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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 658 di mercoledì 20 luglio 2016

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

  La seduta comincia alle 9,05.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  GIOVANNI SANGA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bonafede, De Menech, Ferrara, Galati, Lorenzo Guerini, Guerra, Lauricella, Piccoli Nardelli, Piepoli, Polverini, Rossomando, Scanu, Speranza, Tofalo e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centodiciassette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 24 giugno 2016, n. 113, recante misure finanziarie urgenti per gli enti territoriali e il territorio (A.C. 3926-A) (ore 9,08).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3926-A: Conversione in legge del decreto-legge 24 giugno 2016, n. 113, recante misure finanziarie urgenti per gli enti territoriali e il territorio.
  Ricordo che, nella seduta di ieri, si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore ed il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica

Preavviso di votazioni elettroniche.

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 9,30. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 9,10, è ripresa alle 9,30.

Si riprende la discussione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il presidente della Commissione Bilancio, onorevole Boccia. Ne ha facoltà.

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  FRANCESCO BOCCIA, Presidente della V Commissione. Grazie, signor Presidente. Chiedo all'Assemblea di rinviare il provvedimento in Commissione per un breve riesame del testo, al fine di sopprimere o modificare dal provvedimento medesimo alcune disposizioni che presentano profili problematici dal punto di vista delle coperture finanziarie. Si tratta, in particolare, dei commi 2 e 3 dell'articolo 7, dei commi 16-bis e 16-ter dell'articolo 21, nonché delle modifiche introdotte ai commi 16 e 23 sempre dell'articolo 21.

  VINCENZO CASO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Lei parla contro ?

  VINCENZO CASO. Grazie, Presidente, parlo sull'ordine lavori in questo momento. Noi vorremmo chiedere, se è possibile, anziché fare i canonici interventi di un oratore a favore e di uno contro, che chi dei gruppi parlamentari vuole parlare possa farlo per cinque minuti, come altre volte abbiamo fatto. Visto che in Commissione bilancio sono accadute un po’ di cose, vorremmo che se ne potesse discutere un attimo prima del rinvio in Commissione.

  PRESIDENTE. Va bene, onorevole Caso. Daremo la parola ad uno per gruppo. Chi è che parla contro, quindi ? Chi è per il vostro gruppo, onorevole Caso ? Non parla nessuno ?

  ALBERTO GIORGETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Lei è a favore o è contro ? Prego, onorevole Giorgetti.

  ALBERTO GIORGETTI. Presidente, noi voteremo, ovviamente, contro la proposta del presidente, non per una logica precostituita da parte dell'opposizione, ma per ciò che è accaduto durante i lavori sul provvedimento in queste ultime ore e che noi vogliamo anche rappresentare in Aula.
  Ciò a cui stiamo assistendo è un pasticcio, a nostro avviso, colossale da parte della maggioranza, la quale, dopo aver goduto di una piena collaborazione nel merito delle questioni nei lavori della Commissione da parte dell'opposizione, ha deciso di proporre, in sede di Commissione, il dibattito e la votazione di una serie di emendamenti che avevano trovato, alla chiusura dei lavori di lunedì notte – ormai, martedì mattina –, una contrarietà da parte di tutta l'opposizione nel prosieguo del dibattito, perché fuori tempo massimo – fra virgolette – per ciò che riguardava materie significative e complesse che i commissari non avrebbero potuto approfondire nei tempi che meritavano queste materie. Ieri c’è stata ripresentata questa riflessione da parte del relatore per la maggioranza, a cui noi abbiamo aderito solo, vista la necessità degli argomenti, per due di questi emendamenti.
  Questo percorso porta inesorabilmente al ritorno del provvedimento in Commissione più per una necessità di scelta da parte della maggioranza di porre la questione di fiducia sul provvedimento stesso, perché, altrimenti, noi potremmo tranquillamente votare in Aula, Presidente, gli emendamenti che sono stati prima ricordati da parte della maggioranza e le segnalazioni fatte dalla Ragioneria generale dello Stato in merito a problemi di copertura di alcuni di questi emendamenti. Lei mi insegna, Presidente, che se noi avessimo un percorso normale del testo, con il dibattito in Aula, questi emendamenti verrebbero votati in Aula.
  La necessità di riproporre il dibattito in Commissione è esclusivamente finalizzata a castrare, evidentemente, il percorso del provvedimento per porre la questione di fiducia su un testo su cui la maggioranza chiede – fra virgolette – di avere il pieno appoggio, il via libera da parte dell'opposizione, laddove non è riuscita a confezionare un testo che avesse certe caratteristiche, Presidente. Anche di fronte a testi già riformulati in Commissione, ridiscussi e quant'altro, apparentemente, tecnicamente fondati, si scopre successivamente che la Ragioneria generale dello Stato, giustamente, a nostro modo di vedere, rappresenta alcuni problemi di compatibilità Pag. 3finanziaria. Di fronte a tutto questo, noi diciamo «no» al ritorno in Commissione non per una questione tecnica, che capiamo: una volta che si è avviato un percorso così tormentato, così irrituale rispetto alle tradizionali scelte di apporre la questione di fiducia con l'assunzione di responsabilità della maggioranza e tecnica per quanto riguarda la tenuta del testo, è evidente che il presidente ci propone di tornare in Commissione. Noi siamo contro questo tipo di scelta perché la riteniamo irrituale, non rispettosa dell'opposizione perché è necessità della maggioranza porre la questione di fiducia per avere certezza di avere un testo pienamente compiuto e votato nei tempi che ritiene la stessa maggioranza non rispettosa dei tempi di dibattito, perché abbiamo lavorato in piena collaborazione. Nonostante questo, Presidente, e concludo, non è bastato alla maggioranza riuscire a infilare gli ultimi strapuntini in un testo che evidentemente poteva essere già chiuso bene in Commissione così come avevamo lavorato. Per tutti questi errori noi ci troviamo oggi a dover votare un rinvio in Commissione a cui diciamo «no»: voteremo contro.

  VINCENZO CASO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  VINCENZO CASO. Grazie, Presidente. Anche noi voteremo contro questa richiesta e lo faremo proprio per spiegare oggi in Aula quanto è accaduto ieri in Commissione. Ieri in Commissione ci avete chiesto di votare quelle che erano state denominate, sul foglio che ci avete dato, «correzioni». Tali correzioni in realtà erano emendamenti soppressivi degli emendamenti votati in Commissione o una copertura da 100 milioni. Queste per voi sono «correzioni». Allora qual è il problema ? Il problema – è una cosa che vi diciamo dal primo anno che siamo qui dentro – è il modo in cui si lavora qui dentro, il modo in cui si lavora nelle Commissioni. Continuare a fare provvedimenti d'urgenza fino alle tre di notte porta poi a questi risultati perché, anche se abbiamo duecento occhi puntati, è quasi matematico che si arriva a commettere errori. Oggi ce ne siamo accorti prima che ci fosse il voto finale. Fortunatamente oggi c’è ancora un certo bicameralismo perfetto per cui eventualmente questa stortura avrebbe potuto essere corretta al Senato. Quindi forse il problema non è tanto questo bicameralismo perfetto ma il modo in cui si fanno le leggi qui dentro, il modo in cui si lavora e in cui si fanno le leggi. Il fatto che il modo è sbagliato, è troppo ingarbugliato lo sentiamo dire anche a voi, sono cose che voi sapete benissimo ma a cui poi, quando invece andate a modificare la Costituzione, non pensate; non pensate al modo in cui snellire il processo legislativo. Invece pensate di mettere un capo unico e, anzi, addirittura portate all'interno della nostra Costituzione quel «casino» legislativo che voi create in continuazione. Ripeto: lo portate addirittura dentro la Costituzione. Da un lato create il capo unico e, dall'altro, il modo di legiferare diventa ancora più complesso: basta vedere gli articoli 70 e 71 della nuova Costituzione renziana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È un problema se voi queste cose le sapete ma non cercate di risolverle perché evidentemente vi fa comodo, fa comodo che ci siano leggi che per la maggior parte sono incomprensibili a tutte le persone, fa comodo avere legge opache che possono essere interpretate perché spesso si nascondono anche i destinatari veri degli emendamenti, come spesso abbiamo visto. Basta vedere gli emendamenti di cui stiamo parlando in questo momento. Ad esempio abbiamo uno di quegli emendamenti che riguardava le province sul quale il relatore tranquillamente in Commissione ha detto: no, quell'emendamento in realtà doveva riguardare una sola provincia. Però, poiché dovete evitare di far vedere che fate una marchetta per una sola provincia, allora dovete camuffare gli emendamenti. Solo che quell'emendamento è stato talmente camuffato che effettivamente valeva per tutte le province e poteva causare un buco, come ha detto Pag. 4il sottosegretario Baretta, ancora non quantificato nella sua entità. Oppure vogliamo parlare anche di altri emendamenti che, quando vengono discussi in Commissione, poi senti girare le voci dentro la Commissione su chi effettivamente quell'emendamento avvantaggia e chi svantaggia ?
  Si è parlato di un emendamento, ad esempio, che riguardava gli incarichi per i quali anche vostri colleghi di partito erano quasi in lacrime per farlo approvare, emendamento che aveva il consenso di Guerra o di qualcun altro del vostro partito. Su esso ad un certo punto in Commissione si diceva che quell'emendamento in realtà non poteva essere votato, anche se aveva il parere favorevole di tutti, perché quell'emendamento serviva alla Boschi per attaccare la Raggi. Io non so neanche se queste cose siano vere: il problema è che quelle voci che giravano in Commissione non partivano dal MoVimento 5 Stelle, partivano da voi. Pertanto il problema non è tanto se quella cosa sia vera o no: il problema è che voi pensiate che possa essere vero. Allora che modo di legiferare è oggi questo in questo modo ?

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Caso.

  VINCENZO CASO. Certo, Presidente. Questo modo cioè di trattare gli emendamenti affermando di presentarli a favore della mia città o della vostra città o contro quell'altra città, come se le città fossero di chi le governa e non delle persone, della gente, dei cittadini per i quali bisogna legiferare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Voi avete combinato veramente un «casino» dettato dal modo di legiferare ieri...

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Caso.

  VINCENZO CASO. Per questo oggi vi meritate questo voto contrario e sarebbe da fare questa correzione al Senato...

  PRESIDENTE. Grazie.

  VINCENZO CASO. ... usando quel bicameralismo che è tanto bistrattato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MAINO MARCHI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MAINO MARCHI. Grazie, Presidente. Capisco che l'Aula serve sempre per fare un po’ di teatro (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ho dato atto alle opposizioni in Commissione più di una volta di aver avuto un atteggiamento estremamente corretto nel corso della discussione e del confronto sul decreto-legge. Lo torno a dire, lo confermo. Credo però che vada ridimensionato quello che è successo nelle ultime ore. Da una parte non c'entra per nulla la riforma costituzionale. Questa è una procedura all'interno del percorso in questa Camera per cercare di avere (Commenti della deputata Grillo)...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Marchi. Onorevole Grillo, grazie. Prego, onorevole Marchi.

  GIULIA GRILLO. Uno non è libero...

  MAINO MARCHI. ... di avere un decreto-legge che abbia tutti i crismi di conformità...

  PRESIDENTE. No, onorevole Grillo, lei non è libera di non consentire a un altro collega di parlare. Quindi lei deve stare tranquilla e far parlare l'onorevole Marchi !

  MAINO MARCHI. Presidente, io parlo anche se parla l'onorevole Grillo: è lo stesso, tanto ci siamo abituati, quando parliamo noi, loro cercano di non farci parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole Marchi, lei per favore vada avanti, sia gentile.

