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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 503 di giovedì 15 ottobre 2015

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

  La seduta comincia alle 14,30.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  EDMONDO CIRIELLI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 12 ottobre 2015.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Bonafede, Bratti, Caparini, Capelli, Chaouki, Di Lello, Ferranti, Galati, Ginefra, Giancarlo Giorgetti, Greco, Lauricella, Manciulli, Mannino, Orlando, Pes, Piepoli, Pisicchio, Rosato, Rossomando, Sanga, Scotto e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente cento, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna).

Sull'ordine dei lavori (ore 14,34).

  PRESIDENTE. Colleghi, prima di passare all'ordine del giorno, segnalo che, solo pochi minuti prima dell'inizio della seduta, sono stati presentati ulteriori documenti di indirizzo, che inevitabilmente devono essere valutati sia dal Governo, che deve esprimere il parere, sia dagli uffici dal punto di vista dell'ammissibilità. Quindi, oltre a rivolgere un invito a tutti i gruppi, se possibile, quando si sa qual è il punto all'ordine del giorno, di presentare i documenti in tempo e in modo tale che la seduta possa cominciare senza ritardi, sono costretto a sospendere per una decina di minuti la seduta. Ne approfitto però a questo punto per dare il preavviso.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,35).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 14,45.

  La seduta, sospesa alle 14,35, è ripresa alle 14,50.

Seguito della discussione delle mozioni Rondini ed altri n. 1-01008, Di Vita ed altri n. 1-01009, Dorina Bianchi ed altri n. 1-01010, Nicchi ed altri n. 1-01011, Palese n. 1-01012, Lenzi ed altri Pag. 2n. 1-01013 e Monchiero e Vargiu n. 1-01014 concernenti iniziative per assicurare adeguate risorse al Servizio sanitario nazionale e per l'introduzione del sistema dei costi standard quale presupposto per l'effettività del diritto alla salute.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Rondini ed altri n. 1-01008, Di Vita ed altri n. 1-01009, Dorina Bianchi ed altri n. 1-01010, Nicchi ed altri n. 1-01011, Palese n. 1-01012, Lenzi ed altri n. 1-01013 e Monchiero e Vargiu n. 1-01014 concernenti iniziative per assicurare adeguate risorse al Servizio sanitario nazionale e per l'introduzione del sistema dei costi standard quale presupposto per l'effettività del diritto alla salute (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  Avverto che dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 12 ottobre 2015, sono state presentate le mozioni Lenzi ed altri n. 1-01013 e Monchiero e Vargiu n. 1-01014 e una nuova formulazione della mozione Dorina Bianchi ed altri n. 1-01010, che sono già state iscritte all'ordine del giorno.
  Avverto, inoltre, che in data odierna sono state presentate le mozioni Gigli e Dellai n. 1-01015, Rampelli ed altri n. 1-01016, Baldassarre ed altri n. 1-01017 e la risoluzione Pili n. 6-00173 (Vedi l'allegato A – Mozioni-Risoluzione). I relativi testi sono in distribuzione.

(Intervento e parere del Governo)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per la salute, Vito De Filippo, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni e sulla risoluzione presentate.

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Grazie, Presidente. Onorevoli, il Presidente ha descritto anche le dinamiche di presentazione delle mozioni. Quindi, serve a me e anche a voi qualche minuto di attenzione, per provare a descrivere, anche nella complessità dei pareri, l'opinione del Governo.
  Da un po’ di anni, il problema della sostenibilità e della uniformità del nostro sistema sanitario sta positivamente condizionando sia il lavoro del Governo sia quello del Parlamento, come si nota da queste mozioni, sia quello delle stesse regioni. L'elemento comune, anche formulato con qualche preoccupazione, di tutte le mozioni mi sembra di capire che è proprio questo, ossia quello della sostenibilità e della uniformità del nostro sistema sanitario. In questo senso, vorrei dire, si muove il parere del Governo, che prova a recuperare, su ognuna delle posizioni espresse dai gruppi, un lavoro più che altro di prospettiva, teso a rafforzare esattamente la sostenibilità e l'uniformità del nostro sistema nazionale.
  Quest'Aula, come è noto a voi, dopo avere approvato la legge n. 135 del 2012, convertendo il decreto-legge n. 78 del 2015, sugli enti locali, ha potuto introdurre ulteriori elementi che rafforzano le prospettive di una governance più efficace della spesa e responsabilizzano i diversi attori del sistema sanitario.
  Il tema dei costi standard o di prezzo standard o di prezzo di riferimento viene preso a regola, con meccanismi di controllo che sono dentro questa legislazione, che io ho sinteticamente enunciato, con strumenti di controllo nuovi e di elaborazione di dati che coinvolgono sia il Ministero della salute, sia le regioni, sia Agenas e anche l'Autorità nazionale anticorruzione. L'Osservatorio nazionale sui prezzi, previsto in questa legislazione, e il ruolo dell'Autorità nazionale anticorruzione per la definizione dei prezzi di riferimento sono scelte, a mio parere, forti e incisive.
  Anche le procedure, che sono state più volte richiamate nelle mozioni, relative alla definizione del Fondo sanitario nazionale, dopo l'approvazione del Patto per la salute e al di là anche di un vorticoso dibattito, sono, dal 2014, sicuramente più chiare e prevedono, appunto, procedure d'intesa con le regioni, anche quando il Fondo viene modificato. Inoltre, mi sentirei Pag. 3di dire che queste procedure hanno sperimentato, anche con l'ultimo provvedimento, una prima possibilità di rigorosa gestione delle risorse, soprattutto su beni e servizi.
  Con questo breve prologo, che recupera una parte importante di tante delle premesse e anche degli impegni, mi accingo ad esprimere il parere sulle singole mozioni e sulla risoluzione a firma dell'onorevole Pili.
  Il Governo esprime parere contrario sulle premesse e sul primo impegno della mozione Rondini ed altri n. 1-01008, mentre è favorevole sul secondo impegno della mozione, che richiama proprio il tema dei costi standard e dei prezzi di riferimento.
  Sulla mozione dell'onorevole Di Vita ed altri n. 1-01009, il parere del Governo è contrario sulle premesse e sugli impegni contraddistinti con le lettere a), b) e i). Il parere, invece, è favorevole sugli impegni contraddistinti con le lettere c), d), e), f), g), h), l), m), n) e o). Sulla mozione a firma dell'onorevole Dorina Bianchi ed altri n. 1-01010 (Nuova formulazione), il parere del Governo è favorevole sia sulle premesse che sugli impegni.
  Sulla mozione dell'onorevole Nicchi ed altri n. 1-01011, il parere del Governo è contrario sulle premesse e sul primo e quarto impegno, mentre è favorevole sul secondo, terzo, quinto e sesto impegno. Sulla mozione dell'onorevole Palese n. 1-01012, il parere è contrario sulle premesse, ad eccezione del primo e dell'ultimo paragrafo, mentre, in ordine agli impegni, il parere del Governo è favorevole solo sul secondo impegno e contrario sul primo.
  Sulla mozione a firma dell'onorevole Lenzi ed altri n. 1-01013, il parere del Governo è favorevole sia sulla premesse che sugli impegni. Sulla mozione a firma dell'onorevole Monchiero ed altri n. 1-01014, il parere è favorevole sia sulle premesse che sugli impegni, a condizione che il quarto impegno sia modificato nel senso di prevedere il solito incipit: «a valutare la possibilità di modificare (...)». La mozione a firma dell'onorevole Baldassarre – sono quelle che sono arrivate pochi minuti fa...

  PRESIDENTE. Scusi, sottosegretario, dovrebbe spiegare quali sono gli impegni da modificare.

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Il quarto impegno della mozione a firma Monchiero n. 1-01014, prevedendo: «a valutare la possibilità di modificare (...)».

  PRESIDENTE. Perfetto.

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Sulla mozione Baldassarre ed altri n. 1-01017, il parere è negativo sulle premesse e sul primo impegno – qui non ci sono né numeri né lettere, Presidente: gli impegni iniziano tutti con la lettera «a» –, mentre sul secondo, terzo e quarto impegno il parere è favorevole.
  Sulla mozione a firma dell'onorevole Rampelli n. 1-01016, il parere è negativo sulle premesse e il parere è, invece, favorevole su tutti gli impegni, con una riformulazione soltanto dell'ultimo impegno, prevedendo: «a valutare l'opportunità di destinare una congrua percentuale (...)». Sulla mozione a firma dell'onorevole Gigli n. 1-01015, il parere è favorevole sulle premesse, il parere non è favorevole solo sul primo degli impegni, quello che ha l’incipit: «al fine di un'efficace ed efficiente funzionalità del Servizio», mentre è favorevole, invece, su tutti gli altri impegni.
  L'ultimo atto che abbiamo avuto a disposizione è la risoluzione dell'onorevole Pili n. 6-00173, su cui il parere del Governo è negativo, perché riporta nel dibattito una questione che è specifica e che riguarda una sola regione. Nel quadro delle valutazioni e del discorso che abbiamo anche introdotto sul tema delle mozioni, che sono più centrate sui costi standard e sul finanziamento del sistema sanitario italiano, non ci sembra congruente con le altre mozioni e, anche per Pag. 4questa ragione, il parere del Governo sulla risoluzione dell'onorevole Pili è negativo.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Colleghi, per intenderci (mi rivolgo ai gruppi, in modo particolare): il parere espresso dal Governo va inteso nel senso che tutte le parti sulle quali è contrario significa che si chiede una riformulazione, nel senso di espungerle dalle mozioni che sono state presentate; in quel caso, il parere sulla mozione è favorevole.
  Diversamente, se non vengono tolte le parti su cui è stato espresso parere contrario, il parere rimane contrario sull'insieme delle mozioni, a meno che, ovviamente, non si chieda la votazione per parti separate. In quel caso, rimarrà un parere contrario sulle parti su cui è stato dato parere contrario e un parere positivo sulle parti su cui è stato dato un parere favorevole.

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, signor Presidente. Per informare che accetto la riformulazione proposta dal Governo della mia mozione n. 1-01012.

  PRESIDENTE. Sta bene.

(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldassarre. Ne ha facoltà.

  MARCO BALDASSARRE. Grazie, Presidente. Il Governo ha previsto un taglio dei trasferimenti al Servizio sanitario nazionale pari a 2,3 miliardi e tale scelta non potrà che acuire le differenze, già esistenti, tra i servizi sanitari offerti ai cittadini delle diverse regioni. Infatti, le prestazioni garantite dai 19 sistemi sanitari regionali e dai 2 sistemi sanitari delle province autonome sono molto diverse tra loro, con conseguenti necessità di previsione di un rafforzamento delle risorse da mettere a disposizione di quelle regioni e province autonome che sono dotate di un sistema di infrastrutture sanitarie più «deboli».
  La scelta del Governo di operare tagli lineari sulle prestazioni non può che colpire le fasce più deboli della società, che dovranno rinunciare a curarsi, segnando così l'abbandono, di fatto, del principio di universalismo sanitario.
  Tali decisioni rischiano, inoltre, di incrementare il tragico fenomeno del turismo sanitario. Si incrementerà con certezza l'emigrazione dei malati dal sud verso il centro-nord, con costi sociali che ad oggi nessuno è riuscito a calcolare e che impoveriscono il servizio sanitario regionale di quelle regioni di per sé già deboli.
  In alternativa alle decisioni governative, proponiamo un utilizzo più razionale dei risparmi che deriveranno della scelte normative fatte, ovvero investire i 2,3 miliardi provenienti dai tagli lineari, per rafforzare quelle regioni i cui sistemi sanitari non sono assolutamente capaci di assicurare i LEA e di rispondere ai bisogni della popolazione.
  Voglio sottolineare come il vostro approccio alla sanità non sia assolutamente condiviso dai cittadini. L'esempio più lampante è rappresentato da quanto sta accadendo in questi giorni in Toscana, dove il governatore Rossi ha varato una riforma che prevede il taglio dei posti letto e l'accentramento dei servizi sanitari presso le grandi città, una scelta che obbligherà migliaia di persone, ogni giorno, a percorrere lunghe distanze per arrivare ai luoghi di cura o anche per fare delle semplici analisi.
  Il disegno del presidente della regione Toscana è quello di cancellare progressivamente il Servizio sanitario nazionale, per dirottare i pazienti verso il privato sociale, per la gioia delle cooperative che sono pronte a spartirsi il business della salute. E, se i privati cresceranno nel settore della sanità, crescerà anche il potere clientelare del governatore Rossi, visto che le assunzioni nelle società private non Pag. 5si fanno per concorso, come nel pubblico, ma su chiamata diretta. Difficile a quel punto che i nuovi assunti dalle coop sanitarie non si dimostrino grati a quell'Enrico Rossi che avrà distrutto la sanità pubblica, ma che gli avrà trovato un lavoro. Per evitare tutto ciò, i cittadini della Toscana, fino al 25 ottobre, raccoglieranno le firme per proporre un referendum abrogativo per cancellare la riforma di Rossi, referendum che Alternativa Libera appoggia e sostiene attivamente.
  Per questi motivi, la componente di Alternativa Libera chiede al Governo di istituire la commissione di controllo per la verifica dell'adeguatezza dei servizi resi a livello regionale, al fine di garantire l'effettivo soddisfacimento dei cittadini riguardo i servizi sanitari effettivamente loro forniti.
  Inoltre, vorremmo che si valutassero le prestazioni offerte dal Servizio sanitario nazionale non con il solo riferimento ai criteri di efficienza, efficacia ed economicità, ma anche introducendo tra i parametri valutativi l'effettiva garanzia di fornitura dei livelli essenziali di assistenza (LEA) ovvero le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini.
  Pertanto, chiediamo di completare il programma di informatizzazione del Servizio sanitario nazionale previsto dall'articolo 14 del Patto per la salute, entro e non oltre le scadenze programmate dall'agenda digitale, con particolare riferimento al fascicolo sanitario elettronico, alle ricette digitali, alla dematerializzazione di referti e cartelle cliniche e alle prenotazioni e ai pagamenti online (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera).

