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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 603 di mercoledì 6 aprile 2016

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PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  La seduta comincia alle 9,35.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Bueno, Capelli, Dambruoso, Dell'Orco, Fedriga, Locatelli, Manciulli, Marotta, Mazziotti Di Celso, Palazzotto, Pes, Pisicchio, Rampelli, Realacci, Tabacci, Tidei e Turco sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centosette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna).

Annunzio delle dimissioni di un Ministro.

  PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Consiglio dei ministri ha inviato, in data 5 aprile 2016, la seguente lettera:
   «Onorevole Presidente, la informo che il Presidente della Repubblica, con proprio decreto, in data odierna, adottato su mia proposta, ha accettato le dimissioni rassegnate dalla dottoressa Federica Guidi dalla carica di Ministro dello sviluppo economico. Con il medesimo decreto, il Presidente della Repubblica mi ha conferito l'incarico di reggere ad interim il predetto Dicastero.
Matteo Renzi, 6 aprile 2016».

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,39).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.

  La seduta, sospesa alle 9,40, è ripresa alle 10,05.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Seguito della discussione delle mozioni Ruocco ed altri n. 1-01140, Brunetta ed altri n. 1-01206, Peluffo ed altri n. 1-01208, Paglia ed altri n. 1-01209, Buttiglione ed altri n. 1-01211, Rampelli ed altri n. 1-01212, Caparini ed altri n. 1-01213, Vezzali e Monchiero Pag. 2n. 1-01214 e Civati ed altri n. 1-01215 concernenti presupposti e modalità di riscossione del canone di abbonamento per la detenzione di apparecchi atti o adattabili alla ricezione di trasmissioni radiotelevisive.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Ruocco ed altri n. 1-01140, Brunetta ed altri n. 1-01206 (Nuova formulazione), Peluffo ed altri n. 1-01208, Paglia ed altri n. 1-01209, Buttiglione ed altri n. 1-01211, Rampelli ed altri n. 1-01212, Caparini ed altri n. 1-01213, Vezzali e Monchiero n. 1-01214 e Civati ed altri n. 1-01215 concernenti presupposti e modalità di riscossione del canone di abbonamento per la detenzione di apparecchi atti o adattabili alla ricezione di trasmissioni radiotelevisive (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 4 aprile 2016, sono state presentate le mozioni Buttiglione ed altri n. 1-01211, Rampelli ed altri n. 1-01212, Caparini ed altri n. 1-01213, Vezzali e Monchiero n. 1-01214, Civati ed altri n. 1-01215 e una nuova formulazione della mozione Brunetta ed altri n. 1-01206, che sono già state iscritte all'ordine del giorno.
  Avverto, inoltre, che in data odierna è stata presentata una nuova formulazione della mozione Peluffo ed altri n. 1-01208 (Vedi l'allegato A – Mozioni), il cui testo è in distribuzione.

(Intervento e parere del Governo)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Antonello Giacomelli, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

  ANTONELLO GIACOMELLI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, ai fini di rispettare l'economia dei lavori della Camera, vorrei – riprendendo i punti sollevati dalle diverse mozioni, che sono riassumibili in poche questioni – precisare il parere del Governo sui punti che sono oggetto delle mozioni, in modo che riformulazioni o pareri contrari appariranno comprensibili.
  Una parte degli impegni che si chiedono al Governo nelle mozioni intervengono sul presupposto per il canone RAI. Vorrei dire in quest'Aula nel modo più chiaro possibile che il presupposto non è cambiato, è lo stesso finora vigente. Quindi, piena disponibilità a ribadirlo e confermarlo in ogni sede, ma desidero nuovamente dire in quest'Aula che il presupposto non è cambiato, e il presupposto è il possesso di un apparecchio televisivo.

  PRESIDENTE. Scusate, colleghi, un po’ di attenzione. Il sottosegretario sta dando il parere, è molto difficile seguire, vi pregherei quindi di fare attenzione o di uscire dall'Aula, grazie. Prego, sottosegretario.

  ANTONELLO GIACOMELLI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Grazie. Il presupposto per essere assoggettati al pagamento del canone è, dunque, confermato in quello esistente – che il nostro intervento normativo non modifica – ed è il possesso di un apparecchio televisivo che, direttamente o tramite decoder, sia in grado captare il segnale digitale terrestre.
  Credo sia chiaro a tutti noi qui dentro che questa è una scelta di carattere politico, non è una scelta tecnica, perché è del tutto evidente che esistono oggi altri device attraverso cui si può fruire del prodotti radiotelevisivi.
  Esiste però una posizione del MISE, che è fermata in una circolare, che spiega con chiarezza come l'unico device che rileva ai fini dell'imposta è l'apparecchio televisivo. Questo Governo ha confermato questa scelta, per dirla ancora più esplicitamente, escludendo tablet, smartphone, device diversi dall'apparecchio televisivo.
  Quindi, quando nelle mozioni troveremo impegni che riguardano questo punto, la decisione del Governo sarà solo dettata da questa semplice considerazione: Pag. 3che non è cambiato il presupposto, è cambiata o, meglio, si è arricchita la presunzione. Abbiamo introdotto, oltre alla presenza dell'antenna, cioè dell'apparecchiatura atta a captare il segnale, come presunzione, il contratto di fornitura elettrica domiciliare nelle abitazioni di residenza. È una presunzione che non sposta il presupposto, tanto è vero che, anche qui, rimane confermata la modalità con cui ogni cittadino può comunicare di non essere nelle condizioni di essere assoggettato al pagamento del canone e, cioè, di non avere il possesso di un apparecchio televisivo che, direttamente o con decoder, capti il segnale o di trovarsi nelle condizioni di età e di reddito per essere esentati. Lo fa esattamente, come lo faceva fino adesso, attraverso una comunicazione all'Agenzia delle entrate.
  Che cosa è accaduto ? Che abbiamo qualificato questa comunicazione esattamente per quello che è, cioè un'autocertificazione che ha effetto immediato, non con effetto sospeso in base alla verifica: il cittadino dichiara che non ha l'apparecchio televisivo e viene depennato. Quindi, è un'autocertificazione a tutti gli effetti e che, come tale (ho visto la meraviglia per la scoperta che esistono sanzioni per le autocertificazioni false: è una cosa che il Parlamento ha già stabilito dal 2000), segue il regime delle autocertificazioni, che vengono prese esattamente per buone e che, in caso di dichiarazioni non imprecise, in caso di autodichiarazioni false, hanno evidentemente un regime sanzionatorio, che va dalla pena pecuniaria a quella detentiva in base all'importo, alla gravità, a tutta una serie di fattori che non tocca a noi valutare.
  Su questo ci sono richieste – in particolare, mi sembra dal gruppo del PD – su un'assunzione di nuovi termini, in fase di prima applicazione, per consentire a tutti di venire a conoscenza in modo certo di questa modalità, della possibilità e di poter ottemperare. Su questo c’è la disponibilità nel Governo, perché sia chiaro ad ipotizzare una data diversa, e più avanti lo dirò nello specifico.
  In alcuni punti delle mozioni si chiede di intervenire sulla modifica dell'annualità della dichiarazione. Non è possibile per un semplice motivo: la situazione si basa sullo stato di fatto, di anno in anno, degli utenti e, quindi, deve essere ogni anno precisata la propria posizione. Non vi è alcuna inversione dell'onere della prova. In particolare, il collega Occhiuto, nell'illustrare i punti della sua mozione, ha sostenuto questa tesi che è evidentemente imprecisa, perché c’è, al contrario, la piena assunzione della dichiarazione dello stato di fatto del cittadino: non deve dimostrare di non avere l'apparecchio televisivo, deve dichiararlo e da lì deve essere esentato. Chiaramente, come ogni cittadino, come ognuno di noi, se rende una dichiarazione falsa, mendace, si assume la responsabilità, ma non c’è alcuna inversione dell'onere della prova.
  Benissimo tutti i punti delle mozioni che invitano e che richiamano l'attenzione alla normativa che riguarda la privacy, a tenere informato in modo costante il Parlamento, perché il Parlamento possa valutare i termini del recupero dell'evasione, l'impatto, la modalità, e che siano tutelati i consumatori: benissimo ogni norma che invita alla tutela degli utenti. Troveremo ogni modalità – e sono grato anche ai gruppi, ai parlamentari che intendano a tale riguardo rendere un servizio ai cittadini – per informare esattamente, fermo restando il giudizio politico di ciascuno sull'operazione in sé, circa i termini delle cose, che non modificano né il presupposto – lo ripeto, che è il possesso di un apparecchio televisivo – né la modalità con cui un cittadino, che non ha l'apparecchio televisivo o che si trova in una condizione di età e di reddito prevista dalla normativa, può chiedere ed immediatamente ottenere di essere esentato.
  Detto questo, nel merito delle mozioni, quindi, conseguentemente a questi punti, sulla mozione Ruocco ed altri n. 1-01140, il Governo accoglie il primo punto del dispositivo, a condizione che sia riformulato. Vorrei precisare che sulle premesse delle mozioni, fatta esclusione per la mozione a prima firma dell'onorevole Peluffo, Pag. 4su cui c’è un parere favorevole, su tutte le altre, il Governo si rimette all'Aula. Ho qualche anno di esperienza di Aula parlamentare e capisco bene che le premesse sono l'espressione di una valutazione politica molto articolata. Questa naturalmente è la mia opinione, la linea che intendo tenere: se vi fosse la necessità di andare a proporre anche riformulazioni e correzioni delle premesse in narrativa, io credo che i nostri lavori ne risentirebbero senza utilità. Quello che rileva per me sono gli impegni chiesti al Governo, su cui esprimerò un parere analitico; sulle premesse mi rimetto senz'altro all'Aula, lasciando a ciascun gruppo e a chi, poi, voterà la responsabilità delle cose dette.
  Quindi, sul primo punto del dispositivo della mozione Ruocco ed altri n. 1-01140, il Governo propone la seguente riformulazione, in base a quello che ho detto: «impegna il Governo a confermare che il canone è dovuto per il possesso di un apparecchio TV in grado di ricevere il segnale digitale terrestre o satellitare direttamente o tramite uno strumento esterno». Sul secondo e sul terzo punto il parere è contrario.
   Sulla mozione Brunetta ed altri n. 1-01206 (Nuova formulazione), il Governo esprime parere favorevole sul primo capoverso del dispositivo. Sul secondo capoverso del dispositivo, il parere è favorevole, con la riformulazione che ho già letto e che riconfermo: «a confermare che il canone è dovuto per il possesso di un apparecchio TV in grado di ricevere il segnale digitale terrestre o satellitare direttamente o tramite uno strumento esterno». Il Governo accoglie il terzo capoverso del dispositivo, a condizione che sia così riformulato: «ad adottare ogni opportuna iniziativa con riferimento alle ipotesi di errori o ritardi nel riversamento all'Erario delle somme incassate da parte delle imprese elettriche ed alle eventuali conseguenze». Il Governo accoglie il quarto capoverso del dispositivo, con una riformulazione o, meglio, con l'introduzione di un inciso. Dopo le parole: «ad assumere iniziative», inserire le parole: «anche di tipo normativo», per definire (...) e così via. Il Governo accoglie il quinto capoverso del dispositivo, nella formulazione: «a riferire, attraverso una specifica relazione alle Camere, in merito ai dati e all'applicazione della nuova normativa in materia di riscossione del canone RAI». Sul capoverso successivo, «alla luce del quadro rilevato...», il parere è contrario.
  L'ultimo punto, «a prevedere una riduzione dell'attuale importo del canone RAI per l'anno 2017», mi pare un'adesione all'annuncio già fatto dal Presidente del Consiglio, quindi lo prendo politicamente come un appoggio alla linea del Governo ed è conseguentemente accolto. C’è in questi punti una traccia di un lavoro, che peraltro uno dei firmatari, il Presidente Baldelli, ha già svolto anche con atti di sindacato ispettivo in ordine alla tutela degli utenti nel rapporto con le aziende di energia e non solo, su tutto questo punto, al di là della specificità della questione canone, c’è piena disponibilità naturalmente a studiare, d'intesa con il gruppo e con il Parlamento, tutte le iniziative che siano in grado di tutelare efficacemente gli utenti. La mozione Peluffo ed altri n. 1-01208 è accolta; in particolare per quanto riguarda la richiesta di termini per l'autocertificazione, ossia per la dichiarazione di trovarsi in una delle condizioni di esenzione dal pagamento del canone – mancato possesso di apparecchio o età e reddito previsti dalla normativa – credo sia una richiesta condivisibile. Voglio essere pienamente aperto con il Parlamento: avevamo immaginato due date, una per la dichiarazione cartacea e una per quella online, con qualche giorno in più di tempo perché la trasmissione è immediata; potremmo immaginare qualche tempo in più – lo faremo naturalmente con una comunicazione formale e con l'informazione adeguata – che traguardi la metà del mese di maggio come termine ultimo, recuperando quindi qualche tempo, per consentire a tutti di venire a conoscenza in modo corretto di modalità e di termini. Sulla mozione Paglia ed altri n. 1-01209, per un problema di struttura della mozione stessa, dopo le parole: «impegna Pag. 5il Governo», c’è un'espressione che presuppone l'assunzione di iniziative di carattere normativo che regge tutti i successivi impegni. Io sono quindi costretto, per proporre una riformulazione, a riformulare anche questa prima espressione, o meglio, a proporre la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare l'assunzione di iniziative di carattere normativo atte»; accolgo il punto a) con la seguente riformulazione «a confermare che il canone è dovuto per il possesso di un apparecchio tv in grado di ricevere il segnale digitale terrestre o satellitare, direttamente o tramite uno strumento esterno»; sul punto b) il parere è contrario; sul punto c) il parere è contrario; sul punto d) il parere è favorevole, a condizione di espungere alla terza riga, l'espressione «con effetto retroattivo», quindi parere favorevole a tutto il punto d), a condizione che si espunga dal testo «con effetto retroattivo»; sul punto e) il parere è favorevole con la stessa riformulazione usata per il testo per un analogo impegno chiesto dalla mozione precedente, «a riferire, attraverso una specifica relazione alle Camere, in merito ai dati e all'applicazione della nuova normativa in materia di riscossione del canone Rai». La mozione Buttiglione ed altri n. 1-01211 è accolta con la seguente riformulazione «a valutare l'opportunità, dopo la prima fase di attuazione della norma relativa alla riscossione del canone RAI prevista dalla legge di stabilità per il 2016, di riconsiderare l'entità del canone RAI e di assumere iniziative per ridurlo o escluderlo per le fasce più deboli della popolazione».
  Sulla mozione Rampelli, sul primo punto, sul primo impegno, il parere è contrario; sul secondo, il parere è favorevole; sul terzo, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: «a valutare l'opportunità, dopo la prima fase di attuazione della norma relativa alla riscossione del canone RAI previsto dalla legge di stabilità 2016, di riconsiderare l'entità del canone RAI e di assumere iniziative per ridurlo o escluderlo per le fasce più deboli della popolazione». Vale anche qui il motivo politico già detto; è un annuncio già fatto dal Presidente del Consiglio, prendo questo per un'adesione e non posso quindi che dare questo tipo di opinione. È accolto l'ultimo punto, che dice: «ad intervenire per quanto di competenza» eccetera. Sulla mozione Caparini, il parere è contrario sul primo punto; sul secondo punto e sul terzo propongo una riformulazione, cioè quella, come il proponente immaginerà, che è già nota: «a confermare che il canone è dovuto per il possesso di un apparecchio tv in grado di ricevere il segnale digitale terrestre o satellitare, direttamente o tramite uno strumento esterno»; quindi questa per me è la riformulazione del secondo e terzo punto. È accolto l'ultimo punto. Sulla mozione Vezzali, il primo punto è accolto con una riformulazione, cioè farei terminare il testo dopo le parole «Consiglio di Stato», espungendo tutto il resto; è accolto il secondo punto; è accolto il terzo punto; è accolto con riformulazione il punto successivo, che leggerei nella versione riformulata, almeno di proposta di riformulazione: «a sostenere nella fase di applicazione di questo nuovo metodo di riscossione del canone RAI i gestori di energia elettrica ed a favorire, nel rispetto dei principi della privacy e della normativa, l'incrocio dei dati detenuti da questi ultimi con quelli dei comuni, affinché siano tutelati i cittadini intestatari di più utenze, i nuclei familiari che hanno utenza elettrica e canone RAI intestati a persone diverse ma conviventi e gli anziani»; questa è la proposta di riformulazione; è accolto il punto successivo, dove si dice «informare periodicamente il Parlamento»; riformulerei l'ultimo punto, nel seguente modo: «a rendere chiaro, con ogni mezzo utile, per i cittadini che hanno diritto» eccetera. Sulla mozione Civati, il parere è contrario sul primo punto; riformulerei il secondo punto, proponendo la formula che già conoscete: «a confermare che il canone è dovuto per il possesso di un apparecchio TV in grado di ricevere il segnale digitale terrestre o satellitare, direttamente o tramite uno strumento esterno»; è accolto l'ultimo punto.

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(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Alessandro. Ne ha facoltà.

  LUCA D'ALESSANDRO. Signora Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, il canone RAI è uno degli argomenti preferiti dalle opposizioni, dalle opposizioni in genere, di qualunque colore politico siano ed in qualsiasi epoca storica di questa nostra Repubblica si trovino ad operare. Poche di queste opposizioni però, una volta ritrovatesi in maggioranza, hanno saputo mettere mano alla materia ed apportare novità sostanziali. Questo non si può certo dire del Governo Renzi, che ha modificato pesantemente i criteri di riscossione del canone, una modifica che, non lo nascondiamo, ci trova concordi. Il 96 per cento circa delle famiglie italiane – sono dati ISTAT di qualche anno fa – ha accesso alla televisione.
  L'evasione tocca invece livelli record: si stima addirittura il 27 per cento nel 2014, contro il 10 per cento medio europeo: 500 milioni di euro evasi. Dovremmo far tornare tutto come prima ? No, non ci sembra proprio il caso; se quasi la totalità delle famiglie italiane, come abbiamo visto, possiede un televisore, e la totalità – almeno ce lo auguriamo – delle famiglie ha un contratto di fornitura elettrica, il canone in bolletta è solo una semplificazione, un'ottimizzazione del servizio che andrà incontro a tutti i cittadini onesti che il canone l'hanno sempre pagato e che per giunta da quest'anno lo pagheranno ridotto. L'augurio è che per il 2017, una volta giunti i dati sugli incassi dell'anno corrente, la quota che il servizio pubblico chiede al cittadino possa scendere ancora: noi crediamo ce ne sia la possibilità, e pensiamo che, se i conti della RAI lo consentiranno, questa sarà la strada che seguirà il Governo.
  Questo è l'auspicio che facciamo, data la configurazione attuale del servizio pubblico: finché il cannone c’è, finché il servizio pubblico si finanzia così, ben vengano tutte le misure atte a ridurre l'evasione e quindi ridurre la consistenza del dovuto. Ciò non significa che noi riteniamo che il canone debba ancora esistere; prima o poi però si dovrà decidere se il servizio pubblico necessita di tre reti generaliste e di una miriade di canali dedicati o se, invece, è il caso di avviare il processo di privatizzazione almeno parziale da più parti auspicato.
  Tornando al merito delle mozioni, il Ministero dello sviluppo economico ha già chiarito fin dal 2012 che sono assoggettabili al canone solo gli utenti che posseggono un apparecchio TV in grado di ricevere il segnale digitale o satellitare, sono perciò esclusi gli apparecchi che il segnale lo ricevono via Internet: insistere su questo ci pare pretestuoso, e non fa che ingenerare incertezza nei cittadini. Non potremo quindi votare mozioni che chiedono di tornare al passato, un passato che non ha certo lasciato un buon ricordo di sé. Oggi forse si è persa un'occasione: quest'Aula dovrebbe parlare di cosa il Paese necessiterebbe da un buon servizio pubblico; concentrarsi sempre, solo ed esclusivamente sul canone, soprattutto in un momento in cui si è deciso di cominciare a ridurlo, non serve né a noi né ai cittadini che rappresentiamo. Per questo, noi esprimeremo voto favorevole a tutte le mozioni per le quali anche il Governo ha espresso un voto favorevole.

  PRESIDENTE. Sarebbe iscritto a parlare il deputato Civati, che però non vedo in Aula. Dunque procedo, e do la parola per dichiarazione di voto al deputato Rampelli, che invece vedo in Aula. Prego, ne ha facoltà.

  FABIO RAMPELLI. Presidente, colleghi deputati, rappresentante del Governo, la discussione di oggi è certamente una discussione propria, nella quale vale la pena di avventurarsi. Abbiamo ascoltato anche le risposte e la formulazione dei pareri sulle mozioni presentate dai vari gruppi parlamentari da parte del sottosegretario, Pag. 7e abbiamo potuto constatare che, da quando questo assurdo meccanismo di pagamento del canone – quantomeno bislacco forse, più che è assurdo – attraverso l'apposizione nella bolletta energetica è entrato in vigore, ci sono state una serie di correzioni di rotta che noi abbiamo potuto apprezzare in quota parte, ma che non fugano alcuni dubbi di fondo in merito al funzionamento del servizio pubblico radiotelevisivo. E non possiamo fare a meno di approfittare della circostanza per allargare il campo dei nostri ragionamenti. Non possiamo, per esempio, non constatare che anche il Governo Renzi, come i precedenti, non si è minimamente preoccupato di rapportarsi con questo potenzialmente gioiello dell'industria culturale italiana per poterlo rafforzare, per poterlo modernizzare, per poter porre dei provvedimenti di contenimento della spesa, anche se indirettamente, attraverso delle indicazioni chiare, nette, precise, non suscettibili di interpretazioni e che possono indurre la RAI a fare esattamente quello che stiamo facendo in vari altri comparti della pubblica amministrazione: lo Stato sta cercando di minimizzare le proprie spese, sta cercando di fare ogni sforzo per tentare di ridurre gli sprechi, e spesso, facendo i tagli in via orizzontale, come è pessima tradizione dei vari Governi che si sono succeduti negli ultimi decenni alla guida del Paese, getta il bambino con l'acqua sporca, per utilizzare un adagio in vigore tra il popolo italiano.
  Accade cioè che si colpiscono le fasce sociali più deboli, in maniera talvolta fatale. Immaginare la manovra sulle pensioni, che ha prodotto per esempio il fenomeno degli esodati; immaginare l'aumento – purtroppo non si può immaginare, ma constatare – esponenziale della fascia delle nuove povertà, levitazione fino a oltre 4 milioni di persone, che non sanno se riusciranno a portare a casa da mangiare nel corso di una giornata; il fatto di aver colpito attraverso l'incremento della pressione fiscale per alcune fasce, in particolare le piccole e medie, ma anche piccolissime realtà produttive, le aziende e averle indotte alla chiusura per poi vedere – perché è così, perché è obiettivo – pagamenti assai esosi, di cachet milionari fatti dalla RAI (non solo il direttore generale, ma buona parte dei direttori di rete) e i consiglieri d'amministrazione della RAI girare con auto blu, con autisti; vedere inoltre il regime degli sprechi che imperversa sovrano all'interno di questa azienda, e limitarsi a fare in buona sostanza da parte del Presidente del Consiglio e del suo Governo due operazioni: è veramente assurdo ! La prima, un'operazione di controllo della RAI e di apposizione delle competenze così delicate per il sistema democratico, perché parliamo della comunicazione di massa, non più sul Parlamento, che è il tempio della democrazia, ma sul Governo, scivolando di fatto verso un rischio regime. Se, a parti invertite, noi fossimo stati al Governo, voi ci avreste buttato in faccia accuse terribili, magari con tanto di manifestazioni di piazza e con il sostegno anche di quelle fasce extraparlamentari che spesso hanno creato danni incommensurabili solo e soltanto per far dispetto a qualcuno: questa è una prima operazione che avete fatto. Il controllo di regime sulla RAI !
  La seconda operazione è quella di cui stiamo parlando oggi. Certo, noi siamo perfettamente d'accordo sullo stanare gli evasori fiscali; riteniamo però questo strumento, come già ho potuto definirlo poco fa, uno strumento inefficace, uno strumento che, come al solito, colpisce tutti e non fa selezione, che costringe coloro che non posseggono un apparecchio televisivo a fare un'autocertificazione. Poi voi la fate sempre facile: va bene, ma che ci vuole, si può fare online; intanto non tutti i cittadini italiani sanno accedere a questi servizi, quando questi servizi sono efficienti, quando rispondono in tempo reale, quando non producono a loro volta ben altre conseguenze negative di cui burocraticamente ci si deve fare carico. E poi non avete affrontato il nodo dei nodi. Per carità, non è che qualcun altro l'abbia fatto al posto vostro; ma è fuor di dubbio che, quando il rottamatore, anzi l'ex rottamatore Renzi è salito alla guida del Pag. 8Governo, c'era aria, si respirava davvero nell'atmosfera, di rivoluzione, e nella rivoluzione annunciata ci doveva essere anche la chiarificazione del ruolo della RAI e del rapporto tra i cittadini utenti e la RAI stessa. Se la RAI è un servizio pubblico, non si capisce per quale ragione debba alimentarsi in quota parte anche attraverso il regime della pubblicità: se la paghiamo noi cittadini attraverso la tassazione, dovrebbe essere esente dalla pubblicità. Questo nodo, ripeto teoricamente, intellettualmente al centro di dibattiti dotti nei salotti radical-chic da cui proviene anche Matteo Renzi, queste considerazioni si perdono improvvisamente nel porto delle nebbie quando si passa dalle aule universitarie al governo della cosa pubblica, alle responsabilità, alla gestione e all'amministrazione del potere.
  Si torna, quindi, alla formula mista e promiscua del pagamento del canone televisivo da parte dei cittadini, tutti, nessuno escluso, con l'aggiunta dell'approvvigionamento pubblicitario che, invece, alimenta quella di quei network televisivi che non godono del canone pubblico e, quindi, che non succhiano dai portafogli dei cittadini le risorse per poter sostenere almeno una parte dei costi. Tutto ciò di cui avevamo bisogno nonostante gli annunci, appunto, si è disperso nel nulla; questa promiscuità permane e voi vi limitate, molto semplicemente, a tentare di modificare il meccanismo di pagamento del canone televisivo da parte del cittadino utente, come già detto, sottoponendolo a un vero e proprio stillicidio nel caso in cui dovesse autocertificare il mancato possesso dell'apparecchio di ricezione, in modo particolare, come è stato puntualizzato adesso, in presenza dell'apparecchio televisivo in quanto tale. Quindi, noi siamo profondamente insoddisfatti; in questa mozione abbiamo tentato di spiegarlo e lo abbiamo spiegato anche quando, per un'altra volta, il Parlamento italiano e la Camera dei deputati si sono dilettati nell'affrontare la questione della gestione della RAI e delle sue prospettive. Noi abbiamo proposto una serie di impegni al Governo, il primo dei quali lo manteniamo in vita e ci è stato detto, da parte del Governo, che non si può fare, che non sarebbe d'accordo, mi riferisco a quello, appunto, di individuare criteri più certi per il pagamento del canone.

  PRESIDENTE. Concluda.

  FABIO RAMPELLI. Ci è stato dato un parere positivo sul secondo impegno ma, caro sottosegretario, non siamo soddisfatti, e per questo non accettiamo la riformulazione, della proposta fatta dal Governo rispetto al terzo impegno; noi abbiamo chiesto, non solo che siano esentate le fasce sociali più deboli, ci mancherebbe altro, ed è stata una crudeltà non averlo saputo e voluto fare fin dall'origine di questo provvedimento e di questa decisione, visto che voi non ci pensate minimamente a eliminarlo e a fare alimentare eventualmente la RAI solo attraverso il circuito della pubblicità, ma abbiamo chiesto che questo canone – e mi avvio a concludere Presidente – sia fatto pagare almeno a scalare, cioè in base alla reale ricchezza di ciascuno; è un criterio di equità fiscale, è un criterio di equità sociale, è un criterio a cui, come al solito, tutti si sono appellati e si appellano quando non stanno al Governo, salvo disattenderlo quando, invece, si hanno compiti di gestione del potere. Per queste ragioni noi manteniamo in vita la nostra mozione, per queste ragioni riteniamo che la gestione dei rapporti tra potere e RAI sia del tutto deficitaria e ci aspettiamo proposte più significative e decisive da parte del Governo nei prossimi mesi; per questa ragione siamo profondamente amareggiati dell'insensibilità da parte del Governo rispetto alla tutela delle fasce sociali più deboli (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Federico Fauttilli. Ne ha facoltà.

  FEDERICO FAUTTILLI. Grazie, Presidente. Colleghi, sottosegretario, nel mio intervento sicuramente resterò sul tema Pag. 9all'ordine del giorno, certe strumentalizzazioni appena sentite non credo che facciano bene ad approfondire il tema in discussione, oggi, in quest'Aula e anche ad affrontare in modo adeguato i problemi che, purtroppo, ancora ci sono. La legge di stabilità 2016 ha stabilito, appunto, che il canone RAI, pari a 113 euro e 50 centesimi, venisse inserito nella bolletta della luce, introducendo una nuova ipotesi presuntiva del possesso di un apparecchio televisivo, legato ad un contratto di fornitura di energia elettrica. Con questa modifica il Governo e il Parlamento hanno puntato ad una riduzione dell'evasione fiscale relativa al canone RAI considerato tassa di possesso, con il conseguente ridimensionamento nel corso del tempo del costo del canone stesso per i cittadini.
  Ora, è imminente il decreto del Ministero dello sviluppo economico che dovrà attuare quanto previsto dalla norma ricordata; in modo particolare sono da definire con chiarezza i modi e i termini per il riversamento del canone che, si ricorda, è incassato dalle aziende fornitrici di energia elettrica. Il decreto del MISE dovrà anche stabilire le esenzioni previste e le procedure di autocertificazione, ricordando che dovranno pagare il canone solo coloro che posseggono apparecchi atti o adattabili a ricevere il segnale audiovisivo attraverso la piattaforma sia digitale terrestre che satellitare, mentre sono esentati tutti gli altri dispositivi che utilizzino la rete Internet. Sono però necessari altri chiarimenti per le tipologie di apparecchiature assoggettate all'obbligo del pagamento del canone. Il nuovo sistema di esazione del canone presuppone il coinvolgimento e la collaborazione di diversi soggetti pubblici e privati detentori di banche dati; è, quindi, innanzitutto indispensabile che venga riconosciuto un ruolo fondamentale all'Autorità della privacy che dovrà controllare tutta la filiera, sia a monte, sia a valle, per impedire usi impropri delle banche dati ricordate. Una situazione particolare, che noi riteniamo meriti molta attenzione, è quella relativa al caso dei cittadini italiani residenti permanentemente all'estero e quindi iscritti all'AIRE, i quali, non solo non hanno la residenza negli immobili posseduti in Italia, ma non usufruiscono, per la maggior parte del periodo dell'imposta, delle trasmissioni radiotelevisive italiane nei suddetti immobili; è auspicabile, quindi, che venga chiarito se questi cittadini sono esentati, in tutto o in parte, dal pagamento del canone e se vi siano le condizioni per evitare che chi non risiede stabilmente nel nostro Paese sia assoggettato al pagamento del canone in bolletta o in altra maniera. È, quindi, auspicabile che il Ministero dello sviluppo economico emani in tempi rapidi il decreto attuativo necessario, in modo da consentire non solo l'effettivo pagamento del canone RAI in bolletta, ma anche e, diremmo, soprattutto, un chiarimento generale della situazione che appare al momento poco chiara e che per questo non può che preoccupare i cittadini chiamati a pagare una tassa non certo popolare anche se indispensabile per il mantenimento del servizio pubblico radiotelevisivo. È, infatti, evidente per noi che vi sono punti ancora da chiarire, quali quelli degli studenti fuori sede, per esempio, le cui famiglie potrebbero essere chiamate a pagare più canoni, quello dell'abitazione e quello dove risiede il figlio per motivi di studio, o di coloro che convivono in un'abitazione pur non facendo parte dello stesso nucleo familiare. Infatti, le risposte sinora date non sono state rassicuranti e hanno anzi causato spesso ancora più confusione e timori. È necessario, quindi, con urgenza diradare la nebbia in cui il pagamento del canone RAI in bolletta è, purtroppo, ancora intrappolato. Comunque il nostro gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico voterà a favore delle mozioni accolte dal Governo, augurandosi che anche questa discussione parlamentare non sia il solito sterile atto di indirizzo senza seguito, ma aiuti il Governo a chiarire, in tempi rapidi, le questioni ancora in sospeso causate dalla nuova normativa sul canone RAI (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).

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  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Davide Caparini. Ne ha facoltà. Dov’è il deputato Caparini ?

