giudiziari.
  Così come davvero appare incredibile che il Governo si accorga solo ora del carico di lavoro della Cassazione e intervenga, ancora una volta, in regime di emergenza e con decisioni che non affrontano in modo organico, ripeto, le questioni.
  Inutile dire che si continua a non affrontare la questione alla radice, ovvero l'adeguamento degli organici innanzitutto, la semplificazione delle procedure, l'armonizzazione dell'intero sistema, la piena informatizzazione. La giustizia non può essere trattata sempre in termini di urgenza.
  È evidente che con queste premesse il gruppo dei Conservatori e Riformisti vota «no» e non è certo un «no» precostituito di chi siede nei banchi dell'opposizione, ma rappresenta una ponderata bocciatura di un provvedimento che non risponde ad alcuna delle istanze che l'insieme degli operatori della giustizia e l'intera utenza da tempo rivolgono, inascoltati, ad un Governo sordo e inconcludente (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baradello. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BARADELLO. Signora Presidente, il disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 168, così come emendato dalla Commissione giustizia, risulta a nostro avviso meritevole di approvazione, però con qualche puntualizzazione.
  Come veniva ricordato in fase di discussione generale, questo provvedimento nasce da quattro esigenze: la prima, di ridurre i tempi di esame del contenzioso civile in Cassazione; ridurre i tempi di copertura dell'organico della magistratura ordinaria; assicurare la funzionalità degli uffici giudiziari; e, infine, assicurare l'aumento dell'organico del personale amministrativo e l'efficienza del processo amministrativo con riferimento al processo telematico ed un supporto all'attività dei magistrati attraverso strutture organizzate all'interno degli uffici di segreteria.Pag. 8
  Queste quattro esigenze chiaramente trovano gran parte delle risposte nel provvedimento, ma non sono del tutto esaustive, ovviamente, quindi va riconosciuto che rappresenta uno sforzo significativo nella direzione di rendere maggiormente efficiente il procedimento civile, in particolare il giudizio in Cassazione e il processo amministrativo.
  È importante, a nostro avviso, la proposta di integrare i collegi giudicanti in Cassazione con giudici provenienti dall'ufficio del massimario con almeno due anni di servizio. Se è vero, infatti, che tali giudici non hanno l'anzianità necessaria per divenire magistrati di Cassazione, è altrettanto vero che, da un lato, proprio la loro provenienza dall'ufficio massimario potrebbe garantire al collegio una migliore conoscenza dei procedimenti giurisprudenziali e quindi una più celere e corretta decisione; dall'altro lato, che, viste le proporzioni numeriche indicate dalla norma e le modalità di decisione, in nessun caso il magistrato proveniente dall'ufficio del massimario sarà l'ago della bilancia per le decisioni più delicate, cioè quelle più controverse.
  Certamente l'integrazione dei collegi con questi magistrati provenienti dall'ufficio del massimario consentirà di recuperare almeno in parte l'ingente arretrato che, com’è noto, costituisce uno dei cronici mali della nostra giustizia civile.
  È anche coerente con l'obiettivo di velocizzare il procedimento innanzi alla Corte di cassazione l'articolo 1-bis introdotto dalla Commissione giustizia, che generalizza il modello di decisione in camera di consiglio per tutte le questioni da trattare innanzi alle sezioni semplici, oltre a quelle sulla competenza e sulla giurisdizione, quelle sospette di inammissibilità e quelle accoglibili perché manifestamente fondate.
  Questa previsione, unita alle ulteriori modifiche dirette a snellire il passaggio dei ricorsi dal Presidente alle sezioni dovrebbe consentire una maggiore rapidità nelle discussioni, superando così quello che è uno dei più gravi inconvenienti che affliggono il processo di Cassazione, cioè la prassi che tra il deposito del ricorso e la fissazione dell'udienza di discussione passino – ahimè ! – svariati anni, il tutto a detrimento delle esigenze di celerità del giudizio e di certezza del diritto.
  La riduzione delle udienze derivante dalla decisione in camera di consiglio, unita alle modifiche previste al procedimento in camera di consiglio e ad una maggiore rapidità nell'assegnazione delle cause e nell'assunzione di provvedimenti, unita ancora all'integrazione dei collegi, dovrebbe consentire, almeno nel medio periodo, una più rapida trattazione delle cause e, quindi, una più celere definizione dei giudizi.
  Considerato l'impatto che le nuove disposizioni avranno sull'organizzazione interna degli uffici, riteniamo anche ragionevole il mantenimento in carica, nel transitorio, delle figure direttive apicali della Corte di cassazione e del Consiglio di Stato, così come previsto negli articoli 5 e 9 del decreto. Così come ci sembrano coerenti con l'intento complessivo di fornire al cittadino una giustizia civile migliore e più efficiente, le disposizioni dirette a ridurre il tirocinio dei giovani magistrati, che consente la loro immissione più rapida in ruolo nonché la possibilità di nominare gli idonei che siano risultati in soprannumero rispetto ai posti banditi a concorso, ma si renda necessario assumere in relazione alle esigenze di copertura dei singoli uffici. Riteniamo importante anche la norma che prevede la riduzione dei magistrati con funzioni direttive e la contestuale ricollocazione degli stessi quali magistrati con funzioni giudicanti e requirenti.
  Passando alle disposizioni relative alle misure urgenti per la giustizia amministrativa, ritengo che si tratti di disposizioni che vanno opportunamente a chiarire e ad integrare il codice del processo amministrativo e il DPCM n. 40 del 2016, contenenti le specifiche tecniche del processo amministrativo telematico. Sull'opportunità di digitalizzare, per quanto possibile, l'attività processuale, anche allo stato, e di sgravare di compiti le segreterie, ci sembra non vi siano dubbi da parte alcuna. Considerata Pag. 9la delicatezza del passaggio dal sistema cartaceo a quello telematico, ci sembra anche congrua la previsione che pone al 1o gennaio 2017 il termine iniziale per l'applicazione del pacchetto di norme relative al processo telematico amministrativo. Così come ci sembra lodevole l'iniziativa di introdurre una forma peculiare di ricorso per saltum, diretto a dirimere, nei primi tre anni di applicazione della legge, le eventuali difformi interpretazioni giurisprudenziali in merito all'applicazione delle disposizioni sul processo telematico. È vero che ciò potrà, inizialmente, appesantire il lavoro del Consiglio di Stato, ma è altrettanto vero che, grazie a questo strumento, si avrà la formazione di prassi interpretative e applicative uniformi su tutto il territorio nazionale; il tutto a favore della certezza e della celerità del giudizio, come dicevo prima.
  Siamo di fronte a norme inevitabilmente di effetto limitato, ma che, come detto, fanno parte di un più generale tentativo di intervento sul settore della giustizia. Sono norme di effetto limitato, ma importanti e certamente utili.
  Appare, quindi, importante e necessario il voto favorevole alla legge di conversione, voto che il gruppo Democrazia Solidale – Centro Democratico esprime con un richiamo finale. Il tema della decretazione d'urgenza e del suo uso eccessivo – lo sappiamo bene – si ripresenta ad ogni decreto che il Parlamento è chiamato a convertire e non si nega che vi sia più di un fondo di verità quando si dice che questo uso eccessivo svilisce l'attività delle Camere, spostando sempre di più il peso del lavoro legislativo verso il Governo, in modo improprio, in teoria, ma spesso necessario. Ecco, questo è uno dei casi: la necessità e l'urgenza di intervenire per snellire, sempre in modo limitato – ahimè ! –, ma positivo, i tempi della giustizia, anche tramite una sempre maggiore digitalizzazione degli atti, giustifica certamente la scelta del Governo di intervenire per decreto, in attesa, però – questa è la sottolineatura che vogliamo fare –, di un vero progetto di riforma della giustizia che affronti i mali del settore in modo sistematico e in modo organico.
  Noi ce lo auguriamo e raccomandiamo che questo possa essere seguito nei mesi che ci troviamo davanti e ci auguriamo che questo sia un provvedimento che prenda la sua strada, la strada giusta per la discussione nelle giuste sedi. Confermo, come detto, il voto favorevole del gruppo Democrazia Solidale – Centro Democratico.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dambruoso. Ne ha facoltà.

  STEFANO DAMBRUOSO. Grazie, Presidente. Preliminarmente già posso affermare che il gruppo di Scelta Civica è assolutamente a favore di questo provvedimento, che contiene immediatamente....

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Dambruoso. Ora devo richiamare questo gruppetto qui, perché c’è una polifonia d'Aula. Prego, onorevole Dambruoso.

