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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 607 di mercoledì 13 aprile 2016

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PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  La seduta comincia alle 15.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  GIOVANNI SANGA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 4 aprile 2016.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Gioacchino Alfano, Alfreider, Amendola, Amici, Baretta, Bellanova, Bernardo, Dorina Bianchi, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Bratti, Bressa, Bueno, Casero, Catania, Antimo Cesaro, Costa, D'Alia, Dambruoso, Damiano, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Faraone, Ferranti, Ferrara, Fioroni, Fontanelli, Franceschini, Garavini, Garofani, Gelli, Gentiloni Silveri, Giacomelli, Greco, Leva, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Migliore, Orlando, Pes, Pisicchio, Portas, Realacci, Rosato, Domenico Rossi, Rughetti, Scanu, Speranza, Tabacci, Tofalo, Valeria Valente, Velo, Venittelli, Vignali, Villecco Calipari e Zanetti sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna).

Annunzio della nomina di un sottosegretario di Stato.

  PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Consiglio dei ministri ha inviato, in data 12 aprile 2016, la seguente lettera: «Onorevole Presidente, informo la signoria vostra che il Presidente della Repubblica, con proprio decreto, in data odierna, adottato su mia proposta, sentito il Consiglio dei ministri, ha nominato sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico l'onorevole dottor Ivan Scalfarotto, il quale cessa dalla carica di sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Matteo Renzi».

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (ore 15,05).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra della salute, il Ministro della Giustizia, la Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

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(Iniziative di competenza per evitare l'immissione sul mercato di farmaci difettosi e non rintracciabili – n. 3-02174)

  PRESIDENTE. Il deputato Russo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02174, concernente iniziative di competenza per evitare l'immissione sul mercato di farmaci difettosi e non rintracciabili (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  PAOLO RUSSO. Presidente, Ministro, tracciabilità di un prodotto significa maggiore certezza per gli utenti, i consumatori e, soprattutto, valore aggiunto per quelle imprese che hanno voglia di non nascondere nulla. La tracciabilità assoluta, grazie anche alle moderne tecnologie, rappresenta oggi una nuova frontiera, forse la nuova frontiera per quegli Stati che vogliono investire in qualità ed in tutela. In una parola, significa anche impermeabilità a truffe, falsificazioni, sofisticazioni. Quando il prodotto in questione poi è un farmaco, è evidente che si aggiungono altri profili: la sicurezza di un prodotto ad alto valore aggiunto e tecnologicamente avanzato e, quindi, investimenti in ricerca e sviluppo; la tutela della salute, il danno al sistema sanitario nazionale e le truffe, furti, falsificazioni, che troppe volte incidono sulla reperibilità stessa di taluni farmaci sul mercato nazionale.
  Lo strato intermedio dei bollini, quello cioè che serve alla tracciabilità del prodotto anche quando viene rimosso lo strato superiore per garantirne il rimborso a carico del sistema sanitario nazionale, non è indelebile, e quindi non consente la tracciabilità in caso di furti e falsificazioni. Per questo, chiediamo al Ministro notizie e azioni in merito.

  PRESIDENTE. La Ministra della salute, Beatrice Lorenzin, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  BEATRICE LORENZIN, Ministra della salute. Presidente, ringrazio gli onorevoli interroganti per aver riproposto la problematica concernente la cancellazione del numero progressivo dello strato intermedio di alcune confezioni di farmaci immesse in commercio. Ciò mi consente, infatti, di fornire importanti aggiornamenti sulle azioni intraprese per dare definitiva soluzione al problema.
  In proposito, ricordo che il Ministero della Salute, a fronte delle prime segnalazioni del predetto inconveniente, ha provveduto immediatamente a richiedere all'Istituto poligrafico e zecca dello Stato – istituto, come noto, sottoposto al controllo e alla vigilanza del Ministero dell'economia e delle finanze – elementi informativi sulle dimensioni del fenomeno e sulle azioni correttive messe in atto. L'Istituto poligrafico ha comunicato già nel novembre 2015 di aver avviato l'adeguamento tecnologico delle macchine per la produzione di bollini e, proprio in data di ieri, che l'implementazione del nuovo sistema di stampa sulle 23 macchine di produzione è ormai prossima al completamento e che, di conseguenza, la risoluzione definitiva del problema è prevista entro la fine della prossima settimana e non oltre.
  Ciò posto, posso altresì ribadire che i citati difetti di produzione dei bollini ottici non possono in alcun modo incidere sulla qualità del prodotto farmaceutico.
  Quanto, invece, al paventato pregiudizio economico per il sistema sanitario nazionale in termini di sottrazione di risorse, evidenzio che il problema dell'identificazione delle confezioni, a fronte della cancellazione del numero progressivo dallo strato intermedio, si pone solo quando lo strato superiore del bollino viene rimosso per erogazione del farmaco a carico del Servizio sanitario nazionale. Pertanto, tale disfunzione può avere ricadute esclusivamente sulla rintracciabilità di confezioni di farmaci fuoriuscite dal canale distributivo legale o nel caso di frodi al Servizio sanitario nazionale per richiesta di rimborso di confezioni non effettivamente erogate.
  Proprio per contrastare tali condotte fraudolente, il Ministero della salute ha da poco avviato un progetto pilota con la regione Lombardia relativo ad un nuovo Pag. 3modello di controllo della rendicontazione posta a rimborso delle farmacie. Tale modello, che in caso di risultati positivi potrebbe essere esteso progressivamente a tutte le regioni italiane, si basa sullo scambio automatico di informazioni tra Ministero e regione ed agisce su dati anonimi dell'erogazione di farmaci. Da ultimo, ricordo che i carabinieri del NAS sono costantemente aggiornati su tutte le problematiche inerenti la tracciabilità dei farmaci (furti, smarrimenti eccetera) e sono pertanto messi in condizione di effettuare tempestivamente i controlli finalizzati al contrasto di tali azioni illegali.
  Comunque, come ricordavo, siamo stati informati proprio dall'IPZS che il completamento sulle 23 macchine in produzione verrà effettuato definitivamente entro la prossima settimana.

  PRESIDENTE. Il deputato Paolo Russo ha facoltà di replicare, per due minuti.

  PAOLO RUSSO. Presidente, Ministro, non posso non essere contento di questa notizia, che è davvero tale, nel senso che, rispetto a quanto abbiamo registrato in tutti gli ultimi mesi, appuriamo che finalmente, dalla prossima settimana – la puntualità è straordinaria anche della nostra interpellanza – finalmente sarà risolto questo problema. Nessuna questione che riguardava la qualità del prodotto, ma due questioni avevamo posto noi. La prima, riguarda la rinvenibilità di taluni prodotti sul mercato nazionale. La Francia sta facendo proprio in queste ore un'importante norma che garantisce a tutti anche i cosiddetti farmaci desaparecidos. Accanto a questo, l'altra preoccupazione, è che si alimentano i furti. È evidente che, chi mai ricetterebbe un farmaco se questo fosse riconoscibile ovunque con un numero indelebile ? È evidente che se questo non è, viceversa si alimentano i furti, le sottrazioni, si alimenta insomma il mercato della ricettazione nazionale ed internazionale. Mi pare che l'indicazione che il Ministro quest'oggi ci dà sia straordinariamente positiva. Ovviamente, insieme al Ministero, verificheremo che ciò esattamente accada. Già solo pochi giorni orsono le forze dell'ordine hanno rinvenuto in farmacie confezioni prive del primo strato, ma non riconducibili, proprio per il difetto del secondo strato. È evidente che la tecnologia oggi consente largamente il recupero di queste iniziative, ma occorre anche un'energica azione di tipo ministeriale. Allora delle due l'una: abbiamo capito che c’è stato un ritardo da parte dell'Istituto poligrafico dello Stato, però sarebbe anche utile capire perché questo ritardo, quali gli investimenti, se c’è qualcuno che va punito, e soprattutto se va punito per incapacità o per malafede.

