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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 456 di martedì 7 luglio 2015

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

  La seduta comincia alle 9,30.

  DAVIDE CAPARINI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 3 luglio 2015.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Baretta, Bindi, Capezzone, Cicchitto, D'Ambrosio, Epifani, Faraone, Ferrara, Gentiloni Silveri, Meta, Nicoletti, Rossomando, Schullian, Sereni, Speranza, Tofalo, Valeria Valente, Vargiu, Villecco Calipari, Vitelli e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centonove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interrogazioni.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.

(Iniziative volte a preservare il potere d'acquisto delle retribuzioni dei dipendenti del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale in servizio nella Confederazione elvetica, alla luce delle oscillazioni nel rapporto di cambio tra euro e franco svizzero – n. 3-01257)

  PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Tacconi n. 3-01257, concernente iniziative volte a preservare il potere d'acquisto delle retribuzioni dei dipendenti del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale in servizio nella Confederazione elvetica, alla luce delle oscillazioni nel rapporto di cambio tra euro e franco svizzero (Vedi l'allegato A – Interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova, ha facoltà di rispondere.

  BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale. Signor Presidente, a seguito degli eccezionali e imprevedibili sviluppi della politica monetaria in Svizzera, d'intesa con il Ministero dell'economia e delle finanze, la Farnesina si è subito attivata per tutelare il personale impiegato nelle sedi ubicate nella Confederazione e ha posto in essere ogni possibile sforzo per riuscire a reperire all'interno del proprio bilancio fondi sufficienti per procedere ad un aumento del 6 per cento delle indennità di servizio del personale di ruolo in Svizzera e del 10 per cento delle retribuzioni del personale a contratto pagato in euro.
  Tali misure hanno compensato, almeno parzialmente, gli effetti della svalutazione Pag. 2che in ogni caso si è gradualmente ridotta, attestandosi oggi a un valore medio di circa il 13 per cento in meno, a fronte di una svalutazione iniziale media del 20 per cento.
  In generale, occorre tener presente che interventi di questo tipo sono realizzati con estrema gradualità e prudenza. In molti casi, si preferisce infatti analizzare la situazione, tenendo in conto un arco di tempo di medio periodo prima di adottare i provvedimenti del caso. È noto che molti parametri e indicatori economici si contraddistinguono per la loro volatilità e che decisioni affrettate potrebbero rivelarsi persino controproducenti.
  D'altra parte, non è possibile introdurre meccanismi automatici di rivalutazione delle indennità rispetto alle fluttuazioni dei tassi di cambio: ciò implicherebbe un altrettanto automatico aggravio di spesa o comunque effetti di imprevedibilità tali da mettere a rischio il principio della certezza e governabilità del bilancio. In questo senso è lo stesso MEF a non ritenere fattibili meccanismi di questo tipo.
  Ai sensi dello stesso decreto del Presidente della Repubblica n. 18 del 1967, articolo 171, «i coefficienti di sede sono fissati, nei limiti delle disponibilità finanziarie». Ne deriva che i parametri per la determinazione dei coefficienti di sede – tra i quali, anche l'andamento dei cambi tra la valuta di pagamento dell'ISE e le valute locali – sono subordinati al rispetto degli imprescindibili vincoli di bilancio.
  In riferimento alla valuta di pagamento del personale assunto localmente, l'articolo 157 del decreto del Presidente della Repubblica n. 18 del 1967, richiamato dall'onorevole interrogante, permette effettivamente il pagamento degli stipendi anche in euro. Il decreto interministeriale n. 5949 del 2002 ha tuttavia stabilito, a decorrere dal 2003, che le retribuzioni siano determinate e corrisposte nella valuta europea.
  Segnalo peraltro che il MAECI ha avviato una discussione con il MEF volta ad un superamento dell'attuale normativa, anche in considerazione dei possibili rischi che tale politica può comportare per il personale in servizio all'estero, come – appunto – i rischi che derivano dalle fluttuazioni del cambio. Un primo risultato importante è stata l'adozione del recente decreto interministeriale n. 1153 del 2015, che prevede la possibilità di determinare e corrispondere le retribuzioni del personale a contratto in valuta locale in Paesi in cui venga accertata l'esistenza di una norma imperativa che statuisca in tal senso.
  Ricordo, infine, che, nel dare attuazione alla riforma delle indennità di servizio all'estero prevista dalla legge di stabilità 2015, il MAECI, grazie anche alla collaborazione con una società specializzata, ha potuto aggiornare gli indicatori di costo della vita per ciascun Paese, ponderandoli alla media dei tassi di cambio con l'euro dell'ultimo semestre.

  PRESIDENTE. L'onorevole Tacconi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  ALESSIO TACCONI. Grazie, Presidente. Prima di tutto, ringrazio il sottosegretario per la completa ed esaustiva risposta. Per cominciare, vorrei esprimere un completo apprezzamento per i tempi rapidi in cui si sono mossi il MAECI e il MEF per risolvere il problema, che è sorto lo scorso gennaio in Svizzera, in terra elvetica, dopo la decisione della Banca centrale svizzera di sbloccare il cambio tra euro e franco svizzero.
  Naturalmente, questo non è l'unico caso. Ultimamente, anche il dollaro americano ha avuto una rivalutazione rispetto all'euro piuttosto importante. L'euro, si è infatti svalutato, naturalmente a seguito di alcune decisioni a livello finanziario ed economico da parte della Banca centrale europea, anche di un importo compreso tra il 20 e il 25 per cento. Questo aspetto, legato al pagamento degli stipendi all'estero, sia per quanto riguarda il personale di ruolo, sia per quanto riguarda il personale a contratto, merita dunque una particolare attenzione e un attento approfondimento.Pag. 3
  È vero quello che diceva il sottosegretario nella sua risposta, ossia che stiamo parlando di beni che hanno una volatilità molto elevata. In questo momento, abbiamo avuto una svalutazione dell'euro; abbiamo però visto negli ultimi anni che è successo anche il contrario, cioè non possiamo negare che in altri casi sia capitato che, con una rivalutazione dell'euro, il personale abbia avuto alcuni vantaggi dal cambio.
  È per questo che abbiamo citato il decreto del Presidente della Repubblica n. 18 del 1967, che è stato poi ripreso dal decreto legislativo n. 103 del 2000, secondo il quale la retribuzione degli impiegati era fissata e corrisposta normalmente in valuta locale, che però è stata derogata dal decreto interministeriale n. 5949 del 2002. Gli effetti che questa deroga ha provocato sono stati una disparità di trattamento tra chi era a cavallo di queste decisioni e di queste deroghe e quindi tra il pagamento in valuta locale o in euro e poi ha posto il rischio del cambio solo sui dipendenti.
  Quindi, da un certo punto di vista, capiamo che il rischio di cambio non può essere tutto a carico dello Stato, però non può neanche succedere il contrario, quindi il rischio di cambio non può neanche essere tutto a carico dei dipendenti. Bisogna trovare una soluzione e la risposta alla nostra interrogazione ne ha presentate alcune ben motivate e, ci sembra, anche molto ragionevoli.
  Noi ci siamo permessi di consigliare e di fare riferimento ad un meccanismo automatico, perché è una formula che è regolarmente attuata nel business. Siamo a conoscenza del fatto che non stiamo parlando di una novità e che il Ministero sicuramente l'ha valutato molte volte, però potrebbe essere – mi permetto, ancora una volta, di sottolinearlo – un meccanismo di salvaguardia del potere d'acquisto, che valga in entrambe le direzioni. Quindi, sappiamo che ci sono dei vincoli di bilancio cui il MEF sicuramente non può derogare – e fin qui siamo tutti d'accordo –, però queste regole e questi meccanismi possono andare in entrambe le direzioni. Nel momento in cui si fissa una certa percentuale del 5, 7 o 10 per cento, oltre la quale ci deve essere una salvaguardia del potere d'acquisto, questo deve avvenire in entrambe le direzioni. Quindi, questa sarà a vantaggio del dipendente, che riceve lo stipendio in euro, oppure a vantaggio dello Stato nel momento in cui invece la volatilità porta la valuta nell'altra direzione.
  Ci sono – e concludo, Presidente – tre vantaggi che mi permetto di sottolineare e poi naturalmente il MEF prenderà le proprie decisioni: c’è una tranquillità da entrambe le parti, nel senso che tutti sono coperti, tutti sono tranquilli e salvaguardati; si chiude l'annoso problema delle recriminazioni, che a turno vede i dipendenti da una parte o lo Stato dall'altra recriminare...

  PRESIDENTE. Però deve concludere, onorevole Tacconi.

  ALESSIO TACCONI. Concludo. E poi nel lungo periodo, dicevo, si avrà un saldo zero, perché la volatilità – lo sappiamo – può essere sia da una parte sia dall'altra.
  Quindi, sono soddisfatto della risposta, Presidente.

(Iniziative a tutela di un cittadino italiano oggetto di minacce in ragione del suo orientamento sessuale da parte di un'organizzazione di estrema destra in Ungheria – n. 3-01516)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Campana ed altri n. 3-01516, concernente iniziative a tutela di un cittadino italiano oggetto di minacce in ragione del suo orientamento sessuale da parte di un'organizzazione di estrema destra in Ungheria (Vedi l'allegato A – Interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova, ha facoltà di rispondere.

  BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale. Pag. 4Signor Presidente, desidero innanzitutto assicurare che la Farnesina, sin dall'inizio, come ho già avuto modo di dire anche in una situazione analoga al Senato, ha seguito da vicino e con il massimo impegno la vicenda che vede coinvolto il nostro connazionale, Andrea Giuliano, vittima di inaccettabili insulti e intimidazioni da parte di militanti di estrema destra, a Budapest, in seguito alla sua partecipazione al gay pride dello scorso anno: una manifestazione in merito alla quale – ci tengo a sottolinearlo – la nostra ambasciata a Budapest aveva assunto una posizione di sostegno a favore dei suoi aderenti e della loro libertà di espressione.
  Per diversi mesi il signor Giuliano, anche dietro suggerimento del proprio legale e dell'associazione di difesa dei diritti delle persone LGBTI con cui è in contatto, ha optato per la massima discrezione, allo scopo di evitare l’escalation della situazione conflittuale in cui si trovava coinvolto. Ha deciso, inoltre, di non attivare la nostra rappresentanza diplomatica, sebbene fosse a conoscenza della presa di posizione dell'ambasciata italiana in Ungheria a sostegno della libertà di espressione degli aderenti al gay pride.
  La delicatezza della situazione ha tuttavia indotto l'ambasciatore a Budapest, Maria Assunta Accili, a suggerire al signor Giuliano delle ipotesi di intervento a sua tutela. L'ambasciatore Accili ha quindi incontrato il nostro connazionale, insieme al suo avvocato, concordando alcune linee di intervento. Per quanto riguarda la denuncia per diffamazione sporta contro il connazionale, l'ambasciata ha inviato un proprio osservatore all'udienza preliminare del 10 giugno scorso, che era volta ad esperire un tentativo di conciliazione tra le parti e che si è conclusa con l'archiviazione del caso, a seguito dell'avvenuto accordo fra le parti.
  Per quanto riguarda la denuncia presentata dal connazionale in relazione ai tentativi di aggressione fisica e alle ingiurie subite, l'avvocato ha scritto alla procura sollecitandone una rapida trattazione. Sono in corso ulteriori interventi di sensibilizzazione con l'assistenza della nostra ambasciata.
  Vorrei rassicurare che la Farnesina continuerà a monitorare da vicino e con la massima attenzione l'evolversi della vicenda, con l'obiettivo di assicurare, in stretto raccordo con lo stesso connazionale e il suo legale, la piena tutela dei suoi diritti.
  Sul piano più generale, mi preme mettere in evidenza il convinto impegno dell'Italia a sostenere il principio di non discriminazione e a condannare le esecuzioni, gli arresti arbitrari e la violazione dei diritti umani perpetrate sulla base dell'orientamento sessuale o dell'identità di genere. È un impegno che si esplica sia sul piano bilaterale, attraverso azioni di sensibilizzazione, sia in ambito multilaterale, attraverso l'adesione a dichiarazioni e risoluzioni e la partecipazione a iniziative per contrastare le discriminazioni e accrescere la consapevolezza sul rispetto dei diritti LGBTI.
  A tale proposito, vorrei citare una recente risoluzione in materia su «Diritti umani, orientamento sessuale e identità di genere», adottata, anche con il sostegno dell'Italia, nel settembre 2014 dal Consiglio diritti umani dell'ONU e che, tra l'altro, conferisce il mandato all'ufficio dell'Alto commissario per i diritti umani di predisporre un compendio sulle buone prassi per la tutela dei diritti LGBTI.
  Vorrei, inoltre, ricordare che l'Italia ha anche aderito ad una «Dichiarazione congiunta circa la violenza e la discriminazione basata sull'orientamento sessuale e l'identità di genere», che alcuni Paesi, appartenenti a differenti gruppi regionali, stanno promuovendo, nell'ambito della sessione in corso del Consiglio diritti umani a Ginevra.
  Il testo è stato letto di fronte al Consiglio diritti umani lo scorso 29 giugno e, tra le altre cose, richiama tutti gli Stati membri ad adottare misure concrete per porre fine agli atti di violenza e discriminazione e alle violazioni dei diritti umani commesse sulla base dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere.Pag. 5
  Con riferimento al caso specifico del gay pride di Budapest, vorrei segnalare che, in occasione dell'ultima edizione, che ha preso il via qualche giorno fa, il 3 luglio, la nostra ambasciata in Ungheria ha aderito, insieme ad altre ventiquattro ambasciate, alla «Dichiarazione congiunta in favore della libertà di espressione». Si tratta solo di alcuni esempi che testimoniano – io credo – come il nostro Governo continuerà in maniera convinta a portare avanti, in ogni sede opportuna, la battaglia contro le discriminazioni perpetrate sulla base dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere.

  PRESIDENTE. L'onorevole Campana ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

  MICAELA CAMPANA. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario Della Vedova e il Ministro degli affari esteri per la risposta e i costanti contatti che tiene con Andrea Giuliano.
  La vicenda di questo giovane italiano è importante e grave, perché riguarda non solo discriminazioni basate sull'orientamento sessuale, ma anche mancanza di libertà di espressione, opinione e satira. Su Andrea è stata messa una taglia e architettata una campagna d'odio che non può essere tollerata in uno Stato membro dell'Unione europea. Seguito e minacciato, Andrea è stato costretto a cambiare più volte casa e alla fine ha perso anche il lavoro.
  Nel ringraziare la Farnesina e il sottosegretario della risposta e soprattutto dell'interessamento delle nostre rappresentanze diplomatiche a Budapest, che hanno seguito come osservatori il processo per diffamazione a carico del nostro connazionale, vorrei invitare chi fino ad oggi e si è occupato di questa vicenda a non abbandonare Andrea, perché non possiamo permettere che un nostro connazionale all'estero sia fatto oggetto di una simile manifestazione d'odio per la sola colpa di aver partecipato ad un gay pride con un cartellone ironico.
  Inoltre, chiediamo alle rappresentanze diplomatiche di vigilare affinché i processi a carico di Andrea si svolgano in maniera giusta e che quelli in cui Andrea è parte attrice abbiano inizio con la stessa speditezza. Non vorremmo che, anche nel corso della giustizia, il nostro connazionale dovesse subire qualche forma di discriminazione volta ad indebolirne la posizione.

(Iniziative volte alla valorizzazione delle linee ferroviarie turistiche, con particolare riferimento alla tratta percorsa dal cosiddetto Trenino verde della Sardegna – n. 3-01033)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Mura n. 3-01033, concernente iniziative volte alla valorizzazione delle linee ferroviarie turistiche, con particolare riferimento alla tratta percorsa dal cosiddetto Trenino verde della Sardegna (Vedi l'allegato A – Interrogazioni).
  La sottosegretaria di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo, Francesca Barracciu, ha facoltà di rispondere.

  FRANCESCA BARRACCIU, Sottosegretaria di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo. Signor Presidente, l'onorevole Mura, nella sua interrogazione, nel sottolineare l'importanza del patrimonio ferroviario della regione Sardegna, ne richiede l'acquisizione al patrimonio culturale nazionale, la manutenzione straordinaria e il restyling.
  A questo proposito, vorrei precisare che il Ministero dei beni culturali, al momento, non ha competenza sulle quattro linee ferroviarie oggetto dell'interrogazione, ovvero la Mandax-Arbatax, Isili-Sorgono, Macomer-Bosa e Nulvi-Tempio-Palau, perché esse sono di proprietà della regione Sardegna. Tuttavia, il Ministero è in procinto di diventare associato, come aderente istituzionale, alla Fondazione Ferrovie dello Stato, che ha come obiettivo primario quello di preservare, valorizzare e consegnare integro, a vantaggio anche delle generazioni future, un patrimonio di storia e di tecnica, simbolo del progresso e strumento di rafforzamento dell'unità degli italiani.Pag. 6
  Parallelamente a questa attività, che rappresenta al meglio l'impegno del Ministero nel settore del turismo slow, il Ministro Franceschini, nell'ambito dell'interesse verso un modello italiano di turismo sostenibile, che poi è il sottofondo costante dell'interrogazione dell'onorevole Mura, intende porre la massima attenzione a tutte le iniziative volte alla tutela e alla valorizzazione di quella parte del nostro patrimonio nazionale per lo più sconosciuto al turismo di massa, ancorché di pertinenza regionale, come le ferrovie, al quale l'onorevole Mura fa cenno. Un modello di turismo sostenibile che ha nei treni storici, nelle loro carrozze d'epoca, nelle littorine e nei tracciati delle antiche ferrovie uno dei suoi punti caratterizzanti.
  Vorrei rammentare che il Ministro ha tenuto la conferenza stampa di presentazione della convenzione con la Fondazione Ferrovie dello Stato proprio su un treno storico, quello che segue il tracciato dell'antica ferrovia della Val d'Orcia, nell'incantevole paesaggio delle Crete Senesi. Una linea che, unitamente alla «Ferrovia del Lago» in Lombardia, che va da Palazzolo sull'Oglio a Paratico/Sarnico sulle rive del Lago d'Iseo, alla «Ferrovia del Parco», che sale fino a Roccaraso e ai boschi della Majella, e alla «Ferrovia dei Templi», che arriva ad Agrigento e Porto Empedocle, passando tra i templi della Magna Grecia, consentono di viaggiare, come in passato, alla scoperta dei tesori nascosti.
  È stato consultato, in proposito, anche il direttore centrale della ARST Spa, l'Azienda regionale sarda trasporti, che è la principale azienda di trasporto pubblico in Sardegna, totalmente controllata dall'amministrazione regionale. Il direttore generale ha dettagliatamente esposto il potenziale del Trenino Verde. Vi è, peraltro, una forte pressione, giustamente, dei territori interni all'isola attraversati dalla ferrovia, che traggono vantaggi economici, seppure limitati, dal passaggio dei turisti, che, altrimenti, non avrebbero l'opportunità e, in alcuni casi, la possibilità di raggiungere tante località nelle quali, nel tempo, si è realizzata comunque un'offerta turistica in grado di dare un contributo importante all'economia delle località interessate, in generale della Sardegna; territori, come è noto, interessati da un progressivo spopolamento dovuto proprio all'assenza di opportunità di lavoro.
  Il direttore generale ha anche effettuato una stima di larga massima sulle necessità finanziarie per l'adeguamento delle linee ferroviarie storiche della Sardegna, che necessita di una cifra prossima ai 125 milioni di euro, che – sottolinea il direttore generale – la regione non ha la possibilità di reperire nei soli fondi regionali. Peraltro – è di questi giorni – la regione Sardegna ha segnalato, ai fini del Piano straordinario della mobilità turistica al quale stiamo lavorando, tra gli altri, «l'itinerario Lawrence», che propone proprio l'utilizzo delle antiche ferrovie a scartamento ridotto, ripercorrendo il viaggio descritto da Lawrence nel 1921.
  Nella scheda dell'itinerario, che è stata trasmessa dalla regione Sardegna, viene, tuttavia, segnalato che, nonostante l'elevata domanda proveniente dalle scuole e dal mondo turistico, le tratte Isili-Sorgono, Macomer-Bosa e Nulvi-Tempio-Arzachena-Palau, interessate dall'itinerario, sono prive di treni dedicati. Quindi, viene sottolineato un effettivo problema su questa ferrovia, che pure ha delle enormi potenzialità.
  Tutto ciò premesso, si manifesta la massima disponibilità di questo Ministero a sviluppare ogni forma di collaborazione, stante l'importanza della tratta oggetto dell'interrogazione dell'onorevole Mura, in particolare in riferimento alle potenzialità che essa ha in relazione al turismo della regione Sardegna, sia nell'attuazione del Piano straordinario della mobilità turistica, sia, nel solco di quanto già avviato con la Fondazione Ferrovie dello Stato – quindi, secondo quel modello di collaborazione che è stato siglato dal Ministro Franceschini – rispetto alle attività che vorrà porre in essere la regione – e io aggiungerei i comuni interessati da quella tratta – per rilanciare effettivamente il servizio in questione e contribuire, così, non soltanto alla conservazione passiva di Pag. 7una ferrovia in quanto tale e che è certamente «storica», ma anche alla sua affermazione quale insostituibile attrattore turistico ed economico per i territori attraversati, esattamente come auspicato dall'onorevole Mura.

  PRESIDENTE. L'onorevole Mura ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

  ROMINA MURA. Grazie, Presidente. Ringrazio la sottosegretaria Barracciu e il Ministro Franceschini per questa risposta. Come ha detto bene la sottosegretaria, stiamo parlando di un patrimonio ferroviario di grande valore storico-culturale: binari, manufatti, stazioni, tracciati, locomotive a vapore che risalgono alla fine dell'Ottocento e ai primi del Novecento, che costituiscono la principale modalità di accesso alle aree interne della Sardegna e, insieme, l'unica modalità di collegamento turistico fra le zone interne e le coste. Stiamo parlando di una modalità di accesso a questi territori intorno ai quali, come è stato detto, si è costruito un efficace sistema di offerta turistica territoriale.
  E ancora, stiamo parlando di un patrimonio che, se non sarà oggetto di una adeguata manutenzione straordinaria e di un serio restyling, al fine di assicurare condizioni di viaggio e standard di sicurezza accettabili, è inesorabilmente destinato al parcheggio e all'inutilizzo. Queste considerazioni, supportate dai dati citati anche dalla sottosegretaria Barracciu, che dimostrano la forte valenza turistica e culturale di questa singolare modalità di accesso e di visita turistica, portano a credere, così come confermato dalla sottosegretaria Barracciu, che sia opportuna ed utile alla causa l'attenzione e il supporto del Ministero per i beni e le attività culturali e il turismo, affinché nella sua attività di implementazione della capacità turistica e attrattiva del sistema Paese, e anche della valorizzazione delle cosiddette località turistiche minori, valuti l'opportunità di considerare le ferrovie turistiche tra le eccellenze da valorizzare e da mettere in rete attraverso progetti specifici, piani strategici, la convenzione, sicuramente, con la Fondazione delle Ferrovie dello Stato, con percorsi concordati e concertati con le regioni (in questo caso con la regione Sardegna che ha competenza primaria e che è proprietaria della linea ferroviaria di cui trattasi) e con i comuni attraversati dalle tratte, senza dimenticare gli operatori turistici che, attraverso formule di convenzione e protocolli tra pubblico e privato, possono dare il loro contributo per la valorizzazione di questa importante modalità di accesso turistico.
  Per cui, mi pare che la risposta alla mia interrogazione vada assolutamente in questa direzione, anzi ha prospettato percorsi ulteriori molto interessanti che avremo modo di sviluppare e di strutturare, pertanto mi dichiaro soddisfatta.

(Iniziative finalizzate a fronteggiare i danni alla produzione delle ciliegie in provincia di Bari, a seguito della recente ondata di maltempo che ha colpito la Puglia – n. 3-01591)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Losacco n. 3-01591, concernente iniziative finalizzate a fronteggiare i danni alla produzione delle ciliegie in provincia di Bari, a seguito della recente ondata di maltempo che ha colpito la Puglia (Vedi l'allegato A – Interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione, ha facoltà di rispondere.

  GIUSEPPE CASTIGLIONE, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, onorevoli colleghi, con riguardo all'interrogazione concernente l'anomala ondata di maltempo che negli ultimi giorni ha colpito la regione Puglia, in particolare la provincia di Bari, provocando danni alla raccolta delle ciliegie, premetto che, la regione Puglia, competente per territorio, ha 60 giorni di tempo per formalizzare la proposta risarcitoria, elevabili a 90 in caso di difficoltà nelle operazioni di rilevazione Pag. 8e, stante il pochissimo tempo trascorso dall'evento, non ha fatto pervenire alcuna formale richiesta d'intervento per gli eventi richiamati.
  Assicuro, tuttavia, che qualora dovesse pervenire la proposta, nei termini e con le modalità prescritte dall'articolo 6, comma 1, del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102 e successive modifiche e integrazioni, provvederemo all'istruttoria di competenza per l'emissione del decreto di declaratoria, con il quale potranno essere attivate le misure compensative a favore delle imprese agricole. Al riguardo, ricordo che gli interventi previsti dal citato decreto legislativo, per il sostegno alle imprese agricole colpite da avversità atmosferiche eccezionali possono essere attivati a condizione che il danno sulla produzione lorda vendibile risulti superiore al 30 per cento ed esclusivamente per le avversità e le colture danneggiate non comprese nel Piano assicurativo annuale per la copertura dei rischi le cui polizze sono agevolate da un contributo statale fino all'80 per cento della spesa premi sostenuta (per gli eventi atmosferici accaduti prima del 2014) e fino al 65 per cento per quelli accaduti nel 2015.
  Vorrei, tuttavia, segnalare che gli strumenti ex ante, come quello assicurativo, si sono dimostrati nel corso del tempo nettamente più efficaci rispetto agli interventi compensativi assicurando, infatti, oltre 7 miliardi di euro di produzione lorda vendibile agricola. Peraltro, le assicurazioni agevolate sono state inserite tra le misure analizzate dalla Commissione europea per far fronte, a partire dal periodo di programmazione 2014-2020, alle crisi che interessano il settore agricolo.
  Infatti, sono all'esame azioni mirate volte ad assicurare l'estensione territoriale della misura e a meglio informare le imprese agricole circa la portata e le potenzialità dello strumento assicurativo. Ci sono diverse discrasie tra il nord e il sud, il Mezzogiorno del Paese, circa la potenzialità e l'utilizzo dello strumento assicurativo.
  In tale quadro, il disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica per il 2014, all'articolo 12 prevede addirittura una delega al Governo al fine di adeguare l'attuale normativa agli orientamenti dell'Unione europea in materia di aiuti di Stato al settore agricolo e forestale e alla nuova programmazione dell'Unione europea per il periodo 2014-2020.
  Inoltre, aggiungo che il decreto-legge n. 51 del 2015, che è stato convertito la scorsa settimana, prevede, tra l'altro, l'estensione delle fattispecie nelle quali è consentito l'accesso al fondo di solidarietà nazionale alle imprese agricole, con particolare riferimento alle imprese che hanno subito danni a causa di eventi alluvionali occorsi nell'anno 2014 e fino alla data di entrata in vigore del suddetto decreto-legge, nonché delle infezioni di organismi nocivi ai vegetali. Pertanto, le imprese agricole danneggiate dagli eventi atmosferici avversi, che non hanno sottoscritto polizze assicurative agevolate a copertura dei rischi, possono accedere con le nuove misure agli interventi per favorire la ripresa dell'attività economica, ma anche dell'attività produttiva. Tutte le regioni interessate, compresa anche la regione Puglia, in deroga ai termini stabiliti dal decreto legislativo n. 102 del 2004, possono quindi deliberare la proposta di declaratoria di eccezionalità degli eventi atmosferici, entro sessanta giorni dall'entrata in vigore del decreto di cui parlavamo e che è già stato convertito in legge.
  Con riguardo poi alla possibilità di intervento tramite l'OCM, disciplinata dal Regolamento (UE) n. 1308 del 2013, evidenzio che il comparto degli ortofrutticoli, ciliegie comprese, è sostenuto attraverso l'incentivazione dell'associazionismo quale strumento per affrontare insieme e meglio le problematiche del mercato e le eventuali crisi che si dovessero presentare. Lo strumento comunitario prevede il finanziamento di programmi di attività, con gli aiuti di Stato generalmente al 50 percento da parte dell'Unione europea, per la realizzazione di azioni finalizzate a salvaguardare la qualità dei prodotti, così da difendere il reddito degli agricoltori. In particolare, tra gli interventi finanziabili, ricordo gli apprestamenti per la difesa da Pag. 9grandine e pioggia (reti di protezione) per prevenire l'effetto negativo provocato dalle situazioni atmosferiche avverse o dalle situazioni meteorologiche avverse. La capacità di utilizzo di tale strumento, tuttavia, è in stretta relazione alla tendenza ad aggregarsi dei produttori – parliamo delle organizzazioni di produttori – che, nelle regioni meridionali, purtroppo risulta ancora molto bassa, è una percentuale relativamente bassa rispetto al resto del Paese.

  PRESIDENTE. L'onorevole Losacco ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  ALBERTO LOSACCO. Presidente, io volevo ringraziare il Governo e, in modo particolare, il sottosegretario Castiglione per la risposta. La Puglia è la prima regione in Italia per produzione di ciliegie, con i suoi 20 mila ettari interessati da tale coltura, pari a più del 40 per cento del totale nazionale. Sono coinvolte oltre 10 mila imprese e il distretto più competitivo si colloca nel sud est barese.
  Con questo atto di sindacato ispettivo ho inteso porre l'attenzione del Governo sulle difficoltà di un comparto di altissima qualità dell'agricoltura pugliese e nazionale. Non riguarda semplicemente l'ondata di maltempo che ha flagellato la zona di Turi e Sammichele, ma una visone e una strategia per un comparto di grande rilievo per la nostra agricoltura. Le qualità di Bigarreaux, Georgia e Ferrovia sono pregiate e tra le eccellenze della cerasicoltura pugliese.
  Le organizzazioni di categoria, a seguito dell'evento calamitoso di giugno riportato nell'interrogazione, avevano lanciato l'allarme circa le conseguenze per un settore gravato anche da altre difficoltà, a partire da quella del rapporto con la grande distribuzione, soprattutto per quanto riguarda la concorrenza con Turchia e Spagna. Si tratta di una concorrenza che impone condizioni proibitive ai produttori pugliesi, con prezzi di consegna alla grande distribuzione che oscillano mediamente tra un euro e un euro e mezzo: un paradosso, perché, secondo i dati delle organizzazioni di categoria, mentre al dettaglio le ciliegie hanno superato gli 8 euro al chilogrammo, ai coltivatori sono imposti prezzi bassissimi, che addirittura arrivano ai 40 centesimi di euro al chilogrammo. È uno spread che di fatto rende impossibile la vita agli operatori del settore, tant’è che i produttori di Conversano avevano minacciato di non raccogliere i frutti, con l'ulteriore conseguenza di lasciare a casa migliaia di braccianti impegnati nella raccolta.
  È necessario che il Governo si faccia carico di attivare un tavolo di confronto permanente con gli operatori del settore cerasicolo, prestando attenzione alla necessità di tutelare l'eccellenza delle produzioni pugliesi, anche perché quello che è accaduto per le ciliege tra qualche settimana rischia purtroppo di ripetersi con l'uva da tavola. Nell'anno di Expo e del suo rilievo sul cibo e sulla qualità non possiamo consentire alle produzioni di eccellenza e distintive di un territorio di essere mortificate al punto di pregiudicarne la stessa sopravvivenza.
  In conclusione, quindi, auspico che il Governo si faccia davvero parte attiva e convochi un apposito tavolo di confronto, coinvolgendo tutte le istituzioni interessate e gli operatori per garantire un futuro all'eccellenza dei prodotti agricoli e al comparto cerasicolo in particolare.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
  Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 11 con il seguito della discussione delle mozioni concernenti iniziative volte a sospendere le procedure di espropriazione relative ad immobili adibiti ad abitazione principale.

  La seduta, sospesa alle 10,10, è ripresa alle 11.

Seguito della discussione delle mozioni Colletti ed altri n. 1-00921, Sberna ed altri n. 1-00924, Binetti e Dorina Bianchi n. 1-00926, Rondini ed altri n. 1-Pag. 1000927, Bazoli ed altri n. 1-00928, Palese n. 1-00930, Paglia ed altri n. 1-00931, Matarrese ed altri n. 1-00932 e Rampelli ed altri n. 1-00939, concernenti iniziative volte a sospendere le procedure di espropriazione relative ad immobili adibiti ad abitazione principale.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Colletti ed altri n. 1-00921, Sberna ed altri n. 1-00924 (Nuova formulazione), Binetti e Dorina Bianchi n. 1-00926 (Nuova formulazione), Rondini ed altri n. 1-00927, Bazoli ed altri n. 1-00928, Palese n. 1-00930, Paglia ed altri n. 1-00931, Matarrese ed altri n. 1-00932 e Rampelli ed altri n. 1-00939 (Vedi l'allegato A – Mozioni), concernenti iniziative volte a sospendere le procedure di espropriazione relative ad immobili adibiti ad abitazione principale.
  Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta del 30 giugno 2015, sono state presentate le mozioni Sberna ed altri n. 1-00924, Binetti e Dorina Bianchi n. 1-00926, Rondini ed altri n. 1-00927, Bazoli ed altri n. 1-00928, Palese n. 1-00930, Paglia ed altri n. 1-00931, Matarrese ed altri n. 1-00932 e Rampelli ed altri n. 1-00939 e una nuova formulazione delle mozioni Sberna ed altri n. 1-00924 e Binetti e Dorina Bianchi n. 1-00926, che sono già state iscritte all'ordine del giorno.
  Avverto altresì che, in data odierna, è stata presentata la risoluzione Pili n. 6-00154 (Vedi l'allegato A – Risoluzione). Il relativo testo è in distribuzione.

(Intervento e parere del Governo)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per la giustizia, Cosimo Maria Ferri, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno e sulla risoluzione presentata.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Grazie, Presidente, prima di esprimere il parere, volevo solo brevemente sottolineare l'impegno del Governo nell'affrontare uno dei temi forse più difficili dal punto di vista economico e della crisi, che è quello della composizione delle crisi da sovraindebitamento e, in particolare, delle passività finanziarie delle famiglie per effetto del rallentamento nella dinamicità dei redditi; questioni, queste, che, oggi, purtroppo, molte delle nostre famiglie conoscono.
  Quindi, il Governo si è posto questo problema, con l'ultimo decreto-legge n. 83 del 2015 ha dato un segnale anche dal punto di vista normativo e Governo e Parlamento hanno individuato – lo volevo sottolineare anche in questa sede – negli ultimi anni una serie di misure che hanno considerato in modo particolare l'esigenza di assicurare il corretto bilanciamento degli interessi tra creditore e debitore, nel rispetto dei principi stabiliti dalla Costituzione e dall'ordinamento europeo.
  Da ultimo, come dicevo poc'anzi, segnalo che con il decreto-legge n. 83 del 2015, avente ad oggetto misure urgenti in materia fallimentare, che attualmente è all'esame in sede di conversione in Commissione giustizia, qui alla Camera, sono state introdotte misure a favore delle famiglie in difficoltà. Questo è un punto davvero importante, che dimostra l'impegno del Governo e la sensibilità dal punto di vista, anche normativo, nell'affrontare il tema delle famiglie in difficoltà.
  Quindi, vi sono misure in favore delle famiglie in difficoltà e, in particolare, con questo decreto-legge si consente al debitore di estinguere la propria obbligazione senza dover subire la vendita del proprio patrimonio immobiliare ed è stata introdotta la possibilità di versamento rateale delle somme stabilite dal giudice, laddove venga proposta istanza di conversione del pignoramento, ai sensi dell'articolo 495 del codice di procedura civile, estendendo una facoltà che, fino ad oggi, era prevista solo per l'esecuzione immobiliare.
  Quindi, il Governo ha esteso questa facoltà anche alle procedure esecutive mobiliari, alleggerendo la pressione nei confronti delle famiglie in difficoltà, consentendo Pag. 11di rispettare i propri debiti, perché è giusto trovare un equilibrio tra debitore e creditore; è giusto tutelare il diritto di credito, ma nello stesso tempo consentire a chi è in difficoltà di rateizzare e, quindi, di adempiere a questo dovere, che ha dal punto di vista giuridico, dei tempi diversi, concordati chiaramente con il creditore e dimostrando una effettiva volontà di estinguere il proprio debito.
  È stato inoltre ampliato il termine entro cui il debitore deve onorare la conversione, attraverso la previsione di 36 ratei mensili, in luogo dei 18 finora previsti, durante i quali l'esecuzione era sospesa.
  Inoltre, nel garantire un diritto di difesa, con il medesimo decreto è stato inoltre previsto che il precetto debba contenere l'avvertimento che il debitore può, con l'ausilio di un organismo di composizione della crisi o di un professionista nominato dal giudice, porre rimedio alla situazione di sovraindebitamento concludendo con i creditori un accordo di composizione della crisi o proponendo agli stessi un piano del consumatore. Quindi, oggi, grazie a queste disposizioni, il debitore potrà avvalersi della procedura di esdebitazione, prevista dalla legge n. 3 del 2012, con l'ausilio di un organismo di composizione della crisi. Quindi, abbiamo guardato anche a quella fase, fuori dalla giurisdizione, di composizione bonaria, dove anche un organismo terzo possa intervenire e aiutare le parti a trovare questo punto di equilibrio, senza necessariamente iniziare un contenzioso, che allunga i tempi, aumenta i costi e ritarda la risposta di giustizia.
  Per questi motivi – mi scuso se mi sono dilungato –, le mozioni all'esame dell'Aula pongono il problema con soluzioni ovviamente differenti, sulle quali il Governo, dando atto di quanto sta facendo e già ha fatto, ritiene di esprimere i seguenti pareri. Il parere è contrario sulla mozione Colletti ed altri n. 1-00921. Il parere è favorevole sulle mozioni Sberna ed altri n. 1-00924 (Nuova formulazione) e Binetti e Dorina Bianchi n. 1-00926 (Nuova formulazione). Il parere è contrario sulla mozione Rondini ed altri n. 1-00927. Il parere è favorevole sulla mozione Bazoli ed altri n. 1-00928. Il parere è contrario sulle mozioni Palese n. 1-00930 e Paglia ed altri n. 1-00931. Il parere è favorevole sulla mozione Matarrese ed altri n. 1-00932. Infine, il parere è contrario sulla mozione Rampelli ed altri n. 1-00939 e sulla risoluzione Pili n. 6-00154.

(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nastri, che però non vedo in Aula: si intende vi abbia rinunziato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gigli, che non vedo in Aula: si intende vi abbia rinunziato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Molto brevemente, annunciando intanto il voto favorevole della Lega Nord su tutte le mozioni presentate, mi soffermerò sulla nostra risoluzione.
  Noi riteniamo che l'emergenza abitativa costituisca, nell'attuale crisi economica, uno dei fattori di maggiore e crescente tensione sociale. Agli ormai insostenibili oneri tributari dei contribuenti, si aggiunge una difficoltà sempre maggiore di questi ultimi ad acquistare un immobile di proprietà, se la disoccupazione e le condizioni precarie dei contratti di lavoro a termine impediscono un facile accesso al mutuo bancario.
  Il credit crunch e soprattutto l'aumento dei tassi di interesse dei mutui causato dalla crisi finanziaria hanno oberato e stanno oberando in modo gravoso i contribuenti. Negli anni di crisi, le banche italiane hanno registrato un boom di pignoramenti e di esecuzioni immobiliari, avviati in seguito all'impossibilità di molte famiglie di pagare i mutui.
  Come hanno denunciato diverse associazioni di consumatori, soltanto tra il Pag. 122008 e il 2012 i pignoramenti e le esecuzioni sono aumentati del 97,8 per cento, con un ulteriore aumento nel dicembre 2014, che ha sfiorato l'11 per cento rispetto al 2013, come calcolato da uno studio di Accord.
  Sarebbe opportuno secondo noi prevedere un meccanismo alternativo al pignoramento e alle esecuzioni immobiliari, in modo da evitare per quanto più possibile che i cittadini in gravi difficoltà finanziarie non si vedano espropriare la casa di prima proprietà, senza poter trovare una soluzione abitativa per sé e per la propria famiglia, soltanto perché non più in grado di assolvere al pagamento delle rate del mutuo.
  Considerato come l'emergenza abitativa e il pignoramento degli immobili sia un fenomeno che interessa in modo preponderante le famiglie in condizioni di separazione, sarebbe inoltre auspicabile prevedere, anche attraverso lo strumento della normativa di urgenza, un piano straordinario di interventi finalizzati al sostegno economico e abitativo e a facilitare l'accesso al credito per i genitori separati in condizioni di disagio sociale, anche con misure mirate a potenziare su tutto il territorio nazionale la rete dei centri di assistenza e dei centri di mediazione familiare.
  Il problema delle emergenze abitative richiederebbe inoltre da parte del Governo un intervento urgente volto a prevedere, d'intesa con la Conferenza unificata Stato-regioni, un piano straordinario di intervento per lo sviluppo del sistema territoriale abitativo, incentrato sull'autorecupero e sulla riconversione della destinazione d'uso degli immobili regionali e comunali in disuso; a prevedere poi accordi di programma con i movimenti e le associazioni dei comitati di cittadini organizzati per l'assegnazione di aree abbandonate della città da destinare a progetti di microcomunità di quartiere, ai fini della riqualificazione del territorio e del recupero e della rifunzionalizzazione degli edifici abbandonati e degli alloggi a scopo abitativo.
  Da ultimo, riteniamo che le politiche messe in atto dal Governo in materia di gestione dei flussi migratori rischiano, purtroppo, di creare un impatto sociale ingestibile, alimentando l'ingiustizia che vivono diversi cittadini italiani in condizioni estreme di disagio e di emergenza abitativa nel trovarsi a constatare come il Governo abbia magari soluzioni immediate per fare fronte ai problemi di vitto e alloggio degli extracomunitari che sbarcano sulle nostre coste. È difatti irragionevole e rischioso allestire le strutture temporanee per l'accoglienza degli immigrati nei territori dove vi sia una diffusa condizione di emergenza abitativa per i cittadini italiani.
  Alla luce di queste considerazioni, noi chiediamo l'impegno al Governo a prevedere un tavolo di concertazione tra il Governo stesso e le associazioni di rappresentanza dei consumatori e gli istituti di credito, al fine di studiare una soluzione alternativa al pignoramento e alle esecuzioni immobiliari, volta alla rinegoziazione della proprietà, in modo che il mutuatario in stato di necessità, che non riesca più ad assolvere al rimborso del capitale, possa perlomeno ottenere dall'istituto di credito di convertire la propria proprietà con un immobile di valore inferiore, il più vicino possibile al precedente domicilio, in relazione al quale che riesca ad assolvere al pagamento del mutuo di conseguenza ridotto, lasciando alla banca la proprietà del primo immobile.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matarrese. Ne ha facoltà.

  SALVATORE MATARRESE. Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, onorevoli colleghi, Scelta Civica per l'Italia dichiara il voto favorevole alla mozione che ha presentato, perché ritiene che in questo momento di particolare difficoltà economica, che colpisce soprattutto le famiglie, sia importante adottare provvedimenti che vadano incontro a un fenomeno sempre crescente, come quello del pignoramento e delle esecuzioni immobiliari sugli immobili Pag. 13di proprietà, soprattutto quando si tratta dell'unico immobile di proprietà, come la prima casa per le famiglie.
  È a tutti noto che in questo momento – lo diceva prima il sottosegretario – i problemi delle famiglie portano ad avere dei risvolti sociali importanti, perché la perdita delle prima casa è un problema di carattere sociale importante. Per questo, nella nostra mozione chiediamo che vi sia un impegno su misure alternative, come appunto può essere quella di facilitare la messa a disposizione di case di edilizia residenziale pubblica attraverso la ristrutturazione del patrimonio esistente, ma anche attraverso semplificazioni e accelerazioni nelle procedure di assegnazione delle case, che permane ad oggi un grande problema che va anche a tutelare coloro che già oggi sono in grave difficoltà economica.
  Abbiamo già fatto interventi in questa legislatura per lenire il problema delle esecuzioni immobiliari sulla prima casa con il «decreto del fare», ma riteniamo sia importante e quindi accogliamo con grande piacere – lo abbiamo chiesto anche nella nostra mozione – l'impegno ad ulteriori iniziative legislative.
  Quindi, il decreto-legge n. 83 del 2015, in discussione, se merita delle osservazioni diverse per quanto riguarda il mondo delle imprese, sicuramente è ben condiviso per il principio di poter rateizzare la difficoltà della famiglia e, quindi, del pagamento dell'oggetto del pignoramento, ed è sicuramente ben vista la possibilità di un accordo bonario tra le parti proprio per facilitare il mantenimento del sostentamento della famiglia.
  Sono preoccupanti i dati che sono alla base della mozione: le esecuzioni immobiliari sono ben 52 mila nel 2014, con un aumento del 12 per cento rispetto all'anno precedente. Quindi, stiamo parlando di un fenomeno in crescita, di un fenomeno preoccupante, che merita, giustamente, l'attenzione e ogni forma di tutela, per evitare che dilaghi, soprattutto in presenza di difficoltà di occupazione che interessano le famiglie e che, quindi, mettono a rischio la tutela stessa di un bene importante per questo Paese, che è, appunto, la famiglia.
  Nella nostra mozione chiediamo impegni specifici anche nei confronti del sistema bancario, perché è evidente che, tra le due parti, ci debba essere una collaborazione e, soprattutto, ci vuole una grande capacità del sistema bancario di entrare nel merito delle questioni e di tutelare quello che è il bene di sostentamento per le famiglie in difficoltà, che è, appunto, il bene della casa.
  Quindi, accogliamo con favore e ribadiamo il voto favorevole, perché vediamo, nella duplice azione sull'edilizia residenziale pubblica e sull'intervento legislativo, la soluzione a questo problema, che vada anche a garantire, chiaramente, i creditori, che comunque sono parte interessata e anche tutelata dalla giurisprudenza in questo fenomeno.
  Quindi, ribadiamo il voto favorevole e accogliamo con favore gli interventi legislativi in essere, sui quali speriamo di poter dare ogni ulteriore contributo utile.

  PRESIDENTE. Colleghi, se non vi sono obiezioni, come è capitato anche in altre occasioni, recupererei gli interventi, magari più contenuti, dei colleghi che sono stati chiamati e non erano presenti e, se non vi sono obiezioni, darei la parola per dichiarazione di voto all'onorevole Gigli.
  Prego, ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente, mi scuso per l'inconveniente. L'80 per cento degli italiani – si calcola – è proprietario dell'abitazione in cui vive e questo atteggiamento del popolo italiano non è legato, certamente, soltanto alla considerazione dell'immobile come un investimento, ma è legato anche all'alto valore simbolico che l'abitazione esprime, valore nel quale si richiama l'identità stessa, la stabilità stessa del nucleo familiare.
  Oggi questo bene – quindi, non un bene rifugio, ma un bene anche simbolo, come dicevo – è messo a dura prova, non solo da una tassazione abbastanza vessatoria sulla casa, sulla quale non è questa Pag. 14la sede per esprimere considerazioni, ma certamente è messo a dura prova anche dalla crisi che il Paese, da troppo tempo, sta attraversando e che porta con sé, soprattutto in caso di disoccupazione, la difficoltà per le famiglie, specialmente per le famiglie con più figli a carico, di fare fronte agli impegni che pure si erano assunti.
  Di fronte a tutto questo e tenuto conto del quadro legislativo che il sottosegretario ha poc'anzi richiamato e che viene da lontano – viene, come è stato detto, dal «decreto del fare», viene da alcuni pronunciamenti della Corte europea di giustizia in tema di clausole abusive fatte sottoscrivere e finanziate da parte delle banche e degli istituti finanziatori –, davanti a tutto questo, io credo che noi oggi dobbiamo considerare una risposta, perché la crisi che sta, dicevo, mordendo, è stata in grado di far moltiplicare – è del 12 per cento l'aumento soltanto nell'ultimo anno e di circa il 170 per cento negli ultimi 9 anni – il numero delle azioni di pignoramento richieste nei confronti di proprietari insolventi.
  Cosa fare ? La nostra mozione mira a due fini principali. Il primo è quello di introdurre strumenti normativi, con i quali sia possibile dare una risposta economica che tenga conto del bisogno di tutte le parti, cioè del bisogno di chi, in qualche modo, ha diritto a vedere i propri interessi del prestito riconosciuti, ma certamente, in primis, della famiglia e della famiglia numerosa, in particolare, che può trovarsi in condizioni di insolvenza più o meno prolungate e che ha diritto a vedere salvaguardata la propria abitazione, perché la casa, così come il lavoro, l'istruzione e la salute, costituisce un bene primario che la nostra Repubblica dovrebbe e deve sostenere.
  La seconda cosa che noi chiediamo è che il Governo si faccia carico di uno studio approfondito attraverso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del dimensionamento di questo fenomeno. Il fatto dell'esposizione debitoria, di cui noi vediamo solo la punta dell'iceberg nel momento in cui si arriva al pignoramento, ha probabilmente delle dimensioni e delle ramificazioni tali che forse una valutazione attenta per poter poi predisporre strumenti anche più aggiornati e adeguati a far fronte al fenomeno dovrebbe essere impegno di questo nostro Parlamento e di questo nostro Governo. È per questo che apprezziamo il parere positivo che è stato espresso dal Governo e ci auguriamo che questo voglia essere un impegno che si traduca poi in fatti soprattutto sul primo punto, cioè quello dell'individuazione di strumenti normativi intesi a garantire risorse economiche sul tavolo per poter far fronte da parte dei debitori agli impegni assunti nei confronti dei creditori e quindi anche legittimamente soddisfare le esigenze dei creditori e dall'altro per poter appunto studiare le dimensioni del fenomeno. Riteniamo che quello che è accaduto con il Fondo per la copertura dei mutui prima casa, per quanto apprezzabile, non sia sufficiente sia per il riferimento all'ISEE, che pone un tetto a 30 mila euro che, soprattutto nel caso delle famiglie con più figli, certamente non è adeguato, sia per quanto riguarda il tetto del valore dell'immobile che, ripeto, soprattutto nel caso delle famiglie con più figli costrette ad avere una metratura adeguata ovviamente per poter installarsi nell'abitazione certamente non può essere limitato con i 240 mila euro di tetto che erano stati previsti.
  Ci auguriamo che tutte queste nostre considerazioni vengano accolte adeguatamente dal Governo e che possibilmente e prossimamente questo Parlamento possa trovarsi per predisporre misure normative più adeguate.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nastri. Ne ha facoltà. Prego anche lei, onorevole Nastri, di stare nei tempi.

