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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 546 di mercoledì 13 gennaio 2016

Pag. 1

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  La seduta comincia alle 11.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Bueno, Capelli, Catania, D'Ambrosio, D'Incà, Dambruoso, Epifani, Fedriga, Ferrara, Gregorio Fontana, Ginefra, Giancarlo Giorgetti, Greco, Manciulli, Marazziti, Migliore, Piccoli Nardelli, Portas, Ravetto, Realacci, Rosato, Sanga, Speranza, Tabacci, Tofalo, Vignali e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,04).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 11.30.

  La seduta, sospesa alle 11,05, è ripresa alle 11,30.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 4 dicembre 2015, n. 191, recante disposizioni urgenti per la cessione a terzi dei complessi aziendali del Gruppo Ilva (A.C. 3481-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3481-A: Conversione in legge del decreto-legge 4 dicembre 2015, n. 191, recante disposizioni urgenti per la cessione a terzi dei complessi aziendali del Gruppo Ilva.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 3481-A)

  PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione nel testo della CommissionePag. 2(vedi l'allegato A della seduta del 12 gennaio 2016 – A.C. 3481-A) e degli emendamenti riferiti al decreto-legge nel testo della Commissione (Vedi l'allegato A – A.C. 3481-A). Ricordo che nella seduta di ieri sono stati accantonati l'emendamento Crippa 1.81 e gli identici emendamenti Matarrese 1.13 e Benamati 1.54, nonché il subemendamento 0.1.13.100 delle Commissioni.
  Avverto che le Commissioni hanno presentato il subemendamento 0.1.81.100.
  Avverto altresì che le Commissioni Affari costituzionali e Bilancio hanno espresso i prescritti pareri (vedi l'allegato A – A.C. 3481-A) che sono in distribuzione. In particolare, la Commissione Bilancio ha espresso parere favorevole sui subemendamenti 0.1.81.100 e 0.1.13.100 e conseguentemente in caso di loro approvazione ha inteso revocati i pareri contrari formulati nella giornata di ieri sull'emendamento 1.81 e sugli identici emendamenti 1.13 e 1.54.
  Passiamo, quindi, al subemendamento 0.1.81.100.
  Invito il relatore ed il rappresentante del Governo ad esprimere il prescritto parere su tale subemendamento. Prego, onorevole Basso.

  LORENZO BASSO, Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Grazie, Presidente. Sul subemendamento 0.1.81.100 delle Commissioni, il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Li esprime tutti, vedo.

   LORENZO BASSO, Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Sì. Sull'emendamento Crippa 1.81, subemendato, il parere è favorevole. Sul subemendamento 0.1.13.100 delle Commissioni il parere è favorevole. Sugli identici emendamenti Matarrese 1.13 e Benamati 1.54 subemendati, il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Grazie. Il Governo ?

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Grazie. Mi scusi, onorevole Ricciatti, è che io avevo già alcuni dei pareri perché lei li aveva dati prima.

  LARA RICCIATTI, Relatrice di minoranza. Il parere è favorevole su tutti.

  PRESIDENTE. Allora il parere è favorevole su tutti. Grazie, onorevole.
  Passiamo alla votazione del subemendamento 0.1.81.100 delle Commissioni.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Massa. Ne ha facoltà.

  FEDERICO MASSA. Presidente, volevo svolgere qualche riflessione sull'emendamento così come subemendato, perché credo che, nella nuova formulazione, si sia definita in maniera ancor più netta la questione relativa al finanziamento degli interventi per l'ambientalizzazione e le bonifiche, si sia ulteriormente chiarito come l'onere di quegli interventi debba essere recuperato a carico dei soggetti responsabili. Nella sostanza, la proposta emendativa sulla quale abbiamo espresso il parere favorevole recupera l'originaria previsione di rivalsa rispetto alle somme oggi oggetto del sequestro penale e custodite in Svizzera, superando l'obiezione relativa alla natura cautelare transitoria di quel sequestro.
  L'emendamento afferma che nel momento in cui quelle somme venissero definitivamente acquisite in esito alla conclusione dei procedimenti (questo credo conferma la volontà di dotare dei necessari mezzi finanziari gli interventi di ambientalizzazione) devono essere integralmente destinate agli interventi sui territori dei comuni di Taranto e Statte che hanno subito in questi anni la patologia connessa a quell'attività industriale in parte a copertura degli 800 milioni di cui a lungo si è discusso ieri, ma anche, per la differenza, come ulteriori investimenti su quei territori. Innanzitutto, ed in via assolutamente prioritaria, con riguardo agli interventi di bonifica, ma anche nella prospettiva della necessaria riqualificazione e riconversione produttiva di quelle aree. Credo cioè che l'emendamento nel testo Pag. 3attuale dia un segnale forte al territorio di Taranto, perché segna la possibilità, la necessità, ma anche la possibilità concreta, di coniugare non...

  PRESIDENTE. Onorevole Massa, le ricordo che ha un minuto.

  FEDERICO MASSA. Di coniugare non in astratto, ma in concreto, l'attività industriale e la tutela ambientale. Credo che l'approvazione di questo emendamento segni definitivamente, e in positivo, la scelta di riportare sul mercato un'impresa sana in un contesto ambientale recuperato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Prego i colleghi di affrettarsi a prendere la tessera e di prendere posto perché stiamo per votare, non ho altri iscritti a parlare. Vedo che c’è molta fila, è il primo voto, come sempre, aspettiamo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.1.81.100 delle Commissioni, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Centemero, La Marca, Dellai, Cozzolino, Turco, Vecchio, Carfagna, Tancredi, Crippa, Polverini, Matteo Bragantini, Matarrese, Alberti, Catanoso, Migliore...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  425   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
 425).    

  (Il deputato De Rosa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Crippa 1.81.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente. Questo emendamento, con le modifiche approvate dal subemendamento precedente, teoricamente, renderebbe disponibili un miliardo e 200 milioni, che il Governo ipotizzava già di incassare nei precedenti decreti, qualora la magistratura arrivi a una sentenza in giudicato, per ristorare la quota parte che lo Stato anticipa per effettuare i piani ambientali e le eccedenze, per continuare a versarle all'interno di un capitolo per le bonifiche di Taranto e Statte.
  Al di là della soddisfazione, almeno da un punto di vista teorico, queste risorse vengono poi destinate alle bonifiche e noi vorremmo comprendere anche quante di quelle risorse saranno poi effettivamente disponibili.
  Noi anticipiamo che presenteremo un ordine del giorno per specificare meglio una questione che secondo noi rimane un po’ irrisolta, ovvero quella che deriva dal fatto che, così come riformulato dal subemendamento, vengono rese disponibili le somme all'interno della contabilità speciale del commissario. La domanda che «la signora Maria» da casa si fa è: ma nel momento in cui il commissario non c’è più, la contabilità speciale che fine fa e, soprattutto, i fondi destinati a contabilità speciale che fine fanno ? C’è una clausola che prevede che il Ministero dell'economia e delle finanze possa intervenire per destinare le risorse in capitoli di spesa concreti, però vorremmo che sia specificato meglio, visto che siamo in Italia e spesso di questi tecnicismi ne abbiamo visti e conosciuti tantissimi e abbiamo anche la consapevolezza che spesso per dei vizi come questi si può bloccare la destinazione dei fondi stessi. Allora, noi impegneremo nell'ordine del giorno il Governo a specificare meglio questo punto, per monitorare in modo tale che prima dello scioglimento della contabilità speciale, quindi prima che il commissario termini il suo mandato, sia ben chiaro che quelle somme, eventualmente disponibili, siano destinabili già, scritto nero su bianco, in un altro capitolo di spesa che preveda la Pag. 4bonifica di Taranto e Statte. Questo almeno per rassicurare le eventuali somme disponibili.
  È uno dei pochi emendamenti accettati all'interno di questo decreto, però, ancora una volta, visto che l'abbiamo già ribadito ieri, lo ribadiamo anche oggi cogliendo l'occasione, ci sarebbe piaciuto vedere il Ministro cercare di difendere quello che il suo Governo sta facendo e quello che il suo Governo ha fatto, aprendo a una manifestazione di interesse a dei criteri e degli affidamenti all'interno dei poteri assegnati al commissario alquanto discutibili. Ci sarebbe piaciuto averla qui, speriamo sia disponibile per la dichiarazione di voto, ma crediamo che sarà invece necessario che gli Uffici di Presidenza, e soprattutto i presidenti delle Commissioni, chiedano a gran voce la presenza del Ministro Guidi nelle prossime settimane per monitorare la situazione che deve essere riportata all'interno delle Aule parlamentari non soltanto per una mera ratifica, come viene fatta all'interno di questo decreto, ma per un'analisi e una continuità di quello che realmente sta accadendo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Crippa 1.81, nel testo subemendato, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vezzali, Ottobre, Tancredi, Giancarlo Giorgetti, Bergamini, Schullian, Marco Meloni, Gelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  445   
   Votanti  444   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato
 444).    

  (Il deputato Segoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento delle Commissioni 0.1.13.100, con il parere favorevole del Governo e della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gigli, Marazziti, Locatelli, Segoni, Tripiedi, Zanin, Rotondi, Simone Valente, Parrini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  452   
   Votanti  451   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato
 451).    

  (La deputata Carrozza a segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole, il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Matarrese 1.13 e Benamati 1.54, nel testo subemendato, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e della relatrice di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Furnari, Del Grosso, Rizzetto, Fossati, Mauri, Tancredi, D'Attorre...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  459   
   Votanti  424   
   Astenuti   35   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
 424).    

  Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà Pag. 5direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 3481-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 3481-A).
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Prego, sottosegretario Vicari. Le leggo i numeri degli ordini del giorno, così lei mi dà i pareri. Ordine del giorno Carrescia n. 9/3481-A/1 ?

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Allasia n. 9/3481-A/2 ?

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Duranti n. 9/3481-A/3 ?

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Pellegrino n. 9/3481-A/4 ?

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Parere contrario, anche perché, comunque, è superato dalla procedura straordinaria.

  PRESIDENTE. Lei mi deve dare solo il parere, non c’è bisogno della motivazione.

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Zaratti n. 9/3481-A/5 ?

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. È ultroneo.

  PRESIDENTE. Quindi, il parere è contrario ?

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Contrario, sì.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Ricciatti n. 9/3481-A/6 ?

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Accolto come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Ferrara n. 9/3481-A/7 ?

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Invito al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Baldassarre n. 9/3481-A/8 ?

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Accolto come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Quaranta n. 9/3481-A/9 ?

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Accolto come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Tullo n. 9/3481-A/10 ?

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Accolto come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Bargero n. 9/3481-A/11 ?

Pag. 6

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Accolto come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Segoni n. 9/3481-A/12 ?

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. È accolto fino alle parole: «e dell'ambiente».

  PRESIDENTE. Quindi, è accolto con una riformulazione.

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Fino alle parole: «e dell'ambiente».

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Pastorino n. 9/3481-A/13 ?

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Accolto come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Pili n. 9/3481-A/14 ?

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Accolto come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Caparini n. 9/3481-A/15 ?

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Pilozzi n. 9/3481-A/16 ?

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Accolto come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Zolezzi n. 9/3481-A/17 ?

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Accolto come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Vico n. 9/3481-A/18 ?

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Accolto come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Benamati n. 9/3481-A/19 ?

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Stella Bianchi n. 9/3481-A/20 ?

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Binetti n. 9/3481-A/21 ?

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Non me lo hanno dato. Eccolo. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. È in arrivo, sottosegretario, l'ordine del giorno Crippa n. 9/3481-A/22, che adesso le stanno portando. Intanto, possiamo iniziare a porre in votazione gli altri ordini del giorno e poi chiediamo il parere sull'ordine del giorno Crippa n. 9/3481-A/22, così intanto guadagniamo tempo.
  Allora, il parere è favorevole sull'ordine del giorno Carrescia n. 9/3481-A/1, quindi non si insiste per la votazione.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Allasia n. 9/3481-A/2, sul quale vi è il parere contrario del Governo.

  LARA RICCIATTI, Relatrice di minoranza. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LARA RICCIATTI, Relatrice di minoranza. Grazie, signora Presidente. Senza Pag. 7cercare strade ostruzionistiche, ma solo di buonsenso, per facilitare anche il lavoro banalmente di lettura dei vari gruppi parlamentari, per poter esprimere il voto in Aula, nel caso qualcuno non accogliesse la stragrande maggioranza delle raccomandazioni che la sottosegretaria ha voluto esprimere come pareri del Governo, chiederei cinque minuti per poter almeno leggere l'ordine del giorno Crippa n. 9/3481-A/22, che ancora, peraltro, non è in distribuzione, e per leggere il secondo fascicolo, che ci è arrivato adesso.

  PRESIDENTE. Va bene, se non c’è nessuna obiezione, una pausa di qualche minuto, fino alle ore 12, per la lettura degli ordini del giorno è ragionevole. Quindi, sospendo la seduta fino alle ore 12.

  La seduta, sospesa alle 11,55, è ripresa alle 12,10.

  PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Avverto che sono in distribuzione gli ordini del giorno Crippa n. 9/3481-A/22 e Bratti n. 9/3481-A/23. Invito, quindi, il rappresentante del Governo a esprimere il parere su tali ordini del giorno. Chi è che prende la parola, la sottosegretaria Vicari o il sottosegretario Baretta ? Vicari. Prego, sottosegretaria. A noi servono i pareri sugli ordini del giorno Crippa n. 9/3481-A/22 e Bratti n. 9/3481-A/23. Poi, se avete altre ulteriori considerazioni sugli ordini del giorno su cui vi siete già espressi. Intanto, direi che possiamo fare gli auguri al collega Danilo Leva per la nascita della sua piccola Camilla (Applausi). Sottosegretaria, prego, a lei la parola.

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. All'ordine del giorno Allasia n. 9/3481-A/2...

  PRESIDENTE. Scusi, prima mi dà i pareri sugli ordini del giorno Crippa n. 9/3481-A/22 e Bratti n. 9/3481-A/23 ?

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Allora, sull'ordine del giorno Crippa n. 9/3481-A/22, bisogna aggiungere le parole: «eventuale», ossia «evitare un eventuale vuoto interpretativo», nella parte dispositiva.

  PRESIDENTE. Va bene, quindi è accolto con questa riformulazione. Ordine del giorno Bratti n. 9/3481-A/23 ?

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. È favorevole.

  PRESIDENTE. Va bene, grazie. Ora, mi sembra che lei avesse qualcosa da aggiungere sugli ordini del giorno di cui avevamo già parlato.

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Sì, l'ordine del giorno Allasia n. 9/3481-A/2, con una modifica della parte dispositiva, può essere accolto come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Scusate, ma c’è molto brusio di fondo e si sente malissimo anche da qui. Allora, sull'ordine del giorno Allasia n. 9/3481-A/2, la sottosegretaria propone una riformulazione per poterlo accogliere come raccomandazione. Me la può leggere, per favore ?

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. È la seguente: «a reperire risorse per integrare i fondi necessari ai lavori di pubblica utilità al fine di non diminuire le risorse complessive da impegnare sul tema delle bonifiche e sulla riqualificazione urbana del quartiere di Cornigliano».

  PRESIDENTE. Grazie. Ci sono altri punti su cui il Governo deve intervenire ?

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Sì. L'ordine del giorno Bargero n. 9/3481-A/11 può essere accolto inserendo le parole: «a valutare l'opportunità di».

Pag. 8

  PRESIDENTE. Quindi, è una riformulazione e in quel modo sarebbe del tutto accolto.

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Benissimo. Anche l'ordine del giorno Vico n. 9/3481-A/18, con l'inserimento delle parole: «a valutare l'opportunità di» può essere accolto.

  PRESIDENTE. Va bene, quindi c’è una riformulazione e il parere diventa favorevole. Passiamo all'ordine del giorno Allasia n. 9/3481-A/2. Ha chiesto di intervenire il deputato Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Grazie, onorevole Presidente. Innanzitutto, l'ordine del giorno nasce da un'ambiguità legislativa dettata dal decreto in cui si confondono i temi e c’è poca chiarezza nella discussione, non solo su questo tema, ma anche su altri e si è visto più volte con le proposte emendative della minoranza e anche della maggioranza per risolvere alcuni nodi cruciali del testo che era uscito dal Consiglio dei ministri. Indubbiamente, sul tema dello stabilimento di Genova-Cornigliano c’è poca chiarezza su dove finiscono i fondi per la riqualificazione ambientale e c’è poca chiarezza se effettivamente ci saranno i fondi. Noi vogliamo evitare scontri sociali perché riteniamo che le battaglie sociali non devono avere colori politici. E vorremmo che ci fosse maggiore chiarezza soprattutto per una prosecuzione di intenti per il mantenimento del livello occupazionale e delle promesse fatte anche ai lavoratori stessi per avere un futuro migliore da ambo le parti, sia produttivo, sia lavorativo.
  Abbiamo la possibilità di accogliere questa riformulazione e questa raccomandazione, tenendo ben presente che poi ci dovrà essere un successivo passaggio da parte del Governo e da parte degli enti locali per il mantenimento degli impegni. Anche perché, come si è sempre detto, gli ordini del giorno possono avere una valenza minoritaria rispetto al testo stesso del decreto o rispetto a un emendamento o a un altro, ma indubbiamente, come si suol dire, «carta canta». Perciò, indubbiamente è nero su bianco quello con cui ci si prende l'impegno. Perciò, valutando gli ordini del giorno successivi che toccano gli stessi temi, avremo il piacere di proseguire sulla discussione nelle prossime giornate e nei prossimi decreti che sicuramente toccheranno l'Ilva. Pertanto, c’è la necessità e la volontà da parte del gruppo della Lega di proseguire su questo tema e mantenere alta l'attenzione dell'opinione pubblica sull'Ilva di Genova.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Allasia, quindi lei accetta la proposta di riformulazione e dunque l'ordine del giorno è accolto come raccomandazione. Passiamo all'ordine del giorno Duranti n. 9/3481-A/3 su cui c’è il parere contrario del Governo. Prego, onorevole Duranti ha facoltà di intervenire.

  DONATELLA DURANTI. Grazie signora Presidente. Intervengo perché chiedo al Governo di rivedere il parere contrario su questo ordine del giorno perché, appunto, so che è riconosciuta la necessità di intervenire per garantire che le integrazioni salariali ai contratti di solidarietà vengano in qualche modo prorogate o comunque venga assicurata la possibilità di accedere ai contratti di solidarietà con l'integrazione salariale. Appunto, siccome so che c’è il riconoscimento di questa necessità, chiedo al Governo se può proporre una riformulazione o nell'impegno o anche nella premessa. Diversamente, ovviamente, chiederò di mettere ai voti l'ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Il Governo non ritiene mi pare di cambiare il parere. Sottosegretaria Vicari ?

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. No, Presidente, il parere non può essere modificato perché la richiesta nella parte dispositiva dell'ordine del giorno di derogare a quanto invece previsto dal Jobs Act per i lavoratori dell'Ilva è assolutamente impraticabile.

Pag. 9

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Duranti n. 9/3481-A/3, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Basilio, Malisani, Paglia, Malpezzi, Migliore, Tinagli, Ciprini. Ci sono alcuni colleghi che stanno arrivando al posto. Tripiedi. Frusone, Pili, Di Lello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti 464   
   Maggioranza  233   
    Hanno votato
 174    
    Hanno votato
no  290).

  Passiamo all'ordine del giorno Pellegrino n. 9/3481-A/4 con il parere contrario del Governo. Chiede di intervenire l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.

  SERENA PELLEGRINO. Grazie Presidente. Mi rendo conto che effettivamente quanto richiesto da questo ordine del giorno rischia di essere superato rispetto a questo decreto che noi stiamo andando ad approvare. Infatti, io richiedo di poter seguire un processo ordinario quando, invece, noi stiamo andando verso un processo straordinario. Ma sappiamo bene che la straordinarietà di questo provvedimento segue delle linee del tutto incostituzionali.
  Adesso le dico precisamente quello che noi abbiamo richiesto: «a prevedere che, ai fini dell'autorizzazione delle modifiche al piano ambientale, venga coinvolta la Commissione istruttoria dell'IPPC, prevista dall'articolo 8-bis del Codice ambientale».
  Sono anche disposta a ritirare questo ordine del giorno, ma vorremmo veramente che da questo momento in poi non esistano più procedure straordinarie che vadano a violare questi procedimenti ordinari !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pellegrino n. 9/3481-A/4, con parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carboni, Formisano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  470   
   Maggioranza  236   
    Hanno votato
 177    
    Hanno votato
no  293).    

  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Zaratti n. 3481-A/5, con parere contrario del Governo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zaratti n. 9/3481-A/5, con parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Carbone, Lattuca, Segoni, Saltamartini, Capodicasa, Galperti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  459   
   Votanti  457   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato
 120    
    Hanno votato
no  337).    

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ricciatti n. 9/3481-A/6, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ferrara n. 9/3481-A/7, con parere contrario del Governo.Pag. 10
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ferrara n. 9/3481-A/7, con parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Lo Monte, Furnari, Brignone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  472   
   Maggioranza  237   
    Hanno votato
 174    
    Hanno votato
no  298).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Baldassarre n. 9/3481-A/8, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Quaranta n. 9/3481-A/9, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Tullo n. 9/3481-A/10, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bargero n. 9/3481-A/11, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Segoni n. 9/3481-A/12, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Pastorino n. 9/3481-A/13, accolto dal Governo come raccomandazione.

  LUCA PASTORINO. Presidente, io chiedo che questo ordine del giorno invece venga votato; anzi, chiedo al Governo che esprima un parere, perché una raccomandazione francamente non ci basta. Noi avevamo scritto e depositato un emendamento, che seguiva un po’ l'emendamento che era stato anche portato avanti dal relatore di maggioranza, e che il Governo aveva censurato per una parte, portando al 30 settembre 2016 il termine per l'adeguamento salariale che i lavoratori pretendevano, anche in ragione di patti che c'erano stati. Mi è stato risposto che oltre quel termine non si poteva andare per ragioni tecniche, legate appunto alla peculiarità e scadenza di questi contratti. Insomma, credo di poter dire che in questo provvedimento, se il Governo mette tanta rapidità e tanta solerzia nell'imporci un voto per una cessione o un trasferimento degli impianti al 30 giugno 2016, avrebbe potuto quantomeno mettere un minimo di solerzia e di riflessione in più per dare delle garanzie occupazionali e salariali e di integrazione salariale ai lavoratori: di Genova come di tutte le altre parti d'Italia, perché qui si sta parlando di tante persone, si sta parlando di un complesso industriale fondamentale.
  La raccomandazione non mi sembra quindi sufficiente. Sono disponibile anche ad una riformulazione, ma che non trascuri un impegno che su questo tema il Governo deve mettere in campo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pastorino n. 9/3481-A/13, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lupo, Giuseppe Guerini, Russo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  473   
   Votanti  469   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  235   
    Hanno votato
 184    
    Hanno votato
no  285).    

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pili n. 9/3481-A/14, accolto dal Governo come raccomandazione.Pag. 11
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/3481-A/15, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pilozzi n. 9/3481-A/16, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Zolezzi n. 9/3481-A/17, accolto dal Governo come raccomandazione.

  ALBERTO ZOLEZZI. Signora Presidente, accolgo la raccomandazione, ma volevo lasciare agli atti la necessità di migliorare la normativa, che è stata a nostro parere distorta col decreto-legge n. 1 del 2015. Per cui col decreto-legge che è in arrivo sulle terre e rocce da scavo auspichiamo che si faccia chiarezza su quello che è sottoprodotto, su dove deve e può essere utilizzato e su quello che è rifiuto: perché attualmente ci sono dei grossi rischi di dichiarare sottoprodotto quello che è rifiuto e di disperdere metalli pesanti e quant'altro nell'ambiente per una stortura normativa che si applica e si applicherà a tutti gli stabilimenti d'Italia, potendo creare possibili rischi e disastri ambientali.

  PRESIDENTE. Sta bene.

  DAVIDE TRIPIEDI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole Tripiedi, però noi non andiamo a votare questo ordine del giorno, perché il suo collega ha accolto... Intende sottoscriverlo, perfetto. Grazie.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Vico n. 9/3481-A/18, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Benamati n. 9/3481-A/19, accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Stella Bianchi n. 9/3481-A/20, accettato dal Governo.
  Prendo atto che la presentatrice non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Binetti n. 9/3481-A/21, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Crippa n. 9/3481-A/22, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Bratti n. 9/3481-A/23, accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presidente Realacci chiede di sottoscrivere l'ordine del giorno Bratti n. 9/3481-A/23.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
  Come stabilito in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, le dichiarazioni di voto finale avranno luogo a partire dalle ore 17 con ripresa televisiva diretta; seguirà la votazione finale. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 17.
  La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 12,30, è ripresa alle 17.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Michele Bordo, Bratti, Bueno, Capelli, Catania, Dellai, Epifani, Garofani, Giancarlo Giorgetti, Locatelli, Manciulli, Marazziti, Merlo, Migliore, Gianluca Pini, Portas, Realacci, Rosato, Sanga, Schullian, Tabacci, Valeria Valente e Vignali sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente novantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Pag. 12

Si riprende la discussione.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3481-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ricordo che è stata disposta la ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Oreste Pastorelli. Ne ha facoltà.

  ORESTE PASTORELLI. Grazie, signora Presidente. Signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, il decreto-legge in esame non è il primo che si occupa del caso Ilva, ma è sempre più stringente la necessità di approntare strumenti giuridici adeguati all'emergenza che quei territori stanno affrontando. Occorre, infatti, accelerare il più possibile il trasferimento a terzi dei complessi aziendali dell'Ilva garantendo, al tempo stesso, la continuità delle attività produttive, la tutela dell'ambiente e la salvaguardia della salute dei cittadini.
  Lo stanziamento di 800 milioni di euro per gli interventi di bonifica costituisce un tassello fondamentale per la difesa e il risanamento ambientale dello stabilimento di Taranto, che rappresenta una parte importante di tutta la filiera produttiva italiana. Basilare, poi, è lo scopo di questo decreto, che oggi siamo chiamati a convertire in legge, cioè quello di legare ambiente e futuro produttivo.
  Dunque, la strada intrapresa nei confronti dell'Ilva è quella giusta e prosegue il percorso tracciato dalla Conferenza di Parigi. È chiaro che molto dovrà essere fatto nei prossimi mesi, ma le misure contenute in questo decreto devono essere confermate nell'immediato dal Parlamento, posto che qualsiasi ritardo dell'azione statale ricadrebbe sulle popolazioni che in quei territori vivono e lavorano.
  Alla luce di queste premesse, esprimo, quindi, il voto favorevole della componente socialista al presente disegno di legge di conversione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ignazio Abrignani. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Grazie, signora Presidente. Onorevoli colleghi, il decreto-legge n. 191 del 4 dicembre 2015, presentato dal Governo, interviene sulla procedura di amministrazione straordinaria del gruppo Ilva allo scopo di armonizzare la tempistica del piano inerente le procedure per il trasferimento dei complessi aziendali, individuati dal programma dei commissari, con l'obiettivo di assicurare, nel rispetto di principi di parità di trattamento, trasparenza e non discriminazione, una discontinuità rispetto alla precedente gestione.
  Noi di Alleanza Liberalpopolare Autonomie, come più volte sottolineato in questa Assemblea, ci siamo spesi per far sì che il processo di cessione dei complessi aziendali del gruppo Ilva fosse sostenuto da norme di estrema trasparenza. In questo senso, dobbiamo riconoscere che il lavoro svolto, la settimana scorsa, nelle Commissioni ambiente e attività produttive, anche attraverso il recepimento di alcuni emendamenti, ha migliorato notevolmente l'impianto originale del testo.
  Tra questi vi sono da segnalare le disposizioni concernenti i lavoratori dello stabilimento Ilva di Genova Cornigliano e i parametri riguardanti le misure di sostegno per l'accesso al credito per le imprese creditrici di Ilva. Per questo ci auguriamo che il lavoro svolto fin qui non venga vanificato anteponendo gli aspetti puramente politici alla necessaria tutela della salute di migliaia di persone, oltre ovviamente alla salvaguardia dell'ambiente.
  Onorevoli colleghi, ci rendiamo perfettamente conto che la norma si rende necessaria al fine di sancire l'inderogabilità Pag. 13della tempestiva riallocazione sul mercato dei complessi aziendali di Ilva ai fini della definizione di una sua prospettiva di stabilità industriale, finanziaria e gestionale. Tuttavia, sarà fondamentale anche garantire che il processo di trasferimento dei complessi aziendali non pregiudichi in alcun modo il mantenimento dei livelli occupazionali e la protezione sociale dei lavoratori operanti presso l'azienda.
  Noi riteniamo, infatti, che l'industria dell'acciaio rappresenti una parte rilevante del sistema industriale e dell'economia del Paese. Parimenti strategica appare, pertanto, l'Ilva stessa, relativamente alla quale bisogna perseguire l'obiettivo della operatività degli stabilimenti e della compatibilità ambientale delle produzioni, unitamente alla tutela dei diritti e alla salute dei cittadini di Taranto. Il perseguimento di questi due obiettivi non può renderci indifferenti nell'intervenire su una vicenda complessa da un punto di vista industriale, ambientale ed occupazionale e – come è evidente – con implicazioni finanziarie e normative internazionali.
  Altro punto importante sarà, pertanto, quello di individuare un acquirente per il gruppo. In questo senso riteniamo che la scelta di procedere alla manifestazione di interesse già dal mese di gennaio 2016 sia l'unica percorribile, dal momento che sarà importante comprendere i criteri e le modalità a cui dovrà essere improntata la vendita del gruppo nei successivi cinque mesi. Pensiamo, infatti, che sull'individuazione di un soggetto solido e adeguato si gioca il futuro della siderurgia italiana e di un presidio industriale fondamentale per il Mezzogiorno e per l'intero Paese. Per questi motivi riteniamo che, successivamente al bando, sarà necessario udire nelle Commissioni referenti il Ministro, i commissari, gli amministratori locali e tutte le istituzioni che avranno seguito l'iter dalla cessione del gruppo industriale. Il nostro ruolo sarà quello di vigilare affinché sviluppo economico e tutela dell'ambiente possano andare di pari passo, con l'unico obiettivo di risolvere questa grave situazione che affligge il territorio tarantino ormai da moltissimi anni.
  Il decreto, certamente, e tutti gli atti successivi non risolveranno tutti i problemi, ma garantiscono continuità produttiva e occupazione in un settore strategico per il nostro Paese e, per questi motivi, noi di ALA voteremo favorevolmente questo provvedimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luca Pastorino. Ne ha facoltà.