  STEFANO DAMBRUOSO. Grazie, Presidente... che prevede delle misure che il Governo ha deciso evidentemente di considerare urgenti, proprio perché l'efficienza della giustizia, a cui mira tutto questo provvedimento, è un obiettivo da tutti condiviso e chiaramente da trattare con la massima velocità e con la massima sensibilità istituzionale.
  Dal malfunzionamento, dalla velocità ridotta della giustizia, per non dire dalla lentezza della giustizia dipende un aggravio economico per tutti gli utenti della giustizia, ma soprattutto anche il rischio di importanti infrazioni comunitarie, che possono poi refluire sul pagamento delle tasse di ciascun cittadino, che servono per coprire quel tipo di infrazioni.
  Proprio per questo quel decreto d'urgenza, che ha questa necessità dal punto di vista del rispetto dei profili di efficienza della giustizia, previsti dall'articolo 111 della Costituzione, ma anche dall'articolo 6 della Convenzione europea, deve essere Pag. 10considerato uno strumento apprezzabile per chi vuole assolutamente raggiungere un obiettivo, che è quello del miglioramento del servizio giustizia.
  È chiaro che in una velocizzazione del provvedimento ci sono state delle misure che hanno richiamato una pluralità di critiche, che sono quelle che sono state recepite nel corso della discussione generale e nel corso dell'approvazione o meno degli emendamenti prospettati.
  Mi piace dire che, senz'altro, ci saranno molti ricorsi sia di tipo amministrativo che, verosimilmente, presso lo stesso CSM, dove si disciplinerà l'avanzamento di carriera per chi si riterrà non tutelato da questa normativa e, al contrario, per chi si sentirà, invece, penalizzato in maniera significativa. Ma questo è un punto che, senz'altro, è stato messo in conto, non è stato sottovalutato, ma che, comparato con il miglioramento dell'efficienza della giustizia, è apparso immediatamente minore in termini di apprezzamento da parte sia del Governo che della maggioranza che ha sostenuto in Commissione il testo che è arrivato alla Camera.
  La pluralità dei provvedimenti, tra cui il miglioramento della giustizia in Cassazione, che era uno dei temi di maggiore interesse da trattare con questo decreto, e anche un perfezionamento della dinamica che ha già portato all'avviamento, in sede di giustizia amministrativa, del procedimento telematico, devono essere salutati con parere assolutamente favorevole anche da parte di Scelta Civica.
  È chiaro che si sono sentite una pluralità di voci che hanno ritenuto di dover fondatamente, anche perché senz'altro sollecitati e interessati a far emergere questo tipo di disagio che questo decreto avrebbe provato... Ebbene, da magistrato ancora in aspettativa e, quindi, insieme all'unica altra collega, che è presidente della Commissione giustizia, quindi due magistrati fra 630 deputati – parlo in prima persona – abituato a non avvertire tutta questa solidarietà e tutta questa vicinanza di interessi rispetto sia al lavoro svolto dai magistrati sia alla categoria stessa, ho salutato con grande apprezzamento interventi che sono arrivati prevalentemente e principalmente da una parte politica che, in questi tre anni che ho avuto l'onore e la fortuna di poter praticare quest'Aula, difficilmente ho ascoltato esprimere valutazioni così a sostegno della magistratura, così come li ho sentiti dire, di volta in volta, richiamando pericoli di violazioni clamorose dalla Costituzione, che avrebbero delegittimato la magistratura.
  Ho ascoltato, non solo in Aula, ma addirittura in luoghi un po’ meno istituzionali dell'Aula, tipo in ascensore, proprio un deputato dei 5 Stelle che più volte ha preso la parola con una pluralità di emendamenti, dire, in maniera chiara, che la categoria che meno sopporta sono i magistrati. Ebbene, l'ho sentito qui sperticarsi sulla difesa di categoria che mi ha lasciato positivamente impressionato proprio perché appunto ho avvertito questo tipo di recupero personale di una vicinanza istituzionale che mai e poi mai avrei immaginato maturasse nel giro di così poco tempo, anche perché questo episodio è accaduto esattamente nel corso dei lavori che si svolgevano in Commissione giustizia su questo decreto. Pertanto, ho salutato con piacere il riavvicinamento personale e, quindi, questo recupero appunto di senso delle istituzioni che non si può non condividere proprio perché si tratta del senso di legalità a cui spesso e quasi sempre facciamo riferimento per sollecitare un recupero appunto di una coesione nazionale e anche della credibilità del nostro Paese. Difficilmente l'ho avvertito praticare in una maniera così forte da alcuni di quelli che in questo tipo di discussione, invece, avevano espresso una valutazione assolutamente negativa su questo decreto e, al contrario, di rischio di delegittimazione della magistratura.
  Pertanto, speriamo che questo sia davvero un percorso iniziato, quindi di riavvicinamento di quest'Aula e dei parlamentari alle ragioni di un'istituzione che senz'altro deve rimanere rispettosa delle ragioni del Parlamento, che è un potere importante, fondamentale e prioritario rispetto forse ad una serie di tematiche che devono essere affrontate, ma che rimane Pag. 11davvero un punto di riferimento fondamentale per i cittadini che ci eleggono e che devono necessariamente avere nella giustizia ben organizzata e meglio strutturata un punto di riferimento insostituibile per affermare le proprie ragioni.
  Per cui, tutta una serie di punti che sono stati trattati proprio in questo provvedimento, che sono già stati citati da chi mi ha preceduto, dagli interventi che mi hanno preceduto, ritengo che non meritino di essere valutati come sostanzialmente prevalenti rispetto alle ragioni positive di efficientamento della giustizia.
  Io stesso ho presentato una serie di importanti emendamenti che ritenevo cogliessero anche i disagi che buona parte della magistratura aveva sollecitato per evitare che questo decreto passasse, ma nel corso dei lavori in Commissione è maturata una prevalenza della valutazione politica che deve essere salutata, in un fisiologico equilibrio di rapporti tra politica e magistratura, positivamente perché la politica deve assumersi appunto il ruolo di una decisione su vicende che le competono senz'altro e che riguardano un altro importante potere previsto dalla nostra Costituzione e che deve essere rispettato sempre e disciplinato con la massima attenzione senza nessuna voglia di delegittimazione o di attenuazione della propria valenza dal punto di vista istituzionale.
  Ecco, queste ed altre ragioni ci inducono come Scelta Civica a ritenere che, nella consapevolezza appunto di difficoltà che rimarranno in piedi e che porteranno ad una pluralità di ricorsi, sia in sede di Corte costituzionale, che in altre sedi sempre legate alla gestione dell'apparato giudiziario, i valori di maggiore efficientamento della macchina giudiziaria siano chiaramente prevalenti. Noi non ci accodiamo a chi ha voluto marcare questo provvedimento come il decreto «salva Canzio». Questo è un provvedimento che, come è stato detto nel corso di queste ore in cui lo abbiamo discusso in Aula, davvero ha introdotto misure importanti di velocizzazione del lavoro in Corte di cassazione.
  Ecco, per tutte queste ragioni ritengo, Presidente, che davvero sia importante esprimere un voto favorevole su questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Grazie, Presidente. Presidente, ovviamente anticipo sin da subito che il gruppo della Lega Nord voterà contro questo provvedimento, contro questo decreto.
  Le motivazioni per le quali voteremo contro sono state pienamente illustrate durante il dibattito e durante la votazione degli emendamenti. Si tratta dell'ennesimo decreto-legge, l'ennesimo decreto-legge in materia di giustizia, un decreto profondamente incostituzionale, un decreto che non risolve i problemi effettivi del sistema giustizia, che non velocizza, che non semplifica, che non risolve il contenzioso tra le magistrature, che sostanzialmente non rappresenta quella spinta necessaria rispetto alla quale il sistema giustizia nel nostro Paese oggi guarda con attenzione per poter avere un sistema di giustizia migliore rispetto al passato. È un provvedimento tampone, uno come tanti altri, un provvedimento che sostanzialmente non va nella direzione di quella grande riforma della giustizia auspicata da più parti, ma mai realizzata. È evidente, però, che un decreto come questo, il decreto «salva Canzio» e altri direi, è un decreto che ovviamente crea anche tensione tra la magistratura e crea una profonda discriminazione tra i magistrati stessi, i magistrati di serie A e i magistrati di serie B. Il decreto rappresenta ed è la dimostrazione plastica di uno stato totalmente confusionale in cui versa l'Esecutivo sul tema della giustizia, in modo particolare con riferimento all'articolo 5, in modo particolare con riferimento all'età pensionabile e al trattenimento in servizio dei magistrati.
  Io credo, però, che un decreto come questo, che è l'ennesimo decreto in materia Pag. 12di giustizia, non possa non portare il Parlamento a fare alcune considerazioni di natura generale e complessiva sullo stato della giustizia oggi in Italia. E io credo che questo decreto rappresenti l'ennesima occasione persa, l'ennesima occasione rispetto alla quale ci poteva essere un confronto serio ed importante tra le forze politiche per migliorare uno dei servizi fondamentali del sistema Paese. E io credo che la domanda che dobbiamo porci e che in modo particolare si devono porre il Governo, il Ministro, la maggioranza, il Partito Democratico è se il sistema giustizia oggi sia un sistema giustizia migliore e più efficiente rispetto al passato. L'alibi e la scusa tale per cui la giustizia in Italia non poteva essere riformata per colpa del centrodestra e per colpa di Silvio Berlusconi ormai è inevitabilmente decaduta. La sinistra e il Partito Democratico governano il Paese e in modo particolare il settore giustizia dal 2012 e io credo che qualche assunzione di responsabilità rispetto al mancato efficientamento del sistema giustizia il Partito Democratico se la deve fare perché se prima erano Governi tecnici e Ministri tecnici con delle funzioni particolari, limitate, oggi l'alibi del Governo tecnico non c’è più; oggi abbiamo un Ministro politico, abbiamo un Governo politico. Credo che le parole della collega Locatelli poc'anzi siano la cartina di tornasole di quello che si voleva fare e di quello che non è stato fatto in materia di giustizia. Dobbiamo chiederci oggi se la giustizia in Italia funziona meglio o peggio rispetto al passato; se la fiducia del cittadino rispetto al funzionamento e all'efficienza del sistema giustizia oggi è una fiducia più avanzata rispetto al passato. Vista la percezione generale, complessiva, temo che la risposta, sia da parte degli attori e dei protagonisti del sistema giustizia in Italia oggi, sia da parte di coloro i quali usufruiscono del sistema giustizia, sia assolutamente negativa. Nonostante il lavoro, nonostante l'impegno, nonostante la responsabilità di coloro i quali hanno la responsabilità di far funzionare il sistema giustizia, credo che oggi le risposte della politica e in modo particolare le risposte di chi ha la responsabilità politica e di indirizzo politico sul tema della giustizia, ovvero di chi governa questo Paese, siano state risposte assolutamente insufficienti che non hanno portato il sistema giustizia, che è uno di quei fattori di crescita del nostro Paese – l'efficienza del sistema giustizia tara e cuba circa un punto di PIL –, ad essere un sistema efficiente e funzionale, per rendere il sistema giustizia migliore e più efficace rispetto al passato. Occasioni perse, riforme non fatte.
  È un'esemplificazione quello che sta accadendo al Senato sulla riforma del processo penale: si può essere d'accordo oppure no su quella riforma, ma è evidente che è una riforma pasticciata, è una riforma che è caduta nella palude dell'ingorgo politico, delle contraddizioni politiche, delle divisioni politiche, dell'astio politico; è una riforma, quella penale, dove vi sono tra l'altro alcuni aspetti fondamentali e necessari rispetto ai quali il Paese attende delle risposte importanti, ferma, bloccata, sintomo e sinonimo di incapacità di riformare e di legiferare su un tema tanto importante.
  Quindi, Presidente, io non la farò molto lunga. Mi interessa, però, ricordare in quest'Aula, proprio in tema di giustizia, alcune proposte della Lega, alcune proposte chiare, precise e puntuali che si sono fermate; tra l'altro, proposte rispetto alle quali c'era l'interesse complessivo e generale da parte della politica e da parte dell'opinione pubblica affinché la politica potesse dare delle risposte certe.
  Questa diventa l'occasione per rivendicare e per chiedere nuovamente al Governo, alla maggioranza e al Partito Democratico di ridare impulso ad alcune proposte che a noi stanno particolarmente a cuore, sul fronte della giustizia, strettamente collegate al fronte della legalità e della sicurezza. Ricordo, ad esempio, la legge sulla legittima difesa, la riforma ed il miglioramento della legittima difesa, che quest'Aula impunemente e in maniera indegna ha insabbiato, ha riportato in Commissione, e di cui oggi non si parla più assolutamente in nessuna sede e in alcuna circostanza. Noi chiediamo che la proposta Pag. 13di legge della Lega sulla legittima difesa venga riapplicata, che la proposta che avete bloccato, avete bocciato e avete insabbiato possa tornare ad essere un tema di attualità e di dibattito politico e possa tornare nell'agenda di questo Parlamento e della politica attuale.
  Ancora, Presidente: ci sono alcuni numeri che sono drammatici, che danno la rappresentazione di un Paese che ha paura, sul tema della sicurezza, che è strettamente collegato al tema dei furti. Nel disegno di legge al Senato sul processo penale vi era una parte legata all'aumento delle pene sui furti proprio per garantire certezza, per dare al cittadino la garanzia che il criminale, nel momento in cui commette un reato, possa essere consegnato, senza se e senza ma, alla giustizia; ma quella parte è bloccata. Quindi, chiediamo che, anche sulla sanzione penale relativa ad alcuni reati di particolare gravità, questo Parlamento sordo possa tornare ascoltare, non tanto e non solo la voce dalla Lega, quanto la voce del popolo e dei cittadini.
  Presidente, ancora un'altra proposta, e mi rivolgo direttamente alla Camera, a quest'Aula, anche se mi spiace che non ci sia la presidente Ferranti, che diede un grande contributo per l'approvazione di quella legge: quest'Aula approvò, quasi all'unanimità, un provvedimento di assoluto buonsenso, che impediva l'applicabilità del rito abbreviato, cioè lo sconto di pena di un terzo, per alcuni reati di gravissimo allarme sociale. Criminali che si macchiavano di reati gravissimi riuscivano ad ottenere questi sconti e ad avere condanne lievi e banali, ma quest'Aula votò una legge importante che impediva che coloro i quali commettessero reati particolarmente gravi e odiosi, che andavano ad incidere in maniera grave sulla personalità e sulla libertà dell'individuo, beneficiassero di sconti di pena, di premi e di misure premiali. Fu approvata dalla Camera ma sabotata dal Senato. Presidente, sabotata dal Senato ! Io invito la Presidenza a una moral suasion nei confronti del Senato, nei confronti della Commissione giustizia del Senato, a non violentare quella legge, a dare quanto meno dignità, se non a quella proposta di legge, a quei soggetti, alle vittime di reati talmente gravi !
  Presidente, queste sono tre proposte in materia di giustizia, tre proposte di buonsenso e rispetto alle quali la voce della Lega continuerà a farsi ascoltare e a insistere, perché quella è la vera giustizia. L'applicazione del principio della certezza della pena non è semplicemente un dogma o una propaganda da campagna elettorale: la richiesta di una certezza della pena seria e reale è una delle esigenze reali che emergono da un Paese reale e rispetto al quale probabilmente chi siede in quest'Aula non sempre rimane in sintonia.
  Con riferimento a questo, Presidente, vado a concludere – ovviamente rinnovando il voto contrario della Lega su questo ennesimo inutile e dannoso decreto-legge – citando un caso particolare – e lo faccio nell'ufficialità dell'Aula della Camera –, un fatto di cronaca che si è verificato in questi giorni e che sta portando una comunità ad avere uno stato di forte tensione. Mi riferisco a un poliziotto dalla squadra mobile di Lecco, che oggi versa in fin di vita, all'ospedale di Como, investito da uno spacciatore marocchino senza fissa dimora.
  Presidente, ovviamente l'occasione è quella di augurare a questo servitore dello Stato in divisa la possibilità di poter tornare a svolgere il proprio lavoro e a riacquistare quella salute che oggi non ha, però, Presidente, chiedo al sottosegretario della giustizia (mi spiace non ci sia il Ministro della Giustizia) che su questa vicenda, nell'esercizio delle funzioni e delle competenze che il Ministero della giustizia ha, venga fatta giustizia, venga fatta quella sacrosanta giustizia nei confronti di un servitore dello Stato che sta rischiando di perdere la vita per l'azione delinquenziale di uno spacciatore senza fissa dimora !
  Presidente, questo Paese non accetterebbe ulteriori sconti di pena, ulteriori misure indultive, ulteriori regali nei confronti di chi ha messo in pericolo la vita di un nostro servitore dello Stato. Chiedo Pag. 14che la giustizia faccia il proprio corso in maniera seria, con una seria applicazione della pena.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marotta. Ne ha facoltà.

