Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 628 di venerdì 20 maggio 2016

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

  La seduta comincia alle 9,30.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Dorina Bianchi, Bratti, Bueno, Businarolo, Caparini, Capelli, Catalano, Dambruoso, Di Gioia, Duranti, Ferranti, Fontanelli, Locatelli, Manciulli, Massa, Migliore, Gianluca Pini, Pisicchio, Realacci, Rizzo, Rosato, Sanga e Scotto sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna).

Costituzione e composizione del Comitato consultivo sulla condotta dei deputati.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi del paragrafo VI del codice di condotta dei deputati, approvato dalla Giunta per il Regolamento nella seduta del 12 aprile 2016, l'Ufficio di Presidenza, nella riunione del 18 maggio 2016, ha costituito il Comitato consultivo sulla condotta dei deputati, del quale sono stati chiamati a far parte i deputati Segretari di presidenza Ferdinando Adornato, Riccardo Fraccaro, Gianni Melilla e Caterina Pes, nonché i deputati Elena Centemero, Titti Di Salvo, Giampaolo Galli, Giancarlo Giorgetti, Giulia Grillo e Pino Pisicchio, al quale sono attribuite le funzioni di presidente.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

  PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 18 maggio 2016, la deputata Giuseppina Castiello, già iscritta al gruppo parlamentare Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini.
  La presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.
  Comunico altresì che, con lettera pervenuta in data 19 maggio 2016, il deputato Giorgio Lainati, già iscritto al gruppo parlamentare Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, ha dichiarato di aderire alla componente politica Alleanza Liberalpopolare Autonomie Pag. 2ALA-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero del gruppo parlamentare Misto.
  Il rappresentante di tale componente, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.

Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 9,40).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Elementi ed iniziative di competenza in merito ad una manifestazione di CasaPound prevista a Roma per il 21 maggio 2016 – n. 2-01375)

  PRESIDENTE. Passiamo alla prima interpellanza urgente all'ordine del giorno, Miccoli ed altri n. 2-01375, concernente elementi ed iniziative di competenza in merito ad una manifestazione di CasaPound prevista a Roma per il 21 maggio 2016 (Vedi l'allegato A – Interpellanze urgenti).
  Chiedo al deputato Marco Miccoli se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

  MARCO MICCOLI. Grazie, Presidente, grazie, sottosegretario. Questa interpellanza, sostanzialmente, nasconde una forte preoccupazione per la giornata di domani: una manifestazione convocata da CasaPound, indetta a novembre del 2015 a seguito degli attentati di Parigi, da uno dei leader dell'organizzazione che ha convocato appunto la manifestazione contro il terrore con il solito impianto concernente le vicende che riguardano, appunto, l'immigrazione, quindi, contro la cosiddetta «invasione» da parte di stranieri; una manifestazione internazionale, a questo punto, perché pare che sia convocata anche a Madrid, a Parigi e ad Atene con gli stessi temi.
  Si tratta di un corteo, che sembrerebbe autorizzato dalla questura di Roma, con partenza da piazza Vittorio. Vorrei ricordare che piazza Vittorio è una piazza simbolo di Roma, è la piazza che, per quanto riguarda i romani, è simbolo dell'accoglienza, dell'integrazione; il quartiere Esquilino è il quartiere dove risiedono migliaia e migliaia di immigrati. Quindi, già la scelta di convocare la manifestazione in quel punto comporta per noi un problema, anche, di ordine pubblico, ma non solo, poi, ci tornerò.
  È bene ricordare che Roma è e resta la città medaglia d'oro al valor militare per la guerra di liberazione e noi pensiamo che, domani, Roma sarà costretta ad assistere, ancora una volta, all'oltraggio di vedere sfilare con vessilli, con slogan e con comportamenti che di recente anche la Cassazione ha ripetuto essere oggetto di reato, come il saluto romano.
  Noi abbiamo paura, appunto, che Roma possa vedere, domani, ancora una volta, una giornata che oltraggia la sua storia. C’è un problema che riguarda la storia di Roma e c’è un problema di ordine pubblico.
  Vorrei anche ricordare che in questi giorni Roma è oggetto di episodi gravi e che segnalano il fatto che siamo in campagna elettorale e che qualcuno vuole utilizzare la campagna elettorale e, con episodi di violenza, utilizzare spazi e, quindi, avere visibilità con questi metodi.
  Basti ricordare le incursioni che ci sono state di recente in alcune associazioni che organizzano il mondo LGTB e che sono state rivendicate da altre associazioni e formazioni politiche neofasciste, contro le unioni civili da poco votate dal Parlamento, ci sono stati atti di violenza nei confronti di sedi del Partito Democratico, c’è stata un'aggressione, l'altro giorno, al Prenestino con tre feriti; tutti episodi, appunto, che pare siano ascrivibili a formazioni neofasciste. CasaPound è un'organizzazione – non voglio farla lunga sulla descrizione della natura di questa organizzazione – i cui stessi componenti si definiscono fascisti del terzo millennio; dal 2011 ad oggi fra militanti e simpatizzanti di CasaPound sono state arrestate venti persone, in media una ogni tre mesi finisce in manette; Pag. 3nello stesso periodo i denunciati sono stati ben 359, uno ogni cinque giorni; si sono avuti nel nostro territorio 106 scontri con altre formazioni politiche che hanno provocato il ricovero in ospedale di 24 persone. Questa è un po’ l'attività che svolge CasaPound nel nostro Paese. Qualche mese fa, in appello, uno dei leader Romani della zona che riguarda il terzo Municipio è stato condannato per l'aggressione di alcuni militanti del Partito Democratico che avevano osato attaccare dei manifesti, quindi, questa è l'attività di CasaPound. CasaPound candida il suo leader, Simone Di Stefano, a sindaco di Roma, il fratello di Simone Di Stefano è candidato al comune di Roma e il fratello di Simone Di Stefano è uno degli arrestati per le violenze che ci sono state a Casale San Nicola, dove CasaPound ha tentato di impedire l'accesso ad alcuni migranti che venivano ricoverati in alcuni locali posti là; ma non c’è solo lui, c’è anche Francesco Amato, responsabile sport del movimento, pure lui candidato in Campidoglio, anche lui arrestato a Casale San Nicola e, al quinto Municipio, un altro dei protagonisti di quegli scontri è candidato, appunto, per le elezioni municipali. A Parma qualche giorno fa l'organizzazione studentesca di CasaPound ha esposto degli striscioni, insultando la Resistenza e, quindi, la storia del nostro Paese.
  Ecco, noi siamo preoccupati, perché, domani, questa giornata vede l'autorizzazione, da parte della questura, di un corteo di CasaPound; sembra che anche il comune di Roma abbia, ahimè, autorizzato un concerto dei cosiddetti gruppi «nazi rock», quelli che nelle loro canzoni inneggiano ad Hitler e che negano l'Olocausto e quant'altro. Noi, quindi, chiediamo al sottosegretario se ritiene opportuno l'autorizzazione da parte del Ministero dell'interno e, quindi, della questura di questa manifestazione e della giornata che domani i romani si apprestano a vivere.

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno, Giampiero Bocci, ha facoltà di rispondere.

  GIANPIERO BOCCI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Grazie, Presidente. L'onorevole Miccoli lo ha ricordato adesso nell'illustrazione e, unitamente ad altri deputati, richiama l'attenzione sulla manifestazione convocata da CasaPound in occasione dell'anniversario della morte di un ideologo francese di estrema destra che si svolgerà domani, a Roma, in contemporanea con i cortei indetti da movimenti di analogo orientamento a Parigi, Atene e Madrid e chiede notizie, quindi, sulla eventuale autorizzazione concessa dal questore di Roma allo svolgimento dell'iniziativa e sulle misure disposte dal medesimo a tutela dell'ordine pubblico.
  A riguardo rappresento che, in effetti, la manifestazione in questione è stata preavvisata da CasaPound sin dal 4 maggio scorso; la divulgazione della notizia ha fatto registrare, da subito, l'insofferenza di numerosi ambienti capitolini, dall'antagonismo di sinistra ma anche da parte dell'Associazione nazionale partigiani italiani; tant’è vero che nelle giornate del 10 e del 12 maggio i rappresentanti di alcuni movimenti antagonisti si sono presentati presso la questura, al fine di preavvisare lo svolgimento di una contromanifestazione in luoghi e orari concomitanti con l'iniziativa di CasaPound. Inoltre, nella giornata del 10 maggio, l'ANPI ha inviato una nota al prefetto di Roma nella quale si auspica un intervento volto a impedire lo svolgimento del corteo promosso da CasaPound.
  Il tema è stato oggetto di esame da parte del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, convocata dal prefetto lo scorso 13 maggio. L'analisi svolta ha posto in luce come non sussistano i presupposti per vietare lo svolgimento di quella riunione pubblica. Difatti, CasaPound, nei cui confronti non risultano adottati provvedimenti interdittivi o dissolutori, rappresenta oggi un gruppo politico che, come in passato, partecipa alla competizione elettorale per il rinnovo degli Pag. 4organi amministrativi di diversi enti locali, tra i quali anche Roma Capitale. In questo contesto il divieto della manifestazione avrebbe assunto il significato di una non consentita compressione del diritto di espressione del pensiero.
  In realtà, gli unici aspetti di criticità emersi nel corso della riunione del comitato sono legati alla concomitanza di altri eventi che si terranno sulla città di Roma, in particolare, oltre alla contromanifestazione preannunciata che ho ricordato prima, ci sarà anche lo svolgimento della finale di Coppa Italia Milan-Juve. Alla luce di questa situazione, la questura di Roma ha posto in essere un'intensa attività informativa e di prevenzione volta ad acquisire tutti i possibili elementi utili a delineare i fattori di potenziale rischio. Parallelamente, ha posto in essere una serrata mediazione sia con il movimento CasaPound che con gli organizzatori della contromanifestazione, per consentire lo svolgimento di entrambe le iniziative senza pericoli di turbative per l'ordine pubblico. Scopo di questa attività è stato di concordare con gli stessi promotori modalità di tempo e di luogo delle due manifestazioni tali da evitare punti di contatto che possano essere strumentalizzati o diventare occasione di provocazioni. Nel contempo, la questura ha predisposto un articolato e ampio dispositivo per garantire un'idonea cornice di sicurezza e tutela anche agli altri rilevanti eventi in programma a Roma per la giornata di domani.
  A conclusione, ritengo che il prefetto e il questore di Roma si stiano muovendo nel solco dei principi costituzionali e delle disposizioni del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, che offrono il quadro di riferimento entro il quale le autorità provinciali di pubblica sicurezza esercitano i loro poteri in occasione dell'indizione di manifestazioni pubbliche. Assicuro gli onorevoli interpellanti che l'evoluzione della situazione continuerà, anche in queste ore, ad essere monitorata attentamente, al fine di cogliere qualsiasi segnale, anche il più tenue, di eventuali deviazioni dalle regole del diritto e adottare le misure, se possibile condivise con le parti interessate, necessarie al pacifico svolgimento di entrambe le manifestazioni.

