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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 668 di venerdì 5 agosto 2016

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

  La seduta comincia alle 9,30.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 3 agosto 2016.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bindi, Caparini, Carnevali, Cicchitto, Dambruoso, Dellai, Di Gioia, Ferranti, Fontanelli, Garofani, Giancarlo Giorgetti, Locatelli, Manciulli, Marazziti, Pisicchio, Rampelli, Rondini, Rosato, Sanga e Scotto sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente ottantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 9,35).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Iniziative di competenza, in sede europea e internazionale, in merito alla condizione delle donne in Turchia – n. 2-01449)

  PRESIDENTE. Passiamo alla prima interpellanza urgente all'ordine del giorno Martelli ed altri n. 2-01449, concernente iniziative di competenza, in sede europea e internazionale, in merito alla condizione delle donne in Turchia (Vedi l'allegato A – Interpellanze urgenti).
  Chiedo alla deputata Martelli se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica. Sembra di sì e, quindi, ha quindici minuti. Prego.

  GIOVANNA MARTELLI. Grazie, signor Presidente. La situazione relativa alla condizione femminile nella Turchia di Erdogan era già critica prima del golpe del 15 luglio, tant’è che la Cedaw nei giorni precedenti al golpe aveva incontrato una delegazione turca proprio per una valutazione rispetto ai diritti delle donne in Turchia. Il Presidente Erdogan ha esternato spesso sul fatto che l'uguaglianza di genere è una storpiatura, potenziale deriva della società. Sostiene che le donne sono madri ed educatrici, per cui quelle senza figli sono incomplete e deficienti e non sono uguali agli uomini sostenendo che sia contro natura. In questi giorni molte sono le descrizioni di abusi sessuali e di minacce Pag. 2di stupri alle familiari di presunti golpisti; atti fisici e verbali che riducono la donna e il suo corpo a mero bottino di guerra. Una china preoccupante che ha le sue radici nella profonda e repentina trasformazione della società turca. Da anni il numero di femminicidi è in costante aumento, insieme al tasso di violenze sessuali. Contemporaneamente, a calare è il tasso di occupazione femminile e quello di partecipazione alla vita politica. Le donne, tant’è, sono quasi scomparse: 69 su 550 candidati, una presenza evanescente; nel Governo c’è solo una Ministra; in 43 città nessuna donna è presente nei consigli comunali. Il World Economic Forum ha pubblicato un dato sconcertante: nel 2015 la Turchia è 130esima su 140 Paesi per tasso di disparità tra generi, ultima tra i Paesi cosiddetti sviluppati. A questo si aggiunge nei giorni scorsi la notizia della disposizione dell'Alta corte di Istanbul in base alla quale i reati di pedofilia, e nello specifico commessi nei confronti di minori di 15 anni, sono da considerare alla stregua di abusi sessuali ordinari. Una legge che potrebbe avere dei risvolti devastanti. Già ora 3 mila uomini accusati di stupro di minori hanno sposato le loro giovani vittime pur di sfuggire alla pena. Tutto quanto riportato è in palese violazione con quanto disposto dalla Convenzione di Istanbul.
  Per quanto esposto, si interroga il Governo in merito a quali azioni intenda porre in essere nei confronti della Turchia in merito alla palese violazione della Convenzione di Istanbul, sottoscritta dalla Turchia nel 2011, ratificata nel 2012 ed entrata in vigore nel 2014 e, pertanto, strumento giuridicamente vincolante; se il Governo non ritenga, per quanto di competenza, di attivarsi in sede europea e internazionale per portare l'attenzione su quanto sta accadendo in Turchia, al fine di ottenere prese di posizione condivise capaci di fermare o mitigare quanto esposto in premessa; se il Governo non ritenga di richiamare per consultazioni l'ambasciatore, coordinando misure simili con altri Paesi europei ed extraeuropei; come si concili la posizione del Governo nei confronti della Turchia rispetto alla Convenzione di Istanbul.

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Benedetto Della vedova, ha facoltà di rispondere.

  BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale. Grazie Presidente. Vorrei innanzitutto mettere in rilievo il grande impegno con cui il nostro Paese si batte, sia dentro, che fuori i confini, per la difesa dei diritti delle donne e contro la violenza di genere.
  È un impegno che portiamo avanti in maniera decisa perché riteniamo che sia essenziale garantire un'efficace tutela dei diritti delle donne e promuovere il cambiamento culturale necessario a favorire l'uguaglianza di genere e sradicare le convinzioni profonde alla base degli episodi di violenza e di discriminazione che purtroppo si verificano drammaticamente e con un'inaccettabile frequenza anche nel nostro Paese. Sul piano internazionale abbiamo due strumenti specifici, due Convenzioni, richiamate anche dall'onorevole interpellante, di cui l'Italia sostiene i meccanismi e le procedure di monitoraggio previsti per la loro attuazione. Si tratta della Convenzione delle Nazioni Unite sull'eliminazione delle discriminazioni contro le donne (Cedaw) e la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, nota come Convenzione di Istanbul. Su questi due strumenti si basa da tempo e non solo dopo il fallito golpe l'azione del Governo per monitorare i diritti delle donne in Turchia. Sosteniamo, infatti, con convinzione l'operato del Comitato indipendente per l'attuazione della Convenzione Cedaw. Proprio pochi giorni fa, il 21 luglio, il Comitato ha pubblicato le proprie osservazioni conclusive sulla situazione delle donne in Turchia; ha espresso preoccupazione per l'attuale situazione nel Paese e per le conseguenze sulle donne delle misure Pag. 3prese dal Governo turco successivamente al tentato colpo di Stato e ha raccomandato alcune misure ritenute necessarie per rafforzare il rispetto della Convenzione. In particolare, pur facendo stato dei progressi compiuti in Turchia negli ultimi anni in materia di promozione dei diritti delle donne, le raccomandazioni hanno segnalato la persistenza di stereotipi negativi nei confronti delle donne, episodi sistematici e diffusi di violenza di genere contro le donne, delitti d'onore, un numero significativo di matrimoni precoci, nonché alcune criticità nella partecipazione delle donne alla vita politica – una sola donna su ventidue sottosegretari nel 2014 – e nella partecipazione alla vita economica (le cose a cui faceva riferimento anche l'onorevole interpellante). Proprio sul piano economico, ad esempio, viene rilevato un più alto tasso di disoccupazione delle donne (11,9 per cento rispetto agli uomini, 8,7 per cento, secondo i dati 2013) e la persistenza di differenze salariali. Sarà, ovviamente, nostra cura seguire con attenzione i seguiti che i turchi daranno alle suddette raccomandazioni, nella consapevolezza che si tratta di un percorso che richiederà un prolungato sostegno.
  Vi è poi la Convenzione di Istanbul. Come ricordato dall'onorevole interpellante, essa è stata aperta alla firma a Istanbul nel 2011 ed è entrata in vigore il 1o agosto 2014. Ciò è potuto accadere, ricordiamolo, anche grazie al ruolo svolto dal nostro Paese che si è fatto parte attiva affinché la Convenzione raggiungesse il numero minimo di ratifiche per entrare in vigore. Io stesso mi sono speso personalmente intervenendo ad alcuni eventi di sensibilizzazione, come quello tenutosi a Roma il 18 e il 19 settembre 2014, proprio per celebrare l'entrata in vigore della Convenzione e sollevando l'importanza che l'Italia attribuisce alla più ampia ratifica della Convenzione di Istanbul durante i lavori della Commissione ONU sulla condizione femminile a New York. È dunque una Convenzione a cui teniamo e dove la Turchia ha svolto un ruolo positivo importante. Non è un caso che sia stata firmata a Istanbul e che il primo Paese a ratificarla sia stata la Turchia. È ora importante che gli Stati parte vi diano piena applicazione. A questo fine, com’è noto, è stato costituito un gruppo di esperti indipendenti, denominato GREVIO, che il prossimo anno procederà alla prima verifica sull'attuazione da parte turca della Convenzione. Le autorità turche saranno invitate a presentare un rapporto sull'attuazione della Convenzione entro il giugno 2017. Sulla base delle informazioni ricevute e dei colloqui con le autorità nazionali, il GREVIO elaborerà un rapporto di valutazione con raccomandazioni entro giugno 2018, che sarà successivamente discusso e adottato dal Comitato degli Stati parte della Convenzione cui partecipa anche un nostro rappresentante. A livello più generale vi è, infine, lo strumento della revisione periodica universale che, come molti sanno, è l'esercizio di monitoraggio della situazione dei diritti umani cui tutti gli Stati membri dell'ONU si sottopongono, ogni quattro anni, nell'ambito del Consiglio dei diritti umani dell'ONU a Ginevra.
  In questo contesto, già nel gennaio 2015, l'Italia aveva formulato alla Turchia precise e puntuali raccomandazioni; fra queste, quella di attuare efficacemente la legge sulla prevenzione della violenza contro le donne e la protezione della famiglia, adottata nel 2012 alla luce della ratifica della Convenzione di Istanbul avvenuta lo stesso anno.
  Questa raccomandazione è stata accettata dalla Turchia, la quale si è impegnata ad attuarla nei prossimi anni.
  Concludendo, l'Italia continuerà a sostenere gli strumenti offerti dal diritto internazionale per promuovere il rafforzamento dalla tutela dei diritti delle donne, nella consapevolezza che tutto quello che è successo nel Paese nel corso delle ultime settimane, dal tentato colpo di Stato alla reazione del Governo turco, rende necessaria ora più che mai un'attenta capacità di monitoraggio per seguire l'evolversi della situazione e consentire la prosecuzione del dialogo con il Pag. 4Governo turco, anche su temi così importanti come quelli sollevati dall'onorevole interrogante.

  PRESIDENTE. La deputata Martelli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza e ha dieci minuti.

