Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 511 di martedì 27 ottobre 2015

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

  La seduta comincia alle 10.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 23 ottobre 2015.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Alli, Artini, Baretta, Antimo Cesaro, Cicchitto, Damiano, Epifani, Faraone, Gentiloni Silveri, La Marca, Mazziotti Di Celso, Meta, Pes, Picchi, Piccoli Nardelli, Quartapelle Procopio, Sanga, Schullian e Senaldi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di interrogazioni.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.

(Iniziative di competenza per assicurare adeguati standard nel servizio di trasporto ferroviario, con specifico riferimento al territorio dell'Umbria – nn. 3-01787 e 3-01790)

  PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Giulietti e Brandolin n. 3-01787 e Gallinella e Ciprini n. 3-01790, concernenti iniziative di competenza per assicurare adeguati standard nel servizio di trasporto ferroviario, con specifico riferimento al territorio dell'Umbria, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A – Interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Umberto Del Basso De Caro, ha facoltà di rispondere.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Grazie, Presidente. Rispondo congiuntamente in quanto gli atti in discussione vertono su analogo argomento.
  In premessa, evidenzio che, in base a quanto stabilito dal decreto legislativo n. 422 del 1997, la programmazione dei servizi regionali, i quali assicurano principalmente la mobilità della clientela pendolare, è di competenza regionale.
  Pertanto, i rapporti delle singole regioni con Trenitalia sono disciplinati da contratti di servizio, nell'ambito dei quali vengono stabiliti, tra l'altro, il volume e le Pag. 2caratteristiche dei servizi da effettuare sulla base delle risorse economiche rese disponibili da ciascuna regione per il trasporto ferroviario nel proprio territorio, nonché i relativi standard qualitativi e i meccanismi di penalità da applicare nei casi di eventuali difformità dai parametri contrattualmente stabiliti.
  Ricordo anche che i servizi ferroviari regionali sono oggetto di un processo di razionalizzazione ed efficientamento, come previsto dall'articolo 16-bis del decreto-legge n. 95 del 2012, così come modificato e integrato dall'articolo 1, comma 301, della legge di stabilità 2013. Tale processo è oggetto di verifica da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, anche nell'ambito dell'attività dell'Osservatorio nazionale sul trasporto pubblico locale, istituito con l'articolo 1, comma 300, della legge 24 dicembre 2007, n. 244.
  In via generale, occorre considerare che il parco rotabili del trasporto regionale ha attualmente un'età media di circa 25 anni, alcune carrozze sono prive di impianto di climatizzazione, mentre per altre l'installazione è successiva alla costruzione e ciò determina problemi di compatibilità con la struttura dei mezzi e una limitata affidabilità. Soltanto i rotabili di ultima generazione, infatti, sono dotati di impianti adeguati e pienamente efficaci: per i mezzi più recenti la percentuale media di efficienza della climatizzazione è stata di circa il 95 per cento, mentre per quelli più vecchi si sono sfiorate percentuali di indisponibilità pari al 40 per cento nei giorni più critici.
  Inoltre, va rilevato che, mentre alcune regioni hanno investito risorse economiche per il rinnovo del materiale rotabile, altre non hanno seguito la medesima linea di indirizzo. È evidente, quindi, come a fronte di picchi di temperature come quelli della scorsa estate si possano essere determinate situazioni di rilevante criticità su treni regionali e intercity, con i conseguenti disagi ai viaggiatori riferiti dagli onorevoli interroganti.
  In ogni caso, per fronteggiare l'emergenza caldo della scorsa estate, Trenitalia ha predisposto una serie di misure su tutto il territorio nazionale: presenziamento a bordo treno con tecnici esperti in climatizzazione sulle tratte più critiche; istituzione di presidi tecnici nelle principali stazioni; aumento delle attività manutentive sulle carrozze con prestazioni straordinarie; incremento del presidio degli impianti di manutenzione; rafforzamento delle attività di assistenza alla clientela con distribuzione di kit di conforto e previsione, ove necessario, di mezzi alternativi per il trasporto di viaggiatori nonché di pernottamenti in strutture alberghiere; rotazione strategica dei convogli, finalizzata a utilizzare quelli più performanti o con maggiori dotazioni tecnologiche, nelle aree e lungo le linee dove i picchi di calore erano più elevati; massima attenzione durante le soste, con l'avvio della climatizzazione nelle vetture con largo anticipo rispetto agli orari di partenza dei treni.
  Inoltre, Trenitalia fa presente di aver disposto, nelle situazioni di maggiore criticità, indennizzi variabili a seconda dell'entità del disagio subito dai viaggiatori. Anche in Umbria sono state adottate misure straordinarie con, in modo particolare, l'attivazione di task force e impianti di manutenzione aperti continuativamente. Le azioni messe in campo hanno consentito di ridurre, già nella seconda parte del mese di luglio, fino al 50 per cento dei guasti agli impianti di climatizzazione delle vetture in circolazione nella regione Umbria.
  Circa la pulizia dei treni regionali dell'Umbria, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti solleciterà Trenitalia ad aprire un dialogo costante con le regioni al fine di individuare soluzioni adeguate per migliorare gli standard qualitativi contrattualmente previsti.
  Quanto, infine, al materiale rotabile intercity, assicuro che in sede di rinnovo del contratto di servizio Ministero delle infrastrutture e dei trasporti-Ministero dell'economia e delle finanze-Trenitalia verrà senz'altro presa in considerazione la possibilità di prevedere adeguate risorse per l'ammodernamento dei rotabili.

Pag. 3

  PRESIDENTE. L'onorevole Giulietti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione, per cinque minuti.

  GIAMPIERO GIULIETTI. Grazie, Presidente. Io ringrazio il Governo per la risposta e per gli impegni presi per il futuro. Oggi siamo ad ottobre e le preoccupazioni che abbiamo avuto per i mesi estivi non vorremmo si manifestassero, in modo ovviamente differente, per i mesi invernali. Prendo atto degli impegni del Governo, sia sugli intercity, sia per quanto riguarda la pulizia, sia per quanto riguarda la manutenzione. È evidente che la regione Umbria necessita di un sistema ferroviario di trasporti più efficiente; è evidente, altresì, che il Governo e la regione insieme dovranno su questo, attraverso i contratti di servizio e attraverso un impegno comune, poter garantire ai pendolari, a chi usufruisce del trasporto su ferro, adeguati servizi in termini di pulizia, di efficienza e di puntualità, uno dei problemi che, tra l'altro, si pone spesso, anche al di là del periodo estivo. Tra l'altro, auspico anche che Governo e regioni, soprattutto in un rapporto stretto tra RFI e la rete ferroviaria regionale, possano insieme, anche su questo, procedere ad un miglioramento della rete ferroviaria umbra, tenendo anche presente che la stessa rete regionale, con la parziale interruzione di quella che era l'ex ferrovia centrale umbra, oggi ha bisogno di maggiore impegno e maggiore manutenzione. Per questo, è auspicabile che regione e Governo trovino il modo di avere un rapporto sempre più sinergico con Rete ferroviaria italiana e la rete regionale, per poter garantire interazione ma anche per poter supplire a carenze comunque presenti nel territorio. Dopo di che, nel contratto di servizio si potrà trovare anche qualche necessario aggiustamento che consenta ai pendolari umbri di avere un servizio migliore.

  PRESIDENTE. L'onorevole Gallinella ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  FILIPPO GALLINELLA. Presidente, grazie sottosegretario De Caro. Lei ha evidenziato due aspetti: la questione dei servizi regionali e la questione dei servizi intercity. Chiaramente – a denti stretti l'ha detto – ha evidenziato che il materiale rotabile dell'Umbria è piuttosto anziano. La regione non ha fatto la manutenzione e l'aggiornamento delle carrozze, quindi le responsabilità sono ben chiare; responsabilità che poi si sono dimostrate anche sulla linea FCU che è stata appena citata, che è stata interrotta e c'era il servizio sostitutivo autobus perché nel tempo la regione non ha fatto nulla. Quindi, sul servizio regionale le responsabilità sono piuttosto chiare e noi più volte l'abbiamo denunciato e abbiamo anche presentato altre interrogazioni sulla lesione del diritto alla mobilità per i cittadini umbri.
  Abbiamo anche scritto al Ministro Delrio su tale questione un'altra interrogazione, sperando che a breve ci risponderà.
  Sulla questione degli intercity si tratta di treni che vanno sul mercato, a gestione Trenitalia, e il Governo sicuramente ha più potere di intervenire rispetto alla mediazione regionale, che la regione svolge con Trenitalia. La questione che abbiamo sollevato con questa e con altre interrogazioni è che purtroppo la regione Umbria per tanti motivi, anche perché c’è un unico binario, non ha un servizio efficiente dal punto di vista ferroviario, soprattutto con i collegamenti che vanno da Perugia a Roma; anche perché per alcune tratte del raddoppio, nonostante i soldi stanziati, non si sa che fine hanno fatto i relativi lavori.
  Per questo io la ringrazio della risposta, perché ha evidenziato quello che effettivamente i comitati dei pendolari umbri segnalano da tempo, che la regione non ha fatto investimenti adeguati: non so per quale motivo, forse perché ha dirottato soldi su altre direzioni. Ieri c’è stata una conferenza in regione per parlare di questo; attendiamo risultati, proprio perché la situazione dei fondi a servizio dell'aggiornamento delle linee e delle carrozze ha creato un problema, soprattutto d'estate Pag. 4con il condizionamento. Numerosi sono comunque stati i problemi, perché poi ci sono stati incendi, eccetera eccetera. Il materiale è piuttosto vecchio, la rotazione almeno io non l'ho vista: io faccio il pendolare, la rotazione almeno per le carrozze regionali non l'ho vista; e numerosi sono i ritardi.
  Sugli intercity c’è stato il problema che ha sollevato lei: le porte non si chiudono mai, quindi anche questo è un intervento che chiedo al Governo di sollecitare a Trenitalia, per adeguare anche questi tipi di situazioni.
  Un altro fatto molto grave che voglio evidenziare qui è che sui convogli intercity mi è stato segnalato, ci sono state anche denunce: che solitamente c’è una carrozza di prima classe, che è la numero 2, e le altre sono di seconda classe; vengono venduti abbonamenti di prima classe, e molte volte la carrozza di prima classe non c’è: e quindi, quando si verifica questo tipo di evento, ci sono quotidiane liti tra chi ha il biglietto di prima classe, l'abbonamento e non viene rimborsato perché non trova neanche posto.
  Ho voluto quindi brevemente evidenziare la situazione umbra, che prevede la responsabilità della regione e dell'amministrazione regionale per quanto riguarda la manutenzione delle carrozze obsolete, che poi hanno creato questo disagio; e poi gli stessi problemi si vedono nella manutenzione della tratta della FCU.
  Un altro disagio è poi il seguente: Trenitalia ha abbandonato la voglia di sviluppare sia la linea che la manutenzione degli intercity e dei collegamenti, forse perché c’è poco transito. Tra l'altro c’è stata anche una discussione nel passato a proposito della tratta di Orvieto che si voleva chiudere, perché anche se ci sono poche persone, anche quelle hanno diritto di spostarsi.
  Quindi io chiedo al Governo di impegnarsi su tutti i fronti, sia con la regione che con Trenitalia, perché il diritto alla mobilità del cittadino dev'essere garantito, altrimenti è una regione che rimarrà isolata.

  PRESIDENTE. Colleghi, adesso dovremmo passare ad altre due interrogazioni, quella dell'onorevole Rostellato e quella dell'onorevole Gagnarli, con le quali mi scuso ma abbiamo bisogno di un po’ di tempo perché c’è un ritardo da parte del rappresentante del Governo. Segnalo che già il Governo non appare generoso nella risposta alle interrogazioni; se poi ci aggiungiamo anche che quando deve venire arriva in ritardo il problema non è di poco conto.
  Comunque siamo costretti a sospendere la seduta, che riprenderemo alle 10,30.

  La seduta, sospesa alle 10,15, è ripresa alle 10,30.

(Iniziative in relazione alla bonifica della raffineria Tamoil di Cremona – n. 3-01788)

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Silvia Velo, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Rostellato ed altri n. 3-01788, concernente iniziative in relazione alla bonifica della raffineria Tamoil di Cremona (Vedi l'allegato A – Interrogazioni).

  SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Il procedimento penale n. 1956/07, iscritto presso il registro generale delle notizie di reato della Procura della Repubblica di Cremona, contro Abulaiha Mohamed Saleh più quattro, si inserisce nell'ambito delle attività svolte dalla raffineria di Cremona, gestita dagli anni Ottanta dal gruppo Tamoil, ossia da Tamoil Raffinazione Spa e Tamoil Italia Spa, secondo le denominazioni esistenti all'epoca dei fatti contestati nel procedimento.
  Nella richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura avverso Abulahia Mohamed Saleh e altri, risultano contestati i seguenti reati: articolo 434 (disastro doloso) e 449 c.p. (avvelenamento di acque e sostanze alimentari), in relazione alla Pag. 5dispersione nell'ambiente di vapori esplosivi ed alla mancata adozione di misure di sicurezza idonee ad aspirare i gas infiammabili sprigionatisi dal sottosuolo gravemente contaminato per presenza, nel suolo e nella falda superficiale, di idrocarburi; articolo 449 c.p. (avvelenamento di acque e sostanze alimentari); articolo 137 del decreto legislativo n. 152 del 2006 (scarico abusivo); articolo 256, comma 1, lettera b) e comma 2 articolo 257 del decreto legislativo n. 152 del 2006 (gestione illecita di rifiuti) in relazione a reiterate condotte di sversamento al suolo di sostanze inquinanti che penetravano nel terreno e nella falda acquifera (dovute a forme abituali di gestione illecita di rifiuti, ad incidenti, a perdite dai serbatoi o dalla rete di raccolta delle acque), alla mancata adozione di idonei interventi di messa in sicurezza di emergenza ed al mancato impedimento della migrazione di sostanze inquinanti.
  Dalla relazione tecnica di ISPRA, acquisita in data 24 ottobre 2012, emerge una migrazione delle sostanze inquinanti presenti nelle acque della falda sottostante allo stabilimento verso l'esterno, con una contaminazione della falda nella zona compresa tra lo stabilimento ed il fiume Po, nonché dei suoli esposti al contatto con l'acquifero e lo stesso fiume Po. Inoltre, viene rilevato che l'omessa attivazione delle necessarie misure di messa in sicurezza, realizzate solo nel 2007, avrebbe determinato un aggravamento della contaminazione, sia in termini di estensione nello spazio, che di permanenza nel tempo.
  L'ISPRA, inoltre, ipotizza un danno ambientale di notevole consistenza e individua alcune possibili misure di riparazione compensativa, come ad esempio interventi di gestione e manutenzione dell'area del Parco del Po, per un valore economico di circa 5,4 milioni di euro, riservandosi di fornire, in una fase successiva, una precisa valutazione delle voci di danno individuate.
  Con specifico riferimento alla richiesta di informazioni in ordine alla procedura seguita dal Ministero si fa presente che, dal giorno in cui il procedimento è stato notificato come da prassi presso l'Avvocatura di Brescia, il Ministero dal 23 maggio 2012 ha avviato tramite le competenti strutture tecniche interne e l'ISPRA la necessaria istruttoria tecnica che si è conclusa con apposita relazione dell'ISPRA. Al tal fine si chiarisce che, contestualmente all'acquisizione della predetta relazione in data 24 ottobre 2012, è stata formulata la richiesta di autorizzazione alla costituzione di parte civile alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Tale autorizzazione, sulla base del parere reso dall'Avvocatura distrettuale dello Stato, è stata tuttavia negata.
  In ultimo, a seguito della intervenuta sentenza di condanna di primo grado, la competente Direzione generale ha richiesto all'Avvocatura distrettuale dello Stato di avviare un'azione civile di risarcimento del danno.

  PRESIDENTE. L'onorevole Rostellato ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

  GESSICA ROSTELLATO. Grazie, Presidente. Ringrazio il sottosegretario Velo per la risposta di cui mi dichiaro soddisfatta, auspicando che per il futuro si riesca ad ottenere un risarcimento dei danni che possa aiutare anche per la bonifica del sito inquinato, in attesa della valutazione complessiva del danno causato al territorio e dell'importo necessario per la bonifica totale.

(Iniziative per la tutela dell'orso bruno nel settore centro-orientale dell'arco alpino – n. 3-01789)

  PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Silvia Velo, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Gagnarli n. 3-01789, concernente iniziative per la tutela dell'orso bruno nel settore centro-orientale dell'arco alpino (Vedi l'allegato A – Interrogazioni).

Pag. 6

  SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, con riferimento all'aggressione di un podista da parte di una femmina di orso, avvenuta il 10 giugno scorso a Cadine, vicino Trento, si rappresenta quanto segue. Il Ministero dell'ambiente ha seguito la vicenda fin da subito, in raccordo con la provincia autonoma di Trento e ISPRA. Infatti, già nella mattinata successiva si è svolta la prima videoconferenza sul tema, che ha coinvolto la competente Direzione generale per la protezione della natura e del mare, l'ISPRA e la provincia autonoma di Trento. Successivamente, anche il Ministro Galletti ha incontrato più volte il presidente della provincia per fare il punto sugli sviluppi della vicenda.
  La provincia di Trento, in raccordo con il Ministero dell'ambiente, ha immediatamente avviato tutte le procedure e le iniziative più idonee per garantire la sicurezza dei cittadini e la conservazione della specie orso, nel pieno rispetto delle norme nazionali e comunitarie.
  ISPRA è stata altresì incaricata di una verifica con esperti internazionali sulle cause e modalità dell'incidente e sulle prassi gestionali seguite in altri Paesi. Anche tale verifica ha portato a ritenere valide le azioni intraprese dalla provincia. Nel merito, si osserva che l'ordinanza contingibile ed urgente è uno strumento che il presidente della provincia può legittimamente assumere per la pubblica sicurezza e costituisce un atto che non necessita di alcuna autorizzazione da parte del Ministero dell'ambiente ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997, come peraltro confermato dalle pronunce del Consiglio di Stato.
  Sotto il profilo completamente distinto ed indipendente dalle vicende dell'orsa Daniza e dall'incidente di Cadine, si segnala inoltre che è stato lungamente vagliato e discusso un aggiornamento del Piano d'azione per la conservazione dell'orso bruno nelle Alpi centro-orientali, infine adottato lo scorso 30 luglio con la finalità di migliorare lo stato di conservazione complessivo della popolazione di orsi. In base a tale aggiornamento, tra le molteplici e graduate possibilità di intervento sugli orsi viene inclusa anche quella di rimuovere orsi in funzione di una loro particolare dannosità oltre che pericolosità, per modulare le diverse azioni in ragione del rischio per l'incolumità pubblica.
  Il presupposto del pericolo deve essere valutato caso per caso e laddove non ricorrano le condizioni per un'ordinanza contingibile ed urgente la provincia dovrà avanzare specifica richiesta di autorizzazione ministeriale ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997, da valutare sulla base di un parere tecnico di ISPRA. Si tratta di un assetto perfettamente conforme alle norme nazionali e comunitarie. Del resto, si consideri che le iniziative di conservazione degli orsi realizzate negli anni con i fondi LIFE e con il grande impegno della provincia autonoma di Trento hanno visto un accrescimento del numero di orsi che oggi conta circa cinquanta esemplari.

  PRESIDENTE. L'onorevole Gagnarli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

  CHIARA GAGNARLI. Signor Presidente, grazie sottosegretario, in realtà non sono particolarmente soddisfatta in quanto è vero quello che ha detto il sottosegretario sulla concertazione della provincia di Trento con il Ministero, ma è anche vero che il 25 luglio 2015 il consiglio provinciale di Trento ha votato una mozione per ridurre il numero di orsi e l'unico voto contrario è stato quello – per fortuna – del consigliere del MoVimento 5 Stelle.
  Ad oggi ci risultano effettivamente 41 orsi e 12-13 nati nel 2015. L'obiettivo del progetto Life Ursus prevedeva il raggiungimento di circa 40-60 orsi adulti; il Rapporto orso ci dice che negli anni la consistenza dell'orso è già in declino, era di 49 orsi nel 2012, 41 nel 2014. Quindi se l'obiettivo era di conservare e arrivare a 60, come nel progetto, non capisco perché Pag. 7poi si decida di ridurre senza nessuna motivazione andando contro al progetto per il quale si sono presi anche dei finanziamenti europei.
  In base a quali criteri si stabilisce che gli orsi in quella zona sono troppi ? Se il criterio è quello della tolleranza umana questo ci risulta davvero inaccettabile. È inaccettabile che ci si vanti di un progetto che serva a ristabilire una popolazione di orsi e, quindi, a garantire un equilibrio con la fauna selvatica e una convivenza con la popolazione e che poi si faccia una scelta politica che va contro questi obiettivi e si decida di ridurne il numero solo per un'incapacità gestionale del progetto. Infatti, è questo poi che è avvenuto: non si è capaci di gestire un progetto e, quindi, di far convivere la popolazione, il turismo e quello che dovrebbe essere fatto e, quindi, si decide che si torna indietro. Questo il Ministero dell'ambiente forse doveva tenerlo più a mente e farlo presente alla provincia di Trento. Inoltre, doveva chiedere forse alla provincia di Trento perché non hanno fatto quello che era scritto nel progetto, quindi dove sono i corridoi ecologici; il protocollo prevedeva delle misure di dissuasione per l'ipotesi in cui un animale diventi eccessivamente confidente. Queste non sono state mai adottate. Inoltre, perché non sono stati coinvolti i territori vicini, come era previsto dal progetto ? Secondo me è mancata una assunzione di responsabilità da parte di chi aveva deciso di attuare questo progetto, le cui finalità erano sicuramente ottime, ma che è stato gestito male. Come è avvenuto con Daniza, lo stesso giudice ha riconosciuto un'impropria gestione, non essendo stati capaci di contrastare un effetto collaterale che invece era prevedibile.
  Questi progetti non possono avere successo se manca l'informazione e se manca l'accettazione sociale del progetto. Andavano coinvolte tutte le categorie e bisognava promuovere la conoscenza delle specie animali che in quel momento si andavano ad inserire.
  Quindi, questa esperienza dovrebbe porci una riflessione più ampia sulla convivenza dell'uomo, in questo caso dell'orso, ma anche verso altre specie, come quella del lupo che sta subendo lo stesso trattamento in altre zone d'Italia. Il Ministero dovrebbe farsi carico di difendere queste specie, oltre che di promuoverne l'accettazione, e che i territori prendano delle iniziative per proteggere le popolazioni che vivono in quei luoghi. In primis, si dovrebbe avere uno sguardo più ampio su questi progetti e perché sia fatto un investimento di fondi.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
  Sospendiamo, a questo punto, la seduta che riprenderà alle ore 14 con il seguito della discussione delle mozioni in materia di autorizzazione alla commercializzazione e all'utilizzo di prodotti fitosanitari.
  La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 10,45, è ripresa alle 14,03.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Boccia e Nicoletti sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente novantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,04).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti Pag. 8dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo quindi la seduta, che riprenderà alle 14,25.

  La seduta, sospesa alle 14,05, è ripresa alle 14,25.

  PRESIDENTE. Poiché è ancora in corso la riunione dell'Ufficio di Presidenza, sospendo la seduta fino al termine di tale riunione.

  La seduta, sospesa alle 14,26, è ripresa alle 15,40.

Irrogazione di sanzioni ai sensi dell'articolo 60 del Regolamento.

  PRESIDENTE. Comunico che l'Ufficio di Presidenza nella riunione odierna ha preso in esame gli episodi verificatisi nelle giornate del 5 maggio, 24 luglio e 15 settembre 2015. Al riguardo, visti gli articoli 12 e 60, commi 3 e 4, del Regolamento della Camera dei deputati, ha deliberato di irrogare le seguenti sanzioni disciplinari: con riferimento all'episodio verificatosi nel corso della seduta dell'Assemblea del 5 maggio 2015, la sanzione della censura con interdizione di partecipare ai lavori parlamentari per un periodo di due giorni di seduta al deputato La Russa; con riferimento all'episodio verificatosi nel corso della seduta dell'Assemblea del 15 settembre 2015, la sanzione della censura con interdizione di partecipare ai lavori parlamentari per un periodo di quattro giorni di seduta ai deputati Allasia, Attaguile, Borghesi, Busin, Fedriga, Invernizzi, Molteni, Rondini, Saltamartini e Simonetti; con riferimento all'episodio verificatosi in occasione della seduta della Commissione giustizia del 24 luglio 2015, la sanzione della censura con interdizione di partecipare ai lavori parlamentari per un periodo di cinque giorni di seduta ai deputati Di Battista e Ruocco e per un periodo di tre giorni di seduta ai deputati Alberti, Fraccaro, Frusone, Sibilia e Tofalo.
  La sanzione decorre a partire dalla seduta odierna, per i deputati: La Russa, Alberti, Di Battista, Fraccaro, Frusone, Ruocco, Sibilia, Tofalo, Allasia, Invernizzi e Saltamartini; a partire dal 2 novembre 2015 per i deputati: Busin, Borghesi e Simonetti; a partire dal 9 novembre 2015 per i deputati: Attaguile, Molteni e Rondini. Per il deputato Fedriga la sanzione decorrerà dal giorno di seduta successivo a quello in cui avrà termine il periodo di interdizione dai lavori parlamentari irrogato con la deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 152 del 14 ottobre 2015. Ricordo che, ai sensi dell'articolo 60, comma 3, del Regolamento, le decisioni in tema di sanzioni adottate dall'Ufficio di Presidenza sono comunicate all'Assemblea e in nessun caso possono essere oggetto di discussione.
  Invito i deputati La Russa, Alberti, Di Battista, Fraccaro, Frusone, Ruocco, Sibilia, Tofalo, Allasia, Invernizzi e Saltamartini, ove presenti, a lasciare l'Aula in ottemperanza alle decisioni dell'Ufficio di Presidenza.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Su cosa chiede di intervenire ?

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Grazie Presidente, sulle comunicazioni che lei ha appena effettuato...

  PRESIDENTE. Non sono commentabili, collega. Non sono commentabili queste comunicazioni. Non si può intervenire.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Allora chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori, però le premetto che le toglierò la parola se interviene su quello che ho appena comunicato. Prego.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Grazie, Presidente. Sull'ordine dei lavori perché noi ci ritroveremo senza alcuni deputati Pag. 9che, naturalmente, dalla sua comunicazione sono stati indicati per lasciare l'Aula per i provvedimenti che sono stati presi. Naturalmente, questa cosa...