  PRESIDENTE. Il deputato Marco Miccoli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

  MARCO MICCOLI. Presidente, ringrazio il sottosegretario Bocci. Prendiamo atto degli sforzi che la questura, il prefetto e le forze dell'ordine stanno mettendo in campo per garantire ordine e sicurezza domani a Roma, ma gli elementi di preoccupazione – mi permetta – restano, restano tutti, perché francamente non capiamo anche l'argomentazione data per non vietare il corteo, la manifestazione. Si poteva anche giungere alla decisione di spostare il concentramento in un altro quadrante di Roma, perché, ripeto, quel quadrante è un quadrante sensibile, che vede migliaia e migliaia di immigrati residenti in quel luogo.
  Quindi, sarebbe stato opportuno, quanto meno, spostare e dichiarare statica la manifestazione di CasaPound in un altro quadrante della città. Non ho capito bene se è stato anche autorizzato questo concerto di gruppi nazi-rock a Colle Oppio, di cui abbiamo notizia. Quindi, la preoccupazione resta.
  Crediamo che, rispetto all'atteggiamento da tenere, si debba anche tenere conto di un aspetto, quello della provocazione. Ho ricordato: Roma medaglia d'Oro al valor militare per la guerra di Liberazione; Roma è anche la città delle Fosse Ardeatine, dei martiri delle Fosse Ardeatine, dei rastrellamenti e delle deportazioni nel ghetto di Roma, dei torturati e degli assassinati di via Tasso, dei fucilati a Forte Bravetta e della strage di donne per la rivolta del pane a Ponte di Ferro.
  Credo che nessuno possa permettere a nessuno di sfilare per le vie della città infangando, ingiuriando, oltraggiando quella storia nobile di Roma.
  Noi daremo il nostro contributo affinché domani Roma non subisca, rispetto all'ordine pubblico, danni per l'autorizzazione che è stata concessa, e collaboreremo Pag. 5in tutti i modi; però, non permetteremo e inchioderemo tutti alle proprie responsabilità se Roma verrà offesa, ancora una volta, da organizzazioni che, come ho ricordato, vantano tra le proprie fila centinaia di denunciati per reati di violenza e quant'altro.
  Autorizzare un corteo semplicemente perché qualcuno ha candidato sindaco il leader territoriale di una di queste organizzazioni a noi francamente sembra cosa inadeguata. Comunque, speriamo che domani le forze dell'ordine, con la guida del prefetto e del questore, possano garantire perlomeno tranquillità e serenità a tutti i romani.

(Chiarimenti ed iniziative di competenza circa l'attività del Fondo di investimento Atlante, con particolare riferimento ai possibili rischi per i risparmiatori – n. 2-01377)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Pesco ed altri n. 2-01377, concernente chiarimenti ed iniziative di competenza circa l'attività del Fondo di investimento Atlante, con particolare riferimento ai possibili rischi per i risparmiatori (Vedi l'allegato A – Interpellanze urgenti).
  Chiedo al deputato Pesco se intenda illustrare la sua interpellanza. Sembra di sì. Prego, deputato.

