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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 590 di martedì 15 marzo 2016

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

  La seduta comincia alle 10,30.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  GIANNI MELILLA, Segretario, legge il processo verbale della seduta dell'11 marzo 2016.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Artini, Baretta, Catania, Damiano, Epifani, Faraone, Ferrara, Gentiloni Silveri, Mazziotti Di Celso, Meta, Rossomando, Schullian, Sereni, Speranza, Tidei, Tofalo e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centouno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di interrogazioni (ore 10,34).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.

(Iniziative volte a contrastare le frodi alimentari e a sostenere la filiera dei prodotti biologici – n. 3-00991)

  PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Cenni ed altri n. 3-00991, concernente iniziative volte a contrastare le frodi alimentari e a sostenere la filiera dei prodotti biologici (Vedi l'allegato A – Interrogazioni).
  Il Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Andrea Olivero, ha facoltà di rispondere.

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, il biologico rappresenta un settore sempre più importante nel modello agricolo italiano. Siamo leader in Europa per numero di operatori – oltre 55 mila – e un ettaro su dieci della nostra superficie agricola è condotto con metodo «bio».
  Per rafforzare il binomio sostenibilità e competitività, insieme alle regioni abbiamo stabilito di destinare allo sviluppo del biologico in Italia 1,5 miliardi di euro nei piani di sviluppo rurale (PSR), fino al 2020.
  Anche sul fronte dei controlli l'Italia gioca un ruolo da protagonista, con un sistema di certificazioni e verifiche tra i più avanzati ed efficienti al mondo. Le frodi che scopriamo emergono proprio perché sappiamo indagare nelle situazioni Pag. 2più a rischio. Con l'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) – organo tecnico di controllo del MIPAAF –, solo nel 2015, i sopralluoghi effettuati sulle produzioni biologiche sono stati oltre 1.500, i prodotti verificati circa 2.700 e quaranta i sequestri per un valore di oltre 2 milioni e mezzo di euro.
  Altrettanto produttiva è stata la collaborazione con l'Agenzia delle dogane, che ha reso possibile, negli ultimi anni, la definizione di procedure più rigorose per il rilascio in libera pratica dei prodotti biologici importati da Paesi terzi, anche mediante l'introduzione di un codice addizionale specifico per tali prodotti.
  Intervenire con ulteriori miglioramenti sul sistema di controllo del biologico, anche con l'introduzione di fattispecie sanzionatorie speciali, oggi non contemplate, può contribuire a rafforzare la credibilità del comparto, purché si lavori tenendo anche presenti le esigenze di semplificazione.
  In sede europea, abbiamo fortemente sollecitato la Commissione affinché fossero introdotti strumenti di controllo più efficaci alle frontiere europee ed estese ai Paesi terzi le stringenti condizioni previste per il controllo e la vigilanza del settore biologico nei Paesi dell'Unione. Il nostro intervento ha permesso di ottenere importanti traguardi, tra i quali l'implementazione del sistema elettronico «TRACES» per la certificazione dei prodotti biologici importati da Paesi terzi, ora in fase di collaudo, che entrerà in funzione con l'approvazione di un provvedimento di modifica del regolamento n. 1235 del 2008.
  Con il supporto di altri Paesi dell'Unione, inoltre, abbiamo richiesto e ottenuto l'adozione a livello europeo di linee guida per l'applicazione di controlli ufficiali aggiuntivi per i prodotti importati da alcuni Paesi terzi particolarmente a rischio.
  Occorre, poi, tener presente che la Commissione europea, nella nuova proposta di regolamento di base da noi fortemente sostenuta, ha individuato il regime di conformità come principale modalità per l'importazione di prodotti biologici, che concerne, in sostanza, l'applicazione nei Paesi terzi delle medesime norme produttive di controllo previste nell'Unione europea.
  Riguardo alla necessità di un maggior coordinamento tra gli organi deputati al controllo, ricordo che, a livello europeo, dal 2013, sono state estese le funzionalità del sistema «OFIS» – Organic Farming information system – per la gestione delle irregolarità riscontrate sui prodotti importati.
  A livello nazionale, invece, con decreto ministeriale 12 marzo 2015, n. 271, abbiamo istituito un'apposita banca dati vigilanza, al fine di garantire un'efficace comunicazione tra Ministero, regioni, pubbliche amministrazioni ed organismi di controllo.
  Circa l'opportunità di accorciare la filiera nazionale dei prodotti biologici, faccio presente che il Piano strategico nazionale per lo sviluppo del sistema biologico – Piano che attualmente è all'esame della Conferenza Stato-regioni, che contiamo possa essere promulgato nelle prossime settimane –, prevede anche una specifica azione sulle politiche di filiera, con interventi volti, in particolare, a favorire l'aggregazione dell'offerta, anche attraverso la costituzione di «OP» e «OI», per rispondere al problema dell'insufficienza dei mezzi tecnici di qualità, in particolare mangimi e sementi certificati biologici. In tale ambito, devono essere anche considerate specifiche iniziative per il potenziamento della rete logistica nazionale in favore del settore biologico.
  Vorrei, inoltre, segnalare che, per il biennio 2015-2016, nell'ambito delle attività della Rete rurale nazionale, sono previste iniziative per la conoscenza e la divulgazione, attraverso il web, di tutte le aziende italiane certificate per l'agricoltura biologica. Si tratta di un progetto realizzato grazie all'implementazione del Sistema informativo per il biologico su supporto «SIAN», che sarà fruibile attraverso Pag. 3il portale «SINAB», Sistema di informazione nazionale sull'agricoltura biologica. Esso consentirà la diffusione al grande pubblico delle informazioni di ciascuna azienda biologica e sarà accompagnato da uno specifico servizio di «verifica della conformità dell'etichetta» a disposizione del consumatore che voglia controllare le informazioni sulla certificazione del prodotto biologico acquistato. Un'operazione innovativa e trasparente.
  Evidenzio, infine, che il rafforzamento della filiera delle colture proteaginose per l'alimentazione animale rientra tra le tematiche prioritarie per la ricerca e l'innovazione incluse nel Piano strategico nazionale per lo sviluppo del sistema biologico. Pertanto, accanto ai progetti di ricerca, alcuni dei quali attualmente in corso (Valattebio, Zoobio2system e Filavi), saranno previste nuove iniziative di studio sull'argomento.

  PRESIDENTE. L'onorevole Cenni ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

  SUSANNA CENNI. Grazie, Presidente. Grazie al Viceministro per la risposta. Voglio solo sottolineare che questa risposta arriva circa due anni dopo il momento in cui è stata presentata l'interrogazione, ma ringrazio comunque per la puntualità e per i contenuti della risposta che mi è stata fornita.
  Io resto convintissima degli sforzi che il Ministero sta svolgendo in questa direzione, quindi, a sostegno dell'agricoltura biologica e, soprattutto, a sostegno di tutte le azioni di contrasto al fenomeno della contraffazione e delle frodi.
  Noi sappiamo che oggi questo orientamento da parte del Governo è ancora più determinato di quanto non lo sia stato negli anni passati e mi sento di dire che, probabilmente, è cresciuta questa attenzione anche assieme a quanto è avvenuto in sede di Unione europea, con la recente programmazione di PAC e sviluppo rurale; e penso che anche le conclusioni di COP 21 abbastanza recenti significheranno per noi una crescita ulteriore del settore biologico. Proprio per questo, credo che non ci possiamo permettere nessun ambito di possibile incertezza rispetto alla qualità del prodotto.
  Io vorrei ricordare che, anche in una fase di crisi profonda, anche dei consumi alimentari, il settore del biologico ha continuato a crescere: alcuni dati – penso a quelli del 2012 – riportati nell'interrogazione ci parlavano di una crescita di oltre il 7 per cento, quindi, ovviamente, c’è una fiducia dei consumatori che non può essere tradita.
  Così come è evidente, quindi, la delicatezza legata a questa crescita del consumo, perché è evidente che ogni frode di grandi dimensioni, come quelle che sono citate nell'interrogazione presentata al Governo, rischia di minare anche la qualità dei prodotti, la credibilità e questo rapporto di fiducia che si è venuto ad instaurare.
  Aggiungo solo questo, ringraziandola ancora, ovviamente, e dichiarandomi soddisfatta della risposta. Noi in queste settimane abbiamo avuto nuovamente una riapertura del dibattito sulla questione «OGM sì, OGM no», e io credo che la posizione del Governo continui ad essere ferma e oculatamente giusta nei confronti di questo tema. Voglio ricordare che proprio le produzioni biologiche sono quelle che, più di altre, certificano l'assenza di presenza di OGM lungo tutta la filiera, e credo che lo sforzo che, nella parte finale della sua risposta, il Viceministro ha rappresentato, e cioè un impegno anche a sostenere la filiera della produzione a scopo mangimistico, che è quella più delicata di tutta la filiera, vada in questa direzione.
  Quindi, io auspico davvero che i temi che sono stati riportati siano attuati in tempi veloci e che le ulteriori iniziative che verranno messe in campo – come lei, Viceministro, ha ricordato – in materia di contrasto alla contraffazione, possano anche, nell'ambito delle proposte che mi risulta il Ministro Orlando stia mettendo a punto dal punto di vista dei reati ad oggi non previsti, aiutarci ad andare in questa direzione e, quindi, la ringrazio.

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(Elementi e iniziative in ordine ai rischi per la salute e per l'ambiente connessi allo spandimento di «digestato» nei terreni a destinazione agricola – n. 3-02101)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Segoni ed altri n. 3-02101, concernente elementi e iniziative in ordine ai rischi per la salute e per l'ambiente connessi allo spandimento di «digestato» nei terreni a destinazione agricola (Vedi l'allegato A – Interrogazioni).
  Il Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Andrea Olivero, ha facoltà di rispondere.

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Grazie Presidente, onorevoli colleghi, vorrei preliminarmente far presente che, in materia di rifiuti, la normativa europea e nazionale risulta particolarmente complessa, motivo per cui è sempre bene considerare il contesto in cui una dichiarazione viene resa. Mi riferisco, evidentemente, alla risposta del Commissario europeo Potočnik, secondo cui i «digestati» derivanti dalla produzione di biogas devono essere considerati rifiuti e, in quanto tali, assoggettati alla pertinente normativa.
  Ciò premesso, preciso che la problematica rappresentata dall'interrogante riguarda l'utilizzo dello stallatico, come definito all'articolo 3, paragrafo 1, n. 20, del Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 ottobre 2009, n. 1069, negli impianti per la produzione di biogas.
  Al riguardo, evidenzio che l'articolo 185, comma 1, lettera f) del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, come poi modificato dal decreto legislativo n. 205 del 2010, di recepimento della direttiva europea n. 98 del 2008, esclude dall'ambito di applicazione delle disposizioni relative alla gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati (parte IV del medesimo decreto legislativo) «le materie fecali, se non contemplate dal comma 2, lettera b), paglia, sfalci e potature, nonché altro materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso, utilizzati in agricoltura, nella selvicoltura o nella produzione di energia da tale biomassa, mediante processi o metodi che non danneggiano l'ambiente né mettono in pericolo la salute umana».
  Analogamente, il comma 2, lettera b), del medesimo articolo, esclude altresì, dall'applicazione delle richiamate disposizioni, i sottoprodotti di origine animale, compresi i prodotti trasformati, contemplati dal Regolamento (CE) n. 1774/2002, eccetto quelli destinati all'incenerimento, allo smaltimento in discarica o all'utilizzo in un impianto di produzione di biogas o di compostaggio, ove regolati da altre disposizioni normative europee, ivi incluse le rispettive norme nazionali di recepimento.
  Occorre poi puntualizzare che gli effluenti di allevamento risultano specificatamente disciplinati dal decreto interministeriale del 7 aprile 2006, emanato in attuazione dell'articolo 112 del decreto legislativo n. 152 del 2006, dall'articolo 52, comma 2-bis, del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito dalla legge n. 134 del 2012, nonché dalle linee guida in materia di sottoprodotti di origine animale e sottoprodotti derivati, per l'applicazione del Regolamento (CE) n. 1069/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, recante norme sanitarie relative ai sottoprodotti di origine animale e dei sottoprodotti derivati non destinati al consumo umano, proposte dal Ministero della sanità e approvate in Conferenza Stato-regioni il 7 febbraio 2013.
  Tanto premesso, evidenzio che il «digestato» prodotto dal trattamento anaerobico di effluenti di allevamento e di materiale vegetale non può considerarsi rifiuto, ai sensi dell'articolo 52, comma 2-bis, del decreto-legge n. 83 del 2012, ma sottoprodotto ottenuto, in impianti aziendali o interaziendali, dalla digestione anaerobica, eventualmente associata anche ad altri trattamenti di tipo fisico-meccanico, di effluenti di allevamento o residui di origine vegetale o residui delle trasformazioni o delle valorizzazioni delle produzioni vegetali effettuate dall'agroindustria, Pag. 5conferiti come sottoprodotti, anche se miscelati tra loro, e utilizzato ai fini agronomici.
  La medesima norma prevede, altresì, che, con decreto del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, e di concerto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, siano definite le caratteristiche e le modalità di impiego del «digestato» equiparabile, per quanto attiene agli effetti fertilizzanti e all'efficienza di uso, ai concimi di origine chimica, nonché le modalità di classificazione delle operazioni di disidratazione, sedimentazione, chiarificazione, centrifugazione ed essiccatura.
  Da quanto finora evidenziato, emerge chiaramente come il «digestato» (ottenuto da effluenti di allevamento, da residui di origine vegetale o da residui delle trasformazioni o delle valorizzazioni delle produzioni vegetali effettuate dall'agroindustria, conferiti come sottoprodotti anche se miscelati tra loro e utilizzati a fini agronomici) sia un sottoprodotto, fugando così ogni dubbio in ordine all'appartenenza di tale materiale ad altre categorie.
  Chiarito quanto sopra, vorrei inoltre evidenziare che, nella Conferenza Stato-regioni del 27 novembre 2014, è stata definita l'intesa sulle modifiche al decreto interministeriale del 7 aprile 2006 sull'utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento e del «digestato», di cui all'articolo 52, comma 2-bis, del decreto n. 83 del 2012.
  Inoltre, lo stesso decreto è stato trasmesso il 15 luglio 2015 alla Commissione europea, per il preventivo esame come norma tecnica, ai sensi della direttiva 98/34/CE, a seguito del quale è stato emesso, in data 28 ottobre 2015, il parere circostanziato della Commissione, ai sensi della direttiva comunitaria 2015/1535.
  In tale parere, la Commissione non ha rilevato nessun tipo di incoerenza dal punto di vista della normativa sui rifiuti.
  Il giorno 25 febbraio 2016 è stato, quindi, concluso l'iter del decreto, con l'acquisizione dei concerti dei Ministeri concertanti.
  Tale decreto prevede anche una serie di controlli sul «digestato»; in particolare, per poter essere utilizzato agronomicamente, il «digestato» dovrà presentare dei valori minimi e massimi di zinco, rame, mercurio, salmonella.
  Viene, inoltre, vietata l'alimentazione di animali da allevamento con piante erbacee assunte attraverso il pascolo o somministrate dopo essere state raccolte e provenienti da terreni sui quali sono stati applicati fertilizzanti organici o ammendanti diversi dallo stallatico, a meno che il pascolo o il taglio dell'erba abbiano luogo alla scadenza di un periodo di attesa di almeno 21 giorni.
  Per quanto riguarda lo sversamento del «digestato» nei corsi d'acqua e l'utilizzo dello stesso come ammendante sui terreni agricoli, preciso che i controlli sull'uso del «digestato» nelle attività agricole, sulle falde acquifere e sulla fertilità dei suoli, rientrano nella competenza delle regioni e, pertanto, devono essere espletati dai pertinenti organismi di controllo regionali.
  Evidenzio, infine, che lo studio affidato ad ISPRA, in collaborazione con le ARPA di Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Friuli-Venezia Giulia, ha evidenziato che le principali fonti di inquinamento da nitrati hanno origini miste e, pertanto, occorre agire sull'intera filiera dei nitrati, compresa la componente chimica e civile.

  PRESIDENTE. L'onorevole Segoni ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  SAMUELE SEGONI. Grazie, Presidente. Ringrazio anche il Viceministro per la risposta. Sì, è vero, come ha detto anche il Viceministro in premessa, la materia dei rifiuti è estremamente complessa ed articolata; ecco perché, forse, così tanti atti di sindacato ispettivo vanno a vertere proprio su questa problematica.
  In relazione al tema in questione, io mi dichiaro parzialmente soddisfatto della risposta del Viceministro. È vero che sostanzialmente, Pag. 6da quando era stata presentata l'interrogazione nella sua forma originaria, sono stati fatti alcuni passi in avanti e sono stati messi paletti un po’ più precisi; però, io ci tengo a rilevare che questi stessi paletti vanno in qualche modo a sottolineare una certa criticità nel trattare questi materiali, questi ammendanti. Se così non fosse, non si capisce perché sono stati messi tutti questi limiti e accorgimenti, segno che non si tratta di una materia che deve essere trattata a cuor leggero, e questa sostanzialmente è la tesi originaria da cui muoveva quest'atto di sindacato ispettivo.
  Ci tengo anche a ribadire la nostra visione: sostanzialmente abbiamo una filiera, una catena di questi prodotti, in cui abbiamo stallatici con residui vegetali che entrano in un impianto a biogas. Ci terrei anche a precisare che, per chi lo progetta, per chi lo costruisce e per chi ci investe dei soldi, la funzione principale di questo impianto è quella di produrre energia elettrica per cui poi riceverà degli incentivi statali.
  Quello che poi esce fuori, oggetto della trattazione in questa interrogazione, è l'ammendante, che sostanzialmente alla fine è un residuo, uno scarto non voluto di questa catena. Quindi, non prendiamoci in giro; si tratta di trovare una soluzione ad un problema.
  Questo ammendante non è l'oggetto per cui io vado a costruire un impianto, ma è un problema che mi rimane in mano e, allora, si deve trovare un modo per smaltirlo in maniera più economica possibile.
  Noi critichiamo molto questa impostazione e siamo più propensi ad altre filiere, altre catene, che mettano al centro il riciclo e il riutilizzo della materia senza dare così tanto peso e rilievo nella filiera a degli elementi che valorizzano l'energia, perché in base a questi poi si snatura tutto il resto e ci troviamo nelle mani un elemento che poi appunto è un problema. Magari a livello di normativa non lo andiamo a classificare come rifiuto, ma, sostanzialmente, tanto è.

(Chiarimenti e iniziative in merito all'ultimazione dei lavori relativi al nuovo penitenziario di Rovigo – nn. 3-02102 e 3-02103)

  PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Crivellari ed altri n. 3-02102 e Turco ed altri n. 3-02103, concernenti chiarimenti e iniziative in merito all'ultimazione dei lavori relativi al nuovo penitenziario di Rovigo, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A – Interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato per la giustizia, Cosimo Maria Ferri, ha facoltà di rispondere.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Grazie, Presidente. Le interrogazioni presentate sul nuovo carcere di Rovigo, sul quale tra l'altro ero già intervenuto in questa sede sempre a seguito di altre interrogazioni, mi consentono, e ringrazio i deputati che le hanno sottoscritte, di aggiornare la mia risposta alla luce anche dell'inaugurazione di questa struttura che è stata fatta nei giorni scorsi dal Ministro Orlando e dal Ministro Delrio.
  Le interrogazioni presentate sul nuovo carcere di Rovigo dagli onorevoli Crivellari e Turco pongono in evidenza una realtà carceraria decisamente complessa ed articolata, rispetto alla quale l'impegno dell'amministrazione penitenziaria, oltre che l'attenzione dell'onorevole Ministro della giustizia, sono stati indubbiamente massimi, e quindi anche in questa sede desidero nuovamente sottolinearli ed evidenziarli.
  Posso affermare ciò, non soltanto perché il 29 febbraio, come dicevo i due Ministri già citati, il capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e le più alte cariche della regione hanno inaugurato insieme il nuovo carcere di Rovigo, ma soprattutto perché sono in via di definitiva risoluzione le residue problematiche ancora esistenti. Pag. 7
  Peraltro, come ricordato in occasione di una risposta resa ad un recente question time sull'utilizzo del nuovo carcere di Rovigo, l'opera in questione è stata lungamente interessata da operazioni di collaudo, sia statico che di natura tecnico-amministrativa, rientranti nella competenza del Ministro delle infrastrutture e soltanto il 31 dicembre 2015 la stessa è stata provvisoriamente presa in consegna dall'amministrazione penitenziaria, ancorché priva di utenze, energia elettrica, gas, acqua e telefono.
  In ogni caso, anche nella fase poi di provvisoria acquisizione, sono state attivate, da parte dell'Amministrazione, tutte le iniziative possibili per favorire la tempestiva funzionalità della struttura, ed anzi per assicurare le esecuzioni di lavorazioni aggiuntive, finalizzate alla sicurezza e alla funzionalità del nuovo istituto, emerse in corso d'opera.
  È stata assegnata alla sede centrale del Provveditorato interregionale delle opere pubbliche per il Triveneto la somma di 233.750 euro e in merito, invece, alla segnalata possibilità di ricorrere ai fondi della Cassa delle ammende, comunico che detta cassa, istituita ai sensi della legge nove maggio del 1932 n. 547, presso il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, è un ente dotato di personalità giuridica, che ha tra le proprie finalità quella di finanziare progetti di edilizia penitenziaria funzionali al miglioramento delle condizioni carcerarie, ma che opera con organi propri e con una gestione delle risorse che non inerisce a poteri discrezionali del Ministero della giustizia.
  Venendo, quindi, al carcere di Rovigo, ritengo opportuno evidenziare che tutte le attività realizzate per la nuova struttura si inseriscono nel più ampio progetto di rivisitazione e ridefinizione dell'edilizia penitenziaria residenziale e di servizio negli istituti penitenziari del Paese e rientrano nell'ambito dei numerosi interventi, messi in campo nell'ultimo anno, per superare definitivamente la criticità del sovraffollamento attraverso l'adozione di misure strutturali realmente efficaci, come di recente riconosciuto anche da Strasburgo. Sono stati, infatti, emanati i decreti ministeriali di chiusura di alcuni istituti con caratteristiche non adeguate al nuovo modello detentivo ed è, altresì, proseguita l'attività istituzionale volta alla riqualificazione e valorizzazione del patrimonio demaniale in uso governativo all'Amministrazione penitenziaria, con l'obiettivo di conferire adeguate condizioni di dignità e vivibilità ai distretti e agli operatori in carcere. In tale contesto, il nuovo carcere di Rovigo si pone come una struttura innovativa, che corrisponde ad un'idea più evoluta di esecuzione della pena, in linea con i lavori degli Stati generali dell'esecuzione della pena che si concluderanno il prossimo aprile. Il nuovo istituto continuerà a mantenere la vocazione di casa circondariale, con annessa una sezione di reclusione, destinata ad accogliere detenuti condannati in via definitiva e con fine pena superiore ai cinque anni. Tale previsione si è resa necessaria dopo un'analisi complessiva delle esigenze del distretto, che ha fatto emergere l'esigenza di posti detentivi destinati ai detenuti condannati alla pena della reclusione superiore ai cinque anni ed interessati dal rispetto dei vincoli di territorialità.
  Per cogliere appieno il salto di qualità realizzato nel nuovo istituto, faccio presente che sono state previste numero sei stanze per soggetti disabili – e questo è molto importante – di cui numero 2 ubicate nella sezione circondariale e numero 4 nella sezione di reclusione. Le camere detentive sono a due posti letto, con servizio igienico dotato di tutti i servizi lavabo, doccia, water, a cui si accede da antilocale adibito a cucinino, separato da un infisso vetrato. Ogni sezione sarà dotata di un'ampia sala per la socialità polivalente e di locali lavanderia, barberia e telefoni. La sala della socialità svolgerà anche funzioni di sala mensa collettiva e, nella prima fase, è previsto che il Provveditorato regionale proceda al trasferimento dei detenuti presenti nel vecchio istituto – detenuti, che alla data dell'11 marzo, erano 29 – per poi assegnare i soggetti a suo tempo trasferiti negli istituti di pena limitrofi.Pag. 8
  Per quanto riguarda l'aspetto trattamentale, grazie ai nuovi spazi a disposizione non soltanto sarà consentito organizzare attività trattamentali distinte a seconda delle esigenze dei ristretti, ma con il progetto di istituto 2016 sarà possibile per l'Amministrazione connotare la struttura ad alta valenza trattamentale. Oltre ad essere proseguite le attività trattamentali in atto nel vecchio penitenziario, tra cui il corso di alfabetizzazione di lingua italiana e il laboratorio di lavorazione degli scarti di sapone, potranno essere realizzati anche progetti formativi che garantiscano ai detenuti che vi parteciperanno l'acquisizione di qualifiche professionali, facilmente spendibili nel mondo del lavoro.
  Come riferito dall'amministrazione penitenziaria, alcuni di detti progetti sono già stati presentati da enti di formazione accreditati, presenti sul territorio, quali la Coldiretti di Rovigo, la Confcooperative di Rovigo, la cooperativa sociale «Titoli Minori Onlus» di Porto Viro, Rovigo, la T2I – Trasferimento Tecnologico e Innovazione di Rovigo, l'Enaip, l'ente nazionale ACLI per l'istruzione professionale di Rovigo. Il Dipartimento, il DAP, in specie, riferisce che con tali soggetti potrà essere stipulato un protocollo di intesa finalizzato alla realizzazione di molteplici iniziative, tra cui vengono indicate le seguenti, e le voglio riportare e mettere all'attenzione dei deputati oggi presenti che hanno firmato l'interrogazione: con la Coldiretti di Rovigo, corsi di formazione, presso la propria sede operativa, nel settore dell'agricoltura e di manutenzione del verde con abilitazione all'uso di attrezzature agricole e corso in materia di sicurezza sul lavoro; con la Confcooperative di Rovigo, corsi di formazione, da realizzarsi sia all'interno che all'esterno della nuova struttura, finalizzati all'acquisizione di titoli professionali spendibili nel campo lavorativo e riguardanti, tra l'altro, l'attività di ristorazione interna al carcere, con possibilità di distribuzione e servizio catering per attività esterne al carcere; con la cooperativa sociale «Titoli Minori Onlus» di Porto Viro, la realizzazione, nell'ambito del progetto Kaleidos, di percorsi specifici di formazione all'interno dell'istituto, seguiti da un maestro d'opera e la possibilità di un inserimento lavorativo all'esterno in aziende partner e la realizzazione di un laboratorio di falegnameria; con la T2I di Rovigo la realizzazione di un laboratorio grafico e di stampa, volto all'acquisizione di competenze nell'ambito della grafica computerizzata e della fotografia digitale; con l'Enaip di Rovigo, brevi corsi di formazione nel settore della ristorazione, con laboratori di panificazione, pizzeria e cucina.
  Quanto ai tempi per l'allacciamento delle utenze, che era un altro quesito sottoposto al Ministero della giustizia, il provveditorato interregionale alle opere pubbliche ha fornito assicurazioni di adempiere a quanto richiesto entro la prossima settimana, sì da consentire, entro la fine del corrente mese, il completamento di tali opere. La rete per la trasmissione dati sarà invece attivata entro trenta giorni dal completamento delle reti telefoniche. Entro il mese di marzo saranno consegnati gli arredi per la cucina detenuti e sono in corso di definizione le procedure d'appalto a cura del provveditorato alle opere pubbliche per la cucina del personale.
  Per quanto concerne l'organo di Polizia penitenziaria del nuovo istituto, comunico che è stato di recente implementato di ulteriori 15 unità, raggiungendo le 80 presenze. Rilevo, peraltro, come il nuovo penitenziario sia certamente una struttura architettonica importante, capace di destinare ampi spazi, al chiuso e all'aperto, non solo all'insediamento di attività produttive a favore delle persone detenute, come ho cercato di evidenziare, soffermandomi nella mia risposta, in tutta la parte che riguarda l'area trattamentale, i progetti in corso, le novità dal punto di vista progettuale e trattamentale, l'integrazione con la società civile, con il mondo esterno. Ho citato alcune associazioni impegnate, sia all'esterno che all'interno delle strutture penitenziarie, che, con la loro progettualità, aiutano l'amministrazione penitenziaria a compiere quell'area trattamentale Pag. 9che è fondamentale per la rieducazione delle persone detenute, e quindi recepisce il contenuto dell'articolo 27 della Costituzione.
  Questa nuova struttura penitenziaria è certamente un modello ed è completa, perché cura non solo tutto quello che riguarda la tutela dei diritti umani, della dignità umana, e quindi tutto quello che riguarda la dignità di coloro che, comunque, devono scontare una pena in locali idonei, che, quindi, rispettano non solo gli standard europei, e quindi quello che ci chiede la Corte europea dei diritti dell'uomo, alla luce anche del sovraffollamento carcerario. Voglio ricordare in questa sede che la stessa Europa ha chiuso, con una risoluzione, la procedura di infrazione, dando atto degli sforzi dell'attività normativa posta in essere dal Governo e da questo Parlamento, Camera e Senato, che si è impegnato nell'approvare tutta una serie di norme, anche velocemente, e quindi è stato un risultato che il Governo, insieme al Parlamento, ha ottenuto e di cui dobbiamo andare tutti fieri.
  E, quindi, nell'aprire questa nuova struttura, noi, oggi, possiamo anche, nel circuito penitenziario, guardare a un nuovo modello di detenzione: come ho sottolineato, celle dove ci sono solo due persone, con tutti i servizi, dove vengono garantiti tutti i diritti, e non solo. In questa nuova struttura, vi è non solo la parte che riguarda la socialità, l'area trattamentale, più spazi comuni, più spazi da condividere fuori dalla cella, perché per noi lo stato detentivo, nello scontare la pena, deve essere inteso non come stare dalla mattina alla sera chiusi nella cella, ma dentro il carcere per chi non può avere le misure alternative, perché è chiaro che, poi, vi è tutto il discorso, in cui crediamo e che stiamo valorizzando, delle misure alternative alla detenzione.
  Ma oggi parliamo di misure all'interno delle strutture detentive, in occasione, appunto, dell'apertura del carcere di Rovigo. Abbiamo anche organizzato la struttura in modo tale che, oltre alle aree di insediamento di attività produttive a favore delle persone detenute, ci sia tutta anche una parte che consenta di ospitare, in termini residenziali, almeno venti famiglie di operatori penitenziari negli alloggi che sono stati realizzati a questo scopo e di offrire residenzialità ad almeno 150 appartenenti al Corpo nella nuova caserma moderna.
  E questo lo voglio sottolineare, perché abbiamo pensato, da una parte, alla rieducazione del detenuto, dall'altra, alla Polizia penitenziaria, la quale, insieme agli educatori e al volontariato, garantisce la sicurezza e anche l'area trattamentale dentro gli istituti, e abbiamo pensato, giustamente e correttamente, anche alla loro ospitalità e a consentire agli stessi di vivere, qualora decidano di farlo, all'interno anche con le proprie famiglie, e quindi garantiamo residenzialità per 20 famiglie, per 150 appartamenti al Corpo.
  Quindi, valorizziamo questo momento di questa nuova struttura del carcere di Rovigo, perché racchiude una sintesi non solo di modernità architettonica e strutturale, ma recepisce tutto quello che non solo abbiamo costruito insieme dal punto di vista normativo, ma tutto quello che è contenuto nei valori e nei principi della nostra Carta costituzionale. Faccio quindi presente, e concludo, che il nuovo complesso di Rovigo potrà essere destinato a svolgere anche la funzione di polo formativo regionale, potendo ospitare un importante numero di corsisti da tutto il Triveneto; ciò consentirà un sicuro abbattimento dei costi e favorirà una formazione permanente, a livello regionale, di tutti gli operatori penitenziari.
  Quindi, concludo veramente ringraziando per l'attenzione e dicendo che Rovigo e questa apertura deve essere l'occasione per riflettere su tutto quello che è stato fatto e su come vogliamo costruire un nuovo modello detentivo, inteso non solo dal punto di vista strutturale, ma proprio il modello detentivo come area trattamentale, area rieducativa, e, nello stesso tempo, tutto quello che c’è dal punto di vista progettuale e formativo, non tralasciando un'attenzione anche a chi vive e rappresenta lo Stato dentro la struttura penitenziaria, come la Polizia penitenziaria, Pag. 10e tutto il mondo che ruota intorno al sistema carcerario già citato, educatori, volontariato e non solo.