  PRESIDENTE. No, le tolgo la parola.

Seguito della discussione delle mozioni Benedetti ed altri n. 1-00720, Zaccagnini ed altri n. 1-01019, Dorina Bianchi e Bosco n. 1-01022, Oliverio, Monchiero, Pastorelli ed altri n. 1-01023, Palese ed altri n. 1-01024 e Faenzi ed altri n. 1-01026 in materia di autorizzazione alla commercializzazione e all'utilizzo dei prodotti fitosanitari (ore 15,42).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Benedetti ed altri n. 1-00720 (Ulteriore nuova formulazione), Zaccagnini ed altri n. 1-01019, Dorina Bianchi e Bosco n. 1-01022, Oliverio, Monchiero, Pastorelli ed altri n. 1-01023, Palese ed altri n. 1-01024 e Faenzi ed altri n. 1-01026 in materia di autorizzazione alla commercializzazione e all'utilizzo dei prodotti fitosanitari (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta del 19 ottobre 2015, sono state presentate la mozione Faenzi ed altri n. 1-01026 e una nuova formulazione della mozione Palese ed altri n. 1-01024, che sono già state iscritte all'ordine del giorno. Avverto, altresì, che in data odierna la mozione Dorina Bianchi e Bosco n. 1-01022 è stata sottoscritta anche dalla deputata Binetti.

(Intervento e parere del Governo)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per la salute, Vito De Filippo, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni presentate.

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Grazie. Presidente, onorevoli parlamentari, le mozioni che voteremo da qui innanzi pongono problemi molto seri, sia di tipo sanitario, sia di tipo ambientale, che di scelte strategiche nel settore primario, quello agricolo, nel nostro Paese. Confermo che il Governo è impegnato anche su questo versante a incentivare, agevolare e sostenere pure attività agricole alternative come quella biologica e quella integrata, con tecniche colturali che possono essere sempre più sostenibili in un quadro complesso anche in termini ambientali.
  E confermo che il Ministero della salute da tempo comunica con puntualità tutte le informazioni necessarie sui prodotti fitosanitari che sono immessi nel nostro Paese e anche sui cosiddetti coformulanti. Il tema degli agrofarmaci o dei fitofarmaci viene seguito con particolare cura e con particolare attenzione dal Ministero della salute, annotando che, all'interno di quasi tutte le mozioni, uno dei punti più approfonditi e anche sollevati nelle ipotesi di impegno che vengono segnalate al Governo è proprio il cosiddetto argomento sulle deroghe che viene utilizzato in ragione dell'articolo 53 del regolamento n. 1107/2009. Prima di dare i pareri a questa'Aula, volevo comunicare che proprio su questo punto in questi ultimi mesi il Ministero della salute, in coordinamento con il Ministero dell'ambiente e con il Ministero dell'agricoltura e anche con il Ministero dello sviluppo economico, sta proponendo nuove linee guida che dovrebbero inquadrare questo tema delle deroghe in una più puntuale definizione anche in termini di autorizzazione.
  Detto ciò, mi appresto ad esprimere i pareri sulle mozioni presentate, iniziando dalla prima mozione Benedetti ed altri n. 1-00720 (Ulteriore nuova formulazione): il Governo esprime parere contrario sui capoversi, come risultanti dal documento stampato dalla Camera, terzo, quinto, ventunesimo, venticinquesimo, ventisettesimo, trentaduesimo e trentatreesimo delle premesse; il Governo, invece, esprime parere favorevole sugli impegni primo, terzo, quarto, ottavo, nono, decimo, dodicesimo, tredicesimo, quattordicesimo, sedicesimo, Pag. 10diciassettesimo, diciannovesimo, ventunesimo e ventiduesimo del dispositivo della mozione Benedetti ed altri n. 1-00720 (Ulteriore nuova formulazione). Il Governo esprime parere contrario sugli impegni quinto, sesto, settimo e quindicesimo. Il Governo invece esprime parere favorevole sul secondo impegno del dispositivo purché sia riformulato con il seguente incipit: «valutare di predisporre linee guida volte a ridefinire la procedura di autorizzazione eccezionale...» (è quanto dicevo innanzi che sarebbe contenuto in questo impegno); il Governo esprime parere favorevole sul diciottesimo impegno del dispositivo purché sia riformulato con il seguente incipit: «valutare la possibilità di intensificare e sostenere...». Il Governo esprime parere favorevole sul ventesimo impegno del dispositivo purché sia riformulato nel modo seguente: «a sostenere a livello europeo nel rispetto delle procedure dell'Unione europea...».
  Per quanto riguarda la mozione Zaccagnini ed altri n. 1-01019, il Governo esprime parere favorevole sulle premesse e sugli impegni settimo, ottavo e dodicesimo del dispositivo; mentre il Governo esprime parere contrario sugli impegni primo e secondo del dispositivo; il Governo esprime parere favorevole sul terzo impegno del dispositivo purché sia riformulato con il seguente incipit «a valutare la possibilità di assumere...»; il Governo esprime parere favorevole sul quarto impegno del dispositivo purché sia riformulato con l’incipit «valutare la possibilità di assumere...»; il Governo esprime parere favorevole sul quinto impegno purché sia totalmente riformulato nel modo seguente: «prevedere un'iniziativa del Governo italiano a conformarsi alle posizioni che saranno assunte dall'EFSA»; il Governo esprime parere favorevole sul sesto impegno del dispositivo purché sia riformulato con il seguente incipit: «valutare la possibilità di...»; il Governo esprime parere favorevole sul settimo impegno purché sia riformulato con il seguente incipit: «votare la decisione assunta a livello comunitario»; il Governo esprime parere favorevole sul nono impegno purché sia riformulato sopprimendo il riferimento all'articolo 30 e rimane soltanto il riferimento all'articolo 53 del regolamento n. 1107/2009; il Governo esprime parere favorevole sugli impegni decimo e undicesimo purché siano riformulati con l’incipit «valutare la possibilità di attivarsi» e «valutare la possibilità di avviare».
  Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Dorina Bianchi ed altri n. 1-01022.
  Sulla mozione Oliverio, Monchiero, Pastorelli ed altri n. 1-01023 il parere è favorevole. Sulla mozione Palese ed altri n. 1-01024 il parere è contrario sui capoversi quinto e decimo delle premesse; il parere è favorevole sugli impegni quarto, quinto, settimo e ottavo; sul primo capoverso dell'impegno il parere è favorevole se riformulato inserendo le parole: «a valutare la possibilità di»; sul secondo impegno il parere è favorevole se rimane soltanto il riferimento all'articolo 53; sul terzo impegno il parere è favorevole a condizione che sia riformulato nel senso di prevedere quella possibilità in relazione al rispetto dei vincoli di bilancio.

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, manca il sesto impegno, non l'ha detto.

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. L'ho detto: favorevole sugli impegni quarto, quinto, sesto, settimo e ottavo.

  PRESIDENTE. Sta bene, andiamo avanti.

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Sulla mozione Faenzi ed altri n. 1-01026 il parere è contrario sui capoversi quinto e decimo delle premesse; sul primo e sul quarto impegno il parere è favorevole; sul secondo impegno il parere è favorevole limitatamente all'impegno di adottare con tempestività i decreti attuativi previsti dal decreto legislativo 14 agosto 2012 n. 150; sul terzo impegno il parere è favorevole se riformulato introducendo la dizione finale: «compatibilmente con le risorse a disposizione»; Pag. 11sul sesto impegno il parere è favorevole a condizione che venga riformulato con l'aggiunta finale delle parole: «nei limiti dei vincoli del bilancio».

  PRESIDENTE. Il parere è favorevole sui capoversi primo, quarto e quinto ?

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Sì.

  PRESIDENTE. Grazie, grazie mille. Ha chiesto di parlare il collega Crippa per un richiamo al Regolamento, da quanto ho potuto intuire. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. No, sull'ordine dei lavori, Presidente.

  PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, le volevamo chiedere conto di una nostra lettera inviata alla Presidenza e riferita a episodi del 10 settembre, nella quale segnalavamo in qualche modo come il comportamento del deputato del PD Agostini Luciano, che si rivolgeva con gesti ingiuriosi verso le tribune, dovesse in qualche modo passare almeno all'attenzione della Presidenza. Ne chiediamo conto perché, di fatto, essendo state date delle sanzioni per episodi successivi, vogliamo comprendere se quell'episodio è stato valutato e ritenuto non idoneo per dover procedere almeno a una sanzione oppure se è ancora in fase di esame.

  PRESIDENTE. No, collega. L'Ufficio di Presidenza ha esaminato la vicenda proprio in data odierna, nello stesso Ufficio di Presidenza in cui si sono decise le sanzioni che avevo letto prima, soltanto che al deputato in questione è stata solo inviata una lettera di censura, senza interdizione dai lavori dell'Aula e per questo non ne ho dato notizia nelle comunicazioni, che servono in sostanza a notificare solo l'allontanamento dall'Aula per un certo numero di giorni.

  GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Presidente, se mi è concesso, volevo dire che il problema sollevato dal collega Crippa è molto serio. Ho votato contro questa proposta di censura perché ritengo...

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, collega. Lei sa meglio di me questa cosa. Non commentiamo questi gesti in Aula perché c’è l'Ufficio di Presidenza che li esamina. Prima il collega Crippa mi ha chiesto conto della decisione e io ho comunicato la decisione, ma entrare nel merito: no.

  FABIO RAMPELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà, ma vale lo stesso, come ben saprà, anche per lei.

  FABIO RAMPELLI. Grazie, Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori perché – apprendendo comunque la grande solerzia con la quale l'Ufficio di Presidenza si è espresso sui noti episodi che non intendo commentare né giudicare – vorrei capire se da parte della Presidenza della Camera dei deputati c’è stato un intervento per una materia che non è attinente ai comportamenti che vengono tenuti all'interno dell'Aula, ma che comunque attengono ai comportamenti e alle relazioni tra il Parlamento e il Governo. Ciò perché il 90 per cento – parlo per il mio gruppo, quello di Fratelli d'Italia – delle azioni di sindacato ispettivo che sono state presentate nel corso degli ultimi due anni sono rimaste inevase. Le voglio raccontare in tre secondi netti l'episodio che è capitato a me, affinché lei lo possa riportare alla Presidente Boldrini.
  Io ho presentato un'interrogazione al MEF che non ha avuto risposta; ho fatto l'accesso agli atti, ne ho fatti due, uno come privato cittadino e uno come parlamentare, per avere documentazioni riguardo alla questione che mi stava a cuore. Il MEF mi ha risposto negativamente sull'accesso agli atti, perché mi ha detto che in quanto parlamentare io comunque ho lo strumento del sindacato Pag. 12ispettivo; ma lo strumento del sindacato ispettivo ovviamente non è stato preso in considerazione perché non ho avuto mai risposta all'interrogazione parlamentare. Quindi le chiedo cortesemente, visto che siamo così attenti a colpire i parlamentari mentre svolgono il proprio lavoro se si comportano male, se c’è una capacità da parte della Presidenza di intervenire sul Governo per garantire che i parlamentari possano fare il loro dovere, perché si tratta semplicemente di questo !

  PRESIDENTE. La ringrazio, Rampelli.
Io andrei avanti, anche perché per questo argomento, come altri, per questi solleciti di solito utilizziamo gli interventi di fine seduta.

(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha espresso i pareri, quindi passiamo alle dichiarazioni di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Oreste Pastorelli. Ne ha facoltà.

  ORESTE PASTORELLI. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, l'utilizzo di pesticidi e in generale di prodotti fitosanitari in agricoltura è un tema centrale per chi ha a cuore lo sviluppo sostenibile del settore primario nel nostro Paese; di qui la necessità di un confronto onesto su tale problema, che sia in grado di andare al cuore di questo e di tracciare strategie efficaci e a lungo termine.
  Questa premessa, data la gravità della situazione, era necessaria: il rapporto ISPRA del 2014 sulla presenza di pesticidi nelle acque ci dice infatti che l'inquinamento non solo sta aumentando in termini quantitativi, ma soprattutto in termini qualitativi. L'aumento del numero delle sostanze presenti nelle acque superficiali e sotterranee, così come la possibilità che queste si uniscano incrementando la loro potenziale nocività, rappresentano un rischio per la salute umana e per l'ambiente altamente sottostimato: un rischio rispetto al quale non ci si può permettere di restare inerti.
  Ebbene, la disciplina comunitaria vigente e il suo recepimento a livello nazionale costituiscono una base programmatica, ma è evidente che solo un'incisiva e costante azione amministrativa può concretizzare quanto previsto da tali normative. In questo quadro, dunque, quello del Governo è un ruolo chiave, essendo l'unico soggetto a poter adottare le misure di controllo, monitoraggio e regolamentazione più idonee al raggiungimento di quel difficile bilanciamento tra redditività delle colture e tutela dell'ambiente.
  Mi preme poi sottolineare come molto possa e debba essere fatto riguardo alla formazione dei distributori e degli utilizzatori finali di tali prodotti. Finora infatti gli agricoltori italiani, specie i più piccoli, sono stati lasciati sostanzialmente da soli nell'impiego di queste sostanze, senza conoscere a fondo i rischi ad esse connessi. Ciò non può più accadere, è necessario che le istituzioni pubbliche, anche con l'apporto delle associazioni di categoria, mettano in campo specifiche campagne di formazione.
  La mozione di maggioranza da me sottoscritta, rispetto alla quale esprimo il voto favorevole della componente socialista, indirizza il Governo proprio in queste direzioni, sebbene resti inteso che il cambiamento che si cerca di apportare in agricoltura occuperà i prossimi anni, e questo tema dovrà essere costantemente monitorato da questa Assemblea (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Faenzi. Ne ha facoltà.

  MONICA FAENZI. Grazie, Presidente. Rispetto alle mozioni vorrei innanzitutto ringraziare il Governo per aver accolto la nostra mozione quasi integralmente. Posso dire che accettiamo la riformulazione e sostenere che comunque, nonostante le Pag. 13difficoltà a tutti note e anche gli ostacoli quotidiani che insistono sul tessuto produttivo, l'agricoltura italiana sta attraversando un periodo di crescita e ottimismo per il futuro.
  I segnali di ripresa sono incoraggianti per quanto riguarda i consumi e anche le opportunità di sviluppo in termini imprenditoriali, in particolare per i giovani. Il successo poi dell'Expo di Milano, che non deve essere naturalmente etichettato come una vittoria di una sola parte politica, ma il successo di tutta l'Italia, ci conferma come l'intero sistema sia stato capace di reagire alla crisi economica. In questo quadro, le buone pratiche agricole che valorizzano i territori, il valore del suolo e la qualità e l'affidabilità dei suoi prodotti è chiaro che rappresentano un valore aggiunto per il sistema agroalimentare italiano, un segmento dell'economia del Paese fondamentale ed indispensabile in termini di crescita e di sviluppo. A questo proposito le nuove forme di conduzione e organizzazione multifunzionale dell'azienda agricola sono proprio i risultati positivi di una realtà che ha saputo evolversi, rinnovandosi, diventando sempre più green anche grazie al contributo della ricerca.
  In questa direzione la minore incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici e la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati, come avviene per 23 Paesi su 28 dell'Unione europea, fa sì che l'agricoltura italiana sia caratterizzata da un uso strettamente necessario dei fitofarmaci per garantire proprio quella sicurezza alimentare delle produzioni agricole e gli elevati standard quantitativi e qualitativi delle produzioni stesse. Al riguardo, le mozioni sulle quali l'Assemblea è chiamata ad esprimersi, riaccendono nuovamente il dibattito sul corretto impiego dei fitofarmaci nel nostro Paese, soprattutto sul giusto equilibrio tra una agricoltura e un ambiente sano e sicuro e l'utilizzo di prodotti fitosanitari, che sono però poi anche necessari a fronteggiare le avversità dei terreni. L'agricoltura italiana, come è stato evidenziato nel corso di numerosi incontri a Milano, complice le misure agroalimentari introdotte dalla politica agricola comunitaria e da una legislazione molto restrittiva sulla autorizzazione alla commercializzazione e l'impiego dei fitofarmaci, si contraddistingue positivamente per l'utilizzo limitato e attento e per assicurare e tutelare i nostri prodotti. Nelle audizioni svolte in Commissione agricoltura le associazioni agricole a tal fine hanno ribadito come in Italia non si può parlare di un uso massiccio di fitofarmaci, come peraltro i dati pubblicati dall'Istat nel rapporto di gennaio scorso evidenziano. Ciononostante, e qui arrivo al punto dolente, l'eccessiva autorizzazione in deroga dei prodotti fitosanitari rilasciate per ragioni di emergenza fitoiatrica, a cui si uniscono ritardi nell'emanazione dei decreti attuativi relativi agli interventi indicati dal decreto legislativo n. 150 del 2012, che istituisce proprio un quadro di azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari, accendono i riflettori proprio sull'effettiva necessità ed urgenza del ricorso in via eccezionale a questi agrofarmaci, che peraltro negli ultimi anni si è perpetuata ripetutamente. Ricordiamo a tal fine l'uso di alcune sostanze chimiche, come il glifosato, considerate altamente tossiche per la salute umana e l'ambiente, che richiedono proprio un intervento del potere esecutivo.
  Aggiungo come i ritardi sulla corretta applicazione delle misure previste dal Piano di azione nazionale (Pan) rendono tra l'altro impraticabile una serie di interventi importanti, come ad esempio le linee guida per l'ambiente acquatico e dell'acqua potabile e per la scelta delle misure da inserire nei piani di gestione e nelle misure di conservazione dei siti Natura 2000 e anche delle aree protette, o ancora, la messa a disposizione per le regioni delle informazioni più rilevanti sulla tossicità e gli aspetti fitosanitari dei prodotti in commercio. Bene, quindi, le sollecitazioni rivolte al Governo attraverso gli impegni formulati nelle mozioni, la maggior parte dei quali espressi in maniera univoca dai gruppi parlamentari presentatori degli atti, tra cui il nostro, Pag. 14Alleanza Liberal Popolare delle Autonomie e del Movimento Associativo degli Italiani all'Estero.
  Condivido le dichiarazioni dell'esponente del Governo sugli impegni assunti a fronte delle necessità e delle esigenze di intervento emerse nel corso del dibattito, su una rivisitazione delle autorizzazioni in deroga dei prodotti fitosanitari per ragioni di emergenza fitoiatrica, finalizzate ad un uso più limitato delle istanze presentate. Aggiungo ancora come la necessità di migliorare il coordinamento delle norme relative alle misure per un uso sostenibile dei pesticidi con i controlli previsti dal Ministero della Salute, il cui numero resta comunque il più elevato d'Europa, come rileva l'EFSA, prestando attenzione in particolare al fenomeno del multiresiduo non potrà che rafforzare il nostro Paese in tema di contrasto alla fitopatologia.
  Concludo pertanto esprimendo naturalmente il voto favorevole sulla nostra mozione, ma voteremo favorevolmente anche su gran parte delle altre che recepiscono molte delle indicazioni riportate nel testo da noi presentato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fauttilli. Ne ha facoltà.

  FEDERICO FAUTTILLI. Signor Presidente, colleghi e colleghe, sottosegretario, il tema trattato dalle mozioni in votazione oggi è certamente rilevante e molto serio, come anche lei nel suo intervento iniziale ha rilevato, ed è bene che il Parlamento si occupi di una materia tanto importante per la salute dei cittadini e la preservazione dell'ambiente.
  La normativa attuale divide i pesticidi in prodotti fitofarmaci, che vengono utilizzati per la protezione delle piante e per la conservazione dei prodotti vegetali, e in biocidi, impiegati in varie attività (disinfettanti, preservanti, pesticidi per uso agricolo e altro). Spesso i due tipi di prodotti utilizzano gli stessi principi attivi. Il termine «pesticidi» quindi comprende l'insieme di questo tipo di sostanze. Si tratta di sostanze chimiche impiegate per la protezione delle piante e per la conservazione dei prodotti vegetali insieme ai biocidi, che hanno molte applicazioni per la difesa della salute e la preservazione dei materiali, ma, essendo concepiti appunto come pesticidi, ossia come strumenti per combattere organismi viventi considerati nocivi, possono avere effetti nocivi sull'uomo e sull'ambiente.
  Infatti, in funzione delle caratteristiche molecolari, delle condizioni di utilizzo e di quelle del territorio, esse possono migrare e lasciare residui nell'ambiente e nei prodotti agricoli, con rischi immediati e a lungo termine per la salute dell'uomo e per la sopravvivenza degli ecosistemi.
  Sappiamo anche che molti di questi prodotti sono composti da molecole bio-persistenti, ossia capaci di resistere a lungo al naturale meccanismo di degradazione che avviene in natura, mantenendo quindi inalterate le capacità tossicologiche, potendo inoltre – come già ricordato – migrare attraverso le acque e l'aria anche per distanze importanti.
  Non va dimenticato, infine, il fenomeno della biomagnificenza, ossia la capacità di queste sostanze di passare da un livello ad un altro della catena alimentare, infettando così più organismi. Certo, non vi sono prove certe al momento, ma gli studi scientifici più aggiornati sono concordi nel ritenere che vi sia un legame diretto tra le malattie neurovegetative, come il Parkinson, e l'uso professionale di questi prodotti fitofarmaci, in particolare i pesticidi e gli erbicidi.
  Ulteriori studi evidenziano anche la connessione tra esposizione ai pesticidi e sclerosi laterale amiotrofica e, come veniva notato anche in discussione generale, non è chiaro se e che conseguenze abbia un effetto cumulo, dovuto alla presenza contemporanea di più principi attivi. Deve anche essere tenuto presente, infatti, il tema delle miscele di sostanze tossiche. Infatti, spesso si parla dei rischi che le singole sostanze possono causare. Si tratta certamente di un tema importante, ma parziale, e che evidenzia una sottostima del rischio. La miscela di sostanze presenti nell'ambiente, infatti, può causare danni Pag. 15gravi all'ambiente anche quando la concentrazione sia più bassa di quella prevista dalla normativa europea.
  I dati riportati nel rapporto ISPRA – anche qui ricordato – del 2014, che fornisce dati per gli anni 2011 e 2012, confermano e informano che 175 sono le sostanze rilevate. Si tratta di un numero superiore rispetto a quello degli anni precedenti; prevalgono gli erbicidi, soprattutto a causa dell'utilizzo diretto sul suolo e del periodo di trattamento, che coincide con le piogge di primavera. Per questi motivi, quindi, gli erbicidi vengono trasportati nei corpi idrici superficiali e sotterranei, come l'ISPRA stesso ci ha ricordato.
  Il rapporto però sottolinea la novità di una presenza sempre più significativa di funghicidi ed insetticidi, soprattutto nelle acque sotterranee. I dati inoltre evidenziano come la contaminazione sia più diffusa nella pianura padano-veneta che nel resto del Paese; certamente questo dato è dovuto alle caratteristiche idrogeologiche del territorio e all'intenso uso agricolo, ma anche al fatto che le rilevazioni sono più complete e precise in quell'area che in tutto il resto dell'Italia, dove la situazione è molto diversificata, ma preoccupante per il Sud, dove di fatto mancano ancora dati omogenei e chiari.
  Si osserva ancora, poi, che fino al 2009 si è registrato un aumento della frequenza di pesticidi nei campioni analizzati, crescita che è concomitante con la sempre maggiore precisione dei monitoraggi effettuati dall'ISPRA.
  Dal 2010, invece, la frequenza si assesta sicuramente su livelli più bassi che in passato. Si tratta di una situazione che richiede conferme più precise, forse, prima di poter concludere che vi sia un effettivo calo della presenza di pesticidi in Italia. Quel che è certo, invece, è che i dati ISTAT relativi al 2013 evidenziano un calo del 13,4 per cento rispetto al 2012 per quel che riguarda i fertilizzanti distribuiti in Italia. In particolare, per quel che riguarda i prodotti fitosanitari nel 2013, si registra un calo, rispetto all'anno precedente, pari all'1,9 per cento. I funghicidi, inoltre, calano del 14,6 per cento, gli insetticidi e gli acaricidi del 15 per cento, gli erbicidi solo del 3,1 per cento.
  Siamo di fronte, come è evidente, ad un calo costante, che dal 2002 è stato del 29,2 per cento, che ovviamente non deve far abbassare la guardia rispetto ad una situazione che resta comunque da monitorare con attenzione. Una situazione che viene da tempo affrontata a livello europeo, dove dal 2002 si lavora per un uso sostenibile dei pesticidi. In particolare, è importante la direttiva n. 128 dell'Unione europea, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria. Questa direttiva è stata recepita dal nostro Paese con il decreto legislativo n. 150 del 2012, che tra l'altro prevede il Piano agricolo nazionale, come richiesto dalla stessa direttiva, in modo da sviluppare e sostenere anche politiche nazionali volte a ridurre l'uso dei pesticidi.
  Nelle premesse, il Piano agricolo nazionale ricorda che tali politiche devono assicurare sviluppo e promozione di metodi di produzione agricola a basso rapporto di prodotti fitosanitari, in modo da salvaguardare la salute delle persone e l'ambiente, con particolare attenzione per quei prodotti fitosanitari che non soddisfano più i criteri che avevano reso possibile una commercializzazione precedentemente autorizzata. Al riguardo, è bene ricordare che il Ministero della salute è stato autorizzato a concedere deroghe specifiche di fronte a situazioni definite «di emergenza fitosanitaria», in modo da consentire l'immissione sul mercato di prodotti fitosanitari.
  Comunque, senza voler inseguire fantasmi o accusare nessuno, auspichiamo che il regime derogatorio sia sempre più ridotto, sino a scomparire, perché il tema dell'emergenza, in Italia, è sin troppo spesso usato per violare legalmente leggi in teoria restrittive, ma che, in pratica, si vedono aggirare da dichiarazioni appunto di emergenza sin troppo frequenti. Le deroghe vengono concesse a norma dell'articolo 53 del regolamento (CE) n. 1107/2009, il quale prevede che queste autorizzazioni vengano concesse qualora vi siano Pag. 16problematiche non prevedibili e non curabili con altri mezzi rispetto agli agrofarmaci di sintesi, per i quali si prevede l'autorizzazione in deroga dell'estensione dell'uso per uno specifico presidio. Lo stesso Ministero della salute informa che la Commissione europea sta elaborando nuove linee guida per chiarire agli Stati in quali circostanze si possa parlare di emergenza, in modo da uniformare le procedure di rilascio delle autorizzazioni da parte degli Stati.
  Si tratta certamente di una decisione importante, ma, nelle more del lavoro della Commissione europea, sarebbe bene che prevalesse quel principio di precauzione, di cui spesso si parla, con un rigore molto particolare nella concessione delle autorizzazioni in deroga, per evitare di ritrovarci poi a lamentare danni all'ambiente e alla salute delle persone.
  Il 22 gennaio 2014 il decreto del Ministro delle politiche agricole e forestali, emanato di concerto con i ministri dell'ambiente e della salute, ha previsto tutta una serie di azioni finalizzate a raggiungere gli obiettivi previsti in precedenza. Con questo decreto, si adotta il Piano agricolo nazionale previsto dal decreto legislativo precedentemente ricordato e nelle premesse del Piano si legge, tra l'altro, che si prevedono soluzioni migliorative per ridurre l'impatto dei prodotti fitosanitari anche in aree extra-agricole frequentate dalla popolazione, quali le aree urbane, le strade, le ferrovie, i giardini, le scuole, gli spazi ludici di pubblica frequentazione e tutte le loro aree a servizio.
  Il Piano denuncia anche gli obiettivi specifici da raggiungere, ovvero: ridurre i rischi e gli impatti dei prodotti fitosanitari sulla salute umana, sull'ambiente e sulla biodiversità; promuovere l'applicazione della difesa integrata dell'agricoltura biologica e di altri approcci alternativi; proteggere gli utilizzatori dei prodotti fitosanitari e la popolazione interessata; tutelare i consumatori; salvaguardare l'ambiente acquatico e le acque potabili; conservare la biodiversità e tutelare gli ecosistemi.
  Siamo di fronte, quindi, ad un'azione importante da parte del Governo italiano e delle istituzioni europee per affrontare, senza isterismi ma anche senza lassismi, un tema come quello della produzione e commercializzazione dei prodotti fitosanitari e, in generale, dei pesticidi.
  Per questo – e concludo – il gruppo Per l'Italia-Centro Democratico voterà a favore delle mozioni accolte dal Governo, auspicando che si continui con sempre maggiore vigore...