  DAVIDE CAPARINI. Al suo posto, Presidente, buongiorno. Siamo a discutere di un argomento più volte affrontato in quest'Aula, proprio grazie alla Lega Nord, ovvero del tanto odiato, vituperato e dal sottoscritto non pagato canone RAI. Noi da anni sosteniamo quanto sia assolutamente ingiusto e iniquo fare subire questa tassa ai cittadini italiani e, soprattutto, sottolineiamo quanto sia ingiusto che gli sprechi del carrozzone RAI vengano pagati dai cittadini meno abbienti, dalle classi sociali più povere. Purtroppo, ancora una volta, avete dimostrato di essere sordi alle nostre richieste, come quella di introdurre, perlomeno, un principio di equità nell'imposizione fiscale, poiché si tratta di una tassa di possesso.
  Quindi, è erroneo, è completamente sbagliato, fuorviante e falso dire che si tratta di un abbonamento, che presupporrebbe un servizio: si tratta di una tassa di possesso sull'apparecchio televisivo. Questo Governo, voi, alla presunzione del possesso dell'apparecchio avete aggiunto il fatto che ci sia l'apparecchio nel caso in cui vi è un contratto con un fornitore di energia elettrica, ma rimane il fatto che è una tassa di possesso. Quindi, lasciamo stare tutte le baggianate che sento sul fatto che è un abbonamento, quindi è legato a un servizio pubblico. Nient'altro che falsità !
  Stiamo parlando di una tassa di possesso. Evidentemente, voi, per cercare di aumentare la platea delle persone colpite, dei cittadini colpiti, vedendo che in Italia ci sono quasi trenta milioni di utenze elettriche sotto ai 3 kW contro i circa 24 milioni di abbonati alla RAI, avete fatto subito i conti e avete detto: ballano 5-6 milioni di cittadini, moltiplichiamo 100 euro per quei 5 o 6 milioni e aumentiamo il gettito della RAI, e quindi ci sfreghiamo le mani. Allora, il punto fondamentale è che lo strumento è sbagliato, perché, se si parla di un'imposizione, e la Costituzione su questo è estremamente chiara, se si tratta di un'imposizione fiscale, ci deve essere la progressività.
  E, allora, noi troviamo che sia immorale – im-mo-ra-le – fare pagare il carrozzone RAI al pensionato. È immorale far pagare il carrozzone RAI a chi è in difficoltà. È immorale far pagare i 600 mila euro a Bobo Vieri per la partecipazione a Ballando con le stelle al pensionato. Non sta né in cielo né in terra ! Ed è altrettanto immorale che voi facciate pagare questi cento euro a chi oggi è in difficoltà, magari buttato fuori di casa, magari vive in macchina, per mantenere una RAI che ha un patrimonio di 12 miliardi di euro, un patrimonio immobiliare di 12 miliardi di euro.
  A Sassari, signor sottosegretario, ci sono sette dipendenti che lavorano in 1.100 metri quadri. A Firenze ci sono 132 dipendenti che hanno cadauno 140 metri quadri a disposizione. A Napoli vi è un auditorium, finito nel 2012, che non è ancora stato utilizzato. La Corte dei conti ha indagato su quello, le associazioni dei consumatori hanno denunciato il fatto che ci sia un auditorium con ottocento posti per gli spettatori e la RAI affitta spazi esterni per le sue produzioni ! È uno scandalo che voi abbiate il coraggio di venire in Aula a parlare di canone RAI imposto alle fasce più deboli, imposto ai disoccupati (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini), imposto a coloro che oggi hanno enormi difficoltà e vivono in macchina, quando vi è questa sconcezza !
  È uno scandalo ! Noi abbiamo chiesto, più e più volte, anche quando eravamo al Governo con quelli che mi stanno qua a sinistra, più volte abbiamo chiesto ai colleghi di Forza Italia. Non a caso, il Governo ha espresso parere favorevole alla mozione di Forza Italia e di Verdini, che voterà a favore della mozione della maggioranza. Lo sottolineo, perché poi molti mi chiedono: ma come, quando voi eravate al Governo non avete cancellato il canone RAI ? Noi al Governo abbiamo presentato più e più volte gli emendamenti in Aula, ci Pag. 11è stato chiesto più volte di ritirarli – il sottosegretario è qua presente – e noi li abbiamo mantenuti, li abbiamo votati, con il rischio di mandare sotto il Governo, e alcune volte ci siamo andati anche molto vicini.
  Purtroppo, il più delle volte, la ciambella di salvataggio è stata gettata proprio dal centrosinistra, che è il partito RAI in quest'Aula, dal centrosinistra che vive della RAI, vive, tanto quanto il centrodestra, del conflitto di interessi per quanto riguarda il servizio pubblico televisivo. E questo è un dato di fatto, perché quante volte – e chi è qui e ha onestà intellettuale di ricordarlo – noi abbiamo presentato i nostri emendamenti per cancellare il canone RAI, ma non solo per cancellarlo tout court.
  Abbiamo fatto anche un passo in più, facendoci anche violenza. Abbiamo detto: mettiamo un principio di proporzionalità, inseriamolo in una tassa che, perlomeno, corrisponda al reddito del cittadini. Io, più ho, più contribuisco a pagare lo stipendio dei dirigenti, e ricordo la proporzione dei dirigenti in RAI (anche questo è molto significativo): 700 dirigenti abbiamo in RAI, anzi, o meglio, 700 dirigenti avete messo in RAI, visto le ultime nomine, contro i 120 di Sky e i 350 di Mediaset. Se, poi, guardiamo i giornalisti, vi sono 1.750 giornalisti: a Sky sono 181 e a Mediaset 300.
  Se poi, però, andiamo a vedere lo share, perché molto spesso mi viene giustificato l'emolumento, il numero di dirigenti e il numero di giornalisti con la grande qualità del servizio pubblico, a parte il fatto che vorrei sapere qui dentro chi si sintonizza su Rai News o chi guarda SkyTg24, mi piacerebbe fare questo piccolo sondaggio per vedere, poi, il vostro indice di gradimento sul grande servizio pubblico. Ma, al di là di questo, guardiamolo lo share: lo share di Telenorba – sono andato proprio questo stamattina a verificare Telenorba –, il TG di Telenorba fa lo 0,1 per cento. Rai News fa lo 0,61 per cento !
  Basta questo per dirvi quanta è la qualità che ci fate pagare, cioè pari a zero, ma, finché la fate pagare a me e ai miei colleghi, ci può stare, va bene. Ma, quando la fate pagare a chi non può sopportare questo carico, perché stiamo parlando di 100 euro che oggi arriveranno in modo indistinto a tutti, a tutti coloro che hanno una bolletta elettrica, e, soprattutto, lo fate anche in un modo viscido, quale è sempre stato il comportamento dello Stato nei confronti del cittadino consumatore, in questo caso del cittadino utente televisivo...
  Infatti, è viscido il comportamento: voi sapete che la RAI è stata più volte condannata anche per la privacy. A me fa piacere sentire qui il sottosegretario che parla di tutela della privacy, ma se la prima ad essere condannata per la violazione sistematica della privacy è la RAI, che continua a mandare delle lettere fuorvianti, delle minacce ai cittadini che non pagano il canone RAI, turlupinandoli e raggirandoli, perché questo è quello che fa sistematicamente la RAI, o almeno ha fatto sistematicamente fino al 31 dicembre 2015 ?
  Quindi, non mi venga a parlare di rispetto della privacy, perché la Rai è la prima che va a prendere le banche dati dall'Agenzia delle entrate, dai comuni, intreccia i vari dati, per arrivare, alla fine, a mettere le mani nel portafoglio della povera gente. Allora, noi siamo qui per ribadire un concetto che è fondamentale, che dovrebbe veder sensibili tutti, soprattutto le sinistre. Io capisco che qui, nel centrodestra, i colleghi di Forza Italia e Mediaset devono tutelare altre cose, però, stranamente, poi, quando devono tutelare Mediaset, votano esattamente la stessa cosa di quelli che devono tutelare la RAI. Questa è la storia del Parlamento della Seconda Repubblica, e ci sta, lo abbiamo capito: spero che lo abbiano capito anche, però, i cittadini che ci ascoltano e che si faranno due conti su chi devono votare alle prossime elezioni.
  Ma il punto fondamentale è che bisogna introdurre una proporzionalità. Non volete eliminare il canone RAI, come noi continuiamo a chiedervi ? Ma, perlomeno, introducete un principio per cui chi più ha più paga e chi non ha non deve pagare quella sconcezza, quella vergogna che si Pag. 12chiama RAI (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Valentina Vezzali. Ne ha facoltà.

  MARIA VALENTINA VEZZALI. Presidente, Governo, colleghi, con le mozioni in discussione oggi abbiamo l'opportunità di spiegare ai cittadini le ragioni che hanno portato il Governo ad addebitare il canone RAI, ma in misura ridotta, nella bolletta dell'energia elettrica, invece che, come per il passato, recapitando loro un bollettino postale. La legge di stabilità 2016 ha introdotto, relativamente alla riscossione del canone RAI, il principio che, se paghiamo tutti, pagheremo meno.
  E se le previsioni di recupero dell'evasione fiscale dovessero essere positive, già nei prossimi anni, potranno essere abbassate le fasce di età, aumentati i limiti di reddito annuo lordo e ampliate le esenzioni.
  Con questa riforma il Governo ha anche provato a rateizzare l'importo dovuto, chiedendo cioè solo 10 euro al mese ai contribuenti, consapevole del fatto che il perdurare della crisi economica e la necessità di favorire i consumi, richiedevano una misura ad hoc anche per il canone TV. Il canone Rai ordinario è dovuto, infatti, da chiunque detenga un apparecchio atto o adattabile alla ricezione delle trasmissioni televisive, come previsto da un regio decreto del 1938, indipendentemente dalla qualità o dalla quantità del relativo utilizzo, come ribadito da sentenze della Corte costituzionale e della Corte di cassazione. Il canone RAI, come ricordato, è un'imposta e pertanto deve essere versata dal contribuente obbligatoriamente entro i limiti previsti dalla legge, a meno che il soggetto non sia in possesso dei requisiti che ne consentano l'esenzione.
  Una riforma, anche se presenta qualche incognita, o necessità di correzioni, introduce novità che vanno governate. La gestione della prima fase ha già dato soddisfazione alle associazioni di consumatori con le quali l'Agenzia delle entrate e il Ministero dell'economia e delle finanze hanno dialogato proficuamente. Il tempo che va da oggi all'addebito della bolletta della prima rata del canone, prevista per il mese di luglio, dovrà essere utilizzato per affinare le procedure, consentire a tutti i contribuenti di conoscere i propri diritti, alle società di gestione dell'energia di adattare i loro sistemi informatici alla gestione di questa riscossione per conto dello Stato.
  La presunzione del possesso di un apparecchio atto o adattabile alla ricezione delle trasmissioni televisive non è campata per aria, ma viene dalla consapevolezza che oggi la diffusione delle tecnologie e l'accessibilità economica del settore, la maggior diffusione dell'informazione radiotelevisiva e on line, consentono a tutti di avere in casa un dispositivo del tipo previsto dalla legge. Chi rientra nella categoria con diritto all'esenzione deve essere messo nelle condizioni di avere ragione del suo diritto. Molte delle eccezioni sollevate finora, però, fanno ritenere che si abbia paura di dover pagare piuttosto che sperare finché finalmente lo facciano tutti. La riforma perfetta non esiste, ma rispetto ad un problema manifesto, non provare ad introdurre correttivi, o non ipotizzare una soluzione, sarebbe colpevole, tanto più che da parte di un Esecutivo che si è posto l'obiettivo di combattere l'evasione con ogni mezzo. Fintanto che non si creeranno le condizioni per eliminare completamente una tassa che la globalizzazione sta rendendo anacronistica, Scelta Civica non può che condividere la finalità di questa riforma e auspica che, superata la fase iniziale, introdotti i necessari aggiustamenti, garantiti i doverosi diritti, ciò possa portare a far percepire un'imposta minima giusta, invece di percepirla solo come ingiusta, solo perché finora si è riusciti a non pagarla affatto.
  Scelta Civica auspica la rapida pubblicazione del decreto interministeriale di attuazione del nuovo sistema di pagamento del canone RAI, già al vaglio del Consiglio di Stato, che consenta di superare Pag. 13gli attuali dubbi e le perplessità diffuse che, peraltro, creano incertezza e mistificano la realtà.
  Inoltre, Scelta Civica voterà a favore delle mozioni sulle quali il Governo ha espresso parere favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente. Signora Presidente, onorevoli colleghi, il Governo ha deciso di rendere più capillare, più controllabile, più facile, l'esazione del canone TV, e questa, davanti ai livelli molto alti di evasione, il 27 per cento dicono le valutazioni a nostra disposizione, certamente è una decisione lodevole. Tuttavia, desta anche qualche perplessità sotto due profili diversi. Il primo, sembra ragionevole, che se aumenta il livello di esecuzione dell'obbligo, diminuisca corrispettivamente il livello dell'aliquota che viene pretesa.
  In altre parole, un canone elevato in presenza di una forte evasione equivale a un canone meno elevato in presenza di un'evasione che si suppone debba essere drammaticamente ridotta. Per questo noi crediamo che in questa occasione valga la pena di domandarsi se non si possa arrivare ad una riduzione del canone attuale, una riduzione e anche una modulazione, tenendo conto della opportunità di ridurre il canone in modo particolarmente penetrante, fino a cancellarlo, per alcune categorie di utenti.
  Perché diciamo questo ? Noi vorremmo approfittare di questa discussione sul canone per porre una questione più radicale, più ampia: ma perché mai dobbiamo pagare il canone ? Perché mai il cittadino deve pagare un canone per un servizio che altri, dei privati, sono disponibili a offrirgli gratuitamente ? Sorvolo sulla complessa questione se il canone debba essere qualificato come tassa o come imposta, dove la qualificazione del canone come imposta sembra essere un marchingegno usato semplicemente per facilitare la persecuzione dell'evasione, senza peraltro aver ottenuto il risultato desiderato; lasciamo questo da parte. Ma perché mai bisogna pagare il canone ? Si suppone che paghiamo il canone per avere un servizio che la televisione commerciale non ci dà. Vale la pena di pagare il canone per avere un servizio che la televisione commerciale non ci dà. Di più: ha senso esentare alcune categorie dal pagamento del canone, se riteniamo che questo servizio comporti un arricchimento del loro mondo culturale, un arricchimento del loro sentimento di cittadinanza, che è in qualche modo dovuto ai cittadini, e quindi è giusto esentarli dal pagamento del canone. Quindi, sia il pagamento del canone in quanto tale, sia l'eventuale esenzione totale dal pagamento per alcune categorie particolari, ha come sua base l'idea che la televisione pubblica dia un servizio che la televisione privata non dà e qui tocchiamo la questione nodale che è quella del servizio pubblico. Si avvicina il momento in cui bisognerà negoziare il contratto di servizio pubblico, anzi per la verità questo contratto è già scaduto, è scaduto da tempo, e non si potrà rimandare di molto la sua rinegoziazione. Cosa chiediamo alla televisione pubblica come corrispettivo per il fatto che i cittadini le pagano il canone ? Cosa deve fare la televisione pubblica ? Cosa è il servizio pubblico ? Come diceva bene il collega Caparini, il pagamento del canone è una iniquità se ad esso non corrisponde un servizio che giustifichi il pagamento del canone. Se la televisione pubblica si muove secondo le regole normali della competizione sul mercato televisivo, non si capisce perché debba ricevere un sussidio dallo Stato. È ingiusto per il cittadino, ed è ingiusto anche per i concorrenti perché questo è evidentemente un aiuto di Stato. Ciò che giustifica tutto questo, ciò che rende questo non aiuto di Stato, è l'idea di servizio pubblico. Allora, su questo credo che tutti quanti noi dovremmo iniziare una riflessione in quest'Aula, in vista del rinnovo del contratto. Tra l'altro ci sono anche le concessioni che devono essere rinnovate e le concessioni non possono Pag. 14essere considerate in modo del tutto separato dal tema del servizio pubblico e della funzione della televisione pubblica.
  Diciamo che l'idea della televisione come servizio pubblico è un'idea che non esiste solo in Italia, è largamente diffusa in Europa e per comprenderne le ragioni potremo andare a uno degli ultimi scritti di uno dei massimi filosofi del secolo passato, Karl Raimund Popper, che ci mette in guardia sulle grandi potenzialità per il male, ma anche per il bene, dello strumento televisivo e del linguaggio televisivo. Noi paghiamo il canone per avere un servizio che utilizzi la televisione per arricchire la nostra coscienza civile. Guardiamo al passato, guardiamo all'era Bernabei del mondo televisivo, un tempo demonizzata e della quale oggi tanti, me compreso, sentono una forte nostalgia. Cosa ha fatto la RAI ? La RAI ha avuto una potente funzione nazional-popolare, nel senso di procedere alla nazionalizzazione delle masse, ha diffuso l'uso della lingua italiana come lingua veicolare comune; prima della RAI gli italiani parlavano i dialetti, oggi parlano la lingua italiana.
  So che ad alcuni questo non piace del tutto, a me sembra un enorme passo avanti culturale perché il possesso della lingua è la prima condizione per far valere i propri diritti, per poter migliorare le proprie capacità lavorative, quindi la RAI ha dato il patrimonio della lingua italiana. Ma la RAI, attraverso le sue fiction, che allora non si chiamavano fiction, si chiamavano sceneggiati, ha diffuso la conoscenza della cultura nazionale, ha portato i classici della cultura nazionale alla portata di tutti i cittadini. La RAI ha permesso agli italiani di una regione di comprendere anche i punti di vista e i modi di essere degli italiani di altre regioni, collaborando – peraltro, in misura insufficiente – ad abbattere gli stereotipi, a permettere a noi italiani di guardarci con simpatia gli uni con gli altri.
  Non mi è ignoto il fatto che non è tutto oro nella storia della RAI. Soprattutto negli ultimi anni, la logica della competizione fra televisioni, l'ossessione della audience, ha portato a far scadere questa funzione di servizio pubblico, e abbiamo avuto esempi non commendevoli di lunghi periodi di assunzioni clientelari e di appalti dati con criteri molto discutibili. Noi siamo consapevoli di questa realtà e crediamo si debba procedere con severità in questo ambito, e tuttavia questo non ci porta a dire che l'idea di servizio pubblico va abbandonata e, quindi, il canone va tolto, ci porta a dire che bisogna tornare al vero spirito del servizio pubblico e domandarci: qual è il contributo che la RAI dà, oggi, alla democrazia italiana ? Alla democrazia, perché creare un'opinione pubblica nazionale è la condizione per poter avere una democrazia. Avere la possibilità di un controllo dell'azione dei cittadini, avere la diffusione di una cultura civica, che consenta ai cittadini di capire le procedure e le modalità con le quali si decide e, quindi, dove allocare la propria lode o il proprio biasimo, anche in funzione, domani, del voto da dare, è condizione perché la democrazia possa funzionare.
  Noi chiediamo che il Governo ponga questa preoccupazione al centro della sua politica televisiva e non più solo in un'ottica nazionale, perché oggi abbiamo un problema democratico europeo, non nazionale. Noi viviamo una crisi della democrazia europea. Da un lato, abbiamo delle burocrazie, le quali conoscono i problemi dell'Europa e del mondo nell'epoca della globalizzazione e, ogni qual volta cerchiamo soluzioni, le soluzioni sono sempre nella direzione di un «più Europa»: pensate alla crisi dei migranti, pensate alla crisi delle banche, le soluzioni sono sempre a livello europeo. Ma, il cittadino comune, queste soluzioni non è in grado di capirle, non è in grado di controllare chi le prende, si sente profondamente alienato rispetto ad un processo, che non è più democratico perché lui non lo controlla più: il tabaccaio sotto casa mia non capisce, neanche nel modo globale che è necessario per poter dare un voto, quello che avviene.
  Questa obiezione è stata sollevata tempo fa da Lord Ralf Dahrendorf. Lord Pag. 15Ralf, che è stato uno dei massimi, forse il massimo sociologo dalla seconda metà del secolo passato, diceva: l'Europa non è possibile, perché non esiste un demos europeo, ma il demos si costruisce, il popolo europeo si costruisce. Si costruisce come ? Creando un'opinione pubblica europea. Allora, io vorrei invitare il signor rappresentante del Governo a cominciare a discutere, anche nel Governo, il tema: cosa il servizio pubblico può fare attraverso alleanze con altre televisioni, magari sollecitando una raccomandazione della Commissione europea per la formazione di un servizio pubblico televisivo europeo; cosa possiamo fare per aiutare la formazione della coscienza del cittadino europeo, che vale a dire cosa possiamo fare per creare le basi della democrazia europea di domani.
  Chiudo con una citazione di Jean Monnet. Prima di morire, Jean Monnet diceva: dovessi ricominciare oggi il cammino dalla costruzione dell'Europa, non partirei dall'economia, ma dalla cultura. Lo strumento che le classi dirigenti hanno, per iniziare la costruzione culturale dell'Europa, è il servizio pubblico radiotelevisivo: facciamone buon uso, allora si giustificherà il canone, l'esazione del canone e la struttura che noi abbiamo costruito attorno al canone televisivo (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giovanni Paglia. Ne ha facoltà. Ma prima di dare la parola al deputato Paglia, vorrei salutare un gruppo di studenti e docenti dell'Università di Bolzano e anche un gruppo di studenti e docenti dell'Istituto comprensivo statale di Curinga Catanzaro, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune. Rivolgo quindi loro, da parte di tutti noi, un saluto caloroso (Applausi).
  Adesso le do veramente la parola, deputato Paglia.

  GIOVANNI PAGLIA. Grazie Presidente, mi unisco ai saluti.
  Io credo che il dibattito che cresce attorno a queste mozioni ci dia l'opportunità di fare anche una debita riflessione, dopo alcuni mesi, rispetto alla scelta che fecero il Governo e la maggioranza di inserire all'interno della bolletta elettrica il canone Rai. Ora, non vi è alcun dubbio – e credo che su questo ci possa essere un punto di accordo unanime all'interno del Parlamento – che, rispetto ad un'imposta che aveva un tasso di evasione del 30 per cento, un qualche tipo di intervento fosse necessario.
  Ora, tuttavia, quello che ci dobbiamo chiedere è se fosse quella la strada giusta, anche perché, a distanza di quattro mesi e dopo ritardi nell'applicazione della norma, problemi interpretativi nati giorno dopo giorno e domande che si sommano le une alle altre senza che ci sia mai la risposta definitiva, forse chiunque di noi, credo, a partire da chi ne ha più responsabilità, cioè la maggioranza, dovrebbe pensare ad alcuni cambiamenti, che sono poi quelli che nella nostra mozione abbiamo provato ad inserire, ma anche le altre forze politiche di maggioranza e di opposizione: segno, appunto, evidente della necessità di un tagliando.
  Noi, qui, non parliamo tanto, evidentemente, di cosa sia il canone, né di cosa sia la RAI. Se dovessimo farlo, sarebbe in un altro dibattito, che peraltro è già stato fatto. A noi non convince il canone come strumento destinato solo ed esclusivamente alla RAI, perché riteniamo che oggi, nel 2016, sia in qualche modo riduttivo limitare la nozione di servizio pubblico solo esclusivamente alla radio e alla televisione di Stato, soprattutto laddove, invece, c’è una crisi generale del mercato dell'editoria, che, giorno dopo giorno, rischia di penalizzare il pluralismo dell'informazione in questo Paese. Né, evidentemente, ci convince la RAI TV in quanto tale, la quale, riforma dopo riforma, diventa o rischia di diventare sempre di più uno strumento nelle sole mani dell'Esecutivo e, quindi, uno strumento di parte, cosa che, d'altronde, tutti i dati, anche sul pluralismo informativo che quel tipo di mezzo riesce a tradurre, ci danno.
  Tuttavia, oggi noi parliamo sostanzialmente di materia fiscale, cioè parliamo del Pag. 16rapporto che, anche sul canone RAI, lo Stato prova a costruire con i propri cittadini. Allora io ritengo – e lo dicemmo già allora – che ci sono grandissimi problemi nel modo in cui questa materia è stata approntata, prima di tutto per la scelta stessa di collegare il pagamento di una tassa, di un'imposta, alla riscossione di quello che è un servizio, invece, che, privatamente, ciascuno può andare a chiedere al proprio servizio di fornitura di energia elettrica.
  Ora, quello che noi ci dobbiamo chiedere, perché non possiamo abituarci alla normalità, è se possa essere considerato corretto in questo Paese che ad un cittadino venga data la presunzione di un'imposta. Cioè, si dice: tu hai sicuramente la televisione e, quindi, io, di base, chiedo a chi ti dà un servizio privato, quale l'energia elettrica, in casa tua di riscuoterlo. Qualora tu ritenessi di non avere una televisione o non ce l'avessi veramente, devi fare un'autodichiarazione, la devi fare nei tempi che dico io; se per caso ti dimentichi di farlo, mi dispiace, perché, se il tempo è passato, intanto la tassa per l'anno la devi pagare, e di anno in anno mi devi riconfermare che tu, la TV, non ce l'hai, perché altrimenti quello a cui tu hai chiesto di darti servizi di energia elettrica, non altro, ti affibbierà anche 100 euro in bolletta per una cosa che tu forse nemmeno dovresti pagare.
  Ora, io credo che, in un rapporto normale fra Stato e cittadino, non esista la presunzione di colpevolezza, non esista la presunzione del fatto che io possiedo un bene anche se non ce l'ho: non mi viene imposto il pagamento del bollo auto in assenza dell'automobile. Persino sulle tasse, là dove c’è un sostituto d'imposta, a me viene chiesto di pagare presumibilmente, se sono un lavoratore dipendente, più di quello che devo, perché poi intervengono le detrazioni, interviene su una sfortunata interruzione dei rapporti di lavoro, Cassa integrazione o altro.
  Però, poi, io ho diritto, arrivato alla fine, quando faccio il 730, a vedermi eventualmente restituire, anche a posteriori, quanto ho anticipato senza doverlo.
  Qui, invece, noi avevamo richiesto una cosa molto banale, di conseguenza: che, anche se il cittadino deve fare un'autodichiarazione, questa autodichiarazione prima di tutto sia possibile farla in qualunque momento, perché io potrei anche accorgermi a settembre, per essermi distratto, che da mesi mi stanno addebitando delle cose non dovute e segnalarlo; e che, laddove io segnali che quella televisione non ce l'avevo e, quindi, non ero tenuto a pagare quell'imposta, lo Stato mi restituisca quanto versato, anzi, quanto preso inopinatamente attraverso uno strumento che non è quello proprio, cioè la bolletta dell'energia elettrica.
  Non vi sembra ragionevole ? Cioè, non vi sembra ragionevole che se lo Stato prende ad un cittadino senza che sia dovuto, poi, gli restituisca nel caso si dimostri che così non era ? A me sembra ragionevolissimo, mi sembra il minimo di correttezza nei rapporti fra contribuente e potere pubblico. Questo abbiamo chiesto nella nostra mozione, su questo c’è il parere contrario del Governo e io non capisco il perché.
  Altra cosa problematica è la questione dell'autodichiarazione. È stato detto anche oggi dal sottosegretario che la legge prevede, evidentemente, che per chi produce un'autocertificazione falsa ci sia un regime penale, da uno a tre anni di reclusione. Però, proprio perché parliamo di fisco, non è che possiamo dimenticarci che proprio questa maggioranza ha appena aumentato esponenzialmente la depenalizzazione di tutta una serie di reati fiscali, a partire dalla depenalizzazione totale dell'elusione.
  Non è possibile che, laddove l'omessa dichiarazione sotto i 30 mila euro è completamente depenalizzata in questo Paese, anche se uno dovesse dichiarare il falso rispetto al possesso di una televisione, gli si debba, invece, andare a contestare un reato penale, perché, dato che parliamo di evasione fiscale, anche qui, una proporzionalità ci deve essere. Non può saltare completamente secondo la forma per cui uno fa un'omessa dichiarazione e l'altro, invece, sbaglia a fare un'autocertificazione, Pag. 17anche perché, anche sull'autocertificazione, gli errori ci possono essere, perché – è l'altra cosa che chiediamo nella mozione, in questo caso, mi sembra trovando più ascolto da parte del Governo –, per cosa sia dovuto o non dovuto pagare il canone, in Italia, non è così chiaro. Infatti, io potrei anche autocertificare che non ho una televisione – perché non ce l'ho –, salvo, poi, qualcuno contestarmi il fatto che, per esempio, possiedo un lettore musicale collegato ad una radio. Sappiamo che per la radio, teoricamente, se non c’è la televisione, non si dovrebbe pagare, per i privati cittadini.
  Ci deve essere una logica formale; quindi, noi chiediamo che anche su questo si faccia chiarezza e si debba escludere esplicitamente da qualsiasi tipo di reato penale anche una falsa autocertificazione, perché – lo ricordo – parliamo di una tassa da 100 euro, che non può essere trattata peggio di chi evade o elude il fisco per cifre infinitamente maggiori. E questo non significa difendere gli evasori fiscali; questo significa difendere anche un cittadino che possa sbagliare.
  La terza cosa totalmente incomprensibile, se non a voler pensare che, in realtà, con questa misura si prova soprattutto a fare cassa, non tanto ad introdurre una lotta antievasione, è il fatto che ad un cittadino venga chiesto, anno dopo anno, di riconfermare l'autocertificazione, pena dover cominciare a pagare. In qualsiasi altro sistema, se io non ho una televisione nel 2015 e dichiaro di non averla, io dovrò comunicare un'eventuale varianza della mia situazione: ho comprato una televisione e comincio a pagare il canone. Ma non è che ogni anno io, nell'unica finestra temporale che lo Stato mi garantisce, devo ricordarmi di fare l'autocertificazione perché, altrimenti, in bolletta mi arrivano i 100 euro, peraltro, divisi in 10 euro per mese. È, cioè, esattamente quella cosa che, se ce la vogliamo dire com’è, serve non tanto ad evitare grandi esborsi, ma ad evitare che io me ne accorga: perché quando arriva la bolletta da 20 euro e sono 30, una persona poco attenta, il fatto che dentro ci sia anche il canone Rai, non lo contesterà mai e, quando lo noterà, come ho detto, magari dopo cinque mesi, gli verrà detto: ormai per quest'anno hai pagato, l'anno prossimo ricordati di fare l'autocertificazione, ma, mi raccomando, solo nel mese di aprile, perché, se così non fosse, non ti sarà restituito alcunché.
  Rimangono altri problemi marginali o, apparentemente, marginali. Ci chiediamo e continuiamo a chiederci come faranno le imprese elettriche, a cui viene chiesto di sobbarcarsi un onere, come faranno a rifarsi.
  Un dubbio ci viene: che si rifacciano, come sempre, direttamente o indirettamente, sugli utenti. Continuiamo a non capire esattamente come funzioneranno gli incroci di dati, di banche dati fra l'Agenzia delle entrate e le agenzie che forniscono energia elettrica. Ritengo anche inopportuno che questi incroci di banche dati fra soggetti privati, quali sono l'Enel e le altre società di energia elettrica ed un soggetto pubblico, peraltro dedicato, quale è l'Agenzia delle entrate, ci debbano essere. E pur tuttavia, questo è quello che il Governo ha voluto, introducendo, io credo, un precedente molto sbagliato sul piano etico, come ho detto, perché attiene al rapporto fra Stato e cittadini in un tema sensibile come quello del fisco, nel Paese che detiene il primato mondiale di evasione fiscale, ancora un po’, almeno fra i Paesi occidentali, ma non certo per il canone Rai.
  Noi abbiamo un Governo che se ne è fregato della «lista Falciani», se ne è fregato dei leaks lussemburghesi e vediamo cosa intenderà fare sui «Panama papers», ma è ossessionato dal canone RAI al punto da farlo pagare all'interno della bolletta elettrica; un Governo che cancella il reato penale per elusione fiscale e si accanisce sul fatto che i cittadini siano costretti a pagare la più stupida, iniqua e, per di più, non proporzionale fra le tasse (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà e del deputato Baldelli).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Giacomelli, che mi sembra Pag. 18volesse rettificare un parere. Ne ha facoltà.

  ANTONELLO GIACOMELLI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Sì, signora Presidente, siccome mi pare che, nonostante tutte le intenzioni, nessuna formulazione riesca a fugare i dubbi che ascolto negli interventi, vorrei modificare il parere relativo a tutte le riformulazioni che ho proposto, dove si usa l'espressione «a confermare che il canone è dovuto per il possesso di un apparecchio TV (...)», eccetera. Vorrei introdurre il termine «soltanto»: «a confermare che il canone è dovuto soltanto per il possesso di un apparecchio TV (...)», eccetera, per tutte le riformulazioni.