  ANTONIO MAROTTA. Signora Presidente, prima uno sguardo sul problema in generale, poi entreremo nel merito del provvedimento. L'accusa principale che viene mossa a questa maggioranza, a questo Governo, per quanto riguarda la giustizia, è quella di non aver voluto affrontare il problema alla radice, adottando provvedimenti tampone, provvedimenti a pioggia, di cui uno sarebbe quello che stiamo oggi trattando. Non vi è accusa più ingiusta e lontana dalla verità. Perché ? Perché il problema della giustizia è stato posto al centro dell'agenda di questo Governo, di questa maggioranza, e lo testimoniano che cosa ? I provvedimenti che sono stati varati in questa attività legislativa, dalla riforma del processo civile alla riforma del processo penale, all'intervento sul sistema carcerario, al processo telematico nel settore della giustizia amministrativa, alla depenalizzazione dei reati. Sono tutti provvedimenti che evidentemente parlano e si riferiscono a interventi strutturali in questo settore.
  L'altro aspetto che bisogna qui telegraficamente rilevare è che penso che abbiamo fugato i dubbi in merito alla possibilità del Governo di ricorrere al decreto-legge per questo provvedimento. Lo abbiamo riferito più volte: siamo nell'alveo di quello che è il contenuto della Carta costituzionale; siamo nell'alveo del rispetto dell'articolo 3 della Carta costituzionale, perché interveniamo solamente riguardo l'aspetto del pensionamento del magistrato; siamo nel rispetto delle prerogative dell'attività del Consiglio superiore della magistratura, dell'articolo 105 della Carta, qui più volte richiamato, perché non c’è alcuna interferenza con le attività poste in essere dal Consiglio superiore della magistratura, attività per le quali è sovrano e il Governo, il Parlamento e la maggioranza non pensano assolutamente di entrare, nel rispetto delle reciproche competenze e dei reciproci ruoli.
  Allora, avendo fugato tutti i dubbi con riferimento a quelle che sono state le accuse che ci sono state mosse dall'inizio dell'iter di questo provvedimento, andiamo a vedere l'essenza del provvedimento. L'essenza del provvedimento è nel titolo della normativa: misure urgenti per la definizione dei procedimenti del contenzioso presso la Corte suprema di Cassazione e per l'efficienza degli uffici giudiziari. Perché questo primo intervento sulla Corte di cassazione ? Perché il Governo ha ritenuto legittimamente che – poi può essere sottoposto a critica tutto ciò che si fa, tutto ciò che si dice, tutto ciò che si realizza, perché siamo in un Paese di piena democrazia e quindi tutto è suscettibile di possibilità di cambiamento o di contrasto, però una cosa è certa – essendo il momento terminale del processo (la Cassazione) e sviluppandosi lì situazioni che attengono alla velocizzazione del processo, perché siamo nella fase finale, in una fase in cui – per voi che tanto invocate la prescrizione – potrebbe maturare quel termine che potrebbe far finire il processo, si è ritenuto di intervenire lì come si ritiene di intervenire su un ufficio giudiziario, visto che i risultati sono positivi.
  Infatti, se andate a leggere le statistiche dell'attività della Corte negli ultimi tre anni – questo è importante, ecco perché bisogna documentarsi prima di parlare – vedrete che l'iter è positivo, e l'attività della Corte è un'attività benefica, rispetto a quella che è la soluzione di quei milioni di processi di cui tanto parliamo dall'inizio fino alla fine di ogni anno giudiziario.
  Se quello della Cassazione è uno snodo importante, un fatto importante nel sistema processuale italiano, allora dobbiamo intervenire lì. E come si interviene ? Innanzitutto – e gli effetti e le statistiche lo dimostrano – il lavoro della Cassazione in questi ultimi anni è un lavoro positivo e ai cittadini ritorna un riflesso positivo (al cittadino che ha problemi o che si trova a dover affrontare, per situazioni varie, la giustizia). Egli ha un ritorno positivo nell'attività Pag. 15della suprema corte. Allora, la prima attività è quella di mantenere, anche se per un periodo limitato, quelli che sono i vertici, perché da un po’ di tempo a questa parte tutti quanti insieme siamo stati concordi nel dire che cosa ? Nell'individuare nella responsabilità e nella possibilità di individuare i capi degli uffici come persone che abbiano titoli, meriti e capacità per ottenere dei risultati nell'ambito degli uffici che dirigono. E, allora, siccome nella Corte ci sono dei vertici apicali, si è ritenuto questo, dati i buoni risultati. Questa è la ratio del provvedimento e si doveva fare in maniera urgente, perché è chiaro che era difficile passare attraverso l'iter di una legge normale e su questo punto devo dire che se il referendum già fosse stato fatto e si poteva dire che la Camera era l'unica a dover decidere sull'iter legislativo, molto probabilmente qualsiasi Governo avrebbe scelto la via del disegno di legge ordinario attraverso le Camere. Ma siccome sappiamo tutti – ed è questo per cui noi ci battiamo, perché al prossimo referendum si voti «sì» – che se incardiniamo un disegno di legge lo porteremo a termine molto probabilmente entro la fine di questa legislatura o addirittura dopo, allora si deve scegliere per forza il decreto. È una scelta politica ! L'ho detto e lo ripeto: il decreto-legge, come è stato scelto dal Governo in questo caso, serve per mantenere quei vertici che assicurano efficienza e dei risultati positivi rispetto al problema giustizia.
  D'altronde, si è data la possibilità anche a questi vertici – e qui è proprio l'intervento mirato alla Cassazione – di utilizzare chi ? Dei magistrati che fanno parte del massimario della Cassazione e di poterli utilizzare, per quelli che hanno dei titoli e valutato tutto quello che è il sistema della Cassazione, nell'ambito delle sezioni della Cassazione come consiglieri. Ma per chi lo sa, il massimario è fatto da magistrati che quelli che si studiano il processo e che per primi studiano il processo e valutano tutte le questioni di diritto che sono in quel processo e in tutti gli altri processi. Quindi, è personale; sono magistrati che già svolgono un lavoro che è quello a cui poi possono essere chiamati, dal primo presidente, a fa parte delle commissioni. Quindi, è tutto investito nella razionalità e nella velocizzazione dei processi in Cassazione.
  D'altronde, anche le altre norme che riguardano la magistratura in generale sono interventi di buonsenso, ma sono interventi, se andate a leggere bene il contenuto della normativa, limitati nel tempo. Ecco la ragione della necessità e dell'urgenza. Cioè, sono provvedimenti che hanno la durata di due anni, di tre anni, come quello, per esempio, relativo al tirocinio, che invece di essere di 18 mesi viene ridotto a 12. Ma non viene ridotto sottraendo al magistrato tirocinante un momento di preparazione e di frequenza relativa a quello che è il corso dell'anno e sei mesi. Viene solo ridotto del tempo che può essere ridotto, perché partecipare per uno o tre mesi alla scuola della magistratura è esclusivamente un fatto che può essere ridotto a un mese. Perché ? Perché sostanzialmente quello che oggi sappiamo è che tutti quelli che superano il concorso in magistratura hanno una preparazione teorica vastissima, ma non hanno una preparazione pratica di chi si deve confrontare col problema quotidiano e col problema in fatto. E, allora, ridurre da tre mesi a un mese non è la fine del mondo, perché lì, sostanzialmente alla scuola, continuano ad indottrinarti.
  Come è vero che, proprio con riferimento al principio che chi viene indicato a dirigere un ufficio abbia del tempo per avere la possibilità di gestire quell'ufficio e di gestirlo in senso positivo, perché dopo c’è la verifica, anche da questo punto di vista il tempo è aumentato: infatti, si dice che i capi degli uffici – uffici direttivi – devono rimanere perlomeno tre o quattro anni in quell'ufficio.
  E poi veniamo all'aspetto amministrativo. Qui voglio sottolineare solamente due cose...

