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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 598 di mercoledì 30 marzo 2016

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

  La seduta comincia alle 11.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  EDMONDO CIRIELLI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 23 marzo 2016.

  FRANCESCO CARIELLO. Presidente...

  PRESIDENTE. Onorevole Cariello, lei intende intervenire sul processo verbale del 23 marzo? Allora bisogna rinviare l'intervento a quando ci sarà la lettura del processo verbale della seduta a cui fa riferimento, perché questo è solo quello del 23 marzo.
  Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Artini, Baretta, Bindi, Caparini, Catania, Cicchitto, Epifani, Faraone, Ferrara, Fraccaro, Gentiloni Silveri, Mazziotti Di Celso, Meta, Piccoli Nardelli, Rossomando, Scanu, Schullian, Sereni, Speranza, Tofalo, Villecco Calipari e Zanetti sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,04).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 11,30.

  La seduta, sospesa alle 11,05, è ripresa alle 11,30.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Senaldi ed altri; Quintarelli ed altri; Allasia ed altri; Borghese e Merlo: Disposizioni per l'introduzione di un sistema di tracciabilità dei prodotti finalizzato alla tutela del consumatore (A.C. 1454-2522-2868-3320-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 1454-2522-2868-3320-A: Senaldi ed altri; Quintarelli ed altri; Allasia ed altri; Borghese e Pag. 2Merlo: Disposizioni per l'introduzione di un sistema di tracciabilità dei prodotti finalizzato alla tutela del consumatore.
  Ricordo che nella seduta del 21 marzo si è conclusa la discussione sulle linee generali e la relatrice ed il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli – A.C. 1454-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato della Commissione.
  Avverto che, fuori dalla seduta, l'articolo aggiuntivo Da Villa 2.01 è stato ritirato dal presentatore.
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono in distribuzione (Vedi l'allegato A – A.C. 1454-A ed abbinate).

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 1454-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1454-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  CATERINA BINI, Relatrice. Grazie, Presidente. Sugli emendamenti Ricciatti 1.30, 1.31, 1.32 e 1.5 la Commissione esprime parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANTONIO GENTILE, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

  PRESIDENTE. In piedi, gentilmente. Grazie.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Ricciatti 1.30.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benamati. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA BENAMATI. Presidente, qui siamo ad un emendamento che riguarda il primo degli articoli di questo provvedimento e, sostanzialmente, si chiede di sostituire la dizione: «tutelare la salute», con: «a garantire la tutela della salute».
  Per quanto riguarda questo emendamento, mi occorre fare riferimento allo spirito dell'articolo 1. L'articolo 1 definisce, in questo provvedimento, il contesto nel quale esso si viene a muovere. Questo è un provvedimento che intende muoversi nella tutela dei consumatori, ai sensi dell'articolo 169 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea. Le informazioni che vengono rese al consumatore sono informazioni importanti sotto diversi punti di vista: lo sono per tutelarne il diritto, naturalmente, alla salute, i diritti all'interesse e all'attenzione economica, i diritti alla sua scelta, nel campo degli acquisti, informata e consapevole.
  Da questo punto di vista, noi stiamo affrontando un testo di legge, con un primo articolo che ne definisce le finalità, che cambia il paradigma con il quale noi abbiamo affrontato, in molti anni, la difesa del lavoro e della qualità italiana. Passiamo, infatti, da una situazione nella quale tentiamo di proteggere o di tutelare in maniera legislativa tutti gli aspetti delle produzioni e delle commercializzazioni di prodotti – e per questo abbiamo in corso a Bruxelles importanti discussioni con la Commissione sulla ristrutturazione del made in, sui nostri prodotti e sulla tutela dei marchi e delle denominazioni – ad un paradigma nel quale noi vediamo la centralità del consumatore come soggetto informato, capace di operare scelte, di valutare nel modo migliore il rapporto costi-benefici di un prodotto e di valutarne anche, quando ha le informazioni necessarie, quando è reso edotto delle informazioni necessarie, la pericolosità e il rischio per la sua salute e per le azioni conseguenti.Pag. 3
  Da questo punto di vista, noi andiamo a muoverci in un ambito che è quello normato dalla Commissione europea. Questo, naturalmente, ci dà un'indicazione precisa di quelle che devono essere anche le dizioni che noi poniamo in essere nella definizione delle finalità di questo provvedimento, che – lo voglio sottolineare ancora una volta – è un passaggio innovativo nella difesa del consumatore in Italia, ma anche nella difesa indotta del lavoro e dei prodotti italiani e – mi consenta, Presidente – anche di contrasto all'illegalità e alla contraffazione.
  Proprio perché noi ci muoviamo nell'ambito di un contesto europeo di norme e di definizioni, per il quale questo testo di legge nasce, con lo scopo precipuo di avere fra i suoi obiettivi anche quello di difendere la tutela della salute dei consumatori mediante l'informazione e la conoscenza piena delle caratteristiche dei prodotti, noi riteniamo che sia già incluso nella definizione portata dall'articolo 1 quanto previsto dalla Commissione europea, nel testo di funzionamento della Commissione europea relativamente agli aspetti di tutela della salute. Per cui, riteniamo che il tema che viene qui posto, di sostituire – come dicevo – le parole «tutelare la salute» – e concludo, Presidente – con le parole: «garantire la tutela della salute», nulla aggiunga allo spirito vero e fondamentale di questo primo articolo e che l'approvazione di questa dizione possa invece creare problemi di compatibilità europea, in quanto noi, con questo testo, ci riferiamo esattamente a quella che è l'indicazione riportata dalla Commissione europea.
   Per questo, il mio gruppo seguirà le indicazioni del relatore e non voterà a favore di questo emendamento, pur sapendo che questo provvedimento ha come scopo principale quello della tutela della salute dei consumatori.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti 1.30, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colleghi, vi pregherei di accelerare il raggiungimento delle vostre postazioni. Bolognesi. Abbiamo votato tutti ? Colonnese, Fragomeli, Vacca, Giuliani, Cominardi, Simoni, Abrignani, Venittelli. Colleghi, vi pregherei di accelerare il voto così chiudiamo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  312   
   Votanti  255   
   Astenuti   57   
   Maggioranza  128   
    Hanno votato   28    
    Hanno votato no   227.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti 1.31, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fregolent, Chaouki, Locatelli, Zan, De Lorenzis, Bonafede, Marzana, Gigli ...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  327   
   Votanti  326   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  164   
    Hanno votato  113    
    Hanno votato no   213.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Matteo Bragantini ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole e il deputato Fauttilli ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 4Ricciatti 1.32, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grassi, Marotta, Biasotti, Formisano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  331   
   Votanti  330   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato  115    
    Hanno votato no  215.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Paola Bragantini ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti 1.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Furnari, Silvia Giordano, Colonnese, Dall'Osso, Micillo, Burtone, Di Lello, Bombassei, Librandi, Fitzgerald Nissoli, Vito ...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  342   
   Votanti  341   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  171   
    Hanno votato  119    
    Hanno votato no  222.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Covello, Di Gioia, Costantino, Chaouki.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  341   
   Maggioranza  171   
    Hanno votato  341.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 1454-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1454-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  CATERINA BINI, Relatrice. Grazie, Presidente. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Allasia 2.4.
  La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Ricciatti 2.9.
  Sull'emendamento Russo 2.30, la Commissione chiede al presentatore di ritirare questo emendamento, con l'eventuale predisposizione di un ordine del giorno su cui abbiamo verificato anche una disponibilità da parte del Governo; altrimenti il parere è contrario.
  La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Da Villa 2.12.
  La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Allasia 2.13.
  La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Ricciatti 2.31, Fantinati 2.14 e Da Villa 2.36.
  Sull'emendamento Allasia 2.32 la Commissione esprime parere favorevole, con una riformulazione che ora vado a leggere: al comma 3, sostituire le parole: «entro centottanta giorni» con le seguenti: «entro dodici mesi» e dopo le parole: «della presente legge» aggiungere le seguenti: «sentite le Commissioni parlamentari competenti e».Pag. 5
  Sull'emendamento Galgano 2.33 c’è un invito al ritiro perché verrebbe accolto l'emendamento Galgano 2.34, su cui c’è parere favorevole. Infatti, i due emendamenti apparivano in evidente alternativa.
  La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Allasia 2.21.
  La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Ricciatti 2.37.
  La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Russo 2.35.

  PRESIDENTE. Qual è il parere della Commissione sugli articoli aggiuntivi ?

  CATERINA BINI, Relatrice. La Commissione esprime parere contrario sugli articoli aggiuntivi Da Villa 2.02 e 2.01 e Benedetti 2.03.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'articolo aggiuntivo Da Villa 2.01 è stato ritirato.
  Il Governo ?

  ANTONIO GENTILE, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Allasia 2.4.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Grazie, Presidente. Gli emendamenti presentati dal gruppo della Lega Nord sono in una forma molto limitata, perché è un provvedimento ampiamente condiviso dal Parlamento, ma anche dallo stesso gruppo dalla Lega Nord, che ha presentato un testo analogo su cui poi si è trovata l'intesa per un testo unificato.
  La Lega Nord ha voluto presentare quattro emendamenti per specificare. E difatti la disponibilità anche della relatrice ad acquisire questi emendamenti è data dal fatto che non sono emendamenti cosiddetti ostruzionistici, ma sono specifici.
  Siamo assolutamente concordi nell'approvare la riformulazione e prendiamo atto che si sono prese in considerazione le nostre modifiche migliorative del testo. Avremmo voluto che fossero prese in considerazione tante altre modifiche per riuscire a trovare un'intesa migliore con l'Aula parlamentare, ma, ahimè, non c’è stata la possibilità, forse per poca volontà anche del Governo di trovare l'intesa con la Comunità europea.
  Prendiamo atto di questo e perciò chiediamo di porre in votazione gli emendamenti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 2.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ? Vargiu. Altri ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  360   
   Votanti  358   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato  108    
    Hanno votato no  250.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti 2.9, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Losacco. Altri ? Pannarale, Fossati, Del Grosso, Fraccaro, Sanga, Frusone, Sannicandro. Ci siamo ? Sorial, Peluffo. Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  372   
   Votanti  305   Pag. 6
   Astenuti   67   
   Maggioranza  153   
    Hanno votato  302    
    Hanno votato no   3.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Baroni ha segnalato di non essere riuscito ad astenersi).

  Passiamo all'emendamento Russo 2.30.
  Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Russo 2.30.

  PAOLO RUSSO. Grazie, Presidente. Questo articolo indica come costruire il percorso di tracciabilità e viene indicata, in questo percorso, un'adeguata informazione sulla qualità e sulla provenienza dei componenti e delle materie prime.
  Dunque, l'emendamento era teso a indicare prioritariamente le materie prime che avessero una maggiore consistenza sul piano non soltanto della quantità ma sul piano della qualità e anche sul piano del valore, altrimenti il rischio potrebbe essere che talune imprese indicano, in questo percorso di tracciabilità e magari pur aderendo al sistema, una componentistica minore e materie prime irrilevanti rispetto al prodotto stesso.
  Quindi, l'emendamento era teso a risolvere, affrontare e migliorare la performance della norma, che ovviamente nella finalità è largamente condivisa. Se il Governo ritiene di dover intervenire recuperando questa volontà e recependo e accogliendo un ordine del giorno, io non posso sottrarmi a questo.

  PRESIDENTE. Quindi, prendo atto che l'onorevole Russo ritira il suo emendamento 2.30.

  ANTONIO GENTILE, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANTONIO GENTILE, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Presidente, il Governo è d'accordo sull'ordine del giorno presentato dall'onorevole Russo.

  PRESIDENTE. Va bene, lo vedremo al momento della presentazione. Quindi, l'emendamento Russo 2.30 è ritirato.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Da Villa 2.12, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Verini, Mognato, Peluffo, Carrozza. Hanno votato tutti ? Onorevole Invernizzi, che facciamo ? L'aspettiamo ? Lei è sempre così celere. Per lei invece, onorevole Allasia, il problema non si pone. D'Attorre, Sottanelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  379   
   Votanti  377   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato  141    
    Hanno votato no  236.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 2.13, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Peluffo, Leva, Giorgis, Lattuca, Micillo. Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  379   
   Votanti  378   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato  373    
    Hanno votato no   5.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 7

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti 2.31, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Peluffo, Mongiello, Stella Bianchi, Carloni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  380   
   Votanti  378   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato  142    
    Hanno votato no   236.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Rotta ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fantinati 2.14, con il parere contrario di Commissione e Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Luciano Agostini, Bechis...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  387   
   Votanti  366   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato  123    
    Hanno votato no  243.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Da Villa 2.36, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Stella Bianchi, Kronbichler, Sandra Savino, D'Agostino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  385   
   Votanti  383   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato  140    
    Hanno votato no   243.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Allasia 2.32.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione proposta dalla relatrice dell'emendamento Allasia 2.32.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. Signor Presidente, l'emendamento presentato dal collega Allasia indicava la necessità di sentire le Commissioni parlamentari competenti; la riformulazione introduce questo elemento, ma amplia ulteriormente il termine, allunga ulteriormente il termine entro il quale il Ministero dovrebbe adottare le misure necessarie per rendere efficace tale norma. Ora, non vorrei che a furia di allungare questi tempi... Siamo partiti da 180 giorni, ora siamo arrivati a dodici mesi, ne parleremo in un successivo emendamento; non vi è sanzione, quindi non vi è una misura diversa rispetto a questo tempo, per cui, laddove il Ministero non esercitasse questa azione, in buona sostanza nulla accade, se non la paralisi assoluta di tale ipotetica tracciabilità. Mi pare in peius questa modifica, questo emendamento: mi pare che peggiori la condizione, per la quale il testo prevedeva che 180 erano i giorni utili per emanare i decreti necessari.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 8
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 2.32, nel testo riformulato, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Formisano, Lodolini, Pastorino, Mucci, Nesci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  388   
   Votanti  386   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato  365    
    Hanno votato no   21.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Galgano 2.33 formulato dalla relatrice.

  ADRIANA GALGANO. Signor Presidente, lo ritiriamo.

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Galgano 2.34.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Galgano 2.34, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Furnari, Di Lello, Capelli, Petrenga, Currò, Dieni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  391   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  389    
    Hanno votato no   2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 2.21, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  392   
   Votanti  363   
   Astenuti   29   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato   27    
    Hanno votato no   336.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti 2.37, con il parere favorevole della Commissione del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Duranti, Gallinella, Baroni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  389   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato  379    
    Hanno votato no   10.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Russo 2.35.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. Signor Presidente, chiederei cosa accade se per una qualsiasi ragione, come è accaduto per il passato per la verità, il Ministro dello sviluppo economico non sia sollecito nei dodici mesi ad adottare il regolamento, conditio sine qua non per ottenere il percorso di questa tracciabilità misurata sul fronte dei consumatori. Cosa accade ? Niente, non Pag. 9accade niente ! Quindi in buona sostanza noi, nell'approvare questa norma, poniamo nelle mani del Ministro, che magari sarà affaccendato in altre vicende, magari non ritiene questa la vicenda prioritaria...
  Escludo che il Ministro possa essere sollecitato dal sistema delle imprese che non aderiscono o che non hanno intenzione di aderire a questo modello ed escludo anche che il Governo possa essere sollecitato dal sistema delle imprese che in Italia non fanno made in, ma fanno packaging. Escludo che tutto questo possa accadere. Ma cosa accadrà dopo i dodici mesi ? Avete già portato da centottanta giorni a dodici mesi il tempo necessario per consentire al Ministro, si dice, di adottare un apposito regolamento sentiti quanti vanno sentiti. Cosa accade ? Non vi è sanzione, non vi è opportunità diversa, non vi è iniziativa commissariale. Insomma, non vi può essere null'altro che l'attesa. Mi permetterei di suggerire un elemento di buonsenso, ma non un elemento di buonsenso teso ad esercitare l'azione vicariante, ma un elemento di buonsenso teso a garantire che il Ministro faccia ciò che la norma prevede. E, allora, la sollecitazione è: poniamo in essere un meccanismo di compensazione, un elemento di contrappeso, una cosa che ci dica con certezza che questa norma può essere efficace, altrimenti il rischio – escludo la certezza – è che trascorreranno i centottanta giorni, pardon, abbiamo detto i dodici mesi, nulla accade e non vi è nessun elemento sanzionatorio diverso o, come dire, nessuna azione può essere messa in campo per garantire che questo esercizio di norma venga realmente praticato e per garantire che questa norma diventi, non carta straccia, ma efficace. Per questa ragione, l'emendamento che abbiamo presentato indica la possibilità che si eserciti un'azione vicariante attraverso la nomina di un commissario ad acta che ora, non più dopo i centottanta giorni, ma dopo i dodici mesi, eserciti un'azione e risolva il problema.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Russo 2.35, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Monchiero. Altri che non riescono a votare ? Non vedo mani alzate.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  395   
   Votanti  327   
   Astenuti   68   
   Maggioranza  164   
    Hanno votato   75    
    Hanno votato no   252.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Marantelli ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 2.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

  LUDOVICO VICO. Grazie Presidente. L'articolo 2 rappresenta in maniera plastica la battaglia e le battaglie che questo Parlamento in questa legislatura e in quelle precedenti continua a svolgere in direzione di tre questioni: il diritto alla tracciabilità, il diritto del consumatore a conoscere il bene che acquisisce e il diritto della difesa del made in Italy. Ebbene, l'articolo 2, insisto, certifica che questo Parlamento è costretto in perfetta solitudine europea a dover accedere al percorso del diritto del consumatore, del diritto della tracciabilità e della difesa del made in Italy con la procedura volontaria. Infatti, il vero ostacolo da almeno otto anni resta il Consiglio europeo, l'Unione europea, che non licenzia il made in. Questa rimane la questione.
  Il nostro Governo ha continuato a impegnarsi in questi ultimi mesi. Il Parlamento italiano alza di nuovo un vessillo in Pag. 10questa direzione. I percorsi che si raggiungono nel settore agroalimentare sono di grande valore. Nei prossimi giorni forse bisognerà contrastare l'idea dell'Unione europea di abolire la scadenza dell'olio. Anche questa rimane una grande battaglia che esige ancor più una sensibilizzazione tra gli Stati membri dell'Unione europea che non sono allo stato in una condizione di sostenere percorsi che il Parlamento italiano continua a portare avanti.
  Qui non si tratta solo del diritto del consumatore. Il ripiego sul percorso volontario è straordinario e ancora oggi questa legge vedrà il Parlamento convenire. Il problema è come affrontare i temi della contraffazione, i temi dell’italian sounding, i temi delle copie, i temi della sofisticazione, i temi della violazione della proprietà intellettuale, i temi dei brevetti e dei marchi che vengono violati.
  Signor Presidente, onorevoli colleghi, si tratta di affrontare seriamente – e in Europa non c’è questa grande disponibilità – il problema che i beni della manifattura e dell'agroalimentare percorrono ormai da tempo percorsi di commercializzazione illegale, percorsi che sono significativamente pericolosi e sentieri extraeuropei che vedono, per esempio – e concludo –, la più grande piattaforma di stoccaggio dell'ingresso di prodotti e di manufatti nella Turchia. Questo è un problema. È un problema che va affrontato e che si collega a questo provvedimento importante. Io continuo a dire che è ancora una bandiera in difesa dei consumatori e del made in Italy (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nicchi, Richetti, Occhiuto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Mi dispiace, onorevole Nicchi, non l'ho vista.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  390   
   Votanti  318   
   Astenuti   72   
   Maggioranza  160   
    Hanno votato  315    
    Hanno votato no   3.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Realacci e Nicchi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Da Villa 2.02.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Da Villa. Ne ha facoltà.

  MARCO DA VILLA. Grazie Presidente. Questo articolo aggiuntivo a mia prima firma è perfettamente coerente con i principi e le finalità espressi nell'articolo 1 della legge, in particolare rispetto al principio della tutela della salute del consumatore. E come lo concretizza questo principio della salute del consumatore ? Lo concretizza, rendendo pubblici i dati relativi alle materie prime in materia alimentare. E questo è un principio molto importante. Ciò permetterebbe ai consumatori di conoscere l'origine delle materie prime appunto in materia alimentare.
  Questa è una proposta emendativa che abbiamo presentato anche in Commissione. In Commissione è stata bocciata perché – si è detto – sarebbe andata a contrastare le normative europee e, quindi, non avrebbe avuto il placet che, ormai, ogni legge del nostro Parlamento deve avere da parte della Commissione europea. Sennonché, non meno di due settimane fa, il Governo francese è riuscito a far passare un principio analogo, una legge con una formulazione analoga e, quindi, in Francia sarà possibile avere questa informazione, mentre in Italia, di fatto, da parte della maggioranza e da parte del Governo, questo principio non viene concesso. Perché ? Perché quella motivazione, Pag. 11che era la non compatibilità con le norme europee, una volta che la Francia ha fatto da capofila, non c’è più.
  Sarebbe anche poco oneroso per i produttori. Di fatto, si tratterebbe di rendere pubblici questi dati direttamente in etichetta o su richiesta diretta del consumatore o delle associazioni di consumatori che ne facessero richiesta o, ancor più semplicemente, sul proprio sito ufficiale riconducibile direttamente al prodotto messo in vendita. Quindi, sarebbe un'informazione fondamentale perché, per esempio, permetterebbe di sapere se un pomodoro proviene dall'Italia piuttosto che dalla Cina. Inoltre, permetterebbe di fruire anche di una serie di informazioni di cui la stessa Agenzia delle dogane è già in possesso, quindi non sarebbe neanche oneroso per lo Stato e per l'Agenzia delle dogane, che viene citata nel comma 3.
  Quindi, per questi motivi io chiedo di riconsiderare il parere contrario su questa proposta emendativa o di considerare un'eventuale riformulazione della stessa. Infatti, secondo noi, soprattutto dopo la concessione – ahimè – che ha ottenuto la Francia non più di due settimane fa, è importante che l'Italia segua a ruota nel più breve tempo possibile. Quindi, in questo senso, la mia è una richiesta di considerare un'eventuale riformulazione e un possibile accoglimento di questa proposta emendativa.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benamati. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA BENAMATI. Mi consenta di motivare brevemente le ragioni per le quali il mio gruppo – mi scuso per il ritardo con il quale mi sono fatto vedere, mi vorrà scusare – voterà conformemente alle indicazioni del relatore e del Governo. Anche noi apprezziamo – lo dico in maniera chiara – le ragioni che spingono il collega Da Villa a sollevare il problema della conoscenza della natura e della provenienza delle materie prime nella catena produttiva di diversi prodotti, ma in specifico, in questo caso, dell'agroalimentare. Giustificherò e darò indicazione sul voto del mio gruppo, richiamando il dibattito approfondito che abbiamo, anche testé, avuto all'interno del Comitato dei nove, che ha visto svolgere sostanzialmente tre punti di riflessione.
  Il primo, importante, che già accennava il collega Da Villa, ma che in sé non sarebbe definitivo, non è la estraneità di materia, perché non è estraneità di materia quella citata nella proposta emendativa, ma l'indicazione di una obbligatorietà di informazione che contraddice, da questo punto di vista, l'impianto e lo spirito di questo provvedimento.
  Il secondo punto è quello indicato nelle comunicazioni del sottosegretario, senatore Gentile, in ambito di discussione generale. Noi, signor Presidente, con questo testo, come richiamava il collega Vico, abbiamo innovato non solo un approccio di merito, ma anche un approccio metodologico al tema della difesa del consumatore e, quindi, indirettamente alla promozione dei prodotti italiani e alla loro valorizzazione. Abbiamo, cioè, inteso trasmettere alla Commissione europea, per le valutazioni di merito, il testo non già definitivo, ma nell'ambito dell'iter parlamentare in corso. Quindi, abbiamo trasmesso il testo come approvato, come licenziato dalla Commissione di merito. Il sottosegretario, senatore Gentile, ci ha dato indicazione dei primi riscontri della Commissione, riscontri, peraltro, non criticissimi e non delicatissimi, che non mettono in discussione l'impianto della legge, ma che su questo punto dell'obbligatorietà e delle indicazioni ci danno qualche problema di criticità. Però, anche in questo caso, il collega Da Villa ha ragione: bisogna farle queste battaglie per arrivare al risultato. Allora, debbo citare l'impegno che il sottosegretario Gentile ha assunto nel dibattito e in discussione, dicendo che questo è un tema all'attenzione del Governo, valutando l'inopportunità di sollevarlo in questa sede, ma di inserire questo tema in un provvedimento che riguardi l'agroalimentare e l'agricoltura, rispetto al quale il Governo si fa carico e si impegna Pag. 12a sollevare e a condurre a Bruxelles una discussione approfondita su questo tema.
  Per queste ragioni, signor Presidente, pur apprezzando l'indicazione e la volontà del collega Da Villa, sentite e apprezzate le indicazioni del Governo e del relatore, il mio gruppo voterà conformemente contro questa proposta emendativa.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Da Villa 2.02, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  CATERINA BINI, Relatrice. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione. Prego, onorevole Bini, ne ha facoltà.

  CATERINA BINI, Relatrice. Se il presentatore Da Villa, sulla base anche delle considerazioni che svolgeva il collega Benamati, ritenesse di ritirare questa proposta emendativa, magari di trasformarla in un ordine del giorno, sulla base anche della volontà di lavorare a un testo sull'agroalimentare che va in quella direzione di cui parlavamo, la considereremo cosa utile.

  PRESIDENTE. Onorevole Da Villa ?

  MARCO DA VILLA. Grazie, Presidente. Io ho ascoltato il collega Benamati, quindi accolgo l'invito a presentare un ordine del giorno riguardante la mia proposta emendativa.

  PRESIDENTE. Quindi, l'articolo aggiuntivo Da Villa 2.02 è ritirato. Abbiamo fatto bene a revocare la votazione, altrimenti non si sarebbe potuto mettere in votazione un ordine del giorno con lo stesso testo di un emendamento respinto.
  L'articolo aggiuntivo Da Villa 2.01 è ritirato.
  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Benedetti 2.03.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti. Ne ha facoltà.

  SILVIA BENEDETTI. Grazie, Presidente. Io volevo riportare la discussione su quanto appena detto dai colleghi del Partito Democratico, perché, comunque, ravvisavano delle criticità in queste proposte emendative, sia del mio collega Da Villa che la mia, che sono abbastanza simili, per quel che riguarda l'esplicitazione delle materie prime che compongono i vari prodotti. La mia proposta emendativa riguardava più una questione del comparto zootecnico e lattiero-caseario, però, il principio è lo stesso. Ci si viene a dire che c’è una sorta di obbligatorietà: non è così. E, comunque, anche se fosse un problema per la Commissione europea, quello che non si capisce è come mai in tutti questi anni il Governo italiano parlava di una lotta per vedersi riconoscere l'indicazione d'origine nell'etichettatura dei prodotti, ad esempio, agroalimentari senza alcun risultato e con l'ostruzionismo della Commissione europea. Quello che non ci spieghiamo, allora, è come mai il Governo francese fa un decreto, lo presenta al Consiglio dei ministri per l'agricoltura e gli viene dato parere favorevole dalla Commissione europea. Quindi, gli viene permesso di indicare, per i prodotti trasformati a base di carne e di latte, l'indicazione della materia prima; qualcuno ci deve spiegare chi è che, qui, non sta facendo il proprio lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Per cui il discorso è, forse, che qualcuno non sa farsi ascoltare in sede di Commissione europea. In più, non c’è solo una questione di Commissione europea, c’è il fatto che sull'indicazione dell'origine c’è la risoluzione del Parlamento europeo esattamente di un anno fa e, non solo, ci sono le votazioni, il 96 per cento dei consumatori europei vuole sapere l'origine di ciò che compra. Queste sono cose che noi Pag. 13dobbiamo ai cittadini italiani ed europei; quindi, non riesco a capire in che modo il Partito Democratico si dichiari contrario a questo provvedimento che, peraltro, nel caso del mio emendamento, è identico al decreto francese che la Commissione europea non ha ravvisato in alcun modo essere contrario a quanto la Commissione europea stessa vuole fare. Qualcuno ce lo spieghi, grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Benedetti 2.03, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Abrignani, Alberti, Adornato, Pastorino, Luigi Gallo, Vignaroli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  401   
   Votanti  378   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato  102    
    Hanno votato no   276.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 1454-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1454-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  CATERINA BINI, Relatrice. Grazie, Presidente. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Russo 3.30, Ricciatti 3.1, 3.2 e 3.3 e Russo 3.31 e 3.32.
  Continuo con il parere sugli articoli aggiuntivi ?

  PRESIDENTE. Ma sì, diamo anche il parere sugli articoli aggiuntivi.

  CATERINA BINI, Relatrice. Sull'articolo aggiuntivo Ricciatti 3.01 c’è un parere contrario della Commissione bilancio. Noi avevamo espresso un parere favorevole, ma essendoci il parere contrario della Commissione bilancio il parere diventa contrario. Sull'articolo aggiuntivo Russo 3.02 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANTONIO GENTILE, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Russo 3.30, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  405   
   Votanti  398   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato   71    
    Hanno votato no   327.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti 3.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.Pag. 14
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marroni, Matarrelli, Rizzetto, Capua...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  405   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  203   
   Hanno votato   76    
    Hanno votato no  329.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti 3.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palmieri, Locatelli, Abrignani, D'Ambrosio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  413   
   Votanti  409   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato   74    
    Hanno votato no  335.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ricciatti 3.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Monchiero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  398   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato   73    
    Hanno votato no  325.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Russo 3.31, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Furnari, Alberti, Tripiedi, Di Battista ...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  413   
   Votanti  411   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  150    
    Hanno votato no  261.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Russo 3.32, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palese, Donati, Gigli, Carrozza, Ghizzoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  412   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  153    
    Hanno votato no  259.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 15

  A questo punto, prima di votare l'articolo 3, ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Senaldi. Ne ha facoltà.

  ANGELO SENALDI. Grazie, Presidente. Ci tenevo a sottolineare l'importanza di questo articolo in particolare perché è il segno di quanta attenzione ci sia rispetto a questa problematica. Lo stanziamento, che è uno stanziamento anche significativo, che viene posto nella legge per l'implementazione di questi nuovi sistemi di tracciabilità ed etichettatura ci dà la misura di quanta attenzione ci sia anche rispetto alla necessità di incrementare una conoscenza effettiva della provenienza dei nostri prodotti e la conoscenza e la sensibilità dei consumatori.
  Una norma, questo articolo 3, che riperimetra anche chi sono i beneficiari di questi crediti, le piccole e medie imprese, quindi la struttura portante della nostra economia, così come i consorzi, e quindi comprendendo anche i consorzi di tutela, attualmente già codificati e certificati, così come le reti di impresa, perché nel lavoro di Commissione sono state introdotte alcune tipologie che sicuramente vanno a coprire tutte le possibilità offerte anche dalla nostra molteplice capacità di imprenditorialità. Infine anche le start-up innovative, considerando queste come le più attente anche all'introduzione di metodologie e tecnologie nuove, di tecnologie moderne e di tecnologie innovative. Ecco, rispetto alle tecnologie, mi permetto di aggiungere una brevissima questione: non abbiamo voluto all'interno di questa proposta di legge limitare le modalità che gli imprenditori possono attivare per un'etichettatura e una tracciabilità trasparente, proprio perché le nuove tecnologie hanno un'evoluzione così ampia, così veloce e così anche imprevedibile, che ingessare il processo legislativo su alcune strette modalità di applicazione poteva portare a una effettiva limitazione della portata che questa proposta di legge può avere, quindi lo abbiamo lasciato ampio e abbiamo pensato di mettere un fondo significativo a sostegno appunto delle piccole e medie imprese, in primo luogo, aprendo alle innovazioni e anche alla capacità inventiva di chi sta introducendo queste modalità di riconoscimento e di tracciabilità senza porre alcuna limitazione. Questo credo che sia uno dei punti importanti di questo progetto di legge, dello sguardo anche verso il nuovo e l'innovazione che è presente nel testo che andiamo ad approvare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chaouki, Fossati, Richetti, Di Battista, Porta.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  401   
   Votanti  304   
   Astenuti   97   
   Maggioranza  153   
    Hanno votato
 302    
    Hanno votato
no    2).    

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Ricciatti 3.01.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ricciatti. Ne ha facoltà.