(Iniziative volte a scongiurare la soppressione della corte d'appello di Lecce e della sezione distaccata di Taranto – n. 3-02177)

  PRESIDENTE. Il deputato Palese ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02177, concernente iniziative volte a scongiurare la soppressione della corte d'appello di Lecce e della sezione distaccata di Taranto (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  ROCCO PALESE. Signora Presidente, signor Ministro, è noto che la commissione nominata dal Ministero della giustizia e presieduta dall'onorevole Vietti ha terminato l'esame della riforma che prevede una nuova organizzazione degli uffici giudiziari, con un forte ridimensionamento – così si apprende dalle notizie di stampa – delle sedi giudiziarie, con la conseguente previsione di sopprimere alcune sedi di corte d'Appello, tra cui sembra anche quella di Lecce e la sezione distaccata di Taranto. Il pericolo che questa previsione possa essere messa in atto, signor Ministro, ha giustamente provocato un allarme da parte di tutti gli operatori della giustizia pugliese e dei cittadini, in particolare delle province di Lecce, Brindisi e Taranto. Ciò, perché, signor Ministro, se è vero che tale riforma si rende necessaria soprattutto in questo momento storico per contenere Pag. 4la spesa pubblica, è altrettanto vero che i diritti fondamentali previsti dall'ordinamento, come quello della giustizia, al pari di quello dell'istruzione e della sanità, non dovrebbero essere pregiudicati, nonché quelli soprattutto in riferimento all'insistenza fortissima di criminalità organizzata ancora presente in Puglia. Chiediamo se, pur comprendendo la ratio della riforma e l'esigenza di contenere e tagliare la spesa pubblica, il Ministro interrogato non ritenga di dover tener conto dell'esigenza di un bacino di utenza di quasi 1.800.000 cittadini...

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

  ROCCO PALESE. ...e del gran numero di procedimenti pendenti che andrebbero ad aggiungersi a quelli già pendenti a Bari, anche alla luce della configurazione geomorfologica della Puglia che rende particolarmente lunghi e difficili gli spostamenti (la Puglia è lunga oltre 410 chilometri), salvando sia la corte d'appello di Lecce che la sezione di Taranto.

  PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Orlando, ha facoltà di rispondere.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Grazie, signora Presidente. Come è noto ho recentemente – come citavano gli interroganti – istituito due commissioni fra loro coordinate, alle quali sono state demandate attività di analisi e di studio finalizzate alla formulazione di proposte normative nella generale prospettiva dell'aggiornamento e della razionalizzazione dell'ordinamento, così come indicato in alcuni dei 12 punti della riforma della giustizia. La prima Commissione, presieduta dal professor Vietti, ha analizzato, tra le altre, la materia dell'ordinamento giudiziario in riferimento allo sviluppo del processo di revisione della geografia giudiziaria, attraverso la redistribuzione sul territorio degli uffici secondo il principio della promozione del valore, della specializzazione e della ripartizione delle competenze. Infatti, la complessità e l'estensione degli interventi di revisione della geografia giudiziaria addotti nel 2012, e la necessità di completare il processo riformatore, anche per risolvere criticità rilevate attraverso il monitoraggio costantemente effettuato, hanno imposto l'esigenza di un'approfondita ricognizione della materia, collegandola al più generale tema dell'assetto dell'ordinamento giudiziario e della disciplina del funzionamento del CSM. Sono state avviate dalle commissioni stesse opportune interlocuzioni istituzionali e le soluzioni prospettate sono pertanto il frutto di tali lavori e non si sono ancora tradotte in articolati di riforme normative, ma costituiscono piuttosto una base di ragionamento da cui partire per elaborare la riforma. Le proposte formulate indicano, quindi, principi generali e potranno costituire oggetto di un'ulteriore riflessione al fine di consentire l'avvio del percorso parlamentare di un'organica iniziativa legislativa nel contesto ad istanze quanto più condivise. In tale prospettiva, la valutazione sugli interventi sarà rimessa all'esito del dibattito politico istituzionale appena avviato. Lo scopo di una ridefinizione della geografia giudiziaria infatti non poggia sulla necessità di razionalizzare la spesa, ma piuttosto sull'obiettivo di razionalizzare le dimensioni degli uffici di secondo grado, al fine di favorire i processi di specializzazione, obiettivo che può essere raggiunto non solo attraverso la soppressione di uffici, ma ridefinendo e ridisegnando i confini delle corti.
  Pertanto, allo stato, mi sembra del tutto prematuro e non fondato su elementi fattuali l'allarme rispetto alla chiusura di uffici giudiziari sia di primo, che di secondo grado.
  Vorrei aggiungere che la tutela dei diritti credo sia realizzata in tutti i Paesi dell'Unione europea, eppure non c’è altro Paese dell'Unione europea che abbia un numero di Corti d'appello per numero di abitanti significativo come il nostro. Quindi, credo che questa discussione vada fatta, vada fatta in modo non prematuro, quando ci sarà una proposta, ma credo che vada fatta anche tenendo conto che i diritti spesso sono sacrificati dall'inefficienza Pag. 5del sistema e l'inefficienza è spesso anche il risultato di una pletora di uffici non organizzati in modo funzionale alle aree territoriali.

  PRESIDENTE. Il deputato Palese ha facoltà di replicare.

  ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Sono parzialmente soddisfatto della risposta che il Ministro ha fornito all'Aula in riferimento alla stato attuale delle cose rispetto all'attuazione della riforma e agli studi che le commissioni, in particolare quella dell'onorevole Vietti, hanno terminato. Però, siccome parliamo di «ridotte le corti di appello», sarà pur necessario rivedere in base alla funzionalità, ma l'importante è che ci sia la discussione, che ci sia la funzionalità. Io ribadisco che, come è noto, e come sostenuto negli ultimi mesi da tutti i protagonisti della giustizia pugliese e da numerose associazioni di consumatori, la Corte d'appello di Lecce, assieme al suo distaccamento di Taranto, ha un bacino di utenza che racchiude in sé circa 1 milione e 800 mila abitanti, 7.100 chilometri quadri. Ritengo che il dato principale possa essere caratterizzato da due aspetti direttamente collegati a quello che ha detto il signor Ministro poco fa, signora Presidente. Primo, una maggiore efficienza; attenzione, dal punto di vista geomorfologico la mia regione, la Puglia, è lunga 410 chilometri, se un avvocato risiede nel mio comune, che è Acquarica del Capo, per poter raggiungere Bari impiega 2 ore. Già ora gli uffici giudiziari di Bari, annoso problema mai risolto e non si vede neanche la prospettiva di questa cittadella della giustizia, versano in condizioni disastrose dal punto di vista strutturale.
  Non ci sono gli spazi, i fascicoli dove risiede la Corte d'Appello spesso e ben volentieri sono nei corridoi, e l'altra parte del tribunale, dove vi è proprio la procura della Repubblica, dove c’è la parte penale, addirittura è dichiarata inagibile perché totalmente inadeguata. Quindi, ritengo che queste cose vadano valutate al momento giusto e mi auguro e mi aspetto che ci sia soprattutto questa attenzione, per questi motivi e per tanti altri, in riferimento alla permanenza dalla Corte d'appello di Lecce e della sezione distaccata di Taranto, anche perché sede distrettuale antimafia.

(Iniziative di competenza in relazione all'adozione di una specifica disciplina in materia di limiti alla diffusione delle intercettazioni telefoniche – n. 3-02178)

  PRESIDENTE. Il deputato Pizzolante ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02178, concernente iniziative di competenza in relazione all'adozione di una specifica disciplina in materia di limiti alla diffusione delle intercettazioni telefoniche (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  SERGIO PIZZOLANTE. Grazie Presidente. Signor Ministro, lo strumento delle intercettazioni senza gossip è necessario preservarlo per le indagini e per il processo. È evidente però che l'abuso, l'uso distorto sul piano mediatico, è diventato lo strumento per la gogna, per la distruzione della reputazione delle persone e per la sentenza anticipata mediatica prima del processo.
  Noi crediamo sia necessaria una legge, subito, che salvaguardi le indagini e il processo e ponga fine alla gogna e alle sentenze anticipate.

  PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Orlando, ha facoltà di rispondere.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Nell'atto ispettivo in esame, gli onorevoli interroganti pongono all'attenzione del Governo un tema, quale quello delle intercettazioni delle comunicazioni, nel quale il bilanciamento tra esigenze investigative e riservatezza dei soggetti, a vario titolo coinvolti nelle indagini, è particolarmente delicato. L'occasione mi permette peraltro di sottolineare i significativi risultati ottenuti dal mio dicastero sul Pag. 6versante del contenimento della spesa in merito. Infatti, le spese sostenute per i costi correnti delle intercettazioni hanno registrato nell'ultimo quinquennio una consistente riduzione in valori assoluti di circa il 25 per cento, dato rilevato su base nazionale. In tale direzione ho ritenuto altresì di incaricare gli uffici di procedere ad alcune misure organizzative di razionalizzazione. È stato quindi avviato un monitoraggio in ordine all'individuazione della tipologia di spesa sostenuta dalle procure ed è in corso un tavolo di lavoro finalizzato alla creazione di un sistema unico di gestione delle intercettazioni. Peraltro, l'esigenza di una più razionale gestione organizzativa delle modalità operative, anche ai fini di tutela della riservatezza, è particolarmente avvertita dalle stesse procure. Alcuni dirigenti degli uffici, tra i quali cito Roma Torino e Napoli, hanno elaborato criteri direttivi per i magistrati e polizia giudiziaria sul tema.
  Nell'ottica di assicurare uno stretto raccordo tra la maggiore efficienza del sistema e il rafforzamento delle garanzie dei diritti dell'individuo, abbiamo proposto il disegno di legge di riforma del processo penale, come ella sa, contenente interventi in materia di intercettazioni che è stato approvato alla Camera ed è attualmente all'esame del Senato da diverso tempo, credo per ragioni di meditazione ed approfondimento. Tra i princìpi di delega dettati dall'articolo 30 del disegno di legge, in punto di intercettazioni di conversazioni e comunicazioni, è già prevista l'introduzione di disposizioni volte a garantire la riservatezza delle comunicazioni e delle conversazioni telefoniche e telematiche oggetto di intercettazione attraverso prescrizioni che incidono sulle modalità di utilizzazione cautelare dei risultati delle captazioni, fatte sempre salve le esigenze di indagine. Negli stessi punti di delega è prevista anche una semplificazione delle modalità attraverso le quali attivare le intercettazioni per reati contro la pubblica amministrazione. Il presidente della Commissione giustizia del Senato ha ritenuto opportuno riavviare un ciclo di audizioni in ordine a questo tema, e ad altri contenuti in quel disegno di legge. Ritengo che il Governo non possa che seguire con grande attenzione l'esito di questa ulteriore ricognizione, dopo che un'indagine conoscitiva era già stata svolta dall'altro ramo del Parlamento, e pertanto seguiremo con grande attenzione anche la maturazione di quella discussione, di quel dibattito, che si svolgerà all'interno della Commissione del Senato.
  Risulta, dunque, evidente come le iniziative in atto siano già orientate nella direzione indicata dall'onorevole interrogante, ma che non bisogna privarsi dei contributi che il dibattito e la discussione potranno portare e che sono certo, come lo sarà lei, saranno un arricchimento per l'iter parlamentare e legislativo.

  PRESIDENTE. Il deputato Pizzolante ha facoltà di replicare.

  SERGIO PIZZOLANTE. Grazie, signor Ministro. Prendo atto con soddisfazione che lei, e quindi il Governo che io sostengo con grande convinzione, guardi con premura ai lavori del Senato e auspichi, come noi, un iter e un percorso veloce per affrontare un tema così rilevante per il nostro sistema democratico. Credo che sia opportuno fare degli approfondimenti, anche perché la situazione è molto grave. Mi chiedo come mai non sia mai stato trovato un responsabile della diffusione illecita delle intercettazioni e degli atti giudiziari verso i giornali.
  L'efficienza dei giudici, evidentemente, in questo caso non ha alcun effetto. Penso che nel progetto di legge, nell'iniziativa di legge, occorra fare un passo in avanti; penso che sia arrivato il momento di definire un responsabile dell'utilizzo delle informazioni, perché si sappia chi è responsabile nel caso di un uso fraudolento della diffusione delle informazioni. Penso anche che non bisogna arrivare mai ad impedire alla stampa di pubblicare le informazioni che le arrivano, ma, nello stesso tempo, è necessario che, oltre a pubblicare gli atti dell'accusa e a fare i processi mediatici sui giornali e nelle televisioni solo sugli atti dell'accusa, sia Pag. 7necessario garantire lo stesso spazio anche alle posizioni della difesa, garantirle in tutti i modi.

(Iniziative in ordine al cosiddetto regime di semilibertà, con particolare riferimento all'utilizzo di social network da parte di coloro che sono soggetti a tale regime – n. 3-02179)

  PRESIDENTE. La deputata Saltamartini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02179, concernente iniziative in ordine al cosiddetto regime di semilibertà, con particolare riferimento all'utilizzo di social network da parte di coloro che sono soggetti a tale regime (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  BARBARA SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, come lei probabilmente saprà, dagli organi di stampa abbiamo appreso che Doina Matei, la rumena di 21 anni che il 26 aprile 2007 uccise barbaramente Vanessa Russo, una ragazza di 23 anni, una giovane universitaria romana di 23 anni, ha ottenuto il regime di semilibertà dopo nove anni di pena piena in carcere e ha aperto, nel gennaio di quest'anno, un profilo Facebook, dal quale, ovviamente, comunica con il resto del mondo. Noi ci chiediamo, oltre, ovviamente, a ricordare ancora tragicamente quel fatto che scosse tutta la città di Roma, perché avvenne nella stazione della metropolitana di Termini, se lei fosse a conoscenza di questo fatto, ma, soprattutto, quali interventi e iniziative urgenti intenda adottare per garantire che il regime di semilibertà non diventi, nei fatti, una sorta di liberazione anticipata, poiché le restrizioni ivi previste attraverso la creazione di un profilo social parrebbero, in effetti, in contrasto con questo regime di semilibertà, che prevede anche delle restrizioni in termini di frequentazioni.

  PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Grazie, signora Presidente. Nel presente atto di sindacato ispettivo viene manifestata una preoccupazione per la notizia, appresa dagli organi di stampa, secondo cui Doina Matei, la donna condannata per l'omicidio della giovane Vanessa Russo, ha aperto un profilo Facebook mentre si trovava sottoposta al regime di semilibertà. L'allarme destato dal fatto ha indotto gli onorevoli interroganti a richiedere interventi normativi atti a garantire che il regime della semilibertà, appunto, come è stato detto, non si converta, di fatto, in una libertà anticipata.
  Voglio sin d'ora evidenziare che il nostro ordinamento già prevede meccanismi idonei a reprimere e sanzionare le violazioni delle prescrizioni connesse alla concessione dei benefici penitenziari e tali meccanismi sono stati tempestivamente attivati dalla competente autorità giudiziaria. La magistratura di sorveglianza di Venezia, infatti, contestualmente all'acquisizione della notizia divulgata dagli organi di informazione, riportata anche nell'atto ispettivo, ha già disposto la revoca del beneficio, avendo riscontrato nel comportamento tenuto dalla donna una violazione delle prescrizioni imposte con il programma di trattamento legato alla concessione della semilibertà.
  Dalla lettura dell'ordinanza applicativa della semidetenzione emerge, infatti, che la concessione del beneficio era stata condizionata al rispetto di specifiche prescrizioni, ed in particolare ad un utilizzo limitato e predeterminato del telefono cellulare, che era stato utilizzato esclusivamente per comunicare con l'istituto di pena, con l'UEPE, con il datore di lavoro e con singole persone preventivamente individuate.
  Ed invero, come rilevato dal magistrato di sorveglianza, l'accesso al social network, in considerazione della natura e della diffusività dello stesso, consente alla condannata di intrattenere rapporti con un numero indefinito di soggetti ulteriori e diversi da quelli preventivamente individuati Pag. 8ed autorizzati nel provvedimento di concessione del beneficio, realizzando, in tal modo, la violazione delle prescrizioni imposte.
  Considerata, dunque, l'efficacia dei rimedi vigenti in materia, non si ravvisano vuoti di tutela suscettibili di essere colmati con interventi normativi ulteriori.
  In ogni caso, si rassicurano gli onorevoli interroganti che questo Ministero continuerà a seguire con attenzione la vicenda in esame.

  PRESIDENTE. La deputata Saltamartini ha facoltà di replicare.

  BARBARA SALTAMARTINI. Grazie, Ministro. È ovvio che non possiamo che ritenerci soddisfatti, nel momento in cui, venendo meno il rispetto della legge, la legge viene fatta rispettare, e quindi ben venga che a questa donna sia stata levata anche la misura della semilibertà che era stata concessa.
  Ciò detto, desta un po’ preoccupazione che questo sia avvenuto solo e soltanto attraverso la comunicazione di organi di stampa, che hanno informato anche le autorità competenti di quanto accadeva, perché ciò non dovrebbe avvenire.
  Infatti, il nostro sistema giudiziario dovrebbe essere informato di ciò che avviene non certo dalla stampa, ma attraverso gli strumenti di cui è dotato per potere intervenire prima che si verifichino tali atti, anche perché parliamo, purtroppo, di una situazione in cui, ancora una volta, sono le vittime che devono gridare al rispetto della giustizia, e non accade mai, invece, l'inverso, che sia la giustizia a rispettare le vittime.
  Questo è l'ennesimo caso, purtroppo, di una distrazione giudiziaria, (perché di questo si può parlare e credo che questo possa essere detto). Oggettivamente, rispetto a una tragedia quale quella che successe nel 2007, con una ragazza che viveva di espedienti, non romana, che campava grazie ai furti che faceva all'interno dei mezzi di trasporto, dei nostri mezzi di trasporto, che ha cercato di fuggire con una minorenne – per fortuna è stata presa, e questo è un bene, ovviamente: ringrazio le forze di polizia che allora si sono mosse celermente per poter consegnare alla giustizia una delinquente – certo, oggi tocca vedere che, a distanza di quegli anni, questa ragazza, con quelle foto su Facebook, ha ulteriormente prodotto un gravissimo danno alla famiglia, ma, soprattutto, alla memoria di Vanessa Russo, che ancora oggi credo meriti il massimo rispetto anche dal nostro sistema giudiziario, che, in tal senso, forse, qualcosa in più potrebbe fare.