  DANIELE PESCO. Presidente, oggi parliamo del Fondo Atlante, non per altro, ma perché sta diventando un protagonista del sistema bancario italiano, che attualmente è un pochino in crisi, ce ne siamo resi conto un po’ tutti, soprattutto gli investitori, anzi i risparmiatori, di quattro banche importanti del territorio, che sono state, poco tempo fa, per così dire salvate dal Governo; in realtà, per noi sono state scippate ai loro azionisti e sono state appunto destinate ad altri banchieri, che a breve le acquisteranno. Ma andiamo avanti.
  Il Fondo Atlante, che cos’è ? Da quello che apprendiamo dalle dichiarazioni del Ministro Padoan e dai giornali, è un fondo partecipato da diversi soggetti, in pratica da 67 soggetti, che hanno versato circa 4,2 miliardi di euro. Qual è la mission di questo fondo ? Quello di investire in banche in difficoltà, anzi acquisire banche in difficoltà – come quello che è successo con la Popolare di Vicenza, adesso ci arriveremo – e soprattutto riuscire ad investire anche nei crediti deteriorati, cioè riuscire ad alleggerire il peso di questi crediti deteriorati presenti nei bilanci delle banche e riuscire a farli fruttare.
  Questo, però, non lo fa in modo indipendente, anzi, lo stesso patron del Fondo Atlante ha detto che, per riuscire a realizzare bene questo obiettivo, ha bisogno di un assist del Governo, un assist legislativo. In che cosa consiste questo assist ? Nel velocizzare le pratiche per riuscire a riscuotere le garanzie che stanno alla base dei crediti. Quindi, in pratica, questo si sta praticamente realizzando con il decreto-legge n. 59 e anche con il decreto legislativo sui mutui casa, che è appena passato poco tempo fa dal Parlamento per un parere, e sul quale appunto ci siamo opposti in modo abbastanza sostenuto.
  Ebbene, con tutte queste misure il Governo sta, quindi, aiutando un fondo privato che investirà in banche private e investirà nelle sofferenze di queste banche private, sofferenze che sappiamo hanno un peso non indifferente, in quanto si parla di 300 miliardi di crediti deteriorati, di cui almeno 200 sono vere e proprie sofferenze che, quanto meno, però, sono coperte al 50 per cento. Quindi, si tratta di trovare almeno 100 miliardi per riuscire a ripianare appunto i conti delle banche, ma 100 miliardi il Fondo Atlante non ce li ha: ha raccolto circa 4,2 miliardi e 1,5 miliardi sono stati utilizzati appunto per acquisire la Banca Popolare di Vicenza.
  Anche qui, il piccolo paradosso: avevamo una Banca Popolare di Vicenza – sì, gestita sicuramente molto male, il cui patron Zonin è stato denunciato già dal 2008 da un'associazione in particolare. Ebbene, da una banca popolare, quindi dove vi erano moltissimi soci, che avevano potere all'interno di questa banca attraverso Pag. 6il voto capitario, si passa al paradosso dove il proprietario principale, con il 92 per cento, è un fondo: quindi, un unico proprietario, non tanti azionisti, un unico fondo; sì, logicamente partecipato da tanti investitori, ma che come investitori non hanno gran potere decisionale. Quindi, abbiamo nelle mani di una sola persona, possiamo dire così, un'intera banca, che prima era una banca popolare.
  Ma andiamo avanti. Abbiamo questa situazione paradossale: un sistema bancario in crisi, con moltissime sofferenze, e un fondo che cerca di ripianare i debiti con solo 4,2 miliardi.
  Però, il Ministro Padoan, circa un mese fa, ha detto che il Fondo Atlante avrebbe avuto a disposizione una leva che gli avrebbe permesso di trasformare questi pochi miliardi in circa 50-60 miliardi: praticamente una moltiplicazione dei pani e dei pesci. Se ne è parlato circa un mese fa, ma attualmente se ne parla meno; e ci chiediamo: cosa è successo in questo mese ? Come mai di questa leva non se ne parla più ? E quale sarebbe stato effettivamente lo strumento che avrebbe permesso al Fondo Atlante di moltiplicare in questo modo i soldi, per riuscire a ripianare i conti delle banche ? Questa cosa è svanita nel nulla, probabilmente; anche perché, sempre dalla dichiarazione di uno dei manager del Fondo Atlante, si capisce che ciò che si intende fare è solo una operazione utile per dare la sensazione che si stia facendo veramente qualcosa di buono nel sistema e nel mondo bancario: bisogna riuscire, da quanto ho capito io, ad intervenire in alcune situazioni, ripianare quelle situazioni per dare la parvenza che tutto vada bene; ma noi abbiamo la sensazione che probabilmente non sarà così.
  Andiamo avanti. Chi è Atlante, e soprattutto da chi è gestito ? Atlante è gestito da una holding, la famosa holding Quaestio S.A., che ha una sede in Lussemburgo; e, quindi, noi ci chiediamo: ma come mai lo Stato, il Governo affida la gestione delle sofferenze bancarie, quindi la gestione di una buona parte del nostro settore bancario italiano, ad una società che ha la sede in Lussemburgo ? Di solito in Lussemburgo ci vanno le società che hanno bisogno di nascondere qualcosa al fisco; ci vanno perché hanno ottenuto, grazie al Governo lussemburghese, i famosi ruling internazionali con i quali pagano il 3 per cento di tasse contro il 60 per cento che pagherebbero in Italia.
  Ora, noi ci chiediamo: come mai il Governo fa affidamento su di una società che ha necessità di nascondere qualcosa al fisco ? Questa cosa ci lascia molto perplessi ! Tanto più che lo stesso Governo ha investito in questo Fondo; tramite cosa, ha investito ? Tramite la Cassa depositi e prestiti, versando 500 milioni, e tramite Poste Italiane, che, se non sbaglio, è ancora in parte pubblica; quindi, mi chiedo: come mai il Governo dà così tanto affidamento a questo fondo ? Che, tra l'altro, probabilmente nasconderà qualcosa al fisco, mi viene da pensare, visto che una delle sedi della società della holding ha sede in Lussemburgo ?
  E, quindi, ci sono tanti paradossi: abbiamo parlato della leva, ci chiediamo appunto quale sarà la leva; ci chiediamo come mai il Governo decida di investire in una società che ha sede in Lussemburgo; ma, soprattutto, le risorse che vengono date a questo fondo. Le risorse arrivano dal mondo bancario: 4,2 miliardi, non sono tanti ma non sono neanche pochi; sono 4,2 miliardi che comunque vengono tolti dall'attività bancaria, 4,2 miliardi che potevano servire per erogare nuovo credito, ed invece vengono utilizzati per acquistare altre banche.
  Soprattutto, poi, quale banca è stata acquistata ? La Popolare di Vicenza, una banca sicuramente gestita male, per la quale però potevano essere trovate alternative come risoluzione, ad esempio quella dello spacchettamento della banca in cinque banche territoriali; e con una gestione magari oculata delle sofferenze, con una gestione attenta delle sofferenze si sarebbe potuto pensare a ripianare questi crediti deteriorati senza dover ricorrere per forza alla cessione in toto ad un fondo.
  Ma andiamo avanti. Lo Stato probabilmente interverrà nel Fondo Atlante anche Pag. 7attraverso un'altra società. Lo diciamo perché lo abbiamo letto sui giornali, e siamo qui proprio per chiedere al Governo se interverrà in Atlante anche attraverso la famosa SGA. Che cos’è SGA ? SGA è una società che faceva parte del gruppo Banco di Napoli, quindi poi del gruppo Banca Intesa, che è stata utilizzata per riuscire a recuperare i crediti deteriorati del vecchio Banco di Napoli. Se ne parla già da un anno e mezzo o da due anni, del fatto che probabilmente la famosa bad bank nazionale avrebbe utilizzato come veicolo questa società, SGA Spa: una società che è stata messa in piedi grazie ad un intervento pubblico di diversi anni fa (parliamo del 1997), quando una buona quantità di liquidità è stata versata dalla Banca d'Italia verso il Banco di Napoli, per riuscire a risolvere la sua situazione patrimoniale.
  Per fare questo però sono stati stabiliti due vincoli: primo, il fatto che la SGA aveva comunque un pegno verso il Ministero dell'economia e delle finanze, un pegno calcolato con diritto di voto sulle quote della stessa società; e il secondo era sui profitti: se ho letto bene e se ho capito bene, i profitti della SGA dovrebbero essere dello Stato. Questi profitti sono pari a 600 milioni di euro, la liquidità attualmente in «pancia» alla SGA. Visto che nel decreto-legge n. 59 del 2016 è prevista l'acquisizione da parte del Ministero dell'economia e delle finanze della SGA, e visto che ne hanno parlato anche i giornali, ci chiediamo se con questa società il Governo vuol partecipare al Fondo Atlante. Perché chiedo questo ? Perché se fosse così secondo noi vi sarebbe – secondo noi, lo ribadisco – la probabilità di un avvantaggiamento, di chi ? Di chi ha gestito la SGA nel tempo, cioè del gruppo Banca Intesa. Perché dico questo ? Perché SGA ha risolto il problema del Banco di Napoli recuperando buona parte delle sue sofferenze attraverso il proprietario del Banco di Napoli, appunto Banca Intesa, che però non aveva la possibilità di mettere le mani sui profitti di questa società perché erano vincolati da un impegno verso il Governo.
  Attualmente quindi il Governo riprende questa società, e noi ci chiediamo: non è che con questa società si vuole proprio entrare nel Fondo Atlante e continuare a gestire le sofferenze, quindi dare la possibilità alla stessa Banca Intesa che partecipa al Fondo Atlante di mettere, per così dire, le mani su questi 600 milioni di liquidità e farli fruttare ? Noi abbiamo questo timore; magari il sottosegretario ci potrà dire se questo è veramente un timore, appunto, o se è una realtà.
  Ma andiamo avanti. Noi abbiamo preparato circa 14 domande su questo tema, perché i dubbi che abbiamo sono veramente tanti. Chiediamo al Governo se crede che il Fondo Atlante sia veramente la soluzione di tutti i mali del nostro sistema bancario italiano, perché i mali non sono solo le sofferenze ma sono anche altri, e noi ci chiediamo come un Fondo, un soggetto unico possa riuscire a risolvere tutti i mali del sistema bancario italiano. Della sofferenza e della partecipazione di SGA le ho chiesto adesso: appunto, se il Governo intende entrare nel Fondo Atlante attraverso la società SGA Spa, esperta nel recupero crediti. Chiediamo la gestione interna delle sofferenze: non sarebbe opportuno, al posto di far comprare le sofferenze da diversi fondi italiani, esteri, il cui unico scopo è quello di mettere le mani sulle garanzie di questi crediti, e quindi avere il rischio che si possa provocare anche uno shock finanziario ed economico per l'intero sistema produttivo del nostro Paese, non sarebbe opportuno istruire le banche, magari facendo sviluppare anche un pochino di occupazione, e far gestire all'interno delle stesse banche le sofferenze ? Perché all'intero delle banche non si creano dei pool di esperti, in grado magari di riuscire a recuperare queste sofferenze; ma non attraverso gli espropri, non attraverso le procedure esecutive forzate, ma attraverso una rateazione ? Lo sta facendo Equitalia, sta andando bene: le rate piccole vanno bene per tutti; perché non si prova a pensare che magari queste cose possono andar bene anche per le banche ? E no, invece si vogliono vendere sofferenze, si Pag. 8vuole speculare sulle sofferenze, si vogliono far profitti sulle sofferenze, si vogliono mandar fuori i proprietari dai propri immobili solo per riuscire a pagare i debiti delle banche ! Noi a questo siamo veramente contrari, chiediamo veramente di accendere un faro su questo, perché magari si può trovare una soluzione a ciò attraverso la gestione interna delle sofferenze.
  L'accanimento e lo shock ve l'ho detto adesso, quindi... Una moratoria sull'aggiornamento dei coefficienti patrimoniali delle banche. Perché ci troviamo in questa situazione ? È molto semplice: perché attualmente i coefficienti patrimoniali delle banche devono essere più alti. Chi decide questo ? Un comitato chiamato Comitato di Basilea, che è partecipato dai vari governatori delle banche centrali; ma le banche centrali sappiamo che sono partecipate dalle banche private: l'Italia in primo luogo è leader in questo al mondo, abbiamo la nostra banca nazionale praticamente di proprietà quasi esclusiva di banche private. Ebbene, le banche private si fanno i regolamenti e dicono che i coefficienti patrimoniali devono essere più alti; ma in Italia abbiamo avuto una gestione del credito, una gestione del mondo bancario alquanto allegra: è difficile riuscire a riportare questi coefficienti patrimoniali a livelli più alti in modo immediato. Noi ci chiediamo: non è il caso di cercare di rallentare l'aggiornamento di questi coefficienti e dare un pochino più di possibilità alle banche di riuscire a mettere i conti in ordine, ma con un pochino più di tempo ? Ve lo chiedo perché attualmente la BCE, attraverso l'analisi dei vari bilanci bancari e attraverso le attività messe in piedi anche dalla Banca d'Italia, entra nelle banche – com’è successo nelle quattro banche e attraverso l'attuazione della procedura BRRD, del bail-in –, svaluta le sofferenze al 17 per cento o al 20 per cento, e decreta la chiusura di una banca. È successo con le quattro banche salvate, per così dire, con il decreto «salva banche», ma potrebbe succedere con qualsiasi altra banca, perché non c’è nessuna banca che abbia messo da parte tanti soldi, pari, ad esempio, all'83 per cento delle sofferenze, per riuscire a far fronte ad eventuali problemi generati da esse. Nessuna banca in Italia ! Ciò cosa vuol dire ? Che, se la Banca si comportasse con qualsiasi altra banca italiana così come ha fatto con le quattro banche, nessuna banca riuscirebbe a stare in piedi, e quindi tutte le banche italiane dovrebbero essere liquidate. Questo ormai è all'ordine del giorno, tutti ormai lo sanno; purtroppo, chi non se ne vuole rendere conto è il Governo ed è la Banca d'Italia.
  Ora, sulla trasparenza, il fatto che il Fondo possa essere gestito da una società lussemburghese che cosa ci dice ? Siamo veramente convinti di andare avanti in questa attività ? Indebiti vantaggi per Banca Intesa, ve l'ho chiesto prima e ve lo richiedo. Non vi è un indebito vantaggio per Banca Intesa, visto che, probabilmente, riuscirà a mettere le mani su quei 600 milioni di liquidità, se, appunto, il Governo partecipasse attraverso SGA Spa ? Ora, rischi eccessivi per CDP: secondo noi, sì. Cassa depositi e prestiti ha già perso l'anno scorso 900 milioni di euro, grazie, appunto, a sofferenze che si è portate dietro il gruppo ENI. 900 milioni pesano parecchio. Ora andiamo a investire 500 milioni della Cassa depositi e prestiti in questo Fondo.
  Siamo sicuri che sia un investimento abbastanza certo, con sufficienti garanzie ? Non lo sappiamo e lo chiediamo al Governo. Leva contro leva, leva contro leva.