  LARA RICCIATTI. Grazie, signor Presidente. Innanzitutto, per stigmatizzare questa spada di Damocle che tutte le Commissioni hanno nello svolgere il proprio lavoro, cioè a un certo punto tu provi a migliorare un testo, assolutamente non con spirito ostruzionistico, ma provando ad entrare nel merito, provando ad individuare degli emendamenti di qualità, che secondo te magari possono portare un valore aggiunto, e provando a dare un contributo, e poi arriva la Commissione Bilancio e ti dice che il parere è contrario.Pag. 16
   Ora, io intervengo per capire – perché davvero, signor Presidente, non capisco – per quale motivo la nostra richiesta di pubblicare sul sito del Ministero dello sviluppo economico l'elenco delle aziende e delle imprese che hanno aderito al sistema di tracciabilità – quindi non immagino ci siano grandi oneri aggiuntivi – possa avere il parere contrario della Commissione bilancio e chiediamo banalmente un minimo di trasparenza quindi per capire quanto hanno ricevuto di contributi erogati e chiediamo inoltre – tutto qui – di aggiornare ogni sei mesi questo elenco.
  Ora mi sarebbe piaciuto magari affrontare questo dibattito – magari probabilmente tutti i gruppi parlamentari sarebbero stati anche stimolati nell'intervenire di più – ma questo lo affronteremo in fase di dichiarazione di voto finale perché l'assenza della Ministra Guidi dice ben chiaro quanto importi a questo Governo dell'attuazione del famoso made in Italy – che di fatto non c’è, ma di questo ne parleremo dopo – ma vediamo quanto il nostro Governo è interessato, soprattutto la titolare del Ministero dello sviluppo economico, a un testo che di fatto dovrebbe rivoluzionare la materia.
  In questo testo – una cosa inedita e inaudita – finalmente inseriamo anche nella normativa italiana un contesto di tracciabilità; proviamo a normare e la Ministra dello sviluppo economico è assente, così come è stata assente per tutta la durata del provvedimento – e parliamo di anni, signor Presidente, e non di mesi – in Commissione; continua diciamo la sua consueta tradizione nel lasciare la sua poltrona vuota. Senza nulla togliere, ovviamente nulla, al sottosegretario Gentile, che invece ci ha accompagnato durante il lavoro in Commissione e anche oggi in Aula, però voi condividerete con me che un conto è la presenza di una Ministra, altro conto è la presenza di un sottosegretario.
  Io con questo intervento, signor Presidente, vorrei chiedere a chi di dovere della Commissione Bilancio il perché del parere contrario su questo articolo aggiuntivo, e quindi di fatto su questa proposta emendativa e provare ad aprire un'interlocuzione, visto che la relatrice ha detto all'interno di quest'Aula che ne condivideva il contenuto, e se magari – ovviamente qualora la Commissione Bilancio sia così gentile da spiegarmi il perché – potrebbe essere più opportuno un ritiro da parte mia di questa proposta emendativa e magari provare a confrontarci all'interno di un ordine del giorno. Però, prima di avanzare questo passaggio, gradirei una spiegazione da parte della Commissione Bilancio.

  PRESIDENTE. Dal punto di vista formale, onorevole Ricciatti, il parere è stato espresso su un pacchetto di emendamenti, con la motivazione che sono suscettibili – anche il suo – di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, privi di idonea quantificazione e copertura. Però noi abbiamo anche qui la presenza autorevole del presidente della Commissione bilancio, l'onorevole Boccia, che, se intende dare ulteriori chiarimenti, può farlo, ma se non li dà è perché evidentemente si rifà al testo che è stato espresso e che le ho appena letto.

  CATERINA BINI, Relatrice. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CATERINA BINI, Relatrice. Signor Presidente, se l'onorevole Ricciatti, sulla base dell'argomentazione data, ritiene di ritirarlo e di presentare un ordine del giorno, sui contenuti il sottosegretario Gentile, come noi, ha espresso parere favorevole e possiamo chiedere poi appunto un impegno a lavorare in questa direzione.

  PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Ricciatti ritira l'articolo aggiuntivo a sua firma 3.01.
  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Russo 3.02.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. Davvero non capisco il parere contrario. Abbiamo detto che è una Pag. 17norma rivoluzionaria – forse –, abbiamo detto che è una norma dirimente – vedremo –, abbiamo detto che è una norma che chiarirà, nell'ottica del consumatore, l'origine dei prodotti e tutta la filiera della produzione di un bene; abbiamo detto però che è volontaria questa azione, quindi abbiamo detto che è volontaria – non la faranno tutti –, e sub iudice e lo è perché tutta la norma ovviamente è nei limiti del Regolamento UE n. 952 del 2013, quello sulle norme tecniche, per capirci, e abbiamo detto che il Ministro dovrà adottare una serie di provvedimenti entro dodici mesi, senza sanzione. Quindi abbiamo una serie di buchi neri in questa norma, che provano a renderla inapplicabile, inefficace e inattiva. Io ho provato a suggerire una cosa che non costa un euro e, quindi, è pericolosa, forse è rivoluzionaria, perché non costa, ma potrebbe servire molto non soltanto sul piano induttivo ma potrebbe servire molto anche sul piano della consapevolezza da parte del consumatore di ciò che acquista. E che cosa proviamo ad introdurre ? Tutte quelle imprese, tutti quanti, tutti quelli che non aderiscono al sistema volontario di autenticazione non commettono, quindi, un reato, non ledono maestà; ma tutti quelli che non aderiscono al sistema volontario di autenticazione e tracciabilità dei prodotti – proprio per tutti quelli – che cosa potrebbe diventare obbligatorio ? Pagare una tassa ? No ! Una sanzione ? No ! Solo una cosa: scrivere con chiarezza nell'etichetta che quel prodotto non aderisce al sistema di tracciabilità volontaria. Io credo che questo non solo sia un elemento di trasparenza, non solo sia un elemento di consapevolezza, ma sia un elemento di giustizia.
  Ma perché io consumatore non devo sapere che questo prodotto aderisce e, quindi, ho la filiera intera delle origini e delle lavorazioni e quest'altro prodotto non aderisce ed è scritto in modo leggibile nell'etichetta ? Qual è il costo in più ? Qual è il costo in più per l'impresa ? Nessuno ! Ma è evidente che questa sarebbe anche un'azione etica e indicherebbe alle imprese qual è la strada virtuosa. È evidente che sarebbe non solo una norma rapidamente efficace e facilmente applicabile, non solo una norma diretta, ma sarebbe anche una norma capace di indicare una strada: il Paese, il sistema sta dalla parte della tracciabilità, dalla parte dell'eccellenza, dalla parte di chi vuole sapere che quel pomodoro è italiano e viene lavorato in Italia e non è concentrato di pomodoro cinese. Questo sarebbe un elemento di certezza e non capisco, non comprendo e mi preoccupo per il parere contrario non soltanto del relatore ma anche del Governo.

  CATERINA BINI, Relatrice. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CATERINA BINI, Relatrice. Presidente, noi capiamo lo spirito con cui l'onorevole Russo ha presentato questo emendamento, ma diciamo che la contrarietà viene dal fatto che, nel momento in cui si costituisce un sistema volontario, diviene difficile potere spiegare che chi non aderisce a questo sistema volontario viene marchiato con l'indicazione: «Questo prodotto non aderisce all'indicazione volontaria».
  È evidente che questo diventerebbe un obbligo per chi non aderisce al sistema volontario e creerebbe, evidentemente, delle difficoltà nella libera concorrenza. Se c’è un sistema volontario è evidente che si vede chi non aderisce perché non avrà il codice che fa parte, appunto, della tracciabilità volontaria.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Russo 3.02, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Hanno votato tutti ? Murer, Malpezzi, Mannino, De Maria. Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 18
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  417   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato  154    
    Hanno votato no  263.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 1454-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1454-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  CATERINA BINI, Relatrice. Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Squeri 4.30 e Vignali 4.31.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANTONIO GENTILE, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Presidente, il Governo esprime parere conforme a quello espresso dalla relatrice.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Squeri 4.30 e Vignali 4.31, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Baroni, Kronbichler, Colonnese. Altri ? Malpezzi, Losacco, Brescia, ancora Malpezzi. Non vedo altre mani alzate...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  417   
   Votanti  388   
   Astenuti   29   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato  313    
    Hanno votato no   75.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  De Maria, Realacci, Lupo, D'Ambrosio, Battelli, Pellegrino. Altri che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  418   
   Votanti  410   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  408    
    Hanno votato no    2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 1454-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A – A.C. 1454-A ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Prina, Costantino, Sandra Savino, Currò. Altri che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 19
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  419   
   Votanti  398   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato  397    
    Hanno votato no    1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 6 – A.C. 1454-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A – A.C. 1454-A ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Stella Bianchi, Benedetti. Altri ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  418   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato  418.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 1454-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 1454-A ed abbinate).
  Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati ?

  ANTONIO GENTILE, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/1454-A/1.
  Il Governo accoglie l'ordine del giorno Matarrelli n. 9/1454-A/2, a condizione che sia così riformulato: dopo le parole: «impegna il Governo a valutare» aggiungere: «compatibilmente con la normativa dell'Unione europea», per poi continuare con le parole «gli effetti applicativi (...)».
  Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Losacco n. 9/1454-A/3 e Burtone n. 9/1454-A/4.
  Sull'ordine del giorno Anzaldi n. 9/1454-A/5, anche qui c’è una piccola modifica da introdurre: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di porre in sede comunitaria». Quindi il parere è favorevole con riformulazione.
  Sull'ordine del giorno Carrescia n. 9/1454-A/6, il parere è favorevole con riformulazione: anche lì sulla tracciabilità dei prodotti, «a valutare la possibilità di definizione di uno standard univoco per l'etichettatura»; quindi favorevole con riformulazione.
  Sull'ordine del giorno Coppola n. 9/1454-A/7, il parere è favorevole con riformulazione: «compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili».
  Sull'ordine del giorno Fiorio n. 9/1454-A/8, il parere è favorevole con riformulazione; ma in questo caso basta solamente un'aggiunta: all'ultimo rigo, «ai soggetti non vedenti, anche eventualmente collaborando», eccetera.
  Sull'ordine del giorno Fantinati n. 9/1454-A/9 il parere è contrario. Sull'ordine del giorno Russo n. 9/1454-A/10 il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno Da Villa n. 9/1454-A/11, il parere è favorevole con riformulazione, «a valutare l'opportunità». Quindi: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare ogni utile iniziativa»; quindi favorevole con riformulazione.
  Sull'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/1454-A/12, il parere è favorevole con riformulazione: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di intervenire». Sull'ordine del giorno Ricciatti n. 9/1454-A/13, il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole relatrice. Volevo semplicemente capire: mi Pag. 20era sembrato di seguire durante lo svolgimento dei lavori – e lo dico al sottosegretario – che è stato ritirato un emendamento in ragione della presentazione di un ordine del giorno sul quale vi era una disponibilità da parte del Governo. Non abbiamo posto in votazione l'emendamento, perché per Regolamento se noi votiamo contro e bocciamo un emendamento, non si può poi più presentare un ordine del giorno sulla medesima questione. È chiaro che in questo senso noi non abbiamo votato un emendamento, perché il presupposto che era sembrato di capire alla Presidenza (ma lo chiedo solo per capire), è che il Governo si sarebbe orientato a dare un parere favorevole su un ordine del giorno; se no avremmo votato l'emendamento.

  ANTONIO GENTILE, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANTONIO GENTILE, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, l'ordine del giorno, così come presentato, ripercorre gli stessi termini dell'emendamento. Cioè...

  PRESIDENTE. Sta bene, ma lei ha la possibilità volendo anche di riformulare, se lo ritiene, l'ordine del giorno.

  ANTONIO GENTILE, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Non ci sono le condizioni.

  PRESIDENTE. Non ci sono le condizioni. Sta bene: parere contrario del Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/1454-A/1, accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Matarrelli n. 9/1454-A/2, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore ritira l'ordine del giorno Losacco n. 9/1454-A/3.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Burtone n. 9/1454-A/4, non accettato dal Governo.

  GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Presidente, vorrei l'attenzione del Governo, visto che ha dato un parere contrario. Se è possibile, Presidente...

  PRESIDENTE. Scusate, colleghi, l'onorevole Burtone chiede attenzione. Mi rendo conto. Onorevole Benamati, l'onorevole Burtone chiede attenzione al Governo. Prego.

  GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Comprendo che l'ordine del giorno si discosta da quello che è il tema posto dalla legge, la tracciabilità dei prodotti; però pone una questione importante: la tracciabilità del prezzo del prodotto. L'ordine del giorno – signor sottosegretario, la prego di seguire – pone una questione che è di grande attualità: soprattutto al Sud i prodotti vengono comprati dal produttore con un prezzo bassissimo, e poi li ritroviamo nei mercati al dettaglio con un prezzo molto alto. Le do un esempio: in questo momento gli agrumi vengono venduti a 0,5 centesimi al chilo, e a Nord vengono poi posti nel mercato al dettaglio a 2 euro e 50 al chilo ! Io ho posto un tema, e mi dispiace che il Governo sia così disattento. Ecco perché chiedo di porre ai voti, e chiedo al mio gruppo di sostenere una linea che ha un obiettivo, che è quello di mettere all'attenzione del Governo quello che avviene, la speculazione a volte determinata anche dalla criminalità organizzata, che impone il prezzo nell'acquisto al produttore, e poi la rivendita al commercio; soprattutto dei fenomeni speculativi, che noi dobbiamo bloccare.
  Ecco perché chiedo alla Presidenza di porre ai voti il mio ordine del giorno, e chiedo al gruppo di sostenerlo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 21

  ANTONIO GENTILE, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANTONIO GENTILE, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, vorrei rispondere sull'ultimo ordine del Giorno presentato. Anche io affermo che ad un certo punto mi assumo la responsabilità di approvarlo, e di riformularlo: «a valutare la possibilità (...)».

  PRESIDENTE. Le chiedo scusa: onorevole sottosegretario, lei sta facendo riferimento all'ordine del giorno Ricciatti n. 9/1454-A/13 ? Sta bene: diventa quindi un parere favorevole sul testo riformulato. Adesso però noi siamo invece sull'ordine del giorno Burtone n. 9/1454-A/4.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benamati. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA BENAMATI. Signor Presidente, signor sottosegretario, sentite anche le argomentazioni del collega Burtone, possiamo comprendere in linea di massima la sua posizione. Il tema qui sollecitato è per noi di un certo rilievo; e considerando le argomentazioni portate, considerando l'indicazione di un osservatorio territoriale sui prezzi, che segue il tema importante degli agrumi siciliani, noi le vorremmo chiedere di rivalutare nel merito l'opportunità di una riformulazione o di un accoglimento come raccomandazione di questo tema, che, per il nostro gruppo, ha una rilevanza significativa.

  ANTONIO GENTILE, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANTONIO GENTILE, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, si accoglie.

  PRESIDENTE. Quindi il parere è favorevole, cambia il parere del Governo. A questo punto non lo si pone in votazione, perché c’è il parere favorevole del Governo.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Anzaldi n. 9/1454-A/5, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Carrescia n. 9/1454-A/6, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Coppola n. 9/1454-A/7, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Fiorio n. 9/1454-A/8, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Fantinati n. 9/1454-A/9, non accettato dal Governo.

  MATTIA FANTINATI. Signor Presidente, intervengo solo per rimarcare una cosa. Effettivamente il tema è molto interessante, quello che stiamo discutendo: esistono già sistemi che vanno in questo senso, chiamati «Glifitaly», per cui abbiamo già speso dei soldi pubblici; sono già integrati, fanno già uso di sistemi interbancari, di database già integrati tra loro, già formati dallo Stato. In questo caso lo Stato stesso darebbe una certa visione, un certo sentiero che potrebbe accompagnare le imprese ad accettare tali sistemi. A questo punto, io credo che proprio in una legge del genere certi sistemi che esistono già, sono stati fatti, sono già implementati e funzionanti, debbano quanto meno essere segnalati e promossi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del Pag. 22giorno Fantinati n. 9/1454-A/9, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi, Gigli, Dambruoso, Luigi Gallo, Mannino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  412   
   Votanti  376   
   Astenuti   36   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato  127    
    Hanno votato no  249.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Fabbri ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Onorevole Russo, c’è un parere favorevole sul suo ordine del giorno n. 9/1454-A/10 e, quindi, presumo che non lo poniamo ai voti. Va bene, prendo atto che non lo poniamo ai voti. Onorevole Da Villa, c’è un parere favorevole con riformulazione sul suo ordine del giorno n. 9/1454-A/11. Va bene, accolta la riformulazione. Lo stesso sull'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/1454-A/12. Va bene, accolta la riformulazione. Sull'ordine del giorno Ricciatti n. 9/1454-A/13, c’è una modifica del parere che diventa favorevole così come riformulato dal Governo. Prendo atto che per l'onorevole Ricciatti va bene e, quindi, è accolto così. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
  Sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 15,30 con le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 13,05, è ripresa alle 16,10.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Boccia, Bratti, Bueno, Capelli, Catania, Cirielli, Dambruoso, Di Gioia, Epifani, Gregorio Fontana, Locatelli, Losacco, Manciulli, Rampelli, Realacci, Rosato, Sanga, Sani e Tabacci sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centouno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Elezione del vicepresidente e del segretario della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte del militare Emanuele Scieri.

  PRESIDENTE. Comunico che la Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte del militare Emanuele Scieri ha completato in data odierna la costituzione dell'ufficio di presidenza: sono risultate elette vicepresidente la deputata Stefania Prestigiacomo e segretaria la deputata Maria Gaetana Greco.

Si riprende la discussione del testo unificato delle proposte di legge n. 1454-A ed abbinate (ore 16,12).

  PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è concluso l'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 1454-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Pag. 23
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorelli. Ne ha facoltà.

  ORESTE PASTORELLI. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, il provvedimento in esame rappresenta un passo importante nella lotta alla contraffazione dei prodotti alimentari italiani, nella tutela dei consumatori, nella promozione e nella salvaguardia delle nostre eccellenze agroalimentari. È infatti previsto l'utilizzo di tecnologie in grado di informare in tempo reale il consumatore sulle proprietà e sulle caratteristiche dei prodotti che sta per acquistare, un'informazione immediata, impensabile fino a qualche anno fa ma oggi più che mai indispensabile. La tracciabilità dei prodotti e delle filiere produttive andrà a vantaggio delle imprese che realizzano prodotti di eccellenza nel settore agroalimentare e che ogni giorno devono competere con aziende produttrici di merce scadente e contraffatta. I principali destinatari dei contributi previsti per la predisposizione dei codici identificativi dei prodotti saranno proprio le piccole e medie imprese agricole e le start-up, vale a dire i soggetti più colpiti da prassi pubblicitarie commerciali ambigue, portate avanti da alcuni competitor. Tramite la tracciabilità si avrà quindi una forte rivalutazione di tutto il settore agroalimentare made in Italy che dovremo comunque continuare a sostenere in tutte le sedi e con ulteriori tutele. Il presente disegno di legge costituisce dunque un momento di svolta nella promozione e nella tutela sia delle produzioni di qualità che delle imprese che le realizzano e per questo esprimo il voto favorevole della componente socialista.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Abrignani. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Signor Presidente, illustre rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, con questa proposta di legge viene introdotto un sistema volontario di autenticazione e di tracciabilità dei prodotti che, attraverso l'apposizione di codici identificativi non replicabili, consente al consumatore di conoscere l'effettiva origine e riceve un'adeguata informazione sulla qualità e sulla provenienza dei componenti delle materie prime, sul processo di lavorazione delle merci e dei prodotti intermedi e finiti. È un provvedimento che si aspettava da tempo, sia al fine di contrastare quegli episodi di contraffazione che inevitabilmente provocano ripercussioni molto negative, anche per quanto riguarda il mondo dell'illegalità organizzata, che assiduamente approfitta di questa carenza informativa per immettere sul mercato prodotti parzialmente conformi alle norme, che per i consumatori stessi, molto spesso ignari della provenienza degli standard qualitativi del prodotto stesso. Si rendeva opportuno perciò inquadrare all'interno di un testo unico una serie di disposizioni che potessero in qualche modo dare una risposta concreta a questa grave questione, che lede in primis gli interessi del consumatore, molto spesso non al corrente della reale provenienza dei prodotti, ed in secondo luogo il mercato, perché la mancata tracciabilità rischia di viziare la concorrenza a discapito dei produttori onesti che nel nostro Paese sono molti.
  Le informazioni derivanti dalla tracciabilità saranno collegate a un codice identificativo non replicabile, che conterrà riferimenti, riscontrabili anche on line, ai dati fiscali del produttore, dell'ente certificatore e della filiera del prodotto, del distributore che fornisce il sistema dei codici identificativi, nonché l'elencazione di ogni fase di lavorazione. Attraverso la rete Internet, sarà quindi possibile che ogni acquirente e consumatore verifichi la provenienza della merce, la filiera produttiva e i luoghi di origine e produzione. Ovviamente, trattandosi di un sistema volontario, si prevede un controllo rimesso agli stessi soggetti aderenti, che potranno però usufruire della collaborazione con le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, e con le associazioni di categoria interessate per la verifica periodica Pag. 24a campione del rispetto delle disposizioni da parte delle imprese che aderiscono al sistema. Questa proposta, che abbiamo avuto modo di analizzare approfonditamente in X Commissione, non sarebbe però stata completa senza aver previsto delle agevolazioni per gli investimenti sostenuti dalle imprese che aderiscono al sistema di tracciabilità, allargando il raggio di azione anche alle imprese agricole, alla pesca, ai distretti produttivi e alle altre forme integrative d'impresa, quali i consorzi, ai raggruppamenti temporanei di impresa, ai contratti di rete e alle start-up, un passo perciò importante per consentire al nostro made in Italy, così famoso e così noto nel mondo, di competere nelle sfide della globalizzazione. Per questi motivi, Alleanza Liberalpopolare Autonomie voterà favorevolmente al provvedimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nastri. Ne ha facoltà.

  GAETANO NASTRI. Signor Presidente, la proposta di legge oggi all'esame dell'Assemblea, risultante dall'insieme di altre iniziative legislative incluse in un testo unificato, è volta a migliorare l'accesso alle informazioni che consentano la tracciabilità dei prodotti al fine di promuovere il diritto all'informazione dei consumatori e tutelarne gli interessi. L'intervento legislativo risulta altresì finalizzato a promuovere e incentivare i produttori che, volontariamente, si dotino di tecnologia per la tracciabilità dei propri prodotti. Occorre ricordare come, per quanto l'iniziativa sia meritevole, il nostro Paese sia fra quelli a livello mondiale più colpiti negativamente dal punto di vista economico dal fenomeno, legato alla tracciabilità dei nostri prodotti, che si configura nella contraffazione e nelle diverse attività fraudolente. Tuttavia, la materia è stata oggetto di intervento da parte del legislatore in diverse occasioni negli anni passati, iniziative legislative e l'introduzione di nuove norme ma che, nella realtà, come è sotto gli occhi di tutti, non hanno avuto un impatto favorevole in termini repressivi del fenomeno, che è trasversale e colpisce diversi settori produttivi. Le numerose Commissioni d'inchiesta parlamentare, nel corso delle precedenti nonché nella presente legislatura, hanno certamente sviscerato una moltitudine di osservazioni vere e complesse legate al fenomeno della contraffazione, che deprime ogni incentivo al miglioramento della produzione, disorienta i consumatori e, in ultima istanza, impedisce alla concorrenza di espletare i suoi benefici tipici, quali l'incremento qualitativo e quantitativo nella gamma dei prodotti e servizi offerti, tendenziale abbassamento dei prezzi e crescita economica. Ciononostante, come dicevo in precedenza, la diffusione delle merci contraffatte e delle merci usurpative cresce a dismisura, con numeri di fatturato da capogiro, alimentando le finanze della criminalità ai danni dell'economia nazionale e di tante piccole imprese. In questo contesto il provvedimento all'esame contiene luci ed ombre e soprattutto pone seri quesiti con i profili di compatibilità con la disciplina europea, a mio avviso non superati in sede emendativa nella Commissione di merito. Ricordo che, sulla stesura definitiva del testo, è inoltre pesato il fatto che ancora non è stato adottato a livello europeo il cosiddetto regolamento sul made in EU. Considerate le possibili difficoltà dovute ai profili di compatibilità comunitaria, ribadisco i dubbi esistenti nell'ambito delle disposizioni che riguardano i profili di competenza della legislazione europea. Non vi è dubbio che non si possono non condividere iniziative legislative finalizzate ad arginare la contraffazione, in questo caso offrendo alle piccole e medie imprese la possibilità di ottenere contributi se vengono applicati ai loro prodotti etichette, codici a barre, microchip, di nuova generazione e non replicabili, così da contrastare la contraffazione e al contempo garantire la tracciabilità, ma a mio avviso non è sufficiente per garantire in pieno l'informazione e la tracciabilità dei prodotti.
  Ma ciò che ancora una volta necessita, a mio avviso, e che rappresenta la questione Pag. 25centrale della materia in discussione è il rapporto politico dell'Italia con l'Europa, un rapporto basato su confronti e negoziati a livello comunitario che ci vede troppo spesso soccombere in tema di difesa del nostro made in Italy. Ricordo che, solo poche settimane fa, questa Europa ha garantito e reso possibile la diffusione dell'olio tunisino all'interno del nostro continente – e soprattutto all'interno del nostro Paese – senza dazi per 70 mila tonnellate. Per cui, è proprio lì, nelle istituzioni comunitarie, che occorre rafforzare la tutela, anche in tema di tracciabilità, con una maggiore e serena collaborazione fra autorità italiane ed internazionali, in questo campo. Concludo, signor Presidente, sostenendo che effettivamente questo è un primo passo, ed è per questo motivo che esprimo il voto favorevole del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.

  PRESIDENTE. Il collega Capelli, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto, non è presente in Aula.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Presidente, onorevoli colleghi, negli ultimi anni si è registrata una ricca produzione normativa sul made in per la tutela dei prodotti italiani e per il rafforzamento dell'azione di contrasto ai fenomeni di contraffazione; un traguardo importante è stato ottenuto con la promulgazione della legge n. 55 del 2010, che assicurava la tracciabilità dei prodotti nel comparto tessile, pelletteria e calzaturiero attraverso l'introduzione di un sistema di etichettatura obbligatorio che evidenziava il luogo di origine di ciascuna delle fasi di lavorazione dei prodotti stessi. Tuttavia, la legge non è stata pienamente attuata per volontà della Commissione europea; l'impossibilità per il nostro Paese di dotarsi di un sistema di etichettatura obbligatoria dei prodotti deriva dalla forte opposizione, sul fronte europeo, dei Paesi nordici (Gran Bretagna, Olanda, Germania) che non hanno interesse a vedere tutelate le produzioni di qualità in quanto non ne sono produttori ma semplici importatori. Il Parlamento europeo da tempo discute sull'opportunità di dotarsi di un sistema di etichettatura di origine dei prodotti. Nel 2014, lo stesso Parlamento europeo ha approvato le norme per rendere obbligatoria l'etichettatura del made in sui prodotti non alimentari venduti sui mercati europei. Una proposta di regolamento sull'indicazione del Paese di origine di taluni prodotti importati da Paesi terzi nell'Unione europea era stata già approvata dal Parlamento europeo qualche anno prima, ma non ha mai avuto definitiva approvazione a causa dell'impossibilità di raggiungere il necessario consenso tra gli Stati membri. La contraffazione ha gravi ripercussioni sull'economia e può compromettere la relazione di fiducia tra aziende e consumatori. L'Italia è uno dei Paesi maggiormente danneggiati dalla contraffazione, dal momento che presenta una struttura produttiva prevalentemente composta da piccole e medie imprese che faticano a contrastare la concorrenza proveniente dal mercato del falso, con un'inevitabile perdita di competitività. Le produzioni tipiche italiane sono in crisi anche per la guerra in atto nei mercati tra chi produce made in Italy o 100 per cento made in Italy e chi opera nel mercato della contraffazione. Stando ai dati, il mercato del falso nel nostro Paese ha realizzato, negli anni passati, un fatturato straordinario di oltre 7 miliardi di euro. Le perdite per il bilancio dello Stato in termini di mancate entrate fiscali sono state calcolate in oltre 5 miliardi, mentre sono stati oltre 130 mila i posti di lavoro sottratti all'economia regolare. Secondo il Censis, se si riportasse il fatturato complessivo della contraffazione sul mercato legale, si genererebbe una produzione aggiuntiva diretta e indotta per un valore di quasi 18 miliardi di euro, con un valore aggiunto di circa 6 miliardi di euro che fornirebbe nuovi stimoli al mercato, attivando anche nuova occupazione regolare. La World Customs Organization, nel rapporto del 2009, ha evidenziato anche come, su un totale di oltre 290 milioni di prodotti contraffatti e Pag. 26sequestrati dalle dogane mondiali, il 34 per cento dei sequestri sia avvenuto nell'area asiatica e del Pacifico, il 30 per cento in Europa, il 18 per cento in Medioriente, il 14 per cento in America e lo 0,7 per cento in Africa.
  Nel triennio passato l'Italia è stato il terzo Paese europeo per numero di prodotti contraffatti, con oltre 50 mila prodotti sequestrati, pari al 12 per cento del totale europeo. Negli anni passati, oltre il 50 per cento dei prodotti contraffatti arrivava dalla Cina, mentre in Europa ogni minuto venivano sequestrati 186 prodotti contraffatti provenienti dalla Cina. L'assenza di norme europee (tranne per alcuni casi specifici nel settore agricolo) e le differenze tra i sistemi in vigore negli Stati membri hanno fatto sì che in alcuni settori la maggior parte dei prodotti importati da Paesi terzi e distribuiti nel mercato europeo fossero commercializzati senza alcuna informazione o con un'informazione ingannevole.
  Relativamente al Paese d'origine è necessario portare a compimento iniziative in materia di tutela del made in Italy, per permettere alle imprese che producono in Italia, specie in questo momento di crisi, di difendersi dalla concorrenza di chi, senza scrupoli, immette sul mercato prodotti di qualità estremamente bassa, quindi spesso dannosi per la salute umana, facendoli passare come made in Italy anche se prodotti interamente all'estero.
  Bisognerebbe intraprendere tutte le azioni del caso necessarie a contrastare la commercializzazione sul territorio nazionale di prodotti contraffatti, anche rendendo più incisive le misure sanzionatorie previste dal codice penale, in modo che facciano da deterrente alle pratiche illecite.
  La proposta della Lega in merito, evidenziata dalla proposta in esame con le abbinate proposte discusse in Commissione nei mesi passati, ha lo scopo di sostenere la diffusione di sistemi tracciabilità con codici a barre di ultima generazione e l'introduzione di agevolazioni per le piccole e medie imprese, i consorzi tra piccole e medie imprese in unico settore, un unico distretto, rete o filiera e le associazioni di categoria i quali adottino questi sistemi; inoltre, la proposta è volta a consentire ai consumatori di identificare i prodotti made in Italy e quelli interamente realizzati in Italia.
  Ora, dopo diverse discussioni – diversi anni son passati dall'ultima legge sul made in Italy – la maggioranza, in Commissione, è riuscita a trovare un'intesa con l'opposizione e a portare finalmente in Aula un testo, che potrebbe anche rivelarsi un nulla di fatto ma, come si suol dire e come altri prima di me sostenevano, fra il nulla e il tutto prendiamo almeno qualcosa o, ancora meglio espresso, questa legge è meglio che niente.
  Il provvedimento passerà ora al Senato e speriamo che sarà approvato in tempi certi, soprattutto per far capire alla Comunità europea che il nostro Paese ha necessità di autotutelarsi.
  Oggi si propone una legge sicuramente moderna, assolutamente con potenzialità enormi, ma con grossi limiti, quelli di non tutelare le produzioni locali. Si dà un incentivo, un aiuto ai consumatori, per capire realisticamente cosa stanno comprando, ma indubbiamente c’è la necessità, tramite il Parlamento e soprattutto il Governo, di far capire all'Europa, come è successo poco tempo fa in altri Paesi europei (in Francia) e come si è discusso in Commissione ma anche in Aula, che c’è l'interesse di tutelare le produzioni locali.
  L'Italia di certo non ha grandi materie prime, però quelle che possiamo tutelare sono sicuramente quelle di natura enogastronomica, produzioni locali che non si possono importare.
  C’è necessità di una tutela globale, come è successo da altre parti; ci deve essere, però, la volontà da parte del Governo e la possibilità da parte della Comunità europea di recepire le normative italiane e non di rigettarle al mittente, come è successo negli anni passati.
  Il parere della Lega Nord su questa proposta di legge, condivisa in Commissione, è assolutamente favorevole, perché abbiamo volontà di dare un segnale chiaro Pag. 27ai consumatori e soprattutto al mercato e anche alla Comunità europea che c’è la volontà – come dicevo – di poter proseguire uniti.
  Noi attenderemo pazientemente le risposte del Governo per il futuro, per tutelare le produzioni locali; con questa legge, la legge Senaldi, abbiamo la possibilità di dare un ulteriore strumento per almeno capacitarsi di cosa si sta consumando sui nostri territori e alle volte sulle nostre piazze (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Galgano. Ne ha facoltà.

  ADRIANA GALGANO. Grazie Presidente. Presidente, sottosegretario Gentile, la contraffazione dei prodotti causa un grave danno: per il consumatore in termini di qualità e di tutela della salute; per le aziende per la perdita di fatturato che produce; per i lavoratori per la perdita di occupazione che determina (le statistiche dicono che in Italia ciò causa la disoccupazione di ben 88.000 persone); e per lo Stato per la perdita di gettito fiscale.
  Combattere la contraffazione, quindi, è una delle priorità del gruppo di Scelta Civica, i cui deputati in grande numero hanno firmato una delle proposte di legge che compone il testo definitivo che stiamo per approvare. È un utile tassello nella lotta alla contraffazione e nella tutela del consumatore, utilizza le potenzialità delle nuove tecnologie per arricchire la consapevolezza del consumatore su ciò che compra, che è la prima e più efficace difesa nei confronti di chi opera sul mercato con mezzi fraudolenti; prevede il supporto finanziario dello Stato nei confronti di chi addotta volontariamente un sistema di autenticazione di tracciabilità.
  Si tratta, però, appunto di un sistema volontario e perciò limitato nei suoi effetti.
  Siamo consapevoli che i limiti della legge siano il dazio da pagare per avere l'approvazione a Bruxelles, e sottolineiamo le contraddizioni della linea di indirizzo della Commissione europea. Da una parte, infatti, ad esempio, chiede alla manifattura europea di raggiungere il 20 per cento di quota parte del prodotto interno lordo, dall'altra, si oppone alle misure contro la contraffazione che danneggia fortemente il raggiungimento di questo obiettivo.
  Per gli interessi del nostro Paese e dell'Europa tutta, noi chiediamo al Governo di imporre all'agenda europea questo tema. Nel mondo il valore della contraffazione raggiunge i 250 miliardi di dollari, una cifra impressionante che deve essere recuperata dalle nostre economie europee per la loro ripresa.
  Noi di Scelta Civica, nell'annunciare il voto favorevole del nostro gruppo a questo provvedimento, che consideriamo un primo passo nella giusta direzione, assicuriamo tutto il nostro impegno nel contrasto alla contraffazione (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bosco. Ne ha facoltà.

