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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 512 di mercoledì 28 ottobre 2015

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

  La seduta comincia alle 9.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  ANNA ROSSOMANDO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Bindi, Boccia, Bratti, Caparini, Capelli, Catania, Costantino, D'Uva, Dambruoso, Di Gioia, Di Lello, Ferrara, Fontanelli, Giancarlo Giorgetti, Losacco, Mattiello, Mazziotti Di Celso, Naccarato, Pes, Piccoli Nardelli, Pisicchio, Portas, Realacci, Rosato, Sanga, Sani, Speranza e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione delle mozioni Businarolo ed altri n. 1-00783, Scotto ed altri n. 1-00912, Misiani ed altri n. 1-01032, Guidesi ed altri n. 1-01034, Tancredi ed altri n. 1-01036, Palese n. 1-01037, Mucci ed altri n. 1-01042, Mazziotti Di Celso e Monchiero n. 1-01043 e Rampelli ed altri n. 1-01044 concernenti iniziative per assicurare maggiore trasparenza e partecipazione nelle procedure di nomina dei membri dei consigli di amministrazione delle società partecipate dallo Stato e da altri soggetti pubblici (ore 9,08).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Businarolo ed altri n. 1-00783 (Nuova formulazione), Scotto ed altri n. 1-00912, Misiani ed altri n. 1-01032, Guidesi ed altri n. 1-01034, Tancredi ed altri n. 1-01036, Palese n. 1-01037, Mucci ed altri n. 1-01042, Mazziotti Di Celso e Monchiero n. 1-01043 e Rampelli ed altri n. 1-01044, concernenti iniziative per assicurare maggiore trasparenza e partecipazione nelle procedure di nomina dei membri dei consigli di amministrazione delle società partecipate dallo Stato e da altri soggetti pubblici (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 26 ottobre 2015, sono state presentate le Pag. 2mozioni Mucci ed altri n. 1-01042, Mazziotti Di Celso e Monchiero n. 1-01043 e Rampelli ed altri n. 1-01044, che sono già state iscritte all'ordine del giorno.

(Parere del Governo)

  PRESIDENTE. Invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

  PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze. Presidente, colleghi, il Governo esprime parere contrario sulle mozioni Businarolo ed altri n. 1-00783 (Nuova formulazione) e Scotto ed altri n. 1-00912, mentre esprime parere favorevole sulle mozioni Misiani ed altri n. 1-01032, Guidesi ed altri n. 1-01034, Tancredi ed altri n. 1-01036, Palese n. 1-01037, Mucci ed altri n. 1-01042, Mazziotti Di Celso e Monchiero n. 1-01043 e Rampelli ed altri n. 1-01044.

(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Grazie, Presidente. Questa mattina, in Aula, parliamo delle società partecipate...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Mucci. Onorevole Businarolo, gentilmente, lascia il Governo sentire ? Grazie. Prego, onorevole Mucci.

  MARA MUCCI. ...in tutto o in parte dal capitale pubblico. Ora, è doveroso fare un quadro introduttivo della vicenda, perché la questione è molto importante, soprattutto sotto il profilo dei conti pubblici. In Italia abbiamo stimato, dalla Corte dei conti e da altre stime che arrivano dai vari commissari alla spending review che si sono avvicendati, circa 7.500 società partecipate, di cui 50 statali, 5.258 partecipate di enti locali e più di 2.214 di altra natura, tra consorzi e fondazioni, e quindi enti di altra natura.
  Il punto chiave di questa vicenda, dai connotati non del tutto trasparenti, è il forte impatto che si ha sui conti pubblici, dovuto, appunto, alla presenza di queste società partecipate, che sono numerose e cospicue nel nostro Paese. Il punto chiave è che un terzo delle società partecipate, soprattutto degli enti locali, che ricordo essere 5.258, risulta essere in perdita, e questo ha gravi ripercussioni, chiaramente, anche sui conti del bilancio e sul nostro debito pubblico.
  Nonostante sia diffusa l'opinione che il settore delle società partecipate locali, troppo numerose, troppo piccole e troppo inefficienti, debba essere radicalmente riformato, gli interventi effettivi che vi sono stati a livello normativo sono stati, finora, però, di scarsa efficacia, e dal punto di vista, quindi, pratico, non si è passati all'azione.
  Quindi, gli intenti per ridurre il numero di queste partecipate, contenerne la spesa, l'impatto sul debito pubblico e incrementarne la trasparenza, sono rimasti dal punto di vista di iniziative legislative. A titolo esemplificativo, i pagamenti a qualsiasi titolo erogati dai Ministeri nei loro confronti ammontano a 30,55 miliardi nel 2011, a 26,11 nel 2012 e a 25,93 nel 2013. Sono cifre molto cospicue che potrebbero rappresentare un bacino dove prendere potenziali risorse per fare altri tipi di operazioni che potrebbero servire al Paese e non per investirle dichiaratamente in queste partecipate che alla fine risultano poco trasparenti.
  In base al decreto-legge n. 66 del 2014 si è conferito al commissario per la spending review – questa è la principale iniziativa legislativa – la predisposizione, entro il 31 luglio del 2014, di un programma di razionalizzazione di società a partecipazione pubblica – questo stiamo attendendo – favorendone quindi l'aggregazione e lo sfruttamento di economie di scala per migliorarne l'efficienza, con benefici per la finanza pubblica, poiché i risparmi a regime, Presidente, ammontano Pag. 3a circa 3 miliardi. Questo è il quadro che stiamo delineando ed è una doverosa introduzione per capire in che settore ci stiamo muovendo. Si tratta di pensare a un sistema più funzionale, aumentando contemporaneamente la qualità e la quantità dei servizi offerti, chiaramente, però, senza incidere sulla qualità per il cittadino. Il punto chiave è, a nostro avviso, circoscrivere il campo d'azione delle partecipate entro lo stretto perimetro dei compiti istituzionali dell'ente partecipante, rafforzando quanto già previsto dalla prima legge che se ne occupò, la legge finanziaria del 2008.
  Cosa chiediamo con questa mozione ? Una cosa semplice, quanto potente, introdurre più trasparenza in questi enti partecipati da parte del pubblico. La necessità che vi sia chiarezza, quindi, in ciascuna azienda partecipata secondo criteri già definiti per legge: aggregazione tra partecipate che offrono servizi simili, per sfruttare al meglio le economie di scala, come già detto, ad esempio per quanto riguarda i servizi di rete, acqua, gas, rifiuti ed elettricità; utilizzare la disciplina sugli ambiti territoriali ottimali, per promuovere gare e affidamenti su territori sufficientemente ampi, ovviamente qualora questo sia fattibile e qualora questo porti, ancora una volta, a soddisfare i criteri di efficacia e di economicità; favorire le partecipate che devono agire entro i perimetri rappresentati dai compiti istituzionali dell'ente partecipante, evitando di produrre beni e servizi che il settore privato può offrire in maniera più efficiente, efficace ed economica; limitare le partecipazioni indirette, le cosiddette «partecipate di partecipate» che rappresentano un altro buco nero della nostra gestione, oltre a ridurre il fenomeno delle micropartecipate, fenomeno dannoso perché consente la partecipazione in società troppo piccole per essere considerate strategiche. Queste, attraverso la necessaria trasparenza, possono essere ridotte di numero anche attraverso l'utilizzo dei costi standard che è un meccanismo utile ed essenziale per valutare l'efficienza attraverso la comparazione e la corretta gestione nonché uno strumento di determinazione dei trasferimenti necessari alle partecipate, perché ho già elencato prima quanto miliardi si spendono per queste partecipate da parte degli enti pubblici.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MARA MUCCI. Trasparenza significa anche comprendere i problemi di gestione avvenuti nelle partecipate con perdite più elevate e introdurre elementi di effettiva trasparenza a beneficio soprattutto della opinione pubblica. Significa introdurre controlli per quanto riguarda il flusso delle informazioni delle best practice che vengono applicate all'interno delle partecipate. Il punto cruciale che noi riteniamo si debba introdurre è sulla gestione del personale e delle persone che vengono assunte negli enti partecipati dalla pubblica amministrazione mediante pubblicazione sul sito Internet dell'ente pubblico per il riferimento agli organi da rinnovare. Quindi, la cittadinanza deve essere a conoscenza degli eventuali rinnovi degli organi di controllo e degli organi gestionali delle partecipate, prevedendo lo svolgimento anche di istruttorie pubbliche con scelte fondate sul merito, sulla conoscenza effettiva dei candidati e divulgando le eventuali proposte innovative...

  PRESIDENTE. Concluda.

  MARA MUCCI. Ho sei minuti, Presidente.

  PRESIDENTE. Li aveva sei minuti, ora ne ha zero.

  MARA MUCCI. Concludo, allora, dicendo che è importante introdurre la trasparenza per quanto riguarda le partecipazioni dal punto di vista della selezione delle persone che vengono assunte negli enti di partecipazione pubblica, attraverso, quindi, delle evidenze pubbliche, attraverso la pubblicazione sui siti on line delle partecipate dei criteri di valutazione del personale che verrà assunto e pensando a quell'operazione che può andare Pag. 4a vantaggio veramente della nostra comunità, anche interpellando quei ragazzi, quei giovani che sono usciti dal nostro territorio cercando altre occupazioni, perché, evidentemente, in Italia è difficile trovare lavoro, cercando di recuperarli perché questi detengono in seno anche delle esperienze professionali, capacità gestionali, capacità di correlazione, best practice apprese a livello internazionale, che possono essere reintrodotte nel nostro territorio...

  PRESIDENTE. Onorevole Mucci, siamo ampiamente oltre il tollerabile.

  MARA MUCCI. Concludo, Presidente, ringraziando il Governo per aver accettato la nostra mozione e gli impegni. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei per la sintesi.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Taglialatela. Non essendo presente in Aula, si intende vi abbia rinunciato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.

  BRUNO TABACCI. Grazie, signor Presidente. Svolgo alcune brevi considerazioni su questo tema, che certo merita una grande attenzione. È già stato ricordato che la struttura delle partecipate dello Stato raggiunge il numero di 50 e quella degli enti territoriali 5.258, come da evidenziazione della Corte dei conti. Non è sempre stato così. C’è stato nel tempo un sistema organico delle partecipazioni statali che ha dato anche risultati importanti alla strutturazione economica e industriale del Paese. C'erano negli enti locali le municipalizzate, che erano aziende specialistiche, specie nel settore dei trasporti e delle energie e non erano certo così numerose.
  È poi intervenuta una fase, quella degli ultimi vent'anni, in cui si è determinata una vera e propria moltiplicazione, che ha avuto come effetto e determinato, almeno sul versante degli enti locali (il contrario è avvenuto sul versante delle partecipazioni statali), un cumulo di inefficienze, di perdite, di debiti fuori bilancio e di moltiplicazione conseguente dei consigli di amministrazione.
  Ovviamente non si può esprimere un giudizio generale, che è uguale per tutti. Non tutte queste partecipate hanno le stesse caratteristiche. Se noi confrontiamo l'azienda di trasporto milanese, l'ATM, con quella romana – per citare due casi che sono emblematici –, le caratteristiche sono diametralmente opposte. Pur tuttavia, si pone, sia nel primo caso che nel secondo, l'esigenza di affrontare il senso che questo ha e il ruolo di queste partecipazioni dello Stato e degli enti territoriali.
  I criteri che sono indicati nelle mozioni sono corretti, andrebbero resi più espliciti. Il tema della semplificazione passa attraverso fusioni, attraverso soppressioni. Ci sono delle aziende che sono assolutamente inutili e che servono solo per coloro che siedono nei consigli di amministrazione e queste andrebbero oggettivamente cancellate.
  E poi, sul tema della modalità di nomina, mi pare giusto il richiamo alla trasparenza e all'evidenza pubblica nelle istruttorie, io aggiungo con un parere obbligatorio delle Commissioni parlamentari, ovvero delle commissioni regionali o delle commissioni consiliari, almeno quando si tratta di società quotate. Oppure si potrebbe introdurre un criterio con riferimento al valore della produzione.
  Certo, in relazione alla consistenza, si deve tentare di ridurre il rapporto diretto sul tema della gestione tra azionista e gestore, amministratore, amministratore delegato. Infatti, la commistione dei ruoli crea un elemento di grande confusione. La non ingerenza dell'azionista nella gestione deve essere accompagnata da controlli efficaci. Però è tutta una condizione differente.
  A me è capitato, in un passato neppure tanto lontano, di fare l'assessore al bilancio con delega alle partecipate e tra queste partecipate ce ne era anche una quotata in Borsa molto importante e consistente. Una volta fatte le nomine, il rapporto dell'azionista deve essere improntato ad un rispetto Pag. 5totale. Non è che può alzare il telefono e magari chiedere o suggerire di fare un'assunzione qui, piuttosto che un'assunzione là. È evidente che si tratta di distinguere i ruoli e non solo perché si tratta di un'azionista pubblico. Sarebbe opportuno che questo avvenisse anche per l'azionista privato, ma non pretendo di arrivare fino a quel punto, perché spesso gli azionisti privati si considerano padroni. Ma per l'azionista pubblico questo non può essere consentito, vi deve essere rigoroso distacco tra la funzione dell'azionista e il suo ruolo e quello della gestione. Dopodiché, se l'amministratore che è stato indicato non ha dato buoni risultati, lo si sostituisce, ma anche qui attraverso procedure di evidenza pubblica.
  Comunque, noi contavamo molto sul fatto che quello che aveva promesso il commissario della spending review portasse dei risultati. Questa è una materia sulla quale occorre metterci testa e guardare con grande attenzione perché sembra l'ultimo dei retaggi in cui si esercita un potere che talvolta confina con il malaffare. È opportuno che si faccia un'azione in profondità e il Governo la può e la deve fare. Mi auguro, quindi, che, almeno da questo dibattito, arrivi un'indicazione precisa sulla volontà di proseguire quella strada che era già stata indicata a suo tempo dai vari commissari della spending review e che poi, per una ragione o per l'altra, si è fermata. Bene, tanti auguri di buon lavoro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Guidesi. Ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Grazie Presidente, noi dovremmo suddividere, per fare una discussione appropriata, tra quelle cinquanta società di partecipazioni statali e quelle società, più di 5 mila, municipalizzate pubbliche che vivono e permangono ancora sui territori. Infatti, argomentare sulle società pubbliche così diventa difficile, soprattutto in un contesto dove si fa molta, molta generalizzazione e si considerano tutte queste società praticamente uguali. Mi riferisco soprattutto ai dati della spending review e mi riferisco soprattutto agli articoli che poi vanno sulla stampa. Perché dico questo ? Dico questo perché è sicuramente vero, come noi abbiamo inserito negli impegni, che serve una maggiore capacità e una maggiore attività funzionale al servizio per il quale la società pubblica sarebbe destinata perché la qualità aumenta attraverso la trasparenza, cioè non solo attraverso la scelta dei vari consiglieri di amministrazione o dei vari revisori dei conti e del collegio sindacale, ma anche attraverso la scelta di rendere trasparente il più possibile il piano industriale in maniera tale che si verifichino gli obiettivi, la calendarizzazione di essi nel piano industriale, ma anche e soprattutto si leghino gli stipendi e le premialità degli amministratori rispetto agli obiettivi. Poi, siccome siamo un Paese dove tutto è possibile e tutto è interpretabile, possiamo anche fare come gli amministratori di Poste che si danno i premi in base alla quotazione ed alla privatizzazione della loro società, ben sapendo che coloro i quali sono i garanti di quell'operazione sono gli stessi risparmiatori, per cui così diventa anche comodo avere il premio per gli obiettivi.
  Però, ciò che noi consideriamo e che noi vogliamo considerare è soprattutto il fatto che ci sono società pubbliche o a partecipazione pubblica che lavorano bene e che fanno risultati – e noi queste società le dobbiamo prendere da esempio – e ci sono società che, invece, non svolgono questo lavoro, ma sono società che diventano assistenziali per l'occupazione e per le scelte di gestione territoriale in base anche a volte al colore politico. Questo è assolutamente vero. La trasparenza in questo aiuta.
  Però aiuta anche la differenziazione tra queste società. Se ci sono società sane che producono utili e ci sono società – lo dico chiaramente: questo per me è uno dei nodi – che sono funzionali solo ed esclusivamente a quegli enti locali affinché si rispettino i vincoli del Patto di stabilità, questa è un'altra stortura che deve essere modificata. Ma non deve essere modificata Pag. 6solo ed esclusivamente a scapito di quelle società municipalizzate ma deve essere modificata soprattutto allo scopo di slegarsi da quei vincoli di bilancio del Patto di stabilità che non permettono ad alcuni enti locali di svolgere il proprio lavoro e di dare i propri servizi ai cittadini. Per concludere, Presidente, noi siamo favorevoli ad una maggiore trasparenza che, dal nostro punto di vista, consente ai cittadini, che sono soci di queste società, di verificare l'operatività delle società e il rispetto degli obiettivi dei piani industriali; una maggior trasparenza che consente sicuramente un miglioramento della qualità nella scelta degli amministratori ed una maggior trasparenza che consenta anche di verificare stipendi e premialità e, pertanto, di verificare i limiti dei tetti degli stipendi degli amministratori e le loro premialità rispetto agli obiettivi: questo aiuterebbe assolutamente. Ma siamo anche dell'idea che, se ci sono società municipalizzate o pubbliche che non svolgono un servizio adeguato e che sono sempre in perdita o che sono solo ed esclusivamente funzionali alle comunità, ai municipi e agli enti locali per riservare loro il mancato rispetto del Patto di stabilità – per così dire poi l'operazione contabile è ormai nota e conosciuta – queste società devono essere chiuse. Ciò non toglie che la riflessione che dobbiamo fare, soprattutto nell'ottica della mancata spending review che noi continuiamo a denunciare, è la seguente: noi continuiamo a pagare il commissario della spending review ma la spending review non arriva mai; non abbiamo in mano neanche l'elenco di quella fantomatica spending review ma poi ci sono ex commissari che fortunatamente pubblicano alcuni libri che si possono leggere e allora da lì attingiamo al lavoro che hanno combinato. In quella fantomatica spending review bisogna prendere come esempio le società che lavorano, che sono funzionali e che offrono un'ottima qualità del servizio ai propri cittadini perché non è che con la liberalizzazione risolviamo tutti i problemi di questo mondo. Spesso e volentieri con la liberalizzazione ci siamo trovati in situazioni dove su alcuni territori sono arrivate aziende che hanno fatto tutt'altro che dare un servizio buono ai territori. Spesso sono aziende distanti dai territori per cui non sono aziende del territorio e questo complica notevolmente sia l'attività di controllo sia il rapporto diretto tra il territorio e queste aziende. Anche in questo caso, dal nostro punto vista, la questione delle liberalizzazioni va anche un po’ limitata – lo dico ai tifosi delle liberalizzazioni in tutto e per tutto – va anche modificata rispetto al fatto che, se ci sono aziende del territorio che ci fanno spendere meno e che offrono un servizio migliore rispetto ad altre aziende, è giusto che tali aziende vengano premiate perché il rapporto diretto tra i cittadini e le aziende dello stesso territorio consente un maggior controllo. Ringrazio il Governo per il parere favorevole. Noi ovviamente voteremo la nostra mozione e anche quelle similari alla nostra (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, Scelta Civica ha sempre portato avanti una serie di iniziative nei confronti del Governo e in Parlamento sulla partecipate. Abbiamo fatto proposte per tutta la legislatura. Una parte di queste proposte è stata recepita già nell'ultima legge di stabilità con l'obbligo di chiudere le società con più amministratori che dipendenti. Altre disposizioni sono state raccolte nella delega Madia e speriamo che ne vengano raccolte ancora di più nel decreto legislativo. Siamo anche il partito che è riuscito a far inserire nell'articolo 97 della Costituzione il principio di trasparenza dell'organizzazione della pubblica amministrazione.
  Quindi, è evidente che su questo tema non possiamo che essere d'accordo su quello di cui si discute oggi.

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Mazziotti Di Celso. Onorevole Latronico e Pag. 7onorevole Guidesi, noi abbiamo avuto il piacere di ascoltare l'onorevole Guidesi, adesso vorremmo avere il piacere di ascoltare anche l'onorevole Mazziotti Di Celso. Vi ringrazio.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie. Quindi, per noi la trasparenza è sicuramente un valore fondamentale, lo è tanto più in un Paese in cui la fioritura di società partecipate è stata sterminata negli ultimi anni. Il problema non è solo – rispondendo un pochino a quello che diceva poco fa l'onorevole Guidesi – se le società statali e quelle locali vanno bene o vanno male: un tema fondamentale è cosa fanno, nel senso che, a prescindere dagli utili, ci sono società partecipate che gestiscono supermercati, ci sono le farmacie comunali; ci sono una serie di attività che non sono servizio pubblico in senso stretto ma vengono svolte da società partecipate, spesso per di più perdendo soldi. Le società immobiliari e quelle di consulenza sono quelle che perdono più soldi di tutti, insieme a quelle sul trasporto pubblico locale. Quindi, bene ha fatto il Governo che, in legge di stabilità, ha presentato una serie di proposte che prevedono anche la trasparenza dei risultati, altro tema importante, perché molto spesso non si sa come vadano come società.
  Sulla trasparenza delle nomine, credo che il richiamo fondamentale sia quello che in questi giorni è molto di moda in merito ai criteri di scelta di chi gestisce la cosa pubblica e i soldi pubblici. Noi abbiamo un principio generale che dice che i funzionari pubblici vengono scelti per concorso ma le società partecipate sono società di diritto privato, quindi, ovviamente non c’è un concorso pubblico in senso stretto, ma spesso svolgono funzioni che sono tipicamente pubbliche, tant’è vero che lavorano su base di concessione. Quindi, vi è indubbiamente un gap enorme di trasparenza tra quello che avviene quando si sceglie chi deve gestire un determinato ruolo all'interno della pubblica amministrazione e quando si scelgono gli amministratori. In questo senso, le norme sui compensi che sono state introdotte sono sicuramente importanti, ma ancora più dei compensi è importante capire come è stato scelto e come lavora chi prende un determinato compenso. Sui risultati, nella legge di stabilità ci sono norme sicuramente positive e interessanti, sulle procedure credo che si dovrebbe prendere esempio da altri Paesi – penso all'Inghilterra –, dove, quando si fa la nomina di rappresentanti in società partecipate dal Governo e dagli enti locali, c’è una procedura che non è una gara e non è un appalto ma semplicemente si sa chi sono candidati, c’è un periodo per le osservazioni, dopodiché si arriva alla nomina. Questo anche per evitare le polemiche successive. Io non sono un amante delle incompatibilità. In questi anni abbiamo inserito una serie di divieti dicendo che non si può fare l'amministratore degli enti locali se si è ricoperto un determinato ruolo e poi segue una lista di attività vietate. È sempre il meccanismo preferito nel nostro sistema giuridico, quello di favorire il divieto rispetto al controllo; io, invece, sono un fautore del controllo: bisogna controllare come lavora chi viene messo in una determinata posizione. In questo senso, ancora una volta, prima l'onorevole Guidesi faceva riferimento alle liberalizzazioni che non funzionano: mi permetto di dire che, se una liberalizzazione non funziona perché un'azienda lavora male e quell'azienda continua a lavorare male, la colpa è dell'amministrazione prima di chiunque altro, perché da noi si è persa la cultura del controllo e quindi la pubblica amministrazione preferisce dire «me lo tengo in casa e lo gestisco io», piuttosto che prendersi la responsabilità di fare una gara.
  Prima si diceva che, se l'azienda del territorio fa pagare meno, vincerà la gara, se invece fa pagare molto di più ce la si tiene perché si preferisce tenere l'azienda nel territorio rispetto a una sana concorrenza, ma secondo me si fa un danno ai cittadini. Anche sugli utili: vanno benissimo le aziende che fanno utili, c’è però il vizio di moltissime aziende municipalizzate di fare utili e poi, invece di abbattere le tariffe, distribuirli al comune che ci fa Pag. 8le sagre e le feste di paese per il consenso elettorale. Questo è diffusissimo in determinate regioni d'Italia. Noi abbiamo cercato di introdurre un divieto e di dire che le società che forniscono servizi pubblici locali, se fanno utili, li devono reinvestire o li usano per abbattere le tariffe, perché abbiamo recentemente esperienze nel collegio dove sono eletto, a Pavia, di aziende che svolgono appunto servizi pubblici locali dove ci sono stati utili e i soldi di queste aziende all'inizio sono stati dati in distribuzione ai comuni per motivazioni come queste e poi alla fine si sono direttamente rubati 1 milione e mezzo di euro, che era più facile. Quindi, il tema della trasparenza è un tema rilevantissimo, perché riduce le polemiche, perché evita le contestazioni successive; evita di trovare articoli magari assurdi su una persona che merita tutti i curriculum e le qualità ma si dice: perché non è stato chiamato quell'altro ?
  Se si facessero procedure in cui si dice chiaramente chi è stato valutato e poi su quelle basi si arrivasse alla scelta sarebbe nell'interesse di tutti e, soprattutto, dell'immagine della pubblica amministrazione. Tema non indifferente, si valorizzerebbe il merito, perché di fronte ad un confronto con l'opinione pubblica sulla qualità dei candidati scene tipo la nomina in determinate partecipate della persona di estrazione puramente politica senza alcuna qualifica non si verificherebbe più perché nessuno avrebbe il coraggio di farlo.
  La trasparenza preventiva è un valore molto importante. Ad esempio, nella legge di stabilità si è detto sui contratti che, come condizione di pagamento, bisogna aver rispettato gli obblighi di trasparenza. Ecco, io credo che anche per le nomine bisognerebbe prevedere lo stesso meccanismo, ossia che una nomina non diventa efficace fino a che il meccanismo di scelta non è stato reso trasparente e penso anche che, siccome questo tipo di atti sono atti di alta amministrazione, non si può pensare di avere il ricorso al TAR per decidere continuamente, salvo in casi clamorosi, se era meglio l'uno o l'altro, il giudizio pubblico, inteso come giudizio della comunità, possa essere importante. Anche perché l'obbligo di motivare la decisione esiste eccome, e quindi occorre evitare situazioni, come altre che si sono verificate, di società molto importanti in cui poi sono state contestate le nomine.
  Una ultima considerazione sui lavori parlamentari. Ne parlai a suo tempo anche con il gruppo del Movimento 5 Stelle. Credo che questa discussione cada in un momento sbagliato, nel senso che noi abbiamo affrontato la discussione sulla legge sulla pubblica amministrazione, avremo la discussione sui decreti legislativi di attuazione, abbiamo una serie di norme, a partire dalla legge di stabilità, che contengono disposizioni sulla trasparenza, e noi oggi stiamo dedicando una buona dose di tempo parlamentare su una cosa che abbiamo discusso e discuteremo ampiamente nei prossimi mesi su base normativa. Quindi, pur ringraziando il Governo, noi come partito su questo tema ci siamo sempre stati e continueremo ad esserci. Ovviamente, una volta che la discussione è iniziata, abbiamo scelto di presentare una mozione che era ben più corposa, ma che, per motivi di omogeneità dei contenuti, è stata smagrita. Avremmo preferito fare questa discussione forse qualche tempo fa o farla direttamente sui provvedimenti che avranno una efficacia diretta nel nostro Paese.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la sottosegretaria De Micheli in quanto intende rivedere alcuni pareri. Ne ha facoltà.

  PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, dopo un approfondimento, anche con alcuni rappresentanti dei singoli gruppi, il Governo sarebbe disponibile a cambiare alcuni pareri, sempre se i sottoscrittori accettano ovviamente delle riformulazioni.
  Mi riferisco in particolare al parere sulla mozione Businarolo ed altri n. 1-00783 (Nuova formulazione). Confermerei il parere contrario su una parte della Pag. 9premessa che va dalle parole: «un esempio» alle parole «non meritevoli», cambiando il parere sul resto delle premessa in parere favorevole. Confermerei il parere contrario sulla parte dispositiva, con riferimento alle lettere a) e b), mentre cambierei il parere in favorevole sulla lettera c) della medesima mozione.
  Per quanto riguarda invece la mozione Scotto ed altri n. 1-00912 cambierei il parere in favorevole sulle premesse e sulla prima parte del dispositivo dalle parole: «ad adottare» fino a «dai candidati», mentre, sulla seconda parte, per arrivare ad un parere favorevole chiederei ai sottoscrittori una riformulazione di questo tenore: andrebbe espunto da questa seconda parte del dispositivo dalle parole: «all'introduzione» fino alla parola «tale», successivamente il «da» diventa un «ad» assicurare la massima chiarezza e trasparenza da parte dei cittadini durante lo svolgimento dell’iter di selezione. In questo caso anche sulla seconda parte del dispositivo il Governo sarebbe disponibile ad esprimere parere favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ricciatti. Ne ha facoltà. Ovviamente chiedo all'onorevole anche di comunicarci se accetta la riformulazione del Governo.

  LARA RICCIATTI. Grazie signor Presidente, grazie signora sottosegretaria per aver provato a confrontarsi con i gruppi parlamentari per provare a cambiare il parere; riformulazione che il mio gruppo parlamentare accetterà non con poco rammarico, perché registriamo, dopo il dibattito rispetto alle mozioni avvenuto lunedì, che è molto facile dire «trasparenza», un po’ più difficile praticarla; come infatti diceva giustamente il collega Mazziotti Di Celso che mi ha preceduta, se veramente il Governo e questa maggioranza avessero voluto praticare e scrivere le parole chiare rispetto al tema della trasparenza per quello che riguarda le nomine all'interno dei CdA, saremmo e sareste intervenuti nel decreto sulla pubblica amministrazione, mentre invece preferiamo rinviare questo tema, così caro durante il periodo elettorale e un po’ più dimenticato durante le pratiche quotidiane di azione politica che tutte e tutti facciamo in giro per il Paese in maniera quotidiana, ad una mozione che, come sappiamo, impegna il Governo a valutare ipotetiche opportunità ma in maniera stringente non siamo mai nelle condizioni, per mera volontà politica, di scrivere parole chiare rispetto al tema della trasparenza e della pubblicità per la nomina dei consigli di amministrazione delle partecipate pubbliche. Il gruppo Sinistra Ecologia Libertà all'interno della propria mozione ha deciso di scrivere in maniera chiara..

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Ricciatti. Onorevole Guidesi, credo che tutti abbiano diritto ad essere ascoltati dal Governo. Prego.

  LARA RICCIATTI. Abbiamo deciso all'interno della nostra mozione di affrontare due temi, uno è la famosa spending review e l'altro è il tema della trasparenza. Però, guardi, signor Presidente e signora sottosegretaria, per quello che ci riguarda non si può fare spending review sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori, quindi se di spending review si deve trattare, troverete tutto il nostro plauso laddove si possano andare a tagliare gli sprechi, ma troverete tutta la nostra contrarietà laddove voi doveste decidere di andare a tagliare diritti e posti di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori.
  Rispetto al tema della trasparenza noi proponevamo la pubblicazione on line sui siti Internet dei curricula delle candidate e dei candidati per far parte dei consigli di amministrazione e la parte che la sottosegretaria ci chiede, attraverso una riformulazione, di cassare – perché è bene dire le cose come stanno – è di inserire come modus operandi anche un meccanismo di audizioni pubbliche. Noi accettiamo, ripeto, la riformulazione, quindi toglieremo dalla nostra mozione l'impegno di prevedere delle audizioni pubbliche perché vogliamo considerare in tono e in senso propositivo il fatto di aver compiuto tutte Pag. 10e tutti insieme un passo avanti verso l'annoso tema della trasparenza, perché se c’è una notizia che troviamo all'interno di tutti i quotidiani tutte le mattine sono casi di assenza di trasparenza soprattutto all'interno delle strutture pubbliche che vanno a generare poi un vuoto non solo normativo ma anche etico e morale. Noi di Sinistra Ecologia Libertà pensiamo che il tema della trasparenza non sia solo un settore da trattare in senso normativo ma anche e soprattutto più etico e morale, però abbiamo voluto partecipare anche noi a provare, ripeto, a scrivere in maniera chiara che in un contesto in cui appunto ex commissari come Carlo Cottarelli dedicano del tempo scrivendo anche dei libri su come provare a fare una spending review più o meno condivisibile, più o meno sana, noi siamo qui a dire che se di spending review si deve trattare, va bene, però per quello che ci riguarda deve camminare di pari passo con trasparenza, con chiarezza, per far sì che oggi, come spesso accade, a fare carriera all'interno dei consigli di amministrazione delle strutture pubbliche non siano solo ed esclusivamente gli amici degli amici ma, sa, noi abbiamo un'utopia, l'utopia è che un giorno arriverà anche l'Italia basata sul merito, sulla capacità, sulle competenze, sulle reali capacità che una persona può mettere a disposizione anche di un consiglio di amministrazione...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Ricciatti.

  LARA RICCIATTI. ...di una struttura pubblica.
  Quindi noi pensiamo che, in attesa di quel giorno in cui potremo finalmente entrare nei consigli di amministrazione grazie al merito e al contributo professionale che una persona può dare, accettiamo la riformulazione della nostra mozione. Voteremo favorevolmente anche le mozioni degli altri gruppi, ci asterremo su una mozione tanto fumosa quanto vaga che è quella dei colleghi del Nuovo Centrodestra, che non ci piace, perché capisco che il tema della trasparenza sia un tema abbastanza spinoso per alcune persone, però per noi sulla mozione non si possono usare parole fumose ma almeno per quello che riguarda l'impegno che andiamo a scrivere in una mozione dobbiamo essere chiari (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,48).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto l'onorevole Vignali.

  RAFFAELLO VIGNALI. Grazie Presidente. Innanzitutto devo dire che condivido le parole del collega Mazzioti Di Celso. Trovo anche io, francamente, fuori tempo questa discussione oggi, anche perché bisogna innegabilmente dare atto a questo Governo di aver posto mano con decisione, non da oggi, alla questione delle società partecipate. Nella legge di stabilità per il 2015 c’è stato il provvedimento per la soppressione delle società che risultino fatte da un solo amministratore, nel quale gli amministratori siano superiori ai dipendenti. È stata prevista la razionalizzazione da parte di vari soggetti delle società a partecipazione societaria. È stata anche modificata la disciplina dell'affidamento diretto secondo criteri maggiormente rispondenti alle normative comunitarie. Non è nemmeno vero, come ho appena sentito dire, che nella riforma della pubblica amministrazione di questo non si sia parlato. Pag. 11Forse la collega Ricciatti era distratta, ma forse è il caso di andarsi a rileggere l'articolo 18, che prevede diversi provvedimenti su questo: intanto l'obiettivo che le partecipazioni debbano mantenersi entro il perimetro dei compiti istituzionali delle amministrazioni interessate e solo per ambiti strategici o la tutela di interessi pubblici rilevanti; la razionalizzazione delle regole per la scelta degli amministratori e l'assunzione dei dipendenti; la regolazione dei flussi finanziari tra la partecipante e la partecipata, le regole per la responsabilità degli amministratori, le regole per il commissariamento di quelle che non funzionano e di quelle che sono in perdita; vi sono per il consolidamento dei bilanci delle partecipate nell'ambito del bilancio dei partecipanti, che siano i comuni, le regioni o quant'altro e sono state, peraltro anche rafforzate le misure di incentivazione dei processi di aggregazione.
  Peraltro, nella presentazione della legge di stabilità, che andremo ad approvare nel prossimo periodo, il Presidente del Consiglio ha confermato l'obiettivo, che era fissato nella relazione del commissario della spending review, di ridurre le partecipate da quasi 8 mila a mille. Quindi non si può dire che non si stia facendo un lavoro, francamente questa discussione sembra fuori tempo e giustamente qualcuno ha detto che doveva esser fatta un anno e mezzo fa ma non oggi. Perché su questo il Governo sta lavorando e sta lavorando tanto.
  Detto questo, noi crediamo che ci siano tre tipi di bene. I beni statali, che siano anche comunali e regionali, e a questi deve provvedere lo Stato, i beni economici a cui deve provvedere il mercato ed i beni sociali a cui deve provvedere la società.
  Secondo aspetto: tante volte, purtroppo, lo diceva molto bene prima il collega Tabacci, guardiamo l'efficienza e l'economicità ma non guardiamo il primo obiettivo che devono avere le pubbliche amministrazioni, compresi questi enti, che è l'efficacia. Ci sono ancora troppe disparità – lui citava il caso dell'azienda dei trasporti di Milano o quella di Roma – e sono evidenti, a chiunque utilizzi questi mezzi. Ci sono tante disparità e su queste bisogna lavorare, perché l'obiettivo è dare un servizio adeguato ai cittadini. L'efficienza e l'economicità vengono di conseguenza quando si ha veramente a cuore l'efficacia.
  Attenzione, però, questo è il regime di monopolio. Infatti, quando ci sono regimi di monopolio, capita che non si guardi più l'efficacia, l'efficienza e l'economicità e, appunto, nascono evidentemente i carrozzoni. Ma stiamo anche attenti – e questo lo dico – a non irrigidire troppo queste società partecipate, perché nascono esattamente per avere una flessibilità per potere erogare un servizio che normalmente va ai cittadini. Se rimettiamo loro tutte le regole della pubblica amministrazione, allora facciamo diventare l'azienda dei trasporti un dipartimento del comune. Ma opererà peggio, non meglio.
  Quanto poi alla questione che noi abbiamo posto, della trasparenza, la collega Ricciatti diceva che è strano che l'abbiamo posta noi. Insomma, sono accuse che francamente respingiamo tranquillamente al mittente. Noi siamo assolutamente a favore della trasparenza e della pubblicità della selezione degli amministratori e questo chiediamo nella nostra mozione, con particolare riferimento a quelle società che svolgono la loro funzione nell'ambito dei servizi pubblici locali. Però, su questo fronte, credo che sia giusto quello che il Governo ha respinto in certe mozioni. Perché ? Intanto per valutare i curriculum bisogna avere un curriculum adeguato. Non è vero che chiunque può valutare chiunque. Normalmente la valutazione dei curriculum, come accade per esempio nei concorsi nell'ambito accademico e nell'ambito scientifico, si fa tra pari. Bisogna avere un curriculum adeguato per valutare un altro curriculum. Non chiunque può valutarlo.
  In secondo luogo, non dimentichiamo che queste società non di rado sono direttamente legate alla responsabilità dell'amministrazione in capo. Facciamo un esempio, prendiamo le ASL: i medici devono essere scelti con concorso, ma i Pag. 12direttori generali è giusto che siano scelti dall'amministrazione regionale, perché comunque è la regione che risponde dell'andamento della sanità, compresi quei bilanci. Ed è un principio di responsabilità fondamentale. Poi spetta alla regione scegliere bene, questo sì, ed essere trasparente sulla gestione e sulla valutazione e, nel caso, mandare a casa chi non sa fare questo. Ma lo stesso vale per i trasporti, perché comunque del malfunzionamento di un'azienda di trasporti risponde il comune, non risponde la piazza. Ne risponde il comune, ne risponde il sindaco ed è giusto che vi sia un meccanismo di responsabilità.
  Quindi grande trasparenza, grande pubblicità, ma non dimentichiamo che, a fondo di tutto questo, perché funzionino, ci vuole orientamento all'efficacia e responsabilità seria di chi amministra. Ma la responsabilità non si stabilisce per legge.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, la mozione ha lo scopo di fare una riflessione di carattere generale sulle partecipate, che a torto o a ragione – secondo me molto a ragione – vengono descritte come uno dei problemi emergenziali del Paese, soprattutto in riferimento a sprechi, razionalizzazione e corruzione. Detto questo, l'aspetto principale che affronta la mozione è quello del compenso, della scelta della nomina e del compenso dell'indennità di chi ne fa parte e gestisce queste società partecipate degli enti locali, delle regioni, dello Stato e quant'altro. Infatti, non dimentichiamo che vi sono anche quelle dello Stato che vanno peggio, alcune delle quali – soprattutto quelle che riguardano i trasporti – hanno caratteri esorbitanti ed eclatanti di corruzione, nettamente superiore anche a quelli degli enti locali.
  Detto questo è fin troppo evidente che è uno strumento, che invece di essere utilizzato al meglio, purtroppo nel nostro Paese non viene utilizzato al meglio. Infatti, ne abbiamo alcune, per carità, che magari sono efficienti, efficaci e che rispetto ai costi-benefici hanno anche un parametro ottimale. Però, ce ne sono tantissime inventate, che addirittura non svolgono alcuna funzione e alcun servizio, se non quello della costituzione di chi dovrebbe gestirle per non gestire niente: l'unica cosa che gestiscono sono solamente le loro indennità, i loro stipendi ed i loro sperperi e sprechi.
  Poi ce ne sono alcune, la stragrande maggioranza, secondo il Piano Cottarelli, che le individua, nel contesto di razionalizzazione della spesa pubblica, come un cancro della spesa pubblica del Paese e del bilancio dello Stato, inteso questo come filiera istituzionale (Stato, regioni, comuni, ciò che è rimasto delle province e anche enti di diritto pubblico). La cosa principale è l'utilizzo che se ne è fatto: dissennato completamente, quasi sempre clientelare, senza controlli e senza alcun tipo di gestione. Ed è inutile vedere gli effetti, perché i cittadini sono costretti a pagare tasse esorbitanti, soprattutto nel contesto degli enti locali, e vi sono molti comuni – vedi Roma ma non solo Roma, non sono solo società di trasporto, ma tante altre – i cui bilanci vanno in dissesto finanziario, soprattutto anche per la cattiva gestione di queste partecipate. C’è una bassissima qualità, non c’è differenza rispetto alle parti politiche: rubano tutti. La corruzione c’è dappertutto, l'inefficienza è dappertutto, la costruzione inventata di queste partecipate la fanno tutti i partiti e tutte le coalizioni, di qualsiasi colore, laddove vanno all'interno della gestione.
  È fin troppo evidente che si tratta di un problema che bisogna affrontare. Succede di tutto, non c’è solamente corruzione e cattiva gestione. Faccio un esempio di come, in maniera dissennata, sono state utilizzate in riferimento al personale: per esempio, da anni, le manovre economico-finanziarie – cioè, sia le leggi finanziarie prima e le leggi di stabilità dopo, e anche tutti i decreti di razionalizzazione della spesa pubblica – sono intervenute quasi sempre sul contenimento della spesa pubblica Pag. 13di assunzione di personale: mi riferisco, in particolare, a blocchi del turn over, al blocco totale, al blocco parziale, al rispetto del Patto di stabilità, cioè a una serie di regole. Che cosa è successo nel nostro Paese ? Che magari, per paura della Corte dei conti o per paura anche di conseguenze di carattere penale o quant'altro, i comuni, le province e le regioni hanno rispettato questi divieti (non tutti, ad onor del vero, soprattutto nella sanità, dove è successo di tutto, soprattutto nelle ASL delle regioni meridionali), hanno rispettato questi vincoli e, invece, che cosa poi hanno fatto ? Hanno esercitato tutta la loro spinta, tutta la loro brama di clientela e quant'altro rispetto al reclutamento di personale e lo hanno fatto con le partecipate, peraltro facendo un danno finanziario incredibile, un danno incredibile rispetto alla meritocrazia, alla trasparenza, all'efficienza e a tutto. Quindi, un danno inestimabile, perché, se Cottarelli ci dice che sono più di 8 mila e quant'altro – secondo me sono molto di più, però un numero molto attendibile, per quello che riguarda il numero – se poi guardiamo al personale, veramente c’è da farsi venire i brividi perché, secondo me, nessuno potrebbe conoscere esattamente quanto personale hanno tutte queste partecipate rispetto a tutte le situazioni che noi conosciamo.
  Ora, davanti a una situazione del genere, che è così diffusa su tutto il Paese, noi riteniamo che almeno il minimo sindacale debba essere quello di ritenere che chi ne fa parte non sia condannato e non abbia problemi con la giustizia, che chi ne fa parte svolga il suo compito con merito, con onore e con trasparenza e che, soprattutto, venga pagato il giusto, senza che poi vi siano né rimborsi, né altri utilizzi e utilità all'interno di queste situazioni.
  Dalla prima lettura che si è fatta della legge di stabilità, il Governo ha affrontato questo problema, sarà compito adesso delle Commissioni e del Parlamento, sia al Senato e poi alla Camera, cercare eventualmente di perfezionarlo e di integrarlo in riferimento a quelle che saranno anche le conclusioni rispetto a quanto proposto dalle mozioni che sono oggi in discussione qui in Parlamento, in Aula, con riferimento anche alla disponibilità del Governo rispetto a questo tipo di situazione. È fin troppo evidente che io preannunzio il voto favorevole sulla mozione presentata da Forza Italia, ma anche sulle altre mozioni, che vanno nello stesso indirizzo di quella del nostro gruppo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Businarolo, che ovviamente pregherei, anch'ella, di informarci se accetta la riformulazione proposta dal Governo.
  Ne ha facoltà.

  FRANCESCA BUSINAROLO. Grazie, Presidente. Intanto il Governo non ha fatto una riformulazione, ma ha dato pareri separati.

  PRESIDENTE. Si chiama riformulazione...

  FRANCESCA BUSINAROLO. Mi scusi, non sapevo dal punto di vista tecnico... Comunque, per me si potrebbe fare una votazione per parti separate, ossia i primi due impegni di cui alle lettere a) e b) separatamente dalla lettera c).
  Procedo, quindi, con la mia dichiarazione di voto. La nostra intenzione era di parlare di società partecipate e di trasparenza nelle nomine. Il MoVimento 5 Stelle lo ha fatto con questa mozione e lo ha fatto per primo. Mi spiace aver sentito dai colleghi precedenti che siamo fuori tempo, ma, in realtà, siamo in tempo, perché l'impegno che il Governo deve prendere è reale e concreto.
  Vorrei un attimo inquadrare la questione, perché stiamo parlando di società controllate direttamente o indirettamente dallo Stato, dalle regioni, dalle province e dai comuni, che, solo nel 2013, secondo la magistratura contabile, hanno fatto spendere al nostro Paese 25 miliardi e 93 milioni di euro: costi elevatissimi, legati alla composizione degli organi di amministrazione, agli stipendi degli amministratori, dei dipendenti e dei consulenti, oltre Pag. 14agli altissimi costi aggiuntivi, come quelli per le spese di rappresentanza, l'utilizzo di vetture aziendali e le spese di segreteria.
  C’è poi lo scandalo, che più di qualcuno ha già citato, che riguarda le partecipate nelle quali gli amministratori sono più dei dipendenti o che addirittura non hanno dipendenti.
  Non dimentichiamo – cosa, secondo me, ancora più grave – che nelle partecipate i consigli di amministrazione sono dei veri e propri poltronifici: è un modo semplice per conferire incarichi a politici trombati o per regolare favori.
  Moltissime di queste società – ed è la denuncia più grande che vogliamo fare – si contraddistinguono per la scarsa trasparenza e per i dati nebulosi che si nascondono dietro al diritto di non dover rispondere agli stessi principi di trasparenza ai quali deve attenersi la pubblica amministrazione. Ma, essendo partecipate, esse stesse devono pubblicare i bilanci, i curricula degli amministratori e quant'altro, ma non lo fanno.
  La situazione è resa ancora più complicata dal fatto che i comuni, le province, e quant'altro, sono legati al Patto di stabilità e gli enti locali comunque devono recuperare le risorse finanziarie che le società partecipate utilizzano. Quindi, sono costretti ad incidere negativamente sui servizi pubblici e chi paga, ovviamente, di propria tasca sono sempre i cittadini.
  Qualcuno ha citato il fatto che nella legge di stabilità 2015 si annunciava un taglio delle partecipate, che dovevano passare da 8 mila a mille. Ma le promesse di Renzi sono rimaste aria fritta, cioè siamo ancora ai numeri dell'anno scorso e anche quest'anno si annuncia nella legge di stabilità per il 2016 che le partecipate verranno ridotte a mille unità. Io spero che questo avvenga veramente, ma, visti i precedenti, ho molti dubbi. Infatti, lo stesso Cottarelli, che è stato citato più volte, l'ex commissario alla spending review, aveva dato fior fior di consigli su come ridurre gli sprechi nella pubblica amministrazione, però poi se n’è andato, è tornato in America e, purtroppo, non ha ottenuto grandissimi risultati.
  Cosa propone il MoVimento 5 Stelle ? Una proposta reale, concreta e di trasparenza. Noi vogliamo intervenire per garantire la maggiore trasparenza proprio nella scelta dei candidati ai consigli di amministrazione delle società partecipate. Come vogliamo farlo ? Pubblicando prima di tutto i curricula dei candidati sui siti Internet degli enti interessati, in modo che il singolo cittadino possa visionarli e formulare domande e osservazioni sui profili dei candidati e sulle loro competenze.
  Chiediamo altresì che sia obbligatorio pubblicare anche i certificati penali dei singoli candidati sul sito Internet della società partecipata. Niente di fantascientifico, dato che la direttiva del Ministero dell'economia e delle finanze della scorsa estate proprio nell'allegato precisava la necessità che nelle partecipate non possano lavorare persone che abbiano subito una sentenza di condanna, anche non definitiva. Quindi: pubblicazione dei curricula e pubblicazione dei certificati penali.
  L'ultima questione, la più importante, è offrire la possibilità ai cittadini di sentirsi partecipi di tali scelte e di dare il proprio contributo nella scelta dei candidati, che ora è fatta sostanzialmente a porte chiuse: sono imposti senza alcuna possibilità di confronto.
  Il MoVimento 5 Stelle crede che sia importante coinvolgere i cittadini, i dipendenti, i clienti e i fornitori delle stesse società partecipate, perché possono dare un contributo attivo, magari anche evitando di nominare politici – come ho detto prima – trombati, che non sanno dove andare se non vengono piazzati, senza troppe competenze, a gestire servizi pubblici anche essenziali.
  È importante, poi, rendere pubbliche queste audizioni, e intendo proprio fare dei veri e propri colloqui pubblici, aperti alla partecipazione dei cittadini, per premiare sia il merito che la competenza dei futuri manager da designare nei consigli di amministrazione della società partecipate. Pag. 15Noi vogliamo assicurare la massima trasparenza e partecipazione dei cittadini durante lo svolgimento della selezione e dare la possibilità di rivolgere direttamente domande ai candidati. Ovviamente, delle domande e delle risposte gli enti dovranno tenere conto nel corso della discussione e deliberazione delle nomine.
  Il MoVimento 5 Stelle vuole puntare a portare un cambiamento serio e reale, garantendo ancora di più la trasparenza e la chiarezza nella scelta dei candidati. Perciò, mi stupisco che il Governo abbia dato parere contrario a quella parte degli impegni che andava a coinvolgere di più i cittadini in queste scelte. Non è nulla di avulso dalla realtà attuale: i cittadini possono e devono contribuire, e quindi mi spiace moltissimo che il Governo non voglia aprire le porte di queste audizioni e di queste scelte ai cittadini, che possono dare un apporto reale, concreto e anche efficace, secondo me, nella scelta di queste nomine.
  Infine, Presidente, voglio ringraziare i cittadini che hanno creduto e scritto questa mozione: parlo di Luca, Federico, Cristiano e altri, che hanno contribuito e hanno creduto in questa rivoluzione di trasparenza e partecipazione nelle nomine delle società partecipate. Voglio credere, con loro, che questo sia possibile, e ora sta a voi non deluderli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiani. Ne ha facoltà.