  PRESIDENTE. Ha 13 secondi, onorevole Marotta.

  ANTONIO MAROTTA. Prima la sinteticità. Questa è una battaglia che noi Pag. 16facciamo da sempre. È una battaglia su cui Area Popolare è schierata per tutti i processi. Dobbiamo capire culturalmente che il futuro è nella sinteticità, nella chiarezza – poi mi può pure interessare poco –, ma soprattutto nella sinteticità. Andiamo verso processi telematici, processi digitali, per cui la capacità della sintesi è un fatto importante. L'abbiamo recuperata anche nel processo civile e penale e la stiamo recuperando nel processo amministrativo nel quale, tra l'altro...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

  ANTONIO MAROTTA. ...la sentenza breve è già un dato di fatto inserito nella procedura.
  Per questo noi voteremo convintamente «sì» sul provvedimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signora Presidente, signori del Governo, colleghi, il collega Marotta ha inteso cogliere l'occasione per dire che quanto stiamo sperimentando giustifica la controriforma istituzionale. Ha detto che queste sono le ragioni per cui noi dobbiamo votare per il sì. Quindi, sarò costretto anche io a dire qualcosa in merito, senza uscire dal tema. Noi oggi siamo chiamati a convertire in legge l'ottantunesimo decreto-legge dall'inizio della legislatura – l'ottantunesimo decreto-legge ! – la cui complessità e la cui grandezza, insieme agli altri, cioè gli 81 decreti-legge, rappresentano il 47 per cento di tutti i commi che sono stati deliberati da quest'Aula in questi anni. Cioè, praticamente, su 6.368 commi i decreti-legge ne contengono 5.651. Questo dà la misura di quanto l'attività del Governo rispetto a quest'Aula sia preponderante, in quanto l'attività legislativa di origine parlamentare si racchiude in un misero 18,8 per cento.
  Ora evidentemente si diceva che siamo costretti a fare i decreti-legge perché c’è il bicameralismo. Però, si dimentica che il nostro Regolamento – il nostro Regolamento ! – prevede, accanto alle procedure da seguire per convertire in legge i decreti-legge, anche la procedura d'urgenza, oppure prevede la discussione di alcuni progetti di legge in Commissione in sede legislativa; e poi ci sono anche le leggi delega. Quindi, il Parlamento ha una varietà di strumenti a disposizione per poter realizzare le sue politiche in tempi congrui. Quindi, questa favola che il bicameralismo rallenta la produzione legislativa è un'affermazione avventata. Faccio presente che se questa cosa fosse detta rispetto alla persistenza nel nostro ordinamento della corte di appello rispetto al giudice di primo grado qualcuno griderebbe, certamente e giustamente, allo scandalo, perché la nostra Costituzione, alla fine del dibattito del 1947, optò per il bicameralismo appunto perché ci fosse una camera di riflessione. Di quanta necessità vi sia di un Senato, sia pure riformato in qualche maniera, lo dimostra – sebbene non sia il caso di approfondire l'argomento in questa occasione – la nostra legislazione e la qualità della nostra legislazione.
  Ho fatto velocemente una piccola ricerca questa mattina prima di venire qui e cosa ho trovato scrutinando la rassegna stampa ? Leggo alcuni titoli: «Troppe leggi e cattive abitudini frenano l'Italia»; «Il male delle leggi»; «Troppe leggi e poche politiche»; oppure, «Troppe leggi che restano solo annunci»; «Ci sono troppe leggi e regole e troppi parassiti che vivono grazie a queste»; «troppe leggi scritte male»; «troppe leggi, poche regole; abbiamo in circolo leggi sui tosaerba, sulle camicie da notte, sulle galline, sui pedaggi stradali dei camionisti». E poi alla fine una dichiarazione del Presidente del Senato, Grasso: Troppe leggi. Ne abbiamo quindici volte più degli altri. Lui specifica e dice: «Resta un dato oggettivo: che l'Italia ha un numero di leggi in vigore quindici o venti volte superiore agli altri grandi Paesi europei, situazione che rende difficile al cittadino conoscere e comprendere le norme. La seconda direzione è Pag. 17assicurare la qualità delle norme attraverso un accurato lavoro di istruttoria nelle Commissioni, dove i testi possono essere ponderati, dibattuti e migliorati con il sostegno dei bravi tecnici del Parlamento. Una legge ben scritta, non solo è più comprensibile e quindi più efficace, ma è applicabile in maniera più uniforme, riducendo gli spazi interpretativi per chi deve attuarla. Quindi abbiamo troppe leggi, ma soprattutto fatte male». E io aggiungo: molto spesso inutili e inefficienti. Ora guardate che divario c’è tra l'intitolazione del decreto-legge e le norme in esso contenuto. Soffermiamoci sul titolo: «Misure urgenti per la definizione del contenzioso presso la Corte di Cassazione e per l'efficienza degli uffici giudiziari, nonché per la giustizia amministrativa»; poc'anzi il collega che mi ha preceduto ha detto: Guardate, non vi preoccupate e non vi spaventate: sono norme che intervengono sul sistema, ma sono norme temporanee, quindi il fatto che si dice che si tratta di norme temporanee, limitate nel tempo, spiega e denuncia che sono norme già di per sé inefficaci perché non penso che in questi due anni presumibili in cui queste norme avranno vigenza si potrà abbattere la mole di 100.000 cause pendenti in Cassazione, come è stato ieri ricordato dalla presidente Ferranti. Quindi, ci stiamo prendendo in giro, stiamo così facendo, come dicono molti, troppe leggi, molti annunci.
  Andando nel merito, quindi, non ripeterò le cose che, sul piano della incostituzionalità del decreto abbiamo già detto in Aula durante la discussione generale, durante la discussione degli emendamenti anche per rispetto all'Aula che queste cose le ha già sentite, ma andiamo un pochino nel merito. Queste misure urgenti quali sono ? Applicazione temporanea – badate bene: temporanea, sta scritto – di magistrati dell'ufficio del massimario alle sezioni della Corte di Cassazione. Si tratta di magistrati che hanno già un lavoro – badate bene –: è stato ricordato ieri che ad un certo punto della nostra storia si è aumentato il numero dei magistrati del massimario da 37, se non ricordo male, a 67. Ora noi che cosa facciamo ? Diamo il potere al Presidente della Cassazione di spostare i giudici che già lavorano al massimario alla giudicante, al giudizio di legittimità e poi dovranno, dopo massimo tre anni, ritornare indietro. Quindi, una norma precaria, una norma che non aggiunge altre risorse e altre energie fisiche ed intellettuali nel lavoro di giurisdizione. Come anche l'altra modestissima norma: «tirocini formativi presso la Corte di Cassazione e la Procura Generale». Quando introducemmo e ci inventammo i tirocini formativi presso gli altri gradi di giudizio qualcuno non volle o si dimenticò che forse sarebbe stato opportuno consentire questi tirocini anche presso il giudizio di Cassazione e oggi lo facciamo e anche questa sarà una misura temporanea. Ora non voglio andare oltre a leggere, perché ne abbiamo discusso abbondantemente in questi giorni, ma quello che in questo dibattito è stato un po’ ai margini è la grave operazione che abbiamo compiuto nella Commissione giustizia e che l'Aula sta avallando, cioè noi con un emendamento del relatore abbiamo modificato e praticamente sostituito una sezione intera del capo terzo del codice di procedura civile, cioè tutta quella normativa che regola il processo davanti alla Corte di Cassazione. Non so se ci rendiamo conto.
  Io credo non ci sia un precedente nella storia d'Italia o nella storia d'Europa che un pezzo di un codice qualsiasi, in questo caso del codice di procedura civile, venga modificato o addirittura sostituito con un emendamento del relatore. Sfido chiunque qui, anche i più colti o i più esperti in diritto, a dichiarare di aver compreso fino in fondo, non soltanto il contenuto di quelle norme, ma anche gli effetti che quelle norme potranno avere sui processi, considerato che quelle norme sono state sorpassate dalla Commissione – diciamo così – nel giro praticamente di qualche ora, di quelli che sono i tempi che il Regolamento della Camera assegna alle Commissioni perché – come voi sapete – non ci sono i tempi per le Commissioni, ma le Commissioni si inseriscono negli spazi o negli intervalli, quando bisogna Pag. 18andare a pranzo, quando bisogna andare a cena e in questi casi ci si può riunire in Commissione. Quindi vedo che il tempo è scaduto, quindi disciplinarmente – come si dice in questo caso – non aggiungo altro. Noi voteremo contro, perché ripeto è un'ulteriore beffa che questo Governo pone in essere nei confronti dei cittadini italiani.