  PRESIDENTE. Concluda.

  DANIELE PESCO. Faccio ancora quest'ultima domanda, Presidente. Ci rendiamo conto di come si vuole risolvere un problema riferito alla leva finanziaria, la leva che hanno utilizzato le banche per produrre denaro dal nulla in questi ultimi anni ? Con cosa lo si vuole risolvere ? Con un veicolo che attuerà una leva ! Chiediamo al Governo se è così e se può darci dei ragguagli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 9

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Pier Paolo Baretta, ha facoltà di rispondere.

  PIER PAOLO BARETTA, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Grazie, Presidente. In premessa voglio dire che molte delle osservazioni che l'onorevole Pesco ha fatto attengono più ad un legittimo e anche interessante e utile dibattito politico, e travalicano anche le competenze dell'interpellanza. Io, oggi, sono obbligato ad attenermi ai limiti imposti dalle regole relative all'interpellanza, ma tra pochi giorni avremo l'occasione del dibatto politico, quando il decreto che attualmente è al Senato ritornerà in questa sede. Mi impegno sin d'ora a un'interlocuzione approfondita. Vorrei premettere che Atlante, il Fondo Atlante, come si sa, è un'iniziativa interamente privata.
  Vi hanno partecipato 67 investitori, come lei stesso ricordava, appartenenti a 58 gruppi, ed è stata assunta da un soggetto indipendente, Quaestio SGR, e l'obiettivo è raccogliere investitori interessati a partecipare agli aumenti di capitale delle banche, operazioni di dismissione di non performing loans, con lo scopo di ottenere un ritorno economico interessante, considerando i valori oggetto di investimento. Quaestio SGR Spa è una società vigilata dalla Banca d'Italia ed è l'unica responsabile per la gestione del Fondo Atlante, considerato che, ai sensi delle norme di legge e della regolamentazione secondaria, è vietata ogni ingerenza dei soci della SGR nelle scelte di investimento dei fondi.
  Lo stabilimento di una holding non operativa in Lussemburgo, che è uno Stato membro dell'Unione europea partecipante all'area euro e al meccanismo di vigilanza unico, e considerato giurisdizione equivalente ai fini antiriciclaggio, è consentito dal vigente quadro regolamentare e non costituisce di per sé ostacolo all'attività di vigilanza. Le somme conferite dagli investitori nel Fondo Atlante sono oggetto di un patrimonio separato da quello di Quaestio SGR e degli investitori. La provenienza di tali fondi è inoltre verificata dalla stessa SGR, in base a quanto previsto dalla vigente normativa, e gli attuali sottoscrittori sono soggetti vigilati dalla Banca d'Italia, dall'Ivass o dal Ministero dell'economia e delle finanze.
  Con riferimento agli interventi del Fondo Atlante, essi debbono tener conto della sostenibilità economico-finanziaria di ciascuna operazione, eventualmente da valutarsi in un'ottica di portafoglio di investimenti, secondo una prospettiva di medio e lungo termine. Tali interventi, oltre a consentire il rafforzamento patrimoniale di alcuni gruppi bancari, potrebbero facilitare il superamento di talune criticità del sistema bancario italiano, quale l'elevata incidenza dei non performing loans.
  L'intervento del Fondo quale catalizzatore di interessi e potenziale attrattore di ulteriori investitori potrebbe attivare il meccanismo secondario dei non performing loans, ad oggi dominato dai soli fondi speculativi, permettendo alle banche di accedere ad un mercato secondario efficiente per liberare risorse. L'ampia partecipazione all'operazione da parte degli investitori dimostra l'interesse suscitato dall'iniziativa, anche in considerazione del ritorno atteso dall'investimento: 6 per cento su base annua. Per quanto riguarda gli asseriti impatti del Fondo Atlante a detrimento della liquidità complessiva del sistema, Bankitalia precisa che Atlante, da un lato, mira a supportare la situazione patrimoniale di alcuni gruppi bancari, assicurando, quindi, che questi possano continuare a sostenere i clienti e le economie locali, e, dall'altro, agevolando le dismissioni dei non performing loans da parte delle banche, contribuirà a liberare risorse che le banche cedenti potranno dedicare al finanziamento di famiglie e imprese.
  Con riferimento a Cassa depositi e prestiti, si precisa che tale società e gli altri enti da essa direttamente o indirettamente controllati hanno sottoscritto una parte minoritaria della quota del Fondo alle stesse condizioni degli altri investitori privati. Cassa depositi e prestiti ha precisato di aver valutato l'investimento nella prospettiva dell'investitore privato, non Pag. 10solo considerando i profili di rischio e rendimento che si avrebbero partecipando all'iniziativa, ma anche quelli connessi ad una mancata attivazione della stessa. L'intervento del Fondo è volto a ridurre le probabili perdite che potrebbero scaturire dalla sua mancata realizzazione, connesse al presumibile aggravarsi della crisi del sistema bancario italiano.
  Pertanto, l'investimento di Cassa depositi e prestiti nel Fondo Atlante è coerente con le finalità di sostegno all'economia, di tutela del risparmio e dell'accesso al credito delineate nella mission di Cassa depositi e prestiti, ed è effettuato in presenza di condizioni di piena sostenibilità economico-finanziaria. Per quanto riguarda, infine, l'eventuale intervento dell'Unità di informazione finanziaria per l'Italia sul monitoraggio dei capitali impiegati dal Fondo Atlante, Bankitalia ha comunicato che la UIF ha il compito di analizzare e trasmettere ai competenti organi investigativi, il Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza e la Direzione investigativa antimafia, le segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo ricevute dai soggetti obbligati e che le informazioni relative alle segnalazioni sono sottoposte ad un rigoroso regime di riservatezza, tutelato penalmente.

  PRESIDENTE. Il deputato Daniele Pesco ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza. Le ricordo che ha dieci minuti.

