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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 666 di martedì 2 agosto 2016

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

  La seduta comincia alle 10.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 29 luglio 2016.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Artini, Baretta, Cicchitto, Epifani, Faraone, Gentiloni Silveri, Meta, Piccoli Nardelli e Schullian sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di interrogazioni (ore 10,05).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.

(Chiarimenti in merito alle incompatibilità previste dal bando Inps del 16 novembre 2015 relativo al reclutamento di un contingente di medici legali e iniziative in ordine al fenomeno del precariato nell'ambito di tale categoria di medici – nn. 3-02438 e 3-02439)

  PRESIDENTE. Passiamo alle prime interrogazioni all'ordine del giorno Rizzetto n. 3-02438 e Russo ed altri n. 3-02439, concernenti chiarimenti in merito alle incompatibilità previste dal bando Inps del 16 novembre 2015 relativo al reclutamento di un contingente di medici legali e iniziative in ordine al fenomeno del precariato nell'ambito di tale categoria di medici, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A – Interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Angelo Rughetti, ha facoltà di rispondere.

  ANGELO RUGHETTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Le interrogazioni degli onorevoli riguardano tutte l'avviso di selezione pubblica per il reperimento di un contingente di 900 medici pubblicato dall'INPS il 16 novembre 2015. A parere degli interroganti, il bando pubblico elenca una serie di fattispecie che comportano l'incompatibilità con l'incarico di medico. Tra queste, si prevede che siano incompatibili con l'assunzione dell'incarico i medici che svolgano o presentino la propria candidatura per incarichi politici o amministrativi presso organi o enti territoriali e/o nazionali, cariche pubbliche Pag. 2elettive, incarichi governativi e mandato parlamentare.
  Al riguardo, l'INPS, espressamente interpellato, ha chiarito che la formulazione del bando non preclude l'ammissibilità della domanda né, tanto meno, la valida inclusione nelle graduatorie regionali previste dal medesimo bando, ma si limita, invece, ad escludere la sola espletabilità del rapporto convenzionale in caso e per la durata della carica pubblica già in essere o per la quale si sia candidati, tant’è vero che nel bando stesso è precisata l'inconferibilità, con riferimento all'assunzione, dell'incarico.
  La previsione, pertanto, appare pienamente rispettosa del disposto di cui al comma 1 dell'articolo 51 della Costituzione, anche alla luce del comma 3 del medesimo articolo, che stabilisce che: «Chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive ha diritto di disporre del tempo necessario al loro adempimento e di conservare il suo posto di lavoro». È, infatti, evidente che la sospensione degli obblighi contrattuali lavorativi e la conservazione del posto non possano che riferirsi a rapporti di lavoro a tempo indeterminato: una estensione a diverso ambito relativa ad un rapporto convenzionale a tempo determinato, nella fattispecie annuale, vanificherebbe la finalità stessa della convenzione e creerebbe un evidente pregiudizio all'amministrazione pubblica che vi abbia fatto ricorso allo scopo di far fronte ad esigenze lavorative connotate da carattere temporaneo, urgente ed indifferibile.
  Si rappresenta, inoltre, che la formulazione del bando, per gli aspetti segnalati dagli interroganti, risponde a criteri di trasparenza dell'operato dei medici al fine di prevenire situazioni, anche potenziali, di conflitto di interesse, ex articolo 53, commi 2 e 3-bis e 5 del decreto legislativo n. 165 del 2001.
  Gli onorevoli interroganti sostengono, inoltre, che l'INPS avrebbe proceduto, apro virgolette: «ricorrendo all'articolo 8, comma 1, del decreto interministeriale del 12 ottobre 2000, alla sospensione dell'incarico di medico fiscale per quei sanitari che hanno optato per l'incarico di medico convenzionato... con conservazione dell'iscrizione nelle liste speciali». Viene sottolineato, altresì, che il DM richiamato riguarda esclusivamente la sospensione dell'incarico di medico fiscale per i giustificati e documentati motivi e, comunque, per un periodo massimo di centottanta giorni, sicché si ipotizzano ingiustificate ed inspiegabili situazioni di disparità di trattamento, a parità di condizioni, nei confronti di tutti i medici fiscali dell'istituto.
  Al riguardo, nel ricordare che il decreto ministeriale lavoro-sanità del 12 ottobre 2000 costituisce una delle disposizioni normative che regolano l'attività di medicina fiscale svolta in convenzione con l'INPS dai medici iscritti nelle liste speciali (istituite ai sensi dell'articolo 5, commi 12 e 13, del decreto-legge n. 463 del 1983, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 638 del 1983), comprese le liste speciali ad esaurimento, l'INPS ha evidenziato come la conservazione dell'iscrizione nelle liste speciali dei medici di lista che hanno optato per la convenzione non trova il suo presupposto nella previsione di sospensione, di cui all'articolo 8 del DM citato del 12 ottobre 2000, ma nello stesso articolo 1 «Requisiti di partecipazione» del bando per la selezione di 900 medici approvato con determinazione presidenziale n. 147 del 12 novembre 2015.
  Infatti, l'articolo 8 del DM citato prevede la decadenza dall'incarico, una volta superato il termine annuale e quadriennale complessivo di sospensione, solo nell'ipotesi di indisponibilità del sanitario.
  Pertanto, secondo quanto riferito dall'INPS, non sussiste alcuna disparità di trattamento fra medici iscritti nelle liste speciali, in quanto quelli che hanno optato per la convenzione non sono in realtà indisponibili, ma svolgono altre tipologie di servizio per l'INPS; quelli che mantengono esclusivamente il rapporto libero-professionale con l'Istituto per la medicina di controllo si sono impegnati a svolgere per l'INPS solo visite mediche di controllo domiciliare e le uniche incompatibilità per essi attualmente vigenti sono l'esercizio della medicina generale nella stessa area geografica – per il noto principio di non Pag. 3controllare se stessi – e quelle fissate da altri enti, ad esempio i medici ospedalieri.
  L'INPS ha, dunque, evidenziato che la sospensione per il periodo durante il quale il medico di controllo svolgerà le funzioni di convenzionato esterno discende dal bando e non già dall'applicazione dell'articolo 8, pur dovendosi considerare tale periodo come neutralizzato ai fini della medesima disposizione di legge.
  Da ultimo, l'INPS ha ribadito che la prescrizione di cui all'articolo 3 dell'allegato B del bando («Obblighi, condizioni e incompatibilità») non configura, né formalmente né sostanzialmente, una ipotesi di incompatibilità dei ruoli, ma esclusivamente delle rispettive concrete attività, discendendo unicamente da considerazioni di opportunità legate alla natura particolarmente delicata e complessa delle funzioni che i medici convenzionati sono chiamati a svolgere – a titolo esemplificativo, non esaustivo: accertamento degli stati di invalidità civile, cecità, sordità, handicap e disabilità, accertamento delle condizioni di invalidità e di inabilità previdenziale, esame della certificazione di malattia per la disposizione dei controlli domiciliari, attività di consulente tecnico di parte nel contenzioso giudiziario –, evidentemente tale da richiedere che gli stessi medici non risultino, nemmeno potenzialmente, in situazioni di conflitto d'interesse.
  Concludo ringraziando gli interroganti per l'oggetto dell'interrogazione, perché contiene dei fatti molto rilevanti che hanno anche una particolare eco nell'opinione pubblica e, quindi, è necessario che l'applicazione di tutti i principi normativi sia sempre attenta ed accorta ad evitare, da un lato, discriminazioni nei confronti delle persone e, dall'altro lato, conflitti d'interessi che possano, poi, generare un affievolimento della capacità dell'INPS di poter effettuare dei controlli fiscali efficaci, che, quindi, raggiungano i risultati, consentendo di far diminuire le assenze per malattia che, nel sistema pubblico, hanno ancora valori troppo ampi.
  Concludo, dicendo che oggetto della delega (legge n. 124 del 2015, che il Parlamento ha conferito al Governo è anche la revisione delle modalità attraverso le quali la pubblica amministrazione si doterà della funzione di controllo del domicilio fiscale. Nella legge di delega è previsto che si costituisca un unico polo presso l'INPS e che, quindi, si accorpi nell'INPS la funzione che oggi è delegata in parte alle ASL. Pensiamo che dentro questa disciplina possano trovare soluzione e, quindi, migliorare dal punto di vista normativo le disposizioni che si vanno ad occupare della incompatibilità e della inconferibilità per i motivi di cui dicevo sopra, che sono molto, molto rilevanti.

  PRESIDENTE. L'onorevole Rizzetto ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione n. 3-02438.

  WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente. La ringrazio, sottosegretario, per la risposta articolata che andrò a rileggermi, nel senso che, forse, ho perso qualche passaggio nella lettura, ma che sicuramente andrò – come prima detto – a rileggere e a fornire anche a coloro che sono stati effettivamente gli attori principali rispetto a questa nostra richiesta (perché non è soltanto una mia interrogazione, evidentemente).
  Oltre alla buona fede, però, sottosegretario, mi preme sottolineare sicuramente un aspetto, nel senso che mi sembra assolutamente un paradosso andare ad interrogare INPS, che, in questo senso, fornisce al Ministero, fornisce a lei una risposta da portare in Aula, quando dovrebbe essere applicato il percorso inverso: ovvero è il Ministero che deve far rispettare ad INPS le norme ministeriali.
  Secondo noi e secondo me, anche se la sua risposta non mi soddisfa, questo non è stato fatto, perché il Ministero deve far rispettare ad INPS le norme ministeriali e le disposizioni da esso emanate, che, in questo caso, non sono state rispettate nemmeno fra le pieghe di quanto detto. Questo, per escludere, di fatto, ingiustificate discriminazioni fra medici fiscali e Pag. 4per evitare evidenti contenziosi giudiziari, considerato che i medici fiscali potrebbero presentare ricorso per ottenere un risarcimento danni, in questo senso, sia da un punto di vista economico sia da un punto di vista professionale.
  Lei, giustamente, ricorda che molta attenzione verrà posta, sottolineata, rispetto a questo percorso. E ricordo, sottosegretario, come lei sa sicuramente, che i medici fiscali sono già stati fortemente danneggiati da tutta una serie di passaggi con ripercussioni economiche, secondo me molto gravi, dai tagli di budget per le visite fiscali rispetto alle richieste d'ufficio, al fatto che poi è stata determinata una riduzione del carico di lavoro quasi pari al 90 per cento. Quindi, siamo già in quella situazione che lei ha dipinto poc'anzi in termini, proprio, di istantanee.
  Quindi, io insisto affinché il Ministero faccia rispettare a INPS – e, secondo me, non sono state fatte rispettare, checché ne dica INPS – le norme ministeriali vigenti e le disposizioni emanate dallo stesso entro quelli che sono i termini di decadenza delle cosiddette – e prima citate, mi pare – liste speciali, la cui mancata applicazione determina un ulteriore ed ingiusto danno per la stessa categoria.
  Ribadiamo, sottosegretario, che la sospensione dell'incarico del medico fiscale che accetta quello di medico esterno per conflitto di interessi, senza però decadere dalla cosiddetta e succitata lista speciale, risulta chiaramente in contrasto sia con la normativa – quella da lei citata – regolamentata ed emanata – lo ripeto, da lei sottolineata – l'articolo 5, comma 13, della legge n. 638 del 1983 e i successivi decreti, sia con le stesse circolari emesse poi dall'INPS.
  Quindi, la risposta non mi quadra, non collima con quanto sto affermando. Non che io debba avere la verità in tasca, ma, lo rinnovo, dovrò andare a rileggermi bene quanto da lei ricordato ed espresso.
  Ricordiamo, tra l'altro, che, sì, è prevista la sospensione dell'incarico solo per documentati e giustificati motivi, non per altro, per un periodo massimo di 180 giorni negli ultimi dodici mesi; questo è l'articolo 8, comma 1, del decreto interministeriale del 12 ottobre 2000. Tra l'altro, prima si parlava delle circolari, vado a citare anche le circolari n. 4 e n. 199 del 2001 disposte dall'INPS, che chiariscono espressamente come tra «i documentati e giustificati motivi non rientri in nessun caso l'espletamento di altre attività ancorché compatibili con l'incarico di medico fiscale», l'espletabilità di cui lei parlava prima; quindi, non si parla di categorie di funzioni pubbliche o meno, ma si parla proprio di qualsiasi tipo di attività extra a quella citata.
  Quindi, la ringrazio per la risposta, non mi ritengo soddisfatto della stessa, è altrettanto chiaro che, per quanto mi riguarda, io continuerò a presentare atti, interrogazioni piuttosto che emendamenti rispetto a questo tema, poiché, rinnovo, e chiudo, Presidente, è proprio il Ministero che deve andare ad obbligare INPS, in questo caso, a rispettare una norma che proprio dal Ministero viene.

  PRESIDENTE. L'onorevole Paolo Russo ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione n. 3-02439.

  PAOLO RUSSO. Grazie, Presidente. Intanto apprendiamo, ovviamente senza stupore, ma con compiacimento, che l'INPS ha riconosciuto l'elettorato passivo come diritto politico fondamentale. Già questo è un elemento, un passo in avanti, cioè è possibile per l'INPS che un medico acceda ad una carica pubblica. Ringraziamo il Governo per la cortesia di averci fornito questa informazione, ma dobbiamo anche riconoscere che l'INPS ha assunto un atto di particolare disponibilità nei confronti dei colleghi medici a cui è consentito, anche, persino, l'accesso ad una carica pubblica ed elettiva.
  Il tema, sottosegretario, è tutt'altro; non è l'espletabilità. È evidente che c’è un vulnus e il vulnus è rappresentato da un fatto; intanto, quali sono gli organi o gli enti ? Quali sono gli organi o gli enti territoriali e nazionali ?
  Un partito politico, una responsabilità politica assunta nell'ambito di un movimento Pag. 5politico ? Quali sono le limitazioni ? Di carattere comunale ? Se si è consiglieri comunali in un luogo, si può esercitare, viceversa, l'attività di medico a tempo determinato ? Per questo bando, a distanza di 300 chilometri, nella medesima provincia, in un'altra regione ? Quali sono i limiti, qual è la possibilità dell'esercizio di quel mandato elettorale che, peraltro, non solo la Costituzione, ma credo che in questo Parlamento ognuno di noi vorrebbe che fosse sempre di più rappresentato e che sempre più anche colleghi medici possano accedere a questa opportunità. E quali sono gli enti ? Se si è parte di un consorzio tra comuni, se si fa parte di un parco, del consiglio di amministrazione di un parco o di un consiglio comunale o di una municipalità, qual è la responsabilità politica rispetto ad un ambito territoriale sostanzialmente, magari, diverso, distante, distante non solo nel luogo, ma anche distante dal punto di vista dell'attenzione ai problemi ? Mi pare, devo dire, una limitazione significativa, mi pare che ci sia un vulnus evidente rispetto alla legittimità, perché si limita l'elettorato passivo ed è evidente che questa previsione rimane – nonostante le rassicurazioni dell'INPS che non poteva far diversamente e del Governo, portavoce dell'INPS, ho capito – in aperto contrasto con l'articolo 3, comma 1, e con l'articolo 51, comma 1, della Costituzione. Guardate, non dobbiamo continuare ad alimentare questo meccanismo; una cosa è – l'ho apprezzato – l'incompatibilità tra il medico di base e il medico dell'INPS che effettua i controlli su se stesso, è evidente che lì vi è una condizione di incompatibilità che deriva dalla funzione stessa, altra cosa è l'esercizio di una funzione pubblica rappresentata, esercitata in un comune diverso, in una provincia diversa, in una regione diversa, per enti che nulla hanno a che vedere con quella funzione professionale che, viceversa, deve essere garantita, perché quello è lavoro, è il lavoro, e noi dobbiamo evitare la professionalizzazione della politica come se si dipendesse da quello; il consigliere comunale che fa quello per lavoro è l'esatto contrario di ciò che dovremmo alimentare.

  PRESIDENTE. Concluda.

  PAOLO RUSSO. Presidente, mi avvio a concludere. Dovremmo, viceversa, garantire il lavoro a quel medico e dovremmo consentirgli, con le limitazioni del caso, magari limitatamente a comuni diversi, a province diverse, l'esercizio delle proprie attività, meglio precisando quali sono gli organi e gli enti per i quali c’è una responsabilità di incompatibilità. Per questa ragione non sono soddisfatto ed esprimo, se il Presidente lo consente, anche il disappunto.

(Iniziative per garantire la piena funzionalità ed operatività del nuovo carcere di Rovigo, nonché condizioni lavorative adeguate al personale addetto, anche in considerazione di recenti trasferimenti di detenuti presso tale istituto penitenziario – n. 3-02251)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Crivellari n. 3-02251, concernente iniziative per garantire la piena funzionalità ed operatività del nuovo carcere di Rovigo, nonché condizioni lavorative adeguate al personale addetto, anche in considerazione di recenti trasferimenti di detenuti presso tale istituto penitenziario (Vedi l'allegato A – Interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato per la giustizia, Cosimo Maria Ferri, ha facoltà di rispondere.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Presidente, buongiorno, rispondo all'interrogazione presentata dall'onorevole Crivellari. L'interrogazione, inerente il nuovo carcere di Rovigo, pone in evidenza una realtà carceraria decisamente complessa ed articolata, alla quale l'impegno dell'amministrazione penitenziaria e l'attenzione del Ministro della giustizia sono stati rivolti nel massimo grado, tanto nell'assicurare l'effettiva Pag. 6destinazione d'uso che nel risolvere le residue criticità che il varo di una struttura tanto complessa, inevitabilmente, ha comportato, ma che, oggi, sono state superate grazie all'impegno del Governo, dell'amministrazione penitenziaria, degli operatori e, devo dire, anche del territorio, perché la città ha, così, una struttura nuova e funzionale, con ampi spazi. L'opera in questione è stata, di fatti, lungamente interessata da operazioni di collaudo statico e tecnico-amministrativo di competenza del Ministro delle infrastrutture e soltanto il 31 dicembre 2015 è stata provvisoriamente presa in consegna dall'amministrazione penitenziaria, ancorché priva di utenze di energia elettrica, gas, acqua e telefono.
  Il Ministero della Giustizia ha avviato, anche nella fase di provvisoria acquisizione, tutte le iniziative necessarie per favorire la tempestiva funzionalità della struttura, ed anzi per realizzare lavorazioni aggiuntive finalizzate alla sicurezza e alla piena efficienza del nuovo istituto emerse in corso d'opera. Il complesso degli interventi realizzati si inserisce peraltro coerentemente nel più ampio progetto di rivisitazione e ridefinizione dell'edilizia penitenziaria residenziale e di servizio negli istituti del Paese, e rientra nell'ambito dell'unitaria strategia finalizzata al definitivo superamento del sovraffollamento attraverso l'adozione di misure strutturali realmente efficaci, come di recente riconosciuto anche da Strasburgo.
  In questa prospettiva sono stati infatti emanati i decreti ministeriali di chiusura di alcuni istituti con caratteristiche non adeguate al nuovo modello detentivo ed è altresì proseguita l'attività istituzionale volta alla riqualificazione e valorizzazione del patrimonio demaniale in uso all'amministrazione penitenziaria, con l'obiettivo di conferire adeguate condizioni di dignità e vivibilità alle persone detenute e agli operatori. In tale contesto, il nuovo carcere di Rovigo si pone con una struttura innovativa, dotata anche delle più moderne tecnologie necessarie a garantire la sicurezza, che corrisponde ad un'idea evoluta di esecuzione della pena in linea con i lavori degli Stati generali dell'esecuzione penale. Secondo un'analisi complessiva delle esigenze del distretto e del rispetto dei vincoli di territorialità, il nuovo istituto conserverà la vocazione di casa circondariale con annessa sezione di reclusione destinata ad accogliere detenuti condannati in via definitiva e con fine pena superiore ai cinque anni.
  Sarà in tal modo possibile perseguire l'obiettivo di deflazionare progressivamente gli istituti del Veneto, garantendo più elevati standard di vivibilità alla popolazione detenuta, che potrà usufruire di ampi spazi per attività trattamentali e risocializzanti. Tra l'altro, proprio nell'interrogazione dell'onorevole Crivellari si segnala l'esigenza, la necessità, giusta, condivisa anche da questo Governo, di fare attenzione al trattamento rieducativo, e quindi, anche nel trasferire i detenuti, di completare, portare avanti e continuare il programma rieducativo, proprio come completamento di quell'iter che non deve essere interrotto, ma valorizzato.
  La situazione relativa al sovraffollamento appare peraltro già in fase di miglioramento: a fronte della nuova capienza di 1.841 posti, risultano difatti presenti 2.110 detenuti rispetto ai 2.235 detenuti ristretti nell'ottobre dello scorso anno nelle strutture venete (questo è un dato regionale). Il carcere di Rovigo è entrato effettivamente in funzione nel mese di aprile, ospitando i 27 detenuti già assegnati alla vecchia struttura, ed accogliendo, nel corso del mese di maggio, coloro che originariamente ristretti a Rovigo erano stati trasferiti negli istituti di pena limitrofi dopo la chiusura di parte del vecchio istituto, quindi rafforzando anche quel principio di territorialità che vige nell'ordinamento penitenziario.
  Dopo una prima fase di necessario rodaggio, che ha visto alcuni servizi, quale quello del vitto, dipendere ancora dal vecchio istituto, il nuovo penitenziario di Rovigo ha preso a funzionare in totale autonomia, con contestuale chiusura della vecchia struttura, avvenuta il 22 maggio scorso, con la presenza, alla data del 27 luglio, di 106 detenuti e la definitiva chiusura Pag. 7del vecchio penitenziario. Si persegue pertanto l'obiettivo di garantire più elevati standard di vivibilità alla popolazione detenuta del distretto, che potrà usufruire di ampi spazi per le attività trattamentali e risocializzanti. Contribuirà a tal fine anche il nuovo padiglione da 200 posti del carcere di Vicenza, inaugurato il 26 luglio scorso proprio dal signor Ministro della giustizia.
  Con riferimento alle attività trattamentali sviluppate presso il carcere di Rovigo, oltre alle iniziative già avviate nel vecchio penitenziario (corso di alfabetizzazione di lingua italiana, laboratorio di lavorazione degli scarti di sapone, il gruppo di discussione per la redazione del giornalino «Prospettiva Esse») con il passaggio alla nuova struttura la direzione si propone di realizzare progetti di peculiare rilevanza, con particolare attenzione alla formazione finalizzata all'acquisizione di qualifiche professionali, per le persone detenute, facilmente spendibili nel mondo del lavoro, quindi si garantisce quel collegamento tra attività rieducativa, attività lavorativa all'interno della casa circondariale e mondo del lavoro, per poi appunto completare l'iter quando, una volta usciti dal carcere, possono trovare lavoro anche tenuto conto delle esperienze emerse all'interno della struttura.
  Alcuni di questi progetti sono stati presentati da enti di formazione accreditati presenti sul territorio, che cito: la Coldiretti di Rovigo, la Confcooperative di Rovigo, la cooperativa sociale «Titoli Minori Onlus» di Porto Viro, sempre di Rovigo, la T21 di Rovigo, l'Enaip di Rovigo e tanti altri. Con tali soggetti la direzione si propone di stipulare protocolli di intesa finalizzati alla realizzazione di corsi di formazione nel settore dell'agricoltura e di manutenzione del verde, corsi finalizzati all'acquisizione di titoli professionali e realizzazione di laboratori. Ed è proprio al fine di potenziare la funzione risocializzante del lavoro che l'amministrazione penitenziaria si è avvalsa esclusivamente di manodopera detentiva per le operazioni di trasloco, eseguite da nove detenuti in regime di ammissione al lavoro esterno (articolo 21 dell'ordinamento penitenziario), temporaneamente trasferiti presso il carcere di Rovigo e ricondotti, al termine dei lavori, negli istituti di provenienza.
  Questo è un altro aspetto che voglio segnalare, perché l'esclusivo impiego di detenuti ammesso al lavoro esterno e l'utilizzazione di automezzi e attrezzature speciali in dotazione all'amministrazione penitenziaria per il trasloco ha consentito, peraltro, un abbattimento dei costi di almeno il 60 per cento, quindi è significativo questo risparmio e, nello stesso tempo, anche l'aver fatto lavorare dei detenuti ex articolo 21. Tra l'altro, durante proprio una mia visita in qualità di sottosegretario presso la nuova struttura della casa circondariale di Rovigo, alla presenza anche dell'onorevole Crivellari, oggi presente e che ringrazio per il suo impegno e per la sensibilità che ha avuto – così come anche altri parlamentari – di monitorare e tenere attenta l'attenzione anche del Governo su questi temi, abbiamo potuto verificare concretamente – ricorderà anche l'onorevole Crivellari – alcuni detenuti ex articolo 21, alla presenza anche del direttore che era stato applicato da Sant'Angelo dei Lombardi, effettuare materialmente questo trasloco con impegno e con serietà.
  Le sei sezioni detentive e la caserma destinata al personale di polizia penitenziaria, arredati con manufatti prodotti in proprio dagli istituti dotati di lavorazioni industriali, sono già aperti e destinati all'uso. In particolare, la nuova struttura può ospitare in termini residenziali almeno 20 famiglie di operatori penitenziari negli alloggi allo scopo realizzati, e di offrire residenzialità ad almeno 150 appartenenti al Corpo nella nuova moderna caserma, dotata anche di attrezzature sportive. Come inevitabile nel passaggio ad un nuovo modello detentivo, la piena funzionalità della nuova struttura ha evidenziato talune criticità, sottolineate negli atti anche di sindacato ispettivo. Non ci nascondiamo di fronte a queste criticità, ma lavoriamo con impegno per risolverle giorno dopo giorno, grazie all'aiuto della nostra amministrazione penitenziaria, dei Pag. 8funzionari, dei direttori, degli educatori, del personale e del mondo del volontariato; quindi, cerchiamo, giorno per giorno, di dare delle risposte concrete anche a queste criticità.
  Al riguardo, il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha riferito che sono stati resi funzionali le cucine e la lavanderia-stireria, è stato installato un router UMTS, che garantisce in modalità provvisoria l'attivazione di una linea per la trasmissione dei dati e l'immatricolazione in modalità telematica; sin dall'apertura al personale dipendente operante presso il nuovo plesso, è stata garantita la disponibilità di ricetrasmittenti e telefonia cellulare di servizio al fine di assicurare costanti contatti sia all'interno che all'esterno della struttura, mentre la linea telefonica del nuovo istituto è perfettamente funzionante.
  Si sono, inoltre, concluse le procedure di gara per l'allestimento della sala convegni, bar, ed è imminente l'avvio dei relativi lavori. Anche la palestra sarà celermente dotata di attrezzature, mentre è già funzionante un campo polifunzionale in erba sintetica a disposizione del personale, nonché i distributori vari di bevande calde e snack. Relativamente alla caserma agenti, sono stati resi fruibili circa 100 posti letto; sono stati inoltre emanati dal direttore generale del personale e delle risorse del DAP i decreti di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 314 del 2006, propedeutici alle procedure di assegnazione degli alloggi collettivi; nel contempo sono stati richiesti i fondi per il completamento degli arredi e delle suppellettili.
  Per quanto concerne inoltre l'organico di Polizia penitenziaria del nuovo istituto, lo stesso è stato di recente implementato di ulteriori 15 unità, raggiungendo ben le 80 presenze. Fermo restando che sarà premura della competente direzione generale prevedere ulteriori incrementi quando il penitenziario funzionerà a pieno regime, si rappresenta che il provveditorato regionale ha di recente diramato un interpello distrettuale per dieci unità per contribuire a rafforzare l'organico, sebbene allo stato non si registrano particolari situazioni di difficoltà: tanto che il comandante del reparto ha potuto assicurare la piena fruibilità dei diritti soggettivi del personale, comprese le ferie estive, in misura addirittura superiore a quanto contrattualmente previsto. Peraltro appare doveroso precisare che i numerosi sistemi tecnologici installati nel nuovo plesso (consolle per apertura/chiusura cancelli, interfono in uso ai detenuti, automatizzazioni varie, videosorveglianza attiva in sala operativa, eccetera; tra l'altro alcune di queste cose riscontrate sempre durante la visita insieme anche all'onorevole Crivellari), in uno con le disposizioni inerenti all'utilizzo esteso della cosiddetta sorveglianza dinamica, consentono una gestione più che razionale ed efficiente dei reparti detentivi, ovviamente con modalità non praticabili nel vecchio plesso, considerate le gravi carenze strutturali, funzionali, igieniche e di salubrità di tutti i locali.
  Pure attraverso le inevitabili criticità che la destinazione ad uso di un'importante opera pubblica comporta, può quindi affermarsi che il nuovo carcere di Rovigo costituisce struttura già funzionale ed innovativa, capace di destinare ampi spazi al chiuso ed all'aperto, non solo all'insediamento di attività produttive a favore delle persone detenute, ma a favorire l'integrazione con la società civile e con il mondo esterno, assicurando condizioni di dignità e decoro ai detenuti e a quanti vi prestano servizio. Si sperimenta in tal modo un nuovo modello di detenzione, al quale guardiamo ed al quale anche l'attività legislativa del Governo, di questo Governo, sta guardando sin dall'inizio, recependo anche tutte le indicazioni da Strasburgo, e anche quelle provenienti a livello della Commissione europea; e quindi un modello di detenzione maggiormente adeguato alle esigenze di risocializzazione della pena ed a garantire la dignità di quanti a diverso titolo sono chiamati ad operarvi.
  È anche l'anno del Giubileo, l'anno del Giubileo dei detenuti, l'anno del Giubileo che ci impone di lavorare ancora di più sulle nostre strutture penitenziarie: questo Pag. 9stiamo facendo, su questo stiamo lavorando. Il nuovo complesso di Rovigo rappresenta un punto significativo sia dal punto di vista dell'edilizia, delle strutture, delle novità, dell'efficienza, dell'organizzazione, superando alcune criticità mentre altre ancora ne restano da superare, ma rappresenta questo modello: quindi lavoriamo insieme per cercare di valorizzarlo, e andiamo a vedere quello che era il vecchio carcere di Rovigo, la cui funzionalità, comunque anche dal punto di vista dell'edilizia, richiedeva degli interventi di manutenzione enormi. È stata positiva quindi la decisione di costruire un nuovo complesso, come quello di Rovigo, che potrà essere destinato a svolgere anche la funzione di polo formativo regionale: può avere anche una valenza ed un significato regionale per quanto riguarda la formazione, potendo ospitare un importante numero di corsisti da tutto il Triveneto. Ciò consentirà un sicuro abbattimento dei costi, e sottolineo di nuovo la circostanza dell'abbattimento dei costi, perché noi vogliamo migliorare e risparmiare; e favorirà una formazione permanente a livello regionale di tutti gli operatori penitenziari.
  Voglio aggiungere – e concludo – che sono già in fase avanzata le interlocuzioni con la ASL di Rovigo, con la regione Veneto, per attivare un repartino ospedaliero, l'unico del Triveneto, per detenuti necessitanti di cure di tipo fisiatrico: il che abbatterebbe i costi per le traduzioni, con maggiore sicurezza pubblica, in quanto i ristretti non uscirebbero dal carcere ma otterrebbero queste prestazioni sanitarie all'interno della struttura; e con il provveditorato agli studi per implementare l'offerta scolastica.
  Stiamo, quindi, lavorando anche con il MIUR e il provveditorato agli studi per implementare l'offerta scolastica.
  Di rilievo appare anche la presentazione di diversi progetti alla Cassa delle ammende per dotare le celle di angolo cottura, frigo, piastra elettrica, pensili in acciaio, e per completare in economia ed amministrazione diretta, con utilizzo esclusivo di manodopera di detenuti, i necessari lavori di rifinitura della struttura penitenziaria. Vorrei quindi sottolineare come politicamente il nuovo complesso di Rovigo rappresenti un'importantissima opera pubblica per il territorio, che garantisce più elevati livelli di sicurezza pubblica conseguenti all'implementazione futura delle forze di Polizia penitenziaria sul territorio; ed opportunità di crescita per l'ambito della città di Rovigo, in quanto la presenza di opifici agricoli industriali, di capannoni ed ampi spazi verdi all'aperto consente di impiegare non solo i detenuti: questo lo voglio sottolineare, anche per il rapporto e per l'integrazione, perché questi insediamenti potranno impiegare non solo i detenuti, ma offrire interessanti opportunità di sviluppo e lavorative per l'economia locale. Ecco il ponte che vogliamo costruire tra realtà penitenziaria, società civile, economia locale, mondo del lavoro locale, indotto ! Questo è quindi il modello che vogliamo esportare da Rovigo sempre più a livello nazionale.
  Da non sottovalutare infine la circostanza che decine, se non anche centinaia ormai di famiglie di operatori penitenziari opereranno e staranno nella città di Rovigo, con tutto l'indotto e la realtà anche del lavoro della Polizia penitenziaria col territorio, e quindi l'accoglienza anche di nuovi nuclei familiari che si integreranno con la realtà e con quella città. Di fatto, quando sarà a pieno regime, il nuovo stabilimento rappresenterà il terzo/quarto più importante polo carcerario del Triveneto: quindi Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, esso rappresenterà il terzo o il quarto più importante del Triveneto, con ciò dimostrando la piena attenzione del Governo anche alla realtà del Nord-est.

