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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 557 di giovedì 28 gennaio 2016

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PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  La seduta comincia alle 9,30.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  GIOVANNI SANGA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Bonafede, Bueno, Covello, Dellai, Di Gioia, Ferranti, Fico, Giancarlo Giorgetti, Guerra, Lauricella, Locatelli, Manciulli, Marazziti, Pes, Piepoli, Rosato, Tabacci, Valeria Valente, Velo, Venittelli e Vignali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centodiciannove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Fucci; Fucci; Grillo ed altri; Calabrò ed altri; Vargiu ed altri; Miotto ed altri; Monchiero ed altri; Formisano: Disposizioni in materia di responsabilità professionale del personale sanitario. (A.C. 259-262-1312-1324-1581-1769-1902-2155-A) (ore 9,40).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge n. 259, 262, 1312, 1324, 1581, 1769, 1902 e 2155-A: Fucci; Fucci; Grillo ed altri; Calabrò ed altri; Vargiu ed altri; Miotto ed altri; Monchiero ed altri; Formisano: Disposizioni in materia di responsabilità professionale del personale sanitario.
  Ricordo che nella seduta di ieri si è concluso l'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 259-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pia Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signora Presidente. Il gruppo Socialista voterà a favore di questo provvedimento, che aumenta le garanzie e le tutele non solo per i medici, ma anche per gli operatori sanitari, e nello stesso tempo assicura ai pazienti la possibilità di essere risarciti in tempi rapidi e certi a fronte di danni Pag. 2sanitari eventualmente subiti nel corso del loro ricovero o, comunque, del loro rapporto con il sistema sanitario.
  Un intervento era necessario e urgente, visto il volume del contenzioso e il preoccupante aumento delle denunce connesse alla cosiddetta malasanità. Il numero di queste denunce ha portato ad un incremento considerevole dei costi delle compagnie di assicurazione per gli operatori sanitari, ma anche per le strutture sanitarie. È vero, infatti, che nel nostro sistema sanitario – che nonostante le critiche resta, anche secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, uno dei sistemi più efficienti – si verificano, purtroppo, casi di negligenza che provocano esiti nefasti per i pazienti, ma è altrettanto vero che si è creato un clima di caccia alle streghe, amplificato dalla risonanza mediatica, per il quale, quando una malattia si complica o un paziente muore, è sempre colpa di qualcuno, ancor prima che la giustizia affronti il caso. È bene, dunque, aver stabilito che la responsabilità penale del medico o dell'operatore sanitario possa essere invocata solo nel caso di colpa grave. La minaccia penale sul professionista o sulla professionista, infatti, fa sì che spesso il medico, per non rischiare, sia indotto a non fare, rinviando decisioni anche urgenti o a fare troppo, aumentando a dismisura il fenomeno della medicina difensiva con il moltiplicarsi di prescrizioni diagnostiche spesso inutili e dannose per il paziente e con costi enormi per il sistema sanitario.
  Per concludere – e annunciando il voto favorevole – diciamo che, noi Socialisti, nella consapevolezza del difficile equilibrio nella tutela delle diverse parti, pensiamo che sia bene che anche il paziente sia tutelato, sia durante il percorso diagnostico e terapeutico, sia nel caso ritenga di aver subito un danno.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fucci. Ne ha facoltà.

  BENEDETTO FRANCESCO FUCCI. Grazie, Presidente. Il provvedimento sulla responsabilità professionale in campo sanitario, che ci accingiamo a votare, è complessivamente positivo. Esso ha certamente il pregio, come è emerso in molti interventi in Aula, di dare finalmente all'Italia un quadro normativo di riferimento, in una materia che, per le dimensioni del contenzioso, ha assunto una rilevanza sempre maggiore e che chiama in causa, da un lato, la cosiddetta medicina difensiva, con i costi da essa generati, e, dall'altro, la necessità di garantire all'Italia un sistema adeguato di gestione del rischio clinico.
  Tra gli aspetti positivi del provvedimento vi è quello relativo alla gestione del rischio clinico; è positiva la creazione del Centro per la gestione del rischio clinico e la sicurezza del paziente, incaricato di raccogliere i dati regionali sul contenzioso e sugli errori sanitari, per poi trasmetterli all'organismo di riferimento nazionale.
  Inoltre, si istituisce – questo grazie anche ad una sollecitazione con un emendamento da parte dei Conservatori e Riformisti, accolta in Commissione – un Osservatorio nazionale sulla sicurezza in sanità. Sono, inoltre, importanti i richiami espressi al ruolo delle società scientifiche e alle loro linee guida, così come apprezziamo in linea generale la disciplina relativa al tentativo di conciliazione e ai consulenti e periti.
  Un aspetto, invece, che secondo noi suscita grande perplessità è quello relativo alla natura giuridica differenziata tra la responsabilità del professionista, che è extracontrattuale, e la responsabilità della struttura, che invece è contrattuale. Inoltre, la responsabilità contrattuale delle strutture viene allargata anche alle prestazioni sanitarie svolte in regime intramurario, nonché attraverso la telemedicina. Come ho avuto modo di spiegare prima in Commissione e poi durante l'esame dell'articolo 7 in Assemblea, ciò temiamo possa portare alla coesistenza di due cause distinte, con conseguente diverso atteggiarsi, per esempio, dell'onere probatorio, e diverso termine di prescrizione Pag. 3del diritto al risarcimento, e questo può creare confusione e incertezza in campo civile.
  Vi sono, poi, temi su cui, a mio parere, sarebbe stato possibile fare ulteriori miglioramenti. Penso, anzitutto, alla disciplina sull'azione di rivalsa sul medico da parte della struttura sanitaria. L'articolo 9 del provvedimento, infatti, non risolve i problemi ben noti agli operatori in merito alle conseguenze degli accordi stragiudiziali raggiunti automaticamente dalle aziende con i pazienti. Ma penso anche al tema, che ha una forte incidenza economica per le strutture e per l'esercente la professione sanitaria, della copertura assicurativa, che continua a non riguardare anche i danni cagionati da deficit gestionali e organizzativi delle aziende.
  Il mio auspicio, nel concreto, signor Presidente – e mi avvio a conclusione – è che il lavoro svolto alla Camera in prima lettura sia un contributo utile, che poi il Senato – anche in riferimento alle criticità evidenziate dai Conservatori e Riformisti dapprima in Commissione e poi in Assemblea – sia in grado di migliorare ulteriormente.
  Desidero, in conclusione, ribadire che l'obiettivo del legislatore nel delicato campo toccato dal provvedimento deve essere, in primo luogo, quello di tutelare, sia la professionalità del personale medico-sanitario, che la serenità dei pazienti e dei loro familiari. Con questo spirito, noi Conservatori e Riformisti abbiamo dato un contributo sempre costruttivo ai lavori su questo provvedimento, e con questo spirito, in conclusione, dichiariamo il nostro voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mario Marazziti. Ne ha facoltà.

  MARIO MARAZZITI. Grazie, Presidente. Siamo al voto finale di una legge particolare, che interviene sul rischio clinico e sanitario, sul sistema di garanzie e sicurezza per la salute dei cittadini; è una legge difficile, molto tecnica – ieri soltanto abbiamo votato 172 volte per arrivare a un buon testo equilibrato –, ma è una legge che riguarda tutti: tutti i cittadini, tutti noi; più salute, meno paura, più diritti ai cittadini; rimette al centro la salute, cioè: fare bene le cose, più tranquillità per i medici, più certezza per i cittadini; se qualcosa va male, possono e debbono avere la garanzia di un risarcimento e vedere i propri diritti riconosciuti in maniera semplice; più responsabilità, ma anche più certezze per il Sistema sanitario nazionale, per le aziende sanitarie pubbliche e private, meno medicina e meno protezione «fai da te»; un sistema di protezione e assicurazione per tutti gli esercenti la protezione sanitaria, calmierato all'interno di un Patto sociale, previsto in questo provvedimento, e quindi più diritti per i cittadini comuni, perché più tutelati.
  È una legge che si aspettava da più di dieci anni, da molte legislature. Quando ho assunto la presidenza della Commissione affari sociali avevamo molti altri temi sul tavolo; ho pensato, da cittadino, da non medico, assumendo quella responsabilità, che occorresse accelerare proprio su questo testo di legge sul rischio clinico, confortato da tutti i gruppi in Ufficio di Presidenza. Il lavoro fatto dall'onorevole Vargiu non è stato messo da parte, è diventato la base iniziale del lavoro intelligente e paziente, di raccordo tra le molte e diverse esigenze da contemperare, di Federico Gelli, il relatore. Il testo finale è diverso, un grande lavoro.
  In un Parlamento che si dice lavori troppo poco da una vulgata un po'superficiale, dal 5 agosto ad oggi è stato fatto un lavoro significativo in Commissione, che ci permette stamattina di arrivare al voto finale.
  Devo dare atto a tutti i gruppi dell'impegno costruttivo, dal mio particolare punto di vista, che è molto nella filosofia di Democrazia Solidale, convinti come siamo, anche come gruppo parlamentare Democrazia Solidale-Centro Democratico, che l'Italia va ricostruita, migliorata insieme senza arroganza, mettendo la persona e le periferie al centro, la politica come bene comune senza conflitti di interessi, Pag. 4senza agende personali, dove i corpi intermedi, anche portatori di interessi particolari, come le associazioni dei pazienti, dei medici, dei professionisti, dei manager ospedalieri, i giuristi, gli avvocati, il sistema delle assicurazioni, tutti sono legittimi, tutti possono dare un contributo se la politica onesta e pulita si assume le sue responsabilità e aiuta a non essere corporativi e a fare una sintesi, a costruire il modo di vivere insieme. La tua vittoria deve essere anche la mia: questo è il metodo cui ho ispirato il nostro lavoro in Commissione e l'accelerazione, che è merito di tutti, anche delle opposizioni per la parte che loro compete, è frutto di questo.
  Per questo penso che il voto favorevole a questa legge è una buona notizia. Chiunque dica e dirà che questo è un provvedimento sbilanciato a favore dei professionisti o di altre categorie è lontano dalla realtà. Qui si ricostruisce un nuovo equilibrio, un nuovo rapporto tra medico e paziente, ma soprattutto un quadro di maggiori certezze e di rispetto dei diritti dei cittadini. Qui si liberano i medici dall'assillo di frequenti azioni giudiziarie con importanti riflessi penali, e di sottoporsi a rilevanti premi assicurativi. I medici non saranno più perseguibili penalmente se il loro comportamento sarà stato consono all'arte medica e alle linee guida. Meno sprechi sanitari per paura di denunce. Le linee guida non saranno dettate dall'associazione più forte, ma, sotto l'autorità del Ministero della salute, le società scientifiche accreditate, anche per la loro capacità di relazionarsi alle eccellenze internazionali, e non una indefinita comunità scientifica, contribuiscono all'aggiornamento costante di linee guida meno aleatorie con il contributo decisivo dell'Istituto superiore di sanità.
  Dicevo: certezze per una salute migliore. Che succede in pratica ? Mi avvio a concludere. Al centro torna la salute: un patto tra medico e paziente, un'alleanza extracontrattuale basata sulla fiducia, comunque sulla certezza che, nel caso di errore grave, il paziente e i cittadini sono tutelati comunque. Se c’è qualcosa che va storto, il cittadino fa istanza di indennizzo. L'azienda ospedaliera, su base contrattuale, ha l'onere della prova ed è responsabile. Nel caso l'azione voglia arrivare all'indennizzo anche da parte del medico o degli esercenti la professione sanitaria coinvolti, l'onere della prova aggiuntiva ricade sul cittadino, come è normale che sia. È una scelta equilibrata. Una camera di compensazione faciliterà quanto più possibile le conciliazioni per ridurre il contenzioso. Le assicurazioni assumono un ruolo sociale di garanzia dell'intero sistema, di certezza del risarcimento in tempi brevi.
  All'articolo 6, centrale è l'inserimento di un articolo del codice penale che prevede che l'esercente la professione sanitaria che, nello svolgimento delle proprie attività, provochi, a causa di imperizia, la morte o la lesione personale dell'assistito, risponde solo di colpa grave. La colpa grave è esclusa quando, salvo significative specificità del caso concreto, vengono rispettate le buone pratiche cliniche assistenziali e le raccomandazioni delle linee guida. L'azione di rivalsa avviene presso una autorità giudiziaria e non presso due, quella ordinaria e la Corte dei conti. Anche questo fa parte del quadro di tranquillità che aiuta la rapidità e la certezza del risarcimento in caso di accertamento del danno subito. Meno paura, più certezze, più salute.
  Salute: il nostro sistema sanitario è universalistico. La sostenibilità del Servizio sanitario nazionale è minacciata dall'assenza di risorse sufficienti non solo in Italia, ma nel mondo occidentale. L'invecchiamento della popolazione e farmaci innovativi costosi ma decisivi impongono un cambiamento di modello, proprio per continuare a garantire il meglio a tutti e non solo a chi è più ricco. Universalistico: per rimanere universalisti, allora, occorre ricreare una continuità intelligente tra spesa sociale e sanitaria, servizi territoriali, domiciliari e ospedalieri, valorizzando e sostenendo la sussidiarietà, quello che già esiste sul territorio, favorendo le reti di prossimità. Occorre evitare che gli ospedali siano isole e isolati e stare vicino, però, agli esercenti la professione sanitaria. Pag. 5Ne parleremo, lavoreremo per questo in questo Parlamento, ma oggi qui si fa un grande passo avanti.
  Meno medicina difensiva, più responsabilità. Se un medico non si assume la responsabilità che saprebbe assumersi per paura di denunce, tutto il sistema diventa malato: salta il rapporto di fiducia, lievitano gli sprechi, alla fine si taglia sulla salute.
  Noi oggi mettiamo un tassello importante per rompere questo circuito vizioso. Gli sprechi, in sanità, occorre conoscerli per ridurli.
  Il CEIS ci dice che in alcune regioni si può arrivare a ricoveri potenzialmente inappropriati in ospedale del 9,13 per cento in Val d'Aosta, ma anche del 20 per cento in Abruzzo o di più in Calabria, che potenzialmente il 32,7 per cento delle ecografie e il 35,2 per cento delle radiografie possono essere inappropriate. Ci sono studi in tal senso, che cito e lascio agli atti. Il CSGP, nella sua ricerca empirica tra i medici italiani, sulla base di loro dichiarazioni, afferma che l'82 per cento dei medici ammettono di avere inserito in cartella clinica annotazioni evitabili. Tra quelli intervistati, il 69,8 per cento ha affermato di avere proposto un ricovero ospedaliero anche se trattabile ambulatorialmente. Il 58,6 per cento ha dichiarato di avere ricorso alla consultazione non necessaria di altri specialisti e la metà ha dichiarato di aver prescritto farmaci non sempre necessari o più esami diagnostici. Sappiamo che sono oltre 40 milioni le radiografie prescritte in un anno in Italia: praticamente, una ogni adulto.
  Quando questa legge avrà finito il suo iter e sarà in vigore, non ci sarà più bisogno di tutto questo, almeno in questa misura. Più responsabilità più salute, più certezza. Ringrazio ancora il relatore e tutti quelli che hanno lavorato a questo testo. Il gruppo Democrazia Solidale – Centro Democratico vota convintamente una legge semplice, attesa, necessaria e utile, a cui speriamo di aver dato un buon contributo (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale – Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Il provvedimento sul quale ci accingiamo a fare il voto finale è un provvedimento che nasce con buoni auspici e che punta a mettere ordine e a dare risposte ai cittadini e agli operatori sanitari. È un provvedimento atteso da anni, un provvedimento che va nella direzione giusta, che risponde, in particolare, alle esigenze di quei cittadini che, ritenendo di aver subito un danno, si rivolgeranno alla struttura pubblica o privata, che è obbligata ad avere un'assicurazione, che dovrà provare, in caso di contenzioso, i motivi che hanno condotto a questo danno. Viene poi prevista, nel testo, la possibilità dell'azione di rivalsa della struttura nei confronti del professionista quando questo sia condannato per dolo e/o per colpa grave.
  È stato trovato, secondo noi, un giusto equilibrio fra le esigenze dei cittadini e l'esigenza di cercare di restituire anche al professionista, all'operatore sanitario quella serenità che dovrebbe accompagnarlo nello svolgimento dalla sua attività, in particolare per sollevarlo da quelle responsabilità che non sono e non possono essere ricondotte a lui. Sappiamo, infatti, che almeno il 70 per cento delle cause e dei contenziosi si riferiscono a difetti dell'organizzazione della struttura e non all'errore del sanitario Queste risposte agli operatori sanitari le dovevamo, anche per prevenire il ricorso da parte dei medici a quella che viene definita medicina difensiva. E se pure è vero che è difficile indicare con esattezza l'entità del costo della medicina difensiva, verosimilmente, stando ai dati prodotti da varie ricerche, questa varia fra i 10 e i 13 miliardi di euro.
  È chiaro, allora, che il legislatore abbia il dovere di intervenire per prevenire questo fenomeno: un fenomeno che nuoce al sistema sanitario in termini non solo economici, ma che ha delle innegabili ricadute sulla qualità del servizio erogato al paziente, innanzitutto Pag. 6perché lo sottopone ad accertamenti di cui non ha bisogno, con il ripetersi di esami, perché il medico si metta al riparo da ogni tipo di contestazione che gli può essere mossa. Quindi noi riteniamo che, comunque, il provvedimento vada nella direzione di risolvere questa questione. Questa questione pesa fortemente sull'azione dei medici, i quali, invece, devono essere sollevati, come dicevo prima, da responsabilità che a loro non possono essere sicuramente ricondotte.
  Mi avvio alla conclusione, annunciando che il nostro sarà comunque un voto favorevole e diciamo che, seppur questo testo potrebbe essere migliorato – siamo solo alla prima lettura alla Camera –, vi è ancora il tempo, secondo noi, e lo spazio per risolvere quelle questioni che opportunamente sono state sollevate da alcuni colleghi nel corso dell'esame in Aula e in Commissione. Mi riferisco, in particolare, alle criticità evidenziate – che poi sono diventate oggetto di emendamenti – dal collega Sisto.
  Ci auguriamo, quindi, annunciando il voto favorevole, che questo provvedimento, un provvedimento atteso da diversi anni, possa essere definitivamente licenziato in tempi brevi, magari inserendo quelle modifiche che lo renderebbero sicuramente un provvedimento all'altezza delle attese dei pazienti ed, in particolare, dei medici.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto deputato Monchiero. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI MONCHIERO. Grazie, Presidente, colleghi, ci apprestiamo a votare oggi una legge di particolare rilevanza, una legge a lungo attesa, che affronta temi molto delicati. Innanzitutto, i diritti dell'utente, diritti alla qualità, alla tempestività delle cure e a un giusto risarcimento delle conseguenze negative e di eventuali inadempienze o errori, le esigenze di certezza delle aziende sanitarie, pubbliche e private, nel gestire i contenziosi e la tutela del personale sanitario, nella prospettiva dell'interesse collettivo di questa tutela, perché noi siamo assolutamente convinti che non si tratti di venire incontro alle attese di una categoria, ma che si tratti invece di garantire serenità a chi è chiamato a svolgere compiti per loro natura complessi e delicati, e che sia interesse di noi tutti, come singoli, trovarci di fronte, in caso di necessità, un medico che non sia oppresso dal timore di dover andare a discutere inevitabilmente davanti a un giudice di azioni che sta per compiere a nostra tutela.
   La legge si prefigge di raggiungere questi fini attraverso una serie di interventi sistematici e, a mio parere, coerenti. Innanzitutto, la sicurezza delle cure, tema così sentito, da essere stato in parte traslato dalla proposta di legge in discussione in Commissione, nella recente legge di stabilità. E poi la responsabilità civile della struttura, sempre e comunque, nei confronti dell'utente danneggiato. È vero che questo principio era già desumibile prima, dalle norme civilistiche vigenti, però in questo caso, con questa legge, viene evidenziato ancora di più e, soprattutto, viene separata nettamente la posizione del medico da quella della struttura.
   La distinzione fra la responsabilità contrattuale della struttura e quella non contrattuale del medico è uno dei cardini di questa legge, che oso chiamare di riforma. Dal punto di vista del diritto astratto, questa distinzione può anche suscitare qualche perplessità, ma nella sua applicazione pratica, per noi – qui posso dirlo – insomma, per chi ha proposto questa legge e per chi l'ha difesa in Commissione, questa soluzione favorirà enormemente, sia il ricorso da parte dell'utente, quindi sia l'esercizio dell'utente, sia la serenità del medico: l'utente non avrà più nessun interesse a citare personalmente il medico, o l'infermiere che ritiene responsabile, ma avrà interesse a ottenere un risarcimento rapido, citando la struttura, come è assolutamente giusto che sia. La struttura, a sua volta, potrà rivalersi sul proprio operatore che ha commesso un errore troppo grave – la legge limita questa possibilità di rivalsa al Pag. 7solo caso di dolo o di colpa grave – e anche questa limitazione mi pare del tutto opportuna.
   Il giudizio di rivalsa avverrà davanti al giudice ordinario: sono convinto sostenitore di questa tesi, nel convincimento che, dinanzi al giudice ordinario, siano meglio garantiti i diritti di difesa e, nel profondo convincimento che, chiunque sia chiamato a discolparsi, abbia innanzitutto un diritto ad esercitare in modo reale la propria difesa.
  Infine, la legge prevede l'obbligo di assicurazione per le strutture e i medici. Non si tratta di una norma di poco conto: è notorio che, negli ultimi anni – oserei dir da qualche lustro a questa parte – il mondo delle assicurazioni era uscito dal mercato sanitario e che in molte regioni le aziende sanitarie operano in regime di autoassicurazione e di assunzione diretta del rischio. Questa può anche essere una scelta economicamente conveniente – e la legge la consente ancora – ma, in ogni caso, era una scelta, in molte situazioni, obbligata: ho vissuto personalmente questa esperienza di essere obbligato ad autoassicurare la nostra azienda, perché più nessuno voleva assicurarci, dopo un incidente clamoroso, che dieci anni fa assurse anche agli onori delle cronache.
  Ora, gli effetti dell'insieme di queste norme sono effetti – come dicevo prima – assolutamente coerenti e otterranno uno snellimento delle procedure di risarcimento e una maggiore tutela dell'insieme. Abbiamo detto prima, lo hanno detto coloro che sono intervenuti prima di me, è stato detto più volte ieri e lo ripeteranno – credo – tutti quelli che interverranno dopo, che era una legge a lungo attesa e non posso non unire le mie parole a quelle del presidente della Commissione XII, che ha ringraziato i membri della Commissione e, in particolare, non possiamo dimenticare l'ex presidente Vargiu e il collega Gelli, che ne ha raccolto l'eredità come relatore, e che è riuscito a portare in quest'Aula, oggi, al voto finale, una legge – ripeto – attesa almeno da quindici, vent'anni. E perché era attesa ? Era attesa perché nel Paese si era creato un clima di tensione ingiustificata, se si guardano i numeri, però di tensione reale, vissuta sulla propria pelle dal personale sanitario, dalle stesse strutture, un'opinione pubblica frastornata dai media ed eccessivamente aggressiva nei confronti della sanità, tensione sostenuta poi da elaborazioni giurisprudenziali che hanno sempre suscitato le nostre perplessità e che hanno portato agli effetti paradossali che dicevo prima.
   Ora, per affrontare una situazione così – passatemi un termine forse inappropriato – incancrenita, la legge adotta soluzioni audaci. Ne voglio citare qualcuna: la tutela dell’audit clinico, che è una funzione fondamentale, se si vuole davvero eliminare, o comunque ridurre, i rischi all'interno delle strutture sanitarie, la distinzione, già ricordata, tra responsabilità contrattuale e non contrattuale. A tal proposito, l'attribuzione al medico di una responsabilità non contrattuale lo mette in una posizione di maggiore tutela – è oggettivo –, e questa è un'innovazione forte – l'ho già detto e lo ripeto –, è una soluzione voluta, a lungo pensata e scelta con consapevolezza. Infine, anche il trasferimento davanti al giudice ordinario del giudizio di rivalsa per i dipendenti pubblici, anche questa è una grande innovazione, decisamente coraggiosa. Su questo punto, voglio tornare per un breve accenno. Ieri, è stato detto più volte in quest'Aula che le norme proposte, specialmente quelle più innovative che ho ricordato ora, sono poco consone alla prevalente giurisprudenza. Ebbene, io, personalmente, ritengo molto positivo che il Parlamento voglia esercitare appieno la funzione legislativa che gli compete. Noi non siamo qui ad adattare le norme all'opinione dei tribunali, ma a fare leggi che i giudici devono applicare – questo è il compito del Parlamento – e il fatto che la legge in esame sia, in molti punti, fortemente innovativa è, a mio parere, un motivo in più per votarla con convinzione, oserei dire con entusiasmo (Applausi).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Faenzi. Ne ha facoltà.

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  MONICA FAENZI. Grazie, Presidente. Il provvedimento all'esame realizza una serie di innovazioni condivisibili, quali, innanzitutto, la tutela del principio dell'autonomia terapeutica del medico, anche rispetto ai protocolli standard, con l'obiettivo di garantire la tutela della salute del paziente e anche di consentire al medico stesso di discostarsi da tali parametri, quando essi non siano da ritenersi determinanti.
   D'altro verso, viene riconosciuta anche la garanzia per il paziente di ottenere il risarcimento dovutogli in base ad una sentenza, attraverso la previsione del sistema di assicurazione obbligatorio accompagnato dall'azione diretta nei confronti della compagnia assicuratrice.
  Si riconosce, quindi, l'esigenza di contenere la responsabilità medica entro limiti puntuali, che consentono di evitare le pratiche di medicina difensiva che comportano costi inutili e possono addirittura essere dannose per la salute del paziente.
  Io mi fermo qui, anticipando che il voto di Alleanza Liberalpopolare Autonomie sarà naturalmente un voto positivo, anche perché questo è un provvedimento, come è stato detto, che era atteso da anni e, quindi, dobbiamo essere naturalmente consapevoli della bontà di questa determinazione che, peraltro, ci allinea con l'Europa ma, soprattutto, riprende anche quegli indirizzi del «decreto Balduzzi» che nel 2012, appunto, inserirono quelle che sono state poi le linee-guida del provvedimento all'esame. Dunque, preannunzio il voto favorevole e la soddisfazione perché si è intrapreso, appunto, un percorso che sicuramente porterà vantaggi in campo sanitario.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Calabrò. Ne ha facoltà.