  GIOVANNA MARTELLI. Grazie per la risposta. Ovviamente riconosciamo e conosciamo l'impegno dell'Italia rispetto all'attuazione della Convenzione di Istanbul, tant’è che tutti ricordiamo che uno dei primi atti di questo ramo del Parlamento è stato proprio la ratifica della Convenzione di Istanbul, quindi su questo ovviamente nessuno mette in discussione quanto l'Italia sta facendo, in tutte le sue articolazioni di governo e di amministrazione pubblica, rispetto al contrasto della violenza contro le donne, che vediamo comunque avere anche un picco di aumento e un fenomeno di recrudescenza anche nel nostro Paese, dato da condizioni culturali e da contesti anche di privazione socio-economica.
  Detto ciò, noi non possiamo ritenerci soddisfatti da questa risposta, perché di fatto non risponde ai quesiti posti e demanda agli organismi sovraordinati, che sono appunto il GREVIO o la Cedaw, come già citato all'interno dell'intepellanza, le competenze di monitoraggio, cosa che compete agli organismi già indicati.
  Pensiamo che ci sia un'azione politica da portare avanti su questo tema, così come sul tema del rispetto dei diritti umani e del contrasto alle discriminazioni, che vede le donne ancora oggi le principali destinatarie di violenza e soprattutto nelle situazioni di conflitto e di crisi politica diventano l'elemento più vulnerabile.
  Quindi noi attenderemo ovviamente il monitoraggio del GREVIO rispetto alla condizione turca, però ci aspettiamo ovviamente che l'azione del Governo sia più incisiva rispetto alla relazione con la Turchia, proprio per la salvaguardia e il contrasto alla discriminazione e il rispetto dei diritti umani, dettate dalle convenzioni internazionali.

(Iniziative in relazione alla gestione dei migranti presso Ventimiglia e chiarimenti in merito alle risorse impiegate per tale emergenza – n. 2-01445)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Simone Valente ed altri n. 2-01445, concernente iniziative in relazione alla gestione dei migranti presso Ventimiglia e chiarimenti in merito alle risorse impiegate per tale emergenza (Vedi l'allegato A – Interpellanze urgenti).
  Chiedo al deputato Simone Valente se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

  SIMONE VALENTE. Grazie Presidente. Io voglio portare all'attenzione del Governo una situazione che è drammatica ormai, da più di un anno, direi quasi due anni, ovvero quella della città di Ventimiglia, dove la gestione dei migranti in realtà non è mai avvenuta con una progettualità a lungo termine, tant’è che una delle ultime azioni che è stata messa in atto è quella del campo di accoglienza al Parco Roja.
  Il Parco Roja è di proprietà di Rete Ferroviaria Italiana ed è stato creato all'inizio degli anni Novanta come zona di parco merci per il traffico ferroviario e in corso di dismissione. Allora si è pensato a questa collocazione, che però non ha ancora visto una regolamentazione di che tipo di campo di accoglienza esso sia e quale progettualità ci sia appunto per il futuro.
  Io dico solo che Ventimiglia è stata da sempre una zona di transito dei migranti che avevano intenzione di transitare appunto, passare la frontiera francese per poi andare spesso al nord Europa, ma devo dire che, a causa anche degli sbarchi sempre più frequenti e a causa poi della chiusura della frontiera, che è avvenuta a inizio 2015, ecco che la situazione è davvero degenerata in un clima di caos che sta creando solamente tensione sociale.
  Allora noi chiediamo qua al Ministro quali azioni adesso pensa di mettere in atto per risolvere questa situazione, più Pag. 5che altro per garantire l'ordine pubblico, la sicurezza, le condizioni igienico-sanitarie anche dei migranti, che ormai mancano quotidianamente.
  Un ulteriore quesito è quello che riguarda se si intende stanziare ulteriori fondi per gestire al meglio questo incremento dei migranti in favore dei comuni non solo di Ventimiglia, che sicuramente rappresenta una situazione particolare e speciale, ma in generale di tutti i comuni che si stanno facendo carico di questa situazione.

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato, Benedetto Della Vedova, ha facoltà di rispondere.

  BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale. Signor Presidente e onorevoli deputati, con l'interpellanza all'ordine del giorno l'onorevole Valente chiede al Ministro dell'interno quali iniziative intenda assumere per fronteggiare la situazione in cui versano i migranti presenti a Ventimiglia e se siano stati previsti stanziamenti o fondi straordinari per far fronte alle problematiche che si sono venute a creare nel tempo.
  Chiede inoltre a quanto ammontino le risorse finanziarie del Fondo asilo migrazione integrazione assegnate all'Italia per il periodo 2014-2020 e quale sia stato il loro impiego per l'anno in corso.
  Si ritiene utile ripercorrere brevemente le varie tappe della vicenda, che da oltre un anno vede impegnato un complesso dispositivo di accoglienza, con il coinvolgimento in stretta sinergia di organismi statali e istituzioni locali, unitamente all'associazionismo del privato sociale.
  La situazione di criticità al valico di confine italo-francese a Ventimiglia ha avuto inizio nel mese di giugno 2015, a causa dei flussi di migranti che, sbarcati in Italia, raggiungevano la frontiera ligure con l'intendimento di proseguire per la Francia e per i Paesi del nord Europa.
  Come è noto, i migranti si sono trovati nell'impossibilità di conseguire il loro obiettivo a causa della sospensione degli accordi comunitari in materia di libera circolazione delle persone da parte delle autorità francesi e in tale contesto, al fine di fronteggiare la situazione di emergenza di carattere umanitario che si era venuta a creare nell'ultima decade del giugno 2015, è stato approntato, d'intesa con il comune di Ventimiglia e la Prefettura di Imperia, un centro di accoglienza temporanea per fornire assistenza ai migranti in transito.
  Nel corso della scorsa estate, sono stati ospitati nella struttura più di 400 migranti ed è stata fornita assistenza anche a quei migranti che, insieme a esponenti del gruppo antagonista No Border, avevano occupato la scogliera della zona di confine tra Italia e Francia.
  L'attività del centro di accoglienza è proseguita fino allo scorso mese di maggio, facendo registrare una media di circa 200 presenze giornaliere, scese ad un centinaio nel periodo gennaio-marzo 2016.
  Con la ripresa dei flussi migratori nello scorso mese di aprile, la Prefettura ha pianificato alcuni trasferimenti presso strutture, site nelle altre province liguri, di migranti che avevano formulato istanza per il riconoscimento dello status di rifugiato, per poter utilizzare il campo di Ventimiglia per l'accoglienza temporanea dei migranti in transito.
  La presenza del centro tuttavia è stata fortemente contestata dai residenti della zona, dalle associazioni dagli operatori economici, dai comitati spontanei e dalla stessa amministrazione comunale.
  Nel corso del mese di maggio ne è stata disposta la chiusura e, al fine di alleggerire la pressione dei flussi migratori nel territorio intemelio, si è proseguito a dar luogo a periodici trasferimenti dei migranti respinti dalle autorità francesi, utilizzando allo scopo non più solo le strutture site nelle altre province liguri, ma più in generale quelle distribuite sul territorio nazionale.
  Contestualmente la prefettura e l'amministrazione comunale, in piena sintonia, hanno elaborato nell'immediatezza una nuova soluzione per assistere i migranti in transito: è stata infatti individuata un'area Pag. 6di proprietà di Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. e di prossimo trasferimento al comune, dove è stato progettato l'allestimento di un campo costituito da moduli abitativi.
  L'area in questione, anche grazie alla massima accelerazione impressa alle complesse procedure del caso, è stata predisposta sotto il profilo degli allacci idrico-fognario-elettrico, con interventi effettuati in pochissimi giorni dopo la pulizia del sito.
  L'installazione dei moduli abitativi è iniziata il 6 luglio e già a partire dal successivo 16 luglio il campo ha ospitato un centinaio di stranieri, a fronte di una prima disponibilità di 18 prefabbricati.
  Ciò ha consentito di ridurre il sovraffollamento della parrocchia di Sant'Antonio, dove i predetti alloggiavano temporaneamente grazie all'interessamento del vescovo di Ventimiglia, e di attenuare le contestazioni di alcuni movimenti politici, associazioni di categoria e comitati spontanei, per la presenza di un numero eccessivo di migranti nel quartiere delle Gianchette. L'allestimento della struttura è stato completato proprio questa settimana con la consegna e la posa in opera di sessanta prefabbricati in tutto per complessivi 360 posti, tutti occupati dopo che nel campo sono confluiti anche numerosi migranti che il 1o agosto sono stati sgomberati da un accampamento abusivo situato in una zona attigua.
   Per completezza, si informa che il campo è gestito dalla Croce Rossa Italiana, che provvede anche alla somministrazione dei pasti attraverso un'apposita cucina da campo. All'iniziativa collaborano anche la Caritas ed altre associazioni del volontariato locale, prestando attività di orientamento giuridico e di mediazione culturale in favore dei migranti, in relazione alle quali l'ACNUR, su richiesta del Ministero dell'interno, ha assicurato la formazione ed il sostegno degli operatori.
   Attualmente a Ventimiglia non si rilevano più accampamenti abusivi, né altre situazioni di stazionamento di migranti tali da destare preoccupazione sotto i profili dell'ordine pubblico e igienico-sanitario. Per fare il punto della situazione il tema in argomento è stato esaminato in una seduta del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica tenutosi due giorni fa presso la Prefettura di Imperia con la partecipazione, tra gli altri, del sindaco di Ventimiglia. Non sono state rilevate in tale sede particolari criticità sotto il profilo della sicurezza pubblica, tuttavia rimane attivo un dispositivo rafforzato di controllo del territorio anche attraverso un presidio fisso delle forze dell'ordine nei pressi del nuovo centro di accoglienza, finalizzato a smorzare eventuali tensioni all'interno e nelle adiacenze dell'area e a prevenire iniziative dell'area antagonista, volte a strumentalizzare la situazione dei migranti.
   I fatti appena esposti evidenziano che, fin dall'origine e pure in contesto caratterizzato da vari momenti di criticità e tensione, le autorità pubbliche abbiamo gestito e stiano tuttora gestendo la situazione con equilibrio e sagacia, riuscendo a coniugare i princìpi di accoglienza umanitaria con quelli di legalità, in un contesto di solidale collaborazione con una serie di organismi privati operanti nel settore dell'assistenza sociale.
  Quanto agli aspetti di natura finanziaria, si precisa che finora tutte le spese sostenute per la gestione della vicenda sono state a carico del Ministero dell'interno. In tale ambito – e con ciò si risponde allo specifico quesito posto dagli onorevoli interpellanti – nel 2015, il predetto Dicastero ha erogato alla Prefettura di Imperia anche due contributi straordinari per un importo totale di circa 176.000 euro per le esigenze della città di Ventimiglia. Quest'anno non sono pervenute richieste di assegnazione di ulteriori somme. Per quanto riguarda il Fondo asilo, migrazione e integrazione si porta a conoscenza che la dotazione complessiva, per il periodo 2014-2020, ammonta a circa 348 milioni di euro, cui andrà aggiunta una corrispondente dotazione a valere sulle risorse nazionali per un totale di circa 696 milioni di euro. In particolare, nell'anno in corso, sono stati stanziati circa 75 milioni di euro, di cui il 50 per cento in quota comunitaria e il 50 per Pag. 7cento in quota nazionale per l'attivazione di 56 interventi nei seguenti settori: asilo (22 progetti), immigrazione legale e integrazione (28 progetti), rimpatri (cinque progetti), resettlement (un progetto). Inoltre, sono state avviate otto procedure di selezione dei progetti che ad oggi risultano ancora in corso per un importo totale di oltre 204 milioni di euro.