  PRESIDENTE. L'onorevole Crivellari ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  DIEGO CRIVELLARI. Signor Presidente, sottosegretario Ferri, dico subito che mi dichiaro soddisfatto per una risposta così articolata, che testimonia peraltro di un impegno da parte dell'Esecutivo, Pag. 10del Ministero, dello stesso sottosegretario, che lo ricordava, poche settimane fa è stato in visita con noi in una nuova struttura. Voglio anche ricordare che fino a pochi mesi fa si parlava, c'era un forte punto di domanda sul futuro di questa struttura, che è stata quindi non solo inaugurata, ma anche, con i dati che venivano confermati oggi, si avvia verso una piena funzionalità.
  Io credo che oggi abbiamo di fronte due obiettivi fondamentali, che ricordava anche il sottosegretario: da un lato superare quella fase di rodaggio e quelle residue criticità dell'infrastruttura; e poi forse questa è una sfida anche più ambiziosa, riuscire a collegare quella che è un'infrastruttura così importante per la città di Rovigo con il territorio. Esiste peraltro un humus, un terreno molto positivo, che è fatto di associazionismo, di economia, di società civile, che è già ampiamente ricettivo: si tratta di proseguire su questa pista e di rendere più fattiva la collaborazione tra questi mondi. Il territorio comunque posso confermare che è assolutamente disponibile a fare la propria parte: credo quindi che ci sia da accelerare per recuperare il gap e quelle problematiche che rimangono dal punto di vista dell'infrastruttura. Mi permetto di segnalare che da parte sindacale, delle forze sociali permangono segnalazioni di criticità rispetto a quello che è il numero effettivo anche del personale, e soprattutto dalla Polizia penitenziaria. Lo segnalo perché forse oggi, mi permetto di dire, rimane il punto più sensibile per far sì che ci sia questa piena funzionalità che abbiamo richiamato anche nell'intervento che era parte dell'ultima interrogazione presentata. Ringrazio ancora veramente il sottosegretario e il Governo perché l'analisi puntuale, e la risposta articolata, testimoniano veramente di un impegno che non soltanto ci ha consentito, si direbbe così con una metafora, di gettare il cuore oltre l'ostacolo, di accelerare i tempi di questa apertura, ma testimoniano che l'impegno è quotidiano e che ci avviciniamo veramente ad una piena funzionalità di una struttura così importante per Rovigo, per il Polesine e, come veniva detto, anche per la realtà del Nord Est.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
  Sospendiamo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 15,30 con il seguito della discussione del disegno di legge recante modifiche alla legge 24 dicembre 2012, n. 243, in materia di equilibrio dei bilanci delle regioni e degli enti locali.

  La seduta, sospesa alle 10,45, è ripresa alle 15,30.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Bindi, Ferrara, Gelli, Lorenzo Guerini, Palladino, Speranza, Tofalo e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente cento, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15,31).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 15,55.

  La seduta, sospesa alle 15,32, è ripresa alle 16,05.

Pag. 11

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2344 – Modifiche alla legge 24 dicembre 2012, n. 243, in materia di equilibrio dei bilanci delle regioni e degli enti locali (Approvato dal Senato) (A.C. 3976).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3976: Modifiche alla legge 24 dicembre 2012, n. 243, in materia di equilibrio dei bilanci delle regioni e degli enti locali.
  Ricordo che nella seduta del 1o agosto 2016 si è conclusa la discussione sulle linee generali. Il relatore ed il rappresentante del Governo sono intervenuti in sede di replica.

(Esame degli articoli – A.C. 3976)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge e degli emendamenti presentati.
  La I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A – A.C. 3976), che è in distribuzione.
  Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare. A tal fine, il gruppo Lega Nord e Autonomie è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Su cosa ?

  DAVIDE CRIPPA. Sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Prego.

  DAVIDE CRIPPA. Il MoVimento 5 Stelle, il 26 luglio, aveva mandato alla Presidente Boldrini una richiesta riferita a una questione di competenza rispetto agli atti del Governo n. 314 e n. 315. Lo faccio adesso perché è evidente che poco fa si sono conclusi i lavori delle Commissioni e, dalla Commissione difesa, sono stati votati i pareri rispetto a questi atti del Governo.
   Io credo che, non avendo il gruppo del MoVimento 5 Stelle ricevuto alcuna risposta rispetto a quella lettera che avevamo inviato il 26 di luglio, chiedendo che quell'atto venisse almeno assegnato o almeno venisse richiesto alla X Commissione (Attività produttive) un parere, visto che di fatto vengono utilizzati i fondi del Ministero dello sviluppo economico per fare attività nel campo della difesa.

  PRESIDENTE. Crippa, non è procedurale rispetto a quello che stiamo facendo.

  DAVIDE CRIPPA. Poco fa i provvedimenti sono stati conclusi e noi non abbiamo avuto una risposta dalla Presidenza degna, tant’è che il provvedimento è già arrivato a conclusione. Quindi, arriverà una comunicazione postuma e credo che, quando un gruppo solleva la necessità di guardare nel merito...

  PRESIDENTE. Va bene, Crippa. Io prendo atto di quello che mi ha detto.

  DAVIDE CRIPPA. Aggiungo una cosa riferita...

  PRESIDENTE. No, non è procedurale al momento. Sull'ordine dei lavori non possiamo intervenire su tutto. Abbiamo gli interventi di fine seduta. A fine seduta può intervenire.

  DAVIDE CRIPPA. No, non è un intervento di fine seduta. Rispetto al bilancio odierno ricordo che c’è, alla voce del bilancio, la promozione e attuazione di politiche di sviluppo, competitività e innovazione di responsabilità sociale. All'interno di questo è stato assegnato alla X Commissione un parere di merito.

Pag. 12

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 3976)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3976).
  Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ed il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 1, segnalati ovviamente per la votazione.

  MAINO MARCHI, Relatore. Grazie, Presidente. Per le motivazioni già ampiamente espresse nella discussione generale, parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 1.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.1 Alberto Giorgetti, 1.2 Palese, 1.3 Guidesi e 1.4 Melilla, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Blazina, Brescia, Burtone, Bersani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  431   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato  147    
    Hanno votato no  284.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Molea e Zan hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario. I deputati Nicchi e Busto hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.12 Guidesi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Fanucci, Cassano, Tripiedi, Quintarelli, Bonafede, Ferraresi, Zan, Matarrelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  439   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  149    
    Hanno votato no  290.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Piepoli e Piccione hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario. Il deputato Busto ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.10 Palese e 1.11 Alberto Giorgetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colaninno, Micillo, Picchi, Rotta.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  434   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato  149    
    Hanno votato no  285.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.5 Alberto Giorgetti, 1.7 Marcon e 1.8 Palese.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Cariello. Ne ha facoltà.

Pag. 13

  FRANCESCO CARIELLO. Grazie, Presidente, vorrei l'attenzione del Viceministro Morando perché ricordo benissimo come in Commissione Bilancio sia stato affermato che tutti gli emendamenti a questo disegno di legge sono stati, sia dal Governo che dalla maggioranza, valutati nel dettaglio e nel merito. Dato che comunque la discussione, sia in Commissione sia qui in Aula si sta svolgendo veramente con dei tempi abbastanza celeri, ritengo opportuno da parte del Viceministro almeno spiegare le motivazioni del parere contrario e spendere qualche secondo anche nel motivarlo perché stiamo parlando di una legge che voi avete ritenuto fondamentale per l'equilibrio dei bilanci di tutti gli enti territoriali e anche dell'intero bilancio dello Stato. Parliamo della legge n. 243, una legge rinforzata, che addirittura a suo tempo ha modificato la Costituzione, quindi spendere almeno due parole per la motivazione mi sembra opportuno. La ringrazio, Presidente, per la parola. L'avevo chiesta prima, ma dato che era un intervento di carattere generale va bene anche su questi emendamenti.

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, non ho difficoltà ad aderire alla richiesta del deputato. Le ragioni del parere contrario nel merito, una volta detto che c’è un parere contrario su tutti gli emendamenti per la ragione che si ritiene di dover esitare, da parte della maggioranza e del Governo, il testo così come è uscito dalla valutazione del Senato. Tuttavia, in questo caso il parere sarebbe stato contrario perché l'obbligo del pareggio non può non riguardare anche il bilancio di previsione, perché il bilancio di previsione ha carattere autorizzatorio. Quindi, avendo carattere autorizzatorio, cioè che consente l'impegno, se pareggio di bilancio ci deve essere ci deve essere sia nella fase di previsione sia nella fase di rendiconto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.5 Alberto Giorgetti, 1.7 Marcon e 1.8 Palese, su cui i pareri sono contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pes. Ci siamo ? Sembra di sì.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  450   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  156    
    Hanno votato no  294.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Cassano ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario. Il deputato Busto ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.21 Alberto Giorgetti e 1.22 Marcon, su cui i pareri sono contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Di Lello.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  457   
   Votanti  385   
   Astenuti   72   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato   86    
    Hanno votato no  299.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 14

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.25 Pastorino, su cui i pareri sono contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piccoli Nardelli, Romele, Grassi, Tancredi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  465   
   Votanti  421   
   Astenuti   44   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  120    
    Hanno votato no  301.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.27 Caso, su cui i pareri sono contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Boccuzzi, Casellato, Romele.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  467   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato  163    
    Hanno votato no  304.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Di Salvo ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.30 Pastorino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cassano, che ancora non riesce a votare; provi a votare. Qualcun altro non riesce a votare ? No ! Allora, aspettiamo Cassano e poi chiudiamo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  467   
   Votanti  466   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato   89    
    Hanno votato no  377.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.32 Guidesi e 1.33 Palese, su cui i pareri sono contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fabbri, Montroni, Vito, Cassano. Vito sta votando, Fabbri sta votando: Fabbri ha bisogno di un intervento tecnico; ecco, ha votato. Romele ha votato, Vito sta votando... no, non tolga la tessera, collega, che è peggio.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  475   
   Maggioranza  238   
    Hanno votato  165    
    Hanno votato no  310.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.28 D'Incà, su cui i pareri sono contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni, Greco, Cassano, Lo Monte, Portas. Qualcun altro ? Gebhard.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

Pag. 15

   Presenti  473   
   Votanti  459   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato  149    
    Hanno votato no  310.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.35 Sorial e 1.36 Pastorino, su cui i pareri sono contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gebhard, D'Ambrosio. Allora, D'Ambrosio e Gebhard hanno votato; mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  473   
   Votanti  472   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  237   
    Hanno votato  162    
    Hanno votato no  310.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.37 Pastorino, su cui i pareri sono contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? Sembra di sì; ancora no. Pannarale. Qualcun altro ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  478   
   Votanti  405   
   Astenuti   73   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato   93    
    Hanno votato no  312.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.39 Melilla, 1.40 Palese, 1.41 Guidesi e 1.42 Alberto Giorgetti, su cui i pareri sono contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni, Gregori, Fregolent. Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  472   
   Votanti  469   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato  159    
    Hanno votato no  310.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.43 Alberto Giorgetti e 1.44 Palese, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Montroni, Brandolin, Dadone, Grassi, Mura, Vignaroli, D'Agostino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  477   
   Votanti  476   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  239   
    Hanno votato  164    
    Hanno votato no  312.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.46 Alberto Giorgetti e 1.47 Pag. 16Guidesi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piras, Greco, Rabino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  477   
   Votanti  476   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  239   
    Hanno votato  164    
    Hanno votato no  312.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Oliverio ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

Su un lutto del deputato Gianclaudio Bressa (ore 16,30).

  PRESIDENTE. Colleghi, vi comunico che il collega presente Gianclaudio Bressa è stato colpito da un grave lutto, la perdita del padre. Al collega la Presidenza della Camera ha già fatto pervenire l'espressione della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 1 – A.C. 3976)

  PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.48 Palese, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sannicandro, Busto, Pilozzi, Lauricella, Monchiero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  478   
   Maggioranza  240   
    Hanno votato  166    
    Hanno votato no  312.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.52 Cariello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Greco, Piepoli, D'Agostino, Pannarale...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  482   
   Votanti  446   
   Astenuti   36   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  132    
    Hanno votato no  314.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.53 Alberto Giorgetti e 1.54 Guidesi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni, Greco, Gregori, Sorial...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  482   
   Votanti  481   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  241   
    Hanno votato  167    
    Hanno votato no  314.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Vezzali ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario).

Pag. 17

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Ciprini, Piepoli, D'Agostino, Di Salvo, Monchiero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  485   
   Votanti  325   
   Astenuti  160   
   Maggioranza  163   
    Hanno votato  322    
    Hanno votato no  3.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Vezzali ha segnalato di non essere riuscita a votare).

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 3976)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3976).
  Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ed il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 2.

  MAINO MARCHI, Relatore. Signor Presidente, il parere è contrario su tutti gli emendamenti.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.1 Alberto Giorgetti e 2.2 Guidesi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Montrone, Migliore, Lauricella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  484   
   Votanti  408   
   Astenuti   76   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato   98    
    Hanno votato no  310.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Vezzali ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.7 Pastorino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cassano, Del Grosso, Gregori, Valeria Valente, Capone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  484   
   Votanti  482   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  242   
    Hanno votato  165    
    Hanno votato no  317.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Vezzali ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici Pag. 18emendamenti 2.6 Melilla e 2.8 Alberto Giorgetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  479   
   Votanti  477   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  239   
    Hanno votato  161    
    Hanno votato no  316.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Vezzali ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montrone, Pes, Lo Monte, Dellai, D'Agostino, Gelmini, Frusone, Pesco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  488   
   Votanti  327   
   Astenuti  161   
   Maggioranza  164   
    Hanno votato  325    
    Hanno votato no  2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Vezzali ha segnalato di non essere riuscita a votare).

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 3976)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3976).
  Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ed il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 3.

  MAINO MARCHI, Relatore. Parere contrario su tutti gli emendamenti, Presidente.

  PRESIDENTE. Il parere del Governo ?

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Conforme al relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Caso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Attorre, Ciprini, Romele, Capone... ancora D'Attorre...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  484   
   Votanti  420   
   Astenuti   64   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  110    
    Hanno votato no  310.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Vezzali ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.2 Marcon, 3.3 Alberto Giorgetti e 3.4 Guidesi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pastorino, Folino, Pannarale, Montrone, Sannicandro, Lo Monte, Cassano... Pastorino ancora non riesce a votare...anche Pag. 19Lo Monte. Lo Monte ha votato, Pastorino ha votato, Cassano ancora non riesce a votare.... non tolga la tessera che è peggio. Marantelli... Cassano ha votato. Sembra che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  476   
   Votanti  472   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  237   
    Hanno votato  160    
    Hanno votato no  312.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montrone, Fregolent, Gadda, Bianchi Stella, Pastorino, Piccoli Nardelli, Dellai, Agostini, D'Agostino, Morani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  484   
   Votanti  400   
   Astenuti   84   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  325    
    Hanno votato no  75.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Oliverio ed Albanella hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 3976)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3976).
  Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ed il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 4, anche sull'articolo aggiuntivo.

  MAINO MARCHI, Relatore. Parere contrario su tutte le proposte emendative.

  PRESIDENTE. Governo ?

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Conforme al relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1 Caso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grassi, Pastorino, Piepoli, Romele, Sibilia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  479   
   Votanti  449   
   Astenuti   30   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  129    
    Hanno votato no  320.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 4.2 Alberto Giorgetti e 4.3 Guidesi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Occhiuto, Romele, Grassi, Marzano, Simone Valente... Simone Valente ha votato, Marzano ancora no. Grassi ha votato ? Marzano ha votato.

  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 20
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  483   
   Votanti  482   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  242   
    Hanno votato  163    
    Hanno votato no  319.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.4 Brugnerotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pastorino, Colaninno, Palese, Piccoli Nardelli...Colaninno ha votato...

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  475   
   Votanti  445   
   Astenuti   30   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato  129    
    Hanno votato no  316.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Iacono ha segnalato che ha erroneamente votato contro).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.5 Caso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  466   
   Votanti  461   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato  147    
    Hanno votato no  314.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Gioia, Fratoianni, Caso, Gigli...

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  488   
   Votanti  415   
   Astenuti   73   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  331    
    Hanno votato no  84.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Cominardi ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre voleva astenersi. La deputata Di Salvo ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 4.01 Catalano.

  IVAN CATALANO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IVAN CATALANO. Semplicemente per ritirarlo, Presidente.

  PRESIDENTE. Ritirato.

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 3976)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3976).
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.Pag. 21
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni, Fratoianni, Colaninno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  487   
   Votanti  327   
   Astenuti  160   
   Maggioranza  164   
    Hanno votato  321    
    Hanno votato no  6.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che ha votato erroneamente contro mentre voleva astenersi).

  Adesso invito il relatore ad esprimere il parere sugli articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 5.

  MAINO MARCHI, Relatore. Parere contrario su tutti gli articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 5.

  PRESIDENTE. Governo ?

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Conforme.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.01 Alberto Giorgetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palese, Fratoianni, Pilozzi, Tancredi, Di Salvo
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  485   
   Votanti  407   
   Astenuti   78   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato   93    
    Hanno votato no  314.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.03 Fassina, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni, Mazzoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  489   
   Votanti  487   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  244   
    Hanno votato  170    
    Hanno votato no  317.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.02 Alberto Giorgetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Coppola, Fratoianni, Silvia Giordano, Lauricella, Fedi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  492   
   Votanti  489   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  245   
    Hanno votato  169    
    Hanno votato no  320.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Intanto, sono lieto di comunicarvi che il collega Fanucci è diventato padre della piccola Olivia Rivolgo al collega Fanucci, alla piccola Olivia e alla madre i più sinceri auguri da parte di tutta l'Assemblea (Applausi).

Pag. 22

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 3976)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 3976).
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Prego, Viceministro.

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Grazie, signor Presidente. Ordine del giorno n. 9/3976/1 Melilli, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/3976/2 Melilla, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/3976/3 Marcon, il parere sarebbe favorevole se si limitasse al primo punto di impegno del Governo; se, invece, mantiene anche il secondo, il parere diventa contrario.

  PRESIDENTE. Quindi, sull'ordine del giorno n. 9/3976/3 Marcon, parere favorevole con riformulazione.

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Esatto. Ho spiegato in che senso riformulazione. Ordine del giorno n. 9/3976/4 Fassina, parere contrario; ordine del giorno n. 9/3976/5 Misiani, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/3976/6 Palese, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/3976/7 Pastorino, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/3976/8 Alfreider, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/3976/9 Castelli, a causa della sia pur sintetica premessa il parere è contrario.
  Ordine del giorno n. 9/3976/10 Vargiu, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/3976/11 Matarrelli, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/3976/12 Saltamartini, parere contrario; ordine del giorno n. 9/3976/13 Guidesi, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/3976/14 Simonetti, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/3976/15 Busin, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/3976/16 Molteni, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/3976/17 Allasia, parere contrario; ordine del giorno n. 9/3976/18 Giancarlo Giorgetti, parere contrario; ordine del giorno n. 9/3976/19 Invernizzi, parere contrario; ordine del giorno n. 9/3976/20 Borghesi, parere contrario; ordine del giorno n. 9/3976/21 Caparini, il parere sarebbe favorevole se il presentatore sostituisse nell'impegno la parola «necessità» con la parola «possibilità» poiché c’è un problema di compensazione finanziaria.