  RAFFAELE CALABRÒ. Onorevoli colleghi, signor Presidente, oggi ritengo che con l'approvazione di questo testo noi stiamo contribuendo a rendere migliore il nostro sistema sanitario. È un testo di cui realmente si sentiva la mancanza e di cui beneficeranno i cittadini, il personale sanitario e la stessa sostenibilità del sistema sanitario.
  In questi anni si è radicata la falsa convinzione che, grazie alle innovazioni tecnologiche, non esistono più malattie incurabili, che non siano più ammissibili complicanze, spesso tutt'altro e del tutto imprevedibili. Il progresso tecnologico, che senz'altro ha permesso alla medicina di fare passi da giganti, non ha reso certo gli uomini immortali e la medicina una scienza esatta. Ed ecco che, dinanzi a una complicanza inevitabile o a un decorso di malattia diverso da quello immaginato, si reagisce spesso denunciando casi di malasanità. Da qui l'inarrestabile diffusione della medicina difensiva, diventata una sorta di meccanismo di autotutela dei medici per evitare contenziosi giudiziari.
  Cari colleghi, evidentemente qualcosa nel rapporto medico-paziente si è rotto se un cardiologo si trova ad indicare una coronarografia o una risonanza magnetica più per il timore di dovere affrontare contenziosi legali che per la preoccupazione di curare al meglio il proprio paziente. Ma oggi io credo che stiamo per arginare questa paradossale e infausta pratica medica che grava, di fatto, sulle casse del Servizio sanitario nazionale per circa 10 miliardi di euro, numero in realtà da prendere con le molle, ma che certamente dà il senso di risorse che potrebbero essere impiegate differentemente. A conferma che abbiamo il dovere di recuperare una relazione di fiducia tra il personale sanitario e i pazienti, vale la pena ricordare il dato elaborato da una ricerca condotta dall'Agenas, secondo la quale il 58 per cento dei medici ha ammesso di praticare la medicina difensiva; il 64 per cento lo considera uno strumento che ha garantito la diminuzione delle probabilità di errori, ma, allo stesso tempo, lo reputa un fattore limitante. E attenzione: per il 31 per cento all'origine di tale pratica vi è una legislazione sfavorevole per il medico.
  Paure e timori condivisibili, giustificati, considerando che ogni anno 30 mila cause di contenzioso medico-legale giungono nei Pag. 9tribunali italiani e di queste 30 mila oltre il 98 per cento – il 98 per cento ! – termina con un'archiviazione e un'assoluzione del personale medico e sanitario. Per di più, dinanzi all'aumento esponenziale di cause di malpractice, sono vertiginosamente incrementati i costi per i premi che i singoli medici e le strutture sanitarie devono pagare, soprattutto per alcune specialità.
  Con l'approvazione di questo provvedimento, noi stiamo rendendo i nostri medici più forti nel negare a un paziente ansioso – diciamo così – un esame diagnostico inutile e talvolta dannoso. Oggi stiamo aiutando i medici a tornare a fare il loro lavoro, a poter operare in un clima di serenità, ad assumere le decisioni cliniche basandosi su esperienza professionale e linee-guida della letteratura scientifica, senza il timore di dover finire dinanzi a un magistrato. Ma questo provvedimento ha essenzialmente a cuore la tutela dei cittadini, anzi, per l'esattezza vuole tutelare la salute dei cittadini che troppo spesso si sottopongono a una dannosa e inutile esposizione ai raggi per patologie che non richiedono certo TAC, PET o quant'altro.
  Non solo: ristabilendo l'equilibrio nel rapporto medico-paziente ed abbattendo analisi ed esami inappropriati si ridurranno automaticamente le liste d'attesa. Ciò vuol dire che soltanto i cittadini che hanno bisogno realmente di essere assistiti d'urgenza si recheranno ai pronto soccorso; ciò vuol dire che sarà più facile per i cittadini fare gli esami necessari nei tempi giusti, nel rispetto dell'equità di accesso alle cure sanitarie.
  Oggi stiamo scrivendo una legge che vuole garantire la sicurezza delle cure grazie al monitoraggio sugli errori sanitari, che ci consentirà di conoscere cause, frequenza ed entità dei danni e, quindi, di poter evitare il ripetersi di eventi avversi, grazie alla formazione del personale sanitario e al potenziamento dell’audit clinico.
  Onorevoli colleghi, questo non sarà forse il miglior testo di legge possibile, ma, ripeto, è senz'altro una legge equilibrata, che non fa sconti al medico che si macchia di dolo o colpa grave e che tutela il paziente, garantendogli il risarcimento in tempi brevi. Si poteva fare meglio ? Certo, sempre si può fare meglio, ma sono tante le interpretazioni erronee e provocatorie che circolano in queste ore sulla legge che ci accingiamo ad approvare. Leggo su Cittadinanzattiva: i medici legali si appellano alle coscienze di tutti i parlamentari affinché esprimano voto contrario all'approvazione dell'articolo 7 che ribalta l'onere della prova dal professionista al cittadino malato, il quale dovrà dimostrare la dinamica dell'errore e la responsabilità, e arrivano a chiedere che, qualora il Parlamento decidesse di scaricare l'onere della prova sul cittadino, a quel punto non ci si potrà sottrarre dal rendere contestualmente obbligatoria l'installazione di sistemi di videosorveglianza in ogni ambiente delle strutture sanitarie tutte, per mettere veramente il paziente nelle condizioni di provare tutto quello che è accaduto. Non vorremmo fosse necessario arrivare a tanto, ma vogliamo soltanto che chi denunzia un danno abbia motivazioni e prove adeguate.
  Ma viene da chiedersi: dov'erano le associazioni quando fuori alcune strutture sanitarie si allestivano i banchetti per incoraggiare i pazienti a denunciare i medici ? Come mai i dati, che ci dicono che oltre il 98 per cento delle cause intentate contro i medici finiscono con l'archiviazione o con l'assoluzione del personale medico, non hanno scosso molte coscienze ? Qualcuno ha mai pensato a come si sono sentiti quei professionisti, finiti sui giornali, costretti a rivolgersi ad avvocati, a recarsi in tribunale, a vivere sotto la spada di Damocle di un giudizio sospeso per molti anni, pur non avendo commesso alcuna colpa ? Sia chiaro: non stiamo facendo sconti al medico che si macchia di colpa grave o dolo, ma vogliamo salvaguardare soprattutto chi si muove nel rispetto delle buone pratiche cliniche – sottolineo: nel rispetto delle buone pratiche cliniche – e delle raccomandazioni previste da linee-guida.
  Cari colleghi, per quanto poco rassicurante possa apparire, non esistono malattie, Pag. 10ma esistono malati, e non sempre per curare un paziente basta attenersi alla letteratura scientifica. Dobbiamo riconoscere che un malato talvolta presenta una storia clinica, condizioni e complicanze difficilmente classificabili in una linea-guida. Abbiamo messo per iscritto che la responsabilità contrattuale è a carico delle strutture sanitarie pubbliche e private, prevedendo invece per il professionista la responsabilità extracontrattuale, come avviene in tutta Europa. D'altronde, è facilmente intuibile che dietro un intervento medico non c’è soltanto l'attività del singolo, ma un'intera struttura, un'intera organizzazione che si muove. Ciò spiega anche perché molti casi di malasanità – non tutti – avvengono proprio nelle regioni stressate dai vincoli del Piano di rientro, dove sono maggiori le difficoltà di tipo economico, organizzativo e gestionale, e ciò per mancanza di risorse e di personale, e non certo di professionalità competenti. Infine, abbiamo previsto l'obbligo per tutte le strutture sanitarie pubbliche e private di essere provviste di una copertura assicurativa e l'istituzione di un Fondo a garanzia della certezza del risarcimento del danno, proprio per salvaguardare il paziente.
  Colleghi, nell'annunciare il voto favorevole e convinto del gruppo di Area Popolare, io credo, in tutta coscienza, che questa legge, pur con alcuni limiti, riuscirà a restituire al cittadino la fiducia nella classe medica e nelle professioni sanitarie, a garantire maggiore sicurezza alle nostre strutture sanitarie, a deflazionare il contenzioso giudiziario, insomma ad avere una sanità migliore (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,16).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa dichiarazioni di voto finale – A.C. 259-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Grazie, Presidente. L'obiettivo che ha portato a questo testo, dopo un lunghissimo lavoro, è quello di offrire un quadro giuridico chiaro e una maggiore tutela agli operatori sanitari e di alleggerire la pressione del contenzioso medico-paziente. Poi, collegato a questo obiettivo, c’è anche quello di dare una prima risposta alla medicina difensiva, una medicina difensiva che, se arginata, si dice produrrebbe risparmi. Quanti non si sa, perché siamo di fronte ad un ballo di numeri: il Ministro della salute parla di 13 miliardi, Agenas stima 9-10 miliardi. Quindi i miliardi cambiano e questi diversi numeri dimostrano che non c’è chiarezza, non c’è certezza sul volume preciso delle risorse attribuibili alla medicina difensiva.
  Così è anche per l'allarme che è stato lanciato per le cosiddette «innumerevoli e infondate richieste di risarcimento del danno» da parte dei cittadini nei confronti dei professionisti sanitari. Sempre Agenas chiarisce, dati alla mano, che la dimensione del fenomeno è al di sotto dell'allarme lanciato. Io posso indicare alcuni numeri dati da Agenas, poi si può anche qui discutere su altre fonti, ma nel 2012 le richieste di risarcimento del danno sono state pari a 12 mila su 9 milioni di ricoveri e 1 miliardo di prestazioni specialistiche, quindi pari, secondo questo studio Agenas, allo 0,0012 per cento. L'indice di sinistrosità, ovvero la frequenza con cui si verificano casi di malasanità che sono denunciati, è pari a 13 su 10 mila casi. L'allarme non coincide con la corretta dimensione del problema. Il problema, certo, soprattutto in alcune specializzazioni, esiste, penso alla ginecologia, penso alla chirurgia, però l'allarme è sicuramente al di sopra di questa realtà. Ma l'allarme è stato Pag. 11usato per dettare delle norme che oggi sono sbilanciate. Sono sbilanciate perché nel testo che stiamo approvando si sarebbe potuto fare di più per riequilibrare il diritto dei cittadini a vedersi riconosciuto il torto subito e contestualmente garantire una maggiore serenità ai medici e al personale sanitario; ma questo equilibrio non è stato rispettato, non è così.
  Il provvedimento garantisce una maggiore tutela giuridica ai professionisti sanitari rispetto alle azioni di risarcimento dei danni e non c’è altrettanta sicurezza per le garanzie e le tutele dei cittadini pazienti. Noi vediamo molte criticità in questo provvedimento perché, da una parte, finirà col portare a una perdita della libertà di azione del medico, che si troverà vincolato a precise linee guida riscritte nella discussione, ma malamente risolte, che diventeranno non più strumenti facoltativi e di consultazione di riferimento per operare, ma strumenti che rischieranno di imprigionare nella sua autonomia il professionista, malgrado anche tutte le riformulazioni che qui sono state fatte. Dall'altra parte, e questa è la cosa più grave, si scarica su chi è malato l'onere della prova di una eventuale malasanità. Tutto ciò per la scelta di operare verso la natura extracontrattuale della responsabilità civile per l'esercente la funzione sanitaria.
  Nel testo che noi ora stiamo esaminando è stata espunta una parte importante, quella che riguardava il rischio clinico, che è confluita nella legge di stabilità, cioè tutte quelle norme di prevenzione e gestione del rischio sanitario che faranno sì che tutte le strutture, pubbliche e private, attiveranno una funzione di monitoraggio, prevenzione e gestione del rischio sanitario. Questo testo ha integrato alcune scelte che noi condividiamo come l'Osservatorio nazionale, i Centri regionali. Ha integrato tanta materia che era stata apportata nella legge di stabilità. Ecco ora, qui, noi vogliamo sottolineare la criticità di questa operazione. Perché è stata apportata con la legge di stabilità ? Allora servivano queste misure per promettere assunzioni che sono indispensabili perché questo è il problema del nostro sistema sanitario, il vero problema del nostro sistema sanitario pubblico: la necessità di nuove assunzioni per sopperire anche agli obblighi sul giusto orario che vengono a livello europeo. Allora servivano per promettere queste assunzioni e si erano promessi finanziamenti, pochi, incerti nel quanto, nel se, nel quando, tant’è che non avevano convinto i medici, che allora sono scesi in piazza e oggi ribadiscono lo sciopero il 17 il 18 marzo, anche senza convinzione, ma allora servivano per la propaganda del Governo.
  Questa materia è stata portata nella legge di stabilità per propaganda. Oggi in questo testo c’è un altro «cuore» che batte ed è quello di cambiare la responsabilità del medico: sia da un punto di vista penale, perché il medico non sarà responsabile neppure per colpa grave, se rispetta le previste linee guida, sia dal punto di vista civile, perché si prevede la natura extracontrattuale della responsabilità dei medici. Con l'articolo 7 si prevede un doppio regime, una responsabilità contrattuale a carico delle strutture sanitarie ed una extracontrattuale per chi esercita la professione. Se sino ad oggi era il medico a dover dimostrare che il danno provocato non era la conseguenza di una sua azione colposa, con l'approvazione del provvedimento sarà il cittadino più debole, con meno potere, a dover dimostrare non solo di aver subito un danno, ma anche che vi è stata colpa da parte dell'operatore sanitario: vi sarà quella che si chiama giuridicamente l'inversione dell'onere della prova. Insomma, il cittadino per far fronte a questo nuovo onere dovrebbe avere conoscenze scientifiche e della dinamica degli eventi che non ha. Dovrebbe avere accesso a informazioni che non sono sempre nella sua disponibilità. Dovrebbe avere a disposizione prove chiedendole a chi ha più poteri di lui e non ha nessun interesse a dargliele, e farà di tutto per ostacolare anche quelli che sono gli obblighi sulla trasparenza. Insomma, come fa materialmente un malato comune a provare la Pag. 12responsabilità del medico nelle migliaia e migliaia di casi clinici diversi, con tutte le loro infinite complessità ?
  Altro punto critico: il medico non sarà più responsabile penalmente nemmeno per colpa grave se rispetta formalmente le raccomandazioni previste dalle linee guida. Il rischio più che concreto è che per non incorrere in alcuna responsabilità professionale, cioè per essere invulnerabile, il medico ne farà un uso cautelativo, generalizzato e costante, alla faccia dell'autonomia clinica, alla faccia della personalizzazione anche della terapia. Sulla materia delle linee guida voglio, infatti, riportare le argomentazioni del tribunale di Milano; le riporto non perché per noi la funzione legislativa è succube di un altro potere, ma perché quelle motivazioni sono illuminanti per orientare la nostra azione legislativa, per non fare degli errori. Allora, il tribunale di Milano interveniva a commento della scelta di Balduzzi. La «legge Balduzzi» era già intervenuta in materia di responsabilità penale ed aveva escluso la punibilità per colpa se venivano rispettate le buone pratiche clinico-assistenziali. Così scrive il tribunale di Milano: la norma che deresponsabilizza penalmente soltanto chi si attiene alle linee guida e alle buone prassi ha l'effetto di inibire e atrofizzare la libertà del pensiero scientifico e della libertà terapeutica, e quindi di mettere in discussione quella che è la buona medicina. Noi siamo contrari ad una medicina protocollare, ad una medicina che non è una buona medicina, a una medicina che avvilisce i medici e standardizza i malati.
  Inoltre, la figura del difensore civico introdotta a tutela dei cittadini è debole.
  Infine, l'obbligo assicurativo porrà il problema al Governo di calmierare le polizze, per assicurare che tutte le imprese possano garantire esperienza e solidità finanziaria.
  Ecco, tante questioni aperte e una certezza: la legge rappresenta uno scambio tra la tutela, l'impunità giuridica e l'autonomia del medico e indebolisce la tutela dei diritti dei cittadini. Per questo voteremo contro (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, non casualmente mi siedo a fianco del collega Occhiuto, perché in stretta continuità con il suo intervento, che si è tenuto in Aula il 25 gennaio, io annuncio il voto favorevole di Forza Italia, ma condizionato.

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Sisto. Colleghi, se abbassate la voce è meglio.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. È sempre il collega Sannicandro, notoriamente.

  PRESIDENTE. No, in questo caso era non era lui.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Impossibile, non ci credo.

  PRESIDENTE. Le posso testimoniare che non era lui il colpevole. Prego, onorevole Sisto.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. I rapporti cordiali mi consentono qualche facezia sul punto.
  Presidente, Forza Italia voterà favorevolmente, ma a tempo. Che cosa voglio dire ? Questo è un provvedimento che certamente ha la capacità di provocare un miglioramento, ma provoca anche numerose complicazioni codificate e consapevoli che noi chiediamo fortemente, in epoca di bicameralismo perfetto, vengano modificate dal Senato, e la cui approvazione condizionerà successivamente il parere del nostro gruppo con riferimento a questo provvedimento. Questo pacchetto normativo si snoda su due percorsi: un percorso di tipo giuridico (le regole del gioco) e un percorso di tipo pragmatico-assistenziale (la partita che deve essere giocata). Regole comportamentali e concreta espletazione, Pag. 13o espletamento, della partita della sanità pubblica e privata. Il tema è quello dalla medicina difensiva, che ci costa 10, 13, 14 miliardi di euro. Certo, siamo di fronte ad un capitolo estremamente buio della nostra sanità, e per la verità l'articolo 3 della «legge Balduzzi» – ma la Balduzzi in particolare – ha certamente contribuito a migliorare questo assetto, perché la «legge Balduzzi» ha una caratteristica: per la prima volta consente ai medici di scriversi le regole della propria responsabilità, che erano assolutamente in bianco, lasciate a consulenti che, molto spesso, per tante ragioni, propugnavano tesi incontrollabili e incontrollate, soprattutto nel momento in cui il medico aveva posto in essere una determinata condotta. Con il richiamo a linee difensive e buone pratiche, la «legge Balduzzi» ha indubbiamente stabilizzato il principio che le regole devono essere scritte prima e non certamente scritte a posteriori, con tutte le incertezze che derivano sul rapporto fra la condotta del medico e la conoscenza delle regole che determinano il buon agire dello stesso. Il provvedimento in esame procede su questa stessa linea. Si cerca un equilibrio fra medico e paziente: un medico che non sia timoroso di agire, un paziente che non sia debole nei confronti del medico; il diritto di curare liberamente, il diritto di essere curati dignitosamente e al meglio. Se potessi usare un'espressione da sicurezza sul lavoro: una cura che costituisca la massima sicurezza tecnologicamente possibile. È vero che la politica, da questo punto di vista, è mediazione, ma – e sarà anche la conclusione del mio intervento – sono possibili mediazioni sui principi costituzionali ? Cioè, può la politica essere capace di mediare sul rispetto dei principi cardine del nostro sistema ? Penso che questo sia il quesito che vada sciolto in progress, nel prosieguo dei nostri lavori parlamentari – mi riferisco anche a quelli del Senato –, affinché il rispetto di questi principi sia garantito.
  Alcuni passaggi, che reputo assolutamente critici, vanno segnalati. Per quanto concerne la responsabilità penale, non si comprende come l'articolo 3 non si stia rivoltando nel suo sarcofago allorquando si pretende che vi sia una differenza fra medici di seria A e medici di serie B, perché la responsabilità penale e civile debbano vedere comunque differenziate determinate posizioni fra medici strutturati, o comunque legati da un link alla struttura, e medici liberi professionisti: come se il libero professionista fosse un medico diverso e in qualche modo meno meritevole di avere un onere della prova a carico del paziente rispetto al medico, anche per l'espressione «indirettamente», che è sintomatica e ancora più violativa dall'articolo 3. Cioè, i medici che, a qualsiasi titolo, abbiano un rapporto con la struttura hanno diritto comunque all'articolo 2043; i medici che, invece, liberamente, come la nostra Costituzione prevede, esercitano la loro funzione hanno invece la responsabilità contrattuale, con tutto quello che ne deriva: dieci anni di prescrizione e onere della prova a carico del medico. A me sembra questo uno squilibrio assolutamente inaccettabile !
  Come, per esempio, è assolutamente inaccettabile il regresso rispetto alla «Balduzzi». È vero che c’è giurisprudenza della Cassazione che ha limitato la «Balduzzi» all'imperizia, ma credo che questa sia una scelta giurisprudenziale.
  Noi abbiamo ratificato della norma penale la limitazione di tutto il nostro grande lavoro. Qui vedo il relatore, il collega Gelli, a cui devo dare atto di una rara disponibilità a fare una buona legge, indipendentemente dalle appartenenze, perché questo è il nostro compito. Noi dobbiamo cercare in queste materie fondanti – diritto alla salute, il cittadino che deve essere curato, il medico che deve essere libero – di fare un buon lavoro; noi abbiamo cercato di farlo. Riconosco al collega Gelli una grande apertura culturale, che ha fatto sì che le appartenenze si stemperassero per raggiungere un buon risultato. Allora, questo tema dell'imperizia è un tema giuridicamente blasfemo, perché la gravità e le tipologie della colpa – lo diceva il collega Sannicandro – hanno albergo nel nostro codice soltanto ai fini della graduazione della pena. Non si può Pag. 14codificare una norma incriminatrice sulla scorta dell'imperizia. Ancora, il peggioramento della «Balduzzi» che non indicava, se non a livello di interpretazione giurisprudenziale, la tipologia della colpa, ancora, con la sola imperizia, si lascia fuori dall'uscio della non responsabilità penale, se non per dolo e colpa grave, la negligenza, cioè i comportamenti omissivi. Signori, statisticamente, quante volte il medico risponde per quello che ha fatto e quante volte, invece, risponde per quello che non ha fatto e avrebbe dovuto fare ? Tutta questa parte la stiamo lasciando fuori da questa innovativa norma, che amplia la «Balduzzi», quindi peggioriamo la «Balduzzi». Dicevo in un intervento che noi ampliamo l'appartamento ma abbassiamo l'uscio in modo che possano entrarvi soltanto pochissime persone. Non credo che sia una grande operazione. Da questo punto di vista, includere i comportamenti omissivi è un must a cui dobbiamo certamente rispondere nel prosieguo dei nostri lavori.
  Il doppio regime, poi, sulla responsabilità civile è veramente una complicanza codificata per evento sicuramente infausto. È come se un medico informasse il proprio paziente – consenso «strainformato» – dicendogli: guarda, tu ci rimetterai la pelle. Questo è il doppio regime della responsabilità contrattuale ed extracontrattuale, fra strutture e medici, con chiamata in garanzia o comunque nel giudizio, senza capire quale sarà il tipo di onere della prova in caso la struttura chiami il medico per la sua condotta: a me sembra questo un guazzabuglio da cui bisogna uscire, dicendo che c’è un solo tipo di responsabilità, extra contrattuale, con litisconsorzio necessario fra il medico e la struttura. È di una semplicità assoluta. Qui la mediazione politica ha travolto un principio di ragionevolezza e di puntuale gestione del processo.
  Invece, ci sono certamente dei buoni passaggi sul tema delle autoassicurazioni, che diventano obbligatorie; l'azione diretta; il fondo di garanzia è un fatto sicuramente molto importante; la limitazione e la qualificazione dei consulenti e dei periti. Ho saputo ieri che c’è stata una polemica sulla riformulazione della parola «oggetto»; è una polemica fuori posto, perché per «oggetto» si intende non il petitum ma la causa petendi. Cioè, è il fenomeno che viene sottoposto all'attenzione del perito, cioè l'errore medico; quello è l'oggetto della questione, non certamente il risarcimento del danno; ci mancherebbe altro che il consulente si occupi del risarcimento del danno ! Ma quell'emendamento ha una chiara indicazione: fai il consulente, fai il perito, devi essere un superesperto nello specifico caso che ti viene sottoposto, punto. Questa è la ratio, questa è l'interpretazione; mi sembra che non si possa «jazzare» strumentalmente su una parola per accusare comunque, coloro che hanno proposto questo emendamento e lo hanno votato favorevolmente, di aver travisato il senso lessicale del termine. Credo che, da questo punto di vista, quindi sul tentativo di conciliazione, la rivalsa e il difensore civico, si poteva fare meglio; questi sono certamente dei miglioramenti.

  PRESIDENTE. Concluda.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Però, Presidente – e ho finito –, c’è un dato che debbo sollevare: tutto questo non ha senso se non si gioca una partita per quanto concerne la salute nel Mezzogiorno, perché non c’è dubbio che c’è una salute di serie A da Roma in su e una salute di serie B, C, D, E, F e Z da Roma in giù. Questo è il tema che dobbiamo affrontare e che, al di là dei sofismi giuridici, rimane gravissimo. Noi abbiamo un'emigrazione per la garanzia del diritto alla salute: questo è ingiusto e il Governo di questo si deve fare immediatamente carico. I temi del Mezzogiorno sono i temi principali, più delle riforme costituzionali, perché quando un cittadino, per potersi curare dignitosamente, non ha le risorse a Reggio Calabria e a Bari – visto che sono pugliese – che può avere a Desenzano – e parlo per esperienza diretta –, penso che questo sia un fatto gravissimo di squilibrio. È il vero articolo 3 violato in questo Paese, dove la Pag. 15parità di trattamento non è affatto garantita per i diritti fondamentali. E, allora, io penso che la fiducia a termine sia necessaria non soltanto sui temi giuridici, ma soprattutto sui temi pratici, sulla tutela del diritto alla salute.

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Sisto.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Credo – Presidente, ho concluso – che la mediazione della politica, come dicevo, non può essere mediazione sui principi costituzionali. E se questo è vero, Forza Italia, che voterà per ora questo provvedimento con convinto favore, si riserva, ove tutto questo non fosse oggetto di pronto ripensamento e di pronto intervento, di mutare di accento e di pensier nei prossimi passaggi fra Camera e Senato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Presidente...

  PRESIDENTE. Colleghi, felicitatevi con il collega Sisto silenziosamente. Prego, onorevole Colletti.