  ANTONIO MISIANI. Grazie, signor Presidente. È sicuramente utile che il Parlamento torni a discutere di questo argomento e dia ulteriori indirizzi al Governo sulle nomine nelle società pubbliche, ed è utile questa discussione, innanzitutto, se guardiamo alle dimensioni di questo fenomeno. Lo hanno ricordato praticamente tutti i colleghi e le colleghe che sono intervenuti: in Italia, secondo i dati dell'ultimo rapporto del Ministero dell'economia e delle finanze, nel 2012 esistevano oltre 8 mila società partecipate dalle pubbliche amministrazioni, dallo Stato, degli enti territoriali e da altri enti della pubblica amministrazione.
  Nel 95 per cento dei casi sono società partecipate da comuni, province e regioni; per quasi metà, sono società controllate e non solo partecipate. Ora, negli ultimi venti anni abbiamo assistito ad un movimento divergente tra lo Stato e le amministrazioni locali. Lo Stato ha messo in atto il più grande processo di privatizzazione delle economie avanzate: dal 1995 al 2010 abbiamo venduto decine e decine di partecipazioni statali, con un incasso di quasi 100 miliardi di euro. E questo processo sta andando avanti, come dimostra, da ultimo, la quotazione in Borsa e la parziale privatizzazione di Poste Italiane.
  Sul versante delle amministrazioni locali, invece, il movimento è stato di segno opposto: vi è stato un allargamento, un'estensione del novero e del numero delle società partecipate o controllate dagli enti territoriali. Su questo punto, dissento, però, da una serie di interventi che ho ascoltato anche in quest'Aula.
  Attenzione, perché questa proliferazione di società partecipate dagli enti locali, nella stragrande maggioranza dei casi, non è il frutto della mente perversa di qualche sindaco: deriva dall'idea, egemone negli ultimi venti anni, che i servizi pubblici locali andassero esternalizzati e aziendalizzati sempre e comunque; deriva dal fatto che questa corrente di pensiero egemone ha influenzato la legislazione di questo Paese, a partire dalla legge n. 142 del 1990, dal Testo unico degli enti locali e dai provvedimenti che si sono via via succeduti; deriva dalla frammentazione del quadro amministrativo italiano di un Paese che ha 8.092 comuni, e ogni comune è stato chiamato ad esternalizzare i servizi, a costituire società e quant'altro è accaduto in questi ultimi venti anni.
  Questa è la vera storia dell'allargamento a dismisura...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Misiani. Colleghi, potrei pregarvi tutti di abbassare un po’ il tono della voce ?

Pag. 16

  ANTONIO MISIANI. Questa, signor Presidente, è la vera storia della crescita, eccessiva sicuramente, delle società partecipate da parte degli enti territoriali.
  È chiaro che, da qualche anno, c’è una riflessione che va in direzione opposta e diversa. Il primo punto di intervento, come hanno ricordato i colleghi, e io condivido queste riflessioni, è quello oggi di una drastica riduzione di un numero di società partecipate che è cresciuto a dismisura in questi anni. Una serie di provvedimenti assunti dal 2006 in avanti, non da oggi, vanno esattamente in questa direzione e da ultimo vanno in questa direzione le misure contenute nella legge di stabilità 2015, quanto è riaffermato nel Documento di economia e finanza che abbiamo discusso e approvato questo anno in quest'Aula, e vanno in questa direzione anche alcune misure contenute nel disegno di legge di stabilità per il 2016 che il Governo ha incardinato in Parlamento in questi giorni.
  Ora, il tema specifico oggetto di queste mozioni, più che il ridimensionamento, è la trasparenza. La trasparenza è l'altro campo su cui è essenziale intervenire e lo è innanzitutto per un primo motivo di fondo: serve la trasparenza per attivare quel controllo diffuso dei cittadini che serve a tenere il fiato sul collo dell'opinione pubblica su chi fa troppe società, permette che vengano gestite male, che accumulino perdite e nel frattempo impone tasse ai cittadini che servono, in alcuni casi, solo per coprire questi disavanzi. Però, anche qui, dissento da interventi esasperatamente critici che ho ascoltato oggi. Attenzione: non partiamo da zero, signor Presidente. Ancora una volta, una serie di provvedimenti negli ultimi anni hanno dettato regole molto stringenti per quanto riguarda le deleghe, i compensi, il numero dei componenti dei consigli di amministrazione delle società pubbliche e questo è avvenuto innanzitutto a livello centrale per quanto riguarda le società partecipate o controllate dallo Stato. Vi sono state le direttive Saccomanni del 2013 e da ultimo gli interventi che nel 2014 hanno fissato un tetto rigido di 240 mila euro ai compensi degli amministratori. Questo per dire, signor Presidente, che, a livello centrale, le regole ci sono e, semmai, il punto è che queste regole vengano sempre più implementate e attuate con il massimo rigore e trasparenza. È questo quello che noi chiediamo al Governo per quanto riguarda le società direttamente o indirettamente controllate dallo Stato.
  È diverso il ragionamento che dobbiamo fare a livello locale perché lì oggettivamente c’è un quadro più frastagliato. Negli anni sono state via via previste delle regole più rigorose e più stringenti, ma spesso queste regole vengono disattese, non vengono applicate, rimangono sulla carta, con i fenomeni degenerativi che periodicamente esplodono e indignano l'opinione pubblica. Allora su questo punto, su quel 95 per cento di società partecipate o controllate dagli enti territoriali, noi invitiamo il Governo a fare di più, ad andare avanti sulla strada imboccata da parecchi anni, ad andare avanti e ad accelerare, se necessario, con ulteriori provvedimenti di legge. Indichiamo criteri tutt'altro che fumosi, perché noi chiediamo che vengano pubblicate, a tutti i livelli, le posizioni in scadenza. Chiediamo al Governo di prevedere norme per istruttorie precise e trasparenti per la selezione delle candidature.
  Chiediamo e impegniamo il Governo a pubblicare su Internet i curricula, i profili, i criteri, che vengono seguiti per la selezione dei candidati e chiediamo a tutte le amministrazioni pubbliche coinvolte che quando è in gioco la riconferma o meno di un amministratore, il primo criterio da seguire sia la valutazione dei risultati ottenuti. Questi sono per noi i punti centrali che, in gran parte, sono ormai operativi per quanto riguarda le partecipazioni dello Stato, lo sono solo in parte per la galassia delle società controllate o partecipate dagli enti territoriali.
  Su questi punti, insieme al contenimento delle retribuzioni dei dirigenti, così come è stato fatto per la pubblica amministrazione, chiediamo con questa mozione Pag. 17il massimo impegno da parte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

  PRESIDENTE. Colleghi, vi pregherei di prendere posto perché passiamo ai voti e, come di consueto, quando abbiamo a che fare con le mozioni, comunque, abbiamo qualche votazione particolare, come, ad esempio, sulla prima mozione Businarolo ed altri n. 1-00783 (Nuova formulazione).
  Anche l'onorevole Verini può prendere posto.
  Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
  Passiamo alla votazione della mozione Businarolo ed altri n. 1-00783 (Nuova formulazione).
  Avverto che i presentatori di tale mozione hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare le parti su cui il Governo ha espresso parere favorevole distintamente da quelle su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Ricordo che il parere del Governo è favorevole anche sulla premessa, avendo i presentatori accettato di espungere i capoversi quinto e sesto della medesima premessa.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Businarolo ed altri n. 1-00783 (Nuova formulazione), limitatamente alla premessa, come riformulata su richiesta del Governo, e al primo capoverso, lettera c), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  È il primo voto, quindi non obbligheremo l'onorevole Corsaro a correre per raggiungere la sua postazione... Onorevole Manfredi... Non si preoccupi onorevole Bianconi, come vede, noi siamo preveggenti... Fanucci... Onorevole Presidente Luigi Di Maio... C’è anche Di Stefano, nel senso che è arrivato anche l'onorevole Di Stefano... Simone Valente... Altri che non riescono a votare ? Guerra... Ci siamo ? Mucci... Onorevole Paglia, stiamo litigando con la tessera ? Forse, però, quella bisogna abilitarla... ? Il Presidente ne sa una più del diavolo ! Intanto approfittiamo, così anche l'onorevole Chimienti può prendere posto e votare. Onorevole Chimienti, siamo ancora all'inserimento della tessera, è un processo lungo, mi rendo conto... I tempi democratici dell'esercizio del voto, onorevole Chimienti... È del tutto evidente che la tolleranza è relativa al primo voto, anche troppa... Onorevole Pagano, ha votato ? Ci siamo ? Abbiamo votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  361   
   Votanti  342   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato   342.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Businarolo ed altri n. 1-00783 (Nuova formulazione), limitatamente al primo capoverso, lettere a) e b), del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marzano, Arlotti, Piepoli, D'Ambrosio, Galperti, Morani, Epifani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  364   
   Votanti  344   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato  108    
    Hanno votato no   236.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 18

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Scotto ed altri n. 1-00912, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Latronico, Nardi, Monchiero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  371   
   Votanti  356   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato  355    
    Hanno votato no   1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Misiani ed altri n. 1-01032, per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Montroni, Chaouki, Currò, Carloni, Matarrelli, Capodicasa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  378   
   Votanti  360   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato  300    
    Hanno votato no   60.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Guidesi ed altri n. 1-01034, per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni, Dorina Bianchi, Lainati, Fanucci, Quartapelle Procopio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  385   
   Votanti  378   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato   378.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Tancredi ed altri n. 1-01036, per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palese... Fabbri... Montroni... Parrini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  382   
   Votanti  286   
   Astenuti   96   
   Maggioranza  144   
    Hanno votato   286.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Crippa ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole, mentre avrebbe voluto astenersi).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Palese n. 1-01037, per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.Pag. 19
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni... Russo... Mannino... Vezzali... Tartaglione... Burtone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  393   
   Votanti  387   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato   387.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Mucci ed altri n. 1-01042, per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci... Montroni... Piepoli... Carloni... Venittelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  392   
   Votanti  372   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato   372.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Bombassei ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Mazziotti Di Celso e Monchiero n. 1-01043, per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grassi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  400   
   Votanti  365   
   Astenuti   35   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato   365.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rampelli ed altri n. 1-01044, per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni, Cecconi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  403   
   Votanti  376   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato  375    
    Hanno votato no   1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Carlo Galli ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario, mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole).

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 859-1357-1378-1484-1553 – D'iniziativa dei senatori: Scilipoti Isgrò; Falanga; Moscardelli ed altri; Stucchi; Ginetti: Introduzione del reato di omicidio stradale e del reato di lesioni personali stradali, nonché disposizioni di coordinamento al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e al decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274 (Approvata, in un testo unificato, dal Senato) (A.C. 3169-A); e delle abbinate proposte di legge: La Russa Pag. 20e Cirielli; Bianconi e Laffranco; Vezzali ed altri; Giancarlo Giorgetti ed altri; Carrescia ed altri; Nastri; Cristian Iannuzzi e Catalano; Catanoso Genoese e Francesco Saverio Romano; Palmizio; Crivellari; Greco; Ferraresi ed altri (A.C. 361-562-959-1430-1475-1643-1646-1677-2068-2192-2263-3366) (ore 10,35).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata, in un testo unificato, dal Senato, n. 3169-A: Introduzione del reato di omicidio stradale e del reato di lesioni personali stradali, nonché disposizioni di coordinamento al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e al decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274; e delle abbinate proposte di legge: La Russa e Cirielli; Bianconi e Laffranco; Vezzali ed altri; Giancarlo Giorgetti ed altri; Carrescia ed altri; Nastri; Cristian Iannuzzi e Catalano; Catanoso Genoese e Francesco Saverio Romano; Palmizio; Crivellari; Greco; Ferraresi ed altri nn. 361, 562, 959, 1430, 1475, 1643, 1646, 1677, 2068, 2192, 2263, 3366.
  Ricordo che, nella seduta del 26 ottobre 2015, si è conclusa la discussione sulle linee generali ed il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica mentre i relatori vi hanno rinunciato.

(Esame degli articoli – A.C. 3169-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge, nel testo della Commissione.
  Avverto che le Commissioni hanno presentato gli emendamenti 1.101, 1.102, 2.101, 2.102, 5.100 e 6.101, che sono in distribuzione.
  Avverto inoltre che, fuori della seduta, sono stati ritirati dai presentatori i subemendamenti Rondini 0.1.100.1 e 0.1.100.3 e gli emendamenti Bazoli 6.40, 6.42 e 6.43.
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 3169-A), che sono in distribuzione.
  Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
  A tal fine, il gruppo Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale e il deputato Cristian Iannuzzi sono stati invitati a segnalare rispettivamente i sei emendamenti e l'emendamento da porre comunque in votazione.

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 3169-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3169-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere delle Commissioni.

  ALESSIA MORANI, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Grazie, Presidente. Sulle proposte emendative Rondini 01.01 e Ferraresi 01.02 c’è un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario. Sugli emendamenti Sisto 1.32 e 1.1 c’è un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario. Sul Testo alternativo del relatore di minoranza Ferraresi il parere è contrario.
  Sugli emendamenti Sisto 1.2, Ferraresi 1.56 e 1.41, Daniele Farina 1.6 e 1.11, Sannicandro 1.12, Cristian Iannuzzi 1.9 e Rampelli 1.71 il parere è contrario.
  Sull'emendamento 1.101 delle Commissioni il parere è favorevole. Sugli identici emendamenti Ferraresi 1.44 e Ferro 1.50 il parere è sempre favorevole.
  Sugli emendamenti Gigli 1.51, Chiarelli 1.26, Rampelli 1.74 e 1.75 il parere è contrario.
  Sul subemendamento Rondini 0.1.100.2 il parere è favorevole, così come è favorevole sull'emendamento delle Commissioni 1.100.Pag. 21
  Sugli emendamenti Ferraresi 1.57, Rampelli 1.72, Sisto 1.29, Ferraresi 1.58 e Sannicandro 1.40 il parere è contrario, mentre sull'emendamento 1.102 delle Commissioni il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Invito ora il relatore di minoranza, onorevole Ferraresi, ad esprimere i pareri.

  VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza. Sulla proposta emendativa Rondini 01.01 ci rimettiamo all'Assemblea, mentre sulla proposta emendativa Ferraresi 01.02 il parere è favorevole. Sugli emendamenti Sisto 1.32 e 1.1 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Ferraresi, ma, proprio in questo momento, mi è stato comunicato che l'emendamento Sisto 1.1 è stato ritirato.

  VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza. Bene, Grazie, Presidente. Sul Testo alternativo del relatore di minoranza Ferraresi il parere è favorevole. Sull'emendamento Sisto 1.2 il parere è contrario, mentre sugli emendamenti Ferraresi 1.56 e 1.41 il parere è favorevole. Sull'emendamento Daniele Farina 1.6 ci rimettiamo all'Assemblea; sull'emendamento Daniele Farina 1.11 il parere è contrario, mentre sull'emendamento Sannicandro 1.12 il parere è favorevole. Sull'emendamento Cristian Iannuzzi 1.9 ci rimettiamo all'Assemblea, mentre sull'emendamento Rampelli 1.71 il parere è favorevole. Sull'emendamento 1.101 delle Commissioni ci rimettiamo all'Assemblea. Sugli identici emendamenti Ferraresi 1.44 e Ferro 1.50 il parere è favorevole.
  Sugli emendamenti Gigli 1.51, Chiarelli 1.26, Rampelli 1.74 e 1.75 ci rimettiamo all'Assemblea.
  Sul subemendamento Rondini 0.1.100.2 il parere è favorevole, mentre sull'emendamento 1.100 delle Commissioni ci rimettiamo all'Assemblea.
  Sull'emendamento Ferraresi 1.57 il parere è favorevole, mentre sull'emendamento Rampelli 1.72 ci rimettiamo all'Assemblea. Sull'emendamento Sisto 1.29 il parere è contrario, mentre sull'emendamento Ferraresi 1.58 il parere è favorevole. Sull'emendamento Sannicandro 1.40 il parere è contrario, mentre sull'emendamento 1.102 delle Commissioni ci rimettiamo all'Assemblea.

  PRESIDENTE. A questo punto invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere.

  RICCARDO NENCINI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Il Parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo all'articolo premissivo Rondini 01. 01.
  Ha chiesto di parlare il deputato Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Signor Presidente, lo ritiriamo.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo premissivo Ferraresi 01.02.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, questa proposta emendativa in premessa ci permette di fare una considerazione. La considerazione parte dal fatto che noi andiamo a inserire ovviamente nuove fattispecie di reato andando ad eliminare quelle già esistenti dell'omicidio colposo previste nell'articolo 589, ma ci dimentichiamo sostanzialmente di fare in modo che le stesse siano proporzionate nella pena. Quindi, per evitare appunto questa sproporzione, questa irragionevolezza nell'applicazione delle sanzioni penali, noi con questa proposta emendativa chiediamo che siano alzate le pene anche per l'omicidio colposo semplice, perché nella nostra intenzione dovrebbero essere tutte alzate in una proporzione di gravità. Quindi, la pena per omicidio colposo la alziamo semplicemente di sei mesi e di un Pag. 22anno nel massimo; andremo ad alzare quella per l'omicidio colposo commesso in violazione di norme sulla sicurezza sul lavoro – i soggetti che lo compiono mietono ogni anno migliaia di vittime anche in questa occasione, non solo quella della violazione del codice della strada – e quindi conseguentemente anche per quella della violazione del codice della strada. Quindi chiediamo semplicemente che ci sia una proporzionalità nell'applicazione delle sanzioni penali, con un aumento anche per il reato di omicidio colposo previsto dall'articolo 589 del codice penale.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo Ferraresi 01.02, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colleghi, avverto che abbiamo una serie di emendamenti. Non possiamo immaginare di stare con la votazione aperta per dieci minuti ogni volta. Quindi, o si sta in Aula o si rinuncia a votare. Folino, Marotta, Vico, Pastorino, Prataviera, Chaouki, Brignone....
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  373   
   Votanti  369   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato   76    
    Hanno votato no   293.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Senaldi ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sisto 1.32, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Arlotti, Piepoli, Patriarca, Marzana, Russo, Corsaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  389   
   Votanti  379   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato   38    
    Hanno votato no   341.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Carlo Galli e Senaldi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione del Testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Ferraresi.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie Presidente. Con questo testo alternativo – che il MoVimento 5 Stelle ha voluto presentare proprio per dare la differenza rispetto a quello che vuole portare avanti il Governo, ma sempre con la stessa intenzione, ovvero di cercare di dare giustizia alle vittime della strada, cercare di fare una norma che possa contemplare proporzione, giustizia e sistema – noi andiamo a creare un articolo alternativo che non introduce un reato nuovo, ma semplicemente opera sulle norme esistenti andando ad alzare le pene in modo proporzionato e proporzionale tra di loro, aumentando sia la fattispecie di omicidio colposo, prevista dall'articolo 589, ma leggermente, andando ad aumentare la pena per omicidio colposo commesso con violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e per quelle riguardanti la violazione Pag. 23del codice della strada e anche aumentando la fattispecie di violazione del codice della strada sotto l'effetto di sostanze stupefacenti o sotto l'effetto di una ebbrezza alcolica superiore ad 1,5 grammi per litro. Questa nostra formulazione praticamente farebbe in modo che la norma possa essere più omogenea e più concreta all'interno del nostro sistema, un sistema che c’è già, che funziona, un sistema in cui è solo necessario in questo momento alzare i minimi e i massimi edittali in modo proporzionato, in modo che queste gravi situazioni, queste gravi morti abbiano giustizia con pene adeguate.
  Nel nostro emendamento è inserito anche il fatto che nel caso di chi si dà alla fuga senza prestare assistenza alla vittima dell'incidente, la pena è aumentata della metà, e c’è un innalzamento anche per quanto riguarda il massimo di pena che si può concedere, da 15 a 18 anni. Quindi diciamo che il nostro testo è una reale alternativa più omogenea e senz'altro più concreta, ma anche più sistemica all'interno del nostro codice penale. L'intento è lo stesso, semplicemente noi crediamo che la formulazione tecnico-giuridica sia quella più giusta.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, vorrei che qualche volta guardasse anche da questa parte, altrimenti Farina giustamente...

  PRESIDENTE. Onorevole Sannicandro, io più che guardare devo ascoltare, se nessuno me lo dice... comunque adesso parli.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, interveniamo per chiarire subito la nostra posizione. Noi voteremo contro questo Testo alternativo, così come abbiamo già votato prima nei confronti di altri articoli.
  Voglio subito chiarire la nostra posizione con un aneddoto, un episodio vero di vita vissuta. Nella mia vita ho conosciuto un collega che, recandosi al lavoro, uccise con la sua autovettura una persona. Questo collega si recò successivamente qui a Roma per parlare con il suo avvocato difensore cassazionista, perché il processo era arrivato in Cassazione. Mentre ritornava al sud, fu ucciso lui in un incidente stradale. Questo per dire cosa ? Che il nostro compito – ed è compito quindi del legislatore – è guardare la fattispecie concreta dell'omicidio colposo, eventualmente per violazione delle norme sulla circolazione stradale, da vari punti di vista. Non dobbiamo dimenticare mai che ci sono le vittime della strada, ma che ci sono anche gli imputati, che sono anche cittadini. Il nostro codice penale da tempo insegna che ci vuole, appunto, proporzionalità e che ci vuole equilibrio. Proporzionalità delle pene ed equilibrio: la differenziazione non può essere, per così dire, irragionevole. Facciamo un esempio pratico. Non si possono elevare le pene per l'omicidio colposo, che pur sempre tale rimane, a livelli tali per cui sarebbe forse preferibile talvolta commettere un omicidio volontario. Infatti, la prassi insegna che si può anche arrivare a pene di gran lunga inferiori a quelle che noi preventiviamo qui in astratto per l'omicidio colposo.
  Quindi noi riteniamo anche valido un altro aspetto del problema, un altro principio. Riteniamo che l'aumento delle pene, com’è ormai riconosciuto da tutti, non è un elemento determinante per la diminuzione del reato e non ha alcuna efficacia deterrente, che spesso attribuiamo a questo rimedio. D'altra parte, se è vero come è vero che gli omicidi di cui stiamo discutendo nel corso degli anni sono diminuiti notevolmente, ci dobbiamo chiedere anche perché. Molti ci dicono che ciò è accaduto e accade proprio perché in questi anni si è intensificata l'attività di prevenzione, che comincia dalla presenza delle forze di polizia sulle strade – d'altra parte ne siamo tutti ben consapevoli per esperienza diretta –, passa attraverso l'educazione stradale dei cittadini, passa attraverso il rinnovamento delle autovetture con altre tecnologicamente più attrezzate Pag. 24e passa attraverso altri rimedi empirici di comune esperienza: per fare un esempio pratico, l'uso dell’airbag e delle cinture di sicurezza. Gli italiani, come è noto, al massimo indossano le cinture di sicurezza soltanto se stanno nei sedili anteriori, ma non nei sedili posteriori. Quindi c’è stata una riduzione di questi incidenti stradali con effetto mortale. Bisogna chiedersi per quale motivo. Di tutto ciò in questa proposta di legge non vi è menzione, non vi è alcuna menzione. Si pensa di affrontare il problema soltanto aumentando le pene, cosa tra l'altro già accaduta. Infatti, se mal non ricordo, fu nel 2006 o nel 2008 che si provvide proprio ad aumentare le pene in questa materia.
  Presidente, quanto tempo ho ?

  PRESIDENTE. Onorevole Sannicandro, lei ha 34 secondi.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Allora concludo. Continuerò con il prossimo emendamento.

  PRESIDENTE. Questo è nella sua disponibilità.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Presidente, intervengo brevemente anche per le cose ascoltate. Il nostro gruppo Fratelli d'Italia ha presentato una proposta a firma La Russa e a firma mia. Ovviamente siamo determinati a portare avanti, come tutto il resto del Parlamento, il provvedimento che riteniamo giusto dal punto di vista della realtà delle cose.
  È evidente che sul piano giuridico, condivido parte di quello che ha detto il collega Sannicandro e lo dico con chiarezza, perché questa volta il Parlamento interviene, non per contrastare un fenomeno criminale esistente, al quale le leggi esistenti non davano una risposta, ma purtroppo interviene per supplire un'azione sconsiderata da parte di tanta parte della magistratura.
  Mi dispiace dire queste cose, ma purtroppo il codice penale, che è scritto bene, già dava l'opportunità di punire in maniera pesante tante condotte che noi oggi in maniera così minuziosa, con pene anche elevatissime, andiamo a prevedere. È evidente che, di fronte ad un comportamento così scorretto sul piano della guida di un autoveicolo, una persona accetti il rischio di provocare la morte o gravissime lesioni di altre persone.
  È evidente che in questo caso i giudici avrebbero potuto condannare tante persone per omicidio volontario in base al dolo eventuale o lesioni gravissime volontarie, sempre sulla base dell'eventualità di accettare il rischio di fare del male al prossimo. Purtroppo non è accaduto, purtroppo abbiamo visto che, di fronte a gravissime violazioni stradali, persone che erano chiaramente in stato di ebbrezza, non perché avevano bevuto una birra ma perché si erano praticamente ubriacate, oppure persone che assumevano stupefacenti e poi si mettevano alla guida provocando a volte stragi, se la sono cavata con pene ridicole. Purtroppo, il dato è questo. In tanti anni abbiamo visto, da parte di una certa magistratura, un comportamento scorretto nell'applicazione del codice e della legge penale già esistente, che prevedeva già la possibilità di punire in maniera pesante questi comportamenti di violenti, di prepotenti, di sconsiderati. Purtroppo, per questo motivo, siamo costretti a cambiare il codice e a dare delle prescrizioni assai stringenti al comportamento dei giudici: cosa che, sul piano accademico, io non condivido, perché il prudente apprezzamento del giudice che, di caso in caso, deve valutare, secondo me, è ancora importante.
  Comunque, mi sembra che le Commissioni abbiano fatto un buon lavoro, nel senso che, riducendo in alcuni casi, il minimo della pena...

  PRESIDENTE. Onorevole Meta, gentilmente, sta parlando un collega, grazie.

  EDMONDO CIRIELLI. ...riducendo il minimo della pena, si dà una forbice più Pag. 25ampia e, quindi, si consente al magistrato di merito di disciplinare, nel contesto, però, più severo, questi fatti che ormai si ripetono con gravità e in maniera quantitativamente intollerabile, e soprattutto si sono ripetute in maniera intollerabile le pene minime inflitte a questa specifica parte di delinquenti che, certamente, non è una parte che può essere sottovalutata dal legislatore o dallo Stato.

  PRESIDENTE. Non so se vi sono altri che intendono intervenire. Vorrei, senza limitare la libertà di espressione di nessuno, ricordare che non ci troviamo né nella fase di discussione sulle linee generali, né in quella relativa al complesso degli emendamenti, ma siamo in dichiarazione di voto sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Ferraresi.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Ferraresi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Lombardi, Mazziotti Di Celso, Calabria. Abbiamo votato ? Non ha votato ? Provi a mollare il telefono per qualche istante, onorevole Calabria, magari c’è un corto circuito. Neanche senza telefono ? Bisognerà scaricare un'applicazione ! Bene, altri ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  413   
   Votanti  411   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato   71    
    Hanno votato no   340.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sisto 1.2, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Taricco..., onorevole Giammanco, che piacere averla tra noi... altri ? D'Ambrosio, Bosco, Monchiero... ha votato ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  412   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato   43    
    Hanno votato no   369.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferraresi 1.56.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Se il testo alternativo poteva non essere preso in considerazione perché, magari, è un testo del relatore di minoranza e, quindi, si contrappone a quello di maggioranza, questo emendamento ci permette, appunto, di rivalutare questa proporzionalità delle sanzioni e di cercare di introdurre un sistema di giustizia.
  Infatti, come dirò anche per l'emendamento successivo, qui si crea un grosso problema, che è il problema della discriminazione delle vittime che subiscono un omicidio per violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro. Allora, dovreste iniziare a spiegarci perché alcune vittime della strada meritano, per alcune violazioni – ossia, chi ha commesso il reato e il danno –, una sanzione da due a sette anni, mentre altre vittime che hanno subito altre violazioni del codice della strada meritano sanzioni da quattro a dieci anni (sperando che passi l'innalzamento da cinque a dieci anni).Pag. 26
  Io credo che sia una discriminazione che il legislatore, quando interviene su materie così delicate, non si possa permettere. La discriminazione, ovviamente, non è solo sulle violazioni del codice della strada, ma anche rispetto a tutte quelle vittime sul lavoro. Visto che il Partito Democratico è molto attento in questo senso «a chi muore nei cantieri» per incuranza e per mancato rispetto delle norme che garantiscono la prevenzione antinfortunistica e la sicurezza sul lavoro, noi chiediamo ovviamente che venga preso in considerazione, anche negli emendamenti successivi, soprattutto all'articolo 3 – dove andiamo ad innalzare queste pene –, l'omicidio colposo per violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro.
  Se no, cosa andiamo a fare, Presidente ? Andiamo a immettere delle sanzioni più alte per alcune violazioni del codice della strada, o per violazioni gravi del codice della strada, e altre sanzioni per altre violazioni dello stesso codice della strada e delle norme sulla sicurezza sul lavoro.
  Questo è un trattamento, Presidente, assolutamente discriminatorio, che non rende giustizia ad alcuni e crea vittime di serie A e di serie B. Ecco perché il MoVimento 5 Stelle non vuole questa discriminazione, non vuole creare vittime di serie A e vittime di serie B, ma vuole dare giustizia a tutte le vittime con una sanzione che possa veramente garantire, anche come deterrente, che i comportamenti sul luogo di lavoro, sul cantiere, che violano queste norme vengano meno, affinché le vittime della strada possano avere riconosciuta la stessa sanzione sia che si commetta una violazione di una norma oppure di un'altra.
  Ecco perché noi chiediamo l'approvazione di questo emendamento, che riporterebbe giustizia, equità ed uguaglianza tra le vittime.

  PRESIDENTE. Saluto gli alunni e docenti dell'Istituto paritario «Marymount» di Roma, che sono presenti in tribuna e seguono i nostri lavori (Applausi).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. In effetti, il collega Ferraresi ha ben individuato un problema. Come meglio si capirà quando vedremo le norme di coordinamento e transitorie, qual è l'operazione tecnica che è stata fatta ? È stata fatta l'operazione per la quale si è portata al di fuori dell'articolo 589 la materia dell'omicidio stradale – questa brutta espressione che in italiano è una aberrazione, ma semmai ne parliamo successivamente –, abbandonando alla sua sorte il delitto di omicidio per infrazione delle norme sulla prevenzione degli infortuni.
  Ora, è evidente che, come è stato rilevato, qui vi è un problema sempre di equilibrio di norme all'interno dell'omicidio stradale e nei confronti degli altri tipi di omicidi. Non dimentichiamo che in Italia abbiamo una trentina di forme di omicidio: non vorrei che fosse trascurato, perché abbiamo la classica tripartizione come sistema e poi abbiamo, non so, l'omicidio del coniuge.
  Tra attenuanti e forme autonome, ne abbiamo una trentina, ripeto. Adesso non mi interessa la sistemazione giuridica, ma abbiamo l'omicidio del coniuge, che è penalmente indicato, abbiamo l'omicidio del fratello, abbiamo l'omicidio degli ascendenti o dei discendenti, abbiamo l'infanticidio, abbiamo l'omicidio del consenziente, avevamo – lo dico a chi è nato dopo il 1981 – il delitto d'onore, tanto per citarne alcuni, ripeto.
  È evidente che la materia è vasta e complessa. Noi, almeno io, mi ritengo talmente modesto da non avventurarmi in livellamenti o in equilibri di pene, che è un'operazione molto difficile e, comunque, un'operazione sistemica che non si può fare con un emendamento. Comunque, gli emendamenti del MoVimento 5 Stelle sono utili, molto utili. Sapete perché ? Perché fanno giustizia della demagogia che pervade e ha pervaso la discussione sulle linee generali.Pag. 27
  Si è parlato di introduzione di nuovi reati, giocando, forse, sulla tecnicità, ma la verità è che tutto quello che stiamo facendo già esiste. È già punito l'omicidio con infrazione delle norme del codice della strada, è già punito l'omicidio del drogato, o meglio, di chi guida sotto l'effetto di droghe, di chi guida sotto l'effetto di alcol, di chi, in questa maniera, uccide una pluralità di persone oppure uccide una pluralità di persone e ferisce un'altra pluralità di persone.
  Non è che è l'anno zero, come qualcuno vuole fare intendere. Lo so che, ripeto, la litania di Renzi è che con lui è cominciato il mondo nuovo, ma il mondo nuovo, in verità, non esiste, perché tutto ciò che noi oggi stiamo facendo – ed è stato chiarito da Ferraresi, con tutti i suoi emendamenti – è semplicemente aumentare le pene; operazione già ritenuta insufficiente e già, comunque, praticata nel passato.
  Infatti, se andiamo a fare la storia di queste norme, vediamo che esse, quando fu introdotto il codice e negli anni successivi, hanno subito un'evoluzione, sostanzialmente, relativa all'aspetto della pena.

  PRESIDENTE. Concluda.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Aggiungo soltanto, velocemente, questa altra annotazione: noi sembriamo degli schizofrenici, perché, da un lato, per alcuni provvedimenti, parliamo di messa alla prova, di prevenzione, di pene rieducative e compagnia bella, e poi, dall'altro lato, ci comportiamo con la consueta e trita logica, inefficiente e inefficace, come è stato giustamente detto anche dal collega di Fratelli d'Italia, che è quella che tutti quanti conosciamo: aumentiamo le pene e, in tale maniera, facciamo un favore all'opinione pubblica, che così voleva. D'altra parte, questo ritengono l'Associazione nazionale magistrati, il Consiglio nazionale forense e varie associazioni.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Ho finito, Presidente. Obbedisco !

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Sannicandro.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Presidente, ovviamente, stiamo parlando di modificare il codice penale, inserendo, giustamente, a nostro modo di vedere, pene molto pesanti per alcune condotte illecite, ed è evidente che, quando il legislatore, la Camera dei deputati, il Parlamento parla di questo, bisogna parlare e il tempo non è mai troppo poco. È chiaro che c’è del vero in quello che dice il collega Ferraresi, così come in quello che ha detto il collega Sannicandro: stiamo procedendo in maniera schizofrenica. Interveniamo su una serie di reati, mentre, invece, una nazione seria, quando interviene sul codice penale, cerca anche di mantenere un equilibrio complessivo, che dia un senso di proporzionalità.
  Peraltro, come è noto, per il nostro gruppo, Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, la pena non ha solo la funzione di rieducazione. La pena ha anche una funzione punitiva, ha anche una funzione intimidativa e, soprattutto, ha anche una funzione retributiva: tanto hai fatto, tanto hai. Per cui, in merito all'equilibrio complessivo delle norme, io potrei dire che ce ne sono tante altre che in questo momento non affrontiamo. Noi ci asterremo su questo emendamento, ma volevo dire ai colleghi: è chiaro che, nel momento in cui interveniamo su un omicidio colposo stradale, aumentando le pene, ci sarebbero tanti altri reati violenti e colposi che meriterebbero attenzione, non solo quelli che riguardano la normativa sull'infortunistica del lavoro. Immaginiamo un'ultima emergenza criminale che sta diventando una moda tra i deficienti e tra i delinquenti, quella di gettare l'acido in faccia a un rivale in amore, piuttosto che in un altro settore. Allora, questo tipo di lesione gravissima, secondo voi, non meriterebbe un'attenzione speciale e non è più grave Pag. 28provocare una lesione gravissima perché si è gettato l'acido in faccia a una persona per dispetto o per vendetta, piuttosto che, dopo aver bevuto due birre, fare un incidente stradale e provocare una lesione gravissima a una persona ? Certamente, ed è questo il motivo per cui è un errore procedere senza una visione complessiva del sistema del codice penale.
  Allora, approfitto di questo saggio emendamento del collega Ferraresi, che prendo anche come una provocazione nei confronti della maggioranza, per dire che credo che il Ministro di grazia e giustizia, Orlando, debba mettere mano, in maniera seria, al codice nel suo complesso, per rivedere il sistema delle pene. D'altro canto pure il collega Sannicandro, da un punto di vista, ha ragione: noi mettiamo in campo gli «svuota carceri», parliamo di amnistie, di indulti, di tanti istituti che trovano pure la condivisione della nostra parte politica, perché noi crediamo nel sistema nella finalità rieducativa. Certo, non crediamo nel fatto che si debba anticipatamente mettere in libertà le persone come sistema rieducativo. Il sistema rieducativo è un altro: far capire a una persona, con il lavoro, che ha sbagliato, con un pentimento attivo e poi darle l'opportunità di essere recuperata in pieno in società e non farla stare in quella vergogna che sono le carceri italiane, per farla uscire, dopo, ancora più delinquente senza speranza e senza possibilità, farla diventare un delinquente. Per carità, su questo ci troviamo. Però, da una parte, aumentiamo la soglia per entrare in galera e ne diminuiamo la soglia per uscire e poi ci accorgiamo che alcune condotte non vengono punite e allora, per rimediare, aumentiamo la pena per i furti di abitazione, aumentiamo la pena per il reato stradale. Tutte cose giuste, noi le votiamo, ci mancherebbe, ma è sbagliato il fatto di intervenire senza una visione d'insieme. I Parlamenti del passato facevano i codici, le grandi riforme, avevano visioni. Oggi, semplicemente, per apparire sui giornali, facciamo delle cose sbagliate, facciamo dei danni alla giustizia e non soltanto alla nostra cultura giuridica, ma soprattutto ai cittadini.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 1.56, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nuti... non vedo mani alzate, tranne quelle dell'onorevole Latronico... Ciracì ? Chiedo scusa, ho sbagliato. Onorevole Manfredi che facciamo ? Tripiedi, Airaudo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  423   
   Votanti  397   
   Astenuti   26   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato   76    
    Hanno votato no   321.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferraresi 1.41.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Con questo emendamento noi non sostituiamo niente, andiamo ad agire sulle norme proposte dalla maggioranza. Chiediamo semplicemente una cosa, Presidente: chiediamo che le violazioni riguardanti il codice della strada vengano affrontate tutte con la stessa pena, che non ci sia una diversità tra sanzioni riguardanti alcune violazioni del codice della strada ed altre che si vanno ad inserire nel codice penale con la nuova fattispecie creata.
  Quindi, cosa chiediamo ? Chiediamo che, tutte le volte che ci sia omicidio Pag. 29stradale che riguarda una violazione del codice della strada, la pena deve essere, per tutte le violazioni, da cinque a dieci anni, innalzando il limite minimo, che è da due a sette anni. Perché questo, Presidente ? Perché ovviamente nei casi più gravi, in cui ci troviamo davanti a una persona che è sotto l'effetto di sostanze stupefacenti o di grave ebbrezza alcolica, superando l'1,5 grammi al litro, un doppio binario, anche seppur limitato, ci può stare. Ma per quanto riguarda tutte le altre violazioni del codice della strada – questo è anche il motivo per cui ci asterremo su tutti gli altri inserimenti che vogliono introdurre nuove fattispecie –, è assolutamente errato inserire nel codice penale dizioni che dovrebbero stare nel codice della strada.
  Allora, con la nuova formulazione portata avanti in Commissione, si inseriscono nel codice penale la differenza di velocità – 50 chilometri orari, 70 chilometri orari –, l'inversione a «U», il passaggio con semaforo rosso e tante altre violazioni. Allora, noi diciamo semplicemente altro, invece di fare queste diversificazioni, invece di fare questa discriminazione, che è – secondo me –, oltre che un errore giuridico, inserendola nel codice penale, anche sbagliata dal punto di vista dell'uguaglianza, anche sbagliata dal punto di vista della discriminazione, sia per quanto riguarda gli imputati sia per quanto riguarda le vittime. Infatti, ci sarà la famiglia di una vittima di un omicidio stradale che vedrà inflitta la pena da due a sette anni per una violazione semplice del codice della strada e un'altra, magari, per un'altra violazione, vedrà inflitta una pena da quattro a dieci anni.
  Allora, capiamo che c’è una discriminazione di fondo ? Capiamo che c’è una disuguaglianza di base su questa norma ? Capiamo che non possiamo trattare imputati e vittime in due modi diversi ? Allora noi chiediamo semplicemente che, se vogliamo introdurre, come volete fare, l'omicidio stradale con questa formulazione, le pene per tutte le violazioni del codice della strada siano uguali, quindi, che siano riportate da cinque a dieci anni, invece che diversificare da due a sette anni e da cinque a dieci anni.
  Noi chiediamo veramente la valutazione di questo emendamento da parte del sottosegretario, da parte della maggioranza, perché crediamo che sia un principio di equità, un principio di uguaglianza che va rispettato in questa norma. Quindi, con questo emendamento noi possiamo riportare al livellamento della pena, con un intento totalmente in buona fede – tra l'altro, non politico, ma semplicemente tecnico-giuridico –, che riporta anche equità e giustizia nella norma, che al momento non ha né equità né giustizia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Ribadisco semplicemente la bontà di questo emendamento e la fondatezza di questo emendamento. Infatti, la ratio di questa norma è quella di andare ad attaccare in maniera molto impattante un fenomeno, che è quello delle morti che derivano dalle violazioni del codice della strada, non solo al fine di combattere un fenomeno purtroppo diffuso, ma anche per rendere giustizia a tutti coloro che, a causa di quel fenomeno, abbiano subito un danno diretto o, se si può dire così, indiretto, nel caso in cui vittima sia un familiare.
  Allora, in questi casi non ha senso entrare nel merito della singola violazione perché quello che noi vogliamo fare è semplicemente, come ripeto, combattere il fenomeno dell'omicidio derivante dalla violazione del Codice della strada. È semplicemente questo e su questo dovremmo attenerci.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.

  EMANUELE PRATAVIERA. Grazie Presidente, anch'io sono perfettamente in linea con l'introduzione del reato di omicidio Pag. 30stradale, anzi l'ho anche supportata nella mia precedente attività di assessore alla sicurezza stradale della provincia di Venezia. Ma, per i ragazzi che ci stanno ascoltando in tribuna, parlare di un aumento fine a se stesso della pena non credo sia molto produttivo. Parlare di aumento della pena lo si deve fare nel momento in cui tu vai anche a investire delle risorse importanti in prevenzione e questo lo fai, sia con il presidio del territorio, ma lo fai soprattutto con la formazione e con l'educazione. Quindi, da questo punto di vista, bisognerebbe investire. Dovremmo investire, non nel mantenere qualcuno in galera, ma, invece, nell'implementare quelle che sono le risorse a disposizione degli istituti scolastici e degli enti locali in materia di prevenzione e di educazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie Presidente, semplicemente per dichiarare il voto favorevole della Lega Nord sull'emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 1.41, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Calabrò, Ciprini, D'Incà, Grassi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  416   
   Votanti  412   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato   81    
    Hanno votato no   331.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Daniele Farina 1.6.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Grazie Presidente, con questo emendamento cominciamo ad introdurre un tema sul quale torneremo più volte nel corso di questo provvedimento perché esso è rivolto essenzialmente a una serie di violazioni del Codice della strada, ma soprattutto a due categorie di soggetti, cioè coloro che si mettono alla guida in stato di ebbrezza e coloro che si mettono alla guida in stato di alterazione psicofisica da stupefacenti. Questo problema, perché di problema si tratta, è qualcosa che noi continuiamo a trascinarci dietro nell'articolo 187 del Codice della strada di legislatura in legislatura. Noi abbiamo parlato e messo nel Codice per molti anni una dizione che è quella di «sotto effetto di sostanze stupefacenti». Il problema è che questa dizione scientificamente non significa assolutamente niente, tant’è vero che, per l'intossicazione da alcool, il legislatore ha stabilito delle soglie, i famosi 0,5, 0,8 e 1,5, che corrispondono a diversi gradi di inabilitazione nel rapporto uomo-macchina.
  E tali gradi di inabilitazione sono associati infatti a penalità diverse. Quello 0,5-0,8-1,5 indica i grammi di alcol per litro di sangue. Nel caso di tutte le altre sostanze stupefacenti non esiste misura scientifica dello stato di alterazione. Abbiamo cambiato la terminologia dall’«effetto» all’«alterazione» anche perché la Corte di Cassazione ci ha ricordato in più sentenze che, per integrare il reato, non è sufficiente aver assunto sostanze stupefacenti ma anche il fatto di aver provocato un'alterazione psicofisica, la cui esistenza va provata in concreto. Allora, dov’è il problema ? È che, per questa seconda categoria, la guida in stato di alterazione psicofisica, noi oggi in Italia non abbiamo criteri oggettivi di determinazione del diverso grado di inabilitazione uomo-macchina. Pag. 31Detto in concreto, cioè, dobbiamo spiegare al Paese che (porto l'esempio dell'anno 2010) le statistiche ci dicono che sono state effettuati oltre un milione e seicentomila mila controlli con etilometri e precursori; poco più di 40 mila hanno dato esito positivo e, quindi, hanno prodotto sanzioni per la guida in stato di ebbrezza e 4.200 sono i denunciati per guida – torna la vecchia dizione ma siamo nel 2010 – sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Quale è l'effetto delle cose che sto dicendo ? Statisticamente di questi 4.200 denunciati una buona parte era perfettamente in grado di guidare e allora vi «trasporto» il problema ad oggi. In assenza di modifiche che invece noi proponiamo e che spiegheremo nel corso della seduta, statisticamente commineremo pene, commineremo l'omicidio stradale con pene, quindi, che nei casi più gravi possono arrivare a diciotto anni come massimo edittale con il gioco delle aggravanti, a cittadini italiani che sono, sì, colpevoli ma sono colpevoli di omicidio colposo. Dunque questa proposta va in questa direzione e chiede l'intervento di un provvedimento del Ministero – ci torneremo nel dettaglio, perché il tempo sta finendo – affinché siano emanati criteri certi di misura dello stato di alterazione da sostanze stupefacenti, altrimenti accadrà quello che vi ho spiegato poco fa (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Presidente, noi voteremo contro questi emendamenti però c’è del vero in quello che rappresentano: esiste un problema scientifico che va affrontato. Credo anche con riferimento al Ministro della giustizia ma anche a quello delle infrastrutture e dei trasporti che si debbano verificare e riverificare le soglie che decidono il destino, anche grave in termini quantitativi di pena, della persona che comunque, come è stato ricordato, è colpevole e merita di essere punito in maniera severa. Tuttavia, è evidente che una persona che, ad esempio, beve due birre tendenzialmente non si può dire che è ubriaca. Ma probabilmente, se ha bevuto due birre e si mette ad andare a 130 all'ora in un centro abitato, allora si può fare una valutazione di strafottenza (passatemi il termine) della vita altrui, dei diritti altrui. Ma questo per dire come questo intervento nel suo complesso, giusto sul piano dell'etica e dei principi, poi concretamente rischia di essere falsato e darà un grande lavoro interpretativo alla magistratura. Quindi, è necessario evitare che il singolo magistrato a Lecce o a Torino, a Bolzano o ad Enna interpreti in maniera completamente diversa il caso specifico.
  Noi nella fretta non abbiamo fatto le audizioni necessarie ma credo che si debba stabilire in maniera più scientifica la soglia di capacità di reazione e quindi della possibilità di controllo o meno dell'autoveicolo conseguente all'assunzione di determinate sostanze. Mi riferisco soprattutto all'alcol, che è la cosa più normale che capita a tanti cittadini. Ripeto, tante volte basta anche un bicchiere di vino abbondante per rientrare nelle categorie che il codice della strada definisce «ubriachi». Non è così. Allora, noi rimaniamo per il fatto che le pene debbano essere aumentate, perché purtroppo i magistrati e i provvedimenti «svuotacarceri» hanno reso ininfluente spesso la vita e i diritti dei cittadini a fronte dei prepotenti e dei violenti, ma riteniamo allo stesso tempo che bisogna essere seri. Quindi, votiamo a favore di questo provvedimento perché lo riteniamo giusto, ma rivolgiamo un invito al Governo affinché stabilisca in maniera tecnica e affronti più scientificamente il tema dell'inabilità alla guida provocata dall'assunzione di sostanze, soprattutto, per quello che riguarda noi, quelle alcoliche.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daniele Farina 1.6, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo Pag. 32mentre il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Rotta, Ribaudo, Brignone, Sarti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  405   
   Votanti  328   
   Astenuti   77   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato   29    
    Hanno votato no   299.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daniele Farina 1.11, con il parere contrario delle Commissioni del relatore di minoranza e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Dieni, Crippa, Sanna, Baruffi, Lattuca, Bombassei, Vignaroli, Tripiedi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  415   
   Votanti  411   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato   30    
    Hanno votato no   381.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Rotta ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sannicandro 1.12.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, con questo emendamento chiediamo di ridurre la pena proposta da otto anni a sei. Chiarisco che non si tratta di buonismo di Sinistra Ecologia Libertà, si tratta di buonsenso, perché leggo un po’ «fior da fiore»: aumentare le pene, per esempio, in questo caso – parlo dell'articolo 1, comma secondo –, da otto a dodici anni quando la pena precedente era da tre a dieci anni, stiamo praticamente al 300 per cento del minimo, non del massimo ! Badate, del minimo ! Non mi sembra una cosa molto equilibrata, perché appunto si chiedeva equilibrio. E la stessa pena poi si applica ad altre persone che commettono sempre il cosiddetto omicidio stradale in virtù della loro qualità.
  Mi riferisco a chi si trova ad essere trasportatore, a chi si trova a fare il camionista e conduce un tir o un autoarticolato, o a chi conduce un autobus, perché siamo passati non tanto a punire un reato, ma alla modalità o alla personalità di chi commette il reato. Questo non va e lede principi fondamentali del diritto penale. Penso che su ciò dovremmo riflettere in quanto stiamo alterando il sistema con una disinvoltura che mi turba. Ci sono altre alterazioni che non hanno precedenti e che vengono introdotte per la prima volta con questa normativa. Faccio un esempio pratico. La sospensione della pena principale che non comporta anche la sospensione delle pene accessorie. Oppure norme secondo me controproducenti, come quella di stabilire l'arresto in flagranza di chi commette il reato mentre è previsto un aumento di pena per l'omissione del soccorso. È evidente che la persona che si trovi in quel dilemma sceglierà di fuggire e non certo di soccorrere la vittima, perché qualora si fermi verrebbe arrestato immediatamente.
  Ci sono anche tante altre cose di cui parleremo quando affronteremo gli emendamenti successivi, ma tengo a precisare che con questi emendamenti noi stiamo facendo uno sforzo per dare un minimo di equilibrio e di bilanciamento delle pene introdotte con un aumento sproporzionato e irragionevole.Pag. 33
  Aggiungo anche che ciò che diciamo è anche suffragato dalle audizioni formali e informali, dai contributi scritti provenienti dall'Associazione nazionale magistrati, dal Consiglio nazionale forense e da altre associazioni come Antigone. Riguardo alla posizione del Consiglio nazionale forense tengo a precisare che, come è noto, gli avvocati difendono sia le vittime che le parti lese e quindi sono al di sopra di ogni sospetto.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sannicandro 1.12, parere contrario delle Commissioni e del Governo, parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Binetti, Patriarca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  416   
   Votanti  404   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no   303.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cristian Iannuzzi 1.9, parere contrario delle Commissioni e del Governo, mentre si rimette all'Assemblea il relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Micillo..
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  341   
   Astenuti   73   
   Maggioranza  171   
    Hanno votato    8    
    Hanno votato no   333.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.101 delle Commissioni, parere favorevole delle Commissioni e del Governo, mentre il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Taricco, D'Ambrosio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  422   
   Votanti  337   
   Astenuti   85   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato  308    
    Hanno votato no   29.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rampelli 1.71, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Stella Bianchi, Carloni, Peluffo, Benamati, Mazziotti Di Celso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  428   
   Votanti  422   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato   93    
    Hanno votato no   329.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 34

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Ferraresi 1.44 e Ferro 1.50.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, accogliamo con favore il parere favorevole su questo emendamento che innalza la pena minima da quattro a cinque anni per quanto riguarda alcune violazioni del codice della strada che portano a omicidio stradale, ecco perché ovviamente voteremo favorevolmente. Faccio solo notare che qui la disinformazione la fa da padrona, infatti La Stampa oggi apre scrivendo: si innalza la pena minima da quattro a cinque anni, il MoVimento 5 Stelle dice no. Ecco, l'emendamento è il mio, quindi si farà fatica a dire di no. È uno strafalcione ovviamente che va in danno dell'informazione che noi stiamo cercando di dare e quindi noi assolutamente, come si vedrà tra poco, voteremo favorevolmente, l'emendamento è il nostro, credo che sia un emendamento di giustizia visto che proprio i minimi su questo tipo di violazioni fanno la differenza fra la giustizia e la mancanza di giustizia alle vittime. È ovvio che siamo favorevoli...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Ferraresi. Colleghi che state qui sotto, onorevole Polverini e compagnia bella, non è possibile. Sta parlando l'onorevole Ferraresi ! Prego.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie Presidente. Quindi noi riteniamo giusto ovviamente quello che proponiamo ... ah, viene a parlare pure qua ? Presidente, ma veramente, senza vergogna !

  PRESIDENTE. Onorevole Polverini !