  LUCA PASTORINO. Grazie, Presidente. Ho chiesto di poter intervenire in dichiarazione di voto su questo decreto Ilva anche in ragione del difficile momento che sta vivendo la città di Genova, le lavoratrici e lavoratori dello stabilimento di Genova Cornigliano, che sono 1.700. Loro, come tanti altri in Italia, sono legati da incognite enormi circa il proprio futuro. Parto da qui per fare poche considerazioni.
  La prima riguarda l'assenza di una visione strategica, laddove la politica industriale del Paese e la sicurezza lavorativa ed economica di migliaia di persone e delle loro famiglie meriterebbero lo sforzo, da parte delle istituzioni, di sviluppare un pensiero minimamente più articolato. Non è possibile, infatti, inseguire un'emergenza dietro l'altra, con un continuo accavallarsi di azioni confuse della politica e pure dalla magistratura. Secondo un conto della stampa, siamo al nono «salva-Ilva». Non è neppure giustificabile una cessione al buio degli impianti. Avrà luogo un bando e i partecipanti verranno valutati – si dice – secondo criteri di merito e di trasparenza, in particolare rispetto alla salvaguardia dei livelli occupazionali e di tutela dell'ambiente. Bene, ma sarebbe anche opportuno avere un'idea di come andrà questo bando, anche in termini di un piano industriale, in termini di sviluppo. Quali sono le reali prospettive, anche dal punto di vista del risanamento ambientale ? Si prevede la partecipazione di imprese o cordate credibili ? Sarebbe importante rispondere in quest'Aula a queste domande, sempre nel rispetto della trasparenza, altrimenti potrebbe venire il sospetto dall'ennesimo bluff.Pag. 14
  La seconda considerazione riguarda il rispetto dei patti. Le istituzioni non possono stipulare una serie di accordi in forma solenne, anche con i lavoratori e con le comunità locali, e poi disattenderli, lasciando le amministrazioni comunali di quelle comunità locali, insieme ai lavoratori, soli a se stessi perché il Governo non dà delle risposte. È sbagliato, anzi è vigliacco fare i forti con i deboli e rimangiarsi l'impegno.
  Parlo – dicevo – di Genova, che conosco bene: 1.700 lavoratori, una città che si aspetta che sia garantita la continuità salariale che era nei patti. E si aspettano tutti un finanziamento dei lavori socialmente utili. In questo decreto la prima misura è davvero parziale, la seconda neppure compare.
  Sulla tutela del livello salariale nata, come detto, dagli affetti del Jobs Act, la nostra componente, Alternativa Libera-Possibile, aveva presentato un emendamento per spostare almeno alla fine del 2016 l'integrazione salariale per i lavoratori inseriti in contratti di solidarietà, provando quindi ad allungare quel termine del 30 settembre imposto dal Governo al relatore di maggioranza dopo che lo stesso relatore aveva proposto la proroga dell'integrazione medesima anche per gli anni a venire.
  L'emendamento è stato stralciato per un'ipotetica mancanza di copertura finanziaria e per una questione, a dire del Governo, di natura tecnica, legata alla scadenza dei contratti di solidarietà. Insomma, noi da un Governo che impone la fretta del 30 giugno 2016, per l'espletamento delle procedure per il trasferimento dei complessi industriali dell'Ilva, ci attendevamo almeno la medesima fretta e la medesima attenzione per trovare la giusta soluzione per il mantenimento dei livelli salariali e delle garanzie occupazionali, a Genova come in tutta Italia.
  Quindi, per questi motivi, preannunziando il voto contrario della componente Alternativa Libera-Possibile, colgo anche l'occasione per rivolgermi agli esponenti presenti in Parlamento e appartenenti a quelle forze politiche che oggi guidano la regione Liguria, Lega e Forza Italia, perché finalmente, dopo l'assenza di iniziative vere su questo tema, ieri è stato approvato un ordine del giorno nei termini di poter garantire adeguati livelli salariali e continuità lavorativa nel tempo. Ebbene, io mi auguro che questo venga fatto finalmente non solo sui giornali, nell'interesse della nostra comunità e dei lavoratori tutti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera-Possibile).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianfranco Giovanni Chiarelli. Ne ha facoltà.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Grazie, Presidente. Colleghi, come Conservatori e Riformisti esprimeremo convintamente il voto contrario alla conversione di questo ennesimo decreto-legge, il nono. Ci vorrebbero sicuramente ben oltre tre minuti per descrivere in maniera analitica ed entrare nel merito di quelle che sono le argomentazioni che portano in maniera convinta, come ho detto, a votare in maniera contraria, cioè ad esprimere voto sfavorevole su questo decreto.
  Però, potremmo racchiudere tutto quello che è stato fatto da questo Governo, in tutti questi anni, in una sola parola, cioè «fallimento». È stato il totale fallimento di una politica che, rincorrendo solo i provvedimenti della magistratura, da un lato, e provando a sottrarsi alle pressanti richieste dall'Unione europea, dall'altra, non ha mai avuto – e, purtroppo, continua a non avere – un preciso piano per le bonifiche e la ristrutturazione degli impianti, il recupero della capacità produttiva e di un mercato per lo stabilimento siderurgico di Taranto.
  L'Italia, cara Presidente, si è inventata, per la prima volta nella storia del mondo nel codice penale, una via sostitutiva al diritto di proprietà. Nel frattempo, l'impianto è in agonia e abbiamo sommato diverse conseguenze. Il primo punto, però, è rappresentato dalle ingenti risorse distratte – non solo aziendali – cosa avvenuta grazie all'esproprio di Stato. Inoltre, abbiamo subito una procedura d'infrazione Pag. 15europea e una pesante sberla da parte della magistratura elvetica. Tre mesi fa Svimez ha stimato in almeno 10 miliardi di euro le conseguenze negative già accumulate nei primi due anni e mezzo.
  Quindi, un destino a dir poco incerto e una vendita che oggi ci chiedono di fare con tanti interrogativi e nessuna certezza. Chi può essere interessato, mi chiedo, ad acquistare uno stabilimento ormai vicino al totale default e per il quale sono richieste risorse economiche di straordinaria entità ? Questo nono decreto, per citare vecchi ricordi scolastici, è la prova del nove dell'incapacità della maggioranza di gestire, in generale, le più gravi emergenze del nostro Paese. È un ennesimo tentativo di prendere tempo e che non risolverà nessuna delle questioni che riguardano il territorio ionico. In quest'Aula io a volte sento degli interventi come se veramente uscissero fuori traccia, cioè non considerando quella che è la problematica di cui stiamo trattando. La magistratura è intervenuta con un procedimento penale chiamato «Ambiente svenduto», ma oggi probabilmente il Governo sta provvedendo a svendere l'azienda.
  Purtroppo, questo provvedimento dà il segnale della resa incondizionata nella battaglia per recuperare quel necessario equilibrio tra lavoro e salute che il territorio di Taranto e i suoi cittadini, che mi onoro di rappresentare, richiedono e attendono da troppo tempo. Vedremo se dopo questo ennesimo decreto il Governo, con la sua maggioranza, avrà compreso che per Taranto, per la Puglia, per il sud e per l'Italia ha creato un danno che, oltre ad essere disastroso, è divenuto permanente. È per questo, che in maniera convinta, i Conservatori e Riformisti voteranno «no» su questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marcello Taglialatela. Ne ha facoltà.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Presidente, colleghi, a dimostrazione della particolare attenzione che il Governo ha nei confronti del provvedimento in esame basta sottolineare che non vi è la presenza nemmeno di un Ministro e solo la presenza di un sottosegretario. Questo non è un fatto semplicemente simbolico ma di contenuto, di sostanza. A questo dobbiamo aggiungere la considerazione che si tratta del nono decreto in materia, a dimostrazione che i precedenti otto non hanno ottenuto il risultato per il quale erano stati formulati.
  Ad aggiungere ulteriore gravità alla situazione vi è un dato, questo veramente incredibile, che nel decreto non solo si prevede uno slittamento dei tempi entro i quali dovrà essere redatto il piano ambientale – teniamo conto che siamo sotto infrazione da parte dell'Unione europea proprio per la carenza di un piano ambientale per l'Ilva di Taranto – ma all'interno del provvedimento vi è una cosa che è comica: si dà la possibilità non solo dello slittamento dei termini, entro i quali il piano ambientale dovrà essere presentato, ma anche la possibilità, a coloro i quali saranno i futuri acquirenti dell'Ilva, di potere modificare il piano ambientale in ragione del piano industriale che sarà redatto da parte degli acquirenti. Contemporaneamente, si da possibilità – udite, udite – al Presidente del Consiglio, indipendentemente da qualsiasi altra valutazione, ugualmente di modificare il piano ambientale. Siamo veramente alle comiche ! Ma voi volete continuare a prendere in giro non tanto il Parlamento quanto i cittadini e i lavoratori di Taranto per quanto altro tempo ?
  Siamo di fronte ad un fallimento che finirà con il rendere l'Italia non solo assolutamente poco credibile nei confronti dell'Europa ma anche a dovere subire ulteriori danni di carattere economico e, certamente, a non risolvere i problemi occupazionali, di ricchezza, di lavoro e di economia che la Puglia e, in modo particolare, la provincia di Taranto meritano.
  Come Fratelli d'Italia abbiamo deciso di non partecipare al voto finale. La non partecipazione al voto, per quello che ci riguarda, è il segnale di maggiore disprezzo Pag. 16che noi abbiamo nei confronti del Governo e di coloro i quali, dietro il nono decreto per i cosiddetti «salvezza e risanamento di Taranto, dell'Ilva e della bonifica ambientale», dimostrano la loro incapacità. Ripeto: il nostro disprezzo è talmente elevato per cui noi non parteciperemo al voto. Non meritate nemmeno il voto contrario ! Risponderete ai cittadini e ai lavoratori di Taranto delle vostre malefatte.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gaetano Piepoli. Ne ha facoltà.

  GAETANO PIEPOLI. Grazie, Presidente. A nome del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico confermiamo il nostro consenso su questo provvedimento. Lo facciamo senza un'enfasi particolare, perché non è solo la reiterazione dei provvedimenti sul tema Taranto che, in un certo qual modo, ci fa capire che siamo nell'emergenza, che produciamo emergenza e che, in un certo qual modo, alimentiamo anche inconsapevolmente l'emergenza. Però, l'emergenza è tale che è difficile in questo quadro pensare a prospettive di medio-lungo termine, perché siamo un po’ come i funamboli, nel senso che siamo consapevoli del fatto che indietro non possiamo tornare e in ogni momento possiamo mettere il piede in fallo.
  Questo provvedimento lo dobbiamo per un rapporto di lealtà a Taranto e al territorio, al di là di quelle che possono essere state le legittime controversie sui singoli aspetti dell'articolato del decreto-legge. Però, è anche vero che noi dobbiamo non solo vedere il pieno ma anche vedere il vuoto, perché c’è una fragilità di fondo dietro questi dibattiti e queste tematiche, ovverosia le difficoltà di un idem sentire de re pubblica per ciò che attiene ai profili importanti inevitabilmente delle scelte in tema di politica economica e, soprattutto, per quello che attiene alle scelte di fondo sulla costituzione economica.
  Perché qui parliamo non di un aspetto particolare o di singole tematiche del governo dell'economia; qui parliamo del cuore della costituzione economica, in particolare del coordinamento tra i diritti fondamentali – il diritto al lavoro e il diritto alla salute – e l'iniziativa economica. Quindi, emerge il grande dibattito, di cui noi avvertiamo la nostalgia per la sua assenza, in ordine al tema se e come il mercato debba essere e possa essere indirizzato. Questo non vale solo per il passato, ma vale soprattutto per ciò che sta davanti a noi. L'assenza di questo dibattito e la mancanza di intesa sulle linee di fondo in ordine alla costituzione economica è, in un certo qual modo, una palla al piede profonda per i poteri costituzionali, in particolare per i tre grandi poteri che definiscono il sistema politico-istituzionale. Perché noi, proprio sul tema di Taranto, in un certo qual modo, potremmo usare l'espressione che un grande teologo usava per la teologia cattolica, ossia in Taranto, «nel frammento, c’è il tutto»: c’è il tutto di queste tematiche, soprattutto quando il potere giudiziario si è trovato alla fine a dover registrare le inerzie accumulate nel corso degli anni da altri poteri.
   Quindi, noi siamo di fronte a un bisogno di recuperare questo grande dibattito sulla costituzione economica, che sia in grado di strappare dalle secche i singoli interventi alla dimensione congiunturale e sia capace di ridare unità alla società italiana e non semplicemente di seguire le frantumazioni territoriali, come giustamente è stato qui rilevato anche da colleghi di altri gruppi politici.
  Questo lo dico anche per ragioni – se mi consentite – autobiografiche, non solo perché sono pugliese e quindi mi sento legato alle domande inevase di Taranto e del suo territorio, ma anche per il fatto che, nel lontano 1968, quando ero studente al secondo anno di giurisprudenza, ho visitato l'Italsider, da poco aperto, con i miei compagni di corso del secondo anno, accompagnati dal nostro professore di diritto del lavoro che si chiamava Gino Giugni. Ricordo – e lo ricordo con commozione – non solo l'orgoglio dei dirigenti dell'Italsider per l'orgoglio di una iniziativa Pag. 17di politica industriale allora modernissima, ma anche il senso della presenza di uno Stato come soggetto generale dello sviluppo. Tutto questo è alle nostre spalle. Ma questo non significa che questa memoria sia semplicemente la cronaca di un passato. Noi abbiamo bisogno di una invenzione democratica per un governo diverso del mercato in cui i diritti fondamentali non debbano poi, alla fine – come è stato costretto a riconoscere anche l'avvocato generale della Cassazione qualche tempo fa, in un suo intervento – costringere la magistratura a operare scelte tragiche. Queste scelte tragiche sono l'indicazione di un vuoto. Noi ci auguriamo che questo dibattito possa procurare invece l'indicazione di un futuro di speranza (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia solidale-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Stefano Allasia. Ne ha facoltà.

  STEFANO ALLASIA. Grazie, signora Presidente, onorevoli colleghi. La vicenda dell'Ilva è una storia drammatica che impegna le Aule parlamentari già dall'ultimo anno della scorsa legislatura e che, già da allora, il Governo dei tecnici non ha saputo evidentemente affrontare e risolvere con la dovuta concretezza. La vicenda dell'Ilva ha fatto soprattutto emergere tutta la fragilità del nostro sistema amministrativo in merito agli interventi sulle questioni ambientali di politica industriale. La mancanza di chiarezza sui ruoli e sulle competenze degli organi istituzionali interessati al risanamento ambientale e alla riqualificazione del territorio di Taranto ha instaurato una serie di procedimenti penali e amministrativi – provocando la tardiva e inutile reazione del Governo – che hanno creato incertezze che non riguardano soltanto l'Ilva di Taranto, ma tutto il sistema industriale italiano. L'inerzia dell'Esecutivo ha soprattutto permesso l'intervento dell'autorità giudiziaria su questioni che rientrano chiaramente nella sfera della competenza delle autorità garanti, della tutela ambientale e delle direttive comunitarie.
  Il decreto stesso, questo che stiamo affrontando in questi giorni, è il nono provvedimento d'urgenza adottato per fronteggiare l'emergenza Ilva di Taranto. La Lega Nord in passato si è opposta al ricorso eccessivo alla decretazione d'urgenza, la quale non ha mai dimostrato, fino ad oggi, di costituire una soluzione definitiva per lo stabilimento di Taranto. Il prestito ponte in favore dell'amministrazione straordinaria del gruppo Ilva ha lo scopo di accelerare il processo e il completamento delle procedure di trasferimento della società, garantendo contemporaneamente la prosecuzione dell'attività industriale e dell'occupazione, cosa che il Governo non è riuscito ancora a fare, nonostante che nel precedente decreto fosse stato definito che, entro il 2015, perciò un mese fa, qualche giorno fa, si sarebbe già dovuta costituire la NewCo. D'altra parte, occorre tener conto che l'unico modo per far fronte all'esigenza di tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini è quello della continuità dell'attività di impresa – perché altrimenti Taranto potrebbe diventare una seconda Bagnoli – in quanto la chiusura dell'impianto comporterebbe non solo la perdita di posti di lavoro, ma anche il blocco dell'attuazione delle prescrizioni dell'AIA, con il sito inquinato che resterebbe ancora da bonificare, come già accaduto a Bagnoli, a questo punto solamente a carico dei finanziamenti pubblici, e questo è evidente.
  Oggi ci troviamo qui per assistere al via libera dato dalla maggioranza ad un decreto-legge che si spera chiuda la vicenda sull'Ilva di Taranto e le aziende dei Riva. Non per smorzare i facili entusiasmi, ma voglio ricordare come questo sia l'ennesimo decreto che avete messo in campo per risolvere un problema che avete plasticamente dimostrato di non essere in grado di gestire. A tal proposito, appare perfetta la citazione che «a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca»; infatti, analizzando il susseguirsi degli eventi degli ultimi anni, parrebbe invece che abbiate le idee ben chiare e che stiate lavorando per un disegno oscuro di cui solo voi sapete quale sia il reale fine, che Pag. 18si spera non sia coerente con le voci di una manovra per favorire lo shopping tedesco anche in Italia.
  Allo stato dei fatti, noi vediamo solo che avete espropriato un'azienda privata, nascondendovi dietro al commissariamento – e non parlo di un'azienda i cui conti economici richiedessero la misura drastica del commissariamento – forzando la mano con un'azienda strategica del nostro Paese, leader in Europa, che ricordo che è privata. Nocciolo del decreto è che è stato predisposto un prestito ponte – come ricordavo – per superare il periodo di vendita, nascondendo la cattiva gestione dei vostri commissari di Governo, facendo da banca a un'azienda privata. Bravi ! State svendendo un'azienda privata, senza averne né i titoli, né le capacità. Dopo nove decreti siamo ancora ad aspettare che definiate chi fa cosa. Nel frattempo, sono passati quattro anni, con i Governi da Monti a Letta e con Renzi, durante i quali non avete neanche preso in considerazione come mantenere la produttività e il livello occupazionale in una zona che gravita quasi completamente intorno all'Ilva. Oggi ci sono oltre 20.000 lavoratori, tra diretti e indiretti, nell'indotto, del gruppo Riva, con l'Ilva di Taranto, che aspettano da quattro anni che i Governi del centrosinistra provvedano, ma soprattutto lo faccia il Governo Renzi, che, con roboanti dichiarazioni, ha garantito di trovare una soluzione ai problemi creati col vostro commissariamento.
   Ci saremmo aspettati che lo stesso atteggiamento che state tenendo con l'Ilva di Taranto lo portaste avanti con la stessa granitica tenacia nei confronti di tante altre aziende nel Paese. Ci saremmo aspettati un decreto, dove fosse messo al centro il cittadino, il lavoratore, l'imprenditore, il sistema Paese, e non l'ennesimo probabile atto di vassallaggio nei confronti della Germania, non l'interesse di altri. Basta un po'di orgoglio e di dignità, ma questi è evidente che non li avete.
   Ci saremmo aspettati un decreto che desse la possibilità ai cittadini e agli imprenditori di accedere finalmente in modo più semplice ai finanziamenti bancari. Oggi gli imprenditori lamentano come le banche, grazie alle vostre collusioni, non facciano più il loro mestiere, ma siano solo interessate alla creazione di utili da speculazioni finanziarie, arricchendo sempre più gli azionisti e i banchieri, senza fare più quel credito sano e utile per la crescita del Paese, salvo poi scoprire che, anche senza far finanza per il Paese e per le imprese, papà ha fatto casini.
  Ci aspettavamo lo stesso trattamento per le migliaia di aziende in crisi; crisi create dalle vostre leggi che hanno chiuso i finanziamenti alle piccole e medie imprese. Ci saremmo aspettati un analogo trattamento per le aziende che, alla fine, per gli stratosferici costi impositivi dello Stato, sono state costrette a delocalizzare e sono finite nelle mani di fondi di investimento che sicuramente non hanno la sensibilità di tutelare lavoratori e territorio, che non investono in Italia, ma sfruttano l'Italia, per l'etichetta, soprattutto, del made in Italy che, tra l'altro, voi non state tutelando. Quindi, ci saremmo aspettati che l'aiuto di Stato che è mascherato da prestito ponte lo aveste esteso anche ad altre aziende in analoghe situazioni visto che abbiamo nei nostri territori centinaia, per non dire migliaia, di aziende che aspettano risposte da questo Governo. Aspettano anche semplicemente che questo Stato che volete riformare, solo per poterne mantenere le redini senza consenso, e che state governando da più di quattro anni, da Monti, fosse sburocratizzato, fosse uno Stato snello, che una semplice risposta dal Ministero non arrivasse dopo un decennio, quasi, alle volte, quando l'azienda oramai è chiusa o è fallita. State affrontando la crisi nello stesso modo di un elefante che entrasse in una cristalleria, ma non avete neanche il buon gusto di pagare i danni al commerciante.
  Nel percorso parlamentare abbiamo operato per migliorare un testo pessimo, per come era uscito dal Consiglio dei ministri e, in parte, ci siamo anche riusciti, abbiamo fatto risaltare la poca chiarezza nel testo sull'Ilva di Genova Cornigliano, la poca chiarezza dove, di fatto, si crea un Pag. 19danno potenziale per un buco di bilancio di 10 milioni di euro nel Fondo per interventi straordinari nella regione Liguria, fondo che auspichiamo sia ripristinato al più presto per dare sollievo a tutti quei lavoratori che stanno aspettando risposte chiare sul proprio futuro. Abbiamo ottenuto anche l'impegno sostanziale del Governo ad una proroga della sospensiva per esecuzione relativa ai tributi e riscossione delle imprese dell'indotto Ilva, aziende che per colpa del commissariamento stanno patendo disagi enormi, analoghi a quelli dei lavoratori, vantando dei crediti dall'Ilva per lavori non ancora saldati. Per questi motivi e, soprattutto, per i tanti dubbi che questo decreto porterà, la Lega Nord voterà contrariamente (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Salvatore Matarrese. Ne ha facoltà.

  SALVATORE MATARRESE. Grazie, signora Presidente, signora sottosegretaria, onorevoli colleghi, Scelta Civica dichiara voto favorevole a questo decimo decreto che ha come tema l'Ilva nelle sue drammatiche e complicate problematiche, perché ritiene di dover dare compimento a un percorso avviato sin dal 2012 di provvedimenti tesi a tutelare la salute ambientale, la salute dei cittadini e, al contempo, conservare i livelli occupazionali tramite il proseguimento delle attività produttive dell'azienda. E questo è un percorso difficile e complicato che ha reso necessari più interventi legislativi, ma è un percorso ineludibile, perché l'esperienza ci dice, a Bagnoli, così come a Brescia con la Caffaro, che lì dove viene meno l'attività produttiva, lì dove viene meno l'attività d'impresa, i problemi ambientali e della salute restano tutti così come sono, con grave pregiudizio per le comunità che sono state interessate da queste attività produttive. Quindi, è un percorso obbligato ed è un percorso obbligato anche nella conclusione che è questa che oggi votiamo, che è appunto quella di favorire la cessione di questi beni a soggetti imprenditoriali che siano capaci di garantire la produzione, il rispetto dell'ambiente, l'attuazione delle prescrizioni dell'AIA; di garantire tutti quegli obiettivi che sono stati un po’ gli obiettivi di questo percorso legislativo.
  È importante la cessione perché la cessione stabilisce e garantisce il ritorno alla normalità della situazione, dove l'imprenditore e l'impresa fanno l'attività produttiva, la gestiscono secondo criteri di efficienza, di rispetto delle regole e di efficacia e lo Stato torna a fare quello che è il suo ruolo, di controllore, di regolatore dell'attività produttiva, di verifica e controllo che la tutela dei cittadini e la tutela ambientale siano ai primi posti dell'attività di impresa. Quindi si ritorna all'origine, perché l'esperienza ci dice che l'attività commissariale, ma così come tutta l'attività della gestione pubblica, a partire dal 1965, da quando è stata aperta l'Ilva, ha portato questa azienda in gravi problematiche e in gravi situazioni di dissesto. Non siamo contenti dei risultati che abbiamo raggiunto dal punto di vista economico, ma è anche vero che il contesto nel quale l'azienda commissariata si viene a trovare oggi è sicuramente un contesto difficile del quale noi dobbiamo tener conto nelle nostre decisioni e nelle nostre affermazioni. Il mercato dell'acciaio è un mercato in crisi, è un mercato in difficoltà, l'economia è in difficoltà, le imprese sono in difficoltà, quindi, a maggior ragione, un'azienda in condizione di commissariamento lo è ancor di più e ne paga un prezzo maggiore.
  E quindi è necessario cambiare registro, è necessario cambiare gestione, ma è necessario anche farlo con urgenza, perché tutti sappiamo che è imminente la rivisitazione delle quote di produzione dell'acciaio a livello europeo e, quindi, non vorremmo che sia l'Ilva e, quindi, l'Italia col suo asset importante che è l'Ilva, che venga a pagare il prezzo di una rideterminazione in ribasso delle produzioni europee.
  Questo è il principio per il quale questo è un provvedimento d'urgenza, perché l'urgenza del cambio di gestione significa Pag. 20continuare a garantire per l'Italia quelle quote di produzione dell'acciaio che sono fondamentali per questo asset che è strategico nella produzione industriale di questo Paese, perché alimenta – essendo uno stabilimento integrato che parte dalle materie prime per arrivare al prodotto finito – tutta quella che è la nostra azienda metalmeccanica e non solo del nostro Paese. Quindi è un asset dichiarato industriale anche nei provvedimenti; è un asset che però è in condizioni di dissesto, è in condizione di dichiarata situazione di insolvenza, è in amministrazione straordinaria e, quindi, con questo decreto-legge noi interveniamo perché le procedure di gestione e di cessione siano derogate per alcuni punti e siano migliorate allorquando chiediamo che tra i criteri di valutazione ci siano, anche e soprattutto, la tutela ambientale, l'efficacia e la rapidità di intervento del nuovo soggetto che sarà protagonista dalla gestione dell'Ilva. Chiediamo un piano economico e finanziario concreto con risorse per investimenti, anche e soprattutto in materia ambientale, per riconvertire il ciclo di produzione, ma chiediamo anche copertura e, quindi, certezze, perché questa cessione effettivamente porti un valore aggiunto per quello che è un territorio che ha sempre sofferto, qual è Taranto.
  Tuttavia chiediamo, e questo è anche nei nove decreti che abbiamo in precedenza approvato, che Taranto non sia solo l'Ilva e Taranto non deve essere l'Ilva anche per il futuro e questo è nelle cose che in questo Parlamento abbiamo approvato allorquando abbiamo individuato dei percorsi alternativi per la città di Taranto e alternativi per l'occupazione che non deve essere concentrata, solo ed esclusivamente, sull'Ilva. Il piano istituzionale di sviluppo per la città è un'opportunità importante sulla quale la città di Taranto deve essere celere e solerte a dare una risposta capace e veloce, perché le risorse che abbiamo destinato siano immediatamente spese e consentano a Taranto di recuperare asset turistici, altri asset produttivi, di riqualificare il centro storico, di riconquistare la portualità centrale che è quella di Taranto, con la miglior posizione all'interno del Mediterraneo, quindi, il porto, le attività connesse all'Arsenale, la riqualificazione del centro storico. Tutto questo contesto di visione integrata è quello che c’è dietro questi decreti ed è questo che noi sosteniamo e portiamo avanti con la dichiarazione di voto favorevole a questo provvedimento.
  Come dicevo prima, è la chiusura di un percorso; un percorso che, però, porta anche delle risorse che sono indispensabili in questo momento particolare per l'azienda, perché mettiamo a disposizione 300 milioni per la temporaneità dell'azione, in questo momento, finché non si arriva alla cessione della quale stabiliamo una data certa che è il 30 giugno 2016. Senza queste risorse l'azienda potrebbe essere già in crisi di liquidità ecco, quindi, 300 milioni per le prime emergenze e deroghe alla legge fallimentare per consentire ai commissari di far fronte alle spese ritenute prededucibili anche in deroga alla legge fallimentare che prevedrebbe, in assenza di attivo aziendale, criteri di proporzionalità e gradualità; occorre, quindi, favorire la liquidità in questo momento, per mantenere in vita quella che è l'occupazione, quello che è l'indotto, quella che è la situazione che gira intorno all'Ilva, ma anche risorse per garantire le misure AIA. E questa credo che sia una priorità che ci siamo posti in tutti i provvedimenti legislativi precedenti e che confermiamo con ottocento milioni che diversamente da quanto stabilito nella legge di stabilità possono essere prelevati direttamente dai commissari per far fronte alle misure e alle emergenze legate all'attuazione delle misure previste dal Piano ambientale dell'Ilva.
  Quindi, sono provvedimenti importanti per conservare quelli che sono gli obiettivi: mantenere l'occupazione, mantenere la produzione, mantenere il raggiungimento dei livelli ambientali prescritti dall'AIA. Abbiamo anche lavorato bene e molto sull'indotto, sulle aziende; abbiamo ridotto i parametri per l'accesso alle garanzie, siamo intervenuti per elevare il limite dei 2 milioni e mezzo attualmente previsto Pag. 21come garanzia per le singole imprese per consentire di avere il più possibile una percentuale di garanzia maggiore, perché ci rendiamo conto che quelle aziende che sono state poste in crisi dal sistema Ilva non devono cadere una dietro l'altra, perché sono piccole e medie aziende soprattutto del sistema produttivo pugliese che da questa crisi potrebbero uscirne definitivamente in crisi, o se non prevedendone la chiusura, e, quindi, con ulteriore danno per l'indotto, per l'occupazione e per il sistema produttivo nazionale di questo Paese. È un provvedimento, dunque, inderogabile, è un provvedimento su cui non si può non votare a favore, perché pone una serie di paletti che sono consequenziali a tutto quello che fino ad oggi si è fatto e, quindi, noi dobbiamo creare quel contesto favorevole, perché l'acquirente possa essere messo nelle condizioni di fare quello che è il suo dovere, di rispondere a quelli che sono i nostri auspici e di rispondere soprattutto a quelle prescrizioni che noi abbiamo posto negli atti parlamentari.
  Quindi tutte quelle azioni di populismo e di preventivo valore che non hanno poi una praticabilità operativa e realizzativa credo che debbano essere messe da parte. Bisogna guardare in faccia alla realtà, a quella che è, alle risorse economiche che sono disponibili. Guardare alla riqualificazione del percorso produttivo è importante, è essenziale, lo si può fare, lo si deve fare cadenzando nel tempo, sicuramente non chiedendo di farlo in immediato perché è assolutamente irrealizzabile dal punto di vista della sostenibilità economica e della sostenibilità anche produttiva. Quindi, dobbiamo essere coscienti che questi obiettivi verranno raggiunti e devono essere raggiunti in un contesto che deve favorire la possibilità di avere offerte dagli acquirenti e non correre il rischio che tra tanti allarmi che andiamo a creare su questa specifica situazione non ci sia nessuno che possa essere interessato a rilevare una problematica così grave e così difficile che metterebbe questo Paese e soprattutto la mia regione in una gravissima crisi, perché non sapremmo davvero con quali risorse poter far fronte alle emergenze che questo ha creato a Taranto, perché Taranto si è trovata ad essere la seconda città come produzione industriale dell'acciaio in Italia e si è trovata ad essere la dodicesima nel mondo senza ben sapere che aveva intorno a sé una marea di veleni sui quali noi tutti e questo Paese non se n’è reso conto fino al 2005, direi anche colpevolmente. Quindi è dal 2005, 2006 e 2007 che cominciamo ad avere contezza del danno procurato su Taranto e questo dovrebbe essere un motivo in più per cercare una soluzione che deve passare al di là delle risorse dello Stato, visto che le risorse dello Stato sono carenti di per sé, quindi accettiamo le risorse che con tanta fatica abbiamo messo a disposizione per la città di Taranto e non dobbiamo precludere anche con il nostro atteggiamento politico l'acquirente che sia potenzialmente, anzi deve essere sostanzialmente, il risolutore di questa problematica. Quindi dichiariamo voto favorevole con l'auspicio che questo provvedimento non sia risolutivo per Taranto nella sua situazione legata all'Ilva ma deve essere all'interno di un complesso di provvedimenti che vedranno ancora oggi e anche nel futuro protagonisti noi e questo Parlamento sul futuro di Taranto che dobbiamo sradicare dalla concentrazione attuale che è sulla produzione dell'Ilva. Taranto è ben altro e deve essere ben altro, accompagnata da noi e dai provvedimenti che riusciremo a fare per dare un futuro diverso alla città di Taranto e anche al nostro Paese, con una migliore programmazione industriale soprattutto in termini di risorse e di attrattività degli investimenti nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vignali. Ne ha facoltà.