  PRESIDENTE. La prego di concludere.

  FEDERICO FAUTTILLI. ... sulla strada intrapresa.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Noi condividiamo buona parte delle mozioni che hanno, poi, quale fine quello di conciliare le esigenze dell'agricoltura e la salvaguardia dell'ambiente e della salute umana e animale. Quindi, voteremo a favore della maggior parte delle mozioni presentate, sebbene noi riteniamo che sia fondamentale e importante riuscire a trovare lo spazio – come fanno alcune mozioni, ma non tutte – di conciliazione fra le esigenze dell'agricoltura e le esigenze di salvaguardia dell'ambiente e della salute umana. Questo soprattutto alla luce di brevissime considerazioni, che voglio lasciare agli atti, che sono quelle intorno al fatto che oggi il sistema economico mondiale è interessato da rapidi e intensi mutamenti nei processi e nei prodotti.
  Il definitivo consolidamento sul mercato mondiale di aree produttive emergenti e la rapidità dei trasporti, l'abbattimento delle barriere doganali, il turismo internazionale e il decentramento produttivo hanno comportato un forte incremento negli spostamenti di persone e di merci a livello internazionale. Gli intensi rapporti economici, che hanno portato alla globalizzazione dei mercati, hanno incrementato, in modo esponenziale, il rischio Pag. 17di esportare, in nuovi territori, temibili organismi nocivi alieni, precedentemente confinati dall'isolamento geografico dei continenti o dalle barriere naturali. La loro nocività è determinata dall'assenza di forme di controllo naturali nelle aree di nuova introduzione, in associazione alla scarsa resistenza e tolleranza delle piante ospiti.
  Tali specie esotiche possono, quindi, diffondersi, con effetti disastrosi per la stabilità degli ecosistemi e la tutela delle coltivazioni, con conseguenti ingenti danni economici. La vigilanza del territorio e la tempestiva individuazione ed eradicazione di nuovi focolai, dovuti alla presenza di organismi nocivi, sono quindi una necessità per prevenire e per impedire che magari un settore importante, come quello agricolo, risenta pesantemente dell'importazione di queste specie aliene. Quindi, il controllo della diffusione di queste specie aliene negli anni è stato anche affidato ai prodotti fitosanitari, che, non nella loro totalità, sono dannosi per la salute, ma sono serviti anche per controllare l'espansione di queste specie aliene che avrebbero danneggiato sicuramente fortemente il settore, ma anche l'ambiente in genere.
  Quindi, noi riteniamo che l'agricoltura – e mi avvio proprio alla conclusione – debba trovare un modo per conciliare le proprie esigenze con la salvaguardia dell'ambiente e la salute umana e condividiamo, in particolare, quelle mozioni che prevedono, tra gli impegni, il contenimento dell'utilizzo dei fitosanitari e il contenimento della deroga all'utilizzo di fitosanitari, ai quali spesso si è fatto ricorso non tenendo in considerazione quelli che erano stati già gli impegni assunti nel Piano nazionale.

  PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo statale Schio 2 «Arnaldo Fusinato» di Schio, in provincia di Vicenza, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Giovanni Monchiero. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI MONCHIERO. Grazie, Presidente. Avverto, in questa discussione, una forte coincidenza di tutti i gruppi su alcuni temi di fondo; pertanto, chiederei l'autorizzazione a consegnare il mio breve intervento scritto e mi limiterei ad esprimere alcuni concetti, che, ripeto, mi sembrano del tutto condivisi. Innanzitutto, la necessità di tutelare la produzione agricola, che nel nostro Paese è una risorsa di crescente rilievo; in secondo luogo, la tutela della salute degli operatori agricoli, che, più di ogni altra categoria, sono esposti all'uso di questi pesticidi, resi necessari dall'ingravescenza di patologie antiche e anche di patologie nuove, che riguardano quasi tutte le coltivazioni; in terzo luogo, ovviamente, la tutela della qualità dei cibi, e quindi della conseguente salute umana; infine, la tutela complessiva dell'ambiente, nel quale spesso l'accumulo di queste sostanze può procurare danni non facilmente reversibili e, soprattutto, duraturi nel tempo.
  Per queste ragioni, il gruppo di Scelta Civica, ovviamente, voterà la mozione che ha sottoscritto, quella del collega Oliverio, però credo che voteremo a favore anche di tutte le altre mozioni sulle quali il Governo ha espresso un parere favorevole o su parti di esse.

  PRESIDENTE. La ringrazio, collega. Ovviamente, è autorizzato a consegnare il testo della sua dichiarazione di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Adriano Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie, Presidente. L'argomento è quello che ha destato molta attenzione anche nell'opinione pubblica, proprio perché impatta sulle vite di tutti noi; non solo sulle vite degli agricoltori, e quindi dei lavoratori, ma anche sulle vite delle persone, attraverso sia la presenza, in alcuni territori particolari, in particolare in aree agricole, delle persone, sia attraverso il cibo che assumiamo quotidianamente e che, a volte, non essendo magari certificato come biologico o, comunque, riconducibile a determinati Pag. 18disciplinari di produzione agricola, mantiene una persistenza di prodotti nocivi e tossici, che, a determinate concentrazioni, possono portare danni alla salute.
  Il quadro normativo è stato definito dal PAN, che recepisce una direttiva comunitaria, e vengono tracciate delle linee guida per l'immissione in commercio dei prodotti fitosanitari e per l'utilizzo di questi. È necessario, però – io credo –, partire da una premessa riguardo a come la produzione agricola si sia trasformata negli ultimi decenni.
  Vi è stata una grandissima rivoluzione, definita la «rivoluzione verde degli anni Settanta», che ha aumentato, quasi triplicato, i consumi e la produzione mondiale di derrate alimentari. Ma, come sappiamo bene tutti quanti, è iniziato anche un declino sempre più evidente della biodiversità; non solo della biodiversità naturale, ma anche della biodiversità agroalimentare. Vi è stato anche un incremento dei danni alla salute collegati all'utilizzo di alcune sostanze.
  La biopersistenza, come altri elementi citati da alcuni colleghi – i vari passaggi all'interno della catena alimentare che questi prodotti fanno, l'effetto cumulo, e quindi i danni alla salute –, sono solo alcune delle questioni che sempre più sono state approfondite dalla ricerca scientifica e dalle istituzioni europee, che hanno portato, in questi decenni, alla revisione di decine e decine, di centinaia di prodotti fitosanitari, che non sono più consentiti.
  Oltre il 75 per cento di questi prodotti non è più consentito, non è più autorizzato, proprio per le correlazioni che ci sono con i danni alla salute. Ciò ci dovrebbe far riflettere molto su come, di pari passo con la ricerca scientifica, vi sia un aumento della consapevolezza, grazie anche a dati certi, sul fatto che tali prodotti abbiano un determinato impatto sulla nostra salute e che è necessario progredire e, attraverso la ricerca, trovare delle soluzioni alternative.
  Le mozioni che condividiamo in buona parte e sulle quali voteremo favorevolmente, non su tutte, ma su buona parte, sottolineano come ci sia un eccesso di autorizzazioni, in particolare in Italia, dei prodotti fitosanitari. In particolare, non si rispetta il criterio di emergenza fitoiatrica, si va spesso e volentieri in deroga a questo e anche agli stessi termini temporali prescritti nel caso appunto di emergenza fitoiatrica. Questo avviene anche perché non abbiamo una chiara definizione di emergenza fitoiatrica a livello comunitario, non abbiamo la possibilità quindi di uniformare le procedure e troppo spesso non abbiamo messo in campo il principio di precauzione che garantisce i cittadini europei e che ci contraddistingue anche da altri sistemi con quello statunitense. È emersa questa questione molto prepotentemente anche nelle trattative che ci sono sul TTIP, il Trattato transatlantico sul commercio. In particolare, basta soffermarsi su uno dei casi più famosi, quello dell'erbicida glifosate che è stato dichiarato probabilmente cancerogeno dall'IARC. Ci troviamo di fronte ad un caso eclatante in cui dovrebbe essere messo in campo il principio di precauzione. Ora, ci sono degli accertamenti da parte delle istituzioni europee, da parte dell'EFSA, che si concluderanno a fine anno. Ci auguriamo che finalmente venga bandito soprattutto l'effetto cumulo e l'effetto cocktail che si viene a creare in combinazione con altri prodotti fitosanitari, casi nei quali viene aumentata esponenzialmente la nocività dei prodotti proprio perché i prodotti sono combinati, somministrati in combinazione tra loro.
  Nella mozione chiediamo anche che ci sia una adeguata formazione degli agricoltori. Gli agricoltori, come è stato ben detto precedentemente, sono troppo spesso stati lasciati a loro stessi, non c’è stata tutela dei lavoratori, in particolare – vorrei sottolineare – all'interno delle serre agricole dove la persistenza dei prodotti è molto alta. Anche nei casi delle irrorazioni in campo libero i macchinari spesso non sono stati aggiornati, cosa che invece è prescritta del Pan e dovrebbe essere applicata. Ci troviamo, quindi, di fronte a dei lavoratori che, troppo spesso, non sono consapevoli dei rischi a cui incorrono e Pag. 19troppo spesso non mettono in campo le tutele adeguate, le prescrizioni, per salvaguardare la propria salute.
  Un'altra questione che emerge molto forte dai territori e sulla quale però, purtroppo, il Governo ha dato parere negativo, è quella di identificare distanze certe per quanto riguarda le irrorazioni dei prodotti fitosanitari nelle aree agricole, da abitazioni, scuole, ospedali e fonti d'acqua.
  Noi crediamo che il PAN sia troppo vago in questa parte relativa all'utilizzo di fitofarmaci e che debbano essere prescritte distanze certe da questi luoghi sensibili, luoghi dove si concentra un'alta presenza di persone, luoghi attraversati e vissuti dalle persone quotidianamente. Ebbene, questi luoghi, come anche i luoghi pubblici, come i parchi pubblici, dovrebbero essere esclusi dalla possibilità di vedere utilizzati i fitofarmaci.
  Se per i parchi pubblici ne chiediamo espressamente il divieto, per quanto riguarda invece le aree agricole, comprendiamo assolutamente il bisogno di una mediazione tra l'utilizzo di questi prodotti da parte degli agricoltori convenzionali. La mediazione, secondo noi, dovrebbe comunque comportare una determinazione ben circoscritta delle distanze. Questo, purtroppo, non avverrà con la mozione, proprio perché non è stato dato parere favorevole. Ci rammarichiamo di questo. Continueremo a portare avanti questa campagna, che dai territori è arrivata sin dentro le istituzioni, e continueremo a chiedere la tutela delle persone che vivono nelle aree agricole.
  In ultimo – e vado a concludere, Presidente – le alternative ci sono, proprio per non dare adito a chi dice che non esiste alternativa a questo tipo di agricoltura convenzionale. L'Italia, invece, è il primo Paese per il biologico in Europa e la promozione dell'agroecologia, della lotta biologica e di prodotti fitosanitari a base di sostanze naturali, e non di sintesi, è la strada giusta da percorrere anche per quanto riguarda la competitività economica (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Comunico che, decorrendo a partire da oggi la sanzione e la censura con interdizione di partecipare ai lavori parlamentari erogata al deputato La Russa, il medesimo deputato deve intendersi decaduto dalla missione con decorrenza dall'annunzio della sanzione. Conseguentemente, il numero complessivo dei deputati in missione è pari a 98.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Binetti. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Grazie Presidente. Il gruppo parlamentare di Area Popolare voterà a favore della mozione presentata, ma anche a favore di molte delle mozioni presentate dai colleghi, su cui veramente ci sono molti, molti punti di convergenza, come segno concreto di una sensibilità comune e condivisa da parte del Parlamento nei confronti dei grandi temi della tutela e della salute.
  Desidero sottolineare innanzitutto che l'uso dei fitofarmaci in Italia è indissolubilmente legato alle caratteristiche e alla realtà del nostro Paese, che più di altri conta uno straordinario numero di coltivazioni ortofrutticole e di conseguenza risulta molto più esposto agli attacchi dei parassiti e delle malattie. È questo il motivo per cui sul piano della lotta fitopatologica il nostro territorio presenta caratteristiche molto diverse da quelle del nord e del centro Europa. L'Italia dispone di una legislazione molto restrittiva circa l'autorizzazione e l'impiego dei fitofarmaci, caratterizzata soprattutto da norme che ne impongono l'uso limitato a quanto strettamente necessario per garantire la sicurezza alimentare ed elevati standard quantitativi e qualitativi delle produzioni agroalimentari.
  I fitofarmaci, infatti, sono messi in commercio in media dopo dieci anni di sperimentazioni e valutazioni scientifiche, effettuate dalla casa produttrice e dalla Commissione europea, con il supporto dell'EFSA, ai sensi del regolamento (CE) n. 1107/2009, che stabilisce norme molto restrittive per la loro immissione in commercio. I prodotti di questo genere, che ottengono la registrazione, debbono considerarsi Pag. 20sicuri a tutti gli effetti, sempre che siano impiegati dall'agricoltore in maniera corretta, seguendo le norme e le istruzioni previste in etichetta. Per questo parte integrante di questa mozione è anche tutto ciò che si riferisce alla formazione e all'aggiornamento degli agricoltori, perché la consapevolezza della garanzia della salute non nasce solo dall'oggetto che viene utilizzato – in questo caso il fitofarmaco –, ma anche dal come viene utilizzato e, quindi, da chi utilizza questo prodotto.
  In tale contesto va ricordato come risulti particolarmente opportuno l'intervento dell'Unione europea in materia di pesticidi, attraverso il sesto programma comunitario d'azione in materia di ambiente, istituito con la decisione n. 1600 del 2002. Tale provvedimento ha previsto, all'interno del quadro normativo comune ai Paesi dell'Unione europea, l'elaborazione di una strategia tematica per l'uso sostenibile dei pesticidi, la cui attuazione, si è sviluppata successivamente con la direttiva del 2009. Tale misura è stata assunta con lo scopo di ridurre i rischi e l'impatto sulla salute e sull'ambiente derivanti dall'utilizzo di tali prodotti e di incoraggiare lo sviluppo e l'introduzione della difesa integrata e di tecniche ed approcci alternativi e non a caso è stato detto come l'Italia, da questo punto di vista, sia un Paese leader nel settore biologico. La direttiva interviene in materia di pesticidi, al fine di disciplinare la fase di utilizzo di tali prodotti, che risulta fondamentale per la determinazione effettiva dei rischi.
  Si tratta in pratica della applicazione corretta di quel principio di precauzione, cui hanno fatto riferimento molti colleghi nei loro interventi precedenti; tale principio non è qualcosa che impedisce di utilizzare, ma qualcosa che mantiene fortemente monitorato l'utilizzo dei prodotti e ne controlla gli effetti nel breve, medio e lungo termine. Il nostro Paese ha introdotto nel suo ordinamento interno la citata direttiva, attraverso il recente decreto legislativo n. 150 del 14 agosto del 2012.
  In questo contesto, l'aspetto più importante della nostra legislazione riguarda l'adozione di un piano nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. Il piano nazionale definisce le modalità, le misure e i tempi necessari alla riduzione dei rischi e lo stesso impatto sulla salute umana e sull'ambiente in occasione dell'utilizzo dei prodotti fitosanitari. Ciò che è particolarmente interessante è che l'attenzione che si presta alla salute umana la si presta anche all'ambiente, perché ciò che è direttamente impattante sulla salute umana, diventa indirettamente impattante anche sulla salute umana quando riguarda, utilizzando lo stesso linguaggio, la salute dell'ambiente. Il medesimo piano nazionale promuove altresì lo sviluppo, l'introduzione della difesa integrata e di metodi di produzione e tecniche di difesa alternative, al fine di ridurre la dipendenza dai prodotti fitosanitari, proprio per la necessità di assicurare una produzione sostenibile, rispondente comunque ai requisiti di qualità stabiliti dalle norme vigenti.
  Quello che risulta interessante è proprio la rotazione della tipologia dei fitofarmaci che si utilizzano, la rotazione dei terreni di coltura e quindi anche la destinazione degli stessi terreni e la rotazione delle metodologie di intervento, evitando un intervento massiccio, per intensità e per estensione, che arrivi in qualche modo ad utilizzare una sorta di «corruzione» del terreno, che lo renda poi inadatto a produrre quei prodotti indispensabili per la salute umana.
  Il piano di azione nazionale, entrato in vigore soltanto l'anno scorso, il 13 febbraio del 2014, tratta di un documento particolarmente complesso, che rimanda a successivi interventi a livello nazionale e regionale, sotto forma di decreti, di linee guida: esso ha lo scopo essenzialmente di ridurre i rischi derivanti da un utilizzo non appropriato dei prodotti fitosanitari. Possiamo dire però che molti di questi documenti, attesi attraverso il decreto del 13 febbraio del 2014, e previsti dal piano nazionale, di fatto, non sono stati pubblicati Pag. 21e non risultano applicati, sono quindi rimasti nell'ambito delle buone intenzioni e delle dichiarazioni di intenti.
  Oggi pertanto possiamo parlare di una legislazione comunitaria e nazionale che regola le autorizzazioni e le modalità di utilizzo dei fitofarmaci e offre garanzie e sicurezza per i consumatori, per gli utilizzatori, per la popolazione residente nelle aree di coltivazione e per l'ambiente ma non possiamo dire che alla qualità della legislazione in materia corrisponda una corrispondente e adeguata qualità di monitoraggio.
  Un punto, comunque, desidero porre in particolare evidenza: credo sia infatti indispensabile predisporre iniziative dirette a formare gli operatori agricoli. Risulta indispensabile che questa categoria venga posta nelle condizioni di operare al meglio per la propria e la altrui sicurezza, perché l'uso dei fitofarmaci è questione delicata e complessa e sono proprio gli agricoltori i primi ad essere esposti a un contatto anche diretto con questi prodotti e sono i primi, quindi, a subirne l'impatto negativo e nocivo per la propria salute. Una maggiore conoscenza delle materie si impone proprio per quanti operano al suo interno, in considerazione soprattutto dei rischi connessi all'utilizzazione di fitofarmaci in agricoltura, che, se non utilizzati in maniera corretta, potrebbero risultare nocivi per la salute e per l'ambiente.
  Diventa fondamentale, altresì, prestare attenzione e promuovere una forte azione di comunicazione da parte delle istituzioni, al fine di proporre alla collettività un quadro certo, rispondente alla realtà, sull'alto grado di sicurezza del processo di produzione agricola rispetto alla salute del cittadino e alla salvaguardia dell'ambiente. Anche questo rientra nel principio di precauzione, perché campagne super allarmistiche, tipo quella a cui abbiamo assistito ieri sera, non giovano a nessuno. Non giova a nessuno che la carne fa male, che la carne fa venire il cancro, che la carne fa venire il cancro a tutti, che la carne fa venire il cancro indipendentemente da quanta se ne consuma, da come se ne consuma e da chi la consuma. Sono campagne allarmistiche e creano veramente un profondo disagio. Se noi dovessimo istillare nei consumatori l'idea che le verdure e la frutta – per dire – fanno male, avendo abolito ieri sera la carne e abolendo oggi frutta e verdura, non so cosa resterebbe da consumare ai nostri cittadini. Ma il principio di precauzione e la buona comunicazione servono proprio a questo: a capire cosa mangiare e come mangiare e non soltanto, poi, cosa produrre e come produrre.
  Ritengo, quindi, indispensabile l'intervento a livello comunitario per l'adozione di provvedimenti che impediscano – concludo – la commercializzazione e l'uso di sostanze per le quali si siano evidenziate, dopo la fase di autorizzazione, caratteristiche di nocività per la salute e per l'ambiente. Mi riferisco agli eventi avversi, che pure sono stati citati da alcuni colleghi.
  Dobbiamo anche riconoscere che, per quanto riguarda l'immissione in commercio di fitofarmaci, la politica europea si è già orientata al miglioramento degli standard di sicurezza e di impatto sull'ambiente. Il processo di revisione nel comparto adottato negli ultimi anni ha, infatti, determinato una sostanziale riduzione delle sostanze attive disponibili per la difesa fitosanitaria, tanto che già oggi alcuni gruppi di parassiti risultano essere di difficile controllo a causa della mancata inclusione di sostanze attive utili nell'allegato 1 del regolamento europeo, che ha determinato l'assenza sul mercato di prodotti fitosanitari efficaci nella lotta di determinate fisiopatologie. Tale situazione viene fronteggiata, in via temporanea, attraverso autorizzazioni straordinarie, che rappresentano, in questi casi, l'unico percorso normativo percorribile, tenuto conto del fatto che per i medesimi prodotti tali autorizzazioni vengono concesse ogni anno in altri Paesi europei, a cominciare da Paesi limitrofi, come la Francia e la Spagna, creando situazioni di concorrenza sleale nei confronti della nostra produzione.
  In conclusione, quindi, riteniamo che le misure normative adottate, sia a livello Pag. 22europeo che nazionale, possano essere sufficienti a garantire un quadro certo e congruo per contrastare l'eventuale messa in commercio di fitofarmaci capaci di provocare danni alla salute, agli esseri viventi e all'ambiente. Con la mozione presentata, pertanto, il gruppo parlamentare di Area Popolare suggerisce alcuni comportamenti (campagne di informazione per i consumatori, formazione degli operatori agricoli, predisposizione di etichette di più facile comprensione) per rendere più sicuro e certo l'utilizzo dei fitofarmaci in agricoltura. Ringrazio il Governo per aver accettato tutte le richieste presenti nella nostra mozione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Catanoso. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO CATANOSO GENOESE detto BASILIO CATANOSO. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, da alcuni anni, anche in Italia l'eccessivo ricorso all'utilizzo di prodotti fitosanitari autorizzati in deroga sta determinando una serie di complessità connesse ai livelli di sicurezza ambientale ed alimentare. Al riguardo, il perpetuarsi del ricorso a tali autorizzazioni eccezionali – sono state 41 nel 2012, 60 nel 2013 e 75 nel 2014 –, le cui procedure consentono di non effettuare l'iter previsto dal sistema autorizzativo, che indica, tra l'altro, la verifica dell'impatto ambientale e sulla salute, rischia di causare gravi difficoltà sui controlli nei confronti dei delicati equilibri degli ecosistemi e dell'ambiente.
  È anche giusto dire che, secondo quanto risulta dalle recenti analisi effettuate dalle principali organizzazioni agricole nazionali, in Italia non si può parlare di un vero e proprio uso massiccio di prodotti fitofarmaci in quanto gli ultimi dati ISTAT, pubblicati nell'ultimo rapporto del 20 gennaio 2015, evidenziano come la quantità di prodotti distribuiti per uso agricolo sia diminuita complessivamente del 45,2 per cento. Vi è comunque l'esigenza dell'adozione di misure risolutive in grado di definire un quadro generale volto a rafforzare le regole che risultano necessarie ed urgenti al fine di garantire una migliore sicurezza alimentare delle produzioni agricole ed elevati standard qualitativi delle produzioni agroalimentari.
  Ecco perché il nostro gruppo ha deciso di presentare questa mozione, affinché il Governo si faccia promotore di un'iniziativa, nell'ambito del Consiglio europeo dei ministri dell'agricoltura, al fine dell'approvazione di una normativa unica comunitaria per evitare le attuali distorsioni della concorrenza interna in materia. Non vogliamo danneggiare l'agricoltura italiana che si trova la concorrenza di Paesi, anche comunitari, che usano quegli stessi principi attivi che qui invece vengono ad essere vietati. Impegniamo il Governo affinché si assumano le iniziative al fine di rivedere il sistema delle autorizzazioni dei prodotti fitosanitari in deroga, anche valutando l'opportunità di interrompere le autorizzazioni eccezionali protratte oltre i tre anni.
  Vogliamo che si incrementino i fondi pubblici da destinare alla ricerca scientifica in agricoltura per sviluppare prodotti fitosanitari alternativi. Vogliamo che il Governo si impegni a prevedere, conseguentemente, una linea guida più rigorosa, attraverso una riduzione del ricorso alle deroghe, al fine di non stravolgere la reale finalità di un'emergenza fitoiatrica. Infatti, si sa che bisogna evitare di non avere un'alternativa, cosa questa che potrebbe provocare l'utilizzo di altri prodotti, magari in quantità superiori, per raggiungere gli stessi risultati sperati dall'agricoltore. Vogliamo coinvolgere le organizzazioni di categoria e quelle datoriali, consapevoli come siamo che i migliori risultati in questi campi si ottengono con la collaborazione e l'individuazione di progetti e programmi insieme alle organizzazioni suddette.
  Vogliamo impegnare il Governo ad adottare, entro dodici mesi, gli atti e le misure di competenza previsti dal decreto legislativo n. 150 del 2012 e dal piano di azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, non ancora emanati e per i quali risultano già scaduti i termini. Pag. 23Vogliamo che il Governo metta nelle condizioni le Commissioni parlamentari competenti di seguire lo stato dei lavori sulla predisposizione degli atti che sono assolutamente importanti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Benedetti. Ne ha facoltà.