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Abbiamo cercato nel corso di questi lavori su questo provvedimento di mantenere un atteggiamento un po’ fuori moda, cioè coerente, illustrando con una certa attenzione le ragioni dei singoli voti sulle singole parti del provvedimento. Però non si può negare che ci sono un problema di metodo e un problema di merito ed è proprio nello shakeraggio fra metodo e merito che vi è la ragione per cui Forza Italia alla fine ritiene di dover esprimere un voto che non esito a definire di astensione punitiva nei confronti del Governo. Astensione punitiva che deriva innanzitutto dal metodo di ricorso davvero singolare, quasi parossistico, alla decretazione di urgenza. Io ho fatto una piccola storia dei temi di questo provvedimento e ho potuto verificare come il ricorso alla decretazione di urgenza costituisce per questo Governo e per questo esecutivo una pessima abitudine ingiustificata, assolutamente al di fuori dei canoni dell'articolo 77 della Costituzione, ma soprattutto legata a degli aggiustamenti continui, cioè è come se l'urgenza non dovesse essere la straordinaria occasione in cui è legittimata una deroga alle procedure parlamentari, ma costituisca la necessità di rimediare ad errori che si sono fatti approfittando della decretazione d'urgenza, una sorta di loop procedimentale in cui il Parlamento è assolutamente inesistente, il Parlamento non ha nessuna ragione di avere dignità di presenza, perché il ricorso al decreto-legge è una sorta di rammendo ad errori che in precedenza sono stati effettuati – ripeto – approfittando dei dettami costituzionali, che viene usato bellamente come se fosse l'assoluta normalità. E questa normalità nell'abuso della decretazione di urgenza dà l'idea di quanto sia rilevante per questo Governo e per questo Esecutivo la Costituzione, cioè ci offre un bonsai, uno spaccato assai interessante per comprendere come la sbandierata riforma della Costituzione altro non è che un rinnovato abuso dei suoi contenuti, un tradimento dei suoi principi e lascia intravedere delle prospettive terrificanti su come la stessa Costituzione possa essere utilizzata per annullare completamente la democrazia parlamentare, privarla di quei pochi contrappesi che con questo abuso, fatalmente si verificano e avere sostanzialmente un esecutivo che, mediante il voto a data certa, possa davvero fare del Parlamento una sorta di inutile appendice, di un satellite che ruota intorno ad un pianeta che non sa che cosa farsene di queste situazioni assolutamente secondarie. Che questo sia vero in questo provvedimento è assolutamente confermato, confermato perché si tratta di interventi occasionali, a tampone, che evitano riforme strutturali. Anche qui dicevo ieri il dolo eventuale ossia la certezza che, evitando riforme strutturali, non si possa e non si debba intervenire con degli investimenti in un settore delicatissimo, come la giustizia – diceva il mio maestro, ripeto, che la civiltà di un Paese passa dalla civiltà del suo processo (si riferiva al processo penale in questo caso) ma è un discorso estensibile sia a quello civile che a quello amministrativo – e la mancanza di investimenti significa che io, non solo agisco con delle proroghe immotivate, che corrono il rischio di essere addirittura irragionevoli da un punto di vista anche di movente, ma soprattutto agisco scarnificando i diritti della difesa, cioè si fa un buon processo eliminando la partecipazione della difesa. Non ci sono più discussione orali, gli avvocati non compaiono se non rarissime volte. Anche nel processo penale adesso in Cassazione sui sequestri non si discute più oralmente ma soltanto per iscritto, si pensa che il processo scritto, cioè un Pag. 19processo partecipato ma non partecipato, sia una forma corretta di gestione del contraddittorio quando in realtà stimola soltanto il sacerdozio del giudice rispetto alla lontananza delle parti con riferimento ai propri problemi. Io una giustizia così lontana, così disegnata come una necessità di speditezza e di efficienza a scapito della difesa, trovo che sia un'immagine terrificante e inaccettabile e che bisogna, nell'ambito dei nostri sforzi parlamentari, combattere con tutti noi stessi. La mancanza quindi di riforme strutturali si ripercuote nelle scelte di questo provvedimento in modo assolutamente drammatico. Di decreti-legge e norme tappabuchi ne abbiamo visti tanti, io sarò rapidissimo ma pensate che su questi temi – siamo quasi alle comiche, direbbe qualcuno, perché non ci si può credere che in un Parlamento come il nostro, che è un Parlamento di alta tecnologia normativa, in cui le norme sono frutto o dovrebbero essere frutto di un ripensamento, di una sorta di capacità di stazionamento e poi di evoluzione pensata, modificata, quindi tutto si può dire al nostro procedimento legislativo tranne che di non essere capace di approfondite riflessioni – sul tema dell'applicazione dei magistrati dell'Ufficio del massimario si è già legiferato, udite udite, con l'articolo 74 del decreto-legge n. 69 del 2013; sul tirocinio formativo presso la Corte di Cassazione, articolo 73 decreto-legge n. 69 del 2013; funzioni attribuibili ai magistrati di prima nomina, articolo 5-bis decreto-legge n. 92 del 2014; abrogazione delle disposizioni relative al trattenimento in servizio, articolo 1 decreto-legge n. 90 del 2014, con una proroga con l'articolo 18 del decreto-legge n. 83 del 2015; sul processo amministrativo telematico, illustre Presidente, abbiamo già deliberato con l'articolo 38 del decreto-legge n. 90 del 2014 e 1 del decreto-legge n. 117 del 2016; l'ufficio per il processo amministrativo è stato introdotto da un altro decreto-legge, dall'articolo 50 del decreto-legge n. 90 del 2014. Solo decreti-legge, sulla stessa materia, succedutisi l'uno all'altro che dimostrano due cose: l'abuso dello strumento normativo eccezionale e quindi della Costituzione; ma il fallimento della progettualità del Governo. Se io debbo intervenire tante volte con decreti-legge a raffica, a ripetizione, a manetta su temi che ho già affrontato e intervengo di urgenza, ripeto, come se si trattasse di rammendare un pantalone scucito, è evidente che siamo di fronte ad una progettualità assolutamente inaccettabile e incapace, incapace di essere tale. Se questo è vero, io credo che proprio il cambiamento nel caso di specie delle regole del processo amministrativo telematico, che era stato prorogato a luglio e non si poteva fare. Allora si cambiano nuovamente le regole, c’è una proroga, le regole vengono cambiate. Ma Forza Italia non è contraria agli interventi che cerchino di alleggerire il carico della giustizia, su questo voglio che sia chiaro, non accettiamo strumentalizzazioni, non si dica che noi vogliamo essere contro a tutti i costi, no, anche un piccolo provvedimento che alleggerisce il carico ci troverà sempre d'accordo; negativissimi sul metodo ma sul merito, se in qualche modo alleggerisce, non ce la sentiamo di aprire il fianco a delle facili strumentalizzazioni. Vorrò dire soltanto due cose su alcuni temi decisivi dal punto di vista normativo e del rispetto dei principi basilari: qui siamo proprio alla demolizione dei principi basilari del sistema. Innanzitutto la proroga – così la voglio chiamare – da tre a quattro anni del termine per il trasferimento dei magistrati da un ufficio all'altro: delle due l'una, o è una proroga avvenuta dopo la scadenza, ovvero è l'ablazione di un diritto che si è già maturato.
  Io non capisco come non si possa non ritenere che chi ha già maturato i tre anni mantenga il titolo a richiedere il trasferimento, cioè il diritto si è già maturato, è inutile che io poi stia dirlo perché nessuno ha il coraggio di spiegarmi come si fa a travolgere dei principi così fondanti e così decisivi se non su concorsi già aperti, una randomizzazione, ribadisco, che certamente non può essere accettata. Allora, Presidente, io credo che l'ultimo tema che devo affrontare è quello della Corte dei conti, perché se è vero che la proroga per Pag. 20la Corte di cassazione ha avuto come giustificazione il carico giudiziario, per la Corte dei conti si fa riferimento alla vacua piena funzionalità, cioè una non giustificazione, e quando la democrazia cerca di giustificarsi con delle formule che non si giustificano, non è più democrazia, è arbitrio. Questo è accaduto, perché se vi era una ragione, sia pure scritta, per quanto concerneva determinate proroghe, per la Corte dei conti non vi è nessuna ragione e questo la dice lunga su quello che è accaduto, senza parlare dei criteri di modifica e di intervento del Consiglio di Presidenza della giustizia amministrativa, su cui ci siamo già intrattenuti, modifica delle maggioranze che io mi auguro con l'emendamento Vazio sia stata esorcizzata come un cattivo fantasma da tenere lontano dai meccanismi di questo Parlamento. Noi non voteremo contro, la nostra sarà un'astensione punitiva, ma l'ultimo argomento – e ho finito, Presidente – è questo: che cosa fare ? Che cosa noi ci auguriamo che il Governo voglia fare in questa materia ? Investimenti nel settore giustizia: più magistrati, più personale, più strutture, «mps», ma forse l'Mps è un'altra cosa di cui è bene che non ci occupiamo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Sarti. Ne ha facoltà.