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  MAINO MARCHI. Quindi da una parte non c'entra niente: si tratta di avere un atto, un provvedimento che esca dalla Camera nel modo più regolare possibile, in piena regola. Dall'altra parte, per quanto riguarda le procedure, c’è stata da una parte una richiesta di due Commissioni di introdurre altri elementi nel testo del decreto, tra l'altro almeno in una Commissione tale richiesta è stata approvata all'unanimità e, dopo un confronto, abbiamo deciso che, su tre questioni che c'erano, su due si riaprivano i termini per emendamenti del Governo e subemendamenti. È stata una procedura, come dire, che ha avuto qualche elemento di anomalia però credo che, alla fine, abbiamo concordato su come procedere. In secondo luogo, quando si è trattato di dare il mandato al relatore, ci siamo trovati di fronte a questioni sollevate dalla Ragioneria dello Stato che riguardano l'articolo 81 della Costituzione e, su cento emendamenti approvati, può essere che su sei o sette, anche se con un ritardo che io ho stesso ho sottolineato perché diversi di questi li avevamo approvati già venerdì, la Ragioneria sollevi questioni che anche queste vanno ridimensionate. Non c’è nessuna nuova copertura da 100 milioni: c’è la riscrittura di quei 100 milioni che sono sempre gli stessi, che erano gli stessi anche della legge di stabilità con una formula scritta diversamente ma la sostanza è sempre rimasta la stessa. Sono rimasti tre emendamenti completamente soppressivi e una parte di un emendamento su cui la Ragioneria ha sollevato dei problemi. Noi abbiamo chiesto già ieri di dare un mandato al relatore riapprovando quegli emendamenti direttamente in Commissione perché, di fronte a questioni relative all'articolo 81, ci sembra che a un certo punto sia obbligatorio che la Camera ne prenda atto. Non si è voluto andare in quella direzione, noi proponiamo il ritorno in Commissione per fare, come abbiamo sempre fatto in questa legislatura, poi si può condividere o meno, cioè arrivare in Aula con un testo che sia a posto sotto tutti gli aspetti. Poi deciderà il Governo se eventualmente mettere la fiducia o meno. Abbiamo avuto diverse occasioni in cui si pensava che ci fosse la fiducia invece non c’è stata, come nella stessa legge di stabilità, ma credo che sia opportuno, come abbiamo fatto sempre in questa legislatura, arrivare qui in Aula, quando si cominciano le votazioni oppure si mette la fiducia, ad avere un testo che abbia tutti i crismi di regolarità. Quindi non trovo nulla di eccezionale nel percorso che abbiamo fatto, anche se certamente avremmo preferito che alcune questioni ci fossero sollevate prima di quello che è avvenuto ieri sera, però credo che ci siano tutte le motivazioni per procedere nel modo che ha proposto il presidente Boccia.

  GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, in questa discussione c’è un convitato di pietra, questo convitato di pietra si chiama Palazzo Chigi e la Ragioneria generale dello Stato, che interviene in modo a volte improvvido, non efficace, non tempestivo rispetto al lavoro che si svolge in Commissione bilancio e credo anche nelle altre Commissioni. In questo caso la Commissione bilancio è assolutamente incolpevole, io capisco il travaglio del presidente Boccia e condivido anche lo spirito dell'intervento del collega Marchi, però dobbiamo onestamente riconoscere che noi spesso, anche per la conversione in legge di questo decreto, siamo costretti ad operare una corsa ad ostacoli confusa, in cui i pareri arrivano in ritardo e in cui non c’è alcuna certezza sulla linearità dei lavori della Commissione. Del resto questo decreto è arrivato dal Governo a fine giugno, ora siamo a metà luglio, stiamo facendo una corsa perché noi stiamo – questo stride con il racconto renziano sull'inefficienza del Parlamento – convertendo questo decreto in quindici-venti giorni e naturalmente quando si fa una corsa di questo tipo, con le notturne, con le attese snervanti dei pareri, con la rimessa in discussione da parte della Ragioneria dello Stato Pag. 6di scelte che sono state fatte in Commissione, è evidente che si possono accavallare confusioni, si può improvvisare e quindi si possono creare problemi come quello che stiamo affrontando. Il collega Giorgetti è stato molto chiaro, in questa vicenda il Parlamento viene umiliato perché se noi avessimo un procedimento normale, adesso esamineremmo anche quei pareri e con l'articolo 81 della Costituzione saremmo costretti a cassare, a sopprimere quegli emendamenti, approvati in Commissione, per i quali non c’è una copertura di bilancio, ma il problema è che noi ci apprestiamo al quarantaseiesimo voto di fiducia, cioè il Governo vuole un testo completo, su cui, senza operare alcuna modifica, chiedere il voto di fiducia. Quindi questo è il problema che noi stiamo vivendo, un'umiliazione costante del Parlamento. Per questo, pur comprendendo le ragioni, naturalmente come forza di opposizione, senza venire meno alla nostra funzione di responsabilità istituzionale che magari ci spingeva ieri sera, ieri notte a risolvere questo problema già da ieri sera, però noi voteremo contro questa richiesta proprio perché noi vediamo in questo modo di fare la cartina di tornasole di un Governo che legifera a colpi di fiducia. Tra poco noi avremo il quarantasettesimo voto di fiducia richiesto dal Governo Renzi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  GUIDO GUIDESI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Signor Presidente, non entro sulla questione politica e rispetto agli obiettivi degli emendamenti perché avremo modo di parlarne almeno in dichiarazione di voto, altrimenti starei qui a parlare della «marchetta» alla Sicilia o del tentativo di coprire i buchi del bilancio del trasporto pubblico locale alla Campania. Detto questo, il problema è stato assolutamente di metodo e procedurale, la questione sostanziale è molto semplice: ci sono emendamenti entrati nel testo che sono stati approvati venerdì scorso con il parere positivo del Governo e che ieri la Ragioneria generale dello Stato ci ha chiesto di escludere dal testo. Ci sono pareri espressi dal Governo positivamente che la Ragioneria generale dello Stato ci ha detto che non vanno bene. C’è stato un atteggiamento molto di responsabilità da parte delle opposizioni, tanto responsabile che la maggioranza si è superata nel fare opposizione da sola, una confusione totale. Allora la domanda – mi appello a lei, Presidente, perché se ne faccia carico – è: è possibile che il Governo, dopo aver dato un parere positivo ad alcuni emendamenti, scopra, dopo quattro giorni, che quegli emendamenti non sono coperti, come dice la Ragioneria generale dello Stato ? Perché o c’è un'incapacità da parte del Governo ad aiutarci in Commissione bilancio con i pareri positivi e negativi o c’è una chiara responsabilità della Ragioneria generale dello Stato a non far lavorare la Commissione in un certo modo. Però delle due l'una e bisogna venire fuori da questa situazione perché non è il primo caso che capita in Commissione bilancio; non è la prima volta che l'opposizione cerca di lavorare con responsabilità – lo dico e sono anche franco e corretto, grazie soprattutto al lavoro del relatore Misiani che è stato molto corretto anche nei nostri confronti – però da correttezza a correttezza non può risultare che il lavoro della Commissione bilancio sia tutte le volte sbeffeggiato o dalle responsabilità del Governo o dalla sua incapacità o dalla copertura a un certo momento di tutto il lavoro da parte della Ragioneria generale dello Stato. Però questa verifica va fatta, perché non è possibile continuare a lavorare in questi termini, non è possibile che tutte le volte le scelte politiche o istituzionali da parte della Commissione bilancio siano stravolte. È vero, sono emendamenti che comunque vanno a toccare alcune proposte della maggioranza, per cui non c’è una questione politica di per sé stessa che riguarda solo l'opposizione, ma è altresì vero che ieri sera c’è stata una completa cancellazione del potere della Commissione bilancio, Pag. 7che aveva fin lì, dal nostro punto di vista, lavorato bene. Concludo, Presidente, dichiarando il nostro voto contrario ma dicendo altresì che ieri sera si è verificato un altro fatto che riguarda la Presidenza, ossia in quest'Aula è stata fatta una discussione sulle linee generali su un testo che non era un testo finale e definitivo. Io credo che certi precedenti non possano essere consentiti se tutti noi lavoriamo con una certa correttezza tra di noi e correttezza anche delle regole e dei regolamenti, ma soprattutto questa correttezza deve essere assolutamente garantita dalla Presidenza di questa Camera rispetto anche e soprattutto all'atteggiamento del Governo che, lo ribadisco, in questo caso o è stato irresponsabile o è incapace, non so delle due quale convenga di più a noi.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, poi le risponderò.
  Passiamo ai voti...

  GIULIA GRILLO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. No, onorevole Grillo, adesso concludiamo e poi le darò la parola per un richiamo al Regolamento.
  Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio del provvedimento in Commissione nei termini precisati dal presidente Francesco Boccia, in particolare relativamente e limitatamente alle disposizioni enunciate dal presidente Boccia.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione)

  Adornato, Carnevali, Gigli, Sannicandro, Pesco, Romele.
  Ci sono altri che devono votare ? Onorevole Ottobre, facciamo presto, se possibile.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva per 146 voti di differenza.
  Prima di dare la parola all'onorevole Grillo, devo rispondere all'onorevole Guidesi. Onorevole Guidesi, risulta alla Presidenza che da parte dei gruppi dell'opposizione, in modo particolare – sono stati interpellati –, vi era stata la disponibilità ad avere un testo accompagnato da un foglio. Poi, nel corso della discussione sulle linee generali, è arrivata la stampa del testo definitivo. Lo dico solo per sua informazione.
  Onorevole Grillo, prego, no ? Va bene. A questo punto chiedo all'onorevole Boccia di quanto tempo ha bisogno la Commissione.

  FRANCESCO BOCCIA, Presidente della V Commissione. Trenta minuti, Presidente.

  PRESIDENTE. Bene, allora sospendo la seduta, che riprenderà alle 10,30.

  La seduta, sospesa alle 10, è ripresa alle 10,30.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente della Commissione bilancio, onorevole Fanucci. Ne ha facoltà.

  EDOARDO FANUCCI, Vicepresidente della V Commissione. Grazie, Presidente. A causa dell'arrivo in Commissione dei documenti, necessari per un corretto svolgimento dei lavori della stessa Commissione, abbiamo cominciato soltanto alle ore 10,20. Quindi, chiediamo il rinvio della ripresa dei lavori dell'Aula alle ore 11.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fanucci. Siccome questo film lo abbiamo già visto, siamo sicuri che è sufficiente mezz'ora ? Va bene. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 11.

  La seduta, sospesa alle 10,32, è ripresa alle 11,10.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Mi scusi ma dal punto di vista regolamentare volevo comprendere quando è stata Pag. 8posta la nuova scadenza degli emendamenti sul testo appena licenziato dalla Commissione, nel senso che le modifiche apportate potrebbero portare forze di maggioranza o di minoranza a dover presentare degli emendamenti in Aula sulla medesima tematica con nuove coperture.
  Quindi, ci dovrebbe essere e dovrebbe essere garantito, per l'ambito oggetto del rinvio in Commissione, un nuovo termine di scadenza per gli emendamenti per l'Aula. Lo faccio subito in anticipo fermando, quindi, nei corridoi il Ministro Boschi prima che venga posta la questione di fiducia, perché credo che sia importante che, da un punto di vista regolamentare, almeno siano garantiti quelli che sono i tempi per poter emendare il testo, così come licenziato dalla Commissione.

  ALBERTO GIORGETTI. Chiedo di parlare sull'ordine di lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALBERTO GIORGETTI. Presidente, anch'io intervengo ovviamente sull'ordine dei lavori in merito a queste modifiche che sono state apportate dalla Commissione. Ci associamo alla richiesta di tempi per le modifiche emendative eventuali, con la necessità ovviamente da parte nostra di poter valutare la presentazione di testi specifici in merito alle modifiche della Commissione.

  PRESIDENTE. È stata chiesta dal gruppo MoVimento 5 Stelle la fissazione di un termine per gli emendamenti sul testo del provvedimento licenziato dalla Commissione a seguito del rinvio. La Presidenza accoglie tale richiesta, fissando un termine di mezz'ora, con l'esclusivo riferimento alle parti del testo modificate dalla Commissione intendendosi che, per le parti non modificate, si intendono ripresentati gli emendamenti già presentati prima del rinvio. L'esame del provvedimento riprenderà una volta scaduto tale termine.
  Pertanto, sospendo la seduta che riprenderà alle ore 11,40.

  La seduta, sospesa alle 11,12, è ripresa alle 11,40.

  PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 3926-A/R: Conversione in legge del decreto-legge 24 giugno 2016, n. 113, recante misure finanziarie urgenti per gli enti territoriali e il territorio.

(Posizione della questione di fiducia – Articolo unico – A.C. 3926-A/R)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, onorevole Maria Elena Boschi. Ne ha facoltà.

  MARIA ELENA BOSCHI, Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, a nome del Governo, autorizzata dal Consiglio dei Ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 113 del 2016, nel testo approvato dalla Commissione a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea.

  PRESIDENTE. A seguito della posizione della questione di fiducia, la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata immediatamente presso la biblioteca del Presidente per definire l'articolazione del dibattito fiduciario. La seduta riprenderà al termine di tale riunione. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 11,42, è ripresa alle 13,25.

Sui lavori dell'Assemblea e calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di agosto 2016 e conseguente aggiornamento del programma.