  DANIELE PESCO. Grazie, Presidente. Siamo veramente poco soddisfatti della risposta del sottosegretario, anche perché la cosa fondamentale che chiedevamo è se intenda partecipare a questo Fondo Atlante attraverso la società SGA Spa. Purtroppo, su questo non abbiamo avuto nessun ragguaglio e penso che anche gli investitori vorrebbero sapere se il Governo intenda partecipare anche con SGA; purtroppo, non lo sappiamo ancora. Ma andiamo avanti: perché abbiamo chiesto della UIF ? Perché la UIF è l'unica struttura che, forse, ci può dare qualche garanzia sul fatto che i fondi che verranno utilizzati per il Fondo Atlante, e quindi per investire nelle banche in difficoltà, siano fondi puliti.
  Purtroppo, se ci dite che a vigilare saranno sempre Banca d'Italia, Ivass e MEF, e lo stesso Fondo Atlante gestito da questa SGR, ecco, non abbiamo abbastanza garanzie sul fatto che questi fondi saranno fondi puliti, trasparenti, che possono essere tranquillamente utilizzati. La UIF, forse, è l'unica autorità sulla quale abbiamo un pochino più di garanzie. Sul fatto che con la sede in Lussemburgo vada tutto bene, su questo anche nutriamo ancora molti dubbi. Perché, allora, la sede di questo gestore deve essere in Lussemburgo ? Forse sarebbe meglio avere una sede in Italia, per cui i profitti vengono tassati in Italia e tutti gli italiani potrebbero godere del gettito fiscale di una società che ha tra le sue mission quella di investire anche nelle banche italiane.
  Ora, sulle assicurazioni e i rischi per azionisti e assicurati non ci ha risposto. Abbiamo avuto una risposta, stranamente proprio ieri, dal presidente dell'Ivass, il dottor Rossi, che ha scritto che i fondi pensione non dovranno avere alcun problema, soprattutto non avranno problemi gli investitori, gli assicurati. Anche su questo noi continuiamo a nutrire forti dubbi. Perché nutriamo forti dubbi ? Perché le azioni bancarie, negli ultimi tempi, si sono veramente svalutate tantissimo. Quindi, Fondo Atlante ha comprato il 92 per cento delle azioni dalla Banca Popolare di Vicenza. Ora se queste azioni dovessero dimezzare il proprio valore, vorrebbe dire che del miliardo e mezzo investito ne rimarrebbero solo 750 milioni, quindi vorrebbe dire che anche le riserve utilizzate dalle assicurazioni per investire nel Fondo Atlante sarebbero riserve che praticamente tenderebbero a dimezzarsi per la parte riferita all'investimento. Dunque, secondo noi, anche se vengono utilizzate riserve di prodotti assicurativi magari non così rischiosi per l'assicurato, vi è il rischio di mettere in crisi molte ex compagnie assicurative che hanno investito nel Fondo Atlante. I dubbi ci rimangono, Pag. 11e ce ne restano veramente tanti anche sulla CDP: era così necessario fare investire alla CDP 500 milioni in questo Fondo ? Secondo noi, è una scelta che forse poteva essere trattata in modo un pochino diverso, perché veramente temiamo che questo investimento non possa portare buoni frutti. Il 6 per cento è comunque un rendimento che può essere, sotto alcuni punti di vista, un buon investimento, una buona remunerazione, ma da un altro punto di vista, ci accorgiamo che è veramente poco, perché i fondi che investono in sofferenze di solito sono fondi che remunerano almeno il 18 per cento: la differenza tra il 18 e il 6 per cento dove va a finire ? Secondo noi, appunto, si possono creare anche in questo modo indebiti vantaggi per chi gestisce queste sofferenze.
  Sulle responsabilità e sanzioni non ci ha detto nulla. Noi abbiamo chiesto che cosa intende fare il Governo per riuscire a trovare le responsabilità di chi queste sofferenze le ha create. All'interno del mondo bancario ci sono i gestori, ci sono gli amministratori delegati, ci sono i presidenti delle banche, che hanno erogato finanziamenti ad amici e parenti, mi scusi la rima, però purtroppo è successo questo e lo abbiamo visto con Banca Etruria, l'abbiamo visto con Banca Marche, lo abbiamo visto con la con Banca del Monte dei Paschi. Insomma, sono stati veramente erogati finanziamenti senza avere le dovute garanzie. Su questo chiediamo: cosa intende fare il Governo ? Intende accendere un faro su questi finanziamenti o no ? Secondo noi no ! Questo è sbagliato, bisognerebbe veramente istituire una Commissione d'inchiesta per andare a vedere a chi questi soldi sono andati e in che modo sono andati questi soldi. Purtroppo, non vi è veramente l'intenzione politica di fare questo, e secondo noi è molto sbagliato.
  Ma soprattutto vi è il rispetto delle regole. All'interno del mondo bancario vi è un profondo rispetto delle regole ? Un sostenuto rispetto delle regole ? Secondo noi non c’è, perché mancano le persone esperte in compliance, nel senso che non vi sono veramente, sia nelle banche, ma anche nelle aziende che delle banche usufruiscono per il credito, soggetti abbastanza qualificati, o non ve ne sono abbastanza, soggetti che riescono a capire se la banca e la ditta investono in modo adeguato e se lo fanno rispettando la legge. Secondo noi vi è veramente da accendere un faro anche su questo, soprattutto sulle persone che certificano i bilanci. Allora, se abbiamo le banche così in difficoltà, che cosa hanno fatto le società di revisione dei bilanci in questi ultimi anni ? Perché hanno certificato i bilanci che probabilmente non erano all'altezza, non erano giusti, non erano precisi ? Banca d'Italia solo ultimamente, quando va nelle banche, fa le ispezioni e trova che i bilanci non sono adeguati, non sono perfettamente aderenti alla realtà. Perché le società di revisione hanno sempre certificato questi bilanci ? Perché non hanno fatto presente che questi bilanci non erano corretti ? Queste sono responsabilità che secondo noi vanno trovate.
   Presidente, io mi fermo qua. Temiamo che l'operazione del Fondo Atlante non sia un'operazione del tutto sicura, vorremmo che il Governo riuscisse a fare altro, soprattutto non cerchi di riuscire a ripianare i conti delle banche sulle spalle di chi quei crediti li ha ottenuti nel tempo e di chi ora è in difficoltà, perché la banca vuole recuperare quei crediti. Secondo noi dovremmo trovare le misure adatte per riuscire a ripianare i conti delle banche, ma in modo umano. Purtroppo, il Governo non sta agendo in questo modo, e noi faremo tutto il possibile per riuscire a far cambiare idea al Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Elementi ed iniziative relative alle condanne e alla procedura di infrazione in corso per l'attuazione della direttiva europea concernente il trattamento delle acque reflue urbane – n. 2-01373)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Villarosa ed altri n. 2-01373, concernente elementi ed iniziative Pag. 12relative alle condanne e alla procedura di infrazione in corso per l'attuazione della direttiva europea concernente il trattamento delle acque reflue urbane (Vedi l'allegato A – Interpellanze urgenti).
  Chiedo al deputato Villarosa se intenda illustrare la sua interpellanza.
  Prego, come ben sa ha quindici minuti.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Grazie, Presidente. Invece di occuparmi anche io di banche e di finanza, mi tocca parlare di depurazione; anche perché parliamo con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ma bisogna capire che le nostre acque, i nostri mari, oltre a significare ambiente e salute, significano anche economia. Noi sentiamo da mesi, e leggiamo sulla stampa, le dichiarazioni del Ministro Galletti o della struttura di missione che parla di circa 3,5 miliardi stanziati negli ultimi quindici anni e mai spesi. Quanti sono 3,5 miliardi ?
  Facciamo un esempio, diciamo che se li mettiamo all'interno del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, 3,5 miliardi, finanzierebbero ad ottime condizioni, grazie a un effetto leva di circa uno a venti, sa quante aziende, caro sottosegretario ? Quattro milioni di aziende in Italia ! Con quei 3,5 miliardi noi avremmo potuto finanziare quasi tutte le aziende italiane, fargli arrivare almeno 20 mila euro di finanziamento a buone condizioni, e invece rimangono fermi e mai spesi. L’Authority calcola addirittura che il 55 per cento delle opere necessarie e già pianificate – e già pianificate  ! – non sia mai stato realizzato. Quali sono le cause ? Ricorsi giudiziari, errori progettuali, conflitti politici, incapacità e ruberie. Le conseguenze, invece quali, sono ? Un terzo dell'Italia vive con un sistema idrico fuorilegge e con depuratori inesistenti. Abbiamo paesi senza depurazione delle acque. I liquami dove finiscono ? Finiscono nei torrenti, poi nei fiumi, poi in mare, nelle falde acquifere che dissetano i nostri orti e nella terra che ci nutre.
  Le racconto due aneddoti. Nei vari weekend in cui mi trovavo in Sicilia, tra i vari impegni, con un gruppo di attivisti, abbiamo deciso di verificare personalmente le condizioni dei depuratori della nostra provincia. Ne abbiamo ispezionati cinque la scorsa estate e altri due fuori dalla Sicilia; sono andato fino a Caivano, a Napoli, in Campania, a verificare questi depuratori. Stesse identiche condizioni: impianti totalmente abbandonati, con quelle famose griglie che dovrebbero limitare il passaggio dei corpi all'interno degli impianti di depurazione che sa di quanto dovrebbero essere ? Dovrebbe essere di 0,3 millimetri. Lo sa di quanto erano queste griglie nei vari depuratori ? Di 2 centimetri, di 2 centimetri ! Ma lei lo capisce che tutto quello che passa finisce in mare, in quel mare che voi continuate lodare, quando venite giù in Sicilia e ci dite ma voi avete il mare ? Voi avete le spiagge ? Ma se continuiamo a riempirle di rifiuti che cosa ne resta ? Ma soprattutto le tasse che paghiamo grazie all'arrivo dei turisti che spendono nelle nostre regioni chi le perde ? Solo gli operatori turistici o le perde tutta la comunità ? Voi cosa siete, follia ? Un'altra cosa che mi ha fatto impazzire sapete qual è ? In un impianto siamo passati davanti ad una vasca, perché in questi impianti ci sono varie vasche, e uno dei nostri attivisti che era con noi si è reso conto che il misuratore del ph di questa vasca non funzionava e allora abbiamo chiesto a un operaio come faceva a capire quanti sali doveva mettere all'interno di questa vasca. Sa cosa ci ha risposto l'operaio ? L'operaio ci ha risposto... non c’è nessun attenzione, mi ascolta ? Mi riesce ad ascoltare ? Mi riesce a guardare ?