  PRESIDENTE. Sta bene. La ringrazio.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

  SIMONE BALDELLI. Grazie, Presidente. Due parole in premessa sul senso del canone al giorno d'oggi. Il canone viene percepito dalla TV di Stato che, normalmente, tara i suoi palinsesti sui principi della raccolta pubblicitaria dalla TV commerciale. È una TV commerciale quella che la RAI offre, piaccia o meno alla stragrande maggioranza degli utenti e degli abbonati. Sono programmi commerciali quelli con i quali la RAI insegue la raccolta pubblicitaria, insegue lo share e compete con le TV commerciali. Quindi, è una logica commerciale quella che sta alla base della programmazione dei palinsesti della RAI. Quindi, in questo senso – lo ha già detto anche in qualche modo il collega Buttiglione –, quello del canone RAI risulta come un aiuto di Stato ad un'impresa peraltro pubblica.
  Tra l'altro, senza tono polemico, in relazione alle battaglie della Lega che il collega Caparini ricordava nella precedente legislatura, io credo che potrà avere le giuste delucidazioni dall'ex Ministro dell'economia e delle finanze del Governo Berlusconi, oggi senatore leghista, sul perché queste battaglie non siano andate in porto. Quindi, può essere una discussione tutta interna alla Lega Nord, da questo punto di vista.
  Credo che la RAI sia tenuta al servizio pubblico radiotelevisivo – ricordava anche questo il collega Buttiglione – e credo che, se si domandasse agli italiani se sono contenti della pluralità, del pluralismo e dell'imparzialità dell'informazione del servizio pubblico, a partire dai TG della RAI e dalle trasmissioni di approfondimento, io credo che ci sarebbero molte, molte perplessità.
  Quindi, sulla base di questa premessa, cioè che gli italiani il canone RAI non lo pagano volentieri, andiamo al punto della questione e della mozione che oggi abbiamo voluto, come Forza Italia, a prima firma del capogruppo Brunetta – e anche il Movimento 5 Stelle – porre all'attenzione di questa Assemblea, che non è il canone purché sia, la riflessione ontologica sul canone, che pure secondo me va fatta ma in altra sede. È la riscossione del canone in bolletta che questa maggioranza e questo Governo ha inteso realizzare, mettere in campo con la legge di stabilità per il 2016, peraltro con dei ritardi gravi perché, da oltre un mese e mezzo, stiamo aspettando i decreti attuativi, con tutta una serie di criticità che il gruppo di Forza Italia, attraverso il sottoscritto e i componenti della Commissione attività produttive e quelli della Commissione finanze, attraverso atti di sindacato ispettivo, ha posto all'attenzione del Governo. Sei interrogazioni, a cui non è stata data risposta, su questioni che sono riprese nel testo della mozione: la privacy, la definizione effettiva di quali siano gli apparecchi e quali no, quindi la definizione, per fortuna in questo caso la si chiarisce, dell'esclusione degli smartphone e di tutti gli altri, restano quindi solo gli apparecchi televisivi, e le ricadute negative che possono esserci sui consumatori, sugli utenti. Tutto questo in base a un principio molto chiaro: è una battaglia che abbiamo già fatto in quest'Aula, l'abbiamo fatta a novembre, l'abbiamo fatta insieme alla collega Ruocco del MoVimento 5 Stelle e ad altri, di tutti i gruppi parlamentari. È Pag. 19passata all'unanimità, abbiamo voluto come Forza Italia mettere al centro dell'attenzione le società dell'energia – Presidente Boldrini, è bene che lo sappia anche lei, perché ci sono più impegni che il Governo sta disattendendo su questo – che hanno avuto comportamenti presumibilmente contrari al Codice del consumo; l'Antitrust su questo ha aperto istruttorie, quest'Aula all'unanimità ha varato un impegno perché vengono mandati maxi-conguagli pluriennali, non si tiene conto delle letture dei contatori, vengono mandati a casa dei cittadini consumi presunti per anni, per anni, vengono fatti i conguagli pluriennali, arrivano maxi-bollette più o meno a casaccio, non si tiene conto dei diritti dei cittadini e consumatori. Da questo punto di vista c’è un'istruttoria, c’è stata un'indagine della Guardia di finanza, c’è un impegno da parte del Governo di applicare una moratoria, state senza Ministro, per mille altre ragioni probabilmente vi siete occupati con più attenzione delle questioni dei petrolieri, ma certamente non vi siete occupati delle questioni dei consumatori, dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente), di chi in questo momento ogni giorno, ancora oggi, paga questi maxi conguagli rateizzati, con il ricatto di poter vedere staccata la luce a casa di famiglie con bambini. Quindi rendetevi conto della violenza di tutto questo e a queste società, in queste condizioni, si vuole affidare non solo la riscossione ovviamente delle bollette energetiche, ma anche del canone RAI. Questo ci sembra indecente, perché se in questo momento questo Governo non è in grado di tutelare i consumatori dalle angherie e dalle prepotenze che questi subiscono sul fronte dell'energia, figuriamoci su quello del canone RAI, figuriamoci su quello del canone RAI ! Il principio è sbagliato in partenza, ci sono criticità che emergeranno.
  Io apprezzo – lo dico senza retorica – l'approfondimento, il lavoro, la presenza del sottosegretario Giacomelli, che su alcune questioni importanti e rilevanti che noi abbiamo posto ci ha dato parere favorevole, perché al di là di quello che dice qualcuno, quando le questioni vengono poste in maniera chiara, giusta, vengono poi anche accolte. Io, se c’è una cosa che non capisco, ma su cui mi aspetto che il Governo abbia un momento di «ravvedimento operoso», è sulla questione delle moratorie e dell'energia; al Senato il gruppo di Forza Italia ha presentato un emendamento al disegno di legge sulla concorrenza, io non so chi è che lo manderà avanti il disegno di legge sulla concorrenza, perché poi qui di necessità si fa virtù, o di dimissioni si fa virtù, quindi Renzi in questo momento ha preso anche l’interim dello Sviluppo economico, non so chi lo seguirà, ma c’è un emendamento che prevede la moratoria per le maxi-bollette, per i maxi conguagli, e stabilisce il principio che se ci sono comportamenti contrari al Codice del consumo, queste famiglie, questi cittadini, questi utenti non debbano pagare le somme che ingiustamente gli vengono richieste dalle società elettriche.
  Sottosegretario Giacomelli, ci metta un occhio lei, che è persona seria, capace e che è uno dei pochi sopravvissuti, in questo momento, in questo Dicastero.
  Sul resto, ecco, io la cosa che non capisco e che onestamente non capiamo, è perché una proposta ragionevole come quella che dice che, se nell'attuazione di questa norma si riscontra tutta una quantità di criticità, non ultime quelle sottolineate con grande intelligenza, con la solita intelligenza – mi permetto di dire al collega Paglia –, anche in relazione alle dichiarazioni mendaci (per cui, per un verso, si fanno le depenalizzazioni e per l'altro, si rischia un contenzioso di migliaia di cause giudiziarie penali nei confronti di quanti si troveranno ad aver fatto dichiarazioni false, e in quel caso il contenzioso giudiziario aumenterebbe a dismisura, e voglio vedere come verrà fatto questo contenzioso, perché, se è vero che non si inverte l'onere della prova, è vero che si passa nel campo dell'autocertificazione e delle false dichiarazioni e, quindi, a quel punto l'ambito penale si chiama in causa da sé) – allora perché ci dite «no» al fatto Pag. 20che, se questa normativa – in questi mesi in cui tra l'altro è disapplicata, quindi arriverà una mazzata tutta insieme con le prime rate del canone RAI a casa degli italiani – che avete voluto introdurre a maggioranza dovesse avere delle importanti criticità, non siete disposti a ripensarci ?
  Vi siete presi l'impegno a riferire, ma prendetevi anche l'impegno a valutare il fatto che, se questa normativa dovesse comportare un contenzioso organizzativo e fiscale enorme, si debba e si possa ritornare alla normativa previgente e, magari, immaginare una normativa migliore per il futuro.
  Concludo con l'impegno a diminuire il canone; Renzi l'ha detto – ha sottolineato giustamente il sottosegretario Giacomelli – però, sottosegretario Giacomelli, Renzi dice tante cose, molte delle quali rimangono per aria, altre che sono, a nostro avviso, inutili o perfino dannose per il Paese; ieri se n’è uscito con questa novità e l'abbiamo voluta mettere subito nella mozione, perché chiediamo che a questo punto, siccome verba volant e scripta manent, in quest'Aula e da subito ci si prenda almeno un impegno, visto il pasticcio organizzativo e legislativo che la maggioranza si è presa la responsabilità di fare con l'introduzione della canone in bolletta.
  Abbiamo ottenuto dei grossi risultati in termini di chiarezza e di impegni del Governo. Ci auguriamo che dal 2017 si riesca a ridurre effettivamente – questo è un impegno che probabilmente solo Forza Italia nella propria mozione ha scritto, ma che viene accolto dal Governo – si riduca anche l'importo complessivo del canone RAI (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ruocco. Ne ha facoltà.

  CARLA RUOCCO. Signora Presidente, innanzitutto vorrei sgombrare subito il campo e chiarire bene il nostro punto di vista: sul fatto che i cittadini italiani debbano avere un addebito automatico sulla bolletta energetica ulteriore che riguardi il canone RAI noi non siamo assolutamente d'accordo ed è questo il motivo per il quale abbiamo presentato questa mozione. Per noi il fisco è qualcosa di serio, non è una barzelletta che si racconta, non è che si può andare propagandando una riduzione del carico fiscale e poi puntualmente vedersi addebitare tasse e balzelli che riguardano soltanto le fasce di popolazione debole.
  Per noi il fisco è qualcosa di serio: va stabilito in maniera chiara, attraverso provvedimenti normativi di rango primario e non attraverso pasticci che rendono agenti riscossori delle società multi utility, come possono essere le società che erogano servizi di energia elettrica. Questo per noi è un punto fondamentale e un punto dirimente, noi vogliamo una riscossione più chiara, noi siamo contro il sistema di riscossione di Equitalia; invece il Governo addirittura moltiplica gli agenti riscossori, confondendo assolutamente questa fase fondamentale del rapporto tra Stato e cittadino. La confonde sotto tutti i punti di vista !
  E non siamo d'accordo, perché riteniamo che gli addebiti per gli italiani siano una cosa seria, su queste presunzioni assolute, queste presunzioni legali assolute che riguardano soltanto la massa della popolazione. In sostanza, ad un certo punto in bolletta, se non faccio la dichiarazione a contrario, mi arriva in automatico l'addebito del canone. Questo che cosa significa ? Che ancora una volta lo Stato presuppone un indicatore di ricchezza riguardo ai cittadini, senza chiedere niente. Allora, noi non siamo d'accordo, perché un addebito dev'essere commisurato all'effettiva capacità contributiva dei soggetti, non dev'essere massivamente imputato a tagliola su tutti i cittadini in maniera totalmente indistinta; e questo non lo diciamo noi, questo lo dice la Costituzione: se di imposta si deve trattare, deve rispettare i principi costituzionali e quindi rendersi conto delle effettive capacità contributive del soggetto.Pag. 21
  E poi non siamo d'accordo con la presunzione legale assoluta, anche perché non capiamo perché queste presunzioni e questi addebiti automatici avvengano solo per i «poveri cristi»: nell'emersione di quest'ulteriore, ennesimo scandalo, dei cosiddetti Panama Papers, in cui siamo costretti ad assistere a grandi, immensi, ingenti capitali evasi, che transitano da un Paese ad un altro e trovano luogo nei paradisi fiscali a tassazione zero o pressoché tale; siamo costretti ad assistere ad un'indulgenza attraverso provvedimenti come la voluntary disclosure, ad un'indulgenza rispetto a questi grandi reati di evasione fiscale, e contemporaneamente ad un addebito presuntivo automatico, ad un addebito automatico, una tagliola, in capo alla massa di cittadini italiani ! Allora perché non si presume che un riciclatore di denaro, perché non si presume che uno spacciatore abbia automaticamente evaso il fisco e, magari, a questi si facciano gli addebiti automatici sulle loro bollette energetiche ? Poi magari si fa un ricalcolo sommario di quanto si presume abbiano evaso, su quei milioni di euro, e poi, se non era vero, eventualmente, questa persona li riavrebbe indietro. Perché non si presumono mai sui grandi reati di evasione gli importi, perché non si addebitano mai a questa gente ?
  E poi un altro principio: noi siamo d'accordo con la televisione pubblica, siamo d'accordo con il discorso di dover pagare a fronte di un servizio televisivo; però ovviamente dobbiamo ricordarci che il cittadino non è azionista sempre soltanto a perdere. Questo principio mi ricorda il bail-in, mi ricorda la situazione nella quale una banca, se sta perdendo, fa piazza pulita dei conti correnti; se sta facendo profitti, si dimentica dei correntisti che hanno depositato i soldi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È lo stesso principio ! Allora, c’è una RAI che decide le nomine, che decide stipendi milionari, totalmente lottizzata dai partiti; dopodiché, quando c’è da pagare tutti questi addebiti, quando c’è da sostenere dei costi che potrebbero assolutamente essere ridotti e risparmiati, cosa si fa ? Si prende la bolletta dei cittadini e la si spalma indistintamente: tanto c’è la presunzione legale, tanto il Governo può fare tutto, tanto da un mese ad un altro mi può arrivare un ulteriore addebito di 100 euro, anche se ho la pensione minima, anche se sono nullatenente, anche se ho uno sfratto esecutivo !
  Allora, dov’è la giustizia sociale davanti a tutto questo ? Dov’è la redistribuzione dei redditi ? Dov’è il principio di progressività propugnato dalla Costituzione italiana ? È un Governo che dimentica tutto questo, dimentica di tutelare i cittadini !
  Ed inoltre, a valle di tutto questo, bisogna anche sottolineare il fatto che proprio non sta né in cielo né in terra il collegare un contatore ad un servizio radiotelevisivo. Questo genera confusione, una confusione cui solo parzialmente oggi, grazie all'intervento del MoVimento 5 Stelle, cerchiamo di far fronte: attraverso perlomeno una definizione, che interviene il 6 aprile, che stabilisce almeno – almeno il Governo si impegna, poi è tutto da vedere – di identificare bene quali siano gli apparecchi che possono essere collegati all'addebito e quelli che non debbano esserlo. Quindi, a pochi giorni dalla scadenza di un'autocertificazione, che prevede anche sanzioni penali, finalmente il cittadino forse può essere messo a conoscenza di quale sia realmente il presupposto di imposta; sconfessando completamente quelli che sono i principi dello statuto del contribuente, sulla base del quale io devo sapere con chiarezza molto prima il reale addebito, il presupposto di imposta. Ma tanto lo statuto del contribuente per il Governo è un dettaglio, questo lo abbiamo capito.
  Poi c’è un altro discorso, il discorso che affrontava anche chi mi ha preceduto: noi qui in Aula abbiamo approvato una mozione che prevedeva addirittura una moratoria per chi aveva degli addebiti ingiusti in bolletta, i cosiddetti maxiconguagli, gli importi non dovuti. A fronte di questa richiesta, che proveniva dalle opposizioni e che alla fine è stata approvata dal Parlamento, il Governo cosa fa ? Invece di prendersi in carico le richieste che provengono Pag. 22da quest'Aula, come i dettami sempre di quella agognata Costituzione richiedono, il Governo che cosa fa ? Fa un ulteriore addebito in bolletta ! Quindi, nessuna moratoria per chi ha degli addebiti stratosferici errati, perché ovviamente le multiutility sono anche lì in preda delle gestioni appannaggio sempre di potentati vari, e lo sappiamo bene; quindi sono gestite in modo quantomeno disordinato, per essere eufemistici.
  Piuttosto, dunque, che agire lì, attraverso una rettifica degli atteggiamenti di queste grandi società di somministrazione di energia, che cosa si fa ? Si dà un ulteriore addebito, si fa in modo che addirittura queste diventino agenti riscossori. Vogliamo dare pure qualche premio a chi sbaglia gli addebiti in bolletta, a chi fa pagare ingiustamente importi onerosissimi a gente che deve far fronte ad una scadenza e che magari si vede anche tagliata l'energia elettrica nel caso in cui non possa andare incontro a quegli addebiti non dovuti ? Ma questo è il concetto di giustizia che ha il Governo, questo è il concetto di Paese ? Poi si aspetta la magistratura, poi si sfidano i magistrati: venitemi a prendere ! Ma non c’è bisogno di aspettare la magistratura: io penso che saranno i cittadini a giudicare realmente chi fa i loro interessi e chi fa gli interessi di petrolieri e di banchieri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vinicio Giuseppe Guido Peluffo. Ne ha facoltà.

  VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Presidente, rappresentante del Governo, colleghi deputati, ho ascoltato con la dovuta attenzione gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto e, tra questi, la collega onorevole Ruocco, che nel suo intervento ha esulato dal merito della stessa mozione che lei ha presentato. Per questo, mi sembra utile innanzitutto ricordare alcune cose.
  La prima: il canone è il più basso in Europa e questo già prima dell'intervento del Governo; ossia, i 113,50 euro erano più bassi della media europea di 127,60. Il canone in Italia è il più evaso in Europa: basta ricordare le stime per il 2014 di un tasso del 27 per cento, a fronte di una media europea del 10 per cento.
  È anche utile chiarire che, quando parliamo di extra gettito, non parliamo di un aumento, ma parliamo di recupero dell'evasione, stimata annualmente intorno ai 500 milioni di euro, una cifra di grande rilievo; vedremo, poi, quanto effettivamente sarà il recupero. Quello che è certo, Presidente, è che il Governo ha ridotto il canone a 100 euro, consentendo di pagare meno, pagando finalmente tutti. E con il meccanismo previsto dalla legge di stabilità si aumenta anche la fascia di esenzione con il recupero del canone evaso.
  È altrettanto necessario ricordare che l'intervento sul canone è uno degli impegni presi dal Governo in materia di riforma complessiva del sistema pubblico radiotelevisivo circa un anno fa: la riforma del sistema di governance, che è stata completata lo scorso anno, e la riforma del canone, che è il secondo passo. Si tratta, quindi, di un Governo che mantiene gli impegni. Poi il prossimo passo è il rinnovo della concessione che, come annunciato, sottosegretario Giacomelli, alla Commissione trasporti al Senato, avverrà a partire da una consultazione pubblica, che avevamo previsto proprio nella riforma della governance RAI.
  Le mozioni dell'opposizione, quelle del MoVimento 5 Stelle, di Forza Italia e della Lega, mettono in discussione il provvedimento stesso di riforma del canone; strano. Strano perché è una discussione già fatta, è una decisione già presa con la legge di stabilità; strano anche perché, con chi è stato tra i più strenui oppositori di questo provvedimento, penso, per esempio, agli operatori, alle associazioni delle aziende elettriche, di vendita dell'energia, adesso c’è una collaborazione piena e fattiva perché funzioni al meglio questo nuovo meccanismo di riscossione del canone.
  Allora, con queste premesse e con questo approccio abbiamo affrontato la discussione Pag. 23di queste mozioni e, nel merito, innanzitutto, abbiamo chiesto di adottare con la massima sollecitudine il decreto interministeriale attuativo, che, a quanto sappiamo, è al Consiglio di Stato. Questo è stato sollevato anche da altri gruppi. Bene, è utile per chiarire i punti rimasti incerti, è utile per fare giustizia di alcune campagne allarmistiche di disinformazione.
  Ho visto, qualche giorno fa, un giornale che scriveva: chi sbaglia l'autocertificazione va in galera; è falso, sbagliato, perché indicava come se si fosse introdotta una nuova norma ad hoc. Si tratta di un'autocertificazione e, come tutte le dichiarazioni che facciamo, ci prendiamo la responsabilità per quello che dichiariamo, non per gli errori materiali, poi, certo che la sanzione deve essere proporzionata. È utile il decreto, è utile questo dibattito, è utile l'intervento del sottosegretario innanzitutto per chiarire che il canone è dovuto soltanto, come ha ricordato, per il possesso della televisione; era già evidente a partire dalla nota del MISE del 2012, era utile ribadirlo, bene, lo ribadiamo.
  A proposito di autocertificazione, trattandosi di prima applicazione, noi chiediamo di differire – bene il parere positivo del Governo – i termini di presentazione della dichiarazione di non detenzione degli apparecchi televisivi, accorpando le scadenze per invio mediante raccomandata e quelle in via telematica.
  Abbiamo, poi, chiesto al Governo di valutare una modifica legislativa, perché nei prossimi anni si possa considerare per i cittadini italiani residenti permanentemente all'estero iscritti all'AIRE l'esenzione o la riduzione del canone RAI sugli immobili posseduti in Italia, alle condizioni previste dal dispositivo della mozione a cui rimando. Si tratta, guardate, di mantenere un impegno preso con un ordine del giorno già approvato da questo ramo del Parlamento nel corso della discussione sulla legge di stabilità del 2016.
  Infine, chiediamo di informare periodicamente il Parlamento sul nuovo sistema di applicazione del canone; questo è un impegno presente anche in altre mozioni, questo impegno deve essere, in particolare e non solo, riferito al contrasto dell'evasione e alle procedure di condivisione delle diverse banche dati nel rispetto del diritto della privacy.
  Si tratta, Presidente, di un'attività, che noi sollecitiamo, di controllo del Parlamento, non per tornare indietro, come è stato indicato in alcune mozioni e anche nella dichiarazione dell'onorevole Baldelli, ma per andare avanti, meglio, nell'applicazione di questa riforma.
  Presidente, per questo complesso di motivazioni dichiaro il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico alla mozione che abbiamo presentato e alle altre su cui c’è parere positivo da parte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ileana Argentin. Ne ha facoltà.

  ILEANA ARGENTIN. Grazie, Presidente. Intervengo anch'io per confermare il voto favorevole, come quello del mio partito, e per chiedere al sottosegretario un'attenzione forte al fatto che le persone non vedenti o le persone audiolese sono costrette a pagare come gli altri per la televisione, però è pur vero che non ci sono né i sottotitoli, né gli strumenti necessari per vivere al meglio la comunicazione. Quindi, pur mettendomi dentro un percorso di condivisione con gli altri, credo che questa sottolineatura fosse necessario farla (Applausi del deputato Caparini).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

  PRESIDENTE. Passiamo alle votazioni.
  Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazioni per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.Pag. 24
  Avverto che è stata chiesta la votazione per parti separate della premessa delle mozioni nei casi in cui il Governo si è rimesso all'Assemblea sulla parte motiva.
  Analogamente a quanto già fatto in precedenti sedute, costituendo la premessa un elemento complementare ed accessorio rispetto al dispositivo, si porrà in votazione dapprima il dispositivo e, poi, successivamente, solo nel caso in cui il dispositivo risulti in tutto o in parte approvato, si porrà in votazione anche la premessa.
  Passiamo alla votazione della mozione Ruocco ed altri n. 1-01140.
  Avverto che i presentatori ne hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare, dapprima, il primo capoverso, lettera a), del dispositivo, come riformulato su richiesta del Governo e su cui il Governo ha espresso parere favorevole; a seguire, il primo capoverso, lettere b) e c), del dispositivo su cui il Governo ha espresso parere contrario e, infine, la premessa, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea. Allora, spero che sia chiaro.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Ruocco ed altri n. 1-01140, limitatamente al primo capoverso, lettera a), del dispositivo, come riformulato su richiesta del Governo e su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Lavagno, Folino, Giuliani, Benedetti, Bossa, Frusone, Spessotto....
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  448   
   Votanti  445   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato  415    
    Hanno votato no  30.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Piccione ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Ruocco ed altri n. 1-01140, limitatamente al primo capoverso, lettere b) e c), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cesaro....
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  450   
   Votanti  443   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato  139    
    Hanno votato no  304.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  A seguito dell'approvazione di una parte del dispositivo della mozione Ruocco ed altri n. 1-01140, ne verrà ora posta in votazione la premessa.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Ruocco ed altri n. 1-01140, limitatamente alla premessa, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Montroni, Di Battista, D'Ambrosio, Stella Bianchi, Frusone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  449   
   Votanti  448   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  171    
    Hanno votato no  277.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 25

  Passiamo alla votazione della mozione Brunetta ed altri n. 1-01206 (Nuova formulazione).
  Avverto che i presentatori ne hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima il dispositivo, come riformulato su richiesta del Governo e su cui il Governo ha espresso parere favorevole, ad eccezione del sesto capoverso; a seguire, il sesto capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario; infine, la premessa, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Brunetta ed altri n. 1-01206 (Nuova formulazione), limitatamente al dispositivo, come riformulato su richiesta del Governo e per quanto non assorbito dalle votazioni precedenti, ad eccezione del sesto capoverso. Il parere del Governo è favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Furnari, Sorial, Raciti, Schirò...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  449   
   Votanti  444   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato  442    
    Hanno votato no   2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Senaldi ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Brunetta ed altri n. 1-01206 (Nuova formulazione), limitatamente al sesto capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Greco, Burtone, Giammanco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  451   
   Votanti  449   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  173    
    Hanno votato no  276.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Colleghi, a seguito dell'approvazione di una parte del dispositivo della mozione Brunetta ed altri n. 1-01206 (Nuova formulazione), ne verrà ora posta in votazione la premessa.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Brunetta ed altri n. 1-01206 (Nuova formulazione), limitatamente alla premessa, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  454   
   Votanti  447   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  175    
    Hanno votato no  272.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Peluffo ed altri n. 1-01208 (Nuova formulazione), per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Guidesi, Fregolent, Grassi...Pag. 26
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  425   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato  313    
    Hanno votato no  112.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Adesso passiamo alla votazione della mozione Paglia ed altri n. 1-01209.
  Avverto che i presentatori ne hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima, il primo capoverso del dispositivo, lettere a) ed e), come riformulato su richiesta del Governo e su cui il Governo ha espresso parere favorevole; a seguire, il primo capoverso del dispositivo, lettere b), c) e d), su cui il Governo ha espresso parere contrario; infine, la premessa, su cui il Governo si è rimesso all'Aula.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Paglia ed altri n. 1-01209, limitatamente al primo capoverso del dispositivo, lettere a) e e), come riformulato su richiesta del Governo e per quanto non assorbito dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capelli, Caparini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  453   
   Votanti  382   
   Astenuti   71   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato  376    
    Hanno votato no   6.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Paglia ed altri n. 1-01209, limitatamente al primo capoverso del dispositivo, lettere b), c) e d), su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fregolent, Greco, Furnari, Di Battista, Casellato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  455   
   Votanti  389   
   Astenuti   66   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato  108    
    Hanno votato no  281.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Grillo ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi).

  A seguito dell'approvazione di una parte del dispositivo della mozione Paglia ed altri n. 1-01209, ne verrà ora posta in votazione la premessa.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Paglia ed altri n. 1-01209, limitatamente alla premessa, su cui il Governo si è rimesso all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giancarlo Giordano, Bossa, Blazina, Russo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  455   
   Votanti  386   
   Astenuti   69   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato  106    
    Hanno votato no  280    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 27

  Passiamo alla votazione della mozione Buttiglione ed altri n. 1-01211.
  Avverto che i presentatori ne hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare, dapprima, il dispositivo, come riformulato su richiesta del Governo, e su cui il Governo ha espresso parere favorevole; a seguire, la premessa, su cui il Governo si è rimesso all'Aula.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Buttiglione ed altri n. 1-01211, limitatamente al dispositivo, come riformulato su richiesta del Governo e per quanto non assorbito dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Russo, Greco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  449   
   Votanti  445   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato  374    
    Hanno votato no  71.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Quindi, a seguito dell'approvazione del dispositivo della mozione Buttiglione ed altri n. 1-01211, ne verrà ora posta in votazione la premessa.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Buttiglione ed altri n. 1-01211, limitatamente alla premessa, su cui il Governo si è rimesso all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Fanucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  419   
   Astenuti   33   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato  325    
    Hanno votato no  94.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Locatelli ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimerne uno favorevole).

  Passiamo ora alla votazione della mozione Rampelli ed altri n. 1-01212.
  Avverto che i presentatori non hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo e hanno contestualmente chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare il dispositivo distintamente dalla premessa.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rampelli ed altri n. 1-01212, limitatamente al dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Locatelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  453   
   Votanti  447   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  175    
    Hanno votato no  272.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Colleghi, poiché tutto il dispositivo della mozione Rampelli ed altri n. 1-01212 è stato respinto, non si procederà alla votazione della relativa premessa.
  Passiamo alla votazione della mozione Caparini ed altri n. 1-01213.Pag. 28
  Avverto che i presentatori non hanno accettato le riformulazioni proposte al Governo e hanno contestualmente chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare il dispositivo distintamente dalla premessa.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Caparini ed altri n. 1-01213, limitatamente al dispositivo, su cui il Governo...

  DAVIDE CAPARINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Su cosa ? Siamo in votazione.

  DAVIDE CAPARINI. Presidente, in merito alla votazione, perché c'era un parere favorevole del Governo per quanto riguardava, nel dispositivo, il quarto capoverso. Quindi, noi chiederemmo di votarla per parti separate, ovvero le prime tre su cui c’è parere contrario del Governo e la quarta in cui c’è il parere favorevole del Governo.

  PRESIDENTE. A me risulta che non era stata accettata la riformulazione.

  DAVIDE CAPARINI. Il Governo ha espresso un parere favorevole senza riformulazione.

  PRESIDENTE. Ho bisogno di avere dal sottosegretario un riscontro.

  ANTONELLO GIACOMELLI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Sull'ultimo capoverso, «a valutare la possibilità per i prossimi anni (...)», il parere era favorevole.

  PRESIDENTE. Sta Bene.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Caparini ed altri n. 1-01213, limitatamente ai primi tre capoversi su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Segoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  454   
   Votanti  443   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato   99    
    Hanno votato no  344.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Caparini ed altri n. 1-01213, limitatamente all'ultimo capoverso, su cui il Governo ha dato parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Garavini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  453   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  444    
    Hanno votato no   9.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Quindi, a seguito dell'approvazione di una parte del dispositivo della mozione Caparini ed altri n. 1-01213, adesso ne verrà posta in votazione la premessa.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Caparini ed altri n. 1-01213, limitatamente alla premessa, su cui il Governo si è rimesso all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ravetto, Stella Bianchi.Pag. 29
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  443   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no  342.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo ora alla votazione della mozione Vezzali e Monchiero n. 1-01214.
  Avverto che i presentatori hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo e hanno contestualmente chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare il dispositivo distintamente dalla premessa.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Vezzali e Monchiero n. 1-01214, limitatamente al dispositivo, nel testo riformulato per quanto non assorbito dalle precedenti votazioni e su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palmieri, Dambruoso, Piccione... Allora ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  454   
   Votanti  450   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  380    
    Hanno votato no  70.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Quindi, a seguito dell'approvazione nel dispositivo della mozione Vezzali e Monchiero n. 1-01214, ne verrà ora posta in votazione la premessa.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Vezzali e Monchiero n. 1-01214, limitatamente alla premessa, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Capelli, Di Battista.... Di Battista ancora non riesce a votare... Che succede ? C’è il tecnico, vediamo se riusciamo a sbloccare la situazione... Ecco, ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  456   
   Votanti  352   
   Astenuti  104   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato  322    
    Hanno votato no   30.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo ora alla votazione della mozione Civati ed altri n. 1-01215.
  Avverto che i presentatori hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo e hanno contestualmente chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare il dispositivo distintamente dalla premessa.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Civati ed altri n. 1-01215, limitatamente al dispositivo, nel testo riformulato per quanto non assorbito dalle precedenti votazioni e su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni, Giordano, Piepoli, Marzano... Allora ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  453   
   Votanti  451   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  441    
    Hanno votato no  10.

  La Camera approva (Vedi votazioni).Pag. 30
  Quindi, a seguito dell'approvazione del dispositivo della mozione Civati ed altri n. 1-01215, ne verrà ora posta in votazione la premessa.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Civati ed altri n. 1-01215, limitatamente alla premessa, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palmieri, Piepoli, D'Attorre... bene, ci siamo tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  447   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato  171    
    Hanno votato no  276.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Seguito della discussione della proposta di legge: Manlio Di Stefano ed altri: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica ceca sulla cooperazione in materia di cultura, istruzione, scienza e tecnologia, fatto a Praga l'8 febbraio 2011 (A.C. 2004-A) (ore 12,30).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 2004-A: Manlio Di Stefano ed altri: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica ceca sulla cooperazione in materia di cultura, istruzione, scienza e tecnologia, fatto a Praga l'8 febbraio 2011.
  Ricordo che nella seduta del 4 aprile si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame degli articoli – A.C. 2004-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge, nel testo della Commissione.
  La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A – A.C. 2004-A), che è in distribuzione.
  Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 2004-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Avevo già aperto la votazione... dichiaro aperta la votazione di nuovo, ma l'avevo già... no, colleghi, calmi... l'avevo già detto. Adesso potete votare.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 12,31)

  PRESIDENTE. Ci siamo ? Avete fretta ? Stanno entrando dei colleghi... Veloci, veloci... via. Allora, c’è qualcuno che non riesce a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  438   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato
 437    
    Hanno votato
no    1).    

  (I deputati Busto e Fossati hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 2004-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti. Pag. 31
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palmieri, Montroni, Piepoli... Palmieri, voti, non si faccia confondere dal collega Longo... Montroni, Dall'Osso ha votato ? Sì, mi pare che tutti abbiano votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  433   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato
 433).    

  Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 2004-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Dall'Osso, Del Grosso, Luigi Gallo. Mi pare che tutti abbiano votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  442   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato
 442).    

  Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A – A.C. 2004-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Montroni, Malisani, Blazina, Carloni, Cariello, Segoni, Locatelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  427   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato
 427).    

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 2004-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 2004-A).
  Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

  SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sull'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/2004-A/1 esprimo parere favorevole con la seguente riformulazione: «a valutare l'opportunità di fare quanto di propria competenza perché siano adeguatamente pubblicizzate le modalità di accesso ai corsi di lingua italiana nella Repubblica ceca».

  PRESIDENTE. Va bene, mi pare che l'onorevole Fontana abbia accolto la riformulazione.

  SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sull'ordine del giorno Carrescia n. 9/2004-A/2 esprimo parere favorevole.

  PRESIDENTE. Allora, non dobbiamo procedere ai voti degli ordini del giorno.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2004-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fucsia Nissoli Fitzgerald. Ne ha facoltà.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, l'Accordo al nostro esame concerne la cooperazione con la Repubblica ceca in materia di cultura, istruzione, scienza e tecnologia ed è stato firmato a Praga nel 2011, quindi cinque anni fa: un tempo che ritengo Pag. 32abbastanza lungo per come le vicende storiche si susseguono e hanno bisogno di un quadro normativo adeguato. Ricordando che la Repubblica ceca è membro dell'Unione europea, evidenzio che i precedenti accordi in materia sono ormai divenuti obsoleti e poco rispondenti ai cambiamenti avvenuti e alla vicinanza che si registra tra i due Paesi, anche per lo scambio di esperienze giovanili che si sono concretizzate negli ultimi anni.
  Oggi possiamo registrare un aumento della domanda di italiano a Praga e una richiesta di apprendimento della lingua ceca da parte dei residenti italiani nella capitale ceca, frutto di un interscambio non solo commerciale, ma anche di ottime relazioni umane che vengono coltivate e di legami che vengono riscoperti.
  Faccio notare che ben 172 studenti ad oggi seguono la sezione bilingue, istituita dal 1991 presso il liceo Ústavní di Praga, dove operano anche quattro docenti invitati dal MAECI. Anche la società Dante Alighieri ha avuto successo dalle sue proposte di formazione linguistica e questo testimonia che la cultura italiana è apprezzata, essendo la lingua lo strumento che la introduce.
  Pertanto, l'accordo al nostro esame è ancora più importante poiché fornisce un quadro giuridico chiaro di azione per una cooperazione, che trova un terreno molto fertile e che vede ottime prospettive di sviluppo nel settore della scienza e della tecnologia. Infatti, ci sono già quaranta università italiane che hanno stipulato accordi con strutture accademiche ceche: una cooperazione che potrà essere intensificata e che potrà portare buoni frutti per entrambi i Paesi.
  Inoltre, l'Italia ha inviato quattro lettori di italiano nelle università ceche e l'Istituto di cultura italiano ha ben 800 iscritti ai suoi corsi di lingua. Sono dati che testimoniano la vivacità delle relazioni culturali tra i due Paesi, che potranno essere incrementate anche con l'offerta di borse di studio in settori considerati strategici per le parti. Inoltre, la prevista cooperazione in ambito artistico, archeologico e sui programmi per i giovani fa sì che l'Accordo sia anche funzionale alla creazione di un'effettiva cultura europea, che necessariamente passa dalla conoscenza e dall'approfondimento di quelle regionali per proiettarle verso il futuro comune.
  Quindi, con questa speranza, signora Presidente, annuncio il voto favorevole del mio gruppo parlamentare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Annuncio da parte del mio gruppo, della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini, il voto favorevole e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto del testo della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molea. Ne ha facoltà.

  BRUNO MOLEA. Grazie, signora Presidente. Intervengo per esprimere il voto favorevole del gruppo parlamentare di Scelta Civica e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto del testo della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tancredi. È assente, si intende che vi abbia rinunciato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Archi. Ne ha facoltà.