  VITTORIO FERRARESI. Ma veramente ? Maleducazione proprio...

  PRESIDENTE. Non avete ragione però, abbiate pazienza. Prego.

  VITTORIO FERRARESI. L'educazione tornerà di moda (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi con questo emendamento noi innalziamo le pene minime da quattro a cinque anni, ma riteniamo, Presidente, che l'innalzamento debba essere fatto anche per altre fattispecie, per altre violazioni del Codice della strada che, ripeto e ribadisco ancora una volta, non possono essere discriminate rispetto a queste violazioni, e per le violazioni di omicidio colposo riguardanti le norme sulla sicurezza sul lavoro.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Ferraresi 1.44 e Ferro 1.50, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vaccaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  426   
   Votanti  420   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  385    
    Hanno votato no   35.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Gigli 1.51.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Grazie Presidente. Io non ho nessuna intenzione di infilarmi nella diatriba alla quale abbiamo assistito fino ad ora sul fatto se l'aumento delle pene abbia in sé una vera capacità deterrente oppure se piuttosto sotto esso non denunci l'impotenza di un sistema dal punto di vista della sua capacità educativa, della sua capacità di controllo e anche della sua capacità repressiva. Però un provvedimento importante come questo, Pag. 35qualunque siano le motivazioni che lo hanno prodotto, e senza entrare nell'argomento delle pene, dovrebbe avere almeno una qualche coerenza interna. Se noi andiamo a leggere il provvedimento esso ha lo scopo di sanzionare condotte alla guida che risultino imprudenti e che come tali causino un incidente mortale o con lesioni di altre persone. Vengono sanzionati, quindi, comportamenti che hanno a che fare con il codice della strada, come l'attraversamento con semafori rossi, l'inversione a U in situazione di pericolo, l'andatura contromano, i sorpassi azzardarsi. Vengono sanzionate, giustamente, anche condizioni che creino pericolo a terzi durante la guida a causa dell'assunzione di sostanze stupefacenti o di alcool.
  Però, dicevo, una coerenza interna, una logica, diciamo, avrebbe voluto che accanto a questi meccanismi sanzionatori un altro ne fosse previsto. Che è proprio quello che abbiamo cercato di indicare in questo emendamento, e che non capisco, francamente, per quali motivi il Governo, al momento un po’ disattento, abbia ritenuto di non accogliere. Il nostro emendamento, in buona sostanza, prevedeva una cosa molto semplice. Ci sono situazioni nelle quali il pericolo si determina perché un soggetto è affetto da un deficit o è affetto da una patologia tale da compromettere la sicurezza alla guida, il controllo dell'autoveicolo, non meno dell'alcool, non meno dell'assunzione di sostanze psicotrope. Situazioni che il soggetto può deliberatamente aver nascosto al suo medico nel momento in cui il medico ne raccoglie il certificato anamnestico. Ora da questa condotta, che è una condotta fraudolenta, e che può riguardare anche le fasi successive, come non sottoporsi adeguatamente agli accertamenti o alterarne deliberatamente il contenuto... Se questa condotta è responsabile dell'incidente, io credo che al pari della assunzione di alcool o dell'assunzione di sostanze andrebbe sanzionata. Faccio solo due esempi. Di un soggetto che abbia delle perdite di conoscenza, che sappia di avere delle perdite di conoscenza, o che soffra di eccessiva sonnolenza alla guida e lo sappia, e che mascheri questa sua condizione al medico nel momento in cui deve fornirgli il certificato per avere l'idoneità alla guida, come valutiamo il comportamento del soggetto ? È più o meno grave di quello che si è fatto un bicchiere di vino o che si fatto uno spinello ? Io credo che su questo noi dovremmo dare una risposta. Allora ripeto, non capisco perché il Governo abbia dato parere negativo a questo emendamento che non stravolge in alcun modo l'impianto del provvedimento, che ne rispetta tutto il meccanismo sanzionatorio. E vorrei che magari qualcuno dei sottosegretari o il Viceministro lo spiegasse.

  PRESIDENTE. Onorevole Ferri, sottosegretario Ferri, prego... Viceministro, anzi no, chiedo scusa, volevo promuoverla.....

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. No, no, non mi promuova, non mi promuova. Rispondo all'onorevole Gigli, visto che richiamava l'attenzione del Governo e stavamo seguendo. Già in Commissione avevamo riflettuto sul suo emendamento, che chiaramente evidenzia alcuni casi che meritano di essere esaminati e, quindi, grande attenzione.
  Però c’è un problema giuridico da affrontare. C’è un problema non solo probatorio, perché è inutile creare le norme se poi il vaglio è difficile, perché tutti gli esempi che faceva l'onorevole Gigli chiaramente meritano attenzione, però bisogna anche capire come possano essere provati in un vaglio dibattimentale, ma anche in sede di indagini. Infatti è difficile provare, anche dal punto di vista medico, ed avere la certezza di questo tipo di patologie, anche perché va collegato al momento della guida. Quindi, io posso avere dei problemi fisici e anche psicologici e devo averli il giorno che guido. Li devo avere nel momento in cui mi metto alla guida, perché è a ciò che la condotta è legata. Quindi mi sembra un emendamento che, pure prospettando delle questioni significative, non ha un appoggio probatorio, ovvero poi è difficile da provare, ed è discutibile anche dal punto di Pag. 36vista della tipicità della fattispecie, quindi, della tipizzazione. In questo modo si creerebbe una norma che sicuramente non supererebbe il vaglio di fronte alla Corte costituzionale: secondo noi ci sono anche dei profili di incostituzionalità, così come è prospettato l'emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sberna. Ne ha facoltà.

  MARIO SBERNA. Grazie Presidente, intervengo solo brevemente per ricordare e per dire all'Aula che i casi elencati dal collega Gigli sono poi normalmente provati da ricoveri ospedalieri. Insomma, non stiamo parlando di cose che capitano all'improvviso e vengono giù dal cielo, ma che sono conseguenza effettivamente di problemi sanitari ben registrati, che vengono però nascosti durante la richiesta di idoneità alla patente di guida. Ecco, tutto qua.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gigli 1.51, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nardi, Di Lello..
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  431   
   Votanti  304   
   Astenuti  127   
   Maggioranza  153   
    Hanno votato   18    
    Hanno votato no   286.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Avverto che sono stati ritirati dai presentatori gli emendamenti Chiarelli 1.26 e 2.5 e Sisto 1.29, 2.1 e 4.1.
  Passiamo all'emendamento Rampelli 1.74.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rampelli 1.74, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  428   
   Votanti  343   
   Astenuti   85   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato   10    
    Hanno votato no   333.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rampelli 1.75, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Di Lello, Russo, Villarosa, Pellegrino, Palese...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  432   
   Votanti  354   
   Astenuti   78   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato   19    
    Hanno votato no  335.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Pag. 37Rondini 0.1.100.2, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  430   
   Votanti  425   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato  391    
    Hanno votato no  34.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 delle Commissioni, nel testo subemendato, con il parere favorevole del Governo e sul quale il relatore di minoranza si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Tancredi, Malpezzi, Romele...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  436   
   Votanti  358   
   Astenuti   78   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato  335    
    Hanno votato no  23.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Monchiero ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Avverto che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 1.100 delle Commissioni, risultano preclusi il Testo alternativo all'articolo 2 del relatore di minoranza e l'emendamento Ferraresi 2.54. Ne prenda nota anche il relatore di minoranza.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferraresi 1.57.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Con questo emendamento, noi andiamo ad eliminare un inserimento ai commi precedenti, che prevede che praticamente, nell'ipotesi in cui l'evento, ossia l'episodio della morte sia conseguenza anche di una condotta colposa della vittima la pena è diminuita fino alla metà.
  Quando i colleghi finiscono di disturbare, posso continuare (Commenti).
  Scusi, Presidente, siamo al mercato o siamo in un'Aula parlamentare ?

  PRESIDENTE. Non esageriamo. Non esageriamo, onorevole Ferraresi.

  VITTORIO FERRARESI. Allora, portate rispetto.

  PRESIDENTE. Vada avanti.

  VITTORIO FERRARESI. Allora, con questo emendamento... posso ?

  PRESIDENTE. Prego.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Con questo emendamento noi chiediamo una cosa molto importante, cioè di eliminare l'inserimento della norma secondo la quale la pena è diminuita della metà se vi è stato un concorso colposo della vittima.
  Allora, premesso il fatto che in innumerevoli occasioni si può verificare anche un minimo concorso colposo della vittima, questa previsione praticamente renderà inefficace la norma che stiamo approvando, perché è ovvio che, se si andrà a provare che c’è un minimo concorso colposo, la pena sarà diminuita della metà, quindi addirittura potrà «ammazzare» i processi che vi sono in essere, con un'impunità generalizzata.
  Allora, noi chiediamo di sopprimerla, anche perché il nostro codice penale ci Pag. 38dice che, se anche l'evento in questione non è totalmente parte dell'azione o nella finalità dell'azione del soggetto, il soggetto ne risponde comunque. Se una persona compie un atto che di per sé non è sufficiente a causare la morte, ma un'altra persona commette un altro fatto che ne causa la morte, entrambe rispondono dello stesso reato, quindi entrambe potrebbero rispondere di omicidio volontario, anche se l'azione del secondo non è di per sé idonea a causare la morte.
  Allora, visto che c’è questo principio che pervade tutto il codice penale, tutte le fattispecie delittuose sottostanno a questo principio, non capisco perché non si riesca a capire che questa deroga è pericolosissima per l'ordinamento, pericolosissima per il nostro sistema penale ed è una deroga che andrà a realizzare l'impunità degli imputati per questi gravi delitti. Allora, noi non capiamo come voi della maggioranza non riusciate a capire una cosa così semplice sia dal punto di vista tecnico-giuridico, sia dal punto di vista sistemico, sia dal punto di vista della giustizia, che andrà a mancare alle vittime di questi gravi reati.
  Quando sarà accertato un concorso di colpa anche minimo, la pena, già bassa, per il soggetto che ha commesso questo fatto, sarà diminuita della metà. Questa previsione non andrà ad influire solo nei successivi episodi di omicidio stradale, ma anche su quelli in essere, dove vi è un processo ancora in corso. Questo è veramente un «ammazzanorma», una norma che non garantisce la giustizia alle vittime di questi reati, oltre che essere in contrasto totale con il nostro sistema penale, che dice che il soggetto risponde anche se la condizione per la morte non è assolutamente risolutiva per l'evento stesso.
  Quindi, noi chiediamo assolutamente di eliminare questa fattispecie, che è vergognosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Sinceramente non si comprende la testardaggine con cui la maggioranza vuole portare sempre avanti norme che sono, alla fine, poco chiare o che lasciano una scappatoia a chi deve essere punito. Allora, ci sono delle norme, per esempio quella sul falso in bilancio, su cui non ci siamo trovati d'accordo e la maggioranza è andata per la sua strada, strada palesemente sbagliata alla luce di quello che ha detto la Corte di cassazione. Ma in questo caso c’è la possibilità di costruire una norma fatta bene insieme alle opposizioni e non c’è nessun ostruzionismo e nessuna contestazione sulla necessità di portare avanti una norma su questo tema. Perché una volta tanto non si può fare una norma chiara che non lasci alcuna scappatoia a chi deve essere punito ? Grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

  PRESIDENTE. Altri che devono intervenire ? No. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 1.57, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carloni, Fanucci.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  422   
   Votanti  419   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato   95    
    Hanno votato no  324.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rampelli 1.72, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si è rimesso all'Aula.Pag. 39
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Russo, Arlotti, Scopelliti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  427   
   Votanti  348   
   Astenuti   79   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato   18    
    Hanno votato no  330.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 1.58, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carloni, Zoggia, Fabbri, Fanucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  410   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato   83    
    Hanno votato no  327.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sannicandro 1.40.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. L'emendamento vuole incidere sull'articolo 589-ter, circostanza aggravante, nel quale si scrive che, se il conducente si dà alla fuga, la pena è aumentata da un terzo a due terzi e comunque non può essere inferiore a cinque anni. Noi chiediamo di eliminare l'espressione «e comunque non può essere inferiore a cinque anni». Perché proponiamo questo ? Perché, anche qui, vi è una specie di visione culturale.
  Da parecchio tempo, giurisprudenza e dottrina si sono evolute nel senso che bisogna cercare di lasciare al giudice l'onere di personalizzare la condanna, diciamo così. Ora, con questa norma, si va in tutt'altra direzione. Perché ? Forse il perché ce lo ha detto l'onorevole Chiarelli (che, poi, è la giustificazione dell'intero disegno di legge): le norme ci sono, in fin dei conti sono anche sufficienti, però, purtroppo – egli ha detto –, la magistratura non è all'altezza di questo problema, e quindi poniamo dei vincoli ai magistrati.
  Ora, noi riteniamo che le norme vi siano, siano sufficienti e che non sia il caso di porre dei vincoli, perché, altrimenti, il magistrato diventerebbe una sorta di bancomat; invece, deve essere un organo dello Stato che deve sì condannare, ma tenendo presente tutte le circostanze concrete, oggettive e soggettive, relative al reato.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sannicandro 1.40, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Costantino, Mazziotti Di Celso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  411   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato   32    
    Hanno votato no  379.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 401.102 delle Commissioni, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo, e sul quale si rimette all'Aula il relatore di minoranza
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carloni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  422   
   Votanti  347   
   Astenuti   75   
   Maggioranza  174   
    Hanno votato  318    
    Hanno votato no  29.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Gagnarli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  428   
   Votanti  310   
   Astenuti  118   
   Maggioranza  156   
    Hanno votato  288    
    Hanno votato no  22.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 3169-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3169-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere delle Commissioni.

  ALESSIA MORANI, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Le Commissioni raccomandano l'approvazione dei loro emendamenti 2.101 e 2.102, mentre esprimono parere contrario sull'emendamento Ferraresi 2.6.
  Le Commissioni raccomandano l'approvazione del loro emendamento 2.100, mentre esprimono parere contrario sugli emendamenti Rampelli 2.70 e 2.71, Ferraresi 2.9 e 2.55, Sisto 2.14, Ferraresi 2.56 e Daniele Farina 2.42.

  PRESIDENTE. Invito il relatore di minoranza, onorevole Ferraresi, ad esprimere i pareri.

  VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula sugli emendamenti 2.101 e 2.102 delle Commissioni. Esprimo parere contrario sull'emendamento Sisto 2.1.

  PRESIDENTE. No, stiamo a pagina 10 del fascicolo, sull'emendamento Ferraresi 2.6.

  VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza. Sì, esprimo parere favorevole sul Testo alternativo.

  PRESIDENTE. No, era precluso.

  VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Ferraresi 2.54.

  PRESIDENTE. È precluso anche questo, quindi stiamo sull'emendamento Ferraresi 2.6.

  VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Ferraresi 2.6, mentre mi rimetto all'Aula sull'emendamento 2.100 delle Commissioni.
  Mi rimetto all'Aula sugli emendamenti Rampelli 2.70 e 2.71. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Ferraresi 2.9 e 2.55. Esprimo parere contrario sull'emendamento Sisto 2.14. Esprimo parere Pag. 41favorevole sull'emendamento Ferraresi 2.56. Esprimo parere contrario sull'emendamento Daniele Farina 2.42.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  RICCARDO NENCINI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Il parere del Governo è conforme a quello del relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.101 delle Commissioni, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Businarolo, Camani.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  378   
   Votanti  303   
   Astenuti   75   
   Maggioranza  152   
    Hanno votato  283    
    Hanno votato no   20.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Vezzali ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.102 delle Commissioni, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bordo, Monchiero, Anzaldi, D'Ambrosio, De Girolamo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  390   
   Votanti  318   
   Astenuti   72   
   Maggioranza  160   
    Hanno votato  297    
    Hanno votato no   21.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Vezzali e la deputata Piccione hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 2.6, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Costantino, Businarolo, Romano, Marantelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  386   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato   75    
    Hanno votato no  311.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Preziosi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.100 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo e sul quale il relatore di minoranza si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Ambrosio, Tancredi, Nardi, Vico...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 42
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  317   
   Astenuti  103   
   Maggioranza  159   
    Hanno votato  315    
    Hanno votato no   2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rampelli 2.70, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Adornato, Marotta, Carfagna, Borghi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  418   
   Votanti  347   
   Astenuti   71   
   Maggioranza  174   
    Hanno votato   59    
    Hanno votato no  288.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rampelli 2.71, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Marotta, Carloni, Costantino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  412   
   Votanti  340   
   Astenuti   72   
   Maggioranza  171   
    Hanno votato   60    
    Hanno votato no  280.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferraresi 2.9.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Presidente, questo, quindi, è il comma sesto con la soppressione precedente. Ci riferiamo all'ipotesi di cui al comma precedente qualora l'evento sia conseguenza anche di una condotta colposa della vittima ?

  PRESIDENTE. Scusi, mi può ripetere la domanda ?

  VITTORIO FERRARESI. Volevo solo essere sicuro che sia, con la soppressione precedente, il comma sesto, nell'ipotesi di cui al comma precedente qualora l'evento sia conseguenza anche di una condotta colposa della vittima.

  PRESIDENTE. Ma qui siamo al suo emendamento 2.9.

  VITTORIO FERRARESI. Sì, appunto. La soppressione del sesto comma ?

  PRESIDENTE. Sì, è quello.

  VITTORIO FERRARESI. Benissimo Presidente, qui siamo nella stessa situazione che abbiamo visto in precedenza nella quale noi proponiamo di sopprimere l'inserimento della maggioranza che, come per l'omicidio stradale, va a scriminare, va a togliere, a diminuire la pena della metà nel caso in cui ci sia una condotta colposa da parte della vittima. Quindi anche in questo caso vale lo stesso discorso dell'emendamento precedente. Si crea una fattispecie pericolosissima che andrà a influire non solo sui processi in corso ma anche su quelli futuri e con cui appunto chi commette questo tipo di condotta la potrà far franca vedendosi la pena diminuita Pag. 43addirittura della metà. Già adesso in questo momento le vittime della strada non hanno giustizia, dopo questo inserimento sia nell'omicidio stradale sia nelle lesioni stradali vedrà farsi valere ancora di meno questa richiesta di giustizia. Perché ? Perché avrà una riduzione della metà nei casi in cui ci sarà concorso colposo della vittima anche minimo. Già è difficile accertare questo tipo di fatti poi si dovrà accertare anche il concorso colposo del soggetto fino alla diminuzione della pena della metà. Questa è l'ennesima vergogna, una vergogna secondo noi anche dal punto di vista giuridico perché, ripeto, ancora una volta il nostro sistema dice che, indipendentemente dalla condizione dell'evento, i due soggetti che esistono in questo caso rispondono totalmente del reato in questione. Ho sempre portato l'esempio dell'omicidio: chi spara al ventre di una persona e chi gli spara in testa. È ovvio che chi gli spara in testa cagionerà sicuramente la morte ma risponde di omicidio volontario anche chi spara nello stomaco. È per questo che è una deroga pericolosissima rispetto all'ordinamento soprattutto riguardante il nesso di causalità. Quindi non è corretto dal punto di vista tecnico-giuridico e non lo è neanche dal punto di vista di uguaglianza e di equità sostanziale perché noi qui andiamo a fare un grosso favore in tutte le ipotesi in cui vi sarà una minima colpa della vittima, la pena sarà diminuita della metà. Quindi non solo non stiamo raggiungendo l'obiettivo che questo provvedimento si era prefissato di raggiungere ma stiamo facendo addirittura peggio, cioè peggio della legge precedente.

  PRESIDENTE. Salutiamo gli alunni e i docenti dell'Istituto comprensivo statale «San Giovanni Bosco» di Gioia dei Marsi in provincia de L'Aquila, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Mi devo togliere un dubbio: io non so se il fascicolo di cui sono in possesso è diverso da quello dell'onorevole Ferraresi, però io leggo che «...qualora l'evento sia conseguenza anche di una condotta colposa della vittima, la pena è diminuita fino alla metà.» non dice «della metà». Questo vale sia per la precedente condotta relativa all'omicidio sia per quest'ultima relativa alle lesioni. Se il testo che io ho tra le mani è quello giusto, mi pare che tutto il ragionamento dell'onorevole Ferraresi non regga, almeno che – ripeto – non abbia un altro fascicolo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarare il voto favorevole della Lega Nord Autonomie all'emendamento del collega Ferraresi 2.9 e per rispondere, attraverso di lei, anche alle osservazioni del collega Sannicandro. In realtà è vero che è previsto fino alla metà ma di fatto il concetto è lo stesso e quindi riteniamo che sia giusto l'emendamento del collega Ferraresi.

  PRESIDENTE. Andiamo nell'ordine: onorevole Bonafede, attenda. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Grazie, Presidente. Volevo far notare che l'omicidio colposo stradale è in genere un evento che molto raramente e vede la colpa totale al 100 per cento di colui che compie l'atto ma in moltissimi casi c’è un concorso colposo della vittima. Per il nostro ordinamento il 99 per cento di concorso colposo della vittima non esentando l'un per cento di responsabilità porta alla condanna. Vogliamo tener conto delle diverse graduazioni rispetto a questa regola del nostro codice penale  ?
  Non è che, se uno prende il 51 per cento di colpa, viene condannato e, con il 49 per cento, viene assolto. No, basta avere l'1 per cento. Siccome ci sono delle pene da brivido, mi parrebbe che per equità si Pag. 44debba tener conto del concorso colposo che riequilibri anche una giustizia proporzionata, perché, se no, dal niente si fa troppo e, quando si fa troppo, si sbaglia sempre.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Volevo specificare, visti gli interventi che mi hanno preceduto, che innanzitutto il concetto di diminuire la pena fino alla metà rimane. Il fatto che ci sia l'espressione «fino alla metà» non implica, non esclude, che ci sia un rischio di eliminare la pena fino alla metà per chi si è macchiato di una colpa che ha portato – in questo caso le lesioni relative all'articolo precedente – alla morte. Il punto è che la gradazione della colpa viene già misurata nell'identificazione della pena da applicare al caso concreto dal minimo al massimo. Non è necessario stabilire un'ulteriore gradazione, perché non c’è nel diritto penale una doppia gradazione. Qui stiamo valutando un evento che è conseguenza di una condotta colposa. Chiedo alla maggioranza di esprimersi su questi temi, perché il dibattito è sereno, però è abbastanza importante che ci siano le voci di tutte le forze politiche.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 2.9, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  399   
   Votanti  393   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  197   
   Hanno votato   87    
    Hanno votato no  306.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Businarolo ha segnalato di essersi erroneamente astenuta, mentre avrebbe voluto votare a favore. I deputati Zan e Nardi hanno segnalato di non essere riusciti a votare contro).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 2.55, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pisano, Chimienti, Boccuzzi, Matteo Bragantini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  401   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  201   
   Hanno votato   91    
    Hanno votato no  310.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Zan e Nardi hanno segnalato di non essere riusciti a votare contro).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sisto 2.14, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Adornato, Patriarca.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 45
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  413   
   Votanti  411   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato   29    
    Hanno votato no  382.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferraresi 2.56.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Questo emendamento vuole aumentare l'aggravante e quindi la pena, nel caso in cui il soggetto che ha commesso il fatto non abbia prestato assistenza alla vittima e sia fuggito, a due terzi, quindi un aumento secco di due terzi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 2.56, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Luciano Agostini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  421   
   Votanti  417   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  209   
   Hanno votato   90    
    Hanno votato no  327.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Guidesi ha segnalato che non è riuscito a votare a favore).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daniele Farina 2.42, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brignone, Totaro
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  427   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato   30    
    Hanno votato no  397.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Segoni, Micillo, Patriarca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  314   
   Astenuti  110   
   Maggioranza  158   
    Hanno votato  285    
    Hanno votato no   29.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 3169-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3169-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice per la maggioranza ad esprimere il parere delle Commissioni.

Pag. 46

  ALESSIA MORANI, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Il parere è contrario sia sul testo alternativo del relatore di minoranza sia sull'emendamento Ferraresi 3.50.

  PRESIDENTE. Invito ora il relatore di minoranza, onorevole Ferraresi, ad esprimere i pareri. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza. Il parere è favorevole su entrambi.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  RICCARDO NENCINI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del testo alternativo del relatore di minoranza.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Ferraresi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cani, Guidesi, Ravetto, Mazzoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  417   
   Votanti  393   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato   80    
    Hanno votato no  313.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito a votare contro).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferraresi 3.50
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Con questo emendamento si vuole porre fine alla seconda discriminazione che la maggioranza vuole fare con questa norma.
  La prima era tra violazioni del codice della strada; in tal caso, le vittime avranno una giustizia differente a seconda che si tratti di una certa violazione, che avrà come pena da due a sette anni, oppure di un'altra, per cui è prevista una pena da cinque a dieci anni. In questo caso, anche l'imputato avrà un trattamento differente, senza ragioni di fondo.
  Con questo emendamento, invece, si vuole porre fine ad un'altra discriminazione, non meno importante, e cioè quella che riguarda le cosiddette violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro. Visto che l'articolo 589, secondo comma, dice che, se il fatto è commesso con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale – questo è stato eliminato – e di quelle per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, la pena è uguale. Mi chiedo se queste morti, ovvero le morti nei cantieri e le morti che vanno ricondotte ad una condotta colposa, ma pur sempre in violazione delle norme che impongono una sicurezza per evitare gli infortuni e le morti sul lavoro, sia diversa da quella che si intende tutelare con la previsione dell'omicidio stradale.
  La norma dice così: chi causa un comportamento colposo riguardante una violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro è sottoposto a una pena dai due ai sette anni, mentre per le altre c’è una seconda divisione: da un lato, le pene da due e sette anni e, dall'altro lato, pene da cinque a dieci anni.
  Crediamo che, visto che in questi anni sta venendo fuori sempre con più forza il fatto che ci sono migliaia di morti sul lavoro ogni anno, sia necessario adeguare in modo proporzionale la pena prevista Pag. 47per l'omicidio colposo per violazione di queste norme con questa legge. È una istanza proporzionata, che vuole riportare l'uguaglianza, la giustizia sostanziale, l'equità tra le vittime e l'equità tra gli imputati di questi gravi reati. Chiediamo, quindi, che ci sia un livellamento e un adeguamento per quanto riguarda queste condotte, dunque anche con riferimento alle violazioni di queste norme. Dunque, chiediamo con questo emendamento l'aumento della pena (prevista in misura da due a sette anni) a una misura che va da cinque a dieci anni, perché queste sono condotte gravi, che causano, ogni anno – come ho già detto – migliaia di morti sui cantieri.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. A volte, quando si affrontano temi delicati ed importanti, come quello della sicurezza della strada, può capitare anche l'occasione di intervenire anche in altri ambiti delicati e importanti, quali la sicurezza sul lavoro.
  In altre epoche, forse mi sarei appellato ai valori del centrosinistra; ora in questo emiciclo non saprei davvero dove andare a cercarli, questi valori. Quindi, Presidente, non capisco davvero per quale ragione, su un emendamento di questo tipo – che tende semplicemente a dire che i morti per la strada non sono più o meno importanti dei morti sul lavoro – non si voglia cogliere l'occasione per intervenire anche in quel senso, con un'istanza di proporzionalità della pena. Anche qui ci sarà il silenzio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Grazie, Presidente. Credo che il fine di questa proposta di legge sia quello di limitare, in qualche modo, le morti per incidente stradale. Lo stesso discorso potrebbe valere per i morti sul lavoro.
  Nel 2014 abbiamo avuto oltre mille morti: un dato impressionante, in continuo aumento, se lo colleghiamo alla riduzione dell'occupazione, che viene sempre meno, soprattutto negli ambiti dove c’è maggior rischio, ovvero nei cantieri. È qualcosa di illogico, che va oltre il buonsenso: è logica. Quanto vi costa adeguare le pene e anche nell'ambito lavorativo ? Qua c’è gente che muore, ogni anno, ed è un numero in continuo aumento. Vogliamo intervenire seriamente a no ? Chiedo al Governo, per cortesia, di esprimersi in merito anche a questo emendamento, grazie.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, l'articolo 589 del codice penale, nel suo testo primigenio, dice: «Chiunque cagiona per colpa la morte di una persona è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni. Se il fatto è commesso con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale o di quelle per la prevenzione degli infortuni sul lavoro la pena è della reclusione da due a sette anni. Si applica la pena della reclusione da tre a dieci anni se il fatto è commesso con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale (...)». Pene, quelle relative agli infortuni sul lavoro e all'omicidio per circolazione stradale, aumentate già nel 2006 e nel 2008.
  È evidente che c’è una discriminazione, ma il problema è che questa normativa va contestata ab origine. Non possiamo usare gli infortuni sul lavoro in modo strumentale, come arma contundente per fare polemica con la maggioranza. La maggioranza va condannata in toto su questa faccenda, perché strumentalizza gli infortuni sul lavoro o, meglio, tralascia gli infortuni sul lavoro, strumentalizza il disagio delle vittime della strada e via discorrendo, perché sia l'Associazione magistrati, sia l'Associazione forense, sia Antigone hanno scritto che si tratta di una norma fatta soltanto per sollecitare gli istinti, la pancia della popolazione. Questa Pag. 48è la verità grave, altro che il problema degli infortuni sul lavoro ! Qui è un bel giochino questo, portiamo le norme sulla violazione della circolazione stradale e quindi sul relativo conseguente omicidio in alto e poi diciamo che ci portiamo gli infortuni pure appresso. Invece, queste sono cose troppo serie per essere discusse in questa maniera, perciò io dico di votare contro i vostri emendamenti, perché c’è una dose di strumentalità, caro Bonafede, che a me non convince proprio.

  PRESIDENTE. Rivolgiamoci alla Presidenza.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 3.50, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Guidesi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  405   
   Votanti  399   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato   89    
    Hanno votato no  310.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 3.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, solo per annunciare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle su questo articolo e per ricordare al collega Sannicandro, tramite lei, che il MoVimento 5 Stelle ha fatto una critica puntuale su tutto il sistema, quindi non ci venga a dire che noi usiamo strumentalmente le morti sul lavoro per fare una battaglia in questo senso con questo emendamento. Ci risparmi veramente queste critiche che sono fuori luogo quanto basta.
  Quindi, noi abbiamo fatto una critica puntuale e costruttiva a tutto il provvedimento, provvedendo a creare un testo alternativo che cercava di sanare le critiche giuridiche, soprattutto, ma anche di natura sostanziale, rispetto al principio di eguaglianza e al principio di equità sostanziale, e, quindi, dopo, cercando con questo emendamento di livellare le norme, proviamo anche appunto a togliere queste ingiustizie.
  Quindi, collega Sannicandro, prima di parlare guardi un attimo quelli che sono i fatti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Mazziotti Di Celso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  421   
   Votanti  376   
   Astenuti   45   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato  344    
    Hanno votato no  32.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Pastorelli ha segnalato di avere erroneamente votato contro, mentre avrebbe voluto votare a favore).

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 3169-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3169-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la Pag. 49relatrice per la maggioranza per la II Commissione ad esprimere il parere delle Commissioni.

  ALESSIA MORANI, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Signor Presidente, il parere è contrario sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Ferraresi, nonché sugli emendamenti Daniele Farina 4.50 e 4.51 mentre è favorevole sull'emendamento Mazziotti Di Celso 4.52.

  PRESIDENTE. Invito ora il relatore di minoranza, onorevole Ferraresi, ad esprimere il parere. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza. Il parere è favorevole sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Ferraresi, nonché sugli emendamenti Daniele Farina 4.50 e 4.51 e Mazziotti Di Celso 4.52.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  RICCARDO NENCINI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, il Governo si conforma al parere espresso dalla relatrice per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del Testo alternativo del relatore di minoranza, Ferraresi.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, abbiamo cercato, in modo costruttivo, di riprendere alcune delle osservazioni che sono state poste da scienziati, tossicologi, esperti in materie giuridiche ed in tossicologia forense, e di applicarle al testo, non volendo per questo eliminarlo ma cercando di migliorarlo. Ecco perché tutte le osservazioni che sono arrivate sono state inserite dal Movimento 5 Stelle come emendamenti al testo presente e perché, in questo caso, ritenevamo che fosse un miglioramento della normativa. Abbiamo cercato di fare in modo che, su tutto il territorio nazionale, si potesse intervenire, in maniera omogenea ed unificata, senza disparità di trattamenti, per quanto riguarda gli accertamenti relativi allo stato di intossicazione da sostanze stupefacenti o allo stato di ebbrezza alcolica. In questo senso – lo abbiamo sempre detto – nel nostro Paese ci sono delle disparità di trattamento dovute anche a numerose difficoltà e divergenze nell'accertamento da parte degli organi competenti; quindi, noi chiediamo un puntuale controllo sugli stati di accertamento che vengono compiuti nel nostro Paese e che siano rigidamente stretti tra i vincoli che il legislatore vuole prevedere in questa normativa. Risposte al perché il parere sia contrario, in questo caso, sia in Commissione sia in aula, non ne sono arrivate; se i colleghi della maggioranza avessero voluto riformulare il nostro testo e proporre un emendamento avrebbero potuto farlo; nessuna giustificazione è arrivata, rimane solo il parere contrario che non ha assolutamente alcun senso.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Signor Presidente, ritorniamo su un punto che abbiamo sollevato nel corso della discussione degli emendamenti presentati all'articolo 1. È una norma apparentemente tecnica, quella contenuta nell'articolo 4, ma invece profondamente politica, nel senso che, come già spiegato nel precedente intervento, c’è una parte del codice della strada, quella contenuta nell'articolo 187 in particolare...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Farina, non me ne vogliano al Comitato dei nove, però un minimo di rispetto per chi sta parlando; onorevole Ferranti, se lei prova, oltre a guardare me, a girarsi a destra e sinistra, si rende conto che vi è una situazione che non è esattamente rispettosa nei confronti di chi sta parlando.
  Prego, onorevole Farina.

Pag. 50

  DANIELE FARINA. Dicevo che c’è una parte del codice della strada che, in realtà, non dovrebbe stare lì o meglio sta lì ma si tratta di un pezzo del Testo unico sulle sostanze stupefacenti tant’è vero che vive paradossalmente, se ci pensate, la stessa identica logica dello stesso: tutte le droghe sono uguali e, quindi, a parte l'alcool, non c’è bisogno di ulteriori analisi, di gradazioni, di soglie, di verifiche al fine di comminare le pene che stanno dentro la violazione che le norme del codice propongono.
  I colleghi del MoVimento 5 Stelle tentano – come peraltro noi – di introdurre o anche di delegare l'introduzione di più rigorose analisi fisico-quantitative, di metodologie soprattutto, con identificazione dei fluidi di analisi, al fine di rendere certo ciò che certo non è. Come dicevo prima, in base a questa norma, come già succede attualmente, noi commineremo omicidio stradale a colpevoli di omicidio colposo, così come oggi togliamo migliaia di patenti ogni anno a persone che, come dicevo, in realtà sono perfettamente in grado di guidare.
  Nell'articolo 4 compiamo un'ulteriore cosa priva di significato, perché non agganciamo all'articolo 187 la vicenda che stiamo discutendo, ma l'accertamento dell'esistenza di questa fattispecie autonoma di reato l'agganciamo all'articolo 224-bis del codice di procedura penale, che è quello per l'accertamento del DNA, disposizioni coattive, che identifica delle metodologie. Peccato che quelle metodologie che servono all'accertamento del DNA non servano – o non servano compiutamente – ai fini dell'accertamento dello stato di alterazione.
  Vi faccio solo quest'esempio: nell'articolo 224-bis tra i fluidi di esame manca il sangue, che è l'unico in grado di accertare con una qualche misura di certezza lo stato di alterazione. I «quali» – perché c’è anche la parola «quali» quando li elenca – non è sufficiente. Il legislatore ha il dovere tassativamente di indicare. Su questo, invece è prevalso il cattivo legislatore, quello delle passate stagioni, quello che ignorava – in grande parte continua ad ignorare – e quello che, però, non ignorava. Infatti c’è una parte del Parlamento degli anni passati che perfettamente sapeva di questo problema all'interno della nostra legislazione e lo ha taciuto. Non soltanto: lo ha scritto !
  Allora noi chiediamo nella forma che si vorrà – lo abbiamo chiesto ma è stato rifiutato e devo dire con scarsa comprensibilità – di introdurre degli elementi di analisi certa, di metodologia certa, di delegarli al Governo se necessario, in maniera però molto stringente, perché questo provvedimento, a nostro modo di vedere, non potrebbe andare in vigore senza quella chiarificazione.

  PRESIDENTE. Aveva ancora un minuto, onorevole Daniele Farina.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Ferraresi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, con il parere favorevole del relatore di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Minnucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  400   
   Votanti  375   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato   87    
    Hanno votato no  288.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Daniele Farina 4.50.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Daniele Farina. Ne ha facoltà.

Pag. 51

  DANIELE FARINA. Grazie Presidente, come vede, non ho il problema del minuto in più o in meno, perché abbiamo predisposto una serie di proposte emendative che ci consentono di provare ad illustrare all'Aula ciò che non è stato colto in Commissione
  Tant’è vero che – parlavo prima di metodologie e di analisi – chiediamo una cosa molto semplice, ovvero di inserire le parole: o il prelievo di sangue ai fini tossicologici forensi di diagnosi. È, per così dire, il minimo indispensabile che andrebbe fatto attualmente nella legislazione vigente e, ancora di più, laddove ci troviamo a istituire una nuova fattispecie di reato, che prevede sanzioni di straordinaria rilevanza.
  Questa vicenda avrebbe dovuto in realtà essere risolta dal Parlamento da moltissimi anni. Doveva entrare compiutamente nel codice della strada, ci avrebbe risparmiato un sacco di problemi e avrebbe risparmiato anche un sacco di errori giudiziari, attenzione.
  Questo noi pensiamo sia proprio il minimo che deve essere fatto, anche perché – mi permetto questa digressione – noi esamineremo nei prossimi mesi una proposta di legge firmata da oltre 200 colleghi di questa Camera dei deputati e da oltre 300 parlamentari in generale, compresi i senatori, che mira alla legalizzazione della cannabis. Questo problema – che sia questa la legislatura buona o la prossima, ma noi contiamo ovviamente che sia questa – che solleviamo noi si pone nel senso che non si può legalizzare una sostanza e poi non normarla con criteri rigorosi, tanto è vero che per l'alcol, che è una sostanza lecita nel Paese, dagli effetti catastrofici sulla salute, però lecita, abbiamo predisposto delle misure e delle soglie scientifiche, magari opinabili nel grado effettivo di inabilitazione del rapporto uomo-macchina, ma abbiamo stabilito delle soglie. Il legislatore, sulla base di studi e di verifiche ha stabilito la soglia dello 0,5, dello 0,8, dell'1,5 grammi al litro, presupponendo una linearità o comunque che fossero soglie significative ai fini del grado di inabilitazione e quindi anche della gravità penalistica delle norme.
  Sulle altre sostanze, nonostante che la Cassazione – la citavo all'inizio in relazione all'articolo 1 – ci abbia messo di fatto sulla buona strada, non abbiamo praticamente nulla. Allora, noi crediamo che almeno su un reato così grave – non abbiamo voluto mettere mano sull'articolo 187 del codice della strada – l'articolo 224-bis del codice di procedura debba essere qualificato in quella direzione per consentire a questo provvedimento di avere un rigore, che altrimenti non ha.
  Noi, colleghi, siamo molto attenti alle coperture finanziarie. Quando non c’è la copertura finanziaria o è dubbia, questo diventa addirittura motivo ostativo all'approvazione di un provvedimento. Qui non c’è problema di copertura finanziaria, il provvedimento è senza oneri di fatto, come molti dei provvedimenti di giustizia per lo Stato, ma qui proprio non c’è la copertura scientifica; non c’è copertura scientifica in relazione a questa norma di legge. Il che produrrà, in sede di tribunali e di giurisprudenza, un sacco di problemi. A tal punto che probabilmente questa norma in numerosi casi concreti risulterà inapplicabile per quei difetti e altri, devo dire, che citavo prima (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, noi ci asterremo su questo emendamento, però volevo dare anche il nostro punto di vista. È evidente che una cosa è una sanzione amministrativa che deriva da un'inosservanza al codice della strada e quindi una multa perché uno può aver bevuto più o meno alcol o avere assunto più o meno sostanze stupefacenti, a prescindere dalla liceità o meno dell'assunzione. Quello che però cambia scena – ed è per questo che in maniera tecnica il Governo e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti dovranno intervenire – è Pag. 52che prevedendo una pena, tra l'altro così elevata, e non consentendo all'imputato di potersi difendere adeguatamente dimostrando la sua capacità diversa, rispetto a quella che lo Stato vuole presumere inabilitante, si finisce con il violare la Costituzione, nel senso che si lede il diritto alla difesa. Quindi, al di là delle giuste preoccupazioni che esprime il collega Farina – così come anche il collega Ferraresi – ancorché nella fretta con cui ci si appresta ad approvare anche un provvedimento che io ho già definito giusto e sul quale voteremo a favore, cambia tutto il criterio dell'analisi scientifica dello stato di incapacità provocato sia dall'assunzione di alcol, che di stupefacenti, perché altrimenti si lede il diritto alla difesa della persona che ha il diritto di poter dimostrare che non è vero che lui aveva una causa incapacitante che non gli ha permesso di guidare in maniera adeguata.
  Quindi l'eventuale colpa del codice stradale non è insita in quello stato incapacitante, ma deriva da un'altra motivazione. Per cui credo che un approfondimento tecnico, secondo me, anche con un ordine del giorno, noi dovremmo chiederlo al Governo, perché proprio nel momento in cui giustamente vogliamo punire in maniera più adeguata, più severa, i comportamenti spericolati che mettono a rischio e a repentaglio la vita altrui, dobbiamo poi essere rigorosi per evitare errori giudiziari.

  TANCREDI TURCO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  TANCREDI TURCO. Grazie, Presidente, intervengo unicamente per sottoscrivere questo emendamento, Daniele Farina 4.50, e anche il successivo Daniele Farina 4.51.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daniele Farina 4.50, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ne approfitto per salutare gli alunni e i docenti dell'Istituto comprensivo statale «San Gregorio Magno» di Salerno, che sono in tribuna e assistono ai nostri lavori (Applausi).
  Non vi sono colleghi che non riescono a votare.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  389   
   Votanti  347   
   Astenuti   42   
   Maggioranza  174   
    Hanno votato  102    
    Hanno votato no  245.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Manfredi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daniele Farina 4.51, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  De Girolamo, Dall'Osso, Ciracì, Marti, Santanchè, Gelmini, Crippa, Greco.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  401   
   Votanti  360   
   Astenuti   41   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato  106    
    Hanno votato no  254.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Mazziotti Di Celso 4.52.Pag. 53
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente, ringrazio i relatori e il Governo per avere dato un parere favorevole su questo emendamento, che sopprime una norma introdotta precedentemente e che è un esempio dei pasticci che si possono fare seguendo i suggerimenti che arrivano da lobby o categorie varie. Infatti, si era previsto, nella norma che andiamo a sopprimere, che tutti gli incarichi di perizia dati dai PM sui procedimenti per omicidio colposo stradale o lesioni, nascenti da queste nuove norme, dovevano essere assegnati per forza a soggetti iscritti agli ordini degli ingegneri o dei periti industriali.
  Questo omettendo il fatto che queste perizie, che sono, a spanne, 70-80 mila all'anno – è il numero dei processi che vi sono –, richiedono interventi di esperti di molte materie, non necessariamente di ingegneri e di periti industriali, e anche che ingegneri e periti industriali non necessariamente sono esperti di incidenti stradali; pertanto, prevedere una riserva di questo tipo avrebbe semplicemente creato l'ennesimo giardinetto di competenze, peraltro in un campo in cui l'Autorità antitrust aveva detto chiaramente che non vi dovevano essere riserve.
  Scelta Civica ha, come si sa, sempre a cuore la protezione della concorrenza, soprattutto in settori, come questi, molto delicati, dove non creare delle riserve, per di più a favore di soggetti che non sono affatto sempre qualificati per questo – ovviamente, possono esserlo, ma non lo sono sempre –, è particolarmente importante. Quindi, ringraziamo nuovamente relatori e Governo per il parere favorevole e siamo molto soddisfatti che si sia eliminato questo pasticcio dalla norma (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazziotti Di Celso 4.52, con il parere favorevole delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  405   
   Votanti  377   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato  374    
    Hanno votato no   3.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Di Lello, Vazio, Richetti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  408   
   Votanti  373   
   Astenuti   35   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato  348    
    Hanno votato no   25.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Se non vi sono obiezioni, e immagino che non ve ne saranno, sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  La seduta, sospesa alle 13,15, è ripresa alle 15.

Pag. 54

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministro dello sviluppo economico e il Ministro dell'economia e delle finanze.

(Iniziative in relazione alla crisi in Libia – n. 3-01793)

  PRESIDENTE. Il deputato Edmondo Cirielli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01793 concernente iniziative in relazione alla crisi in Libia (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata). Le ricordo che ha un minuto.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Ministro, l'evidente fallimento della diplomazia internazionale nella gestione, post regime di Gheddafi, della grave crisi che ha investito la Libia è sotto gli occhi di tutti. Non soltanto due presunti Stati si confrontano, ma una serie di milizie. Soprattutto – quello che è più grave – è sotto gli occhi di tutti una penetrazione, da ultimo, anche dell'ISIS, di questo nuovo pericoloso terrorismo islamico alle porte dell'Italia.
  Allora, l'Italia ha avuto un semestre di presidenza dell'Unione europea e non è riuscita, neanche con l'Alto rappresentante, a giocare un ruolo importante e decisivo. Vorremmo sapere, visto che anche dalla Libia viene nel nostro territorio la maggior parte degli immigrati clandestini, che cosa potremmo fare per la sicurezza nazionale e cosa intende fare lei per garantire la sicurezza nazionale, tramite un'efficace politica estera.

  PRESIDENTE. Il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni Silveri, ha facoltà di rispondere.

  PAOLO GENTILONI SILVERI, Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Ringrazio l'onorevole Cirielli. Non c’è dubbio che la situazione in Libia sia una situazione molto difficile. All'origine di questa difficoltà c’è un intervento militare, di ormai quasi cinque anni fa, che fu fatto, in un certo senso, senza avere chiara quale avrebbe potuto essere la situazione successiva all'intervento. Di questa realtà, purtroppo, ancora scontiamo le conseguenze.
  La comunità internazionale sta cercando, attraverso l'attività delle Nazioni Unite, un accordo tra le parti. Come è noto, questo accordo alla fine si è concretizzato in una proposta di un Governo di intesa nazionale, che l'inviato dell'ONU vorrebbe sottoporre alla Camera dei rappresentanti di Tobruk e al Congresso di Tripoli.
  Noi stiamo sostenendo questi sforzi in modo determinante. Anche il Segretario generale Ban Ki-moon ci ha ricordato qui il ruolo fondamentale dell'Italia. Non è facile perché, pur essendoci una maggioranza, sia nella Camera dei rappresentanti di Tobruk che nel Congresso di Tripoli, favorevole a sostenere questa proposta, il ricatto, le minacce e le pressioni estremiste finora hanno impedito che questo accadesse. Io mi auguro che la prossima settimana ci possano essere dei risultati più incoraggianti.
  L'Italia sta raccogliendo tutte le forze della regione, compresi Paesi arabi che avevano, fino ad alcuni mesi fa, posizioni molto diverse e che oggi sostengono il percorso di pace. Credo che questo sforzo possa, in prospettiva – ma non facciamoci illusioni che questo possa accadere nei prossimi giorni o nelle prossime settimane –, anche consentire una più regolata gestione dei flussi migratori, nei confronti dei quali, tuttavia, credo sia utile registrare il fatto che la missione navale europea, partita a inizio ottobre, sia pure solo in acque internazionali, sta contribuendo a una lotta contro gli scafisti, che credo sia un dovere per la comunità internazionale.

Pag. 55

  PRESIDENTE. Il deputato Cirielli ha facoltà di replicare. Ha due minuti.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Ministro, io la ringrazio e le do atto di essere estremamente sincero, concreto e anche estremamente prudente. Mi dispiace che, non sempre, la linea diplomatica che esce dalle sue parole sia poi quella che il Presidente del Consiglio riesce a mettere in campo. Sta di fatto che, nonostante tanti buoni propositi, purtroppo l'Italia – non a partire da questo Governo, evidentemente, ma ormai da diversi anni – viene assolutamente sottovalutata.
  E d'altro canto è grave che proprio quei Paesi, Francia e Inghilterra, che sono i principali responsabili del caos, del disastro libico, che purtroppo si riverbera essenzialmente su di noi, sia per la vicenda degli immigrati clandestini e la gestione dei rifugiati, ma anche e soprattutto per il pericolo della sicurezza nazionale, siano oggi quelli in prima linea a voler risolvere il problema. Allora, io credo che siccome l'Italia dà molti soldi all'Unione europea e ne dà altrettanti – molti – all'ONU abbia il diritto di rivendicare un ruolo adeguato al suo impegno per queste organizzazioni internazionali.
  Aggiungo che, al di là e al di fuori di questi diritti sacrosanti, visto che paghiamo, siamo esposti direttamente come sicurezza nazionale. Quindi, è chiaro che dobbiamo muoverci insieme agli altri, ma dobbiamo avere un attivismo tale che ci possa garantire la sicurezza sia dal punto di vista sociale ed economico per la gestione del fronte immigrati, ma anche dal punto di vista della sicurezza nazionale e militare, per il rischio dell'Isis. Quindi, la invito a continuare quello che sta facendo, ma anche a far capire al Presidente del Consiglio che diversa deve essere la determinazione dell'Italia come sistema.

(Iniziative di competenza per garantire ai genitori la piena conoscenza del piano dell'offerta formativa scolastica alla luce delle direttive emanate con la circolare del 15 settembre 2015 – n. 3-01794)

  PRESIDENTE. Il deputato Sberna ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01794, concernente iniziative di competenza per garantire ai genitori la piena conoscenza del piano dell'offerta formativa scolastica alla luce delle direttive emanate con la circolare del 15 settembre 2015 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  MARIO SBERNA. La ringrazio, Presidente. Gentile Ministra, queste direttive emanate dicono chiaramente che non è possibile parlare di teoria del gender e che i genitori devono sapere il piano dell'offerta formativa. Tuttavia, in Friuli Venezia Giulia, fin dal 2013, è stato istituito questo progetto insieme alle associazioni lesbiche, gay, bisessuali e transessuali, nelle quali testualmente la dottoressa Anna Pelamatti del dipartimento scienze della vita dell'università di Trieste afferma, durante questo progetto: «Insegniamo la “teoria del genere”, tra i cui contenuti fondamentali c’è che, indipendentemente dal sesso biologico, si può e si deve essere liberi di scegliere il proprio orientamento sessuale». Questo avviene nelle scuole dalla terza media fino al liceo e questa cosa è stata ribadita per l'anno 2015-2016 con un progetto organizzato da queste associazioni. Ci chiediamo, dunque, se non sia il caso di intervenire immediatamente per fermare questo ulteriore progetto di cui i genitori, che hanno iscritti i figli alle scuole, non ne sono nemmeno a conoscenza.