  PRESIDENTE. Favorevole con riformulazione.

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Esatto. Ordine del giorno n. 9/397/22 Rondini: parere contrario; ordine del giorno n. 9/3976/23 Carrescia, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/3976/24 Sereni, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/3976/25 Giulietti, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/3976/26 Fragomeli, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/3976/27 Pelillo, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/3976/28 Catalano, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/3976/29 Taricco, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/3976/30 Alberto Giorgetti, parere favorevole.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Allora, ordine del giorno n. 9/3976/1 Melilli, parere favorevole, andiamo avanti; ordine del giorno n. 9/3976/2 Melilla, parere favorevole, andiamo avanti. Ordine del giorno n. 9/3976/3 Marcon, parere favorevole con riformulazione. Si accetta la riformulazione ? Sì. Ordine del giorno n. 9/3976/4 Fassina, parere contrario. Si chiede di metterlo in votazione ? Sì.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3976/4 Fassina, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Russo, Nicchi, Ruocco...Pag. 23
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  455   
   Votanti  451   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  158    
    Hanno votato no  293.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Iacono ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario).

  Ordine del giorno n. 9/3976/5 Misiani, favorevole; ordine del giorno n. 9/3976/6 Palese, favorevole; ordine del giorno n. 9/3976/7 Pastorino, favorevole; ordine del giorno n. 9/3976/8 Alfreider, favorevole; ordine del giorno n. 9/3976/9 Castelli, parere contrario. Si chiede di metterlo in votazione ? Sì.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3976/9 Castelli, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Gigli, Locatelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  464   
   Votanti  418   
   Astenuti   46   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato  119    
    Hanno votato no  299.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Le deputate Santerini e Iacono hanno segnalato di non essere riuscite ad esprimere voto contrario).

  Ordine del giorno n. 9/3976/10 Vargiu, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/3976/11 Matarrelli, favorevole; ordine del giorno n. 9/3976/12 Saltamartini, parere contrario. Chiede di metterlo in votazione ? Sì.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3976/12 Saltamartini, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Silvia Giordano, Gozi, Ottobre, Pagano, Sorial...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  480   
   Votanti  441   
   Astenuti   39   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato  132    
    Hanno votato no  309.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario; il deputato Oliverio ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Ordine del giorno n. 9/3976/13 Guidesi, favorevole; ordine del giorno n. 9/3976/14 Simonetti, favorevole; ordine del giorno n. 9/3976/15 Busin, favorevole; ordine del giorno n. 9/3976/16 Molteni, favorevole; ordine del giorno n. 9/3976/17 Allasia, contrario. Chiede di metterlo in votazione ? Sembra di sì.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3976/17 Allasia, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Monchiero... Lavagno... Tancredi... Fantinati... Milanato...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 24
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  475   
   Votanti  472   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  237   
    Hanno votato  162    
    Hanno votato no  310.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Prataviera ha segnalato di non essere riuscito ad astenersi).

  Ordine del giorno n. 9/3976/18 Giorgetti Giancarlo: parere contrario. Si chiede di metterlo in votazione ? Sì.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3976/18 Giorgetti Giancarlo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni... Coppola... D'Agostino... Romele... Di Battista...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  477   
   Votanti  406   
   Astenuti   71   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato   97    
    Hanno votato no  309.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Tripiedi ha segnalato di non essere riuscito ad astenersi).

  Ordine del giorno n. 9/3976/19 Invernizzi: parere contrario. Si chiede di metterlo in votazione ? Sì.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3976/19 Invernizzi.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni... Coppola... Lo Monte... Malisani... Basso... D'Agostino... Lombardi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  470   
   Votanti  467   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  234   
    Hanno votato  159    
    Hanno votato no  308.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Romanini ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Ordine del giorno n. 9/3976/20 Borghesi: parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3976/20 Borghesi.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Gioia... Fratoianni... De Maria... Di Gioia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  472   
   Maggioranza  237   
    Hanno votato  163    
    Hanno votato no  309.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Molea ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Ordine del giorno n. 9/3978/21 Caparini: parere favorevole con riformulazione. Accetta la riformulazione ? Sì. Ordine del giorno n. 9/3978/22 Rondini: parere contrario. Si chiede di metterlo in votazione ? Sì.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3978/22 Rondini.Pag. 25
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nicchi... Del Grosso... Cominardi... Cominardi non riesce a votare... Del Grosso... Cominardi, provi a votare... Del Grosso... difficoltà per Del Grosso... arriva il tecnico.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  487   
   Maggioranza  244   
    Hanno votato  168    
    Hanno votato no  319.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Tutti gli altri ordini del giorno sono favorevoli.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3976)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lello Di Gioia. Ne ha facoltà.

  LELLO DI GIOIA. Grazie, signor Presidente. Voteremo a favore di questo provvedimento perché riteniamo che dopo venti anni durante i quali i comuni hanno dovuto sostenere con grande difficoltà interventi per abbassare il debito pubblico del nostro Paese – negli ultimi cinque anni i comuni sono intervenuti per circa 13 miliardi di euro – questo provvedimento non soltanto va nella direzione di semplificare ma va anche nella direzione di sbloccare quello che è il Fondo pluriennale vincolato. Questo è certamente un dato importante perché rimette i comuni nelle condizioni di poter investire quelle che sono le proprie risorse per lo sviluppo complessivo del nostro Paese, senza dimenticare che, proprio in virtù di quello che oggi i comuni possono investire, possono ridare anche quella linfa vitale per le piccole e medie aziende che operano all'interno dei territori. È importante per questo. È importante perché sostanzialmente si va nella direzione giusta e va anche sottolineato che, grazie all'intervento di questo Governo che ha determinato una flessibilità quasi dell'1 per cento del prodotto interno lordo, noi abbiamo la possibilità di superare il Patto di stabilità. In questo provvedimento vi è un dato importante, il comma 1 dell'articolo 9 – arrivo rapidamente alle conclusione – che limita e quindi va ad eliminare i quattro vincoli di cassa e di competenza mettendone semplicemente uno di competenza su quelle che sono sia le entrate fiscali che le spese finali. Credo che bisogna andare oltre – mi avvio alla conclusione – per poter realizzare un testo unico degli enti locali che avvicini sempre di più gli enti locali ai cittadini e che quindi dia una risposta ai bisogni dei cittadini e del territorio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Pastorelli. Ne ha facoltà.

  ORESTE PASTORELLI. Grazie signor Presidente, signor rappresentante del Governo, l'equilibrio di bilancio degli enti locali previsto dalla nostra Carta costituzionale è regolato dalla legge n. 243 del 2012 a cui oggi si approvano importanti e necessarie modifiche. Tale legge pone infatti una serie di regole volte a garantire l'equilibrio di bilancio di tutte le pubbliche amministrazioni nonché a realizzare la sostenibilità del debito pubblico. È chiaro quindi che ogni modifica è destinata ad avere un enorme impatto sull'intero sistema Paese. Le disposizioni contenute nel presente disegno di legge intervengono sull'equilibrio dei bilanci e sulle norme relative all'indebitamento degli enti locali, sul concorso dello Stato al finanziamento dei livelli essenziali nelle fasi avverse del ciclo economico nonché sul concorso di questi enti alla sostenibilità del debito pubblico. Si tratta di un necessario aggiornamento del quadro regolatorio relativo ai bilanci pubblici. Da evidenziare le disposizioni volte a consentire agli enti Pag. 26locali di effettuare i maggiori investimenti sui territori. Dopo questi anni di crisi, infatti, la ripresa locale non può che passare attraverso gli investimenti degli enti territoriali. Ovviamente la spesa pubblica deve essere costantemente monitorata e, se è possibile, razionalizzata. Solo così del resto è possibile ricavare spazi per politiche di sviluppo. Il disegno di legge sul quale esprimo il voto favorevole della componente socialista va esattamente in questa direzione, creando gli strumenti idonei per il raggiungimento dell'equilibrio dei bilanci pubblici (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Galati. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE GALATI. Per anni quasi quotidianamente abbiamo sentito sindaci e amministratori lamentarsi del Patto di stabilità per gli enti locali. Oggi questa Camera mette definitamente in soffitta quel Patto dando oggi a regioni, comuni, province e città metropolitane regole nuove – si spera – definitive. La legge che oggi andiamo a modificare è quella di attuazione del sesto comma dell'articolo 81 della Costituzione. Probabilmente quella sugli enti locali fu una normativa approvata troppo in fretta nel dicembre 2012, considerato che, tra le altre cose, prevedeva il rispetto da parte di comuni e province di ben otto vincoli di bilancio. L'ANCI aveva più volte auspicato che il 2016 fosse l'anno decisivo per il superamento del Patto di stabilità per stimolare proprio la ripresa degli investimenti locali, sbloccando definitivamente gli avanzi di bilancio e acquisendo certezze sulla capacità di investimento ed evitando quindi il rischio di paralisi soprattutto nella realizzazione delle opere. D'altronde, molte volte in questi anni si è sottolineato più volte il rischio di pregiudicare la ripresa economica con il blocco degli investimenti pubblici locali.
   Ad essere penalizzati dal Patto sono stati proprio i comuni più virtuosi in questi anni che, pur avendo soldi a disposizione, erano impossibilitati a spenderli. Ora finalmente si supera questo paradosso, questo limite penalizzante. L'affermazione del principio: «tanto entra, tanto esce» è stato un passaggio obbligato per superare i limiti dell'interpretazione restrittiva del pareggio di bilancio in Costituzione. Questo disegno di legge oggi consente agli enti territoriali una gestione più efficiente delle risorse a livello locale nel rispetto degli equilibri di bilancio. Inoltre rafforza i patti regionali per incentivare maggiori investimenti sul territorio. L'obiettivo è di conferire un assetto finalmente stabile della finanza pubblica e di restituire adeguate capacità di programmazione alle amministrazioni locali va nella giusta direzione perché gli enti locali hanno l'urgenza di poter operare in un contesto di regole certe e stabili nel tempo.
   In quest'ottica, è positivo anche l'annuncio che i bilanci preventivi per il 2017 dovranno essere approvati entro il mese di febbraio, mentre quelli per il 2018 entro il mese di dicembre. Noi crediamo però che la partita sugli enti locali non si chiuda qua. Oltre alle regole di bilancio, ci sono da rivedere tante cose relative a comuni, province e città metropolitane. Proprio relativamente a queste ultime, giova ricordare che dodici su quattordici sono risultate fuori regola al patto di stabilità 2015. Non certo un bell'esordio; immaginiamo che, per rimettere mano alla legislazione su comuni ed enti di area vasta dovremmo aspettare almeno il referendum sulla riforma costituzionale perché qualunque sia l'esito poi sarà doveroso che questa Camera rimetta mano al TUEL con particolare attenzione anche alle unioni dei comuni.
   Non possiamo quindi che annunciare il nostro voto positivo dalla nostra componente per le ragioni appena espresse e perché riteniamo che, con questo disegno di legge, si siano poste le basi per un'effettiva ripresa, sostenuta anche dai necessari investimenti pubblici agli enti locali in coerenza anche con la maggiore flessibilità chiesta dal Governo all'Europa.

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  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tabacci. Ne ha facoltà.

  BRUNO TABACCI. Signor Presidente, signor Viceministro Morando, rappresentanti del Governo, queste modifiche alla legge n. 243 del 2012 sono indubbiamente un passo in avanti sul tema dell'equilibrio di bilancio degli enti territoriali. Ovviamente rappresentano una modalità attuativa dell'articolo 81 della Costituzione. Esse intervengono nel quadro della legislazione vigente e qui andrebbe ricordato il fatto che essa dovrà essere profondamente ritoccata sul versante delle entrate, ripristinando un'adeguata autonomia impositiva senza la quale viene meno anche la possibilità di giudicare nel concreto la buona amministrazione.
   Dicevo che la modifica interviene a legislazione vigente, sostituendo gli attuali obblighi di pareggio in termini di cassa, nel rispetto del solo saldo non negativo in termini di competenza tra le entrate e le spese finali. Questo consente di superare in via definitiva la precedente disciplina del patto di stabilità interno, più volte modificato in questi anni, proprio per mettere in campo una nuova modalità del concorso degli enti territoriali al raggiungimento del più complessivo obiettivo di finanza pubblica. Ci si è concentrati positivamente già in Senato, perché noi siamo qui in sede di approvazione definitiva, sulla questione relativa alla inclusione del fondo pluriennale vincolato nel computo del saldo non negativo in termini di competenza. Tale inclusione è rimessa, per il triennio 2017-2019, alla legge di bilancio compatibilmente con gli obiettivi di finanza pubblica, mentre a regime decorre dall'esercizio 2020. L'inclusione del fondo vincolato nel computo del saldo potrà ridurre anche l'ammontare degli avanzi di amministrazione che è un problema che è stato posto nella discussione in Commissione bilancio, avanzi che si sono accumulati nel tempo, con ciò potendo destinare le maggiori risorse aggiuntive per gli enti territoriali virtuosi a spese di investimento.
  Da ultimo sarà necessario compiere un'aggiornata riflessione sul complesso della materia delle sanzioni applicabili agli enti territoriali nel caso di mancato rispetto degli obiettivi di finanza pubblica e ci auguriamo che la stagione delle deroghe alle sanzioni sia definitivamente superata. Con queste osservazioni, esprimo il voto favorevole del gruppo parlamentare Democrazia solidale-Centro democratico.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Monchiero. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI MONCHIERO. Grazie, Presidente. Cari colleghi, rappresentante del Governo, la norma che esaminiamo oggi è una modifica dell'insieme dei vincoli particolarmente stringenti che vengono introdotti dalla legge n. 243 del 2012 a seguito dell'obbligo del pareggio di bilancio introdotto nella nostra Costituzione.
   La necessità di imporre vincoli stringenti alla normativa contabile nasceva da un abuso verificatosi nel tempo che consentiva agli enti di eludere, attraverso le norme un po’ labili della contabilità finanziaria, l'obbligo di correlare in modo più stretto le spese con le entrate.
   Si trattò di una misura congiunturale adottata in un momento particolarmente difficile e, proprio perché veniva da anni di cattiva esperienza, introdusse forse anche un eccesso di vincoli e le quattro verifiche dell'equilibrio economico del bilancio potevano apparire francamente eccessive. Inoltre erano anni in cui ogni finanziaria veniva a ridurre gli stanziamenti per gli enti locali e anche questo provvedimento, probabilmente ineludibile, aveva creato una tensione continua fra le autorità locali e il Governo centrale, fra i gestori della finanza derivata e i gestori della finanza dello Stato italiano.
   Oggi, le cose sono leggermente cambiate; la legge di stabilità per il 2016, per la prima volta dopo molti anni, non ha più previsto tagli alle risorse degli enti locali, ma al contrario ha concesso significativi spazi di manovra sul fronte degli investimenti e con la manovra del 2016 è stato Pag. 28riconosciuto agli enti territoriali un nuovo ruolo istituzionale fondamentale per agganciare la ripresa economica. È stato anche loro consentito di introdurre il fondo pluriennale vincolato fra i saldi attivi del bilancio. Ora questa norma è stata introdotta come una norma temporaneamente limitata all'esercizio 2016, ma poiché si tratta di un provvedimento corretto, con la legge attualmente in esame si tende ad estenderlo ulteriormente agli anni successivi e a rendere strutturale questo inserimento a partire dal 2020. Le modifiche di queste norme sono indubbiamente interessanti e vanno anche nell'ottica di riconoscere gli sforzi compiuti dagli enti locali e quindi di allentare i vincoli loro imposti. La modifica più consistente rimane senza dubbio quella relativa al primo comma dell'articolo 9: in linea con quanto previsto appunto dalla legge di stabilità per il 2016, i quattro vincoli di competenza e di cassa precedentemente previsti vengono sostituiti da un unico saldo di competenza non negativo fra le entrate finali e le spese finali. Questo principio non può che trovarci assolutamente concordi. Il difetto delle norme eccessivamente vincolistiche è sempre stato quello di fare di ogni erba un fascio e di sanzionare in modo del tutto inappropriato i comuni virtuosi con quelli che in passato erano stati meno attenti ai propri bilanci. Credo che la norma che oggi stiamo approvando segni sotto questo profilo un passo in avanti. Lo Stato riconosce che si può incoraggiare una politica più espansiva, favorisce gli investimenti, pone i limiti di finanza pubblica che tutti conosciamo e quindi, ritenendo che si tratti di un provvedimento utile e giusto, annuncio il voto favorevole del mio gruppo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Saltamartini. Ne ha facoltà.