  RAFFAELLO VIGNALI. Signora Presidente, esprimo da subito la dichiarazione di voto favorevole di Area Popolare a questo provvedimento che mira a garantire la continuità produttiva dell'Ilva e il Pag. 22sostegno finanziario alle imprese fornitrici e soprattutto mira a garantire la continuità dell'occupazione, la continuità del lavoro e su questo il collega Cera ha sempre insistito nel nostro gruppo con grande forza e grande determinazione. Ringrazio anche i relatori per il lavoro svolto e il sottosegretario Simona Vicari per la presenza assidua e fattiva durante i lavori in Commissione e qui in Aula ma anche il Governo per l'attenzione a questo sito strategico per tutto il Paese. Detto questo, vorrei però fare qualche considerazione di respiro più ampio a partire da questa vicenda alla quale ben tre Governi che si sono succeduti hanno dovuto mettere mano con diversi decreti. Questo dice che altro che inerzia, lo dico al collega Allasia che ha parlato prima: se c’è un'azienda su cui non c’è stata inerzia credo sia questa. Piuttosto c’è da dire che in questi anni i vari episodi della vicenda Ilva somigliano molto a una commedia di Eduardo De Filippo che è «Natale in casa Cupiello»: si cercavano, si sono cercate continuamente da parte degli Esecutivi che si sono succeduti e del Parlamento soluzioni diverse, ma sembrava che il problema non fosse appunto risolvere i problemi legati all'Ilva ma il problema fosse l'Ilva stessa. I Governi hanno cercato di porre rimedio a situazioni che mettevano a rischio la continuità aziendale e con essa di conseguenza il lavoro, l'indotto, l'ambiente e la salute. Ricordo a tutti che senza continuità aziendale non ci sarebbero nemmeno le altre cose, non ci sarebbe occupazione, non ci sarebbe bonifica, non ci sarebbe maggior tutela della salute e la prova di questo sta nei numerosi siti italiani che hanno cessato le attività e nei quali non si è fatta appunto la bonifica perché per fare le bonifiche bisogna che il sito produttivo continui a operare. Appunto, come nella commedia di Eduardo, sembra inutile cambiare la disposizione del presepe se a uno non piacciono i presepi e se il problema è proprio il presepe.
  Questa sembra la stessa impressione che traspare da numerosi comportamenti, in questi anni ne abbiamo visti di tutti, compresa la disinformazione o l'informazione parziale troppo spesso distorta che è stata data, oppure anche elementi di mancanza di certezza del diritto. Si è operato – e questo è vero – in assenza di atti passati in giudicato, nemmeno in primo grado, e con questo non vogliamo assolutamente difendere i Riva, questo lo stabilirà la magistratura se ci sono responsabilità, ma registrare semplicemente un dato di fatto.
  Tante altre volte c’è il richiamo nei provvedimenti a nozioni indefinite e arbitrarie, come quelle di pericolo, che sono evidentemente indefinite, diversamente da altre, ad esempio la nozione di rischio, che è una definizione poggiata su metodi di valutazione consolidati ed è molto certa.
  Potrei continuare su questo filone, ma credo che siano sufficienti questi esempi e per questo vorrei però dire alcune cose. Un Paese che non sa coniugare e contrappone lavoro, salute ed eccellenza produttiva è un Paese bambino; a questo hanno richiamato più volte ad esempio i nostri vescovi, a cominciare dal vescovo di Taranto fin dall'inizio, monsignor Filippo Santoro, ma anche ieri il Cardinal Bagnasco. Appunto sono i bambini che contrappongono aspetti che sono tutti giusti; gli adulti sono quelli che cercano di contemperare i diversi bisogni e diversi diritti cercando di trovare soluzioni equilibrate e chi contrappone invece ideologicamente – lo abbiamo sentito anche in questi giorni – impresa, lavoro, ambiente e salute, Stato e privato, assume questo atteggiamento infantile o al massimo adolescenziale.
  Questo vale anche per chi sa dire solo «no»: gli adulti sono quelli che sanno costruire risposte, come ha fatto il Governo e come hanno fatto i Governi che si sono succeduti in questi anni sulla vicenda Ilva, costruire risposte positive bilanciando i fattori. Il «no» sistematico, al quale purtroppo assistiamo tante volte in questo Paese, è una subcultura irresponsabile che produce solo danni.
  Da questo punto di vista abbiamo troppi comitati dei «no» sistematici in giro per l'Italia; l'Italia è piena di questi comitati, basta guardare la cronaca di Pag. 23questi giorni. Per anni ci siamo lamentati di essere un Paese privo di materie prime. Ora che abbiamo scoperto di averle, non le dovremmo più toccare – parlo del petrolio, del gas, eccetera – per non parlare della vicenda del South Stream al quale alla fine, anche per i vari comitati di protesta, si è rinunciato, poi con le sanzioni per la Russia si è cancellato il programma e si sta attuando invece il North Stream, che passa dalla Germania. Peccato che il Paese che va a gas è l'Italia e non certo la Germania.
  Ci sono comitati del «no» su tutto rispetto al mondo produttivo, in una regione c’è un comitato contro la coltivazione dei cardi che verrebbero prodotti per l'industria della chimica bio, che è uno dei settori più interessanti per il futuro di questo Paese, perché non sarebbero autoctoni. Seguendo questa logica non si sarebbe mai dovuto coltivare il mais o le patate in Italia, perché non sono evidentemente autoctoni.
  Potremmo continuare ancora a lungo, ma voglio dire solo che il «no» sistematico a tutto e quelli che sono per il «no» sistematico a tutto poi magari invocano il lavoro in realtà pretendono che poi ci pensi lo Stato, vogliono impedire l'iniziativa economica privata, ma pretendono che lo Stato paghi il conto come Pantalone, che paghi i costi sociali, possibilmente con politiche assistenzialistiche.
  Noi non la pensiamo così, noi pensiamo che innanzitutto, laddove c’è un'iniziativa privata sana, debba essere aiutata perché è quella che fa PIL e fa occupazione (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)). Il PIL e l'occupazione non crescono per decreto, le leggi possono frenarlo, ma non costruirlo, questo è grazie all'iniziativa delle persone che rischiano in proprio e del proprio per costruire il bene per sé e per tutti, a cominciare dal proprio territorio.
  Auspichiamo sinceramente che ci possa essere una cordata pronta a rilevare l'Ilva, proprio perché ci sta a cuore la continuità produttiva di un'impresa, che non è un'impresa decotta, ma è un'impresa sana, con un capitale umano di grandissimo livello, che produce prodotti competitivi che stanno sul mercato. Abbiamo però il timore che i possibili investitori – non solo per l'Ilva ma anche per il resto d'Italia – siano scoraggiati da un contesto che è ostile all'impresa, un contesto che vede nell'impresa un nemico e – ripeto – non solo a Taranto, ma in tutta Italia.
  Oggi in Italia fare impresa, avviare una nuova attività non è un'attività da imprenditore, ma un'attività da eroi, verrebbe quasi da dire «da santi» (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)) perché tutto è contro. Vorrei che questo decreto-legge fosse l'occasione per fare una riflessione seria su questo. Andate a vedere dove sono stati fatti i nuovi stabilimenti produttivi in questi anni all'estero: sono stati fatti per oltre il 60 per cento in Svizzera e in Austria non nel Far East e non per una questione innanzitutto di tasse, ma per una questione di certezza del diritto, di tempi rapidi e certi di una pubblica amministrazione, compresa la giustizia, che funziona (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)). Ripeto, che funziona. È possibile che in Svizzera ci vogliono due mesi per avere la valutazione di impatto ambientale per uno stabilimento e in Italia, se va bene, tre anni ? Chi investe in Italia, se le regole non sono certe, se chiunque nella pubblica amministrazione, a qualunque livello, magistratura compresa, può bloccare un'attività ? Chi è disposto a investire nel nostro Paese ?

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  RAFFAELLO VIGNALI. La mancanza di certezza del diritto – concludo, Presidente – la pletora degli enti di controllo che danno indicazioni diverse; una burocrazia inefficace e troppo spesso creativa nel senso che si inventa norme che non sono nemmeno scritte; le norme da primi della classe che impongono vincoli ulteriori alle nostre imprese, creando uno svantaggio competitivo rispetto ai concorrenti europei. Noi ci auguriamo che oggi sia l'occasione per fare un esame di coscienza almeno in questa sede e una riflessione seria.Pag. 24
  Se, come diciamo spesso nei convegni, vogliamo continuare a essere la seconda manifattura d'Europa, il Paese con il più alto tasso imprenditoriale del mondo, traguardi che rappresentano un vanto, dobbiamo iniziare anche a prendere decisioni conseguenti, non fare norme qua e là – la famosa «manina» di cui parla spesso il presidente Giorgio Squinzi – che poi in realtà mina al fondo lo stesso Paese. Abbiamo bisogno di un contesto normale – chiudo davvero – per le nostre imprese e per i nostri imprenditori, ai quali va tutto il nostro ringraziamento. Siamo al Governo esattamente per contribuire a riforme che servano a questo, cioè alla crescita (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Francesco Ferrara. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO detto CICCIO FERRARA. La vicenda Ilva, come tutte le altre dolorose vicende di riorganizzazione e ristrutturazione dei grandi gruppi industriali, mette in evidenza l'idea di fondo che si ha della società: per Sinistra italiana il centro è e resta il lavoro, la valorizzazione del lavoro che produce ricchezza, del benessere delle lavoratrici e dei lavoratori, che sono i primi a contribuire alla crescita del sistema Paese. Bisognerebbe ragionare più di condizioni di lavoro, di salute e sicurezza, delle esigenze materiali di vita che coinvolgono uomini e donne, che nel proprio luogo di lavoro trascorrono un terzo delle loro giornate. Invece, ciò che si privilegia è il valore del mercato e del profitto e, nel loro nome, si è pronti a sacrificare il destino di migliaia di persone, di realtà produttive fondamentali, se non di intere città e di comunità che, come nel caso dell'Ilva di Taranto, vengono poste davanti ad un truce dilemma: perdere il lavoro e chiudere la fabbrica o salvare parzialmente occupazione, continuando a tenere una fabbrica che inquina e che intossica.
  Questo dilemma è per noi inaccettabile e qualsiasi sia la scelta tra queste due strade sarebbe perdente. Noi non vogliamo né che l'Ilva chiuda né che continui a produrre inquinando.
  In dieci anni di Governo in Puglia la giunta Vendola ha fatto tanto sia per scongiurare la chiusura dello stabilimento che per risanare l'ambiente: dai monitoraggi delle emissioni e dei dati sulla qualità dell'aria dentro l'Ilva e a Taranto, alla legge antidiossina, dal registro tumori alla legge antibenzoapirene, unica in Italia, dall'inserimento di stringenti prescrizioni nell'AIA ministeriale, allo strumento della valutazione del danno sanitario.
  Per questo riteniamo che l'obiettivo finale non può che essere quello di preservare e rilanciare una realtà produttiva importante, salvaguardando contemporaneamente la salute, l'ambiente e il lavoro. È proprio la mancata soluzione a questa complessità il limite che ravvisiamo nell'operato del Governo e in tutti i nove decreti sull'Ilva. Il Governo, ancora una volta, non ha colto l'idea di fondo che la riconversione ecologica dell'industria e dell'economia è l'unica strada da percorrere per rendere compatibili con il territorio l'Ilva e qualsiasi stabilimento industriale presente nel Paese (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra italiana-Sinistra Ecologia Libertà).
  A questo compito può assolvere solo lo Stato, agendo un ruolo attivo nelle scelte di politica industriale, assumendo l'ecologia come scelta strategica di fondo. Il risanamento e il rilancio dell'Ilva è un problema del Governo e di questo Parlamento.
  Se intendete creare una bad company pubblica che paghi i debiti e una newco privata, che si divida le spoglie dell'Ilva, cari signori del Governo, lo dovete dire chiaramente (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra italiana-Sinistra Ecologia Libertà).
  Non ci avete convinto neanche con questo ennesimo decreto-legge: non risolve i problemi di Taranto, non garantisce il futuro dello stabilimento, non affronta fino in fondo le tematiche ambientali e della salute. Per noi l'unica soluzione per l'Ilva è quella della costituzione di una nuova società a capitale pubblico con Pag. 25l'intervento diretto della Cassa depositi e prestiti. Avete scelto invece la strada della privatizzazione. Ma affidare ai privati il compito di redigere il piano industriale e di modificare il piano di risanamento ambientale non solo è sbagliato ma è dannoso, rappresenta un salto nel vuoto inaccettabile, significa abdicare al ruolo proprio dello Stato.
  L'unico risultato sarà quello di non sapere mai, se non a cessione avvenuta, quali siano le reali intenzioni di chi comprerà l'Ilva, se la vorrà rilanciare, ridimensionare o addirittura chiudere. Il Governo, prima di cedere un'impresa strategica, ha il compito di mettere in sicurezza e redigere un vero piano industriale che tenga insieme ambiente, investimenti, occupazione, salvaguardia dei livelli occupazionali, le produzioni, l'innovazione tecnologica del prodotto. Solo sulla base di un piano industriale con queste caratteristiche allora possiamo anche ragionare di possibili acquirenti, ai quali vanno chieste le dovute garanzie proprio sugli impegni che prendono.
  Questa è l'ultima chiamata per l'Ilva. A Genova i lavoratori in solidarietà sono 750 a rotazione su 1.600 dipendenti e, due giorni fa, hanno protestato chiedendo il rispetto dell'accordo di programma del 2005, che impone garanzia di continuità di reddito e di occupazione.
  A Taranto i contratti di solidarietà previsti per il 2016 sono 3.519: ancora troppi e pagati al 60 per cento, perché in maniera sconsiderata avete deciso di tagliare questo prezioso strumento alternativo alla cassa integrazione, e lo stabilimento necessita ancora di essere messo in sicurezza, perché troppi sono gli incidenti sul lavoro che si verificano a Taranto.
  Vi chiediamo che fine ha fatto il progetto per la città, che avrebbe dovuto tenere insieme cultura, porto, bonifiche, ospedali e la fabbrica raccontato dal Presidente del Consiglio nei giorni delle tre T. Il famoso progetto Taranto si è ridotto alla vendita o addirittura all'affitto dell'Ilva a scatola chiusa, senza condizioni ? Taranto è il simbolo di un Paese che sta pagando il conto salato dell'assenza di una vera politica industriale (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra italiana-Sinistra Ecologia Libertà e del deputato Chiarelli), della mancata individuazione degli asset strategici del nostro Paese. Stiamo svendendo la nostra capacità produttiva.
  Signori del Governo, diteci chiaramente, allora, se ritenete che la siderurgia sia ancora un settore strategico e competitivo. Spiegateci se in Italia si può produrre senza avvelenare o se ci dobbiamo rassegnare all'idea di perdere il meglio della nostra manifattura, così come la chimica. È di oggi la notizia della volontà di cedere Versalis. Per la siderurgia e la chimica italiana si profila un triste epilogo di due importanti settori, storie industriali che ci hanno allontanato sempre di più dal modello dei nostri partner europei, la Francia e la Germania, che ritengono, invece, la grande impresa il fulcro della loro economia.
  Ancora una volta chiedevamo un gesto di buona politica da parte vostra, ma questo gesto non è arrivato e per questo annuncio il voto contrario di Sinistra Italiana (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Catia Polidori. Ne ha facoltà.

  CATIA POLIDORI. Grazie, Presidente. Noi troviamo singolare, cari colleghi, che oggi effettivamente e giustamente si sia in diretta TV, data anche l'importanza dell'argomento. Ma è altresì singolare il fatto che l'altro giorno abbiamo votato una riforma costituzionale senza diretta TV, parlando, peraltro, a tutti i media di un clima costituente, che a noi non pare, dati i fatti, proprio realistico.
  Torniamo all'argomento. Noi di Forza Italia voteremo «no». Voteremo «no» perché riteniamo che il socialismo, anche quando lo si voglia chiamare capitalismo, sia pure di Stato, non è affatto la ciambella di salvataggio nelle situazioni gravissime o disperate, ma è un veleno pericoloso per il sistema economico di un Paese Pag. 26che vuole riprendersi da una crisi spaventosa. Il metodo e la filosofia degli interventi del Governo sul drammatico caso dell'Ilva obbediscono, invece, a quest'idea non conclamata. Ed è un peccato che l'Europa ci mette i bastoni tra le ruote, altrimenti risolveremmo tutto con una bella nazionalizzazione. Si fa di tutto per aggirare i divieti, fingendo di rispettare i principi liberali, ma legandoli poi nella sostanza.

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, potete abbassare il tono della voce ? Prego, deputata.

  CATIA POLIDORI. Non si risolve la questione dell'Ilva negando ogni principio di stato di diritto e procedendo, di fatto, ad un esproprio, non tacendo, certo, che il problema dell'Ilva è dato anche da una certa magistratura, che, in parte, ha obbligato il Governo a togliere ogni responsabilità civile e penale ai commissari. Questo, però, significa che il quinto decreto d'urgenza sull'Ilva di Renzi molto probabilmente sarà un decreto incostituzionale.
  È inutile ricordare che da anni, tra una legge e l'altra, noi torniamo ad occuparci di Ilva e il bello è che siamo chiamati a farlo con la decretazione d'urgenza, che è uno strumento assolutamente perfetto per risolvere situazioni di crisi quali quelle dell'Ilva, ma è il quinto ed è il quinto parlando solo di quelli che ha fatto Renzi. Si può sbagliare una volta, due, la terza è già grave, ma perseverare nell'errore diabolico è offensivo per chi è stato più volte costretto a scegliere tra morire di tumore o morire di fame per la mancanza di lavoro.
  Questo ennesimo intervento si mostra ai nostri occhi in tutta la sua drammaticità, la drammaticità di una situazione aziendale, lavorativa, ambientale e territoriale che non è più sostenibile, ma anche la drammaticità di un Governo che ancora, dopo un altro decreto, continua a brancolare nel buio, senza riuscire a mettere a fuoco una sola soluzione compiuta. È un Governo che continua a correggere, modificare, sfornare norme, ma che ha avuto, ancora una volta, il «no» della Commissione europea. Il risultato continua ad essere ancora infrazione, infrazione. E la risposta, come se nulla fosse, è un altro decreto in cui si affronta il tema del finanziamento, senza risolvere adeguatamente il problema ambientale e sanitario, proseguendo a tentoni, senza aver chiara l'azione da mettere in campo.
  Stiamo parlando di un'impresa privata che è stata, nei fatti, espropriata, nazionalizzata. Oggi parliamo di vendita e persino di affitto. C’è da porsi più di una domanda in merito alla legittimità dell'azione di uno Stato che prevede l'affitto a terzi di un'azienda che, di fatto, non è propria. Ad oggi l'Ilva occupa 16 mila persone direttamente, più migliaia di dipendenti se si tiene conto dell'indotto. Ricordiamo questi numeri perché il Governo spesso sembra muoversi in maniera virtuale, in un mondo virtuale, ed è nostro dovere riportarlo alla realtà. Secondo noi, virtuale è proprio il termine giusto, se pensiamo a quel miliardo e 200 milioni di euro che dovevano provenire dai conti privati dei Riva in Svizzera, che il Governo aveva dato per scontati, con una leggerezza direi non classificabile, e su cui, con la solita arroganza, ha pensato bene di costruire persino una norma della legge di stabilità, della nostra manovra economica.
  E ora come la raggiunge la parità di bilancio ? Il paradosso è che, quando si può utilizzare fondi reali, il Governo fa finta di dimenticarsene. L'esempio ne è stato la vicenda delle banche: il Presidente e i suoi Ministri avrebbero di certo potuto utilizzare i soldi veri del fondo salva banche, non lo hanno fatto. Avete deciso da soli quali banche erano da salvare e quali no. Il Presidente e questo Governo stanno scegliendo quali saranno le banche a fare da padrone in questo Paese. Ma non ci ha pensato un solo attimo ad utilizzare un miliardo e 200 milioni di euro fantasma, che non esistono, per far tornare in tutti i modi i conti della legge di stabilità. Non si accontenta più dei problemi, ora prende in giro il Parlamento e la gente. Non fa più solo proclami. Non ci voleva un genio a capire che quei soldi la Svizzera Pag. 27non ce l'avrebbe dati. Ha detto bugie a questo Parlamento, agli italiani e soprattutto così ha prestato il fianco al giudizio dell'Europa, alla Merkel, alla Germania, nostro maggior competitor nella siderurgia in Europa, dimostrando, ancora una volta, di non sapere fare il leader, di essere in grossa difficoltà nelle relazioni internazionali. Bella prova da parte del Governo in Europa: l'ennesima dimostrazione di un Esecutivo debole e assolutamente inconcludente nei rapporti con Bruxelles.
  Ma cosa peggiore è che a noi non ci avete fatto capire nulla, perché pare non ci abbiate capito nulla nemmeno voi per primi, procedendo pezza su pezza, l'una che va a correggere l'altra. Saremmo stati disponibili a sederci intorno ad un tavolo, insieme alle regioni, ai sindacati e a tutti i soggetti coinvolti, sulla scia di quanto fatto con l'accordo di programma siglato nel 2005 dal Governo Berlusconi. La dimostrazione è stata che in questi giorni abbiamo valutato positivamente gli emendamenti in favore delle imprese nell'indotto.
  Ma che dire di quel bando internazionale lanciato il 5 gennaio, esattamente sei giorni prima dell'avvio della discussione in Aula di questo decreto ? Trenta giorni: pochi per far venire allo scoperto quanti potenzialmente sono disposti a prendere in carico le diverse società. Cosa c’è sotto questa fretta ? La procedura deve andare deserta per poi abbassare il prezzo e svendere l'azienda o ci sono già accordi definiti e si spera di non dare più tempo del necessario ai non amici di questo Governo ? Nel frattempo, sarebbe un po’ curioso e interessante chiedere quante consulenze, tra un decreto e l'altro, sono state date ad amici del Governo. Ci volete almeno dire quali garanzie sono state chieste per la tutela dell'ambiente, della salute e dell'occupazione ? Chiediamo solo di sapere quale modello produttivo si intende seguire per l'Ilva, nel momento in cui si cercano partner italiani – peraltro, sbucano i soliti nomi che un anno fa si tirarono indietro dinnanzi ai rischi di contenzioso – e fondi di private equity ed, eventualmente, anche gruppi siderurgici stranieri che diano garanzie di non voler ridurre significativamente la produzione e – speriamo – di non delocalizzare.
  Forza Italia non ha presentato emendamenti perché questo decreto per noi non è emendabile. Ci avete chiamato a valutare una cosa invalutabile. La verità è che questo Governo non si è dimostrato all'altezza di gestire una vicenda che riguarda non una semplice impresa, ma l'impresa siderurgica che gestisce il più importante polo produttivo d'Europa, rappresentando una componente fondamentale di tutta la siderurgia del nostro Paese. Se così non fosse, sarebbe grave e sospettoso questo fuggi-fuggi senza sapere dove andare, senza un piano ambientale, industriale ed occupazionale. Anche i dipendenti in sciopero dicono che le risorse a disposizione saranno poi, di fatto, risorse sprecate in assenza di un piano di lungo respiro.
  Noi non siamo malpensanti, non abbiamo mai fatto un processo fino alla certezza della colpevolezza e, quindi, oggi non andiamo oltre con i mali pensieri, ma tra venti giorni vi aspettiamo qui, perché l'Italia e gli italiani hanno diritto di sapere cosa ne sarà del mezzo punto di PIL e dei 16 mila dipendenti dell'Ilva. Quello di Taranto e dell'Ilva è un problema che, per i profili di natura economica e considerando l'attività del sito siderurgico, acquista anche una dimensione sovranazionale.
  Per tutto quanto detto oggi, anche per tutto quello che vorremmo dire, ma forse lo diremo tra venti giorni, Forza Italia vota contro e lo fa per difendere il diritto alla salute e il diritto al lavoro dei cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Davide Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Siamo qui per parlare nuovamente di Ilva e, come ci avete ormai abituato, poco di Taranto. È l'ennesimo decreto: il nono, il decimo, a seconda del fatto che contiamo Pag. 28alcuni decreti assorbiti all'interno di altri provvedimenti legislativi. C'eravamo lasciati esattamente un anno fa con un mostro – sì, un mostro – disegnato da una bambina di Taranto che chiedeva al suo papà di ucciderlo.
  La domanda quindi è, colleghi, una sola: cosa è stato realmente fatto in questi anni con ben nove decreti alle spalle ? Mi permetto di tenere in sospeso per un attimo questa domanda, per quanto la risposta, a nostro avviso, sia più che scontata, per sottoporvi un brevissimo quiz che possiamo chiamare «chi ha detto cosa». «È un provvedimento che garantisce la sopravvivenza dello stabilimento Ilva di Taranto e che rende effettivamente compatibile la sua attività produttiva con la normativa ambientale, con la tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini di Taranto. Questo provvedimento dà la grande opportunità a questo Paese di cogliere finalmente l'obiettivo di contemperare i due maggiori diritti, al lavoro e alla salute, con un maggior coinvolgimento degli enti locali, un rafforzamento delle procedure di informazione e di partecipazione dei cittadini». Queste sono le parole di Enrico Borghi, sesto «decreto Ilva», giugno 2013. «Il provvedimento che stiamo affrontando è un provvedimento innovativo», Ermete Realacci, sesto «decreto Ilva», giugno 2013. «Si metterà, quindi, sul mercato un'azienda viva e risanata ambientalmente, con una popolazione, quella tarantina, che ha di fronte una grande battaglia e che da troppi anni è costretta a combattere da sola e che noi, Governo e Parlamento, dobbiamo contribuire a vincere, cioè la sfida che vede la tutela dell'ambiente e della salute coesistere con l'occupazione», Alessandro Bratti, PD, settimo «decreto Ilva», gennaio 2015. Queste sono solo alcune delle perle degne delle migliori favole dei fratelli Grimm che il Partito Democratico ci ha regalato nel corso degli anni. Siamo sicuri che ancora oggi riceveremo altri doni che custodiremo gelosamente nel nostro bestiario privato.
  Ma torniamo al mondo reale, dove possiamo solo constatare il fallimento totale delle politiche industriali e ambientali del Governo Letta prima e Renzi dopo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), addirittura smentite dalla magistratura di Bellinzona, che ha sottolineato il fatto che le somme sequestrate ai Riva possono essere disponibili solo dopo sentenza passata in giudicato, contrariamente a quanto tutti voi avevate sostenuto fino all'altro ieri. Quei soldi dovevano servire al piano ambientale. In questo decreto mancano all'appello 400 milioni rispetto al miliardo e 200 milioni precedentemente stanziato, secondo sempre le vostre previsioni.
  Parliamo poi, però, della cessione degli impianti. Siamo partiti subito malissimo, considerando che il Governo ha rilasciato un'autorizzazione con un decreto ministeriale firmato dalla Ministra Guidi che – sottolineiamo nuovamente ai più – è stata latitante, un po’ come sempre, sia in Commissione sia in Aula. Cosa ha firmato ? Ha firmato la pubblicazione della manifestazione d'interesse per la vendita del complesso Ilva quando, ahimè, il decreto non aveva nemmeno terminato la fase di analisi all'interno della Commissione attività produttive, che teoricamente poteva anche bocciarlo e non darne proprio seguito. La Ministra ha ben pensato di andare avanti per la sua strada e di pubblicare la manifestazione di interesse, contrariamente a tutte le ipotesi che almeno il Parlamento potesse essere sovrano nel decidere che cosa fare di quel decreto.
  Ovviamente, stiamo parlando di un Ilva che non è risanata ed è tutt'altro che viva, con buona pace delle dichiarazioni, che ho citato prima, del collega Bratti. Fatto sta che con questo decreto viene data la possibilità ai commissari incaricati di vendere gli impianti. Ma con quale criterio ? Per esempio, non è stato messo alcun paletto che possa impedire agli stessi commissari di fare dell'Ilva l'ennesimo spezzatino di good e bad company di berlusconiana memoria.
  Non credete che ci siamo dimenticati dei capitani coraggiosi e di Alitalia, vero ? Sì, perché i presupposti per un'operazione del genere ci sono tutti: ci sono impianti Pag. 29del gruppo Ilva che definire appetibili sarebbe forse anche riduttivo (per citarne uno su tutti l'unità produttiva di Novi Ligure), mentre Taranto resta un buco nero, con tante spese, tra cui quelle per le bonifiche ambientali. Che fine farebbero, in questi casi, gli impianti realmente produttivi e concorrenziali ? Le prospettive sarebbero due, a nostro modo di vedere: o l'acquirente investe nella strutture e la inserisce nel proprio piano industriale, oppure provvede a chiudere su due piedi l'azienda, togliendo di fatto un competitor da un mercato, come quello europeo, già in sofferenza da anni nei confronti di quello orientale. In questo ultimo caso l'ipotesi ArcelorMittal sembrerebbe proprio calzare a pieno. Queste, colleghi, sono ipotesi fin troppo reali. Sono scenari già visti e che, se il Governo avesse dimostrato un minimo di lungimiranza e di responsabilità, si sarebbero potuti facilmente prevedere.
  Ancora una volta, colleghi, non abbiamo di fronte un piano industriale, nonostante i passati decreti ne imponessero la stesura ai commissari. Quindi, non possiamo che chiederci in che modo si possano determinare di fatto prospettive credibili che portino qualcuno a comprare una realtà del genere. Fatto sta che nel frattempo oggi servono 300 milioni di euro per garantire almeno la continuità degli stipendi e poi l'Europa ci saprà dire se sono aiuti di Stato o meno, ma a nostro avviso sicuramente sì (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Tornando al discorso della vendita, è interessante capire a chi vendere ma, soprattutto, tramite chi vendere, perché evidentemente per i commissari il compito di trovare per conto proprio un venditore affidabile era un po’ troppo. Ai commissari viene concesso tutto, ma preteso nulla. Dopo averli esonerati da responsabilità penali e fiscali, oggi arriva addirittura la ciliegina dell'esonero dalle responsabilità anche civili. I commissari hanno affidato la mediazione per la vendita a Rothschild S.p.A., riconducibile alla Rothschild and Sons, meglio conosciuta come Rothschild, una delle banche di investimento più grandi del mondo.
  La Rothschild, il cui vicepresidente è l'onnipresente Paolo Scaroni dal 2014, già ai vertici di ENEL e di ENI, pare essere anche esposta nei confronti dell'ArcelorMittal, la più grande compagnia al mondo nel campo dell'acciaio, i competitor per eccellenza di Ilva nella fornitura di componenti per l'industria automobilistica e una delle più credibili acquirenti della stessa. Ora, colleghi, è possibile che siamo sempre e solo noi che vediamo un possibile conflitto di interessi grosso come una casa ? Nessuno si chiede se l'esposizione di Rothschild in Rothschild S.p.A. possa influenzare il compito di advisor finanziario ? È plausibile ipotizzare che possa scegliere la strada che finanziariamente possa convenirgli di più, a discapito della soluzione più favorevole ai cittadini italiani ?
  Passando, poi, al lato ambientale, anche qui non ci siamo fatti mancare nulla. In primis segnaliamo nuovamente come la maggioranza stia di fatto peggiorando ulteriormente la situazione, avendo inserito nel testo un emendamento del collega Vico, del PD, già finito nel tritacarne mediatico nel novembre 2012, dopo la diffusione delle intercettazioni che mostravano i suoi contatti con il dirigente Girolamo Archinà dell'Ilva, posticipando a giugno 2017 il termine per adempiere alle prescrizioni dell'AIA, con un atteggiamento menefreghista di tutte le prescrizioni ambientali e soprattutto sanitarie della città. Una scelta inaccettabile e insostenibile, specie considerando le dichiarazioni entusiastiche dei colleghi del Partito Democratico durante la discussione degli scorsi «decreti Ilva». Una situazione paradossale, così come le soluzioni firmate dall'ASL Puglia, secondo cui per evitare il rischio per la salute dei cittadini di Taranto sarebbe opportuno praticare sport all'esterno e finestre aperte solo dalle 12 alle 18, come recitano delle ordinanze. Speriamo che non si stia parlando di fare respirare i cittadini solo ad ore alterne.Pag. 30
  Vedo già le dichiarazioni della maggioranza di domani: «Il MoVimento 5 Stelle sta solo a provocare e a dire sempre di no». Pur dando per scontato che davanti ad un'inadeguatezza del genere non vediamo come possa esservi un provvedimento così, ci teniamo, a scanso di equivoci, a dare un contributo nonostante non sia ben accetto. Risolvere una situazione come quella di Taranto è tutto tranne che semplice, ma ci chiediamo come si possa essere così ciechi davanti a un'opportunità che è sotto gli occhi di tutti. Stiamo parlando, in particolare, della possibilità di richiedere e utilizzare fondi europei per salvaguardare i lavoratori e i cittadini protagonisti, loro malgrado, della crisi Ilva. Ci riferiamo al FEG, il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, utile a cofinanziare politiche attive per il mercato del lavoro, per aiutare i lavoratori in esubero a posizionarsi nel mercato. È rivolto ad aziende sopra i 500 lavoratori e attualmente ha una copertura di 150 milioni di euro ed è il Governo Renzi che deve fare richiesta, su sollecitazione degli enti locali. L'idea, quindi, sarebbe quella di utilizzare i 150 milioni del Fondo Ilva e crediamo che mai occasione sarebbe più propizia per sfruttare un fondo simile. Sia chiaro, colleghi, che non stiamo parlando di aiuti a pioggia, perché parallelamente partirebbe un lavoro portato avanti da esperti messi a disposizione dallo Stato per aiutare l'autoimprenditorialità, una dimensione completamente dimenticata.
  Per concludere, Presidente, vorrei leggervi due righe che mi sono pervenute nella giornata di oggi da uno dei tantissimi cittadini preoccupati, ma che non hanno alcuna voglia di arrendersi: da tarantino ti chiedo di non fare passare l'immagine di una Taranto rassegnata, perché non è così. Da anni, noi resistiamo contro tutto: acciaieria, raffineria, discariche, inceneritori, ma noi non ci siamo mai abbattuti, continuando a combattere senza sosta contro chi ci vuole morti. Taranto non si è mai arresa e non chiede elemosina, solo rispetto, un sentimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  PRESIDENTE. Concluda, per favore, deputato Crippa: è fuori dal suo tempo.