  PRESIDENTE. Saluto gli alunni e i docenti del «Collegio Rotondi» di Gorla Minore, in provincia di Varese, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Taglialatela. Ne ha facoltà.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Grazie, Presidente. Come premessa, accettiamo la riformulazione che è stata proposta dal Governo. Non riusciamo, però, a comprendere come sia possibile che lo stesso Governo esprima un parere negativo sulle premesse.
  Le premesse raccontano quello che è accaduto: c’è un taglio che riguarda il Sistema sanitario nazionale, che è sotto gli occhi di tutti e nessuno può discuterlo, quindi, anche da un punto di vista regolamentare, io penso che sia irrituale che si possa esprimere un parere negativo sulle premesse. Noi, ovviamente, siamo però interessati soprattutto agli impegni.
  In particolare, l'impegno che noi chiediamo al Governo è che tutto quello che riguarda l'ottimizzazione della spesa sanitaria nazionale venga rispettato, che vi sia una particolare attenzione per evitare che i tagli determinino disservizi e, alla fine, mancata assistenza nei confronti degli italiani.
  Evidenziamo anche un ulteriore elemento. Il Governo, nella persona del sottosegretario, sa benissimo che in molte regioni l'assistenza sanitaria, quella fornita dai centri convenzionati, ha già finito di esistere per effetto dell'assorbimento della quota assegnata. Ed è del tutto evidente anche un altro aspetto, ossia che il costo standard dei servizi resi dagli ospedali pubblici è un costo standard molto più elevato di quello che, invece, è il costo dei servizi, degli stessi servizi, della stessa tipologia di servizi garantiti dalle strutture convenzionate.
  Quindi, è evidente che se vi è un problema di sprechi, è un problema legato alla cattiva organizzazione delle strutture pubbliche, a una duplicazione di interventi. Immaginare che si possa tagliare qualcosa in quello che viene assegnato alle regioni nel riparto del Fondo sanitario nazionale, senza preventivamente intervenire per eliminare gli sprechi – che sono evidenti agli occhi di tutti, che sono nelle cifre delle spese, delle percentuali di utilizzo dei fondi –, è un'operazione di tipo ragionieristico. E, come tutti i tagli che Pag. 6non vengono valutati e giustificati, alla fine vanno a colpire in modo particolare il cittadino.
  L'impegno che noi riteniamo che il Governo debba assumere è soprattutto questo: subordinare qualsiasi altro tipo di azione di carattere finanziario, in ordine alla valutazione del Fondo sanitario nazionale, ad una effettiva riorganizzazione soprattutto degli ospedali pubblici e delle ASL. Sappiamo bene che molto spesso vi è una duplicazione di analisi, di diagnostica, di interventi. Sappiamo bene come, in tanti casi, le ASL e gli ospedali utilizzino male il personale a loro disposizione.
  Questo incide, alla fine, sui costi, incide sui costi standard, incide sulla valutazione che le regioni possono dare sui tetti di spesa. Quindi, toglie all'Italia quello che è certamente un primato che in molti ci invidiano: un Servizio sanitario pubblico efficiente ed efficace. Ma questo Servizio sanitario efficiente ed efficace non può essere tagliato perché non si ha il coraggio di intervenire dove effettivamente ci sono gli sprechi.
  Quindi, oltre alla riformulazione, che noi accettiamo, non riesco, ripeto, a comprendere come, da un punto di vista regolamentare, il Governo si possa esprimere contro una premessa. Ovviamente, è la parte dispositiva quella sulla quale il Parlamento è chiamato a votare. Mi auguro che, oltre all'accettazione della riformulazione e al parere positivo sugli impegni che sono citati nella nostra mozione, vi sia, alla fine, effettivamente un intervento che garantisca i livelli di assistenza sanitaria a cui i cittadini hanno diritto.

  PRESIDENTE. Onorevole Taglialatela, solo per precisione: il Governo esprime il parere e, ovviamente, può esprimere un parere complessivo sulla mozione o può esprimere un parere diversificato, in relazione al quale, se la riformulazione viene accettata, ovviamente quel parere diventa positivo. Se la proposta di espungere dal contesto della mozione alcune parti, che è una forma di riformulazione, non viene accettata, ovviamente il parere rimane negativo. Vale anche per le premesse.

  MARCELLO TAGLIALATELA. No, chiedo scusa. Siccome non ci è stata chiesta una riformulazione delle premesse...

  PRESIDENTE. No, onorevole Taglialatela, si intende per riformulazione il fatto che dal testo integrale, da lei presentato, vengono espunte alcune parti su proposta del Governo. In questo caso, il Governo chiede di togliere le premesse.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Tutte le premesse ?

  PRESIDENTE. Quella è una riformulazione, cioè il Governo dice: se lei toglie le premesse – non ricordo se è anche intervenuto su alcuni punti – in quel caso...

  MARCELLO TAGLIALATELA. No, sulla riformulazione dei punti il Governo si è espresso in maniera compiuta.

  PRESIDENTE. Bene, la questione è semplice. Il Governo dice: lei ha presentato una mozione; se si tolgono le premesse e i punti indicati, in quel caso il parere del Governo è favorevole. Qualora non si accetti...

  MARCELLO TAGLIALATELA. Allora, chiedo il voto per parti separate.

  PRESIDENTE. Benissimo. Andiamo avanti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Grazie Presidente, il tema dell'appropriatezza è indubbiamente un tema di grande rilievo in campo sanitario. Un tema che non è sganciato, peraltro, dal tema della qualità del sistema, della quale costituisce per certi versi un aspetto fondamentale. È certamente così per quanto riguarda le prestazioni che impattano, dal punto di vista della qualità, innanzitutto con la salute del paziente perché erogare delle prestazioni appropriate è la premessa sulla quale Pag. 7costruire qualunque intervento a favore della salute. Ma impattano anche con la qualità del lavoro professionale del medico poiché l'appropriatezza delle prestazioni è la migliore garanzia, per quanto riguarda il medico, dal punto di vista dell'esercizio della sua professione e delle responsabilità che soprattutto ne derivano, talora, purtroppo, anche in campo penale, oltre che civilistico.
  Tuttavia, certamente il tema dell'appropriatezza non è ristretto soltanto all'ambito clinico, ma ha a che fare sicuramente anche con la corretta allocazione delle risorse in sanità e non può essere separato dall'ambito clinico. Non può essere, cioè, ridotto ad un fatto meramente burocratico nella sua definizione e nella prescrizione, quindi, dei paletti all'interno dei quali la professione medica dovrà muoversi per agire in correttezza. Ma io andrei anche oltre. Il tema dell'appropriatezza riguarda anche altri ambiti dell'attività sanitaria. Riguarda, per esempio, la reale disponibilità di alcune indagini, altrimenti è inutile, a monte, parlare dell'appropriatezza delle prescrizioni se poi dopo alcuni esami non sono nemmeno accessibili in realtà per una diseguale distribuzione sul territorio e, quindi, per una mancanza di equità nell'accesso alle cure o semplicemente a causa delle liste di attesa.
  L'appropriatezza riguarda anche l'organizzazione della rete sanitaria. Faccio solo un esempio in un ambito che mi compete direttamente. Ancora troppe aree, soprattutto nelle regioni montane, sono prive, per esempio, di una possibilità di accedere realmente a quelle che oggi sono le prestazioni consolidate, accettate, nazionalmente ed internazionalmente, nella terapia in acuzie dell'ictus cerebrale. L'appropriatezza riguarda anche i processi ed i percorsi di cura, con la possibilità, quindi, di non riversare – ed è uno sforzo che molte Aziende sanitarie stanno facendo – per esempio sulla degenza prestazioni che possono essere eseguite a più bassi livelli, per esempio in day hospital o addirittura in ambito ambulatoriale, senza per questo, tuttavia, penalizzare il paziente costretto a fare delle indagini talora in un vero e proprio ginepraio, in un vero e proprio labirinto, per capire dove, come e in che tempi potrà arrivare finalmente a definire, dal punto di vista diagnostico prima e terapeutico poi, il suo problema. Riguarda l'appropriatezza anche la gestione delle stesse Aziende sanitarie perché senza una gestione oculata è evidente che lo sperpero delle risorse è possibile.
  E, in quest'ambito, riguarda anche la corretta utilizzazione delle risorse umane, ma riguarda soprattutto, direi, gli investimenti, quello che oggi si chiama health technology assessment, la correttezza degli investimenti quindi, e riguarda anche il doloroso capitolo degli appalti e degli acquisti in sanità; un settore che, vale la pena ricordarlo, assorbe circa la metà della spesa delle nostre regioni. Anche questo tipo di appropriatezza condiziona, forse più che non le prescrizioni mediche, l'allocazione delle risorse ed è in grado quindi, se svolto non correttamente, di generare spesa inutile – ripeto – ancor più dell'appropriatezza clinica o viceversa, se governato virtuosamente, può invece favorire percorsi virtuosi ed evitare la subordinazione dell'ambito clinico alla politica e alla corruzione...

  PRESIDENTE. Colleghi, pregherei di abbassare un po’ il tono della voce.