  BARBARA SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Ancora una volta in quest'Aula, come purtroppo ormai siamo abituati da molto tempo, abbiamo assistito alla velocità con cui questo Governo ci ha abituato ad approvare norme e leggi. È un Governo in cui tutto deve essere fatto e consumato così velocemente in nome di una convulsa fattività semplicemente declamatoria e autocelebrativa. Tutto deve essere deciso, fatto e modificato alla rapidità di un click, al solo fine di annunciare soluzioni ottimali raggiunte nel miglior tempo possibile per consolidare quello che è lo story telling di renziana memoria che racconta di un Paese che però non c’è. E, quindi, anche le leggi devono essere scritte, esaminate ed approvate con gli stessi ritmi e con le stesse finalità: quelle di dover pubblicizzare un operato che viene spesso autocelebrato ai limiti del parossismo.
  Ormai questa è un'ossessione del Presidente del Consiglio, a cui sommessamente vorrei ricordare che qui non siamo né in un quiz televisivo, in cui vince il più veloce a dare la risposta, né tanto meno su un social, dove si ottengono i like in base alla foto più accattivante che viene postata. Noi qui siamo in un'Aula parlamentare, dov’è d'obbligo riflettere e ragionare in nome di una finalità più alta che dovrebbe superare qualsiasi velleità dei primi della classe, che inventano trucchi per nascondere alcune proprie lacune, perché noi in quest'Aula, colleghi, ogni volta che non riflettiamo e non valutiamo in maniera adeguata rischiamo di danneggiare, in maniera importante e talvolta irreversibile, qualcuno o qualcosa del nostro Paese. Penso, per esempio, a quanto è accaduto il 22 novembre scorso, quando il Governo ha emanato in fretta e furia un decreto-legge per il salvataggio di quattro ormai famosi istituti di credito, facendo scomparire in una bolla di fumo i risparmi di una vita di oltre 140 mila persone. Si prova poi nell'ultima legge di stabilità a fare un fondo, ma con una dotazione che non coprirà mai tutti i risparmiatori truffati. Poi, il meccanismo intricato dell'arbitrato che neanche parte ed ecco arrivare un secondo decreto-legge che non soltanto non risolve ma complica il tutto, con l'invenzione dell'indennizzo forfettario. Penso poi alla «legge Delrio», che era stata tanto sbandierata come semplificazione Pag. 29amministrativa e riduzione della spesa pubblica annunciando chissà quali risparmi, ma alla prova dei fatti le province sono ancora tutte lì.
  E oggi è la volta delle regioni e degli enti locali dove, a bene ascoltare le problematiche esposte da coloro i quali quotidianamente si rapportano con la gestione finanziaria e contabile di questi enti, le previsioni dell'originaria legge n. 243 del 2012 imbrigliavano gli enti locali territoriali in un vicolo cieco ed irrigidivano i loro bilanci in un nugolo di obblighi in concorso agli obiettivi di finanza pubblica. Ebbene, cosa è cambiato per questi enti con questo provvedimento ? Poco o quasi nulla ! Basti qui un solo esempio tra le tante occasioni perdute, a nostro giudizio, su questo provvedimento: l'avanzo vincolato. La legge n. 243 all'articolo 9 neanche oggi riconosce agli enti territoriali la possibilità di scrivere in entrata l'avanzo vincolato ai fini dell'equilibrio di bilancio, svilendo così le finalità del decreto legislativo n. 118 del 2011, che riguardavano proprio l'applicazione dei principi contabili di armonizzazione. Una simile discrasia crea non soltanto un'asimmetria tra discipline contabili applicate agli enti territoriali e agli enti locali che lo Stato centrale dovrebbe, a norma del dettato costituzionale, invece dirimere, ma si rende suscettibile di bloccare gli investimenti di questi stessi enti. Ciò implica che gli stanziamenti approvati dal Parlamento a favore degli enti territoriali, che non è stato possibile impegnare nel termine dell'esercizio, non avranno più alcuna possibilità di essere spesi perché non iscritti neanche a bilancio e questo indipendentemente da possibili manovre finanziarie che potrebbero intervenire.
  Si trattava semplicemente di rendere più flessibile la gestione degli stanziamenti di bilancio poiché nel caso in cui si fossero determinate le condizioni di spazi finanziari l'iscrizione dell'avanzo in fase di previsione avrebbe consentito di perfezionare subito altra spesa per investimenti, consentendo di spendere l'avanzo seppure nei limiti della manovra. E come sempre, per la fretta di fare e di annunciare un nuovo provvedimento, i problemi rimarranno lì e servirà nuovamente una nuova modifica o qualche deroga in qualche prossima nuova legge di bilancio. Il Governo non ha voluto ascoltare le tante parole che abbiamo provato anche ad annunciare in Commissione; è rimasto sordo, come spesso ultimamente accade, nella sua saccente presunzione di infallibilità. Ma del resto lo vediamo ed è evidente sempre più anche agli occhi dei più inesperti alla politica: questo è un Esecutivo che manipola slogan di presunte ripartenza del Paese a suo proprio piacimento. La legge elettorale, che fino a qualche mese fa era senza dubbio la migliore scelta possibile, oggi si trasforma in un nuovo laboratorio normativo, suscettibile a nuovi esperimenti.
  Per non parlare, poi, dei pasticci del famigerato bonus degli 80 euro, passando per il modello n. 730 precompilato, fino all'IMU agricola. E chissà cosa arriverà ancora semmai – cosa che noi proveremo ad evitare votando «no» al referendum – entrerà in vigore la riforma della Costituzione targata Boschi. Proprio a proposito di quest'ultima, vorrei ricordare al nostro Governo che il secondo comma del nuovo articolo 119 prevede un'ulteriore legge di attuazione sull'autonomia finanziaria degli enti locali e territoriali. Cosa si intenderà fare ancora con questa riserva di legge ? Perché se è stato giusto inserire il rispetto dei vincoli costituzionali forse non era necessario inserire nuovamente il limite della legge statale sul coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, perché i vincoli dell'equilibrio di bilancio per il raggiungimento del pareggio previsto da Maastricht erano già stati inseriti nel primo comma, oltre che previsti attualmente nell'articolo 81. Direi che potremmo leggere questo più come un tentativo di tenere ben fermo nelle redini dello Stato il potere di gestire a proprio uso e consumo le entrate tributarie.
  Ed è così che torniamo al punto di partenza, perché mentre qui noi ci arrovelliamo su principi e dottrine qualcuno, tra i banchi del Governo, dimentica che tutto questo si riverserà sulle spalle delle Pag. 30persone che sono fuori da quest'Aula. Si tratta di quell'attenzione al bene comune che dovrebbe muovere l'azione di ogni scelta politica, scopo questo che non ci sembra affatto aver guidato l'operato degli artefici di questa ennesima revisione, perché se in principio la riforma complessiva della finanza pubblica si sarebbe dovuta ispirare alla graduale riduzione del rapporto tra il proprio ammontare di debito e il prodotto interno lordo, anche in previsione di un più razionale impiego dei soldi pubblici, oggi si è risolto in una sterile lotta, a colpi di tecnicismi, tra livelli di governo che vogliono accaparrarsi uno spazio finanziario. In tal senso – e chiudo – questo è l'ennesimo provvedimento tappabuchi.
  Si sarebbero potute introdurre altre proposte migliori e certamente più risolutive e temo che in un futuro non troppo lontano sarà necessario tornare a riparlare di equilibrio degli enti locali territoriali. Al contempo, almeno in parte, alcune piccole soluzioni alle frettolose incongruenze della legge n. 243 sono state proposte, ragione per cui preannunzio il voto di astensione del gruppo della Lega Nord (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Paolo Tancredi. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. Presidente, io cercherò di utilizzare meno dei dieci minuti a me assegnati perché parliamo e trattiamo, come è stato già detto, di un intervento manutentivo della legge n. 243 – più che altro manutentivo insomma, ma ci sono anche i contenuti di sostanza e politici – per consentire ai comuni di chiudere i bilanci e affrontare questa situazione di transizione dal Patto di stabilità all'equilibrio di bilancio.
  Prima di elencare brevemente le novità che introduce il testo che oggi ci troviamo ad esaminare e che dovremo approvare in via definitiva, annunciando fin da ora il voto favorevole del gruppo di Area Popolare, voglio svolgere, in pochi minuti, considerazioni di carattere generale sul discorso del pareggio di bilancio, perché in quest'Aula in questi mesi si sono sentite tante cose – in questi anni e in questa legislatura – sulla questione del pareggio di bilancio. Io, Presidente, non faccio né considerazioni tecniche né voglio legarmi alla finanza pubblica, ma il pareggio di bilancio è una cosa che è normale e virtuosa per tutte le comunità, non solo per uno Stato o per un ente locale. Io non credo che nessuno possa proporsi di fare a debito gli interventi che deve fare, né una famiglia, né un circolo, né un'associazione o un'impresa.
  Io non riesco a capire come ci sia questa portata fortissima di attacco a questa norma del pareggio di bilancio che tra l'altro, Presidente, in questi suoi primi esercizi ed anni di applicazione ha funzionato, secondo me, proprio per il fatto che il Parlamento ha deciso di derogare ad essa in presenza di fattori rilevanti e di ciclo economico negativo. Cioè, il ricorso del Parlamento alla votazione con voto qualificato sulla deroghe al pareggio di bilancio secondo me ha dimostrato che quella legge, la n. 243 del 2012, era scritta bene e la stiamo applicando bene in questi anni purtroppo di dura crisi economica.
  Dal punto di vista, invece, delle regioni e degli enti locali è chiaro che essi, dal 2008 ad oggi, dal 2009 ad oggi, cioè negli anni pesanti della crisi, hanno contribuito fortemente al riequilibrio, soprattutto in termini di punti di deficit della finanza pubblica. Ma è chiaro che questo sforzo enorme ha creato degli scompensi su cui è logico che bisogna intervenire, il più clamoroso di questi – ricordo un dato secco – è che nel 2008 la pubblica amministrazione investiva e spendeva in conto capitale una cifra che era intorno agli 85 miliardi, nel 2015 arriva a malapena a 40 miliardi, c’è più che un dimezzamento della spesa in conto capitale e questo è un problema, è un problema grosso. È chiaro che anche questo ha contribuito al rientro del deficit e dell'indebitamento netto, ma è chiaro che su questo bisogna intervenire perché gli investimenti pubblici sono un fattore importantissimo Pag. 31nella vita economica del Paese e per le ambizioni che ha questo Governo anche di riportarlo a una crescita solida, stabile e anche più sostanziosa. In breve, fra gli interventi che vengono qui proposti – ma, insomma, sono stati già illustrati dai colleghi – il più importante è la soppressione per gli enti locali dell'obbligo – che ci sarebbe stato a normativa vigente – dei saldi non negativi di cassa e del saldo di parte corrente, che tra l'altro è già un obbligo dei bilanci di previsione degli enti locali. Rimane quindi soltanto per legge l'obbligo di saldo non negativo tra entrate finali e spese finali e questo credo che sia il fatto più rilevante, ma dal punto di vista invece sostanziale io ritengo che sia molto rilevante l'inclusione nel saldo del fondo pluriennale vincolato, perché, per considerazioni che evito, è una norma che introduce una novità molto positiva appunto per gli investimenti degli enti locali e dà una maggiore flessibilità agli enti sulle partite che hanno delle pluriennalità in termini di attribuzione della competenza. Per quanto riguarda le sanzioni, la legge delega l'introduzione di sanzioni alla legge dello Stato e in positivo c’è, nelle linee guida, nei paletti che si mettono alla legge che dovrà fare il Parlamento, un sistema anche di premialità per i comuni che sono virtuosi, non solo le sanzioni. C’è il discorso del ricorso all'indebitamento degli enti locali e delle regioni con l'introduzione dell'intensa e dell'equilibrio a livello regionale, così come si sopprime il Fondo straordinario per il concorso dello Stato al finanziamento dei livelli essenziali delle funzioni fondamentali nelle fasi avverse del ciclo economico, al verificarsi di eventi anche qui eccezionali, e si demanda questo a una successiva legge dello Stato che speriamo risolva alcune questioni un po’ troppo complesse e un po’ troppo difficili da interpretare nella normativa vigente, sempre in dipendenza del ciclo economico e di eventi eccezionali. Infine giudichiamo in termini positivi anche il fatto che si demandi a una legge dello Stato il concorso delle regioni e degli enti locali alla riduzione del debito pubblico, cosa che auspichiamo avvenga nel più breve tempo possibile, perché questa invece è legata ad eventi positivi e a un ciclo economico positivo che speriamo dopo qualche anno di ritornare a vedere. Per tutti questi motivi, Presidente, il gruppo Area Popolare voterà favorevolmente al provvedimento in esame.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Signor Presidente, signori del Governo, colleghi e colleghe, intanto vorrei dire al collega e amico Tancredi, che non capisce i motivi del rifiuto del principio del pareggio di bilancio, che in realtà di motivi ce ne sono molti, basterebbe leggersi alcuni testi fondamentali di politica economica per capire come il pareggio di bilancio sia un principio che non funziona, non funziona nelle politiche economiche, non funziona nella possibilità e nella capacità per i Governi di utilizzare la spesa pubblica per uscire dalla crisi.
  C’è un bel testo di John Maynard Keynes, L'elogio della spesa pubblica, in cui spiega perbene come le politiche economiche anche in deficit possono avere un ruolo importante per far ripartire l'economia e per combattere la disoccupazione, che è il male principale che affligge le economie contemporanee. Intanto vorrei dire questo, che noi come Sinistra Italiana voteremo astensione, ci asterremo su questo provvedimento, ci asterremo perché contiene una sorta di riduzione del danno rispetto a una legge, la legge n. 243, approvata quando noi non eravamo in Parlamento ma che non avremmo votato e che non approviamo, come siamo contrari all'articolo 81, a quell'articolo 81 della Costituzione che prevede per l'appunto il pareggio di bilancio anche se sotto nome di equilibrio. Allora, noi diciamo questo, diciamo che in questi anni c’è stato un risanamento, certo, dei conti pubblici degli enti locali, un risanamento che però è avvenuto sotto il colpo dei tagli, oltre 40 miliardi di tagli a enti locali, a regioni e al Sistema sanitario nazionale, 40 miliardi di Pag. 32tagli in pochi anni che hanno portato gli enti locali e le regioni in una situazione complicatissima, una situazione assai difficile, mentre si sono ridotti i trasferimenti agli enti locali, che hanno dovuto tagliare il servizio, aumentare l'imposizione fiscale, mentre le spese militari non sono state tagliate, le spese per le grandi opere non sono state tagliate e si continua in una politica che sostanzialmente sacrifica gli interventi pubblici a favore del taglio delle tasse, che non produce maggiore ripresa, come si è visto in questi anni. Si fanno i tagli, sì, ma si fanno i tagli con i soldi degli altri, con i soldi dei cittadini che non possono avere più accesso a importanti servizi pubblici e la Corte dei conti un anno fa ci ha ricordato come, a fronte degli 80 euro di cui hanno beneficiato una parte dei nostri concittadini, gli stessi concittadini hanno dovuto pagare 900 euro di tasse in più all'anno, 900 euro di tasse in più a causa dell'imposizione fiscale maggiorata, maggiore, che gli enti locali hanno dovuto appunto prevedere per riuscire a far quadrare i conti. C’è una limitazione del ruolo degli enti locali, una limitazione che è data non solo dal taglio dei trasferimenti, ma è dato anche da quella riforma costituzionale che abbiamo da poco votato e sulla quale si pronuncerà il popolo, riforma che ha sacrificato il ruolo e le funzioni degli enti locali. A parole ci si riempie la bocca di sussidiarietà, in pratica si ripropone una visione centralistica, una visione dall'alto che in qualche modo sacrifica, come dicevo prima, il ruolo e le funzioni degli enti locali. Noi siamo contro il principio del pareggio di bilancio e all'articolo 81, siamo contro la legge applicativa rinforzata 243, che ha anticipato il pareggio di bilancio attraverso il Patto di stabilità interno per gli enti locali e che ha portato, come ricordavo prima, molti comuni, molte province e anche le regioni in una situazione veramente complicatissima. Una situazione complicatissima perché sono stati risanati i bilanci ma per modo di dire, perché continuano le difficoltà e sappiamo quanti comuni sono in situazione di pre-dissesto e in dissesto finanziario. Sono stati ridotti i servizi ai cittadini o sono state aumentate le tasse per permettere a quei servizi di continuare ad essere erogati e questi provvedimenti – ispirati al pareggio di bilancio – non hanno permesso di fare investimenti che avrebbero potuto dare così una boccata d'ossigeno a quella ripresa che manca da troppo tempo nel nostro Paese. Addirittura hanno impedito di utilizzare i fondi, i fondi dell'Unione europea, che sono fondamentali per poter rilanciare soprattutto a livello locale appunto gli investimenti sul territorio e a livello macro io vorrei dire vorrei ricordare questo: queste politiche di austerità, del pareggio di bilancio, politiche che valgono per i Paesi dell'Unione europea e in particolare per la zona euro, hanno prodotto dei risultati assai discutibili perché dall'inizio della crisi a oggi il debito è aumentato, il debito pubblico, lo stock di debito; ricordo che nella Zona Euro il debito pubblico nel 2007 era circa pari al 60 per cento del PIL, oggi è al 95 per cento del PIL. La disoccupazione è aumentata, non c’è stata la crescita e quindi non solo quelle politiche non hanno prodotto quei risultati per i quali erano state pensate quelle politiche, ovvero la riduzione del debito, ma hanno cosa dire hanno causato quella stagnazione economica e sociale nella quale l'Europa si trova ormai da troppo tempo. Come si fa ipocrisia sulla sussidiarietà, si fa ipocrisia anche sui livelli essenziali, per cui si dice sì, definiamo i LEA, i LEP, definiamo i livelli essenziali diciamo sia nella sanità che ad esempio nei servizi nelle politiche sociali ma poi nei fatti diciamo che questo non è possibile farlo. Non è possibile farlo, perché, se non ci sono soldi, quei servizi che dovrebbero garantire il rispetto di quei livelli essenziali non possono essere appunto svolti.
  Allora noi diciamo, sul principio del pareggio di bilancio, che è un pareggio che noi dovremo rivedere al più presto e dovremo ridiscutere con grande coraggio e grande forza. Non è possibile che il pareggio di bilancio valga sempre per gli asili nido, ma non valga per gli F35. Non è possibile che il pareggio di bilancio valga Pag. 33per le mense scolastiche, ma non valga per le grandi opere. Non è possibile che il pareggio di bilancio valga per i servizi agli anziani, ma non valga per i soldi alle banche. E non è possibile che il pareggio di bilancio valga, ad esempio, per l'immigrazione – sappiamo che i comuni devono sopportare gran parte dei servizi per l'accoglienza degli immigrati sui loro territori – e non valga per tante altre politiche, che sono politiche di taglio alle tasse e di favore anche alle imprese, e tutto attraverso provvedimenti che noi abbiamo contestato e criticato in questi anni. Quando metteremo invece in pareggio le vite dei cittadini ? In pareggio con il lavoro, con i diritti, con il desiderio di un futuro degno di questo nome.
  Noi ci asterremo su questo provvedimento, perché nonostante la cornice sia una cornice che noi contestiamo duramente, quella della legge n. 243 e dell'articolo 81, riteniamo che questo provvedimento porti qualche sollievo. Riteniamo porti qualche sollievo, perché attenua il regime sanzionatorio, dà maggiore duttilità nell'armonizzazione dei bilanci degli enti locali e nel raggiungimento dell'equilibrio tra entrate e uscite e dà agli enti locali maggiore possibilità di intervento nella finanza locale.
  Però una domanda bisogna farsela. Se questa legge n. 243 era così bella, così buona, così giusta, non si capisce perché siamo stati costretti a intervenire per modificarla. Evidentemente c'era qualcosa che non funzionava e non ha funzionato per gli enti locali e li ha messi in grande difficoltà. Ecco perché, ribadendo il principio della necessità di un cambio e di un ribaltamento delle politiche di austerità, noi pensiamo che bisogna dare, per così dire, delle risposte anche temporanee alle difficoltà dei comuni, alle difficoltà degli enti locali e delle regioni. Non vogliamo che questo provvedimento sia un pannicello caldo, altrimenti sarebbe una beffa. Speriamo che gli elementi migliorativi possano funzionare. Probabilmente dovremo rimettere le mani a questa legge e sicuramente dobbiamo rimettere mano a un principio, che è un principio che noi non possiamo accettare. Come ricordavo prima, è il principio del pareggio di bilancio, il principio di una politica di austerità, che ha dimostrato in questi anni di non fare uscire l'Italia e l'Europa dalla crisi. Abbiamo bisogno di ribaltare quel paradigma, abbiamo bisogno di politiche di investimenti pubblici, abbiamo bisogno di indirizzare la spesa pubblica per quel ruolo fondamentale di rilancio dell'economia e di lotta al non lavoro, che in questo Paese è molto forte (siamo all'11,6 per cento di disoccupati).
  Questi sono i motivi per cui noi, dichiarando la nostra astensione su questo provvedimento, invitiamo al Governo a cambiare rotta, a farlo subito, perché cambiando rotta si possono dare risposte concrete al futuro di questo Paese, al futuro dei giovani, dei cittadini, di chi non ha lavoro e al futuro di quegli amministratori degli enti locali che si trovano ormai da troppo tempo in condizioni disperate, in condizioni difficilissime. Diamo loro la possibilità di fare investimenti, diamo loro la possibilità di rispondere ai bisogni dei cittadini, diamo loro la possibilità di costruire il futuro di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Alberto Giorgetti. Ne ha facoltà.

  ALBERTO GIORGETTI. Grazie, Presidente. Forza Italia si asterrà su questo provvedimento, perché ritiene coerente un atteggiamento di collaborazione comunque con la maggioranza, in merito a leggi che possano scrivere le regole del funzionamento delle nostre amministrazioni, e in particolar modo le regole che hanno caratterizzato la vita e il confronto politico e che riguardano la contabilità pubblica e in particolar modo degli enti locali.
  Il nostro è un percorso di astensione. È una valutazione di astensione alla luce di alcuni elementi che noi avremmo preferito ovviamente discutere in modo anticipato – quelli che sono stati qui riportati Pag. 34– alla luce di un'iniziativa, quella dell'anno scorso, di anticipazione del pareggio di bilancio e legge di stabilità, che avremmo preferito vedere realizzata dopo l'intervento di leggi di sistema, così come è stato più volte ricordato. Quindi riteniamo che questa anticipazione potesse essere evitata.
  Riteniamo che all'interno di questo provvedimento, oltre agli aspetti positivi – che adesso tenterò di sottolineare – ci siano degli elementi che potevano essere comunque elementi di sistema e che non per forza, come ricordava ieri e proponeva l'onorevole Marchi – e noi su questo terreno ci saremo –, dovevano passare dalle eventuali modifiche del testo unico degli enti locali. Questo provvedimento poteva essere ulteriormente migliorato in Commissione e poteva esserci un'ulteriore lettura, pur con la maggioranza rafforzata, che desse un sistema di regole e un impianto più solido di quello che stiamo discutendo.
  Detto questo, vorremmo precisare che noi partiamo da una valutazione opposta a quella di SEL. Riteniamo che l'articolo 81 della Costituzione e la legge n. 243 siano due elementi che rappresentino un valore per il nostro Paese. Rappresentano un valore per la storia che sta attorno all'articolo 81 e per le realizzazioni concrete. Sappiamo molto bene che, in una fase storica in cui le risorse pubbliche sono poche, in cui c’è la necessità di razionalizzare la spesa, in cui c’è la necessità di rendere il più produttiva possibile la spesa pubblica, in tutte le sue articolazioni l'articolo 81 è un presidio fondamentale, che ci ha consentito di poter restare evidentemente in piedi come sistema Paese. È un presidio e un valore da cui evidentemente si declina questa modifica e quest'interpretazione del pareggio di bilancio. Mi sta bene l'osservazione che ieri poneva Morando, in merito all'interpretazione autentica dell'articolo 81, quindi in una logica che porta a intravedere il pareggio di bilancio come un pareggio strutturale, che tiene conto progressivamente di quelli che sono i cicli economici. È sicuramente questo un aspetto positivo, che noi dobbiamo considerare. Ben sappiamo e siamo d'accordo sul fatto che comunque nei cicli positivi evidentemente c’è la necessità, in qualche modo, semplificando al massimo, di risparmiare risorse rispetto a quelli che sono i cicli negativi. È altrettanto vero che questo tipo di impostazione in questa legge comincia ad emergere. Però dico al Viceministro Morando, a cui riconosco la competenza per poter evidentemente parlare e scrivere di queste cose, che c’è anche la necessità di affrontare a breve – noi avremmo preferito farlo ora – quelli che potevano essere elementi di sistema, non elementi esclusivamente legati a coperture di congiuntura, e che riguardavano per esempio alcuni emendamenti anche proposti da noi, quali elementi di segnalazione in merito agli investimenti e più in generale al fondo. Riteniamo essere un fondo che va a risolvere nel tempo quella che è una delle questioni poste da tanti colleghi che mi hanno preceduto, che è il recupero delle risorse in chiave produttiva degli enti locali relativamente agli avanzi di bilancio. Sappiamo molto bene che questa norma determina più in generale un percorso virtuoso, una maggiore intelligibilità dei bilanci e, a nostro modo di leggere, una maggiore semplicità e armonizzazione, che sta nella logica dei princìpi di armonizzazione contabile che abbiamo insieme condiviso. Sta nella logica dell'interpretazione di una Costituzione rivista in materia di contabilità pubblica. È un intervento che va nel segno di quella svolta importante, che abbiamo votato in quest'Aula pochi giorni or sono e che riguarda più in generale l'arrivo alla legge di bilancio, una legge di bilancio che tiene conto ovviamente sia delle scelte che riguardano, fra virgolette, la stabilità annuale del Paese sia gli effetti immediati di intelligibilità ovviamente sul pluriennale del conto economico e in generale delle finanze pubblica dello Stato.
  Quindi sono tutti i temi che stanno andando avanti di pari passo e che noi riteniamo complessivamente siano un valore. Pag. 35Però è sotto gli occhi di tutti quello che raccontava prima la collega Saltamartini e che hanno raccontato altri colleghi dell'opposizione, in merito a una difficoltà oggettiva che oggi attraversano gli enti locali. Da una parte noi stiamo scrivendo le regole in qualche modo di ciò che dovrà essere il bilancio pubblico dell'ente locale, con una proiezione di progressiva riduzione degli avanzi e, quindi, di aumento in un medio termine degli investimenti, che aiuterà sicuramente la ripresa e la crescita del nostro Paese, che aiuterà le amministrazioni locali a dare delle risposte strutturali ai propri territori, che impegnerà le amministrazioni a collaborare in modo positivo rispetto ovviamente a quelli che sono gli obiettivi di riduzione della spesa corrente, là dove ha agito benissimo pur in una situazione a volte cinica mi permetto di dire, il Patto di stabilità, ma che ha esercitato un ruolo fondamentale. Vedremo se il pareggio di bilancio riuscirà ad ottenere lo stesso risultato. Noi siamo convinti che possa essere sicuramente prodromico a raggiungere questo obiettivo, però restano inevase una serie di questioni. Il tema più in generale dell'indebitamento degli enti locali, della negoziazione dei mutui, di quelli che sono gli aspetti connessi alle spese pluriennali evidentemente è un tema che deve essere progressivamente affinato. Noi sappiamo che c’è un impegno del Governo sul 2017. Il punto di mediazione che è stato ottenuto al Senato riteniamo che sia un buon punto di mediazione. Uno sforzo maggiore noi crediamo doveva essere fatto nel tempo per ciò che riguarda anche i bilanci delle regioni, altro tema che resta evidentemente alla nostra attenzione e non solo quello degli enti locali, ma anche quello delle regioni, ben sapendo che dentro le regioni c’è una responsabilizzazione importante che riguarda le dinamiche degli spazi di spesa. Siamo d'accordo sul fatto che vadano utilizzati in modo sistematico gli spazi di spesa, diciamo così, tra quelli che sono gli spazi della regione e quelli degli enti locali. D'accordo anche sul tentativo di scrivere una forma, fra virgolette, «pattizia» relativamente a quelli che sono gli spazi di spesa utilizzabili in una logica anche sovraregionale. Tutte forme che possono aiutare la massima potenzialità che gli enti locali e le regioni possono reciprocamente evidentemente utilizzare per ottenere maggiore investimento produttivo.
  Però dicevo che restano alcuni argomenti. Restano gli argomenti legati, per esempio, al tema del personale, ai servizi che progressivamente sono stati stretti nelle dinamiche del Patto di stabilità e non trovano ancora risposte rispetto alle situazioni precedenti nella prospettiva del pareggio di bilancio. Resta da affrontare evidentemente il riassetto complessivo di quelli che sono le aggregazioni e i centri di spesa dei vari livelli amministrativi perché, colleghi, è evidente che nel momento in cui si va a discutere di possibili aggregazioni dei comuni minori, ritenendo ancora i comuni minori un valore, là dove abbiamo cominciato un percorso non ancora definitivamente concluso che riguarda l'abrogazione delle province e là dove c’è la necessità di riuscire a dare risposte più efficienti a risorse ridotte, il disegno complessivo delle autonomie locali va portato avanti, ma non solo nella modifica del Testo unico degli enti locali, ma anche evidentemente in strumenti come questo provvedimento.
  Chiudendo, Presidente, l'auspicio è che ci sia la disponibilità ancora e la voglia da parte della maggioranza e del Governo di affrontare questi temi in modo rapido, già nella legge di bilancio 2017, per poter cominciare ad anticipare fette di intervento maggiore a sostegno dello sviluppo, a sostegno e a difesa dei territori, laddove evidentemente c’è una necessità oggi forte di rispondere a una crisi che altrimenti non sembra essere finita per il nostro Paese. Con queste motivazioni, che riguardano evidentemente le regole, che sono in parte condivise, ma da rafforzare nei prossimi tempi, c’è un voto di astensione da parte di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

Pag. 36

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 17,45)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sorial. Ne ha facoltà.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Grazie. Cosa sta votando oggi, 2 agosto 2016, il Parlamento in fretta e furia e all'ombra di qualsiasi riflettore ? La modifica alla legge n. 243 del 2012. Allora, cerchiamo di spiegare in maniera chiara quello che voi state facendo con cotanta grazia. La legge n. 243 del 2012 è la legge che riguarda il principio dell'obbligo di equilibrio di bilancio degli enti locali e territoriali. Quindi, una modifica che, visto lo storico che abbiamo sulla finanza locale, magari sarebbe stata anche auspicabile, anzi sarebbe stata auspicabile una riforma intera di questa tipologia di legge, ma come sempre avete colto l'occasione per andare in una direzione completamente opposta alla direzione che poteva essere auspicabile dai cittadini e, anzi, andate in una direzione che si ripercuoterà sui cittadini stessi e sui servizi che verranno loro offerti. In questi mesi noi abbiamo visto una situazione politica in cui vi siete vantati spesso di aver strappato per esempio flessibilità all'Unione europea, ma come sempre avete parlato in realtà del nulla in confronto all'orizzonte di austerità da cui non siete stati in grado neanche per un secondo di togliere lo sguardo e che mai, mai siete riusciti in realtà a contrastare.
  Il contesto in cui ci troviamo oggi dal punto di vista della finanza pubblica e della finanza locale è un contesto di un Paese in cui vengono fatte continue privatizzazioni. Per ultima, potete vedere quella delle Poste con cui si ha l'obiettivo di incassare un paio di miliardi di euro da buttare poi nel Fondo di ammortamento del debito pubblico; debito pubblico che supera ampiamente i 2.100 miliardi di euro e, quindi, non si fa assolutamente niente, anzi ritroviamo un debito inchiodato attorno al 133 per cento che, nonostante queste continue privatizzazioni di asset italiani che voi state svendendo, non calerà affatto come invece ci ha fatto credere per mesi la vostra fanfara mediatica. Ebbene, questa fanfara si è spenta, le trombe hanno smesso di suonare e ci ritroviamo in una situazione in cui in autunno, purtroppo, per l'ennesima volta, i cittadini italiani capiranno l'ennesimo bluff di questo Governo. A cosa vi sono servite in questi mesi queste parole di contrasto alla flessibilità gentilmente, secondo voi, concessa da Bruxelles, da Francoforte e da Berlino ? Signor Presidente, non sono servite a niente. L'unica flessibilità che Renzi e Padoan usano bene è quella della schiena: quando si piegano, si inchinano al passaggio di lor signori Merkel, Schäuble e Draghi e non fanno assolutamente niente. Grazie al MoVimento 5 Stelle in Parlamento abbiamo riguadagnato quel briciolo di sovranità – ne vorremmo guadagnare sempre di più – nei tempi di trasmissione della legge di bilancio rispetto all'Unione europea. Solo grazie al MoVimento 5 Stelle si ha un po’ di trasparenza in più circa l'impatto dei derivati sui conti pubblici, ma solo un po’ perché per noi bisogna fare un qualcosa di più: bisogna fare probabilmente quello che voi ritenete uno sgarbo troppo pesante alle banche d'affari, controparti del Tesoro. Volevamo più spazio per gli indici di benessere e vogliamo più spazio per gli indici di benessere di cui vi siete riempiti la bocca e che sono confinati, invece, in un allegato. Infatti, il MoVimento 5 Stelle sa che senza una svolta sostenibile e senza un cambio di paradigma questo Paese, purtroppo, dal punto di vista dei conti e anche di altro è destinato ad affondare. Non ci sembra che il presente disegno di legge vada nella direzione auspicata della semplificazione e della definizione di una procedura celere e flessibile per implementare gli investimenti. Dobbiamo ricordare che in ogni caso il livello di finanziamento dello Stato ai livelli di assistenza essenziali delle prestazioni, nonché delle funzioni fondamentali, i cui standard sono definiti a livello centrale, deve essere calcolato anche in ragione dell'effettivo fabbisogno, Pag. 37seppur definito da norme specifiche. I limiti della spesa pubblica sono stringenti e non si può non tenerne conto quando si definisce il livello delle prestazioni da erogare. Bisogna avere anche la consapevolezza che è impensabile definire i livelli essenziali di assistenza senza assicurarne contestualmente il finanziamento. In caso contrario, si farebbe ricadere la spesa solo su altri livelli di governo senza avere un beneficio a livello di finanza pubblica.
  Noi ci ritroviamo in una situazione in cui questo provvedimento è stato affrontato per l'ennesima volta con una metodologia contraria a quella parlamentare, superficiale, frettolosa, con solo un pomeriggio per gli emendamenti in Commissione, anche se il documento in esame avrebbe richiesto un'attenzione maggiore ed un dibattito molto più serio, visto l'importante tema trattato riguardante la finanza locale. Il MoVimento 5 Stelle è contrario alle politiche di austerity e rigore intraprese da questo Governo e caldeggiate dall'Unione europea. Abbiamo bisogno di un'inversione di rotta decisa per poter riprendere la situazione economica del Paese. Siamo quindi contrari all'estensione del pareggio di bilancio anche agli enti locali. Il pareggio di bilancio va infatti nella direzione opposta alle politiche che salvaguardano il livello essenziale di prestazioni ai cittadini, oltre che tarpa completamente eventuali politiche di investimento per uno sviluppo sano del Paese. Riteniamo doveroso che il Governo, invece di effettuare trasferimenti non adeguati – e sistematicamente ogni anno si ripropone la stessa solfa – e provvedimenti quali questo provvedimento, che imbrigliano ancora di più la manovrabilità dell'ente locale, scaricando quindi sull'ente locale in primis e di conseguenza sui cittadini l'onere dell’austerity e il costo dell'errata politica economica di questo Governo e dei suoi predecessori, dovrebbe prendersi carico dell'onere di mantenere servizi ai cittadini a livelli ottimali, ovunque e ad ogni costo. Il Governo al contrario introduce una disposizione che consente di disporre di differenti modalità di recupero in base alle esigenze dei saldi di finanza pubblica, lasciando quindi a se stesso la discrezionalità di poter eventualmente agire con un recupero forzoso.
   Esprimiamo perplessità anche sulle disposizioni che regolano il concorso dello Stato al finanziamento dei livelli essenziali e delle funzioni fondamentali in caso di ciclo economico avverso o eventi eccezionali, non provvedendo alcun apposito fondo e demandando al futuro la determinazione dei criteri del concorso per assicurare proprio i livelli essenziali. I livelli essenziali, Presidente, civili e sociali verranno garantiti solo se il Governo deciderà di farlo. Ci rammarichiamo molto che un principio basilare di civiltà nei confronti dei servizi per i cittadini venga lasciato alla mercé dell'Esecutivo di turno. Queste misure fanno sì che gli enti locali siano sempre più stretti sotto una morsa e costretti a svendere i servizi fondamentali al settore privato che, in questo modo, lucra in settori a domanda relativamente costante visto che non è pensabile rinunciare alle cure, all'istruzione e al trasporto. È la visione di base questa con la quale il Governo affronta la guida del Paese ed è completamente sbagliata. Noi non ci stancheremo mai di dire che chi si trova al Governo deve avere come perno centrale il benessere dei cittadini, non l'austerità, non il benessere delle banche e tanto meno i vincoli di bilancio che arrivano dall'Europa e su tale perno, il perno del benessere dei cittadini, dovrebbe incentrarsi ogni misura che viene messa in campo da un Governo per i cittadini. Il MoVimento 5 Stelle, Presidente, non vuole essere complice, come sono stati complici in varie occasioni i partiti soprattutto come in questo caso nel 2012 con la legge n. 243, di questo ennesimo ribaltamento di politiche errate che viene fatto sulle spalle dei cittadini e per questo noi non abbiamo problemi ad esprimere per l'ennesima volta su questa tipologia di provvedimento il nostro voto completamente contrario. Siamo contrari e convintamente per il «no» a provvedimenti come questo perché siamo contrari al Fiscal compact, perché siamo contrari ai vincoli di bilancio europei: Pag. 38quegli stessi vincoli di bilancio che ci chiede l'Europa di rispettare e che poi Paesi, ad esempio la Germania, non rispettano. Da ultimo abbiamo presentato proprio nelle scorse settimane alcune interrogazioni in merito al livello di esportazione della Germania stessa, un livello di esportazione ben superiore al 6 per cento (6,2 per cento). Siamo contro queste tipologie di vincoli di bilancio che vengono imposti ai Paesi che non hanno Governi con la schiena dritta in Europa e che vengono poi sempre stravolti dai Paesi che hanno la voce un po’ più alta della nostra o di questo Esecutivo. Siamo contro un Governo prono, completamente prono e siamo contro un Governo che accetta sistematicamente di fare ciò che l'Unione europea e l'unione bancaria, che ancora non esiste sulla carta ma effettivamente c’è, perché sono le banche e la finanza europea che governano il nostro Paese, continuano a chiedere. Ed è per questo motivo che noi vorremmo allentare in maniera decisa le maglie di questi vincoli di bilancio, fare debito per gli investimenti produttivi e non per continuare a svendere i nostri asset, non per continuare a rispettare dei vincoli che non danno niente ai cittadini. Per questo motivo ribadiamo fortemente il nostro voto contrario, sperando di arrivare presto a rimettere mano a queste leggi che stravolgono i servizi essenziali dei cittadini e poterli invece fornire sempre in maniera opportuna e decisa perché il nostro primo interesse è il benessere stesso dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Come ultimo intervento ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mauro Guerra. Ne ha facoltà.