  SILVIA BENEDETTI. Grazie Presidente, la questione dei fitosanitari, come sappiamo, mette in gioco problematiche non secondarie che riguardano, non solo noi e il nostro presente, ma le generazioni future, a cui abbiamo l'obbligo di lasciare un mondo sano. Ci tengo a sottolineare che il MoVimento 5 Stelle è stato il primo a muoversi su questo tema, proprio perché la posta in gioco è particolarmente delicata.
  La mozione che presentiamo, infatti, intende impegnare il Governo a intervenire con il massimo scrupolo e la massima attenzione, ingredienti che in questi anni purtroppo sono mancati. Basti pensare che, a fronte di una direttiva del 2009, la direttiva n. 2009/128/CE, c’è stato un recepimento con il decreto legislativo n. 150 del 2012 e ancora molti aspetti di questa direttiva non sono stati attuati. Quindi, c’è stata una mancanza dell'azione governativa in tal senso, nonostante sia cresciuta in modo esponenziale una consapevolezza nella società e nell'opinione pubblica riguardo l'ambiente, come bene comune da preservare, la salute, dunque la sana alimentazione, insomma la cura a garantire le migliori condizioni per la sopravvivenza di tutte le specie.
  Mi preme dire che ciò che qui noi indichiamo come nuovo indirizzo di Governo non muove da una posizione fondamentalista – non è un problema di fondamentalismo del MoVimento 5 Stelle –, ma muove dal buonsenso, dall'assunzione di responsabilità, dal principio di precauzione. Più di qualcuno in quest'Aula l'ha nominato questo principio di precauzione e non c’è un tempo per attuarlo, non si può derogare all'attuazione di questo principio.
  Questi sono gli atteggiamenti che chiediamo vengano acquisiti da questo Parlamento e da questo Governo in materia di fitosanitari. Chiediamo che si tenga conto della normativa europea in modo rigoroso e che nell'equilibrio di queste sostanze si stia dentro le regole. Le regole sono stabilite in modo rigoroso. Quindi non derogare alle regole è un principio molto importante e l'altra cosa altrettanto importante è che, laddove non ve ne siano, le regole vengano finalmente stabilite. Si tratta pur sempre di prodotti che sono pericolosi per la salute umana, per la salute ambientale e su cui non si può soprassedere per la loro gestione. Troviamo inammissibile, ad esempio, l'uso disinvolto che viene fatto nel nostro Paese degli articoli 30 e 53 del regolamento n. 1107/2009 che, in determinate situazioni, consentono, proprio in deroga alle normali procedure di autorizzazione, l'immissione sul mercato di prodotti fitosanitari non leciti per un periodo di tempo limitato. Quindi le deroghe, che dovrebbero essere utilizzate come eccezione alla regola, in Italia, con questo Governo, diventano di fatto esse stesse la regola, capovolgendo esattamente l'ordine in cui dovrebbero funzionare le cose ed è questo che ci preme ed è per questo che i diversi nostri impegni vanno in questo senso.
  Nessuno dei presenti può negare l'evidenza, confermata dal fatto che il Ministero della salute, proprio appellandosi all'articolo 53 del regolamento n. 1107/2009, dal 2012 al 2014 ha autorizzato ben 176 fitosanitari in deroga anche con principi attivi che non sono ammessi nell'Unione europea. Quindi è di buonsenso dire che questo modo di procedere va immediatamente rimosso come noi chiediamo nella nostra mozione. Ditemi, secondo voi è di buon senso ? Secondo me sì. Credo che tutti siamo d'accordo che sia ora di prendere una posizione su questo argomento. Quindi le regole vanno rispettate, non vanno bypassate escogitando il trucchetto delle deroghe e chiediamo di procedere in maniera completamente diversa Pag. 24rispetto al passato e che quindi venga verificata la sussistenza delle condizioni che hanno giustificato le troppe autorizzazioni in deroga. Sentite anche quante volte ripeto questa parola, «deroga», perché è proprio quello il problema, il cuore della questione. Noi dobbiamo attuare un piano di azione nazionale per l'uso sostenibile dei fitosanitari che va attuato, non va dilazionato, non va diluito ma va attuato. Quindi ci sono prodotti riconosciuti come altamente nocivi come l'aviozolfo, l'aviocaffaro che sono utilizzati per l'irrorazione aerea e ci aspettiamo che il Governo in tal senso finalmente prenda una posizione dopo tre anni di deroghe su questi prodotti che hanno un forte impatto anche sulla popolazione che subisce queste irrorazioni aeree soprattutto in zone ad alta produzione agricola.
  Vogliamo che il Governo prenda finalmente una posizione e cambi direzione in questo senso. Chiediamo che nei decreti dirigenziali che autorizzano le deroghe siano allegate le schede di sicurezza dei prodotti e vengano riviste le etichette aggiungendo alle informazioni presenti le parti mancanti relative alla composizione a rischio.
  Vogliamo anche che sia introdotto l'obbligo di indicazione della dichiarazione dell'identità e della concentrazione della sostanza utilizzata. Lo avevo già detto in sede di discussione sulle linee generali: non è solo un problema di principio attivo dei prodotti che vengono usati per l'agricoltura, è anche il problema dei coformulanti. Anche i coformulanti hanno un impatto sulla salute umana e sulla salute ambientale e vanno controllati, vanno assolutamente regolamentati. Quindi sia in questo decreto sia in tanti interventi previsti dal piano di azione nazionale non sono stati attuati o sono stati attuati in modo sbagliato. Quindi che cosa dobbiamo ancora aspettare perché il piano di azione nazionale venga applicato nella sua interezza ?
  Non saremo mai in grado di dire se sia efficace finché non verrà messo a regime e attuato in ogni sua parte. Ripeto che la direttiva è del 2009 e siamo nel 2015. Sono problemi che vanno risolti e che vanno affrontati. Non ci stupisce che ciò non sia ancora avvenuto perché dare attuazione a quanto previsto dal piano di azione nazionale significherebbe assumere come pilastro dell'azione politica proprio il principio, che evidentemente è estraneo a questo Governo, cioè il principio di precauzione, quel principio generale del diritto comunitario che fa obbligo alle autorità competenti di adottare i provvedimenti appropriati al fine di prevenire taluni rischi potenziali per la sanità pubblica, per la sicurezza e per l'ambiente – attenzione – facendo prevalere le esigenze connesse alla protezione di tali interessi sugli interessi economici. Ed è un principio adottato anche dal Consiglio di Stato nella sentenza n. 1281 del 2013, nella quale si afferma: «l'applicazione del principio di precauzione postula l'esistenza di un rischio potenziale per la salute e per l'ambiente ma non richiede l'esistenza di evidenze scientifiche consolidate sulla correlazione tra la causa, oggetto di divieto o limitazione, e gli effetti negativi che ci si prefigge di eliminare o ridurre».
  Quindi, non c’è addirittura bisogno di un'argomentazione scientifica in questo senso, eppure di argomentazioni scientifiche, di lavori, di bibliografie scientifiche sull'impatto di questi prodotti sulla salute umana e ambientale e sulla loro resilienza nell'ambiente ne abbiamo quanti ne vogliamo. Quindi, il voto di oggi spero che sia orientato a questi principi, al principio di responsabilità, che è il principio che fino ad adesso ha contraddistinto persone che nel territorio hanno lavorato per anni. E qui ricordo Gilberto, ricordo Massimo, ricordo Luca, che sono tutte persone che si sono battute negli anni per vedere rispettato e attuato questo principio, perché la loro salute non veniva tutelata né dai politici più vicini a loro, come i sindaci oppure i presidenti di regione, né tanto meno a livello nazionale. Quindi, questo lavoro è un lavoro loro e soprattutto per loro. Spero che in questo senso il Governo Pag. 25finalmente prenda una decisione di responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Oliverio. Ne ha facoltà.

  NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, non mi soffermerò sul contesto normativo europeo e nazionale che disciplina l'autorizzazione alla commercializzazione e all'utilizzo dei prodotti fitosanitari, già sapientemente esposto in quest'Aula dalla collega Terrosi, e sul lungo e faticoso percorso che ha portato all'armonizzazione delle normative dei singoli Stati per dare una regolamentazione unitaria e attenta alle esigenze ambientali di salubrità dei prodotti utilizzati. D'altronde, ormai tutta la legislazione europea e nazionale è orientata verso sistemi di produzione integrati con l'ambiente, basti solo pensare che la nuova PAC indirizza parte dei contributi finanziari alla compensazione dei costi legati alla fornitura di beni pubblici ambientali non remunerati dal mercato, come, per esempio, la componente ecologica, ed al sostegno aggiuntivo ai redditi nelle zone con vincoli naturali specifici. Inoltre, la politica di sviluppo rurale assegna un ruolo fondamentale alla gestione ecosostenibile del suolo agricolo, riconoscendo valore fondamentale alla preservazione della biodiversità ambientale ed agricola, sulla quale, la scorsa settimana, il Senato, su proposta del PD, ha approvato in seconda lettura una storica e significativa normativa. In questo contesto, non si può inoltre non ricordare che il sistema italiano vanta un primato a livello europeo in ordine alla produzione di prodotti a marchio registrato, fattore che rende ancora più rilevante, anche per la competitività del sistema agricolo italiano, l'adozione di sistemi di produzione agricola integrati con l'ambiente. D'altronde, la grande espansione commerciale dei prodotti con marchio registrato rende evidente come vi sia, da parte del consumatore, una sempre maggiore attenzione ad un'alimentazione sana e rispettosa dei cicli naturali della vita, nella consapevolezza che la stessa rappresenta una condicio sine qua non per il conseguimento a lungo termine di uno stato di benessere fisico e psichico. L'ISPRA ha appena pubblicato un rapporto sull'espansione dell'agricoltura biologica nel nostro Paese che attesta che 1.300.000 ettari di terreno sono coltivati a «bio», con un incremento del 12,8 per cento rispetto al 2012. Un risultato che conferma l'Italia seconda, dopo la Spagna, in Europa per estensione e sviluppo dell'agricoltura «bio», che in molti casi si è sostituita a quella tradizionale. L'ISPRA, in particolare, evidenzia che nei terreni con colture biologiche si è rilevato un numero doppio di specie vegetali rispetto ai terreni agricoli convenzionali. Ma a chi teme che il biologico non sia in grado di far fronte all'aumento della popolazione mondiale, l'ISPRA replica che l'analisi dimostra che la produzione dei suoli biologici è in media l'80 per cento della produzione dei suoli convenzionali e che i terreni sottoposti a forme intensive di agricoltura sono soggetti a un notevole calo di capacità produttiva. Per questa ragione, non ci può sfuggire l'importanza della tematica affrontata con le mozioni che oggi abbiamo discusso; anche per queste ragioni, siamo convinti che è necessario garantire anche l'integrità degli habitat naturali e più in generale della biodiversità, perché sono un presupposto dei servizi ecosistemici che stanno alla base del benessere della comunità.
  Non a caso, il tema scelto per la Giornata mondiale dell'alimentazione di quest'anno è «Protezione sociale e agricoltura per spezzare il ciclo della povertà rurale». Un problema che pone in rilievo la responsabilità verso i due terzi della popolazione mondiale a cui manca una protezione sociale anche minima: un dato reso ancora più allarmante dal fatto che la maggior parte di queste persone vive nelle aree più svantaggiate di Paesi dove l'essere poveri è una realtà dimenticata.
  La mancata protezione sociale, secondo Papa Francesco, pesa anzitutto sui piccoli agricoltori, allevatori, pescatori e forestali, Pag. 26costretti a vivere nella precarietà poiché il frutto del loro lavoro è subordinato più a condizioni ambientali...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore il tono della voce !

  NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. ... che spesso sfuggono al loro controllo e alla mancanza di mezzi per fronteggiare cattivi raccolti e per procurarsi gli strumenti tecnici necessari.
  Di fronte alle difficoltà, non possono però prevalere il pessimismo e l'indifferenza: ciò che è stato fin qui compiuto nonostante la complessità dei problemi è già un motivo di incoraggiamento per l'intera comunità internazionale, per le sue istituzioni e per le sue linee di azione. Tra queste penso all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, recentemente approvata dalle Nazioni unite.
  Riteniamo che molto è stato fatto, ma oggi occorre portare a compimento il disegno complessivo adottando i decreti attuativi del Piano di azione nazionale ancora mancanti, rivedendo quelle autorizzazioni che possono contenere sulla base di evidenze scientifiche principi nocivi alla salute, riconoscendo infine, anche alla luce delle nuove linee guida che la Commissione europea sta per approvare, le autorizzazioni in deroga rilasciate per ragioni di emergenza fitoiatrica. Probabilmente la risposta più celere ed efficace a tale problematica può consistere nella convocazione di un tavolo di lavoro tra le amministrazioni e gli operatori interessati, affinché si possa fare il punto sulle questioni enucleate, procedendo spediti verso una definitiva e completa modernizzazione del Paese in merito all'utilizzo dei prodotti fitosanitari. Allo stesso tempo, il tavolo di lavoro dovrà opportunamente verificare in ambito nazionale le diverse condizioni applicative delle norme, sia in funzione delle differenze amministrative che interessano i vari soggetti attuatori sia in funzione dell'attuale stato di applicazione; e non da ultimo, le diverse caratteristiche tecnico-colturali poste in essere a seconda delle tipologie agricole di riferimento.
  Consideriamo inoltre essenziale un consolidamento delle attività di monitoraggio dei dati climatici e dei diversi organismi nocivi, una omogenea elaborazione di quelle informazioni per dotare di bollettini tecnici periodici gli utilizzatori dei servizi di prevenzione e di allerta sulla comparsa delle principali avversità delle colture, e l'attivazione di un sistema di coordinamento ai servizi di assistenza tecnica per garantire il trasferimento e l'informazione in modo tempestivo ed efficace.
  Gli strumenti economici svolgeranno un ruolo fondamentale nel conseguimento di questi ambiziosi obiettivi, con particolare riguardo alle attività di supporto alla difesa integrata obbligatoria e alle attività di ricerca e sperimentazione necessarie alla messa a punto...

  PRESIDENTE. Colleghi !

  NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. ... e all'aggiornamento della disciplina della difesa integrata.
  Signor Presidente, non sfugge a nessuno di noi che lo sforzo del Parlamento e del Governo in questi ultimi anni è stato quello di puntare essenzialmente sulla grande opportunità rappresentata dal forte ritorno all'agricoltura, soprattutto da parte delle nuove generazioni, che vanno sostenute e incoraggiate. Lo straordinario successo di Expo ne è la prova più significativa; ma la nostra produzione agricola, con le sue straordinarie eccellenze che tutto il mondo ci invidia, deve sempre di più collocarsi in quest'ambito di qualità, ecocompatibilità, rispetto della terra e dell'ambiente, affinché possa rappresentare la risposta più importante ai nuovi modelli di crescita e di sviluppo del nostro pianeta. E ciò, senza l'assurda ambizione di voler fermare il treno ad alta velocità del progresso, della ricerca e dell'innovazione con il dito mignolo, magari della mano sinistra.
  Siamo però convinti che la terra non è infinita, e non è per sempre. Essa è un bene prezioso, unico e di straordinario valore, che noi dobbiamo imparare a rispettare, Pag. 27a valorizzare, a tutelare e ad utilizzare meglio. Per questo abbiamo presentato la mozione, che oggi sottoponiamo all'approvazione di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Do adesso la parola al rappresentante del Governo per una precisazione. Prego.

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, nella formulazione dei pareri sarà sfuggito il punto 11 della mozione Benedetti. Su quel punto del dispositivo il parere il Governo è favorevole.

(Votazioni)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Come da prassi le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti. Avverto che, avendo i presentatori delle mozioni Zaccagnini ed altri n. 1-01019, Palese ed altri n. 1-01024, Faenzi ed altri n. 1-01026, accettato le riformulazioni proposte dal Governo, le parti di tali mozioni su cui il Governo ha espresso parere contrario devono intendersi espunte. Passiamo alla votazione della mozione Benedetti ed altri n. 1-00720 (Ulteriore nuova formulazione).
  Avverto che i presentatori di tale mozione hanno accettato la riformulazione proposta dal Governo esclusivamente con riferimento al ventesimo capoverso del dispositivo, sui rimanenti capoversi sui quali il Governo ha proposto riformulazioni il parere deve intendersi contrario.
  Avverto che i medesimi presentatori hanno chiesto la votazione per parti separate nel senso di votare dapprima i capoversi della premessa su cui il Governo ha espresso parere favorevole, a seguire i capoversi della premessa su cui il Governo ha espresso parere contrario, quindi i capoversi del dispositivo su cui il Governo ha espresso parere favorevole, infine ciascuno dei singoli capoversi del dispositivo su cui il Governo ha espresso parere contrario.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Chiedo la votazione per parti separate dei capoversi 1 e 2 del dispositivo della mozione di cui sono il primo firmatario.

  PRESIDENTE. Bene, prego gli uffici di predisporre le votazioni su questa mozione in tal senso.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Benedetti ed altri n. 1-00720 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente alla premessa, ad eccezione dei capoversi 3, 5, 21, 25, 27, 32 e 33, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Bianconi, Vico, Marzana, Boccuzzi, Piccoli Nardelli, Zolezzi, Sani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  450   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  450.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Benedetti ed altri n. 1-00720 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente ai capoversi 3, 5, 21, 25, 27, 32 e 33 della premessa, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Fanucci, Vico, Romele, Marco Meloni...Pag. 28
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  453   
   Votanti  411   
   Astenuti   42   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  127    
    Hanno votato no  284.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Benedetti ed altri n. 1-00720 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al dispositivo, come riformulato su richiesta del Governo, ad eccezione dei capoversi 2, 5, 6, 7, 15 e 18, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Greco, Cardinale...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  453   
   Votanti  452   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  445    
    Hanno votato no   7.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Benedetti ed altri n. 1-00720 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al secondo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni, Totaro, Monchiero, Donati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  455   
   Votanti  394   
   Astenuti   61   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato  118    
    Hanno votato no  276.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Benedetti ed altri n. 1-00720 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al quinto capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrozza, Pilozzi, Dall'Osso, Di Lello, Piepoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  454   
   Votanti  383   
   Astenuti   71   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato  106    
    Hanno votato no  277.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Benedetti ed altri n. 1-00720 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al sesto capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni, Di Gioia, Monchiero, Piepoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  454   
   Votanti  383   
   Astenuti   71   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato  106    
    Hanno votato no  277.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 29

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Benedetti ed altri n. 1-00720 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al settimo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Arlotti, Albanella, Brignone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  453   
   Votanti  386   
   Astenuti   67   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato  102    
    Hanno votato no  284.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Benedetti ed altri n. 1-00720 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al quindicesimo capoverso del dispositivo; il parere del Governo è contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni... Qualcun altro ? Non mi pare.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  449   
   Votanti  383   
   Astenuti   66   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato  111    
    Hanno votato no  272.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Cominelli ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Benedetti ed altri n. 1-00720 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al diciottesimo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Qualcuno non ha votato ? Fratoianni, Rampelli, Miotto. Qualcun altro ? Non mi pare.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  454   
   Votanti  387   
   Astenuti   67   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato  104    
    Hanno votato no  283.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione della mozione Zaccagnini ed altri n. 1-01019.
  Avverto che, a seguito dell'intervento del deputato Zaccagnini, i capoversi del dispositivo su cui il Governo ha espresso parere contrario non devono intendersi espunti, e sugli stessi i presentatori hanno chiesto la votazione per parti separate rispetto alla restante parte della mozione.
  Indìco pertanto la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Zaccagnini ed altri n. 1-01019, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, ad eccezione dei capoversi primo e secondo del dispositivo. Il parere del Governo è favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrozza... Qualcun altro ? Non mi pare.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  457   
   Votanti  442   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato  426    
    Hanno votato no   16.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 30

  Indìco pertanto la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Zaccagnini ed altri n. 1-01019, limitatamente ai capoversi primo e secondo del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Garavini, Palese. Qualcun altro ? Kronbichler. Garavini ha votato. Non mi pare ci siano altri che non riescono a votare.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  456   
   Votanti  400   
   Astenuti   56   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  124    
    Hanno votato no  276.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dorina Bianchi ed altri n. 1-01022, per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ? Gregori, Montroni, Kronbichler, Latronico, Di Lello. Mi pare che abbiano votato tutti. Sembra di sì.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  297   
   Astenuti  155   
   Maggioranza  149   
    Hanno votato  292    
    Hanno votato no   5.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Oliverio, Monchiero, Pastorelli ed altri n. 1-01023, per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Oliverio, Fratoianni, Tidei, Vico. Qualcun altro ? Non mi pare. Bene.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  451   
   Votanti  441   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato  440    
    Hanno votato no   1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Palese ed altri n. 1-01024 (Nuova formulazione), come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ? Malpezzi. Qualcun altro ? Pagani. Non mi pare ci siano altri.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  457   
   Votanti  380   
   Astenuti   77   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato  378    
    Hanno votato no   2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 31

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Faenzi ed altri n. 1-01026, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer. Chi altro ? Murer non riesce a votare. Sandra Savino, Vazio. Qualcun'altro ? Non mi pare.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  451   
   Votanti  449   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  449.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  È così esaurito l'esame delle mozioni in materia di prodotti fitosanitari.

Sull'ordine dei lavori (ore 17,20).

(Rinvio dell'esame del disegno di legge A.C. 3194-A)

  PRESIDENTE. Dovremmo passare all'esame del disegno di legge n. 3194-A.
  Ha chiesto di parlare il presidente della VIII Commissione. Ne ha facoltà.

  ERMETE REALACCI, Presidente della VIII Commissione. Grazie, Presidente. Sono qui a chiedere il rinvio ad altra data dell'esame di questo provvedimento che, come lei sa, riguarda la delega al Governo per il recepimento di alcune normative europee e la riscrittura della normativa sugli appalti pubblici.
  Questa mattina al Comitato dei nove il Viceministro Nencini, per conto del Governo, ha chiesto alcuni giorni ulteriori di approfondimento, in relazione anche alla necessità di verificare se il testo, così come è venuto fuori da un lavoro credo approfondito e positivo svolto dalla Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera – ovviamente Cicero pro domo sua –, possa essere approvato senza modifiche anche al Senato.
  Mi pare difficile non venire incontro a questa richiesta. Per questo, chiedo il rinvio ad altra data dell'esame del provvedimento.

  PRESIDENTE. Quindi, è stata avanzata dal presidente Realacci una proposta, nel senso di rinviare ad altra data il seguito della discussione del disegno di legge in materia di contratti di concessione e di appalti. Sulla richiesta avanzata concederò la parola, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, a un deputato contro e ad uno a favore per non più di cinque minuti.
  Ha chiesto di parlare contro la deputata Mannino.

  ROCCO PALESE. Presidente...

  PRESIDENTE. Deputato Palese, lei vuole intervenire a favore ?

  ROCCO PALESE. Presidente, io intervengo a favore, ma integrando questa proposta perché, alla luce di questa decisione, chiedo la cortesia e la comprensione degli altri gruppi affinché la seduta dell'Assemblea della giornata odierna finisca alle ore 19, per una riunione congiunta dei gruppi di Forza Italia, sia del Senato sia della Camera...

  PRESIDENTE. Collega, scusi se la interrompo. Evitiamo di fare confusione. Sulla questione che lei mi sta richiedendo in questo momento, cioè la riunione congiunta dei gruppi di Camera e Senato del suo gruppo parlamentare e l'esigenza di concludere la seduta alle 19, se non vi è nessuna obiezione si intende già così stabilito.
  Ora noi siamo sulla dichiarazione di voto in ordine alla richiesta formalizzata Pag. 32dal presidente Realacci. Su questa richiesta ha chiesto di parlare contro la collega Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Grazie, Presidente. Come diceva il presidente Realacci, questa mattina nel Comitato dei nove il rappresentante del Governo ci ha chiesto di rinviare, per l'ennesima volta, il seguito della discussione in Aula di questo provvedimento. Noi siamo già alla terza settimana di rinvio. Abbiamo svolto la discussione sulle linee generali e ancora non si riesce a portare in Aula la votazione degli emendamenti.
  A detta del Governo, le criticità sono prevalentemente tre: quella relativa alla garanzia globale, ai subappalti e le deroghe per la protezione civile. Questi tre elementi, secondo il Governo, sono quelli che porterebbero, al Senato, ad un'interruzione dei lavori o, comunque, di fatto ad un blocco del provvedimento.
  Noi siamo convinti che all'interno di questo provvedimento ci sono tante altre questioni che sicuramente al Senato non potranno andare bene. Ne abbiamo sollevato anche noi una quarta relativamente alle deroghe che si fanno in riferimento alle deroghe date alla RAI già la settimana scorsa. Quindi, così, riflettevamo se probabilmente questa richiesta di rinvio non fosse più legata all'approvazione della riforma della RAI anche al Senato e poi poter riprendere a parlare di appalti in quest'aula.
  Per questi motivi, inoltre, noi, per queste perplessità presentate al Governo già sotto forma di emendamento, avevamo appunto presentato degli emendamenti che vanno nella direzione del Governo, che ad oggi hanno parere negativo. Quindi, la questione è facilmente risolvibile cambiando il parere del Governo e in Senato il Governo si deve prendere la responsabilità della sua maggioranza su un provvedimento così tecnico e complicato, che sicuramente entro il 18 aprile deve essere adottato, perché, sennò, abbiamo l'ennesima procedura di infrazione.
  Penso che appunto non debba essere una forza di opposizione a dire di lavorare su un provvedimento su cui tutti in quest'Aula e, in particolar modo, in Commissione abbiamo lavorato in maniera propositiva e collaborativa e, quindi, non reputiamo necessario un rinvio, anche perché non è stato detto dal Governo per quanto tempo (una settimana, due giorni, un mese, non si sa), proprio perché tutto l'iter deve essere poi incardinato al Senato e deve essere messo all'ordine del giorno delle Commissioni e dell'Aula.
  Quindi, crediamo fermamente che noi possiamo continuare il nostro lavoro, completare il nostro lavoro in questo ramo del Parlamento e poi lasciare al Senato e ai numeri che la maggioranza ha al Senato la continuazione del lavoro, prendendosi la responsabilità di un'eventuale procedura di infrazione se non riusciamo a raggiungere la data del 18 aprile 2016 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. L'intervento del collega Palese è da intendere come intervento a favore.
  Passiamo dunque ai voti.
  Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinviare ad altra data il seguito dell'esame del disegno di legge in materia di contratti di concessione e di appalti pubblici.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione)

  Binetti, Fanucci.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva per 189 voti di differenza.