  ANDREA COLLETTI. Anche perché non ci si può felicitare del passaggio eventuale di questo provvedimento, a dire la verità purtroppo. Vede Presidente, questo provvedimento non mette un soldo per evitare casi di malasanità: anzi, con questo provvedimento, con i primi articoli, c’è il rischio – come ha detto precedentemente il collega – di creare un divario ancora più marcato tra le regioni del Nord e le regioni del Centro e del Sud. Il problema non è neanche da Roma in su, perché, in realtà, Roma è anche una realtà molto problematica per quanto riguarda la sanità. Diciamo che su venti regioni, forse solo tre o quattro potranno adeguarsi a questo provvedimento, con le attuali finanze, con le attuali risorse.
  Vede Presidente, c’è un modo, un unico modo per migliorare la sanità pubblica, perché noi teniamo alla sanità pubblica italiana: finanziandola. Negli ultimi anni, i Governi che si sono succeduti hanno sempre diminuito le risorse a favore della sanità pubblica, del Servizio sanitario nazionale, incluso questo Governo. Allora, è inutile parlare di responsabilità professionale quando, in realtà, il 90 per cento, forse, dei medici, degli infermieri, delle ostetriche possono essere considerati degli eroi che lavorano anche dodici ore al giorno, sottopagati rispetto ai loro omologhi stranieri. Abbiamo medici ed infermieri che vanno in Inghilterra, dove sono pagati il doppio, dove, magari, gli infermieri lavorano seguendo solo due pazienti: mentre qui, negli ospedali italiani, in ogni reparto, di notte, c’è un solo paziente e, se va bene, c’è un medico di guardia per tutto l'ospedale.
  Qui c’è il rischio, è qui che si possono creare casi di malasanità, ma la responsabilità non è soprattutto dei medici e degli infermieri: è di chi gestisce gli ospedali, dei direttori generali – magari, piazzati lì perché hanno la tessera politica –, degli assessori e del Ministro della salute, che non predispone finanziamenti. Perché, Presidente, la maggior parte dei casi di malasanità – anche secondo uno studio del Ministero – dipende da carenze di gestione e di organizzazione degli ospedali stessi. È per questo che questo provvedimento non è solo inutile, ma è anche dannoso !
  Andiamo a parlare delle linee guida: linee guida che serviranno da esimenti della responsabilità penale di un professionista, linee guida fatte da società scientifiche private, non si sa con quali conflitti di interesse; linee guida che potranno anche divergere, perché, magari, avremo due società scientifiche che trattano la stessa materia, che pubblicano due linee guida diverse. E come potrà decidere un giudice sulla responsabilità penale ?
  Parliamo della responsabilità penale, perché qui si fa ancora peggio della «legge Balduzzi»: si depenalizza la responsabilità penale del medico mediamente colpevole Pag. 16di omicidio colposo. Un medico mediamente colpevole di omicidio colposo non sarà più responsabile. Ora, voi dovreste spiegare perché mettete praticamente sullo stesso piano un medico bravo, coscienzioso, con un medico mediamente colpevole di omicidio colposo. Che senso ha ? Che insegnamento diamo a coloro che frequentano attualmente la facoltà di medicina o le specializzazioni ? Però dovreste spiegare questa normativa anche ai familiari delle vittime: perché – attenzione – ci sono anche i familiari delle vittime, che dovrebbero avere voce in capitolo !
  Avrete sicuramente ricevuto, come l'ho ricevuta io, una lettera da parte dei genitori di Giulia, morta a quattro mesi il 25 dicembre, a Natale, i cui genitori lottano da sei anni – anzi, da cinque anni – contro non solo questi casi di malasanità, ma contro anche la malagiustizia imperante; oppure dovreste spiegarlo ai genitori di Ester, deceduta ad un anno – a solo un anno – dopo essere stata dimessa dall'ospedale; o anche ai genitori di Sara, morta a tre anni per colpa di un medico già condannato in primo grado per un altro caso di omicidio colposo e prescritto in appello, medico che continua ad operare all'interno della sanità pubblica, mettendo in pericolo, in realtà, tutti gli altri medici, ma, soprattutto, tutte le altre persone che vanno a chiedere aiuto e tutela in ospedale.
  In realtà, già adesso, le condanne penali sono rarissime, sono pochissime le condanne penali per omicidio colposo: è per questo che non serviva un'altra legge, perché se sono già così poche, perché depenalizzare ancora di più questo reato che, nei fatti, negli atti delle procure, è già depenalizzato ?
  Passiamo, invece, alla responsabilità civile. Già ora, la maggior parte dei procedimenti civili avviene e viene iniziata contro le strutture pubbliche o private e non contro il personale sanitario. Con il vostro provvedimento, oltre a rendere più costoso per il paziente...

  PRESIDENTE. Colleghi, posso chiedere di abbassare il tono della voce di chi chiacchiera amabilmente su altre materie ? Non mi pare di aver avuto grande successo, ma un pochino sì. Prego, deputato Colletti.

  ANDREA COLLETTI. Grazie, Presidente. Dicevo che con il vostro provvedimento, oltre a rendere più oneroso, più costoso, più difficile l'accesso alla giustizia civile, voi addirittura fate un danno verso tutto il personale sanitario, perché saranno costretti, grazie al vostro articolo 8 e al vostro articolo 10, a presentarsi in udienza obbligatoriamente, a nominare un avvocato obbligatoriamente, anche quando prima non era necessario. Perché questo provvedimento è scritto così male che, forse, voi siete addirittura andati contro i vostri intendimenti, per fare una legge arraffazzonata.
  Questo provvedimento, Presidente, va nella direzione non di tutelare i medici o il personale sanitario, ma va, in realtà, nella direzione di tutelare le lobby, ad esempio, delle cliniche private. Pensiamo alla «clinica degli orrori» Santa Rita o a quello che, qualche mese fa, è accaduto a Palermo, dove è morta una bambina e dove sembra che l'anestesista fosse andato a prendere un caffè insieme alla figlia del proprietario della clinica privata. A queste persone dovreste rendere conto di quello che fate in quest'Aula, non alle lobby delle cliniche private o alle lobby delle assicurazioni, perché – come ha detto il collega Monchiero – dobbiamo rifavorire le assicurazioni che non entravano più nel mercato. Noi dobbiamo favorire le persone, non le assicurazioni e i profitti delle assicurazioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Questo provvedimento è scritto così male che c’è il rischio che, qualora entri in vigore così come è scritto, tutte le persone morte o tutte le persone che hanno avuto un danno da infezione ospedaliera non saranno più tutelate. Ne parlammo la settimana scorsa, ma sembra che non sia successo niente. Si elimina, c’è rischio che si elimini la responsabilità della struttura per i danni da infezione ospedaliera: il 3 per cento dei ricoverati Pag. 17muore per un'infezione ospedaliera contratta in ospedale, causata dalla vetustà delle strutture ospedaliere, causata dal fatto che vengono a mancare i finanziamenti da parte dello Stato, che viene a mancare la manutenzione degli ospedali, la pulizia degli ospedali. E queste persone non meritano tutela ?
  Vede, Presidente, l'unica cosa positiva, in parte, di questo provvedimento è il Fondo: peccato che, però, di questo Fondo non si conosca la consistenza: non sappiamo quanti soldi ci saranno. Quindi, non essendoci neanche una garanzia dello Stato per le vittime di malasanità, non sappiamo se saranno tutelate tutte le persone. Ma la cosa più grave è che questo Fondo tutelerà solo le vittime future e, magari, le vittime attuali di malasanità e di malagiustizia, soprattutto – perché sono due settori che si intersecano –, non saranno tutelate da questo Fondo. Vi rendete conto che fate una norma sul Fondo positiva, ma totalmente monca ? E mi domando perché fate questa norma.
  Vede, Presidente, questa legge, così come è scritta, prende l'assunto sbagliato, prende il punto di partenza sbagliato della medicina difensiva, punto di vista portato avanti dalle lobby assicurative negli Stati Uniti, e portato avanti da queste lobby per dividere i premi, magari, per dividere i risarcimenti, e lo portano avanti anche qui, in Italia. Vi sono studi che affermano scientificamente che la medicina difensiva è un mito, perché non esiste, ma, d'altro canto, voi parlate di medicina difensiva quando tagliate e rendete a pagamento oltre 200 procedure diagnostiche che potrebbero salvare la vita delle persone, così da creare ancora di più il divario tra una sanità di chi se la può permettere, pagando un ticket e pagando una procedura diagnostica, contro la sanità di chi non si può permettere una procedura diagnostica a pagamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e rischia la vita a causa dei vostri mancati finanziamenti alla sanità pubblica !
  Andate a dirlo a quelle persone che aspettano, magari, un anno per una ecografia o per una RX, aspettano un anno perché voi non finanziate, non mettete dentro radiologi, medici, in ospedale, perché non volete mettere soldi nella sanità pubblica !

  PRESIDENTE. Onorevole Colletti, deve concludere.

  ANDREA COLLETTI. Concludo dicendo che voteremo convintamente contro questa legge, fatta contro gli interessi delle persone e contro gli interessi dei pazienti, ma financo contro gli interessi di tutto il personale sanitario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.

  DONATA LENZI. Grazie, Presidente. Oggi, dopo dieci anni di discussione parlamentare, arriva in Aula una proposta di legge di iniziativa parlamentare che ha per oggetto, in primo luogo, la sicurezza delle cure e, in secondo luogo, la responsabilità professionale dei sanitari, e queste due cose stanno insieme, perché solo un professionista che si può muovere con un ambito di certezza di legge e di serenità è in grado di garantire, per quello che attiene alla sua responsabilità, la sicurezza delle cure.
  Noi non affrontiamo questo tema come un'esclusiva dell'Italia, è un tema trasversale di tutti i sistemi sanitari complessi, che riguarda gli Stati Uniti quanto l'Europa. L'organizzazione della medicina in questi anni è cambiata, è sempre di più una medicina d’équipe, dove le responsabilità sono diffuse sull'intera organizzazione del lavoro, e sono cambiati i pazienti, che sono sempre più informati e hanno sempre maggiori aspettative nei confronti della medicina, che, peraltro, è in grado di rispondere sempre di più e ogni giorno di più a queste aspettative, ma certo non è ancora in grado di garantire sempre e comunque la guarigione.
  L'orientamento che qui noi abbiamo assunto è quello formulato dalla commissione tecnica di lavoro, giuristi e scienziati, Pag. 18fortemente voluta dal Ministro Lorenzin e presieduta dal professor Alpa. Non ci sono state, quindi, mediazioni politiche al ribasso, ma c’è stato un confronto scientifico e giuridico, del quale abbiamo doverosamente tenuto conto.
  Noi andiamo nella direzione – che, peraltro, è stata scelta e imboccata da altri sistemi sanitari, quali, per esempio, quello svedese o quello danese – di concentrare la responsabilità maggiore sulla struttura ospedaliera, pubblica o privata che sia, e a questa abbiamo aggiunto alcuni correttivi che riconoscono la specificità della situazione italiana. Accentuando la responsabilità dell'azienda sanitaria, a fronte di qualsiasi evento avvenga nelle proprie strutture, ci muoviamo pienamente dentro il codice civile, agli articoli 1218, 1228, 2236; io veramente faccio fatica a capire come ci sia qualcuno che ritiene che la responsabilità dell'azienda possa essere considerata extracontrattuale. Ebbene, io vorrei ricordare, in primo luogo a noi, ma anche a chi ci ascolta e a chi ha sollevato tante perplessità, come bene è stato rappresentato, per esempio, dalle richieste di Cittadinanzattiva che la responsabilità in questo caso è contrattuale, l'onere della prova in carico all'azienda sanitaria, è di dimostrare d'aver fatto tutto quello che era possibile fare, e la prescrizione è decennale: non c’è, quindi, nessuna riduzione del diritto del paziente a ottenere il risarcimento del danno, quando esso sia provato; in sede processuale convocherà, chiamerà, agirà contro l'azienda ospedaliera, l'azienda sanitaria, la struttura, la clinica privata, e non soltanto contro il professionista, nei confronti del quale, invece, si torna alla responsabilità prevista dall'articolo 2043 del codice civile, come era stato fino al 1999, fino a una modifica di interpretazione e di decisione che si fa risalire alla giurisprudenza della Cassazione.
  Per quanto attiene al piano penale, come è già stato ricordato, solo il 2 per cento delle cause si chiude con una condanna: in linea con quello che questo Governo ha fatto finora in campo di giustizia penale, abbiamo cercato di ridurre il ricorso improprio a questo strumento, messo in campo magari soltanto per esercitare una pressione, e abbiamo voluto riconoscere qui la responsabilità del professionista solo per dolo e per colpa grave nei casi di imperizia, quando ci si sia attenuti alle migliori pratiche socio-sanitarie, clinico-assistenziali e alle linee guida.
  Le linee guida erano già previste dal decreto Balduzzi, ma era un'evocazione a un mondo che già ne contiene: 14 mila linee guida sono state emanate in questi anni, non si poteva legare in questo modo una responsabilità penale a un riferimento tanto evanescente. Per questo l'abbiamo collegato a due passaggi fondamentali: un elenco – la cui responsabilità è in capo al Ministero della salute – delle società scientifiche che potranno emanare queste linee guida, e l'inserimento delle linee guida in un sistema nazionale che fa capo a l'Istituto superiore di sanità, raccogliendo in questo modo anche sollecitazioni e proposte che erano venute da altre forze politiche, un sistema nazionale che le pone alla discussione scientifica, le rende pubbliche, le rende dinamiche e in grado di adattarsi ai cambiamenti e alle nuove scoperte che potranno avvenire; e in cambio, in questo modo, vogliamo garantire al professionista maggiore serenità e maggiore sicurezza nel suo lavoro.
  Ecco: questo ci mette in linea con quello che è stato il lavoro del decreto Balduzzi, ma lo chiarisce e lo rafforza. Perché questa differenza tra il medico e la responsabilità degli altri professionisti, quali l'ingegnere, l'avvocato, il notaio ed altro ? Ma proprio perché, mentre la casa è costruita dall'uomo, la macchina è costruita dall'uomo, le leggi sono fatte dall'uomo, del nostro corpo umano noi non sappiamo ancora tutto, e ognuno di noi ha la sua specificità, il suo patrimonio genetico, la sua capacità di reagire, anche dal punto di vista psicologico. Questo limite va riconosciuto anche dal punto di vista delle professionalità e giustifica l'emanazione di una normativa di settore peculiare per gli operatori sanitari.Pag. 19
  Questo nostro orientamento, che mette al centro la responsabilità dell'azienda, ha alcune conseguenze: la prima è il rafforzamento del sistema interno di audit e la figura del risk management; l'abbiamo già messo nella legge di stabilità, io considero positivo averlo inserito nella legge di stabilità, perché si è ritenuto di doverlo fare anche finora, da adesso ! Quello è già legge, non attende la fine del percorso parlamentare. Ciò vuol dire che all'interno della struttura bisogna sempre più imparare, assumendo anche da quello che è avvenuto in altri settori, a prevenire l'errore, piuttosto che a intervenire dopo per ripararlo, e si fa migliorando la funzione di audit interna; vuol dire che l'azienda deve assumere fino in fondo la responsabilità di assicurarsi o adoperare l'altro strumento dell'autoassicurazione.
  Io sono meravigliata che ancora, al giorno d'oggi, per alcuni ambiti o per alcuni settori, non ci si ponga il tema di un'assicurazione. Con questo impianto di legge, è ovvio che l'assicurazione è necessità, non solo obbligatoria. Ma noi abbiamo messo anche in campo la possibilità dell'azione diretta nei confronti delle compagnie di assicurazione e, quindi, veramente rimando al mittente chi ci accusa di averle favorite, perché, permettendo l'azione diretta – che, come sapete, è ben difficile fare nei confronti dell'assicurazione –, noi non facciamo un regalo al campo dell'assicurazione.
  Ancora una volta vogliamo stare dalla parte del paziente danneggiato; lo dico, ancora una volta, cercando di parlare con chi ha giustamente rappresentato le loro preoccupazioni. Non ci sono sconti nei confronti dei professionisti, perché abbiamo cercato un equilibrio tra le richieste del mondo delle professioni e la tutela del diritto dei pazienti. L'equilibrio sta nel fatto che all'interno di quell'azienda sanitaria – se è pubblica applicherà necessariamente la riforma Madia, quindi molto più dura nei confronti dei dipendenti che sbagliano – è prevista l'azione di rivalsa, anche essa legata alla presenza del dolo o della colpa grave, in modo tale che non ci siano sgravi e sconti ingiustificati, ma si agisca quando è necessario.
  Questo, però, colleghi, implica un obbligo anche per noi. Infatti, un sistema sanitario di questo tipo deve garantire la manutenzione delle apparecchiature, l'approvvigionamento dei farmaci, orari di lavoro civili, come ci chiede l'Europa. L'Europa ci chiede di garantire al sistema sanitario nazionale le risorse necessarie per poter assicurare sicurezza delle cure, che in questa legge diventano parte fondante dei livelli essenziali di assistenza. È un patto tra medico e paziente, ma anche un patto tra il Parlamento e il sistema sanitario (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per un breve intervento di ringraziamento, il relatore Gelli. Prego, ne ha facoltà.

  FEDERICO GELLI, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. Volevo ovviamente ringraziare, per il lungo e impegnativo e proficuo lavoro, prima di tutto il Governo. Voglio ricordare che questa è una legge di iniziativa parlamentare, quindi è fondamentale il supporto del Governo. Ringrazio il sottosegretario De Filippo per essere qui e averci seguiti in questo lungo percorso. Ringrazio, ovviamente, i colleghi della XII Commissione, a partire dal presidente, e tutti i colleghi che hanno voluto arricchire il nostro lavoro, il nostro contributo, compresi i colleghi della Commissione giustizia, che non hanno fatto mancare il loro aiuto e il loro contributo. In maniera particolare, per concludere, ringrazio gli uffici della Camera e soprattutto della XII Commissione, che sono stati al nostro fianco in questo impegnativo compito.

(Coordinamento formale – A.C. 259-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

Pag. 20

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 259-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge n. 259-262-1312-1324-1581-1769-1902-2155-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno, Invernizzi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

  «Disposizioni in materia di responsabilità professionale del personale sanitario» (259-262-1312-1324-1581-1769-1902-2155-A):

   (Presenti  403   
   Votanti  391   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
 307    
    Hanno votato
no   84).    

  Ora dovremmo passare alle mozioni in merito al corretto utilizzo dei dispositivi di rilevazione automatica della velocità e alla destinazione dei proventi derivanti dal relativo sistema sanzionatorio. Però manca il rappresentante del Governo, che ci è stato dato nel palazzo, ma non è ancora in Aula. Quindi, sospendo la seduta per alcuni minuti.

  La seduta, sospesa alle 11, è ripresa alle 11,15.

  PRESIDENTE. Prima di passare all'esame delle mozioni all'ordine del giorno, intendo sottolineare al rappresentante del Governo, la cui presenza è necessaria per lo svolgimento dei lavori parlamentari, l'esigenza di rispettare rigorosamente i tempi previsti per l'arrivo in Aula, al fine di evitare interruzioni della seduta non previste, che non consentano un corretto andamento dei lavori.

Seguito della discussione delle mozioni Baldelli, Garofalo, Catalano, Attaguile, Fauttilli, Rampelli, Palese, Abrignani ed altri n. 1-01085, De Lorenzis ed altri n. 1-01104, Tullo ed altri n. 1-01105, Cristian Iannuzzi ed altri n. 1-01106 e Franco Bordo ed altri n. 1-01116, concernenti iniziative in merito al corretto utilizzo dei dispositivi di rilevazione automatica della velocità e alla destinazione dei proventi derivanti dal relativo sistema sanzionatorio (ore 11,19).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Baldelli, Garofalo, Catalano, Attaguile, Fauttilli, Rampelli, Palese, Abrignani ed altri n. 1-01085, De Lorenzis ed altri n. 1-01104 (Nuova formulazione), Tullo ed altri n. 1-01105, Cristian Iannuzzi ed altri n. 1-01106 (Nuova formulazione) e Franco Bordo ed altri n. 1-01116 (Nuova formulazione), concernenti iniziative in merito al corretto utilizzo dei dispositivi di rilevazione automatica della velocità e alla destinazione dei proventi derivanti dal relativo sistema sanzionatorio (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  Avverto che, dopo la discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 25 gennaio 2016, sono state presentate la mozione Franco Bordo ed altri n. 1-01116, una nuova formulazione della mozione Cristian Iannuzzi ed altri n. 1-01106 e una nuova formulazione della mozione Franco Bordo ed altri numero 1-01116, che sono già state iscritte all'ordine del giorno.
  Avverto che è stata testé presentata la risoluzione Pili n. 6-00198 (Vedi l'allegato A – Risoluzione). Il relativo testo è in distribuzione.

Pag. 21

(Intervento e parere del Governo)

  PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di intervenire, esprimendo altresì il parere sulle mozioni e sulla risoluzione presentate. Prego, sottosegretario Del Basso De Caro.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Grazie, Presidente. Chiedo scusa per il ritardo non dovuto a mia responsabilità, ma in ogni caso me ne faccio carico.
  Sulla mozione Baldelli, Garofalo, Catalano, Attaguile, Fauttilli, Rampelli, Palese, Abrignani ed altri n. 1-01085, il Governo esprime parere favorevole sulle premesse, purché riformulata nel senso di sostituire la parola «molti», con la seguente: «alcuni».

  PRESIDENTE. Onorevole sottosegretario, può dire a quale capoverso delle premesse si riferisce ?

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Al primo capoverso, sostituire la parola «molti», con la parola «alcuni». Poi, sempre nella premessa, al primo capoverso, sopprimere la parola «sicuro», e sostituire le parole: «destinate agli scopi più disparati» con le parole: «con destinazioni non conformi alle previsioni di legge»; sopprimere altresì le parole: «in modo subdolo». Parliamo sempre della premessa e del primo capoverso.
  Il Governo esprime parere favorevole sul dispositivo della mozione, purché l'impegno sia modificato nel seguente modo: «ad adottare ogni iniziativa utile a mettere fine agli episodi di utilizzazione impropria degli apparecchi o sistemi di rilevamento della velocità, attraverso l'utilizzazione di dispositivi o di mezzi tecnici di controllo a distanza, di cui all'articolo 142, comma 12-bis, del codice della strada, nell'inosservanza peraltro dell'obbligo di utilizzazione delle risorse per manutenzione e messa in sicurezza delle infrastrutture stradali, posto dal comma 12-ter dello stesso articolo, ed a proporre al Parlamento, nel primo provvedimento utile, modifiche normative atte a disciplinare il meccanismo sanzionatorio, attualmente previsto nell'articolo 142, comma 12-quater, ultimo periodo, sì da superare le difficoltà oggettive rappresentate dall'impossibilità di intercettare i predetti proventi, direttamente introitati dagli enti stessi, anche se inadempienti, per decurtarli della percentuale prevista a titolo di sanzione, per l'inosservanza dei predetti obblighi. A tal fine, potrà essere valutato di prevedere che le risorse in parola siano introitate direttamente su apposito capitolo del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per essere riassegnati agli enti aventi diritto, per la realizzazione di specifici piani di intervento conformi alle finalità di legge, nonché di sostituire il predetto meccanismo sanzionatorio con sanzioni amministrative e pecuniarie adeguate»; ed ancora: «a valutare l'opportunità di coinvolgere nella predetta proposta gli uffici territoriali del Ministero dell'economia e delle finanze, quali ulteriori soggetti riceventi la relazione telematica e competenti ad irrogare le sanzioni; a presentare al Parlamento, entro il 30 settembre 2016, un report sullo stato di attuazione delle disposizioni di cui all'articolo 142, commi da 11-bis a 11-quater che, in particolare, indichi quali e quanti enti locali sono stati inadempienti rispetto agli obblighi di legge in esame».

  PRESIDENTE. Questa lettura sostituisce l'intero impegno della mozione Baldelli ?

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Sì.

  PRESIDENTE. Va bene, andiamo avanti.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Sulla mozione De Lorenzis ed altri (Nuova formulazione) n. 1-01104, il Pag. 22Governo esprime parere favorevole sulle premesse con la seguente riformulazione: al secondo capoverso, sopprimere le parole «regoli i corsi di guida sicura». L'articolo 22, comma 4, della legge n. 120 del 2010 – è un mio commento dell'ufficio – prevede che con decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, sulla base delle risultanze di un'apposita attività di studio e di sperimentazione, sono disciplinati i corsi di guida sicura avanzata...

  PRESIDENTE. Mi scusi, sottosegretario, non riusciamo a trovare il punto a cui si riferisce. Parla delle premesse della mozione, nella nuova formulazione ?

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Sì, mi riferisco al secondo capoverso, laddove è scritto che «regoli i corsi di guida (...)», si propone di sopprimere le parole «regoli i corsi di guida sicura».

  PRESIDENTE. Ma questo non è scritto al secondo capoverso. Adesso arrivano i funzionari della Presidenza e vediamo che cosa c’è di diverso tra il mio testo e il suo.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Presidente, gli uffici mi dicono che rinveniamo questa locuzione nel quarto capoverso delle premesse. Quindi al quarto capoverso delle premesse, sopprimere le parole: «regoli i corsi di guida sicura».
   Ancora, il Governo propone la seguente riformulazione del penultimo capoverso delle premesse: aggiungere dopo le parole: «i suddetti obblighi restano largamente disattesi, senza», le seguenti: «possibilità di applicare (...)». All'ultimo capoverso delle premesse, sopprimere le parole: «sia l'introduzione di una normativa per l'istituzione di centri per la guida sicura».
  Il Governo esprime parere contrario sul dispositivo della mozione.
  Sulla mozione Tullo ed altri n. 1-1105, il Governo esprime parere favorevole sia sul primo, che sul secondo impegno.

  PRESIDENTE. Il parere sulla premessa ?

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Parere favorevole sulla premessa, non vi sono osservazioni.
  Il Governo esprime parere favorevole sul primo e sul secondo capoverso del dispositivo.
   Sul terzo capoverso del dispositivo, il parere del Governo è favorevole sulla lettera a), è contrario sulla lettera b), favorevole sulla lettera c), mentre sulla lettera d) e sulla lettera e) il parere favorevole è assorbito dalla riformulazione della mozione Baldelli, Garofalo, Catalano, Attaguile, Fauttilli, Rampelli, Palese, Abrignani ed altri n. 1-01085.

  PRESIDENTE. Mi scusi, sottosegretario, deve dare il parere, perché non c’è un assorbimento. Quindi, deve dare un parere...

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Il parere è favorevole (avevo spiegato anche la motivazione).

  PRESIDENTE. Sta bene.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Infine, anche sul quarto capoverso del dispositivo il Governo esprime parere favorevole.
  Il Governo chiede che sulla mozione Cristian Iannuzzi ed altri n. 1-01106 (Nuova formulazione) sia riformulato il secondo capoverso delle premesse, espungendo le parole: «esangui per i tagli da parte del Governo». Il Governo esprime parere contrario sul primo capoverso del dispositivo; chiedo, poi, che il secondo capoverso del dispositivo sia riformulato come segue: «ad assumere iniziative per far sì che le autorità preposte si attengano alle prescrizioni in materia di distanza adeguata tra segnaletica e dispositivi di rilevazione automatica e per garantire, nella esposizione della suddetta segnaletica, Pag. 23una buona visibilità, sì da evitare rallentamenti o frenate brusche ed improvvise in prossimità dell'autovelox, che compromettono la sicurezza stradale». Questa riformulazione è sul secondo capoverso dell'impegno. Sul terzo capoverso esprimo parere favorevole, mentre sul quarto capoverso avanzo la seguente proposta di riformulazione: «a proporre, anche in sede di Conferenza unificata, iniziative utili a che i proventi derivanti dalle sanzioni per rilevazione automatica della velocità siano destinate in quota parte anche allo sviluppo della mobilità ciclabile e al trasporto pubblico locale, prevedendo una verifica periodica della destinazione dei suddetti proventi».

  PRESIDENTE. C’è ancora un impegno, sottosegretario, sulla mozione Cristian Iannuzzi ed altri n. 1-01106 (Nuova formulazione), il quinto impegno.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Nel mio testo non c’è, Presidente.

  PRESIDENTE. Allora, forse è necessario rivedere il testo, perché forse si tratta della nuova formulazione, che lei non ama...