  MAURO GUERRA. Grazie Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, in capo agli enti locali sta in grande misura la responsabilità di governare lo sviluppo di comunità e di territori, di garantire servizi e prestazioni fondamentali che riguardano diritti civili e sociali e i loro livelli essenziali. Negli anni più drammatici della crisi agli enti locali è stato chiesto contemporaneamente di contribuire oltre la quota di loro spettanza al risanamento finanziario e, insieme, di assolvere ad un sempre più impegnativo compito di risposta a problemi e difficoltà sociali crescenti e diffuse. Per una lunga fase gli enti locali, sotto le impellenze di finanza pubblica, sono stati condannati a condizioni di assoluta incertezza e non programmabilità delle proprie politiche di bilancio e quindi delle loro attività anche su archi temporali di solo qualche mese.
  Gli investimenti delle autonomie locali rappresentano oltre il 60 per cento di tutti gli investimenti pubblici del nostro Paese. Questi investimenti negli anni dal 2008 al 2014 hanno subito una riduzione superiore al 40 per cento. Di questi investimenti l'Italia ha assoluto bisogno per ripartire. Ora abbiamo la possibilità di consolidare una nuova fase che abbiamo aperto con le ultime leggi di stabilità e che chiuda la stagione dei tagli indistinti e progressivi, dei vincoli su spese e assetti storici che inevitabilmente hanno penalizzato chi è stato più virtuoso. La stagione della costrizione a produrre continuamente avanzi che poi non si potevano spendere, la stagione dei tagli del Patto di stabilità per aprire quella nuova del pareggio di bilancio, di un nuovo rapporto tra responsabilità e autonomia. Con questo disegno di legge compiamo un ulteriore passo in questa direzione. Lo facciamo modificando la legge n. 243 nel punto in cui prevedeva una griglia diabolica di saldi da rispettare, con un effetto straniante e potenzialmente devastante sulla stessa efficienza, efficacia ed economicità dell'azione amministrativa. Sostituiamo questo intrigo machiavellico con il semplice saldo non negativo delle entrate e delle spese finali di competenza. Garantiamo il risultato utile per la finanza pubblica lasciando più flessibilità nella gestione dell'attività per conseguirlo: responsabilità e autonomia. In questo quadro mettiamo anche in campo alcune misure che possono contribuire a rilanciare gli investimenti pubblici con la consapevolezza che migliaia di cantieri locali hanno un impatto più immediato, Pag. 39più diffuso e più efficace sull'intero sistema economico e sociale del nostro Paese. Migliaia di investimenti che parlano di scuole, di manutenzione del territorio, di prevenzione del dissesto, di sicurezza delle strade e politiche della mobilità, di funzioni sociali di sicurezza pubblica, di una pubblica amministrazione più efficiente, investimenti che rendono migliore e modernizzano il Paese. Muoviamo su questa strada non facile ad esempio prevedendo l'inserimento del Fondo pluriennale vincolato a regime dal 2020 in entrata e in uscita nei conteggi che determinano il saldo a pareggio. Proviamo a farlo con l'obiettivo dell'equilibrio complessivo a livello di comparto regionale da definirsi sulla base di una procedura d'intesa per aprire spazi per l'accesso al debito e per l'impiego degli avanzi di amministrazione e poi con un secondo grado di spazi e patti di solidarietà nazionale. Rispetto a questi due punti vorrei dire al Governo che intendo rappresentare qui da subito e con forza un'esigenza che in primo luogo per il Fondo pluriennale vincolato, con le leggi di bilancio del periodo transitorio 2017-2019, si compie ogni sforzo per anticipare integralmente la sua entrata nei conteggi utili alla definizione del pareggio di bilancio e del suo saldo. In caso contrario rimanderemmo l'effetto espansivo al 2020 mentre ne abbiamo, invece, la massima necessità oggi. In secondo luogo il decreto che regolerà i modi delle intese regionali e nazionali dovrà essere il più semplice, lineare, trasparente ed equo pena il suo non funzionamento con possibili spazi finanziari di investimento inutilizzati, come avvenuto in passato con i patti di stabilità orizzontali. Comunque rappresento qui anche l'esigenza di un'ulteriore riflessione da tenere in conto con le ordinarie norme che daranno attuazione a questa legge rinforzata. Occorre trovare modalità per consentire anche ai comuni piccoli e medi, nel rispetto dei limiti dell'indebitamento previsti dalla legge e privilegiando gli enti che hanno i più bassi indici di indebitamento, di sostenere con il ricorso al debito i loro investimenti più significativi che, altrimenti, rischiano di diventare per loro impossibili da realizzare. Insomma sugli investimenti apriamo una nuova e positiva fase sulla quale saremo ancora chiamati a lavorare se vogliamo che questa innovazione raggiunga sino in fondo gli obiettivi che le assegniamo. Questo provvedimento si inserisce a pieno titolo nel lavoro che questo Governo sta producendo a tutti i livelli, a partire da quello europeo, per cambiare il segno delle politiche economiche e finanziarie perseguite negli scorsi anni schiacciate sul solo versante dell'austerità e dei parametri finanziari del debito e del deficit. Flessibilità, sostegno agli investimenti, politiche di crescita sono i temi che abbiamo lavorato ad imporre sempre di più in una partita tuttavia ancora difficile aperta nelle agende europea e nazionale. Questa legge sta in questo percorso: molto dipenderà da come i principi in essa contenuti saranno gestiti e declinati nella legge di bilancio, negli altri provvedimenti normativi a cui rimanda, nella pratica esecutiva ed amministrativa che determinerà. Molto dipenderà dal fatto che in tutti questi passaggi si riesca a far prevalere una scelta volta alla crescita rispetto a una diffusa, testarda, spesso miope resistenza e resilienza a cogliere tutte le conseguenze e le necessità di questo cambio di fase delle politiche nei confronti di un pezzo della politica, dell'amministrazione, della burocrazia, che rischia di rimanere ferma e prigioniera alla fase precedente delle politiche restrittive.
  Fatemi fare solo un esempio: se il punto acquisito sono queste regole, il pareggio di bilancio e le modalità qui definite del contributo degli enti territoriali alla stabilità finanziaria del Paese, hanno poco senso ora misure e vincoli pervasivi che intervengono dal centro sulle singole voci di spesa, peraltro in contrasto con un esplicito orientamento della Corte costituzionale, che intervengono dal centro sulle scelte organizzative, sulle politiche del personale, su una miriade di aspetti dell'attività degli enti che dobbiamo invece ora far rientrare nel nuovo equilibrio tra responsabilità e autonomia, con un nuovo Pag. 40sistema di premi e di sanzioni da costruire e da rispettare. Con il pareggio di bilancio ed il controllo dei conti occorre liberare autonomia organizzativa e di gestione della finanza locale, ma la definizione del sistema fondato sul pareggio di bilancio apre almeno due altri grandi capitoli, quello dell'assetto definitivo della fiscalità locale, in termini di maggiore stabilità e di effettiva autonomia di gestione e il tema del sistema di perequazione che non può essere solo orizzontale, del Fondo di solidarietà comunale e di una sua revisione in termini di semplicità, prevedibilità trasparenza ed equità. Quello che sto cercando di dire è che – come spesso accade – quando si sceglie seriamente una nuova strada, quando si sceglie di cambiare il segno delle politiche di fase e noi oggi lo stiamo facendo, si avvia un cantiere con molto lavoro ancora da fare. Lo sanno migliaia di amministratori locali che servono ogni giorno il nostro Paese e le sue comunità. Ciò che ci chiedono è che la direzione sia segnata, perseguita con coerenza a tutti i livelli, con norme semplici, stabili, affidabili nel tempo, così da consentire davvero di programmare l'attività amministrativa, il governo dei territori e l'approdo verso un nuovo equilibrio tra l'autonomia e la responsabilità verso le proprie comunità e verso il Paese e la sua stabilità finanziaria perché le autonomie locali possano continuare ad essere, come nelle stagioni migliori vissute da questo Paese, i motori insieme della crescita economica, della tenuta, della coesione sociale e della partecipazione democratica. Il Partito Democratico lavora per questo e per questo annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico sul provvedimento all'esame di questa Camera (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3976)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Colleghi, ricordo che, ai sensi dell'articolo 81, sesto comma, della Costituzione, per l'approvazione della proposta di legge in esame è necessaria la maggioranza assoluta dei componenti della Camera.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3976, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Silvia Giordano, Dambruoso, Donati, Luigi Cesaro, deputata Sarti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

  S. 2344 – «Modifiche alla legge 24 dicembre 2012, n. 243, in materia di equilibrio dei bilanci delle regioni e degli enti locali » (Approvato dal Senato) (3979):

   Presenti  509   
   Votanti  431   
   Astenuti   78   
    Maggioranza assoluta
    dei componenti  316   
    Hanno votato  342    
    Hanno votato no  89.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

Seguito della discussione congiunta dei documenti: Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2015 (Doc. VIII, n. 7); Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2016 (Doc. VIII, n. 8) (ore 18,14).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione congiunta dei documenti: Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2015 Pag. 41(Doc. VIII, n. 7); Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2016 (Doc. VIII, n. 8).
  Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi per il seguito della discussione congiunta è pubblicato in calce resoconto stenografico della seduta del 20 luglio 2016.
  Ricordo che, nella seduta del 18 luglio, dopo la relazione del Questore, deputato Stefano Dambruoso, si è svolta e conclusa la discussione congiunta.
  Avverto che, secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, nella seduta odierna, dopo la replica del deputato Questore Gregorio Fontana, avrà luogo l'espressione del parere sugli ordini del giorno da parte del deputato Questore Paolo Fontanelli.
  Il seguito dell'esame, a partire dalle votazioni degli ordini del giorno, avrà luogo nella seduta di domani.

(Repliche dei deputati questori – Doc. VIII, nn. 7 e 8)

  PRESIDENTE. Pregherei adesso di lasciare modo ai deputati Questori di prendere posto ai banchi del Governo, così da poter continuare con la replica.
  Do la parola per la replica al deputato questore Gregorio Fontana. Prego colleghi, per favore, abbassate, se possibile, il tono della voce e defluire con un certo ordine, altrimenti è difficile fare l'intervento. Un secondo, Questore Fontana, aspettiamo che chi deve uscire esca. Prego, Questore Fontana.

  GREGORIO FONTANA, Questore. Grazie, Presidente. A nome del Collegio dei Questori ringrazio in primo luogo tutti i colleghi intervenuti nella discussione generale per le riflessioni che hanno voluto sottoporre all'attenzione dell'Ufficio di Presidenza e del Collegio dei Questori, sia con riferimento alle linee generali della politica di bilancio perseguita dalla nostra Istituzione, sia in ordine ad alcune tematiche più specifiche di sicuro interesse.
  Mi sembra che dall'andamento della discussione sia emerso un tratto ricorrente che ha accomunato, sia pure con diversi accenti, gli interventi svolti in quella sede. Mi riferisco al diffuso apprezzamento manifestato per i risultati conseguiti in questa legislatura sul piano del contenimento e della razionalizzazione della spesa della Camera dei Deputati. Si tratta di un apprezzamento che, lungi dall'ingenerare appagamento per gli obiettivi raggiunti, rappresenta per il Collegio un fortissimo elemento di stimolo a perseguire lungo la direzione intrapresa, una direzione senza dubbio doverosa e ancora in grado di produrre sviluppi significativi per l'istituzione parlamentare. Peraltro, fermo restando l'impegno degli organi di direzione politica a procedere lungo questa strada per il futuro, credo che sia giusto sottolineare le evidenze positive che oggi in questa sede ci offrono i fondamentali del bilancio di previsione del 2016.
  Li ripercorro in brevissima sintesi: l'ammontare della dotazione si è consolidato nella somma di 943,16 milioni di euro, attestandosi così per sei esercizi di seguito allo stesso livello del 2013 a sua volta inferiore di 50 milioni di euro rispetto al 2012. Si tratta di un risultato nient'affatto scontato che è stato possibile conseguire grazie all'andamento in costante riduzione della spesa. Quest'ultima segna nel 2016, per il quinto anno consecutivo, un decremento rispetto al precedente esercizio, scendendo del 12,8 per cento rispetto alla spesa del 2011, ciò a fronte dell'incremento della spesa delle amministrazioni centrali dello Stato, nello stesso periodo, dell'11 per cento circa. È stata questa riduzione il fattore determinante per consolidare in termini strutturali un livello di dotazione che nel 2012 era stato ridotto di 50 milioni di euro per la sola durata del triennio 2013-2015, in prospettiva dunque meramente congiunturale.
  Al riguardo colgo l'occasione per sottolineare che la spesa prevista per il 2016, 965,8 milioni di euro, sia inferiore alla spesa del 2015 al netto della restituzione al bilancio dello Stato di una quota parte Pag. 42dell'avanzo di amministrazione accertato al termine della gestione 2015. Lo ricordo, in particolare, al collega Di Maio, riprendendo la precisazione opportunamente svolta dalla Presidente Boldrini nella seduta del 18 luglio scorso. Com’è noto, infatti, dal punto di vista contabile le restituzioni al bilancio dello Stato costituiscono una spesa, determinando un trasferimento in favore di un soggetto terzo, l'erario, e come spesa devono essere iscritte in bilancio. Tuttavia, esse non costituiscono in alcun modo una spesa di funzionamento della Camera e non possono che essere scomputate da quest'ultima per dare la misura esatta di quanto viene impiegato per le esigenze della nostra istituzione. Del resto, questa circostanza è sistematicamente evidenziata dal Collegio dei questori in ogni sede, dai documenti predisposti per l'esame in Ufficio di Presidenza del bilancio e dagli stampati in distribuzione per la discussione in Assemblea. Proprio per chiarire tale aspetto, oltre ogni dubbio e nel segno della massima trasparenza, il Collegio ha, in particolare, corredato la relazione scritta al bilancio 2016 con un prospetto che dà conto dell'andamento della spesa nel triennio 2016-2018, sia al lordo sia al netto della citata restituzione.
  Ritengo poi vada sottolineato un ulteriore elemento che lega insieme il consolidamento della dotazione e il trend decrescente segnato dalla spesa. Ho ricordato poco fa come sul lato dell'entrata la dotazione resti fissata nella misura di 943,1 milioni di euro per ciascuno degli anni del triennio; sul lato della spesa il suo ammontare complessivo per il 2017 si attesterà alla misura di 961,6 milioni di euro. Ciò significa che nel 2017 la differenza tra la spesa complessiva e la dotazione trasferita a carico del bilancio dello Stato sarà inferiore a 20 milioni di euro. Si tratta di un dato che il Collegio ritiene assai rilevante per dare una misura concreta del processo virtuoso perseguito sin dall'inizio della legislatura, volto a ridurre progressivamente il differenziale tra la spesa complessiva della Camera e la dotazione trasferita a carico del bilancio dello Stato, differenziale che solo nel 2012 raggiungeva quasi la somma di 100 milioni di euro.
  Questo processo sta in particolare consentendo, da un lato, di utilizzare quote sempre meno rilevanti dell'avanzo di amministrazione quale strumento ordinario di copertura della spesa; dall'altro, di restituire sistematicamente quote di quest'ultimo al bilancio dello Stato per la parte che non risulti funzionale a garantire l'equilibrio del bilancio nel triennio di riferimento. Credo, dunque, che si possa affermare, su basi concrete, come l'assetto complessivo del bilancio della nostra istituzione possa dirsi positivo per l'oggi e positivamente orientato anche per il futuro. Su queste stesse basi intendo rinnovare l'impegno del Collegio dei questori e dell'Ufficio di Presidenza nella direzione di portare a compimento ogni processo che consenta un sempre più efficiente, razionale e sobrio impiego delle risorse pubbliche a disposizione della nostra istituzione.
  In questo senso si muove anche il processo attualmente in corso, volto alla realizzazione di forme sempre più avanzate di integrazione funzionale tra le amministrazioni della Camera e del Senato. Il Collegio ha operato su questo fronte con particolare intensità nello scorso anno e intende proseguire questo impegno anche per il futuro. In questo ambito si sta operando sulla base degli indirizzi contenuti nel documento predisposto dai Collegi dei questori dei due rami del Parlamento e approvato dall'Ufficio di Presidenza e dal Consiglio di Presidenza nel gennaio scorso e tutto ciò anche nella direzione dell'armonizzazione delle regole di contabilità e di redazione dei due bilanci, nei quali potranno trovare idonea rappresentazione le spese derivanti dallo svolgimento delle attività unificate nonché i conseguenti risparmi.
  Al riguardo è in corso di valutazione la fattibilità di un documento da predisporre a corredo dei bilanci di Camera e Senato, che in un assetto bicamerale non possono essere che due e rimanere ben distinti non essendo configurabili in proposito bilanci Pag. 43unificati o addirittura bilanci di entità terze. Come dicevo, questo lavoro è volto a rappresentare in forma integrata ai fini conoscitivi le entrate e le spese incassate e pagate dalle due Camere nell'anno precedente e il confronto delle medesime con gli omologhi dati relativi agli anni precedenti.
  Altre ancora e senza dubbio assai rilevanti sono le specifiche linee di azione lungo le quali si articolerà nei prossimi mesi l'impegno del Collegio dei questori e dell'Ufficio di Presidenza. Solo per citarne alcuni, resta intensa la spinta verso una sempre più avanzata dematerializzazione dei supporti del lavoro parlamentare, terreno su cui si è registrato negli ultimi tempi un continuo e sensibile avanzamento, spesso silenzioso ma non per questo meno rilevante, per l'efficienza e l'efficacia della nostra istituzione. Continua – e parimenti importante – è l'attenzione per la questione degli spazi del lavoro riguardanti i parlamentari, evocata in diversi interventi dei colleghi nell'ambito della discussione sulle linee generali. Un termine di confronto quotidiano che il Collegio ha ben presente e che non può certo dirsi definito con l'attuale assetto, che pure ha impegnato gli organi di direzione politica e gli uffici in maniera straordinariamente intensa lungo l'arco di questa legislatura.
  Poiché peraltro sui singoli aspetti si soffermeranno i numerosi ordini del giorno presentati, ritengo che la sede propria per affrontarli sia l'esame degli strumenti di indirizzo che ci accingiamo a svolgere a breve, sulla base dei pareri che l'Ufficio di Presidenza ha dato e che verranno esposti dal questore Fontanelli. A me non rimane che ringraziare tutti i colleghi che hanno partecipato alla discussione. In tutti gli interventi, nessuno escluso, è emerso, al di là delle legittime divergenze, un comune amore per l'istituzione parlamentare e la comune consapevolezza dell'altissimo onore di sedere in questa Assemblea a rappresentare la volontà del popolo sovrano. In una stagione nella quale la generale crisi dei sistemi di rappresentanza, certo non solo in Italia, sembra mettere in discussione i fondamentali stessi della democrazia, è importante essere consapevoli che l'istituto parlamentare, anche se bisognoso di riforme, rimane lo strumento ineludibile e insostituibile di partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. Credo di essere interprete dei sentimenti dei colleghi questori sottolineando che il nostro Collegio è impegnato a fare tutto il necessario e il possibile perché il funzionamento della nostra istituzione sia all'altezza della fondamentale funzione che la nostra Costituzione assegna a un libero Parlamento.