  PRESIDENTE. Il deputato Simone Valente ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza. Le ricordo che ha dieci minuti.

  SIMONE VALENTE. Grazie, Presidente. Innanzitutto, vorrei sottolineare – come spesso accade in quest'Aula – che il Ministero interrogante spesso non trova i sottosegretari e dei tre sottosegretari all'Interno neanche uno è venuto a rispondere di questa situazione, che sicuramente peggiorerà. Evidentemente insomma, essendo ad agosto, il mare è più interessante.
   Però, andando al merito, io devo dire che se questa situazione continua a persistere è perché ci sono delle precise responsabilità di questo Governo. Allora, guardando anche al passato più recente, bisogna dire che sicuramente Ventimiglia è stata da sempre una città di transito per i migranti che volevano andare in Francia e nel nord Europa e sicuramente gli sbarchi degli ultimi anni hanno appesantito questa situazione, appesantita a maggior ragione dalla chiusura delle frontiere effettuata dalla Francia l'11 giugno 2015. Ed ecco che questo ha creato gravi disagi a Ventimiglia.
  Cosa è stato fatto ?
  Il prefetto di Imperia con le autorità competenti ha deciso di trovare una soluzione temporanea – come ricordato – collocando i migranti in stazione e adibendo alcuni locali ferroviari a dormitorio, nonché la zona dello scalo merci a mensa, a zona di svago e toilette. Questa situazione, che è passata anche sotto tutti i media, dove si è acceso un faro creando la problematica di Ventimiglia giustamente, perché era una situazione totalmente di disagio, è andata avanti per più di dieci mesi, fino a quando la situazione, ormai diventata ingestibile, ha visto il Ministro Alfano venire a Ventimiglia per pochissimo tempo, chiudere il centro e, con uno dei suoi soliti spot che ormai rappresentano questo Governo renziano, ha annunciato un fantomatico piano per la gestione dei migranti, che avrebbe risolto tutti i problemi. Questo non è avvenuto anche perché il problema non si è risolto, ma semplicemente si è spostato in questa città. Io vi ricordo che Ventimiglia fa circa 25.000 abitanti, a Ventimiglia ci sono stati picchi di 1.000, 1.200 migranti e non sono mai stati gestiti e allora cosa fa questo Governo ? Dopo la chiusura di questo centro, dopo settimane di caos per la città, ecco che allora si trova un'altra soluzione di emergenza e allora si replica la situazione tampone e si replica al Parco Roja. Allora, cosa porterà questa situazione ? Nulla, perché abbiamo semplicemente spostato il problema. Allora, io mi chiedo – e secondo me se lo chiedono anche tutti i cittadini italiani e non solo quelli di Ventimiglia –: esiste un piano strutturale a lungo termine per la gestione di queste situazioni ? Dai fatti, a noi risulta di no.
   E arriviamo alla situazione di oggi a Ventimiglia, dove sono presenti centinaia di migranti; come ricordato, ci sono stati dei picchi addirittura di mille migranti e questi migranti sono divisi alcuni al Parco Roja, dove sono state allestite le unità abitative, altri nella parrocchia di Sant'Antonio e altri migranti sparsi per la città. Quindi, sottosegretario, non è vero che non risultano accampamenti perché, al di fuori del campo di accoglienza, ci sono degli accampamenti, ci sono dei migranti che dormono senza nessun servizio, ci sono dei migranti che restano per parecchie ore anche di notte lungo il fiume Roja, cosa che era già avvenuta perché sappiamo che nei mesi scorsi moltissimi migranti dormivano lungo il fiume e si lavavano lungo il fiume in condizioni igienico-sanitarie drammatiche, veramente drammatiche. Ma arriviamo al punto della situazione attuale e analizziamolo più nello specifico. Abbiamo detto che il problema è stato spostato. Allora il Parco Pag. 8Roja non è una scelta oculata e devo sottolineare come questo campo di accoglienza non abbia nessun riconoscimento giuridico, come tantissimi campi di accoglienza che si stanno creando in Italia, perché si va avanti solo sull'emergenza. Allora mi chiedo: è intenzione di questo Governo normare questi campi di accoglienza o continuiamo ad andare avanti con questa situazione ? In questo modo, senza nessun riconoscimento giuridico si genera solo caos. Manca una cosa fondamentale anche all'interno del campo di accoglienza: un serio progetto di sensibilizzazione e informazione dei migranti, perché loro spesso non conoscono cosa possono fare, cosa non possono fare, quale iter li aspetta.
   Ma questo non è un problema solo di Ventimiglia, questo è un problema che sta a monte, quando molti migranti nelle regioni del sud sbarcano e non vengono adeguatamente informati su cosa li aspetterà, su come possono perseguire il loro progetto di vita. Questa distribuzione di migranti, sparsi per la città, dimostra sostanzialmente due cose: che il centro di accoglienza dei migranti al Parco Roja non è attrattivo, non è attrattivo perché il migrante non ha intenzione di andare dentro il centro di accoglienza perché non viene adeguatamente informato – come dicevo prima –, non viene veicolato nel suo progetto di vita, quindi è ovvio che il migrante, piuttosto che stazionare nel campo di accoglienza, preferisce stare al di fuori, preferisce aspettare una situazione evidentemente irregolare, per cui qualcuno, in maniera irregolare, lo porterà in Francia ed ecco lì che i migranti rimangono sparsi per la città. Su questo punto, io devo dire una cosa, però: che la situazione che si sta creando, soprattutto in alcuni quartieri come il quartiere delle Gianchette, è una situazione sostanzialmente di tensione sociale; si crea solo tensione sociale, perché questi migranti, che non vogliono stare nel campo di accoglienza, restano soprattutto in questo quartiere delle Gianchette e, come detto, aspettano qualche passeur che di notte arriva e contratta il prezzo con i migranti – poche centinaia euro – per passare la frontiera in maniera irregolare. Si sono denunciati fenomeni di spaccio e di prostituzione, ed ecco lì che la sicurezza non è più garantita; non è più garantita per la popolazione, ma non è più garantita per il singolo migrante.
  Io penso che tutto questo, al di là della tensione sociale, stia creando anche ricadute importanti sulla città di Ventimiglia, perché la città di Ventimiglia sta avendo pesanti ricadute dal punto di vista turistico e del commercio. È una città che sta subendo e ha subito pesanti infiltrazioni mafiose, anzi della ’ndrangheta. Quindi io dico: visto che ormai non ci sono più le infiltrazioni ma la ’ndrangheta è radicata in questo territorio, che ormai è dimenticato da tutti e sembra che lo Stato non abbia intenzione di agire e, anzi, si volta dall'altra parte, coprendosi gli occhi su queste situazioni, io penso che si debba fare qualcosa e, se non altro, accendere un faro e avere una seria progettualità per trovare una soluzione sull'immigrazione. La progettualità deve essere a lungo termine e non solo su Ventimiglia, perché Ventimiglia è semplicemente una città in cui si crea un tappo dove ovviamente tutti i migranti vogliono arrivare.
  Sarebbe interessante anche capire lo stato degli accordi tra la polizia francese e quella italiana, perché nella caotica situazione che si è creata sembrerebbe che la polizia francese, oltre a riportare sul nostro territorio i migranti che hanno oltrepassato il confine in maniera irregolare, ne approfitta per portare in Italia altri migranti che già aveva. Quindi, a questo punto la vicenda andrebbe chiarita e non escludo che sia uno dei quesiti che porremo in futuro.
  Concludo, Presidente, dicendo che questo problema è un problema complesso, che sicuramente non ha soluzioni immediate e questo lo ricordo anche a me stesso. Però, devo dire che gli slogan che si sono utilizzati fino ad oggi non stanno funzionando e non funzioneranno mai. Il problema sta tutto a monte: c’è un'assoluta inefficacia del sistema a livello europeo; questo lo sappiamo tutti e l'abbiamo Pag. 9ribadito più volte, con una mozione approvata in quest'Aula. Lo abbiamo ribadito in Europa, perché il problema è europeo e sulla carta l'aumento dei ricollocamenti negli altri Paesi europei per Grecia e Italia, previsto dall'agenda europea, è stata una cosa positiva, però non è applicata e il fatto che non sia applicata è dimostrato dai numeri: dei 160 mila migranti che dovevano essere ricollocati negli altri Paesi d'Europa, solo mille sono stati davvero ricollocati.
  Vado alla conclusione, Presidente. Questo sistema non sta funzionando perché anche all'interno di questo Paese l'accoglienza non è gestita in maniera adeguata e i CAS ne sono l'esempio. Quindi, prendiamo esempio da quello che non ha funzionato e iniziamo a gestire questo problema in maniera strutturale e con un progetto a lungo termine.

