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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 662 di martedì 26 luglio 2016

Pag. 1

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  La seduta comincia alle 10.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  CLAUDIA MANNINO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Artini, Baretta, Catania, Cicchitto, Damiano, De Menech, Epifani, Faraone, Franceschini, Gentiloni Silveri, Mazziotti Di Celso, Meta, Piccoli Nardelli, Scanu, Schullian e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.

(Iniziative per la messa in sicurezza della strada statale 200 dell'Anglona, nel nord della Sardegna – n. 3-02420)

  PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Nicola Bianchi ed altri n. 3-02420, concernente iniziative per la messa in sicurezza della strada statale 200 dell'Anglona, nel nord della Sardegna (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Umberto Del Basso De Caro, ha facoltà di rispondere.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Grazie, Presidente. Circa le iniziative di ripristino della strada statale 200 dell'Anglona, ANAS informa che il tratto di propria competenza ha inizio al chilometro 2,700 e termina entro l'abitato di Castelsardo. Nel suo itinerario, la strada attraversa i centri abitati di Sennori, Sorso, Lu Bagnu e Castelsardo.
  Al riguardo, ANAS segnala che i lavori di ripristino dei danni causati dagli eventi alluvionali del 18 giugno 2014, finanziati dalla regione Sardegna, si riferiscono esclusivamente al centro abitato delimitato e sono, quindi, a carico del comune di Sennori. Su tale intervento, ANAS ha espresso parere favorevole, con prescrizioni, Pag. 2in sede di Conferenza dei servizi svoltasi il 29 settembre del 2015, indetta dal comune di Sennori.
  L'intervento proposto dal comune prevede la chiusura al traffico nel tratto urbano della strada statale 200 compreso tra la via Brigata Sassari e la via Cesare Battisti e la deviazione, al di fuori del centro abitato, dei mezzi con massa a pieno carico superiore ai 35 quintali in transito lungo la direzione Sassari-Castelsardo.
  A seguito di formale richiesta inoltrata dall'ente territoriale, ANAS ha emesso l'ordinanza compartimentale n. 49 del 2016 per la regolamentazione della circolazione, recentemente rinnovata sempre su richiesta del comune di Sennori.
  Con particolare riguardo all'installazione della segnaletica, ANAS ha precisato che l'intervento è di esclusiva competenza del comune, sul quale ricade, altresì, l'onere di produrre e di consegnare al concessionario la segnaletica necessaria.
  ANAS, che svolge in modo continuativo la sorveglianza del tratto di strada interessato, unitamente ad interventi di ordinaria manutenzione e pronto intervento, non ravvisa particolari criticità per la sicurezza della circolazione stradale. Le condizioni del piano viabile sono sostanzialmente adeguate, così come la segnaletica orizzontale e verticale.
  Sono, comunque, programmati ulteriori interventi di manutenzione straordinaria per il rafforzamento delle pavimentazioni e per il potenziamento delle opere di regimentazione delle acque superficiali, in considerazione anche delle condizioni morfologiche del territorio, che presenta un tracciato, a tratti, tortuoso.

  PRESIDENTE. Il deputato Nicola Bianchi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  NICOLA BIANCHI. Grazie, signora Presidente. Sottosegretario, ringrazio il Governo per la sensibilità nel rispondere a questa interrogazione, che, di fatto, si è già risolta, perché stiamo parlando di un'interrogazione di circa tre mesi fa. L'amministrazione comunale di Sennori ha fatto l'inaugurazione in data – se non ricordo male – 11 giugno 2016: quindi, di fatto, l'interrogazione in sé e per sé si era già risolta. Quello che a me dispiace è non sentire parole di rassicurazione in merito alla messa in sicurezza di questa strada, perché è una strada molto pericolosa, considerando che serve, fondamentalmente, a congiungere due paesi della Romangia che, sommati, arrivano a superare i 20 mila abitanti. Quindi, ci sono forti criticità.
  Infine, vorrei segnalare che in questa strada, purtroppo, sono anche accaduti degli incidenti mortali: da ultimo, quello di Gennaro Mura, di 29 anni, che, in data 14 aprile 2014, perse la vita. Quindi, è una strada veramente pericolosa, una strada non illuminata, che va vista e va seguita con attenzione da parte del Governo.

(Iniziative per equiparare il trattamento retributivo e pensionistico del Corpo nazionale dei vigili del fuoco a quello degli altri Corpi dello Stato ad ordinamento civile – nn. 3-02414 e 3-02415)

  PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Laffranco n. 3-02414 e Andrea Maestri n. 3-02415, concernenti iniziative per equiparare il trattamento retributivo e pensionistico del Corpo nazionale dei vigili del fuoco a quello degli altri Corpi dello Stato ad ordinamento civile, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato per l'interno, Gianpiero Bocci, ha facoltà di rispondere.

  GIANPIERO BOCCI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Grazie, Presidente. Rispondo congiuntamente agli atti di sindacato ispettivo con i quali gli onorevoli Laffranco e Andrea Maestri, richiamando espressamente le rivendicazioni avanzate dal sindacato autonomo Conapo, sollecitano l'adozione di iniziative volte ad equiparare il trattamento retributivo e pensionistico Pag. 3dei Vigili del fuoco a quello del personale delle forze di polizia ad ordinamento civile.
  Voglio ricordare che il rilancio del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, la valorizzazione del suo personale, anche sotto il profilo economico-retributivo, costituiscono punti fondamentali nell'agenda del Governo in tema di sicurezza. Risale al 2004 una riforma che ha ricondotto il rapporto di impiego dei Vigili del fuoco dal regime privatistico a quello di diritto pubblico, al pari di quanto era già previsto per gli altri Corpi dello Stato chiamati alla difesa dei valori fondamentali della Repubblica. Su tale base, il personale del Corpo nazionale è stato inquadrato nel comparto di negoziazione «Vigili del Fuoco e soccorso pubblico», contiguo, ma distinto, dai comparti sicurezza e difesa previsti per il personale delle Forze armate e i Corpi di pubblica sicurezza in senso stretto.
  Da quel momento, pur in presenza di ripetute manovre di contenimento della spesa pubblica, si sono susseguiti molteplici interventi legislativi diretti a realizzare il progressivo avvicinamento dell'ordinamento del personale del Corpo nazionale a quello delle forze di polizia. Ritengo utile ripercorrere le tappe di questo percorso normativo, all'interno del quale un primo passo particolarmente significativo è rappresentato dal decreto-legge n. 185, che ha riconosciuto la specificità del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, al pari delle Forze armate e delle forze di polizia, ai fini della definizione degli ordinamenti e della tutela economica pensionistica e previdenziale.
  Va anche ricordato che con il predetto decreto-legge n. 185 sono state, tra l'altro, destinate risorse aggiuntive all'istituzione di una speciale indennità operativa per il servizio di soccorso tecnico urgente espletato all'esterno.
  Successivamente, il percorso di armonizzazione del trattamento economico è proseguito sia con il decreto n. 39, il cosiddetto decreto-legge Abruzzo, in virtù del quale i Vigili del fuoco si sono visti ripristinare l'indennità di missione analogamente a quanto previsto per il personale dei comparti sicurezza e difesa, sia con il decreto-legge n. 78 dello stesso anno, che ha autorizzato la spesa di 15 milioni di euro da destinare alla speciale indennità operativa che ho citato prima.
  Sempre con successivi provvedimenti, nella fattispecie il decreto-legge n. 195, si è riconosciuta ai Vigili del fuoco l'indennità di trasferimento.
  Più di recente, con la legge di stabilità 2014 sono stati reintrodotti il trattamento economico aggiuntivo per infermità dipendente da causa di servizio e il diritto, a decorrere dall'anno 2014, agli assegni vitalizi ai familiari di invalidi vittime del terrorismo, con invalidità non inferiore al 50 per cento.
  Da ultimo, la legge di stabilità 2016 ha destinato anche al personale del Corpo nazionale un contributo straordinario pari a 960 euro su base annua, al fine di fronteggiare le eccezionali esigenze di sicurezza nazionale per l'anno in corso.
  Svolta questa breve disamina delle iniziative pregresse, voglio assicurare che l'amministrazione dell'interno proseguirà nella sua politica di attenzione verso quella componente fondamentale della Protezione civile e del sistema, più in generale, della sicurezza del Paese che è il Corpo nazionale dei vigili del fuoco. In tal senso, continuerà ad operarsi per assecondare ulteriori legittime aspettative del personale. Ma occorre accettare l'idea che il superamento delle differenze retributive e previdenziali, tuttora esistenti rispetto alle forze di polizia, avverrà, giocoforza, attraverso un processo graduale, che il Governo porterà avanti, e, comunque, in una logica di contemperamento con gli altri interessi collettivi presenti nel Paese ritenuti meritevoli di pari tutele e considerazione. Informo, in proposito, che, nell'ambito del progetto di riforma dell'ordinamento del personale dei vigili del fuoco, attualmente in fase di avanzata e conclusiva elaborazione, e soprattutto in attuazione della cosiddetta delega della legge Madia, è stata prevista l'istituzione di un fondo per il riconoscimento economico del ruolo operativo svolto dai vigili del fuoco da impiegare Pag. 4per la corresponsione al personale di emolumenti fissi e continuativi aventi natura pensionabile. Naturalmente, a questo si può aggiungere che nelle prossime ore inizierà, presso il Ministero della funzione pubblica, il tavolo per il rinnovo del contratto, che naturalmente riguarderà, in maniera abbastanza importante e significativa, anche i vigili del fuoco.

  PRESIDENTE. Il deputato Laffranco ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  PIETRO LAFFRANCO. Grazie, Presidente. Devo dire, invero, che sono un po’ sorpreso, perché da un esponente del Governo Renzi non mi sarei aspettato tanta serietà e tanta onestà intellettuale, nel senso che il sottosegretario è stato così schietto che, dopo aver ricordato gli interventi che oggettivamente ci sono stati in favore del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, ha dovuto sottolineare come ulteriori legittime aspettative – credo di aver annotato bene le sue parole – potranno trovare riscontro attraverso un processo graduale. Questo è già un passo avanti rispetto alla notoria «annuncite» che è insita negli esponenti del Governo Renzi, in modo principale nel Presidente del Consiglio. Infatti, di solito si viene qua e si annuncia una cosa che, poi, non trova alcun tipo di riscontro nella realtà.
  Resta intatta, onorevole sottosegretario, non solo la legittimità della protesta del sindacato autonomo, che, insomma, fa il suo mestiere, quanto le legittime aspettative – come lei stesso le ha definite – da parte del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, perché oggettivamente l'equiparazione economica e previdenziale di questo importante Corpo rispetto agli altri Corpi di pubblica sicurezza non c’è. Oggi non c’è e lei stesso deve ammettere qui che forse ci sarà, nel senso che si sta lavorando affinché ci sia. Oggettivamente ci sono stati dei passi in avanti nel corso di questi ultimi sette, otto, dieci anni, diciamo dal 2004 in poi, dal passaggio dal regime privatistico a quello pubblicistico, ma ancora oggi l'equiparazione non c’è e ciò nonostante altri membri del Governo di cui lei fa parte abbiano dato rassicurazioni al Corpo dei vigili del fuoco.
  Certo, lei dice che oggi si sta aprendo il tavolo per il rinnovo del contratto. Mi fa un po’ paura il fatto che il Ministro Madia si occupi di una cosa così delicata, sinceramente, le dico la verità. Comprendo che lei non possa aggiungere altro, ma mi consenta di dire questo: noi riteniamo che su questi argomenti si debbano fare le cose sul serio, nel senso che il Corpo dei vigili del fuoco è un Corpo di persone serie, perbene, preparate, professionalmente assolutamente al top. È uno dei Corpi dei vigili del fuoco più preparati che ci sia in Europa, si occupa di compiti di straordinaria importanza. Si pensi alle notizie di questi giorni e agli incendi che scoppiano, più o meno dolosamente, dappertutto. Si tratta di un Corpo pronto a intervenire in situazioni di protezione civile, terremoti: tutte situazioni quotidianamente, purtroppo, presenti nel nostro Paese.
  Vista la serietà della risposta, noi riteniamo che le sue parole debbano essere prese sul serio, ma sappia lei, ma soprattutto il Governo di cui lei fa parte, che noi saremo pronti, qui, a vigilare affinché, almeno per i tre mesi che vi rimangono – visto che perderete il referendum e, quindi, ci saranno le dimissioni del Presidente del Consiglio – facciate ciò che lei oggi ha detto. Io penso che lei sia persona seria e, quindi, immagino che queste cose ulteriori si faranno, nell'interesse il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, ma soprattutto dei cittadini italiani, che quotidianamente usufruiscono del servizio di questi uomini e donne straordinari che portano il loro impegno a favore di situazioni davvero importanti.
  Ci sono delle tabelle che dimostrano che la differenza con il resto del comparto sicurezza è una differenza significativa, con perdite importanti sia di trattamento economico che di trattamento previdenziale. Io mi auguro che l'equiparazione economica e previdenziale vedrà tutto il Parlamento coinvolto allorquando il Governo avrà la capacità di portarla in Pag. 5quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Il deputato Andrea Maestri ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  ANDREA MAESTRI. Grazie, Presidente. Grazie, sottosegretario, per la risposta che ha voluto fornirci in quest'Aula odiernamente. Vorrei, anzitutto, ricordare che la nostra interrogazione segue un'altra interrogazione, sostanzialmente identica, del 9 febbraio 2016 e, tramite la Presidenza della Camera, vorrei richiamare il Governo ad una maggiore puntualità nella risposta agli atti di sindacato ispettivo. Poiché il sindacato ispettivo è una delle funzioni costituzionali che spettano all'opposizione parlamentare, credo che debba essere resa effettiva in tutta la sua potenza indagatrice dell'attività del Governo su questioni importanti come quella che stiamo affrontando oggi.
  La nostra soddisfazione non può che essere molto parziale rispetto alla risposta che ci viene dal Governo. Ci viene narrato un percorso di armonizzazione, di progressivo allineamento, che peraltro già conosciamo, ma prendiamo atto di questo percorso tendenziale. Noi, però, parliamo di qualcosa di ben più pregnante e oggettivamente significativo, cioè di parità di trattamento, che è una cosa diversa, che oggi non c’è. Parliamo di parità di trattamento retributivo e pensionistico che equipari effettivamente e pienamente il Corpo dei vigili del fuoco al personale degli altri Corpi dello Stato ad ordinamento civile. È una rivendicazione che tutte le organizzazioni sindacali afferenti al Corpo nazionale dei vigili del fuoco portano avanti da anni e che, in particolare, con intensità di approccio, porta avanti il sindacato autonomo Conapo. È un'esigenza sentita, perché parlare del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e della sua valorizzazione significa dare voce ai cittadini, in quanto i vigili del fuoco svolgono una funzione di prossimità, di aiuto alla cittadinanza proprio nei frangenti e nei momenti più delicati e più pericolosi che possono verificarsi. Si tratta spesso di professionalità tecniche di altissimo livello, di alto contenuto specialistico, che, proprio per questo, devono essere valorizzate nella loro attività di soccorso pubblico e nel loro essere componente fondamentale del sistema di Protezione civile, spesso anche per affrontare rischi non convenzionali, come quando si ha a che fare con l'uso di sostanze batteriologiche, chimiche, radiologiche. Penso, per esempio, agli interventi che i vigili del fuoco svolgono in casi di incidenti o infortuni sul lavoro in siti pericolosi, come i petrolchimici o simili.
  Si tratta, quindi, di una funzione fondamentale che deve essere valorizzata adeguatamente. Per questo insisto sul concetto di piena parità di trattamento. Non ci accontentiamo, non si accontenta il Corpo nazionale dei vigili del fuoco di una tendenziale, incerta, approssimativa armonizzazione e progressivo allineamento. Chiediamo una piena parità di trattamento perché il Corpo nazionale dei vigili del fuoco merita la massima valorizzazione da parte dello Stato.

(Iniziative volte a potenziare il presidio dei vigili del fuoco nell'area metropolitana di Catania, alla luce dei frequenti e gravi incendi registratisi – n. 3-01654)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Burtone e Albanella n. 3-01654, concernente iniziative volte a potenziare il presidio dei vigili del fuoco nell'area metropolitana di Catania, alla luce dei frequenti e gravi incendi registratisi (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato per l'interno, Gianpiero Bocci, ha facoltà di rispondere.

  GIANPIERO BOCCI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Gli onorevoli Burtone e Albanella richiamano l'attenzione su una serie di incendi che hanno interessato alcune aree degradate della città di Catania, e chiedono di conoscere quali iniziative Pag. 6si intendano porre in essere per rafforzare il presidio dei vigili del fuoco e per attivare, d'intesa con l'amministrazione comunale, un piano di riqualificazione delle zone interessate. Effettivamente l'estate dello scorso anno in vari quartieri disagiati di Catania si sono registrati degli incendi, e purtroppo in un caso, precisamente il 9 giugno, all'interno di un casotto andato a fuoco nel giardino Bellini è stato rinvenuto un cadavere carbonizzato, identificato in un cittadino rumeno senza fissa dimora, il quale utilizzava il sito come rifugio notturno, illuminandolo con ceri e candele. L'evento è stato immediatamente domato grazie all'intervento dei vigili del fuoco.
  Riguardo al vasto incendio divampato nel campo rom ubicato in Via Madonna del Divino Amore, le indagini, sempre svolte dalla Polizia di Stato, hanno consentito di accertare, attraverso le testimonianze rese dagli abitanti del campo stesso, che il fuoco sarebbe stato innescato dalla caduta di una candela accesa su un materasso. Sul posto sono intervenute naturalmente ben 11 squadre dei vigili del fuoco, con l'impiego di 15 automezzi; l'operazione di soccorso è durata oltre 36 ore, e si è conclusa nel primo pomeriggio del giorno successivo.
  In ordine poi all'incendio del successivo 3 agosto, che ha coinvolto un immobile comunale in disuso in viale Africa, riferisco che le cause dell'evento sono ancora in fase di accertamento giudiziario. Anche in questo caso, l'immediato intervento dei vigili del fuoco ha consentito di circoscrivere l'area e domare le fiamme.
  Tornando all'incendio più complesso, quello del campo rom, informo che non si sono verificate combustioni di sostanze pericolose tali da rendere necessaria l'evacuazione della popolazione: è stato sufficiente disporre la temporanea interdizione delle aree limitrofe e consigliare il riparo al chiuso. Comunque, per la verifica di aspetti connessi alla salubrità dell'aria, sono stati interessati altri soggetti, ad iniziare dall'Agenzia regionale per la protezione ambientale, dalla quale non sono pervenute segnalazioni di criticità. Soggiungo per completezza che la medesima area, vasta circa due ettari, dove nel frattempo era stato ricostituito il campo rom, è stata interessata dieci giorni fa da un nuovo incendio avente caratteristiche del tutto identiche a quello appena descritto: l'insediamento è andato completamente distrutto.
  Nel fronteggiare problematiche scaturite da questo ed altri incendi sviluppatisi nell'area urbana, il 18 luglio scorso si è tenuto presso la prefettura di Catania una riunione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. In tale sede, il sindaco di Catania ha comunicato da un lato di aver diffidato i proprietari delle aree dove sorgeva il campo a mettere in sicurezza i terreni per evitare che vi accedano altre famiglie rom, e dall'altro di avere individuato un sito di proprietà comunale nella zona industriale a sud della città dove allocare un insediamento stabile per le famiglie della predetta etnia. Nella circostanza è stata sottolineata la necessità di evitare che il nuovo insediamento si trasformi in una baraccopoli: a tal fine, si è concordato che il comune indirizzi verso tale area soltanto famiglie in possesso di roulotte o caravan.
  Nell'atto di sindacato ispettivo gli onorevoli in questione fanno riferimento anche ad una baraccopoli di viale Africa, collocata in realtà nel vicino corso Martiri della Libertà.
  Rappresento che l'insediamento è stato sottoposto ad una serie di interventi di sgombero e di bonifica, ed è oggetto di uno specifico progetto di riqualificazione sulla base di una convenzione stipulata tra il comune di Catania e i proprietari privati.
  Quanto alla richiesta di potenziamento della presenza dei vigili del fuoco sul territorio, evidenzio che l'organico teorico del comando provinciale è stato incrementato di 42 unità di personale operativo non specialistico: pertanto, esso consta attualmente di 494 unità di personale non specialistico e di 59 unità di personale specialistico, ossia elicotteristi, nautici e radioriparatori. Le presenze effettive ammontano rispettivamente a 450 e a 57; la carenza di organico, pari a meno dell'8 per Pag. 7cento, sarà compensata in parte attraverso l'attuazione della procedura di mobilità in via di imminente definizione, in connessione con l'assegnazione alle sedi di servizio dei vigili del fuoco che hanno appena, mercoledì scorso, terminato il settantasettesimo e settantottesimo corso di formazione.

  PRESIDENTE. Il deputato Giovanni Burtone ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signora Presidente, io mi dichiaro soddisfatto della risposta del sottosegretario: sono state dette cose puntuali, precise. Ci sono stati questi incidenti lo scorso anno a Catania, l'interrogazione purtroppo è datata; però sotto certi aspetti è anche attuale. Ringrazio il sottosegretario per averla resa tale, perché ha dato una serie di indicazioni molto opportune, che io riprenderò nel mio intervento.
  Intanto confermo che questi incidenti ci sono stati: alcuni si sono verificati casualmente, per altri, signor sottosegretario, lei lo ha accennato, ci sono degli interventi investigativi che ipotizzano anche del dolo, un dolo che sotto certi aspetti potrebbe avere le caratteristiche negative del razzismo. Comunque noi sappiamo che l'amministrazione comunale è intervenuta per superare questa presenza di baraccopoli: c’è stato un trasferimento nell'area industriale, in una parte della zona industriale. Non c’è dubbio però che questo problema va seguito: in modo particolare a noi stanno a cuore le vicende dei bambini che vivono in questi siti, e l'impegno deve essere quello di obbligare i genitori a mandarli a scuola, perché ci possa essere un processo di integrazione. Va effettuato un intervento strutturale per evitare che vivano in condizioni inaccettabili sul piano igienico-sanitario, ma il problema è innanzitutto sociale; e io credo, spero che l'amministrazione comunale di Catania in questo continui un'azione importante che finora ha sostenuto.
  La ringrazio pure per aver seguito personalmente il potenziamento del Corpo dei vigili del fuoco, che sono stati importanti. Noi sappiamo che purtroppo – e qui mi permetto di svolgere una considerazione più ampia rispetto all'interrogazione – in questi mesi, in questi ultimi mesi c’è stata un'ulteriore presenza di incendi nel Mezzogiorno: l'altro giorno nell'area del Vesuvio sono andati in fumo migliaia di ettari di pianta mediterranea, nella zona del Metapontino e nella collina materana; in Sicilia in maniera assai grave si sono verificati incendi nel golfo di Cefalù, un'area pregevole sul piano ambientale, ma anche nell'area dell'Etna, un bene dell'umanità sottoposto ai vincoli del dell'UNESCO. Questi incendi sono stati tutti di natura dolosa: una mano criminale, perché sappiamo che ci sono stati roghi che sono partiti in maniera sinergica e i danni sono stati rilevanti, gravissimi: perdita di flora, di fauna. Indubbiamente qualcuno pensa di poter speculare, forse nel futuro. Noi sappiamo che ci sarà una vigilanza attenta del Governo ma anche delle istituzioni locali, e si spera che possano essere trovati non soltanto gli esecutori ma chi ha pensato questo grave fatto così criminale. Faccio l'ultima considerazione, che riguarda, signor sottosegretario, quello che è avvenuto a Calatabiano. La settimana scorsa c’è stato un incendio che ha fiancheggiato uno dei castelli più belli, un castello arabo-normanno, e successivamente è stata danneggiata la condotta che porta l'acqua a Messina, con gravi danni per quella comunità. Noi sappiamo che il comando dei carabinieri sta operando – il capitano Moschella, di Giarre, ma anche il maresciallo Curcuruto – per individuare coloro i quali hanno sabotato. È un delitto gravissimo, perché viene privata una comunità, quella di Messina, dell'acqua; ma ci sono affari ed intrecci che vanno scoperti, perché quello che si è verificato è gravissimo. Ecco perché confidiamo nell'azione di sostegno del Ministero dell'interno, affinché possano essere trovati i colpevoli di questo grave atto.

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(Iniziative volte a promuovere una revisione della politica economica europea secondo principi di equità e flessibilità – n. 2-00673)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Sorial n. 2-00673, concernente iniziative volte a promuovere una revisione della politica economica europea secondo principi di equità e flessibilità (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  Chiedo al deputato Sorial se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica. Prego, onorevole, ne ha facoltà.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Presidente, l'interpellanza che finalmente abbiamo l'occasione di discutere affronta la questione dell’export tedesco, da anni oltre, ampiamente oltre, la soglia prevista per la regolamentazione europea nell'ambito del cosiddetto six pack, che dovrebbe garantire in teoria l'equilibrio economico del vecchio continente ma che, come ben sappiamo, è andato in una direzione completamente differente. C’è una questione di merito, nel senso che chi sfora il parametro del surplus commerciale – che dovrebbe essere limitato sotto il 6 per cento – per tre anni consecutivi, incorre nella possibilità di sanzioni. Sempre di più, però, ancora una volta, vediamo che quando è la Germania che in qualche modo viola le regole che essa stessa è stata protagonista nello scrivere, essa stessa, visto che poi fa da controllore e anche da istigatore, nel momento in cui c’è bisogno di sanzionare alcuni Paesi, non viene sanzionata, e si ritrova in una condizione di totale tranquillità. In tali regole non si parla solo di deficit e debito, come sappiamo bene, ma anche di equilibrio delle parti correnti, cioè la somma degli scambi commerciali con l'estero, dunque non si può avere un rosso superiore al 3 per cento del PIL per più di tre anni di fila, come ben sappiamo purtroppo in Italia, ma ugualmente – ugualmente ! – non si dovrebbe avere un surplus superiore al 6 per cento. Secondo i dati forniti il 9 luglio scorso dall'Ufficio federale di statistica tedesco, per la prima volta in assoluto nella storia dell’export tedesco, questo ha raggiunto e di poco superato a luglio il valore simbolico di 100 miliardi di euro in un solo mese, anche andando contro le eventuali richieste che erano arrivate nei mesi dal Fondo monetario internazionale, dalla Commissione europea e da vari economisti, che erano proprio critici per il fatto di importare di più per sostenere i Paesi dell'Unione europea con economie più deboli. Questo era l’incipit della nostra interpellanza, presentata il 12 settembre del 2014. Allora, potremmo sperare che, in qualche modo, in questi due anni che ormai sono passati, il problema dell’export tedesco fosse stato risolto, invece è sempre lì: a febbraio di quest'anno la Germania ha avuto un record nel surplus commerciale, naturalmente superando e sforando qualsiasi altro dato. L'Unione europea ha chiesto da tempo a Berlino di ridurre il peso delle esportazioni, per non ampliare la frattura con gli altri Paesi dell'eurozona, ma il 2015 si è chiuso con un nuovo record, ossia un avanzo commerciale di 248 miliardi di euro, con un differenziale rispetto al 2014 del 6,4 per cento.
  Vorrei sottolineare che il problema non è tanto la regolina e se la Germania infrange la regolina o meno; il fatto è che questa regolina infranta dalla Germania crea un sacco di problemi e un sacco di squilibri, anche a livello economico, per il nostro Paese. Ma andiamo con ordine: le vendite all'estero, in Germania, si sono attestate a 1.196 miliardi di euro, per l'appunto in crescita del 6,4 per cento, e le importazioni, a differenza, hanno toccato il livello massimo storico di 948 miliardi di dollari, in progresso del 4,2 per cento. Quando un'industria tedesca vende un bene a un'azienda spagnola, in un certo senso sottrae ricchezza all'economia iberica: tutti i vantaggi della transazione sono sul territorio e naturalmente nei conti correnti della controparte industriale tedesca. La Germania era considerata locomotiva che doveva tirare l'Europa, ma, da un certo punto di vista, più che tirare l'Europa, ha tirato se stessa e ha continuato Pag. 9ad avvantaggiarsi di una serie di differenze economiche, che si sono poi rivalse direttamente sul peso della moneta unica e soprattutto sul peso della Germania stessa. Nel 2015 tutte le aree del mondo hanno acquistato di più dalla Germania; le esportazioni verso i Paesi UE sono cresciute del 7 per cento su base annua, raggiungendo circa 700 miliardi, mentre quelle verso il resto del mondo hanno registrato un incremento del 5,6 per cento. Automobili, macchine utensili e prodotti chimici sono i settori che hanno maggiormente contribuito al successo del made in Germany, ma sappiamo che erano per l'appunto i settori industriali dove le nostre imprese erano le eccellenze, dove le nostre imprese, le industrie bresciane, lombarde, italiane, tutte le industrie nazionali, prima della moneta unica e di questi squilibri economici applicati in questa maniera dai vincoli economici, potevano competere e avere la loro quota di mercato in questi settori. Ho parlato di quelle bresciane perché mi è venuto in mente il settore della meccanica, ma tutte le industrie bolognesi, per quanto riguarda l’automotive, e tutte le industrie che si occupano di macchine utensili e di prodotti chimici sull'intero territorio nazionale ne hanno risentito, proprio perché la Germania ha sfruttato in maniera veramente nazionalistica, ma controproducente per tutti gli altri Paesi, un certo vantaggio economico che aveva. La Germania si impegna tanto ogni giorno perché le regole dell’austerity vengano applicate dai Paesi europei, ma poi le stesse regole, che fanno parte comunque del pacchetto dell’austerity e fanno parte di tutti quei vincoli di bilancio ed economici che sono stati inseriti, non vengono poi rispettati dalla Germania quando è questa a trarne vantaggio. Sappiamo che l'Unione europea ha parlato di svalutazione della moneta unica come soluzione in alcuni casi della crisi; si sono intentate delle azioni che avevano l'obiettivo scritto su carta di reindirizzare tutte le imprese, anche con liquidità sul circuito, a poter competere, ma sappiamo che poi, in molti casi, in tutti i casi, queste azioni non hanno portato nessun vantaggio per le imprese. Anzi, come è successo con le varie iniezioni di liquidità, questi soldi sono rimasti all'interno del circuito finanziario. Del resto, questo è un atteggiamento che pone la Germania in una condizione sì di supremazia, ma da sola; e nel momento in cui la Germania continua a correre così, svantaggiando in maniera diretta gli altri Paesi e l'economia dei Paesi che la circondano, poi sappiamo che, in alcuni casi nella storia, questo ha portato Paesi del genere a trovarsi in situazioni di isolamento totale, che non sempre riportano il Paese stesso a una vittoria.
  La Germania è stata invitata alla correzione, a fine 2013, dalla Commissione europea, e fortemente criticata, come già detto, dal Fondo monetario internazionale e Stati Uniti, ma, come rilevano alcuni centri studi, non hanno fatto nulla per ridurre il surplus. È questo un atteggiamento che pone la Germania in una posizione opposta all'appellativo che spesso riceve, ovvero quello di locomotiva d'Europa: una locomotiva, se sta in testa, dovrebbe per l'appunto trainare tutto il resto delle carrozze, dei vagoni, ma così non fa, perché, esportando più del consentito, la Germania tecnicamente sottrae ricchezza agli altri Paesi anziché darla, incrementando così i già forti squilibri a livello di Paesi dell'eurozona. Gli squilibri commerciali tra i Paesi non possono e non devono essere ignorati. L'obiettivo anche del Fondo monetario internazionale, che non mi piace citare qui ma in questo senso ha anche in qualche modo ragione, è quello di dare fiducia agli Stati membri, rendendo disponibili adeguate garanzie alle risorse del Fondo per affrontare difficoltà della bilancia dei pagamenti. Ancora una volta sono obiettivi scritti su carta, che sono anche tra gli obiettivi statutari, che però poi non trovano corrispondenza in quelle che sono le direzioni che vengono date all'interno dell'Unione europea. L'atteggiamento della Germania, analizzando in profondità il dato delle partite correnti, è l'esatto opposto di quello degli Stati Uniti che da anni generano un saldo delle partite correnti negativo Pag. 10rispetto al PIL e, quindi, assurgono, per certi versi, al ruolo di locomotiva dell'economia globale, mettendo ricchezza netta e permettendo a molti Paesi di esportare. La Germania dovrebbe forse convertire al più presto la propria economia dall’export, ai consumi e agli investimenti, per aiutare veramente ed essere membro dell'Eurozona nel suo complesso, in modo da permettere di uscire dalla spirale contro cui essa stessa combatte. L'alternativa di fronte a nuove dosi di deflazione, dichiara qualcuno, equivale ad un'eutanasia per l'euro. Però, il problema è semplice; in un'ottica keynesiana la crisi economica, erodendo i risparmi dei cittadini, ha battuto la domanda interna dei Paesi europei e i Governi, che dovrebbero sostituirsi agli investimenti privati per rilanciare la domanda, hanno le mani legate dal Patto di stabilità e dalle politiche di austerity imposte proprio dai Paesi creditori. L'unica componente della domanda aggregata che potrebbe rilanciare la crescita sono le esportazioni. Chi dovrebbe comprare in quest'ottica ? Chi cresce, chi sta crescendo, cioè la Germania, che invece di comprare, cioè importare, continua a vendere, ad esportare. Questo modello dal punto di vista tedesco funziona; il grande surplus commerciale è ciò che permette alla Germania di crescere, nonostante un'Europa ancora in recessione. I motivi strutturali che la rendono tanto competitiva sono innanzitutto tre: salari tenuti bassi (dal 1995 oggi sono cresciuti nominalmente di 21 punti percentuali in meno rispetto alla media dell'eurozona), il tasso di cambio debole e una bassa inflazione.
  Noi naturalmente critichiamo questi punti e ci rendiamo conto che i suddetti hanno unicamente una direzione, che è quella della Germania, quella del modello tedesco, e per questo chiediamo al Governo se sia consapevole di tutti questi dati esposti – e io immagino di sì – ma se non consideri soprattutto che sia urgente attivarsi e capire che intenzioni abbia, da questo punto di vista, il Governo, in modo che si chieda alla Germania di rendere conto del suo comportamento in sede europea per fare in modo che le regole, che in questo caso avvantaggerebbero il nostro Paese, vengano rispettate dalla Germania altrimenti ci ritroviamo sempre a dover noi sottostare a dei vincoli di bilancio e a dei vincoli finanziari e poi quando devono essere gli altri a sottostare ad alcuni vincoli noi ci troviamo doppiamente fregati (dicono «cornuti e mazziati» in una parte d'Italia). Allora si chiede, per l'appunto, di capire in che modo il Governo voglia sottolineare questi aspetti anche a livello internazionale e in che modo il Governo pensi di intervenire in sede europea per difendere i diritti del nostro Paese contro le violazioni da parte della Germania perché quelle stesse sanzioni che noi continuiamo a ricevere vengano qualche volta applicate anche a quegli Stati come la Germania che poi non rispettano le regole sull’export.