  BRUNO ARCHI. Grazie, Presidente. Noi voteremo favorevolmente alla ratifica di questo Accordo, perché mira a fornire un quadro di riferimento che riteniamo più che adeguato alle iniziative di collaborazione culturale, scientifica e tecnologica tra l'Italia e la Repubblica Ceca, soprattutto in relazione alla grande varietà dei nostri rapporti bilaterali, in costante Pag. 33crescita negli ultimi anni. E questo è un Accordo che sostituisce sia quello culturale con la ex Repubblica socialista cecoslovacca, che venne firmato a Praga nel 1971, sia quello tra il nostro Governo e il Governo della Repubblica federativa ceca e slovacca in materia di cooperazione scientifica e tecnologica firmato a Roma nel 1990, in quanto queste due intese sono ormai anacronistiche, visti i cambiamenti politici che sono intervenuti presso la controparte e viste anche e soprattutto le recenti evoluzioni della collaborazione in campo culturale, scientifico e tecnologico. Inoltre, la Repubblica Ceca partecipa a pieno titolo ormai in quanto membro dell'Unione europea dal 2004 alle politiche di cooperazione culturale e scientifica perseguite in ambito dell'Unione europea.
  Alla luce dell'intensificazione dei nostri rapporti bilaterali e del crescente interscambio bilaterale e delle numerose iniziative intraprese sul piano culturale, scientifico e tecnologico, la necessità, quindi, di un inquadramento organico e aggiornato del nuovo Accordo si fa più che urgente. Quindi, questo Accordo mira, da un lato, a favorire un ulteriore rafforzamento dei rapporti bilaterali, anche reagendo con efficacia alla fortissima richiesta di lingua e cultura italiana nella Repubblica ceca e, dall'altro, ad incoraggiare l'avvio di strette collaborazioni in un settore sempre più cruciale quale quello della ricerca scientifica e tecnologica.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Scagliusi. Ne ha facoltà.

  EMANUELE SCAGLIUSI. Grazie, Presidente. Allora, parliamo della ratifica dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica ceca sulla cooperazione in materia di cultura, istruzione, scienza e tecnologia, fatto a Praga l'8 febbraio 2011.
  Come vede, Presidente, dalla sigla di questo Accordo sono passati ben cinque anni, visto che, evidentemente, la maggioranza che sostiene il Governo non aveva molto interesse ad incentivare questo tipo di accordi; accordi che, quindi, hanno dovuto attendere una proposta del MoVimento 5 Stelle a prima firma del mio collega Manlio Di Stefano, che ha spinto molto in Commissione esteri. Quindi, grazie al lavoro fatto dal MoVimento 5 Stelle in questo settore oggi riusciamo a ratificare questo Accordo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); Accordo che è inquadrato nell'ambito della promozione della lingua e della cultura italiana all'estero e della ricerca scientifica e tecnologica. Quindi, sembra un ambito che interessa magari solo parte dell'opposizione. Infatti, dalla maggioranza non abbiamo visto grandi spinte per quanto riguarda la ratifica di questo Accordo. Abbiamo visto, invece, un altro tipo di spinte quando in Commissione esteri si discute di commercio di armi o di cooperazione militare, ad esempio, con i Paesi che poi magari finanziano proprio il terrorismo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) oppure quando si trattava di ratificare accordi di libero commercio, accordi che provocano danni anche economici alle nostre aziende agricole e culturali in Italia. Evidentemente, il Governo è sempre più interessato al settore della banche e della finanza. Infatti, sono passati diversi accordi nella nostra Commissione su questi temi; accordi che sono passati velocemente in Commissione col supporto del Governo.
  Evidentemente nel tema della cultura, della ricerca e dell'innovazione scientifica non c’è nessun parente di Ministro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), magari al padre della Boschi o al fidanzato della Guidi non interessa investire in cultura e ricerca, per questo noi ci siamo fatti Governo da questo punto di vista, presentando la nostra proposta di legge e spendendoci per la cultura e lo scambio culturale.
  Naturalmente voteremo favorevolmente a questa proposta di legge, che è a firma appunto del MoVimento 5 Stelle, e ci auguriamo che ci sia maggiore attenzione Pag. 34a questo settore da parte del Governo e della maggioranza che lo sostiene e che si cambi un po’ l'indirizzo di questo Governo, che, come ci raccontano le cronache degli ultimi giorni, sembra più interessato a incentivare le fonti fossili. Noi, invece, sosteniamo che l'energia del futuro è l'intelligenza, è l'intelligenza che va coltivata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), quindi insieme alla ricerca scientifica e alla cultura. Questo Accordo va in questo senso e quindi voteremo favorevolmente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Cimbro. Ne ha facoltà.

  ELEONORA CIMBRO. Signora Presidente, onorevoli colleghi, il progetto di legge per la ratifica dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica ceca sulla cooperazione in materia di cultura, istruzione, scienza e tecnologia sostituisce, come ricordato prima, l'Accordo culturale con la Repubblica socialista cecoslovacca, firmato a Praga il 18 maggio 1971, e l'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica federativa ceca e slovacca in materia di cooperazione scientifica e tecnologica, firmato a Roma il 30 novembre 1990, entrambi siglati in uno scenario storico e politico ormai del tutto archiviato.
  Il progetto di legge oggi in esame fornisce un quadro di riferimento circa le iniziative di collaborazione nel settore dell'istruzione universitaria, mediante la cooperazione tra università e istituzioni universitarie, e nel settore dell'istruzione scolastica e dell'insegnamento della lingua e della cultura italiana. Nel campo culturale, inoltre, si annoverano la promozione delle istituzioni culturali di musica, teatro, danza, letteratura, cinema, festival, mostre. La proposta di regolamentare le norme del diritto d'autore e...

  PRESIDENTE. Colleghi, abbassiamo un po’ il tono della voce ? Grazie.

  ELEONORA CIMBRO...nonché la volontà di investimento in materia di tutela dei beni culturali ed archeologici.
  Le parti si impegnano a lavorare in pieno accordo con le politiche di cooperazione culturale e scientifica perseguite in ambito dell'Unione europea, in pieno accordo con le Convenzioni UNESCO del 1972 sulla tutela del patrimonio culturale e naturale a livello mondiale, con la Convenzione UNESCO del 2003 sulla salvaguardia del patrimonio culturale immateriale e con la Convenzione UNESCO 2005 sulla promozione e protezione delle diversità delle espressioni culturali.
  Il suddetto Accordo bilaterale fu firmato nel 2011 a Praga dai rispettivi Ministri degli affari esteri; la Repubblica ceca lo ratificò immediatamente, attendendo analoga ratifica da parte del Parlamento italiano. Da allora l'Ambasciata della Repubblica ceca ha costantemente collaborato per portare a compimento il processo di ratifica in un accordo con il Governo italiano e vari interlocutori nel Parlamento italiano, tra i quali anche il Partito Democratico, a differenza di quanto affermato precedentemente dal collega Scagliusi.
  L’iter ha ripreso dunque il suo corso a maggio 2015 in Commissione affari esteri alla Camera dei deputati e il progetto di legge di ratifica è stato approvato definitivamente in III Commissione il 23 marzo 2016, dopo il consulto e il consenso delle Commissioni affari costituzionali, cultura e bilancio. Considerato dunque l’iter – questo possiamo dirlo – non poco travagliato di questo progetto di ratifica, già in vigore al Parlamento ceco ormai da qualche anno, e a fronte dell'importanza che questo Accordo ricopre in termini di rapporti bilaterali con un Paese in costante crescita e con il quale esistono importanti relazioni sotto molteplici punti di vista, dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 35

(Coordinamento formale – A.C. 2004-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2004-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale. Prego i colleghi di prendere posto.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 2004-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Intanto che i colleghi votano, saluto i docenti e gli alunni delle classi seconde del Liceo scientifico statale «Donato Bramante» di Magenta, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Greco, Bargero, Saltamartini, Marroni, Rabino, Di Battista, Sisto, Carfagna, Paola Bragantini, Pellegrino, Pili, Russo, Cera, Basso, Bazoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

  Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica ceca sulla cooperazione in materia di cultura, istruzione, scienza e tecnologia, fatto a Praga l'8 febbraio 2011 (2004-A):

   (Presenti e votanti  383   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato
 383).    

  (I deputati Vezzali, Albanella, Falcone e Oliaro hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto favorevole).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1945 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo federale della Repubblica di Somalia in materia di cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 17 settembre 2013 (Approvato dal Senato) (A.C. 3459) (ore 12,45).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3459: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo federale della Repubblica di Somalia in materia di cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 17 settembre 2013.
  Ricordo che nella seduta del 4 aprile si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame di una questione sospensiva – A.C. 3459)

  PRESIDENTE. Ricordo che è stata presentata la questione sospensiva Frusone ed altri n. 1. Passiamo quindi all'esame di tale questione sospensiva. A norma del comma 3, dell'articolo 40, del Regolamento, la questione sospensiva può essere illustrata per non più di dieci minuti dal proponente. Potrà altresì intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi, per non più di cinque minuti.
  Illustra la questione sospensiva il deputato Frusone. Ne ha facoltà.

  LUCA FRUSONE. Signora Presidente, questo Accordo è un accordo come molti altri, sappiamo bene che l'Italia fa dell'Esercito, dello strumento militare una carta da giocare nelle relazioni di politica estera. È un accordo che riguarda l'addestramento e la fornitura di armi all'esercito somalo. Di accordi del genere l'Italia ne fa molti, la particolarità qui è il Paese con cui si fa l'accordo, perché appunto la Somalia, di per sé, attualmente non è un Paese – almeno a nostro avviso – con cui Pag. 36parlare di accordi militari e di fornitura di armi, perché ? Perché innanzitutto queste armi potrebbero cadere in mani sbagliate, ma addirittura in questo determinato Paese non abbiamo nemmeno la certezza che, se finiscono nelle giuste mani, quindi quelle governative, non vengano utilizzate con violenza contro la stessa popolazione, perché è chiaro che la Somalia già da tempo attraversa una situazione di instabilità e una situazione dove i diritti umani non vengono rispettati nemmeno dal Governo stesso. Questo naturalmente non lo diciamo solo noi del MoVimento 5 Stelle e c’è un qualcosa, una prova di tutto questo, che non può lasciare indifferenti, infatti ci basta vedere che l'ONU, l'ONU stessa, quindi non dei grillini o il MoVimento 5 Stelle parlano di questo, ma l'ONU stessa, ha esteso l'embargo sulle armi alla Somalia fino al 15 novembre 2016.
  Se l'ONU ha intrapreso questa iniziativa, un motivo ci sarà: non credo che voglia porre delle sanzioni alla Somalia, ma non ravvisa in questo Paese le condizioni di sicurezza minime e quel rispetto dei diritti dell'uomo che possono favorire determinati accordi, proprio come quello in questione. Infatti la Somalia da sempre si è connotata per un triste fenomeno, per cui si fanno anche i minuti di silenzio, si fanno incontri anche qui alla Camera: insomma, si piangono le classiche lacrime di coccodrillo, però poi quando si arriva in Aula non si ha il coraggio di affrontarlo. Ricordo che la Somalia ha questa terribile piaga dei soldati bambino: dare delle armi oggi a quel Paese, secondo voi non va ad accentuare questo problema ? Badate bene, ci sono spot, qualche anno fa era partita proprio una campagna mondiale contro questa piaga dei soldati bambino, e ora noi qui vorremmo approvare un accordo per la fornitura di armi ad un Paese del genere ? Badate bene a quello che fate ! Tant’è che noi oggi, ora, in questo momento, con questa sospensiva, chiediamo proprio di sospendere la ratifica di questo Accordo fino alla data stabilita dall'ONU, il novembre 2016. Non stiamo chiedendo la luna, non siamo usando, strumentalizzando determinati dati per fare una campagna contro le armi: noi stiamo dicendo quella che è la realtà dei fatti !
  Oggi come oggi noi non ci sentiamo assolutamente di approvare un accordo del genere. Vi stiamo anche venendo incontro, dicendo: sospendiamo fino a quando l'ONU stessa non ci dice che ci sono le condizioni minime, le garanzie minime per fare un accordo del genere; quindi non stiamo parlando chissà di che cosa ! Badate bene, abbiamo messo nella nostra proposta di sospensiva dati, fatti, citazioni di organi internazionali, di ONG che trattano tutti i giorni questo problema. Human Rights Watch dice chiaramente che la Somalia non è un terreno dove portare armi, dove buttare benzina sul fuoco: noi ci vogliamo limitare semplicemente a questo, ad ascoltare queste ONG, ad ascoltare l'ONU; l'ONU che viene usata molto spesso in quest'Aula per far passare degli interventi militari, delle invasioni militari come interventi di pace. Per esempio quella in Libia: lo ricordo, ci è sempre stato detto che la terza fase dell'attuale missione avverrà solo con una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU. Bene, in questo caso l'ONU stesso sta decidendo un embargo su questo Paese, sulle armi in questo Paese; e voi che cosa volete fare ? Un Accordo militare di fornitura di armi a questo Paese, flagellato dalla piaga dei soldati bambino, con una situazione in cui il Governo stesso, le forze di sicurezza governative vengono accusate di utilizzare violenza contro i loro cittadini, e ultimamente anche di muovere violenza sessuale verso le donne in questo Paese; e il Parlamento italiano che cosa vuole fare ? Fare un Accordo militare con questo Paese ?
  Credo quindi che la sospensiva che oggi noi siamo qui a chiedere sia sacrosanta. Non badate ai colori politici: c’è di mezzo l'ONU, ci sono di mezzo ONG importantissime, che hanno una credibilità che va al di là di qualsiasi divisione politica, che ci dicono che questo Accordo non s'ha da fare. Quindi io termino qui, perché credo di essere stato il più chiaro possibile. Non votare questa sospensiva in questo momento Pag. 37è un atto scellerato; vuol dire fomentare tutto quello che ho detto prima: violenze, soldati bambino, conflitti etnici e dei vari clan che si stanno spartendo questo Paese. Se vogliamo proprio fare un paragone, è come dare delle armi ai vari Governi che sono in Libia, sapendo bene che queste andranno a finire nei vari clan, andranno a finire magari nei vari gruppi terroristici, perché anche qui troviamo Al-Shabaab.
  Mettetevi quindi una mano sulla coscienza, ricordate le innumerevoli pubblicità che avete visto in questi anni quando si parlava del problema somalo, e quindi votate a favore di questa sospensiva: non perché ve lo diciamo noi, perché è l'ONU stessa che parla di tutto ciò (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Presidente, il gruppo della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini ritiene non infondata la questione sospensiva sottoposta oggi all'esame di questa Assemblea: non possiamo, infatti, ignorare che un Accordo di collaborazione nella sfera della difesa, qual è quello tra Italia e Somalia, può essere propedeutico anche alla concessione di materiali d'armamento al Governo di Mogadiscio.
  Sulla Somalia, tuttavia, pende ancora un embargo multilaterale sulle forniture di materiale da armamento, imposto a suo tempo per non far pervenire armi ai cosiddetti talebani somali, eredi delle famigerate corti islamiche, ai qaedisti, sui quali peraltro si stanno abbattendo attacchi concentrici ai quali auguriamo la migliore fortuna, avendo noi a cuore le sorti della Somalia per varie ragioni: non ultimo, per evitare di vedere degli sventurati tentare la sorte attraverso mari e deserti per presentarsi poi ai nostri confini.
  Rinviare la ratifica allo spirare del termine dell'embargo non è un cedimento ai deliri di certe forme di pacifismo, dagli eccessi delle quali noi assolutamente rimaniamo distanti e lontani: ci sembra, invece, un sostegno ragionevole all'efficacia delle misure adottate in ambito internazionale per evitare di alimentare le guerre civili.
  Qualora la sospensiva al nostro esame fosse respinta, chiederemo comunque al Governo di garantire di fronte a quest'Aula che il nostro Paese non violerà in alcun modo l'embargo, fintanto che questo sarà in vigore.
  Su queste basi, la Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini voterà a favore della sospensiva al nostro esame.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Presidente, care colleghe e cari colleghi, la ratifica di questo Accordo militare secondo noi va sospesa, e per questo voteremo a favore della sospensiva avanzata dal MoVimento 5 Stelle.
  Va sospesa perché fino al prossimo 15 novembre c’è un embargo delle Nazioni Unite che vieta la fornitura di armi a quel Paese, e già questo potrebbe bastare. Va sospesa perché, come denunciato dall'ONU, da Amnesty International, da Human Rights Watch, l'esercito regolare somalo arruola i bambini, ne sono stati accertati almeno 220; e il Governo somalo si è rifiutato di firmare il Protocollo aggiuntivo della Convenzione dell'infanzia sul coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati. Ricordo che, secondo l'Unicef, potrebbero essere ben 5 mila i bambini arruolati nelle varie fazioni, compreso l'esercito regolare: noi non possiamo essere così farisei da approvare splendide mozioni parlamentari sui bambini soldato, e poi approvare anche Accordi con quegli eserciti che quei bambini li arruolano.
  Questo Accordo va sospeso perché non possiamo cooperare con un esercito regolare che, secondo i rapporti delle Nazioni Unite, si è macchiato di crimini gravissimi quali stupri e violenze sessuali, violenze sui bambini, uccisioni di civili inermi, demolizioni di case; e non possiamo cooperare con un Governo che i bambini li manda in carcere.Pag. 38
  Questo Accordo va sospeso perché viene violato lo spirito della legge n. 185 del 1990: la Somalia è un Paese non riconciliato, in conflitto, in cui le armi che mandiamo non sappiamo che fine faranno; il Governo di unità nazionale, sostenuto dalla comunità internazionale, non controlla il Paese, né le armi che gli vengono inviate, ed è per questo, anche, che c’è un embargo delle Nazioni Unite. Non facciamo, con la fornitura di equipaggiamenti e strumenti militari come prevista da questo Accordo, quello che abbiamo fatto con la Libia di Gheddafi, quando pochi mesi prima del crollo del regime gli abbiamo spedito 10 mila pistole e fucili che ora sono in mano alle bande di terroristi.
  Questo Accordo, se venisse ratificato, sarebbe uno sconcio, uno schiaffo a chi si batte per i diritti umani, per la pace e contro il terrorismo.
  Avete visto che ieri la Ministra Pinotti è andata a concludere in Kuwait vari Accordi e la vendita di 28 Eurofighter: la Ministra sorrideva, è comprensibile, pensava al successo degli Accordi e magari anche all'affare dei 7 miliardi per Finmeccanica.
  Invece, cari colleghi, non c’è da sorridere per le violazioni dei diritti umani in Kuwait, non c’è da sorridere per chi in Kuwait può andare in carcere fino a dieci anni se critica il regime sul web, non c’è da sorridere per le donne di quel Paese che vengono discriminate per la possibilità di divorziare, di ereditare, di dare la cittadinanza al proprio figlio. Non c’è da sorridere per le 15 condanne a morte comminate nell'ultimo anno e non c’è da sorridere per il sistema bancario di quel Paese che ha riciclato i soldi dell'Arabia Saudita a favore dell'ISIS. Magari, la prossima volta, sorrisi a parte, una parola sulla violazione dei diritti umani in Kuwait diciamola; i diritti umani, i diritti dei bambini vengono prima degli affari dell'industria militare.
  Ricordo che, proprio ieri, la Rete Disarmo, che raggruppa associazioni come le ACLI, il Gruppo Abele, Libera, l'ARCI, Pax Christi e molte altre, ha chiesto alla Camera dei deputati di non ratificare questo Accordo. Noi raccogliamo questo invito, stiamo dalla parte delle associazioni, dalla parte di una politica estera dei diritti umani; non ci vogliamo piegare alla Realpolitik, spesso, purtroppo, ispirata da quelli che Papa Francesco ha chiamato i mercanti di morte, fabbricanti di armi che se ne infischiano di diritti umani, in Kuwait come in Somalia.
  Noi, perciò, vi chiediamo di votare la questione sospensiva avanzata dal MoVimento 5 Stelle, una sospensione fino a novembre quando cesserà l'embargo delle Nazioni Unite. È una proposta di buonsenso e per questo riteniamo che tutta questa fretta sia sospetta; prendiamoci una pausa di riflessione, sospendiamo un atto di cooperazione con un Paese, un esercito i cui atti sono stati condannati dalle Nazioni Unite, da Amnesty e da Human Rights Watch. Non facciamo passi affrettati, non corriamo il rischio di approvare un atto per il quale potremmo venire messi sul banco degli imputati da parte delle organizzazioni internazionali dei diritti umani. Prendiamoci tempo per approfondire, ancora, una situazione contraddittoria e pericolosa e così faremo la scelta giusta (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Monchiero. Ne ha facoltà...
  No, onorevole Rabino ? Bene, prego. Magari se ce lo dite, quando cambiate... Perfetto. Prego, onorevole Rabino.

  MARIANO RABINO. Grazie, Presidente, per la pazienza e l'indulgenza. Si è trattata di una mancanza di comunicazione tra il presidente del mio gruppo e il sottoscritto.
  Signora Presidente, onorevoli colleghi, nell'anticipare il voto favorevole di Scelta Civica all'approvazione della ratifica dell'Accordo tra il Governo italiano e quello somalo, sono qui a ribadire l'importanza del rapporto tra l'Italia e la Somalia, un Paese cruciale in un'area del mondo particolarmente rilevante quale è quella del Pag. 39Corno d'Africa, destabilizzata dal fondamentalismo islamista di Al-Shabaab e dalla pirateria marittima.
  La lunga consuetudine di amicizia tra Italia e Somalia, che affonda le radici in tanti anni di collaborazione, ha permesso di intervenire con capacità particolari, da sempre riconosciute, concretizzando interventi che nessun altro ha realizzato nel Paese, tra cui i programmi di pace e di riconciliazione, che, con difficoltà, non c’è dubbio, ma stanno ricomponendo le basi delle amministrazioni locali, e quelli di supporto alle istituzioni centrali.
  Nel merito, il trattato è in linea con la normativa nazionale, l'ordinamento comunitario e gli altri obblighi internazionali sottoscritti dal nostro Paese. Si tratta di misure trasversalmente condivisibili; prevede oneri annuali per circa 5 milioni di euro ad anni alterni ed è un trattato in linea sia con la legge italiana sulle armi, la n. 185 del 1990, che con tutte le risoluzioni ONU che disciplinano le vicende della sicurezza e della difesa, in un'area del mondo che da circa 25 anni è sottoposta a guerre civili e a conflitti armati di varia natura.
  Proprio per gli sviluppi negativi, gli attuali sviluppi negativi della situazione dei diritti umani in Somalia, è necessario approvare con tempestività questo provvedimento, proprio per potenziare la cooperazione bilaterale tra le rispettive Forze armate, consolidando le capacità difensive e migliorando la comprensione reciproca sulle questioni della sicurezza.
  Tutto ciò è di fondamentale importanza al fine di promuovere e incoraggiare il più possibile i rapporti di amicizia con le comunità più pacifiche e lungimiranti, che in un territorio così instabile e ricco di tensioni e contraddizioni possono rivelarsi gli alleati determinanti nella lotta al terrorismo, per il consolidarsi di azioni atte a garantire la sicurezza dell'Europa.
  È da evidenziare, inoltre, che l'analisi dell'impatto sulla regolazione ha precisato che l'opzione di non intervento non risulta percorribile alla luce della normativa vigente ed in particolare alla luce dell'articolo 80 della Costituzione. Inoltre, essa, configurandosi quale mancato adempimento dell'obbligazione politica assunta sul piano internazionale con la firma dell'Accordo, determinerebbe un deterioramento dei rapporti bilaterali con la Somalia, che avrebbe certamente una ricaduta negativa sull'immagine del Paese, minandone la credibilità sul piano internazionale.
  Per questi ed altri motivi auspico, a nome di Scelta Civica, la tempestiva approvazione del provvedimento in esame e, pertanto, voteremo contro questa richiesta di sospensiva, proprio perché riteniamo importante che venga affrontato con la massima celerità il tema della sicurezza e della difesa che interessa un territorio in gravissima difficoltà, ma verso il quale siamo legati da tanti anni di collaborazione, nella prospettiva di un consolidamento della realtà statuale e nella lotta, senza quartiere, ai vari gruppi terroristici.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.

  LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. L'Accordo di cui discutiamo oggi la relativa sospensiva tratta della cooperazione con un Paese strategico, come dicevano i colleghi, che è la Somalia, in un'area di grande interesse per l'Italia, che è il Corno d'Africa, in un settore cruciale per la stabilità regionale e globale come quello della sicurezza. Allora, io vorrei, siccome si tratta, appunto, di un tema delicato e strategico, andare un po’ al di là dei titoli.
  La richiesta di sospensiva si riferisce alla risoluzione ONU n. 2244 del 23 ottobre 2015, che proroga, come dicevano i colleghi, al 15 novembre 2016 l'embargo di armi alla Somalia. Proprio per andare al di là dei titoli, vorrei leggere quanto stabilito nel dispositivo delle Nazioni Unite. Al punto 2 della risoluzione si legge che il Consiglio di sicurezza decide di rinnovare le disposizioni di cui al paragrafo 2 della risoluzione n. 2142 del 2014, ovvero l'embargo di armi alla Somalia, fino al 15 novembre 2016, ma ribadisce che l'embargo sulle armi in Somalia non si applica Pag. 40alle forniture di armi, munizioni o attrezzature militari o alla fornitura di consulenza, assistenza o formazione destinate esclusivamente per lo sviluppo delle forze di sicurezza del Governo federale della Somalia, per garantire la sicurezza per la popolazione somala, se non in relazione alle disposizioni di cui all'allegato della risoluzione n. 2111.
  Perché l'ONU, rispetto a un tema così delicato come l'embargo delle armi, sostanzialmente fa un'eccezione ? Perché noi stiamo parlando di un Paese, la Somalia, che da 25 anni lotta contro la disintegrazione, a cui si è aggiunta la minaccia terroristica di Al-Shabaab. Stiamo parlando di un Paese in cui è stato difficilissimo insediare il Governo di transizione e a cui serve una costante presenza armata di truppe dell'Unione africana per evitare che il Paese scivoli di nuovo in una guerra civile.
  È in questo contesto che l'ONU, attraverso l'Unione africana, ha da dieci anni avviato un processo di consolidamento delle capacità di controllo del territorio del Governo di transizione. Ovvero, l'ONU, attraverso l'operazione militare AMISOM, sostiene il Governo somalo e sostiene l'esercito del Governo somalo.
  L'Accordo, quindi, sostanzialmente, si inserisce in questo quadro internazionale di rapporti ONU e Unione africana, per dare la possibilità all'Italia di cooperare con un esercito che ha bisogno di esserci, per garantire la sicurezza del popolo somalo.
  In secondo luogo – ed è la seconda ragione per cui noi voteremo contro la sospensiva – è molto chiaro leggendo l'Accordo che, come scritto nel paragrafo 3.2.d., l'acquisto di materiale militare avverrà nel rispetto delle leggi nazionali italiane e somale su importazione ed esportazione di armi.
  La legge italiana sull'esportazione di armi, la n. 185 del 1990, è tra le più avanzate al mondo per quanto riguarda i controlli relativi all'esportazione secondaria, alla cessione o alla vendita terza di materiale bellico. Ovviamente, sappiamo che, dopo il voto di questa sospensiva e dopo il voto, che ci auguriamo, sull'Accordo, la Somalia resta un Paese in transizione, instabile e con molti problemi, ma il Trattato che vorremmo approvare oggi, dopo il voto sulla questione sospensiva, doterà il Governo italiano di maggiori strumenti per incoraggiare e sostenere le autorità somale a consolidarsi come credibile presidio di autorità per i propri cittadini.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Archi. Ne ha facoltà.

  BRUNO ARCHI. Noi voteremo contro questa richiesta di sospensiva della ratifica del Trattato perché pensiamo che sia in perfetta coerenza con l'azione che il nostro Paese ha svolto negli ultimi vent'anni in questo martoriato Paese che è la Somalia, che è diventato sinonimo quasi di disintegrazione. Crediamo che la nostra azione, che è sempre stata fatta in un contesto multilaterale, quindi delle Nazioni Unite, si sia ispirata a delle linee guida ben precise, che siano quelle di normalizzare e non destabilizzare, di unificare e non disintegrare.
  Naturalmente, non ci nascondiamo dietro un dito le difficoltà di svolgere un'azione così importante in un Paese così complesso, ma sappiamo che l'unico sistema per farlo è quello di appoggiare i vari Governi di transizione, pur legittimi, che si sono succeduti, in questi anni, in Somalia. Tutto questo, naturalmente, non senza difficoltà, ma, se la cornice delle Nazioni Unite è l'unica che può dare una mano concreta a trovare una sorta di stabilizzazione in questo Paese, non possiamo esimerci dal fare qualcosa in questa direzione, nel rispetto della legislazione nazionale e nel rispetto di quelle che sono le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
  Come diceva la collega prima di me, andando a leggere nello specifico, poi, si vede come consentano, pur nel rispetto dell'embargo fino alla fine del 2016, di avere una politica di sicurezza insieme al legittimo Governo somalo, nell'unico intento di aiutare le forze di sicurezza Pag. 41somale a contribuire alla stabilità del proprio Paese. Questo è un po’ lo spirito che ci anima; naturalmente, tutto ciò ben sapendo quanto poi i rischi e le derive, non solo terroristiche, come Al-Shabaab dimostra, effettivamente sono vive e stravive nel Paese, ma come occorra poi porre un'attenzione specifica anche alla necessità di monitorare e di verificare che questa nostra azione, pur nel rispetto della legislazione nazionale e nella cornice di un sistema multilaterale come quello onusiano, poi venga effettivamente attuata nel pieno rispetto della normativa generale sul terreno.
  Ciò facendo, in effetti, va detto che occorre un sistema di monitoraggio ed esiste un sistema di monitoraggio, e auspichiamo che il Governo se ne faccia carico da questo punto di vista, perché c’è un comitato sanzioni per la Somalia e l'Eritrea, che si avvale di un gruppo di monitoraggio ad hoc che è composto da esperti indipendenti, ed un sistema di controlli e notifiche da parte dello Stato somalo e dei partner internazionali della Somalia. Tutto ciò volto, evidentemente, proprio a impedire il rischio di diversione dei materiali ceduti e a sanzionare e prevenire sue violazioni. Quindi, da un lato, noi crediamo che sia importante andare avanti, perché, se c’è un obiettivo condiviso dalla comunità internazionale, che è quello di tendere alla stabilità di un Paese che è già stato sufficientemente martoriato e disintegrato nella lotta tra le varie fazioni, sia quello di consentire a chi può farlo nel Paese di agire da un punto di vista generale e complessivo volto alla sicurezza e alla stabilità del Paese stesso, ma poi la comunità internazionale deve anche farsi carico di controllare che tutto quello che si fa venga fatto nel rispetto totale dei diritti umani, e quindi, evidentemente, evitare rischi di diversione, come dicevo prima, e che questi materiali possano essere ceduti per altri scopi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Chiedo ai colleghi di prendere posto.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla questione sospensiva Frusone ed altri n. 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Forza, colleghi, affrettarsi ai banchi e al posto per votare. Pastorino, Boccuzzi, Greco, Formisano, Nardi, Realacci, Lavagno, Raciti, Caparini, Bechis...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  387   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
 124    
    Hanno votato
no  263).    

  Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata e, a partire dalle ore 16,30, per l'esame dei restanti argomenti iscritti all'ordine del giorno.

  (Il deputato Basso ha segnalato di avere erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore).

  La seduta, sospesa alle 13,15, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra per la semplificazione e la pubblica amministrazione, il Ministro dell'interno e il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.

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(Chiarimenti in merito al processo di riorganizzazione dell'Istat e a conseguenti nomine dirigenziali, con particolare riferimento al possibile ridimensionamento del settore delle statistiche sociali – n. 3-02157)

  PRESIDENTE. L'onorevole Locatelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02157, concernente chiarimenti in merito al processo di riorganizzazione dell'Istat e a conseguenti nomine dirigenziali, con particolare riferimento al possibile ridimensionamento del settore delle statistiche sociali (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata). Ha un minuto.

  PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, Presidente. Signora Ministra, il nuovo presidente dell'ISTAT, dottor Giorgio Alleva, sta completando la riforma dell'Istituto, che è una vera e propria rivoluzione organizzativa, perché comporta l'accorpamento, in due dipartimenti, dei 4 in cui è organizzato l'ISTAT: una scelta che indebolisce il settore delle statistiche sociali. Sostanzialmente, i nuovi accorpamenti dei dipartimenti vanno a premiare coloro che si sono occupati delle statistiche economiche, a detrimento di chi ha lavorato proficuamente per produrre risultati fondamentali per capire la società in questo momento storico, momento segnato da grossi cambiamenti riguardanti le famiglie, i rapporti tra generazioni, la violenza in ambito familiare e, in generale, le donne.
  Ci vogliono tecniche specifiche, competenze e sensibilità particolari per questo tipo di statistiche, che questi cambiamenti mortificheranno. Un nome per tutti: quello della dirigente Linda Laura Sabbadini. Le chiediamo quali siano le sue valutazioni sul ridimensionamento del settore e sull'esclusione di una delle poche donne in posizione apicale dell'Istat, perché teniamo alle competenze, ai talenti femminili.

  PRESIDENTE. La Ministra per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Marianna Madia, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  MARIA ANNA MADIA, Ministra per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Grazie, Presidente. La funzione di vigilanza sull'ISTAT, che la legge dà al Presidente del Consiglio e che mi è stata delegata, a maggior ragione perché stiamo parlando di ISTAT, un istituto che ha un ruolo molto delicato nella ricerca di dati e nella diffusione poi di informazioni a fini di interesse generale, non può diventare mai lesione della piena autonomia dell'Istituto. Quindi, la funzione di vigilanza non può diventare giudizio nel merito di scelte organizzative, tanto meno di scelte di persone.
  Però, io qui, in questa sede, vorrei tranquillizzare l'onorevole interrogante sul fatto che l'oggetto della rilevazione statistica del nostro Paese non dipende, non discende dalle scelte organizzative dell'Istituto. L'oggetto, tra l'altro per larga parte deciso in sede europea, fa parte del programma nazionale di statistica, che è un programma che viene approvato dopo un iter molto complesso, che passa da comitati di indirizzo, da comitati di garanzia e che, successivamente, arriva in Consiglio dei ministri, il quale discute proprio della correttezza e della completezza dell'oggetto della rilevazione statistica prima di adottarlo.