Seguito della discussione delle mozioni Alli, Quartapelle Procopio, Locatelli ed altri n. 1-00956, Spadoni ed altri n. 1-01018, Vargiu ed altri n. 1-01027, Guidesi ed altri n. 1-01028, Palazzotto ed altri n. 1-01030 e Sberna ed altri n. 1-01038 concernenti iniziative per rafforzare la cooperazione allo sviluppo a Pag. 33favore dei Paesi africani, anche nella prospettiva della riduzione dei flussi migratori (ore 17,30).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Alli, Quartapelle Procopio, Locatelli ed altri n. 1-00956 (Nuova formulazione), Spadoni ed altri n. 1-01018 (Nuova formulazione), Vargiu ed altri n. 1-01027, Guidesi ed altri n. 1-01028, Palazzotto ed altri n. 1-01030 e Sberna ed altri n. 1-01038 (Vedi l'allegato A – Mozioni), concernenti iniziative per rafforzare la cooperazione allo sviluppo a favore dei Paesi africani, anche nella prospettiva della riduzione dei flussi migratori.
  Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 19 ottobre 2015, sono state presentate le mozioni Vargiu ed altri n. 1-01027, Guidesi ed altri n. 1-01028, Palazzotto ed altri n. 1-01030 e Sberna ed altri n. 1-01038, che sono già state iscritte all'ordine del giorno.
  Avverto, altresì, che in data odierna sono state presentate le mozioni Palese ed altri n. 1-01040 e Rampelli ed altri n. 1-01041 e una nuova formulazione della mozione Palazzotto ed altri n. 1-01030 (Vedi l'allegato A – Mozioni). I relativi testi sono in distribuzione.

(Parere del Governo)

  PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di intervenire esprimendo altresì il parere sulle mozioni presentate.

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Grazie, Presidente. Evito di fare discorsi di introduzione. Lo scenario è stato descritto ampiamente nel dibattito. Procedo, quindi, ad esprimere il parere sulle mozioni.
  Suggerirei ai presentatori delle mozioni, essendoci delle riformulazioni degli impegni che dovrò descrivere, di seguire con il testo. Il Ministero degli affari esteri ha proposto delle riformulazioni abbastanza articolate, che si possono seguire soltanto con il testo tra le mani.
  Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Alli, Quartapelle Procopio, Locatelli ed altri n. 1-00956, (Nuova formulazione).

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 17,32)

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Il Governo esprime parere favorevole sulle premesse della mozione Spadoni ed altri n. 1-01018 (Nuova formulazione), mentre esprime parere favorevole sul primo capoverso del dispositivo, se così riformulato: «a promuovere, d'intesa con gli Stati membri dell'Unione europea, la predisposizione di una strategia di politica estera dell'Unione europea (...)» e sostituendo, in conclusione, le parole: «non basata sul solito interventismo militare» con le seguenti: «per la risoluzione di conflitti basata non unicamente sugli interventi militari, che devono essere accompagnati da iniziative miranti allo sviluppo sociale, economico e ambientale di lungo periodo». Il Governo esprime parere favorevole sul secondo capoverso del dispositivo, se così riformulato: «a potenziare la rete diplomatica consolare dei Paesi di origine e di transito dei flussi migratori». Il Governo esprime parere favorevole sul terzo capoverso del dispositivo, mentre esprime parere favorevole sul quarto capoverso, se così riformulato: «a realizzare iniziative volte a dare attuazione concreta al processo di Khartoum e agli altri processi politici in corso con i Paesi partner, adoperandosi affinché l'azione dell'Unione europea sul piano umanitario e di controllo delle frontiere venga affiancata da interventi mirati a risolvere le cause profonde dell'immigrazione dall'Africa attraverso un consistente piano di cooperazione allo sviluppo che rafforzi le economie locali». Il Governo esprime parere favorevole sui capoversi quinto, sesto e settimo del dispositivo, mentre esprime parere favorevole sull'ottavo Pag. 34capoverso, se così riformulato: «considerata l'evidente correlazione tra conflitti, traffico d'armi e flussi migratori, in specie provenienti dall'Africa, ad adottare ogni utile iniziativa affinché sia interrotto immediatamente il traffico di armi verso tutti i Paesi che non rispettano i fondamentali diritti umani nel quadro del diritto internazionale e delle norme europee di settore (...)». Il Governo esprime parere favorevole sul nono capoverso del dispositivo.
  Per quanto riguarda la mozione Vargiu ed altri n. 1-01027, il parere è favorevole sulle premesse. Per quanto concerne il dispositivo, il parere è favorevole con le seguenti riformulazioni. Sul primo capoverso il parere è favorevole con la seguente riformulazione: «a intensificare, tenendo conto delle specifiche condizioni locali e delle prevalenti problematiche politiche di sicurezza (...)». Sui capoversi secondo, terzo e quarto il parere è favorevole. Sul quinto capoverso il parere è favorevole con questa riformulazione: «a dedicare, nel quadro delle procedure di consultazione e di programmazione prevista dalla legge n. 125 del 2014 (...)». Sul sesto capoverso il parere è favorevole con questa riformulazione: «ad avviare iniziative che valorizzino il know-how (...)». Sui capoversi settimo e ottavo il parere è favorevole.
  Per quanto riguarda la mozione Guidesi ed altri n. 1-01028, il parere del Governo è contrario su tutte le premesse. Per quanto concerne il dispositivo, il parere è favorevole con le seguenti riformulazioni. Sul primo capoverso il parere è favorevole con la seguente riformulazione: «a valorizzare nella strategia nazionale nei confronti dell'Africa la tematica migratoria in maniera coerente con le iniziative adottate in ambito europeo, con l'obiettivo di cogliere le opportunità dischiuse dal suo sviluppo, contribuire al consolidamento di quest'ultimo, alla stabilizzazione del continente e a rimuovere le cause di origine delle spinte migratorie dirette verso l'Europa». Sul secondo capoverso il parere è favorevole. Sul terzo capoverso il parere è favorevole con questa riformulazione: «a concentrare una quota rilevante degli aiuti pubblici (...)». Sul quarto capoverso il parere è favorevole. Sul quinto capoverso il parere è favorevole con questa riformulazione: «a collegare la concessione di ulteriori pacchetti di aiuto pubblico allo sviluppo alla disponibilità da parte dei Paesi beneficiari a collaborare nei settori della riammissione dei migranti clandestini destinatari di provvedimenti di espulsione e, più in generale, alla cooperazione con l'Europa nella gestione dei flussi migratori, in modo da incentivare la cooperazione con i Paesi virtuosi, senza però venire meno agli impegni già presi in ambito europeo e internazionale». Sul sesto capoverso il parere è favorevole con questa riformulazione: «a utilizzare gli aiuti pubblici allo sviluppo anche per la promozione di efficaci politiche redistributive». Sul settimo capoverso il parere è favorevole. Sull'ottavo capoverso il parere è favorevole con questa riformulazione: «a promuovere in Africa in generale e, in particolare, nell'Africa subsahariana la tutela dei diritti delle donne, in vista della loro emancipazione, anche in quanto fattore che può contribuire decisivamente allo sviluppo della società e dell'economia africane». Sul nono capoverso il parere è favorevole.
  Per quanto riguarda la mozione Palazzotto ed altri n. 1-01030 (Nuova formulazione) il parere del Governo è contrario sui capoversi secondo e settimo del dispositivo. Sugli altri capoversi il parere è favorevole, con le seguenti riformulazioni. Sul primo capoverso il parere è favorevole con questa riformulazione: «ad intervenire nelle aree di crisi per trovare soluzioni di pace», espungendo le parole: «senza alimentare ulteriori guerre o sostenere nuovi e vecchi dittatori». Sul terzo capoverso il parere è favorevole con questa riformulazione: «a programmare interventi di cooperazione allo sviluppo locale sostenibile nelle zone più povere, dove lo spopolamento e la migrazione sono endemici». Sul quarto capoverso il parere è favorevole. Sul quinto capoverso il parere è favorevole con questa riformulazione: «a prevedere nel prossimo disegno Pag. 35di legge di stabilità un significativo aumento degli stanziamenti dei fondi destinati (...)». Sul sesto capoverso il parere è favorevole con questa riformulazione: «a scegliere come aree di intervento prioritarie a cui destinare una quota rilevante dei fondi di aiuto pubblico allo sviluppo i Paesi dell'Africa da cui proviene la quota più rilevante di richiedenti asilo e immigrati, con particolare riferimento all'Africa orientale, ai Paesi del Maghreb e del Sahel, promuovendo il rispetto dei diritti umani e il rafforzamento degli standard democratici riconosciuti a livello internazionale». Sul settimo capoverso, come dicevo, il parere è contrario.
  Per quanto riguarda la mozione Sberna ed altri n. 1-01038, il parere del Governo è favorevole sulle premesse, mentre è favorevole sul dispositivo con le seguenti riformulazioni. Sui capoversi primo, secondo e terzo del dispositivo il parere è favorevole. Sul quarto capoverso il parere è favorevole con questa riformulazione: «ad assumere iniziative per destinare una quota delle nuove risorse a progetti di cooperazione decentrata, le cui realtà locali (...)». Sul quinto capoverso il parere è favorevole.
  Sono arrivate oggi altre due mozioni, la n. 1-01041, a firma dell'onorevole Rampelli: il parere sulla mozione è favorevole, sia sulle premesse che sugli impegni.
  L'ultima mozione, la n. 1-01040, è a firma dell'onorevole Palese ed altri. Il parere è favorevole sulla mozione e sugli impegni, con un'unica riformulazione del secondo capoverso: «a sollecitare con forza un fattivo impegno degli Stati dell'Unione europea volto a rafforzare il sostegno e lo sviluppo dei Paesi africani, nella prospettiva di una necessaria partnership che favorisca sicurezza, cooperazione, sviluppo, anche collegando gli aiuti economici ad un'efficace lotta all'immigrazione clandestina (...)». Con questa riformulazione il parere del Governo sulla mozione è favorevole.

  PRESIDENTE. La ringrazio, sottosegretario De Filippo. Non credo che abbia, però, dato il suo parere sulle premesse della mozione Palazzotto ed altri n. 1-01030, le devo chiedere di esprimere il parere.

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Colleghi, mi è giunta la notizia che agli uffici sia appena pervenuta una mozione a prima firma del deputato Artini. Avendo il Governo già iniziato l'espressione del parere, devo ritenere che questa trasmissione sia tardiva perché non vi sono i tempi né per il vaglio della relativa ammissibilità né per il parere del Governo.
  In attesa che si faccia una riflessione complessiva sui termini di presentazione degli atti di indirizzo e di sindacato ispettivo, invito tutti i gruppi a trasmettere gli atti in tempo utile, tenendo conto che ci sono dei tempi fisiologici, necessari, affinché siano poi valutati e messi a disposizione di tutta l'Assemblea.

  MARIA EDERA SPADONI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIA EDERA SPADONI. Grazie, Presidente. Forse c’è stata una svista o forse non ho ben seguito, non ho ascoltato i pareri del Governo sulla mozione n. 1-01018, a firma Spadoni.

  PRESIDENTE. Il parere sulla mozione n. 1-01018 a firma Spadoni è stato dato.

(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signora Presidente. Noi socialisti e socialiste siamo fieri di come l'Italia ha fatto e sta facendo fronte al costante e continuo incremento Pag. 36dei flussi migratori, di come si è spesa, in assoluta solitudine, con l'operazione Mare Nostrum per salvare migliaia e migliaia di vite umane, di come sia riuscita, sia pure non del tutto, a fare riflettere l'Europa sulla necessità di una revisione del Trattato di Dublino e sulla redistribuzione delle quote.
  Abbiamo lavorato spesso in solitudine, spesso in contrasto, non solo con i nostri partner dell'Unione, ma anche contro un'opposizione interna, sempre pronta ad accendere pericolose micce e a contrapporre migranti ad italiani. Siamo riusciti a resistere, a non indietreggiare di un centimetro su quella che è una condizione inderogabile: la vita umana non ha prezzo.
  Gestire i flussi, redistribuire le quote, organizzare l'accoglienza, però, non è sufficiente. Come abbiamo sottolineato più volte, bisogna agire nei Paesi di origine delle migrazioni, facendo sì che non sussistano più le condizioni che hanno spinto e che stanno spingendo uomini, donne, bambine e bambini a fuggire dalle loro terre, lavorando, in primo luogo, per creare le basi di una stabilità politica e istituzionale, indispensabile per il rilancio economico.
  Sappiamo bene che non è un obiettivo raggiungibile in tempi brevi, ma non per questo dobbiamo rinunciarvi. La cooperazione allo sviluppo è uno degli strumenti più efficaci per contrastare l'esodo di milioni di persone che vogliono sottrarsi alla fame, alle guerre, allo sfruttamento, alle malattie, alle conseguenze del cambiamento climatico.
  E questo Parlamento si è dotato di una nuova legge sulla cooperazione internazionale che ci mette alla pari con gli altri Paesi europei, sul piano di una maggiore efficienza, di una maggiore trasparenza e di un coinvolgimento più diretto anche della società civile.
  Un paio di giorni fa, in un'intervista al Sole 24 Ore, Nkosazana Dlamini-Zuma, prima donna Presidente dell'Unione africana, diceva: «L'emergenza immigrazione, con i suoi barconi della morte, è una cosa terribile, terribile, ma forse aiuta perché per la prima volta ci fa parlare, ci aiuta a capire, ci spinge ad affrontare insieme il problema. Fa guardare all'Africa con occhi nuovi». E più avanti, in tema di cooperazione, aggiungeva: «Non dovete venire, prendervi tutto quello che potete per poi venderlo nel mondo e lasciare noi in povertà. Bisogna cominciare a fare le cose, ancora una volta, insieme».
  Noi socialisti diciamo che possiamo farlo, che dobbiamo farlo. Certo, non da soli, ma in concerto con il resto dell'Europa. Voteremo, quindi, la mozione di maggioranza, che abbiamo sottoscritto e della quale condividiamo pienamente gli obiettivi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti delle Scuole parrocchiali San Biagio di Monza che sono qui ad assistere ai nostri lavori. Benvenuti (Applausi).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Edmondo Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Presidente, colleghi, sono oltre trent'anni che la destra politica si batte per l'idea che le cause del disagio economico, degli squilibri mondiali tra Paesi poveri e Paesi ricchi vanno combattute nel posto dove questi disagi avvengono. Sono anni che la destra politica dice che gli africani vanno aiutati in Africa e sono anni che diciamo che è impensabile immaginare che il trasferimento di centinaia di milioni di individui, più o meno coattivo, come sta avvenendo sulla spinta di guerre, ma anche di interessi del terrorismo internazionale, possa essere la soluzione di un problema, che risolve la fame nel mondo, che risolve i flussi demografici, che risolve la crisi che il mondo occidentale sta affrontando – l'Unione europea in maniera particolare – rispetto a queste migrazioni di carattere biblico.
  Ci fa piacere che oggi, in maniera totalitaria, a cominciare dal centrosinistra, si accetta il principio che bisogna fare di più per aiutare i Paesi del vecchio e cosiddetto «terzo mondo», non per un Pag. 37astratto principio di giustizia o di etica, ma per interesse specifico da parte dell'Italia. Lo facciamo sulla pressione di una migrazione biblica, non soltanto per i conflitti del Medio Oriente, piuttosto che dell'Africa, per i tanti conflitti provocati da situazioni interne, ma perché siamo inondati da una marea umana che, da una parte, ci commuove e, da un'altra, ci espone a gravi rischi economici, sociali, di criminalità e purtroppo, come sta avvenendo, anche di emergenza sanitaria.
  Allora, noi siamo convinti che l'Italia da tempo fa poco e male per la cooperazione e lo sviluppo. Fa poco e male per aiutare questi Paesi in loco, per rimuovere le cause di disagio economico, per rimuovere anche quelle cause di disagio sociale che comportano poi, di fatto, anche la causa originaria di queste grandi migrazioni. Quindi, riteniamo che l'idea di intervenire assumendosi maggiori oneri per la cooperazione allo sviluppo in tutto il mondo, per la lotta alle disuguaglianze, per la lotta alla situazione di grave disagio economico e di fame nella quale vivono molti Paesi del mondo, debba essere affrontata in maniera positiva.
  L'Italia in Europa è uno dei Paesi che fa meno e purtroppo è anche uno di quelli più esposti, per la sua posizione geografica, a questa enorme ondata migratoria.
  Ciononostante, tutti gli impegni presi negli anni da tutti i Governi di aumentare gli aiuti alla cooperazione allo sviluppo sono stati vani. Oggi c’è un ennesimo impegno che il Governo si assume su richiesta di tutto il Parlamento, ma, evidentemente, la maggioranza ha fatto i suoi conti e noi siamo ben contenti. Certo, è anche l'occasione per denunciare che questo Governo e questa maggioranza hanno voluto una riforma della legge sulla cooperazione che di fatto privatizza decine di milioni di euro pubblici affidandoli a un'Agenzia per la cooperazione allo sviluppo. In un momento in cui si parla tanto di prevenzione della corruzione, siamo molto preoccupati che questi soldi possano sfuggire a un controllo pubblico e finire, magari, nella speculazione, come abbiamo visto con la vicenda di Mafia Capitale e, quindi, purtroppo, come sappiamo bene, sulle spalle e sulla pelle di tanti poveri cristi.
  Allora, da una parte chiediamo trasparenza, da una parte chiediamo un'assunzione di responsabilità più forte da parte dell'Italia per raggiungere anche gli impegni assunti in sede internazionale, con lo 0,3 per cento del PIL per la cooperazione allo sviluppo, e da un'altra parte chiediamo anche una politica più intelligente. L'Italia ha bisogno di potenziare la politica di aiuto sul piano bilaterale, così come quella multilaterale e, quindi, accordi diretti con gli Stati di origine delle migrazioni e accordi diretti con gli Stati di passaggio di queste migrazioni, ma anche accordi, soprattutto in sede internazionale, perché l'Italia da sola certamente non può affrontare il tema. Abbiamo visto come l'Italia non è stata tenuta in alcuna considerazione fintanto che il traffico di esseri umani e le migrazioni riguardavano il Mediterraneo, tramite la Libia, anche grazie agli interventi anglo-francesi che hanno distrutto la stabilità di quei Paesi, per non parlare della Siria. Abbiamo visto, invece, che quando poi il problema ha riguardato direttamente la Germania e l'Austria per l'enorme pressione di profughi in Ungheria e nei Paesi Balcanici, nei Paesi dell'ex Jugoslavia, segnatamente in Croazia, Serbia e Slovenia, immediatamente l'Unione europea si è occupata del tema, si è parlato di redistribuzione e di quote.
  Allora, noi crediamo che l'Italia debba avere un ruolo più forte. Abbiamo l'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune che è italiano; abbiamo un Governo che ha avuto anche ben sei mesi la Presidenza dell'Unione europea e nulla abbiamo fatto. È arrivato il momento di assumersi le responsabilità finanziarie, di fare una politica mirata che tuteli gli interessi dell'Italia, di fare una politica mirata in questi Paesi dove c’è l'origine di questa emigrazione per aiutarli a migliorare la loro condizione di vita. Si tratta di portare avanti, per esempio, anche l'accordo siglato nel 2014 a Khartoum che riguarda tutta l'Africa dell'est e, in Pag. 38generale, il Corno d'Africa, proprio per garantire una dignità rispetto a questa grande via della migrazione. Occorre intervenire, come ripetiamo, in loco per evitare queste migrazioni bibliche. Peraltro, abbiamo anche la necessità, quando si mette mano alla tasca e quando si fa il proprio dovere per aiutare i Paesi e gli stranieri che soffrono a casa loro, di stipulare ed attuare accordi che ci possano consentire un recupero di tante energie che abbandonano l'Africa. Infatti, noi non possiamo immaginare di assistere impotenti a queste migrazioni bibliche che, oltre a creare un grave danno all'Italia, provocano un impoverimento di risorse umane in Africa e in tanti altri Paesi.
  Allora, chiediamo un impegno corale del Governo, al di là degli impegni di facciata, perché ci sia l'adeguamento della percentuale economica per arrivare, quindi, allo 0,3 per cento del PIL e, comunque, nell'immediatezza, ad aumentare le risorse per la cooperazione allo sviluppo; chiediamo una maggiore trasparenza nell'utilizzo di questi fondi che, allo stato attuale, secondo noi, non è garantita dalla costituenda Agenzia nazionale per la cooperazione e, quindi, chiediamo di restituire maggiore peso e maggiore potere al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale e anche alle direzioni dello stesso Ministero per controllare come questi soldi vengono spesi; chiediamo di curare maggiormente gli interessi dell'Italia in queste azioni mirate di cooperazione allo sviluppo; chiediamo, inoltre, di cercare seriamente di impedire in maniera intelligente, tramite la cooperazione allo sviluppo, che questa migrazione metta a repentaglio la nostra sicurezza, le nostre conquiste economiche, la nostra tranquillità e il nostro futuro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sberna. Ne ha facoltà.