  PRESIDENTE. Grazie...

  SIMONE VALENTE. Questo lo chiedo io e questo lo chiedono i cittadini di Ventimiglia.

(Chiarimenti in ordine a progetti di varianti al tracciato delle autostrade A24 e A25 – n. 2-01447)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Vacca ed altri n. 2-01447, concernente chiarimenti in ordine a progetti di varianti al tracciato delle autostrade A24 e A25 (Vedi l'allegato A – Interpellanze urgenti).
  Chiedo al deputato Vacca se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

  GIANLUCA VACCA. Grazie, Presidente. Il 18 novembre 2009 è stato sottoscritto lo schema di convenzione unica tra ANAS e la società Strada dei parchi SpA. In seguito, il 29 novembre 2010 è stato sottoscritto l'atto di recepimento della delibera del CIPE, del 13 maggio 2010, di approvazione della medesima convenzione che fissa la scadenza della concessione al 31 dicembre 2030. I tratti autostradali in concessione sono: la Roma – L'Aquila – Teramo, pari a chilometri 159; la A-24, diramazione Grande raccordo anulare – tangenziale est di Roma, pari a 7 chilometri; e la Torano – Avezzano – Pescara, di chilometri 114.
  La formula tariffaria applicata al pedaggio autostradale è stabilita dalla delibera del CIPE n. 39 del 2007 e dalla delibera CIPE n. 319/1996. Al fine di determinare la variazione percentuale della tariffa si tiene conto: del valore del tasso di inflazione programmato; di una quota che consente il recupero degli investimenti realizzati dalla società autostradale concessionaria nell'anno precedente a quello di applicazione dell'incremento. I costi di manutenzione ordinaria e straordinaria delle autostrade e gli oneri degli investimenti di nuove infrastrutture vengono recuperati dalla società Strada dei parchi attraverso il pedaggio e i conseguenti incrementi. È evidente, quindi, che ogni investimento per nuove infrastrutture debba apportare un beneficio alla collettività che, di fatto, sostiene gran parte del costo.
  Ogni anno Strada dei parchi spa chiede e ottiene un adeguamento tariffario che si somma a quello dell'anno precedente. Già nel 2014 la società Strada dei parchi aveva chiesto un aumento del pedaggio pari al 10,39 per cento soltanto per un anno, ricevendo l'autorizzazione da parte delle autorità competenti per una quota pari all'8,28 per cento. Nel periodo 2009-2015 l'aumento complessivo della tariffa del pedaggio ha raggiunto quasi il 40 per cento in sei anni, provocando numerose e continue proteste. Io personalmente sono andato a vari incontri con associazioni di categoria, che giustamente lamentavano questo spropositato e continuo aumento del pedaggio.
  I ricavi derivanti dal pedaggio nel 2013 si sono assestati attorno a una cifra pari a 137,6 milioni di euro, mentre nel 2014 è stata pari a 148 milioni di euro, riscontrando un numero di transiti per chilometri sia dei veicoli leggeri che pesanti in decrescita. Secondo quanto appreso dai Pag. 10media locali, Strada dei parchi spa avrebbe presentato un progetto ai Ministeri competenti per la realizzazione di 40 chilometri di nuove gallerie a doppia canna, che consentirebbero di accorciare l'autostrada che collega l'Abruzzo a Roma. Secondo le fonti di stampa, il costo di questo progetto è di circa 6 miliardi di euro e secondo la società concessionaria rappresenterebbe un investimento privato finalizzato a ridurre il tragitto stradale di poco più di 20 chilometri, in cambio di un prolungamento dei tempi di concessione sulla gestione del tratto autostradale di 45 anni, che consente di poter incamerare per altrettanti anni i pedaggi e i relativi aumenti.
  La società Strada dei parchi spa, con nota protocollo del 2015, del 9 aprile 2015, ha presentato alla regione Abruzzo un progetto di messa in sicurezza di alcuni tratti autostradali mediante le varianti al tracciato ai fini del rilascio del parere tecnico preliminare. Secondo un documento della regione Abruzzo, con nota del 7 agosto 2015, la stessa società Strada dei parchi avrebbe trasmesso un aggiornamento del progetto preliminare di adeguamento e messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25, con corrispondente studio di fattibilità. Stando a quanto contenuto nei documenti della regione Abruzzo, il progetto si è sviluppato in attuazione dell'articolo 1, comma 183, della legge 14 novembre 2012, n. 228, la legge di stabilità del 2013, che ha la seguente formulazione: «In considerazione della classificazione delle autostrade A24 e A25 quali opere strategiche per le finalità di protezione civile, per effetto del DPCM 21 ottobre 2003 e successive modificazioni, e della conseguente esigenza di procedere all'adeguamento delle stesse alla normativa vigente per adeguamento sismico e alla messa in sicurezza dei viadotti sulla base dei contenuti delle ordinanze del Presidente del Consiglio dei ministri nn. 3274 e 3316, e successive modificazioni, per l'adeguamento degli impianti di sicurezza in galleria, a norma del decreto legislativo 5 ottobre 2006, n. 264, e successive modificazioni, per l'adeguamento alle normative in materia di impatto ambientale e per lavori di manutenzione straordinaria delle dette autostrade nonché per la realizzazione di tutte le opere necessarie in conseguenza del sisma del 2009, ove i maggiori oneri per gli investimenti per la realizzazione dei citati interventi siano di entità tale da non permettere il permanere e/o il raggiungimento delle condizioni di equilibrio del piano economico finanziario di concessione nel periodo di durata della concessione stessa, il Governo, fatta salva la preventiva verifica presso la Commissione europea della compatibilità comunitaria, rinegozia con la società concessionaria le condizioni della concessione, anche al fine di evitare un incremento delle tariffe non sostenibile per l'utenza».
  Il progetto preliminare elaborato da Strade dei parchi spa, secondo il documento protocollo della regione Abruzzo n. 128354 ipotizza varianti nei seguenti tratti: Celano – Bussi – Tocco da Casauria; Magliano dei Marsi – Tagliacozzo – Carsoli, fino al confine con la regione Lazio; asse di interconnessione della A24 con la A14, a Roseto degli Abruzzi; assi di penetrazione urbana a Pescara (addirittura sembrerebbe un tunnel proprio dentro la città di Pescara). Sia l'asse di interconnessione della A24 e della A14 a Roseto degli Abruzzi che l'asse di penetrazione urbana a Pescara in realtà sono nuovi tracciati, veri e propri nuovi tracciati che utilizzando, a giudizio degli interpellanti, strumentalmente il dettato normativo verrebbero appunto realizzati. Secondo quanto riportato da un articolo di stampa de il Messaggero del 12 luglio 2016 il geologo dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia Fabrizio Galadini, in occasione di un incontro presso la provincia dell'Aquila, ha dichiarato che le gallerie che si vorrebbero realizzare dovrebbero intersecare tre faglie sismiche attive: quella del Fucino, quella di Capo Di Moro e quella della Valle Subequana. Secondo quanto riportato nella relazione idrogeologica del piano di tutela delle acque della stessa regione Abruzzo, l'impatto sull'ambiente che queste opere Pag. 11comporterebbero è molto elevato. Infatti le modifiche piano-altimetriche del tracciato esistente prevedono la realizzazione di gallerie che incontrano corpi idrici importantissimi come, ad esempio, quelli del monte Sirente e appunto delle faglie attive. La velocizzazione e riduzione del percorso, comunque contenuto, comporta l'eliminazione di alcuni degli attuali svincoli, l'abbattimento di alcuni viadotti, la dismissione di altri viadotti, la realizzazione di un nuovo tratto autostradale. Nel progetto non pare sia prevista alcuna opera di manutenzione o adeguamento alle norme esistenti. Gli assi di interconnessione di Roseto e Pescara, invece, rappresentano dei veri e propri