(Intendimenti del Governo in merito alla revoca dall'incarico del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Claudio De Vincenti – n. 3-02175)

  PRESIDENTE. Il deputato Michele Dell'Orco ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02175, concernente intendimenti del Governo in merito alla revoca dall'incarico del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Claudio De Vincenti (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  MICHELE DELL'ORCO. Grazie, Presidente. Il gravissimo caso di corruzione soprannominato «Trivellopoli» e le intercettazioni del Ministro Guidi descrivono il sottosegretario Claudio De Vincenti come pedina di un comitato d'affari; cosa che, tra l'altro, spiegherebbe anche il suo ruolo in Commissione la notte della discussione del famoso emendamento allo «sblocca Italia» in favore dell'impianto della Total e di Tempa Rossa. Alle stesse considerazioni è giunta anche la procura di Potenza, che, indagando sugli affari dei petrolieri in Basilicata, descrive Gemelli, cioè quel lobbista del petrolio, come personaggio in grado di manovrare il Ministero dello sviluppo economico, non soltanto attraverso la Guidi, ma anche attraverso il sottosegretario De Vincenti.
  Quindi, il MoVimento 5 Stelle si chiede perché la Guidi si è dimessa e il sottosegretario De Vincenti invece no. Nell'attesa, Pag. 9quindi, che la magistratura, naturalmente, faccia piena luce su questi fatti e a garanzia delle istituzioni, chiediamo al Presidente del Consiglio di fermare questo stato di corruzione dilagante...

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

  MICHELE DELL'ORCO. ...e di portare in Consiglio dei ministri la revoca immediata dell'incarico di sottosegretario a De Vincenti.

  PRESIDENTE. La Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha facoltà di rispondere.

  MARIA ELENA BOSCHI, Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Signora Presidente, come l'onorevole interrogante ha avuto l'onestà intellettuale di ammettere in questa sede, le indagini sono ancora in corso, ed è giusto che la magistratura svolga il proprio dovere, il proprio compito.
  Tuttavia, ancora una volta, il MoVimento 5 Stelle basa i propri quesiti esclusivamente sulla rassegna stampa: ancora una volta in quest'Aula vengono date come verità assolute semplicemente ipotesi riportate su un giornale, il Fatto Quotidiano nello specifico.
  Purtroppo, è già successo anche in passato che talvolta ricostruzioni giornalistiche non corrispondessero alla realtà dei fatti, e in alcuni casi alcuni giornali sono stati addirittura condannati a risarcire i danni di soggetti toccati da notizie non corrispondenti alla realtà.
  Ancora una volta, quindi, dobbiamo affrontare quelle che sono al momento ipotesi, illazioni, e il genere fantasy, che sicuramente è molto apprezzabile nelle librerie e nelle biblioteche, meno nelle Aule parlamentari.
  L'unico dato che viene riportato è la presenza dell'allora Viceministro dello sviluppo economico in Commissione per discutere un provvedimento del Governo, che atteneva ovviamente alle competenze dello sviluppo economico: quindi, semplicemente un Viceministro che, nel rispetto di quello che richiede la Costituzione e che prevedono i Regolamenti parlamentari, stava svolgendo il proprio dovere, stava svolgendo il proprio compito.
  Non si ravvisano pertanto motivi di valutazioni diverse rispetto alla fiducia nell'operato del sottosegretario De Vincenti, che ovviamente il Governo conferma.

  PRESIDENTE. Il deputato Dell'Orco ha facoltà di replicare.

  MICHELE DELL'ORCO. Signora Presidente, io ricordo che il Governo già venerdì scorso, ad un'interpellanza urgente del mio collega Baroni in merito al sottosegretario De Filippo, aveva risposto: perché si dovrebbe dimettere De Filippo ? Non è nemmeno indagato ! Bene: la informo, Ministro Boschi, che è notizia di stamattina che il sottosegretario alla salute De Filippo è indagato, quindi ora lo potete far dimettere. In particolare, nell'inchiesta della procura di Potenza appare per favori al figlio dell'ex sindaco di Corleto, del PD naturalmente, in cambio di voti.
  Questo è lo stesso caso, quindi la invito anche ad essere meno «espansiva» quando parla di «non è indagato, allora perché si dovrebbe dimettere ?», perché non è da escludere che tra poche ore arrivi un nuovo avviso di garanzia.
  Poi, oltre a De Filippo, oltre all'ex Ministro Guidi, oltre a De Vincenti, sono finiti nell'occhio del ciclone anche i Ministri Delrio, Padoan, e naturalmente lei, Ministra, che non può mai mancare; e addirittura il capo di stato maggiore della Marina militare: una combriccola, come sono chiamati nelle intercettazioni (quindi, non stiamo parlando di libri fantasy, ma proprio quello che diceva, ad esempio, l'ex Ministra Guidi), al servizio degli interessi economici forti.
  Anche lei, Ministra, poi che si è inventata... O meglio, si è vantata proprio nel Pag. 10vero senso della parola, di aver approvato questa legge per Tempa Rossa, cioè per una multinazionale francese: si dovrebbe solo vergognare.

  PRESIDENTE. Onorevole Dell'Orco...

  MICHELE DELL'ORCO. In più, voi sbloccate solo le opere dei vostri amici, mentre le grandi opere, che invece servono davvero ai cittadini, aspettano per decenni. Io penso ad esempio proprio alla Basilicata, penso a Matera, capitale europea della cultura 2019, che praticamente non ha neanche un treno che vi arrivi; penso ai turisti tedeschi, che forse dovranno arrivare per colpa vostra a cavallo, non so come faranno ad arrivare per turismo.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MICHELE DELL'ORCO. Inoltre, la corruzione per il MoVimento 5 Stelle va eliminata, perché se 2,5 milioni vanno nelle tasche del fidanzato di qualche Ministro, sono 2,5 milioni di euro...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Dell'Orco.

  MICHELE DELL'ORCO. ...che non vanno invece nelle tasche dei cittadini, e soprattutto di chi è disoccupato, chi ne avrebbe veramente bisogno.

(Iniziative di competenza volte a prevenire e contrastare lo spaccio e il consumo di droghe presso gli istituti scolastici – n. 3-02176)

  PRESIDENTE. Il deputato Rampelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02176, concernente iniziative di competenza volte a prevenire e contrastare lo spaccio e il consumo di droghe presso gli istituti scolastici (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  FABIO RAMPELLI. Signora Presidente, nel Liceo statale «Virgilio», nel cuore di Roma, la preside è stata costretta, giorni fa, a rivolgersi alle forze dell'ordine per contrastare lo spaccio di droga interno alla scuola: alcuni militari in borghese, all'ora di ricreazione, hanno perquisito e fermato alcuni studenti, arrestandone uno perché colto in flagranza mentre passava una dose di droga. L'episodio è stato oggetto di contestazioni da parte di una minoranza della scuola, tra cui studenti dei centri sociali, i soliti, e genitori radical-chic, della solita sinistra salottiera, mentre molti altri hanno solidarizzato con la dirigente scolastica.
  Si è notato il silenzio assordante del Governo Renzi, e della Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca in modo particolare: perché ? Cosa intende fare il Governo per difendere i giovani italiani dall'aggressione della droga, ormai presente fin dalle scuole medie ?

  PRESIDENTE. La Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha facoltà di rispondere.