  PRESIDENTE. L'onorevole Locatelli ha facoltà di replicare. Ha due minuti.

  PIA ELDA LOCATELLI. Signora Ministra, con tutta la simpatia del caso – lei sa bene quanto tengo alle giovani Ministre –, mi aspettavo che lei parlasse della funzione di vigilanza e dell'autonomia del presidente dell'ISTAT e non vogliamo rimproverarle assolutamente questo. Certo, le rispettiamo. Il problema è che noi le abbiamo chiesto un parere nel merito di questo cambiamento, non un obbligo ad intervenire, ma un parere. Infatti, noi crediamo che questo cambiamento influenzerà anche il suo lavoro, oltre che il nostro.
  Vede, il presidente dell'ISTAT ha scelto un modello organizzativo che si rifà a un modello nordeuropeo, che prevede di ottenere Pag. 43dati totalmente dalle fonti amministrative, con dei meccanismi di alimentazione continua, basato esclusivamente sui flussi telematici. Ma qual è la qualità dei nostri archivi ? Un esempio solo: in Italia, i rendiconti sulla salute arrivano con un ritardo di due anni. Allora, come si fa a lavorare su questi dati ?
  E poi certi dati non si possono ottenere per via amministrativa, perché riguardano percezioni e comportamenti: tipico è il caso della violenza sulle donne. Non ci sono rilevazioni statistiche perché non si denunciano. Allora le tecniche sono diverse. Noi le chiediamo se sia opportuno – noi crediamo di no – mettere da parte queste modalità che abbiamo usato finora, ma soprattutto mettere da parte dei talenti che ci sono e che sono stati riconosciuti a livello internazionale, perché sono gli attori internazionali, l'ONU, la piattaforma di Pechino, la Convenzione di Istanbul, che ci chiedono di lavorare su questi dati.
  E, allora, io non posso essere soddisfatta della sua risposta, anche se riconosciamo che la funzione di vigilanza va rispettata.

(Iniziative volte a negare l'ingresso nel territorio nazionale ad un noto predicatore islamico kuwaitiano di tendenze radicali e antisemite – n. 3-02158)

  PRESIDENTE. L'onorevole Molteni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02158, concernente iniziative volte a negare l'ingresso nel territorio nazionale ad un noto predicatore islamico kuwaitiano di tendenze radicali e antisemite (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata). Ha un minuto.

  NICOLA MOLTENI. Ministro, l'Associazione islamica italiana degli imam ha invitato nel nostro Paese, dal 7 al 17 maggio, tal Tareq Suwaidan, un predicatore islamico, radicale, jihadista, fondamentalista, amico del Califfato, che profetizza odio, violenza, minaccia, intolleranza nei confronti del mondo occidentale, nei confronti dei cristiani, nei confronti dello Stato di Israele e degli ebrei.
  Questo soggetto, potenzialmente pericoloso per la sicurezza dei cittadini italiani, è già stato cacciato e gli è stato impedito di entrare in alcuni Paesi europei, ad esempio il Belgio. Con questa interrogazione noi chiediamo al Ministro dell'interno, al Ministro della sicurezza del Paese, di impedire e di bloccare l'ingresso a questo pericoloso predicatore nel nostro Paese.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'imam Tareq Suwaidan non potrà entrare e non entrerà in Italia. La sua figura è ben nota alle nostre forze di polizia e a quelle degli altri Paesi appartenenti all'area Schengen, proprio perché in relazione alle sue attività precedenti di predicazione, che si sono connotate per contenuti radicali, antioccidentali e antisemiti, nonché per la sua nota vicinanza ai Fratelli musulmani, è stato inserito, da parte del Belgio, nel Sistema informativo Schengen fin dal mese di novembre 2014. In virtù di questo inserimento gli è stata praticamente preclusa la possibilità di accedere in uno qualsiasi dei Paesi di quell'area e, dunque, Italia compresa. Una eventuale domanda di rilascio del visto di ingresso verrebbe automaticamente rigettata, con la conseguente negazione del visto, esattamente come hanno già fatto il Regno Unito e lo stesso Belgio.
  Voglio anche sottolineare che nel caso in cui l'imam kuwaitiano tentasse di varcare comunque i nostri confini, verrebbe immediatamente fermato e respinto in considerazione dell'allertamento che è stato già dato alle nostre questure – quindi, abbiamo già dato l'allertamento alle questure – e anche i nostri posti di frontiera.
  In sostanza, rimane altissima la nostra attenzione e il suddetto soggetto non potrà fare ingresso nel territorio nazionale, venendo accomunato, in qualche modo, da parte nostra il suo trattamento a quello degli altri sei imam che, dal 2015 ad oggi, Pag. 44sono stati espulsi dal territorio nazionale dietro mio provvedimento.
  I dati riguardo la nostra attenzione sulle moschee sono molto chiari e, per quanto riguarda i numeri, sono state censite 1.205 strutture islamiche, tra cui quattro moschee, 858 luoghi di culto e 343 associazioni culturali, per un totale di 1.205. È nota la nostra intransigenza nei confronti dei predicatori islamici che si distinguano per particolare virulenza e odio. Noi abbiamo sempre assunto una linea, che è quella di separare chi prega da chi spara: chi prega ha il diritto di culto riconosciuto dalla nostra Costituzione; chi spara va perseguito con ogni forma di azione del diritto nazionale e internazionale; chi fiancheggia coloro i quali hanno sparato o simpatizza per loro non è possibile che stia in Italia. Questa è la ragione di tante espulsioni, che noi abbiamo realizzato per motivi di sicurezza nazionale.

  PRESIDENTE. L'onorevole Molteni ha facoltà di replicare. Ha due minuti.

  NICOLA MOLTENI. Io ringrazio il Ministro Alfano. Si tratta di una risposta importante e credo che il merito della Lega SIA quello di aver sollecitato. Infatti, il Paese sino ad oggi era a conoscenza del fatto che questo predicatore di odio fosse in procinto di entrare nel Paese. Questa risposta è una risposta estremamente importante. A questo punto noi chiediamo e ci attendiamo dal Ministro che ci sia attenzione anche nei confronti di questa associazione, l'associazione islamica italiana, i cui rappresentanti, tra l'altro, partecipano al tavolo convocato dal Ministero proprio per monitorare la presenza dell'Islam in Italia. Infatti, è un dato estremamente grave e preoccupante il fatto che un'associazione riconosciuta anche dal Ministero possa anche lontanamente pensare e immaginare di poter invitare un predicatore d'odio, che manifesta idee di sottomissione e di conquista del mondo occidentale e di sottomissione nei confronti degli ebrei e dei cristiani. Io, Ministro, la invito a considerare non c’è un Islam buono o un Islam cattivo, c’è una religione che uccide in nome di un Dio. Il nostro Paese può essere disponibile al confronto solo laddove le comunità islamiche sottoscrivessero le intese con lo Stato italiano. Oggi le comunità islamiche italiane, ai sensi dell'articolo 8 della Costituzione, non hanno ancora sottoscritto le intese e non sottoscrivere le intese vuol dire non accettare i principi del nostro Paese, non accettare le regole, non accettare i principi fondanti di un Paese civile e democratico come il nostro. Noi vogliamo un Governo e un Ministro che non baci le babbucce agli islamici, che non si inginocchi alle volontà di chi manifesta incompatibilità rispetto ai principi fondanti della civiltà e del mondo occidentale. Quindi invitiamo il Ministro, anche in modo particolare rispetto al fenomeno dell'immigrazione, oggi Frontex dice che anche attraverso il fenomeno dell'immigrazione e della gestione dei flussi migratori entrano nel nostro Paese potenziali e possibili terroristi, a chiudete le porte ai predicatori di odio, a chiudete le porte agli immigrati clandestini, Ministro.

(Misure per assicurare la tutela dei soggetti deboli ospiti di scuole dell'infanzia e di strutture assistenziali con particolare riferimento all'utilizzo di telecamere a circuito chiuso – n. 3-02159)

  PRESIDENTE. L'onorevole Vezzali ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02159, concernente misure per assicurare la tutela dei soggetti deboli ospiti di scuole dell'infanzia e di strutture assistenziali con particolare riferimento all'utilizzo di telecamere a circuito chiuso (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  MARIA VALENTINA VEZZALI. Signor Presidente, Ministro, colleghi, da mamma prima ancora che da parlamentare sono fortemente colpita dalle notizie di cronaca che riferiscono di maltrattamenti, abusi, comportamenti scorretti ai danni di minori, disabili ed anziani. Sapere che questi episodi non sono sporadici, angoscia Pag. 45chiunque abbia una persona da affidare a operatori socio-sanitari e scuole dell'infanzia. La cosa più grave è che è difficile scoprire e perseguire questi reati, anche perché la maggior parte delle vittime non è in grado, in assenza di danni fisici o comportamenti che fanno presagire un disagio psicologico, di denunciare i propri aguzzini. Il problema, Ministro, esiste, non possiamo rimandare decisioni che rientrano nei doveri istituzionali e quello della tutela dei più deboli lo è.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Signor Presidente, l'esigenza che è prospettata dalla collega Vezzali è molto sentita e assolutamente meritevole di risposte adeguate per le quali noi siamo pronti anche dal punto di vista legislativo, e su questo tornerò. L'attenzione peraltro per le persone vulnerabili e indifese costituisce una costante attenzione del Governo e il tema delle nostre forze dell'ordine e del loro impegno per quanto riguarda – la polizia postale e delle telecomunicazioni in primo luogo – il contrasto per esempio al cyber-bullismo, alla pedofilia, alle truffe agli anziani e alle persone inesperte esposte alle insidie del web è un tema di grande orgoglio per noi perché abbiamo fatto veramente un ottimo lavoro. Il tema della registrazione delle immagini che pone l'onorevole Vezzali nei luoghi di cura e nelle scuole d'infanzia, ancorché giustificato dalle ragioni di deterrenza e di prevenzione, tocca anche elementi delicati relativi alla tutela della riservatezza delle persone che vengono ad essere riprese durante lo svolgimento della loro attività lavorativa ed è per questo che il Garante ha emanato alcuni provvedimenti che riguardano la videosorveglianza nei luoghi di lavoro e specificamente mi riferisco a quelli che nel 2005 sono stati adottati e confermati tre anni dopo, proprio per individuare delle prescrizioni che possano o potessero evitare forme invasive di controllo a distanza, incompatibili, come è noto, con il nostro sistema ordinamentale anche sotto il profilo giuslavoristico. Nel caso evocato proprio dalla collega, quello relativo a una pronuncia del Garante concernente un istituto per l'infanzia, le osservazioni critiche dell'Autorità di garanzia della privacy hanno riguardato la privacy degli stessi minori, quindi intervenne il garante a tutela della privacy degli stessi minori; cioè le apparecchiature di ripresa – in quel caso si trattava di webcam – consentivano ai genitori di visualizzare a distanza non solo i propri figli ma anche quelli altrui, quindi la conclusione qual è ?
  Che il tema è posto correttamente; è un tema reale, non mancano proposte di legge e bisognerà realizzare un equo e intelligente bilanciamento degli interessi in gioco, ossia quello della sicurezza e quello della privacy, nel pieno rispetto dei principi di proporzionalità e necessità che sovrintendono ad ogni forma di trattamento dei dati personali. Noi siamo pronti a un intervento anche legislativo in questa direzione, quindi ringraziamo la collega per lo stimolo che ci ha dato.

  PRESIDENTE. L'onorevole Vezzali ha facoltà di replicare.

  MARIA VALENTINA VEZZALI. Signor Presidente, Ministro, l'ho ascoltata con attenzione e devo dire che mi ritengo parzialmente soddisfatta della risposta. La tutela della privacy, come lei ha detto, è utilizzata ma molto sovente lo è in modo strumentale, anche perché, mentre ci adoperiamo a difenderla a parole, di fatto siamo tracciati, siamo spiati e controllati per ogni nostra azione quotidiana, e poi però non vogliamo farla valere quando a subire i soprusi sono i soggetti indifesi. Io credo che sia necessario il buonsenso e trovare soluzioni, come lei ha auspicato, che siano capaci di scoraggiare comportamenti illegali e tranquillizzare le famiglie che affidano i propri cari alle scuole dell'infanzia e alle strutture socio-assistenziali. Una società, caro Ministro, è civile se è capace di proteggere gli indifesi e gli ultimi e dobbiamo governare con la sensibilità e responsabilità del buon padre di Pag. 46famiglia. Io, per quanto mi riguarda, ho presentato un progetto di legge sulla necessità di utilizzare sistemi di videosorveglianza per impedire maltrattamenti e ne esiste uno anche della collega Giammanco e io mi auguro che vengano discussi per arrivare ad una soluzione bipartisan. Parlarne è l'unico mezzo che abbiamo per scuotere le coscienze e per difendere le vittime inconsapevoli. Dobbiamo stare vicino alle famiglie preoccupate e a quelle che hanno genitori, figli e parenti che hanno subito violenze. Dobbiamo farlo per noi stessi, per poter dire: io ci ho provato.

(Iniziative di competenza volte a promuovere verifiche in ordine ai rischi per la salute e per l'ambiente con riferimento ad un progetto per la realizzazione di una centrale destinata al trattamento di rifiuti e alla produzione di gas metano nel comune di Anzio – n. 3-02160)

  PRESIDENTE. L'onorevole Fauttilli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02160, concernente iniziative di competenza volte a promuovere verifiche in ordine ai rischi per la salute e per l'ambiente con riferimento ad un progetto per la realizzazione di una centrale destinata al trattamento di rifiuti e alla produzione di gas metano nel comune di Anzio (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata). Ha un minuto.

  FEDERICO FAUTTILLI. Signor Presidente, Ministro, come lei sa, la interroghiamo per un problema estremamente grave: l'inquinamento per rifiuti di un'area già intensamente interessata da impianti di turbogas, area che si trova ai confini tra i comuni di Aprilia, Anzio e Nettuno. In particolare si tratta della località «Padiglione», nel territorio di Anzio. È stata recentemente scoperta in quest'area una discarica di rifiuti abbandonati, individuati tra una piccola ma abbastanza vasta area boscosa ed un profondo fosso in cui scorre un corso d'acqua che trova il suo naturale sbocco a circa due chilometri a valle, direttamente al mare al confine tra il lido di Lavinio e il lido dei Gigli. Ministro, noi le chiediamo, per quanto di sua competenza, se intenda promuovere una verifica in ordine ai rischi per la salute e per l'ambiente riscontrabili nell'area citata e al livello di inquinamento complessivo, perché si tratta di un sito di interesse comunitario e quindi questa situazione potrebbe ulteriormente aggravarla.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere. Ha tre minuti.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Fauttilli per darci la possibilità di mettere a fuoco una situazione sicuramente interessante per il Paese. Una premessa: noi non abbiamo, come Ministero, competenze specifiche sulla bonifica in oggetto, noi abbiamo richiesto le informazioni necessarie agli enti territorialmente competenti. In merito all'area interessata dall'accumulo di rifiuti misti, va premesso che tali rifiuti giacciono nel sito da più di quarant'anni e le piattaforme in cemento furono realizzate negli anni Novanta, quando tale sito venne utilizzato come punto di trasferenza dei rifiuti da destinare fuori regione. Vennero invece in quell'occasione – siamo appunto negli anni Novanta – smaltiti correttamente i fusti contenenti i rifiuti speciali farmaceutici. Sull'impianto di recupero di rifiuti non pericolosi con produzione di biometano in località Padiglione, proposto dalla società Green Future 2015, la città di Anzio ha espresso in diverse occasioni ufficiali parere contrario alla realizzazione dell'impianto.
  Per quanto concerne l'altro impianto, la sua realizzazione e gestione è stata autorizzata alla società Anzio BioWest Srl dopo una conferenza di servizi a cui l'amministrazione comunale ha espresso invece parere favorevole; successivamente, in data 7 agosto 2015, la stessa società ha presentato alla regione Lazio istanza di variante dell'impianto autorizzato. Poiché Pag. 47la città di Anzio non è stata coinvolta nella procedura amministrativa relativa alla suddetta variante, decise allora, nel 2015, di impugnare la relativa determinazione regionale. La regione Lazio ci ha evidenziato che il sito non risulta essere una ex discarica autorizzata, ma un vero e proprio abbandono di rifiuti: in questo caso le attività di rimozione dei rifiuti, così come previsto dal codice ambientale, spettano al responsabile dell'abbandono dei rifiuti stessi in solido con il proprietario del sito, e con i titolari di diritti di godimento dell'area sul quale i rifiuti insistono. Qualora questi soggetti obbligati non agissero o fossero ignoti, spetta al comune nel cui territorio insiste l'abbandono dei rifiuti porre in essere tutte le attività di rimozione.
  Sulla procedura autorizzativa relativa ad una centrale destinata al trattamento dei rifiuti dalla produzione di gas metano, anche questo progetto della Green Future 2015, la regione Lazio in sede di VIA ha rilevato una serie di criticità sul sito interessato al progetto. La ASL Roma 6 ha evidenziato che non è stato preso in considerazione l'aspetto del potenziale rischio sanitario, ed ha a tal proposito richiesto una valutazione puntuale che consideri anche la presenza di insediamenti abitativi e scuole.
  Sul secondo impianto a biogas già approvato risulta pendente, come ho già detto, il ricorso al TAR del Lazio. La regione comunque fa presente che avrà cura di incaricare la propria Agenzia regionale per l'ambiente di effettuare in tempi certi ogni verifica utile sullo stato dei luoghi, e solleciterà anche l'amministrazione comunale a porre in essere tutte le azioni conseguenti. Il Ministero comunque – la voglio rassicurare su questo – continuerà a porre l'attenzione sul problema e svolgerà un'attività di sollecito nei confronti dei soggetti territorialmente competenti: è l'unica cosa che possiamo fare.

  PRESIDENTE. L'onorevole Fauttilli ha facoltà di replicare, per due minuti.

  FEDERICO FAUTTILLI. Signor Presidente, Ministro, sicuramente è l'unica cosa, ma è una cosa estremamente importante, quella dell'impegno da parte del Governo, e soprattutto del suo Ministero, a far sì che vi sia un monitoraggio costante del rischio di ulteriore inquinamento di quell'area. Credo che le informazioni che lei ha fornito quest'oggi in Aula sono estremamente importanti, non soltanto per gli interroganti, ma credo soprattutto per i cittadini, che sono interessati purtroppo a quell'inquinamento; ed anche il sollecito che ha fatto nei confronti della regione Lazio. Quindi noi saremo qui, insieme a lei, insieme al suo Ministero, a far sì che quella situazione possa essere monitorata con attenzione, e non soltanto, ma anche con continuità, per impedire che ulteriori inquinamenti, anche rispetto ai nuovi impianti che possono sorgere, vengano effettuati.

(Chiarimenti in merito all'effettivo coinvolgimento del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare nella valutazione delle proposte normative riguardanti il progetto «Tempa Rossa», in relazione al cosiddetto decreto «sblocca Italia» e alla legge di stabilità per il 2015 – n. 3-02161)

  PRESIDENTE. L'onorevole Serena Pellegrino ha facoltà di illustrare l'interrogazione Scotto ed altri n. 3-02161, concernente chiarimenti in merito all'effettivo coinvolgimento del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare nella valutazione delle proposte normative riguardanti il progetto «Tempa Rossa», in relazione al cosiddetto decreto «sblocca Italia» e alla legge di stabilità per il 2015 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria, per un minuto.

  SERENA PELLEGRINO. Presidente, Ministro Galletti, l'inchiesta sul petrolio lucano riguarda sia Tempa Rossa, l'ennesimo episodio di corruzione che ha coinvolto Governo, petrolieri, amministrazioni Pag. 48locali e imprenditori, sia i reati ambientali per le emissioni in atmosfera e lo smaltimento dei rifiuti del Centro olio di Viggiano: fatti gravissimi e inquietanti ! Tutto però si è svolto sopra la testa del suo Dicastero; eppure, la Commissione che discuteva lo «sblocca Italia» era quella ambiente, non certo quella attività produttive. Affermo senza timore di smentita che quanto promosso a forza di emendamenti dalle società petrolifere non è in linea con quanto lei ha sempre dichiarato: lei ha firmato la carta della COP21 di Parigi, dicendo che dobbiamo superare l'utilizzo delle fonti fossili; oggi invece sostiene che «Tempa Rossa» è strategico. Ma, Ministro, quella era solo propaganda ?
Ministro, vogliamo sapere quali misure intenda adottare perché le conseguenze provocate dai composti volatili del greggio riferiti al progetto «Tempa Rossa» purtroppo non sono promesse, ma una dura realtà per i cittadini lucani.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, grazie anche all'onorevole Pellegrino, che mi dà l'opportunità di chiarire una situazione intricata.
  È innanzitutto necessario chiarire che la norma in questione, sia nella formulazione individuata nel cosiddetto «sblocca Italia», sia poi definita nella legge di stabilità, prevede solo ed esclusivamente una semplificazione amministrativa sul rilascio delle autorizzazioni, senza incidere minimamente sulle salvaguardie ambientali, anzi, in qualche modo rafforzandole: è il motivo per cui il mio Ministero, quello dell'ambiente, ha condiviso entrambe le stesure. In particolare, nel caso della norma contenuta in legge di stabilità, il Ministero ha espresso formalmente, per lettera del mio ufficio legislativo, un parere favorevole, come risulta dagli atti. Va sottolineato infatti che la norma si limita a spostare una competenza autorizzatoria affidandola allo Stato, centralizzandola: non determina dunque alcuna incisione di interessi ambientali; anzi, si fanno espressamente salve le vigenti normative in materia ambientale.
  Lo spostamento delle competenze in questione alla sede governativa, culminante nell'attribuzione al Consiglio dei ministri della potestà di deliberare in caso di mancanza dell'intesa con la regione, fa sì che la cura degli interessi di tutela ambientale cui è preposto il Ministero dell'ambiente possa essere perseguita direttamente dalle nostre strutture. Ciò assicura che l'attenzione nei confronti dei profili ambientali sia caratterizzata da alta competenza tecnica, dalla massima visibilità e responsabilità politica, nonché – e non si tratta di un profilo di secondo piano – da un metro unitario in grado di assicurare parità di trattamento tra le diverse regioni d'Italia.
  L'opera in questione è ritenuta strategica dal Governo, da tutto il Governo, e io condivido profondamente questa scelta. Il nostro problema non è quello di estrarre il petrolio: è quello di consumarne meno, in linea con quanto abbiamo deciso nella COP21 che lei citava. A me pare, per concludere, che in questi giorni si stiano confondendo profondamente e strumentalmente ruoli e funzioni. La magistratura sta facendo il suo lavoro, e accerterà eventuali responsabilità; e che sia chiaro: chi ha sbagliato va punito, questa è la linea del Governo, in questo e in tutti gli altri casi. Un Ministro ha ritenuto di dimettersi per una telefonata inopportuna: abbiamo apprezzato il gesto, così diverso dai comportamenti del passato; e chi parla di Governo inquinatore o amico degli inquinatori, fa finta di dimenticare che siamo stati noi, dopo decenni, a portare a termine quella svolta di civiltà che sono gli ecoreati inseriti nel codice penale, che siamo fra i Paesi con la più alta percentuale di rinnovabile in Europa, che sulla green economy diamo lezioni agli altri Stati, certo non ne prendiamo.
  Questi sono i fatti. Però, oggi stiamo assistendo ad una strumentalizzazione politica anti-imprenditoriale, che mette tutti Pag. 49nello stesso calderone, la stragrande maggioranza degli imprenditori seri e onesti con pochi pseudo-imprenditori disonesti.

  PRESIDENTE. Grazie.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Come se fare impresa voglia significare necessariamente devastare l'ambiente: una posizione che sembrava sconfitta dalla storia, e che invece torna pericolosamente in Italia come frutto avvelenato della demagogia.

  PRESIDENTE. Concluda.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Chi continua a mettere l'uno contro l'altro impresa contro ambiente, vuole solo la decrescita ed il male di questo Paese.

  PRESIDENTE. L'onorevole Zaratti, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.

  FILIBERTO ZARATTI. Presidente, vorrei ringraziare il Ministro Galletti ma davvero non posso ! La sua risposta, oltre che insoddisfacente, è assolutamente paradossale. Addirittura si viene a dire tutto e il contrario di tutto: adesso per limitare l'uso delle fonti fossili è necessario estrarre petrolio dal nostro territorio ! Davvero vorrei utilizzare una parola forte, signor Ministro: è un po’ vergognoso quello che ci è venuto a dire quest'oggi. Il Presidente del Consiglio ha parlato di un emendamento sacrosanto: ecco, questo emendamento sacrosanto, presentato durante lo «sblocca Italia», permetteva ai petrolieri di fare ciò che volevano sul nostro territorio, senza il parere di alcuna amministrazione locale; e non è vero quello che lei dice, e cioè che la tutela ambientale è in mano soltanto al Ministero dell'ambiente, e che soltanto il Ministero dell'ambiente può esercitare questo controllo.
  Siamo tornati, in campo petrolifero, al selvaggio West, quando i petrolieri andavano in America, a fine Ottocento, inizio Novecento, e facevano ciò che volevano. È questo quello che avete cercato di fare a Tempa Rossa. Lei è andato alla Conferenza sul clima a Parigi, peraltro a spese del contribuente, e ha preso degli impegni, ha fatto delle affermazioni di limitare l'utilizzo delle fonti fossili. A parole, ma, nella sostanza, nulla. Volete andare a trivellare e trivellate, permettendo ai petrolieri di fare ciò che volevano e se l'emendamento era sacrosanto, come è stato detto, perché nel 2015 l'avete cambiato ? Forse perché l'interesse privato a Tempa Rossa era già stato soddisfatto ? Lei, Ministro, si sarebbe dovuto dimettere, perché è stato bypassato, perché il suo parere non ha contato nulla e, alla fine, in coda a tutto, anche allo scandalo, è stato costretto a venire qui a dire che era d'accordo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

(Iniziative volte a tutelare la sicurezza e la salute dei cittadini calabresi residenti nelle zone interessate dalla presenza di rifiuti tossici – n. 3-02162)

  PRESIDENTE. L'onorevole Occhiuto ha facoltà di illustrare l'interrogazione Santelli e Occhiuto n. 3-02162, concernente iniziative volte a tutelare la sicurezza e la salute dei cittadini calabresi residenti nelle zone interessate dalla presenza di rifiuti tossici (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  ROBERTO OCCHIUTO. Ministro, nel famigerato caso Tempa Rossa che sta riguardando la cronaca giudiziaria e che sta investendo il Governo c’è una parte che interessa la Calabria; fa meno notizia, come spesso accade quando la Calabria non è sul banco degli imputati, ma è parte lesa, ma è una parte raccapricciante, perché, per come anticipato dal Corriere della Calabria, sembrerebbe che siano state smaltite, in Calabria, oltre 30.000 tonnellate di rifiuti tossici, in maniera illecita, evidentemente, a Gioia Tauro e a Bisignano. Pag. 50L'altra vicenda che solleviamo nella nostra interrogazione riguarda, invece, la Legnochimica, un'azienda in provincia di Cuneo che però ha operato per 35 anni in Calabria, rilasciando nel territorio e nelle falde acquifere rifiuti inquinanti; mi riferisco al cobalto, all'arsenico e al piombo, con livelli cento volte superiori rispetto a quelli consentiti dalla legge. In queste zone, dove ha insistito questo stabilimento, è stata riscontrata una accertata straordinaria frequenza di tumori. Noi chiediamo al Governo quali interventi intenda porre in essere per accertare ciò che è successo, ma, soprattutto, per riparare ai danni prodotti in Calabria dallo smaltimento dei rifiuti tossici.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Grazie, Presidente, grazie anche all'onorevole Occhiuto. Anche in questa interrogazione, così come già nel caso di quella presentata dall'onorevole Fauttilli, devo dire che, su questa vicenda, non c’è una competenza specifica del Ministero, quindi, noi abbiamo acquisito le informazioni dagli organi locali che sono preposti al controllo. Le attività produttive della Legnochimica, come ricordava lei, sono terminate nel 2002, con la successiva cessione di parte dei terreni e degli stabilimenti ad altre società. Ricordo che queste riguardavano l'estrazione del tannino e la lavorazione del legno. La procedura di bonifica attualmente in corso interessa una porzione dell'area ex Legnochimica sulla quale sono ubicati i tre bacini di lagunaggio che servivano a raffreddare e decantare le acque di processo dello stabilimento. I problemi di inquinamento riscontrati nelle acque di falda potrebbero essere dovuti alla mancata rimozione dei rifiuti solidi e liquidi dai bacini e alla migrazione delle sostanze inquinanti verso, proprio, la sottostante falda. Le acque di processo stagnanti producono odori che nella stagione calda sono particolarmente fastidiosi. Si segnala, inoltre, che, nelle estati del 2008 e del 2012, si sono verificati degli incendi che hanno arrecato forte disagio agli abitanti residenti nella zona. Sulla base della normativa regionale, la competenza in materia di bonifica è stata delegata ai comuni. Quello di Rende, a partire dall'anno 2009, ha avviato le procedure previste dall'articolo 242 del codice ambientale, invitando la società Legnochimica in liquidazione a predisporre il piano di caratterizzazione dell'area e il progetto di bonifica. L'ARPA Calabria, che ha partecipato a tutte le conferenze dei servizi, fornendo i pareri di competenza, ha poi effettuato i controlli in fase di caratterizzazione dell'area. Nella conferenza dei servizi del 24 maggio 2012 viene approvato il piano di caratterizzazione; i risultati derivanti dall'attuazione del piano sono stati validati dall'Agenzia regionale ed esaminati poi in un'ulteriore conferenza successiva dei servizi, l'8 novembre, nella quale è stato domandato alla Legnochimica, ora in liquidazione, di predisporre il progetto operativo di bonifica che, ad oggi, nonostante le richieste di modifica avanzate dalla conferenza dei servizi nelle varie sedute tenutesi fino al 2014, non ha ancora avuto l'approvazione definitiva.
  La società Legnochimica è stata invitata, più volte, a recepire le indicazioni. C’è stata un'altra riunione, a settembre, presso la prefettura di Cosenza, nella quale è stato fissato un termine di un mese entro il quale l'azienda avrebbe dovuto presentare un nuovo progetto operativo di bonifica. Tale invito è rimasto, fino ad oggi, disatteso. Per quanto di competenza del mio Ministero, lo stesso continuerà, comunque, a tenersi informato ed è disponibile a fornire tutto il necessario supporto tecnico.

  PRESIDENTE. L'onorevole Jole Santelli ha facoltà di replicare.

  JOLE SANTELLI. Grazie, Presidente, grazie, signor Ministro. Sono abbastanza stranita dal fatto che la sua risposta è Pag. 51completamente carente in merito al tema principale di questa interrogazione che era l'allarme seguito all'inchiesta su Tempa Rossa e, come diceva prima il collega Occhiuto, su un'ipotesi di 30.000 tonnellate di rifiuti tossici portati in Calabria in centri di smaltimento dopo che sono erano cambiati i codici; quindi, passati per rifiuti normali, mentre in realtà erano rifiuti pericolosi e di questo c’è traccia in varie intercettazioni telefoniche. Signor Ministro, io immagino che in tre giorni, da quando si sono diffuse queste notizie, lei avrà chiesto, sicuramente, notizie in merito, avrà cercato di sapere se è vero o non è vero che c’è questo pericolo ambientale così grave. Mi dispiace molto che non ci sia traccia, nella sua risposta, rispetto a questo quesito.
  Per quanto riguarda il secondo punto, io vorrei cercare di capire con lei la paradossale risposta che, oggi, lei ci ha dato. Non è competenza del suo Ministero, e di questo le sono grata perché almeno abbiamo un chiarimento che la regione Calabria dovrà prendere come definitivo, ma non sarebbe neanche competenza della regione Calabria, perché la regione Calabria questa competenza l'ha delegata a un comune, un comune che si trova a dover agire per la bonifica di un territorio e di una situazione particolarmente delicata e con chi ? Con una società che lei stesso ha ammesso essere in liquidazione. Mi scusi, qualcuno sarà competente dell'ambiente e della salute pubblica, io credo che la maggiore responsabilità sia della regione, ma sicuramente non si può venire in quest'Aula a dire che debba essere un singolo comune ad occuparsi di una questione così delicata.

(Iniziative volte a prevenire il rischio di danno ambientale nelle aree limitrofe al Centro Oli ENI di Viggiano (Potenza), anche in relazione a recenti vicende giudiziarie riguardanti il progetto «Tempa Rossa» – n. 3-02163)

  PRESIDENTE. L'onorevole Mirella Liuzzi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02163 concernente iniziative volte a prevenire il rischio di danno ambientale nelle aree limitrofe al Centro Oli ENI di Viggiano (Potenza), anche in relazione a recenti vicende giudiziarie riguardanti il progetto «Tempa Rossa» (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  MIRELLA LIUZZI. Il favore al fidanzato dell'ex Ministro Guidi permette, finalmente, di far luce sullo scandalo ambientale che da anni i cittadini lucani devono subire. Le indagini della magistratura lo dimostrano, l'accusa è: disastro ambientale, illeciti nella gestione rifiuti, sforamento delle emissioni, taroccamento dei dati di inquinamento delle emissioni, tutto a scapito della salute dei cittadini. Ci avete sempre detto che era tutto a posto, ma così non lo è mai stato; i dati delle emissioni del letale idrogeno solforato, quella puzza di uova marce che si sente vicino a Viggiano, vicino al Centro oli, sono 6000 volte superiori rispetto alle raccomandazioni dell'OMS. Per una pozzanghera di petrolio voi state inquinando un oceano d'acqua, la vera risorsa della Basilicata. Le compagnie minerarie non hanno regole, perforano le periferie dei paesi, vicino alle dighe, nei campi fertili, lungo le sorgenti e lungo i fiumi, vicino alle aree agricole. C’è un pozzo a pochi metri da un ospedale a Villa d'Agri, un altro a due chilometri dalla diga del Pertusillo, uno dei più grandi invasi d'Europa, ed è proprio in queste attività che gli inquirenti hanno riscontrato gli illeciti più gravi. È notizia di ieri, per esempio, Presidente, Ministro, che i carabinieri hanno acquisito migliaia di cartelle cliniche negli ospedali lucani per verificare le patologie presenti nella regione del petrolio, tra cui anche quelle relative ai tumori. Questo è un Governo fossile e lo dimostra ogni giorno di più (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere.