  PRESIDENTE. L'onorevole Crivellari ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  DIEGO CRIVELLARI. Presidente, lo dico subito: mi dichiaro soddisfatto per la risposta avuta dal sottosegretario e lo ringrazio. Quella del carcere di Rovigo è una scommessa che oggi, possiamo dirlo, è stata vinta, anche grazie all'accelerazione di queste ultime settimane. Il 29 febbraio scorso – lo si ricordava – è la data che ha visto anche la presenza dei Ministri Orlando e Delrio a Rovigo. Io credo che sì, si possa parlare sicuramente anche di una struttura innovativa, che potrà sicuramente anche servirci e servire a rinnovare il modello penitenziario di questo Paese e dare risposta rispetto ai diritti dell'individuo e quelle sentenze, anche europee, che venivano richiamate nell'intervento del sottosegretario. Qualcuno a livello locale ci ha anche accusati in qualche modo di voler enfatizzare o esultare per l'apertura di un carcere, ma ci rendiamo perfettamente conto che la filosofia carceraria non esaurisce tutto quello che è il tema della giustizia e delle persone detenute. Ci rendiamo conto che occorre in questo Paese anche saper rinnovare e innovare quelle che sono le infrastrutture. La risposta di oggi del Governo testimonia anche il fatto di volere in qualche misura ripensare quello che è il modello e la maniera con cui oggi accogliamo queste persone. Voglio ricordarlo, anche perché in questa legislatura si sono succeduti moniti autorevoli di figure come Napolitano e Marco Pannella. Ricordo anche che Rovigo è la città di un avvocato e giurista come Giacomo Matteotti, che intitolò la sua tesi di laurea «La recidiva». Questo voglio ricordarlo, anche per chiedere ulteriormente al Governo di rilevare l'esigenza di continuare a rinnovare e a sperimentare rispetto a quello che è oggi il modello della detenzione di questo Paese. Altro tema su cui poi sarà opportuno rilanciare è il recupero della vecchia struttura del carcere di via Verdi, che è adiacente al tribunale. Su questo credo che ci sarà la necessità e l'esigenza di confrontarci con il Governo e con il Ministero per capire come recuperare questa vecchia struttura all'interno di una più funzionale e moderna organizzazione della giustizia. Per cui, ringrazio ancora il sottosegretario e mi dichiaro soddisfatto per la risposta.

  PRESIDENTE. L'onorevole Turco ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  TANCREDI TURCO. Presidente, ringrazio il sottosegretario Ferri per la risposta. Lo dico perché le risposte del Governo alle interrogazioni sono abbastanza rare. Personalmente credo di aver depositato 75 interrogazioni e di aver avuto risposta a meno di dieci, quindi in questo caso ringrazio sentitamente il sottosegretario per la risposta e approfitto di questo intervento anche per sollecitare la risposta a tutte le mie altre interrogazioni. Devo dire che posso anche ritenermi soddisfatto della risposta, nello specifico sul carcere di Rovigo, anche se sarà mio compito e mia premura verificare che poi dalle parole del sottosegretario si passi effettivamente ai fatti. Quindi, mi prendo questo impegno e, qualora dovessi avere notizie differenti, sarà mia premura proporre un'altra interrogazione. Detto questo – vado un po’ su temi nazionali –, il problema delle carceri (del sovraffollamento delle carceri, della situazione dei carcerati, dei continui suicidi che avvengono in carcere) ancora sussiste a livello nazionale, questo nonostante i vari provvedimenti cosiddetti «svuota carceri» che si sono succeduti in questa legislatura. Penso alle riforme sulla depenalizzazione dei reati, alla non punibilità per tenuità del fatto, all'applicazione della messa alla prova durante il processo: nonostante tutti questi provvedimenti, il problema del sovraffollamento delle carceri e della situazione dei detenuti ancora rimane e persiste.
  Quindi, concludo augurandomi che sia comunque intenzione di questo Governo Pag. 11reperire le necessarie risorse finanziarie per l'edilizia penitenziaria, prevedendo, nel rispetto della normativa vigente, ovvero attraverso interventi anche di carattere normativo o regolamentare, la realizzazione di nuove strutture solo ove necessario e con priorità assoluta all'ampliamento, alla ristrutturazione e all'ammodernamento degli istituti penitenziari già esistenti, qualora siano adattabili, indirizzando l'attenzione sulla messa in funzione delle carceri recentemente edificate ma non ancora operative, evitando il ricorso a procedure straordinarie in deroga alla normativa sugli appalti di lavoro pubblici e assicurando altresì l'attuazione dei piani e dei programmi di risocializzazione e di accompagnamento al lavoro per i detenuti.

(Elementi e iniziative in relazione agli istituti a custodia attenuata per detenute madri – n. 3-02104)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Rostellato n. 3-02104, concernente elementi e iniziative in relazione agli istituti a custodia attenuata per detenute madri (Vedi l'allegato A – Interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato per la giustizia, Cosimo Maria Ferri, ha facoltà di rispondere.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Presidente, rispondo all'interrogazione come agli altri atti ispettivi oggi in discussione. L'onorevole Rostellato ci permette di esprimerci, anche in questo caso, su un tema importante, che riguarda il mondo dell'ordinamento penitenziario, del sistema penitenziario, un tema delicato a cui il Governo ha prestato particolare attenzione e cura; ci consente anche di illustrare le iniziative che sono state sinora assunte nonché quelle che sono state avviate e che vedranno la luce nel prossimo futuro. Come è noto, il Ministero della giustizia ha profuso il massimo impegno sulla rimeditazione dell'esecuzione della pena. Nell'ambito degli sforzi compiuti in questo importante settore, la questione della presenza dei bambini all'interno degli istituti carcerari è tra quelle cui ci siamo più intensamente dedicati nel corso dell'anno e mezzo trascorso. Se è vero infatti che non si può privare un bambino della libertà perché innocente, è allo stesso tempo incontestabile il diritto del bambino a stare vicino alla propria madre. Per risolvere questo complesso nodo si è intensamente lavorato al rafforzamento e alla diffusione sul territorio delle case a custodia attenuata, i cosiddetti Icam, che consentono alle madri detenute di vivere con i loro bambini in appartamenti, favorendo in tal modo il loro inserimento nel tessuto della città.
  Le energie spese in questo settore hanno consentito di raggiungere importanti progressi, ed altri ancora sono in procinto di realizzarsi. Ringrazio l'onorevole Rostellato, perché questa è l'occasione, nel rispondere, per ricostruire in Parlamento quello che il Ministero ha fatto in questo anno e mezzo, a dimostrazione di quanto creda anche su questo punto, perché è importante sottolinearlo. Le energie spese in questo settore hanno consentito di raggiungere importanti progressi, ed altri ancora sono in procinto di realizzarsi. Nel ristretto arco temporale di un anno e mezzo, infatti, sono già stati resi operativi quattro Icam: l'Icam di Milano, che ospita dieci detenute madri e undici bambini; l'Icam di Venezia – destinato ad accogliere anche le detenute madri della regione Emilia-Romagna, in considerazione del numero contenuto delle stesse nella detta area geografica –, nel quale già dimorano cinque detenute madri con sei bambini; l'Icam di Senorbì, in Sardegna, che può accogliere sei detenute madri e un detenuto padre, ma che non è ancora stato utilizzato; l'Icam di Torino, destinato ad ospitare anche le limitate necessità della regione Liguria e nel quale sono presenti due detenuti madri e due bambini. Questo è quello che è stato fatto in un anno e mezzo. Anche se già operativa, l'unica Icam non utilizzata è quella di Senorbì, in Sardegna, perché non ci sono detenute madri o un detenuto padre. L'apertura e Pag. 12il concreto funzionamento degli Icam sinora elencati costituisce un buon risultato realizzato in un tempo ragionevolmente breve, ma – lo voglio ribadire anche in questa sede – i nostri obiettivi sono ancora più ambiziosi: anche se tanto è stato già fatto, noi vogliamo guardare avanti e fare ancora di più.
  Si sta, infatti, ancora lavorando per realizzare altre cinque strutture, in modo che sia garantita la diffusione su tutto il territorio nazionale di strutture idonee ad accogliere i bambini figli di donne detenute. A Roma, in un'area adiacente al complesso penitenziario di Rebibbia, confinante con il reparto femminile, si è già conclusa la fase preliminare del progetto di realizzazione dell'ICAM. Nel mese di aprile sarà ultimato il progetto esecutivo, a maggio si concluderanno le operazioni per l'individuazione del contraente e per il mese di dicembre 2016 si concluderanno le operazioni di collaudo e la consegna della struttura. In Campania, a Lauro, si sta lavorando alla riconversione dell'attuale ICATT (istituto a custodia attenuata per detenuti tossicodipendenti) a cui collabora anche la facoltà di architettura dell'Università degli Studi di Napoli, Federico II, e si tratta di un progetto inserito nel programma di interventi a carico della regione Campania, previsto dal protocollo di intesa sottoscritto il 20 maggio 2014 dal Ministro della giustizia e dal presidente della giunta regionale. Al riguardo, si segnala quanto riferito dall'amministrazione penitenziaria in ordine al fatto che i lavori di adeguamento sono stati inseriti dal Provveditorato nel proprio programma finanziario, anche per sopperire al mancato stanziamento allo Stato delle risorse da parte della regione. Tale assunzione di oneri comporta però una pianificazione pluriennale per steps, posto che i fondi a disposizione devono necessariamente tenere anche conto delle esigenze e delle urgenze degli istituti penitenziari della Campania. Al momento, in ogni caso, sono già in corso i lavori strutturali di adeguamento della cucina, dei servizi e delle aree verdi iniziati lo scorso novembre e saranno completati entro la fine del primo mese del corrente anno. A Firenze, in esecuzione del protocollo di intesa sottoscritto nel 2010 tra il Ministero della giustizia, l'allora presidente della regione Toscana, il presidente del tribunale di sorveglianza di Firenze, il presidente dell'Opera Pia Madonnina del Grappa e il presidente dell'Istituto degli Innocenti di Firenze, è stata avviata la ristrutturazione di un immobile di proprietà dell'Opera Pia Madonnina del Grappa. La giunta esecutiva della società della Salute di Firenze, la società incaricata dalla regione Toscana dell'elaborazione del progetto di ristrutturazione dell'immobile destinato ad ICAM, lo scorso gennaio ha approvato il progetto esecutivo di ristrutturazione del fabbricato e al termine dei lavori, che dovrebbero concludersi entro la fine del 2016, l'immobile sarà ceduto in comodato d'uso all'amministrazione penitenziaria che lo destinerà ad ICAM. In Calabria, a Castrovillari, è attualmente in corso la riconversione in ICAM della sezione «semiliberi» situata presso la locale casa circondariale. In Sicilia si sta valutando dove realizzare concretamente l'ICAM, ossia se presso la struttura a custodia attenuata per internati in Contrada Oreto, ovvero presso la sezione femminile dell'ex OPG di Barcellona Pozzo di Gotto che è una costruzione separata dal restante complesso ed è dotata di ampi spazi interni ed esterni. Mi preme, poi, evidenziare che per rispondere celermente all'obiettivo di consentire ai bambini di stare vicini alle loro madri detenute in un ambiente quanto più possibile rispondente alle loro esigenze, sono state istituite e sono già operative 19 sezioni nido presso altrettanti istituti penitenziari. Infine, sono lieto di annunciare che, sia pure a seguito di una lunga gestazione, sta per essere realizzata anche la prima casa famiglia protetta e sono contento di annunciarlo in questa sede a seguito di questa interrogazione. Il 27 ottobre scorso, infatti, il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha sottoscritto un protocollo di intesa con il comune di Roma e la Fondazione Poste Insieme per l'avvio del progetto «La casa di Leda» e con tale progetto verrà realizzata Pag. 13la prima casa famiglia protetta che verrà intitolata – e la voglio ricordare in questa sede – a Leda Colombini che tanto si è battuta su questi temi con passione, con impegno e con entusiasmo e che sarà realizzata presso un immobile in zona Eur confiscato alla mafia.
  Ecco un altro segnale importante della buona politica delle istituzioni di questo Governo e del Ministero che utilizza un bene confiscato, lo riconverte per fini sociali, lo riconverte per difendere dei valori e per rafforzare tutto quello che riguarda e che si inserisce nel rapporto tra genitori e figli e in questo caso tuteliamo dei figli che sono certamente innocenti e che non devono essere coinvolti e vivere sulla loro crescita gli errori fatti dai genitori. Ed è compito dello Stato, compito delle istituzioni far sì che questo possa avvenire, tutelare questi bambini e questo stiamo facendo, questa è la risposta concreta di questo Governo. Anche il fatto di utilizzare un bene confiscato alla mafia dà un significato ulteriore, in una città come quella di Roma, che sta vivendo quello che ruota intorno alle indagini su «mafia capitale». Il progetto verrà realizzato con il sostegno finanziario del dipartimento delle politiche sociali, sussidiarietà e salute del comune e della Fondazione Poste Insieme. Quindi, grazie anche al dipartimento delle politiche sociali, sussidiarietà e salute del comune e alla Fondazione Poste Insieme riusciamo a ottenere e a portare avanti questo progetto che non è solo un progetto ma che oggi diventa realtà e quindi è una risposta concreta. La casa famiglia protetta di Roma che dovrebbe essere operativa entro la prossima primavera sarà la prima struttura del genere attivata sul territorio italiano ed è destinata ad ospitare sino a sei genitori con bambini fino a 10 anni di età. E la tematica, quindi, resta una delle priorità nell'ambito della riforma del sistema dell'esecuzione della pena che il Ministero sta portando avanti, precisando che un ulteriore miglioramento del sistema dipende anche dall'integrazione col territorio e con gli enti locali chiamati a fornire un'adeguata rete di supporto per le detenute madri. Noi stiamo lavorando per incentivare questa integrazione, per incentivare questo collegamento con la società civile e perché queste iniziative vengano condivise dai cittadini che ne possano percepire l'importanza, non solo ai fini rieducativi, ma al fine di tutelare figli minori che non devono soffrire per errori che sono stati commessi da altri. Questo vuol dire fare buona politica, queste sono le risposte che stiamo dando e questo è ciò che il Ministero della giustizia, anche con l'aiuto delle istituzioni locali, delle associazioni e delle fondazioni, come in questo caso Fondazione Poste Insieme, sta facendo. Quindi, ne andiamo fieri e continueremo su questa strada con il massimo impegno e la massima determinazione.

  PRESIDENTE. L'onorevole Rostellato ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

  GESSICA ROSTELLATO. Grazie, Presidente, ringrazio veramente molto il sottosegretario Ferri per la risposta, anche perché, spesso, è molto difficile, anche per le associazioni che operano nel settore e per gli operatori stessi che operano in carcere avere questo tipo di informazioni e capire, sia il numero dei bambini, e come sono distribuiti, sia come sta procedendo, appunto, l'impegno del Ministero sul fronte dei minori in carcere. Come probabilmente il sottosegretario saprà è un argomento che mi sta particolarmente a cuore, su cui ho presentato molte interrogazioni e anche un ordine del giorno all'inizio del 2014 proprio per sollecitare il Governo su questo tema, per velocizzare sia la costruzione di ICAM che le convenzioni per le case famiglia, in quanto all'inizio di questa legislatura il numero dei bambini che non erano ospitati presso delle strutture protette, ma che vivevano all'interno del carcere, era molto superiore a quello attuale.
  Quindi, mi dichiaro soddisfatta della risposta, anche se in maniera parziale, perché magari mi è sfuggito, ma non ho sentito parlare della differenziazione tra i bambini sotto i tre anni e quelli sopra i tre Pag. 14anni, che mi sembra una questione alquanto importante. In che senso ? La legge n. 62 del 2011 ha previsto l'aumento dell'età dei bambini, ovvero la possibilità che la permanenza dei bambini, prima prevista a tre anni, venisse portata a sei anni di età. Credo che questa modifica abbia delle ripercussioni notevoli sulla vita di questi bambini, perché ovviamente un bambino con età superiore ai tre anni, normalmente è un bambino libero, comincia a frequentare la scuola materna e quindi tutti i bambini della sua età. Questi bambini, invece, che vivono in queste strutture, spesso, se la struttura non è supportata da associazioni, sono costretti a rimanere costantemente all'interno della struttura. Quindi, avevamo necessità di conoscere qual era la situazione anche dei bambini con età superiore ai tre anni, per capire quali iniziative stava portando avanti il Governo in questo ambito.
  In ogni caso, credo sia veramente da sottolineare l'importanza del lavoro del Governo per l'apertura di queste nuove strutture, sia degli ICAM, che della casa famiglia. Credo che sarebbe veramente importante che, entro la fine di questa legislatura, il Governo potesse dichiarare l'apertura di tutte queste strutture, visto anche che attualmente sono tutte, tra l'altro, situate nel nord Italia; quindi la redistribuzione che era stata prevista a Roma, in Campania, a Firenze, in Calabria e in Sicilia mi sembrerebbe decisamente più adeguata.
  Solo una cosa vorrei sottolineare e ricordare al sottosegretario, anche se in qualche modo l'ha già espressa, ed è l'importanza fondamentale, a mio parere, di collaborare con i comuni e le associazioni presenti nel territorio, per garantire assolutamente che questi bambini possano avere una vita il più normale possibile anche all'esterno del carcere. Dunque, bisogna fare delle convenzioni specifiche e assicurarsi che esistano delle convenzioni specifiche con le associazioni e con il comune, affinché questi bambini abbiano la possibilità, ogni giorno, di frequentare asili nido, scuole materne o la scuola primaria, per i bambini fino a 10 anni, e che possano avere anche attività ludiche nel weekend, o comunque nel pomeriggio, in modo da poter stare insieme ad altri bambini per vivere una vita il più possibile normale.
  Credo che sia fondamentale, insomma, che il Governo garantisca, per quanto possibile, a questi bambini una vita dignitosa e il più normale possibile, perché ovviamente non è colpa di questi bambini se i loro genitori sono detenuti. Come Stato, come Governo, dobbiamo garantire a loro tutti i diritti che a loro spettano di diritto.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
  Sospendo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 14, con il seguito della discussione del disegno di legge di ratifica tra Italia e Panama del Trattato di assistenza giudiziaria in materia penale e del Trattato di estradizione.

  La seduta, sospesa alle 11,35, è ripresa alle 14.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bindi, Boccia, Giancarlo Giorgetti, Mannino e Piccoli Nardelli sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centosei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Pag. 15

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,01).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti, previsti dall'articolo 49 comma 5 del Regolamento. Sospendo, pertanto, la seduta che riprenderà alle ore 14,20.

  La seduta, sospesa alle 14,01, è ripresa alle 14,20.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1600 – Ratifica ed esecuzione del Trattato di assistenza giudiziaria in materia penale tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Panama, fatto a Panama il 25 novembre 2013, e del Trattato di estradizione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Panama, fatto a Panama il 25 novembre 2013 (Approvato dal Senato) (A.C. 3156).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3156: Ratifica ed esecuzione del Trattato di assistenza giudiziaria in materia penale tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Panama, fatto a Panama il 25 novembre 2013, e del Trattato di estradizione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Panama, fatto a Panama il 25 novembre 2013.
  Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame degli articoli – A.C. 3156)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Poiché non sono stati presentati emendamenti, li porrò direttamente in votazione. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 3156), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Porta. Ne ha facoltà.

  FABIO PORTA. Grazie Presidente. Volevo evidenziare all'Aula che l'articolo 1, relativo all'autorizzazione alla ratifica di questi due importanti accordi internazionali firmati nel 2013 tra il nostro Paese e la Repubblica del Panama, viene a suggellare un importante rapporto in materia di cooperazione penale tra l'Italia e Panama, che, come sapete, è uno snodo, un Paese molto importante, direi strategicamente determinante nella lotta alla criminalità internazionale.
  Questo trattato, in particolare quello di assistenza giudiziaria, avvia tra l'altro tra i nostri Paesi una fase di intensi rapporti bilaterali, proprio a partire dall'ambito giudiziario penale, che forse è quello più delicato. L'impegno tra i due Stati in materia giudiziaria riguarda tutti i procedimenti, e quindi i procedimenti rispetto ai quali c’è una competenza da parte di uno dei due Stati contraenti. Il primo articolo che andremo a votare è relativo alla ratifica.
  Vorrei sottolineare come, a partire da questa ratifica e, quindi, anche dall'approvazione dell'articolo che ne autorizza e ne rende possibile la ratifica, potremo finalmente adottare delle norme puntuali in materia di cooperazione giudiziaria, favorendo e agevolando ulteriormente l'intensificazione dei rapporti tra l'Italia e Panama – Panama, ripeto, un Paese centrale non soltanto per il Centro-America, ma per tutto il rapporto dell'Italia con l'America latina e anche con l'America settentrionale – e questo avviene in settori cruciali, a partire, voglio ricordarlo, da quello finanziario, economico, commerciale, ma anche includendo il settore migratorio rispetto al quale il rapporto e la cooperazione tra l'Italia e i Paesi del Centro-America è determinante. In questo senso mi pare che questa ratifica sia assolutamente da sostenere.Pag. 16
  Voglio anche evidenziare che la ratifica dell'accordo che noi andiamo ad approvare, a partire dall'articolo 1, riguarda anche, nella seconda parte del Trattato, l'estradizione, che interesserà ovviamente tutti i casi, eccetto i reati di tipo politico, eccetto i reati per i quali c’è una fondata discriminazione, che ovviamente sarebbe contraria ai rapporti diplomatici tra i Paesi, escludendo tuttavia tra queste ipotesi di esenzione i reati di terrorismo. Voi vi renderete conto che, in un momento in cui è altissima la guardia di tutti i Paesi e, in particolare del nostro Paese, nella lotta al terrorismo, evidenziare questa negazione, cioè non evitare in nessun caso che reati di terrorismo non possano appunto dare seguito all'estradizione mi sembra un dato tutt'altro che secondario, tutt'altro che irrilevante. Per questo mi sembra importante procedere con la ratifica, a partire dall'importante articolo 1, che ne autorizza l'approvazione.

  PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sgambato, Scuvera, Chimienti, Centemero, Vico, Zardini, Vezzali, Alberti, Corda, Cenni, Romele, Sanna, Casellato, Brescia, Molea...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  326   
   Maggioranza  164   
    Hanno votato  326.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Tripiedi e Cominardi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 3156), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognese, Adornato, Ghizzoni, Pastorino, Vico, Chimienti, Miccoli, Kronbichler, Tripiedi, Moscatt, Ragosta, Nizzi, Cominardi, Parentela...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  337   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato  337.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Caon e Matteo Bragantini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 3156), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palmieri, Greco, Piepoli, Verini, Matteo Bragantini, Caon, Impegno, Sorial...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  348   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato  348.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A – A.C. 3156), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti. Pag. 17
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Simoni, Piepoli, Greco, Pilozzi, Giampaolo Galli, Rotondi, Romele...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti   348   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato   348.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3156)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Abrignani. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Presidente, membri del Governo, onorevoli colleghi, oggi quest'Aula è chiamata a ratificare due importanti Accordi sottoscritti dalla Repubblica italiana e quella panamense. La stipula dei due Accordi discende dalla volontà di migliorare la cooperazione giudiziaria con Panama, nel quadro del più generale rafforzamento del contrasto alla criminalità internazionale.
  È positivo che il primo di questi Accordi sancisca finalmente l'obbligo reciproco della cooperazione in materia penale, in materie quali la notifica di documenti, l'assunzione e la trasmissione di testimonianze, la ricerca e l'identificazione di persone; come positivo del resto è che il Trattato preveda anche l'assistenza giudiziaria, seppur temperata, nei casi in cui il fatto costituisca reato in uno solo dei Paesi contraenti. Tale strumento potrà essere utile al contrasto delle attività criminali, spesso di tipo finanziario-economico, che vedono coinvolta anche Panama. Sulla scia di quanto si sta facendo anche per i Trattati con gli altri Paesi, tra le altre previsioni per il rifiuto dell'assistenza giudiziaria non ci sarà il segreto bancario: è bene rimarcarlo con forza.
  Il nostro giudizio sul provvedimento è favorevole; come lo è sull'altro Trattato, quello teso a rafforzare la cooperazione nelle procedure di estradizione, che in pratica sarà sempre concessa quando i fatti contestati costituiscano reato in entrambi i Paesi e siano punibili con oltre un anno di carcere. I due Accordi, lo ribadisco, consentono di migliorare la cooperazione giudiziaria con Panama, nell'ambito di una strategia generale volta al contrasto della criminalità organizzata. Voteremo a favore del disegno di legge di ratifica, ritenendo che questi Trattati siano solo il primo passo per coordinare le operazioni delle magistrature dei nostri Paesi, con l'intento di perseguire reati di ogni genere.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Fitzgerald, per cui chiedo un po’ di attenzione, ma quantomeno di abbassare il tono della voce. Ne ha facoltà.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Presidente, onorevoli colleghi, i due Accordi al nostro esame rappresentano l'espressione concreta della volontà di migliorare la cooperazione giudiziaria con Panama, in un contesto generale di intensificazione della lotta e del contrasto al crimine internazionale. Tralascio il merito dei singoli articoli, già ben illustrati dal relatore, per sottolineare che le due ratifiche rappresentano un fatto positivo, che contempla nello stesso tempo la giusta punizione per i delitti commessi e la tutela dei diritti umani; e questo ci vede orientati favorevolmente ad assicurare il nostro consenso. Infatti, nel sancire l'obbligo reciproco di cooperazione giudiziaria e nell'individuare i campi in cui vi è uno scambio reciproco di informazioni, vengono definiti anche gli ambiti di tutela dei diritti, negando la richiesta di assistenza giudiziaria quando essa abbia finalità persecutorie per motivi Pag. 18di razza, religione o opinioni politiche. Riteniamo che la cooperazione giudiziaria possa essere una buona premessa per migliorare i rapporti tra i due Paesi, ed intensificare di conseguenza le relazioni economiche e culturali in un clima di fiducia nei rispettivi ordinamenti.
  Questo in un quadro che vede l'Italia in una prospettiva di crescita dei rapporti economici con Panama, senza tralasciare l'ambito dei diritti, e che ci consente di annunciare il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Borghesi. Ne ha facoltà.

  STEFANO BORGHESI. Grazie, Presidente. È al nostro esame la ratifica associata dei due Trattati stretti con la Repubblica di Panama il 25 novembre del 2013, che sono già stati approvati a grande maggioranza dal Senato, anche con il voto favorevole del gruppo della Lega Nord. La doppia intesa mira a migliorare la cooperazione giudiziaria bilaterale nel quadro del rafforzamento del contrasto alla criminalità internazionale.
  Il Trattato sull'assistenza giudiziaria, che contiene 26 articoli, sancisce l'obbligo reciproco della cooperazione in materia penale, includendo fra le misure di mutua assistenza, fra l'altro, la notifica di documenti, l'assunzione e la trasmissione di testimonianze, la ricerca e l'identificazione di persone. Prevede, altresì, alcune norme di garanzia che permetteranno, all'occorrenza, di negare l'assistenza giudiziaria quando si abbia ragione di ritenere che la richiesta inoltrata dalla controparte serva per finalità persecutorie di natura politica, razziale o religiosa. Apre, inoltre, una breccia nel muro del segreto bancario locale, circostanza che dovrebbe agevolare la conduzione di indagini nei confronti di chi abbia scelto Panama per godersi guadagni illeciti.
  Il secondo Trattato, strettamente connesso al primo, punta, invece, ad approfondire la cooperazione nelle procedure delle estradizioni, che sono concesse nel rispetto del principio della doppia incriminazione per i reati previsti da entrambi gli ordinamenti e punibili con pena di almeno un anno o quando la pena ancora da scontare non sia inferiore a sei mesi. Anche in questo caso, si tiene conto della possibile sussistenza di reati politici o di altre possibili discriminazioni che il nostro ordinamento rifiuta.
  A fronte di oneri molto modesti e facilmente sostenibili – si tratta di 23 mila euro all'anno per il primo Trattato e di 32 mila per il secondo – i vantaggi attesi giustificano ampiamente il vasto consenso che queste due intese hanno riscosso a Palazzo Madama. Sulla base, appunto, di queste argomentazioni, annuncio il voto favorevole del gruppo della Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Rabino. Ne ha facoltà.

  MARIANO RABINO. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, il Trattato di assistenza giudiziaria in materia penale tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Panama, fatto a Panama il 25 novembre 2013, avvia un'importante fase di sviluppo dei rapporti bilaterali, favorendo un'incisiva collaborazione nell'ambito giudiziario penale. Con esso, infatti, i due Stati si impegnano a prestarsi assistenza giudiziaria in ogni procedimento concernente reati, la repressione dei quali sia di competenza dello Stato richiedente.
  La necessità di norme puntuali per il settore dell'assistenza giudiziaria penale deriva dall'intensificazione dei rapporti tra Italia e Panama in settori cruciali, a partire da quelli finanziari, economici, commerciali e migratori. Il Trattato, che interviene, tra l'altro, in materia di tutela delle vittime, dei testimoni e degli altri partecipanti al procedimento penale, si inquadra tra gli strumenti finalizzati al miglioramento della collaborazione giudiziaria Pag. 19dell'Italia con i Paesi extra UE e volti a rendere più efficace nel settore giudiziario penale il contrasto al fenomeno della criminalità.
  Viene delineato l'ambito della cooperazione, prevedendo l'impegno reciproco delle parti per la più ampia assistenza giudiziaria in materia penale. Essa potrà riguardare, in particolare, la ricerca e l'identificazione di persone, la notifica degli atti giudiziari, l'assunzione di testimonianze, di dichiarazioni e di perizie, le attività di acquisizione documentale e l'invio di documenti, atti ed elementi di prova, il trasferimento di persone detenute al fine di rendere testimonianza o di partecipare ad altri atti processuali. Ed ancora, l'esecuzione di ispezioni giudiziarie o l'esame di luoghi e di oggetti, l'esecuzione di indagini, perquisizioni, congelamenti, sequestri e confische di beni pertinenti al reato e dei proventi di reato.
  Infine, la comunicazione dell'esito di procedimenti penali, la trasmissione di sentenze penali e di informazioni estratte da archivi giudiziari. Inoltre, sono previsti lo scambio di informazioni di carattere penale e sulla legislazione, nonché qualsiasi altra forma di assistenza che non sia in contrasto con la legislazione dello Stato richiesto. Si stabilisce il temperamento del principio della doppia incriminazione, consentendo di prestare l'assistenza giudiziaria anche quando nell'altro Stato il fatto non costituisca reato.
  Le parti contraenti non limiteranno le possibili ipotesi di collaborazione solo al Trattato in esame, ma si concederanno assistenza giudiziaria anche sulla base di altri accordi internazionali applicabili o in conformità ai propri ordinamenti nazionali. Tra le altre previsioni, si può anche segnalare la norma che non contempla il segreto bancario tra i motivi per rifiutare l'assistenza. Su domanda dello Stato richiedente, lo Stato richiesto può effettuare accertamenti sui rapporti bancari, finanziari e di conto corrente che una persona fisica o giuridica sottoposta a procedimento penale dalle autorità giudiziarie dello Stato richiedente intrattenga nel territorio dello Stato richiesto, senza che possano essere opposti da quest'ultimo motivi di segreto bancario.
  Viene precisato che tali accertamenti possono riguardare anche istituti finanziari diversi dalle banche. Il Trattato di estradizione, da parte sua, tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo di Panama si inquadra nel medesimo contesto di sviluppo dei rapporti italo-panamensi nell'ambito giudiziario penale. L'adozione dell'atto pattizio in materia di estradizione è stata imposta dalla necessità di disciplinare uniformemente le esigenze di consegna di persone che sono sottoposte a procedimenti penali o devono eseguire una pena.
  Autorità centrali designate dalle parti a trasmettere le richieste di estradizione ed autorizzate a comunicare direttamente tra di loro sono il Ministero della giustizia della Repubblica italiana e il Ministerio de Relaciones Exteriores della Repubblica del Panama. Il testo individua le tipologie di reato che danno luogo ad estradizione, prevedendo che l'estradizione sarà concessa quando il fatto per cui si procede o si è proceduto nello Stato richiedente è previsto come reato anche dalla legislazione dello Stato richiesto, cosiddetto principio della doppia incriminazione, e che la persona estradata non potrà essere perseguita o arrestata dallo Stato richiedente per reati diversi commessi precedentemente alla consegna, principio di specialità.
  Come già precedentemente sottolineato, la stipula dei due Accordi discende dalla volontà di migliorare la cooperazione giudiziaria con Panama, con cui l'Italia sta intensificando i rapporti anche sul piano economico, nel quadro del più generale rafforzamento del contrasto alla criminalità internazionale. Per tutte queste ragioni, il gruppo Scelta civica per l'Italia esprime il proprio voto favorevole al provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Alli, che non vedo.Pag. 20
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Archi. Ne ha facoltà.