  GIULIA SARTI. Signora Presidente, oggi un cittadino che subisce un reato e vuole ottenere giustizia deve attraversare un percorso ad ostacoli, ci vogliono anni per la definizione di un processo, e fosse solo questo il problema. È sostanzialmente un miracolo il fatto che il nostro sistema giustizia si regga ancora in piedi, perché le condizioni in cui versano i tribunali italiani, dal primo grado fino alla Corte di cassazione, sono drammatiche. Di fronte ad una situazione del genere, noi ci ritroviamo un decreto-legge che nel suo titolo reca «misure urgenti per la definizione del contenzioso presso la Corte di cassazione, per l'efficienza degli uffici giudiziari, nonché per la giustizia amministrativa». Il contenuto del decreto tradisce completamente il titolo, per quale motivo ? Perché qui è stata fatta un'operazione ad arte, questo decreto è stato congegnato esclusivamente per ovviare ad un problema che lo stesso Governo si era creato due anni fa, da solo, nel momento in cui nel 2014 arriva per decreto-legge una norma che dice: tutti i magistrati devono andare in pensione a settant'anni e non più a settantacinque; e dopo quella norma, non si osservano i consigli del Consiglio superiore della magistratura, di tutta la magistratura italiana che chiede: caro Governo, se prevedi una norma del genere, dovrai anche prevedere quali sono le conseguenze e cioè tantissimi magistrati che andranno in pensione e dei vuoti di organico che si creeranno man mano negli anni e su cui si dovrà porre rimedio. Quindi tu, caro Governo, dovresti prevedere dei periodi transitori, dovresti prevedere un ingresso all'interno della magistratura con concorsi e con degli adeguamenti che ti stiamo indicando e che tu non vuoi seguire. Il Governo ovviamente, come al solito, non ascolta, se ne frega e inizia questa stagione delle proroghe, ovvero dice: sì io ho fatto questa norma nel 2014, però poi mi ritrovo nel 2015, dove a dicembre mi vanno in pensione una marea di magistrati, e allora che problema c’è ? Faccio un altro decreto-legge nel 2015 per dire che la norma che ho fatto l'anno prima mi entrerà in vigore l'anno successivo, a dicembre dell'anno successivo. Poi se arriva a quest'anno, siamo già alla terza proroga in realtà, ho cercato di spiegare solo il meccanismo, e con questo decreto-legge, agli articoli 5 e 10, si crea un'altra proroga per dire che cosa ? Che i magistrati non devono andare in pensione a dicembre, che quelli che dovranno andare in pensione a dicembre di quest'anno in realtà li facciamo andare in pensione a dicembre del 2017. Il problema è che una proroga di questo tipo non la si è fatta estesa a tutti ma soltanto per le funzioni apicali per i vertici della magistratura sia per quanto riguarda la Corte di cassazione sia Pag. 21per quanto riguarda la giustizia amministrativa, quindi, Corte dei conti, Avvocatura dello Stato e Consiglio di Stato.
  Questa situazione crea inevitabilmente delle disparità di trattamento incredibili e non ci vuole uno scienziato per rendersene conto e nemmeno chissà quale giurista o legislatore di professione. Sono cose che sono state dette e denunciate a più voci, più volte, nel corso di tutti questi mesi, da quando è uscito questo decreto-legge. Allora noi oggi ci ritroviamo a doverlo convertire in un'Aula e in una Commissione giustizia che non ha voluto ascoltare ragioni e che non ha voluto cambiare minimamente l'impostazione di questi due articoli, che sono il nocciolo, secondo noi, dell'incostituzionalità palese di questo decreto-legge.
  Quando venivano scritte leggi incostituzionali durante i precedenti Governi, lo stesso Partito Democratico si stracciava le vesti di fronte a esempi di leggi, appunto, che violentavano articoli della Costituzione, come sono state il lodo Schifani e il lodo Alfano. Poi arrivava la Corte costituzionale, sanciva definitivamente l'incostituzionalità di determinate norme e tutti a dire: ah, beh, si sapeva già da prima che sarebbe successo ! Perché ovviamente la violazione la vedevano tutti e l'avevano denunciata tutti. Quindi ci si ritrovava – ci si è ritrovati tante volte – ad avere la Corte costituzionale garante della nostra Costituzione, che metteva a posto le cose. Ma perché bisogna arrivare fino a questo punto ? Nel momento in cui tu hai tutta la magistratura che si indigna perché sta dicendo al Governo: guardate che con questo decreto non risolvete i problemi, con questo decreto si creeranno degli ulteriori problemi. Quando un Governo si ritrova partiti dell'opposizione, tutti insieme, per ragioni diverse, ma per motivi che sono appunto palesi, come ho descritto, che stanno dicendo che qui si sta violando: l'articolo 3, quando si parla di dignità ed eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge; l'articolo 97, dove si sancisce il principio di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione; l'articolo 104, dove si parla di indipendenza e autonomia della magistratura; l'articolo 105, dove si dispone che il Consiglio superiore dalla magistratura è quello che dispone delle assunzioni e dei trasferimenti dei magistrati; l'articolo 107, quando si dice che i magistrati si distinguono fra loro soltanto per diversità di funzioni. Allora, se la nostra Costituzione la si legge, la si comprende e la si conosce, non si scrivono questi decreti, non si pensano nemmeno questi decreti ! Invece voi ve ne fregate altamente, perché siete convinti ormai di essere in questa sorta di onnipotenza nel Paese. Non siete onnipotenti e, se non sarà la Corte costituzionale, saranno i cittadini a farvelo notare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), tutte le volte che ce ne sarà bisogno. Anzitutto speriamo il 4 dicembre, quando saranno chiamati a votare con il referendum.
  Detto questo, il contenuto di questo decreto-legge, non solo non è, come ho detto, condivisibile da parte nostra, quindi il nostro non è un voto contrario soltanto per la palese, secondo noi, incostituzionalità. È un voto contrario anche nel merito, perché sembra che vogliate inserire delle toppe, non delle disposizioni organiche per migliorare la situazione.
  All'articolo 1 si prevede che per cercare di aiutare i magistrati della Corte di Cassazione, che si ritrovano con un carico di lavoro e dei carichi pendenti che superano le 100 mila cause oramai, si prevede di spostare dei magistrati dall'ufficio del massimario per aiutare le altre sezioni, le sezioni della Corte di Cassazione, appunto, a smaltire questo carico di lavoro, su disposizione e decisione del presidente della Corte di Cassazione. È una norma che praticamente è uno 0,1 rispetto a quello che servirebbe e non è certo una soluzione adeguata per ovviare ai problemi che ci sono dentro la Corte di Cassazione.
  Poi quando si parla di sedi disagiate e di trasferimenti dei magistrati, all'articolo 3, per cercare anche qui di ovviare ai problemi delle sedi disagiate e delle carenze di organico, si prevede che i magistrati devono rimanere obbligatoriamente in una sede per quattro anni e non più per Pag. 22tre anni, che in realtà sappiamo essere cinque, perché da quando si avvia una pratica o una richiesta di trasferimento del magistrato al Consiglio Superiore della Magistratura, prima che si sia fatta tutta l'istruttoria, prima che si arrivi ad una decisione definitiva, un anno passa. Quindi, in realtà, stiamo obbligando magistrati a rimanere cinque anni fermi nello stesso posto, in sedi per lo più spesso e volentieri disagiate. Ma che soluzione è ?
  Qui il problema non è che bisogna trattare i magistrati con i guanti, come se fossero appunto una casta da tutelare. Ma quando mai ? Il problema è che in un Paese ci sono delle sedi disagiate, con delle carenze fortissime di organico, di risorse, di strumenti e di personale e condizioni di lavoro inimmaginabili. Chi gira l'Italia e chi va nei palazzi di giustizia se ne rende conto. Pensiamo alle regioni del sud che ovviamente hanno tantissimi di questi problemi, ma anche nelle regioni del nord e in qualche piccolo paesino di provincia, purtroppo, queste situazioni ci sono. Io penso addirittura alla mia città, a Rimini, che non è certo una piccola cittadina, ma ha dei problemi di organico da più di dieci anni, che purtroppo non riescono ad essere risolti. Ma, appunto, non c’è bisogno di citarne una. Qui si potrebbero citare esempi per tutta Italia, dove i magistrati fanno una fatica tremenda a lavorare e dove non c’è un ricambio generazionale, che è tanto sperato dal Governo, come non c’è un personale che riesce a lavorare correttamente, come non ci sono le risorse necessarie e dove c’è una confusione totale.
  Allora, di fronte a questa confusione totale, noi non possiamo permettere che il Governo scavalchi e deroghi a degli articoli della Costituzione per i suoi comodi. Quindi, prima di scrivere decreti-legge come questo, che prorogano il trattenimento in servizio dei magistrati nelle funzioni apicali e creano delle disparità di trattamento con tutti gli altri magistrati, prima di inserire delle norme, come quella dell'articolo 7 inserita da un emendamento del relatore, che ampliano il consiglio di presidenza della giustizia amministrativa con altri due membri di diritto, così, soltanto perché chissà quali progetti avete in futuro...