  DAVIDE CRIPPA. ...un sentimento condiviso con tanti tarantini e mi piace pensare con tanti italiani che si trovano in situazioni simili, cittadini che vorrebbero un mondo migliore e pulito in cui non si debba aver paura di mandare i propri figli a giocare a pallone nel campetto sotto casa, cittadini che vorrebbero una Taranto nuova, fuori dal grigio dei fiumi dell'industria, una Taranto a colori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – I deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle espongono cartelli che riproducono una immagine a colori della città di Taranto).

  PRESIDENTE. No, no, no ! Colleghi, togliete quei cartelli, per favore ! Intervengano gli assistenti parlamentari. Togliete quei cartelli, per favore. Togliete i cartelli.
   Allora, andiamo avanti con i nostri lavori. Togliete questi cartelli. Grazie, grazie. Collaborate. Questo sta diventando proprio un rito. Togliete questi cartelli (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente) !
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Chiara Braga. Ne ha facoltà.

  CHIARA BRAGA. Signora Presidente, onorevoli colleghi, torniamo a questioni serie.
  Con la conversione del decreto-legge per la cessione dei complessi aziendali del gruppo Ilva, il Governo porta a termine un altro impegno con il pieno sostegno del Partito Democratico. Questo dovevamo alle lavoratrici e ai lavoratori del gruppo Ilva, alla città di Taranto e all'economia nazionale. Il fallimento del maggior complesso industriale per la lavorazione dell'acciaio in Europa risolverebbe probabilmente il problema del surplus di produzione di acciaio, ma a scapito dell'economia nazionale, lascerebbe senza esito positivo una enorme questione ambientale e costituirebbe un incredibile vantaggio a favore di concorrenti internazionali e non è affatto detto che questi ultimi rispettino Pag. 31gli stessi standard ambientali già prescritti all'Ilva. Un complesso industriale che dà lavoro a 12.000 persone, su una superficie complessiva di oltre 15 milioni di metri quadrati, non è un bene qualsiasi da mettere all'asta, ma il luogo in cui poter costruire una nuova opportunità affrontando insieme due grandi questioni: l'adeguatezza produttiva nel settore dell'acciaio e l'impatto ambientale di questa produzione. L'Italia oggi ha un'occasione straordinaria per iniziare a dar corso agli impegni concretamente assunti nella Conferenza sul clima di Parigi, dare il via al processo di decarbonizzazione della sua economia all'interno comunque di politiche di sviluppo e di lavoro, grazie al cambiamento tecnologico, all'innovazione e al risanamento ambientale rafforzati dalle misure del decreto di cui oggi discutiamo.
   L'Italia è il secondo produttore europeo di acciaio dopo la Germania. Nel 2014, la siderurgia italiana ha prodotto 23,7 milioni di tonnellate di acciaio e, nonostante questo, dal 2010 siamo importatori netti di questo materiale. Il nostro sistema industriale utilizza l'acciaio per produrre in settori in cui siamo leader nel mondo. Parte della ripresa economica da cui è stato caratterizzato il 2015 si basa anche su questo. Questo è il quadro nel quale ci muoviamo e al quale questo decreto-legge dà risposte.
  Sulla questione Ilva, il primo caso in Europa di commissariamento per motivi ambientali, l'assunzione di responsabilità del Governo...

  PRESIDENTE. Colleghi, è possibile abbassare il tono della voce ? È una forma veramente fastidiosa questa di non rispettare chi interviene. Per favore !

  CHIARA BRAGA. Grazie, Presidente. Sulla questione Ilva, primo caso in Europa di commissariamento per motivi ambientali, l'assunzione di responsabilità del Governo è stata importante e fattiva. Vengono messe a disposizione dallo Stato 800 milioni di euro per l'attuazione del piano ambientale. L'obbligo di rivalsa sui responsabili dell'inquinamento, ribadito nel testo approvato dall'Aula, attua il principio «chi inquina, paga». I 300 milioni di euro a favore dell'amministrazione straordinaria, di cui è prevista la restituzione con i dovuti interessi, sono necessari per contemperare le esigenze di continuità produttiva e occupazionale con quelle di tutela ambientale e sanitaria. Il Parlamento ha introdotto misure per l'integrazione del reddito dei lavoratori dello stabilimento di Genova Cornigliano, garantendo l'attuazione dell'Accordo di programma sulla città di Genova e l'accesso agevolato al Fondo di garanzia per 35 milioni di euro a tutela delle piccole e medie imprese dell'indotto Ilva. È poi garantita la conformità alle norme europee, sia sul piano dei finanziamenti, che sul rispetto dell'ambiente e voglio ribadire che ogni eventuale modifica del piano ambientale dovrà tener conto delle scelte tecnologiche più avanzate e sostenibili che tutti noi auspichiamo.
  Il Parlamento, infine, interviene efficacemente nella vigilanza sulla riconversione industriale e sulla bonifica ambientale e sanitaria dello stabilimento. Aggiudicazione, piano industriale e risanamento ambientale viaggiano di pari passo.
   È evidente, colleghi deputati, che esiste una profonda divergenza tra la nostra visione e alcune affermazioni delle opposizioni: per noi, il futuro del gruppo Ilva e di Taranto passa dalla capacità di tenere insieme il destino produttivo di quell'area e il suo imprescindibile risanamento ambientale e sanitario. In quest'Aula, anche oggi, da alcuni è stato affermato esattamente il contrario e di questo l'Italia non ha bisogno. Taranto non è solo il polo siderurgico Ilva, è anche l'intera riqualificazione della città, in funzione del contratto istituzionale di sviluppo che è in corso di attuazione e che è una vera occasione di recupero ambientale e di lavoro, già finanziato dal Governo con oltre 270 milioni. Penso agli interventi sul porto di Taranto del quartiere Tamburi, penso alla bonifica del sito radioattivo Cemerad di Statte, abbandonato da oltre Pag. 3215 anni e risolto grazie anche all'intervento della bicamerale d'inchiesta sui rifiuti.
   Rispondiamo al dovere di dare un futuro a Taranto, con una visione complessiva, seria e moderna di cui questo provvedimento è parte essenziale. Ma allarghiamo lo sguardo, colleghi deputati: parlare di green economy non è un esercizio retorico o un insieme di vuoti proclami contro questo o contro quello. Sono questioni concrete, che hanno un impatto diretto sulle imprese e sui lavoratori.
  Negli Stati Uniti, qualche anno fa, il gruppo Chrysler viene sottoposto a una procedura fallimentare. Il Presidente Barack Obama – lo ha ricordato anche questa notte nel suo ultimo discorso sullo stato dell'Unione – vede l'occasione di un cambio di passo: la cessione al gruppo FIAT si accompagnerà a una nuova filosofia produttiva destinata a portare negli Stati Uniti nuovi modelli di auto a minore impatto ambientale. Il Governo degli Stati Uniti sostiene economicamente questo passaggio; la risposta alle critiche della destra e delle forze conservatrici è il rapido raggiungimento di utili, la restituzione del prestito statale, una profonda innovazione tecnologica e soprattutto nuovi posti di lavoro. Il gruppo Ilva, come Chrysler, ha l'occasione reale di trasformarsi da grande malato dell'industria a campione positivo dell'innovazione e del rilancio produttivo sostenibile. È un dovere dell'Italia, seconda potenza manifatturiera d'Europa e settima al mondo, rispondere alla sfida dell'innovazione e della sostenibilità, come già accade per tante piccole e medie imprese in tutto il Paese.
  Con le risposte alla vicenda Ilva, abbiamo una concreta opportunità di implementare tecnologie nuove e di consolidare finalmente la consapevolezza, matura nel Paese, che non può più esistere ricerca del profitto senza porsi la questione della sostenibilità ambientale e sociale delle scelte fatte per conseguirlo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Innovazione tecnologica e tutela ambientale non sono soltanto il futuro; sono il presente, che noi vogliamo sostenere e guidare.
  L'esperienza parlamentare mi ha insegnato, onorevole Crippa, che è più utile e anche più bello spendere le proprie energie per avviare a soluzione i problemi, piuttosto che continuare soltanto a proclamare che i problemi esistono. Questa legge sarà un esempio di concretezza nella soluzione di un problema vero. Noi abbiamo un passato da riparare, alcuni errori – anche gravi – da recuperare, ma soprattutto un futuro di orgoglio e di speranza da costruire per Taranto e per il Paese.
   Per queste ragioni, il Partito Democratico voterà convintamente «sì» alla legge di conversione del decreto-legge per la cessione a terzi dei complessi aziendali del gruppo Ilva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale per le quali è stata disposta la ripresa televisiva diretta.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Alessandro Furnari. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO FURNARI. Grazie, Presidente. Io voterò contro. Questo decreto non tutela né i lavoratori dell'Ilva, né i cittadini di Taranto. È un decreto fatto dalla casta per la casta, il cui unico scopo vero sembra essere quello di consentire a determinati creditori di recuperare il loro denaro, il tutto senza preoccuparsi minimamente di quelle che saranno le conseguenze per Taranto, perché questo decreto non tutela né l'ambiente, né la salute dei cittadini.
  È l'ennesimo decreto non per Taranto, ma contro Taranto, fatto da un finto Governo di sinistra.

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

  ETTORE GUGLIELMO EPIFANI, Presidente della X Commissione. Chiedo di parlare.

Pag. 33

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE GUGLIELMO EPIFANI, Presidente della X Commissione. Signora Presidente, cari colleghi, arrivati alla fine di questo iter avverto il dovere, insieme al presidente Realacci, di ringraziare gli uffici, ringraziare i relatori, ringraziare il Governo, ringraziare tutti i colleghi di maggioranza e di opposizione.
  Voglio anche aggiungere che le nostre due Commissioni seguiranno, nelle prossime settimane, lo sviluppo della vicenda dell'Ilva, perché, siccome effettivamente siamo in un passaggio delicato per il futuro dello stabilimento e dell'industria siderurgica italiana, noi intendiamo svolgere il nostro ruolo in pieno e a partire dalla convocazione che abbiamo già definito con il Ministro Guidi per i primi di febbraio. Quindi, da questo punto di vista, intendiamo continuare il lavoro per dare una prospettiva allo stabilimento, al lavoro e all'industria del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Coordinamento formale – A.C. 3481-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3481-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3481-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bernini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   «Conversione in legge del decreto-legge 4 dicembre 2015, n. 191, recante disposizioni urgenti per la cessione a terzi dei complessi aziendali del gruppo Ilva» (3481-A):

   Presenti  463   
   Votanti  461   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  231   
    Hanno votato  297    
    Hanno votato no  164    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Su un lutto del deputato Giampaolo Galli.

  PRESIDENTE. Comunico all'Assemblea che il collega Giampaolo Galli è stato colpito da un grave lutto: la perdita della madre.
  La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire al collega le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 18,34)

Discussione del disegno di legge: S. 2145-Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 novembre 2015, n. 185, recante misure urgenti per interventi nel territorio. Proroga del termine per l'esercizio delle deleghe per la revisione della struttura del bilancio dello Stato, nonché per il riordino della disciplina per la gestione del bilancio e il potenziamento della funzione del bilancio di cassa (Approvato dal Senato) (A.C. 3495) (ore 18,35).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3495: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge Pag. 3425 novembre 2015, n. 185, recante misure urgenti per interventi nel territorio. Proroga del termine per l'esercizio delle deleghe per la revisione della struttura del bilancio dello Stato, nonché per il riordino della disciplina per la gestione del bilancio e il potenziamento della funzione del bilancio di cassa.
  Ricordo che nella seduta del 21 dicembre 2015 sono state respinte le questioni pregiudiziali Crippa ed altri n. 1 e Guidesi ed altri n. 2.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 3495)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
  Chiedo ai colleghi, se possibile, di uscire in silenzio.
  Avverto che i presidenti dei gruppi parlamentari del MoVimento 5 Stelle e del Partito Democratico ne hanno chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.
  Avverto, altresì, che la V Commissione (Bilancio) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire il relatore, onorevole Giampiero Giulietti.
  Colleghi, per favore, la seduta con votazioni è terminata, quindi, se dovete uscire, vi prego di farlo in silenzio e anche quelli che rimangono, soprattutto, prego di rimanere in silenzio.
  Prego, onorevole Giulietti.

  GIAMPIERO GIULIETTI, Relatore. Grazie, Presidente. Siamo chiamati alla discussione generale del disegno di legge recante, appunto, conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 novembre 2015, n. 185, recante misure urgenti per interventi nel territorio, proroga del termine per l'esercizio delle deleghe per la revisione della struttura del bilancio dello Stato, nonché per il riordino della disciplina per la gestione del bilancio e il potenziamento della funzione del bilancio di cassa, impropriamente passato alle cronache come «decreto Giubileo», ma che, invece, affronta con attenzione alcune emergenze nazionali da troppo tempo irrisolte: bonifiche ambientali, ecoballe, riqualificazione dell'area dell'Expo, misure in termini di infrastrutture e sicurezza relative al Giubileo straordinario della Misericordia ed alcuni interventi di minore entità, ma non certo minori, relativi a nuove risorse per il servizio civile nazionale, per l'edilizia residenziale pubblica, per la riqualificazione di impianti sportivi nelle periferie urbane e così via.
  È un cambio di scenario significativo; si investono risorse nel risolvere problemi ed emergenze ambientali e sociali, nel dare risposte efficaci a problemi che ci sono costati infrazioni europee che hanno gravemente danneggiato l'immagine del nostro Paese e che hanno ammorbato tanti cittadini. Si tratta di un provvedimento che anche nei lavori delle Commissioni ha subito, da parte dell'opposizione, diverse strumentalizzazioni, ma del quale andrebbe riconosciuta la volontà di affrontare problemi seri, in modo altrettanto serio e fattivo.
  Questo decreto-legge ha avuto una lunga e approfondita discussione al Senato, che ha apportato modifiche significative al decreto stesso. Non vi è nessuna volontà, in quest'Aula, di evitare la discussione, ma vi è la consapevolezza, da parte di tutti, che è necessario approvare il testo nei tempi, prima della scadenza, discutendo nel merito, ma con serietà e non usando strumentalismi volti a inficiare una discussione seria e rivolta ai temi trattati.
  Rapidamente prendo in esame in questa sede l'articolato del testo di conversione in legge del decreto-legge n. 185 del 2015. L'articolo 1, comma 2, del disegno di legge di conversione reca appunto una proroga dal 31 dicembre 2015 al 15 febbraio 2016 di alcuni termini di delega previsti dalla legge di contabilità e finanza pubblica n. 196 del 2009.

  PRESIDENTE. Mi perdoni, collega Giulietti.Pag. 35
   Colleghi, per favore, abbiamo dodici interventi di colleghi che devono intervenire in discussione sulle linee generali. Io non ho alcuna intenzione di farli svolgere in questo clima. Quindi, prego i colleghi che intendono uscire dall'Aula di farlo immediatamente e quelli che rimangono in Aula di rimanere in silenzio. Colleghi, mi rivolgo anche al Comitato dei nove, per favore !

  GIAMPIERO GIULIETTI, Relatore. L'articolo 1, comma 2, del disegno di legge di conversione reca la proroga dal 31 dicembre 2015 al 15 febbraio 2016 di alcuni termini di delega previsti dalla legge di contabilità e finanza pubblica n. 196 del 2009, costituita della delega per il completamento della riforma della struttura del bilancio dello Stato, nonché della disciplina per la gestione del bilancio dello Stato e del potenziamento della funzione del bilancio di cassa. Tale comma è stato introdotto dalla Commissione bilancio del Senato nel corso dell'esame in sede referente.
  L'articolo 1 del decreto-legge prevede il trasferimento immediato di risorse per 50 milioni di euro per l'anno 2015 al soggetto attuatore per la realizzazione della prima fase del programma di bonifica ambientale e rigenerazione urbana del comprensorio Bagnoli-Coroglio di Napoli. La disposizione in esame rientra nell'ambito della disciplina dettata dall'articolo 33 del decreto-legge n. 133 del 2014 per la bonifica ambientale e la rigenerazione urbana delle aree comprese, appunto, nel comprensorio Bagnoli-Coroglio, riperimetrate con il decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare dell'8 agosto 2014. Ricordo che la prima perimetrazione è risalente al 2001.
  L'articolo 2 interviene nella vicenda dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, al fine di pervenire alla situazione di grave criticità perdurante nella regione a causa della presenza di un'ingente quantità di rifiuti imballati – le cosiddette ecoballe – che sono stati collocati in diversi siti del territorio regionale, durante il piano emergenziale che ha interessato la Campania nel primo decennio degli anni Duemila. Il mancato smaltimento di tali rifiuti è stato contestato all'Italia nelle procedure di infrazione, concluse con una doppia condanna da parte della Corte di giustizia dell'Unione europea: sentenze del 4 marzo 2010 e del 16 luglio 2015.
  Per sanare tale situazione, l'articolo 2 prevede che il presidente della regione predisponga un piano straordinario di interventi di smaltimento delle ecoballe, anche attraverso la messa in sicurezza permanente in sito e di bonifica dei siti non interessati dalla citata messa in sicurezza. Il piano è approvato dai competenti organi regionali e costituisce variante del vigente piano regionale di gestione dei rifiuti; questo significa che sarà il consiglio regionale a votare il piano una volta conclusa la fase di partecipazione riguardante enti locali, associazioni e cittadini.
  Questo per rispondere a chi, stante gli interventi in Commissione, ha poca dimestichezza con gli organi elettivi democratici. Aggiungo, infine, che viene prevista, per le procedure di gara per l'attuazione degli interventi del piano, l'applicazione del protocollo stipulato con la regione Campania dall'Autorità nazionale anticorruzione, dall'ANAC.
  L'articolo 3 reca una disposizione a favore del comune di Reggio Calabria finalizzata a supportare il ritorno alla normale amministrazione dell'ente dopo il periodo di commissariamento seguito allo scioglimento degli organi elettivi per infiltrazioni mafiose. È attribuito al comune per l'anno 2015 un contributo di circa 10,3 milioni di euro a titolo di ristoro dei rimborsi delle anticipazioni erogate al comune stesso effettuati nel 2015.
  Il comma 1 dell'articolo 4 incrementa di 50 milioni di euro per l'anno 2015 la dotazione del Fondo per le emergenze nazionali, di cui all'articolo 5, comma 5-quinquies, della legge n. 225 del 1992, istitutiva del Servizio nazionale della Protezione civile.
  Il comma 1-bis del medesimo articolo, inserito nel corso dell'esame al Senato, disciplina la modalità di assegnazione Pag. 36della quota del Fondo in questione destinata dal comma 694 della legge n. 190 del 2014, pari a 10 milioni di euro per il 2015, all'opera di ricostruzione e alla ripresa economica dei territori della Sardegna colpiti dagli eventi alluvionali del novembre 2013.
  Le disposizioni di cui all'articolo 5 sono volte a destinare risorse per la valorizzazione dell'area utilizzata per Expo 2015 di Milano per la realizzazione di un progetto scientifico e di ricerca nonché ad autorizzare un contributo statale per il concorso degli oneri di sicurezza sostenuti dalla società Expo 2015 e a revocare risorse da destinare alla medesima società per far fronte al mancato contributo della provincia di Milano. In particolare viene autorizzata la spesa di 50 milioni di euro per l'anno 2015 per le iniziative relative alla partecipazione dello Stato nell'attività di valorizzazione delle aree in uso alla società Expo Spa, anche mediante partecipazione al capitale della società proprietaria delle stesse, e si stabilisce che con un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, siano definite le iniziative finalizzate alla valorizzazione delle aree di cui al comma 1 e le relative modalità attuative. La norma consente altresì alla Presidenza del Consiglio dei ministri di avvalersi del supporto tecnico di Cassa depositi e prestiti Spa. Sarà l'Istituto italiano di tecnologia, al quale il provvedimento attribuisce un contributo pari a 80 milioni di euro, a realizzare un progetto scientifico e di ricerca, sentiti gli enti territoriali e le principali istituzioni scientifiche interessate.
  Giova ricordare che l'Istituto italiano di tecnologia è una fondazione privata disciplinata dagli articoli 14 e seguenti del codice civile. La Fondazione ha sede in Genova ed è istituita con le finalità appunto di promuovere lo sviluppo tecnologico e la formazione avanzata del Paese.
  L'articolo 6 istituisce un Fondo per la realizzazione degli interventi per il Giubileo straordinario della Misericordia con priorità nei settori della mobilità, del decoro urbano e della riqualificazione delle periferie e assegna alla regione Lazio contributi da destinare al potenziamento del servizio ferroviario regionale da e verso la stazione di Roma San Pietro e del sistema dei servizi sanitari nel periodo giubilare.
  La dotazione del Fondo, che sarà ripartita annualmente con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, è pari a 159 milioni di euro, 94 milioni per il 2015 e 65 milioni di euro per il 2016. Viene altresì previsto che le risorse eventualmente non utilizzate nell'esercizio finanziario 2015 potranno essere utilizzate nell'esercizio successivo.
  L'articolo 7 incrementa il piano di impiego delle Forze armate per il controllo del territorio in concorso con le Forze di polizia di un ulteriore contingente massimo di 1.500 unità a partire dal 16 novembre 2015 sino al 30 giugno 2016, al fine di corrispondere alle esigenze di sicurezza connesse allo svolgimento del Giubileo della Misericordia e a seguito dei recenti episodi terroristici internazionali.
  Il comma 4-bis prevede che fino al 50 per cento dei risparmi di spesa di parte corrente di natura permanente derivanti dalla revisione dello strumento militare sia impiegato per adottare ulteriori disposizioni integrative entro il 1o luglio 2017, al fine di assicurare la sostanziale equiordinazione delle Forze armate e delle Forze di polizia.
  L'articolo 8 prevede un ulteriore stanziamento di 10 milioni di euro per l'anno 2015 per il potenziamento dell'azione dell'ICE, Agenzia destinata ad integrare le attività del Piano di promozione straordinaria del made in Italy, in particolare 2 milioni di euro per il supporto alle più rilevanti manifestazioni fieristiche italiane a livello internazionale e quanto ad euro 8 milioni per la realizzazione di campagne di promozione strategica nei mercati più rilevanti e di contrasto al fenomeno dell’Italian sounding.
  Vale la pena ricordare in questa sede che nella legge di stabilità per il 2016 è stato approvato un piano straordinario per la promozione del made in Italy individuando risorse pari a 50 milioni di euro per il 2016.Pag. 37
  Complessivamente in legge di stabilità sono circa 351 milioni di euro per promuovere l'internazionalizzazione delle imprese, grazie a stanziamenti che finanzieranno vari strumenti agevolativi a favore dell'internazionalizzazione, prevalentemente attuati da SIMEST. È in arrivo, inoltre, un altro miliardo a favore delle imprese italiane sotto forma di finanziamenti per investire in innovazione e internazionalizzazione. Queste risorse saranno stanziate a condizioni vantaggiose a seguito del protocollo d'intesa siglato nelle scorse settimane dal Ministero dell'economia e delle finanze, SACE, ABI e Cassa depositi e prestiti.
  L'articolo 9 è volto, da una parte, a modificare la disciplina riguardante la revoca di finanziamenti di opere pubbliche disposta dall'articolo 3 del decreto-legge n. 133 del 2014, lo «sblocca Italia»; dall'altra, ad abrogare le procedure previste per l'approvazione ed esecuzione degli interventi infrastrutturali relativi agli aeroporti di maggiori dimensioni contenute nel comma 3-bis dell'articolo 71 del decreto-legge n. 1 del 2012.
  L'articolo 10 attribuisce alla regione Sardegna risorse per garantire la continuità territoriale aerea con l'isola per i residenti e non residenti della regione. Si prevede poi una proroga per la vita tecnica degli impianti a fune e si interviene sui contratti con Trenitalia Spa, autorizzando la corresponsione alla società di corrispettivi per i servizi prestati nel 2015 e 2016 e prorogando per l'anno 2016 l'affidamento alla società Trenitalia dei servizi ferroviari a media e lunga percorrenza rientranti nel perimetro del servizio universale del trasporto ferroviario di interesse nazionale.
  L'articolo 11 determina spazi finanziari per i comuni al fine della realizzazione di interventi nel settore dei trasporti rapidi di massa e interviene in base ad una modifica introdotta al Senato sull'utilizzo delle risorse destinate agli obblighi di servizio pubblico nel settore del trasporto di merci su ferrovia ed abrogando il divieto ex lege di rinnovo a Trenitalia Spa del contratto nazionale di servizio per il trasporto ferroviario merci contenuta nella legge di stabilità 2015.
  L'articolo 12 incrementa il Fondo nazionale per il servizio civile di 100 milioni di euro per l'anno 2015 al fine di aumentare il numero di volontari da avviare al servizio civile. L'incremento di 100 milioni per il 2015 previsto dal presente articolo si aggiunge allo stanziamento fissato dalla Tabella C della legge di stabilità 2015 pari a 115,7 milioni per il 2015.
  È importante, a mio avviso, ricordare che il 9 aprile 2015 la Camera ha approvato un disegno di legge delega sulla riforma del terzo settore dell'impresa sociale per la disciplina del servizio civile nazionale, attualmente all'esame del Senato, e tra le finalità perseguite si annuncia proprio quella di procedere ad una revisione della disciplina in tema di servizio civile nazionale.
  L'articolo 13 incrementa per il 2015 di 400 milioni di euro il Fondo sociale per l'occupazione e la formazione da destinare al finanziamento degli ammortizzatori sociali, prevedendo la destinazione di 50 milioni di euro per il 2016 agli enti pubblici della regione Calabria al fine di favorire l'inserimento lavorativo mediante contratto a tempo determinato dei lavori socialmente utili.
  L'articolo 14 autorizza la spesa di 25 milioni di euro per l'anno 2015 al fine di incentivare il programma di recupero di immobili e alloggi di edilizia residenziale pubblica anche per prevenire fenomeni di occupazione abusiva. Lo stesso articolo stabilisce che tale finanziamento sia ripartito sulla base del programma redatto ai sensi dell'articolo 4 del decreto-legge n. 47 del 2014, che prevede, a sua volta, l'adozione con decreto ministeriale di criteri per la formazione di un programma di recupero e razionalizzazione degli immobili e degli alloggi di edilizia residenziale pubblica.
   L'articolo 15 istituisce il Fondo sport e periferie, finalizzato, in particolare, al potenziamento dell'attività sportiva agonistica e allo sviluppo della relativa cultura in aree svantaggiate e zone periferiche Pag. 38urbane. Il Fondo ha una dotazione di 20 milioni di euro per il 2015, 50 per il 2016 e 30 per il 2017. Il Fondo si inserisce chiaramente nelle scelte di politica economica e sociale predisposte anche dalla legge di stabilità 2016, dove viene messo in atto un piano di riqualificazione e rigenerazione urbana delle periferie delle nostre città.
  L'articolo 16 aumenta da 115 a 140 milioni di euro, per il solo esercizio finanziario 2015, il limite massimo complessivo di spesa per la fruizione del credito d'imposta a favore degli investimenti nel settore cinematografico l'articolo 17, infine, prevede la copertura per gli oneri derivanti dal presente decreto, ad esclusione di quelli a cui si provvede ai sensi dell'articolo 13 che riguardano appunto il Fondo sociale per l'occupazione, pari a 765,1 milioni di euro per l'anno 2015, 129,3 milioni di euro per l'anno 2016 e 30 per il 2017. Da segnalare che, dei 765,1 milioni per il 2015, 483,8 milioni si recuperano mediante riduzione delle dotazioni di competenze relative alle missioni e ai programmi di spesa degli stati di previsione dei Ministeri.
  Quindi, in conclusione, un decreto ampio, finanziato in gran parte con risparmi dei Ministeri che tratta emergenze, che pone attenzione alle realtà periferiche e marginali delle città, che dà una risposta ai cittadini della Campania da troppo tempo in emergenza ambientale, che investe risorse negli ammortizzatori sociali, che guarda al recupero dell'area Expo, grande e straordinario evento vetrina per l'Italia, nel quale tanti non credevano ma che, grazie ad un grande lavoro di squadra, ha rappresentato al meglio la voglia e la capacità del nostro Paese di guardare al futuro con orgoglio e con determinazione.
  Il decreto-legge in esame infine affronta in termini di sicurezza e infrastrutture il Giubileo straordinario della Misericordia, del quale dobbiamo saper cogliere l'opportunità che ci offre, per saper affrontare insieme le emergenze globali, perché questo, come ha detto Papa Francesco, non è tempo per la distrazione ma, al contrario, per rimanere vigili e risvegliare in noi la capacità di guardare all'essenziale.

  PRESIDENTE. Prende atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire in sede di replica.
  È iscritto a parlare l'onorevole Preziosi. Ne ha facoltà. Ricordo sempre ai colleghi che, non essendo previste votazioni, chi decide di rimanere in aula sarebbe bene che ci rimanesse in silenzio. Onorevole Preziosi, proviamo con un microfono acceso.

  ERNESTO PREZIOSI. Sì, funziona meglio...

  PRESIDENTE. Decisamente !