  PRESIDENTE. La Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Stefania Giannini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  STEFANIA GIANNINI, Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Grazie, signor Presidente. Onorevole Sberna, lei ha richiamato la circolare del 15 settembre che ufficializza la posizione del Ministero, quella istituzionale, in merito ai temi affrontati e con cui si è chiarito definitivamente la portata e il valore del comma 16 della legge n. 107 del Pag. 562015, cioè introdurre e sensibilizzare la comunità scolastica in merito ai principi di pari opportunità e di non discriminazione, richiamati peraltro dagli articoli della Costituzione che ben conosciamo e che non sto a riassumere. La legge n. 107 si ispira, quindi, a un modello nazionale principalmente, a un modello europeo, che non ha nulla a che fare con la teoria gender e con le ideologie che hanno altra natura e altra applicazione. Come precisato in questa circolare, alle scuole spetta il compito di introdurre iniziative, anche extracurriculari, che si ispirino ai principi che sono in corso di emanazione all'interno delle linee guida che verranno divulgate, ma che sono già stata anticipate dalla circolare in questione. Alle famiglie spetta il diritto e il dovere di informarsi sui contenuti del piano dell'offerta formativa e di poter esprimere il loro consenso e la libera partecipazione a qualunque iniziativa di carattere extracurriculare, non solo di questo argomento.
  In merito al progetto friulano, ovviamente, gli approfondimenti sono stati fatti presso l'ufficio scolastico regionale e l'obiettivo di questo progetto, e di progetti comunque generalmente diffusi nelle scuole del Friuli Venezia Giulia, è quello di aiutare la scuola e le famiglie nell'affrontare le richieste di aiuto degli adolescenti, spontaneamente rivolte a fronte di fenomeni di bullismo omofobico. Questo è il tema su cui ci si è concentrati.
  Quindi, il progetto è stato, anche quello citato, preventivamente illustrato con note informative alle famiglie tramite incontri dedicati e l'ufficio scolastico regionale, senza entrare e interferire con l'autonomia scolastica, ovviamente, ha partecipato a questa fase, garantendo anche i contenuti di cui ho parlato. Ovviamente, da questo anno, tutte le scuole, anche quelle friulane, e i loro dirigenti scolastici, dovranno rispettare, come peraltro è sempre avvenuto, la prassi corretta, cioè che ci sia una preventiva presentazione del piano dell'offerta formativa, che ci sia un'espressione di consapevolezza e di diritto e dovere di accedere a queste iniziative in maniera facoltativa.
  Quindi, mi sembra che tutto sia nel rispetto delle leggi e della legge in questione (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Il deputato Gigli ha facoltà di replicare.

  GIAN LUIGI GIGLI. Grazie Presidente. Signor Ministro, vedo che abbiamo anche la claque in Aula e di solito non c’è durante il question time.
  Andrebbe tutto bene quello che lei ci ha detto, andrebbe tutto bene, se non fosse che, invece del diritto e del dovere di informarsi, i genitori avrebbero il diritto e il dovere di essere informati (essere informati !) e se ciò che l'amico Sberna le ha citato sulla professoressa Pelamatti fosse stato detto da una persona che non c'entrava niente con questo progetto. Quello che lui ha citato, ovvero che insegniamo la «teoria del genere», tra i cui contenuti c’è anche quello che si deve essere liberi di scegliere il proprio orientamento sessuale, l'ha detto la responsabile culturale di quel progetto. Allora, io capisco che il Ministero stia dicendo quello che correttamente dovrebbe essere. Noi quello che le stiamo, però, dicendo è che di fatto sul campo poi succede tutt'altro: la «teoria del genere» è all'opera e non per contrastare il bullismo, ma per fare altro.
  Le voglio citare solo un documento uscito venerdì su Il Gazzettino, giornale del nord-est. Il titolo di questa pagina del libro è: «In famiglia» e, accanto a delle cose assolutamente accettabili («Si è accettati per quello che si è, ma anche per quello che si vuole» e già questo va un pochino per conto suo; «Il legame che unisce la famiglia non è il sangue: è il cuore che ci rende genitori e figli» e anche questo si può discutere), alla fine si arriva a dire con molta chiarezza sul libro di testo per le scuole elementari di Aviano e di Trieste: Avere due mamme e due papà è assolutamente opportuno. Si può stare sottosopra o sopra e sotto”.
  Allora, questo è quello che avviene sul territorio e, forse, il Ministero dovrebbe evitare di fare la parte di colui che non sa Pag. 57e non può sapere (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia – Centro Democratico).

(Iniziative per la piena attuazione dei percorsi di alternanza scuola-lavoro – n. 3-01795)

  PRESIDENTE. Il deputato Zoggia ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-01795, concernente iniziative per la piena attuazione dei percorsi di alternanza scuola-lavoro (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  DAVIDE ZOGGIA. Grazie Presidente. Signor Ministro, la legge n. 107 del 2015, Buona scuola, recita che, al fine di incrementare le opportunità di lavoro e le capacità di orientamento degli studenti, i percorsi di alternanza scuola-lavoro sono attuati, negli istituti tecnici e professionali, per una durata complessiva di almeno 400 ore e, nei licei, per una durata complessiva di almeno 200 ore nel triennio. Tale alternanza dovrà essere effettuata in strettissima collaborazione con enti e istituzioni pubbliche e private, ordini professionali e così via.
  Le chiediamo se è a conoscenza delle molteplici difficoltà che le scuole superiori incontrano nel rivolgersi a tali enti pubblici e privati per avviare questa parte della riforma, che gli interroganti giudicano molto importante per la formazione completa di studenti e quali iniziative in merito il Ministro intenda adottare per rimuovere tali ostacoli.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Stefania Giannini, ha facoltà di rispondere.

  STEFANIA GIANNINI, Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Grazie, signor Presidente. Onorevole Zoggia, come lei ha bene ricordato, la legge n. 107 del 2015 introduce per la prima volta strutturalmente lo schema di alternanza scuola-lavoro nella scuola italiana. Lo fa con alcune disposizioni specifiche. Il monte ore da lei citato è corretto. Va ripetuto e sottolineato che è distribuito sul triennio della formazione scolastica degli istituti tecnici e professionali e dei licei nella misura citata.
  Io le indico le sei azioni che sono in corso per supportare e aiutare le scuole, ovviamente e soprattutto in questi primi mesi, che non sono di transizione, ma sono di avviamento di un processo complesso, che nell'arco del triennio darà – ne siamo certi – risultati straordinari per un milione e mezzo di studenti nel Paese.
  Prima azione: l'emanazione e l'invio a tutte le scuole italiane di una guida operativa per fornire istruzioni sulle modalità di realizzazione, quindi, su tutte le questioni che riguardano la prassi dell'alternanza. Per fare esempi concreti, essendo stata questa guida elaborata con il contributo delle imprese e di tutte le parti sociali coinvolte, si tratta della parte che riguarda la progettazione didattica, le convenzioni, la certificazione delle competenze, la dimensione assicurativa.
  Seconda azione: è in corso di compilazione – e a metà dell'anno scolastico realisticamente sarà pronto – il registro nazionale delle imprese e delle istituzioni che entrano nello schema di alternanza.
  Questa diventerà un'area aperta e consultabile in una sezione speciale del sito del Ministero e poi di ciascuna scuola per le istituzioni che saranno coinvolte e dà un'opportunità straordinaria per avere un'interazione concreta sui singoli progetti scuola-istituzione, ivi incluse le istituzioni pubbliche naturalmente. Nelle more dell'avvio di questo registro, che richiede, ovviamente, alcuni mesi per la compilazione, il Ministero ha sottoscritto protocolli di intesa con le singole istituzioni, pubbliche e private, che già concorrono a far avviare nelle scuole italiane questo progetto a partire da questi mesi.
  Quarta azione: il protocollo di intesa con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, che apre la pista ad un altro settore di straordinaria importanza che è quello dell'alternanza scuola-lavoro nelle istituzioni di carattere culturale. Il nostro Paese, non c’è bisogno Pag. 58di sottolinearlo, ne ha una ricchezza straordinaria. È il momento di partire dalla scuola per far sì che poi anche gli sbocchi universitari del settore diventino occasione di formazione qualificata e di creazione di posti di lavoro e non di disoccupazione com’è avvenuto finora.
  Quinta azione: è perfezionata ormai e in corso di approvazione la Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza scuola-lavoro che è lo strumento operativo in mano agli studenti per procedere correttamente e anche consapevolmente al percorso di alternanza.
  Sesta ed ultima azione: gli uffici scolastici regionali – e questo è un processo già in corso – stanno formando gli insegnanti per il ruolo di tutor che è un altro ruolo fondamentale all'interno del processo.

  PRESIDENTE. La deputata Malpezzi, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

  SIMONA FLAVIA MALPEZZI. Grazie Presidente, grazie Ministra, io penso che in questa sua risposta, assolutamente soddisfacente, ci sia da porre l'attenzione su due aspetti che sono assolutamente qualificanti e anche innovativi e che sono forse quegli aspetti che le scuole appunto si stanno aspettando. Intanto, un lavoro di sinergia tra MIUR e MIBACT aprendo ai licei. E non solo per i licei, perché, qualora anche un istituto tecnico o professionale volesse andare a sperimentarsi all'interno di un mondo diverso, è tutto ben accetto. Quindi, questa sinergia diventa fondamentale e noi monitoreremo affinché davvero sia sempre più proficua perché ne riconosciamo la validità. Quanto al fatto che partono davvero questi corsi di formazione, si tratta di una delle richieste proveniente dalle scuole, soprattutto perché molte non hanno la tradizione di alternanza scuola-lavoro che, come ricordiamo, non è una nostra innovazione, ma che finalmente la legge n. 107 del 2015 – e questo è sicuramente un valore aggiunto della legge sulla buona scuola – pone in maniera organica su tutto il territorio nazionale.
  Mi consenta anche di ribadire un termine che a molte scuole non è chiaro, ma forse può aiutare a capire qual è lo spirito con cui la legge n. 107 del 2015 potenzia l'alternanza, che è anche una sorta di criterio di flessibilità, proprio perché la scuola dell'autonomia – e noi facciamo bene a ricordare che le ore garantite devono essere sul triennio – potrà gestirsi così come meglio crede. Gli stessi dirigenti scolastici sono invitati davvero a essere più flessibili possibile proprio per garantire senza ansia che l'esperienza di alternanza scuola-lavoro sia quella che noi ci eravamo immaginati, cioè un'opportunità e una ricchezza. (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Chiarimenti ed iniziative di competenza in merito all'utilizzo di strutture dell'Università di Udine per un'iniziativa di carattere politico, che ha avuto luogo il 23 e il 24 ottobre 2015 – n. 3-01796)

  PRESIDENTE. La deputata Sandra Savino ha facoltà di illustrare l'interrogazione Brunetta ed altri n. 3-01796, concernente chiarimenti ed iniziative di competenza in merito all'utilizzo di strutture dell'Università di Udine per un'iniziativa di carattere politico, che ha avuto luogo il 23 e il 24 ottobre 2015 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria, per un minuto.

  SANDRA SAVINO. Grazie Presidente, Ministro, le sottopongo oggi questo caso che lei conosce bene visto che vi ha partecipato. Infatti, il 23 e il 24 ottobre scorso proprio all'Università di Udine si è svolto questo convegno organizzato dal PD nazionale con il PD della regione Friuli Venezia Giulia e con il gruppo del PD dei deputati della Camera. Vi hanno preso parte anche altri soggetti in rappresentanza delle istituzioni, quali l'onorevole Faraone, alcuni deputati del Partito Democratico, rettori italiani e docenti delle università del Friuli e del Triveneto. La concessione degli spazi per iniziative di carattere politico è in netta contraddizione Pag. 59con quanto previsto dal codice etico e di comportamento dell'università che esclude esplicitamente questa possibilità.
  Ora, signor Ministro, la condotta assunta dal rettore costituisce un'aperta violazione alla prerogativa di imparzialità dell'università. Mi chiedo se lei che ha fatto il rettore avesse acconsentito a poter svolgere un convegno timbrato e marcato Partito Democratico e se gli avesse dato l'autorizzazione. Quindi, con questa interrogazione noi chiediamo come lei intenda rispondere a questo fatto a nostro giudizio gravissimo e se e quali provvedimenti intenda assumere al riguardo.

  PRESIDENTE. La Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Stefania Giannini, ha facoltà di rispondere.

  STEFANIA GIANNINI, Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Onorevoli Brunetta e Savino, come loro ben sanno, ai sensi della legge n. 168 del 1989, articolo 6 in particolare, anticipato dall'articolo 33 della Costituzione, le università godono di piena autonomia didattica, organizzativa, gestionale e finanziaria e le università si danno statuti e regolamenti propri che declinano i contenuti di tale autonomia.
  Nel caso specifico, di cui ovviamente sono a conoscenza per i motivi che lei ha citato, il rettore dell'università di Udine, che è il soggetto insieme al Senato accademico e al consiglio di amministrazione, organi coinvolti nella decisione assunta, chiamato a dover eventualmente rispondere di una valutazione sull'operato, cioè sulla scelta di aver ospitato il convegno in questione, ha ufficialmente emanato una nota, che è stata acquisita anche dal Ministero, che sottolinea il rispetto della normativa di ateneo che, nell'ambito della discrezionalità del proprio operato – ovviamente ci sono ragioni di opportunità che rientrano all'interno di questa discrezionalità – ha deciso di voler accogliere la richiesta di concessione degli spazi a titolo oneroso (le possibilità sono due, oneroso e non oneroso, e in questo caso è avvenuta a titolo oneroso) in considerazione dei contenuti e della tipologia della manifestazione. La stessa nota precisa di essersi attenuti al regolamento generale di amministrazione, di finanza e di contabilità dell'università, articolo 60, che recita: «l'università, verificati gli interessi istituzionali e la convenienza, può concedere in uso spazi a soggetti pubblici e privati sia a titolo oneroso che a titolo gratuito». Evidentemente l'iniziativa è stata condivisa dagli organi decisionali dell'ateneo, è stata ritenuta comunque di interesse generale, dati gli argomenti, data la partecipazione ampia e dato che in questa come in altre occasioni l'università di Udine e altri atenei hanno organizzato eventi di questo tipo. Quindi non spetta al Ministero fare valutazioni se non quelle di rispetto della totale autonomia degli atenei che hanno una possibilità, anzi direi un dovere, di decidere sulla base di principi discrezionali.

  PRESIDENTE. La deputata Sandra Savino ha facoltà di replicare.

  SANDRA SAVINO. Ministro, assolutamente non posso essere soddisfatta, anzi sono scandalizzata dalla risposta che lei ha voluto darmi in Aula quest'oggi. Qui non è in discussione una fattispecie che riguarda le opinioni politiche, ma uno dei principi fondamentali della pubblica amministrazione, in questo caso di quella universitaria pubblica, finanziata con i soldi di tutti i contribuenti, non solo di quelli che votano Partito Democratico: una pubblica amministrazione che si fonda su un valore dal quale non si può derogare di un centimetro, quello del civil servant, del dipendente pubblico dall'ultimo degli uscieri al primo dei dirigenti, rettore compreso, che deve essere politicamente super partes e asservito all'ente e non ai partiti politici. A me pare che oggettivamente tutto questo nell'occupazione militare dell'università di Udine da parte del Partito Democratico tra la distribuzione di gadget di partito e di copie de l'Unità all'interno e la partecipazione attiva del rettore all'evento del PD, tutto questo dicevo sia mancato.Pag. 60
  Francamente non so cosa ci possa essere di più grave di quello che è accaduto. Per questo mi sarei aspettata, signor Ministro, da parte sua degli atti conseguenti anche estremi in virtù di quel principio a cui, come ho detto, non possiamo derogare e, invece, di fronte ad una violazione morale, etica e regolamentare compiuta dal rettore dell'ateneo udinese registro che la scelta del Governo è quella di fare spallucce e far finta di niente, uno smacco non tanto alla sottoscritta ma a quei cittadini che credono nelle istituzioni pubbliche e nel valore del bene comune e non di quello di un partito a spese di tutti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

(Tempi e modalità di attuazione delle disposizioni del decreto-legge «destinazione Italia» riguardanti il credito d'imposta per le piccole e medie imprese per l'attivazione di servizi di connettività digitale – n. 3-01797)

  PRESIDENTE. L'onorevole Alfreider ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01797, concernente tempi e modalità di attuazione delle disposizioni del decreto-legge «destinazione Italia» riguardanti il credito d'imposta per le piccole e medie imprese per l'attivazione di servizi di connettività digitale, per un minuto (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  DANIEL ALFREIDER. Grazie Presidente. Signor Ministro, il decreto-legge n. 145 del 2013, cosiddetto «destinazione Italia», ha istituito un credito d'imposta fino al 2016 per le piccole e medie imprese per l'attivazione di servizi di connettività digitale: un credito di imposta che prevede il recupero del 65 per cento delle spese documentate e sostenute fino al 2016 per l'attivazione dei servizi di connettività digitale.
  Ciò che proponiamo e chiediamo oggi al Governo è, primo, l'urgenza del decreto attuativo in ordine alle modalità per usufruire del credito di imposta e di una rapida attuazione delle misure previste per fornire la digitalizzazione; secondo, che sia possibile prorogare, nel prossimo provvedimento utile, tali incentivi, che scadranno nel 2016 ma che ancora oggi non sono partiti.

  PRESIDENTE. La Ministra dello sviluppo economico, Federica Guidi, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  FEDERICA GUIDI, Ministra dello sviluppo economico. Grazie, Presidente. Io rispondo all'onorevole Alfreider e agli altri deputati in merito a questa questione volendo in premessa confermare tutto l'impegno del Governo a promuovere naturalmente lo sviluppo della digitalizzazione e della connettività, specialmente per le piccole e medie imprese. Come lei sa, le PMI costituiscono l'ossatura dell'economia italiana e naturalmente favorirne l'ammodernamento tecnologico è fondamentale per sostenere la crescita, anche naturalmente industriale, di tutto il nostro Paese, in un contesto di mercato e di catene del valore che sono diventate globali.
  La misura agevolativa in oggetto, cioè il credito di imposta per l'attivazione di servizi di connettività digitale, del decreto-legge n. 145 del 2013, rispondeva proprio a questa esigenza. Con riguardo al decreto interministeriale di attuazione della suddetta misura, la cui bozza è stata da tempo anche condivisa con il Ministero dell'economia delle finanze, l'iter di adozione ha subito effettivamente un rallentamento, anche a causa delle procedure di certificazione che sono previste dalla normativa comunitaria. A questo riguardo, stiamo tuttora lavorando per individuare la necessaria copertura finanziaria. Mi riferisco non soltanto alle risorse nazionali ma anche alle risorse del programma operativo approvato.
  Come sapete, le agevolazioni concesse sotto forma di credito di imposta, data la natura fiscale e le procedure di concessione prevalentemente automatiche, rischiano di rivelarsi, come accaduto purtroppo Pag. 61in passato, incompatibili con le procedure previste dalle norme comunitarie di riferimento. Ciò nonostante, per quanto riguarda anche l'ambito delle risorse nazionali, il Ministero dello sviluppo economico, consapevole dell'importanza dell'intervento per le PMI, sta anche approfondendo ogni sforzo per verificare se sia possibile reperire la copertura finanziaria necessaria attraverso il Fondo di sviluppo e coesione.

  PRESIDENTE. Il deputato Alfreider ha facoltà di replicare.

  DANIEL ALFREIDER. Presidente, ringrazio il Ministro. Siamo soddisfatti degli impegni confermati dal Governo proprio su questo punto e sulla volontà di lavorare sugli incentivi previsti già nei decreti citati e soprattutto per sostenere il programma di digitalizzazione delle piccole e medie imprese. Siamo convinti che la realizzazione di tali reti sicuramente potrà dare un incentivo e una vera spinta per lo sviluppo di tutto il Paese, quindi noi la ringraziamo per la conferma dello sviluppo di questa proposta.

(Elementi ed iniziative in merito alla crisi industriale di Alitalia maintenance systems – n. 3-01798)

  PRESIDENTE. Il deputato Roberto Simonetti ha facoltà di illustrare l'interrogazione Saltamartini n. 3-01798 concernente elementi ed iniziative in merito alla crisi industriale di Alitalia maintenance systems (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

  ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. Il quadro che viene delineato nell'interrogazione è quello della società Alitalia Maintenance Systems, la quale è dovuta fallire, benché partecipata da Alitalia, proprio perché Alitalia non ha mandato a questa sua partecipata le commesse atte per poter rimanere appunto in utile. Si sta perdendo un know-how nazionale nella riparazione e manutenzione dei motori aeronautici e questo fa il filotto con tutte le altre mancate politiche industriali del Governo Renzi, che fa sì che il know-how nazionale venga ad essere assorbito dall'industria straniera. Poi farò successivamente degli esempi. Io voglio capire se il Governo ne era a conoscenza, del perché ha permesso ad Alitalia di far fallire un know-how nazionale appunto nella meccanica e se c’è spazio per riuscire a ricollocare o comunque a mantenere il posto di lavoro a questi 240 dipendenti.

  PRESIDENTE. La Ministra dello sviluppo economico, Federica Guidi, ha facoltà di rispondere.

  FEDERICA GUIDI, Ministra dello sviluppo economico. Grazie, Presidente. Io rispondo all'onorevole deputato confermando che, in merito a questa questione, mi sto occupando personalmente dell'evolversi di questa situazione relativa alla società Alitalia Maintenance Systems, azienda che, come lei ricordava, revisiona e ripara motori aeronautici, di cui Alitalia è il principale cliente. La società è stata recentemente dichiarata fallita dal tribunale fallimentare di Roma, che ha respinto un'istanza di concordato ritenuto non più sostenibile.
  Io vorrei qui confermare che si è arrivati a questo epilogo, certamente non positivo, per comportamenti dei quali il Ministero in realtà è stato informato solo pochissimo tempo prima della dichiarazione di fallimento, e quindi senza avere molto tempo per verificare possibili alternative, che comunque poi dopo dirò, sulle quali stiamo lavorando.
  Immediatamente il Ministero ha attivato ogni possibile iniziativa finalizzata alla salvaguardia prima di tutto del know-how e delle competenze professionali presenti in AMS, condizioni che sono fondamentali per il suo possibile rilancio: anche perché questa è un'azienda che ha bisogno di avere investimenti per essere rilanciata sul mercato. La stessa regione Lazio, che io ho contattato, si è resa disponibile e pronta anche a partecipare ad uno sforzo Pag. 62comune, data proprio la rilevanza di AMS per il territorio. L'8 giugno è stata autorizzata la corresponsione del trattamento di integrazione salariale in favore dei 240 lavoratori dipendenti per il periodo dal 15 gennaio 2015 al 14 gennaio 2016, e questo provvedimento continua a trovare applicazione anche in questa fase in cui l'azienda è passata dal 1o ottobre dalla procedura di concordato preventivo a quella fallimentare.
  Per salvaguardare l'operatività dell'azienda i curatori fallimentari si sono attivati con ENAC per ottenere una proroga della certificazione. ENAC ha accordato la sospensione della certificazione per un periodo di due mesi a partire dalla data del 9 ottobre 2015, estendibile di un ulteriore mese in base all'esito delle verifiche sullo stato di avanzamento di un programma concordato con l'ente stesso. L'audit straordinaria da parte del team di sorveglianza verrà effettuato a valle della completa e favorevole implementazione del citato programma, e prima della ripresa delle attività manutentive in regime di esercizio provvisorio.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  FEDERICA GUIDI, Ministra dello sviluppo economico. Nel frattempo io ho attivato opportuni contatti con gli azionisti, inclusa naturalmente Alitalia che è socio di minoranza con il 15 per cento oltre ad essere il principale cliente, con potenziali nuovi investitori al fine di ricercare una relazione valida ed economicamente sostenibile. I contatti sono in corso, soprattutto ma non solo con la società Atitech. Il Ministero dello sviluppo economico si è reso fin da subito disponibile anche ad esaminare e a sostenere progetti di investimenti necessari per rilanciare la società, finalizzate al recupero dell'efficienza e produttività in AMS, così da consentire all'azienda di poter tornare a produrre con margini positivi. Le prossime settimane saranno decisive per verificare le possibilità di salvare l'azienda, e io avrò dei contatti anche nelle prossime ore a questo riguardo.

  PRESIDENTE. Roberto Simonetti, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

  ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, signora Ministro, il quadro che ha delineato è un quadro che fa ben sperare, soprattutto per la parte legata alle maestranze. Chiaro è che la politica industriale è forse quella che è mancata, proprio perché Alitalia, nel suo susseguirsi aziendale e societario, ha scelto Fiumicino come hub a discapito di altre realtà nazionali, come era quella di Malpensa. Malgrado abbia fatto questa scelta, sta depauperando tutto ciò che è sul territorio vicino appunto allo scalo di Fiumicino, e questo fa parte di un progetto che noi non riusciamo a comprendere: non riusciamo a comprendere perché, benché fosse una principale fornitrice di lavoro per la sua partecipata, di fatto ha 14 motori fermi da mesi che non vengono consegnati per la manutenzione, e questo a discapito del lavoro della sua stessa partecipata.
  Noi purtroppo dobbiamo combattere contro il depauperamento del know-how industriale del nostro Paese, perché purtroppo tante marche, tante e tante grandi aziende sono state acquistate dall'estero, da produttori esteri.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  ROBERTO SIMONETTI. Ricordo la Indesit con la Whirlpool, Loro Piana con Louis Vuitton, Krizia, Bulgari, Fendi ugualmente da Louis Vuitton, Poltrona Frau e Pernigotti dai turchi, Eridania dai francesi, Perugina dalla Nestlé, la Ducati addirittura dall'Audi. Quindi non perdiamo questo know-how a favore di aziende che possono essere un altro socio, quello di Tel Aviv che molto probabilmente sarà quello che Etihad vorrà per la manutenzione dei mezzi, sui quali però gli italiani devono viaggiare.

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(Iniziative per la ripresa dell'attività produttiva degli stabilimenti della ex Antonio Merloni spa – n. 3-01799)

  PRESIDENTE. La deputata Adriana Galgano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01799, concernente iniziative per la ripresa dell'attività produttiva degli stabilimenti della ex Antonio Merloni spa (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  ADRIANA GALGANO. Signor Presidente, Ministra Guidi, la nostra interrogazione riguarda l'azienda ex Merloni. Il 1o gennaio 2012 la Merloni cedeva gli stabilimenti di Nocera e Fabriano al gruppo Porcarelli, e pochi mesi dopo contro questo accordo, contro questa cessione ricorrevano le banche: siamo nel 2015 e questa causa non si è ancora risolta, creando grandi problemi alla gestione dell'azienda.
  La situazione è che nei due stabilimenti ceduti ci sono 700 persone che sono in cassa integrazione, che scadrà alla fine dell'anno. Noi chiediamo quali azioni il Governo intenda mettere in campo per questa situazione, per sostenere l'economia della fascia appenninica che è stata gravemente colpita dalla crisi.

  PRESIDENTE. La Ministra dello sviluppo economico, Federica Guidi, ha facoltà di rispondere.

  FEDERICA GUIDI, Ministra dello sviluppo economico. Grazie, Presidente. Rispondendo in merito alla questione posta dall'onorevole Galgano,in effetti l'accordo propedeutico per l'acquisizione in continuità aziendale da parte della QS Group Spa, attraverso la sua controllata JP Industries, è stato siglato presso il Ministero dello sviluppo economico nel novembre del 2011. Stiamo parlando naturalmente di un accordo con una società controllata da un serio imprenditore, la cui azienda ha un buon portafoglio ordini e anche buone prospettive. Purtroppo, come lei ricordava, dalla cessione dell'azienda è scaturito un contenzioso promosso da alcune banche creditrici. I primi due gradi di giudizio hanno accolto le richieste delle banche dichiarando la nullità della vendita dell'azienda e il 6 ottobre scorso si è tenuta l'udienza presso la Corte di Cassazione. Anche a causa della mancanza di un adeguato supporto finanziario da parte del sistema bancario abbiamo ritenuto opportuno aprire immediatamente presso il MISE due tavoli di confronto specifici. Il primo è finalizzato a trovare un accordo tra banche, azienda e istituzioni su un programma di rilancio degli investimenti produttivi e di ricerca e sviluppo per la riqualificazione dell'area e l'ampliamento della gamma di prodotti. Il secondo è volto a individuare un percorso in grado di tutelare l'occupazione, naturalmente.
  Proprio per salvaguardare l'economia della fascia appenninica umbro-marchigiana il MISE ha dunque prorogato anche l'accordo di programma per la reindustrializzazione dell'area. Questo darà modo alle imprese localizzate nel territorio di fruire del sistema di agevolazioni a favore dei programmi di investimento per la riqualificazione delle aree di crisi industriali. Con questi ultimi interventi noi vogliamo favorire naturalmente anche la rioccupazione del personale eventualmente espulso dal ciclo produttivo, ampliando anche la gamma degli investimenti ammissibili e semplificando anche le condizioni di accesso a queste agevolazioni. Da parte del Ministero del lavoro abbiamo avuto conferma di una seconda proroga della cassa integrazione che coprirà fino al 31 dicembre 2015 i 700 dipendenti che operano nelle due sedi di Fabriano e di Nocera Umbra.
  Confido sinceramente che l'insieme di queste azioni che il Governo ha messo in campo nelle ultime settimane, che stiamo quotidianamente monitorando e anche confidando in un atteggiamento responsabile di tutte le parti coinvolte, possa determinare le condizioni per il superamento di una crisi industriale sicuramente di grossa portata per il territorio delle Marche e dell'Umbria e che realisticamente potrebbe avere condizioni di mercato oggi favorevoli.

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  PRESIDENTE. La deputata Galgano ha facoltà di replicare.

  ADRIANA GALGANO. Grazie Ministro per la sua risposta. Come lei ci segnala e come abbiamo rilevato anche noi, la cassa integrazione scade il 31 dicembre 2015, quindi noi vi chiediamo di essere molto veloci e soprattutto di fare il possibile affinché questa causa riguardante la cessione dell'azienda ancora in corso venga risolta con un accordo tra le parti, perché finché non vi sarà questo accordo tra le parti nulla potrà ripartire.
  La ringraziamo quindi per la risposta e, come già accaduto per le nostre sollecitazioni riguardanti la AST di Terni, che hanno prodotto un brillante risultato, le chiediamo di mettercela veramente tutta.

(Chiarimenti in merito alle ragioni ed agli effetti della decisione del Governo di innalzare il limite di utilizzo del denaro contante nei pagamenti – n. 3-01800)

  PRESIDENTE. Il deputato Paglia ha facoltà di illustrare per un minuto la sua interrogazione n. 3-01800, concernente chiarimenti in merito alle ragioni ed agli effetti della decisione del Governo di innalzare il limite di utilizzo del denaro contante nei pagamenti (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  GIOVANNI PAGLIA. Grazie, Presidente. Signor Ministro, esattamente 11 mesi fa in questa stessa Aula lei ci illustrava le ragioni per cui fosse sbagliato, rispetto ad una richiesta che le veniva fatta, reinnalzare il limite di utilizzo del denaro contante. Lo faceva con motivazioni che io allora trovavo, e anche oggi trovo, assolutamente condivisibili. Lo faceva citando studi OCSE che vedono nell'utilizzo del denaro contante un aiuto non solo e non tanto all'evasione fiscale, ma soprattutto all'economia criminale nel vero senso della parola; attraverso l'utilizzo del denaro contante passano cose come il traffico di droga, la prostituzione e altro.
  Le chiedo quindi cosa le ha fatto cambiare opinione, se questo cambio di opinione sia condiviso o meno all'interno dell'amministrazione finanziaria, perché abbiamo avuto l'impressione che così non sia e, soprattutto, se disponga di studi che ci diano un impatto della misura che proponete, perché altrimenti le ragioni di un cambio di rotta tanto drastico dovrebbero essere viste solo nella ragione politica di accontentare un compagno di strada, anche se credo che non sia così che si faccia la politica economica in un Paese.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere. Ha tre minuti.

  PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Grazie, Presidente. Il cambiamento di opinione specifico riguardo al limite al contante si basa su una valutazione più approfondita delle misure che il Governo ha intrapreso in tema di lotta all'evasione fiscale, che permettono di combatterla alla radice. In venti mesi di attività, il Governo ha introdotto numerose novità, molte delle quali sono sottovalutate e ignorate dal dibattito, che comprimono gli spazi per l'evasione, migliorano la riscossione dei tributi, incentivano l'adempimento spontaneo da parte dei contribuenti. Vi ricordo, brevemente: la riforma fiscale, che rende la normativa più chiara e non equivocabile e permette l'adempimento spontaneo molto più facilmente di prima; l'incrocio delle banche dati, grazie al quale l'Agenzia delle entrate acquisisce evidenza di difetti di adempimento e di conseguenza invia comunicazioni bonarie; la dichiarazione precompilata, grazie alla quale nelle scorse settimane l'Agenzia delle entrate ha inviato 220 mila lettere ai contribuenti dai quali non risulta pervenuta la dichiarazione dei redditi né il conguaglio delle imposte; la fatturazione elettronica, il reverse charge e lo split payment, nuovi meccanismi di applicazione dell'IVA che hanno consentito un maggior gettito netto di questa imposta dell'ordine di un miliardo di euro su base annua. Infine ricordo Pag. 65la vasta azione a livello internazionale, che ha visto in venti mesi la voluntary disclosure per regolarizzare i capitali detenuti all'estero, in modo che su questi vengano pagate le imposte; la ratifica di 17 accordi bilaterali; lo scambio automatico di informazioni, che pone definitivamente fine al segreto bancario. Infine, riguardo allo specifico impatto del limite di tremila euro, a parte il fatto che non esiste correlazione, a mia conoscenza, tra livello del limite e grado di estensione dell'economia sommersa, aggiungo che la Direttiva dell'unione europea sull'antiriciclaggio non annovera il contante tra gli elementi di rischio specifico e indica la soglia di attenzione per i pagamenti in diecimila euro. Si tratta di una soglia di superiore, quindi, di più di tre volte rispetto a quella italiana, peraltro notificata al GAFI e al Fondo monetario internazionale, i quali non hanno sollevato obiezioni.

  PRESIDENTE. Il deputato Paglia ha facoltà di replicare.

  GIOVANNI PAGLIA. Grazie Presidente. Mi permetto di fare notare al Ministro che l'uso del contante non ha a che fare semplicemente con l'evasione. Attraverso il contante si riciclano, si ripuliscono i proventi da attività criminali. Voglio spiegarmi meglio: lei può comprare beni, quali opere d'arte o gioielli o altro, in modo assolutamente non tracciato attraverso scontrini. In questo modo, quelli che prima erano soldi «sporchi» e non utilizzabili diventano un patrimonio nella piena disponibilità di chi lo abbia speso. Evidentemente con mille euro si possono comprare beni di poco valore; con tremila euro, invece, beni di valore molto maggiore. Quanto al resto, mi lasci dire, non può dire che questo abbia un qualsiasi nesso con la lotta all'evasione fiscale; le misure che ha citato non sono misure di lotta all'evasione fiscale. Quando dice che ha fatto un click e ha mandato 220.000 richieste di chiarimenti a lavoratori dipendenti e pensionati di questo Paese – perché a loro si rivolge la precompilata – lei mi sta dicendo che ci sono 220.000 mila persone che hanno ricevuto una precompilata a casa le quali, forse, non hanno incrociato bene i loro dati. Se lei mi viene a spiegare, se vuole dire al popolo italiano che l'evasione fiscale è data da chi fa il 730 in Italia, lei sta dicendo una cosa che, francamente, fa ridere se non dovesse fare piangere. L'evasione fiscale è assolutamente altrove e si realizza anche, esattamente, attraverso l'utilizzo del denaro contante che permette la non tracciabilità dei pagamenti. Questo lo diceva lei, lo diceva l'OCSE, lo dicevamo tutti e lo dicevamo pubblicamente. Prendo atto ancora una volta che, senza dare alcuna spiegazione – se non una lista della spesa che nulla c'entra con il provvedimento di cui stiamo parlando – andate a fare un favore, e lo ripeto perché il popolo italiano lo deve sapere, non solo agli evasori fiscali, ma anche ai criminali e, come qualcuno dice, persino al terrorismo, perché anche le attività di terrorismo passano attraverso denaro contante. Di questo vi state occupando e lo fate cinicamente, solo perché pensate che pecunia non olet e che, quindi, anche se è denaro sporco, meglio che niente purché vada nel circolo dell'economia. Noi non siamo d'accordo.

(Iniziative di competenza in merito alla permanenza in carica del Governatore della Banca d'Italia e in merito alla questione della partecipazione alla compagine azionaria di Banca d'Italia di soggetti vigilati dalla medesima – n. 3-01801)

  PRESIDENTE. Il deputato Daniele Pesco ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01801, concernente iniziative di competenza in merito alla permanenza in carico del Governatore della Banca d'Italia e in merito alla questione della partecipazione alla compagine azionaria di Banca d'Italia di soggetti vigilati dalla medesima (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).
  Ha un minuto, prego.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, in data 18 ottobre 2015 abbiamo appreso Pag. 66come il Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, insieme ad altre sei persone è indagato per truffa, corruzione e abuso di potere per fatti legati al commissariamento della Banca popolare di Spoleto, una banca buona che è stata poi venduta, grazie a Banca d'Italia, al Banco di Desio. Non pago di tutto ciò, il Governatore Visco ha gettato ulteriore discredito sul sistema bancario, sulla vigilanza di Banca d'Italia e sull'intera nazione andando a colloquio con il Presidente della Repubblica, che è anche presidente del Consiglio superiore della magistratura, facendo crescere anche altri dubbi sulle sue condotte. Una Banca d'Italia che comunque negli ultimi anni si è resa protagonista di gravi fatti, come ad esempio il non commissariamento di banche che vanno veramente male o che sono andate veramente male, come il Monte dei Paschi di Siena o la Banca popolare di Vicenza, i cui azionisti si sono trovati con un pugno di mosche in mano. Presidente, noi chiediamo al Governo che cosa intende fare, che cosa intende fare anche sull'assordante silenzio di Banca d'Italia e delle istituzioni riguardo a tre morti del sistema bancario, tre morti sospette quali: David Rossi, Paolo Bonora e Donato Valz Gen. Noi chiediamo al Governo che cosa intenda fare, se non intenda chiedere le dimissioni del Governatore Ignazio Visco.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha facoltà di rispondere.

  PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, l'onorevole Pesco menziona nell'interrogazione le recenti vicende di talune banche italiane per le quali la Banca d'Italia avrebbe esercitato, cito, «in modo quantomeno dubbio», i propri poteri di vigilanza, e richiede di conoscere i motivi per i quali il Ministro non abbia provveduto, cito, alle «iniziative di competenza per la revoca dell'incarico» del Governatore e quali iniziative siano in programma per porre fine al supposto conflitto di interessi derivante dalla circostanza che i partecipanti al capitale della Banca d'Italia sono gli stessi soggetti vigilati. Se la legge prevede espressamente la revoca del Governatore, la stessa normativa primaria rinvia allo statuto del Sistema europeo di banche centrali, che richiede che a tutela dell'indipendenza delle banche centrali sia garantita la stabilità dei componenti degli organi decisionali, prevedendo un'ampia durata del loro mandato e regole estremamente restrittive in materia di revoca del mandato stesso. La revoca del Governatore sarebbe possibile solo nel caso in cui si sia reso colpevole di gravi mancanze. Le vicende richiamate dall'onorevole Pesco non forniscono alcun indizio in tal senso. Nell'esaminare l'operato dell'autorità di vigilanza è necessario tener conto in primo luogo del quadro macroeconomico, l'Italia è passata attraverso sette anni di recessione con una caduta del PIL di poco inferiore al 10 per cento, le difficoltà dell'economia reale si sono riflesse sulle banche e il deterioramento del quadro economico di riferimento ha amplificato gli effetti di comportamenti anomali da parte del management sulle situazioni aziendali. I casi segnalati riguardano, con diversi gradi di complessità, crisi di banche generate o aggravate da comportamenti scorretti o delittuosi del management. In tale contesto si deve proprio all'intensa azione di vigilanza della Banca d'Italia l'accertamento, in tutti i casi menzionati, del deterioramento della situazione economico-finanziaria e della responsabilità degli amministratori. L'autorità di vigilanza ha svolto i suoi compiti con efficacia, intervenendo con tutti i poteri che l'ordinamento le conferisce. L'azione della Banca d'Italia si è svolta nella più assoluta correttezza formale e sostanziale, in tutte le vicende passate in rassegna nell'interrogazione si registra una costante e proficua collaborazione fra l'autorità di vigilanza con la magistratura. Il segreto istruttorio e l'obbligo del segreto sull'attività di vigilanza limitano la diffusione delle informazioni e spesso i media non possono che dare un'informazione frammentata, dalla quale non emerge una nitida rappresentazione della vicenda. In ultimo, con riferimento all'assetto proprietario Pag. 67della Banca d'Italia, si ribadisce ancora una volta che questo non dà luogo a un conflitto di interessi, né pregiudica in alcun modo l'autonomia e l'indipendenza dell'istituto. La legge sottrae infatti ogni potere di intervento nelle aree di competenza istituzionali, ivi compresa la vigilanza bancaria e finanziaria agli organi che possono essere considerati espressione dei partecipanti al capitale.

  PRESIDENTE. Il deputato Villarosa, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, Ministro, lei continua a fare finta di non sentire. Oggi il risparmio degli italiani è sotto attacco e lei è lì per proteggerlo, non per arrampicarsi sugli specchi. Il sistema bancario non finanzia più le piccole e medie imprese e le famiglie, i continui scandali ci confermano che gli unici finanziati, privilegiati, sono sempre gli stessi, gli amici degli amici. Di questo parla l'indagine sul vicepresidente di Unicredit Palenzona, probabilmente legato al boss Matteo Messina Denaro; di questo parla il debito di 100 milioni di euro del giornale l'Unità, legato al PD, che riceveva finanziamenti dalle banche amiche nonostante un debito enorme accumulato; di questo parla l'ultimissima inchiesta sul Banca popolare di Vicenza, di cui parlava lei, vicenda per la quale le prime denunce di Adusbef risalgono al 2008, non come dice lei, caro Ministro. Perché non è intervenuto nessuno ? Chiedete sempre ai cittadini di denunciare e quando denunciano vi girate dall'altra parte ?
  Oggi, il vicepresidente di Banca d'Italia, Rossi, si permette di accusare il Parlamento, dicendo che il MoVimento 5 Stelle lo mette sotto pressione e parla di articoli di giornale scandalosi. Ebbene, l'unica cosa scandalosa qui, caro Ministro, è che il governatore della banca nazionale dei cittadini italiani, però delle banche private, è sotto inchiesta, insieme ad altri sei funzionari, ed è indagato per reati gravissimi, come corruzione e truffa.
  È ridicolo stare in silenzio, anche perché sappiamo tutti che oggi la Banca d'Italia controlla il suo operato, controlla il suo proprietario. Ve lo immaginate un dipendente che controlla il suo proprietario e lo punisce ? Ma, per favore ! E non è vero quello che dice lei, perché il Consiglio superiore ha molti poteri e decide anche il nome del governatore di Banca d'Italia e lo stipendio che prende. Poi ne parleremo in un altro momento di questo. Come è ridicolo stare in silenzio sugli utili della banca. La banca è dei cittadini italiani. Perché non lo dite ai cittadini italiani che negli ultimi due anni avete dato 700 milioni di euro di dividendi ? 700 milioni di euro dalla nostra banca d'Italia alle banche private ! Non possiamo farci intimidire dai poteri forti, caro Ministro, perché gli unici poteri forti che dobbiamo riconoscere sono quelli dei cittadini e non delle banche.
  Sul cellulare di David Rossi, dopo mezz'ora dal volo, stranamente qualcuno sul tastierino ha composto un numero di sette cifre. Valz Gen suicidio, CariFerrara, Paolo Bonora suicidio: chi parla troppo, paga, caro Ministro. Noi vogliamo parlare troppo e continueremo a parlare troppo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative per ridurre il carico fiscale delle imprese, con particolare riferimento all'incremento della quota di deducibilità dal reddito di impresa della tassazione locale sugli immobili strumentali, in specie per i settori manifatturiero ed alberghiero – n. 3-01802)

  PRESIDENTE. Il deputato Raffaello Vignali ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-01802, concernente iniziative per ridurre il carico fiscale delle imprese, con particolare riferimento all'incremento della quota di deducibilità dal reddito di impresa della tassazione locale sugli immobili strumentali, in specie per i settori manifatturiero ed alberghiero (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

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  RAFFAELLO VIGNALI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, noi riconosciamo gli sforzi che il Governo sta facendo per ridurre la tassazione sulle imprese. Questa interrogazione riguarda un aspetto specifico che sappiamo alla sua attenzione, che riguarda la piena deducibilità degli immobili strumentali, quindi della tassazione locale per le imprese. Peraltro, si tratta di una tassazione che colpisce anche per i criteri che ha soprattutto alcuni settori importanti: il manifatturiero, l'artigianato, ma anche tutti i servizi recettivi, esattamente quei settori che invece si vorrebbe implementare.
  Quindi, la richiesta è quella di capire quali ulteriori iniziative intenda attuare il Governo per arrivare alla piena deducibilità.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'economia e delle finanze, Padoan, ha facoltà di rispondere.

  PIER CARLO PADOAN, Ministro dell'economia e delle finanze. Grazie, Presidente. Il disegno di legge di stabilità per il 2016 persegue la finalità di ridurre il carico fiscale delle imprese attraverso una serie di misure, tra cui la riforma della tassazione locale, che riguarda anche il trattamento fiscale dei beni immobili strumentali.
  Vengono rideterminati nel disegno di legge i criteri di accatastamento degli immobili appartenenti all'intero gruppo catastale D, con un criterio che incide principalmente sulle unità immobiliari censibili nelle categorie D1 e D7, immobili per le attività industriali, caratterizzati da una presenza di impianti e macchinari molto più significativa rispetto a quanto riscontrabile negli immobili censiti nelle altre categorie dello stesso gruppo.
  Questa disposizione risolve il problema dei cosiddetti imbullonati, esclude tutti i macchinari, i congegni, le attrezzature e gli altri impianti funzionali allo specifico processo produttivo dalla valutazione catastale alla quale rimangono invece soggetti esclusivamente il suolo le costruzioni e i soli impianti che ordinariamente accrescono la qualità e l'utilità dell'unità immobiliare, indipendentemente dal processo produttivo svolto nella stessa.
  Il disegno di legge di stabilità si rivolge anche alla tassazione dei cosiddetti beni-merce, poiché conserva immutata la stessa tassazione prevista nel 2015 per i fabbricati costruiti e destinati dall'impresa costruttrice alla vendita, fintanto che permanga tale destinazione e non siano in ogni caso locati.
  A tali beni, quindi, continuerà ad applicarsi l'aliquota ridotta pari all'1 per mille, con facoltà dei comuni di modificarla in aumento sino al 2, 5 per mille, ovvero di azzerarla.
  In assenza, per il 2016, detti beni avrebbero potuto essere assoggettati a un'aliquota notevolmente superiore fino al 10, 6 per cento, ai sensi del combinato disposto dei commi 640 e 677 della legge n. 147 del 2013.
  Al fine di impedire manovre dirette ad aumentare il livello complessivo di pressione tributaria per l'anno 2016, i commi 14 e 15 del disegno di legge inibiscono l'aumento dei tributi degli enti locali rispetto ai livelli del 2015.
  Con riferimento al settore agricolo è stata disposta l'esenzione totale ai fini IMU per i terreni posseduti e condotti da coltivatori diretti e da imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola, indipendentemente dalla loro ubicazione.
  Quanto alla proposta di rendere deducibile integralmente, sia ai fini IRES e IRPEF sia ai fini IRAP, l'IMU sugli immobili strumentali delle imprese, essa comporterebbe un minore gettito stimato in un miliardo 135 milioni di euro per il 2017, in 630 milioni di euro per il 2018 e in 636 milioni di euro a regime e potrebbe risultare in contrasto con la disciplina in materia di aiuti di Stato.

  PRESIDENTE. Il deputato Vignali, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

  RAFFAELLO VIGNALI. Presidente, come dicevo in premessa, signor Ministro, Pag. 69noi riconosciamo gli sforzi e, appunto, salutiamo positivamente gli sforzi che ha fatto il Governo, anche nella scorsa legge di stabilità, con la deducibilità introdotta allora e anche in questo disegno di legge di stabilità.
  Quindi, sono soddisfatto della risposta. Però, invitiamo veramente il Governo a fare una riflessione su questo aspetto. In particolare, se posso fare un'osservazione personale, per quanto riguarda le attività produttive utilizzate, come criterio della tassazione, il metro quadro rischia di essere fortemente sperequativo. Avrebbe molto più senso, dal mio punto di vista, usare il criterio del valore aggiunto, perché ci sono attività che necessariamente hanno bisogno di grandi spazi e su questo punto forse varrebbe la pena fare una riflessione, soprattutto perché noi rischiamo veramente, con questa tassazione che utilizza questi criteri, di penalizzare due settori che sono fondamentali per l'Italia: uno per il suo mantenimento, che è il manifatturiero, e sul quale, credo, siamo tutti convinti che l'Italia debba continuare ad essere un Paese manifatturiero; l'altro, invece, è un fronte su cui ci aspetteremmo una grande crescita dell'Italia, che è il turismo.
  Quindi, su questo punto, Ministro, le chiedo veramente una seria riflessione, per vedere come si possa rendere più equa questa tassazione, soprattutto lasciando alle imprese più risorse per potere investire.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16,10 con il seguito della discussione della proposta di legge recante introduzione del reato di omicidio stradale e del reato di lesioni personali stradali nonché disposizioni di coordinamento al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e al decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274.

  La seduta, sospesa alle 15,55, è ripresa alle 16,15.

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Boccia, Capelli, Antimo Cesaro, Cirielli, Dambruoso, Di Lello, Epifani, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Mazziotti Di Celso, Meta, Pisicchio, Portas, Sanga, Sereni, Tabacci e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente novantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione della proposta di legge n. 3169-A.

  PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo approvato l'articolo 4.
  Avverto che le Commissioni hanno presentato l'emendamento 5.101, che è in distribuzione. Poiché con riferimento a tale proposta emendativa i termini per la presentazione di subemendamenti scadono alle ore 17, dobbiamo procedere all'accantonamento dell'articolo 5 e delle relative proposte emendative.

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Cortesemente, signor Presidente, accerti se è stata sconvocata la I Commissione, dove, a mio parere, dal punto di vista organizzativo, sono disorientati nel tempo e nello spazio.

  PRESIDENTE. Adesso verifichiamo subito. In ogni caso, le Commissioni devono essere sconvocate.

Pag. 70

(Esame dell'articolo 6 – A.C. 3169-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3169-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle proposte emendative. Intanto, confermo che la I Commissione è stata sconvocata, collega Palese. Prego, relatrice Morani.

  ALESSIA MORANI, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Grazie Presidente. Le Commissioni esprimono parere contrario sul testo alternativo del relatore di minoranza, Ferraresi, e sugli emendamenti Biasotti 6.54 e 6.5. L'emendamento Meta 6.50 è stato ritirato.
  Le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti Sisto 6.51 e Vezzali 6.52. Le Commissioni esprimono parere favorevole sul proprio emendamento 6.101. Le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti Ferraresi 6.55 e Biasotti 6.57. L'emendamento Bazoli 6.40 è stato ritirato. Le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti Vezzali 6.44, Biasotti 6.56, Vezzali 6.58, Biasotti 6.59 e 6.60. Le Commissioni esprimono parere favorevole sul proprio emendamento 6.100. Le Commissioni esprimono parere contrario sull'emendamento Biasotti 6.4 e sugli articoli aggiuntivi Ferraresi 6.01, 6.02, 6.03, 6.04 e 6.05.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il parere del Governo è conforme a quello della relatrice per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Relatore di minoranza, Ferraresi ?

  VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sul mio testo alternativo e sugli emendamenti Biasotti 6.54 e 6.5. Sull'emendamento Meta 6.50 esprimo parere....

  PRESIDENTE. È stato ritirato.

  VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza. Esprimo parere contrario sull'emendamento Sisto 6.51, mentre mi rimetto all'Aula sugli emendamenti Vezzali 6.52 e 6.101 delle Commissioni.
  Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Ferraresi 6.55 e Biasotti 6.57, mentre esprimo parere contrario sugli emendamenti Vezzali 6.44 e Biasotti 6.56.
  Mi rimetto all'Aula sull'emendamento Vezzali 6.58, mentre esprimo parere contrario sull'emendamento Biasotti 6.59.
  Esprimo parere favorevole sull'emendamento Biasotti 6.60, mentre mi rimetto all'Aula sull'emendamento 6.100 delle Commissioni.
  Esprimo parere favorevole sull'emendamento Biasotti 6.4 e sugli articoli aggiuntivi Ferraresi 6.01, 6.02, 6.03, 6.04 e 6.05.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del Testo alternativo del relatore di minoranza, Ferraresi.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, intervengo, ma soprattutto faccio una domanda a chi è in grado di rispondermi, compresa anche la Presidenza. In questo fascicolo per ogni articolo, a proposito degli emendamenti proposti dal relatore di minoranza, vi è una annotazione: «Testo alternativo del relatore di minoranza». Volevo capire, innanzitutto, se si tratta di una annotazione che è stata apposta dall'Ufficio di Presidenza, da altri, oppure dal relatore che si è autodefinito testo alternativo. Perché dico questo ? Perché io non ci vedo nulla di alternativo. Mi spiego meglio: per me alternativo significa che il testo proposto rispetto a quello della maggioranza, delle Commissioni, è un testo che si ispira ad una logica diversa. Ma se noi ci leggiamo tutti i testi alternativi, Pag. 71per esempio quello sull'omicidio stradale, l'alternatività in che cosa consisterebbe ? Nel fatto che laddove le Commissioni, la maggioranza, propongono «X anni», il relatore di minoranza propone «X anni più qualcosa» e questo accade per ogni articolo, per l'omicidio stradale, per le lesioni, e via discorrendo. Ora è evidente che sono in linea sia i relatori per la maggioranza, che quello di minoranza, per quanto riguarda la cultura che è a monte di questi emendamenti e del testo di maggioranza, a meno che non vogliamo intendere alternativo come sinonimo di diverso, di testo diverso. Allora, non si spiega perché non è stata apposta l'annotazione «Testo alternativo» agli emendamenti nostri o di qualche altro collega che molto spesso sono altrettanto distanti dal testo di maggioranza.
  Lei capisce bene che è un rilievo che io faccio perché pure i nostri emendamenti ci piacerebbe che fossero considerati alternativi. È chiaro che se poi si è autodefinito alternativo il relatore di minoranza, allora va bene è una questione sua personale. Ma se è l'ufficio che vaglia, sottolinea, che il testo è alternativo, ci farebbe piacere che la Presidenza operi in tal modo, che approfondisca fine a questo punto, però in questo caso, se mi consente, questa annotazione va messa anche sotto i nostri emendamenti e credo anche a quelli degli altri. Questo, da un punto di vista politico, credo che sia importante.

  PRESIDENTE. La ringrazio, collega Sannicandro, se aveste nominato un relatore di minoranza e presentato un testo alternativo, qui ci sarebbe anche «Testo alternativo del relatore di minoranza, Sannicandro». Questa è una questione formale, mi premeva risponderle, ma ho capito il senso del suo intervento.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie Presidente. Dopo che lei ha spiegato la questione formale, sono a spiegare al collega Sannicandro la questione, invece, sostanziale e di merito. Perché ? Perché, il testo alternativo, se l'avesse letto in maniera più approfondita, avrebbe capito il collega Sannicandro che è totalmente diverso – non solo per quanto riguarda le pene, perché le nostre sono diverse, non appunto «X più uno», soprattutto nella revoca della patente – se lo avesse letto, dicevo, lo avrebbe sicuramente capito da solo, ma è diverso anche nell'impostazione sistematica. Perché ? Perché, per esempio, per l'omicidio stradale noi non prevedevamo l'inserimento dell'omicidio stradale, ma un intervento sull'articolo 589, che è omicidio colposo. Visto che è avvocato penalista, se non sbaglio, avrebbe dovuto notarlo da sé.
  Anche su questo testo alternativo sull'articolo 6 la divergenza è totalmente evidente. Infatti noi andiamo ad intervenire sull'articolo 222 del codice della strada, introducendo un sistema di sanzione della revoca della patente totalmente diverso, più proporzionato e anche con alternative della recidiva e della fuga totalmente diverse da quelle previste dalla maggioranza. Quindi, anche per questa motivazione, invito a votare favorevolmente, perché questa norma è stata costruita con l'intento di andare a modificare un testo sbagliato e di renderlo più proporzionale e più omogeneo rispetto al sistema ad oggi vigente del codice penale e del codice della strada.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Ferraresi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bonafede, De Lorenzis, D'Incà, Busto, Martella, Aiello, Vezzali, Ciracì, Spadoni, Paglia...Pag. 72
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  358   
   Votanti  338   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato   64    
    Hanno votato no  274.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Manfredi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Biasotti 6.54.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Biasotti. Ne ha facoltà.

  SANDRO BIASOTTI. Presidente, questo mio emendamento e gli altri, credo siano emendamenti di buonsenso e, quindi, mi dispiace che alcuni non siano stati approvati dal relatore e dal Governo. Questo, in particolare, prevede la revoca della patente per gli autisti non appartenenti all'Unione europea. Quindi il buon senso dice che, se gli ritiriamo la patente, magari gli impediamo di proseguire il viaggio in Stati confinanti con il nostro o, comunque, di avere un titolo abilitativo per proseguire, magari per un ubriaco abituale. Quindi in questo senso è ciò che prevede il mio emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Biasotti 6.54, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Massa, Fanucci, Bratti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  368   
   Votanti  356   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato  102    
    Hanno votato no  254.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Manfredi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Biasotti 6.5, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Tidei, Manfredi, Marzano, Cominardi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  372   
   Votanti  369   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato  110    
    Hanno votato no  259    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Rotta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sisto 6.51, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 73

  Rotta, Segoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  379   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato   31    
    Hanno votato no  348    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.101 delle Commissioni, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo. Si rimette all'Aula il relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Adornato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  378   
   Votanti  293   
   Astenuti   85   
   Maggioranza  147   
    Hanno votato  279    
    Hanno votato no   14    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Manfredi e la deputata Rubinato hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Comunico che l'emendamento Vezzali 6.52 è stato ritirato.
  Comunico inoltre che l'emendamento Ferraresi 6.55 risulta precluso dall'approvazione dell'emendamento delle Commissioni 6.101.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Biasotti 6.57.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Biasotti. Ne ha facoltà.

  SANDRO BIASOTTI. Questo emendamento tende a rendere meno repressiva la norma e più educativa, in quanto prevede che, insieme alla pena accessoria del ritiro della patente, ci sia l'obbligatorietà di frequentare un corso di guida sicura. In questo caso diminuiremmo della metà il ritiro della patente, che passerebbe da dieci a cinque anni. Grazie.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Biasotti 6.57, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Arlotti, D'Attorre...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  384   
   Votanti  347   
   Astenuti   37   
   Maggioranza  174   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no  244    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Vezzali 6.44. Ha chiesto di parlare la deputata Vezzali. Ne ha facoltà.

  MARIA VALENTINA VEZZALI. Presidente, lo ritiro.

  PRESIDENTE. Sta bene, è ritirato. Ricordo che l'emendamento Bazoli 6.42 era già stato ritirato.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Biasotti 6.56.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Biasotti 6.56, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 74

  Scuvera, Garavini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  387   
   Votanti  366   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato   33    
    Hanno votato no  333.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Vezzali 6.58. Ha chiesto di parlare la deputata Vezzali. Ne ha facoltà.

  MARIA VALENTINA VEZZALI. Presidente, lo ritiro e lo presenterò come ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Biasotti 6.59. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Biasotti. Ne ha facoltà.

  SANDRO BIASOTTI. Presidente, questo è un caso su cui bisognerebbe riflettere. Nel caso di morte o di gravissima lesione in caso di ebbrezza o di uso di sostanze stupefacenti, noi abbiamo pensato di introdurre un controllo annuale per far sì che non ci sia solo il reato punitivo della detenzione, ma anche che il soggetto abbia veramente smesso di usare sostanze stupefacenti o di ubriacarsi abitualmente. Quindi, in questo senso l'emendamento va nell'interesse, credo, di tutti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Biasotti 6.59.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Patriarca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  389   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato   42    
    Hanno votato no  347.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Biasotti 6.60, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Segoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  390   
   Votanti   75   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato  102    
    Hanno votato no  273.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.100 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo e sul quale il relatore di minoranza si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vezzali, Carinelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  388   
   Votanti  319   
   Astenuti   69   
   Maggioranza  160   
    Hanno votato  289    
    Hanno votato no   30.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 75

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Biasotti 6.4, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marotta, Tancredi, Carinelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  392   
   Votanti  388   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato  118    
    Hanno votato no  270.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  395   
   Votanti  316   
   Astenuti   79   
   Maggioranza  159   
    Hanno votato  292    
    Hanno votato no   24    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Ferraresi 6.01, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giachetti... Carloni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  394   
   Votanti  387   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato   95    
    Hanno votato no   292.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Ferraresi 6.02, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Galperti... Micillo....
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  398   
   Votanti  377   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no  276.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Ferraresi 6.03.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Con questa e con le successive proposte emendative il MoVimento 5 Stelle cerca di andare ad incidere sulle modalità di accertamento non solo riguardanti i prelievi biologici ma anche l'intera disciplina e normativa riguardante i controlli sulla strada, quelli disciplinati dal codice della strada per quanto riguarda proprio le valutazioni su eventuali stati di alterazione psicofisica dovuti a sostanze stupefacenti Pag. 76ma anche da alcol, in modo da normare a livello nazionale in modo omogeneo e specifico condotte che in questo momento sono lasciate alla mercé delle varie forze dell'ordine o forze di controllo che stanno sul territorio. Queste ultime in alcuni casi hanno metodi abbastanza efficaci e che possono veramente garantire un avvicinamento il più possibile veritiero a quelli che sono questi stati da accertare, in altri casi appunto creano solo disguidi e problemi ai giudici che dovranno poi accertarli in un processo perché non corrispondono alla realtà. Queste metodiche dovrebbero essere migliorate... io faccio questo intervento rivolto al Governo che sta parlando...

  PRESIDENTE. Per favore, se possiamo liberare i banchi del Governo... per favore.

  VITTORIO FERRARESI. Quindi il mio invito in questo senso è al sottosegretario Ferri, ma di preciso sarebbe forse, per quanto riguarda i trasporti, al sottosegretario Nencini, che non vedo più e anche al Ministro, perché credo che sia necessario – e questo intervento il Governo lo può fare e mi auguro lo faccia – intervenire sulle procedure di controllo e sulle metodologie di accertamento di questi stati, intervenendo in modo omogeneo e sistematico per quanto riguarda l'intera normativa prevista dal codice della strada. Gli interventi in questo senso ci sono stati, abbiamo avuto dei contributi da esperti in psicologia forense. Ieri abbiamo presentato queste proposte emendative che purtroppo sono state valutate negativamente anche senza un motivo preciso.
  Speriamo che, in questo senso, il Governo si faccia portatore di un'iniziativa che tenda ad uniformare e a normare in modo più specifico e definito queste metodologie di accertamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Ferraresi 6.03, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marchi, Gitti, Rizzo, Vacca,
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  401   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  112    
    Hanno votato no  289.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Ferraresi 6.04, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Savino, Bruno Bossio.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  397   
   Votanti  395   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato   93    
    Hanno votato no  302.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Ferraresi 6.05, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 77

  Mannino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  405   
   Votanti  402   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  111    
    Hanno votato no  291.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 7 – A.C. 3169-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A – A.C. 3169-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto la deputata Morani. Ne ha facoltà.

  ALESSIA MORANI. Grazie, Presidente. Intervengo in dichiarazione di voto per il gruppo e approfitto della votazione di questo articolo, l'articolo 7 – che è un articolo naturalmente di mero coordinamento di alcune norme presenti in questo provvedimento con norme già vigenti, sia nel codice penale che nel codice della strada –, quasi a conclusione del provvedimento, perché comunque abbiamo accantonato un articolo in attesa che scada il termine per la presentazione dei subemendamenti, per dire alcune cose rispetto a questo provvedimento. Credo che la normativa che abbiamo introdotto, cioè la scelta che la maggioranza ha fatto di introdurre un reato specifico di omicidio e di lesioni stradali sia una scelta che si basa anzitutto sulla constatazione della gravità del fenomeno, che ci viene testimoniata dai numeri dell'ISTAT, poiché in preparazione di questo provvedimento, ma non solo, soprattutto in questi anni, abbiamo approfondito la tematica ed abbiamo visto quanto gli incidenti, i sinistri, causino morti e lesioni gravi e gravissime, a volte anche permanenti, alle persone. Questi incidenti, che riguardano ahimè migliaia di persone ogni anno – l'ultimo dato, di giugno 2014, ci dice che in un anno ci sono state 3.300 vittime sulla strada –, ci confermano la necessità di introdurre una normativa specifica e soprattutto di introdurre sanzioni penali e amministrative capaci di avere una funzione di deterrenza e di prevenzione rispetto ad alcuni fenomeni che, come ho detto, abbiamo constatato in questi anni.
  Io dico che il combinato disposto della sanzione penale con la sanzione amministrativa avrà una funzione preventiva di deterrenza, poiché siamo riusciti finalmente ad introdurre delle pene adeguate per fatti gravissimi commessi, ad esempio, in stati di alterazione psicofisica o con una ubriachezza superiore agli 1,5 grammi per litro. In questi anni troppe persone hanno perso la vita sulla strada a causa della irresponsabilità di queste persone, che si sono poste alla guida pur non essendo in grado di avere reazioni tempestive ad alcuni eventi; la pena quindi che abbiamo stabilito, che è una pena molto pesante (e io ne sono consapevole, poiché parliamo di una pena di 8-12 anni), punisce comunque quelle fattispecie, quelle condotte che noi riteniamo essere di particolare gravità.
  Abbiamo introdotto altri due livelli di pena, che sono graduati sulla base della gravità dei comportamenti, che riguardano una serie di violazioni del codice della strada particolarmente gravi: come l'eccesso di velocità, l'attraversamento con il rosso, la guida contromano, ed anche la guida in ubriachezza con un tasso alcolemico da 0,8 a 1, 5.
  Dicevo una pena da 5 a 10 anni, ed una pena da 2 a 7 anni in tutti i casi che non sono stati enucleati nelle fattispecie di cui ho parlato prima: anche con l'accortezza di stabilire che nei casi in cui vi sia il concorso di colpa della vittima, il giudice possa graduare la sanzione penale fino a ridurla della metà.
  Lo stesso vale per le revoche: la disciplina che abbiamo introdotto sulle revoche è una disciplina particolarmente importante, poiché prevede revoche della patente che vanno da un minimo di 10 anni ad un massimo di 30 anni; ed assieme – dicevo – alla sanzione penale ciò potrà Pag. 78avere quella funzione di prevenzione e deterrenza che è l'obiettivo vero di questa legge
  Anche sulle lesioni abbiamo introdotto delle modifiche rispetto al testo del Senato, che vorrei ricordare qui. Era già comunque un buon testo; con il lavoro che abbiamo fatto con le Commissioni in congiunta giustizia e trasporti riteniamo di averlo migliorato, apportando alcune modifiche significative. Questo testo, dicevo, sarà certamente efficace rispetto alla funzione che crediamo debba svolgere, cioè quella di prevenzione e di deterrenza.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  ALESSIA MORANI. E soprattutto credo che, in virtù della interlocuzione che abbiamo avuto con le associazioni delle vittime della strada in questi anni, anche durante l'approvazione della legge, finalmente questa legge renda giustizia a tutte quelle persone che in questi anni hanno perso delle persone care, e che purtroppo non hanno visto delle sanzioni adeguate alla gravità di questi fatti.

  PRESIDENTE. La ringrazio, collega Morani.
  Colgo l'occasione per salutare studenti e docenti del Liceo classico Francesco De Sanctis di Mandria, in provincia di Taranto ,che seguono i nostri lavori (Applausi).

  PAOLO GANDOLFI, Relatore per la maggioranza per la IX Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO GANDOLFI, Relatore per la maggioranza per la IX Commissione. Signor Presidente, intervengo anch'io in questo passaggio, visto che siamo in realtà al punto terminale del testo, per sottolineare un aspetto che durante il dibattito non è emerso ma che credo sia utile che sia indicato ora.
  Noi oggi stiamo affrontando con questo testo – sulla base di un lavoro secondo me utile che ha anche rivisto e a mio giudizio adeguatamente moderato, compreso meglio l'iniziale testo del Senato – solo una parte del problema relativo agli incidenti stradali. Stiamo affrontando esclusivamente la parte che attiene ad una capacità di maggiore coscienza sociale su questo fenomeno, che passa anche dalla convinzione che i comportamenti che andiamo a sanzionare oggi siano pericolosi.
  Ci tenevo però a dire a beneficio dall'Aula, perché questa parte del ragionamento non è mai stata fatta, che non è chiaramente tutta qui l'azione di contrasto all'incidentalità, e soprattutto alla dannosità degli incidenti stradali, in particolare in riferimento alle morti e alle lesioni gravi.
  I maggiori risultati in questo senso non derivano ovviamente solo da questo testo, che però, lo continuo a ricordare, copre una parte dell'efficacia, lo dimostrano i casi degli Stati dove l'insieme delle azioni di contenimento dell'incidentalità e della dannosità degli incidenti è stata fatta. Questa tipologia di costruzione di sanzioni penali esiste perché ha anche essa una sua efficacia, ma in realtà il beneficio complessivo, che ci permetterebbe di ottenere dei risultati – se le posso dire Presidente, il target di un Paese civile come il nostro dovrebbe essere quello di diminuire di un'altra metà il numero di morti e feriti sulle nostre strade, come accade in Gran Bretagna e in altri Paesi europei – lo dovremmo ottenere non solo con modifiche del codice penale, ma anche con delle forme di controllo e di rispetto delle regole del codice della strada. In questo senso mi dolgo del fatto che non abbiamo potuto sviluppare il dibattito sull'emendamento proposto dal Presidente della Commissione Meta, che avrebbe permesso di affrontare, anche in sede di discussione del bilancio dello Stato, quanto e come lo Stato italiano dedica risorse per il contenimento degli incidenti stradali. Noi ne dedichiamo troppo poche, avremmo forse fatto un tentativo estemporaneo, lo possiamo anche riconoscere, tanto è vero che l'emendamento è stato ritirato, ma credo che sul tema dovremo tornare in sede di Pag. 79discussione del bilancio, perché senza risorse adeguate e per la prevenzione i risultati non potranno arrivare.
  Anche la modifica delle regole complessive di circolazione, che ovviamente sta all'interno di un testo già approvato da questa Camera nell'ottobre scorso e di cui siamo in attesa dell'approvazione da parte del Senato, ossia la riforma complessiva del codice della strada, che ha alla sua base – lo sanno bene i membri della Commissione Trasporti che sono presenti qui oggi e che hanno avuto l'occasione di partecipare alla redazione di quel testo – l'obiettivo della sicurezza stradale. La riforma che il nostro Paese, questo Parlamento e questo Governo vogliono fare del codice della strada è una riforma che per la prima volta mette al centro del proprio obiettivo la sicurezza stradale e la riduzione dei morti e degli incidenti.
  Aggiungo, e non è tema da poco, che un'altra parte dell'efficacia di questa azione deriva poi da ciò che il codice della strada darà in termini di mandato al Ministero per la redazione dei decreti ministeriali e per i successivi regolamenti di attuazione del codice, perché se noi non cambiamo la natura e le condizioni di sicurezza delle nostre strade, quindi non parlo solo di regole, ma parlo anche dello stato e della condizione in cui si trovano le strade, e non mi riferisco solo alla manutenzione, tema caro a molti, ma anche alla loro progettazione, noi non riusciremo ad ottenere questi importanti risultati.
  Grazie, Presidente, questo intervento serviva a dare un quadro spero un pochino più completo di questa nostra azione di oggi e a contribuire alla serenità di tutti rispetto al fatto che stiamo facendo una cosa giusta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario di Stato per la giustizia, Cosimo Maria Ferri.
  Ne ha facoltà.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Grazie, Presidente. Vorrei intanto ringraziare il lavoro delle Commissioni parlamentari Trasporti e Giustizia e anche tutti i gruppi parlamentari che in queste sedute hanno discusso e contribuito a migliorare il testo. Comunque anche con il testo del relatore di minoranza vi sono dei punti di unione con lo spirito del testo di maggioranza.
  Vorrei evidenziare come il Governo in questa fase si occupi del profilo sanzionatorio, ma che è solo la prima fase perché continuerà l'impegno, come è stato detto nel corso degli interventi e come esprimeremo nel corso dell'esame degli ordini del giorno, anche in un'altra fase, quella dell'educazione stradale, della prevenzione e dell'informazione che dovranno contribuire al contenimento del rischio quotidiano sulle strade.
  È stata fatta anche una scelta tecnica per noi importante, perché il reato è rimasto strutturato come colpa cosciente, come colpa specifica e non come dolo eventuale, ed è stata tipizzata la colpa specifica, cosa che secondo noi consentirà di dare un messaggio chiaro anche all'interprete nel momento in cui dovrà applicare le norme, mantenendo norme severe sia dal punto di vista penale, ma anche amministrativo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, il collega Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Grazie, Presidente. Mi dispiace turbare la favola prospettata dagli interventi dei colleghi e da quello del Governo ma io, sinceramente, avendo partecipato ai lavori per il perfezionamento e il miglioramento di questo provvedimento proveniente dal Senato, devo dire che non ho tutto questo entusiasmo. L'ho già espresso in sede di esame degli emendamenti; lo faremo in dichiarazione di voto finale, lo abbiamo detto nella discussione sulle linee generali. Il lavoro che è stato fatto alla Camera è stato un lavoro frettoloso, senza un adeguato ciclo di audizioni; il materiale proveniente dal Senato è stato un materiale di scarsa qualità e di pochissimo approfondimento scientifico. Pag. 80Erano maturi i tempi, per cui questo Parlamento si ponesse finalmente problemi che le altre legislature colpevolmente non hanno affrontato. Abbiamo cercato in tutti i modi – non soltanto noi devo dire per onestà – di sollevarne alcuni, quelli più macroscopici, quelli che gridano vendetta; così non è stato. Il risultato, temo, sarà molto diverso da quello che viene prospettato. Non ridurremo l'incidentalità e i morti sulle strade, quei terribili fatti di cronaca che ci vengono prospettati in quanto, in realtà, rischiamo di far ben altro. Io temo, e il fenomeno è già in atto, che dovremo assistere ad un innalzamento di quello sciagurato fenomeno che chiamiamo pirateria stradale, ed omissione di soccorso; noi stiamo essenzialmente facendo questo. Al Governo è stato chiesto più volte di dare risposte, perché al Governo competeva una parte di questo lavoro ed era una parte molto importante, che riguardava finalmente metodologie certe e di livello nazionale per l'accertamento del grado di alterazione da sostanze psicotrope. Sarebbe stato un segno importante, finalmente, di una direzione di marcia di carattere scientifico e non di quel Medioevo che abbiamo attraversato senza regole sostanzialmente, addirittura con sistemi regionalizzati o affidati a tecnologie tra loro dissimili. Avremmo voluto ascoltare la Polizia stradale, che ha in corso di sperimentazione alcuni di questi sistemi, che sono sicuramente più efficaci e più capaci di limitare quel grado, ma tutto questo ci è stato impossibile per la fretta di giungere oggi all'approvazione. Il provvedimento tornerà al Senato. Differentemente dai colleghi, Presidente, credo che non sia stato fatto un buon lavoro. Dobbiamo ancora esaminare alcuni scampoli di provvedimento, l'articolo 5 è stato accantonato, due voti semplici e poi si andrà alle dichiarazioni di voto finale. Ci rivedremo tra un anno, tra due, per esaminare chi aveva ragione. Vedremo i numeri, quelli dell'ISTAT, magari li leggeremo e li incroceremo con maggiore attenzione. Poi, però, sulla base di quei numeri ognuno trarrà le sue valutazioni e si assumerà le sue responsabilità. Grazie, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo SEL).

  PRESIDENTE. La ringrazio. Non ci sono altri interventi.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi è che non riesce a votare ? Tancredi, Carra. Chi altro ? Alzi la mano. Bordo Franco, ecco che ha votato. Fucci, aspettiamo Fucci. Bene, mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  402   
   Votanti  299   
   Astenuti  103   
   Maggioranza  150   
    Hanno votato  277    
    Hanno votato no   22    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 8 – A.C. 3169-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 (Vedi l'allegato A – A.C.3169-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
  Dichiaro aperta la votazione. Allora, chi è che non riesce a votare ? Nessuno. Ah, Carrozza, Giacobbe, Portas. Chi altro ? Mi pare che abbiano votato tutti.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  395   
   Votanti  296   
   Astenuti   99   
   Maggioranza  149   Pag. 81
    Hanno votato  275    
    Hanno votato no   21    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 3169-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3169-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere delle Commissioni.

  ALESSIA MORANI, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Ferraresi, mentre il parere è favorevole sugli emendamenti 5.101 e 5.100 delle Commissioni.

  PRESIDENTE. Invito ora il relatore di minoranza, onorevole Ferraresi, ad esprimere i pareri. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Ferraresi, mentre ci rimettiamo all'Aula sugli emendamenti 5.101 e 5.100 delle Commissioni.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del Testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Ferraresi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, il nostro intervento qui, come testo alternativo, mirava ad andare incontro alla volontà di rendere l'arresto obbligatorio in tutti quei casi gravi appunto disciplinati dall'attuale omicidio stradale – chiaramente noi avevamo un'altra formulazione – e di rendere invece come facoltativo l'arresto per quanto riguarda le lesioni colpose, per tutte le fattispecie di omicidio stradale, quindi senza differenziazione. È ovvio che però, come ci hanno sottolineato anche alcuni esperti, oltre al fatto di poter o non poter rendere obbligatorio l'arresto in flagranza di reato per quanto riguarda le condotte integranti l'omicidio stradale e renderlo facoltativo per quanto riguarda le condotte legate alle lesioni stradali, in questo senso c’è un problema di coordinamento con l'articolo 189, comma 8, che purtroppo permane, e che noi abbiamo inserito nel testo alternativo, cioè abbiamo inserito salvi i casi previsti dall'articolo 189, comma 8 del Codice della strada. Avevamo sottolineato questa problematica, l'emendamento 5.101 delle Commissioni è andato parzialmente incontro a questa esigenza di fatto limitando l'arresto obbligatorio ai soli casi di omicidio stradale grave con presenza di sostanze stupefacenti ed ebbrezza alcolica, però non ha recepito di fatto, anzi, secondo me in alcuni punti è andato proprio su un'altra direzione, quella che è la nostra indicazione, cioè rendere obbligatorio sempre l'arresto in flagranza di reato per questi gravi reati ma facendo salvo il fatto in cui il soggetto si presta all'autorità giudiziaria e presta soccorso alla vittima. Questo inserimento non è stato possibile farlo come subemendamento, ci abbiamo provato fino alle ore 17, ma non è stato possibile inserirlo perché sarebbe stato irricevibile, quindi un subemendamento irricevibile. Abbiamo provato e abbiamo pensato fino all'ultimo a come poter fare ma non c'era soluzione se non rendere il subemendamento irricevibile. In ogni caso appunto questo coordinamento non è stato fatto, la responsabilità ovviamente se la prenderanno la maggioranza e il Governo, oppure come al solito, come in tanti casi, lo risolverà la giurisprudenza.

Pag. 82

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Testo alternativo del relatore di minoranza, onorevole Ferraresi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Spadoni, Basilio, Pellegrino, Di Lello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  393   
   Votanti  372   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato   73    
    Hanno votato no  299.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.101 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo e sul quale il relatore di minoranza si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Basilio, Cesaro Antimo, Malpezzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  311   
   Astenuti   93   
   Maggioranza  156   
    Hanno votato  302    
    Hanno votato no   9.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.100 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo e sul quale il relatore di minoranza si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Ciracì...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  399   
   Votanti  306   
   Astenuti   93   
   Maggioranza  154   
    Hanno votato  305    
    Hanno votato no   1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  De Maria, Palazzotto, Vignaroli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  311   
   Astenuti   93   
   Maggioranza  156   
    Hanno votato  293    
    Hanno votato no  18.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Polverini ha segnalato di avere erroneamente votato a favore, mentre si voleva astenere).

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 3169-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 3169-A).Pag. 83
  Avverto che l'ordine del giorno Mazziotti Di Celso n. 9/3169-A/9 è stato ritirato dal presentatore.
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, darei la parola al rappresentante del Governo per esprimere il parere.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Grazie, Presidente. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Nicchi n. 9/3169-A/1 e accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Franco Bordo n. 9/3169-A/2, Daniele Farina n. 9/3169-A/3, Minnucci n. 9/3169-A/4, Cani n. 9/3169-A/5, Basso n. 9/3169-A/6 e Dambruoso n. 9/3169-A/7.
  Il Governo formula un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario sull'ordine del giorno Vezzali n. 9/3169-A/8, perché, tra l'altro, si parla di motoveicoli e ciclomotori, che comunque sono veicoli a motore e quindi secondo noi c’è anche un errore nella formulazione. Quindi, ribadisco, il Governo esprime un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Carrescia n. 9/3169-A/10 e Turco n. 9/3169-A/11, mentre esprime parere contrario sugli ordini del giorno Cristian Iannuzzi n. 9/3169-A/12 e Giuditta Pini n. 9/3169-A/13. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Occhiuto n. 9/3169-A/14.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Nicchi n. 9/3169-A/1, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Franco Bordo n. 9/3169-A/2, Daniele Farina n. 9/3169-A/3, Minnucci n. 9/3169-A/4, Cani n. 9/3169-A/5, Basso n. 9/3169-A/6, Dambruoso n. 9/3169-A/7 accolti dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che la presentatrice dell'ordine del giorno Vezzali n. 9/3169-A/8 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vezzali n. 9/3169-A/8, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ravetto, Pilozzi, Binetti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  396   
   Votanti  316   
   Astenuti   80   
   Maggioranza  159   
    Hanno votato   35    
    Hanno votato no  281.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario. La deputata Capua ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Ricordo che l'ordine del giorno Mazziotti Di Celso n. 9/3169-A/9 è stato ritirato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Carrescia n. 9/3169-A/10 e Turco n. 9/3169-A/11, accolti dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cristian Iannuzzi n. 9/3169-A/12, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cristian Iannuzzi n. 9/3169-A/12, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Ravetto. Chi altro deve votare ? Manfredi, Bonafede. Qualcun altro ? Non mi pare.Pag. 84
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  401   
   Votanti  365   
   Astenuti   36   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato   79    
    Hanno votato no  286.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  L'ordine del giorno Giuditta Pini n. 9/3169-A/13 è ritirato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Occhiuto n. 9/3169-A/14, accolto dal Governo come raccomandazione.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3169-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cristian Iannuzzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN IANNUZZI. Grazie, Presidente. Il 30 settembre 2013 ho presentato in questo ramo del Parlamento una proposta di legge sull'omicidio stradale, a mia prima firma. Il testo della proposta mi era stato consegnato dal Meetup della mia città, Latina, ed era il frutto di un lavoro di confronto e partecipazione tra cittadini e attivisti del MoVimento 5 Stelle di Latina e l'Associazione europea vittime della strada.
  Sono molto felice, quindi, di constatare che l'iter di questo provvedimento, iniziato al Senato e migliorato in questo ramo del Parlamento, ci porta all'approvazione di un testo che è in larga parte coincidente con quello che ho presentato nel 2013 a nome di quei cittadini. È un testo che conserva, della mia proposta, le finalità di deterrenza e prevenzione ed è, dunque, in sintonia con il sentimento di una gran fetta di cittadini fuori da questo Parlamento, che pretendono una giustizia che punisca duramente i comportamenti scellerati di chi si mette alla guida dopo aver abusato di alcol e di sostanza psicotrope.
  Per troppo tempo abbiamo assistito a patteggiamenti, prescrizioni o condanne ridicole nei confronti di coloro che consapevolmente hanno ferito gravemente o, nei casi peggiori, privato della vita altri esseri umani.
  Da portavoce dei cittadini che si sono attivati in questo senso, mi auguro che a breve questa nuova fattispecie di reato venga approvata definitivamente da entrambe le Camere – entro dicembre, come da dichiarazione del Governo – ed entri in vigore, con la speranza che queste nuove norme siano da deterrente al fine di salvare vite umane, diminuendo il numero delle vittime sulle nostre strade.
  Per questo motivo, preannunzio il voto favorevole su questo provvedimento (Applausi di deputati del gruppo Misto).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Pastorelli. Ne ha facoltà. Per favore, un po’ di silenzio in Aula ! Potete allontanarvi, tanto per ora non ci sono votazioni.
  Prego.

  ORESTE PASTORELLI. Grazie. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, come forse alcuni di voi sanno, nel 2013 si sono registrati, in Italia, 181.227 incidenti stradali con lesioni a persone. Il numero dei morti ammonta a 3.385, mentre quello dei feriti a 257.421. Nonostante nel 2014 si sia registrata una lieve flessione, questi dati sono ancora attuali e testimoniano di un fenomeno tragico, i cui numeri sono assai simili a quelli di un conflitto armato.
  Il disegno di legge che ci apprestiamo a votare rappresenta, dunque, una prima importante risposta, necessaria e non più rinviabile per tutti quei familiari e associazioni delle vittime della strada, a cui Pag. 85molto spesso è stata negata una giustizia adeguata.
  La previsione di una pena definitiva certa ha, infatti, una chiara funzione di contrasto agli omicidi stradali per chi, guidando in modo imprudente e sotto l'effetto di alcol o di sostanze stupefacenti, uccide una persona.
  Ciò che, infatti, risulta decisivo in questo campo è riuscire a promuovere un cambiamento culturale, una diversa sensibilità dell'opinione pubblica e nel comune sentire riguardo al tema del rispetto delle regole al volante che deve iniziare sin dalle scuole primarie come base di un'attività di prevenzione ed educazione stradale.
  Solo così sarà possibile ridurre effettivamente il numero di morti sulla strada per un'imprudenza o per condotte deliberatamente irresponsabili. Rispetto a questo obiettivo l'introduzione dei reati di omicidio stradale e lesioni personali stradali rappresenta un deterrente per impedire drammi futuri così da dare giustizia ai parenti delle vittime della strada. Questo provvedimento testimonia un'attenzione e una consapevolezza particolare da parte del Governo nei confronti di questo fenomeno. Personalmente, ho sempre creduto nella necessità di risposte chiare da parte dello Stato su questo tema e, in questo senso, ritengo che la presente proposta di legge, rispetto alla quale esprimo il voto favorevole della componente Socialista, rappresenti un segnale positivo cui certo l'Esecutivo dovrà seguito e sviluppo anche attraverso le opportune campagne di sensibilizzazione, specie delle generazioni più giovani (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fauttilli. Ne ha facoltà.

  FEDERICO FAUTTILLI. Grazie, Presidente. Sottosegretario, colleghe, colleghi, sicuramente in questa fattispecie ci si può domandare se sia davvero necessario intervenire per introdurre un nuovo reato. È, infatti, molto dubbio che l'introduzione di un'aggravante funga da dissuasore per comportamenti certamente inaccettabili come quelli che vedono protagonisti i cosiddetti pirati della strada o se, invece che un reato, non sarebbe meglio impegnarsi maggiormente nell'educazione stradale, in azioni preventive contro la droga, l'alcol, nella messa in sicurezza delle strade e in altre iniziative preventive di questo tipo. Però, è pur vero che nell'immediato non si può rimanere inerti ed assistere a quello che è un vero e proprio stillicidio di morti sulle strade dovute a comportamenti imprudenti, a volte criminali, di molti di coloro che causano incidenti, dimenticando che l'auto è un mezzo utilissimo, certo, ma anche pericoloso se usato in modo maldestro o sotto l'effetto di alcol o di stupefacenti. Molti episodi hanno colpito negativamente l'opinione pubblica, e, se è vero che il legislatore non deve inseguire l'emotività, è anche vero che quando una situazione suscita allarme sociale o ci si ritrova a dover constatare sempre più gravi e reiterati incidenti stradali dovuti a condotte irresponsabili, è dovere del legislatore intervenire in maniera rapida e, per quanto possibile, efficiente. Per questi motivi, Presidente, esprimiamo un voto favorevole al provvedimento in esame anche se con dubbi ed incertezze, come sopra ricordato, sulla reale utilità. Ma ci sembra necessario quantomeno come indicazione di metodo, stabilendo che chi si mette alla guida in condizioni non ideali e provoca un incidente mortale è colpevole di un tipo particolare di omicidio, quello appunto stradale, che sottolinea la particolarità della fattispecie e, come già detto, ricorda che chi guida ha una particolare responsabilità visto che l'auto non è un giocattolo e va usata con accortezza potendo facilmente diventare una vera e propria arma impropria.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Per noi questa è comunque una buona Pag. 86iniziativa politica, che va nella direzione di rendere giustizia e dignità ai parenti delle vittime e alle comunità sconvolte da fatti e condotte gravi che, ad oggi, tra sconti di pena e patteggiamenti, permettevano a coloro i quali uccidevano guidando in stato di alterazione da alcol o da sostanze stupefacenti, di tornare in poco tempo a circolare indisturbati. Ancora oggi è forte il rumore delle chiacchiere da salotto a cui hanno fatto eco alcuni degli interventi che abbiamo ascoltato in Aula di chi, in sostanza, per vizio ideologico, tende ad assolvere i criminali sempre e comunque, di chi ritiene, a vario titolo, che le pene che verrebbero irrogate, a seguito dell'approvazione della proposta di legge di cui concludiamo oggi il passaggio in Aula alla Camera, siano eccessive e non tengano conto del recupero sociale della persona che uccide. In questi mesi, da quando il testo è stato licenziato dal Senato, abbiamo registrato le dotte considerazioni, politicamente corrette e condensate nelle parole del senatore Luigi Manconi che ha bollato la proposta di legge come un pessimo esempio di populismo penale e comunque, secondo lui, inutile. A poco serve, secondo noi, ricordare a queste persone, e a chi pregiudizialmente si mette dalla parte dei criminali, ad esempio, alcuni numeri. Quei numeri che ci dicono che comunque il fenomeno della pirateria della strada è un fenomeno in crescita, stando anche semplicemente ai dati dei quali siamo venuti in possesso, che ci dicono che nei primi nove mesi dell'anno i casi di pirateria sono stati 800 e hanno causato 107 morti e 916 feriti. Questa, torno a dire, è per noi una buona iniziativa politica, che prova a superare quell'indifferenza da parte delle istituzioni di cui si sono sentiti oggetto i parenti delle vittime. Vittime di condotte che non possono essere più tollerate, anche per il grave allarme sociale che creano quei delitti presso le comunità che ne sono rimaste vittime. Per far sì che l'Italia non si possa più considerare come uno Stato che lascia in libertà, impunito, chi si macchia di un omicidio stradale e condanna, invece, all'ergastolo del dolore chi ha perso i propri cari, accusandoli di essere troppo emotivamente coinvolti, per far sì che il Paese non sia più quel tipo di Paese, questo provvedimento deve finalmente essere applicato. Marina Fontana, moglie di una delle tante vittime di un pirata della strada, ci diceva: «le vittime della strada non hanno scelto di esserlo, aspettano una giustizia lenta ed incerta che genera l'assurdo paradosso per il quale chi procura la morte di una persona innocente, con una guida senza regole, sembra detenere una abilitazione speciale che io – diceva lei – chiamo patente che autorizza ad uccidere. Oggi abbiamo una giustizia che non dà certezza della pena, una penale che spesso con le sue lungaggini processuali genera il paradosso della non giustizia per le vittime e la licenza a delinquere per chi sbaglia. È una giustizia che non tutela le vittime della strada, i tanti, troppi, morti innocenti per mani di autisti che consapevolmente si macchiano di omicidio»; così ci diceva Marina Fontana. Per dare una risposta a chi, come lei, rivolgeva alla politica questi appelli, e per non fare in modo che questi appelli cadano nel vuoto, il legislatore ha il dovere di intervenire e di fare in modo che questa proposta diventi subito e presto legge.
  È per questo che annuncio il voto favorevole della Lega Nord, non potendomi però, sottrarre ad alcune considerazioni in merito a quella che è la condotta del Governo in generale. Noi riteniamo che questo tipo di provvedimenti debbano essere necessariamente accompagnati anche da attività che puntano alla prevenzione e la prevenzione la si ottiene facendo in modo che gli agenti della polizia stradale possano proseguire a circolare per le nostre strade e non magari vedersi ridotti nell'organico come potrebbero prevedere alcuni dei provvedimenti che questo Governo ha adottato.
  Ed inoltre noi riteniamo che, nella prevenzione, giochi un ruolo importante anche l'educazione, sulla quale si sono soffermati molti, molti dei colleghi che sono intervenuti, educazione che ha trovato Pag. 87spazio, magari, negli ordini del giorno, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Riteniamo che, però, l'approvazione di questa proposta di legge mal si concili con quella politica che invece è stata adottata dal Governo magari in materia di depenalizzazione dei reati. Non vorremmo che questo provvedimento serva semplicemente per trovare spazio sugli organi di stampa e per annunciare – lì ne verrebbe tradita la fiducia – ai parenti delle vittime che finalmente gli si è data una risposta. Noi vogliamo credere che questa sia una risposta, ma torno a dire che mal si concilia con l'azione di un Governo che tende a depenalizzare i reati e, magari, ad approvare provvedimenti come quelli che dovrebbero ridimensionare l'organico delle forze di polizia stradale.
  Quindi, noi preannunziando – e concludo – il voto favorevole, ci auguriamo veramente che questo non sia un ennesimo esempio di quella schizofrenia che in materia di sicurezza domina questo Governo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Dambruoso. Ne ha facoltà.

  STEFANO DAMBRUOSO. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento in discussione è stato troppo lungo e troppo a lungo rinviato nel corso delle passate legislature e oggi rappresenta per questo Parlamento e per il Governo una risposta dovuta a quei cittadini e ai loro familiari, vittime di coloro che irresponsabilmente si mettono alla guida, in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti.
  Nel mondo ogni anno sulla strada muoiono un milione e 250 mila persone tra automobilisti, motociclisti, ciclisti e pedoni. È la situazione fotografata dal «Global status report on road safety 2015», lo studio alla terza edizione dell'Organizzazione mondiale della sanità che analizza il fenomeno della mortalità sulle strade. Ebbene, in Italia le cifre fornite dall'Istat ci disegnano un quadro drammatico. Nell'arco di quattro anni, tra il 2008 e il 2012, sono stati registrati un milione di morti e 35 mila feriti in conseguenza di incidenti stradali, talvolta imputabili a comportamenti dolosi o gravemente colposi dei conducenti. L'omicidio stradale è la prima causa dei decessi in Italia dei giovani in età compresa tra i 20 e i 35 anni. Nel 2013 le vittime della strada sono arrivate a 3.650, un primato europeo sul quale il Parlamento deve intervenire con coraggio. Da un'indagine dell'Istituto per gli studi sulla pubblica opinione promossa dalla Fondazione per la sicurezza stradale ANIA, è emerso che oltre il 70 per cento degli automobilisti dichiara di infrangere le regole, pur essendo consapevole dei rischi e delle conseguenze sociali ed economiche degli scontri stradali. Secondo queste statistiche, quindi, e quelle aggiornate del Centro nazionale di controllo sulla sicurezza stradale, il 40 per cento degli incidenti gravi è causato dalla guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope. È altresì in tendenziale aumento il fenomeno degli incidenti stradali con fuga ed omissione di soccorso. Non diminuiscono neanche i reati connessi con la falsificazione dei contrassegni assicurativi, sebbene dal 18 ottobre non vi sia più l'obbligo di esporre il contrassegno sul parabrezza.
  Taluni osservatori, in relazione al testo oggi in esame, hanno parlato di una proposta di legge discussa sull'onda di una spinta mediatica, ma basta essere terzi ed essere davvero riflessivi e concentrarsi sui dati ufficiali per comprendere che il problema esiste, è un problema enorme ed esiste da anni e rappresenta un grave allarme sociale, anche in ragione della componente psicologica che la percezione del fenomeno riveste per i cittadini. Infatti, al di là della necessità di introdurre nuove norme ad hoc e di scriverle in modo chiaro, onde evitare interpretazioni eccessivamente discrezionali da parte dell'organo giudicante, si ravvisa l'urgenza di mettere in condizione i cittadini, principali destinatari di quelle stesse norme, di orientare il loro agire nella scelta di comportamenti Pag. 88illeciti, così rendendo efficace la funzione preventiva del diritto penale.
  L'approvazione del provvedimento in esame costituisce indubbiamente un segnale politico molto preciso e fa allineare il nostro traffico agli ordinamenti vigenti nella maggior parte delle nazioni europee. Nonostante la legge 29 luglio 2010 n.120, recante disposizioni in materia di sicurezza stradale, che però non è stata accolta completamente, ad oggi non si è ancora trovata una soluzione al problema maggiormente avvertito dai cittadini, dai comitati e dalle associazioni: l'ipotesi di omicidio e lesioni personali riconducibili all'infortunistica stradale. Tali fattispecie producono, in termini di costi sociali, somme stimate tra il 2,6 per cento del prodotto interno lordo. Nonostante questo, non hanno un inquadramento giuridico diverso dal semplice reato colposo, trascurando quindi il diverso e più grave atteggiamento psicologico di chi si pone alla guida di un veicolo in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di stupefacenti, accettando il rischio di provocare la morte di altri, in evidente disprezzo del bene giuridico della vita umana e dell'integrità fisica. L'introduzione di autonome figure delittuose previste dal provvedimento in esame va perciò a colmare quel vuoto normativo cui la giurisprudenza in questi anni ha cercato di sopperire, individuando in determinate condotte un diverso e più grave atteggiamento psicologico dell'autore. Pur lontano da qualsiasi forma di giustizialismo, in linea con quanto affermato dalla suprema Corte di Cassazione nel 2011, con la sentenza n. 104, abbiamo ritenuto giusto e quanto mai necessario introdurre nella normativa vigente una distinzione più severa tra dolo eventuale e colpa cosciente, delineando una fattispecie autonoma sotto il profilo della psicologia criminale del reo. Abbracciando la tesi dolosa, la Cassazione ha infatti ritenuto colpevole di omicidio e lesioni volontarie un imputato che, a bordo di un furgone rubato, per sfuggire all'inseguimento della polizia, aveva provocato un incidente con diversi morti e feriti. In questo caso la Suprema Corte ha evidenziato che la sottile linea di confine tra dolo eventuale e colpa cosciente, per l'esigenza di non svuotare il significato della dimensione psicologica dell'imputazione soggettiva, impone al giudice l'attribuire rilievo centrale al momento dell'accertamento e di effettuare una penetrante indagine in ordine al fatto unitariamente inteso, le sue probabilità di verifica, alla percezione soggettiva della probabilità, ai segni della percezione del rischio. Il provvedimento in esame nasce pertanto con l'esigenza di unificare dei testi, si tratta di ben undici proposte di legge, che pur nella loro specificità, mirano ad introdurre nel codice penale i reati di omicidio stradale e di lesioni personali stradali, apportando le necessarie modifiche di coordinamento con la normativa vigente, tra cui il codice penale e il codice della strada. Si introducono, infatti, gli articoli 589-bis e 590-bis nel codice penale, che disciplinano queste nuove fattispecie, cioè il delitto di omicidio stradale e il delitto di lesioni personali stradali, prevedendo per entrambe la pena della reclusione. Sempre l'articolo 1 del testo in esame, così come il nuovo articolo 589-ter del codice penale, dispone una circostanza aggravante in caso di fuga del conducente, con una pena aumentata da un terzo a due terzi. Sul punto ritengo davvero importante anche una modifica introdotta dalle Commissioni riunite, con l'approvazione di un nostro emendamento, che ha previsto un aumento di pena in caso di omicidio stradale commesso da persona non munita di patente di guida o con patente sospesa o revocata, ovvero nel caso in cui l'autoveicolo sia di proprietà dell'autore del fatto e tale autoveicolo sia sprovvisto dell'assicurazione obbligatoria. Abbiamo quindi contribuito davvero con la sensibilità che ci perveniva dalla percezione della grande pericolosità di questo fenomeno con l'adeguamento delle esigenze delle aspettative dei cittadini rispetto a questa nuova legge. Tali ipotesi quindi, sono sempre più diffuse: i casi di guida senza patente sono in aumento, o di guida con veicoli non assicurati – questi fatti sono la prova tangibile del senso di impunità che accompagna Pag. 89queste condotte criminali –. È altrettanto necessaria la previsione di una pena ancora più dura per disincentivarle.
  Siamo contenti che con il nostro contributo sia stato possibile recuperare queste gravi situazioni, non previste dal testo approvato al Senato. Per avviarmi a concludere, si deve sottolineare ancora una volta che l'incidentalità stradale rappresenta un problema rilevante e come tale va affrontato, introducendo strumenti dissuasivi per chi si mette alla guida sulle strade urbane ed extraurbane, pur non essendo completamente padrone di se stesso, in disprezzo della vita altrui. Chi consapevolmente, con la sua condotta irresponsabile, provoca la morte di persone innocenti o lesioni invalidanti, deve davvero subire una sanzione severa.
  Alla luce di queste riflessioni riteniamo che il testo in discussione, frutto di un articolato e approfondito dibattito parlamentare, debba essere approvato nel più breve tempo possibile, proprio in ragione del numero impressionante di vittime nel nostro Paese e delle sollecitazioni della Commissione europea e dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite che ha proclamato un nuovo decennio di iniziative per la sicurezza stradale, dal 2011 al 2020, con lo scopo di ridurre ulteriormente il numero di decessi da incidenti stradali nel mondo. Sappiamo bene che questa legge da sola non basta. Occorre proseguire nel percorso, già avviato negli ultimi anni, di informazione e di prevenzione di questi fenomeni attraverso campagne nazionali per la sicurezza stradale e la dissuasione dalla guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti e, soprattutto, investire per la costruzione di future generazioni più responsabili e consapevoli.
  Crediamo, però, come Scelta Civica, che questo provvedimento possa comunque davvero rappresentare un elemento di forte deterrenza ed è per questo che voteremo convintamente per la sua approvazione. Però mi va anche di ricordare, Presidente, che nella revisione complessiva è stato riconsiderato con minore attenzione il tema, strettamente collegato sino alla recente legislazione, dell'omicidio colposo concernente gli infortuni sul lavoro. Ecco, su questo ci andava di lasciare una traccia nella nostra dichiarazione conclusiva. Ricordiamo che proprio oggi è stato approvato un nostro subemendamento con cui abbiamo eliminato quei non più condivisibili limiti di estensione anche a soggetti che non fossero ingegneri o architetti nella possibilità di fare perizia. Abbiamo applicato, quindi, un principio che per noi di Scelta Civica è davvero forte, quello della liberalizzazione del mercato e di questo siamo particolarmente fieri. Quindi, grazie, Presidente, noi voteremo a favore (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Grazie Presidente, il gruppo di Fratelli d'Italia ha presentato una proposta di legge per l'introduzione del reato di omicidio stradale. L'abbiamo fatto nonostante qualche perplessità giuridica e nonostante pensassimo e pensiamo che il Codice non era e non è stato fatto male. Soltanto una cattiva interpretazione, infatti, che oramai purtroppo è diventata anche prassi, ha consentito in questi ultimi trent'anni delle pene vergognosamente basse nei confronti di coloro che, in spregio della vita e della salute altrui, guidano in maniera pericolosa, in maniera che dimostra la loro prepotenza e in una maniera che andrebbe punita assai più severamente.
  Allora, voteremo a favore di questo provvedimento. Non possiamo, però, nascondere una certa amarezza perché, come al solito, per esigenze di apparire, per esigenze di marketing, per questa maledetta democrazia televisiva, si è corso e si è fatto magari un pasticcio. Da un lato, si prevedono pene pesantissime a fronte di comportamenti che poi possono non essere realmente malevoli dal punto di vista del disprezzo della vita e della salute degli altri; dall'altro lato, si apre anche alla possibilità, invece, di non punire adeguatamente i comportamenti più gravi. È Pag. 90evidente che per quello che ci riguarda è un passo in avanti. Noi votiamo a favore a fronte delle tante vite spezzate, innocenti, spesso giovanissime, ma comunque di persone che hanno l'unico torto di trovarsi nel momento sbagliato in un posto sbagliato a subire l'incoscienza, la cattiveria e il menefreghismo del prossimo. Questo provvedimento era un provvedimento necessario e, pertanto, abbiamo votato a favore finora e continueremo a votare a favore anche nel voto finale. È chiaro che ci aspettiamo dei correttivi da parte del Governo, dei correttivi tecnici, soprattutto che mirino a fissare la situazione di incapacità che discende dall'abuso degli alcolici o dall'uso e – lo aggiungo, per dare anche un'apertura a chi ne ha parlato – dall'abuso delle sostanze stupefacenti. Sicuramente è un tema delicato sul quale bisogna essere precisi. Vanno puniti sicuramente in maniera adeguata e forte coloro che si ubriacano – il termine tecnico italiano non è detto che corrisponda al termine tecnico del Codice della strada – o si drogano perdendo la capacità del controllo di se stessi.
  Si violano in maniera grave le norme in materia stradale, mettendo chiaramente a rischio, a repentaglio la vita e la sicurezza altrui. In questi casi bisogna essere durissimi e severissimi. Apro ancora una piccola parentesi e concludo dicendo che, secondo me, c’è la necessità di riguardare nel complesso il codice penale. Lo Stato deve punire con fermezza e con forza i violenti, i prepotenti, coloro che agiscono in spregio della vita, della libertà degli altri. Credo che in questo momento non lo stiamo facendo soprattutto per colpa della maggioranza e del Governo che hanno voluto i cosiddetti svuota-carcere che in questo momento rendono impuniti tanti delinquenti, tanti prepotenti, tanti violenti. Crediamo che i prepotenti, i violenti della strada vadano puniti in maniera adeguata, in maniera severa. Purtroppo così non è stato finora ed è giusto quindi in questo momento approvare rapidamente questo provvedimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Grazie, Presidente. Già in sede di discussione sulle linee generali ricordavo il timore che questo provvedimento non avrà purtroppo l'effetto che si vorrebbe per ridurre l'incidentalità e la mortalità sulle strade che per fortuna sono entrambe in costante decremento grazie ai controlli con nuove e diverse metodologie, alle campagne di informazione e prevenzione e anche agli interventi materiali sulla rete stradale. Su quest'ultimo punto ci sarebbe piaciuto vedere nel disegno di legge di stabilità un adeguato stanziamento di risorse. Ci sembra ad una prima visione che così non sia. Ci viene anzi autorevolmente detto che questo provvedimento potrebbe sortire effetti contrari a quelli cui siamo stati sollecitati dai singoli, dalle associazioni che si battono per la sicurezza stradale e in favore delle vittime della strada. In particolare l'avvocatura, che tutela sia le vittime che i responsabili di incidenti stradali, in particolare paventa che fuga del conducente o pirateria siano termini, siano fenomeni destinati ad aumentare e non a ridursi con l'approvazione di questo testo. Nonostante esso alligni da molti anni nelle aule parlamentari, quello giunto alla nostra attenzione al Senato lo reputiamo un pessimo testo: poco approfondito, di scarsa qualità scientifica e che riproduce integralmente i difetti già oggi presenti nel codice della strada. Questo testo, queste sanzioni che introduciamo, queste nuove fattispecie di reato si rivolgono principalmente a chi procura la morte o lesioni gravi o gravissime ponendosi alla guida in stato di ebbrezza alcolica o di alterazione psicofisica conseguente all'assunzione di sostanze stupefacenti. Inoltre, in questa sede, alla Camera, abbiamo previsto un ampliamento di quei comportamenti, di quelle manovre di guida di particolare pericolosità cui si applicano gli stessi dettami ma è prevalente quella duplice applicazione che dicevo prima. Ricordo che prima il codice della strada parlava di Pag. 91ebbrezza e di effetto di sostanze stupefacenti. L'effetto che abbiamo già modificato poiché poco significava eppure è rimasto nel codice per lustri e persino la Cassazione ce lo ha più volte ricordato. È vero – ci dice – non è sufficiente per integrare il reato l'aver assunto sostanze stupefacenti. È necessario che esse abbiano provocato un'alterazione psicofisica la cui esistenza va provata in concreto. E qui si palesa il vulnus dell'articolo 187 del codice della strada che noi riproduciamo di fatto fedelmente in questo testo. Noi siamo usi a verificare le coperture finanziarie dei provvedimenti che approviamo: la loro esistenza o meno diventa dirimente per l'esito del voto. Qui siamo in totale assenza di copertura tecnico-scientifica e noi crediamo sia una mancanza esiziale.
  Era l'occasione per mettere mano al dettato del ricordato articolo 187 del codice della strada, ma non si è voluto fare, trascinando anche in questa nuova fattispecie di reato i palesi errori che esso contiene, mentre il legislatore ha infatti stabilito soglie precise di intossicazione da alcol (i noti 0,5, 0,8 e 1,5 grammi per litro di sangue) cui si associano diversi e progressivi stadi di inabilitazione del rapporto uomo-macchina nel caso del conducente in stato di alterazione psicofisica dopo aver assunto sostanze stupefacenti e psicotrope. Di fatto non è così. Noi abbiamo non il ragionevole dubbio ma la statistica certezza che, vista la lacunosità delle procedure e degli strumenti di accertamento oggi esistenti, sospenderemo o ritireremo migliaia di patenti di guida a cittadini perfettamente in grado di condurre un veicolo – e questo accade oggi – e applicheremo, invece, un reato di omicidio stradale, con pene pesantissime, a cittadini che sono in realtà rei di un reato colposo, magari di un omicidio colposo. Per questa ragione, abbiamo invano chiesto di inserire nel testo un rinvio a procedure tecniche di dettaglio da emanarsi prima dell'entrata in vigore del presente testo di legge. Occorreva quindi una riforma più profonda, di ampio respiro, e si poteva fare anche nella discussione dell'introduzione di questa nuova fattispecie di reato. Questa discussione poteva costituire una garanzia per i cittadini, invece abbiamo agganciato questo testo all'articolo 224-bis del codice di procedura penale, cui abbiamo scelto di far dipendere questo provvedimento, quindi rendendone i difetti più gravi ancora. Perché dico questo ? Perché parliamo sostanzialmente di un articolo che organizza e norma le operazioni peritali e di prelievo coattivo di campioni biologici volte all'identificazione del DNA – volte all'identificazione del DNA ! – e dunque qualitativamente inadatte ad accertare in modo univoco lo stato di alterazione psicofisica da assunzione di stupefacenti e il relativo grado di inabilitazione del rapporto uomo-macchina. Sembrano questioni tecniche ma hanno un valore politico, poiché ancora figlie di quella tragedia culturale, di quel medioevo scientifico cui la legislazione sulle droghe ci ha confinato. Lacuna ormai inescusabile, visto che qui prevediamo condanne molto elevate (fino a 18 anni nei casi più gravi), cui servirebbe certezza della fondatezza della pena, che invece si è scelto, anche in questo caso, di non assicurare. Un lavoro assai superficiale quello del Parlamento, che si associa alla discutibilissima scelta di sistema, ovvero l'inventare una quarta fattispecie del reato di omicidio, accanto al colposo, al preterintenzionale e al volontario. Una norma genericamente volta a placare l'opinione pubblica, le associazioni, il dolore dei familiari delle vittime, ma purtroppo di nessuna efficacia nella prevenzione e nella riduzione di quei tragici eventi che la cronaca purtroppo quotidianamente ci segnala; e che rischia anzi di produrre, a tal punto mal congegnata, delle vittime due volte. È per questo che annuncio il voto contrario di Sinistra Ecologia Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Saluto studenti e docenti dell'Istituto comprensivo statale «Luigi Settembrini» di Nova Siri scalo, in provincia di Matera, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).Pag. 92
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Garofalo. Ne ha facoltà.