  MARIO SBERNA. Grazie, signora Presidente. È noto che l'estrema povertà in Africa sia dovuta ad una serie di fattori quali lo squilibrio tra le risorse vitali disponibili e l'accesso alle stesse, la presenza di malattie gravi ed endemiche, il degrado ambientale e gli sradicamenti forzati dai conflitti armati, campi per rifugiati e sfollati, violenze a sfondo religioso, tensioni etniche e livello altissimo di corruzione, traffico delle armi, traffico di persone ed organi. Tutti gli Stati africani escluso lo Stato dell'Isola di Mauritius nella graduatoria della Fragile States Index, che registra la stabilità dei 178 Paesi rappresentati all'Assemblea generale dell'ONU, si trovano in stato di allarme o stato di vigilanza. Dunque, se praticamente tutti gli Stati africani sono in condizioni di fragilità e le popolazioni di determinate regioni iniziano a muoversi per ragioni economiche o spostarsi per ragioni legate a conflitti armati, etnici o religiosi che siano, la destinazione non può che essere esterna al continente africano, non trovando in nessuno di quei Paesi la sicurezza e la stabilità necessarie per vivere. L'Africa ha enormi problemi legati alla fame perché è un continente da anni sconvolto da guerre civili, eredità anche di abusi coloniali, da malattie per carenze di cure sanitarie, da denutrizione e da carenze di acqua ed elementi e che ha forzatamente prodotto caffè o cacao per l'esportazione e non miglio e sorgo per l'alimentazione. Vedere tonnellate di caffè per l'esportazione, che partono dal porto di Abidjan o tonnellate di té dalle mille colline della regione dei Grandi Laghi significa una scelta politica ed economica ben precisa. Significa produrre per esportare e non per alimentare la propria gente. Vuol dire aver applicato le ricette del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale con la compiacenza quindi degli Stati ricchi e dei loro cittadini che si ritrovano un mercato abbondante e sottopagato di materie prime: questa è la causa della fame. Dire che molti Paesi africani hanno incrementato in questi anni il loro prodotto interno lordo significa dire una verità certo, nascondendo però tutta la verità. Far crescere la classe alta con l'idea che porterà prosperità anche alle masse più povere significa pensare da occidentali in ambienti completamente Pag. 39differenti. Significa ottusamente non conoscere e non voler vedere la realtà del sud del mondo. La storia economica ci insegna che questi aumenti di produzione o di prodotto interno lordo prendono la via dell'estero e raggiungono solo le mense di chi può pagare. I poveri improduttivi restano comunque senza cibo perché l'effetto cascata tanto caro ad Adam Smith e agli economisti di matrice neoliberista non si realizza affatto in Africa. Al contrario un aumento di reddito tra i più ricchi porta ad un fluire della ricchezza sempre più verso l'alto e mai verso il basso, a non essere che qualche briciola sporadica. La prosperità non scende verso il basso: nelle ultime decadi i Paesi poveri hanno conosciuto una crescita economica relativamente rapida, eppure al loro interno i poveri sono diventati sempre più poveri. Un prodotto interno lordo costruito per ricchi verrà consumato da ricchi. Eppure resta ferma la convinzione declamata già nella seconda parte dell'Ottocento da San Daniele Comboni di salvare l'Africa con l'Africa cioè permettere agli africani di coltivare le proprie terre e vivere del proprio lavoro e della propria cultura, cosa che troppo spesso non hanno fatto i pur ingentissimi aiuti economici dall'estero che, per decenni, hanno arricchito classi politiche corrotte, armato fazioni, depredato ricchezze naturali. Con questa mozione chiediamo dunque al nostro Governo di sostenere di più quelle realtà veramente attente ai bisogni della gente, dei più poveri. In numero considerevole, oltre cinquemila, sono infatti i volontari italiani presenti in Africa che si adoperano nel campo della vera promozione umana. Sono costoro infatti i missionari e i volontari italiani, vivendo fianco a fianco con la gente del posto che hanno la sensatezza di veder giudicare prima di agire, una buona comprensione delle necessità, valore, motivazioni e punti di vista delle popolazioni locali così come delle possibili conseguenze dei processi sociali innescati che non sorvolano sull'equilibrio tra l'importanza dei cambiamenti apportati e il rispetto dei valori tradizionali della società che li ospita, che non realizzano programmi come trapianti di tecnologie e professionalità ma come momenti di condivisione, crescita, solidarietà tra persone della stessa comunità. Se vogliamo veramente aiutare i poveri, dovremmo farlo direttamente con loro, in mezzo a loro. Privilegiare i piccoli progetti a livello locale è anche l'obiettivo dell'Agenda 2030.
  Lo stesso Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, che ha onorato questa Camera con la sua visita pochissimi giorni fa, ha lanciato i nuovi obiettivi dell'agenda globale di sviluppo post 2015, l'Agenda 2030, in cui lo sviluppo economico locale risulta essere uno degli strumenti più efficaci per affrontare le nuove sfide globali. Come evidenziato al recente terzo Forum mondiale sullo sviluppo economico locale, di Torino, la cooperazione territoriale diviene il mezzo più innovativo ed efficace per assicurare una crescita sostenibile ed equilibrata dal punto di vista sociale, ambientale ed economico, come risposta incentrata sulle persone e basata sul territorio e per affrontare le crescenti disuguaglianze, l'elevata disoccupazione e la crescente pressione sulle risorse naturali. Un piccolo programma opera infatti necessariamente in piccole aree, ed è possibile che queste siano, da un punto di vista culturale, climatico, economico e sociale molto più omogenee che quelle comprese da un grande programma, che peraltro non facilita mai la diffusione delle innovazioni apportate. Da decenni il nostro Paese è in prima linea in Africa per il sostegno alle popolazioni locali, attraverso appunto una fitta rete di volontari (per esempio quelli aderenti agli organismi della FOCSIV, volontari nel mondo) e anche di missionari (gli istituti religiosi aventi missioni e la Fondazione Missio), che accompagnano le comunità locali nel realizzare attività con finalità sociali e nell'assumere più responsabilità e capacità per la gestione del servizio idrico, nel campo sanitario, agricolo, strutturale, educativo ed imprenditoriale, come anche nel campo non meno urgente della pace e della pacifica convivenza. Basti qui citare il risultato ottenuto dalla Comunità di Sant'Egidio per la pace in Mozambico. Tali Pag. 40realtà si distinguono per un servizio formulato dal basso, ovvero originato nelle comunità locali interessate, le quali condividono con i volontari obiettivi e stili di implementazione delle azioni e per la realizzazione di progetti sostenibili basati sull'utilizzo di risorse umane e materiali presenti nell'area di intervento e realizzate con l'adozione di tecnologie e metodiche facilmente replicabili dalle popolazioni coinvolte.
  È a queste realtà della cooperazione internazionale che chiediamo di prestare maggiore attenzione e sostegno, affinché il Governo, nella meritoria opera di aiuto internazionale all'Africa, consideri sempre più e maggiormente l'ascolto e la condivisione delle informazioni, dei progetti, delle presenze sui territori e delle attività in generale svolte in Africa dai volontari e dai missionari italiani attraverso la consultazione degli organismi e degli enti che in maggior parte li rappresentano, poiché è da questo mondo vitale della generosità e della solidarietà che è venuto il meglio della cooperazione internazionale italiana (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia – Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Guido Guidesi. Ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Presidente, premetto che noi non accettiamo la riformulazione proposta dal Governo, perché quando il Governo ci dà parere contrario sulle premesse il Governo stesso dovrebbe spiegarci il motivo di quel parere contrario. Infatti, nelle premesse parliamo della questione demografica, del divario, sia per età che numero delle popolazioni, tra il continente europeo e il continente africano, e poi vi sono alcuni passaggi che, dal nostro punto di vista, sono assolutamente reali, a meno che qualcuno non li smentisca con dati certi ed effettivi. Ma a parte la questione demografica, di cui voglio citare un esempio, cioè che alcuni Paesi, come l'Etiopia e l'Egitto, arrivano ormai a quasi 100 milioni di abitanti, ci riferiamo anche ad altre questioni, come quella economica, quando diciamo che la crescita economica dell'Africa interagisce in modo ambiguo con i flussi migratori, dal momento che permette ora di finanziare l'espatrio di un'ingente quantità di persone che in precedenza non disponevano dei mezzi per raggiungere le sponde del Mediterraneo, né tanto meno quelli necessari ad attraversarlo. Lasciano, ad esempio, in gran parte e in gran numero, i loro Paesi, etiopi, nigeriani e senegalesi, provenienti da Paesi che hanno fatto registrare nel 2014 tassi di sviluppo reale molto elevati, rispettivamente pari al 10, al 6,3 ed al 4,6 per cento. L'Europa non è obiettivamente in grado di accogliere tutte queste persone. Essi si vogliono installare senza subire una drastica trasformazione sociale e culturale della propria popolazione, per cui è naturale che fasce crescenti di abitanti si possano opporre.
  La necessità di contenere l'immigrazione dall'Africa è stata riconosciuta anche nel documento conclusivo del recente Consiglio europeo del 15 ottobre scorso. L'Africa è interessata, altresì, da conflitti che si spiegano solo in parte con la povertà e la diseguaglianza, contribuendovi decisivamente fattori di natura più strettamente politica, come la ristrutturazione degli assetti di potere a vantaggio di gruppi, etnie o clan, spesso in precedenza mantenuti al margine dei Paesi di appartenenza.
  Hanno contribuito all'innesco di guerre sanguinose anche le tensioni alimentate in alcuni Paesi dal tentativo di imporre l'Islam a popolazioni di confessione diversa: è accaduto in Sudan, determinando un conflitto sfociato nell'indipendenza del sud Sudan, e sta succedendo nella Nigeria settentrionale, con Boko Haram.
  Indi per cui noi chiediamo dei precisi impegni al Governo, che li ha tuttavia riformulati per smussarne alcune condizioni precise che noi mettevamo. Noi chiediamo di definire una strategia nazionale nei confronti dell'Africa, con l'obiettivo di cogliere le opportunità dischiuse dal suo sviluppo, contribuire al consolidamento di quest'ultimo, stabilizzare il continente e contenerne le spinte migratorie dirette Pag. 41verso l'Europa. In questo quadro, a continuare a sostenere lo sviluppo dell'Africa, sia sul piano bilaterale che attraverso gli ambiti multilaterali di cui il nostro Paese è parte; a concentrare gli aiuti pubblici allo sviluppo da parte del nostro Paese nelle aree da cui proviene la parte più rilevante dei migranti clandestini africani che raggiunge la nostra penisola.
  A proseguire poi sulla strada del dialogo con i Paesi africani e le loro organizzazioni multilaterali, come raccomandato dallo stesso Consiglio europeo del 15 ottobre 2015 scorso. A vincolare la concessione di eventuali aiuti pubblici allo sviluppo all'accettazione di alcuni impegni da parte dei Paesi beneficiari: in particolare ci riferiamo alla forma di disponibilità alla riammissione dei migranti clandestini destinatari di provvedimenti di espulsione e, più in generale, alla cooperazione con l'Europa nella gestione dei flussi migratori. A condizionare, infine, la concessione di aiuti pubblici allo sviluppo anche alla pratica di efficaci politiche redistributive interne.
  Tutti questi impegni noi crediamo che possano assolutamente essere condivisi dal Governo; ma ancor più le premesse, perché portano dati e condizioni reali: che spesso vengono sottaciute, ma non è certo questo il motivo di non condividerle. Per cui, non riuscendo a capire la posizione del Governo nello smussare alcuni impegni, e soprattutto nel non condividerne le premesse, noi non accettiamo le riformulazioni; e ci porremo di fronte alle altre mozioni soprattutto con riferimento al punto della concessione di aiuti a condizione che questi Paesi, da cui i migranti provengono, accettino di riammetterli qualora essi siano espulsi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ilaria Capua. Ne ha facoltà.

  ILARIA CAPUA. Signora Presidente, le mozioni che ci troviamo a discutere rivestono un'importanza fondamentale nell'ambito del fenomeno sempre più grave ed attuale dei flussi migratori di grandi dimensioni che avvengono, non solo tra diversi Paesi, ma anche all'interno di uno stesso Stato. Il divario profondo tra gli standard di vita dei Paesi dell'Africa subsahariana e quelli del nord Africa, insieme alle instabilità politiche e ai rischi bellici, costituisce ancora una delle motivazioni centrali dei flussi migratori che investono l'intera Europa.
  Apprezziamo il cambio di passo del Governo italiano che, negli ultimi 18 mesi, ha fortemente rafforzato la sua attività nell'ambito della cooperazione internazionale e delle relazioni bilaterali con i Paesi dell'Africa subsahariana; tuttavia ribadiamo la necessità di potenziare adeguatamente tali misure, allo stato attuale ancora insufficienti.
  Secondo i massimi esperti economici e dell'immigrazione, la povertà, i bassissimi standard sociali, sanitari e ambientali, l'instabilità politica e le guerre civili che contraddistinguono una vastissima area che va dall'Iraq alla Libia, nonché la forte disparità tra questi standard e quelli dei Paesi occidentali rappresentano storicamente i più potenti fattori attrattivi delle migrazioni clandestine attraverso il Mediterraneo, indipendentemente dalle politiche contingenti di controllo delle frontiere, di contrasto agli sbarchi clandestini e di gestione dei flussi migratori.
  Conseguentemente, fintanto che non vi sarà un efficace impegno degli Stati più avanzati a ridurre questo gap, non verranno intaccate le cause profonde ed immanenti di uno dei più imponenti fenomeni migratori della storia.
  Siamo, dunque, consapevoli del fatto che non parliamo più esclusivamente di un fenomeno emergenziale, ma strutturale, legato alle condizioni locali nei Paesi di origine di queste migrazioni, che vedono elevatissimi indici di espansione demografica. Parliamo di Paesi che vedono spesso l'esistenza di situazioni di conflitto, di guerre civili: si tratta di realtà nelle quali è facile cresca il seme del terrorismo alimentato anche da situazioni di povertà e di arretratezza strutturali.Pag. 42
  Vorrei però porre l'attenzione su un altro aspetto non trascurabile che è rappresentato dalla speranza di vita alla nascita in molti Paesi dell'area sub-sahariana che risulta fatalmente condizionata dal bassissimo rapporto medici/abitanti (mediamente 1 su 1.000 che talvolta scivola a 1 ogni 30.000- 40.000 persone), dallo scarso accesso alle terapie mediche, dalla scarsa disponibilità d'acqua e dallo scarso apporto nutritivo.
  Un altro fattore determinante sulle aspettative di vita nei Paesi africani è rappresentato dalle malattie infettive e dalle patologie ad esse correlate, che, secondo gli ultimi report dell'Organizzazione mondiale della sanità, costituiscono ancora oggi la causa del 70 per cento degli anni di vita persi dagli abitanti di quel continente. Non bisogna trascurare il fatto che, mentre i sistemi di controllo occidentali sono in grado di fronteggiare un eventuale caso di contagio, analoghe strutture e misure di allerta sono insufficienti nei Paesi dell'Africa sub-sahariana. Pertanto, permane il rischio che, in assenza di adeguati programmi di screening sanitario, le popolazioni di migranti possano introdurre o reintrodurre nei Paesi occidentali patologie infettive, anche sostenute da ceppi resistenti, assai subdole nella loro diffusione. Pertanto lo screening e il trattamento precoce di queste infezioni potrebbe evitare costi elevatissimi al Servizio sanitario italiano e ai servizi sanitari dell'Europa negli anni futuri.
  Vorrei sottolineare a tale proposito che nel 2014, il contributo italiano al Fondo globale per la lotta all'aids, alla tubercolosi e alla malaria è stato di 1 miliardo di dollari (pari al 3,1 per cento del totale) e ha posto il nostro Paese all'ottavo posto tra i donatori mondiali. Un analogo segnale non è stato purtroppo, invece, registrato in concomitanza alla recente emergenza Ebola.
  Il fenomeno degli sbarchi, dei flussi migratori e in genere la presenza sempre più strutturale e consolidata di immigrati nel nostro Paese, genera una serie di paure non collegate solo all'aspetto sanitario citato, ma connesse anche alla percezione che l'immigrazione costituirebbe un «peso» per il sistema di welfare e, in particolare, per il sistema pensionistico italiano.
  Riteniamo necessario, dunque, il ricorso ad una strategia di corretta informazione e di aiuto reale, tesi allo sviluppo nei Paesi in cui questi fenomeni migratori hanno origine, così come evidenziato anche dalle recenti dichiarazioni del Presidente Mattarella e dal Presidente Renzi.
  È chiaro che nessuno abbandonerebbe la propria terra, le proprie origini, se non perché costretto a migrare a causa di conflitti e di condizioni economiche e insostenibili.
  Occorre creare le condizioni perché questo non avvenga e noi dobbiamo farci carico di queste responsabilità.
  Per tali ragioni, attraverso la nostra mozione, chiediamo al Governo un impegno concreto ed efficace volto ad intensificare gli sforzi strategici di collaborazione economico-commerciale con i Paesi subsahariani già avviati. Chiediamo con forza, in modo particolare: il coordinamento europeo di tutte le politiche di gestione dell'emergenza immigrazione, che renda possibile la piena condivisione delle responsabilità e delle linee di intervento tra tutti i Paesi membri dell'Unione europea; una particolare attenzione ai programmi di miglioramento delle condizioni dell'organizzazione sanitaria nei Paesi dell'Africa subsahariana, compresa l'organizzazione veterinaria; l'avvio di un programma nazionale italiano, che valorizzi il know how, le competenze e la tecnologia italiani per favorire rapporti di collaborazione, anche bilaterali, finalizzati al miglioramento degli standard di salute pubblica e di sanità pubblica veterinaria in quelle aeree, al fine di contrastare in loco le cicliche emergenze sanitarie; la realizzazione di sistemi di formazione, istruzione continua e addestramento a favore degli operatori sanitari dei Paesi in via di sviluppo e di quelli subsahariani in particolare, che utilizzi le competenze specialistiche italiane e i canali di collaborazione offerti dalle istituzioni internazionali; in ultimo, la progettazione e la realizzazione di un sistema Pag. 43di accoglienza sanitaria e di screening sulle popolazioni di migranti che raggiungono il nostro Paese, che garantisca migliori condizioni di sicurezza reciproca dal punto di vista sanitario.
  Nella speranza che il Governo ponga attenzione e dia tempestiva attuazione alle nostre richieste, confermo il voto favorevole di Scelta Civica alla nostra mozione e alle mozioni in linea con quanto da noi dichiarato (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Signora Presidente, colleghi deputati, rappresentante del Governo, l'Africa è il continente del futuro: credo che questa sia un'affermazione impegnativa, ma veritiera, e non lo è solo per la ricchezza di risorse naturali e umane che le attribuiscono il più grande potenziale di sviluppo del pianeta, ma lo è anche perché l'Africa oggi si trova ad affrontare delle sfide importanti, dalla cui risoluzione sarà determinato il futuro dell'umanità.
  Penso alle sfide che riguardano il terrorismo, i conflitti. Penso alle sfide che riguardano le disuguaglianze o le grandi sfide ambientali, i processi di desertificazione. Sono le sfide che oggi l'umanità si trova ad affrontare e che sono state oggetto della recente conferenza dell'ONU e degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030.
  Noi ci troviamo con un continente che in questi anni ha visto una crescita spaventosa di alcuni dei suoi Paesi, che oggi possono definirsi anche non più Paesi poveri. Nel complesso la ricchezza del continente africano negli ultimi vent'anni è cresciuta; eppure, in maniera proporzionale alla ricchezza del continente africano, sono aumentati i poveri del continente africano. Questo è legato principalmente alle grandi disuguaglianze interne al continente africano, interne ai singoli Stati, perché alla crescita economica spaventosa di alcuni Stati, di alcuni Paesi, è corrisposto invece un concentramento della ricchezza nelle mani di pochi, nelle mani delle imprese che prevalentemente sfruttavano le risorse naturali e sono cresciute su un modello di sviluppo che era – lo diceva prima il collega Sberna – fondato prevalentemente sull'idea dell'esportazione, quindi sulla ricchezza accumulata nelle mani di pochi, ma non su un modello di sviluppo che guardasse al progresso dell'intera società di quei Paesi. Disuguaglianze che sono legate anche all'enorme crescita demografica e che in qualche modo ci interroga rispetto alle diversità che ci sono tra il nostro continente e il contenente africano.
  Vedete, noi ci troviamo oggi ad affrontare, nel caso della vicenda dei flussi migratori, le contraddizioni di un modello di sviluppo insostenibile. L'idea di sviluppo che noi abbiamo avuto in questi anni oggi si rivela insostenibile da tutti i punti di vista: sotto il profilo economico, sotto quello ambientale e sotto quello sociale.
  Ed è chiaro che, se noi abbiamo un livello di disuguaglianza tra il nord e il sud del pianeta di questa natura e adesso aggiungiamo il fatto che c’è una crescita zero, dal punto di vista demografico, del nostro Paese e, invece, una crescita spaventosa, sempre dal punto di vista demografico, del continente africano, si determina quello che in fisica è detto il principio dei vasi comunicanti, cioè ad un certo punto quella parte del pianeta tenderà a occupare e a ottenere la sua fetta di ricchezza.
  Ecco, noi dovremmo parlare dell'insostenibilità del nostro modello di sviluppo, se volessimo affrontare realmente la questione dei flussi migratori. Dovremmo parlare, per esempio, del debito ecologico che i nostri Paesi e i nostri Governi hanno nei confronti dei Paesi del continente africano e del sud del mondo. E dovremmo parlarne in quest'Aula e non lasciare che questo argomento resti solo nelle parole di Papa Francesco (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà), perché è un tema che, invece, investe la politica e investe prima di tutto noi.Pag. 44
  Dovremmo parlare, appunto, di debito ecologico per ricordarci che la cooperazione allo sviluppo non è un atto di carità che noi Paesi occidentali facciamo nei confronti dei poveri Paesi africani, ma è, al massimo, una percentuale piccola di ripianamento del debito che noi abbiamo nei confronti di quei Paesi e degli uomini e delle donne che abitano quella parte del pianeta.
  Dovremmo parlare del fatto che sono politiche integrate quelle che vogliono affrontare queste grandi sfide. Abbiamo davanti a noi la Conferenza di Parigi di dicembre. È un tema. Molte delle persone che oggi fuggono e cercano un futuro e una vita migliore nel nostro continente fuggono anche da condizioni insostenibili dal punto di vista ambientale; fuggono dalla fame e dalla carestia determinate dai processi di desertificazione, che sono alimentati dal nostro modello di sviluppo, dal livello delle nostre emissioni, dal livello delle emissioni dei gas di scarico delle nostre automobili, giusto per parlare della cronaca di questi giorni !
  Ecco, dovremmo parlare esattamente di come si mettono in campo politiche integrate da questo punto di vista. Noi, invece, continuiamo ad affrontare la vicenda della crisi dei migranti esattamente come dice il nome: la crisi dei migranti. Cioè, noi continuiamo ad affrontare questo fenomeno dal punto di vista dell'emergenzialità, dimenticandone, invece, la strutturalità. Oggi noi non ci troviamo davanti ad un'emergenza, anche perché un'emergenza è qualcosa legata ad un fatto contingente e ad un periodo di tempo determinato. Noi ci troviamo davanti ad un fenomeno strutturale del nostro tempo, strutturale nella globalizzazione del modello di sviluppo che abbiamo creato. Ci troviamo davanti ad un fenomeno strutturale, che continuiamo, invece, ad affrontare con politiche emergenziali e miopi rispetto a quella che è la questione.
  Io lo vorrei dire: noi continuiamo a parlare, nei consessi europei, di controllo delle frontiere; cioè, noi continuiamo a pensare a come arginare questo fenomeno invece di porci il problema di come governare un fenomeno che oggi è strutturale del nostro tempo. Noi continuiamo a parlare del regolamento di Dublino, nonostante qualche parata istituzionale che dice che il regolamento di Dublino è superato, ma in realtà il regolamento di Dublino è attualmente in vigore. Vi comunico che, se non ci fosse il regolamento di Dublino, al contrario, noi oggi nei porti siciliani dove sbarcano i migranti avremmo la fila dei migranti per poter rilasciare le impronte digitali e farsi identificare e poter andare, secondo il loro progetto di vita, a costruire una vita altrove.
  Parliamo del processo di Khartoum, della Conferenza interministeriale, di cui il nostro Governo è stato promotore, fatta qui a Roma, dove abbiamo chiamato alcuni Governi – se così si possono chiamare – e anche alcuni regimi del Corno d'Africa, dell'Africa subsahariana, dei cosiddetti Paesi di origine e anche dei Paesi di transito, per discutere con loro di come questo fenomeno si possa bloccare in Africa, non capendo che il tema non è il governo di questo fenomeno in Africa, cioè l'esternalizzazione dei confini. Cioè, noi non possiamo pensare di affrontare questo problema o questo fenomeno, che dir si voglia, immaginando che spostiamo i nostri confini al di sotto del Sahara, perché così non vediamo la tragedia che sta accadendo in quel continente.
  Allora, noi dovremmo dire come Dublino e Khartum siano due facce della stessa medaglia, ovvero due facce di una classe dirigente del vecchio continente che non è capace di guardare alla realtà per quello che è e che prova, in questa situazione e in questo momento...

  PRESIDENTE. Scusate, colleghi. È possibile seguire ? Grazie !

  ERASMO PALAZZOTTO. ...in questa situazione e in questo momento, dicevo, a drammatizzare questa vicenda.
  Ora, io lo dico così e riguarda quello che sta accadendo al confine con l'Ungheria: ci sono processi storici che non si possono fermare e, quando dico che Pag. 45l'Africa è il continente del futuro, vuol dire che molto probabilmente, fra 50, 100, 200 anni, noi ci troveremo ad essere dall'altra parte della piramide e questo processo storico non potrà essere fermato. È un processo che avverrà naturalmente.
  L'unica cosa su cui noi possiamo incidere è se vogliamo governare questo processo storico, se vogliamo seguirlo o se vogliamo drammatizzarlo. La vicenda dei profughi in Ungheria lo dice chiaramente: le scelte del Governo ungherese non hanno fermato il flusso migratorio, che arriva da oriente in Europa; lo hanno drammatizzato, con scene che non sono degne della civiltà europea (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà), anche qui nel silenzio dei Governi europei e nel silenzio del nostro Governo, che ha tutti gli strumenti, in sede di Consiglio europeo, per emettere le sanzioni o per minacciarle nei confronti del Governo ungherese !
  Oggi parliamo della cooperazione – e vado a concludere – dando la risposta al Governo sulle riformulazioni. La cooperazione – chiedo scusa, Presidente – è uno strumento fondamentale, se non viene vincolato ad interessi specifici, che non sono solo quelli economici, seppure molto spesso sono stati determinanti. Ricordo le parole del Ministro Alfano, che, durante il vertice dei ministri dell'interno in Lussemburgo, ha detto: «Bisogna essere molto chiari su un punto con i Paesi africani: se non ci aiutate, non vi diamo i soldi della cooperazione internazionale». Vincolare la cooperazione internazionale al fatto che i Governi collaborino o meno a gestire i flussi migratori nel loro Paese, con politiche poco chiare, è un fatto inaccettabile, che nega il principio stesso della cooperazione internazionale.
  Lo dico perché su questo punto noi abbiamo avuto – e concludo, Presidente – esperienze già abbastanza negative. I lager, dove oggi vengono rinchiusi in Libia i migranti e i profughi che l'attraversano, sono stati costruiti con i soldi del Governo italiano durante la cooperazione con il regime di Gheddafi, proprio per gestire i flussi migratori, e le immagini dei migranti che morivano nel deserto...

  PRESIDENTE. Concluda !

  ERASMO PALAZZOTTO. ...sono ancora sulla nostra coscienza.
  Concludo dicendo, Presidente, che noi non accettiamo le riformulazioni...

  PRESIDENTE. Va bene...

  ERASMO PALAZZOTTO. ...perché gli impegni sono un atto di accusa di questo Governo. Mi chiedo come si fa a dire, per citarne solo uno...

  PRESIDENTE. No, deve concludere, deputato ! Concluda !

  ERASMO PALAZZOTTO. ...che il Governo non accetta l'impegno a non alimentare ulteriori guerre o sostenere nuovi o vecchi dittatori (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Grazie, deputato Palazzotto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Causin. Ne ha facoltà.