  ANTONINO BOSCO. Grazie Presidente. Area Popolare voterà a favore di questo testo unificato, che raccoglie i punti più importanti dalle proposte di diversi gruppi parlamentari. Ci si muove, infatti, non solo verso una maggiore tutela dei consumatori, delle imprese italiane e del made in Italy, ma anche in direzione di una meditata risposta alle istituzioni europee che bloccarono, nella scorsa legislatura, la cosiddetta legge Reguzzoni-Versace sulla identificazione in etichetta del made in Italy, dichiarandola lesiva della concorrenza e della libera circolazione delle merci.
  Saggiamente, quindi, la Commissione attività produttive ha evitato il richiamo all'origine italiana dei prodotti, nella convinzione, condivisa da tutti gli schieramenti politici, che l'eccellenza italiana si tutela lo stesso, introducendo un rigoroso regime di tracciabilità che consenta al consumatore finale, in qualunque parte del mondo si trovi, di individuare istantaneamente, Pag. 28tramite un sistema di codici unici, non riproducibili e leggibili con le moderne tecnologie, tutta la storia del prodotto che intende acquistare e, inoltre, di ottenere informazioni sulle modalità di produzione e sul produttore.
  L'applicazione della moderna tecnologia alla tracciabilità del prodotto consentirà di arginare il fenomeno della contraffazione, che sta crescendo a livello mondiale.
  L'Ufficio per l'armonizzazione del mercato interno parla di una diminuzione di vendite in Italia dovute alla contraffazione di prodotto per circa 5 miliardi di euro l'anno, con una sottrazione di almeno 80.000 posti di lavoro. A risultati similari giunge una recentissima inchiesta di Confartigianato.
  Dalla relazione finale della Commissione parlamentare anticontraffazione della scorsa legislatura si apprende che i danni che la contraffazione arreca all'Italia si attestano attorno ad una cifra tra i 5 e i 7 miliardi di euro, mentre a livello mondiale, secondo le stime dell'OCSE, addirittura l'8 per cento dei prodotti commerciali risultano contraffatti, ben 250 miliardi di dollari di controvalore e si prevede un raddoppio entro il 2020. Negli ultimi anni, infatti, la criminalità organizzata si è spostata molto sulla contraffazione, che viene considerata il nuovo business. Il Censis chiarisce come la sconfitta del fenomeno della contraffazione creerebbe 130.000 posti di lavoro e maggiori entrate fiscali per 5 miliardi. Recentemente, l'Antitrust ha disposto l'oscuramento di ben 174 siti che vendevano prodotti contraffatti, capi di alta moda, pelletteria, calzature, vino, ricambi di auto, bigiotteria, parti meccaniche.
  I Paesi come l'Italia, che è la seconda industria manifatturiera in Europa e la quinta nel mondo, sono quelli effettivamente ed oggettivamente più colpiti. Si tratta, dunque, di un passo importante, ma certamente non definitivo. È necessario sostenere con forza la necessità della difesa del made in Italy, anche attraverso un'azione del Governo italiano maggiormente incisiva in sede di Unione europea, affinché si adotti il regolamento sul made in. Area Popolare comunque ritiene che alcuni aspetti andrebbero, e certamente saranno, ulteriormente approfonditi.
  Sono rimesse ad un regolamento del Ministero dello sviluppo economico: la definizione delle specifiche tecniche dell'applicazione volta ad assicurare la tracciabilità attraverso i codici identificativi citati, le modalità operative per le certificazioni e le modalità di accreditamento dei produttori delle medesime applicazioni, nonché le tecnologie utilizzabili. Tuttavia, nel parere della IX Commissione si osserva che sarebbe opportuno chiarire se si intende istituire un unico sistema, oppure più sistemi di tracciabilità, aventi in ogni caso in comune le caratteristiche previste dall'articolo 2, il che ci porta a dire che il regolamento applicativo dovrebbe avere contenuti e protocolli più rigidi di quelli previsti, e che forse sarebbe opportuno avere un unico sistema di tracciabilità.
  La Commissione giustizia ha posto una condizione sul sistema sanzionatorio previsto dall'articolo 4, migliorando il riferimento all'articolo 517 del codice penale, relativo alla vendita di prodotti con segni mendaci, ma si tratta delle sanzioni interne al nostro ordinamento. Nulla si dice riguardo al fatto che un contraffattore estero potrebbe falsificare, assieme al prodotto, anche il sistema di tracciabilità, rinviando ad un falso certificatore, ad un falso produttore italiano e ad un falso sito italiano. Quindi, sarebbe opportuno che la norma facesse riferimento alle forme di tutela internazionale dei prodotti e che consentisse forme di segnalazione rafforzata alle autorità che presiedono al controllo dei siti informatici dei vari Stati, altrimenti il consumatore estero potrebbe ritrovarsi con un duplice inganno: un prodotto italian sounding, dotato di un sistema di certificazione e tracciabilità, che rinvia a un sito o a un ente di certificazione che di italiano ha solo il sounding. Ma si tratta di aspetti che potranno essere migliorati al Senato, quello che importa è che questo provvedimento, così importante per le imprese italiane e Pag. 29per i consumatori, arrivi a definizione il più presto possibile (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ricciatti. Ne ha facoltà.

  LARA RICCIATTI. Grazie signor Presidente. Signor sottosegretario, oggi facciamo un passo avanti e lo facciamo nella lotta alla contraffazione, dando anche una risposta alle nostre aziende. Imprese che, diciamocelo però, perché va detto, avrebbero voluto il riconoscimento del famoso made in Italy. Invece oggi ci ritroviamo qui ad approvare un testo sulla tracciabilità, cui si aderisce però in maniera volontaria. Politicamente parlando, perché a volte bisogna anche tradurre in politica quello che poi qui votiamo, noi non normiamo, ma offriamo la possibilità di affidarsi a un codice identificativo, seppur non replicabile, e affidiamo a questi codici la possibilità di tracciare in qualche modo, questo sì però, la filiera della produzione. Quindi, seppure volontario, noi un principio di tracciabilità e di controllo nella produzione di una filiera lo andiamo ad inserire.
  Vorrei fare un inciso, mi si permetta: noi quindi questo controllo appunto sulla tracciabilità lo affidiamo alle camere di commercio, e vorrei sottolineare qui, attraverso un inciso, la schizofrenia di questa maggioranza che con una mano taglia i diritti annuali e ridimensiona il numero delle camere di commercio e con l'altra gli affida nuove competenze. Noi, che siamo dei convinti sostenitori dell'operato, quando virtuoso, delle camere di commercio, accogliamo con ulteriore piacere questa cosa. Tuttavia, ci sentiamo in dovere di sottolineare la schizofrenia di questa maggioranza, quanto meno nel trattare anche tutta la questione delle camere di commercio.
  Il fatto politico grave, che se volete esula, però va precisato, è l'assenza della Ministra Guidi per tutta la durata dell’iter di questo provvedimento, in Commissione prima, e in Aula poi, che mostra tutta la pochezza politica di una Ministra che ad oggi è titolare dello sviluppo economico di questo Paese. E guardate che il mio gruppo parlamentare voterà questo provvedimento, perché riconosciamo che è stata avanzata dalle imprese e dalle aziende, piccole, medie e grandi, una richiesta: che questo Paese provasse a normare in maniera chiara tutta la questione della produzione, perché se le nostre aziende possono vantare nell’export e nell'internazionalizzazione il fatto che noi produciamo qualità, hanno anche bisogno di provare a vedersi riconosciuta la qualità italiana. Ebbene, la Ministra Guidi era così poco interessata da snobbare ciò e, seppur richiesta da svariati gruppi parlamentari, la sua presenza, prima in Commissione, e poi ci aspettavamo almeno un passaggio volante in Aula, non c’è stata. Io posso capire però che la Ministra Guidi non è poi così interessata a tutta la partita del made in Italy, avendo la propria azienda di famiglia, la «Ducati Energia», delocalizzata all'estero. Penso che sia di poco interesse per la signora Guidi, ma per la Ministra dello sviluppo economico sarebbe un suo dovere, signor Presidente, presenziare almeno quando la Camera affronta tematiche così importanti, soprattutto per l'economia e per provare a dare un minimo di idea di politica industriale che vada fuori da queste Aule e provi a parlare al Paese.
  Questo testo è frutto anche però – e vogliamo dirlo – di una sconfitta politica di Renzi e del suo Governo. Aveva promesso questa maggioranza la realizzazione del made in durante il semestre di Presidenza italiana dell'Unione europea. Finito il semestre, sono tornati a casa con la coda tra le gambe, perché del made in non ve ne era traccia. Però noi, lo ripeto, vogliamo estraniarci per un attimo dal dibattito politico e dal confronto anche aspro tra maggioranza e opposizione, vogliamo provare a guardare al Paese, appunto, a tutte quelle aziende che ci chiedevano di normare e di provare ad inserire un regolamento sulla tracciabilità che non guardi solo alla lotta alla contraffazione. Noi voteremo a favore di questo testo, non solo perché lo immaginiamo Pag. 30come uno strumento forte da contrapporre alla contraffazione che fa tanto, troppo PIL nel nostro Paese, ma anche per dare alle nostre aziende, che ce lo chiedevano da tempo, quello strumento per far sì che si possa vendere il prodotto italiano all'estero come un prodotto di qualità e noi pensiamo che questo sia un primo passo in avanti.
  Ovviamente noi continueremo a sollecitare il Governo affinché, soprattutto in sede comunitaria, in sede europea, continui la battaglia a difesa del made in, sapendo che oggi qui – per questo, lo ribadisco, voteremo a favore – facciamo un passo avanti. Lo facciamo per le nostre imprese e, all'interno di quest'Aula, lasciamo le nostre considerazioni di maggioranza e opposizione. Il gruppo di Sinistra Italiana voterà questo testo, perché è una risposta che parla fuori (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Russo. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. Grazie Presidente. Mi pare quella che abbiamo affrontato quest'oggi una norma importante, una norma eccellente nelle finalità. Finalmente l'Italia prova a fare ciò che meglio sa fare, la distintività, l'eccellenza, la specificità, l'innovazione di processo, la tradizione dei prodotti, la riconoscibilità di un prodotto e delle sue parti, la capacità evocativa di un prodotto. Finalmente riusciamo a destinare quell'attenzione necessaria per poter indicare una prospettiva di sviluppo del nostro Paese. Tuttavia, troviamo di fronte a noi, nonostante questa norma, una vera montagna da scalare, privi come siamo di qualsivoglia strumento, privi come siamo dei più elementari strumenti di autorevolezza in chiave politica.
  In Europa nulla abbiamo contato nel semestre europeo, eppure avremmo, in quella sede, potuto celebrare e calendarizzare una prospettiva che determinasse la tracciabilità dei prodotti. La tracciabilità dei prodotti significa assicurare alla nostra straordinaria produzione del made in un successo assoluto e sicuro sui mercati internazionali.
  Ma nulla noi contiamo e i risultati di questa debolezza sono sotto gli occhi di tutti. Non devo ricordarvi della trattativa a tutto danno dell'Italia, per l'olio tunisino, né devo ricordarvi l'autorevolezza con la quale l'Italia si è posta nelle sanzioni nei confronti della Russia, tutte sanzioni che sono state sostanzialmente pagate dal sistema di impresa del nostro Paese; né devo ricordarvi qual è stato l'atteggiamento, e quale è tuttora l'atteggiamento, dell'Europa nei confronti delle importazioni di pomodoro cinese, o meglio, di concentrato di pomodoro cinese. Né qui vi devo ricordare qual è l'atteggiamento dell'Europa nei confronti del San Marzano, grande prodotto d'eccellenza del nostro Paese, che è possibile replicare e addirittura coltivare in Belgio, e poi sulle denominazioni dei vitigni e dei prodotti a marchio replicabili ovunque. Né è il caso di ricordare l'autorevolezza del nostro Paese sul piano internazionale, cosa il mondo pensa dell'Italia, se quel mondo si ricorda della vicenda dei marò o, peggio, della vicenda del povero Regeni in Egitto.
  Approvata, questa norma, sulla quale noi non siamo contrari, si arenerà nei vari ingranaggi che una sapiente mano ha voluto disegnare: prima i dodici mesi che il Ministero dello sviluppo economico avrà per l'adozione dei regolamenti; e, se quel Ministero i regolamenti non dovesse adottarli, cosa accadrà ? Ci adopereremo con strumenti di sindacato ispettivo in quest'Aula ? Faremo proteste altrove ? Chiederemo un intervento straordinario ? Nulla di tutto questo: saremo costretti ad assistere inermi di fronte alla lentezza, voluta o non voluta, del Ministero dello sviluppo economico.
  E poi vi è l'assenza di sanzioni (se non sono previste le sanzioni, i dodici mesi trascorreranno inutilmente) e una certa aleatorietà nella descrizione delle materie prime, per cui si determinerà la condizione per la quale talune imprese si iscriveranno all'attività volontaria di registrazione, ma nella descrizione delle materie Pag. 31prime ci sarà una certa – vogliamo dire – incertezza. Quali sono le materie prime ? Quali ? Le maggiori ? Con quale misura ? Con quella quantitativa ? Con quella del peso ? Con quella percentuale ? Con quella del prezzo ? Con quella del valore ? Con quella della qualità ? Quale sarà la misura che indicherà quali materie prime devono essere iscritte in questa procedura di controllo ?
  Poi vi è l'altro aspetto che pure abbiamo provato a sollecitare in chiave di riflessione con emendamenti: il sistema volontario. Benissimo il sistema volontario, che evidentemente deve consentire a chi si inerpica su questa strada anche il vantaggio, un vantaggio valoriale, un vantaggio etico, un vantaggio che indichi cioè che quella impresa vuole fare sul serio, sta dalla parte del Paese, sta dalla parte del Paese migliore. Ma capisco che il sistema volontario non deve pregiudicare chi non aderisce, ma anche il contrario: nemmeno possiamo consentire che chi non aderisce non chiarisca in modo inequivoco al consumatore che si avvicina a quella etichetta che non aderisce al sistema di tracciabilità volontario. Per quale ragione non avete voluto che quelle imprese che non aderiscono a questo sistema non scrivano in etichetta, con caratteri ben leggibili, «questo prodotto non aderisce al sistema di tracciabilità» ?
  È evidente che questo è un pessimo segnale, ed è talmente un pessimo segnale che lascia intendere come questa azione di questi giorni su questa norma possa rischiare di essere di facciata, non di sostanza. Intanto, il testo, così come è venuto fuori, è un testo pallido, un testo frenato, diciamo così; una sorta di norma bandiera, che difficilmente troverà la piena applicazione. Ma è frenato da chi ? È frenato da un'Europa matrigna, resa ancor più matrigna dall'incapacità del Paese, del nostro Paese, di confrontarsi su questi temi.
  Vogliamo dire che è un testo prudente ? Preferiamo piuttosto indicare che è timido, che è remissivo, come il nostro Paese nelle trattative europee ?
  Devo dire che mi sarei aspettato di più, mi sarei aspettato un guizzo, uno spunto, un vero tentativo di tutelare il consumatore prima di altri e di aiutare le imprese, quelle che vogliono investire sulla tipicità, sulla specificità, sulla capacità di interpretare, attraverso un prodotto, un territorio, investire davvero nel made in, in quello vero: indicare in questo modo, con una norma, delle regole, ma indicare e provare anche a indicare un modello di sviluppo. Da che parte vogliamo lo sviluppo ? Vogliamo uno sviluppo che sia orientato in chiave tardo industriale o vogliamo, piuttosto, cogliere le opportunità che il nostro Paese offre per la straordinarietà della capacità e intelligenza dei nostri imprenditori e porli nella condizione di poter esercitare con successo la loro azione, potendo dire quel prodotto da dove viene, dove è stato lavorato, come è stato lavorato ?
  Viceversa, ci troviamo al cospetto di un provvedimento a scartamento ridotto, figlio del tatticismo, dimidiato nella sua vocazione universale, atteso, sì, ma assolutamente inefficace. Purtuttavia, voteremo a favore, con tutte le puntualizzazioni che abbiamo fatto, con tutte le remore, con tutte le critiche e tutte le perplessità, provando a rendervi più forti nel vostro rapporto con l'Europa, a rendere più forte il nostro Paese nel rapporto con l'Europa. Questo voto serve a dare più forza nell'azione e nell'esercizio di trattative in Europa, perché non prevalga un'Europa dove godono di privilegio le aranciate senza arancia, una tracciabilità ridotta e la prevalenza del gigantismo agricolo, a dispetto delle nostre tradizioni e delle peculiari specificità del nostro mondo agricolo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Mattia Fantinati. Ne ha facoltà.

  MATTIA FANTINATI. Grazie, Presidente. Ci fa piacere che, di tanto in tanto, si discuta una legge che non aiuta le Pag. 32banche, che non cerca di affossare la magistratura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che non imbavaglia la stampa oppure che non mette le mani in tasca ai cittadini, ma su quest'ultimo punto ho seri dubbi.
  Ma andiamo con ordine: oggi si parla di una legge per combattere la contraffazione. La crisi persistente di questi anni ha colpito profondamente le nostre imprese: contrariamente a quanto va sbandierando il Governo, non intravediamo nessuna luce in fondo al tunnel. Invito tanti miei colleghi a chiedere agli imprenditori, a parlare con le imprese, se effettivamente sentono che questa crisi sia finita.
  Di pari passo, in questo periodo è aumentato il fenomeno della contraffazione e, soprattutto, della concorrenza sleale, e i Paesi come l'Italia, ad ampia vocazione manifatturiera, con prodotti di eccellenza e pregio, sono quelli maggiormente colpiti.
  Combattere la contraffazione significa difendere la tutela della salute pubblica, la salvaguardia del sistema imprenditoriale e la lotta alla criminalità organizzata. Spesso i prodotti contraffatti rilasciano sostanze tossiche, dannose per la salute: una piaga in costante aumento. Non esiste un bene in commercio che non venga contraffatto, dai prodotti tessili agli utensili e ai toner delle stampanti, dai giocattoli dei nostri bambini a farmaci e sigarette.
  Le imprese che lavorano nella legalità e trasparenza stentano a sopravvivere a causa di imprese che, invece, attivano produzioni illegali, che non pagano tasse e contributi e non rispettano alcuna regola o diritto elementare dei lavoratori.
  Anch'io ho sentito tanti colleghi intervenire e dire più o meno gli stessi dati: la contraffazione ci costa tra i 6 e gli 8 miliardi, 130 mila posti di lavoro e fa perdere alle casse dello Stato più di 5 miliardi di euro l'anno. Però, c’è un però: ho sentito tanti, tantissimi, quasi tutti i politici, riempirsi la bocca di made in Italy, che va difeso, che va valorizzato, lotta alle mafie, alla contraffazione, ma, alla prova dei fatti, cos’è stato fatto ? Anzi, voi del Governo, della maggioranza, cosa avete fatto ?
  Negli anni è stato depenalizzato il reato di fallace indicazione: le grandi multinazionali che hanno delocalizzato la maggior parte della produzione ringraziano. Nessuno mai aveva osato chiedere il conto di quei soldi delle nostre multinazionali che hanno delocalizzato all'estero, anche quando quei soldi erano pubblici. Insomma, le grandi multinazionali, specialmente quelle controllate dai politici – e ricordiamo anche dal nostro Ministro – non vanno disturbate.
  E veniamo ora a questa proposta di legge: dopo più di due anni di audizioni, incontri di Commissione, ci ritroviamo qui in Aula a discuterne una versione molto diversa da quella iniziale, che parlava di tracciabilità, contraffazione, made in Italy e quant'altro.
  Poi, tutta la parte relativa al made in Italy è stata stralciata, bocciata e riformulata, perché non aveva i requisiti richiesti dall'Unione europea, e quindi che cosa ne rimane ? Signori, rimane che le aziende che adottano sistemi di tracciabilità non replicabili possono ricevere sgravi fiscali. In pratica, il consumatore, con uno smartphone o un tablet, fotografando un QR code non replicabile, può avere maggiori informazioni sulla provenienza della merce.
  Mi chiedo come si possa essere contrari ad una cosa del genere, ci mancherebbe, anche se devo dire che, se la prima versione – lo dico proprio da opposizione – aveva una forma, una certa visione, illuminava un certo percorso, questa ha più che altro una caratura da emendamento, svuotata proprio del proprio valore dall'Unione europea.
  Però, cari colleghi del PD, è troppo tardi per piangere o alzare le mani, perché proprio voi avete avuto le occasioni per migliorare le cose, ma le avete prontamente sprecate. Se c'era una cosa, una cosa, che dovevate fare durante il nostro semestre di Presidenza europeo, era quella di adottare un regolamento che rendesse obbligatorie le etichette del made in per i Pag. 33prodotti venduti nel mercato comunitario; poi, anche intensificare la lotta alla contraffazione e difendere le produzioni di qualità dalla liberalizzazione senza criterio dei domini web. Questi sono i principali dossier aperti sul tavolo dell'Unione europea che riguardano il made in Italy e che dovevano essere presi in esame durante il semestre europeo a guida italiana, insieme ad altre questioni riguardanti l'agroalimentare, quali la riforma delle regole dell'agricoltura biologica.
  Queste sono state le vostre promesse, tutte disattese: soltanto parole e nessun fatto. E, anzi, proprio con il vostro avvallo, con l'avvallo degli eurodeputati del PD, l'Europa ha appena permesso l'importazione senza dazi di 35 mila tonnellate di olio, mettendo in ginocchio i nostri produttori di olio d'oliva. Ma il problema vero non è tanto il crollo delle quotazioni del prodotto nazionale, quanto il fatto che l'olio tunisino, una volta giunto nei porti europei, assume passaporto tricolore o comunitario e viene commercializzato come tale, ovvero come made in Italy, a prezzi assolutamente improponibili per il nostro vero made in.
  A questo punto non si può più parlare di frodi di commercio, ma, peggio, di frodi alla salute. In definitiva è grave non mettere in condizione il consumatore di conoscere la differenza tra l'acquisto di un prodotto made in Italy e uno col passaporto extraeuropeo.
  Tuttavia, oltre alla questione dell'olio, c’è un altro punto sul quale occorrono chiarimenti urgenti: pare che l'eurogoverno voglia smontare il sistema DOC e DOCG, denominazioni che proteggono i nostri vini dalle imitazioni in giro per il mondo, e questa legge, questa prima legge che noi portiamo in Aula, che stiamo discutendo, potrà fermare questo furto alla nostra economia ? Diciamo la verità: no, purtroppo, no e lo dico con rammarico proprio per il tempo e le risorse che abbiamo perso.
  Questa legge propone sgravi fiscali per chi adotta sistemi di tracciabilità per informare il consumatore, ma non spiega come, non spiega le modalità di creazione e di gestione del QR code, non spiega come saranno strutturati i database, se integrati tra loro, oppure se saranno elenchi inutili, rimanda quasi tutto ai decreti attuativi dei ministeri di riferimento, che dovranno, entro centottanta giorni o dodici mesi definire le modalità gestionali operative. Lascia, insomma, all'imprenditore maglie larghissime di azione e, quindi, troppe forme di codifica, troppe banche dati, in altre parole, nessun regolamento, nessuna standardizzazione, troppe informazioni diverse, insomma, nessuna informazione. E il tutto ci costa 20 milioni di euro.
  Per noi il consumatore ha diritto di essere informato in modo esaustivo, lo Stato ha il dovere di farlo; io devo sapere se sto indossando una camicia fatta interamente in Italia, oppure una che ha avuto soltanto l'ultima lavorazione in Italia; devo sapere se la passata di pomodoro è fatta con i pomodori italiani, oppure se è il concentrato cinese che poi viene diluito qui in Italia.
  Lo Stato dovrebbe fornire un sistema gratuito che permetta ai consumatori di sapere, tramite il proprio cellulare, se il prodotto è originale o no e questo database dovrebbe essere integrato a livello nazionale, a livello europeo. È un sistema da costruire, è un sistema che è il futuro ? No, assolutamente no, c’è già, si chiama GLIFITALY, è il sistema implementato già dall'Agenzia delle dogane, funzionante, garantito dallo Stato – lo Stato per le imprese – e, soprattutto, gratuito. Insomma, i cittadini hanno già speso soldi per questa tecnologia, perché spenderne ancora ? Ci abbiamo messo quasi due anni per deliberare su questo provvedimento, che, di fatto, non porta nessuna novità strutturale sulla lotta alla contraffazione; potevamo scrivere un emendamento e noi del MoVimento 5 Stelle lo avremmo pure appoggiato.
  Cosa possiamo dire ? Che è un timido e sbiadito strumento per combattere la contraffazione, è un po’ una scoperta dell'acqua calda; alla fine, se l'analizziamo bene, rimane soltanto la volontà di aver Pag. 34affrontato un tema senza risolverlo davvero: diciamo, di aver fatto un po’ uno spot.
  Il Governo Letta è stato il Governo del fare poco, questo è quello del non fare nulla, ma di fare tanti spot. Si parla dei problemi, ma non li si risolve (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Tanto più che, quando vi abbiamo chiesto di trattare seriamente la tracciabilità, come ha fatto la Francia, voi non siete riusciti ad andare oltre un ordine del giorno. Ci vuole coraggio, signori, per fare le cose che servono ai cittadini, anche quando si rischia di diventare impopolari. Tema interessante quello di questa proposta di legge, ma le soluzioni ? Non pervenute e per questo ci asterremo.
  La contraffazione è un tema serio, va combattuta con tutte le armi possibili e in tutte le sedi e non in punta di fioretto, come state facendo voi. Altrimenti, date ragione a chi pensa che quando avete l'occasione di cambiare le cose, alla fine vendete fuffa a caro prezzo: 20 milioni di euro e proponete un sistema che è la brutta copia di uno che esiste già (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Gianluca Benamati. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA BENAMATI. Grazie, Presidente. Come abbiamo detto e ho sentito in molti interventi, la legge che stiamo approvando ha lo scopo chiaro e univoco di fornire, in maniera virtuosa, la tracciabilità dei prodotti, fornendo con questa – lo dico con chiarezza – anche informazioni sulla loro autenticità. Questa legge, però, e vorrei soffermarmi su questo, ha alcune peculiarità sotto diversi punti di vista.
  Innanzitutto, l'impianto del provvedimento è un impianto mirato alla tutela del consumatore.
  Lo è ai sensi dell'articolo 169 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea che promuove il diritto dei consumatori all'informazione, per tutelarne gli interessi e per contribuire a proteggerne la salute, la sicurezza e l'interesse economico. Si tratta di una legge – e qui lo dico con chiarezza – che nasce dalla profonda convinzione che è solo nella conoscenza da parte dei consumatori, nella loro consapevolezza, nella loro capacità di scelta, che risiedono non solo le tutele per questi, ma anche una potente arma di difesa e promozione della qualità e del pregio dei prodotti italiani. Questo passaggio legislativo – non lo nascondo – nasce dopo una lunga battaglia anche a livello nazionale, ancora oggi in corso, e europeo per la modifica strutturale del made in e a fianco delle tante, tante azioni che il Governo sta mettendo in campo per promuovere e rafforzare, sempre in ambito comunitario, marchi e consorzi per i prodotti italiani. Proprio in questa battaglia la norma che trattiamo può costituire un'arma in più, per consentire ai produttori nazionali di veicolare con efficacia, in modo chiaro, le caratteristiche dei loro prodotti. È uno strumento che si aggiunge e non sostituisce quelli esistenti in base a obblighi di legge e di marchio, ma di sicura efficacia come ci dicono – e qui dissento con alcuni colleghi che sono intervenuti – le associazioni di categoria e molti piccoli e medi imprenditori.
  La seconda caratteristica di questo testo che vorrei sottoporre all'Aula è che per prevenire possibili incompatibilità comunitarie in termini di distorsione della concorrenza queste procedure sono condotte su base volontaria, mediante l'applicazione ai prodotti di codici identificativi non replicabili. Codici che, appunto, consentono al consumatore di conoscere l'effettiva origine dei prodotti, di ricevere un'adeguata informazione sulla qualità e sulla provenienza dei componenti, delle materie prime, nonché sul processo di lavorazione delle merci e dei prodotti intermedi e finiti. Le aziende che intendono attivare questa procedura di tracciabilità volontaria, aderendo a questa forma informativa verso il consumatore, ai sensi dell'articolo 2 del provvedimento che abbiamo in esame, sono ammesse a godere dei contributi di cui al decreto-legge n. 69 del 2013, cosiddetto Nuova Sabattini. A fronte Pag. 35però di questa possibilità di informazione e di dichiarazioni al pubblico e della possibilità di sostegno economico per attrezzarsi a questa attività, le aziende che utilizzeranno questo metodo informativo verranno sottoposte, come previsto all'articolo 4, alle conseguenze dell'articolo 517 del codice penale. Lo dico perché è stato un argomento toccato, articolo che prevede la reclusione e fino a 20.000 euro di multa in caso di false e mendaci dichiarazioni, sempre che tali dichiarazioni non configurino un diverso e maggior reato. Una giusta severità, per chi sarà fraudolento in questo processo, che viene richiesta a tutela della pubblica fede e di chi opera in maniera corretta ed onesta.
  In ultimo, per quanto attiene alle peculiarità di questo articolato, un commento sulle procedure mediante le quali si è giunti a questo testo. È già stato detto, in discussione sulle linee generali ed alcuni interventi lo hanno ripreso, che questo testo è frutto di elaborazioni, audizioni e di un percorso di confronto con il Governo, un Governo attento e presente su questo tema e sui temi della compatibilità con la normativa comunitaria. Si tratta di un percorso che è stato lungo e meditato. A questo va aggiunto che, per la prima volta, un provvedimento di questa natura viene notificato alla Commissione in via anticipata, ovvero nella forma del testo licenziato dalla Commissione, in modo da consentire di accogliere eventuali rilievi, già in fase di dibattito parlamentare. Il sottosegretario, senatore Gentile, ha dato conto delle richieste di chiarimenti già pervenute dalla Commissione in fase di discussione sulle linee generali. Da quanto esposto, tali chiarimenti ci appaiono non particolarmente complessi o delicati e, comunque, ci sembrano tali da non pregiudicare l'impianto di questa legge. Onorevole Presidente, è già stato detto, il nostro Paese proviene da una situazione anomala in questo tema, in cui molti provvedimenti riguardanti la tutela dei prodotti italiani – è stata citata la legge Reguzzoni-Versace della scorsa legislatura – sono stati approvati e presentati al grande pubblico anche con grande enfasi, ma da quanto mi consta non notificati alla Commissione, perché in palese contrasto con le normative comunitarie.
  Da questo punto di vista questo testo odierno ci pare un sostanziale passo avanti di serietà e di coerenza. Ma non è solo questo l'unico passo in avanti di questa legge, che contiene in sé i principi di un circuito virtuoso per i cittadini, per la nostra impresa e per la stessa legalità. Infatti sarà proprio attraverso la tutela dei consumatori che, messi in condizione di essere edotti, potranno prediligere la qualità dei prodotti, da sempre sinonimo del vero made in Italy, che ne deriverà un'indiretta ed efficace promozione dei prodotti italiani, mentre verrà al contempo sferrato un duro colpo alla contraffazione, alla frode, alla criminalità. Perché dico efficace promozione dei prodotti italiani ? Come tutti sappiamo, i prodotti italiani – e non torno sull'agroalimentare, pensiamo ad esempio al tessile – debbono confrontarsi quotidianamente sul mercato interno con prodotti importati o semilavorati in Italia, spesso di costo assai inferiore. Questo in genere avviene senza un'adeguata comparazione informativa sulle materie prime, le lavorazioni, le finiture, che giustifichino questa differenza di costi. Da questo punto di vista, la corretta informazione sulla qualità è invece un essenziale strumento di mercato. Solo se informato, il consumatore può operare valutazioni obiettive e una scelta consapevole e solo così chi opera nella qualità potrà vedere tutelato il valore del proprio lavoro. Perché dico lotta alla criminalità ? Perché i prodotti italiani si trovano di continuo a confrontarsi direttamente con pezzi falsi, imitati o totalmente contraffatti. Sappiamo tutti bene, è già stato detto, quanto il falso made in Italy sia una pratica considerevolmente lesiva per il nostro sistema produttivo. Da questo punto di vista, la tracciabilità anche volontaria è un importante strumento di contrasto a questo fenomeno. Per questo riteniamo che questa legge si muova nella giusta direzione, non solo nel solco della tracciabilità ma anche perché punta all'informazione attraverso mezzi tecnologici, come i codici per l'identificazione Pag. 36veloci, non replicabili, di facile accessibilità ed uso diretto da parte dei consumatori, che permettono in maniera semplice, immediata e diffusa il reperimento e la valutazione di tutte le informazioni sui prodotti nel momento in cui queste informazioni servono veramente, nel momento della scelta e dell'acquisto. D'altra parte appare superfluo sottolineare come l'immediata accessibilità di questo tipo di informazioni si possa rivelare assai importante non solo nella tutela dell'interesse economico del consumatore ma anche sotto il profilo della salute e della sicurezza. In parallelo, le aziende, proprio a cominciare dalle micro e piccole imprese...