  VINCENZO GAROFALO. Grazie, Presidente. Il gruppo parlamentare di Area Popolare voterà a favore della proposta di legge oggi al nostro esame in quest'Aula. Con l'esame e la successiva approvazione del provvedimento relativo all'omicidio colposo stradale, fortemente voluto da questa maggioranza, si provvede ad introdurre nel nostro ordinamento una nuova fattispecie penale, concernente il delitto di omicidio stradale, attraverso il quale è punito a titolo di colpa, con la reclusione di diverse entità in regione del grado della colpa stessa, il conducente di veicoli a motore la cui condotta imprudente costituisca causa dell'evento mortale. Tale misura, come è noto a tutti, è stata sollecitata dalle istanze provenienti dalle associazioni che da anni si confrontano e chiedono al Parlamento l'introduzione di un reato specifico che risolva in modo definitivo le problematiche relative all'omicidio stradale.
  Il legislatore pertanto è stato attento ed ha contribuito, proprio sulla spinta delle istanze delle famiglie e delle associazioni di quanti sono rimasti vittime di omicidi stradali, ad introdurre una fattispecie penale specifica.
  L'esigenza di intervenire su questa materia nasce dalla constatazione di quanto avviene quotidianamente sulle nostre strade. Infatti il numero dei morti e dei feriti a causa degli incidenti stradali è molto elevato: un terzo delle vittime sono uccise o ferite da persone che si mettono alla guida in uno stato di grave alterazione psicofisica causata dall'assunzione di droghe o sostanze alcoliche. Ed è proprio sul consumo di tali sostanze che il legislatore intende intervenire, punendo severamente quelle condotte sconsiderate che sono alla base dei numerosi episodi di incidenti stradali. Una forma di prevenzione, quindi, che focalizza la propria attenzione su quelle azioni, come appunto l'assunzione di alcool e droga, che a fronte di eventi dalla natura di per sé colposa, denotano una iniziale volontarietà, che va pertanto scoraggiata e punita con maggiore severità
  Il Parlamento quindi interviene al fine di individuare le soluzioni più moderne ed adeguate, nonché ad affermare che l'omicidio stradale deve trovare piena ed autonoma cittadinanza all'interno del nostro sistema penale e del nostro codice. I tanti episodi di vite spezzate e di famiglie distrutte da condotte imprudenti non sono più tollerabili: andava dato pertanto rapidamente un segnale importante a quanti da tempo propongono l'introduzione nel codice penale dell'omicidio stradale. Con questo provvedimento si raggiunge finalmente un risultato fondamentale, di cui si discuteva da anni senza giungere a soluzioni concrete.
  Il provvedimento al nostro esame introduce nel codice penale con l'articolo 589-bis il reato di omicidio colposo stradale, con una reclusione che va dagli 8 ai 12 anni. L'aumento della pena impedirà che chiunque causi la morte per guida in stato di ebbrezza, sotto l'effetto di sostanze stupefacenti o a causa di manovre particolarmente pericolose eviti di finire in carcere incorrendo nella pena minima di 2 anni prevista sino ad ora.
  La guida in stato di alterazione per l'assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope non può più essere assolutamente tollerata: l'autore di questo tipo di condotta dovrà confrontarsi con norme rigorose e inderogabili. In particolare, l'articolo 589-bis prevede l'aumento di reclusione per chiunque guidi in stato di ebbrezza alcolica grave, ovvero con un tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro, o di alterazione psicofisica conseguente all'assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope. Inoltre, il tasso alcolemico sanzionabile con una pena dai 7 ai 10 anni di reclusione scende a 0,8 grammi per litro per specifiche categorie di conducenti, cioè per coloro che esercitano professionalmente l'attività di trasporto di persone o cose, i conducenti di autoveicoli anche con rimorchio di massa complessiva a pieno carico superiore a tre tonnellate e mezzo, per i conducenti di autobus destinati al trasporto di persone il cui numero Pag. 93di posti a sedere, escluso quello del conducente, è superiore ad otto, ai conducenti di autoarticolati ed autosnodati.
  Al fine di scoraggiare ulteriormente la guida sotto l'effetto di bevande alcoliche o sostanze stupefacenti, il provvedimento introduce anche pene accessorie: e mi riferisco in particolare alla sospensione della patente, alla cui revoca dovranno seguire ulteriori, nuovi esami per poterla nuovamente conseguire. In questo senso, l'articolo 590-quinquies che il presente provvedimento intende introdurre nel nostro codice penale determina la revoca della patente e il divieto temporaneo di conseguirne una nuova, quale pena accessoria nel caso di condanna per reato di omicidio stradale e per reato di lesioni personali stradali gravi o gravissime. Tale sanzione accessoria si applica sia nel caso di patteggiamento per i medesimi reati, sia nel caso in cui sia stata concessa la sospensione condizionale della pena.
  Quanto alla durata del divieto di conseguire una nuova patente di guida, la fattispecie di omicidio stradale è semplice: prevede l'intervallo di tempo da 15 anni dalla revoca, pena aumentata a 20 anni qualora ricorrano alcune circostanze aggravanti. Il termine viene aumentato fino a 30 anni nel caso in cui l'interessato si sia dato alla fuga, o non abbia ottemperato agli obblighi di assistenza previsti dall'articolo 189 del codice della strada. È inoltre previsto che nel caso di revoca della patente per i reati di omicidio stradale e di lesioni personali gravi e gravissime, l'interessato non possa conseguire una nuova patente di guida prima di 5 anni dalla revoca. Sono tutte queste sanzioni molto severe: sono sanzioni che sicuramente danno una risposta abbastanza efficace a quelle che sono le istanze di tutti coloro i quali in questi anni hanno preteso, giustamente, giustizia.
  Con l'articolo 2 della proposta di legge si introducono nel codice penale tre ulteriori articoli che riguardano il reato di lesioni personali stradali. L'entità delle pene detentive per le lesioni personali stradali rimane invariata rispetto alle attuali, da tre mesi ad un anno per le lesioni gravi, da uno a tre anni per le lesioni gravissime, è tuttavia eliminata la possibile pena alternativa della multa da 500 a 2000 euro in caso di lesioni stradali gravi, pertanto l'articolo introdotto sanziona però in misura maggiore le lesioni personali stradali gravi, mentre le lesioni gravissime con la reclusione da quattro a sette anni, se provocate dall'assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope, dalla guida in stato di ebbrezza e da tutti quei comportamenti che sono stati messi in evidenza circa le violazioni stradali precedentemente elencate nella fattispecie di omicidio stradale.
  Anche a fronte di questa maggiore severità che si vuole introdurre nel codice penale si evince dalla volontà del legislatore di accogliere le istanze anche di chi è stato vittima di lesioni personali stradali e quindi non solo di omicidio. Trattandosi di reati colposi potrebbero essere sollevate obiezioni sulla applicazione del concetto di prevenzione, che il provvedimento intende rafforzare, ritenendolo però nel caso specifico eccessivamente limitato. Questo perché il meccanismo del reato colposo non si caratterizza per una disobbedienza volontaria, ma per una disobbedienza determinata da imprudenza, imperizia e negligenza, ed è proprio su questo punto che la proposta di legge intende intervenire. La severa misura sanzionatoria agisce infatti sulle azioni che precedono il verificarsi dell'omicidio stradale, ossia sulle condotte di assunzione volontaria di sostanze stupefacenti o psicotrope, nonché sull'assunzione di sostanze alcoliche. Tutti questi comportamenti si caratterizzano quantomeno per una fase iniziale di tipo volontario che, quindi, devono essere maggiormente scoraggiati e puniti.
  Il cittadino che oggi assume in maniera abituale, o comunque frequente, sostanze stupefacenti e alcoliche, deve sapere che una loro dissennata assunzione, seguita dalla guida di autoveicoli, lo farà incorrere in una sanzione estremamente severa. Ribadisco, quindi, che la norma introdotta nel codice penale dal presente provvedimento interviene su un fatto antecedente alla guida di autoveicoli, che però è determinante Pag. 94nel causare la situazione di pericolo. Essa interviene allo scopo di punire quell'elemento di sconsideratezza all'origine della condotta che successivamente è causa della morte o delle lesioni personali di una o più persone. Una figura soggettiva, quella della sconsideratezza, che potremmo definire intermedia tra la colpa tradizionalmente intesa dal nostro sistema penale e il dolo vero e proprio. Le condotte sconsiderate non si possono sottovalutare in quanto esse già implicano, non una semplice rappresentazione dell'evento, ma addirittura quasi una forma di accettazione del suo verificarsi pur in un contesto nel quale è evidente che esso non è in alcun modo voluto.
  In conclusione, lo stato di ubriachezza volontaria e di assunzione di sostanze stupefacenti resta la condizione che determina l'accesso a quella forma autonoma e specifica di omicidio quale è appunto l'omicidio stradale. Il Parlamento è dunque opportunamente intervenuto su una questione che tanto dolore e tanti lutti ha causato e continua a causare. L'arma dell'innalzamento delle pene costituisce nell'intenzione del legislatore una forma di deterrenza che persegue l'obiettivo di impedire il ripetersi di eventi tanto incresciosi per l'incolumità pubblica. In tale contesto si è provveduto a predisporre un diritto penale della prevenzione e della sicurezza in grado di neutralizzare in anticipo comportamenti gravi ed illeciti al fine di evitare che il numero delle vittime continui a crescere.
  Per tutti questi motivi e con l'auspicio che si possa veramente raggiungere lo scopo di una più significativa prevenzione che consenta di diminuire sensibilmente i casi di omicidio e lesioni stradali ribadisco il voto favorevole del gruppo parlamentare di Area Popolare al provvedimento in esame in Aula.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Biasotti. Ne ha facoltà.

  SANDRO BIASOTTI. Signor Presidente, noi crediamo che sia obiettivamente inaccettabile avere ancora oggi 3 mila morti e circa 200 mila feriti gravi e quindi siamo d'accordo su qualsiasi norma e intervento che possa ridurre tali incidenti. Riteniamo, però, in tutta coscienza e obiettivamente che questa proposta di legge sia dettata più dall'emotività e dalla volontà di soddisfare una parte dell'opinione pubblica che dallo scopo di fornire effettive soluzioni per diminuire questa piaga sociale.
  E spieghiamo perché. Intanto riteniamo che sia una norma eccessivamente repressiva e punitiva. Già oggi, a legislazione vigente, chi ha la sfortuna di uccidere una persona in auto è punito da tre a dieci anni. Oggi non è impunito, è punito da tre a dieci anni. Adesso, e cioè da domani, se approviamo questa norma, sarà punito da otto a dodici anni. L'iniquità dunque sta in questo: il minimo della pena passa da tre a otto anni e il massimo passa da dieci a dodici. Quindi c’è una sproporzione che non riusciamo a capire. Però questi casi riguardano gli ubriachi e i drogati; parliamo invece di tutti gli altri 20 milioni di persone normali che guidano l'automobile, di mamme che portano in bambini a scuola, di commercianti e artigiani che vanno a lavorare col proprio mezzo, di anziani che usano l'automobile e, quando non ne possono fare a meno è perché non funzionano i servizi pubblici o non ci sono i servizi pubblici. Noi non accettiamo che queste persone vengano dichiarate assassini o criminali. Queste persone possono essere arrestate con una pena da quattro a dieci anni non perché sono drogate o se bevono, ma se passano col rosso, se fanno un'inversione di marcia, se fanno un sorpasso azzardato, se hanno una velocità – per esempio – in città, di oltre 70 chilometri all'ora, senza considerare anche il contesto, il luogo dove ci si trova. Vi sono delle zone in cui puoi andare a novanta chilometri orari e zone in cui non si può andare neanche a cinquanta. Dunque lo riteniamo ingiusto. E poi perché solo queste quattro tipologie di infrazione conducono a una condanna così pesante, da quattro a dieci anni ? Perché non altre ? Perché non abbiamo inserito allora l'uso del telefonino, le gomme lisce, la mancata Pag. 95revisione dell'automobile, uno che fa i giochini, uno che si benda, perché sono queste quattro e non le altre ? Quindi credo che questa norma sia veramente dettata dell'emotività. Tra qualche anno, quando arresteremo una mamma che porta un bambino a scuola per quattro anni o, se ha la sfortuna di uccidere più di una persona, per dodici anni, forse allora capiremo l'eccessività di questa norma.
  Chiedo poi, se c’è l'omicidio stradale, perché non vi sia il tentato omicidio e stradale. Facciamo degli esempi: due amici si ubriacano o si drogano, allo stesso modo; ciascuno prende la propria auto. Uno ha la sfortuna di ammazzare una persona, il secondo picchia contro un camion e non fa niente. Il primo viene condannato a dodici anni e l'altro niente. Mi sembra una sproporzione inaccettabile. Perché poi dobbiamo triplicare la pena, se ammazziamo più di una persona ? Se ho un incidente e ho la sfortuna di colpire una utilitaria e uccido due persone, ma perché mi si deve triplicare la pena ? Non è come se sparassi prima all'uno, poi all'altro e poi al terzo; in questo caso posso capirlo. Ma se ho un incidente, è uno l'incidente che ho. Quindi perché triplicare la pena ?
  Inoltre crediamo che questa norma sia solo repressiva e non ci sia alcun elemento di prevenzione. Credo che invece la prevenzione sia quella che ha aiutato, negli anni, a far diminuire gli incidenti stradali. Ricordiamo a tutti la patente a punti; ricordiamo la norma del papà del nostro sottosegretario Ferri, che ha ridotto la velocità a 110 chilometri orari; ricordiamo l'introduzione dell'obbligatorietà della cintura, del casco. Queste sono le norme che diminuiscono gli incidenti: la prevenzione, l'educazione civica nelle scuole, i controlli. L'ho già detto in Commissione: sarò stato particolarmente fortunato, ma come me lo è tanta gente: non sono mai stato controllato per ebbrezza. Mi capita, delle volte, di andare al ristorante, di bere due o tre bicchieri di vino, un paio di limoncini: mai stato controllato. Nella stessa situazione vi sono centinaia, migliaia di persone. Allora, a titolo di esempio credo si debba rendere obbligatorio il kit per l'alcol test sulle automobili. In alcuni Paesi europei esiste l'obbligatorietà di avere a bordo tale kit. Per esempio, io non so mai qual è il livello di alcol nel sangue, se è 0,5 0,8, 0, 9 o 1. Dunque credo che questa repressività, questa severità favorisca anche le fughe, che è un'altra piaga sociale. Fra l'arresto certo e una pena così alta è normale che si cerchi, anche da sobri, di salvare la propria vita con la fuga.
  Le critiche non le faccio io, non le fa Forza Italia, non le fa SEL, le fa l'Associazione nazionale magistrati, le fa la Camera penale che massacra questa norma, che la dichiara irragionevole, sproporzionata, del tutto iniqua, del tutto poco funzionale. Ricordo inoltre la mancata modalità di alternativa alla pena, cioè non c’è una funzione riabilitativa. E poi ricordo che questo omicidio stradale non è previsto in nessuna parte del mondo ad eccezione dell'Olanda, della Norvegia, di una parte del Regno Unito e in qualche Stato americano. In tutto il mondo è un omicidio colposo, punito certamente con la galera ma non con una norma ad hoc. Quindi, ripeto, si privilegia la repressione e non la prevenzione. Forza Italia, nonostante le mie critiche, ha dimostrato negli anni di voler assolutamente ridurre questa incidenza mortale e questi ferimenti gravi e rivendica gli aspetti positivi della norma che introdusse dieci anni fa con l'allora Ministro Lunardi, come dicevo prima, della patente a punti. Bene, questa norma ha fatto sì che i morti, che allora erano ottomila e più, diventassero tremila. Quindi questa è stata un'altra norma intelligente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) e veramente efficace. Ricordo che ancora nell'ultimo Governo Berlusconi, nel luglio del 2008, fu votata una norma che aggravava l'omicidio colposo per ebbrezza o sostanze stupefacenti portando la pena da tre anni a dieci anni, quindi noi abbiamo dimostrato la nostra buona fede e la nostra volontà di salvaguardare una piaga sociale così importante. Quindi, nonostante le critiche, Pag. 96noi riteniamo che la maggioranza e il Governo siano in buona fede, prendiamo atto che il Governo ha dichiarato che questa è una norma in questo momento repressiva ma che interverrà – mi auguro – il più presto possibile per prevenire e quindi in questo senso noi crediamo che sia sbagliato votare contro, come forse il mio animo vorrebbe fare, ma per far sì che magari anche solo pochi incidenti mortali possano essere evitati noi abbiamo deciso di astenerci su questa norma, sperando nella sua utilità e sperando che io abbia torto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Signor Presidente, come premessa vorrei spiegare a chi ci sta ascoltando, a lei, ai cittadini, che il Parlamento e le varie componenti politiche votano delle norme, votano dei testi, non votano dei titoli né dei tweet. Ecco perché noi ci dobbiamo chiedere subito: l'esigenza in questo senso qual è ? Qual è l'esigenza che ci porta ad approvare questa norma sull'omicidio stradale ? L'esigenza, Presidente, è quella di cercare di fare in modo che l'ingiustizia che viene perpetrata alle vittime della strada – come è stato ricordato, circa quattromila – sia sanata, e perché ? Perché nel nostro sistema succede che per queste condotte che cagionano omicidio senza la volontà di farlo, omicidio colposo, magari quando un soggetto viola le norme del codice della strada o le norme sulla sicurezza sul lavoro oppure quando è in stato di ebbrezza alcolica grave – oltre l'1,5 g litro – o anche quando è sotto l'effetto di sostanze stupefacenti e cagiona una morte appunto, questa sia sanzionata in maniera più rigorosa. Succede che però la giurisprudenza in molti casi, forse in troppi casi, non valuta adeguatamente queste condotte, irrogando pene che nel minimo sono veramente troppo basse e con sconti di pena vari, riti abbreviati, misure alternative e anche in questo senso il patteggiamento che possono far giungere ad un nulla di fatto e quindi ad una repressione pari a zero, quindi a una non punibilità, ad una sospensione condizionale della pena.
  In questo senso, quindi, alle vittime resta una forte ingiustizia: l'ingiustizia di aver visto, appunto, un proprio familiare morto o in grave stato fisico e, dall'altra, che, appunto, il colpevole di questo reato non sia adeguatamente punito e non sconti neanche una pena alternativa (proprio il nulla più assoluto).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 18,15)

  VITTORIO FERRARESI. Allora, questa proposta di legge nasce con questo intento: cercare di risolvere questa stortura e questa ingiustizia, di mettere un freno all'alveo di impunibilità e di impunità che aleggia su queste condotte e di rendere giustizia alle vittime della strada.
  Ma il testo raggiunge questo obiettivo ? Ce lo chiediamo. Il «testo Scilipoti», che è stato appoggiato dalla maggioranza, raggiunge l'obiettivo di garantire non vendetta ma giustizia a chi è stato ammazzato da un pirata della strada o alle vittime, che sono, appunto, i familiari dello stesso ? Secondo noi no e vi spiego la ragione. Questo testo introduce un reato autonomo, il reato di omicidio stradale. È necessario questo inserimento, visto che l'ordinamento già prevede tre tipi di omicidio, ossia l'omicidio doloso, quindi con la volontà, l'omicidio colposo, senza la volontà, e quello preterintenzionale ? Era necessario inserire un'autonoma fattispecie di reato, derogando così in modo singolare a quelle fattispecie già previste nel codice ? Secondo noi no ! Per quale ragione ? Perché, di fatto, si poteva agire sulle norme esistenti, in particolare sull'articolo 589 del codice penale, che prevede l'omicidio colposo.
  Poi, ancora, il «testo Scilipoti» crea discriminazione tra vittime di questi reati e anche tra gli imputati di questi reati. Pag. 97Perché ? Cosa succederà ? Succederà che, per esempio, visto che non è stato fatto un lavoro proporzionale sulle pene, alcuni soggetti, alcuni imputati saranno condannati, per alcune violazioni del codice della strada, con pene dai due ai sette anni ed altre violazioni del codice della strada, quindi altri imputati, saranno, appunto, bersaglio di sanzioni che vanno dai cinque ai dieci anni. E questa non è solo una discriminazione per le vittime della strada, che creerà vittime di serie A, per alcune violazioni, e vittime di serie B, per altre violazioni, ma è anche una violazione del principio di uguaglianza per gli imputati, che si vedranno, appunto, attribuire pene diverse per violazioni simili.
  In questo senso, un'ulteriore discriminazione di questo testo è non avere guardato anche ad altre fattispecie relative all'omicidio colposo, che in questo caso, appunto, non vengono prese in considerazione. Quindi, non c’è solo la discriminazione tra violazione del codice della strada, con due pene differenti, ma anche la violazione dell'omicidio colposo commesso con violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e, quindi, della sicurezza sul lavoro. Anche in questo settore abbiamo un migliaio di vittime all'anno, vittime che molto spesso, appunto, sono vittime anche della violazione di queste norme – e non solo vittime sul lavoro, nei cantieri – e a cui verrà irrogata, come pena, la stessa sanzione che c'era prima, quindi dai due ai sette anni. Dunque, una doppia discriminazione: tra le vittime della strada e delle vittime della strada rispetto alle vittime di omicidio colposo con violazione delle norme per la sicurezza sul lavoro.
  Ancora ! Concorso colposo della vittima. Questa norma prevede – e questo non era previsto in precedenza – che qualora ci sia concorso colposo della vittima – e, quindi, la vittima compie anche una minima infrazione che gli permetta di concorrere con la colpa, appunto, nell'evento finale della sua morte o delle sue lesioni – ci sarà una diminuzione della pena fino alla metà. Quindi, questo cosa vuol dire ? Che ogni volta che si riuscirà ad accertare anche una minima condotta colposa da parte della vittima, l'imputato avrà la pena ridotta fino alla metà. Questo non si applicherà solo per la nuova fattispecie di omicidio stradale, ma anche, ovviamente, la tara sarà applicata ai procedimenti in essere. Quindi, sarà una vera e propria norma che garantirà l'impunità e un abbassamento della pena a chi commette questo grave delitto e, in questo senso, si vedrà non solo la diminuzione della pena, ma anche la non applicazione, ovviamente, della nuova normativa. Quindi, una doppia ingiustizia !
  Ancora, il nostro sistema, oltre al fatto di un'ingiustizia sostanziale, prevede, appunto, che risponde del reato, il soggetto, anche se l'evento non è da lui voluto qualora si attivi con una condotta, che non è condizione essenziale per il verificarsi dell'evento ma è sempre una condotta che lo cagiona.
  In questo senso, noi abbiamo già fatto l'esempio che se due persone sparano ad un soggetto – una alla testa e l'altra allo stomaco –, se la persona che ha sparato allo stomaco con la sua condotta non avrebbe magari cagionato la morte, risponde lo stesso di omicidio volontario come quella che ha sparato alla testa. Quindi, nel nostro sistema è prevista questa fattispecie. Pertanto, noi andiamo a derogare un'altra volta il nostro sistema penale, un'altra volta il nostro codice, con un inserimento ingiusto e aberrante dal punto di vista giuridico.
  Ancora, noi introduciamo nel nostro codice penale delle norme che dovrebbero stare nel codice civile. Ma un minimo di coerenza sistemica, un minimo di attenzione da buoni legislatori lo vogliamo avere o non lo vogliamo avere ?
È stato raggiunto l'obiettivo di garantire giustizia alle vittime della strada ? Secondo me, Presidente, no. Il testo è un guazzabuglio giuridico che ha evidenti storture e crea delle ingiustificate discriminazioni tra vittime. Pag. 98
  È per questo motivo che il MoVimento 5 Stelle ha proposto un testo alternativo, che mirava ad intervenire sulle norme già esistenti di omicidio colposo con le aggravanti della violazione delle norme del codice della strada ed anche della violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro, con delle pene proporzionate; quindi un intervento efficace anche sulla fuga, sull'arresto obbligatorio, sulla revoca della patente. Prevedevamo tutto, ma in un modo migliore, più omogeneo e più efficace.
  Il nostro testo andava ad aumentare le pene per i reati esistenti di omicidio colposo (articolo 589, commi 1, 2, 3). Il nostro testo non voleva creare discriminazioni tra vittime, le stesse vittime che sono venute a protestare e farsi sentire in questi giorni davanti a Montecitorio e che noi abbiamo ascoltato. Abbiamo ascoltato le loro critiche, le osservazioni delle associazioni delle vittime della strada, abbiamo ascoltato anche gli esperti giuridici dell'Associazione nazionale magistrati, delle Camere penali e gli esperti di tossicologia forense che ci hanno dato il loro contributo. Abbiamo usato questi contributi per cercare di fare una norma migliore possibile. Abbiamo cercato di inserire che le metodologie di accertamento dello stato di alterazione dovuto all'assunzione di sostanze stupefacenti o dovuto all'assunzione di bevande alcoliche, quindi che creasse lo stato di ebbrezza alcolica, potessero essere fatte con il maggior rigore possibile. Sono migliaia le patenti ritirate senza giusta causa perché gli accertamenti sono diversi in tutto il territorio nazionale e, quindi, non si riesce ad arrivare ad un accertamento più vicino alla verità. Questo accertamento deve mirare con maggiore precisione scientifica al fatto che l'alterazione c'era nel momento della commissione del fatto. Ma questo non è stato accettato da questa maggioranza. È stato accettato l'aumento, seppur minimo, da 4 a 5 anni, per quanto riguarda la sanzione grazie ad un emendamento del MoVimento 5 Stelle che ha contribuito in modo costruttivo a creare una norma migliore possibile.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 18,25)

  VITTORIO FERRARESI. Purtroppo, le aspettative anche delle associazioni delle vittime della strada sono state in questo caso non prese in considerazione fino alla fine, e, quindi, sono state deluse. Noi abbiamo collaborato con tante associazioni ed abbiamo ascoltato i contributi...

  PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

  VITTORIO FERRARESI. ... di chi ci è venuto, come la presidente Cassaniti, a portare il suo contributo. Per tutti questi motivi, per la possibilità che l'intervento normativo sia un intervento efficace – in questo caso non lo è – ma, comunque è un intento giusto, noi ci asterremo su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Bazoli. Ne ha facoltà.

  ALFREDO BAZOLI. Grazie, Presidente. Anche io credo che non sia inutile ricordare, nel motivare il voto favorevole del Partito Democratico sul provvedimento, i numeri che già molti hanno peraltro sottolineato. Quei numeri che testimoniano che in Italia si muore ancora troppo per incidenti legati alla circolazione stradale. Numeri impressionanti, una strage che ogni anno coinvolge oltre tre mila persone, per non parlare dei feriti che si contano nell'ordine delle decine di migliaia, oltre 180 mila all'anno, con tutto ciò che questo comporta in termini di sofferenze personali e familiari ed anche di costi sopportati dalla comunità per le spese legate agli interventi di soccorso e di ricovero.
  Sono numeri, per fortuna, fortemente in discesa in questi ultimi anni, ancorché eccessivamente elevati. I morti si sono dimezzati negli ultimi 12 anni e anche il numero dei feriti ha subito una fortissima contrazione, ma siamo consapevoli che Pag. 99questa diminuzione è legata in maniera preponderante all'evoluzione tecnologica delle nostre autovetture, ai numerosi dispositivi elettronici per la sicurezza di cui oggi sono dotate, al miglioramento dei materiali in grado di assorbire meglio urti e collisioni e assai meno, invece, ad un effettivo miglioramento dei nostri comportamenti alla guida, ad una maggiore cura delle infrastrutture, ad un'efficace opera di prevenzione, per quanto encomiabilmente praticata dalle nostre forze dell'ordine. Non vi è dubbio, dunque, che molto vi è da lavorare in questa direzione, nella direzione della prevenzione, al fine di ridurre questa strage e molti, peraltro, sono i provvedimenti in itinere che a questo obiettivo sono dedicati, come hanno opportunamente ricordato il relatore Paolo Gandolfi e il sottosegretario Ferri. Ma resta il fatto che ancora oggi i numeri sono elevatissimi, che in Italia il numero delle vittime della strada è assai più elevato se comparato al numero di abitanti rispetto a molti Paesi europei, collocandoci anzi sopra la media europea. Degli oltre tremila morti all'anno, più di un terzo sono dovuti alla colpa di altri, sono cioè classificabili come omicidi colposi. Troppo spesso è capitato, anche recentemente, che la cronaca giudiziaria ci consegnasse notizie di sanzioni assai lievi, esigue, palesemente inappropriate per episodi di comportamenti gravemente colpevoli di guidatori che incuranti dei rischi, e della correlativa cura con la quale occorre mettersi sulla strada, hanno causato gravissimi incidenti mortali. Tanto inadeguate erano quelle sanzioni che la stessa giurisprudenza ha tentato di convertire in quei casi il grado di colpevolezza del reo da colpa cosciente a dolo eventuale, per consentire di qualificare i reati come omicidi volontari e garantire così una pena adeguata al caso concreto. Ma sappiamo che quei tentativi si sono scontrati con i principi giustamente ribaditi a più riprese dalla Cassazione, che ha ribadito i confini del dolo eventuale sbarrando così questa strada. Ed è proprio per questo, per la acuta sensazione di ingiustizia che quegli episodi hanno generato, per questo motivo, che nell'opinione pubblica si è fatta largo la richiesta sempre più diffusa e condivisa di una maggiore severità nel trattamento di questi comportamenti, sia per garantire meglio il senso di una giustizia retributiva in grado di comminare la giusta sanzione a chi si sia macchiato di delitti avvertiti come particolarmente significativi e in grado di turbare le coscienze collettive, sia per creare un potente effetto deterrente e dissuasivo nell'ottica generale e preventiva a cui dovrebbe assolvere la sanzione penale. Non possiamo nasconderci, voglio essere onesto e sincero su questo, quanto a questa richiesta così pressante e così condivisa nell'opinione pubblica, che il legislatore, che noi, ci muoviamo su un crinale sottile e scivoloso perché il confine tra giustizia e vendetta è un confine spesso ambiguo, non facile da distinguere e sappiamo bene che nella società odierna, per tante ragioni, esiste una pulsione alla vendetta, alla pena esemplare, che rischia di trascinare con sé anche le giuste e sacrosante richieste di giustizia in una spirale nella quale si perde la scala dei valori della nostra società, la proporzionalità delle sanzioni, l'idea stessa del diritto penale come ultima ratio. Una tendenza questa che la politica non può ignorare, non può non tenere in considerazione e comprendere, ma che deve essere contenuta, piuttosto che assecondata.
  È allora nella consapevolezza di questi limiti e di questi confini sottili e incerti che abbiamo cercato di muoverci con questo progetto di legge, che cerca di dare una risposta assai attesa dall'opinione pubblica, inasprendo in modo considerevole le pene e le sanzioni per i comportamenti più gravemente lesivi di qualunque canone di correttezza di un conducente di un veicolo, ma all'interno di un quadro che ci pare complessivamente equilibrato e ragionevole. E, grazie anche al lavoro condotto in Commissione qui alla Camera – e del quale credo vada dato merito in particolare ai relatori e colleghi Alessia Morani e Paolo Gandolfi, –, io credo che abbiamo migliorato il testo del Pag. 100Senato, tentando di graduare correttamente pene e sanzioni in dipendenza della gravità dei comportamenti.
  Abbiamo dunque introdotto due nuove fattispecie di delitto, quella di omicidio stradale e quella di lesioni personali stradali, rendendole autonome dalla fattispecie generale di omicidio colposo, proprio per renderne evidente e palese il particolare disvalore sociale che a tali condotte si associa. E abbiamo inasprito in modo particolare le sanzioni che riguardano le condotte più gravi, quelle che comunemente vengono associate alla pirateria e ai pirati della strada, quelle cioè di chi cagiona la morte guidando in stato di ebbrezza alcolica grave, cioè con un tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro (vuol dire una persona che barcolla e che non sta in piedi e si mette alla guida), e in stato di alterazione dovuta all'assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope, ovvero quando quelle condotte sono poste in essere, pur con tasso alcolemico inferiore ancorché significativo, da guidatori professionali (autisti, camionisti, conducenti di autobus e così via). Per queste condotte abbiamo previsto una pena assai severa, la pena della reclusione da otto a dodici anni, con arresto obbligatorio in flagranza. Sono pene molto severe che possono arrivare fino a diciotto anni in caso di morte di più persone e che tuttavia appaiono proporzionate al disvalore della condotta e anche in ottica comparativa non dissimili da quelle previste da altri ordinamenti, dove pure è meno drammatica l'emergenza che noi fronteggiamo. Come in Inghilterra dove nei casi gravi la pena può arrivare a 14 anni, in Francia dove la pena base per casi analoghi è di dieci anni, in Olanda dove è previsto il reato di omicidio stradale con pene fino a nove anni, per non parlare degli Stati Uniti dove in molte legislazioni statali non è infrequente la previsione di sanzioni detentive fino a venti o trenta anni.
  Abbiamo poi previsto una pena gradatamente inferiore e pur tuttavia estremamente severa anche per chi causa un omicidio stradale con stato di ebbrezza meno pesante, ma pur sempre rilevante (0,8 grammi per litro nel sangue) e anche per chi l'omicidio lo causi commettendo alcune infrazioni, che noi consideriamo particolarmente gravi, al codice della strada, pur non essendo in stato di ebbrezza o alterato da stupefacenti. Si tratta di pene severe, reclusione da cinque a dieci anni, accompagnate dalla facoltà di arresto in flagranza di reato.
  Allo stesso modo abbiamo proceduto individuando la nuova fattispecie di lesioni personali stradali, con una gradazione di pene in dipendenza dalla gravità delle lesioni e dal tipo di comportamento che le avrebbe cagionate, ricalcata sulla fattispecie di omicidio. Accanto a queste sanzioni sono poi previste incisive sanzioni amministrative estremamente afflittive, come la revoca della patente e il divieto di riconseguirla per termini variabili, da un minimo di cinque anni per le lesioni fino un massimo di trent'anni per i casi più gravi.
  In conclusione, con questa proposta di legge che ci apprestiamo a votare, non abbiamo la velleità di eliminare o impedire nuove tragedie della strada. Ci saranno ancora: non è una norma che può impedire il male che alberga nella nostra società. Nemmeno abbiamo la presunzione di avere fatto norme perfette o irreprensibili, ma siamo convinti di avere fatto una legge giusta che soddisfa cioè un'esigenza di giustizia...

  PRESIDENTE. Collega Bazoli, dovrebbe concludere.

  ALFREDO BAZOLI. ...e ha l'ambizione di lanciare un messaggio fortemente persuasivo e fortemente dissuasivo, che potrà contribuire a salvare qualche vita da una strage che ogni anno si consuma sulle nostre strade (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale – A.C. 3169-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata Pag. 101al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3169-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge, già approvata in un testo unificato dal Senato, n. 3169-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gagnarli, Basilio, Giuliani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  S. 859 – 1357 – 1378 – 1484 – 1553 – «Introduzione del reato di omicidio stradale e del reato di lesioni personali stradali, nonché disposizioni di coordinamento al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 e al decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274» (Approvato dal Senato) (3169-A):

   Presenti  397   
   Votanti  296   
   Astenuti  101   
   Maggioranza  149   
    Hanno votato  276    
    Hanno votato no   20    

  La Camera approva (Applausi dei deputati del gruppo del PD) (Vedi votazioni).

  Dichiaro così assorbite le proposte di legge n. 361, 562, 959, 1430, 1475, 1643, 1646, 1677, 2068, 2192, 2263, 3366.

Inversione dell'ordine del giorno (ore 18,40)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il deputato Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Grazie, signor Presidente. Vorrei chiedere l'inversione dell'ordine dei lavori in quanto il provvedimento sulla relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione all'utilizzo di intercettazioni di conversazioni nei confronti di Nicola Cosentino non ha una durata di più di venti minuti. So che informalmente sono già stati informati i presidenti dei gruppi parlamentari, per cui chiederei questa inversione.

  PRESIDENTE. Se sulla proposta di inversione dell'ordine del giorno avanzata dal deputato Matteo Bragantini, nel senso di anticipare lo svolgimento del punto 4, recante l'esame della relazione della Giunta relativa all'utilizzo delle intercettazioni nei confronti di Nicola Cosentino non vi sono obiezioni, la stessa si intende accolta dall'Assemblea.
  (Così rimane stabilito).

Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione all'utilizzo di intercettazioni di conversazioni nei confronti di Nicola Cosentino (deputato all'epoca dei fatti) (Doc. IV, n. 10-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame della relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione all'utilizzo di intercettazioni di conversazioni nei confronti di Nicola Cosentino, deputato all'epoca dei fatti. Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).
  La Giunta propone di concedere l'autorizzazione richiesta.

(Esame Doc. IV, n. 10-A)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.
  Ha facoltà di intervenire il relatore, Matteo Bragantini.

Pag. 102

  MATTEO BRAGANTINI. Relatore. Onorevoli colleghi, onorevole Presidente, la Giunta per le autorizzazioni riferisce su una domanda di autorizzazione all'utilizzo di intercettazioni di conversazioni nei confronti di Nicola Cosentino, deputato all'epoca dei fatti, nell'ambito del procedimento penale n. 325/11- n. 61604/10. La richiesta, dalla quale risulta che Nicola Cosentino è imputato del delitto di cui agli articoli 110 e 416-bis del codice penale, è stata avanzata con apposita ordinanza dal Presidente della I sezione penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere lo scorso 12 giugno.
  Merita precisare sin d'ora come la peculiarità del caso in esame sia rappresentata dalla circostanza che le intercettazioni in questione risultano essere le stesse delle quali la Camera dei deputati ha già autorizzato l'utilizzo nella seduta del 27 novembre 2013, con riferimento però ad altro e diverso procedimento penale sempre nei confronti di Nicola Cosentino, ma pendente innanzi al Tribunale di Roma. L'Autorità giudiziaria di Roma, infatti, ha disposto le intercettazioni in questione, ottenendo poi dalla Camera l'autorizzazione ad utilizzarle nell'ambito del procedimento di propria competenza. Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha successivamente acquisito, ai sensi dell'articolo 270 del codice di procedura penale, le stesse intercettazioni già disposte dal Tribunale di Roma ed oggi presenta autonoma richiesta di autorizzazione al fine di utilizzarle nel diverso procedimento penale dal quale è originata la citata ordinanza.
  L'ordinanza riporta la formulazione dell'imputazione, in base alla quale Nicola Cosentino risulta imputato del delitto di cui agli articoli 110 e 416-bis del codice penale, e quindi, di concorso esterno in associazione mafiosa, in ragione del sostegno che avrebbe fornito all'associazione armata di tipo mafioso denominata «clan dei casalesi». Ai fini delle valutazioni che la Camera è chiamata a svolgere in ordine alla necessità dell'utilizzo probatorio delle intercettazioni rilevano, in particolare, due tra le molteplici condotte descritte nei capi d'imputazione. In primo luogo, l'imputato avrebbe intrecciato rapporti con detta organizzazione nella prospettiva dello scambio «voti contro favori». Infatti, dal sodalizio Cosentino riceveva sostegno in occasione delle elezioni a cui partecipava quale candidato. Inoltre, contribuiva in modo decisivo alla programmazione ed attuazione del progetto finalizzato, in particolare concretizzato attraverso il consorzio CE4 e gli altri consorzi della provincia di Caserta, dallo stesso controllati, a realizzare, nella regione Campania, un ciclo integrato dei rifiuti alternativo e concorrenziale a quello legittimamente gestito.
  Quanto allo stato del procedimento penale, il dibattimento risulta in fase di avanzata istruzione, pur non essendo ancora completa l'articolata attività di raccolta del materiale probatorio. In ordine al sub-procedimento cautelare, nell'ordinanza si precisa come l'imputato sia attualmente in stato di detenzione in carcere. Il pubblico ministero ha quindi avanzato al collegio l'istanza per l'acquisizione di intercettazioni di conversazioni disposte in un diverso procedimento penale, ai sensi dell'articolo 270 del codice di procedura penale, e per la trasmissione alla Camera competente della richiesta di autorizzazione all'utilizzo processuale di quelle, tra le predette intercettazioni, alle quali risulta aver preso parte l'imputato. Il collegio ha ritenuto la richiesta del pubblico ministero meritevole di accoglimento in quanto legittima e non manifestamente superflua o irrilevante secondo i criteri generali di ammissibilità della prova previsti dal codice di rito. Sotto il profilo della non manifesta superfluità o irrilevanza della prova, il collegio osserva come le intercettazioni siano almeno in parte attinenti ai fatti contestati, in quanto evidenziano i rapporti tra Cosentino e Pasquale Lombardi, all'epoca componente del consiglio di amministrazione del consorzio CE4, citato nel capo d'imputazione.
  Le risultanze delle intercettazioni, comunque, mettono complessivamente in luce la condotta dell'imputato in un contesto illecito, sebbene diverso da quello relativo alle vicende oggetto dell'imputazione Pag. 103e, pertanto, secondo il tribunale richiedente, non possono ritenersi manifestamente superflue o irrilevanti nell'ambito del procedimento, poiché offrono elementi di valutazione della personalità e della capacità a delinquere dell'imputato rilevanti ai sensi dell'articolo 133 del codice penale.
  Sotto il profilo della legittimità della prova, il collegio ha ritenuto sussistenti le condizioni previste dall'articolo 270 del codice di procedura penale che consente di utilizzare i risultati delle intercettazioni in procedimenti diversi da quelli nei quali sono state disposte, sempre che risultino indispensabili per l'accertamento di delitti per i quali è obbligatorio l'arresto in flagranza. In primo luogo, si osserva come ricorra il presupposto del titolo di reato, essendo Nicola Cosentino imputato di concorso esterno in associazione mafiosa, delitto per il quale l'arresto in flagranza è obbligatorio. Inoltre, le concrete risultanze delle intercettazioni hanno rivelato fatti in precedenza del tutto ignoti all'autorità giudiziaria e, quindi, deve ritenersi sussistente anche il presupposto dell'indispensabilità, giacché la prova non può essere altrimenti acquisita se non utilizzando le intercettazioni di cui trattasi.
  Nell'ordinanza si precisa anche come non rilevi che i risultati delle intercettazioni disposte nel diverso procedimento non siano specificamente attinenti ai fatti che, secondo l'accusa, concretano il concorso esterno dell'imputato nell'associazione mafiosa, atteso che, secondo il costante orientamento della giurisprudenza di legittimità, l'utilizzazione dei risultati delle intercettazioni disposte in altro procedimento è ammissibile non solo quando detti risultati attengano propriamente al fatto-reato, ma anche quando riguardino, tra gli altri, i fatti relativi alla determinazione della pena. Il collegio, pertanto, conclude nel senso che non v’è dubbio che nel caso di specie l'utilizzazione dei risultati delle intercettazioni disposte nell'ambito del procedimento, pendente presso il tribunale di Roma, debba ritenersi legittima quantomeno al fine di accertare la condotta dell'imputato che, ai sensi dell'articolo 133, costituisce indice della capacità a delinquere dell'imputato di cui il giudice deve tener conto. Il tribunale richiedente ritiene, inoltre, sussistenti i presupposti di cui all'articolo 6 della legge n. 140 del 2003, ovvero la natura casuale delle intercettazioni e la necessità dell'utilizzazione delle intercettazioni ai fini di prova.
  Quanto alla natura casuale delle intercettazioni, ritiene che meritano piena adesione i rilievi e le considerazioni dell'autorità giudiziaria di Roma, già ritenuti fondati dalla Camera dei deputati con la menzionata deliberazione del 27 novembre 2013. Inoltre, il presupposto della necessità del mezzo di prova rappresenta un minus rispetto a quello dell'indispensabilità di cui all'articolo 270 del codice di procedura penale e, pertanto, è da ritenersi senz'altro ricorrente nei sensi sopra indicati.
  Ciò premesso, il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, visto l'articolo 6 della legge n. 140 del 2003, chiede che la Camera dei deputati voglia autorizzare l'utilizzazione processuale delle intercettazioni in questione. La Giunta per le autorizzazioni ha esaminato la domanda di autorizzazione ad essa assegnata nelle sedute del 18 e 24 giugno e 8 e 15 luglio 2015. L'interessato non ha apportato ulteriori elementi di valutazione rispetto a quelli risultanti dagli atti trasmessi dal tribunale richiedente, non avendo ritenuto, per quanto ritualmente invitato a farlo, di esercitare la facoltà di fornire alla Giunta i chiarimenti di cui all'articolo 18, comma 1, del Regolamento. Pertanto, sono stati esaminati, alla luce delle pronunce della Corte costituzionale, che chiariscono i margini del sindacato parlamentare in materia, i soli elementi addotti dall'autorità giudiziaria a supporto della richiesta. In particolare, come più volte affermato dalla giurisprudenza costituzionale, la Giunta ha tenuto presente come sia estraneo alle proprie competenze ogni sindacato di merito sulla fondatezza delle accuse mosse all'indagato e come le valutazioni dell'organo parlamentare debbano invece concentrarsi sugli elementi prodotti Pag. 104dall'autorità giudiziaria per dimostrare la natura casuale delle intercettazioni e la necessità del loro utilizzo processuale.
  Quanto alla valutazione sulla natura casuale delle intercettazioni, si tratta di verificare che il soggetto intercettato non fosse Nicola Cosentino ma che costui sia stato captato casualmente in quanto colloquiante con altri soggetti indagati. Se non si trattasse di intercettazioni casuali, infatti, il giudice avrebbe dovuto chiedere l'autorizzazione preventiva alla Camera, ai sensi dell'articolo 4 della legge n. 140 del 2003, e non – come nel caso in esame – l'autorizzazione (postuma) per utilizzare le intercettazioni già captate, ai sensi dell'articolo 6 della stessa legge. La Corte costituzionale ha precisato come il giudizio sulla casualità delle intercettazioni si formi in base alla verifica non già della mera titolarità o disponibilità dell'utenza captata, ma della «direzione dell'atto d'indagine». Se l'atto di indagine è rivolto in concreto ad accedere nella sfera delle comunicazioni del parlamentare, l'intercettazione non autorizzata preventivamente è illegittima, a prescindere dal fatto che il procedimento penale riguardi terzi soggetti o che le utenze sottoposte a controllo appartengano a terzi (si veda, in particolare, la sentenza n. 390 del 2007).
   Per quanto concerne la natura delle intercettazioni in questione, occorre ribadire la peculiarità del caso di specie. Infatti, come anticipato nelle premesse, il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha acquisito i risultati delle intercettazioni disposte nell'ambito di altro procedimento penale, pendente dinanzi al Tribunale di Roma, nei confronti di Nicola Cosentino. Delle stesse intercettazioni il Tribunale di Roma ha già richiesto e ottenuto l'autorizzazione all'utilizzo nello specifico processo penale innanzi ad esso pendente: la Camera dei deputati ha infatti deliberato di concedere l'autorizzazione nella seduta del 27 novembre 2013, ritenendo quindi sussistente, tra l'altro, lo specifico requisito della natura casuale delle intercettazioni (Doc. IV, n. 2 e Doc. IV, n. 2-A). Oggi viene nuovamente richiesta l'autorizzazione all'utilizzo delle stesse intercettazioni, ma da un'Autorità giudiziaria diversa da quella che le ha disposte ed al fine di utilizzarle in un diverso processo penale, nel quale sono state acquisite ai sensi dell'articolo 270 c.p.p.
  Ciò premesso, occorre evidenziare come il requisito della natura casuale delle intercettazioni debba essere necessariamente valutato con riferimento alla direzione assunta dall'attività investigativa svolta dal soggetto che ha disposto ed eseguito le operazioni di captazione (cioè, nel caso di specie, dall'autorità giudiziaria di Roma), e non con riferimento all'autorità giudiziaria attualmente richiedente (che si è limitata ad acquisirne successivamente i risultati). Tanto è vero che il tribunale richiedente, nel motivare sul punto della natura casuale delle intercettazioni, si limita a rilevare che «meritano piena adesione i rilievi e le considerazioni dell'autorità giudiziaria di Roma».
  Ne consegue che si può ritenere che la Camera, allorché ha autorizzato il Tribunale di Roma all'utilizzo delle intercettazioni in questione, con deliberazione del 27 novembre 2013, ha già valutato che l'obiettivo dell'atto di indagine all'epoca delle intercettazioni non era Nicola Cosentino, allora deputato, e si è dunque già sostanzialmente pronunciata nel senso di riconoscere la natura casuale delle intercettazioni. Sulla base di questo ragionamento, la Giunta, quindi, ha ritenuto che la specifica questione possa considerarsi già definita e che, per un principio di coerenza delle deliberazioni parlamentari e di rispetto del ne bis in idem, si debba dare per acquisita la natura casuale delle intercettazioni in questione. L'esame della Giunta si è quindi focalizzato sulla valutazione della sussistenza dell'ulteriore presupposto della «necessità» processuale, da effettuare con riferimento allo specifico contesto fattuale e probatorio che caratterizza il giudizio pendente innanzi al tribunale di Santa Maria Capua Vetere.
  Sul versante della necessità probatoria, requisito richiesto dall'articolo 6, comma 2, della legge n. 140 del 2003, la Corte costituzionale ha precisato che la Camera alla quale appartiene (o apparteneva) il Pag. 105parlamentare le cui conversazioni siano state captate deve accertare che il giudice abbia indicato gli elementi su cui la richiesta si fonda – ovvero, da un lato, le specifiche emergenze probatorie fino a quel momento disponibili e, dall'altro, la loro attitudine a fare sorgere la «necessità» di quanto si chiede di autorizzare – e che l'asserita necessità dell'atto sia motivata in termini di «non implausibilità». La Corte ha, inoltre, delineato con chiarezza i limiti del potere di valutazione della Giunta e della Camera, laddove ha affermato che la valutazione circa la sussistenza, in concreto, di tale «necessità» spetta indubbiamente all'autorità giudiziaria richiedente, la quale è peraltro tenuta a determinare in modo specifico i connotati del provvedimento e a dare adeguato conto delle relative ragioni, con motivazione non implausibile, così da porre la Camera competente in condizione di apprezzarne compiutamente i requisiti di legalità costituzionale. La norma in questione, dunque, non assegna al Parlamento un potere di riesame di dati processuali già valutati dall'autorità giudiziaria, ma consente alla Camera di verificare che la richiesta di autorizzazione sia coerente con l'impianto accusatorio e che non sia, dunque, pretestuosa (vedi, in particolare, le sentenze n. 188 del 2010 e n. 74 del 2013). L'ordinanza in esame, per come motivata, appare conforme ai predetti principi e criteri enunciati dalla giurisprudenza costituzionale.
  Per quanto concerne la coerenza con l'impianto accusatorio, il Collegio ha rilevato come una parte dei risultati delle intercettazioni sia attinente ai fatti contestati all'imputato (evidenziando, come già accennato, i rapporti fra costui e Pasquale Lombardi). Non tutti i risultati delle intercettazioni attengono specificamente ai fatti oggetto di imputazione: alcuni riguardano fatti dei quali, secondo le disposizioni generali in materia di prova, il giudice deve tenere conto ai fini della determinazione della pena. Si tratta, segnatamente, di quei fatti dai quali è possibile desumere la capacità a delinquere dell'imputato. Per motivare la rilevanza nel processo de quo anche dei predetti risultati delle intercettazioni, si richiama sostanzialmente il combinato disposto degli articoli 187 del codice di procedura penale e 133 del codice penale, dal quale si può inferire che sono oggetto di prova anche quei fatti (diversi dal fatto-reato, ma) antecedenti, contemporanei o successivi al fatto-reato, che devono essere tenuti in considerazione dal giudice ai fini della determinazione della pena, in quanto indici rivelatori della capacità a delinquere. Inoltre, i risultati delle intercettazioni disposte in altro procedimento e relativi a fatti rilevanti ai fini della determinazione della pena, possono essere acquisiti ex articolo 270 c.p.p. in virtù di un consolidato orientamento della giurisprudenza di legittimità.
  Nell'ordinanza sono specificamente indicati i fatti, risultanti dalle intercettazioni, dai quali si ritiene possibile desumere la capacità a delinquere dell'imputato. Si fa riferimento, segnatamente, «alla vicenda relativa alla candidatura alla Presidenza della Regione Campania per le elezioni dell'anno 2010» e si cita anche «l'altra vicenda, che il PM indica come il “tentativo di aggiustamento” della decisione della Corte di Cassazione sul ricorso proposto dall'imputato avverso l'ordinanza di custodia cautelare emessa nei suoi confronti il 7.11.2009».
  Il collegio conclude nel senso che le intercettazioni in questione sono indispensabili, ai sensi dell'articolo 270 codice di procedura penale e, a fortiori, necessarie ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 140 del 2003.
  Ciò posto, la Giunta ha ritenuto che il tribunale richiedente, nel rispetto dei principi e criteri enunciati in materia dalla giurisprudenza costituzionale, abbia indicato le specifiche emergenze probatorie disponibili ed abbia motivato, in modo plausibile, la loro attitudine a fare sorgere la «necessità» di quanto si chiede di autorizzare, ponendo la Giunta stessa e quindi la Camera, nelle condizioni di apprezzare compiutamente i requisiti di legalità costituzionale dell'ordinanza e la sua coerenza con l'impianto accusatorio. Pag. 106Sulla base delle predette argomentazioni, nella seduta del 15 luglio 2015, la Giunta ha deliberato, a maggioranza, di proporre all'Assemblea di concedere l'autorizzazione all'utilizzo processuale delle intercettazioni di conversazioni nei confronti di Nicola Cosentino, deputato all'epoca dei fatti.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Non essendovi iscritti a parlare dichiaro chiusa la discussione, avvertendo che non si darà luogo alla replica.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rocco Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Il gruppo di Forza Italia, per le valutazioni già note, svolte per una precedente richiesta di autorizzazione per le medesime intercettazioni, per altro tribunale e per altra procura della Repubblica, voterà contro l'autorizzazione e chiede anche il voto segreto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Carinelli. Ne ha facoltà.