  BRUNO ARCHI. Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole di Forza Italia e dire che entrambi i Trattati fatti a Panama il 25 novembre 2013 discendono dalla volontà di migliorare sicuramente la cooperazione giudiziaria con quel Paese, con cui stiamo intensificando attivamente i rapporti sul piano economico, nel quadro del più generale rafforzamento del contrasto alla criminalità internazionale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Grazie, Presidente. Votiamo oggi la ratifica del Trattato di assistenza giudiziaria in materia penale e anche di estradizione, entrambi con il Governo della Repubblica di Panama. Il MoVimento 5 Stelle voterà a favore di questo provvedimento, come già ha fatto in passato su provvedimenti simili, ad esempio con gli USA, con il Niger, con San Marino e con il Messico, e molti altri in questa legislatura. Non esiteremo a sostenere la ratifica di atti volti a perseguire con efficacia – e questo è un auspicio, più che una certezza – la prevenzione e la persecuzione di crimini anche su base internazionale (è un tema sempre più ricorrente, purtroppo).
  Non mi dilungherò sul merito del provvedimento, che, ricordiamolo, mira alla regolamentazione dei rapporti di cooperazione posti in essere dall'Italia con i vari Paesi al di là dell'Unione europea per migliorare la cooperazione giudiziaria internazionale e rendere più efficace nel settore giudiziario penale il contrasto al fenomeno della criminalità. Tuttavia, mi preme avanzare due auspici: il primo relativo al Paese in questione, Panama. Uno Stato tra quelli che, forse, più di tutti gli altri, ha catalizzato e raccolto soldi sporchi da tutto il mondo, facendo forza sulle relazioni diplomatiche intessute dal Governo di quel Paese, che spesso incontrava il nostro, senza lesinare la presenza di faccendieri poi rivelatisi criminali (vedi il caso Lavitola, un caso che ci appartiene molto da vicino).
  Lo Stato panamense, in cambio di sostanziale impunità nei confronti di gestori di fondi finanziari di dubbia provenienza, ha accolto ogni tipo di attività sul proprio territorio, facendo crescere a dismisura il proprio prodotto interno lordo e creando una city degna dello skyline di Manhattan, lasciando, al contempo, milioni di cittadini panamensi nello stato di più totale indigenza: il classico modello di sviluppo occidentale perverso e malato.
  Quindi, il primo auspicio è quello che questa ratifica sia un significativo strumento mediante il quale le magistrature di entrambi i Paesi possano perseguire i crimini di ogni tipo; il secondo è che a, seguito di questa ratifica, si possa votare il prima possibile – vi annunciamo che nella nostra Commissione giustizia presenteremo al più presto il disegno di legge di ratifica – una ratifica analoga a questo disegno di legge che è da tempo congelata nelle fredde stanze del Governo. Si tratta dell'accordo tra Italia ed Emirati Arabi Uniti in materia di estradizione, un Accordo firmato dai due Paesi nel settembre del 2015. Non vogliamo fare i maliziosi, come spesso ci dite di essere: non pensiamo che il ritardo sia dovuto alla volontà dell'Esecutivo di prolungare il soggiorno-latitanza negli Emirati Arabi Uniti dell'ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena, condannato in via definitiva a tre anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Per cui, sollecitiamo il Governo a fare il suo dovere e a collaborare affinché i delinquenti italiani possano essere processati in Italia e non lasciati in vacanza in altri Paesi che con questo Governo evidentemente hanno stretto anche altri accordi che non conosciamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Pinna. Ne ha facoltà.

Pag. 21

  PAOLA PINNA. Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento che ci apprestiamo a votare riguarda due importanti Accordi internazionali finalizzati a migliorare la cooperazione giudiziaria con la Repubblica di Panama. I Trattati in questione vanno ad inserirsi all'interno della sfera di politica estera italiana tra gli strumenti finalizzati all'intensificazione e regolamentazione dei rapporti di cooperazione posti in essere dal nostro Stato con i vari Paesi al di fuori dell'Unione europea. Si tratta pertanto di strumenti vitali, il cui obiettivo precipuo è quello di migliorare la cooperazione giudiziaria internazionale nonché di rendere più efficace il contrasto al fenomeno della criminalità, in linea dunque con il programma del Governo, volto al rafforzamento della cooperazione giudiziaria penale per il contrasto del crimine transnazionale. Il Trattato di assistenza giudiziaria in materia penale, che si compone di 26 articoli, sancisce l'obbligo reciproco della cooperazione in tale ambito, avviando in questo modo un importante processo di sviluppo dei rapporti bilaterali e favorendo una stretta incisiva collaborazione. Il Trattato di estradizione, composto da 24 articoli, si inserisce nel medesimo contesto di sviluppo dei rapporti fra Italia e Panama nell'ambito giudiziario penale. L'adozione dell'atto pattizio in materia di estradizione, in particolare, è stata imposta dalla necessità di disciplinare uniformemente le esigenze di consegna di persone che sono sottoposte a procedimenti penali o devono eseguire una pena. La necessità di prestarsi assistenza reciproca in tale settore è determinata non solo dall'estensione dei rapporti commerciali tra i due Paesi ma anche dalla sempre più frequente presenza di cittadini dell'uno Stato sul territorio dell'altro. Infine, onorevoli colleghi, vorrei ribadire che l'adozione di norme puntuali nel settore della cooperazione giudiziaria agevolerà un'ulteriore intensificazione dei rapporti tra Italia e Panama in settori cruciali, a partire da quello finanziario, economico, commerciale e migratorio. Visti gli aspetti positivi e significativi del presente disegno di legge e per le motivazioni esposte, annuncio il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3156)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

  PIERO LONGO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. A che titolo chiede di intervenire ? Siamo in fase di votazione.

  PIERO LONGO. Avevo chiesto prima la parola, Presidente. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PIERO LONGO. Presidente, mi conferma che con una legge si dà esecuzione a due Trattati ? Cioè, il testo della legge ritiene in unum il Trattato di assistenza giudiziaria e del Trattato di estradizione, che sono due cose assolutamente diverse ?

  PRESIDENTE. Sì.

  PIERO LONGO. Bene, allora, in difformità dal mio gruppo, mi asterrò dal voto.

  PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 3156, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Borghi, Pastorino, Tartaglione, Burtone, Cuperlo, Battaglia, Distaso, Buttiglione,
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

  S. 1600 – «Ratifica ed esecuzione del Trattato di assistenza giudiziaria in materia penale tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Panama, fatto a Panama il 25 novembre 2013, e del Trattato di estradizione tra il Pag. 22Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Panama, fatto a Panama il 25 novembre 2013» (Approvato dal Senato) (3156):

   Presenti  383   
   Votanti  382   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato   382.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1927 – Ratifica ed esecuzione del Memorandum d'intesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio dei Ministri della Bosnia ed Erzegovina sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 30 gennaio 2013 (Approvato dal Senato) (A.C. 3241) (ore 14,55).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3241: Ratifica ed esecuzione del Memorandum d'intesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio dei Ministri della Bosnia ed Erzegovina sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 30 gennaio 2013.
  Ricordo che la seduta di ieri si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame degli articoli – A.C. 3241)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
  Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 3241), al quale non sono state presentate proposte emendative. Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Carloni, Colletti, Lombardi, Turco, Grassi, Martino, D'Ambrosio, Venittelli, Bazoli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  401   
   Votanti  400   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  317    
    Hanno votato no   83.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 3241), al quale non sono state presentate proposte emendative. Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Adornato, Colaninno, Grassi, Bragantini, Malisani, Zaccagnini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  401   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  314    
    Hanno votato no   87.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 3241), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Bolognesi, Gandolfi, Invernizzi, Gelmini...
  Dichiaro chiusa la votazione.

Pag. 23

   Presenti  403   
   Votanti  401   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  317    
    Hanno votato no   84.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A – A.C. 3241), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Colaninno, Bonafede, Burtone...
  Dichiaro chiusa la votazione.

   Presenti  402   
   Votanti  400   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  314    
    Hanno votato no   86.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A – A.C. 3241), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capelli, Silvia Giordano, Prestigiacomo, Di Stefano...
  Dichiaro chiusa la votazione.

   Presenti  411   
   Votanti  408   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato  319    
    Hanno votato no   89.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame di un ordine del giorno – A.C. 3241)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A – A.C. 3241).
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare l'ordine del giorno invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

  BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale. Il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/3241/1, accettato dal Governo.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3241)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luca D'Alessandro. Ne ha facoltà.

  LUCA D'ALESSANDRO. Grazie, Presidente, onorevoli colleghi, il Memorandum d'intesa tra Italia e Bosnia del 30 gennaio 2013 sulla cooperazione nel settore della difesa si inserisce nel quadro degli accordi di cooperazione in campo militare che il Ministero della difesa italiano ha concluso su base sia bilaterale sia multilaterale, anche al fine di dare impulso allo sviluppo dell'industria della difesa. Non sfugge, inoltre, la valenza potenzialmente stabilizzatrice di questo tipo di accordi in area balcanica e segnatamente con un Paese, come la Bosnia ed Erzegovina, tuttora attraversato da tensioni mai del tutto sopite dopo la tragedia degli anni Novanta e, tuttavia, Paese partner della NATO. In questo quadro noi di ALA vediamo con favore l'intento dei due Paesi di consolidare le rispettive capacità difensive e di migliorare la comprensione reciproca sulle Pag. 24questioni della sicurezza. Questa azione stabilizzatrice va interpretata in un'ottica di particolare valore strategico e di alta valenza politica considerati gli interessi nazionali e gli impegni internazionali assunti dall'Italia nella regione dei Balcani. A questo proposito occorre segnalare che la Bosnia ed Erzegovina è un Paese membro dell'Euro-Atlantic Partnership Council e in qualità di Stato partner dell'Organizzazione del Nord-Atlantico il 4 maggio 1994 ha sottoscritto l'accordo tra gli Stati partecipanti al Trattato del Nord-Atlantico e gli Stati partecipanti al Partenariato per la pace, concernente lo status delle loro forze.
  Per questi motivi, al fine ultimo di rafforzare la pace e la stabilità dell'area, sarà fondamentale incoraggiare, agevolare e sviluppare la cooperazione nel settore della difesa sulla base dei princìpi di reciprocità ed uguaglianza nonché in conformità con i rispettivi ordinamenti giuridici, con gli impegni internazionali precedentemente assunti e, per quanto concerne la parte italiana, anche con la normativa europea.
  La stabilizzazione dell'area euro-mediterranea deve rimanere uno dei punti centrali dell'azione di politica estera del nostro Paese e per questo noi di Alleanza Liberalpopolare Autonomie esprimiamo il nostro voto favorevole.

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, il tono della voce...
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Memorandum d'intesa che ci apprestiamo a ratificare è rivolto alla cooperazione nel settore della difesa tra l'Italia e la Bosnia ed Erzegovina, fatto a Roma il 30 gennaio 2013. Esso intende definire il quadro giuridico in cui si dovrebbe iscrivere la cooperazione militare tra i due Paesi, anche nella prospettiva di aumentare la sicurezza e la stabilità dell'area balcanica. La qual cosa, alla luce degli eventi odierni, risulta essere di rilevante importanza.
  L'Accordo al nostro esame, che si ispira ai principi sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite ed è composto da 11 articoli, si inserisce in un quadro di relazioni europeo ed atlantico da sviluppare ancora di più da parte bosniaca e nella cui direzione l'Italia intende lavorare in maniera concreta.
  Tale Memorandum, allora, rappresenta un gesto significativo nei confronti di un Paese amico che vogliamo rendere sempre più parte attiva del processo di integrazione europea, sostenendo il percorso già iniziato con l'accordo di associazione all'Unione europea.
  Inoltre, la cooperazione in ambito militare tesa alle operazioni di peacekeeping e agli interventi umanitari rappresenta un aspetto molto importante nell'attuale quadro internazionale che l'Unione europea è chiamata a gestire in prima persona. Per tali ragioni annuncio il voto favorevole del mio gruppo parlamentare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Borghesi. Ne ha facoltà.

  STEFANO BORGHESI. Signor Presidente, il disegno di legge di ratifica ed esecuzione del Memorandum d'intesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio dei ministri della Bosnia ed Erzegovina sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 30 gennaio 2013, rientra nel vasto ambito delle intese in campo militare che il nostro Paese sta stringendo con i suoi partner esteri da diversi anni.
  Merita di essere ricordato, anche, come sia stato approvato a larga maggioranza dal Senato, con soli tre voti contrari; circostanza che conferma come questa politica delle cooperazioni bilaterali a livello delle Forze armate sia sostanzialmente bipartisan e largamente condivisa in Parlamento.
  Tuttavia, mentre abbiamo poche obiezioni da sollevare nei confronti del Memorandum in sé, poiché troviamo comunque utile che i nostri militari e quelli bosniaci ed erzegovesi approfondiscano la Pag. 25loro conoscenza reciproca, non possiamo nascondere che quanto sta accadendo nei Balcani resta per noi motivo di grande preoccupazione.
  La Bosnia è, infatti, in una posizione geopoliticamente delicatissima e permanentemente esposta al rischio della disgregazione, circostanza che ci impedisce di considerarla come uno Stato effettivamente normale.
  Inoltre, come è stato sottolineato dal senatore Giacomo Stucchi a Palazzo Madama in sede di dichiarazione di voto, la situazione locale non è affatto tranquilla. Segnaliamo, infatti, come una delle due componenti del Paese, la Federazione croato-musulmana, sia da tempo oggetto di un'azione di infiltrazione condotta da pericolose organizzazioni jihadiste che sembrano, ormai, avere ramificazioni anche nel territorio della nostra Repubblica.
  Si avverte in Bosnia anche la crescita della pressione migratoria che interessa tutti i Balcani e può investirne rapidamente il territorio, se le decisioni dei Paesi limitrofi consiglieranno a clandestini e profughi di prendere la rotta per Sarajevo invece di un'altra.
  Pensiamo, pertanto, che questo Memorandum possa servire anche da base per una collaborazione politica più ampia, di cui siano parte anche la lotta all'Islam politico radicale e il contrasto ai flussi migratori illegali che risalgono la dorsale balcanica verso l'Unione europea. Per queste ragioni il gruppo della Lega Nord voterà a favore di questa ratifica.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Monchiero. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI MONCHIERO. Grazie Presidente. Il Memorandum d'intesa tra Italia e Bosnia ed Erzegovina che stiamo per ratificare è da iscrivere all'interno della politica internazionale di difesa attuata dal nostro Paese, su base anche di accordi bilaterali, anche al fine di dare sviluppo e impulso alle nostre industrie di settore. La sua approvazione, pertanto, riveste una fondamentale importanza strategica ed è perfettamente coerente con il nostro interesse ad avere la Bosnia ed Erzegovina all'interno delle strutture di difesa atlantiche, nella prospettiva di una più fattiva collaborazione.
  Lo scopo naturalmente è quello di sviluppare la cooperazione nel settore della difesa, in conformità con le rispettive legislazioni nazionali e con gli impegni internazionali assunti sulla base del principio di reciprocità, puntualizzando che in nessun modo il Memorandum d'intesa italo-bosniaco sarà diretto contro gli interessi di altri Paesi.
  Il quadro dei Balcani è purtroppo caratterizzato da una difficile condizione di stabilizzazione. Proprio per questo, la sottoscrizione del Memorandum d'intesa mira non soltanto a indurre effetti positivi dal punto di vista economico, ma anche a concorrere ad un'azione stabilizzatrice di un'area di particolare valore strategico, considerando gli interessi nazionali e gli impegni internazionali assunti dal nostro Paese.
  Condividiamo, dunque, i contenuti di questo provvedimento e per queste ragioni dichiaro il voto favorevole del gruppo di Scelta Civica al disegno di legge di ratifica (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Constato l'assenza del collega Alli.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Piras. Ne ha facoltà.

  MICHELE PIRAS. Presidente, questo Memorandum che siamo chiamati oggi a ratificare, siglato fra il Governo italiano e quello della Bosnia ed Erzegovina, non ci convince, perché non ci convince per niente il ruolo sempre più forte che sta assumendo la NATO nel continente europeo, nei confronti della Russia, da una parte, e anche degli interessi dell'Unione europea.
  Sono ormai passati 27 anni dal crollo del Muro di Berlino e 25 dal collasso dell'Unione Sovietica, il mondo che abbiamo ereditato dalla fine del Patto di Varsavia e del socialismo reale è un Pag. 26mondo meno sicuro e un'Europa nella quale è tornata, a più riprese, ad affacciarsi la guerra, quella guerreggiata, fra gli Stati ed anche dentro gli Stati.
  Noi pensiamo che l'insistenza della NATO, la sua espansione e il suo rafforzamento nell'Europa orientale, nell'area che storicamente era connotata dalla presenza russa, costituisca un fatto negativo, un errore storico e di prospettiva, che ha generato conflitti e continua a generare tensioni con la Russia innanzitutto, Paese che sarebbe interesse di tutti coinvolgere in un processo di maggiore integrazione e cooperazione, non solo per gli interessi economici che caratterizzano la relazione fra gli Stati europei e quel Paese, ma perché è decisiva per la ricostruzione di un nuovo equilibrio, di una nuova stabilità, di una nuova fase di pace duratura.
  La risposta muscolare in Ucraina è anche l'effetto laterale della politica aggressiva e di espansione della NATO a Est, delle politiche di cosiddetta «cooperazione militare» con decine di Paesi dell'area ex sovietica, fortemente ostili alla Russia e, non di rado, esplicitamente favorevoli alla soluzione militare.
  Così, mentre sanzioniamo la Russia per l'annessione della Crimea e per l'ingerenza in Ucraina, costruiamo una nuova base NATO in Polonia e dotiamo quella nazione di nuovi missili a lunga gittata, capaci di insidiare le mura di Mosca e mentre ratifichiamo il Memorandum con la Bosnia ed Erzegovina dimentichiamo cosa è stata la tragedia della guerra in Jugoslavia e gli effetti collaterali dell'intervento NATO in Kosovo.
  Il ruolo della NATO in Europa sta assumendo sempre di più il profilo di un posizionamento antieuropeo, contrario agli interessi europei che sono innanzitutto quelli della pace, quelli della cooperazione con tutti i Paesi dell'Est e anche di un'integrazione delle politiche della difesa e degli eserciti europei. Non può manifestarsi meno che conseguentemente la constatazione del fatto che, mentre sigliamo un accordo di cooperazione militare con la Bosnia ed Erzegovina, il processo di una sua integrazione politica e costituzionale nell'Unione europea non compie un passo in avanti.
  Si vis pacem, para bellum, sembra essere la massima che affermiamo in Europa da 25 anni a questa parte. Permetteteci di dissentire nella maniera più radicale: se vogliamo la pace, prepariamo la pace ! Anche per tale ragione, Sinistra Italiana esprimerà un voto contrario (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Archi. Ne ha facoltà.

  BRUNO ARCHI. Grazie Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole di Forza Italia alla Ratifica ed esecuzione del Memorandum d'intesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio dei Ministri della Bosnia ed Erzegovina sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 30 gennaio del 2013, perché finalizzato ad incrementare la cooperazione bilaterale tra le Forze armate, consolidando le rispettive capacità difensive.
  Il suo intento è anche quello di introdurre positivi effetti in alcuni settori produttivi e commerciali dei due Paesi e di esercitare un'azione stabilizzatrice in una regione considerata strategica.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Grazie Presidente. La Ratifica in questione riguarda la cooperazione nel settore della difesa ed è pressoché identica a un'altra che abbiamo votato recentemente che riguardava il Montenegro. L'Accordo sarà sempre in vigore fino a quando le parti non decideranno d'interromperlo e ci costa quasi un «milioncino» di euro all'anno, 986.000 euro. L'intento dell'Accordo è quello di «rafforzare la pace e la stabilità mondiale», cito le parole esatte. Come sempre, però, gli obiettivi dell'Accordo sono altra cosa rispetto al contenuto dello stesso. Tra Pag. 27i settori di cooperazione, infatti, troviamo: l'industria per la difesa e la politica degli approvvigionamenti, lo scambio e il transito di materiali e attrezzature militari, la ricerca e lo sviluppo di armamenti e apparecchiature militari, la formazione e l'addestramento; in più, le parti potranno esaminare nuove aree di cooperazione di interesse reciproco, anche se non elencate nell'Accordo, quindi potrebbero inserire qualsiasi altro settore. Anche tra le forme di cooperazione, le attività sono prevalentemente di natura militare: addestramenti, esercitazioni, contatti tra istituti militari, visite di navi, aerei e di altre strutture militari. La vera cooperazione che questo Accordo vuole effettuare riguarda l'industria e lo scambio di armamenti. Italia e Bosnia ed Erzegovina potranno produrre e scambiare armi e apparecchiature militari.
  Vorrei, quindi, fare una dichiarazione un po’ più ampia di politica estera a questo punto, perché è chiaro a chiunque si affacci, anche per la prima volta, a questi argomenti che c’è in atto un vero e proprio accerchiamento del continente europeo, spinto dall'Alleanza atlantica, alla Russia. Un accerchiamento che abbiamo portato avanti con le scellerate sanzioni che l'Unione Europea ha imposto alla Russia, con lo spostamento dei confini della NATO sempre più a est, con la famosa questione Ucraina che ha riguardato da vicino il nostro Paese, perché si è lasciato conquistare dalla volontà americana di imporre delle sanzioni alla Russia, nonostante sia oggi il Governo ucraino quello che dovrebbe essere sanzionato, perché è un Governo totalmente in mano a dei gruppi filonazisti. Con questa logica di attuazione del programma Atlantico, escludiamo dai nostri rapporti uno dei partner storici più importanti, la Russia, ed allarghiamo quel filo rosso di tensione sul settore balcanico e sul settore russo che abbiamo già leso con gli accordi con la Polonia, con il Montenegro, ora con gli accordi con la Bosnia ed Erzegovina, e sicuramente li farete con tutti gli altri Paesi ex sovietici o della ex Yugoslavia. Noi per tutte queste ragioni, chiaramente, siamo contrari a questa Ratifica. Un Paese devastato dalla disoccupazione, dalla mafia, dalla corruzione, come l'Italia, non può permettersi di perdere denaro, e aggiungo neanche tempo, per parlare ancora di scambio di armi, per parlare ancora di scambio di armamenti e di addestramento militare. La pace non si raggiunge in questo modo, ma si raggiunge in altri modi sicuramente. Quelle zone necessiterebbero di cooperazione vera, ma non al fine di armare gli eserciti, ma al fine di combattere la povertà, le diseguaglianze sociali e favorire la cultura e la ricerca scientifica. Il mantenimento della pace non può tradursi in esportazione e commercio di armi, non può tradursi in oro per le solite multinazionali, non può tradursi in morte. Gli unici scambi che sostiene il MoVimento 5 Stelle sono quelli, anche commerciali, con altri Paesi, ma in materia ecologica, scientifica e culturale, non certamente quelli di armi. Per questo motivo annunciamo il nostro voto contrario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Tacconi. Ne ha facoltà.

  ALESSIO TACCONI. Grazie Presidente. Colleghi, il Memorandum d'intesa che siamo chiamati a ratificare, è finalizzato ad incoraggiare e promuovere la cooperazione bilaterale tra le Forze armate dei due Paesi e a consolidare le rispettive capacità di difesa. L'Accordo inoltre potrà avere riflessi positivi nei settori produttivi e commerciali, esercitando così un'azione stabilizzatrice nell'intera regione dei Balcani, la cui rilevanza strategica certamente non può sfuggire a nessuno. La Bosnia ed Erzegovina è candidata a diventare, in futuro, uno Stato membro dell'Unione europea, una candidatura che l'Italia sostiene con convinzione e che potrà essere favorevolmente considerata una volta che il Paese avrà introdotto quelle riforme strutturali che, per una piena integrazione all'Unione, si ritengono necessarie.
  Va detto, per inciso, che, dal 14 dicembre 2006 la Bosnia Erzegovina fa parte del Pag. 28cosiddetto partenariato per la pace, il programma che, formalmente istituito durante il vertice NATO di Bruxelles nel 1994, vuole creare fiducia e cooperazione per il mantenimento della pace tra la NATO e gli Stati che non hanno ancora aderito all'Alleanza, praticamente il blocco dei Paesi orientali, alcuni dei quali sono già diventati nel frattempo membri dell'alleanza a tutti gli effetti.
  I contenuti dell'accordo sono omogenei ad altre intese sulla medesima materia siglate con altri Paesi. Al nostro esame interessano soprattutto l'articolo 1, che al punto 3, coerentemente con il programma Partenariato per la pace, a cui ho appena accennato, statuisce espressamente che l'intento della cooperazione è quello di rafforzare la pace e la stabilità mondiale, e l'articolo 3, che elenca in dettaglio i campi in cui si dispiega tale cooperazione, dalla politica di sicurezza e difesa alle operazioni umanitarie e di mantenimento della pace, dal controllo degli armamenti all'organizzazione delle Forze armate, la loro formazione e il loro addestramento, dalla questione di polizia militare all'industria della difesa e alle politiche degli approvvigionamenti e ogni altro settore di reciproco interesse.
  L'approvazione di questo disegno di legge di ratifica in materia di cooperazione nel campo della difesa è particolarmente rilevante da un punto di vista strategico, perché è nostro interesse consolidare la presenza della Bosnia ed Erzegovina, come di tutti gli altri Paesi dell'area balcanica, all'interno delle strutture e, soprattutto, dello spirito dell'Alleanza Atlantica, perché essi possano condividerne le linee comuni di politica estera e di difesa, anche in operazioni umanitarie e di peacekeeping, secondo i principi ispiratori di cui all'articolo 1 dell'intesa stessa.
  Dichiaro perciò che il Partito Democratico voterà a favore del disegno di legge di ratifica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3241)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n.  3241, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, D'Uva, Piepoli, Giuliani, Petrenga, Kronbichler, Lo Monte...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

  S. 1927 – «Ratifica ed esecuzione del Memorandum d'intesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio dei ministri della Bosnia ed Erzegovina sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 30 gennaio 2013» (Approvato dal Senato) (3241):

   Presenti  419   
   Votanti  417   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato  320    
    Hanno votato no   97    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Zaratti e Rondini hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).

  ILEANA ARGENTIN. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, mi scuso ma volevo dirle che prima vi è stato un qui pro quo, nel senso che io non sono entrata in Aula e il mio operatore ha votato la votazione n. 7. Per Pag. 29rispetto della Presidenza e dei miei colleghi vorrei che il voto fosse cancellato, grazie.

  PRESIDENTE. La ringrazio, ne prendiamo atto.

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo che istituisce un'associazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e l'America Centrale, dall'altra, fatto a Tegucigalpa il 29 giugno 2012 (A.C. 3261) (ore 15,20).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3261: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo che istituisce un'associazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e l'America Centrale, dall'altra, fatto a Tegucigalpa il 29 giugno 2012.
  Ricordo che, nella seduta di ieri, si è conclusa la discussione sulle linee generali. Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere, che è in distribuzione (Vedi l'allegato A – A.C. 3261). Tale ultimo parere contiene due condizioni, formulate ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, che verranno poste in votazione a norma dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

(Esame degli articoli – A.C. 3261)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
  Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 3261), cui non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Catania, Caso, Polverini, Giorgetti, Latronico, Ruocco, Minardo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  403   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  323    
    Hanno votato no   80.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 3261), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Covello, Malisani, Alberti, Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  404   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  327    
    Hanno votato no   77.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 3261), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Se nessuno chiede intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore a esprimere il parere sulle condizioni formulate dalla Commissione Bilancio con gli emendamenti 3.300 e 3.301.

  FABIO PORTA, Relatore. Esprimo parere favorevole su entrambi gli emendamenti, avendo acquisito in via informale il parere, peraltro molto dettagliato, da parte della Commissione Bilancio.

Pag. 30

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale. Conforme al relatore, Presidente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giuliani, Caso, Folino..
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  427   
   Votanti  405   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  326    
    Hanno votato no   79.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.301 della Commissione, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Folino, Ghizzoni, Giampaolo Galli, Burtone, Frusone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  426   
   Votanti  403   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  325    
    Hanno votato no   78.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Moscatt, Lainati, Greco, Patriarca, D'Ambrosio, Ragosta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  426   
   Votanti  406   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  331    
    Hanno votato no   75.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Baroni ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A – A.C. 3261), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Moscatt...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  405   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  329    
    Hanno votato no   76.    

Pag. 31

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A – A.C. 3261), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Piepoli, Ciracì, Carbone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  431   
   Votanti  411   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  333    
    Hanno votato no   78.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3261)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luca D'Alessandro. Ne ha facoltà.