  MARIA ELENA BOSCHI, Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Presidente, l'onorevole Rampelli pone sicuramente all'attenzione dell'Aula un tema di assoluto interesse per il Governo, che è quello della prevenzione dell'uso di sostanze stupefacenti da parte di giovani, ma non soltanto di giovani, perché sappiamo che è un tema purtroppo trasversale per classi sociali, età e genere. È un a un tema all'attenzione del Governo, tanto che la Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Stefania Giannini (che oggi è impegnata in una visita istituzionale in Iran, e quindi sostituisco nella risposta al quesito dell'onorevole Rampelli), ha predisposto, d'intesa col Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio, uno stanziamento di 2.260.000 euro proprio per progetti nelle scuole di educazione rispetto alle conseguenze negative che può avere sulla salute degli studenti, e di tutti in Pag. 11generale, l'uso di stupefacenti; ma anche rispetto ai rischi connessi all'abuso dell'utilizzo di Internet, e anche al gioco d'azzardo patologico. Ogni scuola, poi, nell'ambito della propria autonomia, anche attraverso le risorse messe a disposizione dalla legge «buona scuola», ha predisposto dei progetti ad hoc per educare, istruire i giovani sui rischi connessi alla propria salute, ma anche per sensibilizzare sul rispetto della legge, e quindi della legalità rispetto alla commissione di atti illeciti.
  Anche il Liceo «Virgilio» aveva predisposto, ed ha tuttora in corso, progetti di questo tipo, aperti non soltanto agli studenti ma anche ai docenti e alle famiglie, per educare e in qualche modo prevenire l'utilizzo di sostanze stupefacenti. Sicuramente c’è stata una collaborazione da parte dell'Istituto «Virgilio» con le forze dell'ordine, non soltanto per reprimere fenomeni illeciti all'interno del Liceo, ma anche per predisporre con la questura di Roma un programma di educazione al rispetto delle regole e della legalità nell'Istituto Virgilio anche per i prossimi mesi, sempre coinvolgendo non soltanto gli studenti, ma i docenti e le famiglie. La Ministra Giannini peraltro, così come l'amministrazione periferica, ha già avuto modo di esprimere vicinanza e solidarietà rispetto alla dirigente scolastica che ha denunciato questi episodi all'interno della propria scuola. Credo però che, rispetto a quanto rappresentato nel quesito scritto dell'onorevole Rampelli sullo stato di diffusione della droga presso le nostre scuole, e quindi anche sull'utilizzo così diffuso da parte dei giovani, forse c’è un allarmismo eccessivo rispetto ad una situazione che è sicuramente da prevenire, da monitorare, da tenere sotto controllo e da evitare, ma che non ha probabilmente le dimensioni che l'onorevole Rampelli cerca di, in qualche modo, asserire nel proprio quesito.

  PRESIDENTE. Il deputato Rampelli ha facoltà di replicare.

  FABIO RAMPELLI. Signora Presidente, Ministro, la ringrazio, ma le sue risposte sono del tutto insufficienti; per qualche misura possiamo dire che lei ammette una certa colpevolezza da parte del suo Governo e del Ministro Giannini in particolare, allorquando cita la necessità di investire, o la decisione imminente di investire, 2 milioni di euro per la prevenzione alla droga, perché ciò conferma che voi questo fondo l'avete azzerato, e quindi lo dovete ripristinare perché non c’è praticamente più niente. Anzi, perché non avete fatto alcun investimento fin dall'origine, e noi invece pretendiamo come Fratelli d'Italia una iniziativa forte della Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, forte e decisa.
  Voglio anche ricordare che il Dipartimento per le politiche antidroga, perché esiste e fa parte del suo Governo, è stato letteralmente smantellato da voi, dal Presidente del Consiglio Renzi, ed è stato rimosso il suo apice, quindi anche gli strumenti di azione per fare prevenzione rispetto alla diffusione di droga non ci sono più. Sono sei anni, ancora, che non si celebra la Conferenza per le politiche di contrasto alla droga, che invece dovrebbe essere tenuta ogni tre anni, ed è sempre una vostra responsabilità. Conseguentemente, i tavoli di lavoro con le associazioni no profit sono stati interrotti. C’è totale indifferenza, quando non inedia, da parte del suo Governo, del vostro Governo, nei confronti di questo fenomeno, forse per il riflesso condizionato di vecchie ideologie antiproibizioniste; tranne che per tentare di mettere le mani sul terzo settore, con la costituzione – lo abbiamo letto sui giornali pochi giorni fa – di una fondazione privata per gestire fondi pubblici e privati da assegnare, guarda caso, ancora una volta ad uno dei finanziatori di Renzi. Con chi state, mi domando, ci domandiamo, con gli spacciatori, con i ragazzi e le famiglie ?

  PRESIDENTE. Concluda.

  FABIO RAMPELLI. Se aggiungiamo il fatto che avete depenalizzato – lo ricordo al Ministro Boschi – la coltivazione della cannabis, non abbiamo dubbi sul fatto che questo fenomeno stia proliferando a causa vostra.

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(Elementi ed iniziative in merito al fenomeno del ricorso al cosiddetto «conto terzi» da parte delle amministrazioni statali dei beni culturali – n. 3-02180)

  PRESIDENTE. Il deputato Mazziotti di Celso ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02180, concernente elementi ed iniziative in merito al fenomeno del ricorso al cosiddetto «conto terzi» da parte delle amministrazioni statali dei beni culturali (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente, signor Ministro, l'interrogazione riguarda, appunto, il fenomeno del «conto terzi» che è quello con il quale le amministrazioni dei beni culturali consentono il fatto che determinate prestazioni straordinarie siano svolte da personale delle sovrintendenze a carico e su remunerazione da parte dei concessionari. È un fenomeno che ha avuto una grandissima diffusione e ha suscitato anche delle polemiche; l'interrogazione al Ministro è sui dati relativi alla diffusione di questo fenomeno in questi anni, anche perché il Ministero aveva avviato un censimento proprio perché le informazioni ricevute erano insufficienti rispetto a quanto richiesto dalla normativa nell'ambito del rinnovamento che il Ministro sta portando avanti nel Ministero, con tutte le iniziative in corso e la lodevolissima decisione, anche, di ripartire con le gare su tutti i servizi che riguardano i beni culturali. La domanda è naturalmente quella sui dati relativi al «conto terzi» e un pochino anche su quelle che sono le intenzioni e le determinazioni del Ministero sul ricorso a questo tipo di strumento per il futuro.

  PRESIDENTE. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. L'onorevole Mazziotti chiede, appunto, notizie su questa pratica diffusa dello svolgimento da parte del personale del Ministero di prestazioni lavorative per «conto terzi» in occasione di particolari mostre o manifestazioni culturali che si svolgono presso i nostri musei. Questo fenomeno è regolato da un accordo disciplinare integrativo stipulato il 3 marzo 2010 tra l'amministrazione e le organizzazioni sindacali che aveva a oggetto la materia intera della contrattazione, appunto, delle convenzioni per conto terzi. Gli importi del compenso orario, in questo caso, sono rapportati al periodo temporale in cui la prestazione è effettuata, cioè se è un giorno feriale o se è un giorno festivo, e sono del tutto a carico del terzo concessionario e, quindi, non comportano oneri retributivi a carico dell'amministrazione. Dopo una prima verifica fatta sulla situazione e sull'entità del fenomeno che è stata avviata con circolare del segretario generale del 2014, ho ritenuto direttamente di chiedere, in data 5 ottobre 2015, un'ulteriore e più approfondita ricognizione della situazione quantitativa e qualitativa in ordine a tutti i rapporti contrattuali in essere tra il Ministero e i soggetti esterni, i concessionari dei vari servizi aggiuntivi. Conseguentemente è stata diramata una circolare che ha richiamato tutti gli istituti che non avessero ancora provveduto ad effettuare con urgenza gli adempimenti. Le rilevazioni per l'anno 2015, sulla base degli atti che sono attualmente in possesso, riguardano l'attestazione di 143 istituti, circa il ricorso al cosiddetto «conto terzi», su un totale di 288, per una percentuale del 51,4, per cui emerge un impegno di spesa a carico dei soggetti terzi che si può stimare, indicativamente, in un valore di 2 milioni, per un numero di ore lavorate pari circa a 66.000, calcolate a un costo medio di 30 euro, con una concentrazione in Lombardia e in Piemonte, per l'area Nord, in Lazio e Toscana, per il Centro, e nella regione Campania per il Sud. I compensi percepiti dal personale sono oggetto di comunicazione al dipartimento della funzione pubblica per ciò che attiene alle rilevazioni dati nell'ambito dell'anagrafe Pag. 13delle prestazioni. A questo punto io ho sollecitato, tramite il segretario generale del Ministero, per capire esattamente se i restanti istituti non hanno risposto perché non hanno «conto terzi» o non hanno risposto per un'inadempienza sulla risposta. Alla luce dei dati completi, che spero mi arriveranno in un tempo breve, io – rispondo all'onorevole Mazziotti – mi riservo di adottare tutte le iniziative necessarie per garantire la massima trasparenza del fenomeno e il suo massimo contenimento, in una misura che il più possibile sia contenuta, perché ritengo che il «conto terzi» debba essere un'eccezione e non, mai, una regola.