  GIAN LUIGI GIGLI. Il problema del corretto uso delle risorse è tanto più importante se si considerano i mutamenti di ordine demografico e di ordine epidemiologico con i quali il nostro Sistema sanitario deve oggi confrontarsi, che hanno a che fare con la denatalità, con l'invecchiamento della popolazione, con lo sviluppo di malattie croniche e degenerative. E, in quest'ambito, siamo ancor più sollecitati ad una riconversione del sistema e ad un recupero di efficienza per trovare le risorse necessarie a questa riconversione.
  È importante, quindi, promuovere elementi di appropriatezza a tutti i livelli del Sistema sanitario nazionale. Da questo punto di vista, il richiamo presente nel decreto-legge sugli enti locali e poi, diciamo, Pag. 8la traduzione di questo richiamo nel decreto ministeriale sull'appropriatezza ci trova certamente assolutamente in linea. Tuttavia, forse nella precisazione delle prestazioni da controllare dal punto di vista dell'appropriatezza si è sviluppato un nodo del contendere che, a nostro avviso, è stato legato al modo forse un po’ inopportuno e pesante con cui è stato proposto il meccanismo sanzionatorio; ma soprattutto è stato legato al fatto che le prestazioni avrebbero dovuto essere definite in un rapporto molto più stretto e preciso proprio con le società scientifiche, le garanti della qualità del processo clinico. Accanto a questo c’è il fatto di aver forse dimenticato quegli altri aspetti, che pure erano richiamati nel decreto Balduzzi e che pure erano richiamati nella legge Madia, che avevano a che fare con la governance del Sistema sanitario e che impattavano, appunto, anche con la reale indipendenza, dal punto di vista della gestione, sia dei direttori generali e dei direttori amministrativi delle Aziende sanitarie, sia dei dirigenti delle strutture operative complesse perché senza questa vera indipendenza rimane la dipendenza invece dagli interessi della politica e rimane la possibilità anche della corruzione.
  Senza tutto questo sarà difficile anche arrivare ad una corretta definizione e soprattutto implementazione di quelli che sono i costi standard in sanità. Dunque, non fare un lavoro accurato e preciso a trecentosessanta gradi e non solo per quanto riguarda l'appropriatezza della prescrizione del medico costituirebbe, a mio avviso, un'occasione persa. Viceversa farlo è invece l'unico modo per garantire non solo nelle intenzioni ma anche nei fatti il rispetto dei livelli essenziali di assistenza per tutta la popolazione del nostro Paese e, quindi, garantire nei fatti e non solo nelle intenzioni il carattere universalistico del nostro Sistema sanitario, salvare il principio universalistico di un sistema che, è stato già detto, resta ed è, nostro vanto, tra i migliori nel mondo.
  Per questo voteremo a favore di tutte mozioni su cui il Governo ha espresso parere favorevole, voteremo ovviamente a favore anche della nostra. Abbiamo ben presente che il primo, l'unico punto su cui il Governo ha espresso parere contrario riguardava il problema della spesa che ovviamente non sarà dilatata in questo disegno di legge di stabilità, ma voleva essere forse più un auspicio che non una richiesta. Ma gli altri punti, signor sottosegretario, dovrebbero andare veramente al di là dell'impegno formale di una mozione ed aggredire il problema nel rapporto con le professioni sanitarie a trecentosessanta gradi, tagliando, ripeto, ancora volta, soprattutto i nodi che riguardano il connubio, talora indecente, tra la politica e la sanità.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie. Presidente, chiediamo la votazione per parti separate della nostra mozione. Questo perché riteniamo che comunque le premesse e il primo impegno, sui quali il Governo ha dato parere contrario, debbano essere messi al voto, perché contengono quelle che sono le legittime istanze delle regioni, in particolare di quelle virtuose, che, invece, dalla scelta del Governo, a causa di questi tagli lineari contenuti nella prossima legge di stabilità, verranno fortemente penalizzate.
  Vale la pena ricordare che il Patto per la salute, sottoscritto il 10 luglio 2014 fra il Governo e le regioni, fissava le risorse per la sanità e definiva la programmazione sanitaria per il triennio 2014-2016 con due fondamentali precisazioni. Con una si stabiliva che i risparmi derivanti dall'applicazione delle misure contenute nel Patto rimassero nella disponibilità delle regioni per finalità sanitarie; il Patto per la salute lancia tra le righe il principio di disinvestimento, da sprechi e inefficienze, e riallocazione in servizi essenziali e innovazioni, precisando che quanto recuperato dalle regioni in ambito sanitario non doveva e non deve essere distratto verso altri settori.
  Con un'altra precisazione si lasciava aperta la porta, però, di fatto, a nuovi Pag. 9tagli, recitando il documento: salvo eventuali modifiche che si rendessero necessarie in relazione al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica e a variazioni del quadro macroeconomico.
  Noi riteniamo che sia inaccettabile che, a fronte di un Patto siglato con le regioni, oggi si ricorra a questa clausola, disattendendo la fiducia che in quel patto era stata riposta dai governatori che lo avevano sottoscritto, per di più adottando di fatto il solito criterio, al quale facevo riferimento all'inizio dell'intervento, dei tagli lineari, penalizzando fortemente le regioni virtuose. I famosi risparmi che dovevano venire dalla spending review, che questa estate il Governo stimava allegramente intorno addirittura a 10 miliardi di euro, pare si fermeranno forse a poco più di 2 miliardi.
  I Ministeri non riescono a tagliare le spese e così gli artigli del Governo si rivolgono nuovamente sui bilanci delle regioni, cioè sulla sanità. La dotazione del Fondo sanitario per il 2016 sarà di 111 miliardi, stando alle previsioni, invece dei 113 previsti dal Patto per la salute, che erano già un tetto minimo concordato con le regioni dopo tanti tagli importanti. Nuove tecnologie e invecchiamento progressivo, come stabilito da un'indagine conoscitiva della Camera dei deputati, imponevano e impongono un aumento del Fondo sanitario e non i tagli che invece voi andate ad adottare, anche perché il Governo ha fissato nuovi standard da rispettare sui livelli essenziali di assistenza che comprendono farmaci innovativi che comportano una maggiore spesa.
  Ed è proprio a fronte di queste spese imposte alle regioni che il Governo si era assunto l'impegno, con il Patto per la salute, di destinare 2 miliardi in più nel 2015 e 3 miliardi in più nel 2016. Invece, per il 2015 lo stanziamento è stato praticamente azzerato, ed ora, per il 2016, a fronte di un impegno preciso, il Governo taglia, rispetto a quanto previsto, 2 miliardi di trasferimenti.
  Il conto dei vostri tagli lo pagheranno i cittadini, perché, come giustamente lamentano le regioni, a fronte dei vostri tagli sarà difficile garantire l'accesso ai farmaci innovativi, all'implementazione dei livelli essenziali di assistenza e, ancora, al rinnovo dei contratti del personale sanitario. Medici che, vale la pena ricordare a questo Esecutivo, saranno già penalizzati dalla stretta che riguarda le 208 prestazioni su 1.700 erogate dal Sistema sanitario nazionale e che potrebbero essere puniti con un taglio dello stipendio, costringendo così il medico a non svolgere appieno la propria funzione.
  In luogo dei vostri tagli lineari, noi riteniamo – e non ci stancheremo mai di ripeterlo – che l'unica soluzione che si impone è quella dell'introduzione dei costi standard, che rappresenta la garanzia per ottimizzare e omogeneizzare le prestazioni e il loro costo in tutto il territorio nazionale.
  L'applicazione dei costi standard costituisce la modalità principale per razionalizzare e controllare in modo efficace le spese riferite al Sistema sanitario nazionale nelle sue articolazioni regionali. È per questo che, pur accogliendo di fatto il parere favorevole del Governo sul secondo impegno, ci sentiamo però in dovere di chiedere comunque il voto per parti separate, per poter porre al voto anche l'altro impegno che avevamo chiesto al Governo, che di fatto andava a garantire il diritto alla salute (perché si chiedeva questo impegno) per tutti i cittadini italiani, che fra l'altro è un diritto sancito dalla Costituzione; attraverso in particolare la ridefinizione dei tagli (questo per noi era importante, è per questo che chiediamo che questo impegno venga messo al voto) previsti al Fondo per la sanità e la revisione dei recenti tagli alle prestazioni sanitarie. Perché – e mi avvio alla conclusione – il criterio invece adottato va nella direzione dei tagli lineari, va nella direzione di non garantire l'erogazione di servizi e prestazioni in maniera uguale in tutto il Paese, perché di fatto, accogliendo come avete fatto, sì, l'impegno sull'introduzione dei costi standard, vi prendete questo impegno in maniera vaga, non dando tempi certi. Ciò impone oggi a questo Governo nella legge di stabilità un Pag. 10taglio indiscriminato rispetto ai trasferimenti alle regioni, e non basato sulla giusta proporzione, cioè magari andando a tagliare e magari – sì – a penalizzare quelle regioni che di fatto hanno amministrato e amministrano la sanità sul proprio territorio semplicemente per ricavarne potere, e senza andare incontro a quelle che sono le legittime necessità e istanze dei cittadini.
  Lo dimostrano i dati relativi alla mobilità sanitaria, a quella mobilità che fa in modo che molti cittadini, magari calabresi e siciliani piuttosto che campani, a causa di una cattiva gestione della sanità sul proprio territorio si trovano costretti a migrare in Lombardia, in Veneto, in Toscana per vedersi garantito quel diritto che – ricordo, e mi avvio veramente alla conclusione – è sancito dalla Costituzione, e che può essere garantito solo ed esclusivamente attraverso l'adozione dei costi standard.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monchiero. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI MONCHIERO. Signor Presidente, l'argomento di oggi richiederebbe ore, e le mozioni presentate da tutti i colleghi offrono spunti numerosissimi, sui quali sono costretto a sorvolare; del resto raccolgo l'invito del Governo a tenere in considerazione innanzitutto quello che è un elemento comune, e cioè la preoccupazione per le risorse.
  Su questo tema, l'ammontare delle risorse che il nostro Paese destina alla sanità, è bene fare qualche riflessione ulteriore, perché è ormai chiaro a tutti che queste risorse sono al limite di sopravvivenza del sistema, e che le successive riduzioni, sia pure leggere, operate negli ultimi anni sono riduzioni su un dato di base che era già il più basso del mondo occidentale. Ricordare ogni tanto che la nostra spesa pro capite è la più bassa d'Europa, che è un terzo di quella degli Stati Uniti d'America, la metà della Svizzera e giù di lì, aiuta tutti, specialmente i decisori politici, a fare una diagnosi corretta del problema che abbiamo davanti, perché è difficile inventare terapie se non partendo da una diagnosi corretta.
  Non è neanche vero, come comunemente si sente dire, che la spesa sia fuori controllo: secondo valutazioni piuttosto approfondite fatte dall'OCSE, la spesa sanitaria nel nostro Paese è cresciuta in un decennio del 30 per cento, a fronte di una media OCSE del 42 per cento, quindi 12 punti in meno della media dell'OCSE.
  Ora, questi dati gettano una luce di preoccupazione sulla tenuta del sistema, perché questo è il paradosso principale della nostra sanità: noi abbiamo un sistema piuttosto efficace – e quando si valutano appunto i dati dei risultati ottenuti in materia di salute, ci collochiamo sempre ai primissimi posti del mondo – che costa molto meno degli altri sistemi con i quali possiamo confrontarci.

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Monchiero, gentilmente i banchi del Governo devono essere liberi.