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Sandro Gozi, ha facoltà di rispondere.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Io vorrei ringraziare l'onorevole Sorial per aver posto quest'interpellanza al Governo. Comincio dalla parte finale del suo intervento, cioè il lavoro che il Governo ha fatto sin dall'inizio della sua attività e soprattutto sin dall'inizio del semestre di presidenza italiano per affrontare i due temi evocati (il primo è il tema di un'applicazione più intelligente e più favorevole agli investimenti e alla crescita del Patto di stabilità e di crescita e il secondo è quello della persistenza del surplus della bilancia delle partite correnti della Germania). Inoltre, ho sentito l'onorevole Sorial parlare di sanzioni legate al bilancio. Non so a cosa si riferisca, perché il Governo italiano non è mai stato oggetto di sanzioni per quanto riguarda le procedure di deficit e di debito.
  Ci sono due passaggi molto importanti: il primo, meno recente ma fondamentale per rispondere alla seconda parte dell'intervento Pag. 11dell'onorevole Sorial, è la comunicazione della Commissione europea sulla flessibilità del gennaio 2015, perché è stato il prodotto e l'espressione concreta di un primo cambio di passo in Europa a cui la Presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea ha molto contribuito, all'interno di un contesto più generale che ha rimesso al centro del tema della governance economica la crescita, gli investimenti e l'occupazione. Il secondo passaggio, che si collega ad alcuni temi evocati dall'onorevole Sorial, è il recente giudizio della Commissione sul programma di stabilità 2016 dell'Italia, con il quale l'Italia ha visto riconosciuta proprio la richiesta di flessibilità e, cioè, l'applicazione più favorevole alle riforme strutturali, agli investimenti e, quindi, alla crescita nel raggiungimento degli obiettivi di bilancio perché, in coerenza con la comunicazione della Commissione europea sulla flessibilità del gennaio 2015, l'Italia ha richiesto 0,5 punti di PIL per le riforme strutturali, 0,3 per gli investimenti pubblici e 0,2 per le spese relative all'emergenza immigrazione. Tali richieste, a condizione di rispettare l'impegno sui saldi di bilancio per gli anni successivi, sono state completamente accordate dalla Commissione all'Italia. Questo vuol dire che quando si hanno chiari i propri interessi nazionali i risultati alla fine si ottengono anche in vigenza delle regole indicate dall'onorevole Sorial.
  Invece, sullo specifico tema dell'avanzo delle partite correnti della Germania, io vorrei innanzitutto sottolineare come il tema stia ricevendo una crescente attenzione da parte delle principali organizzazioni economiche internazionali oltre che della Commissione Europea (penso all'OCSE e al Fondo monetario internazionale). In Europa la questione è già oggetto di monitoraggio nell'ambito della procedura sugli squilibri macroeconomici. L'evoluzione della bilancia delle partite correnti è uno degli indicatori di questa procedura e valori superiori o inferiori rispetto alla soglia del 4 per cento del PIL possono infatti configurare uno squilibrio economico per il Paese in questione. Questo è il caso della Germania, che con il suo avanzo ben superiore al 6 per cento è collocata, da due anni, tra i Paesi con uno squilibrio macroeconomico. A livello europeo la Commissione ha mostrato, nell'ultimo anno, una posizione sempre più severa sul surplus tedesco, ribadendo la necessità di una sua correzione, e il Governo italiano ha sempre sostenuto la Commissione nel ribadire gli effetti negativi del surplus tedesco. Del resto, come viene evidenziato nell'ultimo contributo del Governo italiano, cioè «Una strategia europea condivisa per crescita, lavoro e stabilità», l'Italia ritiene essenziale che, nella correzione degli squilibri macroeconomici, gli sforzi dei Paesi con un deficit delle partite correnti siano affiancati da eguale impegno da parte dei Paesi in surplus. Questo va esattamente nella direzione auspicata dall'onorevole Sorial.
  Per quanto riguarda le posizioni negoziali della Germania, il Governo italiano ha più volte evidenziato che, per uscire in maniera sostenibile dalla crisi, sono necessari tanto gli sforzi dei singoli Paesi, che devono procedere con le riforme strutturali, quanto degli altri Paesi che hanno un surplus commerciale e il tema dello stimolo maggiore alla domanda interna tedesca è stato posto più volte dal Governo italiano. Noi riteniamo, inoltre, che la crescita, tanto dell'Italia quanto dell'intera Unione europea, sia legata, quindi, da un processo virtuoso sinergico: da una parte, riforme strutturali per i Paesi che devono rafforzare in particolare la loro competitività; dall'altra, il rafforzamento della domanda interna e dei Paesi che sono, come appunto innanzitutto la Germania, in squilibrio commerciale. Noi riteniamo che questi due tipi di politiche si rafforzino a vicenda e vadano quindi portati avanti in parallelo.
  Quindi, ritengo che il tempo abbia dato una risposta concreta, almeno una prima risposta concreta, ai punti sollevati dall'onorevole Sorial. Noi abbiamo sfruttato al massimo il ruolo che ci dava il semestre di presidenza per andare verso un primo cambio di passo delle politiche economiche e siamo ovviamente impegnati ad Pag. 12espandere e a rafforzare ancora di più questo cambiamento, che per noi è solo l'inizio di una nuova politica economica che deve essere molto più finalizzata alla strategia della crescita degli investimenti e della lotta contro la disoccupazione. Certamente c’è già un cambio di passo tra il decennio dell'austerità della Commissione Barroso e questo primo inizio di un nuovo ciclo politico dell'Unione europea dal 2014 ad oggi.

  PRESIDENTE. Il deputato Sorial ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Grazie Presidente. Io, per definire il mio stato nei confronti della risposta del Governo, voglio articolare la mia replica su due parti fondamentali: la prima farà un ragionamento logico per dichiarare naturalmente che non sono soddisfatto e la seconda prenderà dal punto di vista tecnico e dei contenuti quello di cui abbiamo parlato finora. Dal punto di vista logico, se dal settembre 2014, mese in cui è stata presentata questa interpellanza e sono stati scritti questi dati, a luglio 2016 in realtà il problema non si è risolto, vuol dire che qualcosa non è andata come doveva andare, anche perché, nel frattempo, la Presidenza del Consiglio dei ministri italiana ha avuto la Presidenza del semestre europeo e in realtà non è cambiato assolutamente niente. Noi eravamo qui, sottosegretario, durante il semestre a guida italiana e non è cambiato niente. Noi abbiamo più volte sollecitato il fatto che si utilizzasse quel periodo e quei sei mesi per dare un'impronta completamente differente, ma in realtà si è continuato a far finta di nulla. Si è continuato ad assecondare quella volontà di egemonia a guida tedesca che ci riporta nella condizione di dire che, da due anni a questa parte, i dati delle esportazioni della Germania non sono rientrati all'interno di quei parametri che permettono alle nostre imprese di poter affrontare il mercato estero esportando, anzi hanno continuato a peggiorare la situazione. E purtroppo c’è una grandissima responsabilità di tutto ciò del nostro Governo e del nostro Paese nell'affrontare questa situazione. Se noi qua, in quest'Aula, continuiamo a dichiarare una cosa che è completamente differente da quella che succede poi a livello della Commissione europea e delle istituzioni europee, noi non è che prendiamo in giro noi stessi e non prendiamo in giro, guardi, neanche i cittadini, ma prendiamo in giro quelle imprese, quei lavoratori e quei settori industriali italiani che da questa situazione hanno subito i danni più grandi che potevano avere, affrontando la situazione economica attuale. L'Italia è stata alla guida del semestre europeo, ma noi non vediamo questi cambiamenti e non vediamo questo cambio di direzione e questo cambio di passo perché la preponderanza tedesca e la prepotenza anche tedesca sui mercati internazionali è stata sempre motivo d'orgoglio per Berlino. Sinceramente, non hanno mai nascosto questo gran motivo d'orgoglio e, anzi, hanno rafforzato la propria posizione in barba a tutti gli altri Paesi e in barba a tutto quello che gli altri Paesi e l'Italia in particolar modo avrebbero dovuto fare e avrebbero dovuto chiedere.
  Il tema non è poi delle riforme strutturali. Si tende secondo me, secondo il mio modesto parere, a voler utilizzare il tema delle riforme strutturali per poi portare lentamente verso un ragionamento di altro tipo di riforme, che sono le riforme che stiamo affrontando nel nostro Paese e che affronteremo anche con un referendum nel prossimo autunno e vedremo quando sarà la data. Le riforme che devono essere fatte sono riforme di tipo economico-occupazionale. E quando dico economiche e occupazionali non parlo sicuramente del Jobs Act, ma parlo di riforme che ritornino a dare quel potere d'acquisto alle famiglie, che rigenerino quella domanda interna che serve a rafforzare la posizione delle nostre imprese e che soprattutto tutelino i diritti delle imprese nel momento in cui devono affrontare dei mercati come quelli internazionali. E questo non viene fatto, non è stato fatto. Si è provato a immettere liquidità, come abbiamo già detto, sul Pag. 13mercato. Si è provato a immettere liquidità, attenzione, non tanto sul mercato e sulla domanda interna, ma si è provato a immettere liquidità per dare credito alle imprese attraverso le banche, mantenendo questa liquidità nel settore e nel circolo finanziario e questi soldi, come già hanno lamentato varie volte le imprese, non sono minimamente arrivati alle imprese stesse.
  Sono considerazioni e sono riflessioni che non sono solamente mie, ma ci sono fior fiori di economisti che fanno queste riflessioni; ci sono fior fiori di esponenti a livello internazionale che continuano a fare queste critiche, che continuano a spiegare perché non potremo mai superare i problemi che attanagliano il nostro Paese se non affrontiamo in maniera decisa questa problematica, soprattutto perché ci sono Paesi che, oltre alla situazione economica, stanno sfruttando, come la Germania stessa, anche una situazione logistica e una situazione di sbocchi su alcuni mercati e una situazione politica che il nostro Paese non può in alcun modo affrontare per una serie di motivazioni.
  Dopo anni di declino economico, l'Italia starebbe diventando, tra l'altro, l'ennesimo terreno di caccia per i Paesi forti a livello europeo. Non devo sicuramente ricordarle, sottosegretario, il fatto che proprio in questi giorni noi stiamo svendendo i nostri asset, gli asset nazionali. Io sono nella Commissione bilancio e proprio in Commissione negli scorsi giorni abbiamo discusso ancora una volta della privatizzazione di un altro pezzo di Poste che se ne va. È indubbio tutto quello che è stato fatto dal punto di vista delle privatizzazioni su asset strategici come le infrastrutture strategiche che abbiamo, che sono state anche queste svendute, in parte ai cinesi, in parte al miglior offerente. E ci ritroviamo in una situazione in cui tutti quegli asset che potevano dare anche un orgoglio a livello nazionale sono stati persi negli anni. E persi non tanto per fare cassa e poi fare quelle riforme economiche e occupazionali di cui abbiamo bisogno, ma persi perché poi i proventi di queste privatizzazioni vengono buttati in un buco nero che è chiamato Fondo di ammortamento del debito pubblico. Un debito pubblico che oggi sfiora i 2 mila miliardi di euro. L'ultima privatizzazione di Poste porterebbe a un incasso stimato di 2 miliardi di euro che poi buttiamo in un buco nero sperando di poter in un qualche modo diminuire il debito pubblico. È un controsenso; è un controsenso sottostare a tutte queste imposizioni e sottostare a queste regole, darci questa direzione da un punto di vista economico e poi ritrovarci in una situazione di squilibrio e di svantaggio nei confronti di tutti quei Paesi che poi giustamente fanno il loro interesse.
  Ecco, noi non dovremmo in alcun modo – ed è per questo che colgo l'occasione di farlo ancora qua in quest'Aula – lasciar correre su situazioni del genere. Bisognerebbe fare veramente qualcosa per evitare di essere ulteriormente impoveriti da regole assurde che arricchiscono chi non le rispetta e impoveriscono chi in qualche modo continua a sottostare a dei vincoli di bilancio che sono altresì assurdi. Per questo motivo, mi dichiaro non soddisfatto della risposta dell'interpellanza e coglierò l'occasione anche in altre sedi per poter riportare l'attenzione sul problema e cercare di risolvere questa annosa situazione.

(Iniziative in relazione al recupero degli sgravi contributivi riconosciuti alle imprese operanti nelle aree di Venezia e Chioggia, alla luce della procedura di infrazione attivata in sede europea per violazione della normativa sugli aiuti di Stato – nn. 3-01947 e 3-01952)

  PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Mognato ed altri n. 3-01947 e Rostellato ed altri n. 3-01952, concernenti iniziative in relazione al recupero degli sgravi contributivi riconosciuti alle imprese operanti nelle aree di Venezia e Chioggia, alla luce della procedura di infrazione attivata in sede europea per violazione della normativa sugli aiuti di Stato, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).Pag. 14
  Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Sandro Gozi, ha facoltà di rispondere.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie Presidente. Io ringrazio gli onorevoli Rostellato e Mognato. Quello di Venezia e Chioggia è certamente uno dei casi che noi non avremmo voluto ereditare; è uno dei casi che vogliamo che, nel nostro modo nuovo di fare politica europea e anche di gestire il contenzioso sugli aiuti di Stato, non accada in futuro. E del resto anche per questo abbiamo appena siglato con la Commissione, con la commissaria Vestager, un nuovo partenariato per evitare che le imprese debbano essere poi le principali destinatarie di danni che possono derivare da una conduzione non perfettamente efficace del contenzioso sugli aiuti di Stato. È un esempio di ciò che non va fatto e che il Governo italiano non vuole più fare. Sono dei nodi che, come gli interroganti sanno bene, sono venuti al pettine e abbiamo dovuto noi districare.
  Con la pronuncia del 17 settembre 2015, l'Italia è stata condannata in via definitiva per un contenzioso che risale alla fine degli anni Novanta. La Corte di giustizia ha statuito che la Repubblica italiana, non avendo dato esecuzione alla sentenza del 6 ottobre 2011 – io ricordo bene le date perché spiegano bene come sia stato irresponsabilmente trascurato questo tema – e quindi essendo venuta meno, l'Italia, all'obbligo del recupero degli aiuti di Stato concessi alle imprese operanti nei territori di Venezia e Chioggia, è condannata a pagare. Nello specifico, la Corte di giustizia ha condannato l'Italia al pagamento di ingenti sanzioni pecuniarie: 30 milioni di euro a titolo di sanzione forfettaria e 12 milioni di euro per ogni semestre di ritardo nell'esecuzione della sentenza. Ricordo che la sentenza è del 2011. Ma abbiamo margini, in base allo stesso Trattato di Lisbona, e dobbiamo dare esecuzione alla sentenza.
  Vi ricordo che, in questo caso, non può essere lo Stato a pagare, altrimenti, apriremmo un nuovo caso di aiuti di Stato. Al riguardo, il paragrafo 61 della sentenza chiarisce che per dare esecuzione alla sentenza, lo Stato ha due strade: quella del recupero, per cui l'impresa restituisce l'aiuto, o quello della liquidazione giudiziale dell'impresa, per cui l'impresa viene posta in liquidazione giudiziale, appunto. Ad oggi, sulla base della prima opzione, è in corso l'esecuzione della sentenza. Abbiamo già provveduto – gli interroganti lo sanno bene – al pagamento della forma forfettaria della sentenza di condanna; quindi, resta da completare l'esecuzione del recupero degli aiuti, sia per la parte capitale che per la parte degli interessi.
  Per quanto concerne il recupero della sorte capitale degli aiuti siamo già a buon punto; resta, invece, da definire la questione relativa agli interessi, sui quali io stesso ho più volte parlato con i rappresentanti territoriali delle varie categorie delle imprese interessate. Finora, siamo rimasti fermi sulla questione degli interessi per delle ragioni che si stanno rivelando, anche grazie ai lavori del Parlamento, valide, perché vi sono varie opzioni sul tavolo legate ai vari metodi ipotizzabili. Il Consiglio di Stato si è riservato ogni decisione in merito, rinviando ad una successiva udienza, con riferimento alla quale, tuttavia, non è ancora intervenuto il provvedimento di fissazione.
  Nel frattempo, però, il Parlamento ha approvato, in Commissione lavoro alla Camera, in sede legislativa, il provvedimento emendato in materia di modalità di pagamento e criteri di calcolo degli interessi sulle somme dovute per gli aiuti di Stato dichiarati incompatibili con la normativa europea, concessi sotto forma di sgravio, nel triennio 1995-1997, in favore delle imprese operanti nei territori di Venezia e Chioggia, prevedendo che vengano applicati gli interessi semplici. Il provvedimento passerà ora al Senato.
  Il Governo è pienamente d'accordo sul fatto che occorra applicare gli interessi semplici e ritiene che questa interpretazione sia pienamente coerente con la sentenza della Corte giustizia del 3 settembre 2015, come, del resto, in via informale, abbiamo già avuto modo, come Governo italiano, Pag. 15di far sapere alla Commissione europea, con la quale c’è un dialogo e un negoziato continuo, ovviamente, su questo, come sugli altri casi di aiuti di Stato. Dirimente sarà senz'altro la pronuncia del Consiglio di Stato, una volta ottenuta la quale occorrerà procedere celermente al recupero.
  Venendo, poi, ai rilievi presentati dall'interrogazione dell'onorevole Mognato, la questione dell'imputazione dell'aiuto alle cooperative nel loro complesso o, invece, alle singole imprese associate è stata decisa dal Consiglio di Stato, con la sentenza del 16 giugno 2015. Il Consiglio di Stato ha ricostruito il rapporto giuridico tra le società cooperative e le singole imprese associate, nel senso che le cooperative e non le singole imprese associate, secondo il Consiglio di Stato, devono essere considerate come le beneficiarie effettive degli aiuti e, quindi, tale ricostruzione non può comportare l'applicazione dell'esenzione de minimis alle cooperative della pesca. Anche di questo avevamo discusso, sia voi parlamentari che noi e il sottoscritto come membro del Governo, con i rappresentanti della categoria, ma, nel frattempo, è intervenuta la sentenza del Consiglio di Stato. Dal che ne deriva che le autorità italiane sono tenute a recuperare gli aiuti di cui hanno beneficiato le cooperative della pesca.
  Quanto alla richiesta di derogare agli obblighi derivanti dalla giurisprudenza cosiddetta Deggendorf al fine di consentire nuovi interventi pubblici a favore delle imprese lagunari senza incorrere nei limiti imposti dalla normativa UE, non può essere considerata un'ipotesi percorribile, perché ricordo che la stessa Commissione europea, oltre ad aver rispettato pienamente – come altro non poteva fare – il principio Deggendorf elaborato dalla Corte di giustizia nelle norme che regolano la materia degli aiuti di Stato, ha altresì fatto applicazione dello stesso principio su uno dei punti qualificanti del Piano d'azione aiuti di Stato, che è collegato al nuovo Accordo di partenariato per i fondi strutturali del periodo 2014-2020, sottoscritto dal nostro Paese il 29 ottobre 2014, proprio per l'impiego dei fondi strutturali nel nuovo ciclo.
  Ne consegue che disattendere l'applicazione del principio, in previsione di nuovi interventi a sostegno delle imprese lagunari tenute alla restituzione, determinerebbe una nuova fase contenziosa con riguardo a tali nuovi interventi, che metterebbe a rischio – perché c’è una condizionalità esplicitamente affermata – la possibilità per il nostro Paese di ricorrere alle risorse dei fondi strutturali. Quindi, la via di disattendere il «principio Deggendorf» non è percorribile.

  PRESIDENTE. Il deputato Mognato ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione n. 3-01947.

  MICHELE MOGNATO. Grazie, Presidente. Io ringrazio il sottosegretario per la risposta e posso considerarmi soddisfatto. Lei, giustamente, richiamava la necessità di evitare che si ripetano situazioni di questo tipo, perché non si può lavorare così. Quindi, noi dobbiamo in tutti i modi mettere le imprese e chi usufruisce, naturalmente, di finanziamenti di non dover, poi, rincorrere ed essere sottoposti a penalità.
  Il lavoro che lei ha fatto, insieme ad altri componenti del Governo, è stato apprezzato: lo apprezziamo come parlamentari, ma lo ha apprezzato sicuramente anche il mondo delle imprese, perché è evidente che la soluzione su cui si è lavorato in Parlamento, che lei citava, approvata dalla Commissione lavoro in sede legislativa, consente il calcolo interessi semplici e non composti. Questo è un risultato importante, perché evita la possibilità di chiusura di oltre 160 imprese, sia della città di Venezia sia del comune di Chioggia – oggi, entrambi facenti parte della città metropolitana di Venezia –, con le ricadute pesanti che ci sarebbero state dal punto di vista occupazionale.
  Quindi, il calcolo interessi semplici consente a queste imprese di continuare a lavorare. Del resto, le stesse sentenze avevano Pag. 16detto che era possibile, modificando quanto stabilito dalla legge di stabilità 2013, consentire un'applicazione degli interessi su base nazionale: quindi, da questo punto di vista non c'era alcun vincolo.
  Adesso, l'importante è che il Senato calendarizzi al più presto questo provvedimento che è stato approvato e che, quindi, si arrivi – mi auguro subito dopo la pausa estiva – all'approvazione. Questo, come lei diceva, consente non solo – come ricordavo – di continuare l'attività delle imprese, ma consente anche allo Stato di evitare ulteriori penalità, quindi, con ricadute sul bilancio complessivo. Quindi, è un lavoro che dobbiamo fare in queste settimane, un lavoro importante e, naturalmente, nell'ambito delle vostre prerogative, delle sue prerogative, chiedo di dare una mano perché l'iter al Senato si svolga nel più breve tempo possibile.
  Le altre questioni che erano state poste nell'interrogazione riguardavano una valutazione che si faceva per verificare se erano possibili anche altre soluzioni, ma le risposte che lei ha dato, citando sia la sentenza del Consiglio di Stato sia le altre questioni, danno una risposta esaustiva alle questioni che avevo posto. Per questo la ringrazio e, ripeto, mi auguro che l'iter di approvazione al Senato sia il più rapido possibile.

  PRESIDENTE. La deputata Rostellato ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione n. 3-01952.

  GESSICA ROSTELLATO. Sì, grazie Presidente. Ringrazio anch'io il sottosegretariato Gozi per la risposta e per il lavoro che è stato fatto in questi anni ormai, perché è una questione che si trascina, che credo abbia seguito dall'inizio del suo mandato. Credo che, finalmente, non dico stiamo dando una risposta, ma, comunque, una svolta a questa situazione che si protrae, purtroppo, da più di vent'anni.
  Come diceva lei, anch'io ritengo che non sia questa la modalità con cui debbano essere affrontate queste situazioni. C’è stata una superficialità enorme sia nell'erogazione di questi sgravi sia, poi, nella gestione di tutta la questione a livello europeo. Ovviamente, chi paga questa situazione sono, poi, le aziende e i dipendenti delle aziende stesse. Questo non deve più succedere: quindi, credo sia stato fatto un ottimo lavoro da parte di Parlamento e Governo, insieme anche con le associazioni di categoria, per trovare una soluzione a questo problema.
  Quindi, anche il provvedimento che abbiamo approvato non più di due settimane fa in Commissione lavoro, in sede legislativa, dà una risposta che speriamo aiuti le imprese a saldare questo debito nei confronti dello Stato e a restituire quanto dovuto come interessi, non più composti, ma semplici e che, quindi, questo possa, in qualche modo, sbloccare la situazione che era rimasta bloccata proprio per l'impossibilità di versare queste enormi somme che venivano richieste. Come diceva il collega, speriamo che questa proposta di legge velocemente arrivi al Senato, che magari, sempre in sede legislativa – quindi in tempi molto ridotti –, possa arrivare a conclusione e che si riesca finalmente a chiudere questa questione, che per troppo tempo si è trascinata.
  Non aggiungerei nient'altro perché, comunque, la mia interrogazione chiedeva varie cose che ovviamente, poi, sono state superate perché, essendo un'interrogazione del 2014, che poi è stata trasformata in interrogazione in Aula, chiedeva alcune cose che poi sono state superate dai fatti. Pertanto, mi dichiaro soddisfatta della risposta. Ringrazio nuovamente il sottosegretario Gozi e anch'io sollecito affinché si faccia carico, presso il Senato, per una veloce approvazione della norma, in modo da dare una risposta adeguata alle aziende.

(Elementi in merito alla posizione assunta dal Governo nell'ambito della consultazione avviata dalla Commissione europea sulla responsabilità dei provider, con particolare riguardo alle misure per il contrasto della contraffazione – n. 3-02417)

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Sandro Pag. 17Gozi, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Baruffi n. 3-02417, concernente elementi in merito alla posizione assunta dal Governo nell'ambito della consultazione avviata dalla Commissione europea sulla responsabilità dei provider, con particolare riguardo alle misure per il contrasto della contraffazione (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Io voglio, anzitutto, ringraziare l'onorevole Baruffi per avere chiesto informazioni in merito a una consultazione della Commissione su un tema così importante, su cui il Governo sta lavorando a stretto contatto con la Commissione, con il vicepresidente Ansip, con il commissario Oettinger e con la commissaria Bienkowska, in particolare.
  La consultazione riguarda il quadro normativo per le piattaforme e gli intermediari on line, i dati, il cloud computing e l'economia collaborativa ed è una consultazione che è stata lanciata dalla Commissione europea negli ultimi mesi dell'anno scorso e chiusa a dicembre 2015. Come correttamente ricordato dall'onorevole interrogante nelle sue premesse, il Governo è sempre stato molto attento a questi temi e li ha seguiti sin dall'inizio a livello europeo, già sia con il programma del semestre di presidenza sia soprattutto con il trio di presidenza, con cui abbiamo dato il nostro contributo nella definizione della nuova strategia europea digitale.
  Come Governo siamo, infatti, convinti che la strategia europea per un mercato unico digitale rappresenti uno strumento fondamentale per migliorare l'efficienza e la competitività globale dell'Unione europea ed è con questo spirito che abbiamo presentato, nel 2015, il position paper italiano sul mercato unico digitale, in cui abbiamo ribadito che per un'efficace tutela del diritto d'autore nell'era digitale occorre bilanciare l'accesso alla conoscenza e all'informazione con la necessità, per gli autori e gli altri titolari di diritti sulle opere dell'ingegno, di ottenere tutela giuridica e un'adeguata remunerazione da parte degli utilizzatori, nel rispetto delle diversità culturali e favorendo la crescita economica, chiamando ad un ruolo più deciso, anche in termini di responsabilità, gli intermediari e gli operatori delle reti elettroniche. Ho avuto personalmente la possibilità di riaffermare questa posizione proprio presso la Commissione parlamentare d'inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo lo scorso 20 gennaio, proprio con riferimento al tema della contraffazione via web ed al ruolo e al regime di responsabilità degli intermediari.
  Mi preme cogliere questa occasione per fornire al Parlamento anche una breve informativa dello stato generale dei lavori legato a questo tema che noi stiamo svolgendo prima che le decisioni vengono prese a Bruxelles, cioè la cosiddetta fase ascendente. L'iniziativa partecipativa della Commissione si inserisce, infatti, nell'ambito della più ampia strategia per il mercato unico digitale, che è anche uno dei temi prioritari nei lavori di due formazioni consiliari. La prima è il Consiglio competitività, soprattutto per la parte del mercato interno, in cui il sottoscritto rappresenta il Governo italiano. La seconda è il Consiglio formazione Telecom, in cui il Governo italiano è rappresentato dall'onorevole Giacomelli.
  Tenuto conto degli impatti orizzontali delle iniziative, noi abbiamo posto sempre, regolarmente all'ordine del giorno delle riunioni mensili del Comitato interministeriale per gli affari europei come tema politico il tema del mercato digitale e anche il tema delle piattaforme e della responsabilità degli intermediari.
  Abbiamo anche creato un tavolo specifico, proprio per il mercato unico digitale, copresieduto dal sottoscritto e dal sottosegretario Giacomelli, non solo per elaborare le risposte del Governo alle varie consultazioni della Commissione europea in materia digitale, ma anche per definire ex ante la posizione del Governo su tutti i temi e i nodi negoziali e sulle varie proposte legislative che, alla luce e in seguito alle consultazioni, la Commissione europea Pag. 18ha presentato. È in tale contesto che è stata coordinata la risposta sia alla consultazione citata che alla presentazione di documenti di posizioni nazionali su altre otto consultazioni pubbliche lanciate dalla Commissione europea, tra l'altro proprio sui temi del geoblocking, dell’e-government, della protezione della proprietà intellettuale, dei servizi negli audiovisivi. Inoltre, gruppi di lavoro tematici seguono i negoziati sulle prime proposte legislative presentare dalla Commissione e all'esame del Consiglio. Penso, ad esempio, al tema della portabilità transfrontaliera dei contenuti digitali. L'orientamento politico generale su questo importantissimo tema di abbattimento delle barriere e di tutela dei diritti dei consumatori è stato approvato in occasione del Consiglio competitività del 26 maggio scorso e, a detta del vicepresidente della Commissione europea Ansip, è stato decisivo il ruolo del Governo italiano per poter raggiungere un accordo su questo tema, che per noi è un tema prioritario, ossia quello di assicurare la portabilità in tutto lo spazio del mercato unico europeo. Abbiamo adesso i negoziati importanti sul contrasto ai fenomeni di geoblocking, sulla modifica delle norme di tutela transfrontaliera dei consumatori e sul pacchetto vendite on line e vendite di contenuti digitali.
  Sempre in merito al quesito specifico, quello relativo alla partecipazione del Governo alla consultazione della Commissione europea sul tema della responsabilità degli intermediari on line e in merito alla posizione tenuta e alle proposte concrete avanzate, la posizione nazionale è stata trasmessa il 16 maggio 2016, ai sensi dell'articolo 6, comma 2, della legge n. 234 del 2012. Dopo che è stata condivisa dal Comitato interministeriale per gli affari europei del 27 aprile scorso, è stata poi ufficialmente trasmessa alla Commissione europea. Nel partecipare a questa consultazione il Governo italiano ha ricordato che il crescente ruolo economico e sociale delle piattaforme on line ha contribuito a migliorare la circolazione delle informazioni, ampliare la possibilità di scelta dei prodotti e servizi da parte dei consumatori, aumentare la trasparenza su prezzi e offerte, creare nuove opportunità commerciali e, in generale, ridurre i costi di transazione.
  Abbiamo, inoltre, evidenziato che lo sviluppo e la diffusione delle piattaforme ha innovato profondamente il modello di business in alcuni settori economici, facendo venire meno molte barriere che tradizionalmente dividevano specifiche attività. Pertanto, abbiamo auspicato una regolazione europea che valorizzi tutta la filiera dei contenuti creativi, a partire dagli autori dei contenuti stessi. Abbiamo mantenuto una posizione coerente con alcune direttrici fondamentali dell'azione del Governo stesso, quali l'Agenda digitale – parlo di iniziative interne – e l'Agenda per la semplificazione e lo sforzo di creare un business environment più favorevole all'attività di impresa, sulla scorta delle politiche a favore delle start up e delle piccole e medie imprese innovative.
  Quanto alle proposte concrete avanzate, grazie anche all'attività di coordinamento del Dipartimento per le politiche europee, abbiamo trovato un bilanciamento, che consideriamo soddisfacente, tra i vari interessi in gioco e tra le varie posizioni. In particolare, proprio sul ruolo delle piattaforme digitali e della responsabilità degli intermediari abbiamo proposto alla Commissione le seguenti azioni. La prima proposta specifica è quella di classificare le piattaforme per tipologia, in modo che si tenga conto dell'evoluzione dinamica del mercato dei servizi e dell'evoluzione tecnologica nonché delle varie condotte e del ruolo assunto dagli intermediari. La seconda proposta è quella di considerare l'utilità di un registro europeo delle opere audiovisive digitali, ai fini della corretta applicazione, nel contesto digitale delle piattaforme, dell'articolo 14 della direttiva n. 31 del 2000, non aventi in ogni modo natura costitutiva del diritto d'autore. In terzo luogo, abbiamo proposto alla Commissione di sperimentare sistemi tecnici e automatici, ove possibile, in grado di abbattere i tempi di rimozione dei contenuti illeciti (la cosiddetta pratica notice and take down) ed evitare che vengono Pag. 19caricati nuovamente (la cosiddetta pratica stay down). A conclusione del mio intervento, Presidente, deposito una copia delle posizioni italiane relative alle consultazioni che ho citato per facilitare la constatazione immediata e anche perché resti agli atti. Grazie Presidente.