  GAETANO NASTRI. Grazie Presidente, il protrarsi della crisi economica sta mettendo migliaia di persone in condizioni di difficoltà economica e le conseguenti inadempienze in materia di pagamenti costituiscono un fenomeno in rapida espansione Pag. 15che sta causando un aumento esponenziale delle procedure di pignoramento immobiliare, anche delle prime case di abitazione. In moltissimi casi si tratta di cittadini e nuclei familiari che si trovano a dover fronteggiare al contempo la perdita del posto di lavoro, o magari la chiusura di una propria piccola impresa, e le necessità finanziarie derivanti dall'impegno di mantenere una famiglia. A partire dal 2010 le procedure di espropriazione forzata sono risultate in costante aumento e nel 2014 hanno superato quota 5 mila. La prima casa è il principale patrimonio delle famiglie italiane, primo passo per la sicurezza e la crescita economica e sociale. Inoltre, la prima casa di proprietà esercita anche una fondamentale funzione di garanzia, qualora il debitore volesse contrarre un prestito per onorare il proprio insoluto, e trovarsela ipotecata o pignorata, o, ancora peggio, esserne espropriato, lo priva di un suo fondamentale diritto di libertà.
  Appare pertanto evidente come, a fronte di una situazione debitoria, se da un lato è certamente giusto che siano soddisfatti i creditori, non si possa, dall'altro, prescindere dall'esigenza di tutelare alcuni beni di primaria importanza, quale la prima casa di abitazione. Non è ammissibile che una famiglia perda la propria casa, talvolta unico bene reale acquistato con anni di sacrifici, e l'espropriazione della prima casa oltre a costituire una lesione della sfera più intima delle persone rappresenta anche un pericoloso fattore di instabilità sociale. Le procedure per la vendita all'asta inoltre determinano una sostanziale perdita di valore del bene, che viene svenduto ad un prezzo largamente inferiore a quello di mercato, a tutto svantaggio dei proprietari dello stesso che, una volta soddisfatti i creditori, si ritrovano senza nulla.
  Il decreto-legge adottato nel 2013 noto come il «decreto del fare» ha disposto l'impignorabilità sulla prima ed unica casa di abitazione a fronte di debiti contratti con la pubblica amministrazione, mentre ha previsto che per gli altri immobili del debitore l'agente della riscossione possa procedere all'espropriazione immobiliare a fronte di un debito complessivo superiore a 120 mila euro, elevando tale importo rispetto ai limiti originariamente previsti dalla normativa in materia. In base alla normativa del 2013 il divieto di espropriazione dell'abitazione principale opera in presenza di quattro condizioni, vale a dire il fatto che si tratti dell'unico immobile posseduto dal debitore, che il fabbricato abbia destinazione catastale abitativa, che non sia accatastato come immobile di lusso, e che il debitore abbia nell'abitazione la residenza anagrafica.
  Le iniziative sin qui adottate a livello governativo per contrastare l'emergenza nel settore delle abitazioni si sono concentrate in misure spot del Governo, lontane dal rappresentare un approccio strutturale e, quindi, risolutivo alla questione. Gli strumenti di sostegno al reddito per l'accesso alla prima casa, per sopportare gli oneri connessi al pagamento di un mutuo o di un canone di locazione anche per soggetti investiti dalla crisi sono drammaticamente sottofinanziati e spesso necessitano di una trafila burocratica lunghissima e eccessivamente complessa.
  Con la legge di stabilità per il 2014 è stata disposta la confluenza del Fondo per l'accesso al credito per l'acquisto della prima casa da parte delle giovani coppie o dei nuclei familiari con figli minori titolari di contratti a tempo determinato nel Sistema nazionale di garanzia istituito dalla medesima legge, di fatto privando i citati soggetti di uno strumento ad essi appositamente dedicato, risolutivo nell'acquisto della prima casa.
  Nel Sistema nazionale di garanzia, il citato Fondo è stato unificato al Fondo di garanzia per la prima casa, ma allo stato ancora non risulta neanche essere stata effettuata la stipula di un Protocollo d'intesa tra il Dipartimento del tesoro e l'Associazione bancaria italiana (ABI) necessario per la sua operatività.
  Sotto il versante degli affitti, il Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli, istituito presso il Ministero delle infrastrutture nel 2013, prevedeva una dotazione iniziale di appena 20 milioni di euro Pag. 16per l'anno in corso e alcuno stanziamento per gli anni a venire, e non erano chiari neanche i requisiti necessari per accedere ai suoi finanziamenti.
  Il Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione, invece, attivo dal 1999, negli ultimi anni non riesce più ad adempiere alle sue finalità, posto che a fronte di un costante aumento della domanda da parte dei cittadini, le somme disponibili si sono, invece, vieppiù ridotte, passando da 143 milioni di euro per l'anno 2010 a essere del tutto azzerate con la legge di stabilità per il 2012, poi riportate ad appena 30 milioni di euro per l'anno in corso senza alcuna previsione per il futuro.
  I programmi di edilizia residenziale pubblica, già da anni insufficienti a contrastare la penuria di abitazioni, non riescono in alcun modo a far fronte ai nuovi fabbisogni manifestati da anziani, studenti, disabili, giovani coppie, famiglie monoreddito, e sono oltretutto gravati dal fenomeno delle occupazioni illegali, colpevoli di diminuire ulteriormente il numero di alloggi disponibili.
  Sin dal luglio del 2013, il gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia ha chiesto un impegno al Governo per una più generale attenzione al sostegno delle politiche abitative.
  Riteniamo indispensabile, quindi, che il Governo faccia tutto quanto in suo potere per prevedere la impignorabilità totale della prima casa di abitazione, e delle relative pertinenze, e anche a finanziare in modo adeguato tutti gli strumenti atti a sostenere i soggetti e i nuclei familiari che versino in una condizione di temporanea sofferenza finanziaria, con particolare riferimento a quelli con figli minori e con persone affette da disabilità, al fine di prevenire l'instaurazione di procedure di espropriazione immobiliare a loro carico riferite alla prima casa di abitazione.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,30).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno avere luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Grazie Presidente, io devo dire innanzitutto che registro una certa delusione rispetto al fatto che il Governo abbia voluto esprimere un parere contrario rispetto alla nostra mozione e non abbia nemmeno voluto esprimere un'ipotesi di riformulazione, che tenesse salvo almeno un principio che io credo sia quello fondamentale, su cui quest'Assemblea dovrebbe esprimersi e di fatto è chiamata ad esprimersi, sia dalla nostra mozione, sia da quelle di altri gruppi. Il tema è innanzitutto se si voglia riconoscere, o meno, che in questo Paese è in corso un'emergenza abitativa, che questa emergenza abitativa coinvolge tanti soggetti, di cui però non parliamo oggi, in affitto colpiti da sfratti, quanto quei soggetti, quelli più deboli, quelli a reddito evidentemente più basso, quelli che più hanno sofferto per la crisi, che, nonostante in una fase della loro vita fossero entrati nel mercato del credito e avessero deciso di acquistare la prima casa, quella in cui vivono, attraverso un mutuo, sono stati messi dalla crisi nella condizione di non pagare.
  Ora, noi sappiamo – perché queste sono le stime reali, anzi i dati reali che vengono forniti da Banca d'Italia, basta leggere i bollettini – che attualmente ci sono almeno 10 mila famiglie che sono nella condizione immediata di rischiare di perdere la loro abitazione, cioè i crediti in sofferenza in mano al sistema bancario, legati alla prima casa, in Italia sono 10 Pag. 17mila. Quindi, noi abbiamo oggi, essendo in sofferenza, 10 mila persone per le quali il procedimento di recupero forzoso del credito, e quindi di messa all'asta dell'immobile, può essere avviato e probabilmente qualcuno verrà avviato anche in questi minuti.
  Ne abbiamo altri 10 mila che sono crediti deteriorati e non ancora in sofferenza, ma è una questione di tempo fondamentalmente, perché quando una famiglia o una persona entrano nel tunnel delle difficoltà di fare fronte a quello che è un prestito ricevuto, un mutuo ricevuto, la questione, appunto, è di tempo.
  Quindi, sostanzialmente abbiamo 20 mila famiglie che sono a questo punto di difficoltà. Di queste 20 mila famiglie bisogna dire una cosa vera, o almeno che io ritengo tale dal punto di vista storico e ciò vale sia per le famiglie sia per gli Stati, perché in realtà è lo stesso grande dibattito che stiamo facendo anche in Europa. C’è stata una fase, anche in questo Paese, in cui il credito veniva concesso con tutt'altri criteri rispetto a quelli con cui è concesso oggi. Oggi il credit crunch fa parte dell'immaginario collettivo. Si dà per scontato – ed è vero – che le banche e il sistema creditizio non diano prestiti a chi li chiede. C’è stata una fase però, che era quella precedente la crisi, in cui era vero esattamente il contrario: non dico che il credito venisse quasi imposto, ma veniva comunque concesso, soprattutto laddove vi fosse un bene pignorabile – la prima casa, in questo caso – e veniva concesso molto largamente, anche a soggetti in bilico, a soggetti che potevano avere qualche difficoltà a pagare. Veniva concesso, talvolta, anche per quote superiori al 100 per cento del valore di un'abitazione.
  Ora, un pezzo di quel credito appunto – e parliamo di 20 mila famiglie – non è più in condizione di essere pagato, per cui noi, con la nostra mozione, chiediamo, come primo punto, una cosa molto semplice, cioè che per almeno 12 mesi questo Parlamento e il Governo mettano una moratoria rispetto alle esecuzioni immobiliari. Si deve prendere atto che c’è stato un cambio di fase, che si è passati da una fase in cui il credito...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Paglia... Grazie.

  GIOVANNI PAGLIA. ... veniva distribuito con facilità, appunto prima della crisi. Ma la situazione attuale ha lasciato tante vittime sul campo e, tuttavia, trattandosi non di un bene qualunque ma trattandosi del bene prima casa, qualcosa si deve fare.
  D'altronde, noi viviamo in questo Paese il paradosso, che richiamammo ancora ai tempi, per cui dal 2013 per i debiti che una persona o una famiglia ha con lo Stato la prima casa è impignorabile, perché questo noi l'abbiamo stabilito rendendo impignorabile la prima casa da parte di Equitalia. Significa che chi abbia per svariate ragioni, compresa l'evasione fiscale e comprese tante altre cose, debiti ingenti con lo Stato italiano, se l'unico patrimonio di cui dispone è la prima casa quel bene non è pignorabile, perché viene tutelato, in quel caso, il diritto all'uso molto più che il diritto alla proprietà. Cioè, si dice che quello non è un bene qualunque: la prima casa è un bene essenziale per la vita e, quindi, lo Stato rinuncia a pignorarlo, ed è giusto che sia così.
  Però, dal 2013 – e oggi siamo nel 2015 – si è creata una situazione di ingiustizia profonda in questo Paese, perché la stessa cosa non vale per chi i debiti li ha con il sistema bancario, per cui paradossalmente chi avesse deciso di aprire un debito con lo Stato non pagando le tasse, per esempio, ma di rispondere adeguatamente al pagamento delle rate si troverebbe un bene impignorabile; ma chi avesse fatto il contrario, cioè avesse deciso di pagare fino all'ultimo il debito fiscale che ha con lo Stato, comportandosi da persona onesta fino in fondo, ma a causa di questo fosse andato in difficoltà con il sistema bancario, a parità di condizioni oggi rischierebbe di ritrovarsi con la casa pignorata. Questa cosa credo lo capiscano tutti che Pag. 18non è giusta, né da un punto di vista etico né dal punto di vista dell'eguaglianza fra tutti i cittadini.
  Ora, noi questo lo sappiamo, perché qui nessuno finge che i problemi non esistono. Sappiamo benissimo che è molto più facile rendere impignorabile un bene per lo Stato che renderlo impignorabile per le banche, perché c’è un tema anche di funzionamento del sistema creditizio. Tuttavia, noi ritenevamo che davanti a quello che è un dramma vero, un problema vero, il Parlamento potesse prendersi, appunto, almeno 12 mesi di tempo e studiare come venire, diciamo, incontro alla questione. Noi, per esempio, una proposta l'abbiamo fatta, la rifaremo e presenteremo anche una proposta di legge a questo proposito. Noi riteniamo che un'ipotesi valida potrebbe essere, per esempio, quella che, arrivati al momento dell'asta fallimentare, si dia allo Stato, inteso in questo caso in senso lato, cioè attraverso tutti gli organi che vorrà mettere in campo, dagli enti locali alle regioni alla Cassa depositi e prestiti, un diritto di prelazione rispetto all'acquisto degli immobili che arrivano, appunto, in asta giudiziaria e, cioè, si permetta allo Stato di essere quello che dice: «Quel bene lo compro io, al prezzo dato», prima che scatti l'aggiudicazione per il possibile acquirente privato, per destinarlo ad edilizia popolare.
  E in questo caso, qualora l'immobile sia abitato e sia una prima casa, di dare anche un diritto, attraverso la corresponsione di un canone, a chi era dentro quell'immobile di continuare ad esserci. È una proposta, ce ne possono essere altre ? Sicuramente ce ne possono essere altre, tuttavia la domanda che questo Parlamento e questo Paese dovranno farsi prima o poi – qualcuno se la sta facendo, noi siamo tra questi – è: esiste o no un diritto di ciascuna persona, un diritto fondamentale ad avere un tetto sulla testa ? Noi crediamo di sì. Io capisco che sia un dibattito che va molto poco di moda in questo momento in cui persino amministrazioni che un tempo avremmo chiamato di centrosinistra, come se la cosa fosse normale, non hanno alcun timore a dire pubblicamente che bisogna superare il tabù per cui tutti hanno diritto ad una casa; noi crediamo invece che tutti abbiano diritto ad una casa, come diritto umano, perché ci sono cose senza le quali l'uguaglianza nella cittadinanza non si può esprimere. Sono condizioni basilari: il diritto all'alimentazione, il diritto ad un'educazione, il diritto ad un tetto. Sono cose che valgono per tutti come diritto fondamentale di cittadinanza; senza, dal nostro punto di vista, siamo semplicemente fuori dalla Costituzione. Di questo ci dobbiamo occupare ? Io credo di sì. Non si può sempre solo richiamare il tema delle case popolari, che non ci sono. È ipocrita: è ipocrita ogni volta che si fa questo dibattito affrontarlo dal punto di vista che intanto chi deve essere sfrattato venga sfrattato, intanto chi deve essere espropriato venga espropriato, ma poi ci affideremo ad un fantomatico piano di ristrutturazione di case popolari che non esiste. Anche perché in questo Paese le case popolari non vengono ristrutturate; in questo Paese le case popolari vengono vendute, il patrimonio pubblico viene continuamente depauperato. Ci si priva di patrimonio pubblico, non si fa un'operazione contraria. Il demanio ha un patrimonio immenso che non mette a disposizione, non lo fa, o lo fa esclusivamente per poter vendere. Allora, io chiudo su questo, perché molti anni fa si notava – ero molto più giovane, ma colpiva – il fatto che negli Stati Uniti d'America ci fosse una popolazione carceraria infinitamente superiore a quella degli altri Paesi occidentali. C'era chi osservava allora che era l'unico sistema di welfare che gli Stati Uniti erano disposti a riconoscere, cioè l'unico modo per avere la certezza di un tetto e di un vitto era essere incarcerati. Ora io mi aspetto e credo che l'Europa e l'Italia, in particolar modo, non vogliano seguire questa strada, ma attenzione perché, a forza di volere carcerizzare qualsiasi cosa in questo Paese, si arriva esattamente lì, che l'unico modo in cui lo Stato può garantire a tutti un tetto e vitto sia il sistema carcerario. Questo è un mondo in cui noi Pag. 19semplicemente non vogliamo vivere (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Un attimo solo, onorevole Binetti. Prego, sottosegretario Ferri.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Scusi Presidente, la ringrazio per avermi dato la parola, perché, nell'esprimere il parere sulla mozione Binetti e Dorina Bianchi n. 1-00926, io ho dato un parere favorevole alla nuova riformulazione, in realtà – ringrazio tra l'altro il parlamentare che me lo ha fatto notare – la mozione impegna il Governo a sospendere gli espropri relativi alla prima casa. In realtà, questo punto, in coerenza con quanto è stato fatto nell'esprimere anche gli altri pareri, non è corretto, secondo l'impostazione del Governo. Quindi, chiedo l'autorizzazione a inserire questa precisazione. Siccome il resto della mozione è condivisibile da parte del Governo, il parere rimane favorevole, però subordino il mio parere favorevole ad una nuova riformulazione della parte della sospensione degli espropri relativi alla prima casa quindi o...

  PRESIDENTE. Scusi sottosegretario, se ho capito bene e posso tradurre il suo intervento, lei rivede il parere che aveva dato sulla mozione Binetti e Dorina Bianchi n. 1-00926, dando parere favorevole con la riformulazione che venga espunto dalla mozione il primo capoverso del dispositivo.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Esatto. Oppure con una riformulazione...

  PRESIDENTE. No, la riformulazione la deve fare lei, quindi se lei non fa la riformulazione, la riformulazione è che è tolto quel primo capoverso.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Va bene, questa è la proposta.

  PRESIDENTE. Allora così rimane. C’è un parere favorevole, onorevole Binetti – questo vale per la sua dichiarazione di voto – alla mozione, se riformulata nel senso di espungere il primo capoverso del dispositivo. Prego, onorevole Binetti.

  PAOLA BINETTI. Prendo atto di questa ultima osservazione del sottosegretario, anche se il riferimento a quel primo punto è, a sua volta, un riferimento ad una sentenza della Corte di cassazione. Comunque, nell'ambito della mia dichiarazione di voto spero di riuscire ad essere sufficientemente chiara per ottenere tutta l'attenzione da parte del sottosegretario su un tema di questa importanza, di cui uno degli obiettivi di fondo è proprio venire incontro ai bisogni reali delle persone la cui prima abitazione sia stata oggetto di esproprio.
  È noto a tutti che la grave crisi economico-sociale che ha colpito così pesantemente il nostro Paese dal 2008 ha causato seri problemi a persone che si sono trovate in una grave condizione di difficoltà economica, accentuata dalla perdita del posto di lavoro o dalla chiusura della loro attività commerciale, mentre dovevano continuare a mantenere la propria famiglia. Per molti questa situazione ha comportato l'impossibilità di continuare a pagare il mutuo contratto per la loro prima casa e ha spinto parecchie persone a venderla o a svenderla, per poter garantire un livello di sopravvivenza alla famiglia.
  La crisi del 2009 ha cambiato i rapporti economici interni alla società italiana soprattutto per quanto riguarda la proprietà immobiliare, che è diventata oggetto di speculazione sia sul piano fiscale che economico, e questo ne ha ridotto il valore. Pag. 20La difficoltà di fissare un reddito corretto ed equo ha cambiato il mercato interno, bloccando il mercato edilizio e la circolazione della proprietà per l'immediata perdita della redditualità degli affitti, anche per le morosità sopraggiunte, creando nuove forme di speculazione.
  La realtà economica che si sta realizzando – globalizzazione dei mercati e prevalenza di quella che potremmo chiamare la finanza internazionale – sta dando vita ad un mondo completamente legato al profitto, in una dimensione non etica basata sul principio della libertà assoluta del mercato. Sta venendo meno il principio che l'accesso alla proprietà deve essere considerato un incentivo sociale, oltre che un fattore economico, riprendendo concetti essenziali della dottrina sociale della Chiesa fin dai tempi di Leone XIII.
  La prima casa costituisce un elemento fondamentale del patrimonio delle famiglie italiane e il fatto che, a motivo della crisi, sia aumentato in modo elevato il numero dei pignoramenti registrati in Italia in questi ultimi anni accentua in modo significativo la sensazione di ansia e di precarietà in cui vivono molte famiglie. Se, da un lato, appare giusto che lo Stato punti al soddisfacimento dei propri crediti, nello stesso tempo è necessario tutelare e garantire quanti sono oppressi dalle procedure di espropriazione immobiliare, soprattutto se riguardano la prima casa di proprietà.
  Le persone non riescono a capire come sia possibile che lo Stato compia un gesto così ostile nei loro confronti ed espropri la loro casa, spesso unico bene reale, acquistato dopo anni di sacrificio e, potremmo anche dire, dopo anni in cui le tasse sono state pagate con quella pressione che supera il 40 per cento e, in alcuni casi, addirittura si avvicina al 50 per cento. L'impignorabilità della prima casa è un fatto di giustizia, necessario anche come fattore di coesione sociale. Si tratta di un bene che costituisce un elemento fondamentale di aggregazione familiare, che garantisce il diritto di tutti ad avere un alloggio e ad evitare il rischio di indigenza e disagio che ne deriverebbe.
  Il decreto-legge cosiddetto «del fare», n. 69 del 2013, ha previsto, all'articolo 52, che l'agente della riscossione non dia corso all'espropriazione se la casa è l'unico immobile di proprietà del debitore – è su questo che voglio richiamare l'attenzione del Governo: si tratta di un decreto-legge di poco tempo fa, cioè di questo Governo, non di un decreto-legge del Governo procedente –, ovviamente con esclusione delle case di lusso; ma, in questo caso, non stiamo parlando di case di lusso, perché, in questo caso, l'agente potrebbe tranquillamente procedere all'esproprio.
  La Corte di cassazione, con la sentenza 12 settembre 2014, n. 19270, poco più di sei mesi fa, ha contribuito ad ampliare la tutela del diritto alla prima casa, stabilendone l'impignorabilità da parte di Equitalia, con estensione della validità della disposizione anche per i procedimenti in corso.
  La nuova norma disciplina non solo i processi iniziati successivamente alla sua entrata in vigore, ma anche i singoli atti ad essa successivamente compiuti per processi iniziati prima dell'entrata in vigore.
  Contrariamente alle conclusioni contenute nella nota del MEF, per cui la norma non avrebbe avuto effetto retroattivo e, pertanto, i pignoramenti effettuati prima del 22 giugno 2013 dovevano considerarsi validi ed efficaci, la Corte di cassazione ha esteso la non pignorabilità a tutti gli immobili soggetti ai procedimenti di Equitalia ancora in corso.
  Il tema del diritto all'abitazione, quale diritto intangibile da tutelare, è stato affrontato di recente anche dall'Unione europea. In particolare, la decisione della Corte di giustizia europea del 10 settembre 2014, in materia di pignoramento eseguito sulla prima casa, interviene sulle clausole abusive dei contratti che prevedono la costituzione a favore della banca o finanziaria, di un diritto di garanzia sull'immobile di abitazione del cliente.
  La Corte di giustizia europea sottolinea che «la perdita dell'abitazione familiare Pag. 21non è solamente idonea a violare gravemente il diritto dei consumatori, ma pone i familiari del consumatore interessato in una situazione particolarmente delicata. Costituisce una delle più gravi violazioni al diritto al rispetto del domicilio» e, pertanto, «qualsiasi persona che rischi di esserne vittima deve, in linea di principio, poter far esaminare la proporzionalità di tale misura». Bisogna tutelare in modo certo coloro che perdono o che rischiano di perdere la propria casa con misure adeguate, che permettano di risolvere questo problema che incide in modo grave sulla situazione economica delle famiglie italiane.
  Dovrebbe essere molto più rapido il programma di recupero degli immobili di edilizia popolare varato con il decreto-legge n. 47 del 2014 e sarebbe opportuno avviare un piano di ampliamento complessivo dell'offerta di edilizia residenziale pubblica, valorizzando il nesso fra politiche per la casa e tutela della famiglia come elemento imprescindibile di coesione sociale: dai giovani che desiderano sposarsi, ma non possono permettersi un'abitazione, agli anziani che temono di essere cacciati dalle loro case, perché non più in grado di pagare il mutuo o le tasse relative.
  Sarebbe opportuno anche che le fondazioni bancarie inserissero tra i loro obiettivi prioritari il diritto delle famiglie alla prima casa, facilitandone non solo l'accesso, ma lo stesso mantenimento e si creassero reti di solidarietà per concedere finanziamenti a tasso zero alle famiglie in difficoltà in una logica di auto-aiuto.
  Voglio, quindi, ricordare al sottosegretario che il contenzioso che sembra evidenziarsi, anche dall'appunto che lui ha rivelato, tra l'interpretazione che il MEF ha dato di una determinata norma e successivamente l'interpretazione, ben più esplicita, della Corte di cassazione, rende l'impignorabilità della casa uno dei diritti a cui ci si riferisce.

  PRESIDENTE. Concluda.

  PAOLA BINETTI. Il sottosegretario può anche chiedere di espungere quel punto se questa è la condizione per poterne avere l'approvazione, ma ricordi il sottosegretario, lo ricordo a tutta l'Aula, che quel punto è tutelato da una sentenza dalla Corte di cassazione. Quindi, noi facciamo riferimento a quella sentenza come diritto inalienabile in atto, anche applicato agli interventi precedenti all'entrata in vigore della sentenza della Corte di cassazione. Lo espunga pure il sottosegretario, ma sappia che nulla potrà contro la sentenza della Corte di cassazione che si è già espressa in merito agli interventi di Equitalia (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Onorevole Binetti, quindi, deduco che lei accoglie la proposta di riformulazione del sottosegretario ?

  PAOLA BINETTI. Io la accolgo, ma ne denuncio l'incongruenza.

  PRESIDENTE. Va bene. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, signor Presidente. Rimango sorpreso ed esterrefatto del parere contrario da parte del Governo rispetto alla mozione da noi presentata. Io preannunzio il voto favorevole oltre che sulla nostra mozione presentata, anche sulle altre mozioni, su un problema così importante.
  Sostanzialmente si chiedeva al Governo di adottare ogni opportuna iniziativa volta alla sospensione degli espropri relativi alla prima casa, e comunque tesa a rivedere i criteri che attualmente disciplinano i meccanismi e le procedure di espropriazione e anche di adottare ogni iniziativa, anche normativa, volta a rafforzare gli strumenti di garanzia per i cittadini. Penso che queste cose potessero essere sposate a piene mani da parte del Governo in riferimento a un problema enorme.
  Noi riteniamo che la prima casa sia il sogno di tutti gli italiani e il sogno degli italiani è quello di poter continuare a mantenerla, visto che, da un lato, con la crisi che c’è stata e la perdita dei posti di Pag. 22lavoro, c’è stato un intervento purtroppo massiccio di pignoramenti e quant'altro, con il rischio vero, nonostante alcune moratorie e alcune possibilità di dilazionare eventuali mutui, di esproprio vero e proprio. Dall'altro lato, comunque, nessuno può dimenticare che sulla prima casa, tra le varie tasse regionali e tutte le addizionali che ci sono, gli italiani sono costretti a pagare una super patrimoniale, che ammonta circa a 47 miliardi di euro.
  Davanti a una situazione del genere, si chiedeva un piccolo segnale da parte del Governo su un problema così serio e così sentito da parte degli italiani, che, puntualmente, non è arrivato. Noi riteniamo che sia una garanzia non solo della proprietà privata, che comunque è stabilita dalla Costituzione, ma una garanzia di un sacrosanto diritto degli italiani, visto che, con le tasse locali e con la patrimoniale che è stata introdotta, si va verso un vero e proprio esproprio legalizzato. Infatti, se un cittadino che ha la prima casa deve pagare continuamente IMU, TASI e quant'altro, fermo restando che si preannuncia – per il momento è stato accantonata – anche una rivalutazione catastale stratosferica, allora si tratta di un vero esproprio da parte dello Stato di una garanzia della proprietà privata e di una garanzia, peraltro, anche di un bene primario a cui gli italiani tengono tanto.
  Non aggiungo poi i danni anche dal punto di vista socioeconomico, ma strettamente di quello economico in riferimento al settore immobiliare, che è stato sempre un settore trainante per l'economia italiana.
  Davanti a tutto ciò e davanti anche a una presa di posizione collettiva del Parlamento – perché le mozioni sono tante –, noi abbiamo, ancora una volta, registrato l'insensibilità e la contrarietà da parte del Governo. Per questo motivo, Presidente, io preannuncio chiaramente il voto favorevole sulla nostra mozione, ma anche per tutte le altre che sono state presentate durante questa discussione in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Grazie, Presidente. Prima di tutto vorrei esprimere come voteremo le altre mozioni. Voteremo favorevolmente la mozione a firma Palese, quella a prima firma Paglia e quella a prima firma Rampelli. Ci asterremo sulle mozioni che, insomma, non dicono nulla, come la mozione a prima firma Matarrese, quella a prima firma Rondini e quella a prima firma Binetti e voteremo contrariamente alle mozioni che non solo non dicono nulla, ma che sono quasi controproducenti, ovvero quella a prima firma Bazoli e quella a prima firma Sberna.
  Vede, sottosegretario, voi avete dato parere contrario alla nostra mozione, che prevedeva due piccole cose, due misure di civiltà. In un momento di crisi economica, prevedeva la sospensione per 36 mesi delle espropriazioni immobiliari per coloro che rischiano di perdere la loro prima casa. Sono coloro che rischiano, domani anche, di trovarsi in mezzo alla strada. Questo per non dare la possibilità di istituire un fondo di 10 milioni di euro.
  Sottosegretario, con 10 milioni di euro voi potreste salvare 11.111 famiglie che rischiano di perdere la prima casa.
  Sottosegretario, 10 milioni di euro sono i soldi che avete dato per fare un favore al vostro sodale Azzollini – il senatore, si ricorda ? – quello che è indagato per il porto di Molfetta, quello per il quale è stato richiesto l'arresto per il caso Divina Provvidenza. Ebbene, per fare un favore a lui, magari per rimanere in maggioranza, avete dato 10 milioni di euro per il porto di Molfetta dove già si sono persi 110 milioni di euro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Per fare il favore ad Azzollini, voi condannate 11 mila famiglie. Con un F-35 – sono 130 milioni di euro più o meno – riuscireste a salvare, rinunciando ad un F-35 ogni anno – 144 mila famiglie. Sottosegretario, sottolineo: 144 mila famiglie. Ripeto: famiglie, quindi può moltiplicare per tre, donne, bambini, anziani, 144 mila per tre. Quante Pag. 23persone riuscireste a salvare con questa mozione ?
  I debiti de l'Unità, si ricordi, 95 milioni di euro sono i debiti de l'Unità che il Governo pagherà grazie ad una norma voluta dall'allora centrosinistra: 95 milioni di euro sono 105 mila famiglie che potremmo salvare, 105 mila famiglie, sottosegretario, ripeto 105 mila. Quindi devo immaginare, signor sottosegretario, che dicendo «no» alla nostra mozione, a lei e al Governo Renzi, che lei rappresenta, non importi nulla delle famiglie in difficoltà, sottosegretario. Sottosegretario, al suo Governo non importa qualcosa di quello che succede fuori da questo Palazzo perché fuori da questo Palazzo c’è una realtà un po’ diversa. Ci sono persone che domani, la prossima settimana rischiano davvero di trovarsi in mezzo alla strada per debiti anche piccoli, perché hanno perso il lavoro, perché sono anche liberi professionisti che non ce la fanno più e non hanno alcuna tutela dallo Stato, non hanno la disoccupazione, non hanno la cassa integrazione. Voi non siete interessati a queste migliaia di famiglie perché magari queste famiglie, essendo essenzialmente povere o con pochissimo reddito, non finanziano la vostra politica, non finanziano i vostri partiti. Non sono come le lobby delle slot machine, delle assicurazioni e le banche che finanziano i vostri partiti politici, come le cooperative sociali che vengono alle vostre cene (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). A quanto pare, non vi interessano queste persone, signor sottosegretario.
  Sottosegretario, vorrei dirle anche un'altra cosa che riguarda lei, ma anche il Ministro dell'economia e delle finanze, Padoan. Ebbene, sottosegretario, di questa mozione nostra, del MoVimento 5 Stelle, si farebbe a meno se ci fosse il reddito di cittadinanza. Sarebbe una mozione totalmente inutile se ci fosse la nostra proposta sul reddito di cittadinanza, proposta che voi avete rifiutato, ma che è presente in tutta Europa, signor sottosegretario, in tutta Europa tranne che in Italia. Potremmo cancellarla domani questa mozione, come non ci sarebbe bisogno magari neanche delle tanto vituperate, da voi, case popolari, che volete vendere oltretutto. Con il reddito di cittadinanza, sottosegretario, non ci sarebbe neanche bisogno delle famigerate case popolari e sinceramente, sottosegretario, cosa posso dirle per far cambiare idea ad un Governo come il vostro, un Governo menefreghista come il vostro, perché qui davvero si tratta di combattere contro i mulini a vento ? Ma, sappia, sottosegretario, che noi continuiamo a combattere contro i mulini a vento perché è giusto combattere contro i mulini a vento, contro la vostra politica economica. Vede, sottosegretario, lo dica anche al Presidente del Consiglio Renzi: ci sarebbe la possibilità con poche e precise proposte di fare dell'Italia per davvero un Paese diverso, un Paese magari dove le persone per un po’ di tempo possano dimenticare la povertà, le difficoltà del sopravvivere in questa realtà economica che voi avete creato e che voi forse...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Colletti. Colleghi, potrei pregarvi di abbassare un pochino il tono della voce per favore, tutti quanti.

  ANDREA COLLETTI. Portando avanti qualcuna delle nostre proposte, noi potremmo creare un Paese, il nostro Paese, sottosegretario, l'Italia, il Paese dove vogliamo continuare a vivere, un posto dove davvero si possa ricercare la felicità per sé e per la propria famiglia, perché non siamo un'isola, sottosegretario. Forse voi siete un'isola, noi non siamo un'isola.
  Ebbene, sottosegretario, la felicità non deve essere ricercata solo in cielo come vorrebbero quei finti cristiani che magari popolano questo Parlamento, i mercanti dal tempio, se li ricorda, sottosegretario ? Noi vorremmo cercare e trovare la felicità su questa terra, nel nostro Paese, in Italia, sottosegretario, che è il nostro Paese, per tutelare il nostro prossimo, che voi purtroppo, così ciechi e sordi, nemmeno riuscite a vedere o a sentire.
  Voi – e noi, parzialmente, fin quando saremo qui – che popolate quest'Aula, non riuscite a vedere quello che succede fuori Pag. 24da queste mura. Sottosegretario, io le do un consiglio non richiesto, ovviamente: un bel bagno di umiltà a lei e ai suoi colleghi del Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); uscite fuori a vedere quello che succede oltre quest'Aula, in quelle piazze, in quei quartieri, che voi, magari, neanche frequentate, dove magari andate a chiedere qualche voto in cambio dei 30 euro – i 30 denari, altro che 30 euro ! – quando ci sono le elezioni. Ebbene, sottosegretario, frequenti di più quei posti, frequenti di più quelle famiglie, che, domani, a causa della vostra cecità, saranno in mezzo a una strada, senza nulla.
  Ci pensi, sottosegretario e, magari, in questo spazio di tempo, in questi dieci minuti, rifletta; rifletta se vuole davvero rimanere su quella poltrona senza fare nulla o se vuole darsi da fare, finalmente, per cambiare questo Paese, tutelando i più deboli, coloro che fino ad oggi qui dentro, in Parlamento, anche a causa vostra, non hanno avuto voce (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.

  MARCO CAUSI. Grazie, Presidente. Le mozioni di oggi affrontano una questione di grande sensibilità: il rapporto fra debitori e creditori quando il contratto finanziario è basato sulla concessione di un prestito per l'acquisto dell'unica abitazione di residenza, che ne diventa, a sua volta, garanzia; insomma, il rapporto fra famiglie mutuatarie e banche che hanno concesso un mutuo.
  Questo tema ha un rilievo politico per molti motivi. La crisi finanziaria che ha generato la grande recessione – lo ricordava poco fa l'onorevole Paglia – ha origine proprio, anche se non in Italia, da questo segmento di attività finanziaria. Troppi mutui casa concessi dalle banche statunitensi e inglesi, ma anche spagnole e irlandesi, a famiglie che non sono riuscite a ripagare il debito; conseguenze: espropri per le famiglie, perdite e talvolta fallimenti per le banche, che si sono ritrovate proprietarie di un patrimonio immobiliare svalutato e di difficile utilizzazione e, quindi, bail-out con i soldi pubblici e poi bail-in, ne abbiamo discusso qualche giorno fa.
  Insomma, i rapporti fra creditori e debitori e la cornice legale in cui si sviluppano sono cruciali per il funzionamento di un'economia avanzata, ma lo sono soprattutto adesso, mentre cerchiamo con fatica di uscire dalla peggiore crisi finanziaria degli ultimi ottant'anni. Ci vuole pragmatismo, flessibilità, occorre evitare ideologismi, evitare facili demagogismi.
  La storia ci consegna due insegnamenti, che non dovremmo mai dimenticare: il primo è che è sempre indispensabile una cornice legale di garanzia a tutela di chi presta denaro, poiché in assenza di questo non avremmo attività di credito e faremmo regredire i nostri Paesi indietro di parecchie centinaia di anni. Un sistema creditizio è essenziale per un'economia avanzata, perché alloca meglio le risorse esistenti. Ad esempio, permette di allocare i risparmi delle famiglie risparmiatrici a vantaggio delle famiglie giovani, che hanno bisogno di un mutuo per comprare casa.
  Ridurre queste garanzie, anche in casi particolari, deve essere sempre fatto in modo calibrato, per evitare la contrazione dei flussi di credito. Ricordiamoci, peraltro, che nel primo trimestre del 2015, i mutui per l'acquisto di immobili in Italia sono aumentati del 50 per cento, con aumenti, finalmente, anche per i mutuatari al di sotto dei 35 anni. Nessuno, credo, vuole inceppare questa ripresa, dopo anni, invece, di contrazione dei crediti.
  Il secondo insegnamento che ci lascia la storia è che, quando un debitore è in difficoltà, non è sempre razionale e conveniente per il creditore disinteressarsene. Aiutare il debitore a superare lo stato di difficoltà può permettere al creditore di rientrare del proprio investimento. In alcuni casi, conviene al creditore accordarsi su piani di ristrutturazione dei debiti, a vantaggio del debitore, per poter rientrare Pag. 25almeno in parte del prestito, quando l'alternativa per lui è, eventualmente, il rischio di perderlo interamente.
  In fondo, è in questa direzione che vanno tutti gli istituti giuridici del diritto fallimentare e, ancora più, di quello prefallimentare in tutto il mondo.
  Capiamo bene che c’è qualche parallelismo con le questioni macro-finanziarie e politiche che in questi giorni fanno discutere tutta Europa e in effetti è così: i due insegnamenti della storia valgono anche per i debiti pubblici sovrani. Ci vogliono garanzie, da un lato, ma dall'altro lato un debitore insolvente è un problema non solo per se stesso, ma anche per chi gli ha prestato i soldi. A questo elemento non vanno annesse valutazioni morali, ma soltanto calcoli di convenienza razionale.
  Forse il capitalismo anglosassone ha troppo ecceduto nel finanziare la crescita con il debito, ma, al contrario, il capitalismo renano dovrebbe smetterla di pensare che i debitori siano moralmente più riprovevoli dei creditori. In realtà, creditori e debitori stanno sulla stessa barca: chi presta soldi assume un rischio e, di fronte a un debitore insolvente, deve assumere un atteggiamento razionale e di convenienza economica, rifuggendo da giudizi di tipo morale e politico. Speriamo che Unione europea e Grecia si ricordino di questi insegnamenti della storia e sappiano trovare l'unica strada vantaggiosa per entrambe, cioè fare un accordo.
  Veniamo adesso al tema specifico oggi in discussione. Sulla questione della pignorabilità ed espropriabilità della prima casa, pur non avendo – per fortuna – il fenomeno assunto in Italia le proporzioni massicce viste negli Stati Uniti, ma anche in Spagna, in questa legislatura, con iniziative di Governo e maggioranza e talvolta con il supporto anche delle opposizioni, sono state assunte iniziative importanti a tutela delle famiglie in difficoltà nel ripagamento dei debiti. In primo luogo, il divieto di esproprio per debito tributario – cioè da parte di Equitalia – per l'unico immobile di proprietà del debitore. In secondo luogo, la nuova procedura di composizione delle crisi di indebitamento (legge n. 3 del 2012), rivolto a famiglie e piccole imprese che non rientrano nelle procedure fallimentari. Queste disposizioni consentono, sotto la supervisione di un giudice, un'effettiva ristrutturazione dei debiti contratti, con un bilanciamento degli interessi fra creditore e debitore.
  La legge, però, non ha finora trovato piena applicazione per il ritardo con cui sono stati emanati i decreti attuativi, pubblicati soltanto nel gennaio 2015. Ma adesso che i decreti sono pubblicati, è il momento di correre, di dare piena attuazione allo strumento della composizione delle crisi da sovraindebitamento per i soggetti non fallibili (famiglie e piccolissime imprese), eventualmente anche rafforzando questo strumento, cosa che, come Partito Democratico, ci proponiamo di fare con appositi emendamenti al decreto-legge n. 83 del 2015, in materia di diritto fallimentare, che ha cominciato il suo iter in Commissione giustizia alla Camera.
  In terzo luogo, abbiamo rilanciato in modo sinergico le politiche per la casa, in particolare...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Causi. Colleghi !

  MARCO CAUSI. In terzo luogo, c’è stato un rilancio sinergico delle politiche per la casa, a partire dal decreto-legge n. 47 del 2014, oggi legge n. 80 del 2014, un'iniziativa che mette in campo un'intera tastiera di misure che da anni non si vedevano in Italia: Fondo della Cassa depositi e prestiti per l'acquisto di prima casa, con già erogati 200 milioni di euro; rifinanziamento del Fondo acquisto prima casa giovani coppie; rifinanziamento del Fondo sostegno affitti; nuovo Fondo per la morosità incolpevole; nuovo Fondo nazionale di garanzia per l'acquisto della prima casa; Programma nazionale di recupero degli immobili ERP, che, con le risorse già disponibili, permetterà di mettere a disposizione 16 mila alloggi sociali nei prossimi 18 mesi.
  Fra le varie misure, è stato anche rifinanziato con 40 milioni di euro il Pag. 26Fondo a favore delle famiglie mutuatarie in difficoltà, che prevede la sospensione del pagamento delle rate del mutuo per un massimo di 18 mesi con oneri a carico del bilancio pubblico. Infine, va considerato il prestito vitalizio ipotecario, che è un nuovo modo per fornire liquidità alle famiglie anziane e contribuire così ad evitare la caduta nel circolo vizioso del sovraindebitamento di queste famiglie o dei loro congiunti più giovani.
  Bene, noi oggi diciamo al Governo che, pur essendo sulla strada giusta, nulla va lasciato di intentato per migliorare tutti questi sistemi di tutela delle famiglie in difficoltà. In particolare, occorre verificare il funzionamento del Fondo dei mutuatari in difficoltà, ampliare le maglie di questa norma sia per estendere le tipologie dei beneficiari, sia per consentire l'utilizzo delle somme del Fondo per il pagamento degli interessi in presenza di un eventuale prolungamento del periodo di moratoria. Secondo: bisogna emanare i decreti di attuazione per il prestito vitalizio ipotecario. Terzo: bisogna mettere in moto i piani di ristrutturazione delle crisi da sovraindebitamento, anche ampliando i soggetti prestatori di garanzia e velocizzando la costituzione degli organismi di composizione delle crisi, per le quali – mi rivolgo al sottosegretario Ferri – mi risulta che siamo ancora in attesa della pubblicazione da parte del Ministero della giustizia dell'apposita domanda di accreditamento.
  In questo senso – e concludo – il Partito Democratico esprimerà voto favorevole, in accordo con le indicazioni del Governo, non solo sulla mozione a prima firma Bazoli, ma anche su tutte le altre mozioni e gli impegni che vadano nelle direzioni che ho cercato di sintetizzare e che, con realismo e senza demogogismi, costruiscano realmente un ampliamento sostenibile delle tutele per le famiglie in difficoltà a causa del debito contratto per l'acquisto della casa di abitazione.

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
  Prima di passare alle votazioni, ho il piacere di comunicarvi che la nostra comunità, e, con un certo orgoglio, in particolar modo la comunità dei Vicepresidenti della Camera, cresce: è nata Luna, la figlia di Simone Baldelli. A Simone, alla piccola Luna e naturalmente alla mamma vanno i nostri migliori auguri (Applausi).

(Votazioni)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Come da prassi, le mozioni e la risoluzione saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Colletti ed altri n. 1-00921, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gigli, Marroni, Parentela, De Rosa. Onorevole Ottobre, rapido possibilmente.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  397   
   Votanti  379   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato  134    
    Hanno votato no  245.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Sberna ed altri n. 1-00924 (Nuova formulazione), su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  395   
   Votanti  373   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  187   Pag. 27
    Hanno votato  299    
    Hanno votato no  74.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Gutgeld e Borghi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Binetti e Dorina Bianchi n. 1-00926 (Nuova formulazione), come riformulata dal Governo e su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori... Onorevole Buttiglione, la aspettiamo oppure chiudiamo la votazione ? Centemero, Rotondi... Stiamo aspettando l'onorevole Buttiglione.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  312   
   Astenuti   95   
   Maggioranza  157   
    Hanno votato  312.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rondini ed altri n. 1-00927, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Richetti, Gregori, Folino, Gutgeld... Ci siamo ? No, Gutgeld non riesce a votare... Ora sì. Altri ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  335   
   Astenuti   72   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato   68    
    Hanno votato no  267.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Bazoli ed altri n. 1-00928, per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Calabria, Fedi, Giulietti... Altri che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  387   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato  312    
    Hanno votato no  75.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Palese n. 1-00930, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Minnucci... Altri che non riescono a votare ? Cuperlo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  408   
   Votanti  407   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  159    
    Hanno votato no  248.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).Pag. 28
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Paglia ed altri n. 1-00931, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tripiedi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  411   
   Votanti  401   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  147    
    Hanno votato no  254.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Matarrese ed altri n. 1-00932, per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gasparini, Gribaudo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  411   
   Votanti  335   
   Astenuti   76   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato  313    
    Hanno votato no   22.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rampelli ed altri n. 1-00939, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Simoni, Fregolent, Fantinati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  413   
   Votanti  411   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  157    
    Hanno votato no  254.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Pili ed altri n. 6-00154, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carra, Adornato, Sgambato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  416   
   Votanti  413   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  161    
    Hanno votato no  252.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Bargero ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 27 giugno 2015, n. 83, recante misure urgenti in materia fallimentare, civile e processuale civile e di organizzazione e funzionamento dell'amministrazione giudiziaria (A.C. 3201) (Esame e votazione di questioni pregiudiziali) (ore 12,30).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle questioni pregiudiziali Molteni ed altri n. 1, Bonafede ed altri n. 2 e Scotto ed altri n. 3, presentate al disegno di legge n. 3201: Conversione in legge del decreto-legge 27 giugno 2015, Pag. 29n. 83, recante misure urgenti in materia fallimentare, civile e processuale civile e di organizzazione e funzionamento dell'amministrazione giudiziaria (Vedi l'allegato A – A.C. 3201).
  Avverto che, a norma del comma 4 dell'articolo 40 del Regolamento, nel concorso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione. In tale discussione, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 40, potrà intervenire, oltre ad uno dei proponenti (purché appartenenti a gruppi diversi), per illustrare ciascuno degli strumenti presentati per non più di dieci minuti, un deputato per ognuno degli altri gruppi, per non più di cinque minuti. Al termine della discussione si procederà, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 3, quarto periodo, del Regolamento, ad un'unica votazione sulle questioni pregiudiziali presentate.
  L'onorevole Molteni ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 1. Pregherei tutti di abbassare il tono della voce, per favore. Prego, onorevole Molteni.

  NICOLA MOLTENI. Grazie, Presidente. Illustro questa ennesima questione pregiudiziale di costituzionalità sull'ennesimo decreto-legge da parte del Governo. Ormai, è diventata una prassi costante e sistematica da parte del Governo Renzi e da parte dei Governi non eletti...

  PRESIDENTE. Onorevole Molteni, proprio così non è possibile. Colleghi, per favore, vi pregherei di uscire se non siete interessati a seguire, ma non è accettabile una situazione di questo tipo.
  Prego, onorevole Molteni.

  NICOLA MOLTENI. Presidente, dicevo che stiamo discutendo per l'ennesima volta una pregiudiziale di costituzionalità. Credo che non sia né rituale, né prassi presentarla, ma credo che sia un atto di assoluta necessità costituzionale. Proprio nel momento in cui si sta discutendo di riforma della Carta costituzionale, noi sistematicamente assistiamo da parte di questo Governo e in modo particolare da parte degli ultimi tre Governi che hanno caratterizzato la storia politica di questo Paese, tre Governi non eletti e quindi non rappresentativi della volontà popolare, a una sorta di abuso da parte dello strumento del decreto-legge, quindi con una sostanziale sostituzione e ingerenza da parte del Governo in una funzione e in una competenza che per Costituzione spetta al Parlamento, ovvero la funzione normativa e la funzione legislativa.
  Ormai è diventata una prassi costante, una prassi ripetuta. Il decreto-legge, che per dettato costituzionale dovrebbe essere uno strumento eccezionale, sostenuto e supportato...

  PRESIDENTE. Onorevole Molteni, la prego di interrompersi. Riprenderemo quando i colleghi avranno deciso di fare silenzio. La prego di non proseguire nel suo intervento.
  Prego, onorevole Molteni.

  NICOLA MOLTENI. Sì, Presidente. Dicevo che ormai siamo all'abuso dello strumento del decreto-legge da parte del Governo. Ricordavo come il decreto-legge dovrebbe essere uno strumento eccezionale, caratterizzato dai principi di necessità e urgenza per affrontare un problema contingente ed emergenziale, portando il Governo ad intervenire immediatamente e chiedendo poi l'approvazione e la conversione del Parlamento nei successivi sessanta giorni. Ormai, il dettato normativo e la prassi normativa vengono sostanzialmente ribaltati. Ormai, non è più il Parlamento che, piaccia o non piaccia, rimane l'unico strumento elettivo e di democrazia diretta da parte dei cittadini, ma è il Governo, ripeto, un Governo che nessuno ha eletto, con dei Presidenti del Consiglio che nessuno ha eletto... E credo che questa lezione di democrazia ci venga proprio in questi giorni da quanto sta accadendo in Grecia, dove il popolo ha potuto decidere e ha potuto contribuire in maniera determinante a dettare la linea politica del Governo su un tema importante. Quindi, anche in questo decreto, come in tutti i decreti che sono stati finora approntati da parte del Governo, evidentemente vengono Pag. 30a mancare in maniera estremamente grave i presupposti spesso richiamati dai Presidenti della Repubblica, i presupposti di necessità ed urgenza.
  L'altro presupposto, elemento cardine del decreto-legge, è che il decreto-legge deve avere in sé una omogeneità di trattazione dei temi. E anche in questo decreto, Presidente – non parlerò del merito proprio perché la questione di costituzionalità non presuppone di potere entrare nel merito – vengono trattati temi che non sono assolutamente omogenei tra loro.

  PRESIDENTE. Onorevole Molteni, mi scusi. Onorevole Centemero, è impossibile parlare in queste condizioni.
  Prego, onorevole Molteni. Mi scusi ancora.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, è una barzelletta, francamente.
  Anche in questo decreto-legge viene a mancare il presupposto dell'omogeneità: decreto omogeneo con materie omogenee. Anche in questo decreto – che definisco non il «decreto Salva-crisi aziendali», ma per l'ennesima volta, il «decreto Salva banche in crisi» – si sommano materie e argomenti che tra loro non hanno alcun punto di connessione. Si parla di materia fallimentare, si parla delle procedure concorsuali, si parla di TAR, si parla di interventi in materia di giustizia amministrativa fallimentare, si parla di assunzione di duemila persone, si parla di temi di natura fiscale, si parla di crisi aziendale, si parla di tutto e di più. Non c’è sistematicità, non c’è omogeneità nella trattazione dei temi e non c’è soprattutto il requisito della necessità e dell'urgenza.
  Spiegatemi dove risiede il requisito della necessità e dell'urgenza, laddove dopo che in un precedente decreto il Governo aveva abolito alcuni TAR, ritenendoli inutili e superficiali, con questo decreto si vanno ad abrogare gli abrogati TAR.
  Emerge una grande confusione da parte del Governo, ma queste sono, ovviamente, valutazioni di natura politica che affronteremo nel merito del decreto quando lo discuteremo in Aula. Ma sostanzialmente per l'ennesima volta c’è l'ingerenza, da parte del Governo, rispetto alla volontà del Parlamento, un Parlamento che viene annichilito, un Parlamento che viene esautorato delle proprie potestà senza che nessuno dica niente. La sinistra è silente e accetta passivamente le volontà del Governo, volontà peraltro sbagliate e non condivise che non producono effetti positivi per il Paese e che, soprattutto, non producono effetti positivi per il sistema giustizia.
  Presidente, me lo lasci dire e me lo lasci dire in questo momento: quando pochi giorni fa abbiamo assistito all'ennesimo intervento della magistratura nello sviluppo economico di un'azienda – e mi riferisco a Fincantieri a Monfalcone, la cui vicenda, tra l'altro, in questi giorni sembra avere una parziale soluzione – io credo che il rapporto della giustizia rispetto allo sviluppo economico del Paese, rispetto alla crescita del nostro territorio e allo sviluppo economico delle nostre aziende, sia un tema assolutamente centrale che, ad esempio, in questo decreto non viene trattato.
  La giustizia rimane un malato profondamente grave nel nostro Paese e questo Governo, nemmeno con questo decreto e nemmeno con i disegni di legge che si stanno discutendo in Commissione in questi mesi, va ad affrontare e va a risolvere in maniera seria questo problema, soprattutto rispetto alla giustizia civile, visto che abbiamo dei problemi enormi, tanto sull'arretrato quanto sulla pendenza, quanto sull'eccessiva durata dei processi.
  Presidente, in poche parole vengono, per l'ennesima volta, violati quei principi costituzionali sacri e ci piacerebbe che una volta il Presidente della Repubblica esercitasse le funzioni che gli competono, esercitasse quelle funzioni che la Costituzione gli riconosce, riconoscendo la legittimità di un Parlamento rispetto a una costante e continua ingerenza e a un costante e continuo intervento a gamba tesa da parte del Governo nei confronti delle prerogative parlamentari. È giunto il momento che il Parlamento, una volta Pag. 31ogni tanto, alzi la propria testa e faccia sentire, forte e chiara, la propria voce rispetto alla salvaguardia di una propria autonomia e di una propria indipendenza. Spesso e volentieri parliamo dell'autonomia e dell'indipendenza della magistratura rispetto al potere normativo; rivendichiamo, ogni tanto e una volta di più, l'autonomia e l'indipendenza del Parlamento rispetto al Governo. Questo rischia di essere un Parlamento di schiavi, un Parlamento di schiavi rispetto a un Governo che spesso svolge male e frettolosamente le proprie funzioni e le proprie competenze.
  Credo che ci siano profili di illegittimità costituzionale, al di là del merito e della discutibilità dei presupposti della necessità che possono portare all'approvazione di questo decreto, che, ripeto, non affronta i problemi urgenti e necessari per lo sviluppo economico e relativi al rapporto tra economia, impresa e giustizia, che è un trittico assolutamente fondamentale per il rilancio del sistema economico del Paese. Insomma, per ridare dignità al funzionamento del sistema giustizia, che non funziona, io credo, nel merito, che questo decreto non solo non affronti e non risolva i problemi contingenti la cui soluzione è necessaria al Paese, ma soprattutto mancano quei presupposti di legittimità costituzionale che possono portare il Parlamento alla prosecuzione dell'esame di questo decreto-legge.
  L'arroganza e la supponenza di questo Governo non ha confini e oggi più che mai ne abbiamo la conferma. Questo è il motivo per cui noi chiediamo di approvare l'incostituzionalità di questo decreto, approvando e accettando, pertanto, la questione sollevata dal gruppo parlamentare della Lega Nord (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Molteni, e grazie anche per la pazienza nello svolgere il suo intervento.
  L'onorevole Bonafede ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 2.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Ci troviamo di fronte all'ennesimo decreto-legge che semplicemente è palesemente incostituzionale. Cosa vuol dire incostituzionale ? Vuol dire che abbiamo un atto normativo che è palesemente contrario rispetto a ciò che è stabilito nella Costituzione, cioè nella Carta fondamentale grazie alla quale tutti noi godiamo di diritti e per cui abbiamo dei doveri, quella Carta fondamentale che voi ricordate semplicemente quando dovete procedere al massacro della Costituzione.
  Ora, cosa succede quando una norma è incostituzionale ? Succede semplicemente che c’è un organo, che è chiamato Corte costituzionale, che sancisce l'incostituzionalità della norma. Voi più o meno dovreste ricordarvi di che cosa si tratta. La Corte costituzionale è quel gruppo, quel gruppetto di giudici che ha dichiarato incostituzionale una legge, che avevate approvato tutti, sulle pensioni, la Fornero, quell'organo che ha detto che quei soldi erano stati rubati ai pensionati, quell'organismo che, però, meriterebbe quanto meno il rispetto della sentenza, rispetto alla quale, invece, voi, dopo che avete rubato i soldi ai pensionati, nel momento in cui ne restituite una miseria, parlate di bonus, come se fosse anche un atto di generosità del Governo Renzi. Allora, quando un Governo e una classe politica è capace di stravolgere fino a tal punto la realtà, quando un furto di cui viene restituita soltanto una parte diventa bonus, allora è chiaro che è difficile poter dialogare sull'incostituzionalità, però siamo qui per assolvere ad un dovere, che è anche quello di difesa della Costituzione e, quindi, portiamo avanti questi argomenti, che sono fondamentali. Perché questo decreto-legge è incostituzionale ? Prima di tutto, perché è eterogeneo, tratta praticamente di tutto, le esecuzioni, i fallimenti, le provviste finanziarie delle imprese, ma è l'ultimo titolo che è particolarmente interessante in cui si parla della deducibilità di svalutazione e perdite sui crediti di enti creditizi, finanziarie e imprese di assicurazione – ci arriveremo meglio fra un po’ – in cui si parla di come collocare Pag. 32sostanzialmente il trattamento comunque degli ex dipendenti delle province; parliamo anche del rinvio delle pensioni dei magistrati oltre i settantadue anni e parliamo anche di quella che possiamo definire la controriforma della geografia giudiziaria. Spieghiamo fino a che punto può arrivare la cialtroneria di una classe politica, che è qui soltanto per fare i propri interessi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). L'anno scorso il Governo ad un certo punto si mette in mente che certe sezioni distaccate del TAR andavano soppresse. Il MoVimento 5 Stelle porta avanti una battaglia per cui non si poteva provvedere a quella soppressione perché non era giusto per garantire una qualità della giustizia, perché era comunque impossibile farlo, e il Governo, ovviamente testardo come sempre, procede; procede perché le opposizioni fanno ostruzionismo, procede perché il MoVimento 5 Stelle dice una cosa che assolutamente va contro il cambiamento che vuole il Governo Renzi. Ecco, a distanza di qualche mese, il Governo Renzi fa un decreto-legge per sopprimere le norme del precedente provvedimento, praticamente per dire che il MoVimento 5 Stelle aveva ragione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Siamo in un Paese in cui, con tutte le urgenze che ci sono, noi andiamo dietro a quattro incompetenti che si divertono a fare le norme e poi a stracciarle qualche mese dopo, quando capiscono che non erano applicabili. È incostituzionale perché, come al solito, c’è tutta una serie di norme che stabiliscono l'efficacia differita e, a tale riguardo, la Corte costituzionale, sempre quel gruppetto di giudici di cui parlavamo prima, ha chiarito che ciò non può essere affrontato in un decreto-legge, non ci può essere il differimento dell'efficacia, perché il decreto-legge dovrebbe essere emesso soltanto quando ci sono i requisiti di necessità e di urgenza. Che urgenza c’è se poi l'efficacia è differita nel tempo ? Per non parlare poi del fatto che vengono sostanzialmente introdotte delle fattispecie penali perché la bancarotta viene estesa, cosa di cui si può anche parlare, ma chiaramente non per decreto-legge, perché il punto è che la Costituzione prevede che di certe cose ne possa e ne debba parlare soltanto il Parlamento perché da ciò deriva la qualità della legge (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché, altrimenti, accade che stiamo a parlare, anzi state a parlare, per mesi della reintroduzione del falso in bilancio e si scopre che, due giorni dopo che è passato il falso in bilancio di Renzi, il sondaggista di Berlusconi che, con il falso in bilancio di Berlusconi si era beccato una condanna di otto anni, viene, con il falso in bilancio di Renzi, assolto improvvisamente.
  E poi tutti a stupirsi ! È chiaro, se le norme vengono fatte in questo modo, sono norme fatte male, che ledono i diritti dei cittadini. Ma andiamo avanti, perché qui la cialtroneria, Presidente, ha raggiunto dei livelli che non sarebbero ammissibili in nessuna impresa, in nessuna famiglia, anche quelle che riescono a gestirsi male. Cosa succede ? A gennaio, se non ricordo male – sì, a gennaio – viene istituita la commissione Rordorf. Cosa dovrebbe fare questa commissione ? Dovrebbe studiare una riforma della legge fallimentare: una cosa che può anche essere considerata giusta.
  Ma, attenzione, mentre la commissione sta ancora lavorando sulla riforma della legge fallimentare, il Governo viene fuori con un decreto-legge che modifica la legge fallimentare ! Praticamente, vi è un binario parallelo totalmente schizofrenico (ora arriveremo anche a chiarire perché vi è questo binario parallelo). Allora, chi critica questa legge sul fallimento ? Bonafede del MoVimento 5 Stelle, quel gruppo di gente che fa ostruzionismo ? Saremmo noi a combattere contro l'ennesima riforma utile, non si sa per chi ?
  Direi di no, perché ieri, in audizione, è arrivato a parlare con la Commissione giustizia Luciano Panzani, che è presidente della Corte di appello di Roma e che fa parte della commissione Rordorf, che dovrebbe studiare la riforma del diritto fallimentare. Che cosa ha detto ? Cito solo alcuni passaggi, che ritengo fondamentali: ve ne è uno, in particolare, in cui il Pag. 33presidente della Corte di appello di Roma ha chiarito che il fallimento è un concetto che è ormai antiquato, che deve essere superato, perché nel rischio imprenditoriale ci può stare anche che un'impresa entri in crisi.
  E, allora, lo Stato, in quel momento – ma non solo nell'interesse dello Stato, anche nell'interesse dei creditori – deve far sì che vi possa essere ancora una ristrutturazione, una seconda chance. Addirittura, la commissione Rordorf chiederà di cancellare la parola «fallimento». Queste norme, quello di cui discutiamo oggi, il decreto-legge, va in senso totalmente contrario. E dice il presidente della Corte di appello – lo ricordo, magari ogni tanto qualcuno pensasse che sono quelli del MoVimento 5 Stelle che fanno sempre ostruzionismo – che la norma inserita nel testo del decreto-legge, che non figurava nelle prime stesure, reca enorme danno alle prospettive di conservazione dell'impresa e muove, in sostanza, dall'idea che salvare un'impresa in difficoltà significhi pregiudicare quelle sane. È incredibile !