  GIOVANNI MONCHIERO. Questo era il disturbo minore. Grazie comunque, Presidente. Dicevo che questo dato di fatto deve essere la base sulla quale fondare i nostri ragionamenti perché sarà difficile che il sistema possa sopravvivere, se non usufruendo di un progressivo, sia pure coerente con gli equilibri di bilancio pubblico, incremento delle risorse.
  Detto questo, che cosa fare di concreto per migliorare il sistema ? Intanto, non esiste un solo campo di intervento. Il collega Gigli ricordava opportunamente che un campo che i tecnici sanitari percepiscono come rilevante è quello dell'appropriatezza. Il collega Rondini sottolineava l'urgenza di definire dei costi standard. Sinceramente, io non mitizzerei l'efficacia dei costi standard. Pur ritenendo opportuno, anzi necessario, che il Governo effettui l'operazione più volte promessa di definire dei costi prestabiliti, dei costi standardizzati ai quali far riferimento, tuttavia quest'unico intervento si limiterà ad una fetta non rilevantissima delle risorse destinate alla sanità, che è quella per Pag. 11beni e servizi, che non abbiano prezzi controllati. Non dimentichiamo che tutta la spesa farmaceutica pubblica e privata, territoriale e ospedaliera, naturalmente si muove in un mondo di prezzi amministrati dove erano già previsti i costi standard, quindi è sottratto a questa problematica.
  Io credo che sia indispensabile invece – e questo è l'ultimo punto della nostra mozione – rivedere le logiche di governo complessivo del sistema su un punto che negli ultimi anni è sempre stato dato per scontato, ma che in realtà non è mai stato adeguatamente verificato.
  La ringrazio quindi, signor sottosegretario, per aver accettato anche l'ultimo punto, che riconosco essere il più problematico della nostra risoluzione e di aver proposto una riformulazione, e la fiducia che abbiamo in lei – fiducia che aumenterebbe se lei in questo momento mi ascoltasse – ci induce a sperare che davvero il Governo voglia mettere mano alle logiche di Governo del sistema.
  Le logiche che governano il sistema oggi hanno un difetto fondamentale, che non badano ai risultati gestionali reali delle singole amministrazioni, mi riferisco naturalmente con il termine «amministrazioni» a quelle delle aziende sanitarie ospedaliero-territoriali. Le venti sanità, che comunemente noi diciamo esistono nel nostro Paese, in realtà sono molte di più perché le differenze di consumo di risorse e di qualità dei servizi non si limitano a venti, ma sono ben più rilevanti e ben più stupefacenti dato che spesso riguardano realtà limitrofe all'interno della medesima regione, dove si applicano le medesime regole con risultati clamorosamente diversi. Non è accettabile che aziende del tutto simili – e perlopiù ripeto confinanti – abbiano diversità di consumo pro capite che arrivano anche al 30 per cento. Su queste cose da decenni non si interviene, su queste cose io credo che sia indispensabile intervenire, perché solo ridando un senso al livello ultimo del sistema si riescono a superare le difficoltà interne.
  È di oggi la notizia – e con questo concludo, signor sottosegretario – che i medici minacciano lo sciopero.
  Ora il fatto che un taglio di risorse già programmato e prestabilito verso il 15 dicembre, tutto sommato minimale – perché si riferisce all'1 o 2 per cento del bilancio complessivo del sistema –, possa indurre una categoria importantissima come quella dei medici a proclamare lo sciopero è segno di un malessere diffuso. È un malessere molto radicato, che dipende anche da logiche di governo sbagliate.
  Al personale sanitario abbiamo bloccato i contratti, abbiamo bloccato le carriere, abbiamo bloccato il turnover, abbiamo tolto ogni speranza di miglioramento. Lo abbiamo indotto verso una progressiva deresponsabilizzazione, che non sia quella che deriva da sistemi sanzionatori. Io credo che un buon grande sistema debba, invece, riconoscere delle logiche di governo premianti: le aziende che ottengono risultati economici migliori devono avere stanziamenti superiori. Credo che invece il sistema perverso dei tagli lineari – che poi è l'ultimo rifugio al quale sempre ricorre la mano pubblica, sia quella del Governo centrale sia quella delle regioni – vada nella direzione opposta, penalizzi i migliori e, quindi, li conduca ad una progressiva disaffezione al loro ruolo e al servizio nel quale operano.
  Poiché in quest'Aula credo che sia unanimemente condivisa la necessità di salvaguardare il Servizio sanitario nazionale, la prego davvero, signor sottosegretario, di valutare la possibilità di rivedere le logiche di governance del sistema e, per quanto riguarda l'aspetto economico del sistema, di introdurre assolutamente delle logiche premianti.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Monchiero. Vorrei solo dire a lei e anche ad alcuni colleghi del suo gruppo che, come vi sarete resi conto, quando qualche collega va a parlare con il Governo, faccio immediatamente liberare i banchi. Diverso è quando ci vanno dei funzionari, che, proprio perché spesso ci troviamo ad operare Pag. 12all'ultimo momento con documenti presentati all'ultimo istante, dobbiamo solo ringraziare che ci mettano nella condizione di votare, altrimenti dovremmo sospendere la seduta e riparlarne tra qualche giorno. Quindi, non mi sentite interrompere quando c’è qualche funzionario che ha a che fare con il Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Scelta Civica per l'Italia).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Grazie, Presidente. Da troppo tempo si sta assistendo ad una girandola di dichiarazioni, tutte interne alla maggioranza e al Governo, che si contraddicono tra di loro e cambiano i numeri ogni giorno sul finanziamento del Servizio sanitario nazionale.
  La nostra mozione ricostruisce la verità delle cifre e non è un caso che il Governo respinge e dà un parere negativo alla parte relativa alla premessa della nostra mozione. La rimando e vado all'essenziale.
  Questo balletto di cifre è insopportabile, perché intanto si tratta del diritto alla salute, della salute dei cittadini e delle cittadine. Però, una sintesi la si può fare.
  In meno di un anno la legge di stabilità del 2015 aveva stabilito un finanziamento per 115 miliardi circa. Siamo arrivati alla dichiarazione di 111 miliardi e siamo già passati con il taglio pesante, con il decreto degli enti locali, di 2,35 miliardi, a un taglio circa complessivo di 4 miliardi. Se poi passiamo alle percentuali, vediamo che la spesa per la sanità pubblica in rapporto al PIL andrà diminuendo. Nel DEF 2015 è programmato un calo nel rapporto tra spesa sanitaria e PIL, che si può evidenziare dalla cifra che risparmio.
  Ecco, a fronte di una dichiarazione del Governo, o meglio, di fronte a un intento del Governo, di una indiscriminata detassazione della prima casa e quindi delle case e della proprietà, siamo di fronte alla programmazione dell'impoverimento del sistema sanitario pubblico. Dobbiamo dire che la musica che suonerà per la prossima legge di stabilità sarà una musica plumbea, visto che il Governo ha respinto tutti i riferimenti che, nei vari dispositivi, erano presenti nelle mozioni e che facevano riferimento alla possibilità di incrementare le risorse del Servizio sanitario pubblico.
  Cioè, si persevera con la politica dei tagli in un Paese – veniva ricordato anche prima – che ha una spesa sanitaria più bassa rispetto a quella dei principali Paesi europei – dopo di noi ci sono solo Spagna, Grecia e Portogallo – mentre il sistema sappiamo che è anche positivo, è anche noto per la sua eccellenza. Si è ancora molto lontani dall'uscire dal paradigma dei tagli ed entrare in quello che servirebbe della qualità, dell'affermazione di un diritto fondamentale.
  In questi ultimi anni il nostro Paese è diventato più diseguale sul piano della garanzia delle cure e per noi questo è il primo male da affrontare, con territori periferici che negli anni si sono visti sottrarre servizi, tagliare prestazioni sanitarie e sociali, ridurre la protezione. Con un sistema di prevenzione sempre più impoverito e con un disegno ben preciso – anche questo fa parte della premessa che il Governo ha respinto – , il disegno di andare verso un sistema sanitario a due binari: uno pubblico, sempre meno efficiente e non adeguato, destinato alle fasce sociali medio basse ed un sistema misto, pubblico e privato, di sanità integrativa finanziato con assicurazioni sanitarie private con spesso prestazioni più qualificate, destinato ai cittadini più abbienti.
  Le politiche di definanziamento del sistema sanitario e dei ticket stanno rendendo competitive le prestazioni private e mettono in discussione il diritto alla salute di chi non può pagarsele. L'ISTAT – sottolineo la fonte – ci dice che il 9,5 per cento di persone non hanno potuto fruire di prestazioni di cui avrebbero avuto bisogno, nel Mezzogiorno si arriva al 13 per cento, per motivi economici. Agenas ci dice che, tra il 2008 e il 2014, è aumentata del 26 per cento la spesa per ticket.
  L'ingolfamento per le liste di attesa fa diventare più conveniente il privato che Pag. 13diventa un obbligo per accorciare i tempi. Scrive il Censis – lo ridico perché è un tema riproposto in quest'Aula – che pagare diventa per tutti, anche per le persone con redditi bassi, la condizione per accedere alle cure in tempi realistici. Questo è il nostro problema, questo ! Evitare che i cittadini e le cittadine paghino.
  Questa tendenza a pagare, questa richiesta di sacrifici economici considerevole sarà ancora più accentuata dopo – se ne sta discutendo – il famoso decreto sull'appropriatezza prescrittiva, quelle norme (norme che per noi sono un evidente inganno) che, si dice, sono volte alla riduzione delle prestazioni sanitarie «inappropriate». Anche questo spingerà in quel mantra per cui si potrà curare chi può, si potrà ammalare chi potrà curarsi.
  Ecco, sono norme autoritarie, da medicina di Stato, che, al di là degli intenti che noi condividiamo, nei fatti finiranno per avere ricadute negative sulla prevenzione e finiranno per ridurre il perimetro del nostro Servizio sanitario pubblico nazionale.
  Le conseguenze le pagheranno i cittadini, su cui si scaricherà la responsabilità di una prestazione sanitaria che gli è stata prescritta, ma che si giudica non appropriata e, come tale, sarà a totale carico dell'assistito costretto a rivolgersi al privato.
  Si apriranno strade di nuovo alle assicurazioni, alle soluzioni privatistiche. Noi chiediamo che questo decreto venga sospeso; mi riferisco al decreto che ha stabilito quelle 208 misure elencate in una tabella, che saranno a carico del sistema sanitario solo a determinate condizioni. Lo diciamo perché noi assumiamo il punto di vista dei cittadini e delle cittadine, dei malati, di chi ne avrà bisogno, perché proprio con questo punto di vista possiamo smascherare quel peccato originale – denunciato, ad esempio, da Cittadinanzattiva e dal Tribunale dei diritti del malato – di questo decreto.
  Infatti, anche questo decreto non rappresenta altro che una declinazione diversa dei tagli lineari, muove cioè da ragioni di risparmio economico e non da appropriatezza clinica.
  È certo che sicuramente l'appropriatezza, che è un tema caro e importante, non si può affermare per decreto – lo strumento è sbagliato – con una tabella rigida, calata dall'alto, che standardizza il rapporto tra medico e paziente, alla faccia delle nuove frontiere dell'innovazione della medicina, quelle che puntano alla personalizzazione, alla umanizzazione, alla medicina di genere. Questa viene cancellata, siamo ad una medicina amministrata dall'alto, per far quadrare i bilanci, i conti e non per affrontare il reale bisogno di salute: uno schiaffo alla professione medica che non deciderà più in scienza e coscienza; un attacco duro al ruolo insostituibile, prezioso, certo da riformare, dei professionisti, per esempio partendo dall'affrontare il problema reale della medicina difensiva.
  Siamo, cioè – questa è la cosa più grave –, ad una perdita di centralità del rapporto medico-paziente, che è sostituita dalla centralità del risparmio, della riduzione dei costi. Si tratta di misure che finiscono per tradursi in disposizioni sostanzialmente punitive nei confronti dei medici, che verranno pagate dai pazienti. Tutto questo mentre nel Paese aumenta la povertà.
  Ecco noi nella nostra mozione abbiamo proposto una serie di impegni, per dare un cambio di rotta; alcuni sono stati ripresi dal Governo e noi lo apprezziamo. Ce ne sono due a cui noi tenevamo e sono proprio quelli che il Governo ha respinto: quello che chiedeva più risorse nella prossima legge di stabilità per il Fondo sanitario nazionale e per la non autosufficienza – chiudo –; quello che riguarda il ritiro del decreto sull'appropriatezza: l'appropriatezza è un dovere del sistema sanitario, per garantire qualità e sicurezza...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  MARISA NICCHI. ... ma gli strumenti usati dal Governo sono per noi inaccettabili (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

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  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calabrò. Ne ha facoltà.