  LUCA D'ALESSANDRO. Presidente, onorevoli colleghi, l'Accordo di associazione fra Unione europea e l'America centrale è un esempio di Accordo biregionale portato a compimento con successo, in linea con l'obiettivo dell'Unione europea di promuovere l'integrazione regionale in altre regioni attraverso accordi commerciali e accordi di associazione. È da segnalare che i sei Paesi centroamericani, con una popolazione complessiva di 45 milioni di abitanti e con un prodotto interno lordo aggregato di 167 miliardi di dollari, attraversa una fase positiva sotto il profilo della stabilità politica e sul piano dello sviluppo economico. La positiva evoluzione del quadro politico e le buone prospettive dell'economia, pur in un contesto regionale che rimane caratterizzato da cospicui problemi sociali, deve necessariamente essere colto dall'Unione europea, se vuole allargare con giovamento le proprie prospettive di crescita economica.
  Il dispositivo normativo dell'intesa è strutturato intorno a tre assi, del dialogo politico, della cooperazione allo sviluppo e degli scambi commerciali, e comprende tematiche riguardanti la promozione del commercio, la lotta al terrorismo, il traffico d'armi, le migrazioni, i processi di integrazione regionale e la protezione dell'ambiente. In quest'ottica, noi di ALA non possiamo che guardare favorevolmente ad un'intesa che vede il nostro Paese impegnato in America centrale in un'azione di supporto ai progetti di contrasto del crimine organizzato transnazionale, azione che ha permesso al nostro Paese di profilarsi come attore partner credibile nella sfida ai cartelli del narcotraffico che i Paesi di quella regione conducono assieme agli Stati Uniti d'America e all'Unione europea.
  Sul piano commerciale, inoltre, favorendo i processi di liberalizzazione dei commerci, l'Accordo offrirà sicuramente nuove opportunità alle aziende europee, incluse quelle italiane, nell'interscambio commerciale che l'Italia intrattiene con i sei Paesi centroamericani: pari nel 2011 ad oltre 150 milioni di euro, esso registra un livello obiettivamente modesto, che potrà tuttavia crescere in maniera significativa grazie all'abbattimento delle tariffe doganali e alle facilitazioni commerciali previste dall'Accordo di associazione. Per questi motivi noi di Alleanza Liberalpopolare Autonomie esprimiamo il nostro voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Fitzgerald. Ne ha facoltà.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'Accordo in esame si inserisce nell'ambito di un dialogo politico-istituzionale con la regione centroamericana, comprendente sei Stati, Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Pag. 32Honduras, Nicaragua e Panama, avviato dall'Unione europea sin dal 2003 con l'Accordo di dialogo politico e cooperazione. Si tratta di un Accordo che ha un'ampia portata in quanto include, oltre agli obiettivi di rafforzamento dell'integrazione regionale, di prevenzione delle catastrofi naturali, di consolidamento dello Stato di diritto, di lotta al terrorismo e all'immigrazione illegale, numerosi altri obiettivi anche e soprattutto di integrazione economica, nella prospettiva della liberalizzazione degli scambi commerciali: infatti, la Parte IV dell'Accordo, dedicata all'istituzione di una zona di libero scambio in conformità alle regole dell'Organizzazione mondiale del commercio, è la parte più estesa ed articolata del testo.
  La natura dell'Accordo è di carattere associativo, caratterizzato da una fitta rete di diritti ed obblighi che generalmente sono molto più penetranti di quelli che nascono da un semplice Accordo. L'aspetto più significativo, messo in evidenza dalla dottrina, è costituito da azioni in comune e da una istituzione con organi ad hoc sia di cooperazione intergovernativa (consigli e comitati di associazioni), sia di collaborazione a livello parlamentare. Com’è noto, strutture parlamentari sono presenti in ogni Accordo di associazione, normalmente con Commissioni parlamentari miste; in questo caso, l'Accordo prevede l'istituzione di un Comitato parlamentare di associazione composto da membri del Parlamento europeo e del Parlamento centramericano, oltre a rappresentanti nazionali di Paesi centroamericani che non siano membri dei rispettivi Parlamenti. Il Comitato parlamentare interagisce con il Consiglio di associazione, che ha il compito di vigilare sul conseguimento degli obiettivi dell'Accordo.
  Le ragioni che sono alla base del raggiungimento di un Accordo di associazione sono prevalentemente di natura politica, come dimostrano altri accordi conclusi dall'Unione Europea con altre aree e organizzazioni regionali: come quelli con i Paesi del Mediterraneo, Grecia, Cipro e Malta, tramutatisi in adesione, e Turchia, o con alcuni Paesi dell'Est, Polonia, Ungheria e Cecoslovacchia, dopo la loro democratizzazione ed il dissolvimento del Comecon. Questi ultimi in particolare si inquadravano in un'azione più generale di contributo dell'Unione a favore del processo di riforma politica ed economica dei Paesi dell'Europa centrale e orientale (PECO). Dunque l'azione dell'Unione europea si inquadra nella medesima prospettiva di contribuire allo sviluppo e alla riduzione della povertà in America centrale, in linea con gli obiettivi dell'ONU, rafforzando al contempo la lotta al terrorismo, il disarmo e la non proliferazione delle armi di distruzione di massa, la cooperazione in materia ambientale e nel settore economico-finanziario. Numerosi sono anche gli obiettivi in ambito commerciale, aventi ad oggetto in particolare l'eliminazione degli ostacoli agli scambi, e, quanto risulta di maggiore interesse per l'Italia, la tutela delle indicazioni geografiche protette. L'Italia inoltre può dare un contributo notevole sul piano della cooperazione scientifica, in particolare nella gestione dei terremoti e con riguardo allo sviluppo delle energie rinnovabili e dello sfruttamento dell'energia geotermica.
  In conclusione, la ratifica dell'Accordo di associazione appare di particolare importanza per il suo rilievo strategico sia in termini politici che economici. Nell'ambito della cooperazione parlamentare europea, occorrerà vigilare soprattutto sul rispetto dei valori della democrazia, dello Stato di diritto e sulla tutela dei diritti fondamentali nei Paesi dell'America centrale: un impegno che raccogliamo con profondo convincimento, e che ci spinge ad annunciare il nostro voto positivo a tale ratifica (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale – Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Borghesi. Ne ha facoltà.

  STEFANO BORGHESI. Grazie, Presidente. Al nostro Paese viene sottoposto un Accordo di associazione che potremmo definire euro-caraibico, perché sancisce la nascita di un'associazione tra l'Unione europea Pag. 33e sei Paesi centroamericani che insistono sulla regione del Mar dei Caraibi: Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua e Panama. L'intesa non sembra presentare insormontabili problemi politici: non è certamente così divisiva come è stata nel nostro continente la scelta di offrire la stessa partnership all'Ucraina. L'Europa si accinge ad aprire le porte dei suoi mercati all’export agricolo di questi Stati caraibici, che sono tutti specializzati in produzioni sostanzialmente complementari e non concorrenziali rispetto alle nostre.
  L'entrata in vigore dell'Accordo non dovrebbe, quindi, danneggiare l'agricoltura del nostro Paese, mentre potrebbe rappresentare una forma di sostegno alla crescita di economie latinoamericane normalmente considerate povere ed in via di sviluppo. Andrebbe, quindi, considerata anche come l'espressione di una strategia di contenimento dei flussi migratori, per quanto dai Caraibi si tenda a migrare verso gli Stati Uniti piuttosto che verso l'Europa.
  Come è normale in questi casi, l'Accordo è molto corposo, includendo molti aspetti tecnici legati alla definizione di standard comuni. Speriamo che dalla sua entrata in vigore possa derivare anche una spinta alla democratizzazione di quest'area, finora rimasta intrappolata nelle morse di una spietata lotta di classe, che ha assunto, non di rado, forme molto violente. Alla luce di queste motivazioni appena esposte, annuncio che la Lega Nord voterà a favore di questo provvedimento.

  PRESIDENTE. Volevo fare solo una precisazione alla collega Argentin, per quanto prima ha richiesto: non è possibile procedere all'annullamento di singole espressioni di voto e, tra l'altro, non sussistono i presupposti per un annullamento dell'intera votazione, ai sensi dell'articolo 57 del Regolamento. Quindi, rimarrà agli atti la sua precisazione; questo volevo precisarlo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Galgano. Ne ha facoltà.

  ADRIANA GALGANO. Grazie, Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, siamo oggi chiamati ad autorizzare la ratifica ed esecuzione dell'Accordo di associazione fra l'Unione europea e i sei Stati centramericani: Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua e Panama. L'Accordo, molto ampio, è fondato sul rispetto dei principi democratici e i diritti umani, sulla promozione dello sviluppo sostenibile e sui principi del buon governo e dello Stato di diritto. Sancisce la cooperazione tra l'Unione europea e l'America centrale nel settore della giustizia, della sicurezza, dello sviluppo, dell'ambiente, della scienza e dell'economia.
  La cooperazione economica e commerciale, in particolare, comprende innumerevoli ambiti, tra i quali l'assistenza tecnica per le politiche della concorrenza e delle dogane, la proprietà intellettuale, gli scambi di servizi, il commercio elettronico, gli appalti pubblici, l'industria e l'energia. L'Accordo prevede la corretta trasparente gestione degli affari pubblici e un particolare sforzo contro la corruzione; istituisce il consiglio di associazione, con il compito di vigilare sul conseguimento degli obiettivi da raggiungere e sovrintendere alla sua attuazione; stabilisce una zona di libero scambio in conformità alla normativa dell'Organizzazione mondiale del commercio.
  In ragione dell'elevata integrazione economica della regione centroamericana con il Messico, il nostro Paese, che proprio lì opera con numerose aziende, dovrebbe indirettamente avere ulteriori benefici dall'Accordo in esame. L'Accordo, inoltre, rappresenta una particolare importanza per l'Italia in ragione della nostra cooperazione per la strategia di sicurezza nella regione, soprattutto in riferimento alla lotta contro il narcotraffico. Per queste ragioni, Scelta Civica per l'Italia dichiara il proprio voto favorevole al provvedimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Alli, che non è presente.Pag. 34
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Palazzotto. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Grazie, signor Presidente. La ratifica di questo Accordo di associazione ci dice molto sulla modalità con cui questo Parlamento lavora. È un accordo di 1.800 pagine, che è stato affrontato dalla Commissione affari esteri in una sola seduta, prima di dare il via alla ratifica e accogliere i pareri favorevoli delle altre Commissioni competenti.
  Ecco, noi abbiamo un tema che riguarda le ratifiche in questo Parlamento: c’è una discussione all'interno della Commissione affari esteri su una proposta di legge che prova a regolamentare la modalità delle ratifiche e anche, diciamo, in qualche modo, a standardizzare questo modo di procedere, ovvero l'idea che noi dobbiamo fare in un'unica sessione di ratifica annuale tutte le ratifiche dei trattati che vengono all'attenzione del Parlamento. Ecco, penso che questa sia una modalità di procedere sbagliata, perché noi abbiamo talvolta alcune ratifiche di alcuni accordi che sono standard, che riguardano procedure già consolidate, che riguardano l'estensione ad altri Paesi di accordi di cooperazione tra l'Italia e il Paese terzo, e abbiamo, invece, ratifiche di accordi come questi o come quelli che verranno.
  Immagino, per esempio, la vicenda molto controversa che riguarda il TTIP, che è un Accordo di libero scambio tra l'Europa e gli Stati Uniti d'America, su cui, per esempio, c’è un grave vulnus democratico nel nostro Paese, perché la trattativa, che è ancora secretata, non è accessibile ai parlamentari italiani, mentre lo è nei confronti di altri parlamenti di altri Stati membri, che hanno avuto, invece, la forza di istituire la camera di consultazione per vedere l'andamento delle ratifiche.
  E faccio questo riferimento non a caso, Presidente. Questo Accordo riveste un'importanza, se così si può dire, anche storica nei rapporti tra l'Italia e i Paesi centramericani che ne sono firmatari. Istituisce, appunto, l'associazione Italia-Paesi dell'America centrale, dà, addirittura, un organo di governance a questa associazione e basa le prime tre parti dell'Accordo, quindi una parte considerevole, su temi assolutamente pregevoli e, soprattutto, su temi di non poca rilevanza. Penso alla questione che riguarda la tutela dei diritti umani, lo sviluppo sostenibile, l'adesione agli Obiettivi del Millennio sullo sviluppo sostenibile.
  Parla di disarmo, di contrasto al terrorismo e al traffico di armi, parla della tutela delle popolazioni indigene, facendo riferimento alla relativa Convenzione ONU. E poi, però, a un certo punto, nella quarta parte, si affronta tutto il tema che riguarda la vicenda del commercio, e in quella parte, che è la parte più corposa e considerevole dell'Accordo, si cambia completamente il tenore delle misure che vengono messe in campo. Lo dico perché alcune delle parti contenute, delle clausole contenute nella quarta parte, entrano addirittura in conflitto con, invece, i principi stabiliti nella prima, nella seconda e nella terza parte, per esempio e soprattutto rispetto a quello che riguarda la tutela dell'ambiente e lo sviluppo sostenibile.
  Infatti, una delle questioni che viene posta in essere è, per esempio, la rimozione, da una parte, dei dazi, dall'altra parte, degli ostacoli non tariffari: dietro questa locuzione abbastanza generica normalmente ci sono le leggi che riguardano la sicurezza sociale dei lavoratori in quei Paesi, ci sono, per esempio, le limitazioni che in quei Paesi vengono messe a tutela delle risorse ambientali rispetto allo sfruttamento che le grandi multinazionali storicamente hanno fatto nel continente latinoamericano. Non a caso, i riferimenti continui sia agli accordi TRIPS che agli accordi GATS ci parlano di un'idea che guarda a una cooperazione che punta, per esempio, alla privatizzazione dei servizi pubblici, e noi cerchiamo di esportare questo modello verso l'America latina, cioè una logica, ancora una volta, predatoria delle multinazionali europee, che punta, sulla base della simmetria delle nostre economie, a capitalizzare al massimo il Pag. 35profitto rispetto allo sfruttamento sia delle risorse ambientali che delle risorse statuali di quei Paesi.
  Ecco, noi abbiamo un Accordo che, di fatto, prova a rimuovere tutti gli ostacoli possibili alla libera circolazione del denaro, dei flussi finanziari, delle merci, e, ancora una volta, invece, come ci ricordava giustamente il collega della Lega – cosa che per me pone un problema, mentre per lui era un elemento di pregio di questo Accordo –, pone delle limitazioni rispetto alla mobilità umana.
  Cioè, diciamo che dobbiamo rimuovere qualunque ostacolo che non permetta di fare circolare le merci tra l'Europa e i Paesi dell'America centrale e dobbiamo invece cercare di limitare qualunque ipotesi di flusso migratorio tra l'America centrale e il nostro continente. Noi vorremmo discutere di questo, però, il fatto che oggi questa cosa si discuta nell'arco di una discussione distratta durante la ratifica di sette, otto provvedimenti la dice lunga sull'importanza che questo Parlamento dà alle ratifiche di accordi internazionali – che molto spesso vincolano anche le scelte del nostro Governo o riguardano la vita di milioni di cittadini di altri Paesi in altre parti del mondo – che noi deleghiamo a una grigia burocrazia della Commissione europea, che stipula questi accordi molto spesso sotto la pressione delle lobby e delle grandi multinazionali europee.
  Presidente, penso – e chiudo – che questa discussione la dovremmo fare, perché, se pensiamo di regolare i procedimenti di ratifica accorpando tutto in un unico polpettone annuale, che impedisce ancora di più di quanto sia fatto oggi di discutere di quelli che sono realmente i contenuti di un accordo di 1.800 pagine, non capiamo di cosa stiamo parlando. Presidente, è per questo che, pur riconoscendo i vantaggi e sicuramente la prima parte dall'Accordo, che è positiva, non possiamo votare favorevolmente a un Accordo che prevede nella quarta parte le cose di cui ho detto. Poi, mi permetto un'ultima annotazione, nell'annunciare l'astensione del gruppo di Sinistra Italiana: l'articolo 5 della legge di ratifica, che parla appunto dall'entrata in vigore dell'Accordo, è un po’ una beffa finale, perché sappiamo che l'Accordo stesso contiene una clausola che prevede l'entrata in vigore prima della ratifica di alcune parti, che, guarda caso, sono riferite solo alla parte quarta, che riguardano le clausole sul commercio. Quindi, ci troviamo in realtà a ratificare un Accordo che, fatta eccezione per il Guatemala, già dal luglio del 2013 è entrato in vigore. Questo la dice lunga sulla modalità e sull'importanza che riveste il Parlamento nel nostro Paese su queste vicende (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Archi. Ne ha facoltà.

  BRUNO ARCHI. Signor Presidente, è questo l'Accordo di associazione fra l'Unione europea e i sei Stati centramericani considerati come un'entità regionale integrata, requisito questo che l'Unione europea privilegia proprio per la stipula di accordi di associazione con l'esterno. In ragione dell'elevata integrazione economica della regione centroamericana con il Messico, il nostro Paese, che proprio in Messico opera con numerose aziende, dovrebbe indirettamente beneficiare dei risultati dell'Accordo in esame, che comunque comporterà la liberalizzazione doganale nei confronti del 91 per cento delle esportazioni centroamericane nel territorio dell'Unione. L'Accordo porterà quindi alla liberalizzazione graduale dei dazi nei confronti del 69 per cento delle esportazioni europee di prodotti industriali in America centrale. Segnalo due aspetti in particolare: l'importanza e l'analisi dell'impatto della regolamentazione, poiché rileva le fragilità legate alla registrazione e la protezione delle IGE (indicazioni geografiche europee), di cui ben 44 appartenenti al nostro Paese. Per quanto concerne l'istituzione della zona di libero scambio, si pongono infatti obiettivi di espansione degli scambi di merci tra le parti mediante Pag. 36la riduzione o l'eliminazione degli ostacoli tariffari e non tariffari e la facilitazione degli scambi di merci attraverso la semplificazione di procedure doganali, di meccanismi di valutazione della conformità nonché nel campo delle misure sanitarie e fitosanitarie.
  Infine, nel quadro istituzionale per la gestione dell'Accordo, è prevista l'istituzione del consiglio di associazione e l'istituzione di un Comitato parlamentare di associazione, nel quale confluiscono i membri del Parlamento europeo e del Parlamento centramericano. Auspichiamo che di tale ultimo organismo possano far parte anche rappresentanti italiani. Annuncio il voto favorevole di Forza Italia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Grande. Ne ha facoltà.

  MARTA GRANDE. Presidente, oggi siamo appunto chiamati a ratificare l'Accordo di associazione tra l'Unione europea e l'America centrale, un Accordo che però non può prescindere da un'analisi o quanto meno dal portare in quest'Aula anche la volontà e l'idea dei movimenti sociali e popolari dell'America centrale, che hanno fortemente criticato e protestato contro questa tipologia di accordo.
  Dal loro punto di vista, questa ratifica amplifica la logica neoliberista di saccheggio delle risorse naturali di quei Paesi, che già fortemente e per molti anni, per molti decenni, hanno subito un neocolonialismo – a suo tempo – da parte dei Paesi nordamericani. Questo tipo di logica neoliberista chiaramente andrebbe a favore delle multinazionali, non solamente americane ma, in questo caso, nello specifico, europee, che potrebbero di nuovo portare in questi Paese uno sviluppo finto che in realtà non porterà a nessun incremento sociale o democratico dei Paesi del Centro America. Dal nostro punto di vista, non possiamo ignorare la voce di questi Paesi e la voce di questi movimenti, anche perché noi siamo la controparte che poi va a ratificare questo specifico Accordo. Come MoVimento 5 Stelle, poi, contestualmente riteniamo che i temi affrontati debbano essere appunto discussi in maniera diversa da come li abbiamo affrontato in quest'Aula parlamentare. Esattamente come diceva il collega Palazzotto, dovremmo discutere nel dettaglio le 1.600 pagine, piuttosto che avere una rapida discussione, sia in Commissione che in quest'Aula. L'Accordo chiaramente verte su più punti (diritti umani, sicurezza, democrazia, diritti sociali), però il punto nodale, centrale, di questo specifico Accordo di associazione è chiaramente la creazione di una zona di libero scambio, e sulle zone di libero scambio, in questa legislatura, abbiamo più volte sottolineato la nostra perplessità, perché tendenzialmente non tutelano nessuna delle parti contraenti ma le multinazionali, che cresceranno a discapito delle popolazioni – in questo caso specifico dell'America centrale – e anche della qualità e degli standard dei beni e servizi europei. Questa è un po’ una scommessa che vogliamo azzardare, come MoVimento 5 Stelle. Quindi, le multinazionali cresceranno (non ci importa quali, se europee o americane), ma noi, come MoVimento 5 Stelle ci rifiutiamo di sottostare a questa logica di sviluppo e soprattutto di politica estera e commerciale.
  Per questo motivo, abbiamo votato contrariamente finora ed anche il nostro voto finale sarà contrario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Fedi. Ne ha facoltà.

  MARCO FEDI. Presidente, le chiedo l'autorizzazione a pubblicare il testo integrale del mio intervento in calce al resoconto della seduta odierna (la Presidenza autorizza sulla base dei criteri costantemente seguiti) e mi limiterò in questa sede a svolgere alcune riflessioni, anche stimolato dagli interventi dei colleghi di SEL e del MoVimento 5 Stelle. Si tratta di un Pag. 37provvedimento che reca l'autorizzazione alla ratifica e l'esecuzione dell'Accordo di associazione tra Unione Europea e i sei Stati centroamericani (Costarica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua e Panama) considerati come un'unità regionale integrata, requisito questo che l'Unione Europea privilegia proprio per la stipula di accordi di associazione con l'esterno. Vorrei ricordare che gli accordi di associazione rappresentano, in un mondo che sta profondamente mutando, il futuro della tipologia di accordi, con i quali dovremo convivere. Di fronte a questa discussione, che è stata stimolata dal collega Palazzotto, credo sia utile fare un confronto sulla tipologia degli accordi ma anche guardare al merito dei singoli contenuti che sono riportati nell'Accordo. L'Unione europea ed i Paesi dell'America centrale hanno firmato un Accordo di associazione basato su tre pilastri e nessuno di questi è più importante dell'altro. Essi sono: il dialogo politico, la cooperazione e il commercio. È stato ricordato anche da voi quanto siano importanti gli aspetti legati alla tutela dei diritti umani, alla lotta al contrasto alla povertà e al rafforzamento dei pilastri della democrazia in tutta quell'area del mondo così importante per noi. Questo Accordo avrà un effetto positivo sul processo globale di integrazione politica ed economica dell'America centrale e contribuirà alla stabilità in quella regione. La stabilità in quella regione è fondamentale per tutto il mondo e sicuramente anche per l'Unione europea e l'Italia. Si tratta del primo vero Accordo di associazione tra due regioni che sia stato firmato dall'Unione europea.
  È vero, la previsione ampiamente condivisa è che grazie a questo accordo gli esportatori europei potranno risparmiare circa 90 milioni di euro l'anno sui diritti di dogana, mentre i fornitori di servizi europei, quali le telecomunicazioni e i trasporti, avranno un più ampio accesso al mercato dell'America Centrale. Sicuramente è vero, ma, oggi, con l'approvazione del disegno di legge di ratifica, assolviamo il nostro compito di ratifica nazionale di un accordo a livello UE che è molto più importante di questo. Nella risoluzione approvata dal Parlamento europeo tale accordo va ben oltre l'ambito meramente economico e commerciale. Si legge nella risoluzione: l'Accordo di associazione con l'America centrale deve essere considerato un quadro ideale per unire le forze tra partner di pari livello nella lotta contro la disuguaglianza sociale e la povertà, al fine di sostenere uno sviluppo inclusivo e affrontare le sfide sociali, economiche e politiche, tuttora aperte. Tale accordo, quindi, è considerato da entrambe le parti come un importante contributo dell'UE non solo allo sviluppo economico della regione, ma anche al processo di integrazione affrontato negli ultimi decenni dai Paesi centro americani. Un segnale evidente, dunque, della volontà politica degli Stati europei di perfezionare la politica di sostegno alla pace e alla democratizzazione dell'area con un accordo che va, così, a consolidare il dialogo tra l'UE e i Paesi centro americani.
  In conclusione, Presidente, si tratta di un accordo di associazione di grande rilevanza, ratificato da tutti i Paesi dell'America Centrale e da 12 Paesi dell'Unione europea. È un accordo che riveste particolare importanza per l'Italia in ragione della nostra collocazione nell'area, per rafforzare la cooperazione internazionale, per migliorare la strategia di sicurezza nella regione, soprattutto in riferimento – come è stato ricordato dai colleghi – alla lotta al narcotraffico e, anche, per gli indubbi vantaggi per le esportazioni, in virtù dell'abbattimento delle tariffe doganali e della presenza di molte aziende italiane nell'area, soprattutto in Messico. Con questa ratifica ci impegniamo – e su questo credo sia importante che il Governo concorra con il Parlamento – a seguire l'iter e a monitorare gli affetti di questo accordo. Auspichiamo, pertanto, una rapida approvazione del provvedimento che promuove ulteriormente il dialogo politico e la cooperazione in una regione di grande interesse per l'Italia e con questo annuncio il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 38

(Coordinamento formale – A.C. 3261)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3261)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 3261, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Patriarca, Fabbri, Berretta, Cominardi, Di Battista, Ragosta, Monchiero, Ferro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  «Ratifica ed esecuzione all'Accordo che istituisce un'associazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e l'America Centrale, dall'altra, fatto a Tegucigalpa il 29 giugno 2012» (3261):

   Presenti  435   
   Votanti  414   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  332    
    Hanno votato no   82    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1660 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sul reciproco riconoscimento dei titoli attestanti studi universitari o di livello universitario rilasciati nella Repubblica italiana e nella Repubblica popolare cinese, con Allegati, firmato a Pechino il 4 luglio 2005 (Approvato dal Senato) (A.C. 3300) (ore 16,02).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3300: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sul reciproco riconoscimento dei titoli attestanti studi universitari o di livello universitario rilasciati nella Repubblica italiana e nella Repubblica popolare cinese, con Allegati, firmato a Pechino il 4 luglio 2005.
  Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame degli articoli – A.C. 3300)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
  Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 3300), al quale non sono state presentate proposte emendative. Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lattuca, Aiello, Massa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  445   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato  443    
    Hanno votato no  2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 3300), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 39

  Covello, Catania, Zan...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  443   
   Votanti  442   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato  442.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 3300), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Spadoni, Colletti, Milanato, Lo Monte...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  451   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  226   
     Hanno votato  451.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Falcone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A – A.C. 3300), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Piepoli, Catania...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  451   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  451.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Falcone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3300)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giovanni Mottola. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. Signor Presidente, membri del Governo, onorevoli colleghi, un dato prima di tutto: ci accingiamo a ratificare un accordo che il Governo italiano ha sottoscritto con quello cinese nel 2005, 11 anni fa. Si poteva, forse, fare un po’ prima, dato che, attualmente, la cooperazione culturale e quella scientifica tra i due Paesi sono regolate da accordi rispettivamente risalenti al 1978 e al 1998. Del resto il fenomeno degli interscambi culturali tra Italia e Cina ha avuto un boom negli ultimi anni, ma non è certo nuovo. Tranne alcuni accordi bilaterali sottoscritti tra singole università italiane e cinesi non vi era un accordo tra Stati, eppure sia il sistema universitario italiano che quello cinese sono prevalentemente sistemi statali.
  Se pensiamo che gli studenti cinesi che si iscrivono presso i nostri atenei attualmente sono circa 8 mila, questo non può che essere un problema. Il tasso di internazionalizzazione dei nostri atenei non potrà che giovarsi della ratifica dell'Accordo e sappiamo quanto il nostro sistema universitario abbia bisogno di aprirsi, di accogliere studenti e professori, che abbiano anche esperienze all'estero, per poter competere su quello che ormai è diventato il mercato globale dell'istruzione Pag. 40universitaria. Ma attualmente l'assenza di una disciplina del reciproco riconoscimento dei titoli di studio a livello universitario rilasciati dalla Repubblica italiana e dalla Repubblica popolare cinese comporta che i cittadini che intendono iscriversi presso un'università dell'altro Stato contraente conseguono, presso tali università, diplomi privi di riconoscimento legale. Voteremo, comunque, a favore, sperando che con tale Accordo si possa dare spinta ad un'ulteriore diffusione della lingua italiana, anche attraverso la rete dei tre istituti di cultura italiana con sede a Pechino, Shanghai ed Hong Kong.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Fitzgerald. Ne ha facoltà.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il provvedimento al nostro esame, composto da un preambolo e nove articoli, reca la ratifica e l'esecuzione dell'Accordo sul reciproco riconoscimento dei periodi e dei titoli attestanti studi universitari o di livello universitario rilasciati nella Repubblica italiana e nella Repubblica popolare cinese, al fine di permettere l'accesso e la prosecuzione degli studi nelle istituzioni universitarie dei due Paesi, oltre che l'uso del titolo di studio conseguito in un Paese anche nell'altro (articolo 7). È un accordo importante, che va a colmare una lacuna nelle relazioni tra l'Italia e la Cina, che sono sempre più vive, oltre che sul piano economico, anche sul piano della cultura e dell'istruzione, anche in considerazione dei circa 8 mila studenti cinesi che si iscrivono nelle università italiane, ma che non godono di un quadro giuridico, valido in entrambi i Paesi, che definisce il valore legale dei loro titoli di studio conseguiti in Italia. Quindi, il riconoscimento dei titoli di studio, che è oggetto della ratifica, fornisce anche un contributo positivo al processo di internazionalizzazione delle nostre università.
  Inoltre, tale accordo, all'articolo 3, prevede che gli studenti che abbiano seguito per tre anni i corsi di lingua del Paese ospite, nell'ambito del programma di insegnamento della propria scuola secondaria, siano esonerati dall'esame di lingua per accedere all'università italiana. Questo è un aspetto importante per la promozione dell'italiano in Cina. Quindi, è un accordo importante non solo perché esprime fiducia reciproca nelle istituzioni accademiche dei due Paesi, che dagli anni Ottanta, allorquando a Pechino operava la Dante Alighieri senza alcuno riconoscimento ufficiale, hanno fatto grandi passi sulla strada dell'amicizia. Oggi, in un sistema globalizzato, i due Paesi saranno chiamati sempre più ad interagire e, in un siffatto contesto, la lingua italiana può esercitare il suo fascino anche nella misura in cui è in grado di avvicinare l'utente a quei settori in cui gli italiani sono maestri, dall'archeologia alla musica e al design. Inoltre, la conoscenza dell'italiano può aiutare i cinesi a comprendere meglio quel patrimonio storico e culturale che è alla base della civiltà occidentale, anche nella prospettiva di un dialogo economico e politico più stretto con l'Occidente.
  Per tali ragioni, signor Presidente, annuncio il voto favorevole del mio gruppo parlamentare, segnalando, tuttavia, la necessità di lavorare affinché si affrontino, in sede bilaterale, le difficoltà causate dall'esame di idoneità obbligatorio per tutti gli studenti cinesi dopo la scuola superiore, il Gaokao, per lo sbarramento che determina (Applausi dei deputati del gruppo Misto Democrazia Solidale – Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Borghesi. Ne ha facoltà.

  STEFANO BORGHESI. Grazie, Presidente. Il disegno di legge di ratifica ed esecuzione dell'Accordo sul reciproco riconoscimento dei titoli attestanti studi universitari o di livello universitario rilasciati nella Repubblica italiana e nella Repubblica popolare cinese è stato firmato a Pechino il 4 luglio del 2005 ed è stato approvato il 10 settembre scorso dal Senato, senza alcuna particolare opposizione. Pag. 41Finalità dichiarata dell'intesa è quella di favorire la collaborazione italo-cinese nel campo dell'istruzione, che è stata finora regolata dalle singole università statali interessate dei due Paesi, senza che però intervenisse alcun trattato che provvedesse ad equiparare i titoli di studio posseduti dagli studenti dalle due parti. L'Accordo stabilisce che, d'ora in avanti, gli studenti in possesso del titolo finale di studio secondario superiore possano essere ammessi presso un'istituzione universitaria di uno dei due Stati secondo le disposizioni vigenti nel Paese di accoglienza e in base alla disponibilità dei posti.
  È positivo che sia previsto l'esonero dalle prove per l'accertamento delle competenze linguistiche in favore degli studenti che abbiano da tempo inserito nel loro piano di studi l'apprendimento della lingua della controparte. L'intesa rispetta anche il principio dell'autonomia universitaria, riconoscendo le competenze delle istituzioni universitarie di accoglienza a valutare l'equivalenza dei certificati e degli esami sostenuti dagli studenti della controparte.
  Gli oneri economici connessi alla gestione dell'Accordo sono modesti, essendo stati quantificati pari a soli 2.180 euro ad anni alterni. Non ci sembra, quindi, che esistano ragioni per opporsi alla sua approvazione.
  Altri sono i problemi politici che si pongono in rapporto alla Cina. Mentre diciamo «sì» a questo trattato, in effetti, desideriamo ribadire la nostra contrarietà alla concessione dello status di economia di mercato alla Repubblica popolare, della quale si discute, in questo periodo, in ambito europeo. Ben venga, quindi, la collaborazione nel campo dell'istruzione universitaria; no, invece, a concessioni che accentueranno la perdita di competitività dell'Europa e, quindi, anche del nostro Paese nei confronti dei cinesi.
  Sulla base di queste considerazioni, annuncio il voto favorevole della Lega Nord.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Vezzali. Ne ha facoltà.