  PRESIDENTE. Nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, a seguito della posizione della questione di fiducia da parte del Governo sull'articolo unico del disegno di legge n. 3926 – Pag. 9Conversione in legge del decreto-legge 24 giugno 2016, n. 113, recante misure finanziarie urgenti per gli enti territoriali e il territorio (da inviare al Senato – scadenza: 23 agosto 2016), nel testo predisposto dalla Commissione a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea, si è convenuto all'unanimità che la votazione per appello nominale avrà inizio domani, giovedì 21 luglio, a partire dalle ore 10,15, previe dichiarazioni di voto a partire dalle ore 8,30.
  Seguirà l'esame degli ordini del giorno, il termine per la presentazione dei quali è fissato alle ore 16 di oggi.

  Le dichiarazioni di voto finale avranno luogo domani, giovedì 21 luglio, a partire dalle ore 13,15. Seguirà, alle ore 15, la votazione finale.

  Si è inoltre convenuto all'unanimità che lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time), previsto oggi a partire dalle ore 15, avrà luogo.

  La Conferenza dei presidenti di gruppo ha poi così rimodulato il calendario dei lavori della prossima settimana:

  Lunedì 25 luglio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

  Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 3954 – Conversione in legge del decreto-legge 30 giugno 2016, n. 117, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative in materia di processo amministrativo telematico (da inviare al Senato – scadenza: 28 agosto 2016).

  Discussione sulle linee generali della mozione Grillo ed altri n. 1-01178 concernente iniziative relative al regime dei farmaci e dei relativi rimborsi da parte del Servizio sanitario nazionale, con particolare riferimento alla questione dei cosiddetti farmaci innovativi.

  Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 3235 – Disposizioni in materia di legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati.

  Discussione sulle linee generali della proposta di inchiesta parlamentare sulle condizioni di sicurezza e sul degrado delle città e delle periferie (Doc. XXII, nn. 65 e 69).

  Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 261 e abbinate – Norme in materia di videosorveglianza negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia nonché presso le strutture socio-assistenziali per anziani, disabili e minori in situazione di disagio (ove concluso dalle Commissioni).

  Martedì 26 (ore 15, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 27 e giovedì 28 luglio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 29 luglio) (con votazioni)

  Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3954 – Conversione in legge del decreto-legge 30 giugno 2016, n. 117, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative in materia di processo amministrativo telematico (da inviare al Senato – scadenza: 28 agosto 2016).

  Seguito dell'esame della mozione Grillo ed altri n. 1-01178 concernente iniziative relative al regime dei farmaci e dei relativi rimborsi da parte del Servizio sanitario nazionale, con particolare riferimento alla questione dei cosiddetti farmaci innovativi.

  Seguito dell'esame della proposta di legge n. 3235 – Disposizioni in materia di legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati.

  Seguito dell'esame della proposta di inchiesta parlamentare sulle condizioni di sicurezza e sul degrado delle città e delle periferie (Doc. XXII, nn. 65 e 69);

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  Seguito dell'esame della proposta di legge n. 261 e abbinate – Norme in materia di videosorveglianza negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia nonché presso le strutture socio-assistenziali per anziani, disabili e minori in situazione di disagio (ove concluso dalle Commissioni).

  Esame dei disegni di legge di ratifica:
   n. 2710 – Memorandum d'Intesa sulla lotta alla criminalità tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Stato del Qatar, fatto a Roma il 16 aprile 2012;
   n. 3260 – Accordo di cooperazione tra il Ministero dell'interno della Repubblica italiana e il Ministero degli affari interni della Repubblica di Azerbaijan, firmato a Roma il 5 novembre 2012;
   n. 3764 – Trattati: a) Accordo tra la Repubblica italiana e Bioversity International relativo alla sede centrale dell'organizzazione, fatto a Roma il 5 maggio 2015; b) Accordo tra la Repubblica italiana e l'Agenzia spaziale europea sulle strutture dell'Agenzia spaziale europea in Italia, con Allegati, fatto a Roma il 12 luglio 2012, e Scambio di Note fatto a Parigi il 13 e il 27 aprile 2015; c) Emendamento all'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e le Nazioni Unite sullo status dello Staff College del Sistema delle Nazioni Unite in Italia del 16 settembre 2003, emendato il 28 settembre 2006, fatto a Torino il 20 marzo 2015; d) Protocollo di emendamento del Memorandum d'intesa fra il Governo della Repubblica italiana e le Nazioni Unite relativo all'uso da parte delle Nazioni Unite di locali di installazioni militari in Italia per il sostegno delle operazioni di mantenimento della pace, umanitarie e quelle ad esse relative del 23 novembre 1994, con Allegato, fatto a New York il 28 aprile 2015.

  L'organizzazione dei tempi per la discussione dei disegni di legge di ratifica nn. 2710, 3260 e 3764 sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

  Per quanto riguarda la discussione delle proposte di legge nn. 3235, 261 e abbinate e del Doc. XXII, nn. 65 e 69 l'organizzazione dei tempi sarà valutata sulla base del testo che verrà licenziato dalle competenti Commissioni di merito.

  La Conferenza dei capigruppo ha altresì convenuto, all'unanimità, di definire il seguente calendario dei lavori per il mese di agosto:

  Lunedì 1o agosto (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

  Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
   disegno di legge n. 3976 – Modifiche alla legge 24 dicembre 2012, n. 243, in materia di equilibrio dei bilanci delle regioni e degli enti locali (approvato dal Senato – ove concluso dalla Commissione – da approvare a maggioranza assoluta);
   proposta di legge n. 913, 3115 e abbinate – Istituzione e disciplina del Registro nazionale e dei registri regionali dei tumori.

  Martedì 2, mercoledì 3 e giovedì 4 agosto (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 5 agosto) (con votazioni)

  Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3976 Modifiche alla legge 24 dicembre 2012, n. 243, in materia di equilibrio dei bilanci delle regioni e degli enti locali (approvato dal Senato – ove concluso dalla Commissione – da approvare a maggioranza assoluta).

  Seguito dell'esame congiunto del conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2015 e del progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2016 (Doc. VIII nn. 7 e 8).

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  Seguito dell'esame di eventuali argomenti previsti nell'ultima settimana di luglio e non conclusi.

  Seguito dell'esame della proposta di legge n. 913, 3115 e abbinate – Istituzione e disciplina del Registro nazionale e dei registri regionali dei tumori.

  L'organizzazione dei tempi per il seguito dell'esame dei Doc. VIII, nn. 7 e 8 sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

  Per quanto riguarda la discussione dei progetti di legge nn. 3976 e 913, 3115 e abbinate l'organizzazione dei tempi sarà valutata sulla base del testo che verrà licenziato dalle competenti Commissioni di merito.

  Nel corso della prima settimana di agosto la Conferenza dei presidenti di gruppo tornerà a riunirsi per definire l'organizzazione dei lavori per la ripresa a settembre.

  Il programma s'intende conseguentemente aggiornato.

  Sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 13,30, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che non vi sono ulteriori deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centododici, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, il Ministro dell'interno, la Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la Ministra della salute.

(Iniziative per il rispetto dei diritti umani, civili e politici in Turchia e intendimenti del Governo in merito all'ipotesi di proporre all'Unione europea la sospensione dell'accordo con la Turchia in materia di immigrazione – n. 3-02400)

  PRESIDENTE. Il deputato Scotto ha facoltà di illustrare l'interrogazione Palazzotto ed altri n. 3-02400, concernente iniziative per il rispetto dei diritti umani, civili e politici in Turchia e intendimenti del Governo in merito all'ipotesi di proporre all'Unione europea la sospensione dell'accordo con la Turchia in materia di immigrazione (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

  ARTURO SCOTTO. Grazie, Presidente. Signora Ministra, mentre svolgo questo question-time, una delegazione di deputate e deputati del gruppo di Sinistra Italiana sta partecipando a un presidio convocato davanti all'ambasciata turca dalle associazioni. C’è un grande tema che oggi attraversa l'Europa, dopo il fallito golpe militare in Turchia e il contro golpe che Erdogan sta portando avanti facendo delle cose inenarrabili ai confini dell'Europa. Pag. 12Un repulisti di tutti i dissidenti politici, un repulisti di tutto l'apparato burocratico, un repulisti del mondo della scuola, dell'università e di tutti coloro che hanno avuto a che fare con questa vicenda, giornalisti ed altri. Penso che l'Italia debba avere una posizione chiara. Noi chiediamo, in questo question-time, che si sospenda l'accordo con la Turchia sui rifugiati e sugli immigrati, anche perché là dentro, come abbiamo sempre detto, ci sono chiari elementi di incompatibilità sul piano dei diritti delle persone.

  PRESIDENTE. La Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha facoltà di rispondere.

  MARIA ELENA BOSCHI, Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Risponderò sulla base, ovviamente, degli elementi forniti dal Ministro degli affari esteri, che è in visita istituzionale negli Stati Uniti e quindi non può rispondere personalmente al quesito. Il Governo italiano ha condannato in maniera molto chiara e forte il tentativo di colpo di Stato militare del 15 luglio. In maniera altrettanto chiara e forte è per noi inaccettabile ogni deviazione e violazione dello Stato di diritto, compiuta in reazione al fallito golpe. Come ha già dichiarato il Ministro Gentiloni, la porta dell'Europa rimane aperta per una Turchia democratica, ma le scelte delle autorità turche saranno decisive perché non si chiuda. Il nostro Paese ha espresso in ogni circostanza l'impegno, insieme ai partner dell'Unione europea, affinché la Turchia adotti il pieno e sostanziale rispetto dei diritti umani e di libertà democratica cui ha aderito in diverse sedi multilaterali, tra cui il Consiglio d'Europa. Anche riguardo all'accordo tra Bruxelles e da Ankara sulla gestione dell'emergenza migratoria, che ha avuto il pregio di istituzionalizzare un approccio comune ad una materia delicata e complessa come quella dei migranti e dei profughi, l'Italia continuerà a vigilare nelle competenti sedi europee. Come abbiamo chiarito in modo fermo e netto, l'Italia resta totalmente contraria ad ogni ipotesi di reintroduzione della pena di morte. L'abolizione di questo trattamento inumano e degradante nel 2004 aveva costituito una pietra miliare nell'avvicinamento della Turchia all'Europa. Vorrei richiamare la posizione già espressa dal Ministro Gentiloni: se la Turchia dovesse reintrodurre la pena di morte, i negoziati per l'adesione all'Unione europea si interromperebbero immediatamente, considerato che sarebbe in evidente contrasto con i principi dell'Unione europea stessa. Non possiamo infatti nasconderci che un ulteriore deterioramento della situazione interna al Paese non potrà che avere conseguenze anche per il cammino europeo di Ankara. Allo stesso tempo, l'aggravarsi della sicurezza in Turchia in relazione ai ripetuti attentati ha aumentato l'importanza di un dialogo franco con Ankara in materia di misure antiterrorismo, con l'obiettivo di armonizzare le azioni messe in campo ai parametri internazionali. Si tratta di una condizione necessaria anche per procedere con l'eventuale liberalizzazione del regime dei visti. L'Italia non ha mancato di incalzare i partner europei per tenere vicina la Turchia nel suo cammino di avvicinamento all'Europa. La democratizzazione e l'inclusione delle forze di ispirazione islamica nelle istituzioni politiche era stato salutato dall'Unione europea come un grande passo in avanti. È tuttavia mancato successivamente, da parte di molte capitali, il necessario sostegno politico. Ora è necessario dire ai nostri partner turchi che vi è disponibilità ad un dialogo per il sostegno del percorso intrapreso.
  La Turchia, infatti, permane un interlocutore indispensabile per riportare pace e stabilità nel Mediterraneo e nel Vicino Oriente, ma dipende da questo Paese se tale cammino sarà possibile, se lo sarà in modo da rispondere ai parametri internazionali di rispetto dei diritti e di quei principi a cui lo stesso Presidente Erdogan si è richiamato per appellarsi al popolo a sconfiggere il golpe.
  Ci auguriamo sinceramente che il Governo turco si comporti conformemente Pag. 13alle rassicurazioni, espresse non solo al Governo italiano ma anche agli altri alleati, sul fatto che la risposta al tentativo di sovvertimento delle istituzioni democratiche sarà orientato nel rispetto della legge e dello Stato di diritto. L'Italia si impegnerà assieme agli altri partner dell'Unione europea e dell'Alleanza atlantica per spingere nella direzione giusta la Turchia. Come ha già chiarito il Ministro Gentiloni, è escluso che l'Unione europea si possa far condizionare dall'accordo sui rifugiati. Continueremo a comportarci in conformità ai principi europei di libertà e democrazia che sono alla base della stessa costruzione europea e che non potranno mai essere messi in discussione.