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  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Ringrazio l'onorevole Liuzzi per l'interrogazione; le principali attività di sviluppo ad estrazione di idrocarburi in Basilicata, lo ricordo, sono concentrate nelle concessioni di coltivazione di Gorgoglione e di Val d'Agri. Quella di Gorgoglione è in fase di sviluppo e l'inizio della produzione è prevista per il 2018.
  In tale concessione non vi è dunque alcuna attività di estrazione di idrocarburi né di reiniezione di acqua. Nella Val d'Agri la produzione, invece, è già partita da tempo ed è compresa fra gli 80 e i 90 mila barili al giorno. Nella Val d'Agri, oggi, la produzione è sospesa in conseguenza dei provvedimenti di sequestro operati proprio dalla magistratura di Potenza in questi giorni. Per quanto concerne il sistema di scarico nel sottosuolo, si evidenzia che lo scarico di tali acque può essere autorizzato ai sensi del codice ambientale dalle regioni nelle unità geologiche profonde da cui gli stessi idrocarburi sono stati estratti, ovvero in altre della stessa caratteristica.
  Le relative autorizzazioni sono rilasciate corredate dalle necessarie prescrizioni tecniche tese a prevenire possibili inquinamenti di altri sistemi idrici ed ecosistemi. Ad ogni modo, come già evidenziato, in considerazione della forte preoccupazione per le comunità interessate e le diverse istituzioni titolate, nel rispetto delle indagini in corso, ho già richiesto al NOE, Nucleo operativo ecologico dei carabinieri, di fornirmi ogni possibile elemento utile per le conseguenti iniziative ministeriali di prevenzione e minimizzazione degli eventuali impatti, anche potenziali, nonché di contestazione relativamente ai diversi profili della vicenda in argomento, chiarendo in maniera chiara che siamo davanti ad un'attività in corso, e quindi noi oggi non possiamo che acquisire dei dati e, poi, vedremo come si svilupperà l'indagine.
  Solo allora sapremo se esiste un danno ambientale, come, peraltro, stamattina è stato smentito dal procuratore stesso che ci sia questa incriminazione nel caso, ma eventuali danni ambientali che ci fossero comunque stati. Appare certamente confortante, appunto, quanto precisato oggi dal procuratore di Potenza, e cioè che ad oggi, in relazione all'attività petrolifera svolta da ENI, non è iscritta l'ipotesi di disastro ambientale. Si segnala, infine, che è in corso l'esame del provvedimento relativo all'istituzione del sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente.
  Io do molta importanza a questa parte. Noi abbiamo al Senato, già approvata dalla Camera, la riorganizzazione delle agenzie di controllo che oggi sono in capo alle regioni. Credo che sia urgente quel provvedimento, perché ci permetterà di avere un controllo uniforme sul territorio. Le ARPA dipenderanno direttamente dall'ISPRA in termini tecnici, e quindi l'ISPRA fornirà in questo caso delle linee guida per l'effettuazione dei controlli che avranno una doppia utilità: primo, di essere, da un punto di vista tecnico, elaborate tutte insieme; secondo, come ricordavo anche prima, di avere un'uniformità di comportamento su tutto il territorio, perché oggi ogni regione ha un suo sistema di controlli. Alcuni sono più carenti degli altri.

  PRESIDENTE. L'onorevole Liuzzi ha facoltà di replicare per due minuti.

  MIRELLA LIUZZI. Lei, Ministro, ha dichiarato che, se andrà a votare al referendum del 17 aprile, andrà a votare «no». Più che Ministro dell'ambiente, lei è il Ministro dei petrolieri, ormai, lo abbiamo capito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Banalizzare un'attività invasiva, che inquina le falde e produce terremoti, e nascondere i dati degli inquinanti delle aree estrattive e di raffinazione con la propaganda di Stato e dei petrolieri è l'opposto della democrazia partecipata ed è un delitto contro i diritti dell'uomo. Secondo l'Istituto nazionale dei tumori di Milano, la Basilicata sta pagando un costo elevatissimo in termini di tumori: nel 2000 lo studio sentenziò che in quella specifica area le patologie cardiorespiratorie avevano un'incidenza doppia, il 45 per cento, rispetto a tutto il resto della regione Basilicata, 19 per cento.Pag. 53
  Per estrarre dal territorio lucano bisogna trivellare fino a quattro chilometri di profondità. Dato che lei probabilmente non lo sa, tale attività produce sostanze tossiche e cancerogene fortemente inquinanti e pericolose per la popolazione. Ne diciamo qualcuna, giusto per la cronaca: idrocarburi pesanti, diossina, acidificanti vari, bario, berillio e anche isotopi radioattivi, come l'americio-249. E nemmeno conosciamo tutte le sostanze che ci buttano queste compagnie petrolifere, perché c’è il segreto industriale; quindi, nemmeno sappiamo esattamente cosa ci mettono. E questo per cosa ?
  Il petrolio lucano ammonta a circa 800 milioni di barili in totale e rappresenta il 78 per cento del petrolio stimato nelle riserve italiane. Possono sembrare dei numeri elevatissimi, però il tutto non va oltre il 6-7 per cento del fabbisogno energetico nazionale, quindi circa quindici giorni, venti giorni di consumo in Italia. L'avventura del petrolio in Basilicata ormai sta per finire. Mentre voi trivellate la Basilicata, questa è una delle regioni più povere. Mentre voi trivellate, 50 mila giovani lucani sono scappati via negli ultimi dieci anni. Mentre voi trivellate, i disoccupati delle zone della Val d'Agri sono 10 mila. Mentre voi trivellate, il 60 per cento delle aziende agricole ha chiuso in Val d'Agri. Quindi, se non siete in grado di risolvere questa situazione, per piacere, andatevene a casa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Misure volte a garantire adeguati livelli di sicurezza presso il Centro oli Eni di Viggiano (Potenza), anche in relazione a recenti inchieste giudiziarie – n. 3-02164)

  PRESIDENTE. L'onorevole Taglialatela ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02164, concernente misure volte a garantire adeguati livelli di sicurezza presso il Centro oli Eni di Viggiano (Potenza), anche in relazione a recenti inchieste giudiziarie (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Ministro, affronto l'argomento che riguarda l'impianto di Viggiano da un altro punto di vista, perché, da parlamentare, nel gennaio del 2014, abbiamo presentato un'interrogazione rispetto ad un incidente che si è verificato in quell'impianto, chiedendo specificamente che vi fosse un'attività di controllo. Ovviamente, quell'attività di controllo non c’è mai stata: si sarebbe potuta evitare, probabilmente, se fosse intervenuto il Governo con quell'attività rispetto a un'esplosione in quello stabilimento, anche tutta quella serie di attività illegittime, illegali, penalmente rilevanti e, soprattutto, molto nocive per la salute degli italiani, in modo particolare dei cittadini della Basilicata.
  Ora noi le chiediamo quali sono gli interventi ulteriori che lei intende mettere in atto, tenendo conto che gli italiani non hanno l'anello al naso e sanno perfettamente che, quando il Governo presenta un emendamento alle due di notte per un provvedimento che deve andare la mattina dopo in Aula, evidentemente vi è qualcosa che si vuole nascondere, così come si è voluto nascondere il motivo dell'incidente del gennaio del 2014 nello stabilimento di Viggiano.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere. Prego i colleghi di abbassare il tono della voce, grazie.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Sulla base delle informazioni acquisite e tenuto conto di quanto già evidenziato nel corso delle altre interrogazioni a cui faceva riferimento anche l'onorevole Taglialatela, si rappresenta quanto segue. La competenza in materia di autorizzazione di impianti produttivi, nonché di gestione dei rifiuti, è in carico alle amministrazioni regionali ai sensi dell'articolo 196 del codice dell'ambiente, ovvero alla competente direzione generale di valutazione di impatto ambientale del mio Ministero nel caso di impianti di competenza statale.Pag. 54
  In particolare, fermo restando l'indagine ancora in corso, la presunta gestione illecita dei rifiuti sembrerebbe ascrivibile ad attività illecite riferite alle acque legate allo scarico nel sottosuolo di sostanze diverse dalle acque risultanti dall'estrazione di idrocarburi, la cui autorizzazione spetta proprio alle regioni, sempre in base al codice dell'ambiente. Le relative autorizzazioni sono rilasciate dalle regioni corredate da prescrizioni tecniche tese a prevenire possibili inquinamenti di altri sistemi idrici ed ecosistemi. Inoltre, in merito alle attività di controllo, è utile evidenziare che, ai sensi della normativa vigente in materia ambientale, la competenza territoriale in ordine al controllo delle attività di gestione dei rifiuti, ivi compreso anche l'accertamento delle violazioni, spetta alle province o alle regioni alle quali tali poteri potrebbero essere stati trasferiti a seguito dell'abolizione delle stesse province.
  Nell'ambito delle specifiche competenze, le autorità locali competenti sottopongono ad adeguati controlli periodici gli stabilimenti che smaltiscono i rifiuti e, ai fini dell'esercizio di tale funzione, possono avvalersi di organismi pubblici, ivi incluse le agenzie regionali per la protezione dell'ambiente, con specifica esperienza e competenza in materia. A questo proposito, come già evidenziato, si segnala che è in corso l'approvazione che introduce il sistema nazionale di protezione per l'ambiente.
  Mi permetta anche di rispondere alle altre questioni che lei ha sollevato: ribadisco quello che ho già detto, rispondendo alle precedenti interrogazioni. Quell'emendamento è condiviso dal Ministero dell'ambiente e c’è un parere scritto rilasciato dal mio Ministero e mandato al Ministero dei rapporti con il Parlamento, perché si condivide quel provvedimento, rafforzante la parte ambientale. Quel provvedimento riguarda il trasferimento delle competenze concessorie dalla regione allo Stato, e che sia chiaro: questo Governo vuole sbloccare opere che sono ferme da più di vent'anni e questo provvedimento permette ciò, nella sicurezza ambientale, anzi, aumentando la sicurezza ambientale. Quindi, il mio Ministero non poteva che essere favorevole a quell'impostazione, e lo è stato in maniera esplicita, con un atto scritto.

  PRESIDENTE. L'onorevole Taglialatela ha facoltà di replicare per due minuti. Colleghi, per favore, se abbassiamo il tono della voce.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Grazie Presidente. Ministro, io ascolto la sua risposta, però le voglio ricordare che in Basilicata, nonostante sia una regione molto piccola dell'Italia meridionale – un po’ provo invidia da campano – c’è un Ministro, ci sono due sottosegretari e da venti, venticinque, trent'anni è sempre governata dal centrosinistra. Se a questo balletto di responsabilità deve provvedere la regione, no forse la provincia, francamente, non solo non penso interessi me, ma non interessa nemmeno ai cittadini che sanno che in Basilicata si è creato un centro di potere illegale che ha determinato la possibilità che possano accadere le cose sulle quali sta indagando la magistratura. Che poi lei sia personalmente favorevole al provvedimento del quale i giornali parlano, io ne prendo atto. Ricordo, però, che in Commissione ambiente, quando si è parlato di introdurre quell'emendamento nella Commissione ambiente della Camera, ci fu alla fine un dietrofront da parte della maggioranza che approfittò del Senato, alle 2 di notte, per introdurre quell'emendamento. Ripeto, Ministro, gli italiani non hanno l'anello al naso, nemmeno qui al Parlamento. Quelli che leggono le carte e sanno di cosa si parla, sanno perfettamente che di notte girano i ladri; di notte si fanno le cose che non si vogliono fare ascoltare e conoscere agli italiani. Così come l'interrogazione che noi abbiamo presentato nel gennaio 2014 è rimasta lettera morta nel balletto delle responsabilità tra istituzioni che sono governate dallo stesso partito, dal Partito Democratico. Penso che gli italiani non abbiano bisogno di sentire altre storie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

Pag. 55

(Tempi e modalità di adozione dei decreti attuativi della legge 28 dicembre 2015, n. 221, recante disposizioni in materia ambientale – n. 3-02165)

  PRESIDENTE. L'onorevole Borghi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02165, concernente tempi e modalità di adozione dei decreti attuativi della legge 28 dicembre 2015, n. 221, recante disposizioni in materia ambientale (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  ENRICO BORGHI. La ringrazio, signor Presidente. Come lei ha accennato, noi vorremmo porre oggi al Governo una riflessione rispetto all'applicazione di una serie di importanti questioni contenute all'interno di un significativo provvedimento varato definitivamente dal Parlamento, il cosiddetto collegato ambientale, che introduce una serie di disposizioni e di innovazioni importanti nel campo ambientale. In particolare, vi è una serie di decreti attuativi che impattano direttamente su questioni significative come la mobilità sostenibile, i criteri ambientali minimi negli appalti, la pulizia dei fondali marini, la bonifica dell'amianto, l'introduzione dei sistemi di remunerazione dei servizi ecosistemici e ambientali e così via. La legge è entrata in vigore il 2 febbraio di quest'anno e, quindi, vogliamo chiedere se il Ministro interrogato non intenda fornire degli elementi circa il coordinamento dei processi di attuazione dei decreti e il coinvolgimento delle competenti Commissioni parlamentari.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere. Prego i colleghi se tengono il tono della voce basso.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Grazie onorevole Borghi. Il collegato ambientale sicuramente è stato un passaggio fondamentale per la politica ambientale di questo Paese; ha tantissime misure che saranno utili anche per il raggiungimento degli obiettivi di Parigi 2015. Introduce alcuni aspetti che aiuteranno questo Paese ad andare finalmente verso l'economia circolare. Quindi, il mio Ministero sta dando la massima priorità agli adempimenti che sono connessi al collegato ambientale, in particolare ai provvedimenti attuativi.
  Vorrei ricordare lo stato dei provvedimenti che lei cita nella sua interrogazione, ricordando che in tutto il collegato ambientale sono 26 i decreti attuativi che il mio Ministero dovrà fare in attuazione di tutti gli articoli del collegato. Per quanto riguarda il credito di imposta per la bonifica dell'amianto, abbiamo avviato un confronto tecnico con il Ministero dell'economia e delle finanze per elaborare un testo condiviso. Proprio oggi, in queste ore, si svolgerà una riunione con gli uffici dell'economia alla quale parteciperanno anche i rappresentanti dell'Agenzia delle entrate.
  Relativamente al Programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro, a seguito di incontri con i rappresentanti dell'ANCI, della Conferenza delle regioni e del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è stato elaborato lo schema di decreto ministeriale che definisce e approva il programma, nonché i criteri e le modalità di presentazione dei progetti. La bozza è già stata inviata alla Conferenza unificata che ha indetto una riunione tecnica per il 20 aprile.
  Riguardo alla demolizione di opere e immobili realizzati in aree a rischio idrogeologico, è stata già richiesta l'istituzione del relativo capitolo di spesa e stiamo predisponendo i modelli e le linee guida per l'attribuzione dei finanziamenti, tenendo conto delle priorità legate alle criticità delle aree interessate.
  Con riferimento ai criteri minimi negli appalti pubblici, cosiddetti CAM, segnalo che è stata avviata l'istruttoria per la predisposizione del decreto con il quale provvederemo all'incremento progressivo della percentuale nelle specifiche tecniche rappresentate dei criteri ambientali minimi Pag. 56da inserire obbligatoriamente nelle gare di appalto. Per la pulizia dei fondali marini, sono in corso una serie di incontri propedeutici alla firma degli accordi di programma, previsti dalla norma stessa.
  In ultimo, segnalo che in merito all'introduzione di sistemi di remunerazione dei servizi ecosistemici ambientali, il cuore del collegato ambientale, abbiamo avviato l'istruttoria al fine di rispettare la scadenza di giugno prevista per l'emanazione del provvedimento in questione, previo coinvolgimento delle competenti Commissioni parlamentari come, appunto, previsto dalla norma stessa.

  PRESIDENTE. L'onorevole Borghi ha facoltà di replicare, per due minuti.

  ENRICO BORGHI. Grazie, signor Presidente. Noi esprimiamo soddisfazione per le informazioni che ha reso oggi il Ministro a nome del Governo. Come lui ha ricordato, 26 decreti attuativi non sono certamente un'operazione semplice e riteniamo anche che lo stimolo che arriva dal Parlamento, in questa nostra iniziativa, vada nel senso di quanto qui è stato sottolineato. Quindi, noi ribadiamo l'esigenza di una massima accelerazione in una grande puntualità e attenzione, com’è stata fornita anche con il coinvolgimento del sistema delle autonomie regionali e locali del nostro Paese, proprio per andare nella direzione di quel nuovo modello di sviluppo e di quella nuova economia sostenibile alla quale abbiamo lavorato all'interno di questo provvedimento. Ci fa peraltro anche piacere riscontrare la dichiarazione del Ministro relativa alla volontà del Governo di dare un impulso, in sede di Senato, alla conclusione del percorso legislativo connesso con la legge del riordino delle agenzie, che è un altro tema assolutamente rilevante e importante che caratterizza l'azione riformatrice che Governo e maggioranza hanno messo in campo e che crediamo possa contraddistinguere l'esigenza di una risposta fortemente riformatrice e fortemente in grado di corrispondere al tema dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile nella logica della green economy così come contenuta all'interno di questo provvedimento, per il quale abbiamo chiesto una pronta e forte attuazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Misure per la bonifica dei residuati bellici presenti nei fondali marini dell'isola di Pianosa – n. 3-02166)

  PRESIDENTE. L'onorevole Cera ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02166, concernente misure per la bonifica dei residuati bellici presenti nei fondali marini dell'isola di Pianosa (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  ANGELO CERA. Grazie Presidente. Signor Ministro, il parco marino delle isole Tremiti si trova a poche miglia dal Gargano e a poche miglia dall'isola di Pianosa. Le isole sono un patrimonio ambientale di eccezionale bellezza e dal 1989 Pianosa è riserva naturale totale. Nel corso della Seconda guerra mondiale l'aviazione tedesca ha scaricato nel mare Adriatico numerosi ordigni chimici contenenti antrace, iprite e arsenico. L'ISPRA ha condotto ricerche ed effettuato analisi delle acque marine e ha rilevato gravi conseguenze nei pesci, dovute a sostanze come l'iprite e concentrazioni di arsenico superiori ai valori soglia nei sedimenti marini analizzati. Vorremmo sapere, signor Ministro, che cosa intende fare per tutelare le isole Tremiti, l'isola di Pianosa e il mare Adriatico.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Grazie, onorevole Cera, è molto apprezzabile l'interesse che lei desta per il suo bellissimo territorio, in questo caso le isole Tremiti. Il tratto di mare prospiciente le isole Tremiti è interessato dalla presenza Pag. 57di ordigni bellici – lo sappiamo, l'ha citato anche lei – risalenti al secondo conflitto mondiale. La problematica in questione ha costituito oggetto di vari provvedimenti interdittivi emessi dalla Capitaneria di porto di Termoli. Va segnalato che il sindaco delle isole Tremiti nel febbraio 2015 ha chiesto l'inserimento dell'intero territorio del comune di Isole Tremiti nei siti oggetto di una campagna di monitoraggio con successiva bonifica, oltre che nella lista delle aree di rilevanza ambientale oggetto di studio e indagine attraverso rilievi aerei ed indagini geofisiche da compiere in esecuzione del progetto MIAPI, Monitoraggio e individuazione delle aree potenzialmente inquinate, finanziato proprio con risorse del PON Sicurezza del Ministero dell'interno.
  Nel contempo, a seguito di specifica richiesta del comandante della Capitaneria di porto di Termoli, lo scorso luglio si è tenuta, presso la prefettura di Foggia, una riunione sull'argomento, a cui hanno partecipato la Capitaneria di porto di Termoli, l'area marina protetta dell'ente Parco nazionale del Gargano, la regione Puglia, il sindaco delle Isole Tremiti, e nella quale sono stati presentati appositi studi effettuati prima dall'ICRAM e poi proprio dall'ISPRA. In tale contesto si è preso atto della necessità di promuovere ogni utile iniziativa, con il coinvolgimento degli organi competenti, atta a favorire la messa in sicurezza dei predetti fondali.
   Lo scorso settembre, il Ministero dell'ambiente ha comunicato che l'area in questione è stata inserita proprio all'interno del progetto MIAPI, quindi nel PON Sicurezza del Ministero dell'interno. Nell'ottobre successivo, si è tenuto, presso la prefettura di Foggia, un ulteriore incontro al fine di individuare le modalità procedurali finalizzate alla bonifica ambientale dell'area marina in questione. La prefettura di Foggia, prima di interessare gli organi regionali e statali, ha sollecitato i rappresentanti della provincia di Foggia e quelli del Parco nazionale del Gargano a verificare l'eventuale disponibilità di somme da destinare allo scopo nonché ad acquisire copia della mappatura degli ordigni e dell'eventuale studio predisposto dall'ISPRA ai fini dell'adozione delle conseguenti iniziative.
  Il Ministero dell'ambiente, comunque, continuerà a tenersi informato sulla questione. Nello stesso tempo, darò mandato ai miei uffici di avviare una serie di incontri, segnalando, qualora non fosse stato, l'opportunità di fare intervenire i nuclei del Servizio difesa antimezzi insidiosi della Marina militare, al fine di accertare eventuali possibili rischi derivanti da ordigni bellici.

  PRESIDENTE. L'onorevole Cera ha facoltà di replicare.

  ANGELO CERA. Grazie, Presidente. Signor Ministro, è del 1972 l'ordinanza n. 27 depositata alla Capitaneria di porto, che giace inevasa, 1972 ! Parliamo di bombe della Seconda guerra mondiale, senza parlare dello scarico di bombe della guerra del Kosovo dall'altra parte dell'Adriatico.
  Come vede, le Isole Tremiti, il Mare Adriatico, Pianosa, che sono un patrimonio eccezionale del nostro territorio e dell'Italia, riportano il suo Ministero a preoccuparsi finalmente di ambiente. Tra l'altro, questo pomeriggio abbiamo potuto vedere come questo Ministero è distratto da tante altre condizioni. Il mio intervento riporta il Ministro a preoccuparsi dell'ambiente, a preoccuparsi del Mare Adriatico, delle Isole Tremiti e di Pianosa.
  Allora, Ministro, senza pensare a trivellazioni e ad altro e chiedendo ai cittadini di andare a votare per tutelare la natura – lo faccio io domenica prossima –, il Ministro dell'ambiente deve preoccuparsi di dare al Gargano e alle Isole Tremiti quelle condizioni di futuro che non sono certamente 10 mila posti di lavoro per quanto riguarda le trivelle, ma si tratta di centinaia di migliaia di lavoratori che vivono di pesca, di turismo e di quant'altro proviene da quest'altra parte dell'Adriatico, che non vuole essere offesa più da nessuno.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.Pag. 58
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle 16,30 con il seguito della discussione del disegno di legge di ratifica tra Italia e Somalia in materia di cooperazione nel settore della difesa.

  La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,30.

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amici, Brunetta, Bueno, Caparini, Capelli, Catania, Dambruoso, Di Gioia, Gregorio Fontana, Fontanelli, Locatelli, Merlo, Gianluca Pini, Pisicchio, Portas, Ravetto, Realacci, Rosato, Rossomando, Sanga e Tabacci sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centootto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge di ratifica n. 3459.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge di ratifica, già approvato al Senato, n. 3459: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo federale della Repubblica di Somalia, in materia di cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 17 settembre 2013.
  Ricordo che, nella parte antimeridiana della seduta, è stata respinta la questione sospensiva Frusone ed altri n. 1.

(Esame degli articoli – A.C. 3459)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
  Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 3459), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Duranti, Lainati... Colleghi, utilizziamo proficuamente il tempo che ci separa dalla chiusura della votazione. Fate con calma, non cadete per le scale.
  Salutiamo gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo statale «Carlo Urbani» di Jesi in provincia di Ancona e gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo statale «Giovanni Pascoli» di Riolo Terme in provincia di Ravenna, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi).
  Se abbiamo votato tutti... Aspettiamo l'onorevole Nicchi e poi chiudiamo. È un trattamento di favore proprio riservato a lei, onorevole Nicchi. L'onorevole Nicchi ha votato e sarei propenso a chiudere. Aspettiamo anche il presidente D'Ambrosio. Altri ? Chiaramente i colleghi che sono in Aula, perché quelli che sono fuori non li aspettiamo. Prego, onorevole Peluffo. Ci siamo ? Prestigiacomo, Chaouki, Giammanco, Dambruoso... Colleghi, il tramonto incombe. Civati, Cancelleri... Colleghi, rischiamo di far durare questa votazione più dell'intera ratifica, quindi io sarei propenso a chiudere, se non vi sono obiezioni. Onorevole Gribaudo, l'aspettiamo, ci mancherebbe altro; avremmo sulla coscienza l'assenza di un voto determinante. Gnecchi e poi basta.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  348   
   Votanti  333   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  167   
    Hanno votato
 257    
    Hanno votato
no   76).    

  (Il deputato Marco Di Stefano ha segnalato di non essere riuscito a votare).

Pag. 59

  Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 3459), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Battista, Morani, Crippa, Parentela, Locatelli, Bechis, Ferraresi, Locatelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  362   
   Votanti  345   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato
 263    
    Hanno votato
no  82).    

  (Il deputato Marco Di Stefano ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 3459), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Blazina, Tinagli, Molea, Altieri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  373   
   Votanti  358   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato
 270    
    Hanno votato
no  88).    

  (Il deputato Marco Di Stefano ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A – A.C. 3459), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sisto, Polidori, Micillo, Borghese...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  378   
   Votanti  362   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato
 272    
    Hanno votato
no  90).    

  (Il deputato Marco Di Stefano ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A – A.C. 3459), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palese, Piepoli, Greco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  361   
   Votanti  344   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato
 260    
    Hanno votato
no  84).    

  (I deputati Molea e Bonomo hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto favorevole. La deputata Paola Bragantini ha segnalato di non essere riuscita a votare).

Pag. 60

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 3459)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 3459).
  Poiché non vi sono richieste di intervento, il Governo può esprimere il parere sui due ordini del giorno presentati. Qual è il parere del Governo ?

  BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale. Sull'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/3459/1, il parere è favorevole, mentre sull'ordine del giorno Frusone n. 9/3459/2 il parere è favorevole con la riformulazione degli impegni. Al primo capoverso del dispositivo, anziché: «ad adottare ogni iniziativa utile per (...)» riformulare nel modo seguente: «a continuare ad agire sul Governo e le Forze armate della Somalia affinché non venga praticato l'arruolamento dei minori». Questo per quanto riguarda le modifiche al primo capoverso. Al terzo capoverso, invece, anziché: «ad inserire (...)» riformulare nel seguente modo: «a continuare ad attuare nei piani di addestramento delle Forze armate somale programmi specifici sul rispetto dei diritti umani». Se i presentatori sono d'accordo con la riformulazione, il Governo accetta l'ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Frusone accoglie la riformulazione e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3459/2.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3459)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Picchi. Ne ha facoltà.

  GUGLIELMO PICCHI. Grazie Presidente. Con molta convinzione e molta voce solo per dire che noi siamo stati favorevoli alla sospensiva per non ratificare in questo momento quest'accordo e pertanto, pur volendo mantenere in linea di principio il sostegno al rafforzarsi del Governo della Repubblica somala, tuttavia non riteniamo che vi siano le condizioni attuali affinché possa realizzarsi la ratifica di questo accordo e pertanto a nome del gruppo della Lega annuncio che ci asterremo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rabino Ne ha facoltà.

  MARIANO RABINO. Grazie Signor Presidente. Onorevoli colleghi, stiamo per votare un testo di grande rilevanza, come avevo già annunciato in tema di sospensiva, soprattutto per le prospettive future della Somalia, che reca la ratifica e l'esecuzione di un accordo, come abbiamo più volte ricordato, sottoscritto nel settembre 2013 tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo Federale della Repubblica di Somalia. Cooperazione e settore della difesa i punti cruciali. Si tratta di un'intesa molto importante, dal momento che la Somalia è impegnata da anni, con il sostegno della comunità internazionale, nel consolidamento della realtà statuale e nella lotta contro gruppi terroristici, a partire dalla pericolosa componente islamista di Al-Shabaab. È di chiara, patente, Pag. 61evidenza la difficile realtà che da anni vive la Somalia, motivo per cui occorre agire con estrema cautela.
  La finalità del provvedimento è di grande contenuto, dal momento che proprio grazie ad interventi di questo tipo si ha la possibilità di elaborare programmi di cooperazione, tanto annuali quanto pluriennali, nel settore militare. Rappresentanti delle parti potranno, infatti, effettuare alternativamente nelle rispettive capitali consultazioni per concordare ulteriori specifici accordi ad integrazione di quello in esame, nonché programmi di cooperazione tra le rispettive Forze armate. L'accordo è, infatti, finalizzato ad incrementare la cooperazione bilaterale tra le rispettive Forze armate, consolidando le capacità difensive e migliorando la comprensione reciproca sulle questioni della sicurezza. Si tratta di strumenti messi a disposizione dall'accordo, che ci auguriamo diano l'opportunità di crescere e vivere in pace in queste aree difficili, grazie anche ad un generale effetto stabilizzatore per l'intera regione del Corno d'Africa, in considerazione dell'impulso che tale collaborazione può fornire alle attività legate al contrasto della pirateria marittima, da molti anni punto dolente, che nessun grado di cooperazione né il diritto internazionale sono fino ad ora riusciti ad arginare.
  Tutto ciò all'insegna del tentativo di favorire la stabilità di un Paese che occupa un'area di notevole interesse strategico, seppure in un quadro regionale segnato da disordini, dalla crescita del fenomeno dell'integralismo islamico e dal dilagare dei traffici illegali, come dicevo, di migranti e di armi. L'intento è di indurre effetti positivi indiretti in alcuni settori produttivi e commerciali dei due Paesi e di esercitare un'azione stabilizzatrice per una regione, quella del Corno d'Africa, di particolare valore strategico e politico. I contenuti dell'accordo sono omogenei ad altre intese peraltro della medesima materia. L'accordo di cooperazione, sulla base dei piani annuali e pluriennali elaborati dalle parti, è sottoposto alla gestione dei due Ministeri della difesa, i cui rappresentanti potranno effettuare, come anticipato precedentemente, consultazioni alternativamente a Roma e a Mogadiscio per stipulare accordi specifici e programmi di cooperazione. Sono individuati i settori e le modalità della cooperazione, tra cui la sicurezza, la politica di difesa, ricerca e sviluppo, operazioni di supporto alla pace, operazioni umanitarie, addestramento e servizi sanitari militari.
  È disciplinata la cooperazione nel settore dei materiali per la difesa, con l'obiettivo di razionalizzare controlli e procedure ad essi riferibili, che impegnano le parti a garantire la protezione della proprietà intellettuale, inclusi i brevetti, con riferimento ad attività condotte in conformità con l'accordo medesimo.
   Per quanto riguarda lo stanziamento delle risorse necessarie a garanzia che ciò venga attuato, con la legge di stabilità per il 2016 è stato incrementato il finanziamento all'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo di 720 milioni per il triennio 2016-2018. Si tratta di uno stanziamento di rilievo per l'Italia, finalizzato a garantire l'avvio di programmi di cooperazione, come quelli autorizzati dal presente accordo, con tutti quei Paesi, ad esempio la Tunisia e l'Egitto, che più si stanno impegnando nella lotta al terrorismo e nella difesa della loro fragile democrazia. Nell'ultimo anno la Somalia ha fatto molta strada, raggiungendo alcuni importanti traguardi: la cacciata del gruppo terroristico guidato da Al-Shabaab, l'insediamento di un nuovo Governo e l'apertura della Conferenza dei Paesi europei per la Somalia, svoltasi a Bruxelles nel settembre 2013, con lo scopo di organizzare il sostegno dell'Unione europea, la riconciliazione e la ricostruzione civile ed economica del Paese.
   La lunga consuetudine di amicizia tra Italia e Somalia, che affonda le radici in tanti anni di collaborazione, ha permesso di intervenire con capacità particolari, da sempre riconosciute, concretizzando interventi che nessun altro Paese ha realizzato nel Paese somalo, tra cui programmi di pace e riconciliazione che stanno ricomponendo Pag. 62le basi delle amministrazioni locali e quelli di supporto alle istituzioni centrali.
   Purtroppo, sono ancora all'ordine del giorno – vado alla conclusione, Presidente – gli attentati terroristici che minacciano la sicurezza e la stabilità della Somalia e seminano terrore tra la popolazione. Ne consegue, dunque, la necessità per il nostro Governo di incoraggiare il più possibile i rapporti di amicizia con le comunità più pacifiche e lungimiranti che, in un territorio così instabile e ricco di contraddizioni, possono rivelarsi gli alleati determinanti nella lotta al terrorismo per il consolidarsi di azioni atte a garantire anche la sicurezza dell'Europa. Chiudo: l'accordo è in linea con la normativa nazionale, l'ordinamento comunitario – lo vogliamo ribadire – e gli altri obblighi internazionali sottoscritti dal nostro Paese: si tratta di misure trasversalmente condivisibili e per questi motivi, nell'auspicio di una rapida approvazione del testo in votazione, dichiariamo il voto favorevole a nome del gruppo di Scelta Civica. Grazie Presidente e grazie signor sottosegretario (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. Grazie, Presidente. Molto brevemente per annunciare il voto favorevole di Area Popolare, per una serie di motivi che sono stati già richiamati. In sostanza, tutte le criticità messe in evidenza da alcuni gruppi di opposizione, che sono stati anche l'oggetto e hanno dato esito a una richiesta di sospensiva, per noi invece rafforzano la opportunità di ratificare al più presto questo accordo con la Somalia che, per tutti gli osservatori internazionali, rimane, è stato e resta un Paese a forte rischio e dilaniato da vari problemi, dalla presenza di reti terroristiche molto importanti e dalla pirateria. Ma proprio questi sono gli argomenti di quest'accordo e noi crediamo che questo sia il momento quanto mai opportuno, invece, per portare avanti questo accordo, che è stato – lo ricordo – siglato nel settembre del 2013.
  Come detto, quindi il gruppo di Area Popolare voterà favorevolmente (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà. Colleghi, se abbassiamo il tono della voce. Prego, onorevole.