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Sarti.

  GIULIA SARTI. ...prima di fare tutto questo, dovreste pensarci 10 mila volte ed ascoltare tutti i suggerimenti e i consigli che arrivano fuori da quest'Aula e fuori da Palazzo Chigi.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Sarti...

  GIULIA SARTI. Noi li stiamo ascoltando e li ascolteremo tutti i giorni e continueremo a dirvi quando sbagliate e quando non meritate nessun voto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

  ALFREDO BAZOLI. Grazie, Presidente. A me pare che l'enfasi e i toni utilizzati dall'opposizione, in questi giorni e anche oggi in Aula, siano inversamente proporzionali alla fondatezza dei loro argomenti e delle loro ragioni. Ho sentito parlare molto di metodo, poco di merito. Quando ho sentito parlare di merito, ho sentito tante contraddizioni e, come spesso capita, ho sentito concentrarsi molto su particolari e su dettagli, quelli che fanno perdere di vista la visione d'insieme, che fanno perdere di vista il disegno complessivo e la prospettiva e che finiscono così per immiserire anche le proprie ragioni e la propria visione delle cose.
  Allora, per recuperare un po’ questa dimensione, per aiutare ad andare oltre le semplificazioni che anche oggi come ieri abbiamo sentito, per guadagnare quindi un orizzonte un po’ più ampio, che è quello della riforma organica della giustizia, io credo allora che dobbiamo mettere in fila le tante cose che questo provvedimento, nel tentativo di contribuire a ridare Pag. 23efficienza al sistema, introduce nell'organizzazione e nel funzionamento degli uffici giudiziari. Lo farò ovviamente per sommi capi, visto che il tempo è abbastanza breve, ma lo farò anche recuperando e dicendo tante cose, che nel dibattito di ieri e di oggi sono state volutamente omesse o dimenticate dalle opposizioni, per miopia o forse per interesse politico.
  Allora ricordo, intanto, che questo provvedimento si compone di tre grandi macro-aree, grandi questioni. La prima questione riguarda la funzionalità della Corte di Cassazione: l'abbiamo detto tutti, lo sappiamo: oggi la Corte di Cassazione è oberata di lavoro, di pendenze e di sopravvenienze ed è un punto nevralgico sul quale intervenire. Interveniamo sull'efficienza degli uffici giudiziari, oltre quelli della Corte di Cassazione. E interveniamo sul processo amministrativo.
  Sulla Cassazione noi interveniamo, come è stato ricordato nel dibattito, cercando di portare qualche magistrato in più nelle sezioni giudicanti e, quindi, spostando qualche magistrato dall'ufficio del massimario alle sezioni giudicanti. Ieri abbiamo dedicato due ore di discussione a questa cosa, che è una cosa banalissima, è una cosa semplicissima, che con tutte le garanzie possibili cerca di spostare qualche giudice dall'ufficio che si limita a fare riassunto delle sentenze agli uffici nei quali le sentenze si scrivono. Quindi, è un po’ più di personale laddove è necessario. Si introducono i tirocinanti anche nell'ufficio della Cassazione; quelli che oggi sono già negli uffici di merito si introducono anche nell'ufficio della Cassazione. Anche questo personale può aiutare a sgrossare il lavoro dei giudici. Si attua la riforma del processo, cioè si elimina la discussione nella maggior parte dei casi, cioè nei casi più semplici, e si trasforma la discussione in scambio di memorie scritte. Ho sentito ieri parole di fuoco contro questa proposta, contro questa norma; ho sentito dire che si compromette il diritto di difesa, ma io voglio ricordare che questa norma è esattamente l'esplicitazione di un principio che questa Camera ha già approvato nei mesi scorsi, quel principio che diceva «previsione dell'udienza in camera di consiglio con intervento del procuratore generale in forma scritta e possibilità di interlocuzione con il medesimo, parimenti per iscritto, da parte dei difensori».
  Questa norma è stata approvata da quest'Aula, mesi fa, senza che nessuno sollevasse questioni. È un principio di legge delega, che noi oggi traduciamo in norma, che non ha sollevato questioni. E sapete perché non le ha sollevate ? Perché non c’è alcuna compromissione dei diritti di difesa, perché è semplicemente la traduzione in norma di un principio che è invalso in tutti gli altri gradi di giudizio del processo civile e che consentirà, semplicemente, né più né meno, di snellire il procedimento davanti alla Corte di cassazione, che è un obiettivo che abbiamo davanti a noi. Ancora, la proroga del trattenimento in servizio dei magistrati con incarichi apicali.
  Anche qui, c’è stata una grande discussione, si è enunciata e denunciata la violazione di principi costituzionali. Io rivendico, rivendico, la necessità, cui questo decreto fa fronte, di mantenere in servizio negli incarichi apicali della Corte di cassazione magistrati che altrimenti andrebbero tutti in pensione il 1o gennaio 2017, con grande nocumento della continuità dell'azione della Corte di cassazione in un momento in cui grandi riforme stanno entrando a regime e necessitano di continuità negli incarichi giudiziari apicali. Sulla presunta violazione dell'articolo 3 – per carità, deciderà la Corte costituzionale, se sarà investita della questione – ricordo che recentemente la Corte costituzionale è già intervenuta su un caso analogo, cioè, su un caso in cui era stata aumentata l'età pensionabile per alcune categorie di magistrati, sulla necessità di ovviare alle conseguenti possibili criticità per il funzionamento regolare degli uffici giudiziari derivanti dall'improvvisa cessazione dal servizio di un numero rilevante di dipendenti.
  Ebbene, in quell'occasione la Corte costituzionale ha detto che la ratio sottesa a tale deroga è inerente esclusivamente all'organizzazione Pag. 24degli uffici e non attiene allo status dei magistrati, con ciò rigettando la questione sollevata in merito al principio dell'articolo 3. Mi sembra, diciamo, un argomento rilevante in questa discussione. Aggiungo – nessuno ne ha parlato, perché sono provvedimenti concreti, rilevanti, che vanno nella direzione dell'efficienza – che noi, con questo provvedimento, aumentiamo la dotazione di magistrati in servizio attraverso la copertura sollecita di posti vacanti, e cioè la possibilità per i magistrati dichiarati idonei nei concorsi, anche oltre il numero dei posti messi a concorso, di entrare in servizio. Si calcola che siano almeno trenta i magistrati che entreranno in servizio grazie a questa norma, trenta magistrati in più.
  Ancora, la riduzione del tirocinio di formazione per i magistrati da 18 a 12 mesi. Cosa significa ? Trecento magistrati saranno interessati da questa disposizione, trecento magistrati che entreranno in servizio prima di quando sarebbero entrati in servizio. È qualcosa che è utile all'efficienza complessiva del sistema giustizia ? Noi pensiamo di sì. Ancora, disposizioni a favore degli uffici di sorveglianza, che sappiamo essere stati dotati di competenze e ruoli molto più significativi rispetto al passato, perché oggi puntiamo molto di più sulle pene alternative rispetto al carcere e, semplicemente, alla detenzione. Ebbene, anche qui disposizioni a favore degli uffici di sorveglianza, per evitare che vengano privati di personale.
  È o non è un passo in avanti nell'efficienza della giustizia ? Io ritengo di sì. E ancora, il processo amministrativo: noi introduciamo finalmente, finalmente, il processo telematico anche nel processo amministrativo. Nel processo civile già funziona, già ha mostrato apprezzabili risultati in tema di riduzione dei tempi, in tema di riduzione del carico di lavoro delle cancellerie e anche degli avvocati. Lo facciamo anche nel processo amministrativo, anche grazie all'esperienza maturata nel processo civile, lo introduciamo.
  E ancora, ulteriore personale amministrativo negli uffici dei giudici amministrativi per garantire che il processo telematico parta in maniera adeguata. Ulteriore personale amministrativo: è o non è una misura idonea per garantire l'efficienza degli uffici ? Noi riteniamo di sì. E ancora, l'ufficio del processo: introduciamo anche nel processo amministrativo una delle grandi misure, dei grandi capisaldi che abbiamo introdotto nel processo civile, cioè l'ufficio del processo, che è una sorta di back office dei giudici, che consente ai giudici di avere una struttura che li aiuta nello sgrossamento del lavoro, nella ricerca giurisprudenziale, nella redazione delle minute, e che quindi facilita molto il lavoro dei giudici. Lo introduciamo anche nel processo amministrativo: è o non è una misura idonea a garantire efficienza per la giustizia ? Noi riteniamo di sì, e sfido qualcuno a dire che non è così.
  E tutte queste misure, aggiungo e concludo, sono accompagnate da significativi stanziamenti finanziari, cioè sono accompagnate da ulteriori stanziamenti che assistono l'entrata in servizio di nuovi magistrati, di nuovo personale amministrativo. Ancora una volta, cioè, questo Governo si impegna nella riforma della giustizia anche attraverso la dotazione di risorse. E allora concludo: questo è il pacchetto di riforme che approviamo con questo decreto. È un insieme di interventi, come si capisce, che si inserisce armoniosamente dentro il percorso intrapreso di riforma della giustizia, e mi consente di sostenere con convinzione che si tratta di un ulteriore passo in avanti nella direzione ostinatamente e pervicacemente sostenuta da questo Governo e da questa maggioranza di una giustizia più veloce ed efficiente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale – A.C. 4025-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