  ANDREA CAUSIN. Presidente, onorevoli colleghi, è di tutta evidenza che ciò che succede in Africa ci riguarda. La maggior parte delle persone che approdano, anche in queste giorni e anche in queste ore, sulle coste italiane non ha lo status di rifugiato. Sono i cosiddetti «migranti economici», che provengono dalle aree del Sahel, dall'Africa subsahariana e da altre regioni del continente dimenticato.
  Non si tratta di un episodio o di un fenomeno stagionale: si tratta di un avvenimento di tipo strutturale, alla base del quale ci sono delle ragioni di ordine demografico e anche delle ragioni di ordine economico.
  L'Africa è un continente straordinario, ricchissimo di risorse naturali, ma al tempo stesso è anche incapace di dare una prospettiva e una speranza alle genti che lo popolano. Dagli anni Sessanta in poi, il lento processo di indipendenza della maggior Pag. 46parte degli Stati, che è stato affrontato in modo anche casuale e che ha consentito loro di affrancarsi dal giogo del colonialismo delle potenze imperiali europee, non ha prodotto un effetto significativo nel miglioramento delle condizioni di vita della maggior parte dei cittadini africani.
  I conflitti regionali, le infinite guerre civili, le pesanti ingerenze delle potenze mondiali, le esperienze tragiche di Governi incapaci e corrotti hanno precluso ogni capacità di crescita di un continente che può contare su immense risorse idriche, alimentari e minerarie.
  Pesanti responsabilità sono in carico anche agli organismi internazionali, in primis penso al Fondo monetario internazionale e alla Banca mondiale, che hanno prodotto politiche di indebitamento incapaci di generare la minima economia di sussistenza. Mentre l'Europa muore non solo politicamente ma anche fisicamente in una prospettiva che la porterà a contare nel 2050 su 640 milioni di abitanti contro i 740 milioni attuali, secondo le stime dell'ONU invece l'Africa è vitale e sempre nel 2050 potrà contare, con il trend demografico attuale, su circa 2 miliardi di abitanti contro un miliardo di oggi.
  Di Mediterraneo continuano a parlare come di emergenza ma sarebbe più corretto parlare di evidenza, l'evidenza di un fenomeno epocale rispetto al quale l'Europa ha il dovere morale di agire sia per le gravi responsabilità storiche del colonialismo rispetto alle quali l'Italia non è immune, sia rispetto alla contiguità geografica e culturale che l'Africa ha con noi.
  Le missioni navali che sono state dispiegate nel Mediterraneo, che oggi sono sotto la guida eccellente del comando italiano e che possono contare su alcune decine di unità navali, rappresentano una risposta importante ed utile all'emergenza della tratta degli esseri umani; sia l'opera di salvataggio che quella di contrasto agli scafisti sono azioni urgenti e necessarie che hanno prodotto il brillante risultato di ridurre soltanto al 2 per cento in questi mesi il traffico di esseri umani.
  Come certamente è stata un'azione efficiente l'impegno dei Paesi europei a ricollocare i rifugiati nei Paesi membri; tuttavia, siamo di fronte ad un fenomeno che non si può arrestare né con la forza, navale in questo caso, né con la paura, come stanno facendo alcuni Governi xenofobi dell'area balcanica. È un fenomeno che deve essere affrontato con l'assunzione di responsabilità nei confronti della popolazione africana che oggi, nella maggior parte dei casi, vive in situazioni inaccettabili di sottosviluppo, contesti in cui non esiste la possibilità di una minima economia di sussistenza, di accesso alla sanità, all'istruzione, di una vita degna in cui le parole libertà e diritti possono avere un minimo di significato. L'Europa e l'Italia, perciò, hanno il dovere di mettere in campo una strategia di sviluppo del continente africano che passa necessariamente per le iniziative diplomatiche volte alla soluzione dei conflitti in corso, come avviene in Libia, alla stabilizzazione dei processi democratici, come avviene in Tunisia, e a sostegno di quei Paesi che hanno avuto il coraggio di fare le riforme, come il Regno del Marocco. È necessario soprattutto un salto di qualità nella cooperazione allo sviluppo attraverso un incremento dei fondi, una migliore e più efficace destinazione degli stessi, scegliendo la priorità di progetti e contrastando i fenomeni di corruzione che rischiano invece di assorbirli. È soprattutto importante che nei prossimi anni l'Europa riesca a comprendere che l'Africa è un continente su cui investire e non un continente da depredare.
  Solo la stabilità politica, la crescita economica dell'Africa riusciranno a dare risposte in termini di diritti, libertà, accesso alla sanità e all'istruzione agli abitanti del continente dimenticato. Scommettere ed investire sullo sviluppo, sulla crescita economica e sociale e civile dell'Africa significa scommettere sulla crescita e la salvezza dell'Europa. Che ci piaccia o no il destino dei nostri continenti è indissolubilmente legato e non ci potremo esimere nei prossimi anni da questa importante responsabilità di agire. È per Pag. 47questo che a nome del gruppo di Area Popolare esprimo il voto favorevole alla mozione di cui il primo firmatario è il collega Paolo Alli (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signora Presidente, onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, l'aggravarsi dei conflitti nell'area mediterranea e medio-orientale e il gonfiarsi delle ondate di migranti in cerca di protezione ed asilo e il crescente numero di morti per migrazione stanno spingendo finalmente l'Unione europea, insieme agli Stati membri, ad adottare una serie di misure volte a rispondere alle sfide sollevate dei flussi migratori cercando di affrontare la questione con maggiore realismo e determinazione.
  È ora più che mai necessario, a mio parere, intensificare gli sforzi per garantire una risposta sufficiente e adeguata all'attuale crisi in materia di migrazione e di rifugiati, e definire una politica migratoria europea credibile. Siamo, infatti, di fronte a una svolta epocale, in cui assistiamo a vere e proprie migrazioni di popoli e, purtroppo, sempre più spesso e volentieri anche ad una serie enorme di morti che avvengono durante le situazioni che abbiamo visto soprattutto nel Mediterraneo.
  La risposta alle pressioni migratorie che caratterizzano in particolare il Mediterraneo passa innanzitutto attraverso la protezione di coloro che ne hanno bisogno, anche per evitare ulteriori perdite di vite umane in mare. Ma è fondamentale, allo stesso tempo, affrontare con sistematicità le cause profonde della migrazione, chiave di volta per offrire soluzioni ad una questione che oramai, da troppo tempo, non si muove più sulla linea dell'emergenza, ma che ha carattere strutturale. Da questo punto di vista, signora Presidente, le azioni definite dall'Unione europea non sono state affatto sufficienti: l'attenzione si è concentrata piuttosto sul rafforzamento della presenza in mare, la lotta ai trafficanti, sul potenziamento della solidarietà e delle responsabilità interne ai singoli Stati, mentre praticamente nulla è stato fatto per la creazione di canali di migrazione legale. Nonostante nel recente dibattito sulla questione si parli sempre più spesso della necessità di una politica finalizzata al miglioramento delle condizioni di vita nei Paesi di provenienza, ovvero quelli da cui hanno origine i flussi, cambiando totalmente l'approccio al tema migratorio, anche su questo fronte gli sforzi risultano inadeguati. Io ritengo invece che ciò sia uno dei problemi principali, non fosse altro che nel nostro Paese la migrazione è in parte diversa rispetto a quella che riguarda la zona del Nord Africa in particolare. Negli anni Novanta sono avvenute delle piccole «prove tecniche di trasmissione» rispetto all'emigrazione che vi è stata all'epoca dall'Albania verso le coste adriatiche, soprattutto verso la Puglia. Già avevamo avuto una situazione del genere. Capisco che il fenomeno fu ridotto, ma allora si ebbe l'intuizione, intanto, di comprendere che poteva essere affrontato il problema non solo in termini di accoglienza dei rifugiati albanesi, che continuavano ad arrivare con mega e micro sbarchi su tutte le coste adriatiche, in particolare sulla Puglia. Le cose cominciarono a migliorare quando sia l'Europa, che il nostro Paese, si resero conto che per poter definire un'inversione di tendenza era necessario farli stare meglio lì, in Albania. In effetti quando ci sono stati i programmi Interreg I, II, III, comprendendo anche la Grecia, il fenomeno poi si è ridotto fino a scomparire. Capisco che quella situazione è come una goccia in mezzo all'Oceano rispetto, invece, al problema gigantesco della migrazione che riguarda i Paesi africani e il Medio Oriente. Lì il problema era diverso, ma l'approccio di cercare di intervenire per iniziare una politica seria di investimenti, per farli stare meglio nei propri Paesi di origine, è una delle strade da percorrere senza dubbio.
  Noi come mondo occidentale abbiamo responsabilità serie e io ritengo che, davanti Pag. 48al problema della migrazione, che è un problema serio, su cui c’è stata una sottovalutazione enorme, il mondo occidentale nel suo complesso ha responsabilità serissime da questo punto di vista. Non c’è stato «elemento» se non quello dello sfruttamento delle risorse, soprattutto delle materie prime, le colonizzazioni, mentre, riguardo agli investimenti, per poterli fare stare meglio all'interno del proprio Paese non c’è stato proprio un bel niente, un «fico secco», anzi, qualche volta, ci sono state delle degenerazioni che è meglio non citare, degli sfruttamenti che è meglio non determinare, rispetto a risorse quasi irrisorie che vengono stanziate.
  Ritengo che il mondo occidentale, e l'Europa in particolare, siano fortunati perché, se queste popolazioni avessero i mezzi, noi avremmo un'invasione di milioni di persone per un motivo molto semplice, perché lì muoiono di fame, di sete, si ammalano, le malattie infettive sono enormi, ci sono i conflitti bellici. Davanti hanno la prospettiva della morte, della miseria, senza nessun tipo di possibilità.
  Nel frattempo su Internet o comunque sul digitale e quant'altro cosa si vede invece ? Nel mondo digitale che cosa accade ? Che facciamo addirittura la pubblicità per come devono mangiare i gatti, i cani e via dicendo ! Quindi, qui loro pensano che vi sia il paradiso terrestre. Questo è il vero problema. Allora, davanti ad una situazione del genere, noi pensiamo di poterli affrontare così, con una serie enorme di polemiche che, per carità, rispetto all'impostazione che vi è all'interno, ci stanno tutte. Infatti, c’è una popolazione interna endogena che va rispettata nella giusta misura e nella giusta misura vanno trattate pure tutte le altre situazioni.
  Ecco perché, a differenza di tutte le altre mozioni e di tutte le altre discussioni che ci sono state in quest'Aula nel frattempo sul problema dell'immigrazione, a differenza di tutte le altre volte che ci sono state polemiche anche violente e anche legittime da alcune parti che sono emerse all'interno dei vari gruppi qui all'interno dell'Aula, ritengo che invece questa mozione ponga un problema diverso e abbia un taglio diverso. In tal senso si chiede che, attraverso il sistema della cooperazione, vi sia una maggiore partecipazione da parte dell'Europa in particolare, ma anche da parte di tutti quelli che possono collaborare, compreso il nostro Paese, affinché vi sia un programma di sviluppo sostenibile all'interno di quei Paesi dove ci sono tutte queste popolazioni che sono veramente in grandissime difficoltà per i problemi che poco fa ho esposto.
  In questo senso noi voteremo favorevolmente tutte le mozioni su cui il Governo ha espresso parere favorevole, accettando anche quella piccola riformulazione che è stata posta alla nostra mozione, ovvero ci dichiariamo già d'accordo ad accettare quella riformulazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Spadoni. Ne ha facoltà.

  MARIA EDERA SPADONI. Grazie Presidente. Proprio la scorsa settimana c’è stata a Bruxelles la riunione della commissione sviluppo del Parlamento dell'Unione europea sui nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile, precisamente sulla nuova Agenda 2030 adottata a New York il 25 settembre. Partendo dal presupposto che i risultati raggiunti finora sono stati molti (per esempio, il numero delle persone in stato di estrema povertà si è più che dimezzato) è innegabile che c’è ancora molto da fare.
  Anche il Parlamento europeo in alcune sue recenti raccomandazioni mette al centro tematiche molto importanti: la riduzione del rischio di catastrofi, la conservazione della biodiversità e i cambiamenti climatici, ma anche la lotta alla corruzione, il riciclaggio di denaro, l'evasione e l'elusione fiscale. Buoni propositi, sì, ma da concretizzare.
  Ogni anno, nelle zone più povere del mondo, quasi 4 milioni di persone muoiono a causa della corruzione che sottrae fondi pubblici e risorse nazionali. Evasione fiscale, riciclo di denaro, società fantasma in Paesi ricchi di materie prime, Pag. 49tante risorse sottratte e rubate che basterebbero ad eliminare la povertà estrema entro i prossimi quindici anni.
  Per noi è sempre più chiara la politica contraddittoria dell'Unione europea. Dov’è l'Europa unita e solidale ? L'emergenza rifugiati è tale grazie ad un'Unione europea interventista che non vede oltre il proprio naso. Al momento si contano circa 60 milioni di rifugiati, 60 milioni di persone costrette a scappare dai vari conflitti, e circa la metà sono bambini.
  Non possiamo nemmeno sottovalutare il cambiamento ambientale che, secondo il programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, nel 2060 nella sola Africa porterà a circa 50 milioni di profughi climatici. Altre stime danno entro il 2050 un numero ben più consistente: 200 milioni di rifugiati ambientali. Dobbiamo affrontare il problema alla radice e non solo attraverso meccanismi che vanno ad affrontare la semplice emergenza. I dati di Frontex lo dicono chiaramente: nel 2014 la maggior parte dei migranti proviene da molti Paesi africani come Eritrea, Africa subsaharina, Mali, Nigeria e Somalia.
  Si tratta di Paesi africani che stanno assistendo al land grabbing, ovvero, secondo la dichiarazione di Tirana, ad acquisizioni o concessioni di terra che avvengono in violazione di diritti umani, in particolare i pari diritti delle donne, che non sono basate sul consenso libero, preventivo e informato di chi utilizza quella terra, non basate su una valutazione rigorosa, o che non tengono conto degli impatti sociali, economici e ambientali, inclusa la loro dimensione di genere, non basate su contratti trasparenti che specificano impegni chiari e vincolanti sulle attività, i posti di lavoro e la condivisione dei benefici, non basate su una pianificazione efficace e democratica, su una supervisione indipendente e su una partecipazione significativa di tutti gli attori.
  Stime conservative a livello mondiale affermano che una superficie compresa tra i 40 e gli 80 milioni di ettari sia stata oggetto di compravendita da parte di investitori nazionali e internazionali nei Paesi poveri solo negli ultimi anni. Molti di questi investimenti sono stati di natura speculativa, non trasformandosi necessariamente in investimenti produttivi, ma determinando, tuttavia, un passaggio di controllo sulla terra nelle mani di attori privati, risorsa fondamentale per politiche di contrasto alla fame e di promozione dell'agricoltura.
  Le terre acquisite sono destinate prevalentemente alla produzione agricola per l'esportazione, in particolare le agroenergie. Dobbiamo prendere in considerazione questo fattore per sviluppare una politica effettivamente efficace di contrasto all'immigrazione, che – chiariamoci – non deve essere un'opposizione ideologica, ma una soluzione basata sul buon senso.
  Il MoVimento 5 Stelle vuole che i popoli possano vivere in pace nelle loro terre e non fuggire da guerre volute da altri. Il MoVimento 5 Stelle vuole che si smetta con la finta ipocrisia dell'accogliere con una mano e dell'accaparrarsi di risorse quali l'acqua e la terra con l'altra mano. Dare con una mano e poi togliere con l'altra non porterà a nulla, se non a un'emergenza ulteriore dei fenomeni migratori, che – ricordiamo – sono dovuti in maggior parte a politiche interventistiche e di predominio sui territori più deboli.
  Con la finta esportazione democratica abbiamo portato l'Afghanistan in emergenza umanitaria, la Libia in caos politico. Obama ha lanciato per primo l'appello contro quell'ISIS i cui gruppi dirigenti sono stati addestrati dagli Stati Uniti sia in funzione anti-Siria che anti-Iran. Gli occidentali si stanno ritirando dall'Afghanistan, o almeno dicono da due anni, tranne fare il contrario con la motivazione del «ce lo chiede la forza di coalizione»; Afghanistan dove hanno sostanzialmente perso la guerra, condotta contro quei talebani armati e istruiti a suo tempo dagli USA stessi per contrastare l'occupazione sovietica del Paese. In Somalia negli anni Novanta ci fu un colossale intervento militare guidato dagli Stati Uniti. Ora quel Paese non è più uno Stato e abbiamo scoperto che lì ci sono ancora delle truppe minacciate da questa o quella banda di signori della guerra.Pag. 50
  Gli interventi militari dell'occidente sono stati molteplici e tutti dichiaratamente a favore della democrazia. Dal 1991, dalla guerra in Iraq, esportiamo la democrazia con le armi e importiamo il terrorismo fondamentalista. In Ucraina i nazisti di tutta Europa si sono dati convegno a sostegno del Governo appoggiato da Unione europea e NATO. Lì stanno facendo la loro scuola militare, il loro apprendistato, poi li vedremo all'opera in tutta Europa.
  Anche sul fronte della cooperazione, è lampante il carattere incongruente della politica dell'Unione europea: da una parte, l'Unione europea è il principale donatore (nel 2014 ha devoluto 58,2 miliardi di euro); dall'altra, continua a commerciare con determinati Paesi senza far rispettare le clausole relative alla tutela dei diritti umani o a commerciare armi in quei Paesi instabili dove sono in corso delle guerre.
  A livello europeo si parla continuamente di responsabilità condivisa e di monitoraggio, di rapporto collaborativo a livello internazionale per una migliore governance del flusso migratorio. Diamo concretezza a tutti questi buoni principi. Serve una strategia di lungo termine e massima collaborazione tra tutti i Paesi dell'Unione europea e tra questi e i Paesi del continente africano, da cui proviene gran parte dei migranti. Per questo dobbiamo rafforzare e migliorare il nostro rapporto con l'Unione africana. L'Unione europea è – sì – il principale donatore nel contesto della cooperazione allo sviluppo, ma non vogliamo che porti avanti iniziative di sostentamento in Africa come nel resto del mondo. D'altra parte anche la legge n. 125, la legge licenziata dal Parlamento italiano l'anno scorso, parla di «cooperazione pubblica allo sviluppo» rispetto, invece, alla denominazione precedente, che era «aiuto pubblico allo sviluppo».
  Dobbiamo intervenire sui problemi strutturali dell'immigrazione e non in maniera emergenziale. Dobbiamo dare priorità ai diritti umani e non agli interessi economici, priorità all'emergenza climatica e non all’import-export di armi. Riprendendo le parole del Segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, non lasciamo nessuno indietro.
  Concludo dichiarando che non accetto la riformulazione del Governo relativa all'ottavo impegno della mia mozione. Francamente mi chiedo per quale motivo il Governo voglia espuntare la menzione della legge n. 185 del 1990, proprio sull’import-export delle armi. Personalmente, non posso accettare che questa legge non venga citata nella mozione e, anzi, il riferimento ad essa venga tolto. Quindi, richiederò la votazione per parti separate relativa all'ottavo impegno.
  Dichiaro il voto favorevole del mio gruppo alle mozioni Alli ed altri, Vargiu ed altri, Palazzotto ed altri, Guidesi ed altri, Sberna ed altri. Anche se con impostazioni molto differenti sia in premessa che negli impegni, quasi tutte le proposte mirano ad un rafforzamento delle politiche di cooperazione, a specifici sistemi di controllo sull'utilizzo dei fondi e ad una partnership strategica con l'Unione africana.
  Avremmo voluto vedere, tra gli impegni, temi come i cambiamenti climatici, l'accesso all'acqua, l'incremento di fondi volti allo sviluppo del settore agricolo locale, oltre chiaramente alla promozione dei diritti sessuali e riproduttivi, il contrasto alle pratiche dell'infibulazione, la parità di genere e i diritti umani delle donne e delle ragazze attraverso il loro empowerment. Su questi temi credo che avremmo dovuto soffermarci maggiormente. Siamo, comunque, sulla giusta strada (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.

  LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. Grazie, Presidente. Discutiamo oggi di una mozione che tratta di come rilanciare le relazioni con l'Africa per affrontare le cause strutturali delle migrazioni.
  Nonostante alcune forze politiche abbiano, in questi mesi e anche oggi in Aula, utilizzato una retorica dell’«aiutiamoli a Pag. 51casa loro», salvo poi votare sempre contro qualsiasi proposta che renda più efficace la nostra politica estera e di cooperazione, non vorrei utilizzare questo intervento per fare polemica interna. Il tema della sfida di ripensare le relazioni con il continente africano è troppo cruciale per il nostro futuro per non provare a costruire una posizione comune di politica estera.
  L'errore più grave nel quale potremmo cadere è quello di leggere i nuovi epocali fenomeni che partono dall'Africa e giungono drammaticamente a noi con gli occhiali del passato. Per decenni, infatti, la politica ha concettualizzato il rapporto tra l'occidente e il continente africano riproponendo stancamente l'espressione utilizzata nelle cartine dell'impero romano per indicare le terre al di là del Sahara: «Da qui in poi ci sono solo i leoni». La rilevanza strategica dell'Africa è stata per lungo tempo ritenuta nulla e i fenomeni endogeni di transizione alla democrazia, i conflitti e le povertà sono stati letti come fenomeni che avvenivano secondo logiche oscure e talvolta feroci, ma sempre logiche marginali.
  Per questo, la geopolitica ha interagito con il continente africano come con un soggetto passivo, beneficiario di aiuto, vittima di depredazioni, bisognoso di missioni di pace, non come un insieme di Stati indipendenti, attori determinanti di dinamiche globali. Una lettura più complessa e profonda dell'Africa ha stentato e stenta ancora ad affermarsi anche da quando, a partire dagli anni Novanta, le situazioni dei 54 Stati che compongono il continente hanno cominciato a differenziarsi, con Paesi in evoluzione, sia politica, che economica, e altri che restavano veri e propri buchi neri.
  Persino in questo quadro in evoluzione, la quasi totalità dei Paesi del continente africano, fatta eccezione per il Sudafrica baciato dalla stella di Mandela, è rimasta ai margini della rilevanza internazionale. Ci sono voluti i grandi stravolgimenti delle Primavere arabe e la crisi economica che ha colpito le economie sviluppate per rilanciare la necessità di ricostruire un rapporto equilibrato tra Europa e Africa, tra Italia e continente nero. Da un lato, l'instabilità generata dalle rivolte arabe ha reso immediatamente evidente che i problemi di fragilità degli Stati africani, i fenomeni migratori che il continente sperimentava da decenni e i conflitti protratti che ci riguardano direttamente richiederanno un impegno non episodico, ma strategico, con l'obiettivo di affrontarne le cause strutturali e non solo gli effetti. Dall'altro lato, i tassi di crescita delle economie africane dell'ultimo decennio hanno evidenziato come non si possa prescindere da una più equilibrata integrazione di quei Paesi nell'economia globale, anche con l'obiettivo di affrontare le povertà e le debolezze economiche endemiche che in quelle terre permangono.
  In questo ripensamento l'Italia, a differenza di altri Paesi europei, si è distinta nell'ultimo decennio per capacità di impostare una relazione con il continente in un'ottica di partnership. Così si può leggere l'impegno di Romano Prodi come Presidente del Consiglio con il primo viaggio all'Unione africana nel 2007 e, poi, come inviato speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per il finanziamento delle operazioni di peacekeeping.
  In questa legislatura, poi, si è dato un forte impulso a qualificare le relazioni tra Italia e Africa. Lo si è fatto grazie all'impegno politico italiano al più alto livello con i due viaggi africani del Presidente del Consiglio, un impegno che al momento non ha paragoni nello sforzo di altri Capi di Governo europei. Lo si è fatto portando finalmente a termine, dopo quattro legislature, la riforma della cooperazione internazionale, che ha l'obiettivo di rendere più efficace uno degli strumenti più importanti della nostra politica estera e, quindi, destinando, dopo almeno un decennio, un adeguato livello di risorse agli aiuti allo sviluppo.
  Queste azioni necessitano, però, di un quadro strategico da «legare» con l'impianto della legge n. 125 del 2014, per meglio orientare le azioni del nostro Governo verso l'Africa. È questo sostanzialmente che chiediamo nella mozione. Chiediamo che la strategia Italia-Africa aiuti Pag. 52ad orientare meglio la posizione del nostro Paese in tutte le sedi multilaterali, dalle Nazioni Unite all'Unione europea, al rapporto con l'Unione africana, in un'ottica di lungo periodo di sviluppo sostenibile e, quindi, con la necessaria attenzione alle misure di contrasto ai cambiamenti climatici, orientata anche a ridurre l'impatto dei fenomeni migratori.
  La timidezza europea di questi mesi nell'affrontare le migrazioni e le loro cause strutturali ha avuto e deve continuare ad avere un contraltare invece nelle proposte italiane. La geografia ci ha consegnato un ruolo di cardine tra Europa ed Africa e vogliamo che a questo destino geografico si associ la capacità di esprimere leadership politica.
  Come Paese vogliamo essere in prima linea per favorire nuove ed efficace azioni a partire dal prossimo summit a La Valletta volte a contrastare le ragioni di fondo delle migrazioni e a farne una leva per lo sviluppo. Si stima infatti che nel 2035 le giovani africane e i giovani africani che cercheranno di entrare nel mercato del lavoro supereranno quelli di tutto resto del mondo, un dato che fotografa in modo emblematico come il continente nero rappresenti una sfida complicatissima e una straordinaria opportunità per il mercato globale.
  Come vogliamo vincerla questa sfida ? Anzitutto dando seguito all'impegno di incrementare i fondi per la cooperazione internazionale allo sviluppo. Lo facciamo nella legge di stabilità 2016 con incrementi di 120 milioni di euro, di 200 milioni per il 2017 e di 300 milioni per il 2018 che propongono di offrire alla nuova agenzia gli strumenti necessari per lanciare progetti strategici a sostegno dei Paesi prioritari per l'Italia. Ho detto all'inizio che c’è una visione datata di una realtà continentale così ricca e complessa come quella africana. Ma voglio concludere rispolverando anche una sapienza antica che può suggerirci la giusta direzione. Plinio il Vecchio scriveva che c’è sempre qualcosa di nuovo che arriva dall'Africa. Sì, e non è solo le storie degli uomini, delle donne e dei bambini che vediamo sbarcare sulle nostre coste – sono stati 140 mila questo anno – ma anche la speranza di un continente vitale che cerca la sua via di sviluppo. Auspico che questa sapienza antica che è propria della nostra civiltà possa aiutarci a muovere verso un rilancio dei rapporti Italia-Africa secondo quanto proposto dalla mozione di maggioranza e dalle mozioni degli altri gruppi parlamentari sulle quali voteremo favorevolmente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Come da prassi le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Alli, Quartapelle Procopio, Locatelli ed altri 1-01956 (Nuova formulazione), su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brescia... Romele.... Monchiero... Peluffo.... Terrosi... Cariello... ancora non riesce a votare Brescia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  428   
   Votanti  411   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  411.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  ERASMO PALAZZOTTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 53

  ERASMO PALAZZOTTO. Presidente, intervengo per chiedere, se è possibile, la votazione per parti separate di due impegni della mozione Spadoni ed altri n. 1-01018 (Nuova formulazione), nello specifico degli impegni di cui ai capoversi terzo e quarto.

  PRESIDENTE. Va bene.
  Passiamo alla votazione della mozione Spadoni ed altri n. 1-01018 (Nuova formulazione). Avverto che i presentatori di tale mozione hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo, ad eccezione di quella relativa all'ottavo capoverso del dispositivo, sul quale, pertanto, il parere del Governo deve intendersi contrario.
  Avverto che i medesimi presentatori hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare l'ottavo capoverso del dispositivo distintamente dalle restanti parti della mozione.
  Quindi, essendovi anche la richiesta del gruppo Sinistra Ecologia Libertà, porrò in votazione la prima parte della mozione ad eccezione dei capoversi terzo, quarto e ottavo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Spadoni ed altri n. 1-01018 (Nuova formulazione), come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalla precedente votazione, ad eccezione dei capoversi terzo, quarto e ottavo del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Gregori, Carfagna, Bosco.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  430   
   Votanti  378   
   Astenuti   52   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato  378.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Spadoni ed altri n. 1-01018 (Nuova formulazione), sui capoversi terzo e quarto del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carinelli, Carloni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  433   
   Votanti  408   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato  386    
    Hanno votato no   22.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Spadoni ed altri n. 1-01018 (Nuova formulazione), limitatamente sull'ottavo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Capezzone, Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  433   
   Votanti  431   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato  102    
    Hanno votato no  329.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Vargiu ed altri n. 1-01027, come riformulata dal Governo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 54

  Montroni, Gregori, Di Lello, Mognato, Sereni, Rabino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  435   
   Votanti  414   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  413    
    Hanno votato no   1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Antezza ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione della mozione Guidesi ed altri n. 1-01028.
  Avverto che i presentatori di tale mozione non hanno accettato la riformulazione proposta dal Governo e, pertanto, il parere del Governo deve intendersi contrario alla mozione nella sua interezza.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Guidesi ed altri n. 1-01028, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sarti, Mazziotti Di Celso, Quaranta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  434   
   Votanti  431   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato  137    
    Hanno votato no  294.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione della mozione Palazzotto ed altri n. 1-01030 (Nuova formulazione).
  Avverto che i presentatori non hanno accettato la riformulazione proposta dal Governo relativa ad alcuni capoversi del dispositivo, sui quali pertanto il Governo ha espresso parere contrario.
  Avverto altresì che i medesimi presentatori hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare le parti su cui il Governo ha espresso parere favorevole distintamente da quelle su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Palazzotto ed altri n. 1-01030 (Nuova formulazione), ad eccezione dei capoversi primo, secondo, terzo, quinto, sesto e settimo del dispositivo. Il parere del Governo è favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fabbri, D'Incà...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  430   
   Votanti  421   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  375    
    Hanno votato no   46.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Palazzotto ed altri n. 1-01030 (Nuova formulazione), limitatamente ai capoversi primo, secondo, terzo, quinto, sesto e settimo del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Camani, Carfagna...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  430   
   Votanti  425   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato   97    
    Hanno votato no  328.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 55

  (Il deputato Monchiero ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Sberna ed altri n. 1-01038, come riformulata su richiesta del Governo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marroni, Montroni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  430   
   Votanti  413   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  408    
    Hanno votato no   5.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Palese ed altri n. 1-01040, come riformulata su richiesta del Governo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Benedetto, Pilozzi, Segoni, Massa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  433   
   Votanti  394   
   Astenuti   39   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato  393    
    Hanno votato no   1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rampelli ed altri n. 1-01041, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sannicandro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  426   
   Votanti  411   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  386    
    Hanno votato no   25.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Venittelli ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto favorevole).