  PRESIDENTE. Colleghi, il tono della voce, per favore, facciamo concludere il collega.

  GIANLUCA BENAMATI. Grazie, Presidente. Hanno tutto l'interesse a salvaguardare i loro prodotti con un sistema che permette di identificare in modo univoco il singolo prodotto, quasi fosse una sorta di impronta digitale che ne consentirebbe di verificare in tempo reale l'autenticità e la tracciabilità. Onorevole Presidente, molto è stato fatto in questi anni di legislatura sul tema di difesa del «made in» e molto resta ovviamente ancora da fare; in attesa di norme europee obbligatorie sulla tracciabilità per cui il Governo si sta impegnando, se il testo che noi oggi andremo ad approvare diverrà legge in tempi brevi, possiamo onestamente affermare che anche la difesa della qualità italiana e la lotta alla contraffazione, al pari della tutela dei consumatori, ne trarranno un innegabile vantaggio. Anche per queste ragioni, il gruppo del Partito Democratico ha sempre sostenuto e si è prodigato per la definizione di questo progetto di legge. In conclusione, concludo, onorevole Presidente, noi auspichiamo per questo testo un veloce iter parlamentare, avendo oggi tutti assieme adottato un assunto semplice ma preciso, e cioè che un passo avanti nell'informazione e nella consapevolezza dei consumatori è un passo avanti nella tutela della qualità e del lavoro italiano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  ROBERTO CAPELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO CAPELLI. Signor Presidente, non ho potuto prima rispondere alla chiamata per dichiarazione di voto, perché impegnato in Commissione uranio impoverito e i lavori si sono protratti, per cui chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto, in nome e per conto del gruppo Democrazia Solidale – Centro Democratico (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  CATERINA BINI, Relatrice. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CATERINA BINI, Relatrice. Signor Presidente, soltanto un brevissimo ringraziamento a tutta la Commissione, a tutti i colleghi di tutti i gruppi parlamentari che hanno svolto un lavoro importante, in collaborazione e soprattutto in modo molto costruttivo, anche a volte nella differenza delle opinioni; agli uffici della Commissione, che si sono prodigati in un lavoro importante per il lungo tempo che ha visto l'esame di questo progetto di legge in Commissione, sia durante le audizioni che poi appunto nel rapporto con gli uffici del Governo; in ultimo, ma non per ultimo, al Governo e nella fattispecie prima la sottosegretaria Vicari, che ci ha seguiti per una parte del percorso, e poi appunto al sottosegretario Gentile, che ci ha seguiti assiduamente e si è reso anche partecipe dandoci mano per risolvere alcuni punti importanti. Grazie a tutti e auspichiamo una rapida approvazione della proposta di legge.

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Pag. 37

(Coordinamento formale – A.C. 1454-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1454-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale. Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1454-2522-2868-3320-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Ambrosio, Fusilli, D'Incecco, Tripiedi, Marzana, Lo Monte, Melilli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   «Disposizioni per l'introduzione di un sistema di tracciabilità dei prodotti finalizzato alla tutela del consumatore» (1454-2522-2868-3320-A):

   Presenti  449   
   Votanti  371   
   Astenuti   78   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato  371.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Seguito della discussione della Relazione della XIV Commissione sulla Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2016, sul Programma di lavoro della Commissione per il 2016 e sul Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (Doc. LXXXVII-bis, n. 4-A) (ore 17,15).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della relazione della XIV Commissione sulla Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2016, sul programma di lavoro della Commissione per il 2016 e sul programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (Doc. LXXXVII-bis, n. 4-A).
  Ricordo che nella seduta del 21 marzo si è conclusa la discussione e sono state presentate le risoluzioni Berlinghieri, Alli, Capua, Sberna e Locatelli n. 6-00223, Battelli ed altri n. 6-00224, Kronbichler ed altri n. 6-00225, Fedriga ed altri n. 6-00226, Occhiuto e Elvira Savino n. 6-00227.

(Replica e parere del Governo – Doc. LXXXVII-bis, n. 4-A)

  PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo a esprimere i pareri su tali risoluzioni. Prego, sottosegretario.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, mi ero riservato di intervenire in replica in questa fase e credo che prenderò qualche minuto anche per replicare appunto ai vari relatori e ai colleghi parlamentari. Anzitutto vorrei ringraziare l'ottimo lavoro svolto dalla relatrice Berlinghieri e da tutti i colleghi della XIV Commissione: credo che abbiate identificato i punti chiave di questa fase politica dell'Unione europea e i punti chiave delle priorità del Governo italiano rispetto alle sfide che dobbiamo affrontare. È evidente che siamo in un periodo assolutamente straordinario e dobbiamo affrontare in parallelo sfide e crisi rispetto alle quali l'Unione europea si è fatta cogliere o impreparata o incompleta. È proprio il dato dell'impreparazione e dell'incompletezza il dato politico che noi dobbiamo e vogliamo affrontare e che stiamo affrontando, non solo nella relazione programmatica ma anche soprattutto nei negoziati che sono in corso a livello europeo. L'incompletezza e l'impreparazione Pag. 38proprio nei settori che voi, nei vostri vari interventi, avete individuato.
  Innanzitutto la questione della lotta al terrorismo è cronaca, purtroppo, ma è evidente che occorre accelerare. Hanno insistito su questo i nostri Ministri della giustizia e dell'interno, qualche giorno fa, al vertice straordinario di Bruxelles. Occorre assolutamente accelerare – come noi già dicevamo nella relazione programmatica – l'attuazione delle decisioni già prese per quanto riguarda le varie misure di lotta contro il terrorismo. Stiamo negoziando una nuova direttiva sull'antiterrorismo; stiamo negoziando una nuova direttiva sul controllo delle armi da fuoco; abbiamo deciso di scambiare informazioni tra servizi di polizia e di intelligence; tutto questo, però, adesso va attuato e in maniera rapida, così come va attuata in maniera rapida la direttiva sul registro dei passeggeri, che voi avete ricordato e che certamente è uno strumento molto importante. Incompleta – avete sottolineato anche questo – è l'Unione economica monetaria, e l'insistenza dell'Italia sul completamento dell'Unione bancaria è certamente uno dei punti chiave del negoziato attuale su cui ancora stiamo insistendo. È incompleta dal punto di vista degli strumenti per garantire i valori fondamentali su cui l'Unione europea si basa, ecco perché durante il semestre di presidenza abbiamo voluto lanciare questo nuovo processo di monitoraggio sul rispetto dello Stato di diritto. La presidenza di turno olandese ha ripreso questa priorità italiana e discuteremo di nuovo di come e se vengono veramente rispettati lo Stato di diritto e i diritti fondamentali all'interno dell'Unione europea, anche viste le preoccupazioni che vengono dai comportamenti dei Governi di alcuni Stati membri. Di questo discuteremo proprio in maggio, sotto la presidenza olandese. Sono delle grandi questioni aperte su cui bisogna sia accelerare l'attuazione di quello che abbiamo deciso sia completare, decidendo, quello che manca, per permettere all'Unione Europea di essere in condizione di rispondere a queste sfide. Quindi, diciamo che c’è un'Europa da completare, ed è questa la prima priorità del Governo italiano su cui anche voi ci avete incoraggiato ad andare avanti.
  C’è un'Europa da riformare nel regolamento di Dublino e finalmente, tra qualche giorno, si aprirà un negoziato che il Governo italiano ha voluto sin dall'inizio del mandato del Governo presieduto da Matteo Renzi. Noi, sin dall'inizio, abbiamo insistito sull'assoluta necessità di riformare il regolamento di Dublino; abbiamo dato seguito anche a mozioni e risoluzioni parlamentari di tutti i gruppi, di maggioranza e di opposizione; stiamo lavorando su questo e finalmente abbiamo convinto la Commissione europea a presentare una proposta di revisione del regolamento di Dublino, in parallelo a un'altra proposta che sempre è stata invocata in quest'Aula, cioè la necessità di avere nuovi strumenti di controllo delle frontiere esterne. Il corpo di polizia europea delle frontiere esterne, che voi ricorderete essere una delle priorità che il Presidente Renzi aveva presentato in quest'Aula all'inizio del semestre italiano di presidenza, oggi è finalmente oggetto di una proposta della Commissione europea e c’è l'impegno politico della presidenza olandese di trovare un accordo sul corpo di polizia europea delle frontiere esterne entro la fine di giugno; noi stiamo lavorando perché questo accordo venga rispettato. È evidente che le due cose per noi vanno in parallelo: da una parte dobbiamo rivedere il regolamento di Dublino, superare le rigidità, l'obsolescenza del principio dello Stato di primo approdo, lavorare su una vera politica di condivisione degli oneri all'interno dell'Unione europea, in parallelo dobbiamo però rafforzare i controlli alle frontiere là dove fa la differenza. Certamente le frontiere esterne hanno bisogno di un corpo di polizia tendenzialmente federale, nell'auspicio del Governo italiano, ma comunque di un corpo di polizia europea integrato per gestire le frontiere esterne.
  Avete invocato più Europa sociale e noi stiamo lavorando, in particolare in stretto contatto con la Commissione europea e con il Governo svedese, per presentare nuove proposte in materia di politica sociale. Pag. 39Certamente bisogna superare le rigidità della direttiva sulla circolazione dei lavoratori distaccati in base a un principio molto semplice: a lavoro uguale, salario uguale, perché non possiamo accettare che ci sia ancora dumping sociale e una corsa al ribasso degli standard sociali quando vogliamo che gli standard sociali comuni europei vengano elevati. Da questo punto di vista, abbiamo l'impegno della Commissione europea a presentare un pacchetto di proposte in materia sociale, tra cui, in particolare, la revisione della direttiva dei lavoratori distaccati e nuovi strumenti di lotta contro la disoccupazione a livello europeo. Anche questo è qualcosa che vari gruppi hanno sollevato. Voi conoscete la proposta del Governo italiano presentata durante il semestre di presidenza e ripresentata con un documento di recente sulla politica economica, in cui proponiamo di stabilire a livello europeo un sussidio europeo comune di lotta contro la disoccupazione.
  È un'assicurazione europea di lotta contro la disoccupazione che dovrebbe essere complementare ai sistemi di protezione sociale già esistenti a livello nazionale. Queste sono alcune delle priorità che avete sollevato, che sono priorità del Governo italiano e che fanno parte di quella che io chiamo l'Unione o l'Europa da riformare. Poi c’è un'Europa da sfruttare di più, ed è l'Europa che offre opportunità. Il dato recente per cui l'Italia oggi è il Paese che usa di più le opportunità del Piano Juncker, che usa di più le opportunità del Fondo europeo di investimenti strategici (perché ricordo che praticamente partecipiamo al 35 per cento dei progetti oggi finanziati dal Piano Juncker e già ci sono 1 miliardo 700 milioni di euro che sono stati impegnati in Italia, con un effetto leva che dovrebbe arrivare a investimenti pari a 12 miliardi, che sono arrivati in Italia grazie al Piano Juncker) fa parte della nostra strategia di sfruttare di più le opportunità che esistono. Noi riteniamo che il Piano Juncker sia solo una risposta, che occorra fare molto di più per sviluppare una vera politica di investimenti a livello europeo, però ora abbiamo il Piano Juncker e lo vogliamo sfruttare al massimo, anche per sfatare – e lo stiamo facendo – un pregiudizio che negli ultimi anni in Europa ha sempre accompagnato l'Italia, per cui l'Italia era il Paese che chiedeva sempre di più nuovi sussidi, nuove politiche, nuovi fondi e nuovi strumenti salvo poi non utilizzarli nel momento in cui queste politiche, questi sussidi e questi strumenti esistono.
  Ecco, la nostra risposta è essere il primo Paese nell'utilizzo del Piano Juncker, che dà anche più credibilità nel momento in cui chiediamo di rafforzare la politica degli investimenti. Questo è un punto che avete sollevato e che credo sia molto importante ricordare. È la stessa strategia che ci spinge anche nel 2016 a proseguire il lavoro di riduzione delle infrazioni europee. Abbiamo in poco più di due anni ridotto del 30 per cento le infrazioni comunitarie: credo che sia un dato di cui dobbiamo andare tutti orgogliosi, perché non sarebbe stato possibile se non fosse stato nella cooperazione tra il Parlamento e il Governo. Vogliamo proseguire, perché anche quello è un dato di credibilità dell'Italia, è un dato anche di miglioramento della normativa interna, così come dobbiamo lavorare ancora di più per proseguire la riduzione delle frodi al bilancio europeo. Nel 2015 abbiamo ridotto del 20 per cento le frodi nell'utilizzo dei fondi europei. È un dato importante, è un altro dato che ci dà credibilità, è un dato su cui dobbiamo proseguire. Infine, come hanno ricordato vari colleghi che sono intervenuti (Camani, Buttiglione e Battelli), vi è la necessità del rilancio dell'Unione europea, dell'Europa da rilanciare e la necessità di nuovi programmi di informazione e di partecipazione della cittadinanza per quanto riguarda il rilancio dell'Europa in vista di Roma 2017. Noi stiamo lavorando – lo dico al collega Buttiglione – esattamente per un programma di informazione e comunicazione, che passerà attraverso le scuole, attraverso il servizio pubblico, attraverso la partecipazione della società civile organizzata, le associazioni, una serie di eventi che devono preparare Roma 2017, cioè i sessant'anni Pag. 40del Trattato di Roma. Quindi, anche da questo punto di vista, stiamo svolgendo la nostra missione istituzionale. Qualcuno di voi – mi sembra che fosse Buttiglione – diceva che la Presidenza del Consiglio non sta facendo qualcosa che è di competenza della Presidenza, cioè il programma di informazione sull'Europa. No, lo stiamo facendo, e lo vogliamo fare per preparare il percorso di Roma 2017. Da questo punto di vista, proprio alla Camera, l'11 aprile, saranno i rappresentanti delle tre presidenze di turno (olandese, slovacca e maltese) con il Vicepresidente della Commissione e i lavori aperti dalla Presidente di questa Camera, proprio per lavorare sia sul rilancio sia sull'attività di informazione e sensibilizzazione in vista di Roma 2017.
  Stiamo lavorando – lo avete chiesto e vi confermo che lo stiamo facendo – sulla revisione del quadro finanziario pluriannuale. L'Italia, così come il Parlamento europeo, vorrebbe una revisione ambiziosa. In Consiglio sta prevalendo al momento un atteggiamento molto più cauto sulla revisione della struttura multi-annuale del bilancio comunitario, però certamente noi lavoriamo perché sicuramente di fronte a sfide come la sicurezza, l'immigrazione e l'innovazione riteniamo che sia già arrivato adesso il momento di avviare un dibattito su come rivedere la struttura multi-annuale del bilancio europeo.
  L'onorevole Battelli mi aveva fatto due domande, la prima relativa al TTIP, la seconda relativa al Piano Juncker, credo sia doveroso rispondergli. Sul TTIP ricordo di nuovo, anche in quest'Aula, come ho fatto in Commissione, collega Battelli, che uno dei maggiori risultati che la Presidenza italiana ha ottenuto è stato proprio quello di garantire maggiore trasparenza del processo negoziale, attraverso la desecretazione del mandato negoziale e la rendicontazione dei round negoziali e che a breve, lo dico a lei e lo dico all'onorevole Kronbichler, saranno aperte le sale di lettura nazionali per l'analisi dei testi negoziali consolidati, in Italia presso il Ministero degli affari esteri.
  Il collega Battelli – e poi concludo e passo ai pareri sulle risoluzioni – diceva anche che il Piano Junker non andrebbe utilizzato, perché solo le grandi corporation accedono al piano Junker in Italia. Io non so, onorevole Battelli, se lei ritiene che il Credito Emiliano o la Banca Popolare dell'Emilia Romagna o le acciaierie Arvedi siano delle grandi corporation, a me non risulta, se queste sono le grandi corporation che accedono al Piano Junker, allora viva le grandi corporation dell'Italia e viva anche, da questo punto di vista, il Fondo europeo degli investimenti strategici.
  Presidente questi sono alcuni dei punti emersi nella discussione generale, su cui credevo importante dare delle precisazioni e delle risposte da parte del Governo. Passo quindi ai pareri sulle risoluzioni.
  Sulla risoluzione Berlinghieri e altri n. 6-00223 il parere è favorevole. Sulla risoluzione Battelli e altri n. 6-00224 il parere è contrario sulle premesse, mentre è favorevole agli impegni se riformulati. Sostituire pertanto nel primo impegno «ridiscutendo» con «promuovendo una riflessione sui» e dopo «come richiesto» con «come richiesto ormai da molti Stati membri», eliminare poi da «in primo luogo» fino a «sostituire» e aggiungere «a valutare la possibilità di affiancare i target numerici». Sempre nello stesso impegno dopo «nell'analisi dei fattori ambientali e sociali» eliminare le tre righe successive e continuare con «attuare politiche macroeconomiche necessarie». Parere contrario all'impegno successivo. Sostituire il penultimo impegno di questa pagina con «promuovere l'adozione, da parte dell'Unione europea, di politiche di contrasto alla povertà e all'esclusione sociale», eliminare nell'impegno successivo, quello che inizia con «impegnarsi affinché l'UE», la parola «sterile». Parere contrario all'impegno successivo. Sostituire «ridefinire e ridiscutere» con «promuovere una riflessione sul quadro europeo relativo alle regole bancarie di credito», eliminare da «rivedendo» fino a «PMI», e si manterrebbe il resto. Nell'impegno successivo, quello relativo alle misure di sostegno agli investimenti, eliminare le parole dopo «al Pag. 41contempo ci si assicuri che» e continuare invece con «i finanziamenti del Fondo non siano indirizzati unicamente a grandi aziende e grandi opere». Eliminare anche «peraltro di dubbio valore aggiunto» e «alto impatto ambientale».

  PRESIDENTE. A quale impegno siamo, sottosegretario ? Giusto per procedere con ordine.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Mi riferivo ora al settimo impegno. Nell'ottavo impegno, quello che inizia con «contribuire al processo», dove a metà si trova «al contempo», anziché «rendere più tempestiva, efficace ed incisiva» inserire «al contempo promuovere la partecipazione del Parlamento alla definizione delle politiche europee» e si finirebbe dopo «Unione europea», quindi eliminando le ultime tre righe. Sull'impegno relativo agli hotspot, togliere «subordinare l'attivazione» e inserire «collegare l'attivazione, la gestione e l'esistenza dei centri». In quello successivo, relativo agli accordi di Schengen, sostituire le parole «ricatti reciproci» con «pressioni».
  Il parere è contrario all'impegno relativo alla Turchia, mentre nell'impegno relativo a promuovere la revisione del quadro normativo europeo in materia di diritti d'autore inserire le parole: «valutare la possibilità di rivedere». Stessa cosa negli impegni relativi agli Over the Top o OTT, inserire le parole «valutare la possibilità di promuovere una riforma del sistema dei media audiovisivi». Stessa cosa per l'ultimo impegno della pagina successiva, inserire «valutare il Partenariato transatlantico» e anziché «si pubblichino integralmente i testi del TTIP» inserire «assicurare adeguata trasparenza ed informazione sui negoziati del TTIP». Infine al terzultimo capoverso inserire «valutare la possibilità che la normativa comunitaria in materia di etichettatura si evolva verso». Se queste riformulazioni sono accettate il parere è favorevole.
  Per quanto riguarda la risoluzione n. 6-00225 Kronbichler ed altri, al primo impegno sostituire le parole: «disastrosa situazione» con la seguente: «crisi». Al secondo impegno sostituire le parole: «dica basta» con...

  PRESIDENTE. Se possibile, sulle premesse non abbiamo sentito il parere.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il parere è contrario sulle premesse, come nel caso della precedente risoluzione. Al terzo capoverso «proporre la possibilità di corridoi umanitari» invece di «promuovere l'apertura immediata». Al quinto impegno sostituire le prime due righe con le seguenti parole: «a proporre nuovamente di avviare l'iter per la predisposizione di una normativa dell'Unione». L'impegno relativo al «principio di un'accoglienza dignitosa» diventerebbe unicamente: «a promuovere il principio di un'accoglienza dignitosa», eliminando quello che segue.
  Il parere è contrario sull'impegno relativo alla Turchia, dove si dice «a proporre in sede di Consiglio europeo la profonda revisione dell'Accordo tra Unione europea e Turchia».
  Sul grande piano di investimenti, anziché: «a sostenere» inserire le parole: «a ribadire la necessità di promuovere», e nell'impegno successivo: «sottoponga in ambito europeo il problema dell'insularità» invece di: «ad affrontare».
  Nell'impegno relativo al fiscal compact ci fermeremmo alle parole: «a creare un fronte comune con i Governi europei disponibili per porre con forza il tema della revisione dei Trattati Europei», eliminando le due righe successive. Nell'impegno successivo non le parole «a rifiutare il Piano Schauble» ma «a rifiutare qualsiasi piano di una stretta sui titoli di Stato». Nell'impegno successivo, sul ministro unico del tesoro, aggiungere dopo «avanzata» le parole «in assenza di un vero bilancio della zona euro».
  Nell'impegno relativo al Green New Deal aggiungere le parole «a sostenere le varie iniziative volte a proporre un». L'impegno successivo sarebbe riformulato in questo modo: «a sostenere l'attuazione di Pag. 42una dimensione sociale dell'Unione europea, inclusi strumenti comuni di garanzia contro la disoccupazione». Per il resto il parere sarebbe favorevole.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 17,38)

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sulla risoluzione n. 6-00226 Fedriga ed altri il parere è contrario. Sulla risoluzione n. 6-00227 Occhiuto ed Elvira Savino, il parere è contrario alle premesse, mentre è favorevole agli impegni se vengono accettate le riformulazioni del Governo.
  Alla lettera d) del primo impegno inserire le parole «da parte della guardia di frontiera turca» invece della «guardia costiera turca», ed eliminare le ultime quattro righe da «inclusione» fino a «2016». La lettera h) sarebbe riformulata in questo modo: «aumentare la ricezione da parte degli Stati membri di tutte le minoranze perseguitate, incluse le minoranze religiose come i cristiani e gli yazidi, e a creare zone sicure per difendere queste popolazioni». Alla lettera l) dopo «neutralizzare i mezzi degli scafisti, implementando» aggiungere le parole: «nel rispetto del diritto internazionale».
  Alla lettera m): «avviare non appena se ne presentino le condizioni la fase dell'operazione EUNAVFOR MED»; quindi aggiungere le parole «non appena se ne presentino le condizioni» anziché «nei tempi più brevi possibili».
  All'impegno 2, lettera a), anziché la parola «chiarire», aggiungere: «illustrare le misure di politica economica che intende mettere in atto coerentemente con le regole europee», eliminando le frasi successive.
  All'impegno 3, lettera a), anziché la parola «modificare» aggiungere: «promuovere una riflessione sulla direttiva sul bail-in» eliminando le frasi successive. Alla lettera e): «New deal europeo, che vada oltre il piano Juncker da trecento miliardi e ne incrementi le risorse, eventualmente utilizzando la garanzia della Banca europea di investimenti (Bei), in modo da far uscire l'Europa finalmente dalla crisi.», eliminando tutto quello che segue.
  All'ultimo impegno, lettera f): anziché le parole «sulla facoltà di emettere titoli di debito propri» sarebbe più chiaro sostituirle con «sulla facoltà di emettere eurobond».

(Dichiarazioni di voto – Doc. LXXXVII-bis, n. 4-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signora Presidente. Il gruppo socialista, dopo avere esaminato il Programma di lavoro della Commissione europea e la Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione, entrambi per il 2016, ed il Programma dei 18 mesi del Consiglio, voterà a favore della risoluzione a prima firma Berlinghieri, che abbiamo sottoscritto, poiché definisce una cornice strategica coerente per la politica europea del nostro Paese, articolata intorno a grandi obiettivi e linee di intervento prioritario. Mai come adesso c’è bisogno di Europa, di strategie comuni per far fronte ai temi critici del momento, prima fra tutti la lotta al terrorismo, che si persegue non sospendendo i diritti umani dei cittadini, come qualcuno ha fatto e qualcun altro suggerisce di fare, bensì attraverso una sempre maggiore condivisione delle informazioni fondata sulla cooperazione tra Stati, soprattutto a livello di intelligence, nella consapevolezza che siamo tutti sotto attacco e che in questi frangenti si risponde con unità e coesione e non con polemiche, e squallide speculazioni, alla ricerca di consensi, facendo leva sulla paura.
  Altro tema che riveste carattere di priorità e la gestione dei flussi migratori. Rifiutiamo categoricamente l'equivalenza Pag. 43fra rifugiati e terroristi che alcuni, anche fra noi, apertamente o subdolamente, sostengono, e ricordiamo che la maggior parte dei rifugiati sfugge proprio dal terrore e dalla violenza di Daesh. Noi socialisti restiamo dubbiosi o, per meglio dire, critici, nei confronti dell'accordo con la Turchia. In tema di rifugiati le regole sono chiare, abbiamo il dovere di accogliere, accordando protezione internazionale, a chi ne ha diritto. Possiamo discutere di come accogliere queste persone, e le regole di Dublino vanno cambiate, ma non se accoglierle. Negare protezione internazionale a chi ne ha visibilmente diritto è un'opzione morale inaccettabile, è una violazione del diritto internazionale. Non permettiamo che la crisi dei migranti faccia vacillare l'Unione europea e le faccia perdere la sua anima. La chiusura di Schengen da parte di alcuni Stati rappresenta un fallimento per tutti che, oltre ad avere pesanti ripercussioni negative sull'economia, mette in discussione quello che è l'atto fondante più tangibile dell'Unione stessa.
  Ultimo tema è l'economia. Voglio ricordare che l'Italia è il Paese che più ha usufruito del Piano Juncker con ventinove tra accordi di finanziamento e Progetti, per 1,7 miliardi di risorse che ne mobiliteranno molte di più. È un primo passo, ma non basta, troppo a lungo è durata la soggezione alle politiche di austerità che non solo non sono state efficaci, ma hanno peggiorato la situazione in molti Paesi. Facciamo un'inversione ad U, sostituiamole con politiche a favore della crescita, senza trascurare la disciplina di bilancio. Riconfermiamo il voto a favore della risoluzione n. 6-00223 a prima firma Berlinghieri.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mottola. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. Signora Presidente, colleghi, membri del Governo, tra meno di un anno, il 25 marzo 2017, ricorrerà il sessantesimo anniversario della firma del Trattato di Roma, il Trattato che istituì la Comunità economica europea, le fondamenta quindi su cui si regge quella che noi oggi conosciamo come Unione.
  Il Presidente Renzi, più volte nelle ultime settimane, ha espresso il proprio rammarico per la decisione che fu assunta con il Trattato di Maastricht di rinunciare al termine «comunità». È vero colleghi, oggi forse quella parola sarebbe utile perché, come dimostrano anche le reazioni degli odiosi, dei terribili attentati che stanno insanguinando il suolo del vecchio continente, i popoli europei sono ormai una comunità. I ragazzi di oggi si sentono europei, è nostro compito lasciare loro delle istituzioni continentali che sappiano rispondere alle sfide che il presente e il futuro ci pongono.
  L'Unione europea vive una fase estremamente difficile, il momento di maggiore difficoltà di questi ormai lunghi sessant'anni. Sfide e problemi di dimensioni globali non possono essere affrontati dei singoli Stati, ma richiedono necessariamente una risposta comune, una risposta che in nuce può essere trovata nelle proposte che la Commissione europea ha formulato in questi anni e che necessitano di avere finalmente attuazione.
  Il punto di partenza del programma di lavoro che la XIV Commissione ha deciso di darsi è costituito giustamente dalle dieci priorità politiche individuate dalla Commissione europea, e a queste si aggiungeranno azioni altrettanto importanti quali quelle relative all'immigrazione, allo sviluppo di un mercato unico digitale, alla sostenibilità energetica.
  Per le dieci priorità del Piano Juncker crediamo sia giusto soffermarsi sulle prima, un nuovo impulso all'occupazione, alla crescita e agli investimenti, e sulla seconda, un mercato unico digitale connesso: due priorità che per il nostro Paese sono assolutamente legate e propedeutiche l'un l'altra. Gli investimenti economici che il Piano Juncker dovrebbe portare in dote all'Italia saranno in gran parte destinati dal Governo all'Agenda digitale ed alle infrastrutture digitali e non. È una scelta che condividiamo e che può agire da Pag. 44moltiplicatore delle risorse a disposizione, a patto però che il Piano Juncker del Fondo europeo per investimenti strategici prenda veramente avvio ed un modo per farlo veramente decollare sarebbe quello di rivedere le forme di finanziamento, lo dicono anche molti osservatori.
  È giunto il momento di tornare a parlare di eurobond; quale momento migliore, se non questo, in cui i tassi di interesse si riversano verso il basso e il costo del denaro a livello internazionale è sempre inferiore ? L'Europa ha bisogno di investimenti comunitari che devono poter poggiare sulla solidità finanziaria dei bilanci di tutti i 28 Stati membri, perché in un mercato che è ormai, per fortuna, comune, l'investimento per le infrastrutture della Grecia e del sud Italia, per fare un esempio, è un investimento i cui benefici ricadono sull'intero continente. Al Governo chiediamo di rilanciare questa che è una storica proposta italiana, che purtroppo stenta a vedere la luce.
  Concludendo, Alleanza Liberalpopolare darà il proprio sostegno alla relazione della XIV Commissione, credendo che il programma di lavoro suggerito sia adeguato alle necessità che si prospettano e che anche il lavoro del Governo, con qualche correttivo ed un altro po’ di coraggio, vada nella direzione giusta.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. Ringrazio il sottosegretario Gozi per aver bocciato in blocco la nostra risoluzione, in modo tale che sia chiara la nostra posizione, rispetto a quella del Governo: non c’è possibilità di mediazione, come invece appare con tutte le altre minoranze. È un dato positivo per noi, perché abbiamo una visione strategica completamente e diametralmente opposta a quella del Governo.
  È chiaro che, entrando nello specifico dei contenuti, notiamo come il programma di lavoro della Commissione europea per il 2016 abbia individuato, anche per quest'anno, alla luce dei fatti incalzanti, quali la crisi greca, la pressione migratoria alle frontiere UE e gli attacchi terroristici e l'instabilità dei Paesi confinanti, dieci priorità sulle quali puntare. Ricordo, quindi, l'occupazione e la crescita economica, il Piano Juncker, la carenza di investimenti, la crisi dei rifugiati, i cambiamenti climatici, la pressione sulle risorse naturali, nonché la mancanza di fiducia sul ruolo dell'Europa nel nuovo ordine mondiale che sta emergendo. Nella dichiarazione di voto alla fiducia della scorsa settimana io ho individuato una delle carenze sostanziali dell'Europa, quella di non avere una propria politica, ma di aver puntato negli ultimi anni a un'unione economica, piuttosto che, appunto, ad un'unione politica.
  La strategia e la presenza nel mondo del nostro continente molte volte è più immediata attraverso una progettazione squisitamente economica, che vuole sostituirsi alla politica. Credo che, invece, debba essere esattamente il contrario: un'identità forte, permeata soprattutto da una cultura e da un posizionamento verso l'Occidente. È lì, e non verso l'Eurabia, che il nostro territorio e il nostro continente deve guardare. Ci sono dei programmi di diciotto mesi: si parla, ovviamente, di occupazione. Per quanto riguarda questi dati, la Commissione evidenzia che il tasso di disoccupazione italiano – è l'11,3 cento – rimarrà e non calerà, mentre calerà, invece, quello dei restanti partner europei.
  Noi individuiamo nell'introduzione del Jobs Act una soluzione che, però, non è stata definitiva, tale che ha creato sì delle nuove occupazioni, ma determinate non tanto dalla possibilità di poter licenziare dopo i tre anni, di poter eliminare, secondo le tutele crescenti, l'articolo 18, quanto dalle decontribuzioni che sono state affiancate a questa riforma del lavoro. Quindi, nel 2018 è molto importante tenere sotto controllo questa iniziativa legislativa, perché si trasformerà inevitabilmente in un licenziamento, probabilmente, di massa.
  Noi chiediamo di accelerare le misure di sburocratizzazione degli oneri amministrativi correlati all'attività imprenditoriale, Pag. 45al fine di ridurre gli inutili aggravi sul costo del lavoro, e, al contempo, di dare maggiore competitività alle imprese italiane, per renderle concorrenziali in ambito europeo e creare, così, opportunità vere di lavoro, non drogate da un sistema incentivato, che potrebbe rivelarsi veramente traumatico al termine di questo incentivo. Già il dato occupazionale di nuova occupazione o di trasformazione a tempo indeterminato nel primo trimestre di quest'anno è minore rispetto a quello dell'anno precedente, proprio perché le decontribuzioni sono state ridotte rispetto all'anno precedente.
  Riguardo al tema delle politiche migratorie, è chiaro che la Commissione europea evidenzia che questa è certamente una priorità, che definisce una realtà destinata a rimanere in cima all'agenda politica per molti anni. Questo significa che non è più emergenziale, ma sta diventando, è diventata, di fatto, una problematica strutturale, da risolvere, quindi, con politiche strutturali, non più emergenziali. Però, a nostro avviso, questo Governo è sempre attento squisitamente all'emergenza piuttosto che alla concretizzazione di soluzioni, come dicevo prima, strutturali.
  Mentre le istituzioni europee si interrogano, elaborano o propongono delle soluzioni, sulle nostre coste, quotidianamente, purtroppo, continuano gli sbarchi. A migliaia, ogni giorno, entrano illegalmente nel nostro territorio, non solo attraverso le rotte del Mediterraneo, ma anche attraverso quelle terrestri, che hanno come Paese di partenza proprio la Turchia, dove i trafficanti di esseri umani organizzano i viaggi verso i Paesi europei. Su questo tema, l'ultima iniziativa delle leadership europee, che è stata avallata da questo Governo, porta a trovare una soluzione nella Turchia, finanziandola di 6 miliardi proprio perché faccia lei da frontiera del continente europeo, quando proprio la Turchia ha come obiettivo principale la disintegrazione del sistema occidentale dell'Unione europea.
  Quindi, può essere considerato un ossimoro che la Turchia difenda i confini dell'Europa e troviamo veramente preoccupante non prevedere un blocco degli sbarchi a livello di Mediterraneo, della via del mare, proprio perché, bloccando la via balcanica, tutte queste persone, tutti questi clandestini, che noi riteniamo ingiustamente meritori di diritto di asilo, arriveranno, quindi, dalla rotta meridionale, dalle coste del Nord Africa, perché, ovviamente, trovano precluse la via di terra balcanica. Avere firmato questo tipo di iniziativa è veramente preoccupante per il nostro territorio, se non è stata predisposta una politica di contenimento di queste rotte.
  Noi vogliamo anche ricordare che bisogna dare attuazione all'articolo 10 del testo unico sull'immigrazione, il decreto legislativo n. 286 del 1998, in materia di respingimenti, e questo, soprattutto, alla luce degli ultimi dati in nostro possesso, che ci dicono che, se nel 2014, su cento richiedenti asilo, dieci erano veramente rifugiati, oggi sono solo il 5 per cento, quindi cinque su cento. Tale soluzione avrebbe, inoltre, un altro effetto positivo: farebbe diminuire il numero e il costo dei rimpatri.
  Tra i Paesi europei siamo quelli che rimpatriano di meno: nel 2015, in Italia, le espulsioni sono state 26.058, ma gli effettivi rimpatri solo 11.944, a fronte, per esempio, degli 86 mila della Francia e dei 65 mila della Gran Bretagna. Quindi, servono più respingimenti alla frontiera e rimpatri immediati, perché non si può snaturare il sistema di asilo per farlo diventare lo strumento che garantisce a chiunque di poter entrare impunemente e clandestinamente nel nostro Paese. Tenendo conto che il 5 per cento dei richiedenti asilo ottiene lo status di rifugiato e il 14 per cento ottiene lo status sussidiario, qui si dovrebbe fermare il sistema dei diritti internazionali legati all'assistenza umanitaria.
  Noi abbiamo un'ulteriore norma legislativa, fatta dal Governo Prodi dal 2006 al 2008, che prevede, quindi, un'ulteriore possibilità di richiesta sostanzialmente umanitaria. Quindi, viene allargato il numero di coloro che possono richiedere, sostanzialmente, un diritto di permanenza, Pag. 46quello della carta di soggiorno a tempo quasi indeterminato, che porta al 50 per cento, che voi dite, di titolari di diritto di asilo. Ma questo è un dato fuorviante: coloro che possono utilizzare il diritto di asilo sono il 5 per cento, 14 per cento la parte sussidiaria e il 26 per cento quella umanitaria, che è solo un diritto internazionale squisitamente nazionale, solo italiano. Vogliamo, quindi, che il Governo si impegni con maggiore forza a difendere i confini, a non utilizzare la propria Marina, la nostra Marina militare, per andare ad accogliere i richiedenti, ma ad andare a difendere in modo tale da avere respingimenti direttamente alla frontiera.
  È giusto, condividiamo la proposta dalla Commissione, che è quella di andare a realizzare dei campi profughi nelle zone di partenza, in modo tale da andare là a controllare direttamente se costoro hanno questo diritto, che è sacrosanto, di asilo, e quindi parliamo di questo 5 per cento più il 14 per cento, e quindi di invogliare solo i veri profughi a entrare nel territorio europeo, e quindi eliminare anche la partita legata al Trattato di Dublino, in modo tale che possano poi risiedere nei luoghi che ritengono più opportuni all'interno dell'intera comunità europea. Vi è tutta la partita del made in Italy, dell’italian sounding, vi è tutta la partita della reindustrializzazione. Sono, probabilmente, andato un po’ lungo, Presidente, ho un testo: se vuole, posso consegnarlo alla Presidenza...