  PRESIDENTE. Il deputato Scotto, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

  ARTURO SCOTTO. Grazie, signor Presidente. Mi pare che non ci siamo. Immaginavamo una risposta un po’ più perentoria, perché è urgente la risposta: è in queste ore che si stanno consumando quelle violazioni dei diritti umani di cui lei parlava, signora Ministra; è in queste ore che scompaiono le persone; è in queste ore che vediamo le fotografie e le trasmissioni televisive con quei corpi denudati e ammassati all'interno di sale della morte e della tortura. Tortura ! Il giorno dopo che il Senato ha allontanato la possibilità che in questo Paese ci potesse essere una legge moderna, europea, su questo terreno, io credo che ci debbano essere una reazione chiara e delle scelte nette. Penso che bisogna costruire subito una riunione delle leadership europee che sospenda quel Trattato, che, tra l'altro, è costruito anche in violazione dei diritti umani, perché non sappiamo se i migranti che arrivano in Turchia fanno la stesse fine dei dissidenti politici. Occorre dire subito che non si procede alla liberalizzazione dei visti e occorre fare una pressione economica e diplomatica molto più forte nei confronti di quella leadership turca che si sta rivelando incompatibile con i principi dell'Unione europea (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

(Iniziative, anche normative, volte a prevenire e contrastare la minaccia terroristica proveniente dall'islamismo radicale – n. 3-02401)

  PRESIDENTE. Il deputato La Russa ha facoltà di illustrare l'interrogazione Rampelli ed altri n. 3-02401, concernente iniziative, anche normative, volte a prevenire e contrastare la minaccia terroristica proveniente dall'islamismo radicale (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

  IGNAZIO LA RUSSA. Grazie, Presidente. La nostra interrogazione, signor Ministro dell'interno, parte, ahimè, dai fatti dolorosi di questi ultimi giorni e di queste settimane. Per non andare troppo indietro, partiamo da Nizza, ma anche da quello che è successo in Germania e in Inghilterra, dove è evidente che, accanto ad atti terroristici ben organizzati dall'ISIS, c’è anche un crescendo di iniziative di singoli, certamente spinti ad atti terroristici da una predicazione estremista dell'Islam, se vogliamo chiamarla integralista dell'Islam. Allora le chiediamo: premesso che lei ha fatto bene – ma vorrei che me lo confermasse – a dire che occorre rilanciare la missione «Strade sicure», vorrei sapere quali iniziative intende promuovere il Governo per anticipare questi fatti e mettere in sicurezza per quanto possibile i cittadini.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. La ringrazio, presidente La Russa, per il quesito che mi ha posto. Noi siamo un Paese che combatte il terrorismo internazionale, unito ad una coalizione mondiale, sin dalla caduta delle Torri gemelle, e in questa veste siamo esposti al rischio terrorismo come altri Paesi. Viviamo in un tempo della storia in cui, Pag. 14purtroppo, la drammatica cronologia del terrore, dal 2001 ad oggi, dimostra che non esiste nessun Paese a rischio zero. Già in anni passati – e ricordo bene, nel dire che l'iniziativa fu proprio dell'allora Ministro Ignazio La Russa – il presidio di obiettivi sensibili e di luoghi fissi di tanti obiettivi sensibili fu affidato ai militari. Noi abbiamo ampliato lo spettro di quell'intervento, lo abbiamo confermato e rilanciato, e oggi sono 7050 i nostri militari impegnati nel presidio di obiettivi sensibili. Qual è la forza di questa iniziativa ? È esattamente quella di liberare risorse delle forze dell'ordine, che in assenza di quei soldati sarebbero lì a presidiare quegli obiettivi; invece vengono liberate queste risorse, che sono a presidio del territorio.
  Ricordo anche che il nostro Paese è un Paese che fin qui è stato sicuro e che ha ospitato grandi eventi: noi – solo per citare gli ultimi, peraltro uno di questi è ancora in corso – siamo stati il Paese di Expo, il Paese del Giubileo, abbiamo ospitato poche settimane fa la finale di Champions, abbiamo ospitato importantissimi concerti, che hanno acceso i riflettori di tutta Europa esattamente sulla capitale pochi giorni fa, ed abbiamo realizzato tutto questo in un contesto di sicurezza. Ha funzionato la prevenzione – e di questo parlerò anche dopo –; ha funzionato una strategia che non è solo quella del contrasto militare che afferisce all'ambito internazionale, ma una strategia di prevenzione e di intelligence che ha visto nel Comitato di analisi strategica antiterrorismo il luogo di elaborazione delle informazioni che lì arrivano; ma ha funzionato anche una strategia legislativa: io ricordo, in quest'Aula, che abbiamo approvato un decreto, come Governo, l'anno scorso, contro il terrorismo internazionale, quest'Aula lo ha convertito con delle modifiche molto efficaci, quelle norme sono già state applicate dai magistrati ed hanno permesso l'arresto e la punizione di foreign fighters.
  Prima di quell'intervento normativo, non era punibile nel nostro ordinamento la figura del soggetto che andava a combattere all'estero o delle misure di prevenzione personale che controllano i sospettati di terrorismo come vengono controllati i sospettati di mafia.
  È una risposta che deve essere anche una risposta culturale contro ogni forma di radicalizzazione; è un lavoro anche di deradicalizzazione dei soggetti della cui radicalizzazione veniamo a conoscenza ed investe anche un lavoro nelle carceri.
  È un lavoro questo, nell'insieme, che fin qui ha dato risultati ed io ringrazio in primo luogo le forze dell'ordine per la loro efficienza e per la forza con cui hanno dimostrato di potere contrastare e prevenire.

  PRESIDENTE. Il collega La Russa, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

  IGNAZIO LA RUSSA. Grazie, ha fatto bene il Presidente a lasciargli qualche secondo in più, perché l'argomento lo merita, così come merita, accanto alle parole, che condivido, un approfondimento: vede, io non dormirei tra due cuscini, non mi cullerei per il fatto che fino ad adesso non abbiamo avuto gravissime conseguenze del terrorismo.
  Occorre prevenire e credo che su questo tutte le forze politiche, maggioranza e opposizione, non possano fare polemiche, ma debbano contribuire. È questo lo spirito di Fratelli d'Italia, perlomeno, ed è per questo che, accanto alla soddisfazione per la ripresa di «strade sicure» (ma non ci son più i pattugliamenti a piedi, che non avevamo – lei era Ministro della Giustizia – istituito: vanno ripresi).
  Noi abbiamo proposto un disegno di legge che, lungi dal prevedere un reato di opinione, prevede un reato di integralismo islamico, che si configura quando accanto ad una predicazione di idee e valori lontanissimi non solo dalla Costituzione, ma anche dal comune sentire civile, si accoppia a questa predicazione una finalità, anche con dolo eventuale, di in qualche modo favorire il pericolo dell'incolumità pubblica.
  Noi sappiamo benissimo che vi è una predicazione non solo nelle moschee, ma Pag. 15principalmente nelle moschee, tesa ad armare mani come quello dell'uomo di Nizza o della Germania o dell'Inghilterra, che da soli, ma grazie a quella predicazione, mettono a rischio l'incolumità della gente.
  Vorremmo che la nostra proposta di legge avesse il conforto del Governo e della maggioranza.

(Iniziative per garantire un adeguato livello di sicurezza in Italia, con particolare riferimento alla minaccia terroristica – n. 3-02402)

  PRESIDENTE. Il deputato Brunetta ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02402, concernente iniziative per garantire un adeguato livello di sicurezza in Italia con particolare riferimento alla minaccia terroristica, per un minuto (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  RENATO BRUNETTA. Grazie signor Presidente. Dopo Dacca, Nizza e la Turchia, il Governo giustamente ha chiesto coesione istituzionale. Come sempre il mio partito ha fatto la sua parte, e continuerà a fare la sua parte per dare coesione, ma la mia domanda, che le rivolgo, signor Ministro, è: il Governo sta dando coesione al Parlamento ? Sta dando coesione istituzionale nei suoi comportamenti istituzionali e parlamentari ?
  Non vedo l'atteggiamento positivo e costruttivo da parte del Governo, perché vede, la sicurezza non è solo ordine pubblico: la sicurezza sono le banche, l'economia, la crescita, gli investimenti. Sta crollando il sistema bancario, signor Ministro.
  Nessuno sa nulla, né possiamo pensare di accettare le banalità che ci viene a dire tutte le volte il Ministro Padoan in quest'Aula.
  Se il Governo vuole coesione, deve dare coesione.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Ringrazio il presidente Brunetta per il quesito e, dal punto di vista della coesione istituzionale, non posso che riconoscere a lui, ed al gruppo parlamentare che guida, l'iniziativa politica di costituire, dopo i primissimi attentati in Francia, un tavolo che unisse i capigruppo di maggioranza e di opposizione attorno al Governo, per valutare insieme la situazione e lo ha fatto anche con le sue parole nell'ultimo incontro che si è svolto esattamente lunedì mattina. È un atto che certamente unisce, in un momento in cui le divisioni politiche fisiologiche rischiano di dividere anche rispetto a temi così drammatici.
  Noi abbiamo svolto un lavoro, che è stato un lavoro molto parlamentare sui temi della sicurezza, un lavoro che ha visto in questi anni incrementare le risorse sulla sicurezza, sbloccare il turnover e fare un investimento sia in innovazione tecnologica (mi riferisco ai 150 milioni per la cyber security) sia per quanto riguarda le dotazioni degli apparati di sicurezza.
  Io capisco il senso politico dell'intervento dell'onorevole Brunetta e, quindi, non intendo sottrarmi adesso; ovviamente lo posso fare nel mio ruolo, che la Costituzione prevede, di componente del Consiglio dei ministri e non specificamente del Ministero dell'interno, perché il comparto che io dirigo, invece, è un comparto che ha visto una certa solidarietà rispetto alle questioni di fondo. Sul resto mi farò carico di trasferire ai vertici del Governo ed al Ministro dell'economia questa istanza resa qui in Parlamento.
  Tornando al punto della sicurezza, quello che mi preme sottolineare è che, in un momento in cui il rischio zero non esiste per nessun Paese, da noi la prevenzione ha avuto dei numeri assolutamente significativi, perché nel corso del 2015 e fino al 14 luglio di quest'anno, del 2016, quindi fino a pochissimi giorni fa, sono state controllate 156.685 persone e sono state eseguite oltre 2.000 perquisizioni su soggetti ritenuti sospettabili e poi perquisite e controllate navi (346 quelle della Pag. 16rotta dei foreign fighters) ed abbiamo fatto una serie di indagini, che hanno prodotto arresti ed anche espulsioni per motivi di sicurezza nazionale.
  Tutto questo l'abbiamo discusso, lo abbiamo discusso anche lunedì al tavolo di Palazzo Chigi ed io non posso che rilevare ed apprezzare come, a differenza anche di altri gruppi parlamentari di opposizione, il suo gruppo, da lei rappresentato, è stato presente e propositivo in quella sede.

  PRESIDENTE. Il collega Brunetta ha facoltà di replicare.

  RENATO BRUNETTA. La ringrazio, signor Ministro, e, se mi permette le restituisco una considerazione: lei, all'indomani del tavolo di Palazzo Chigi, è stato accusato di aver troppo relazionato, in quella sede, circa lo stato della sicurezza nel nostro Paese.
  Ecco, io ho solidarizzato con lei, perché vede, quel tavolo rappresenta l'istituzione parlamentare nella sua interezza e se il Presidente del Consiglio ed i Ministri competenti non coinvolgono responsabilmente – naturalmente dicendo quello che è possibile dire – il Parlamento, chi dovrebbero coinvolgere ? Quale ordine di questa Repubblica dovrebbero coinvolgere ?
  Vede, l'ordine giudiziario è un ordine importantissimo, con i vari procuratori, però questa è l'istituzione che risponde al sentimento della gente, qui c’è la volontà e qui c’è il popolo.
  Per questo, in un momento così difficile, è l'istituzione parlamentare che deve essere al centro del coinvolgimento.
  E ripeto una cosa, signor Presidente e signor Ministro: il 29 saranno pubblicati gli stress test. Noi rischiamo che venga giù il sistema bancario. Non è possibile pensare che questa istituzione parlamentare sia tenuta all'oscuro di cosa intenda fare il Governo in ragione di questa data perché il sistema bancario italiano è un fatto essenziale per la vita del Paese. E se una decisione va presa in ragione di quella vicenda, è una decisione di sistema e la decisione di sistema va presa in Parlamento. Anche questa è sicurezza, signor Ministro, non solo l'ordine pubblico.
  Ultima cosa: ho apprezzato molto il suo ruolo per quanto riguarda la sospensione dell'esame del reato di tortura al Senato. Non era quello il contenuto, non era quello il tempo. Avremo modo di legiferare sul reato di tortura, ma non in quel modo e non sottoposti a questo stress di pericolo nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

(Iniziative volte a garantire la mobilità internazionale di studenti e laureati e la libera circolazione dei professionisti – n. 3-02403)

  PRESIDENTE. Il deputato Gigli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02403, concernente iniziative volte a garantire la mobilità internazionale di studenti e laureati e la libera circolazione dei professionisti (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  GIAN LUIGI GIGLI. Grazie. Signora Ministro, i sistemi di istruzione in Europa sono diversi e variegati, ma pur in assenza di una politica di istruzione comune è un dato di fatto positivo che l'Unione europea abbia messo in moto molteplici iniziative e anche fondi notevoli per favorire gli scambi, per favorire la progettualità comune, per favorire la cooperazione tra i sistemi di insegnamento. Ecco, tutto questo va benissimo, ma deve essere accompagnato necessariamente dalla libertà di circolazione degli studenti. Questo, purtroppo, non sempre si verifica ed è il caso che io ho portato oggi alla sua attenzione, che riguarda specificamente il Portogallo e specificamente l'università dell'Algarve. In particolare, cosa fare per uno studente che non può accedere al concorso per l'accesso a biologia in quell'università e al quale non viene fatto credito dell'insegnamento che lui ha ricevuto nella scuola superiore italiana e che gli garantirebbe l'accesso alle università italiane?