  PRESIDENTE. Il Governo è in Aula e ascolta, non la deve guardare. Collega Villarosa, andiamo avanti, per favore.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Un po’ più di attenzione, magari. Presidente, sa qual è il problema ? Il problema è che si parla che ci sono risorse, ci sono un miliardo e seicento milioni di euro, si parla di turismo. Quando si parla dell'Italia si parla di turismo, di agricoltura, Pag. 13anche perché questo è quello di cui dovremmo vivere. Si ragiona a volte magari sui trasporti, però non si riesce a capire che prima bisogna capire perché il turista viene nelle nostre regioni, poi pensiamo ai trasporti, ma intanto pensiamo perché viene. Viene per il mare, viene per i beni culturali, ma se noi non ci occupiamo del mare, non verrà più il turista. Per questo credo che sia di fondamentale importanza, perché pensare che questi impianti che noi andavamo a visitare sono totalmente abbandonati e che qualcuno metta il sale per verificare se il ph era giusto, come se stesse parlando della pasta che cucina a casa, mette il sale ad occhio, è una cosa Presidente che fa impazzire. Se non ci fossero 1,6 miliardi a disposizione, mai spesi in quindici anni, uno probabilmente affronterebbe la discussione in maniera diversa. Quindi, la rabbia quando questo tema viene così bistrattato e non ascoltato, aumenta, le chiedo scusa, ma non è facile affrontare questi temi. È un anno che ci lavoro, un anno, un anno intero ! Ci sono denunce, Presidente, e noi abbiamo visto anche i dati, abbiamo visto le analisi, basate su delle analisi che superavano i limiti per esempio dell'escherichia coli. Il limite dell'escherichia coli è di 5 mila unità per 100 millilitri. Lo sa quanto ne abbiamo trovato ? Sa che limite abbiamo trovato ? Un milione, in alcuni casi 3 milioni cioè il limite era 5000, non si arrivava a 6000, non si arrivava a 7000, non si arrivava a un milione, a luglio, a fine luglio nei mari della Sicilia. Io poi l'anno scorso ho dovuto vedere gli articoli di giornale di Goletta Verde che è venuta nel mio territorio a dire che abbiamo il mare più inquinato di tutto il sud Italia. Ma di cosa dovremmo vivere ? Ma i miei amici di cosa dovrebbero vivere nel mio territorio ? Infatti non ci sono più, li avete fatti scappare tutti in Svizzera, in Inghilterra. Li avete fatti scappare tutti perché il nostro oro lo trattate in questo modo. Probabilmente non vi rendete conto neanche dei posti che ci sono in Sicilia: non solo delle sensazioni che si provano ma proprio della ricchezza che possono creare quei luoghi, dei posti di lavoro che possono creare quei luoghi. L'Unione europea non concede più proroghe: all'inizio del 2016 scatteranno nuove sanzioni. Si parla di 500 milioni di euro l'anno che voi però, prontamente, dov’è che recupererete ? Dalla sanità, visto che ci sono tante belle aziende private che possono prendere il loro posto, oppure dalle tasse sugli accompagnatori per disabili, poi ci sarà l'aumento dell'IVA e ci saranno le accise sulla benzina, state chiudendo i tribunali, state chiudendo le Camere di commercio e comunque alla fine i soldi ci sono. Questa è la cosa che fa più rabbia: non avete neanche la scusa di dire che non avete i soldi: non abbiamo i soldi, non possiamo andare avanti. Sapete di che anno è la direttiva che impone di raggiungere un buono stato delle acque ? È solo del 2000, Presidente ! La direttiva è solo del 2000 e siamo nel 2016: in quindici anni avremmo dovuto mettere a regime gli impianti di depurazione. Quindici anni erano pochi o chi ha governato finora è stata incapace ? Abbiamo già preso una sanzione nel 2012, una nel 2014, a breve probabilmente prenderemo anche la terza. Tre sanzioni per la depurazione delle acque con i soldi già stanziati. Qui nessuno si è dato una mossa per paura delle sanzioni, Presidente: nessuno ! Quando si parlava, invece, dei 130.000 risparmiatori di Etruria, di CariChieti e di CariFerrara in Commissione tutti quanti erano a dire: ma ce lo chiede l'Europa, ma ci fanno la sanzione, ci comminano una sanzione, dobbiamo mettere in ginocchio 130.000 risparmiatori. E in questo caso abbiamo preso una sanzione nel 2012 con soldi già stanziati, nel 2014 con soldi già stanziati e quest'anno con soldi già stanziati. Usate la frase: «Ce lo chiede l'Europa» a comando. Solo dopo la prima condanna europea nel 2012 l'allora Governo, con la delibera CIPE 30 aprile 2012 n. 60, ha deciso di destinare alle regioni del Mezzogiorno (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia) la somma complessiva di un miliardo e 640 milioni. Questi interventi avrebbero dovuto aggirare le problematiche più grosse che troviamo concentrate nel Mezzogiorno. Tuttavia dal 2012 ad oggi Pag. 14è veramente bassa la percentuale di realizzo: dal 2000 al 2012 niente, dal 2012 al 2015, dopo la prima sanzione, il 20 per cento di attività sono state messe in piedi. Ripeto: il 20 per cento. Inoltre il CIPE, con la delibera n. 21 del 2014, stabilisce che il 31 dicembre 2015, che è già passato, è fissato come termine ultimo per preparare questi documenti, le OGV, ordinanze giuridicamente vincolanti. Decorso inutilmente questo termine, le risorse saranno definitivamente revocate entro il 30 giugno. Per questo la presente interpellanza urgente: entro il 30 giugno le risorse saranno revocate. Ma non solo: già paghiamo l'1,5 per cento di sanzione.
  Lavoro da un anno su questo tema insieme alla Commissione ambiente e, a seguito di numerosi incontri e telefonate con i tecnici del Ministero, pare che molti interventi previsti dalla delibera n. 60 del 2012 non siano stati ancora realizzati ad oggi: nonostante i commissariamenti voluti dal Governo Renzi e avvenuti ormai un anno fa – i commissariamenti dovrebbero servire per velocizzare le pratiche e sono avvenuti ormai un anno fa – non è stata assunta alcuna OGV. Una delle poche regioni che è riuscita ad utilizzare i previsti fondi del FSC 2007/2013 è la regione siciliana, ma in che modo ? A seguito della delibera CIPE n. 93 e n. 94 del 2015 ha evitato sì la revoca delle risorse previste per gli interventi riuscendo ad utilizzare le somme in scadenza per il risanamento alla finanza pubblica e per il co-finanziamento della programmazione comunitaria 2007-2013, però per che cosa ? Per interventi – ascoltiamo bene – per interventi per la continuità delle attività di difesa del patrimonio boschivo, vale a dire per i forestali. Con tutto il rispetto per i forestali ma cosa c'entrano con gli impianti di depurazione ? E la salute dei cittadini dovuta alla gestione dei reflui cosa c'entra, con tutto il rispetto, con i forestali ?
  Praticamente la regione Sicilia non solo ha evitato la revoca dei fondi utilizzandoli per coprire un grosso buco del bilancio regionale ma ha anche utilizzato i fondi inizialmente previsti per coprire grossi deficit nella depurazione per evitare una possibile protesta di circa 20 mila lavoratori precari forestali. Precari, Presidente, precari, sottosegretario. In una terra in cui il lavoro è un miraggio, il precariato e le difficoltà volontariamente create hanno sempre voluto dire una sola cosa: voti, voti, voti.
  A giudizio dell'interpellante i finanziamenti per gli interventi che dovevano essere sbloccati attraverso i commissariamenti voluti dal Governo per evitare i rischi di ulteriori procedure di infrazione – siamo a tre – rischiano di essere revocati per tutte le altre regioni, però non per la Sicilia, che ha utilizzato questi escamotage, ma per Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sardegna, continuando a perpetrare danni economici e di salute. Pensiamo anche ai posti di lavoro perché ricordiamoci, Presidente, che queste manutenzioni, queste costruzioni di nuovo impianto creeranno anche posti di lavoro. Se lasciamo questo miliardo e 700 milioni di euro fermo, di sicuro non creeremo niente. Inoltre ad oggi non si capiscono – siamo andati infatti anche dal commissario Contrafatto in Sicilia; ho girato e sono andato ovunque per cercare di risolvere questo problema, perché se non partiamo da lì non possiamo risolvere altro – e non si conoscono i motivi per i quali i commissari nominati già da parecchi mesi ancora non abbiano prodotto quello per cui erano stati nominati cioè le OGV, che sono necessarie proprio per mettere in piedi la delibera n. 60 del 2012 del CIPE. Il succo della questione è il seguente: con questa interpellanza, cosa chiediamo ? Fondamentalmente quattro cose. La prima: se il Ministro sia almeno in grado di fornire un quadro completo della situazione di depurazione in Italia e delle fognature ma soprattutto dei fondi necessari, sia per affrontare la situazione, sia per pagare quanto richiesto alla Commissione europea. Seconda domanda: da chi e con quali fondi verranno pagate le sanzioni previste dall'Unione europea e se il Governo è in grado di fornire elementi precisi sullo stato dell'arte della procedura e le tempistiche della quantificazione ufficiale della condanna che verrà comminata Pag. 15all'Italia. Inoltre sarebbe interessante capire quali siano i motivi per i quali ancora ad oggi questi commissari nominati l'anno scorso a seguito di un comma dello «sblocca-Italia», da voi emanato, non abbiano ancora prodotto le OGV, le ordinanze giuridicamente vincolanti e quali iniziative il vostro Ministero sta mettendo in atto. Ultima domanda è la seguente: se c’è un rischio reale anche per il finanziamento di un miliardo e 600 milioni di euro previsto dalla delibera CIPE n. 60 del 2012 a seguito della delibera CIPE n. 21 del 2014. Ma soprattutto, qualora questo rischio fosse reale, quali iniziative il Ministro ha già previsto, considerato che il termine ultimo per evitare la revoca è il 30 giugno 2016, tra un mese.
   Ministro, sottosegretario, Viceministri, vi prego, non ci rimbalzate più. Stiamo girando tutti gli uffici che si dovrebbero occupare di queste risorse, che esistono dal 2000 e scadono nel 2015 e che tra un po’ non avremo più a disposizione: cortesemente ci dia una risposta chiara.

  PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Silvia Velo, ha facoltà di rispondere.

  SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Lo stato della criticità della depurazione e del collettamento nel nostro Paese è una questione annosa e, come tale, oggetto di continua attenzione da parte del Governo. Il servizio idrico integrato, come definito dal testo unico ambientale all'articolo 141, comma 2, del decreto legislativo n. 152 del 2006, se attuato nella sua interezza consentirebbe di rafforzare la governance complessiva delle risorse idriche, in coerenza con quanto previsto dalla direttiva n. 60 del 2000 e dalla direttiva n. 271 del 1991 nell'ottica di ottimizzare la gestione del ciclo integrato delle acque accelerando la realizzazione degli interventi in materia di raccolta e depurazione delle acque reflue con il fine ultimo di recuperare contenziosi comunitari. Proprio la mancata piena attuazione del servizio idrico integrato in molte regioni interessate da contenzioso comunitario, ad esempio Campania, Sicilia, Calabria, ha messo in evidenza le difficoltà delle amministrazioni locali tra le quali, non ultima, l'incapacità progettuale, finanziaria e di spesa nella realizzazione degli interventi. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nel monitorare l'iter di riorganizzazione del servizio idrico integrato, provvede, ove necessario, a sollecitare le regioni, nonché ad esercitare i poteri sostitutivi nei confronti delle stesse regioni, enti locali, enti di governo d'ambito, ove inadempienti, anche attraverso la nomina di commissari straordinari. Ad oggi, sono state diffidate ad adempiere all'individuazione dell'ente di governo d'ambito, non avendo provveduto nel termine perentorio del 31 dicembre 2014, con apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 14 maggio 2015, quattro regioni, Calabria, Campania, Molise e Sicilia. Nel contempo, con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 14 dicembre 2015, sono state, altresì, diffidate due regioni, Abruzzo e Basilicata, affinché provvedano alla piena ed efficace costituzione dei rispettivi enti di governo d'ambito, in quanto, sebbene identificati da diversi anni, non sono ancora operativi. Per quanto riguarda il contenzioso in materia di acque reflue urbane, come è noto, la mancata attuazione della direttiva 91/271/CEE ha determinato, per l'Italia, l'avvio da parte della Commissione europea di tre procedure di infrazione – la 2004/2034, la 2014... scusate, c’è un errore nel testo, ci sono due procedure di infrazione n. 2034, una del 2004 e una del 2009, con lo stesso numero, e poi c’è la n. 2014/2059 – per due delle quali, peraltro, la Corte di giustizia europea ha già formulato un primo pronunciamento di condanna, come è stato detto. Le autorità italiane, da parte loro, informano, con report semestrali, i servizi tecnici della Commissione sullo stato di avanzamento degli interventi e sulle iniziative poste in atto per la risoluzione del contenzioso.Pag. 16
  Complessivamente, ad oggi, sono 932 gli agglomerati interessati da contenzioso comunitario; di questi, il 64 per cento è concentrato nelle seguenti regioni: Lombardia, 113 agglomerati, Campania, 115 agglomerati, Calabria, 141, Sicilia, 231. Se consideriamo che gli agglomerati con carico generato maggiore di 2 mila abitanti ammontano a 3.184, ne consegue che, circa un terzo degli agglomerati stessi presentano sistemi fognari e depurativi non conformi alla direttiva acque reflue. Al riguardo, cito i dati nel dettaglio: per la procedura 2004/2034 gli agglomerati che sono oggetto di procedura di infrazione sono: uno per l'Abruzzo, due per il Friuli Venezia Giulia, tre per la Liguria, quattro per la Puglia, sette per la Campania, tredici per la Calabria e cinquantuno per la Sicilia. Gli agglomerati in conformità comunicati all'Unione europea sono 2 in Puglia e 4 in Sicilia e, per quanto riguarda il cronoprogramma di adeguamento dei rimanenti 75 agglomerati, sei saranno conformi entro il 2016, ventisei entro il 2017, ventuno entro il 2020 e sei entro il 2021. Riguardo alla direttiva 2009/2034 gli agglomerati oggetto di procedura di infrazione sono: uno in Abruzzo, uno nel Lazio, quattordici in Lombardia, cinque nel Friuli Venezia Giulia, due nelle Marche, due in Puglia, cinque in Sicilia, uno in Sardegna, uno in Valle d'Aosta, uno in Veneto e uno in Piemonte; gli agglomerati in conformità comunicati all'Unione europea e i cronoprogrammi di adeguamento sono: undici agglomerati conformi, due agglomerati con conformità impiantistica che si fornirà entro un anno, un anno completo di campionamenti, dodici agglomerati saranno in conformità entro il 2016, nove saranno conformi fra il 2017 e il 2019.
  Infine, per quanto riguarda la procedura di infrazione 2059/2014, gli agglomerati oggetto di procedura sono: 22 in Abruzzo, 6 nel Lazio, 99 in Lombardia, 8 nel Friuli Venezia Giulia, 46 nelle Marche, 27 in Puglia, 175 in Sicilia, 55 in Sardegna, 2 in Valle d'Aosta, 30 in Veneto, 7 in Liguria, 108 in Campania, in Toscana 41, in Basilicata 40, in Piemonte 2, in Calabria 128, in Umbria 9, in Emilia-Romagna 9, nella provincia autonoma di Trento 2, di Bolzano 1. Mi scuso, ho omesso un dettaglio: quelli riguardanti la prima infrazione, la 2004/2034 sono gli agglomerati che hanno un carico generato maggiore a 15.000 abitanti; quelli della procedura 2009/2034, sono 34 agglomerati con carico generato maggiore a 10.000 abitanti; l'ultimo gruppo sono quelli con carico generato maggiore di 2.000 abitanti. Per quanto riguarda lo stato di conformità e il cronoprogramma per quest'ultimo gruppo, di 150, è plausibile, in base ai dati forniti dalle singole regioni, che, su un totale pari a 817, 150 agglomerati saranno considerati conformi e, quindi, non più interessati dalla procedura di infrazione.
  Si rappresenta che, a seguito della ricognizione svolta dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nell'aprile 2015, è emerso un fabbisogno finanziario di oltre un miliardo di euro per gli adeguamenti degli 817 agglomerati di cui alla procedura di infrazione 2059/2014; per quanto, invece, concerne gli interventi necessari per gli adeguamenti degli agglomerati oggetto delle altre due procedure d'infrazione, hanno trovato già copertura, come è stato detto, se ricordo bene, nella delibera CIPE n. 60/2012, con il piano straordinario previsto dall'articolo 1, comma 112, della legge n. 147 del 2013 e con la sottoscrizione dei «Patti per il Sud», all'interno dei quali viene data priorità finanziaria agli interventi riguardanti gli agglomerati con carico generato di 2.000 abitanti, oggetto della procedura 2014/2059.
  Si fa presente, altresì, che la gestione straordinaria da parte dei commissari per gli interventi in argomento è stata accompagnata, in alcuni casi, dall'apertura di una specifica contabilità speciale. Nonostante il supporto fornito dal Ministero ai commissari, restano comunque degli aspetti di criticità nella gestione commissariale. Proprio in considerazione di questo, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha più volte rappresentato ai soggetti titolari delle fonti di finanziamento degli interventi l'urgenza Pag. 17di mettere a disposizione sulle contabilità speciali accese dai commissari straordinari le apposite risorse finanziarie, finalizzate all'assunzione di debiti impegni economici.
  In alternativa a detta ipotesi, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha richiesto all'Autorità che gestisce tali fondi di autorizzare i commissari straordinari, in deroga a quanto previsto dalla normativa sul funzionamento della contabilità speciale, di assumere i necessari impegni economici, anche in mancanza della totale disponibilità di cassa, perché questo è uno dei problemi che ci sono sul piatto.
  Per quanto attiene il termine del 31 dicembre 2015, previsto dalla delibera CIPE n. 21/2014, per l'assunzione delle cosiddette obbligazioni giuridicamente vincolanti, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare si è attivato per prorogare tale termine al 31 dicembre 2016, per tutti gli interventi finalizzati alla risoluzione di procedure di infrazione comunitaria in materia di trattamento di acque reflue urbane e di bonifica di discariche abusive. Inoltre, per gli interventi già commissariati ai sensi dell'articolo 7, comma 7, del decreto-legge n. 133 del 2014 o che saranno oggetto di commissariamento, sempre il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha proposto che l'assunzione delle obbligazioni giuridicamente vincolanti venga considerata già avvenuta con l'emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di nomina del commissario medesimo.
  Infine, per quanto concerne gli aspetti relativi all'assegnazione di risorse revocate all'entrata del bilancio dello Stato, si fa presente che con il decreto legislativo n. 10 del 2016, modificando il cosiddetto «decreto sblocca Italia» ha espressamente previsto che le somme provenienti dalle revoche sono versate alle entrate del bilancio dello Stato per essere riassegnate al predetto Fondo unico, Fondo istituito presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
  Da ultimo, si ritiene opportuno segnalare che le notizie apparse sulla stampa relativamente a una sanzione irrogata dalla Corte di giustizia UE di circa 480 milioni di euro l'anno, per le procedure di infrazione in materia di acque reflue, sono prive di qualsivoglia fondamento giuridico.