(Esame degli ordini del giorno – Doc. VIII, n. 8)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – Doc. VIII, n. 8).
  Avverto che i seguenti ordini del giorno sono stati ritirati dai presentatori: n. 9/Doc. VIII, n. 8/43 Paolo Nicolò Romano, n. 9/Doc. VIII, n. 8/46 Spessotto, n. 9/Doc. VIII, n. 8/52 e n. 9/Doc. VIII, n. 8/53 De Lorenzis, n. 9/Doc. VIII, n. 8/60 Mannino e n. 9/Doc. VIII, n. 8/95 Pisicchio.
  Con riferimento all'ammissibilità degli ordini del giorno, così come già illustrato in Ufficio di Presidenza, ricordo che i criteri adottati in materia sono riconducibili all'esigenza di assicurare la compatibilità degli ordini del giorno con l'ordinamento interno, in termini di rispetto delle sfere di competenza e di autonomia attribuite ai vari organi.
  Essi sono inoltre funzionali a garantire che le decisioni dell'Assemblea non prefigurino interventi in contrasto con i principi generali dell'ordinamento, come individuati anche nella giurisprudenza della Corte costituzionale, o con limiti di contenuto o garanzie procedurali fissati dalla legge. Ordini del giorno siffatti non potrebbero essere attuati dall'Ufficio di Presidenza, in quanto contrastanti con l'ordinamento.
  Avverto quindi che, tenuto conto dei richiamati criteri, come già comunicato questa mattina all'Ufficio di Presidenza, sono da ritenersi inammissibili i seguenti Pag. 44ordini del giorno: n. 9/Doc. VIII, n. 8/18 Caparini, n. 9/Doc. VIII, n. 8/63 Fraccaro, n. 9/Doc. VIII, n. 8/64 Fraccaro e n. 9/Doc. VIII, n. 8/105 Cirielli, concernenti il ricalcolo – sulla base del metodo contributivo o mediante fissazione di un tetto massimo – degli importi dei vitalizi in corso di erogazione o di futura erogazione. Gli ordini del giorno nn. 9/Doc. VIII, n. 8/18 Caparini, 9/Doc. VIII, n. 8/63 Fraccaro e 9/Doc. VIII, n. 8/105 Cirielli riproducono il contenuto degli ordini del giorno Caparini n. 105 e Fraccaro n. 62, presentati in occasione dell'esame del bilancio dell'anno 2015 e dichiarati già allora inammissibili. Ciò in quanto tali ordini del giorno avevano un contenuto identico a quello di ordini del giorno presentati presso il Senato in occasione della discussione del bilancio interno e giudicati inammissibili in quella sede, in quanto in contrasto con i principi di irretroattività della norma e del legittimo affidamento, come definiti dalla giurisprudenza della Corte costituzionale e della Corte europea dei diritti dell'uomo.
  In quell'occasione avevo ritenuto di non potermi discostare da tale valutazione, rilevando come l'intervento prospettato dagli ordini del giorno non avrebbe potuto essere realizzato in assenza di un'intesa con l'altro ramo del Parlamento; ciò sia per esigenze di uniformità della disciplina del trattamento previdenziale degli ex parlamentari – che, come è noto, è definita in modo conforme tra le due Camere – sia per l'impossibilità di procedere all'intervento in essi indicato per tutti i casi in cui gli assegni vitalizi siano frutto di periodi di mandato parlamentare svolto presso entrambe le Camere. Scusate colleghi, sto dando le inammissibilità, se mi fate la cortesia, diventa più semplice per tutti. Faccio presente che ordini del giorno di analogo contenuto sono stati nuovamente presentati presso il Senato anche in occasione dell'esame del bilancio interno dell'anno 2016, che ha avuto luogo il 20 luglio scorso, unitamente ad ordini del giorno volti a introdurre un tetto massimo agli importi degli assegni vitalizi. Tali ordini del giorno sono stati dichiarati inammissibili per le motivazioni che ho richiamato, sottolineandosi come le stesse risultino rafforzate dalla recente sentenza della Corte costituzionale in tema di contributi di solidarietà a carico dei trattamenti pensionistici. Alla luce di questi elementi, ritengo che la valutazione di inammissibilità dei predetti ordini del giorno non possa che essere confermata anche in questa occasione e che, per motivi sistematici e alla luce degli indirizzi giurisprudenziali della Corte costituzionale, la stessa debba riguardare anche l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/64 Fraccaro, ancorché di contenuto analogo ad un ordine del giorno presentato in occasione dell'esame del bilancio interno per l'anno 2014 e dichiarato all'epoca ammissibile. Per le medesime ragioni è da reputare inammissibile anche l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/69 Fraccaro, volto ad applicare un limite massimo al trattamento previdenziale dei dipendenti. Anche tale ordine del giorno riproduce il contenuto di ordini del giorno presentati in occasione dell'esame del bilancio interno per il 2014 e per il 2015 e respinti dall'Assemblea in entrambe le occasioni.
  Al riguardo, è infatti da rilevare come anche questi ordini del giorno, essendo volti a introdurre un tetto, di carattere strutturale e permanente, agli importi dei trattamenti previdenziali degli ex deputati e dei dipendenti in quiescenza, determinandone un ricalcolo, appaiono in contrasto con la giurisprudenza della Corte costituzionale che, con la sentenza n. 173 del luglio 2016, ha chiarito come in riferimento ai trattamenti previdenziali siano da ritenersi costituzionalmente legittimi solamente interventi di carattere temporaneo ed eccezionale. Analogo principio, con riferimento ai limiti retributivi per i dipendenti in servizio, è stato peraltro affermato dagli organi giurisdizionali interni sia della Camera sia del Senato. Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/41 Cozzolino – volto a prevedere per le Commissioni parlamentari di inchiesta la possibilità di presentare un rendiconto Pag. 45annuale delle spese sostenute, da allegare al bilancio interno – che riproduce il contenuto dell'ordine del giorno Cozzolino n. 20, presentato in occasione dell'esame del bilancio interno per l'anno 2015 e dichiarato inammissibile, in quanto una simile disciplina potrebbe essere disposta esclusivamente dalla legge o dall'atto monocamerale istitutivo della Commissione d'inchiesta, esulando dall'ambito di competenza dell'Ufficio di Presidenza o del Collegio dei questori. Desidero al riguardo rilevare come il documento approvato dall'Assemblea la scorsa settimana, recante istituzione di una Commissione d'inchiesta sulle condizioni di sicurezza e lo stato di degrado delle periferie urbane, rechi una disposizione di tale tenore. Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/76 Caparini, volto a prevedere la stabilizzazione del personale cosiddetto «decretato» nel Ruolo unico dei dipendenti del Parlamento, in quanto contrastante con il principio dell'accesso ai ruoli della Camera per pubblico concorso. Al riguardo non appare conferente il richiamo svolto nelle premesse alla giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea e ad iniziative adottate presso altri organi costituzionali. Il personale in «decreto», infatti, non opera al servizio della Camera né da questa dipende, trattandosi di personale che presta attività lavorativa a supporto dei deputati titolari di incarichi istituzionali, dai quali è scelto sulla base di un rapporto fiduciario. Ricordo peraltro che in occasione dell'esame dei bilanci per l'anno 2014 e per l'anno 2015 sono stati dichiarati inammissibili, per le stesse motivazioni, alcuni ordini del giorno presentati dal deputato Caparini, che prefiguravano per il personale dei gruppi iscritti negli allegati A e B procedure preferenziali di reclutamento in contrasto con i principi generali dell'ordinamento in materia di accesso agli impieghi pubblici. Bene, allora queste erano le motivazioni delle inammissibilità.

  DAVIDE CAPARINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Signora Presidente, ovviamente su quello che lei ha appena detto, che è profondamente errato. Evidentemente lei non ha letto l'ordine del giorno che ho presentato o meglio ha letto l'incipit, si parla di abolire l'assegno vitalizio e quindi scatta...

  PRESIDENTE. Quale ordine del giorno ?

  DAVIDE CAPARINI. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/18 Caparini. Scatta automaticamente la mannaia della Presidenza su tutto ciò che riguarda l'abolizione del vitalizio dei parlamentari, perché le ricordo che è già la terza volta in meno di due anni che non ci è dato modo, sia in Ufficio di Presidenza, luogo deputato ad affrontare questo argomento, sia in Aula, di discutere quella che è ritenuta dai più, sicuramente dal mio gruppo, una vera e propria indecenza, una sconcezza che deve essere in qualche modo emendata. Noi qua le chiediamo come emendarla, ovvero all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/18 Caparini – vorrei che si sia attenti anche alla forma – si prevede «a valutare l'opportunità di abolire l'assegno vitalizio» – quindi non è una forma evidentemente imperativa «, riconoscendo una rendita calcolata con il sistema contributivo, al fine di armonizzare la rendita pensionistica dei parlamentari nazionali al trattamento riconosciuto a tutti i cittadini» italiani. Quindi la richiesta è quella di armonizzare la rendita pensionistica in base a un principio di equità, di ragionevolezza e di proporzionalità ai contributi versati, che noi decidiamo. Quindi capite bene che, in base a quello che noi decidiamo, poi sarà l'ammontare della rendita pensionistica. È qui che interviene il nostro ordine del giorno, che non parla del passato. Quindi, mia cara Presidente, non può venirci a dire che noi abbiamo presentato un ordine del giorno che va a intaccare i principi costituzionali dell'intangibilità della retroattività. Non ci può dire che andiamo a colpire l'uniformità di trattamento tra Camera e Senato. Non ci può dire tutto Pag. 46quello che ha elencato nel suo intervento motivando, immotivatamente e in modo del tutto erroneo, quelli che sono i principi, secondo lei, di inammissibilità di un ordine del giorno che è assolutamente ammissibile e che segue un iter che è già stato adottato da questa Camera nel 2012. Ne abbiamo già parlato più volte sia in Ufficio di Presidenza che in quest'Aula. Nel 2012 sia Camera che Senato si sono seduti intorno a un tavolo e hanno fatto quello che era l’idem sentire del Paese e anche una necessità, ovvero passare dal sistema retributivo a quello contributivo. E lo hanno fatto concertandolo attraverso degli ordini del giorno, presentati nell'Aula, discussi, argomentati ed elaborati. Allora, mi spieghi perché non è possibile in quest'Aula discutere un qualcosa che è di competenza esclusiva di quest'Aula, che è di competenza esclusiva dei parlamentari. Dopodiché chiunque in quest'Aula si potrà alzare e dire: no, a me l'assegno vitalizio, così com’è, sta bene e quindi voto contro l'ordine del giorno Caparini. Ma non è possibile non discuterne. Quello che noi le chiediamo è avere la possibilità di affrontare il tema. Dopodiché c’è un Collegio dei questori più che competente, che può anche sottoporci delle diverse alternative rispetto a quelle che il proponente dà, con delle riformulazioni, come fa per altri ordini del giorno. Allora è evidente l'obiettivo, il suo obiettivo, in questo caso: è quello di non aprire quest'argomento e di non aprire il dibattito su questo tema, perché questo è un tema intoccabile. Quindi, si prenda le sue responsabilità perché questo è un dato di fatto. Infatti è la terza volta in meno di due anni che questo avviene: lei non vuole discutere un tema che è fondamentale, ovvero quello dell'indennità, quello dei vitalizi.

  EMANUELE COZZOLINO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Grazie, Presidente. È sul mio ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/41. Come lei correttamente ha detto, è stato presentato anche per il bilancio Camera 2015, era l'ordine del giorno n. 20. Allora era stato presentato perché nell'istituenda Commissione d'inchiesta sui CIE e i Cara mi era stato respinto l'emendamento in Commissione, in cui si chiedeva esattamente la stessa cosa. Adesso lei ha riportato correttamente che la Commissione d'inchiesta che è stata approvata la scorsa settimana prevede uno strumento del genere. Bene, se questo strumento deve diventare qualcosa di ordinario, perché rimandare sempre alla legge istitutiva di ogni Commissione d'inchiesta la trasparenza nelle spese ? Lei ha aperto la sua Presidenza parlando di Parlamento «casa di vetro». Questo qui è un semplicissimo dettagliare le spese delle Commissioni d'inchiesta. Nel bilancio Camera compare la voce complessiva. Chiediamo semplicemente di capire, anche per avere uno storico, se in una Commissione d'inchiesta servono magari più missioni o in qualcuna servono più consulenti. Vogliamo avere uno storico e capire se i soldi stanziati sono sufficienti o insufficienti o necessari alla Commissione d'inchiesta. Era semplicemente un emendamento di buonsenso. Ovviamente le condizioni sono cambiate rispetto all'anno scorso. Infatti, se quella più recente che è stata istituita ha comunque recepito una cosa del genere, non capisco perché non si possa fare quest'anno, visto che sono cambiate le condizioni rispetto all'anno precedente. Quindi le chiedo di rivalutare l'inammissibilità, visto che si basa su presupposti dell'anno precedente e che sono cambiate le condizioni al contorno.

  PRESIDENTE. Deputato Cozzolino, non entro nel merito. Potrei anche essere d'accordo nel merito, ma non è l'ordine del giorno lo strumento, purtroppo.

  RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Presidente, mi sento in dovere di intervenire sulla dichiarazione Pag. 47di inammissibilità, di due ordini del giorno presentati dal MoVimento 5 Stelle, a mia prima firma, il n. 9/Doc. VIII, n. 8/63 e il n. 9/Doc. VIII, n. 8/64, che riguardano un tema, quello dei vitalizi degli ex deputati, che effettivamente, come qualcuno ha detto anticipandomi, ormai sembra quasi un tabù per quest'Aula e anche per la Presidenza.
  Trovo estremamente difficile riscontrare una linea coerente e logica nella posizione della Presidenza relativamente a questo tema e agli ordini del giorno che nel corso degli ultimi anni abbiamo presentato su questo tema in sede di discussione del Progetto di bilancio. Solo per fare brevemente una cronistoria, nel 2014, presentammo un ordine del giorno che prevedeva di inserire un tetto ai vitalizi. L'Aula votò contro: i partiti di maggioranza votarono contro, prendendosi le loro responsabilità nei confronti dell'opinione pubblica. Evidentemente non hanno più voglia di farlo, non hanno più voglia di andare di fronte all'opinione pubblica e concretamente far vedere cosa pensano e come vogliono gestire i soldi dei cittadini. E nel 2015 un ordine del giorno, sempre da noi presentato, che prevedeva invece di introdurre il sistema contributivo per il ricalcolo del vitalizio, venne dichiarato inammissibile. Con che motivazione, Presidente ? Io sono andato a vedere lo stenografico della discussione che abbiamo avuto in quel periodo, in quei giorni, e francamente le sue dichiarazioni non lasciano adito a dubbi. Lei ha sottolineato la differenza che esiste tra prevedere un tetto e prevedere, invece, un diverso sistema di calcolo. Quindi, quest'anno, cosa abbiamo fatto ? Abbiamo presentato l'ordine del giorno del 2014, che prevede un tetto. E lei ce lo dichiara ancora inammissibile ! Non vedo senso e logica in tutto questo. È difficile interpretare le sue dichiarazione senza pensar male, Presidente. Quello che si evince, dal suo comportamento nel corso degli ultimi anni e dalle decisioni della Presidenza nel corso degli ultimi tre anni, è la volontà di non far discutere a quest'Aula la questione dei vitalizi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che evidentemente fa male a qualcuno, perché devono prendere di fronte agli italiani certe posizioni. E visto che abbiamo da una parte un Presidente del Consiglio che continuamente fa campagna elettorale, dicendo che i sacrifici li devono fare i politici come prima cosa, poi ovviamente non possono venire qui e votare contro. Quindi la soluzione qual è ? Non farli votare ! Ma la Presidenza credo abbia come compito quello di garantire una discussione all'interno dell'Aula. Che sia ovviamente congrua, che sia ovviamente rispettosa, ma che avvenga ! Le motivazioni che lei ha portato per l'inammissibilità, sono francamente risibili.
  La prima: dobbiamo procedere parallelamente eventualmente al Senato. Ma, mi scusi, Presidente, se al Senato vengono dichiarati inammissibili gli ordini del giorno perché dobbiamo procedere con la Camera e alla Camera, gli ordini del giorno, perché dobbiamo procedere col Senato, ma chi procede in questa Repubblica parlamentare ? Le ricordo anche che le due Camere sono ancora due organi costituzionali separati ancora in questo momento, visto che la riforma costituzionale verdiniana non è stata ancora approvata e speriamo che non verrà mai approvata dai cittadini italiani.
  La seconda motivazione riguarda la sentenza della Corte costituzionale. A parte che la sentenza della Corte costituzionale è sui diritti acquisiti e c'erano anche prima del 2014. L'ultima sentenza, lei la utilizza per sostenere la sua tesi. Se lei dovesse non far discutere l'Aula su una valutazione di costituzionalità dei provvedimenti o degli atti che vengono presentati, non dovremmo discutere tutti i decreti che ogni mese vengono presentati dal Governo e che sono tutti incostituzionali per eterogeneità della materia: prima cosa. Seconda cosa: proprio quella sentenza che lei cita avalla la possibilità di intervenire sui vitalizi. Magari con un principio di temporaneità, come vuole lei, ma ci faccia discutere e eventualmente modificare l'ordine del giorno per andare incontro a quei principi ! Il fatto, Presidente, che lei prima permetta la discussione per il 2014 e poi Pag. 48dal 2014, dopo la figuraccia del Partito Democratico, che votò contro quell'ordine del giorno, non è stato più possibile parlare dei vitalizi, ebbene, Presidente, mette una cattiva luce sull'imparzialità di questa Presidenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Fraccaro, io penso di aver dato ampia spiegazione del perché di questa scelta. Non è un dettaglio che ci sia stata una sentenza della Corte Costituzionale del 2016 e c’è stata anche una decisione dell'organo giurisdizionale interno che, sì, sostiene la nostra riforma della retribuzione dei dipendenti, ma in quanto temporanea e non strutturale. Quindi, qualsiasi provvedimento strutturale non è conforme, né alla giurisprudenza della Corte, né al nostro ordinamento interno. Io non posso non prendere atto di questo. Quindi, penso di aver dato tutte le spiegazioni.

  GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Grazie, signora Presidente. Io voglio rimarcare la completa correttezza della decisione della Presidenza della Camera rispetto a questi giudizi di inammissibilità. E per dovere di chiarezza, a chi ritiene che le cose non siano cambiate qui alla Camera dei deputati, vorrei brevemente dire – poi parliamo anche nel merito brevemente dei vitalizi – che noi in tre anni alla Camera abbiamo risparmiato 270 milioni di euro, di cui 150 milioni per minore dotazione e 120 milioni restituiti allo Stato. Nel 2011, il bilancio della Camera era di un miliardo e 108 milioni di euro, mentre oggi è di 943 milioni di euro. Inoltre, dal 1o gennaio 2012 i vitalizi non esistono più. Se voi guardate la busta paga che ogni parlamentare riceve, non c’è più la voce vitalizio, ma c’è scritto previdenza. Ogni parlamentare versa 918,28 euro e questi 918 euro, a 65 anni di età, con un minimo di cinque anni di contribuzione, daranno un risultato analogo a quello per il quale è calcolata ogni prestazione previdenziale ai lavoratori italiani. I deputati che sono presenti in questa Assemblea non riceveranno il vitalizio perché non esiste più. C’è un problema, naturalmente, che esiste per i titolari di vitalizio, su cui poi dirò qualcosa, ma noi dobbiamo fare un discorso di verità. E a me fa specie che giornalisti super pagati, che guidano trasmissioni di assalto, anche del servizio pubblico, ogni volta, ripetutamente, fanno vedere quel deputato che è subentrato alla fine di una legislatura per qualche giorno e si dice che quel deputato per pochi giorni ha maturato un vitalizio. Innanzitutto, non si dice che questo fatto riguarda tanti anni fa e non per qualche giorno, perché poi quel deputato ha versato fino a cinque anni volontariamente perché allora, decenni fa, era consentito, mentre oggi non è consentito. Se questo Parlamento fosse sciolto adesso, siccome non si sono raggiunti i cinque anni di versamento previdenziale, questi parlamentari non riceveranno niente, neanche quella corresponsione col contributivo perché c’è il minimo di cinque anni di versamento, cosa che non esisteva trent'anni fa. Si continua a rappresentare le cose come se non fossero cambiate. No, colleghi, le cose sono cambiate. Dai vitalizi la Camera l'anno scorso con la tassa di solidarietà ha ricevuto 10 milioni di euro di risparmi, che sono stati restituiti anch'essi allo Stato. Il problema, invece, dei titolari di vitalizio, sicuramente è un problema molto serio perché incide molto sul bilancio della Camera e andrà affrontato. Ma non può essere affrontato nel modo in cui qui si vuole rappresentare il problema perché i vitalizi in questa Assemblea non esistono più – e questo gli italiani, visto che la RAI e i giornali non glielo dicono, lo devono sapere – dal 1o gennaio 2012 (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  MATTEO MAURI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO MAURI. Grazie, signora Presidente. Io credo che sia necessario ricondurre Pag. 49la nostra discussione al merito della questione e, cioè, noi stiamo riflettendo insieme se sia più o meno corretto mettere in discussione in quest'Aula la questione che è stata posta. E a me sembra di poter dire senza ombra di dubbio che gli argomenti, le riflessioni formali che lei ha portato qua oggi non lasciano assolutamente alcuna possibilità di discussione, non solo perché sono ben costruiti e in punta di diritto, ma anche perché sono le stesse argomentazioni che sono state portate qui negli scorsi anni in quest'Aula, così come al Senato in situazioni analoghe. Di conseguenza, io posso capire che qualcuno abbia un interesse, diciamo tutto comunicativo, a risollevare quotidianamente sui mass media e ogni anno in quest'Aula la discussione, ma rimane una discussione confinata dentro la chiave comunicativa e che credo non debba avere nessuno spazio all'interno di quest'Aula. La dimostrazione che c’è la volontà più ampia possibile di discutere di tutte le questioni possibili legate al bilancio della Camera lo dimostra il fatto che la stragrande maggioranza degli emendamenti sono assolutamente ammissibili e, non solo, saranno oggetto di discussione anche approfondita. Di conseguenza, non si può accusare, né la Presidenza, né questo Parlamento, di non voler discutere alcune cose se non lo può fare, non se non lo vuole fare, così come a me è sembrato molto importante e puntuale quello che è stato appena detto dal collega e, cioè, il tentativo di rappresentare organi costituzionali come incapaci di autoriformarsi anche dal punto di vista economico quando, al contrario, ormai da lunghi anni, non solo in questa legislatura, si è fatto un lavoro profondo e vero che ha cambiato in maniera consistente anche dal punto di vista economico. Si ricordava adesso i risparmi solo dell'ultimo anno, ma anche quelli degli scorsi anni e in prospettiva tutti quelli della legislatura che sono molto consistenti. Beh, io credo che chi prova a svilire dentro un'Aula parlamentare il lavoro che quell'Aula ha fatto, insomma è un po’ difficile dimostrare che voglia bene alle istituzioni e al Parlamento perché credo che siano risultati che debbano essere rivendicati da tutti e non da qualcuno disconosciuti solo per avere qualche minuto di visibilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  ALFONSO BONAFEDE. Chiedo di parlare.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. C’è una contemporaneità.

  ALFONSO BONAFEDE. Cedo la parola al collega.

  PRESIDENTE. Se non le dispiace...

  ALFONSO BONAFEDE. Assolutamente no.

  PRESIDENTE. ...perché il richiamo al Regolamento ha la precedenza. Prego, onorevole Buttiglione.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo soltanto che mi rinfreschi la memoria. Sa, con gli anni si indebolisce. A me sembrava di ricordare che le decisioni sull'ammissibilità degli ordini del giorno sono prese a insindacabile giudizio della Presidenza. Insindacabile vuol dire che questo giudizio non è oggetto di dibattito in Aula. Sbaglio ?

  PRESIDENTE. No, non sbaglia, in verità non sbaglia, ma è così. Siccome avevo dato però la parola già a qualcuno, mi sembrava un gesto di apertura continuare a dare la parola, però lei ha perfettamente ragione: non è previsto un dibattito sulle inammissibilità. Quindi, deputato Bonafede, se vuole intervenire su questo tema, visto che il suo gruppo già si è espresso, io penso che sia il caso forse di procedere (Commenti del deputato Bonafede). Se è su questo tema, onorevole Bonafede, vorrei continuare perché effettivamente abbiamo già detto. Io mi sono espressa, ho risposto a chi ha voluto delle specifiche.

Pag. 50

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie Presidente. Volevo dire semplicemente che io avevo ceduto la parola al collega Buttiglione e non pensavo addirittura che il suo intervento fosse preclusivo del mio.

  PRESIDENTE. Per carità.

  ALFONSO BONAFEDE. Detto questo, faccio un richiamo al Regolamento, agli articoli 7 e seguenti, perché qui dal mio punto di vista il problema concerne l'atteggiamento che ha la Presidenza. C’è da soprassedere sull'ultimo intervento in cui la maggioranza, che dirige le decisioni della Presidenza, riconosce alla Presidenza i meriti di aver eseguito perfettamente gli ordini della maggioranza. Però, Presidente, qui c’è un punto: a prescindere da come la pensiamo, io credo che sia negli obblighi della Presidenza nella gestione dell'Aula consentire che le forze politiche possano porre questioni che sono importanti per i cittadini. Dunque le chiedo, Presidente, perché a questo punto voglio capire, io le chiedo: ma per parlare di vitalizi cosa si deve fare ? Perché qui c’è un problema di ammissibilità che lei sta ponendo cioè la sua decisione preclude a quest'Aula non il voto in un senso o nell'altro, preclude proprio di parlarne e questo non è spiegabile, Presidente, in una democrazia in cui il problema dei vitalizi è un problema che è sentito dai cittadini. Lei dovrebbe sentire il dovere di consentire a quest'Aula di parlarne. Quando due anni fa il Partito Democratico fece quel voto a favore dei vitalizi, i cittadini hanno avuto la possibilità di vedere come si esprimeva l'Aula. Non è ammissibile che ci sia un ragionamento del genere e la prego, Presidente, la prego di non fare riferimento alla Corte costituzionale: ma stiamo scherzando che la Presidente emette un giudizio di costituzionalità che precede addirittura le discussioni in Aula ? Presidente, non so se si è accorta che, negli ultimi tre anni, il 50-60 per cento dei provvedimenti che passa da quest'Aula è a rischio di vaglio di incostituzionalità della Corte costituzionale. Eppure non l'ho mai sentita prendere una posizione del genere. Arrivano decreti-legge completamente eterogenei che, in base a giurisprudenza consolidata della Corte costituzionale, sono evidentemente sottoposti al rischio di vaglio di incostituzionalità e, nonostante questo, io non l'ho mai sentita parlare e adesso invece lei viene a tirare fuori dal cilindro la Corte costituzionale per dichiarare inammissibili gli ordini del giorno sui vitalizi. Infatti qui stiamo arrivando, Presidente, a un punto che è abbastanza grave perché c’è stata una prima fase in cui la Presidenza semplicemente faceva da notaio alle decisioni della maggioranza. Qui, Presidente, la Presidenza comincia a fare da azzeccagarbugli rispetto alle decisioni della maggioranza cioè trovate i cavilli per cercare di giustificare il fatto che il Partito Democratico si sottrae alla responsabilità davanti ai cittadini di fronte a decisioni così importanti. Presidente, lei ha fatto una battaglia sulle spese o almeno dice di aver fatto battaglie sulle spese: qui è il momento di dimostrarlo e non c’è da prendere posizioni di intransigenza, eccetera. Qui c’è da non attaccarsi alla forma ma alla sostanza: di vitalizi se ne deve parlare e, quando se ne deve parlare, vuol dire che si deve anche votare in Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  FABIO RAMPELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà, come ultimo intervento.

  FABIO RAMPELLI. Grazie, Presidente. Intanto spero, mi auguro davvero che almeno la discussione sulle questioni che riguardano l'organizzazione e la gestione della Camera possa essere scevra e messa al riparo da una polemica politica in quanto tale, affinché si possano riuscire anche a costruire ragionamenti, perché questo è il nostro compito e dovere specifico, nell'interesse del popolo italiano che qui indegnamente rappresentiamo. Al riguardo prendo la parola perché vorrei far notare che per il terzo anno consecutivo viene accolto un nostro ordine del giorno ma tale ordine del giorno non trova alcuna Pag. 51sua applicazione. Penso che sia anche un ordine del giorno abbastanza complicato, per carità, quindi non voglio dire che ci sia malafede ma certamente o c’è distrazione o c’è scarsa sensibilità o c’è impreparazione. L'ordine del giorno in specie è quello che cerca di vincolare almeno una parte della retribuzione, dell'indennità dei parlamentari – sarebbe opportuno e utile poterlo fare anche con una riforma quadro per tutto il personale che opera nella pubblica amministrazione – a fattori macroeconomici che di fatto rappresentano...