  PAOLA CARINELLI. Grazie, Presidente. Nicola Cosentino è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e, nell'ambito del processo, l'autorità giudiziaria, in ottemperanza all'articolo 68 della Costituzione, ha chiesto al Parlamento l'autorizzazione all'uso processuale delle intercettazioni. Si fa riferimento in particolare a 92 intercettazioni, avvenute tra il settembre 2009 e il febbraio 2010, tra Cosentino e Pasquale Lombardi; intercettazioni, tra l'altro, lo ricordo, già autorizzate da questa Camera nell'ambito di un'altra richiesta per un altro procedimento, ma erano sempre le stesse intercettazioni. L'autorità giudiziaria, a nostro giudizio, ha ampiamente argomentato e dimostrato che le intercettazioni sono state casuali e che sono necessarie ai fini processuali, per cui, per quanto riguarda il mio gruppo, confermo che, come già avvenuto in Giunta, voteremo a favore dell'autorizzazione all'uso delle intercettazioni. Per quanto riguarda la richiesta fatta in precedenza dal collega Palese, noi siamo per il voto palese; scusate il gioco di parole. Non credo che ci sia nulla di segreto e che non ci sia nessun problema affinché ogni persona e ogni gruppo politico possa manifestare quello che è il proprio orientamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Rossomando. Ne ha facoltà.

  ANNA ROSSOMANDO. Grazie, Presidente. Alcune brevissime considerazioni per annunciare il voto favorevole del Partito Democratico alla relazione e quindi all'autorizzazione all'utilizzo delle intercettazioni dell'onorevole Cosentino. Due sono i parametri: causalità e necessità. Sulla causalità nessun dubbio, ci siamo tra l'altro anche espressi in merito e l'oggetto è assolutamente identico, perché la causalità va valutata in relazione al procedimento da cui traggono origine queste intercettazioni e su questo ci siamo già pronunciati. Sugli altri aspetti, sulla necessità e sulla legittimità: la legittimità, ai sensi delle norme del codice di procedura penale, c’è tutta, ai sensi degli articoli 170, 187 e 133; la necessità, intesa come motivazione del collegamento tra ciò che si vuole provare e l'utilizzo di questo mezzo di prova, viene compiutamente espressa ed indicata nell'ordinanza, ci sono anche i riferimenti alla giurisprudenza della Corte costituzionale. Infine, ricordo a noi tutti, a me per prima, che ci pronunciamo sull'utilizzabilità del mezzo di prova e naturalmente non sulla valutazione di questo mezzo di prova, che è tutt'altra questione che attiene appunto al processo. Per tutti questi motivi, annuncio il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Daniele Farina. Ne ha facoltà.

Pag. 107

  DANIELE FARINA. Grazie, Presidente, sarò brevissimo. Intervengo solo per annunciare il voto favorevole di Sinistra Ecologia Libertà.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Dambruoso. Ne ha facoltà.

  STEFANO DAMBRUOSO. Signor Presidente, intervengo per rappresentare che il nostro partito, il nostro gruppo, Scelta Civica, ritiene che le dichiarazioni acquisibili con le intercettazioni sono davvero importanti per ricostruire la verità sui fatti che vengono attribuiti all'onorevole Casentino; e siamo anche noi per il voto palese.

(Votazione – Doc. IV, n. 10-A)

  PRESIDENTE. È stata avanzata ai sensi dell'articolo 51, comma 2, ultimo periodo, del Regolamento, dal gruppo Forza Italia la richiesta di votazione a scrutinio segreto.
  Secondo la prassi interpretativa consolidata (da ultimo, sedute del 21 dicembre 2011, 12 gennaio 2012, 23 maggio 2012), richiamata nella riunione della Giunta per il Regolamento del 7 marzo 2002, tale richiesta è ammissibile.
  Indìco dunque la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sulla proposta della Giunta di concedere l'autorizzazione all'utilizzo di intercettazioni di conversazioni nei confronti di Nicola Cosentino, deputato all'epoca dei fatti.
  Ricordo che chi intende concedere l'autorizzazione all'utilizzo delle intercettazioni dovrà votare «sì», mentre chi intende negare tale autorizzazione dovrà votare «no».
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mazziotti Di Celso, Ferro, Di Stefano, Scalfarotto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  388   
   Maggioranza  195   
    Voti favorevoli  342    
    Voti contrari   46    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Seguito della discussione delle mozioni Ravetto, Totaro ed altri n. 1-00989, Brescia ed altri n. 1-01033, Fiano ed altri n. 1-01035 e Marotta ed altri n. 1-01039 concernenti iniziative volte all'istituzione presso i tribunali ordinari di sezioni specializzate per i procedimenti giurisdizionali in materia di immigrazione.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Ravetto, Totaro ed altri n. 1-00989, Brescia ed altri n. 1-01033, Fiano ed altri n. 1-01035 e Marotta ed altri n. 1-01039 concernenti iniziative volte all'istituzione presso i tribunali ordinari di sezioni specializzate per i procedimenti giurisdizionali in materia di immigrazione (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  Avverto che dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 26 ottobre 2015, è stata presentata la mozione Marotta ed altri n. 1-01039, che è già stata iscritta all'ordine del giorno.
  Avverto altresì che in data odierna sono state presentate le mozioni Palazzotto ed altri n. 1-01045, Artini ed altri n. 1-01047, Mazziotti Di Celso e Monchiero n. 1-01048 e Molteni, Cirielli ed altri n. 1-01049 (Vedi l'allegato A – Mozioni). I relativi testi sono in distribuzione.

(Intervento e parere del Governo)

  PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di intervenire, esprimendo altresì il parere sulle mozioni presentate.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, Pag. 108sono diverse le mozioni presentate, devo dire che hanno anche diversi punti in comune; toccano tra l'altro delle questioni su cui il Governo già ha dato delle risposte, in parte sta lavorando, quindi sono comunque occasione di confronto e di stimolo, anche per trovare delle soluzioni.
  Con le mozioni in discussione i proponenti affrontano la questione della protezione internazionale, sollecitando impegni governativi sul tema. È necessario riepilogare però quanto si sta facendo. Con particolare riguardo alla prima mozione in discussione, la Ravetto, Totaro ed altri n. 1-00989, l'impegno richiesto al Governo è quello di assumere iniziative di competenza per istituire presso i tribunali ordinari sezioni specializzate che si dedichino in maniera esclusiva alle materie relative ai fenomeni migratori, ed in particolare ai ricorsi di emigranti avverso i provvedimenti di diniego dello status di rifugiato e di espulsione, al fine di ridurre i tempi di permanenza sul nostro territorio dei migranti stessi.
  Tale impegno è sostanzialmente richiesto anche nelle mozioni Fiano ed altri n. 1-01035, Brescia ed altri n. 1-01033, Marotta ed altri n. 1-01039, Palazzotto ed altri n. 1-01045, Artini ed altri n. 1-01047 e Mazziotti Di Celso e Monchiero n. 1-01048, nelle quali si aggiungono ulteriori sollecitazioni.
  L'argomento in discussione offre l'opportunità di trattare una delle più complesse questioni che il nostro Paese e la comunità internazionale sono chiamati ad affrontare con sempre maggiore urgenza, e che costituisce priorità dell'azione di Governo tanto sotto il profilo dell'adeguamento della normativa vigente che delle misure organizzative necessarie a fronteggiare nella maniera più appropriata le connesse esigenze.
  Il Ministro della giustizia, peraltro, ha da tempo riservato al tema estrema attenzione. La disamina della problematica in questione, di indubbia ed evidente delicatezza impone in via preliminare la ricostruzione dell'attuale stato della normativa e delle competenze dei soggetti chiamati a vario titolo e nelle diverse fasi del procedimento alla verifica dei presupposti per il riconoscimento dello status di rifugiato della protezione sussidiaria.
  Va premesso come l'adozione del decreto legislativo n. 142 del 18 agosto 2015, che, novellando integralmente il decreto legislativo 25 del 28 gennaio 2008, ha dato attuazione alle direttive dell'Unione europea n. 32 e 33 del 2013 e l'emanazione del relativo regolamento di attuazione di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 21 del 12 gennaio 2015, entrambi in vigore dal 15 settembre 2015, e abbiano questi provvedimenti profondamente innovato il procedimento amministrativo nell'ottica di introdurre procedure comuni all'interno degli Stati membri ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di protezione internazionale. In virtù di questi provvedimenti citati è previsto che lo straniero che intende ottenere protezione debba presentare la domanda di asilo completa della documentazione necessaria all'ufficio di polizia di frontiera o alla questura competente. Quando la domanda è presentata da un minore non accompagnato, l'autorità che la riceve sospende il procedimento e dà immediata comunicazione al tribunale per i minorenni e al giudice tutelare per la nomina del tutore. All'atto della presentazione della domanda l'ufficio competente a riceverla informa il richiedente della procedura da seguire, dei suoi diritti e doveri durante il procedimento e dei tempi e dei mezzi a sua disposizione per corredare la domanda degli elementi utili all'esame.
  Come è noto, gli organi di prima istanza sono le commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale. È un tema questo oggetto di diverse mozioni, anche quello della formazione e della costituzione di queste commissioni, la cui presenza sul territorio italiano è stata raddoppiata con provvedimenti emessi nel corso del 2014 da questo Governo proprio in considerazione del consistente aumento delle domande portandone il numero complessivo da 20 a 41. Tali misure hanno già prodotto apprezzabili risultati. Infatti, dall'inizio dell'anno alla data del 10 ottobre le istanze definite Pag. 109dalle commissioni territoriali sono state 46.490, con un aumento di circa il 70 per cento rispetto all'analogo periodo del 2014. Si attendono risultati ancora più significativi nel proseguo, considerato che le neoistituite commissioni e sezioni stanno operando solo ora a pieno ritmo e che non è stato ancora raggiunto il loro tetto massimo, pari a 50, essendone operative come detto 41.
  Voglio segnalare inoltre come in sede di conversione del decreto-legge n. 83 del 2015 è stata introdotta una specifica disposizione, l'articolo 18-ter, la quale prevede che il CSM predisponga un piano straordinario di applicazioni extra-distrettuali diretto a fronteggiare l'incremento del numero di procedimenti giurisdizionali connessi con le richieste di accesso al regime di protezione internazionale umanitaria da parte dei migranti presenti sul territorio nazionale e di altri procedimenti giudiziari connessi al fenomeno dell'immigrazione. Quindi, il Ministero della giustizia ha offerto immediata disponibilità al CSM e si sta andando quindi nella linea indicata anche dalle mozioni Ravetto e Fiano, ma ripresa anche da altre mozioni, dove il Ministero, in collaborazione con il CSM, sta affrontando la straordinarietà di questo fenomeno e sta cercando di organizzarsi. Ben venga quindi lo spunto delle mozioni riguardanti sezioni specializzate che si occupino di queste materie e che possano consentire una celerità di risposta nei tempi, nel rispetto delle garanzie e anche procedimenti più semplici ed efficaci, rispettando tutti i diritti, ma venendo anche incontro a quella esigenza di specializzazione e di celerità nella risposta.
  Per questi motivi, scusandomi per l'ampia premessa, ma la materia è importante e delicata, il Governo esprime parere favorevole su tutte le mozioni presentate, con l'unica eccezione rappresentata dalla mozione dell'onorevole Molteni, perché affronta altri e diversi temi che comunque, anche nella premessa, non sono in linea con quanto è stato detto e con quanto è riportato in tutte le altre mozioni su cui, lo ripeto, il Governo esprime parere favorevole. Quindi, anche per coerenza, il Governo dà parere favorevole a tutte le mozioni tranne a quella presentata dall'onorevole Molteni, proprio perché affronta temi in modo diverso, in contraddizione con quanto emerso nelle altre mozioni.

(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Achille Totaro. Non è presente; si intende abbia rinunciato. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Nicola Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Presidente, essere in contraddizione con il Governo sul tema dell'immigrazione è un vanto e un motivo di orgoglio. Il tema è molto più ampio, caro sottosegretario Ferri, rispetto alle osservazioni che lei ha fatto. Oggi noi parliamo di immigrazione: la premessa è il fenomeno dell'immigrazione. Avremmo voluto e ci saremmo aspettati che per affrontare questo tema, che tra l'altro è all'ordine del giorno della politica nazionale ed europea ormai da anni, fosse presente in questa aula il Ministro dell'immigrazione clandestina di questo Paese, il Ministro Alfano. Come sempre si sottrae, come sempre non accetta il confronto nelle aule parlamentari e lascia il buon sottosegretario Ferri a trattare un tema altamente delicato. C’è una premessa che va fatta e la facciamo proprio oggi, quando tutti i quotidiani nazionali decretano in maniera chiara – anche quei giornali e quei quotidiani filoeuropeisti, filoimmigrazionisti, filobuonisti – e inconfutabile il fallimento delle politiche europee ed il fallimento della politica italiana, del Governo Renzi oggi, del Governo Letta prima, dal momento del Governo Monti poi, quindi il fallimento dell'azionista di maggioranza di questo Governo, ovvero del Partito Democratico e del Ministro Alfano, suo degno rappresentante, sul tema della gestione dei flussi migratori, sul Pag. 110contrasto all'immigrazione clandestina e sul tema dell'emergenza immigrazione e dell'emergenza profughi, che ormai da oltre due anni colpisce il Paese e l'Europa. È un fallimento totale, un fallimento su tutta la linea; è il fallimento della politica buonista, il fallimento della politica delle porte aperte, il fallimento della politica «avanti, tanto c’è posto per tutti», il fallimento della politica che ha lucrato sul business dell'immigrazione clandestina, il fallimento della politica europea, il fallimento del piano o dell'agenda Juncker o dell'agenda Merkel, chiamatela come volete; il fallimento che è stato decretato sulla politica dei rimpatri. Non ci sono stati rimpatri, non ci sono state espulsioni; è il fallimento della politica delle ricollocazioni o delle quote. Dovevano essere quarantamila, poi sono diventati centosessantamila; il nostro Paese avrebbe dovuto ricollocare quarantamila profughi in ventotto Paesi europei. È notizia di oggi che i Paesi europei che hanno dato la loro disponibilità ad accogliere profughi, e quindi chi effettivamente scappa da una guerra o da una persecuzione o da una tortura, su ventotto, sono nove. I posti a disposizione per i profughi, su 160 mila...

  PRESIDENTE. Liberare i banchi del Governo, per favore.

  NICOLA MOLTENI. Capisco che del tema immigrazione a questo Parlamento non interessi assolutamente nulla...

  PRESIDENTE. No, credo che sia più cortesia dei deputati che del Governo.

  NICOLA MOLTENI. ... però io credo che il tema sia importante perché il fallimento è clamoroso. La fregatura che l'Europa ci ha tirato è grande come una casa, ed è per questo che il ministro Alfano doveva essere qua oggi a rendere conto, non tanto alla Lega ma al Paese.
  La politica delle quote ha fallito, il nostro Paese doveva distribuire e ricollocare 1.500 migranti al mese, ci siamo resi conto che in questo mese ne sono stati ricollocati soltanto 80, 70, 90, quindi una somma assolutamente infinitesimale. Se dovessimo ricollocare 40 mila con questa velocità servirebbero vent'anni. Quindi i profughi non li stiamo ricollocando, tra l'altro i profughi che sono gli unici che hanno il diritto, quelli che hanno ottenuto lo status di rifugiato politico sono gli unici che hanno il diritto a rimanere sul posto Paese, sono gli unici che hanno il diritto ad essere accolti, noi li stiamo ricollocando e invece gli immigrati clandestini li stiamo tenendo, li stiamo coccolando, gli diamo vitto, alloggio e tutto il resto. Manca una politica sul controllo alle frontiere perché, attenzione, il principio di Schengen sta in piedi e quindi la libera circolazione interna rimane in piedi e sostenibile solo se c’è un controllo sulle frontiere esterne; Frontex non sta assolutamente adempiendo a questa funzione. Non c’è una politica internazionale ed europea, tanto in Libia quanto in Siria quanto in Iraq, vediamo un Governo balbettante ed assolutamente titubante sulle politiche internazionali ed europee da adottare e quindi un grave fallimento sotto tutti i punti di vista. I numeri e le cifre sono drammatici perché negli ultimi due anni abbiamo accolto 310 mila emigrati alla faccia di quelli cosiddetti «negazionisti dell'invasione» che hanno sempre negato che il fenomeno fosse un fenomeno emergenziale. Ci rendiamo conto che, sorpresa delle sorprese, sono anni che chiediamo l'allentamento dei vincoli del Patto di stabilità europeo per fare crescita, per fare sviluppo, per abbattere la disoccupazione, per creare occupazione, per consentire ai nostri comuni di poter tenere i soldi che hanno, oggi ci rendiamo conto che l'unica flessibilità che siamo in grado di ottenere è la flessibilità sulla clausola migranti, più immigrati e più clandestini importiamo e ci portiamo a casa e più abbiamo la possibilità di poter fare debito. Una follia e una vergogna tutta in salsa renziana e tutta in salsa del Ministro Alfano. Veniamo a sapere chi nel 2015 il Governo ha speso 3,3 miliardi di euro, 3,3 miliardi di euro per l'emergenza immigrati, anche qua sarebbe interessante capire dal Governo perché fino alla settimana scorsa il Pag. 111costo dell'accoglienza era di 1 miliardo di euro e oggi, guarda caso, per poter ottenere lo 0,2 per cento in più sulla flessibilità sul Patto diventano miracolosamente 3,3 miliardi di euro. Non abbiamo i soldi per il lavoro, non abbiamo i soldi per gli esodati, non abbiamo i soldi per i cassa-integrati ma 3,3 miliardi di euro per dare accoglienza, vitto e alloggio agli immigrati clandestini li ritroviamo. Quindi è un problema emergenziale, è un problema che va risolto a monte, è un problema che va risolto attraverso una seria politica di contrasto all'immigrazione clandestina. Avete cancellato o state per cancellare il reato di immigrazione clandestina; avete chiuso i CIE, che sono l'unico strumento utile e indispensabile, riconosciuto non solo in Italia ma anche in Europa dalla direttiva rimpatri; per poter fare l'identificazione e l'espulsione avete azzerato il Fondo rimpatri, avete dimezzato il periodo di intrattenimento nei CIE. Tutte politiche filo-immigrazione, tutte politiche che incentivano e attraggono come una calamita, ivi compreso lo jus soli, gli immigrati clandestini sul nostro territorio. Un fallimento e una responsabilità politica imputabile esclusivamente alla sinistra, al Ministro Alfano, a questo Governo e non sono certamente quelle soluzioni palliative, e arrivo al sottosegretario Ferri, che voi adottate. Se voi pensate di accelerare le procedure di riconoscimento e le procedure di impugnazione rispetto ai dinieghi sull'immigrazione clandestina creando dei tribunali specializzati, creando dei tribunali ad hoc, commettete un grave errore perché – lo dico al sottosegretario alla Giustizia – oggi noi abbiamo i tribunali italiani che sono letteralmente ingolfati, abbiamo 5 milioni di cause civili pendenti, abbiamo 3 milioni e mezzo di cause penali pendenti. Con la vostra proposta e con le mozioni, che esaltano il Governo – tutte le mozioni esaltano il Governo, esaltano l'Europa sul tema dell'immigrazione – se voi pensate di velocizzare le procedure togliendo i magistrati italiani, che nella settimana scorsa vi hanno bacchettato, i magistrati italiani la settimana scorsa hanno bacchettato, la ANM la settimana scorsa ha bacchettato il Governo, ha bacchettato il Partito Democratico, voi oggi state sostanzialmente dicendo: prendiamo i magistrati e i giudici – che a fatica chiedono un rafforzamento dell'organico, che con mille difficoltà, senza cancellieri, senza personale di cancelleria nei tribunali – voi chiedete di prendere i magistrati italiani e i giudici italiani che si devono occupare del contenzioso italiano per creare dei tribunali ad hoc unicamente per poter affrontare il problema dell'immigrazione, è una soluzione che non porterà alla risoluzione del problema, che non creerà velocizzazione dei procedimenti di impugnazione.
  Tra l'altro, voglio ricordare, visto che il sottosegretario non lo ha detto – ma lo ricordo io –, che chi impugna un diniego, e, quindi, applica la via giurisdizionale, lo fa attraverso un avvocato d'ufficio che gli paghiamo noi. Noi paghiamo l'avvocato all'immigrato clandestino, perché nella stragrande maggioranza dei casi di impugnazione si ha il diniego, il respingimento e, quindi, l'espulsione. Noi addirittura andiamo a pagare – siamo fessi, doppiamente fessi –, perché paghiamo all'immigrato clandestino la difesa d'ufficio.
  Noi avanziamo una proposta, che è una proposta seria, che abbiamo studiato, ovvero quella di dare la competenza a chi oggi sull'immigrazione clandestina ha già competenza, cioè i giudici di pace. Abbiamo migliaia di giudici di pace, di magistrati onorari, che sono quelli a cui state tagliando lo stipendio e che sono profondamente incazzati per la legge di stabilità, che già si occupano di immigrazione. Noi chiediamo che ci sia un vaglio preventivo sulle domande, in merito alla manifesta infondatezza delle domande, che nella stragrande maggioranza dei casi vengono respinte. Siano i giudici di pace, in via preliminare e preventiva, a valutare se le domande di richiesta d'asilo, sugli status di rifugiati e di protezione internazionale siano o non siano ammissibili. Nel momento in cui sono inammissibili scatta la procedura d'espulsione; il decreto d'espulsione Pag. 112diventa immediatamente esecutivo e impugnabile esclusivamente di fronte alla Corte di cassazione...

  PRESIDENTE. Deve concludere, collega !

  NICOLA MOLTENI. ... e, quindi, saltiamo tutta una serie di passaggi giurisdizionali. Coloro i quali, invece, passeranno questo vaglio di ammissibilità, in ordine alla fondatezza della domanda, potranno andare presso le commissioni territoriali e poi seguire un iter ordinario.
  Così dimezzeremmo i tempi, dimezzeremmo le domande, dimezzeremmo i costi, faremmo il bene della giustizia italiana e quello dei cittadini italiani ma, soprattutto, avremmo chiaro chi ha il diritto di potere ottenere lo status di rifugiato politico rispetto ai migranti economici, che sono oltre il 50 per cento di coloro che presentano la domanda, per avviare una seria politica di espulsioni. Dunque, anche su questo tema c’è una grave responsabilità da parte del Governo.
  Voteremo a favore della nostra mozione. Ci asterremo, semplicemente per le premesse, sulla mozione presentata dal gruppo di Forza Italia e voteremo contro su tutte le altre mozioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente. È sempre interessante sentire il riassunto delle cose che abbiamo sentito tutto l'anno, anche quando si parla di altro. È interessante, credo, sentire dire, dall'onorevole Molteni, che la soluzione per accelerare la decisione dei ricorsi è prevedere, come rimedio immediato, il ricorso alla Cassazione, perché a quel punto ci troveremmo, sì, la Cassazione invasa.
  Credo, invece, che pensare, come è stato proposto nella mozione originaria e, poi, in tutte quelle che hanno seguito quella dell'onorevole Ravetto, dato che poi tutte le altre mozioni hanno ipotizzato la stessa cosa, a delle sezioni di tribunale che si occupino di questo è una cosa che potrebbe essere molto utile e positiva, anche perché le direttive europee, i trattati e tutta la disciplina internazionale impediscono di dichiarare semplicemente infondata una richiesta di asilo e di rimandare la persona a casa. È previsto il criterio del rimedio giurisdizionale e prevedere semplicemente il passaggio presso il giudice di pace, che dichiara la domanda infondata, l'espulsione e poi il ricorso per Cassazione è un sistema che non passerebbe il vaglio della direttiva europea, perché non sarebbe conforme alla disciplina europea, e riempirebbe, inoltre, la Cassazione di giudizi.
  In realtà, noi pensiamo che siano necessarie anche altre cose e Scelta Civica per l'Italia lo ha detto varie volte. Noi pensiamo che sia importante rafforzare il funzionamento delle commissioni territoriali, perché sono state raddoppiate e, indubbiamente, sono state anche aumentate le risorse, ma è chiaro che un collo di bottiglia si ha a quel livello e che lo smaltimento delle pratiche richiede un rafforzamento di quelle commissioni e anche una professionalizzazione maggiore di chi ci lavora e magari anche – noi l'abbiamo ipotizzato – degli incentivi sotto il profilo della remunerazione, legati non tanto e soltanto alla velocità ma anche ai risultati, perché è chiaro che la velocità, che si traduca in espulsioni poi annullate in maniera seriale, non sarebbe positiva. Piuttosto, auspichiamo che si debba creare un meccanismo il più possibile incentivante per le commissioni per lavorare bene.
  Poi, pensiamo che si debba rivedere la disciplina delle impugnazioni, perché lo Stato italiano non ha valutato e considerato tutti i casi nei quali è possibile evitare che chi ha ricevuto il provvedimento di diniego resti in Italia. Abbiamo dei casi, che sono stati introdotti, in cui il diniego non consente di restare in Italia, ma la disciplina europea consente di andare oltre e forse in determinati casi, nei quali il Pag. 113diniego è fondato, quello sì, da parte della commissione in base a degli elementi gravi, il diritto di restare in Italia, semplicemente per effetto del ricorso, è chiaramente ingiustificato.
  A livello giudiziario – ripeto – il pensare a delle sezioni specializzate è una cosa che sicuramente può essere utile e sicuramente la qualità delle decisioni sarebbe migliore rispetto a lasciare la decisione a livello del giudice di pace, evitando una pioggia di ricorsi per Cassazione che andrebbero a intasare la nostra Corte che dovrebbe occuparsi, possibilmente, anche di altre cose.
  Un'ultima notazione: la difesa d'ufficio. Purtroppo, io dico per fortuna, i nostri costituenti e la giurisprudenza della Corte dice che chi sta sul territorio italiano i diritti fondamentali ce li ha tutti. Il diritto all'assistenza giudiziaria a chi non ne ha i mezzi è uno dei diritti fondamentali. Non ho visto emendamenti alla Costituzione su questo punto. Non credo che la Lega pensi di modificare questo tipo di principio, me lo auguro, ma se così fosse si verrebbe a stabilire un principio, per me gravissimo, che è quello per il quale chi viene sul nostro territorio non essendo italiano non ha tutti i diritti fondamentali e non ha neppure il diritto di difesa. Credo che questo sia contrario a qualsiasi più elementare principio di civiltà del nostro mondo e di tutto il mondo occidentale. Scelta Civica per l'Italia per questo voterà conformemente al Governo a favore di tutte le mozioni, tranne che di quella della Lega (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Palazzotto. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Grazie, Presidente. Capita che quando si discute di immigrazione, soprattutto in quest'Aula, non ci si rende conto di quello di cui si sta parlando e anche in una giornata come questa in cui non ci sono le telecamere si finisca per parlare di altro e non del merito delle cose di cui stiamo discutendo. Oggi abbiamo ascoltato dai colleghi della Lega, dal collega Molteni, una serie infinita di questioni che nulla hanno a che vedere con quello di cui stiamo discutendo e che si inscrivono dentro una propaganda inutile ai fini di un lavoro serio che questo Parlamento dovrebbe invece fare. C’è anche l'importanza della parole che noi usiamo. Qui quando si parla di immigrazione facciamo di tutta l'erba un fascio: si discute solo di immigrazione clandestina. Purtroppo anche in altre mozioni viene più volte ripetuta la parola clandestini anche quando ci si riferisce a richiedenti asilo o potenziali profughi. Si fanno anche, ad uso di propaganda, numeri, cifre, che nulla a che vedere con la realtà dei fatti.
  Vorrei, Presidente, provare a ricordare, per il suo tramite, ai colleghi della Lega che se oggi si lamentano della spesa che questo Paese sostiene per l'accoglienza davanti ad un fenomeno straordinario ed epocale, quale quello dei flussi migratori in questo momento storico, probabilmente i colleghi della Lega hanno memoria corta e dimenticano che un provvedimento firmato dall'allora Ministro dell'interno, Maroni, costò all'Italia – si chiamava emergenza Nordafrica – un miliardo e 200 milioni di euro per sole 26 mila persone che arrivarono quell'anno nel nostro Paese. Se si fa la moltiplicazione rispetto ai numeri di oggi, o se preferiamo la divisione su 26 mila, significa che i colleghi della Lega quando erano al Governo hanno speso in un solo anno 21 mila euro per ogni immigrato che arrivava durante l'emergenza nordafrica.
  Potremmo ricordare ai colleghi della Lega, a proposito di tribunali ingolfati, che ci sono le cancellerie piene di provvedimenti pendenti per un reato assurdo ed inutile quale quello di immigrazione clandestina previsto dalla legge Bossi-Fini. Potremmo ricordare ai colleghi della Lega che in uno Stato di diritto non è la propaganda che ci guida ma sono anche le convezioni internazionali che noi abbiamo sottoscritto e che il diritto d'asilo è riconosciuto nella convenzione di Ginevra, ed è un diritto individuale e soggettivo, e quindi non un diritto collettivo che si può Pag. 114esercitare arbitrariamente o meglio su cui si può decidere arbitrariamente sulla base di una nazionalità. In capo all'individuo, in virtù non solo delle convenzioni internazionali ma anche della nostra Costituzione, gravano dei diritti che vanno rispettati dalle nostre istituzioni. Pertanto, un cittadino, per quanto non di nazionalità italiana, in questo Paese, in cui vige lo Stato di diritto, ha diritto ad essere giudicato da un giudice rispetto alle questioni che lo riguardano. L'asilo è una questione di civiltà, appunto.
  Vado al merito della discussione che stiamo facendo. Quella che stiamo facendo è una discussione funzionale, non di propaganda rispetto al fenomeno migratorio. Stiamo discutendo di come semplificare un processo, ovvero noi in questo momento, in virtù della nostra legge e dei diritti costituzionalmente garantiti a tutti gli esseri umani che arrivano sulla nostra terra, abbiamo un procedimento che prevede che il richiedente asilo prima debba essere valutato da una Commissione e in seguito la decisione di quest'ultima possa essere impugnata presso un giudice. Ad oggi...

  PRESIDENTE. Scusi un attimo. Colleghi, per favore. Collega Ravetto e collega Molteni, collega Ravetto e collega Molteni, per favore (Commenti del deputato Molteni) ! Sì lo so, però bisogna abbassare il tono della voce, questo vi sto chiedendo.

  ERASMO PALAZZOTTO. Forse il collega Molteni potrebbe ascoltare, visto che...

  PRESIDENTE. Prego, vada avanti, vada avanti, collega, per favore.

  ERASMO PALAZZOTTO. Ci sono dei dati che gli potrebbero interessare. Allora, noi oggi, Presidente, ci troviamo davanti ad una situazione ingestibile perché da un lato l'afflusso non straordinario di oggi, ma un afflusso di queste dimensioni che è ormai diventato strutturale, trova un sistema, quello italiano e quello europeo, totalmente inadeguato a fare fronte a questo fenomeno. Dall'altro, ci troviamo in una condizione in cui (purtroppo le cronache giudiziarie di questi mesi e di questi anni stanno dando un quadro abbastanza inquietante) le inefficienze di questo sistema sono quelle che hanno permesso l'aprirsi di maglie corruttive relative al sistema di accoglienza; il caso di Mineo è un emblema. È proprio per questo, per far capire quanto questo provvedimento serva non solo a snellire le pratiche, ma anche a una gestione più economica del fenomeno migratorio, che voglio citare le parole del procuratore Salvi pronunciate durante l'audizione che la Commissione di inchiesta sul sistema di accoglienza svoltasi a Catania, anche rispetto ai numeri. Ricordo che alla procura di Catania insistono tutte le procedure pendenti relative al Cara di Mineo e anche su questo i colleghi della Lega potrebbero spiegarci qualcosa. Il procuratore Salvi ci ha detto che ad oggi ammontano a circa 2.800 le udienze, i procedimenti pendenti, innanzi al tribunale di Catania e le udienze sono fissate fino a tutto il 2016 (2.800 sono quelle dell'anno precedente). Un richiedente asilo in media, non al Cara di Mineo, ma in media, costa circa 25 euro al giorno allo Stato italiano, ovvero 9 mila euro in un anno. Se moltiplichiamo questi 9 mila euro per i 2.800 migranti che hanno cause pendenti al tribunale di Catania, scopriamo che un anno di ritardo nell'esito di quella procedura costa allo Stato italiano, nel sistema di accoglienza, circa 25 milioni di euro. Oggi un magistrato in più – uno ! – distaccato presso il tribunale di Catania, al fine di elaborare quelle pratiche, potrebbe costare per il trattamento di missione, in aggiunta al suo stipendio, 18 mila euro l'anno, contro i 25 milioni euro e se fosse distaccato in pianta fissa, circa 70 mila euro l'anno. Noi possiamo anche discutere di sezioni specializzate, di una grande riforma del sistema giudiziario, che pure si potrebbe fare, ma intanto questo Governo, che oggi dà il parere a tutte queste mozioni, potrebbe semplicemente investire qualche soldo in più sui nostri tribunali, dare qualche risorsa in più alla magistratura, per affrontare un'emergenza che si è scaricata sulle Pag. 115sezioni ordinarie dei tribunali civili, invece di immaginare provvedimenti a lungo raggio. È un atto che questo Governo può fare in pochi secondi, tornando dal Parlamento alla propria sede. Noi dovremmo discutere di questo oggi, dovremmo discutere di come si snelliscono le procedure burocratiche che non solo garantiscono il sistema di speculazione enorme che è stato fatto sulla pelle dei migranti da una parte, ma che dall'altra, costringono quelle persone a vivere in una sorta di limbo non solo amministrativo, ma anche nei non luoghi come il Cara di Mineo, che è il caso che portavo all'attenzione in questo momento, con la vicenda della procura di Catania. Noi parliamo di 2.800 persone in attesa presso la procura di Catania che è una procura particolare, perché insiste su un territorio complesso, che ha anche questioni più importanti di cui occuparsi, come le infiltrazioni mafiose, e che invece deve occuparsi prevalentemente di questo, se vuole snellire le pratiche che riguardano il Cara di Mineo. Mentre la procura di Catania è ingolfata, queste persone, esseri umani, uomini e donne, rimangono in quel limbo senza fine che è il Cara di Mineo, che quando questo Governo si deciderà a chiudere sarà sempre troppo tardi.
  Allora Presidente, oggi – e non la faccio lunga – noi voteremo favorevolmente a tutte le mozioni che propongono soluzioni rispetto a quest'annosa questione, ma vorremmo in quest'Aula un impegno da parte del Governo ovvero che, in attesa di una riforma del sistema giudiziario che istituisca le sezioni speciali nei tribunali, prenda un impegno chiaro e concreto, cioè aumentare le risorse destinate a quei tribunali per potere lavorare nelle condizioni per cui è giusto lavorare (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Pagano. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO PAGANO. Presidente, il tema che stiamo trattando si presta a valutazioni di tipo politico e ne abbiamo osservate da parecchi gruppi oggi. È ovvio che, al di là della facile retorica, secondo me, alcuni ragionamenti debbono essere assolutamente sviluppati. Mi permetterò di offrirne alcuni perché, al di là delle posizioni che i singoli gruppi parlamentari hanno in materia, penso sia giusto esprimere valutazioni il più possibile oggettive, perché stiamo parlando di persone, di vite e di un sistema sociale quale quello italiano. Stiamo parlando anche della necessità di creare delle condizioni perché il Paese abbia margini di sicurezza ancora più forti e più sicuri – scusate il gioco di parole – rispetto a prima.
  Pertanto, le valutazioni che mi sento di fare in generale, prima di entrare nel vivo della mozione, sono essenzialmente di tre tipi. Il primo. Bisogna capire cosa fare sull'emergenza clandestini. Certamente c'erano due tipi di scelta, non tre e non quattro: o lavarsene le mani e lasciare sostanzialmente che la vita umana fosse considerata nulla di più che un numero dentro una statistica – e quindi per questo motivo fare sì che coloro che sono arrivati per via mare in questi anni fossero lasciati morire – oppure salvarli. Questo era il tema. Io penso che la scelta che ha fatto il Governo italiano non sia stata una scelta in relazione ad una valutazione di tipo politico: mi conviene o non mi conviene ? Ha fatto una valutazione di altro tipo: è vita o non è vita ? È sacra o non è sacra ? Bisogna salvarla o non bisogna salvarla ? Penso che questo sia l'elemento su cui poche volte si è ragionato, al netto comunque delle giuste valutazioni sulla sicurezza di un Paese e comunque al netto delle valutazioni che bisogna fare, sempre e comunque, in relazione ad un Paese come il nostro, complesso e articolato, di cui certamente bisogna tenere conto rispetto a questi flussi di immigrazione. Bisogna comunque sempre porsi l'obiettivo principale e chiedersi se questa vita andava salvata o meno.
  Penso che i fatti dopo due anni di scelte forti, da un certo punto di vista anche antipopolari, abbiano dato parzialmente ragione – mi permetto di dire «parzialmente», Pag. 116poi vi dirò perché la ragione è totale – al Governo. Infatti è chiaro che nel momento stesso in cui flussi migratori si stanno cominciando a spostare verso altre parti dell'Europa, provenienti da altri contesti e da altre direzioni, vuol dire che in maniera concreta i migranti, gestiti talvolta in maniera speculativa – questo lo sappiamo bene –, si stanno rendendo conto che entrare in Italia non è più così facile, per cui stanno scegliendo altre vie. I numeri e le statistiche dicono questo.
  Ed è chiaro che sta dando ragione all'Italia anche la politica europea, nel riconoscere il principio che certamente devono essere distribuiti. È vera l'osservazione – anche i giornali di oggi lo dicono in maniera aperta – che i numeri sono assolutamente insufficienti, però un principio è stato stabilito. Certamente, se il Governo italiano sarà disattento e non farà rispettare queste direttive e non batterà i pugni nelle sedi giuste, avrà delle responsabilità gravissime. Però il dato è incontrovertibile, per la prima volta è stato stabilito un principio: i migranti o comunque i flussi migratori devono essere distribuiti in maniera equa. È stato fatto con numeri insufficienti ? Siamo tutti d'accordo. Dobbiamo vigilare perché tutto questo accada in maniera significativa ? Siamo tutti d'accordo. Però, il principio era sacrosanto e penso che sia giusto dare a Cesare quel che è di Cesare.
  Infine, vi è il dato di cui pochi parlano, ovvero che, dopo che le autorità internazionali competenti hanno sviluppato tutto l'iter burocratico – esiste una burocrazia internazionale anche lì negativa e da combattere, che ha visto coinvolte l'Europa, l'ONU e le autorità internazionali – finalmente possono essere abbattute le imbarcazioni che sono oggetto di sfruttamento da parte degli scafisti. Anche qui sono partite delle iniziative interessanti, anche qui saranno distrutti i mezzi. Le modalità sono note, tutti i giornali ne hanno parlato. Mi pare che sia un successo da ascrivere e, comunque, un fenomeno da osservare con interesse e con positività. Infatti è chiaro che non possiamo immaginare che la soluzione sia solo ed esclusivamente di tipo brutale: c’è anche una soluzione positiva di tipo politico.
  Aggiungiamo altri elementi. In Italia i rifugiati, ad oggi, sono meno di centomila: non mi pare una cifra eclatante, catastrofica, così come tutti i mass-media, contrari a questo fenomeno, o anche certi osservatori di alcune fondazioni para-massoniche internazionali sostenevano, ossia di flussi in arrivo in Italia di milioni di persone. Infine un ultimo dato, anche questo di politica complessiva, che penso valga la pena evidenziare: i reati sono calati in Italia, nel 2014, del 7 per cento rispetto all'anno precedente, nel 2015 sono calati di un altro 10 per cento – sono statistiche di giugno – rispetto al 2014. Si tratta di un dato interessantissimo. Che la percezione della sicurezza in Italia non ci sia, questa è un'altra storia. Vuol dire che bisognerà lavorare tanto e bene in questa direzione, per far sì che la popolazione abbia la percezione di un Paese che è sicuro. Quindi forse bisognerà lavorare molto nell'ambito civile, per evitare che i writer distruggano le nostre città, o che i manifestanti antagonisti distruggano i nostri contesti urbani e le nostre attività imprenditoriali, trasformando manifestazioni legittime in qualcosa che fa poi inorridire l'opinione pubblica. Su questo bisogna ragionare, per far sì che la gente abbia una percezione diversa in termini di sicurezza.
  Parlo di questo perché uno dei temi caldi riguarda il fatto che i migranti sono portatori di elementi negativi e anche questo dato è stato contestato, sicuramente per meriti che sono da ascrivere al nostro sistema di pubblica sicurezza e ad un contesto che sta funzionando. Tutte queste premesse, che non sono banali, ma che sono di ordine politico, si collegano al ragionamento che oggi cerchiamo di sviluppare, ossia quello di una mozione che deve migliorare le procedure. È chiaro che ci troviamo oggi di fronte a fenomeni strutturali importanti, con flussi migratori che devono essere gestiti in termini di censimento, – è importante capire chi sono i migranti, da dove arrivano, per Pag. 117capire se hanno diritto allo status di rifugiato rispetto ai Paesi di provenienza –. Su questo dato bisogna essere solidali: il rifugiato non è il migrante economico, che, col massimo rispetto per la persona, deve essere ricondotto nei paesi di origine, visto che non possiamo accogliere chi non può trovare soluzioni lavorative in un momento storico come il nostro.
  Su queste cose bisogna agire in maniera concreta, effettuando rimpatri volontari e assistiti, anche attraverso i respingimenti, ove sussistano le condizioni, riconoscendo l'effettivo diritto di protezione internazionale a quanti invece ne hanno diritto.
  E qui c’è un vulnus, del quale pochi parlano: non abbiamo una organizzazione adeguata. Vengo da una città in cui si trova un centro importante – arrivano da tutta Italia – Caltanissetta. Non è bello vedere flussi di persone che arrivano da tutte le parti d'Italia per ottenere le autorizzazioni. È chiaro che viviamo questo contesto in una maniera assolutamente attenta.
  Non succede nulla, perché la civiltà di un popolo si misura anche dalla capacità di saper ben contenere questi fenomeni, anche attraverso il dialogo, ma è un problema che deve essere risolto. Come si risolve questo problema ? Questo è il senso di questa mozione, di cui noi ci siamo fatti proponenti, con interesse e convinzione, prendendo misure idonee che vadano a velocizzare l'iter.
  Occorre che ci siano sezioni specializzate di tribunali, che devono essere allestite, per far sì che i procedimenti di protezione internazionali vengano adottati velocemente. Occorre inoltre prevedere una formazione specifica, perché si tratta di un iter procedurale molto complesso: fare dei corsi di formazione sembra banale ma non lo è affatto. Occorre inoltre valutare la possibilità legislativa di rendere più snello l'iter; utilizzare sistemi informatici più adeguati.
  Consentitemi, dulcis in fundo, anche valutare, qualora ce ne fosse bisogno, il ricorso alla mobilità del personale degli enti sciolti. Abbiamo un mare di enti sciolti, province che non esistono più, strutture che sono in via di scioglimento. Infatti, se così vanno le cose, nella legge di stabilità molti enti dovranno essere cancellati. Speriamo che questa sia finalmente la volta buona. Abbiamo un surplus di personale, com’è noto. Basta andare in un ente pubblico per vedere che mediamente uno su tre non è che abbia tante cose da fare e cominciare a pensare alle mobilità. Le mobilità sono una logica che deve essere osservata.

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere, collega.

  ALESSANDRO PAGANO. Vado alla conclusione, Presidente. Gli ultimi trenta secondi.

  PRESIDENTE. Sì.

  ALESSANDRO PAGANO. La mobilità del personale è una cosa di cui bisogna prendere assolutamente nota perché è chiaro che ci sono dipendenti di enti pubblici che ormai sempre meno fanno qualcosa in alcuni contesti e che, invece, potrebbero tornare utili in altri contesti. Penso che questi suggerimenti si sono tradotti positivamente nella nostra mozione. Siamo convinti che saranno adottati perché sono tutti di buonsenso e, quindi, nel dare auspicio al Parlamento in questa direzione, ci riteniamo assolutamente convinti delle tesi appena esposte.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ravetto. Ne ha facoltà.