  PRESIDENTE. Il deputato Baruffi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  DAVIDE BARUFFI. Presidente, ringrazio il sottosegretario Gozi e riconosco, nell'ampia risposta data, un'attenzione generale sul tema del mercato unico digitale e il corretto posizionamento del Governo, non occasionale. Ha ricordato anche il sottosegretario come questa attenzione, questa sensibilità si sia espressa non da ultimo proprio nel paper che il Governo ha presentato sul digital single market, che aveva acceso anche aspettative molto positive da parte degli operatori dell'audiovisivo nel nostro Paese (mi riferisco in particolare a questa parte del mercato); così come questa posizione era stata ribadita – è stato ricordato – correttamente, senza tentennamenti dal sottosegretario Gozi proprio nell'audizione di gennaio in Commissione anticontraffazione: raccogliendo il plauso della Commissione stessa, perché questo è il posizionamento, devo dire, trasversale su cui il nostro Paese è riuscito a costruire un punto avanzato di sintesi.
  Noi, nella missione che abbiamo svolto a Bruxelles il mese scorso, nei contatti avuti con la Commissione, abbiamo raccolto due elementi di fondo; provo a sintetizzarli in questo modo. Da un lato una certa freddezza da parte della Commissione rispetto a questi temi, una maggior attenzione certamente ad altri profili di responsabilità delle piattaforme e degli intermediari, importantissimi: penso alla lotta al terrorismo, alla pedopornografia, eccetera, alla tutela dei minori; ma decisamente minore nel contrasto alla contraffazione e alla pirateria, quantomeno in termini di possibilità di revisione sostanziale delle direttive e dei profili concreti di responsabilità cui chiamare gli Internet service provider. Abbiamo colto invece, com'era naturale che fosse, un atteggiamento più proattivo da parte della nostra delegazione italiana, a dire che la posizione, che è stata anche qui espressa, è maturata e costruita con un lavoro non occasionale da parte del Governo e di chi ci rappresenta in sede comunitaria.
  La posizione italiana contenuta in questo ultimo paper rispetto alla comunicazione a cui facciamo riferimento va quindi nella direzione giusta, contiene alcune proposte concrete che il sottosegretario ha richiamato; si coglie, se posso dire, un elemento in più di prudenza, forse frutto anche della mediazione e delle difficoltà che anch'io ho richiamato. Credo che la strada di provare a definire tipologie per queste piattaforme a seconda del servizio concreto che svolgono, possa essere una soluzione che va nella giusta direzione; così come la sperimentazione di strumenti per abbattere i tempi del take down e provare a promuovere anche uno stay down. Questo è il tema reale con cui si misurano gli operatori, le aziende che lavorano in questo campo, cioè nella rincorsa infinita di illeciti, che vengono magari sanzionati in un tempo non brevissimo: la sanzione più importante per loro è quella appunto di togliere i contenuti dalla rete, al di là dei profili di responsabilità penale, ma poi assistono ad un ripetersi, ad un reiterarsi del ricaricamento degli stessi contenuti sotto altri profili.
  A me pare che la condizione tecnologica oggi suggerisca in questo senso di avere coraggio, in questa direzione, sapendo naturalmente che il nostro Paese non può fare da solo, ma che in altri ambiti ha fatto anche da apripista, dimostrando una sensibilità maggiore di quanto non sia accaduto con gli altri partner europei. Vale per la pirateria, vale più in generale per la contraffazione, non solo sul web: quindi è una sensibilità che non ci accomuna ancora pienamente a tutti i nostri partner.
  Noi incoraggiamo senz'altro il Governo a proseguire in questa direzione, e mi Pag. 20reputo soddisfatto della risposta. Chiediamo certamente un di più di tonicità, anche probabilmente nell'iniziativa interna, per dare il senso che stiamo dalla parte giusta, stiamo dalla parte della legalità, stiamo dalla parte della responsabilità, stiamo dalla parte dalla trasparenza, riconoscendo pienamente il ruolo essenziale che è stato richiamato dal sottosegretario Gozi di sviluppo di questo mercato che gli intermediari hanno svolto e continueranno a svolgere; quindi non c’è una battaglia contro qualcuno, c’è una battaglia per riuscire ad affermare princìpi importanti, che sono anche di sviluppo economico e di ricchezza per il nostro Paese.

(Rinvio dell'interrogazione Vito n. 3-02416)

  PRESIDENTE. Dovremmo ora passare all'interrogazione Vito n. 3-02416. Avverto che, a seguito di intese intercorse tra il presentatore e il Governo, lo svolgimento dell'interrogazione è rinviato ad altra seduta.
  È così esaurito lo svolgimento della interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
  Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 con il seguito della discussione del decreto-legge recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative in materia di processo amministrativo telematico.
  La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 11,30, è ripresa alle 15.

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bindi, Boccia, D'Ambrosio, Ferrara, Lorenzo Guerini, Speranza, Tofalo, Venittelli e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centosette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori (ore 15,02).

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Intervengo perché ritengo estremamente necessario che ci sia un'informativa urgentissima al Parlamento, in Aula, da parte del Ministero dell'economia e delle finanze sul sistema creditizio e, in particolare, sulla situazione di MPS, perché non possiamo apprendere, in un dibattito continuo che va avanti da tre mesi su tutti i giornali e dappertutto, i vari interventi del presidente della Banca centrale europea e quant'altro e il Parlamento non viene quanto meno informato su una situazione grave, complessa e dove c’è questa urgente necessità da parte del Ministro di venire a dare questa informativa; si è in apprensione per le continue notizie che si susseguono in riferimento a questo grave problema.

  PRESIDENTE. Onorevole Palese, lei sa che questa richiesta è stata già avanzata nella Conferenza dei presidenti di gruppo...

  RENATO BRUNETTA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RENATO BRUNETTA. Ci sono notizie dai giornali, signora Presidente, secondo cui le casse previdenziali dei liberi professionisti sarebbero state indotte, costrette, convinte a fornire 500 milioni di euro al Fondo costituente Atlante 2 o Giasone, che dir si voglia, finalizzato alla salvezza del Monte dei Paschi di Siena. Se così fosse sarebbe cosa estremamente Pag. 21grave dal punto di vista giuridico e dal punto di vista economico, perché metteremmo a rischio le pensioni di circa un milione e mezzo di pensionati e di altrettanti pensionandi togliendo loro circa 500 milioni di euro, non si sa bene a quale titolo, in qual modo o con quali strumenti di convincimento; il tutto per salvare il Monte dei Paschi di Siena, banca molto chiacchierata, di stretta osservanza PC, PDS, DS, PD negli ultimi 20-30 anni.
  Allora, per questa ragione, signora Presidente, concordo con il collega Palese perché il Ministro Padoan venga al più presto in Parlamento per un'informativa urgente su quello che sta succedendo al nostro sistema bancario, su quello che sta succedendo al Monte dei Paschi di Siena, su quello che succederà dopo venerdì 29 a chiusura dei mercati per quanto riguarda il salvataggio o meno del Monte dei Paschi di Siena. Saremo costretti a un altro decreto-legge notturno, signora Presidente, che poi sarà reiterato altre 3 o 4 volte in quest'Aula, con altri decreti ? Cosa succederà ? Sarà applicato il bail-in ? Non sarà applicato il bail-in ? Noi chiediamo che il Ministro Padoan venga in quest'Aula a spiegare quello che sta succedendo e quello che sta succedendo soprattutto alle casse private dei liberi professionisti italiani, un milione e mezzo di liberi professionisti che rischiano la loro pensione per andare in soccorso al Monte dei Paschi di Siena. Noi vorremmo la Commissione parlamentare d'inchiesta su quello che è successo al Monte dei Paschi di Siena.
  Signora Presidente, la prego di portare questa nostra richiesta al Presidente della Camera che non so dove sia, forse negli Stati Uniti a seguire la convention della Clinton, però penso che i telefoni possano funzionare e possa funzionare anche la sua comunicazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Brunetta.

  ANDREA COLLETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Grazie Presidente. Mi associo anch'io alla richiesta di audizione qui in Aula, in modo che il Ministro Padoan venga a riferire su queste questioni; lo chiedo anche, non solo come deputato del MoVimento 5 Stelle ma anche come giovane e piccolo libero professionista, insieme alle centinaia di migliaia di liberi professionisti, anzi milioni, che pagano i propri oneri pensionistici alle casse privatizzate e che, forse, fra 30 o 35 anni rischieranno di non vedersi mai accreditare una pensione.
  Purtroppo, queste casse privatizzate sono state soggette ad una gestione fallimentare, a un mancato controllo degli organi preposti, in primis i ministeri che dovrebbero vigilare, e soprattutto, cosa più indecente, questa sorta di moral suasion, di obbligo/non obbligo a carico delle casse privatizzate di dover devolvere parte del proprio capitale al salvataggio di una banca martoriata dal Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo è inaccettabile, perché dobbiamo tutti noi cercare di difendere le nostre pensioni, visto che lo Stato non difende le nostre pensioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi su questo stesso tema e, quindi, ripeto la frase che stavo cercando di dire al collega Palese. La richiesta di una comunicazione del Ministro Padoan in Aula era stata già avanzata nella sede della Conferenza dei presidenti di gruppo. La Presidenza ha registrato queste nuove sollecitazioni da parte dei gruppi e ci faremo carico di trasmettere al Governo, che peraltro in quella sede...

  RENATO BRUNETTA. Non basta ! Non basta !

  PRESIDENTE. Presidente Brunetta, domani il Ministro Padoan risponderà ad alcuni question time in Aula e questa è un'altra cosa.

Pag. 22

  RENATO BRUNETTA. È un'altra cosa !

  PRESIDENTE. In ogni caso il Governo aveva dato disponibilità nella riunione dei capigruppo e, quindi, la Presidenza della Camera garantirà che questo accada quanto prima (Commenti del deputato Brunetta). Onorevole Brunetta, onorevole Brunetta, la richiamo all'ordine, perché anche se siamo in sede di ordine dei lavori non è consentito che lei...

  RENATO BRUNETTA. Presidente...

  PRESIDENTE. No, non ha più la parola. Quindi, adesso la Presidenza ha raccolto le vostre sollecitazioni, le trasmetterà al Governo e garantirà che il Governo quanto prima potrà corrispondere alla richiesta dei gruppi.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15,09).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo pertanto la seduta che riprenderà alle ore 15,30.

  La seduta, sospesa alle 15,10, è ripresa alle 15,30.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 30 giugno 2016, n. 117, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative in materia di processo amministrativo telematico (A.C. 3954-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3954-A: Conversione in legge del decreto-legge 30 giugno 2016, n. 117, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative in materia di processo amministrativo telematico.
  Ricordo che nella seduta del 25 luglio 2016 si è conclusa la discussione sulle linee generali e la relatrice e il rappresentante del Governo sono intervenuti in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico – A.C. 3954-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A – A.C. 3954-A).
  Avverto che le proposte emendative presentate si intendono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione (Vedi l'allegato A – A.C. 3954-A).
  Avverto che la Commissione ha presentato gli emendamenti 1.100 e 1.101, che sono in distribuzione e in relazione ai quali risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione di subemendamenti.
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri> (Vedi l'allegato A – A.C. 3954-A), che sono in distribuzione.
  In particolare, in tale ultimo parere la V Commissione (Bilancio) ha condizionato, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, il parere favorevole sul testo del provvedimento all'approvazione dell'emendamento 1.101 della Commissione.
  Avverto, inoltre, che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, l'articolo aggiuntivo Schullian 1.10, già dichiarato inammissibile in sede referente. La Presidenza non ritiene altresì ammissibili, ai sensi dell'articolo 86, comma 1, e 96-bis, comma 7, del Regolamento, in quanto del tutto estranee rispetto alle materie trattate dal provvedimento, le seguenti proposte emendative non previamente presentate in Commissione: Colletti 1.010, volto a prevedere l'indizione di un concorso per cinquecento magistrati ordinari; Ferraresi Pag. 231.011, in materia di riqualificazione del personale del Ministero della giustizia.

  ANDREA COLLETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Presidente, noto che ha dichiarato inammissibile la mia proposta emendativa 1.010: questo è un emendamento che prevede l'assunzione straordinaria di magistrati pari ad un numero di cinquecento. Mi si dice che è stato dichiarato inammissibile per estraneità della materia. Faccio sommessamente notare che all'articolo 1 è stato aggiunto in Commissione il comma 2-bis, che, guarda caso, riguarda anche il tema delle assunzioni. Certo, non riguarda il tema delle assunzioni dei magistrati, ma il tema delle assunzioni di funzionari amministrativi degli uffici giudiziari. Facciamo una cosa, Presidente, aggiungiamo alla mia firma...

  PRESIDENTE. Colleghi, se abbassate un po’ il tono della voce, riusciamo anche a sentirci con l'onorevole Colletti. Prego, deputato.

  ANDREA COLLETTI. Al fine di salvare il mio emendamento dall'inammissibilità, faccio una proposta: al posto del mio nome e quello dei miei colleghi del MoVimento 5 Stelle, mettiamoci il nome di qualcuno del Partito Democratico, così che automaticamente questo emendamento diventerà per la Presidenza ammissibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Infatti, è davvero inconcepibile che analoghi emendamenti, se presentati dal Partito Democratico, diventino ammissibili, se presentati dalle opposizioni, diventino inammissibili. Non è la prima volta che succede questa cosa in Aula e anche in Commissione, ma è un modo di fare davvero vergognoso. Qui parliamo sempre di assunzioni: le assunzioni del PD vanno bene e quelle del MoVimento 5 Stelle, invece, non vanno bene ? Qui lo propongo: facciamo mettere al mio posto la firma di un esponente del PD, così finalmente sarà dichiarato ammissibile; vediamo che mi rispondete (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Sì, onorevole Colletti, sono state sollevate obiezioni con riferimento alla dichiarazione di inammissibilità dell'articolo aggiuntivo Colletti 1.010, non previamente presentato in Commissione e volto a prevedere, come lei ricordava, l'assunzione di cinquecento magistrati ordinari.
  Al riguardo, ricordo che, con riferimento alla valutazione di ammissibilità degli emendamenti, il Regolamento, all'articolo 86, comma 1, prevede che le proposte emendative presentate direttamente per l'esame in Assemblea debbano riguardare gli argomenti già considerati nel testo o negli emendamenti giudicati ammissibili in Commissione.
  Con riferimento ai decreti-legge, l'articolo 96-bis, comma 7, stabilisce inoltre che siano dichiarati inammissibili gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi non strettamente attinenti alla materia del provvedimento (sul punto si veda da ultimo l'allegato alla seduta della Giunta per il Regolamento del 28 febbraio 2007) e la circolare del 10 gennaio 1997 al punto 5.3, prevede che «la materia deve essere valutata con riferimento ai singoli oggetti e alla specifica problematica affrontata dall'intervento normativo». La proposta emendativa in questione non risponde ad alcuno dei criteri sopra richiamati. Da un lato, infatti, essa non è stata presentata nel corso dell'esame in sede referente e, dall'altro, riguarda materie non contenute nel testo del provvedimento, ciò anche a seguito delle modifiche apportate in sede referente, né negli emendamenti presentati e dichiarati ammissibili nel corso dell'esame in Commissione.
  In particolare, in Commissione, come ribadito dalla presidente Ferranti nella seduta dell'Assemblea di ieri, è stato chiarito che la materia oggetto del provvedimento in esame è quella del processo telematico, essendo stato conseguentemente giudicato ammissibile l'emendamento Pag. 24Rossomando 1.1, poi approvato nel testo riformulato su proposta del Governo, volto a prevedere l'assunzione di 1.000 unità di personale amministrativo, in quanto finalizzato a dare completa attuazione al programma di digitalizzazione degli uffici giudiziari.
  Sempre nella seduta di ieri, è stato chiarito espressamente dalla presidente della Commissione che funzionale alla piena attuazione del processo telematico è l'assunzione di personale amministrativo. Poiché la proposta emendativa in questione, nel prevedere l'assunzione dei magistrati, non appare rispondente a tali finalità, la Presidenza non può che confermare la propria valutazione circa la sua inammissibilità.
  Allora, su questo tema non riapriamo la discussione perché l'opinione della Presidenza sull'inammissibilità non è oggetto di discussione. Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

  ALFONSO BONAFEDE. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Su quale articolo ?

  ALFONSO BONAFEDE. Articolo 8 e seguenti.

  PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Presidente, mi piacerebbe che ogni tanto questa domanda venisse rivolta anche ai deputati del PD, quando fanno un intervento sul Regolamento; ogni tanto capita. Volevo dire, Presidente, che, senza entrare nel merito della singola questione, non è più ammissibile che ci sia una Presidenza che prende le decisioni a seconda di quella che è la volontà della maggioranza, perché la Presidenza deve prendere le decisioni con lo scopo anche di tutelare le opposizioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Presidente, prendete in continuazione precedenti che risalgono tutti al periodo 1997 circa, che, se non ricordo male, era sotto la Presidenza Violante, il che, dal mio punto di vista, è abbastanza rilevante in senso negativo. Detto ciò, Presidente, qui stiamo parlando di un emendamento che riguarda assunzioni nell'ambito del processo che faciliteranno senz'altro anche il buon funzionamento del processo civile telematico.
  Ci sarà qualcuno che la pensa diversamente, è assolutamente legittimo, ma si mette ai voti, il Partito Democratico vota contro ed è finita. Ma la Presidenza non può dichiarare inammissibile un emendamento sulla base di una valutazione che è di opportunità politica, perché, Presidente, lei ha fatto una valutazione di opportunità politica, perché secondo la Presidenza l'assunzione in questione non faciliterebbe il processo civile telematico.
  Facciamolo decidere all'Aula, perché altrimenti, Presidente, se la Presidenza comincia a mettere un filtro iniziale che impedisce all'Aula di votare e che impedisce al Partito Democratico di fare una figuraccia sulla richiesta di assunzione di magistrati, noi abbiamo anche formalizzato l'asservimento totale della Presidenza alla volontà del partito di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  VITTORIO FERRARESI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Allora, onorevole Ferraresi, su che cosa ? Rispondo sulla questione del Regolamento e poi le do la parola. Sull'emendamento dichiarato inammissibile ? Allora, prego, così rispondo tutto in una volta.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Risulta anche un doppio problema. Infatti, vede, in Commissione noi non abbiamo presentato questi emendamenti perché molto probabilmente siamo molto più in buona fede di tutti gli altri. Perché, Presidente ? Perché il decreto recava norme per il rinvio, quindi la proroga, dell'entrata in vigore del processo telematico. Allora, a livello proprio tecnico, è Pag. 25ovvio che, se l'oggetto è quello e deve rimanere quello, in questo senso non rientrano neanche le assunzioni che sono state proposte, perché si parla solo di un rinvio. È per questo che noi non abbiamo presentato questi emendamenti in Commissione. Ma in Commissione è arrivato l'emendamento Rossomando che parla di assunzioni e che, in ogni caso, a mio avviso ovviamente, con un rinvio tecnico non c'entra assolutamente nulla. Quello è il tema del decreto, è l'unico tema del decreto. Allora, io sono d'accordissimo a fare entrare le assunzioni in questo decreto, ma i deputati della minoranza, dell'opposizione, del MoVimento 5 Stelle in quel momento non potevano sapere che potevano presentare un emendamento in quel senso, per le assunzioni, perché l'emendamento Rossomando è arrivato dopo la chiusura del termine per la presentazione degli emendamenti. Allora, a quel punto come si fa ? Se per l'Aula non si possono presentare e per la Commissione, in buona fede, noi abbiamo pensato che l'oggetto del decreto fosse questa proroga e non le assunzioni, allora la nostra buona fede è stata colpita in viso da questa maggioranza, da questa Presidenza, che, in modo assurdo e assolutamente inidoneo al ruolo che svolge, non solo è andata contro la nostra buona fede in Commissione rispetto al fatto di non aver presentato l'emendamento e aver rispettato l'oggetto, ma ha anche precluso il nostro emendamento per l'Aula, quando il tema era stato già ampliato dall'approvazione dell'emendamento Rossomando in Commissione.
  Parliamo dell'assunzione di giudici e della riqualificazione del personale della giustizia, di tutto il personale. Soprattutto, Presidente, le ricordo che nella riqualificazione del personale giustizia rientrano anche i dipendenti dei settori della contabilità e dell'informatica, che sono necessari per questo processo telematico. Allora, io mi chiedo, in questo senso, quale valutazione discrezionale sia stata fatta per non ritenere di merito l'emendamento riguardante le assunzioni dei giudici e la riqualificazione di tutto il personale della giustizia, che ovviamente è fondamentale, necessario, inderogabile per far funzionare non solo il processo telematico, ma l'intera giustizia. Con che caratteri e con che coraggio voi avete, prima, fatto questa operazione in Commissione e, poi, precluso alle opposizioni di farla in Aula con i nostri emendamenti ? Questo, Presidente, è inaccettabile.

  PRESIDENTE. La Presidenza ribadisce – poi non tornerà più su questo argomento – che non c’è alcuna valutazione di merito e discrezionale. La valutazione della Presidenza è esclusivamente dettata dai parametri del Regolamento, dalle norme del Regolamento e dalle interpretazioni del Regolamento che non una volta, ma ripetutamente sono state date dalla Presidenza, qualunque fosse il Presidente di turno. In particolar modo – insisto su questo perché è evidente che l'attinenza della materia è stata specificata nello speech, che, peraltro, i colleghi possono leggere – il fatto che questi emendamenti non siano stati presentati in Commissione è un argomento non superabile per quanto riguarda la Presidenza.
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  DONATELLA FERRANTI, Relatrice. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti 1.11 Colletti, 1.12 Colletti e 1.13 Ferraresi. La Commissione raccomanda l'approvazione dei suoi emendamenti 1.100 e 1.101.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. I pareri del Governo sono conformi a quelli della relatrice.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 26

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Mi scusi, ma nello speech che lei ha letto riguardo i requisiti di inammissibilità ha citato un virgolettato, riferendosi alla decisione della presidente della Commissione di dichiararlo funzionale al processo amministrativo. Io credo che, nella sua seconda presa d'atto delle rimostranze dell'Aula, lei abbia quanto meno cercato di giustificare un atteggiamento oggettivo, non nel merito della questione. Riportando però, Presidente, lo speech della presidente della Commissione, che considera un emendamento approvato funzionale, io credo che in quel caso stiamo scivolando, invece, su un criterio relativo al fatto di entrare nel merito della questione. Mi sembra che non sia chiara una questione: l'emendamento presentato, al limite, a mio avviso, dell'ammissibilità in Commissione, in quel caso è stato considerato ammissibile. Oggi, però, non può essere detto all'Aula, a un gruppo di minoranza: «Dovevate presentarlo in Commissione», perché, a nostro avviso, sembrava inammissibile. Allora, la motivazione per cui oggi viene presentato in Aula è la conseguenza del fatto che è stato considerato ammissibile un emendamento relativo all'aumento di personale in Commissione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Io le dico che la sua giustificazione riporta di fatto una posizione che, a mio avviso, non è scritta nel Regolamento, perché nel Regolamento della Camera non c’è scritto che l'ammissibilità degli emendamenti deve essere rimessa al vaglio della presidente della Commissione giustizia. Mentre, riportare il fatto che l'emendamento della collega Rossomando era stato accettato perché funzionale al processo amministrativo telematico, in questo caso, è un parere che esula dal rispetto regolamentare della procedura di ammissibilità. O ci teniamo dentro una cornice, perché se lei si tiene dentro una cornice, ma usa meramente strumenti di origine del presidente della Commissione giustizia, che evidentemente ha un orientamento politico e evidentemente ha anche delle motivazioni per non far votare determinati tipi emendamenti, credo scivoliamo su un criterio di soggettività. Vogliamo rimanere su un criterio oggettivo ? Non mi deve riportare come parere quello della presidente della Commissione giustizia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole Crippa, io ho inteso semplicemente raccontare l'andamento dei lavori in Commissione, rispetto ai quali, se voi aveste ritenuto di dover contestare l'ammissibilità di altri emendamenti, naturalmente avreste dovuto farlo in Commissione e anche, eventualmente, nei confronti della Presidenza della Camera in quel momento. Quanto alla decisione della Presidenza della Camera, invece, quella è assolutamente oggettiva e assolutamente incontestabile.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.11 Colletti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Grazie, Presidente. Intervengo su uno dei pochi emendamenti non dichiarati inammissibili dal Partito Democratico, dichiarando, altresì, che in realtà i magistrati sono funzionale al processo telematico, perché anche loro fanno parte dell'amministrazione giudiziaria, ma forse la Presidenza non ne è consapevole.
  Ad ogni modo, attualmente c’è una carenza all'interno delle funzioni amministrative di cancelliere e quant'altro, all'interno dell'amministrazione giudiziaria, di circa 7 mila unità, ovvero mancano 7 mila lavoratori. Con l'emendamento inserito all'articolo 1, comma 2-bis – su cui, a questo punto, oltretutto, faccio notare anche che la rubrica è sbagliata, perché non si tratta più di proroga di termini in materia di processo amministrativo telematico, così per inciso –, si chiede giustamente e per fortuna l'assunzione di mille cancellieri, chiamiamoli così per semplicità. Ora, considerata la mancanza di 7 mila unità di personale, noi, come MoVimento 5 Stelle, chiediamo che lo Stato ed il MEF, ma anche la Ragioneria Pag. 27in questo caso, si facciano carico almeno di aumentare il numero di unità che l'amministrazione giudiziaria potrà contrattualizzare: invece di mille su 7 mila, non chiediamo 7 mila su 7 mila, ma almeno il raddoppio, ovvero 2 mila su 7 mila. Abbiamo trovato anche le coperture necessarie. Quindi, teoricamente non c’è neanche un problema per quanto riguarda le coperture finanziarie, anche se sappiamo che la Commissione bilancio, quando si tratta di coperture finanziarie presentate dal MoVimento 5 Stelle, ha sempre delle idee un po’ particolari. E, quindi, chiediamo il voto favorevole da parte di tutta l'Aula affinché finalmente possiamo aumentare le unità di personale nell'amministrazione giudiziaria.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. È evidente che la polemica che è sorta poc'anzi con la Presidenza della Camera è una polemica che ha un suo fondamento, ma che è rivolta male, perché non è la Presidenza della Camera che ha creato questa situazione di confusione, ma è stato il Governo con la maggioranza della Commissione che ha indotto la Commissione stessa a modificare il contenuto originario del decreto-legge. Come è stato ricordato da Colletti poc'anzi, il decreto-legge del 30 giugno è relativo esclusivamente ad una proroga di un termine e noi su questa proroga abbiamo addirittura disquisito in quest'Aula se era accettabile o meno che il Governo per ben cinque volte chiedesse la proroga di un certo termine. È dal 2010 che si auspica la realizzazione del processo telematico anche nel campo amministrativo, oltre che nel campo civile e penale. Ed è dal 2014 che si sono adottati ben cinque decreti-legge con i quali si sposta sempre in avanti il termine. E quest'ultimo decreto-legge sta sulla stessa linea perché dal 30 giugno 2016 andremo al marzo 2017. Quindi, è una sorta di gioco perverso che afferma una cosa, ma in effetti ne facciamo un'altra. L'obbligatorietà della trasformazione del processo da cartaceo a telematico sono sedici anni che ancora è facoltativa e sperimentale. Ora, cosa ha fatto la Commissione ? La Commissione, sapendo che ci sono appunto scoperture di 7 mila unità, come è stato ricordato, e sapendo, tra l'altro, e dimenticando in questo caso, che ci sono decine e decine, anzi centinaia di precari nel mondo della giustizia, temendo appunto l'insorgenza di una protesta generale, ha cercato di salvare in corner il Governo con un emendamento, che poi è diventato parte praticamente del provvedimento, con cui si dice assumiamo mille persone, o meglio sblocchiamo le graduatorie che sono state bloccate di gente che eventualmente ha fatto un concorso e poi dopo procediamo a delle assunzioni in via diretta. È evidente che il decreto-legge è stato snaturato e, per dirla tutta in termini di correttezza costituzionale e di Regolamento, io richiamo quanto ha detto la Presidenza a proposito del fatto che non si può approfittare di una legge di conversione di un decreto-legge per introdurci argomenti che possono essere talvolta urgenti, ma certamente non straordinari, perché, come è stato ricordato, ci sono 7 mila carenze nelle piante organiche della giustizia. Non solo, ma ci sono migliaia di precari. Ne abbiamo visti qui tanti, tantissimi davanti a piazza Montecitorio. Noi ci troviamo, quindi, in una situazione molto, ma molto imbarazzante. Da un lato siamo chiamati a convertire in legge un decreto che non ha la caratteristica della straordinarietà perché il Governo è ben consapevole che deve ancora modificare qualche norma del codice di procedura, ma lo sa da febbraio 2016. Aveva ancora quattro mesi di tempo davanti e ne chiede altri sei. Questa era la situazione sul decreto originario, sul decreto come era partito dal Governo. Pertanto, qui i 5 Stelle, la Lega, altri che non mi ricordo, compresi noi, abbiamo votato favorevolmente alla pregiudiziale di anticostituzionalità. Questa anticostituzionalità, ripeto, si è aggravata con il comportamento della Commissione. Qui non siamo in termini di sovranità del Parlamento come certamente Pag. 28qualcuno mi dirà; qui siamo in un abuso da parte del Parlamento dei limiti che al Parlamento stesso sono stati messi a salvaguardia del potere del Parlamento nei confronti del Governo.
  Qui è una connivenza col Governo che noi stiamo praticamente realizzando convalidando il decreto-legge del 30 giugno. Quindi, per quanto riguarda queste mille assunzioni residuali dai concorsi, dalla mobilità, eccetera, è una toppa che si sta mettendo. Sempre buona è, però il Governo non può abusare, o meglio la Commissione in questo caso non può coprire le inadempienze del Governo introducendo in un decreto-legge cose che si possono tranquillamente fare con delle leggi normali, con la procedura d'urgenza, con addirittura la legislativa. Qui gli strumenti ci sono. Non è il Parlamento che è lento, come si usa dire adesso in termini di controriforma costituzionale, ma è il Governo che è lento e inadempiente (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sarro. Ne ha facoltà.