  Colleghi, come precedentemente stabilito, essendo già le 19,15, interrompiamo a questo punto i lavori. Lo svolgimento degli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno è rinviato alla seduta di domani.

Sull'ordine dei lavori (ore 19,15).

  GIANNI FARINA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANNI FARINA. Signora Presidente, mi riferisco alle tre assunzioni effettuate recentemente dal Consolato italiano di Basilea, che hanno suscitato forti perplessità tra la comunità italiana. Il primo avviso di assunzione è stato pubblicato sul sito Internet del Consolato per pochissimi giorni ed è stato assunto, sulla base di una graduatoria composta di sole due persone, un candidato non residente nella circoscrizione consolare ma proveniente dalla provincia di Catanzaro. Si è fatto ricorso, a mio modo di vedere, a procedure non contemplate dalla vigente normativa. Le procedure adottate sembrano quasi voler dare una non richiesta legittimazione all'assunzione, forse anche alla luce del fatto che la persona assunta era già stata chiamata a prestare servizio in Consolato attraverso un'agenzia di lavoro interinale. Le modalità adottate avrebbero dovuto – a rigor di norma – suscitare qualche Pag. 56perplessità presso lo stesso Ministero affari esteri e cooperazione internazionale. Per quanto riguarda gli altri due concorsi, la capacità di preveggenza del console si è dimostrata fuori dal comune, essendo stati individuati i vincitori ancor prima della pubblicazione dei relativi avvisi di assunzione. Già a partire dal 1o gennaio 2015 il capo dell'Ufficio consolare aveva infatti trasferito presso la sua sede di segreteria il commesso, centralinista e autista, già in servizio da alcuni anni.
  Chiedo pertanto, alla luce di quanto precede, al Ministero per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, se non intenda procedere – al fine di escludere eventuali favoritismi – ad un'approfondita verifica della regolarità e trasparenza della procedura di selezione per le assunzioni di impiegati a contratto effettuate recentemente dal Consolato d'Italia in Basilea. Visto il tempo ristretto, chiedo l'autorizzazione alla pubblicazione integrale del mio intervento in calce al resoconto della seduta odierna.

  PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Farina, molto gentile. Va bene grazie. La Presidenza le autorizza.

  RICCARDO NUTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Signora Presidente, a metà ottobre le abbiamo inviato due lettere, una riguardava quanto incredibilmente accaduto in Commissione giustizia, ovvero il 14 ottobre alle 18,26 veniva convocata la Commissione con votazioni per quanto riguarda il provvedimento n. 1138. Questo avviene senza che la presidente della Commissione giustizia Ferranti abbia convocato l'Ufficio di presidenza. Ora, in base al comma 1 dell'articolo 27, questo sancisce il divieto per la Commissione di discutere o deliberare su materie che non siano state messe all'ordine del giorno, senza per di più procedere alla verifica del consenso dei gruppi su tale modifica, così come stabilito dall'articolo 26 del Regolamento. Inoltre questo provvedimento non era inserito nel calendario di ottobre, quindi non si spiega questa urgenza utilizzata dalla presidente Ferranti e, come comprende bene, Presidente, se il 14 ottobre alle 18,26 riceviamo una convocazione per l'indomani, quando questa non era prevista per quanto riguarda i voti di questo provvedimento, chi sta seguendo i voti di questo provvedimento magari aveva degli impegni, come, nel nostro caso, due rappresentanti della Commissione avevano un impegno nella Commissione antimafia, nel Comitato infiltrazioni mafiose nelle istituzioni territoriali e negli enti locali, e non possono partecipare né a questo impegno né ad altri impegni che magari avevano già precedentemente fissato. Ovviamente sempre di lavoro stiamo parlando.
  Noi, nella nostra lettera, abbiamo anche avanzato la richiesta di valutare ed eventualmente eliminare...

  PRESIDENTE. Concluda !

  RICCARDO NUTI. ... la validità della seduta di riferimento solo in ordine al progetto di legge citato, perché, se la sera di un giorno si può convocare all'indomani la Commissione per votare un provvedimento per il quale non era previsto voto, mi dica lei come i componenti devono obbligatoriamente essere presenti...

  PRESIDENTE. Concluda, deputato !

  RICCARDO NUTI. Quindi, le chiediamo...

  PRESIDENTE. Mi è chiara la lettera, l'ho vista...

  RICCARDO NUTI. ... l'incontro e la risposta...

  PRESIDENTE. Sì...

  RICCARDO NUTI. ... perché non si può andare avanti così. Altrimenti, si dica semplicemente, per me va bene uguale...

  PRESIDENTE. D'accordo...

Pag. 57

  RICCARDO NUTI. ... che la Commissione è diventata l'ufficio privato del PD, ed allora a quel punto noi evitiamo di partecipare ai lavori e non rileviamo le presenze. La ringrazio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Mi è chiara la sua richiesta. Io ho ricevuto la sua lettera; veramente, ho anche ricevuto la risposta della presidente Ferranti. Io adesso le farò avere quanto prima le mie valutazioni su quanto da lei evidenziato e sulla risposta della presidente. La ringrazio.

  EMANUELE LODOLINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE LODOLINI. Signora Presidente, ho voluto prendere la parola per rendere un doveroso omaggio e onore, in quest'Aula solenne, all'appuntato Carlo Morresi, dal 1995 in servizio presso la tenenza di Falconara marittima, la mia città. L'appuntato Carlo Morresi non è un eroe, ma è un carabiniere, come lui stesso si ama definire. Con la forza della sua parola, della sua storia e della sua professionalità ha salvato, lo scorso venerdì, la vita di una donna polacca che voleva gettarsi da un cavalcavia. Pochi giorni prima, lo stesso appuntato aveva salvato un'altra persona, che voleva uccidersi, un tunisino.
  «Oggi non deve morire nessuno. Sarebbe stato il compleanno di mia figlia» è la frase con la quale l'appuntato ha convinto, probabilmente, la donna a non compiere il gesto estremo, ricordando la figlia, deceduta nel 2008 in un drammatico incidente stradale. Ho chiamato il comandante della tenenza di Falconara, il comandante Frittelli. Ho parlato con l'appuntato per esprimere loro le mie congratulazioni. «Onorevole» – mi ha detto l'appuntato Morresi – «oggi, salvando una vita, ho reso felice mia figlia, che veglia su di me».
  Signora Presidente, c’è una bellissima foto che ritrae l'istante preciso dell'abbraccio tra l'appuntato e la donna. È una foto molto bella. C’è la speranza in quella foto, ma c’è anche e soprattutto la forza della vita. Non tutto è perduto, signora Presidente, perché ci sono persone straordinarie come Morresi: un uomo dell'Italia migliore, un servitore dello Stato. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Lodolini. Allora, adesso darei la parola al deputato Daniele Del Grosso. Prego, deputato. Non c’è in Aula ? No, non interviene. D'Accordo (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...
  Scusate, io ho questo iscritto a parlare... Allora, vuole intervenire il deputato Bonafede ? Prego.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Dopo le decisioni che sono state comunicate oggi in ordine all'allontanamento dall'Aula di numerosi deputati del MoVimento 5 Stelle soltanto perché cercavano di impedire un bavaglio all'informazione, credo che la misura, che era già colma, sia totalmente stracolma ! Per questo, mi corre l'obbligo di sollecitare una risposta alla mia richiesta del 12 giugno, relativa a quello che era accaduto il 20 maggio, cioè quando io ero stato espulso dall'Aula per errore di persona. Lei ha risposto con una lettera del 18 giugno che non risponde completamente nel merito alle domande per due motivi.
  Uno, le chiedevo di far acquisire e valutare all'Ufficio di Presidenza i supporti audiovisivi per confermare, una volta per tutte, che si era trattato di un semplice errore di persona, cosa che non mi risulta sia effettivamente avvenuta. In secondo luogo, lei mi dice che comunque quel provvedimento era stato emesso ai sensi dell'articolo 60, comma 1, del Regolamento.
  Presidente, l'articolo 60, comma 1, del Regolamento è totalmente inconferente con la fattispecie che ci occupa, perché presuppone e impone alla Presidenza che ci sia un minimo fatto che motivi l'espulsione.Pag. 58
  In quel caso, trattandosi di errore di persona, non c'entrava assolutamente niente.
  Allora, Presidente, io oggi le ho mandato – ma lei ancora non lo sa – un ulteriore sollecito di risposta nel merito, perché, nel caso in cui lei ritenesse l'avermi fatto rientrare in Aula a fine giornata – soltanto per concessione, dopo avermi fatto allontanare a metà della giornata e, quindi, confermando il provvedimento che aveva preso precedentemente – come una revoca, io allora pretendo che le motivazioni di quella revoca vengano esposte in quest'Aula, facendo espresso riferimento all'errore di persona. Questo, Presidente, per due motivi: in primo luogo, per tutelare la mia onorabilità, perché si rende conto che essere...

  PRESIDENTE. Deve concludere, deputato. Concluda !

  ALFONSO BONAFEDE. Concludo...

  PRESIDENTE. Abbiamo capito quello che voleva dire.

  ALFONSO BONAFEDE. No, non ha capito, perché le dico la seconda...

  PRESIDENTE. Io la ringrazio. Devo toglierle la parola, perché il tempo è scaduto.

  ALFONSO BONAFEDE. Presidente...

  PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Bonafede.
  Ha chiesto di parlare il deputato Pili. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. È vergognoso, Presidente. Lei fa concludere tutti...

  PRESIDENTE. Deputato Pili, stiamo nei tempi, per favore.

  MAURO PILI. Grazie, Presidente. Stamane c’è stato...

  ALFONSO BONAFEDE. Presidente, perché non mi espelle ? Così ha un motivo per farlo. Mi espella, Presidente !

  PRESIDENTE. Deputato Bonafede, lei non era neanche iscritto a parlare. Io le ho dato la parola e lei ha sollevato la sua questione. Abbiamo capito e, quindi, non c’è altro da aggiungere. È andato parecchi secondi oltre il suo tempo. È un intervento di fine seduta – va bene ? – e, quindi, quando finisce il tempo si passa la parola.

  ALFONSO BONAFEDE. È vergognoso, Presidente ! E non finisce qui, perché...

  PRESIDENTE. Deputato, la prego di consentire l'intervento al collega Pili. La prego ! La prego di consentire ad altri di parlare. Prego, deputato Pili.

  ALFONSO BONAFEDE. Sarò puntuale ogni volta che darà trenta secondi in più ad ogni deputato che interviene...

  PRESIDENTE. Deputato Pili, vuole intervenire ? Prego, deputato Pili.

  MAURO PILI. Grazie, Presidente. Stamane si è svolta, al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, un vergognoso incontro tra alcuni avvocati di un privato, che avrebbe acquistato l'isola di Budelli, l'Ente parco e il Ministero, in cui si è discusso di un piano per l'utilizzo dell'isola di Budelli – e non solo ! – e dell'intero arcipelago di La Maddalena.
  Si tratta di un fatto inaudito, perché questo soggetto, questo magnate neozelandese, non ha nemmeno versato le somme dovute per l'acquisto di quell'isola. Cioè, di fatto è il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare che sta sponsorizzando questo privato.
  La cosa più grave, però, è che è stato presentato questo piano che prevede il raddoppio delle volumetrie nell'isola di Budelli. Uno scandalo senza precedenti, avallato dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, che sta sponsorizzando questo raddoppio delle volumetrie, Pag. 59con prolungamenti verso il mare per l'accesso dal mare stesso attraverso le barche, con la realizzazione di un servizio legato anche ai fari della zona.
  Si tratta di un atteggiamento davvero inaccettabile da parte del Governo e, soprattutto, un piano di recupero di questi ruderi davvero improponibile. Non si possono raddoppiare i ruderi in quella realtà. Si tratta davvero di una speculazione senza precedenti.
  Credo sia necessario che il Governo risponda alle interrogazioni presentate su questo tema e la si smetta di utilizzare, ancora una volta, la Sardegna come colonia per fare gli affari e per sponsorizzare gli affari dei privati a scapito della Sardegna, dei sardi e, in questo caso, anche dei cittadini di La Maddalena.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Mercoledì 28 ottobre 2015, alle 9:

  (ore 9 e ore 16)

  1. – Seguito della discussione delle mozioni Businarolo ed altri n. 1-00783, Scotto ed altri n. 1-00912, Misiani ed altri n. 1-01032, Guidesi ed altri n. 1-01034, Tancredi ed altri n. 1-01036, Palese n. 1-01037, Mucci ed altri n. 1-01042, Mazziotti Di Celso e Monchiero n. 1-01043 e Rampelli ed altri n. 1-01044 concernenti iniziative per assicurare maggiore trasparenza e partecipazione nelle procedure di nomina dei membri dei consigli di amministrazione delle società partecipate dallo Stato e da altri soggetti pubblici.

  2. – Seguito della discussione della proposta di legge:
   S. 859-1357-1378-1484-1553 – D'INIZIATIVA DEI SENATORI: SCILIPOTI ISGRÒ; FALANGA; MOSCARDELLI ed altri; STUCCHI; GINETTI: Introduzione del reato di omicidio stradale e del reato di lesioni personali stradali, nonché disposizioni di coordinamento al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e al decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274 (Approvata, in un testo unificato, dal Senato) (C. 3169-A).
  e delle abbinate proposte di legge: LA RUSSA e CIRIELLI; BIANCONI e LAFFRANCO; VEZZALI ed altri; GIANCARLO GIORGETTI ed altri; CARRESCIA ed altri; NASTRI; CRISTIAN IANNUZZI e CATALANO; CATANOSO GENOESE e FRANCESCO SAVERIO ROMANO; PALMIZIO; CRIVELLARI; GRECO; FERRARESI ed altri (C. 361-562-959-1430-1475-1643-1646-1677-2068-2192-2263-3366).
  — Relatori: Morani (per la II Commissione) e Gandolfi (per la IX Commissione), per la maggioranza; Ferraresi, di minoranza.

  3. – Seguito della discussione delle mozioni Ravetto, Totaro ed altri n. 1-00989, Brescia ed altri n. 1-01033, Fiano ed altri n. 1-01035 e Marotta ed altri n. 1-01039 concernenti iniziative volte all'istituzione presso i tribunali ordinari di sezioni specializzate per i procedimenti giurisdizionali in materia di immigrazione.

  4. – Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione all'utilizzo di intercettazioni di conversazioni nei confronti di Nicola Cosentino (deputato all'epoca dei fatti) (Doc. IV, n. 10-A).
  — Relatore: Matteo Bragantini.

  (ore 15)

  5. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  La seduta termina alle 19,30.

Pag. 60

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO GIOVANNI MONCHIERO SULLE MOZIONI RELATIVE ALL'UTILIZZO DEI PRODOTTI FITOSANITARI

  GIOVANNI MONCHIERO. Signor Presidente, onorevoli colleghi ! L'utilizzo dei prodotti fitosanitari è fondamentale per ottenere produzioni di elevata qualità oltre che per raggiungere un adeguato livello produttivo. L'utilizzo dei prodotti fitosanitari richiede però professionalità e responsabilità al fine di evitare effetti indesiderati sulla salute dell'uomo e dell'ambiente.
  I problemi legati all'uso dei prodotti fitosanitari sono molteplici. L'accumulo di sostanze chimiche in un ambiente ha infatti gravi effetti sugli esseri viventi che ne fanno parte, perché si accumulano via via sempre di più nella catena alimentare, determinando malattie.
  Anche le recenti normative emanate a livello comunitario, il Regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 21 ottobre 2009 relativo all'immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari e la Direttiva 2009/128/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 21 ottobre 2009 che istituisce un «quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi», considerano prioritario il corretto impiego dei prodotti fitosanitari.
  Dai regolamenti europei per la tutela dell'ambiente, è stato emanato il decreto 150 del 14 agosto 2012, dal quale articolo 6 è stato estratto il PAN piano d'azione nazionale; tale piano ha due obiettivi fondamentali: ridurre e razionalizzare gli impieghi di prodotti fitosanitari in agricoltura tramite la formazione e l'instaurarsi di un modello di agricoltura più sostenibile, e ridurre i rischi per la salute umana e l'ambiente, con particolare attenzione alla tutela dei corpi idrici. Per il raggiungimento di tali obiettivi sono stati disposti cinque punti fondamentali: l'istituzione della difesa integrata obbligatoria; istituzione di corsi di formazione; controlli funzionali periodici per le macchine adibite alla distribuzione dei prodotti fitosanitari; nuove norme per la conservazione, lo stoccaggio e la manipolazione dei prodotti; ed infine la tutela dell'ambiente acquatico, dell'acqua potabile e delle aree di interesse specifico.
  La normativa europea e nazionale nonché gli orientamenti dei consumatori in materia di alimentazione così come quelli di una società tendenzialmente più attenta alle tematiche della qualità del cibo e, più in generale, della qualità della vita la quale viene sempre più identificata con la possibilità di vivere in un ambiente salubre ed ecocompatibile, indicano che è necessario compiere tempestivamente tutti gli atti normativi per attuare pienamente la politica di salvaguardia dell'ambiente, della salute, della biodiversità, contenuta nel decreto legislativo n. 150 del 2012 e nel PAN, privilegiando tutte le azioni che contemplano l'adozione di metodi agronomici, fisici e meccanici e che permettono il non utilizzo, o il ridotto impiego, di presidi fitosanitari di sintesi chimica.
  Occorre individuare e promuovere procedure semplificate che consentano una rapida concessione dell'estensione d'uso dei prodotti già registrati alle colture minori, ferma restando la tutela dell'ambiente, dell'uomo e degli animali, favorire in modo diffuso la gestione integrata delle colture allo scopo di raggiungere l'obiettivo di uno sviluppo agricolo sostenibile e di ridurre sempre più nel tempo l'uso dei prodotti agrofarmaci, a promuovere ed attuare tutte le iniziative di competenza affinché nei territori avvengano tutti i controlli necessari a garanzia del rispetto della normativa vigente in materia di utilizzo di prodotti fitosanitari e dell'attivazione di tutte le misure previste per la gestione dei rischi, a salvaguardia della salute umana e dell'ambiente.
  Per queste ragioni annuncio il voto a favore della mozione Oliverio ed altri.

Pag. 61

TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO DEL DEPUTATO GIANNI FARINA SULL'ORDINE DEI LAVORI

  GIANNI FARINA. Premetto che ai sensi degli articoli 152 e seguenti del decreto del Presidente della Repubblica 18/1967, le rappresentanze diplomatico-consolari e gli Istituti di cultura all'estero possono assumere per le proprie esigenze di servizio, previa autorizzazione dell'Amministrazione Centrale, personale a contratto a tempo indeterminato o per particolari esigenze di servizio a tempo determinato (sei mesi rinnovabili una sola volta); possono essere assunti a contratto coloro che siano effettivamente residenti da almeno due anni nel Paese dove ha sede l'Ufficio presso il quale prestare servizio, condizione dalla quale si prescinde nel caso di contratto temporaneo; le persone da assumere debbono dimostrare di possedere le attitudini e le qualificazioni professionali necessarie per lo svolgimento delle mansioni cui dovranno essere preposte; nella valutazione delle predette attitudini – da accertare mediante idonee prove d'esame, che garantiscano imparzialità e trasparenza – si tiene conto, tra l'altro, della conoscenza delle lingue italiana e locale, o veicolare, dell'ambiente e degli usi locali. Ai sensi del decreto MAECI n. 032/655 del 16 marzo 2001, l'Ufficio autorizzato ad assumere impiegati a contratto ne dà notizia, mediante affissione nel proprio albo di un avviso che reca la data del giorno di affissione e che, ove consentito dall'ordinamento locale, dà pubblicità delle assunzioni attraverso la stampa o altri mezzi di informazione; coloro che hanno interesse a partecipare alle prove d'esame per l'assunzione devono presentare domanda, nel termine di 30 giorni dalla data di pubblicazione di tale avviso, alla rappresentanza diplomatica o Ufficio consolare o Istituto italiano di cultura competente, e tale termine può essere abbreviato a 15 giorni, qualora sussistano particolari ragioni d'urgenza. Il Consolato d'Italia in Basilea, a partire dal mese di luglio 2014, ha espletato le procedure di selezione per l'assunzione – in ordine di tempo – di un impiegato a contratto temporaneo da adibire ai servizi di assistente amministrativo nel settore consolare e, successivamente (febbraio/marzo) 2015), di un impiegato a contratto indeterminato da adibire ai servizi di assistente amministrativo nel settore consolare e di un impiegato a contratto indeterminato da adibire ai servizi di autista/commesso/centralinista.
  Per quanto riguarda l'esito degli altri due concorsi, la capacità di preveggenza del console si è dimostrata fuori dal comune, essendo stati individuati i vincitori, ancor prima della pubblicazione dei relativi avvisi di assunzione.
  Già a partire dal 1o gennaio 2015 il capo dell'Ufficio consolare aveva infatti trasferito presso la sua Segreteria il commesso/centralinista/autista, già in servizio da alcuni anni presso il Consolato di Basilea e futuro vincitore del concorso per assistente amministrativo, sguarnendo la sede dai più basilari elementi di indirizzo per l'utenza che, da quella data, «vaga» non assistita e incontrollata per tutto il Consolato alla ricerca dell'ufficio giusto, e privando, inoltre, la sede anche dai minimi criteri di sicurezza per l'utenza e il personale.
  Ancor prima dello svolgimento delle prove d'esame il capo dell'Ufficio consolare aveva già «cooptato» in Segreteria anche un'impiegata esterna con rapporto di lavoro interinale, la quale da quel momento in poi ha avuto accesso a dati anche riservati senza alcun obbligo di mantenere il silenzio sui medesimi.
  Il bando di concorso per i due posti con contratto indeterminato è stato pubblicato per soli quindici giorni, anziché per i rituali trenta.
  Si chiede di sapere quindi se, alla luce di quanto precede, il MAECI non intenda procedere – al fine di escludere eventuali favoritismi – ad una approfondita verifica della regolarità e trasparenza delle procedure di selezione per le tre assunzioni di impiegati a contratto effettuate recentemente dal Consolato d'Italia in Basilea.Pag. 62
  Si chiede di sapere inoltre se i tre candidati risultati vincitori delle prove di selezione soddisfino realmente tutti i requisiti previsti dalla vigente normativa e, segnatamente, se sia stato accertato il requisito della residenza in Svizzera da almeno due anni da parte della candidata che sarà assunta come centralinista – autista – commesso e se le prove d'esame volte ad accertare l'adeguata conoscenza della lingua tedesca siano state sottoposte ad una attendibile verifica da parte dei competenti uffici ministeriali.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Moz.Benedetti e a 1-720 u.n.f. pI 450 450 226 450 81 Appr.
2 Nom. Moz.Benedetti e a 1-720 u.n.f. pII 453 411 42 206 127 284 81 Resp.
3 Nom. Moz.Benedetti e a 1-720 u.n.f.pIII 453 452 1 227 445 7 80 Appr.
4 Nom. Moz.Benedetti e a 1-720 u.n.f. pIV 455 394 61 198 118 276 80 Resp.
5 Nom. Moz.Benedetti e a 1-720 u.n.f. pV 454 383 71 192 106 277 80 Resp.
6 Nom. Moz.Benedetti e a 1-720 u.n.f. pVI 454 383 71 192 106 277 80 Resp.
7 Nom. Moz.Benedetti e a 1-720 u.n.f.pVII 453 386 67 194 102 284 80 Resp.
8 Nom. Moz.Benedetti e a1-720 u.n.f.pVIII 449 383 66 192 111 272 80 Resp.
9 Nom. Moz.Benedetti e a 1-720 u.n.f. pIX 454 387 67 194 104 283 80 Resp.
10 Nom. Moz. Zaccagnini e a. 1-1019 pI 457 442 15 222 426 16 80 Appr.
11 Nom. Moz. Zaccagnini e a. 1-1019 pII 456 400 56 201 124 276 80 Resp.
12 Nom. Moz. Bianchi D. e a. 1-1022 452 297 155 149 292 5 80 Appr.
13 Nom. Moz. Oliverio e a. 1-1023 451 441 10 221 440 1 80 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. Moz. Palese e a. 1-1024 n.f. 457 380 77 191 378 2 80 Appr.
15 Nom. Moz. Faenzi e a. 1-1026 451 449 2 225 449 80 Appr.
16 Nom. Moz. Alli e a. 1-956 n.f. 428 411 17 206 411 76 Appr.
17 Nom. Moz. Spadoni a. 1-1018 n.f. p.I 430 378 52 190 378 76 Appr.
18 Nom. Moz. Spadoni a. 1-1018 n.f. p.II 433 408 25 205 386 22 76 Appr.
19 Nom. Moz. Spadoni a. 1-1018 n.f. p.III 433 431 2 216 102 329 76 Resp.
20 Nom. Moz. Vargiu e a. 1-1027 rif. 435 414 21 208 413 1 76 Appr.
21 Nom. Moz. Guidesi e a. 1-1028 434 431 3 216 137 294 76 Resp.
22 Nom. Moz.Palazzotto e a. 1-1030 n.f. pI 430 421 9 211 375 46 76 Appr.
23 Nom. Moz.Palazzotto e a.1-1030 n.f. pII 430 425 5 213 97 328 76 Resp.
24 Nom. Moz. Sberna e a. 1-1038 rif. 430 413 17 207 408 5 76 Appr.
25 Nom. Moz.Palese e a. 1-1040 433 394 39 198 393 1 76 Appr.
26 Nom. Moz.Rampelli e a. 1-1041 426 411 15 206 386 25 76 Appr.