nuovi tratti autostradali che si vanno a sovrapporre a tracciati già esistenti come l'asse attrezzato Teramo-Mare (superstrada n. 80) e il raccordo autostradale 12 Chieti-Pescara. Il bacino imbrifero del Gran Sasso è il più grande d'Europa dal quale scaturiscono le risorgive dei fiumi Pescara, San Callisto o Tirino con una portata complessiva di 15 metri cubi al secondo che insiste nella zona in cui pare si vorrebbero realizzare nuove gallerie. La proposta di variante V06 prevede un tunnel di svariati chilometri e la conseguente dismissione del tratto autostradale compreso tra i caselli di Pescina e quello di Pratola Peligna-Sulmona. A fine gennaio 2016, in occasione di una visita a Sulmona del Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti Riccardo Nencini, che purtroppo oggi oltretutto non vedo qui, la stampa riporta la seguente dichiarazione attribuita allo stesso: «So che è stata depositata una proposta, non l'ho ancora vista. So che l'impresa che l'ha depositata è pronta a fare un investimento notevole in Abruzzo. È un progetto che va esaminato con l'attenzione richiesta tenendo conto di un'opportunità che deriva anche da un grande investimento. Naturalmente, come tutte le opere che arrivano sul territorio con una certa forza, anche questa ha bisogno della convergenza del Ministero con le amministrazioni locali e ha bisogno di una verifica del piano economico. Giudico però il fatto positivo – parole del Viceministro – che ci sia una grande impresa pronta a investire sul proprio territorio», confermando con queste parole quanto riportato dalla stampa nei giorni precedenti riguardo all'esistenza di un progetto presentato dal gestore nella società Strada dei Parchi S.p.A. Secondo le dichiarazioni di Cesare Ramadori anche il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e il Presidente della regione Nicola Zingaretti conoscono il progetto, tant’è che da notizie di stampa si apprende che è stata svolta una riunione l'8 ottobre 2015 tra società Strada dei Parchi, regione Abruzzo, regione Lazio e Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. L'Abruzzo non ha bisogno di sventrare ancora le montagne né di spendere fondi dei cittadini acquisiti indirettamente attraverso un aumento vertiginoso dei pedaggi al fine di velocizzare solo di qualche minuto un tratto autostradale come quello gestito dal gruppo Toto. Infatti i costi, benché sia previsto un investimento privato, sicuramente ricadrebbero sul cittadino che verrebbe penalizzato anche attraverso un ulteriore aumento del pedaggio. Sono autostrade che risultano tra le più care d'Italia con gli aumenti maggiori registrati negli ultimi anni e oltretutto tra le meno trafficate. Il progetto, oltre a rappresentare un costo reale a carico della collettività soprattutto abruzzese e laziale, seppure indirettamente taglierebbe fuori dalle principali arterie di collegamento l'intera Valle Peligna, già in stato di sofferenza, e un'intera zona del Parco della Majella. La documentata riduzione del traffico sulla strada dei parchi registrata negli ultimi anni denota tra l'altro la non necessità di ampliamento e di ulteriore investimento sulla strada dei parchi; il collegamento dei trasporti della costa abruzzese verso la capitale necessiterebbe, invece, di un investimento sulla linea ferroviaria che attualmente percorre il tragitto in non meno di tre ore e mezza: tre ore e mezza per percorrere un tragitto in linea d'aria di meno di 200 chilometri, rendendo del tutto difficoltoso l'utilizzo di tale mezzo Pag. 12soprattutto per i pendolari. Un costo presunto di quasi 6 miliardi di euro sicuramente non permette il raggiungimento per il concessionario dell'equilibrio finanziario della gestione delle autostrade in considerazione dell'impossibilità di coprire l'eventuale passivo mediante l'incremento delle tariffe all'utenza e quindi richiederebbe allo Stato un impegno economico o una rinegoziazione della concessione autostradale.
  Secondo un articolo de il Messaggero del 27 luglio 2016 l'amministratore delegato di Strada dei Parchi avrebbe rilasciato la seguente dichiarazione: «Ovviamente tutto questo – cioè la redazione del progetto – sarà possibile solo e soltanto se ci verrà rinnovata la concessione per ulteriori vent'anni cioè fino al 2050 perché, se così non dovesse essere, siamo pronti a recedere dal contratto e a farci revocare la concessione. Non possiamo far fallire la società per mettere in sicurezza una strada che tra quindici anni non gestiremo più». Cioè si rifiuta di fare quello che prevede attualmente la legge e di fatto ricatta il Governo.
  Quindi noi chiediamo se presso i Ministeri e le autorità competenti siano stati presentati da Strada dei Parchi S.p.A. progetti di variante al tracciato delle autostrade A24 e A25 e, in caso di risposta affermativa, secondo quale mandato istituzionale specifico da parte del Ministero concedente. Chiediamo se le regioni Abruzzo e Lazio abbiano prodotto atti trasmessi ai Ministeri e alle autorità competenti o promosso incontri istituzionali in merito alle varianti e alla realizzazione delle infrastrutture ipotizzate dalla società concessionaria delle autostrade A24 e A25 e, in caso di risposta affermativa, quali sono stati questi atti, quali siano stati trasmessi e quale sia il contenuto e cosa abbiano risposto i Ministeri e le autorità competenti. Chiediamo se siano stati svolti incontri istituzionali con i Ministeri e le autorità competenti alla luce delle dichiarazioni di Cesare Ramadori che hanno avuto come oggetto le ipotesi di varianti proposte da Strade dei Parchi S.p.A. e, in caso affermativo, quali siano gli esiti. Chiediamo quali siano le iniziative di competenza anche di carattere normativo volte a potenziare i collegamenti della costa abruzzese verso la capitale e Civitavecchia, investendo sulla linea ferroviaria con l'obiettivo di ridurre i tempi di percorrenza per il trasporto ferroviario sia delle persone sia delle merci. Chiediamo se i Ministri interpellati abbiano intenzione di valutare il rigetto di qualsiasi variante o ipotesi di realizzazione di infrastrutture che vadano a incidere anche parzialmente o a mettere a rischio i corpi idrici e l'assetto idrogeologico esistente anche attraverso una puntuale valutazione dell'impatto sull'ambiente delle opere ipotizzate. Ripeto: puntuale valutazione e non approssimativa. Chiediamo se i Ministri interpellati abbiano intenzione di valutare il rigetto di qualsiasi variante o ipotesi di realizzazione di infrastrutture che insistono su zone ad elevato rischio sismico e in presenza di faglie attive anche attraverso la puntuale valutazione dei rischi e della pericolosità conseguenti e connesse alle opere ipotizzate. Chiediamo se il Governo abbia intrapreso le opportune iniziative di competenza volte a bloccare ogni altro aumento di pedaggio del tratto autostradale gestito da Strada dei Parchi S.p.A.; se il Governo abbia intrapreso opportune iniziative per bloccare ogni altro aumento del pedaggio dell'autostrada che collega la costa adriatica a Roma, la A24 e A25, già notevolmente più costosa delle autostrada A14 e A1. Se l'attuazione dell'articolo 1, comma 183, della legge 14 novembre 2012, n. 228 consenta varianti con costi talmente elevati da raggiungere quasi 6 miliardi di euro che prevedono la realizzazione di nuovi tratti di autostrade e, in particolare, quelle contenute nei documenti protocollo RA/128354 della regione Abruzzo.
  Chiediamo se l'eventuale utilizzazione della realizzazione delle varianti di cui in premessa nonché un eventuale prolungamento della concessione siano compatibili con la normativa comunitaria. Chiediamo se le opere di cui in premessa possono Pag. 13essere realizzate in zone di protezione speciale o siti di interesse comunitario e, in caso di risposta affermativa, con quali modalità.