  PRESIDENTE. Concluda.

  ALFONSO BONAFEDE. Sì, Presidente, ho un minuto. Sottolineo anche il passaggio in cui sempre il presidente della Corte di appello di Roma stabilisce che ci sono gravi profili di illegittimità costituzionale, perché dice che la commissione Rordorf ha ritenuto di non poter prevedere proposte concorrenti sino a quando l'imprenditore sia in stato di crisi e non di insolvenza. Praticamente, cioè, il rischio è che, quando l'imprenditore è in crisi, i creditori e le banche vadano a divorare l'azienda in crisi.
  La commissione Rordorf ha stabilito che si deve cercare di salvaguardare quel momento; invece, con questo decreto-legge, vi è un rischio di profili di illegittimità costituzionale e di contrasto con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, perché l'imprenditore, fino a quando non è insolvente, non può essere espropriato dell'azienda e della libertà di iniziativa economica.
  Non lo sto dicendo io: fate un passo indietro, una volta ogni tanto, e capite che non potete continuare a massacrare cittadini e imprese. Ho finito, Presidente. Quando tratteremo nel merito questo decreto-legge, si scoprirà perché si è intervenuti a gamba tesa: semplicemente per fare gli ennesimi favori alle banche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  PRESIDENTE. Concluda.

  ALFONSO BONAFEDE. ...perché, all'interno del provvedimento, studiandolo, si scopre che, ancora una volta, gli unici a trarne giovamento sono le banche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. L'onorevole Paglia ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Scotto ed altri n. 3, di cui è cofirmatario.

  GIOVANNI PAGLIA. Grazie, Presidente. Non ci sarebbe, forse, bisogno di aggiungere moltissimo a quanto già detto dai colleghi, però proveremo a chiarire ulteriormente alcuni concetti. Il primo che dovrebbe colpire quest'Aula è che oggi, se non ricordo male, e se guardo correttamente il calendario, è il 7 luglio e, a quanto si sente dire, i lavori di Camera e Senato, sostanzialmente, si concluderanno al termine della prima settimana di agosto, al massimo alla seconda. Questo significa, di fatto, che questo decreto-legge, a differenza persino di quanto ordinariamente previsto nei tempi della discussione, cioè 60 giorni tra Camera e Senato, avrà 30 giorni per poter essere affrontato. Altrettanto deve essere chiaro a quest'Aula che stiamo parlando di un decreto di 24 articoli. Un decreto di 24 articoli, con 30 giorni per essere affrontato tra Camera e Senato, che verrà affrontato all'interno di Commissioni, come la Commissione giustizia (ma verranno coinvolte anche altre, perché è evidente che si tratta di un decreto multidisciplinare che coinvolge un ampio range di materie e anche di competenze, Pag. 34presenti all'interno di questo Parlamento), che sono già, peraltro, attualmente indaffarate, giustamente indaffarate, messe al lavoro anche su altri temi anche molto rilevanti.
  Ora, quindi, quello che ci dovremmo chiedere, prima di arrivare alla forma della costituzionalità di questo decreto, è se non ci sia anche una sostanza, se sia legittimo, credibile, possibile, costringere il Parlamento a lavorare e a ragionare in questi termini su materie – attenzione – di una certa complessità, perché nei 24 articoli, e qui veniamo al tema dell'eterogeneità di materia, troviamo un po’ di tutto. Troviamo il diritto fallimentare, in parte, troviamo il rapporto tra crediti incagliati e loro valutazioni e anche procedimenti esecutivi relativi; in qualche modo, ne abbiamo già discusso anche questa mattina in quest'Aula. Parliamo di un provvedimento molto significativo rispetto a quelli che possono essere i bilanci delle banche, parliamo poi di questioni, è già stato detto, che possono sembrare marginali, ma marginali non sono, che sono, invece, la presa d'atto di un fallimento di ipotesi messe in campo dal Governo, come il ripristino delle sezioni distaccate dai TAR. Anche qui dispiace che ciò avvenga dopo che un dibattito è già stato fatto su questo, dopo che tutte le motivazioni sono state già apportate in questo Parlamento senza sortire alcun effetto. Non lo scopriamo oggi che è irrazionale, portatore di disfunzioni, non di maggiore efficienza, l'abolizione di TAR come quello di Parma, ad esempio, o quello di Pescara, si produce inefficienza ed inefficacia nei procedimenti amministrativi giudiziari. Lo sapevamo quando fu approvata quella norma, lo sappiamo oggi e il Governo, all'ultimo momento, in un decreto che parla di tutt'altro, interviene anche su questo. Se voi andate a leggere il testo (io l'ho fatto, credo che l'abbia fatto qualcun altro qui dentro, come minimo l'ha fatto il Governo), colpiscono anche le norme che andiamo a mettere in campo, soprattutto quelle che hanno a che fare con il concordato preventivo, soprattutto quelle che hanno a che fare con il rapporto tra un'azienda in crisi e il sistema creditizio e il sistema generale dei creditori e il trattamento delle operazioni di ristrutturazione. L'impressione a leggere il decreto è che andiamo a mettere in campo soluzioni nuove, senza avere ben chiaro quale sarà l'impatto che produrranno sul sistema. Non lo sappiamo. D'altronde fu lo stesso quando venne introdotto, da un giorno all'altro, il concordato in bianco. Venne fatto, poi riformulato, riformulato, riformulato continuamente, perché non si era calcolato bene, per la fretta, l'impatto che avrebbe avuto sul sistema, tant’è che oggi siamo a modificarlo di nuovo, ma anche qui con norme che vengono guardate al buio. Per essere efficaci, per mettere una volta per tutte l'Italia nella condizione di avere un diritto fallimentare più aggiornato e più utile ai tempi, queste cose andrebbero prese con i tempi adatti a poter fare simulazioni, a poter avere un confronto, a poter avere la garanzia che si interviene una volta per tutte e si mette il sistema imprenditoriale italiano in condizioni di certezza del diritto, come viene detto tante volte, non di incertezza. Anche qui dentro, la differenza tra incertezze e rischio è ormai diventata uno dei mantra, una delle cose di cui si parla moltissimo, ma senza mai dare una soluzione.
  La stessa cosa vale per l'impatto che potrà avere sui bilanci bancari la previsione della deducibilità in un anno delle perdite sul credito. Cosa significa questo ? Quale impatto reale avrà sui bilanci degli istituti di credito italiani ?
  Noi abbiamo sentito per mesi e abbiamo dovuto leggere quotidianamente sulla stampa più o meno specializzata di questo Paese il Ministro dell'economia Padoan e il Governatore della Banca d'Italia Visco, a turno, discutere di crediti delle banche, di bad bank, di crediti deteriorati, continuamente, dicendo che avevano in campo ipotesi, soluzioni eccetera. Il Parlamento non ne ha mai potuto discutere, mai. Né la Commissione finanze né la Commissione bilancio di questo Parlamento hanno mai potuto interloquire con il Ministro od altri, anche solo per sapere Pag. 35tutte queste novità e tutto questo lavoro svolto in mesi a cosa dovessero portare.
  Poi improvvisamente ci troviamo qui con un decreto-legge da discutere in trenta giorni, che dovrebbe essere il portato di queste grandi riflessioni, anche in questo caso, però, senza che né la relazione tecnica né altro siano in grado di darci l'unico elemento che noi dovremmo essere in grado di valutare compiutamente: quale sarà l'impatto, sia sui bilanci che sul sistema fiscale italiano ? Ci sono pagine e pagine di simulazione all'interno del decreto-legge, volte a dimostrare che quel decreto-legge dovrebbe essere, in qualche modo, a costo zero, cioè si dovrebbero compensare la riforma del precedente regime della deducibilità e l'introduzione del nuovo. È vero questo ? Ci dobbiamo affidare ad alcune tabelle di difficile lettura ?
  Allora, quando discutiamo di costituzionalità, preventivamente discutiamo di questo. Discutiamo se c’è urgenza e non c’è urgenza. Nessuno può dire che tutte queste misure, forse utili – e sull'utilità discuteremo –, siano urgenti. È importante fare bene in questa materia una volta per tutte. Non è urgente, perché nessuno corre dietro a nessuno. L'urgenza non c’è, tant’è che alcuni provvedimenti – lo abbiamo scritto nella nostra questione pregiudiziale, li potete leggere, adesso non li sto a citare uno per uno – non hanno nemmeno l'immediata applicabilità. Nel momento stesso in cui vengono inseriti, già al loro interno prevedono la necessità di decreti applicativi, autorimandano la propria entrata in vigore in avanti di sessanta giorni. Come si fa a dichiarare che c’è urgenza in questo campo ? Ne va della capacità di questo Parlamento di avere un rapporto corretto con quella che è la norma primaria e fondamentale di questa Repubblica.
  Non c’è urgenza. Non c’è immediata necessità, questo è altrettanto evidente. Se lo prendiamo dal lato delle banche, nemmeno i loro bilanci hanno l'immediata necessità di questo. Non ce l'hanno, non ce l'hanno il 7 luglio. Potevano aspettare settembre e anche ottobre e forse si poteva anche diversificare il provvedimento.
  E non c’è l'omogeneità di materia per le ragioni che ho appena spiegato. In questo caso passiamo dall'intervento puntualissimo sui tribunali e sui TAR, fino ad arrivare a norme di carattere generale e procedimentale. In queste condizioni veramente quest'Aula vuole prendersi la responsabilità di costringerci a prendere una decisione in venti giorni, perché dieci vorremmo lasciarli veramente al Senato ? Dovrebbero interrogarsi su questo tutti i commissari della Commissione giustizia, che ora dovrebbero essere in grado di dirci: «Sì, in tutta coscienza in venti giorni siamo in grado di elaborare fino in fondo e di produrre un'istruttoria adeguata rispetto a un provvedimento di questa portata». Ma dovrebbe, poi, interrogarsi su questo l'intero Parlamento, perché loro avranno venti giorni, ma la responsabilità di approvare queste norme, poi, è di noi tutti.
  Io non vorrei – e per quello che ho letto mi sembra che il rischio sia molto forte – che per la fretta andremo a licenziare l'ennesimo provvedimento che avrà un articolo reale, quello sulla deducibilità in un anno dei crediti delle banche, e moltissime altre cose che, invece, dovranno essere probabilmente rimodificate tra qualche mese, perché, una volta applicate, dato che sono state fatte in fretta, si vedrà che avranno bisogno, per l'ennesima volta, di un ritocco. Voi ditemi se in materie importanti come il diritto fallimentare ci sono altri Paesi che ogni sei mesi o ogni anno votano e cambiano la legislazione e introducono nuovi ordinamenti e nuove procedure. Io credo di no.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, abbiamo di nuovo davanti a noi il solito rituale che accompagna gran parte dei decreti-legge di questo Governo, cioè la richiesta di una questione pregiudiziale di costituzionalità.
  Esiste una vecchia legge dell'economia, la legge di Gresham, secondo la quale la moneta cattiva scaccia dal mercato la Pag. 36moneta buona, e vorrei dire ai rappresentanti delle opposizioni che una inflazione di pregiudiziali di costituzionalità finisce con lo svalutare il senso di una pregiudiziale di incostituzionalità. Voglia il cielo che non si ponga mai davvero in quest'Aula un problema di costituzionalità di un decreto-legge del Governo, ma il giorno in cui questo avvenisse le grida dell'opposizione troverebbero uno scetticismo precostituito da parte della maggioranza, troppo abituata a veder ripetere sempre gli stessi argomenti con nessun elemento di convinzione nuovo che possa indurre a cambiare i propri giudizi.
  Allora, ritroviamo alcune cose che abbiamo sentito molte volte: Governo non legittimo e, come tale, non abilitato a fare i decreti-legge. No, signori miei, la pronuncia della Corte costituzionale in materia di legge elettorale non toglie alcuna legittimità a questo Parlamento e quindi a questo Governo, che è espressione di questo Parlamento, né può esserci un Governo delegittimato in un Parlamento pienamente legittimato.
  Le sentenze della Corte costituzionale si possono giudicare – anch'io ho le mie riserve – ma vanno lette tutte per intero, e non si può fare dire loro quello che non dicono, perché la Corte costituzionale non è un gruppetto di giudici che hanno un canale privilegiato con questo o quel gruppo che siede in questo Parlamento. È una istituzione che è al servizio di tutti gli italiani e deve godere del rispetto di tutti gli italiani, e deve essere al di sopra di tutte le controversie politiche, nelle quali si tenta di trascinarla indebitamente troppo spesso e, mi spiace, anche oggi.
  Mancherebbero i requisiti della necessità e dell'urgenza, ma mancano per davvero in questo caso, come in molti altri casi analoghi ? O non è vera piuttosto un'altra cosa; che la scarsa funzionalità del nostro sistema legislativo, a cui si tenta di porre rimedio adesso con la riforma costituzionale, fa in modo che divengano urgenti provvedimenti che in altri contesti avrebbero potuto tranquillamente aspettare il loro turno, se fossimo in grado di garantire tempi certi per la loro approvazione e norme che entrano in vigore ad una data differita ? Certo, se fai una riforma, all'interno di essa devi prevedere oggi quello che accadrà tra qualche tempo, per coordinare quello che accadrà tra qualche tempo con le norme che approvi immediatamente e che avranno un effetto immediato. Allora, questo tema della necessità e dell'urgenza non manca di un fumus veritatis cioè di un aspetto di verità, tuttavia potremmo valutarlo pienamente soltanto quando avremo, se mai avremo, un sistema legislativo ordinario che dia tempi certi e rapidi per l'approvazione dei provvedimenti che il Governo considera fondamentali per attuare il suo programma o per far fronte alle emergenze. Ma è poi vero che non c’è un'emergenza ?

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Mi consenta ancora un minuto, signor Presidente. Ma avete letto che le banche italiane hanno sofferenze per 193 miliardi di euro e avete visto come noi non siamo in grado di fare la bad bank che ha permesso di risolvere questi problemi in altri Paesi ? E perché non possiamo fare la bad bank ? Perché in Italia per recuperare il credito incagliato ci vogliono da quattro a otto anni, e il credito vale il 10-20 per cento del nominale; in Germania hanno fatto la bad bank perché il credito vale il 50, 60, 70, per cento del nominale e perché ? Perché il tempo di recupero del credito è di due-quattro anni. Allora provvedimenti quali quelli che intervengono sul diritto fallimentare per permettere che il valore del credito non venga totalmente distrutto in caso di fallimento sono provvedimenti urgenti per risanare il nostro sistema bancario e non è fare un favore alle banche, è fare un favore agli italiani perché, se crolla il sistema bancario, crolla l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

Pag. 37

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente. Ci troviamo a discutere la solita fase oramai routinaria sulla pregiudiziale di costituzionalità. In questo caso è utile ricordare ancora una volta che l'incostituzionalità dovrebbe riguardare l'intero provvedimento, non le singole norme pescate qua e là dal punto di vista della pregiudiziale parlamentare.
  Noi non stiamo facendo un giudizio di costituzionalità davanti alla Corte, stiamo facendo un'analisi generale del provvedimento.
  Dal punto di vista del provvedimento in generale, io credo che discutere l'omogeneità, questa volta, sia abbastanza strano, nel senso che la grandissima parte delle norme riguarda un tema specifico e unitario, che è quello delle ristrutturazioni aziendali, di come si gestiscono, di come si recuperano i beni e delle conseguenze di queste azioni sotto vari aspetti...

  PRESIDENTE. Onorevole Bernardo...

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Si parte con il concordato, si prosegue con le ristrutturazioni, poi con le norme sulle espropriazioni e, infine, anche con il trattamento fiscale di alcuni di questi aspetti. Quindi, discutere l'omogeneità del provvedimento, in questo caso, non mi sembra fondato.
  Anche i richiami alle norme differite, in realtà, sono poco corretti, perché una delle norme differite richiamate nella questione pregiudiziale e sollevate dalla Lega, in realtà, è una norma che diventa efficace immediatamente e viene citata perché perde efficacia successivamente, se non arriva un decreto-legge; l'altra norma richiede l'introduzione di un decreto-legge entro sessanta giorni, ma, se una disposizione è urgente, questo non vuol dire che non possa avere norme di attuazione.
  Quando la Corte costituzionale si è pronunciata sulle norme differite, ha detto una cosa diversa: non si può rinviare una disciplina, se poi bisogna fare una riforma organica nel frattempo e, in quel caso, l'utilizzo del decreto-legge è fuori luogo. Quindi, entrambi gli argomenti, dal mio punto di vista, non sono corretti.
  Nel merito, ho sentito dire moltissime cose sul fatto che non c’è l'urgenza. Ora, in Italia, se c’è un'urgenza è quella della disponibilità del credito – tutti lo dicono, anche tutti i partiti che sono intervenuti – e un grandissimo problema nella disponibilità di credito alle aziende nasce dal fatto che tutte le banche, gli istituti finanziari e i potenziali investitori che vogliono mettere fondi a disposizione delle imprese si trovano di fronte a un sistema normativo che non consente le ristrutturazioni. Le ristrutturazioni che non funzionano sono il più grande blocco all'arrivo di capitali diversi da quelli bancari. Le banche ormai i soldi ce li hanno messi; capitali diversi dalle banche, soprattutto internazionali, non arrivano, perché le nostre norme sulle ristrutturazioni non funzionano.
  Quindi, è urgente eccome, questo tipo di intervento. Le banche non c'entrano nulla, qui si tratta di tutelare aziende in crisi che hanno bisogno di capitali di corsa; penso alla proposta di concordato preventivo concorrente, che consentirà, appunto, a investitori e a chi voglia intervenire in un'azienda in crisi di arrivare e fare una proposta, senza essere troppo condizionato anche dalle eventuali tattiche dell'imprenditore che ha portato l'azienda alla crisi.
  Quindi, si tratta di provvedimenti che sono urgenti; sono urgenti per portare fondi alle imprese e per tutelare anche i livelli occupazionali che tutti qui dicono di voler tutelare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bazoli. Ne ha facoltà.

  ALFREDO BAZOLI. Grazie, Presidente, come hanno detto tutti coloro che mi hanno preceduto, questa è una discussione che arriva puntuale, sempre un po’ uguale a se stessa tutte le volte che ci troviamo a discutere sulla conversione di un decreto-legge. Il Governo presenta un decreto-legge, arriva in Aula per la conversione subito dopo e, puntualmente, arriva l'eccezione pregiudiziale di costituzionalità, che si avvale sempre, più o meno, degli Pag. 38stessi argomenti. Il che ci consente, intanto, di fare un'osservazione di natura più generale, che in qualche modo ha fatto, prima di me, anche il collega Buttiglione, e cioè che questo uso continuo, massiccio della decretazione d'urgenza da parte dei Governi, di tutti i Governi, di qualunque natura, di qualunque colore, che si sono succeduti in questi ultimi anni alla guida del Paese, ci segnala, forse, che c’è un'anomalia, un difetto, un problema nel nostro sistema legislativo, nella nostra architettura istituzionale, che consiste nel fatto che, in realtà, il Governo non ha strumenti per garantire in tempi ragionevoli e sufficientemente brevi l'attuazione del proprio indirizzo politico, l'attuazione del proprio programma e per questo, siccome non esistono strumenti, ricorre molto spesso, forse troppo spesso, a questo strumento della decretazione d'urgenza.
  Lo dico perché questa è una ragione delle ragioni più forti e più evidenti della necessità di un ammodernamento della nostra architettura istituzionale, del nostro sistema legislativo, che è quello proprio che stiamo cercando di fare con la riforma costituzionale, che anche su questo punto specifico prevede un'innovazione profonda, che consentirà, da un lato, ai Governi, di attuare il loro indirizzo politico attraverso le «leggi a data certa» e, dall'altro, introdurrà in Costituzione i principi posti dalla legge n. 400 del 1988, che vengono sempre richiamati per rendere più morigerato l'utilizzo della decretazione d'urgenza.
  Lo dico perché forse le opposizioni, più che continuare a reiterare le questioni pregiudiziali di incostituzionalità, che sono poco efficaci e poco utili, potrebbero, invece, aiutarci, in maniera più costruttiva, a portare a termine il processo di riforma costituzionale, che sanerà alla radice questo problema. Quindi, forse questo potrebbe essere un approccio più utile al problema e alle questioni che non, invece, un approccio strumentale, come spesso accade.
  Detto questo, per venire al merito della questione sollevata, i temi sono sempre gli stessi due: l'eterogeneità delle materie e la mancanza d'urgenza del provvedimento. Sull'eterogeneità, come è già stato detto prima da qualcuno che mi ha anticipato, in realtà è vero che le materie sono diverse, ma tutte concorrono a un obiettivo, che è quello di garantire meglio la tutela del credito e la tutela dell'accesso al credito, sia delle imprese in crisi, attraverso una riforma puntuale del diritto concorsuale, sia delle imprese non in crisi, attraverso un accesso migliore al credito e con una serie di interventi puntuali. Questo ci dice che, in realtà, le materie sono diverse, ma concorrono tutte allo stesso fine per cui c’è un'omogeneità del provvedimento.
  Sotto il profilo dell'urgenza, a me pare che – è stato già detto anche questo, ma lo voglio ribadire – oggi la tutela dell'accesso al credito rappresenti una vera emergenza, se vogliamo far uscire il Paese dalle condizioni di crisi in cui si trova. Anche gli indici e le norme che sono state citate nelle eccezioni di costituzionalità presentate in realtà dicono tutt'altro, sotto questo profilo, cioè dicono che la stragrande maggioranza delle norme di questo decreto entrerà in vigore nel momento stesso dell'approvazione del decreto o della conversione del decreto in legge.
  Per queste ragioni, che ritengo fondate, robuste e ragionevoli, il nostro gruppo voterà contro le eccezioni presentate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali Molteni ed altri n. 1, Bonafede ed altri n. 2 e Scotto ed altri n. 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevole Lauricella, noi l'attendiamo naturalmente. Forse ha inserito il bancomat anziché la tessera... Piepoli, Toninelli.Pag. 39
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  395   
   Votanti  394   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato  149    
    Hanno votato no  245.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Zan e Pilozzi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 344-359-1009-1073 – D'iniziativa dei senatori: De Poli; Ranucci; Padua ed altri; Zanoni: Disposizioni in materia di diagnosi, cura e abilitazione delle persone con disturbi dello spettro autistico e di assistenza alle famiglie (Approvata, in un testo unificato, dalla 12a Commissione permanente del Senato) (A.C. 2985-A); e delle abbinate proposte di legge: Biondelli ed altri; Faraone ed altri; Argentin ed altri; Calabrò ed altri (A.C. 143-1167-2288-2819) (ore 13,15).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge, già approvata, in un testo unificato, dalla 12a Commissione permanente del Senato, n. 2985-A, d'iniziativa dei senatori: De Poli; Ranucci; Padua ed altri; Zanoni: Disposizioni in materia di diagnosi, cura e abilitazione delle persone con disturbi dello spettro autistico e di assistenza alle famiglie; e delle abbinate proposte di legge Biondelli ed altri; Faraone ed altri; Argentin ed altri; Calabrò ed altri, nn. 143, 1167, 2288 e 2819.
  Ricordo che nella seduta del 6 luglio 2015 si è conclusa la discussione sulle linee generali e la relatrice e il rappresentante del Governo sono intervenuti in sede di replica.

(Esame degli articoli – A.C. 2985-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge e degli emendamenti ad presentati.
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 2985-A), che sono in distribuzione.
  Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
  A tal fine il gruppo Movimento 5 Stelle e il gruppo Misto per la componente politica Alternativa Libera sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 2985-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2985-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLA BINETTI, Relatrice. Signor Presidente, il parere è contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 1.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Grillo 1.7.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 40Grillo 1.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marzana, Ferraresi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  391   
   Votanti  374   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato  134    
    Hanno votato no  240.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Franco Bordo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 1.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capelli, Patriarca, Galperti, Matarrelli, Simone Valente...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  392   
   Votanti  390   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  147    
    Hanno votato no  243.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantero 1.10, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi, Bolognesi, Gadda...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  401   
   Votanti  397   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  148    
    Hanno votato no  249.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Zaratti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 1.6, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Gregori, Biancofiore, Zan.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  403   
   Votanti  401   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  150    
    Hanno votato no  251.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 1.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sibilia.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  396   
   Votanti  393   Pag. 41
   Astenuti    3   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  144    
    Hanno votato no  249.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Placido ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bechis 1.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Librandi, Simoni, Paola Bragantini, Gasparini, Paola Bragantini, Marzana.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  405   
   Votanti  403   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  154    
    Hanno votato no  249.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Rampi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Romano, Patriarca. Provi a votare, onorevole Romano. Giancarlo Giorgetti. Si dia assistenza all'onorevole Romano, che non riesce a votare.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  406   
   Votanti  321   
   Astenuti   85   
   Maggioranza  161   
    Hanno votato  319    
    Hanno votato no    2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 2985-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2985-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLA BINETTI, Relatrice. Signor Presidente, su tutti gli emendamenti presentati sull'articolo 2 il parere è contrario.

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Nicchi 2.1.
  Nessun chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 2.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi, D'Alessandro. Pilozzi non riesce a votare.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  406   
   Votanti  402   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  154    
    Hanno votato no  248.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 42

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 2.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sani, Grillo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  406   
   Votanti  404   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  154    
    Hanno votato no  250.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baroni 2.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  398   
   Votanti  392   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  151    
    Hanno votato no  241.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Vazio e Cassano hanno segnalato che non sono riusciti a votare contro).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Grillo 2.6, sul quale vi è il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Grazie Presidente, intervengo giusto per chiarire un attimo il nostro atteggiamento nei confronti delle proposte emendative da noi presentate. In Commissione noi abbiamo presentato all'incirca 85 proposte emendative, per cercare di dare sostanza a questo che è stato definito solo un semplice – anzi, niente «semplice»- manifesto programmatico.
  Avremmo voluto fare qualcosa di più concreto e qualcosa di più pratico. Abbiamo cercato di inserire il lato del sociale, per cercare di aiutare le persone affette da disturbi dello spettro autistico. Abbiamo cercato di inserire qualcosa di più pratico e programmatico, che non sia solo e soltanto una teoria, un qualcosa che, appunto, sia semplicemente un manifesto. Lo abbiamo fatto con tutti gli emendamenti. Purtroppo tutti gli emendamenti, ad eccezione di uno – per il quale poi avrò il tempo di ringraziare la relatrice – sono stati bocciati, spesso senza neanche una spiegazione, se non per dire: non si possono fare, non si può andare avanti a parlare solo di una singola patologia. Peccato che poi chi ce lo ha detto è stato chi ha presentato le proposte di legge per la singola patologia !
  Quindi al di là dell'incoerenza noi siamo veramente, purtroppo, bloccati in questa burocrazia e in questo atteggiamento il più delle volte quasi schizofrenico da parte dei partiti, perché non sappiamo più cosa fare. Da un lato non si possono presentare proposte di legge per una singola malattia, però poi le si propongono. Poi chi le propone dice: no, non va bene così, non andiamo nel particolare, non cerchiamo di affrontare i problemi, facciamo solo un manifesto.
  Noi non facciamo altro che il nostro dovere di deputati, in ogni caso sentiamo le associazioni, cerchiamo di raccogliere informazioni, proponiamo gli emendamenti per cercare di migliorarli, tutti emendamenti bocciati, senza spesso neanche una spiegazione. Li stiamo riproponendo Pag. 43in Aula e purtroppo ci mettete sempre, sempre, nella stessa condizione, che non possiamo dire di no ad una proposta di legge, perché almeno il manifesto programmatico a questo punto si deve fare, però nello stesso momento non si risolve mai un problema seriamente e stiamo continuando così: questa è una letterale perdita di tempo e continuiamo in questo modo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.

  DONATA LENZI. Grazie Presidente, credo che il dialogo sia importante e che si debba mantenere un'interlocuzione.
  Per i colleghi che ascoltano per la prima volta questa proposte di legge, il testo che vi trovate di fronte è stato approvato dal Senato della Repubblica all'unanimità. Noi abbiamo solo aggiunto, riconoscendo e anche rispettando le interlocuzione fra le due Camere e il lavoro che era stato fatto dall'altra Camera, un rafforzamento con due articoli aggiuntivi: uno sull'obbligatorietà nei confronti di tutte le regioni di quanto qui è previsto a favore dei cittadini colpiti da malattie che rientrano nello spettro autistico e un articolo sulla ricerca. È ovvio, come altre volte succede, che una Camera vorrebbe intervenire di più e avere la primogenitura nei confronti di una proposta di legge, ma io credo che questo vada superato nel nome e nell'interesse di quello che stiamo facendo: una buona legge quadro che permette e vuole dare garanzie unanimi in interventi sanitari e sociali, dalle Alpi alla Sicilia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lorefice. Ne ha facoltà, per un minuto.

  MARIALUCIA LOREFICE. Grazie Presidente. Abbiamo già avuto modo ieri di dire che di questa proposta di legge non siamo assolutamente contenti, perché voi l'avete, appunto, definita come un manifesto programmatico. Questa legge è assolutamente inutile: semplicemente la maggioranza di questo Parlamento se ne sta servendo per dire che esiste una legge sull'autismo e per dare, per così dire, il contentino a chi l'aspetta da tanti anni.
  Sempre questa maggioranza ci ha detto che le associazioni e i genitori sono contenti di questo disegno di legge, probabilmente forse contatti che hanno loro gli permettono di dire questo perché tutte le associazioni e tutti i comitati di genitori che noi abbiamo incontrato non sono assolutamente contenti di questa proposta di legge. Loro che cosa fanno ? Semplicemente delegano alle regioni di fare quello che questo Parlamento avrebbe dovuto fare. Le regioni, lo ribadiamo, non saranno mai in grado di applicare questa proposta di legge perché non avete stanziato nemmeno una lira per poterlo... (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lorefice. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 2.6, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rabino, Placido...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  402   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  154    
    Hanno votato no  248.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lorefice 2.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 44

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  386   
   Votanti  384   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato  149    
    Hanno votato no  235.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Buttiglione...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  406   
   Votanti  311   
   Astenuti   95   
   Maggioranza  156   
    Hanno votato  301    
    Hanno votato no   10.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Mi rivolgo alla relatrice e al Governo, il parere contrario presumo è anche sull'articolo aggiuntivo ? Bene.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Bechis 2.01, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carloni, Patriarca, Borghi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  405   
   Votanti  328   
   Astenuti   77   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato   85    
    Hanno votato no  243.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita a votare a favore).

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 2985-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2985-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLA BINETTI, Relatrice. Signor Presidente, il parere è contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 3.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bechis 3.19, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Paola Bragantini, Rampi, Mazziotti Di Celso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  330   
   Astenuti   74   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato   83    
    Hanno votato no  247.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

Pag. 45

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Mantero 3.24.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lorefice. Ne ha facoltà.

  MARIALUCIA LOREFICE. Signor Presidente, noi qui semplicemente chiediamo di togliere all'articolo 3, comma 1, la prima parte, che dice: nel rispetto degli equilibri programmati di finanza.
  Perché ? Perché appunto questo provvedimento pretende di essere applicato senza che venga stanziato nemmeno un euro. Quindi, noi ci chiediamo come si possa pensare di applicare una legge se non vengono stanziati dei soldi. Ma c’è di più, perché, proprio per evitare che venissero approvati tanti dei nostri emendamenti con i quali noi proponiamo anche di rimpinguare un fondo già esistente – lo abbiamo fatto con due emendamenti, uno con 100 milioni di euro e l'altro con 50 milioni – cosa hanno fatto ? Addirittura nel DEF hanno previsto lo stanziamento di zero euro per affrontare il provvedimento sull'autismo.
  Quindi, noi semplicemente chiediamo questo: di togliere la parte nella quale si prevede che non deve essere stanziato nemmeno un euro, perché è giusto che una proposta di legge, per essere tale e per poter essere davvero applicata abbia a disposizione quelle risorse che sono fondamentali per poterla applicare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Signor Presidente, è ovvio che la nostra visione politica non si incastra e non va in accordo con la visione politica dei nostri colleghi del PD, in quanto riteniamo che questo provvedimento sia effettivamente una scatola vuota. Le prassi già in uso sono fondamentalmente identiche a quelle descritte nella proposta di legge e quindi praticamente stiamo facendo un'operazione di marketing. In questa operazione di marketing si prevede che non venga stanziato nemmeno un euro e si chiede di nuovo il mantenimento del pareggio di bilancio, cioè parole, parole e parole, ma sostanzialmente nessuna presa in carico se la presa in carico prevede uno stanziamento di denaro.
  Per quanto riguarda la disabilità e l'autismo, in particolare, che è devastante, lo stanziamento di soldi è una delle condizioni minime e fondamentali per poter parlare di questo argomento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Grazie, Presidente. Per chi non è nella Commissione Affari sociali, qui stiamo parlando dei disturbi dello spettro autistico. Ora spiegatemi – perché voi dite che è il MoVimento 5 Stelle che dice baggianate – che senso ha andare a disciplinare e fare una legge sui disturbi dello spettro autistico e quindi andare a parlare dell'aspetto sanitario – avevamo anche cercato di parlare dell'aspetto sociale, ma ce lo avete impedito – senza prevedere un euro ? Che senso ha ? Possiamo affermare tutti che questa legge è inutile ? Perché è vero che le associazioni ve lo stanno chiedendo, ma non vi hanno chiesto queste due paginette, vi hanno chiesto di cercare di rispettare e di tutelare i loro diritti, che voi non state rispettando. Questa è la conclusione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantero 3.24, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 46
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  398   
   Votanti  393   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  150    
    Hanno votato no  243.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Placido, Pellegrino e Marcon hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Baroni 3.25.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Signor Presidente, uno dei grandi e dei grandissimi fallimenti della sinistra e del centro-sinistra italiano è la mancata attuazione della legge n. 328 del 2000. La legge n. 328 del 2000 prevedeva – e prevede tuttora – una vera e propria presa in carico da parte delle ASL, degli SM e degli enti locali che si occupano di assistenza e di sanità, per quanto riguarda tutta l'area delle diagnosi e delle disabilità.
  Fondamentalmente, gli enti che già lavorano e che lavorano bene fanno quanto gli viene richiesto dalla legge, ovvero costituiscono un progetto diagnostico e terapeutico individualizzato che prevede alcuni step e questi step vengono monitorati dal pubblico anche quando fondamentalmente la cura e l'assistenza viene poi delegata alle cooperative.
  Si tratta delle famose cooperative che poi, fondamentalmente, devono fare un lavoro che, almeno ancora in Italia, è in capo alla responsabilità pubblica, ovvero in caso di mancata erogazione di un servizio di assistenza ne risponde, in solido, in toto, il direttore generale di quella ASL che non eroga quel particolare servizio di assistenza socio-sanitaria e socio-assistenziale.
  Essendo questi dei diritti esigibili, essendo questi tipi di diritti legati proprio all'esigibilità del diritto, noi chiediamo che venga specificata la legge n. 328 del 2000, dal momento che non è mai stata attuata in maniera corretta e il Governo non ha mai vigilato affinché l'attuazione di questa legge-quadro fosse effettuata in maniera corretta.
  Notiamo che c’è la moda, negli ultimi anni e, in particolare, in questa legislatura, di non citare mai una legge della Stato, una legge fondamentale, una legge importantissima per tutti i disabili italiani, una legge che permette di pretendere da parte del pubblico ufficiale, nell'esercizio delle sue funzioni, ovvero un direttore generale o un primario, che un determinato servizio sociale o socio-sanitario venga erogato.
  Quindi, noi chiediamo che semplicemente questo tipo di specificazione venga introdotto all'interno del provvedimento, ovvero l'articolo 14 della legge 8 novembre 2000, n. 328. Ringrazio e chiediamo la votazione di questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baroni 3.25, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Blazina, Gadda, Paola Bragantini, Giuliani. Altri che non riescono a votare ? Sgambato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  399   
   Votanti  394   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato  151    
    Hanno votato no  243.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Malpezzi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Pag. 47

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Vita 3.26.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Grazie, Presidente. Noi qui chiediamo di aggiungere e di allargare il riferimento normativo, perché di leggi buone questo Stato ne ha fatte. Il problema è che poi o se ne dimentica o non vengono applicate.
  Noi all'interno di questo provvedimento vorremmo inserire anche la legge n. 170 del 2010, in quanto questa legge reca norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico. In particolare, la legge n. 170 del 2010 ha le seguenti finalità: garantire il diritto all'istruzione; favorire il successo scolastico, anche attraverso misure didattiche di supporto; garantire una formazione adeguata e promuovere lo sviluppo delle potenzialità; ridurre i disagi relazionali ed emozionali; adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle necessità formative degli studenti; preparare gli insegnanti e sensibilizzare i genitori; favorire la diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi; incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari durante il percorso di istruzione e di formazione; assicurare eguali opportunità di sviluppo alle capacità in ambito sociale e professionale.
  I bambini affetti da disturbi dello spettro autistico a scuola ci vanno. Lo so che noi in questo provvedimento non l'abbiamo previsto, però a scuola ci vanno. Una legge che potrebbe aiutare a disciplinare e a cercare di affiancare le famiglie, esiste, l'avete fatta voi. Perché non inserirla neanche come riferimento normativo ? Una risposta è grata.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 3.26, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? Vazio.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  408   
   Votanti  407   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  160    
    Hanno votato no  247.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Grillo 3.27.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. L'annosa questione dei LEA, dell'inserimento nei livelli essenziali di assistenza, del mancato aggiornamento, le promesse del Ministro Lorenzin del 2013, la promessa poi rinnovata nel 2014, però se non siamo in grado di erogare i nuovi LEA, se la Conferenza Stato-regioni non è capace di arrivare a un punto, perché fondamentalmente i vostri politici regionali, adesso anche grazie ai vostri tagli di 2,4 miliardi di euro rispetto a delle prestazioni che sono state inserite nei livelli essenziali di assistenza, che quindi il cittadino ha diritto di richiedere, anche in questo caso troviamo quello che ormai è diventato il vero inganno, Presidente, il grandissimo inganno, cioè inserire in provvedimenti di legge una malattia, una diagnosi, nei LEA, chiedere l'inserimento nei LEA. Ricordiamo che Balduzzi ha inserito nei LEA la cura del gioco d'azzardo patologico in Italia nel 2012, ci ritroviamo nel 2015. Secondo lei, un giocatore d'azzardo patologico, Presidente, se va in una ASL o in un Sert ha diritto a richiedere la cura di questa malattia, che queste politiche liberiste hanno creato ? Secondo lei, riuscirà ad ottenere la presa in carico e la cura ? No, Presidente, per cui anche in questo caso siamo di fronte – mi perdoni il termine – all'ennesima «supercazzola» sanitaria di questo Governo, per cui inseriamo nei LEA un'altra patologia, affermando Pag. 48magari pubblicamente che abbiamo adempiuto alla cura e alla presa in carico. Con questo emendamento noi chiediamo semplicemente che venga inserito un termine di tempo rispetto a quanto detto in questo provvedimento. Per cui è inutile fare provvedimenti, se non inseriamo dei termini, non facciamo fiato sul collo alla Conferenza Stato-regioni, ai politici, ai vostri politici di riferimento, ai tecnici che devono portare a compimento questo tipo di politiche a favore del cittadino, del cittadino disabile, del cittadino malato. Qua le uniche cose che non si tagliano sono gli stipendi dei parlamentari, oppure si tagliano in misure incredibilmente basse, magari del 5 per cento, quando qua dentro la maggior parte delle persone prende venti volte lo stipendio medio di un italiano e magari usufruisce anche dei rimborsi della sanità integrativa qui alla Camera, bypassando qualsiasi tipo di problematica nel momento in cui si sente male. Però, se ne frega costantemente dei diritti del cittadino, se ne frega di dare attuazione alla Costituzione, se ne frega di dare attuazione alle leggi che sono state fatte anche dieci anni fa, perché noi qua non utilizziamo in maniera propria l'Esecutivo, facciamo fare le leggi all'Esecutivo, invece di chiedere all'Esecutivo di prendere a calci anche gli stessi dirigenti che avete messo voi là e che non fanno il loro lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 3.27, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ruocco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  411   
   Votanti  407   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
 151    
    Hanno votato
no  256).    

  (Il deputato Magorno ha segnalato che non è riuscito a votare contro).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 3.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  403   
   Votanti  401   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  156    
    Hanno votato no  245.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 3.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione (Commenti della deputata Silvia Giordano). Colleghi, scusate, revoco l'indizione della votazione. Ho saltato l'emendamento Nicchi 3.5. Grazie anche per l'aiuto, onorevole Giordano.
  Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Nicchi 3.5.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Grazie, Presidente, anche perché questo emendamento è identico all'emendamento 3.28 a mia prima firma. È solo per ribadire il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lorefice. Ne ha facoltà.

Pag. 49

  MARIALUCIA LOREFICE. Presidente, solo per spiegare brevemente questo emendamento. È un emendamento molto semplice, che non modifica assolutamente l'impianto della legge. Al comma 2 dell'articolo 3 si stabilisce che le regioni possono individuare centri di riferimento con compiti di coordinamento dei servizi nell'ambito della rete sanitaria regionale e delle province autonome. Noi cosa chiediamo ? Chiediamo, semplicemente, di sostituire le parole «possono individuare» con il termine «individuano», perché questi centri hanno un ruolo molto importante.
  Nel momento in cui lasciamo libertà alle regioni di fare quello che vogliono, vuole dire che questi centri si distribuiranno a macchia di leopardo. Invece, noi chiediamo che tutte le regioni debbano occuparsi di questi centri. Quindi, semplicemente, noi questo diciamo: di sostituire le parole «possono individuare» con «individuano», perché i centri di riferimento hanno un ruolo molto importante sul territorio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. È solo per fare presente, visto che non parliamo di soldi, che, in riferimento a eventuali emendamenti di buonsenso che in quest'Aula non dovessero passare, la scusa che il provvedimento non deve cambiare perché, altrimenti, ritorna al Senato, non vi è, non vale, perché è già stato cambiato in Commissione, e quindi ritorna comunque al Senato.
  Per cui, se vi è qualcuno che, magari, deve continuare a lavorare per vedere se il provvedimento può essere migliorato, al momento è qui ed è in Aula, e lo preghiamo, eventualmente, di vedere se vi sono emendamenti che possono migliorare, anche se di poco, questo provvedimento, perché quella scusa non vale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 3.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  400   
   Votanti  397   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  145    
    Hanno votato no  252.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Placido ha segnalato che non è riuscito a votare a favore).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 3.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Agostino, Marroni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  408   
   Votanti  406   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  153    
    Hanno votato no  253.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Nicchi 3.9 e Silvia Giordano 3.70. Se nessuno chiede di intervenire...ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà. Vi prego soltanto di segnalarlo un pochino prima.

Pag. 50

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Pensavo che intervenisse in prima battuta la mia collega Silvia Giordano, visto che l'emendamento è a sua prima firma. Con questo emendamento, noi chiediamo semplicemente che vengano aggiunte le parole: «implementano l'assistenza domiciliare integrata e l'accesso alle prestazioni socio-sanitarie e riabilitative, stabiliscono percorsi diagnostici». È un emendamento identico di due gruppi parlamentari diversi, è un emendamento di buon senso e serve a specificare una linea guida, dato che è un provvedimento che fondamentalmente ribadisce, per legge, delle linee guida che dovrebbero essere già seguite. A questo punto, visto che stiamo facendo una rivoluzione culturale, spieghiamo che in termini di legge, nel frattempo, le prese in carico, le cure, le terapie, sono cambiate, negli ultime 20 anni e si chiamano magari con parole diverse come presa in carico di tipo multifattoriale ed integrata soprattutto.
  Questo è un emendamento per noi molto importante, perché ribadisce anche l'assistenza domiciliare. Presidente, su questo, provo a richiamare la sua attenzione: lei non so se conosce lo scandalo delle residenze sanitarie assistite in Italia. Le resistenze sanitarie assistite sono una macchina idrovora di soldi, storicamente in Italia del privato accreditato, in cui anche ci sono grandi questioni anche per quanto riguarda «Mafia capitale 3», la prossima ondata che arriverà da parte della procura di Roma. Ci sono grandissime questioni sulle battaglie di tantissime associazioni che chiedono l'assistenza domiciliare indiretta. L'assistenza domiciliare indiretta prevede dei piani, prevede una presa in carico multipla, allargata alla comunità, ai familiari, agli operatori storicamente deboli della sanità di cui non si può fare a meno, di cui la classe medica, la classe forte, quella che fa gli atti medici, ma che vede un malato sostanzialmente meno di due ore ogni due settimane, non può fare a meno. Parliamo di un'assistenza continuativa del disabile e del malato. Parliamo di malattie croniche neurodegenerative ad altri incidenza sul livello di felicità della famiglia e parliamo di milioni, di miliardi, di euro che vengono dati dalle regioni e delle sanità regionali alle residenze sanitarie assistite.
  Questo è un modo per ribadire anche concettualmente, simbolicamente, che dobbiamo cambiare direzione. Questa direzione si cambia nelle sedi delle ASL quando si fanno i progetti, si chiedano gli operatori, si chiedono i curricula, si fanno i contratti per questi operatori, si chiede il consenso dei disabili oppure si fanno fare i contratti direttamente al disabile e si dà loro il rimborso di quanto viene speso. Quindi, questo emendamento è fondamentale. La sanitarizzazione, l'ospedalizzazione, la centralizzazione della disabilità, del dolore e delle cronicità, è uno dei più grandi scandali del nostro sistema sanitario nazionale, dove abbiamo persone come Angelucci, il re delle cliniche laziali che è talmente forte e potente che si permette per una biografia su Wikipedia di citare Wikipedia per cento milioni di euro di danni relativamente a quello che c’è scritto su Wikipedia. Allora stiamo parlando veramente di un buco mostruoso di portatori di interesse e di organizzazione simil-mafiose dei colletti bianchi che va stroncata con un provvedimento, a partire anche da questo tipo di politiche, a partire anche da questo tipo di parole che dobbiamo iniziare a cambiare. Quindi, assistenza integrata domiciliare, possibilmente indiretta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marazziti. Ne ha facoltà.

  MARIO MARAZZITI. Grazie, Presidente. Temi così importanti come l'assistenza domiciliare e il cambiamento di mentalità rispetto al...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Marazziti, onorevole Raciti ? Sta parlando l'onorevole Marazziti.

  MARIO MARAZZITI. Dicevo, che temi così importanti come il cambiamento di Pag. 51mentalità e l'inversione del modello di assistenza agli anziani e ai disabili, privilegiando l'assistenza domiciliare, meriterebbero più di un emendamento.
  Sicuramente questa Camera dovrà seriamente pensare a questo tema, ma nel caso specifico mi asterrò perché ritengo che l'intenzione di questo emendamento sia positiva.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Intervengo perché con questo emendamento – e poi ne seguiranno altri durante questa discussione – si introduce giustamente una priorità, che manca totalmente, o comunque il testo non dà il dovuto risalto ad una scelta che è di fondo e che per noi è una chiave di valutazione fondamentale. Noi pensiamo che si debba dare priorità a percorsi di personalizzazione e di assistenza che abbiano la capacità di prefigurare scelte che mantengano chi è colpito da questo disagio grave all'interno della vita e delle relazioni familiari. Pensiamo che in questo caso si debba riproporre la priorità della assistenza domiciliare integrata, nell'ambito di una scelta di fondo, di taglio, di impostazione che punti alla vita indipendente più che alla istituzionalizzazione.
  È un punto fondamentale di scelta, che ritornerà in molti degli emendamenti che noi, anche come gruppo, insieme ad altri, abbiamo presentato. Questo testo – ahimè ! – non dà, alla fine, il risalto necessario a questa impostazione. Per questo – ieri abbiamo discusso a lungo e discuteremo – questi emendamenti sono di particolare importanza. Non costano, ma sono di impostazione e, quindi, registriamo una non necessaria, una non dovuta, non sufficiente sensibilizzazione da parte della maggioranza a questa scelta di campo.