  ERNESTO PREZIOSI. Onorevole Presidente, colleghi, rappresentante del Governo, l'Assemblea è oggi chiamata a discutere ed approvare la conversione in legge del decreto-legge n. 185 del 2015, recante misure urgenti per interventi nel territorio, provvedimento già approvato dal Senato della Repubblica lo scorso dicembre e su cui il Governo ha posto in quella sede la questione di fiducia.
  Si tratta di un provvedimento complesso che, da un lato, affronta diverse ferite aperte del Paese e, dall'altro, assegna risorse e cosa più importante strumenti al più grande evento che interesserà quest'anno il nostro Paese: il Giubileo straordinario convocato sul tema della Misericordia da Papa Francesco. Vorrei ricordare in questa sede i provvedimenti con cui interveniamo. Vorrei farlo non per propaganda o per replicare a certe assurdità che si sono ascoltate in questi giorni e si sentiranno ancora anche in quest'Aula a proposito di questo provvedimento, ma perché ritengo che i cittadini abbiano necessità di capire come questo Governo e questa maggioranza stiano affrontando in maniera risoluta ed efficace talune vicende drammatiche che da anni pesano sul vissuto del Paese e come lo facciano anche in questa occasione.Pag. 39
  Parto dall'inizio, dal Giubileo straordinario convocato per il 2015, un evento straordinario quindi che il Pontefice ha voluto si svolgesse non solo nella città di Roma, meta naturale dei pellegrini, ma diffuso in tutte le parrocchie della cattolicità, un evento che il Governo nel decreto-legge della cui conversione oggi stiamo discutendo, ha affrontato a nostro avviso in modo corretto, senza opere straordinarie e faraoniche, come rientra anche nello spirito e nello stile del magistero di Papa Francesco, ma con interventi mirati alla sicurezza, alla mobilità, al decoro urbano e, aspetto davvero importante, all'inclusione nel campo delle periferie, altro tema sensibile del magistero di Papa Francesco. In queste settimane abbiamo sentito dalle opposizioni una serie di commenti a volte anche bizzarri: i soldi per il Giubileo sarebbero troppi o troppo pochi, destinati solo alla città di Roma e non al resto d'Italia, finalizzati ad interventi occasionali e non strutturali. Riteniamo invece che, al di là della propaganda, lo sforzo più grande che questo Governo ha fatto nel presente decreto è stato proprio quello di accostare la parola Giubileo a «periferie», individuando un appuntamento importante per i cattolici ed anche un significato profondo per gli stessi laici. E seppure a causa del clima pesante che si respira a livello internazionale – come sappiamo è di ieri l'attentato ad Istanbul alle cui vittime rivolgiamo anche in quest'occasione il nostro ricordo – le presenze siano state inferiori rispetto alle attese, crediamo che aver disposto un potenziamento delle forze dell'ordine nella capitale in questi mesi sia stato in ogni caso utile al Paese e alla stessa percezione della sicurezza che hanno i cittadini romani.
  Sempre sul punto vorrei ricordare che questo decreto dispone risorse importanti per la diffusione dello sport e della pratica sportiva di base nelle periferie. In questo senso è un provvedimento culturalmente innovativo perché cerca di intervenire e di incidere laddove nasce ed ha il suo terreno di coltura il terrorismo, il disagio, l'emarginazione, l'esclusione, la disgregazione sociale che tanti danni produce specie nelle fasce giovanili: una declinazione diversa della lotta al crimine internazionale che probabilmente non sarà compresa da chi pensa che il contrasto al terrorismo abbia carattere esclusivamente militare, ma che si rifà invece tanto alla tradizione del nostro Paese, un Paese in cui – lo ricordiamo – le famiglie e i cittadini non devono essere lasciati soli ma, grazie alla concreta presenza della rete sociale fatta di associazionismo educativo, di terzo settore, di quella ricca realtà costituita dagli oratori, dalle associazioni di volontariato, della presenza di centri di aggregazione nelle periferie cerca di migliorare lo stato delle cose presente e questo decreto-legge parla anche a queste realtà e a questa Italia e lo fa anche disponendo ben 25 milioni di euro per l'edilizia residenziale pubblica.
   Il decreto-legge interviene anche sull'ambiente, in particolare in aiuto di una delle regioni più belle ma anche più martoriate della nostra penisola, la Campania, e lo fa non solo disponendo risorse per il recupero del comprensorio di Bagnoli-Coroglio, ma anche per velocizzare lo smaltimento delle cosiddette ecoballe, una misura necessaria in un territorio che deve essere ricordato per le sue grandi bellezze e non può più avere l'etichetta di Terra dei fuochi.
   Il decreto inoltre contiene misure per valorizzare l'area dell'Expo. Anche su questo punto le opposizioni hanno espresso le posizioni più disparate. C’è chi addirittura si è spinto sino a negare il successo della manifestazione, sostenendo che non vi sono certezze sugli ingressi reali e sui reali benefici che questo grande evento internazionale ha portato alla città di Milano e all'Italia intera. Non credo che sia davvero necessario dover replicare a queste posizioni. Expo, come sappiamo, è stato un grande appuntamento per l'Italia, per gli italiani e per i molti cittadini stranieri che lo hanno visitato e le immagini che tutti hanno visto parlano più di qualsiasi dubbio sollevato in quest'Aula. Ritengo altresì che il Governo abbia fatto bene a porsi in questo decreto-legge il tema del dopo: la Pag. 40riutilizzazione del sito di Rho e la sua realizzazione è un tema che deve essere posto e analizzato e non è una bizzarria italiana. Possiamo ricordare che tutte le grandi esposizioni universali degli anni passati lo hanno fatto: dalla Cina, che ha inaugurato una mostra permanente nel vecchio sito di Expo, e per risalire un po'indietro nel tempo a un fatto storico importante conosciuto da tutti, la Torre Eiffel nella città di Parigi.
   Infine il decreto-legge contiene diverse misure a sostegno della mobilità urbana aprendo gli spazi finanziari per ulteriori finanziamenti delle metropolitane, del cinema, del made in Italy e della mobilità per i residenti in Sardegna. Non solo: voglio qui rammentare il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga con 400 milioni di euro.
  Di fatto, la metà delle risorse complessive contenute in questo provvedimento avranno questa destinazione. È una misura che si rivolge a fasce disagiate, colpite dalla crisi e su cui dobbiamo continuare a prestare la massima attenzione. Se così non fosse stato, sarebbero rimasti scoperti molti lavoratori, in particolare quelli impiegati nelle imprese sotto i 15 dipendenti. Tante misure, tanti interventi, tante piccole provvidenze, in alcuni casi grandi soluzioni ai problemi del Paese: un puzzle di un'Italia che sta rimettendo insieme i suoi tasselli partendo dai territori.
  C’è chi ha detto che non vi erano presupposti per fare un decreto-legge. Mi chiedo, tuttavia, quali sarebbero i casi in cui si dovrebbe ricorrere ad un decreto-legge se non i casi come questo. E si è anche detto che ci sarebbero state ben altre misure da adottare, ma la logica del benaltrismo è proprio quella che in questi anni ha bloccato il Paese.
  Presidente, colleghi deputati, rappresentante del Governo, il decreto, la cui legge di conversione oggi esaminiamo, dispone risorse per complessivi 875 milioni di euro, che serviranno a rilanciare il Paese. Vorrei sottolineare, in proposito, un ulteriore aspetto virtuoso. Si tratta di fondi reperiti grazie alle economie fatte nell'anno precedente e che, se non utilizzati, sarebbero andati persi. Si è, cioè, risparmiato e si è investito sul Paese, sulle periferie. Per tale motivo non posso far altro che annunciare il sostegno convinto del gruppo del Partito Democratico a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. Chi ascolta questo dibattito si può fare un'idea che è una mezza verità, come al solito, rispetto all'entità vera di questo provvedimento. Tra l'altro, lo considerate talmente bello che ieri sera avete coniato un nuovo metodo di fiducia parlamentare, che è quella del voto unico su tutti gli emendamenti. Cioè, visto che il relatore, senza comunicarci perché, ritiene non accoglibili gli emendamenti – ovviamente con il parere favorevole del Governo a questa posizione – il presidente di turno della Commissione bilancio ci dice: visto che tanto i relatori e il Governo non accettano neanche un emendamento, facciamo un voto unico su tutti i duecento emendamenti e buonanotte ai suonatori. Tanto cosa state qui a discutere di modificare questo provvedimento, che è così bello, così inemendabile ? Quindi, non perdiamo tanto tempo – perché l'attività parlamentare è una perdita di tempo –, tanto ci pensa già il Governo a legiferare. Il Parlamento, di fatto, è una dependance di Renzi. Il Presidente Boldrini ci ha ridotti a dependance del Governo e il partito di maggioranza, presente nelle Commissioni, ovviamente stende un tappeto rosso a questa filosofia, secondo cui il Parlamento non debba neanche più dibattere gli emendamenti. Tant’è che ieri sera, in Commissione bilancio, la Lega ha abbandonato la Commissione per venire in Aula a discutere di questo provvedimento, in modo tale che rimanesse almeno traccia nel resoconto. C’è la televisione, può esserci la stampa: c’è, comunque, una metodologia di riscontro delle posizioni, che non sono tutta la crema, come sono state elencate.Pag. 41
  Perché non ci venite a spiegare perché spendete 150 milioni di euro per portare in giro per l'Italia 800 mila tonnellate di rifiuti della Campania ? Perché non siete venuti a ricordarlo ? Perché il Partito Democratico, che gestisce la regione Campania da sempre e che è responsabile politico di questo scempio, che è la mancata strutturazione dalla raccolta dell'immondizia di quella regione, non viene a dire che nelle regioni, nei territori e nei comuni vuole tassare attraverso la raccolta differenziata, attraverso la raccolta puntuale e aumentare le spese della TARSU e di tutti i balzelli per la raccolta dei rifiuti al Nord ? Perché non viene a dirci che spende 150 milioni di euro per portare nei termovalorizzatori del Nord, nelle discariche del Nord l'immondizia che a Napoli, in Campania non sono capaci di gestire da sempre ? Perché non lo dite questo ? Ci venite a parlare del Papa, del Giubileo e va bene: è una parte del provvedimento, ma non è tutto il provvedimento.
  Tra l'altro – è bello ricordarlo – sono abbancati lì, in Campania, 5 milioni di tonnellate di ecoballe, pari a più di 4 milioni di ecoballe. E voi, con questo provvedimento da 150 milioni di euro, non è che risolvete tutto il problema, ma no: un sesto del problema, perché andate a spostare 800 mila tonnellate, contro i 5 milioni che sono abbancate.
  Quindi, di fatto, la soluzione del problema, che avete creato voi politicamente, costa più di un miliardo, se facciamo le dovute proporzioni.
  Poi, è inutile dire che fate una pettinatura del bilancio andando a recuperare le somme che non sono state spese nel 2015. Ma il problema politico è perché non sono stati spesi i fondi, i 12 milioni di euro, per il federalismo amministrativo: perché questo Governo non crede al federalismo, non crede ai territori, non crede agli enti locali, non crede alle regioni, non crede alle autonomie. E allora non vengono spesi i soldi, che poi vanno in economia, e ci venite a dire che fate una pettinatura del bilancio per evitare delle spese inutili. Ma le spese inutili non sono il federalismo amministrativo, sono gli LSU della Calabria: 50 milioni di euro, di nuovo, dal 2006; ogni anno 50 milioni di euro per i lavori socialmente «inutili». Ma quanto ancora dobbiamo andare avanti a pagare queste persone, questo assistenzialismo peloso che non crea nessun tipo di indotto, se non forse un consenso elettorale, solo consenso elettorale ?
  E perché non avete speso in Veneto i 3 milioni di euro, che fortunatamente siamo riusciti a mantenere nella legge di stabilità – adesso andate a toglierli per l'anno 2015 –, affinché ci sia la possibilità di erogare alle persone fisiche una riduzione del prezzo alla pompa della benzina per autotrazione ? Quelli non sono problemi, i problemi sono sempre e solo al Sud, per dare posti di stipendio, neanche di lavoro.
  Poi ho sentito parlare dello sport di base come uno degli elementi costitutivi della società e degli ambienti territoriali. È vero, ma nulla in questo provvedimento va in quel senso, nulla in quel provvedimento parla di sostegno all'attività sportiva locale. Tant’è che all'articolo 15 si parla del potenziamento dell'attività sportiva agonistica nazionale e dello sviluppo della relativa cultura. Attività sportiva agonistica nazionale significa che si vanno a dare dei soldi a quelle realtà territoriali grandi, che saranno sicuramente le città metropolitane – poi parlerò anche di questo –, che andranno a mettere a posto gli stadi e le strutture sportive delle grandi società, che sono già piene di soldi grazie alle pubblicità, grazie alla vendita di tutti i loro gadget e prodotti economici e sportivi. Mentre non viene dato nulla al settore giovanile, nulla al settore di base. Tant’è che i fondi servono alla ricognizione di impianti sportivi esistenti sul territorio, ma impianti sportivi con destinazione all'attività agonistica nazionale. Al territorio sapete cosa date ? Date la possibilità alle società sportive senza fini di lucro – cioè a quelle che non hanno neanche un euro, quelle che devono chiudere il bilancio perché il presidente dell'associazione ci mette il suo stipendio dentro, non va a prendere soldi, ce li mette, non come le grandi società sportive, dove i presidenti prendono i soldi e non li mettono – di Pag. 42prendersi in carico le strutture, ammodernarle con i loro soldi e, in funzione di questo loro impegno economico privato, date ai comuni la possibilità di non fargli pagare le tasse su quegli immobili. Quindi, il privato mette i soldi e il comune ci perde i soldi perché il privato territoriale con i soldi del suo stipendio va ad ammodernare delle strutture pubbliche. Quindi voi, a livello territoriale, non fate nulla. Sono le società senza fine di lucro – quindi quelle gestite da persone normali, come la maggior parte di quelle che gestiscono le società sportive giovanili – che vanno ad aiutare lo Stato in quello che lo Stato non riesce e non vuole, a questo punto, fare, che è ammodernare tutte le strutture sportive del settore giovanile, che sono quelle che effettivamente danno quella sussistenza di coesione sociale che prima è stata richiamata.
  Ma la vera perla aggiuntiva di questo articolo è che – come il fondo periferie di cui abbiamo parlato nella legge di stabilità, che dava al Presidente del Consiglio la possibilità di scegliere gli interventi di spesa per il tessuto delle periferie, per il ripristino del tessuto urbanistico e architettonico delle periferie, sia costituendo un fondo in capo alla Presidenza del Consiglio sia istituendo la commissione di verifica delle proposte in seno alla Presidenza del Consiglio –, anche in questo caso, si danno questi 100 milioni di euro per il triennio 2015-2017: a chi ?
  Al Presidente del Consiglio, che si fa un altro «marchettone» elettorale, assieme al CONI, e il CONI gli indicherà quali sono le opere da andare a finanziare. Così avremo la solita letterina di Matteo Renzi che scriverà: «Caro sindaco di Torino – ne dico uno a caso –, riceverai dei fondi, visto che avrai le elezioni a giugno. Caro Piero, ti arriveranno dei soldi per mettere a posto le periferie, con i fondi che arrivano dalla finanziaria» e forse se il CONI – guarda caso – indicherà anche uno stadio o una struttura sportiva del comune ci sarà anche la letterina: «Caro Piero, ti arriveranno anche questi soldi perché il CONI – guarda caso – mi ha indicato una struttura che è sul tuo territorio». E così sarà a Milano, perché vuole essere riconfermato; e così sarà a Bologna, perché vuole essere riconfermato; e così sarà a Roma. Speriamo a questo punto che ogni sindaco di Roma che viene eletto – perché questa, di fatto, è una sede di prestigio ma, di fatto, questa ultimamente è una sede che non porta molta fortuna – sia, spero, o del MoVimento 5 Stelle o del Partito Democratico, in modo tale che si bruceranno nuovamente su questo tipo di politica.
  Poi arriviamo alla parte, sebbene forse ne ho già parlato – sì, ne ho già parlato –, del discorso della raccolta dei rifiuti mancata della regione Campania. Questa è una cosa che a me dà particolarmente fastidio. Prevedete qui un senso di responsabilità civica che probabilmente è mancato e sicuramente è mancato nelle classi dirigenziale di quei territori da anni a questa parte, perché riuscire a creare un volume di problemi fisici e politici di quelle dimensioni, una montagna di rifiuti che deve prendere il giro, che deve prendere il largo attraverso qualsiasi mezzo, così come è scritto nel piano di attuazione dalla regione Campania, via mezzi, via treno, via ferro, via gomma, in giro per l'Italia, in giro per l'Europa. Bell'esempio che noi diamo.
  Tra l'altro, noi paghiamo 120.000 euro al giorno di penalizzazione per quell'abbancamento che, tra l'altro, si può definire quasi abusivo, perché deriva da una raccolta non organizzata. Costa 120.000 euro questa incapacità gestionale di quelle regioni che verranno tutti sopportati dalle realtà territoriali del Nord che fanno pianificazione, che hanno realizzato i termovalorizzatori, che hanno le critiche sul territorio per gli ampliamenti delle discariche, che hanno le critiche sul territorio per la realizzazione dei termovalorizzatori, ma le amministrazioni responsabili affrontano a viso aperto queste problematiche e le risolvono, mentre il lassismo di determinate classi politiche non lo fa e scarica tutta la sua incapacità sul resto del Paese, soprattutto al Nord, e questo per noi non va bene.Pag. 43
  Penso di avere concluso il mio tempo e pertanto...

  PRESIDENTE. Onorevole Simonetti, lei ha mezz'ora di tempo. Io per una questione di cortesia, visto che più o meno era stato concordato che lei intervenisse per un quarto d'ora, glielo ho segnalato.

  ROBERTO SIMONETTI. Mi ha già scampanellato per due volte.

  PRESIDENTE. Però, ovviamente lei ha il suo tempo e lo può esaurire tutto. Valuti lei quanto tempo...

  ROBERTO SIMONETTI. Va bene, Presidente. Tanto domani, durante il dibattito sugli emendamenti, possiamo intervenire su ciascun emendamento e riprendere in mano questo discorso.

  PRESIDENTE. Certamente, questo è chiaro. Ovviamente, è un decreto-legge e lei conosce molto bene, essendo di vecchia esperienza d'Aula e di grande competenza, i tempi che il decreto-legge offre...

  ROBERTO SIMONETTI. Proprio vecchia esperienza non direi. Sarebbe bello essere tanto vecchi, ma non è proprio così.

  PRESIDENTE. ...al netto, poi, delle intese tra i gruppi.

  ROBERTO SIMONETTI. La ringrazio, Presidente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Presidente, come tanti di noi, riteniamo discutibile il ricorso allo strumento del decreto per temi e problemi che non rivestono ragioni d'urgenza o anche per l'eccessiva eterogeneità degli argomenti che sono posti in questo decreto, in cui forse, per certi aspetti, è più difficile rintracciare un fil rouge. C’è, però, un aspetto che, a mio avviso, fa di questo decreto addirittura un decreto in ritardo sugli obiettivi ed è proprio il riferimento al Giubileo.
  Oggi è il 13 gennaio e siamo qui a discutere degli stanziamenti e delle risorse da mettere a disposizione di Roma, ma il Giubileo è già cominciato da un mese. Non solo è cominciato il Giubileo, ma già si è verificata tutta una serie, come dire, di scricchiolii nella macchina organizzativa che avrebbero potuto essere di gran lunga meglio e più tempestivamente previsti e su cui si sarebbe potuti intervenire con più efficacia se questo decreto lo avessimo approvato, che so io, un mese fa, due mesi fa o tre mesi fa.
  Non c’è dubbio che la data dell'8 dicembre 2015 era una data conosciuta con una previsione limitata, ma comunque con una previsione molto concreta.
  Detto questo, è evidente che mi rallegro molto che sia arrivato qui oggi il decreto sul Giubileo e mi auguro che possa essere approvato e approvato anche con la consapevolezza dell'importanza della posta in gioco. Parlando del Giubileo della Misericordia che rappresenta, in fondo, soltanto uno degli articoli, l'articolo 6, se non mi sbaglio, dell'intero decreto, parlando di questo davanti a una serie di articoli che hanno ben altri obiettivi dovremmo riuscire, però, a mettere a fuoco perché questo provvedimento nell'opinione pubblica sia diventato il decreto sul Giubileo. Perché il Giubileo costituisce in ogni caso nell'opinione pubblica il punto di riferimento costante e sistematico di questi giorni, di ogni aspetto della vita che viviamo e non soltanto qui a Roma ma anche intorno. Probabilmente è proprio per questa lungimiranza con cui Papa Francesco ha voluto aprire le porte del Giubileo anche in tante altre parti d'Italia, proprio per questo il riferimento al Giubileo è, nello stesso tempo, un riferimento locale e un riferimento globale.
  È un riferimento che prende a cuore la città di Roma, i mali di Roma e potrei elencarne alcuni, ma sono talmente condivisi da tutti che corro il rischio davvero di essere banale. Penso al caos del traffico, penso alla tragedia degli scioperi, penso ai Pag. 44mezzi pubblici che non passano o che, quando passano, sono talmente affollati da rendere difficile salirci su. Penso all'insieme dei disguidi che ci sono stati lungo il percorso delle metropolitane; solo ieri mattina la gente è impazzita per prendere una metropolitana. Penso a tutto questo e penso che, mentre noi cerchiamo di rendere più bella, più accogliente e più civile la città di Roma per tutti i pellegrini che verranno dal mondo intero, di fatto stiamo facendo il maggiore e migliore servizio che si possa fare ai romani. Se noi chiedessimo ai romani quali sono i mali più vistosi di questa città ci direbbero tutti, senza ombra di dubbio, che sono il suo traffico e i suoi trasporti pubblici. Non voglio dire della follia che c’è stata durante le vacanze di Natale, con quella tragedia delle targhe alterne collegata, poi, a scioperi o collegata alla sospensione del traffico.
  Roma ha bisogno di essere ripresa in mano, ma di essere ripresa in mano non aspettando le elezioni amministrative; di essere ripresa in mano oggi e subito e questo decreto può essere davvero un'iniezione di risorse economiche ma anche un'iniezione di ottimismo, un'iniezione di speranza. Io credo che in fondo la prima misericordia che noi dobbiamo avere in questa città è proprio la misericordia verso la città. Dobbiamo guardare alla città in cui viviamo con grande misericordia, perché davvero è una città ferita, davvero è una città malata, ma è una città che può dare moltissimo di sé e che, di fatto, sta dando di sé.
  L'altro aspetto importante legato a questo Giubileo, a questo decreto sul Giubileo, ovviamente è l'importante riferimento alla necessità di garantire la sicurezza. Tutti abbiamo assistito, forse anche in certi momenti con la sensazione di pesantezza, alle complicazioni con cui adesso dobbiamo fare i conti per entrare nella Basilica di San Pietro: le lunghe file, la moltiplicazione dei posti di controllo e tutta una serie di misure volte a garantire sicurezza ai cittadini. Ma abbiamo pure visto, ieri sera in televisione o letto sulle testate dei giornali, quello che è successo l'altro giorno a Istanbul. Roma è talmente piena, densa e intensa di luoghi simbolo che, ammesso che sia difficile raggiungere quei luoghi che la rappresentano per antonomasia, possiamo pensare che ogni luogo di Roma è un luogo simbolo e, quindi, anche l'attenzione alla sicurezza che non è – insisto – soltanto l'attenzione alla sicurezza dei pellegrini ma è anche l'attenzione alla sicurezza dei romani merita davvero, come dire, un capovolgimento di una postura che è stata in certi momenti un po'distratta, un po'sciatta e che, invece, può diventare molto più consapevole del benessere della città.
  Ma devo dire che questo decreto arriva oggi, in un momento in cui abbiamo appena finito di approvare il decreto sull'Ilva.
  Quindi, ben venga il riferimento dei primi articoli di questo decreto vuoi alla condizione specifica di Bagnoli, vuoi alla condizione della Campania. Noi abbiamo bisogno di ricostituire un patto di alleanza tra la salute dei cittadini, l'ambiente e la necessità di bonificare l'ambiente, la necessità di rendere quest'ambiente per così dire buono, nel senso di renderlo coerente con i bisogni reali delle persone che vivono e lavorano in quel contesto. I primi due articoli di questo decreto: sono articoli importanti, sono articoli forti e sono articoli che danno concretezza a quello che abbiamo appena approvato – insisto – sull'Ilva. Il problema dell'Ilva, il problema dei tumori che si sono registrati in quel territorio, il problema di una qualità della vita drammatica per quel Paese ci renderebbe poco credibili se, dopo aver approvato il decreto sull'Ilva, noi non prestassimo attenzione a tante altre situazioni analoghe. Una tra tutte: in questi giorni, penso alla Terra dei fuochi e penso alle evidenze scientifiche che stanno maturando e che mettono direttamente in rapporto alle condizioni drammatiche del contesto dei rifiuti e della difficoltà di gestire quei rifiuti quel prezzo altissimo che pagano soprattutto i bambini, molti dei quali muoiono già nel primo anno di vita perché si ammalano con facilità estrema di tumore.Pag. 45
   Ma diciamo che di questo decreto ci sono alcuni altri passaggi che meritano di essere distaccati e che non sono poi così slegati, come potrebbero apparire a un primo sguardo; per esempio, tutto quello che riguarda il servizio civile, tutto quello che riguarda anche le tematiche dell'occupazione e della formazione. Ho sentito qualcuno dire che non c’è spazio per i giovani in questo decreto: io mi immagino che non sia così, tra il servizio civile e l'attenzione volta – diciamo – all'occupazione collegata alla formazione, quindi ai nuovi mestieri, alle nuove competenze e ai nuovi obiettivi da raggiungere per poter ridurre soprattutto l'occupazione giovanile. Anche i dati Istat in questo momento ci danno qualche consolazione, dopo anni in cui veramente il dramma maggiore del Paese era la disoccupazione, o addirittura l'inoccupazione per i più giovani e anche questo potremmo ascriverlo come a uno dei primi frutti dello stesso Giubileo della Misericordia, che guarda ai giovani con un'attenzione – come dire – più consapevole delle loro necessità. Il riferimento è stato fatto, per esempio, alle periferie e alla capacità di prendersi cura delle periferie, a quella voglia di ribaltare la cultura dello scarto, a quel restituire dignità incominciando, per esempio, da una di quelle attività in cui è più facile riconoscersi ai giovani, sia per il rispetto per la propria persona, sia perché necessariamente rendono più piacevole l'esperienza della vita insieme, cioè lo sport condiviso. Mi riferisco in questo momento proprio ai passaggi specifici sullo sport. Io sono una delle persone che si augura che nel 2024, a Roma, ci saranno di nuovo le Olimpiadi. Onore ai capelli bianchi: c'ero nel 1960 e l'idea di vedere quelle del 2024 francamente non mi dispiacerebbe. Mi fa piacere pensare però che questa attività non sarà un'attività che si brucerà in atto, nel momento. Per così dire, guardando alle Olimpiadi che potrebbero esserci nella città di Roma, non si dovrà vivere il dramma che stiamo vivendo adesso per il quale votiamo un decreto sul Giubileo a Giubileo iniziato. Mi piacerebbe pensare che tutta la ricchezza sportiva degli impianti, il loro aggiornamento, la creazione di nuovi impianti, la diffusione di una mentalità sportiva, che non è solo una mentalità sportiva competitiva, ma che è una mentalità sportiva che guarda proprio al benessere fisico come prerequisito per un benessere mentale, per un benessere psicologico e per un benessere sociale, incominci già anche con questo decreto.
  Quindi, sono tanti passaggi, sono passaggi interessanti, sono passaggi che partono da un'idea, che è quella di recuperare la grandezza di ciò che è stato l'Expo e credo che sia davvero un vanto per tutti noi che la maggiore, la migliore e la più efficace destinazione dell'Expo venga fatta guardando alla ricerca. Guardare alla ricerca vuol dire guardare a quella ricchezza delle intelligenze e dei talenti dei giovani ricercatori italiani – mi sembra che il piano abbia come obiettivo la trasformazione dell'Expo in un grande insula scientifica; si parla di ricercatori che possono trascorrere lì solo alcuni anni, possibilmente non oltre i quarant'anni, sono sogni ad occhi aperti per i ricercatori di oggi – ma l'Expo è stata una grande lezione positiva, ottimistica da cui noi anche ripartiamo come da una piattaforma per ripensare la grandezza di iniziative che creano non solo occupazione nel presente, ma si avvalgono di competenze maturate in passato e si proiettano in un futuro che è ricco di occupazione, ma è soprattutto ricco di sviluppo e di intelligenze messe all'opera.
  Ecco, allora, che intorno al tema del Giubileo della Misericordia, si costruiscono tanti obiettivi satelliti e tutti a vantaggio di giovani, tutti a vantaggio di opportunità concrete, che collegano, ancora una volta, lavoro e salute e che la smettono di far pensare a una dicotomia che separi il lavoro dalla salute. Non si dovrà mai più scegliere tra lavoro o condizioni di salute e di benessere: dovranno marciare insieme. E questo sarà possibile perché ci saranno attività di ricerca, perché ci sarà impegno e perché ci sarà una cultura nuova, una cultura anche che non mi dispiace ricollegare anche a quello che è stato il tema – e concludo con questo – Pag. 46dell'ultima enciclica di Papa Francesco «Laudato si», una grande enciclica sull'ambiente, che però ha posto l'attenzione, prima di tutto, sull'ambiente umano e questo deve essere per noi un motivo di speranza per un futuro diverso, più efficace e più ricco di opportunità per tutti.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Palladino. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PALLADINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il presente provvedimento contiene una serie di interventi tutti legati dalla comune logica della necessità e dell'urgenza, per un importo complessivo di circa 900 milioni di euro, per la destinazione e per la messa a frutto delle somme disponibili a bilancio 2015, finalizzate alla realizzazione di interventi di bonifica ambientale, alla valorizzazione di aree dismesse infrastrutturali, di presidi e sicurezza per l'evento giubilare straordinario, all'emergenza maltempo e alla promozione del made in Italy, dello sport e del cinema.
  Il decreto-legge recante misure per interventi nel territorio è stato adottato anzitutto per consentire lo svolgimento del Giubileo straordinario voluto da Papa Francesco, con interventi che ne garantissero l'avvio nelle condizioni migliori possibili per i pellegrini ed i cittadini della Capitale, attraverso interventi mirati alla sicurezza, alla gestione straordinaria del sistema sanitario e ai trasporti urbani ed extraurbani. Una grande occasione per il nostro Paese; dobbiamo garantire le migliori condizioni.
   In secondo luogo, per motivi di straordinaria necessità ed urgenza, si provvede ad interventi di carattere finanziario in favore di talune aree territoriali in situazioni di criticità, come l'area di Bagnoli e la cosiddetta Terra dei fuochi e i fatti di questi giorni confermano la incredibile attualità, nonché per consentire la valorizzazione dell'area Expo 2015 dopo la conclusione della manifestazione di carattere internazionale.
   Il provvedimento contiene inoltre importanti misure su temi sensibili che rivestono carattere di urgenza, tra le quali rientrano gli interventi di carattere finanziario nel settore delle infrastrutture e dei trasporti, nel settore occupazionale e per la promozione del made in Italy, nonché per l'incentivazione del volontariato nel servizio civile, per il recupero degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, per la realizzazione di interventi nelle periferie urbane, per il sostegno del cinema e del patrimonio culturale.
   Durante l'esame al Senato, il testo del provvedimento è stato integrato con ulteriori interventi e microinterventi che rivestono pure carattere di necessità ed urgenza. Non si tratta di mance elettorali o di interventi a pioggia – come viene detto dai colleghi dell'opposizione –: polemiche legittime ma ingenerate da interventi urgenti che hanno una valenza territoriale o un impatto d'ordine etico-sociale, oltre che economico, che vengono finanziati per lo più con fonti disponibili del 2015, con risorse appostate nel bilancio dello scorso anno, che non sono state impegnate per vari motivi e che altrimenti sarebbero finite tra le risorse inutilizzate.
  Si tratta di un provvedimento che rappresenta un'importante innovazione in materia di contabilità pubblica perché anticipa di fatto quelle che saranno le future modalità di gestione per cassa, al fine di garantire che le risorse stanziate vengano utilizzate in maniera rapida, efficace e collegata ai provvedimenti per cui vengono stanziate.
   Per quanto riguarda il Giubileo, il decreto prevede l'istituzione di un fondo per la realizzazione degli interventi giubilari di circa 160 milioni di euro, destinati con priorità alla sicurezza della città di Roma Capitale, alla mobilità, al potenziamento dei servizi sanitari per interventi di emergenza, alla tutela del decoro urbano e alla riqualificazione delle periferie.
  Sono, altresì, stabilite misure per garantire un maggior presidio del territorio in occasione dell'evento, autorizzando a tal fine l'impiego di un contingente militare aggiuntivo di 1500 unità fino al 30 giugno 2016. Per questi interventi si prevede l'utilizzo, nel 2016, delle risorse non utilizzate Pag. 47nell'anno 2015, mentre ulteriori 47 milioni sono attribuiti alla regione Lazio, specificatamente per la parte legata alla mobilità e ai servizi sanitari. Altrettanto importanti sono le disposizioni volte a consentire, innanzitutto, la valorizzazione delle aree su cui si è appena conclusa, con successo, l'Esposizione universale di Milano 2015, per un valore totale di 150 milioni di euro, di cui 80 milioni per la realizzazione nell'area di un polo scientifico e tecnologico in collaborazione con l'Istituto italiano di tecnologia, un importo pari a 50 milioni di euro per la valorizzazione delle aree in uso alla società Expo Spa e, infine, ulteriori 20 milioni di euro per contribuire alle spese sostenute per garantire la sicurezza del sito durante la manifestazione. È fondamentale che un sito straordinario che il mondo ha conosciuto con oltre 20 milioni di visitatori trovi una prestigiosa destinazione e valorizzazione, dando vita ad un centro di ricerca e sviluppo che ambisca a diventare polo di riferimento mondiale per lo studio delle nuove tecnologie applicate al miglioramento della qualità della vita e che possa rappresentare anche un volano ulteriore allo sviluppo della ricerca.
  Un'altra misura rilevante contenuta nel provvedimento è il rifinanziamento, per l'anno 2015, del Fondo sociale per l'occupazione e la formazione per un importo di 400 milioni di euro, da destinare al finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga. Tali risorse sono recuperate dalle economie accertate del Fondo per gli interventi per i lavoratori salvaguardati dalla riforma pensionistica. L'intervento sulla cassa integrazione in deroga era particolarmente atteso dalle regioni, anche per evitare ulteriori ritardi nell'erogazione di quella che ha rappresentato in questi anni l'unica fonte di reddito per molte famiglie. Importante è anche l'incremento di 50 milioni di euro per l'anno 2015 del Fondo per le emergenze nazionali, anche in seguito a nuovi eventi alluvionali che hanno colpito diverse aree del Paese.
  Il decreto-legge in esame interviene, altresì, su importanti questioni di carattere ambientale e territoriale. Sono, infatti, stanziati 50 milioni di euro per l'avvio di attività da tempo attese e non più rinviabili, per la tutela della salute dei cittadini e la rigenerazione urbana del comprensorio Bagnoli-Coroglio. Sono previsti interventi straordinari per far fronte al grave problema dello smaltimento dei rifiuti in Campania, attraverso un piano straordinario per lo smaltimento dei rifiuti, la bonifica dei territori occupati dalle cosiddette ecoballe e la riqualificazione ambientale. Tale piano, la cui responsabilità è affidata al presidente della regione, viene finanziato per 150 milioni di euro. Si tratta di misure volte ad affrontare una problematica relativa al periodo 2000-2009 di mancato smaltimento di rifiuti che ha comportato una doppia condanna dell'Unione europea; una prima condanna risalente al 4 marzo 2010 e un'altra, più recente, del luglio 2015, con il conseguente pagamento di pesanti sanzioni, pari a 20 milioni di euro, una tantum, ed una penalità giornaliera di 120 mila euro sino alla completa risoluzione delle inadempienze. Nel corso degli ultimi anni è stata data un'immagine estremamente negativa della regione Campania sul problema delle ecoballe. Non sono mai state trovate risposte definitive in tema di bonifica ambientale della Terra dei fuochi, né soluzioni esaustive e, evidentemente, si è finito sempre con il rinviare provvedimenti che avessero una concretezza attuativa. Si avvia e si concretizza per la Campania il cambio di rotta.
  Rilevante è l'ulteriore stanziamento di 10 milioni di euro per l'anno 2015 destinato ad integrare le attività del Piano per la promozione straordinaria del made in Italy. In particolare, 2 milioni di euro sono destinati al supporto di manifestazioni fieristiche italiane di livello internazionale e 8 milioni alla realizzazione di campagne di promozione strategica e di contrasto al fenomeno del cosiddetto Italian sounding. In materia di opere pubbliche infrastrutturali e di trasporti nel decreto-legge sono previsti 50 milioni di euro per i comuni che hanno compiuto interventi relativi a linee metropolitane. Viene riallineato il termine di scadenza dell'appaltabilità e Pag. 48della cantierabilità di opere che riguardano gli aeroporti. Sono attribuiti alla regione Sardegna 30 milioni di euro per l'anno 2015, al fine di garantire la continuità territoriale e migliorare il sistema di collegamenti aerei da e per l'isola.
  Sulle tematiche sociali ed occupazionali il provvedimento in esame, oltre all'intervento sulla cassa integrazione in deroga, prevede un integramento del Fondo nazionale per il servizio civile per un importo di 100 milioni di euro, finalizzato ad aumentare il numero di giovani e volontari sotto i trent'anni da avviare al servizio civile nazionale che ha sostituito la leva obbligatoria.
  Altri interventi previsti per le aree disagiate e periferiche sono le misure per favorire la realizzazione di impianti sportivi nelle periferie urbane. In particolare, si prevede l'istituzione del Fondo sport e periferie con dotazione complessiva pari a 100 milioni di euro nel triennio 2015-2017, per le iniziative del CONI finalizzate al potenziamento dell'attività sportiva agonistica nazionale e allo sviluppo della relativa cultura in aree svantaggiate e zone periferiche urbane. Lo sport è certamente uno strumento aggregante, un settore senza dubbio propulsivo nei processi di integrazione, soprattutto per ragazzi e ragazze disagiati. Prevedere la realizzazione e la rigenerazione di impianti sportivi localizzati nelle aree svantaggiate del Paese e nelle periferie urbane significa dare una spinta concreta a questi processi di inclusione e di crescita. Nella contingenza storica degli ultimi mesi sappiamo come le periferie urbane abbandonate che non trovino una valorizzazione possono essere focolaio di situazioni di disagio sociale che possono sfociare anche in altre criticità. Implementare la possibilità di praticare l'attività sportiva anche sotto il controllo del CONI può essere di grande rilievo sociale. Tra le altre misure contenute nel decreto-legge va, infine, segnalato l'incremento di 25 milioni di euro del Fondo destinato al sostegno del cinema e del patrimonio culturale.
  Nel complesso si tratta di un provvedimento che non solo fornisce il supporto alla sicurezza e alla migliore riuscita del Giubileo della Misericordia, soprattutto in questa sua fase di avvio e primo svolgimento, nel quale la macchina della sicurezza è più delicata e più alta è l'attenzione internazionale, ma affronta anche diverse problematiche rimaste irrisolte nel corso del 2015 e che, invece, necessitavano di una risposta prima della conclusione dell'anno, producendo effetti rilevanti anche nel 2016.
  In conclusione esprimo a nome del gruppo Scelta Civica un giudizio positivo su questo provvedimento che prevede misure ed interventi necessari e urgenti in più settori legati tra loro anche dall'esigenza di utilizzare somme disponibili nel bilancio 2015 che, altrimenti, sarebbero finite in economia (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. Grazie, Presidente; siamo al cospetto...