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato, Benedetto Della Vedova, ha facoltà di rispondere.

  BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale. Grazie, Presidente. Come riportato dagli onorevoli interpellanti, la società Strada dei Parchi è concessionaria del collegamento autostradale A24 Roma-L'Aquila-Teramo e del tronco A25 Torano-Pescara in forza della convenzione di concessione sottoscritta a seguito di una procedura di gara in data 20 dicembre 2001. Ai sensi dell'articolo 4 della convenzione vigente, la scadenza della concessione è attualmente fissata al 30 dicembre 2030. In data 18 novembre 2009 è stata sottoscritta la convenzione unica prevista ex legge n. 296 del 2006, integrata con l'atto di recepimento della delibera CIPE n. 20 del 13 maggio 2010 sottoscritto il 29 novembre 2010 e divenuto efficace ai sensi della legge n. 101 del 2008. In prossimità della scadenza del primo periodo regolatorio e precisamente in data 21 marzo 2013 i competenti uffici del Ministero delle infrastrutture e trasporti, nel rispetto del dettato convenzionale, hanno chiesto alla società la predisposizione di un programma di investimenti per il successivo quinquennio regolatorio. Si è quindi avviato un confronto con la società, la quale, il 30 giugno 2014, ha presentato al Mit una prima proposta di aggiornamento del piano economico-finanziario per il periodo 2014-2018 formulata ai sensi dell'articolo 11 della convenzione unica vigente nonché della legge n. 228 del 2012.
  All'esito delle valutazioni tecniche effettuate, il successivo 24 luglio 2014, il MIT ha chiesto di adeguare la proposta, assumendo ipotesi coerenti con la normativa e la regolamentazione vigente; il successivo agosto la società ha inviato una nuova proposta, successivamente aggiornata a dicembre 2014.
  Il Ministero ha nuovamente eccepito la permanenza di carenze derivanti, tra l'altro, dalla presenza di misure compensative non contemplate dalla normativa vigente e dalla presentazione di un programma di investimenti non sostenibile sotto il profilo tecnico, amministrativo, giuridico ed economico-finanziario: ciò in ragione sia dalla tipologia degli investimenti, comportanti una previsione di spesa di circa 6 miliardi di euro, sia della richiesta di proroga della concessione pari a 45 anni.
  Nel marzo 2015, il MIT ha chiesto una nuova proposta che tenesse conto di un programma di investimenti distinto in stralci funzionali per dare priorità all'esecuzione degli interventi di messa in sicurezza, da individuare adeguatamente.
  Nell'agosto 2015, seppur rappresentando la non condivisione delle richieste effettuate al riguardo, la società ha inoltrato un'ulteriore proposta di piano economico finanziario (PEF), che tuttavia ancora non recepiva quanto convenuto e riconfermava parte delle ipotesi contemplate nelle precedenti versioni già ritenute non accoglibili.
  Gli investimenti inseriti nella suddetta proposta di PEF, pari a 5.673,80 milioni di euro sono: adeguamento sismico viadotti (870,65 milioni di euro), adeguamento gallerie (159,47 milioni di euro), barriere acustiche e interventi di messa in sicurezza (146,68 milioni di euro), varianti e nuove assi di penetrazione (4.497 milioni di euro).
  Unitamente al PEF, la società ha presentato, di propria iniziativa e senza alcuna richiesta in tal senso da parte del MIT, uno studio di fattibilità e il relativo progetto preliminare per la realizzazione delle varianti dell'adeguamento sismico e delle gallerie, oltre che di interventi ambientali e di manutenzione straordinaria.
  Il 22 ottobre 2015, la società ha sottoposto una versione di PEF, cosiddetto stralcio; nel successivo dicembre ha trasmesso un aggiornamento, sotto l'aspetto sismico, della proposta inoltrata ad agosto. In seguito, la strada dei parchi ha presentato un'ulteriore proposta di PEF, da ultimo lo scorso 1o luglio, che, pur Pag. 14cambiando aspetti tecnici e finanziari, sostanzialmente è equipollente alla prima presentata.
  In sede di analisi, è stato sempre riscontrato che la suddetta proposta e le successive integrazioni contemplano un programma di investimenti non limitato alle opere di messa in sicurezza dell'infrastruttura, di cui alla legge n. 228 del 2012, bensì includono interventi in variante di tracciato che determinano, tra l'altro, un significativo incremento di spesa, sino all'importo massimo di 6,9 miliardi di euro. L'equilibrio economico delle proposte presentate è raggiunto con una consistente estensione dalla durata di concessione (oltre 45 anni), incrementi tariffari per tutto il periodo della concessione, la corresponsione di un valore di subentro e il riconoscimento di misure compensative.
  Tali varianti, come più volte rappresentato dal MIT, non possono essere incluse nell'aggiornamento del PEF, in quanto estranee all'ambito applicativo della legge n. 228 del 2012.
  Per tali ragioni, si è resa necessaria l'individuazione degli investimenti strettamente riconducibili al dettato normativo afferente l'adeguamento sismico con la messa in sicurezza dei viadotti sul tracciato autostradale esistente, l'adeguamento degli impianti di sicurezza in galleria, l'adeguamento della normativa in materia di impatto ambientale e i lavori di manutenzione straordinaria. Tale programma, per una spesa stimata in 1.200 milioni di euro, risulta maggiormente coerente con il dettato convenzionale e con ipotesi maggiormente in linea in termini di estensione della concessione e di variazioni del valore di subentro rispetto alla normativa comunitaria.
  Per tali investimenti, il MIT ha attivato le interlocuzioni con i servizi dell'Unione europea, secondo quanto previsto dalla normativa vigente e dalla citata legge n. 228 del 2012, per la parte in cui si afferma che« il Governo, fatta salva la preventiva verifica presso la Commissione europea della compatibilità comunitaria, rinegozia con la società concessionaria le condizioni della concessione, anche al fine di evitare un incremento delle tariffe non sostenibili per l'utenza».
  La regione Lazio e la regione Abruzzo hanno trasmesso sia al MIT che alla società richiedente il parere di massima favorevole alle varianti proposte dalla società, rispettivamente in data 27 maggio 2016 e 7 giugno 2016, specificando ad ogni modo che un parere esaustivo e completo potrà essere reso nell'ambito della procedura approvativa prevista dalle normative vigenti, con il coinvolgimento di tutte le strutture regionali, secondo le rispettive competenze.
  Per quanto riguarda gli aumenti tariffari accordati alla società, si rappresenta in primo luogo che, pur condividendo la necessità di valutare iniziative di calmierazione tariffaria, occorre evidenziare che il pedaggio autostradale è una componente fondamentale del rapporto concessorio e che lo stesso, unitamente ad altre risorse, è necessario per realizzare i programmi di manutenzione ordinaria e straordinaria che, come è noto, sono alla base del livello di servizio e sicurezza da garantire a tutti gli utenti dell'infrastruttura anche grazie alle risorse richieste all'utenza stessa che quindi, allo stato, sono da ritenersi necessarie.
  I criteri per il calcolo dei pedaggi e per la rete autostradale italiana sono stabiliti dalla specifica normativa di settore, recepita nella convenzione di concessione stipulata fra la società concessionaria autostradale e il concedente. Nel caso in esame, per Strada dei Parchi, gli incrementi tariffari sono determinati secondo il corrispondente contratto di concessione, che ha come riferimento le delibere CIPE n. 319 del 1996 e n. 39 del 2007 e che avviene con una precisa formula di revisione tariffaria.
  Le formule tariffarie previste dalla normativa stabiliscono una corrispondenza tra il pedaggio e gli investimenti effettivamente realizzati dal concessionario; nello specifico caso di Strada dei Parchi, per l'anno 2016, è stato riconosciuto l'incremento tariffario in funzione unicamente Pag. 15degli investimenti realizzati dalla società, ossia commisurato alla spesa consuntiva riconosciuta dalla competente Direzione generale per la vigilanza sulle concessionarie autostradali del MIT, negli anni 2014 e 2015, rispettivamente pari a 3,22 per cento e 0,23 per cento, per un totale di 3,45 per cento.
  Infine, quanto alle iniziative volte a potenziare i collegamenti della costa abruzzese verso la capitale e Civitavecchia, investendo sulla linea ferroviaria, si fa presente che la velocizzazione della linea Roma-Pescara può contare nell'immediato sulla realizzazione di varianti di tracciato e raddoppi nella tratta compresa tra le stazioni di Guidonia e Pescara. L'intervento è inserito nel vigente Contratto di programma con Rete ferroviaria italiana per un importo di 1.556 milioni, di cui 5 per studi e progettazioni già finanziati; ulteriori finanziamenti, per circa 100 milioni, sono programmati nell'annualità 2017.
  Con lo stesso obiettivo del miglioramento dell'infrastruttura ferroviaria interregionale di cui trattasi è previsto inoltre, sempre nel Contratto di programma, il raddoppio del binario per circa 10 chilometri da Lunghezza a Guidonia ed ulteriori upgrade finalizzati a valorizzare l'opportunità di interscambio nel nodo di Lunghezza. L'intervento, dal costo complessivo di 150 milioni, è in corso di realizzazione e sarà attivato nel 2017.
  Da ultimo, si precisa che ulteriori investimenti nell'area abruzzese potranno scaturire dalla nuova fase di programmazione da avviare in attuazione del nuovo Codice dei contratti che, come è noto, prevede la redazione del Piano generale dei trasporti e di documenti di programmazione pluriennali.
  Per quanto attiene poi agli aspetti ambientali, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha comunicato che sul progetto in questione non sussistono procedimenti in corso; in merito poi alle zone di protezione speciale o siti di interesse comunitario, la normativa vigente prevede che gli interventi siano sottoposti anche a specifiche valutazioni di incidenza ai sensi della normativa vigente.
  Pertanto, nel caso in cui il progetto indicato dall'atto di sindacato dovesse determinare delle interferenze con le aree protette di cui alla legge n. 394 del 1991 e con i siti inclusi nella Rete Natura 2000 di cui alle direttive 92/43/CEE Habitat ed ex 79/409/CEE Uccelli, la valutazione di incidenza sarà integrata nella procedura di valutazione di impatto ambientale e di tale integrazione sarà data adeguata informazione al pubblico.

  PRESIDENTE. Il deputato Gianluca Vacca ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