  PAOLA BINETTI, Relatrice. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI, Relatrice. Intervengo in chiusura di questa mattinata, soltanto per dire due parole molto semplici. La prima è che il provvedimento sulla scuola, di cui discuteremo – penso – nella seconda parte del pomeriggio, prevede esattamente un'attenzione didattica domiciliare per i bambini disabili o per i bambini che comunque presentino dei problemi. Quindi, l'attenzione sul fronte didattico formativo è già presente in un altro disegno di legge.
  L'assistenza domiciliare è già presente all'interno dei progetti sanitari in generale, perché rappresenta lo spostamento dell'attenzione dall'ospedale al territorio.
  Come terzo punto, sottolineo che l'articolo che è stato poi di fatto introdotto, l'articolo 4, che fa riferimento ai LEA e al carattere cogente dei LEA, riferito concretamente all'autismo, parla di progetti fortemente personalizzati, quindi attenti a tutte le circostanze che riguardano l'integrazione del bambino nel contesto familiare, scolastico e sociale.
  Quindi, pur facendomi carico dell'obiettivo, vi dico che in realtà è compreso in questo provvedimento e in provvedimenti confinanti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Grazie, Presidente. Intervengo solo per ricordare che abbiamo già leggi che sono state approvate e che parlano dell'ambito sociale e sanitario di chi ha determinate difficoltà. In più, parte è già prevista nella «Buona scuola», parte sarà previsto nei LEA. Ripeto, e se qualcuno mi risponde mi fa una cortesia, perché stiamo facendo questa legge ?

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Nicchi 3.9 e Silvia Giordano Pag. 523.70, con il parere contrario della relatrice, del Governo e della V Commissione.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lupi, Malpezzi, Gadda, Marotta.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  395   
   Votanti  392   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  148    
    Hanno votato no  244.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 16. Ricordo ai capigruppo che alle ore 15 è convocata la Conferenza dei presidenti di gruppo.

  La seduta, sospesa alle 14, è ripresa alle 16.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Boccia, Di Gioia, Di Lello, Epifani, Ferranti, Fraccaro, Giancarlo Giorgetti, Losacco, Manciulli, Mazziotti Di Celso, Realacci, Rosato, Sanga, Sani e Tabacci sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centododici, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Su un lutto della deputata Donatella Agostinelli.

  PRESIDENTE. Comunico che la collega Donatella Agostinelli è stata colpita da un grave lutto: la perdita della madre.
  Alla collega la Presidenza della Camera ha già fatto pervenire le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Annunzio di petizioni.

  PRESIDENTE. Invito il deputato segretario a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.

  DAVIDE CAPARINI, Segretario, legge:
   CARMELO SALANITRO e BENEDETTA ROTELLI, da San Fratello (Messina), chiedono interventi urgenti a favore dei cittadini del comune di San Fratello colpiti dagli eventi alluvionali del febbraio 2010 (933)alla VIII Commissione (Ambiente);
   FRANCO BRUGNOLA, da Sabaudia (Latina), chiede modifiche al disegno di legge recante deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, volte a sostituire la figura del segretario comunale con quella del direttore generale del comune (934)alla I Commissione (Affari costituzionali);
   MATTEO MICHELI, da Firenze, chiede modifiche al decreto legislativo n. 81 del 2008 in materia di requisiti professionali dei coordinatori per la progettazione e l'esecuzione dei lavori (935)alle Commissioni riunite XI (Lavoro) e XII (Affari sociali);
   DANIELE BELLU, da Albignasego (Padova), chiede: l'istituzione di zone franche nella regione Sardegna (936)alla VI Commissione (Finanze); Pag. 53
   l'impiego di «agenti provocatori» per contrastare la criminalità organizzata, il terrorismo, la corruzione e l'evasione fiscale (937)alla II Commissione (Giustizia);
   MICHELE VECCHIONE, da Alatri (Frosinone), chiede: nuove norme in materia di certezza dei termini dei provvedimenti amministrativi (938) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
   nuove norme in materia di concessione e revoca delle onorificenze (939)alla I Commissione (Affari costituzionali);
nuove norme in materia di ricorsi contro i provvedimenti dell'INPS (940)alla XI Commissione (Lavoro);
   MORENO SGARALLINO, da Terracina (Latina), chiede che via dei Fori imperiali, a Roma, sia intitolata ai caduti e ai martiri per la pace (941)alla I Commissione (Affari costituzionali);
   FERDINANDO IMPOSIMATO, da Roma, e altri cittadini chiedono che, nell'ambito del disegno di legge recante riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione, sia data piena attuazione alla sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea in materia di divieto di reiterazione dei contratti a tempo determinato nel settore scolastico e sia assicurato il rispetto dell'articolo 76 della Costituzione, in materia di limiti alla delegazione legislativa, con particolare riferimento alla definizione delle linee guida per la valutazione del merito dei docenti (942)alla VII Commissione (Cultura);
   MICHELANGELO DI PIETRO, da Borgo San Siro (Pavia), chiede: l'introduzione dell'educazione alla legalità nelle scuole primarie e secondarie (943)alla II Commissione (Giustizia);
   la destinazione alle persone indigenti degli immobili e degli altri beni confiscati alla criminalità organizzata (944)alla II Commissione (Giustizia);
   che le persone indigenti possano utilizzare gratuitamente i mezzi di trasporto pubblici (945)alla IX Commissione (Trasporti);
   ELENA CAMBIERI e MICHELANGELO DI PIETRO, da Borgo San Siro (Pavia), chiedono: nuove norme per garantire l'effettività dei rimedi risarcitori per i detenuti sottoposti a trattamenti inumani o degradanti (946)alla II Commissione (Giustizia);
   l'istituzione di una giornata in memoria delle persone morte suicide in carcere (947)alla II Commissione (Giustizia);
   la promozione di campagne di comunicazione istituzionale per favorire il reinserimento sociale degli ex detenuti (948)alla II Commissione (Giustizia);
   ELENA CAMBIERI, da Borgo San Siro (Pavia), chiede: un provvedimento di amnistia e di indulto per i reati minori commessi da persone in condizioni di disagio economico (949)alla II Commissione (Giustizia);
   modifiche al sistema sanzionatorio e carcerario per promuovere la rieducazione e il reinserimento sociale dei condannati e assicurare la certezza della colpevolezza (950)alla II Commissione (Giustizia);
   interventi diversi per migliorare le condizioni di vita all'interno delle carceri (951)alla II Commissione (Giustizia);
   l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori giudiziari (952)alla II Commissione (Giustizia);
   l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle morti e i suicidi nelle carceri (953)alla II Commissione (Giustizia);
   l'istituzione di una Commissione parlamentare sul cosiddetto «Piano carceri» (954)alla II Commissione (Giustizia);
l'istituzione di una Commissione parlamentare per l'esame delle petizioni (955)alla Giunta per il Regolamento;
   CATERINA BONASEGLA, da Modena, e numerosi altri cittadini chiedono che non sia approvato il disegno di legge recante riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione (956) – alla VII Commissione (Cultura).Pag. 54
   GAETANO CORTESE, da Cusano Milanino, (Milano), chiede iniziative per l'accoglienza dei profughi stranieri da parte dei Paesi dell'Unione europea (957) – alla I Commissione (Affari costituzionali).

Si riprende la discussione della proposta di legge n. 2985-A (ore 16,08).

  PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione della proposta di legge n. 2985-A.

(Ripresa esame dell'articolo 3 – A.C. 2985-A)

  PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta sono stati da ultimo respinti gli identici emendamenti Nicchi 3.9 e Silvia Giordano 3.70.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Vita 3.32, a pagina 10 del fascicolo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beni. Ne ha facoltà.

  PAOLO BENI. Grazie Presidente, in riferimento a questo emendamento relativo sempre ai punti specifici dell'articolo 3, ma direi anche in riferimento alle altre considerazioni fatte dai colleghi negli interventi precedenti e negli emendamenti già votati e che andremo a votare, cerco di rispondere alla domanda «retorica» che i colleghi del MoVimento 5 Stelle ci hanno posto: perché facciamo poi questa legge, non è forse un provvedimento che rischia di risultare inutile ? Ebbene, io penso che non sia un provvedimento inutile, noi stiamo parlando di una patologia, purtroppo, di grande diffusione, che ha un impatto di forte rilevanza sociale, che coinvolge milioni di famiglie e rispetto alla quale, con questa legge, prevediamo, innanzitutto, l'aggiornamento delle linee guida dell'Istituto superiore di sanità, coerentemente con il dibattito scientifico e con i progressi che la ricerca sta facendo.
  Prevediamo, soprattutto, una definizione più precisa dei compiti delle regioni e delle strutture del territorio del Servizio sanitario. In realtà, è vero, questa legge riassume e riordina anche molti interventi che già esistono, ma proprio qui sta il punto, esistono in maniera difforme sul territorio nazionale e l'intento è, appunto, quello di superare le attuali sperequazioni ed estendere su tutto il territorio le esperienze più virtuose che ci sono dal punto di vista della diagnosi precoce, della cura, della presa in carico da parte dei servizi del territorio. Ecco, penso che sia soprattutto essenziale che in questa legge si sia previsto l'aggiornamento dei LEA – questo è il tema dell'articolo 3, l'aggiornamento dei LEA per le prestazioni specifiche legate a questa patologia – e che con l'articolo 4, poi lo vedremo, si siano introdotti vincoli più stringenti per l'aggiornamento delle linee di indirizzo da parte del Ministero e vincoli più stringenti ai fini della concreta attuazione dei livelli essenziali da parte delle regioni.
  Infine, vorrei far notare come alcuni punti che vengono più volti ripresi nel pur breve articolato, come l'attenzione all'esigenza di operare sempre più sulla diagnosi precoce, come l'attenzione alla presa in carico non soltanto dei soggetti già nell'età dell'infanzia, ma anche di percorsi abilitativi per l'età adulta, coerentemente con quello che è il dibattito scientifico più aggiornato in materia, siano aspetti che vanno a testimoniare un approccio culturale nuovo, coerente con la discussione in corso a livello scientifico.
  Si poteva fare diversamente, si poteva entrare più nel dettaglio di molti aspetti collegati ad altre tematiche già affrontate da altre norme. È stato fatto riferimento alla scuola e potremmo fare riferimento al mondo del lavoro e via dicendo. Ebbene, noi abbiamo preferito – questo è stato il dibattito fatto dalla Commissione XII – confermare la scelta, già adottata dai colleghi del Senato, di evitare, per così dire, inutili sovrapposizioni e di non appesantire il testo di legge, limitando la norma alle linee essenziali, che sono comunque chiare e che producono comunque un passo avanti significativo, a tutela dei diritti delle tante persone purtroppo affette Pag. 55da questa patologia, il che non toglie niente alla possibilità di incrociare questa norma cornice, questa norma di principi essenziali e di linee guida, con la legislazione specifica anche di altre materie, che possiamo facilmente connettere.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Grazie Presidente. Collega Beni, si poteva andare più nel particolare, si poteva fare qualcosa di più pratico, voi non avete voluto: noi ve l'abbiamo proposto, voi non avete voluto. Ma, attenzione, perché il motivo non è assolutamente perché ci sta una sovrapposizione di legge. Infatti bastava, ad esempio, per evitare questa sovrapposizione, richiamare quelle leggi che voi avete fatto e cercare di farle attuare, visto che al momento non sono neanche applicabili. Ricordo la legge n. 328 del 2000 e prima sono intervenuta su un emendamento sulla scuola: la legge n. 170 del 2010 non avete voluto neanche inserirla come riferimento normativo.
  Qui stiamo parlando di formazione permanente – subito dopo c’è l'emendamento della formazione periodica degli operatori – perché le associazioni ci hanno segnalato che spesso, quanti hanno a che fare con le persone affette da disturbi dello spettro autistico, non sono persone che hanno quella comprovata esperienza, di cui purtroppo necessita il disturbo. Quindi abbiamo chiesto non solo la formazione che è accennata, ma una formazione periodica.
  Ora, non spendete un euro, il Governo l'ha voluto definire come un manifesto programmatico e prima la collega del Partito Democratico, la collega Lenzi, ha detto che è una legge quadro. Mi spiegate cosa cambia aggiungere «permanente» o «periodica» ? Cosa stravolge nella legge ? Tanto altri emendamenti li avete approvati, il testo non è identico a quello del Senato, quindi, un iter ci sarà comunque. Perché non accettare quest'emendamento ? Prendetevi le vostre responsabilità almeno qui in Aula, visto che non lo avete fatto in Commissione, motivando il perché non accettate questi emendamenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Lorefice. Ne ha facoltà.

  MARIALUCIA LOREFICE. Grazie Presidente. Il collega Beni ha parlato di aggiornamento dei LEA. Come abbiamo già ribadito ieri e come abbiamo ribadito anche oggi, noi aspettiamo questi LEA, perché questi LEA dovevano essere aggiornati. Dovevamo vederli prima a dicembre, poi ci hanno detto a gennaio, poi a giugno, siamo a luglio e noi ancora aspettiamo questi LEA. Quindi noi dovremmo bastarci sulla fiducia, su quello che il Governo farà. Ha parlato di diagnosi, ha parlato di cura, ha parlato di centri di riferimento.
  Io vi do una notizia: noi tutti questi emendamenti li abbiamo presentati e voi le avete bocciati. Ma vi dirò di più. Abbiamo presentato anche proposte emendative per quanto riguarda la persona affetta da disturbi dello spettro autistico in età adulta. Si poteva fare di più ? Sì, si poteva fare di più. E vi do un'altra notizia: voi avreste potuto fare di più, perché questo è un Parlamento, il Parlamento legifera e il Parlamento può fare delle cose, basta volerlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Liberare i banchi del Governo, per favore.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 3.32, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Fusilli... chi non ha votato ancora ? Frusone, Luigi Cesaro... aspettiamo un attimo, tanto state entrando un po’ alla volta. Velocemente, per favore, Pag. 56chi intende votare si rechi velocemente al suo posto. Roccella ha problemi con il dispositivo... Nicchi... Roccella ancora non riesce a votare, vediamo se arriva il tecnico... intanto gli altri per favore si affrettino a votare... Roccella ha votato... qualcun altro che non riesce a votare ? Zardini, Parrini, Fabbri... chi altro ? Fanucci, Corsaro, Bersani... chi altro ? Della Valle... De Maria sta andando a votare. Velocemente... chi altro deve votare ? Mi pare che possiamo aspettare De Maria e chiudiamo... Rabino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  385   
   Votanti  384   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato  137    
    Hanno votato no  247.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Grillo 3.33.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Signor Presidente, sull'ordine dei lavori stavo seguendo a pagina 10 e mi risulta siano stati saltati ...

  PRESIDENTE. Onorevole Baroni, il suo emendamento 3.31 non è segnalato.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Perfetto, grazie Presidente.
  In merito all'emendamento Grillo 3.33 e da me sostenuto, si chiede semplicemente alla lettera b) la formazione degli operatori sanitari di neuropsichiatria infantile e di abilitazione funzionale e di psichiatria sugli strumenti di valutazione e sui percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali, basate sulle migliori evidenze scientifiche. Bisogna fare un ragionamento su questo emendamento, un ragionamento un po’ largo. Dobbiamo capire bene chi scrive le leggi, i portatori di interessi, dobbiamo capire bene chi culturalmente in questi anni è riuscito a creare dei percorsi preferenziali nella scrittura delle leggi, perché uno dei fallimenti di questo paese è che abbiamo molte figure sanitarie e sociosanitarie che sostanzialmente sono relegate a ruoli di Cenerentola e, in alcuni casi, attraverso la malagestione di cooperative che non hanno una formazione corretta, che non assumono sulla base di curriculum, di un terzo settore che non fa una selezione di operatori sanitari e sociosanitari, che spenderanno molte e moltissime ore con persone che soffrono di patologie croniche e neodegenerative. Ebbene, la felicità e l'infelicità di questi ragazzi disabili dipende dalla formazione di questi operatori sanitari a paradigma debole, che spendono molte ore con questi ragazzi e con questi adulti che stanno con loro.
  Ebbene, come al solito, abbiamo una legge scritta da medici, da psichiatri, da neuropsichiatri e come al solito si dimentica di includere gli educatori professionali, veri e propri pedagoghi che derivano dall'antica Grecia e che non vengono mai menzionati, perché nel Parlamento non ci sono i rappresentanti degli ordini degli educatori professionali. Abbiamo i rappresentanti degli ordini dei medici, la cui cassa previdenziale è gestita dai medici e che gestisce 17 miliardi di patrimonio. Questi sono gli interessi, questa è la catena di whistleblower che arriva al legislatore.
  Mi vergogno di dover sostenere questo emendamento, perché esiste un documento dell'Unione europea, una risoluzione firmata, che dice che in Europa abbiamo un danno indiretto di 470 miliardi di euro per mancata cura della depressione. Sappiamo quanto questi soggetti e queste famiglie, nel momento in cui non vengono presi in carico con percorsi terapeutici assistenziali ben delineati fatti da formatori in équipe multidisciplinari, creano, ad ondate, degli umori e dei sentimenti di tipo depressivo, respingendo dalla società tutte le persone che si prendono cura. Allora, l'ordine degli psicologi Pag. 57è un giovane ordine che, per la maggior parte, ha persone che lavorano nelle cooperative, che spingono carrozzine, educatori professionali che fondamentalmente passano il loro tempo, significativo, creando relazioni significative, a volte stabili nel tempo e nella vita con la disabilità, però ci proponiamo solo di inserire le figure del neuropsichiatra e dello psichiatra, che materialmente hanno sempre parcelle attorno a 100 euro l'ora – minimo, quelli più umani, quelli più economici – per poi salire, mentre, con questo emendamento chiediamo che un ordine giovane, che ha lavorato bene, scientificamente...

  PRESIDENTE. Concluda, Baroni.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Chiediamo semplicemente che venga inserita la figura dello psicologo, ma siccome voglio dare anche un esempio a tutti, essendo io uno psicologo, chiedo il ritiro della mia firma, perché credo che uno psicologo debba portare interessi pubblici, collettivi, sotto gli occhi di tutti. Questo è un lavoro che avreste dovuto fare voi, voi legislatori, non io (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. La ringrazio, prendiamo atto del ritiro della sua firma. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 3.33, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fassina, Dall'Osso, Fanucci, Lorefice, Placido.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  410   
   Votanti  407   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  136    
    Hanno votato no  271.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantero 3.35, con il parere contrario...

  MASSIMO ENRICO BARONI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Revoco l'indizione della votazione. Prego, collega Baroni.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Molto semplicemente – cercherò di non far perdere tempo all'Aula –, dovrebbero essere altri ad intervenire su questo emendamento. Parliamo della formazione da erogare anche a docenti e dirigenti scolastici. Il legislatore, i proponenti di questo provvedimento si sono dimenticati di quanto tempo una persona passa a scuola e quanto sia importante la formazione continua e periodica degli stessi docenti. Si può fare in mille modi, in mille maniere, ci sono progetti, progetti che però, ovviamente, non sono prescrittivi dal punto di vista della legge, ma sono sempre al buon cuore dei sindaci, al buon cuore dei dirigenti, al buon cuore delle istituzioni scolastiche. Perché un docente, che magari ha avuto una formazione specifica di altro tipo, non può godere della formazione relativa alla presa in carico di un alunno disabile ? Perché gli viene preclusa questa formazione ? Noi chiediamo di aggiungere la formazione dei docenti e dei dirigenti scolastici.
  Perché non interviene nessuno su questo appunto ? Chiediamo che sulla presa in carico della disabilità dell'autismo non siano solo gli psichiatri o i neuropsichiatri, ma che anche i dirigenti scolastici possano godere di questa formazione. Perché, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 58Mantero 3.35, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nardi, Caparini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  405   
   Votanti  403   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  139    
    Hanno votato no  264.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Catalano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Silvia Giordano 3.34.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Grazie, Presidente. La speranza è l'ultima a morire, vorrei continuare a chiedere la motivazione al Governo del perché non venga accettato questo emendamento, simile anche agli altri già discussi, che riguarda la formazione degli operatori, aspetto fondamentale richiesto da tutte le associazioni e da tutti coloro che hanno a che fare con persone affette da disturbi dello spettro autistico che richiedono semplicemente che gli operatori in continuo contatto con i loro figli, parenti e familiari siano persone qualificate. Prima avevamo chiesto formazione periodica o permanente, adesso chiediamo operatori di comprovata esperienza. Come stravolge il testo ? Se è una legge quadro, come è stata chiamata, o un manifesto programmatico, come può questa piccola parola stravolgere il testo o i vostri intenti in maniera tale da non accettare questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 3.34, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Zoggia, Andrea Romano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  413   
   Votanti  411   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  150    
    Hanno votato no  261.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 3.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giulia Grillo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  403   
   Votanti  401   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  152    
    Hanno votato no  249.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Piccione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Baroni 3.36.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lorefice. Ne ha facoltà.

Pag. 59

  MARIALUCIA LOREFICE. Grazie, Presidente. Questo emendamento, il 3.36 così come il 3.37, guarda caso riguarda proprio la diagnosi precoce. Quindi, questa maggioranza, se vuole, può anche votare a favore di questo emendamento già bocciato in Commissione, e noi, capendo l'importanza della diagnosi precoce abbiamo deciso di ripresentarlo anche in Aula. Che cosa chiediamo con questo emendamento ? L'istituzione di programmi di formazione specifica volti a favorire una diagnosi precoce, quindi consentendo di avere una diagnosi provvisoria a 18 mesi e una diagnosi stabile a 24 mesi.
  Ripetiamo che secondo noi è fondamentale istituire questi programmi per due motivi, sia per controllare precocemente l'emergere di anomalie comportamentali in neonati e bambini ad alto rischio e nella popolazione in generale, sia per fornire, come abbiamo detto, una diagnosi provvisoria prima a 18 e poi a 24 mesi.
  Ora, siccome mi sembra che siamo tutti d'accordo sulla diagnosi precoce, sono sicura che adesso lo voteremo tutti a favore, sia questo che il successivo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baroni. Ne ha facoltà, per un minuto.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie Presidente, ricordiamo all'Aula l'importanza perché questo è un emendamento che ci è stato ribadito e scritto dalle associazioni, è arrivato anche a voi, alla Commissione affari sociali, al PD, a Forza Italia. È un emendamento molto semplice che specifica, dato che si è voluta fare una legge per quanto riguarda le linee guida di presa in carico solo sull'autismo, a questo punto è meglio comunque specificare l'importanza della diagnosi precoce e come questa venga fatta.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baroni 3.36, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ciracì, Morani, Cera...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  416   
   Votanti  412   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  153    
    Hanno votato no  259.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Vita 3.37.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Grazie Presidente, questo in realtà ci è stato fatto direttamente notare dalle associazioni in quanto attualmente i pediatri di base e il personale che lavora negli asili nido, quindi fascia d'età compresa tra i sei e i trentasei mesi, non svolgono un'azione coordinata con l'unità di neuropsichiatria infantile. Questo ovviamente comporta un ritardo nell'età della diagnosi spesso formulata a cinque anni di età o più tardi e di conseguenza un ritardo nell'intervento. Da qui la richiesta che le regioni abbiano come obiettivo molto importante anche il coordinamento tra il personale degli asili nido e le unità di neuropsichiatria infantile. Tale coordinamento è fondamentale per riuscire ad avere una diagnosi precoce evitando di arrivare ad una diagnosi con bambini che hanno 5 anni o più. Ora, chi ha minimamente a che fare con questo disturbo, sa benissimo come sia importante la tempestività e inserirlo nella legge, perché è vero che si fa un piccolo accenno nel testo di legge della diagnosi precoce – precisamente all'articolo 3, al primo Pag. 60punto, dove si dice: l'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza con l'inserimento, per quanto attiene ai disturbi dello spettro autistico, delle prestazioni della diagnosi precoce, della cura e del trattamento individualizzato – però, primo punto, si fa riferimento ai LEA che, continuiamo a dire, noi non abbiamo visto, si annunciano da ormai mesi, ma ancora non abbiamo visto, ma allo stesso tempo un minimo di contenuto in più che non sia un semplice accenno e che in questo caso è il semplice coordinamento con chi ha a che fare con i bambini da sei a trentasei mesi e quindi nell'immediato potrebbe rendersi conto di qualcosa che non va già in modo tempestivo e fin da subito, non aspettando i cinque anni, potrebbe essere fondamentale e un grande aiuto per parenti e familiari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Avverto che il gruppo MoVimento 5 Stelle ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà, come da prassi, a tale gruppo un aumento dei tempi pari a un terzo di quello originariamente stabilito Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie Presidente, abbiamo già detto che questo provvedimento andrà comunque al Senato per cui potrà essere rivisto là, non ci deve essere timore da parte della maggioranza di fare dispetti al Governo o di dimostrare la propria sfiducia nei confronti del Presidente del Consiglio. Quindi, signori, mi dispiace dare un suggerimento così banale, ma questo emendamento è abbastanza importante perché prevede un coordinamento tra pediatri di base, personale degli asili nido e unità di neuropsichiatria infantile. Se bisogna scrivere delle ovvietà e delle banalità, questa sicuramente non è un'ovvietà o una banalità. Volete dare una botta a Renzi ? Questa è una buona occasione perché non succederebbe niente, tranne il fatto di fargli capire che alcune cose sono sacrosante e devono essere ascoltati anche i buoni emendamenti e i buoni provvedimenti, da qualsiasi parte arrivino (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 3.37, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marcon. Chi non ha votato ? Fabbri. Qualcun altro ? Mi pare che abbiano votato tutti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  416   
   Votanti  414   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  149    
    Hanno votato no  265.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lorefice 3.40, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Gregori. Chi altro ? Minnucci, Tripiedi, Fantinati, Saltamartini. Chi non riesce a votare ancora ? Palma, Lavagno. Qualcun altro ? Mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  422   
   Votanti  421   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  154    
    Hanno votato no  267.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 61

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 3.39, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Turco. Chi altro non riesce a votare ? Mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  411   
   Votanti  407   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  147    
    Hanno votato no  260.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Mantero 3.41.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Lorefice. Ne ha facoltà.

  MARIALUCIA LOREFICE. Presidente, solo per dichiarare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Grazie, Presidente. In realtà, con questo emendamento cercavamo di mettere un po’ di ordine in quello che già il testo originario dice, anche se lo dice in un altro punto, ossia alla lettera a), che dice: «la qualificazione dei servizi di cui al presente comma costituiti da unità funzionali multidisciplinari (...)», il che è sacrosanto, perché chi soffre di disturbi dello spettro autistico sa benissimo che gli specialisti che devono avere contatto con lui sono vari e non sono solo i neuropsichiatri.
  Però, dopo questa multidisciplinarità scompare, non esiste più. Quindi, in realtà stavamo cercando di rimediare a un errore o, comunque, a una svista fatta nel momento in cui è stato predisposto questo testo di legge e riproporre quello che voi già avete detto, ossia la multidisciplinarità. Non si capisce perché non l'accettate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantero 3.41, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ? Brescia, Palese, Realacci, Montroni, Boccuzzi. Chi non riesce a votare ? Mi pare che abbiano votato tutti. Ginoble; Ginoble ha votato. Mi pare che abbiano votato tutti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  423   
   Votanti  422   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  152    
    Hanno votato no  270.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Airaudo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 3.45, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ciracì, Petrenga, Grillo, Dellai, Dambruoso, D'Ambrosio...Pag. 62
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  422   
   Votanti  420   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  153    
    Hanno votato no  267.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 3.103, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Simone Valente, Cani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  419   
   Votanti  415   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  153    
    Hanno votato no  262.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Lorefice 3.46, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Signor Presidente, intervengo solo per ribadire il voto favorevole all'emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Lorefice. Ne ha facoltà.

  MARIALUCIA LOREFICE. Signor Presidente, alla lettera d) di questo articolo si prevede che le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano promuovano il coordinamento degli interventi e dei servizi, al fine della continuità dei percorsi diagnostici, terapeutici ed assistenziali. Noi cosa abbiamo fatto ? Semplicemente abbiamo aggiunto alla parola: «promozione», le parole: «definizione e attuazione». Perché ? Perché le regioni e le province, oltre a occuparsi della promozione e del coordinamento di questi interventi, devono anche attivarsi perché questa tipologia di interventi venga definita e soprattutto ne verifichino la concreta attuazione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lorefice 3.46, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Baruffi, Arlotti, Lainati, D'Incà...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  420   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  154    
    Hanno votato no  266.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Marcon ha segnalato che non è riuscito a votare a favore).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Vita 3.49, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lorefice. Ne ha facoltà.

  MARIALUCIA LOREFICE. Signor Presidente, intervengo solo per dichiarare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

Pag. 63

  SILVIA GIORDANO. Signor Presidente, ieri, durante la discussione sulle linee generali, ho sentito un interessante intervento di una collega del PD, che parlava del tempo libero di queste persone e di come, purtroppo, questo provvedimento non ne parli. In questo modo, noi con questo emendamento parliamo delle attività extra murali, che riguardano proprio il tempo libero delle persone che sono affette da disturbi dello spettro autistico, e vi diamo l'occasione di reinserirle, in modo che poi non ci possiamo lamentare della loro assenza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 3.49, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Baruffi, Ottobre...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  419   
   Votanti  415   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  155    
    Hanno votato no  260.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baroni 3.48, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Borghi, Carloni, Baruffi, Mongiello, Dellai, Marotta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  422   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  157    
    Hanno votato no  265    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 3.100, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevoli Borghi, Baruffi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  418   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato  156    
    Hanno votato no  262.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 3.11, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevoli Giulia Grillo, Fanucci, Dellai, Baruffi, Giuliani, Grassi, Malpezzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  421   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  157    
    Hanno votato no  264.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nicchi 3.12.Pag. 64
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole su questo emendamento in quanto è anche identico al nostro e ribadire il voto favorevole. Grazie.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Signor Presidente, informiamo l'Aula che in Italia dei 21 sistemi sanitari regionali esistono solo tre modelli di sanità d'iniziativa che sono stati utilizzati. Sono il modello misto pubblico-privato della Lombardia, il modello del Chronic care model, totalmente pubblico, e il modello dei nuclei di cura primaria delle case della salute caratteristico dell'Emilia Romagna, con il brand del PD. Ebbene, questi modelli di sanità di iniziativa hanno la caratteristica, nel momento in cui vengono applicati, di coincidere con le regioni che storicamente non sono andate in piano di rientro. Ebbene, nel modello di sanità d'iniziativa è prevista una forte, forte, forte, deospedalizzazione, con conseguente demedicalizzazione, in particolare delle cronicità. Quindi, l'assistenza domiciliare integrata è fondamentale per il benessere della comunità, del paese, delle disabilità. Noi chiediamo, ancora una volta a gran voce, di ribadire questo concetto perché crea risparmio, crea prevenzione della corruzione, crea lavoro, leva portatori di interesse a queste strutture totalizzanti, questi maxi, mega ospedali, queste mega strutture residenziali, assistenziali, che fondamentalmente drenano risorse e possibilità a questo Paese. Quindi, chiediamo ancora una volta di prendere in considerazione che questa è la direzione corretta, giusta...

  PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Baroni.

  MASSIMO ENRICO BARONI. ... anche secondo modelli internazionali validati.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 3.12, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Lo Monte, Costantino, Taricco, Busto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  421   
   Votanti  419   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato  154    
    Hanno votato no  265.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 3.72, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Dellai, Baruffi, Grassi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  416   
   Votanti  415   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  154    
    Hanno votato no   261.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 65Grillo 3.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palese, Malpezzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  413   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  153    
    Hanno votato no   260.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 3.55, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  421   
   Votanti  420   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  158    
    Hanno votato no   262.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 3.51, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Currò...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  417   
   Votanti  414   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  151    
    Hanno votato no   263.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 3.13, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Iori, Galperti, Simone Valente, Massa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  415   
   Votanti  414   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  151    
    Hanno votato no   263.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lorefice 3.52, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dellai, Albanella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  418   
   Votanti  416   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato  152    
    Hanno votato no   264.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 66Mantero 3.53, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Duranti, Sanga...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  413   
   Votanti  411   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  152    
    Hanno votato no   259.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 3.14, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  415   
   Votanti  413   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  152    
    Hanno votato no   261    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baroni 3.54, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lo Monte, Camani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  423   
   Votanti  421   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  157    
    Hanno votato no    264.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 3.56, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Giachetti, Zardini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  422   
   Votanti  420   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  157    
    Hanno votato no    263.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Nicchi 3.15.

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Grazie, Presidente. Intervengo soltanto per riferire alla Presidenza che il MoVimento 5 Stelle firma, con tutto il gruppo, questo emendamento.

  PRESIDENTE. La firma è individuale, lei può mettere la sua firma.

  CARLO SIBILIA. A nome del gruppo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 67Nicchi 3.15, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Adornato, Carra...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  416   
   Votanti  415   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  156    
    Hanno votato no   259.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 3.57, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dellai, Piepoli, Arlotti, Lo Monte, Sgambato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  416   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato  158    
    Hanno votato no   258.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Vita 3.60. I pareri sono contrari.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Grazie, Presidente. Intervengo per ribadire il voto favorevole sull'emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. È la possibilità di segnalare all'interno della moderna fattispecie del whistleblowing, che già è prevista dal piano nazionale anticorruzione, tutti i casi in cui dovessimo trovare delle situazioni di irregolarità o di illegalità. Quindi, praticamente chiediamo questo tipo di possibilità per le persone che hanno un disturbo e soprattutto dei loro familiari, per le persone che usufruiscono dei servizi e che, quindi, potrebbero ritrovarsi in situazioni di maltrattamento, in particolare.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 3.60. I pareri sono contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Minardo, Lo Monte, Marcon, Sgambato, Sani.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  416   
   Votanti  414   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  153    
    Hanno votato no   261.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 3.62. I pareri sono contrari.Pag. 68
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Schirò, Dellai.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  416   
   Votanti  414   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  153    
    Hanno votato no   261.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantero 3.65. I pareri sono contrari.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Taricco, Palma, Dellai.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  416   
   Votanti  414   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  156    
    Hanno votato no   258.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Lorefice 3.73.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lorefice. Ne ha facoltà.

  MARIALUCIA LOREFICE. Grazie Presidente. Intervengo per dichiarare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Grazie, Presidente. Anche con questo emendamento cerchiamo di stravolgere la proposta di legge perché la lettera h) dice: «la promozione di progetti finalizzati all'inserimento lavorativo di soggetti adulti con disturbi dello spettro autistico, che ne valorizzino le capacità». Noi vorremmo aggiungere anche: «e le aspirazioni», prima addirittura «e le competenze acquisite». Lo so, stiamo impazzendo perché così stravolgiamo tutto il testo ma pensiamo che sia una cosa giusta. Parlando seriamente: ci spiegate perché «e le aspirazioni», che oltretutto era il contenuto di un emendamento proposto da un deputato del PD in Commissione, non possa essere aggiunto al testo di legge, così come si va contro alla legge quadro o al manifesto programmatico che voi avevate in mente aggiungendo di tenere conto addirittura delle aspirazioni delle persone affette da disturbo dello spettro autistico ? Per cortesia siate seri o almeno dateci una risposta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lorefice 3.73, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 17,10)

  Galperti... Marazziti... Gutgeld... Vacca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  422   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  157    
    Hanno votato no   265.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 69

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 3.23, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nizzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  402   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  149    
    Hanno votato no   253.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Rampi e Marantelli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baroni 3.66, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gasparini... Moscatt... Piazzoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  419   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato  156    
    Hanno votato no   263.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Guidesi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. Il deputato Preziosi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Grillo 3.68.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Grazie, Presidente. Intervengo per ribadire il voto favorevole all'emendamento Grillo 3.68.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lorefice. Ne ha facoltà.

  MARIALUCIA LOREFICE. Signor Presidente, con questo emendamento noi chiediamo la partecipazione attiva delle organizzazioni che rappresentano le persone affette da disturbi dello spettro autistico perché una legge, che possa davvero dirsi innovativa, può essere realizzata solo se si tiene conto di tutti coloro che conoscono per davvero la patologia e, quindi, mi riferisco ai comitati dei genitori e alle associazioni. Bisogna creare una vera e propria sinergia tra le strutture sanitarie, tra i professionisti che vi operano così come il mondo della scuola, il mondo del lavoro, il mondo delle associazioni perché – ripeto quello che abbiamo detto più di una volta – certe leggi si possono fare solo nel momento in cui siamo in grado di metterci in posizione di ascolto nei confronti di chi conosce il problema e sa come risolverlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 3.68, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nizzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  412   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  160    
    Hanno votato no   252.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 70

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Silvia Giordano 3.102.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lorefice. Ne ha facoltà.

  MARIALUCIA LOREFICE. Grazie Presidente. Intervengo per dichiarare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Grazie Presidente. Scusate, ma ho visto il sottosegretario Faraone. Per me è un onore, ma per un semplice fatto, ovvero che molti emendamenti sono stati ripresi proprio dalla sua corposa proposta di legge, che parlava di assistenza, parlava di integrazione scolastica in ordine ai disturbi dello spettro autistico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Visto che questo non ha nulla a che fare con una proposta di legge presentata dal Partito Democratico, che invece era seria e corposa, mi chiedevo se proprio lui, visto che è presente, ci poteva spiegare come mai c’è stata questa piccola inversione di tendenza. Ma giusto per capire, perché era veramente interessante fare un confronto reale su temi reali e molto più pratici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie Presidente. Solo per ricordare che l'emendamento chiede proprio «la promozione in particolare nei nidi e nelle scuole materne pubbliche e private dell'istituzione di ore destinate alla psicomotricità dei bambini». Va bene ? Grazie.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 3.102, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gribaudo ...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  397   
   Votanti  396   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  144    
    Hanno votato no   252.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 17,15)

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ? Grande, Fragomeli... Fragomeli mi pare che abbia votato... mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  327   
   Astenuti   93   
   Maggioranza  164   
    Hanno votato  325    
    Hanno votato no   2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 71

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Bechis 3.03, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Melilla... chi non riesce a votare  ? Baroni, Spadoni, Ragosta... mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  415   
   Votanti  394   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato  147    
    Hanno votato no   247    .

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Grillo 3.025, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ? Piepoli, Grassi, Albanella... Sgambato, Bombassei, Benedetti, Tartaglione, Galperti... Bonafede si sta recando al posto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  416   
   Votanti  415   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  163    
    Hanno votato no   252.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Baroni 3.012, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nizzi, Sani, Busto, Lo Monte, Battaglia, Patriarca.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  423   
   Votanti  422   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  159    
    Hanno votato no   263.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Bechis 3.07, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carra ...
  Colleghi, scusate, revoco l'indizione della votazione. Ho sbagliato io, dovevamo votare l'articolo aggiuntivo Lorefice 3.021 perché quello che ho posto in votazione non era segnalato. Scusatemi.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Lorefice 3.021, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grillo, Baruffi, Schirò, Brescia.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  423   
   Votanti  421   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  162    
    Hanno votato no   259.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 72

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Nicchi 3.01.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Signor Presidente, noi avremmo voluto interloquire meglio con la maggioranza ma non è stato possibile perché, come è stato già ripetuto, c’è stato un diniego verso molti degli emendamenti che tendevano a dare più sostanza a questo provvedimento. Ci tengo a ribadire che con questo articolo aggiuntivo noi volevamo chiedere il riconoscimento di disabilità grave alle condizioni, certificate e documentate, di disturbo dello spettro autistico almeno nei casi più gravi. Questo riconoscimento di disabilità grave poteva consentire di beneficiare di una priorità in programmi e in interventi per i servizi pubblici. Di questo non si è potuto discutere e, quindi, credo che sia un'occasione persa per un articolo aggiuntivo che avrebbe dato un vantaggio significativo a queste persone sofferenti.

  PAOLA BINETTI, Relatrice. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI, Relatrice. Signor Presidente, la collega Nicchi sa che non tutti i soggetti che rientrano nello spettro autistico presentano una situazione grave. C’è un arco che va dal massimo di dipendenza fino all'alto funzionamento che prevede anche inserimenti professionali di alto profilo. Questa è un po’ la peculiarità dell'autismo, tanto è vero che molti di noi parlano di autismi e comunque questo dipende anche dal fatto che non conosciamo bene le cause della patologia e quindi non sappiamo nemmeno come intervenire.
  La collega adesso leggendo e interpretando il suo stesso articolo ha detto «almeno». Non c’è scritto nell'articolo «almeno». Viceversa, vale la pena ricordare che per gli autismi gravi, in qualche modo identificati da parametri molto precisi e molto concreti, per esempio l'INPS, in una sua nota tecnica ai medici legali, ha già predisposto che per tutto l'arco della loro vita fino ai 18 anni possono godere di due soluzioni molto interessanti: primo, l'indennità di accompagnamento; secondo la non revisione del loro status fino a quella età.
  Quindi, sembra che alcune misure, di fatto, ci siano, ma vanno puntualizzate a seconda della condizione specifica del soggetto autistico.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Nicchi 3.01, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Carloni, Iori.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  408   
   Votanti  406   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  152    
    Hanno votato no  254.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Silvia Giordano 3.0101, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gnecchi, Caruso, Pizzolante, Fantinati, Grassi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  411   
   Votanti  410   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  155    
    Hanno votato no  255.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 73

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Silvia Giordano 3.020, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gelmini, Brugnerotto, Sani, Di Benedetto, Malpezzi, Oliverio, Sgambato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  419   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato  157    
    Hanno votato no  262.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Mantero 3.016, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  408   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato  152    
    Hanno votato no  256.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Baroni 3.023, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lainati, Capone.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  412   
   Votanti  410   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  153    
    Hanno votato no  257.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Bechis 3.06, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dellai, Bueno, Sgambato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  412   
   Votanti  410   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  150    
    Hanno votato no  260.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Lorefice 3.011, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Carra, Borghi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  412   
   Votanti  410   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  148    
    Hanno votato no  262.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 74

  (La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Bechis 3.010, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marroni, Tancredi
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  413   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  152    
    Hanno votato no  261.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Nicchi 3.0100, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  412   
   Votanti  410   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  151    
    Hanno votato no  259.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 2985-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2985-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLA BINETTI, Relatrice. Il parere sull'emendamento Lenzi 4.101 è favorevole, mentre sull'emendamento Rondini 4.100 c’è un invito al ritiro. Se lo ritiene opportuno il collega può presentare un ordine del giorno che credo il Governo potrà accogliere positivamente.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Lenzi 4.101.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Presidente, vorrei solo far notare che noi come MoVimento 5 Stelle abbiamo presentato all'incirca 80 emendamenti in Commissione, altrettanti qui in Assemblea. Alcuni di questi aggiungevano soltanto il termine «periodica» oppure il termine «le aspirazioni» sono stati tutti bocciati senza neanche degnarci di una spiegazione. All'improvviso compare l'unico emendamento della maggioranza, che è anche di buon senso, e il voto diventa favorevole sia da parte del Governo che della relatrice.
  Noi daremo voto favorevole perché condividiamo l'emendamento, ma per far capire che per quante scuse potete trovare chi dice sempre di no non siamo di certo noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lenzi. Ne ha facoltà.

  DONATA LENZI. Grazie, Presidente. In realtà, questo emendamento, che si riferisce Pag. 75ad un articolo aggiuntivo rispetto al testo del Senato, articolo aggiuntivo che nasce anche da una discussione e dall'elaborazione di un emendamento del gruppo del MoVimento 5 Stelle presentato in Commissione, è tecnico. Dispiace che adesso vi sia questa presa di distanza.
  Questo emendamento è tecnico, in quanto se ci riferiamo ai livelli essenziali di assistenza attuali, i centottanta giorni farebbero riferimento a quelli vecchi, ormai superati, quindi vogliamo riferirci ai livelli di assistenza aggiornati, quelli attualmente in discussione in conseguenza dell'approvazione del Patto della salute. Quindi si tratta di una precisazione tecnica, da qui l'accoglimento. Avrebbe potuto anche essere fatto in sede di correzione da parte degli uffici. Noi, come abbiamo detto all'inizio, con questo articolo aggiuntivo rendiamo più vincolante l'attuazione dei LEA. Nei LEA la gran parte delle cose che sono state chieste dai colleghi sono già inserite, almeno quelle di natura sanitaria, per esempio quelle che attengono alla diagnosi precoce nei confronti di questa patologia. Un'altra parte di norme che riguarda l'inserimento scolastico è prevista già nella normativa sulla scuola che affronteremo tra poco, cioè una legge che si riferisce a una patologia si interseca comunque con la normativa di carattere generale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Signor Presidente, colgo l'occasione per ricordare all'Aula che questi famosi LEA dovevano essere già stati emanati e che ancora siamo in attesa. Ci auguriamo che da qui si vada velocemente alla loro emanazione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lenzi 4.101, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Fantinati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  406   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  404    
    Hanno votato no    2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Rondini 4.100.
  Ha chiesto di parlare il deputato Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Signor Presidente, semplicemente per comunicare che accolgo la richiesta del relatore e ritiro l'emendamento e lo trasformiamo in un ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dall'Osso, Costantino, Matteo Bragantini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  402   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  396    
    Hanno votato no    6.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 76

  (Le deputate Sbrollini e Scuvera hanno segnalato che hanno erroneamente votato contro e che avrebbero voluto votare a favore).

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 2985-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 al quale non sono state presentate proposte emendative (Vedi l'allegato A – A.C. 2985-A).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lenzi. Ne ha facoltà.

  DONATA LENZI. Signor Presidente, anche questo è un articolo aggiuntivo che è conseguenza del dibattito che abbiamo avuto in Commissione e della particolare attenzione della relatrice. I disturbi dello spettro autistico sono in aumento, le cause di questa patologia sono poco note, ci sono profonde divergenze anche negli studiosi sulle modalità migliori per intervenire; in questo campo la ricerca è fondamentale e quindi l'implementazione della ricerca prevista da questo articolo è un notevole e importante provvedimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Grazie, Presidente. Sì, è vero: questo articolo è stato aggiunto grazie ad un dibattito in Commissione, uno dei pochi che c’è stato su questo argomento, su questa materia, ed vi è stata una riformulazione di un emendamento che noi avevamo proposto.
  Ringrazio la relatrice e voglio ricordare che è vero che la ricerca in questo campo è fondamentale, però peccato che, come al solito, non date neanche una lira. Voglio capire come fate a promuovere questa ricerca, ma spero che evidentemente un miracolo poi accadrà e me lo potrete spiegare.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sgambato, Preziosi. Qualcuno che non riesce a votare ? Sgambato. Chi non riesce a votare ? Mi pare che abbiano votato tutti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  412   
   Votanti  410   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  410.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 6 – A.C. 2985-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2985-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLA BINETTI, Relatrice. Presidente, tutti i pareri riferiti agli emendamenti dell'articolo 6 sono contrari.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Grillo 6.3, su cui i pareri sono contrari.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Lorefice. Ne ha facoltà.

  MARIALUCIA LOREFICE. Presidente, come abbiamo ribadito più volte, secondo noi è molto poco credibile una proposta di legge in cui non viene stanziato nemmeno Pag. 77un euro. Per questo noi abbiamo presentato due emendamenti, uno a prima firma Grillo e uno a prima firma Silvia Giordano, con i quali stanziamo nel primo caso 100 milioni di euro e nel secondo caso 50 milioni di euro, soldi che verrebbero utilizzati per programmi che hanno a che fare con la diagnosi precoce e per sostenere e incrementare gli interventi nell'ambito di progetti individuali delle persone affette da disturbi dello spettro autistico.
  Ora, naturalmente, questo Parlamento ci sembra molto poco credibile se trova 10 miliardi per coprire gli 80 euro che avete dato in campagna elettorale – tra l'altro poi corretti con varie misure, come l'IMU agricola – ma poi non riesce a trovare 100 milioni di euro per una proposta di legge importantissima (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Giulia Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Presidente, intervengo solo per dire che abbiamo capito bene che questo Governo usa la sanità come un bancomat. Fino all'altro giorno sono stati tagliati altri 2 miliardi e mezzo. Infatti, mi viene da sorridere quando i colleghi parlano dei LEA. Colleghi, i LEA questo Governo non li approverà, perché non trova la copertura finanziaria e i LEA, per chi non sa cosa vuol dire, sono i livelli essenziali di assistenza, sono le prestazioni sanitarie, quelle che voi avete quando andate negli ospedali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, il caso Grecia, che a noi sembra tanto lontano, non è poi così lontano dall'Italia.
  Quindi, non ci prendiamo in giro quando la collega mi dice: «Mettiamo i LEA e implementiamo i LEA». I LEA non li approvano perché i LEA sono pronti dalla vecchia legislatura. Basta bugie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 6.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ? Nizzi. Mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  406   
   Votanti  405   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  151    
    Hanno votato no  254.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 6.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Zan, Moscatt...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  398   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato  150    
    Hanno votato no  248.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 6.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.Pag. 78
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  398   
   Votanti  396   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  149    
    Hanno votato no  247.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Duranti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole. Il deputato D'Ottavio ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colleghi, per favore, vi prego di abbassare il tono della voce.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  404   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  307    
    Hanno votato no   97.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 2985-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 2985-A).
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, sono ventiquattro ordini del giorno; l'ultimo è arrivato un minuto fa. Avendo consapevolezza del dibattito al Senato, dove il provvedimento, come è stato più volte fatto rilevare, è stato approvato all'unanimità, e avendo considerato anche molti degli interventi e anche emendamenti soltanto positivamente, ma che apparivano ridondanti rispetto alla norma, mi appresto ad esprimere il parere su tutti gli ordini del giorno, che – lo annuncio – con qualche piccola riformulazione, è un parere favorevole per tutti e ventiquattro.
  Sull'ordine del giorno Calabrò n. 9/2985-A/1 il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'incipit dei capoversi del dispositivo: «a valutare la possibilità di prevedere che il Ministero della salute...» e via seguitando.
  Sull'ordine del giorno Roccella n. 9/2985-A/2, il parere è favorevole con la seguente riformulazione degli impegni: «a valutare la possibilità di promuovere (...)» e «a valutare la possibilità di prevedere (...)».
  Sull'ordine del giorno Vargiu n. 9/2985-A/3 il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'incipit degli impegni: «a valutare l'opportunità di adottare, in fase di aggiornamento (...)» e via seguitando.
  Sugli ordini del giorno Baroni n. 9/2985-A/4, Grillo n. 9/2985-A/5, Lorefice n. 9/2985-A/6, Mantero n. 9/2985-A/7 e Silvia Giordano n. 9/2985-A/8 il parere è favorevole.
  Sull'ordine del giorno Dall'Osso n. 9/2985-A/9, con la correzione del dispositivo apportata a mano: «ad adottare ogni iniziativa necessaria, volta ad attuare integralmente (...)», il parere è favorevole.
  Sugli ordini del giorno Di Vita n. 9/2985-A/10, Sibilia n. 9/2985-A/11, Cecconi n. 9/2985-A/12, Giulietti n. 9/2985-A/13, Lenzi n. 9/2985-A/14, Binetti n. 9/2985-A/15, Nicchi n. 9/2985-A/16 e Mucci n. 9/2985-A/17 il parere è favorevole.
  Sull'ordine del giorno Rondini n. 9/2985-A/18 il Governo esprime parere favorevole.Pag. 79
  Sull'ordine del giorno Bechis n. 9/2985-A/19 il Governo esprime parere favorevole con la riformulazione del dispositivo nel senso di premettere le parole «a valutare l'opportunità di ...».
  Il parere è favorevole sugli ordini del giorno Barbanti n. 9/2985-A/20, Prodani n. 9/2985-A/21 e Rizzetto n. 9/2985-A/22.
  Sull'ordine del giorno Segoni n. 9/2985-A/23 il parere è favorevole se il dispositivo viene riformulato con la modifica dell'incipit nel senso di inserire le parole: «a valutare l'opportunità di...».
  Sull'ordine del giorno Turco n. 9/2985-A/24 il parere è favorevole se il dispositivo viene riformulato nel senso di inserire, dopo le parole: «considerata la natura di grave malattia sociale dell'autismo», le parole: «a valutare l'opportunità di (...)».

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Calabrò n. 9/2985-A/1, Roccella n. 9/2985-A/2 e Vargiu n. 9/2985-A/3, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulati.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Baroni n. 9/2985-A/4, Grillo n. 9/2985-A/5, Lorefice n. 9/2985-A/6, Mantero n. 9/2985-A/7, Silvia Giordano n. 9/2985-A/8 e Dall'Osso n. 9/2985-A/9, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Di Vita n. 9/2985-A/10, Sibilia n. 9/2985-A/11, Cecconi n. 9/2985-A/12, Giulietti n. 9/2985-A/13, Lenzi n. 9/2985-A/14, Binetti n. 9/2985-A/15, Nicchi n. 9/2985-A/16, Mucci n. 9/2985-A/17, Rondini n. 9/2985-A/18, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che la presentatrice accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Bechis n. 9/2985-A/19, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Barbanti n. 9/2985-A/20, Prodani n. 9/2985-A/21, Rizzetto n. 9/2985-A/22, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Segoni n. 9/2985-A/23 e Turco 9/2985-A/24, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulati.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2985-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bechis. Ne ha facoltà.

  ELEONORA BECHIS. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la proposta di legge sulle disposizioni in materia di diagnosi, cura e abilitazione delle persone con disturbi dello spettro autistico e di assistenza alle famiglie, secondo il giudizio di Alternativa Libera, è vuota e incapace di produrre effetti positivi apprezzabili sulla vita della popolazione cui essa si rivolge. Manca tutto. Con questa legge non viene riconosciuto l'autismo quale malattia sociale pur avendone tutte le caratteristiche; non viene riconosciuto il diritto ad un'alimentazione equilibrata alle persone affette da autismo, tramite l'erogazione gratuita di prodotti dietoterapeutici specifici, e la somministrazione, nelle mense pubbliche, di pasti ad essi dedicati; non viene garantito il diritto all'informazione, quindi sui foglietti illustrativi dei prodotti farmaceutici continuerà a mancare l'indicazione se il prodotto può essere assunto senza rischio delle persone affette da autismo; non viene garantita l'assistenza domiciliare integrata, la continuità e la qualità del percorso riabilitativo e terapeutico dell'autistico; non viene garantita l'integrazione scolastica, quindi continuerà a non essere garantita la presenza di insegnanti di sostegno per gli autistici, in maniera continuativa e stabile per tutto il percorso Pag. 80formativo della scuola primaria e secondaria di primo grado e se è il caso anche universitario...
  Non vengono previsti percorsi riabilitativi innovativi, quali la pet therapy, terapia in cui l'animale diventa co-terapeuta nel processo di guarigione, rivestendo il ruolo di mediatore emozionale e catalizzatore dei processi socio-relazionali. Questi e altri emendamenti da noi presentati e puntualmente bocciati non hanno trovato posto per migliorare questa legge.
  Se qualcuno, con questa legge, ci voleva ricordare che la questione dell'autismo non termina con i 16 anni, ha fatto un'opera buona. Se qualcuno, con questa legge, ha voluto ricordare al Sistema sanitario che prevenire e diagnosticare precocemente una malattia è cosa che riguarda anche l'autismo, ha fatto una cosa buona.
  Ma abbiamo dovuto fare una legge per fare una cosa che è d'obbligo nel nostro Sistema sanitario. Il provvedimento, per avere un senso, avrebbe dovuto prevedere dei budget di cura e progetti individuali, ma non c’è nulla di tutto ciò. Alternativa Libera ritiene questo provvedimento sterile, utile forse solo a far vedere che ogni tanto il Parlamento produce qualcosa al di fuori della decretazione d'urgenza.
  Il popolo italiano, a nostro giudizio, avrebbe bisogno di qualcosa di meglio e sarebbe il caso che il testo ritornasse in Commissione. A fronte di tutto ciò, dichiaro il voto negativo di Alternativa Libera (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Gigli. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore, se potete abbassare il tono della voce.

  GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Devo dire che sono abitualmente contrario ai provvedimenti settoriali, quelli che agiscono puntualmente su temi specifici, perché ritengo che l'orizzonte dei problemi della salute umana, molto complesso, non possa essere frammentato e diviso a pezzettini. Tuttavia, fatta questa premessa – che vuole, in qualche modo, però, anche richiamarci ad una responsabilità, perché, purtroppo, questa tentazione, diciamo la verità, è ricorrente – devo dire che valuto positivamente l'affronto specifico di un provvedimento sul tema dell'autismo.
  Questo per alcune buone ragioni, che vorrei provare ad evidenziare. Innanzitutto, è un tema che per troppo tempo non ha ricevuto la dovuta attenzione da parte delle istituzioni. Non voglio dire che sia un tema negletto, sarebbe ingiusto, e tuttavia, certamente, non è un tema rispetto al quale i pazienti e le loro famiglie hanno ricevuto sufficiente aiuto e attenzione. E, poi, è un tema del quale, come è stato già richiamato nel corso delle votazioni che hanno preceduto queste dichiarazioni di voto, non sappiamo ancora esattamente quali siano le cause.
  Questo ha portato a una certa confusione tra un problema che oggi sempre più si va delineando come un problema di natura biologica e, invece, un problema che è stato visto troppo a lungo, in modo distorto, secondo me, come un problema di tipo esclusivamente psicogenetico. È un problema, poi, che può devastare le famiglie: avere a che fare con un ragazzo autistico, per una famiglia, specialmente se entrambi i genitori devono lavorare, può portare alla dissoluzione stessa del nucleo familiare, incapace di far fronte all'onda d'urto che i problemi di questo ragazzo possono portare.
  È un problema, ancora, che è stato per troppo tempo oggetto di stigma, e non solo di stigma sociale verso i pazienti stessi, ma anche – voglio ricordarlo con dolore – di stigma verso le madri. Vi è stata una corrente di pensiero, per fortuna esauritasi, che, per lunghi anni, ha parlato di una madre schizofrenogena come causa, sia pure involontaria, dell'autismo del proprio figlio. E immaginiamo quali sensi di colpa, quale devastazione, tutto questo abbia potuto portare nella madre, nella donna; stigma che, peraltro, è stato richiamato anche dalla dichiarazione di Dacca.
  Infine, è un problema con il quale la disciplina che dovrebbe più specificamente occuparsene, la neuropsichiatria infantile, Pag. 81nel nostro Paese fa, in qualche modo, fatica a confrontarsi, per la divisione che la attraversa fra un approccio di tipo psicoanalitico e un approccio di tipo neuropediatrico.
  Una disciplina che, dal punto di vista accademico, confluisce con il settore della pediatria e che, dal punto di vista dei servizi, molte volte, ha a che fare con l'ambito psicosociale ed altro. Detto questo, io credo che l'autismo si meriti questo affronto particolare. Ma vorrei fare una seconda considerazione: sono contrario, in linea di principio, a leggi che siano esse stesse un manifesto, una pura enunciazione di principio. Questa legge ha delle finalità ottime (vorrei richiamarle: la tutela della salute dei soggetti autistici, il miglioramento delle loro condizioni di vita, il loro inserimento sociale, la continuità di cura nel momento in cui questi ragazzi diventano adulti), tuttavia essa resta poco più di una dichiarazione di intenti.
  Possiamo, infatti, immaginare seriamente che possa incidere significativamente un provvedimento senza finanziamenti adeguati ? Io credo che la sua portata, da questo punto di vista, non possa purtroppo che essere limitata. Malgrado tutto ciò, però, credo che questo provvedimento non possa non essere apprezzato. Ritengo che debba essere apprezzato perché prevede, all'articolo 2, se non ricordo male, che l'Istituto superiore di sanità provveda ad aggiornare le linee di guida di trattamento dei disturbi dello spettro autistico, sulla base dello sviluppo delle conoscenze scientifiche. Questo è un presupposto fondamentale se vogliamo dare una risposta adeguata da servizi che, molte volte, sono abbarbicati ad idee e concezioni del passato, e poi perché dispone l'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza con l'inserimento in tema di autismo delle prestazioni per la diagnosi precoce e per il trattamento individualizzato, richiamandole nel contesto del Patto della salute 2014-2015.
  Prevede l'individuazione di centri di riferimento regionale, la definizione da parte delle regioni di percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali, prevede la creazione di unità funzionali multidisciplinari, la formazione degli operatori e, naturalmente, last but not least, il sostegno alle famiglie che, lo ripeto, sono l'anello debole veramente prostrato dai problemi di questa patologia non a caso inserita tra dai disturbi pervasivi dello sviluppo.
  E poi, è positivo credo il fatto che si preveda che il Ministero della salute, d'intesa con la Conferenza Stato-regioni, aggiorni con una cadenza triennale la linea di indirizzo per la qualità e l'appropriatezza degli interventi.
  Infine, è positivo il fatto che si impegni il Ministero a promuovere progetti di ricerca sia sulle cause del disturbo, che sulle buone pratiche per la sua gestione. Abbiamo già sentito prima – ripeto – come il campo della ricerca scientifica, che si sta sviluppando enormemente su questa materia, ci stia riservando sorprese ogni giorno e stia sconvolgendo quelli che erano i parametri con cui eravamo abituati ad identificarla e ne stia facendo sempre più una malattia a forte caratterizzazione biologica.
  Detto tutto questo, che cosa resta nell'annunciare una dichiarazione di voto che, per le premesse che ho enunciato, non può che essere, ovviamente, a favore ? Resta da augurarsi che con l'adozione dei nuovi LEA sia possibile individuare anche le risorse finanziarie senza le quali qualunque intervento, in generale, sulle malattie croniche e tanto più su una patologia così cronica e così devastante come quella dell'autismo, non si tradurrebbe in atti concreti, ma rimarrebbe una buona intenzione, tuttavia soltanto un'intenzione.
  E allora, ecco, con questo auspicio e con questa speranza – ripeto –, che è un po’ un atto di fiducia verso un manifesto che non possiamo non condividere, ma anche verso un provvedimento che purtroppo, finché non faremo questi passi, non avrà modo di incidere sostanzialmente in positivo sulla vita dei pazienti e su quella delle loro famiglie, il gruppo Per l'Italia – Centro Democratico voterà a Pag. 82favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia - Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente. Molto brevemente, intervengo per annunciare il voto favorevole della Lega Nord. In questo provvedimento ci sono interventi finalizzati a garantire la tutela della salute, il miglioramento delle condizioni di vita e l'inserimento nella vita sociale e lavorativa delle persone con disturbi dello spettro autistico. Sono alcune delle misure previste dalla proposta di legge sull'autismo approvata, tra l'altro – vale la pena di ricordarlo –, in sede deliberante e all'unanimità dalla Commissione igiene e sanità del Senato.
  Nel testo, inoltre, si provvede all'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, con l'inserimento, per quanto attiene i disturbi dello spettro autistico, delle prestazioni, della diagnosi precoce, della cura e del trattamento individualizzato, mediante l'impiego di metodi e strumenti basati sulle avanzate evidenze scientifiche disponibili.
  In più, vengono previste le istituzioni dei centri di riferimento, che devono stabilire i percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali per la presa in carico dei minori, degli adolescenti e degli adulti con disturbi dello spettro autistico. Sono previste, inoltre, l'incentivazione di progetti dedicati alla formazione e al sostegno delle famiglie che hanno in carico persone con questo disturbo; la disponibilità sul territorio di strutture semiresidenziali e residenziali accreditate, pubbliche e private, con competenze specifiche, in grado di effettuare la presa in carico di soggetti minori, adolescenti e adulti; la promozione di progetti finalizzati all'inserimento lavorativo dei soggetti adulti con disturbi dello spettro autistico, che ne valorizzino le capacità.
  Vale la pena, poi, sottolineare, infine, che durante l'esame in Commissione alla Camera si è posto anche rimedio a una lacuna sostanziale che era presente nel provvedimento uscito dal Senato. Ora il testo approvato lega il miglioramento dei servizi offerti alle persone autistiche all'introduzione dei nuovi LEA e alle risorse previste dal patto per la salute.
  Sono tutte misure e finalità ottime, sicuramente, e condivisibili e per questo, come dicevo all'inizio, annunciamo il voto favorevole. Però, perché questo provvedimento non rimanga semplicemente una dichiarazione di intenti, con l'adozione, ad esempio, dei nuovi LEA, come hanno sottolineato anche i colleghi che mi hanno preceduto, noi riteniamo che vadano anche rintracciati i fondi per tradurre in pratica queste buone intenzioni. Questo soprattutto lo dobbiamo alle famiglie che quotidianamente si confrontano con questo problema.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Vargiu. Ne ha facoltà.

  PIERPAOLO VARGIU. Grazie, Presidente. Colleghi parlamentari, anche il gruppo di Scelta Civica voterà a favore di questo provvedimento. Devo dire che voterà in maniera convinta a favore di questo provvedimento, dopo aver seguito con attenzione, sia nel corso del suo dibattito in Commissione sia nel corso del suo dibattito in Aula, l'iter del provvedimento stesso.
  Sostanzialmente per commentare alcune delle considerazioni che sono state fatte in questi giorni in Aula, basterebbe prendere le note delle agenzie di stampa che provengono dal Senato, dove oggi la Commissione igiene e sanità del Senato ha presentato un documento sulla sostenibilità del welfare sanitario. Io credo che l'analisi di quel documento aiuti a dare qualche spiegazione ai tanti colleghi che, intervenuti in Aula, pur sottolineando la bontà delle norme che oggi stiamo scrivendo in tema di disturbi dello spettro autistico, hanno lamentato qualche cosa che è sotto gli occhi di tutti, cioè che il provvedimento rischia di essere un manifesto Pag. 83se non è supportato da adeguate risorse finanziarie.
  Però guardate, bisogna che teniamo a mente quello che dice il Senato, perché il Senato ricorda – la Commissione degli Affari sociali della Camera lo aveva già fatto un anno fa – che la sostenibilità del sistema di solidarietà che oggi in Italia consente di supportare le esigenze della parte più debole della popolazione, esigenze alle quali ovviamente la Camera e il Senato sono particolarmente sensibili, passa attraverso la disponibilità di denari che, usati in modo appropriato, sensato senza sprechi, con la lotta alla corruzione realizzata in maniera piena, però supportino le esigenze di sistema.
  In altre parole, colleghi, torniamo al solito nodo che i deputati di Scelta Civica più volte in quest'aula hanno riecheggiato. E cioè che per fare un welfare che sia all'altezza delle esigenze di questo Paese, è necessario che questo Paese produca. Cioè, è necessario che l'economia di questo Paese riparta, che i cittadini siano messi in condizione di pagare le tasse e che possibilmente le tasse siano compatibili rispetto alle esigenze di sviluppo del Paese. E se questo meccanismo riparte, esistono nuovamente le risorse economiche perché dalle nostre leggi venga eliminata quella frasetta, quella dizione «isorisorse» che in realtà è considerata inquietante da tutti i parlamentari che sono intervenuti in quest'aula.
  Quindi, il problema fondamentale di questo Paese è non dimenticarsi che il welfare non è un pezzo staccato del Paese. Non è che si possono aumentare le condizioni del welfare, aumentare i diritti di cittadinanza della popolazione, introdurre nuove possibilità di sostegno a chi versa in condizioni di maggior ...

  PRESIDENTE. Per favore, liberare i banchi del Governo.

  PIERPAOLO VARGIU. ...senza risolvere il problema fondamentale che è l'altra faccia della medaglia. E cioè che è difficilissimo ipotizzare che un Paese che perde il 13 per cento della propria ricchezza e del PIL in sette anni, possa trovare nuove risorse con cui dare risposta ai nuovi bisogni di welfare che continuamente in questo Paese si verificano. Forse è arrivato il tempo di abbandonare sterili parole d'ordine come quelle della «decrescita felice» che sono felici soltanto nella testa di chi non deve pagarla in prima persona la vera decrescita. E forse è arrivato il momento di iniziare a concentrarci sui temi della crescita, che sono quelli che realmente e fuori da ogni demagogia, sono poi in grado di sostenere il welfare.
  Il nostro welfare ha bisogno di una cosa sola: d'innovazione. Ma l'innovazione significa che dobbiamo tecnologicamente essere all'avanguardia, significa che dobbiamo innovare le nostre risorse umane, sia svecchiandole dal punto di vista anagrafico, sia formandole attraverso la formazione continua che consente di dare una risposta sempre più adeguata alla valorizzazione di queste risorse, e innovazione significa anche attenzione ai nuovi bisogni, alle nuove esigenze di salute, alle nuove richieste che vengono dalle fasce più deboli della popolazione.
  Per fare questo è necessario, noi di Scelta Civica ne siamo convinti, abbandonare parole d'ordine che spesso rischiano di essere soltanto populistiche e demagogiche e concentrarsi su quello che è il vero problema dell'Italia: la crescita. Attraverso la crescita è possibile fare buona solidarietà, attraverso la crescita è possibile fare molte buone leggi che riguardano il welfare, e ciò che oggi è scritto in questa buona legge sull'autismo potrà diventare una realtà in termini di servizi realmente erogati a quella parte della popolazione che ne ha bisogno.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Grazie, Signor Presidente, il provvedimento affronta un tema molto delicato, la sofferenza delle persone che hanno un disturbo dello spettro autistico. È una sofferenza complessa e Pag. 84quindi il tema che affrontiamo è certamente molto, molto delicato.
  È un ottimo proposito quello che ci muove, tant’è che ci sono molte associazioni che hanno chiesto di questo provvedimento la più rapida approvazione.
  Tutte le associazioni sono anche consapevoli che questo provvedimento, pur mosso da ottimi propositi, rischia una poca incisività. Noi non vogliamo essere sordi a questo fretta, a questo invito perché sappiamo che dietro ci sono sofferenze reali e quindi questa richiesta la sentiamo e la facciamo nostra. Ma pensiamo che il fare presto vada insieme al fare bene per poter soddisfare pienamente le sacrosante aspettative che questo provvedimento suscita. E allora il testo per noi è segnato da due ombre. La prima è un disegno che si mette sulla scia, per così dire nella tendenza ad una settorializzazione normativa delle diverse disabilità, delle diverse patologie, delle diverse sofferenze magari talvolta viste in competizione l'una con l'altra, una triste competizione che non possiamo sicuramente accettare e rendere plausibile. La seconda ombra riguarda una sorta di pratica che sta prevalendo – anche questi sono tutti temi che sono stati presenti nella discussione e hanno attraversato anche la maggioranza, molti interventi hanno segnalato queste fragilità – una tendenza alle leggi manifesto, chiaramente mosse da ottime, da buone intenzioni: più provvedimenti di cornice, meno di indirizzi effettivamente applicativi collegati a mirate e adeguate risorse finanziarie. Il testo che noi approviamo demanda quasi tutti i compiti in esso delineati alle regioni e quindi qui si apre una prima sfida che è quella in futuro che non segnaliamo che è quella di monitorare attentamente quanto sarà effettivamente attuato e garantito dagli enti territoriali, soprattutto che sia garantita l'uniformità delle prestazioni e dei servizi sul tutto il territorio nazionale e per questo, vista la situazione, abbiamo buoni motivi di essere preoccupati che ciò effettivamente avverrà. Perché – e questo è il punto – il vulnus più evidente è nel non aver voluto prevedere alcuno stanziamento finanziario aggiuntivo indispensabile per la reale applicazioni delle disposizioni che sono contenute nella proposta di legge. Infatti il tutto viene previsto rigorosamente senza oneri per la finanza pubblica: il mantra delle politiche di austerity in cui è immerso questo Governo in ossequio ai diktat della politica europea della Merkel e della troika. Lo cito qui all'indomani di un evento storico qual è stato il voto greco, di quel popolo che richiama tutti ad una democrazia e mette in discussione proprio il mantra delle politiche di austerity: prevedere, come fa questo testo, che tutto avvenga ad invarianza di gettito mina fortemente la possibilità di dare una risposta concreta alla cura, all'abilitazione delle persone con disturbi dello spettro autistico. A questo proposito voglio ricordare, nel merito delle risorse, che il Censis ha dimostrato un dato che viene ignorato e che è un partito come SEL e questo gruppo non vuole assolutamente ignorare, anzi è il punto di partenza: il fatto cioè che la spesa per il sociale in questo nostro Paese in sette anni è stata ridotta dell'81 per cento. In questo contesto si inserisce questo provvedimento. Le risorse assegnate al Fondo sociale sono passate da 1,6 miliardi di euro del 2007 a 435,3 milioni nel 2010 per poi scendere a 43 milioni nel 2012. Oggi siamo di fronte solo a qualche esile e fragile recupero per non parlare del Fondo della non autosufficienza che è passato dai 400 milioni del 2010 al totale annullamento nel 2012.
  Noi non possiamo dimenticare che le politiche di austerity hanno prodotto questo. Non possiamo rimuovere questo passato, verso cui non c’è una reale discontinuità. Mi riferisco al fatto di avere annullato il fondo della non autosufficienza, che è stato ristabilito grazie alla lotta dei disabili, anche dei disabili gravi. Ci ricordiamo le battaglie che hanno fatto proprio le associazioni dei malati di SLA.
  Poche risorse ancora, nonostante i dati terribili che non possono essere dimenticati quando si affronta un tema come questo. Poche risorse che si inseriscono in un quadro di macroscopiche differenze territoriali, vista la situazione in cui versano Pag. 85tanti servizi essenziali in parti del territorio come il Mezzogiorno. Per il Censis – scrive così il Censis – l'andamento del fondo per le politiche sociale, istituito nel 1997 per trasferire risorse aggiuntive agli enti locali, testimonia il progressivo ridimensionamento dell'impegno pubblico sul fronte delle politiche socio-sanitarie e socio-assistenziali. Noi non possiamo prescindere da questo dato, anche di fronte a delle buone intenzioni che tutti insieme, più o meno, abbiamo cercato di mirare e di definire. Anche se devo dire che non c’è stata grande generosità verso l'accoglimento di molti emendamenti, che da questi banchi e nelle sedi della Commissione sono stati proposti.
  Le regioni avranno compiti nuovi. Potranno – e non dovranno, come vorremo noi, – individuare i centri di riferimento con compiti di coordinamento dei servizi stessi nell'ambito della rete sanitaria regionale. Dovranno stabilire percorsi diagnostici, terapeutici, assistenziali per la presa in carico di minori, adolescenti e adulti. Dovranno garantire il funzionamento degli specifici servizi di assistenza sanitaria, prevedere la formazione degli operatori sanitari. Dovranno definire équipe territoriali dedicate nell'ambito di servizi di neuropsichiatria dell'età evolutiva e dei servizi per l'età adulta. Saranno tenute a promuovere il coordinamento degli interventi. Dovranno incentivare progetti dedicati. Dovranno rendere disponibili sul territorio le strutture semiresidenziali e residenziali accreditate, pubbliche e private. Dovranno prevedere la promozione di progetti finalizzati al reinserimento lavorativo per soggetti adulti. Ecco, dovranno fare tutto questo senza risorse aggiuntive.
  Quindi, non avere previsto anche un minimo di fondo per potere intervenire e sostenere questi compiti nuovi delle regioni che cosa produrrà ? Accentuerà quelle differenze territoriali, perché queste risorse nuove avrebbero potuto servire a perequare le diversità territoriali. Poi manca una chiara presa di posizione prioritaria sulla de-istituzionalizzazione e, quindi, a favore di percorsi personalizzati, e non ci sono interventi mirati per il sostegno scolastico.
  Voglio ricordare una cosa. Il 2 aprile ricorre la giornata per l'autismo, per la consapevolezza sull'autismo, ed è una giornata voluta dalle Nazioni Unite. In quella occasione una luce blu illumina i monumenti principali, come è successo a Montecitorio, per fare venire fuori e valorizzare una cittadinanza globale di tutte le abilità e di tutte le intelligenze...

  PRESIDENTE. Deve concludere, collega Nicchi.

  MARISA NICCHI. ...per meglio conoscere questa sofferenza – e mi avvio alla conclusione –, che ancora è immersa nella non conoscenza e in tanti pregiudizi. Ma oggi il punto non è illuminare di blu solo i monumenti e illuminare di blu le nostre coscienze.
  Illuminare di blu i bilanci che sono pubblici, che sono in rosso, perché ancora c’è troppa distanza tra risorse e diritti e questa è la luce che questo gruppo vuole portare in questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Calabrò. Ne ha facoltà. Chiedo scusa, il collega Calabrò.

  RAFFAELE CALABRÒ. La collega, mi sembra eccessivo. Comunque...

  PRESIDENTE. Non si offenda, ho sbagliato, le chiedo scusa.

  RAFFAELE CALABRÒ. Signor Presidente, innanzitutto vorrei rivolgere un plauso a tutti i componenti della XII Commissione, sia della Camera e sia del Senato, perché ci hanno mostrato un grandissimo senso di responsabilità, uno spirito costruttivo, perché questa legge che da molti anni, molto tempo, avevamo tutti a cuore di portare a termine, è stata chiusa in tempi molto rapidi, un'attesa che avevano Pag. 86tutte le famiglie e che avevano tanti pazienti che sono affetti da questo disturbo. Un particolare, ringraziamento vorrei rivolgere anche alla relatrice Binetti, perché non è stato facile in Commissione trovare l'equilibrio e la capacità e lei è riuscita sicuramente a sintetizzare quelle modifiche migliorative che sono state apportate dal Senato. Noi avevamo una volontà di licenziare in tempi molto brevi il testo, ma questo non ha impedito che alcuni emendamenti significativi siano stati valorizzati e siano stati approvati. Come è stato rimarcato più volte anche nell'Assemblea di ieri e anche durante il dibattito in Commissione è vero che questa legge resta di inquadramento generale e una legge quadro entro la quale il Governo e le regioni devono cercare di dare una serie di concretizzazioni che sono intraviste all'interno della legge e che sono negli ordini del giorno che sono stati approvati un attimo fa. Questo significa che un ruolo determinante lo raggiungeranno, lo determineranno e lo realizzeranno le regioni.
  È noto – lo diceva un attimo fa anche la collega Nicchi – che la mancanza di risorse aggiuntive ha destato un certo scontento perché in qualche modo sarebbe piaciuto a tutti poter dare un finanziamento adeguato alle nostre aspettative, ma sappiamo che, oggi in questa fase del sistema sanitario nazionale, intraprendere una battaglia per ottenere un fondo ad hoc (che era previsto in tante proposte di legge, compresa una proposta di legge da me presentata) avrebbe verosimilmente comportato un arenamento del provvedimento ed il meglio, come sappiamo, è nemico del bene. Oggi credo che comunque portiamo a casa una grande vittoria. L'autismo entra con forza nei nuovi livelli essenziali di assistenza in via di approvazione alla conferenza Stato-regioni.
  Presidente, una breve parentesi su una patologia per molti aspetti è ancora ignota anche se molto diffusa. Si stima che questi disturbi si verificano attualmente in una media molto più alta di quanto non fosse previsto in passato. Pensiamo solamente che recenti statistiche sull'incidenza dell'autismo, elaborate dal CDC di Atlanta, riportano che in America un bambino su 88 ha un disturbo dello spettro artistico e questi dati hanno mostrato un incremento di dieci volte superiore negli ultimi 40 anni. Ci stiamo avvicinando verso qualcosa che può sembrare un'epidemia.
  Studi accurati hanno dimostrato che questi incrementi può essere solo in parte spiegato da un miglioramento del processo diagnostico, piuttosto che da una maggiore consapevolezza della patologia stessa. Esistono senz'altro fattori genetici, senz'altro fattori ambientali, ma questi non sono ancora chiari e io vorrei una volta per tutti eliminare quella che sembrava un'evidenza scientifica ma in realtà non c’è stato mai nessun legame con il vaccino trivalente (morbillo-parotite-rosolia) e questa bufala che era nata in seguito a uno studio pubblicato alla fine degli ottanta, è stato poi ritirato e purtroppo continua a diffondere paure infondate verso i vaccini e mi sembra una delle cose che dobbiamo sottolineare in maniera più attenta. Purtroppo, oggi non esiste neppure una terapia farmacologia che possa curare i disturbi dello spettro artistico, ma quello che è certo è che le linee guida recenti hanno evidenziato che i trattamenti che danno maggiore prova di efficacia, sono quelli di tipo abilitativi purché siano tempestivi, intensivi, in qualche modo strutturati e che cercano di adattare gli approcci psico-educativi alle esigenze individuali di ogni singolo paziente.
  Premesso questo, il testo di legge che ci accingiamo ad approvare, per quanto essenziale, come abbiamo detto un attimo fa, fissa i presupposti per garantire una migliore organizzazione dei servizi sanitari regionali. È un provvedimento che ha alcuni meriti innegabili che vorrei sottolineare. È evidente la necessità di un aggiornamento triennale delle linee guida da parte dell'Istituto Superiore di Sanità.
  Le ultime, come è noto, non dicevano quasi nulla rispetto al soggetto adolescente e al soggetto adulto. È un testo che promuove un maggiore ruolo delle regioni, responsabilizzandole fortemente e prevedendo la possibilità che gli enti locali possano, come giustamente diceva la collega Pag. 87Nicchi, costituire un’équipe territoriale dedicata, introdurre un coordinatore degli interventi multidisciplinari, promuovere progetti dedicati alla formazione e al sostegno delle famiglie e, vorrei sottolinearlo, realizzare sul territorio strutture semiresidenziali e residenziali specifiche accreditate, pubbliche e private, con competenze specifiche.
  Onorevoli colleghi, quel «possono» ha destato molte perplessità e, vale la pena sottolinearlo, dettato dall'autonomia regionale sancita dalla riforma del Titolo V della Costituzione, ma nello stesso tempo bilanciato da quanto disposto all'articolo 4 di questa legge, in virtù del quale l'attuazione delle linee di indirizzo aggiornate costituisce adempimento ai fini della verifica del comitato permanente per la verifica dell'erogazione dei LEA. Quindi, di fatto, determina la strada maestra attraverso la quale le regioni debbono arrivare al compimento del loro compito.
  Le stesse regioni, nelle linee guida del 2012 sottolineavano la necessità dell'approccio multiprofessionale, interdisciplinare, età specifica, indispensabile per poter affrontare la complessità e l'eterogeneità delle sindromi autistiche. È evidente che la legge che stiamo votando ha recepito la centralità dell'approccio multi professionale, interdisciplinare nella cura dell'autismo, ma benché il provvedimento chiami con forza in causa le regioni, resta qualche ombra sulle reali possibilità di ottenere uniformità nel trattamento dell'autismo. Da domani le persone affette da questo disturbo avranno la stessa presa in carico, sia che si trovino in regioni del Sud sia che vivano in una regione settentrionale ? È questo l'obiettivo cui noi dobbiamo tendere.
  Onorevoli colleghi, ammetto che si sarebbe potuto prevedere un maggiore dettaglio diretto a garantire quest'uniformità di approccio alla gestione dei pazienti autistici, ma poiché reputiamo profondamente ingiusto che vi siano Servizi sanitari regionali di serie «A» e di serie «B» e consideriamo che i cittadini, soprattutto quelli più bisognosi delle migliori cure, debbano poter contare su un'assistenza adeguata ovunque abitino, confidiamo che, come richiesto in molti ordini del giorno, il Ministero della salute definisca i criteri per l'accreditamento dei soggetti pubblici e privati abilitati alle diverse forme del trattamento dei disturbi dello spettro autistico, così che in tutte le regioni e in tutti i servizi vi sia personale adeguatamente formato, senza alcuna differenza.
  Ugualmente, contiamo sull'impegno del Governo ad istituire una banca dati nazionale diretta sia a rilevare i parametri di frequenza epidemiologica dei disturbi dello spettro autistico sia a consentire una ricognizione dell'offerta sociosanitaria presente in tutte le regioni. Mi auguro che questi strumenti servano davvero e realmente a garantire questa maggiore uniformità, così come contiamo sull'impegno del Governo e delle regioni ad assicurare la precocità della diagnosi, così come la costituzione di équipe territoriali dedicate alla cura dei disturbi dello spettro autistico presso i distretti sanitari e i consultori materno-infantili, nell'ambito dei servizi di neuropsichiatria dell'età infantile e dell'età evolutiva e dei servizi per l'età adulta; nonché prevedere una rete integrata tra équipe specialistiche e pediatri di libera scelta, medici di medicina generale, gli insegnanti – perché la scuola va coinvolta in tutto processo – e gli operatori educativi. Ciò perché più le figure professionali coinvolte, fin dalla prima infanzia, iniziano a scambiarsi informazioni, più la cura sarà appropriata, più sarà autonoma la vita dei pazienti affetti da autismo. In conclusione, riteniamo che questa sia una buona legge, su cui il mio gruppo dà un convinto voto favorevole. È la prima interamente dedicata alla sindrome autistica e, con un po’ di buona volontà, il Governo può rafforzarne definitivamente l'efficacia (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Forza Italia voterà a favore di questa Pag. 88proposta di legge. Voterà a favore in riferimento a quello che rappresenta e a quello che è stato detto dai miei colleghi, sia in sede di discussione sulle linee generali sia durante le dichiarazioni di voto; una discussione sulle linee generali che ha riguardato diversi aspetti. In primo luogo, è senza dubbio positiva la circostanza che il Parlamento legiferi su questo aspetto importante e inquietante dal punto di vista patologico nonché per i gravi disturbi che provoca purtroppo a chi ne è affetto, ma soprattutto anche rispetto all'habitat personale e familiare che circonda i malati affetti da questa patologia.
  Inquietante perché ancora la scienza non ha stabilito ne l'effettiva eziopatogenesi ne tantomeno la parte di terapia. È stata definita giustamente una «legge manifesto», perché può rappresentare senza dubbio un passo in avanti, ma rimane tale se si considera la possibilità di avere un finanziamento vincolato, dedicato, aggiuntivo rispetto a quelli che sono gli obiettivi della legge.
  È stato opportunamente già differenziata l'organizzazione rispetto alle prestazioni che dovranno essere erogate che la norma, che stiamo per approvare, definisce in maniera abbastanza pertinente dal punto di vista dell'organizzazione e dal punto di vista dell'obbligatorietà. Anche questa norma nasce in pratica già con uno squilibrio: si pone il giusto obiettivo di rientrare nei livelli essenziali di assistenza che dovrebbero essere uniformi per tutto il territorio nazionale, mentre noi sappiamo perfettamente che i livelli uniformi di prestazioni sanitarie e sociali è totalmente difforme all'interno del nostro Paese, come qualche collega ha ricordato. Non è solo difforme tra regione e regione o tra ASL e ASL, ma addirittura anche nel contesto dello stesso distretto spesso e volentieri vi sono organizzazioni difformi e quindi prestazioni assolutamente difformi.
  Con la totale assenza anche in questo caso dei Governi, perché è giusto dire le cose come stanno nel contesto delle prestazioni sanitarie. Noi abbiamo avuto una grande svolta con la legge n. 833 del 1978 dove è stata fatta una scelta politica e di civiltà enorme – l'accesso universalistico alle prestazioni con l'istituzione del Servizio sanitario nazionale – tuttavia se andiamo a vedere, dopo circa 40 anni di legge universale di accesso alle prestazioni, l'accesso per molte regioni e per molte situazioni è rimasta sulla carta.
  Non so quindi in che maniera sarà raggiunto e dove sarà raggiunto questo obiettivo, ma c’è un altro obiettivo su cui sicuramente vi è necessità di riflettere ed è il finanziamento delle prestazioni. È vero, la legge non comporta ulteriori oneri per lo Stato, c’è la solita invarianza della spesa pubblica e quindi le regioni dovranno provvedere ad erogare queste prestazioni, la stessa organizzazione di servizi e quant'altro su tutto il territorio regionale facendo leva sulle risorse disponibili. Ritengo però che gli spazi che al momento possono essere sfruttati, viste le manovre di finanza pubblica e visto che anche quest'anno vi è addirittura una riduzione sul finanziamento del Fondo sanitario nazionale dovute alle ristrettezze finanziarie al problema della riduzione del PIL di circa il 13 per cento. Detto questo, dovremmo avere pure l'onestà intellettuale di dire in maniera chiara che all'interno della spesa sanitaria del nostro Paese, in mancanza di controlli totali dappertutto, esiste uno spazio enorme di recupero di risorse sia in riferimento alla grandissima estensione della corruzione all'interno della gestione della spesa sanitaria sia anche in riferimento agli sprechi.
  Queste sono due voci che rimangono inesplorate perché anche l'attuale Governo, così come gli altri Governi di tutti i colori politici, non ha alcuna intenzione di intervenire, non ha alcuna intenzione di staccare veramente la gestione politica rispetto alla gestione della sanità.
  Ed è fin troppo evidente che i partiti tutti quando ci sono delle maggioranze e delle giunte regionali determinano, attraverso le direzioni generali, le direzioni sanitarie, le direzioni amministrative e quant'altro, cosa risaputa dappertutto, evidenziata da mille inchieste e mille situazioni che ci sono dappertutto, incorrono in una situazione molto spiacevole rispetto a Pag. 89quello che riguarda gli sprechi e la corruzione; ciò perché c’è una gestione politica.
  Più che pensare a curare gli ammalati, curano i partiti, curano le clientele e su questo c’è da fare molto. Per questo motivo diventa debole l'istanza, giusta dal punto di vista dell'obiettivo, stante nessun tipo di intervento sul controllo della spesa sanitaria, sul controllo della corruzione, nel cercare di avere una sana gestione delle risorse sanitarie che sono di circa 110 miliardi di euro all'anno, lo faccio notare, senza considerare le risorse completamente private che i cittadini spendono e senza considerare i ticket e quant'altro, perché c’è da aggiungere circa un 30 per cento. Quindi, si arriva grosso modo a 150-160 miliardi di euro all'anno di gestione della spesa sanitaria. Davanti a una situazione del genere c’è una latitanza enorme nel cercare di individuare una gestione lontana dalla politica, un'inversione di tendenza, una pagina nuova, perché se si facesse questo si potrebbero tranquillamente trovare. Faccio, un esempio, Mediobanca per calibrare meglio gli investimenti anni fa fece uno studio volontario in cui si riscontrò che negli ospedali di media-grande dimensione del centro-nord c'era uno spreco circa del 12 per cento. Ora, io mi accontenterei del 5, parliamo, rispetto al fondo sanitario, di 5,5 miliardi di euro. Presidente, con 5,5 miliardi di euro sa quanti servizi forniremmo a tutti i pazienti affetti da autismo e da altre patologie !
  Però non si vuole intervenire. C'era stato un debole tentativo da parte del Governo nella delega sulla pubblica amministrazione, dove si individuava uno strumento che potrebbe quanto meno attenuare se non risolvere questo problema di avere veramente un distacco, una separazione fra la politica e la gestione della sanità; faccio riferimento alla nomina dei direttori generali, direttori amministrativi e direttori sanitari che, fermo restando il possesso di alcuni requisiti bassi di accesso, si sottoponevano a un vero e proprio concorso, vero e proprio esame ogni due anni per poter far parte di un elenco nazionale a cui poi le regioni e le direzioni generali dovrebbero attingere. Le regioni per quanto riguarda la nomina del direttore generale, i direttori amministrativi e sanitari e i singoli direttori generali. Ho visto come al solito che quest'obiettivo, secondo me importante, che il Governo aveva, viene giorno dopo giorno smontato dal lavoro delle Commissioni del Parlamento e anche questo è un segno che non si vuole per niente dare vita ad un'inversione di tendenza; si vuole continuare a gestire la sanità, la spesa sanitaria nel nostro Paese, indipendentemente dal colore politico delle giunte regionali, perché la competenza della spesa sanitaria è totalmente regionale, in riferimento a clientele che, poi, provocano su tutto il territorio regionale, indipendentemente anche qui dal colore politico, fenomeni di corruzione.
  Sarebbero sufficienti interventi di questo tipo: istituire i controlli della spesa pubblica sugli atti e fare i controlli veri, non i controlli dei revisori dei conti che vanno lì anche quelli di nomina ministeriale solo ed esclusivamente per prendersi la parcella e andare via subito, senza fare nessun controllo. Fanno dei campioni farlocchi, addirittura peggiorando anche la situazione rispetto al campione e rispetto a quello che è veramente l'andamento.
  Sarebbe sufficiente imporre Consip obbligatoriamente per l'acquisizione di beni e servizi all'interno delle direzioni generali. Già l'altro giorno, ma lo ribadisco, il sistema, che tutto è corrotto nella sua interezza, dal primo fino all'ultimo, in ordine a circostanze e metodi che utilizza, teme più Consip che il carcere. Io lo sostengo continuamente questo fatto rispetto alla gestione della sanità che c’è nelle direzioni generali e in alcune direzioni generali, vedesi tanti esempi che ci sono stati, c’è un grande campionario da questo punto di vista ed è ubiquitario in tutto il Paese.
  Si tratta di decidere se nelle direzioni generali è corrotto l'atomo o l'elettrone e potrebbero trasformarli in penitenziari. Di questo noi trattiamo, e non abbiamo il coraggio di affrontare questo problema e Pag. 90di porvi riparo, perché in questa maniera noi potremmo trovare risorse sia per l'autismo sia per tante altre cose.
  Ci si vuole, invece, fossilizzare solo sul fatto che in pratica rimane manifesto perché da un lato non si stanziano risorse nuove, dall'altro non si combattono gli sprechi...

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere, collega.

  ROCCO PALESE. Grazie, Presidente, sto concludendo. Sprechi e corruzione, dicevo, e intanto i poveri ammalati rimangono abbandonati a se stessi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Silvia Giordano. Ne ha facoltà.

  SILVIA GIORDANO. Presidente, lo ammetto: ho trovato un po’ di difficoltà nello scrivere la dichiarazione di voto. Più mi ci impegnavo e più avevo la sensazione che sbagliavo in qualcosa ed ho capito che ero troppo dentro a questa mentalità diffidente e critica tipica del MoVimento 5 Stelle. D'altronde, si sa, se si vuole capire bene un qualcosa bisogna mettersi anche nei panni altrui e, invece di mettermi nei panni dei cittadini, ho immaginato di fare parte di un partito di maggioranza.
  Partiamo dall'articolo 32 della Costituzione: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti». Presidente, si è parlato tanto di riforma costituzionale – per altri ambiti e aspetti, ovviamente – ma se veramente si vuole essere onesti e coerenti dovremmo cambiare innanzitutto questo articolo. Non è una critica fine a se stessa, non voglio essere «grillina» in questo momento – è semplicemente una constatazione della realtà – e, anzi, voglio essere addirittura propositiva. L'articolo modifichiamolo così: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti, ma nel minimo sindacale». E non azzardate mica a chiedere di più o, peggio, a chiedere quanto vi spetta. Pretendere i vostri diritti, poi ? Folli ! Non sapete che l'Italia non ha soldi ? Ma con quale coraggio si avanzano tali richieste ? L'Italia non ha soldi ! E tu, mamma, che accudisci tuo figlio, che hai un lavoro precario, che sei costretta a scegliere se fare la spesa o fargli fare terapia, che devi stare con lui quasi tutto il giorno, perché non hai chi gli può stare vicino, proprio tu sei una persona che non ha il senso di comunità, che non ha il senso del sacrificio, che non capisce il momento storico. L'Italia non ha soldi. Presidente, sono ripetitiva, lo so, ma queste persone lo devono capire. Le auto blu ? Gli stipendi dei parlamentari ? Le pensioni d'oro ? Le grandi opere e le grandi tangenti ? Sono un'altra cosa, non c'entrano nulla. Basta fare questi ragionamenti populisti. Sì, perché è chiaro: se pensi di togliere gli sprechi e mettere soldi dove non ci sono vuol dire che o sei pazzo o sei populista. C’è crisi e non possiamo spendere soldi in questo modo barbaro, per la sanità, per l'assistenza, per la disabilità. Che follia !
  Però sì, vi capiamo, noi ci siamo. No, non è uno scherzo, non sto prendendo in giro. Lo Stato c’è. Il Governo e il Parlamento ci sono, pronti ad aiutarti. Non sai come fare ad affrontare la malattia, il disturbo, la patologia tua, di tuo figlio, di tuo padre ? Non ti preoccupare, ci pensiamo noi ! Illuminiamo il Parlamento di blu e, visto che quest'anno siamo anche più sensibili, illuminiamo di blu anche Palazzo Chigi. No, non mi dite: ancora non vi basta ? Ancora non è abbastanza ? E una giornata dedicata a quella malattia o a quel disturbo ? Non vi basta neanche questo ? Certo che siete insaziabili ! Però, dai, siamo buoni e vogliamo venirvi incontro. Facciamo così: facciamo un manifesto programmatico. Che ne dite ? Certo, voi comunque avrete gli stessi identici problemi di sempre, ma almeno se ne parla. Vi piace ? Allora, pensiamo bene a come farlo. Certo, però, non possiamo mica fare una proposta di legge per ogni singola malattia: questo non va bene, e lo Pag. 91dicono anche i «5 Stelle». Vabbè, capirai, questi, si sa, dicono sempre cose che non stanno né in cielo né in terra.
  Però, un attimo: anche la maggioranza lo dice, anche il PD lo dice. Quindi, ho ragione: non si possono fare proposte di legge per ogni singola malattia. Ma se anche il PD lo dice, allora perché solo alla Camera ha presentato tre proposte di legge unicamente sui disturbi dello spettro autistico ? Avrò sbagliato a capire, sicuramente. Controllo lo stenografico. No, no, lo hanno proprio detto: «Non possiamo fare una proposta di legge per ogni singola patologia». Andate a controllare pure voi, se non mi credete. Allora, non le avrà presentate il PD queste proposte di legge. Ora ricontrollo le prime firme: Biondelli, Argentin, Faraone; PD, PD, PD.
  No, basta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Troppi pensieri: sicuramente avranno i loro buoni motivi, sicuramente non è così contraddittorio e incoerente come sembra, sicuramente ci sarà un motivo. Anzi, è perfetto perché così, da un lato, come maggioranza facciamo vedere che c’è la volontà di occuparsi in modo serio di questa materia e, dall'altro, facciamo un semplice manifesto programmatico, di due paginette scarse, dove non parliamo di nulla di pratico.
  E se qualche pazzo squinternato che dopo due anni che è entrato in Parlamento ancora non ha capito come funziona la politica, presenta emendamenti, tanti emendamenti, per fare qualcosa di più concreto, rispondiamo che non si può fare una legge ad hoc per ogni malattia, per una persona forse, ma per una patologia no (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 18,50)

  SILVIA GIORDANO. Ecco, perfetto ora tutto quadra. Ah, come sono in gamba questi politici. Torniamo però al manifesto programmatico. Allora, qui potremmo elencare tutte quelle leggi che già si occupano di disabilità, almeno elencarle quello possiamo farlo di sicuro. Ad esempio: la legge n. 104 del 1999, la legge n. 328 del 2000, la legge n. 170 del 2010. E no, però un attimo così non va bene, queste leggi non vengono quasi mai applicate e devo essere proprio io ora qui a ricordarlo. No, no, assolutamente no. Ma chi l'ha pensata questa follia ? I 5 Stelle e che me lo dite a fare. Allora, nel manifesto programmatico cosa inseriamo ? Ma sì ecco inseriamo l'integrazione scolastica, la continuità didattica, gli insegnanti di sostegno. No, non va bene, dicono che sia già nella «Buona scuola». Ma non specificamente sull'autismo, in generale, in modo più confuso; è ovvio e inserirlo qui non va bene. Questo è solo un manifesto programmatico. Scommetto che anche questo lo hanno proposto i grillini, sono sempre i soliti. Allora pensiamoci un po’: ma sì certo, possiamo inserire qualcosa per il tempo libero. Sì ovvio, le attività extramurali. Perfetto, ho sentito che anche alcune persone del PD lo hanno dichiarato. Ma sì ecco è scritto proprio nello stenografico: «Presidente, in questa legge purtroppo non si parla di tempo libero». È una deputata del PD che lo afferma. Oh ecco, questo si può inserire. Toh, mi hanno anticipato i grillini, hanno chiesto loro di inserirlo, mah sì dai, una cosa buona ogni tanto. Voglio proprio vedere la faccia di questi grillini quando si vedranno approvati la proposta. Ma come ? Il PD dice no ? Ha cambiato idea anche su questo ? E come mai ? Dai su non pensiamoci troppo, il PD avrà le sue buone ragioni. Concentriamoci, cosa possiamo inserire in questo manifesto programmatico. Allora, soldi assolutamente no, l'integrazione scolastica no, la formazione degli insegnanti di sostegno no, le attività extramurali no. E la formazione periodica degli operatori che lavorano con gli autistici ? Ma no sto andando troppo nel particolare, metto formazione e basta, che importanza ha che sia periodica. Ecco, ci sono le strutture, i centri per l'autismo. Sì ci siamo, questi centri devono avere comprovata esperienze e devono essere individuati attraverso procedure trasparenti. No, ma che Pag. 92dico ? Procedure trasparenti ? Ora mi metto a fare il grillino anche io. Ma dai, non mi sto concentrando abbastanza. Oh, i LEA, nel manifesto programmatico per le persone affette da disturbi dello spettro autistico posso inserire i livelli essenziali di assistenza. Ora sì che ci siamo. Come quali LEA ? I nuovi LEA, quelli che dovevano uscire a dicembre, poi a gennaio, poi a giugno. Sì è vero siamo a luglio e ancora non ci sono, ma ci saranno. Sempre mal pensanti questi cittadini. Ecco, inseriamo questi ignoti LEA e facciamo rientrare tutto lì. Io mi fido, perché non dovrei ? Però, un attimo, forse in un manifesto programmatico dovremmo inserire dei programmi ? E come possiamo fare ? OK, ci sono: sarà solo un manifesto, lasciamo stare il programmatico. Tanto lo scopo qual è ? Quello di parlarne, no ? Mica qualcuno vi ha detto che avremmo risolto qualche problema, i vostri problemi poi ? No eh ? Non diciamo cose assurde. Dei problemi se ne deve solo parlare e, quando proprio si insiste, fare qualche atto simbolico, ma risolverli no. Non fatemelo spiegare anche a voi. Già ci sono i grillini che non lo capiscono. Bastano loro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Oh, ora sì che sono proprio fiera, un altro passo avanti è stato fatto. Un altro minimo sindacale raggiunto. Ora però cerchiamo di modificare l'articolo 32 della Costituzione, altrimenti va a finire che qualcuno ci crede sul serio. Quindi: la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti nel minimo sindacale, illuminando i palazzi istituzionali di blu (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  
Vede, Presidente, non sto prendendo in giro nessuno, anche se sono convinta che qualcuno pensi il contrario. Torno ad essere un attimo la deputata del MoVimento 5 Stelle e vi riporto una testimonianza della mamma di Filippo, bambino autistico. Solo una parte, perché davvero intensa e dolorosa: «In questi anni ho rinunciato quasi completamente ad essere presente sul lavoro. Finché è stato possibile abbiamo chiesto e ricevuto molto aiuto dai nonni. Ora, però, le cose sono cambiate. I nostri genitori sono vecchi, i soldi del nostro conto in banca sono paurosamente sempre meno e Filippo è diventato grande e »disumano” da gestire. Da almeno due anni non ce la facciamo più a stare dentro al mondo con i suoi ritmi, le sue convenzioni e le sue regole sociali. Anche volendocela assumere, non esiste più fatica che potremmo aggiungere alle nostre vite che riuscirebbe a farci vivere decentemente nel mondo con nostro figlio. Anche se sai nuotare, se ti ritrovi nel bel mezzo di un oceano, vai a fondo, perché ti misuri con qualcosa di infinitamente più grande di te.
  Da noi quasi tutto è colato a picco. Ora siamo qui a chiedere al mondo che si accorga di noi e che ci aiuti. Colleghi, cercate questa testimonianza, è su Internet, leggetela attentamente e poi rileggete il testo della legge. Ecco, quella è la vera presa in giro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Amato. Ne ha facoltà.

  MARIA AMATO. Grazie, signor Presidente. L'assistenza alle persone con disturbi dello spettro autistico rappresenta da una criticità del sistema di cura, mancanza di equità nella risposta ai bisogni ed è nella grande variabilità di interventi regionali, tra esperienze virtuose e di moderna concezione scientifica e la assimilazione alle malattie mentali aspecifiche, tra il poco per i bambini e adolescenti ed il nulla per gli adulti. Un variegato e disomogeneo panorama, nonostante l'accordo Stato-regioni del 22 novembre 2012. È un mondo di solitudine, spesso di disperazione, in attesa di una risposta. Un mondo che, come per tutti, deve essere fatto di salute, affetti, scuola, sport. Si dipinge un quadro ben noto a chi per professione, per affetto, per casualità, ha conosciuto questo mondo in cui il rischio dello stigma della solitudine, della segregazione, della esclusione, è ancora molto Pag. 93alto. Questa legge arriva come risposta a questa disomogeneità. Una legge attesa, accolta con favore ed immediato da molte associazioni e approvata all'unanimità in Senato, sollecitata dalla Presidenza della Repubblica. Senza grossi cambiamenti, con grande rispetto per questo voto unanime, ne abbiamo arricchito il testo con un articolo aggiuntivo, un emendamento della maggioranza che, con lo scopo di rendere il testo più cogente e ridurre il rischio che gli impegni restino solo belle parole, introduce il riferimento alla Conferenza unificata Stato-regioni che nell'applicazione dei LEA deve provvedere all'aggiornamento triennale delle linee di indirizzo, e il comma 2 che recita che l'attuazione delle linee di indirizzo costituisce adempimento ai fini della valutazione da parte del Comitato permanente per la verifica dell'erogazione dei LEA.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 18,55)

  MARIA AMATO. Non si può scappare, i servizi dovranno essere realizzati, la clausola di invarianza di finanza ha condizionato un giudizio sommario, una bella cornice, un manifesto di intenti. In realtà, è una legge di riordino e riordino anche dei fondi frammentati nei diversi, numerosi, progetti. Molto di quello che è già scritto è già in essere nelle diverse realtà regionali, ma in maniera disarmonica. Il cuore della legge sta nell'aggiornamento dei LEA specifici, è in questo passaggio che c’è l'impegno economico del Governo. Si aggiungono LEA, si aggiungono possibilità di cure. È nei LEA la sostanza di questo provvedimento. È questa la promessa da onorare. Tutto il resto è già nelle leggi sulla disabilità e sulla scuola. Sì ai LEA specifici, sì alla spinta inclusiva culturale, sì alla forte indicazione alle regioni e per un reale e omogeneo passo avanti, ma non possiamo fare distinzioni per patologia nel sostegno alla fragilità e nelle regole; non si fanno distinzioni per il tipo di fragilità, ma per i gradi di fragilità e i gradi di gravità. Un disturbo con molte espressioni cliniche e di differenti gravità, alcune solo sfumatamente evidenti e non precludenti la vita sociale, altre con manifestazioni gravissime che non consentono una vita autonoma e non assistita. Tutto questo e le risposte con percorsi terapeutici scientificamente validati è nel riferimento alle linee guida. La diagnosi precoce è nelle linee guida e non ha bisogno di emendamenti rafforzativi, c’è già. La diagnosi precoce è ormai scientificamente riconosciuta come elemento da cui derivano l'andamento delle possibilità di successo di un percorso di cura che è individualizzato, fatto di azioni terapeutiche, educative, abilitative. La diagnosi si basa sul riconoscimento della terna che definisce lo spettro: disturbi del linguaggio, ripetitività anche ossessiva dei gesti, alterazione della sfera relazionale, i diversi stati di gravità distinguono quindi la platea in lievi, medi e gravi, ed è il livello di gravità a determinare i bisogni e condizionare la risposta sanitaria e sociale.
  Sappiamo che, quando si ha un disturbo del comportamento, non sono le belle parole a migliorare la qualità della vita, ma l'accesso alle cure, la fornitura di beni e servizi, il sostegno economico. Per un'incontinenza la differenza di qualità sta molto nell'approvvigionamento dei pannoloni. È vero che alle persone interessate da maggiore gravità, prigionieri di una vita difficile, ai limiti della tollerabilità, non si risponde con un principio, ma ritengo che sia un elemento degno di nota la spinta che questo testo dà al cambiamento culturale, per cui si guarda alla persona, non solo al disturbo, alla qualità della vita e non solo alla malattia.
  Chi è interessato da un disturbo del comportamento resta, prima di tutto, una persona per cui dobbiamo trovare il modo giusto per una sutura, per un gioco o per un abbraccio. Il testo di legge, quindi, nell'articolo 3, definisce, elencandoli, i compiti delle regioni e delle province autonome, rispettando, però, la loro specifica competenza attuativa e organizzativa.
  Parte dei compiti elencati non sono nuovi: per alcune regioni, infatti, sono già pienamente in atto, come conseguenza Pag. 94dell'accordo siglato in Conferenza Stato-Regioni il 22 novembre 2012. Il nuovo è nel sottolineare l'importanza di un coordinatore interdisciplinare e di un raccordo e di un coordinamento nella cura e nei tempi dell'intero arco della vita. La formazione è un nodo reale per il personale sanitario e non; la formazione per l'inclusione scolastica e i percorsi individualizzati di didattica domiciliare sono nel «decreto scuola». L'osservazione della quotidianità, la difficoltà a trovare un dentista o a fare pratiche sanitarie di routine al pronto soccorso, in una radiologia, in chirurgia, ci dice, però, che i nostri percorsi formativi richiedono un aggiornamento.
  Formazione e ricerca che è stata fatta oggetto di un emendamento del MoVimento 5 Stelle, che dà vita all'articolo 5, per cui vanno promossi progetti di ricerca con la finalità di conoscere il disturbo e le buone pratiche terapeutiche ed educative. Ed è sulla ricerca e sulla necessità di formazione che voglio ringraziare la relatrice, onorevole Paola Binetti, per l'equilibrio con cui ha condotto i lavori in Commissione.
  Di autismo non si muore, non si guarisce, ma si può vivere meglio; le famiglie e la persona hanno il diritto di vivere meglio. E gli adulti sono il vero problema: finora si è poco considerato che i bambini crescono e diventano grandi senza guarire e la soluzione non è quella di asili per grandi che non riescono a crescere, ma è doveroso immaginare ambienti protetti con la tensione all'inclusione sociale permanente. Il lavoro è percorso di cura, il lavoro è terapia, in questo caso, e nell'attuazione dei progetti vanno studiate modalità e procedure per cui le esperienze di lavoro non sospendano l'accesso al sostegno economico, perché le esperienze di lavoro, il più delle volte, non hanno carattere permanente ed essendo trattamento terapeutico non sono di sicura efficacia.
  L'informazione capillare nel rispetto delle verità scientifiche e una buona comunicazione possono finalmente far comprendere che i livelli di gravità sono fondamentali e che i disturbi lievi, se precocemente individuati e trattati, determinano solo minime difficoltà relazionali, percorsi impegnativi, faticosi, al cui successo concorrono le istituzioni, la famiglia, la scuola, lo sport, gli educatori, il personale sanitario e di sostegno: è una battaglia lunga, che non si può affrontare in solitudine.
  Solo conoscendo la realtà è possibile includere ed amare coloro i quali, nel tempo in cui gli altri vedono solo il caleidoscopio, sono capaci di contare i pezzi e i colori. Solo la conoscenza della realtà spezza la diffidenza alla base dell'emarginazione; solo la conoscenza ci farà dire: se ti abbraccio, non avere paura. Ecco perché il PD voterà a favore di questa legge, per garantire assistenza e cure, inclusione e sostegno, ma, soprattutto, per costruire una cultura in cui tutti, oltre il diritto alla cura, vedano garantito il diritto alla felicità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Argentin. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore, se potete spostarvi.