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Esprimo parere favorevole.
  In ordine alla mozione Franco Bordo ed altri n. 1-01116 (Nuova formulazione), esprimo parere favorevole su tutti i tre impegni.

  PRESIDENTE. Qual è il parere sulla premessa ?

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Sulla premessa sono d'accordo, altrimenti l'avrei detto. Sugli impegni il parere è favorevole (sul primo, sul secondo e sul terzo)

  PRESIDENTE. Veniamo adesso al parere sulla risoluzione Pili n. 6-00198, sottosegretario, che è stata presentata questa mattina.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Presidente, per la verità devo chiedere scusa, perché dalla fotocopia non si legge, perché è scritta a mano.

  PRESIDENTE. Se qualcuno magari... ecco, arriva una copia scritta un po’ meglio, forse.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Sulla premessa, che è molto sintetica, sono d'accordo. Sui due impegni che si chiedono al Governo, esprimo parere favorevole sul primo; sul secondo, allo stato devo esprimere un parere contrario, perché si richiede di eliminare ogni autovelox comunale sulle arterie viarie principali della Sardegna.
  Quindi, francamente, visto che la risoluzione mi è stata consegnata ora, non posso esprimere un parere favorevole sul secondo impegno. Sul primo mi pare di essere assolutamente d'accordo.

  PRESIDENTE. Onorevole sottosegretario, se ci può consegnare le riformulazioni più lunghe, così che gli uffici possano fotocopiarle ed, eventualmente, darle ai colleghi che sono interessati a leggersele, perché sono abbastanza complesse.

(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ignazio Abrignani. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Presidente, onorevoli colleghi, oggi siamo, dopo questo elaborato parere – chiamiamolo così – sulle varie mozioni, con il quale il sottosegretario ci ha un po’ fatto capire qual è Pag. 24l'orientamento del Governo, a discutere del problema degli autovelox in Italia. Ragionando, infatti, sulla genesi, ricordiamo tutti, più o meno, come nacque l'installazione di questi autovelox: una serie di incidenti abbastanza gravi sulle strade italiane portarono all'utilizzo teorico di questo deterrente rispetto alla velocità con cui i nostri concittadini utilizzavano la macchina e a tal fine doveva restare.
  Invece – ed è il motivo per cui forse oggi noi siamo qui a discutere di queste mozioni – è sotto l'occhio di tutti l'uso distorto che purtroppo molte amministrazioni locali, senza distinzione di orientamento politico a dire il vero, fanno degli strumenti che la tecnologia ci ha messo a disposizione per la rilevazione dei limiti di velocità. Gli autovelox dovrebbero essere, appunto, dei deterrenti e, invece, li vediamo nascosti dietro cartelli, alberi, cespugli. Sono ormai spuntati da anni lungo le nostre strade con l'unico obiettivo di fare cassa e di rimpinguare le casse dei comuni, messe a dura prova dalla razionalizzazione della spesa che i vari Governi, succedutisi in questi anni, hanno imposto agli enti locali. Per gli amici romani è di questi giorni un WhatsApp che gira sui telefonini, con il quale vengono indicati – poi non ho mai verificato se sia vero o meno – una ventina di posti nascosti in cui gli autovelox sarebbero stati messi dal comune di Roma. Al di là, diciamo, della verifica o meno, non era certamente questa la motivazione che aveva spinto il legislatore a introdurre questi autovelox. Infatti, la scarsità delle risorse messe a disposizione degli enti locali non può essere usata come giustificazione di un uso distorto e scorretto della strumentazione chiamata a rilevare la velocità. Gli autovelox – lo ripeto – dovrebbero fungere da deterrente ed essere quindi ben visibili; nasconderli o occultarli alla vista, al solo scopo di fare cassa non rientra certamente nella loro funzione.
  L'Italia ha il record europeo di rilevatori di velocità: ve ne è uno ogni 28 chilometri di strada; in Inghilterra ce n’è uno ogni 77 ed in Francia uno ogni 252. Nel 2014 – e la fonte è il Ministero dell'interno – queste macchinette hanno emesso 312 mila sanzioni; in pratica, tutti i giorni quasi 1.000 italiani vengono multati dagli autovelox. Il totale delle multe emesse – non solo quelle derivanti da autovelox – ammonta a quasi 800 milioni di euro, che affluiscono nei bilanci comunali. Certo, non siamo qui a fare la difesa di chi supera i limiti di velocità, anche se – lasciatemelo dire – taluni di essi, presenti sulle strade a scorrimento veloce, sono veramente anacronistici (vennero messi all'epoca ma oggi non sono più attuali).
  Inoltre, siamo qui a denunciare l'uso scorretto che i comuni fanno delle risorse recuperate tramite le sanzioni. L'articolo 208 del codice della strada prevede che buona parte dei proventi delle multe siano destinati alla manutenzione delle strade di proprietà dell'ente, all'installazione, all'ammodernamento, al potenziamento, alla messa a norma e alla manutenzione delle barriere del manto stradale. Ma da quanto tempo, invece, non riscontriamo cose del genere messe in campo dagli enti locali ? I comuni, ma anche le province, elevano multe e non tagliano più neanche l'erba dalle banchine delle strade; la segnaletica ormai è illeggibile e sorvoliamo sulle pessime condizioni del manto stradale.
  La Corte costituzionale...

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole, perché ha finito il tempo.

  IGNAZIO ABRIGNANI. ... Ha stabilito, nel 2015, che le multe elevate sono state invece regolarmente pagate. Serve agire, i comuni devono essere chiamati a rispettare le leggi sulla destinazione degli introiti e il Governo deve porre in essere nuove normative sul funzionamento e il controllo degli autovelox. Sosterremo come ALA tutte le iniziative volte ad andare in questa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

Pag. 25

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bechis. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

  ELEONORA BECHIS. Grazie Presidente. Alternativa Libera ha inserito nella mozione a prima firma Cristian Iannuzzi alcuni elementi originali e qualificanti. Chiediamo che in corrispondenza degli autovelox fissi venga riportato ben visibile il limite di velocità. Questo per evitare che automobilisti distratti, o eccessivamente zelanti, rallentino eccessivamente e magari anche bruscamente, interrompendo la fluidità del traffico. Ma l'elemento che più ci sta a cuore è quello di aver chiesto di destinare una consistente parte dei proventi delle multe, oltre che alla sicurezza stradale e alla mobilità ciclabile, anche al finanziamento del trasporto pubblico locale. In tutta Italia, infatti, dalle grandi città ai borghi più remoti, il trasporto pubblico ha bisogno di un rilancio dopo anni di disattenzione, se non proprio di vero sabotaggio, da parte dei Governi e dalle amministrazioni locali. È quindi necessario uno sforzo per reperire risorse da destinare al trasporto pubblico e l'opzione di ricorrere alle multe ci sembra una buona idea ovviamente chiedendo di introdurre anche meccanismi di verifica e controllo della destinazione dei proventi. Se affolli le strade e le percorri superando i limiti di velocità, allora paghi e finanzi il sistema di trasporto pubblico, affinché possa essere più sicuro ed efficiente e possa diventare una valida alternativa al trasporto privato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Io ho firmato una delle mozioni che sono state presentate, quella a prima firma dell'onorevole Vicepresidente Baldelli, con grande convinzione per un motivo molto semplice, perché è giusto affrontare i problemi della sicurezza stradale, ed è giusto pure cioè che ci siano degli strumenti di controllo, però come al solito, cammin facendo, nel nostro Paese, si è fatto un uso distorto di questi strumenti. Infatti, ci sono una serie di comuni, sono tantissimi, a cui si sono aggiunte soprattutto le province, con le polizie provinciali, che utilizzano questi strumenti solo ed esclusivamente come possibilità di fare cassa. Bene, il problema è che nel momento in cui c’è l'utilizzo di queste risorse sia i comuni, sia le amministrazioni provinciali o le aree vaste, così come si chiamano adesso, le città metropolitane e quant'altro, nei fatti, le utilizzano per fare spesa corrente, per fare clientele e sperperi di ogni genere, di ogni grado e qualche volta anche qualche «ciambotto» con cui si preparano situazioni di corruzione. I dati mondiali, che sono proprio di oggi, rispetto a questo tema, non vedono che ci sia un miglioramento, nonostante le iniziative, nonostante l'anticorruzione di Cantone e così via.
  Quindi, è giusto che il Governo provveda con grande immediatezza a sanzionare in maniera perentoria i comuni, le amministrazioni provinciali, le ex province, che non utilizzano secondo quanto previsto dalla legge almeno il 50 per cento di queste risorse per la sicurezza sulla strada. Ecco perché io l'ho sottoscritta e la sostengo questa mozione e sostengo tutte le altre in cui si chiede l'impegno del Governo in questo senso.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nastri. Ne ha facoltà.

  GAETANO NASTRI. Grazie Presidente. La mozione all'esame dell'Assemblea ripropone nuovamente un problema noto da tempo e riguarda, come è stato ricordato da chi mi ha preceduto, l'utilizzo degli autovelox per accertare il superamento dei limiti di velocità, per la verità non nella loro globalità, utilizzati in modo ambiguo ed equivoco da molti comuni, non tanto a scopo preventivo o dissuasivo, ma come unica finalità di multare il maggior numero di automobilisti e aumentare in questo modo le entrate derivanti dalle sanzioni in favore dei bilanci delle amministrazioni.Pag. 26
  L'iniziativa legislativa sottoscritta dai colleghi di diversi schieramenti, a testimonianza dell'unanime condivisione del fenomeno, è pertanto finalizzata nel dare una risposta a una deprecabile situazione che va avanti da diversi anni e soprattutto a un'esigenza di giustizia sociale di migliaia di utenti automobilisti che, piuttosto che sentirsi protetti dallo Stato, subiscono in modo costante una profonda lesione della loro posizione giuridica a causa degli abusi e dall'uso distorto fatto dei comuni delle norme contenute nel codice della strada. Norme che, come è noto, invece che reprimere i comportamenti degli automobilisti dovrebbero essere applicate alla luce di un'esigenza di effettiva prevenzione degli incidenti e di cultura della sicurezza stradale. È stato ricordato come la Corte costituzionale, con la sentenza n. 113 del 2015, abbia stabilito come gli strumenti tecnici di misurazione elettronica siano di dubbia funzionalità e, se non sottoposti a manutenzioni e a verifiche periodiche, possono pregiudicare non solo l'affidabilità delle apparecchiature, ma anche la fede pubblica che si ripone in un settore di significativa rilevanza sociale come quello della sicurezza stradale. Ciò nonostante, il fenomeno dell'utilizzo scorretto degli autovelox continua in maniera evidente. Pertanto, colleghi, i limiti di velocità sui diversi tratti stradali sono spesso discutibili e la collocazione degli impianti di rilevazione automatica risulta talvolta arbitraria, se non, in qualche caso, persino pericolosa poiché induce gli automobilisti a bruschi rallentamenti della velocità.
  Aggiungo, inoltre, che l'installazione, la regolazione e la manutenzione degli apparecchi in questione viene spesso gestita da ditte private pagate a cottimo che, in accordo con i comuni, hanno trasformato l'accertamento della violazione del codice della strada in un vero e proprio business con gravi danni nei confronti della collettività costretta a pagare ingiustamente migliaia di multe.
   Da non dimenticare, fra l'altro, un altro aspetto: sono numerosissimi i comuni che hanno tratti di strada extraurbana che diventano l'occasione per installare nuovi autovelox, per coprire le spese correnti delle amministrazione comunali ed evitare il pareggio di bilancio.
  Pertanto, colleghi, Fratelli d'Italia voterà a favore della mozione a prima firma del collega Baldelli ed altri, nella speranza che finalmente si possa interrompere questo fenomeno che da anni esiste, attraverso un uso strategico della multa grazie al quale per chiudere i bilanci si fa sistematicamente ricorso a entrate straordinarie, che poi non si verificano, per finanziare la spesa corrente, causando fra l'altro tutta una serie di ammanchi nelle casse di moltissimi comuni.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, le mozioni, per come sono state poste, riteniamo utile sostenerle, ma indubbiamente ne sosteniamo alcune in modo più favorevole, come la mozione Baldelli, quella che ha incominciato a generare la discussione su queste mozioni, con un ripetersi di proposte da parte di tutti i gruppi. Indubbiamente riteniamo opportuno che la manutenzione delle strade sia fatta in modo esemplare per evitare incidenti, perché come si è ricordato poc'anzi, da ciò nasce questo sistema vessatorio e sanzionatorio, ovvero per cercare di calmierare gli incidenti stradali. Anche se ritengo e riteniamo che non sia solo discriminante il parametro della velocità per evitare gli incidenti, ci deve essere una valutazione oggettiva sull'efficienza del mezzo, sullo stato del mezzo, sull'usura e su tanti altri parametri che, indubbiamente, legislativamente è ben difficile poter parametrare e utilizzare. Però, indubbiamente, il sistema della rilevazione automatica, come si è visto in questi ultimi anni, non sta avendo quegli effetti benefici che dovrebbe avere.
Le mozioni indubbiamente pongono il tema economico. Riteniamo che i comuni, come è stato descritto dalla stessa mozione Baldelli, in modo subdolo utilizzano questi Pag. 27sistemi e stratagemmi, alle volte in modo volgarmente – diciamolo pure – meschino, camuffandoli con sistemi artificiali per evitare che si vedano. Dobbiamo tutti essere onesti intellettualmente: oltre dieci anni fa il Parlamento, soprattutto il gruppo della Lega Nord di allora, aveva migliorato il sistema per la rilevazione automatica della velocità, facendo ciò che alcune mozioni hanno descritto sull'utilizzo di questi dispositivi da parte dei comuni e della società appaltatrici.
  Però, indubbiamente bisogna fare chiarezza, perché essendo legislatori dobbiamo essere a conoscenza del sistema che vi è nel nostro Paese, di ciò che è successo, ad esempio, a Padova, dove il sindaco Bitonci, della cui amicizia mi onoro, ha annullato decine di migliaia di sanzioni provenienti da autovelox perché riteneva che non fossero congrue con l'effettiva velocità, perché il sistema non era corretto e soprattutto non era tarato. Per questo motivo, sulle mozioni abbiamo posto delle condizioni – come lo stesso Governo con solerzia ha voluto puntualizzare, alle volte riformulandole totalmente – per evitare sbagli ulteriori, però indubbiamente dobbiamo essere concreti e non dobbiamo neanche scoraggiare gli automobilisti. Allo stesso tempo, dobbiamo fare in modo che questi impegni vengano portati avanti, che ci sia la reale consistenza da parte delle amministrazioni comunali dell'utilizzo dei fondi, come prescrive già la legge nel codice della strada, e che questi fondi vengano utilizzati per il bene comune e non solo esclusivamente per calmierare e coprire i buchi economici e finanziari che i comuni stessi hanno, non solo esclusivamente per colpa loro ma anche per colpa vostra, in quanto indubbiamente questo Governo, negli ultimi anni, ha tagliato ingenti somme. Per questo, non voglio dire che capiamo le esigenze dei comuni, però, indubbiamente, non capiamo la vostra ratio secondo la quale non date la possibilità di poter avere amministrazioni autonome economicamente e, dall'altra parte, continuate a tagliare i fondi. Per questo, sulle mozioni presentate dai deputati Baldelli e Pili esprimeremo voto favorevole, su tutte le altre contrario; questo è il nostro parere e così sarà il nostro voto su queste mozioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Oliaro. Ne ha facoltà.

  ROBERTA OLIARO. Presidente, è indubbio che i sistemi di controllo automatici della velocità e di altre gravi infrazioni sono diventati, al pari di altri, strumenti irrinunciabili per determinare un generalizzato rispetto delle regole e una riduzione degli incidenti, come dimostra l'esperienza in altri Stati europei. In Italia abbiamo l'esperienza dei tutor utilizzati sulle nostre autostrade, con, per fortuna, la conseguente diminuzione di incidenti autostradali dovuti all'eccessiva velocità. Purtroppo le statistiche dicono che le vittime e gli incidenti in Italia sono in aumento sulle nostre strade urbane e il tasso di incidentalità e di mortalità in Italia è il più elevato tra i grandi Paesi europei. Questa è la motivazione per cui tanti comuni spesso utilizzano questi dispositivi fissi per sopperire non solo ad una carenza di personale da impiegare nei controlli ma anche per determinare un rispetto delle regole. In base al nuovo codice della strada, all'articolo 142, i comuni non hanno una libertà di utilizzo delle risorse che vengono reperite attraverso le sanzioni amministrativo-pecuniarie, ma hanno l'obbligo di reinvestirle, comunicando peraltro, anche al Ministero dei trasporti, in modo telematico, tutte le spese che hanno sostenuto a favore di interventi di manutenzione ordinaria e o straordinaria e per la messa in sicurezza delle strade dei loro territori. Credo che non bisogna puntare sempre il dito indistintamente contro i comuni rei di fare cassa; sicuramente ci saranno dei comportamenti virtuali, e questi devono essere puniti, ma fare di tutta l'erba un fascio ritengo che non sia corretto. Questo è un approccio che secondo me è sbagliato, giustifica dei comportamenti pericolosi e Pag. 28illegali e minaccia la credibilità dell'intero sistema dei controlli, il valore delle regole giuste da rispettare e di strumenti fondamentali che vengono utilizzati per la sicurezza stradale. Ovviamente bisogna partire dall'educazione, dall'educazione degli automobilisti, e deve essere un obiettivo anche importante quello di attuare ogni iniziativa necessaria a garantire il funzionamento delle apparecchiature impiegate nell'accertamento dei limiti di velocità attraverso delle verifiche periodiche e garantendo quindi l'affidabilità tecnica e l'innovazione tecnologica dei dispositivi.
  E poi, l'obiettivo principale deve essere quello della messa in sicurezza delle nostre strade. Pertanto, a nome di Scelta Civica, dichiaro il voto favorevole a tutte le mozioni per cui il Governo ha dato un avvallo positivo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Garofalo. Ne ha facoltà.

  VINCENZO GAROFALO. Presidente, il tema oggetto di questa mozione a doppia firma, anzi a plurima firma, il cui primo firmatario è Baldelli, è un tema ormai abbastanza attenzionato da tutte le forze politiche, ma soprattutto da tutto quello che ruota attorno al sistema della circolazione e della sicurezza stradale. Il nostro gruppo ovviamente voterà a favore della mozione sottoscritta da me a nome e per conto del gruppo e voterà a favore di tutte le mozioni sulle quali vi è il parere favorevole dal Governo, soprattutto perché sappiamo – per noi è fondamentale – che la sicurezza stradale è un tema di particolare importanza e richiede interventi efficaci che la sostengano e che aiutino, appunto, quella campagna per la riduzione del numero delle vittime che ogni anno si registrano sulle nostre strade. In questo contesto, proprio per affrontare e per attuare un'efficiente azione sul tema della sicurezza stradale, deve essere realizzata una vera politica sulla sicurezza stessa, che deve essere associata a una programmazione finanziaria certa ed in grado di sostenere una realizzazione degli interventi che noi giudichiamo necessari, oltre che idonei, ad assicurare il raggiungimento di tale obiettivo. Seppure sia diminuito il numero di morti e di feriti negli incidenti stradali, ancora c’è molto da fare per raggiungere i livelli che desideriamo. Allora va messo in evidenza come, nelle norme che abbiamo approvato in Commissione, il Parlamento – mi riferisco all'articolo 142 del codice della strada con i vari commi – abbia cercato di dare un indirizzo chiaro e specifico, soprattutto sul tema di cui la mozione si interessa, descrive. Cioè, prevediamo una serie di misure normative destinate proprio a far sì che i proventi derivanti dalle sanzioni amministrative e pecuniarie contestate ai conducenti e rilevate dai cosiddetti apparecchi autovelox debbano essere utilizzate in quella direzione; contestiamo con questa mozione un uso improprio e soprattutto il fatto che la sanzione serva a finanziare qualcosa che non ha nulla a che vedere con il tema della sicurezza stradale e della prevenzione. Questa destinazione deve essere assolutamente censurata e deve essere sviluppato, invece, quello che è previsto dal comma 12-quater, che risulta ancora inapplicabile e inapplicato a causa di una mancata chiusura amministrativa del procedimento necessario. Dobbiamo far sì che quanto il Parlamento ha voluto stabilire con le norme che ha emanato debba essere applicato, ed evitare che si generi un errato e assolutamente inidoneo ed improprio utilizzo delle somme, anzi, che si eviti addirittura quasi la felicità di creare sanzioni a prescindere dal tema della sicurezza stradale. Per noi le sanzioni sono ovviamente necessarie, perché devono riportare a un alveo di corretto utilizzo e sicurezza la guida, per poter far sì che si riducano sia i morti che i feriti. L'obiettivo è questo, non è riempire le casse dei comuni, che hanno sicuramente delle difficoltà, ma devono provvedere diversamente. Su questo siamo stati assolutamente uniti nel presentare questa mozione, quindi chiediamo di intervenire con controlli adeguati e sanzioni per le amministrazioni che non applicano in modo corretto le disposizioni del codice della Pag. 29strada; risolvere i problemi che non consentono l'applicazione del comma 12-quater dell'articolo 142, in modo da sostenere una coerente e corretta politica in favore degli obiettivi che lo stesso codice intende perseguire. Quindi dobbiamo fare molto di più sotto il profilo della sicurezza stradale. Non mi dilungo oltre. Il Governo deve intervenire perché la vigilanza e l'attenzione su tale materia siano massime e costanti. Per quanto ci riguarda, non smetteremo di sollecitare l'Esecutivo a disporre tutte le misure che ritenga necessarie per rispondere positivamente alla sicurezza dei cittadini sulle strade. Ribadisco quindi il nostro voto favorevole, del gruppo di Area Popolare, alla mozione sottoscritta da noi, ma anche a tutte le mozioni per le quali il Governo ha ritenuto di esprimere parere favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Grazie, Presidente. L'eccesso di velocità è il problema principale della sicurezza stradale: è un elemento fondamentale del 30 per cento circa degli incidenti stradali mortali, aumenta notevolmente il rischio di incidente. Circa il 40-50 per cento dei conducenti supera il limite di velocità consigliato, il 10-20 per cento viaggia ad una velocità superiore di 10 chilometri rispetto al limite consentito. L'eccesso di velocità non soltanto aumenta il rischio di incidente, ma accresce anche la probabilità di far riportare lesioni gravi o morte in caso di incidente stesso.
  Non esiste una soluzione univoca al problema dell'eccesso di velocità. È necessario combinare una migliore progettazione delle strade, i limiti di velocità e l'istruzione del conducente. I limiti devono essere chiaramente indicati e devono rispecchiare le funzioni della strada, le caratteristiche del traffico e la progettazione. Dispositivi come i dossi, i restringimenti – solo per fare degli esempi – sono efficaci nel controllo della velocità, ma lo sono anche i dispositivi di rilevazione della velocità stessa, così come è dimostrato da una serie di relazioni fornite da osservatori indipendenti, da associazioni, da soggetti pubblici, che vi è una diretta correlazione tra l'impiego dei cosiddetti autovelox e la diminuzione degli incidenti stradali.
  Recentemente la Corte costituzionale, pur ricordando l'importanza dello strumento come mezzo impiegato per l'accertamento della violazione del codice della strada, ha richiamato l'attenzione delle autorità competenti e delle società costruttrici degli impianti sull'importanza e la necessità di effettuare regolari e costanti opere di manutenzione e verifica del corretto funzionamento degli autovelox. Questo certamente anche a tutela, soprattutto, degli utenti della strada.
  Al Governo spetterebbe un ruolo di maggiore impulso e coordinamento anche rispetto all'introduzione di un quadro sanzionatorio per quegli enti locali che non rispettino le previsioni normative nell'utilizzo delle risorse provenienti dalle sanzioni.
  Venendo alle mozioni, nella nostra impegniamo il Governo ad adottare ogni iniziativa, anche normativa, finalizzata ad accertare la piena osservanza da parte degli enti locali di quanto previsto dall'articolo 142 del Codice della strada, in modo particolare per quanto concerne il corretto utilizzo dei proventi delle sanzioni a favore di interventi di messa in sicurezza delle strade da parte degli enti locali e degli obblighi di trasmissione dei dati ai Ministeri competenti e di pubblicazione degli stessi; a porre in essere ogni iniziativa di competenza finalizzata a garantire i più elevati standard costruttivi, l'affidabilità tecnica e l'innovazione tecnologica dei dispositivi di rilevazione automatica della velocità, al fine di tutelare la sicurezza e gli interessi dell'utente della strada; ad adottare ogni iniziativa di competenza finalizzata a migliorare, lungo ogni tipo di strada, la segnaletica relativa alla presenza di dispositivi di rilevazione della velocità.
  Noi abbiamo, inoltre, apprezzato, sia nell'intervento che nel testo, quanto proposto Pag. 30dalla mozione di Alternativa Libera-Possibile e voteremo a favore anche di tale mozione.
  Voglio, però, qui sottolineare anche la squallida strumentalizzazione che viene anche esercitata a fini politici spesso anche sui territori, magari in vista anche delle elezioni amministrative, nel senso di un attacco verso i comuni a seconda del colore politico con cui vengono governati in ordine a questa materia.
  Ritengo che, con riferimento alla mozione originale, la mozione a prima firma Baldelli – fra l'altro, come piccolo inciso, vorrei ricordare, un partito che governa questo Paese che fa parte del Governo, un Governo che ci propone e propone al Parlamento (per cui votate anche da NCD), leggi di stabilità da alcuni anni a questa parte che continuano a togliere risorse ai comuni –, nella riformulazione prevista dal Governo e accettata dal proponente, e mi sembra, anche dagli interventi di altri colleghi, che venga e possa essere votata, il fatto che si preveda la possibilità, così come l'onorevole Baldelli l'ha definita, i comuni che vogliono fare cassa, che oggi vada a far cassa lo Stato, sia una cosa insopportabile.
  Io vorrei dire che con questo meccanismo andremo a un proliferare degli strumenti e degli autovelox sulle nostre strade, per cui altro che ridurre l'atteggiamento vessatorio nei confronti degli utenti della strada, andremo, appunto, a una situazione che noi dobbiamo assolutamente censurare. Noi non voteremo quella mozione e appoggeremo altre mozioni che riscontrano i nostri stessi elementi di cui ho esposto prima le posizioni di Sinistra Italiana (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Simone Baldelli. Ne ha facoltà.