  CARLO SARRO. Grazie, Presidente. Presidente, noi qui ci troviamo oggi in una situazione devo dire assai singolare perché il provvedimento nasce come decreto per fronteggiare una situazione che poteva essere tranquillamente evitata attraverso una corretta pianificazione degli interventi per quanto riguarda l'introduzione del processo amministrativo telematico. A poche ore dall'entrata in vigore del nuovo regime, il Governo emana il decreto-legge con la proroga dei termini. Oggi discutiamo, in aggiunta a questa operazione rispetto alla quale noi abbiamo già espresso le nostre critiche e le nostre perplessità, una previsione che consente un sostanziale ampliamento della dotazione organica dell'amministrazione della giustizia e, quindi, la possibilità di coprire alcune centinaia di posti. Non c’è, però, e questo va detto per dovere di chiarezza, alcun collegamento con la natura del decreto, perché il personale della giustizia amministrativa non è personale del Ministero della giustizia, ma è personale del Dipartimento della Presidenza del Consiglio dei ministri e, dunque, questo ampliamento di cui noi oggi discutiamo introdotto nell'emendamento non porterà, relativamente al processo amministrativo telematico e al funzionamento del plesso giustizia amministrativa, alcun beneficio perché in realtà di quel plesso la dotazione complessiva resta assolutamente invariata. Quindi, a parità di risorse umane, dovrà essere affrontata l'entrata in vigore del nuovo sistema del processo telematico, con l'introduzione, non solo della proroga al 31 dicembre, ma anche del doppio binario dei due regimi, quello cartaceo e quello telematico, fino al 31 marzo 2017. Però deve essere chiaro a tutti, innanzitutto agli operatori del settore, che questa previsione di allargamento e di ampliamento della dotazione del Ministero della giustizia non riguarda in alcun modo il personale amministrativo della giustizia amministrativa perché è, ripeto, personale dipendente della Presidenza del Consiglio dei ministri (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.11 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Di Battista, Folino, Villarosa. Ci siamo ? De Lorenzis, Di Battista...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  415   
   Votanti  414   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  208   
Pag. 29
    Hanno votato  153    
    Hanno votato
no  261).    

  (La deputata Paola Bragantini ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.12 Colletti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Se mal non ho interpretato l'emendamento Colletti, si propone sostanzialmente di eliminare, di non attingere dalle graduatorie ancora in corso di validità per le assunzioni di cui si parlava innanzi. Ora, io la logica di questo emendamento, se così è, non la condivido e noi non la capiamo neanche: perché se ci sono graduatorie, cioè concorsi che si sono espletati, ancora valide, credo che sia principio ormai recepito un po’ in tutta la pubblica amministrazione che non si svolge un altro concorso, ma si attinge da quelle graduatorie, proprio per snellire, per agevolare, per non spendere soldi di commissioni e quant'altro. Quindi se l'emendamento propone di procedere soltanto ad assunzioni attraverso concorsi punto e basta, quindi di abbandonare le persone che hanno già superato delle prove di concorso, noi non siamo d'accordo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Presidente, sono forse vent'anni che non vengono svolti dei concorsi per questo tipo di assunzioni; e quindi, proprio per questo motivo, questo emendamento ci serve per chiedere al sottosegretario, che è qui in Aula, se sia a conoscenza di eventuali graduatorie in corso di validità. Visto che ne stiamo parlando, sottosegretario, immagino che in questi giorni il Ministero abbia effettuato una ricerca sull'esistenza di queste graduatorie stilate negli ultimi anni; ma essendo gli ultimi concorsi svolti forse negli anni Novanta, esistono davvero queste graduatorie oppure sono semplicemente delle fantasie del legislatore ? Questo emendamento serve apposta a farmi dare una risposta dal sempre cortesissimo sottosegretario Ferri, per la quale ovviamente attendo qui.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Rispondo all'onorevole Colletti per precisare che intanto l'emendamento consente al Ministero di procedere o con la mobilità, e quindi attingendo dalle altre graduatorie, oppure anche con i concorsi pubblici. Quindi dà questa possibilità, il Ministero sta facendo queste verifiche; e tra l'altro nel momento in cui verranno banditi i concorsi pubblici, si potrà tener presente anche nei bandi di valorizzare la professionalità dei tanti precari della giustizia, che da anni stanno lavorando negli uffici giudiziari. Quindi si può procedere in due direzioni, e valuteremo tutti i requisiti, anche tenendo conto di queste professionalità; nel rispetto chiaramente delle regole concorsuali, e quindi delle procedure di merito, e quindi una volta superate le prove concorsuali solo come titoli.
  Per quanto riguarda le graduatorie, verificheremo come abbiamo già fatto, perché il Ministero della giustizia ha già attinto alle graduatorie sia del Ministero dell'interno, con determinate qualifiche, sia a quelle per dell'Istituto per il commercio estero, due anni fa. E quindi abbiamo già utilizzato, e così faremo; dobbiamo però prima verificare anche i profili professionali corrispondenti.
  Stiamo quindi preparando questo lavoro, questa norma importante. Penso che oggi si debba essere tutti soddisfatti di questo emendamento, e davvero dare atto di come si cerchi dopo vent'anni di risolvere in qualche modo il problema del Pag. 30personale amministrativo: che tra l'altro è accompagnato non solo da questo emendamento, ma da tutta una serie di provvedimenti che abbiamo ricordato nel dibattito parlamentare ieri e che non voglio ripetere.
  C'era in Aula per il gruppo 5 Stelle l'onorevole Ferraresi; l'onorevole Colletti mi pare che ieri non ci fosse, si è perso questa parte del dibattito dove abbiamo dato atto sia alla relatrice, la presidente Ferranti, che al Governo, di tutta una serie di provvedimenti che questo Governo ha deciso in materia di personale amministrativo. Intendo rivendicarli, perché ha guardato sia alla riqualificazione (sono 15 anni che i dipendenti aspettano), e quindi ha guardato anche al personale interno, sia a tutta una serie di procedure: ufficio del processo, mobilità, attingere da graduatorie, come dicevo prima, di altri concorsi; e quindi tutta una serie di provvedimenti che ha deciso questo Governo in materia di personale amministrativo. Che se ne dia almeno atto, perché sono risposte concrete e dimostrano come questo Governo stia voltando pagina su questo tema, che sappiamo tutti quanto incida sul servizio giustizia e sulla macchina della giustizia.

  ANDREA COLLETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Innanzitutto volevo dire al sottosegretario che in realtà in questo emendamento non si parla di precari della giustizia, quindi sgombriamo il campo da quest'altro argomento; ma da quello che ho capito dell'intervento del sottosegretario, egli sta dicendo che in realtà non esistono graduatorie specifiche per il ruolo per cui stiamo aprendo mille posti: semplicemente questo ! In passato si è attinto dall'ICE, che è ovviamente l'Istituto nazionale per il commercio estero: i passati Governi hanno fatto dei «casini» inenarrabili con lo stesso Istituto per il commercio estero, che però non c'entrano niente con l'amministrazione giudiziaria, tranne per indagini delle varie procure sempre sull'Istituto per il commercio estero e su determinati bandi ad hoc effettuati dall'amministrazione. L'Istituto per il commercio estero però con l'amministrazione giudiziaria non ha niente a che spartire: sono ruoli totalmente differenti, e sono ovviamente anche concorsi totalmente differenti.
  Detto questo, ringrazio comunque della risposta il sottosegretario Ferri, perché devo dire che almeno è l'unico che cerca di non sottrarsi mai al dare una risposta in questo Parlamento; e poi, venuto a sapere che non ci sono graduatorie in atto su queste coperture, posso benissimo ritirare l'emendamento.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Però voglio lasciarlo a verbale, perché vede, signor Presidente, per dare dei giudizi bisogna verificare: perché noi come Governo, con questa norma che abbiamo redatto e attingendo a 95 giovani... Saranno pochi, ma sono 95 giovani disoccupati che avevano superato le prove di un concorso presso l'Istituto per il commercio estero, sono 95 ragazzi e ragazze idonei, che erano disoccupati e che comunque aspettavano, e noi abbiamo creato questa occasione di lavoro e oggi lavorano presso il Ministero della giustizia. Chiedo allora a chi critica questa cosa, se ha verificato come stanno lavorando, in quali uffici, il rendimento, l'apporto che danno, la professionalità... Ecco, voglio sottolinearlo, perché prima di dare dei giudizi e pensare che questi 95 lavoratori, a cui va secondo me il rispetto, come a tutti questi lavoratori che sono entrati presso il Ministero della giustizia; ecco, prima di dare forse dei giudizi sulla loro professionalità, sul loro impatto sull'organizzazione della giustizia, penso che si debba un po’ riflettere e verificare caso per caso. Se qualcuno è convinto che Pag. 31qualche lavoratore non sia in grado di svolgere queste mansioni, lo segnali, dica il perché, dica cosa ha sbagliato; però circostanzi anche dei giudizi che possono non fare onore a questi lavoratori, che meritano rispetto come tutti gli altri.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Solo per sottolineare che il sottosegretario ha detto: «Terremo conto dei precari quando espleteremo i concorsi».
  È evidente che questa sua allusione, chiamiamola così, non è affatto convincente né rassicurante: qui è scritto, nella norma, che si faranno i concorsi, pertanto persone, precari, che stanno da anni, da molti anni, anche da oltre il decennio a lavorare nelle strutture giudiziarie, lei dice soltanto faranno i concorsi e poi vedremo come nel concorso valorizzare il lavoro che hanno fatto. Bene, non è la strada che i precari chiedono e che il buonsenso chiede: non è il caso di far fare un concorso a chi ha già dato prova e molto spesso si trovano in quei luoghi di lavoro proprio perché hanno superato delle selezioni, non è proprio il caso, ripeto, talvolta di far ripetere addirittura il concorso, come accadrebbe in questo caso.
  Quindi io apprezzo che abbia introdotto la parola «precario» in questo dibattito, però non è affatto rassicurante quello che lei ha illustrato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie Presidente, ma io chiedo al sottosegretario Ferri di risparmiarci anche la morale sui giovani, che troverebbero finalmente lavoro grazie alle politiche illuminate del Ministero della giustizia, perché almeno quei giovani non andrebbero presi in giro.
  Ma come, sottosegretario, qui voi state facendo un provvedimento di assunzioni ? Partiamo dal presupposto che qui si dovrebbe parlare del processo amministrativo telematico e voi ci avete messo una norma sulle assunzioni dei cancellieri, che riguarda tutto il processo; detto questo, fate riferimento a una graduatoria che non esiste.
  Noi chiediamo qui in Aula di quali graduatorie parlate e lei ci risponde che siete alla ricerca di graduatorie, dalle quali attingere i nuovi cancellieri. E poi ci fa la morale e ci dice che c'erano 95 ragazzi che avevano fatto un concorso che riguardava – se non ho capito male – il commercio con l'estero ? Ma secondo lei ? Ma uno di quei 95 ragazzi voleva andare a lavorare in cancelleria ? Oppure dobbiamo finalmente dire ai cittadini italiani che quando si fa un concorso lo si fa per andare a fare il lavoro che sta dietro quella prova che viene superata ? Cioè, qui parliamo di un concorso che riguardava altro – il commercio con l'estero – e poi addirittura questi ragazzi dovrebbero pure dire «grazie» perché, non avendo il coraggio e la capacità di fare un concorso come si deve, andate a prendere graduatorie qua e là ? Ma stiamo veramente all'assurdo !
  Non solo i giovani, in questo Paese, sono continuamente ricattati dalla precarietà a cui li avete condannati, pure pretende che vi dicano un «grazie» se, a causa della vostra incapacità, li usate come tappabuchi di personale in cui voi non riuscite a prendere una parte di cittadini e a rispettare le loro aspettative (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
  Ma sottosegretario, lei ha fatto anche un concorso per andare a fare poi il magistrato, ma se le dicevano: hai vinto il concorso; ora però mi dispiace, perché i bandi per la magistratura ce li stiamo scordando: vai a fare il commercio con l'estero. Ma lei sarebbe stato contento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, io devo dire che trovo geniale quello Pag. 32a cui stiamo assistendo, cioè sostanzialmente una proroga di un provvedimento sulla digitalizzazione del processo amministrativo diventa una sorta di ufficio di collocamento indistinto, per categorie assolutamente eterogenee, mortificando il principio di parità di accesso al lavoro e soprattutto la specializzazione.
  Chi più di me sa quanto c’è bisogno, nel pianeta giustizia, di apporti, di logistica, di assunzioni ? Ma non è questo il criterio per avere delle buone assunzioni ed avere un buon contributo.
  Diciamocelo chiaramente: si fa passare per proroga quella che è invece un'assunzione di personale che con la giustizia non c'ha niente a che spartire, ha ragione il collega Sarro e mi sembra che quanto meno questo metodo vada chiaramente enunciato e non ci si possa trincerare dietro invece un'applicazione di principi, che mi sembra non c'entri assolutamente niente con questo provvedimento.
  Mi sembra che la genialità sia davvero spettacolare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Palazzotto. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Presidente, solo per chiedere conferma, ma credo che l'onorevole Colletti nel suo intervento avesse detto che ritirava l'emendamento, quindi non capisco se stiamo discutendo ancora un emendamento ritirato o se lo dobbiamo mettere in votazione.

  PRESIDENTE. Questo veramente non avevo capito se era un artifizio retorico o se era davvero stato ritirato l'emendamento: onorevole Colletti, si riferisce al suo intervento, se ci può dire se lo mettiamo in votazione oppure se lei ha ritirato l'emendamento. Prendo atto che il deputato Colletti ritira l'emendamento.
  Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.13 Ferraresi, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Ferraresi, Gelmini, Fabbri, Gadda, Ferro, Malpezzi, Giammanco, Ciracì, Rampi, Spessotto, Savino Elvira ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  425   
   Votanti  408   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
 107    
    Hanno votato
no  301).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 della Commissione, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ferraresi, Fratoianni, Lo Monte, Pilozzi, Dellai, Lauricella, Russo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  428   
   Votanti  313   
   Astenuti  115   
   Maggioranza  157   
    Hanno votato
 313).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.101 della Commissione, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Adornato, Greco, Fratoianni, D'Attorre, Gallo Luigi, Vignaroli ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 33

   (Presenti  432   
   Votanti  313   
   Astenuti  119   
   Maggioranza  157   
    Hanno votato
 313).    

  Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 3954-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C.3954-A).
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Se mi li chiama gentilmente, Presidente, uno ad uno, facciamo così.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/3954-A/1 Carrescia ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sì come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/3954-A/2 Fontana Gregorio ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sì come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/3954-A/3 Melilla ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sì come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/3954-A/4 Busin ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sì come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/3954-A/5 Borghesi ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sì come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/3954-A/6 Molteni ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sì come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/3954-A/7 Invernizzi ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sì come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/3954-A/8 Castiello ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sì come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/3954-A/9 Coppola ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sì come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/3954-A/10 Taricco ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sì come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Sentiamo i proponenti se accettano la raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/3954-A/1 Carrescia, accetta ? Pag. 34Sì, bene. Ordine del giorno n. 9/3954-A/2 accolto come raccomandazione. Onorevole Fontana Gregorio ? Sì, ok. Ordine del giorno n. 9/3954-A/3 Melilla, accolto come raccomandazione, va bene. Ordine del giorno n. 9/3954-A/4 Busin, accolto come raccomandazione, va bene. Ordine del giorno n. 9/3954-A/5 Borghesi, accolto come raccomandazione, va bene. Ordine del giorno n. 9/3954-A/6 Molteni, accolto come raccomandazione... fatemi un verso; sì, va bene. Ordine del giorno n. 9/3954-A/7 Invernizzi, accolto come raccomandazione. Ok. Ordine del giorno n. 9/3954-A/8 Castiello, accolto come raccomandazione, va bene. Ordine del giorno n. 9/3954-A/9 Coppola accolto come raccomandazione, va bene. Ordine del giorno n. 9/3954-A/10 Taricco, ok.
  Quindi, non c’è bisogno di passare ai voti.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3954-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luca D'Alessandro. Ne ha facoltà.

  LUCA D'ALESSANDRO. Grazie, Presidente. Il provvedimento su cui siamo chiamati ad esprimerci oggi è la risultante di un decreto-legge varato dal Governo un mese fa, su cui si sono innestate alcune misure ad opera della Commissione giustizia. È, quindi, nel suo complesso che l'abbiamo valutato ed è sul suo complesso che ci esprimeremo, senza sottacere alcune perplessità o, meglio, rinnovando alcuni auspici. Perché se è vero che il provvedimento è giusto e coerente con le esigenze del sistema Paese, non possiamo, tuttavia, negare che il primo tema trattato è, nei fatti, una sostanziale proroga dell'applicabilità del processo amministrativo telematico, peraltro ancora in una fase sperimentale e senza obbligatorietà per le parti. Si tratta dell'ennesima proroga in quanto, se i calcoli sono giusti, siamo già al quarto rinvio per la definitiva affermazione del processo amministrativo telematico, obbligando le parti e il giudice a sottoscrivere gli atti processuali con modalità digitali. Quello che doveva essere un naturale utilizzo delle possibilità offerte dalla tecnologia, positive in termini di efficienza ed economicità per i tribunali e in termini di semplificazione e costi per i cittadini, si è purtroppo arenata in una trafila di sperimentazioni avviate nel 2001 e ancora in essere che mi fanno tornare alla mente il celebre aforisma di Flaiano, secondo cui in Italia nulla è più definitivo del provvisorio. A ciò si aggiunga la partenza a rilento del tributario e lo standby del penale. Ecco, l'auspicio è che l'accelerata data dal Governo da due anni a questa parte fa ben sperare circa la definitiva entrata in vigore di una modifica apparentemente minima, ma in grado di apportare migliorie e risparmi. I dati ufficiali parlano chiaro: nel 2015 sono aumentati del 22 per cento gli atti creati direttamente on line e del 28 per cento i depositi telematici e vi è stato un aumento significativo delle comunicazioni telematiche all'ufficiale giudiziario con una riduzione delle tempistiche relative alla trattazione di un singolo caso che va dal 19 al 60 per cento e un risparmio stimato in 43 milioni di euro, almeno stando alle comunicazioni della Commissione europea. L'invito al Governo è quindi quello di affinare i meccanismi, prevenire quanto più possibile gli intoppi tecnici e proseguire con determinazione sulla strada della digitalizzazione dei processi. Adesso il nostro Paese è a metà della classifica europea, con un ulteriore impegno potremmo raggiunge le prime posizioni e, perché no, la testa della graduatoria. Questo in merito al primo punto del provvedimento.
  Il secondo, opportunamente inserito dalla Commissione giustizia, risponde ad un'esigenza concreta da tempo avvertita dal sistema giudiziario italiano: l'insufficiente personale a disposizione dei tribunali in rapporto alla mole dei procedimenti. Le previsioni di assunzioni straordinarie a tempo indeterminato di mille Pag. 35unità per il prossimo triennio, personale amministrativo non dirigenziale destinato a supportare i processi di digitalizzazione degli uffici e a completare il processo di trasferimento allo stato dell'obbligo di corrispondere le spese per gli uffici giudiziari precedentemente a carico dei comuni, va nella direzione giusta e anche in questo caso ci permettiamo di esprimere un auspicio; alla luce della disposizione che affida ad un decreto del Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, di definire le graduatorie dalle quali attingere nonché i concorsi da bandire, dopo aver valutato i fabbisogni di professionalità del Ministero, confidiamo che si tenga conto di un aspetto già sollevato nel corso di un recente question time, con un'interrogazione presentata dalla nostra componente e cioè la possibilità di stabilizzare dei precari della giustizia, una platea composta da ben 3000 tra cassintegrati, disoccupati, lavoratori in mobilità e in deroga ed inoccupati, distribuiti tra i 1300 tribunali di tutta Italia ed impegnati nello smaltimento della ingente mole di pratiche e fascicoli generata per effetto della sistematica carenza di personale negli uffici giudiziari. Risorse umane che hanno maturato competenze ed esperienze tali da risultare di grande utilità per supportare l'attività giurisdizionale degli uffici giudiziari da molti anni alle prese con una carenza di personale con conseguente rallentamento del disbrigo dell'amministrazione della giustizia. Salutiamo con favore l'assunzione straordinaria di mille lavoratori e confidiamo che in sede di redazione del decreto ministeriale, che dovrà stabilire requisiti e parametri per la selezione, si tenga conto delle esperienze formative maturate dai cosiddetti precari della giustizia, riconoscendo loro un punteggio ad hoc.
  Auspici nostri che, se accolti, non faranno che rafforzare il giudizio positivo di Alleanza Liberalpopolare Autonomie sul provvedimento che stiamo per votare. Solo il futuro ci darà una risposta, ma resta un provvedimento, nel suo impianto, meritevole di sostegno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Piepoli. Ne ha facoltà.

  GAETANO PIEPOLI. Grazie, Presidente; a nome del gruppo Democrazia Solidale e Centro Democratico confermiamo il voto positivo a questo decreto-legge. Noi sappiamo che dal punto di vista della sensibilità immediata questo decreto-legge reagisce nel senso che si pone come un'ennesima proroga, ma in fondo è anche lo specchio della vischiosità dell'intervento, di un intervento strutturale in materia di processo amministrativo telematico. Tuttavia, dentro questa proroga, da un lato, c’è anche un effetto positivo che è il prendere atto che, dunque, la velocità serve alla partenza, ma non è in grado di definire l'arrivo e, quindi, in un certo qual modo, la lentezza successiva è una lentezza che fa i conti con la complessità delle resistenze e anche delle difficoltà dell'innovazione. Nello stesso tempo noi salutiamo con favore anche queste nuove misure di possibile allargamento dell'organico amministrativo. Il pianeta giustizia malata ha innanzitutto una debolezza di strutture organizzative e, da questo punto di vista, il decreto-legge sicuramente pone un primo strumento di ausilio e di aiuto. Naturalmente, anche in questa occasione, noi registriamo che di fronte all'unico grande, vero tema della crisi politico-istituzionale, che è il pianeta di una giustizia da guarire, inevitabilmente le logiche anche particolari fanno sì che non si riesca ancora a trovare un idem sentire per la riforma di questo pianeta giustizia. Noi speriamo che con questo decreto-legge e anche con questa approvazione facciamo un passo in avanti in questa direzione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghesi. Ne ha facoltà.

  STEFANO BORGHESI. Grazie, Presidente, intervengo per annunciare il voto di Pag. 36astensione del gruppo della Lega Nord. Noi ci asteniamo, su questo provvedimento, non tanto sul merito, in quanto noi da sempre siamo stati favorevoli all'introduzione del processo telematico, in quanto questo va ad apportare indiscutibilmente delle migliorie, dei risparmi e dell'efficienza, siamo, purtroppo, però, alla quinta proroga e questo riteniamo che non possa più essere accettabile. Queste migliorie, queste disposizioni dovevano essere introdotte nel 2014, invece siamo qui, oggi, a discutere dell'ennesima proroga di termini di altri sei mesi per l'entrata in vigore di una misura che noi ritenevamo e riteniamo assolutamente positiva e necessaria per migliorare il sistema giustizia in Italia. Per questa motivazione, quindi, annunciamo il voto di astensione del nostro gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dambruoso. Ne ha facoltà.

  STEFANO DAMBRUOSO. Grazie, Presidente, anche per questa inversione a me favorevole nell'avermi dato la parola. Anticipo immediatamente che il nostro voto è convintamente favorevole, siamo consapevoli che ci troviamo di fronte ad una difficoltà nell'aver ribadito una proroga che non è la prima, evidentemente, sull'introduzione degli strumenti legati al cosiddetto processo telematico nel processo amministrativo. Non è facile nessun cambiamento strutturale, di prassi e di strutture, in un periodo in cui vi è una rilevante difficoltà nell'accedere, non solo economicamente, ma anche in termini proprio di formazione, di personale, di addetti e di operatori giuridici stessi a questa nuova forma di procedura lavorativa, di strumento lavorativo. Quindi, nella consapevolezza di tutto questo noi riteniamo che questo provvedimento debba essere adottato proprio perché siamo comunque in un percorso avviato che non può bloccarsi per le difficoltà che esistono e che noi riconosciamo. Tutto quello che è stato introdotto, le proposte di emendamento da parte di altri colleghi di altri partiti hanno una loro significatività, però non possono bloccare la convinta positività di questo procedimento. Per cui io, per sintetizzare e anche per recuperare il tempo che ho perso nel non essere presente alla prima chiamata che riguardava il nostro partito, io consegno il testo della mia dichiarazione di voto e chiedo che la Presidenza ne autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti), ribadendo che il nostro è un voto favorevole, il cui contenuto è meglio espresso e strutturato nel provvedimento stesso.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Calabrò. Ne ha facoltà.

  RAFFAELE CALABRÒ. Grazie, Presidente. Il gruppo parlamentare di Area Popolare voterà con convinzione a favore la conversione in legge del decreto-legge che interviene sulla disciplina del processo amministrativo telematico: una proroga – si auspica l'ultima – per consentire la predisposizione delle regole tecniche e delle regole organizzative necessarie per applicare il principio dell'obbligatorietà della sottoscrizione digitale degli atti.
  Benché la parola proroga, in certo modo, provochi in tutti noi una certa orticaria, non possiamo vestirci di ipocrisia e negare i ritardi che sono emersi dalla predisposizione delle regole tecniche ed operative. Ma oggi stiamo contribuendo alla costruzione di un ulteriore tassello nella realizzazione della riforma della giustizia amministrativa. Siamo dinanzi a un primo step che punta al miglioramento dell'efficienza e dell'efficacia del sistema giustizia, a vantaggio dei cittadini.
  Bisogna prendere atto che la riforma del processo amministrativo ha bisogno di una fase di idonea sperimentazione e di una graduale applicazione, che deve tener conto dell'adeguamento delle regole informatiche alla peculiarità del processo, alla sua organizzazione, alla tipologia dei provvedimenti Pag. 37giurisdizionali. Abbiamo già avviato con successo l'informatizzazione del processo telematico civile, diventato realtà nel 2014, che ha notevolmente reso più rapido ed efficiente lo svolgimento dei processi, un'efficiente celerità di tempi che stiamo prevedendo anche per il processo amministrativo.
  Onorevoli colleghi, non dimentichiamo che migliorare l'efficienza e l'efficacia del processo amministrativo significa anche agevolare e incoraggiare investimenti nel nostro Paese, consentendo risposte in tempi più certi e più sicuri. Una giustizia lenta contribuisce a frenare gli investimenti e, quindi, la ripresa economica. Oggi stiamo dando una risposta ai cittadini e alle imprese che spesso lamentano l'inefficienza del sistema giudiziario troppo macchinoso, oggi stiamo contribuendo all'attuazione del principio della durata ragionevole del processo che la nostra Costituzione prevede.
  Consentitemi, inoltre, di sottolineare il lavoro svolto dalla Commissione giustizia, che ha migliorato il testo in esame inserendovi disposizioni sul personale del Ministero della giustizia e autorizzando assunzioni straordinarie a tempo indeterminato, fino a 1000 cancellieri, da destinare agli uffici giudiziari in maggiore emergenza e che vanno ad aggiungersi alle 366 unità di personale amministrativo provenienti dalle procedure di mobilità straordinaria.
  Le previsioni di assunzione del personale amministrativo diretto ad aumentare l'organico è indispensabile per migliorare efficienza ed efficacia. Come accade per altri settori della pubblica amministrazione, si tratta di un ambito che soffre di un invecchiamento del personale, considerando che da oltre vent'anni non si fanno più assunzioni e con vistose carenze d'organico. Anche per questo in un certo senso stupisce la sterile polemica che accusa il Governo di aver fatto l'ennesimo abusivo ricorso allo strumento della decretazione di urgenza.
  Inviterei l'opposizione a leggere un articolo de Il Sole 24 Ore che riporta la situazione di assoluta criticità, sottolineata con forza dai responsabili di alcuni principali uffici del Paese e dal CSM, che una delibera approvata dal plenum poco meno di un mese fa metteva nero su bianco, dicendo: la carenza del personale organizzativo è un dato assodato ed assolutamente diffuso nella quasi totalità degli uffici giudiziari italiani di primo e di secondo grado, tale da determinare provvedimenti di riduzione degli orari di apertura delle cancellerie, anticipazioni del termine delle udienze penali, fino ad arrivare a provvedimenti di sospensione delle udienze penali in alcune articolazioni territoriali, e tanto da far registrare una riduzione della funzionalità degli uffici giudiziari, che, in carenza di personale amministrativo, vedono vanificato ogni sforzo di maggiore efficienza. Credo che queste criticità rivelino il carattere di urgenza che la nostra Costituzione richiede come presupposto per il ricorso a un decreto-legge.
  E sempre in questi giorni la stampa ha tracciato un quadro della durata delle liti in materia civile che ha destato non poca preoccupazione: tempi biblici, dovuti proprio alla mancanza di personale negli organici amministrativi, stimato in media del 20 per cento.
  Con questo provvedimento, sul quale ribadiamo il nostro voto favorevole, si inizia a risolvere pertanto l'annoso problema degli organici amministrativi, misure che consentiranno ai magistrati di avere un supporto significativo per migliorare il sistema giustizia del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signora Presidente, signori del Governo ed egregi colleghi, ci si chiede di convertire in legge il decreto emanato il 30 giugno, un decreto che non aveva nulla di urgente e nulla di straordinario. Noi, quando parliamo della legittimità dei decreti-legge, facciamo riferimento quasi sempre solo all'urgenza, Pag. 38dimenticando l'altro requisito, che è la straordinarietà. Il Governo sapeva, almeno dal 2014, che ci voleva del tempo per realizzare obbligatoriamente il passaggio dal cartaceo al processo telematico, però ha fatto ogni volta scadere i termini e ogni volta, in prossimità della scadenza del termine, chiede altri sei mesi di tempo. E noi siamo in questa condizione: che il 30 giugno, appunto allo spirare del termine, viene emanato un ulteriore decreto-legge per andare praticamente al 2017. Questa è la situazione. Quindi, aver fatto decorrere il termine non è un fatto straordinario, è un fatto di cui il Governo era ben consapevole, ma l'andazzo è questo, così come l'andazzo è quello di dire che è il Parlamento che non funziona, ma che il Governo invece ha bisogno di andare celermente avanti. E questo mantra, questo ritornello, in vista del referendum sulla controriforma costituzionale, è oggigiorno, come dire, all'ora dal giorno di ogni telegiornale. Così non è ! Normalmente è il Governo che non riesce ad adempiere alle sue funzioni. La sua funzione era quella, appunto, dal 2010, di trasformare il processo amministrativo da cartaceo ad amministrativo. Questo è il primo punto !
  Seconda violazione profonda della legalità: la introduzione, in questo provvedimento, di norme per sbloccare alcuni concorsi e assumere mille unità da inserire del pianeta malato della giustizia. Anche qui, siamo di fronte a qualcosa di urgente, di urgentissimo, ma non di fronte a qualcosa di straordinario, perché questo malessere della giustizia, addebitabile anche, ma non del tutto, alla carenza di personale, è un malessere antico di cui il Governo è perfettamente a conoscenza, ma che non affronta risolutamente, e che viene introdotto in questo decreto-legge, approfittando del decreto-legge stesso, mentre tutti sappiamo che con una legge di conversione non si può farne veicolo, vettore, di una urgenza e una straordinarietà che eventualmente argomenti estranei non hanno.
  Giustamente, il MoVimento 5 Stelle – dal momento che è stato ritenuto ammissibile l'emendamento della Commissione che introduceva un argomento estraneo al contenuto al decreto-legge – aveva presentato degli emendamenti sulla stessa falsariga, e quindi in buonafede, come è stato effettivamente dichiarato, ma sono stati dichiarati inammissibili appunto perché inammissibili sono, così come lo era l'emendamento della Commissione. Ma con questo che cosa vogliamo dire ? Vogliamo dire che si può benissimo legiferare rispettando la Costituzione, ci vuole volontà politica e sensibilità politica ai problemi del Paese, perché poi, sì, facciamo, apriamo a mille assunzioni, ma nella fretta ci dimentichiamo delle migliaia e dei migliaia di precari che ogni tanto stazionano e protestano davanti a Montecitorio. Questa è la situazione di fronte alla quale noi ci troviamo.
  Ora, dico questo e sottolineo questo perché non posso non sottolinearlo in questa stagione politica, dove la decretazione d'urgenza aumenta sempre di più. Nell'altro intervento, fatto in Aula qualche giorno fa, denunciai il fatto che dall'inizio della legislatura il Governo avesse emanato 70 decreti-legge, pari al 14 per cento dell'intera attività normativa. Oggi ho presso l'ultimo report, il quale mi dice che dal 15 di giugno 2016 al 14 luglio 2016 sono stati emanati altri dieci decreti-legge, per cui da settanta – io ritenevo che stessimo fermi ancora a settanta – siamo arrivati addirittura a ottanta. Ora questo lo sottolineo perché, nell'attuale Costituzione, per i casi straordinari ed urgenti abbiamo il decreto-legge, quando ne sussistono veramente i presupposti, abbiamo la richiesta di urgenza che il Governo può fare al Parlamento, abbiamo anche le leggi delega e via discorrendo, quindi non c’è bisogno su questo punto di trasformare la Costituzione italiana e di diffamare l'attività legislativa che il Parlamento fa. Ora soltanto perché – ripeto – è stata introdotta, sia pure in violazione di legge, quella apertura verso le nuove assunzioni, sol per questo, noi, pur elencando tutte le criticità di cui vi ho parlato, voteremo con l'astensione, ma perché restino a verbale due cose, che si può amministrare bene, si può amministrare nel rispetto della legalità Pag. 39e soprattutto che le mille assunzioni rappresentano una goccia nel mare magnum delle criticità delle piante organiche dei tribunali e delle corti varie di giustizia italiane.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sarro. Ne ha facoltà.