  RAFFAELE CALABRÒ. Signor Presidente, onorevoli colleghi, io credo che mai come in questa legislatura la sanità sia stata tanto frequentemente protagonista del dibattito parlamentare e ciò a testimonianza, da una parte, delle sostanziali modifiche che il sistema salute attraversa in questo Paese con l'aumento dell'età della popolazione, con la cronicizzazione delle patologie e con l'avvento delle nuove tecnologie o dei nuovi farmaci; e, dall'altra parte, che tutti ormai gli schieramenti politici hanno a cuore, ma sul serio a cuore, la salvaguardia della sostenibilità del Servizio sanitario nazionale e guardano con preoccupazione ai tagli inferti negli ultimi anni, a partire dal 2010.
  Credo che tutti voi sarete concordi nel sostenere che la sostenibilità economica rappresenta una delle più grandi e affascinanti sfide dei prossimi decenni e che occorre concentrare tutti gli sforzi affinché riusciamo a mantenere quella visione universalistica della sanità e della salute, che rende il nostro sistema sanitario fra i migliori al mondo.
  Con onestà intellettuale e non per spirito di gruppo io credo di poter affermare che il Ministro Lorenzin ha difeso fino allo stremo il finanziamento del Servizio sanitario, opponendosi ad una nuova epoca di tagli lineari. È vero, le risorse messe a disposizione della sanità non sono quelle attese; nel 2016 si potrà contare su circa 111 miliardi, uno in più di quest'anno, ma oltre 2 miliardi in meno di quanto si prevedeva nel Patto per la salute.
  Alla fine non c’è stato l'incremento sperato, ma pur sempre di un aumento si tratta e comunque mi sembra che le stagioni di «lacrime e sangue», che si sono susseguite negli anni 2010-2012, siano terminate. La domanda che pongo un po’ a tutta l'Aula è questa: data l'esiguità di risorse economiche e una lunga crisi economica, che ci stiamo con fatica lasciando alle spalle, era possibile forse fare di più ? Il nostro obiettivo dev'essere sempre quello della sostenibilità di un sistema capace di intercettare i mutamenti epidemiologici e delle tecnologie che stiamo vivendo in questo periodo.
  Troppo spesso chiamiamo in causa il Patto per la salute soltanto per citare i fondi che erano stati promessi, dimenticando che quel documento non ha solamente una natura finanziaria, ma, piuttosto, ha l'ambizione di volere migliorare la qualità dei servizi, promuovere l'efficienza e garantire l'accesso alle cure in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale. Non solo ha stabilito le risorse per la sanità pubblica, ma ha ribadito che occorre ridurre gli sprechi affinché si possano riallocare risorse verso innovazione e servizi più efficienti.
  Credo davvero che questo Governo abbia realmente indicato le linee guida per la salvaguardia della sostenibilità del Servizio sanitario. Ha tracciato il percorso da seguire per garantire qualità, efficacia ed equità dei servizi sanitari e non credo che quanto fatto in quest'ultimo periodo debba essere vanificato per la riduzione dei fondi. Il sistema sanitario chiede a tutti gli attori coinvolti, dal Governo alle regioni, dai direttori generali ai vari professionisti, un comportamento responsabile.
  Cari colleghi, gli sprechi non sono un'invenzione di economisti; esistono, gravano sulla spesa sanitaria e sottraggono soldi che potrebbero essere utilizzati per curare i nostri cittadini. Saranno anche cifre da prendere con le molle, ma non possono essere del tutto inventate.
  Prendiamo gli ultimi dati della Fondazione GIMBE: sovrautilizzo di interventi sanitari inefficaci e inappropriati, che costano al sistema sanitario quasi 6 miliardi; tecnologie sanitarie acquistate a costi eccessivi (quasi 4,5 miliardi); sottoutilizzo di interventi sanitari efficaci e appropriati (2,5 miliardi).
  E, allora, vale la pena di sostenere la guerra che il Governo ha dichiarato all'inappropriatezza. Anzi, il Nuovo Centrodestra chiede l'impegno al Governo a perseguire nella promozione e nell'adozione Pag. 15di misure dirette a incrementare interventi responsabili a garanzia del diritto della salute.
  Tralasciando il discorso circa le sanzioni, ora che il Ministro Lorenzin ha ulteriormente chiarito che scatteranno solo eccezionalmente e solo in casi reiterati ed enormi, il decreto ministeriale sull'appropriatezza, che pure ha subito attacchi pretestuosi, ha senz'altro una funzione di tutela del medico, che si sentirà più forte nel negare a un paziente, magari ansioso, un esame diagnostico inutile e talvolta dannoso.
  Il provvedimento, insieme alla legge sulla responsabilità professionale del personale sanitario, ormai in dirittura d'arrivo in XII Commissione, può effettivamente portare il medico a lavorare in un clima di serenità e ad assumere le decisioni cliniche basandosi su linee guida, letteratura scientifica ed esperienza professionale, senza il timore di finire davanti a un giudice. Insomma, siamo dinanzi a strumenti legislativi che riusciranno a riequilibrare quel rapporto medico-paziente, troppo sbilanciato, negli ultimi tempi, verso quest'ultimo.
  Si tratta di un provvedimento che porterà alla riduzione delle liste d'attesa e a meno rischi per la salute dei pazienti, che troppo spesso si sottopongono a una dannosa e inutile, a volte, esposizione a raggi per patologie che non richiedono certo TAC o PET. Sono anni che si discute della necessità di una maggiore appropriatezza e ora, che è stato approvato un decreto, si tende a sottolineare falsamente che la genesi è soltanto economica. E, d'altronde, perché criticare un testo che porta anche risparmi, tagliando gli esami inutili ?
  Siamo certi che nella prossima legge di stabilità non mancheranno l'aggiornamento dei LEA e il nomenclatore tariffario. Lo hanno chiesto le regioni e l'ha promesso il Ministro Lorenzin. D'altronde, l'ammodernamento e l'efficientamento del sistema sanitario non sarebbero possibili se non si procedesse allo svecchiamento dei vecchi LEA e alla contestuale introduzione di quelli che maggiormente rispondono ai nuovi ed emergenti bisogni di salute. Attraverso i nuovi LEA stiamo ridisegnando il nuove welfare sanitario, moderno e sostenibile.
  Apprezziamo la determinazione del Ministro della salute e la volontà del Governo e li esortiamo ad andare avanti affinché, dopo anni di commissariamento delle regioni in piano di rientro, si mettano a punto i meccanismi di premialità anche per le regioni commissariate che hanno raggiunto risultati concreti, non solo in termini di risanamento di bilancio, ma anche nella riorganizzazione dei servizi e nella qualità dei livelli essenziali di assistenza. Il sud lo merita, dopo anni di enormi sacrifici.
  E, infine, rappresenterebbe senz'altro una svolta la stabilizzazione dei precari in sanità, anch'essa da prevedere nella legge di stabilità. Certo – lo ammetto –, mi aspetto uno sforzo in più sui precari, affinché la stabilizzazione coinvolga non solo i dipendenti a tempo determinato, ma anche quanti lavorano con contratti atipici, altrimenti, saremmo dinanzi ad un'abnorme ingiustizia, che va assolutamente riparata in questa legge di stabilità.
  Tanto più che la stabilizzazione dei precari non comporta sostanziali stravolgimenti economici, in quanto si tratta di spesa in gran parte già sostenuta dalle aziende sanitarie. Una stabilizzazione dovrebbe tenere conto anche di quanto accade nelle regioni in piano di rientro, che, per il vincolo del blocco del turnover, hanno la possibilità di assumere soltanto il 10 per cento rispetto ai soggetti andati in pensione. Ciò significa che, se si riserva il 50 per cento dei posti disponibili ai precari, peraltro già in servizio e già pagati, si ridurrà ulteriormente e al solo, quindi, 5 per cento la quota di nuovo personale sanitario assumibile: un'ulteriore grave penalizzazione, soprattutto per le regioni meridionali.
  Cari colleghi, il Nuovo Centrodestra invita oggi il Governo a ripartire dal Patto per la salute, un documento che contiene gli strumenti necessari per dare forma ad un sistema sanitario capace di garantire ancora prestazioni sanitarie di qualità, capace di spazzare via tutto quello che Pag. 16può mettere a repentaglio la sostenibilità economica del sistema salute e a saper rispondere alle sfide che ci attendono (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, signor Presidente. Ancora una volta, oggi, l'Aula torna a parlare e a discutere di assistenza sanitaria, di sostenibilità del Servizio sanitario nazionale e di spesa sanitaria. È fin troppo evidente che siamo in un contesto per cui, dal 1978, con la legge n. 833, fu fatta una scelta politica rispetto all'istituzione del Servizio sanitario nazionale e anche una scelta politica ancora più appropriata e più forte, quella dell'accesso universalistico.
  La scelta politica fu fatta nel 1978 insieme a un disegno organico di istituzione del Servizio sanitario nazionale, che poi ha avuto una serie enorme di evoluzioni all'interno stesso dell'organizzazione, delle competenze e delle funzioni trasferite alle regioni, sostanzialmente, perché è determinante l'aspetto essenziale delle responsabilità, che sui livelli essenziali di assistenza è la parte che riguarda il Governo centrale, cioè la competenza è esclusiva da parte del livello centrale, e la gestione e l'organizzazione del Servizio, rispetto anche ai modelli, è demandata esclusivamente alle regioni. Questo fino all'attuazione della legge delega n. 421 del 1991, che riordinò la finanza territoriale, la previdenza, il pubblico impiego e anche la sanità, con una novità, all'epoca, fondamentale, che ancora oggi persiste: quella della cosiddetta «aziendalizzazione» dell'organizzazione e del funzionamento del Servizio sanitario.
  A distanza di diversi anni, perché parliamo del decreto legislativo n. 502 del 1992, ad oggi, riteniamo che vi sia stata una serie enorme di modificazioni nel contesto della governance. Il finanziamento del Servizio sanitario nazionale, fino al decreto legislativo n. 229 del 1999, il decreto Bindi, se si esclude il ticket che fu messo per alcuni farmaci dal Governo Ciampi, con la legge n. 537 del 1993, ha conosciuto una modifica molto importante, perché, prima del decreto legislativo n. 229 del 1999, il decreto Bindi, il Servizio sanitario veniva finanziato integralmente da risorse pubbliche, ripeto, con l'eccezione di quel ticket che su alcuni farmaci fu imposto dalla legge n. 537 del 1993.
  Invece, a partire dalla riforma Bindi, noi abbiamo, nel nostro ordinamento dello Stato, nel nostro Paese, che il Servizio sanitario nazionale si finanzia con risorse pubbliche e con la compartecipazione dei cittadini, attraverso ticket, accise e quant'altro da parte delle regioni. Colleghi, questa è stata una modifica importante, perché il finanziamento del Servizio sanitario nazionale, ad oggi, per l'erogazione delle prestazioni, deriva da 113 miliardi di euro circa del Fondo sanitario nazionale.
  Poi c’è una serie enorme di compartecipazioni da parte dei cittadini rispetto a questo finanziamento, che vanno dai farmaci generici, o «fascia C», completamente a pagamento per tutti, ai ticket che sono stati messi sulla specialistica, sulle prestazioni, sulle prestazioni di pronto soccorso, su una serie enorme di prestazioni sanitarie e, come se non bastasse tutto questo, per la cattiva gestione che vi è all'interno del Servizio sanitario nazionale e regionale, in alcune regioni, vi sono anche le aliquote e i commissariamenti.
  Io penso che sia importante continuare ad assicurare i livelli essenziali di assistenza. I livelli essenziali di assistenza, che devono essere assicurati, perché lo prevede la Costituzione, e a cui tutti siamo interessati, debbono certamente avere un'organizzazione, un modello. Ma il Governo ultimamente, in particolare sul problema delle prestazioni, con il cosiddetto «decreto sulla appropriatezza», secondo noi, ha determinato una caduta rispetto all'assicurazione dei livelli essenziali di assistenza delle prestazioni sanitarie, per un motivo molto semplice. Siamo d'accordo infatti che debbano aumentare i sistemi di controllo perché l'erogazione delle prestazioni Pag. 17deve essere appropriata. Ma anche qui c’è una distorsione da parte degli operatori che subiscono, spesso e volentieri, l'invasione – quella sì – inappropriata da parte degli avvocati, con la cosiddetta medicina difensiva, che è diventata ormai un costo altissimo (si stima 13 miliardi di euro l'anno), rispetto invece all'appropriatezza delle prestazioni, che non possono essere limitate, anche con la previsione di sanzioni, penalizzazioni o così via.
  Attenzione, quel provvedimento – lo ribadisco ancora una volta, signor Presidente, sottosegretario – sarà inapplicabile, quindi il Governo non avrà alcun beneficio dal punto di vista dell'appropriatezza e della contabilità finanziaria per quello che si ipotizza. Sicuramente si rischia di avere un abbassamento di quel poco di prevenzione che si riesce a fare nei confronti dei pazienti. Non può un paziente fare un check up e poi aspettare cinque anni per poter avere l'erogazione della stessa prestazione da parte del Servizio sanitario nazionale (altrimenti, la deve fare a pagamento con tutti i limiti che ci sono in riferimento alle disponibilità finanziarie da parte di tutti i cittadini, atteso che la povertà cresce all'interno di questa situazione). È fin troppo evidente che uno non aspetta che arrivi l'infarto e poi magari si va a controllare il colesterolo o altre situazioni.
  Ecco perché ritengo che, da questo punto di vista, il Governo bene avrebbe fatto, invece di intervenire sulla limitazione delle prestazioni attraverso questi interventi inappropriati, ad intervenire sulla governance, per rivederla e migliorarla.
  La domanda è: a partire dall'istituzione dell'aziendalizzazione del Servizio sanitario nazionale, la governance a che punto è ? Io dico che gran parte di questo concetto, di quello che era un disegno, un modello, è fallita, soprattutto in alcune regioni, soprattutto nelle regioni commissariate.
  Allora, andiamo a vedere se il Governo si rende conto o meno che in riferimento alla governance ad oggi molte storture che si hanno all'interno del Servizio sanitario nazionale nella gestione sono dovute perché ci sono troppi centri decisionali. Noi abbiamo il Governo che rivendica la sua autonomia, spesso e volentieri sotto forma di esigenza di finanza pubblica, e che determina delle scelte e, quasi sempre, sia con la legge di stabilità, sia con altri decreti che riguardano la finanza pubblica, siamo costretti a intervenire sulla spesa sanitaria. Il Parlamento rivendica la propria autonomia e spesso e volentieri interviene. Le regioni (sulle quali, da questo punto di vista, stendiamo un velo pietoso) altrettanto.

  PRESIDENTE. Concluda.

  ROCCO PALESE. Le ASL, è stato ricordato, anche loro vanno in questo senso. Per non parlare poi del giudice del lavoro, della Corte costituzionale, del TAR, del Consiglio di Stato. Quindi, è chiaro che è in questo coacervo di centri decisionali, dove ognuno decide e spesso e volentieri decide di spendere male, che si sono innestati 21 sistemi sanitari diversi.
  Mi avvio alla conclusione, signor Presidente. Noi riteniamo che i costi standard possano essere anche un'occasione che va sfruttata positivamente. Se si immagina che i costi standard seguano solo ed esclusivamente l'obiettivo di cercare di aumentare le differenze delle prestazioni e dei modelli del Servizio sanitario nazionale all'interno del nostro Paese, penso che il Governo si troverebbe su una strada completamente sbagliata.
  Noi riteniamo, invece, che possono essere sicuramente un'occasione per rivedere anche la governance. Se qualcuno immagina che il costo standard nella sanità sia che la siringa deve costare lo stesso prezzo a Napoli e a Milano...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Palese.

  ROCCO PALESE. ... si sbaglia. Non sono quelli i costi standard. Vado alla conclusione, si tratta dei centri unici di spesa. Si possono realizzare con Consip. I costi standard sono cosa diversa...

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  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Palese.