  PRESIDENTE. Onorevole Russo, le devo domandare la cortesia di cambiare microfono perché questo ha l'audio disturbato.

  PAOLO RUSSO. Questo le piace ?

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Russo.

  PAOLO RUSSO. Grazie a lei. Siamo al cospetto di un decreto omnibus, una sorta di «venghino» signori, «venghino» da me, «venghino» a Palazzo Chigi, dove troveranno uno sportello della spesa, lo sportello della spesa facile, lo sportello della spesa clientelare, lo sportello della spesa ad libitum, lo sportello della spesa inutile, ma lo sportello della spesa funzionale ad operazioni di marketing. Materie non distinte, distanti; materie totalmente diverse, eterogenee, talvolta contrapposte, incomprensibilmente legate in un medesimo provvedimento normativo che, peraltro, poteva essere chiamato: «senza pudore», Pag. 49invece, senza pudore è stato chiamato: «Giubileo». Quarantotto righi su mille, meno del 5 per cento. Ci sarebbe da vergognarsi solo per questo, tentare cioè di mettere sotto un manto pietoso e misericordioso norme talvolta incomprensibili, talvolta vergognose, il più delle volte assolutamente non utili. C’è una logica in questo provvedimento: la centralizzazione della spesa, con buona pace di quel federalismo utile e funzionale richiesto dalle regioni e dagli enti locali per migliorare la spesa quando la spesa è vicino al cittadino, quando cioè la spesa è direttamente controllata dal cittadino.
  E invece no, qui quella sorta di merchant bank di Palazzo Chigi diventa rubinetto della spesa à gogo. Come non si deve confezionare una norma ? Semplice, così, così come è stata fatta questa. Scadenze previste ed efficaci a partire dallo stesso varo del decreto-legge, che ovviamente si confondono, si sovrappongono con i termini previsti dopo la promulgazione della legge di conversione. Insomma, un ginepraio di sovrapposizioni, contrapposizioni e confusioni che rende sicuramente inintelligibile la norma. Ancora Bagnoli, siamo al terzo intervento a misura di commissario, ormai non basta più nominare un commissario ma occorre che dopo il commissario i decreti attuativi del commissario si trasformino in atto normativo primario. Provate a fare presto, io vi suggerirei prima del fare presto provate a fare meglio, non bene, ma provate perlomeno a fare meglio. Fatelo per Napoli, per Bagnoli, per Coroglio, per quel meraviglioso litorale, ma non lo fate con mire elettorali. Vorrei ritenere di aver sbagliato a leggere quest'oggi i quotidiani nazionali e locali che indicano addirittura il commissario Nastasi tra i candidati alle primarie del PD. Non mi meraviglierei, è la solita commistione tra interessi di partito e di bottega, tra risorse pubbliche e finalità condivise, fra soluzione dei problemi e marketing elettorale. Non mi meraviglio ma assolutamente indico questo modello come uno dei modelli di straordinaria criticità rappresentati da questo Governo. Poi c’è l'ecoballa. Guardate, l'ecoballa maggiore è rappresentata dal primo comma dell'articolo 2, altro che ecoballe quelle che stanno lì, le piramidi azteche della sinistra del PD e di Bassolino. L'ecoballa vera è quella che inizia al fine di dare esecuzione alle sentenze. Ma quali sentenze ? Ma sono le sentenze qui citate ? Sono le sentenze proprio nella norma citate ? Dicono tutt'altro le sentenze, quelle sentenze si riferiscono alla raccolta differenziata che in quella regione balbetta soprattutto per i ritardi di quella gestione e per i ritardi soprattutto di Napoli città. Quelle sentenze fanno riferimento al sistema impiantistico e ovviamente questo decreto nulla dice del sistema impiantistico. Quelle sentenze fanno riferimento alle attività di bonifica e questo decreto nulla indica sul fronte delle attività di bonifica. Quelle sentenze, udite udite, fanno riferimento ai trasferimenti fuori regione, indicano cioè come punto di criticità per quelle multe che sono state comminate i trasferimenti di rifiuti fuori regione. E voi che fate ? Con questo provvedimento provate a portar fuori dalla regione altri 6 milioni di tonnellate di rifiuti. Perbacco, come rispondete alle sentenze. Perbacco come rispondete al fine di dare esecuzione – complimenti – contraria.
  Poi marginalmente quelle sentenze parlano anche di ecoballe, 120.000 euro al giorno comminati al nostro Paese ma è evidente che non è che risolvendo in parte marginalmente uno dei cinque punti si risolve il problema e si dà esecuzione alle sentenze. Intanto proverei a ricordarvi alcuni numeri. Quanto costa questo presunto smaltimento che starebbe programmando – senza consultare alcuno, la scienza infusa – il presidente di quella regione ? Costa 150 euro a tonnellata più o meno. Sempre per darvi qualche numero in modo tale che abbiate il quadro chiaro, voi che state fornendo lo strumento, devo dire cieco, di occhiuta rapina, guardate che il bando messo in essere dalla regione Campania per 117 milioni di euro riesce a smaltire appena il 15 per cento di quelle ecoballe, questo significa che se dovessero essere utilizzati non solo Pag. 50i 150 milioni previsti in questa norma ma i 300 milioni previsti nella legge di stabilità, complessivamente non andremmo al di là del 50 per cento delle ecoballe presenti sul territorio campano. Ma vi darei un parametro: oggi provate a smaltirli a 150 euro a tonnellata, la regione Campania nel quinquennio scorso in house – si dice così – nell'ambito della medesima regione, con il sistema impiantistico esistente, ha smaltito 200 mila tonnellate al costo di 38 euro a tonnellata. Fate un po’ i conti voi. Vi darei un ulteriore elemento che oggi era sulle pagine di tutti i giornali: l'Istituto superiore di sanità e anche il registro tumori della regione Campania hanno indicato seppur con differenze – ma io non voglio entrare nella diatriba scientifica – che vi è una criticità che magari non è riferita solo alla Terra dei fuochi, ma è riferita un po’ in modo più ampio alla regione Campania, un'alta criticità ambientale sul fronte della mortalità e dell'incidenza dei tumori, prevalentemente dei tumori infantili. È evidente che a questa criticità non si può rispondere con il maquillage, non si può rispondere togliendo qualche piramide. A questa criticità si risponde con un intervento energico, chirurgico per contrastare il cancro, il cancro quello vero, e il cancro vero non è rappresentato dalla solidità e dalla stabilità delle piramidi di Bassolino, delle ecoballe, ma la criticità e il cancro sono rappresentati piuttosto da quello che non si vede, dalla necessità delle bonifiche. La prima vera emergenza sono le bonifiche, la prima vera emergenza in quella regione sono le bonifiche, e lo ripeto. Guardate, proviamo a coinvolgere la comunità scientifica internazionale, facciamoci dire da loro qual è la prima vera emergenza. Sapremo in questo modo, in modo inequivocabile, che l'emergenza sono le bonifiche, la bonifica delle aree inquinate individuate per esempio nei 38 siti del Piano regionale delle bonifiche. Ma come si sceglie ? Come si fa nel mondo a scegliere dove investire 450 milioni di euro ? Nel mondo civile – non nel mondo peronista dove c’è uno solo che decide per la voglia straordinaria di apparire come chi ha risolto un problema che è tale ma non è il primo problema – si offre questa scelta alla comunità scientifica, attraverso un meccanismo di priorità come è stato fatto nella Germania Est, come viene fatto negli Stati del nord negli States e chi ci capisce indicherà quali sono le priorità, non la politica del marketing e dell'apparire. Si costruisce la scelta attraverso una griglia, attraverso un modello matematico e il risultato inequivocabilmente è sotto gli occhi di tutti e sarà la vera emergenza: le bonifiche di quei territori, prima di ogni cosa le bonifiche delle discariche abusive rimpinzate di rifiuti tossici e nocivi, di rifiuti pericolosi prevalentemente negli anni Ottanta e Novanta con la complicità delle organizzazioni criminali, trasferendo in quei territori milioni di tonnellate di rifiuti speciali da un sistema industriale prevalentemente del Nord che pur produceva quei rifiuti, quegli scarti e preferiva affidare questo materiale agli stakeholders vicini alle camorre. Ma c’è da bonificare anche le discariche autorizzate, quelle gestite dai privati e poi dallo Stato: anche quelle utilizzate per sversare la qualunque, anche quelle utilizzate per rimpinzare il sottosuolo di ogni vergogna e quelle sì non potenzialmente dannose ma sicuramente dannose, disastrose per il territorio, capaci di incidere non soltanto sulle malattie tumorali ma anche sulle malformazioni neonatali.
  È quindi un errore quello che state commettendo, è un errore grave. Spero che non sia irreparabile e che in queste ore proviamo a metterci mano ma laddove pervicacemente voleste continuare su questa strada sbagliata, questo errore segnerà ineludibilmente quei territori, li segnerà a vita perché vengono investite risorse e non per l'emergenza di quei territori. Serve un piano Marshall delle bonifiche: non lo dice Forza Italia, l'onorevole Russo, ma lo dice un geologo incaricato dal commissario per le bonifiche dell'area di Giugliano. Questo geologo dice che nei prossimi anni non vi è il rischio ma vi è la certezza che sarà contaminata la falda acquifera profonda. Questo significa che dai prossimi anni se non si interviene rapidamente non sarà Pag. 51possibile emungere un litro d'acqua da quella regione. Sarà un segno indelebile lasciato per centinaia e centinaia di anni. E cosa facciamo ? Facciamo un po’ di trucco ? Un po’ di parrucco ? Togliamo le ecoballe quando abbiamo le ecoballe interrate, quelle di sotto, quelle che non si vedono ? Ma, perbacco, questo è il problema: che non si vedono e quindi non si può fare l'operazione spettacolare. Ma diteglielo che è possibile, che è possibile in qualche modo, proveremo noi a dire che ha fatto bene e che sta operando facendo un'iniziativa epocale quella sì, non quella delle ecoballe. La scorsa giunta regionale ha investito 316 milioni di euro nelle bonifiche. Ne servono altri 700: è lì la madre di tutte le battaglie, lì si gioca la partita del futuro di quei territori, lì si gioca anche la credibilità delle istituzioni, lì bisogna misurare la voglia di uno Stato, non di una maggioranza di uno Stato, di intervenire in un'area indicando con certezza il ristoro a quelle terre, a chi abita in quelle terre dopo anni e anni di disdoro.
  E poi provo anche a far finta che non servano le bonifiche oppure, meglio, provo a far finta che siano state fatte e mi perito di ragionare del modello costruito per smaltire queste ecoballe. Il modello così come è costruito – bontà sua, l'Anac ha tanti meriti e siamo certi che saprà intervenire ma quella è azione di controllo, di contrasto – è un modello tipicamente permeabile alle infiltrazioni criminali. Per quale ragione ? Semplice, semplice. Lo dicono tutte le inchieste delle distrettuali d'Italia: la camorra, la ’ndrangheta, la mafia, la sacra corona unita la fanno da padrona in tutti i sistemi di logistica nel fitto dei mezzi, nel nolo dei mezzi a freddo e a caldo. E noi in quest'opera ciclopica e visibile distante dalla necessità di quelle terre, che cosa facciamo ? Proviamo a rimuovere 7 milioni di tonnellate di ecoballe – obiettivamente tanto secche – ripeto: tanto secche – ricche di un potere calorico e, se non avessero quel potere calorico, non potrebbero giungere così come prevedono i bandi presso i termovalorizzatori del nord e del nord Europa. E allora è evidente che sono secche, non percolanti quindi non vi è lì l'emergenza. Ma noi che vogliamo fare ? Vogliamo provare a muovere questi sei milioni di tonnellate di ecoballe: in che modo ? Con 300 mila – Presidente, ha sentito bene: 300 mila – automezzi. Immaginate nelle nostre strade, nelle nostre autostrade 300 mila autoveicoli che trasferiscono questo prodotto in giro per l'Italia e forse per l'Europa. Sapete come si misura l'opportunità di un'attività anche dal punto di vista della sensibilità ambientale ? Lo si fa misurando quanta energia è consumata da quella operazione. Proverò a non infierire, ad essere cauto: quanta energia consumano 300.000 veicoli che scorrazzano per il nostro Paese con i rifiuti ammonticchiati sopra ? Quanta energia consumano tutte le attività di carico e scarico ? Quanta energia si consuma in quella direzione ? Ma c’è un altro parametro che indica quando una pratica è ambientalmente compatibile: la produzione di CO2. Per carità di patria non oso indicarvi la misura ma è evidente che 300 mila autoveicoli accanto a tutte le iniziative connesse produrranno quantità rilevantissime di CO2: altro che Kyoto ! Altro che Kyoto ! E poi il costo: ma quanto costa un'operazione del genere non solo in termini ambientali, in termini più propriamente economici ? Inoltre abbiamo visto che una delle misure della condanna europea è data esattamente dal fatto che i rifiuti non devono essere trattati fuori regione e voi fate esattamente il contrario. Provate a continuare una pessima tradizione di turismo dei rifiuti, che ovviamente si presta ad una scarsa condizione di tracciabilità, con tutto quel che ne deriva sul fronte della tutela non solo ambientale ma anche rispetto alla permeabilità alle organizzazioni criminali. Servono le bonifiche. Talmente siete distanti da questa idea che non avete nemmeno prorogato il commissario che sta portando avanti le bonifiche, le uniche bonifiche messe in campo nella famigerata area Resit di Giugliano, e non è previsto nemmeno nel decreto mille proroghe: o ve ne siete dimenticati – proviamo domani a ragionare di questo sugli emendamenti – Pag. 52o, peggio, avete deciso di abbandonare un territorio relegandolo al luogo per fiction, non azioni concrete.
  Questo decreto fa operazioni le più varie, le più distoniche. Guardate, l'Expo è stato un successo del nostro Paese – io tifo per l'Italia –, ma è stato un successo perché si è andati insieme, perché si è fatto insieme, perché ci si è messi tutti dalla stessa parte. Ora cominciate a fare le cose che separano, da soli, il tentativo di mettere in campo iniziative che non coinvolgano tutti, che non mettano tutti dalla stessa parte, tutti a lavorare; insomma operazioni francamente di parte, a cominciare dall'istituto nazionale incaricato, con qualche decina di milioni di euro, di pensare, incaricato di farsi venire idee, incaricato di progettare il futuro, incaricato di fare tutto quello che – ma vivaddio ! – possono fare le tante straordinarie università della regione Lombardia. Perché relegare le università ad un ruolo marginale, addirittura a un ruolo di ascari nei confronti dell'istituto stesso ? Perché non metterle sullo stesso piano ? Perché non coinvolgere la Statale su questo fronte ? Perché ? Perché si vuole sempre inventare una soluzione diversa rispetto all'ordinarietà, rispetto alla normalità ?
  Mi pare che anche quest'operazione su Expo voglia nascondere il desiderio di fare da soli. Il tema è che vi conosciamo: quando fate da soli, il più delle volte, significa che farete male. Nulla ci dite, per esempio, sulle necessità o sullo stato dell'arte delle bonifiche fatte, al loro tempo, in quelle aree. Ve ne uscite con spiccioli in Arexpo. Ma poi trattate il Giubileo – oh perbacco ! quasi è finito – con chiacchiere e poche risorse. Semmai, l'unica cosa che leggo è la solita centralizzazione della spesa. Ci sarà una campagna elettorale qui a Roma, potrete, da Palazzo Chigi, guidare qualche investimento in periferia, dimenticandovi della grande emergenza nazionale anche sul fronte della sicurezza, che rappresenta viceversa il Giubileo: spese clientelari à gogo, poche forze di polizia e ancor meno militari. Sono pannicelli caldi e distanti dalle esigenze di investimenti in modernità, in formazione del personale; nulla di tutto questo.
  E poi vi occupate anche di made in, il grande successo, un grande piano. Ma quale made in ? Ma qual è il made in di cui vi occupate ? Possiamo provare a capirlo ? È il made in di prodotti coreani che giungono in Italia per essere rilavorati ? Quel marchio distintivo, che nulla a che vedere con i tanti marchi già esistenti in Europa, cosa marchia ?
  I prodotti italiani ? Quelli della filiera agricola nazionale ? Che cosa marchia ? La passata di pomodoro cinese, che giunge in Italia per essere lavorata ? Possiamo capire un po’ meglio qual è l'operazione di marketing su quel fronte ? Siamo sicuri che quell'operazione non serva a svilire il prodotto italiano, aumentandone le quantità nell’export, ma riducendo la qualità dei prodotti, che diventano autoconcorrenziali, soprattutto rispetto ai prodotti a marchio del nostro Paese ? Di quali prodotti ragioniamo ? Perché non chiariamo che, prima di ogni altro prodotto, noi proviamo a promuovere e a difendere le grandi eccellenze agroalimentari del nostro Paese, quelle a marchio ?
  E di quali imprese ci occupiamo ? Delle grandi ? Di quelle che hanno aziende in Italia e all'estero ? O ci preoccupiamo delle centinaia di migliaia di aziende agricole del nostro Paese che stentano ad andare avanti e, ancor di più, stentano ad affrontare i mercati, il mercato nazionale e, men che mai, il mercato internazionale ?
  Vi occupate di italian sounding e perché non provate a stabilizzare i lavoratori di Buonitalia, che attendono, dopo una norma, di essere stabilizzati ? E continuiamo a dare soldi all'ICE, che continua in operazioni nelle quali cerca di escludere questi lavoratori, esperti soprattutto di questo tema. Ma, insomma, dopo 240 milioni di euro per il piano per l'internazionalizzazione, mancano le risorse per contrastare l’italian sounding ? Serve qualche spicciolo in questa norma ? Ma, insomma, tutto fa brodo, un po’ di qua e un po’ di là.Pag. 53
  E poi il servizio civile e poi edilizia residenziale pubblica e poi la chicca degli impianti sportivi. Il CONI avrebbe dovuto fare un pre piano, un decreto – l'emergenza è assoluta –: un piano, quando va in vigore la legge di conversione, e poi un pre piano. Ma che veloci ? I termini sono già scaduti, il pre piano non c’è ancora, si sovrappongono i termini gli uni agli altri, pasticci su pasticci, confusione su confusione. Concludo. Il risultato finale è uno solo: il solito hotel Palazzo Chigi, che indica le scelte con un metodo clientelare.
  Se nei prossimi giorni nessuno degli emendamenti delle opposizioni o anche di colleghi della maggioranza sarà approvato, vorrà dire che siete impermeabili al meglio, siete tetragoni di fronte al bene, immarcescibilmente votati al fallimento. Ma il vostro fallimento – ahinoi ! – sta trascinando anche l'Italia tutta verso il baratro.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Pili. Ne ha facoltà.