  PRESIDENTE. Il deputato Mazziotti Di Celso ha facoltà di replicare.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, signor Ministro, anche per le iniziative prese che sono sicuramente positive, finalizzate, appunto, a un censimento e a un monitoraggio di questa pratica, anche perché ci sono due aspetti di questo fenomeno che lasciano sorgere particolari perplessità.
  Il primo è che, quando il fenomeno diventa così diffuso e ci sono aree geografiche nelle quali, appunto, è molto diffuso, il fatto che i costi siano interamente a carico del concessionario lascia pensare che quanto trattenuto dal concessionario in forza dei contratti con la pubblica amministrazione sia eccessivo, perché se un concessionario può permettersi di pagare migliaia e migliaia di ore in «conto terzi», questo significa che forse il rapporto tra concessionario e amministrazione, in realtà, lascia al concessionario un amplissimo margine di utile sul quale scaricare queste prestazioni. Infatti, è evidente che, altrimenti, i concessionari avrebbero delle difficoltà a gestire questa situazione.
  L'altro aspetto è che l'utilizzo del personale delle sovrintendenze – ed è una delle contestazioni che sono state fatte – porta, in alcuni casi, addirittura, a situazioni in cui ci sono dipendenti che sono ai confini del secondo stipendio, nel senso che è talmente ripetuta quest'attività che le somme erogate non sono affatto occasionali, ma si verificano ripetutamente e lì viene la domanda se non sarebbe molto più opportuno chiedere al concessionario di attivarsi per dei contratti specifici, magari con dei giovani, che consentano un aumento occupazionale, piuttosto che continuare a versare doppi compensi a chi già ha uno stipendio pubblico.

(Iniziative volte a preservare il ruolo degli Archivi di Stato, anche attraverso l'assunzione di un numero adeguato di archivisti – n. 3-02181)

  PRESIDENTE. La deputata Santerini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02181, concernente iniziative volte a preservare il ruolo degli Archivi di Stato, anche attraverso l'assunzione di un numero adeguato di archivisti (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  MILENA SANTERINI. Signora Presidente, signor Ministro, gli Archivi sono un bene della nazione, sono il deposito della memoria del nostro Paese, ma questo settore nascosto, molte volte, è in sofferenza, in particolare per la mancanza di archivisti. Forse, quasi il 95 per cento dei nostri archivisti in pochi anni andrà in pensione; sono 621, oggi, e hanno quasi tutti più di cinquant'anni.
  Quindi, io chiederei, poiché il settore è in sofferenza e abbiamo bisogno di sostituire i vecchi archivisti, diciamo così, anche e soprattutto per una formazione dei più giovani, per la digitalizzazione del patrimonio, quali iniziative il Ministero intenda condurre.

  PRESIDENTE. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere.

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  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Ringrazio l'onorevole Santerini perché ci dà l'occasione di portare in Aula la situazione difficile degli Archivi.
  Gli Archivi sono il deposito della memoria del Paese. Sono 116 gli Archivi dello Stato, tutta la vigilanza è affidata alle sovrintendenze archivistiche che, oggi, hanno acquisito anche la competenza, in base ad una nuova norma di legge, che riguarda le biblioteche.
  In base all'articolo 16 del decreto-legge n. 78 del 2015, peraltro, è prevista la possibilità che le province, in fase di scioglimento, possano versare i loro archivi presso gli Archivi di Stato, quindi, questo aumenterà, ovviamente, le esigenze di spazi e di personale.
  Attualmente sono utilizzati, come sedi di istituti archivistici, 238 immobili, di cui 137 sono, purtroppo, in locazione passiva. Oltretutto, sono locali, come è evidente, che richiedono condizioni particolari, in base alle normative di sicurezza, di impianti tecnici, di adeguamento, di rispetto di specifici standard. Nelle risorse riferite alla manutenzione del nostro patrimonio abbiamo destinato 25 milioni di euro per il triennio 2016-2018, in particolare per la sicurezza, e stiamo cercando, attraverso una serie di operazioni, in particolare con l'Agenzia del demanio, su altri immobili di proprietà pubblica, di ridurre il più possibile i canoni di locazione che oggi sono pari a 17,7 milioni annui.
  Abbiamo fatto due cose che vanno nella direzione che l'interrogante sollecita: nella legge di stabilità, oltre alle procedure in atto in tutta la pubblica amministrazione, cioè la mobilità volontaria e il passaggio dei ruoli dalle amministrazioni provinciali allo Stato, è prevista una norma in deroga ai criteri generali del turnover nella pubblica amministrazione: è l'articolo 1, comma 328, della legge di stabilità che autorizza l'assunzione, a tempo indeterminato, per il Ministero, di 500 funzionari inquadrati nella terza area del personale non dirigenziale. Questo consente di coprire tutti i posti vacanti in pianta organica rispetto a quell'area e una parte rilevante di questa sarà la copertura di tutti i posti vacanti di terza area degli archivisti.
   Naturalmente sappiamo, perché quello che lei dice è vero, che l'età media è avanzata e quindi copriamo i posti vacanti attualmente, ma nel frattempo andranno in pensione altre persone e non possiamo lasciare gli archivi senza il personale specializzato. Peraltro, servirebbe un periodo di contestuale presenza per poter trasferire il know how da una generazione all'altra. È, quindi, evidente che nella prossima legge di stabilità, se ci sarà la volontà del Parlamento di consentirci di incrementare questo numero di 500, a quel punto, il concorso sarà sostanzialmente completato e questo ci consentirà di coprire gli ulteriori posti che si saranno resi vacanti in pianta organica.
  Aggiungo: nell'aumento di risorse del mio Ministero, la scelta che abbiamo fatto – finalmente un aumento di risorse al Ministero dei beni culturali – è stata non di destinarle ai settori tradizionali forti, come per esempio, lo spettacolo dal vivo, il FUS, ma di destinarle alle strutture che sono state molto impoverite in questi anni, eppure sono così importanti. Quindi, gli archivi, le biblioteche, gli istituti storici e gli istituti del Ministero hanno avuto da raddoppiate a triplicate le risorse rispetto all'anno precedente. Non è sufficiente, ma è veramente una boccata d'ossigeno che era attesa da anni.

  PRESIDENTE. La deputata Santerini ha facoltà di replicare.

  MILENA SANTERINI. Grazie della risposta, signor Ministro. Io so che c’è attenzione al Ministero per questo problema, che però è veramente grande. Lei appunto ha elencato non solo il problema del personale, ma anche quello della manutenzione e quello dei locali, dei magazzini, in cui si spendono milioni di euro per gli affitti. Questi problemi sono collegati perché, per poter ridurre tutta la mole di documenti che abbiamo, dobbiamo selezionarli e, per selezionarli, ci vogliono gli archivisti.Pag. 15
  Quindi, io credo che si comincerebbe appunto da qui, anche per quanto riguarda il concorso di cui lei ha parlato, per 500 unità, perché anche nel settore dei dirigenti ne abbiamo ventidue e, nel 2019, rischiamo di trovarci con due dirigenti archivisti che quindi avranno la responsabilità appunto di guidare anche gli altri.
  Quindi, noi chiediamo che in questo concorso ovviamente si dia particolare attenzione al fatto di destinare i funzionari negli archivi e che naturalmente, con l'aiuto del Parlamento, si possa bandire al più presto un nuovo concorso anche e soprattutto per i dirigenti.

(Elementi in merito al piano strategico per lo sviluppo del turismo in Italia – n. 3-02182)

  PRESIDENTE. La deputata Vanessa Camani ha facoltà di illustrare l'interrogazione Benamati ed altri n. 3-02182, concernente elementi in merito al piano strategico per lo sviluppo del turismo in Italia, (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria, per un minuto.

  VANESSA CAMANI. Grazie, Presidente. Si sono recentemente conclusi gli stati generali del turismo a Pietrarsa. Questo passaggio, con la presenza di molte istituzioni regionali e territoriali e delle più alte rappresentanze delle associazioni di categoria, ha dimostrato l'importanza che il settore riveste per l'economia italiana.
  Il turismo in Italia, dopo una stagione difficile, anche grazie alle politiche di questo Governo che è intervenuto sia in termini di governance, che in termini di risorse finanziarie, sembra aver finalmente ripreso un sentiero di crescita. Ma per sostenere ulteriormente il settore, che incide per oltre il 10 per cento del PIL e che presenta ancora margini rilevanti di crescita, è urgente approvare ora un piano strategico per lo sviluppo del turismo in Italia, un piano di ampio respiro che affronti i molti nodi ancora irrisolti e che promuova un modello di turismo orientato verso l'eccellenza, che valorizzi l'intero patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese e che abbia un approccio innovativo coerente e complessivo.
  Le chiediamo dunque, signor Ministro, quali siano gli orientamenti, gli strumenti, gli ambiti di intervento e le tempistiche del Piano strategico per il turismo in Italia che intende sviluppare.