  PRESIDENTE. Comunque ai pareri ci arriviamo, onorevole Rampelli. Questi sono solo i criteri di inammissibilità cioè io ho dichiarato i criteri di inammissibilità. Su quello di cui parla lei ci arriviamo tra un attimo.

  FABIO RAMPELLI. No, avevo preso la questione un po’ lunga perché anche noi abbiamo un ordine del giorno che è stato dichiarato inammissibile. Però insomma se vuole, ne posso parlare successivamente all'espressione dei pareri.

  PRESIDENTE. Adesso diamo la parola al Questore Fontanelli che esprimerà i pareri e su questo poi dopo...

  FABIO RAMPELLI. Sospendo il mio intervento e riprendo subito dopo l'espressione dei pareri.

  PRESIDENTE. Sta bene. La ringrazio, molto gentile. Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, chiedo al deputato questore Fontanelli di esprimere i pareri.

  PAOLO FONTANELLI, Questore. Grazie, Presidente. Prima di entrare nel merito degli ordini del giorno sono necessarie alcune precisazioni a nome del Collegio dei questori. Ricordo che, sulla base della prassi ormai consolidata, tutti gli ordini del giorno debbono intendersi quale invito rivolto al Collegio dei questori o all'Ufficio di Presidenza a valutare l'opportunità di operare nel senso indicato dai rispettivi dispositivi. In questo stesso senso sono formulate anche le proposte di modifica che il Collegio si accinge a proporre ai presentatori di alcuni degli strumenti di indirizzo. Occorre poi precisare che il giudizio formulato in merito agli ordini del giorno riguarda esclusivamente le parti dispositive. Per quanto attiene alle parti motive degli ordini del giorno, il Collegio ha ritenuto di non proporne la riformulazione per ragioni di economia procedurale senza che ciò comporti adesione alle affermazioni ivi riportate che il Collegio ritenga non condivisibili. Alle parti motive il Collegio farà riferimento esclusivamente nei casi in cui lo ritenga funzionale ad una più compiuta argomentazione delle motivazioni poste a base dei pareri formulati.
  Il Collegio dei questori intende altresì sottolineare come larga parte degli strumenti di indirizzo presentati in questa occasione riproducano nuovamente, in modo testuale, o sostanzialmente testuale ordini del giorno approvati o accolti dal Collegio nell'ambito dell'esame dei documenti di bilancio relativi ai precedenti esercizi. Per quanto riguarda, in particolare, l'attuazione degli ordini del giorno approvati o accolti nel 2015, il Collegio dei questori ha riferito all'Assemblea nella seduta dello scorso lunedì 18 luglio. Molti di essi sono stati attuati, altri ancora si trovano in corso di attuazione. In questo contesto la ripresentazione di ordini del giorno sulla medesima materia e dal medesimo contenuto determina una diseconomia procedurale, depotenzia la significatività del dibattito che si svolge in Assemblea e rende problematico per il Collegio dei questori esprimere un parere che presenti un carattere di sostanziale novità rispetto a quello già espresso nel precedente o nei precedenti esercizi. Basti pensare, solo a titolo esemplificativo, ai ripetuti inviti all'utilizzo del software Open Source o al riferimento ai parametri previsti nelle convenzioni Consip nell'ambito delle procedure di selezione dei contraenti: elementi questi risalenti a consolidati indirizzi dell'attività gestionale svolta in seno alla nostra istituzione. Pensiamo ancora agli ordini del giorno, in taluni casi Pag. 52addirittura approvati dall'Assemblea, che tornano sulle questioni del rafforzamento dei controlli interni, della digitalizzazione degli atti di iniziativa parlamentare, dello spreco alimentare, della raccolta differenziata dei rifiuti. Per questa ragione il Collegio, precisando che darà puntualmente conto della propria posizione su tutti gli ordini del giorno presentati, invita i presentatori degli ordini del giorno medesimi che rispondono a tale tipologia a valutarne il ritiro, considerando come quest'ultimo non pregiudichi in alcun modo le attività che il Collegio è comunque impegnato a svolgere nelle materie di riferimento sulla base degli impegni assunti in precedenza.
  Sono stati inoltre nuovamente presentati ordini del giorno corrispondenti, anche in questo caso in forma testuale, a ordini del giorno non accolti ma sui quali il Collegio ha fornito ai presentatori ampi ragguagli informativi circa le ragioni del mancato accoglimento, spesso legate a circostanze richiamate negli strumenti di indirizzo già superate dai fatti e non più attuali. A titolo esemplificativo anche qui, ciò accade per gli ordini del giorno che, senza modificare sostanzialmente la propria formulazione originaria, invitano ad acquisire pareri di organismi la cui attività è cessata da tempo e che, in mancanza di fatti nuovi, continuano a invitare all'introduzione di istituti sui quali si sono pronunciati da tempo in modo univocamente contrario gli organi di direzione politica. Anche in tal caso per le ragioni sopra indicate il Collegio ritiene che un eventuale ritiro di tali strumenti contribuirebbe al migliore e più funzionale svolgimento del dibattito in Assemblea sui documenti di bilancio.
  Il Collegio è ovviamente ben consapevole del fatto che la reiterata riproposizione di tali strumenti di indirizzo corrisponde a valutazioni politiche che ciascun presentatore è libero di compiere e di tradurre nelle forme che ritiene più convenienti. Ciò detto il Collegio ritiene che faccia parte della responsabilità di chi opera nell'ambito dell'istituzione parlamentare anche l'impegno a riformarla, a renderne più funzionale e produttivo il lavoro e a contribuire alla soluzione delle sue problematiche mettendo adeguatamente a valore il lavoro svolto dagli organi di direzione politica nella loro quotidiana e non semplice opera di gestione delle risorse disponibili.
  Passando ai pareri sugli ordini del giorno, con riferimento al primo, all'ordine del giorno n. 9/Doc VIII, n. 8/1 Caparini, il cui dispositivo si compone di un insieme di capoversi vertenti su questioni eterogenee, il parere è favorevole a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di espungere dal dispositivo tutti i capoversi il cui contenuto sia riprodotto nell'ambito di altri ordini del giorno presentati sempre dal collega Caparini, ad eccezione dunque delle lettere a) e b) del capoverso n. 3, altrimenti il parere è contrario. L'ordine del giorno n. 9/Doc VIII, n. 8/2 Caparini è accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità di procedere all'adozione del sistema di valutazione come definito dall'accordo sindacale concernente il ruolo unico e lo statuto unico dei dipendenti del Parlamento», altrimenti parere contrario. Per quanto riguarda l'ordine giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/3 Caparini il parere è favorevole a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di espungervi il primo capoverso, altrimenti anche qui parere contrario. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/4 Caparini, sostanzialmente identico all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 7/117 Caparini, presentato in occasione dell'esame del bilancio interno del 2015, nel testo riformulato dal presentatore, sulla cui attuazione il Collegio dei Questori ha riferito nella seduta dell'Assemblea del 18 luglio scorso, può essere accolto come raccomandazione a proseguire nel senso indicato in tale seduta.
  L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/5 Caparini può essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità di proseguire nell'opera di razionalizzazione amministrativa Pag. 53secondo criteri di efficienza, efficacia ed economicità», altrimenti parere contrario.
  L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/6 Caparini può essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità di proseguire nella capillare diffusione degli strumenti informatici nelle attività amministrative», altrimenti parere contrario.
  L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/7 Caparini può essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità di attivare misure, anche sulla base della normativa vigente, al fine di ridurre l'accumulo di eccedenze orarie e di ferie non godute, anche prevedendo una diversa modalità di fruizione delle ferie accantonate a fine carriera in presenza di un interesse dell'amministrazione e con il consenso del dipendente interessato», altrimenti parere contrario. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/8 Caparini può essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità di proseguire senza indugio nella ricognizione dei fabbisogni organici», altrimenti parere contrario.
  L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/9 Caparini può essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità di proseguire nella semplificazione delle modalità tecniche atte ad agevolare la presentazione in formato elettronico degli atti di iniziativa parlamentare». Altrimenti parere contrario.
  L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/10 Caparini è accolto. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/11 Caparini può essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità di proseguire il processo di integrazione funzionale secondo gli indirizzi approvati dall'Ufficio di Presidenza della Camera e dal Consiglio di Presidenza del Senato il 28 gennaio 2016», altrimenti parere contrario. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/12 Caparini è accolto. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/13 Caparini può essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità di un ulteriore intervento, dopo quelli già realizzati con la revisione della disciplina sull'utilizzo delle sale di rappresentanza della Camera recentemente approvata dal Collegio dei Questori, di razionalizzazione nella programmazione degli eventi presso le sale della Camera», altrimenti parere contrario.
  L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/14 Caparini può essere accolto anche qui con riformulazione: «a valutare l'opportunità, subordinatamente all'entrata in vigore della riforma costituzionale, di procedere, previa valutazione della relativa compatibilità finanziaria, all'individuazione di un advisor», altrimenti parere contrario. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/15 Pisicchio può essere accolto, così come i successivi presentati sulla stessa materia, n. 9/Doc. VIII, n. 8/19 Caparini, n. 9/Doc. VIII, n. 8/79 Boccadutri, n. 9/Doc. VIII, n. 8/99 Bernardo, n. 9/Doc. VIII, n. 8/104 Laffranco. Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/16 Caparini vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/17 Caparini, nella parte in cui richiama l'esigenza di una nuova disciplina del rapporto di lavoro dei collaboratori dei deputati, riproduce il testo riformulato di un ordine del giorno presentato e accolto in occasione del bilancio del 2015. Come ricordato dal Collegio nella seduta dello scorso 18 luglio, riferendo sullo stato di attuazione degli ordini del giorno dell'anno scorso, il Collegio, alla luce delle soluzioni individuate dai principali Paesi europei, ha rappresentato all'Ufficio di Presidenza come l'attuale situazione di bilancio renda problematico destinare al pagamento delle retribuzioni dei collaboratori direttamente a carico della Camera risorse finanziarie equivalenti a quelle impiegate negli altri Parlamenti. Peraltro, il Collegio è disponibile a proseguire negli approfondimenti intrapresi per verificare la possibilità di definire una disciplina del rapporto di lavoro dei collaboratori deputati che consenta di contemperare le esigenze, da un lato, della trasparenza, e dall'altro dell'equilibrio del bilancio dell'istituzione. Pag. 54In questo senso, l'ordine del giorno può essere accolto a condizione che il primo capoverso del dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità di svolgere un ulteriore approfondimento in merito alla disciplina del rapporto di lavoro tra deputato e collaboratore, sulla base dei principi di trasparenza e di contenimento delle spese dell'istituzione parlamentare», altrimenti il parere sarebbe contrario. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/19 Caparini può essere accolto. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/20 Caparini può essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità di procedere all'adozione del sistema di valutazione definito nell'accordo sindacale che sarà sottoposto all'esame dell'Ufficio di Presidenza in tema di Statuto unico dei dipendenti del Parlamento», altrimenti parere contrario. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/21 Caparini può essere accolto a condizione che il dispositivo sia anche qui riformulato: «a valutare l'opportunità di proseguire nella prassi in base alla quale è sottoposta alla valutazione del Collegio dei questori, volta per volta, l'estensione del regime previsto per la giornata del sabato alle giornate prefestive diverse dal sabato ed eventualmente ai periodi di aggiornamento dei lavori parlamentari», altrimenti il parere sarebbe contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/22 Caparini vi è un invito al ritiro, altrimenti parere contrario. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/23 Caparini può essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità, ferma restando la prospettiva del superamento dell'allegato B, di sottoporre all'Ufficio di Presidenza, entro la fine della legislatura, una proposta di modifica della normativa vigente volta a ridurre la consistenza dell'allegato B alla delibera dell'Ufficio di Presidenza n. 227 del 2012, in modo da tenere conto, in particolare, dell'attività lavorativa effettivamente prestata dai soggetti ivi ricompresi presso i gruppi parlamentari o presso le segreterie dei deputati titolari di carica istituzionale interna nella presente o nella precedente legislatura, nonché eventualmente anche di una rimodulazione in termini maggiormente graduali degli obblighi di assunzione attualmente previsti nel passaggio tra legislature», altrimenti parere contrario. Sugli ordini del giorno Caparini n. 9/Doc. VIII, n. 8/24, n. 9/Doc. VIII, n. 8/25, n. 9/Doc. VIII, n. 8/26, n. 9/Doc. VIII, n. 8/27 e n. 9/Doc. VIII, n. 8/28 vi è un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario. Anche sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/29 Luigi Di Maio vi è un invito al ritiro. Quanto all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/30 Luigi Di Maio, esso può essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «invita il Collegio dei questori a valutare l'opportunità di riferire ogni sei mesi all'Ufficio di Presidenza sullo stato di attuazione degli ordini del giorno al bilancio interno»; altrimenti il parere è contrario.
  Sugli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/31, n. 9/Doc. VIII, n. 8/32, n. 9/Doc. VIII, n. 8/33, n. 9/Doc. VIII, n. 8/34 e n. 9/Doc. VIII, n. 8/35 Luigi Di Maio vi è un invito al ritiro; altrimenti il parere è contrario.
  L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/36 Luigi Di Maio invita alla riduzione del contributo unico e onnicomprensivo erogato ai gruppi parlamentari a carico del bilancio della Camera nella misura del 20 per cento. Esso è identico agli ordini del giorno Di Maio n. 59 e n. 17 presentati in occasione dell'esame dei bilanci interni rispettivamente del 2014 e del 2015 e in entrambe le occasioni respinti. Ricordo, inoltre, che il Collegio dei questori ha rappresentato all'Ufficio di Presidenza, nella riunione dello scorso 28 giugno, che i rendiconti dei gruppi relativi all'esercizio 2015, assoggettati al controllo, tra gli altri, anche di una società di revisione legale esterna, evidenziano situazioni di sostanziale equilibrio ma anche talune possibili criticità, cui i gruppi sono stati invitati a porre mano nel corso dell'esercizio 2016. Per queste ragioni sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/36 Luigi Di Maio vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.Pag. 55
  Per l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/37 Mannino vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/38 Luigi Di Maio può essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare – ove l'organo competente, ossia la Giunta per il Regolamento, disponga nel senso della pubblicazione dei precedenti (rientrando il tema nell'ambito della discussione delle riforme regolamentari in quanto attiene alle fonti del diritto parlamentare e al loro regime di pubblicità) – le conseguenti misure organizzative e tecniche necessarie per procedere alla loro pubblicazione sul sito Internet o sul portale Internet della Camera dei deputati»; altrimenti il parere è contrario.
  Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/39 Luigi Di Maio vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/40 Luigi Di Maio può invece essere accolto, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità di proseguire i contatti con le imprese di carsharing e di sollecitare Roma Capitale a definire un'area di parcheggio nelle adiacenze di Palazzo Montecitorio»; altrimenti parere contrario.
  Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/42 Paolo Nicolò Romano vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/44 Ciprini il parere è contrario.
  Quanto all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/45 Ciprini vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/47 Spessotto vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/48 Spessotto può invece essere accolto.
  Per gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/49 Sorial e n. 9/Doc. VIII, n. 8/50 Carinelli vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/51 Spadoni può essere accolto, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità di prevedere che il rimborso dei trasferimenti ferroviari dei deputati avvenga coniugando l'esigenza di contenimento dei costi con quella di garanzia della disponibilità dei posti della tratta prescelta»; altrimenti il parere è contrario.
  L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/54 De Lorenzis può essere accolto, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità di avviare un'istruttoria per l'ampliamento del parcheggio delle biciclette in aree di propria competenza, con l'eventuale previsione di copertura dello stesso nel rispetto delle normative edilizie e urbanistiche, nonché di avviare uno studio di fattibilità per definire, senza maggiori oneri per la Camera, la figura di un responsabile della mobilità che adotti tutti gli strumenti previsti dalla normativa vigente, come il piano spostamenti casa-lavoro, allo scopo di favorire soluzioni di trasporto alternativo a ridotto impatto ambientale»; altrimenti il parere è contrario.
  L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/55 Gagnarli può anch'esso essere accolto, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare le modalità di pubblicazione di riepiloghi periodici delle presenze dei deputati nell'ambito delle sedute delle Commissioni permanenti, bicamerali e d'inchiesta»; altrimenti il parere è contrario.
  In merito all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/56 Mannino, il medesimo può essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità di continuare a disincentivare l'uso del fax, in vista della sua eliminazione e di riferire all'Ufficio di Presidenza sui risultati conseguiti entro il 31 dicembre 2016»; altrimenti il parere è contrario.
  L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/57 Mannino può essere accolto, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità di proseguire con misure che disincentivino la richiesta delle dotazioni di quotidiani Pag. 56cartacei ancora nella disponibilità dei deputati titolari di incarico istituzionale»; altrimenti il parere è contrario.
  L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/58 Mannino invece è accolto.
  Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/59 Mannino e il successivo n. 9/Doc. VIII, n. 8/80 Nicoletti segnalano una pluralità di questioni. Alcune di esse, richiamate in particolare dall'ordine del giorno a prima firma Nicoletti, riguardano temi di ordine istituzionale e parlamentare che non rientrano nella competenza del Collegio dei questori e dell'Ufficio di Presidenza e che, pertanto, non trovano nella discussione del bilancio di previsione della Camera la sede propria. Tali tematiche sono peraltro ampiamente trattate nella relazione alla proposta di legge n. 3929, d'iniziativa del deputato Nicoletti e altri, all'esame in sede referente delle Commissioni affari costituzionali e affari esteri, nel cui ambito potranno essere adeguatamente discusse e approfondite. Per gli aspetti pertinenti a questa sede, i due strumenti, i due ordini del giorno, pongono due ordini di questioni: da un lato, richiamano le modalità di rappresentazione in bilancio delle spese connesse alle attività svolte dalle delegazioni presso le Assemblee parlamentari internazionali; dall'altro lato, si riferiscono all'assetto delle strutture amministrative che tali attività hanno il compito di supportare. In merito a questi specifici aspetti, l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/59 Mannino può essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità di svolgere un'analisi dell'attuale assetto delle attività di supporto prestate in favore delle delegazioni presso le Assemblee parlamentari internazionali e del Gruppo italiano presso la UIP valutando, in particolare, la possibilità di concentrarne lo svolgimento presso il Servizio rapporti internazionali»; altrimenti il parere è contrario. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/80 Nicoletti può ugualmente essere accolto a condizione che il dispositivo venga così riformulato: «a valutare l'opportunità di verificare se ricorrano i presupposti, da un lato, per assicurare una diversa e più specifica evidenza nei documenti di bilancio alle spese sostenute per le attività delle delegazioni presso le Assemblee parlamentari internazionali e, dall'altro lato, per operare un rafforzamento e adeguamento delle strutture amministrative preposte al supporto documentale, procedurale e organizzativo delle attività medesime»; altrimenti il parere è contrario.
  Per l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/61 Mannino vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/62 Mannino può essere accolto a condizione che il dispositivo sia riformulato negli stessi termini proposti per l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/5 Caparini, vertente su materia analoga; altrimenti il parere è contrario.
  Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/65 Fraccaro vi è un invito al ritiro, altrimenti parere contrario.
  L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/66 Fraccaro può essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità di applicare, in via generale, un principio di rotazione dell'assegnazione dei consiglieri capo Servizio alle diverse strutture dell'amministrazione da attuare senza rigidi automatismi, in modo tale da garantire prioritariamente le esigenze di funzionalità dell'amministrazione»; altrimenti il parere è contrario.
  Parimenti, può essere accolto l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/67 Fraccaro a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità di razionalizzare gli incarichi di coordinamento attualmente previsti per il personale dipendente sulla base dei principi di responsabilità e complessità»; altrimenti il parere è contrario.
  Per gli ordini del giorno Fraccaro n. 9/Doc. VIII, n. 8/68, n. 9/Doc. VIII, n. 8/70, n. 9/Doc. VIII, n. 8/71, n. 9/Doc. VIII, n. 8/72, n. 9/Doc. VIII, n. 8/73, n. 9/Doc. VIII, n. 8/74 e n. 9/Doc. VIII, n. 8/75 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.Pag. 57
  Per l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/77 Palese, di contenuto analogo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/36 Luigi Di Maio, per le medesime motivazioni richiamate in merito a quest'ultimo, vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/78 Pisicchio e n. 9/Doc. VIII, n. 8/79 Boccadutri sono accolti. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/81 Valeria Valente può essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità di procedere tempestivamente in sede di Ufficio di Presidenza all'esame del piano di azioni positive, trasmesso alla Presidenza dal Comitato per le pari opportunità, al fine di valutare le iniziative e le misure in esso previste»; altrimenti il parere è contrario. Anche l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/82 Valeria Valente può essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità di recepire le misure contenute nel decreto legislativo n. 80 del 2015, nell'ambito del processo di armonizzazione dello stato giuridico ed economico del personale della Camera e del Senato, una volta istituito il Ruolo unico dei dipendenti del Parlamento e definito il relativo statuto unico»; altrimenti il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/83 Melilla, di contenuto analogo a quello dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/31 Di Maio, vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Parimenti vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/84 Melilla, di contenuto analogo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/37 Mannino. Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/85 e n. 9/Doc. VIII, n. 8/86 Melilla sono invece accolti. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/87 Melilla può essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a concludere l'esame del conto consuntivo e della nota di variazione al bilancio di previsione entro il termine del 31 marzo previsto dall'articolo 2, comma 5, del Regolamento di amministrazione e contabilità, in modo da consentire la sollecita discussione in Assemblea sulla base delle decisioni di competenza della Conferenza dei presidenti di gruppo»; altrimenti il parere è contrario. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/88 Melilla può essere accolto a condizione che il dispositivo sia riformulato negli stessi termini proposti per l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/9 Caparini, vertente sulla medesima materia; altrimenti parere contrario. Quanto all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/89 Melilla, esso può essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità di proseguire nelle iniziative formative volte alla promozione e alla valorizzazione della cultura parlamentare e della Costituzione presso i giovani e gli studenti, nei limiti delle compatibilità finanziarie»; altrimenti il parere è contrario. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/90 Melilla è accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità di realizzare un'analisi in ordine alla tipologia delle prestazioni attualmente erogate dal Fondo per l'assistenza integrativa dei deputati, al fine di una loro complessiva revisione»; altrimenti il parere è contrario. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/91 Melilla è accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità di approfondire le modalità di pubblicità dei dati relativi alla presenza dei deputati e l'adeguatezza delle attuali misure di penalizzazione delle assenze ingiustificate, nonché possibili forme di valorizzazione dell'insieme dell'attività parlamentare dei deputati»; altrimenti il parere è contrario. Anche sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/92 Melilla, vertente in materia analoga al primo capoverso del dispositivo dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/3 Caparini, vi è un invito al ritiro; altrimenti il parere è contrario. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/93 Melilla, di contenuto analogo al primo capoverso dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/17 Caparini, può essere accolto per le medesime motivazioni richiamate con riferimento a quest'ultimo, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità di svolgere un ulteriore approfondimento in Pag. 58merito alla disciplina del rapporto di lavoro tra deputato e collaboratore, sulla base dei principi di trasparenza e di contenimento delle spese dell'Istituzione parlamentare». L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/94 Melilla può essere accolto a condizione che il dispositivo sia riformulato in questo modo: «a valutare l'opportunità di procedere ad ogni ulteriore verifica in merito alla possibilità di ottenere condizioni più favorevoli mediante la rinegoziazione delle convenzioni in essere con le principali compagnie aeree e ferroviarie»; altrimenti parere contrario. Vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/96 Cristian Iannuzzi. Per l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/97 Di Salvo, di contenuto analogo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/93 Melilla e al primo capoverso dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/17 Caparini, valgono le medesime motivazioni già esposte.
  Con riferimento a questi ultimi, anche l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/97 Di Salvo può dunque essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità di svolgere un ulteriore approfondimento in merito alla disciplina del rapporto di lavoro tra deputato e collaboratore, sulla base dei principi di trasparenza e di contenimento delle spese dell'istituzione parlamentare», altrimenti parere contrario. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/98 Baldelli può essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità di procedere tempestivamente a bandire un concorso, anche secondo le modalità previste nella deliberazione dell'Ufficio di Presidenza del 28 gennaio 2016, recante indirizzi per l'istituzione del ruolo unico dei dipendenti del Parlamento, come puntualizzate nel testo di deliberazione di istituzione del ruolo unico, oggetto di un accordo sindacale da sottoporre prossimamente alla deliberazione dell'Ufficio di Presidenza, tenendo in debita considerazione i fabbisogni organici dell'Amministrazione della Camera dei deputati, con prioritario riferimento alle professionalità di consigliere parlamentare e documentarista», altrimenti il parere è contrario. Similmente agli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/15 Pisicchio, n. 9/Doc. VIII, n. 8/19 Caparini e n. 9/Doc. VIII, n. 8/79 Boccadutri, l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/99 Bernardo è accolto. Circa l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/100 Binetti, per la parte in cui si riferisce alla valutazione dei carichi di lavoro del personale dipendente, va rilevato come essi siano strettamente connessi e dipendenti dai tempi dell'attività parlamentare, la cui articolazione attiene alla competenza della Conferenza dei presidenti di gruppo e non a quella dell'Ufficio di Presidenza o del Collegio dei questori. Ciò vale sia per i servizi che svolgono supporto diretto all'attività parlamentare, sia per le altre strutture. Quanto alla proposta di dematerializzare gli strumenti attraverso i quali si svolgono i lavori in Aula – testi degli emendamenti, degli ordini del giorno e delle proposte di legge – va considerato come tale processo già avviato consente di agevolare il lavoro parlamentare ma non determina significativi risparmi finanziari né un alleggerimento dei carichi di lavoro dei dipendenti. Per queste ragioni, l'ordine del giorno può essere accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: «a valutare l'opportunità di proseguire nell'opera di ricognizione dei carichi di lavoro dei dipendenti e nelle attività già in corso di massima diffusione dei supporti digitali e informatici per lo svolgimento delle attività parlamentari», altrimenti il parere è contrario. Possono infine essere accolti gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/101 Pagano, n. 9/Doc. VIII, n. 8/102 Meloni, n. 9/Doc. VIII, n. 8/103 Occhiuto, n. 9/Doc. VIII, n. 8/104 Laffranco, quest'ultimo relativo alla medesima materia trattata nei citati ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 8/15 Pisicchio, n. 9/Doc. VIII, n. 8/19 Caparini, n. 9/Doc. VIII, n. 8/79 Boccadutri e n. 9/Doc. VIII, n. 8/99 Bernardo.