  LAURA RAVETTO. Grazie Presidente, a supporto della mozione di Forza Italia voglio portare prima di tutto dei numeri. Com’è noto, ogni migrante ci costa 37,5 euro al giorno, che si trasformano in oltre mille euro al mese e 12 mila euro l'anno. Questo, tradotto in cifre, vuol dire che su 50 mila ricorsi pendenti, ogni mese di ritardo costa al nostro Paese 56 milioni di euro. In pratica, per dirla ancora in termini più concreti, portare la durata dei Pag. 118ricorsi da oltre due anni com’è attualmente ad un anno permetterebbe allo Stato di risparmiare una cifra pari a quella che sarà stanziata nella legge di stabilità per il Fondo contro la povertà. A ciò si aggiunga che in questi due anni i presunti potenziali profughi o potenziali clandestini si trovano in un limbo che ne impedisce, non soltanto l'impiego, ma soprattutto il rimpatrio. Mi stupisce in questo la posizione della Lega. Due anni sul nostro territorio per chi non ha diritto a starci, senza una soluzione di questi ricorsi, comporta l'impossibilità di rimpatriarli. Decidere velocemente vuol dire poter affrontare con serietà la situazione di queste persone; vuol dire potersi confrontare con queste persone distinguendo bene tra chi ha diritto e chi no. Mi stupisce anche la posizione della Lega sull'avversità alla specializzazione dei tribunali. Noi chiediamo delle sezioni specializzate. Mi stupisce perché è dimostrato come l'assenza di specializzazione porta a un problema enorme nel nostro Paese che vede ribaltate le decisioni delle commissioni territoriali. Mi spiego nel dettaglio: attualmente, in Italia, circa la metà delle domande presentate presso le commissioni territoriali vengono negate. Viene negato lo status di profugo dalle commissioni territoriali, che sono collegiali, dove è presente l'UNHCR. Poi succede che quelli che non hanno titolo fanno ricorso presso i tribunali ordinari e il 75 per cento di quei ricorsi viene ribaltato. In altre parole, a soggetti a cui era stato negato lo status di profugo, gli viene riconosciuto, magari ad opera della legge sulla protezione internazionale, per il 75 per cento, il diritto di rimanere sul nostro territorio. Allora, dico alla Lega che forse la riflessione da fare è proprio specializzare anche i tribunali; specializzarli come sono le commissioni territoriali.
  La nostra convinzione, la convinzione di Forza Italia, è chiara: noi siamo convinti che un tassello per far fronte al fenomeno con serietà, nell'ambito di una strategia che debba essere più ampia e lungimirante di quella attuale, sia quello di istituire presso i tribunali delle sezioni speciali che abbiamo tutte le competenze e tutti gli strumenti per occuparsi dei ricorsi dei migranti con rapidità. Siamo convinti che una specializzazione di questo tipo possa avere ripercussioni positive, non solo sulle casse dello Stato, ma più in generale sulla sicurezza, sulla stabilità e sulla credibilità del Paese. Naturalmente, noi vorremmo anche che fossero potenziate ancor di più le commissioni territoriali. Probabilmente, ne vorremmo una per prefettura. Immaginare delle sezioni specializzate dei tribunali non è poi così diverso da quanto avviene praticamente in tutti gli altri Stati europei. In Francia, per esempio, abbiamo la Corte nazionale del diritto d'asilo. Bene, nel 2014, a parità di domande di asilo, la Francia ne ha smaltite il 70,1 per cento e l'Italia il 56 per cento. In Germania, avverso la decisione negativa dell'Ufficio federale per l'immigrazione, lo straniero ricorre a un tribunale amministrativo con specifica specializzazione.
  Anche qui nel 2014, a fronte del triplo delle domande di asilo ricevute dal nostro Paese, la Germania ne ha saputo smaltire il 74,5 per cento e noi il 56 per cento. Nel Regno Unito abbiamo il First trial tribunal, l’Immigration and asylum chamber e anche lì i dati di celerità sono decisamente migliori che nel nostro Paese. Dunque, al di là della rassegna dei diversi sistemi continentali giudiziari, credo che quest'Aula oggi abbia l'opportunità di votare a favore di una misura che danneggia certo chi specula sull'accoglienza ma che arricchisce tutto il Paese e la capacità del Paese di governare il fenomeno anziché farsi governare dal fenomeno. La misura di creare delle sezioni specializzate nei tribunali è in grado di dimostrare a chi vuole partire senza averne diritto che qui ci sono delle regole che vengono fatte rispettare; quella che oggi noi proponiamo è una misura in grado di far risparmiare allo Stato più soldi di quanti ne siano stati messi nel disegno di legge di stabilità per il sostegno alle famiglie in povertà. Noi la nostra proposta l'abbiamo fatta, l'abbiamo fatta da oltre un mese e abbiamo registrato con soddisfazione che altre forze Pag. 119politiche hanno condiviso il nostro punto di vista e hanno depositato successivamente mozioni analoghe. Adesso spetta a tutti noi decidere; spetta a noi dimostrare da quale parte stiamo, spetta a noi dimostrare che quando l'orizzonte è quello della legalità e della serietà non c’è distinzione tra maggioranza e opposizione: c’è solo l'interesse nazionale. Spetta a noi dimostrare che quando l'orizzonte è quello della giustizia e della serietà, gli occhi di tutti membri del Parlamento guardano nella stessa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colletti. Ne ha facoltà per due minuti.

  ANDREA COLLETTI. Grazie, Presidente. Darò le indicazioni di voto sulle altre mozioni. Per principio voteremo contro le mozioni che presentano la locuzione «valutare l'opportunità» perché in realtà noi con queste mozioni dovremmo impegnare il Governo a fare qualcosa. Impegnare il Governo a valutare l'opportunità di fare qualcosa ci sembra una espressione fuori dal mondo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Dovremmo ragionare magari al contrario ritenendo che normalmente il Governo prende decisioni senza valutarle. Dunque, siccome non stiamo scherzando, vorremmo votare favorevolmente le mozioni che per davvero impegnano il Governo a fare qualcosa. Sulla mozione della Lega voteremo contro perché alcuni punti sono palesemente incostituzionali. Sulle altre mozioni, invece, ci asterremo perché siamo favorevoli al principio di speditezza dei ricorsi giurisdizionali ma siamo contro le sezioni specializzate perché sono in realtà un boomerang per la speditezza dal momento che purtroppo, se rimangono sempre gli stessi magistrati, mi dispiace dire che da un punto di vista giuridico non si fanno le nozze con i fichi secchi e quindi queste sezioni specializzate rendono gli altri ricorsi e la giustizia civile ancora più lenta. Per tutto il resto e per la spiegazione della nostra mozione passo la parola al mio collega Brescia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Do io la parola all'altro collega, non è che siamo al cinema o al teatro. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Brescia. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE BRESCIA. Grazie, Presidente. A quanto detto dal mio collega Colletti, aggiungo una premessa che va un po’ più a fondo alla questione che stiamo trattando che riguarda proprio la condizione dell'accoglienza nel nostro Paese in Italia. Ho sentito interventi di deputati di centrodestra e deputati di centrosinistra che si rimpallavano le responsabilità rispetto a quella che è questa condizione quando in realtà sappiamo benissimo che questa condizione è data dalle scelte che si sono fatte, altre che invece non si sono volute fare durante praticamente i Governi degli ultimi vent'anni che quindi vedono coinvolti sia Governi di centrodestra sia Governi di sinistra. Non ci interessa neanche più tanto stare a sottolineare questo discorso, ci interessa individuare effettivamente quelle che possono essere le soluzioni per risolvere questo problema. Io insieme ad altri miei colleghi facciamo parte di una Commissione d'inchiesta che sta studiando approfonditamente la situazione dell'accoglienza in Italia. Stiamo facendo moltissime ispezioni, stiamo ascoltando moltissimi soggetti coinvolti direttamente in quest'accoglienza e abbiamo individuato, in quanto studiosi di questo caso, diverse soluzioni che attengono alla sfera internazionale, alla sfera europea come, ad esempio, il finanziamento di programmi di cooperazione allo sviluppo e non il finanziamento di guerre che poi provocano quei profughi che ci ritroviamo alle nostre frontiere; la diminuzione dell'esportazione di armi e il fatto di frenare l'azioni di certe multinazionali occidentali che vanno a lì a depredare quei territori.
  Questi sono tutti elementi che vanno a destabilizzare, che alimentano l'instabilità di quei territori da cui provengono i Pag. 120profughi. Oppure, l'abbiamo detto tantissime volte, modificare il regolamento di Dublino, che, lo ripetiamo ancora, costringe il Paese di primo approdo a gestire l'accoglienza, quindi Paesi come l'Italia e la Grecia sono fortemente penalizzati da questo regolamento che, ancora una volta lo diciamo, è stato approvato, votato e ratificato sia dai Governi di centrodestra che dai Governi di centrosinistra. Dalla Lega al Partito Democratico, chiunque è coinvolto in questa scelta che mette il nostro Paese in grave difficoltà. E come spesso abbiamo detto, oltre a chiedere all'Europa di fare qualcosa, dobbiamo assolutamente cercare di sistemare l'accoglienza al nostro interno, quindi in Italia. Dobbiamo finalmente decidere di prendere in mano la situazione e di gestire questo fenomeno, che è un fenomeno strutturale e che, invece, troppe volte, sempre, tutt'oggi, viene gestito come un fenomeno emergenziale, come qualcosa di emergenziale. Ora se ne parla tantissimo, ma è dagli ultimi dieci anni ormai che non si fa altro che parlare di immigrazione come un qualcosa di emergenziale e si trovano delle soluzioni che non sono assolutamente adeguate.
  Noi dovremmo in realtà rivedere nel complesso la normativa vigente nel nostro Paese (attualmente la legge che regola l'immigrazione è la «Bossi-Fini»); dovremmo superare assolutamente il nostro attuale sistema di accoglienza, ossia quello dei centri, che sono del tutto inadeguati. Penso, come già citato da alcuni colleghi, al caso di Mineo, dove vi è un centro che vede fino a 4 mila migranti ospitati in un comune di 5 mila abitanti. Sono cose che necessariamente producono delle storture e dei grossi problemi, come abbiamo visto, in quanto sono fatti noti alla cronaca di tutti i giorni. Come abbiamo detto, con questa mozione che ci apprestiamo a votare, una cosa fondamentale da fare è assolutamente quella di rivedere la composizione o ad ogni modo la funzionalità delle commissioni territoriali che giudicano lo status di richiedente asilo. Il problema dei tempi, che sono assolutamente dilatati, è uno dei problemi principali, da cui derivano tantissimi altri problemi. Infatti, se i tempi previsti per legge vanno da un mese per la valutazione della richiesta di asilo a un massimo di tre mesi per il giudizio sui ricorsi, quindi un totale di quattro mesi, non capiamo come in Italia si arrivi a una media di 18-20 mesi di permanenza all'interno dei centri. Anzi, lo capiamo benissimo, perché stando per venti mesi all'interno dei centri lo Stato paga ogni giorno, pro die e pro capite, una quota alle cooperative che gestiscono questi centri per l'accoglienza di queste persone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Purtroppo, in queste maglie si è infilata in Italia – l'abbiamo visto in maniera eclatante – anche la malavita organizzata che, in accordo a volte addirittura anche con i partiti, come è successo a Roma con i fatti di «Mafia capitale», ha addirittura inventato una nuova mafia in Italia, come se ne avessimo bisogno. Questo deriva proprio dal fatto che, anziché stare per un mese, due mesi, tre mesi o quattro mesi ospitati nei centri, ci stanno diciotto mesi. Quindi, noi abbiamo presentato oggi questa mozione che vuole risolvere nello specifico questo problema delle commissioni territoriali. Gli impegni sono degli impegni precisi. Non impegniamo il Governo a valutare l'opportunità di fare qualcosa; noi siamo il Parlamento e impegniamo il Governo, che accetta il nostro impegno, come ci è stato detto, a fare qualcosa, non a valutare l'opportunità di fare qualcosa. E che cosa lo impegniamo a fare ? Ad assumere iniziative affinché le commissioni territoriali siano trattate dai tribunali competenti con priorità; cioè, i casi di ricorso devono essere trattati con priorità.
  Non c’è bisogno di fare delle sezioni specializzate: basta che i giudici che già ci sono in quei tribunali affrontino questi casi con priorità.
  Ad assumere iniziative volte a verificare e garantire la specifica preparazione professionale di chi fa parte delle commissioni. Questo è fondamentale: non è ammissibile che all'interno delle commissioni ci siano persone che non sanno nulla di immigrazione, e che prendono decisioni Pag. 121sbagliate, perché a quelle decisioni sbagliate seguono dei ricorsi che allungano i tempi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Ad assumere iniziative di competenza per verificare l'attuazione, nell'ambito dei suoi poteri di indirizzo e coordinamento, delle disposizioni secondo cui la Commissione nazionale per il diritto di asilo può individuare periodicamente un elenco di Paesi in cui sussistono le condizioni tali per cui, per i richiedenti provenienti da tali Paesi, ci sia in automatico l'ammissione della richiesta d'asilo: perché sappiamo che ci sono dei Paesi che sono in grave instabilità politica, e quindi non c’è bisogno neanche di farle, le interviste, per i migranti che arrivano da quei Paesi.
  E come ho detto prima, ad assicurarsi che i tempi previsti dalla legge siano rispettati.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  GIUSEPPE BRESCIA. Basterebbe fare questo – e mi accingo a concludere – per far sì che fatti gravissimi come quelli che si sono avuti nel nostro Paese, come quelli di «Mafia capitale», non avvengano mai più (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Fiano. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Signor Presidente, quando il Partito Democratico ha considerato di presentare questa mozione, ha pensato di riflettere su delle tematiche che sono inerenti ai flussi migratori che giungono nel nostro Paese. E una di queste tematiche è: cosa succede, e in quanto tempo, a coloro che giungono nel nostro Paese chiedendo, ai sensi della legislazione internazionale, della nostra Costituzione e delle nostre leggi, asilo politico ?
  Io penso che il tema della durata del processo che permette di valutare se sia corrispondente ad un diritto del richiedente l'asilo politico, e la durata del tempo che intercorre poi per la possibilità di ricorrere alla magistratura ordinaria nel caso di un diniego di quella richiesta da parte del richiedente, per i tre gradi della giustizia ordinaria a cui ha diritto, siano il tema che stiamo dibattendo qui questa sera. Ho sentito riflessioni serie: non tutte, ma su alcune di queste – come del resto dimostra l'apertura di credito che anche il Governo ha dato su alcune delle mozioni – si fa una riflessione seria perché evidentemente in quest'Aula, al di là delle appartenenze, condividiamo l'intelligenza di capire quali siano le problematiche non ideologiche inerenti a questi casi.
  Per questo qui ci sono due aspetti nella mozione; peraltro chi mi ha preceduto, la collega Ravetto di Forza Italia ne ha ribadito alcuni cenni, che condivido. Uno è l'aspetto della formazione della competenza e dei tempi delle commissioni territoriali a cui è preposto l'onere di rispondere affermativamente o negativamente circa la richiesta di asilo; e la seconda questione, quella da cui insieme ad altri colleghi del Partito Democratico siamo partiti, è quella sui tempi dei ricorsi. Perché voglio qui affermare con chiarezza: nel tempo del ricorso, dei gradi dei ricorsi possibili che possono azionare, giustamente trattandosi di diritto individuale, le persone che ottengono un diniego, in quel tempo noi non abbiamo una persona in attesa della risposta al proprio asilo; possiamo avere delle persone che sono ormai al di fuori del circuito di accoglienza, che attendono senza un tempo preciso la risposta al loro ricorso alla magistratura ordinaria, di cui noi non conosciamo esattamente in quel momento la permanenza in un luogo, che si trovano secondo me sostanzialmente in molti casi in una sorta di limbo. E questo non è un bene come fenomeno, né per la qualità dei diritti individuali che essi possiedono in quel momento, che sono molto incerti, né per il peso che questa procedura ha sulle strutture del nostro Paese.
  Per questo ho sentito delle dotte disquisizioni che hanno cambiato il mio parere sulla mozione presentata dai colleghi del MoVimento 5 Stelle, sul fatto che «valutare l'opportunità» sia termine politicamente Pag. 122scorretto. Noi chiediamo invece al Governo di velocizzare, di introdurre meccanismi che velocizzino la procedura relativa all'esame della domanda sullo status.
  Chiediamo al Governo di istituire delle sezioni specializzate nei tribunali, in particolare in quelli che oggi sono più di altri impegnati in questi ricorsi, perché non vi è una uniformità territoriale nella distribuzione dei ricorsi. Chiediamo che vi sia una formazione specifica, migliorata, per coloro che lavorano nelle commissioni territoriali e che devono esaminare i casi.
  Voglio cogliere una frase pronunciata dal collega Molteni, sulla cui mozione non esprimerò parere favorevole, sul fatto che anche nella fase di valutazione preliminare delle richieste di asilo politico forse si possa lavorare, ma non è nei temi della nostra mozione.
  Infine, a lavorare per la semplificazione complessiva dei procedimenti giurisdizionali che riguardano i ricorsi sui dinieghi delle richieste di asilo. Facciamo questo perché ci interessano due cose fondamentali: la salvaguardia precisa dei diritti individuali delle persone che giungono in questo Paese, perché noi vogliamo che i loro casi vengano esaminati rapidamente in quanto crediamo che abbiano il sacrosanto diritto di ricorrere, ma che questo ricorso non debba impegnare la giustizia italiana per un tempo infinito e che la loro condizione umana non rimanga nel limbo di una incertezza della risposta per un tempo altrettanto infinito.
  Per questo, Presidente, rispetto all'apertura di credito che il Governo aveva dato – a parte della mozione della Lega su cui ha espresso parere negativo – divergendo in parte dal parere del Governo, avendo ascoltato l'intervento del collega del MoVimento 5 Stelle, che non ha voluto approfittare di questa occasione di convergenza sulle necessità di modifiche qualitative all'iter di questi processi, chiederò al mio gruppo di votare negativamente sulla mozione del MoVimento 5 Stelle, dando invece parere positivo sulle altre mozioni in accordo con il Governo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il sottosegretario di Stato per la giustizia, Cosimo Maria Ferri. Ne ha facoltà.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sulla mozione Brescia, proprio perché il Governo cercava di trovare un punto di equilibrio, e le mozioni avevano dei punti in comune da sviluppare su cui il Governo sta lavorando, avevo dato parere favorevole. Nella motivazione della mozione Brescia già vi erano alcuni punti critici che comunque il Governo in modo costruttivo aveva accolto dando parere favorevole, tuttavia adesso alla luce degli interventi, che sono parte integrante del provvedimento, non condividendo alcuni punti degli interventi dell'onorevole Colletti e dell'onorevole Brescia, visto che non si è preso spunto dalla nostra disponibilità, modifico il parere e mi rimetto all'Assemblea per quanto riguarda questa mozione.

(Votazioni)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Come da prassi le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Ravetto, Totaro ed altri n. 1-00989, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Quartapelle Procopio, Matarrelli, Campana, Sanga, Stella Bianchi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  347   
   Votanti  271   
   Astenuti   76   
   Maggioranza  136   
    Hanno votato  271.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 123

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Brescia ed altri n. 1-01033 sulla quale il Governo si è rimesso all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  Stella Bianchi. Chi non riesce a votare ? Roberta Agostini. Hanno votato tutti ? Carloni.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  347   
   Votanti  324   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  163   
    Hanno votato   88    
    Hanno votato no  236.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione-Fiano ed altri n. 1-01035, per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Molteni, Fiano. Allora, chi non riesce a votare ? Stanno votando tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  349   
   Votanti  344   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato  268    
    Hanno votato no  76.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Villarosa ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Marotta ed altri n. 1-01039, per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marotta, Carra, Ravetto, D'Uva. Chi non riesce a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  348   
   Votanti  345   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato  270    
    Hanno votato no  75.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Sarti e il deputato Pilozzi hanno segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Palazzotto ed altri n. 1-01045, per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ? Monchiero, Parisi, Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  349   
   Votanti  261   
   Astenuti   88   
   Maggioranza  131   
    Hanno votato  252    
    Hanno votato no   9.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Artini ed altri n. 1-01047, per quanto non Pag. 124assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ravetto. Lainati. Chi altro non ha votato ? Carinelli. De Lorenzis. Qualcun altro non ha votato ? D'Uva ha votato ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  348   
   Votanti  263   
   Astenuti   85   
   Maggioranza  132   
    Hanno votato  253    
    Hanno votato no  10.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Mazziotti Di Celso e Monchiero n. 1-01048, per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi. Patriarca. Fanucci. Chi non ha votato ancora ? Castelli. Hanno votato tutti ? Sembra di sì. Fava non riesce a votare; ecco, ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  346   
   Votanti  343   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato  269    
    Hanno votato no  74.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Molteni, Cirielli ed altri n. 1-01049, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giachetti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  348   
   Votanti  331   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato   15    
    Hanno votato no  316.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di novembre 2015 e aggiornamento del programma (ore 20,15).

  PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della riunione odierna della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di novembre 2015:
   Martedì 3 novembre (ore 10)

   Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 3340 – Conversione in legge del decreto-legge 1o ottobre 2015, n. 154, recante disposizioni urgenti in materia economico-sociale (da inviare al Senato – scadenza: 30 novembre 2015).

   Martedì 3 (ore 14,30, con votazioni non prima della ore 15, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 4 (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) e giovedì 5 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 6 novembre) (con votazioni)

   Esame della mozione Quintarelli ed altri n. 1-01031 concernente iniziative per Pag. 125la promozione di una Carta dei diritti in Internet e per la governance della rete.

   Seguito dell'esame del disegno di legge n. 3340 – Conversione in legge del decreto-legge 1o ottobre 2015, n. 154, recante disposizioni urgenti in materia economico-sociale (da inviare al Senato – scadenza: 30 novembre 2015).

  Esame dei disegni di legge di ratifica:
   n. 2711 – Accordo di collaborazione culturale, scientifica, tecnologica e nel campo dell'istruzione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Cipro, con Allegato, fatto a Nicosia il 6 giugno 2005, e dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Cipro sul reciproco riconoscimento dei titoli attestanti studi universitari o di livello universitario rilasciati in Italia e a Cipro, con Allegati, fatto a Roma il 9 gennaio 2009;
   n. 3242 – Accordo quadro tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Stati Uniti d'America per la cooperazione nell'esplorazione ed utilizzazione dello spazio extra-atmosferico per scopi pacifici, fatto a Washington il 19 marzo 2013 (Approvato dal Senato);
   n. 3238 – Protocollo opzionale alla Convenzione sui diritti del fanciullo che stabilisce una procedura di presentazione di comunicazioni, adottato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 19 dicembre 2011 (Approvato dal Senato) (ove concluso dalla Commissione);
   n. 3239 – Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Cile sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 25 luglio 2014 (Approvato dal Senato) (ove concluso dalla Commissione);
   n. 3240 – Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Montenegro in materia di cooperazione nel campo della difesa, fatto a Roma il 14 settembre 2011 (Approvato dal Senato) (ove concluso dalla Commissione);
   n. 3331 – Protocollo che modifica la Convenzione tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera per evitare le doppie imposizioni e per regolare talune altre questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio, con Protocollo aggiuntivo, conclusa a Roma il 9 marzo 1976, così come modificata dal Protocollo del 28 aprile 1978, fatto a Milano il 23 febbraio 2015 (ove concluso dalla Commissione).

  Lunedì 9 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

  Discussione sulle linee generali delle proposte di legge:
   n. 1138, 1039 ed abbinate – Misure per favorire l'emersione alla legalità e la tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata;
   n. 348-B – Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato).

  Discussione sulle linee generali della mozione Bergamini e Occhiuto n. 1-00979 concernente iniziative, anche in sede europea, per la tutela del settore risicolo italiano, con particolare riferimento all'importazione del riso dalla Cambogia.

  Martedì 10, mercoledì 11 e giovedì 12 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 13 novembre) (con votazioni)

  Seguito dell'esame dei progetti di legge:
   proposta di legge n. 1138, 1039 ed abbinate – Misure per favorire l'emersione alla legalità e la tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata;

  disegno di legge n. 3194 – Delega al Governo per l'attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 Pag. 126febbraio 2014, sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture (Approvato dal Senato);

  proposta di legge n. 348-B – Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato).

  Seguito dell'esame della mozione Bergamini e Occhiuto n. 1-00979 concernente iniziative, anche in sede europea, per la tutela del settore risicolo italiano, con particolare riferimento all'importazione del riso dalla Cambogia.

  Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

  Lunedì 16 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

  Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
   disegno di legge S. 2070 – Conversione in legge del decreto-legge 30 settembre 2015, n. 153, recante misure urgenti per la finanza pubblica (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 29 novembre 2015).
   proposta di legge n. 2039, 948 ed abbinate – Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato;
   proposta di legge n. 3220 – Disposizioni in materia di acquisto e dismissione delle autovetture di servizio o di rappresentanza delle pubbliche amministrazioni (ove concluso dalla Commissione).

  Martedì 17, mercoledì 18, giovedì 19 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni)

  Seguito dell'esame dei progetti di legge:
   disegno di legge S. 2070 – Conversione in legge del decreto-legge 30 settembre 2015, n. 153, recante misure urgenti per la finanza pubblica (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 29 novembre 2015).
   proposta di legge n. 2039, 948 ed abbinate – Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato;
   proposta di legge n. 3220 – Disposizioni in materia di acquisto e dismissione delle autovetture di servizio o di rappresentanza delle pubbliche amministrazioni (ove concluso dalla Commissione).

  Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nelle settimane precedenti e non conclusi.

  Venerdì 20 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con prosecuzione notturna ed eventualmente nella mattina di sabato 21 novembre)

  Discussione sulle linee generali del disegno di legge costituzionale n. 2613-B – Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione (Approvato, in prima deliberazione, dal Senato, modificato, in prima deliberazione, dalla Camera e nuovamente modificato, in prima deliberazione, dal Senato).

  Lunedì 23 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), martedì 24, mercoledì 25 e giovedì 26 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 27 novembre) (con votazioni)

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  Seguito dell'esame del disegno di legge costituzionale n. 2613-B – Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione (Approvato, in prima deliberazione, dal Senato, modificato, in prima deliberazione, dalla Camera e nuovamente modificato, in prima deliberazione, dal Senato).

  Esame delle proposte di legge:
   n. 1751 – Disposizioni per la protezione degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità nell'interesse pubblico;
   n. 2514 ed abbinate – Modifiche alla disciplina dei requisiti per la fruizione delle deroghe riguardanti l'accesso al pensionamento e la decorrenza delle prestazioni pensionistiche;
   n. 2188 ed abbinate – Disposizioni in materia di candidabilità, eleggibilità e ricollocamento dei magistrati in occasione di elezioni politiche e amministrative nonché di assunzione di incarichi di governo nazionale e negli enti territoriali. Modifiche alla disciplina in materia di astensione e ricusazione dei giudici (Approvata dal Senato).

  Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nelle settimane precedenti e non conclusi.

  Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).

  Lo svolgimento di interpellanze urgenti avrà luogo, di norma, il venerdì (dalle ore 9,30).

  Il martedì, di norma, tra le ore 9 e le ore 11, avrà luogo lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.

  Il Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.
  In una successiva riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo sarà stabilita la data di esame del decreto-legge sulla proroga delle missioni internazionali, in corso di presentazione.
  Dopo l'inizio della sessione di bilancio non potranno essere esaminati dall'Assemblea provvedimenti che comportino nuove o maggiori spese o diminuzioni di entrate, con l'eccezione dei progetti di legge indicati nell'articolo 119, comma 4, del regolamento.
  L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
  Per quanto riguarda la discussione dei progetti di legge n. 3238, n. 3239, n. 3240, n. 3331, n. 1138, 1039 ed abbinate, n. 348-B, n. 2039, 948 ed abbinate, n. 3220, n. 1751, n. 2514 ed abbinate e n. 2188 ed abbinate l'eventuale organizzazione dei tempi sarà valutata sulla base del testo che verrà licenziato dalle Commissioni di merito.
  Il programma s'intende conseguentemente aggiornato.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati.

  PRESIDENTE. Comunico che in data 23 ottobre 2015 il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, il senatore Luis Alberto Orellana in sostituzione del senatore Enrico Buemi, dimissionario.

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Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 20,20).

  CLAUDIO FAVA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO FAVA. Presidente, la ringrazio. Ho assistito, come molti altri colleghi, a una trasmissione televisiva, ieri sera, in cui il presidente della regione Campania, De Luca, si è esibito in un'invettiva abbastanza sgrammaticata nei confronti della presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi.
  Tra le molte cose, sgrammaticate, grossolane e assai offensive che ha pronunciato, ve ne è una che merita di essere sottolineata. Il presidente De Luca dice della Bindi: «Non merita di esistere», utilizzando un linguaggio da camorra, perché è lo stesso linguaggio che la camorra utilizza nei confronti dei propri avversari, decidendo poi di essere conseguente con ciò che ha appena affermato.
  Io penso che questa espressione non sia offensiva soltanto per la presidente Bindi, perché offende questo Parlamento e umilia soprattutto la regione di cui De Luca è presidente. Umilia, inoltre, il lavoro faticoso che, in questi anni, in tanti hanno fatto per combattere la camorra e per combattere quelle espressioni.
  Il presidente De Luca aggiunge una cosa, ritenendo che, la scelta di inserire il suo nome nella lista di coloro che non potevano essere candidati, sia stato «un atto infame e monocratico». È un linguaggio grossolano nella forma e totalmente inesatto nel merito, perché quella scelta è una scelta condivisa dall'intera Commissione parlamentare antimafia, che ha dato applicazione a un codice deontologico che tutte le forze politiche – ripeto: tutte le forze politiche e anche il partito a cui appartiene il presidente De Luca – avevano approvato all'unanimità (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

  COSIMO LATRONICO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  COSIMO LATRONICO. Signor Presidente, la ringrazio per questa opportunità a fine seduta per richiamare, suo tramite, l'attenzione del Governo su una questione che è stata oggetto di una serie di interrogazioni, compresa una mia di recente, relativa alle autorizzazioni che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha rilasciato ad alcune compagnie petrolifere per portare avanti una campagna di ricognizione ai fini della ricerca petrolifera nel Mar Ionio.
  La verità è che questa iniziativa è fortemente contrastata dalle regioni. Sono dieci i consigli regionali che si sono opposti, alcuni depositando in Cassazione quesiti referendari contro le trivellazioni del mar Ionio.
  Ma è controversa anche la tecnica dell’air gun, che rappresenta, appunto anche nella letteratura scientifica, una tecnica controversa per l'impatto ambientale che questa può avere sul contesto ambientale. Parliamo dell'arco ionico, lucano, pugliese, calabrese, dell'area della Magna Grecia, che conserva enormi patrimoni archeologici ed ambientali.
  Io credo che il Governo, di fronte a questa posizione così contraria da parte delle popolazioni e da parte delle regioni, abbia il dovere di prendere atto e di aprire un tavolo di consultazione, ma di tornare anche in Parlamento e di discutere la propria strategia.

  GIUSEPPE ROMANINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE ROMANINI. Grazie, Presidente. Io sono stato sollecitato a intervenire questa sera dopo gli allarmismi provocati, a seguito delle notizie sullo studio realizzato dall'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, che è un organismo specializzato dell'Organizzazione mondiale della sanità, che indicherebbe alcuni tipi di carne, in specifico le carni lavorate e Pag. 129conservate e in misura minore le carni rosse, tra le sostanze potenzialmente cancerogene.
  Molte delle prime interpretazioni date di questa ricerca, con grandi forzature si sono trasformate in una vera e propria condanna del consumo di carne. Basta citare il Codacons che ieri ha presentato un'istanza urgente al Ministero della salute e un esposto al PM di Torino Guariniello affinché siano valutate misure quali la sospensione della vendita per tutti questi prodotti. Un allarmismo ingiustificato se si considerano e si conoscono i contenuti dello studio e le modalità con cui è stato elaborato, che rischiano di produrre effetti negativi sui consumatori, preda di facili allarmismi, ma anche su produttori e allevatori e per le lavoratrici e i lavoratori di uno dei comparti cardine dell'agroalimentare italiano con 180 mila occupati e un valore di circa 32 miliardi di euro.
  Gli stessi esperti della IARC hanno successivamente circostanziato più correttamente il significato della loro ricerca ribadendo con chiarezza che la carne si conferma un alimento con un alto valore nutrizionale e che è la quantità a fare la differenza. Anche istituzioni ed esperti sono intervenuti ma l'allarme era già di fatto molto esteso. Bene hanno fatto il Ministro dell'agricoltura Martina e la Ministra della salute Lorenzin, che peraltro ha già attivato il comitato nazionale per la sicurezza alimentare, a confermare con le loro dichiarazioni che nel nostro Paese abbiamo i più alti standard qualitativi e di sicurezza a livello mondiale sulla produzione e lavorazione delle carni. In più nel nostro Paese il consumo è metà della soglia di rischio indicata dalla stessa OMS in coerenza con la dieta mediterranea che assicura le più lunghe aspettative di vita.

  PRESIDENTE. Concluda.

  GIUSEPPE ROMANINI. Questo mio intervento vuole essere quindi un invito al Governo affinché nel più breve tempo possibile fornisca ai consumatori gli elementi di chiarezza necessari al ripristino di una corretta informazione, strumento indispensabile per scegliere cosa mettere nelle nostre tavole.

  EZIO PRIMO CASATI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EZIO PRIMO CASATI. Grazie Presidente, buonasera colleghi, intervengo nell'ambito della pianificazione sul cambio di destinazione e d'uso da diritto di superficie in diritto di proprietà nei piani di edilizia economica popolare.
  Dico ciò perché con riferimento alla legge di stabilità per il 2014, all'articolo 1, comma 392, si è creata una diversa interpretazione da parte di alcune sezioni della Corte dei conti interpellate che hanno così sentenziato, creando, di fatto, la nascita di comitati dei cittadini sui territori. Non è, infatti, chiara la questione circa la scontistica creata e realizzata a favore di chi opta per passare da diritto di superficie in diritto di proprietà. C’è, per esempio, la Corte dei conti per gli enti locali della regione Lombardia che, di fatto, si allinea a quanto deciso nella legge di stabilità del 2014, e c’è, invece, quella di Roma che dice che le scontistiche non sono assommabili. Questo crea un momento di disagio anche per i comuni ai fini dell'incasso di risorse importanti sia per l’housing sociale sia per le opere pubbliche. Invito il Governo a fare dei chiarimenti sulla questione; invito anche i membri della Commissione finanze della Camera a farsi promotori di una rapida soluzione di questa diatriba che si è creata. Grazie mille.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Presidente, la «capitale morale», sono tutti cittadini onesti di tutte le città d'Italia che combattono contro la corruzione con ogni mezzo, spesso rischiando di proprio: mobbing, minacce e licenziamenti. Altri cittadini Pag. 130al contrario non sanno nemmeno del loro diritto all'accesso civico garantito dall'Autorità nazionale anticorruzione. L'accesso civico è una forma di partecipazione del cittadino per garantire la trasparenza degli enti pubblici che noi abbiamo pubblicizzato ad Italia 5 Stelle il 17 e 18 ottobre con un apposito gazebo dedicato, che ha avuto un enorme successo di pubblico. Roma è conciata da far schifo, ma l'inno a Milano, capitale morale, da parte del presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, è stonato e sciocco. Expo ha scoperchiato un sistema di tangenti a pacchi; a Milano hanno sede alcune banche al centro di indagini pesantissime, coinvolte con la mafia siciliana. Formigoni se n’è dovuto scappare a gambe levate; Maroni è sotto indagine, l'ex assessore alla sanità lombarda della giunta Maroni è stato arrestato esattamente 15 giorni fa per corruzione aggravata.
  Cantone è un pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni. Oggi abbiamo deciso di sostituirci a lui, visto che lui lavora da politico, noi lavoreremo da cittadini e da pubblici ufficiali. Andate sul sito dell'Autorità nazionale anticorruzione e denunciate tutte quelle mancanze di trasparenza che sono i reati spia, spia della corruzione. Ci sono migliaia di segnalazioni inevase e senza risposte. Risposte che sono obbligatorie da parte dell'ANAC e che non preoccupano minimamente Cantone. Quando saremo al Governo garantiremo le risposte alle segnalazioni dei cittadini nei corretti termini di legge (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ANDREA VALLASCAS. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA VALLASCAS. Grazie Presidente, intervengo per sollecitare la risposta a delle interrogazioni, esattamente all'interrogazione n. 5-04741, in merito ai certificati bianchi rilasciati alla flotta di treni ad alta velocità Italo, e a un'altra importante interrogazione, quella sul conflitto di interessi tra Costamagna e Gallia, che attualmente guidano la Cassa depositi e prestiti, la n. 3-01537. Inoltre, chiedo che venga modificata l'interrogazione a risposta in Commissione in merito all'Enit, la n. 5-06773, in interrogazione a risposta orale.

  PIA ELDA LOCATELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signor Presidente. Un breve intervento per ricordare che sabato 31 ottobre ricorre il quindicesimo anniversario dell'approvazione unanime della risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite su donne, pace e sicurezza. È una data importante ed è una risoluzione importante che impegna gli Stati membri a valorizzare il ruolo delle donne nella soluzione dei conflitti, nella costruzione della pace, per la prevenzione della violenza sulle donne e sulle ragazze e per la promozione dell'uguaglianza tra uomini e donne come elemento sostanziale nel processo di costruzione o ricostruzione degli Stati in situazione di post conflitto. Il nostro si trova tra i Paesi virtuosi per numero di presenze femminili nelle missioni internazionali, non molte per la verità, l'8 per cento, ma la media globale è ben più bassa. È virtuoso per la qualità della nostra partecipazione a processi di ricostruzione e stabilizzazione delle istituzioni. Non solo, siamo tra i quarantanove Paesi che hanno approvato il piano nazionale per l'implementazione della risoluzione 1325. Quarantanove Paesi su quasi duecento, cioè un Paese su quattro. C’è ancora molto da fare nel modo su questo tema. La risoluzione 1325 è la prima di una serie di risoluzioni delle Nazioni Unite per favorire partecipazione, inclusività e sostenibilità, cioè per dare qualità ed umanità agli interventi internazionali in aree di conflitto e post conflitto e tutti sappiamo che la presenza femminile è preziosa in questi ambiti (Applausi dei deputati Pag. 131del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (Psi) – Liberali per l'Italia (PLI)).

  WALTER RIZZETTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente. Io ricordo in primis a me stesso e all'Aula che il regolamento delle università statali vieta espressamente di concedere spazi a partiti per iniziative di carattere politico. Questa è una regola che è stata la scorsa settimana completamente disattesa, in modo anche abbastanza violento, dal Partito Democratico che ha, di fatto, occupato l'università statale di Udine. Quindi, Presidente, per suo tramite, vorrei sollecitare la risposta alla mia interrogazione scritta al Ministro Giannini, la n. 5-06770. Presidente in quella data, quando il Partito Democratico ha occupato, con il placido benestare del rettore dell'università, la stessa università di Udine ha consegnato agli studenti per entrare dei badge marchiati Partito Democratico. C'erano degli stand dei deputati del Partito Democratico che evidentemente facevano pubblicità del loro partito e non avevano nulla a che fare con il mondo accademico, con il mondo dell'università. Era una festa di partito. Hanno, tra l'altro, consegnato copie gratuite del redivivo giornale L'Unità.
  Queste sono cose che all'università e nella scuola pubblica non si fanno. Non vorremmo essere noi a ricordarlo al Partito Democratico all'interno dell'Aula della Camera dei deputati, ma quantomeno l'interrogazione da noi presentata deve necessariamente avere una risposta.
  Infatti ci sono rimasti male sia gli studenti, che hanno dovuto ad un certo punto partecipare a questa iniziativa di partito, sia le persone che dovevano passare attraverso quella via – c'era più celere rispetto al G8 – e che non potevano, Presidente, recarsi né al lavoro né dal medico né a farsi una passeggiata in quella via. Infatti, il Partito Democratico, oltre che occupare l'università, ha di fatto chiuso un'intera via al traffico, grazie anche – non è colpa loro chiaramente – all'aiuto delle forze dell'ordine, che hanno dovuto eseguire un'altra volta un ordine di partito (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera).

  PRESIDENTE. La ringrazio. A questo proposito oggi la Ministra Giannini ha risposto ad un'interrogazione, proprio su questo tema, durante il question time.

  DAVIDE TRIPIEDI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE TRIPIEDI. Grazie Presidente. Questo mio intervento vuole sottolineare l'ennesimo furto da parte del Governo sul fondo delle attività usuranti: 500 milioni di euro spariti sulla pelle e sulla carne viva delle persone. Noi non possiamo più accettare questa violenza, perché questa è violenza, è abusare delle persone ! Infatti non si può continuare a derubare i fondi per chi svolge un'attività faticosa: 500 milioni che potevano dare una risposta a quelle persone che possono veramente dare molto alla nazione. C’è stato un vero scippo da parte del Governo. Noi vigileremo, come al solito, per fare sì che quei soldi vadano a chi li aspetta.
  Non ne possiamo più ! Il MoVimento 5 Stelle da due anni e mezzo lavora su questo tema. Ci sono atti parlamentari che dimostrano l'impegno da parte del MoVimento 5 Stelle di volere dare una soluzione a questi lavoratori, ma non veniamo ascoltati da questo Governo che specula sulla vita delle persone.

Ordine del giorno della prossima seduta.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

  Venerdì 30 ottobre 2015, alle 9,30:

  Svolgimento di interpellanze urgenti.

  La seduta termina alle 20,35.

Pag. 132

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Mozione n. 1-01031 – Promozione di una Carta dei diritti in Internet e governance della rete

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 17 minuti
 MoVimento 5 Stelle 32 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 27 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 20 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 18 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei
 Popoli – Noi con Salvini
17 minuti
 Per l'Italia – Centro Democratico 16 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 19 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 6 minuti
  Alternativa Libera 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 4 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 133

Ddl di ratifica nn. 2711 e 3242

Tempo complessivo: 2 ore per ciascun disegno di legge di ratifica.

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 17 minuti (con il limite massimo di 2 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 23 minuti
 Partito Democratico 19 minuti
 MoVimento 5 Stelle 12 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 10 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 6 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 6 minuti
 Scelta civica per l'Italia 6 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei
 Popoli – Noi con Salvini
5 minuti
 Per l'Italia – Centro Democratico 6 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 5 minuti
 Misto: 8 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 2 minuti
  Alternativa Libera 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
2 minuti

Mozione n. 1-00979 – Iniziative volte a tutelare il settore risicolo italiano

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti Pag. 134
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 17 minuti
 MoVimento 5 Stelle 32 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 27 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 20 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 19 minuti
 Scelta civica per l'Italia 18 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei
 Popoli – Noi con Salvini
17 minuti
 Per l'Italia – Centro Democratico 16 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 15 minuti
 Misto: 19 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 6 minuti
  Alternativa Libera 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 4 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione

Ddl n. 3194 – Delega appalti pubblici

Seguito dell'esame: 13 ore.

Relatori (complessivamente) 30 minuti
Governo 30 minuti
Richiami al Regolamento 20 minuti
Tempi tecnici 2 ore
Interventi a titolo personale 1 ore e 49 minuti (con il limite massimo di 13 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 7 ore e 51 minuti Pag. 135
 Partito Democratico 1 ora e 53 minuti
 MoVimento 5 Stelle 1 ora e 12 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 56 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 36 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 36 minuti
 Scelta civica per l'Italia 33 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 31 minuti
 Per l'Italia – Centro Democratico 31 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 26 minuti
 Misto: 37 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 12 minuti
  Alternativa Libera 12 minuti
  Minoranze Linguistiche 7 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
6 minuti

Ddl cost. n. 2613-B – Riforma costituzionale

Discussione generale: 12 ore e 15 minuti.

Relatori per la maggioranza 30 minuti (complessivamente)
Relatori di minoranza 15 minuti (complessivamente)
Governo 30 minuti
Richiami al Regolamento 30 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 56 minuti (con il limite massimo di 23 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 8 ore e 34 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 23 minuti
 MoVimento 5 Stelle 51 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 49 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 49 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 47 minuti Pag. 136
 Scelta civica per l'Italia 48 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei
 Popoli – Noi con Salvini
46 minuti
 Per l'Italia – Centro Democratico 47 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 46 minuti
 Misto: 48 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE - Movimento Associativo italiani all'estero 16 minuti
  Alternativa Libera 16 minuti
  Minoranze Linguistiche 8 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI)
8 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Moz. Businarolo e a 1-783 p I 361 342 19 172 342 88 Appr.
2 Nom. Moz. Businarolo e a 1-783 p II 364 344 20 173 108 236 89 Resp.
3 Nom. Moz. Scotto e a 1-912 371 356 15 179 355 1 88 Appr.
4 Nom. Moz. Misiani e a 1-1032 378 360 18 181 300 60 87 Appr.
5 Nom. Moz. Guidesi e a 1-1034 385 378 7 190 378 87 Appr.
6 Nom. Moz. Tancredi e a 1-1036 382 286 96 144 286 87 Appr.
7 Nom. Moz. Palese e a 1-1037 393 387 6 194 387 87 Appr.
8 Nom. Moz. Mucci e a 1-1042 392 372 20 187 372 88 Appr.
9 Nom. Moz. Mazziotti e Monchiero 1-1043 400 365 35 183 365 88 Appr.
10 Nom. Moz. Rampelli e a 1-1044 403 376 27 189 375 1 87 Appr.
11 Nom. Pdl 3169-A e abb.-articolo agg. 01.02 373 369 4 185 76 293 86 Resp.
12 Nom. em. 1.32 389 379 10 190 38 341 86 Resp.
13 Nom. testo alter. rel. min. Ferraresi 413 411 2 206 71 340 85 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1.2 414 412 2 207 43 369 84 Resp.
15 Nom. em. 1.56 423 397 26 199 76 321 83 Resp.
16 Nom. em. 1.41 416 412 4 207 81 331 83 Resp.
17 Nom. em. 1.6 405 328 77 165 29 299 82 Resp.
18 Nom. em. 1.11 415 411 4 206 30 381 82 Resp.
19 Nom. em. 1.12 416 404 12 203 101 303 82 Resp.
20 Nom. em. 1.9 414 341 73 171 8 333 82 Resp.
21 Nom. em. 1.101 422 337 85 169 308 29 82 Appr.
22 Nom. em. 1.71 428 422 6 212 93 329 82 Resp.
23 Nom. em. 1.44, 1.50 426 420 6 211 385 35 82 Appr.
24 Nom. em. 1.51 431 304 127 153 18 286 81 Resp.
25 Nom. em. 1.74 428 343 85 172 10 333 81 Resp.
26 Nom. em. 1.75 432 354 78 178 19 335 81 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. subem. 0.1.100.2 430 425 5 213 391 34 81 Appr.
28 Nom. em. 1.100 436 358 78 180 335 23 80 Appr.
29 Nom. em. 1.57 422 419 3 210 95 324 80 Resp.
30 Nom. em. 1.72 427 348 79 175 18 330 80 Resp.
31 Nom. em. 1.58 425 410 15 206 83 327 80 Resp.
32 Nom. em. 1.40 414 411 3 206 32 379 80 Resp.
33 Nom. em. 1.102 422 347 75 174 318 29 80 Appr.
34 Nom. articolo 1 428 310 118 156 288 22 80 Appr.
35 Nom. em. 2.101 378 303 75 152 283 20 79 Appr.
36 Nom. em. 2.102 390 318 72 160 297 21 79 Appr.
37 Nom. em. 2.6 409 386 23 194 75 311 79 Resp.
38 Nom. em. 2.100 420 317 103 159 315 2 79 Appr.
39 Nom. em. 2.70 418 347 71 174 59 288 79 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 2.71 412 340 72 171 60 280 79 Resp.
41 Nom. em. 2.9 399 393 6 197 87 306 79 Resp.
42 Nom. em. 2.55 407 401 6 201 91 310 79 Resp.
43 Nom. em. 2.14 413 411 2 206 29 382 79 Resp.
44 Nom. em. 2.56 421 417 4 209 90 327 78 Resp.
45 Nom. em. 2.42 427 427 214 30 397 78 Resp.
46 Nom. articolo 2 424 314 110 158 285 29 78 Appr.
47 Nom. Testo alt. rel. min. Ferraresi 417 393 24 197 80 313 78 Resp.
48 Nom. em. 3.50 405 399 6 200 89 310 77 Resp.
49 Nom. articolo 3 421 376 45 189 344 32 77 Appr.
50 Nom. Testo alt. rel. min. Ferraresi 400 375 25 188 87 288 77 Resp.
51 Nom. em. 4.50 389 347 42 174 102 245 77 Resp.
52 Nom. em. 4.51 401 360 41 181 106 254 77 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 4.52 405 377 28 189 374 3 76 Appr.
54 Nom. articolo 4 408 373 35 187 348 25 76 Appr.
55 Nom. testo alt. rel. min. Ferraresi 358 338 20 170 64 274 83 Resp.
56 Nom. em. 6.54 368 356 12 179 102 254 82 Resp.
57 Nom. em. 6.5 372 369 3 185 110 259 82 Resp.
58 Nom. em. 6.51 379 379 190 31 348 82 Resp.
59 Nom. em. 6.101 378 293 85 147 279 14 82 Appr.
60 Nom. em. 6.57 384 347 37 174 103 244 82 Resp.
61 Nom. em. 6.56 387 366 21 184 33 333 82 Resp.
62 Nom. em. 6.59 389 389 195 42 347 82 Resp.
63 Nom. em. 6.60 390 375 15 188 102 273 82 Resp.
64 Nom. em. 6.100 388 319 69 160 289 30 82 Appr.
65 Nom. em. 6.4 392 388 4 195 118 270 80 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. articolo 6 395 316 79 159 292 24 80 Appr.
67 Nom. articolo agg. 6.01 394 387 7 194 95 292 80 Resp.
68 Nom. articolo agg. 6.02 398 377 21 189 101 276 80 Resp.
69 Nom. articolo agg. 6.03 404 401 3 201 112 289 79 Resp.
70 Nom. articolo agg. 6.04 397 395 2 198 93 302 79 Resp.
71 Nom. articolo agg. 6.05 405 402 3 202 111 291 78 Resp.
72 Nom. articolo 7 402 299 103 150 277 22 77 Appr.
73 Nom. articolo 8 395 296 99 149 275 21 77 Appr.
74 Nom. Testo altern. rel. min. Ferraresi 393 372 21 187 73 299 75 Resp.
75 Nom. em. 5.101 404 311 93 156 302 9 75 Appr.
76 Nom. em. 5.100 399 306 93 154 305 1 75 Appr.
77 Nom. articolo 5 404 311 93 156 293 18 75 Appr.
78 Nom. odg 9/3169-A ed abb./8 396 316 80 159 35 281 75 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 89)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. odg 9/3169-A ed abb./12 401 365 36 183 79 286 75 Resp.
80 Nom. Pdl 3169-A ed abb. – voto finale 397 296 101 149 276 20 72 Appr.
81 Segr Doc. IV, n. 10-A 388 388 195 342 46 69 Appr.
82 Nom. Moz. Ravetto e a. n. 1-989 347 271 76 136 271 67 Appr.
83 Nom. Moz. Brescia e a. n. 1-1033 347 324 23 163 88 236 67 Resp.
84 Nom. Moz. Fiano e a. n. 1-1035 349 344 5 173 268 76 67 Appr.
85 Nom. Moz. Marotta e a. n. 1-1039 348 345 3 173 270 75 67 Appr.
86 Nom. Moz. Palazzotto e a. n. 1-1045 349 261 88 131 252 9 67 Appr.
87 Nom. Moz. Artini e a. n. 1-1047 348 263 85 132 253 10 67 Appr.
88 Nom. Moz. Mazziotti di Celso e a 1-1048 346 343 3 172 269 74 67 Appr.
89 Nom. Moz. Molteni e a. n. 1-1049 348 331 17 166 15 316 67 Resp.