  PRESIDENTE. Sì, grazie, perché il tempo è terminato, la ringrazio (La Presidenza lo consente sulla base dei consueti criteri).

  ROBERTO SIMONETTI. Ringrazio io lei, dicendo che voteremo a favore, ovviamente, della nostra proposta, della proposta del MoVimento 5 Stelle, se non verrà modificata rispetto alle richieste del Governo, della proposta dei colleghi di Forza Italia e voteremo contro tutte le altre.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Monchiero. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI MONCHIERO. Grazie, Presidente. L'appuntamento di oggi non è un appuntamento di routine, perché le problematiche connesse all'Unione europea sono all'attenzione del Parlamento e del Paese più di quanto non avvenisse in un recente passato. Più dettagliatamente, la XIV Commissione sulle politiche dell'Unione europea ha svolto l'esame congiunto del Programma di lavoro della Commissione per il 2016 e del Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea.
  Si tratta di un documento di grande rilievo, che rappresenta un'occasione unica per svolgere alcune considerazioni di carattere generale sulle strategie politiche dell'Unione europea e sulle priorità del nostro Paese. La rilevanza, per noi, degli atti esaminati dalla XIV Commissione è strettamente legata a una politica di più ampio respiro rispetto al passato, che, guardando ai maggiori partner europei, ci dia la possibilità di partecipare attivamente ai processi decisionali, oggi piuttosto complessi e farraginosi, e spesso gravati dalla difficoltà di ricondurre le singole decisioni entro un quadro più ampio e coerente di strategie e di indirizzi.
  L'Unione europea vive una fase difficile – è di tutta evidenza – da più parti percepita come il momento di maggiore difficoltà dall'avvio del processo di integrazione. Si tratta di sfide a problemi di dimensioni globali, alcune contingenti, altre destinate a rimanere a lungo con noi e alla nostra attenzione, la cui risoluzione esige una risposta comune da parte degli Stati aderenti all'Unione. È di chiara evidenza che ci si trova di fronte ad una fase decisiva per il futuro delle istituzioni europee stesse; da come l'Europa saprà affrontare i fenomeni immigratori, il pericolo terrorista, ma anche dall'esito delle questioni tipo la Brexit, cioè delle differenze di atteggiamento dei vari Paesi che, spesso, in nome di rinnovati egoismi nazionali dimenticano le ragioni fondanti dell'Europa, ecco, solo se riusciremo a risolvere questi problemi potremo decidere in positivo il futuro della costruzione europea.Pag. 47
  Il programma dei 18 mesi e delle tre presidenze olandese, slovacca e maltese presentato il 3 dicembre 2015 riprende la struttura dell'agenda strategica adottata dal Consiglio europeo del 27 giugno e si compone di cinque capitoli che vorrei qui rapidamente richiamare: occupazione, crescita e competitività, la spinta verso un'Unione che responsabilizza tutti i suoi cittadini e li protegge, verso un'Unione dell'energia, dotata di una politica lungimirante in materia di clima, libertà, sicurezza e giustizia e l'Unione come attore forte sulla scena mondiale. Si tratta di cinque macrotemi che rappresentano degli obiettivi molto complessi da raggiungere, sfide rilevanti, ma sulle quali è opportuno che si mantenga l'unità di intenti del nostro Paese e di tutti gli altri partner europei. È chiaro che l'obiettivo primario, condizione necessaria per tutte le altre politiche di sviluppo, è proprio quello del rilancio dell'economia, un'economia da tempo ferma in tutta l'Unione, con punte particolarmente negative nelle aree sud della zona europea, in particolare nel nostro Paese. Ora l'inversione di tendenza che si è registrata nel corso dell'anno 2015 ci fa ben sperare per il futuro, ma i segnali sono stati subito contraddetti da contingenze economiche e politiche di grande gravità che hanno messo in difficoltà il rilancio dell'economia. È, quindi, necessario rafforzare gli interventi di politica attiva a sostegno dell'occupazione e, soprattutto, di quella giovanile e dell'inserimento lavorativo di disoccupati di lunga durata che sono i soggetti con maggiore difficoltà di reinserimento. Sono di rilievo nell'ambito della Relazione programmatica le iniziative in materia di politiche sanitarie che vanno nella direzione di una particolare attenzione alla tutela della salute delle popolazioni migranti e della prevenzione delle malattie infettive, nonché in materia di sicurezza alimentare. Il nostro Paese vanta su questi temi un'antica tradizione di efficienza, sia per quanto riguarda la tutela della salute in senso stretto, sia per quanto riguarda la sicurezza alimentare, ma deve continuare ad essere leader in questo settore, anche perché è, davvero, portatore di un'esperienza non comune. Il programma fa altresì riferimento alla salute dei giovani e alla materia della sanità pubblica e la nostra Commissione, la XIV Commissione, Commissione competente, ha ritenuto di aggiungere anche una particolare attenzione al problema dei disabili che era stato leggermente trascurato nel documento europeo. Ora l'indicazione di obiettivi e di priorità che sono assolutamente condivisibili e sono anche condivisi nelle loro enunciazioni di principio purtroppo evidenziano le difficoltà della Commissione europea di proseguire con coerenza lungo le linee indicate. È diffusa, infatti, l'impressione che la Commissione europea abbia perso la sua capacità di azione di fronte alle resistenze e alle perplessità manifestate da alcuni Paesi membri. Abbiamo registrato, negli ultimi tempi, vicende veramente gravi sul tema dell'emigrazione. Abbiamo purtroppo assistito a iniziative unilaterali di numerosi Stati che hanno portato alla chiusura, a volte temporanea, a volte per periodi di tempo del tutto inaccettabili, delle frontiere interstatali all'interno dell'Unione europea, chiusure che rischiano di mettere in discussione l'accordo stesso di Schengen sulla libera circolazione, che è uno dei principi fondanti dell'Unione e su cui poggia l'intero progetto di unificazione europea.
  E poi pensiamo ai contrasti che stanno segnando il completamento del progetto dell'unione bancaria che implica, naturalmente, una parziale mutualizzazione dei rischi e a talune contraddittorie pronunce delle istituzioni europee relativamente ai progetti di collaborazione con i Paesi fornitori in materia strategica. Ora di fronte a questi problemi specifici, spesso i singoli Paesi si sono chiusi in politiche egoistiche e questo rimane il problema principale per l'unificazione dell'Europa e per il rilancio dell'idea dell'unificazione europea. Occorre svolgere, quindi, un'azione di forte sollecitazione, affinché la Commissione europea non rinunci al ruolo decisivo, che i trattati le conferiscono, di motore dell'iniziativa legislativa e non subisca la pressione verso un sistema intergovernativo Pag. 48che attualmente si sta imponendo e che, purtroppo, comporta un evidente squilibrio all'interno dell'Unione europea, fra il potere dei Paesi maggiori e a scapito, naturalmente, di quelli minori. Ora, queste differenze, se vengono esaltate, portano inevitabilmente in sé elementi di divisione, mentre è interesse di noi tutti lavorare per riscoprire le ragioni dell'unità. La risoluzione da noi sottoscritta chiede un impegno puntuale del Governo in tema di politiche ambientali e sul clima finalizzate affinché l'Unione sostenga, con adeguate misure, sistemi virtuosi di gestione del ciclo dei rifiuti, del consumo dell'energia e anche mediante l'introduzione di tassazione di scopo sulle emissioni di carbonio. In tema di mercato unico, che rimane l'obiettivo primo dell'Unione europea, lo era 70 anni fa e lo rimane ancora oggi, l'impegno richiesto è quello di dare effettiva attuazione alla strategia della rinascita industriale, attraverso l'adozione di misure concrete, con particolare riguardo al settore manifatturiero e alla realizzazione del piano d'azione per una siderurgia europea competitiva e sostenibile, anche rafforzando l'efficacia delle politiche a favore delle piccole e medie imprese. Indispensabile – e gli eventi di questi ultimi giorni ci costringono a tornare su questo tema – è che vengano adottate iniziative concrete in tema di politica di difesa e di sicurezza, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione dell'estremismo radicale violento, sia promuovendo la cooperazione operativa fra le autorità antiterrorismo dei vari Paesi, una collaborazione più concreta fa le forze di polizia, sia introducendo nuove forme, anche, di difesa comune e cominciando a ragionare su una politica estera comune.

  PRESIDENTE. Concluda.

  GIOVANNI MONCHIERO. Concludo, Presidente, con un richiamo ad una circostanza: ci stiamo avvicinando al sessantesimo anniversario della firma dei Trattati di Roma. Ecco noi chiediamo che venga adeguatamente valorizzato questo anniversario, non per una ritualità, ma perché ci pare un'occasione giusta per farne un momento, celebrativo, ovviamente, ma anche un momento di richiamo ai valori dell'Europa e per ricordare quanto fosse lungimirante il pensiero degli statisti dell'epoca che, poco tempo dopo una guerra disastrosa che aveva devastato il continente, misero le basi per la riunificazione reale dell'Europa. Ecco, per tutti questi motivi noi votiamo favorevolmente alla risoluzione sottoscritta dalle forze di maggioranza, auspicando una tempestiva attuazione degli impegni presi dal Governo che vanno nella direzione giusta del consolidamento del percorso del rilancio dell'integrazione politica europea (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rocco Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signora Presidente, onorevoli colleghi, prima di tutto un sentito ringraziamento al Governo che per la prima volta da tempo immemorabile ci consente di parlare di Unione europea in tempo reale, non proprio in tempo reale, se fossimo in un Paese normale diremmo che siamo in ritardo di un paio di mesi, ma ci siamo comportati meglio rispetto al paio di anni con cui normalmente noi affrontavamo i documenti di politica europea, con le situazioni tragicomiche, per cui raccomandavamo al Governo di fare cose che non si potevano più fare, perché i momenti cruciali per realizzarle erano già passati, quindi già erano state fatte o non potevano più essere fatte.
  Rispetto a questa tragicommedia alla quale eravamo tristemente abituati, ci siamo comportati come un Paese passabilmente moderno e in cui il potere del Parlamento di dare indirizzo al Governo e di dirgli cosa deve fare in Europa ha un qualche significato, acquisisce un certo significato. Ringrazio il sottosegretario Gozi, immagino che in buona parte sia dovuto ai suoi sforzi. Credo che sia dovuto anche agli sforzi della XIV Commissione, che ha continuato a premere perché si Pag. 49arrivasse a questo risultato. Questa mozione arriva in Aula a metà, diciamo, del semestre, che non è male, anche perché ovviamente non riguarda soltanto il semestre ma anche il semestre successivo e quello successivo ancora. Cominciamo a metterci in regola e questo mi pare un fatto straordinariamente positivo, che può aiutare a sottrarre il dibattito sull'Europa alla retorica e anche alla propaganda da cui in genere è avvolto. Visto che ho iniziato su questo tema, vorrei saltare subito alla fine della mozione di maggioranza. Signor Presidente, vorrei che lei guardasse intensamente il sottosegretario Gozi, per trasmettergli questo mio pensiero. Non basta che il Governo adesso sia disposto a spendere qualche soldo per spiegare cos’è l'Europa, magari giustamente, in raccordo con il Ministero della pubblica istruzione. Noi abbiamo davanti a noi una questione drammatica, è la questione della democrazia. Siamo sicuri che la democrazia esisterà ancora in Europa alla fine del secolo ventunesimo ? Io non sono sicuro, e sapete perché ? Perché giustamente il luogo della decisione è un luogo europeo; i tecnici, che sanno come funziona, stanno a Bruxelles, ma il luogo della democrazia, il luogo dove la gente controlla è negli Stati nazionali e il tabaccaio che ha la tabaccheria sotto casa mia con l'euroburocrate non si capisce, parlano due lingue diverse e il tabaccaio sotto casa mia vorrebbe capire in che modo lui ha un futuro nell'Europa, perché l'Europa è una politica. L'Europa è la scelta davanti alla globalizzazione di accettare la sfida contro tutti quelli che davanti alla globalizzazione si vogliono chiudere nel loro angolo e tentare di resistere inutilmente, l'Europa è la voglia di affrontare la sfida della globalizzazione collocandoci nei punti alti della globalizzazione. Quindi è giustamente il rifiuto di politiche protezionistiche, il rifiuto di politiche di difesa, la scelta di andare in campo aperto. Duc in altum, dicevano i romani, va in mare aperto. Questa scelta implica di entrare dentro una competizione globale, ma i nostri elettori, il popolo italiano non ha la percezione di questa sfida, non capisce cosa l'Europa sta facendo per difenderlo in questa sfida e allora noi abbiamo un'impossibilità di controllo democratico, perché non c’è un popolo europeo. Ci sono ancora i popoli nazionali e abbiamo bisogno di politiche europee, ma abbiamo solo popoli nazionali. E allora non è qualche soldo da spendere, facciamo di questo anniversario dei Trattati una grande occasione; prendiamo l'iniziativa europea, diciamolo alla Commissione europea, vediamo di trovare all'interno dell'equilibro dei trattati lo spazio per una giustificazione adeguata per una direttiva europea la quale ci obblighi a fare uso dell'unica leva che abbiamo in mano.
  Qual è la leva che abbiamo in mano noi politici per creare un'opinione pubblica europea ? Sono i contratti di servizio del servizio pubblico; dove c’è televisione in termini di servizio pubblico – e c’è in tutta l'Europa più o meno, con forme diverse – lì il potere politico ha in mano un elemento, ossia i contratti di servizio pubblico che dicano che la televisione italiana – ma chiediamo che lo dicano anche in Germania, chiediamo che lo dicano anche in Gran Bretagna, chiediamo che lo dicano anche negli altri Paesi – ha il compito di educare il cittadino europeo. Come la televisione italiana – ricordiamo il grande Ettore Bernabei – ha educato gli italiani, ha fatto loro acquisire coscienza nazionale, molto più la televisione che le campagne precedenti dello Stato fascista, allo stesso modo noi abbiamo bisogno di acquisire coscienza europea, capire come funzionano i meccanismi europei, in modo da non avere l'eterno vittimismo di chi sente di essere fregato – e magari neanche tanto ha torto, perché non è presente, non sa essere presente nei luoghi dove si decide –, ma in modo anche di mostrare la falsità patente di tanta propaganda antieuropea, che specula sulla paura ed è come...
  Vi ricordate il Manzoni ? Ecco, quelli che speculano sulle passioni e la paura del popolo, non indicando il cammino per dare risposte vere ai problemi. E veniamo brevemente a due problemi, almeno due problemi fondamentali, ma che non saranno Pag. 50risolti se non affronteremo di petto l'altro, partendo dal contratto di servizio in Italia per la televisione, partendo dal rinnovo delle concessioni, con un obiettivo: creare un demos europeo. Io ho avuto uno scontro durissimo tanti anni fa con Ralf Dahrendorf a Vienna su questo tema, lui diceva che il demos europeo non c’è, e io gli dicevo che si può fare; ma non si è fatto ancora fino ad ora, dobbiamo farlo. Un'osservazione sui temi delle politiche delle migrazioni: noi abbiamo bisogno di sapere chi arriva, del controllo delle frontiere e deve essere un controllo europeo, perché i controlli nazionali non funzionano, si passa al lato e si va avanti lo stesso. Abbiamo bisogno di una guardia costiera europea, abbiamo bisogno di un asilo comune europeo e che chi ha riconosciuto il diritto d'asilo si muova in tutta l'Europa, non venga confinato, come secondo Dublino, all'interno del Paese di prima accoglienza. Abbiamo bisogno di sistemi di identificazione europei, di regole europee per l'identificazione e anche per l'espulsione, regole facili, pratiche ed effettivamente eseguibili, su base europea, anche in modo da superare la resistenza sorda che una parte importante della magistratura italiana ha contro le procedure di espulsione. In Italia noi riusciamo ad espellere la metà di quelli che sono oggetto di procedura di espulsione, se avessimo una regola europea forse il numero degli espulsi aumenterebbe. Non che io voglia espellere i rifugiati, no, l'immigrazione clandestina che non ha titolo per stare nel Paese, perché o è chiara questa distinzione, il rifugiato ha diritto di venire e l'immigrato clandestino no, oppure noi perderemo il controllo del nostro popolo, che diventerà xenofobo, perché quando ci sono immissioni troppo massicce e troppo rapide, i popoli hanno paura e dalla paura nasce la violenza, dalla paura nasce la xenofobia, dalla paura nasce l'odio. Dobbiamo dare al popolo italiano la sensazione che noi abbiamo il controllo delle frontiere, che nessuno arriva senza che il popolo italiano lo voglia e dobbiamo chiedere al popolo italiano poi di essere generoso. Ma uno è generoso quando controlla la porta di casa, quando gli entrano dalla finestra degli estranei uno non se la sente di essere generoso e questa è la politica europea. Abbiamo bisogno di una Conferenza mediterranea con i Paesi rivieraschi per poter rimandare ai Paesi di provenienza – ultima, non necessariamente di origine – quelli che arrivano, ma questo chiede una politica di cooperazione per lo sviluppo, perché i Paesi rivieraschi del Mediterraneo questo possono anche farlo, se noi offriamo loro in cambio un sostegno vero allo sviluppo per la creazione di un'area di prosperità condivisa e allora magari tanta gente, invece di venire da noi, cercherà lavoro nei Paesi di origine. Una parola me la consenta, signor Presidente, sulla questione economica. L'ultima offerta di credito dalla Banca centrale europea non ha avuto gli esiti sperati, le banche non prendono perché le imprese non hanno progetti innovativi sui quali valga la pena di investire e questo perché i progetti innovativi nasceranno solo se ci sarà un massiccio programma di investimento pubblico, è l'investimento pubblico in questo momento che traina l'investimento privato, non politiche della spesa, come quelle che vorrebbe la sinistra, politiche di investimento per migliorare la competitività, che hanno anche l'effetto di sostenere i consumi ma soprattutto aumentano la competitività e quindi fanno rientrare poi i capitali investiti. È lo spirito del piano Junker, ma gli va data forza e non si perda per questo l'occasione che è data dalla revisione di mezzo termine del bilancio europeo. Abbiamo fatto un bilancio micragnoso, in una fase in cui non avevamo soldi e in una fase in cui tutti avevamo paura e in una fase in cui alcuni grandi problemi, tipo l'immigrazione, non erano emersi. Adesso sono emersi, chiedono risorse ma rivediamo questo bilancio europeo, per sostenere lo sviluppo e anche per far fronte ai problemi nuovi che si sono affacciati nel nostro orizzonte. Noi voteremo la mozione di maggioranza convintamente ma chiediamo al Governo di darsi da fare perché c’è ancora molto che attende di essere fatto.

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  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Kronbichler. Ne ha facoltà.

  FLORIAN KRONBICHLER. Signora Presidente, signor Viceministro, cari colleghi, per ragioni di tempo, ma non solo, per venirle incontro, ho deciso di dedicare questa mia dichiarazione di voto interamente alla questione del partenariato transatlantico per il commercio e l'investimento, meglio noto come con l'acronimo TTIP, così come addirittura gli americani lo pronunciano semplicemente e solo noi pensiamo sempre di dover scimmiottare una pronuncia all'inglese. Il tema mi sta a cuore tanto quanto il Governo mi pare «si sbatta» di esso, di sicuro non gli presta la debita attenzione. Ritengo la posizione del Governo Renzi in proposito sbagliata, preoccupante e offensiva nei confronti di chi la pensa diversamente e, in fin fine, nei confronti della verità. È velleitario ciò che si permette di sostenere nella relazione che ci ha fornito: si arroga di dire che l'intera Europa, l'intera Unione europea sarebbe a favore, anzi premerebbe a firmare questo Accordo il più presto possibile. So che chiudere il TTIP entro la fine di quest'anno è interesse dell'Amministrazione americana, perché il Presidente Obama, che alla fine dell'anno non sarà più Presidente, ce l'ha come punto cardine del suo programma e crede di dover coronare la torta della sua presidenza con la ciliegina di questo Accordo con l'Europa, in una politica europea non eccelsa. Chiudere il TTIP è apparentemente pure interesse del Governo italiano, come detto; di sicuro non lo è di importanti Paesi partner della Comunità europea, quali la Francia, la Germania, la Danimarca, l'Austria e anche dei Paesi Bassi, che al momento detengono la presidenza europea. In tutti questi Paesi, non solo si sono visti e si vedono tuttora grandi manifestazioni, piazze piene e firme illustri, ma pure i Parlamenti, se non proprio contrari, sono molto ma molto scettici e comunque decisi a chiedere più trasparenza e miglioramenti di contenuto.
  Chiedo pazienza al Viceministro Gozzi e gli chiedo anche scusa se mi ripeto e dico cose che già ho detto in sede di discussione sulle linee generali, ma le ripeto, perché la cosa mi preme e perché ci sono delle novità, anzi non ce ne sono: ce ne occupiamo troppo poco e vorrei un'Aula più piena e più attenta. Il nostro Governo commette un perfido falso mettendo in bocca al Premier olandese ciò che in verità è la posizione e il desiderio del nostro Presidente del Consiglio Matteo Renzi. È semplicemente velleitario ciò che il nostro Governo presenta in questa sua relazione come la posizione italiana di fronte al TTIP. Sta scritto, testuale: l'Accordo ha l'appoggio totale e incondizionato del Governo italiano, che sperava già di una sua conclusione entro la fine dell'anno passato. «Appoggio totale e incondizionato»: nessuno altro Governo europeo, eccetto forse qualche Governo di dubbia democraticità dell'Est Europa, si permette oggi di dar del TTIP un giudizio altrettanto spudorato. Purtroppo il Premier Renzi si rallegrerà del fatto che l'opinione pubblica italiana non dimostra oggi la sensibilità di come Paesi del centro e nord Europa accolgono lati problematici di Accordi quali TTIP e CETA; nessun rappresentante di Governo di quei Paesi si potrebbe permettere di parlare di appoggio totale e incondizionato, perché provocherebbe un sussulto della popolazione.
  L'espressione del Premier Renzi, oltre che presuntuosa è anche offensiva nei confronti di tanti gruppi e movimenti che, per quanto piccoli, si impegnano in senso contrario. Noi, ostentando questa posizione subalterna, acritica, succube dell'America, non facciamo affatto bella figura di alleato leale, ma diamo la figura della solita Italietta che con i grandi tratta sulle ginocchia. Infine, il nostro Governo mente sulla trasparenza e la responsabilità: oltre 3 milioni di cittadini europei hanno espresso, con la loro firma autenticata, la convinzione che sono contrari.
  Veniamo alla benedetta e bistrattata trasparenza. Il Governo, nella sua relazione programmatica, mette al primo punto – cito – l'intenzione della Commissione Pag. 52europea di consentire l'accesso ai documenti negoziali ai Parlamenti nazionali: avesse il Governo almeno il pudore di tacere su questo punto, su questa intenzione. Il gioco al nascondiglio intorno ai contenuti dell'accordo TTIP è semplicemente offensivo per uno Stato democratico. Il Presidente del Bundestag tedesco, Norbert Lammert, già l'anno scorso ha posto la condizione perché i parlamentari del suo Paese potessero almeno prendere visione degli atti, minacciando altrimenti che non avrebbe neanche portato al voto l'articolato. Due mesi fa, al Bundestag di Berlino, è stato installato un unico box di lettura, una specie di cabina elettorale chiamata sala di lettura, dove i membri del Bundestag, quindi i parlamentari, possono prendere visione dei testi. La procedura è una farsa unica: il parlamentare si deve presentare da solo, deve consegnare qualsiasi strumento di lavoro, sia manuale che digitale, non deve far coppie né prendere notizie e firma di proprio pugno di osservare il divieto di parlarne ad altri. I parlamentari e i media, all'unisono, parlano di farsa e, più che fugare i sospetti, questa trasparenza permessa contribuisce a confermare e a rafforzare tutte le riserve già esistenti. Un Accordo bilaterale che ha bisogno di tanta segretezza non può che suscitare sospetti e provocare opposizione. Nel nostro Paese non siamo ancora arrivati nemmeno a questo status di pseudo-informazione della Germania. La Commissaria europea al commercio, Cecilia Malmström, il dicembre scorso, in audizione alle Commissioni esteri e politiche europee di Camera e Senato, su mia precisa domanda ha promesso che una sala lettura sarebbe stata messa a disposizione pure per i parlamentari italiani. Il Governo – si sente dire – avrebbe l'intenzione – lei l'ha confermato oggi – di installare tale cabina al Ministero degli affari esteri: è da Natale che io e colleghi del MoVimento 5 Stelle stiamo ripetutamente chiamando la Farnesina se fosse finalmente possibile andare a vedere i documenti TTIP, ma niente, continua ad esserci negato, perché la sala non c’è.
  Il mio ultimo tentativo di ottenere informazioni in merito risale a questa mattina, anzi a mezzogiorno di oggi. Al nostro Ministero degli affari esteri non si è mosso niente, anzi, nel frattempo, non capiscono neanche più la domanda. Qui c’è una contraddizione fra quello che ho sentito da lei, signor Viceministro, e ciò che mi è stato dato dal Ministero. Dopo un lungo giro di telefonate mi è stato detto che la patata bollente sarebbe stata passata al Mise, al Ministero per lo sviluppo economico, e lì, in via Molise, davvero sarebbe prevista l'installazione di tale sala lettura. Sui tempi e sui modi non si sa ancora niente. Quindi, non c’è niente, non si sa niente e sarebbe in un altro posto, in un altro Ministero, rispetto a quello che ha detto lei, signor Viceministro. Ecco, questo è lo stato delle cose.
  Se questo Parlamento ha un resto di orgoglio e di autostima non si accodi all'appoggio totale e incondizionato del Governo a questo TTIP. Faccio appello a quest'Aula e a ogni singolo parlamentare: non facciamoci rifilare questo TTIP a scatola chiusa ! I cittadini e noi parlamentari in loro rappresentanza, abbiamo il diritto di sapere. Non lasciamoci umiliare.
  Signor viceministro io la ringrazio di essersi preso tanta briga nell'aggiustare nel suo senso la nostra risoluzione. La ringrazio, però è un «No, grazie» (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Come sa, deputato, anche la Presidenza ha fatto la richiesta di avere questa disponibilità, e ci è stato assicurato che quanto prima ci verrà fornita un'indicazione chiara su questo punto.
  Ha chiesto ora di parlare per dichiarazione di voto la deputata Elvira Savino. Ne ha facoltà.