Testo sostituito con errata corrige volante   SIMONE BALDELLI. Grazie, Presidente. La premessa è che tutti devono rispettare il codice della strada. Lo devono rispettare i cittadini, gli automobilisti, nei limiti di velocità, le regole che il codice della strada stabilisce per la corretta circolazione di tutti i veicoli e anche dei pedoni. Lo devono rispettare anche i comuni nelle previsioni che il codice della strada fa, ad esempio, ed è l'oggetto di questa mozione, in relazione ai proventi delle multe degli autovelox.
  Io sono molto contento di essere riuscito, con la firma di diversi colleghi di diversi gruppi politici, di tutto il centrodestra e anche di colleghi di centro e anche di colleghi di sinistra, a portare in questa Assemblea questa discussione, perché in questo periodo, sostenendo questa battaglia, ho potuto toccare con mano quanta esasperazione vi sia in relazione a questo tema.
  Vedete, la previsione per cui i comuni possano utilizzare gli autovelox, destinando queste risorse a scopi di sicurezza stradale, come prevede l'articolo 142 del codice della strada, e leggo testualmente dall'articolo 142: alla realizzazione di interventi di manutenzione e messa in sicurezza delle infrastrutture stradali – se abbiamo bene in mente come sono combinate le nostre strade – ivi comprese la segnaletica e le barriere e dei relativi impianti, nonché al potenziamento delle attività di controllo e di accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale, ivi comprese le spese relative al personale. Ecco, quante risorse sono state distratte da questa voce, colleghi, grazie all'utilizzo distorto dello strumento dell'autovelox. Ecco, per la riformulazione ringrazio il Governo, perché ha scritto in maniera tecnicamente ineccepibile quello che noi avevamo già scritto nella prima formulazione del nostro impegno, aggiungendo in più, e credo sia un fatto estremamente positivo, l'impegno del Governo stesso a presentare una relazione entro il 30 settembre del 2016 su quanto sia stata e dove sia stata disattesa questa norma nei comuni italiani, facendo così un monitoraggio e, quindi, facendo terminare questa diatriba tra chi dice che sono tutti i comuni e chi dice che non è nessuno. Forse è vero un po’ l'una e un po’ l'altra, sono alcuni, ma quegli alcuni fanno cassa, Pag. 31quegli alcuni non sono né troppi né pochi, finché non li quantizziamo, ma vi invito a viaggiare nelle province italiane per rendervi conto andate nelle Marche, sono una regione bellissima, anche per fare turismo, troverete una provincia disseminata di autovelox e di comuni che fanno cassa con questo, e quanti turisti oltre che quanti cittadini, pendolari, famiglie, mamme che portano i figli a scuola, si ritrovano poi il peso sui propri stipendi di questo utilizzo distorto degli autovelox. L'inversione della logica autovelox-prevenzione con autovelox-cassa fa in modo che l'autovelox non venga utilizzato come strumento di dissuasione o di prevenzione rispetto a chi eccede i limiti di velocità, ma è chiaro venga messo a tradimento nei punti di maggior passaggio, in barba alla sicurezza stradale. Ma soprattutto l'utilizzo delle risorse è un utilizzo diverso, e, quindi, distrazione di fondi preziosi per la sicurezza stradale, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
  Quindi, io credo che in questo senso l'impegno del Governo oggi sia stato importante e ringrazio il sottosegretario Del Basso De Caro, che ha voluto prendersi questo impegno e, a fronte di questo impegno, anche forse quel po'di ritardo con cui è iniziata la seduta è valso la pena. Credo anche di dover ringraziare i colleghi che hanno voluto sottoscrivere la nostra mozione, colleghi di tanti gruppi diversi, gli altri colleghi che hanno inteso partecipare con onestà intellettuale e con buonsenso alla discussione vera di questo punto e anche le tante persone che sui social network hanno voluto condividere questa battaglia.
  Io, Presidente, non sono uno che ha un particolare seguito sui social network, ma un milione e 685 mila persone raggiunte io non le avevo mai viste sulla mia pagina, non avevo mai visto 30 mila like su una battaglia del genere. E credo che, evidentemente, se c’è una risposta di questo tipo, è perché si va incontro anche ad interpretare un sentimento popolare – che, diversamente, si può manifestare in tanti modi, ma anche questo è certamente uno di questi strumenti – che in questo momento vede una contrapposizione tra amministratori e cittadini. Forse oggi, con questo passaggio parlamentare, abbiamo ridotto questa distanza, forse abbiamo fatto un vero servizio.
  Concludo dicendo che noi ci impegniamo a controllare, a chieder conto, a vigilare sul fatto che il Governo mantenga questi impegni, nella prima occasione utile, nuove norme per fare sanzioni, per quei comuni che queste norme – che sono il codice della strada – non le rispettano, perché, se è giusto che il codice della strada sia rispettato dai cittadini, è giusto che sia rispettato anche dai comuni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
  SIMONE BALDELLI. Grazie, Presidente. La premessa è che tutti devono rispettare il codice della strada. Lo devono rispettare i cittadini, gli automobilisti, nei limiti di velocità, le regole che il codice della strada stabilisce per la corretta circolazione di tutti i veicoli e anche dei pedoni. Lo devono rispettare anche i comuni nelle previsioni che il codice della strada fa, ed è l'oggetto di questa mozione, in relazione ai proventi delle multe degli autovelox.
  Io sono molto contento di essere riuscito, con la firma di diversi colleghi di diversi gruppi politici, di tutto il centrodestra e anche di colleghi di centro e anche di colleghi di sinistra, a portare in questa Assemblea questa discussione, perché in questo periodo, sostenendo questa battaglia, ho potuto toccare con mano quanta esasperazione vi sia in relazione a questo tema.
  Vedete, esiste la previsione per cui i comuni possano utilizzare gli autovelox, con l'obbligo di destinare queste risorse a scopi di sicurezza stradale, come prevede l'articolo 142 del codice della strada, e leggo testualmente dall'articolo 142: alla realizzazione di interventi di manutenzione e messa in sicurezza delle infrastrutture stradali – se abbiamo bene in mente come sono combinate le nostre strade – ivi comprese la segnaletica e le barriere e dei relativi impianti, nonché al potenziamento delle attività di controllo e di accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale, ivi comprese le spese relative al personale. Quante risorse sono state distratte da questa voce, colleghi, tramite l'utilizzo distorto dello strumento dell'autovelox? Ecco, per la riformulazione ringrazio il Governo, perché ha scritto in maniera tecnicamente ineccepibile quello che noi avevamo già scritto nella prima formulazione del nostro impegno, aggiungendo in più, e credo sia un fatto estremamente positivo, l'impegno del Governo stesso a presentare una relazione entro il 30 settembre del 2016 su quanto sia stata e dove sia stata disattesa questa norma nei comuni italiani, facendo così un monitoraggio e, quindi, facendo terminare questa diatriba tra chi dice che sono tutti i comuni e chi dice che non è nessuno. Forse sono «alcuni», ma quegli «alcuni» fanno cassa, Pag. 31quegli «alcuni» non sono né tanti né pochi, finché non li quantizziamo, ma vi invito a viaggiare nelle province italiane per rendervi conto del fenomeno. Andate nelle Marche, sono una regione bellissima, anche per fare turismo, troverete una provincia disseminata di autovelox e di comuni che fanno cassa con questo, e quanti turisti oltre che quanti cittadini, pendolari, famiglie, mamme che portano i figli a scuola, si ritrovano poi il peso sui propri stipendi di questo utilizzo distorto degli autovelox! L'inversione della logica autovelox-prevenzione con autovelox-cassa fa in modo che l'autovelox non venga utilizzato come strumento di dissuasione o di deterrente rispetto a chi eccede i limiti di velocità, ma venga messo a tradimento nei punti di maggior passaggio, in barba alla sicurezza stradale. Ma soprattutto l'utilizzo delle risorse è un utilizzo diverso, e, quindi, c'è distrazione di fondi preziosi per la sicurezza stradale, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
  Quindi, io credo che in questo senso l'impegno del Governo oggi sia stato importante e ringrazio il sottosegretario Del Basso De Caro, che ha voluto prendersi questo impegno e, a fronte di questo impegno, anche forse quel po'di ritardo con cui è iniziata la seduta è valso la pena. Credo anche di dover ringraziare i colleghi che hanno voluto sottoscrivere la nostra mozione, colleghi di tanti gruppi diversi, gli altri colleghi che hanno inteso partecipare con onestà intellettuale e con buonsenso alla discussione vera di questo punto e anche le tante persone che sui social network hanno voluto condividere questa battaglia.
  Io, Presidente, non sono uno che ha un particolare seguito sui social network, ma un milione e 685 mila persone raggiunte io non le avevo mai viste sulla mia pagina, non avevo mai visto 30 mila like su una battaglia del genere. E credo che, evidentemente, se c’è una risposta di questo tipo, è perché si va incontro anche ad interpretare un sentimento popolare – che, diversamente, si può manifestare in tanti modi, ma anche questo è certamente uno di questi strumenti – che in questo momento vede una contrapposizione tra amministratori e cittadini. Forse oggi, con questo passaggio parlamentare, abbiamo ridotto questa distanza, forse abbiamo fatto un vero servizio.
  Concludo dicendo che noi ci impegniamo a controllare, a chieder conto, a vigilare sul fatto che il Governo mantenga questi impegni, nella prima occasione utile, nuove norme per fare sanzioni, per quei comuni che queste norme – che sono il codice della strada – non le rispettano, perché, se è giusto che il codice della strada sia rispettato dai cittadini, è giusto che sia rispettato anche dai comuni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Carinelli. Ne ha facoltà.

  PAOLA CARINELLI. Grazie, Presidente. Oggi parliamo di un argomento, cioè le multe stradali, che gli italiani vivono quotidianamente sulla loro pelle e, in particolare, oggi parliamo delle multe comminate tramite autovelox, ma credo che il discorso si possa applicare anche alle multe in generale. Come gli automobilisti italiani ben sanno, purtroppo, è pratica diffusa usare le multe non con il loro scopo primario, cioè di prevenzione, ma come strumento per fare cassa. Quante volte, infatti, è capitato a chiunque di noi, in giro per l'Italia, di vedere autovelox piazzati ad arte, per esempio dove c’è bassa incidenza di pericolo, ma alta intensità di transiti, tanto che lo stesso presidente dell'Automobile Club d'Italia, Angelo Sticchi Damiani, ha dichiarato che gli autovelox non sempre sono posizionati per indurre al rispetto dei limiti di velocità, ma anche per fare cassa in un momento per gli enti locali certamente non facile.
  Il fatto di usare le multe come strumento per far quadrare i bilanci dei comuni è una pratica purtroppo molto diffusa in Italia, e oltre che scorretta è anche pericolosa per i comuni stessi, tanto Pag. 32che anche la Corte dei conti è dovuta intervenire, a volte. Per fare un esempio, il comune di Roma, nel 2014, aveva messo in bilancio un incasso di 281 milioni di euro dalle vecchie multe per infrazioni stradali, quando poi, invece, in realtà, ne ha incassati appena 14, al posto dei 281 preventivati. Successivamente è intervenuta anche la Corte dei conti, tanto che è arrivata a chiedere ai comuni, per far fronte al prevedibile buco di bilancio dovuto alle mancate riscossioni, di prevedere un fondo di svalutazione crediti.
  Probabilmente, eliminare la possibilità per i comuni di far quadrare i bilanci preventivi con incassi da infrazioni stradali aiuterebbe a restituire ad un sistema sanzionatorio la sua reale valenza di sistema a favore della fluidità di circolazione e della sicurezza stradale, e non sarebbe più sentito dal cittadino come un sistema vessatorio.
  Detto ciò, passiamo però al secondo punto, anche forse più importante, cioè la destinazione dei proventi, su cui, ahimè, c’è veramente poca trasparenza. Parliamo di tanti soldi: da uno studio del 2012, gli incassi derivanti da multe sono circa 2 miliardi di euro; sono, infatti, circa 1,6 miliardi di euro quelli incassati dalle polizie locali e circa 400 milioni di euro quelli incassati a livello nazionale e, quindi, derivanti dall'azione di polizia stradale e carabinieri. In linea di massima, con le attuali norme del codice della strada, quando una generica sanzione viene accertata e riscossa da un ente locale, metà dell'importo deve essere reinvestito in sicurezza stradale, ma non sappiamo – il punto è questo – se questa norma venga effettivamente rispettata dai comuni italiani, e non sappiamo, ovviamente, neppure dove vada a finire l'altro 50 per cento non vincolato. Questo è il punto: non c’è nessuna trasparenza.
  Quando ad accertare ed incassare una generica multa, invece, è l'apparato statale, diventa ancora meno chiaro: all'incirca solo un quarto di quell'importo è vincolato, mentre per i restanti tre quarti abbiamo il buco nero più totale. Tra l'altro, i Ministeri delle infrastrutture e dei trasporti e dell'interno dovrebbero relazionare annualmente, ma la relazione non risulta mai essere stata presentata.
  Il MoVimento 5 Stelle da tempo si batte per avere maggiore trasparenza sui proventi delle multe. Abbiamo presentato diverse interrogazioni in cui chiediamo al Ministro i dati, sia degli enti locali, sia statali, nonché il motivo per cui non risulta essere stata trasmessa, da parte del Ministro, la relazione annuale al Parlamento prevista per legge. Abbiamo anche presentato diversi emendamenti per modificare il codice della strada e permettere ai cittadini di controllare dove e come vengano comminate le sanzioni, e come i comuni utilizzino i fondi derivanti dalle multe. Purtroppo, però, la burocrazia italiana, ad oggi, è rimasta sorda alle nostre sacrosante richieste.
  Quindi, Presidente, noi oggi siamo qui per sollecitare nuovamente quello che, da molto tempo, noi chiediamo: è urgente porre fine al distorto uso che le amministrazioni fanno degli autovelox; è altresì urgente e fondamentale fare chiarezza su dove vanno a finire i proventi delle multe. La legge prevede che una grossa parte vada utilizzata in investimenti per la sicurezza stradale: bene, facciamo sì che ciò venga applicato e, soprattutto, che i proventi siano rendicontati e che le amministrazioni che non rispettano questa regola vengano sanzionate.
  Io credo, Presidente, per concludere, che quella di oggi fosse un'opportunità, per il Governo e per il cittadino: un'opportunità che però il Governo ha sprecato, perché abbiamo visto che le riformulazioni in pratica annacquano quelle che erano delle mozioni. Credo occorra fare chiarezza e dire le cose in maniera chiara, senza annacquare e senza usare dei formalismi o senza rimandare. Vogliamo fare chiarezza, sì o no, su dove vanno i proventi delle multe ? Questo è il punto fondamentale ! Noi da tempo chiediamo trasparenza, chiediamo che i cittadini possano sapere quali sono i proventi delle multe e dove vanno a finire. Ma devono saperlo i cittadini tutti, per cui ben venga una relazione al Parlamento: speriamo che Pag. 33arrivi presto ma ne dubitiamo, visto quanto sono state annacquate le mozioni. Questa rendicontazione dei proventi deve anche e soprattutto essere online, in modo che i cittadini possano sapere dove vanno i soldi delle loro multe, questo è il punto: bisogna mettere fine al fatto che i comuni usino gli autovelox per fare cassa, e i comuni che non rispettano le norme di legge devono essere sanzionati. Questo noi chiedevamo in maniera semplice e chiara: le richieste sono state annacquate o addirittura è stato dato parere contrario. Ci dispiace perché, ripeto, è un'opportunità persa. Noi chiediamo, semplicemente, chiarezza e trasparenza: dove vanno a finire i proventi delle multe ? Devono andare in sicurezza stradale e non a ripianare i bilanci dei comuni: questo è il punto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paolo Gandolfi. Ne ha facoltà.

  PAOLO GANDOLFI. Presidente, onorevoli colleghi, oggi votiamo mozioni la cui finalità è quella di avere un corretto uso dei sistemi di controllo della velocità, quelli che chiamiamo gli autovelox. Se partiamo dall'idea che il nostro Paese e il traffico stradale sia ordinato e sicuro, possiamo anche permetterci di affrontare questo tema come è stato fatto nelle premesse di alcune delle mozioni e durante le dichiarazioni di voto. Se l'Italia fosse il paradiso della legalità e le autorità pubbliche una congrega di malfattori, allora in questo caso potremmo accettare affermazioni gravi e infondate presenti in queste premesse: stabilire che esiste, diciamo, una vessazione da parte degli enti locali nei confronti dei cittadini, cosa che è scritta esplicitamente nelle mozioni a prima firma dei colleghi Baldelli, Iannuzzi e De Lorenzis. Purtroppo non è così. Argomentare questo tema dimenticandosi della sicurezza stradale, come è stato fatto, è cosa molto grave. La sicurezza stradale è il vero unico tema di cui noi ci dobbiamo occupare. Non stupisce che nella mozione del Presidente Baldelli si citi un atto grave e dubbio, a mio giudizio, come quello, riportato tra virgolette, «messo in atto dal sindaco di Padova, che ha annullato decine di migliaia di sanzioni provenienti da autovelox».
  Io credo che questo fatto, richiamato formalmente in Aula, meriti una verifica da parte della Corte dei conti per il potenziale danno erariale al comune di Padova e ai cittadini di quella città. E, da parte mia, vi è il dubbio che dietro questo ci sia consenso facile, come quello che sempre si cerca su questa materia.
  Signora Presidente, è troppo facile cercare consenso su questa materia. Il ruolo della politica, il ruolo degli amministratori, il ruolo dei legislatori è quello di tenere la schiena dritta, perché l'unico obiettivo vero che noi dobbiamo avere è quello della sicurezza stradale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Vogliamo mettere in ordine le cose, una volta tanto ? La sicurezza stradale è un problema nel nostro Paese. Noi abbiamo 3.400 morti all'anno; questo nel 2014, che è l'ultimo anno preso in considerazione dall'ISTAT, il 2015 sarà peggio. Siamo il peggior Paese d'Europa. Tra i grandi Paesi, abbiamo un indice di incidentalità, mortalità e lesività peggiore di tutti gli altri grandi Paesi, è il doppio di quello della Gran Bretagna. Non è scontato che debba essere così, non è scontato ! Non è una fatalità e non si fa consenso facile su questo tema, mi dispiace. La principale causa di morte per gli italiani al di sotto dei 45 anni è rappresentata dagli incidenti stradali, non altre cose, di cui spesso ci occupiamo con più attenzione e con più interesse e anche con più dovizia di risorse e di cultura politica.
  Io credo che su questo tema dobbiamo guardare il centro del problema: in Italia si fanno pochi controlli, molto meno che da altre parti. Partiamo da lì, partiamo dalla sicurezza stradale, poi vedrete che ci rincontriamo. Tant’è vero che, alla fin fine, le mozioni hanno dei punti in comune. Il primo è l'uso corretto degli autovelox. Esiste una relazione sul fatto che, se gli autovelox o altri strumenti di controllo Pag. 34automatico vengono utilizzati male, si indebolisce l'effettività della norma: questo è riconosciuto ed è il punto di partenza. Noi vogliamo che i cittadini rispettino le norme, perché questo è il principale criterio attraverso cui si garantisce la sicurezza stradale. Quindi, è evidente che un uso scorretto degli autovelox può ledere questo principio base, che – ribadisco – è un principio di riferimento se noi vogliamo salvare la vita ai nostri concittadini.
  Quindi, indicare, come è stato fatto, che ci sia un uso corretto degli autovelox è importante. Lo abbiamo fatto, ma non solo questo: a differenza delle altre mozioni, la mozione del PD indica anche con chiarezza come questo controllo deve avvenire. Infatti, il caso del Tutor in autostrada o del Vergilius in altri tratti autostradali dimostra che un controllo sistematico della velocità diminuisce gli incidenti, i morti e le infrazioni: quindi, se vogliamo smettere di vessare gli italiani, induciamoli a comportarsi correttamente e facciamo un uso corretto degli strumenti. Affermare che fanno cassa mi sembra lesivo per tutti i comuni che, con grande impegno, cercano di ridurre l'incidentalità stradale e mi sembra francamente una grossa sciocchezza, buona per i bar e non per il Parlamento. Diciamo ai comuni che l'uso sistematico dei controlli di velocità deve avvenire a seguito di verifiche sul fatto che si riducano le infrazioni, gli incidenti, i feriti e i morti: vedrete che questa cosa è sistematica se il controllo è corretto. Questa, caro sottosegretario, è la formula migliore per produrre un effetto, assieme all'altro punto fondamentale della nostra mozione, che è quello dell'uso delle risorse.
  Noi, a differenza di quanto fanno altri, proponiamo che tutta la quota derivante dalle sanzioni amministrative sia dedicata alla sicurezza stradale: in primo luogo alla gestione dei manufatti stradali, ma in maniera tale che non solo non siano pericolosi, ma inducano a più moderazione; e poi anche per maggiori controlli. Rimane questo l'unico punto su cui dobbiamo concentrare la nostra attenzione. Tutto il resto sono argomentazioni che, purtroppo, non dovrebbero neanche arrivare a sfiorare quest'Aula, se non mettendo avanti una facile attenzione al consenso rispetto all'obiettivo vero della sicurezza stradale.
  Guardi, onorevole sottosegretario Del Basso De Caro, le dico questo: lei ha detto che c’è un punto controverso, che, in questo senso, a nostro giudizio, era fondante. Però, noi preferiremmo una riformulazione del punto interessato, con l'esclusione della parte a cui lei dice di non dare parere favorevole, in maniera tale che ci possa essere un parere favorevole su tutta la mozione. Chiedo questo agli uffici e chiedo che questa sia la forma per affrontare in maniera più corretta un problema che esiste e a cui noi possiamo dare soluzione, anche con un pochino più di impegno e di attenzione a quella che, come dicevo prima, è la principale causa di morte dei nostri connazionali: che non muoiono a caso, ma muoiono per la somma della distrazione e dell'eccesso di velocità. Muoiono loro e muoiono persone innocenti che in quel momento passavano da quel luogo, proprio perché noi continuiamo a sottovalutare questo aspetto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Come da prassi, le mozioni e la risoluzione saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Baldelli, Garofalo, Catalano, Attaguile, Fauttilli, Rampelli, Palese, Abrignani ed altri n. 1-01085, come riformulata su richiesta Pag. 35del Governo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Stella Bianchi, Di Salvo, Pannarale, Monchiero, Migliore, Mazziotti Di Celso, Villarosa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni) (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

   (Presenti  420   
   Votanti  390   
   Astenuti  30   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
 390).    

  Passiamo alla votazione della mozione De Lorenzis ed altri n. 1-01104 (Nuova formulazione). Avverto che i presentatori di tale mozione non hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo e, pertanto, il parere deve intendersi contrario sulla mozione nella sua interezza.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione De Lorenzis ed altri n. 1-01104 (Nuova formulazione), su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Catania, Sottanelli, Archi, Folino, Nardi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  426   
   Votanti  389   
   Astenuti   37   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato
 111    
    Hanno votato
no  278).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Tullo ed altri n. 1-01105, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Fanucci, Placido, Duranti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  424   
   Votanti  350   
   Astenuti  74   
   Maggioranza  176   
    Hanno votato
 337    
    Hanno votato
no   13).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Cristian Iannuzzi ed altri n. 1-01106 (Nuova formulazione), come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vico, Del Grosso, Romele...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  432   
   Votanti  359   
   Astenuti   73   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato
 349    
    Hanno votato
no   10).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Franco Bordo ed altri (Nuova formulazione) n. 1-01116, per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 36

  Ghizzoni, Vico, Cozzolino, Nesci, Pisicchio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  425   
   Votanti  319   
   Astenuti  106   
   Maggioranza  160   
    Hanno votato
 308    
    Hanno votato
no   11).    

   Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Pili n. 6-00198, come riformulata su richiesta del Governo, per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Vico...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  429   
   Votanti  422   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato
 398    
    Hanno votato
no   24).    

Inversione dell'ordine del giorno (ore 12,30).

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signora Presidente, intervengo per proporre all'Assemblea un'inversione dell'ordine del giorno, nel senso di trattare adesso il punto 4 dell'ordine del giorno, in sostituzione del punto 3, e di differire il seguito della discussione delle mozioni di cui al punto 3 – perché queste mozioni riguardano la candidatura di Roma Capitale come sede delle Olimpiadi del 2024 – a un momento diverso e più consono all'importanza di questo provvedimento, visto che trattasi di una candidatura per poter eventualmente raggiungere anche tale obiettivo. Chiediamo di rinviarne l'esame alla seduta di martedì prossimo.
   La proposta è formalizzata con questa richiesta di inversione dell'ordine del giorno; spero e mi auguro che venga accettata, anche perché c'era stato ieri, nella Conferenza dei presidenti di gruppo, l'accordo di mettere fine ai lavori dell'Aula oggi, alle ore 14, per una serie di esigenze pure di altri gruppi, condivise da tutta la Conferenza all'unanimità. Purtroppo, vista l'importanza degli altri argomenti, l'esigenza dell'inversione si pone.

  PRESIDENTE. Onorevole Palese, come sanno i colleghi, sulla richiesta di inversione dell'ordine del giorno, nel senso di passare direttamente al punto n. 4, che reca il seguito della discussione del disegno di legge di ratifica, recante norme per il contrasto al terrorismo, potrà intervenire, ai sensi dell'articolo 41 del Regolamento, un deputato contro ed uno a favore, per non più di cinque minuti ciascuno.

  DANIELE DEL GROSSO. Chiedo di parlare contro.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DANIELE DEL GROSSO. Presidente, in realtà, non ci sono motivi per invertire l'ordine del giorno.
  Vogliamo mantenere l'ordine del giorno così com’è. Ci dessero un motivo per modificarlo, perché effettivamente non ce n’è alcuno.
  Voteremo contro l'inversione e speriamo che il PD faccia lo stesso.

Pag. 37

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare a favore dell'inversione.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Presidente, solo per rendere edotta l'Assemblea di un accordo che abbiamo raggiunto in sede di conferenza dei presidenti di gruppo, su richiesta di un gruppo, di concludere entro le ore 14 questa seduta. Grazie alla disponibilità dei colleghi di SEL, si è reso utile approvare la ratifica di un trattato internazionale importante e mi sembra che ci siano tutti gli elementi per votare a favore di questa inversione, ringraziando di nuovo la disponibilità dei colleghi di SEL – chiedo scusa, Arturo, di Sinistra italiana – che hanno consentito il rinvio alla prossima settimana.

  PRESIDENTE. Va bene. Allora, dopo la precisazione sul nome del gruppo, Sinistra Italiana-SEL, passiamo ai voti.
  Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di inversione dell'ordine del giorno.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva per 266 voti di differenza.
  A questo punto, dobbiamo sospendere la seduta, per consentire una breve riunione del Comitato dei nove, per esprimere il parere su un subemendamento che è stato presentato. Chiedo alla presidente Ferranti di quanto tempo avete bisogno per la sospensione.

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Presidente, al massimo di dieci minuti.

  PRESIDENTE. Va bene. La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 12,45.

  La seduta, sospesa alle 12,35, è ripresa alle 12,45.