  MAURO PILI. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, in molti hanno usato definizioni di vario genere per definire questo decreto. Io mi permetterò di ridefinirlo come il «decreto della misericordia», la misericordia che, io spero, il Santo Padre voglia accordarvi, mantenendo ancora il silenzio su questo decreto, perché probabilmente, se dovesse dire ciò che pensa, dovrebbe accordarvi pubblicamente la misericordia per quanto contenuto in questo decreto.
  I decreti – voi lo sapete meglio di me – hanno tre caratteristiche fondamentali. La Costituzione e l'applicazione della Costituzione hanno dato questi strumenti al legislatore per mettere in piedi dei provvedimenti che fossero di urgenza, di necessità e di omogeneità. Ebbene, questi tre elementi non sono indicatori in termini ordinamentali, ma sono elementi perentori, cioè – è stato detto – bisogna che ci sia la caratteristica della urgenza. La Costituzione ha detto che bisogna che ci sia un carattere omogeneo del provvedimento e bisogna che ci sia una necessità. Ebbene, queste tre caratteristiche essenziali questo decreto le rappresenta esattamente al contrario: non vi è nessuna urgenza, non vi è nessuna necessità e soprattutto, cosa ben più rilevante, non vi è alcuna omogeneità. Nelle ultime ore è stato respinto un mio emendamento, perché si diceva, sul decreto Ilva, che si sta parlando di acciaio e non si può introdurre l'elemento alluminio, come se non stessimo parlando di industria, di siderurgia, di metallurgia e di tutto ciò che ruota intorno al settore industriale. È stato respinto ! In questo caso, invece, la misericordia della Presidenza della Camera e lo stesso Presidente della Repubblica vi ha accordato un decreto che contiene di tutto e di più e che è, appunto, l'esatto contrario del disposto costituzionale.
  Basterebbe fermarsi solo un attimo al contenuto di questo provvedimento per il Giubileo, ed è il primo atto di misericordia nel suo silenzio che il Santo Padre vi accorda. Il Santo Padre ha indetto il Giubileo il 13 marzo 2015; noi stiamo discutendo il decreto per il Giubileo ormai a gennaio 2016 inoltrato, quando ormai tutte le porte del Giubileo sono state aperte nella capitale e in gran parte d'Italia. Cioè, una tempestività del tutto inesistente, un'urgenza che, se anche ci fosse stata, non è stata minimamente presa in considerazione dal Governo che era in carica e che ben sapeva, il 13 marzo 2015, che vi era da pianificare la sicurezza, la realizzazione di quelle minime opere e, soprattutto, tenere conto del fatto che sarebbe stato un evento universale per il quale uno Stato, che abbia piena consapevolezza del suo essere Stato, si organizza con quel rilievo necessario, anche sul piano giuridico e sul piano legislativo. Ma come è possibile – e siamo alla seconda misericordia – che questo Governo predisponga un decreto dove la denominazione esterna è il Giubileo e poi ci mette le ecoballe della Campania ? Accomuna il Giubileo alle ecoballe e ai debiti di Reggio Calabria, così come a quelli di Roma, e mette insieme provvedimenti per il cinema, per gli impianti sportivi, per il Fondo della continuità territoriale. Mette Pag. 54insieme tutto e di più, senza avere un filo di ragionamento. Quando si predispone un decreto che può essere anche non omogeneo – e cito per tutti il «milleproroghe», che ha l'omogeneità delle proroghe ed è quello sul quale la Corte costituzionale più volte si è pronunciata – tutte le sentenze della Corte costituzionale hanno detto che non ci può essere una variegata presenza di argomenti così differenziati così come ci sono in questo provvedimento.
  Si parla di stanziare 50 milioni di euro per stabilire che fare dell'Expo. Ma tutti lo sapevate che l'Expo finiva a ottobre e quando sono stati stanziati i soldi si sapeva che si stanno realizzando delle opere di infrastrutturazione e di urbanizzazione primaria e secondaria che bisognava rifunzionalizzare. Questa è una logica di uno Stato che dilapida le risorse pubbliche e non sa cosa riuscirà a fare dopo quell'evento e a trarne cosa. Quindi, vi è un evento universale trattato alla stregua delle ecoballe della Campania e quant'altro.
  Il terzo elemento è la necessità. Qual è la necessità di stanziare 159 milioni di euro per il Giubileo ? Qual era l'intervento che andava posto in essere in tempestività ? Se stanziamo oggi 159 milioni di euro per realizzare opere, voi tutti sapete che non ci sarà provvedimento commissariale di gestione di questi fondi che potrà consentire l'utilizzo, la spesa e la realizzazione di quelle opere entro l'anno giubilare e, quindi, non vi era assolutamente la possibilità di avere un ritardo così netto così come c’è in questo provvedimento, che assegna ai mille rivoli della gestione commissariale e dello stesso comune di Roma risorse che andavano pianificate in un'ottica più ampia e non certamente quelle di mero governo di una realtà locale.
  È un decreto che affronta, per l'ennesima volta, la questione ambientale, della nettezza urbana – chiamiamola e definiamola così come è –, dell'immondizia di Napoli. Questo decreto dice che bisogna affrontare il tema delle ecoballe.
  Ecco ne emerge l'immagine vera di questo Governo, un Governo alla rinfusa. Tutto quello che la casbah della politica, del malaffare e dell'affare passa, il Governo lo intercetta e lo mette dentro un decreto, il decreto che passa, un «decreto trenino», dove si aggancia di tutto e di più. Ogni vagone che arriva da qualsiasi sollecitazione, che sia di un'impresa privata, che sia di un affarista o di un lobbista che gira e continua a girare intorno a questo Governo, poi lo si mette dentro e lo si fa diventare decreto, provvedimento legislativo. Tutto quello che passa la casbah della politica questo Governo lo fa proprio e lo mette in campo.
  Lo diceva chi mi ha preceduto: questo decreto introduce, ancora una volta, il tema del turismo delle ecoballe, cioè ancora una volta si pone il problema di spostare le ecoballe dalla regione Campania in giro per l'Italia. Io ho già detto allora, ormai quattro, cinque anni fa, che bisognava stabilire, così come fu posto e così come ci battemmo, perché venne chiarito sul piano legislativo che non bisognava spostare i rifiuti dalla regione di appartenenza. Ebbene, oggi si ripropone questo e in aggiunta a questo c’è un provvedimento collaterale, in itinere, che il Governo sta predisponendo per realizzare in Italia altri nove, dieci, forse dodici nuovi inceneritori – o chiamateli «termovalorizzatori», come volete – di cui uno anche in Sardegna.
  Voglio dirlo in questa occasione: dimenticatevi e cancellatevi dalla mente il trasporto marittimo di quei rifiuti, perché lo tentò qualche anno fa il Governo che ha avuto l'idea, insieme a Soru, di portare in Sardegna i rifiuti della Campania. Questa volta, però, non ci sarà una ribellione spontanea, ma ci sarà una ribellione organizzata di fronte alla nefandezza di un'ipotesi di trasporto di rifiuti in Sardegna attraverso, appunto, le navi.
  Dalle ecoballe campane – perché non posso affrontare tutti i temi di questo decreto omnibus – passo alle balle del Governo sulla Sardegna e mi riferisco, per esempio, al primo punto in cui si richiama Pag. 55quello che è definito «Fondo per le emergenze nazionali». Uno si aspetta, visto che è passato il 2013, il 2014 e il 2015, per l'alluvione che ha provocato in Sardegna diciotto morti, diciotto vittime, alluvione che ha devastato comuni interi, che ha fatto perdere aziende, imprese, che ha lasciato famiglie senza casa, migliaia di sfollati, ebbene oggi uno si aspetta, dicevo, che si faccia un decreto d'urgenza, di emergenza, di necessità ed omogeneo rispetto alle emergenze nazionali e che si dia qualche risposta finanziaria.
  Avete inserito all'articolo 4 – ed è stato fatto al Senato – il comma 1-bis, in cui si dice: «(...) è aggiunto, in fine, il seguente periodo: All'assegnazione della quota di risorse destinate all'opera di ricostruzione e alla ripresa economica dei territori della regione Sardegna (...)» si provvede ai sensi della legge n. 225 del 1992 e successive modificazioni. Cioè, in un provvedimento di emergenza, di urgenza, voi non stanziate un solo euro per la Sardegna e disciplinate che quei fondi, che vedremo quanti sono, li dovete spendere in base alla norma del 1992. Ma che bisogno c'era di disciplinare l'utilizzo di fondi inutili e inesistenti, per quanto riguarda quelle alluvioni, attraverso una norma del 1992 ? Il contentino, l'elemosina di una citazione che serve soltanto per imbrogliare ancora la Sardegna e i sardi. E cosa dice quella norma che viene richiamata ? Dice che stanziate – sto parlando del 2014; siamo ancora alla legge di stabilità del 2014 – uno stanziamento pari a 10 milioni di euro per il 2015. Cioè, nel 2016 state disciplinando il modo per erogare quei fondi alla Sardegna e ho detto Sardegna e non ho detto regione Sardegna.
  Perché nella norma che avete richiamato nel vostro decreto d'urgenza, emergenza, di necessità e di falsa omogeneità stabilite che quei fondi non li date al vostro presidente della regione. Non lo dico in termini offensivi, lo dico in termini realistici, perché non è il presidente della regione Sardegna, ma il presidente del PD che rappresenta gli interessi del PD in Sardegna e li rappresenta talmente bene che non gli date nemmeno 10 milioni di euro perché li affidate a un commissario. Sapete quanti sono stati i danni dell'alluvione censiti dalla Protezione civile regionale e nazionale in Sardegna ? 800 milioni di euro, ottocento milioni di euro censiti uno per uno, virgola per virgola, con la controverifica della Protezione civile nazionale su quello che sanciva e destinava quella regionale. Ebbene, fate un provvedimento d'urgenza, di emergenza, di necessità e falsamente omogeneo per stabilire che quei 10 milioni dello scorso anno per i danni causati dall'emergenza alluvione in Sardegna li affidate a un commissario che li deve spendere in quella realtà. Una regione sotto tutela, offesa anche sul piano giuridico, sul piano statuale, offesa sul piano autonomistico. Anzi aggiungo che le direttive saranno dettate dal Consiglio dei ministri; cioè Renzi, siccome non avrebbe niente da fare, si permette di portare in Consiglio dei ministri una delibera con la quale deve disciplinare la spesa dei 10 milioni. E aggiunge «sentita la regione»; mica «d'intesa con la regione», dice «sentita», cioè chiama al telefono; parla con un centralinista, ha sentito così la regione e manda avanti la decisione di spesa che è stata stabilita. Ebbene, se questo è l'apporto che voi proponete per l'alluvione in Sardegna, immaginatevi qual è la consistenza di questo decreto rispetto a quell'obiettivo che si è posto il Governo di fare un'operazione di maquillage nazionale, soltanto di immagine, ma di nessun contenuto economico-finanziario e soprattutto sostanziale.
   A questo si aggiunge l'altro aspetto. Uno si aspetta da un Governo che pianifica il Giubileo interventi importanti che possano dare delle risposte compiute, per esempio al tema del turismo, su come far arrivare in Sardegna, per esempio, i turisti, e c’è una parte rilevante del provvedimento, l'articolo 10, dove c’è qualche riga che stabilisce che – lo leggo perché non voglio sbagliare una sola parola di quello che è previsto in questo decreto – «al fine di garantire un completo ed efficace sistema di collegamenti aerei da e per la Sardegna, che consenta la riduzione Pag. 56dei disagi derivanti dalla condizione di insularità e assicuri la continuità del diritto alla mobilità anche ai passeggeri non residenti». Ai non residenti cioè a quelli che non sono residenti in Sardegna ? Perché io leggo una dichiarazione pubblica: «Aerei: il PD boccia la tariffa unica proposta da Pili». Ma come ? Eravate contro la tariffa unica ! Questo Parlamento, all'unanimità, ha votato il mio ordine del giorno in cui si proponeva la tariffa unica e l'applicazione maldestra del centrodestra in Sardegna, con la complicità successiva del Governo di centrosinistra, con il perno che ha ideato quella continuità territoriale a tariffa unica soltanto per nove mesi e non per tutti i dodici mesi: l'attuale assessore che era consulente pagato con centinaia di migliaia di euro dal centrodestra, che poi è diventato – guarda caso – assessore del centrosinistra. E questi 30 milioni a cosa servono ? Secondo voi, per ampliare la tariffa unica da nove mesi a dodici mesi, cioè utilizzerete 30 milioni per regalarli al soggetto che è già in essere cioè l'Alitalia. Questo non è un decreto per soddisfare un'esigenza di continuità territoriale e cercherò di spiegarlo nei dettagli perché resti comunque nei resoconti di quest'Aula, perché si tratta di una regalia senza alcuna giustificazione, se non ci fosse quell'emendamento che io pure ho presentato e che poi cercherò di illustrare anche in questo mio intervento nella sua filosofia: l'abbattimento – quello sì – delle tariffe di continuità territoriale per i residenti e per i non residenti.
  Guarda caso, se uno avesse la bontà di prendere i giornali quotidiani di oggi – perché il segretario del PD è noto per la sua tempestività e arriva sempre all'ultimo istante, in ritardo –, dice il segretario del PD in Sardegna: «Sono contro la tariffa unica». In maniera stupida e troglodita, pensa che debbano essere dati contributi soltanto per i residenti, non capendo che lo sviluppo della Sardegna nasce dalla tariffa unica, dalla necessità di incrementare e di implementare la possibilità che arrivino turisti in Sardegna per ampliare il prodotto interno lordo, la capacità attrattiva sul piano turistico ed economico dell'isola.
  Ebbene, voi fate un'operazione per ampliare la tariffa unica, che ha un nome e un cognome nella sua proposta politica e legislativa in questo consesso parlamentare. E questi 30 milioni io dico che dovete estenderli non soltanto per i non residenti, ma propongo anche per abbattere le tariffe in essere e cioè per arrivare a una soluzione che consenta di superare quella vergogna di un'operazione compiuta nel 2006-2007 dal Governo di centrosinistra, sulla quale voi parzialmente oggi tentate di porre rimedio, perché nel 2007, con la mia strenua opposizione in quest'Aula, sotto ogni punto di vista, vi spiegai che non poteva essere in alcun modo sostenibile che la Sardegna pagasse il costo della continuità territoriale, che era illogico, irrazionale e che era soprattutto incostituzionale perché uno dei cardini della solidarietà nazionale era quello della mobilità, del diritto universale a potersi muovere sul territorio nazionale alla pari degli altri senza alcuna discriminazione, senza che nessuno mi chieda la carta d'identità per vedere se sono residente o non residente, che ci mettesse nelle condizioni di muoverci alla pari del costo chilometrico ferroviario, cioè devono sapere quanto costa un chilometro fatto in treno e quello stesso costo lo devo sopportare per realizzare la continuità territoriale a livello marittimo e aereo nella connessione tra la Sardegna e il resto d'Italia e d'Europa.
  Ebbene, allora, con la lungimiranza politica di quel Governo e di quel presidente della regione si disse che la regione si sarebbe accollata totalmente l'onere della continuità territoriale. Fu la stupidità politica e istituzionale sulla quale voi oggi intervenite per dire «vi diamo un regalino di 30 milioni. Vi costa 70 milioni la continuità territoriale così ? Vi diamo un contentino», giusto per fa star zitta quella pseudo maggioranza che avete in Sardegna che non riesce più a sopportare il carico di una stagione, quella estiva, devastante, dove non si poteva trovare posto in aereo né per andare, né per venire in Sardegna Pag. 57e dove c’è una continuità territoriale e marittima che ha grazie a voi, grazie a questi dieci anni dal passaggio della Tirrenia in mano privata sino ad oggi nelle mani di un solo soggetto, devastato la connessione tra la Sardegna e il resto del continente.
  Perché dico – e poi vengo alla proposta – che sono 30 milioni e, insieme a quelli che dà la Sardegna, 50, regalati alla compagnia aerea Alitalia ? Per un semplice motivo: questo è l'allegato tecnico messo alla base della gara d'appalto che è stata fatta dalla regione Sardegna, con la compiacenza del Governo e dell'ENAC, in cui si stabiliva, alla base del calcolo della tariffa – che è di 45 euro dai tre aeroporti sardi verso Roma e di 55 dagli aeroporti sardi verso Milano – che il calcolo dell'ora volata che è un calcolo elementare, ma nello stesso tempo complesso, deve mettere insieme tutte le voci del costo dell'ora volata: quanto costa il carburante, quanto costa il personale, quanto costa l'ammortamento, le assicurazioni, quanto l’handling, quanto costa il catering; tutto, un'analisi puntuale dei costi.
  Ebbene, io ne cito soltanto due di costi, messi qui in questa truffa; e quando uso la parola truffa, so di cosa sto parlando: di una truffa ai danni dello Stato, di soldi pubblici derubati a piene mani dalle compagnie di Stato come l'Alitalia, perché finanziata di fatto anche nel suo recupero dallo Stato. E, comunque, cito per tutti l'ultimo caso del sottosegretario Improta che rappresentava, nel Governo Monti, il Governo nelle partite dei trasporti; era sottosegretario ai trasporti con delega marittima, ma si occupava soltanto di quella aerea. Guarda caso era il rappresentante istituzionale di Alitalia nei rapporti con il Parlamento. Ebbene, cito soltanto il primo aspetto, quello del carburante. Sapete quanto è stabilito di far pagare nel costo dell'ora volata, messo a punto dal vostro assessore regionale consulente del centrodestra e del centrosinistra ? Il costo del carburante era: tonnellata metrica, in dollari, 915 dollari. Sapete quant’è oggi, a mezz'ora fa, il costo del carburante ? 367 dollari, cioè uno dei costi più importanti, oggi, è a 367 dollari, cioè quasi un terzo di quello preventivato nel 2011, già allora sovrastimato, nonostante l'andamento. Ma ce n’è uno, di costo, che è decisamente quello che annida la truffa più grande e cioè fu messo qui che ogni costo dell'ora volata andasse calcolato su un ammortamento degli aerei di 5 milioni di euro all'anno. Ma come, 5 milioni di euro all'anno, in dieci anni sono 50 milioni, ma ci sono forse aerei nuovi che viaggiano in continuità territoriale ? Quello più giovane ha dieci anni di vita e il Ministero dell'economia e delle finanze dice che un aereo si deve ammortizzare in sette anni. Quindi, vuol dire che state regalando 5 milioni di euro sul costo dall'ora volata all'Alitalia e, quindi, significa che se il costo dell'ora volata è per esempio di 5.400 euro, se dividete il costo per i 180 posti il calcolo è presto fatto: diventa 34 euro; se invece lo dividete per 122 posti, il 70 per cento del load factor, avete 43 euro. Ciò significa sostanzialmente che si può arrivare – e questo è quello che sostengo in quell'emendamento che ho presentato – all'abbattimento totale del costo per tutti coloro che devono utilizzare un servizio di continuità territoriale.
  E la parola stessa «continuità territoriale» significa che non è una continuità di pochi a scapito di altri, è come se fosse connessa Roma con Milano e Milano con Roma; così devono essere connesse Cagliari, Olbia e Alghero col resto del Paese, con le stesse condizioni di non discriminazione, così come prevede la norma comunitaria. Dai miei calcoli questi 30 milioni possono avere un utilizzo se servono per abbattere a 25 euro il costo di collegamento tra la Sardegna e il resto d'Italia. Solo così c’è il dimezzamento del costo del carburante. Dimezzato, va dimezzato, se non ridotto ulteriormente, il costo dell'ammortamento, vanno cancellate quelle ultime ulteriori tasse che avete messo sul sistema aeroportuale. È evidente che tutto questo non può essere sostenuto se non in questa direzione.
  Io vi dico con estrema chiarezza: no ai regali all'Alitalia, no, ancora una volta, ai soldi degli italiani, e in questo caso dei Pag. 58sardi, destinati alle compagnie che truffano ai danni della Sardegna e dei sardi. Non so – e concludo – se il Santo Padre vi accorderà un atto di Misericordia per questo vergognoso decreto-legge, non lo so, può darsi che scelga ancora la strada del silenzio e quello sarà un atto per voi miracolistico, ma non vi assolverà, un atto di Misericordia, da una responsabilità politica, istituzionale e costituzionale netta, la responsabilità politica grave di non aver saputo e di non aver perseguito con questo decreto-legge un obiettivo alto che era quello di servire interessi reali e concreti. È un Governo che ancora una volta ha perseguito politiche di basso cabotaggio e che non merita, da parte di nessuno, nessuna clemenza.

  PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Mura. Ne ha facoltà.

  ROMINA MURA. Grazie, Presidente. Giubileo ed Expo sono le parole, anzi, i concetti chiave del decreto-legge n. 185 del 2015, definito a più riprese, non a caso, decreto Giubileo. Due grandi eventi che a partire dallo scorso anno caratterizzano e qualificano l'immagine del nostro Paese e che sono rappresentazione simbolica, ma anche sostanziale, di un'Italia che può e sa essere efficiente, che partendo dai giusti presupposti e da motivazioni ambiziose mostra il meglio di sé, dell'Italia che si fa esempio attraverso i valori prodotti, il saper fare, la qualità e l'innovazione dell'Esposizione universale di Milano, di un nuovo modello di sviluppo, in cui la globalizzazione attiene alle opportunità dei singoli e delle comunità di raggiungere alti livelli di qualità di vita, produzione e convivenza, piuttosto che alla moltiplicazione e alla diffusione delle disuguaglianze, dell'Italia che attraverso il Giubileo della Misericordia voluto da Papa Francesco apre le sue porte, è proprio il caso di dirlo, alla multiculturalità, come approccio responsabile, regolato e trasversale, al fine di contribuire a riscrivere un equilibrio internazionale basato sul dialogo, sul rispetto delle differenze e sulla messa in rete delle differenze.
  Ma il decreto-legge n. 185 del 2015, particolarmente incentrato sull'organizzazione del Giubileo e del dopo Expo, non poteva essere diversamente è anche tanti altri rilevanti interventi che trovano la loro ragion d'essere in ragionamenti strutturali, con precise prospettive, step di interventi ben più ampi, già avviati e rispetto ai quali l'obiettivo è l'implementazione delle risorse disponibili, la correzione in vista del raggiungimento di migliori performances, l'ottimizzazione dei risultati attesi, la semplificazione amministrativa e la velocizzazione della spesa. Interventi che hanno, quali finalità prevalenti, quelle di mettere a valore le potenzialità dei territori, prime fra tutte quelle culturali e strettamente connesse alle competenze e alle esperienze maturate negli anni e di ridurre l'impatto negativo su sviluppo e livelli di competitività dei deficit infrastrutturali e dei servizi che, di fatto, dividono e ampliano le distanze fra i territori regionali del nostro Paese. Interventi che danno risposte a questioni vecchie che negli anni si sono sedimentate, perché mai hanno avuto la giusta attenzione, come, invece, è successo in questi ultimi due anni. Mi riferisco, in particolare, agli interventi riguardanti le infrastrutture e i trasporti sia urbani che interregionali, l'infrastrutturazione materiale e immateriale delle periferie urbane e delle zone maggiormente svantaggiate, al recupero di alloggi di edilizia residenziale pubblica, alla promozione del made in Italy, all'importante e consistente implementazione delle risorse destinate al volontariato, al terzo settore e alla produzione cinematografica.
  Ma la discussione intorno agli importanti interventi contenuti nel provvedimento, rispetto ai quali le critiche sul merito, oltre a essere poche, sono anche scarsamente argomentate, si è incentrata principalmente sul metodo e sulla modalità di reperimento e destinazione delle risorse, oltre 900 milioni complessivamente. Si tratta di una modalità innovativa rispetto al passato; nel corso di questa legislatura, in occasione dell'approvazione del rendiconto generale per gli anni 2012 Pag. 59e 2013 in particolare, abbiamo potuto constatare come parte, talvolta anche consistente, delle risorse stanziate nei vari capitoli del bilancio dello Stato vanno a ingrossare i cosiddetti residui di stanziamento, in quanto risorse impegnate, ma non spese nell'esercizio finanziario nel quale sono state previste. Tradotto in parole semplici: risorse disponibili, ma non spese, per diversi motivi. Uno fra i più ricorrenti è l'incongruenza fra la previsione fatta all'inizio dell'anno finanziario e l'uscita, il costo reale alla base del definitivo impegno di spesa. Tradotto ancora in termini di ricadute sui territori e sui bisogni dei cittadini: risorse non spese e, quindi, in qualche modo distolte rispetto al fabbisogno finanziario complessivo sotteso ai bisogni delle comunità, dei territori e dei cittadini, in particolare in termini di servizi e infrastrutture. Ecco, attraverso il decreto-legge di cui discutiamo, il Governo ha proposto una modalità di destinazione delle risorse al fine di evitare che oltre 900 preziosi milioni di euro andassero a giacere fra i residui non spesi. Ha proposto, in altri termini, correttivi necessari da un punto di vista tecnico per migliorare l'efficacia e l'efficienza della spesa, così come, attraverso diversi pronunciamenti, e non ultima la relazione annuale sul bilancio dello Stato, ci ha chiesto spesso la Corte dei conti, nel rilevare, rispetto al bilancio dello Stato, l'esistenza di potenziali margini di razionalizzazione delle risorse impegnate.
  Da un punto di vista politico la riassegnazione di queste risorse si è tradotta in risposta rispetto a problemi, fragilità e aspettative provenienti dai territori e sebbene gli interventi siano molteplici e collocati in diverse aree del Paese si presentano come organici al disegno politico di mettere a sistema e a valore le potenzialità del nostro Paese; disegno politico che il Governo, la maggioranza che lo sostiene e il nostro gruppo parlamentare stanno perseguendo atto dopo atto, provvedimento legislativo dopo provvedimento legislativo.
  Lo dicevo prima, molteplici interventi collocati in diverse regioni del Paese ma tutti caratterizzati da una forte attenzione a ridurre le disparità e gli squilibri territoriali determinati sia dalla geografia e dall'orografia di certi contesti – penso appunto alla Sardegna e alla condizione di insularità – sia talvolta dalla superficiale maldestra gestione del territorio che si è ripercossa e si ripercuote negativamente sull'attrattività dallo stesso oltre che sulla qualità di vita dei cittadini che vi risiedono. Ricordo al riguardo due interventi di grande rilevanza che sono stati già citati, uno è quello della previsione di continuità dei servizi ferroviari a media e lunga percorrenza e la conferma della gestione degli stessi in capo a Trenitalia anche nel 2016 alle medesime condizioni previste dal contratto di servizi vigente per gli anni precedenti e l'altra sono i 30 milioni attribuiti alla regione Sardegna per il 2015 con l'impegno che noi auspichiamo che lo stanziamento 2015 diventi uno stanziamento triennale, quindi 2015-2017, al fine di garantire la continuità territoriale e migliorare il sistema di collegamenti aerei da e per l'isola affinché il diritto alla mobilità posso essere esteso anche ai passeggeri non residenti. Ancora, molteplici interventi destinati a semplificare e quindi ad accelerare i processi amministrativi che sottintendono alla realizzazione di opere pubbliche ed interventi a carattere infrastrutturale sociale che hanno un rilevante impatto sulla capacità dei comuni e delle regioni di dare risposte celeri e complete ai cittadini. Penso in particolare ai 25 milioni aggiuntivi per l'edilizia residenziale pubblica, facendo seguito e intervenendo a seguito della comunicazione delle regioni che avevano evidenziato che le risorse messe a disposizione non erano sufficienti, intervento questo che contribuirà a recuperare 1.500 alloggi aggiuntivi rispetto ai 4.500 previsti e quindi a dare risposte di carattere sociale a diversi cittadini residenti in particolare in aree disagiate e nelle periferie urbane. Ancora, l'articolo 9 contiene un'altra disposizione molto importante che prevede il riallineamento del termine di scadenza dell'appaltabilità e della cantierabilità di opere considerate di rilevante interesse pubblico – penso in particolare Pag. 60agli aeroporti – allineamento all'effettiva disponibilità delle risorse necessarie per la realizzazione, provvedimento questo teso alla velocizzazione della spesa e anche a consentire alle regioni e agli enti locali di non perdere le risorse a causa dell'incongruità dei tempi burocratici di realizzazione delle stesse. Ancora, voglio citare l'ampliamento dello spazio finanziario di cui all'articolo 11, ai fini del Patto di stabilità interno, per complessivi 50 milioni destinato ai comuni che nel 2015 hanno effettuato pagamenti attraverso risorse dei propri bilanci per interventi relativi alle linee metropolitane. Cito anche il Fondo sport e periferie, con dotazione complessiva di 100 milioni, che ugualmente contribuirà al risanamento e alla costruzione di condizioni di equilibrio economico-sociale nelle aree che portano il maggior degrado e che sono maggiormente periferiche. La portata degli interventi, quelli che brevemente ho riportato e che hanno riportato anche colleghi, ma che in maniera complessiva ha riportato il relatore che ha riferito in merito, sono di grande rilevanza e coerenza rispetto all'obiettivo di rimettere l'Italia a correre, senza lasciare indietro i sistemi territoriali che a lungo sono rimasti fermi a causa di politiche spesso squilibrate e spesso tese a trasferire risorse nelle zone più ricche. Ancora, le modalità di reperimento delle risorse, attraverso la riassegnazione di quelle stanziate ma non definitivamente impegnate e spese, a interventi urgenti e di grande rilevanza per lo sviluppo del Paese intero ugualmente rappresenta una modalità innovativa, efficiente ed efficace di allocazione e spendita delle risorse pubbliche. Non finanziamenti a pioggia o marchette elettorali, non rattoppi casuali ma interventi funzionali alle priorità rispetto alla strategia per uno sviluppo equilibrato dell'intero Paese all'insegna della coesione sociale, strategie di sviluppo equilibrate all'insegna della coesione sociale che è la missione del Governo Renzi e del gruppo parlamentare del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Micillo. Ne ha facoltà.

  SALVATORE MICILLO. Signor Presidente, il provvedimento stanzia circa 900 milioni di euro per interventi urgenti per la ripresa ritenuti prioritari per concorrere al risanamento ambientale di aree compromesse e per avviare il percorso di valorizzazione di aree strategiche del Paese. Un programmone insomma. Belle parole, tra il tutto e il più troviamo pure le famose ecoballe della Campania, la storia infinita, quelle di Taverna del Re, quelle di altri territori. Solo il fatto che la piaga delle ecoballe in Campania continui ad essere trattata all'interno di un decreto-legge che per sua natura ha carattere di urgenza conferma che il Governo non è in grado di risolvere la questione e probabilmente non lo sarà mai. Continuare a ragionare in termini di emergenza vuol dire non aver capito assolutamente nulla di quello che ha subito questo territorio in tanti anni. Ad oggi resiste la gravità dello stoccaggio delle ecoballe in Campania. Ancora non esiste un piano per le bonifiche. Qualche piccolo spot, un'attraversata del territorio, un comunicato, magari una breve visita dei luoghi. Questa terra quotidianamente continua ad essere segnata da illeciti connessi al ciclo dei rifiuti e i morti che ogni giorno sono salutati dai più cari nei cimiteri di questa terra avvelenata crescono ogni giorno di più. I dati dell'Istituto superiore della sanità sono più per il Governo che non per noi che lo diciamo da anni che in quella terra si muore di più e fin da bambini, con patologie orribili legate a fumi nocivi, esalazioni e inquinanti vari. Buona parte del territorio delle province di Napoli e Caserta è oggi, a causa del malgoverno degli ultimi anni, compromesso, ci troviamo dinanzi a un tasso di mortalità causata da tumori spaventosamente alto: da un lato vi è lo Stato che non riesce a fronteggiare l'emergenza inquinamento e con questo provvedimento ce ne dà la conferma, e da un altro continua ancora imperterrito lo sversamento illecito di rifiuti e quindi l'appiccamento di fuochi.Pag. 61
  L'articolo 2 del decreto interviene con diverse disposizioni per arginare la presenza di queste ingenti quantità di rifiuti, le cosiddette ecoballe appunto, stoccate in diversi siti del territorio regionale durante il periodo dell'emergenza rifiuti che, ricordiamolo, è durato quasi vent'anni e che ha dato pure avvio ad una procedura di infrazione conclusasi con una multa della Corte di giustizia europea del marzo 2010 e della sentenza del 2015 recentissima. L'articolo 2 prevede l'adozione di un piano straordinario di interventi ma difetta di normativa di dettaglio in quanto non chiarisce il luogo di destinazione delle ecoballe, non fornisce un'adeguata tempistica legata allo smaltimento – quanto tempo ci vorrà, quando si inizia – comporta l'utilizzo di metodologie troppo costose e pericolose in ordine ad aspetti ambientali e sanitari per lo smaltimento delle ecoballe, le cui condizioni ambientali e sociali risultano già gravemente compromesse. Il Governo poi, nonostante richiesto e sollecitato, non ha finora comunicato quanto sia stato pagato in relazione alla procedura d'infrazione erogata dalla Comunità europea riguardante lo stoccaggio delle ecoballe in Campania. Quando nel provvedimento leggiamo «recupero energetico» con riferimento alle materie contenute all'interno delle ecoballe non possiamo che rabbrividire. Il MoVimento 5 Stelle è assolutamente contrario alle ipotesi di incenerimento di questi rifiuti, lo è sempre stato e sempre lo sarà. Esiste una soluzione alternativa sostenuta dal gruppo parlamentare, ora dal neo-gruppo consiliare in regione del MoVimento 5 Stelle, tale soluzione è rappresentata dal distretto del riciclo, che abbiamo presentato al Ministro Orlando, al Ministro Galletti, all'ex presidente Caldoro, all'ex assessore regionale Romano, agli ex – che sono tanti – commissari straordinari. Il progetto prevede il riciclo totale delle ecoballe, nel rispetto dell'ambiente, un'iniziativa tecnica che favorirebbe l'occupazione, il recupero e la differenziazione, con costi minimi rispetto alle altre ipotesi fino a questo momento affrontate e paventate. Alla base della nostra soluzione vi è il riprocessamento in loco delle balle per il recupero della materia prima.
  Qualsiasi soluzione si voglia intraprendere, infatti, non può prescindere da riprocessamento, apertura delle balle, differenziazione dei materiali contenuti in ciascuna.
  Riteniamo inapplicabile e incoerente una normativa che prevede lo smaltimento per combustione dei rifiuti come quelli stoccati nella regione Campania, rifiuti potenzialmente pericolosi per la salute dei cittadini e dell'ambiente e ciò in tutta Italia. Nel provvedimento legislativo manca una minima previsione circa la caratterizzazione dei rifiuti stoccati avviati anche a recupero energetico, non potendo dunque a priori escludersi la presenza di metalli o altre frazioni la cui combustione desterebbe evidente allarme nei confronti della popolazione. Traduco «caratterizzazione»: cosa c’è dentro, cosa caratterizza le ecoballe, così non si creano equivoci. Nulla è definito in ordine alla destinazione dei rifiuti avviati allo smaltimento e al fantomatico recupero energetico nel caso di forte contrarietà delle amministrazione pubbliche interessate.
  Ma vediamo cosa avrebbe dovuto fare il Governo e invece non ha fatto. Avrebbe potuto coinvolgere la cittadinanza attiva all'interno di questo tipo di decisione, rendere partecipi del processo decisionale anche i sindaci dei comuni interessati, le associazioni e i comitati a tutela della salute e dell'ambiente presenti sui territori interessati che vivono il problema sul serio e sul posto, non lo guardano dei palazzi. Unitamente ad una partecipazione di questo tipo a nostro avviso è ottimo confrontarsi con esperti a livello internazionale – ne sanno più di noi e voi senz'altro – e creare un tavolo che possa dare risposte certe e convincenti. Infine, è necessario sfruttare le conoscenze e competenze tecnico-ambientale di enti e istituti preposti all'argomento, al fine di acquisire i pareri opportuni atti alla tutela dell'ambiente, del paesaggio, del territorio, del patrimonio storico-artistico, della tutela della salute e della pubblica incolumità. Un'eventuale Pag. 62mancata espressione da parte di essi nei termini stabiliti non può e non deve equivalere assolutamente in alcun caso ad assenso. Il silenzio-assenso non è un principio che può valere in questi casi.
  Riteniamo infine che la regione Campania, destinataria e beneficiaria allo stesso tempo del provvedimento in oggetto, debba essere obbligata a pubblicare sul proprio portale web lo stato di avanzamento degli interventi relativi alle attività di smaltimento e di bonifica, rilevando contestualmente la presenza di eventuali anomalie e significativi scostamenti rispetto ai termini fissati sul cronoprogramma che deve anche essere reso pubblico e consultabile via web. Deve essere reso pubblico come si sta facendo cosa e in che modo: una tracciabilità dello stato di avanzamento dei lavori così tutti i cittadini, media, consiglieri e parlamentari possono capire e soprattutto possono sapere. Poiché parliamo di un trasferimento ingente di quantità di denaro a favore delle casse della regione Campania, riteniamo necessario garantire l'assoluta trasparenza sull'utilizzo dei tempi delle risorse trasferite. Il Ministero dell'economia e delle finanze dovrebbe istituire sul proprio sito istituzionale un'apposita sezione dedicata alla rendicontazione delle spese effettuate per il raggiungimento dello scopo che si intende conseguire con il presente decreto-legge. Non è necessario disturbare la Guardia di Finanza per effettuare i dovuti controlli: il controllo sulla rendicontazione deve essere effettuato dal nucleo della polizia tributaria della Guardia di Finanza preposta all'esecuzione di indagini per conto della Procura della Corte dei conti di Napoli. Qualora dovessero riscontrarsi anomalie, sarà competenza del magistrato provvedere a punire chi ha violato la legge. Come se non bastasse tutto quello che abbiamo detto fino adesso, il Governo sta operando sull'area di Bagnoli in un modo che non condividiamo assolutamente. Il Governo sta occupando in maniera coatta ed inaccettabile il quartiere napoletano. La strada per la riqualificazione di Bagnoli deve passare attraverso i progetti di riqualificazione del territorio sviluppati da tutti i cittadini del quartiere, progetti che devono vedere la partecipazione di chi conosce perfettamente quella realtà dal momento che ci vive quotidianamente. Nominare un commissario per il governo del territorio, quindi per le decisioni urbanistiche, è un qualcosa che non possiamo accettare, è assolutamente pericoloso anche e soprattutto in considerazione di quella che è la storia passata di quella zona. Assegnare ad un decisore unico le sorti delle volumetrie e degli abbattimenti, a nostro avviso, è molto preoccupante, è la strada errata da percorrere. Quello che auspichiamo e che avremmo voluto vedere all'interno di questo provvedimento e che espressamente chiediamo al Governo è l'istituzione di un comitato di controllo coadiuvato da una commissione tecnico-scientifica di esperti.
  Vogliamo inoltre l'obbligo di versare una somma cauzionale per chi si occuperà di lavori di bonifica pari al danno possibile e ciò per limitare il rischio che si avvantaggino i soliti speculatori. Le nostre preoccupazioni – ho quasi concluso, Presidente – sono inoltre rese ancora più gravi dalla persona che è stata nominata commissario straordinario. Sto parlando di Salvatore Nastasi. Lo stesso Nastasi appare più volte nelle intercettazione sulla P4 in quell'inchiesta della procura di Firenze, la cosiddetta cricca dalla Protezione civile.

  PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Paola Bragantini. Ne ha facoltà.