  ILEANA ARGENTIN. Grazie, Presidente. Voglio ringraziare, prima di tutto, l'intero PD, il sottosegretario, per il grande lavoro, ma soprattutto l'onorevole Binetti, per il lavoro fatto su questa legge. Voglio dire che senz'altro è una proposta di legge che andrà a muovere l'abbattimento delle barriere culturali su questa grave e sola malattia. Ma mi permetta di dire che io, anche se voterò a favore, lo farò perché ci sia un passaggio culturale. Ma questa legge è vuota, non ci sono risposte vere, è una legge quadro di indirizzo che potevamo sostituire con leggi già preesistenti. Tutto questo, a mio avviso, rimane soltanto un manifesto politico, e mi rifiuto di insultare le intelligenze degli altri, parlando di una legge che darà risposte. Le risposte le avranno le grandi associazioni e le famiglie degli autistici saranno ancora sole (Applausi di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 95

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale – A.C. 2985-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2985-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 2985-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, La Marca, Marzana, Lauricella, Gianni Farina, Faraone, Pagano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  S. 344-359-1009-1073 – «Disposizioni in materia di diagnosi, cura e abilitazione delle persone con disturbi dello spettro autistico e di assistenza alle famiglie» (Approvata, in un testo unificato, dalla 12a Commissione permanente del Senato) (A.C. 2985-A):

   Presenti  392   
   Votanti  302   
   Astenuti   90   
   Maggioranza  152   
    Hanno votato  296    
    Hanno votato no    6.

  La Camera approva (Applausi – Vedi votazioni).

  Dichiaro così assorbite le abbinate proposte di legge nn. 143-1167-2288-2819.

Sui lavori dell'Assemblea.

  CINZIA MARIA FONTANA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CINZIA MARIA FONTANA. Grazie Presidente, ho chiesto di intervenire per avanzare la proposta di passare alla discussione sulle linee generali del disegno di legge sulla riforma della scuola, che da calendario era proprio prevista oggi al termine delle votazioni. Si tratta di una discussione importante, di circa tre, quattro ore, in base agli iscritti e che, quindi, credo sia importante non comprimere nelle ore troppo tardi della sera. In base al calendario rimarrebbe oggi un altro punto all'ordine del giorno da votare, cioè la mozione sulla cooperativa il Forteto, è chiaro che se noi cominciassimo ora finiremmo la votazione intorno alle 20,30 e, quindi, i lavori si protrarrebbero molto tardi. Per noi, la mozione rimane un punto all'ordine del giorno di questa settimana, da discutere quanto prima, per cui ne proponiamo il rinvio all'interno dei lavori della settimana.

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Sulla proposta, immagino, della deputata Fontana. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Sulla proposta, faccio notare, Presidente, che al quinto punto dell'ordine del giorno, subito dopo il provvedimento che abbiamo appena approvato, c’è proprio la mozione. Ora, io attraverso un accordo politico, qui in Aula, desidero avere una certezza che questa mozione, che abbiamo già discusso, verrà votata in un'ora mezzo alla fine dei lavori oppure la prossima settimana ci saranno decreti che avranno la precedenza e così potrebbe slittare.
  Io ritengo che questa sia un'esigenza assoluta, perché, altrimenti, noi riteniamo Pag. 96che ci sia stato qualche fraintendimento rispetto a scuola sì prima o no. Noi non abbiamo nessun problema...

  PRESIDENTE. La sua richiesta è chiara.

  ROCCO PALESE. L'importante è che venga definito adesso, con un accordo politico, perché la Presidenza con la Conferenza dei presidenti dei gruppi fa altro, che questa mozione verrà votata possibilmente alla fine dei lavori di questa settimana, dopo la questione pregiudiziale sul provvedimento relativo alla pubblica amministrazione. Ma ove non fosse possibile, come è molto probabile, visto che sul provvedimento sulla scuola, già per la discussione sulle linee generali, vi sono iscritti a parlare, come se non si fosse già parlato abbastanza, come se non l'avessero già distrutta completamente...Detto questo, ancora qui si continua a parlare. E sicuramente si parlerà moltissimo durante la discussione sulle linee generali, infinitamente, e successivamente con gli emendamenti e con le dichiarazioni di voto ed è altamente probabile che non ci sia poi il tempo per approvare questa mozione.
  Desidero sapere, ove fosse possibile, se c’è l'impegno a che questa mozione sia votata la prossima settimana, indipendentemente dalle priorità che sicuramente avranno i decreti-legge. Ma se c’è un accordo si fa anche questo.

  PRESIDENTE. Collega, mi faccio interprete impropriamente di questo dibattito, che dovrebbe essere più un dibattito da Conferenza dei capigruppo che da Aula, in modo tale che possiamo facilitarlo.
  Qui c’è una parte dell'Emiciclo che chiede che venga rinviata la votazione e, quindi, gli argomenti in votazione, con l'impegno, anzi con la richiesta a votarla nel calendario di questa settimana. Quindi, quello che lei chiedeva in termini (Commenti del deputato Palese)... Aspetti, altrimenti non la finiamo più.
  Ovviamente la certezza io non posso averla, come non la può avere lei, non la può avere la Presidente e non la può avere la delegata d'Aula che prima ha chiesto il rinvio. Ovviamente la sua richiesta a me sembra che porti in votazione la richiesta della collega Fontana, a meno che non mi dica che non è contrario alla richiesta di rinvio della collega Fontana.
  Per il resto, non abbiamo certezze. So solo che la collega Fontana, quando ha chiesto il rinvio, ha preso l'impegno, come esponente di una forza di maggioranza, di lasciare nel calendario di questa settimana il tema. Questo è quello che io ho capito da questa discussione. Detto questo, se ci sono obiezioni, poniamo in votazione il rinvio. Altrimenti, è tacito e passiamo alla discussione sulle linee generali. Tutto qui. Quindi, chiedo semplicemente, se non ci sono ulteriori obiezioni, di andare avanti.

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Non mi spaventa questa settimana, mi spaventa lo slittamento all'altra...

  PRESIDENTE. Ho capito, collega Palese. Quello che la spaventa purtroppo non è competenza della Presidenza.

  ROCCO PALESE. Se c’è, invece, l'impegno che si vota la mozione o alla fine di questa settimana o comunque alla prossima, io...

  PRESIDENTE. Questo è stato già dichiarato dall'esponente di maggioranza. Quindi, lei non insiste per la votazione ?

  ROCCO PALESE. Mi fido dell'impegno assunto in Aula da parte della collega Fontana.

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Grazie, Presidente. Lei ha fatto un'osservazione molto opportuna, cioè che questo tipo di discussioni vanno fatte all'interno della Conferenza Pag. 97dei capigruppo. Si dà il caso che sia stata tenuta una Conferenza dei capigruppo proprio quest'oggi, non più di tre, quattro ore fa. Quindi, in questo momento non so cosa sia cambiato sostanzialmente da quel periodo a questa richiesta.
  Sappiamo tutti quali sono i tempi per svolgere una semplice operazione di dichiarazioni di voto e di voto su una mozione, che, tra l'altro, sembra che stia passando quasi in secondo piano: qui parliamo di uno scandalo molto importante, quello della vicenda della cooperativa del Forteto, che coinvolge molti esponenti del centrosinistra in questo Paese. Non avendo neanche visto all'interno dell'ordine del giorno una loro mozione presentata, immagino che, evidentemente, abbiamo delle difficoltà a trattare il tema. Però, questa questione non è stata posta all'interno della Conferenza dei capigruppo.
  L'aggiunta che faccio – ed è quello che a me dà fastidio – è come si fa a prenderci in giro a tal punto da dire: «Noi vogliamo rinviare questo punto perché vogliamo lasciare più tempo alla discussione sulle linee generali sul provvedimento sulla scuola», quando non si è discusso più di due ore in Commissione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
  Onestamente, vogliamo discutere ? Noi siamo una forza che sta dimostrando a questo Paese di avere credibilità, di volere andare al Governo, ma a tutto c’è un limite.
  Quindi, se gli altri colleghi del centrodestra non si oppongono, noi ci opponiamo per come è stata posta, in maniera ridicola, questa intenzione di rinviare la mozione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. C’è qualcuno che chiede di parlare a favore ?

  CINZIA MARIA FONTANA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. A favore ? Ma è già intervenuta prima per porre la richiesta e credo abbia già motivato, ma se intende intervenire, prego.

  CINZIA MARIA FONTANA. Grazie Presidente, la nostra voleva essere semplicemente una proposta di buonsenso (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore !

  CINZIA MARIA FONTANA. Come al solito, si avanza una proposta ma dietro vengono sempre lette altre cose. A questo punto, siamo disponibili a ritirare la proposta per procedere al seguito dell'esame e alla votazione della mozione.

  PRESIDENTE. A questo punto, la proposta della collega Fontana decade e procediamo con i punti all'ordine del giorno. Non vedo il rappresentante del Governo...
  Sospendo per cinque minuti la seduta che riprenderà alle 19,20.

  La seduta, sospesa alle 19,15, è ripresa alle 19,35.

  PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Chiedo ai colleghi di abbandonare i banchi del Governo, per favore !

  IGNAZIO LA RUSSA. Grazie, Presidente. Devo purtroppo «rammostrare», a mio modo di vedere, la impossibilità di modificare l'ordine dei lavori così come comunicato dalla Camera attraverso gli SMS quasi 45 minuti fa. Se lei volesse scorrere il suo telefonino, troverà un SMS della Camera che ci informa che è in corso l'ultimo intervento sul provvedimento che abbiamo appena votato e dice «seguirà discussione generale sulla scuola». Peraltro, non se lo è inventato il funzionario e quindi non gli voglio attribuire alcuna responsabilità...

  PRESIDENTE. Se mi posso permettere di interromperla un attimo solo per dire una cosa...

Pag. 98

  IGNAZIO LA RUSSA. Per carità anche due attimi.

  PRESIDENTE. La Camera non invia SMS, credo che sia un SMS del suo gruppo come il mio gruppo lo invia a me e ovviamente questo problema che lei sta ponendo è stato superato in quanto noi stiamo rispettando il calendario e siamo sulla mozione che era prima del disegno di legge scuola. Quindi abbiamo superato quel problema e siamo in pieno dibattito sulla mozione.

  IGNAZIO LA RUSSA. Se lei mi avesse fatto concludere, avrebbe potuto ascoltare che questa è una premessa. I gruppi... – stavo dicendo – non me la posso prendere con il funzionario del gruppo che ha dato questa comunicazione dopo aver ascoltato i funzionari della Camera, che a loro volta non hanno alcuna responsabilità perché la riunione dei presidenti di gruppo delle ore 17 aveva stabilito che dopo il provvedimento che abbiamo appena votato si passasse alla discussione sulle linee generali sulla scuola. Come lei vede i banchi sono vuoti, Presidente. Molti hanno fatto giusto affidamento sulle comunicazioni che venivano dai gruppi ma provenienti da informazioni della Camera a loro volta dipendenti dalle decisioni della riunione dei presidenti di gruppo. Peraltro, lei sa benissimo che questa era fino a qualche minuto fa la decisione conosciuta anche da lei e da tutti. Non si tratta quindi di un errore di comunicazione ma dobbiamo capire se possiamo considerare affidabili da ora in poi le informazioni in base alle quali i deputati decidono il proprio programma personale e di gruppo. Non vi è dubbio che in questo momento, ad esempio, nel mio gruppo la persona e i deputati che volevano affrontare questo tema; ha visto probabilmente anche lei che era presente la presidente del mio gruppo, l'onorevole Meloni, che voleva prendere la parola è andata via e non riesco a rintracciarla... (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore !

  IGNAZIO LA RUSSA. Calma, c’è una conclusione semplice. Pertanto formalizzo, Presidente, la richiesta di rinvio a data possibilmente certa e vicina di questa mozione. Come vedete, cari colleghi, il dibattito parlamentare non è fumoso, alla fine si concretizza con una proposta che avete la libertà di votare sia a favore che contro, assumendovi la responsabilità perché ho l'impressione da un lato che c’è chi non vuole mai discutere questa mozione e, dall'altro lato, chi la vuole far trattare...

  PRESIDENTE. Concluda.

  IGNAZIO LA RUSSA. ... in un momento di totale assenza e disattenzione. Noi ci teniamo al fatto che questa mozione abbia il giusto rispetto dei tempi e abbia l'attenzione da parte della Camera e dell'opinione pubblica.

  PRESIDENTE. La ringrazio, collega. Ovviamente lei mi ha formalizzato una richiesta e la porrò in votazione. Tuttavia sia chiara una cosa: né la Conferenza dei presidenti di gruppo né la Camera hanno inviato alcun tipo di comunicazione ufficiale sul fatto che questa mozione fosse rinviata. Se poi i gruppi parlamentari si inviano informazioni che non sono corrette, è mio dovere tutelare il buon nome della Camera che in questo momento non ha fatto alcuna comunicazione ufficiale tanto è vero che i fatti stanno in quest'Aula è per quello che non abbiamo votato, tanto è vero che la collega Fontana ha ritirato la proposta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Detto questo, lei ha formalizzato una proposta di rinvio ad altra seduta di un punto all'ordine del giorno attuale, che è il seguito della discussione delle mozioni sulla vicenda della cooperativa «il Forteto», che io porrò in votazione. Chiedo se c’è un intervento a favore e uno contro.

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare contro.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 99

  ROCCO PALESE. Grazie Presidente. Io rimango alla proposta della collega Cinzia Maria Fontana.

  PRESIDENTE. No, mi scusi, allora non...

  ROCCO PALESE. No, Presidente, chiedo di parlare contro, perché qui stiamo rinviando ad altra seduta, cioè questo scandalo non avrà mai un voto da parte del Parlamento ?

  PRESIDENTE. Collega Palese, abbia pazienza. Io le sto chiedendo se lei interviene a favore o contro la proposta di La Russa.

  ROCCO PALESE. Sono contro la proposta di La Russa.

  PRESIDENTE. Bene, ha facoltà di parlare.

  ROCCO PALESE. Perché La Russa dice «ad altra seduta», cioè praticamente mai.

  CATERINA BINI. Chiedo di parlare a favore.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CATERINA BINI. Grazie Presidente. Noi interveniamo a favore della proposta del collega La Russa e lo facciamo, però, con un senso di profonda indignazione. Dopo avere fatto una proposta che poteva mettere tutti d'accordo e che era semplicemente una proposta di buon senso, per consentire un ordine dei lavori coordinato, vista la serata che ci attende, la questione è stata trasformata in una questione politica, come se noi non volessimo affrontare queste mozioni, cosa che non era. Abbiamo ritirato la nostra proposta e, dopo, è venuto fuori che gli altri gruppi, quelli che le volevano discutere, non erano pronti, avevano da presentare altri testi, modifiche ai testi e via dicendo (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Colleghi !

  CATERINA BINI. Quindi, a questo punto votiamo il rinvio, ma francamente, se lo si fosse fatto in un altro modo, sarebbe stato molto meglio.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, la proposta del collega La Russa di rinvio ad altra seduta del seguito della discussione delle mozioni in relazione alla vicenda della cooperativa «il Forteto».
  Chi non riesce a votare ? Castricone, Sorial, Frusone, Toninelli, De Lorenzis...chi altro ? Capelli... Sorial sta ancora provando a votare non riesce... De Lorenzis ugualmente... provi a votare, De Lorenzis... Sorial ancora non riesce a votare...Causi...Sorial ancora non ha votato... stanno sostituendo il dispositivo...

  (È approvata).

  La Camera approva per 121 voti di differenza.

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Prima di passare al prossimo punto all'ordine del giorno, c’è dunque l'intervento di Sibilia sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Grazie Presidente. La domanda che mi sorge spontanea è di natura procedurale. Noi sostanzialmente abbiamo fatto una discussione su una proposta precedente, da parte del Partito Democratico, che noi abbiamo reputato, per così dire, politicamente inaccettabile. Però la proposta successiva fatta dal deputato La Russa, secondo me, era tecnicamente inaccettabile, perché si fondava innanzitutto su due presupposti: uno, che la Camera avesse dato delle informazioni, cosa non vera; il secondo, che la Conferenza dei presidenti di gruppo nella scorsa seduta avrebbe deciso sostanzialmente di rinviare queste mozioni e, quindi, di passare alla discussione sulle linee generali sul disegno di legge sulla scuola. Quindi questo presupposto che ha fondato la Pag. 100richiesta da parte del deputato La Russa, richiesta di rinvio, è infondato. Quindi, non è possibile fare una richiesta di rinvio su un presupposto che non esiste.
  Altrimenti, possiamo chiedere qualsiasi cosa in qualsiasi momento della giornata però lo rendiamo possibile. Non credo che sia così, poi mi rimetto alla consapevolezza e alla saggezza degli Uffici della Camera per eventuali valutazioni.

  PRESIDENTE. Mi sono premurato di spiegare al collega La Russa che alcune sue argomentazioni non erano esatte, ma la Presidenza non giudica l'eventuale – non è questo il caso – buon senso o meno delle argomentazioni che pone il deputato. Chiede un rinvio, argomentando, poi se volessimo entrare nel merito delle argomentazioni politiche, probabilmente, non ne usciremmo mai più.

Sull'ordine dei lavori.

  ANDREA MARTELLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA MARTELLA. Presidente, le sono veramente grato di avermi dato la parola.
  Cari colleghi, sabato scorso, il 3 luglio è scomparso all'età di 67 anni, Giuseppe Bortolussi. La scomparsa di Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA di Mestre, priva tutti noi di un riferimento che per lunghi anni ha saputo tracciare il punto esatto in cui di volta in volta, di momento in momento, si trovava il nostro paese lungo la rotta del proprio cambiamento. Era un profondo conoscitore, un autorevole osservatore delle dinamiche socioeconomiche del nordest e fino al suo ultimo istante, nonostante la malattia, ha speso ogni energia per l'attività di studio, di ricerca, mostrando fino in fondo quella ostinata concretezza, tipica dell'uomo di campagna come amava definirsi. Sempre dalla sua determinazione, densa di fulminee intuizioni, era nata 20 anni fa una creatura, il centro studi della CGIA, che è diventata una istituzione economica nazionale, che ha fornito in modo incessante dati approfonditi ed istantanee illuminanti sull'evoluzione dell'Italia che lavora, che produce, che risparmia, che paga le tasse.
  Nella sua esperienza c'era stato anche lo spazio per l'impegno civico e politico tra il 2005 e il 2010, in qualità di assessore comunale a Venezia con Massimo Cacciari ed in seguito come candidato presidente e consigliere del Veneto. Alla sua famiglia va il nostro cordoglio. Il Veneto, il Nordest, il nostro paese perdono una grande personalità. Credo che sarà compito di tutti noi non trascurare il suo patrimonio di idee e di studi lasciatoci nel corso di tutti questi anni (Applausi).

Discussione del disegno di legge: Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti (approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 2994-B) (ore 19,45).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato, n. 2994-B: Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti.
  Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta del 3 luglio 2015.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 2994-B)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
  Avverto che i presidenti dei gruppi parlamentari MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico ne hanno chiesto l'ampliamento, senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.Pag. 101
  La VII Commissione (Cultura) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire la relatrice per la maggioranza, Maria Coscia.

  MARIA COSCIA, Relatrice per la maggioranza. Presidente, sottosegretario, colleghe e colleghi, questa sera torniamo ad esaminare in seconda lettura, il testo del disegno di legge della buona scuola, cioè sulla riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti.
  Come è noto, il disegno di legge è stato approvato con modifiche in prima lettura dall'aula nel maggio scorso e più recentemente il 25 giugno dal Senato: siamo quindi in seconda lettura. In questo percorso sia la Camera che il Senato hanno portato modifiche notevolmente migliorative con l'assenso convinto del Governo. Dunque, il Parlamento ha svolto bene il suo ruolo, prima di ascolto di numerose realtà rappresentative del mondo della scuola, dalle organizzazioni sindacali alle tante associazioni e realtà rappresentative, sia del personale, che degli studenti, che dei genitori, e sono state circa 90 le realtà che abbiamo audito in Commissione qui alla Camera e circa 60 al Senato. Come sappiamo, nell'ambito dei tre percorsi che sono stati fatti alla Camera e al Senato, il provvedimento ha avuto la possibilità di discutere, sia nelle Commissioni che in aula, migliaia di emendamenti, alcuni dei quali sono stati accolti, sia presentati dalla maggioranza che anche dalle opposizioni.
  Quindi, in questo percorso, come dicevo, si è tenuto conto dell'ascolto e anche delle tante critiche che sono venute dal mondo della scuola e in varie mobilitazioni che ci sono state nel Paese. Voglio qui solo ricordare alcuni contenuti fondamentali già noti a quest'Aula. In modo particolare, che finalmente, con questo provvedimento, si ritorna di investire sulla scuola: 1 miliardo di euro quest'anno e 3 miliardi il prossimo anno – che saranno stabilizzati negli anni successivi –, così come ci sono risorse ulteriori in più sull'edilizia scolastica. Voglio ricordare uno dei punti centrali che ha fatto tanto discutere: il piano straordinario di assunzioni di oltre centomila docenti. È il motivo fondamentale per cui ritengo necessario che la Camera, quest'Aula, proceda alla votazione definitiva del provvedimento per procedere in tempo utile all'assunzione di questi docenti per l'inizio dell'anno scolastico. Ciò, da un lato, per garantire appunto l'apertura serena dell'anno scolastico e, dall'altro, con assunzioni in corso d'anno, per consentire la possibilità di potenziare l'offerta formativa di tutte le scuole del nostro Paese, perché, come è noto, dei centomila e oltre che saranno assunti circa la metà sono appunto finalizzati a potenziare l'offerta formativa delle nostre scuole. Quello che si vuole fare è soprattutto riaffermare il ruolo centrale della scuola nella società della conoscenza, in cui il nostro Paese è pienamente immerso, così come è fondamentale il rilancio dell'istruzione come punto nodale per rilanciare lo sviluppo economico del nostro Paese e per la costruzione soprattutto di una prospettiva, di un nuovo futuro per i nostri giovani. Punto centrale e nucleo portante del provvedimento è il rilancio e la piena attuazione dell'autonomia scolastica. Questa autonomia scolastica è il punto centrale per fare che cosa ? Per innalzare i livelli di conoscenza e di competenza di tutte le studentesse e gli studenti e rimetterli quindi al centro del lavoro della scuola; prevenire e recuperare gli abbandoni e la dispersione scolastica; combattere le diseguaglianze sociali, culturali e territoriali; realizzare, insomma, una scuola inclusiva, aperta e accogliente per tutti e promuovere pari opportunità di successo formativo e dunque per tutti gli studenti e i cittadini. A questo si aggiunge un nuovo rapporto fra scuola e lavoro e lo sviluppo della scuola digitale, scommessa importante, appunto, per l'innovazione e il cambiamento della nostra scuola. Insomma, si tratta di valorizzare fino in fondo e in concreto la funzione fondamentale di comunità educante, il ruolo fondamentale della collegialità, su cui abbiamo molto insistito alla Camera, con gli emendamenti Pag. 102che sono stati approvati, ma anche con la chiarezza delle competenze e delle responsabilità, a partire da quelle del dirigente scolastico, dalla valorizzazione della professionalità degli insegnanti, sia a livello individuale che collegiale, nel rispetto del vincolo costituzionale della libertà di insegnamento. Insomma, una scuola capace di valorizzare e ricondurre a sistema le tante buone pratiche diffuse nelle varie realtà scolastiche del nostro Paese e capace di accogliere una nuova forte spinta verso il cambiamento e l'innovazione. Delle modifiche apportate da questo ramo del Parlamento abbiamo già parlato in sede di prima lettura, ritengo oggi utile evidenziare alcuni punti su cui è intervenuto il Senato e rinvio alla scheda predisposta dagli uffici del Servizio studi per l'ulteriore approfondimento. In particolare, ricordo le modifiche apportate nella composizione del comitato per la valutazione, che è costituito non più da due ma da tre docenti e anche da un membro esterno, oltre che dai rappresentanti degli studenti e dei genitori; così come è importante il fatto che verranno definite delle linee guida nazionali dopo i tre anni di sperimentazione. Inoltre, è importante il fatto che ci sarà una valutazione molto più precisa e puntuale sull'operato dei dirigenti scolastici, sulla base di criteri stabiliti, appunto, con le modifiche al provvedimento apportate al Senato. Altra cosa importante riguarda la conferma sulla riduzione del numero di alunni e di studenti per classe.
  Viene anche poi, come dicevo prima, confermato il piano straordinario di assunzione per oltre centomila docenti. Insieme a tutto questo ricordo anche che è stato introdotto un fondo di perequazione per lo school bonus del 10 per cento da destinare alle scuole più in difficoltà. Un altro importante rafforzamento riguarda la delega che interessa i bambini da zero a sei anni.
  Voglio ricordare infine la parte degli studenti che costituisce un altro dei punti assolutamente importanti proprio per tornare a quanto dicevo all'inizio: non dobbiamo mai dimenticare che i soggetti fondamentali dell'intervento di questa legge di riforma sono e rimarranno gli studenti e che nello stesso tempo pensiamo che per far questo occorra fino in fondo valorizzare e rispettare le professionalità della scuola verso le quali io penso di poter esprimere tutta la mia comprensione a coloro che non hanno condiviso ed espresso anche critiche dure al provvedimento, ma io ho fiducia nel mondo della scuola e sono sicura che insieme potremo migliorare la nostra scuola (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha facoltà ora di intervenire il relatore di minoranza, Gianluca Vacca.

  GIANLUCA VACCA, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Siamo arrivati insomma al capitolo finale di questa farsa cominciata circa un paio di mesi fa e che, se non riguardasse la scuola, sarebbe proprio un classico esempio da tradurre in uno spettacolo teatrale dal titolo «Così finisce la democrazia». Vede, ciò a cui abbiamo assistito in questi mesi è stata una vera e propria presa in giro ai danni non solo delle altre forze politiche di minoranza, ma ai danni dell'intero Paese, perché vede giocare con la scuola, giocare con l'istruzione, giocare come ha fatto questo Governo con un comparto che dovrebbe invece essere strategico per il rilancio del sistema Italia è a nostro avviso criminale. È criminale l'intento che sta dietro a questo disegno di legge, perché non è vero come dicono molti che non vi è un intento chiaro, ma vi sarebbero soltanto una serie di provvedimenti pasticciati. L'intento dietro a questo disegno di legge c’è, ed è semplicemente quello di distruggere il sistema pubblico di istruzione italiano, un sistema che ha tantissimi problemi, nessuno lo mette in dubbio e lo ha mai negato, che nonostante i tagli di questi ultimi anni, che continuano, come dimostreremo successivamente, anche con questo Governo, un sistema pubblico che comunque è riuscito a garantire livelli di istruzione adeguati ad un Paese civile come l'Italia. Al di là delle classifiche Pag. 103basate sui quiz l'Italia resta un Paese che a livello internazionale ha un sistema invidiato da tutti quanti e che tutti vedono come modello.
  I problemi ci sono è inutile negarlo, ci sono anche tantissimi esempi virtuosi, che spesso la stessa scuola da sola ha messo in moto anche quando è stata abbandonata a se stessa, ma questo disegno di legge non risolve i problemi, anzi li aggraverà in futuro perché creerà scuole di serie A e scuole di serie B, che critica il Governo, creerà una forte differenziazione della nostra offerta formativa per i nostri ragazzi, creerà scuole di elite che potranno permettersi soltanto pochissimi studenti figli di famiglie benestanti e, invece, metterà ancora di più in difficoltà tutto il resto delle altre scuole italiane.
  Abbiamo assistito in questi mesi a tanta retorica, a cominciare dal nome la «buona scuola». Ricordiamo allora l'iter di questo disegno di legge. Abbiamo iniziato con le prime dichiarazioni del premier Renzi che aveva promesso subito solennemente di destinare miliardi e miliardi all'edilizia scolastica. Beh, noi di questi soldi stanziati da questo Governo non abbiamo visto ancora nulla.
  Abbiamo visto soltanto soldi – pochi – insufficienti ad affrontare solamente il problema ma stanziati, in realtà, dai Governi precedenti. E facciamo solo un esempio: ci sono, in questo provvedimento, in questo disegno di legge «la buona scuola», 300 milioni di euro per creare scuole innovative. Vedete le truffe semantiche di questo Governo: usano parole buone per finalità, invece, devastanti. Dunque, ci sono 300 milioni di euro per costruire scuole innovative. Peccato che questi 300 milioni di euro provengono da un decreto, dal «decreto del fare», del Governo Letta, ed erano destinati alla messa in sicurezza delle scuole. Quindi, questo Governo ha tolto 300 milioni di euro per la messa in sicurezza delle scuole e li ha messi per fare l'ennesimo provvedimento spot, continuando, quindi, a permettere che i tetti delle nostre scuole continuino a cadere, a crollare.
  Questo è quello che ha fatto il Governo, per permettere, magari, a qualche proprio presidente di regione di fare finta di inaugurare una nuova scuola o di mettere il primo mattone ma magari ovviamente, come spesso accade, quella scuola non vedrà mai la luce in quella regione. E, intanto, abbiamo sottratto risorse alla messa in sicurezza delle scuole. È questo quello che fa il Governo e le ha chiamate scuole innovative. Sono le truffe semantiche: si danno nomi positivi a cose che, invece, sono fortemente negative: la buona scuola.
  A settembre 2014 il Governo si presenta in pompa magna, con grandi aspettative da parte del mondo della scuole, e se ne esce con un opuscoletto, di un centinaio di pagine circa, che non aveva ovviamente nessun valore normativo. Ebbene, c’è stata la prima presa in giro, perché si è aperto un falso dibattito, una falsa consultazione, che è servita soltanto – ricordiamolo – a fare propaganda da parte del Governo all'interno delle scuole, addirittura con l'utilizzo di mail istituzionali per fare propaganda all'interno degli stessi docenti. Si è utilizzato lo strumento della mail istituzionale, che dovrebbe essere uno strumento utilizzato soltanto per fini operativi e per fini appunto scolastici, istituzionali, mentre l'hanno utilizzata per fare propaganda su questo provvedimento. Abbiamo illuso i docenti e le famiglie. Ricordo tutta la propaganda che è stata fatta con le famiglie: incontri e dibattiti promossi sul territorio per dire che si stava facendo la buona scuola, che il Governo ha a cuore la scuola tanto che la vuole rendere buona.
  Ebbene, tutto questo si è chiuso, poi, con un nulla di fatto, perché tutte le proposte che sono emerse dalla consultazione non hanno trovato neanche un minimo spazio all'interno del disegno di legge che ha prodotto poi il Governo. Quindi, abbiamo preso in giro le persone dicendo che avremmo fatto una consultazione, ma poi di tutti quei suggerimenti, che sono arrivati dal mondo della scuola, se ne è fatta carta straccia: si sono presi e strappati, come se nulla fosse.Pag. 104
  E si è arrivati a questo provvedimento. Ebbene, qui vi è la seconda grande retorica, la falsa propaganda di questo Governo. Abbiamo discusso con tutti, anche con le opposizioni. Questo è falso, non c’è nulla di più falso ! Non c’è mai stata la benché minima volontà, da parte del Governo e della maggioranza, di avere un confronto democratico con le opposizioni, la benché minima volontà, e questo dall'inizio, da prima ancora che uscisse fuori questo disegno di legge. Noi abbiamo preso parte a un incontro presso il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca nel momento in cui tutti quanti aspettavano questo disegno di legge che, ricordiamolo, ha avuto, insomma, un iter travagliato anche nella sua gestazione, perché è stato annunciato varie volte.
  Dunque, abbiamo fatto un incontro prima che venisse appunto approvato dal Consiglio dei ministri il disegno di legge, per portare le nostre proposte al Ministro Giannini, sempre che sia ancora Ministro beninteso, perché forse abbiamo sbagliato persona e avremmo dovuto parlare con qualcun altro, magari, non so, con il neosottosegretario Faraone, che, nel frattempo, era diventato sottosegretario anche senza delega, perché non aveva ancora le deleghe (e non so se Faraone abbia tuttora le deleghe). Quindi, probabilmente abbiamo sbagliato interlocutore: dovevamo parlare forse con la Fondazione Agnelli, che è quella che in realtà ha scritto questo provvedimento.
  Comunque noi, sperando che fosse appunto il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca a occuparsi di istruzione, siamo andati dal Ministro Giannini a portare le nostre proposte. Ci sbagliavamo, evidentemente, anche perché le nostre proposte sono state prese e sono state cestinate sin dall'inizio.
  Sono state cestinate durante la discussione. Abbiamo sempre presentato emendamenti nel merito, non abbiamo mai fatto un ostruzionismo fine a se stesso. Certo, noi dall'inizio abbiamo provato a stravolgere questo disegno di legge, un disegno di legge che, francamente, non ha nulla di buono, dal nostro punto di vista, e che quindi andava stravolto o completamente modificato. In realtà, la proposta che noi abbiamo fatto all'inizio era anche un'altra, quella di dividere. Anche qui abbiamo scritto una lettera al Presidente Renzi e allo stesso Ministro, chiedendo, prima dell'approvazione del disegno di legge, di dividere i due provvedimenti: fare le assunzioni in un provvedimento e mettere tutto quanto il resto nell'altro, perché a marzo noi già sapevamo che tutto quello che si è verificato dopo sarebbe accaduto, che sarebbe appunto accaduto che voi, che la maggioranza, che il Governo avrebbe messo sotto ricatto il Parlamento, che è quello che è accaduto, perché per approvare le assunzioni il Governo di fatto ha detto: o si approva così come è oppure non approviamo un bel nulla. Sapevamo che non ci sarebbe stato il tempo di un confronto democratico, non ci sarebbe stato il tempo neanche per discutere gli emendamenti. Vogliamo ricordarlo: in Commissione c’è stato un contingentamento, già alla Camera; al Senato non si è neanche discusso in Commissione, perché si è andati direttamente in Aula con un emendamento del Governo che di fatto ha cancellato tutti quanti gli articoli e ha presentato un unico articolo con circa 200 commi. Noi stiamo approvando adesso un unico articolo con più di 200 commi. Allora, è questa la riforma della scuola ? No. Non c’è stato quindi nessun dialogo al Senato, dove non c’è stato neanche un minimo di dibattito in Commissione e poi non c’è stato neanche in Aula. E non c’è stato nessun dibattito adesso qui in terza lettura alla Camera, perché abbiamo dedicato appena due ore in Commissione. Noi abbiamo presentato i nostri emendamenti, ma c’è stato il mutismo da parte della maggioranza, che non ha neanche avuto la decenza di provare a motivare un minimo di quello che stava facendo. Ci sono stati un mutismo e una rassegnazione totale. Probabilmente, verrebbe da dire che forse qualcuno si vergognava di quello che stava facendo, ma anche se la vergogna non è un sentimento che anima, da quello che stiamo vedendo, le persone che si occupano e si sono occupate di scuola Pag. 105e di istruzione. Non c’è stato quindi nessun dibattito democratico; c’è stato soltanto un Governo che ha imposto alla maggioranza consenziente, che non ha avuto nulla da dire, questo provvedimento e c’è stato un Governo che di fatto ha dettato la linea e una maggioranza parlamentare che ha obbedito senza battere ciglio, andando anche contro quello che magari qualche mese prima diceva, perché ricordiamolo – e qui entriamo nel merito – questo provvedimento porta avanti idee, riforme o pseudoriforme, che, se le avesse fatte Berlusconi, e quando le hanno proposte altre forze politiche, hanno fatto inorridire la stessa maggioranza che adesso le sta approvando...

  PRESIDENTE. Liberate i banchi del Governo, per favore.

  GIANLUCA VACCA, Relatore di minoranza. Ricordiamolo quello che dicevano le persone che adesso sono in maggioranza, per esempio, sul disegno di legge Aprea. Ricordiamolo tutto quello che la maggioranza ha detto su molti provvedimenti che sono contenuti in questo disegno di legge che prima altre forze politiche hanno provato a portare avanti. Ebbene, certo che cambiare idea è sempre auspicabile, ma in questa maniera fare inversione a «U» francamente è quantomeno sospetto.
  Entriamo nel merito di questo provvedimento. Cosa c’è che non va ? Tutto. Non c’è nulla che vada in questo provvedimento, a cominciare dalle risorse. Noi lo diciamo dall'inizio: non ci sono risorse aggiuntive nel comparto di istruzione, perché le risorse che sono state messe in questo disegno di legge per finanziare la buona scuola sono risorse che provengono da tagli che la maggioranza ha fatto in legge di stabilità e nella legge di bilancio al comparto istruzione. Sono quindi più i tagli che le risorse che sono state messe. Lo vedremo adesso in legge di stabilità l'anno prossimo, quando si farà il consuntivo e noi scommettiamo qualsiasi cosa che il saldo sarà quanto meno pari se non negativo. Quindi, non ci sono risorse aggiuntive. Non si risolve il problema del precariato, non c’è nessuna volontà di risolvere il problema del precariato. Con il maxiemendamento in Senato la riforma è addirittura peggiorata rispetto a quella che è uscita dalla Camera, perché le assunzioni che ci saranno a settembre saranno soltanto una parte di quelle che aveva promesso il Governo.
  Ricordiamolo, nella buona scuola di settembre, l'opuscolo, il Premier aveva promesso 150 mila assunzioni, 150 mila che poi sono diventate 100 mila, che adesso diventano 48 mila, il resto chissà quando, non c’è nessuna indicazione temporale. Tutto questo noi l'avevamo previsto, ed è per questo che abbiamo da sempre sostenuto che i due provvedimenti dovessero viaggiare in maniera distinta. Non è vero che non si potesse fare perché noi abbiamo presentato degli emendamenti per portare avanti il piano assunzionale di 300 mila persone in cinque anni, un piano assunzionale che avrebbe, sì, realmente risolto il problema del precariato perché avremmo assunto tutte le persone che, in questi anni, hanno lavorato, hanno speso soldi, si sono abilitate perché gliel'ha chiesto lo Stato ,che dovevano fare così, che hanno prestato servizio all'interno delle scuole, garantendo appunto l'apertura delle nostre scuole, un servizio dignitoso, eccellente in alcuni casi. Al di là di questo piano, avevamo proposto anche un piano delle 100 mila assunzioni del Governo, ma sul reale fabbisogno delle scuole perché, invece, il piano che porta avanti il Governo è un piano sballato, scriteriato; è un piano che non risolverà il problema delle supplenze perché, a settembre, noi avremo ancora decine di migliaia di supplenze; è un piano che non risolve il problema del precariato perché avremmo ancora una massa di precari, 200 mila precari, che saranno tenuti fuori da questo piano assunzionale dopo che lo Stato gli ha detto di spendere soldi...

  PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Vacca.

  GIANLUCA VACCA, Relatore di minoranza. ... appunto per abilitarsi e andare Pag. 106alle scuole ad insegnare. Entreremo nel dettaglio dei vari provvedimenti, il finanziamento alle scuole paritarie, alle scuole private, il fatto di creare scuole di serie a) e di serie b), i maggiori oneri per le famiglie e per i privati che entreranno a gamba tesa nelle nostre scuole. La posizione del MoVimento 5 Stelle è molto chiara e per questo abbiamo presentato una relazione di minoranza che affronta nel dettaglio anche tanti altri problemi che ci sono in questo disegno di legge. La nostra opposizione è totale, assoluta, a questo provvedimento che purtroppo sarà fortemente dannoso per la nostra scuola già a settembre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MARIA COSCIA, Relatrice per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARIA COSCIA, Relatrice per la maggioranza. Signor Presidente, prima, per stringere i tempi, mi sono dimenticata di chiedere l'autorizzazione a pubblicare il testo integrale della relazione in calce al resoconto. Quindi, le chiedo di poterla consegnare il testo agli uffici.

  PRESIDENTE. Onorevole Coscia, è autorizzata, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
  Ha facoltà di intervenire la relatrice di minoranza, onorevole Pannarale.

  ANNALISA PANNARALE, Relatrice di minoranza. Signor Presidente, colleghe e colleghi, sottosegretario, anche in questo terzo passaggio parlamentare Sinistra Ecologia Libertà ha deciso di svolgere la sua relazione di minoranza. Possiamo immaginare cosa pensiate di questa scelta, un'altra perdita di tempo, l'ennesimo intralcio di un'opposizione un po’ fastidiosa, che pensa di poter ancora cambiare qualcosa mentre il testo è blindato e tale deve rimanere. Possiamo persino sentire il ghigno sprezzante del Governo, quello con cui avete accompagnato tutto il percorso di questo disegno di legge. Fastidiosi ma non sciocchi. Lo sappiamo bene che questo iter parlamentare è ormai irreversibile. Sappiamo che la discussione sugli emendamenti in Commissione è durata quanto uno sbadiglio e che il PD non ha neanche presentato un emendamento perché ha l'obbligo del silenzio e dell'assenso supino. Eppure, anche questa volta abbiamo deciso di prendercelo il tempo per parlare, per proporre una lettura reale non mistificante, per discutere gli emendamenti, per ricordarvi quale scempio state compiendo su un organo costituzionale come la scuola e questo tempo noi lo dedicheremo tutto a quel mondo della scuola che oggi è qui fuori e che avete ignorato con arroganza e svilito definitivamente nel suo prestigio sociale. Avete oscurato tutti, i docenti, gli studenti, i precari, le famiglie, il personale della scuola, ma quel che sconcerta è che avete persino oscurato voi stessi, collocandovi in una funzione di subalternità e di inutilità parlamentare perché la vostra presenza in questo luogo, nel Parlamento della Repubblica, si rivela nient'altro che inutile e irrilevante. State facendo scelte che faranno molto male alla scuola pubblica e alla democrazia di questo Paese, scelte che andranno a compromettere, se non faranno fermate, l'autonomia e la libertà di pensiero e di critica che sono il pilastro della democrazia, il fondamento stesso dell'essere uomo e donna.
  Questa è una riforma che incarna potentemente una visione classista e autoritaria di scuola e di società; una scuola gerarchica, dove prerogative e strabordanti funzioni concentrate nelle mani di uno solo fanno piazza pulita delle conquiste degli anni Sessanta e Settanta, che avevano dato l'anima emancipativa e democratica al sistema dell'istruzione; una scuola escludente, che disimpegna lo Stato e frantuma l'unitarietà del sistema.
  La vostra è una scuola leggera, liquida, una scuola che costa poco, pochissimo, e che non si preoccupa più delle tante intelligenze nascoste che animano le periferie complicate di questo Paese e che nessuno andrà più a cercare. Vi siete accorti di avere licenziato un testo imbarazzante, prima ancora che per confusione, Pag. 107per aridità ? L'avete chiamata riforma e vi siete dimenticati del pezzo fondamentale: l'impianto culturale, educativo, cognitivo.
  L'avete chiamata riforma e non vi siete accorti di avere partorito nient'altro che un mero dispositivo organizzativo, gestionale. Vi siete occupati esclusivamente di governance, vi siete soltanto preoccupati di riorganizzare i rapporti di potere all'interno della scuola, perché è il potere che vi interessa. E il vostro potere deve essere funzionale ad una società omologata nei suoi saperi a senso unico e ad un mercato del lavoro precarizzante, che non cerca talenti e conoscenze qualificate, perché deve livellare al ribasso tutele e retribuzioni.
  Vi siete dedicati alla governance e non avete dedicato neanche un articolo ai problemi reali della scuola, al ripensamento di un progetto educativo. Nulla sui nuovi programmi, su come si rinnovano didattiche e percorsi di studio; nulla sulla cancellazione dei due binari formativi e sulla durata dell'obbligo scolastico; nulla su come si affronta alla radice la questione serissima delle disuguaglianze territoriali, della pesante disparità delle condizioni socio-economiche di partenza, fenomeno radicato nel nostro iniquo Paese e alla base di tante capacità creative in potenza che vengono smarrite, perché non adeguatamente supportate e accompagnate.
  E nulla sull'autonomia, se non una successione interminabile di luoghi comuni. Ma l'autonomia non dovrebbe avere il suo perno in un lavoro interdisciplinare, sperimentale, nella partecipazione viva, libera, di tutte le componenti collegiali ? Il punto vero è che avete dimostrato di non avere capito nulla di quello che dovrebbe essere il profilo del lavoro scolastico.
  Eppure, in quest'Aula, avevate altre parole in occasione di altre riforme, quando al Governo vi erano altre persone. La scuola funziona quando si lavora bene insieme, quando vi è un clima collaborativo e solidale, quando i progetti si possono arricchire nel lavoro a tante mani, quando nella comunità scolastica si può crescere tutti, docenti e studenti.
  La scuola funziona quando può contare su docenti motivati, carichi, appassionati. Un Governo minimamente capace dovrebbe avere cura dei suoi docenti, farsi carico della loro serenità, perché un docente motivato e messo nella condizione di esercitare pienamente la libertà di insegnamento è un docente che saprà dare di più ai ragazzi, saprà incuriosirli, saprà provocarli, saprà spiazzarli.
  Questi sono i docenti bravi, quelli che ti fanno innamorare, quelli che ti mettono fame di conoscenza, quelli che ti fanno tornare a casa con il chiodo fisso e con la voglia di tornare subito a scuola, perché hai troppe domande da fare. E voi, invece, cosa avete fatto ? Invece di tutelarli e ascoltarli, vi siete accaniti sui docenti, li avete umiliati e attaccati. Certo, ci sono oggi tanti docenti stanchi, svuotati, demotivati.
  Sono docenti che vengono da anni di tagli, di definanziamento, di stipendi da fame rispetto alla media europea, di svilimento del prestigio sociale. Sono docenti troppo avanti negli anni e persino costretti a restare a scuola, in aule affollate e in contrasto con il diritto, già maturato, alla pensione, semplicemente perché fate le leggi senza neanche conoscere le norme. Quota 96, sottosegretario, esiste ancora e non è stata ancora risolta.
  Ma sono gli stessi docenti che, in questi anni, loro sì, hanno preso in carico la scuola pubblica, nonostante un'opera incessante di disimpegno dello Stato e di delegittimazione della funzione sociale dell'insegnante. Ai docenti restavano due cose: la libertà di insegnamento e la collegialità. Con questa riforma, le state ammazzando tutte e due, e tutte e due sono la garanzia di un approccio critico e consapevole alla complessità del reale. E non è un'operazione nuova quella che state facendo: scambio tra lavoro precario e dignità. E, se non c’è più neanche il lavoro, sarà sufficiente un esiguo indennizzo: è un'operazione che avete già sperimentato qualche mese fa con il Jobs Act.
  Oggi tocca agli insegnanti e l'operazione è ulteriormente grave, perché ad essere aggredita è la loro delicata funzione di Pag. 108trasmissione dei saperi e della Carta costituzionale. Il docente vedrà sottoposte le sue scelte, il suo metodo, i contenuti del suo lavoro, alle valutazione discrezionali del dirigente scolastico. Ma come si fa, mi chiedo, a non capire che in un settore tanto delicato e fondativo come quello dell'istruzione non ci si può affidare alla qualità soggettiva dei singoli nel ruoli di dirigenti scolastici e che serve, invece, la qualità di criteri oggettivi e di regole trasparenti ? E che dire di un comitato per la valutazione dei docenti, anche questo presieduto dal dirigente scolastico, che dovrà avere tra i criteri di valutazione, così avete scritto, il successo formativo e scolastico degli studenti ? Quindi, per capirci, i docenti se vorranno essere valutati positivamente dovranno accumulare valutazioni positive su tutti gli alunni e, parimenti, genitori e studenti, che fanno parte dello stesso comitato di valutazione, potranno sempre accattivarsi il giudizio positivo del docente attraverso una valutazione positiva in seno al comitato. Ma lo vedete il pasticcio che avete creato ? Vi rendete conto del portato di conflittualità, di antagonismo, di competitività che invaderà le scuole ? E, soprattutto, come si misura il successo formativo degli studenti quando nei loro percorsi scolastici ci sono storie diverse, ci sono realtà frantumate, ci sono vissuti differenti ? Voi state rimuovendo la centralità delle relazioni interpersonali dalla scuola, quelle improntate al dialogo e anche alla tenerezza, perché c’è anche bisogno di tenerezza, per fare in modo che i ragazzi tutti, a prescindere dai contesti di provenienza, vengano accolti e messi nella condizione di maturare sguardi critici, sguardi inquieti. Non fate neanche un favore ad un sistema produttivo che voglia essere solido, addestrando i ragazzi agli automatismi e ai saperi meccanici, perché non vi accorgete che questi saperi meccanici diventano presto obsoleti dentro i tempi rapidi della tecnologia. I ragazzi a scuola non devono imparare a manovrare l'ultimo ritrovato tecnologico, devono sviluppare l'attitudine critica, profonda, l'apprendimento continuo di nuove modalità, di nuovi linguaggi, devono imparare ad imparare, devono costruire nessi tra i linguaggi e le conoscenze. Ma una scuola così avrebbe bisogno di risorse corpose, di investimenti incessanti e voi in questo testo non state investendo nulla di nuovo, voi state spostando fondi già esistenti e ogni possibilità di sperimentare qualcosa di innovativo viene strozzata dalla formula che troviamo dappertutto «senza oneri aggiuntivi».
  Non solo, affidate la prospettiva degli istituti scolastici agli investimenti dei privati e delle imprese con la conseguenza che ad essere abbandonate saranno le scuole di periferia, ma soprattutto gli studenti, perché sono loro quelli che pagano di più le conseguenze, e come se non bastasse, mentre smantellate la scuola pubblica, incentivate la fuga delle famiglie verso quelle private. Allora, lo ribadiamo: in questo Paese è legittimo e costituzionale organizzare scuole private scuole di tendenza, ma chi decide di farlo, queste scuole deve anche, autonomamente, pagarsele (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). La nostra Costituzione prevede esattamente questo. Invece, la nostra Costituzione non prevede che le scuole pubbliche cadano a pezzi e che non abbiano ancora ricevuto, nel 2015, il Fondo per il funzionamento ordinario. Ecco, faremo questo in quest'Aula, disveleremo tutte le vostre mistificazioni e le vostre bugie discorsive. Avete scelto di mostrare i muscoli fino alla fine, mostrando tutta la vostra debolezza e le vostre misere divisioni, neanche di fronte ai precari, quelli che pensavate di utilizzare per ottenere consenso, avete mostrato un minimo sussulto. Non sarebbe stato più responsabile, come Sinistra Ecologia Libertà ha proposto subito, procedere già a marzo, con un decreto per il Piano straordinario, garantendo agli uffici scolastici regionali tempi ragionevoli necessari all'assolvimento dei vari passaggi e consentendo un confronto aperto e puntuale sulla riforma ? Non sarebbe stato più lungimirante, come noi abbiamo sempre proposto, elaborare un piano di assunzioni pluriennale che, tenendo progressivamente tutti dentro, il personale ATA, seconda Pag. 109fascia, PAS, TFA, garantisse l'eliminazione, davvero, del precariato ? Ma a voi non interessa il benessere delle persone che governate, voi avete a cuore solo il potere.
  Ma il potere, ricordatelo, diventa presto impalpabile quando non si può più contare sul consenso delle persone, perché quelle persone le avete dimenticate e ignorate. Il mondo della scuola vi ha già mandato un segnale fortissimo, non lo avete colto. Sareste ancora in tempo ora che questo disegno non è ancora legge. Non pensiate che tra uno o due giorni, incassata l'approvazione definitiva, sarete salvi. Il mondo della scuola è qui in questo momento e non si fermerà. Continuerà a incalzarvi, continuerà a lottare, continuerà a impedire con ogni mezzo che questa riforma da stolti possa strutturarsi davvero nelle scuole.
  Una scuola organizzata in maniera gerarchica e verticistica, sottosegretario, maggioranza, è una scuola pericolosa, perché porta a interiorizzare quella gerarchizzazione e quel modello in ogni ambito della propria vita. E allora si ha davanti agli occhi un modello fatto di due parti separate che non comunicano tra loro: quelli che decidono e quelli che eseguono, quelli che sono garantiti e quelli che non lo sono, i ricchi e quelli che sono condannati alla subalternità per nascita. Questo è un modello vecchio e terribile che noi abbiamo pensato di poter lasciare nel Novecento grazie alle lotte di donne e uomini che hanno anche dato la vita per la loro emancipazione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Ed è la conoscenza, ossia la scuola pubblica, che ha dato a questo Paese emancipazione ed uguaglianza sociale e noi la difenderemo fino in fondo fuori di qui, perché dentro ce lo avete impedito, con ogni mezzo, con chi la scuola la conosce davvero.
  Chiudo, Presidente.