Pag. 25

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 4025-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 4025-A:
  «Conversione in legge del decreto-legge 31 agosto 2016, n. 168, recante misure urgenti per la definizione del contenzioso presso la Corte di cassazione, per l'efficienza degli uffici giudiziari, nonché per la giustizia amministrativa».
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

Rinvio in Commissione della proposta di legge: Giachetti ed altri: Disposizioni in materia di legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati (A.C. 3235) (ore 12,25).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 3235: Disposizioni in materia di legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati.
  Ricordo che nella seduta del 25 luglio 2016 si è conclusa la discussione sulle linee generali e la presidente della Commissione giustizia e il rappresentante del Governo hanno rinunziato a intervenire in sede di replica.
  Ricordo, inoltre, che in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo dello scorso 29 settembre si è convenuto, all'unanimità, di inserire il provvedimento nel vigente calendario dei lavori ai soli fini della deliberazione sul rinvio in Commissione.
  Se non vi sono interventi e non vi sono obiezioni, il provvedimento si intende quindi rinviato in Commissione.
  (Così rimane stabilito).

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea (12,26).

  PRESIDENTE. Comunico che a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è stato stabilito che l'esame in Assemblea della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 (Doc. LVII, n. 4-bis), già previsto nella giornata di martedì 11 ottobre, avrà luogo nella seduta di mercoledì 12 ottobre, a partire dalle ore 17.

Convalida di un deputato.

  PRESIDENTE. Comunico che la Giunta delle elezioni, nella seduta odierna, ha verificato non essere contestabile l'elezione del deputato Bruno Murgia, proclamato nella seduta del 7 luglio 2016, in sostituzione del dimissionario deputato Settimo Nizzi per la lista n. 20 – Il Popolo della Libertà, nella XXVI circoscrizione Sardegna.
  Concorrendo nell'eletto le qualità richieste dalla legge, la Giunta ha deliberato di proporne la convalida.
  Do atto alla Giunta di questa proposta e dichiaro convalidata la suddetta elezione.

Interventi di fine seduta.

  MARCO MICCOLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARCO MICCOLI. Grazie, Presidente. Quella annunciata ieri da Almaviva Contact è la più grande vertenza occupazionale del Paese: 2.511 licenziamenti, 1.666 per la chiusura della sede di Roma e 845 per la sede di Napoli. La scelta dell'azienda è grave ed irresponsabile non solo nelle dimensioni, ma è una vera e propria ritorsione nei confronti dei lavoratori, ancora più grave perché avviene a soli quattro Pag. 26mesi dall'accordo sottoscritto al Ministero dello sviluppo economico per l'utilizzo degli ammortizzatori sociali, concessi proprio per evitare i licenziamenti. È, quindi, anche un affronto al Governo. Noi sappiamo che proprio il MISE, il 12 ottobre, ha convocato un tavolo con Almaviva e le organizzazioni sindacali per lo spostamento di 154 lavoratori da Palermo a Rende in Calabria, a cui seguiranno lo spostamento di ulteriori 300 lavoratori: un licenziamento mascherato, quindi. Chiediamo che quel tavolo, quindi, diventi quello per la gestione della vicenda nel suo complesso e, vista la gravità di quanto sta accadendo, chiediamo anche che il Governo venga al più presto a riferire in Aula. Ovviamente, anche questa volta noi saremo al fianco di questi lavoratori durante le loro mobilitazioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  CAMILLA SGAMBATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CAMILLA SGAMBATO. Grazie, Presidente. Ieri, nelle prime ore del pomeriggio, si è sviluppato, all'interno dell'azienda Eco Transider, ubicata nel comune di Gricignano di Aversa, un incendio di vastissime proporzioni, con conseguente nuvola di fumo denso, che si è sollevata dalla piattaforma ecologica. L'accaduto ha diffuso preoccupazione e timore tra le popolazioni residenti anche nei vicini comuni di Carinaro, Teverola, Frignano e San Marcellino. Hanno preso fuoco, infatti, materiali e rifiuti di ogni tipo: plastica, alluminio, materiali e rifiuti pneumatici, frazioni organiche. Già nelle scorse settimane, i comitati, le associazioni, i sacerdoti e gli amministratori avevano protestato contro i miasmi che provenivano dal sito, che rendevano l'aria irrespirabile, tanto da indurre vari parlamentari a depositare al riguardo un'interrogazione parlamentare. L'incendio ha già prodotto effetti devastanti per l'ambiente e per la salute pubblica e, per questa ragione, abbiamo chiesto al Ministro dell'ambiente e al Ministro della salute di voler intervenire per scongiurare ulteriori pericoli per la popolazione residente, attuando tutti gli interventi di messa in sicurezza della piattaforma, di bonifica ambientale del sito, di sanificazione igienico-sanitaria del territorio, interessato anche dalle conseguenze del luogo. Chiediamo, altresì, al Ministro dell'interno di attivare tutte le misure perché le forze dell'ordine possano vigilare, nelle more della bonifica, affinché non vi siano più altri gravi fatti e atti che possano mettere ulteriormente in pericolo la pubblica e privata incolumità.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Venerdì 7 ottobre 2016, alle 9,30:

  Svolgimento di una interpellanza urgente.

  La seduta termina alle 12,30.

Pag. 27

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
   nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 5 il deputato Rabino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 2 la deputata Antezza ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni dalla n. 3 alla n. 6 la deputata D'Incecco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 4 il deputato Micillo ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;
   nella votazione n. 4 la deputata Santerini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
   nelle votazioni nn. 4 e 5 la deputata Carfagna ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 5 la deputata Gelmini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 5 il deputato Micillo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 6 il deputato Gandolfi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
   nella votazione n. 7 i deputati Argentin, Carrescia, Carocci e Covello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;
   nella votazione n. 7 il deputato Calabrò ha segnalato che non è riuscito a votare.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 7)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 4025-A - odg 9/1 365 358 7 180 116 242 117 Resp.
2 Nom. odg 9/4025-A/4 360 359 1 180 39 320 117 Resp.
3 Nom. odg 9/4025-A/5 371 313 58 157 64 249 117 Resp.
4 Nom. odg 9/4025-A/6 375 375 188 123 252 117 Resp.
5 Nom. odg 9/4025-A/9 381 366 15 184 55 311 116 Resp.
6 Nom. odg 9/4025-A/13 384 378 6 190 124 254 116 Resp.
7 Nom. Ddl 4025-A - voto finale 364 349 15 175 242 107 109 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.