  CARLO SARRO. Grazie, Presidente. Se noi immaginiamo di condurre un'analisi su quelli che sono i provvedimenti che questo Governo ha varato nel corso del biennio della sua vita in materia di giustizia amministrativa, potremmo ritenere che persegue un disegno scientifico di smantellamento del sistema della giurisdizione amministrativa, partendo dalla soppressione delle sedi distaccate, per quanto riguarda poi il regime fiscale dei ricorsi, continuando con le norme di tipo processuale, proseguendo ancora con il capolavoro ultimo rappresentato dal codice degli appalti. Riteniamo che tutto l'insieme di questi provvedimenti abbia rappresentato per il sistema della giustizia amministrativa, che ricordiamolo è quello che poi amministra il rapporto dal punto di vista del contenzioso tra il cittadino e le istituzioni, davvero un colpo mortale. E si prosegue sulla linea indicata con il tanto annunciato e proclamato ingresso del processo telematico con dispiego di mezzi di comunicazione, come sempre per accreditare questa immagine di modernizzazione, di avanzamento del Paese, di snellimento delle procedure e per registrare poi l'ennesimo fallimento che – come è stato ricordato prima – ha imposto, a poche ore dall'entrata in vigore del nuovo regime processuale, l'emanazione di un decreto-legge che appunto lo differisse di altri sei mesi (ma in realtà sono nove mesi perché per altri tre mesi l'articolo 2 del decreto consente il sistema del doppio binario e quindi la possibilità fino al 31 marzo del 2017 di continuare ad operare anche con il sistema attualmente vigente). Dicevo che, ancora una volta, siamo in presenza di un bluff perché il Governo non ha supportato con le misure che erano di sua competenza e di sua spettanza l'effettiva e concreta entrata in vigore del nuovo processo telematico. E si prosegue ancora su questa linea con la discussione della legge di conversione perché è stato introdotto questo emendamento sul potenziamento delle unità lavorative, ma nessuno si è peritato però di chiarire che nessuna delle mille o più unità che dovrebbero essere assunte per effetto della modifica apportata in sede di conversione sarà destinata al sistema della giustizia amministrativa perché il potenziamento e l'incremento di organico viene riservato al Ministero della giustizia e dunque a quella che è la giurisdizione ordinaria.
  Ma – ripeto – non ci sorprendiamo perché è questo lo spirito delle riforme renziane: grandi annunci, grandi proclami e poi, al momento concreto, ci rendiamo conto di come le previsioni contenute nelle tanto sbandierate riforme abbiano una impossibilità tecnica di applicazione, registrino dei ritardi gravissimi e soprattutto poi deludano le aspettative che sono state alimentate dalla politica degli annunci, le aspettative degli imprenditori, degli operatori commerciali, dei cittadini che, in un settore come questo, hanno diritto di ricevere una giustizia improntata sempre più al principio della effettività della tutela e della tempestività della decisione. In una sola cosa dobbiamo riconoscere che il Governo è stato davvero tempestivo ed estremamente anche determinato nel decidere, quando si è trattato di scegliere i vertici della magistratura amministrativa con la nomina del presidente del Consiglio di Stato perché il Governo, sovvertendo una prassi ultracentenaria, non ha seguito il criterio della valutazione dell'anzianità unitamente al merito, ma ha preferito operare una scelta, addirittura chiedendo la designazione dapprima di una terna, poi di una cinquina di nomi e, nell'ambito di questa, procedere con assoluta discrezionalità alla scelta. Nel corso della storia, non solo repubblicana ma anche dello Stato liberale, mai si era verificato un precedente di questo tipo, o meglio un precedente c'era stato, aveva dato vita a questo precedente Mussolini, che in quella Pag. 40occasione scelse di nominare Santi Romano come presidente del Consiglio di Stato, del massimo organo della giustizia amministrativa. In linea con questo precedente, anche l'attuale Governo ha ritenuto di dover sovvertire la prassi e quindi fare una scelta molto politica e molto determinata. Altrettanta determinazione e altrettanta cura non abbiamo invece registrato per quanto riguarda le norme processuali, per quanto riguarda le misure organizzative e per quanto riguarda il complesso cioè di quelle regole che permettono davvero al cittadino di avere giustizia e alla pubblica amministrazione di funzionare meglio.
   Per queste ragioni, pur nella comprensione della obiettività e della inevitabilità di questa proroga, noi ci asterremo sul provvedimento in sede di voto finale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Se avessimo dovuto votare il decreto-legge così come approvato dal Governo avremmo votato sicuramente contro, però da un altro punto di vista c’è un emendamento che non poteva essere in realtà presentato in Commissione, ma che è stato comunque presentato e che prevede, speriamo presto, l'assunzione di mille cancellieri su cui siamo ovviamente molto favorevoli. Però la stessa maggioranza parlamentare, attraverso la presenza alla Camera, ha eliminato i nostri emendamenti che riguardavano sia la riqualificazione del personale della giustizia, che non avviene ormai da dieci anni, sia le assunzioni dei magistrati e ricordo che ne mancano più di 1.500 in Italia. Si altera l'istituzione dei cancellieri perché, sebbene questa conversione ne preveda 1.000, in realtà, da scopertura di organico, ve ne sono ben 7.000 ed è per questo che avevamo presentato un emendamento per aumentare le assunzioni da 1.000 a 2.000. Tutto questo non è stato accettato dalla maggioranza parlamentare e pertanto, per tutti questi motivi, noi del MoVimento 5 Stelle voteremo...

  PRESIDENTE. Scusate, colleghi, c’è una grande ilarità. Cuor contento Dio l'aiuta – come dicono al mio Paese – ma magari... Prego, onorevole Colletti.

  ANDREA COLLETTI. Stavo dicendo brevemente che per questi motivi noi del MoVimento 5 Stelle voteremo questo provvedimento con un voto di astensione, sperando che la prossima volta il Governo e la maggioranza parlamentare riescano finalmente a recepire quei nostri emendamenti che intendono aumentare sia gli organici dei magistrati, sia gli organici del personale amministrativo del settore giustizia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ermini. Ne ha facoltà.

  DAVID ERMINI. Grazie, signora Presidente. Onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, il decreto che oggi esaminiamo per la conversione affronta due temi: il primo, la proroga del processo digitale amministrativo, l'altro, l'assunzione straordinaria del personale amministrativo da parte del Ministero della giustizia. Il codice del processo amministrativo, varato nel 2010, disponeva la facoltà di utilizzo delle modalità telematiche. Successivamente questa facoltà è divenuta un obbligo, perché tutti i provvedimenti dovranno essere sottoscritti con la firma digitale. La posticipazione, l'ultima che faremo, e che oggi votiamo, servirà per la piena operatività del processo amministrativo. Alcuni ritardi nella predisposizione di alcune regole tecnico-operative hanno reso necessario quest'ultimo rinvio. Il rinvio sposta in avanti il termine dal 1o luglio 2016, al 1o gennaio 2017. In questo periodo proseguirà il carattere sperimentale e facoltativo.
  L'altro aspetto che è entrato in questo decreto, attraverso un emendamento presentato Pag. 41in Commissione, riguarda l'autorizzazione al Ministero a procedere a delle assunzioni nell'ordine di mille unità. Vorrei ribadire e sottolineare che abbiamo, purtroppo, negli ultimi anni trascorso un lunghissimo periodo di stagnazione. Veniva prima ricordato che erano circa vent'anni che non si parlava di concorsi nella pubblica amministrazione in campo della giustizia e questo ha determinato certamente un invecchiamento del personale e soprattutto una grave scopertura del personale amministrativo; al 30 giugno 2016, la percentuale di scopertura ammontava al 21 per cento. Questo Governo ha iniziato con la mobilità, 1031 persone mobilitate dalle altre Amministrazioni, mobilità che è in corso di esaurimento. Ci sono stati i 600 dalla Croce Rossa e i 1000 di altri enti e di area vasta e fra 200 e 300 sono le persone che sono state assunte attraverso lo scorrimento di concorsi, che prima venivano ricordati, svolti da altri Ministeri. Abbiamo, quindi, cominciato già ad abbassare quelle che erano le carenze, certamente in modo abbastanza lieve rispetto a quelle che sono le necessità. Però, finalmente, ci sarà un concorso, ci sarà un concorso per i giovani, ci sarà un concorso per chi lo ha già vinto, che avrà la possibilità di entrare nel mondo del lavoro attraverso l'inserimento nella pubblica amministrazione. La grande crisi dei nostri giovani, dei nostri laureati, è proprio quella di vedere mancare gli sbocchi nel lavoro della pubblica amministrazione. Lo vogliamo dire o non lo vogliamo dire che per la prima volta dopo tanti anni finalmente c’è un Governo che inverte la tendenza e dà lavoro ? Dà finalmente lavoro nella pubblica amministrazione attraverso un concorso pubblico ? Forse questo non viene rilevato abbastanza, ma è un atto assolutamente fondamentale. All'interno del mondo della giustizia, finora, i pensionamenti sono stati così numerosi da far sì che lentamente, lentamente, la carenza di organico fosse aumentata a dismisura. Adesso, da due anni a questa parte, non solo abbiamo recuperato il numero dei pensionamenti, ma andiamo addirittura oltre. Abbiamo veramente invertito la tendenza e con questo provvedimento la invertiremo in modo sostanziale insieme agli atti che abbiamo compiuto nei due anni passati. E non sarà certamente l'ultimo, ma sarà semplicemente il primo di un periodo nel quale finalmente il Ministero della giustizia dovrà essere, come molti altri Ministeri, riportato a livelli europei anche per quanto riguarda il personale.
  Ci sono tantissime persone che lavorano nel mondo della giustizia e non hanno trovato in questi anni una soddisfazione a livello non solo di gratificazione economica, ma anche di gratificazione lavorativa. È mancata in tutti questi anni la riqualificazione del personale della giustizia e noi ci stiamo mettendo mano. Pensiamo ai cosiddetti tirocinanti che noi non dobbiamo e non possiamo dimenticare in questa fase, anche attraverso i decreti che poi serviranno per mandare avanti questo provvedimento.
  Vedete, noi abbiamo lavorato in questi due anni e mezzo su alcune poste fondamentali: la possibilità di restituire al mondo della giustizia delle risorse finanziarie, e lo abbiamo fatto; abbiamo dato la possibilità di avere delle risorse umane (e questo è un altro piccolo passo, un altro passo importante che, come dicevo prima, inverte sostanzialmente quella che era la tendenza) sia nel campo della magistratura, nel campo della magistratura onoraria, ed anche nel settore del personale amministrativo; abbiamo lavorato – prima lo sentivo – anche su delle leggi, sulle leggi importanti che abbiamo fatto, per avere un effetto deflattivo e i numeri ci stanno dando ragione perché il numero dei contenziosi si sta abbassando. Abbiamo anche messo in campo in sede penale delle norme ed altre importantissime sono in discussione adesso al Senato ed entro l'autunno saranno approvate anche da questo ramo del Parlamento ed entreranno finalmente in vigore. Ci sono delle norme che serviranno ad avere un effetto deflattivo sui processi per andare a processo soltanto dove l'imputato veramente ha voglia e si sente nel suo cuore di volersi dimostrare innocente. Ci sono poi tantissime Pag. 42altre misure che servono per affrontare il processo in modo diverso. Abbiamo fatto la depenalizzazione per i reati che hanno soltanto la sanzione amministrativa. Abbiamo inserito la tenuità del fatto, la messa alla prova. Sono tutti atti importanti, che tutti avevano pensato, ma nessuno aveva mai messo in campo, noi l'abbiamo fatto ! Quindi, si tratta di risorse finanziarie e umane. Abbiamo poi messo a disposizione risorse attraverso i concorsi, le leggi, l'ordinamento giudiziario.
  Sarà importante lavorare anche sull'organizzazione, perché i numeri che il Ministro ci ha dato in questi mesi vedono dei tribunali dove il personale, della magistratura e amministrativo, è carente ma che non hanno un arretrato, in confronto a dei tribunali o a delle corti che, pur avendo minore carenza di personale, sia amministrativo che di magistratura, invece hanno degli arretrati molto grandi; ciò vuol dire che bisognerà lavorare anche sull'organizzazione. Noi ci siamo, lavoriamo sulle risorse, sulle leggi e sull'organizzazione, naturalmente di concerto con gli altri organismi, con gli altri organi che dovranno darci una mano, perché, non ce lo scordiamo mai, facciamo parte tutti dello stesso sistema. Facciamo parte tutti dello stesso «sistema Paese Italia» che, senza l'aiuto di qualcuno di questi organi e di queste strutture, non potrà dare efficacia ed efficienza a tutto quello che dovrà essere finalmente una riforma per avere una giustizia celere e una giustizia giusta. Oggi compiamo un primo passo, un primo passo importante.
  Noi ci rivolgiamo soprattutto ai giovani che ci ascoltano da fuori di qui: questo Governo è il primo che vi dà la possibilità di fare un concorso nella pubblica amministrazione, ricordatevelo perché noi lo faremo oggi e lo faremo anche domani. Con questo convincimento, annuncio il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale – A.C. 3954-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3954-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di conversione n. 3954-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vezzali... Da Villa... forza, colleghi, affrettare il passo... sì, aspettiamo i colleghi che stanno arrivando ai posti... Simoni... Causin... gambe lunghe, forza... allora Causin, mi faccia un segno... ha votato... Sarti sta entrando al posto e poi direi che possiamo chiudere... Tinagli, forza... Bossi... Sarti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
  «Conversione in legge del decreto-legge 30 giugno 2016, n. 117, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative in materia di processo amministrativo telematico» (3954-A):

   (Presenti  428   
   Votanti  268   
   Astenuti  160   
   Maggioranza  135   
    Hanno votato
 267    
    Hanno votato
no    1).    

  (I deputati Molea, Manfredi, Borghi e Gutgeld hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto favorevole).

Pag. 43

Seguito della discussione delle mozioni Grillo ed altri n. 1-01178, Nicchi ed altri n. 1-01322 e Lenzi ed altri n. 1-01323 concernenti iniziative relative al regime dei farmaci e dei relativi rimborsi da parte del Servizio sanitario nazionale, con particolare riferimento alla questione dei cosiddetti farmaci innovativi (ore 17,05).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'esame delle mozioni Grillo ed altri n. 1-01178 (Nuova formulazione), Nicchi ed altri n. 1-01322 e Lenzi ed altri n. 1-01323 concernenti iniziative relative al regime dei farmaci e dei relativi rimborsi da parte del Servizio sanitario nazionale, con particolare riferimento alla questione dei cosiddetti farmaci innovativi (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  Ricordo che nella seduta di lunedì 25 luglio 2016 si è conclusa la discussione sulle linee generali.
   Avverto che in data odierna sono state presentate le mozioni Rondini ed altri n. 1-01324, Binetti ed altri n. 1-01325, Bechis ed altri n. 1-01326, Rizzetto ed altri n. 1-01327, Gigli ed altri n. 1-01328 e Russo ed Occhiuto n. 1-01329 (Vedi l'allegato A – Mozioni). I relativi testi sono in distribuzione.
   Avverto, altresì, che in data odierna la mozione Lenzi ed altri n. 1-01323 è stata sottoscritta dal deputato Monchiero che, con il consenso degli altri sottoscrittori, ne diventa il secondo firmatario.
   Avverto, infine, che per un mero refuso tipografico alla mozione Nicchi ed altri n. 1-01322, al sesto capoverso del dispositivo, deve leggersi «iniziative, anche normative, per pervenire» e non «iniziative, anche normative, per prevenire», come erroneamente stampato.

(Intervento e parere del Governo)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo esprimendo altresì il parere sulle mozioni presentate.
  Prego, sottosegretario De Filippo.

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Grazie, Presidente. La materia di queste nuove mozioni è complessa. Alcune delle mozioni sono arrivate nella formulazione definitiva solo qualche minuto fa. Il Governo compie uno sforzo attentissimo per recuperare dai proponenti delle mozioni tutti gli elementi importanti e condivisibili su una strategia di governance del farmaco che, com’è noto a questo Parlamento, soprattutto negli ultimi mesi ha avuto un'impostazione più sistematica dopo l'accordo in Conferenza Stato-regioni del luglio 2015: c’è uno specifico tavolo in capo alla Presidenza del Consiglio dei ministri che sta approfondendo e sta strutturando una proposta sistematica della governance farmaceutica del nostro Paese.
  Nell'ultimo provvedimento intervenuto in materia, il decreto-legge enti locali, com’è noto a voi parlamentari, c’è già stata una indicazione anche cronologica sui termini del tavolo che è stato istituito e sulla proposta che prevedibilmente nella prossima legge di stabilità offrirà a questo Parlamento un orizzonte – spero – completo e coordinato su tutte le questioni che molte delle mozioni presentate provano già ad affrontare con stimoli e indicazioni che il Governo reputa molto interessanti.
  Con questa brevissima premessa mi appresto ad esprimere il parere sulle mozioni facendo presente alla Presidenza che probabilmente l'ordine dei pareri sulla singole mozioni non so se è quello che è stato indicato. Abbiamo avuto come dicevo prima...

  PRESIDENTE. Se vuole enuncio io le mozioni, sottosegretario.

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Io proverei a stare sull'ordine...

  PRESIDENTE. Sta bene. Cerchiamo noi di seguire lei. Perfetto, proviamo.

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Ci sono appunti a Pag. 44mano, non vorrei produrre qualche momento di disorientamento.
  Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Grillo ed altri n. 1-01178 (Nuova formulazione), purché siano accettate le seguenti riformulazioni: espungere il capoverso diciassettesimo delle premesse che fa riferimento – ho dovuto numerare sia le premesse che gli impegni per dare un orientamento alla proponente – al divieto di vincoli alle procedure di registrazione dei medicinali equivalenti. Quindi chiediamo di espungere il capoverso diciassettesimo delle premesse nonché gli impegni sesto, nono e dodicesimo. Inoltre, ad eccezione del settimo impegno, sul quale il parere è favorevole totalmente, sui restanti impegni della mozione Grillo ed altri n. 1-01178 (Nuova formulazione) il Governo chiede di introdurre nell’incipit la formula tipica «a valutare la possibilità di». Da ultimo nel tredicesimo impegno sempre della mozione Grillo ed altri n. 1-01178 (Nuova formulazione) invece di tre mesi, come indicato in questo ultimo impegno della mozione, vorremmo proporre una riformulazione di questo tipo «quanto prima e compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili». Con queste proposte di riformulazione il parere del Governo è favorevole.
   Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Nicchi ed altri n. 1-01322 purché sia espunto il ventinovesimo capoverso delle premesse, che parla di aste pubbliche per i farmaci ad alto costo, nonché gli impegni secondo, sesto, ottavo, decimo, undicesimo e tredicesimo. Da ultimo sempre sulla stessa mozione Nicchi ed altri n. 1-01322 il Governo esprime parere favorevole sul primo impegno a condizione che venga riformulato omettendo il riferimento, come è contenuto nell'impegno, all'Agenzia nazionale per la ricerca.
  Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Lenzi ed altri n. 1-01323 a condizione che gli impegni primo, secondo, terzo e quarto vengano introdotti con l’incipit usuale che in questi casi si propone: «a valutare la possibilità di».
  Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Rondini ed altri n. 1-01324: è una mozione con un solo impegno che trova il Governo favorevole.
  Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Binetti ed altri n. 1-01325.
  Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Bechis ed altri n. 1-01326 purché venga espunto il quintultimo punto delle premesse che fa un riferimento errato affermando che l'Agenzia nazionale del farmaco ha costituito un fondo per i farmaci innovativi. Non è l'Agenzia, com’è noto: quindi, più che una proposta di riformulazione, lo considero un refuso da correggere.
  Il parere del Governo sugli impegni dalla mozione Bechis ed altri n. 1-01326 è favorevole a condizione che il primo ed il secondo impegno siano introdotti con la formula «a valutare l'opportunità di». Il parere del Governo sulla mozione Rizzetto ed altri n. 1-01327 è favorevole a condizione che il primo e l'ultimo impegno vengano introdotti con la formula «a valutare l'opportunità di».
  Il parere del Governo sulla mozione Gigli ed altri n. 1-01328 è favorevole a condizione che il secondo impegno venga espunto e il quarto impegno venga introdotto con la formula «a valutare l'opportunità di». Sulla mozione Russo ed altri n. 1-01329, il parere del Governo è favorevole, a condizione che il primo impegno venga introdotto con la formula «a valutare l'opportunità di». Spero di essere stato chiaro, Presidente, grazie.

  PRESIDENTE. Sì, due precisazioni che mi chiedono gli uffici, per capire se ci siamo intesi. Sulla mozione Nicchi ed altri n. 1-01322, sul primo impegno lei ha detto che bisogna espungere il riferimento all'Agenzia nazionale per la ricerca. Significa togliere dal primo impegno tutta la frase da: «e prevedendo» fino a: «servizi sanitari» ?

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Sì, Presidente. Per essere più precisi, il primo impegno si dovrebbe chiudere con «istituti di ricerca attivi in campo farmaceutico», punto.

Pag. 45

  PRESIDENTE. Perfetto, quindi avevamo inteso. Seconda questione: sulla mozione Bechis ed altri n. 1-01326, il primo impegno già contiene la formulazione «a valutare l'opportunità di»; quindi, sarebbe il secondo impegno che lei riformulerebbe con «a valutare l'opportunità di garantire la piena applicazione». È così ? Onorevole Lenzi, un momento, perché sto chiedendo sulla mozione Bechis. Il secondo impegno della mozione Bechis, ci siamo ? Allora, lei sul primo e il secondo impegno ha chiesto di inserire la formulazione «a valutare l'opportunità di». Il primo lo contiene già, è scritto «a valutare l'opportunità di»; quindi, presumo che il parere sia favorevole. Bene, quindi è solo il secondo impegno che viene riformulato con l'aggiunta «a valutare l'opportunità di».
  Allora, io farei una proposta, perché vedo che c’è una certa fila intorno al sottosegretario: cinque minuti di sospensione per chiarirsi con i proponenti sulle riformulazioni, senza che abbandoniate l'Aula, perché poi riprendiamo. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 17,15, è ripresa alle 17,30.

  PRESIDENTE. Credo che il sottosegretario De Filippo abbia bisogno di un minuto per qualche precisazione sulle riformulazioni. Prego.

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Grazie, Presidente. Abbiamo fatto un'ulteriore filologica valutazione sinottica tra lo stampato e quello sul quale avevamo lavorato, e quindi devo precisare alcuni punti, semplici, spero. Sulla mozione Grillo n. 1-01178 (nuova formulazione) nelle premesse ho citato il punto 19, ma è il punto 20 delle premesse, che abbiamo chiesto di espungere; inoltre, tra gli impegni che avevamo chiesto di espungere, non è il dodicesimo, ma il tredicesimo, e quindi la riformulazione dell'ultimo punto non è riferita al tredicesimo, ma al quattordicesimo, perché l'ultimo punto degli impegni risulta essere il numero 14. In più, nel descrivere i pareri sulle mozioni, quindi in un rispetto sacrale di tutte le proposte che arrivano dai gruppi, ho scambiato – mi scuserete – e sulla mozione del PD il parere era favorevole, senza nessuna riformulazione.

  PRESIDENTE. Bene, grazie sottosegretario.

(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mottola. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. Gentile Presidente, onorevoli colleghi, i dati pubblicati dall'Aifa sulla spesa farmaceutica territoriale ed ospedaliera relativa al 2015 rilevano uno sforamento di un miliardo e 880 milioni di euro rispetto al tetto programmato di 18 miliardi, con una previsione di spesa che nel 2020 arriverà a 35 miliardi di euro, anche a causa della produzione di nuovi e costosi farmaci. Su questo principio e sui dati relativi alla spesa farmaceutica 2015 da più parti arriva la sollecitazione alla riforma del farmaco che ne garantisca una nuova governance; cifre e spese che ci danno la dimensione e l'importanza di questa filiera, innanzitutto filiera produttiva, di buon lavoro, di lavoro qualificato, e anche una filiera che si occupa di una questione delicata come quella di assicurare il diritto alla salute dei cittadini. Tuttavia, ci sono dei limiti nel nostro sistema del regime dei farmaci dovuti spesso all'insoddisfacente processo di definizione del prezzo del farmaco, troppo spesso ad appannaggio delle stesse case farmaceutiche. Questo comporta un costo altissimo per lo Stato, a cui bisogna porre rimedio attraverso una definizione più chiara dei requisiti previsti per stabilire il costo del prodotto dei farmaci.
  In particolare, il costo finale dei farmaci antivirali diretti è ufficialmente sconosciuto: si sa che è elevatissimo, ma è sconosciuto, perché l'accordo tra Aifa e le Pag. 46aziende produttrici prevede una clausola di riservatezza. Lo stesso presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha auspicato che questo tipo di accordi non si verifichi più e chiede al Governo di assumere iniziative affinché l'Aifa non sigli più accordi con le case farmaceutiche con la presenza di clausole di riservatezza e senza trasparenza. Queste case farmaceutiche negoziano prezzi molto diversi a seconda dei Paesi, e quindi siamo di fronte a un atteggiamento scorretto. Se, da un lato, il brevetto garantisce incentivi per la ricerca e per lo sviluppo, dall'altro, crea situazioni di monopolio, che generano costi elevati per le cure e consentono alle imprese farmaceutiche di imporre la linea secondo una logica che in questo caso nulla ha a che vedere con la ricerca e con il diritto alla salute.
  È, peraltro, necessario rivedere le modalità per l'approvazione in riferimento ai requisiti di qualità, efficacia e sicurezza. L'efficacia va misurata su indicatori di esito robusti, e quindi attraverso un confronto con un farmaco della stessa categoria di provata efficacia, se esiste, e su cui va dimostrato il valore aggiunto del nuovo farmaco in termini di efficacia, tollerabilità e in rapporto ai costi e benefici. Onorevoli colleghi, se l'efficienza del Sistema sanitario nazionale è affidata a modelli organizzativi validi, farmaci efficaci, operatori competenti, procedure correttamente eseguite e tecnologie moderne, la sua sostenibilità è legata a doppio filo con la spesa farmaceutica.
  Un nuovo sistema non può prescindere dalla definizione di nuovi tetti di spesa e dall'adozione di misure strutturali tali da liberare risorse per far fronte ai nuovi bisogni assistenziali in campo farmaceutico. Ci troviamo di fronte a due necessità: poter curare in modo universale tutte le persone che ne hanno bisogno e, contemporaneamente, assicurare accesso e sostenibilità economica al sistema. Alleanza Liberalpopolare Autonomie voterà favorevolmente a tutte le mozioni che andranno in questa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Totaro. Ne ha facoltà.