  GIANLUCA VACCA. Grazie, Presidente. Francamente, innanzitutto mi rammarico dell'assenza di un sottosegretario direttamente interessato, anche perché l'interpellanza era rivolta a ben tre ministeri e francamente il fatto che non si sia riuscito a trovare un sottosegretario tra tre ministeri coinvolti – Infrastrutture, Ambiente ed Economia e finanze – francamente un po’ mi rammarica, ma spero che non sia dovuto, ovviamente, alla data prossima, appunto, al Ferragosto.
  Ma, detto questo, mi pare di aver compreso dalla risposta del sottosegretario che ci sia stata di fatto una bocciatura da parte del Ministero competente del progetto di cui stiamo appunto contestando la fattibilità, cioè quello che prevede le varianti autostradali. Infatti, da quanto mi sembra di aver capito, dall'ultima corrispondenza avuta con Strada dei Parchi, il Ministero ha richiesto uno stralcio, un progetto che riguardasse soltanto l'adeguamento sismico e che, quindi, comportasse un piano di investimenti di circa un miliardo di euro sul quale, ovviamente, è stata data un'intesa di massima; dovrebbe essere quello da realizzare, perché è quello che prevede d'altronde l'attuale normativa, cioè la legge del 2012. Se così fosse, ci potremmo ritenere parzialmente soddisfatti perché sarebbe molto più coerente con quello che, appunto, prevede Pag. 16l'attuale normativa. Infatti, il punto su cui si sta discutendo ormai da più di un anno è questo; qui è stato presentato un progetto, è stato sponsorizzato ed è stato comunque portato avanti anche dalle istituzioni regionali, in primis dalla regione Abruzzo, e dal privato direttamente interessato ovviamente, Strada dei Parchi, del qual’è, però, non si ravvede quale sia l'interesse pubblico. Questo è il punto. Infatti, l'interesse privato è chiarissimo nel progetto, quello grande che prevede le varianti da 6 miliardi di euro. Anzi, sono più interessi privati. Ed è anche legittimo che sia il privato a proporli perché il privato persegue il proprio interesse, cioè quello di fare profitti. Quali sono gli interessi del privato ovviamente ? Il prolungamento della concessione, come abbiamo detto, al 2050. Addirittura siamo arrivati al punto in cui l'amministratore delegato quasi ricatta lo Stato chiedendo un prolungamento della concessione, minacciando in caso contrario un ritiro; l'aumento dei pedaggi, l'ha appena detto lei, e noi l'avevamo immaginato ed è d'altronde scontato. Un piano di rientro economico dovrà prevedere per forza aumenti di pedaggi costanti in tutto il periodo della concessione. Un investimento di 6 miliardi di euro deve rientrare e l'unico modo per rientrare è quello appunto dell'aumento del pedaggio, da qui al 2050, nella malaugurata ipotesi in cui si dovesse realizzare questo progetto.
  E, poi, non dimentichiamoci che stiamo parlando di una holding, il gruppo Toto, quella che gestisce Strade dei Parchi, che ha anche una parte nelle costruzioni, anzi la principale società della holding Toto, quella che fattura di più, è proprio la Toto Costruzioni. La possibilità di svolgere lavori in house e, quindi, far svolgere i lavori alle proprie società garantirebbe, com’è avvenuto anche nel lavori del Grande Raccordo Anulare e nella tratta interna della A24, un aumento di fatturato e un introito per quella parte della holding Toto che appunto si occupa di costruzioni. Questi, ovviamente, sono gli interessi dei privati, ripeto legittimi, perché il privato punta a fare i propri profitti. Ma il problema è questo: qual è l'interesse pubblico ? Perché qua l'interesse pubblico non c’è. Parliamo ovviamente del progetto da 6 miliardi di euro delle varianti. Infatti, entrando nel merito, si tratta di poco più di 20 chilometri di riduzione del tragitto; 20 chilometri a una media di 120 km/h. Ricordiamo che il limite è 130 km/h nelle autostrade e calcolando una media di 120 km/h vuol dire 10 minuti. Sono autostrade di 200 chilometri da costa a costa e, quindi, parliamo di circa il 10 per cento. A fronte di una riduzione di 10 minuti di percorrenza, e non 40 come viene dichiarato in alcune relazioni, cosa abbiamo dall'altra parte ? Qual è il rovescio della medaglia ? Un impatto ambientale devastante e l'abbiamo detto; l'attraversamento di faglie sismiche; l'attraversamento di corpi idrici importantissimi che di fatto sono tra i più grandi del centro Italia; e addirittura lo sventramento di alcune zone naturalistiche protette che sono tra le più belle del centro Italia. Pensiamo alle Gole di San Venanzio che sono un posto bellissimo e verrebbe del tutto attraversato da questo progetto. Poi c’è l'isolamento di intere zone e l'abbiamo detto anche questo. Alcune zone dell'Abruzzo verrebbero del tutto isolate dal nuovo tragitto. L'aumento dei pedaggi: negli ultimi sei anni abbiamo assistito a più 40 per cento. Ci sono categorie che ovviamente ogni anno si lamentano – io sono andato personalmente a vari incontri – e si lamentano giustamente. Pensiamo ai lavoratori, pensiamo a tutti quelli che da Roma vanno a trascorrere le proprie vacanze in Abruzzo o d'altra parte nella costa adriatica e pensiamo a tutti quelli che lo fanno per lavoro perché sono pendolari o perché lavorano nel mondo dei trasporti. Tutte queste persone lamentano un aumento dei pedaggi spropositato, continuo e che oltretutto alcune volte non è corrisposto da alcuni servizi adeguati. Pag. 17
  Ricordiamo soltanto che per un tratto di 100 chilometri manca del tutto, per esempio, anzi di più perché adesso una stazione di servizio è fuori uso, una stazione di rifornimento. Un aumento dei costi per la collettività con i tratti dismessi: non c’è nessun accenno nel progetto per i costi che verrebbero a gravare sulla collettività per i tratti che vengono dismessi e per i tratti che invece verrebbero di fatto esclusi dalla nuova tratta autostradale e che resterebbero comunque in piedi.
  Quindi, le istituzioni in tutto questo che cosa stanno facendo ? Dalle sue risposte mi sembra di capire che, insomma, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti abbia di fatto bloccato. Se così fosse, ripeto, non potremmo che essere un po’ rassicurati da ciò, ma ci riserviamo ovviamente di verificare e di leggere bene le carte per vedere se realmente è così. I lavori prospettati dalla società Strada dei Parchi sono del tutto ingiustificati dal punto di vista normativo, come diceva anche lei, cioè non si può far passare tutte quelle varianti che sono previste nel progetto come dei lavori di adeguamento sismico. La normativa prevede soltanto che debbano essere svolti, già adesso per legge, i lavori di adeguamento sismico strutturale tali da rendere appunto adeguata e sicura la percorrenza del tratto autostradale, cosa ben diversa dal fare un nuovo tragitto. Non si è mai visto un concessionario che dice al pubblico che cosa va fatto. Strada dei Parchi è un concessionario di un bene dei cittadini, dello Stato. Le autostrade sono dello Stato, non sono di Strada dei Parchi. Non è possibile che sia il privato a dire allo Stato le opere che vanno fatte. Deve essere lo Stato a dire al concessionario quello che va fatto ed è quello che prevede appunto la normativa. Non sta né in cielo né in terra che sia invece il contrario, ossia il privato a dettare i lavori da fare allo Stato.
  Allora, a questo punto una domanda resta ancora in piedi, un dubbio: per quale motivo la regione Abruzzo si sta adoperando così tanto per portare avanti questo progetto ? È stato istituito una specie di comitato interdisciplinare per dare un parere di massima, senza nessuna valutazione ambientale seria e strategica sull'opera; si stanno promuovendo incontri; ci sono varie delibere di giunta, sia della regione Abruzzo, ma anche della regione Lazio, come lei ha detto, recenti che avallano questo progetto con le varianti. Perché ? Ma dove si è visto che gli enti locali vengono prima del Ministero ? Deve essere il Ministero che attiva la procedura, come le prevede la legge, nella quale eventualmente intervengono anche gli enti locali, non che gli enti locali si fanno promotori del progetto.
  Vede, sottosegretario, in questo in questo caso i cittadini, come spesso accade, si sono già attivati fortunatamente per bloccare questa opera e si stanno dimostrando più lungimiranti delle istituzioni. È nato già un coordinamento ovviamente nel territorio, in Abruzzo, e c’è già una mobilitazione in atto perché francamente questo progetto con le varianti è del tutto folle, è del tutto incomprensibile nell'ottica dell'interesse pubblico ed è del tutto irragionevole. Anzi, non solo, è pericoloso probabilmente per il bene della collettività. Quindi, a nostro avviso l'unica cosa che andrebbe fatta è bloccare qualsiasi iniziativa da parte della...

  PRESIDENTE. Deputato Vacca, concluda.

  GIANLUCA VACCA. Mi avvio alla conclusione. Dicevo che l'unica cosa che andrebbe fatta è bloccare qualsiasi procedura in atto che riguarda appunto le varianti e bloccare anche l'anomala attività delle regioni che si stanno attivando e diffidarle dal fare qualsiasi procedura che avalli invece quel progetto, riappropriandosi invece della competenza che spetta appunto al Ministero. Infine, chiedere al concessionario, Toto in questo caso, società Strada dei Parchi, di fare ciò che la legge prescrive, ovvero i lavori di manutenzione e di adeguamento strutturale del tragitto così com’è oggi, senza ulteriori varianti che invece appaiono del tutto irragionevoli e incomprensibili. Noi vigileremo affinché questo avvenga.

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(Iniziative di competenza per salvaguardare la produzione e l'occupazione presso gli stabilimenti di Fabriano e Nocera Umbra della J&P Industries, anche favorendo un accordo tra la proprietà e gli istituti di credito – n. 2-01446)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Ciprini ed altri n. 2-01446, concernente iniziative di competenza per salvaguardare la produzione e l'occupazione presso gli stabilimenti di Fabriano e Nocera Umbra della J&P Industries, anche favorendo un accordo tra la proprietà e gli istituti di credito (Vedi l'allegato A – Interpellanze urgenti).
  Chiedo alla deputata Ciprini se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

  TIZIANA CIPRINI. Grazie Presidente. In data 29 luglio 2016, la società J&P Industries, guidata dall'imprenditore marchigiano Giovanni Porcarelli, che ha rilevato alcuni stabilimenti dell'importante gruppo di elettrodomestici di Fabriano e Nocera Umbra, ha comunicato ai sindacati l'avvio della procedura di licenziamento collettivo per 400 lavoratori su 684.
  Secondo quanto indicato dall'imprenditore Porcarelli, i problemi indicati ai Ministeri nella comunicazione di avvio della mobilità sarebbero relativi a mutamenti del mercato e a difficoltà nel rapporto con le banche.
  Ieri Porcarelli ha annunciato il ritiro della procedura di mobilità per i 400 lavoratori, tuttavia i problemi rimangono ancora sul tavolo.
  Ripercorrendo i fatti: nell'ambito del tavolo di confronto aperto presso il Ministero dello sviluppo economico, nell'incontro del 10 maggio 2016, con la presenza dei commissari straordinari dell'Antonio Merloni S.p.A. e i rappresentanti di Intesa San Paolo, Monte dei Paschi, UniCredit, Banca delle Marche, è emerso che mentre Intesa San Paolo e UniCredit, così come Ubi Banca, hanno deliberato la sottoscrizione dell'atto di transazione, le altre banche hanno invece chiesto ulteriore tempo.
  In quella sede, il Ministero dello sviluppo economico espresse l'assoluta necessità di accelerare i tempi di delibera, definire il testo conclusivo dell'atto di transazione nel più breve tempo possibile, sollecitare l'adesione di J&P all'atto di transazione, iniziare infine il confronto tra le realtà creditizie e J&P, rispetto ai finanziamenti a sostegno del piano industriale.
  L'area coinvolta dalla crisi del gruppo Merloni è interessata infatti da un accordo di programma per la disciplina degli interventi di reindustrializzazione, sottoscritto dal Ministero dello sviluppo economico e dalla regione Umbria, regione Marche, Invitalia, integrato con atto sottoscritto il 12 ottobre 2012, finalizzato alla salvaguardia e al consolidamento del tessuto imprenditoriale, nonché al reimpiego e alla riqualificazione dei lavoratori della società.
  L'intervento agevolativo è attuato ai sensi della legge n. 181 del 1989, le cui risorse finanziarie ammontano a 26 milioni di euro.
  Eppure il Ministero dello sviluppo economico, già sollecitato dagli interroganti con l'interrogazione n. 3-01632, assicurava l'impegno, teso a favorire in tempi celeri la conclusione dell'atto di transazione con le banche, con l'obiettivo di individuare ogni possibile soluzione affinché questa importante realtà produttiva possa continuare ad operare con salvaguardia dei livelli produttivi e occupazionali: questo ci venne risposto ad una nostra interpellanza, proprio del maggio 2016.
  Ora si chiede quindi al Ministero quali sono i motivi che hanno impedito la celere conclusione dell'atto di transazione con le banche creditrici e quali iniziative sta adottando il Governo al riguardo e si chiede quali urgenti iniziative si intendano intraprendere per favorire l'accordo con gli istituti di credito, affinché avvenga questa erogazione di liquidità, necessaria per accedere all'accordo di programma, al fine di scongiurare la definitiva chiusura dell'azienda e salvaguardare la produzione e l'occupazione.

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  PRESIDENTE. La Viceministra dello sviluppo economico, Teresa Bellanova, ha facoltà di rispondere.