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  PRESIDENTE. La Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Stefania Giannini, ha facoltà di rispondere.

  STEFANIA GIANNINI, Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Grazie, signor Presidente. Il tema che lei solleva, onorevole Gigli, è un tema di grande importanza e di crescente attualità: libera circolazione e diritti acquisiti da parte di tutti i nostri studenti nello spazio europeo della conoscenza, non a caso definito come tale, di muoversi e accedere ai corsi di laurea di differenti Paesi. Lei fa riferimento, però, più precisamente e pertinentemente alla Convenzione di Lisbona che è la base su cui si innesta la possibilità di un riconoscimento delle qualifiche accademiche – questa è proprio la dizione contenuta in quel testo – e, quindi, la possibilità per i nostri diplomati di scuola superiore, così come di altro Paese dell'Unione, di accedere a corsi di laurea di primo livello in altre università europee oppure, per i diplomati di primo livello, di accedere a corsi di master o di laurea magistrale o specialistica.
  Tuttavia, la Convenzione di Lisbona, come lei sicuramente ricorda, non ha alcun potere di azione sulle politiche educative degli Stati nazionali che restano pertinenza delle azioni di governo degli Stati membri stessi. E, quindi, essa prevede implicitamente la possibilità di diniego da parte delle singole università, che in regime di autonomia – è il caso del Portogallo, ma sarebbe il caso anche del nostro Paese – possono non riconoscere una sostanziale equivalenza del titolo acquisito in un altro Paese e imputare questo diniego al principio di differenza sostanziale.
  Questo è quanto teoricamente può avvenire per il caso specifico che io ho subito fatto verificare nei nostri uffici, che comunque seguono tutte le carriere di mobilità degli studenti. A noi non risulta una pratica specifica per biologia nell'università dell'Algarve ad oggi, ma sicuramente sarà oggetto, se ci sarà posto questo quesito.
  Quello che però posso dirle è che vi è una differente legislazione interna al mondo accademico portoghese che non ha uguale accesso con uguale esame di Stato alla fine del corso di studi superiori ed ha un regime di autonomia da parte delle università. È sicuramente possibile che l'università dell'Algarve, in questo caso come in altri, non riconosca ripeto l'equivalenza sostanziale così come alcuni atenei nostri hanno la piena libertà di fare in questo contesto.
  Il riferimento, anch'esso evidente, alla mobilità in quanto tale – e concludo subito, Presidente –, cioè alla mobilità Erasmus, oggi Erasmus Plus, tra Italia e Portogallo, ovviamente è altro capitolo ed è un capitolo che ha numeri molto positivi, in crescita: sono stati 1.620 gli studenti italiani 2014-2015 che hanno scelto le università portoghesi per la mobilità Erasmus. E, quindi, devo dire che non c’è nessun elemento di criticità che lega le relazioni bilaterali sul piano della mobilità. Ma gli strumenti a nostra disposizione per agire in quello specifico caso non sono strumenti che possono risolvere come lei desidera.

  PRESIDENTE. Il collega Gigli ha facoltà di replicare.

  GIAN LUIGI GIGLI. La ringrazio, signora Ministro, perché ha detto delle cose che sono assolutamente condivisibili e assolutamente vere. Il caso specifico si è risolto per altre vie, per altre strade. Tuttavia, io ho voluto portare all'attenzione del Governo il problema per un motivo: noi siamo tutti consapevoli che l'Unione europea non gode di buona salute e tantomeno gode di buona stima in questo momento presso la popolazione in generale e presso alcune sacche di popolazione in modo particolare. Ora, se ci sono due cose che fondano nell'immaginario collettivo la dimensione europea sono la libera circolazione e la non discriminazione tra gli Stati, la libera circolazione dei cittadini, dei mezzi, dei beni, delle professioni. E questo sta avvenendo per fortuna. Però è un controsenso rispetto Pag. 18a questo il fatto che un Paese che può dire «al mio interno valgono delle regole di ammissione diverse», poi non ti dia la possibilità di partecipare al suo concorso e al tempo stesso non ti riconosca le tue di regole di ammissione. In questo modo si impedisce nei fatti la possibilità per il candidato di circolare. Di fatto noi stiamo permettendo agli studenti Erasmus di circolare, ma non stiamo permettendo, completamente almeno, agli studenti che si diplomano alla scuola superiore di poter accedere senza problemi alle altre facoltà degli altri Paesi. Io spero che il Ministero voglia farsi interprete di questa esigenza proprio nell'interesse di un ideale comune che io e lei condividiamo, che è quello dell'Europa.

(Iniziative per il potenziamento dell'insegnamento dell'informatica nelle scuole, anche in relazione al piano nazionale per la scuola digitale previsto dalla legge n. 107 del 2015 – n. 3-02404)

  PRESIDENTE. La deputata Galgano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02404, concernente iniziative per il potenziamento dell'insegnamento dell'informatica nelle scuole, anche in relazione al piano nazionale per la scuola digitale previsto dalla legge n. 107 del 2015 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  ADRIANA GALGANO. Grazie Presidente. Buongiorno Ministra Giannini. L'interrogazione riguarda la buona scuola e il potenziamento dell'insegnamento dell'informatica e dell'informatizzazione che sono due temi importantissimi per battere la disoccupazione. Dai dati emerge che, purtroppo, per quanto riguarda il potenziamento relativo a questo insegnamento, sono solo 6 le richieste effettuate in tutta Italia contro le 147 di matematica e fisica e le 501 del diritto. Questo a fronte di tante richieste delle scuole del potenziamento dell'informatica e della presenza di 8 mila docenti che potrebbero farlo. Quindi, noi chiediamo al Governo cosa intende fare per concretizzare il potenziamento dell'insegnamento dell'informatica e dell'informatizzazione che è una priorità assoluta, come giustamente individuato nella buona scuola.

  PRESIDENTE. La Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Stefania Giannini, ha facoltà di rispondere.

  STEFANIA GIANNINI, Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, onorevole Galgano, la ringrazio per il tipo di quesito che pone; mi dà l'opportunità di fare anche un brevissimo parziale bilancio del piano nazionale della scuola digitale che costituisce uno dei pilastri della legge n. 107 e che ad oggi, a distanza di un anno, può dirsi un bilancio estremamente positivo. Infatti, come lei sicuramente sa, il 60 per cento delle imponenti risorse, un miliardo e 20 milioni di euro per l'esattezza, sono destinate alla digitalizzazione, non solo infrastrutturale, ma anche di competenze richieste agli insegnanti, quindi di formazione, di completamento e cambiamento del paradigma educativo. Questo è un indicatore estremamente importante. Quindi, 8.300 scuole, tutti i plessi e gli istituti scolastici in Italia hanno usufruito del 60 per cento per questo capitolo delle risorse e delle iniziative. Sono 36 le azioni previste dal piano nazionale sui differenti livelli, didattico, formativo e infrastrutturale. Lei sa anche bene che digitalizzazione non significa, nella filosofia della legge n. 107, semplicemente solo potenziamento dell'insegnamento di informatica, ma significa, per esempio, attività di coding, che quest'anno ha raggiunto, con un raddoppio del numero degli studenti, un milione di ragazzi italiani, a partire dalla primaria (siamo il secondo Paese, dopo gli Stati Uniti, in questa direzione); quindi significa ripensare per intero il modello educativo, a partire dall'introduzione e anche dal rafforzamento di materie apparentemente distanti, come la matematica, la filosofia e il cosiddetto pensiero critico nella classificazione anglosassone di questi soggetti tematici.Pag. 19
  Quello però che lei chiede è estremamente pertinente, perché è ovvio che l'informatica, comunque intesa come disciplina specialistica, entra a pieno titolo in questo contesto. I numeri sono diversi, però, e questi sono numeri che voglio darle a conforto anche di una richiesta, giustamente, del bilancio delle assunzioni e di quello che si sta per fare. Posto che l'organico per il potenziamento è stato assegnato sulla base delle richieste effettive che le scuole hanno fatto e che sarà il motivo dominante di tutta l'assegnazione degli organici negli anni a venire, ribaltando quindi una logica che, fino ad oggi, era stata una logica dall'alto, che non teneva conto dei piani formativi delle scuole, per quanto riguarda l'informatica 290 sono i docenti che hanno accettato la proposta di nomine in ruolo, sui 392 che erano presenti nelle graduatorie ad esaurimento e che sono stati quindi inseriti nel Piano nazionale delle assunzioni e anche nella forma del potenziamento. A questi vanno ad aggiungersi 920 docenti, sempre di informatica, quindi insegnanti specialisti della disciplina, che saranno assunti sui posti messi a concorso per il concorso che si sta per concludersi nelle prossime settimane.
  Quindi, mi pare che il plafond degli insegnanti, in considerazione delle esigenze e di questa visione complessiva della digitalizzazione, non semplicemente come l'ora di informatica aggiuntiva, sia assolutamente adeguato alle esigenze della scuola e allo spirito della legge.

  PRESIDENTE. La collega Galgano ha facoltà di replicare.

  ADRIANA GALGANO. La ringrazio, Ministra Giannini, per questa risposta. Segnalo che, da un'indagine recente, in Italia mancano 76 mila figure giovani formate in informatica, che potrebbero iniziare a lavorare da oggi; questo per dirle quanta priorità ha questo insegnamento. La ringrazio per i dati e verificheremo la discrepanza, perché a noi risulta questo. Le volevo sottolineare che a noi risultano molto carenti i posti, soprattutto per la mia regione, in cui i posti sarebbero tre. Addirittura, nella nostra regione abbiamo avuto l'assurdo che alcune persone che hanno preso un'abilitazione in informatica, invece di risolvere le esigenze delle scuole che avevano richiesto questa competenza, siano state spostate a lavorare al nord; ci rendiamo conto da soli. La mia regione è una regione che soffre di grandissima disoccupazione e abbiamo 76 mila posizioni da riempire: non è possibile che risultino – e io verificherò, poi magari farò un'ulteriore azione rispetto a questa – che solo tre siano i posti per il potenziamento in Umbria.
  Quindi, la ringrazio, e su questo tema, che è un tema centrale per lo sviluppo del Paese, vedremo quali successive azioni fare.

(Iniziative di competenza in merito alle inadempienze della Regione siciliana in materia di gestione del ciclo dei rifiuti – n. 3-02405)

  PRESIDENTE. La deputata Claudia Mannino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02405, concernente iniziative di competenza in merito alle inadempienze della Regione siciliana in materia di gestione del ciclo del rifiuti (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  CLAUDIA MANNINO. Presidente, Ministro Costa, oggi la interroghiamo perché la gestione dei rifiuti nella Regione siciliana sta assumendo un carattere devastante. Il governo regionale, dopo quattro anni di governo, in perfetta continuità con i due governi precedenti, si sta dimostrando totalmente inadempiente: si sta dimostrando capace solo di non riuscire a completare un piano regionale dei rifiuti, su cui c’è una procedura di infrazione. Scarsissime sono le infrastrutture, scarsissima la percentuale di raccolta differenziata.
  L'unica cosa certa sono le ordinanze contingibili ed urgenti, spesso accompagnate da fantomatici cronoprogrammi Pag. 20puntualmente disattesi, nonostante anche ben due diffide da parte della Presidenza del Consiglio a non effettuare più ordinanze di questo genere.
  Quindi, la interroghiamo per chiedere come intenda, e in che tempi – spero certi –, risolvere e superare le inadempienze della regione siciliana.