  ROCCO PALESE. In questo senso il Governo è impegnato a rispettare la Costituzione, secondo cui tutti i cittadini debbono avere le stesse prestazioni allo stesso costo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Grazie, Presidente. Ironia della sorte, discutiamo della mozione sui tagli alla sanità nell'istante in cui il Presidente del Consiglio annuncia qual è l'ammontare reale del finanziamento al Servizio sanitario nazionale, che sarà di 111 miliardi di euro. Quindi, io invito la maggioranza a correggere la propria mozione, perché nella mozione, al primo punto delle premesse, indicano il finanziamento del DEF di 113 miliardi di euro, che, a questo punto, è una balla colossale. Quindi, possono correggerlo anche a mano, almeno non si prendono in giro da soli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Sapete perché noi ci arrabbiamo quando si parla di tagli alla salute e alla sanità ? Noi ci arrabbiamo essenzialmente per due motivi. Il primo motivo è che pensiamo di essere il movimento politico che più di tutti ha avuto a cuore gli ultimi, i cittadini ultimi di una società. Questo è dimostrato in maniera inequivocabile dal fatto che siamo stati il primo movimento politico a proporre in Italia il reddito di cittadinanza. Abbiamo inserito questo tema nel dibattito pubblico. Infatti, colleghi, cittadini, la civiltà di uno Stato non si vede da quanto sono ricchi e benestanti i primi e i figli dei primi e i cugini dei primi e i nipoti dei primi, ma si vede, invece, da come tratta gli ultimi. La estenuante ostilità con cui il vostro Presidente del Consiglio sostiene che il reddito di cittadinanza non si può fare è la prova provata che, a questo Governo e a questa maggioranza, degli ultimi non gliene frega assolutamente nulla. Anzi, probabilmente li considera come pidocchi pronti ad essere schiacciati di fronte al primo lobbista di turno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Il secondo punto per cui noi ci arrabbiamo di fronte a questi tagli è l'ipocrisia paurosa dietro alla quale vi siete nascosti. Il peccato originale rispetto a quello di cui oggi stiamo parlando parte, infatti, dal finanziamento nella legge di stabilità 2015. Siete stati talmente ipocriti e vigliacchi da non volere inserire allora questo taglio, che voi chiamate «non aumento». Ma, insomma, se uno la matematica l'ha studiata – io mi ricordo che le sottrazioni le studiammo in seconda elementare –, sa che se si fa 111 meno 2, fa 109, e quella è una sottrazione. Poi, se il Presidente Renzi la vuole chiamare «mancato aumento», dico che questo magari è un problema che avrà lui con il suo specchio davanti. Quella è matematica e se levo 2 miliardi è una sottrazione. Su questo non si discute (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Quindi, se voi aveste fatto il taglio in maniera coraggiosa allora, cioè nella legge di stabilità, noi non ci troveremmo oggi a discutere questa mozione, ma – consentitemi –, cosa ancora più grave, le regioni non si troverebbero a subire questi tagli. Sono tagli che vanno da 200 milioni di euro al Lazio a 300 e passa milioni alla Lombardia e così via. Sono tagli che voi avete fatto nel decreto enti locali in una maniera indecente, che rappresentano, a tutti gli effetti, tagli lineari. Perché sono tagli lineari ? Perché voi pensate di fare in tre mesi quello che non avete fatto in anni. Non siete mai stati in grado di efficientare la spesa pubblica, ma solo di procedere a una rimozione dei diritti dei cittadini. E i cittadini questo lo sanno benissimo. Infatti, quando un cittadino non riesce a prenotare una visita cardiologica, una TAC o una risonanza, quando un cittadino non riesce ad accedere alla terapia con il Sovaldi per le patologie epatiche, il cittadino lo sa benissimo che voi non gli state assicurando il diritto alla salute.
  Quindi, ci arrabbiamo per una ipocrisia che avete dimostrato. E ci arrabbiamo Pag. 19anche per un altro punto. Infatti, voi non potete sostenere l'universalismo del Servizio sanitario nazionale e poi, però, far uscire, voi no, ma nel pubblico dibattito, quasi contemporaneamente e quasi magicamente, tutte le volte che si parla di tagli alla sanità spunta il paper di Confindustria che dice che bisogna fare le assicurazioni integrative.
  Poi abbiamo l'articolo che a me piace citare perché è interessante. Tra l'altro, per la seconda volta al sottosegretario chiedo spiegazioni su questo articolo, quello di Carrai. Infatti, sottosegretario, questo articolo, uscito il 3 ottobre 2015 su Milano Finanza, a firma di Paola Valentini, dice: «Con una mossa a sorpresa contenuta nel decreto-legge n. 78 del 2015, che avrebbe dovuto contenere disposizioni urgenti in materia di enti territoriali, ma che di fatto è diventato una piccola grande manovra, il Governo ha rivisto l'elenco di visite ed esami coperti dal Servizio sanitario nazionale. Senza dubbio nel varo del provvedimento si ritrovano alcune linee guida del lavoro svolto da Marco Carrai, presidente del Cambridge Management Consulting Labs e vicino a Matteo Renzi». Adesso io voglio capire, con 350 mila conferenze e intese Stato-regioni che ci sono state, questi benedetti tagli, li avete scritti voi con le regioni o li ha scritti il signor Carrai (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Un chiarimento su questo sarebbe importante.
  Poi, sottosegretario, questo articolo era interessante perché si concludeva con una tabella di offerte di tutte le assicurazioni private. Quindi, ogni assicurazione privata ti diceva «ti offro questo, ti offro questo, ti offro quell'altro». Noi non abbiamo niente contro le assicurazioni private, però, scusate, c’è un vizio di fondo. Il vizio di fondo è che noi cittadini questo Servizio sanitario ce lo stiamo finanziando e ce lo stiamo finanziando con il sangue del nostro lavoro e con una tassazione fiscale che non ha uguali nel mondo. Quindi, voi o siete in grado di garantire un Servizio sanitario universale per tutti o voi le tasse ce le riducete del 50 per cento, non del due, dell'uno virgola o del tre virgola, perché questa ipocrisia di fondo non è accettabile. Infatti, io non posso pagare IRAP, IRPEF, IRES, accise e tutto quello che devo pagare e, poi, mi faccio l'assicurazione sanitaria integrativa. Delle due l'una: o pago le tasse o mi faccio l'assicurazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Due cose insieme non possono essere, non possono essere ! Questa è l'ipocrisia dello Stato italiano !
  E, poi, Presidente, l'ultimo punto. Io vorrei dire questo: voi avete tagliato 2 miliardi 350 milioni di euro. Allora, c’è un'agenzia italiana – vi inviterei ad avvertire il Presidente del Consiglio Renzi – denominata Agenzia italiana del farmaco. Avvertitelo ! Avvertitelo perché l'Agenzia italiana del farmaco gestisce una spesa pubblica di farmaci pari a circa 20 miliardi di euro, tra pubblica e privata. Ultimamente l'Agenzia italiana del farmaco non ne sta facendo una giusta. Una giusta non la sta facendo. Noi stiamo fuori di milioni e milioni di euro.
  Sentenza TAR 2013 sul pay-back delle aziende farmaceutiche ospedaliere: siamo fuori di 350 milioni di euro; 2014, pay-back ospedaliero ancora non pagato dalle aziende farmaceutiche ospedaliere per altri 400 milioni di euro; 2015, pay-back, ancora con il conteggio non fatto, siamo fuori di altri 500 milioni di euro. Lo sa cosa sono questi, per caso, quando sono certi ai danni di uno Stato ? A casa mia si parla di danno erariale. Si parla di tanti soldi che mancano alle casse dello Stato e noi qua discutiamo di un taglio sugli esami e dell'appropriatezza degli esami che vale 108 milioni di euro. Facciamo scannare i medici, i cittadini, sanzioniamo i medici per 108 milioni di euro quando l'Aifa, solo con queste tre voci, ci sta lasciando fuori di quasi un miliardo e mezzo di euro. Ma siamo seri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Poi mi consenta di dire un'altra cosa e questo lo devo dire per forza: i costi della corruzione in sanità. Ma voi vi volete mettere veramente un muro davanti agli occhi ! Allora, solo nei primi sei mesi del 2015 la corruzione solamente in sanità è costata 800 milioni di euro; 800 milioni di Pag. 20euro sottratti alla comunità e finiti chissà dove. E voi cosa state facendo ? Sottosegretario, tramite la sua persona lo chiedo al Ministro Lorenzin: i piani triennali anticorruzione delle Aziende ospedaliere li avete letti ? Fanno piangere, sono ridicoli, li può scrivere un bambino della seconda elementare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Non bloccano assolutamente niente. Voi i vostri rappresentanti nei collegi sindacali delle ASL li interpellate ? Lo sapete come vengono spesi questi soldi ? Sottosegretario, io mi sono scaricata la app – e invito tutti a farlo – dell'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture (AVCP).
  Non ho mai visto un’app più scarsa, più indecente, più inutile di questa. È un'applicazione dove tu metti il nome dell'azienda che teoricamente dovrebbe aver vinto un appalto pubblico e tu che sai quanti appalti ha vinto quell'azienda, perché magari te li sei andato a studiare, anziché trovare tutti gli appalti ne trovi uno e mezzo senza la voce indicativa del capitolo: ma stiamo scherzando ? Voi come volete curarlo questo Paese ? Non ce li avete gli anticorpi, non ce la fate perché non vi andate a vedere neanche queste piccole cose. Riteniamo dunque che questo sia inaccettabile. Invito tutti i miei colleghi che si occupano di sanità a studiare – non a leggere – a studiare a memoria il Libro bianco sulla sanità redatto da Ispe che vi ha fornito un sacco di elementi che, se noi andremo al Governo, utilizzeremo e che sono utilissimi per capire come si sprecano i soldi in sanità. Ci sono gli strumenti, c’è il know-how, c’è la conoscenza, ci sono professori universitari che avrebbero tutte le carte in regola...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Grillo, per favore.

  GIULIA GRILLO. ... per poter fare funzionare questo Servizio sanitario nazionale e, naturalmente, concludo, abbattere questi «tangentari» che si continuano a mangiare la nostra vita, il nostro sangue (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) perché nessuno, ogni volta che gli viene detto qualcosa su quella persona, si gira dall'altra parte e se ne va.

  PRESIDENTE. Concluda.

  GIULIA GRILLO. Noi siamo stufi di gente che si gira dall'altra parte ! Abbiamo bisogno di gente che prenda il problema di petto e lo sconfigga una volta per tutte; evidentemente, quelli siamo noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.

  DONATA LENZI. Grazie, Presidente. Vorrei ricordare che noi abbiamo alle spalle tre anni molto difficili che hanno visto non solo la contrazione della spesa pubblica sanitaria ma anche, per la prima volta dopo decenni, una riduzione netta del finanziamento e questo è avvenuto negli anni 2012-2013, in parte nel 2014. La sanità, per chi se ne intende e per tutti i colleghi che se ne occupano, sappiamo bene, tende ad aumentare la spesa sanitaria per fattori endogeni (nuove tecnologie, nuovi farmaci, invecchiamento della popolazione, nuove patologie) di circa il 2 per cento all'anno. Quando si trova di fronte ad una riduzione dello stanziamento inevitabilmente il sistema va in crisi.
  Eppure ciò nonostante – l'abbiamo ricordato nella nostra mozione – l'OCSE ha ribadito, anche nel 2015, che il nostro Sistema sanitario nei dati oggettivi delle condizioni di salute della popolazione è ancora uno dei migliori al mondo e sta diventando uno dei più sobri al mondo, visto che spendiamo circa 3.000 dollari pro capite a fronte dei 4.600 della Germania e dei 4.100 della Francia. Allora il contenimento della spesa sanitaria ha trovato la sua ragione nella crisi economica e finanziaria che abbiamo attraversato.
  Si è ridotto il PIL, il prodotto interno lordo, si è ridotto il complesso della spesa pubblica, si è ridotta e contratta la spesa Pag. 21sanitaria ma se in questo momento, come noi riteniamo, ci sono veri segnali di ripresa, allora anche la sanità deve tornare ad avere un segno positivo e questo deve avvenire non solo per rispondere all'aumento dei bisogni di salute e al diritto alle cure ma perché fa bene al Paese. La sanità è uno dei pochissimi settori imprenditoriali in cui siamo certi che nel futuro ci sarà crescita e ci sarà lavoro, uno dei pochissimi settori ad alta intensità di lavoro. Biotecnologie e informatica farmaceutica, la ricerca in generale: in tutti questi settori gli altri Paesi stanno investendo e noi dobbiamo continuare ad essere presenti.
  Lo dico non per trascurare i bisogni dei malati e avere attenzione all'impegno e al sacrificio degli operatori, ma per ricordarci che la sanità è molto, molto, molto importante per il sistema Italia. I colleghi hanno elencato sprechi ed illegalità. Su questo c’è un recupero da fare ma tutte le volte che lo sento dire prego sempre che il Ragioniere generale dello Stato non ci stia ascoltando perché altrimenti trova ulteriori ragioni per ridurre il Fondo sanitario. Allora dobbiamo dire che questi sprechi sono stati pagati soprattutto dalla contrazione degli interventi nella materia della prevenzione, dello screening, dai buchi della rete assistenziale in materia di non autosufficienza e di salute mentale, che è la nuova frontiera che ci segnala l'OMS.
  Per tutti questi motivi, dobbiamo continuare ad investire in sanità. La lotta agli sprechi, il recupero di efficienza e la destinazione di quei risparmi al Sistema sanitario erano il cuore del Patto per la salute; questo Patto non va archiviato ma deve continuare ad essere attuato. Lo spreco è anche l'uso cattivo, in eccesso e in difetto, degli esami diagnostici. È il tema di questo contestato provvedimento sull'appropriatezza. Voglio ricordare che in gran parte sono state recepite le indicazioni della Società italiana di radiologia medica, quando ci dice, ad esempio, che non occorre fare una risonanza magnetica – ricordiamoci com’è solo la grandezza di quell'apparecchiatura – quando potrebbe bastare un'ecografia o una radiografia tradizionale; dipende da qual è il sospetto per il quale viene motivatamente previsto l'esame. Il decreto non ha cancellato nessun esame diagnostico, chi ne ha bisogno ha e mantiene il diritto di accedere ! Questo decreto dice soltanto che va fatto, nel momento giusto, al paziente giusto, la cura giusta, esattamente come abbiamo imparato tutti a non adoperare un antibiotico per curarci dall'influenza. Ma tutto questo comporta coinvolgimento, dei medici di famiglia in primo luogo, ma di tutti i professionisti della sanità.

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Lenzi. Colleghi, posso pregarvi gentilmente di abbassare tutti quanti il tono della voce ? Prego, onorevole.