  ACHILLE TOTARO. Grazie, signora Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, noi del gruppo di Fratelli d'Italia riteniamo sia necessario riformare incisivamente il sistema di governance dei farmaci, che deve garantire l'universalità del diritto alla salute e la sostenibilità economica del Sistema Sanitario Nazionale.
  Come ha evidenziato il rapporto Osmed 2015, la spesa farmaceutica nazionale è aumentata dell'8,6 rispetto all'anno 2014 ed ha superato i 29 miliardi di euro. Questi dati sono destinati a crescere, pertanto, affinché il sistema sanitario sostenga l'immissione di nuovi farmaci innovativi, sarà necessario intervenire sui tetti di spesa, separati tra farmaceutica territoriale e ospedaliera.
  L'attuale modello che regola la spesa farmaceutica, oltre a non garantire il rispetto dei tetti di spesa a livello centrale, a livello regionale determina una gestione notoriamente eterogenea, che dà luogo a disequità e ritardi in danno dei pazienti.
  Per quanto riguarda il settore oncologico, è sicuramente quello in cui l'accesso ai farmaci innovativi ha contribuito e contribuisce maggiormente ad aumentare il tasso di sopravvivenza dei malati, tuttavia genera una spesa sempre più ingente. Di conseguenza, rispetto a un'offerta in crescita è necessario stabilire dei precisi criteri per l'innovazione e trovare nuove risorse.
  A sostegno della proposta avanzata dall'Associazione italiana di Oncologia Medica e dal progetto «La salute è un bene da difendere, un diritto da promuovere», coordinato dall'associazione Salute Donna ONLUS, riteniamo che andrebbe istituito un apposito fondo pubblico nazionale per i farmaci oncologici innovativi, che contribuisca al rimborso alle regioni dei farmaci Pag. 47oncologici a forte carattere innovativo.
  Questo fondo potrebbe essere finanziato con il gettito derivante dal tabacco e da altre attività economiche impattanti sulla salute dei cittadini, con il duplice scopo di recuperare risorse aggiuntive e di contrastare il tabagismo ed altri prodotti pericolosi per la salute.
  Per quanto concerne invece l'accesso ai farmaci innovativi, ricordiamo che si consuma una gravissima discriminazione nei confronti dei malati italiani rispetto ai malati degli altri Paesi europei: è noto infatti che i farmaci innovativi devono essere approvati con procedura centralizzata prima dall'EMA, l'autorità europea a ciò preposta, poi per quanto riguarda l'Italia dall'Aifa e successivamente da ciascuna regione nella sua autonomia, che decide se e quando inserire quel farmaco tra quelli che poi saranno somministrati dalle varie aziende ospedaliere.
  È chiaro che questo è un sistema che determina difformità tra regioni, in violazione del principio di equità ed uniformità di accesso alle cure che lo Stato è tenuto ad assicurare a tutti i cittadini su tutto il territorio nazionale e quindi a prescindere dalla regione di appartenenza e dalla struttura a cui si affida per ricevere cure mediche.
  Inoltre, questo sistema chiaramente non consente ai pazienti di accedere alle cure innovative in tempi adeguati, poiché, dopo la registrazione europea da parte dell'EMA, in Italia si riscontrano ritardi dell'Aifa nella registrazione di circa 12-18 mesi, a cui si aggiungono i successivi tempi di approvazione delle singole regioni.
  Non è riuscito ad eliminare queste incostituzionali disparità di trattamento delle varie regioni e assicurato un'equa disponibilità di farmaci innovativi neanche il cosiddetto decreto Balduzzi e le regioni continuano a limitare l'accesso alle terapie salvavita, indipendentemente dall'approvazione dell'Aifa.
  È assurdo che anche i farmaci valutati dalla stessa Agenzia ad elevato impatto nelle patologie oncologiche subiscano i medesimi ritardi nelle procedure di rimborso.
  Viene così violato l'articolo 32 della Costituzione, che stabilisce che la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti.
  La preoccupazione è che, alle soglie di importanti rivoluzioni terapeutiche, soprattutto in campo oncologico, l'Italia non disponga di strategie e di risorse adeguate per garantire un equo ed uniforme accesso ai trattamenti innovativi, che presto saranno sul mercato a prezzi proibitivi per i pazienti, ripetendosi situazioni incresciose venutesi a creare per i farmaci antivirali per l'epatite C.
  Infine, ricordiamo che con l'ultima legge di stabilità è stata prevista l'adozione, da parte del Ministero della salute, in concertazione con l'Aifa, di un programma strategico volto a definire i fondamentali criteri di gestione del settore, ma ad oggi non si hanno notizie di questo piano strategico, che per l'entità della posta in gioco è diventato urgente e fondamentale.
  Quindi noi, attraverso la mozione del gruppo di Fratelli d'Italia, signora Presidente, chiediamo al Governo che si istituisca un fondo pubblico ad hoc per i farmaci oncologici innovativi; che si adotti ogni iniziativa affinché l'accesso ai farmaci innovativi sia equo e non discriminatorio per tutti i cittadini sul territorio nazionale; che si adotti un piano strategico per gestire i farmaci, con particolare attenzione al settore oncologico, in previsione delle evoluzioni terapeutiche in atto; che si assumano iniziative affinché l'Aifa definisca in modo chiaro, dettagliato ed obiettivo cosa si intenda per farmaci innovativi, visto che è assurdo che questa definizione non sia stata ancora specificamente fornita; che si dia concreta attuazione al decreto-legge n. 69 del 2013 del Ministro Lorenzin, laddove ha previsto il limite di cento giorni per l'approvazione dei farmaci di eccezionale rilevanza terapeutica e per i farmaci orfani; ed infine, che si Pag. 48elabori una riforma complessiva del sistema di gestione dei farmaci, proponendo soluzioni innovative ed appropriate, poiché attualmente stenta a stare al passo con le innovazioni terapeutiche e l'offerta di mercato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gigli. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Il problema del contenimento della spesa sanitaria è un problema di enorme importanza e rispetto a questo il capitolo della spesa farmaceutica è certamente uno di quelli che impattano di più sulla sostenibilità di un sistema sanitario che è sempre più messo alla prova anche dal problema della denatalità, che impatta certamente negativamente sulla possibilità di alimentarlo appunto; nel contempo, la spessa continua ad aumentare, anche a causa dell'invecchiamento della popolazione, delle pluripatologie e delle necessità di cura complesse che l'anziano si porta dietro.
  Quindi, è del tutto legittimo e giustificato che il Governo tenti di contenere questa spesa ed è apprezzabile quando il Governo stesso lo fa attraverso lo strumento dell'appropriatezza. Potenziare l'appropriatezza, infatti, da un lato consente appunto di evitare la spessa inutile e quindi di ridurre i costi e fa anche bene per così dire alla salute, evitando al paziente di assumere farmaci dai quali comunque, non potendosene giovare, finisce per ricevere esclusivamente un danno.
  Meno apprezzabile invece è quando il contenimento della spesa, come dicevo in sé opportuno, viene perseguito attraverso altri strumenti meno condivisibili. Voglio citarne alcuni: uno è quello del braccio di ferro, a cui ormai assistiamo regolarmente, ogni volta che vi è un nuovo farmaco da mettere in commercio, tra le autorità sanitarie e le aziende produttrici, un braccio di ferro per portare al ribasso, a un ribasso sempre più importante e sensibile del prezzo del farmaco una volta che sarà in commercio e che dovrà essere poi rimborsato dal Sistema Sanitario Nazionale.
  Questo braccio di ferro però si traduce in una procedura estenuante, che dura talora anni e che sta rischiando di far perdere all'Italia la qualità anche delle sue cure, perché il ritardo nella disponibilità di terapie innovative finisce certamente per metterci non dico all'angolo, ma certamente in una minore possibilità di competere per la qualità delle cure con altri Paesi dell'Unione europea.
  Una seconda modalità, anch'essa non del tutto condivisibile, è quella delle limitazioni alla capacità prescrittiva dei medici, che – per carità ! – alcune volte sono giustificate, se richiedono competenze particolari: è questo il caso di alcune medicine che possono e debbono giustamente essere prescritte soltanto dallo specialista che si occupa di quella indicazione terapeutica per la quale il farmaco viene assunto; ma altre volte finiscono invece semplicemente per cercare di fare in modo di rendere sempre più complicata la possibilità per il paziente di arrivare alla fine ad ottenere questa prescrizione.
  Lo stesso avviene attraverso il sistema del contingentamento: si stabilisce per esempio quant’è il potenziale prescrittivo del singolo medico o del singolo specialista, che è invitato a non andare oltre dalla regione che appunto ha contingentato la spesa; oppure si realizza un meccanismo che è quello della burocratizzazione della prescrizione, attraverso l'obbligo di compilazione di piani terapeutici che finiscono per essere alla fine semplicemente dei pezzi di carta da firmare e che nonostante tutto questo richiedono tempo, un tempo prezioso, un tempo che si ripete più volte poi, perché ogni volta deve essere rinnovato e che viene sottratto alle esigenze invece della diagnosi e della cura.
  Ecco, noi crediamo che tutto questo sia una distorsione del sistema, una distorsione alla quale si aggiunge un fatto importante che abbiamo richiamato nella nostra mozione, che è quello del commercio parallelo dei farmaci. La contraddizione che in sé è ineliminabile tra un Pag. 49sistema che prevede un prezzo imposto, come quello in vigore in Italia, appunto, per calmierare la spesa farmaceutica, e un principio basilare dell'Unione europea che è la libertà di circolazione delle merci finisce, alcune volte, in alcune occasioni, soprattutto per i farmaci più innovativi e più costosi, per creare un mercato parallelo, con la fuga del farmaco ad alimentare le farmacie di Paesi in cui viene più remunerata la prescrizione e sottraendola, al tempo stesso, al mercato nazionale, nonostante sia stato approvato, seppur tardivamente, dalle nostre autorità sanitarie e nonostante sia rimborsato, seppure a prezzi, appunto, non competitivi. È per tutti questi motivi che, in particolare con i farmaci innovativi, è necessaria una nuova governance della spessa farmaceutica, una governance che premi l'innovazione, che premi la ricerca, senza rinunciare, certamente, a contenere le spese, ma soprattutto salvando la dignità della clinica, salvando la dignità dell'agire medico, la possibilità che il medico possa agire prescrivendo in scienza e coscienza e secondo quelli che sono criteri di una medicina basata sull'evidenza e sull'appropriatezza delle cure.
  Io prendo atto che il Governo ha dato parete positivo per tutti quanti i nostri impegni, agli impegni a cui lo richiamavamo, un parere positivo che ha a che fare, appunto, con la necessità di contrastare questo commercio parallelo, che ha a che fare con la necessità di incentivare la produzione e la commercializzazione dei farmaci di ultima generazione, rendendoli fruibili e disponibili su tutto il territorio nazionale e allargando la possibilità di prescrittibilità, secondo criteri di appropriatezza, da parte di tutti i medici o, almeno, da parte degli specialisti del settore. Prendo atto anche della disponibilità del Governo a prendere in considerazione tutti i fattori in gioco nel momento in cui si negozia il prezzo, compreso, appunto, lo sforzo di ricerca da parte delle aziende, compreso il potenziale di beneficio aggiuntivo che il farmaco innovativo può dare e non solo il fattore prezzo, revisionando per questa via tutta la governance della spesa farmaceutica.
  Ciò detto, però, mi permetto di chiedere al sottosegretario, riguardo al secondo impegno che ci ha chiesto di espungere, per approvare la nostra mozione, di voler riconsiderare questo suo parere e, almeno, di salvare questo impegno che riteniamo importante con la formula classica del «valutare l'opportunità di», perché questo ? Perché se c’è un modo per contrastare il fenomeno è un modo che chiaramente non può appartenere solo al Governo, deve trovare il consenso delle regioni che sono gli attori veri poi della spessa sanitaria, ma certamente se questo accordo si trovasse – e per questo invitiamo il sottosegretario a riconsiderare l'opportunità di un parere positivo pur «valutando l'opportunità di» – io credo che sarebbe possibile per le aziende sanitarie portare avanti una lotta estremamente efficace contro il commercio parallelo dei farmaci attraverso, appunto, lo strumento così importante in Italia delle farmacie ospedaliere e anche lo strumento delle farmacie comunali, che potrebbero, esse sì, provvedere, saltando i grossisti e in rapporto diretto con le aziende farmaceutiche, arrivare ad avere direttamente a disposizione quei farmaci che il mercato parallelo porta in Germania piuttosto che in Italia, semplicemente perché lì, appunto, nonostante le aziende li mettano a disposizione al prezzo concordato, il prezzo lucrato dal grossista è superiore. Io, quindi, lo ripeto, chiederei al Governo di voler riconsiderare questo secondo impegno (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Monchiero. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI MONCHIERO. Grazie, Presidente. Queste mozioni richiamano l'attenzione del Governo e di quest'Aula su un tema abbastanza complicato come l'equilibrio interno dei costi del Servizio sanitario nazionale in particolare per quanto Pag. 50attiene all'utilizzo dei farmaci. È ovvio che l'impiego di farmaci sia una delle risorse fondamentali nella cura dei pazienti e che, quindi, il costo dei farmaci rappresenti, da sempre, un problema per il nostro Servizio sanitario nazionale. Infatti, da tempo, sono state adottate misure, talvolta anche fra loro contraddittorie, per cercare di contenere il costo dei farmaci. Questa necessità si scontra ovviamente con le necessità dell'innovazione; nuovi farmaci in qualche caso anche risolutivi di patologie gravissime vengono immessi sul mercato, spesso, a prezzi molto elevati che devono compensare i costi della ricerca pregressa. Ora l'introduzione di questi nuovi farmaci ha rappresentato, negli ultimi anni, un problema molto avvertito nelle categorie di pazienti interessate e solo ultimamente, con una iniziativa significativamente utile dell'Aifa, siamo riusciti a risolvere il problema dell'utilizzo dei farmaci contro l'epatite C, con un farmaco veramente innovativo che ha risolto questa antica patologia. Infine, un problema analogo a quello dei farmaci è quello dei dispositivi medici; un'altra situazione nella quale, cercando di applicare le misure di contenimento sperimentate in materia di farmaci, si stanno purtroppo ottenendo dei risultati non solo inattesi, ma molto diversi rispetto a quelli desiderati. Ora, come conciliare tutte queste problematiche che, lo ripeto, fra loro presentano anche degli elementi oggettivi di contrasto ? Ebbene, tutte le mozioni presentate toccano qualche punto sensibile; ho personalmente apprezzato il fatto che il Governo abbia prestato attenzione a tutte, esprimendo sulla quasi totalità delle proposte un parere favorevole.
  Io mi limiterò, quindi, a riassumere i contenuti fondamentali della mozione che ha come prima firmataria la collega Lenzi e che io volentieri ho sottoscritto a nome del nostro gruppo. Innanzitutto, chiediamo al Governo di mantenere, anche per gli anni a venire, il fondo per i farmaci innovativi, finanziandolo adeguatamente, cioè tenendo conto dei costi potenzialmente generati dall'immissione sul mercato di nuovi farmaci. Significativo pare anche a noi cambiare alcune delle regole che riguardano la sperimentazione dei farmaci, sperimentazione che, spesso, è assoggettata a procedure troppo laboriose che diventano, ahimè, anche involontariamente, un elemento di discrimine per il nostro Paese, nel quale i farmaci vengono immessi in tempi significativamente ritardati rispetto ad altre realtà europee o del mondo occidentale. Infine, si tratta di ridefinire i tetti di spesa che negli ultimi anni hanno ottenuto un significativo effetto di risparmio sui costi, ma anche alcuni effetti distorsivi che bisogna assolutamente correggere: l'antica distinzione fra tetto di spesa ospedaliero e tetto di spesa territoriale va naturalmente superata e rivista anche tenendo conto della semplice considerazione che non c’è regione, salvo la provincia di Trento, che sia riuscita a rispettare il tetto di spesa per quanto riguarda la farmaceutica ospedaliera. Il che, evidentemente, fa dubitare che quel tetto fosse stato fissato in modo particolarmente adeguato alle necessità.
  Parallelamente, noi suggeriamo anche di rivedere le ultime proposte in materia di applicazione del sistema del meccanismo del pay back, anche per quanto riguarda l'acquisizione di dispositivi medici; dispositivi che hanno una parcellizzazione fra produttori ben più ampia di quanto non sia quella dei farmaci più innovativi e più costosi; questo meccanismo, quindi, verrebbe a danneggiare in modo controproducente le industrie del settore, in gran parte industrie nazionali. Infine, per cercare di dare una visione d'insieme su tutte queste cose io citerei quello che è il nostro primo impegno e cioè quello che invita il Governo ad accogliere le proposte di una rivisitazione complessiva della governance della spesa farmaceutica formulata recentemente dalla Conferenza delle regioni. Si tratta di un documento importante che introduce come misura stabile per tutte le innovazioni, ad esempio, il meccanismo del prezzo che viene automaticamente scontato con l'incremento dei volumi. Questo meccanismo ha consentito al nostro Paese di acquisire con uno sconto realmente significativo i farmaci – ripeto – Pag. 51antiepatite C. Credo che sia un meccanismo che anche sul piano logico è il più razionale e quindi, anche solo sotto questo aspetto, il documento dalla Conferenza delle regioni meriterebbe di essere seguito, ma ci sono altri elementi di quel documento che davvero possono fornire una visione di insieme con la quale ci sentiamo di concordare.
  Per le ragioni su esposte, naturalmente, annuncio il voto favorevole del nostro gruppo alla mozione che abbiamo sottoscritto ma anche a tutte quelle dei colleghi sulle quali il Governo ha espresso parere favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Semplicemente per esprimere favore rispetto alla decisione del Governo di accogliere la nostra mozione, in particolare gli impegni che si ritrovano in calce alla nostra mozione, che erano già stati oggetto di due ordini del giorno che hanno trovato l'approvazione da parte del Governo sul provvedimento sugli enti locali.
  Fermo restando questo, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Il testo della dichiarazione di voto, naturalmente, può essere consegnato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. La spesa farmaceutica è una delle voci più significative delle risorse che attualmente lo Stato impegna per la sanità. Noi abbiamo preso nota di alcuni dati tra i più recenti che ha messo a nostra disposizione l'Aifa, in particolare l'Agenzia dei farmaci ha evidenziato nel 2015 oneri maggiori per un importo di circa 2 miliardi, per la precisione 1,85 miliardi tra gennaio e novembre del 2015, derivanti soprattutto dalla spesa ospedaliera del Servizio sanitario nazionale. Si tratta dell'ultimo monitoraggio dell'Agenzia italiana del farmaco e per questo merita perlomeno due commenti importanti.
  Il primo è il riferimento al fatto che la crescita è messa in carico soprattutto alla spesa ospedaliera, il che significa che non è ancora sufficientemente sviluppata tutta l'attenzione a quella medicina territoriale che, da anni, rappresenta un obiettivo-tendenza per spostare l'attenzione del Sistema sanitario dalla dimensione ospedale-centrica a quella che, invece, è l'assistenza del paziente nel suo contesto naturale, nel suo contesto familiare e domiciliare, attraverso quella che è l'assistenza del territorio. Questo è un obiettivo importante che mostra come ancora molto possa e debba essere fatto in una linea che non è soltanto quella del risparmio economico, ma che è anche quella che mantiene il paziente nelle condizioni e nelle circostanze delle situazioni di maggiore prossimità rispetto alla propria vita.
  Un altro aspetto interessante che ci sembra di voler mettere in evidenza è quello per cui, da un lato, noi assistiamo in parte a una riduzione della spesa convenzionata attraverso la riduzione del numero delle ricette, questo grazie anche al fatto che è possibile con una sola ricetta poter includere un maggior numero di prescrizioni. Questo significa che la razionalizzazione dei processi, la riflessione concreta su come rendere il lavoro più snello, più immediato e più diretto rappresenta un indubbio vantaggio non solo per il singolo cittadino, non solo nel momento in cui va a fare acquisto di farmaci in farmacia, ma per lo stesso intero Sistema sanitario nazionale; prima, come ricordiamo tutti, si potevano prescrivere solo due farmaci in una sola ricetta.
  Ma l'altro aspetto, invece, che ci dispiace dover sottolineare è che alla riduzione del numero di ricette, per la loro maggiore potenzialità, corrisponde invece un aumento dei consumi nella spesa convenzionata, proprio per una maggiore incidenza Pag. 52del ticket che è cresciuto dell'1,3 per cento. Che cosa significa il fatto che sia cresciuto l'aumento del ticket ? Significa prendere atto, attraverso un numero abbastanza anonimo, abbastanza di per sé indifferente nella sua crudezza, di quell'esperienza – che sappiamo bene – che fa dire che 11 milioni di italiani, in qualche modo, rinunciano a curarsi perché la spesa del ticket, che vista in questo modo sembra solo dell'1,3 per cento, di fatto influisce nei costi delle persone a livello individuale in maniera talmente significativa che preferiscono non acquistare i prodotti per i quali il costo del ticket diventa significativo.
  Un altro aspetto interessante è quello che ha illustrato anche recentemente Mario Melazzini, questa mattina stessa, partecipando ad un incontro sulle malattie rare, il quale ha messo in evidenza come in Italia in questo momento il consumo di farmaci per le malattie rare è legato anche al fatto che un maggior numero di farmaci orfani, quindi di farmaci specificamente dedicati alla presa in carico delle malattie rare, è aumentato. Cosa che ci fa indubbiamente piacere, perché significa tre cose: che la ricerca in fatto di malattie e di farmaci rari, e quindi di farmaci per la cura delle malattie rare, sta crescendo; che questa ricerca si traduce in farmaci che vengono messi abbastanza velocemente a disposizione dei pazienti; e che questi farmaci, il cui costo non grava sui pazienti ma grava direttamente sul Sistema sanitario nazionale, riesce a venire incontro ai bisogni delle persone in maniera più veloce e più significativa.
  Un'altra cosa che, secondo me, può essere interessante mettere in evidenza – e su cui hanno insistito, credo, tutti i colleghi intervenuti finora – è il fatto che l'aumento maggiore dei costi è legato alla partita dei farmaci innovativi. Tra i farmaci innovativi, in questo momento, quello che emblematicamente sembra assorbire il maggiore costo è quello che riguarda il farmaco per l'epatite C. Però è interessante sottolineare un numero, e concretamente questo: i trattamenti avviati ad oggi sono 49.750. Questo significa che ci sono circa 50 mila pazienti che avrebbero dovuto sottoporsi nel tempo a trattamenti lunghi ed estenuanti – che non potevano che portare ad una cronicizzazione di una patologia che avrebbe potuto sfociare tranquillamente anche nella richiesta di trapianto e di trapianto epatico –, che hanno in qualche modo sradicato la patologia con un trattamento, questo sì, caro, ma un trattamento contenuto nel tempo e senza conseguenze successive.
  Quando la partita dei farmaci innovativi diventa così importante, è necessario che accanto al costo reale del farmaco si prendano in considerazione anche, potremmo dire, tutti gli effetti positivi indiretti che dalla somministrazione di questo farmaco si ottengono. Certo è che questi farmaci possono, in un certo senso, far «saltare il banco», se si pensa al bilancio delle ASL e se si pensa anche e soprattutto al fatto che noi andiamo sempre più velocemente verso la produzione di farmaci fortemente innovativi, al punto tale che la medicina di precisione – che è uno degli obiettivi-tendenza verso il quale va la medicina di questi ultimi tempi – corre il rischio di creare un aumento dei costi dei farmaci molto elevato e molto difficile da fronteggiare se non ci saranno delle economie di scala molto forti.
  Ovvio che tra le economie di scala più forti, quella a cui tutti noi pensiamo in prima battuta è la riduzione di quei costi che sono legati alla inappropriatezza, che sono legati alla corruzione, che sono legati agli sprechi. Sono tre parole, ognuna delle quali rappresenta un significato ben preciso ma rispetto alle quali noi abbiamo assoluto bisogno di recuperare risorse proprio per poterle investire utilizzando la spinta positiva dei farmaci innovativi e quindi anche la spinta positiva a offrire ai pazienti una soluzione che non sia solo di cronicizzazione, ma che sia di risoluzione della patologia.
  Interessante anche un commento, per cui qualche volta l'Europa ci espone a una critica non indifferente, che è quello che riguarda l'impiego inappropriato degli antibiotici, che sembra raggiungere circa il 30 per cento nelle varie condizioni cliniche Pag. 53studiate. Sull'uso, il consumo e la prescrizione degli antibiotici, evidentemente, molto c’è da fare, ma anche questa è una battaglia economica che si sconfigge soprattutto sotto il profilo culturale.
  Noi siamo grati che il Governo abbia accolto tutti gli impegni della nostra mozione, anche se la lettura di questi impegni sembra essere una lettura che si declina prevalentemente con categorie interpretative di tipo economico, per esempio a prevedere che, quando si è nella fase di rinegoziazione di un contratto di un medicinale, vengono assunti come base imponibile da cui partire i risultati di risparmio effettivamente ottenuti grazie alle procedure di pay-back del medicinale, ovvero dagli sconti confidenziali.
  Effettivamente sembra che ogni parola pesi e pesi in base a un ragionamento di natura economica, ma non c’è chi non vede come il riferimento agli sconti confidenziali sia piuttosto da intendere come una grande capacità negoziale, come una grande capacità di mediazione e in qualche modo di confronto tra quelli che sono gli interlocutori della nostra Agenzia del farmaco e quelle che poi sono le grandi case farmaceutiche che sappiamo bene ottengono e spuntano prezzi diversi a seconda dei Paesi e delle situazioni diverse. Più volte è stato fatto notare da noi come l'AIFA sia in grado di spuntare prezzi anche molto convenienti. A questa convenienza abbiamo sempre chiesto che si accompagnasse anche in buona misura la trasparenza in modo che i risparmi ottenuti potessero essere letti anche in termini di correttezza delle procedure. L'ultimo impegno, ancora una volta, anche questo accolto dal Governo, è quello di garantire un costruttivo prosieguo dei lavori del tavolo per la revisione della disciplina sul governo della spesa farmaceutica. Perché noi vogliamo che di questo si tratti attraverso un tavolo ? Esattamente per quello che dicevamo prima; non solo per la necessità di avere competenze specifiche per profili patologici specifici e quindi anche per farmaci specifici, ma anche perché è nel tavolo che si costruisce anche la trasparenza delle decisioni e la condivisione di queste.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Marisa Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Secondo il recente rapporto Osmed del 2015 la spesa farmaceutica rappresenta nel nostro Paese l'1,9 per cento del PIL. Lo ricordo – si potrebbero usare anche altri riferimenti – perché sono dati che ci danno la misura della trama produttiva dove economia, lavoro, ricerca e innovazione si intrecciano fortemente. Un settore vitale per lo sviluppo del nostro Paese, ancora di più perché è legato direttamente al diritto alla salute, un diritto fondamentale che deve venire prima di ogni convenienza di profitto, di ogni convenienza economica. E quando si parla di spesa farmaceutica, affermare questo principio non è neutrale e non è scontato.
  Per questo la nostra mozione che indica proposte nuove di politiche per la farmaceutica ha voluto affrontare una proposta precisa per partire da lì e trarne delle conseguenze complessive, ha voluto mettere al centro il caso emblematico della produzione dell'accesso ai farmaci innovativi dell'epatite C, lo ribadiamo. Il caso manifesta un paradosso drammatico: ci sono farmaci efficaci, che salvano la vita, ma che sono non disponibili per tutti perché sono costosi.
  Ecco, la legge di stabilità nel 2015 ha istituito un fondo di 500 milioni, l'anno sta per finire (riguarda tutto il 2016) e quindi sarà un fondo intanto da rifinanziare, ma con questa cifra si prevede di trattare cinquantamila pazienti in base a criteri di gravità. L'incognita terribile che non possiamo dimenticare è che cosa avverrà una volta trattati i primi 50.000 pazienti e ci siamo quasi vicino visto il monitoraggio dell'Aifa. In Italia infatti i malati di epatite C sono stimati in circa un milione, ma solo il 45 per cento è noto al sistema sanitario. Trattare questi pazienti richiede, ai prezzi attuali, la disponibilità di diversi miliardi. Perché siamo partiti da qui ? Perché pensiamo Pag. 54che questo sia il centro di un ragionamento che ha un valore generale; è la prima volta che in modo così smaccato si applica un razionamento economico alle cure, con farmaci che sono evidentemente efficaci, ma che non sono considerati accessibili per tutti perché costano. Per curare tutti gli altri bisognerebbe infatti che i prezzi calassero molto di più. E questo è il punto di partenza quando si vuole affrontare le nuove politiche per il farmaco.
   Dal dicembre del 2014 hanno ottenuto l'autorizzazione al commercio alcuni medicinali innovativi per l'epatite C.
  Attualmente il costo finale dei farmaci è ufficialmente sconosciuto perché l'accordo tra Aifa e le aziende produttrici prevede una clausola di riservatezza inaccettabile, che perfino il presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha criticato, come lo ha criticato il direttore dell'istituto Mario Negri, dicendo come non abbia precedenti nell'acquisto di beni e servizi da parte di strutture pubbliche una clausola di questo tipo.
   Ciò che si sa è che i nuovi farmaci contro l'epatite C hanno prezzi proibitivi per le regioni, ma le aziende produttrici in alcuni casi hanno già recuperato il costo degli investimenti iniziali. Le aziende farmaceutiche perseguono il profitto, perfino anche con la finanziarizzazione che esula totalmente dalle finalità di ricerca e tutela della salute.
   Se da un lato il brevetto garantisce incentivi alla ricerca e allo sviluppo, dall'altro, crea una situazione di monopolio che alza a dismisura i costi, consente la discrezione di manovre economiche in nome del profitto a seconda delle situazioni. Ecco, per consentire un maggiore accesso ai nuovi farmaci, sarebbe necessario che il loro prezzo si riducesse di nove, dieci volte e di fronte a ciò c’è una soluzione che noi proponiamo: usare la leva della licenza obbligatoria, a cui ogni Stato che aderisce all'OMS può ricorrere in caso di emergenza sanitaria, come prevede il TRIPS, l'accordo per ciò che riguarda l'Organizzazione mondiale per il commercio.
   Ecco, io credo che si può, se si vuole, spingere per arrivare a derogare alla protezione del brevetto, ci sono evidenti indicatori che documentano come l'epatite C possa essere considerata un'emergenza nazionale della sanità pubblica. Ma chiede questo una petizione popolare, lo ribadiamo noi da quest'Aula, lo chiediamo al Governo. Ma al Governo, per perseguire questa scelta, servirebbe una politica autonoma, una politica che mette al centro l'interesse generale, ma noi non la vediamo. Noi vediamo che l'attivismo della Ministra si rivolge a fronti diversi, a elargire verità retrive su libertà e diritti civili – ne abbiamo avuto anche in queste ore una prova – ma è una Ministra inerte di fronte al definanziamento del sistema sanitario pubblico, accondiscendente alla privatizzazione delle cure.
   Siamo proprio partiti dal caso dell'epatite C appunto con una proposta precisa per evocare uno stile di governo, per evocare una visione e un piglio che non vediamo, che è quello che deve perseguire un Governo che ha lungimiranza, autonomia politica. Solo con queste risorse politiche si possono affrontare i nodi che tutte le mozioni hanno presentato, ma che senza una forza autonoma rischiano di rimanere carta straccia.
   Sono i nodi della nuova governance sia a livello europeo, sia a livello nazionale. Il Governo di entrambi questi aspetti è insoddisfacente.
  Sempre il professor Garattini, parlando del livello europeo, ha ricordato come la legislazione europea ammette per la registrazione di nuovi farmaci solo dossier preparati dall'industria farmaceutica e questo – queste sono le sue parole – rappresenta un enorme conflitto di interessi. Il tema del conflitto di interessi: una gigantesca piovra che incombe sul sistema sanitario pubblico, drena risorse, mette in discussione equilibri delicati.
   Serve la piena trasparenza, devono essere resi disponibili tutti i dati degli studi clinici che sono alla base dell'approvazione e per i quali non devono essere invocati né il segreto industriale, né la tutela della riservatezza dei soggetti coinvolti Pag. 55nella sperimentazione, che può essere garantita senza negare la pubblicità dei dati.
   Si tratta di evitare di introdurre prodotti che non sono innovativi rispetto a quelli analoghi che sono magari già presenti, ma che servono solo a incrementare la spesa farmaceutica e i profitti delle multinazionali. Sarebbe necessario – anche questa è una proposta che noi abbiamo presentato – che fra i tre studi clinici richiesti a sostegno della richiesta di approvazione, almeno uno studio clinico controllato di fase III venga condotto da un ente indipendente senza fini di lucro, privo di collegamenti con l'azienda titolare della richiesta di autorizzazione. La scelta di fondo però che non viene fuori da questo Governo, anche da come sono stati dati i pareri, i «sì» e i «no» sulle mozioni, è che non c'era un impegno pubblico in questa materia, non ci sono impegni per maggiori finanziamenti alla ricerca indipendente, all'università, agli istituti di ricerca attivi in campo farmaceutico.
  Un altro intervento importante riguarda la revisione del prontuario terapeutico nazionale, in particolare su un punto che deve riguardare il riesame del prontuario: accelerare l'accesso al mercato dei farmaci generici, svincolandoli dalla scadenza del brevetto dei farmaci di riferimento. Lo chiede l'Autorità garante della concorrenza e del mercato. Il Governo respingendo un nostro punto ha detto di «no» a questa scelta importante che veniva richiesta anche da un'autorità così fondamentale.
  Poi ci sono delle inadempienze inammissibili: i bandi per l'utilizzo della soglia del 5 per cento delle spese autocertificate versate dalle aziende farmaceutiche all'Aifa per gli studi clinici indipendenti sono fermi. Sono delle inadempienze inaccettabili. Su questi punti critici abbiamo proposto impegni al Governo. Siamo allarmati, e con questo concludo, per la china che stanno prendendo le politiche per la salute pubblica del nostro Paese. State facendo un gioco pericoloso. Il nodo della farmaceutica insieme al definanziamento programmato del Sistema sanitario pubblico aggrava in modo inaudito lo scarto tra ciò che passa lo Stato e ciò di cui hanno bisogno i cittadini e le cittadine. È un vero e proprio assalto all'universalismo del diritto alla salute. Lo farete non in nostro nome e noi cercheremo con tutte le nostre forze di impedirvelo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà) !