Seguito della discussione del disegno di legge: Norme per il contrasto al terrorismo, nonché ratifica ed esecuzione: a) della Convenzione del Consiglio d'Europa per la prevenzione del terrorismo, fatta a Varsavia il 16 maggio 2005; b) della Convenzione internazionale per la soppressione di atti di terrorismo nucleare, fatta a New York il 14 settembre 2005; c) del Protocollo di Emendamento alla Convenzione europea per la repressione del terrorismo, fatto a Strasburgo il 15 maggio 2003; d) della Convenzione del Consiglio d'Europa sul riciclaggio, la ricerca, il sequestro e la confisca dei proventi di reato e sul finanziamento del terrorismo, fatta a Varsavia il 16 maggio 2005; e) del Protocollo addizionale alla Convenzione del Consiglio d'Europa per la prevenzione del terrorismo, fatto a Riga il 22 ottobre 2015 (A.C. 3303-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3303-A: Norme per il contrasto al terrorismo, nonché ratifica ed esecuzione: a) della Convenzione del Consiglio d'Europa per la prevenzione del terrorismo, fatta a Varsavia il 16 maggio 2005; b) della Convenzione internazionale per la soppressione di atti di terrorismo nucleare, fatta a New York il 14 settembre 2005; c) del Protocollo di Emendamento alla Convenzione europea per la repressione del terrorismo, fatto a Strasburgo il 15 maggio 2003; d) della Convenzione del Consiglio d'Europa sul riciclaggio, la ricerca, il sequestro e la confisca dei proventi di reato e sul finanziamento del terrorismo, fatta a Varsavia il 16 maggio 2005; e) del Protocollo addizionale alla Convenzione del Consiglio d'Europa per la prevenzione del terrorismo, fatto a Riga il 22 ottobre 2015.
  Ricordo che nella seduta del 25 gennaio 2016 si è conclusa la discussione sulle linee generali e la presidente della Commissione giustizia, deputata Donatella Ferranti, Pag. 38in sostituzione dei relatori, nonché il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli – A.C. 3303-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione (Vedi l'allegato A – A.C. 3303-A).
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 3303-A) che sono in distribuzione.
  Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 89 del Regolamento, in quanto del tutto estranee rispetto al contenuto del provvedimento, le seguenti proposte emendative, non previamente presentate nelle Commissioni: l'articolo aggiuntivo Brunetta 4.031, volto a modificare il numero dei componenti del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica; l'articolo aggiuntivo Molteni 9.01, che modifica l'articolo 274 del codice di procedura penale in materia di presupposti per le misure cautelari.
  Avverto, inoltre, che fuori dalla seduta l'emendamento Sarro 4.33 è stato ritirato dal presentatore.

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 3303-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 3303-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti. Se i colleghi prendono posto...
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Catania, Zardini, Borghi, Caso, Castelli, Pastorino, Martella, Schullian, Matarrelli, Melilla, Ricciatti, Zaratti, Nicchi, Invernizzi. Ancora Nicchi e Ricciatti: ha votato, onorevole Ricciatti (non vedo da qui) ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  392   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
 392).    

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 3303-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 3303-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ravetto, Carbone, Palazzotto, Di Lello, De Lorenzis, Mazzoli, Fanucci, Lenzi, Sannicandro. Fanucci ancora non riesce a votare: sblocchiamo la postazione. Oliaro, Galgano, Guidesi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  401   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato
 401).    

  (Il deputato Vico ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 3303-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 3303-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.Pag. 39
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ravetto, Miotto, Palese, Colaninno. Hanno votato tutti ? D'Attorre, Sani, che sta salendo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  403   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato
 403).    

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 3303-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3303-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito i relatori ad esprimere il parere delle Commissioni. Chi prende la parola ? L'onorevole Dambruoso o l'onorevole Manciulli ? Prego, onorevole Dambruoso; si deve alzare, onorevole Dambruoso. Mi scusi, ma le forme vanno rispettate. Prego.

  STEFANO DAMBRUOSO, Relatore per la II Commissione. Grazie, Presidente, per la sollecitazione.
  Le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti Agostinelli 4.2, Daniele Farina 4.30, 4.31 e 4.32 e Molteni 4.1.

  PRESIDENTE. L'emendamento Sarro 4.33 è ritirato.

  STEFANO DAMBRUOSO, Relatore per la II Commissione. Le Commissioni esprimono parere favorevole sull'emendamento Agostinelli 4.3 e parere contrario sull'emendamento Artini 4.34.

  PRESIDENTE. Qual è il parere delle Commissioni sugli articoli aggiuntivi ?

  ANDREA MANCIULLI, Relatore per la III Commissione. Presidente, le Commissioni invitano i presentatori al ritiro dell'articolo aggiuntivo Gianluca Pini 4.01 e del subemendamento Brunetta 0.4.02.1, altrimenti il parere è contrario.
  Le Commissioni invitano i presentatori al ritiro degli articoli aggiuntivi Gianluca Pini 4.02 e 4.03, altrimenti il parere è contrario.
  Le Commissioni raccomandano l'approvazione del proprio articolo aggiuntivo 4.050.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENRICO COSTA, Viceministro della giustizia. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dai relatori.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Agostinelli 4.2, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Garavini, Sorial, Nesci.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  413   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato
 105    
    Hanno votato
no  308).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Daniele Farina 4.30.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Grazie, Presidente. Come abbiamo visto, credo tutti noi, da questi primi voti non c’è un'ostilità del gruppo Sinistra Italiana ad un provvedimento che rappresenta la ratifica e l'esecuzione di alcune convenzioni internazionali. Sono, in realtà, convenzioni molto Pag. 40antiche, perché abbiamo una Convenzione del Consiglio d'Europa per la prevenzione del terrorismo, che è del maggio del 2005, con un Protocollo addizionale successivo; abbiamo la Convenzione dell'ONU per la soppressione degli atti del terrorismo nucleare, sempre del 2005; abbiamo un Protocollo di emendamento della Convenzione europea, sempre per la repressione del terrorismo, addirittura del 2003.
  Allora questi emendamenti che abbiamo presentato sono emendamenti se vogliamo marginali, ma di precisazione. È una discussione questa che abbiamo già svolto in quanto non è la prima volta, anzi accade ormai con notevole frequenza, che ci troviamo a discutere di ratifiche o di modifiche del nostro ordinamento in relazione, soprattutto, anche all'accadimento di fatti eclatanti e drammatici che hanno quindi un impatto di attualità. Bisogna però chiedersi se questa strada che andiamo seguendo, non soltanto noi, ma anche a livello europeo, sia la strada corretta per il contrasto di quei fenomeni e di quegli atti di cui le Convenzioni internazionali e l'ordinamento, perché noi non ratifichiamo solo Convenzioni internazionali con il voto di quest'Aula, ma modifichiamo, anche in relazione a quello, l'ordinamento interno, mettendo mano tra l'altro all'ormai infinita famiglia dell'articolo 270. Qui lo introduciamo con un punto, all'inizio era il 270 semplice, potremmo dire ormai, poi il 270-bis poi il ter, il quater, il quinquies e adesso avremo un quinqueis.1. È la strada corretta ? Ci vuole forse una riflessione meno superficiale del Parlamento italiano ? Beh, vi invito a riflettere su un punto della giornata di ieri. C’è un Ministro della giustizia di uno Stato importantissimo dell'Unione, un Ministro della giustizia, la Ministra Taubira che si è dimessa dal proprio incarico e lo ha fatto in relazione all'introduzione in quel Paese, dopo i fatti di Parigi che tutti ricordiamo, di norme che hanno prima modificato in via provvisoria l'ordinamento francese e poi lo hanno fatto definitivamente, producendo anche modifiche di rango costituzionale. È un dibattito che non ci interessa ? È quello un dibattito e un posizionamento che è a noi alieno perché ce lo dice l'Europa con la ratifica ? È qualcosa che è alieno dal nostro ordinamento e della nostra Costituzione quanto andiamo facendo a piccole dosi ? L'interrogativo è se queste modifiche introdotte come legislazioni emergenziali ed eccezioni, senza che neppure si dica in quest'Aula, non siano destinate invece ad una più lunga permanenza e se quella permanenza diventi anche qualcosa di diverso, quindi un ampliamento dei confini che si danno letteralmente. Ecco perché ci sono questi emendamenti singolari che sono i classici «inequivocabilmente», e così via, gli avverbi che servono un poco a precisare, a mettere l'accento, a riflettere anche perché le avventure a cui ci avviamo sono avventure, anche queste, che saranno degne di riflessione. Mi riferisco all'ipotesi di intervenire nuovamente in Paesi dall'altra parte del Mediterraneo dopo i disastri fatti. Si discute con normalità se bombardare lì sia una misura utile o non utile al contrasto di quei fenomeni di radicamento del terrorismo. Mi fermo, qui Presidente, solleviamo semplicemente, con questi tre emendamenti, magari qualche elemento di riflessione che in altri Paesi constatiamo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daniele Farina 4.30, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  411   
   Votanti  409   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
  34    
    Hanno votato
no  375).    

Pag. 41

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daniele Farina 4.31, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Catania, Borghi, Stella Bianchi, Vico, Turco, Luigi Gallo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  412   
   Votanti  408   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
  31    
    Hanno votato
no  377).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Daniele Farina 4.32.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Grazie, Presidente. Interverrò di nuovo brevemente. Non mi sembra che l'invito alla riflessione susciti particolare attenzione in questa Aula, ma siamo abituati ad azioni di minoranza su questi temi. L'invito era quello magari ad una riflessione sul fatto che se un Ministro di un Paese a noi confinante, tra i fondatori dell'Europa e dei suoi valori, sente, in relazione a normative analoghe a queste, di dimettersi, forse qualche elemento di approfondimento lo dovremmo svolgere. Questo è un provvedimento in cui noi inseriamo, oltre alla ratifica pura e semplice, delle modifiche all'ordinamento interno che vengono ulteriormente aggravate dal parere che il relatore ha dato sugli emendamenti, secondo un'illusione, se mi permettete, un po'infantile che, modificando e moltiplicando le fattispecie di reato, come se non bastassero, e aumentando le pene, i fenomeni di quella virulenza, di quella determinazione, ne avessero un qualche auspicato nocumento, ovvero una limitazione. Ma non è così, purtroppo non è assolutamente così ! Altri dovrebbero essere semmai gli interrogativi che ci poniamo. Citavo prima che magari, secondo noi, non basta l'azione militare (in questo caso i bombardamenti dislocati qua e là variamente, che sia Siria o Iraq e adesso parliamo della Libia), ma c’è anche l'azione diplomatica, che sembra invece essere l'eterna figlia di un dio minore. Come anticipavo prima, sembra che a poca gittata di tempo, in questa Aula, arriverà insomma una qualche determinazione per vedere se gli scellerati interventi di qualche anno fa in Libia li possiamo ripetere a livello europeo e magari a livello internazionale più ampio, e se avranno un buon o un cattivo riflesso sui reati che oggi tentiamo di limitare attraverso queste ratifiche e gli elementi di diritto interno.
  Io credo che una qualche riflessione urgerebbe. Una riflessione che vada al di là degli elementi che competono ad una singola Commissione, sono di politica estera di questo Paese, una riflessione sugli errori fatti che sembrano passare in questa Aula, in anni passati, nei decenni passati, senza responsabili, come se la situazione che oggi ci troviamo di fronte nel Vicino e Medio Oriente sia il portato di eventi meteorologici e non ci fossero invece precise responsabilità di Governo o precise assenze ed omissioni di carattere europeo e internazionale. Io credo che questa dovrebbe essere la prima riflessione, più che la corsa alla ratifica di trattati internazionali che hanno una loro rilevanza, una loro – credo – dignità, e che però sono lì da dieci o dodici anni ad aspettar cosa ? Sembra quasi che sia la ricerca di una toppa con cui mettere un qualche freno al buco. Noi crediamo, invece, che questa strada sia una strada segnata che continuiamo a ripetere, perché le modifiche di carattere ordinamentale interno sono ripetute, sono quelle del 2001, sono quelle del 2005, sono quelle dell'anno scorso. Anche quest'anno, il 2016, esattamente come il 2015, si apre con questo tipo di normazione, sullo stesso solco, nella stessa strada.Pag. 42
  È con questo invito alla riflessione che abbiamo distribuito due o tre emendamenti in questo provvedimento. Credo che sarebbe obbligo del Parlamento provare a interrogarsi, provare quanto meno ad ampliare lo spettro, la visuale, della discussione, guardando a questi fenomeni in maniera più aperta, più complessiva, per accentuarne e rendere efficace il contrasto, e non per percorrere strade che hanno dimostrato, fino ad oggi, di contrastare ben poco.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daniele Farina 4.32, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Antimo Cesaro.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  415   
   Votanti  411   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
  58    
    Hanno votato
no  353).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Molteni 4.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Formisano, Bolognesi, Fitzgerald, Patriarca, Caso, Binetti, Pannarale, Cassano.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  407   
   Votanti  404   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
  56    
    Hanno votato
no  348).    

  (I deputati Villarosa e Rizzo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Agostinelli 4.3, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Simone Valente.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  412   
   Votanti  409   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
 329    
    Hanno votato
no   80).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Artini 4.34.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Turco. Ne ha facoltà.

  TANCREDI TURCO. Presidente, questo emendamento intende introdurre nel nostro codice penale il reato di atti di terrorismo cibernetico. È un emendamento a prima firma del collega Artini. So che il collega aveva avuto un confronto sia con i relatori di questo provvedimento che con il Governo, mi chiedo se non sia possibile accantonarlo e votarlo come ultimo emendamento, magari al fine di poter ridiscutere con il Comitato dei nove una riformulazione. Provo a lanciare un invito.

  PRESIDENTE. Relatore Dambruoso ?

  STEFANO DAMBRUOSO, Relatore per la II Commissione. Presidente, abbiamo valutato con attenzione, come è stato ricordato dall'onorevole Turco, la molteplice sollecitazione dell'onorevole Artini, che ci Pag. 43rappresentava una possibilità di accoglibilità dell'emendamento. In realtà, ci sono degli elementi proprio strutturali della norma che sono già presenti in una molteplicità di altre previsioni normative europee e nazionali, per cui sarebbe un'ulteriore presenza normativa, che andrebbe ad affollare ulteriormente il sistema. Tuttavia, possiamo invitare alla presentazione di un ordine del giorno, qualora lo ritenessero. Quindi il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Grazie. È chiaro che se lo votiamo diventa più problematico passare all'ordine del giorno. Comunque, se i proponenti lo mantengono, lo pongo in votazione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, molto rapidamente, dico che siamo culturalmente contrari alla proliferazione delle fattispecie incriminatrici nel codice penale, laddove sia possibile raggiungere lo stesso obiettivo mediante gli strumenti esistenti, come mi sembra in questo caso. D'altronde, nella formulazione della norma c’è la parola «evento cibernetico», che a me sembra di difficilissima enucleazione sul piano della tipicità e, laddove si vuole utilizzare il fatto tipico per supportare degli elementi di incertezza, la norma penale non ha mai funzionato. Mi sembra che, pertanto, queste e le altre ragioni che il collega Dambruoso ha rappresentato siano un buon motivo perché Forza Italia voti contro questa proposta.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Artini 4.34, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Realacci, Malisani, Fitzgerald Nissoli, Pilozzi, Di Lello, Locatelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  411   
   Votanti  313   
   Astenuti   98   
   Maggioranza  157   
    Hanno votato
  16    
    Hanno votato
no  297).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gallinella, Galperti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  409   
   Votanti  394   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
 361    
    Hanno votato
no   33).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Gianluca Pini 4.01, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dallai, Fantinati, Dell'Orco.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  418   
   Votanti  415   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato
 121    
    Hanno votato
no  294).    

  Passiamo alla votazione del subemendamento Brunetta 0.4.02.1.Pag. 44
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vito. Ne ha facoltà.

  ELIO VITO. Signora Presidente, colleghi, questa proposta emendativa del presidente Brunetta ripropone la questione, per noi inaccettabile – e ci sorprende, invece, che diventi normalità, accettata dalla maggioranza e anche dal Governo – dell'assenza di Forza Italia dal Copasir. Il provvedimento in esame e la ratifica aumentano ed estendono i provvedimenti di lotta al terrorismo internazionale, conseguentemente si interviene, con l'emendamento Pini, anche sulle competenze del Copasir. Fatto sta che il contributo di una forza di opposizione quale Forza Italia, che pure sta votando questi provvedimenti, e la facoltà di un gruppo di opposizione di poter esercitare la sua indispensabile funzione di controllo in un'attività così delicata come quella dei servizi della Repubblica è impedita dalla nostra assenza dal Copasir. Questa proposta emendativa, più volte riproposta, offre una soluzione tecnica alla maggioranza, lasciando quindi in vita l'attuale Comitato di controllo e lasciando in carica gli attuali componenti, anche quelli che si sarebbero dovuti dimettere se avessero avuto semplicemente il buon gusto e il buon senso di rispettare le nuove proporzioni e di consentire la presenza di Forza Italia aumentando la composizione dell'attuale Comitato. Si farebbe modo, quindi, da rendere il Comitato più rispettoso dell'attuale composizione del Parlamento. La proposta emendativa riceve al solito parere contrario da parte dei relatori e del Governo; noi l'abbiamo ripresentato per riproporre anche ai Presidenti di Camera e Senato una questione così grave che viene di volta in volta bocciata nell'indifferenza colpevole e grave del Parlamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Brunetta 0.4.02.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fregolent, Bolognesi, Mura.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  413   
   Votanti  348   
   Astenuti   65   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato
  43    
    Hanno votato
no  305).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Gianluca Pini 4.02, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  405   
   Votanti  400   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato
  46    
    Hanno votato
no  354).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Gianluca Pini 4.03, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e sul quale anche la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi, Marazziti, Binetti, Massa, Bernini Paolo, Calabrò...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 45
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  403   
   Votanti  400   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato
  46    
    Hanno votato
no  354).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.050 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Carloni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  412   
   Votanti  379   
   Astenuti   33   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato
 373    
    Hanno votato
no    6).    

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 3303-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A – A.C. 3303-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Binetti, Gigli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  405   
   Votanti  404   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
 402    
    Hanno votato
no    2).    

(Esame dell'articolo 6 – A.C. 3303-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A – A.C. 3303-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  390   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
 390).    

(Esame dell'articolo 7 – A.C. 3303-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A – A.C. 3303-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Galgano, Gigli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  398   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato
 397    
    Hanno votato
no   1).    

  (Il deputato Librandi ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimerne uno favorevole).

Pag. 46

(Esame dell'articolo 8 – A.C. 3303-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 (Vedi l'allegato A – A.C. 3303-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Colonnese, Librandi, Baroni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  402   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato
 402).    

(Esame dell'articolo 9 – A.C. 3303-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A – A.C. 3303-A), al quale non sono state presentate proposte emendative ammissibili.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marzano, Di Lello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  406   
   Votanti  374   
   Astenuti   32   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
 310    
    Hanno votato
no   64).    

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 3303-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 3303-A).
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/3303-A/1 a firma dell'onorevole Gregorio Fontana abbiamo una proposta di riformulazione nel dispositivo, dopo la parola «letali» aggiungere le seguenti: «compatibili con gli obblighi derivanti dalle convenzioni internazionali in materia di disarmo e controllo armamenti, di cui l'Italia è parte». Naturalmente se la riformulazione viene accolta il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3303-A/2 a firma Scotto e altri, il parere è sempre favorevole con le seguenti riformulazioni. Eliminare gli ultimi due alinea delle premesse e poi riformulare il dispositivo come segue: «ad adoperarsi per incoraggiare ulteriormente, anche per il tramite dell'Unione europea, una ripresa del dialogo tra il Governo di Ankara e il PKK, in modo che sia raggiunta un'intesa che ponga le condizioni per la cancellazione dello stesso PKK dalla lista delle organizzazioni terroristiche internazionali».

  PRESIDENTE. Grazie sottosegretario. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/3303-A/1, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Scotto n. 9/3303-A/2, accettato dal Governo, purché riformulato.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Pag. 47

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3303-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pia Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signora Presidente. L'approvazione di questo provvedimento è un passo avanti nella cooperazione internazionale per il contrasto e la prevenzione del terrorismo, che, essendo diventato transnazionale, non può che essere combattuto con azioni coordinate allo stesso livello. Questo è un passo verso un obiettivo più ambizioso, perché, come dice il Movimento Europeo, serve un salto verso un sistema federale che consenta di organizzare l'unità nella molteplicità, affidando a un livello federale europeo poteri limitati, ma reali, nelle politiche a dimensione transnazionale. Quindi, il voto dei Socialisti è favorevole.
  Colgo questa occasione per esprimere soddisfazione per un fatto che forse non tutti conosciamo. Sappiamo che il Ministero dell'interno, per assicurare la condivisione delle informazioni e la valutazione della minaccia terroristica, la gestione dell'emergenza per gli aspetti di tutela dell'ordine e della sicurezza, si avvale dell'Unità di Crisi e del Comitato di analisi strategica antiterrorismo, il CASA, questo nostro modello italiano del Comitato di analisi è stato copiato a livello europeo con l'istituzione del Centro Europeo Antiterrorismo, anche grazie all'iniziativa della Presidenza italiana e non possiamo che esserne soddisfatti.
  Un ultimo punto, signora Presidente. Quando parliamo di terrorismo sappiamo che, oltre alle azioni di contrasto, servono azioni di prevenzione. Domani, qui alla Camera, per iniziativa della Presidenza in collaborazione con l'Intergruppo donne, si svolgerà un interessante incontro intitolato «Le donne contro Daesh. Il contrasto al radicalismo e al fondamentalismo». L'obiettivo dell'incontro è mettere in luce l'azione silenziosa, ma incessante, di molte donne per contrastare il fenomeno. Ci saranno testimonianze di madri i cui figli sono caduti nella trappola del fondamentalismo e hanno vissuto sulla loro pelle la radicalizzazione jihadista. Ecco, queste madri si sono organizzate in associazioni e reti transnazionali, oltre che nazionali, per sostenersi e per promuovere azioni di prevenzione e recupero, a partire dall'identificazione dei primi segnali di radicalizzazione dei loro figli per poterli fermare in tempo.È un esempio di prevenzione che vogliamo far conoscere e diffondere.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mottola. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. Gentile Presidente, onorevoli colleghi, il Parlamento oggi è chiamato ad esprimersi sull'autorizzazione e la ratifica di alcune convenzioni internazionali al fine di attuare una più efficiente politica nel contrasto al terrorismo. La responsabilità di combattere questa violenza rivoluzionaria spetta principalmente agli Stati membri e su questo l'Italia ha il dovere di svolgere un ruolo da protagonista. In questo quadro, anche attraverso la definizione di quegli atti che possono portare alla commissione di reati di terrorismo, quali pubblica istigazione, il reclutamento e l'addestramento, sono state rafforzate forme di cooperazione in materia di prevenzione, sia a livello interno (politiche nazionali di prevenzione), sia a livello internazionale (modifica degli accordi esistenti in materia di estradizione e mutua assistenza giudiziaria, e predisposizione di ulteriori strumenti supplementari). Inoltre, sono stati individuati, nella detenzione di materie radioattive, nella fabbricazione di ordigni o nel danneggiamento di impianti, ulteriori forme di reato, al fine di garantire una più sistematica sicurezza dei cittadini.
  Riteniamo, quindi, opportuno in tal senso inserire chiaramente nel codice penale tutte le nuove fattispecie penali relative Pag. 48a condotte di fiancheggiamento o sostegno del terrorismo internazionale. Infine, ma non meno importante, sarà necessario lavorare congiuntamente con gli altri Paesi europei su due aspetti cruciali: prevenire il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo, e prevedere strumenti di lotta contro il traffico delle armi da fuoco.
  Intensificare la cooperazione e lo scambio di informazioni nella lotta contro il traffico illecito di armi da fuoco e affrontare in via prioritaria la questione cruciale della disattivazione di armi da fuoco devono essere temi su cui agire rapidamente, allo scopo di conseguire risultati significativi nei prossimi mesi. Su ciò va ricordato che lo scambio di informazioni sulle armi da fuoco dovrebbe essere intensificato e che gli attuali sistemi di informazione a livello nazionale, europeo e internazionale, non sono utilizzati in tutto il loro potenziale: sul compito, quindi, degli Stati membri di prevedere una più stretta collaborazione con i Paesi limitrofi e Unione europea, affinché sia ridotto drasticamente il raggio d'azione entro il quale i terroristi possono agire.
  Sono questioni particolarmente spinose e che richiedono un orientamento politico, e su questo Alleanza Liberalpopolare Autonomie vuole dare il suo contributo. Prevenzione e repressione, quindi, devono essere i comuni denominatori di una politica volta a dare risposte concrete per consentire ai cittadini europei di potersi sentire appartenenti a una comunità che li protegga. Per questo, noi di Alleanza Liberalpopolare Autonomie sosterremo il disegno di legge con l'auspicio che questo atto possa essere un ulteriore tassello alla costruzione di un'Europa più sicura e protetta (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'estero).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Grazie, Presidente. Io con piacere annuncio il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia a questo provvedimento, anche perché si tratta di ratifiche di provvedimenti, tutti concordati durante il Governo di centrodestra, e credo che il fatto che l'Europa finalmente capisca e abbia approvato, già da anni per la verità, un quadro normativo che contribuisce a una vera contrapposizione al terrorismo, a un'azione di tutela dei cittadini nei confronti degli atti terroristici di varia natura, è esattamente quello che noi chiediamo non solo all'Europa, ma soprattutto all'Italia. E, semmai, il dato negativo, il punto dolente è che ci son voluti anni perché questo Governo di centrosinistra, o di sinistra più correttamente, portasse in Aula la ratifica di questi provvedimenti. Sono passati sei anni – no, di più per alcuni, addirittura – e solo oggi si avverte la necessità di provvedere alla ratifica. Ma quel che è peggio, mentre ratifichiamo ciò che l'Europa e gli altri Stati europei hanno concordato, rimane assolutamente latitante il Governo italiano per tutto ciò che avviene in Italia.
  La vicenda, rimbalzata sui giornali di tutto il mondo, di un cittadino italiano che si aggira per la stazione Termini di Roma con un fucile, per fortuna di plastica, ma che nessuno poteva sapere se fosse vero o finto, e che viene rintracciato, badate bene, il giorno dopo, dopo essere stato più di mezz'ora in circolazione con un fucile, ci fa capire come, a fronte di provvedimenti importanti come quelli che stiamo ratificando, vi sia una assoluta inadeguatezza, non delle nostre forze di Polizia, ma della volontà politica di questo Governo di considerare la sicurezza dei cittadini contro la criminalità comune, ma ancor di più nei confronti del terrorismo, un dato prioritario.
  Noi consideriamo la difesa del cittadino sotto l'aspetto della sicurezza interna e internazionale, contro il terrorismo, ma anche contro la malavita, una priorità; consideriamo, anzi, che la sicurezza sia una precondizione di libertà. Senza una volontà politica di contrasto al terrorismo, di contrasto alla criminalità, non vi può essere il libero esercizio di tutte le libertà garantite dalla Costituzione; non vi può Pag. 49essere la serenità nei trasporti, nei trasferimenti; non vi può essere la serenità dei genitori nei confronti del figlio che deve prendere la metropolitana per andare a scuola; non vi può essere la serenità di chi svolge un'attività lavorativa che potrebbe essere minata dal terrorismo o dalla criminalità. In sostanza, non è un'invenzione della destra il termine «sicurezza» interna o internazionale, non è un fatto propagandistico – qualche volta ho sentito dire: c’è chi soffia nel fuoco –, ci sembra che ci sia, invece, chi il fuoco fa finta di non vederlo a costo di bruciare la libertà dei cittadini. È per questo che votiamo a favore di queste ratifiche, mantenendo tutta la nostra critica nei confronti dell'inadeguatezza di questo Governo a dare risposte su questo terreno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale e di deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, gli accordi internazionali che ci apprestiamo a ratificare, riuniti in un pacchetto di norme accomunate dallo scopo unitario di contrasto al terrorismo, costituiscono strumenti internazionali già firmati dall'Italia e, in alcuni casi, entrati in vigore da diversi anni, ai quali l'Italia non può sottrarsi. La lotta al terrorismo richiede uno sforzo congiunto da parte dell'intera comunità internazionale e strategie politiche lungimiranti, piuttosto che iniziative unilaterali che creano soltanto fratture difficili da sanare, e costituisce parte integrante delle politiche dell'Unione europea. Gli strumenti sono articolati e complessi, talvolta adottati nella forma di accordi elaborati a seguito di lunghi negoziati, talaltra approvati in situazioni di contingenza, come avviene per le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. L'esigenza di rafforzare gli strumenti esistenti, dotandoli di una maggiore incisività, ha richiesto in passato e richiede anche oggi di modificare e integrare le norme del codice penale. L'articolo 4 del disegno di legge prevede, infatti, tra i delitti contro la personalità internazionale dello Stato nuove fattispecie di terrorismo internazionale e tra i delitti contro la personalità interna dello Stato la fattispecie di terrorismo nucleare. Si tratta di fattispecie che intendono costruire un deterrente anche solo ad azioni di favoreggiamento e di supporto ad atti di terrorismo. Ci auguriamo che non siano mai poste in essere.
  Nel contempo, mentre approviamo gli strumenti di ratifica nella consapevolezza che ben altro è il ruolo demandato all'Italia nel pacificare i conflitti in essere nello scenario internazionale, sconfiggendo alla radice le possibili tensioni dalle quali possono scaturire atti di terrorismo, rivolgiamo l'attenzione anche alle relazioni bilaterali di amicizia con i popoli dell'area mediterranea, che sicuramente potrebbero restituire all'Italia e all'Europa prospettive di pace e di sicurezza, oltre che di prosperità per il futuro. In questo è particolarmente significativa la visita del Presidente iraniano in Italia, oltre che sul piano delle relazioni economiche e politiche, anche sul piano del dialogo culturale che è alla base dell'incontro tra i popoli e della costruzione di un Mediterraneo di pace.
  Signora Presidente, le ratifiche delle convezioni internazionali concernenti gli atti di terrorismo sono di particolare rilevanza nella situazione attuale e sono tese a garantire la sicurezza nel rispetto dei diritti umani. Tralascio tutti gli aspetti tecnici in esse contenute e ben descritti nella relazione illustrativa, per sottolineare che, in un momento come quello presente, questi strumenti normativi multilaterali ci devono spronare, oltre che a garantire la sicurezza delle persone e dei territori secondo gli strumenti dell’hard security, a creare anche le condizioni per una sicurezza umana in cui le persone e la comunità possano godere di un ragionevole livello di protezione attinente i loro legami e valori, costruendo un'alleanza di individui e comunità che vanno oltre i confini Pag. 50nazionali. Con questo spirito e nella prospettiva di contribuire ad alleviare lo stato di paura che spesso il terrorismo radica nei cuori, dichiaro il voto favorevole del mio gruppo parlamentare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nicola Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Grazie, Presidente. Io annuncio il voto favorevole da parte del gruppo della Lega Nord e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Antimo Cesaro. Ne ha facoltà.