  PRESIDENTE. Il deputato Villarosa ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Presidente, se sono soddisfatto lo vedrò con i fatti, perché dal 2000 al 2015 le dichiarazioni sono state sempre le stesse. Spero nella buona fede e spero nell'attività di questo Governo, però vi chiedo – visto che tra le ultime vostre dichiarazioni c’è stata quella di un richiamo ai commissari, ai quali sono state messe a disposizione queste cifre per poter risolvere questo problema, che è di tutti i cittadini italiani – di telefonarvi, di vedervi personalmente, perché sono andato sia al Ministero sia in regione, ho parlato con i commissari e mi hanno rimandato a voi.
  Il commissario alla regione Sicilia, la Contrafatto mi ha detto che un problema derivava anche dalle somme che non erano più disponibili all'interno del MEF, c'era un problema con il Ministro dell'economia e delle finanze. Quindi, lei ci viene a dire che a breve risolveremo questa situazione, ma, dall'altro lato, ci dicono che ancora non hanno le somme a disposizione.
  Quindi, vi chiedo magari di vedervi, perché probabilmente con gli scambi epistolari o per e-mail non ci si riesce a capire, anche perché solo andando fisicamente sono riuscito a capire che la commissaria non poteva iniziare l'attività perché non aveva a disposizione le risorse.
  Anche perché, signor Presidente, sono passati dieci anni dal decreto n. 152 del 2006, il famoso testo unico ambiente, dieci anni in cui i comuni – perché questo forse pochi cittadini lo sanno, ma dobbiamo dirlo – hanno intascato dai cittadini i soldi delle bollette idriche, e parte di quei soldi servono per la depurazione. E, se quei soldi non vengono spesi per la depurazione o non vengono messi in un fondo che servirà Pag. 18per ammodernare o migliorare appunto la depurazione delle acque reflue, quei cittadini devono riavere i loro soldi. Di che danno erariale parliamo ? Di quanti soldi stiamo parlando, se tutti i cittadini iniziassero a chiedere indietro le tasse ingiustamente pagate ? Infatti, come lei ben sa, a una tassa corrisponde un servizio e, se quel servizio non c’è, quella tassa non ha diritto di essere pagata.
  Quindi, i depuratori svolgono un ruolo fondamentale, per un Paese come il nostro; basta guardare la cartina, per capire quanto sia importante. Sono stato a Caivano: i Regi Lagni, che passano e arrivano fino al mare, raccolgono tutti i rifiuti della regione e li portano via via lungo il fiume, lungo i torrenti, fino al mare. Quindi, una regione che vede tutta la sua struttura formata da coste e mare non credo che possa continuare a tralasciare questo problema.
  Vedo speranza nella risposta, vedo anche dei rimpalli, anche qui sui sindaci, quindi spero non continuiamo con questi rimpalli tra sindaci e commissari; io continuerò a verificare. L'anno scorso, ripeto, su cinque depuratori ho depositato tre esposti. Continuerò a fare esposti, la Comunità europea continuerà a verificare, quindi vi chiedo cortesemente di mettere in atto l'impegno che oggi avete dichiarato di voler prendere, perché è una questione che riguarda il futuro, non solo nostro, ma anche di tutto il Paese e quindi anche vostro, come Governo.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.

Sui lavori dell'Assemblea.

  PRESIDENTE. Avverto che, in calce al resoconto della seduta odierna, sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame del disegno di legge n. 2617-B, recante delega al Governo per la riforma del terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale e per la discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 2874, recante modifica dell'articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654, in materia di contrasto e repressione dei crimini di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello statuto della Corte penale internazionale.

Ordine del giorno della prossima seduta.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

  Lunedì 23 maggio 2016, alle 12:

  1. – Discussione sulle linee generali del disegno di legge:
   S. 2299 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 marzo 2016, n. 42, recante disposizioni urgenti in materia di funzionalità del sistema scolastico e della ricerca (Approvato dal Senato) (C. 3822).
  — Relatori: Ascani, per la maggioranza; Luigi Gallo, di minoranza.

  2. – Discussione sulle linee generali del disegno di legge:
   Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (C. 2617-B).
  — Relatrice: Lenzi.

  3. – Discussione sulle linee generali della proposta di legge:
   S. 54-B – D'INIZIATIVA DEI SENATORI: AMATI ed altri: Modifica all'articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654, in materia di contrasto e repressione dei crimini di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello statuto della Pag. 19Corte penale internazionale (Approvata dal Senato, modificata dalla Camera e nuovamente modificata dal Senato) (C. 2874-B).
  — Relatori: Verini e Sarro.

  4. – Discussione sulle linee generali della relazione sulla contraffazione nel settore della mozzarella di bufala campana, approvata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo (Doc. XXII-bis, n. 5).

  5. – Discussione sulle linee generali delle mozioni Pisicchio e Palese n. 1-01192 e Vacca ed altri n. 1-01268 concernenti iniziative volte a favorire l'accesso agli studi universitari, con particolare riferimento ad un'equa ripartizione delle risorse sul territorio nazionale.

  La seduta termina alle 10,55.

Pag. 20

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEL DISEGNO DI LEGGE N. 2617-B E DELLA PROPOSTA DI LEGGE N. 2874-B.

Ddl n. 2617-B – Riforma del terzo settore, dell'impresa sociale e disciplina del servizio civile universale

Tempo complessivo: 16 ore, di cui:
• discussione generale: 7 ore e 30 minuti;
• seguito dell'esame: 8 ore e 30 minuti.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 20 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 15 minuti
Tempi tecnici 1 ora
Interventi a titolo personale 1 ora e 14 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 13 minuti (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 26 minuti 5 ore e 22 minuti
 Partito Democratico 50 minuti 1 ora e 15 minuti
 MoVimento 5 Stelle 30 minuti 48 minuti
 Forza Italia – Popolo della
 Libertà – Berlusconi Presidente
30 minuti 33 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra
 Ecologia e Libertà
30 minuti 27 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 32 minuti 24 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 31 minuti 22 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega
 dei Popoli – Noi con Salvini
30 minuti 22 minuti
 Democrazia Solidale – Centro
 Democratico
31 minuti 20 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza
 Nazionale
30 minuti 19 minuti Pag. 21
 Misto: 32 minuti 32 minuti
  Conservatori e Riformisti 7 minuti 7 minuti
  Alternativa Libera 6 minuti 6 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Auto nomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 6 minuti 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 4 minuti 4 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 3 minuti 3 minuti
  USEI – IDEA (Unione
   Sudamericana Emigrati Italiani)
3 minuti 3 minuti
  FARE! – PRI 3 minuti 3 minuti

Pdl n. 2874-B – Contrasto e repressione dei crimini di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra

Discussione generale: 7 ore e 30 minuti.


Relatori 30 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici
Interventi a titolo personale 1 ora e 12 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 18 minuti
 Partito Democratico 38 minuti
 MoVimento 5 Stelle 33 minuti
 Forza Italia – Popolo della
 Libertà – Berlusconi Presidente
32 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra
 Ecologia e Libertà
31 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 31 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 31 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega
 dei Popoli – Noi con Salvini
31 minuti
 Democrazia Solidale – Centro
 Democratico
30 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 30 minuti Pag. 22
 Misto: 31 minuti
  Conservatori e Riformisti 7 minuti
  Alternativa Libera 6 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 4 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
3 minuti
  USEI – IDEA (Unione Sudamericana Emigrati Italiani) 3 minuti
  FARE! – PRI 2 minuti