  PRESIDENTE. Il sottosegretario De Filippo, mi sembra, avesse chiesto di fare un'ulteriore precisazione sulla mozione a prima firma Gigli ? La farà alla fine ? Va bene.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. Grazie, Presidente. La spesa farmaceutica ha un profilo di interesse propriamente economico, ma ha anche, in un mercato crescente che riguarda i farmaci innovativi, un profilo di interesse straordinario ovviamente sul piano sociale. Si tratta di un mercato condizionato e garantito dalla rimborsabilità a carico del Servizio sanitario nazionale e regionale. Quindi ragioniamo di più aspetti, non solo di quelli a cui facevamo riferimento propriamente di mercato, aziendali, di processo e di prodotto, ma evidentemente diventano prevalenti quelli più di carattere sociale. Ogni speculazione va aborrita, ma quando implica, quella speculazione, la salute del cittadino e la condizione socioeconomica di quel cittadino, pare superfluo qui significare che quella speculazione assume il tono della insopportabilità, della non tollerabilità, in un consesso democratico e civile. Vorremmo provare ad evitare la prevalenza di taluni colossi aziendali che diventano player contractor nei confronti degli Stati. Nessuna idea, sia ben chiaro, di esproprio, semmai il desiderio di alimentare una ricerca che sia competitiva, mettendo in competizione gli uni e gli altri sul piano di un profilo di sensibilità sociale, magari provando a garantire un modello pubblico che tuteli soprattutto le ricerche meno remunerative. Quindi, sarebbe utile prevedere, nella Pag. 56fase di rinegoziazione di un contratto di un medicinale, che vengano assunti come base da cui partire i risparmi che si sono già misurati onde evitare che si ricominci sempre daccapo e sempre con un vantaggio a carico dell'azienda.
  Sarebbe utile, nel ridefinire i tetti di spesa, misurare la funzione delle modalità di acquisto e non quella della distribuzione. Bisogna ovviamente garantire un'adeguata copertura finanziaria per il Fondo farmaci innovativi, magari provando a fare questo già nella prossima legge di stabilità, ma sarebbe utile anche provare a garantire ai farmaci tutti, e ancor di più di questi, un'assoluta tracciabilità, consentendo per esempio di scindere in modo inequivoco le funzioni di stoccaggio da quelle di distributore all'ingrosso, sino alla funzione propria del farmacista e della farmacia che viceversa si interfaccia con l'utente finale. Intanto, proprio sul fronte della tracciabilità, andrebbe misurato un po’ meglio la non indelebilità dei codici numerici sui bollini dei farmaci emessi dall'Istituto poligrafico dello Stato. Questa è una vicenda annosa che più spesso sollecitiamo e che è evidente rappresenta, anch'essa, un punto di criticità a cui pure si dovrà, prima o poi, mettere mano. Guardate è evidente che a tutti spetta un quadro certo, anche ai «genericisti». Per quanto comprendiamo la ragionevolezza di un quadro mutevole in sé, è evidente che queste aziende hanno il diritto di avere un quadro che non sia rapidamente mutevole, addirittura mutevole nell'arco di pochi mesi. È evidente che qualunque forma di investimento, qualunque forma di programmazione, va a farsi friggere rispetto ad un sistema che viceversa meriterebbe una cornice di maggiore stabilità ed un quadro ben definito che assegni al farmacista una funzione non di sanzione nei confronti del cittadino, ma semmai di ausilio, di aiuto, di accompagnamento, in quella difficile pratica che è rappresentata dal consiglio rispetto alla tutela della salute. È evidente che in questo quadro c’è una sola strada e la strada è rappresentata dalla filiera tutta: provare a mettere insieme l'intera filiera per provare a fare di questa filiera un'eccellenza che tuteli la salute del cittadino, non che tuteli le lobby dei farmaci.
  Infine, bisogna rapidamente mettere in campo ogni iniziativa per garantire la sperimentazione su scala nazionale di uno o più farmaci equivalenti e non solo rimanere legati al farmaco o al solito marchio per la cura dell'epatite C, per il contrasto all'HCV, per provare a fare davvero una eradicazione totale in tutti i suoi stadi, provando davvero a perseguire quell'obiettivo primario di poter curare tutti i pazienti registrati perso il Servizio sanitario nazionale.
  Proprio per queste ragioni e per le sollecitazioni che vengono da più parti, e devo dire da diverse mozioni, noi esprimiamo il nostro giudizio positivo nei confronti non solo di questo dibattito, ma soprattutto nei confronti delle mozioni a cui va attribuito un valore primario che è porre l'attenzione su una questione centrale che riguarda la tutela e la salute del cittadino da una parte, ma che riguarda anche una condizione di mercato che sia sì libero, ma, trattandosi di materia, così altamente delicata e dal profilo sociale così impegnativo, anche prevedere che questo mercato possa in qualche modo rispondere a quel bisogno assoluto, quel bisogno ordinario per tutti i cittadini di tutela della salute nelle medesime condizioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Grazie, Presidente. Oggi ci troviamo in Aula a discutere della governance farmaceutica e il MoVimento 5 Stelle è particolarmente orgoglioso di avere portato questo tema nel posto legittimato con un voto democratico popolare per potere discutere di questi argomenti, e lo dico perché questo è il primo atto di natura parlamentare, presentato in questa sede, in cui si parla di un tema così importante. Mi duole sottolineare, sottosegretario, Pag. 57che non condivido assolutamente la premessa che lei ha fatto quando ha espresso il parere sulle mozioni facendo riferimento ad un tavolo della farmaceutica. Infatti questo è l'organo democraticamente eletto dai cittadini; le Commissioni che lavorano in Parlamento hanno meccanismi di pubblicità dei lavori che sono i resoconti stenografici o le dirette web in modo tale che tutti i cittadini sappiano cosa fanno i loro rappresentanti. Vorrei sapere questo tavolo della farmaceutica quando si riunisce, dove si riunisce, con quale ordine del giorno, con quali verbali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) perché la democrazia richiede trasparenza e questa è stata sempre una battaglia del MoVimento 5 Stelle, ed è anche il motivo per cui molti cittadini non credono più alla politica e non partecipano più attivamente alla politica. Ma la cosa ancora più grave è che molti cittadini purtroppo adesso diffidano di alcuni enti e organi del Servizio sanitario nazionale perché hanno capito, percepito e vissuto sulla loro pelle una commistione di interessi, dettata ovviamente da grossi poteri economico-finanziari come sono quelli delle case farmaceutiche economico-finanziarie. Infatti le case farmaceutiche, le grandi aziende farmaceutiche sono tutte quotate in borsa con guadagni esponenziali. Mi chiedo se questo sia eticamente ammissibile, lo chiedo a tutti, magari dico una cosa incredibile, però vi chiedo quanto sia etico che un'azienda che produce farmaci per salvare le vite delle persone possa poi pure guadagnare in Borsa e fare profitto giocando in Borsa su quel bene dei cittadini. Ma questa è una riflessione generale che propongo. Dunque, perché abbiamo presentato questa mozione, sottosegretario ? Perché da quando noi siamo entrati in Parlamento, voi, la maggioranza e il Governo, non avete fatto altro che ripetere come un mantra la seguente affermazione: il Servizio sanitario nazionale non è sostenibile. Questa è una fandonia astronomica per due motivi: il primo è che l'Italia è un Paese in avanzo primario. Lo sa cosa vuol dire, sottosegretario ? Che noi spendiamo per i cittadini meno di quello che i cittadini ci danno con le tasse e, quindi, non è affatto vero che il Servizio sanitario nazionale non è sostenibile. Secondo, perché da quando siamo entrati, sotto l'egida di questo mantra, voi non avete fatto altro che scrivere provvedimenti che definanziassero il Servizio sanitario nazionale. Però il 75 per cento di 30 miliardi di spesa pubblica e privata, cioè l'ammontare della spesa farmaceutica in Italia, non ha subito un solo provvedimento di definanziamento: come mai, sottosegretario ? Lo chiederei al Presidente Renzi, se fosse qui. Lo chiederei al Ministro Padoan, se fosse qui. Come mai i parametri di Maastricht e il pareggio di bilancio e l'articolo 81 della Costituzione non sono una priorità quando si parla di spesa farmaceutica, sottosegretario ? Come mai non un solo provvedimento per ridurre il costo dei farmaci e, invece, sempre piegati a perdere con una governance farmaceutica dell'Aifa fallimentare contro le case farmaceutiche ? Gli esempi che posso fare, sottosegretario, sono moltissimi e sapete che, nel mio piccolo, la nostra Commissione affari sociali qui alla Camera e quella del Senato vi hanno messo in forte difficoltà, evidenziando come l'Agenzia del farmaco, che è sotto il vostro controllo, perché l'Agenzia del farmaco subisce le funzioni di indirizzo e la vigilanza del Ministero della salute e del Ministero dell'economia e delle finanze, abbia perso il ricorso al TAR contro le aziende farmaceutiche. Ma l'Aifa, dopo avere perso il ricorso al TAR, non ha fatto neanche appello, affermando che aveva sbagliato i conti; l'Aifa doveva rinegoziare i farmaci, sottosegretario. Lei qui in Aula ha risposto ad una mia interpellanza durante la quale mi ha detto che, anziché risparmiare un miliardo e mezzo, come voi avevate previsto nelle vostre leggi, risparmiava solo 700 milioni. Sa quanti ospedali aperti ci tenevamo con 800 milioni di euro, sottosegretario ? Ma come mai questi 800 milioni non li volete mai recuperare dalle case farmaceutiche e li dovete sempre recuperare dai servizi ai cittadini ? Come mai, sottosegretario ?Pag. 58
  E come mai i cittadini spendono 1 miliardo di euro in Italia di compartecipazioni al ticket ? Adesso voi mi avete espresso i pareri in cui avete espunto alcuni punti che erano fondamentali. Uno – cerco di spiegarlo per renderlo chiaro ai cittadini – è quello del cosiddetto farmaco branded. Dunque i cittadini devono sapere che ci sono i farmaci equivalenti, che funzionano tanto bene quanto i farmaci coperti da brevetto, che sono pagati dal Servizio sanitario nazionale e, ciononostante, continuano a consumare i farmaci branded e continuano a pagare un prezzo esorbitante rispetto a quello coperto dal Servizio sanitario nazionale. Dunque noi cosa vi abbiamo chiesto in questa mozione ? Vi abbiamo chiesto che, se l'azienda farmaceutica non accetta di abbassare il prezzo del farmaco branded, che sia oltre il 10 per cento del prezzo che già paga il Servizio sanitario nazionale, questi farmaci vadano in fascia C, cioè non vengano più rimborsati. Chiaramente l'azienda farmaceutica guadagnerà qualcosina di meno, però non mi sembra che insomma i loro incassi siano così deboli, mentre magari il cittadino sarebbe meno vessato. Quindi abbiamo presentato tutta una serie di proposte che sono assolutamente fondamentali per ridurre la spesa perché, vede, anche la mozione del Partito Democratico francamente mi sembra abbastanza annacquata rispetto alla possibilità di indicare delle serie misure di governance. Infatti la mozione esprime l'indirizzo politico di un partito o di un movimento come il nostro. Quindi bisogna avanzare proposte ma rispetto alle proposte che io ho visto – dico quelle del partito di maggioranza – mi sembra in paragone molto migliore la mozione proposta da SEL in quanto molto più precisa e molto più determinata su alcuni aspetti mentre il Partito Democratico si limita a fare indicazioni molto generiche, autoespropriandosi in questo momento la maggioranza del potere di dire finalmente in Aula come la pensa sui farmaci e demandando ovviamente all'approvazione dell'accordo o delle proposte della Conferenza Stato-regioni, peraltro molto buone anche perché assomigliavano un po’ anche alla nostra mozione, e al Governo la possibilità di fare proprie le proposte delle regioni. Tra esse ce n’è una in particolare, sottosegretario – lo dico a lei e lo dico ai pochi che in quest'Aula conoscono la questione come me e come noi e sono attenti a questo tema – che costituisce un problema fondamentale: la spesa farmaceutica ospedaliera in Italia, in particolare quella dei farmaci oncologici, non verrà controllata mai – ma dico «mai» – se non si crea un meccanismo prezzo-volume. Cosa significa ? Che, se aumenta il volume del fatturato di un'azienda farmaceutica che vende quel farmaco, è necessario stabilire un tetto oltre il quale l'azienda farmaceutica non può guadagnare all'infinito, come dimostrano tutti i dati che fanno vedere la retta di aumento dei fatturati delle aziende che vendono soprattutto farmaci innovativi e soprattutto farmaci innovativi oncologici, quindi farmaci per la cura del cancro. Queste aziende, che guadagnano giustamente su malattie come queste, non possono guadagnare all'infinito e sa, sottosegretario, la cosa più bella da scoprire qual è ? Che questa è una scelta politica. Ripeto: questa è una scelta politica. Decidere quanti cittadini dobbiamo curare e poterlo fare liberando risorse è una scelta politica. Decidere che le case farmaceutiche devono fare meno profitti è una scelta politica e si chiama «la politica che controlla la finanza» e non «la finanza che controlla la politica» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È la democrazia dell'economia: è un concetto semplice ma è meglio che vi cominciate ad abituare perché se – come noi ci auguriamo che sarà – il MoVimento 5 Stelle andrà al Governo, questi saranno argomenti all'ordine del giorno e noi porteremo nella politica tutti quegli argomenti che finora sono stati fuori dalla politica, di una politica che ora si dimostra asservita, ora si dimostra connivente, ora si dimostra talvolta anche – fatemelo dire – poco competente considerato tutto quello che è successo. Infine, poiché il decreto-legge enti locali ancora non è stato approvato, uso l'ultimo minuto per sottolinearle, sottosegretario, Pag. 59il comma 9 dell'articolo 21, in cui voi prevedete che le aziende farmaceutiche per le quali l'Aifa ha fatto un calcolo al ribasso, cioè quelle che dovrebbero pagare di più, non devono chiedere l'istanza di rettifica ma basta che paghino e finisce là, mentre le aziende farmaceutiche chiedono l'istanza di rettifica solo se il costo è superiore a quello che avevano calcolato. A me sembra una disposizione farneticante perché già voi avete fatto uno sconto di ben 300 milioni alle aziende farmaceutiche; quindi, fargli quest'altro sconto, quando vi ricordo che ci sono 11 milioni di cittadini italiani che non accedono alle cure e quei soldi li potremmo utilizzare per questi cittadini, francamente, sottosegretario, anche questa è una scelta politica.
  Chiudo dicendo che, mio malgrado, accetterò le vostre riformulazioni, però, sottosegretario, poiché questo non è un ordine del giorno ma una mozione, e quindi non può svilire l'attività di un gruppo parlamentare dicendo che nella mozione si valuta l'opportunità di, le chiedo, quanto meno, di sopprimere in tutte le altre parti degli impegni della mozione che non sono stati espunti la frase «a valutare l'opportunità di», perché mi sembra che la forza politica di cui faccio parte e il lavoro di due anni che abbiamo portato in questa mozione meritino che essa sia approvata per intero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Carnevali. Ne ha facoltà.

  ELENA CARNEVALI. Grazie, signora Presidente. Approfitto della pienezza di quell'Aula, prima di entrare nel merito delle dichiarazioni di voto, per esprimere, a nome del Partito Democratico, tramite lei, e rinnovare la stima e la solidarietà alla Presidente Laura Boldrini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), e sono sicura e certa della sua cortesia e della sua premura nel portare, quindi, la nostra stima e la nostra rinnovata considerazione. Voglio entrare, invece, nel merito della questione che riguarda la mozione di cui stiamo parlando: il cuore della mozione del Partito Democratico raccoglie una spinta a rivedere il sistema della governance del farmaco, che arriva da più punti.
  Noi verifichiamo e testiamo il fatto di essere qui a discutere anche grazie a una mozione del MoVimento 5 Stelle, ma questa spinta, signora Presidente, è arrivata da più parti. Ci ha pensato ancora prima la collega Miotto, proprio con una mozione, che non è un ordine del giorno, ed è avvenuta in aprile. Ci ha pensato la Conferenza delle regioni e delle province autonome, attraverso un documento del 5 maggio, un testo particolarmente importante, direi inedito, perché, per la prima volta, ci pone un tema anche in termini collaborativi di revisione della governance, al quale credo dobbiamo una valorizzazione obbligatoria.
  È il rapporto dell'Osmed del 2015, che è stato presentato dall'Aifa a giugno, che evidenzia questo dato: una spesa farmaceutica nazionale di circa 29 miliardi, di cui il 76 per cento viene versato dal nostro Servizio nazionale, ma con un balzo notevole dell'8,6 per cento di spesa farmaceutica nazionale che è dovuto principalmente ai farmaci innovativi. Ma ha pensato, in aggiunta, di discuterne (di fatto lo abbiamo rifatto) anche il decreto-legge n. 113, all'articolo 21, che è proprio relativo alla gestione del pay back, e credo che questo possa essere considerato come il primo step del documento delle regioni. Se i farmaci rappresentano nel mondo della salute uno degli strumenti essenziali per le potenzialità di cura, la possibilità di guarigione, l'aspettativa di vita, il miglioramento e la qualità dell'assistenza, in una parola contribuiscono a fare del nostro sistema un modello, il problema della sostenibilità, che non è una fandonia, deputata Grillo, il tema della sostenibilità se lo pone il Paese Italia, come se lo pongono tutti i Paesi europei.
  Tuttavia, questo è un tema particolarmente importante e rilevante, perché richiama l'equità, il diritto e l'accesso alle Pag. 60cure e i dati evidenziano il superamento del limite di spesa negli anni 2013-2015, con una maggiore incidenza della spesa farmaceutica rispetto a quella territoriale. Delle cifre rilevanti: siamo passati da oltre 700 milioni del 2013 a un miliardo del 2014 a un miliardo e mezzo del 2015. Cifre che rischiano di compromettere la salute dei sistemi sanitari e, soprattutto, la salute dei cittadini, alla quale abbiamo cercato di provvedere con le norme all'interno del decreto-legge «enti locali». Accanto all'interesse primario, quello della tutela e della salute, i farmaci e le aziende che li producono rappresentano un settore di investimento, di innovazione, di ricerca, di crescita, di capacità competitiva in settori industriali, così come avviene in altri Paesi.
  Ma noi dobbiamo garantire la massima accessibilità alle cure appropriate, e, per farlo, nella nostra mozione noi abbiamo scritto delle cose importanti: rivedere la modalità per quei farmaci eccessivamente costosi attraverso una maggiore concorrenza, trasparenza, velocizzando l'introduzione nel nostro Paese di farmaci già autorizzati dall'EMA – oggi abbiamo avuto la notizia di otto farmaci nuovi innovativi, di cui due oncologici –, l'introduzione di una norma di carattere generale in base alla quale il prezzo si riduce o si sconta in maniera progressiva in rapporto all'aumento dei pazienti o di altri criteri e mantenere – questa è una cosa che a noi sta molto a cuore – distinte le funzioni tra chi stabilisce il prezzo per il sistema del farmaco e, dall'altro, l'ente che lo autorizza. È quanto abbiamo proposto nella nostra mozione: niente di annacquato, numeri e parole vere, alle quali il Governo ha dato un parere positivo, ed esprimiamo apprezzamento per l'apertura dimostrata, non solo in queste cose, ma anche in altre questioni, alcune importanti: rivedere i tetti di spesa in funzione delle diverse modalità di acquisto dei prodotti, e non più in base ai processi distributivi, avviando una riflessione anche sul tema dell'acquisto dei dispositivi medici.
  Chiediamo che vengano rimodulati i registri di Aifa per i farmaci ad alto costo, chiudendo quelli che non sono più utili, rendendo maggiormente accessibili le informazioni alle regioni e ai medici prescrittori. Appare evidente, come si legge nel rapporto Aifa, il peso che i farmaci innovativi costituiscono nell'incremento globale del superamento dei tetti di spesa. Diventa, quindi, necessario definire in modo dettagliato e chiaro che cosa si intenda per innovativo, perché nuovo non è sinonimo di innovativo, e va quindi definito qual è il contributo aggiuntivo in termini di real life che giustifica il maggior prezzo e anche i maggiori vantaggi sul mercato del farmaco. Vedete, colleghi, ancorché mi sembriate piuttosto disinteressati, nonostante il rilevante impegno del Governo per affrontare un tema rilevante come quello dell'eradicazione dell'epatite C, che in Italia ha a cura 350 mila pazienti affetti da cirrosi, è stato possibile l'accesso solo a 50 mila persone.
  L'alto tasso di guarigione ci impone l'interrogativo di verificare la possibilità di attivare, anche attraverso la sperimentazione, introducendola anche in Italia, uno o più farmaci validi generici per la cura dell'epatite, stipulando un protocollo di intesa tra il Ministero della salute e le aziende. Questa vicenda ci pone di fronte a una drammatica scelta, che è sicuramente politica, ma è drammaticamente etica, che è la selezione dei pazienti da curare, che confligge con l'universalismo che è, invece, il principio al quale ancora noi crediamo, che noi vogliamo continuare a mantenere e fare in modo che si realizzi. È per questo che noi dobbiamo fare uno sforzo per garantire il pieno accesso alle cure a tutte le persone che ne hanno diritto e mantenere questo fondo che abbiamo dedicato, che va alimentato. Molte delle nostre proposte sono contenute nel documento delle regioni, una strada comune per garantire equità, per garantire diritto di accesso e per garantire anche una responsabilità condivisa, perché noi dobbiamo avere a cuore una cosa sola, un interesse primario, che è quello della cura della persona, quello della sua salute, al Pag. 61quale il Partito Democratico non vuole derogare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Grazie, Presidente. Nel corso del dibattito sono emerse due questioni e io vorrei segnalarle con un parere ulteriore del Governo. Quella proposta dall'onorevole Gigli, che era uno dei punti che nel primo parere avevamo chiesto di espungere, l'onorevole Gigli ci propone di reintrodurla con la formula: «a valutare la possibilità di»; siamo d'accordo.
  Invece sulla proposta dell'onorevole Grillo il parere è già noto alla Presidenza. Sugli altri punti degli impegni avevamo proposto «a valutare la possibilità di». Siamo d'accordo nel ritirare questa riformulazione, perché con «ad assumere iniziative», che è l'attuale testo proposto dall'onorevole Grillo, ci sembra di capire che non c’è una grande differenza, quindi accetteremo il testo che ha proposto l'onorevole Grillo.

  PRESIDENTE. Ha parlato di tutte e due, sia della mozione Grillo che della mozione Gigli.
  A questo punto, siccome io ho un diverso speech: onorevole Grillo, accetta la riformulazione proposta dal Governo con questa precisazione ?

  GIULIA GRILLO. Sì.

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Onorevole Lenzi, la sua era già stata accolta nella formulazione originaria, quindi non c’è più nessuna riformulazione.
  Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Grillo ed altri n. 1-01178 (Nuova formulazione), con la riformulazione proposta dal Governo, che è stata accettata dai proponenti, il parere quindi è da intendersi favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tidei, Peluffo, Lo Monte, Tripiedi, Fossati, Pannarale, Giuditta Pini, Scagliusi ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  461   
   Votanti  458   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato
 458).    

  Passiamo alla votazione della mozione Nicchi ed altri n. 1-01322.
  Avverto che i presentatori hanno accettato la riformulazione proposta dal Governo relativa al primo capoverso del dispositivo, mentre non hanno accettato l'espunzione del ventinovesimo capoverso della premessa e dei capoversi secondo, sesto, ottavo, decimo, undicesimo e tredicesimo del dispositivo.
  Avverto, altresì, che è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare dapprima la mozione nella sua interezza come riformulata su richiesta del Governo, ad eccezione del ventinovesimo capoverso della premessa e dei capoversi secondo, sesto, ottavo, decimo, undicesimo e tredicesimo del dispositivo. Il parere del Governo è favorevole. A seguire congiuntamente il ventinovesimo capoverso della premessa e i capoversi secondo, sesto, ottavo, decimo, undicesimo e tredicesimo del dispositivo. Il parere del Governo su questo è contrario.Pag. 62
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Nicchi ed altri n. 1-01322, come riformulata su richiesta del Governo, ad eccezione del ventinovesimo capoverso della premessa e dei capoversi secondo, sesto, ottavo, decimo, undicesimo e tredicesimo del dispositivo. Il parere del Governo è favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Tripiedi, Caso ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  463   
   Maggioranza  232   
    Hanno votato sì  463).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Nicchi ed altri n. 1-01322, limitatamente al ventinovesimo capoverso della premessa e ai capoversi secondo, sesto, ottavo, decimo, undicesimo e tredicesimo del dispositivo. Il parere del Governo è contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Tripiedi, Caso ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  462   
   Votanti  461   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato
 181    
    Hanno votato
no  280).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lenzi, Monchiero ed altri n. 1-01323, per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Greco, Lo Monte, D'Agostino, Micillo, Cominardi, Micillo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  460   
   Votanti  384   
   Astenuti   76   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato
 380    
    Hanno votato
no    4).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rondini ed altri n. 1-01324, per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Attorre, Calabrò, Ferraresi ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  462   
   Votanti  375   
   Astenuti   87   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
 350    
    Hanno votato
no   25).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Binetti ed altri n. 1-01325, per le parti non assorbite dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Agostino, Lo Monte ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  455   
   Votanti  351   
   Astenuti  104   
   Maggioranza  176   Pag. 63
    Hanno votato
 344    
    Hanno votato
no    7).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Bechis ed altri n. 1-01326, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palese, Tidei, Gallo Luigi, D'Agostino, Lo Monte ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  463   
   Votanti  382   
   Astenuti   81   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato
 381    
    Hanno votato
no    1).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rizzetto ed altri n. 1-01327, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Fratoianni, Ferraresi, D'Agostino, Occhiuto ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  463   
   Votanti  353   
   Astenuti  110   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato
 353).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Gigli ed altri n. 1-01328, come riformulata su richiesta del Governo e per le parti non assorbite dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carra, D'Agostino, Rabino, Tripiedi, Fabbri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  462   
   Votanti  349   
   Astenuti  113   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato
 349).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Russo e Occhiuto n. 1-01329, come riformulata su richiesta del Governo e per le parti non assorbite dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Agostino, Greco, Caso, Tripiedi, Ribaudo... c’è una postazione accesa vicino all'onorevole Mottola, di chi è quella scheda ? Bravo, onorevole Mottola, ecco, adesso la consegni all'assistente parlamentare, così risolviamo il problema...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  458   
   Votanti  377   
   Astenuti   81   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato
 376    
    Hanno votato
no    1).    

Pag. 64

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di inchiesta parlamentare: Lupi ed altri; Costantino ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sullo stato della sicurezza e del degrado delle città italiane e delle loro periferie (Doc. XXII, nn. 65-69-A) (ore 19).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di inchiesta parlamentare: Lupi ed altri; Costantino ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sullo stato della sicurezza e del degrado delle città italiane e delle loro periferie (Doc. XXII, nn. 65-69-A).
  Colleghi, i voti non sono finiti, poi, ognuno, naturalmente, decide di fare ciò che ritiene, però, noi non abbiamo finito con i voti.
  Ricordo che nella seduta del 25 luglio 2016 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre il relatore vi ha rinunciato.

(Esame degli articoli – Doc. XXII, nn. 65-69-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato delle proposte di inchiesta parlamentare.
  La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A – Doc. XXII, nn. 65-69-A), che è in distribuzione.
  Avverto che la Commissione ha presentato gli emendamenti 1.100, 1.101 e 1.102 che sono in distribuzione.
  Avverto, inoltre, che fuori della seduta, l'emendamento Rocchi 1.61 è stato ritirato dalla presentatrice.

(Esame dell'articolo 1 – Doc. XXII, nn. 65-69-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – Doc. XXII, nn. 65-69-A).
  Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ed il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 1. Onorevole Misuraca, a lei la parola per esprimere il parere sugli emendamenti. Si deve alzare, onorevole.
  Emendamento 1.60 Giorgia Meloni.

  DORE MISURACA, Relatore. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 1.100 della Commissione.

  DORE MISURACA, Relatore. Raccomando l'approvazione.

  PRESIDENTE. Emendamento 1.62 Centemero.

  DORE MISURACA, Relatore. Invito al ritiro perché riassorbito dall'emendamento della Commissione 1.100.

  PRESIDENTE. Emendamento 1.65 Giorgia Meloni.

  DORE MISURACA, Relatore. Favorevole con riformulazione.

  PRESIDENTE. Che dovrebbe leggermi.

  DORE MISURACA, Relatore. Sì, certo, Presidente. Al comma 2, dopo la lettera c), aggiungere le seguenti: c-bis) verificare lo stato di attuazione dei commi da 340 a 342 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006 n. 296, concernente l'istituzione di zone franche urbane finalizzate a contrastare fenomeni di esclusione sociale negli spazi urbani e favorire l'integrazione sociale e culturale delle popolazioni abitanti in circoscrizioni o quartieri delle città caratterizzati da degrado urbano e sociale.

  PRESIDENTE. Emendamento 1.66 Giorgia Meloni.

  DORE MISURACA, Relatore. Contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento 1.101 della Commissione.

Pag. 65

  DORE MISURACA, Relatore. Raccomandazione all'approvazione.

  PRESIDENTE. È favorevole. Emendamento 1.102 della Commissione.

  DORE MISURACA, Relatore. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 1.63 Invernizzi.

  DORE MISURACA, Relatore. Invito al ritiro perché riassorbito dall'emendamento 1.102 della Commissione.

  PRESIDENTE. Emendamento 1.64 Invernizzi.

  DORE MISURACA, Relatore. Invito al ritiro perché precluso dall'emendamento 1.102 della Commissione.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  FILIPPO BUBBICO, Viceministro dell'interno. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.60 Giorgia Meloni.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rampelli. Ne ha facoltà.