  DONATELLA DURANTI. Grazie, signor Presidente. Signor Presidente, signor sottosegretario, colleghi e colleghe, dichiaro il voto contrario del gruppo di Sinistra Italiana alla ratifica ed esecuzione dell'accordo oggi all'esame dell'Aula.
   Abbiamo votato a favore della questione sospensiva. Il collega Marcon ha esplicitato con chiarezza e forza le motivazioni alla base della nostra posizione, tant’è. Siamo adesso alla fase di votazione della ratifica. Nei pochi minuti che ho a disposizione proverò ad esplicitare ulteriormente le ragioni della nostra forte contrarietà su tale provvedimento. In premessa, però, vorrei dire che è sbagliato dedicare alle ratifiche di accordi intergovernativi, in particolare quando essi riguardano la cooperazione in materia di difesa, pochi minuti di discussione, per lo più in un clima di generale disattenzione. Tali ratifiche rappresentano oggettivamente parte della nostra politica estera e di difesa, hanno quindi un significato altamente politico e meriterebbero un dibattito attento e particolareggiato, viste le ricadute che esse hanno in riferimento al rispetto della nostra Costituzione – mi riferisco all'articolo 11 – e a leggi e normative nazionali, prima fra tutte la legge n. 185 del 1990.
   Voglio, infatti, ricordare che quest'ultima regola il commercio delle armi, ma fa riferimento anche alle intese intergovernative entro le quali sviluppare uno specifico regime bilaterale sul commercio delle armi. È pertanto necessario, a nostro giudizio, considerare lo spirito della legge n. 185 del 1990, esattamente ai fini della Pag. 63valutazione dell'opportunità di ratificare l'accordo con la Somalia, ma ci tornerò dopo.
   Venendo al contenuto dell'accordo, esso si configura esplicitamente in maniera prevalente come accordo per la produzione di armamenti, laddove recita: «approvvigionamento di apparecchiature militari nell'ambito di programmi comuni e produzione, ordinata da una delle parti conformemente alle rispettive leggi nazionali in materia di import ed export, di armamenti». È del tutto evidente che non potrà che essere il nostro Paese a ricevere ordinativi da parte della Somalia. E allora, proprio a norma della legge n. 185 – lo dico per suo tramite, signor Presidente, in particolare alla collega Quartapelle – non è possibile stipulare accordi di questo tipo con Paesi in cui ci sia un'acclarata violazione dei diritti umani, del diritto umanitario internazionale, in cui siano in atto conflitti armati, in cui – come nel caso specifico – non c’è la capacità, da parte del Governo federale, di impedire il dirottamento delle sue attrezzature e delle armi a gruppi armati e a trafficanti di armi. Non si può fare.
   Se ci soffermiamo poi sulla parte dell'accordo che prevede l'addestramento delle Forze armate somale, gli aiuti per il loro equipaggiamento, la loro formazione e la lotta alla pirateria, rileviamo ulteriori contraddizioni. L'Italia è impegnata da anni e tuttora in missioni internazionali che hanno esattamente quei compiti – e sto parlando di EUTM Somalia e di MIADIT Somalia, da un lato, e dell'operazione Ocean Shield, dall'altro – e ci chiediamo che scopo e che necessità c’è di stipulare un accordo ulteriore sugli stessi ambiti delle missioni internazionali. E vi chiediamo quando metterete il Parlamento in condizione di fare un bilancio vero dei risultati delle missioni.
  Infine, sempre in riferimento al contenuto dell'accordo, nell'introduzione è scritto: «visto la risoluzione ONU n. 2093 del 2013» che, ricordo – sappiamo benissimo tutti –, aveva previsto deroghe all'embargo di armi verso la Somalia. Ma perché non si fa riferimento alla risoluzione che nel 2014 ha ristabilito l'embargo totale, comprendendo anche le forniture al Governo somalo fino all'ottobre del 2015 ? E, se è vero – come è stato detto dalla collega Quartapelle – che successivamente esso è stato nuovamente ammorbidito con la risoluzione n.  2244, sempre del Consiglio di sicurezza dell'ONU, che pure estendendo l'embargo al 15 novembre 2016 ha confermato le deroghe precedenti, sarebbe assolutamente doveroso esercitare il principio di precauzione, viste le inaccettabili – questo ovviamente è un mio giudizio – e altalenanti decisioni in tema da parte del Consiglio di sicurezza dell'ONU, che appunto a mio parere, ma anche a parere, per esempio, di associazioni come Amnesty International, avrebbe dovuto valutare attentamente l'opportunità di indebolire l'embargo.
  E comunque noi ci diciamo contrari alle deroghe, proprio perché il contraente dell'accordo è quel Governo che non rispetta i diritti umani. Di fatto, quella regione è stata inondata di forniture di armi negli anni: tonnellate di armi sono arrivate da numerosi Paesi, a iniziare dagli USA. Di fatto, in Somalia dobbiamo registrare il fallimento di tutte le decisioni e delle iniziative, di volta in volta assunte dall'ONU, dagli USA, dall'Unione europea e, quindi, dal nostro Paese, se è vero come è vero che la Somalia è un Paese tutt'altro che pacificato, in cui continuano gli attacchi terroristici che coinvolgono i civili e viene considerato il peggior Paese per essere madri, se è vero come è vero che le organizzazioni non governative continuano a chiedere urgentemente aiuti umanitari, pena una nuova catastrofe umanitaria, se nel 2015 circa 100.000 civili sono stati uccisi, feriti e costretti alla fuga, se ci sono circa 1.100.000 profughi interni (voglio ricordare che la Somalia è anche tra i primi Paesi al mondo per numero di profughi verso i Paesi industrializzati).
  Poi, vi è la diffusione del fenomeno dei bambini soldato – e ricordo la nostra mozione, presentata a febbraio scorso – anche da parte delle Forze armate di quel Governo federale con cui voi fate gli accordi e di tutte le altre parti coinvolte Pag. 64nel conflitto, mentre gli stupri e le violenze sulle donne sono all'ordine del giorno.
  Vado alle conclusioni. Ci si dimentica che il Governo federale somalo non ha un sistema giudiziario sufficiente, applica la pena capitale, non riconosce la libertà di stampa e che è diffusissima la corruzione all'interno delle istituzioni e nell'esercito, infiltrato peraltro da parte delle milizie di Al-Shabaab. Ma tutte queste cose le conoscete, sappiamo che le sapete. Per questo è gravissima la ratifica di questo Accordo; voteremo contro, non saremo vostri complici (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Archi. Ne ha facoltà.

  BRUNO ARCHI. Grazie, Presidente. Quest'Accordo certifica e per certi versi intensifica l'impegno politico dell'Italia in un'area di valenza strategica come quella del Corno d'Africa, che è vittima del fondamentalismo islamista di Al-Shabaab nonché spesso preda della pirateria marittima al largo delle coste somale. È un Accordo che ci auspichiamo possa permettere di aumentare la cooperazione tra le Forze armate italiane e somale e favorire anche la comprensione reciproca sulle questioni più importanti in materia di sicurezza.
  Ricordo che la legge di stabilità 2016 aumenta il finanziamento all'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo di circa 720 milioni per il triennio 2016-2018. È uno sforzo importante per l'Italia, che deve essere, però, ben indirizzato a garantire l'avvio di programmi di cooperazione come quelli autorizzati dal presente Accordo con tutti quei Paesi – e mi riferisco anche alla Tunisia e all'Egitto – che più si stanno impegnando nella lotta al terrorismo e nella difesa della loro fragile democrazia. È auspicabile, altresì, che questo Accordo che stiamo ratificando produca non solo un effetto positivo su taluni settori produttivi e commerciali dei due Paesi, ma anche un generale effetto stabilizzatore per l'intera area del Corno d'Africa, in considerazione dell'impulso che questa collaborazione potrà fornire alle attività legate al contrasto alla pirateria marittima, da molti anni punto molto dolente che nessun grado di cooperazione, né il diritto internazionale sono riusciti ad arginare.
  Il tutto si fa nell'ottica di favorire la stabilità di un Paese che occupa un'area di notevole interesse strategico, seppure in un quadro regionale segnato da disordini, dalla crescita del fenomeno dell'integralismo islamico, dal dilagare di traffici illegali di migranti e di armi. La più che lunga consuetudine di amicizia tra Italia e Somalia, che affonda radici in tanti anni di collaborazione, ha permesso di intervenire con programmi di pace e di riconciliazione che stanno, in un certo senso, ricomponendo le basi delle amministrazioni locali. La presenza dell'Italia indubbiamente è forte soprattutto nel settore sanitario, il quale ha registrato un coinvolgimento importante: la cooperazione delle ONG italiane, attraverso la riabilitazione delle strutture sanitarie, la formazione del personale, la partecipazione a campagne di vaccinazione e controllo delle principali malattie trasmissibili e la fornitura di farmaci.
  È particolarmente importante, quindi, incoraggiare i rapporti di amicizia con le comunità più pacifiche e lungimiranti che, in un territorio così instabile e ricco di contraddizioni, possono rivelarsi alleati importanti nella lotta al terrorismo, per la sicurezza di quell'area e, nel contempo, per la sicurezza dell'Europa. Preannunzio, quindi, il voto favorevole di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Grazie, Presidente. Io dirò subito che il MoVimento 5 Stelle non può votare a favore di questa ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo Pag. 65della Repubblica italiana e il Governo federale della Repubblica di Somalia in materia di cooperazione nel settore della difesa e il motivo cercherò di spiegarlo in questo intervento. Sebbene si presenti come un provvedimento finalizzato ad incrementare la collaborazione tra le nostre Forze armate e quelle somale, sulla base del principio di reciprocità e degli impegni internazionali sottoscritti dai due Paesi, in realtà non possiamo non tenere in debita considerazione la condizione che sta vivendo la Somalia, cioè zona calda sotto molti punti di vista e, soprattutto, terra che fa gola a molte potenze per la condizione di estrema povertà e, al tempo stesso, per la presenza di molte risorse di cui ci si potrebbe impossessare (molte risorse le conoscete bene, visto che ne avete le mani sporche, come quella, per esempio, del petrolio).
  A tutto ciò si aggiunge la situazione politica della Repubblica somala, con un Governo ancora fragile che, per questo, non può ancora dare la garanzia che le nuove dotazioni di armi fornite restino nelle giuste mani e non possano rappresentare, in un futuro più o meno lontano, uno strumento di minaccia per il popolo. È per questo stesso motivo che il 25 ottobre 2015 il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha esteso l'embargo sulle armi alla Somalia fino al 15 novembre 2016, decisione confermata anche dall'Unione europea.
  Quindi, questo Accordo cosa fa ? Dà delle armi a chi già ha un embargo per una situazione calda; è un po’ come fare affari con una industria petrolifera che ha già degli ex dirigenti condannati per trivellazioni abusive, truffa e disastri ambientali. È una cosa che voi chiaramente fate tranquillamente, ma che state certificando anche attraverso questa ratifica.

  PRESIDENTE. Onorevole Sibilia, si rivolga alla Presidenza.

  CARLO SIBILIA. Presidente, stavo facendo semplicemente una metafora, un paralellismo...

  PRESIDENTE. Sì, formalmente però salviamo...

  CARLO SIBILIA. ...perché se chiaramente dai le armi alla Somalia è esattamente la stessa cosa, come l'episodio della Total. È esattamente identico !
  Questo perché in Somalia – è inutile nasconderlo – il processo di democratizzazione non è ancora stato pienamente compiuto e sul Paese incombe ancora il rischio di guerriglia, in cui ad avere la peggio sarebbero sempre e soltanto i civili indifesi, visto che, nonostante i progressi che si sono registrati a livello politico e militare, persiste un'instabilità preoccupante nell'ambito della sicurezza. La Somalia è stata ed è ancora in balìa di gruppi criminali che l'hanno resa, ad esempio, una terra dove scaricare illecitamente rifiuti speciali e scorte radioattive pericolose (mi ricorda un po’ la Basilicata: l'avete proprio usata allo stesso modo).
  Per documentare queste attività illegali e per approfondire un altro aspetto davvero preoccupante che riguarda la Somalia, ossia il traffico d'armi, la giornalista italiana Ilaria Alpi e l'operatore di ripresa Miran Hrovatin furono uccisi a Mogadiscio. Al nome della cronista è legato un altro mistero nell'ambito della cooperazione italiana, che dal 1994 a oggi ha visto transitare circa 1.500 miliardi. Chissà dove sono finiti tutti questi soldi.
  Ma torniamo all'Accordo. Dopo i fatti di Bamako, in Mali, non possiamo continuare a non considerare la circostanza secondo cui il miglior modo di far arrivare le armi direttamente nelle mani dei terroristi è usare uno Stato appena nato, perennemente in conflitto, con un altissimo tasso di povertà e con sicurezza zero. Questa modalità è ormai chiara; quindi basta con le lacrime del giorno dopo e i minuti di silenzio per le vittime. Noi preferiamo dire «no» a degli accordi che sicuramente ci sfuggiranno di mano, come già è accaduto in altre situazioni. Noi vogliamo impegnarci a discutere dei veri problemi che possono avere questi Stati come, ad esempio, la Somalia, cioè la pirateria e la carestia, ad esempio. Queste sono alcune delle emergenze somale che l'Italia dovrebbe prendere in carico o comunque analizzare. La pacificazione del Pag. 66Paese richiede un nostro ulteriore sforzo, cioè andare oltre questi accordi, che spesso nascondono interessi occidentali, e aiutare il popolo indifeso e ormai stremato, spesso in balia di razzie e violenze di ogni genere perpetrate da truppe extranazionali che non hanno alcun tipo di autorizzazione ad intervenire e che agiscono impunemente. Lo stesso Consiglio di sicurezza dell'ONU ha espresso profonda preoccupazione per la grave situazione umanitaria in Somalia e per l'inarrestabile fenomeno della corruzione, che genera instabilità politica, sociale, economica e forti tensioni interne.
  In un contesto simile, a cosa servirebbe un Accordo di questo tipo, senza che prima sia chiarita la destinazione finale delle armi commerciate e garantito il rispetto dei diritti umani nonché adottate misure contro la corruzione ? Come farebbe a resistere, in un contesto del genere, un Accordo come questo ? Noi del MoVimento 5 Stelle non vogliamo essere complici, per cui voteremo contrariamente. Dobbiamo mettere definitivamente la parola «fine» a questa situazione, inaugurando con la Repubblica somala una nuova stagione di collaborazione reale e concreta, che guardi al benessere della popolazione in loco, che ha già sofferto per lunghi anni.
  Quindi, siamo contrari a questo Accordo, che è semplicemente un dare delle armi, come già avete fatto in altre circostanze, a dei Paesi in zona calda, contrariamente a quello che dice la nostra legge contro il commercio delle armi a Paesi che non rispettano i diritti umani. È esattamente come fare degli affari con una compagnia petrolifera che già è stata condannata, a causa dei comportamenti degli ex amministratori di questa stessa compagnia, e tentare di far risollevare l'economia di una regione usando le stesse mani sporche di petrolio che poi inquinano e inguaiano definitivamente la popolazione locale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tacconi. Ne ha facoltà.

  ALESSIO TACCONI. Grazie, Presidente. Colleghi, non voglio ripetere tutto quello che è già stato detto durante la discussione sulla questione sospensiva, chiesta da alcuni gruppi, e che è già stato esaurientemente spiegato dalla collega in precedenza.
  Però ci tornerò brevemente dopo. L'Accordo che siamo chiamati a ratificare è finalizzato ad incoraggiare e promuovere la cooperazione bilaterale tra le Forze armate dei due Paesi, Italia e Somalia, e a consolidare le rispettive capacità di difesa. Siamo sicuri che l'Accordo avrà un effetto stabilizzatore nell'intera regione del Corno d'Africa alla quale ci legano, voglio ricordare, legami storici e vincoli di amicizia che già derivano dalla seconda metà dell'Ottocento. Alla fine della seconda guerra mondiale, nonostante il passato coloniale, furono gli stessi somali a chiedere all'ONU di affidare il protettorato del loro Paese all'Italia e, quindi, per dieci anni, dal 1950 al 1960, l'amministrazione fiduciaria italiana ha rappresentato per la Somalia la prima organizzazione statuale moderna che ha preparato il Paese all'indipendenza. Questi vincoli di amicizia perdurano nel tempo e si concretizzano oggi nei numerosi programmi di cooperazione allo sviluppo per i quali l'Italia è il primo Paese donatore. Attualmente l'Italia sta finanziando progetti per oltre 17 milioni di euro soprattutto nel settore sanitario in Somalia. Ma è la stabilizzazione del Paese che a noi interessa di più: la Somalia infatti è, come è già stato accennato precedentemente, un Paese che da molti anni sta affrontando fortissime, quando non violente, spinte centrifughe che puntano alla disgregazione della sua unità geografica e politica. A queste spinte negli ultimi anni si sono aggiunte le minacce terroristiche di Al-Shabaab. Come è già stato sottolineato da alcuni precedenti interventi, è stato molto difficile arrivare all'insediamento di un Governo di transizione che continua ad aver bisogno di un Pag. 67forte supporto anche da parte di truppe armate dell'Unione africana per evitare il ritorno a condizioni di stabilità critiche che potrebbero sfociare in una situazione di guerra civile. Un esercito somalo dunque ben addestrato è quanto mai necessario per il controllo del territorio e per debellare definitivamente alcune forze centrifughe, come ho appena detto, che hanno preso piede dopo la caduta di Siad Barre e che hanno fatto del terrorismo il loro modus operandi. Ho appena accennato in questo senso anche al gruppo terroristico di Al-Shabaab. Queste forze centrifughe, oltre a minacciare la stabilità e l'integrità della nazione, seminano terrore e morte tra la popolazione. Ho sentito parlare negli interventi precedenti dell'embargo che prevede la vendita di armi alla Somalia. È già stato detto precedentemente ma lo voglio ribadire in questo momento, perché è importante che tutti sappiamo quello di cui stiamo parlando: l'embargo sulle armi in Somalia non si applica alle forniture di armi, munizioni o attrezzature militari destinate esclusivamente per lo sviluppo delle forze di sicurezza del Governo federale della Somalia. Quindi, vedete colleghi, come ho già detto c’è bisogno di qualcuno che difenda la popolazione somala, qualcuno che difenda l'integrità territoriale e l'indipendenza politica della Somalia in questo momento ed è anche per questo che viene fatto questo Accordo. Le armi non saranno utilizzate da nessuna forza ad esclusione del Governo federale e quindi dell'esercito del Governo federale della Somalia. Questo quindi è importante ed è il punto critico e il punto fondamentale che dobbiamo sottolineare in questo senso. Non va poi taciuto un altro aspetto: una cooperazione nel campo della difesa ha sicuramente effetti positivi anche nella lotta alla pirateria che nel Corno d'Africa purtroppo è un fenomeno, come sappiamo, ancora rilevante. L'approvazione di questo disegno di legge di ratifica in materia di cooperazione nel campo della difesa, che, tra l'altro, ha un costo estremamente contenuto, è infine particolarmente rilevante anche da un punto di vista strategico. Dico questo perché il nostro interesse a rafforzare l'organizzazione statuale della Somalia va di pari passo con la necessità di creare quelle condizioni di vita non solo in Somalia, non solo nel Corno d'Africa ma in tutto il continente africano che possano mettere un freno alle forti migrazioni che provengono proprio da quei Paesi e di cui abbiamo esperienza negli ultimi mesi, se non anni. Dichiaro perciò che il Partito Democratico voterà a favore di questa ratifica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3459)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3459, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Crippa... Nicchi... Paglia... successivamente a questo voto avremo un momento di commemorazione, quindi chi dovesse silenziare il telefono, magari è meglio se lo fa già adesso....
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  S. 1945 – «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo federale della Repubblica di Somalia in materia di cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 17 settembre 2013» (Approvato dal Senato) (3459):

   Presenti  378   
   Votanti  362   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato  268    
    Hanno votato no   94    

Pag. 68

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Falcone ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).

In ricordo delle vittime del terremoto de L'Aquila del 2009 (ore 17,15)

  PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea e il rappresentante del Governo) Colleghi, come è noto, ricorre oggi il settimo anniversario del terremoto de L'Aquila che il 6 aprile 2009 rase al suolo il capoluogo abruzzese e causò ingentissimi danni a numerosi comuni limitrofi provocando trecentonove vittime e migliaia di feriti e sfollati. Ritengo doveroso in questa circostanza rinnovare i più sinceri sentimenti di solidarietà e di vicinanza dell'intera Assemblea e, attraverso essa, di tutto il Paese alle popolazioni abruzzesi che ancora oggi continuano a subire le conseguenze di quella grave calamità, rendere omaggio alle tante vittime di quel luttuoso evento e partecipare all'inconsolabile dolore dei loro familiari.
  Desidero inoltre ricordare il lavoro prestato con coraggio e abnegazione da tutti coloro che in quelle drammatiche giornate, mossi da grande generosità ed altruismo, accorsero immediatamente per portare alle popolazioni colpite aiuto, assistenza e conforto. Invito tutti i colleghi ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio – Applausi).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1986 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione in materia di difesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Senegal, fatto a Roma il 17 settembre 2012. (Approvato dal Senato) (A.C. 3461) (ore 17,17).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3461: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione in materia di difesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Senegal, fatto a Roma il 17 settembre 2012.
  Ricordo che nella seduta del 4 aprile si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame degli articoli – A.C. 3461)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Poiché non sono stati presentati emendamenti, li porrò direttamente in votazione.
  Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 3461), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli... Micillo... Di Battista...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  380   
   Votanti  371   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato
 286    
    Hanno votato
no   85).    

  Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 3461), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gigli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 69

   (Presenti  371   
   Votanti  362   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato
 284    
    Hanno votato
no   78).    

  Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 3461), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lo Monte, Di Battista...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  377   
   Votanti  367   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato
 284    
    Hanno votato
no   83).    

  Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A – A.C. 3461), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Tripiedi, Di Battista, Gadda...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  382   
   Votanti  373   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato
 288    
    Hanno votato
no   85).    

  Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A – A.C. 3461), al quale non sono state presentate proposte emendative. Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Carloni, Ciracì, Stella Bianchi, Capelli, Mannino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  391   
   Votanti  381   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato
 295    
    Hanno votato
no   86).    

(Esame di un ordine del giorno – A.C. 3461)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A – A.C. 3461).
  Non essendovi richieste di illustrazione, il Governo può dare il parere sull'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/3461/1. Prego, senatore Della Vedova.

  BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Perfetto. Credo che nessuno insista per la votazione. È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3461)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.Pag. 70
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, di fronte a noi abbiamo la ratifica dell'Accordo di cooperazione militare con il Senegal, un Paese che sta riassumendo il suo ruolo di attore fondamentale nello scenario geopolitico africano ed in particolare in Africa occidentale. Il Piano Senegal del Presidente Macky Sall, che ha chiuso la lunga era Wade, sembra essere di buon auspicio e sul piano militare dobbiamo rilevare che questo Paese è tra i maggiori contribuenti africani alle missioni di peacekeeping delle Nazioni Unite e dell'Unione africana. Quindi, l'Accordo di cooperazione militare che l'Italia ha siglato appare di importanza strategica anche nella prospettiva di un rafforzamento di una realtà che possa contrastare il fondamentalismo islamico che oggi dal Mali rischia di destabilizzare l'intera area. L'Accordo, che rispetta i principi contenuti nella legge 9 luglio 1990, n. 185, si compone di 33 articoli e fornisce il quadro giuridico in cui svolgere le attività di cooperazione nell'ambito degli impegni già assunti sul piano internazionale e nell'interesse delle parti.
  Da rilevare, inoltre, che il Senegal ha già posto in essere una buona collaborazione con gli Stati Uniti, nostro partner fondamentale, e con la Francia con la quale condividiamo, sia l'appartenenza all'Unione europea, sia la prospettiva atlantica. Nella convinzione, quindi, dell'importanza di rafforzare i legami con un Paese che può essere strategico nell'arginare le forze del terrore e contribuire alla stabilizzazione dell'Africa occidentale, annuncio il voto favorevole del mio gruppo parlamentare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Picchi. Ne ha facoltà.

  GUGLIELMO PICCHI. Grazie Presidente. Brevemente per ricordare come il Senegal sia un'economia emergente, un'economia in salute che raggiunge tassi di crescita del PIL fino al 5 per cento l'anno. Nonostante questo il Senegal è un Paese di forte emigrazione; è un Paese i cui emigrati vanno verso il nord, verso il Mali, verso il Marocco e ricordiamo a tutti che è uno dei principali Paesi di migranti economici che giungono in Italia. Il Senegal ha una posizione molto delicata. È un Paese a maggioranza musulmana (oltre il 90 per cento della popolazione è sunnita) e, quindi, essendo confinante con il Mali, è un Paese che potenzialmente può essere a rischio e essere obiettivo di instabilità politica e di infiltrazione di elementi radicali jihadisti. Pertanto, rafforzare il Governo locale con un accordo internazionale come questo, un accordo di cooperazione militare in materia di difesa, può essere estremamente utile perché nel lungo periodo può creare gli anticorpi nel Paese per contrastare, testando procedure e collaborazioni con Paesi come il nostro, eventuali insorgenze di radicalismo o di instabilità dei gruppi armati che dovessero venire dai Paesi confinanti. Per tutti questi motivi, riteniamo che sia importante un positivo voto a questo provvedimento e, pertanto, il gruppo della Lega voterà favorevolmente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vecchio. Ne ha facoltà.

  ANDREA VECCHIO. Grazie, signor Presidente. Io annuncio il voto favorevole del nostro gruppo e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto del testo della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. Grazie Presidente. Una breve dichiarazione a favore di questa ratifica. Come è stato detto, il Senegal rappresenta una delle punte dei Paesi Pag. 71emergenti in economia africana. Ci sono in Senegal investimenti importanti europei, statunitensi, ma anche in particolare italiani. L'Accordo riguarda una serie di argomenti di cooperazione nel settore della difesa e rientra nel novero degli accordi di cooperazione in campo militare che il Ministero della difesa italiano ha concluso su base, sia bilaterale, che multilaterale. Noi crediamo che accordi di questo tipo possano contribuire anche alla stabilizzazione di aree come queste, come l'Africa occidentale, che comunque, nonostante le considerazioni fatte all'inizio, cioè di crescita economica e di maggiore qualità della vita, rimangono aree instabili perché comunque sempre esposte a varie forme di fondamentalismo. È importante dire – e qui concludo Presidente – che il Senegal comunque è tra i Paesi africani che più hanno contribuito e contribuiscono alle missioni di peacekeeping delle Nazioni Unite e dell'Unione africana, con molti militari impegnati, soprattutto in Sudan, in Guinea-Bissau, in Costa d'Avorio e in Mali. Anche questo è uno dei motivi che rafforzano la nostra scelta di votare favorevolmente a questo Accordo in tema di difesa e di cooperazione con la Repubblica del Senegal.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Archi. Ne ha facoltà.

  BRUNO ARCHI. Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole di Forza Italia e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Spadoni. Ne ha facoltà.

  MARIA EDERA SPADONI. Grazie, Presidente. La ratifica riguarda la cooperazione nel settore della difesa. È pressoché identica ad altre di cui ci siamo già occupati in passato. L'Accordo tra i due Paesi mira ad incrementare la cooperazione bilaterale tra le Forze armate dell'Italia e del Senegal. L'Accordo, stipulato a settembre 2012, sarà sempre in vigore fino a quando le Parti non decideranno di interromperlo. Ha un costo esiguo per l'Italia, poco più di 5 mila euro ad anni alterni a decorrere dal 2016. L'intento dell'Accordo è quello di incoraggiare, facilitare e sviluppare la cooperazione nel campo della difesa.
  Come sempre, però, gli obiettivi dell'Accordo sono altra cosa rispetto al contenuto dell'Accordo stesso. Tra i settori di cooperazione, infatti, troviamo: supporto logistico e acquisizione di prodotti e servizi per la difesa, quindi armi; ricerca, sviluppo, formazione e addestramento in campo militare. La cooperazione tra le Parti potrà avvenire secondo diverse modalità, elencate all'articolo 4 dell'Accordo, e sono tutte di natura militare, come esercitazioni, contatti tra istituti militari, visite di navi, aerei e altre strutture militari. Ma, tra tutte, mi preme ricordarne una: partecipazione ad operazioni di mantenimento della pace ed umanitarie. La vera cooperazione che questo Accordo vuole attuare riguarda l'attività bellica.
  È chiaro, quindi, il nostro voto contrario alla ratifica. Un Paese, il nostro, devastato dalla disoccupazione, dalla mafia, dalla corruzione non può continuare ad investire su armi e su interventi militari mascherati da mantenimento della pace.
  Il Senegal – ricordiamolo – è un Paese di 12,5 milioni di abitanti, che occupa un'area di particolare interesse strategico in Africa occidentale. In quel Paese la cooperazione italiana dovrà continuare a rappresentare, soprattutto per quel che riguarda l'uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne, un esempio di buona pratica. Il MoVimento 5 Stelle appoggerà e promuoverà solo quegli accordi internazionali tesi a migliorare le condizioni umanitarie, economiche e culturali di quelle popolazioni che ne necessitano. Il MoVimento 5 Stelle non considera di certo aiuti lo scambio di armamenti, le partecipazioni a missioni militari o la fornitura Pag. 72di armi. Ribadiamo, dunque, il nostro voto contrario al provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedi. Ne ha facoltà.

  MARCO FEDI. Grazie, Presidente. Le chiedo cortesemente di autorizzarmi a consegnare il lungo intervento su questa importante ratifica. Mi limiterò, annunciando il voto favorevole del Partito Democratico, a ricordare che siamo al passaggio finale per l'approvazione del disegno di legge di ratifica dell'Accordo di cooperazione in materia di difesa tra Italia e Senegal, che si pone come intento primario – vorrei ricordarlo –, oltre al rafforzamento della cooperazione in campo militare, sulla quale c’è stata la dovuta attenzione da parte dell'Aula, anche un'azione stabilizzatrice in un'area di particolare valore strategico e politico per i temi della sicurezza, ma anche per i temi legati a quella parte del mondo in cui noi facciamo anche cooperazione allo sviluppo.
  Dicevo che si tratta di un'azione stabilizzatrice che si promuove con gli accordi bilaterali e multilaterali e sempre più con accordi quadro, ad esempio quelli che stiamo approvando anche nel contesto dei rapporti tra Unione europea e altre parti del mondo. Si lavora in questi settori, in campo fiscale, in campo economico, in campo commerciale, anche in campo culturale, ma la premessa di fondo, quando facciamo accordi, anche in campo culturale, economico, commerciale, è la stabilizzazione, la crescita democratica di quei Paesi e gli investimenti che facciamo noi anche per questa crescita. Ecco perché questi accordi, che guardano ai nostri interessi nazionali e agli impegni internazionali che abbiamo assunto, sono importanti. Lo ricordo ai colleghi che hanno espresso critiche a questo Accordo: la difesa oggi ha bisogno di strumenti nazionali, e stiamo lavorando su quelli, ma anche di strumenti internazionali, bilaterali e multilaterali, modellati secondo gli interessi nazionali e internazionali del nostro Paese, sempre rispettosi dei principi sanciti dalla Costituzione e nel rispetto dei nostri obblighi internazionali nella grande famiglia delle Nazione Unite.
  Poi c’è il Senegal: un Paese importante, con il quale noi abbiamo tradizionalmente rapporti molto solidi; un Paese che si è avviato verso la democrazia e per il quale noi, dando questo voto favorevole e ratificando questo Accordo, creiamo le condizioni per uno sviluppo anche nel settore della sicurezza e del contrasto al terrorismo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Come annunciato, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3461)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 3461, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mazzoli, Monchiero.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  S. 1986 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione in materia di difesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Senegal, fatto a Roma il 17 settembre 2012 (Approvato dal Senato) (3461):

   Presenti  376   
   Votanti  375   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato  281    
    Hanno votato no  94.    

Pag. 73

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Falcone ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).

Sui lavori dell'Assemblea.

  PRESIDENTE. Dovremmo ora passare alla proposta di legge n. 2212-A, recante principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque. La Commissione bilancio, tuttavia, non ha ancora espresso il prescritto parere sul testo del provvedimento e sui relativi emendamenti. Il seguito dell'esame del provvedimento, previa votazione della questione pregiudiziale di costituzionalità presentata, è pertanto rinviato, come previsto dal vigente calendario dei lavori, a martedì 19 aprile.

  FRANCESCO BOCCIA, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO BOCCIA, Presidente della V Commissione. Grazie, Presidente. Intervengo solo per comunicarle e per comunicare all'Aula attraverso lei che la Commissione bilancio non ha potuto esprimere il parere sul provvedimento...

  PRESIDENTE. E questo la Presidenza lo ha già comunicato.

  FRANCESCO BOCCIA, Presidente della V Commissione. ... perché non è arrivata la relazione tecnica dal Governo e ci è stato comunicato che non arriverà prima di domani sera. Quindi, noi domani non siamo certamente in grado di proporre all'Aula il nostro parere.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, mi scusi, ma credo che il rinvio ad altra seduta presumibilmente dovrebbe riferirsi a domani. Nel momento in cui c’è una richiesta di rinviare a una data precisa del calendario, credo si debba convocare una Conferenza dei capigruppo per inserire il provvedimento all'interno di quel calendario. Tra l'altro, ricordo a tutti che questa proposta di legge è da diversi mesi che viaggia in Commissione e anche per quanto riguarda il suo ingresso in Aula. Non mi sottraggo da evidenziare come, per l'ennesima volta, credo che il fatto che il Governo sia sempre in ritardo su queste materie non fa altro che alimentare all'interno dell'Aula un'incertezza anche sulle modalità e le tempistiche di gestione. Sulla decisione di rinviare al 19, a nostro avviso, ci deve essere quanto meno il confronto con i gruppi e ci deve essere almeno unanimità nella decisione, altrimenti, credo, dovrà essere convocata, a questo punto, una Conferenza dei capigruppo per stabilire quando inserire questo tipo di provvedimento.

  PRESIDENTE. Onorevole Crippa, atteso anche il chiarimento dato dal presidente Boccia, vale a dire che entro domani non giunge la relazione tecnica, la Conferenza dei presidenti di gruppo ha stabilito che i provvedimenti di questa settimana non conclusi abbiano corso durante la settimana che parte da martedì 19 aprile. Quindi, questo è ciò che è già stabilito come primo punto. Quindi, questo è quanto. È proprio il calendario già stabilito dalla Conferenza dei presidenti di gruppo.