  MARIA VALENTINA VEZZALI. Presidente, Governo, colleghi, il gruppo di Scelta Civica si esprime favorevolmente sul provvedimento in esame. L'Accordo sul reciproco riconoscimento dei titoli attestanti studi universitari o di livello universitario rilasciati nella Repubblica italiana e nella Repubblica popolare cinese, sottoscritto a Pechino il 4 luglio 2005, disciplina la corrispondenza di livello dei titoli accademici dei due Paesi. Attualmente questo settore delle relazioni italo-cinesi è disciplinato da un accordo di cooperazione culturale, firmato a Roma il 6 ottobre 1978, mentre la cooperazione nel campo scientifico e tecnologico è sancita da un accordo firmato a Pechino il 9 giugno 1998.
  La nuova intesa tiene conto dei cambiamenti verificatisi nel sistema universitario italiano in attuazione della Convenzione di Lisbona dell'11 aprile 1997. L'Accordo prende, altresì, in considerazione il quadro legislativo derivante dalle ultime riforme effettuate in Italia nel settore dei titoli di studio, con particolare riferimento al regolamento di cui al decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca n. 270 del 2004. Il provvedimento rappresenta un caso in cui la politica interviene con un certo ritardo su una situazione che, di fatto, si è già sviluppata.
  L'Accordo, composto di nove articoli e due allegati, mira a risolvere il problema della mancanza del reciproco riconoscimento dei titoli conseguiti nell'altro Paese. Gli effettivi destinatari dell'Accordo, ai sensi dell'articolo 1 di questo, oltre ai rispettivi Ministeri competenti in materia di istruzione, sono, in Italia, le università, gli istituti universitari, i politecnici, le istituzioni di alta formazione artistica e musicale, statali e non statali, legalmente riconosciuti dalla Repubblica italiana e abilitati a rilasciare titoli aventi valore legale; in Cina, sono le istituzioni universitarie e gli istituti di ricerca abilitati ad emettere titoli accademici certificati dei Pag. 42livelli corrispondenti in Italia alla laurea, al diploma accademico di primo livello, alla laurea magistrale, al diploma di laurea ex legge n. 341 del 1990, al diploma accademico di secondo livello e al dottorato di ricerca.
  L'Accordo permetterà, quindi, agli studenti italiani e cinesi, in possesso del titolo finale degli studi secondari superiori, di essere ammessi nelle istituzioni universitarie dell'altro Stato contraente. Eventualmente potranno essere previsti un esame di idoneità al corso universitario prescelto o verifiche sulla conoscenza della lingua nazionale. Dato, inoltre, l'elevato numero di studenti di lingua italiana nelle scuole superiori e nelle università cinesi e il crescente numero di studenti cinesi che si iscrivono presso i nostri atenei (circa 8 mila), l'Accordo, favorendo l'inserimento di questi studenti nel sistema accademico italiano, contribuirà, altresì, all'aumento del tasso di internazionalizzazione dei nostri atenei nonché all'ulteriore diffusione della lingua italiana, anche attraverso la rete dei tre istituti di cultura operanti a Pechino, Shanghai ed Hong Kong (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alli, che non c’è. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Archi. Ne ha facoltà.

  BRUNO ARCHI. Signor Presidente, per annunciare il voto favorevole di Forza Italia alla ratifica di questo accordo, che permetterà agli studenti italiani e cinesi in possesso del titolo finale degli studi secondari superiori di essere ammessi nelle istituzioni universitarie dell'altro Stato contraente, eventualmente prevedendo un esame di idoneità al corso universitario prescelto o verifiche sulla conoscenza della lingua nazionale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Grande. Ne ha facoltà.

  MARTA GRANDE. Signor Presidente, anche su questo accordo di reciproco riconoscimento di titoli tra l'Italia e la Repubblica Cinese, il MoVimento 5 Stelle voterà favorevolmente, esattamente come fatto con altri accordi già discussi in questa Camera nel corso della legislatura, poiché chiaramente riteniamo che questo tipo di scambi e quindi il riconoscimento dei titoli possa incrementare lo scambio culturale e quindi anche turistico tra i due Paesi, accrescere le competenze in alcuni campi chiave che possono sviluppare sia l'economia italiana che quella cinese, ma soprattutto strutturare nuovi canali di studio e di cooperazione. Per questo motivo annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Peluffo. Ne ha facoltà.

  VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Signor Presidente, rappresentante del Governo, colleghi deputati, per non rallentare la scorrevolezza di questa fase di dichiarazioni di voto, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti). Mi limito a sottolineare solo alcuni aspetti. Il primo: nel corso della discussione in Commissione e anche in alcuni interventi in Aula è stato messo in rilievo come la ratifica di questo accordo rappresenti un caso in cui la politica interviene con un certo ritardo su una situazione che di fatto si è già sviluppata. Questo ritardo sconta forse una scarsa consapevolezza che nell'attuale scenario planetario la Cina si trova ad occupare una posizione di protagonista non solo degli affari mondiali. In questo, che molti storici ed economisti hanno già battezzato il «secolo del Pacifico», il baricentro del mondo si è progressivamente spostato verso l'Estremo Oriente, che sempre di più si presenta come un'area effervescente dal punto di vista dello sviluppo economico e del commercio internazionale. Pag. 43L'adeguata comprensione di tale scenario e di tali esigenze contribuisce a porre le basi per un rapporto di fiducia reciproca con la Cina. Sul piano del rapporto bilaterale, l'Italia negli ultimi anni si è mossa di più e meglio di altri Paesi suoi competitori. In linea col tradizionale approccio fondato sulla ricerca della comprensione reciproca, l'Italia ha sviluppato un solido e regolare dialogo con la Cina. Le visite istituzionali italiane in Cina e cinesi in Italia, che si sono avute nel corso degli ultimi tre anni, testimoniano di questo interesse reciproco a rinsaldare ulteriormente il rapporto bilaterale che dal 2004 abbiamo definito un partenariato strategico. Da tempo auspichiamo un indispensabile salto di qualità nelle relazioni bilaterali, sia facendo tesoro dei traguardi raggiunti nel campo dell'interscambio commerciale, sia promuovendo da un lato un'ulteriore integrazione economica alimentata da un flusso bidirezionale di investimenti e dall'altro un più solido dialogo politico. L'accordo qui in discussione ha lo scopo di semplificare le procedure previste per l'immatricolazione degli studenti, anche a fronte dell'incremento della mobilità tra i due Paesi e che anche in questo caso chi governa le istituzioni deve da un lato prevedere e anticipare, dall'altro adeguarsi rapidamente alla realtà in mutamento. Presidente, i partenariati territoriali, gli scambi commerciali, turistici e culturali si stanno articolando in un fitto partenariato e contribuiscono ad estendere progressivamente la complessiva superficie di contatto tra Italia e Cina e ciò a cominciare dai rapporti people to people, che i nostri amici cinesi definiscono come scambi umanistici. Alla luce di quanto osservato sinora, si può concludere che l'attrazione in Italia di studenti e imprenditori cinesi è pertanto diventata una priorità strategica. Nel 2014 i consolati italiani in Cina hanno rilasciato oltre 400 mila visti, a fronte dei 100 mila del 2010, collocando l'Italia al primo posto tra i Paesi dell'Unione europea in termini di visti rilasciati in Cina.
  Tale politica ha permesso agli atenei italiani di ricevere un numero crescente di studenti cinesi. Anche dal mondo cinese degli affari sono giunti riscontri molto positivi: la Cina è già il terzo partner commerciale dell'Italia. Al solido interscambio commerciale, che l'Italia si è impegnata a riequilibrare, come veniva posto anche nell'intervento del collega della Lega, è stata affiancata una politica di crescente coordinamento del sistema economico italiano e di attrazione degli investimenti cinesi, che l'Accordo oggi in discussione non potrà che migliorare e potenziare. Pertanto, Presidente, dichiaro il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3300)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 3300, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Centemero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  S. 1660 – «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sul reciproco riconoscimento dei titoli attestanti studi universitari o di livello universitario rilasciati nella Repubblica italiana e nella Repubblica popolare cinese, con Allegati, firmato a Pechino il 4 luglio 2005» (Approvato dal Senato) (3300):

   Presenti  421   
   Votanti  419   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato   419.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Censore ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).

Pag. 44

Seguito della discussione della proposta di legge: Sorial ed altri: Disposizioni in materia di acquisto e dismissione delle autovetture di servizio o di rappresentanza delle pubbliche amministrazioni (A.C. 3220-A/R) (ore 16,24).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 3220-A/R: Sorial ed altri: Disposizioni in materia di acquisto e dismissione delle autovetture di servizio o di rappresentanza delle pubbliche amministrazioni.
  Ricordo che nella seduta del 19 novembre 2015 il provvedimento era stato rinviato in Commissione.
  Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi per il seguito della discussione è pubblicato in calce al Resoconto stenografico della seduta del 11 marzo 2016 (vedi Resoconto).
  Ricordo che per prassi assolutamente costante, in caso di rinvio in Commissione, l'esame in Assemblea del provvedimento riprende esattamente dal punto in cui esso si è interrotto con il rinvio. Nella presente circostanza, tuttavia, la Presidenza, essendone stata avanzata specifica richiesta, in via del tutto eccezionale, senza che ciò costituisca precedente, in considerazione dell'ampiezza delle modifiche apportate in sede referente al provvedimento, consentirà una breve esposizione sul testo al relatore per la maggioranza e di minoranza. A tale specifico scopo è concesso un tempo aggiuntivo pari a 15 minuti al relatore per la maggioranza e a 10 minuti al relatore di minoranza. Ha facoltà di intervenire il relatore per la maggioranza, deputato Lattuca.

  ENZO LATTUCA, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, per quanto mi riguarda, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il relatore di minoranza, deputato Sorial.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL, Relatore di minoranza. Signor Presidente, noi ci troviamo oggi qua a votare finalmente, dopo un iter che è stato abbastanza tortuoso, una proposta di legge che inizialmente era già stata calendarizzata per l'ottobre-novembre 2015, ma che poi, per una serie di avvenimenti, per una serie di decisioni politiche del partito di maggioranza, che voleva inizialmente affossare completamente la proposta di legge, grazie soprattutto al lavoro del MoVimento 5 Stelle in quest'Aula la proposta di legge è tornata in Commissione a febbraio del 2016 e anche lì la volontà della maggioranza in realtà era quella di cercare di distruggere completamente, come è successo altre volte con altre proposte di legge, proprio la proposta di legge in merito alla dismissione totale delle autovetture di servizio.
  Dopo un enorme lavoro, anche in Commissione affari costituzionali, oggi ci ritroviamo, invece, con un testo che permette di dichiarare che elimineremo uno status symbol che ha accompagnato per decenni la politica italiana e, soprattutto, ha accompagnato per decenni un malcostume, che è quello proprio delle autovetture di servizio.
  Ci ritroveremo oggi qui a discutere di una proposta di legge tanto cara ai cittadini, non solo dal punto di vista dello status symbol, ma anche dal punto di vista economico: purtroppo ad oggi abbiamo un peso sul bilancio dello Stato considerevole rispetto ad uno dei privilegi che, da questo punto di vista, risulta uno dei più assurdi per molti amministratori, a livello centrale, a livello locale, per le partecipate, per alcuni enti pubblici che tuttora hanno a disposizione una serie di autovetture di servizio. Autovetture di servizio, che tante volte si è detto di voler eliminare, ma che in realtà nemmeno il censimento che si è concluso il 29 febbraio 2015 ha dimostrato di avere eliminato: quel censimento, che è durato un anno e col quale il Governo aveva lo scopo e l'obiettivo di capire quante autovetture ci sono negli enti pubblici italiani, ha dimostrato che gli enti pubblici se ne sono altamente fregati, rispondendo solamente per il 45,6 per Pag. 45cento alle interrogazioni avanzate dal Governo. Questo ci permette di credere ampiamente che all'interno delle amministrazioni locali, così come all'interno dalla sanità locale, ci sia una certa volontà di non dichiarare il numero di autovetture, perché queste sono numerose: sono numerose all'interno delle ASL, che ancora le utilizzano per scarrozzare i dirigenti delle aziende sanitarie locali; sono numerose all'interno delle società partecipate; e sono numerose anche all'interno di tutti quegli enti locali che, ancora oggi, non hanno voluto dichiarare il numero delle autovetture.
  Ecco, l'obiettivo della discussione che abbiamo oggi è anche quello di sanzionare tutti quegli enti che in un qualche modo non dichiareranno il numero di autovetture e non vorranno in alcun modo attenersi alle norme che noi qui in questa sede approveremo. Per questo non tolgo altro tempo alla discussione che avremo sugli emendamenti che abbiamo presentato per l'Aula, e concludo qui la mia relazione orale.

(Esame degli articoli – A.C. 3220-A/R)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge, nel testo della Commissione.
  Avverto che, fuori della seduta, gli emendamenti Ferrari 1.29, 1.37 e 1.32 e l'articolo aggiuntivo Plangger 2.01 sono stati ritirati dai presentatori.
  Avverto, inoltre, che la Commissione ha presentato l'emendamento 1.100, che è in distribuzione.
  La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere, che è in distribuzione (Vedi l'allegato A – A.C. 3220-A/R).

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 3220-A/R)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3220-A/R).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

  ENZO LATTUCA, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Invernizzi 1.2 e Sorial 1.20. La Commissione propone la seguente riformulazione degli emendamenti Boccuzzi 1.21 e Paglia 1.22: al comma 2 aggiungere infine le parole: «e in materia di lavoro, legislazione sociale, salute e sicurezza dei lavoratori». La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Invernizzi 1.1, Sorial 1.23, Invernizzi 1.3, Sorial 1.39, 1.24 e 1.25. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'emendamento Paglia 1.26. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Gasparini 1.27. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Sorial 1.28. La Commissione propone la seguente riformulazione dell'emendamento Ferrari 1.38: la riformulazione prevede, Presidente, che dopo la parola: «nonché» venga aggiunta l'espressione: «la determinazione di un limite massimo», ovvero del testo «il limite massimo», che è già presente nell'emendamento originale.
  La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Cecconi 1.30 e 1.31, e favorevole sull'emendamento Gasparini 1.36.
  Poi abbiamo, in luogo degli emendamenti Ferrari 1.37 e 1.32, che sono stati ritirati, l'emendamento 1.100 della Commissione sul quale naturalmente esprimo parere favorevole. Passiamo poi all'emendamento Gasparini 1.34 e ai relativi subemendamenti.

  PRESIDENTE. Sono due subemendamenti a firma Sorial.

  ENZO LATTUCA, Relatore per la maggioranza. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, del primo subemendamento Sorial 0.1.34.1; mentre esprime parere favorevole Pag. 46sul secondo subemendamento Sorial 0.1.34.2. Il parere è altresì favorevole sull'emendamento Gasparini 1.34, purché sia riformulato nel modo seguente: premettere all'inizio del comma 8-bis: «A decorrere dal primo censimento successivo all'entrata in vigore della presente legge, ogni dodici mesi» e poi prosegue come prima «a fini informativi...».
  La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Gasparini 1.35.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANGELO RUGHETTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il Governo esprime parere conforme al relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Il relatore di minoranza ?

  GIRGIS GIORGIO SORIAL, Relatore di minoranza. Esprimo parere contrario sull'emendamento Invernizzi 1.2, mentre esprimo parere favorevole sull'emendamento Sorial 1.20. L'emendamento Boccuzzi 1.21 è stato riformulato ?

  PRESIDENTE. C’è una proposta di riformulazione da parte del relatore per la maggioranza e del Governo. Se vuole possiamo chiedere subito se l'onorevole Boccuzzi accetta la proposta di riformulazione del relatore per la maggioranza. Prendo atto che i deputati Boccuzzi e Paglia accettano la riformulazione degli identici emendamenti Boccuzzi 1.21 e Paglia 1.22, che saranno votati insieme dopo l'emendamento Invernizzi 1.1.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula sugli identici emendamenti Boccuzzi 1.21 e Paglia 1.22. Esprimo invece parere contrario sull'emendamento Invernizzi 1.1, mentre esprimo parere favorevole sull'emendamento Sorial 1.23. Esprimo parere contrario sull'emendamento Invernizzi 1.3, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti 1.39, 1.24 e 1.25 da me presentati. Esprimo invece parere contrario sull'emendamento Paglia 1.26 e parere favorevole sugli emendamenti Gasparini 1.27 e 1.28 da me presentato. L'emendamento Ferrari 1.38 è stato riformulato ?

  PRESIDENTE. Ha bisogno di sapere se il deputato Ferrari accetta la riformulazione, ma non è tenuto. Prendo atto che il deputato Ferrari accetta la riformulazione del suo emendamento 1.38.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula sull'emendamento Ferrari 1.38. L'emendamento Ferrari 1.29 è stato ritirato.

  PRESIDENTE. Sì, è stato ritirato.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Cecconi 1.30 e 1.31 e Gasparini 1.36. Sull'emendamento Ferrari 1.37...

  PRESIDENTE. Siamo prima all'emendamento 1.100 della Commissione.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento 1.100 della Commissione.

  PRESIDENTE. L'emendamento Ferrari 1.37 è stato ritirato, come l'emendamento Ferrari 1.32.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Gasparini 1.34, sui due subemendamenti a mia prima firma 0.1.34.1 e 0.1.34.2 e sull'emendamento Gasparini 1.35.

  PRESIDENTE. Quindi, il parere è favorevole anche sull'emendamento Gasparini ?

  GIRGIS GIORGIO SORIAL, Relatore di minoranza. Favorevole sugli emendamenti Gasparini 1.35 e 1.34.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 47
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.2, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Latronico. Chi non ha votato ancora ? Spadoni, Piccione, Lupo, Fraccaro, Gagnarli, Mucci, Marti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  419   
   Votanti  384   
   Astenuti   35   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato   34    
    Hanno votato no   350.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sorial 1.20, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Greco, Sandra Savino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  388   
   Astenuti   36   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato  136    
    Hanno votato no   252.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Morani ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.1, su cui i pareri sono contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Kronbichler.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  428   
   Votanti  422   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato   87    
    Hanno votato no   335.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Boccuzzi 1.21 e Paglia 1.22.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sorial. Ne ha facoltà.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Grazie, Presidente. Sia l'emendamento Boccuzzi 1.21 che l'emendamento Paglia 1.22 portano all'attenzione una questione che il testo aveva già in qualche modo chiarito, ossia esso aveva indicato, all'interno di tutte quelle eccezioni eventualmente da fare sulle dismissioni delle autovetture, tutte quelle autovetture che in un qualche modo hanno la funzione e lo scopo di essere impiegate in qualche modo per il funzionamento di servizi essenziali, quindi servizi quali la tutela della salute e della sicurezza pubblica, servizi in materia ispettiva, sia dal punto di vista contributivo, sia dal punto di vista fiscale.
  All'interno di quella che è la classificazione, per cui si dichiarano esenti in un qualche modo da queste norme tutte le autovetture per funzionalità ispettive, si inseriscono anche quelle autovetture utilizzate per materia ispettiva in merito al lavoro o alla sicurezza sul lavoro. Quindi, questa è una specifica, quella che portano all'attenzione i proponenti Paglia e Boccuzzi, che in realtà è già presente all'interno Pag. 48del testo stesso, quindi in realtà risulta essere ridondante rispetto a quello che è già stato specificato nel testo, dal momento in cui ci sono tutta una serie di categorie, quali, per esempio, quelle in merito alla sicurezza pubblica e alla difesa che non vengono toccate proprio per il servizio essenziale che svolgono questa tipologia di vetture.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Lattuca. Ne ha facoltà.

  ENZO LATTUCA. Presidente, solo per motivare le ragioni del parere favorevole con riformulazione su questi due emendamenti. Abbiamo ritenuto più coerente, con il riparto delle materie che è presente non solo in questa legge, ma in tanta parte del nostro ordinamento, specificare e raccogliere quindi gli emendamenti ed esplicitare quelle che sono le materie escluse da questo tipo di discipline, in particolar modo i servizi legati al lavoro, alla legislazione sociale, alla salute e alla sicurezza dei lavoratori.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Lenzi. Ne ha facoltà.

  DONATA LENZI. Vorrei porre dei quesiti molto concreti e chiedo scusa ai colleghi che sicuramente li avranno avuti presenti, ma li condivido con l'Aula. Le pandine bianche con cui le OS, cioè le assistenti domiciliari, vanno, a carico dei comuni, a casa degli anziani non autosufficienti sono escluse o non sono escluse ? Pensate che stiano dentro il termine vaghissimo, mai usato, di legislazione sociale ? I pulmini scolastici per i trasporti nelle zone montane, spesso di proprietà dei comuni, sono esclusi o non li avete tenuti presenti e pensate che magari, perché sono blu, rientrano tra le macchine blu ? Le Jeep del Corpo forestale ? È vero che l'abbiamo praticamente abrogato, ma il controllo venatorio lo facciamo con cosa ? Mandandoli a piedi, arrampicandosi su per l'Appennino o per le Alpi ? Mi sembra che in questo progetto di legge si abbiano in mente le macchine ministeriali, con le quali siamo d'accordo tutti, ma non la vita concreta dei servizi pubblici locali (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Tutto ciò che riguarda la riduzione di spesa pubblica è musica per le orecchie dei Conservatori e Riformisti, quindi noi siamo a favore, da questo punto di vista. Detto questo, però, pongo un problema perché rimanga agli atti parlamentari e un quesito ai relatori: nel caso in cui ci siano delle persone che viaggiano in auto blu, legittimamente autorizzata, e una delle persone che stanno all'interno dell'auto abbia un'angina o un malessere serio, che cosa deve fare l'auto blu ? Si ferma e chiama l'autoambulanza oppure può procedere e andare al pronto soccorso ? Perché qui magari troviamo qualche magistrato che dice che si tratta di peculato d'uso, perché in quel caso è così. Va chiarito negli atti parlamentari in questo caso che cosa succede (Applausi dei deputati del gruppo Misto - Conservatori e Riformisti).

  ENZO LATTUCA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Interviene come relatore ?

  ENZO LATTUCA. Presidente...

  PRESIDENTE. Ha già parlato. Non le posso dare la parola perché lei è già intervenuto e come relatore. Ha parlato prima in dichiarazione di voto per il suo gruppo e comunque non può svolgere due interventi sullo stesso emendamento.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Fiano. Ne ha facoltà.

Pag. 49

  EMANUELE FIANO. Mi perdoni, ma è il relatore che deve spiegare un giudizio sull'emendamento relativamente al quale è stata posta una domanda. Il relatore precedentemente è intervenuto sul complesso degli emendamenti, non su questo emendamento.

  PRESIDENTE. È intervenuto pure su questo emendamento, in discussione con Sorial.

  EMANUELE FIANO. Ma è intervenuto a nome del gruppo del Partito Democratico o come relatore ?

  PRESIDENTE. Gli abbiamo dato il tempo come esponente del gruppo del PD, tant’è vero che alla deputata Lenzi abbiamo dato il tempo di un minuto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Boccuzzi 1.21 e Paglia 1.22 nel testo riformulato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  422   
   Votanti  339   
   Astenuti   83   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato  337    
    Hanno votato no   2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sorial 1.23.

  ENZO LATTUCA, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ENZO LATTUCA, Relatore per la maggioranza. Presidente, per chiarire che, anche grazie all'approvazione dell'emendamento che è stato presentato, quello testé votato, dai colleghi della Commissione lavoro, sia per quanto riguarda la salute, sia per quanto riguarda il sociale, sia per quanto riguarda il trasporto pubblico locale comunque possa essere definito, quello scolastico e non scolastico, è evidente, almeno a mio modo di vedere, che non si tratta di auto di servizio a cui si può applicare questo tipo di normativa. Abbiamo un lungo elenco, al secondo comma dell'articolo 1, di casi di esclusione appunto per i servizi più sensibili che richiedono necessariamente l'utilizzo di auto di servizio e non abbiamo, invece, compreso il trasporto pubblico locale. Infatti, è evidente che si tratti di un altro tipo di materia, non della materia dell'auto di servizio, perché coloro che usufruiscono del servizio non sono i dipendenti pubblici, i funzionari pubblici o le persone che hanno pro tempore una carica pubblica, ma sono i fruitori del servizio stesso. Quindi, mi sento, da questo punto di vista, di escludere che ci sia un coinvolgimento in questa disciplina delle categorie citate dalla collega in precedenza.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sorial. Ne ha facoltà.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Grazie Presidente. Solo per porre l'attenzione sul comma 2 dell'articolo 1 della legge che parla espressamente, come ho già ribadito prima, di alcune casistiche, per esempio quella per l'appunto della tutela dell'ordine e dell'incolumità pubblica e della salute, entro le quali si fanno rientrare delle casistiche di eccezione proprio per la tipologia di servizio essenziale che, in alcuni casi, alcune autovetture hanno. E voglio porre anche l'attenzione sul fatto che poi tutto l'elenco delle amministrazioni pubbliche sulle quali interviene questo progetto di legge è quello inserito all'interno della legge di stabilità del 2013, che faceva riferimento alla legge n. 196 del 2009, ossia tutte quelle inserite all'interno del conto economico consolidato. Pag. 50Poi, nella fattispecie, fa un elenco dettagliato di tutte quelle amministrazioni e di tutte quelle società partecipate a cui effettivamente si applica anche la norma in modo da evitare qualsiasi dubbio da questo punto di vista e da togliere qualsiasi dubbio anche ai colleghi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Presidente, io intervengo sperando di avere risposta perché ormai è un vezzo all'interno di questo Parlamento che sia i relatori sia il Governo, quando sono in difficoltà o quando debbono chiarire qualche cosa di concreto, non chiariscono niente e non danno risposta e così poi si va avanti solamente come un «votificio». Io ribadisco che i relatori o di maggioranza o di opposizione, hanno il sacrosanto dovere di chiarire questo aspetto perché non è un aspetto di poco conto quello di riuscire a far risultare dagli atti parlamentari il caso di esigenze di pericolo imminente della vita. Che cosa deve fare la macchina blu ? Si deve fermare e chiamare l'ambulanza oppure può procedere, rispetto a un giudice – ce ne sono tanti – che in maniera discrezionale può ipotizzare reati o meno ?
  Un altro elemento è importante: sento parlare di elenco ISTAT di pubbliche amministrazioni. A chi propone questa norma, alla Commissione e al presidente della Commissione chiedo: è conforme a quanto disposto dalla sentenza della Corte costituzionale n. 43 del 2016 in cui si dice, per esempio, che le regioni possono fare ciò che vogliono nella loro autonomia rispetto alle auto blu oppure no ? È risolto questo problema ? Infatti, noi, Conservatori e Riformisti, vogliamo approvare questa riforma, approvare questa proposta di legge, ma approvarla bene, non come facciata che poi magari non funziona oppure viene inficiata dalla Corte costituzionale.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sorial 1.23.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Donati, Moscatt...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  398   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato  146    
    Hanno votato no   252.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Invernizzi 1.3.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Lattuca. Ne ha facoltà.

  ENZO LATTUCA. Grazie Presidente. Vorrei rassicurare, attraverso di lei, il collega Palese che non c’è alcuna intenzione di non rispondere ai quesiti che lui poneva. Semplicemente, se li avesse posti nel momento in cui si stava discutendo di quella parte della disciplina, ci sarebbe stata la risposta. Ma anticipo anche quella che è una risposta che è contenuta al comma 6. È una legge semplice, di tre articoli. Il primo articolo è l'unico che contiene innovazioni normative. Leggendolo tutto si capisce che c’è stato un lavoro e un lavoro che è proseguito in Commissione anche grazie alla scelta che abbiamo fatto; una scelta che io rivendico come scelta opportuna di tornare in Commissione per approfondire il tema. Ed è un lavoro che abbiamo effettuato in Commissione e che tiene conto degli elementi che ha fatto presente il collega Palese. Invito il collega Palese a prendere visione dell'emendamento Ferrari 1.38, così come riformulato, sul punto che lo stesso collega citava e che riguarda la necessità che la normativa nazionale si limiti a fissare principi di coordinamento della finanza pubblica lasciando spazio alle regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano di recepire, con propri atti, nell'ambito Pag. 51della propria autonomia, così come vale lo stesso ragionamento per gli organi costituzionali, i principi e le indicazioni che valgono per tutte le amministrazioni, a partire da quelle centrali dello Stato. Quindi, da questo punto di vista, c’è una grandissima tranquillità, almeno da parte mia, come relatore per la maggioranza, che il lavoro che abbiamo effettuato in Commissione recepisca fino in fondo quelli che sono stati anche i contenuti e le motivazioni della sentenza che il collega Palese ha citato e che, peraltro, come voglio far presente, è stata pubblicata sul sito della Corte costituzionale il 3 marzo. Quindi, nonostante i pochi giorni, siamo riusciti a lavorare su questo punto.
  Per quanto riguarda, invece, la seconda valutazione che il collega Palese poneva all'attenzione dell'Aula, è evidente che di fronte a una situazione di emergenza non esiste alcun problema. Ma, sa com’è, Presidente, qui viviamo in un Paese in cui ci viene posto in quest'Aula il problema se l'auto di servizio possa deviare il proprio percorso per accompagnare la persona che viene appunto trasportata dall'auto di servizio all'ospedale. Dobbiamo anche ricordarci che siamo il Paese in cui per evitare le code del traffico c’è chi ha abusato della propria posizione e si è fatto trasportare da un'ambulanza. Quindi, è questo il punto di partenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Sorial. Ne ha facoltà.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Grazie Presidente. Colgo l'occasione di questo emendamento anche per ribadire il fatto che noi siamo favorevoli a qualsiasi intervento voglia fare il Governo da questo punto di vista e siamo qua proprio a discutere e a parlare della nostra proposta di legge. Quindi, l'invito è anche che il Governo eventualmente si esponga e parli in merito. Voglio chiarire una cosa al collega che è intervenuto prima di me e a tutti i colleghi che abbiano dubbi. L'obiettivo della proposta di legge è quello di dismettere le auto blu. Quindi, se un'autovettura parte, vuol dire che quella fa parte di quelle autovetture che non sono state dismesse. Quindi, non ci sarà qualcuno che, nel momento in cui questa autovettura è in movimento, farà fermare l'autovettura perché ci saranno autovetture che verranno dismesse e ci saranno autovetture che, invece, avranno delle funzioni per le quali dovranno continuare ad andare avanti e a funzionare. Quindi, da questo punto di vista, è abbastanza chiaro che l'obiettivo è quello della dismissione delle autovetture e di portare a termine tutti i leasing e i contratti di noleggio che sono in atto per tutte quelle amministrazioni per le quali non è più necessario, perché è semplicemente uno status symbol, perché è semplicemente un qualcosa di più, che abbiano delle autovetture di servizio. Poi ci saranno tutta una serie di servizi essenziali, come abbiamo già spiegato prima, per i quali le autovetture rimangono proprio perché hanno una funzione di pubblica utilità o una funzione essenziale. Questo per chiarire ulteriormente, se non era chiara, la questione e sono sicuro che anche da quel punto di vista sarà molto più chiaro anche leggendo il resto del testo della proposta di legge e leggendo gli altri emendamenti.
  Per quanto riguarda invece la sentenza n. 43 del 2016, logicamente c’è stato un grande dibattito ma, soprattutto, perché per il MoVimento 5 Stelle è anche ora di introdurre delle sanzioni nel momento in cui ci sono degli enti che, pur avendo una loro autonomia costituzionale, continuano a mascherarsi dietro questa autonomia per non segnalare il numero di autovetture. Diciamo che fortunatamente le regioni sono quella parte degli enti locali, sono quella parte degli enti, che hanno dichiarato, al monitoraggio, un numero di autovetture. Quindi, in un qualche modo sono problematiche, ma in secondo livello rispetto, invece, a tutti quegli enti locali e a tutti quegli enti di secondo livello che sono in quel 55 per cento di enti pubblici che non hanno in alcun modo dichiarato il numero di autovetture e si sono, quindi, nascosti dietro ciò per non dichiarare il Pag. 52numero di autovetture e, quindi, per non puntare il faro verso un numero di autovetture che questi possiedono. Questi enti, come vedremo più avanti, ci sarà modo di sanzionarli e di colpirli proprio per fare in modo che si possa continuare con un monitoraggio e si faccia in modo di chiarire la situazione del numero di autovetture in Italia, perché siamo ancora in un Paese dove il numero totale di auto blu non è conosciuto nemmeno dal Governo, proprio perché ci sono degli enti locali che si trincerano dietro questa autonomia.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.3, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Latronico. Ci siamo ? Lorefice.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  422   
   Votanti  388   
   Astenuti   34   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato   42    
    Hanno votato no   346.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sorial 1.39.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Cecconi. Ne ha facoltà.