  DONATA LENZI. Richiede informazione, riassicurazione nei confronti dell'opinione pubblica, a cui sono stati rappresentati eventi catastrofici assolutamente privi di fondamento. Richiede quindi tempi, richiede formazione, richiede collaborazione, allora noi ci siamo permessi, nella nostra mozione, convintamente, di proporre di considerare il decreto d'appropriatezza sottoposto per due anni a sperimentazione e monitoraggio, prima di arrivare ad interventi sanzionatori e punitivi, che, a nostro giudizio, implicherebbero, alla fine, il fallimento di quell'obiettivo che si vuole raggiungere. Non esiste nessun altro pezzo di spesa pubblica che conosca i singoli dati dei prezzi d'acquisto come la sanità. Noi conosciamo tutto, ed è reperibile in rete, del costo della mitica siringa, ma ancora non sappiamo niente di quanto costa un sacco di cemento ! Queste informazioni fondamentali devono essere utilizzate dal sistema, ma utilizzate non per aprire una guerra, spesso non motivata, tra Nord e Sud del Paese, ma piuttosto come indicazione di un range di riferimento nel momento che si fanno gare, possibilmente unitarie, possibilmente attraverso centrali di acquisto, per acquistare appunto i dispositivi sanitari. Così come nulla ci impedisce di ricorrere ai costi standard, Pag. 22tenendo presente ovviamente che questi vanno riferiti ai livelli essenziali di assistenza, cioè al fabbisogno vero, reale del sistema, o si traducono in tagli giustificati in altra maniera piuttosto che nel riconoscimento e nella garanzia che in tutto il livello nazionale sia garantita la salute.
  Noi ci troviamo di fronte ad una sfida grandissima, contenuta nella riforma costituzionale, perché nell'articolo 117, alla lettera m), disposizioni generali comuni in materia di sanità e di politiche sociali, così come ha voluto la Camera dei deputati, ci assumeremo di nuovo la responsabilità di dare indicazioni e linee di indirizzo al Sistema sanitario. Non avremo più ragione per dire: ci sono 21 sistemi sanitari ! Dovremo assumerci la responsabilità di dire quale sistema sanitario vogliamo che ci sia, da Nord a Sud, dalle Alpi alla Sicilia ! È questa la discussione che in quest'Aula dovremo fare e in quella discussione la posizione del Partito Democratico è perché siano garantiti il diritto alle cure e l'universalità del sistema (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marazziti. Ne ha facoltà.

  MARIO MARAZZITI. Presidente, Governo, ieri, d'intesa con la presidente della Commissione sanità del Senato, ho chiesto che si faccia ogni sforzo per incrementare ulteriormente, oltre i 111,289 miliardi di euro, il Fondo sanitario nazionale.
  La salute costa, ma la salute non è un costo se aiuta il Paese, come abbiamo sentito, a vivere bene le grandi transizioni in atto, epidemiologica, sociale e demografica, se favorisce la coesione delle famiglie e se non lascia sole le persone. Occorre garantire più uguaglianza sul territorio nazionale: il lavoro di spending review, di riduzione degli sprechi, quando libera risorse, queste debbono però tutte essere reinvestite in sanità. Ogni euro risparmiato in sanità va reinvestito in sanità e salute.
  In questa chiave è necessaria l'entrata in vigore, come hanno chiesto altri colleghi, per la fine dell'anno dei livelli essenziali di assistenza e del nomenclatore sanitario degli ausili e delle protesi. Occorre mettere in atto misure efficaci per sbloccare il turnover e superare il precariato, nel settore infermieristico e in quello medico: è centrale per la qualità del servizio, può aiutare l'adozione di un sistema ragionevole di costi standard. Occorre proseguire nella direzione dell'appropriatezza delle prestazioni sanitarie, favorire il cambiamento culturale introducendo misure efficaci per disciplinare la materia del rischio professionale, proteggendo i cittadini pazienti dall'errore e la responsabilità dei professionisti in campo sanitario allo stesso tempo, riducendo la medicina difensiva su cui in questa Camera siamo in dirittura d'arrivo.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MARIO MARAZZITI. Concludo dicendo che occorre un cambiamento di modello: integrazione tra sociale e sanitario, medicina di base ospedaliera, spesa farmaceutica non solo più come tetti di spesa, ma come elementi di una nuova dimensione di sistema sociale e sanitario per la salute.

  PRESIDENTE. Concluda.

  MARIO MARAZZITI. La sostenibilità è questo: deve essere sociale verso un nuovo modello capace di umanizzare anche il tempo e la condizione della non autosufficienza, e contrastare in radice il rischio di ogni desistenza terapeutica (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia – Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ne approfitto per salutare gli alunni e gli studenti dell'Istituto comprensivo statale «Gonzaga» di Milano che sono presenti in tribuna (Applausi).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Signor Presidente, mi sento in dovere di prendere la parola oggi in quanto cittadino che paga le Pag. 23tasse in Lombardia, stanco dell'ipocrisia dei partiti; perché io in queste proposte leggo: «se in tutto il Paese venissero applicati i costi sanitari pro capite della regione Lombardia, pari a 1.240 euro, si avrebbe un risparmio strutturale di 27 miliardi di euro all'anno». Ma con quale coraggio avete la forza di scrivere una cosa del genere all'indomani dell'arresto di Mantovani, vicepresidente della regione Lombardia, ex assessore alla sanità, arrestato per corruzione, concussione, turbativa d'asta sulle gare per il trasporto dei dializzati ? È vergognoso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  E allora, siccome Salvini parla di attacco della magistratura alla politica, io parlo di attacco della casta alla salute dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! E ricordo a quest'Aula che la salute è un diritto, e come tale va rispettato: in questa riforma tagliate altri 2 miliardi e mezzo, che faranno ancora di più pagare ai cittadini che hanno bisogno delle cure. Io mi vergogno di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Squeri. Ne ha facoltà.

  LUCA SQUERI. Signor Presidente, avendo sentito quest'ultimo intervento, chiaramente legato ai luoghi comuni dei titoli sui giornali, su questa vicenda lombarda, ricordiamocelo tutti... Poi leggeremo un trafilettino in settima pagina... Quello che è avvenuto in Lombardia è l'ennesima dimostrazione dell'uso politico della magistratura, di quella parte della magistratura che è (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole Squeri, scusi, stiamo... Onorevole Squeri, le chiedo scusa... Onorevole Squeri, adesso stiamo parlando di mozioni che riguardano il Servizio sanitario nazionale, non stiamo aprendo un dibattito su un'altra vicenda. La faccio concludere. La prego di attenersi al tema, e di non aprire adesso un dibattito completamente estraneo, diciamo, al tema che stiamo affrontando.

  LUCA SQUERI. L'avesse detto anche a chi mi ha preceduto, sarebbe stato più equilibrato (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Detto questo, ripeto, ha citato lo scandalo dei dializzati: non c’è nulla, basta leggere gli atti; e questa è la dimostrazione che purtroppo troppo spesso negli ultimi vent'anni le istituzioni sono utilizzate per eliminare gli avversari politici.

  PRESIDENTE. Onorevole Fico, la stessa raccomandazione la faccio a lei, gentilmente. Ah, scusi, onorevole Nuti ! Chiedo scusa. È chiaramente una predilezione per l'onorevole Fico, non se la prenda.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Grazie, Presidente. Io, durante questa dichiarazione di voto, ho sentito parlare di anticorruzione, sanità e sprechi.
  Ebbene, il 22 giugno, la Commissione antimafia è stata a Catanzaro in missione, abbiamo ascoltato il presidente della regione del PD, Oliverio, che ha presentato un piano anticorruzione. Noi abbiamo chiesto l'audizione dell'assessore responsabile della costruzione di alcuni ospedali molto combattuti, vicino, a quanto pare, a terreni di ’ndranghetisti, ma su questo ci sono indagini in corso.
  Ebbene, in primo luogo, non ci è stata concessa la possibilità di audire questo assessore, che è stato difeso dai colleghi del PD. Cosa è accaduto ? L'Anticorruzione – il presidente Oliverio aveva presentato un piano anticorruzione in quel momento – ha inibito, dopo novanta giorni, il vostro presidente dall'effettuare altre nomine, perché quella che aveva fatto di Gioffrè era illegittima, quindi andava contro legge e, dopo soli cinque giorni...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore !

Pag. 24

  RICCARDO NUTI. ...quegli assessori sono stati arrestati. E voi avete ancora il coraggio di parlare in tal senso ? Nascondetevi ! Nascondetevi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Come da prassi, le mozioni e le risoluzioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
  Passiamo alla votazione della mozione Rondini ed altri n. 1-01008. Avverto che ne è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare le parti su cui il Governo ha espresso parere favorevole distintamente da quelle su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rondini ed altri n. 1-01008, ad eccezione del secondo capoverso del dispositivo, sulla quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi, questo è interessante, onorevole Pilozzi, adesso ha cambiato voto da solo ? Arriva il tecnico... Polverini, Folino, Boccuzzi, Parrini, Simoni... Chi è che dà questi suggerimenti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  411   
   Votanti  306   
   Astenuti  105   
   Maggioranza  154   
    Hanno votato   58    
    Hanno votato no  248.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rondini ed altri n. 1-01008, limitatamente al secondo capoverso del dispositivo, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giuliani, Monchiero, D'Arienzo, Carinelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  410   
   Votanti  380   
   Astenuti   30   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato  379    
    Hanno votato no   1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Manfredi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione della mozione Di Vita ed altri n. 1-01009.
  Avverto che è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare le parti su cui il Governo ha espresso parere favorevole distintamente da quelle su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Di Vita ed altri n. 1-01009, limitatamente alla premessa e al primo capoverso, lettere a), b) e i) del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marzano, Cardinale...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  411   
   Votanti  410   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  149    
    Hanno votato no  261.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 25

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Di Vita ed altri n. 1-01009, limitatamente al primo capoverso, lettere c), d), e), f), g), h), l), m), n) ed o), del dispositivo, per quanto non assorbite dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Silvia Giordano, Fabbri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  412   
   Votanti  411   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  410    
    Hanno votato no   1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dorina Bianchi ed altri n. 1-01010 (Nuova formulazione), per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Invernizzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  307   
   Astenuti  102   
   Maggioranza  154   
    Hanno votato  293    
    Hanno votato no   14.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione della mozione Nicchi ed altri n. 1-01011.
  Avverto che ne è stata richiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare le parti su cui il Governo ha espresso parere favorevole distintamente da quelle su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Nicchi ed altri n. 1-01011, limitatamente alla premessa e ai capoversi primo e quarto del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  405   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  151    
    Hanno votato no  254.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Aiello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Nicchi ed altri n. 1-01011, limitatamente ai capoversi secondo, terzo, quinto e sesto del dispositivo, per quanto non assorbiti dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  401   
   Votanti  391   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  381    
    Hanno votato no   10.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Aiello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

Pag. 26

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Palese n. 1-01012, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ciracì, Carrozza, D'Ambrosio, Paola Bragantini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  405   
   Votanti  309   
   Astenuti   96   
   Maggioranza  155   
    Hanno votato  309.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Aiello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lenzi ed altri n. 1-01013, per quanto non assorbita dalle votazione precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Zan, Latronico, Pilozzi, Basso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   (Presenti  404   
   Votanti  361   
   Astenuti   43   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato  285    
    Hanno votato no   76).

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Aiello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Monchiero e Vargiu n. 1-01014, così come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle votazione precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lattuca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   (Presenti  401   
   Votanti  297   
   Astenuti  104   
   Maggioranza  149   
    Hanno votato  297).

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Aiello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Gigli e Dellai n. 1-01015, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle votazione precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci... Fucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  396   
   Votanti  294   
   Astenuti  102   
   Maggioranza  148   
    Hanno votato  293    
    Hanno votato no   1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Aiello e Romanini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

Pag. 27

  Passiamo alla mozione Rampelli ed altri n. 1-01016.
  Avverto che ne è stata chiesta la votazione per parti separate nel senso di votare le parti su cui il Governo ha espresso parere favorevole distintamente da quelle su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rampelli ed altri n. 1-01016, limitatamente alle premesse su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Caso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   (Presenti  393   
   Votanti  376   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato  120    
    Hanno votato no  256).

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Aiello e Pastorelli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rampelli ed altri n. 1-01016, limitatamente al dispositivo, così come riformulato su richiesta del Governo e per quanto non assorbito dalle votazione precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   (Presenti  388   
   Votanti  384   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato  379    
    Hanno votato no   5).

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Aiello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla mozione Baldassarre ed altri n. 1-01017.
  Avverto che ne è stata chiesta la votazione per parti separate nel senso di votare le parti su cui il Governo ha espresso parere favorevole distintamente da quelle su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Baldassarre ed altri n. 1-01017, limitatamente alla premessa e al primo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  391   
   Votanti  309   
   Astenuti   82   
   Maggioranza  155   
    Hanno votato   64    
    Hanno votato no  245.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Aiello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Baldassarre ed altri n. 1-01017, limitatamente ai capoversi secondo, terzo e quarto Pag. 28del dispositivo, per quanto non assorbiti dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Locatelli, Capelli, Caso, D'Arienzo, Stella Bianchi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  390   
   Votanti  303   
   Astenuti   87   
   Maggioranza  152   
    Hanno votato  299    
    Hanno votato no   4.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Aiello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Pili n. 6-00173, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Micillo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  386   
   Votanti  290   
   Astenuti   96   
   Maggioranza  146   
    Hanno votato   56    
    Hanno votato no  234.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Aiello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Sull'ordine dei lavori (ore 16,50).