  TERESA BELLANOVA, Viceministra dello sviluppo economico. Risponde. Grazie Presidente, in merito alle questioni evidenziate dagli onorevoli interroganti, relative allo stato di crisi dell'azienda ex Merloni J&P Industries, si rappresenta quanto segue: in data 7 giugno 2016 il Governo, rispondendo ad un'interrogazione alla X Commissione della Camera, presentata dagli onorevoli Giulietti e Lodolini, ha fornito elementi informativi, con i quali si ricostruiva la vicenda relativa all'ex Merloni.
  Tra l'altro, relativamente al programma di investimenti produttivi e di ricerca e sviluppo proposto dalla J&P Industries, finalizzato alla sua riqualificazione produttiva ed all'ampliamento della sua gamma di prodotti, si rammenta che il medesimo è stato valutato dal Ministero dello sviluppo economico coerente con la strumentazione agevolativa di riferimento (decreto ministeriale primo aprile 2015 e legge n. 181 del 1989).
  Il Ministero dello sviluppo economico ha quindi confermato la propria disponibilità a formalizzare un accordo di programma con le regioni Marche e Umbria, allo scopo di promuovere il progetto con risorse finanziarie pubbliche per 24 milioni di euro, fatta salva la dimostrazione della disponibilità, da parte dell'acquirente, di ulteriori risorse finanziarie private, necessarie per la realizzazione del progetto di sviluppo nel suo complesso.
  Ricordo che a oggi, come risulta anche agli onorevoli interpellanti, l'atto di transazione con le banche creditrici risulta non ancora sottoscritto da parte del soggetto imprenditoriale J&P Industries.
  Su questo punto e sugli altri finanziamenti relativi al programma di investimenti produttivi e di ricerca e sviluppo proposto dalla J&P Industries, il confronto con le banche prosegue in maniera serrata.
  Nel frattempo la società, i cui lavoratori usufruiscono della cassa integrazione fino al 23 settembre 2017, ha comunicato, in data 29 luglio, di aver avviato la procedura di licenziamento collettivo per 400 lavoratori.
  Tale improvvisa decisione ha colto di sorpresa i rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali e le organizzazioni sindacali.
  Subito sono state avviate iniziative volte ad approfondire le questioni che hanno portato l'azienda ad assumere tale provvedimento.
  Appena appresa la notizia, a nome del Governo ho rivolto un appello alla società, affinché revocasse la procedura di mobilità, impegnandomi contestualmente, nell'ambito delle prerogative a me attribuite, ad attivare ogni utile iniziativa al fine di scongiurare ulteriori situazioni traumatiche per il tessuto sociale ed economico di un territorio già fortemente colpito dalla crisi economica degli ultimi anni.
  A tal fine, oltre ad aver attivato un'ulteriore utile interlocuzione con alcuni parlamentari dei territori, ho provveduto, in data 3 agosto, ad incontrare il presidente della regione Marche, il vicepresidente della giunta regionale dell'Umbria e i sindaci delle città interessate di Fabriano, Gualdo Tadino e Nocera Umbra, che richiedevano un urgente intervento del Governo.
  Nell'incontro si è stabilito un percorso di supporto istituzionale, volto in primo luogo alla tutela dei posti di lavoro dei dipendenti della J&P coinvolti nelle procedure di mobilità e parallelamente ad attivare un confronto con gli istituti di credito interessati alla vicenda, al fine di verificare la sostenibilità del piano industriale dell'azienda.
  È mia intenzione altresì convocare, agli inizi di settembre, un tavolo di confronto con il partenariato sociale e l'azienda.
  Ho insistito inoltre nel chiedere all'azienda di bloccare la procedura di mobilità e di attivarsi per trovare soluzioni utili. A tal proposito, nella giornata di ieri, 4 agosto, l'azienda ha comunicato di aver accolto l'invito del Governo al ritiro della mobilità per i 400 lavoratori interessati.
  Nell'apprezzare tale decisione, che consente di affrontare con maggiore serenità Pag. 20e allo stesso tempo in maniera più approfondita una questione ancora molto complessa, il Governo rimane consapevole degli sforzi e degli impegni da assumere per condurre ad un esito positivo la vicenda e pertanto continuerà a seguire con la massima attenzione l'evolversi della situazione.

  PRESIDENTE. La deputata Ciprini ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza e ha dieci minuti.

  TIZIANA CIPRINI. Viceministro, come ha ricordato anche lei, all'indomani dell'annuncio dei licenziamenti, tutti, compresi i politici locali, gridarono alla doccia fredda, al fulmine a ciel sereno. Eppure, noi del MoVimento 5 Stelle l'avevamo già preannunciato proprio in quest'Aula, proprio a maggio del 2016, avevamo preannunciato lo scenario a tinte fosche per la J&P, proprio in risposta alla nostra interpellanza, all'interpellanza della mia collega Patrizia Terzoni delle Marche e, in quell'occasione, venne detto esplicitamente al sottosegretario dello sviluppo economico che, per accedere all'accordo di programma, serviva un investimento minimo di un milione e mezzo di euro e, se le banche non aprivano subito i rubinetti alla J&P, non si poteva andare più avanti. E così evidentemente è stato. Certo che è curioso il fatto che il Governo, sempre pronto a salvare le banche dal fallimento, si è dimostrato prono e timido nel pretenderne da quegli stessi istituti l'erogazione del credito che avrebbe consentito a un'azienda così importante di adottare misure per salvarsi essa stessa dal fallimento. Ora, il tempo è veramente scaduto evidentemente, quindi se gli istituti di credito non forniranno liquidità, tra due anni, quindi allo scadere della cassa integrazione, ci ritroveremo, non con 400 persone, ma con 700 persone che rimarranno senza lavoro.
  Poi volevo ricordare che, tra l'altro, la scorsa settimana Renzi si è recato con il suo aereo a Gualdo Tadino per l'inaugurazione della Quadrilatero e poi è andato a complimentarsi con l'azienda Rocchetta, l'azienda prosciugatrice di acqua pubblica, che spende 50 milioni in pubblicità, mentre, in quindici anni, il comune di Gualdo Tadino ha guadagnato dalla svendita dell'acqua pubblica solo 16.000 euro.
  Ebbene, nessuna visita però è stata fatta dal Premier alla ex Merloni e alle altre aziende di quel territorio umbro marchigiano che – come ricordava lei – è un territorio che soffre fortemente la crisi e, all'annuncio dei licenziamenti, nessun twit da parte di Renzi di preoccupazione o interessamento. Quindi adesso il tempo è veramente scaduto. Si faccia presto e bene e si pretenda dalle banche di aprire il credito.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.
  Comunico che il collega Federico D'Incà è diventato padre della piccola Maria Deva. A lui e a sua moglie i migliori auguri della Presidenza.
  Colgo anche l'occasione per fare i miei migliori auguri di buone ferie al personale dell'amministrazione Camera, a nome della Presidenza.
  Avverto che, in calce al resoconto stenografico della seduta odierna, sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi relativa all'esame del disegno di legge n. 3973, recante Rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2015 e al disegno di legge n. 3974-A recante Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2016, nonché dei seguenti disegni legge di ratifica: nn. 3086-A, 3766, 3768, 3867-A, 3940, 3943 e 3944.

Ordine del giorno della prossima seduta.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

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  Lunedì 12 settembre 2016, alle 15:

  1. – Discussione congiunta sulle linee generali dei disegni di legge:
   Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2015 (C. 3973).
   Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2016 (C. 3974-A).
  — Relatore: Parrini.

  2. – Discussione sulle linee generali della relazione territoriale sulla regione Veneto, approvata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati (Doc. XXIII, n. 17).

  3. – Discussione sulle linee generali della relazione territoriale sulla regione siciliana, approvata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati (Doc. XXIII, n. 20).

  4. – Discussione sulle linee generali della proposta di legge:
   S. 1261 – D'INIZIATIVA DEI SENATORI: ELENA FERRARA ed altri: Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo (Approvata dal Senato) (C. 3139).

  e delle abbinate proposte di legge: CAMPANA ed altri; IORI ed altri; BRAMBILLA; IORI ed altri; MARZANO; SANTERINI ed altri; LOREFICE ed altri (C. 1986-2408-2435-2670-3576-3605-3607).

  La seduta termina alle 11.

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ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME: DDL NN. 3973 E 3974 E DDL DI RATIFICA NN. 3086, 3766, 3768, 3867, 3940, 3943 e 3944

Ddl n. 3973 – Rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato per il 2015 e Ddl n. 3974 – Assestamento del bilancio dello stato per il 2016

Tempo complessivo: 13 ore e 30 minuti, di cui:
• discussione generale congiunta: 7 ore e 30 minuti;
• seguito dell'esame: 6 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 15 minuti 15 minuti
Governo 15 minuti 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 15 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 55 minuti (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 35 minuti 4 ore e 15 minuti
 Partito Democratico 54 minuti 1 ora e 1 minuto
 MoVimento 5 Stelle 32 minuti 37 minuti
 Forza Italia – Il Popolo della
 Libertà – Berlusconi Presidente
31 minuti 26 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra
 Ecologia Libertà
31 minuti 21 minuti
 Area Popolare (NCD-UDC) 32 minuti 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega
 dei Popoli – Noi con Salvini
30 minuti 17 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 31 minuti 16 minuti
 Democrazia Solidale – Centro
 Democratico
31 minuti 16 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza
 Nazionale
30 minuti 15 minuti
 Misto: 33 minuti 27 minuti
  Conservatori e Riformisti 7 minuti 6 minuti
  Alternativa Libera - Possibile 6 minuti 5 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA –MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero 6 minuti 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 4 minuti 3 minuti
  FARE! - Pri 3 minuti 2 minuti
  USEI-IDEA (Unione Sudamericana Emigrati Italiani) 3 minuti 2 minuti
  Movimento PPA –Moderati 2 minuti 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 2 minuti 2 minuti
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Ddl di ratifica nn. 3086, 3766, 3768, 3867, 3940, 3943 e 3944

Tempo complessivo: 2 ore per ciascun disegno di legge di ratifica

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 10 minuti (con il limite massimo di 2 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 30 minuti
 Partito Democratico 17 minuti
 MoVimento 5 Stelle 12 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà
 – Berlusconi Presidente
9 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra
 Ecologia Libertà
7 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 6 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 6 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 6 minuti
 Democrazia Solidale – Centro
 Democratico
6 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 5 minuti
 Misto: 16 minuti
  Conservatori e Riformisti 2 minuti
  Alternativa Libera - Possibile 2 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA –MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  FARE! - Pri 2 minuti
  USEI-IDEA (Unione Sudamericana Emigrati Italiani) 2 minuti
  Movimento PPA –Moderati 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 2 minuti