  ANDREA CECCONI. Grazie, Presidente. Io vorrei rassicurare la collega Lenzi o il collega Palese che qui non si sta assolutamente puntando il dito nei confronti né delle pandine bianche, che vanno ai domiciliari per curare un paziente anziano, né verso lo scuolabus, perché qui si sta cercando di annullare o diminuire quello che è un abuso in ordine all'utilizzo delle auto blu e delle auto grigie, che sono, appunto, le auto non esclusive che vengono di fatto utilizzate come auto blu, e non si sta cercando in nessun modo di punire ovviamente l'amministrazione, il comune o l'azienda sanitaria che, per ragioni di servizio e in attuazione di quella che è la propria mission, utilizza del personale e delle autovetture per andare a casa del paziente malato o per portare dal domicilio a scuola gli studenti nelle aree montane.
  È chiaro che è un problema per tutti ed è palese che in questo Paese l'utilizzo delle automobili di servizio sia stato largamente abusato dalla classe politica, dai funzionari e dagli amministratori, sia a livello centrale, sia a livello locale. Questa è una cosa indubbia; credo che nessuno in quest'Aula possa dire il contrario e questo provvedimento, così come tanti altri provvedimenti che sono stati fatti anche in passato per cercare di ridurre il numero delle auto blu e per ridurre le possibilità discrezionali dell'amministrazione sul loro utilizzo, nasce proprio da una questione culturale marcia del nostro Paese, in cui un politico o un funzionario si sente libero, siccome è stato eletto, siccome è il direttore generale di un ente, qualsiasi esso sia, di avere un autista, di avere un'automobile da poter usare a suo uso e consumo per fini lavorativi – e su questo non abbiamo alcun problema –, ma anche per fini non lavorativi e non è la prima volta che nelle cronache dei giornali si vede la scorta che porta il carrello della spesa all'interno del supermercato o la scorta che è costretta a portare a casa, per andare a dormire, il politico o il funzionario di turno.
  Anche l'emendamento in discussione in questo momento, su cui ho preso la parola, va proprio a togliere dall'impianto legislativo, da una proposta che è venuta dal Partito Democratico, delle questioni di discrezionalità.
  Infatti, più è discrezionale e più si dà la discrezionalità al funzionario o al politico nell'utilizzo delle autovetture e più noi possiamo essere certi, in questo Paese, che l'amministratore o l'eletto utilizzerà il bene pubblico per i fini propri, come è Pag. 53sempre successo nella storia del nostro Paese. Più si è duri, certi e stringenti e più ci sono sanzioni, che in questa proposta di legge purtroppo non sono, a nostro parere, sufficienti affinché si possa quanto meno pensare di evitare ciò, più si ha la certezza che a livello culturale, non in un mese ma forse in anni (in qualche anno), si avrà la possibilità che gli amministratori pubblici utilizzino con diligenza il bene pubblico e in questo caso le auto blu e le auto anche grigie che vengono utilizzate come auto blu.
  Poi, il collega Palese sollevava la seguente questione: se io nell'auto ho un funzionario o un politico che ha un malore e ha bisogno di essere trasportato in ospedale, devo chiamare l'ambulanza o devo utilizzare l'auto blu ? Cioè, se utilizzo l'auto di servizio commetto, io autista, un illecito ? Io credo che prima di ragionare di questo ci sia un ragionamento superiore da fare e, cioè, che se tu sei un autista e hai una persona malata all'interno dell'autovettura ti dovresti porre il problema che tu, se non la soccorri, stai omettendo l'atto di soccorso e, quindi, è un'omissione di soccorso dovuto e quindi, se tu autista ritieni che debba essere trasportata in ospedale immediatamente e sei vicino all'ospedale, piuttosto che perdere tempo a chiamare l'ambulanza la dovresti portare in ospedale; se invece ti fermi, chiami l'ambulanza e, evidentemente, non sei stato in grado di soccorrere la persona nella maniera adeguata io credo che tu, autista, ti poni nella condizione di aver compiuto un'omissione di soccorso, che credo sia un reato molto più grave rispetto all'abuso di un automezzo di servizio (Applausi dei deputati del gruppo del MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sorial 1.39, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ? Caso, Castelli, Di Vita, Grillo. Chi altro ? Cominardi ha votato. Mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  386   
   Astenuti   34   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato  112    
    Hanno votato no   274.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sorial 1.24, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ? Carocci, Franco Bordo, Formisano, Malisani, Moscatt, Peluffo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  427   
   Votanti  396   
   Astenuti   31   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  113    
    Hanno votato no   283.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Approfitto per un lieto annuncio: il collega Fraccaro ha avuto una figlia, che si chiama Beatrice; il collega Del Grosso ha avuto una figlia che si chiama Emy. Gli auguri della Presidenza ai colleghi e alle loro consorti (Applausi).
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sorial 1.25.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Lattuca. Ne ha facoltà.

Pag. 54

  ENZO LATTUCA. Presidente, intervengo solo per una rapida precisazione. La disciplina del comma 3 di questo articolo 1 è una disciplina che è già presente nel nostro ordinamento, contenuta nel DPCM del 2014. Abbiamo colto l'occasione di questo provvedimento per elevare la stessa disciplina naturalmente a rango di norma primaria.
  Quindi, non abbiamo inventato nulla: il reato di peculato d'uso è previsto dall'articolo 314, secondo comma, del codice penale da qualche anno – mi risulta – e la disciplina delle modalità di utilizzo è già presente nel nostro ordinamento all'interno del DPCM del 2014, che citavo. Abbiamo colto l'occasione di questo provvedimento per equiparare, a livello di rango normativo, la disciplina del DPCM in materia di modalità di utilizzo delle auto blu ad uso non esclusivo a quella della norma primaria.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sorial 1.25.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Latronico, Fossati, Bonafede, Tinagli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  432   
   Votanti  400   
   Astenuti   32   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  117    
    Hanno votato no   283.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Paglia 1.26.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Io inviterei a valutare con attenzione questo emendamento, perché altrimenti questa battaglia, più o meno giustificabile, contro le auto di servizio rischia solo di fare sì che a breve le nostre pubbliche amministrazioni siano sommerse da richieste da parte di funzionari o assessori o politici di vario rango di rimborsi chilometrici. Infatti, poi succede questo: le persone continuano a muoversi per svolgere il proprio lavoro e, se non c’è l'auto di servizio a disposizione, lo faranno con auto privata.
  Credo sia cosa abbastanza nota, in quest'Aula, che le tariffe ACI tendono a essere piuttosto generose e sono quelle normalmente utilizzate a base dei rimborsi che vengono conferiti. Molto generosa significa che sono più che sufficienti, molto più che sufficienti, per rimborsare del danno prodotto dall'utilizzo della propria auto e, di fatto, si vanno a configurare come un esborso molto gravoso di denaro per la pubblica amministrazione, molto più di quanto sarebbe l'acquisto dell'auto, che con questo provvedimento si vuole limitare.
  Quindi, noi diciamo quello che succede in molte imprese private o enti o associazioni, che utilizzano a base dei rimborsi non il rimborso ACI, ma il rimborso ACI decurtato del 70 per cento. Il rimborso ACI decurtato del 70 per cento si avvicina molto non a un pezzo di salario accessorio di fatto, ma a un rimborso effettivo delle spese sostenute. Quindi, approvando questo emendamento si evita che l'eliminazione o la riduzione delle auto blu si configuri poi, di fatto, con un enorme aggravio di costi per la pubblica amministrazione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paglia 1.26.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fraccaro, Giulietti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  428   
   Votanti  425   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato   90    
    Hanno votato no   335.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).Pag. 55
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gasparini 1.27, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Moscatt, Silvia Giordano, Pannarale.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  428   
   Votanti  427   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  422    
    Hanno votato no   5.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Le deputate Saltamartini e Rubinato hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sorial 1.28, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fabbri, Sandra Savino, Pilozzi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  432   
   Votanti  403   
   Astenuti   29   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  104    
    Hanno votato no   299.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferrari 1.38.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferrari 1.38, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Avverto, comunque, che, dall'eventuale approvazione di questo emendamento, interamente sostitutivo del comma 5, discende poi la preclusione degli emendamenti Cecconi 1.30 e 1.31.
  Capua...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  431   
   Votanti  333   
   Astenuti   98   
   Maggioranza  167   
    Hanno votato  328    
    Hanno votato no   5.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Come detto, risultano preclusi, a questo punto, gli emendamenti Cecconi 1.30 e 1.31.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gasparini 1.36, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Toninelli, Turco.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  431   
   Votanti  428   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato  427    
    Hanno votato no   1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Lombardi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

Pag. 56

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 della Commissione. I pareri sono tutti favorevoli.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capua, Covello, Malisani, Donati, Tabacci.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  435   
   Votanti  434   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato   434.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Sorial 0.1.34.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capua.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  432   
   Votanti  409   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato  121    
    Hanno votato no   288.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Sorial 0.1.34.2, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 17,15)

  PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  429   
   Votanti  426   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  422    
    Hanno votato no   4.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Prendo atto che la presentatrice accetta la riformulazione dell'emendamento Gasparini 1.34. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gasparini 1.34, nel testo riformulato e subemendato, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Micillo, Bonafede, Centemero, Ciracì...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  436   
   Votanti  435   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato  434    
    Hanno votato no   1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gasparini 1.35, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Placido, Pannarale, Frusone...Pag. 57
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  435   
   Votanti  434   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato  433    
    Hanno votato no   1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Simone Valente, Marantelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  433   
   Votanti  412   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato   412.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 3220-A/R)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3220-A/R).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

  ENZO LATTUCA, Relatore per la maggioranza. Signora Presidente, i pareri sugli emendamenti all'articolo 2 sono tutti contrari.

  PRESIDENTE. Il relatore di minoranza, deputato Sorial ?

  GIRGIS GIORGIO SORIAL, Relatore di minoranza. Signora Presidente, i pareri sugli emendamenti all'articolo 2 sono tutti favorevoli.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANGELO RUGHETTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signora Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sorial 2.20, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marotta, Rubinato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  428   
   Votanti  398   
   Astenuti   30   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato  107    
    Hanno votato no   291.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sorial 2.21, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Binetti, Sisto...Pag. 58
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  427   
   Votanti  401   
   Astenuti   26   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no   296.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 2.1, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Occhiuto, Pannarale...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  429   
   Votanti  407   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  113    
    Hanno votato no   294.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Donati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  426   
   Votanti  402   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  388    
    Hanno votato no   14.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 3220-A/R)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 a cui non sono state presentate proposte emendative (Vedi l'allegato A – A.C. 3220-A/R).
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carbone, Piepoli, Palma...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  434   
   Votanti  403   
   Astenuti   31   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  399    
    Hanno votato no   4.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 3220-A/R)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 3220-A/R). Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati ?

  ANGELO RUGHETTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sull'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/3220-AR/1 il parere è favorevole purché il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: dopo la parola «procedure» aggiungere «di evidenza pubblica condotte con il criterio della trasparenza della pubblicità». Se il presentatore accetta la riformulazione, il Governo esprime parere favorevole. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Ghizzoni n. 9/3220-AR/2, Lenzi n. 9/3220-AR/3.

Pag. 59

  PRESIDENTE. Abbiamo anche l'ordine del giorno Da Villa n. 9/3220-AR/4.

  ANGELO RUGHETTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Non ce l'ho.

  PRESIDENTE. Non ce l'ha ?

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Presidente, non abbiamo gli ordini del giorno.

  PRESIDENTE. Non avete gli ordini del giorno ? Va bene adesso provvediamo subito. Sono in distribuzione, relatore Sorial. Sottosegretario Rughetti, sta leggendo il parere, prego.

  ANGELO RUGHETTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Da Villa n. 9/3220-AR/4.

  PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Gregorio Fontana accetta la riformulazione e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3220-AR/4, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Ghizzoni n. 9/3220-AR/2, Lenzi n. 9/3220-AR/3 e Da Villa n. 9/3220-AR/4, accettati dal Governo.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3220-A/R)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorelli. Ne ha facoltà.

  ORESTE PASTORELLI. Grazie, signora Presidente. Signor rappresentante del Governo, da tempo questa Aula è impegnata in una necessaria opera di contenimento della spesa pubblica specie con riferimento a costi del tutto inutili e legati a forme di ingiustificato privilegio. Lo sperpero di denaro per beni e servizi del tutto superflui reca ingenti danni sia alle casse dello Stato che alla credibilità delle istituzioni. In questo senso le auto di servizio, quando utilizzate scorrettamente, rappresentano uno degli esempi più lampanti di tale sperpero. La presente proposta di legge contiene e riduce l'utilizzo di auto blu, vincolandone in modo stringente l'utilizzo a finalità istituzionali; una misura prima di tutto di buonsenso e di rispetto nei confronti dei cittadini, nonché volta al recupero di denari pubblici. Servivano regole più stringenti che sono state inserite nel nuovo testo come le sanzioni amministrative che saranno irrogate dall'Autorità nazionale anticorruzione in caso di mancata comunicazione entro il 31 dicembre di ogni anno dell'elenco delle automobili di servizio utilizzate. Rispetto al provvedimento esprimo, quindi, il voto favorevole della componente socialista ribadendo quanto già sostenuto in Commissione ambiente relativamente all'opportunità di prevedere, per quelle amministrazioni pubbliche alle quali non si applica la disciplina introdotta da questo provvedimento, acquisti di veicoli di servizio più sostenibili dal punto di vista ambientale, con sistemi di alimentazione in grado di garantire una minore emissione di CO2 (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Abrignani. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Signor Presidente, membri del Governo, onorevoli colleghi, la proposta di legge oggi all'esame dell'Aula muove dal condivisibile obiettivo di contrastare l'abuso che è stato fatto delle auto di servizio messe a disposizione delle istituzioni. Tale abuso purtroppo in un certo modo tollerato in passato oggi è sempre meno giustificabile alla luce della pressione fiscale, dei vincoli di bilancio, dell'entità del nostro debito pubblico e di una diversa moralità pubblica che sta permeando anche la politica.

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  Tuttavia, l'impianto originario del testo mostrava diverse carenze, soprattutto da un punto di vista tecnico, in quanto conteneva previsioni che non tenevano conto del contesto normativo in cui si inserivano e non tenevano neanche conto del riparto degli assetti costituzionali, in particolar modo per quanto riguarda l'autonomia degli enti locali. Da qui la decisione assunta nel novembre scorso di rimandare il testo in Commissione. Con quell'impostazione il provvedimento sarebbe sicuramente incorso in una bocciatura da parte della Corte costituzionale. Si è provveduto perciò in Commissione a recepire una serie di emendamenti che hanno notevolmente migliorato l'impianto originario del testo e che vanno nella direzione da tutti noi auspicata, ossia quella di procedere nella riduzione delle spese sostenute per le auto blu senza per questo incorrere in probabili censure di costituzionalità. Gran parte delle disposizioni – va fatto notare per correttezza – non fanno che elevare a rango legislativo disposizioni che erano già vigenti in quanto disposte dal decreto della Presidenza del Consiglio. Bene l'ulteriore proroga del divieto per le pubbliche amministrazioni di acquistare nuove vetture; bene che ogni anno si debba fare un censimento delle vetture disponibili in modo che finalmente si può avere contezza del patrimonio complessivo di cui le amministrazioni possono disporre: problema questo che risulta essere di non poco conto dato che, come riferito dal sottosegretario Rughetti in Commissione lo stesso 2 marzo, solo il 45 per cento dei soggetti interpellati ha risposto ai quesiti sul censimento straordinario. Se su questo fronte rimane, quindi, ancora tantissimo da fare e le sanzioni inserite per chi non risponderà ai quesiti del censimento non potranno che aiutarci, sul fronte della riduzione delle autovetture in dotazione delle amministrazioni centrali non possiamo, però, che rallegrarci per i risultati raggiunti. Le auto della Presidenza del Consiglio, dei Ministeri, degli organi costituzionali e dell'Avvocatura dello Stato in un solo anno sono passate da 567 a 274, più del 50 per cento di riduzione in dodici mesi. Se le regioni, gli enti locali e le altre amministrazioni pubbliche seguissero l'esempio, i risparmi che si otterrebbero potrebbero davvero essere straordinari. Ciò che è stato iniziato con il decreto-legge n. 66 del 2014, celebre anche per il famoso bonus degli 80 euro, prosegue oggi. Con quel decreto si fissò la limitazione al 30 per cento della spesa sostenuta nel 2011 per i costi relativi ad autovetture che ogni amministrazione pubblica possedeva; poi, successivamente, vennero fuori altri provvedimenti, come le aste su eBay per la vendita delle auto rimaste da rottamare e i decreti della Presidenza del Consiglio in materia. Oggi in effetti non apportiamo novità sostanziali alla normativa vigente, ma compiamo un altro passo verso la riduzione delle spese e dei costi dell'apparato statale; un passo nella direzione che tutti i cittadini auspicano. Ed è per questo che Alleanza Liberalpopolare voterà a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Presidente, ho ascoltato fino ad ora la dichiarazione di voto del partito, evidentemente di maggioranza, ALA-MAIE, perché ha lodato l'opera del Governo in ordine alla riduzione delle spese sulle auto blu e le auto di servizio. Ora cerchiamo un po’ di fare opposizione annunciando fin d'ora il voto favorevole. Già il voto favorevole in questo provvedimento, lo confesso, è un atto di debolezza, nel senso che prevale il metus dell'impopolarità rispetto all'efficacia del provvedimento. E, allora, siccome nessuno ha voglia di essere impopolare e di sentirsi dire «hai votato contro la riduzione delle auto blu», daremo il voto favorevole a questo provvedimento, senza dimenticare alcuni principi generali, colleghi e Presidente, Pag. 61ossia che i costi in un Paese come il nostro crescono in proporzione alle norme che emaniamo, nel senso che, essendo il nostro un Paese che si basa molto sulla burocrazia, sulle regole, sui regolamenti, sui funzionari, tutte le volte che mettiamo in circolo un regolamento nuovo, una regola nuova, una specificazione nuova, un'interpretazione nuova, non riduciamo i costi, ma immancabilmente li dilatiamo.
  Questo è il classico esempio della dilatazione dei costi, perché qui non ci sono norme eccezionali; qui ci sono norme di rango inferiore, portate a norme di rango superiore, e ci sono delle sanzioni: dove c’è la sanzione, c’è la possibilità del ricorso rispetto alla sanzione e c’è l'istruttoria per la sanzione. E voi credete veramente che tutto questo ridurrà i costi ? I costi saranno sicuramente aumentati. Vedete, il senso del risparmio del denaro pubblico non nasce dalle norme che sappiamo fare, ma nasce da alcuni principi generali che i servitori dello Stato dovrebbero avere. Quando, sotto le prefetture, si vedono dieci, venti, trenta, quaranta auto blu perché c’è un ricevimento del signor prefetto, è inutile porre queste regole, c’è uno scialo dichiarato; quando passa un Ministro che avrebbe bisogno di una scorta di due persone e vediamo un corteo che non finisce più, eccolo lo scialo: lo scialo è nella manifestazione del potere con l'auto di servizio e con l'auto blu, le quali richiedono per questo la venerazione e la condiscendenza del popolo e dei cittadini. E i cittadini che fanno ? Le regoline ? Ma le regoline sono fatte per essere aggirate; ci vorrebbe una coscienza civica vera e reale, che non è data da queste cose. Questa è la classica foglia di fico di chi non è in grado di fare. Questa è la realtà vera: quando non si è in grado di risolvere un problema, si fa una bella legge e con quella legge noi abbiamo risolto il problema. Poi, andremo a vedere fra un anno, due anni – più di due anni no, perché poi ci finisce la legislatura e lo vedranno altri – che efficacia avrà questa legge che determina cosa si deve fare con l'auto di servizio. Già la cosa è ridicola in sé, figuriamoci nell'applicazione, quando – e chiudo qui – oltre la metà, se non sbaglio, degli enti locali e degli enti deputati non ha neanche risposto a un censimento che era stato indetto per vedere qual era l'uso dell'auto blu: assenza totale di senso civico delle istituzioni, della leale collaborazione amministrativa. Quindi, se manca la coscienza da parte della pubblica amministrazione, dei prefetti, dei questori, degli enti elettivi, dei sindaci e dei presidenti della provincia non sarà con queste regole che diminuiscono le spese, anzi – come dicevo prima – le spese aumenteranno. Tuttavia il metus dell'opinione pubblica è grande e voteremo a favore (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gian Luigi Gigli. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, questo è uno di quei provvedimenti che indubbiamente affrontano un tema che si presta ad atteggiamenti populistici o demagogici. Cosa c’è infatti di più affascinante per l'opinione pubblica che andare a colpire quello che, ancora oggi, è stato richiamato come uno status symbol, che viene superato probabilmente nell'immaginario collettivo solo quando l'auto blu ha pure magari una sirena spiegata sopra, oppure addirittura ha la scorta davanti o dietro ? Un'esibizione di potere che non merita altro che il pubblico ludibrio ! Questo provvedimento ha rischiato appunto di fare un'operazione del genere, ma per fortuna si è salvato. Si è salvato perché il giorno dopo il suo arrivo in Aula è stato, per fortuna – mi pare fosse il 18 novembre –, rispedito in Commissione ed è stato sensibilmente migliorato.
  Andare a migliorare questo testo, certamente non ha voluto dire rinunciare ad eliminare abusi o discrezionalità, cosa quanto mai opportuna e necessaria in questo Paese, costituendo uno dei molteplici aspetti appunto di quel ritorno ad una moralità nella vita pubblica, nella vita politica e nel servizio alle istituzioni e agli Pag. 62organi dello Stato. Ma in realtà appunto le leggi non si fanno per motivi demagogici, ma per rispondere ad esigenze di funzionalità, ad esigenze di servizio, ad esigenze di contenimento della spesa pubblica e il ritorno in Commissione di questo provvedimento ha consentito di fare proprio questo. È stato fatto un buon lavoro in Commissione a nostro avviso, arrivando ad una soluzione ragionevole, migliorando sensibilmente l'impianto originario del provvedimento ed arrivando ad una condivisione larga del provvedimento, come abbiamo visto quest'oggi nell'espressione del voto che molte volte ha ottenuto un parere positivo da parte di tutta quanta l'Aula.
   Allora, io credo che noi, da un lato, appunto abbiamo fatto bene a garantire, come era doveroso, tutti quei servizi di pubblica utilità, allargandoli anche oggi poi con alcuni emendamenti accolti dal Governo, tutti quei servizi di pubblica utilità per i quali l'uso dell'auto è certamente necessario per l'espletamento del servizio e, dall'altro, però, abbiamo fatto altrettanto bene a riconoscere anche le possibilità di un uso di auto non esclusive, ma per ragioni di servizio, ovviamente arrivando a configurare e delimitare adeguatamente quelle che sono queste ragioni di servizio.
   Ora da quella che è stata la relazione svolta dal Ministro Madia tempo addietro, noi possiamo già sapere che lo Stato ha fatto largamente la sua parte: il parco delle auto pubbliche si è sensibilmente ridotto, per fortuna, e gli abusi sono stati sensibilmente corretti, anche se c’è sempre da fare. Resta l'incertezza su quello che possiamo chiamare il sommerso, cioè quella quota di auto che rispondono alle società partecipate, alle aziende sanitarie, agli enti locali, a una parte delle stesse regioni, che sono ancora, nonostante tutto, sfuggite al censimento. Da questo punto di vista, possiamo dire che, anche qui, il passaggio in Commissione, l'introduzione dei commi 6, 7 ed 8 dell'articolo 1 di questa legge, con i quali vengono definiti i termini, le sanzioni per i censimenti e le segnalazioni all'Autorità anticorruzione e alla Corte dei conti, ci auguriamo fortemente che possa portare anche all'emersione di questo sommerso.
   Concludo dicendo che certamente questo provvedimento non risolve i problemi economici del Paese, non risolve tanto meno i problemi della moralizzazione della vita pubblica, ma va in questa positiva direzione e comunque fa fare dei passi avanti. Io credo che abbia anche un altro aspetto positivo, quello che per cui esso può contribuire a riavvicinare in qualche modo i cittadini alle istituzioni e a colmare il divario che si è andato creando tra i cittadini e i loro rappresentanti, facendo sì anche quindi che una più larga partecipazione popolare possa esserci nell'ambito della vita politica che poi costituisce il sale stesso della democrazia.
   È per questi motivi che il gruppo di Democrazia Solidale-Centro Democratico voterà convintamente a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cristian Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, Presidente. La Lega Nord voterà a favore di questo provvedimento per motivazioni analoghe, per non dire identiche, a quelle che stanno alla base del voto favorevole da parte degli esponenti dei gruppi che hanno preceduto il mio intervento.
  Voteremo a favore perché tutto ciò che va in direzione della sobrietà all'interno dalla vita pubblica non può che essere sostenuto. Tutto ciò che aiuta a contenere le spese dello Stato è ovviamente da noi condiviso. Quindi, il voto favorevole non mancherà, così come non mancheranno analoghi voti favorevoli su iniziative simili a queste. Noi, però, dobbiamo sottolineare anche tutta una serie di questioni che, ovviamente, ci portano a ritenere il passo necessario, ma non sufficiente. Sappiamo tutti che non è il «pandino» bianco utilizzato dall'ausiliario del comune che in qualche modo gira Pag. 63per il paese a distribuire pasti caldi agli anziani e nemmeno il pulmino che viene utilizzato per andare a garantire il trasporto scolastico soprattutto nella realtà montane che fanno incavolare gli elettori e la pubblica opinione, ma proprio l'abuso delle famose auto blu, su cui c’è stato sicuramente un impegno da parte del Governo, confermato anche dai dati recentemente acquisiti, circa la riduzione importante appunto delle auto a disposizione delle autorità centrali dello Stato. Sfuggono soprattutto quelle di competenza e a disposizione delle autorità periferiche dello Stato dove comunque si annida, come sappiamo tutti, in parecchi casi il vero spreco. Mi riferisco soprattutto alle prefetture. Noi tutti siamo abituati a vedere nei nostri paesi e nelle nostre città il prefetto che ormai è rimasta veramente l'unica figura semi-monarchica all'interno delle piccole o grandi realtà, soprattutto all'interno degli enti locali. È lui che ha a disposizione tutta una serie di privilegi che, se avevano una certa giustificazione quando la figura del prefetto venne creata – mi riferisco all'epoca napoleonica, cioè quando era il rappresentante dell'autorità centrale imperiale e pertanto aveva la necessità anche di scimmiottarne in qualche modo le usanze e le abitudini –, oggi ovviamente non hanno alcuna ragione. Permettetemi di allargare un attimo la considerazione che viene spontanea. Oltre all'auto blu, solitamente i prefetti hanno a disposizione anche degli alloggi di servizio che sono delle piccole regge. Parliamo di appartamenti di centinaia di metri quadri gentilmente offerti in questo caso da enti locali che hanno seri problemi di bilancio. Mi riferisco alle province che si vedono occupate appunto dai prefetti queste piccole regge che ancora oggi il prefetto si guarda bene dall'abbandonare. Ciò veramente rappresenta il peso, anche simbolico, dell'autorità statale sugli enti locali.
  Sentivo prima dei colleghi citare anche la questione delle questure, la questione degli enti partecipati, delle aziende sanitarie e quanto di competenza. Noi riteniamo che per affrontare una volta per tutte la questione delle auto blu sia necessaria sicuramente una legge, un atto con forza di legge che stabilisca quali sono le figure istituzionali che di questo privilegio possono usufruire, anche se vediamo che in Italia ormai non c’è più il problema dall'auto blu, ma sarebbe il caso di guardare un attimo al problema degli elicotteri blu o degli aerei blu. Infatti, nel momento in cui siamo straordinariamente felici per il fatto che le amministrazioni centrali tagliano 250 automobili, siamo meno soddisfatti nel vedere che il nostro Stato oggi può vantare un aereo a esclusiva disposizione del Presidente del Consiglio, il cui costo ancora non si sa di preciso, ma si tratta di svariate centinaia di milioni di euro. Pertanto, nel momento in cui diciamo «viva, viva, abbiamo abolito le auto blu», oggi noi sappiamo che il nostro Presidente del Consiglio potrà legittimamente girare per i grandi summit internazionali senza dover fare lo scalo.
  Infatti, l'acquisto del nuovo aereo presidenziale dalle misure simili a quelle dell'Air Force One viene giustificato dicendo: ma, sapete, quando Renzi doveva andare dall'altra parte del mondo, doveva fare addirittura uno scalo. Quindi, oggi probabilmente il problema che si pone non è più quello delle auto blu, ma c’è stato l’upgrade renziano, cioè quello degli elicotteri. Infatti, sappiamo anche che il trasferimento da Firenze a Roma evidentemente non può essere fatto con una potente automobile blu, ma deve essere fatto con un più che potente elicottero blu. A questo punto, abbiamo risparmiato e risparmiamo qualcosa, evviva la sobrietà ! Certo, un aereo come quello che è stato recentemente acquistato costa immensamente di più delle auto blu che sono state tagliate. Equivale a vent'anni di acquisto esasperato sul mercato delle auto di lusso, di auto blu. Pertanto, complimenti veramente a chi questa legge l'ha portata avanti e mi riferisco al MoVimento 5 Stelle e a chi questa legge però l'ha anche appoggiata, cioè il Partito Democratico che, probabilmente, come ripeto, di fronte ad aerei ed elicotteri ha deciso di non Pag. 64interessarsi più di quelli che sono vecchi arnesi di esibizione del potere quali le auto blu. Voteremo comunque a favore, consapevoli che è un piccolo passo in avanti, ma tanto c’è ancora da fare (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molea. Ne ha facoltà.