  PRESIDENTE. Colleghi, io ho degli iscritti a parlare per interventi di fine seduta. Dovrei chiarire che alle 17 c’è la Conferenza dei presidenti di gruppo, alla quale il Presidente deve essere presente. Gli interventi di fine seduta dovrebbero svolgersi dopo la comunicazione dell'esito della Conferenza dei presidenti di gruppo. Il Presidente è disponibile ad anticipare gli interventi di fine seduta se però ci fermiamo ai quattro iscritti a parlare. Se aumentano, rinviamo tutto a dopo l'esito della Conferenza dei presidenti di gruppo. Rimaniamo così, non vi sono altri che chiedono di parlare ? Benissimo.

  ASSUNTA TARTAGLIONE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ASSUNTA TARTAGLIONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il maltempo in queste ore non sta dando tregua all'Italia meridionale ed ha provocato altre due vittime, oltre alle tre della giornata di ieri. Le due vittime odierne sono di Pago Veiano e di Montesarchio, in provincia di Benevento, provincia particolarmente colpita in queste ore, ma purtroppo non sono mancati del resto seri problemi anche nella provincia di Salerno, nella provincia di Caserta e in particolare nella Valle di Suessola. La situazione nel Beneventano è estremamente critica, sono state decine le richieste di soccorso ai Vigili del fuoco. Le scuole sono state chiuse. Il capoluogo è stato particolarmente colpito ed i danni sono ingentissimi. Sono esondati i fiumi Calore e Sabato. Rilevanti sembrano essere i danni sulla linea ferroviaria Benevento-Foggia, che hanno indotto alla sospensione temporanea del servizio e le statali Fortorina e Telesina sono state a loro volta interrotte da frane e smottamenti. Seppure i tratti autostradali non registrano problemi di sorta, sono decine le strade comunali e provinciali chiuse al traffico per la caduta di alberi e massi. È da apprezzare la prontezza con cui il Governo e la Protezione civile stanno rispondendo all'emergenza. Non solo, nei territori colpiti è imminente l'arrivo dell'Esercito. I fatti del Beneventano, però, Pag. 29sollecitano tutti noi ad un'approfondita riflessione sulla cura del nostro territorio e sulla capacità della nostra comunità nazionale di ripensare il proprio rapporto con lo stesso.
  Recenti fatti hanno dimostrato che non solo in Italia, ma anche in nazioni limitrofe – penso alla recente alluvione in Costa Azzurra –, il problema della gestione del rischio idrogeologico si è fatto serissimo.

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Tartaglione. È finito il tempo, onorevole.

  ASSUNTA TARTAGLIONE. Concludo.
  I deputati democratici della Campania, come penso l'intera Aula, esprimono la propria solidarietà con le popolazioni colpite in questi giorni, dagli eventi alluvionali ed invitano tutte le istituzioni competenti a moltiplicare i propri sforzi per far prevalere la cultura della prevenzione e della tutela ambientale. Curare l'ambiente, il paesaggio e il territorio è il modo migliore non solo per evitare più ingenti futuri esborsi di danaro pubblico, ma anche per tutelare il fondamentale diritto alla vita.

  PRESIDENTE. Onorevole Tartaglione, deve concludere. Io capisco l'argomento... grazie.

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Credo voglia intervenire sul medesimo argomento. Prego, onorevole Sibilia, ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Grazie, Presidente. Intervengo anch'io per segnalare, ancora una volta, il decesso di tre persone, tra Abruzzo e Lazio, e quello di altre due, questa mattina, a Benevento. Il motivo ? La pioggia ! In Italia si muore perché piove, piove mentre il Governo si occupa di fare approvare una legge, la «Boccadutri», che consente ai partiti di intascare 50 milioni di euro di finanziamento pubblico senza controllo sui bilanci.
  Per ironia della sorte, 50 milioni di euro sono la stessa cifra che è stata stanziata, da questo Governo, per la prevenzione del dissesto idrogeologico, 50 milioni di euro dei 9 miliardi annunciati dal Governo Renzi.
  Le dichiarazioni del Ministro Galletti sono drammaticamente sincere, questa volta: «L'Italia è a rischio perché per troppi anni, per decenni, il Governo italiano ha trascurato il territorio e non abbiamo fatto interventi di prevenzione. Il risultato è un Paese che ha ricevuto poca manutenzione». Queste sono le dichiarazioni del Ministro Galletti.
  Il MoVimento 5 Stelle presenterà degli emendamenti in Commissione bilancio sul disegno di conversione in legge del decreto-legge che riguarda le alluvioni nella zona dell'Emilia-Romagna, consapevoli del fatto che, innanzitutto, si interviene sempre in emergenza e consapevoli del fatto che gestirà probabilmente un comune che è già noto per alcuni scandali dovuti al dissesto, appunto, del proprio comune a livello del bilancio.
  Quindi, è proprio il caso di dire: «Piove, Governo ladro !» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sul medesimo argomento anche l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.

  SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Siamo a ottobre e ottobre è il mese in cui piove. Però, non è un mese qualsiasi, in questo caso. È che stiamo andando nella direzione evidente dei cambiamenti climatici e questi incontrano la ipercementificazione di questi ultimi 40 anni.
  Davvero bisogna andare ad un'inversione di rotta. Il Governo deve cambiare indirizzo. La COP 21 è uno dei punti cardinali, uno degli impegni cardinali, che tutti i Paesi si sono dati. Ban Ki-Moon questa mattina ci ha fatto un monito enorme: o noi invertiamo la rotta oppure continueremo a morire sott'acqua.
  Io, Presidente, chiedo che tramite lei, Presidente... scusi, Presidente... dicevo che, Pag. 30tramite lei, io chiedo che si faccia carico di avvertire il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare a riferire qui, in Aula, la settimana prossima per quanto è accaduto in questi giorni e penso che sia indispensabile che, da questo momento in poi, tutti i provvedimenti vadano in quella direzione, per un buon governo.

  ALESSANDRO ZAN. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO ZAN. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, voglio portare alla vostra attenzione un fatto grave accaduto a Padova, dove il sindaco leghista, Massimo Bitonci, e la sua amministrazione hanno revocato arbitrariamente a un'associazione di librai la concessione, per il 19 ottobre prossimo, di una sala comunale per la lettura pubblica di alcuni libri educativi per bambini, strumentalmente ritenuti a favore della fantomatica teoria del gender e, per questo, tempo fa censurati dal sindaco di Venezia.
  Un comportamento inqualificabile, che utilizza motivazioni puramente ideologiche e che contrasta con l'articolo 21 della nostra Costituzione, dove si dice che tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, e che si qualifica come un vero e proprio abuso di potere da parte del sindaco, che utilizza criteri ideologici per concedere o negare, a suo piacimento, spazi pubblici destinati a tutti i cittadini.
  La cosa grave è che, con questo atto, Bitonci ha impedito ai padovani di informarsi, di esprimersi e di confrontarsi sul tema, preferendo promuovere una caccia alle streghe che sta portando Padova, la città di Concetto Marchesi, la città medaglia d'oro per la Resistenza, ad essere ora la città della paura, dell'isolamento e dell'oscurantismo. Annuncio la presentazione di un'interrogazione parlamentare al Ministro Alfano affinché intervenga per garantire il rispetto della democrazia e della libertà dei cittadini, concetti, evidentemente, estranei al sindaco di Padova.

  PRESIDENTE. Saluto gli alunni e i docenti dell'Istituto di istruzione superiore «Giuseppe Cerabona» di Marconia, in provincia di Matera, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune. Grazie di seguirci (Applausi).

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Grazie, Presidente. Per sollecitare la Presidenza del Consiglio dei ministri a muoversi immediatamente, perché in Sicilia, come sanno tutti, il 10 ottobre vi è stata un'alluvione tremenda. Barcellona ha rischiato, per poco, di avere dei morti. Nel 2011, milioni e milioni di euro di danni, una città devastata e i finanziamenti, caro Presidente, ancora devono arrivare. Dal 2011 ! Oggi i sindaci stanno, con le loro possibilità, con quello che possono, cercando di aiutare le persone sfollate, che erano più di 200, dare dei pasti, mettere in sicurezza il territorio.
  Insomma, che intervenga la Presidenza del Consiglio, visto che la regione, con Crocetta, è assolutamente latitante e ha dichiarato lo stato di calamità naturale, che non serve a niente in questo momento, perché, in questo momento, serve lo stato di emergenza, e bisogna spiegare al presidente Crocetta che sono due cose completamente differenti.
  Con lo stato di emergenza si prende un commissario, vengano erogate delle somme, viene aperto un conto corrente speciale all'interno di una sezione di tesoreria della Banca d'Italia, e allora sì che possano essere utilizzate le somme per mettere in sicurezza il territorio. Infatti, se vi saranno dei morti, la responsabilità, Presidente, sarà della Protezione civile e della Presidenza del Consiglio. Noi vi stiamo avvertendo: il territorio è in pericolo, le vite dei cittadini sono in pericolo e nessuno sta facendo niente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà al termine Pag. 31della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo.

  La seduta, sospesa alle 16,55, è ripresa alle 19.

Sui lavori dell'Assemblea.

  PRESIDENTE. Comunico che il deputato Rampelli ha informato la Presidenza di rinunciare alla presentazione della mozione sulla candidatura di Roma capitale alle Olimpiadi del 2024, prevista in calendario per la prossima settimana. Essa, pertanto, non sarà iscritta all'ordine del giorno.
  Comunico, altresì, che la Conferenza dei presidenti di gruppo si è aggiornata a domani mattina e che, quindi, le informazioni sui risultati e sugli esiti della Conferenza dei presidenti di gruppo saranno dati nella seduta di domani.
  Avverto che, in calce al resoconto stenografico della seduta odierna, sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame del disegno di legge n. 3272-A ed abbinate: «Riforma della RAI e del servizio pubblico radiotelevisivo».

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Venerdì 16 ottobre 2015, alle 9,30:

  Svolgimento di interpellanze urgenti.

  La seduta termina alle 19,05.

Pag. 32

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEL DISEGNO DI LEGGE N. 3272 E ABB.

Ddl n. 3272 e abb. – Riforma della RAI e del servizio pubblico radiotelevisivo

Tempo complessivo: 22 ore, di cui:
  • discussione generale: 8 ore;
  • seguito dell'esame: 14 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatori per la maggioranza
(complessivamente)
25 minuti 30 minuti
Relatore di minoranza 10 minuti 15 minuti
Governo 20 minuti 30 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 15 minuti
Tempi tecnici 3 ore
Interventi a titolo personale 1 ora e 17 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ore e 47 minuti (con il limite massimo di 13 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 38 minuti 7 ore e 43 minuti
 Partito Democratico 54 minuti 1 ora e 53 minuti
 MoVimento 5 Stelle 33 minuti 1 ora e 10 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 32 minuti 55 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 33 minuti 35 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 31 minuti 35 minuti
 Scelta civica per l'Italia 32 minuti 32 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 30 minuti 30 minuti
 Per l'Italia – Centro Democratico 31 minuti 30 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 30 minuti 26 minuti Pag. 33
 Misto: 32 minuti 37 minuti
  Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA – MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero 11 minuti 12 minuti
  Alternativa Libera 11 minuti 12 minuti
  Minoranze Linguistiche 5 minuti 7 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 5 minuti 6 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Moz. Rondini e a. 1-01008 I p. 411 306 105 154 58 248 86 Resp.
2 Nom. Moz. Rondini e a. 1-01008 II p. 410 380 30 191 379 1 86 Appr.
3 Nom. Moz. Di Vita e a. 1-01009 I p. 411 410 1 206 149 261 86 Resp.
4 Nom. Moz. Di Vita e a. 1-01009 II p. 412 411 1 206 410 1 86 Appr.
5 Nom. Moz. Bianchi D. e a. 1-01010 n.f. 409 307 102 154 293 14 86 Appr.
6 Nom. Moz. Nicchi e a. 1-01011 I p. 407 405 2 203 151 254 86 Resp.
7 Nom. Moz. Nicchi e a. 1-01011 II p. 401 391 10 196 381 10 86 Appr.
8 Nom. Moz. Palese 1-01012 rif. 405 309 96 155 309 86 Appr.
9 Nom. Moz. Lenzi e a. 1-01013 404 361 43 181 285 76 86 Appr.
10 Nom. Moz. Monchiero e a. 1-01014 rif. 401 297 104 149 297 86 Appr.
11 Nom. Moz. Gigli e a. 1-01015 rif. 396 294 102 148 293 1 86 Appr.
12 Nom. Moz. Rampelli e a. 1-01016 I p. 393 376 17 189 120 256 86 Resp.
13 Nom. Moz. Rampelli e a 1-01016 II p rif 388 384 4 193 379 5 86 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 16)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. Moz. Baldassarre e a. 1-01017 I p 391 309 82 155 64 245 86 Resp.
15 Nom. Moz. Baldassarre e a. 1-01017 II p 390 303 87 152 299 4 86 Appr.
16 Nom. Risoluzione Pili n. 6-00173 386 290 96 146 56 234 86 Resp.