  ELVIRA SAVINO. Signora Presidente, onorevoli colleghi, davanti alle sfide del nostro tempo e alle minacce che oggi incombono nel Paese e in Europa sulla sicurezza di tutti i cittadini, oggi avrei voluto esprimere il mio giudizio convintamente Pag. 53positivo sul programma di lavoro della Commissione e del Consiglio dell'UE per il 2016, e sul contributo che il nostro Governo si appresta a mettere in campo in Europa nel corso dell'anno. Ebbene, avrei voluto, ma non posso ! Non posso, perché è evidente che sia l'Unione europea, sia il Governo Renzi, mostrano un inquietante scollamento tra dichiarazioni di intenti, promesse, prospettive condivisibili da una parte e risultati concreti dall'altra. La strategia appare sempre la stessa: si individuano i problemi, le grandi aree su cui incidere, ma poi si interviene con dei palliativi che rispondono solo a situazioni emergenziali e non cambiano, né tanto meno risolvono l'incidenza delle vere questioni che gravano sull'efficienza dell'Unione europea. Anticipo per questo che non voteremo contro la mozione di maggioranza, perché, come ho detto, nel merito ne condividiamo gli intenti, che sono condivisibili appunto e positivi, ma ci asterremo, perché siamo stanchi di parole a cui non seguono mai fatti. E invece i fatti sarebbero necessari, perché il contesto attuale ci vede soccombere. Siamo indeboliti su tutti i fronti: terrorismo, immigrazione, sicurezza bancaria, crescita, occupazione, competitività, nonché sull'efficienza dell'Unione economica, monetaria e politica.
  L'Europa è gravemente malata e l'Italia lo è ancora di più, a causa dell'aggravante di un Governo che difetta terribilmente in autorevolezza, consapevolezza della pericolosità della situazione e capacità di risoluzione dei problemi. La minaccia terroristica è oggi il nervo più scoperto della crisi generale, anche perché ha reso tremendamente evidenti i limiti dell'attuale impianto dell'Unione. L'Europa deve recuperare leadership e saper rispondere con decisione, aggredendo la minaccia incombente, deve essere in grado di riprendere quel ruolo di protagonista dell'equilibrio mondiale, che in passato ha saputo sostenere e avere, ma che in tempi recenti ha perso, mostrando tutte le sue debolezze. La soluzione è una sola: riappropriarsi di quel ruolo decisivo in campo economico, politico e militare, coinvolgendo in questa ricostruzione gli alleati transatlantici insieme alla Federazione Russa, colpevolmente allontanata sotto il peso di pesanti sanzioni e, progressivamente, alla Cina.
  L'Unione europea, come l'Italia del resto, si è nascosta per troppo tempo. Nell'ultimo Consiglio europeo, del 17 e 18 marzo scorsi, le conclusioni non hanno portato a nulla di nuovo né di risolutivo. La classica politica ondivaga e ridondante, che ha caratterizzato gli ultimi incontri, ha fatto ancora da padrona. L'ondata di terrorismo dilagante è infatti il sintomo più visibile della perdita di incidenza delle politiche europee. Dobbiamo ritrovare una nuova centralità, non solo economica, ma anche politica, diplomatica e geopolitica. Solo così si potrà dare una risposta credibile al terrorismo di matrice islamica.
  Tanta strada c’è ancora da fare sul tema dell'immigrazione. In questo senso paghiamo le clausole del regolamento di Dublino, che non permettono di coinvolgere tutti gli Stati membri nella gestione dei richiedenti asilo e dei migranti che varcano i confini europei. A questo proposito, nella nostra risoluzione abbiamo fissato alcuni punti, per ovviare ad un problema che ormai in Italia è divenuto cronico. Di fronte a tutto quello che è avvenuto, in particolare negli ultimi due anni, ovvero una situazione da più parti definita senza precedenti, gli Stati membri dell'Unione europea hanno continuato a reagire in ordine sparso e non coordinato, scegliendo strade diverse.
  Chi ha chiuso, come abbiamo visto, anche fisicamente, le frontiere, chi ha preferito dichiarazioni e atti di grande apertura solo verso alcune delle persone in transito, in particolar modo i siriani, chi ha invocato più Europa, chi nessuna ingerenza da parte dell'Europa, chi ha accusato e messo in forte discussione Schengen, ripristinando i controlli alle frontiere interne, mettendo così a rischio uno dei pilastri della Costituzione dell'Europa unita, chi semplicemente è rimasto a guardare.
  In particolar modo, non si può secondo noi, prescindere invece dal potenziamento dei controlli delle frontiere esterne e della Pag. 54loro gestione, con particolare riferimento alle carenze del funzionamento degli hotspot. L'UE deve potenziare anche il sistema dei rimpatri, stipulando accordi economici bilaterali con i Paesi di origine e di transito, per interrompere i flussi migratori e per il rimpatrio dei clandestini, ma su questo fronte l'Europa si è rivelata in tutta la sua fragilità ! Lo dicono i numeri, in particolare proprio quelli relativi ai rimpatri, alle riallocazioni, all'immigrazione irregolare, e lo ha ammesso anche il Governo. L'Unione europea persevera in una incapacità gestionale del fenomeno migratorio, che non affronta i flussi in base alla loro natura, discernendo tra chi emigra per motivi economici e chi fugge dalle guerre, continuando a sostenere politiche che non portano ad alcun tipo di meccanismo risolutivo, anche perché non bilanciate dall'effettiva presa di coscienza della responsabilità dei singoli Stati membri. Tutte le iniziative e le misure poste in essere fino ad oggi per fronteggiare il fenomeno migratorio non hanno avuto effetti positivi, al contrario si può constatare come gli eventi abbiano determinato un continuo peggioramento della situazione, registrando l'ennesimo fallimento di una politica europea comune delle migrazioni. Basti pensare al patto con la Turchia, che non sta portando i frutti sperati, gli sbarchi, è vero, sono scesi, ma le ripartenze sono minime, circa 70 al giorno, la Grecia non ha ancora riconosciuto la Turchia quale Paese sicuro per i rimpatri e la stessa Turchia ancora non riesce a garantire la piena tutela dei profughi, anche alla luce di recenti denunce da parte di organizzazioni non governative. I programmi di riallocazione sono praticamente fermi ! All'11 marzo del 2016 sono stati redistribuiti dalla Grecia verso gli altri Stati membri 569 richiedenti asilo su 66.400 previsti dai programmi di relocation. Dall'Italia sono stati riallocati 368 richiedenti asilo a fronte di un impegno di 39.600, tale lentezza nell'attuazione di programmi di relocation sconta infatti le resistenze da parte dei singoli Stati membri, alcuni dei quali si sono addirittura rifiutati di aderire al programma.
  Passando ad un altro tema importante e rilevante come quello dell'economia le cose non vanno meglio, dal punto di vista, infatti, prettamente economico, l'Europa paga il prezzo più alto in termini di occupazione, crescita e competitività. L'occidente europeo non può più essere solamente quello dell'egoismo e della miopia della politica economica tedesca, che negli ultimi anni ha prodotto principalmente disoccupazione e anche impotenza geopolitica. Anche in questo caso dobbiamo ripristinare un modello positivo di crescita, lavoro, produttività, solidarietà, democrazia e chiarezza. Le istituzioni europee devono stimolare la Germania alla reflazione, finalizzata a ridurre il suo eccessivo surplus della bilancia commerciale, che danneggia tutti gli altri Paesi dell'eurozona e provoca squilibri troppo ampi tra i vari Paesi. Anche il nostro Governo deve fare maggiore chiarezza sulle misure di politica economica che intende mettere in atto al fine della necessaria correzione dei conti pubblici italiani, onde evitare l'apertura di ulteriori procedure d'infrazione nei nostri confronti. Provvedimenti di questo tipo non potranno che giovare anche all'Unione economica e monetaria, troppo spesso messa in discussione dagli accadimenti più recenti. L'Europa deve intervenire per correggere le distorsioni che hanno creato questa spirale recessiva, da cui sembra quasi impossibile tirarsi fuori. Nella risoluzione da noi depositata abbiamo centrato le questioni più urgenti. Modificare la direttiva sul bail-in, predisponendo strumenti eccezionali di intervento nel caso in cui si abbia la percezione che il sacrificio di azionisti e creditori, derivante dall'applicazione del bail-in metta a repentaglio la stabilità dell'intero sistema. Istituire al più presto una garanzia europea comune sui depositi bancari e introdurre forme rafforzate di smaltimento delle sofferenze bancarie, al fine di far ripartire il credito alle imprese. Varare un grande piano di investimenti, un New Deal europeo, che vada oltre il piano Juncker da 300 miliardi, ne triplichi le risorse fino a 1000 miliardi, in modo da porre fine Pag. 55finalmente e definitivamente alla crisi che stiamo vivendo. La crisi è purtroppo, come sappiamo, in stato avanzato, ma siamo ancora in tempo per uscirne e dobbiamo sentirci privilegiati in questo senso, viste le occasioni perse e gli errori commessi in passato.
  Per raggiungere gli obiettivi non si può più prescindere da un rafforzamento dell'unione politica europea, che metta al centro del dibattito una maggiore e reale integrazione tra gli Stati a tutti i livelli.
  Abbiamo il dovere anche di rafforzare la legittimità democratica delle principali istituzioni europee che la gente sente ostili, il Parlamento, il Consiglio, la Commissione, attraverso meccanismi di funzionamento più snelli, chiari ed efficaci, di riflesso avremo una gestione più semplice di questioni che ingolfano e minano l'efficacia dei meccanismi di risoluzione dei problemi sia a livello sovranazionale, che nazionale. L'Europa deve ridurre gli oneri regolatori che gravano sui cittadini, imprese e pubblica amministrazione, e perseguire un modello di gestione dei debiti sovrani basato anche sulla facoltà, come abbiamo detto, di emettere titoli del proprio debito, quindi eurobond, con i quali finanziare politiche europee a sostegno della crescita e di contrasto a crisi di natura più squisitamente sociale e politica. Quindi, terrorismo, crisi migratoria e dei rifugiati, poca crescita, scarsa efficienza dell'unione economica e monetaria, e malfunzionamento dell'unione politica, sono tutti sintomi di un'Europa in crisi e malata, un'Europa debole che noi non possiamo più accettare. L'Italia, il nostro Paese, ha il dovere di essere il catalizzatore della buona volontà del fare, senza sudditanze verso nessuno. Per questo invochiamo uno sforzo corale che parta dall'Italia e che trovi risonanza nell'Unione, per tornare ad essere protagonisti del nostro destino all'interno di uno scacchiere mondiale che, purtroppo, al momento, ci vede ancora ai margini come Paese e come realtà europea (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Grazie, Presidente. Quando parliamo del futuro dell'Unione europea non possiamo fare a meno di pensare ai recenti attentati terroristici di Bruxelles, un attacco che è avvenuto proprio nel cuore dell'Europa, nella sede principale delle sue istituzioni. Di cosa avete ancora bisogno per capire che ogni Stato, l'Italia in testa, deve contribuire alla sicurezza dei cittadini con un approccio nuovo, che sia al passo con le emergenze che ormai da Parigi a Bruxelles colpiscono direttamente le nostre città ? L'Italia è tra gli altri Paesi dell'Unione europea che continuano a partecipare a missioni di guerra all'estero e addirittura armano direttamente i potenziali terroristi in aree a rischio attraverso la vendita di armi. È chiaro allora che, mentre fate finta di girare la faccia dall'altra parte, in realtà state alimentando l'incendio con la benzina, e così facendo tutelate solo gli interessi delle lobby della guerra. È ora di dire basta ad inutili proclami e giri di parole e lo si può fare solo con degli interventi concreti. Alcuni li abbiamo indicati proprio noi del MoVimento 5 Stelle: ritirare i nostri contingenti dalle aree di guerra. La Francia è diventata obiettivo dei terroristi proprio a seguito della campagna militare di intervento in Libia, Siria, Nord Africa e altri Paesi; il Governo sta agendo nella direzione opposta. Fermare la vendita di armi ai Paesi a rischio, come sancito dalla legge n.185 del 1990, che il Governo continua a calpestare. Negli ultimi anni solo in Medioriente sono state esportate armi per circa cinque miliardi di euro. Non possiamo armare Stati che supportano direttamente o indirettamente il terrorismo. La sicurezza non può essere garantita da un singolo Stato o semplicemente militarizzando il territorio dopo che gli attacchi terroristici sono già avvenuti, ma la si ottiene lavorando preventivamente attraverso un approccio integrato di carattere sovranazionale. È pertanto necessario favorire la cooperazione fra le forze Pag. 56di polizia, e istituire una banca dati europea, per condividere informazioni come le segnalazioni fatte da ogni singolo Stato su persone ricercate all'interno dell'area e quelle riguardanti, ad esempio, i precedenti penali o i sospetti di attività terroristiche. Gli attentati di Bruxelles e di Parigi dimostrano che il terrorismo è una serpe che cova nel seno dell'Europa e per questo, oltre a rafforzare i controlli alle frontiere, è necessario proteggere il nostro territorio, investendo sulla sicurezza interna del nostro Paese. Occorre pertanto ripristinare le risorse che sono state tagliate ai servizi di intelligence e alle forze dell'ordine. Inoltre, il nostro Paese dovrebbe premere affinché si estenda la legislazione antimafia italiana a tutti gli altri Paesi europei, perché è impensabile, ad esempio, che le mafie e i loro boss sfruttino l'assenza di una legislazione antimafia negli altri Paesi europei per mettere in salvo i propri patrimoni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Oggi siamo in Aula per votare la Relazione programmatica attraverso cui l'Italia aderisce all'Unione europea, ma che senso ha parlare di Europa se poi i singoli Paesi che ne fanno parte non sono in grado di dialogare, nemmeno per garantire l'incolumità dei cittadini, né il Governo italiano fa pressione perché si facciano passi avanti in questo senso ?
  Partendo da questa semplice osservazione, tutto l'impianto del documento proposto dal Governo per aderire all'Unione Europea crolla come un gigante dai piedi d'argilla. E così, mentre Bruxelles esplode, le coste italiane soffocano sotto il peso dell'emergenza migranti, non si riesce ad affrontare la revisione dell'anacronistico Trattato di Dublino, in modo da redistribuire l'impatto dei flussi migratori sull'Italia anche tra i Paesi dell'Unione europea e questo per due motivi. Il primo, per garantire un'accoglienza sostenibile sia dei territori che delle popolazioni locali e poi per applicare delle procedure di identificazione capillari, in grado di rafforzare i sistemi di sicurezza nazionale. Andiamo oltre, mentre la crisi economica continua a tartassare le fasce più deboli della popolazione, l'Italia aderisce ad idee malsane come quella di un Ministro delle Finanze europeo che avrebbe casomai un senso come punto di arrivo di un'unità economica, monetaria e fiscale dell'Unione europea. Quest'istituto, oltre a non portare alcun beneficio tangibile, sarebbe l'ulteriore dimostrazione che i Governi vogliano allontanare sempre più le decisioni dei cittadini, delegando ancora di più ad un'Europa, un'Europa del tutto assente su altri fronti, anche delicate questioni come quelle del bilancio statale. Fareste invece meglio a concretizzare il referendum per uscire dall'euro o comunque per chiedere ai cittadini italiani cosa pensano di questa moneta.
  Passiamo al Piano Juncker. Ho ascoltato la finta querelle fra lei e il mio collega Battelli, ci siamo riferiti Juncker proprio come fiduciario, come uomo fiduciario delle grandi corporation, e non come lei invece aveva precisato nel suo intervento precedente. Abbiamo più volte contestato questo piano di investimenti a cui l'Italia contribuisce garantendo 300 miliardi per il triennio 2015-2017 senza avere la certezza poi che questi soldi si traducano in una ricaduta concreta per l'economia dei nostri territori. Anzi, ad oggi, tra i pochi interventi finanziati, ci sono le solite grandi opere che invece devastano il territorio e le economie locali, come ad esempio il petrolchimico di Milazzo. Un progetto industriale insomma anche quello del Piano Juncker che non rispecchia affatto il tessuto imprenditoriale italiano che è composto per l'85 per cento da piccole e medie imprese, né rispetta il capitale naturale costituito dagli ecosistemi e dalle bellezze paesaggistiche dell'Italia. Insomma il Piano Juncker è solo un'altra chimera che fa capire quanto questo progetto di Europa, sostenuto anche dal Governo Renzi, sia sganciato dalla realtà e dai veri interessi dei cittadini italiani.
  Infine, il TTIP, l'accordo di libero scambio fra l'Unione europea e gli Stati Uniti, che rischia di toglierci anche il made in Italy, a partire dal nostro cibo che è Pag. 57famoso in tutto il mondo; un esempio fra tutte la dieta mediterranea è riconosciuta come patrimonio mondiale dell'UNESCO. Non si può pensare che produzioni nazionali d'eccellenza, come l'olio extravergine d'oliva, il nostro oro verde, già colpito da provvedimenti come l’import agevolato di olio d'oliva tunisino, siano slegate dall'origine geografica come garanzia di qualità o che in generale gli standard di sicurezza alimentare che hanno reso grande il nostro Paese, e il made in Italy nel mondo, siano riviste al ribasso per essere omologate a quelle statunitensi che hanno invece una maggiore tolleranza, ad esempio sui pesticidi, OGM, o altre sostanze usate nella lavorazione industriale. Il Governo Renzi, con questa Relazione, dà la propria adesione incondizionata al TTIP, il Governo Renzi svende il made in Italy così come la sicurezza nazionale. Il denominatore comune è quindi sempre lo stesso: tutelare gli interessi di poche grandi lobby che potranno fare persino causa agli Stati che approvano norme contro i loro interessi, contro gli interessi ovviamente dei cittadini e dell'economia nazionale. Il MoVimento 5 Stelle vuole che si rafforzi la tutela delle eccellenze del made in Italy, che si valorizzino l'economia dei territori, che si garantisca ai cittadini italiani ed europei, una vita sicura, quindi dignitosa. Voi, con questa Relazione, state ancora una volta avallando l'Europa delle banche. Il nostro è un Paese ormai prono agli interessi dei grossi gruppi finanziari e non vi è nulla che invece faciliti l'integrazione europea a misura di cittadino (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Scuvera. Ne ha facoltà.

  CHIARA SCUVERA. Grazie, Presidente. Oggi più che mai, in questo difficile contesto per i diritti umani e le libertà civili, noi siamo europeisti. Sarebbe anche contraddittorio per dei decisori pubblici, con la responsabilità di rappresentare e governare, anche solo accarezzare l'idea dell'impossibilità di completare l'Europa e di realizzare finalmente quel grande progetto messo in campo dai ragazzi di Ventotene. Questo deve essere il tempo della ragione e delle ragioni dell'umanità contro la violenza del terrorismo e contro l'affacciarsi di ideologie antidemocratiche; deve essere il tempo della politica e del fare, ma non di un fare neutro o neutrale.
  La Federazione europea non si proponeva di colorare in questo o quel modo un potere esistente: era la sobria proposta di creare un potere democratico europeo, dice Spinelli in Come ho tentato di diventare saggio. Un potere democratico europeo che né l'esasperazione di politiche rigoristiche e neoliberiste né ricette neutre e neutrali né muri e particolarismi potrebbero promuovere. È evidente che il Governo Renzi, in Europa, ha posto con determinazione la questione dell'Europa politica, democratica e solidale, dell'Europa che scelga, dell'Europa che dica da che parte sta, dell'Europa che guardi al mondo con un nuovo rapporto con l'Africa.
  E, forti del processo di riforme, puntiamo e otteniamo flessibilità, e su questo sarà importante anche la revisione di medio periodo del bilancio, in modo da sfruttare tutti gli strumenti di flessibilità. Puntiamo sul superamento di Dublino e su una condivisione delle responsabilità dell'accoglienza delle persone che fuggono dalla guerra e dal terrorismo, su una nuova riflessione sulla migrazione economica. Vogliamo più cooperazione, più economia di qualità circolare e verde. Da tempo l'Italia, con il nostro Governo, chiede di andare oltre l'ordinaria amministrazione, e quindi riteniamo incoraggiante il nuovo impulso al Programma di lavoro della Commissione europea per il 2016, che titola proprio così: è il momento di andare oltre l'ordinaria amministrazione per fare l'Europa.
  Il Governo ha trasmesso la relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2016 nel dicembre 2015, quindi entro i termini indicati dalla legge n. 234 del 2012. Così abbiamo potuto contribuire al dibattito entro il primo semestre dell'anno Pag. 58cui si riferiscono i documenti programmatici e svolgere, come Commissione politiche dell'Unione europea, diverse audizioni, tra cui quella dei rappresentanti delle regioni. Come è stato illustrato dalla relatrice, onorevole Berlinghieri, il Programma di lavoro della Commissione europea punta su dieci priorità politiche, come il rilancio dell'occupazione e della crescita degli investimenti, mercato unico digitale, mercato interno più equo con una base industriale più solida, unione dell'energia resiliente e lotta ai cambiamenti climatici, unione economica e monetaria più profonda e più equa, accordo di libero scambio bilanciato e trasparente con gli Stati Uniti, spazio di giustizia e diritti fondamentali, nuova politica della migrazione, ruolo più incisivo a livello mondiale dell'Europa, unione di cambiamento democratico.
  Ci sentiamo di esprimere condivisione e sostegno alle 23 iniziative collegate; d'altronde, l'Italia ha contribuito fortemente all'individuazione di queste priorità, nell'ottica di un'effettiva realizzazione della strategia Europa 2020, che andrà, peraltro, ritarata sul nuovo contesto. La questione, però, che noi poniamo con forza con la risoluzione di maggioranza, è quella dell'attuazione effettiva di quanto si programma, appunto la questione di completare davvero l'Europa.
  Il nostro Paese ha avuto il coraggio di uscire da una subalternità, forse prima di tutto culturale, rispetto alla logica dell’austerity e del mero tecnicismo. Proprio per questo, pensiamo che sia fondamentale l'iniziativa per verificare l'adeguatezza e l'efficacia della normativa europea in vigore, perché per una democrazia funzionante, trasparente e decidente, in cui i cittadini possano effettivamente riconoscersi e partecipare alle scelte, la normativa dell'Unione europea deve essere connotata da chiarezza, semplicità ed efficacia.
  Ottime, quindi, ci sembrano le scelte di semplificazione delle regole applicabili per accedere a finanziamenti europei e il riesame della normativa sulla tassazione sull'energia, così importanti per le imprese, soprattutto per le piccole e medie imprese. Il Programma di lavoro della Commissione europea punta su nuove azioni su migrazione e sviluppo del mercato unico digitale, sostenibilità energetica, sviluppo di competenze, sviluppo di un piano di tassazione e azioni sull'IVA. Dobbiamo premettere come già il nostro Paese sia impegnato su questi fronti, essendo stato, di fatto, il primo a dar corso alla direttiva sul riconoscimento delle competenze e alla tessera professionale europea.
  Come socialisti europei, siamo convinti che un'Europa del lavoro e solidale sia non solo possibile, ma anche necessaria. Ecco perché, con il Ministro Padoan, sosteniamo la proposta di un sussidio europeo contro la disoccupazione e, allo stesso tempo, siamo convinti e convinte che la sfida sia quella di stimolare lavoro in Europa, anche con la mobilità dei lavoratori in Europa. È questo il senso della tessera professionale europea, che adesso è prevista per cinque professioni pilota; una cosa che non può che andare di pari passo con il governo della nuova economia.
  Economia solidale, economia verde, innovazioni in industria e sharing economy sono sfide che ancora come Parlamento italiano stiamo cogliendo, con un lavoro integrato tra le Commissioni politiche dell'Unione europea, attività produttive e trasporti. Siamo convinti della necessità di una via europea dell'innovazione, per esempio su Industria 4.0. Governare il cambiamento, secondo noi, richiede che l'automazione non sia fine a se stessa, ma aiuti a superare il lavoro usurante, senza sostituire le persone con la macchina.
  Ecco perché lo sforzo strategico dell'Unione europea sulla formazione professionale, sul sistema duale, ma anche sull'investimento sulla ricerca scientifica, un investimento che noi speriamo possa crescere anche nel nostro Paese, va accolto e soprattutto attuato. Il diritto alla conoscenza e alla non esclusione dalla conoscenza Pag. 59è la questione democratica del nostro tempo e della nuova economia, centrale nella nuova economia. L'investimento sugli studi sull'integrazione, richiamato dalla risoluzione e che ha come capofila il CNR, e sulle scienze sociali e umanistiche anch'esso è fondamentale in questo contesto nuovo, e l'Italia può giocare un ruolo importante.
  Già, integrazione e cultura contro la logica dei muri. Noi siamo orgogliosi di avere salvato vite umane, siamo orgogliosi di sindaci come Giusi Nicolini, siamo orgogliosi di avere sperimentato il primo corridoio umanitario in Europa, e sarebbe auspicabile che quella dei corridoi umanitari divenisse una strategia europea per tutelare i più deboli e garantire sicurezza ed identificabilità. Certo, anch'io spero che, nell'implementazione dell'Accordo con la Turchia, si valorizzi di più la strategia per i diritti umani e, naturalmente, si garantisca il fronte greco.
  Abbiamo detto, sempre detto, che per noi le libertà civili sono irrinunciabili e il passaggio sulle libertà civili nell'Accordo con la Turchia prendiamo atto che è stato introdotto grazie all'Italia, ma sicuramente si può e si deve fare di più. Presidente, noi siamo orgogliosi di difendere la libertà di circolazione delle persone e di puntare su sicurezza e cultura contro la cultura di morte del terrorismo, un nemico della pace e delle genti di ogni provenienza e religione. Quindi, andare oltre l'ordinaria amministrazione richiede più investimenti pubblici, per dare solidità a una visione nuova, una messa in comune di risorse e di energie per sconfiggere i mali del nostro tempo, dare opportunità ai cittadini e alle cittadine che vogliono contare in Europa e fare l'Europa democratica. Noi puntiamo ancora sull'Europa con il PSE, di cui auspichiamo un rinnovamento profondo, e ci siamo assunti la responsabilità di un riformismo insieme valoriale e programmatico.
  Con pragmatismo, nel dichiarare il voto favorevole del Partito Democratico alla mozione Berlinghieri ed altri, preannuncio il voto favorevole anche sui passaggi di altre mozioni che si ispireranno agli stessi principi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni – Doc. LXXXVII-bis, n. 4-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle votazioni.
  Come da prassi le risoluzioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Berlinghieri, Alli, Capua, Sberna e Locatelli n. 6-00223, accettata dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Petrenga, Da Villa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  437   
   Votanti  405   
   Astenuti   32   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  274    
    Hanno votato no  131.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Passiamo alla risoluzione Battelli ed altri n. 6-00224.
  Poiché il presentatore non ha accettato la riformulazione proposta la pongo in votazione con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Pag. 60Battelli ed altri n. 6-00224, non accettata dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sanga, Cominardi, Pesco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  433   
   Votanti  394   
   Astenuti   39   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no  293.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Passiamo alla risoluzione Kronbichler ed altri n. 6-00225.
  Poiché il presentatore non ha accettato la riformulazione proposta la pongo in votazione con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Kronbichler ed altri n. 6-00225, non accettata dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Zoggia, Bolognesi, Roberta Agostini, Colonnese...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  435   
   Votanti  352   
   Astenuti   83   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato   33    
    Hanno votato no  319.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Fedriga ed altri n. 6-00226, non accettata dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fitzgerald, Archi, Zan, Casellato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  435   
   Votanti  430   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato   53    
    Hanno votato no  377.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Passiamo alla risoluzione Occhiuto ed Elvira Savino n. 6-00227.
  Avverto che i presentatori non hanno accettato la riformulazione proposta dal Governo e hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare le parti del dispositivo su cui il Governo ha espresso parere favorevole distintamente dalle premesse e dalle parti del dispositivo con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul primo capoverso del dispositivo limitatamente alle lettere a), b), c), e), f), g), i), k), j); sul secondo capoverso del dispositivo limitatamente alla lettera b); sul terzo capoverso del dispositivo limitatamente alle lettere b), c), d); sul quarto capoverso del dispositivo limitatamente alle lettere a), b), c), d), e). Il parere del Governo è favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 61

  Ravetto, Caso, Bolognesi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  436   
   Votanti  422   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  309    
    Hanno votato no  113.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle premesse, nonché sulle lettere d), h), l), m) del primo capoverso del dispositivo; sulla lettera a) del secondo capoverso del dispositivo; sulle lettere a), e) del terzo capoverso del dispositivo e sulla lettera f) del quarto capoverso del dispositivo. Il parere del Governo è contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Scuvera...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  436   
   Votanti  430   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato   57    
    Hanno votato no  373.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Allora, adesso, colleghi, l'ordine del giorno reca il seguito della discussione dei disegni di legge di ratifica nn. 3302, 3329-A, 3330, 3512-A, 3332 e 3460.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1829 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra la Repubblica italiana e la Repubblica orientale dell'Uruguay riguardante lo svolgimento di attività lavorativa da parte dei familiari conviventi del personale diplomatico, consolare e tecnico-amministrativo, fatto a Roma il 26 agosto 2014 (Approvato dal Senato) (A.C. 3302) (ore 19,05).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3302: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra la Repubblica italiana e la Repubblica orientale dell'Uruguay riguardante lo svolgimento di attività lavorativa da parte dei familiari conviventi del personale diplomatico, consolare e tecnico-amministrativo, fatto a Roma il 26 agosto 2014.
  Ricordo che nella seduta del 21 marzo si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame degli articoli – A.C. 3302)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli.
  Poiché non sono stati presentati emendamenti li porrò direttamente in votazione.
  Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 3302), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 19,10)

  Chaouki, Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  424   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato  424.    

Pag. 62

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 3302), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Stella Bianchi, La Marca, D'Ambrosio, Rotondi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  426   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  426.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 3302), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Pellegrino, Baruffi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  426   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  426.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito a votare).

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3302)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Signor Presidente, la legge di ratifica al nostro esame concerne l'accordo tra l'Italia e l'Uruguay, firmato nel 2014, teso a permettere ai familiari del personale delle rispettive missioni diplomatiche e consolari di svolgere attività lavorative, un accordo che potremmo definire di prassi e che ricalca altri già approvati, tesi a permettere l'inserimento sociale di persone al seguito del personale diplomatico che vivono nel Paese ospitante. Il tutto fuori da privilegi e nella normalità della vita civile e sociale del Paese ospitante, senza nulla togliere al ruolo di rappresentanza dei familiari. Un provvedimento che non presenta costi ma che contribuisce a creare quel clima di fiducia reciproca e di amicizia tra i due Paesi, che condividiamo. Per queste ragioni, annuncio il voto favorevole del mio gruppo parlamentare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Vezzali. Ne ha facoltà.

  MARIA VALENTINA VEZZALI. Signor Presidente, Governo, colleghi, l'Accordo, già ratificato dal Senato, è elaborato sulla base di un modello standard e ricalca quelli approvati recentemente con Brasile, Argentina e Cile. Il testo è finalizzato a rafforzare le relazioni diplomatiche fra Pag. 63Italia e Uruguay, facilitando la partecipazione dei familiari dei diplomatici alla vita sociale del Paese che li ospita, senza con ciò venire meno al ruolo istituzionale che sono chiamati a svolgere in qualità di familiari del personale accreditato. Vengono definite le procedure autorizzative in Italia ed in Uruguay con modalità pressoché analoghe. Si definisce l'applicabilità della normativa locale in materia tributaria, di sicurezza sociale e del lavoro e la non applicabilità delle immunità civili, amministrative e penali per l'esercizio dell'attività lavorativa. Inoltre è regolamentata la modalità di soluzione di eventuali controversie nell'interpretazione e applicazione del testo.
  Per questi motivi, auspicando la tempestiva approvazione da parte dell'Assemblea del testo in votazione, dichiaro il voto favorevole del gruppo di Scelta Civica al disegno di legge di ratifica dell'accordo fra la Repubblica italiana e la Repubblica orientale dell'Uruguay (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alli. Prendo atto che vi rinunzia.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Archi. Ne ha facoltà.

  BRUNO ARCHI. Signor Presidente, molto brevemente, l'Accordo è volto a consentire l'esercizio di attività lavorative ai familiari conviventi del personale delle rispettive missioni diplomatiche e rappresentanze consolari, nonché delle delegazioni presso la Santa Sede. L'Accordo è elaborato sulla base di un modello che direi standard, ricalca perfettamente quelli che sono stati approvati molto di recente con Brasile, Argentina e Cile. Dichiaro pertanto il voto favorevole del gruppo Forza Italia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Spadoni. Ne ha facoltà.

  MARIA EDERA SPADONI. Signor Presidente, l'Accordo in oggetto è finalizzato a consentire, nel rispetto della normativa vigente nei due Paesi, lo svolgimento di un'attività lavorativa autonoma o subordinata da parte dei familiari dei membri delle rappresentanze uruguaiane in Italia e presso la Santa Sede e di quelle italiane in Uruguay. Si tratta principalmente di funzionari diplomatici, funzionari consolari di carriera, membri del personale tecnico-amministrativo, ad esclusione degli impiegati locali. I familiari delle suddette categorie di personale sono tutelati dalle Convenzioni di Vienna sulle relazioni diplomatiche e consolari, rispettivamente del 1961 e del 1963, e dal diritto internazionale consuetudinario pattizio, che estendono a loro privilegi e immunità previste per i membri delle rappresentanze straniere accreditate. L'attuale contesto delle relazioni diplomatiche, in rapida evoluzione, assegna ai familiari, coniuge e figli dei membri delle rappresentanze accreditate in ogni Paese, un ruolo diverso da quello previsto nel passato. Tali persone sono oggi inserite pienamente nel contesto del Paese ricevente e possono contribuire, attraverso lo svolgimento di un'attività lavorativa, allo sviluppo del sistema economico e sociale locale, senza per questo venire meno al proprio ruolo istituzionale in qualità di familiari del personale accreditato. L'accordo prevede sia modalità di autorizzazione allo svolgimento delle attività lavorative che appropriati meccanismi giuridici di limitazione della sfera di applicazione dell'immunità dalle giurisdizioni civili, amministrative e penali per gli atti compiuti nel prestare tali attività. L'Accordo prevede infatti meccanismi sanzionatori finalizzati ad impedire ogni genere di abuso derivante dalla qualità di familiare di membro di una rappresentanza straniera che, in quanto tale, gode della speciale tutela personale disciplinata dalle Convenzioni di Vienna citate ed in generale dal diritto internazionale consuetudinario pattizio. Nel dichiarare che il MoVimento 5 Stelle è assolutamente favorevole a facilitare la partecipazione dei familiari del personale diplomatico all'esercizio di attività lavorativa, entrando nel merito dell'articolato, invitiamo a svolgere Pag. 64alcune riflessioni, in particolare considerando la disposizione dell'articolo 5, comma 3, che prevede che la rinuncia all'immunità dalla giurisdizione penale per i familiari svolgenti attività lavorativa, in base all'Accordo, non può essere intesa come riferita anche all'immunità dall'esecuzione della sentenza, per la quale dovrà essere richiesta una rinuncia espressa. Ritiene che tale norma costituisca una sorta di privilegio rispetto a persone che non godono di immunità. Annuncio per tale motivo il voto di astensione al voto finale del mio gruppo al provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata La Marca. Ne ha facoltà.

  FRANCESCA LA MARCA. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole del gruppo del PD al provvedimento che dispone la ratifica e l'esecuzione dell'Accordo tra Italia e Uruguay relativamente allo svolgimento di attività lavorativa da parte dei familiari conviventi del personale diplomatico, consolare e tecnico-amministrativo. Il provvedimento nel suo impianto generale ripete lo schema di analoghi provvedimenti già esaminati e approvati dal Parlamento, per cui si tratta di una semplice estensione alla fattispecie della Repubblica dell'Uruguay, con la quale peraltro intercorrono rapporti di antica e rinnovata collaborazione. La possibilità di consentire la partecipazione dei familiari conviventi del personale diplomatico, consolare e amministrativo alla vita lavorativa nei Paesi di residenza trova ragione nell'opportunità di utilizzare e valorizzare competenze specifiche che il mercato del lavoro locale ritenga di apprezzare. È anche un modo per favorire migliore conoscenza e una positiva integrazione dei nuclei familiari in questione nella realtà di permanenza.
  L'attività lavorativa dei familiari è svolta in una dimensione sostanzialmente privatistica, che esclude forme di privilegio che possano derivare dalle tutele previste dalle Convenzioni di Vienna. Da parte nostra, dunque, si tratta di un voto che esprimiamo con ragionata convinzione, tanto più che, con il pronunciamento dell'Aula, il provvedimento può finalmente concludere il suo cammino (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3302)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica, già approvato dal Senato, n. 3302, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nicchi, Nuti, Brescia, Gigli, Currò, Simone Valente.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   S. 1829 – «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra la Repubblica italiana e la Repubblica orientale dell'Uruguay riguardante lo svolgimento di attività lavorativa da parte dei familiari conviventi del personale diplomatico, consolare e tecnico-amministrativo, fatto a Roma il 26 agosto 2014» (3302):

   Presenti  404   
   Votanti  338   
   Astenuti   66   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato  338.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Sull'ordine dei lavori (ore 19,20).