  PRESIDENTE. Il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Enrico Costa, ha facoltà di rispondere.

  ENRICO COSTA, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Presidente, ringrazio gli interroganti e devo premettere che il monitoraggio delle azioni nella materia che ci occupa è svolto dal competente Ministero dell'ambiente, anche con il coinvolgimento dell'ANAC. In questi mesi è stata costante l'interlocuzione con la regione per la corretta applicazione delle prescrizioni. Devo altresì precisare, quanto alle iniziative evocate dagli onorevoli interroganti riferite alla mia delega di funzioni in caso di inerzia o di inadempienza, anche ai fini dell'esercizio del potere sostitutivo del Governo di cui all'articolo 120 della Costituzione e alle altre fattispecie previste dal legislatore ordinario, che essi si collocano in un contesto di esercizio coordinato e coerente dei poteri e rimedi previsti dall'ordinamento in tali situazioni che coinvolgono i Ministeri competenti nel settore.
  Assicuro nondimeno il mio personale impegno per continuare a seguire l'evoluzione della situazione, affinché, nel caso si dovessero manifestare situazioni di particolare criticità, unitamente al Ministro dell'ambiente, possano essere immediatamente valutate le azioni da mettere in atto, anche attraverso l'eventuale applicazione di poteri sostitutivi ai sensi dell'articolo 120 della Costituzione e dell'articolo 8, commi 1 e 4, della legge n. 131 del 2003.
  In merito alla problematica specifica sollevata sulla regione Sicilia, sulla base degli elementi tecnici forniti dal competente Ministero dell'ambiente evidenzio quanto segue. Il 7 agosto 2015 il Presidente del Consiglio dei ministri ha emesso le due diffide citate appunto dagli interroganti; il 19 gennaio 2016 la regione, sollecitata a fornire indicazioni in merito alle iniziative nel frattempo assunte per garantire la raccolta differenziata, il riutilizzo, il riciclaggio e lo smaltimento dei rifiuti, evidenziava il perdurare del deficit impiantistico regionale, auspicando di poter procedere ad un'intesa con il Ministro dell'Ambiente per garantire la continuazione dello smaltimento dei rifiuti nelle discariche regionali; il 23 marzo 2016 il presidente della regione richiedeva comunque lo stato di emergenza e di protezione civile in vista dell'imminente scadenza dell'ordinanza urgente ambientale. A seguito dell'istruttoria condotta si è appurata la sussistenza delle condizioni di applicabilità dell'articolo 191, comma 4, del codice dell'ambiente, il quale prevede che le ordinanze contingibili e urgenti ambientali possano essere reiterate per un periodo non superiore a diciotto mesi, previa intesa del Ministro dell'ambiente, che può rilasciare specifiche prescrizioni.
  Quindi, il Ministero dell'ambiente, con nota del 31 maggio 2016, anche a seguito di una nuova richiesta del presidente della regione, ha inviato all'ente le prescrizioni tecniche sottese all'eventuale rilascio dell'intesa del Ministro su una nuova ordinanza, unitamente alla richiesta di un impegno concreto per il riassetto della governance regionale, alla luce delle diffide sopra citate del Presidente del Consiglio del 7 agosto 2015. Da ultimo, in data 7 giugno 2016, il Ministro dell'ambiente ha concesso l'intesa sull'ordinanza proposta dal presidente della regione. Nell'ordinanza sono contenute le misure straordinarie per la gestione dei rifiuti nel rispetto di quanto prescritto dal Ministero dell'ambiente e nel rispetto della normativa europea, con un fitto programma di impegni e azioni da mettere in atto nei sei mesi di validità del provvedimento. Ribadisco comunque la mia intenzione di monitorare attentamente l'evolversi della situazione.

  PRESIDENTE. La deputata Claudia Mannino ha facoltà di replicare.

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  CLAUDIA MANNINO. Signor Ministro, noi non possiamo ritenerci minimamente soddisfatti, proprio perché lei dice che state monitorando. Allora, se state monitorando, ma gli articoli 1, 2 e 3 dell'ordinanza di cui lei parla, di giugno 2016, sono puntualmente disattesi, perché nell'articolo 2 si diceva di avviare, entro sette giorni, tutta una serie di impiantistica; all'articolo 3: entro il 7 luglio 2016, avviare piani di raccolta differenziata e, entro il 15 luglio 2016, inviare al Ministero i regolamenti comunali per la raccolta differenziata. Sono tutte cose che gli amministratori locali, per varie ragioni, non riescono a fare, e voi non state monitorando. Siamo arrivati a fine luglio e la situazione è devastante, con i rifiuti per strada, la stagione turistica avviata, il caldo incombente e con il danno sanitario pesantissimo alle porte.
  Lei parlava di poteri sostitutivi che il presidente Crocetta richiede puntualmente e voi non date: noi siamo contenti che voi non li date, ma noi abbiamo anche mandato una lettera al Ministero, e anche all'Anac, perché seguiamo puntualmente la situazione, dove chiediamo una cosa ovvia, su cui però non abbiamo ricevuto risposta: se ci dovesse essere un commissario – se e solo se, perché, ripeto, siamo assolutamente contrari, perché l'incapacità è palese –, questo non deve avere nessun legame con l'amministrazione regionale, non deve avere nessun legame con il governo regionale, e deve camminare di pari passo con i pareri preventivi e vincolanti della Corte dei conti. Perché la dobbiamo finire, regione siciliana, di tenerci questo battesimo dettato dall'incapacità: è una voluta incapacità, su cui anche la magistratura sta indagando. Quindi vi chiediamo come Governo nazionale di intervenire, perché ne avete le competenze (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Elementi e iniziative in ordine al calendario venatorio relativo ad alcune specie di uccelli selvatici, anche con riferimento alla deliberazione del Consiglio dei ministri del 15 gennaio 2016 concernente l'esercizio dei poteri sostitutivi nei confronti di alcune regioni – n. 3-02406)

  PRESIDENTE. Il deputato Borghesi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02406, concernente elementi e iniziative in ordine al calendario venatorio relativo ad alcune specie di uccelli selvatici, anche con riferimento alla deliberazione del Consiglio dei ministri del 15 gennaio 2016 concernente l'esercizio dei poteri sostitutivi nei confronti di alcune regioni (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  STEFANO BORGHESI. Presidente, Ministro, c’è una direttiva europea, la n. 14 del 2009, che disciplina l'attività venatoria, e una legge nazionale, la n. 157 del 1992, che la recepisce e demanda alle regioni il compito di definire i calendari venatori per alcune specie, come tordo bottaccio, beccaccia e cesena; la legge prevede un periodo di caccia fino al 31 gennaio. Non si capisce perché il Governo abbia inviato alla Commissione europea, nel documento Key concepts, dati che vanno in contrasto con la legge stessa, ed abbia deliberato l'esercizio dei poteri sostitutivi nei confronti delle regioni che hanno disposto calendari venatori rispettosi della legge e della direttiva europea, disponendo la chiusura anticipata della caccia al 20 gennaio. Le chiediamo quindi il perché di queste misure, e perché il Governo non aggiorna i dati Key concepts, avendo accolto tra l'altro anche un ordine del giorno, nella legge europea 2015-2016, che va in questa direzione.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Presidente, ringrazio l'interrogante che mi dà modo di fare chiarezza su una vicenda che dura ormai da anni. Nell'ambito delle iniziative per la conservazione Pag. 22delle specie cacciabili incluse nella direttiva uccelli, l'Italia è stata richiamata dalla Commissione europea nell'ottobre 2014 attraverso un procedimento Pilot, che è il procedimento europeo che precede l'apertura di un'infrazione europea, che porta poi all'infrazione. In quella apertura, in quel Pilot, si chiede all'Italia di fornire in tempi brevi elementi di risposta e soprattutto di attuare tutte le azioni correttive, visto che alcune regioni italiane non rispettavano i tempi di caccia per tre specie di uccelli durante i periodi di migrazione verso i siti di nidificazione. Per scongiurare la chiusura negativa del Pilot, che ci avrebbe quindi portato alla procedura di infrazione, il Governo ha deliberato l'esercizio dei poteri sostitutivi nei confronti delle regioni per le stagioni venatorie 2014-2015 e 2015-2016, disponendo la modifica dei loro calendari con l'anticipazione al 20 gennaio della chiusura della caccia alle specie migratrici tordo bottaccio, beccaccia e cesena, in conformità con i dati di inizio della migrazione prenuziale indicati nel documento Key concepts. Ci tengo a ribadire che il Key concepts non è un documento di origine italiana, bensì un documento di origine europea, che regola tutti i periodi delle cacce per tutti gli uccelli che sono inseriti nella direttiva uccelli per tutti i Paesi europei: se noi non avessimo effettuato il commissariamento delle regioni, si sarebbe consumata irrimediabilmente la violazione degli obblighi imposti dall'ordinamento europeo, e quindi saremmo andati non solo in infrazione, ma immediatamente anche in sanzione, perché in quel momento avremo consumato la violazione del Key concepts, e quindi saremmo stati condannati dalla Corte di giustizia europea al pagamento di una sanzione.
  In uno spirito di leale collaborazione tra amministrazioni centrali e regionali, e dopo circa un anno di confronto in sede tecnica e politica, mi sono fatto personalmente promotore di una proposta di accordo per l'adeguamento degli obblighi imposti dal diritto europeo, e al tempo stesso per evitare il ripetersi per il secondo anno dell'esercizio da parte del Governo dei poteri sostitutivi; tuttavia, l'auspicato consenso unanime delle regioni sulla proposta di accordo non è stato raggiunto, ed è stato quindi necessario procedere anche per il 2015-2016, come ho ricordato prima, alla modifica dei calendari non conformi.
  Sempre nell'ottica di una revisione del Key concepts, il Governo ha avviato il confronto con le regioni: queste, solo a seguito di numerosi solleciti, hanno prodotto lo scorso dicembre i dati in loro possesso.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Questi dati l'ISPRA li ha ritenuti non soddisfacenti dal punto di vista scientifico. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, in occasione della riunione Pacchetto ambiente dello scorso giugno a Roma, ha informato la Commissione europea sull'avvio di un ampio confronto con tutti i soggetti portatori di interessi nella materia, per acquisire tutti i dati scientifici attualmente disponibili.

  PRESIDENTE. La invito nuovamente a concludere.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Si sono anche svolti incontri con le associazioni ambientaliste, e io credo che, se dovessero emergere novità dal punto di vista scientifico, sarà possibile chiedere una modifica del Key concepts entro la prossima stagione venatoria.

  PRESIDENTE. Il deputato Borghesi ha facoltà di replicare.

  STEFANO BORGHESI. Presidente, Ministro, non possiamo assolutamente essere soddisfatti della sua risposta: c’è sempre una colpa data all'Europa, che anche in questo caso non esiste. In Spagna, in Grecia, in Francia vediamo l'applicazione difforme dalla stessa direttiva europea, a Pag. 23tutto danno purtroppo dei cacciatori italiani, che senza alcuna ragione scientifica si vedono decurtato il calendario venatorio. Addirittura, Ministro, la giustizia amministrativa in più di un'occasione ha giudicato corrette le scelte delle regioni, e lo stesso ufficio legislativo del suo Ministero ha riconosciuto incongruenze difficili da spiegare nel confronto con i Paesi confinanti. Siamo quindi di fronte ad un ennesimo atto di prepotenza, dal nostro punto di vista, a danno dei cacciatori, messo in atto senza alcuna giustificazione scientifica, che va a ledere anche il diritto di ciascuna regione di stilare un calendario venatorio nel rispetto della direttiva europea. A fronte di ciò, abbiamo ottenuto solo parole e zero fatti in favore e a tutela dell'attività venatoria: come sempre, Ministro, appare chiara la volontà purtroppo di questo Governo di andare in una ed in un'unica direzione, ossia quella di sottostare ad una ideologia animalista e ambientalista portata all'estremo, spinta al punto tale da non rispettare nemmeno le direttive dell'Unione europea.
  Ministro, non è più accettabile che nulla venga fatto per porre rimedio ad una palese ingiustizia ! Il mondo venatorio è stanco di subire misure come questa. Siccome stavolta non potete dare la colpa all'Europa, il vostro immobilismo è la chiara dimostrazione del vostro vero obiettivo: quello di penalizzare la caccia e tutte le attività ad essa collegate. Non avete più scuse, siete indifendibili; e questo ormai i cittadini, Ministro, l'hanno capito.