  PRESIDENTE. Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Franceschini, ha facoltà di rispondere.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Grazie, Presidente. Come i parlamentari sanno, la situazione sulla quale abbiamo iniziato a lavorare all'inizio dell'esperienza di questo Governo sul tema del turismo è una situazione molto difficile dal punto di vista delle strutture stesse; la direzione generale era appena transitata al Ministero dei beni culturali dopo avere peregrinato in vari Ministeri, dalla Presidenza del Consiglio alle attività produttive da solo, poi con i beni culturali e abbiamo fatto una scelta legislativa importante che ha richiesto però una riorganizzazione della Direzione generale, che oggi ha un nuovo direttore generale ed è pienamente operativa.
  Contemporaneamente, siamo passati attraverso la scelta del commissariamento dell'ENIT, la riscrittura della missione, la nomine della nuova governance e, a oggi, anche l'ENIT è nel pieno delle funzioni e sta operando.
  Contemporaneamente, la cosa più importante è il processo di riforma costituzionale: con il voto di ieri sta arrivando a conclusione e dentro quel processo c’è finalmente la correzione del rapporto distorto Stato-regioni che da tempo necessitava di una correzione, nel senso di riportare allo Stato una gran parte delle funzioni di valorizzazione e di promozione dell'immagine del Paese all'estero. Dentro questo schema, noi stiamo adempiendo al dovere di legge di scrivere il piano strategico per il turismo: abbiamo pensato di Pag. 16non ripetere l'errore che si è visto tante volte fare nel nostro Paese, ogni Governo ricominciare da capo; e quindi abbiamo utilizzato come base di lavoro il Piano Gnudi, che non era mai arrivato ad approvazione formale ma che aveva fatto un ottimo percorso e un ottimo lavoro, a cui abbiamo aggiunto il lavoro del Laboratorio del turismo digitale, che ha lavorato per un anno, e il primo incontro di Pietrarsa sui temi del turismo sostenibile.
   Sulla base di questi elementi, la settimana scorsa, a Pietrarsa, nel Museo ferroviario molto bello e molto importante che vi invito a vedere – siamo stati ospiti del Ministro Delrio –, abbiamo avuto 500 rappresentanti delle istituzioni del mondo dell'impresa e tutto il mondo del turismo, in un meccanismo molto partecipativo fatto di ventotto tavoli che hanno discusso approfonditamente tutti i temi che sono stati posti all'attenzione dei presenti per la scrittura dei punti strategici centrali del nuovo piano. Il percorso continuerà a essere un percorso partecipativo, sta continuando dopo Pietrarsa secondo un cronoprogramma stabilito, arriverà all'approvazione del Piano – come prevede la norma – nel Comitato permanente per il turismo e successivamente all'approvazione, come prevede la legge, in Consiglio dei ministri e noi prevediamo che questo avvenga prima dell'estate. Abbiamo scelto questo percorso partecipativo che non era mai stato fatto perché riteniamo che non ci sia settore più del turismo in cui è assolutamente necessaria una condivisione totale degli obiettivi tra i livelli pubblici che si occupano di turismo e le imprese, i privati e gli operatori. Il percorso, fino ad oggi, sta andando in quella direzione e, se arriveremo ad approvare un piano condiviso da tutti gli operatori del settore, credo che veramente quello sarà il punto di riferimento dentro il quale poi ognuno, pubblico o privato, farà la propria parte nei prossimi cinque anni.

  PRESIDENTE. Il deputato Tiziano Arlotti, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare per due minuti.

  TIZIANO ARLOTTI. Presidente, signor Ministro, la ringrazio per la puntuale e articolata risposta. Il Piano strategico per lo sviluppo del turismo diventa per noi fondamentale perché il turismo è intersettoriale per antonomasia e il Piano strategico dovrà diventare uno strumento di programmazione e di strategia sia strategica che operativa. È importante che questo lavoro abbia anche una tempistica ravvicinata e soprattutto coinvolga tutti gli operatori e gli stakeholders, come ha ricordato, sia pubblici che privati. Dobbiamo calarlo in questo contesto normativo, che abbiamo iniziato a cambiare, prima con la legge sul turismo e sulla cultura e, successivamente, con l'approvazione proprio ieri in questa sede della riforma costituzionale, con cui si stabilisce, all'articolo 117, con chiarezza quali sono i compiti dello Stato e quali sono soprattutto quelli degli altri soggetti, come le regioni. Ma soprattutto è importante che queste politiche siano portate avanti con il fattivo contributo operativo da parte di ENIT, che deve coordinare al meglio sia le politiche di promozione, che di offerta turistica. L'Italia quest'anno è andata bene: più 3,2 per cento di arrivi di turisti stranieri e un bel più 4,7 per cento della spesa totale nel 2015; c’è da dire che, nonostante tutto, noi, pur essendo il Paese più desiderato a livello mondiale, siamo al quinto posto ad oggi. Quindi, ci sono i margini per migliorare questo lavoro, soprattutto ci sono le condizioni perché questi piani di azione, che vengono portati avanti dal tavolo che è coordinato dal Ministero stesso, abbiano un buon fine.
  Un'ultima cosa: io credo che sia giunto anche il momento di mettere mano al codice del turismo, visto e considerato che le sentenze della Corte costituzionale l'hanno pesantemente mutilato. Credo che ci siano tutte le condizioni e, come parlamentari anche del PD, non mancheremo di portare il nostro contributo, perché crediamo che sia un terreno molto importante, su cui dovremo cimentarci di qui a questa estate.

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(Iniziative volte all'avvio di un'ispezione sulla gestione dell'autorità portuale di Augusta, con particolare riferimento all'adozione di atti non rientranti nell'ordinaria amministrazione – n. 3-02183)

  PRESIDENTE. Il deputato Fava ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02183, concernente iniziative volte all'avvio di un'ispezione sulla gestione dell'autorità portuale di Augusta, con particolare riferimento all'adozione di atti non rientranti nell'ordinaria amministrazione (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  CLAUDIO FAVA. Presidente, ringrazio il Ministro anche per essere qui a rispondere a questa nostra interrogazione, che ne ricalca una che abbiamo presentato un anno fa; per titoli rapidamente la riepilogo. Il porto di Augusta: un appalto senza gara per più di 700 mila euro; bilanci pubblicati con ampi margini di opacità, nessuna pubblicazione sul sito istituzionale dei compensi connessi alla carica (rimborsi spese e così via); un commissario che all'epoca era prorogato (due commissari si sono succeduti) perché non c'era più un presidente da diciotto mesi. Adesso siamo quasi a trenta mesi, e il commissariamento, come dice la legge n. 84 del 1994, è misura eccezionale e transitoria per il tempo strettamente occorrente a pervenire all'intesa sulla persona da nominare. Le si chiedeva di valutare l'opportunità di un'ispezione al porto di Augusta e naturalmente di provvedere con la nomina di un presidente; all'interrogazione non abbiamo ancora avuto risposta.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere.