  ANTIMO CESARO. Grazie, signora Presidente. I recenti episodi verificatisi sia in Europa sia in Paesi dello scacchiere mediorientale hanno evidenziato l'innalzamento della minaccia terroristica di matrice jihadista, che, presentandosi in forme spesso nuove e di inusitata violenza, costituisce una gravissima insidia per la sicurezza interna ed è fattore di instabilità per Stati – penso a quelli del Nord Africa o anche del Vicino Oriente – che versano in complesse e, talvolta, drammatiche situazioni politiche e sociali. La lotta al terrorismo richiede una strategia complessiva per dare una risposta efficace a una minaccia seria e di notevole entità. È ovvia, dunque, la necessità ed urgenza di predisporre un insieme di norme che, a vari livelli, si preoccupino di rispondere alle esigenze di sicurezza della collettività a fronte di fenomeni terroristici che, facendoci d'improvviso precipitare nella barbarie, sono drammaticamente assurti agli onori delle cronache.
  In tale contesto diventa indifferibile rafforzare il quadro normativo vigente, introducendo misure capaci di prevenire il radicamento di tali organizzazioni e di attuare più stringenti controlli sui mezzi e sui materiali che potrebbero essere impiegati per il compimento degli attentati. Il disegno di legge all'esame dell'Assemblea rappresenta un significativo passo in avanti nella cooperazione internazionale per il contrasto e la prevenzione della minaccia terroristica, la cui percezione, all'indomani degli ultimi drammatici attentati, risulta ai massimi livelli, assumendo talvolta le forme di una vera e propria psicosi collettiva. Ce ne siamo resi conti recentemente per i fatti della Stazione Termini qui a Roma.
  Il disegno di legge in discussione autorizza la ratifica di cinque atti internazionali, finalizzati alla prevenzione e repressione del terrorismo, dettando norme di adeguamento interno. Mi limiterò a ricordare i contenuti della Convenzione del Consiglio d'Europa per la prevenzione al terrorismo, firmata a Varsavia nel 2005. Essa mira a favorire gli sforzi degli Stati membri nella prevenzione del terrorismo, indicando due modalità: anzitutto, definendo come illeciti gli atti eventualmente propedeutici alla commissione di reati di terrorismo, istigazione, reclutamento, addestramento, e, in secondo luogo, rafforzando la cooperazione in materia di prevenzione sul piano interno e internazionale, in primis modificando gli accordi esistenti in materia di estradizione e mutua assistenza giudiziaria.
  Qualche ulteriore considerazione, poi, va fatta in merito alla Convenzione del Consiglio d'Europa sul riciclaggio, la ricerca, il sequestro e la confisca dei proventi di reato. La Convenzione, che – è bene sottolinearlo – anche essa risale al maggio 2005, è un efficace strumento di contrasto alle fonti di finanziamento del terrorismo attraverso il riciclaggio di denaro e altre attività illecite. È evidente che il veloce accesso alle informazioni relative ai finanziamenti o alle risorse delle organizzazioni criminali, compresi i gruppi terroristici, è fondamentale per il successo delle misure preventive e repressive e, in fondo, rappresenta il modo migliore per destabilizzarne e prevenirne le attività.
  I reati di terrorismo non sono in alcun modo giustificabili. In molti casi, in maggior Pag. 51misura quando sono rivolti contro civili inermi o mortificano con atti efferati la libertà di espressione, essi colpiscono nel profondo le nostre coscienze e la nostra sensibilità. Tuttavia, è preoccupazione di questo Parlamento assicurare che tutte le misure adottate per la prevenzione e la repressione del terrorismo rispettino lo Stato di diritto, i valori democratici, i diritti umani e le libertà fondamentali, il diritto internazionale umanitario, senza pregiudizio della libertà di espressione e di associazione.
  Siamo chiamati a rispondere con forza alla minaccia di un terrorismo sempre più aggressivo, spietato e tecnologicamente avanzato, la cui unica finalità è quella di annientare i diritti e le libertà individuali. Dobbiamo, nostro malgrado, confrontarci con il fenomeno globale del Daesh. Tutto ciò richiede l'adozione di una strategia di collaborazione internazionale unitaria. Un forte sentimento di riconoscenza meritano tutti coloro – penso alle nostre forze dell'ordine – che sono impegnati sul fronte della sicurezza, dell’intelligence e di ogni altra attività collegata, cui va il nostro più sentito ringraziamento.
  Non si può non rilevare che le Convenzioni in discussione sono state già recepite da tempo da altri Stati europei, mentre si apprestano ad essere ratificate dal nostro Paese con notevole ritardo rispetto alla sottoscrizione. Meglio tardi che mai. Gli eventi drammatici consumatisi sotto i nostri occhi nei mesi e nelle settimane scorse impongono un'assunzione di responsabilità. Scelta Civica, nell'esprimere il proprio voto favorevole sul provvedimento, manifesta, pertanto, un vivo apprezzamento per il fatto che l'Italia, finalmente, con l'atto che ci accingiamo ad approvare, si doti di più incisivi strumenti e allinei la sua normativa interna ai principi europei internazionali più all'avanguardia nel contrasto al fenomeno terroristico (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Causin. Ne ha facoltà.

  ANDREA CAUSIN. Grazie, Presidente. L'Italia è da anni in prima linea nella lotta per il contrasto al terrorismo. È in prima linea rispetto al tema della difesa degli interessi nazionali all'estero, attraverso una sostanziale e sostanziosa presenza nelle coalizioni che, in questo momento, stanno combattendo le centrali del terrorismo, in modo particolare la NATO e in modo particolare la coalizione anti ISIS. I nostri militari che sono...

  PRESIDENTE. Vogliamo fare qualcosa a questo telefono ? Prego, onorevole Causin.

  ANDREA CAUSIN. Ormai sono abituato anche a parlare così...

  PRESIDENTE. Le assicuro che per chi sta qui e ascolta da parecchie ore è molto fastidioso.

  ANDREA CAUSIN. Prevalentemente ormai in quest'Aula parliamo per la registrazione. Comunque, Presidente, grazie della gentilezza. Dicevo che abbiamo circa 5.500 militari che oggi sono impegnati nella difesa di interessi nazionali, nelle aree che sono più calde e strategiche del pianeta. Penso al Medioriente, dove i nostri contingenti in Afghanistan, in Libano e in Iraq stanno svolgendo compiti straordinari sul piano della prevenzione e anche sul piano della ricostruzione istituzionale di quei Paesi. Penso a tutto il tema del pattugliamento marittimo che si fa nel Corno d'Africa e nell'Oceano Indiano, alla nostra presenza, che ormai dura da anni, nei Balcani. Anche questa è un'area molto delicata sul tema della prevenzione dei foreign fighters. E penso soprattutto al ruolo che, in questi giorni, stanno svolgendo le nostre navi e i nostri comandi navali nel Mediterraneo, dove abbiamo la guida di missioni importanti, che stanno, in tutta evidenza, preparando possibili, probabili e – auspichiamo – veloci interventi per mettere in sicurezza un Paese, che si chiama Libia, che è a noi contermine e che rappresenta un vero rischio dal Pag. 52punto di vista della prospettiva che ha, se non si sarà capaci di intervenire in modo vigoroso.
  Accanto a questo lavoro delicato, che abbiamo svolto e stiamo svolgendo per la difesa dei nostri interessi nazionali all'estero, c’è un lavoro molto importante, che si svolge nel territorio italiano. Io ascolto sempre con grande attenzione gli interventi del collega La Russa, le sue argomentazioni e ne ho anche molto rispetto. Però, noi dovremmo anche fare attenzione a non dipingere in modo negativo – perché sono accaduti alcuni episodi che sono incresciosi, tipo quello di un signore che si aggira scorrazzando con un fucile o di un'Audi gialla con tre albanesi a bordo, che si muove indisturbata per tre giorni nelle strade del nord-est – il lavoro delle forze dell'ordine e della magistratura inquirente, perché accadono due o tre episodi di questo tipo nel corso di un anno. I numeri sono diversi, la sostanza è completamente diversa.
  Il Ministero dell'interno, la magistratura inquirente e le forze dell'ordine, nel corso del 2015, l'anno passato, hanno svolto 540 perquisizioni, hanno controllato 6 mila persone, di queste sono state indagate 147 persone, sono state fatte 325 espulsioni, 10 mila veicoli sono stati controllati e 60 espulsioni di persone che erano legate agli ambienti estremisti sono state effettuate: questo denota sicuramente un'efficacia.
  Ora, noi potremmo anche dire che non è accaduto un attentato terroristico in Italia perché siamo fortunati, ma la verità è un'altra; la verità è che la soglia di attenzione delle nostre forze dell'ordine è una soglia molto elevata e il lavoro che è stato fatto è stato un lavoro efficace anche perché l'Italia viene da una tradizione di intelligence, proprio perché ha vissuto la vicenda del terrorismo. Siamo tuttavia ad un bivio. Gli attentati di Parigi pongono una domanda – ed è questa la ragione per cui noi abbiamo anche accelerato e acceleriamo l'approvazione di questo disegno di legge di ratifica –: è aumentata la capacità di colpire del network del terrore, oppure non sono sufficienti gli strumenti che oggi hanno i Paesi che sono in prima linea sul contrasto al terrorismo ? Perché questa non resti una domanda si devono adottare degli strumenti e questo che stiamo votando è uno strumento importante.
   Il provvedimento in questione di ratifica delle Convenzioni ha sostanzialmente il compito di andare in due direzioni: la prima è di affinare la cooperazione tra gli Stati europei, a livello di definizione di strumenti di indagine e di strumenti di intelligence, la seconda è quella di adottare quegli strumenti giuridici che consentano di prevenire il terrorismo. In particolare, attraverso la ratifica della Convenzione del Consiglio d'Europa per la prevenzione del terrorismo si definiscono alcuni reati che sono di fondamentale importanza per il contrasto dello stesso: la pubblica istigazione, il reclutamento, il riciclaggio, la detenzione e la fabbricazione di materiali radioattivi, il sequestro e la confisca dei finanziamenti che possono servire alle reti del terrore.
  Ecco, io penso che queste misure che noi oggi andiamo a ratificare con questo provvedimento rappresentano un passo in più per combattere il terrorismo. Approvando perciò la legge in questione, l'Italia compie un altro passo importante e mette un tassello per la lotta al terrorismo. Per questa ragione il gruppo di Area popolare esprime parere favorevole su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Grazie, signora Presidente. Noi ci troviamo oggi in una discussione stanca, ad approvare un disegno di legge di ratifica di Convenzioni internazionali che sono datate nel tempo, esattamente nel 2005. L'oggetto di queste Convenzioni internazionali era legato a un'altra emergenza terrorismo, che era quella scaturita dall'11 settembre, prima, e dall'attentato alla metropolitana di Madrid, dopo, e noi ci ritroviamo oggi, a più Pag. 53di dieci anni dalla stipula di queste Convenzioni, a discutere di questa ratifica, in un dibattito che invece l'attualizza rispetto alla minaccia attuale che ha il terrorismo e cancella completamente quello che in questi anni di lotta al terrorismo è stato fatto e anche un bilancio di quello che ha prodotto la lotta al terrorismo.
   Noi abbiamo dimenticato completamente di fare un bilancio e di cercare di trovare le ragioni per cui oggi ci troviamo in questa condizione. La domanda sul fatto che il mondo sia un luogo più o meno sicuro, dopo vent'anni di guerra al terrorismo, dopo l'intervento militare in Iraq, dopo quello in Afghanistan, dopo quello scellerato in Libia, oggi il dibattito del nostro Paese è incentrato, rispetto alla politica estera, su un prossimo intervento militare in Libia, per provare a risolvere una situazione che abbiamo creato con un intervento militare scellerato, che ha prodotto il disastro libico.
   Allora, vorrei provare a ragionare sul fatto che le misure che noi prendiamo per contrastare il terrorismo, in realtà, fino ad ora – e su questo vorrei che qualcuno anche dei fautori di queste leggi antiterrorismo mi smentisse – sono state la benzina sul fuoco del fondamentalismo. Questo è il quadro dentro cui noi facciamo questa discussione. Purtroppo, tutto questo viene rimosso e discutiamo del terrorismo solo dal punto di vista della sicurezza, senza affrontare le questioni politiche, i nodi politici che stanno alla base della situazione disastrosa in cui noi oggi ci troviamo.
   E oggi discutiamo il giorno dopo le dimissioni della Ministra della giustizia francese, che, col suo gesto – così ha dichiarato –, non voleva rappresentare una resa, ma voleva provare ad aprire un dibattito politico su che cosa stanno determinando in quel Paese e anche in tutti gli altri Paesi dell'Unione europea le legislazioni che si stanno mettendo in campo per il contrasto al terrorismo, su che cosa significa far diventare permanente lo stato di eccezione e la limitazione delle libertà civili e dei diritti civili nei nostri Paesi.
  Io vorrei fare questa discussione, Presidente, in quest'Aula, relativamente a queste ratifiche, perché noi non possiamo derubricarle ad un atto da fare velocemente il giovedì, prima di andare a casa, senza che a questi provvedimenti così importanti si riservi invece una discussione seria.
  Io sono convinto che noi, in un momento di questo tipo, abbiamo la necessità di tutelare la sicurezza dei nostri cittadini. Il punto è il bilanciamento tra la legittima necessità di garantire e di innalzare il livello della sicurezza, da una parte, e, dall'altra, la tutela delle nostre libertà, che sono quelle che vogliamo difendere dall'attacco a cui il terrorismo ci sta sottoponendo.
  Allora, vorrei discutere di una ratifica che, invece di essere un fatto diciamo ordinario, introduce nel nostro ordinamento sette nuovi reati, che – lo vorrei specificare – non sono reati d'eccezione, cioè riguardanti questa specifica minaccia terroristica, ma – come fu un tempo per quella che era la «legge Reale» – è esattamente il caso di come una misura eccezionale diventi una permanente limitazione delle libertà. E noi, nel nostro giudicare così questo provvedimento, vogliamo porre un tema, nel senso che noi sappiamo che non siamo davanti a una restrizione irredimibile delle nostre libertà civili, ma sappiamo anche che corriamo il rischio di uno scivolamento verso uno stato d'eccezione permanente che, giorno dopo giorno, reato dopo reato, condizione di emergenza dopo condizione di emergenza, arriverà a limitare le nostre libertà civili. Vale per i poteri che attribuiamo all’intelligence di entrare nelle nostre vite e di entrare nelle vite degli altri, vale per quella che è l'introduzione di nuovi reati, perché oggi questi reati, che possono essere utilizzati contro la minaccia terroristica, in questo caso di matrice jihadista, in un futuro, forse non troppo prossimo, potrebbero essere usati per limitare le libertà civili e le libertà politiche in questo Paese, e noi il tema di quello che sarà dopo ce lo dobbiamo porre, a meno che – e questo forse è un altro tema e vado alla Pag. 54conclusione – noi non abbiamo come modello di ispirazione e come tendenza altri modelli di civiltà e modelli giuridici di riferimento, a meno che noi non immaginiamo che quelli che oggi sono nostri alleati importanti siano anche un modello di civiltà giuridica, a meno che noi non pensiamo che – esattamente come accade oggi in Turchia, uno dei Paesi che con la sua politica estera è stato tra i principali responsabili della crescita della minaccia terroristica oggi nel mondo – quello sia un modello di riferimento, cioè che, oltre ai nostri silenzi sulle violazioni dei diritti umani e dei diritti civili e sulle connivenze del Governo turco con il terrorismo del Daesh, noi non mettiamo in campo anche l'idea e accediamo all'idea che quello sia un modello di civiltà giuridica, e quindi che le legislazioni contro il terrorismo in Turchia portino alla richiesta di un magistrato di condanna all'ergastolo del direttore di uno dei principali giornali turchi solo perché, avendo pubblicato le fotografie dei camion che portavano le armi dal confine turco dentro il confine siriano, è stato accusato di terrorismo e di tradimento nei confronti dello Stato.
   Allora, io oggi qui non voglio enfatizzare troppo questa discussione, ma vorrei porre a questo Parlamento il tarlo del pericolo che noi corriamo, se pensiamo che, in nome della sicurezza, si può mettere in discussione, pezzo dopo pezzo, il principio fondativo della nostra civiltà, della nostra Costituzione, della nostra democrazia e delle nostre libertà.
  Questo è il punto che noi vogliamo discutere in questo Parlamento e vogliamo sapere se è possibile, o se la discussione deve essere fatta tra chi vuole contrastare il terrorismo, arrestare tutti e ammazzare tutti i terroristi e chi, dall'altra parte, invece, li vuole difendere, o ha un atteggiamento buonista o ha un pacifismo etico, a prescindere. Perché io vorrei sapere se mettiamo in campo, da una parte, delle politiche che provano a smantellare la minaccia terroristica dalle sue fondamenta, o se invece pensiamo solo a curare la polmonite con un'aspirina.
  Perché, se il tema è che, istituendo questi nuovi reati e innalzando le pene, convinciamo una persona che è pronta a farsi saltare in aria a non farlo, perché ha paura di finire in galera, noi probabilmente non stiamo più neanche ragionando della funzione deterrente della pena. E, allora, io vorrei discutere, invece, di quali politiche di pace mette in campo il mio Governo, di quante intromissioni, di quante politiche diplomatiche internazionali di pace mette in campo, anche nelle relazioni con i nostri partner. Ci sono i silenzi del nostro Governo, anzi, forse anche le connivenze, perché è di ieri la risposta a un'interrogazione, che abbiamo presentato come gruppo di Sinistra Italiana, sulla fornitura di bombe all'Arabia Saudita da parte di aziende italiane, con l'autorizzazione del Governo italiano, bombe che in questo momento stanno facendo strage di civili e di bambini in Yemen e, però, si dice che tutto va bene, perché l'Arabia Saudita è un nostro alleato nella lotta a Daesh. E vorrei sapere se quel conflitto non alimenta il terrorismo e l'instabilità in Medio Oriente, che è alla base della crescita della minaccia terroristica.
  E, allora, forse, prima di discutere della limitazione delle mie libertà, vorrei che questo Governo e la classe dirigente di questo Paese si assumesse la responsabilità di smetterla di tacere davanti alle politiche che hanno prodotto tutto questo disastro, perché il terrorismo si sconfigge prima di tutto con la politica, perché la pace è prima di tutto una politica. Noi finora abbiamo messo in campo politiche che alimentavano la spirale tra guerra e terrorismo, perché con la spirale guerra e terrorismo noi ci abbiamo fatto affari, e oggi il rischio che corriamo è che lo stato di emergenza, che lo stato di eccezione diventi uno stato permanente di governo, e noi questo non lo possiamo accettare.

  PRESIDENTE. Onorevole, deve concludere.

  ERASMO PALAZZOTTO. Non la daremo vinta al terrorismo, non la daremo Pag. 55vinta a nessuno che vuole farci rinunciare alle nostre libertà (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sarro. Ne ha facoltà.

  CARLO SARRO. Grazie, Presidente. Il gruppo di Forza Italia saluta sicuramente con favore questo provvedimento e, in particolar modo, vuole sottolineare il carattere organico dell'intervento normativo, perché credo che sia la prima volta che noi ci troviamo in presenza di un complesso di disposizioni che in tema di terrorismo cerca di affrontare tutte le declinazioni che questo multiforme fenomeno assume nella contemporaneità e, soprattutto, in ragione di quelli che sono gli eventi che la cronaca purtroppo quotidianamente ci consegna.
  È una scelta di metodo che ci consente oggi, per la prima volta, di predisporre e di approntare una risposta di sistema, organica, che, appunto, passa dal tema del finanziamento al terrorismo internazionale agli episodi e alle manifestazioni di reclutamento, di indottrinamento, per così dire, al terrorismo e anche a particolari manifestazioni delle attività violente che hanno attinenza con materiali nucleari e, quindi, non solo con la predisposizione di ordigni o di strumenti, ma anche per quanto riguarda la custodia e il trasporto di questo materiale estremamente delicato e, se non accuratamente trattato, altrettanto estremamente pericoloso.
  Questa risposta di sistema, però, non può ascriversi al merito di questo Governo, e questo vogliamo con altrettanta fermezza ribadirlo, perché tutti i trattati, le convenzioni e gli atti di diritto internazionale che sono oggi portati in ratifica appartengono all'azione di Governi precedenti, in particolar modo dei Governi a guida di centrodestra, ed oggi convergono, in questo provvedimento complessivo, più in ragione dell'emergenza e delle spinte che derivano dalle preoccupazioni legittime che non solo ci sono nell'opinione pubblica, ma che anche le agenzie internazionali segnalano al nostro Paese e alla comunità internazionale. Dunque, è sotto la spinta di questi eventi, di questi accadimenti, di queste sollecitazioni e di questo diffuso timore che il Governo finalmente ha dato corso a tutti i documenti di diritto internazionale ai quali facevo prima riferimento.
  Naturalmente, noi abbiamo prestato molta attenzione soprattutto agli aspetti, per così dire, di applicazione nell'ambito del diritto interno e di compatibilità con il nostro ordinamento e, quindi, anche ad evitare che la legittima azione di contrasto al terrorismo e a tutte le manifestazioni di violenza internazionale possa, in un certo senso, comprimere o minare le nostre libertà, le libertà individuali.
  Perché, se è vero che il terrorismo rappresenta la minaccia più importante e più significativa a queste libertà, altrettanto vero è che una risposta frettolosa o una risposta essenzialmente emotiva può generare poi degli strumenti di difesa che sono altrettanto perniciosi.
  In questo senso, purtroppo, nel nostro Paese abbiamo una storia di legislazione in materia di terrorismo risalente nel tempo, intervenuta a partire dagli anni Settanta. Allora lo Stato era chiamato a fronteggiare un pericolo eminentemente interno; oggi è chiamato a fronteggiare un pericolo che ha una dimensione ed un respiro internazionali, ma i rischi che si corrono sono sempre gli stessi.
  Forza Italia, ovviamente, non farà mancare la sua responsabile azione di sostegno a tutte quelle misure che sono necessarie per sviluppare a livello di comunità internazionale un contrasto efficace, serio e di prospettiva al terrorismo, ma riserverà sempre la sua attenzione e la sua sensibilità, per così dire, ai temi di politica interna relativi proprio alla tutela delle libertà e, nel bilanciamento di queste due esigenze di pari importanza, va la nostra azione. Dunque, preannunzio il voto favorevole sul provvedimento all'esame dell'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente – Congratulazioni).