Sull'ordine dei lavori (ore 17,40)

  VINCENZO D'ARIENZO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  VINCENZO D'ARIENZO. Grazie Presidente. Oggetto dell'attenzione sono alcune situazioni che stanno accadendo e interessano le Ferrovie dello Stato a Verona. Oltre tre anni fa Trenitalia aveva promesso nell'accordo sindacale l'istituzione Pag. 74in Veneto di due uffici impianti-equipaggi, uno a Verona e uno a Venezia. Nonostante il tempo trascorso, sono passati ormai quasi quattro anni, nonostante i numeri di rilievo, la produzione eccezionale del nodo di Verona, l'accordo non è ancora andato in porto. Quindi questo nodo fondamentale per le ferrovie italiane e i collegamenti del sud Europa ancora non vedono concretizzata la proposta di istituire un ufficio impianto-equipaggi, eppure il Veneto è l'unica regione che ne ha uno, gli altri la Campania ne ha quattro, sei in Calabria, quattro su cinque province in Emilia-Romagna, sette nel Lazio, quattro in Toscana, dieci in Piemonte.
  Non solo questo, non solo uffici impianti-equipaggi, ma anche la sala coordinamento-controllo-circolazione che governa da Verona migliaia di chilometri di linea ferroviaria. Nonostante i milioni di euro che sono stati recentemente investiti su questo centro di comando da Verona, molti di questi chilometri sono stati, o saranno a breve, spostati presso la stazione di Milano, con conseguenze negative per il territorio e soprattutto per la Direzione produzione provinciale di Verona, che è una delle prime produttive in Italia. Su questo i sindacati hanno deciso lo stato di agitazione da parte del personale.
  Mi rivolgo all'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, sarebbe bene che ci dicesse per quale ragione sta decidendo o ha deciso di ridurre, di ridimensionare, il ruolo di Verona, un nodo ferroviario così importante per il Paese, per Verona e per l'Europa.

  CESARE DAMIANO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CESARE DAMIANO. Grazie Presidente. Ciò che sta accadendo nel settore dei call center desta particolare preoccupazione. A fronte di una occupazione complessiva di 80.000 lavoratori c’è il rischio di avere 8 mila esuberi e quindi licenziamenti da oggi a fine anno.

  PRESIDENTE. Mi perdoni, presidente Damiano. Colleghi per favore colleghi per favore, presidente Boccia, per favore colleghi, onorevole Morani, liberiamo l'emiciclo, per favore ! Nessuno è tenuto a rimanere in Aula. Le votazioni sono finite, chi vuole uscire esca ! Permettete al presidente Damiano e agli altri colleghi che stanno facendo gli interventi di fine seduta di farli in un clima decente, per favore ! Prego, onorevole Damiano.

  CESARE DAMIANO. La ringrazio Presidente, anche perché si tratta di un problema di occupazione e di licenziamenti, spero che interessi questo argomento ai miei colleghi. Dicevo a fronte di un'occupazione complessiva di 80.000 persone del settore dei call center vi è il rischio di avere oltre 8000 esuberi da oggi a fine anno. Aziende come Almaviva, Gepin e Up Time hanno già avviato le procedure di licenziamento. Per eliminare le cause di questa situazione chiediamo al Governo alcuni interventi: far rispettare l'articolo 24 della legge n. 83 del 2012, a cominciare dall'obbligo per l'operatore di comunicare in apertura di telefonata da quale Stato parta la conversazione, anche l'Italia, consentendo in ogni caso al cittadino il diritto di farsi gestire la chiamata da un operatore collocato sul territorio nazionale, come prevede la legge, per salvaguardare la privacy e l'occupazione in Italia. In secondo luogo applicare la clausola di salvaguardia occupazionale per le aziende che vincono gli appalti. Il Governo deve intervenire nei confronti delle aziende pubbliche quotate in borsa per evitare forme di massimo ribasso mascherato, che provocano disoccupazione e un peggioramento del servizio per l'utenza.
  Considerare i call center che occupano migliaia di lavoratori per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali alla stregua delle grandi industrie. Bisogna estendere al settore la cassa integrazione straordinaria, così come è previsto nel comparto industria e nei settori della logistica e della grande distribuzione.
  Infine, noi ci auguriamo che si possa lavorare per un unico contratto di settore, che cancelli i contratti pirata, migliori le strategie di sviluppo per consolidare questo Pag. 75settore e permettere l'avvio di investimenti in innovazione e in ricerca (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  GIANLUCA VACCA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Vale per l'onorevole Vacca la stessa raccomandazione fatta ai colleghi relativa all'onorevole Damiano, se riusciamo a uscire dall'Aula in silenzio è cosa gradita.

  GIANLUCA VACCA. Grazie Presidente. Come abbiamo detto prima, sette anni fa alle 3:32 della notte la Terra a L'Aquila ha tremato. Si è verificato il quinto terremoto più grande della storia italiana contemporanea. Ebbene, da quella data, da sette anni, abbiamo assistito, forse, ad alcuni degli episodi peggiori dell'umanità. Abbiamo assistito a indagini vergognose che hanno smascherato un sistema di speculazione sulla vita delle persone. Abbiamo assistito anche a una speculazione politica con clientelismo nelle assunzioni, fatte appunto in questi anni grazie al terremoto. Abbiamo assistito a uno spopolamento di una città capoluogo, di un'università che, di fatto, sta perdendo continuamente studenti. Abbiamo assistito a uno spopolamento di un centro storico, uno dei più belli d'Italia. Abbiamo assistito ad una mancata ricostruzione, una ricostruzione che ancora è lontana dal completarsi.
  Ebbene, abbiamo assistito al peggio cui si possa assistere nel nostro Paese, ma al peggio non c’è mai fine però, perché abbiamo assistito anche a balconi che crollavano, ad esempio. Una emergenza gestita malissimo, gestita anche in quel caso lucrando sulla tragedia. Ebbene, i responsabili di quell'emergenza, i responsabili di quella gestione scellerata, oggi sono stati anche premiati con una candidatura alla carica di sindaco della Capitale d'Italia: è una cosa vergognosa a nostro avviso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ed è ancora più vergognoso che si sia impedito a quest'Aula, probabilmente, di esprimersi e di dibattere su questo argomento, impedendo di fatto appunto ai gruppi di parlare e di esprimersi su questa commemorazione, lasciando soltanto il minuto di silenzio, come è giusto che sia. Ma era necessario anche un approfondimento, perché la storia de L'Aquila è ancora una storia purtroppo tutta da scriversi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole Vacca, le vicende giudiziarie son cosa diversa, però la Presidenza ha commemorato la ricorrenza della tragedia, poi tutte le altre vicende sono questioni su cui dal punto di vista politico chiaramente è legittimo dividersi.

  GIULIA DI VITA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIULIA DI VITA. Grazie Presidente. Oggi il Ministro della salute, Lorenzin, in occasione della giornata dedicata alla corruzione in Sanità ha avuto l'ardire di dichiarare: nessuno in passato ha prodotto sul terreno della lotta alla corruzione in Sanità quanto ha fatto questo Governo. Ora non starò qui certo a smentirla con l'elenco dei casi di corruzione in sanità che negli ultimi tre anni hanno massacrato questo Paese. Ne cito solo uno, per esempio l'infiltrazione dei Casalesi all'ASL di Caserta. Mi limito solo a sottolineare in questa sede che la maggioranza ha boicottato strenuamente la nostra proposta di istituire una Commissione d'inchiesta proprio sulla corruzione in Sanità, evento abbastanza strano, visto che fino alla scorsa legislatura esisteva la Commissione di inchiesta dedicata all'efficienza in sanità, guidata proprio dal senatore Ignazio Marino, che auspicava la ripresa dei lavori in questa nuova legislatura. Come al solito smentite voi stessi e la Lorenzin non è altro che Pag. 76l'emblema di un ministro che parla in un modo e agisce esattamente al contrario, come del resto tutto il Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

  Venerdì 8 aprile 2016, alle 9,30:

  Svolgimento di interpellanze urgenti.

  La seduta termina alle 17,50.

TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI GIANLUCA PINI E BRUNO MOLEA SULLA PROPOSTA DI LEGGE DI RATIFICA (A.C. 2004-A)

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, Signori Membri del Governo !
  Il provvedimento al nostro esame concerne la ratifica di un accordo di cooperazione in materia di cultura, istruzione, scienza e tecnologia tra il nostro Paese e la Repubblica Ceca, nazione di grandi tradizioni che sta lentamente ma progressivamente recuperando il ruolo che le compete nel mondo. Prima della Seconda Guerra Mondiale, in effetti, la Boemia era una delle zone più avanzate ed industrializzate d'Europa. Attualmente è considerata un Paese prospero, fra i pochi di quelli usciti dalla morsa del comunismo sovietico.
  Noi riteniamo la Repubblica Ceca anche un modello virtuoso, di Paese europeo che si è costituito in Stato sovrano senza spargimento di sangue, in perfetto accordo con la Slovacchia, e che sta perseguendo con successo il proprio sviluppo senza adottare l'euro, almeno per il momento. Dal 2010 i cechi producono più di un milione di autovetture all'anno, di cui 80 per cento per l'export. Dopo una breve flessione, inoltre, il Pil ceco ha ripreso a correre, facendo registrare lo scorso anno un aumento del reddito nazionale pari a quasi il 4 per cento.
  I nostri modelli di specializzazione produttiva hanno tratti comuni. Riteniamo quindi che il nostro Paese abbia ogni genere d'incentivo ad intensificare gli scambi culturali con la Repubblica Ceca, parte a pieno titolo di quella Mitteleuropa di cui è stato a lungo una componente anche buona parte del nostro Nord.
  L'Accordo ha 20 articoli, che delineano un programma di collaborazione molto ambizioso, destinato a svilupparsi a tutti i livelli dell'istruzione e con componenti di tutela della proprietà intellettuale e di lotta al commercio illegale di opere d'arte e beni culturali.
  I maggiori oneri non sono trascurabili, trattandosi di circa mezzo milione di euro annui, ma paiono sostenibili. Non ravvisiamo quindi alcun motivo per opporci a questa ratifica. Il gruppo Lega Nord Autonomie-Noi con Salvini voterà quindi a favore.

  BRUNO MOLEA. Signor Presidente, Onorevoli colleghi !
  Scelta Civica voterà a favore del provvedimento in questione.
  L'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica ceca sulla cooperazione in materia di cultura, istruzione, scienza e tecnologia firmato a Praga l'8 febbraio 2011 si propone di fornire un quadro di riferimento adeguato alle iniziative di collaborazione culturale, scientifica e tecnologica, in considerazione della varietà e della qualità dei rapporti bilaterali in essere tra i due Paesi. L'Accordo in esame intende sostituire le precedenti intese in materia, ossia l'Accordo culturale con la Repubblica socialista cecoslovacca, firmato a Praga il 18 maggio 1971 e l'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica federativa ceca e slovacca in materia di cooperazione scientifica e Pag. 77tecnologica firmato a Roma il 30 novembre 1990, accordi ormai obsoleti sia a seguito dei cambiamenti politici intervenuti presso la controparte, sia in ragione delle recenti evoluzioni della collaborazione in campo culturale, scientifico e tecnologico; va rammentato, in proposito, che la Repubblica ceca, in quanto membro dell'Unione europea dal 2004, partecipa a pieno titolo alle politiche di cooperazione culturale e scientifica perseguite in ambito UE.
  Per quanto riguarda l'interscambio culturale con la Repubblica ceca, negli ultimi anni si è registrato un rapido aumento del numero di accordi interuniversitari tra atenei italiani e controparti ceche, a testimonianza del crescente interesse reciproco, a livello accademico tra i due Paesi. Tra le università maggiormente coinvolte nel processo di internazionalizzazione è da sottolineare in particolare il ruolo svolto dall'Università La Sapienza di Roma, dall'Università degli Studi di Milano e dall'Università degli studi di Verona. Inoltre, per rispondere alla crescente domanda di lingua e cultura italiana da parte di cittadini cechi, è stata istituita, sin dal 1991, una sezione bilingue presso il Liceo Ustavni di Praga, i cui programmi prevedono l'insegnamento dell'italiano e di alcune discipline in lingua italiana e presso il quale operano quattro docenti inviati dal Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. A Praga opera altresì un liceo privato con una sezione bilingue. L'italiano viene insegnato anche presso sette Università ceche da quattro lettori di ruolo inviati dal MAECI presso l'Università di Praga, all'Università di Brno ed all'Università di Olomouc. La promozione della lingua e della cultura italiana in Repubblica ceca è curata inoltre dall'Istituto italiano di cultura di Praga, che conta annualmente circa 800 iscritti ai propri corsi di lingua.
  La necessità di un nuovo Accordo è conseguenza, tra l'altro, del crescente interscambio bilaterale e delle numerose iniziative intraprese sul piano culturale, scientifico e tecnologico che necessitano di un inquadramento organico e aggiornato. L'Accordo, pertanto, mira da un lato a favorire un ulteriore rafforzamento dei rapporti bilaterali, anche reagendo con efficacia alla fortissima richiesta di lingua e cultura italiana nella Repubblica ceca, e, dall'altra, ad incoraggiare l'avvio di strette collaborazioni in un settore sempre più cruciale quale quello della ricerca scientifica e tecnologica.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DELLA DEPUTATA FUCSIA FITZGERALD NISSOLI SUL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA (A.C. 3459)

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Signor Presidente, onorevoli Colleghi.
  L'accordo al nostro esame – siglato a Roma il 17 settembre 2013 – ha l'obiettivo di fissare la cornice giuridica nella quale inquadrare le attività di cooperazione bilaterale nel settore della difesa, in un contesto ancora instabile e particolarmente strategico per la presenza di gruppi fondamentalisti islamici e della pirateria marittima presente nel Golfo di Aden.
  Infatti, tale Accordo ha una particolare rilevanza nella prospettiva della pacificazione di quell'area del globo, per una maggiore stabilità internazionale legata anche alla sicurezza marittima in linea con la politica di sicurezza dell'Ue. Bisogna aiutare la Somalia a costruire la propria sicurezza sia sulla terraferma sia in ambito marittimo attuando un adeguato contrasto alla pirateria, le cui vicende ci sono tristemente note, ed alla pesca illegale.
  È un obiettivo in linea con gli impegni che l'Italia ha assunto sia in ambito europeo che in ambito internazionale e per questo va sostenuto, ma con accortezza e con la raccomandazione che la cooperazione militare, con quello che conseguenzialmente ne discende, sia ben applicata con un monitoraggio attento da parte delle istituzioni italiane, e del Parlamento in particolare.Pag. 78
  Allora con queste precisazioni possiamo superare le preoccupazioni che sono emerse in questo periodo e memori del nostro contributo alla costruzione della sicurezza nazionale fornito negli anni sessanta e consapevoli della qualità delle nostre relazioni culturali, possiamo annunciare il nostro voto favorevole.

TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI ANDREA VECCHIO, BRUNO ARCHI E MARCO FEDI SUL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA (A.C. 3461)

  ANDREA VECCHIO. Signora Presidente, membri del Governo, colleghi !
  Dobbiamo votare la ratifica e l'esecuzione dell'Accordo di cooperazione in materia di difesa tra l'Italia ed il Senegal, sottoscritto nel settembre 2012.
  Il testo disciplina gli aspetti generali della cooperazione, prevedendo che essa si sviluppi sulla base di piani annuali e pluriennali elaborati dalle parti. La ratifica individua i settori e le modalità della cooperazione (ricerca e sviluppo, supporto logistico, formazione e addestramento, sanità ed esercitazioni militari). Sono, inoltre disposte modalità per il risarcimento dei danni provocati dal personale delle parti in relazione all'esercizio reso Di rilievo anche la disciplina dell'eventuale cooperazione nel settore dei materiali per la difesa con l'obiettivo di razionalizzare controlli e procedure ad essi riferibile di garantire la protezione della proprietà intellettuale, inclusi i brevetti.
  Il Senegal, Paese di circa 14 milioni di abitanti con una composizione etnica variegata, dove predomina l'etnia wolof, che risulta esserci il segmento più influente sotto il profilo politico ed economico, costituisce un'isola di relativa stabilità politica in un quadro regionale segnato dai disordini, dalla crescita del fenomeno dell'integralismo islamico e dal dilagare dei traffici illegali di migranti e di armi. Oltre il 90 per cento della popolazione senegalese professa una versione moderata dell'islam che deriva dal misticismo di origine sufi; sono tuttavia presenti gruppi ispirati alla Fratellanza musulmana, influenti soprattutto nelle aree rurali.
  L'Accordo approvato dal Senato il 26 novembre 2015 rientra nel novero degli accordi di cooperazione in campo militare che il Ministero della difesa italiano ha concluso, su base sia bilaterale sia multilaterale, anche per dare impulso allo sviluppo dell'industria della difesa. Nell'ambito dell'Accordo è definita la cornice giuridica entro cui sviluppare la cooperazione bilaterale nel settore della difesa ai fini del consolidamento delle capacità difensive delle Parti e del miglioramento del dialogo bilaterale sulle questioni della sicurezza. Come evidenziato nella relazione illustrativa al disegno di legge originario con la sottoscrizione dell'Accordo in esame viene perseguita un'azione stabilizzatrice di un'area di particolare valore strategico e politico, alla luce degli interessi nazionali e degli impegni internazionali assunti dall'Italia nella regione dell'Africa occidentale.
  Inoltre, l'eventuale riesportazione verso Paesi terzi del materiale acquisito potrà essere effettuata solo con il preventivo benestare del Paese cedente in accordo ai principi di cui alla legge 9 luglio 1990, n.185, recante nuove norme sul controllo dell'esportazione importazione e transito dei materiali d'armamento.
  In conclusione, condividiamo i contenuti di questo provvedimento.
  Per questi motivi, nell'auspicio di una rapida approvazione del testo in votazione dichiaro il voto favorevole del Gruppo Scelta Civica.

  BRUNO ARCHI. L'Accordo è stato concluso dal Ministero della difesa italiano sia a livello bilaterale, sia a livello multilaterale, con l'intento di dare impulso allo sviluppo dell'industria della difesa in campo militare. Approvato dal Senato lo scorso 26 novembre 2015, si propone di realizzare una cornice giuridica entro cui sviluppare la cooperazione bilaterale nel Pag. 79settore della difesa ai fini del consolidamento delle capacità difensive delle Parti e del miglioramento del dialogo bilaterale sulla sicurezza.
  La sottoscrizione dell'Accordo con il Senegal in esame è improntata alla stabilizzazione di un'area di particolare valore strategico e politico, alla luce degli interessi nazionali e degli impegni internazionali assunti dall'Italia nella regione dell'Africa occidentale.
  Per queste ragioni, annuncio il voto favorevole di Forza Italia.

  MARCO FEDI. Abbiamo al nostro esame il disegno di legge di ratifica dell'accordo di cooperazione in materia di difesa tra Italia e Senegal, già approvato dal Senato, che si pone come intento primario, oltre al rafforzamento della cooperazione in campo militare, anche un'azione stabilizzatrice in un'area di particolare valore strategico e politico. Azione stabilizzatrice che si promuove con gli accordi bilaterali in campo fiscale ed economico ma che, sempre più, anche alla luce degli interessi nazionali e degli impegni internazionali assunti dall'Italia nella regione dell'Africa occidentale, deve essere seguita da accordi di questo tipo.
  Lo ricordo ai colleghi che hanno espresso critiche a questo accordo: la difesa ha oggi bisogno di strumenti nazionali ma anche strumenti internazionali, bilaterali e multilaterali, modellati secondo gli interessi nazionali e internazionali del nostro Paese. Sempre rispettosi dei principi cardine sanciti dalla nostra Costituzione e nel rispetto dei nostri obblighi internazionali nella grande famiglia delle Nazioni Unite.
  È con questo spirito che annuncio il voto favorevole del Partito Democratico. L'Accordo tra Italia e Senegal sulla cooperazione nel settore della difesa, concerne i settori della ricerca e sviluppo, del supporto logistico, della formazione e addestramento, della sanità e delle esercitazioni militari.
  Si tratta in sostanza di un classico accordo di cooperazione in campo militare.
  L'Accordo delinea la cornice giuridica entro cui sviluppare la cooperazione bilaterale nel settore della difesa ai fini del consolidamento delle capacità difensive delle Parti e del miglioramento del dialogo bilaterale sulle questioni della sicurezza.
  In linea di principio l'attività di negoziazione e la sottoscrizione di tali atti bilaterali va intesa come azione stabilizzatrice di una particolare area/regione, quindi una questione di valenza politica, che non può essere sminuita o indebolita, considerati gli interessi strategici nazionali e gli impegni assunti in ambito internazionale.
  In particolare, gli Accordi nel settore generale della Difesa con un particolare Paese sono strumento per riaffermare l'adesione ai principi dettati dalla Carta delle Nazioni Unite, si inquadrano nella volontà del Governo e della Difesa italiana di sviluppare la cooperazione bilaterale, in questo caso con il Senegal, nell'intento sia di consolidare le rispettive capacità difensive ma, soprattutto, di sviluppare la reciproca conoscenza e fiducia per, alla fine, contribuire ad accrescere il dialogo e le prospettive di una migliore sicurezza regionale e globale.
  Sono queste le ragioni per cui oggi il PD esprimerà un voto favorevole a questa ratifica.
  Il Senegal è un Paese tradizionalmente democratico, stabile sin dall'indipendenza e che ha saputo sperimentare pacificamente la cosiddetta alternanza politica. Il 25 marzo 2012 si è concluso un lungo, combattuto ma ordinato processo elettorale con la vittoria alle presidenziali di Macky Sall (di stampo liberale) che si è assicurato il 68 per cento dei voti a fronte del 32 per cento del Presidente uscente Wade, capo del Partito Democratico Senegalese (PDS) e al potere dal 2000. Lo scrutinio, giudicato positivamente dai principali osservatori internazionali, ha dimostrato la maturità politica del Senegal Pag. 80quale esempio di democrazia per il continente africano ed attore fondamentale per rafforzare il dialogo interafricano e regionale.
  Le elezioni del luglio 2012 per il rinnovo dell'Assemblea Nazionale hanno assicurato alla coalizione presidenziale anche una consistente maggioranza parlamentare.
  Le priorità del governo sono: il risanamento dei conti pubblici, il rilancio dell'economia con particolare attenzione al settore agricolo e delle infrastrutture; la lotta alla corruzione, anche nell'ottica di creare condizioni favorevoli all'afflusso di investimenti esteri; la risoluzione delle emergenze sociali (revisione del Piano Takkal per far fronte alle continue interruzioni di corrente, provvedimenti per contenimento del prezzo crescente delle derrate alimentari).
  Il Senegal è membro delle principali organizzazioni internazionali, tra cui le Nazioni Unite, l'Unione Africana, l'Organizzazione per la Conferenza Islamica e, in ambito regionale, la Comunità Economica degli Stati dell'Africa Occidentale. Il legame con l'Unione Europea è garantito dalla partecipazione agli Accordi UE-ACP. Solidi e di antica data i rapporti con l'Italia, tenuto conto in particolare del tradizionale impegno del nostro Paese nel settore della cooperazione allo sviluppo e della presenza in Italia di una numerosa e ben integrata comunità di immigrati senegalesi.
  I rapporti politici bilaterali sono tradizionalmente eccellenti e in fase di ulteriore sviluppo e consolidamento, sul piano politico, economico e della cooperazione allo sviluppo. Ciò anche in virtù della presenza in Italia di una delle maggiori comunità senegalesi in Europa.
  Intense e proficue sono anche le relazioni degli Enti Locali con le autorità senegalesi; le Regioni più attive nella cooperazione decentrata con il Senegal sono Piemonte, Veneto, Toscana ed Emilia Romagna.
  Dal punto di vista economico e commerciale si segnala l'interesse del mercato senegalese per i prodotti italiani, sia per il vantaggioso rapporto qualità/prezzo (in particolare per quanto concerne i settori delle infrastrutture e dell'edilizia), sia per l'influenza della consistente comunità senegalese in Italia.
  In generale, l'imprenditoria italiana in Senegal è caratterizzata dalla predominante presenza di piccole società miste, dedite soprattutto ad attività di import-export nel settore dei prodotti ittici freschi e congelati, della loro prima trasformazione e dei materiali da costruzione. Spiccano poi alcune industrie di medie dimensioni (produzione di cloro per purificazione idrica, conceria, profilati di alluminio, lavorazione del vetro) e varie società di import/export di vari articoli.
  Sono presenti importanti compagnie di navigazione (Messina, MSC e Grimaldi, con uffici in loco), che coprono, a partire da Dakar, i traffici commerciali con la regione dell'Africa occidentale e tra l'Europa ed il sud-America.
  Non sono presenti in Senegal filiali di banche italiane. Esistono tuttavia banche internazionali francesi che hanno corrispondenti italiani.
  L'Italia è particolarmente attiva anche sul fronte della cooperazione allo sviluppo, con particolare riferimento a specifiche aree di intervento quali lo sviluppo rurale e la sicurezza alimentare (vedi PAPSEN nella sezione «dove investire»), il settore sociale e della tutela dei diritti, soprattutto dell'infanzia.
  Oltre all'impegno sopra richiamato, la cooperazione italiana in Senegal si concentra sull'appoggio al settore privato (microfinanza e PMI), per il tramite di un credito d'aiuto il cui obiettivo è di favorire lo sviluppo delle PMI nel paese, attraverso la facilitazione dell'accesso al credito con l'intento di valorizzare le risorse umane e il rafforzamento del settore del microcredito per lo sviluppo di attività economiche per i gruppi sociali più svantaggiati.Pag. 81
  Il tessuto produttivo del Paese si caratterizza per la prevalenza di PMI, spesso nel settore informale. Il settore terziario resta quello trainante dell'economia (62,2 per cento del PIL) a fronte di un minore sviluppo (e contributo al PIL) di quelli primario (15,2 per cento) e secondario (22,6 per cento). Il 77,5 per cento della forza lavoro è impiegata nel settore primario.
  L'agricoltura non riesce ancora a produrre l'autosufficienza alimentare o considerevoli introiti commerciali a causa soprattutto di difficili condizioni ambientali e idriche, della scarsità di mezzi tecnologici a disposizione, dell'esodo rurale e di alcune scelte di produzione controverse, come la continuata enfasi sulla coltura delle arachidi. La pesca soffre di un approccio ancora tradizionale che tende a depauperare le acque costiere senza sfruttare le acque aperte, ove invece operano indisturbati forti contingenti di battelli stranieri non efficacemente controllati. La mancanza di adatte strutture di refrigerazione rende poi consistente lo spreco di prodotti non venduti immediatamente. Le autorità senegalesi ripongono inoltre forti aspettative sul settore minerario.
  Lo sfruttamento di alcuni giacimenti di fosfati e oro delle regioni interne di Thies e Matam è stato avviato nel 2010. Il settore industriale vede invece il proprio contributo alla crescita sfavorito dalla poca disponibilità di materie prime, dalla scarsità e dall'alto costo dell'energia, nonché da infrastrutture ancora inadeguate. Esso resta pertanto il pilastro più debole e meno strutturato dell'economia senegalese. Il settore terziario costituisce la migliore componente dell'economia senegalese e la più attiva, grazie soprattutto al settore del turismo, delle telecomunicazioni e alla crescente domanda di servizi connessa alla posizione geografica favorevole di Dakar, sede regionale di numerosi organismi e società internazionali.
  La modernizzazione del sistema produttivo senegalese è oggetto del «Plan Sénégal Emergent» (PSE), lanciato nel 2014 dal Presidente della Repubblica senegalese Macky Sall. Il piano, del valore di oltre 14 mld di euro, si propone di fare del Senegal il primo Paese africano destinatario di investimenti esteri ed assicurare una crescita del PIL dell'ordine del 7-8 per cento annuo (a fronte del +4,7 del 2014) che si traduca in risultati tangibili per la popolazione senegalese, a cominciare dalla creazione di posti di lavoro. Diversi i settori oggetto di interventi: infrastrutture, energia, edilizia popolare, turismo, telecomunicazioni.
  Il provvedimento si compone di 33 articoli, organizzati in 11 capitoli.
  Il contenuto del provvedimento è in larga misura omogeneo a quello dell'Accordo di analogo tenore con la Somalia. Il testo disciplina gli aspetti generali della cooperazione, prevedendo che essa si sviluppi sulla base di piani annuali e pluriennali elaborati dalle parti. Gli articoli 3 e 4, in particolare, individuano i settori e le modalità della cooperazione (ricerca e sviluppo, supporto logistico, formazione e addestramento, sanità ed esercitazioni militari). I successivi capitoli regolano gli aspetti finanziari dell'Accordo (Capitolo III), le questioni attinenti la giurisdizione (Capitolo IV) e le modalità per il risarcimento dei danni provocati dal personale delle parti in relazione all'esercizio reso (Capitolo V).
  Il Capitolo VI disciplina l'eventuale cooperazione nel settore dei materiali per la difesa con l'obiettivo di razionalizzare controlli e procedure ad essi riferibili e di garantire la protezione della proprietà intellettuale, inclusi i brevetti.
  La relazione illustrativa, a tale proposito, sottolinea che l'eventuale riesportazione verso Paesi terzi del materiale acquisito potrà essere effettuata solo con il preventivo benestare della Parte cedente in accordo ai princìpi di cui alla legge 9 luglio 1990, n. 185, recante nuove norme sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali d'armamento. Il disegno di legge di ratifica, già approvato dal Senato il 26 novembre Pag. 82scorso, si compone di 5 articoli che dispongono, rispettivamente, in merito all'autorizzazione alla ratifica (articolo 1), all'ordine di esecuzione (articolo 2), alla copertura finanziaria (articolo 3), alla clausola di invarianza finanziaria (articolo 4) ed all'entrata in vigore (articolo 5).
  Con riferimento agli oneri economici, il disegno di legge li quantifica in circa 5.000 euro, ad anni alterni, imputabili alle spese di missione. Sottolinea conclusivamente l'esigenza di pervenire ad una rapida approvazione del disegno di legge poiché questo Accordo potrà rafforzare ulteriormente l'azione di stabilizzazione svolta da Dakar di un'area di particolare valore strategico e politico, alla luce degli interessi nazionali e degli impegni internazionali assunti dall'Italia nella regione dell'Africa occidentale, testimoniata da ultimo dalla cooperazione Senegal-Stati Uniti attraverso lo svolgimento di esercitazioni militari congiunte nell'ovest del Paese.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Moz. Ruocco e a. n. 1-1140 p.I rif 448 445 3 223 415 30 89 Appr.
2 Nom. Moz. Ruocco e a. n. 1-1140 p.II 450 443 7 222 139 304 89 Resp.
3 Nom. Moz. Ruocco e a. n. 1-1140 p.III 449 448 1 225 171 277 89 Resp.
4 Nom. Moz.Brunetta e a. n.1-1206 n.f. pI 449 444 5 223 442 2 89 Appr.
5 Nom. Moz.Brunetta e a. n.1-1206 n.f.pII 451 449 2 225 173 276 89 Resp.
6 Nom. Moz.Brunetta e a n.1-1206 n.f.pIII 454 447 7 224 175 272 89 Resp.
7 Nom. Moz. Peluffo e a. n. 1-1208 n.f. 452 425 27 213 313 112 89 Appr.
8 Nom. Moz. Paglia e a. n. 1-1209 p.I 453 382 71 192 376 6 89 Appr.
9 Nom. Moz. Paglia e a. n. 1-1209 p.II 455 389 66 195 108 281 89 Resp.
10 Nom. Moz. Paglia e a. n. 1-1209 p.III 455 386 69 194 106 280 89 Resp.
11 Nom. Moz. Buttiglione e a. n.1-1211 p.I 449 445 4 223 374 71 89 Appr.
12 Nom. Moz.Buttiglione e a. n.1-1211 p.II 452 419 33 210 325 94 89 Appr.
13 Nom. Moz. Rampelli e a. n. 1-1212 p.I 453 447 6 224 175 272 89 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. Moz. Caparini e a. 1-1213 p.I 454 443 11 222 99 344 88 Resp.
15 Nom. Moz. Caparini e a. 1-1213 p.II 453 453 227 444 9 88 Appr.
16 Nom. Moz. Caparini e a. 1-1213 p.III 452 443 9 222 101 342 88 Resp.
17 Nom. Moz. Vezzali e a. 1-1214 rif. p.I 454 450 4 226 380 70 88 Appr.
18 Nom. Moz. Vezzali e a. 1-1214 rif. p.II 456 352 104 177 322 30 88 Appr.
19 Nom. Moz. Civati e a. 1-1215 rif. p.I 453 451 2 226 441 10 88 Appr.
20 Nom. Moz. Civati e a. 1-1215 rif. p.II 452 447 5 224 171 276 88 Resp.
21 Nom. Ddl 2004 - articolo 1 438 438 220 437 1 88 Appr.
22 Nom. articolo 2 433 433 217 433 88 Appr.
23 Nom. articolo 3 442 442 222 442 88 Appr.
24 Nom. articolo 4 427 427 214 427 88 Appr.
25 Nom. Ddl 2004 - voto finale 383 383 192 383 88 Appr.
26 Nom. Ddl 3459 - Quest. sosp. n. 1 387 387 194 124 263 86 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 38)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. Ddl 3459 - articolo 1 348 333 15 167 257 76 96 Appr.
28 Nom. articolo 2 362 345 17 173 263 82 95 Appr.
29 Nom. articolo 3 373 358 15 180 270 88 95 Appr.
30 Nom. articolo 4 378 362 16 182 272 90 95 Appr.
31 Nom. articolo 5 361 344 17 173 260 84 95 Appr.
32 Nom. Ddl 3459 - voto finale 378 362 16 182 268 94 94 Appr.
33 Nom. Ddl 3461 - articolo 1 380 371 9 186 286 85 94 Appr.
34 Nom. articolo 2 371 362 9 182 284 78 94 Appr.
35 Nom. articolo 3 377 367 10 184 284 83 94 Appr.
36 Nom. articolo 4 382 373 9 187 288 85 94 Appr.
37 Nom. articolo 5 391 381 10 191 295 86 94 Appr.
38 Nom. Ddl 3461 - voto finale 376 375 1 188 281 94 93 Appr.