  GRAZIANO DELRIO, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.  Presidente, onorevole, la questione posta riguarda i lavori della delibera del 30 agosto 2013, quando era in carica il presidente Garozzo, quindi il presidente regolare, non il commissario; e la competente Direzione generale per la vigilanza sulle autorità portuali ha fatto presente che l'autorità portuale di Augusta, allora, a seguito anche delle vostre segnalazioni, ha indetto una procedura negoziata, senza previa pubblicazione di un bando di gara, ai sensi dell'articolo 122 del codice degli appalti, invitando a partecipare alla gara stessa quindici imprese, cioè cinque in più di quelle necessarie, iscritte nell'elenco degli operatori. Delle imprese invitate, sette hanno poi presentato offerte e la gara è stata aggiudicata dalla società impresa di costruzioni Colombrita e C., che ha offerto un ribasso dell'8,50 per cento; l'avviso di aggiudicazione è stato pubblicato sul sito istituzionale dell'ente. La citata Direzione generale ha anche comunicato che i lavori si sono svolti regolarmente, che sono stati collaudati nel settembre 2014 e che il collegio dei revisori dei conti, preposto al controllo sugli atti dell'autorità portuale di Augusta, non ha sollevato alcuna questione di irregolarità. Quindi, in relazione a quell'appalto, pare che sia in osservanza.
  Invece, in relazione al tema che lei ha sollevato, onorevole, della trasparenza, l'autorità segnala che ha pubblicato sulla pagina istituzionale della Gazzetta Amministrativa online tutte le informazioni, o meglio le informazioni relative all'ente e i bilanci dello stesso. Le segnalo, però, che ritengo che tale metodo di trasparenza non sia completamente adeguato. Per questo, all'interno del Ministero abbiamo chiesto di aprire sia un sito, Opencantieri, che la totale disponibilità all'accesso ai dati delle autorità portuali. Nonostante questo, devo segnalare che l'autorità portuale – nonostante si possa fare di più – ha avviato già alla fine del 2013, quindi già col presidente dell'autorità portuale in carica, un'operazione per il rispetto della legalità, adottando uno specifico protocollo nel marzo 2014 con la prefettura (piano anticorruzione e trasparenza); e poi, anche su nostro stimolo, il 25 gennaio scorso Anac e autorità portuale hanno sottoscritto un protocollo di azione per la vigilanza collaborativa. Sulla base quindi Pag. 18delle informazioni riportate, stante l'assenza di specifiche segnalazioni da parte dei competenti organi di controllo, non è stata avviata alcuna indagine ispettiva.
  Per quanto riguarda le gestioni commissariali – avete segnalato giustamente che sono appunto in atto da tempo gestioni commissariali –, il 20 novembre 2013 era venuto a scadenza il periodo di prorogatio e non si addivenì allora a nessun accordo tra gli enti con l'iter segnalato; dopo il mio arrivo, nell'aprile 2015, abbiamo attivato il piano di riforma della governance delle autorità portuali e il piano generale di riforma della portualità e della logistica, che prevede una drastica modifica delle modalità di elezione, e in tutte le autorità portuali abbiamo cristallizzato la situazione. Quindi, ai commissari straordinari vengono riconosciuti i poteri e le attribuzioni del presidente indicati dalla legge n. 84 del 1994, senza nessuna distinzione tra ordinarietà e straordinarietà dell'esercizio di tali poteri. Però, auspichiamo, visto che l'iter è ormai concluso e abbiamo finalmente trovato l'accordo con le regioni, di concludere in poche settimane, procedendo con la nuova elezione – finalmente – e dando stabilità a questo sistema, che ha certamente bisogno di essere ordinato anche sotto gli aspetti che voi avete segnalato.

  PRESIDENTE. Il deputato Fava ha facoltà di replicare.

  CLAUDIO FAVA. Presidente, signor Ministro, la ringraziamo per le risposte, anche se ci permetterà di conservare un dubbio sul fatto che per trenta mesi questa autorità sia rimasta commissariata: trenta mesi è un tempo lungo, soprattutto per una figura che dovrebbe occuparsi soltanto dell'ordinaria amministrazione. Mi permetta anche di cogliere quest'occasione per dirle quanto venga considerato da noi spiacevole il fatto che per un anno le risposte che lei oggi ci sta cortesemente fornendo non siano state date a quell'interrogazione mentre il giorno dopo che quell'interrogazione era stata presentata al suo ufficio è stata immediatamente trasmessa da qualcuno nelle mani di un gruppo di signori, tra cui un bizzarro faccendiere, questo signor Gemelli, che l'hanno ampiamente letta e discussa, valutandone le contromisure, anche con affermazioni, che lei avrà letto nelle trascrizioni delle intercettazioni, abbastanza deliranti.
  Io considero tutto questo imbarazzante, come considero preoccupante, mettendomi anche al posto suo, il fatto che, per sostenere la riconferma come commissario dell'avvocato Cozzo, si sia mossa una lobby così ampia, generosa, trasversale (faccendieri, ammiragli, quartieri di ogni tipo). È cosa che ci preoccupa, perché parliamo del primo porto industriale d'Italia, perché parliamo di un porto in cui transitano 33 milioni di tonnellate di greggio ogni anno, perché parliamo di un porto in cui sono previsti lavori per 150 milioni di euro per l'ampliamento e perché parliamo di una necessità di trasparenza. Delle manovre che si sono intrecciate – presumiamo alle sue spalle, ma che manovre sono state – e di cui abbiamo avuto notizia soltanto un anno dopo, attraverso la trascrizione di queste intercettazioni, restiamo tutti piuttosto preoccupati.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sui lavori dell'Assemblea (ore 16,10).

  PRESIDENTE. Avverto che, con lettera in data 12 aprile 2016, il presidente della Commissione agricoltura ha rappresentato che l'ufficio di presidenza della Commissione, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha convenuto all'unanimità l'esigenza di chiedere un rinvio di almeno una settimana dell'inizio dell'esame in Assemblea della proposta di legge recante interventi per il settore ittico (A.C. 521 ed abbinate), previsto a partire da lunedì 18 aprile, al fine di consentire che la Commissione bilancio possa esprimere il parere Pag. 19sul testo prima della conclusione dell'esame in sede referente. L'esame del provvedimento non sarà pertanto iscritto all'ordine del giorno delle sedute della prossima settimana.
  Avverto, inoltre, che successivamente alla predisposizione del calendario dei lavori per il mese di aprile è stata assegnata alla Commissione politiche dell'Unione europea anche la relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2015, di cui la Commissione medesima ha concluso l'esame, a norma dell'articolo 126-ter, comma 6, del Regolamento. La discussione sulle linee generali di tale documento avrà pertanto luogo nella seduta di lunedì 18 aprile, congiuntamente al disegno di legge n. 3540-A recante delega al Governo per il recepimento delle direttive e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea, legge di delegazione europea 2015. Il seguito dell'esame della relazione avrà luogo nei giorni successivi.
  Lo schema recante l'organizzazione dei tempi per l'esame della legge di delegazione europea 2015 e della relazione consuntiva sarà pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

Ordine del giorno della prossima seduta.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

  Lunedì 18 aprile 2016, alle 14:

  1. – Discussione sulle linee generali della proposta di legge:
   PES ed altri: Dichiarazione di monumento nazionale della Casa Museo Gramsci in Ghilarza (C. 3450).
  — Relatrice: Carocci.

  2. – Discussione congiunta sulle linee generali del disegno di legge e del documento:
   Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2015 (C. 3540-A).
  — Relatore: Michele Bordo.

   Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2015 (Doc. LXXXVII, n. 4).
  — Relatore: Bergonzi.

  3. – Discussione sulle linee generali delle mozioni Lupi ed altri n. 1-01195, Carfagna ed altri n. 1-01187, Roccella ed altri n. 1-01218 e Spadoni ed altri n. 1-01223 concernenti iniziative, in ambito nazionale e sovranazionale, per il contrasto di tutte le forme di surrogazione di maternità.

  La seduta termina alle 16,15.

Pag. 20

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEL DISEGNO DI LEGGE N. 3540 E DEL DOC. LXXXVII, N. 4

Ddl n. 3540 – Legge di delegazione europea 2015 e Doc. LXXXVII, n. 4 – Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2015

Discussione congiunta sulle linee generali

Tempo complessivo: 7 ore e 30 minuti.

Relatori 20 minuti

(complessivamente)

Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 14 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 26 minuti
 Partito Democratico 50 minuti
 MoVimento 5 Stelle 30 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 30 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia e Libertà 30 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 32 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 31 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 30 minuti
 Democrazia Solidale – Centro Democratico 31 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 30 minuti
 Misto: 32 minuti
  Conservatori e Riformisti 7 minuti
  Alternativa Libera 6 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 4 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 3 minuti
  Unione Sudamericana Emigrati Italiani 3 minuti
  FARE! – PRI 3 minuti
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Ddl n. 3540 - Legge di delegazione europea 2015

Seguito dell'esame: 6 ore.

Relatore 15 minuti
Governo 15 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 15 minuti
Interventi a titolo personale 57 minuti (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 13 minuti
 Partito Democratico 59 minuti
 MoVimento 5 Stelle 38 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 27 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia e Libertà 21 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 19 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 17 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 17 minuti
 Democrazia Solidale – Centro Democratico 16 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 24 minuti
  Conservatori e Riformisti 6 minuti
  Alternativa Libera 5 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 4 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 2 minuti
  Unione Sudamericana Emigrati Italiani 2 minuti
  FARE! – PRI 2 minuti
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Doc. LXXXVII, n. 4 - Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2015

Seguito dell'esame: 2 ore e 30 minuti.

Relatore 10 minuti
Governo 10 minuti
Richiami al Regolamento e tempi tecnici 10 minuti
Interventi a titolo personale 17 minuti (con il limite massimo di 3 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 43 minuti
 Partito Democratico 29 minuti
 MoVimento 5 Stelle 12 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 9 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia e Libertà 7 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 7 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 7 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 6 minuti
 Democrazia Solidale – Centro Democratico 6 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 6 minuti
 Misto: 14 minuti
  Conservatori e Riformisti 2 minuti
  Alternativa Libera 2 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 2 minuti
  Unione Sudamericana Emigrati Italiani 2 minuti
  FARE! – PRI 2 minuti