  PRESIDENTE. Sembra che, per intesa tra i gruppi, si intenda passare alla ratifica Pag. 65ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Principato di Monaco sullo scambio di informazioni in materia fiscale. Se nessuno si oppone, rimane così stabilito (Così rimane stabilito).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Principato di Monaco sullo scambio di informazioni in materia fiscale, con Protocollo, fatto a Monaco il 2 marzo 2015 (A.C. 3330) (ore 19,22).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3330: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Principato di Monaco sullo scambio di informazioni in materia fiscale, con Protocollo, fatto a Monaco il 2 marzo 2015.
  Ricordo che nella seduta del 21 marzo si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame degli articoli – A.C. 3330)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
  Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 3330), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sottanelli, Vezzali.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  403   
   Votanti  375   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato  375.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 3330), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Ambrosio, Nicchi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  402   
   Votanti  376   
   Astenuti   26   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato  376.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 3330), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Roberta Agostini, Moscatt, Baldelli, Boccadutri.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  381   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato  380    
    Hanno votato no  1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 66

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3330)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Presidente, onorevoli colleghi, l'Accordo al nostro esame, firmato a Monaco il 2 marzo 2015, concerne lo scambio di informazioni in materia fiscale tra l'Italia e il Principato di Monaco.
  È un Accordo importante, che si inserisce nella scia dell'impegno del Governo per la trasparenza fiscale internazionale e che è basato sugli ultimi standard elaborati dall'OCSE conforme al modello di Tax information exchange agreement. Pertanto, esso rappresenta un valido strumento per la lotta all'evasione fiscale internazionale, in linea con gli impegni internazionalmente assunti dall'Italia.
  Inoltre, il Protocollo aggiuntivo pone le basi giuridiche per attivare gli scambi di informazioni, sinora non presenti tra i due Paesi anche se con legami abbastanza rilevanti, anche grazie alla vicinanza geografica.
  Inoltre, coloro che aderiscono alla voluntary disclosure avranno un motivo in più per regolarizzarsi, in quanto potranno usufruire di ulteriori riduzioni in termini di sanzioni amministrative previste.
  L'Accordo, che definisce le imposte per cui si attiva lo scambio di informazioni, sarà di indubbia utilità per prevenire le pratiche fiscali dannose, anche se non vi è ancora la presenza di un'apposita convenzione contro le doppie imposizioni fiscali ed aprirà la strada ad una fattiva cooperazione fiscale tra l'Italia e il Principato di Monaco, una prospettiva che condividiamo e che ci porta ad annunciare il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Presidente, dichiarando il nostro voto favorevole, chiedo di poter consegnare il testo integrale della mia dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. È autorizzato. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Rabino. Ne ha facoltà.

  MARIANO RABINO. Presidente, il voto favorevole di Scelta Civica va a questo disegno di legge che costituisce un altro fondamentale tassello per bloccare le vie di fuga ai capitali e per assicurare la più ampia adesione, da parte dei contribuenti italiani con conti e beni detenuti legittimamente all'estero, alla voluntary disclosure (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
  Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Tancredi. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. Presidente, l'Accordo fra l'Italia e il Principato di Monaco sullo scambio di informazioni fiscali è simile sostanzialmente (ha la stessa struttura e le stesse finalità) di altri due Accordi che andremo a votare tra oggi e domani, quello con lo Stato del Lichtenstein e con la Santa Sede, anche se quello con la Santa Sede ha delle caratteristiche diverse.
  L'Accordo si basa sugli standard dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (l'OCSE), ma sostanzialmente ha lo scopo di rendere effettiva e non penalizzante la voluntary disclosure anche con questi Stati che stanno uscendo dalla blacklist. Infatti, nella voluntary disclosure abbiamo inserito una clausola che consente, a chi la utilizza per fare emergere fondi esteri legati a Stati in blacklist, la possibilità di non avere la penalizzazione del raddoppio del termine delle Pag. 67contestazioni, anche con aggravio delle sanzioni, se tra l'Italia e quello Stato inizia un accordo di libero scambio delle informazioni.
  Naturalmente l'Accordo, rispondendo a uno standard dell'OCSE, è molto rigido e severo, e crediamo che possa favorire un successo ancora maggiore dell'operazione di voluntary disclosure.
  Detto questo, annuncio il voto favorevole del gruppo di Area Popolare (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Archi. Ne ha facoltà.

  BRUNO ARCHI. Signor Presidente, l'Accordo è modellato sullo standard OCSE in tema di scambio delle informazioni fiscali. In base a tale modello, lo Stato al quale sono richieste le informazioni non può rifiutarsi di fornire allo Stato richiedente la collaborazione amministrativa per mancanza di interesse ai propri fini fiscali né opporre il segreto bancario.
  All'Accordo si accompagna un Protocollo che costituisce parte integrante dell'Accordo medesimo, il quale prevede l'effettuazione di richieste di gruppo. In tal modo, si conseguono, in materia di scambio di informazioni, effetti equivalenti a quelli dell'articolo 26 del modello OCSE e del relativo commentario.
  Il predetto Protocollo consente, quindi, di presentare richieste in relazione a categorie di comportamenti che fanno presumere l'intenzione dei contribuenti di nascondere al fisco italiano patrimoni e attività detenuti irregolarmente nel Principato di Monaco. Con tali premesse, dichiaro pertanto il voto favorevole del gruppo di Forza Italia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Grande. Ne ha facoltà.

  MARTA GRANDE. Grazie, Presidente. Questa ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Principato di Monaco consiste principalmente in un provvedimento che contiene intese, in linea con gli orientamenti condivisi dall'Italia nelle diverse sedi internazionali (G20; OCSE; Global Forum On Taxation, Unione europea), in tema di potenziamento degli strumenti di contrasto al fenomeno dell'evasione fiscale; costituisce un avanzamento molto significativo del livello di cooperazione amministrativa tra Paesi e fornisce la base giuridica, finora inesistente, per poter attivare lo scambio di informazioni di natura fiscale con Monaco.
  Per questo motivo, il Movimento 5 Stelle voterà favorevolmente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Tidei. Ne ha facoltà.

  MARIETTA TIDEI. Grazie, Presidente. Il provvedimento che ci accingiamo ad approvare si pone in linea di continuità con gli obiettivi di contrasto all'evasione e all'elusione fiscale. Obiettivi caratterizzanti l'azione di questo Governo e della sua maggioranza parlamentare.
  Tutti noi sappiamo quanto sia irrinunciabile il contrasto ai comportamenti frodatori di cittadini e imprese che, trasferendo illegalmente patrimoni ed attività nei cosiddetti paradisi fiscali, sottraggono gettito ai Governi, mediante l'erosione di base imponibile.
  Dallo scoppio della crisi finanziaria negli Stati Uniti nel 2008, poi propagatasi in Europa, in tutte le sedi internazionali e multilaterali il tema del potenziamento degli strumenti finalizzati al contrasto all'evasione fiscale ha assunto una centralità imprescindibile.
  L'Accordo tra il Governo italiano ed il Principato di Monaco si inserisce in un contesto più ampio del contrasto dei fenomeni di evasione fiscale internazionale ed è basato sostanzialmente su un modello di Tax information exchange agreement, TIEA, predisposto in sede OCSE, nell'ambito dei lavori sulla trasparenza finanziaria e fiscale.Pag. 68
  Ispirarsi al modello TIEA nella conclusione di accordi bilaterali in materia fiscale come quello in esame, significa poter effettuare con l'altra parte contraente uno scambio di informazioni reale più approfondito ed efficace, ma ovviamente in linea con il diritto nazionale ed internazionale.
  L'Accordo ha inoltre, come già ricordato da altri colleghi, un effetto positivo sull'esito della voluntary disclosure, in quanto allarga la platea dei potenziali aderenti alla regolarizzazione dei capitali.
  Come sopra accennato, dunque, quest'Accordo è pienamente coerente con l'azione del Governo nella promozione della trasparenza finanziaria, nel contrasto all'evasione fiscale e per l'emersione di una maggiore base imponibile. Per questo, a nome del gruppo del Partito Democratico, annuncio il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3330)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 3330, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dallai...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Principato di Monaco sullo scambio di informazioni in materia fiscale, con Protocollo, fatto a Monaco il 2 marzo 2015» (3330):

   Presenti  385   
   Votanti  356   
   Astenuti   29   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato  356.    
  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Fregolent e De Rosa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di aprile 2016 e programma per il periodo maggio-giugno 2016.

  PRESIDENTE. A seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo si è convenuto di rinviare alla prossima settimana, dopo gli argomenti previsti, il seguito dell'esame della proposta di legge n. 2212 – Princìpi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque (previo esame e votazione della questione pregiudiziale di costituzionalità presentata).
  È stato altresì predisposto, ai sensi dell'articolo 24, comma 3, del regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di aprile 2016:
   Lunedì 4 aprile (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

  Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1435 – Modifica delle circoscrizioni territoriali dei comuni di Torre Pallavicina e di Soncino, nonché delle province di Bergamo e Cremona.

  Discussione sulle linee generali delle mozioni:
   Vargiu ed altri n. 1-01191 concernente iniziative volte al riconoscimento della fibrosi polmonare idiopatica come malattia rara e a garantire una più efficace e omogenea assistenza sanitaria in relazione a tale patologia;
   Ruocco ed altri n. 1-01140 e Brunetta ed altri (in corso di presentazione) concernenti presupposti e modalità di riscossione del canone di abbonamento per la detenzione di apparecchi atti o adattabili alla ricezione di trasmissioni radiotelevisive.

Pag. 69

  Discussione sulle linee generali dei progetti di legge di ratifica:
   proposta di legge n. 2004 – Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica ceca sulla cooperazione in materia di cultura, istruzione, scienza e tecnologia, fatto a Praga l'8 febbraio 2011;
   disegno di legge n. 2981 – Trattati: a) Trattato di estradizione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Kosovo, fatto a Pristina il 19 giugno 2013; b) Trattato di assistenza giudiziaria in materia penale tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Kosovo, fatto a Pristina il 19 giugno 2013;
   disegno di legge n. 3459 – Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo federale della Repubblica di Somalia in materia di cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 17 settembre 2013 (Approvato dal Senato);
   disegno di legge n. 3461 – Accordo di cooperazione in materia di difesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Senegal, fatto a Roma il 17 settembre 2012 (Approvato dal Senato).

  Martedì 5, mercoledì 6 (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) e giovedì 7 aprile (antimeridiana, con eventuale prosecuzione nella giornata di venerdì 8 aprile) (con votazioni)

  Seguito dell'esame degli eventuali argomenti previsti nell'ultima settimana del mese di marzo e non conclusi.

  Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1435 – Modifica delle circoscrizioni territoriali dei comuni di Torre Pallavicina e di Soncino, nonché delle province di Bergamo e Cremona.

  Seguito dell'esame delle mozioni:
   Vargiu ed altri n. 1-01191 concernente iniziative volte al riconoscimento della fibrosi polmonare idiopatica come malattia rara e a garantire una più efficace e omogenea assistenza sanitaria in relazione a tale patologia;
   Ruocco ed altri n. 1-01140 e Brunetta ed altri (in corso di presentazione) concernenti presupposti e modalità di riscossione del canone di abbonamento per la detenzione di apparecchi atti o adattabili alla ricezione di trasmissioni radiotelevisive.

  Seguito dell'esame dei progetti di legge di ratifica:
   proposta di legge n. 2004 – Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica ceca sulla cooperazione in materia di cultura, istruzione, scienza e tecnologia, fatto a Praga l'8 febbraio 2011;
   disegno di legge n. 2981 – Trattati: a) Trattato di estradizione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Kosovo, fatto a Pristina il 19 giugno 2013; b) Trattato di assistenza giudiziaria in materia penale tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Kosovo, fatto a Pristina il 19 giugno 2013;
   disegno di legge n. 3459 – Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo federale della Repubblica di Somalia in materia di cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 17 settembre 2013 (Approvato dal Senato);
   disegno di legge n. 3461 – Accordo di cooperazione in materia di difesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Senegal, fatto a Roma il 17 settembre 2012 (Approvato dal Senato).

  Seguito dell'esame della proposta di legge n. 2212 – Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque (previo esame e votazione della questione pregiudiziale di costituzionalità presentata).

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  Lunedì 11 aprile (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

  Discussione sulle linee generali del disegno di legge costituzionale n. 2613-D – Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione (Approvato, in seconda deliberazione, dal Senato con la maggioranza assoluta dei suoi componenti, già approvato, in prima deliberazione, dal Senato, modificato, in prima deliberazione, dalla Camera, ulteriormente modificato, in prima deliberazione, dal Senato e approvato, senza modificazioni, in prima deliberazione, dalla Camera).

  Martedì 12, mercoledì 13 e giovedì 14 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 15 aprile) (con votazioni)

  Seguito dell'esame del disegno di legge costituzionale n. 2613-D – Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione (Approvato, in seconda deliberazione, dal Senato con la maggioranza assoluta dei suoi componenti, già approvato, in prima deliberazione, dal Senato, modificato, in prima deliberazione, dalla Camera, ulteriormente modificato, in prima deliberazione, dal Senato e approvato, senza modificazioni, in prima deliberazione, dalla Camera).

  Lunedì 18 aprile (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

  Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
   proposta di legge n. 3450 – Dichiarazione di monumento nazionale della Casa Museo Gramsci in Ghilarza;
   disegno di legge n. 3540 – Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2015;
   proposta di legge n. 521 ed abbinate – Interventi per il settore ittico.

  Discussione sulle linee generali delle mozioni Lupi ed altri n. 1-01195 e Carfagna ed altri n. 1-01187 concernenti iniziative, in ambito nazionale e sovranazionale, per il contrasto di tutte le forme di surrogazione di maternità.

  Martedì 19, mercoledì 20 e giovedì 21 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 22 aprile) (con votazioni)

  Seguito dell'esame degli argomenti previsti nella prima settimana del mese e non conclusi.

  Seguito dell'esame dei progetti di legge:
   proposta di legge n. 3450 – Dichiarazione di monumento nazionale della Casa Museo Gramsci in Ghilarza;
   proposta di legge n. 2892 – Modifica all'articolo 59 del codice penale in materia di difesa legittima;
   disegno di n. 3540 – Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2015;
   proposta di legge n. 521 ed abbinate – Interventi per il settore ittico.

  Seguito dell'esame delle mozioni Lupi ed altri n. 1-01195 e Carfagna ed altri n. 1-01187 concernenti iniziative, in ambito nazionale e sovranazionale, per il contrasto di tutte le forme di surrogazione di maternità.

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  Martedì 26 aprile (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

  Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
   disegno di legge n. 2039 ed abbinate – Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato;
   proposta di legge n. 1994 – Disposizioni in materia di criteri di priorità per l'esecuzione di procedure di demolizione di manufatti abusivi (Approvata dal Senato).

  Mercoledì 27 e giovedì 28 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 29 aprile) (con votazioni)

  Seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

  Seguito dell'esame dei progetti di legge:
   disegno di legge n. 2039 ed abbinate – Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato;
   proposta di legge n. 1994 – Disposizioni in materia di criteri di priorità per l'esecuzione di procedure di demolizione di manufatti abusivi (Approvata dal Senato).

  Nel corso della settimana avrà luogo l'esame della richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Francesco Barbato, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV-ter, n. 16).

  Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).

  Lo svolgimento di interpellanze urgenti avrà luogo, di norma, il venerdì (dalle ore 9,30). Non avrà luogo venerdì 15 aprile.

  Il martedì, di norma, tra le ore 9 e le ore 11, avrà luogo lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.

  Il Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di ulteriori documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

  L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata in calce al Resoconto stenografico della seduta odierna.

  Per quanto riguarda la discussione delle proposte di legge n. 3450, n. 3540, n. 521 ed abbinate, n. 2039 ed abbinate e n. 1994 l'organizzazione dei tempi sarà definita al termine dei lavori delle competenti Commissioni di merito.

  Comunico che è stato altresì predisposto, ai sensi dell'articolo 23, comma 6, terzo periodo, del Regolamento, il programma dei lavori per i mesi di maggio e di giugno 2016.

  Maggio

  Esame dei disegni di legge:
   S. 2299 – Conversione in legge del decreto-legge 29 marzo 2016, n. 42, recante disposizioni urgenti in materia di funzionalità del sistema scolastico e della ricerca (ove trasmesso dal Senatoscadenza: 28 maggio 2016);
   n. 3672 – Delega al Governo per la riforma organica della magistratura onoraria e altre disposizioni sui giudici di pace (Approvata dal Senato) (deliberata l'urgenza).

  Esame della mozione Baradello ed altri 1-01188 concernente iniziative per valorizzare i cosiddetti lavoratori maturi nel quadro del prolungamento della vita lavorativa.

Pag. 72

  Esame delle proposte di legge:
   n. 3634 – Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze (Approvata dal Senato);
   n. 3004, 3147 ed abbinate – Disciplina dei partiti politici, in attuazione dell'articolo 49 della Costituzione, e delega al Governo per l'emanazione di un testo unico per il riordino delle disposizioni riguardanti i partiti politici;
   n. 1964 – Disposizioni per lo sviluppo del trasporto ferroviario delle merci;
   n. 2214 – Modifiche alla disciplina in materia di diritto allo studio universitario e di tasse e contributi universitari;
   n. 45-B – Disposizioni concernenti la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato).

  Esame della mozione Saltamartini ed altri n. 1-01111 concernente iniziative, anche in ambito internazionale, finalizzate al contrasto dei fenomeni di violenza contro le donne, alla luce delle aggressioni occorse a Colonia e in altre città europee nella notte del 31 dicembre 2015.

  Esame dei progetti di legge:
   proposta di legge n. 1298 ed abbinate – Disposizioni in materia di consenso informato e di dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari;
   disegno di legge S. 2085 – legge annuale per il mercato e la concorrenza (Approvato dalla Camera – ove trasmesso dal Senato);
   disegno di legge S. 1870 – Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale (Approvato dalla Camera – ove trasmesso dal Senato).

  Esame della mozione Lorefice ed altri n. 1-00698 concernente iniziative finalizzate al riconoscimento dell'endometriosi come malattia invalidante e al potenziamento delle prestazioni sanitarie e delle misure di sostegno economico e sociale per le donne affette da tale patologia.

  Esame della proposta di legge S. 2232 – Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave, prive del sostegno familiare.

  Giugno

  Esame dei progetti di legge:
   disegno di legge n. 3594 – Delega recante norme relative al contrasto della povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali (collegato alla legge di stabilità 2016);
   disegno di legge S. 2228 – Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2015 (ove trasmesso dal Senato);
   proposta di legge n. 3504 – Disposizioni in materia di accertamenti diagnostici neonatali obbligatori per la prevenzione e la cura delle malattie metaboliche ereditarie (Approvata dal Senato);
   proposta di legge n. 1680 ed abbinata – Disposizioni per il riconoscimento e la promozione della funzione sociale dello sport nonché delega al Governo per la redazione di un testo unico delle disposizioni in materia di attività sportiva;
   proposta di legge n. 3647 – Delega al Governo per la riforma dell'ordinamento bancario mediante la separazione tra banche commerciali e banche d'affari e proposta di legge n. 1742 – Modifica all'articolo 10 del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1o settembre 1993, n. 385, in materia di separazione tra le banche commerciali e le banche d'affari.

  Esame della proposta di inchiesta parlamentare – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione delle pubbliche amministrazioni statali e locali e sugli investimenti complessivi riguardanti Pag. 73il settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (Doc. XXII, n. 42).

  Esame dei progetti di legge:
   proposta di legge n. 3687 – Disposizioni per accelerare la realizzazione del collegamento stabile viario e ferroviario tra la Sicilia e il continente;
   proposta di legge n. 2656 ed abbinata – Disciplina delle professioni di educatore professionale, educatore professionale sanitario e pedagogista;
   proposta di legge n. 3235 ed abbinate – Disposizioni in materia di legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati;
   proposta di legge n. 1986 ed abbinate – Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo;
   disegno di legge S. 2233 – Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l'articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato (ove trasmesso dal Senato e concluso dalla Commissione);
   proposta di legge n. 2897 – Disposizioni per l'utilizzazione degli indicatori di benessere nelle politiche pubbliche.

  Esame della proposta di inchiesta parlamentare – Istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città italiane e delle loro periferie (Doc. XXII, n. 65).

  Nel mese di giugno avranno luogo le comunicazioni del Governo in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno 2016.

  Nell'ambito del programma è inoltre previsto lo svolgimento di atti di sindacato ispettivo e potranno essere inseriti inoltre eventuali ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e ulteriori documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 19,42).

  VINCENZO D'ARIENZO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  VINCENZO D'ARIENZO. Grazie Presidente. Venerdì 18 marzo, sul Lago di Garda, si è sfiorata la tragedia, un grave incendio ha interessato un'imbarcazione adibita al trasporto di turisti. Per fortuna è intervenuto un battello della Navigarda che garantiva il servizio di trasporto pubblico e passava da lì, appunto in servizio, che è riuscito a trarre in salvo 42 persone. L'intervento del natante dei vigili del fuoco in servizio sul lago, pure intervenuto, non è riuscito a spegnere l'incendio, perché non è idoneo a farlo. L'unico natante a disposizione del presidio nautico di Bardolino è un gommone a chiglia rigida senza alcuna dotazione antincendio. La domanda è: a che cosa serve ? Chi interviene per spegnere l'incendio in una zona sul lago di Garda che ospita circa 15 milioni di turisti all'anno ? Richiamo l'attenzione del Ministero degli interni perché negli ultimi due anni è accaduto di tutto: per due volte sono stati assegnati dei natanti che subito dopo sono stati ricoverati in officina, perché non funzionavano; adesso l'attuale gommone non riesce a garantire la sicurezza neanche dei vigili del fuoco in servizio. Stavolta è andata bene e la prossima ? Oltre al pericolo per le vite umane, il danno di immagine per il nostro Paese sarebbe incredibilmente stratosferico. Chiedo, quindi, al Ministro Alfano di assumersi l'impegno di risolvere la questione, perché non è accettabile più questo rimpallo di responsabilità. È lo Stato che deve garantire la sicurezza sul Lago di Garda e, dunque, lo faccia assegnando una unità navale adeguata allo scopo (Applausi).

Pag. 74

  MARCO CARRA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARCO CARRA. Grazie signor Presidente, intervengo d'intesa con i colleghi mantovani, Giovanna Martelli e Matteo Colaninno, per denunciare all'Aula una serie di atti vandalici ed intimidatori, di chiara matrice fascista, che hanno colpito la nostra provincia e in particolare il mio comune, Pegognaga. Dapprima è stato oggetto delle attenzioni squadriste uno dei più importanti circoli giovanili dell'ARCI, quindi si è verificata l'aggressione nei confronti di un giovane volontario del circolo stesso e da ultimo, è notizia di qualche giorno fa, è stata recapitata ad un assessore del mio comune una lettera minatoria. Ripeto: si tratta di atti di chiara matrice fascista, perpetrati ai danni di una comunità, la mia appunto, che ha compiuto l'importante scelta di realizzare un nuovo monumento dedicato alla Resistenza e ai partigiani. Alla luce di tutto ciò, chiediamo al Governo di rispondere in tempi rapidi all'interrogazione che abbiamo presentato oggi pomeriggio, per comprendere meglio la portata di questo inquietante fenomeno e per avere risposte certe per contrastarlo e sconfiggerlo. Ovviamente, insieme alla preoccupazione, esprimiamo all'amministrazione comunale di Pegognaga, e al circolo Arci-Casbah del mio comune, la nostra solidarietà, la solidarietà del gruppo del Partito Democratico e del gruppo di SI-SEL (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente. Vorrei sollecitare l'interrogazione n. 4-06283, che però risale a parecchi mesi fa, precisamente al 6 ottobre 2014, e su cui sono già stati fatti ben tre solleciti. Io credo, Presidente, che quanto meno sia dovere di un Governo cercare di rispondere a delle interrogazioni. Questa riguarda degli appalti affidati dall'ANAS a una società appaltatrice che casualmente, dopo una serie di solleciti ad interrogazioni, sono stati revocati rispetto alla prima affidataria. Oggi gli appalti vengono riassegnati ad un'altra azienda e i lavori non hanno nessun seguito e non partono. Noi vorremmo comprendere se, visto che non è possibile fare richiesta diretta di accesso ai dati ANAS, in qualche modo il Ministero delle infrastrutture si possa degnare di risponderci nel merito. Di fatto, noi continuiamo ad avere una porta di accesso per la Svizzera con un semaforo a senso alternato e con una strada in condizioni pietose che non garantisce certo l'ingresso in maniera agevole da parte anche dei turisti oltralpe. Credo che sia importante che il Governo inizi a rispondere a qualche interrogazione.

  GIULIA GRILLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Presidente, parliamo di Catania città amministrata dal piddino Vincenzo Bianco, ex senatore, ex Ministro e politico di professione. La sua amministrazione, totalmente incapace, ha ricevuto il perentorio ultimatum dalla sezione regionale di controllo della Corte dei conti, per cui dovrà provvedere a inviare entro il 22 aprile: relazione dello stato di attuazione del piano di riequilibrio finanziario, che per legge doveva essere inviata entro il 15 gennaio 2016; espressa indicazione dei debiti fuori bilancio; indicazioni di tutti i giudizi pendenti e i dati relativi al preconsuntivo per l'esercizio 2015. Questo, dopo altri innumerevoli solleciti del medesimo organo, e dopo numerose interrogazioni fatte dalla sottoscritta, in una delle quali il sottosegretario De Micheli aveva risposto prendendo impegno per l'invio degli ispettori ministeriali. Se fosse stata un'amministrazione Cinque stelle, apriti cielo, avreste fatto fuoco e fiamme, ma l'ipocrisia, si sa, è il vostro manifesto politico e genetico, così come l'incapacità dei vostri amministratori che addirittura ha portato la giunta Bianco del PD ad approvare, qualche giorno, fa una delibera, Pag. 75la n. 42 del marzo 2016, per individuare un soggetto esterno prestatore di servizi e qualificato nella materia per l'assistenza tecnico-contabile. Insomma, con 3 mila dipendenti e una giunta che si presume sia capace di intendere e di volere, nessuno sa fare un piano di riequilibrio finanziario; degli statisti, complimenti !
  Ma i problemi non finiscono qui, come voi sapete, la commissione antimafia regionale siciliana aveva trasmesso alla Commissione nazionale antimafia, una relazione che parlava di possibili infiltrazioni mafiose nel comune di Catania, la aveva trasmessa per chiedere che si facesse luce. Ed invece, la solerzia della Commissione è stata folgorante, al punto da essere un vero e proprio buco nero, il nulla, non un'audizione, non una missione, nulla. Dopo la passerella del sindaco Bianco, che è venuto in Commissione antimafia a non rispondere alle domande sulla sua imbarazzante telefonata con l'editore Ciancio, ci meritavamo anche questo, un vuoto cosmico. Mi auguro, anzi no, chiedo, che la presidente Bindi non perda più un secondo del nostro prezioso tempo per rinviare l'audizione del prefetto di Catania che richiediamo ormai da settimane e che abbiamo anche richiesto in forma scritta. Mi sarei aspettata dalla presidente Bindi la stessa solerzia e impetuosa voglia di verità che l'ha portata a chiamare in Antimafia il sindaco di Quarto, il presidente della Commissione di vigilanza Rai, Roberto Fico, con un evidente fine strumentale contro il Movimento 5 Stelle. Presidente, non so se i catanesi e con loro gli italiani abbiano fatto qualcosa per meritarsi questo castigo divino di essere governati da voi, ma sono sicura che noi non ci arrenderemo mai e che ce la faremo prima contro e poi senza di voi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Grazie Presidente. Uno dei maggiori quotidiani italiani, la Repubblica, alcuni giorni fa ha pubblicato un articolo sull'assenteismo dei deputati. Ha citato con grande clamore i 10 deputati più assenti o meglio più assenteisti, a partire dal deputato Antonio Angelucci, re delle cliniche romane, che in tre anni su 16.365 votazioni, ha partecipato a sole 86 votazioni, un'assenza pari al 99,47 per cento.
  Sicuramente un comportamento inqualificabile, che butta discredito sull'intero Parlamento e sfigura l'immagine della Camera dei deputati. Occorre – questo chiedo alla Presidenza – innanzitutto prendere misure severe per sanzionare questo malcostume e soprattutto, secondo me, bisogna anche difendere l'autorevolezza del Parlamento, pubblicando, come Presidenza della Camera, affidando questo compito all'ufficio stampa, le presenze effettive, perché noi non possiamo essere diffamati da Antonio Angelucci, perché 100 deputati, qui, hanno oltre il 90 per cento della presenza, 200 hanno oltre l'80 per cento, 350 hanno oltre il 70 per cento.
  Quindi, chiedo alla Presidenza della Camera di difendere l'autorevolezza del Parlamento, studiando forme severe per colpire l'assenteismo da ogni punto di vista, anche sanzionatorio, e di pubblicare i dati delle presenze dei deputati all'attività parlamentare.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Come ben sa, condividiamo la presenza nell'Ufficio di Presidenza, dove si possono anche prendere queste decisioni.

  LUIGI GALLO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Grazie, Presidente. Oggi, ancora una volta, in piazza c'erano docenti e mondo della scuola che si ribellavano alle scelte del Governo, che continua ciecamente sulla strada di misure che sono, per le stesse parole del Presidente del Consiglio, un pasticcio. Abbiamo, in pratica, dei docenti che, ironia della sorte, non hanno neanche la necessità di Pag. 76rinunciare allo stipendio, quando fanno uno sciopero, perché lo stipendio non lo ricevono da dicembre.
  Prima il Governo non ha pagato gli stipendi per cinque mesi, adesso lo ha pagato fino a dicembre e non continua a pagare i prossimi stipendi. A questo si aggiunge un concorso che è considerato truffa per numerosi motivi e, non ultimo, la ciliegina sulla torta di un Presidente del Consiglio che vuole scegliere un indagato come presidente del Cineca, la società che farà il concorso e per il quale il Governo stanzia 300 milioni, visto che, se non è indagato, non piace al Partito Democratico.
  Ora, tutti i docenti abilitati hanno la possibilità di vedere una soluzione domani mattina: basta approvare la proposta che il MoVimento 5 Stelle ribadisce da un anno in questo Parlamento. Un doppio canale di assunzione tramite concorso e scorrimento di graduatorie e l'assunzione di tutti gli abilitati prima di procedere ad altre tipologie di formazione e di concorso. È una misura che approva la stragrande maggioranza del Paese e del mondo della scuola, sensata, ma che solo il Partito Democratico, che di scuola sembra non capire nulla, rigetta e fa in modo che la scuola entri nel caos sempre di più. Noi continueremo a portare avanti questa proposta e saremo nelle piazze e in Parlamento a fare le nostre battaglie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SIMONE BALDELLI. La ringrazio, Presidente Di Maio. Nella giornata di ieri ho sottoscritto e depositato un'interrogazione parlamentare a risposta orale su un tema importante al Ministero dei trasporti e delle infrastrutture, vale a dire su dove finiscono e come vengono spesi quella parte di denari che provengono dalle multe che i comuni fanno ai cittadini per le violazioni del codice della strada, visto che le nostre città hanno un manto stradale devastato, sono piene di buche, e questo manto stradale rovinato comporta incidenti e contenzioso giudiziario e assicurativo.
  Attraverso gli uffici della Presidenza, Presidente Di Maio, le chiedo di segnalare la richiesta, la segnalazione al Governo per una risposta pronta a questa interrogazione, anche sulla scorta del fatto che già questo ramo del Parlamento si è pronunciato su una materia analoga, vale a dire sulla destinazione che i comuni fanno dei proventi delle multe degli autovelox.
  Anche su quello c’è stato un impegno preciso e un voto da parte di quest'Aula. Ci attendiamo risposte concrete dal Governo e approfitto di questa occasione per sollecitare anche le interrogazioni sulla vicenda, anch'essa approdata all'attenzione di quest'Aula e, diciamo, giunta con un voto ad impegnare il Governo ad una moratoria, sui maxi conguagli dell'energia e del gas. Su questo tema, su cui c’è un impegno preciso a cui il Parlamento, questo ramo del Parlamento, ha vincolato il Governo, quest'ultimo è latitante.
  Anche su questo, Presidente, c’è un'interrogazione parlamentare che chiede conto al Ministro Guidi e al dicastero dello sviluppo economico del mantenimento di questo impegno. Anche su questo, Presidente, le chiedo un sollecito.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Giovedì 31 marzo 2016, alle 9:

  (ore 9 e ore 16,15)

  1. – Seguito della discussione dei disegni di legge:
   Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e la Santa Sede in materia fiscale, Pag. 77fatta nella Città del Vaticano il 1o aprile 2015 (C. 3329-A).
  — Relatore: Monaco.