  PAOLA BRAGANTINI. Grazie, gentile Presidente e colleghi. L'abbiamo chiamato happy days o Giubileo. In questo decreto-legge che oggi ci accingiamo a convertire troviamo risposte a domande che in comune fra loro hanno l'urgenza di essere affrontate e la necessità di essere risolte una volta per tutte. Si dibatte a proposito dell'utilizzo dello strumento della decretazione, ma è sufficiente alzare gli occhi dai nostri banchi per vedere quanto siano grandi le emergenze che gravano sui nostri territori e quanto non sia mai abbastanza Pag. 63il tempo per affrontarle efficacemente. Con questo provvedimento il Governo e il Parlamento possono offrire ai territori strumenti concreti per voltare pagina rispetto a situazioni che costituiscono una pesante zavorra per un Paese che sta uscendo dal pantano della crisi economica. Scorrendo i poco meno di 20 articoli che compongono questo provvedimento di conversione del decreto-legge, attraversiamo da un capo all'altro il nostro Paese andando a toccare note dolenti ma anche straordinarie potenzialità. Affrontare le note dolenti e sviluppare queste straordinarie potenzialità significa lavorare sull'immagine che l'Italia ha di sé nel mondo e sull'immagine che gli stessi italiani hanno del loro Paese. Ecco il senso di un testo che si intitola appunto «Misure urgenti per interventi nel territorio», un testo nel quale si passa dalle periferie urbane agli aeroporti, dalla bonifica di Bagnoli alla valorizzazione e al riutilizzo delle aree che hanno ospitato quell'eccezionale evento che è stato Expo 2015. I grandi eventi sono davvero grandi non solo se possono vantare numeri importanti e una lusinghiera rassegna stampa, per dir così se hanno avuto un successo di pubblico e di critica, ma se riescono ad essere volano di qualcosa che, anche quando il pubblico è affluito verso l'uscita, le luci si sono spente e gli eventi stessi sono terminati, lasciano qualcosa che cresce da questo evento. È questo che ci si propone per l'Expo: aggregare enti locali, Fondazione Fiera Milano e l'Istituto italiano di tecnologia per la realizzazione di un progetto scientifico e di ricerca da concretizzare proprio all'interno delle aree che hanno accolto in questi mesi milioni di visitatori da tutto il mondo: da vetrina a laboratorio, da evento a progetto. Proponiamo quindi di autorizzare subito la spesa di 50 milioni per le iniziative relative alla partecipazione dello Stato nell'attività di valorizzazione delle aree in uso alla società Expo; inoltre proponiamo di destinare altri 80 milioni all'Istituto italiano di tecnologia per la realizzazione del progetto scientifico e di ricerca che sarà successivamente approvato di concerto con il MEF e la Presidenza del Consiglio. Un bilancio completo sul successo di questo evento internazionale comprende le buone pratiche che ad esso fanno seguito e avere deciso di affidare all'Istituto italiano di tecnologia la prosecuzione della vita di Expo è un buon segnale. Chiuso da poco l'evento Expo, come ben sappiamo se ne è aperto un altro, di tutt'altro significato ma con ricadute potenziali altrettanto rilevanti per il sistema Paese, per il turismo e per la costruzione di un'immagine del nostro Paese più accogliente, moderna ed efficiente: il Giubileo. Questo è un evento religioso, carico di significati e di aspettative anche emotive per chi vi partecipa. Roma deve poter accogliere a braccia aperte ancora una volta, come tante volte peraltro ha saputo fare, questo fiume di persone che si affacciano alla Capitale con speranza e fame di conoscenza e Roma deve essere messa nelle condizioni di difendere se stessa, il proprio patrimonio, i sui cittadini, i pellegrini e i turisti per consentire al mondo di godere delle sue bellezze in sicurezza. Per questo incrementiamo il piano di impiego delle Forze armate per il controllo del territorio di 1500 unità in concorso con le forze di polizia, integrando l'operazione «strade sicure» e consentendo utili deroghe rispetto alle regole vigenti sui trasferimenti del personale di ruolo, assistenti e agenti della Polizia di Stato. Affinché questo evento si svolga nel modo più fluido possibile, con l'articolo 6 si attribuiscono alla regione Lazio 17 milioni per potenziare il servizio ferroviario e 30 milioni per implementare i servizi sanitari, entrambi gli importi sono previsti proprio in previsione dell'aggravio della pressione sui servizi pubblici.
  Inoltre, si istituisce il fondo per la realizzazione degli interventi per il Giubileo straordinario della Misericordia: ben 159 milioni di euro, secondo un piano di interventi concreti, deliberati da Roma Capitale a seguito del decreto. I settori chiave, che sono esplicito oggetto dell'attenzione del piano e dei relativi finanziamenti, sono la mobilità, il decoro urbano, le periferie. Ecco, le periferie. Le periferie Pag. 64sono un altro filo rosso che attraversa il provvedimento, con interventi specifici, che in alcuni casi finanziano linee di intervento da tempo neglette da parte dello Stato. Parliamo, in particolare, dell'intervento che è stato deliberato di concerto con il CONI per significativi interventi in materia di impiantistica sportiva, necessari particolarmente nelle periferie urbane, dove la pratica sportiva è naturalmente il primo strumento aggregativo ed educativo per bambini e adolescenti, al di là della scuola. Ed ecco il coinvolgimento dei comuni e del CONI per potenziare l'attività sportiva e la sua cultura in aree svantaggiate e zone periferiche urbane. Il fondo sport e periferie dotato di 100 milioni di euro per realizzare interventi su tre anni, specialmente indirizzati alle attività agonistiche, che pagano un prezzo salato a causa degli squilibri quantitativi e qualitativi dell'impiantistica nei territori. Anche la promozione della candidatura di Roma per le Olimpiadi è uno degli obiettivi che ci prefiggiamo attraverso il piano pluriennale di interventi strutturali sugli impianti.
  Ancora periferie, poi, se parliamo del programma di recupero di immobili e alloggi di edilizia residenziale pubblica, autorizzando la spesa di 25 milioni di euro. La piaga degli sfratti, delle morosità incolpevoli, delle occupazioni abusive e, infine, l'obiettivo di alzare la qualità del nostro patrimonio residenziale pubblico devono, però, essere oggetto di provvedimenti complessivi inquadrabili come una vera e propria politica per la casa. Bene gli interventi politici ed economici che già nel 2014 e nel 2015 sono stati promossi, ma credo occorra uno sforzo in più, con un elemento di programmazione strutturale di edilizia residenziale pubblica, che affianchi agenzie territoriali, regioni, enti locali e imprese e che possa essere anche da spinta per il settore edilizio, ancora in sofferenza nonostante i segnali di ripresa in altri settori.
  Le politiche per la casa sono una concreta azione che innesca, più di tante altre, la dinamica di mobilità sociale. Avere una casa popolare può fare la differenza concreta per poter scegliere di investire sullo studio dei propri figli oppure no, se non addirittura per avere i figli oppure no. Per questo la strada intrapresa è buona, ma ancora troppo stretta per dirci pienamente soddisfatti.
  Possiamo ben dire che l'articolo 11, relativo agli spazi finanziari per interventi nel settore delle linee metropolitane, getta anch'esso uno sguardo alle periferie urbane, creando spazi finanziari, ai fini del patto di stabilità, pari a 50 milioni di euro per il 2015, a quei comuni che hanno sostenuto con risorse proprie, in cofinanziamento, interventi relativi alle metropolitane, approvati dal CIPE, e al piano dei trasporti pubblici del comprensorio. Proprio le periferie urbane pagano, infatti, il prezzo più alto in caso di inefficiente integrazione fra sistemi di mobilità ferro-gomma e collegamenti sovra metropolitani. Rinnovo qui l'auspicio, espresso personalmente al Ministro Delrio, che si possa creare, nel prossimo futuro, una maggiore razionalizzazione e fluidità del sistema di finanziamento delle opere strategiche per la mobilità delle città metropolitane, nelle quali il sistema trasportistico è elemento essenziale non solo per il sistema economico locale, ma financo per la percezione, da parte della cittadinanza, dell'unitarietà territoriale delle nuove città metropolitane, ancora oggi in via di consolidamento amministrativo, che sicuramente sono care allo stesso Ministro Delrio.
  Ma ci sono altri aspetti che sono da rimarcare in questo testo: l'obiettivo del superamento di emergenze ambientali che hanno travalicato i confini locali per assurgere a simbolo purtroppo negativo. Abbiamo terminato di occuparci di Ilva e oggi, con questo decreto, affrontiamo Bagnoli, stanziando 50 milioni di euro al soggetto attuatore della complessa bonifica, e il tema delle ecoballe campane, foriero di contenzioso politico e, alla fine, anche legale, stanziando 150 milioni di euro per il fondo apposito dedicato al piano stralcio di smaltimento e bonifica. Ricordo qua, anche al collega della Lega che parlava precedentemente, che in Campania non hanno mai governato loro, perché Pag. 65non c'erano, ma hanno governato sicuramente per molti anni i loro alleati.
  È opportuna la determinazione di affiancare l'Autorità nazionale anticorruzione, così come è previsto dal protocollo stipulato dalla stessa regione Campania lo scorso autunno, nelle azioni di verifica, anche preventiva, sulle procedure di gara per l'attuazione degli interventi previsti dal piano. Vorrei qui rimarcare altri due aspetti, fra gli altri non citati.
  Il primo riguarda l'articolo 12, che incrementa il Fondo nazionale del servizio civile di 100 milioni di euro, cosa che consentirà di accrescere il numero dei volontari e, di conseguenza, il numero dei futuri cittadini più consapevoli e responsabilmente attivi. Si tratta di un impegno assunto dal Parlamento e dal Governo ed è doveroso rimarcarlo.
  Da ultimo, vi è l'incremento dello stanziamento all'Agenzia ICE di 10 milioni di euro per integrare e potenziare le attività del piano di promozione straordinario del made in Italy. In particolare, l'attenzione è posta su due fronti ugualmente strategici: 2 milioni sono rivolti alla promozione fieristica, che è la vetrina prioritaria per l’export; gli altri 8 milioni, invece, sono indirizzati ad una questione più complessa ed insidiosa, come l’italian sounding. Nel mondo c’è chi vende l'italianità senza averne alcun titolo. Questo offende i nostri produttori, i nostri investitori, i nostri ristoratori, che scommettono su se stessi in tutto il mondo. Da ultimo, offende anche il nostro palato ogni qual volta, in tutto il mondo, in Italia o all'estero, incrociamo prodotti alimentari che sono meno che goffe imitazioni dei gioielli enogastronomici di cui siamo tutti così orgogliosi.
  Questa è una carrellata su un testo che converte un decreto complesso, non completa, ma significativa di quali e quante materie siano investite e di quante vicende territoriali vengono toccate con risposte concrete, che, si spera, possono essere davvero risolutive. Ora, con questo provvedimento, abbiamo gli strumenti, possiamo dire che abbiamo la testa. Gli enti coinvolti, comuni, regioni, Governo, Parlamento, tutti dobbiamo essere vigili affinché gli strumenti e le risorse investite vengano correttamente spese e, fino all'ultimo centesimo, messe a frutto per il bene del territorio. Convertito il decreto, rimane molto, comunque, moltissimo da fare per tutti coloro che, come noi, hanno a cuore il Paese, il suo ambiente e la sua economia.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Presidente, Governo, qui parliamo di decreto Giubileo – è già stato detto da molti colleghi – e ha funzionato bene il mascheramento del decreto dietro alla questione Giubileo o addirittura happy days. Non vorrei scendere così in basso con le diciture. Questo decreto Giubileo contiene di tutto. È un peccato, perché si parla di temi importantissimi all'interno di un decreto che sta cercando di passare sottotono, perché tendenzialmente per i cittadini il decreto Giubileo sarà qualcosa di molto tecnico sul Giubileo. A Milano il cittadino, magari, non è interessato, come a Palermo. Mentre probabilmente sarà qualcosa che interessa più i cittadini di Roma. Non è vero.
  Qui dentro partiamo dalle disposizioni urgenti in materia di bonifica ambientale, abbiamo interventi straordinari per la regione Campania, abbiamo finanziamenti per il comune di Reggio Calabria, rifinanziamento del fondo emergenze nazionali – e non stiamo parlando di nulla – iniziative per la valorizzazione dell'area utilizzata per l'Expo. Finalmente all'articolo 6 parliamo di Giubileo (articoli 6 e 7), dopodiché si va a parlare di made in Italy, si va a parlare di mille argomenti, che riteniamo importantissimi, come il servizio civile. Non si vanno a trattare con l'approfondimento e con l'attenzione che riteniamo sia doverosa per questi temi. Soprattutto se ne parla in sordina, all'interno di un decreto sostanzialmente insipido.
  Cosa è successo ? Qui devo rimproverarvi un altro passaggio che riteniamo Pag. 66fondamentale soprattutto in questo momento di riforme costituzionali. In Commissione bilancio, dove si discutevano gli emendamenti, è stato proposto addirittura di votare tutti gli emendamenti contrari in blocco senza stare neanche a discutere: non perdiamo tempo. Ma allora qual è il nostro ruolo qui nel Parlamento ? Allora è logico che le opposizioni si oppongono, si lamentano e saremo noi a essere sempre quelli a cui non va bene nulla, però io mi chiedo: di fronte a una discussione di sessanta pagine di emendamenti, sui temi più disparati, è possibile che la maggioranza non abbia trovato un argomento, un emendamento anche solo da riformulare o da accettare ? Allora è chiaro che non c’è nessuna apertura. Però, a questo punto, non do più la colpa solo al vostro Premier o comunque ai poteri forti che regolano il vostro Governo e che ci portano verso una dittatura di fatto, ma do molta responsabilità ai colleghi del Partito Democratico, che ritengono di andare avanti con dei lavori fatti in questo modo, cioè espropriando di qualunque senso il lavoro parlamentare. Il parlamentare non ha più alcun senso in quest'Aula, perché non può discutere di nulla. Ci dobbiamo ridurre in discussione sulle linee generali la sera, con un'Aula vuota, a parlare di argomenti importantissimi.
  Questa è veramente una situazione deprecabile se non fosse così grave per il nostro Paese e per la nostra democrazia. Questo è solo l'inizio di quello che voi ritenete utile per il Paese, cioè la dittatura. Ma passiamo all'argomento principale su cui voglio parlarvi, un aspetto. Il mio collega Micillo ha trattato la questione delle bonifiche, io voglio trattare la questione dello smog e dell'inquinamento all'interno del decreto. Abbiamo avuto dei problemi di smog e inquinamento delle grandi città sotto Natale che ha fatto smuovere tutti i poteri, tutti a fare dichiarazioni nei giornali, tutti a dire: mio Dio dobbiamo intervenire, non è possibile questa situazione. Ma la sostanza qual è stata ? Speriamo che piova. Perché poi il Governo si riduce a questo. La speranza era: speriamo che piova, che si abbassino le polveri sottili e ci siamo lavati le mani di questo problema per qualche altro mese e poi vedremo, l'affronteremo più avanti. Non c’è mai una soluzione strutturale a questo problema perché bisognerebbe affrontare veramente i problemi e i nodi del Paese ma i problemi e i nodi del Paese non si vogliono affrontare. Abbiamo l'Agenzia europea per l'ambiente che ci dice che 84 mila morti in Italia ogni anno sono dovuti allo smog, all'inquinamento. Non possiamo fare finta di niente, non possiamo mostrarci sensibili di fronte alle interviste sui giornali o in tv ma poi non fare assolutamente niente anche in questi decreti. Il punto qual è ? Nell'articolo dove si parla di Expo viene per esempio definanziata la riqualifica e quindi vengono tolti dei soldi, circa 60 milioni di euro vengono tolti per riqualificare una metrotranvia, Milano-Limbiate in questo caso, ma anche altre linee di metrotramvia; per esempio la Milano-Limbiate è una metrotranvia che porta i pendolari verso Milano, ha un collegamento con la metropolitana milanese e quindi potrebbe ridurre lo smog in un momento in cui eravamo tutti disperati perché a Milano c'era smog e non sapevamo come risolverlo; blocchiamo le auto, incentiviamo il trasporto pubblico, spingiamo per il trasporto di gruppo, però, cosa succede ? Che andiamo a rifinanziare nello stesso momento in un decreto una riqualificazione di una metrotranvia, lasciando due strade che sono la Comasina e la Milano-Meda, la S.P. 44 e la S.S. 35, letteralmente stracariche di un traffico pendolare che non ha alternative. Vi ricordo le vostre proposte (perché poi quando si è in campagna elettorale si propongono grandi cose): si era partiti addirittura dall'idea di fare una metropolitana che sostituisse questa metrotranvia, poi si è passati ad una riqualificazione, siamo arrivati a stanziare i soldi, avere tutto pronto, le amministrazioni non hanno appaltato, cosa succede ? Il Governo invece di spingere per fare un'opera che sottrae CO2, che non inquina, che sottrae polveri sottili e che può aiutare il trasporto Pag. 67pendolare, i lavoratori e togliere del traffico dalle strade, cosa fa ? La definanzia. Ma stiamo scherzando ? Cioè questa è la vostra soluzione ? E poi cosa facciamo ? Facciamo negli stessi giorni un bel protocollo antismog firmato dal Ministero dell'ambiente e questo protocollo antismog stanzia 12 milioni. Ne abbiamo appena tolti 60 solo per questa metrotranvia e stanziamo 12 milioni per tutte le grandi città per cosa ? Per incentivare il trasporto pubblico locale e la mobilità condivisa. Allora, se questa non è una presa in giro, veramente non so di cosa stiamo parlando. Veramente dovete mettervi una mano sulla coscienza e iniziare a parlare chiaramente ai cittadini italiani e dire che voi non volete risolvere i problemi di inquinamento e i problemi delle polveri sottili ma soprattutto non volete affrontare il problema degli 84 mila morti, 84 mila morti. E ce lo dobbiamo far dire dall'estero perché in Italia queste cose dobbiamo nasconderle. Allora mi chiedo, veramente questo decreto Giubileo a questo punto lo dedicherei semplicemente a una categoria, cioè ai poveri cittadini italiani. Dedichiamo il Giubileo ai cittadini italiani che purtroppo con questo Governo, con questi atti, con queste proposte non ha la possibilità di vivere in un Paese degno di essere vissuto con una qualità di vita decente e soprattutto lo dedichiamo agli 84 mila morti per smog, ai morti in Campania per le mancate bonifiche e il mancato trattamento dei rifiuti.

  PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo – A.C. 3495)

  PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore, Giampiero Giulietti, e la rappresentante del Governo rinunziano a replicare.
  Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il restante periodo del mese di gennaio 2016 e programma dei lavori per il periodo febbraio-marzo 2016.

  PRESIDENTE. A seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per il restante periodo del mese di gennaio 2016:

  Lunedì 18 gennaio (ore 15).

  Discussione sulle linee generali della mozione Capua ed altri n. 1-01055 concernente iniziative per il contrasto delle infezioni in ambiente ospedaliero e sanitario.

  Martedì 19, mercoledì 20 e giovedì 21 gennaio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 22 gennaio) (con votazioni).

  Seguito dell'esame dei progetti di legge:
   disegno di legge n. 3495 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 novembre 2015, n. 185, recante misure urgenti per interventi nel territorio. Proroga del termine per l'esercizio delle deleghe per la revisione della struttura del bilancio dello Stato, nonché per il riordino della disciplina per la gestione del bilancio e il potenziamento della funzione del bilancio di cassa (Approvato dal Senato – scadenza: 24 gennaio 2016);
   proposta di legge n. 3365 ed abbinate – Disposizioni per la tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell'ambito di un rapporto di lavoro pubblico o privato.

  Seguito dell'esame della mozione Capua ed altri n. 1-01055 concernente iniziative per il contrasto delle infezioni in ambiente ospedaliero e sanitario.

Pag. 68

  Martedì 19 gennaio, pomeridiana, al termine delle votazioni, avrà luogo la discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 3169-B – Introduzione del reato di omicidio stradale e del reato di lesioni personali stradali, nonché disposizioni di coordinamento al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e al decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274 (Approvata dal Senato, modificata dalla Camera e nuovamente modificata dal Senato), il cui seguito dell'esame si svolgerà dalla giornata successiva, dopo gli altri argomenti già previsti.

  Giovedì 21 gennaio, alle ore 14, avranno luogo le Comunicazioni del Ministro della giustizia sull'amministrazione della giustizia, ai sensi dell'articolo 86 del regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12, come modificato dall'articolo 2, comma 29, della legge 25 luglio 2005, n. 150.

  Lunedì 25 gennaio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna).

  Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
   disegno di legge n. 3513 – Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2015, n. 210, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (da inviare al Senato – scadenza: 28 febbraio 2016);
   proposta di legge n. 259, 1324, 1769 ed abbinate – Disposizioni in materia di responsabilità professionale del personale sanitario.

  Discussione sulle linee generali delle mozioni:
   mozione Baldelli ed altri n. 1-01085 concernente iniziative in merito al corretto utilizzo dei dispositivi di rilevazione automatica della velocità e alla destinazione dei proventi derivanti dal relativo sistema sanzionatorio;
   mozione Fassina ed altri n. 1-01090 concernente iniziative in relazione alla candidatura di Roma Capitale come sede delle Olimpiadi 2024, con particolare riferimento a forme di consultazione dei cittadini.

  Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 3303 – Norme per il contrasto al terrorismo, nonché ratifica ed esecuzione: a) della Convenzione del Consiglio d'Europa per la prevenzione del terrorismo, fatta a Varsavia il 16 maggio 2005; b) della Convenzione internazionale per la soppressione di atti di terrorismo nucleare, fatta a New York il 14 settembre 2005; c) del Protocollo di Emendamento alla Convenzione europea per la repressione del terrorismo, fatto a Strasburgo il 15 maggio 2003; d) della Convenzione del Consiglio d'Europa sul riciclaggio, la ricerca, il sequestro e la confisca dei proventi di reato, fatta a Varsavia il 16 maggio 2005.

  Martedì 26 gennaio (ore 11).

  Discussione sulle linee generali della mozione Dorina Bianchi ed altri n. 1-00976 concernente iniziative per il rilancio del Mezzogiorno.

  Martedì 26 (ore 15, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 27 e giovedì 28 gennaio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 29 gennaio) (con votazioni).

  Seguito dell'esame della mozione Dorina Bianchi ed altri n. 1-00976 concernente iniziative per il rilancio del Mezzogiorno

  Seguito dell'esame disegno di legge n. 3513 – Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2015, n. 210, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (da inviare al Senato – scadenza: 28 febbraio 2016).

  Seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Pag. 69

  Seguito dell'esame della proposta di legge n. 259, 1324, 1769 ed abbinate – Disposizioni in materia di responsabilità professionale del personale sanitario.

  Seguito dell'esame delle mozioni:
   mozione Baldelli ed altri n. 1-01085 concernente iniziative in merito al corretto utilizzo dei dispositivi di rilevazione automatica della velocità e alla destinazione dei proventi derivanti dal relativo sistema sanzionatorio;
   mozione Fassina ed altri n. 1-01090 concernente iniziative in relazione alla candidatura di Roma Capitale come sede delle Olimpiadi 2024, con particolare riferimento a forme di consultazione dei cittadini.

  Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3303 – Norme per il contrasto al terrorismo, nonché ratifica ed esecuzione: a) della Convenzione del Consiglio d'Europa per la prevenzione del terrorismo, fatta a Varsavia il 16 maggio 2005; b) della Convenzione internazionale per la soppressione di atti di terrorismo nucleare, fatta a New York il 14 settembre 2005; c) del Protocollo di Emendamento alla Convenzione europea per la repressione del terrorismo, fatto a Strasburgo il 15 maggio 2003; d) della Convenzione del Consiglio d'Europa sul riciclaggio, la ricerca, il sequestro e la confisca dei proventi di reato, fatta a Varsavia il 16 maggio 2005.

  Mercoledì 27 gennaio, pomeridiana, al termine delle votazioni, avrà luogo la discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 3224 ed abbinata – Modifiche allo Statuto speciale della regione Friuli-Venezia Giulia, di cui alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1, in materia di enti locali, di elettorato passivo alle elezioni regionali e di iniziativa legislativa popolare (Approvata dal Senato), il cui seguito dell'esame si svolgerà dalla giornata successiva, dopo gli altri argomenti già previsti.

  Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).

  Lo svolgimento di interpellanze urgenti avrà luogo, di norma, il venerdì (dalle ore 9,30).

  Il martedì, di norma, tra le ore 9 e le ore 11, avrà luogo lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.

  Il Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

  L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

  Per quanto riguarda la discussione delle proposte di legge n. 3169-B, n. 259, 1324, 1769 ed abbinate e n. 3224 ed abbinate l'organizzazione dei tempi sarà definita al termine dei lavori delle competenti Commissioni di merito.

  Comunico che è stato altresì predisposto, ai sensi dell'articolo 23, comma 6, primo periodo, del Regolamento, il programma dei lavori per i mesi di febbraio e di marzo 2016.

  Febbraio.

  Esame delle proposte di legge:
   n. 698 ed abbinate – Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone affette da disabilità grave prive del sostegno familiare;
   n. 275-A/R ed abbinate – Disposizioni in materia di conflitti di interessi;
   n. 3220 – Disposizioni in materia di acquisto e dismissione delle autovetture di servizio o di rappresentanza delle pubbliche amministrazioni.

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  Esame della mozione Nicoletti, Bergamini, Alli, Locatelli ed altri n. 1-00966 concernente iniziative in merito al rispetto dei diritti umani in Corea del Nord, nonché in relazione alla politica degli armamenti di tale Paese.

  Esame dei progetti di legge:
   proposta di legge n. 3297 ed abbinate – Modifica all'articolo 4 della legge 2 luglio 2004, n. 165, recante disposizioni volte a garantire l'equilibrio nella rappresentanza tra donne e uomini nei consigli regionali (Approvata dal Senato);
   disegno di legge n. 3119 – Deleghe al Governo e ulteriori disposizioni in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitività dei settori agricolo, agroalimentare, della pesca e dell'acquacoltura (Approvato dal Senato).

  Esame della Relazione della Commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti sullo stato di avanzamento dei lavori di bonifica nel sito di interesse nazionale di Venezia-Porto Marghera (Doc. XXIII n. 9).

  Esame della Relazione tematica della Commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti sulla situazione delle bonifiche dei siti contaminati del Quadrilatero del Nord (Venezia-Porto Marghera, Mantova, Ferrara, Ravenna) (ove approvata dalla Commissione).

  Esame della proposta di legge n. 2892 ed abbinate – Modifica all'articolo 52 del codice penale, in materia di difesa legittima.

  Esame della mozione Ciprini ed altri n. 1-00730 concernente iniziative volte all'assunzione dei vincitori e degli idonei dei concorsi pubblici.

  Esame del disegno di legge n. 2953 ed abbinata – Delega al Governo recante disposizioni per l'efficienza del processo civile.

  Marzo.

  Esame dei progetti di legge:
   disegno di legge n. 3012-B – Legge annuale per il mercato e la concorrenza (Approvato dalla Camera – ove trasmesso dal Senato);
   proposta di legge n. 3191 ed abbinate – Norme per la limitazione degli sprechi, l'uso consapevole delle risorse e la sostenibilità ambientale;
   disegno di legge n. 2617-B – Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale (Approvato dalla Camera – ove trasmesso dal Senato);
   proposta di legge n. 3115 ed abbinata – Istituzione e disciplina del Registro nazionale e dei registri regionali dei tumori;
   proposta di legge n. 1986 ed abbinate – Disposizioni per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del bullismo informatico;
   proposta di legge n. 1454 ed abbinate – Disposizioni per l'introduzione di un sistema di tracciabilità dei prodotti finalizzato alla tutela del consumatore;
   proposta di legge S. 14 – Disciplina delle unioni civili (ove trasmesso dal Senato e concluso dalla Commissione);
   disegno di legge n. 2039 ed abbinate – Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato;
   proposta di legge n. 3485 – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle funzioni di vigilanza, controllo, prevenzione e sanzione del sistema creditizio (ove concluso dalla Commissione);
   proposta di legge n. 3486 – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario (ove concluso dalla Commissione);
   proposta di legge n. 3499 – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul dissesto finanziario della Pag. 71Cassa di risparmio di Ferrara Spa, della Banca delle Marche Spa, della Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio – Società cooperativa e della Cassa di risparmio della provincia di Chieti Spa e sulle conseguenze di tale dissesto sul sistema bancario italiano (ove concluso dalla Commissione);
   proposta di legge n. 3508 – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del dissesto della Cassa di risparmio di Ferrara Spa, della Banca delle Marche Spa, della Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio – Società cooperativa e della Cassa di risparmio della provincia di Chieti Spa (ove concluso dalla Commissione);
   proposta di legge n. 2973 – Norme in materia di eutanasia (ove concluso dalla Commissione);
   proposta di legge n. 3168 – Modifica all'articolo 7 della legge 2 maggio 1974, n. 195, in materia di divieto del finanziamento dei partiti politici da parte delle cooperative sociali (ove concluso dalla Commissione).

  Nell'ambito del programma potranno essere inseriti progetti di legge che verranno successivamente presentati alla Camera, nonché ulteriori progetti di legge trasmessi dal Senato.

Sull'ordine dei lavori.

  BEATRICE BRIGNONE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  BEATRICE BRIGNONE. Intervengo velocemente solo per esprimere soddisfazione per la decisione della Capigruppo di calendarizzare la legge sul fine vita, chiesta e sottoscritta da migliaia di persone e in particolare intervengo perché vorrei ricordare in quest'Aula e ringraziare un mio concittadino, Massimo Fanelli, arrivato da mesi ormai alle battute finali di una ferocissima SLA e nonostante tutto ha continuato a chiedere a gran voce, anche a costo di sospendere le cure, che i diritti dei morenti entrassero nel dibattito parlamentare. Il nostro auspicio ora è che questo dibattito si possa affrontare con serenità, tenendo sempre a mente i principi di libertà e di dignità che dovrebbero accompagnare ciascuno di noi fino alla fine. Grazie.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Giovedì 14 gennaio 2016, alle 9,30:

  (ore 9,30 e ore 16)

  1. – Seguito della discussione del disegno di legge:
   S. 2145 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 novembre 2015, n. 185, recante misure urgenti per interventi nel territorio. Proroga del termine per l'esercizio delle deleghe per la revisione della struttura del bilancio dello Stato, nonché per il riordino della disciplina per la gestione del bilancio e il potenziamento della funzione del bilancio di cassa (Approvato dal Senato) (C. 3495).
  — Relatore: Giulietti.

  (ore 15)

  2. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  La seduta termina alle 21,25.

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ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Mozione n. 1-01055 – Infezioni in ambiente ospedaliero e sanitario

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 15 minuti
 MoVimento 5 Stelle 32 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà –
 Berlusconi Presidente
25 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 20 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia
 Libertà
20 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 18 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei
 Popoli – Noi con Salvini
17 minuti
Democrazia Solidale – Centro Democra tico 16 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 22 minuti
  Conservatori e Riformisti 6 minuti
  Alternativa Libera - Possibile 5 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE - Movimento Associativo
  italiani all'estero
4 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 2 minuti
  Unione Sudamericana Emigrati Italiani 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

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Pdl n. 3365 e abb. – Protezione degli autori di segnalazione di reati

Seguito dell'esame: 7 ore.

Relatori 20 minuti (complessivamente)
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 1 ora
Interventi a titolo personale 58 minuti (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 12 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 15 minuti
 MoVimento 5 Stelle 31 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà –
 Berlusconi Presidente
24 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 19 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia
 Libertà
19 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 18 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei
 Popoli – Noi con Salvini
16 minuti
Democrazia Solidale – Centro Democra
 tico
15 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 14 minuti
 Misto: 21 minuti
  Conservatori e Riformisti 5 minuti
  Alternativa Libera - Possibile 5 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 4 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 2 minuti
  Unione Sudamericana Emigrati Italiani 2 minuto
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Comunicazioni del Ministro della giustizia sull'amministrazione della giustizia

Tempo complessivo: 2 ore e 30 minuti (*).

Interventi a titolo personale 26 minuti (con il limite massimo di 3 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 2 ore e 4 minuti
 Partito Democratico 36 minuti
 MoVimento 5 Stelle 15 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 12 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 9 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà 9 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 8 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 8 minuti
 Democrazia Solidale – Centro Democra tico 8 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 7 minuti
 Misto: 12 minuti
  Conservatori e Riformisti 2 minuti
  Alternativa Libera - Possibile 2 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 2 minuti
  Unione Sudamericana Emigrati Italiani 2 minuti

(*) Per le dichiarazioni di voto sono inoltre attribuiti a ciascun gruppo 10 minuti. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.

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Mozione n. 1-01085 – Corretto utilizzo dei dispositivi di rilevazione automatica della velocità e destinazione dei proventi derivanti dal relativo sistema sanzionatorio

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 15 minuti
 MoVimento 5 Stelle 32 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 25 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 20 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà 20 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 18 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 17 minuti
Democrazia Solidale – Centro Democra tico 16 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 22 minuti
  Conservatori e Riformisti 6 minuti
  Alternativa Libera - Possibile 5 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 4 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 2 minuti
  Unione Sudamericana Emigrati Italiani 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

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Mozione n. 1-01090 – Candidatura di Roma Capitale come sede delle Olimpiadi 2024, con particolare riferimento a forme di consultazione dei cittadini

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 15 minuti
 MoVimento 5 Stelle 32 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 25 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 20 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà 20 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 18 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 17 minuti
Democrazia Solidale – Centro Democra tico 16 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 22 minuti
  Conservatori e Riformisti 6 minuti
  Alternativa Libera - Possibile 5 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 4 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 2 minuti
  Unione Sudamericana Emigrati Italiani 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.

Pag. 77

Ddl n. 3303 – Norme per il contrasto al terrorismo

Tempo complessivo: 5 ore.

Relatore 10 minuti
Governo 10 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 15 minuti
Interventi a titolo personale 48 minuti (con il limite massimo di 6 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 3 ore e 32 minuti
 Partito Democratico 50 minuti
 MoVimento 5 Stelle 32 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 23 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 16 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà 17 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 15 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 14 minuti
Democrazia Solidale – Centro Democra tico 14 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 12 minuti
 Misto: 19 minuti
  Conservatori e Riformisti 5 minuti
  Alternativa Libera - Possibile 4 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 4 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 2 minuti
  Unione Sudamericana Emigrati Italiani 2 minuti
Pag. 78

Mozione n. 1-00976 – Rilancio del Mezzogiorno
Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 15 minuti
 MoVimento 5 Stelle 32 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 25 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 20 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà 20 minuti
 Scelta Civica per l'Italia 18 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 17 minuti
Democrazia Solidale – Centro Democra tico 16 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 22 minuti
  Conservatori e Riformisti 6 minuti
  Alternativa Libera - Possibile 5 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 4 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 2 minuti
  Unione Sudamericana Emigrati Italiani 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 10)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 3481-A - subem. 0.1.81.100 425 425 213 425 78 Appr.
2 Nom. em. 1.81 445 444 1 223 444 76 Appr.
3 Nom. subem. 0.1.13.100 452 451 1 226 451 75 Appr.
4 Nom. em. 1.13, 1.54 459 424 35 213 424 75 Appr.
5 Nom. odg 9/3481-A/3 464 464 233 174 290 73 Resp.
6 Nom. odg 9/3481-A/4 470 470 236 177 293 73 Resp.
7 Nom. odg 9/3481-A/5 459 457 2 229 120 337 73 Resp.
8 Nom. odg 9/3481-A/7 472 472 237 174 298 73 Resp.
9 Nom. odg 9/3481-A/13 473 469 4 235 184 285 73 Resp.
10 Nom. Ddl 3481-A - voto finale 463 461 2 231 297 164 63 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.