  BRUNO MOLEA. Grazie, signora Presidente. Onorevoli colleghi, il provvedimento in esame reca disposizioni volte al contenimento delle spese delle pubbliche amministrazioni per le autovetture di servizio e di rappresentanza. Su tale proposta di legge, la Commissione si era espressa in senso contrario e l'Assemblea, successivamente, nella seduta del 19 novembre scorso, a seguito di un'intesa con i gruppi, ha stabilito di rinviare il provvedimento di nuovo nella sede referente. Il tema in questione non è nuovo. Il Governo e le Camere hanno già affrontato con decisione il problema attraverso la disciplina di cui all'articolo 15, comma 1, del decreto-legge n. 66 del 2014. Quest'ultima norma prevede che per l'acquisto, la manutenzione, il noleggio e l'esercizio di autovetture, nonché l'acquisto di buoni taxi, non possono essere effettuate spese di ammontare superiore al 30 per cento della spesa sostenuta nell'anno 2011. La medesima normativa prevede, poi, come misura aggiuntiva, l'adozione di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri al fine di individuare il numero massimo per le auto di servizio ad uso esclusivo e per quelle ad uso non esclusivo di cui può disporre ciascuna amministrazione centrale dello Stato. Per le auto di servizio ad uso esclusivo, il numero così determinato non può comunque eccedere la soglia delle cinque unità. I primi risultati sono già significativi. Nel 2012, la spesa totale era stimata in 1.050 milioni di euro, 128 milioni in meno rispetto all'anno precedente. Il Governo, nei giorni scorsi, ha fornito gli ultimi dati. Lo scorso anno il parco delle auto delle pubbliche amministrazioni si è ridotto passando dalle 66.619 autovetture del 2014 alle 23.203 del 2015. Per le amministrazioni centrali dello Stato, le autovetture in uso sono passate dalle 567 del 2014 alle 274 del 2015, con la riduzione delle auto blu con autista dei Ministeri passate da 159 del 2014 a 59 del 2015, circa due terzi in meno. Nel corso dell'ultimo anno, le regioni hanno più che dimezzato il parco auto passando dalle 2.883 vetture del 2014 alle 1.277 del 2015, di cui 759 di proprietà.
  Il testo dispone, in particolare, la proroga al 31 dicembre 2017 del divieto per le amministrazioni pubbliche di acquistare autovetture e di stipulare contratti di locazione finanziaria aventi ad oggetto le autovetture; il divieto di utilizzo delle autovetture di servizio ad uso non esclusivo per lo spostamento tra l'abitazione e il luogo di lavoro, in relazione al normale orario di ufficio; l'applicazione della normativa sul contenimento delle spese per le auto di servizio alle regioni come normativa di principio, in linea con la sentenza della Corte costituzionale n. 43 del 2016.
  Vi è l'introduzione, inoltre, di termini certi e sanzioni per il cosiddetto censimento delle auto blu e le modalità di dismissione delle autovetture acquistate in violazione alle disposizioni della legge.
  Nella citata sentenza la Corte, richiamando la propria precedente giurisprudenza, rileva che il legislatore statale con una disciplina di principio può legittimamente imporre agli enti autonomi, per ragioni di coordinamento finanziario connesse ad obiettivi nazionali, condizionati anche dagli obblighi comunitari, vincoli alle politiche di bilancio, anche se questi si traducono inevitabilmente in limitazioni indirette all'autonomia di spesa degli enti. Affinché questi veicoli possano considerarsi rispettosi dell'autonomia delle regioni e degli enti locali, la legge statale può stabilire solo il limite complessivo e lascia agli stessi ampia libertà di allocazione delle risorse fra i diversi ambiti e obiettivi di spesa.
  Si ricorda, inoltre, che in data 17 dicembre 2015 è stato sancito un accordo, Pag. 65in sede di Conferenza unificata tra Governo, regioni ed enti locali, concernente la riduzione delle autovetture di servizio con autista adibite al trasporto di persone. La norma muove dal condivisibile obiettivo di contrastare l'abuso delle auto di servizio, oggi sempre meno giustificabile alla luce della pressione fiscale, dei vincoli di bilancio e dell'entità del nostro debito pubblico.
  Per queste ragioni il nostro gruppo parlamentare dichiara il proprio voto favorevole sul provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dore Misuraca. Ne ha facoltà.

  DORE MISURACA. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il gruppo parlamentare di Area Popolare voterà a favore del provvedimento in esame concernente, appunto, l'acquisto e la dismissione delle auto di servizio o di rappresentanza delle pubbliche amministrazioni. La problematica concernente l'acquisto e la dismissione è stata già affrontata con l'articolo 15 del decreto-legge n. 66 del 2014 e costituisce l'ultimo intervento normativo nell'ambito di un susseguirsi di misure iniziate a partire dalla legge di stabilità 2015. Disposizioni analoghe si sono infatti succedute con periodicità quasi annuale, talora sovrapponendosi tra loro, con l'obiettivo di contenere le spese per il funzionamento delle pubbliche amministrazioni.
  La proposta di legge in esame interviene, pertanto, su un tema già trattato dai precedenti Governi, introducendo questa volta nell'ordinamento misure più stringenti ed organiche. Il provvedimento, infatti, dopo un esame in Assemblea e un rinvio alla Commissione di merito è stato da questa modificato introducendo norme più coerenti rispetto alla riduzione dei costi delle pubbliche amministrazioni. Pertanto, l'obiettivo che questo provvedimento si propone è quello di razionalizzare la spesa pubblica e di contenere i costi della pubblica amministrazione. La riduzione delle spese, appunto anche attraverso la dismissione delle autovetture di servizio o di rappresentanza delle pubbliche amministrazioni, è uno dei provvedimenti idonei a perseguire tale obiettivo. La proposta di legge in esame, in particolare, proroga al dicembre 2017 il divieto per le amministrazioni pubbliche, incluse le autorità indipendenti e la Consob, di acquistare autovetture e di stipulare contratti di locazione finanziaria aventi ad oggetto autovetture.
  Il divieto era stato introdotto con la legge di stabilità 2013, poi prorogato con la legge di stabilità 2016 e tale divieto è stato infine fissato alla normativa previgente al 31 dicembre 2016. In ogni caso, nella proposta di legge in esame restano ferme le norme che consentono l'acquisto e la dismissione, come già rappresentato da alcuni colleghi, delle autovetture adibite a servizi operativi di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, della salute e dell'incolumità pubblica nonché ai servizi ispettivi relativi a funzioni di carattere fiscale e contributivo, tutto ciò per consentire alle pubbliche amministrazioni che svolgono una funzione fondamentale ed essenziale per la collettività di continuare a garantire queste attività nel miglior modo possibile e assicurando il pubblico servizio.
  Il provvedimento prevede, al comma 3 dell'articolo 1, limiti all'utilizzo delle autovetture consentendo un solo spostamento per ragioni di servizio.
  Viene escluso, pertanto, lo spostamento dall'abitazione al luogo di lavoro. Dunque, questa norma consentirà di superare il malcostume di utilizzare spesso le autovetture pubbliche di servizio a fini esclusivamente privati.
  La proposta in esame si inserisce, pertanto, in un contesto che vede nella riduzione della spesa per le pubbliche amministrazioni un obiettivo fondamentale e il programma politico del Governo. La cosiddetta spending review infatti, avviata dal Governo Renzi nel corso di questa legislatura, ha previsto la considerevole cifra di 25 miliardi di tagli di spesa in due anni. La riduzione dei costi Pag. 66da sostenere per le pubbliche amministrazioni rappresenta, pertanto, un obiettivo fondamentale di questo Governo, costituendone un elemento essenziale per ridurre la spesa e per liberare risorse al fine di favorire gli investimenti e questo Esecutivo, proprio attraverso questa riforma e l'impiego comune delle forze che lo sostengono, è riuscito a raggiungere notevoli risultati.
  Il gruppo di Area Popolare ribadisce, pertanto, il voto favorevole sulla proposta in esame e, con essa, il suo sostegno al Governo, nella certezza che i tagli necessari, consapevoli e corretti ai bilanci delle pubbliche amministrazioni costituiscono elementi fondamentali per il rilancio del Paese. Sappiamo bene quanto risulta pesante la macchina amministrativa, la nostra macchina burocratica, e sappiamo anche che i tempi che stiamo vivendo richiedono sacrifici consapevoli da parte di tutti e il massimo impegno nell'ottimizzare tali risorse. Questo provvedimento risponde pertanto a tali esigenze e costituisce parte di un disegno più ampio, che tende a razionalizzare e a rendere più efficiente la nostra macchina amministrativa.
  Confermo, pertanto, il voto favorevole del gruppo parlamentare di Area Popolare (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giovanni Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Grazie, Presidente. Io assisto, come credo tutti noi, per l'ennesima volta in questa legislatura, ad un dibattito che io francamente mi aspetto ultimativo e che dovrebbe persino esserlo, dato che stavolta abbiamo deciso di utilizzare lo strumento della proposta di legge, dandole anche una scadenza che, di fatto, va in prossimità della fine della legislatura sul tema delle auto blu. Ora, io ricordo che delle auto quando venni eletto nel consiglio comunale nella mia città – e sono passati una ventina d'anni –, una delle prime cose che facemmo fu una grande vendita di auto, perché, nella consiliatura precedente, ogni assessore aveva un'auto e ogni assessore aveva un autista. Adesso siamo arrivati al punto in cui mancano spesso le auto anche per i sindaci.
  Questo per dire che noi dovremmo – credo – approcciare una materia come questa con un atteggiamento molto laico, che ha a che fare, da un lato, con la razionalizzazione della spesa pubblica, cioè con l'evitare che ci siano sacche evidenti di sprechi, e, dall'altro, con il garantire una cosa molto più importante, cioè che l'atteggiamento di tutta la classe politica – ma non solo della classe politica; anche della classe funzionariale e dirigenziale all'interno degli enti pubblici – sia improntato alla sobrietà, perché questa sobrietà è una delle misure del rapporto che noi riusciamo ad avere in termini di credibilità con l'opinione pubblica e con i cittadini, che non possono – io credo – giustamente accettare che chi li amministra all'interno di una democrazia vada in cerca di status molto più che della corresponsione a quello che dovrebbe essere un dovere di amministratore.
  Tuttavia, ogni volta che noi facciamo un percorso di questo genere, quindi giusto, giustificabile e da noi molto apprezzato, dobbiamo sempre fare molta attenzione a che non si vada oltre, perché altrimenti si rischia che, all'interno di comuni, anche dall'estensione molto grande in questo Paese, la riduzione anche dei mezzi, per esempio a disposizione di un'amministrazione, faccia sì che un sindaco possa avere meno interesse o meno capacità di visitare il suo comune, che invece dovrebbe essere una delle parti che gli competono, o che ai cittadini venga chiesto di muoversi al posto degli amministratori per andare ad incontrarli e anche questo non è un buon servizio che noi forniamo ai nostri cittadini.
  Ma soprattutto – provavo a dirlo prima e abbiamo proposto anche un emendamento che io credo andrà ripreso successivamente – rischiamo che quelli che dovrebbero essere atteggiamenti virtuosi, Pag. 67cioè il cancellare privilegi, vadano poi a togliere quei mezzi, che sono indispensabili all'espletamento di una funzione, per sostituirli poi esclusivamente con il fatto che ogni amministratore di questo Paese girerà con la macchina sua e, esattamente a fine mese, manderà la nota di rimborso per quelli che sono i viaggi fatti, teoricamente, nell'espletamento della sua funzione; con il risultato che, dato che, come sa, qualunque amministratore d'azienda, un'auto a rimborso spese costa infinitamente di più di un'utilitaria nella disponibilità di un'amministrazione, questo rischierà di gonfiare i costi dello Stato, i costi dell'amministrazione pubblica, anziché raggiungere il risultato voluto, cioè quello di abbassarli.
  Noi siamo arrivati a questo rischio ? No, non ci siamo ancora, tant’è che voteremo a favore di questo provvedimento, anche perché gli riconosciamo il fatto che, a partire dalla prima stesura, che non avremmo votato assolutamente, perché aveva una chiara e assoluta impostazione ideologica, si sia arrivati a lavorare – non a caso, poi, ottenendo, mi pare di capire, l'unanimità dell'Aula – con un atteggiamento di pragmatismo, in questo caso assolutamente necessario, che ha puntato anche a distinguere. Ha puntato, per esempio, a riconoscere che esistono le autonomie locali in questo Paese, che esistono funzioni dello Stato. Mi fa piacere che oggi, anche grazie ad un nostro emendamento, per esempio, sia stata ricondotta anche la funzione di chi si occupa di sicurezza del lavoro, degli ispettorati del lavoro, che prima era stata inspiegabilmente esclusa dalle prime eccezioni. Ma l'abbiamo ricondotta anche questa. Insomma, ci sono pezzi di amministrazione pubblica – che piaccia o no – che hanno bisogno di un mezzo per operare efficacemente.
  Ci sono amministrazioni locali in questo Paese che hanno necessità molto diversificate. Pensate anche solo a quelli che possono essere i comuni di alta montagna, con pochissimi abitanti, ma con territori immensi. Io credo che, anche in quel caso, anche il più «anticasta» di questo Parlamento riconoscerà il fatto che un amministratore pubblico che si metta su una Panda 4X4 per girare le strade di montagna, per verificare lo stato dei propri boschi o lo stato di necessità di manutenzione dei fiumi stia facendo un buon lavoro al servizio della propria collettività e non stia sprecando né tempo né chilometri né un'auto.
   Allora, tutto questo lo abbiamo in qualche modo ricompreso. Siamo usciti da un atteggiamento di furore ideologico. Abbiamo stabilito un termine, perché evidentemente l'idea che in questo Paese non si potessero più comprare mezzi a tempo indeterminato non aveva a che fare con la razionalità; aveva a che fare con un altro tipo di logica. Vi abbiamo messo un termine. Dal mio punto di vista, poteva serenamente anche essere il termine dell'anno in corso e poi si poteva verificare di anno in anno. Infatti, lo ripeto, laddove prevale la razionalità economica, cioè in una qualsiasi impresa, si fa così: si valuta di anno in anno lo stato dei mezzi in essere; si valutano di anno in anno le necessità di spostamento; si valutano i costi comparati tra un mezzo acquistato, un mezzo noleggiato, i rimborsi spese dati a chi le usa per poi decidere sulla base di queste valutazioni, che sembrano banali. In realtà, quando vogliamo parlare con i cittadini, sono quelle le valutazioni che loro fanno quotidianamente. Quindi capiscono; in realtà non è vero che i cittadini non capisco.
  Concludo. Quello che i cittadini non capiscono è che – anche questo è successo, anche dalle mie parti, qualche anno fa, oggi non succederebbe più per fortuna – un presidente di provincia appena insediato chieda di poter comprare un SUV dell'Audi, perché ritiene che quella sia l'unica auto che sia confacente al suo status. Quello che non capiscono è il cambio continuo di auto; quello che non capiscono è il fatto che, se io mi insedio, devo immediatamente cambiare il mezzo, perché devo segnalare il fatto che sono arrivato io e non c’è più quello di prima; quello che non capiscono Pag. 68è il fatto che io venga accompagnato da un autista anche a prendere mio figlio a scuola. Queste sono le cose che non capiscono. Il fatto che io prenda una Punto a metano, magari in dotazione al mio comune, per andarmi a fare il giro dei punti nascita del comune, per vedere come funzionano, io credo che lo capiscano perfettamente. Non esistono solo le auto blu. Esistono le auto bianche; anzi, sono la maggior parte in questo Paese. Io mi auguro che oggi rimangano solo quelle.
  Lo dicevano prima altri colleghi, se poi siamo in grado di andare oltre la cosa immediata delle auto, che forse lasciamo nel secolo scorso, sotto certi aspetti oggi esistono ben altri status. Esiste l'idea di farsi un aereo presidenziale in un Paese che, fortunatamente, non ci aveva mai pensato. Speriamo di non metterci sopra anche la personalizzazione, con il logo del Presidente del Consiglio, a sancire il fatto che esiste proprio un «io sono io», che è veramente quello che è insopportabile, anche perché, dietro «io sono io», sappiamo sempre, per tradizione nostra, cosa è sottinteso e quello veramente non ci piace (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Francesco Paolo Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Nel 1599 William Shakespeare scrisse una commedia: «Molto rumore per nulla». Io penso che, sostanzialmente, questo è un provvedimento – noi ci asterremo – che, nonostante il favore facilmente speso da tutti i gruppi, nulla aggiunge e nulla toglie. Presidente, poiché non riesco a condurre questo intervento se non per citazioni, consapevole di quanto questa stessa legge o questa proposta di legge o questo disegno di legge che diventa in qualche modo legge non possa che essere una citazione, è una classica tempesta in un bicchiere d'acqua, ma che, sostanzialmente, non comporta risparmi, non comporta nuove regole, non comporta nessuna rivoluzione copernicana e, soprattutto, – mi sia consentito – non consente di introdurre nell'ambito dalla pubblica amministrazione nessun maggiore rigore. Infatti, la norma chiave di questo provvedimento, come puntualmente riferito nella scheda tecnica, è una norma già esistente. Si tratta dell'articolo 3, primo comma, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 25 settembre 2014.
  È una norma già vigente che ci consente di ritenere che chi si discosta da quella norma ponga in essere un peculato d'uso ? Certamente sì. Chi ha un minimo anche di giornalistica conoscenza della giurisprudenza in tema di peculato d'uso sa bene che chi utilizza il mezzo pubblico, che gli è affidato per ragioni del suo ufficio, per finalità diverse da quelle commette il delitto di peculato d'uso. Quindi, di che cosa ci stiamo occupando ? Perché un Parlamento si occupa di una norma che è già presente e la rende, da norma di un DPCM, norma di legge ? Che cosa cambia ? Non cambia assolutamente niente.
  Pertanto, tutto questo sbracciarsi di tutti i gruppi verso una sorta di politica capace di bonificare la politica io lo trovo l'ennesimo tributo, assolutamente ingiustificato, ad una deriva populista, che io trovo intollerabile, addirittura ridicolizzante il ruolo del Parlamento. Il Parlamento non si deve occupare dell'antipolitica. Il Parlamento si deve occupare di leggi che funzionino e servano i cittadini, non per mettersi la coccarda di essere intervenuto sulla politica, perché questo fa chic e rende il Parlamento migliore. La politica migliore non è quella che si fa moralizzando la politica – moralizzatori, come diceva qualcuno, finiscono sempre per essere moralizzati, sempre –, ma la si fa con delle regole chiare.
  Allora, in questo caso ci è andata bene: ci occupiamo soltanto di una norma che da un DPCM diventa legge. Ma se io penso a tanti frangenti in cui la lotta della pancia contro la razionalità ci ha portato a dei provvedimenti assurdi sul piano normativo, per rispondere alle Pag. 69esigenze di chi vuole che la politica sia costantemente penalizzata, io penso che Forza Italia non condivide questo ragionamento. È pronta a intervenire pesantemente laddove è giusto intervenire, non laddove si vuole fare agire il Parlamento con una sorta di rito non condivisibile e anche un po’ ridicolo, fatemelo dire, – noi ci stiamo preoccupando di una legge che non ha nessun senso –, un rito che ha soltanto, come comune denominatore, il terrore di dire contro, perché non si può dire contro una norma che agisce sulle auto blu. Infatti, se qualcuno dovesse pensare di poter sostenere che le auto blu sono una cosa giusta – ahimè ! – va incontro agli strali della perenne condanna a non essere capace di essere online su quella che è la sensibilità del Paese. Ma questo è il Parlamento della Repubblica italiana, non è un talk show e non è neanche un luogo in cui bisogna essere conformisti. È il luogo in cui bisogna essere razionali e ragionevoli.
  L'articolo 314 è una norma già vigente e questo provvedimento non la migliora, non la tocca, non la sfiora. Consente soltanto a qualcuno di mettere il dito sul verde e sentirsi, comunque, allineato su una scelta che, in qualche maniera, se non fosse tale, ci creerebbe dei problemi. Allora io credo, Presidente, che il voto di astensione di Forza Italia è un voto ragionevole, è un voto – scusate se uso questo termine – serio, cioè che restituisce al Parlamento quella dignità nello scrivere le leggi che deve costantemente mantenere, che non deve farsi prendere dalla moda più o meno diffusa in questa legislatura – Dio sa quant’è diffusa – di rispondere a delle domande della piazza ma di rispondere alle domande dei cittadini, della gente, dei singoli problemi, con delle leggi che siano degne di essere ritenute tali. È come se...vi prego di perdonare l'ironia di questo esempio, ma credo che di fronte a questa legge sulle auto blu – vedete come suona bene questo provvedimento – non si possa usare una diversa lettura, è come, dicevo, se noi facessimo suonare Il piccolo montanaro apollineo a Kempff, cioè come se noi usassimo il Parlamento per un'esercitazione legislativa assolutamente priva di senso, perché una norma esistente che diventa legge non fa altro che, nella geografia del penalmente rilevante, riscrivere una regola già prevista come vincolante rispetto a quella che è la corretta condotta del pubblico ufficiale. Presidente, io mi preoccuperei di altro, non se un'auto blu viene usata una volta in più o una volta in meno; mi preoccuperei della qualità dell'impegno del pubblico ufficiale, cioè ciò che conta non è lo strumento o il mezzo, è la corretta finalizzazione di quel mezzo ad un'attività pubblica efficace. È un problema di efficienza, non di strumenti, anzi, molte volte incidere sugli strumenti – come sempre – va a scapito di chi vuole fare il proprio dovere, va a scapito di chi, nelle condizioni di dover necessariamente intervenire, qualche volta patisce, a differenza di colui che astutamente aggira le regole. Quindi Forza Italia è consapevole che le regole ci sono e vanno rispettate, ma poiché noi non ci occupiamo di un concetto, di una sensazione, del rischio di andare controcorrente, ma di una legge, su questa legge mantiene fermamente il suo serio, puntuale e convinto voto di astensione. Il tema – mi avvio molto rapidamente alla conclusione – non viene minimamente sminuito dal dato che questo può essere un tassello nell'ambito di un intervento che il Governo cerca di porre in essere nell'ambito della pubblica amministrazione, perché se io dovessi davvero ritenere che questa è una manifestazione del grande sforzo che il Governo cerca di realizzare nell'ambito della release dei meccanismi, degli snellimenti – per la verità se ne vedono ancora pochi, ma la legislatura ha ancora un suo percorso, ci sono ancora dei provvedimenti che devono essere assunti – bè io direi che questo è un provvedimento che nulla c'entra con quella logica. Abbiamo tutti discusso di quei provvedimenti di snellimento di intervento sulla pubblica amministrazione, mi sembra che questo costituisca un pessimo esempio di non sinergia con quella logica, Pag. 70tant’è che quello che si ricorda di questo provvedimento – sfido chiunque a dire il contrario – non sono le regole, ma la parola «auto blu». Se voi fate un esperimento mnemonico e vi chiedete que reste-t-il di questo provvedimento, la sola parola che vi resta è «auto blu», l'intervento sulle auto blu, questo feticcio che rappresenta una politica ritenuta ontologicamente deteriore. Presidente, noi siamo concreti, noi andiamo al sodo dei problemi, a noi non interessa la battaglia pseudo ideologica contro i totem, a noi interessano i provvedimenti, questa non è una legge degna di questo Parlamento e, per dirla ancora una volta con una citazione, ho l'impressione che ad un piccolo provvedimento legislativo possa corrispondere, per dirla come Alberto Sordi, un Parlamento «piccolo piccolo». Voteremo con l'astensione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sorial. Ne ha facoltà.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Signora Presidente, il sogno di ogni persona, che si accinge ad entrare in queste Aule parlamentari da cittadino quando guarda verso queste Aule parlamentari, è quello di abolire i privilegi di quella che per anni è stata una casta politica, di quella che per anni ha abusato dei soldi pubblici, di quella che per anni ha fatto di tutto pur di mettersi a un livello completamente superiore rispetto ai cittadini che erano fuori da questo Parlamento. Il sogno di ognuno di noi del MoVimento 5 Stelle, nel momento in cui siamo entrati in questo Parlamento, era ed è quello di ridurre questi privilegi, quello di portare la politica allo stesso livello dei cittadini che sono fuori, quello di fare in modo che i politici siano dei semplici lavoratori, così come sono milioni i lavoratori italiani che prestano servizio per il nostro Paese.
  L'obiettivo del MoVimento 5 Stelle è quello di avere una politica che sia alle dipendenze dei cittadini e non avere una politica che sia sovrana dei cittadini, rendendo questi semplice schiavitù. Allora, Presidente, anche il mio sogno così come quello di ognuno di noi colleghi del MoVimento 5 Stelle era proprio quello di abolire anche uno di questi status symbol, che ha reso la casta politica sempre al di sopra di qualsiasi cittadino che in Italia, per andare a lavorare, deve spendere di tasca sua per avere un'auto propria, un mezzo proprio, per indebitarsi alcune volte per avere un mezzo proprio per andare a lavorare, spendendo soldi per andare a lavorare, spendendo soldi per pagare un pedaggio autostradale che ogni anno aumenta, spendendo soldi per mettere a posto la propria auto. A differenza di questi cittadini, c’è una casta di politici, c’è una casta di dirigenti degli enti locali, c’è una casta di persone all'interno delle partecipate, di dirigenti delle aziende di sanità o di servizio sanitario locale che ha sempre pensato di essere superiore a tutti i cittadini fuori, di essere superiore a tutti loro e di voler avere un'auto blu, ma non solo un'auto blu, un'auto grigia, un'auto bianca, perché sono stati capaci negli anni di cambiare colore alle auto, ma renderle sempre un privilegio, uno status symbol (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), delle auto di servizio pagate dai contribuenti. Allora oggi, Presidente, io penso che tutti con umiltà dovrebbero dire semplicemente una cosa: grazie al MoVimento 5 Stelle, perché grazie al MoVimento 5 Stelle oggi si crea un po’ di giustizia in queste Aule parlamentari e nel nostro Paese. Quello che dovrebbero dire tutti è grazie al MoVimento 5 Stelle, perché grazie al MoVimento 5 Stelle oggi possiamo cancellare dal vocabolario dei privilegi una parola che era uno spreco, che è uno sputo nei confronti di milioni di cittadini italiani che lavorano ogni giorno, che è auto blu. Grazie al MoVimento 5 Stelle perché solo con la tenacia dei parlamentari del MoVimento 5 Stelle, di un gruppo parlamentare che non ha Pag. 71permesso che il Partito Democratico distruggesse completamente questa proposta di legge, noi oggi siamo qua per approvare una proposta di legge che cancellerà le auto blu, le auto grigie, le auto bianche. Non permetterà agli enti pubblici di acquistarne altre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), non permetterà agli enti pubblici di fare altri leasing, di noleggiarne altre. Permetterà invece ai politici di tornare a camminare all'altezza di ogni cittadino fuori da questo Parlamento. Grazie al MoVimento 5 Stelle, Presidente, perché se non fosse stato per il MoVimento 5 Stelle non avremmo mai, questo Parlamento non avrebbe mai portato in Aula questo provvedimento. C'erano tre emendamenti del Partito Democratico a novembre quando questa proposta di legge è arrivata in Aula che avevano l'obiettivo di distruggere completamente questa proposta di legge. Abbiamo fatto ostruzionismo allora e questa proposta di legge è tornata in Commissione e non abbiamo permesso al Partito Democratico di distruggerla completamente. A febbraio, quando questa proposta di legge è arrivata in Commissione, Presidente, c'erano altri tre emendamenti del Partito Democratico che erano pronti a cancellare ancora la proposta di legge. Lo abbiamo fatto giocoforza come gruppo parlamentare sul fatto che ci fosse ancora in atto un censimento che aveva l'obiettivo di censire tutte le autovetture di servizio in Italia. Questo censimento doveva scadere il 29 febbraio e abbiamo chiesto che prima di quel censimento non si discutesse in quest'Aula. Oggi siamo qua, abbiamo la possibilità di approvare questa proposta di legge perché il censimento del Governo è stato l'ennesimo flop di questo Governo e ha dimostrato che non c’è la volontà, che non c'era la volontà di eliminare questo privilegio. Il 45 per cento degli enti interrogati sul numero di autovetture in loro possesso o con contratti di leasing o di noleggio hanno risposto; solo metà degli enti pubblici che il Governo ha interrogato ha risposto, perché secondo voi ? Semplicemente perché nei meandri della burocrazia, delle mancate risposte, delle comunicazioni che non ci sono tra enti pubblici e Governo, si nascondono migliaia di autovetture di servizio, un peso sulle spalle della collettività che oggi finalmente, grazie al MoVimento 5 Stelle, si può abolire completamente. Allora questa legge, questa proposta di legge cosa permette di fare ? Permette di vietare fin da subito l'acquisto e il noleggio ulteriore di autovetture di servizio blu, bianche e grigie, di qualsiasi colore le vorranno colorare; ci sarà il divieto.
  C’è l'obbligo per gli amministratori degli enti locali di dichiarare il numero di autovetture di servizio in loro possesso. Nel caso in cui non lo facciano, ci saranno delle sanzioni. Perché il 50 per cento degli enti locali non aveva ancora risposto ? Perché non erano previste sanzioni e, finché non ci sono delle sanzioni, non risponderanno e questa proposta di legge con l'inserimento delle sanzioni farà in modo che sia disponibile il numero reale di autovetture di servizio e di autovetture blu presenti negli enti locali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Con questa proposta di legge, Presidente, si rende logica una cosa che logica non era: le autovetture di servizio non possono essere utilizzate per accompagnare il sottosegretario di turno all'Ikea a fare la spesa. Le autovetture di servizio non possono essere utilizzate per accompagnare a casa i figli del sottosegretario o del Ministro di turno. Le autovetture di servizio non possono essere utilizzate per riportare a casa il dirigente della ASL di turno mentre la sanità pubblica non ha i mezzi per portare a casa i degenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Erano regole logiche che non erano scritte nero su bianco finora ed infatti se ne è abusato. Sono di fronte agli occhi di tutti le immagini delle persone, dei Ministri, dei sottosegretari, ma anche dei funzionari dei Ministeri, dei funzionari degli enti pubblici, delle partecipate, dei dirigenti delle ASL: abbiamo tutti nei nostri occhi le immagini di essi che salgono su un'auto di servizio con la Pag. 72sirena e che sfrecciano per le nostre strade per arrivare prima chissà dove e chissà perché e per la maggior parte delle volte non è neanche per un motivo di servizio. Oggi il MoVimento 5 Stelle fa una cosa che aveva promesso molto chiara: questo privilegio si abolisce. Se è una cura dimagrante, questa è una cura dimagrante non solo per le casse dello Stato, ma probabilmente per tutti quei politici che oggi andranno in giro a piedi, che oggi andranno in giro in bicicletta e forse ne guadagneranno anche di salute e risparmieremo tanti soldi anche nella sanità pubblica. Oggi noi siamo qui, Presidente, a fare una cosa molto semplice: a costruire una casa che non si costruisce partendo da un tetto, ma si costruisce mattone dopo mattone e un buon muratore lo sa. Una casa si costruisce partendo dalle fondamenta e poi, mettendo mattone dopo mattone, si allinea un mattone alla perfezione dopo l'altro ed è solo così che si costruisce una casa. Presidente, mattone dopo mattone abbiamo costruito questa casa solida e sicura: la stessa casa che voi volete togliere agli italiani. Noi questa casa oggi l'abbiamo costruita e oggi questa casa è il MoVimento 5 Stelle, un luogo sicuro e solido per ogni cittadino italiano onesto che crede che con queste azioni possiamo cambiare per davvero il nostro Paese e la rivoluzione culturale passa anche da tutto ciò, Presidente. Passa anche dall'abolizione dei privilegi che hanno segnato questa casta politica che ha distrutto completamente la vita dei cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giorgis. Ne ha facoltà.