   Ratifica ed esecuzione dei seguenti accordi in materia ambientale: a) Emendamento di Doha al Protocollo di Kyoto alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, fatto a Doha l'8 dicembre 2012; b) Accordo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e l'Islanda, dall'altra, per quanto concerne la partecipazione dell'Islanda all'adempimento congiunto degli impegni dell'Unione europea, dei suoi Stati membri e dell'Islanda per il secondo periodo di impegno del Protocollo di Kyoto della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, fatto a Bruxelles il 1o aprile 2015; c) Protocollo relativo alla cooperazione in materia di prevenzione dell'inquinamento provocato dalle navi e, in caso di situazione critica, di lotta contro l'inquinamento del Mare Mediterraneo, fatto alla Valletta il 25 gennaio 2002; d) Decisione II/14 recante emendamento alla Convenzione sulla valutazione dell'impatto ambientale in un contesto transfrontaliero, fatta ad Espoo il 25 febbraio 1991, adottata a Sofia il 27 febbraio 2001; e) Decisione III/7 recante il secondo emendamento alla Convenzione sulla valutazione dell'impatto ambientale in un contesto transfrontaliero, fatta ad Espoo il 25 febbraio 1991, adottata a Cavtat il 1o-4 giugno 2004; f) Protocollo sulla valutazione ambientale strategica alla Convenzione sulla valutazione dell'impatto ambientale in un contesto transfrontaliero, fatta ad Espoo il 25 febbraio 1991, fatto a Kiev il 21 maggio 2003 (C. 3512-A).
  — Relatori: Censore, per la III Commissione; Stella Bianchi, per l'VIII Commissione.

   Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Principato del Liechtenstein sullo scambio di informazioni in materia fiscale, con Protocollo e Protocollo Aggiuntivo, fatto a Roma il 26 febbraio 2015 (C. 3332).
  — Relatore: Nicoletti.

   S. 1972 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo quadro globale di partenariato e cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica socialista del Vietnam, dall'altra, fatto a Bruxelles il 27 giugno 2012 (Approvato dal Senato) (C. 3460).
  — Relatore: Nicoletti.

  2. – Seguito della discussione della relazione sulla contraffazione nel settore dell'olio di oliva, approvata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo (Doc. XXII-bis, n. 4).

  3. – Seguito della discussione delle mozioni Di Vita ed altri n. 1-01196, Nicchi ed altri n. 1-01197, Sandra Savino ed altri n. 1-01198, Binetti ed altri n. 1-01199, Rizzetto ed altri n. 1-01200, Baldassarre ed altri n. 1-01201, Rondini ed altri n. 1-01202, Palese ed altri n. 1-01203 e Di Salvo, Monchiero ed altri n. 1-01204 concernenti iniziative in relazione alla revisione del sistema di calcolo dell'Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE).

  (ore 15)

  4. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  La seduta termina alle 19.55.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO ROBERTO CAPELLI SUL TESTO UNIFICATO DELLE PROPOSTE DI LEGGE (A.C. 1454-2522-2868-3320-A)

  ROBERTO CAPELLI. L'A.C. 1454, presentato dal deputato Senaldi (PD) era un testo di iniziativa parlamentare che si proponeva di introdurre agevolazioni per le piccole e medie imprese e per i distretti Pag. 78produttivi che adottino sistemi di tracciabilità attestati da codici a barre che consentano ai consumatori di identificare i prodotti made in Italy e quelli interamente realizzati in Italia. Il testo, presentato nel luglio 2013 è stato affiancato da altri analoghi ed ha avuto una lunga gestazione in X Commissione, relatore On. Bini (PD).
  Il testo originale, infatti, ha incontrato le obiezioni del Governo, che ha espresso il timore che una proposta come la «Senaldi» si sarebbe direttamente ed inevitabilmente scontrata con la normativa europea vigente, in particolare quella che fa riferimento al divieto di aiuti di Stato alle imprese. L'articolo 1 della proposta Senaldi, infatti, oltre a proporsi di garantire il corretto funzionamento del mercato, la salute e la sicurezza dei consumatori, combattendo il fenomeno della contraffazione finalizzato a trarre in inganno il consumatore sulla reale provenienza del prodotto etichettato Made in Italy, forniva anche una definizione di Made in Italy e quella di «prodotto interamente in Italia». L'articolo 2 prevedeva un sistema di agevolazioni in favore delle piccole e medie imprese e dei distretti produttivi per sostenere la tracciabilità dei prodotti tramite apposito codice a barre. L'articolo 3 e l'articolo 4 prevedevano l'estensione alle imprese e ai distretti produttivi che applicassero il sistema di cui all'articolo 2 dei contributi e dei finanziamenti a tasso agevolato previsti dalla cosiddetta «Nuova Legge Sabatini» (decreto-legge n. 69 del 2013, convertito dalla legge n. 98 del 2013, articolo 2). L'articolo 5 le norme di attuazione; il 6 le sanzioni.
  Come detto, durante la discussione in sede referente in X Commissione sono emerse criticità che hanno costretto la Commissione a costituire un Comitato ristretto che ha lavorato a lungo e proficuamente per poi giungere ad un testo unico, emendato successivamente dal plenum della Commissione, ed approvato nel novembre 2015.
  In sostanza, il nuovo testo individua quale unica finalità del provvedimento la garanzia della massima informazione sull'origine dei prodotti, per tutelare i consumatori, cancellando riferimenti al Made in Italy, che, come detto, potevano incorrere nello stop della Ue come aiuti di Stato. Scompare anche ogni riferimento «diretto» all'italianità dei prodotti. Si prevedono, inoltre, agevolazioni volte a garantire la massima trasparenza ed informazione sui prodotti, riconducibili all'obiettivo più ampio di tutela dei consumatori, come stabilito dalla disciplina europea.
  In particolare, è cambiata la finalità della legge che ha cancellato il riferimento al Made in Italy (articolo 1), mentre è stato previsto, in sostituzione dell'originario articolo 2 un sistema volontario di tracciabilità dei prodotti, che attraverso l'apposizione di codici multidimensionali e non replicabili consenta di conoscere l'effettiva origine del prodotto in modo che il consumatore abbia la massima informazione possibile sulla qualità dei componenti, sulle materie prime, sul processo di lavorazione delle merci e dei prodotti finiti ed intermedi. Le associazioni di categoria delle imprese e dei consumatori più rappresentative verranno ascoltate dal Ministero dello Sviluppo economico prima che questi emani il decreto con le specifiche tecniche, le modalità di collaborazione con Camere di Commercio, ecc., attuativo dell'articolo stesso. L'articolo 3, anch'esso modificato riconosce agevolazioni per gli investimenti sostenuti dalle aziende che aderiscano al sistema di tracciabilità. I destinatari sono chiaramente indicati: piccole e medie imprese, distretti produttivi, forme aggregate di impresa. Le agevolazioni si applicano nei limiti previsti dalla disciplina europea sugli aiuti de minimis. Inoltre, esse avranno efficacia solo previo perfezionamento con esito positivo della procedura europea tipica per provvedimenti di questo genere. L'articolo 4 prevede l'applicazione per la falsa informazione dell'articolo 517 codice penale (Vendita di prodotti industriali con segni mendaci. Chiunque pone in vendita o mette altrimenti in circolazione opere dell'ingegno o prodotti industriali, con nomi, marchi o segni distintivi nazionali o esteri, atti a indurre in inganno il compratore sull'origine, Pag. 79provenienza o qualità dell'opera o del prodotto, è punito, se il tatto non è preveduto come reato da altra disposizione di legge, con la reclusione fino a due anni e con la multa fino a ventimila euro).
  Nella convinzione che tale iniziativa legislativa contribuisca efficacemente alla costruzione di un percorso di tutela delle nostre imprese e dei nostri consumatori, oltre a quello di salvaguardia del «prodotto italiano di qualità», Il Gruppo Democrazia Solidale – Centro Democratico vota convintamente a favore del provvedimento in discussione, augurandosi una rapida approvazione definitiva dopo il passaggio al Senato.

CONSIDERAZIONI INTEGRATIVE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO ROBERTO SIMONETTI (DOC. LXXXVII-bis, n. 4-A)

  ROBERTO SIMONETTI. Concordiamo sul fatto che sia necessario combattere con ogni mezzo il fenomeno dell’italian sounding ovvero l'utilizzo di denominazioni geografiche, immagini e marchi che evocano il nostro Paese senza averci nulla a che fare. Questo fenomeno rappresenta la forma più eclatante di concorrenza sleale e truffa nei confronti dei consumatori, soprattutto nel settore agroalimentare.
  A livello mondiale, il giro d'affari annuo dell’Italian Sounding è stimato in circa 54 miliardi di euro l'anno (147 milioni di euro al giorno), comunque oltre il doppio dell'attuale valore delle esportazioni italiane di prodotti agroalimentari (23 miliardi di euro). Quindi, almeno due prodotti su tre commercializzati all'estero si riconducono solo apparentemente al nostro Paese.
  Il nostro paese si è dato delle precise regole di produzione, in particolare per i prodotti agroalimentari, al fine di tutelare la qualità dei prodotti e soprattutto la salute dei consumatori. Il prodotto «Made in Italy», quindi, oltre ad essere un prodotto di alta qualità, è anche sicuro. Ma questo non si può certo dirlo per i prodotti di «imitazione».
  Nel difficile momento di crisi che attraversiamo, bisogna portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza e della verità per combattere la concorrenza sleale e rispondere alle reali esigenze dei consumatori. Il prodotto Made in Italy per potersi definire tale deve essere italiano dal campo allo scaffale per garantire ai consumatori finali oltre alla qualità anche la tracciabilità e la provenienza della materia prima.
  Ma oltre a questo fenomeno la nostra agricoltura soffre di un altro problema dibattuto da tempo ovvero l'indicazione di origine degli alimenti.
  Non tutti i prodotti godono di questa indicazione obbligatoria in etichetta. Il 50 per cento della spesa resta ancora anonima, a causa di una contraddittoria normativa comunitaria, che obbliga a indicare la provenienza nelle etichette per la carne bovina, ma non per i prosciutti, per l'ortofrutta fresca ma non per quella trasformata, per le uova, ma non per i formaggi, per il miele ma non per il latte o per la pasta.
  Il risultato è che gli inganni del finto Made in Italy sugli scaffali riguardano un pacco di pasta su tre, due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all'estero, ma anche tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta, come pure la metà delle mozzarelle e il concentrato di pomodoro dalla Cina.
  La Francia ha preparato misure a livello nazionale per arrivare a un'etichettatura completa e trasparente dei prodotti e ha comunicato alla UE che intende procedere in tal senso. Al Governo francese è stata concessa l'autorizzazione dalla Commissione europea sulla base del regolamento comunitario numero 1169 del 2011 che consente ai singoli Stati membri di introdurre norme nazionali in materia di etichettatura obbligatoria di origine geografica degli alimenti qualora i cittadini esprimano in una consultazione parere favorevole in merito alla rilevanza della dicitura di origine ai fini di una scelta di acquisto informata e consapevole.Pag. 80
  Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, in osservanza alle disposizioni del decreto-legge n. 91 del 2014, convertito con modificazioni dalla legge n. 116 del 214, ha aperto dal novembre 2014 al marzo 2015 una consultazione pubblica on-line per conoscere l'opinione dei nostri consumatori circa l'importanza dell'indicazione dell'origine dei prodotti alimentari e della materia prima agricola utilizzata nella preparazione e quanto l'omissione di essa possa essere ritenuta ingannevole.
  Questa consultazione – che ha coinvolto 26.547 partecipanti – ha dato la possibilità agli italiani di esprimere la propria opinione in merito e dare un indirizzo preciso sulle future scelte politiche e legislative sulla materia. Ebbene ne è uscito un risultato che non lascia spazio a equivoci o interpretazioni ovvero: occorre introdurre nell'etichetta, dove ancora manca, – dai formaggi ai salumi, dalle conserve ai succhi di frutta fino al latte a lunga conservazione – l'indicazione del luogo di origine dei prodotti.
  Infatti, l'89 per cento dei consumatori ritiene che la mancanza di etichettatura di origine possa essere ingannevole per i prodotti lattiero caseari, l'87 per cento per le carni trasformate, l'83 per cento per la frutta e verdura trasformata, l'81 per cento per la pasta e il 78 per cento per il latte a lunga conservazione.
  Sarebbe, quindi, opportuno che il nostro Paese desse seguito a quanto emerso dalla consultazione pubblica, in quanto si tratta di una battaglia sulla trasparenza dell'etichetta a difesa dei produttori e dei consumatori.
  Il settore che soffre maggiormente di questo problema indubbiamente è il comparto lattiero caseario. Ogni giorno attraversano le nostre frontiere circa 3,5 milioni di litri di latte sterile, oltre che a semilavorati, formaggi, cagliate, polveri di cascina per essere imbustati o trasformati industrialmente e diventare mozzarelle, formaggi o latte italiani e finiscono nel nostro carrello della spesa, spesso recando la dicitura 100 per cento italiano. Infatti, tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle è fatta con latte o addirittura cagliate provenienti dall'estero, questo all'insaputa dei consumatori perché non è obbligatorio riportarlo in etichetta, e a danno degli allevatori.
  Il 28 marzo scorso, giorno di Pasquetta, a Torino sono scesi in piazza gli allevatori per attirare nuovamente l'attenzione sulla crisi del settore lattiero caseario. In piazza gli allevatori e produttori hanno regalato tornino piemontese e yogurt naturale per far conoscere ai consumatori le qualità del latte nostrano. Il comparto lattiero-caseario è interessato da una grave crisi che, solo in regione Piemonte, sta mettendo a rischio 8.000 posti di lavoro. Questa ennesima manifestazione è servita per ribadire, se ce ne fosse ancora bisogno, le ragioni alla base della necessità di avere una chiara informazione in etichetta sulla provenienza del latte, come di tutti i suoi derivati.
  Nel solo 2015 sono state circa 1.000 le stalle che hanno chiuso la loro attività, delle quali il 60 per cento in montagna, con una media di una stalla su cinque. È necessario intervenire non solo con misure emergenziali ma soprattutto strutturali che permettano di dare risposte di lungo periodo e certezza ad un comparto che altrimenti rischia di far sparire centinaia di migliaia di aziende agricole e allevamenti italiani a seguito delle decisioni delle politiche comunitarie.
  Per questo motivo, concludendo, chiediamo al Governo di agire affinché sia resa obbligatoria l'indicazione in etichetta dell'origine dell'ingrediente primario, per tutelare i consumatori e gli operatori della filiera in quanto è importante dare la massima trasparenza.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO ROBERTO SIMONETTI SUL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA (A.C. 3302)

  ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, Onorevoli colleghi, Signori membri del Governo !Pag. 81
  L'Accordo bilaterale al nostro esame concerne sostanzialmente l'estensione di alcuni benefici garantiti normalmente al personale diplomatico, in questo caso a quello dell'Uruguay, per permettere ai parenti al seguito di poter svolgere delle attività lavorative nel nostro Paese.
  Il privilegio non riguarderebbe soltanto i congiunti dei diplomatici veri e propri, ma anche quelli del personale consolare e tecnico-amministrativo e si estende anche ai dipendenti della rappresentanza uruguaiana presso la Santa Sede. Certamente, comunque, non molte persone che, in assenza di questo intervento legislativo specifico, sarebbero costrette all'inattività.
  Il provvedimento oggi al nostro esame è molto simile ad altri di analoghi contenuti stretti con Brasile, Argentina e Cile, già passati al vaglio di questo ramo del Parlamento. Su questo accordo, inoltre, si è già espresso pochi mesi fa anche il Senato, che lo ha approvato a larga maggioranza, senza voti contrari e sole 28 astensioni.
  Come già accadde in occasione dell'esame dell'Accordo che riguardava i cileni al principio dello scorso autunno, desideriamo oggi sottolineare che la Lega Nord Autonomie-Noi con Salvini non ha obiezioni importanti e pregiudiziali insormontabili da far valere contro la ratifica ed esecuzione di questo trattato, che oltretutto viene stretto con un Paese al quale ci legano relazioni storiche di lunga data e con il quale esiste un interesse ad approfondire la cooperazione in molti settori sensibili.
  Come detto a proposito di quello fatto con il Cile, noi riteniamo tuttavia che sarebbe importante osservare gli effetti che deriveranno anche dall'esecuzione di questa intesa ed acquisirne i risultati, in particolare per quanto attiene al numero delle autorizzazioni concesse sulla base di questo strumento giuridico, a quello degli effettivi beneficiari ed alla tipologia delle attività lavorative che intraprenderanno.
  Vogliamo ribadire che qui non si tratta di procedere ad una schedatura. Gli obiettivi non sono infatti di sicurezza. L'idea era ed è piuttosto quella di capire come strumenti del genere potranno essere utilizzati da coloro che in futuro vi ricorreranno in seguito al varo di altre intese bilaterali dello stesso genere.
  Tutto ciò premesso, Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, Signori membri del Governo, la Lega Nord Autonomie non si opporrà alla ratifica ed esecuzione di questo Accordo.

TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI ROBERTO SIMONETTI E MARIANO RABINO SUL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA (A.C. 3330)

  ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, Onorevoli colleghi, Signori membri del Governo !
  L'importanza dell'Accordo bilaterale sullo scambio di informazioni in materia di fiscale tra il nostro Paese ed il Principato di Monaco risiede della tendenza internazionalmente nota a considerare Montecarlo un paradiso fiscale in cui proteggere dal fisco grandi ricchezze.
  L'Accordo fiscale con Monaco, è giunto in Commissione Esteri appena sei mesi dopo la firma e dopo poco più di altri cinque mesi è oggi qui, nell'Assemblea di Montecitorio, mentre vi sono Trattati anche di un certo spessore che attendono da anni di essere passati al vaglio delle Camere.
  La materia è egualmente sensibile, considerata la prossimità del Principato di Monaco al territorio del nostro Paese e la tendenza a ritenerlo una specie di paradiso in cui depositare risparmi da occultare al nostro Stato.
  L'Accordo contempla 14 articoli e vi è associato un protocollo, che riguarda le attività detenute nelle banche monegasche da soggetti residenti in Italia. Si prevede lo scambio di informazioni ad istanza di parte, finalizzato all'assoggettamento alla tassazione e soggetto a segretezza per quanto riguarda aspetti sensibili, come la tutela della competitività delle attività economiche espletate dai soggetti relativamente ai quali si chiedono le informazioni.Pag. 82
  Sono presenti anche clausole volte ad eliminare il rischio di doppie imposizioni.
  Anche in questo caso, la Lega Nord Autonomie-Noi con Salvini ritiene che l'Accordo sia utile e necessario nella prospettiva della realizzazione dell'equità fiscale e anche della lotta al riciclaggio.
  Per tutti i motivi appena esposti, Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, Signori Membri del Governo, il Gruppo che io rappresento non si opporrà quindi all'approvazione del disegno di legge di autorizzazione alla ratifica sottoposto oggi all'attenzione della nostra Assemblea.

  MARIANO RABINO. Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, il gruppo Scelta Civica voterà a favore del disegno di legge che autorizza la ratifica dell'accordo sottoscritto il 2 marzo 2015 dalle autorità fiscali di Italia e del Principato di Monaco.
  L'accordo, concernente lo scambio di informazioni fiscali su richiesta, si basa sugli standard dell'OCSE ed è conforme al Modello di Tax information exchange agreement. Pertanto lo Stato a cui sono richieste le informazioni non può rifiutarsi di fornire allo Stato richiedente la collaborazione amministrativa per mancanza di interesse ai propri fini fiscali né opporre il segreto bancario. Solo in alcuni casi è ammesso il rifiuto di una richiesta di informazioni, ad esempio ove la divulgazione delle informazioni sia contraria all'ordine pubblico o possa consistere nella rivelazione di segreti commerciali, industriali o professionali.
  La ratio della stipula dell'Accordo risiede nella necessità di adattare i rapporti finanziari tra l'Italia e il Principato di Monaco al nuovo quadro internazionale che vede il potenziamento degli strumenti contro l'evasione e l'elusione fiscale internazionali. Il provvedimento è quindi volto ad intervenire sulle annose questioni relative al segreto bancario e ad implementare gli scambi di informazioni tra le Parti contraenti.
  Le informazioni oggetto dello scambio sono quelle rilevanti per la determinazione, l'accertamento, l'applicazione e la riscossione delle imposte che per l'Italia sono: IRPEF, IRES, IRAP, imposta sulle successioni, imposta sulle donazioni e imposte sostitutive.
  Questo Accordo ha un effetto positivo sull'esito della voluntary disclosure in quanto allarga la platea dei potenziali aderenti alla regolarizzazione dei capitali e il Principato di Monaco, impegnandosi allo scambio di informazioni, viene equiparato ad un Paese non black list. Pertanto, i contribuenti che intendono aderire alla regolarizzazione non subiscono il raddoppio dei termini di accertamento e il conseguente peggioramento del trattamento sanzionatorio previsto, invece, per chi regolarizza capitali da paesi in «lista nera».
  Alla luce di tale Accordo, quindi, i contribuenti italiani aventi disponibilità finanziarie nel Principato e che aderiscono alla procedura di collaborazione volontaria potranno fruire di una più agevole regolarizzazione in termini di riduzione delle sanzioni amministrative previste dalla normativa vigente in materia di voluntary disclosure.
  Il provvedimento rientra negli Accordi bilaterali siglati dall'Italia in materia fiscale nell'intento di abolire definitivamente dal territorio europeo i cosiddetti «paradisi fiscali».
  In tale ambito riveste importanza storica l'Accordo firmato il 23 febbraio 2015 con la Svizzera, la quale ha da sempre rappresentato la destinazione di ingenti patrimoni sottratti al fisco da contribuenti italiani ed europei.
  Per quanto riguarda gli ulteriori accordi bilaterali sottoscritti dal nostro Paese in materia di scambio di informazioni su richiesta ai fini fiscali, va anche ricordato l'accordo firmato il 26 febbraio dello scorso anno con il Liechtenstein, nonché quello concluso il 1o aprile 2015 con la Santa Sede.
  In conclusione ribadisco il voto favorevole di Scelta Civica al disegno di legge che costituisce un altro fondamentale tassello per bloccare le vie di fuga ai capitali Pag. 83e per assicurare la più ampia adesione, da parte dei contribuenti italiani con conti e beni detenuti illegittimamente all'estero alla voluntary disclosure.
  Il provvedimento, come gli altri Accordi stipulati con i Paesi europei in materia di scambio di informazioni e di superamento del segreto bancario, costituisce un passo in avanti di portata storica nella direzione del contrasto all'evasione fiscale e al fenomeno dei paradisi fiscali ancora presenti in Europa.

Pag. 84

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Pdl n. 1435 – Modifica delle circoscrizioni territoriali dei comuni di Torre Pallavicina e di Soncino, nonché delle province di Bergamo e Cremona

Tempo complessivo: 13 ore, di cui:
• discussione generale: 7 ore e 30 minuti;
• seguito dell'esame: 5 ore e 30 minuti.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 20 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   20 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 14 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 48 minuti (con il limite massimo di 6 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 26 minuti 3 ore e 32 minuti
 Partito Democratico 43 minuti 1 ora e 3 minuti
 MoVimento 5 Stelle 34 minuti 26 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 32 minuti 20 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia e Libertà 31 minuti 16 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 31 minuti 16 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 31 minuti 14 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 31 minuti 14 minuti
 Democrazia Solidale – Centro Democratico 31 minuti 13 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 30 minuti 12 minuti
 Misto: 32 minuti 18 minuti
  Conservatori e Riformisti 9 minuti 4 minuti
  Alternativa Libera 7 minuti 4 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 6 minuti 4 minuti
  Minoranze Linguistiche 4 minuti 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 3 minuti 2 minuti
  Unione Sudamericana Emigrati Italiani 3 minuti 2 minuti
Pag. 85

Mozione n. 1-01191 – Riconoscimento della fibrosi polmonare idiopatica come malattia rara

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 17 minuti
 MoVimento 5 Stelle 32 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 24 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà 20 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 20 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 17 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 17 minuti
 Democrazia Solidale – Centro Democratico 16 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 22 minuti
  Conservatori e Riformisti 6 minuti
  Alternativa Libera - Possibile 5 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 4 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 2 minuti
  Unione Sudamericana Emigrati Italiani 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 86

Mozione n. 1-01140 – Riscossione del canone di abbonamento per la detenzione di apparecchi atti o adattabili alla ricezione di trasmissioni radiotelevisive

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 17 minuti
 MoVimento 5 Stelle 32 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 24 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà 20 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 20 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 17 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 17 minuti
 Democrazia Solidale – Centro Democratico 16 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 22 minuti
  Conservatori e Riformisti 6 minuti
  Alternativa Libera - Possibile 5 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 4 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 2 minuti
  Unione Sudamericana Emigrati Italiani 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 87

Pdl n. 2004 - Ratifica Accordo Italia e Repubblica ceca sulla cooperazione in materia di cultura, istruzione, scienza e tecnologia

Tempo complessivo: 2 ore.

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 14 minuti (con il limite massimo di 2 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 26 minuti
 Partito Democratico 24 minuti
 MoVimento 5 Stelle 10 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 8 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà 6 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 6 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 5 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 5 minuti
 Democrazia Solidale – Centro Democratico 5 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 5 minuti
 Misto: 12 minuti
  Conservatori e Riformisti 2 minuti
  Alternativa Libera - Possibile 2 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 2 minuti
  Unione Sudamericana Emigrati Italiani 2 minuti
Pag. 88

Ddl n. 2981 – Ratifica del trattato Italia-Kosovo di estradizione e di assistenza giudiziaria in materia penale

Discussione generale: 3 ore.

Relatore 10 minuti
Governo 10 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Interventi a titolo personale 29 minuti (con il limite massimo di 3 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 2 ore e 6 minuti
 Partito Democratico 31 minuti
 MoVimento 5 Stelle 19 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 13 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà 10 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 9 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 9 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 8 minuti
 Democrazia Solidale – Centro Democratico 8 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 7 minuti
 Misto: 12 minuti
  Conservatori e Riformisti 2 minuti
  Alternativa Libera - Possibile 2 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 2 minuti
  Unione Sudamericana Emigrati Italiani 2 minuti
Pag. 89

Ddl di ratifica nn. 3459 e 3461

Tempo complessivo: 2 ore per ciascun disegno di legge di ratifica.

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 14 minuti (con il limite massimo di 2 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 26 minuti
 Partito Democratico 17 minuti
 MoVimento 5 Stelle 12 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 9 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà 7 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 6 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 6 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 6 minuti
 Democrazia Solidale – Centro Democratico 6 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 5 minuti
 Misto: 12 minuti
  Conservatori e Riformisti 2 minuti
  Alternativa Libera - Possibile 2 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 2 minuti
  Unione Sudamericana Emigrati Italiani 2 minuti
Pag. 90

Pdl n. 2212 – Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque
Seguito dell'esame: 12 ore.

Relatore per la maggioranza 20 minuti
Relatore di minoranza 15 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 1 ora
Interventi a titolo personale 1 ora e 51 minuti (con il limite massimo di 14 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 8 ore e 4 minuti
 Partito Democratico 2 ore e 22 minuti
 MoVimento 5 Stelle 1 ora
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 45 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia e Libertà 37 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 37 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 32 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 31 minuti
 Democrazia Solidale – Centro Democratico 30 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 29 minuti
 Misto: 41 minuti
  Conservatori e Riformisti 11 minuti
  Alternativa Libera 9 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 8 minuti
  Minoranze Linguistiche 5 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 4 minuti
  Unione Sudamericana Emigrati Italiani 4 minuti
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Ddl cost. n. 2613-D – Riforma costituzionale
Discussione generale: 12 ore.

Relatore per la maggioranza 30 minuti
Relatori di minoranza 30 minuti (complessivamente)
Governo 30 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 54 minuti (con il limite massimo di 22 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 8 ore e 26 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 21 minuti
 MoVimento 5 Stelle 49 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 47 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia e Libertà 46 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 49 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 47 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 46 minuti
 Democrazia Solidale – Centro Democratico 47 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 45 minuti
 Misto: 49 minuti
  Conservatori e Riformisti 12 minuti
  Alternativa Libera 11 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 10 minuti
  Minoranze Linguistiche 6 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 5 minuti
  Unione Sudamericana Emigrati Italiani 5 minuti
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Mozioni n. 1-01195 e n. 1-01187 – Contrasto di tutte le forme di surrogazione di maternità

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 17 minuti
 MoVimento 5 Stelle 32 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 24 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà 20 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 20 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 17 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 17 minuti
 Democrazia Solidale – Centro Democratico 16 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 22 minuti
  Conservatori e Riformisti 6 minuti
  Alternativa Libera - Possibile 5 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 4 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 2 minuti
  Unione Sudamericana Emigrati Italiani 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.

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Pdl n. 2892 – Modifica all'articolo 52 del codice penale in materia di difesa legittima

Seguito dell'esame: 7 ore e 30 minuti.

Relatore per la maggioranza 20 minuti
Relatori di minoranza 10 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 30 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 6 minuti (con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 54 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 27 minuti
 MoVimento 5 Stelle 36 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 27 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia e Libertà 22 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 22 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 20 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 20 minuti
 Democrazia Solidale – Centro Democratico 18 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 17 minuti
 Misto: 25 minuti
  Conservatori e Riformisti 6 minuti
  Alternativa Libera 5 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 3 minuti
  Unione Sudamericana Emigrati Italiani 3 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. T.U. 1454 e abb.-A - em. 1.30 312 255 57 128 28 227 87 Resp.
2 Nom. em. 1.31 327 326 1 164 113 213 87 Resp.
3 Nom. em. 1.32 331 330 1 166 115 215 87 Resp.
4 Nom. em. 1.5 342 341 1 171 119 222 86 Resp.
5 Nom. articolo 1 341 341   171 341   86 Appr.
6 Nom. em. 2.4 360 358 2 180 108 250 86 Resp.
7 Nom. em. 2.9 372 305 67 153 302 3 85 Appr.
8 Nom. em. 2.12 379 377 2 189 141 236 84 Resp.
9 Nom. em. 2.13 379 378 1 190 373 5 84 Appr.
10 Nom. em. 2.31 380 378 2 190 142 236 84 Resp.
11 Nom. em. 2.14 387 366 21 184 123 243 83 Resp.
12 Nom. em. 2.36 385 383 2 192 140 243 83 Resp.
13 Nom. em. 2.32 rif. 388 386 2 194 365 21 82 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 2.34 391 391   196 389 2 82 Appr.
15 Nom. em. 2.21 392 363 29 182 27 336 82 Resp.
16 Nom. em. 2.37 389 389   195 379 10 82 Appr.
17 Nom. em. 2.35 395 327 68 164 75 252 82 Resp.
18 Nom. articolo 2 390 318 72 160 315 3 83 Appr.
19 Nom. articolo agg. 2.03 401 378 23 190 102 276 82 Resp.
20 Nom. em. 3.30 405 398 7 200 71 327 82 Resp.
21 Nom. em. 3.1 407 405 2 203 76 329 82 Resp.
22 Nom. em. 3.2 413 409 4 205 74 335 82 Resp.
23 Nom. em. 3.3 407 398 9 200 73 325 82 Resp.
24 Nom. em. 3.31 413 411 2 206 150 261 82 Resp.
25 Nom. em. 3.32 414 412 2 207 153 259 82 Resp.
26 Nom. articolo 3 401 304 97 153 302 2 82 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. articolo agg. 3.02 420 417 3 209 154 263 82 Resp.
28 Nom. em. 4.30, 4.31 417 388 29 195 313 75 82 Appr.
29 Nom. articolo 4 418 410 8 206 408 2 82 Appr.
30 Nom. articolo 5 419 398 21 200 397 1 82 Appr.
31 Nom. articolo 6 418 418   210 418   82 Appr.
32 Nom. odg 9/1454 e abb.-A/9 412 376 36 189 127 249 81 Resp.
33 Nom. T.U. 1454 e abb.-A - voto finale 449 371 78 186 371   79 Appr.
34 Nom. Doc. LXXXVII-bis,n.4-A-Ris.n.6-223 437 405 32 203 274 131 76 Appr.
35 Nom. Ris. Battelli e a. n. 6-224 433 394 39 198 101 293 76 Resp.
36 Nom. Ris. Kronbichler e a. n. 6-225 435 352 83 177 33 319 76 Resp.
37 Nom. Ris. Fedriga e a. n. 6-226 435 430 5 216 53 377 76 Resp.
38 Nom. Ris. Occhiuto e a. n. 6-227 p.I 436 422 14 212 309 113 76 Appr.
39 Nom. Ris. Occhiuto e a. n. 6-227 p.II 436 430 6 216 57 373 76 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 47)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. Ddl 3302 - articolo 1 424 424   213 424   76 Appr.
41 Nom. articolo 2 426 426   214 426   75 Appr.
42 Nom. articolo 3 426 426   214 426   75 Appr.
43 Nom. Ddl 3302 - voto finale 404 338 66 170 338   75 Appr.
44 Nom. Ddl 3330 - articolo 1 403 375 28 188 375   74 Appr.
45 Nom. articolo 2 402 376 26 189 376   74 Appr.
46 Nom. articolo 3 404 381 23 191 380 1 73 Appr.
47 Nom. Ddl 3330 - voto finale 385 356 29 179 356   73 Appr.