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  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Grazie, Presidente. Considerando che questo provvedimento ha scritto nel titolo «Norme per il contrasto al terrorismo» chiaramente il MoVimento 5 Stelle non può far mancare il proprio sostegno. Peccato, poi, che si vada ad aprire questa ratifica su queste convenzioni internazionali di grandi organismi internazionali, come il Consiglio d'Europa, come le convenzioni internazionali firmate a New York, come la Convenzione europea per la soppressione del terrorismo fatta a Strasburgo sempre dal Consiglio d'Europa, che sono tutti provvedimenti che, di fatto, non contrastano il terrorismo.
  Qui ci sono una serie di pacchetti che aumentano delle pene rispetto al terrorismo nucleare e, ovviamente, quando abbiamo già scoperto l'atto terroristico andiamo ad aumentare le pene. Di certo, non lo riusciamo ad anticipare e a prevenire con questo tipo di leggi. Avviene la stessa cosa per quanto riguarda i reati di confisca e di finanziamento al terrorismo. Ma quand’è che sappiamo che qualcuno ha finanziato il terrorismo ? Sempre troppo tardi, cioè quando l'atto terroristico è già avvenuto.
  Allora, noi abbiamo votato favorevolmente su tutti questi articoli, tranne che sull'articolo 9. L'articolo 9 è quell'articolo che cita nella rubrica: «Clausola di invarianza finanziaria», ed è questo il vero problema. Possiamo combattere il terrorismo senza fondi e senza soldi ? No ! Questa cosa non è possibile ed è per tale ragione che questo è un provvedimento sostanzialmente vuoto, perché bisogna spiegare al nostro Presidente del Consiglio che non basta dare 80 euro alle forze dell'ordine e ai militari, perché nemmeno bastano ad adeguare i loro finti aumenti contrattuali che, purtroppo, non hanno avuto in questi anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non è possibile che deve essere una forza di opposizione a dover proporre di dare 10 milioni di euro per acquistare dei giubbetti antiproiettile per la polizia di Stato; non è possibile che deve essere il MoVimento 5 Stelle a fare queste proposte (e, grazie al cielo, poi vengono approvate). Non è così che si combatte il terrorismo ! Il terrorismo si combatte aumentando i fondi all’intelligence e alle Forze armate, esattamente quello che ha scritto il MoVimento 5 Stelle, quello che ha proposto e che voi della maggioranza vi siete presi la responsabilità di affossare.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 14,05)

  CARLO SIBILIA. In questo breve intervento vi elencherò otto provvedimenti che noi già abbiamo presentato a quest'Aula contro il terrorismo e che ancora non sono stati presi in considerazione. Intanto la minaccia aumenta, la minaccia va avanti e noi, invece, ci limitiamo, questo Governo si limita, a proporci delle ratifiche di convenzioni internazionali che non fanno altro che inasprire delle pene, ma sicuramente il terrorista non si fa spaventare da 7 piuttosto che da 10 anni di carcere.
  Un'altra cosa che abbiamo chiesto è un'attuazione di una moratoria sulla vendita di armi. Non ci possiamo aspettare di vendere le armi all'Arabia Saudita e che poi queste armi non vengano sganciate da qualche parte, conseguentemente creando e alimentando il fattore terroristico, perché chiaramente se mi cade una bomba sulla testa, magari non avendo altri mezzi e altri metodi per reagire, mi viene in mente di andare a rinforzare le fila dell'Isis, perché no ?
  L'abbiamo già fatto, l'Italia lo fa. Il MoVimento 5 Stelle ha chiesto, quanto meno, una proposta di legge per tornare a quella che era all'origine la legge n. 185, del 1990, la nostra legge per il commercio di armi, dove finalmente un Ministro, un'autorità politica, si prende la responsabilità delle contrattazioni degli armamenti. Se esce un'arma da questo Paese deve esserci una responsabilità politica, ci Pag. 57deve essere il nome e cognome di una persona che dà il visto per dare le armi a un Paese che poi le userà bombardando qualcun altro contro ogni convenzione internazionale. Questa è una cosa che già sta avvenendo, perché l'Arabia Saudita, come è già stato detto, ha comprato da noi delle bombe. Sono partite dalla Sardegna, sono arrivate in Arabia Saudita e oggi bombardano lo Yemen uccidendo dei bambini. Di questo ci vogliamo far carico oppure no (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
  Poi ci vuole una legge che modifichi la partecipazione a questo organismo internazionale che la è la NATO. Il MoVimento 5 Stelle è l'unico a metterlo in discussione. Infatti, proprio domani pomeriggio, noi faremo un convegno su questo argomento perché vogliamo finalmente mettere al centro del dibattito quella che è una modifica della partecipazione alla NATO, perché questa che era uno strumento di pace, oggi, è diventata un'alleanza di guerra. Allora bisogna metterla in discussione, bisogna capire quali sono veramente le azioni che sta portando avanti per la pace. Dove c’è la NATO oggi c’è una guerra, dove c’è la NATO c’è la proliferazione terroristica. Allora, per quale motivo nessuno deve parlare di questi argomenti ? Può farlo solo una forza che è chiaramente libera, che è libera anche intellettualmente di affrontare certe cose e che chiaramente lo farà con gli esperti del settore, con dei premi Nobel, con chi si occupa dell'argomento. Questo Parlamento mi sembra sempre sordo a qualsiasi tipo di modifica dello stato attuale delle cose. Oggi andiamo verso questo Patto atlantico che ci sta trasportando in una guerra a pezzetti, una guerra mondiale, la terza guerra mondiale a pezzetti, come l'ha definita qualcuno più importante di me, ma chiaramente non si fa niente per arginare questo fenomeno.
  La quarta proposta è quella, chiaramente, di arginare il fenomeno dei foreign fighter, i terroristi che vanno e vengono da Paesi mediorientali, piuttosto che nascono e crescono nei nostri Paesi, e poi si trasformano in terroristi. Regolare il flusso dei migranti è una cosa fondamentale. Ci avete fatto la testa così per mesi su queste stragi nel Mediterraneo di barconi che si ribaltavano, tutti avete parlato di modificare il Regolamento di Dublino III, tutti avete parlato di inserire l'Agenzia dei flussi migratori nei Paesi di transito, ma non avete fatto nulla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); parole vuote, zero, lo zero assoluto. Non è possibile riempire il cervello della gente di chiacchiere e poi non passare mai all'azione, è questo che vi si contesta. Le vostre parole sono belle, sono interessanti, magari ci piacciono pure. Magari è bello dire che ci sono seicento posti di lavoro in arrivo dalla Apple a Napoli, ma la verità e che non è così, sono balle. Balle che fate passare grazie al fatto che pagate gli organi di informazione facendogli dire delle bugie chiaramente a vostro comodo.
  Un'altra cosa che abbiamo proposto è quella di rimuovere le sanzioni alla Russia. La Russia è un altro grande player, non si capisce per quale motivo noi dobbiamo subire le pressioni degli Stati Uniti e quindi aggredire quello che per noi è anche un mercato. Il mercato aerospaziale italiano era del 20 per cento prima delle sanzioni alla Russia, scambiavamo il 20 per cento. Ci sono degli imprenditori che ci chiamano continuamente, ci dicono che non riescono più ad aprire un conto in Russia, che non possono più vendere i nostri pezzi degli aerei in Russia, perché abbiamo delle sanzioni che ci sono state imposte dagli Stati Uniti d'America. Ma oggi chi è che ha preso quella fetta del 20 per cento del mercato ? Proprio gli Stati Uniti d'America. Allora a che gioco stiamo giocando ? A regalare le nostre eccellenze e il nostro mercato interno a delle grandi potenze multinazionali ? A questo gioco il MoVimento 5 Stelle non vuole giocare e lo dice chiaramente !
  Poi vi è l'autodeterminazione dei popoli che è una cosa fondamentale e che fa il paio con una delle nostre prime azioni che abbiamo portato in questo Parlamento ovvero la richiesta di ritiro delle truppe dall'Afghanistan. È incredibile che dopo due anni e mezzo, quasi tre, di legislatura, Pag. 58non si sia ancora mosso nessuno in questo senso. Abbiamo fatto decine, decine, di «decreti missioni», ogni sei mesi ne arriva uno perché non riuscite neanche a fare una legge quadro per finanziare le nostre forze dell'ordine che attualmente sono negli scenari di guerra all'estero. Non riuscite a farlo e non riuscite neanche a farli rientrare, nonostante lo promettiate di continuo. La guerra in Afghanistan ci costa un milione di euro al giorno e non serve a niente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), fa solo proliferare altre sigle terroristiche.
  Qual è la necessità di stare ancora in Afghanistan ? Nessuno lo ha capito, e nessuno prende la strada per uscirne.
  E questo ci renderebbe liberi, finalmente rispettosi della nostra Costituzione: perché prima che voi la cambiate con questo scellerato progetto di modifica, all'articolo 11 ancora l'Italia ripudia la guerra. L'Italia la ripudia ! Ma evidentemente il Parlamento no, non rispetta questo articolo 11 della Costituzione, perché quando c’è da andare da qualche parte a fare un po’ di guerra con gli amici americani subito ci prostriamo tranquillamente: se l'America ci dice, guarda che l'Iran è diventato un nostro amico, allora noi copriamo le statue per farli sentire a casa loro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Questo è il mezzo con il quale si muove il nostro Presidente del Consiglio, si muove questo Governo, si muove questa maggioranza parlamentare. Poi non si va mai a colpire quella che in realtà è la vera causa terroristica: questo tremendo sistema del debito, sistema bancario, che oggi vede in pancia alle banche italiane oltre 200 miliardi di euro di crediti deteriorati. Com’è cominciata la crisi dei subprime in America ? Esattamente così: concedendo prestiti, elargendo prestiti magari a qualche parente del Presidente del Consiglio, vendendogli il teatro di famiglia, il Teatro di Firenze. Magari cominciano così le crisi: si fanno delle bolle speculative, poi entrano da qualche altra parte, e poi scoppiano in mano agli Stati nazionali e abbiamo ancora 2.200 miliardi di euro di debito pubblico e nessuno ne parla. Andiamo dritti verso il baratro grazie al vostro Governo ! Chiaramente il MoVimento 5 Stelle non può stare alle vostre condizioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bruno Censore. Ne ha facoltà.

  BRUNO CENSORE. Signor Presidente, prima di fare il mio intervento, che è un intervento che ha un profilo più tecnico che politico, volevo dire al collega del MoVimento 5 Stelle che mi ha preceduto che in quanto alla NATO in Libia e in Siria, non c'entra proprio nulla !
  Vado ad esporre il mio ragionamento. Il disegno di legge all'esame dell'Assemblea autorizza la ratifica di cinque atti internazionali finalizzati alla prevenzione e repressione del terrorismo, dettando norme di adeguamento interno. Dall'11 settembre 2001 il mondo è cambiato, come tanti hanno anche detto; quest'anno poi ci ha ricordato che il terrore purtroppo ha una nuova strategia di guerra e che anche i nostri popoli sono in pericolo. Quindi è necessario fare gioco di squadra, per difendere le nostre vite, per difendere il nostro stile di vita: diventa, dai fatti di Parigi in poi, l'unica strada che possiamo percorrere.
  Questi atti internazionali sono degli strumenti giuridici che possono aiutare a monitorare e prevenire meglio le forme di terrorismo; e per farlo dobbiamo dotarci tutti insieme sul piano internazionale di regole comuni, fatte di norme interne. Con questo provvedimento inseriamo infatti nel codice penale nuove fattispecie relative a condotte di fiancheggiamento o sostegno del terrorismo internazionale, punendo con la reclusione da 7 a 15 anni chiunque raccoglie, eroga o mette a disposizioni beni o danaro in qualunque modo realizzati, destinati in tutto o in parte al compimento di atti con finalità terroristica. Ciascuna delle parti dovrà introdurre nel diritto interno delle sanzioni penali per tre figure di reato, se commesse illecitamente o intenzionalmente: Pag. 59a tal fine ogni Stato dovrà subordinare la rilevanza di tali fattispecie all'effettivo giudizio di pericolosità delle stesse, per evitare il perseguimento di parole od atti non finalizzati ad alcuna condotta.
  Oggi però queste ratifiche hanno quanto mai un senso ed un valore, perché l'imprevedibilità di queste azioni terroristiche e la difficoltà nell'individuazione di eventuali cellule presenti nelle nostre città rendono molto difficile per i nostri sistemi di sicurezza proteggere l'incolumità e i diritti dei nostri cittadini. In particolare, per quanto riguarda la Convenzione del Consiglio d'Europa per la prevenzione del terrorismo, fatta a Varsavia il 16 maggio 2005 e in vigore, a livello internazionale, dal 10 giugno 2007, in 34 Paesi, l'Italia ha firmato la convenzione l'8 giugno 2005. La Convenzione è stata adottata al fine di accrescere l'efficacia degli strumenti internazionali esistenti in materia di lotta contro il terrorismo attraverso due modi: la definizione del reato di atto di terrorismo, quali la pubblica istigazione, il reclutamento e l'addestramento, e la cooperazione in materia di prevenzione, sia a livello interno (politiche nazionali di prevenzione) sia internazionale (modifica degli accordi esistenti in materia di estradizione e mutua assistenza giudiziaria e predisposizione di ulteriori strumenti supplementari). La Convenzione del Consiglio d'Europa sul riciclaggio, la ricerca, il sequestro e la confisca dei proventi di reato e sul finanziamento del terrorismo è stata firmata a Varsavia il 16 maggio 2005 ed è in vigore sul piano internazionale dal 1o maggio 2008. Essa amplia la Convenzione sulla stessa materia firmata a Strasburgo nel 1990 e la Convenzione internazionale per la soppressione degli atti di terrorismo nucleare, adottata a New York il 13 aprile 2005, e in vigore nel nostro Paese dal 2007. La Convenzione, che è stata firmata da 115 Paesi, risulta essere stata ratificata da cento parti. È questo uno strumento importante, per garantire alla comunità internazionale la possibilità di intervenire e quindi perseguire reati connessi ad atti di terrorismo nucleare attraverso regole comuni. Poi, il Protocollo di emendamento alla Convenzione europea per la repressione del terrorismo del 15 maggio 2003, che però non è ancora in vigore a livello internazionale, amplia l'elenco dei reati, sino a ricomprendere tutti i reati descritti nelle Convenzioni e i Protocolli pertinenti delle Nazioni Unite contro il terrorismo; introduce una procedura semplificata di emendamento alla Convenzione medesima, che consentirà di allargare ulteriormente la platea di tali reati; apre la Convenzione all'adesione degli Stati osservatori (Canada, Giappone, Israele, Messico, Santa Sede, Stati Uniti) presso il Consiglio d'Europa, dando facoltà al Comitato dei Ministri di decidere caso per caso, di invitare ad aderirvi anche altri Stati; include una clausola che autorizza il rifiuto di estradare verso un Paese dove esiste il rischio di applicazione della pena di morte oppure il rischio di subire torture o reclusioni a vita senza possibilità di libertà provvisoria; istituisce un meccanismo di controllo per l'applicazione della nuova procedura relativa alle riserve per altri compiti connessi con il controllo dell'applicazione della Convenzione. Tale meccanismo è destinato a completare le competenze classiche e, più in generale, del Comitato europeo per i problemi della criminalità in merito alle convenzioni europee sulla criminalità. In ultimo, il Protocollo addizionale del Consiglio d'Europa per la prevenzione del terrorismo, fatto a Riga il 22 ottobre 2015, integra le disposizioni della Convenzione del Consiglio d'Europa per la prevenzione del terrorismo – aperta alla firma a Varsavia il 16 maggio – per quanto riguarda la qualifica come reato degli atti di cui agli articoli 2 e 6 del presente Protocollo, rafforzando l'impegno delle parti nella prevenzione del terrorismo e dei suoi effetti pregiudizievoli sul pieno godimento dei diritti umani. In particolare, del diritto alla vita, sia come misura da adottare a livello nazionale che attraverso la cooperazione internazionale, tenendo in debito conto i vigenti trattati o accordi multilaterali o bilaterali applicati alle parti.Pag. 60
  In conclusione, annuncio il sostegno e il voto favorevole del Partito Democratico a questo disegno di legge, teso a contrastare e prevenire il fenomeno terroristico, tutelare la sicurezza dei cittadini, le loro libertà, arrestare quella che è una guerra non convenzionale che vede come bersagli cittadini inermi, come è stato a Parigi, in Turchia e in altre parti del mondo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale – A.C. 3303-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3303-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 3303-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nesci, Tripiedi, Dorina Bianchi, Zaccagnini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

  «Norme per il contrasto al terrorismo, nonché ratifica ed esecuzione: a) della Convenzione del Consiglio d'Europa per la prevenzione del terrorismo, fatta a Varsavia il 16 maggio 2005; b) della Convenzione internazionale per la soppressione di atti di terrorismo nucleare, fatta a New York il 14 settembre 2005; c) del Protocollo di Emendamento alla Convenzione europea per la repressione del terrorismo, fatto a Strasburgo il 15 maggio 2003; d) della Convenzione del Consiglio d'Europa sul riciclaggio, la ricerca, il sequestro e la confisca dei proventi di reato e sul finanziamento del terrorismo, fatta a Varsavia il 16 maggio 2005; e) del Protocollo addizionale alla Convenzione del Consiglio d'Europa per la prevenzione del terrorismo, fatto a Riga il 22 ottobre 2015» (3303-A):

   (Presenti  371   
   Votanti  279   
   Astenuti   92   
   Maggioranza  140   
    Hanno votato
 279).    

  (La deputata Iori ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto favorevole. I deputati De Rosa, Dieni e Mucci hanno segnalato di non essere riusciti ad esprimere voto di astensione).

  Avverto che lo svolgimento degli ulteriori punti all'ordine del giorno è rinviato ad altra seduta.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Venerdì 29 gennaio 2016, alle 9,30:

  Svolgimento di interpellanze urgenti.

  La seduta termina alle 14,25.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO NICOLA MOLTENI SUL DISEGNO DI LEGGE N. 3303-A

  NICOLA MOLTENI. Signora Presidente, onorevoli Colleghi, signori rappresentanti del Governo, la nostra Aula è chiamata oggi ad approvare un provvedimento che Pag. 61nasce innanzitutto dall'esigenza di autorizzare la ratifica e l'esecuzione da parte del nostro Paese di una serie di atti internazionali di rilevante importanza ai fini della prevenzione e repressione del terrorismo internazionale, in larghissima parte risalenti alla prima metà dello scorso decennio, quando gli attacchi dell'11 settembre resero universalmente evidente l'estrema pericolosità raggiunta dalle organizzazioni terroristiche contemporanee.
  Appartiene alla nostra stagione storica soltanto il recentissimo Protocollo addizionale alla Convenzione del Consiglio d'Europa per la prevenzione del terrorismo, fatto a Riga il 22 ottobre 2015, che giustamente è stato aggiunto in itinere all'elenco delle Convenzioni in ratifica, perché affronta il delicato problema del contrasto al fenomeno dei cosiddetti Foreign Fighters.
  Tornando al momento, gli anni 2003-2005, in cui il grosso delle Convenzioni oggi al nostro esame venne adottato, è opportuno ricordare come la minaccia emergente del tempo fosse al Qaeda e come fosse particolarmente diffuso il timore che il network allora guidato da Osama bin Laden, poi ucciso in un raid condotto in Pakistan dalle forze speciali americane, potesse attaccare gli Stati Uniti e l'Occidente più in generale utilizzando anche armi di distruzione di massa, come le cosiddette bombe radiologiche, fabbricate con l'impiego dei prodotti di scarto dei numerosi processi che sfruttano tecnologie radioattive.
  Questo pericolo non è affatto venuto meno. Riteniamo conseguentemente di speciale rilevanza, fra quelle inserite nel provvedimento di cui oggi abbiamo discusso, soprattutto la ratifica della Convenzione internazionale per la soppressione di atti di terrorismo nucleare, fatta a New York il 14 settembre 2005. È in effetti persino sorprendente che si sia dovuto aspettare così tanto per vederla finalmente qui.
  Mentre si attendevano queste ratifiche, il mondo è cambiato ed il terrorismo si è ulteriormente evoluto, assumendo forme nuove e territorializzate, fino a sfociare nella nascita e successiva affermazione del cosiddetto Stato Islamico, che sta facendo proseliti praticamente ovunque ci siano musulmani.
  Il sedicente Califfato, se possibile, rappresenta per noi una sfida ancora più insidiosa, disponendo di risorse molto più ampie di quelle che furono accessibili ad al Qaeda, anche quando quell'organizzazione raggiunse l'apice della propria potenza. Verso Raqqa e Mosul possono convergere risorse umane e conoscenze molto più ampie, rendendo possibile progettare ed eseguire progetti anche più pericolosi di quelli posti in essere in America nel 2001 o in Spagna nel 2004.
  Rafforzare gli strumenti di diritto internazionale per combattere questa piaga è quindi una necessità assoluta. Non sarà pertanto di sicuro la Lega Nord-Noi con Salvini a creare degli ostacoli alla ratifica di queste Convenzioni da parte del nostro Paese.
  Certo, non nascondiamocelo, avremmo potuto approfittare della circostanza anche per irrigidire ulteriormente le norme del nostro diritto interno e mettere a disposizione del sistema di sicurezza incaricato di proteggerci strumenti di contrasto più efficaci. In parte, lo si è fatto nelle Commissioni, disponendo un significativo inasprimento di alcune pene.
  Noi avremmo voluto fare però un paio di passi in avanti ulteriori, in particolare per estendere al territorio nazionale una disposizione – di recente inserita in un decreto legge di proroga missioni internazionali – che ha riconosciuto al Presidente del Consiglio dei Ministri la facoltà di autorizzare l'effettuazione di operazioni speciali sui teatri di crisi, impiegando agenti dell’intelligence e commandos delle Forze Armate ovunque lo richieda la necessità di proteggere la vita di nostri concittadini o interessi nazionali di particolare rilevanza.
  Noi pensiamo che in caso di conclamata emergenza terroristica, un'ipotesi sul genere del Bataclan, malauguratamente possibile, debba essere una misura da considerare. Ritenevamo e riteniamo tuttora Pag. 62che sia importante anche sottoporre ad un regime carcerario più rigoroso coloro che sono sospettati di svolgere attività terroristica, estendendo nei loro confronti il 41-bis.
  Si tratta di istanze che non mancheremo di riproporre ogni qual volta la dinamica della vita parlamentare ce lo consentirà, certi di rendere un servizio al Paese. Tutto ciò premesso, e per le ragioni appena esposte, la Lega Nord-Noi con Salvini non si opporrà all'approvazione dell'Atto Camera 3303. Abbiamo aspettato fin troppo.

Pag. 63

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DELLA PROPOSTA DI LEGGE N. 3297 E ABB. E DELLA PROPOSTA DI LEGGE N. 698 E ABB.

Pdl n. 3297 e abb. – Equilibrio nella rappresentanza tra donne e uomini nei Consigli regionali

Tempo complessivo: 14 ore e 30 minuti, di cui:
• discussione generale: 7 ore e 30 minuti;
• seguito dell'esame: 7 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 20 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 30 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 14 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 3 minuti (con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 26 minuti 4 ore e 37 minuti
 Partito Democratico 43 minuti 1 ora e 21 minuti
 MoVimento 5 Stelle 34 minuti 34 minuti
 Forza Italia – Popolo della Li bertà – Berlusconi Presidente 32 minuti 26 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 31 minuti 21 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Eco logia e Libertà 31 minuti 21 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 31 minuti 19 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 31 minuti 18 minuti
Democrazia Solidale – Centro De mocratico 31 minuti 17 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazio nale 30 minuti 16 minuti
 Misto: 32 minuti 24 minuti
  Conservatori e Riformisti 9 minuti 5 minuti
  Alternativa Libera 7 minuti 5 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Auto nomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 6 minuti 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 4 minuti 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 3 minuti 3 minuti
  Unione Sudamericana Emigrati Italiani 3 minuti 3 minuti
Pag. 64

Pdl n. 698 e abb. – Assistenza delle persone affette da disabilità grave prive del sostegno familiare

Tempo complessivo: 16 ore, di cui:
• discussione generale: 7 ore e 30 minuti;
• seguito dell'esame: 8 ore e 30 minuti.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 20 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 1 ora
Interventi a titolo personale 1 ora e 14 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 14 minuti (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 26 minuti 5 ore e 26 minuti
 Partito Democratico 43 minuti 1 ora e 34 minuti
 MoVimento 5 Stelle 34 minuti 40 minuti
 Forza Italia – Popolo della Li bertà – Berlusconi Presidente 32 minuti 31 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 31 minuti 25 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Eco logia e Libertà 31 minuti 25 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 31 minuti 23 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 31 minuti 21 minuti
 Democrazia Solidale – Centro De mocratico 31 minuti 20 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazio nale 30 minuti 19 minuti
 Misto: 32 minuti 28 minuti
  Conservatori e Riformisti 9 minuti 7 minuti
  Alternativa Libera 7 minuti 6 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Auto nomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 6 minuti 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 4 minuti 4 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 3 minuti 3 minuti
  Unione Sudamericana Emigrati Italiani 3 minuti 3 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. T.U. 259 e abb. - A - voto finale 403 391 12 196 307 84 95 Appr.
2 Nom. Moz. Baldelli e a. 1-1085 rif. 420 390 30 196 390 92 Appr.
3 Nom. Moz. De Lorenzis e a. 1-1104 n.f. 426 389 37 195 111 278 92 Resp.
4 Nom. Moz. Tullo e a. 1-1105 rif. 424 350 74 176 337 13 92 Appr.
5 Nom. Moz. Iannuzzi e a. 1-1106 n.f. 432 359 73 180 349 10 91 Appr.
6 Nom. Moz. Bordo F. e a. 1-1116 n.f. 425 319 106 160 308 11 91 Appr.
7 Nom. Risoluz. Pili 6-198 rif. 429 422 7 212 398 24 91 Appr.
8 Nom. Ddl 3303-A - articolo 1 392 392 197 392 89 Appr.
9 Nom. articolo 2 401 401 201 401 89 Appr.
10 Nom. articolo 3 403 403 202 403 89 Appr.
11 Nom. em. 4.2 413 413 207 105 308 89 Resp.
12 Nom. em. 4.30 411 409 2 205 34 375 89 Resp.
13 Nom. em. 4.31 412 408 4 205 31 377 89 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 4.32 415 411 4 206 58 353 88 Resp.
15 Nom. em. 4.1 407 404 3 203 56 348 88 Resp.
16 Nom. em. 4.3 412 409 3 205 329 80 87 Appr.
17 Nom. em. 4.34 411 313 98 157 16 297 86 Resp.
18 Nom. articolo 4 409 394 15 198 361 33 86 Appr.
19 Nom. articolo agg. 4.01 418 415 3 208 121 294 86 Resp.
20 Nom. subem. 0.4.02.1 413 348 65 175 43 305 86 Resp.
21 Nom. articolo agg. 4.02 405 400 5 201 46 354 87 Resp.
22 Nom. articolo agg. 4.03 403 400 3 201 46 354 86 Resp.
23 Nom. articolo agg. 4.050 412 379 33 190 373 6 86 Appr.
24 Nom. articolo 5 405 404 1 203 402 2 86 Appr.
25 Nom. articolo 6 390 390 196 390 86 Appr.
26 Nom. articolo 7 398 398 200 397 1 86 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 29)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. articolo 8 402 402 202 402 86 Appr.
28 Nom. articolo 9 406 374 32 188 310 64 86 Appr.
29 Nom. Ddl 3303-A - voto finale 371 279 92 140 279 85 Appr.