(Elementi e iniziative in ordine al parere espresso dal Comitato percorso nascita nazionale con riferimento alla chiusura del punto nascita di Arco (Trento) – n. 3-02407)

  PRESIDENTE. Il deputato Ottobre ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02407, concernente elementi e iniziative in ordine al parere espresso dal Comitato percorso nascita nazionale con riferimento alla chiusura del punto nascita di Arco (Trento) (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  MAURO OTTOBRE. Signor Presidente, signora Ministra, la chiusura del punto nascita di Arco a seguito della decisione della commissione ministeriale lascia l'intera comunità, la mia comunità, perplessa, in quanto punto di riferimento di tutto l'Alto Garda e Ledro, della Val di Ledro ma anche dei comuni confinanti, quali la Valle del Chiese, o anche Tenno per esempio. Dal documento finale del Comitato percorso nascita nazionale sembrerebbe che non siano stati minimamente presi in considerazione tutti i dati della Val di Ledro e della Valle del Chiese: per esempio, a Ledro i 5400 abitanti residenti stabili nelle stagioni turistiche aumentano esponenzialmente.
  Sembrerebbe che il punto nascita dell'Ospedale di Arco non abbia superato l'esame del Comitato nazionale, in quanto dalle motivazioni espresse appare come siano stati fattori determinanti le condizioni orografiche, ritenute meno disagevoli rispetto a quelle dei bacini di riferimento di Cavalese e Cles.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MAURO OTTOBRE. Ma io volevo informarla, Ministra, che purtroppo dall'Ospedale di Rovereto sono quarant'anni che aspettiamo la viabilità, e ci impieghiamo, se si parte della Val di Ledro, quattro ore, se si parte da Riva del Garda si impiegano tre ore; e credo che sia assurdo far partorire le nostre donne, le nostre mamme in elicottero, con tutte le condizioni che... Del resto, nelle ultime due settimane ci sono stati due casi molto particolari, nei quali sono partiti di notte, e l'elicottero non poteva atterrare.

  PRESIDENTE. La Ministra della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere.

  BEATRICE LORENZIN, Ministra della salute. Rispondo all'onorevole Ottobre ricordando che l'accordo del 16 dicembre Pag. 242010 tra il Governo e le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, che si intitolava «Linee di indirizzo per la promozione e il miglioramento della qualità del percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo», ha impegnato tutte le regioni, e le province autonome di Trento e Bolzano, ad attuare una serie di azioni volte alla ridefinizione del percorso nascita, al fine di garantire elevati livelli di qualità e sicurezza per la madre e il nascituro. Dal 2010 a oggi sono intervenuti una serie di atti, tra cui il DM n. 70 del 2015, in materia di standard ospedalieri che, per quanto attiene al percorso nascita, ha previsto che nelle strutture classificate come di primo livello potranno esserci punti nascita, sempre di primo livello, solo se il volume di attività sia pari o superiore a 500 parti-anno.
  Come abbiamo avuto più volte modo di riferire in quest'Aula, il termine dei 500 parti è un termine sottostimato per garantire i livelli minimi di sicurezza per la mamma e il bambino. I punti nascita che vengono chiusi non vengono mai chiusi per motivi economici, ma solo per motivi di sicurezza. È evidente che però le regioni, o le province autonome, come in questo caso, devono predisporre dei piani in grado di soddisfare le esigenze del territorio e garantire qualità e sicurezza al percorso della nascita. C’è anche la possibilità da parte delle regioni di chiedere delle deroghe quando ci sono dei casi speciali.
  Questa richiesta di istanza di deroga alla chiusura dei punti nascita da parte della provincia autonoma di Trento, che è stata presentata al Comitato, riguarda i punti nascita di Cavalese, di Cles, di Tione e Arco che nel 2014 e nel 2015 hanno registrato volumi di attività inferiori ai 500 parti anno. Il Comitato si è espresso per la chiusura dei punti nascita di Arco e Tione e per il mantenimento in attività dei punti nascita di Cavalese e Cles. Ai fini dell'espressione di questo parere tecnico che cosa ha valutato il Comitato ? Ha tenuto conto delle situazioni orografiche, della distanza media tra luogo del parto e comune di residenza della madre, per la valutazione delle difficoltà legate alle condizioni climatiche sono state considerate le altezze medie sul livello del mare dei comuni del bacino di ogni singolo punto nascita, e sono state altresì considerate le variazioni delle distanze tra i comuni di residenza e i punti nascita alternativi, che nei casi dei punti nascita di Arco e Tione non mostrano variazioni di rilievo. Evidenzio che nel parere del Comitato è stato chiaramente precisato che la chiusura dei punti nascita che non rispettano gli standard si riferisce esclusivamente alla fase di espletamento del parto, pertanto rimangono operativi nei punti nascita oggetto di chiusura tutti i servizi e le attività assistenziali rese alle donne sia nella fase prepartum, che anche nella fase postpartum, ai fini della tutela della salute delle donne e dei neonati.
  Peraltro il Comitato ha raccomandato alla provincia autonoma di Trento di potenziare l'assistenza territoriale e l'attività dei consultori, al fine di consentire così un attento monitoraggio sull'insorgenza durante la gravidanza di eventuali fattori di rischio che impongono di indirizzare la donna in gravidanza verso i centri hub individuati della stessa provincia autonoma.
  Dopodiché, ovviamente, come sempre in questi casi, monitoreremo, e lo farò anch'io personalmente, il fatto che tutti i parametri siano rispettati e che ci sia un'oggettiva assistenza alle donne dell'area e del territorio, garantendo ad esse soprattutto il parto in sicurezza che è l'elemento fondamentale per la salute della mamma e del bambino.

  PRESIDENTE. Il deputato Ottobre ha facoltà di replicare.

  MAURO OTTOBRE. Grazie, signora Ministra. Magari vengo giù e parliamo un attimo in privato, perché io volevo sapere anche se era vincolante o meno questo parere, perché credo che la provincia autonoma di Trento abbia trasmesso dei dati non completi.
  Se parliamo di sicurezza credo che sia l'esatto contrario, perché per le strade – lo Pag. 25dicevo prima – di accesso ci vogliono 4 o 5 ore. Tutto ciò è evidente, e abbiamo anche dei casi nelle ultimo settimane dove delle mamme hanno partorito e hanno aperto la sala parto di notte, alle 2 di notte, assumendosi la responsabilità il medico, perché in quel momento doveva nascere il bambino. Siccome non possiamo pretendere che i bambini crescano ad orologio, a tempo, è evidente che qui c’è un problema anche di passaggio di documenti istituzionali. Veramente la nostra comunità dall'Alto Garda e Ledro non riesce a capire questa scelta, proprio per la sua sicurezza, e questo è evidente.

(Iniziative per il monitoraggio dell'applicazione della legge n. 194 del 1978, al fine di garantire il diritto all'obiezione di coscienza del personale sanitario – n. 3-02408)

  PRESIDENTE. La deputata Binetti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02408, concernente iniziative per il monitoraggio dell'applicazione della legge n. 194 del 1978, al fine di garantire il diritto all'obiezione di coscienza del personale sanitario (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  PAOLA BINETTI. Tre date: l'11 aprile la CGIL presenta un esposto al Comitato per i diritti sociali, accusando il Ministero della salute di non garantire sufficientemente il cosiddetto diritto all'aborto, che in quanto diritto non esiste, accusando in quanto tale il personale obiettore di coscienza di sottrarsi a responsabilità concrete, di caricare sui medici non obiettori di coscienza un surplus di lavoro francamente non tollerabile e evidenziando quella che peraltro invece è una constatazione che ripetutamente facciamo tutti ovvero la diversità di modelli organizzativi tra le diverse regioni e quindi la differenza di accesso ai servizi in questo senso. La seconda data: il 24 maggio il Ministero presenta una sua documentazione precisa e concreta che smentisce alcuni di questi passaggi. Il 6 luglio il Consiglio d'Europa, in qualche modo, rende atto all'Italia di essere in grado di garantire per le donne che desiderano abortire la possibilità di farlo. Il quesito è quello di come garantire invece l'obiezione di coscienza su tutto il territorio nazionale.

  PRESIDENTE. Ministra della salute, Lorenzin, ha facoltà di rispondere.

  BEATRICE LORENZIN, Ministra della salute. Ringrazio gli onorevoli interroganti perché mi consentono di ribadire quanto avevo avuto modo di affermare in occasione dell'informativa resa in quest'Aula il 4 maggio 2016 ovvero che il Consiglio d'Europa non aveva e, adesso lo possiamo dire, non ha mai condannato l'Italia per la mancata applicazione della legge n. 194 del 1978 in relazione al rapporto fra obiezione di coscienza e accesso ai servizi di interruzione volontaria della gravidanza, come purtroppo erroneamente riportato da molti organi di stampa. Il Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa infatti, lo scorso 6 luglio, si è pronunciato sulla decisione del Comitato dei diritti sociali del Consiglio d'Europa che, nell'ottobre del 2015, aveva parzialmente accolto un reclamo proposto della CGIL in merito alla presunta mancata applicazione della legge n. 194 del 1978. Quest'ultima decisione, per come avevo evidenziato nel corso dell'informativa dello scorso mese di maggio, scaturiva dal fatto che il predetto Comitato non aveva potuto prendere in considerazione i dati più recenti sull'applicazione della legge in materia di interruzione volontaria di gravidanza contenuti nella relazione trasmessa al Parlamento in data successiva a quella in cui il Comitato stesso aveva preso la sua decisione. Da questi dati rilevati, per la prima volta anche in forma disaggregata, a livello sub-regionale per ogni singola ASL, emerge con chiarezza che il carico di lavoro per ciascun ginecologo non obiettore è congruo rispetto alle interruzioni volontarie di gravidanza effettuate e non sembra tale, quindi, da impedire ai non obiettori di svolgere anche altre attività oltre al servizio Pag. 26di interruzione volontaria di gravidanza.
  Sono proprio questi dati che il Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa ha valutato positivamente lo scorso 6 luglio. Ma non intendo fermarmi a questo riconoscimento internazionale, che non nascondo mi faccia piacere atteso che un monitoraggio così capillare e articolato dell'applicazione della legge n. 194 non era mai stato effettuato da nessun Ministro della salute. Intendo, infatti, proseguire su questa strada che ho avviato appunto tre anni fa e, consapevole che gli eventuali problemi di accesso ai servizi di interruzione volontaria di gravidanza sono dovuti a criticità organizzative locali e non al numero degli obiettori di coscienza, ho dato quindi disposizione ai miei uffici perché le regioni siano sollecitate a predisporre report regionali sull'applicazione della legge n. 194 del 1978 sulla base di un format di riferimento messo a disposizione delle stesse regioni. All'esito di questo ulteriore monitoraggio potranno essere meglio individuate le specificità locali riguardanti l'accesso ai servizi di interruzione volontaria di gravidanza, sia in senso positivo, sia che negativo, che potrebbero non essere emerse dalle rivelazioni regionali, il che metterà le amministrazioni regionali, cui come è noto compete l'organizzazione dei servizi sanitari, nelle condizioni di assicurare una completa attuazione della legge n. 194 del 1978 su tutto il territorio nazionale.
  Quindi, la nostra intenzione è quella non solo di continuare questo monitoraggio straordinario che abbiamo avviato da tre anni, ma anche di fare un format più particolare per le regioni, individuare le singole specificità dove ci possono essere degli elementi critici, se ci sono, e poi accompagnarli anche in una soluzione.

  PRESIDENTE. La deputata Binetti ha facoltà di replicare.

  PAOLA BINETTI. Che il tema dell'aborto sia un tema delicato, un tema sensibile, un tema davanti al quale, anche a distanza di quasi quarant'anni, ci si proietta con una posizione che riflette una visione della vita, un'ideologia rispetto a una serie di cose, che in qualche modo intenda contrapporre quelli che sono i diritti della salute riproduttiva, di cui l'aborto non è una parte integrante. L'aborto è semplicemente una risposta drammatica a una situazione in cui la donna si può trovare, ma non è che la salute riproduttiva e il diritto alla salute riproduttiva che tutti quanti noi riconosciamo con pienezza si identifichi necessariamente con il diritto all'aborto.
  Viceversa, sì che ci sono dei diritti altrettanto importanti, come il diritto alla vita per il bambino, come il diritto all'obiezione di coscienza per il professionista, che, nel momento di giungere a quello che potrebbe essere il punto di equilibrio, il punto di caduta, diciamo, di una complessità di situazioni che si confrontano, renda necessario che, ogni volta, ogni situazione venga in qualche modo presa in carico con tutta la dovuta delicatezza, con tutta la dovuta prudenza e anche con tutta la possibilità di venire incontro a quelli che sono i bisogni che in quel momento la donna esprime in quella che è una condizione universalmente riconosciuta di fragilità.
  La legge n. 194 parla anche di parti di servizi che, attraverso i consultori, dovrebbero essere offerte alle donne, parla anche di misure concrete perché si possa giungere in qualche modo a un obiettivo tendenza, per cui nessuna donna debba abortire e tanto meno debba abortire per motivi, che so io, di povertà, per motivi di fragilità, per motivi di contesto. Viceversa, su quella che è una parte positiva che riguarda la legge n. 194, mi sembra che ben poco è stato fatto.
  Quindi, io chiedo al Ministro, da un lato, senz'altro, di monitorare perché tutti i disservizi vengano risolti e perché nessuna donna si debba trovare, in qualche modo, esposta a una situazione di ulteriore drammaticità rispetto a quella che sta vivendo, ma di vigilare anche perché vengano garantiti, in primo luogo, il diritto all'obiezione di coscienza per medici, ostetriche e ginecologi, e, in secondo luogo, Pag. 27perché quella parte della legge n. 194, che in quarant'anni non è mai stata applicata, e che è quella che in qualche modo tende a ribaltare la percezione della legge, che non è soltanto la legge sull'interruzione di gravidanza, ma è la legge per la tutela sociale della maternità, venga una volta per tutte applicata a pieno titolo.