  FABIO RAMPELLI. Presidente, colleghi, l'emendamento proposto a prima firma Giorgia Meloni è un emendamento che sinceramente faccio fatica a immaginare come non si possa accogliere, perché è ispirato, molto semplicemente, dal buonsenso ed è perfettamente radicato nel nostro tempo e in questa fase storica nella quale esiste, certamente, nelle periferie urbane un problema socioeconomico. È di tutta evidenza: in una fase di crisi economica, le prime realtà territoriali che vanno in sofferenza sono le periferie. Quindi, nessuno intende contrastare questa intuizione e le norme che hanno preso forma in questo provvedimento, ma la proposta che noi facciamo è quella di introdurre, aggiungere una maggiore attenzione, in particolare, per il livello di sicurezza nelle città. Non è una petizione di principio, perché chiedo ai colleghi di ragionare in maniera libera, da questo punto di vista; si chiede di distribuire in maniera equa sul territorio delle grandi realtà metropolitane i presidi di polizia, le caserme dei carabinieri, cioè tutti quegli avamposti che possono aiutare una periferia a vivere in maniera più sicura. Ne abbiamo parlato tante volte, probabilmente non alla vigilia di un voto parlamentare, da parte di chi parla nelle varie occasioni, conferenze, convegni più o meno dotti, talk show televisivi, ma non è mai capitato di ascoltare parole, da parte di un solo esponente del Parlamento italiano, che andassero in direzione opposta rispetto a questo appello che ha preso le forme di un emendamento a questo provvedimento, a questa istituzione di una Commissione d'inchiesta sulle periferie, proprio perché le città si sono pian piano allargate a macchia d'olio e sono rimasti quei presidi delle forze dell'ordine prevalentemente concentrati nei nuclei storici e nelle zone limitrofe, sguarnendo completamente i territori della cinta urbana. È, quindi, importante auspicare e prevedere all'interno di questo testo un'attenzione nei confronti della sicurezza che preveda una redistribuzione di questi presidi; se ci saranno risorse, i presidi di polizia e le caserme dei carabinieri potranno essere aggiunti, se non ci saranno risorse dovranno comunque essere redistribuiti in maniera più razionale. Peraltro, è una questione che è talmente di buonsenso da aver già animato i buoni propositi, perché per ora solo di buoni propositi si tratta, del Governo. Lo stesso Governo si è posto il problema di immaginare, attraverso il Ministro dell'interno, una diversa e più equa distribuzione sul territorio dei presidi di polizia. Quindi, sinceramente, questo parere contrario che ci è stato fornito è del tutto incomprensibile. Potrei essere anche più pesante, ma preferisco cercare di indurre ciascun deputato, e concludo, a leggere meglio il testo, a cominciare ovviamente dalla Commissione Pag. 66e dal Governo stesso, perché dichiararsi contrari a una maggiore e più equilibrata presenza delle forze dell'ordine sulle periferie, sul territorio delle periferie, in un provvedimento che riguarda le periferie, non ha sinceramente un senso compiuto. Quindi, io spero che anche il relatore e il rappresentante del Governo intendano ripensare questo parere, che è incomprensibile.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Presidente, vorrei per il suo tramite dire al collega che l'istituzione di questa Commissione prevede nel titolo, come oggetto dell'argomento di inchiesta, i temi della sicurezza, ed è una Commissione che ha come oggetto specifico lo stato della situazione delle periferie. Peraltro, non è una Commissione la cui legge istitutiva è stata proposta dal Partito Democratico, ma comprendiamo la necessità – ci sarebbe sempre, ma forse in questo periodo ancora di più – di indagare, attraverso una Commissione d'inchiesta e con i poteri che sono dalla Costituzione delegati ad una Commissione d'inchiesta, le condizioni delle periferie.
  Tra queste, esattamente nel comma dell'articolo 1, a cui si riferiscono i colleghi che hanno sottoscritto l'emendamento 1.60, si amplia la fattispecie. Ricordo, Presidente, che nell'articolo già si dice che la Commissione si occuperà delle questioni della sicurezza, il punto che, per quello che riguarda il Partito Democratico, porta ad un parere contrario non al merito dell'emendamento, ma all'emendamento stesso, perché il merito dell'emendamento è già nel testo della legge istitutiva e basta leggerlo, è il fatto che in Italia l'autorità preposta, per esempio, alla scelta della dislocazione – come dice il testo dell'emendamento – o alla presenza delle forze dell'ordine sul territorio, è altra: è l'autorità prevista all'articolo 1 e seguenti della legge n. 121 del 1981.
  Cioè, questa Commissione d'inchiesta ha l'obbligo di accertarsi sullo stato delle cose, pur tuttavia noi non vogliamo che questa Commissione si sostituisca ad altri poteri costituzionalmente precisati già nella Carta, che sono il Ministero dell'interno, per quello che riguarda il Governo, o le autorità tecniche, che sono i questori nelle province di amministrazione dell'ordine della sicurezza pubblica. Noi vogliamo, o meglio i proponenti vogliono – e la Commissione ha approvato questo testo – che questa Commissione d'inchiesta si occupi in generale della situazione del degrado delle periferie, senza aggiungere una dovizia di particolari che risale, invece, alla competenza somma del Governo, che già fa questo lavoro.
  Noi pensiamo e siamo certi che nel testo di legge che è stato licenziato dalla Commissione – basta leggere l'articolo 1 – queste prerogative, che i colleghi attraverso l'emendamento 1.60 vogliono così dettagliatamente precisare, ci siano già tutte. Non vogliamo, però, che abbia il carattere di una sostituzione ad altri poteri dello Stato, perché noi siamo qui per un lavoro parlamentare di verifica, di controllo e di inchiesta, come in questo caso. Si badi bene che il tema della distribuzione dei presidi, peraltro, è tema che – in occasione di altre leggi e anche, tra l'altro, dell'attuazione della delega di cui all'articolo 8 della riforma della pubblica amministrazione che sarà oggetto di decreto delegato, il cui parere obbligatorio passerà per l'appunto dalla I Commissione affari costituzionali della Camera – è già previsto in altri provvedimenti. Cioè, questa non è stata una Commissione istituita per verificare il giudizio qualitativo e quantitativo sullo stato di salute delle forze dell'ordine in Italia.
  C’è nel titolo e nel testo della legge istitutiva il tema della sicurezza, senza necessariamente dover sostituire con i poteri della Commissione di inchiesta, che, ricordo, ha poteri analoghi a quelli della magistratura – non devo ricordarlo a nessuno, lo sapete già tutti –, noi non vogliamo con questo superare il lavoro che già fa il Ministero e che fanno le amministrazioni delle forze dell'ordine del Paese.

Pag. 67

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Giorgia Meloni. Ne ha facoltà.

  GIORGIA MELONI. Presidente, grazie. Velocemente, solamente per rispondere al collega Fiano, perché, francamente, se fosse, diciamo così, accoglibile la sua lettura di questo provvedimento, allora noi avremmo dovuto prevedere un testo nel quale c'era, in buona sostanza, solamente l'istituzione della Commissione, senza andare a specificare quali dovessero essere i compiti della Commissione, collega Fiano, perché tutti i compiti di cui la Commissione si dota sono già previsti da qualche altro organo dello Stato.
  E siccome questa Commissione ha un costo, le segnalo, comma 4, articolo 5, che per lo svolgimento delle funzioni la Commissione fruisce di personale e pubblica le sue spese, eccetera, significa che ha un costo per la collettività, e se stiamo caricando sulla collettività un costo per fare qualcosa, facciamo almeno qualcosa di utile. E la cosa più utile che si può fare nelle periferie italiane delle città metropolitane è verificare quali siano le condizioni di sicurezza e come siano distribuiti i presidi di sicurezza, che è quello che si chiede nell'emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.60 Meloni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Scuvera ha votato... pensiamo di esserci ? Vediamo un po’... Giammanco ha votato... abbiamo votato tutti ? Ferro e poi chiudiamo... Simone Valente... forza colleghi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  418   
   Votanti  414   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato
  53    
    Hanno votato
no  361).    

  (Il deputato De Rosa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino... va bene... Palese, Franco Bordo... il tecnico è lì con lei, vediamo se porta influsso positivo...ecco qua ! Non vedo altre mani alzate.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  417   
   Votanti  326   
   Astenuti   91   
   Maggioranza  164   
    Hanno votato
 325    
    Hanno votato
no    1).    

  Passiamo all'emendamento 1.62 Centemero, su cui c’è un invito al ritiro o parere contrario.
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Grazie, Presidente. Volevo chiedere al relatore se ciò che è scritto in questo emendamento, e che fa riferimento al periodo estivo nel quale si possono svolgere attività rivolte ai ragazzi e alle ragazze, è ricompreso nell'emendamento della Commissione, là dove dice «complessiva».

  DORE MISURACA, Relatore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 68

  DORE MISURACA, Relatore. Presidente, come già detto, il testo prevede «complessiva, fatta salva l'autonomia scolastica» quindi è ricompreso.

  PRESIDENTE. Va bene. Onorevole Centemero, intende ritirare l'emendamento ?

  ELENA CENTEMERO. Sì, grazie.

  PRESIDENTE. L'emendamento è ritirato.
  Passiamo all'emendamento 1.65 Giorgia Meloni, per cui è stata letta una riformulazione. Se la proponente concorda, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.65 Giorgia Meloni, come riformulato, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Stella Bianchi... ci siamo ? Malpezzi... Malpezzi ha votato... non vedo altre mani alzate.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  426   
   Votanti  388   
   Astenuti   38   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato
 316    
    Hanno votato
no   72).    

  (Il deputato De Rosa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'emendamento 1.66 Giorgia Meloni, su cui c’è un parere contrario. Prego, onorevole Meloni.

  GIORGIA MELONI. Grazie, Presidente. Abbastanza velocemente, anche se francamente mi colpisce un po’ il voto del precedente emendamento, che chiede la possibilità di verificare l'istituzione delle zone franche urbane. Segnalo, colleghi, per chi non lo sapesse, che le zone franche urbane, già previste da una legge del nostro ordinamento, danno la possibilità nelle periferie più degradate, in condizioni di maggiore difficoltà sociale, economica e occupazionale, di istituire degli spazi a tassazione zero per dare la possibilità a quelle periferie di essere rilanciate. Segnatamente, il gruppo di Fratelli d'Italia ha presentato una proposta di legge per l'istituzione della zona franca a Tor Bella Monaca; speravamo in una maggiore solidarietà del partito che oggi sostiene il sindaco di Roma, ma non l'abbiamo trovata, ma mi stupisce anche il voto del collega Fassina. Evidentemente la campagna elettorale che si è fatta nelle periferie poi nel voto in Aula non raccoglie lo stesso consenso che si è andato a raccontare, quindi, una volta finita la campagna elettorale, si torna tutti alla propria normalizzazione.
   L'emendamento di cui parliamo adesso, più o meno, ricalca uno schema simile, cioè noi chiediamo la possibilità – collega Fiano, relatore Misuraca – di trasformare questa Commissione in qualcosa di utile per i cittadini per evitare che sia semplicemente un qualunque carrozzone per poter dare qualche pennacchio a qualche esponente dei partiti di maggioranza; siccome ci piacerebbe fosse qualcosa di utile e siamo d'accordo sul concetto generale della costituzione di una Commissione d'inchiesta sullo stato delle periferie, oltre a chiedere con il gruppo di Fratelli d'Italia che si potesse utilizzare questa Commissione per verificare lo stato di sicurezza delle periferie, chiediamo con questo emendamento che si possa provare a ragionare della possibilità nelle zone di maggiore difficoltà, nelle zone più periferiche, nelle zone più povere e nelle zone dove c’è più alto tasso di disoccupazione di consentire l'apertura di attività commerciali a costo zero ad attività e associazioni no profit in cambio della manutenzione di spazi di proprietà chiaramente delle amministrazioni comunali in questi territori; cioè tra i tanti limiti che alcune periferie hanno, vi sono anche dei vantaggi, uno di Pag. 69quei vantaggi è la socialità, uno di quei vantaggi è che ci sono degli spazi spesso molto grandi e tra gli svantaggi c’è sicuramente che a volte si tratta di zone povere e a volte si tratta di zone che non vengono adeguatamente manutenute e non vengono adeguatamente considerate. Roma ne è un grande esempio, ci sono state diciamo diverse amministrazioni che hanno pensato che Roma fosse soprattutto il centro storico, ma oggi il 70 per cento degli abitanti di Roma capitale vive fuori dal raccordo anulare in territori dove alcuni consiglieri comunali non hanno mai neanche messo piede.
  Allora noi cerchiamo di mettere insieme tutte queste cose e chiediamo una cosa semplice: io do la possibilità di aprire un'attività economica e commerciale a costo zero a realtà senza scopo di lucro, attività no profit, attività sociali, in cambio della manutenzione di spazi di competenza del pubblico. Ci sembra una cosa sensata, sottosegretario. Continuo a non capire perché ci avete dato parere contrario; probabilmente il collega Fiano risponderà che ci avete dato parere contrario perché la Commissione si deve occupare di fare una grande, a casa mia si dice, «supercazzola», per non dire niente di serio, ci piacerebbe che potesse occuparsi di qualcosa di serio. Quindi, mi auguro che il sottosegretario voglia rivedere il suo parere o che almeno i colleghi ci aiutino ad aiutare seriamente chi vive nelle periferie, invece di parlarne solamente quando arrivano le campagne elettorali.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.66 Giorgia Meloni, parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Benedetto, Rabino, D'Agostino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  423   
   Votanti  399   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato
  51    
    Hanno votato
no  348).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento della Commissione 1.101, parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Agostino, Matarrese, Giancarlo Giordano.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  426   
   Votanti  417   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato
 416    
    Hanno votato
no    1).    

  (Il deputato Quintarelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.102 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, D'Agostino, Malisani, Sannicandro, Castiello, Battelli e Tancredi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  424   
   Votanti  416   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato
 406    
    Hanno votato
no   10).    

Pag. 70

  Comunico che l'emendamento 1.63 Invernizzi è assorbito, dall'emendamento 1.102 della Commissione e l'emendamento 1.64 Invernizzi è precluso dall'approvazione dell'emendamento 1.102 della Commissione.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Agostino, De Lorenzis, Fauttilli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  425   
   Votanti  342   
   Astenuti   83   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato
 331    
    Hanno votato
no   11).    

(Esame dell'articolo 2 – Doc. XXII, nn. 65-69-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A – Doc. XXII, nn. 65-69-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dallai, Greco, Gutgeld, D'Agostino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  422   
   Votanti  329   
   Astenuti   93   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato
 329).    

(Esame dell'articolo 3 – Doc. XXII, nn. 65-69-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A – Doc. XXII, nn. 65-69-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pannarale, Dell'Aringa, Colletti ...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  420   
   Votanti  326   
   Astenuti   94   
   Maggioranza  164   
    Hanno votato
 325).    

(Esame dell'articolo 4 – Doc. XXII, nn. 65-69-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A – Doc. XXII, nn. 65-69-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Fratoianni, Greco, Zan, Palma, Pisicchio ...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  419   
   Votanti  323   
   Astenuti   96   
   Maggioranza  162   
    Hanno votato
 323).    

Pag. 71

(Esame dell'articolo 5 – Doc. XXII, nn. 65-69-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A – Doc. XXII, nn. 65-69-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Caso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  413   
   Votanti  323   
   Astenuti   90   
   Maggioranza  162   
    Hanno votato
 323).    

(Esame di un ordine del giorno – Doc. XXII, nn. 65-69-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A – Doc. XXII, nn. 65-69-A).
  Se i presentatori non intendono illustrare l'ordine del giorno n. 9/ Doc. XXII, nn. 65-69-A/1 Burtone, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Prego Viceministro.

  FILIPPO BUBBICO, Viceministro dell'interno. In merito all'ordine del giorno a prima firma Burtone, vorrei segnalare che in una qualche misura con questo ordine del giorno si vorrebbe impegnare il Governo su un'azione che dovrebbe discendere dall'attività di indagine e che potrebbe costituire uno dei fattori, uno degli elementi, sui quali la Commissione indica un percorso. Tuttavia poiché la questione esiste, il problema esiste, e credo sia maturo nella sua...

  PRESIDENTE. Scusate, mi sembra che se lo state ascoltando, invece soltanto di avere fretta, capirete che l'obiezione che fa il Viceministro è sensata. Stava concludendo, se state calmi cinque minuti...

  FILIPPO BUBBICO, Viceministro dell'interno. Stavo dicendo che il parere può essere positivo solo attraverso una riformulazione che è la seguente: «impegna il Governo ad approfondire la questione riportata in premessa, segnalando ai comuni interessati – perché c’è una competenza esclusiva dei comuni sulle questioni urbanistiche – l'opportunità di avviare, anche in forma coordinata, una specifica ricerca in merito alla condizione in cui versano quartieri realizzati a seguito dell'insediamento di impianti industriali, al fine di individuare gli interventi necessari per realizzare le azioni di recupero anche sociale degli stessi».

  PRESIDENTE. Il proponente accetta la riformulazione ? Mi pare di sì.
  È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.
  Secondo le intese intercorse tra i gruppi interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 10, con lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e la votazione finale.

Proposta di trasferimento a Commissione in sede legislativa di una proposta di legge (ore 19,28).

  PRESIDENTE. Comunico che sarà iscritta all'ordine del giorno della seduta di domani l'assegnazione, in sede legislativa, della seguente proposta di legge, della quale la sotto indicata Commissione permanente, cui era stata assegnata in sede referente, ha chiesto, con le prescritte condizioni, il trasferimento alla sede legislativa, che proporrò alla Camera, a Pag. 72norma del comma 6 dell'articolo 92 del Regolamento:

  alla IV Commissione (Difesa):

BURTONE: «Istituzione della Giornata nazionale delle vittime civili di guerra» (1623) (La Commissione ha elaborato un nuovo testo).

  Se non vi sono obiezioni, così rimane stabilito.
  (Così rimane stabilito).

Interventi di fine seduta (ore 19,30).

  MARIA EDERA SPADONI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIA EDERA SPADONI. Grazie Presidente. Oggi vorrei ricordare Rita Atria che è morta il 26 luglio del 1992. Rita Atria era figlia di un mafioso e sorella di un altro mafioso. Nel 1991 decide di collaborare con la giustizia e diventa testimone di giustizia, grazie anche al fatto che aveva incontrato Paolo Borsellino, che considerava un padre; Borsellino che allora era procuratore di Marsala. Al momento c’è una proposta di legge sulla riforma della protezione per i testimoni di giustizia, una proposta di legge trasversale. Chiediamo che questa proposta di legge venga calendarizzata per tutelare i testimoni di giustizia.
  Finisco ricordando Rita con le ultime parole che ha scritto prima di buttarsi dal settimo piano di un palazzo romano, una settimana dopo che Paolo Borsellino era morto: ora che è morto Borsellino nessuno può capire che vuoto ha lasciato nella mia vita, tutti hanno paura, ma io l'unica cosa di cui ho paura è che lo Stato mafioso vincerà e quei poveri scemi che combattono contro i mulini a vento verranno uccisi. Prima di combattere la mafia devi farti un esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c’è nel giro dei tuoi amici. La mafia siamo noi ed il nostro modo sbagliato di comportarci. Borsellino sei morto per ciò in cui credevi, ma io senza di te sono morta.
  Non dimentichiamo i testimoni di giustizia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  GIANLUCA VACCA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA VACCA. Grazie Presidente. Era per sollecitare la risposta ad alcune interrogazioni che attendono appunto una risposta da molto tempo. L'elenco è un po’ lungo magari forse citerò soltanto quelle a risposta orale e quelle risposta in Commissione, per quelle a risposta scritta posso consegnare l'elenco, in modo che resti...

  PRESIDENTE. Tenga conto che ha due minuti per cui alla fine...

  GIANLUCA VACCA. Allora, posso magari elencarle tutte. Sono le interrogazioni a risposta orale n. 3-0141, n. 3-01989, n. 3-02108 e n. 3-02256; a risposta in Commissione n. 5-04978, n.5-07922, n. 5-08009, n. 5-08343, n. 5-08789; a risposta scritta n. 4-13878, n. 4-13619, n. 4-13531, n. 4- 13319, n. 4-12945, n. 4-12937, n. 4-12859, n. 4-12481, n. 4-12027, n. 4-11186, n. 4- 11055, n. 4-10657, n. 4.10432, n. 4-10292, n. 4-09998, n. 4-09863, n. 4-09798, n.4-09496, n. 4-09495, n. 4-094 93, n. 4-09436, n. 4-09492, n. 4-09412, n. 4-08935 e 4-08742, n. 4-08358, 4-08249 e n. 4-08034. Mi sono limitato soltanto a quelle fino al 2015 e a quelle che ritengo più importanti e sulle quali chiedo un sollecito alla risposta.

Pag. 73

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Mercoledì 27 luglio 2016, alle 10:

  (ore 10 e ore 16,15)

  1. – Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di inchiesta parlamentare:
   LUPI ed altri; COSTANTINO ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sullo stato della sicurezza e del degrado delle città italiane e delle loro periferie (Doc. XXII, nn. 65-69-A).
  — Relatore: Misuraca.

  2. – Assegnazione a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 1623.

  3. – Discussione dei disegni di legge:
  Ratifica ed esecuzione del Memorandum d'Intesa sulla lotta alla criminalità tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo dello Stato del Qatar, fatto a Roma il 16 aprile 2012 (C. 2710-A).
  — Relatore: Monaco.
   Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione tra il Ministero dell'interno della Repubblica italiana e il Ministero degli affari interni della Repubblica di Azerbaijan, firmato a Roma il 5 novembre 2012 (C. 3260-A).
  — Relatore: Rabino.
   S. 2028 – Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Accordo tra la Repubblica italiana e Bioversity International relativo alla sede centrale dell'organizzazione, fatto a Roma il 5 maggio 2015; b) Accordo tra la Repubblica italiana e l'Agenzia spaziale europea sulle strutture dell'Agenzia spaziale europea in Italia, con Allegati, fatto a Roma il 12 luglio 2012, e Scambio di Note fatto a Parigi il 13 e il 27 aprile 2015; c) Emendamento all'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e le Nazioni Unite sullo status dello Staff College del Sistema delle Nazioni Unite in Italia del 16 settembre 2003, emendato il 28 settembre 2006, fatto a Torino il 20 marzo 2015; d) Protocollo di emendamento del Memorandum d'intesa fra il Governo della Repubblica italiana e le Nazioni Unite relativo all'uso da parte delle Nazioni Unite di locali di installazioni militari in Italia per il sostegno delle operazioni di mantenimento della pace, umanitarie e quelle ad esse relative del 23 novembre 1994, con Allegato, fatto a New York il 28 aprile 2015 (Approvato dal Senato) (C. 3764).
  — Relatore: Distaso.

  (ore 15)

  4. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  La seduta termina alle 19,35.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO STEFANO DAMBRUOSO SUL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE (A.C. 3954-A)

  STEFANO DAMBRUOSO. Signor Presidente, Rappresentanti del Governo, Onorevoli Colleghi, la novità legislativa introdotta dal processo amministrativo telematico rappresentata un'importante ed essenziale riforma per incrementare l'efficienza, l'efficacia e la celerità del processo amministrativo come già sperimentato con successo nel processo civile.
  Il Codice del processo amministrativo (decreto legislativo n. 104 del 2010), all'articolo 136, detta disposizioni sulle comunicazioni e sui depositi informatici, prevedendo che «tutti gli atti e i provvedimenti del giudice, dei suoi ausiliari, del Pag. 74personale degli uffici giudiziari e delle parti possono essere sottoscritti con firma digitale» (comma 2-bis). La norma oggi in vigore, dunque, prevede la facoltà e non l'obbligo di utilizzare le modalità telematiche nel processo amministrativo.
  Peraltro, per accelerare anche dinanzi ai TAR e al Consiglio di Stato la digitalizzazione, ormai ampiamente avviata sul fronte del processo civile, l'articolo 38, comma 1-bis, del decreto-legge n. 90 del 2014 (come più volte modificato nel corso degli ultimi due anni) prevede la sostituzione della facoltà, concessa dal comma 2-bis, con l'obbligo di utilizzo delle modalità telematiche.
  Questa disposizione finora non è mai stata efficace a causa di ritardi nella predisposizione delle regole tecnico-operative per applicare il principio dell'obbligatorietà della sottoscrizione digitale degli atti; si è resa, pertanto necessaria una posticipazione del termine previsto per la piena operatività del processo amministrativo telematico. Il decreto-legge n. 117 del 2016 interviene, quindi, sulla disciplina del processo amministrativo telematico posticipando di sei mesi il termine a decorrere dal quale tutti gli atti del processo amministrativo dovranno essere sottoscritti con firma digitale: il termine finora fissato al 10 luglio 2016 slitta infatti al 10 gennaio 2017.
  Durante i prossimi sei mesi il processo amministrativo telematico avrà carattere sperimentale e facoltativo e solo al termine della sperimentazione, il 1o gennaio 2017, il deposito di tutti gli atti di parte e del giudice dovrà obbligatoriamente essere realizzato con modalità telematiche.
  È ovvio che l'introduzione di questa normativa nelle corti amministrative rende necessario un periodo di prolungamento della sperimentazione che consenta di eliminare criticità e disfunzioni tuttora presenti: in questo modo, ci sarà un'ulteriore fase di riflessione, a cui seguirà la definitiva operatività anche nell'ambito della giustizia amministrativa del processo telematico.
  Questa ulteriore fase valutativa è quanto mai utile per perfezionare e rendere pienamente efficace un'importante riforma che tutti gli operatori del diritto in qualche modo attendono. Ciò garantirà, attraverso lo strumento telematico, un processo più veloce, superando lungaggini burocratiche e quegli adempimenti che oggi rendono assai complesse le procedure amministrative.
  Nel corso dell'esame in sede referente del disegno di legge di conversione del decreto 117 del 2016, la Commissione di merito ha ampliato l'oggetto del provvedimento, inserendovi disposizioni sul personale del Ministero della giustizia.
  In particolare, si autorizza il Ministero della giustizia, per il triennio 2016-2018, ad assumere a tempo indeterminato fino a 1.000 unità di personale amministrativo non dirigenziale. Il personale sarà inquadrato nei ruoli dell'amministrazione giudiziaria e potrà essere selezionato sia bandendo nuovi concorsi che attingendo a graduatorie ancora valide. L'aumento del personale è destinato a supportare i processi di digitalizzazione degli uffici e a completare finalmente il processo di trasferimento allo Stato dell'obbligo di corrispondere le spese per gli uffici giudiziari precedentemente a carico dei Comuni, avviato dal 1o settembre 2015.
  Il Ministero della giustizia potrà inoltre assumere a tempo indeterminato ulteriore personale amministrativo non dirigenziale, attraverso procedure concorsuali disciplinate dallo stesso decreto ministeriale, attingendo alle risorse che residuano dall'espletamento delle procedure di mobilità del personale proveniente dalle province.
  Per quanto riguarda l'inquadramento del personale, viene consentita, limitatamente alle procedure già in atto di riqualificazione del personale del Ministero e di mobilità, l'inquadramento in soprannumero nei singoli profili, ma nel rispetto della dotazione organica complessiva, fino al completo riassorbimento e alla revisione della pianta organica.
  La riforma del processo telematico porterà un fondamentale ammodernamento del nostro sistema giustizia anche in sede amministrativa. Il percorso applicativo ha avuto qualche ritardo, ma la finalità è Pag. 75troppo importante per disconoscere il valore di questa riforma epocale, già fortemente voluta dall'allora Presidente Monti e oggi finalmente in dirittura d'arrivo.
  Scelta Civica voterà, pertanto, convintamente a favorevole di questo provvedimento, per aggiungere un altro importante tassello all'ambizioso progetto di riforma del sistema giustizia italiano.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO MARCO RONDINI SULLE MOZIONI CONCERNENTI INIZIATIVE RELATIVE AL REGIME DEI FARMACI E DEI RELATIVI RIMBORSI DA PARTE DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLA QUESTIONE DEI COSIDDETTI FARMACI INNOVATIVI.

  MARCO RONDINI. Con l'approvazione dei due ordini del giorno presentati all'articolo 21 del decreto Enti Locali, approvato dalla Camera dei deputati il 21 luglio 2016, si spera si sia posto fine ad un problema che grandi difficoltà ha provocato alle regioni, sia in termini di veridicità nella redazione dei bilanci sia nella disponibilità di risorse, sempre più necessarie alla luce dei continui tagli al comparto dovuti alle minori risorse che lo Stato destina.
  Un primo passo era stato fatto con quanto previsto nel decreto legge «Salva regioni», consentendo di spalmare in 30 anni i disavanzi delle regioni costituendo anche nella colonna delle spese dei bilanci regionali un «fondo anticipazioni» non impegnabile e pagabile, per evitare che si aprano buchi di bilancio in futuro, dando anche una risposta alla questione dei ripiani della spesa farmaceutica ospedaliera da parte delle imprese del settore farmaceutico.
  In cambio di uno sconto «variabile», sconto del 10 per cento sui ripiani a loro carico per il 2013 e 2014, e del 20 per cento sul ripiano per il 2015, sulle cifre elaborate dalle Regioni, l'industria si impegna a versare la quota di ripiano a proprio carico per gli sforamenti fatti registrare dalla spesa ospedaliera nel triennio 2013-2015.
  In attesa dei nuovi conteggi da parte di AIFA, nel decreto Enti Locali, approvato dalla Camera dei deputati il 21 luglio 2016, in particolare al comma 23 del predetto articolo, è prevista la istituzione di un Fondo denominato «Fondo per payback 2013-2014-2015» al quale sono riassegnati gli importi versati all'entrata del bilancio dello Stato dalle aziende farmaceutiche titolari di AIC, allo scopo di trasferire alle regioni le quote di rispettiva competenza.
  Il fondo rappresenterebbe la garanzia per le regioni di vedere riconosciuti i crediti maturati nel corso del triennio, ma si ritiene essere necessario da parte del Governo un solido e concreto impegno a fare in modo che la dotazione debba essere integralmente, interamente trasferita e ripartite tra le stesse.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 3954-A - em. 1.11 415 414 1 208 153 261 92 Resp.
2 Nom. em. 1.13 425 408 17 205 107 301 90 Resp.
3 Nom. em. 1.100 428 313 115 157 313 89 Appr.
4 Nom. em. 1.101 432 313 119 157 313 89 Appr.
5 Nom. Ddl 3954-A - voto finale 428 268 160 135 267 1 88 Appr.
6 Nom. Moz. Grillo e a. n. 1-1178 rif. 461 458 3 230 458 82 Appr.
7 Nom. Moz.Nicchi e a. n. 1-1322 rif. p.I 463 463 232 463 82 Appr.
8 Nom. Moz. Nicchi e a. n. 1-1322 p.II 462 461 1 231 181 280 82 Resp.
9 Nom. Moz. Lenzi e a. n. 1-1323 460 384 76 193 380 4 82 Appr.
10 Nom. Moz. Rondini e a. n. 1-1324 462 375 87 188 350 25 82 Appr.
11 Nom. Moz. Binetti e a. n. 1-1325 455 351 104 176 344 7 82 Appr.
12 Nom. Moz. Bechis e a. n. 1-1326 rif. 463 382 81 192 381 1 82 Appr.
13 Nom. Moz. Rizzetto e a. n. 1-1327 rif. 463 353 110 177 353 81 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. Moz. Gigli e a. n. 1-1328 rif. 462 349 113 175 349 81 Appr.
15 Nom. Moz. Russo e a. n. 1-1329 rif. 458 377 81 189 376 1 81 Appr.
16 Nom. Doc. XXII, nn. 65-69-A - em. 1.60 418 414 4 208 53 361 81 Resp.
17 Nom. em. 1.100 417 326 91 164 325 1 81 Appr.
18 Nom. em. 1.65 rif. 426 388 38 195 316 72 81 Appr.
19 Nom. em. 1.66 423 399 24 200 51 348 81 Resp.
20 Nom. em. 1.101 426 417 9 209 416 1 81 Appr.
21 Nom. em. 1.102 424 416 8 209 406 10 81 Appr.
22 Nom. articolo 1 425 342 83 172 331 11 81 Appr.
23 Nom. articolo 2 422 329 93 165 329 81 Appr.
24 Nom. articolo 3 420 326 94 164 325 1 81 Appr.
25 Nom. articolo 4 419 323 96 162 323 81 Appr.
26 Nom. articolo 5 413 323 90 162 323 81 Appr.