  DAVIDE CAPARINI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 59

  DAVIDE CAPARINI. Signora Presidente, articolo 8 e articolo 66 del Regolamento, nel quale si legge che il progetto di bilancio e il conto consuntivo della Camera predisposti dai Questori e deliberati dall'Ufficio di Presidenza sono discussi e votati dall'Assemblea. Non trovo in nessuno di questi commi, che poi è anche un articolo dal comma unico, alcun riferimento al fatto che i Questori possono esprimere, seppur in modo molto a modo, dei pareri politici sugli ordini del giorno presentati nel momento in cui esprimono la loro indicazione, in quanto è stato fatto un appunto – non solo a me, ma anche a altri colleghi – sul fatto che vengono riproposti di anno in anno degli ordini del giorno. Ora, senza nulla togliere al collega Fontanelli, che stimo e che sicuramente ritengo un collega molto preparato, però il fatto di dire che in questa Camera non è possibile ritornare su un argomento come l’open source nel momento in cui basta aprire un qualsiasi computer e vi troviamo solo programmi licenziatari oppure, non ultimo tre ore fa, ho presentato un'interrogazione e l'ho dovuta stampare: l'ho presentata stampata, non in formato elettronico. Quindi, se mi si critica per il fatto di presentare degli ordini del giorno su materie che abbiamo già affrontato ma nella cui attuazione purtroppo non siamo ancora arrivati alla fase conclusiva, capisce bene che lo trovo in questa fase piuttosto inappropriato. Nel momento in cui poi discutiamo dei singoli ordini del giorno, lo trovo legittimo ma in questo momento, mi scusi, apriremmo un dibattito su ogni questione che è stata affrontata dal collega ma non è questo il momento: è la sede sì, ma non è certo il momento.

  PRESIDENTE. Deputato Caparini, penso che i Questori abbiano espresso gli stessi pareri che sono stati espressi in Ufficio di Presidenza ed è nelle loro facoltà motivare il perché e le riformulazioni. Penso che abbiano fatto quello che hanno fatto anche negli anni precedenti in merito alle motivazioni. Mi sembra un'attenzione verso l'Aula e verso i presentatori degli ordini del giorno.
  Come quindi preannunciato, interrompiamo a questo punto l'esame del Progetto di bilancio della Camera. Il seguito dell'esame avrà luogo nella seduta di domani a partire dalle 9,30 di mattina.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 19,40)

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il periodo dal 12 al 16 settembre 2016 e conseguente aggiornamento del programma.

  PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo tenutasi nella giornata di oggi, si è convenuto che le Commissioni riprenderanno i loro lavori a partire dal 5 settembre.
  Si è altresì convenuto sulla seguente articolazione dei lavori dell'Assemblea alla ripresa di settembre:

  Lunedì 12 settembre (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

  Discussione congiunta sulle linee generali dei disegni di legge n. 3973 – Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2015 e n. 3974 – Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2016

  Discussione sulle linee generali:
   Relazione territoriale della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati sulla regione Veneto (Doc. XXIII, n. 17);
   Relazione territoriale della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività Pag. 60illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati sulla regione siciliana (Doc. XXIII, n. 20).

  Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 3139, 1986 e abbinate – Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo (approvata dal Senato).

  Martedì 13, mercoledì 14 e giovedì 15 settembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 16 settembre) (con votazioni)

  Seguito dell'esame dei disegni di legge n. 3973 – Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2015 e n. 3974 – Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2016

  Seguito dell'esame:
   Relazione territoriale della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati sulla regione Veneto (Doc. XXIII, n. 17);
   Relazione territoriale della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati sulla regione siciliana (Doc. XXIII, n. 20).

  Esame dei disegni di legge di ratifica:
   n. 3086 – Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica d'Austria in materia di cooperazione di polizia, fatto a Vienna l'11 luglio 2014;
   n. 3766 – Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica socialista del Vietnam di cooperazione nella lotta alla criminalità, fatto a Roma il 9 luglio 2014 (approvato dal Senato);
   n. 3768 – Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Principato di Andorra sullo scambio di informazioni in materia fiscale, fatto a Madrid il 22 settembre 2015 (approvato dal Senato);
   n. 3867 – Accordo su un tribunale unificato dei brevetti, con Allegati, fatto a Bruxelles il 19 febbraio 2013;
   n. 3940 – Accordo di mutua assistenza amministrativa in materia doganale tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo degli Stati uniti messicani, con Allegato, fatto a Roma il 24 ottobre 2011 (approvato dal Senato);
   n. 3943 – Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dell'Armenia nel settore della difesa, fatto a Jerevan il 17 ottobre 2012 (approvato dal Senato);
   n. 3944 – Accordi: a) Accordo di partenariato e cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica dell'Iraq, dall'altra, con Allegati, fatto a Bruxelles l'11 maggio 2012; b) Accordo quadro di partenariato e cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica delle Filippine, dall'altra, fatto a Phnom Penh l'11 luglio 2012 (approvato dal Senato).

  Seguito dell'esame della proposta di legge n. 3139, 1986 e abbinate – Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo (approvata dal Senato).

  Martedì 13 settembre avrà luogo la votazione delle dimissioni della deputata Capua.

  Martedì 13 settembre, tra le ore 9 e le ore 11, potrà aver luogo lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni; mercoledì 14 settembre lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) e venerdì 16 settembre lo svolgimento di interpellanze urgenti
  La Camera potrà tornare a riunirsi nel corso del mese di agosto per l'esame di questioni urgenti. In tale periodo potranno Pag. 61altresì convocarsi le Commissioni per l'esame di questioni urgenti di propria competenza.
  L'organizzazione dei tempi per l'esame dei Doc. XXIII, n. 17 e XXIII, n. 20 sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
  Per quanto riguarda l'esame dei disegni di legge nn. 3973 e 3974, della proposta di legge n. 3139, 1986 e abb. e dei disegni di legge di ratifica nn. 3086, 3766, 3768, 3867, 3940, 3943 e 3944 l'organizzazione dei tempi sarà valutata sulla base del testo che verrà licenziato dalle competenti Commissioni di merito.
  La Conferenza dei presidenti di gruppo tornerà a riunirsi martedì 13 settembre per definire l'organizzazione dei lavori per il restante periodo del mese di settembre.
  Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Interventi di fine seduta (ore 19,42).

  PRESIDENTE. Chiede di parlare l'onorevole Dall'Osso. Ne ha facoltà.

  MATTEO DALL'OSSO. Grazie, Presidente. Il 2 agosto 1980 io avevo due anni, mio fratello doveva ancora nascere.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 19,43)

  MATTEO DALL'OSSO. Io sono un cittadino bolognese e a Bologna quel giorno ci furono 85 morti e 200 feriti. Per cosa ? Per la strage di Bologna, la strage che fece più vittime in Italia. Il mese dopo, forse un po’ prima, è stato concepito mio fratello. Questa mattina eravamo tutti a Bologna, tutti, o almeno io, Paolo Borsellino, alcuni deputati, eravamo lì apposta per stare vicino alla popolazione bolognese. Quello che vorrei semplicemente dire è che contro le stragi, contro le guerre, contro le bombe vince sempre, sempre, sempre e solo l'amore, dove appunto nacque mio fratello (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Chiede di parlare il collega Fratoianni. Ne ha facoltà.

  NICOLA FRATOIANNI. Grazie, signor Presidente. Questa notte è venuto a mancare Guglielmo Minervini. Dopo la lotta contro una brutta malattia, una lotta che purtroppo ha perso, ci ha lasciato un uomo, un uomo coraggioso, come ha scritto Nichi Vendola ricordandolo oggi, un uomo del futuro, un visionario, un costruttore di pace. Guglielmo era il capogruppo di Noi a Sinistra per la Puglia. Eletto nuovamente nell'ultima legislatura è stato per dieci anni assessore negli anni del Governo di Nichi Vendola in Puglia. Guglielmo è stato una persona straordinaria, lo è stato perché ha avuto la capacità fin da giovanissimo, da quando ho cominciato la sua attività politica, insieme a quel Don Tonino Bello, che a Molfetta indicava strade alternative di costruzione della pace e di un'altra idea di società.
  Guglielmo ha provato ad immaginare sempre testardamente nella sua vita, in modo determinato ma molto mite, un'altra idea della politica, un'idea della politica che avesse al centro sempre una questione e cioè la costruzione di spazi di partecipazione e di protagonismo e ha portato quell'idea della politica anche nella sua esperienza istituzionale. Da assessore della regione Puglia è stato ideatore di progetti innovativi che hanno avuto la capacità di mettere al centro il protagonismo delle giovani generazioni e di immaginare le istituzioni come strumento di apertura di nuovi spazi democratici. Noi porteremo sempre con noi il suo insegnamento, la sua forza, la sua determinazione e per questo vogliamo mandare un grande abbraccio, un grande abbraccio a sua moglie, ai suoi figli e ai tanti, i tantissimi e le tantissime a cui Guglielmo ha insegnato un altro modo possibile di essere cittadini e di essere politici in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. La Presidenza si associa.
  Chiede di parlare il collega Losacco. Ne ha facoltà.

Pag. 62

  ALBERTO LOSACCO. Presidente, onorevoli colleghi, nella notte è venuto a mancare Guglielmo Minervini, già sindaco di Molfetta e assessore della regione Puglia nella giunta Vendola e fino a ieri consigliere regionale. Aveva 55 anni, era stato allievo di don Tonino Bello, che gli aveva acceso la passione per l'impegno civile. Da anni lottava contro il cancro e domenica scriveva su facebook una sua riflessione, sempre combattiva e presente anche dentro il mistero della malattia. Testimoniava laicamente la sua fede e credeva fortemente nel riscatto della sua terra e di tutto il Mezzogiorno, affidandosi, per dirla come lui, soprattutto ai bollenti spiriti e ai principi attivi delle nuove generazioni. È stato un maestro per più generazioni, a cui ha insegnato che la politica è una cosa bella. Per tutti era Guglielmo con il suo stile rigoroso e mite, con la sua sensibilità umana e politica fatta, allo stesso tempo, di fermezza e disponibilità al dialogo. Ci ha aiutato a recuperare una dimensione più vicina allo spirito originario della militanza politica; ci ha consegnato l'idea di un'avventura comune dove ognuno è importante, dove ognuno può sentirsi impegnato e protagonista di un progetto che può affermarsi prima di tutto perché è condiviso.
  Conoscevo Guglielmo da più di vent'anni ed era visibile in tutta la sua esperienza politica una dote non comune, ossia la capacità di tenere assieme la mitezza e il coraggio, la competenza e la conoscenza dei problemi con un autentico spirito di servizio, retaggio di una formazione giovanile che ha potuto contare su maestri, appunto, come don Tonino Bello. Guglielmo Minervini ha fatto bene alla politica e, anche se non ne faceva più parte, ha fatto molto bene al Partito Democratico ed ovviamente alla sua Puglia. Credeva nella possibilità di riscatto della Puglia attraverso politiche pubbliche che liberassero le potenzialità latenti nello straordinario giacimento di risorse, energie e competenze come leva del cambiamento. Sul caporalato fu tra i primi a sollevare la necessità di chiudere il ghetto di Rignano Garganico che viveva come un'onta per una terra che lui amava profondamente. Ed è incredibile che proprio ieri, a poche ore dalla sua scomparsa, il Senato abbia approvato il provvedimento di contrasto al caporalato.
  Guglielmo ha combattuto fino all'ultimo, non cedendo mai di un millimetro rispetto al suo ruolo pubblico, alla tensione etica che guidava la sua azione, anche quando la malattia mostrava il suo volto più feroce. Per tanto tempo ha trasformato il reparto di ematologia del Policlinico di Bari in una sede distaccata dell'assessorato con i suoi giovani collaboratori che correvano per riunioni e incontri per non perdere mai il filo di un lavoro che Guglielmo ha sempre vissuto come una missione. Negli ultimi mesi Guglielmo ha anche avuto la forza e la determinazione di lasciarci quello che oggi appare come un vero testamento politico pubblicando il suo saggio bellissimo sulla politica generativa. Ma a tanti, a noi, a me e anche a nome dei deputati del PD Puglia, questo non basterà; non basterà lenire il rimpianto per un uomo che ha attraversato la politica indossando l'abito del monaco delle cose e testimoniando la propria fede religiosa per cercare di tenere sempre al centro della scena il valore della persona umana (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  MARIO BORGHESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIO BORGHESE. Grazie Presidente. Il Venezuela, dove vivono più di 150 mila cittadini italiani, è alle prese con una grave crisi politica, economica e sociale. Come parlamentari del MAIE abbiamo cercato in tutti i modi possibili di essere vicini ai nostri connazionali. Vista la situazione di emergenza, il nostro presidente, Riccardo Merlo, si è recato di persona a Caracas per incontrare la comunità italiana, le istituzioni locali e i rappresentanti venezuelani. Abbiamo presentato interrogazioni, richiesto interventi urgenti del nostro Governo, abbiamo Pag. 63scritto una lettera al Presidente del Consiglio, ci siamo incontrati con il sottosegretario Amendola e abbiamo usato tutti gli strumenti a disposizione. Oggi assistiamo al teatrino della politica di alcuni parlamentari eletti all'estero della maggioranza che, invece di chiedere e pretendere da Renzi di liberare risorse straordinarie per l'assistenza diretta ai nostri connazionali, presentano risoluzioni teoriche totalmente inefficaci che non servono a nulla. L'unica vera strada per aiutare gli italiani che vivono in Venezuela, secondo noi parlamentari del MAIE, è l'assistenza diretta e straordinaria e, quindi, smettere di fare risoluzioni inutili. È meglio che coloro che sono al Governo reagiscano rapidamente, concretamente e chiedano direttamente al Governo di aiutare i nostri connazionali italo-venezuelani che hanno bisogno dell'assistenza diretta.

  MARISA NICCHI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Grazie Presidente. Si è spento Alessandro Margara, una vita da magistrato. È stato l'ispiratore della riforma penitenziaria nota come «legge Gozzini», a cui lui era legato dalla visione ideale che era volta alla costruzione di un modello della pena costituzionale nell'ambito, appunto, della Costituzione italiana. La galera, come diceva lui, deve realizzare il principio del reinserimento sociale, scritto e prescritto nell'articolo 27 della Costituzione. A questo Margara ha dedicato la sua vita, la giustizia giusta, attenta alla sofferenza, alla dignità, al riscatto dei senza potere che affollano le carceri italiane. Nel 1997 il Ministro della giustizia, Giovanni Maria Flick, lo nominò direttore generale del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, ma il nuovo Ministro, Oliviero Diliberto, non lo confermò.
  Margara volle rientrare al tribunale di sorveglianza di Firenze come un semplice magistrato. È stato un giurista raffinato, un uomo di cultura, arguto, schivo, sobrio, irremovibile nell'affermare con intransigenza le sue idee del carcere e della funzione della pena. Un cavaliere dell'utopia concreta, è stato detto, il giudice degli ultimi, il magistrato che trattava i detenuti come uomini, l'uomo della giustizia e del senso dell'umanità. Ci mancherà; mancherà soprattutto come punto di riferimento a tutti coloro che vivono e osservano la vita delle carceri come una grande prova della civiltà democratica e non una scorciatoia di giustizialismo populista. Mancherà a chi guarda il carcere con la speranza e non la vendetta.

  SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SIMONE BALDELLI. Grazie Presidente. A novembre dello scorso anno, del 2015, questo Parlamento si è occupato dei diritti dei cittadini consumatori di fronte a comportamenti scorretti da parte delle società elettriche, che mandavano e continuano a mandare a casa dei cittadini maxi conguagli e maxi bollette pluriennali, che sono poi state giudicate scorrette dall'Autorità antitrust che si occupa anche di diritti dei cittadini consumatori e che ha multato a sua volta queste società per circa 14 milioni di euro. A tal riguardo, Presidente, la Camera ha approvato una mozione che impegnava il Governo ad occuparsi di questo problema, per tutelare i diritti dei cittadini consumatori. È passato, non dico un anno, ma quasi e fino adesso stiamo in attesa di un'azione positiva da parte del Governo che evidentemente è interessato più ad altre faccende che non ai diritti dei cittadini consumatori. In questo senso, Presidente, volevo sollecitare l'interpellanza n. 2-01264 e l'interrogazione n. 3-02129 proprio su questo tema. Proprio le stesse società che sono state multate per 14 milioni di euro per comportamenti scorretti nei confronti degli utenti e dei consumatori ricevono ogni anno 14 milioni di euro dal Governo che ha avuto la buona pensata di affidare proprio a queste società, che si comportano scorrettamente nei confronti dei cittadini consumatori utenti dell'energia elettrica, la riscossione, Presidente, del cosiddetto canone RAI, quello che normalmente viene considerato Pag. 64l'abbonamento e che, invece, di fatto è una tassa sull'apparecchio televisivo. Anche su questo, Presidente, abbiamo depositato un'interrogazione a mia prima firma, sottoscritta anche dai colleghi Brunetta, Occhiuto, Polidori, per chiedere al Governo conto degli errori di questa prima applicazione. Infatti, ci risulta da associazioni di consumatori, da articoli su giornali e riviste online che ci siano stati errori nel senso di persone che hanno fatto la dichiarazione di non possesso dell'apparecchio televisivo a cui sono arrivate in bolletta le richieste di pagamento del canone RAI e persone che, invece, non avendo fatto richiesta di esenzione, non hanno ricevuto queste stesse bollette. Quindi errori materiali che comportano disguidi e problemi per i cittadini consumatori. Anche su questo abbiamo interrogato il Governo e anche su questo chiediamo alla Presidenza di farsi parte diligente del sollecito a questa interrogazione parlamentare.

  GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, intervengo per sollecitare una risposta del Ministro dell'interno e del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca ad una mia interrogazione che ho presentato nei giorni scorsi e che fa riferimento ad alcuni atti vandalici che sono stati portati a termine contro delle scuole in Sicilia. In particolare, in questi giorni hanno subito danni una scuola a Catania, nella zona Playa, ossia la scuola «Livio Tempesta», e una scuola media a Francofonte, in provincia di Siracusa, ovvero la scuola media «Enrico Fermi». Sono fatti molto gravi. I danni sono rilevanti. Sono stati distrutti, in entrambe le scuole, il laboratorio didattico della musica, ma anche il laboratorio informatico. Io ho presentato un'interrogazione al Ministro dell'interno perché si facciano adeguate indagini e soprattutto, attraverso il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, si possano approntare delle risorse per affrontare tutte le problematiche che si sono create. Indubbiamente è una mano criminale perché ad essere colpiti sono i simboli della legalità e della crescita economica e sociale della nostra Sicilia. Per questa ragione chiedo che ci sia una risposta tempestiva: il Governo finora ha operato positivamente per dare risposta al mondo scolastico, però ora siamo davanti all'emergenza e davanti a fatti gravi e chiedo che il Governo dimostri anche su questo terreno una piena attività.

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. La ringrazio e le sono grato per avermi concesso la possibilità di associarmi al dolore e al cordoglio per la perdita di Guglielmo Minervini. Mi associo a quanto già hanno espresso così bene Fratoianni e Losacco. Ho avuto la possibilità di conoscerlo e di stare con lui come collega per otto anni in consiglio regionale con un confronto veramente alto perché Guglielmo Minervini rappresentava veramente la politica con la «P» maiuscola. È una grande perdita: una grande perdita per la politica ma soprattutto una grande perdita per la sua famiglia, i suoi figli e soprattutto per Molfetta e per la Puglia.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Mercoledì 3 agosto 2016, alle 9,30:

  (ore 9,30 e al termine del punto 4)

  1. – Seguito della discussione congiunta dei documenti:
   Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2015.
(Doc. VIII, n. 7).Pag. 65
   Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2016. (Doc. VIII, n. 8).

  2. – Seguito della discussione delle mozioni Manlio Di Stefano ed altri n. 1-01331, Gianluca Pini ed altri n. 1-01333, Capezzone ed altri n. 1-01334, Rampelli ed altri n. 1-01335, Scotto ed altri n. 1-01336 e Rosato, Lupi, Monchiero, Locatelli ed altri n. 1-01337 sulle linee della politica europea ed estera dell'Italia alla luce delle recenti emergenze internazionali.

  (ore 15)

  3. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  (ore 16,15)

  4. – Informativa urgente del Governo sullo stato del sistema bancario italiano, con particolare riferimento alla situazione del Monte dei Paschi di Siena.

  La seduta termina alle 20.

Pag. 66

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME: DOC. XXIII, NN. 17 E 20

Doc. XXIII, n. 17 – Relazione territoriale della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti sulla regione Veneto

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 3 ore.

Relatore 15 minuti
Governo 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 19 minuti (con il limite massimo di 3 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 56 minuti
 Partito Democratico 33 minuti
 MoVimento 5 Stelle 14 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà –
 Berlusconi Presidente
10 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia
 Libertà
8 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 8 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega
 dei Popoli – Noi con Salvini
7 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 7 minuti
 Democrazia Solidale – Centro
 Democratico
7 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 6 minuti
 Misto: 16 minuti
  Conservatori e Riformisti 2 minuti
  Alternativa Libera - Possibile 2 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  FARE! - Pri 2 minuti
  USEI-IDEA (Unione Sudamericana
  Emigrati Italiani)
2 minuti
  Movimento PPA – Moderati 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
2 minuti
Pag. 67

Doc. XXIII, n. 20 – Relazione territoriale della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti sulla regione siciliana

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 3 ore.

Relatore 15 minuti
Governo 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 19 minuti (con il limite massimo di 3 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 56 minuti
 Partito Democratico 33 minuti
 MoVimento 5 Stelle 14 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà –
 Berlusconi Presidente
10 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia
 Libertà
8 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 8 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega
 dei Popoli – Noi con Salvini
7 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 7 minuti
 Democrazia Solidale – Centro
 Democratico
7 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 6 minuti
 Misto: 16 minuti
  Conservatori e Riformisti 2 minuti
  Alternativa Libera - Possibile 2 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  FARE! - Pri 2 minuti
  USEI-IDEA (Unione Sudamericana
  Emigrati Italiani)
2 minuti
  Movimento PPA – Moderati 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
2 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 3976 - em. 1.1, 1.2, 1.3, 1.4 431 431 216 147 284 78 Resp.
2 Nom. em. 1.12 439 439 220 149 290 75 Resp.
3 Nom. em. 1.10, 1.11 434 434 218 149 285 75 Resp.
4 Nom. em. 1.5, 1.7, 1.8 450 450 226 156 294 72 Resp.
5 Nom. em. 1.21, 1.22 457 385 72 193 86 299 72 Resp.
6 Nom. em. 1.25 465 421 44 211 120 301 71 Resp.
7 Nom. em. 1.27 467 467 234 163 304 71 Resp.
8 Nom. em. 1.30 467 466 1 234 89 377 71 Resp.
9 Nom. em. 1.32, 1.33 475 475 238 165 310 70 Resp.
10 Nom. em. 1.28 473 459 14 230 149 310 70 Resp.
11 Nom. em. 1.35, 1.36 473 472 1 237 162 310 70 Resp.
12 Nom. em. 1.37 478 405 73 203 93 312 70 Resp.
13 Nom. em. 1.39, 1.40, 1.41, 1.42 472 469 3 235 159 310 70 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1.43, 1.44 477 476 1 239 164 312 69 Resp.
15 Nom. em. 1.46, 1.47 477 476 1 239 164 312 69 Resp.
16 Nom. em. 1.48 478 478 240 166 312 69 Resp.
17 Nom. em. 1.52 482 446 36 224 132 314 69 Resp.
18 Nom. em. 1.53, 1.54 482 481 1 241 167 314 69 Resp.
19 Nom. articolo 1 485 325 160 163 322 3 69 Appr.
20 Nom. em. 2.1, 2.2 484 408 76 205 98 310 69 Resp.
21 Nom. em. 2.7 484 482 2 242 165 317 67 Resp.
22 Nom. em. 2.6, 2.8 479 477 2 239 161 316 67 Resp.
23 Nom. articolo 2 488 327 161 164 325 2 67 Appr.
24 Nom. em. 3.1 484 420 64 211 110 310 67 Resp.
25 Nom. em. 3.2, 3.3, 3.4 476 472 4 237 160 312 67 Resp.
26 Nom. articolo 3 484 400 84 201 325 75 66 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 4.1 479 449 30 225 129 320 66 Resp.
28 Nom. em. 4.2, 4.3 483 482 1 242 163 319 65 Resp.
29 Nom. em. 4.4 475 445 30 223 129 316 65 Resp.
30 Nom. em. 4.5 466 461 5 231 147 314 65 Resp.
31 Nom. articolo 4 488 415 73 208 331 84 64 Appr.
32 Nom. articolo 5 487 327 160 164 321 6 64 Appr.
33 Nom. articolo agg, 5.01 485 407 78 204 93 314 64 Resp.
34 Nom. articolo agg, 5.03 489 487 2 244 170 317 64 Resp.
35 Nom. articolo agg, 5.02 492 489 3 245 169 320 64 Resp.
36 Nom. odg 9/3976/4 455 451 4 226 158 293 64 Resp.
37 Nom. odg 9/3976/9 464 418 46 210 119 299 64 Resp.
38 Nom. odg 9/3976/12 480 441 39 221 132 309 64 Resp.
39 Nom. odg 9/3976/17 475 472 3 237 162 310 64 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 44)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. odg 9/3976/18 477 406 71 204 97 309 64 Resp.
41 Nom. odg 9/3976/19 470 467 3 234 159 308 63 Resp.
42 Nom. odg 9/3976/20 472 472 237 163 309 63 Resp.
43 Nom. odg 9/3976/22 487 487 244 168 319 63 Resp.
44 Nom. Ddl 3976 - voto finale 509 431 78 316 342 89 39 Appr.