(Iniziative volte ad un adeguato riconoscimento dell'autismo nell'ambito del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri relativo all'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza – n. 3-02409)

  PRESIDENTE. La deputata Ileana Argentin ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lenzi ed altri n. 3-02409, concernente iniziative volte ad un adeguato riconoscimento dell'autismo nell'ambito del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri relativo all'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria ed ha un minuto.

  ILEANA ARGENTIN. Sì, Presidente, Ministro, intervengo allo scopo di capire meglio se è possibile modificare il nuovo decreto del Presidente del Consiglio, che va ad intaccare alcuni punti fondamentali, primo tra tutti il fatto che i livelli essenziali di assistenza non sono mai stati finanziati negli anni, ora li stiamo finanziando con 800 milioni di euro, che erano quelli previsti nel 2001. In più, questo blocca in qualche modo il nomenclatore tariffario, cioè il libro degli ausili, delle carrozzine, delle scarpe ortopediche, eccetera, che vengono bloccati perché ogni tre anni venivano assolutamente rivisti e invece con la nuova legge di stabilità questo non avviene.
  Per quanto concerne l'autismo, la cosa più grave è che praticamente è stato incluso nel capitolo delle psicosi. Ora, l'autismo non può essere soltanto psicosi e soprattutto non può esserlo fino a 18 anni e poi non più. Vi è la necessità, in base alla nuova legge sullo spettro autistico, di modificare le cose e di dare risposte serie e concrete a persone che hanno difficoltà, sì, patologiche, ma anche sociali e di interdizione.

  PRESIDENTE. La Ministra della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere. Ha tre minuti.

  BEATRICE LORENZIN, Ministra della salute. Ringrazio la collega perché mi dà l'opportunità in questa Aula di annunciare che l'iter formale, burocratico, che hanno seguito i LEA nuovi, cioè i nuovi livelli essenziali di assistenza, con dentro anche il nomenclatore per le protesi e il Piano nazionale vaccini, è quasi giunto al termine e quindi tra qualche ora sarà trasmesso formalmente alla Conferenza Stato-regioni.
  Vorrei anche rassicurare l'onorevole interrogante sul fatto che la cifra di 800 milioni di finanziamento non è stata scelta perché era una cifra ipotetica data nel 2001, ma invece è stato fatto a monte tutto un lavoro di drafting sugli extra LEA e i LEA, cioè su quello che già viene applicato nelle regioni ormai da anni e quello, invece, che va applicato in innovazione. E in questo lavoro, in cui sono state tolte le cose obsolete e inserite le cose innovative, la cifra è stata quella di 800 milioni di euro. Non solo, ma noi abbiamo inserito un Osservatorio permanente sui nuovi LEA, che ci permetterà di aggiornare i livelli essenziali di assistenza ogni anno, in base anche alle nuove scoperte scientifiche, ai nuovi trattamenti che emergono, anche adeguando quindi la nostra amministrazione e la nostra burocrazia a quella che è la velocità, per fortuna grande, che la scienza ci sta regalando in questi anni a servizio dei pazienti.
  Questo lavoro è stato un lavoro ovviamente molto complesso, che però adesso sta vedendo il suo ultimo atto.
  Per quanto riguarda i livelli essenziali di assistenza, io ho dato incarico ai miei uffici di inserire nel «decreto LEA» una apposita disposizione di chiarimento, perché per noi era una cosa de plano, ma abbiamo capito che era forse meglio specificarla, che, richiamando espressamente Pag. 28la legge approvata nell'agosto del 2015, prevede che il Servizio sanitario nazionale garantisca alle persone con disturbi dello spettro autistico le prestazioni della diagnosi precoce, della cura e del trattamento individualizzato, mediante l'impiego di metodi e strumenti basati sulle più avanzate evidenze scientifiche.
  Aggiungo che il nuovo «decreto LEA» descrive le prestazioni garantite alle persone autistiche all'interno dell'attività dei servizi in cui si svolge il percorso di diagnosi, cura e riabilitazione, per questo motivo la valutazione diagnostica rientra tra le prestazioni dell'assistenza specialistica ambulatoriale, mentre i trattamenti farmacologici di cui questi pazienti hanno bisogno rientrano nell'aria dell'assistenza farmaceutica.
  Per quanto riguarda la presa in carico e il trattamento nei servizi territoriali, il nuovo «decreto LEA» descrive nel dettaglio le prescrizioni che il Servizio sanitario nazionale garantisce ai minori con disturbi in ambito neuropsichiatrico. I servizi individuati operano principalmente in ambito domiciliare e ambulatoriale, ma anche in ambito residenziale e semiresidenziale, e l'assistenza distrettuale ai minori con disturbi neuropsichiatri è integrata da interventi sociali in relazione al bisogno socio-assistenziale emerso all'esito della valutazione.
  Il nuovo «decreto LEA» è volto, inoltre, a promuovere l'inserimento e l'integrazione degli affetti da autismo nella vita sociale mediante il raccordo dell'assistenza sanitaria con le istituzioni scolastiche e mediante interventi sulla rete sociale, formali e informali. Viene poi riservata una particolare attenzione alla partecipazione attiva della famiglia con interventi di formazione e orientamento ad essa dedicati e coinvolgimento attivo del percorso terapeutico.
  Concludo precisando che il «decreto LEA» conferma ovviamente l'esenzione dal ticket sulle prestazioni di assistenza specialistica e ambulatoriale correlate, già riconosciuta alle persone affette da disturbi dello spettro autistico. In sintesi, abbiamo anche quindi assorbito le normative nuove, che abbiamo tutti voluto e approvato in quest'Aula.

  PRESIDENTE. La deputata Carnevali, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

  ELENA CARNEVALI. Grazie, signora Ministra. Dopo quindici anni, il fatto di avere l'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza è sicuramente un grande merito, perché questo introduce nuove prestazioni proprio nell'ambito dei livelli essenziali. E se è pur vero che descrive le attività, i servizi e le prestazioni suddividendole per funzioni assistenziali, come ci ha detto, e non strutturato per patologie, ricordo, e lo faccio solo a titolo di esempio, che si fa riferimento – in particolare nelle sezioni degli allegati particolarmente importanti, perché lì sono descritte le prestazioni che vengono finanziate – ad alcune patologie, quali per esempio la sindrome di Down piuttosto che la sclerosi multipla.
  Inoltre, cosa a cui faceva riferimento la collega, il fatto dell'inserimento dello spettro autistico all'interno della sezione delle psicosi contrasta con la più recente letteratura scientifica, e rischia di provocare soprattutto quello che vogliamo e volevamo evitare con la nuova legge, che è quella mancata continuità delle prestazioni e degli interventi specifici, quali per esempio l'intervento cognitivo-comportamentale, che è raccomandato dalle linee guida, con l'ultimo aggiornamento dall'Istituto superiore di sanità, piuttosto che altri interventi. Ma con una preoccupazione aggiuntiva: il rischio evidente è che, mentre è ben strutturato sulla parte dei minori, si possa invece uscire quando si entra nella fase adulta e ritornare in questo circuito. Infatti il rischio che vogliamo evitare, con la legge che abbiamo approvato e tanto applaudita dalle associazioni, è quello di ritornare nel limbo della disomogeneità territoriale. Per questa ragione, anche nell'ambito di questa possibilità di revisione all'interno dell'Osservatorio, le chiediamo di rivedere questa Pag. 29parte, soprattutto quella dedicata alla fase adulta.
  Credo che dobbiamo una coerenza, con il testo normativo che abbiamo approvato, perché credo che fosse di grande innovazione, alla quale credo tutti noi, compreso lei, abbiamo applaudito e vogliamo essere aderenti.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Intervento di fine seduta (ore 16,08).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un intervento di fine seduta il collega Marcon. Prego, ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Grazie, Presidente. Intervengo in riferimento a due interrogazioni, per sollecitarne una risposta nei tempi più brevi possibile. La prima interrogazione presentata il 14 gennaio 2016, la n. 4/11659, è stata ed è relativa alla vicenda degli obiettori di coscienza che, tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, si sono rifiutati di svolgere il servizio militare, ma essendo obiettori totali hanno rifiutato anche di svolgere il servizio civile sostitutivo.
  C’è una vicenda in particolare, quella dell'obiettore di coscienza Sergio Andreis, che tra l'altro è stato anche deputato qui alla Camera tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta; obiettore totale, che ha passato un periodo di reclusione nel carcere di Gaeta e di Forte Boccea tra il 1979 ed il 1980: a questo obiettore, come ad altri, è rifiutato l'accredito figurativo ai fini del trattamento previdenziale, come previsto per chi assolve agli obblighi di leva.
  Siccome il congedo, concesso a questo obiettore come ad altri, si riferisce proprio all'aver assolto appunto gli obblighi di leva attraverso lo sconto della pena prevista e siccome a questo obiettore non viene riconosciuto, come ad altri obiettori, l'accredito figurativo ai fini del trattamento previdenziale, abbiamo richiesto i motivi di questa scelta da parte del Ministero del lavoro, e quindi aspettiamo sollecitamente una risposta a questo caso, come al caso di molti altri obiettori.
  Approfitto anche per ricordare che è il terzo sollecito che facciamo ad una interrogazione, la n. 4/09333 del 3 giugno 2015: abbiamo chiesto come mai la Ministra della difesa Pinotti non voglia incontrare le organizzazioni pacifiste. Non ci ha mai risposto. Questo è il terzo sollecito, speriamo che la Presidenza posso ottenere sollecitamente una risposta positiva.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Giovedì 21 luglio 2016, alle 8,30:

  Seguito della discussione del disegno di legge:
   Conversione in legge del decreto-legge 24 giugno 2016, n. 113, recante misure finanziarie urgenti per gli enti territoriali e il territorio (C. 3926-A/R).
Relatori: Misiani, per la maggioranza; Melilla, di minoranza.

  La seduta termina alle 16,10.

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ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME: DDL DI RATIFICA NN. 2710, 3260 E 3764 E DOC. VIII, NN. 7 E 8

Ddl di ratifica nn. 2710, 3260 e 3764

Tempo complessivo: 2 ore per ciascun disegno di legge di ratifica.

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 10 minuti (con il limite massimo di 2 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 30 minuti
 Partito Democratico 18 minuti
 MoVimento 5 Stelle 12 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 8 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà 7 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 6 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 6 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 6 minuti
 Democrazia Solidale – Centro Democratico 6 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 5 minuti
 Misto: 16 minuti
  Conservatori e Riformisti 2 minuti
  Alternativa Libera - Possibile 2 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero 2 minuti Pag. 31
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  FARE! – Pri 2 minuti
  USEI-IDEA (Unione Sudamericana Emigrati Italiani) 2 minuti
  Movimento PPA – Moderati 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 2 minuti

Doc. VIII, nn. 7 e 8 – Conto consuntivo e bilancio della Camera dei deputati

Seguito dell'esame congiunto: 7 ore e 30 minuti.

Deputati questori 40 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 15 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 11 minuti (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 14 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 33 minuti
 MoVimento 5 Stelle 39 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 29 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà 24 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 24 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 20 minuti
 Scelta civica per l'Italia 20 minuti
 Democrazia Solidale – Centro Democratico 19 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 18 minuti
 Misto: 28 minuti
  Conservatori e Riformisti 7 minuti
  Alternativa Libera - Possibile 5 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero 5 minuti Pag. 32
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  FARE! – Pri 2 minuti
  USEI-IDEA (Unione Sudamericana Emigrati Italiani) 2 minuti
  Movimento PPA – Moderati 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 2 minuti