  ANDREA GIORGIS. Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico ad una proposta di legge che nel corso dei lavori della Commissione e poi dell'Aula, grazie al prezioso lavoro di molti colleghi e in particolare del relatore, l'onorevole Enzo Lattuca, ha assunto un contenuto ragionevole e più equilibrato. Al fine di razionalizzare la spesa e predisporre un più corretto utilizzo delle autovetture di servizio la legge che ci accingiamo ad approvare prevede la proroga al 31 dicembre 2017 del divieto per le amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni, incluse le autorità indipendenti e la Consob, di acquistare autovetture e di stipulare contratti di locazione finanziaria aventi ad oggetto appunto autovetture. Si tratta di un divieto – è bene ricordarlo – che fu introdotto dalla legge di stabilità del 2013, poi ripreso e meglio coordinato dal decreto-legge n. 66 del 2014 e ulteriormente ribadito nell'ultima legge di stabilità fino al 31 dicembre 2016.
  Tuttavia, onde scongiurare il rischio che la proroga del divieto comprometta servizi essenziali, il comma 2 precisa che restano ferme le disposizioni concernenti le autovetture adibite ai servizi operativi di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, della salute e dell'incolumità pubblica, della sicurezza stradale, della difesa e della sicurezza militare, nonché ai servizi ispettivi relativi a funzioni di carattere fiscale e contributivo. A questi servizi, in virtù dell'emendamento che abbiamo poco fa approvato rispondendo così alle giuste preoccupazioni sollevate dall'onorevole Lenzi, si aggiungono i servizi ispettivi in materia di lavoro, in materia di legislazione sociale e quelli per la salute e la sicurezza dei lavoratori.
  Il comma 3 dispone, quindi, che l'utilizzo delle autovetture di servizio ad uso non esclusivo a disposizione di ciascuna amministrazione sia consentito solo per singoli spostamenti per ragioni di servizio con esclusione dello spostamento tra abitazione e luogo di lavoro in relazione al normale orario di ufficio; si tratta di una misura questa, come è evidente, volta a contrastare possibili ed eventuali abusi. A questo proposito, e relativamente ai timori ventilati dall'onorevole Palese, vorrei Pag. 73ricordare che questo disegno di legge non incide sull'articolo 54 del codice penale e che dunque rimane pienamente in vigore una disposizione che recita che non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo. Si tratta della scriminante cosiddetta stato di necessità che, ripeto, questo disegno di legge non intende, e del resto non potrebbe, in alcun modo modificare.
  Proseguendo nella disamina del disegno di legge, il comma 5 estende anche alle regioni, rispettando naturalmente il riparto di competenze costituzionali, i principi che sono contenuti nel presente disegno di legge e, quindi, rispettando le indicazioni anche della Corte Costituzionale, definisce principi e criteri direttivi, ovvero quei principi fondamentali della legislazione quadro che competono appunto alla legislazione statale.
  Infine, come è già stato ricordato, il disegno di legge contiene disposizioni relative al censimento delle autovetture di servizio previsto già nel citato decreto, che abbiamo più volte sottolineato; dunque un censimento, una ricostruzione dettagliata della situazione esistente, un contrasto agli abusi e una razionalizzazione della spesa.
  Senza cedere alle sirene della facile demagogia ed all'avversione verso ogni forma di servizio istituzionale, il disegno di legge potremmo dire che mira a contrastare gli abusi e, distinguendo servizio da servizio, impone un ragionevole e opportuno contenimento della spesa che prosegue un'azione già da tempo intrapresa da questo Governo e da questa maggioranza.
  Per tutte queste ragioni, come ho anticipato, il gruppo del Partito Democratico voterà a favore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale – A.C. 3220-A/R)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3220-A/R)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n.  3220-A/R, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cassano, Archi, D'Uva, D'Incà, Nicchi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  «Disposizioni in materia di acquisto e dismissione delle autovetture di servizio o di rappresentanza delle pubbliche amministrazioni»:

   Presenti  406   
   Votanti  387   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato   387.

  La Camera approva (Vedi votazioni. Applausi).

Sui lavori dell'Assemblea.

  PRESIDENTE. Ora dovremmo passare al successivo punto dell'ordine del giorno, che reca il testo unificato delle proposte di legge in materia di donazione e distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici ai fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi.Pag. 74
  Poiché la Commissione Bilancio non ha ancora espresso il relativo parere, il seguito dell'esame di tale provvedimento è rinviato alla seduta di domani.

Sull'ordine dei lavori (ore 18,40).

  GIOVANNA MARTELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIOVANNA MARTELLI. Grazie, signora Presidente.

  PRESIDENTE. Colleghi, se dovete uscire, per favore, fatelo in modo tale che noi si possa continuare a seguire gli interventi dei colleghi. Vi ringrazio. Deputata, prego. Proviamoci.

  GIOVANNA MARTELLI. Voglio esprimere il sostegno a Patrizia Bedori e Giorgia Meloni, di fronte all'ennesimo attacco sessista di questi giorni (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Se si vuole davvero cambiare questo Paese, è necessario modificare l'articolo 37 della Costituzione. È ora che la cura della famiglia diventi un compito condiviso e non esclusivo della donna, è ora che la crescita dei figli, la pulizia della casa e le funzioni di cura diventino funzioni essenziali per tutti. Costruiamo un Paese senza primi e ultimi, dove i figli portano il cognome della madre e quello del padre. Riconoscere, e non proteggere, è valorizzare la famiglia ed è cambiare davvero la cultura di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  TIZIANO ARLOTTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  TIZIANO ARLOTTI. Signor Presidente, nella giornata di ieri, dalla procura della Repubblica di Forlì sono emersi elementi di assoluto rilievo per quanto concerne la vicenda che, nel giugno del 1999, ha sconvolto il mondo sportivo e l'opinione pubblica con la squalifica di Marco Pantani dal Giro d'Italia per presunto doping.
  Dopo un anno e mezzo dalla riapertura delle indagini, anche se il fascicolo sembra esser destinato ad archiviazione per prescrizione del reato contestato, emerge con chiarezza che Pantani fu vittima di un complotto ordito dalla criminalità organizzata di stampo camorristico. Ciò conferma quanto sostenuto da Vallanzasca, nel suo libro autobiografico, e cioè che, per un giro miliardario di scommesse clandestine, fu organizzato addirittura lo scambio delle provette con il suo sangue, che sembra abbia trovato riscontri oggettivi.
  La stessa procura di Forlì ritiene credibili queste ipotesi e intercettazioni ambientali la confermano.
  Per queste ragioni, questa mattina ho sollecitato la presidente della Commissione antimafia ad intervenire per evitare che, anche dal punto di vista giudiziario, possa interrompersi il buon lavoro di accertamento così proficuamente svolto dalla procura della Repubblica di Forlì. Ho inoltre richiesto, per il tramite della Presidenza del Consiglio, che il sottosegretario Lotti possa attivarsi, pur nel rispetto dell'autonomia che vige nello sport, presso il CONI, affinché la verità emersa porti ad una coassegnazione a Marco Pantani del Giro d'Italia del 1999. Quella vicenda rimane una ferita aperta, non solo per la sua famiglia, per la madre Tonina, ma per tutti coloro che credono nello sport e nei suoi valori.
  Dopo 17 anni di ombre e cattiverie, è tempo di ristabilire la verità storica e restituire la dignità di uomo e atleta ad una vittima, Marco Pantani. Il più grande scalatore della storia del ciclismo è tuttora fra i campioni più amati del nostro Paese che ha nei suoi confronti un debito, restituirgli verità e onore (Applausi dei deputati del gruppo del Partito Democratico e di deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  ANGELO TOFALO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 75

  ANGELO TOFALO. Presidente, intervengo per sollecitare gli amministratori locali salernitani della Valle dell'Irno, in particolare i sindaci di Salerno, Pellezzano e Baronissi, il presidente della regione Campania ed anche i Ministri della salute, dell'ambiente e magari anche il Presidente del Consiglio ad interessarsi, quanto prima, alla vicenda delle Fonderie Pisano, site nel comune di Salerno, proprio nella valle, per risolvere questa annosa situazione: vi sono fumi tossici che creano danni all'ambiente e alla salute. Da sei notti e sei giorni – questa sarà la settima notte – c’è un presidio di cittadini della Valle dell'Irno, di ragazzi, per iniziativa di una ragazza in particolare, Martina. Quindi chiedo l'intervento immediato delle istituzioni e dico a questi ragazzi: resistenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  MONICA FAENZI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MONICA FAENZI. Presidente, intervengo per denunciare il caso gravissimo del bambino romeno che è rimasto intossicato a Firenze ed è ricoverato in gravi condizioni per aver mangiato formaggio romeno. Peraltro, ciò presenta una sindrome grave, che può portare i bambini ad avere conseguenze anche particolarmente gravi. Per questo, credo che questo fatto riproponga il problema della etichettatura di origine dei prodotti che, per quanto riguarda soprattutto quelli lattiero-caseari, è molto vaga, tant’è che gli utenti stessi e i consumatori denunciano, per l'89 per cento, di non avere abbastanza conoscenza del prodotto che poi consumano. La stessa Coldiretti ci dice che, dal 2015, è più che raddoppiato l'ingresso di prodotti caseari in Italia, proveniente dall'est Europa. Quindi, è un problema che noi abbiamo spesso dibattuto, ma che oggi diventa, seppur appunto con le complicanze derivanti dalle direttive europee, più che mai necessario prendere in considerazione ed affrontare.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Mercoledì 16 marzo 2016, alle 9,30:

  (ore 9,30 e ore 16)

  1. – Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016.

  2. – Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
   GADDA ed altri; GALATI; MONGIELLO ed altri; CAUSIN ed altri; FAENZI ed altri; SBERNA ed altri; MANTERO ed altri; NICCHI ed altri: Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi. (C. 3057-3163-3167-3191-3196-3237-3248-3274-A).
   — Relatrice: Gadda.

  (ore 15)

  3. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  La seduta termina alle 18,45.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO MARCO FEDI SUL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA (A.C. 3261)

  MARCO FEDI. Il provvedimento in esame reca l'autorizzazione alla ratifica e l'esecuzione dell'Accordo di associazione fra l'Unione europea e i sei Stati centroamericani (Costarica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua e Panama), considerati come un'entità regionale integrata Pag. 76– requisito questo che l'Unione europea privilegia proprio per la stipula di accordi di associazione con l'esterno.
  L'Unione europea ed i paesi dell'America centrale hanno firmato un accordo di associazione basato su tre pilastri: dialogo politico, cooperazione e commercio.
  Queste tre parti del trattato si integreranno a vicenda in un approccio complessivo.
  La parte commerciale contribuirà a creare significative opportunità d'affari per entrambe le parti. L'accordo è stato firmato nel giugno 2012 e ratificato nel dicembre dello stesso anno dal Parlamento europeo.
  Questo accordo avrà un effetto positivo sul processo globale di integrazione politica ed economica dell'America Centrale e contribuirà alla stabilità regionale.
  Si tratta del primo vero accordo di associazione tra due regioni che sia stato firmato dall'UE.
  La previsione, ampiamente condivisa, è che grazie all'accordo gli esportatori europei potranno risparmiare circa 90 milioni di euro l'anno sui diritti di dogana, mentre i fornitori di servizi europei, quali le telecomunicazioni e i trasporti, avranno un più ampio accesso al mercato dell'America centrale.
  Oggi, con l'approvazione del disegno di legge di ratifica, assolviamo il nostro compito di ratifica nazionale degli accordi a livello UE.
  L'integrazione regionale dell'America centrale, iniziata sin dal 1960 con la creazione del Mercato comune centroamericano, continuata nel 1991 con la nascita del Sistema d'integrazione centro-americana, assume con questo accordo di associazione obiettivi non più solo economici ma anche politici.
  Nella risoluzione approvata dal Parlamento Europeo, tale accordo va ben oltre l'ambito meramente economico e commerciale.
  Si legge nella risoluzione: «l'accordo di associazione con l'America centrale deve essere considerato un quadro ideale per unire le forze, tra partner di pari livello, nella lotta contro la disuguaglianza sociale e la povertà, al fine di sostenere uno sviluppo inclusivo e affrontare le sfide sociali, economiche e politiche tuttora aperte».
  Tale accordo è considerato, da entrambe le parti, come un importante contributo dell'UE non solo allo sviluppo economico della regione, ma anche al processo d'integrazione affrontato negli ultimi decenni dai Paesi centroamericani.
  Un segnale evidente, dunque, della volontà politica degli Stati europei di perfezionare la politica di sostegno alla pace e alla democratizzazione dell'area. Tale accordo va così a consolidare il dialogo tra l'UE e i Paesi centroamericani.
  L'Accordo conta, oltre al preambolo, 363 articoli, e inoltre 21 Allegati, alcune Dichiarazioni e un Protocollo relativo alla cooperazione culturale.
  I 363 articoli dell'Accordo sono raggruppati in cinque parti.
  Nelle disposizioni generali e istituzionali si definisce tra l'altro la natura dell'Accordo, fondato sul rispetto dei principi democratici e di diritti umani fondamentali, nonché sulla promozione dello sviluppo sostenibile nel quadro degli Obiettivi di sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite e sui principi del buon governo e dello Stato di diritto, inclusa la gestione corretta e trasparente degli affari pubblici a tutti i livelli istituzionali, con un particolare sforzo contro la corruzione.
  Viene comunque salvaguardata la sovranità di ciascuna delle sei Repubbliche centroamericane nei confronti di qualsiasi disposizione dell'Accordo in esame.
  Si passa poi ai profili del dialogo politico tra Unione europea e America centrale. In questo senso, fra gli obiettivi dell'Accordo, vi è l'istituzione di un partenariato politico privilegiato fondato sul rispetto e la promozione della democrazia, della pace, dei diritti umani, nonché sul rafforzamento dell'ONU quale fulcro del sistema multilaterale e la cooperazione nell'ambito della politica estera e di sicurezza, in vista anche di iniziative congiunte di comune interesse nelle sedi internazionali appropriate.Pag. 77
  Vengono poi analiticamente enunciati settori in cui dovrà strutturarsi il dialogo politico, che concernono il disarmo e la non proliferazione delle armi di distruzione di massa, la lotta al terrorismo, i gravi crimini di portata internazionale, i finanziamenti allo sviluppo e le migrazioni, la cooperazione in materia ambientale e, nel settore economico-finanziario, il buon governo in ambito fiscale e soprattutto la decisione di negoziare l'istituzione di un meccanismo comune aperto ad interventi della Banca europea degli investimenti e del Fondo investimenti dell'America Latina, per contribuire allo sviluppo e alla riduzione della povertà in America centrale.
  La parte terza riguarda i molteplici risvolti della cooperazione tra l'Unione Europea e l'America centrale. Oltre a ribadire l'obiettivo del rafforzamento dello Stato di diritto, del buon governo e del rispetto dei diritti umani, nel settore della giustizia e della sicurezza si dà rilievo alla cooperazione per elevare il livello di protezione dei dati personali ai più rigorosi standard internazionali, favorendo tuttavia la libera circolazione dei dati stessi tra le Parti dell'Accordo. Specifici articoli sono dedicati alla lotta al narcotraffico, al riciclaggio di denaro – compresa la possibilità di blocco del finanziamento di attività terroristiche, al contrasto alla criminalità organizzata transnazionale, alla lotta alla corruzione, al contrasto al traffico illecito di armi leggere e alla lotta al terrorismo, da condurre nel pieno rispetto della sovranità degli Stati, delle pertinenti risoluzioni dell'ONU, del principio del giusto processo e delle libertà fondamentali delle persone.
  Per quanto concerne lo sviluppo e la coesione sociale si afferma la necessità che si accompagnino in parallelo allo sviluppo economico, e a tale scopo particolare rilievo assume l'azione per la riduzione della povertà e dell'esclusione sociale, nonché le azioni positive nel campo dell'occupazione, della protezione sociale, dell'istruzione, della sanità, delle pari opportunità e, di particolare rilievo per la zona centroamericana, a favore dei diritti e delle libertà fondamentali dei popoli indigeni.
  Per quanto riguarda le migrazioni, l'articolo 49 prevede la cooperazione delle Parti su tutti i risvolti del problema, inclusi quelli criminali come la tratta di esseri umani, e anche sulle misure per agevolare il trasferimento delle rimesse degli emigrati e per ostacolare la fuga dei cervelli dai paesi sulla via dello sviluppo. In particolare, sono previsti sforzi per conformare le legislazioni delle Parti dell'Accordo alla Convenzione di Ginevra del 1951 sullo status dei rifugiati e al successivo Protocollo del 1967.
  Anche in campo ambientale si enunciano i settori oggetto della cooperazione tra le Parti, tra i quali la lotta all'inquinamento, la prevenzione della riduzione dello strato di ozono atmosferico, il contrasto alla desertificazione e alla deforestazione, la mitigazione dei cambiamenti climatici, la conservazione della biodiversità, l'introduzione di incentivi e tecnologie compatibili con la tutela ambientale, la gestione delle calamità naturali, allo scopo di ridurre la vulnerabilità della regione centroamericana nei confronti di esse, rafforzando la capacità delle comunità locali nella gestione del territorio a scopo preventivo e nelle attività di ripristino e ricostruzione successive ad una calamità.
  La quarta parte dell'Accordo, di gran lunga la più estesa, è dedicata al commercio. Viene istituita una zona di libero scambio in conformità alle normative dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC), assumendone i relativi diritti e obblighi.
  Vengono enunciati gli obiettivi commerciali dell'Accordo, a partire dall'espansione degli scambi di merci tra le Parti mediante la riduzione o addirittura l'eliminazione degli ostacoli tariffari e non tariffari al commercio. In secondo ordine le Parti perseguiranno anche la facilitazione degli scambi di merci attraverso la semplificazione di procedure doganali e meccanismi di valutazione della conformità, nonché nel campo delle misure sanitarie e fitosanitarie.Pag. 78
  Anche gli scambi di servizi verranno favoriti, conformemente all'articolo V dell'Accordo generale (GATS) sul commercio di servizi dell'OMC. Verrà inoltre dato impulso all'integrazione economica regionale attraverso analoghi meccanismi di riduzione e semplificazione tariffaria e doganale. Verrà anche curato l'allestimento di un ambiente favorevole a un aumento dei flussi di investimento e facilitate le condizioni di stabilimento di imprese e persone tra i territori delle Parti contraenti. Si darà corso a una effettiva apertura reciproca dei mercati degli appalti pubblici.
  Verrà perseguita una efficace tutela dei diritti di proprietà intellettuale, tenendo tuttavia conto delle differenze tra le Parti e della necessità del trasferimento di tecnologie tra le diverse regioni Parti dell'Accordo. Vi saranno infine meccanismi di risoluzione delle controversie equi ed efficaci. In numerosi articoli della parte quarta vengono affrontate alcune questioni chiave, come le misure antidumping e compensative, da adottare conformemente alle regole dell'OMC; le misure di salvaguardia multilaterali e bilaterali, miranti ad impedire danni all'economia o all'assetto sociale delle Parti dell'Accordo in conseguenza dei processi di liberalizzazione degli scambi; l'individuazione e l'eliminazione di ostacoli tecnici al commercio, quali regolamenti specifici, norme e procedure di valutazione; i servizi di telecomunicazione, finanziari e del trasporto marittimo internazionale; le indicazioni geografiche, di particolare interesse per il nostro Paese, e le procedure di risoluzione delle controversie.
  Consapevoli della sfida che questi accordi ci pongono, dobbiamo impegnarci come Parlamento per garantire che accanto agli obiettivi, importanti, essenziali, come gli interessi economici e commerciali dei partner nazionali, accanto alla lotta al terrorismo internazionale, al narcotraffico ed a tutte le forme di criminalità, dicevo dobbiamo impegnarci anche per la lotta alla povertà, agli abusi ambientali, allo sfruttamento, mantenendo alto il livello di guardia su diritti umani, anticorruzione e buone pratiche di governance.
  È già possibile cogliere la forte volontà delle classi democratiche di questi paesi di raggiungere una coesione ed un'integrazione che, fino ad alcuni decenni fa, non era immaginabile, una coesione raggiunta attraverso la mediazione del Parlamento centro-americano (ParlaCen), il cui ruolo sottolinea come i Paesi centroamericani abbiano, di fatto, raggiunto una nuova fase del loro processo di integrazione.
  Si tratta di un processo che ha di fronte a sé ancora molta strada, ma che sicuramente potrà ora avvalersi di questo nuovo quadro giuridico-internazionale di collaborazione e di scambio.
  In conclusione, si tratta di un accordo di associazione di rilevante importanza, ratificato da tutti i Paesi dell'America Centrale e da dodici Paesi dell'Unione europea.
  È un Accordo che riveste particolare importanza per l'Italia in ragione della nostra collocazione nell'area, per rafforzare la cooperazione internazionale, per migliorare la strategia di sicurezza nella regione, soprattutto in riferimento alla lotta al narcotraffico, e anche per gli indubbi vantaggi per le esportazioni, in virtù dell'abbattimento delle tariffe doganali e della presenza di molte aziende italiane nell'area e soprattutto in Messico.
  Con questa ratifica ci impegniamo, in questo ramo del Parlamento, a seguirne l’iter e a monitorarne gli effetti.
  Auspichiamo pertanto una rapida approvazione del provvedimento che promuove ulteriormente il dialogo politico e la cooperazione in una regione di grande interesse per l'Italia.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO SUL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA (A.C. 3300)

  VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Grazie Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi Deputati, nel corso della discussione sia nelle Commissioni che in Aula diversi colleghi hanno già avuto Pag. 79modo di notare come questo rappresenti un caso in cui la politica interviene con un certo ritardo su una situazione che di fatto si è già sviluppata.
  Questo ritardo sconta forse una scarsa consapevolezza che nell'attuale scenario planetario la Cina si trova ad occupare una posizione di protagonista, non solo degli affari mondiali. In questo, che molti storici ed economisti hanno già battezzato «il secolo del Pacifico», il baricentro del mondo si è progressivamente spostato verso l'Estremo Oriente, che sempre più si presenta come un'area effervescente dal punto di vista dello sviluppo economico e del commercio internazionale.
  L'adeguata comprensione di tale scenario e di tali esigenze contribuisce a porre le basi per un rapporto di fiducia reciproca con la Cina. Sul piano del rapporto bilaterale, l'Italia negli ultimi anni si è mossa di più e meglio di altri Paesi suoi competitori. In linea col tradizionale approccio fondato sulla ricerca della comprensione reciproca, l'Italia ha sviluppato un solido e regolare dialogo con la Cina.
  Le visite istituzionali italiane in Cina e cinesi in Italia, che si sono avute nel corso degli ultimi tre anni, testimoniano di questo interesse reciproco a rinsaldare ulteriormente il rapporto bilaterale che dal 2004 abbiamo definito di «partenariato strategico». Da tempo auspichiamo un indispensabile «salto di qualità» nelle relazioni bilaterali, sia facendo tesoro dei traguardi raggiunti nel campo dell'interscambio commerciale, sia promuovendo, da un lato, un'ulteriore integrazione economica alimentata da un flusso bidirezionale di investimenti, e, dall'altro, un più solido dialogo politico.
  L'Accordo qui in discussione ha lo scopo di semplificare le procedure previste per l'immatricolazione degli studenti, anche a fronte dell'incremento della mobilità tra i due Paesi e, anche in questo caso, chi governa, le istituzioni devono da un lato prevedere e anticipare, dall'altro adeguarsi rapidamente alla realtà in mutamento.
  I partenariati territoriali, gli scambi commerciali, turistici e culturali si stanno articolando in un fitto partenariato e contribuiscono a estendere progressivamente la complessiva «superficie di contatto» tra Italia e Cina, e ciò a cominciare dai rapporti «people-to-people» – che i nostri amici cinesi definiscono come «scambi umanistici».
  Alla luce di quanto osservato sinora, si può concludere che l'attrazione in Italia di studenti e imprenditori cinesi è pertanto diventata una priorità strategica. Nel 2014 i consolati italiani in Cina hanno rilasciato oltre 400.000 visti, a fronte dei 100.000 del 2010, collocando l'Italia al primo posto tra i Paesi dell'Unione Europea in termine di visti rilasciati in Cina. Tale politica ha permesso agli atenei italiani di ricevere un numero crescente di studenti cinesi.
  Anche dal mondo cinese degli affari sono giunti riscontri molto positivi. La Cina è già il terzo partner commerciale dell'Italia. Al solido interscambio commerciale, che l'Italia è impegnata a riequilibrare, è stata affiancata una politica di crescente coordinamento del sistema economico italiano e di attrazione degli investitori cinesi, che l'accordo oggi in discussione non potrà che migliorare e potenziare.
  Pertanto dichiaro il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico.

TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO DEL DEPUTATO ENZO LATTUCA IN SEDE DI ESAME DELLA PROPOSTA DI LEGGE (A.C. 3220-A/R)

  ENZO LATTUCA, Relatore per la maggioranza. Il provvedimento in esame reca disposizioni volte al contenimento delle spese delle pubbliche amministrazioni per le autovetture di servizio o di rappresentanza.
  L'articolo 1, comma 1, proroga al 31 dicembre 2017 il divieto per le amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni, incluse le autorità indipendenti e la CONSOB, di acquistare autovetture e di stipulare contratti di locazione finanziaria aventi ad oggetto autovetture, divieto introdotto dalla legge di stabilità Pag. 802013 e da ultimo prorogato al 31 dicembre 2016 dalla legge di stabilità.
  Il comma 2 precisa che restano ferme le disposizioni concernenti le autovetture adibite ai servizi operativi di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, della salute e dell'incolumità pubblica, della sicurezza stradale, della difesa e della sicurezza militare, nonché ai servizi ispettivi relativi a funzioni di carattere fiscale e contributivo.
  Il comma 3 dispone che l'utilizzo delle autovetture di servizio ad uso non esclusivo a disposizione di ciascuna amministrazione inserita nel conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni, incluse la Banca d'Italia, la Commissione nazionale per la società e la borsa (CONSOB) e l'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (IVASS), è consentito solo per singoli spostamenti per ragioni di servizio, con esclusione dello spostamento tra abitazione e luogo di lavoro in relazione al normale orario d'ufficio.
  La disposizione eleva a rango legislativo quanto già disposto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 25 settembre 2014 (articolo 3, comma 1).
  Il comma 4 prevede che gli organi costituzionali disciplinano l'utilizzo delle autovetture di servizio ad uso non esclusivo nell'ambito della propria autonomia, nel rispetto dei principi di cui al comma 3.
  Il comma 5 dispone in ordine all'applicazione del divieto di utilizzo delle autovetture di servizio ad uso non esclusivo per lo spostamento tra abitazione e luogo di lavoro e delle norme sul contenimento delle spese per le auto di servizio recate dall'articolo 15, commi 1 e 2, del decreto-legge n. 66 del 2014 alle regioni, prevedendo che le tali disposizioni costituiscono disposizioni di principio ai fini del coordinamento della finanza pubblica, a cui le regioni adeguano i propri ordinamenti, anche sulla base di specifici accordi sanciti in sede di Conferenza unificata.
  Il citato articolo 15, comma 1, prevede che le amministrazioni pubbliche non possono effettuare spese di ammontare superiore al 30 per cento della spesa sostenuta nell'anno 2011 per l'acquisto, la manutenzione, il noleggio e l'esercizio di autovetture, nonché per l'acquisto di buoni taxi; sono comunque previste una serie di esclusioni per le auto utilizzate per determinate finalità.
  Il comma 5 in esame allinea la normativa alla recente sentenza della Corte costituzionale n. 43 del 2016, depositata il 3 marzo, con cui è stata dichiarata l'illegittimità costituzionale proprio dell'articolo 15, comma 1, del decreto-legge n. 66 del 2014, nella parte in cui si applica in via diretta ed immediata alle Regioni.
  L'articolo 15, comma 2, del decreto-legge n. 66 del 2014 – anch'esso richiamato quale norma di principio per le regioni – rimette invece ad un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri l'indicazione del numero massimo, non superiore a cinque, per le auto di servizio ad uso esclusivo, nonché per quelle ad uso non esclusivo, di cui può disporre ciascuna amministrazione centrale dello Stato. In attuazione di tale disposizione è stato adottato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 25 settembre 2014, recante appunto la determinazione del numero massimo e delle modalità di utilizzo delle autovetture di servizio con autista adibite al trasporto di persone.
  I commi 6, 7 e 8 recano disposizioni relative al censimento delle autovetture di servizio previsto dal citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 25 settembre 2014.
  In particolare, il comma 6 introduce un termine per la comunicazione al Dipartimento della funzione pubblica da parte delle amministrazioni dei dati sulle auto di servizio, fissandolo al 31 dicembre di ogni anno. Le amministrazioni che non abbiano ancora effettuato la comunicazione provvedono comunque entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge. Il comma 7 introduce una sanzione amministrativa pecuniaria per la mancata o incompleta comunicazione, di importo compreso tra 500 e 10.000 euro. La sanzione è irrogata dall'Autorità nazionale anticorruzione (ANAC). Ai sensi del comma 8, decorsi trenta giorni dalla scadenza del termine per la comunicazione, il Pag. 81Dipartimento della funzione pubblica segnala alla Corte dei conti e all'ANAC le amministrazioni che non hanno effettuato la comunicazione.
  Il comma 9 prevede che le autovetture acquistate in violazione delle disposizioni della legge sono poste in vendita con le modalità di cui all'articolo 2.
  L'articolo 2 disciplina infatti le modalità di dismissione delle autovetture, richiamando a sua volta la procedura dell'articolo 2, comma 4, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 25 settembre 2014, che prevede procedure di dismissione a titolo oneroso o la cessione a titolo gratuito ad ONLUS che prestano servizi di assistenza sociale e sanitaria.
  L'articolo 3 dispone sull'entrata in vigore della legge, fissandola al giorno successivo a quello della pubblicazione in Gazzetta ufficiale.

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VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 3156 - articolo 1 326 326 164 326 99 Appr.
2 Nom. articolo 2 337 337 169 337 99 Appr.
3 Nom. articolo 3 348 348 175 348 99 Appr.
4 Nom. articolo 4 348 348 175 348 99 Appr.
5 Nom. Ddl 3156 - voto finale 383 382 1 192 382 99 Appr.
6 Nom. Ddl 3241 - articolo 1 401 400 1 201 317 83 97 Appr.
7 Nom. articolo 2 404 401 3 201 314 87 97 Appr.
8 Nom. articolo 3 403 401 2 201 317 84 97 Appr.
9 Nom. articolo 4 402 400 2 201 314 86 97 Appr.
10 Nom. articolo 5 411 408 3 205 319 89 97 Appr.
11 Nom. Ddl 3241 - voto finale 419 417 2 209 320 97 95 Appr.
12 Nom. Ddl 3261 - articolo 1 424 403 21 202 323 80 93 Appr.
13 Nom. articolo 2 425 404 21 203 327 77 93 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 3.300 427 405 22 203 326 79 93 Appr.
15 Nom. em. 3.301 426 403 23 202 325 78 93 Appr.
16 Nom. articolo 3 426 406 20 204 331 75 93 Appr.
17 Nom. articolo 4 424 405 19 203 329 76 93 Appr.
18 Nom. articolo 5 431 411 20 206 333 78 93 Appr.
19 Nom. Ddl 3261 - voto finale 435 414 21 208 332 82 92 Appr.
20 Nom. Ddl 3300 - articolo 1 445 445 223 443 2 92 Appr.
21 Nom. articolo 2 443 442 1 222 442 92 Appr.
22 Nom. articolo 3 452 451 1 226 451 92 Appr.
23 Nom. articolo 4 452 451 1 226 451 92 Appr.
24 Nom. Ddl 3300 - voto finale 421 419 2 210 419 92 Appr.
25 Nom. Pdl 3220-A/R - em. 1.2 419 384 35 193 34 350 92 Resp.
26 Nom. em. 1.20 424 388 36 195 136 252 92 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 1.1 428 422 6 212 87 335 92 Resp.
28 Nom. em. 1.21, 1.22 rif. 422 339 83 170 337 2 92 Appr.
29 Nom. em. 1.23 425 398 27 200 146 252 92 Resp.
30 Nom. em. 1.3 422 388 34 195 42 346 92 Resp.
31 Nom. em. 1.39 420 386 34 194 112 274 91 Resp.
32 Nom. em. 1.24 427 396 31 199 113 283 91 Resp.
33 Nom. em. 1.25 432 400 32 201 117 283 91 Resp.
34 Nom. em. 1.26 428 425 3 213 90 335 91 Resp.
35 Nom. em. 1.27 428 427 1 214 422 5 91 Appr.
36 Nom. em. 1.28 432 403 29 202 104 299 91 Resp.
37 Nom. em. 1.38 rif. 431 333 98 167 328 5 91 Appr.
38 Nom. em. 1.36 431 428 3 215 427 1 91 Appr.
39 Nom. em. 1.100 435 434 1 218 434 90 Appr.
INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 50)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. subem. 0.1.34.1 432 409 23 205 121 288 90 Resp.
41 Nom. subem. 0.1.34.2 429 426 3 214 422 4 91 Appr.
42 Nom. em. 1.34 rif. 436 435 1 218 434 1 91 Appr.
43 Nom. em. 1.35 435 434 1 218 433 1 91 Appr.
44 Nom. articolo 1 433 412 21 207 412 91 Appr.
45 Nom. em. 2.20 428 398 30 200 107 291 91 Resp.
46 Nom. em. 2.21 427 401 26 201 105 296 91 Resp.
47 Nom. em. 2.1 429 407 22 204 113 294 91 Resp.
48 Nom. articolo 2 426 402 24 202 388 14 91 Appr.
49 Nom. articolo 3 434 403 31 202 399 4 91 Appr.
50 Nom. Pdl 3220-A/R - voto finale 406 387 19 194 387 89 Appr.