  PRESIDENTE. Ha ancora un minuto e venti secondi.

  ANNALISA PANNARALE, Relatrice di minoranza. Dignità, sovranità popolare, democrazia: sono parole che non vi piacciono, sono parole che vi molestano, sono le parole che domenica sera la Grecia, così antica e così moderna, ci ha ricordato, ha ricordato a tutta l'Europa ancora una volta in una meravigliosa alleanza tra Governo e popolo.
  Voi il popolo lo temete. Voi il popolo lo temete talmente tanto da maltrattarlo. Ma questo popolo non teme voi, questo popolo ha più coraggio di voi. E allora saranno le persone, sarà la volontà delle donne e degli uomini di questo Paese a fare quello che voi non avete avuto la capacità di fare: restituire dignità e prestigio alla scuola pubblica e un futuro per tutti (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, non amo fare polemiche, soprattutto alla fine di una giornata molto pesante, ma siamo anche all'inizio della terza lettura di un provvedimento che ha diviso il Paese, che ha determinato una mobilitazione molto forte e che ha consentito in questo Parlamento il verificarsi, in maniera esplicita, di divaricazioni molto forti nei partiti e tra i partiti.
  Ora dall'ufficio legislativo del mio gruppo arrivano notizie rispetto a una scelta, che è stata decisa, di segnalare gli emendamenti, essendo questo testo composto da un articolo unico. Pertanto, un gruppo come il mio probabilmente riuscirà a presentare in questa ruota della fortuna, che ormai è diventato il dibattito parlamentare, quattro o cinque emendamenti, se ci va bene, se va ancora meglio, otto, nel momento in cui noi avevamo deciso di presentarne quaranta.
  Ora, la lettura che noi diamo di questa scelta è quella di una forzatura molto forte, legata a un'interpretazione secondo cui, una volta passato al Senato con la fiducia, si determina automaticamente il fatto che questo testo si trasforma in un Pag. 110articolo unico, per cui sostanzialmente, essendo un articolo unico, gli emendamenti da segnalare sono di meno, in una sorta di tirannia della maggioranza, che può decidere, tra una Camera e l'altra, di fare qualsiasi cosa, ivi compreso ridurre e comprimere ulteriormente il dibattito.
  Siccome signor Presidente, lei sa benissimo che siamo di fronte alla mole, all'entità del provvedimento in un regime straordinario in quanto la maggioranza e il Governo furbescamente avevano deciso di collegare una riforma gigantesca della scuola al DEF, impedendo all'opposizione di avere i tempi che meritava contingentando tutto, ora ci troviamo anche di fronte al contingentamento ulteriore degli emendamenti. Ora mi rispondono: «andiamo a triplicare». Capiamoci, per noi è inaccettabile sul piano politico e formale per cui chiediamo immediatamente la convocazione della Conferenza dei presidenti di gruppo perché non vogliamo più essere sottoposti ai trucchetti di una maggioranza che su questioni così serie sta giocando sulla pelle degli insegnanti e del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Collega Scotto, ovviamente la sua richiesta di convocazione della Conferenza dei presidenti di gruppo la trasmetterò alla Presidenza della Camera – se ho capito bene – immediata. E devo dire che questa è una prassi che si è applicata, ad esempio, all'ultima legge di stabilità, fa parte, purtroppo o per fortuna, dipende dai punti di vista, di una applicazione di una prassi che noi abbiamo sempre applicato, e la Presidenza ha espresso la volontà di triplicare il numero degli emendamenti, come diceva lei. Poi, ognuno ha la sua posizione su questo. Io consento un intervento sull'ordine dei lavori per gruppo sull'argomento, però credo di aver già risposto. Quindi, spero che il collega Vacca possa portare un contributo ulteriore a questa discussione e poi andremo avanti.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Su quale articolo ? Però, condivido con il collega Scotto che la sede opportuna di questo dibattito sia la Conferenza dei presidenti di gruppo, perché c’è bisogno della concertazione tra i gruppi e poi una decisione della Presidente sull'argomento. In sede di discussione sulle linee generali non possiamo prendere nessuna decisione. Prego, deputato Sannicandro.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, può farmi almeno un favore: chiarirmi in base a quale articolo voi avete deciso quello di cui si sta parlando. Se mi citate l'articolo.

  PRESIDENTE. L'articolo 85-bis, che richiama il comma 8 dell'articolo 85, se ha il Regolamento tra le mani.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Lo possiamo leggere. Non c’è scritto affatto quello che lei dice. Tanto è vero che lei poc'anzi ha fatto riferimento alla prassi.

  PRESIDENTE. Sì, è chiaro.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Per cui voglio invitare la Presidenza – colgo l'occasione – a pubblicare un nuovo testo perché questo è falso. Non c’è occasione in cui uno chiede quale sia l'articolo e si dice: la prassi.

  PRESIDENTE. È chiarissimo.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Prassi e precedenti che non sono codificati in nessun luogo.

  PRESIDENTE. Questa è una questione che è stata sollevata più volte.

  ARCANGELO SANNICANDRO. La questione di proporre una riedizione, non è stata mai sollevata. È la prima volta.

  PRESIDENTE. Se lei esige una nuova interpretazione del Regolamento noi possiamo convocare la Giunta. L'unica cosa certa è che questo dibattito qui non porta a Pag. 111nessun risultato se non quello che la Presidenza, nella mia persona in questo momento, prende atto delle vostre richieste e le trasmette alla Presidente Boldrini, poi per il resto possiamo anche alimentarlo questo dibattito all'infinito, ma qui non possiamo prendere alcuna decisione sugli emendamenti. Se concordiamo su questo agevoliamo il prosieguo di questa discussione generale che comunque non compromette gli emendamenti di domani, perché siamo in fase di discussione generale.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, allora la faremo domani quando lei dirà: scegliete. Dico ciò perché l'articolo che lei ha citato fa riferimento esattamente ad un'altra ipotesi, perché è la Presidenza che dovrebbe assumersi la responsabilità di dire: poiché intendo applicare l'articolo 85, comma 8, ed adesso leggo cosa dice, alla luce di ciò e considerato l'articolo seguente, segnalate gli emendamenti. Ora, l'articolo 85, comma 8, dice: «Qualora siano stati presentati ad uno stesso testo una pluralità di emendamenti, subemendamenti o articoli aggiuntivi tra loro differenti esclusivamente per variazione a scalare di cifre o dati o espressioni altrimenti graduate (...)». Poi l'articolo continua spiegando in che maniera lei, la Presidenza, si deve comportare, ma la questione è circoscritta agli emendamenti che siano differenti esclusivamente per variazione a scalare e via discorrendo. Fuori di questo non esiste altro. In questo caso l'articolo successivo dice che noi possiamo essere chiamati a segnalare, ma prima mi deve indicare la Presidenza dove stanno questi emendamenti a scalare, differenti tra di loro soltanto per il tenore letterale.
  Ma se lei prima non fa questa operazione, noi siamo nella impossibilità, prassi o non prassi – adesso non c'entra più né la prassi né l'articolo, c'entra la logica – ad impossibilia nemo tenetur e io non sono in condizione di segnalare un qualche cosa se lei prima non mi dice quale è l'ambito sul quale deve operare. Questa è la questione, ripeto. Domani mattina la riproporremo.

  PRESIDENTE. La ringrazio, collega Sannicandro. Come lei ben sa, il garante del Regolamento è il Presidente, in questo caso la Presidente della Camera. Io sono il Presidente facente funzione in questo momento e non ho applicato quelle norme, nonostante attualmente difenda la posizione della Presidenza che ha applicato una prassi dalla XIV Legislatura, quindi automatica perché si applica in via automatica. Le dico soltanto questo, la riflessione che voglio fare qui è la seguente: dobbiamo portare questo dibattito in Conferenza dei presidenti di gruppo e voi mi avete chiesto una Conferenza dei presidenti di gruppo immediata e adesso trasmetto tale richiesta alla Presidente Boldrini che si premunirà di convocarla. Tutto qui.

  ARCANGELO SANNICANDRO. La capigruppo è incompetente a decidere su questo !

  GIANLUCA VACCA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA VACCA. Signor Presidente, solo perché resti agli atti che troviamo legittima la richiesta del collega di convocare immediatamente una Conferenza dei presidenti di gruppo per risolvere questa vicenda e che francamente, che sia una prassi o meno, che sia una richiesta automatica, troviamo scandaloso che, con i tempi contingentati che ci sono concessi, con il contingentamento degli emendamenti che già ci è stato imposto, con il dibattito che di fatto è stato completamente legato su un provvedimento così importante, ci sia anche questa ulteriore richiesta che è mortificante e credo che debba essere mortificante per tutto quanto il nostro Parlamento.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Avete fatto un intervento sul Regolamento, uno sull'ordine dei lavori e sei sullo stesso tema: basta, altrimenti cominciamo a fare diecimila interventi sullo stesso tema.Pag. 112
  Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato D'Ottavio. Ne ha facoltà.

  UMBERTO D'OTTAVIO. Grazie, Presidente. Ho chiesto di intervenire in questa discussione perché, come è stato già detto, è una discussione molto importante ma devo dire che associandomi alla relazione della relatrice, onorevole Maria Coscia, che è stata molto dettagliata anche nel raccontare lo sviluppo di questa discussione, ritengo che su questo provvedimento, sul provvedimento che riguarda la scuola, sia urgente e indispensabile ripristinare...(Commenti dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  ARTURO SCOTTO. Come possiamo discutere nel momento in cui non sappiamo quanti emendamenti possiamo discutere ?

  PRESIDENTE. Colleghi... Collega D'Ottavio... collega Scotto, questa è la discussione sulle linee generali. Voi saprete quali sono gli emendamenti non appena sarà convocata una Conferenza dei presidenti di gruppo nel caso in cui la Presidente dovesse cambiare idea. Finora la decisione della presidente Boldrini è questa. Prego, collega D'Ottavio.

  UMBERTO D'OTTAVIO. Dicevo che su questo provvedimento è indispensabile e urgente ripristinare una corretta informazione sui contenuti magari per scoprire che ci sono diverse opinioni ma non deve essere il frutto di allarme drammatico come è stato fatto anche negli interventi precedenti, magari dopo aver deciso di non partecipare alla riunione della Commissione perché vorrei ricordare all'Aula e a chi ci sta ascoltando che il MoVimento 5 Stelle non ha partecipato alla riunione delle Commissioni in cui sono stati discussi in questa Camera gli emendamenti e nella quale il Partito Democratico, ad esempio, ha presentato 200 emendamenti: non ha partecipato. Chi ha partecipato ha potuto vedere come quella discussione sia stata una discussione sincera, approfondita e importante. Ha modificato profondamente il provvedimento rispetto a come era entrato. Dicevo che possiamo scoprire che abbiamo differenti opinioni ma non diciamo in giro cose che non sono vere e soprattutto non leghiamo in questo momento difficile le bugie che si raccontano nel tentativo di creare un clima di sfiducia generale, perché rischiamo di non produrre nulla di buono. È stato detto che questo provvedimento non ha un'idea di scuola: guardate, è assolutamente il contrario. Noi crediamo che l'idea di scuola contenuta in questo provvedimento sia quella della Costituzione.
  Noi diciamo anche, però, che per migliorare e per rispettare il dettato della Costituzione, l'unico modo è quello di valutare i risultati del sistema, perché la scuola per tutti i cittadini, come dice la Costituzione, non può essere vanificata dagli abbandoni. Oggi è così: siamo tra i Paesi a più alta dispersione scolastica e con tasso di abbandoni non degno di un Paese sviluppato come il nostro. Da qui bisogna partire.
  E, allora, io vi chiedo: siamo d'accordo o no che la risposta a questa domanda, la migliore risposta, è la scuola dell'autonomia ? Questa è la nostra risposta. Per rispondere alla logica degli abbandoni, abbiamo bisogno di più scuola dell'autonomia. Ebbene, il tema è sparito dalla discussione e con esso, per esempio, è sparita dalla discussione l'idea di un progetto didattico per ogni scuola, di un impegno contrario alla ripetitiva omogeneità della vecchia scuola. È sparita dal dibattito tutta la necessità di innovazione.
  Luigi Berlinguer, pochi giorni fa, ha sentito il dovere di ricordare che strutturare la scuola dell'autonomia significa che, a fianco della frammentazione delle discipline, sono necessari momenti collegiali di ricomposizione del sapere, di cooperazione tra docenti, che a fianco di momenti di severo studio individuale, ne sono necessari altri di confronto e cooperazione. Imparare da solista e da orchestrale, diceva Luigi Berlinguer.Pag. 113
  Tutto questo è sparito dalla discussione. Si è parlato solo di assunzioni. Io devo dire – lo dico con sincerità – che, se si potesse riavvolgere il nastro di questo periodo, forse sarebbe stato meglio che a un dibattito sull'idea di scuola seguisse, come conclusione, se avere più insegnanti e non, come è avvenuto, – almeno questa è stata l'idea di partenza – che, con più insegnanti e meno precari, si fa una scuola migliore. Ma il nastro non si può riavvolgere e l'essere partiti dalle assunzioni ha seppellito il resto del dibattito e soprattutto ha cancellato la centralità degli studenti.
  In questi giorni, in queste settimane, in parallelo al nostro dibattito, si sta svolgendo un dibattito sulla scuola anche in Francia. È un dibattito che, appunto, non parla di assunzioni e anche lì stanno discutendo della riduzione dell'abbandono scolastico. Ed è vivace la discussione tra chi dice, per esempio che, forse i programmi sono troppo selettivi e, quindi, che per rendere la scuola per così dire, tra virgolette, più in grado di accogliere gli studenti, bisogna fare programmi meno duri. Da noi degli studenti e di che cosa serva loro non si è quasi parlato, mentre nella legge sono contenute indicazioni importanti, dalle competenze linguistiche alla cultura musicale, alla cittadinanza, all'alternanza scuola-lavoro. Si possono fare battute su questo argomento, ma non si può scherzare.
  Si è parlato solo del ruolo del dirigente scolastico, chiamandolo ancora preside. Guardate che la differenza tra usare «preside» e «dirigente scolastico» non è solo nel termine. Il preside era il rappresentante del Ministro nella scuola; il dirigente è il responsabile dell'autonomia scolastica, cioè il responsabile dei risultati di quell'istituzione. Non ci siamo riusciti in questi anni, per esempio, a passare dal concetto di preside a quello di dirigente scolastico, nonostante la legge lo prevedesse. Dobbiamo riuscirci oggi, se crediamo nel concetto che la scuola dell'autonomia è la scuola del territorio e non quella che funzioni con le circolari.
  Credo che si debbano trovare le condizioni per riaprire il dialogo con le organizzazioni sindacali, soprattutto con chi ci tiene alla scuola e non con quelle che vivono di ricorsi o che alimentano attese, che fanno di sicuro guadagnare solo i loro avvocati. Noi stiamo mettendo in atto anche nella scuola un grande processo di semplificazione, che ha bisogno di essere sostenuto e che riduca le complicazioni amministrative, di cui oggi insegnanti e scuola sono vittime.
  Vorrei dedicare anche, se permettete, un minuto solo a quegli importanti commi – anche di questo si è parlato pochissimo oppure come se fosse tutto scontato – relativi al tema dell'edilizia scolastica, commi che parlano finalmente di un Piano nazionale dell'edilizia scolastica e dell'Osservatorio. E non è vero che non ci sono soldi in più. Si possono raccontare delle balle, ma dire che non ci sono soldi in più è clamoroso: un miliardo in più quest'anno e 3 miliardi in più negli anni successivi.
  E i soldi per la scuola – ne stiamo discutendo e potete leggere anche i giornali di oggi, se li avete letti – quando si parla di un piano delle infrastrutture nel Paese una delle infrastrutture più importanti su cui si deve lavorare sono edifici sicuri e moderni. Quindi, è importante pensare anche a scuole nuove perché lo dicono tutte le ricerche che la capacità di apprendimento è anche legata agli edifici e agli spazi nei quali si fa educazione e pedagogia. Abbiamo bisogno di scuole nuove. Non prendete in giro quell'argomento in cui si dice che faremo le scuole nuove anche dal punto di vista concettuale. Abbiamo bisogno di cambiare anche il modello di edificio perché dietro un modello di edificio c’è anche un modello di didattica e di pedagogia.
  L'approvazione della legge, è chiaro, non chiuderà la discussione, anzi, lo dico soprattutto a noi che fin qui siamo arrivati. Sarà l'avvio di una nuova e importante fase: la fase di attuazione e la fase di discussione intorno alle importanti deleghe. Questa legge, come tantissime altre leggi, dà delle possibilità che potrebbero Pag. 114anche non essere colte. Se così fosse, però, noi rischiamo di aumentare le differenze tra scuole invece di ridurle e non parlo delle differenze del piano dell'offerta formativa ma parlo delle differenze sociali: che almeno nelle opportunità la scuola deve ancora e sempre di più aiutare a combattere. Combattere le differenze sociali (Applausi dei deputati del gruppo del Partito Democratico).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Nastri. Ne ha facoltà.

  GAETANO NASTRI. Signor Presidente, intervengo in merito alla contestata riforma della scuola. Siamo alle fasi finali di un contorto percorso cominciato a settembre scorso con un'epocale consultazione via web. La riforma è stata da subito bocciata da tutte le categorie che vivono il mondo della scuola, appoggiata da sindacati, categorie di lavoratori, comitati e forze politiche di ogni provenienza. Un fronte comune senza precedenti e uno sciopero unitario ha registrato l'adesione di oltre 600 mila docenti. Le manifestazioni di protesta hanno avuto scarso rilievo sulla stampa, ma in compenso ci sono stati milioni di post su Facebook. Migliaia di flash mob in tutta Italia, l'accensione di centinaia di migliaia di fiaccole e lumini per celebrare la morte della scuola. Nel decreto legislativo sono minati principi fondamentali costituzionali, uno per tutti la libertà di insegnamento (articolo 33). Anziché, assunzioni sono previsti licenziamenti di massa. Il ricorso allo strumento della fiducia sul disegno di legge al Senato e il contingentamento dei tempi del dibattito parlamentare descrivono amaramente la morte della democrazia.
  Al contrario, un disegno di legge di tale importanza, attraverso una discussione democratica, avrebbe potuto far recuperare al Governo (peraltro, non votato dai cittadini) legittimazione. Soprattutto, perché stravolge l'impianto dell'organizzazione scolastica oltre che le sue finalità. Nemmeno un imprenditore si sarebbe mai fatto dettare l'agenda da Confindustria. Una cosa è il dialogo con il mondo dell'impresa, che la destra rispetta e valorizza; altra cosa, è perdere di vista il fine primario del percorso scolastico e la formazione critica dei nostri ragazzi. La scuola dovrebbe essere un luogo dove crescere per diventare cittadini responsabili e consapevoli. In realtà, questo Governo non ha a cuore la scuola e con questo provvedimento si limita a rispondere, malamente, all'infrazione europea per l'abuso di contratti a termine dei docenti, interpretando a suo modo la sentenza e trovando soluzioni tampone che danneggeranno famiglie e soprattutto gli alunni. Paradossalmente, noi stiamo facendo meno di quello che ci ha detto l'Europa, perché il piano di assunzione esclude alcune categorie di docenti e li esoda. Infatti, prima si parlava di 150 mila precari, ora siamo scesi a 100 mila. Non solo: su questi 100 mila, il Governo sta giocando, perché circa la metà riguardano il turn over. Quindi, di assunzioni reali siamo solo sui 50 mila. Il solito gioco di Renzi: promette una cosa e ne fa un'altra. Altro tema: la riforma ha escluso i docenti in possesso di abilitazioni all'insegnamento conseguite con i corsi istituiti negli ultimi anni dallo stesso MIUR.
  Non sono valsi neanche gli appelli a non fare discriminazione sulla base di una data di chiusura di una graduatoria (le GAE) e le altre graduatorie dove sono stati inseriti gli abilitati negli anni successivi.
  Gli stessi che sono giovani hanno studiato e superato corsi selettivi, e soprattutto lavorato, consentendo alle scuole finora di funzionare. Ecco perché questi contentini per gli abilitati – così vengono definiti dai docenti di seconda fascia d'istituto gli emendamenti presentati dal PD – vengono semplicemente considerati offensivi. Di fronte a questo disegno di legge, gli abilitati e i precari hanno una sola strada: il concorso. Attenzione, concorso che non si rifiutano di fare, ma che hanno già sostenuto di fatto affrontando e superando una procedura selettiva con tanto di corso presso le università statali ed esami con docenti universitari e funzionari del MIUR come valutatori. Se non passano il concorso Pag. 115previsto dal disegno di legge, anche per il tragico combinato disposto dell'articolo che riguarda la non prosecuzione del contratto di lavoro, scaduti i trentasei mesi di supplenza, l'unica prospettiva è il licenziamento dal mondo della scuola. Un ordine del giorno a prima firma Giorgia Meloni, che chiedeva al Governo quale sarebbe lo scenario dei precari ai quali scadono i trentasei mesi, è stato ignorato in prima lettura. Nessuna risposta ! A sanatoria di questa drammatica situazione, l'unica soluzione di buon senso era e rimane un concorso per soli titoli, come proposto da Fratelli d'Italia e dalle opposizioni, perché oltretutto si basava sulle competenze e sul fabbisogno delle scuole, che, come diremo, non può essere coperto solo dalle assunzioni dalle GAE e dal concorso. Siamo per la chiusura della stagione del precariato. Renzi dice di essere contro gli «assumifici», per confondere le idee ai cittadini e farsi soprattutto bello. Noi siamo per un piano di assunzioni pluriennale a esaurimento, equo e meritocratico, che valorizzi i precari che finora hanno fatto comodo allo Stato per sostenere la didattica.
  Le nuove assunzioni con un concorso per titoli sarebbero possibili senza oneri aggiuntivi, tenuto conto dei numerosi pensionamenti previsti nei prossimi anni, che non penalizzerebbero nemmeno le aspettative dei giovani laureati. Finora lo Stato era intervenuto per formare, chiuse le graduatorie GAE e le scuole di specializzazione, un certo numero di insegnanti tramite i corsi abilitanti, di cui non è necessario ricordare i vari acronimi. Poi, all'improvviso, Renzi, che bada solo e semplicemente alla propaganda, vuole abolire la «supplentite», e pensa di farlo, sbandierando il risultato davanti alla Corte europea, stabilizzando, oltre ai vincitori del concorso del 2012, i precari storici delle GAE. Il nostro Premier, per ergersi a salvatore della patria, ha promesso di svuotare le GAE per fare l'ennesimo spot elettorale. Assume solo loro e non gli altri precari abilitati perché questi vanterebbero un presunto valore concorsuale, che, tuttavia, ha valore solo ai fini dell'inserimento in graduatoria e non ai fini dell'assunzione a tempo indeterminato. Lo sbandierato valore concorsuale, infatti, si riferisce a un vecchio comma di legge che attribuiva tale prerogativa all'esame finale delle cosiddette SSIS. Ciò accadde quando si istituì il doppio canale e si decise di inserirvi gli abilitati SSIS – che furono poi seguiti dalle più svariate categorie di abilitati –, tanto da rendere un obbrobrio legislativo il comma dedicato della legge istitutiva; graduatorie che divennero poi le famose graduatorie a esaurimento con la loro chiusura nel 2007, ma che hanno conosciuto proroghe infinite volute dal Palazzo. Noi contestiamo l'impianto generale della riforma, che il maxiemendamento ha solo peggiorato: dalla chiamata diretta dei docenti da parte del dirigente scolastico alla loro conseguente precarizzazione. Contestiamo, inoltre, la discrezionalità dei dirigenti scolastici nella scelta dei docenti. Come è stato già più volte ribadito, tale modalità di scelta dei docenti danneggia gravemente sia gli stessi docenti, che si trovano privi della titolarità di una sede e di fatto in una posizione di precari a vita, sia gli studenti, ai quali sarà sempre più difficile garantire una continuità didattica. Inoltre, una soluzione del genere, oltre a favorire possibili gestioni clientelari, finisce per limitare fattivamente la libertà di insegnamento e il pieno godimento dei diritti dei lavoratori, nonché, cosa ancor più grave, rischia di inficiare la libertà di apprendimento degli studenti.
  Vi è poi l'aspetto riguardante i presidi, che hanno da sempre molte e onerose funzioni, per questo non vi era necessità di attribuirgliene un'altra così importante e delicata, ossia la facoltà di assegnare e revocare l'incarico ai docenti. Per controbilanciare questo potere il nuovo testo stanzia ben 7 milioni di euro per tre anni per valutare i dirigenti. Soldi che sarebbero, invece, tanto utili al funzionamento delle scuole, nominando sul campo, senza concorso, con una mera evidenza pubblica, una pletora di nuovi dirigenti tecnici. Si crea in tal modo uno schema piramidale di controllo: i dirigenti valutano i presidi, i presidi i docenti e il Pag. 116Governo assume i dirigenti. Una situazione che determinerà confusione e stallo nel funzionamento. Dietro la parola «autonomia» c’è chiaro l'intento di controllare politicamente la scuola.
  Quello che viene spacciato per un «potenziamento dell'autonomia» è invece un ritorno a una visione centralista, che condiziona e limita fortemente il potenziale di sviluppo, ricerca e sperimentazione didattica. Aggiungo, inoltre, come la natura e la portata di questo provvedimento sia particolarmente grave per un Governo che si è presentato in ogni sede divulgativa possibile e immaginabile – TV, giornali, social network, e-mail, interviste concordate senza contraddittorio – come il Governo del merito. Ebbene il merito di un docente si valuta non solo relativamente ai risultati raggiunti dalla classe ma, in misura maggiore, dal rapporto che riesce a instaurare con quella classe, tenuto conto degli obiettivi formativi e disciplinari raggiunti. Requisito fondamentale affinché questo si realizzi è la continuità didattica.
  Con questo disegno di legge si cancella la titolarità di cattedra di molti insegnanti e si perde la continuità. Ogni docente inserito nell'albo territoriale vivrà, insieme alle famiglie e ai ragazzi, di nuovo l'incertezza della precarietà e questo provvedimento riguarderà tutti: chi chiederà il trasferimento magari per ricongiungersi alla famiglia lontana e chi invece sarà penalizzato dal nuovo piano dell'offerta formativa. Si parla di merito, ma con quali criteri valuteranno il dirigente scolastico e il comitato di valutazione se i docenti non potranno elaborare progetti a lunga scadenza ?
  Il Governo del merito inoltre non avrebbe dovuto consentire, come emerge, l'utilizzo di docenza per materie dove non si siano conseguite le abilitazioni, ovvero l'insegnamento di «materie affini». Quando andiamo da un medico scegliamo uno specialista, perché ciò non dovrebbe avvenire nella Scuola ? Conseguenza scellerata derivata dai criteri delle assunzioni, tutto questo è inaccettabile !
  Il refrain di Renzi è che questo Governo vuole il merito e la valutazione nella scuola. Sirene che hanno affascinato molti cittadini che non sanno cosa c’è dietro questa propaganda.
  Guardando ai fatti il Governo stanzia 200 milioni di euro per il merito e dice che a decidere chi deve prendere più soldi; è sempre la stessa figura, ovvero il dirigente scolastico. L'impianto rimane questo, anche se le ultime modifiche hanno prodotto un improbabile «comitato di valutazione» composto da docenti, famiglie, studenti, un solo elemento «terzo», di cui non è dato sapere di più, un grande pasticcio. Un meccanismo che non ha eguali in tutta Europa, che prevede un premio salariale sulla base di una valutazione del docente, in cui entrano anche studenti e genitori. Sarebbero invece necessarie figure esterne e preparate in materia, procedure, obiettivi e criteri ben definiti.
  La riforma contiene un altro provvedimento dal costo esorbitante: un buono di 500 euro l'anno per l'aggiornamento e i consumi culturali dei docenti. Semplicemente offensivo visto che ricorda la modalità dei famosi 80 euro, perché il provvedimento sarà a opera di un successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che metterà direttamente la sua firma anche su tale erogazione.
  Ricapitolando: il dirigente scolastico sceglie i docenti, li assume, li licenzia e li premia. È una politica coerente con quello che fa il Governo: concentrare tutti i poteri in poche mani, che decidono per tutti gli altri.
  Fratelli d'Italia ha proposto nei suoi emendamenti di devolvere questi fondi, come poi ha rimarcato la Corte costituzionale, per il rinnovo dei contratti dei docenti fermi da 7 anni. Ma Renzi pensa solo ad «asfaltare i sindacati» per sembrare decisionista e guadagnare qualche consenso sulla loro pelle, prove di forza interne alla sinistra che a noi non interessano. La scuola non è un'azienda e il dirigente scolastico non è un amministratore delegato. Signor ministro, secondo noi, il merito andrebbe inserito nella più ampia possibilità del docente di poter Pag. 117intraprendere una carriera giuridica ed economica creando figure che possano supportare la scuola e il dirigente.
  Il vero merito si attua attraverso una seria selezione di ingresso e l'aggiornamento professionale. Le priorità assolute per la scuola sono l'edilizia scolastica, i banchi e gli arredi, gli strumenti di laboratorio, la pulizia delle aule, perfino la carta igienica. Si diano intanto risposte a queste vergognose emergenze che colpiscono famiglie, alunni e insegnanti. Non è possibile che ogni Governo decida di sperimentare una sua riforma sulla pelle della scuola. Finora abbiamo visto su questi punti soltanto propaganda e niente di concreto. Di pochi giorni fa la denuncia sul ritardo della pubblicazione dell’«Anagrafe sull'edilizia scolastica», fondamentale per l'investimento mirato nelle Regioni che hanno bisogno di fondi per l'edilizia scolastica. Per non parlare dell'assunzione dei precari. Noi abbiamo un forte sospetto che questa riforma della scuola e il piano di assunzione di 100 mila precari sia stato messo in piedi soltanto per rispondere alla sentenza della Corte di Giustizia europea. Quindi, non c’è nessun piano, nessuna visione complessiva, ma soltanto l'esigenza di obbedire all'Europa. E per un Governo il cui Presidente del Consiglio non è stato scelto dai cittadini ma dalle primarie informali del PD sarebbe stato più che sufficiente.
  Concludo il mio intervento, signor Presidente non potendo sottrarmi alla valutazione di come, nella riforma della scuola, Renzi poteva scegliere fra la qualità, il merito, poteva prendere in considerazione alcune delle nostre proposte e di altri gruppi che andavano in questa direzione, per migliorare il testo privilegiando i ragazzi e le famiglie. Ma lui ha scelto la ditta, come gli hanno ricordato esponenti autorevoli del suo partito, già PCI, PDS, DS e PD. Tra le famiglie e i ragazzi da un lato e la ditta dall'altro, Renzi ha scelto la ditta ed è per questo signor Presidente, che Fratelli d'Italia respinge al mittente l'intero impianto di questa legge perché noi, invece, a differenza sua e del Partito Democratico scegliamo gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

  PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Binetti. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Mentre ascoltavo alcuni degli interventi dei colleghi ho avuto la sensazione che stessimo parlando di un'altra legge, perché a me è sembrato che tutto quello che è stato detto da alcune persone, partendo da quello che possiamo considerare il frammento di verità insito nella legge, poi venisse declinato in maniera che direi proprio sostanzialmente perversa, come se davvero nella Commissione prima, alla Camera, successivamente al Senato, poi ancora alla Camera, in realtà invece di avere un gruppo di colleghi con i quali è anche lecito, legittimo avere delle idee diverse, di fatto non ci fosse però nessuna passione per la scuola, nessun interesse per gli studenti, nessuna profonda stima per il personale docente, e tutto sommato nessuna fiducia nella capacità di generare una misura che possa ridare al nostro Paese slancio e credibilità.
  Quando penso allo slancio e alla credibilità non mi riferisco, pensate, nemmeno all'Europa, mi riferisco, prima di tutto, slancio e credibilità qui in Italia, nelle nostre città, nelle nostre case, lo slancio e la credibilità di cui hanno bisogno gli studenti, in questo momento fortunatamente per la gran parte in vacanza, mentre in qualche modo sognano quella nuova scuola, sognano il ritorno a scuola, sognano il ritorno con i compagni, sognano i nuovi colleghi con cui instaureranno...i nuovi docenti, i nuovi programmi. C’è sempre, in ogni dove, nelle diverse fasce della vita, nell'immaginario che ci accompagna ancora a distanza di anni, l'idea del ritorno a scuola come una delle parentesi più interessanti e più produttive della giornata.
  Viceversa, mi è sembrato che la visione della scuola che è emersa in alcune narrazioni che ne sono state fatte in quest'ultima ora fosse veramente una narrazione persecutoria, ostile. Ora, io non credo che, Pag. 118per quanti limiti ci possano essere in un disegno di legge di questo tipo, qualcuno abbia voluto veramente ferire il Paese in quella che è la sua parte più alta, più nobile, più sicura, che è quella che riguarda, per così dire la meglio gioventù, i nostri giovani, quelli che oggi ci sono in qualche modo affidati perché noi possiamo trasmettere loro gli strumenti migliori dal punto di vista della cultura, anche dal punto di vista del carattere, dal punto di vista dello spirito di iniziativa, per potere, a loro volta, tra qualche anno, sedersi qui accanto a noi, noi non ci saremo sicuramente, comunque sedersi in questi banchi e progettare, a loro volta, altre riforme, altro spirito.
  Io credo che questo – è quello che mi dispiace molto – ho sentito assente nelle narrazioni di molti colleghi, ho sentito un pessimismo così cupo, un senso come dire incombente di dramma che ci si sta per scaricare addosso, che veramente io credo che un onesto realismo non dovrebbe nemmeno permettere.
  Ci diceva, qualche giorno fa, il Presidente del Consiglio: c’è un Paese, l'Italia, che sta ripartendo. Con tutti i nostri limiti, abbiamo l'occasione di costruire un futuro d'opportunità per i nostri figli, sciuparla sarebbe un errore. Ecco, io credo che questo bisogno di avere un filo diretto, che è un filo diretto di generazioni, e quando dico di generazioni mi piace immaginare questa parola da un lato con tutta la forza pregnante che ha, del patto intergenerazionale, ma mi piace anche pensarla come una possibilità di generare azioni, azioni concrete, azioni positive, insomma quelle azioni che tutti noi immaginiamo dovrebbero rendere più bella, più interessante, più efficace l'avventura della scuola per i giovani che dovranno frequentarla tra pochi mesi, di nuovo.
  Il nostro progetto non è prendere o lasciare, diceva sempre il Presidente del Consiglio. Siamo pronti a discutere, ma facciamolo nel merito, senza la paura di cambiare. La buona scuola non la inventa il Governo, la buona scuola c’è già, siete voi o, meglio, siete molti tra di voi, ma non tutti voi.
  Io credo che in queste parole del Presidente del Consiglio c’è molto anche della dialettica che ha animato i primi interventi di questa nostra ripresa del dibattito sulla buona scuola. Prima di tutto dobbiamo mettere da parte la paura di cambiare. È chiaro che cambiare comporta un rischio, è chiaro che quando si cambia non c’è un'assicurazione per la vita. Quando si cambia, in un certo senso, si sa quali sono i difetti a cui si vuole rinunciare, si sa quali sono i sogni e i desideri che si vorrebbero realizzare, ma non si ha la certezza che, abbandonando i difetti di un sistema, non si abbandonino anche alcune delle qualità che, comunque, erano legate a quel modo di fare. Inoltre, quando si realizza un'innovazione si sa che ci sarà certamente del buono, ma non si è del tutto certi che, attraverso questo buono, in qualche modo non ci possano essere nuove difficoltà.
  Non si possono eliminare solo i difetti di ciò che si ha, per acquisire le sole qualità di ciò che non si ha. C’è sempre un bilanciamento: come in tutte le cose, c’è un bilanciamento dei diritti, c’è un bilanciamento delle posizioni e ci sarà anche un bilanciamento dei vantaggi e, in qualche modo, degli svantaggi, ma quei vantaggi saranno tali non solo perché sono scritti nella legge, ma perché noi crederemo che quei vantaggi possono essere tali da tradursi in effettive opportunità per i giovani.
  Se noi crediamo già all'inizio che non c’è nulla di buono in questo provvedimento, allora mi permetto di ricordare quella famosa profezia che si autoavvera: colleghi, se non credete che non c’è nulla di buono siate certi che molti si regoleranno perché nulla di buono ci sia; viceversa, se credete che molto di buono ci possa essere – e lavoreremo perché questo buono, che è un buono potenziale, si traduca in un buono attuato – allora state anche certi che noi ci troveremo con una scuola migliore. Non sarà, probabilmente, una scuola perfetta, ma sarà certamente una scuola migliore.
  Credo che la dimostrazione di tutto ciò è che il dibattito, che si è svolto prima alla Pag. 119Camera, poi al Senato e poi di nuovo alla Camera, nella percezione di tutti di fatto ha migliorato il provvedimento. Lo ha migliorato in alcuni aspetti: lo ha migliorato in funzione di un dialogo che si è stabilito, comunque, con le parti sociali, siano esse le famiglie, i genitori, le associazioni, i docenti, addirittura gli stessi studenti quando sono già, come gli studenti degli ultimi anni, in grado di dire di che cosa hanno bisogno, di dirlo con i loro linguaggi, con le espressioni che caratterizzano la cultura innovativa, perché ogni tempo è un'innovazione. Per ogni tempo la nostra vera difficile battaglia è quella di mantenere il meglio di una tradizione, ma se noi questo meglio della tradizione lo tratteniamo soltanto nelle nostre mani e non lo facciamo scorrere, non lo facciamo fluire, succederà come l'acqua, che una volta che è trattenuta non può che imputridirsi. Viceversa, il meglio della tradizione diventa vivo proprio nella misura in cui scorre, nella misura in cui si evolve.
  Io voglio dire che ci sono due cose interessanti, a mio avviso, da sottolineare in questo momento: dopo oltre tre anni di crisi sembra proprio che in questo periodo il PIL italiano incominci timidamente, molto timidamente, a crescere. È un risultato positivo, dopo anni di recessione, ma non è ancora sufficiente. L'unica strada per ricominciare a crescere con i ritmi necessari è investire sulla scuola, sulla cultura, sull'educazione. Occorre restituire centralità all'educazione e prestigio sociale all'educatore. Noi la battaglia della disoccupazione giovanile la combatteremo insieme ai giovani, costruendo insieme le soluzioni, dando vita insieme ai nuovi modelli, non avendo un prodotto confezionato che gli offriamo. Tutt'al più sarà una sorta di semilavorato che gli diamo, una specie di precotto, che dovremo poi finire di cucinare insieme, che dovremo finire di lavorare insieme. Ed è in questa sinergia positiva che io trovo uno degli elementi di forza di questo disegno di legge.
  È per questo che noi vogliamo investire più risorse nella scuola, prima di tutto risorse umane e poi risorse scientifiche, risorse organizzative, risorse tecnologiche e risorse economiche. La scuola è il giusto punto di ripartenza e questo provvedimento, con le sue luci e le sue ombre, è un'importante piattaforma per rilanciarne la mission specifica, aggiornandola, per rispondere sempre meglio, alle caratteristiche di cui abbiamo bisogno, senza avere paura del confronto, senza avere paura di una dialettica, senza avere nemmeno paura di una vis polemica. Però, per favore, non trasformiamo la naturale vis polemica, la naturale dialettica tra maggioranza e opposizione in una forza distruttiva.
  Ciò che mi ha un po’ sgomentato in alcuni degli interventi che ho sentito è una forza distruttiva, l'idea convinta che questa riforma vada distrutta, che non possa essere assunta, che non possa essere migliorata. Questa tenebra che attraversa la scuola significa generare pessimismo negli studenti. Gli studenti hanno comunque bisogno di potersi fidare, potersi fidare dei loro genitori, potersi fidare dei loro docenti, ma potersi fidare anche delle istituzioni e, per quel che vale, anche di questa istituzione del tutto particolare, come è il Parlamento. Io mi sono segnata alcuni punti che io considero positivi e non me ne vogliano i colleghi che hanno parlato finora. Io voglio concentrarmi sui punti positivi di questa legge, quelli che tali mi sono sembrati e quelli che insieme a voi voglio riproporre. Sicuramente la stabilizzazione a tempo indeterminato di oltre 100 mila insegnanti fino ad ora precari è un valore. L'avete detto anche voi: se c’è bisogno di continuità, se c’è bisogno di stabilità, certamente questa stabilità e questa continuità non attraversano il 100 per cento della popolazione docente, come non attraversano il 100 per cento delle scuole o delle iniziative, ma è una forte spinta alla stabilità e nella relazione stabile il docente sviluppa la capacità di prendersi cura di questi studenti, perché sa che questi studenti sono i suoi studenti. È ciò che sempre ha creato tensione, una tensione che peraltro ha reso molte volte difficile la gestione delle classi con i supplenti. Tutti noi abbiamo Pag. 120avuto dei supplenti e tutti noi in qualche modo ci siamo, come dire, divertiti qualche volta con i nostri supplenti, ma perché sapevamo che quello non sarebbe stato il nostro professore e loro sapevano che noi non saremmo stati i loro studenti, non c'era quel rapporto di appartenenza reciproca in vista di un obiettivo comune da raggiungere. La stabilità e la stabilizzazione sono un valore e invece di sentire, di mordere il freno per quei, chiamiamoli così, 50 mila altri promessi e che ancora non abbiamo, benissimo, lavoriamo perché questa stabilizzazione anche per loro si compia il prima possibile e nel miglior modo possibile, ma non mettiamola in discussione. Stabilizzare significa dare costanza, solidità, affidabilità agli uni e agli altri e significa anche poter lavorare gli uni e gli altri sulla correzione di ciò che non funziona e sulla valorizzazione di ciò che può essere fatto meglio. Per cui noi ci auguriamo che i prossimi concorsi siano concorsi per merito e ci auguriamo che tutti quelli che sono i migliori docenti per esperienza, per curriculum, per passione, abbiano la possibilità di dimostrarlo e la possibilità di essere inseriti il prima possibile in questa straordinaria avventura che è la scuola. È stato detto che gli investimenti che saranno fatti per l'edilizia scolastica si misurano in alcuni miliardi, che possono essere considerati pochi. I soldi sono sempre pochi, e lasciatemi dire una battuta, che non vuole nemmeno essere una battuta, però è l'esperienza di un'intera giornata passata in Aula oggi nella prima parte a discutere il provvedimento legge sull'autismo che ha isorisorse, un provvedimento che ha isorisorse, nei confronti del quale si è scatenato l'intero Parlamento. Noi qui abbiamo un disegno di legge in cui le risorse ci sono. Chiaro che non saranno mai abbastanza, chiaro che ne avremo bisogno sempre di più, perché quando parliamo effettivamente dell'edilizia scolastica, noi abbiamo in mente obiettivi importanti che riguardano anche la sicurezza degli edifici. Ora sono un po’ di giorni che non leggiamo sui giornali che in quell'aula è caduto un pezzo di intonaco, che in quell'altra aula c’è stato quell'altro inconveniente eccetera. Ma sappiamo che l'edilizia scolastica non è solo, ancora una volta, rendere più solide le strutture che ci sono; è anche renderle, in quella che si chiama la cosiddetta location, più accattivanti per gli studenti, più vicine ai loro modelli. Le aule devono parlare. Qualcuno di voi, sono andati tutti via i nostri colleghi che non hanno visto mai la pedana sotto la cattedra, ma alcuni di quella generazione...

  ARCANGELO SANNICANDRO. Io l'ho vista.

  PAOLA BINETTI. Giustappunto, lo so. Alcuni di noi avevano la pedana sotto la cattedra. Io mi ricordo benissimo quando fu tolta la pedana dalla cattedra. Non era niente di che, era un linguaggio evidentemente simbolico, ma nel simbolico c'era l'idea di una maggiore approssimazione, di una maggiore possibilità di interfacciarsi gli uni con gli altri, di sentirci insieme parte di un unico progetto, un po’ meno direttivo, un po’ meno frontale, un po’ più interattivo.
  Noi siamo passati attraverso tutta una serie di esperienze, che è vero che sono cominciate prevalentemente negli anni Settanta, ma siamo passati da una serie di didattiche, di modelli di didattica sempre più interattivi, per così dire meno ex cathedra; quando si parlava di quella didattica per problemi, utilizzando quella terminologia anglosassone per cui il problema andava posto nella classe, l'obiettivo andava posto non tanto in termini di materia disciplinare quanto in termini di approccio a una conoscenza tematica articolata, con molte sfaccettature, e vi erano quindi i gruppi di studio, i nuclei tematici che i professori affrontavano da diverse angolazioni, a seconda delle specifiche discipline, per aiutare i ragazzi a passare contestualmente da un sapere analitico a un sapere sintetico, per passare da un sapere sistemico e sistematico a un sapere capace di affrontare i problemi, capace di misurarsi con qualcosa che non possedevano.
  Ce la ricordiamo tutti la differenza che c'era, quando ce la spiegavano, tra risolvere Pag. 121un problema perché applichi una regola, e quindi, in pratica, è una logica caratterizzata da un suo determinismo, e quando, invece, la regola la devi, in qualche modo, scoprire, quando devi andare alla ricerca di quella soluzione ?
  Sono esperienze che sono entrate nella natura del nostro modo di fare scuola, nel nostro modo di fare didattica. I migliori dei docenti insegnano così già da tempo e le scuole sono laboratori didattici, sono laboratori pedagogici, laddove vi è un insegnante che ha la passione, che ha la voglia di insegnare, che ha voglia di mettersi in gioco, che ha voglia di ripartire dall'attualità per riscoprire, attraverso la qualità, se volete, anche le radici classiche di quel sapere, capire che i valori umani sono gli stessi dai tempi di Omero, che ai miei tempi si apprendevano attraverso l'Iliade e l'Odissea, ma oggi si possono apprendere in mille altri valori.
  Ma i valori del coraggio, i valori della solidarietà, i valori dello spirito di avventura ! Perché ci duole tanto, in questi giorni, l'esperienza che sta maturando in Grecia ? Perché la Grecia è cara a tutti noi, perché la Grecia è, in qualche modo, dentro di noi; e non solo la Grecia delle traduzioni, la Grecia della sintassi, ma la Grecia della letteratura, la Grecia del teatro, la Grecia delle tragedie, la Grecia dei poeti.
  I nostri anni di liceo sulla letteratura greca hanno fatto partire delle esperienze di straordinaria ricchezza; è per questo che noi soffriamo per quello che sta succedendo in Grecia. Ed ecco che un professore attento, un professore sensibile, riparte dal dramma di adesso, probabilmente anche per interrogarsi su come è stato possibile che un Paese che ha inventato tutto – forse salvo il diritto, che, ce lo concedono tutti, lo hanno inventato i romani – si sia potuto ridurre in questo modo.
  È il mistero di quando si perdono le proprie radici, di quando si perde la propria cultura. E questo disegno di legge, ringraziando iddio, rimette al centro di un dibattito tutte quelle che sono le discipline anche umanistiche con le scienze umane, e lo fa avendo tutta l'accortezza che questo non presti il fianco a un'accusa di un sapere obsoleto, perché lo fa immediatamente accentuando l'esigenza di una digitalizzazione delle scuole, l'esigenza dell'apprendimento dell'informatica, l'esigenza dei nuovi saperi, nuovi e vecchi saperi che trovano nuovi modelli di sintesi.
  Ma per questo abbiamo bisogno di docenti che amino la scuola, che ne assumano la sfida, e non vi è alcuna legge che possa mettere per iscritto tutti i programmi, perché, se lo facesse, contraddirebbe quella che è una delle parole chiave più belle e più forti di questo disegno di legge, che è l'autonomia.
  Un'autonomia, guardate, che si declina nel momento di poter elaborare progetti didattici, un'autonomia che si cominci ad elaborare attraverso le scelte dei modelli che si possono fare, ma è anche l'autonomia con cui i genitori possono scegliere prima, più e meglio la scuola per i propri figli. Sono parole chiave trasversali, che attraversano tutto il disegno di legge. È un riconoscimento a una libertà che è vero che, come ogni libertà, richiede un'assunzione forte di responsabilità. Se vi saranno scuole e si creeranno delle scuole di élite, attenzione. Posso soltanto citare un'esperienza molto romana.
  A Roma ci sono alcuni licei pubblici, classici e scientifici, di altissimo profilo, tale per cui molte scuole private di élite anche loro faticano a tenere il passo, perché l’élite non la fa la scuola statale o la scuola non statale, l’élite la fa sostanzialmente la passione dei docenti che riescono a creare un clima in cui l'avventura del sapere ricorda, per dirla ancora una volta utilizzando il poeta nelle sue radici greche, che «fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza». Su questo filone la scuola e questo progetto educativo marcano anche alcuni passaggi molto interessanti, quando la loro enfasi non è un'enfasi esclusivamente cognitivistica, quando, accanto all'attenzione per quelle che sono le discipline dell'apprendimento, prestano attenzione anche a quello che è lo sviluppo della personalità di questi ragazzi e lo faranno affrontando Pag. 122uno dei temi come quelli per esempio che dicono «no» alle discriminazioni, che dicono «no» alla violenza, che dicono «no» alla violenza in tutti i modi in cui si possa manifestare, che sia la violenza contro le donne (quindi anche questo tema forte delle pari opportunità), che sia una violenza che si esprima attraverso il cyberbullismo, comunque sia. È un «no» chiaro e forte alla violenza e lo è perché noi vogliamo costruire per i nostri ragazzi uno stile di vita democratico centrato sul rispetto reciproco, centrato sull'inclusione. Un'inclusione che è attenta non solo alla differenza tra ragazzi e ragazze; è un'inclusione attenta alla coabitazione nella condivisione dei valori, dei contenuti, dei progetti, per esempio, tra i ragazzi immigrati e gli italiani, che li riconosce e li pone sullo stesso piano. Ma è anche un disegno di legge che, quando parla di pari opportunità, assume come sfida alta tra le pari opportunità quella che riguarda i ragazzi disabili. È un disegno di legge in cui molti articoli tengono in conto la necessità di un accompagnamento che si spinge fino ad essere uno accompagnamento domiciliare. Lo dice espressamente la legge su questo punto: se il ragazzo ne avrà bisogno la scuola va a casa del ragazzo. Oggi abbiamo discusso – lo ripeto – la proposta di legge sull'autismo e da molte voci è stato chiesto perché sono stati bocciati emendamenti che in qualche modo chiedevano più assistenza domiciliare per questi ragazzi ? Perché non c'era bisogno, ci sono già degli strumenti forti, ci sono degli strumenti che noi vogliamo declinare al massimo livello possibile perché si sappia che questa scuola sarà una scuola in cui insistono le pari opportunità, prima di tutto quella tra ragazzi abili e, comunque, come dice qualcuno, i ragazzi sono tutti diversamente abili, sono tutti ragazzi portatori di punti di forza e di fragilità, siano esse le fragilità legate ad una patologia, siano fragilità legate ad una fragilità emotiva in cui molte volte noi leggiamo anche storie familiari complesse, storie familiari difficili che sono dietro. Questo disegno di legge assume queste cose. Ben sa il Ministro quanto abbiamo insistito su ciò, credo che non ce ne voglia. Addirittura ad un certo punto sembrava veramente che non avremmo votato questo legge se lei non ci avesse regalato con tutta lucidità, con tutta responsabilità, mi auguro con tutta autonomia, una circolare in cui si impegnava a dire che il discorso sull'integrazione, sull'interazione, il discorso del «no» alla violenza e delle pari opportunità non erano un cavallo di Troia perché l'ideologia del gender penetrasse nelle scuole. Non era questa la battaglia che abbiamo fatto – con l'opinione pubblica, con i comunicati stampa e anche in piazza – contro questo disegno di legge che il gender non li nomina nemmeno, ma era una battaglia su una prassi che si era creata nei Governi precedenti, a partire dal Governo Monti, nel momento in cui dalla Viceministro con delega alle pari opportunità, in collaborazione con quello che era il meccanismo dell'UNAR e con la copertura del MIUR, fu fatta circolare tra la scuola una produzione di libri, libretti e librettini che veramente andavano a toccare e toccare in modo negativo quello che è uno dei principali diritti dei genitori alla scelta anche di certi contenuti nell'educazione dei figli.
  Abbiamo ricevuto dal Ministro tutte le possibili rassicurazioni su questo punto, recuperando come valore l'integrazione, recuperando come valore la cultura della differenza, recuperando come valore quell'integrazione degli uni con gli altri che sanno guardarsi in faccia, perché c’è anche una lealtà dei piani educativi, c’è una lealtà dei progetti educativi. C’è l'idea che noi stiamo formando davvero la nuova generazione, ma non solo una nuova generazione che guarda a obiettivi, per esempio, di una università diversa.
  Il Ministro lo sa bene. Ci ha anche promesso che dopo la «Buona scuola» verrà la «Buona università». Ma il Ministro sa bene con quanto impegno, per esempio, l'ANVUR sta lavorando, con l'AVA eccetera, per i progetti della valutazione nelle università. La valutazione sta diventando uno strumento importante perché ogni docente, perché ogni ateneo, perché ogni realtà possa misurare se stessa in termini di qualità di risultati che produce. Infatti, la libertà Pag. 123che questa legge riconosce attraverso l'autonomia avrà degli indicatori che debbono e possono essere misurati. E saranno misurati – io mi auguro con tutto il cuore – con la stessa cultura.
  Io perlomeno ho letto questo spirito quando ci si riferisce all'integrazione tra la scuola e il lavoro, con questa sorta di alternanza che permette di integrare esperienze diverse, che permette di rafforzarle attraverso quella capacità che hanno i giovani di porsi domande nella misura in cui si confrontano con esperienze nuove. E questo glielo potranno dare i tirocini, gli stage e tutte queste realtà che fanno sì che la scuola non sia un'astrazione o una mera esperienza libresca, ma che sia, invece, un vissuto reale, una «vivenza» che giorno per giorno loro possono rinnovare e che possono anche calibrare sulla base dei loro interessi.
  Mi sembra un po’ riecheggiare ciò che, a proposito dell'università, oltre alla funzione della didattica e della ricerca, va sotto il nome della «terza missione», quella terza missione dell'università che la fa essere in vibrazione costante e continua con il contesto sociale in cui è immersa. Anche la scuola ha una sua terza missione e la sta assumendo. E questo disegno di legge la tratteggia con grande efficacia.
  Colleghi, io voglio dirvi una cosa. Non credo che questo sia un disegno di legge perfetto. Non credo che questo disegno di legge non avrebbe potuto essere migliore. Non credo che questo disegno di legge, per il solo fatto di essere così e non in quest'altro modo, produrrà risultati migliori o meno. Questo dipenderà da noi, nella misura in cui sapremo trasmettere a tutti i docenti una rinnovata passione perché anche loro si riconquistino quella stima, quell'apprezzamento che fino a poco tempo fa avevano. Fino a poco tempo fa la maestra era ancora colei che, a distanza di cinquant'anni, poteva mettere in riga i suoi allievi per importanti che fossero. Era sempre la maestra, perché c'era quel rispetto che nasceva dalla consapevolezza che quella persona ci aveva trasmesso conoscenze che prima non avevamo e ci aveva arricchito.
  In qualche modo è vero che a scuola si nasce un'altra volta, perché è proprio questo che fa della scuola un potente strumento di coesione sociale, un ascensore sociale. Studia e potrai fare, studia e potrai diventare, studia e potrai sviluppare. Ecco, io credo che, se noi trasmetteremo questa passione ai docenti, prima di tutto, se loro sentiranno che il garantirgli condizioni di stabilità è per metterli in condizione di lavorare prima, più e meglio con gli studenti, se noi sapremo trasmettere alle famiglie l'idea che si possono fidare, che mandare un figlio a scuola è essere certi, certi che lo tratteranno bene – e trattare bene potrà anche significare trattarlo con esigenza –, ma certi che quel figlio tornerà a casa più capace, più ricco, più motivato, più interessato, che si sarà comunque confrontato con i suoi compagni, allora noi avremo fatto una buona legge.
  Infatti, una legge è qualcosa di vivo, è qualcosa di vitale, non è solo qualcosa di scritto, come c’è una legge materiale e una legge formale. C’è la vita che dà alle leggi il senso stesso che hanno. Troppe volte – oggi lo abbiamo anche ricordato – vi sono buone legge, mai sufficientemente applicate. Noi vogliamo che questa legge possa esprimere, proprio perché lei vuole essere la «Buona scuola», tutto il buono che ha e che questo buono arrivi tutto intero, senza dispersione di sorta, ai nostri ragazzi.

  PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Santerini. Ne ha facoltà.

  MILENA SANTERINI. Signor Presidente, il dibattito che abbiamo svolto alla Camera sul disegno di legge è stato molto ampio ed anche dettagliato; in alcuni punti, direi approfondito, e, per questo motivo, non aggiungerò molto di più e non userò tutto il tempo a disposizione se non per svolgere alcune considerazioni di carattere generale a proposito dei cambiamenti avvenuti al Senato che, tuttavia, non hanno modificato nella sostanza l'impianto del provvedimento.
  Dovendo sintetizzare tanti mesi di lavoro (è quasi impossibile farlo), ritengo Pag. 124che, alla fine, vada dato atto al Governo di aver compiuto uno sforzo ingente in termini di risorse e di essersi speso per la scuola a differenza, certamente, dei Governi precedenti, soprattutto in una logica direi quantitativa. Si è dato di più ed anche per questo è nato lo stupore rispetto ad una protesta che non teneva conto di questo «dare di più». Uno stupore anche in termini di riconoscimento da parte della scuola; stiamo cioè mettendo al centro la scuola ma non ci viene riconosciuto. In realtà, è chiaro che questo è il banco di prova di questo sforzo ingente di personale, di assunzioni, di fondi per l'edilizia scolastica, di arricchimento dell'offerta formativa; ovviamente, questo sforzo verrà adesso messo alla prova sotto il profilo della qualità del riformismo perché, come sappiamo, non basta «dare di più»; occorrono delle strategie mirate anche se, parlo, ad esempio, dei primi articoli, a proposito degli obiettivi di fondo che abbiamo enunciato nel disegno di legge, chi potrebbe contestarli e mi riferisco alla prevenzione e al contrasto anzitutto della dispersione scolastica, delle discriminazioni, al potenziamento dell'inclusione e via seguitando. Sono tutti obiettivi fondamentali a cui però avremmo dovuto subordinare strumenti e strategie mirati.
  Ritengo però che, rispetto a questo, l'opposizione non abbia svolto il suo ruolo; l'opposizione non ha svolto un ruolo intelligente che avrebbe dovuto in qualche modo inquadrare la logica del disegno, ossia una logica sostanzialmente di liberalizzazione e di autonomia, andando a cercare i punti deboli o a rafforzarne altri. Ha invece puntato, cavalcando la piazza, su aspetti che invece erano, probabilmente, quelli più validi del disegno di legge; in particolare, penso alla valutazione, ai poteri del dirigente. Questo è stato un momento di profonda incomunicabilità tra il Governo e le opposizioni, ma anche la scuola, che dobbiamo ricucire perché è impensabile che, di fatto, proprio l'elemento che rappresenta la speranza per lo sviluppo della scuola, ossia la valutazione delle scuole, degli studenti, degli insegnanti e dei dirigenti, sia quello che è entrato di più nel mirino della contestazione. È chiaro che tutto questo va assolutamente ripreso in mano. Su che cosa lavorare ? Mi pare che uno dei punti più innovativi del disegno di legge – lo sappiamo – sia di fatto l'organico dell'autonomia, sempre inseguito, mai veramente realizzato; la stessa implementazione dell'autonomia che, non da oggi, lo sappiamo, ma, dal 1998 almeno, è un processo avviato. Tutti questi punti sono stati in parte affrontati, in gran parte sono stati avviati; quindi, diciamo che il grande piano di assunzione è stato coraggioso, ed è vero, è giusto dire che non avevamo più il coraggio di grandi riforme; non so se, con questa, abbiamo fatto una grande riforma, sicuramente si è pensato in grande. La piaga del precariato richiedeva una risposta coraggiosa e a tale proposito devo darne atto al Governo ma, naturalmente, ora ci troviamo di fronte a delle sfide che sono altre, ad esempio, le competenze, la qualità di questi docenti; infatti, se è vero che vi saranno 6,7,8 docenti in più per ogni scuola, dovremo capire come impiegarli; non potremo impiegarli soltanto per sanare le falle del sistema.
  Dovremmo progettare in avanti, dovremmo metterli a risolvere quei problemi, come la dispersione, che sono i veri obiettivi a cui il nostro gruppo Per l'Italia-Centro Democratico e io stessa avremmo mirato la riforma. Le modifiche al Senato – lo abbiamo detto – sono state modifiche non sostanziali ma sicuramente positive. In particolare ovviamente sono andate incontro a richieste del mondo della scuola – ripeto – non sempre a mio parere opportune, non sempre opportune. Un tema naturalmente è la valutazione di dirigenti e che quindi ha assunto anche qui un aspetto più qualitativo e alcuni aspetti sono stati migliorati sulla valorizzazione del merito. Certamente non condivido la paura che è insorta di una cosiddetta privatizzazione della scuola e dietro la riduzione dello school bonus sento una paura un po’ arcaica di questa scuola lasciata in mano ai contributi dei privati e così via. Mentre la perequazione tra contributi dati alle scuole è ovviamente Pag. 125un provvedimento assolutamente necessario perché, insieme alla dispersione scolastica, le disuguaglianze territoriali sono l'altro grande obiettivo su cui dobbiamo porre più attenzione. Concludo dicendo che naturalmente il banco di prova della qualità è fondamentale e rivolgo questa osservazione al Governo insieme ad un'altra riguardante le deleghe. Abbiamo molta parte di lavoro da fare sulle deleghe. Anche qui l'aspetto della partecipazione ad un concreto coinvolgimento dei gruppi politici ma anche e soprattutto del mondo della scuola sarà davvero un banco di prova per capire se avremo soltanto avviato dei processi o se sapremo condurli a termine.

  PRESIDENTE. Prima di dare la parola al collega Giancarlo Giordano, sospendo la seduta per cinque minuti.

  La seduta, sospesa alle 21,35, è ripresa alle 21,40.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Giancarlo Giordano. Ne ha facoltà.

  GIANCARLO GIORDANO. Grazie Presidente. Noi siamo all'epilogo di una breve – e faticosa, per la verità, – discussione parlamentare su un provvedimento fondamentale. Breve, anzi, più che breve, compressa, nei tempi, nella possibilità di incidere, soprattutto da parte della minoranza, e nella capacità della maggioranza di aprirsi ad un confronto vero. Quindi mi ha sorpreso molto che qualche collega della maggioranza oggi invitasse l'opposizione a riscoprire il proprio ruolo per migliorare il testo e per dare un contributo. La minoranza può farlo se la maggioranza accetta quest'impostazione, ma poi deve prendere atto del fatto che, invece, abbiamo fatto una discussione brutta, che si è svolta tra forzature e confusioni continue, che si è svolta frettolosamente, senza una riflessione profonda e intelligente.
  E c’è un motivo politico per cui questo è avvenuto e per cui, anche stasera, noi abbiamo dovuto prendere atto che dalla maggioranza e dalla Presidenza sono venute indicazioni che, ancora una volta e ancora di più, hanno compresso, ridotto e reso monca la possibilità per la minoranza di partecipare effettivamente al miglioramento di un testo. Da una parte perché il testo è blindato – lo sappiamo –, dall'altra perché anche di fronte a questa, per così dire, condizione di sicurezza della maggioranza ci si è spaventanti di ben 135 proposte emendative. Quindi si è passati ad un'interpretazione restrittiva del Regolamento, che punisce e limita fortemente – questo lo consegno alla Presidenza di turno – la possibilità per le minoranze di espletare le proprie necessità, quelle di intervenire sul testo.
  Noi passiamo da quaranta emendamenti – in realtà 31 – ad otto, per generosa concessione della Presidenza, sennò ne avremmo avuti due e mezzo – stiamo parlando di fatti di queste dimensioni – e i nostri 31 emendamenti avrebbero messo in discussione l'esito della Buona scuola, cioè l'orario di approvazione, non altro. Però si capisce quello che c’è al fondo di questa necessità di comprimere, ridurre, semplificare. Voi questa riforma, ormai, la ritenete un fastidio, un po’ com’è la scuola così com’è, un fastidio da superare, un impaccio. Infatti io me lo ricordo Renzi qui, che ci venne a dire che la scuola era il suo punto di forza, il suo cavallo di battaglia. Mi ricordo anche Renzi, per così dire, un po’ basito di fronte al fatto che le piazze si sono riempite, che il consenso si è disciolto, che la sua verve non raccoglie più l'incanto degli uditori. È un po’ l'atteggiamento di quello che si ritrova sorpreso dai suoi stessi gesti e, quindi, deve superarli, perché, non riconoscendoli, li ritiene in qualche modo non propri. Ma questa riforma l'avete fatta voi, ve la siete pensata male, l'avete proposta peggio e la state approvando in una maniera che io, che non amo iperboli di tipo dialettico, non so se definire violenta dal punto di vista del metodo con cui stiamo affrontando questa discussione.
  Questa avrebbe dovuto essere una discussione di rango costituzionale.Pag. 126
  Al Senato più che alla Camera si è consumato il trauma della fiducia e l'avete ridotta più o meno ad una palestra, non lì fuori (vorrei dire alla collega che mi ha preceduto) ma qui dentro si è ridotta ad una palestra alla forza del modo, più che alla forza del merito. Appunto, si diceva che è un fastidio, va rimosso, le va offerto l'oblio ed è una preoccupazione che io ho innanzitutto per lei, ministro, perché è evidente che lei sta diventando il punto debole di questo Governo per aver guidato (talvolta, non sempre, per la verità) questa riforma con tanta inadeguatezza e per averla portata a questo punto della discussione, punto nel quale, evidentemente, non avreste immaginato di stare all'inizio della stessa.
  Noi abbiamo affrontato questa discussione senza ingenuità e cioè abbiamo cercato di mettere questa riforma dentro il quadro complessivo delle riforme di questo Governo e io più che della scuola stasera è di questo che vorrei parlare con voi, cioè della qualità del vostro riformismo, della natura, del senso complessivo, del segno del vostro riformismo. Perché è evidente che in tutte le riforme che ci state propinando – non a noi, al Paese – c’è un segno chiaro che traduco in una domanda: che riforme sono se tolgono diritti ai lavoratori, per esempio, con il Jobs act ? Che riforme sono se tolgono diritto alle comunità, come lo Sblocca Italia, e che riforme sono se tolgono diritti al mondo della scuola ? Vorrei dire – e posso dirlo perché voi siete un Governo di «centro-sinistra-destra» per vostra natura – che insieme alla destra state deformando il senso di una parola bellissima che prima indicava la capacità di emancipare, di avanzare, di conquistare diritti, di cambiare in meglio le condizioni e oggi, per bocca vostra e per come la usate, descrive una sottrazione democratica, una regressione, un peggioramento delle condizioni. È già stato detto: è un imbroglio semantico il vostro.
  Oltre a questo è anche una bizzarria politica quella che state consumando perché vorrei porre un'altra domanda a questo Governo e a questa maggioranza, soprattutto al PD, che di fatto è il partito padre e madre di codesto figliolo. Ma quanto bisogna essere arroganti per voler imporre una riforma a chi dovrà applicarla, farla vivere ? Quanto bisogna essere arroganti ? Noi di Sinistra Ecologia Libertà, che a differenza di quanto possiate pensare continuiamo a dare il senso antico alla parola riformismo, conservatori non siamo. La scuola va cambiata, va migliorata, va anche riformata, signora ministro, ma prima di tutto andava risarcita dei tagli che ha subito in questi anni. Andava risarcita e andava risarcito il corpo docente, il personale ATA, i precari, con una riforma non punitiva, come è l'impianto della vostra riforma. Fa impressione in questo senso – lo debbo dire, non posso esimermi – la mutazione genetica del Partito Democratico. Noi siamo stati nelle stesse piazze e con le stesse parole per anni a difendere la scuola pubblica; per anni !
  Il fatto che voi vi stiate candidando a completare il lavoro di smantellamento cominciato dalla destra descrive e misura una distanza ormai incolmabile tra quelle piazze, le vostre parole e quello che state facendo al Governo. Una cessione – si sarebbe detto una volta, ideologica, purtroppo anche ideale – ad un patto di governo con la destra che vi ha reso più leggeri, più deboli nel pensiero e nell'immaginare il futuro della più grande infrastruttura democratica di questo Paese. Proseguite un lavoro di smantellamento e lo fate in un quadro di regressione generale di investimenti pubblici. Diciamone alcuni di dati: 8 miliardi e mezzo di euro, la scuola; 22 miliardi, la sanità; 27 miliardi i trasferimenti agli enti locali; sono tutti con il segno meno davanti e nell'arco di meno di dieci anni che abbiamo alle spalle. Voi la chiamate austerità, io la chiamo destrutturazione dello Stato sociale. E nemmeno il voto greco, ciò che è successo di straordinario in questi giorni, ha riacceso l'intelligenza e la passione di chi e si è detto di sinistra fino a ieri. La verità è un'altra: altro che austerità, questo Governo lavora sulle proprie politiche di riforma sotto dettato, e quelli che Pag. 127dettano sono quelli che poche ore fa hanno ricevuto il «no» di un popolo orgoglioso.
  È nel merito, per intenderci, che io ho effettivamente letto un disegno di legge diverso dall'onorevole Binetti. Sul piano assunzionale avevamo proposto lo stralcio, vi abbiamo suggerito un'altra via, abbiamo soprattutto chiesto a questa maggioranza e a questo Governo di riparare un danno che questo Stato ha fatto, mettendo nelle condizioni in cui ha messo centinaia di migliaia di precari della scuola adesso probabilmente fuori dal mondo del lavoro, se non con una promessa: «vedremo, faremo». È un piano iniquo, quello che vi siete dati. Capisco che può esservi sembrato succulento, a un certo punto, poter fare centomila assunzioni, ma non dovete essere ingordi, dovete essere equi, perché le leggi debbono valere per tutti. Uno Stato che non ripara i danni che ha creato è uno Stato che perde la propria funzione principale, quella del patto sociale, quella del rispetto della cittadinanza e dei diritti. Potrei continuare con il ruolo del preside, questo modello verticistico che sembra in qualche modo suggerire un'idea di società in cui c’è chi comanda e chi obbedisce; la chiamata diretta; la valutazione triennale, quasi una gogna, perché – intendiamoci – se io, che sono docente, vengo rimosso da un preside, dovrò convincere quello che viene dopo a prendermi. Perché il preside, il dirigente scolastico, ti ha rimosso ? Quale male hai fatto ? Questa sembra più un'operazione alla Moggi che una legislazione, un mercato di docenze che onestamente mortifica la dignità di una nobile professione. Poi, le vostre scelte sulle private e sui privati, cioè sul modello scolastico e sulla possibilità di invasione piena, già abbastanza importante nella nostra scuola. È tutto questo impianto che lascia indovinare il senso complessivo di un riformismo che punisce invece di risarcire, che sottrae invece di restituire, che colpisce invece di sollevare. Però, voglio dire così, al signor Renzi e alla signora Ministro: se fossimo a scuola, se voi foste a scuola, sareste a rinviati a settembre.
  E settembre è il mese in cui la vostra controriforma, quella che chiamate «buona scuola» incontrerà la scuola vera, cioè l'opposizione più dura che incontrerete di qui in avanti. Noi ci saremo, ci siamo candidati, come democrazia suggerisce, a rappresentare chi non è scontento perché non vuole essere valutato, ma è scontento perché vuole essere rispettato, cosa che voi non siete stati capaci di fare con quella che chiamate ancora la «buona scuola» (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Rampi. Ne ha facoltà.

Testo sostituito con errata corrige volante   ROBERTO RAMPI. Signor Presidente, signora ministra, signori colleghi, questa sera di luglio pensando a questo intervento non ho potuto non tornare a quando sono entrato per la prima volta in questa Aula e ho pensato se potevo portare insieme ai colleghi un piccolo contributo che lasciasse un segno nella storia di questo Paese, perché quando si entra qua dentro bisogna unire umiltà e ambizione, altrimenti non ha senso provare a fare questo mestiere. Ho conosciuto nella Commissione cultura della Camera dei deputati dei colleghi e delle colleghe, che sono qua vicino a me, che nella scuola hanno veramente messo in gioco tutta la loro vita e che hanno sognato qualche anno fa, con quella riforma della scuola e dell'autonomia che Luigi Berlinguer ha voluto portare avanti fermandosi poi un po’ a metà, e sono cresciute professionalmente pensando davvero di cambiare il modello educativo del nostro Paese, di ereditare una scuola nazionale, una scuola delle élite, una scuola – uso una vecchia parola – un po’ classista e molto teorica e di trasformarla in una scuola delle competenze, in una scuola che provasse il più possibile ad avvicinarsi ad ogni alunno e a dare ad ogni alunno ciò di cui aveva bisogno.
  Vede Presidente, questo è un dibattito che si è fatto poco in queste lunghe, a mio parere, discussioni, ma la percezione del tempo a volte è diversa in ognuno di noi. Pag. 128In fondo noi stiamo riflettendo di scuola, e io credo che questo sia un grande risultato, da quasi un anno, perché di questa legge si è iniziato a parlare, anche pubblicamente, nell'agosto scorso. Dai contenuti, dalle discussioni, quei colleghi e quelle colleghe che citavo li ricordo, ci trovavamo ad essere riuniti in una sala per iniziare a mettere insieme i primi ragionamenti. Ebbene, nell'autunno scorso li abbiamo portati in tante città, in tante scuole, in tanti circoli, del PD nel nostro caso, perché noi apparteniamo al Partito Democratico, ma credo che la stessa cosa l'abbiano fatta altre forze di maggioranza, Scelta civica, Area Popolare per l'Italia ad esempio. Dentro questo ragionamento, dentro questo percorso, abbiamo provato a disegnare con la concretezza una inversione di rotta, perché di questo si tratta. Io credo che la scelta di investire le risorse a disposizione del Governo, che non sono infinite, anzi sono finite e sappiamo appartengono ad un'epoca particolarmente scarsa e avara di risorse, proprio nella scuola e non altrove io credo sia il segno che più di altri connota a sinistra, nel campo del centrosinistra l'azione di questo Governo. Ce lo diranno però i voti che avremo tra pochi giorni. Ecco questo forse è uno dei pochi dati oggettivi, perché questa riforma la destra non la voterà e quindi chi dice che questa riforma è di destra in qualche modo deve prendere atto di un dato di cronaca: non la voterà Forza Italia, non la voteranno Fratelli d'Italia, che abbiamo sentito intervenire e che la combattono duramente, non la voterà il MoVimento 5 Stelle, che quando è entrato in questa Aula voleva sedersi in maniera trasversale e però poi al Parlamento europeo una scelta di campo l'ha dovuta fare. È il campo delle destre, destre plurali e guardi Presidente, lo dico con grande rispetto, perché io credo nel pluralismo politico e credo che tutti i campi abbiano la loro dignità e la loro azione, ma queste forze non la voteranno. E non la voterà una forza indubbiamente di sinistra come Sinistra Ecologia e Libertà e anche alcuni colleghi deputati che sono entrati in questa Aula con il Partito Democratico e hanno fatto scelte diverse. Io non credo che questo sia un dramma, credo che nella storia della sinistra italiana vi siano da sempre connotazioni differenti.
  Credo che se noi avessimo provato a concentrare questo dibattito nel suo cuore, che è quello della scuola dell'autonomia e della nostra capacità o meno di provare a dare gli strumenti concreti, reali e possibili per realizzare la scuola dell'autonomia, quella appunto della riforma Berlinguer di cui parlavamo prima, avremmo capito che su questo ci dividiamo perché non è stato detto qui in maniera esplicita ma ascoltando lungo questi mesi in maniera sistematica i veri nodi su cui noi ci confrontiamo.
  Io credo che il nodo sia quello: c’è un'idea di una scuola nazionale, universale che deve essere uguale per tutti e che pensa che nello stesso momento, alla stessa ora, si realizza la stessa lezione con la stessa materia, con lo stesso contenuto, decisa centralmente, in ogni parte d'Italia, indipendentemente dagli studenti che abbiamo davanti, indipendentemente dal luogo in cui questa scuola è collocata, indipendentemente dalle relazioni con quel territorio; e c’è una scuola, quella appunto iniziata con quella riforma, che pensa che per raggiungere un obiettivo universale, che è quello della crescita individuale, che è quello dell'introduzione della mobilità sociale, che è innanzitutto culturale nei cittadini, deve tendere a realizzare una scuola, se possibile, diversa per ogni alunno. E per realizzare questa scuola diversa per ogni alunno, per dare a ciascuno quello di cui ha realmente bisogno, crede di realizzarla nell'autonomia. Crede nella possibilità, nella capacità che la comunità educante, che è la comunità che si crea attorno alle nostre scuole, quella comunità che è fatta di docenti, di genitori, di studenti, anche quelli più piccoli possono essere coinvolti nel progettare la loro scuola – esistono dei progetti straordinari, sperimentali che ho imparato in questo anno da alcuni miei colleghi – e, soprattutto quelli più grandi, quelli che hanno già una capacità attiva di partecipare all'elaborazione pedagogica; e poi Pag. 129esiste la comunità più larga: il villaggio, la città, il paese che sta attorno a loro, le realtà produttive. Tutte queste realtà possono in qualche modo contribuire a costruire quella scuola. Come si fa a realizzare questo. Innanzitutto, c’è voluta un'inversione di tendenza nelle risorse. Qui, noi crediamo, sia stata fatta la scelta più importante: nel passato ci sono stati tagli, 8 miliardi di tagli, 85 mila posti tagliati. Oggi ci sono gli investimenti: 3 miliardi che andranno a regime; un miliardo nell'anno che rimane; le risorse per l'edilizia scolastica – su questo poi vorrei dire un'ultima questione – e poi i famosi 160 mila posti. Alcuni dicono stabilizzazioni, alcuni dicono docenti che c'erano già, alcuni dicono meno di quelli di cui ci sarebbe bisogno. Discutiamone, quello che è certo è che noi dal 1o di settembre avremo circa 48 mila insegnanti che stabilmente dal primo giorno di lavoro staranno con i loro studenti. Questa è una differenza significativa. Quante volte abbiamo detto che la continuità didattica fa la differenza. Quante volte abbiamo detto, nell'esperienza quotidiana della scuola, che cambiare due-tre volte durante l'anno insegnante è uno dei danni maggiori che produce espulsione dalla scuola e che colpisce soprattutto gli studenti che hanno più difficoltà, quelli che hanno meno risorse familiari, hanno meno capacità di reagire a questa perdita che è rappresentata dal continuo cambio di insegnante.
  Poi ci saranno i 52 mila che, per la scelta che ha fatto il Senato, entreranno formalmente dal 1o settembre ma in realtà in cattedra durante l'anno. Quindi, dando a questo anno, a questa più scelta più significativa che ha fatto il Senato, che io condivido, un anno di organizzazione, di sperimentazione, di verifica e di attuazione (anche su questo vorrei dire un'ultima cosa). E poi ci sarà finalmente il concorso dei 60 mila; un concorso che noi riteniamo dovrà essere fatto in maniera innovativa, tentando di fare tesoro di tutto quello che quelle persone, che pensiamo di andare ad assumere definitivamente, in questi anni di insegnamento, di abilitazione, hanno costruito nel loro percorso, perché non arrivano dal nulla, arrivano alcuni da un lungo cammino nella scuola e verso la scuola. Tutto questo è un lavoro articolato, complesso e noi crediamo che l'inizio di questo percorso sia quello che avverrà domani, dopodomani, nelle prossime ore. Io non credo che quello che va in scena in quest'aula sia un epilogo. Io credo che quello che va in scena in quest'aula sia un inizio, l'inizio di un cambiamento nella scuola, l'inizio di un'inversione di tendenza.
  Ma quando dico «inizio» dico anche la chiamata, per tutti noi, a lavorare molto nei prossimi mesi con la scuola, a provare a ricostruire le fratture, a sanare le ferite, a provare a dimostrare che le paure... le paure sono sempre legittime, perché le paure fanno parte della vita e fa parte della natura umana avere paura e, in particolare, avere paura di quello che non si conosce. Però, la capacità, in particolare della politica, è di ascoltare le paure e di provare a dare una mano a superare le paure.
  Noi in questi mesi, tutti noi, siamo stati tante volte in dialogo con tanti insegnanti. A me l'ultima volta è capitata ieri sera, attorno alle 23. Ero a una festa democratica, ero lì con due insegnanti e parlavamo di quello che avremmo detto questa sera e di quello che avremmo fatto in queste ore. Ci sono tante informazioni diverse che sono girate in questi mesi. Gli insegnanti non si devono guardare da lontano ma si deve provare ad andarci a parlare, a guardarli negli occhi. Questo ci è capitato di farlo recentemente nella manifestazione del Pantheon, ma ci è capitato tante volte di farlo in questi mesi. Ebbene, ci si accorge che molti di loro conoscono bene quanto è stato scritto su questa riforma, hanno delle esigenze precise, anche di natura salariale, che sono sacrosante, perché sappiamo qual è la condizione degli insegnanti in Italia.
  Ma non è vero quello che viene raccontato, cioè che gli insegnanti italiani sono contro questa riforma, anche perché dentro quest'Aula almeno dovremmo imparare tutti a dirci che esistono le opinioni diverse e che negli insegnanti italiani, Pag. 130come in ognuno di noi, nessuno ha una certezza, nessuno porta in tasca la verità e ci sono una pluralità di posizioni. Ci sono degli insegnanti che hanno scioperato che noi guardiamo non solo con rispetto ma anche con una certa ammirazione, perché chi combatte per le sue idee, per le sue convinzioni, non può sempre che essere guardato con simpatia. Però, ci sono insegnanti che hanno scioperato – e ce lo hanno detto – perché ritenevano giusto migliorare alcuni punti della riforma; ce ne sono altri che hanno scioperato perché non condividevano niente e ce ne sono molti altri che hanno scioperato perché ritenevano che per loro il punto fondamentale fosse quello di riaprire una contrattazione sindacale (e questo è poi quello che il sindacato deve fare, è quello il suo compito).
  Noi, invece, dobbiamo fare i legislatori, dobbiamo provare ad essere classe dirigente e a dare gli strumenti normativi per attuare, finalmente, appunto quella scuola dell'autonomia. Allora, è questo percorso di accompagnamento che noi andremo a costruire e nei prossimi mesi noi dovremo avere anche la capacità di farlo. Io credo che avremo questa capacità, perché ho conosciuto personalmente chi, appunto, dopo avere dedicato la vita alla scuola, nella scuola, sui banchi di scuola, nei diversi ruoli della scuola ha portato avanti questa riforma. Noi dovremo avere la capacità di ascoltare il ritorno delle norme che avremo creato, di seguire con attenzione i decreti attuativi, di seguire con attenzione le deleghe importanti che sono contenute in queste norme di legge e di provare ad accompagnare questa realizzazione per fare in modo che funzioni nel modo migliore.
  Se tutto questo è vero – ed è chiaro che ognuno di noi uscirà da qui probabilmente con le proprie convinzioni – io penso che però il tempo, come si dice, sarà galantuomo e noi ci rincontreremo nei prossimi anni, ci rincontreremo con quegli insegnanti e ci incontreremo soprattutto con quei bambini che, diventati grandi, avranno provato a vivere in una scuola diversa, magari in una scuola in cui ci sono meno ragazzini in una classe di quelli che ci sono oggi, magari in una scuola diversa anche come struttura.
  Avevo detto che volevo tornare solo un momento, Presidente, sull'edilizia scolastica per dire questo: noi certo dobbiamo riparare le scuole italiane, dobbiamo intervenire sull'emergenza; però, dobbiamo anche iniziare – e nel provvedimento questo è contenuto – a pensare anche a delle scuole nuove, fatte in maniera differente, perché la didattica frontale è superata, perché le scuole come edifici disegnano anche il modello di società e di scuola che tu vuoi realizzare e le scuole che conosciamo noi, che sono molto spesso il primo impatto con lo Stato che un bambino ha, non sono sicuramente un segno del futuro e dell'avvenire.
  Io ci pensavo in questo fine settimana: anni fa, negli anni Quaranta, negli anni Trenta, negli anni Cinquanta, una famiglia povera, un bambino di una famiglia povera viveva in una casa umile, dove c'erano magari due stanze in cui si viveva tutti, dove non c'era il bagno in casa e quando andava a scuola andava in un luogo molto migliore di quello da cui usciva al mattino. Oggi molto spesso i nostri ragazzi, quando vanno a scuola, vanno in un luogo molto peggiore rispetto a quello da cui escono di casa al mattino.
  Questo è un grande problema, perché anche il luogo in cui tu entri, anche l'edificio in cui tu entri, costruisce una parte del fascino e dell'idea di futuro che tu vuoi creare.
  ROBERTO RAMPI. Signor Presidente, signora ministro, signori colleghi, questa sera di luglio pensando a questo intervento non ho potuto non tornare a quando sono entrato per la prima volta in questa Aula e ho pensato se potevo portare insieme ai colleghi un piccolo contributo che lasciasse un segno nella storia di questo Paese, perché quando si entra qua dentro bisogna unire umiltà e ambizione, altrimenti non ha senso provare a fare questo mestiere. Ho conosciuto nella Commissione cultura della Camera dei deputati dei colleghi e delle colleghe, che sono qua vicino a me, che nella scuola hanno veramente messo in gioco tutta la loro vita e che hanno sognato qualche anno fa, con quella riforma della scuola e dell'autonomia che Luigi Berlinguer ha voluto portare avanti fermandosi poi un po’ a metà, e sono cresciute professionalmente pensando davvero di cambiare il modello educativo del nostro Paese, di ereditare una scuola nazionale, una scuola delle élite, una scuola – uso una vecchia parola – un po’ classista e molto teorica e di trasformarla in una scuola delle competenze, in una scuola che provasse il più possibile ad avvicinarsi ad ogni alunno e a dare ad ogni alunno ciò di cui aveva bisogno.
  Vede Presidente, questo è un dibattito che si è fatto poco in queste lunghe, a mio parere, discussioni, ma la percezione del tempo a volte è diversa in ognuno di noi. Pag. 128In fondo noi stiamo riflettendo di scuola, e io credo che questo sia un grande risultato, da quasi un anno, perché di questa legge si è iniziato a parlare, anche pubblicamente, nell'agosto scorso. Dai contenuti, dalle discussioni, quei colleghi e quelle colleghe che citavo li ricordo, ci trovavamo ad essere riuniti in una sala per iniziare a mettere insieme i primi ragionamenti. Ebbene, nell'autunno scorso li abbiamo portati in tante città, in tante scuole, in tanti circoli, del PD nel nostro caso, perché noi apparteniamo al Partito Democratico, ma credo che la stessa cosa l'abbiano fatta altre forze di maggioranza, Scelta civica, Area Popolare, Per l'Italia ad esempio. Dentro questo ragionamento, dentro questo percorso, abbiamo provato a disegnare con la concretezza una inversione di rotta, perché di questo si tratta. Io credo che la scelta di investire le risorse a disposizione del Governo, che non sono infinite, anzi sono finite e sappiamo appartengono ad un'epoca particolarmente scarsa e avara di risorse, proprio nella scuola e non altrove io credo sia il segno che più di altri connota a sinistra, nel campo del centrosinistra l'azione di questo Governo. Ce lo diranno però i voti che avremo tra pochi giorni. Ecco questo forse è uno dei pochi dati oggettivi, perché questa riforma la destra non la voterà e quindi chi dice che questa riforma è di destra in qualche modo deve prendere atto di un dato di cronaca: non la voterà Forza Italia, non la voteranno Fratelli d'Italia, che abbiamo sentito intervenire e che la combattono duramente, non la voterà il MoVimento 5 Stelle, che quando è entrato in questa Aula voleva sedersi in maniera trasversale e però poi al Parlamento europeo una scelta di campo l'ha dovuta fare. È il campo delle destre, destre plurali e guardi Presidente, lo dico con grande rispetto, perché io credo nel pluralismo politico e credo che tutti i campi abbiano la loro dignità e la loro azione, ma queste forze non la voteranno. E non la voterà una forza indubbiamente di sinistra come Sinistra Ecologia e Libertà e anche alcuni colleghi deputati che sono entrati in questa Aula con il Partito Democratico e hanno fatto scelte diverse. Io non credo che questo sia un dramma, credo che nella storia della sinistra italiana vi siano da sempre connotazioni differenti.
  Credo che se noi avessimo provato a concentrare questo dibattito nel suo cuore, che è quello della scuola dell'autonomia e della nostra capacità o meno di provare a dare gli strumenti concreti, reali e possibili per realizzare la scuola dell'autonomia, quella appunto della riforma Berlinguer di cui parlavamo prima, avremmo capito che su questo ci dividiamo perché non è stato detto qui in maniera esplicita ma ascoltando lungo questi mesi in maniera sistematica i veri nodi su cui noi ci confrontiamo.
  Io credo che il nodo sia quello: c’è un'idea di una scuola nazionale, universale che deve essere uguale per tutti e che pensa che nello stesso momento, alla stessa ora, si realizza la stessa lezione con la stessa materia, con lo stesso contenuto, decisa centralmente, in ogni parte d'Italia, indipendentemente dagli studenti che abbiamo davanti, indipendentemente dal luogo in cui questa scuola è collocata, indipendentemente dalle relazioni con quel territorio; e c’è una scuola, quella appunto iniziata con quella riforma, che pensa che per raggiungere un obiettivo universale, che è quello della crescita individuale, che è quello dell'introduzione della mobilità sociale, che è innanzitutto culturale nei cittadini, deve tendere a realizzare una scuola, se possibile, diversa per ogni alunno. E per realizzare questa scuola diversa per ogni alunno, per dare a ciascuno quello di cui ha realmente bisogno, crede di realizzarla nell'autonomia. Crede nella possibilità, nella capacità che la comunità educante, che è la comunità che si crea attorno alle nostre scuole, quella comunità che è fatta di docenti, di genitori, di studenti, anche quelli più piccoli possono essere coinvolti nel progettare la loro scuola – esistono dei progetti straordinari, sperimentali che ho imparato in questo anno da alcuni miei colleghi – e, soprattutto quelli più grandi, quelli che hanno già una capacità attiva di partecipare all'elaborazione pedagogica; e poi Pag. 129esiste la comunità più larga: il villaggio, la città, il paese che sta attorno a loro, le realtà produttive. Tutte queste realtà possono in qualche modo contribuire a costruire quella scuola. Come si fa a realizzare questo. Innanzitutto, c’è voluta un'inversione di tendenza nelle risorse. Qui, noi crediamo, sia stata fatta la scelta più importante: nel passato ci sono stati tagli, 8 miliardi di tagli, 85 mila posti tagliati. Oggi ci sono gli investimenti: 3 miliardi che andranno a regime; un miliardo nell'anno che rimane; le risorse per l'edilizia scolastica – su questo poi vorrei dire un'ultima questione – e poi i famosi 160 mila posti. Alcuni dicono stabilizzazioni, alcuni dicono docenti che c'erano già, alcuni dicono meno di quelli di cui ci sarebbe bisogno. Discutiamone, quello che è certo è che noi dal 1o di settembre avremo circa 48 mila insegnanti che stabilmente dal primo giorno di lavoro staranno con i loro studenti. Questa è una differenza significativa. Quante volte abbiamo detto che la continuità didattica fa la differenza. Quante volte abbiamo detto, nell'esperienza quotidiana della scuola, che cambiare due-tre volte durante l'anno insegnante è uno dei danni maggiori che produce espulsione dalla scuola e che colpisce soprattutto gli studenti che hanno più difficoltà, quelli che hanno meno risorse familiari, hanno meno capacità di reagire a questa perdita che è rappresentata dal continuo cambio di insegnante.
  Poi ci saranno i 52 mila che, per la scelta che ha fatto il Senato, entreranno formalmente dal 1o settembre ma in realtà in cattedra durante l'anno. Quindi, dando a questo anno, a questa più scelta più significativa che ha fatto il Senato, che io condivido, un anno di organizzazione, di sperimentazione, di verifica e di attuazione (anche su questo vorrei dire un'ultima cosa). E poi ci sarà finalmente il concorso dei 60 mila; un concorso che noi riteniamo dovrà essere fatto in maniera innovativa, tentando di fare tesoro di tutto quello che quelle persone, che pensiamo di andare ad assumere definitivamente, in questi anni di insegnamento, di abilitazione, hanno costruito nel loro percorso, perché non arrivano dal nulla, arrivano alcuni da un lungo cammino nella scuola e verso la scuola. Tutto questo è un lavoro articolato, complesso e noi crediamo che l'inizio di questo percorso sia quello che avverrà domani, dopodomani, nelle prossime ore. Io non credo che quello che va in scena in quest'aula sia un epilogo. Io credo che quello che va in scena in quest'aula sia un inizio, l'inizio di un cambiamento nella scuola, l'inizio di un'inversione di tendenza.
  Ma quando dico «inizio» dico anche la chiamata, per tutti noi, a lavorare molto nei prossimi mesi con la scuola, a provare a ricostruire le fratture, a sanare le ferite, a provare a dimostrare che le paure... le paure sono sempre legittime, perché le paure fanno parte della vita e fa parte della natura umana avere paura e, in particolare, avere paura di quello che non si conosce. Però, la capacità, in particolare della politica, è di ascoltare le paure e di provare a dare una mano a superare le paure.
  Noi in questi mesi, tutti noi, siamo stati tante volte in dialogo con tanti insegnanti. A me l'ultima volta è capitata ieri sera, attorno alle 23. Ero a una festa democratica, ero lì con due insegnanti e parlavamo di quello che avremmo detto questa sera e di quello che avremmo fatto in queste ore. Ci sono tante informazioni diverse che sono girate in questi mesi. Gli insegnanti non si devono guardare da lontano ma si deve provare ad andarci a parlare, a guardarli negli occhi. Questo ci è capitato di farlo recentemente nella manifestazione del Pantheon, ma ci è capitato tante volte di farlo in questi mesi. Ebbene, ci si accorge che molti di loro conoscono bene quanto è stato scritto su questa riforma, hanno delle esigenze precise, anche di natura salariale, che sono sacrosante, perché sappiamo qual è la condizione degli insegnanti in Italia.
  Ma non è vero quello che viene raccontato, cioè che gli insegnanti italiani sono contro questa riforma, anche perché dentro quest'Aula almeno dovremmo imparare tutti a dirci che esistono le opinioni diverse e che negli insegnanti italiani, Pag. 130come in ognuno di noi, nessuno ha una certezza, nessuno porta in tasca la verità e ci sono una pluralità di posizioni. Ci sono degli insegnanti che hanno scioperato che noi guardiamo non solo con rispetto ma anche con una certa ammirazione, perché chi combatte per le sue idee, per le sue convinzioni, non può sempre che essere guardato con simpatia. Però, ci sono insegnanti che hanno scioperato – e ce lo hanno detto – perché ritenevano giusto migliorare alcuni punti della riforma; ce ne sono altri che hanno scioperato perché non condividevano niente e ce ne sono molti altri che hanno scioperato perché ritenevano che per loro il punto fondamentale fosse quello di riaprire una contrattazione sindacale (e questo è poi quello che il sindacato deve fare, è quello il suo compito).
  Noi, invece, dobbiamo fare i legislatori, dobbiamo provare ad essere classe dirigente e a dare gli strumenti normativi per attuare, finalmente, appunto quella scuola dell'autonomia. Allora, è questo percorso di accompagnamento che noi andremo a costruire e nei prossimi mesi noi dovremo avere anche la capacità di farlo. Io credo che avremo questa capacità, perché ho conosciuto personalmente chi, appunto, dopo avere dedicato la vita alla scuola, nella scuola, sui banchi di scuola, nei diversi ruoli della scuola ha portato avanti questa riforma. Noi dovremo avere la capacità di ascoltare il ritorno delle norme che avremo creato, di seguire con attenzione i decreti attuativi, di seguire con attenzione le deleghe importanti che sono contenute in queste norme di legge e di provare ad accompagnare questa realizzazione per fare in modo che funzioni nel modo migliore.
  Se tutto questo è vero – ed è chiaro che ognuno di noi uscirà da qui probabilmente con le proprie convinzioni – io penso che però il tempo, come si dice, sarà galantuomo e noi ci rincontreremo nei prossimi anni, ci rincontreremo con quegli insegnanti e ci incontreremo soprattutto con quei bambini che, diventati grandi, avranno provato a vivere in una scuola diversa, magari in una scuola in cui ci sono meno ragazzini in una classe di quelli che ci sono oggi, magari in una scuola diversa anche come struttura.
  Avevo detto che volevo tornare solo un momento, Presidente, sull'edilizia scolastica per dire questo: noi certo dobbiamo riparare le scuole italiane, dobbiamo intervenire sull'emergenza; però, dobbiamo anche iniziare – e nel provvedimento questo è contenuto – a pensare anche a delle scuole nuove, fatte in maniera differente, perché la didattica frontale è superata, perché le scuole come edifici disegnano anche il modello di società e di scuola che tu vuoi realizzare e le scuole che conosciamo noi, che sono molto spesso il primo impatto con lo Stato che un bambino ha, non sono sicuramente un segno del futuro e dell'avvenire.
  Io ci pensavo in questo fine settimana: anni fa, negli anni Quaranta, negli anni Trenta, negli anni Cinquanta, una famiglia povera, un bambino di una famiglia povera viveva in una casa umile, dove c'erano magari due stanze in cui si viveva tutti, dove non c'era il bagno in casa e quando andava a scuola andava in un luogo molto migliore di quello da cui usciva al mattino. Oggi molto spesso i nostri ragazzi, quando vanno a scuola, vanno in un luogo molto peggiore rispetto a quello da cui escono di casa al mattino.
  Questo è un grande problema, perché anche il luogo in cui tu entri, anche l'edificio in cui tu entri, costruisce una parte del fascino e dell'idea di futuro che tu vuoi creare.

  PRESIDENTE. La prego di concludere.

  ROBERTO RAMPI. Allora, vado a concludere, Presidente, dicendo questo: questo Paese ha affrontato negli ultimi anni tante delusioni e la politica ha dato a questo Paese molte delusioni. Io credo che parte del problema che noi abbiamo da affrontare sia questo: ci sono troppe persone che ormai non ci credono più. Io rispetto tutti coloro che credono alle loro idee, ho grande ammirazione per chi in questa Aula la pensa diversamente da me e combatte contro questa norma perché ci Pag. 131crede veramente, se il suo pensiero è autentico, se non è soffiare sul fuoco della protesta solo per utilizzare un facile consenso. Noi crediamo profondamente al nostro progetto educativo che con questa legge inizia a realizzarsi e l'impegno del Partito Democratico, in particolare, e di questa maggioranza di Governo sarà quello di andare fino in fondo insieme agli insegnanti, insieme agli studenti, insieme ai genitori, per realizzare una scuola nuova dell'autonomia, che accompagni i ragazzi, che li aiuti ad essere sempre più cittadini e uomini del futuro e migliori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il collega Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

  ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, ci siamo invertiti.

  PRESIDENTE. Vi siete invertiti con il collega Luigi Gallo ?

  ELENA CENTEMERO. Sì, Presidente.

  PRESIDENTE. Va bene. Prego, collega Centemero.

  ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, l'avevo comunicato prima anche agli uffici.
  Innanzitutto sono più volte intervenuta in quest'Aula sempre sul tema della scuola e l'ho fatto dalla prospettiva di chi è entrata qui in Parlamento nel 2008, è stata membro della Commissione cultura, è stata un'insegnante, mai dimenticando il mondo da cui proveniva, quindi con un'idea di scuola che forse in queste Aule parlamentari, dove la politica prevale su quella che è la volontà di migliorare il sistema scolastico, non era presente. E mi vengono in mente due cose, anche ascoltando gli interventi dei colleghi. Penso innanzitutto che la delusione che i cittadini hanno della politica stia nel fatto – e qui lo vediamo molto bene – che le forze politiche, alcune forze politiche, sono contro a prescindere. Sono contro ideologicamente, sono contro nonostante qualunque tipo di provvedimento e di intervento si faccia, e questo credo che ci allontani moltissimo dai cittadini, in modo particolare per quanto riguarda la scuola, proprio perché la scuola è un bene comune, è un bene di tutti e quindi, rispettando ovviamente quelle che sono le posizioni diverse, tutti noi dovremmo contribuire a potere confrontarci e a poter dialogare su questo tema. E proprio per questo mi viene in mente una delle voci fondamentali che era nel piano dell'offerta formativa di una scuola dove ho insegnato per tredici anni, che era: insieme nell'avventura del sapere. E questo insieme nell'avventura del sapere ci deve riportare ad una centralità che è mancata totalmente nel dibattito a cui abbiamo assistito nelle piazze, nei sindacati, anche in quest'Aula, nelle Commissioni, almeno qui alla Camera, che è il fatto che essere insieme nell'avventura del sapere significa che al centro della scuola ci sono gli studenti, e ciò di cui noi ci dovremmo preoccupare, prima ancora dei posti di lavoro, prima ancora della stabilizzazione dei precari, dovrebbe essere la qualità dell'offerta formativa che noi formiamo e, oltre alla qualità, che per noi e per me è un valore fondamentale, io ricordo sempre, lo ricordo innanzitutto a me stessa, lo ricordo ai docenti che lavorano all'interno della mia scuola e ai miei colleghi, che la scuola è un servizio pubblico, un servizio pubblico di tutti, un servizio pubblico per tutti i cittadini, ma un servizio pubblico deve essere un servizio di qualità, deve essere un servizio legato anche a degli standard e a dei criteri che servono a rendere l'offerta formativa di qualità.
  E, quindi, serve un controllo e un monitoraggio costante, cosa che è stata inserita in questo disegno di legge, perché noi parliamo di piano di miglioramento inserito all'interno del piano dell'offerta formativa. Quando ci si confronta – permettetemi quest'ultimo giudizio – dal punto di vista politico, penso che dobbiamo confrontarci su ciò che è possibile, non su cose impossibili. Ho sentito in quest'Aula, e anche in Commissione, volersi Pag. 132confrontare su azioni, su cose e su emendamenti che tutti sapevamo bene che non era possibile effettuare e attuare per tante regioni.
  Questo crea distanza dai cittadini, questo crea illusione in chi, per tanti anni, ha voluto porre al centro della propria vita il sogno di insegnare. Credo che questo non sia serio per la politica e anche questo va recuperato. Ho sentito anche che le opposizioni sono state tutte accomunate. Devo dire la verità: alla Camera non credo che il lavoro che è stato fatto dalla forza politica che rappresento, cioè Forza Italia, sia un lavoro di opposizione simile a quello delle altre forze politiche di opposizione, perché l'intento che si è voluto dare in Commissione da parte mia è stato quello di un dialogo, di un confronto sul merito.
  Ovvio, siamo opposizione e da opposizione dobbiamo sottolineare le criticità che ci sono in questo disegno di legge, ma credo che il Paese voglia da noi un'opposizione responsabile. Forza Italia è una forza riformista, il futuro e la storia di Forza Italia è il riformismo, è una forza moderata, è una forza che non ha a che fare con gli estremismi, e questo è stato il modo con cui noi abbiamo operato alla Camera, in Commissione e in Aula, rispetto al provvedimento. E ci siamo anche posti in questo modo perché non vogliamo essere contro a priori; non lo vogliamo per tante ragioni, proprio perché abbiamo sperimentato sulla nostra pelle, quando eravamo al Governo, l'opposizione a priori nei confronti della riforma Moratti e della riforma Gelmini.
  Un'opposizione che, ovviamente, è comprensibile, ma che ha dato vita a degli scontri ideologici che ancora oggi vedo nelle piazze e nelle strade; invece, mi auguro – sottolineando, ovviamente, che ci sono delle criticità, ma ci sono anche delle positività – che, quando questo disegno di legge sarà legge, e quindi le scuole, essendo una legge dello Stato, dovranno applicarlo, che gli insegnanti siano quegli educatori e quegli esempi per i propri studenti e mettano in pratica e applichino, con la passione che li ha sempre caratterizzati, le cose positive che ci sono in questo disegno di legge.
  Penso, innanzitutto, al potenziamento dell'offerta formativa, all'ampliamento dell'offerta formativa, alla possibilità di dare più proposte ai nostri studenti, di poterli far scegliere in un curriculum dello studente che era uno dei principi che era alla base anche delle nostre riforme, così come l'aspetto dell'alternanza scuola-lavoro. La cosa che mi dispiace, però, è che al Senato il dialogo che vi è stato qui alla Camera, in Commissione, in Aula, sia venuto meno per tante ragioni. Credo che in questo vi sia stata un'interruzione, vi sia stata una frattura nel percorso che questo disegno di legge avrebbe meritato e avrebbe dovuto avere, anche se reputo, diversamente da quello che ho sentito, che il restyling del maxiemendamento abbia portato degli aspetti positivi.
  La criticità maggiore che voglio sottolineare – l'ho sempre sottolineata – è l'eccesso di delega al Governo, ed è questa una delle ragioni fondamentali che, poi, porterà Forza Italia ad assumere un atteggiamento di voto negativo, proprio perché credo che siano troppe e troppo ampie le deleghe che sono state conferite al Governo. Penso, ad esempio, a tutto il riordino dello 0-6 anni, per esempio a tutto il riordino della formazione iniziale, rispetto al quale vi sono delle criticità soprattutto nella formazione iniziale per i docenti delle scuole paritarie.
  Per quanto riguarda il piano assunzionale, devo dire che, alla fine, ci avete dato ragione, nel senso che, con i modi con cui sono abituata a parlare, ho sempre sostenuto che, all'inizio di quest'anno scolastico, sarebbero entrati effettivamente in cattedra 50 mila docenti, proprio per i tempi con cui abbiamo affrontato questo disegno di legge, cioè i posti vacanti disponibili e i posti del turnover.
  Il resto, il potenziamento di altri 48 mila docenti, che hanno un ruolo giuridico, nel testo, come è stato modificato al Senato, è previsto che verranno poi assunti nel corso del tempo. Si è derogato, anche in questo caso, alla modalità di assunzione, Pag. 133cioè i primi 50 mila sono assunti con il vecchio sistema, lo dobbiamo dire con forza rispetto a chi sta dicendo tutt'altro, per fare un po’ un'operazione verità anche sul ruolo dei dirigenti scolastici – sarebbe opportuno un pochettino chiarire le cose – e gli altri saranno, invece, assunti con il nuovo sistema. Alla fine ci avete dato ragione, ma non perché avessimo desiderio di sottolineare la nostra ragione, ma perché era di buon senso arrivare a questa scelta.
  Bene le assunzioni, noi vogliamo che si chiuda definitivamente una stagione, noi vogliamo che da qui in poi si apra veramente la stagione dell'accesso attraverso i concorsi alla scuola. Bene, anche l'aspetto dell'assunzione di tutti coloro che avevano superato il concorso ovvero gli idonei. Vorremo che però ci fosse più spazio per le famiglie. È doveroso sottolineare questo aspetto, perché noi riteniamo che la partecipazione delle famiglie alla vita scolastica sia fondamentale, per cui mi auguro che nell'applicazione di questo disegno di legge si dia proprio questa possibilità.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il collega Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Grazie, Presidente. Lì al tavolo del Governo, in quest'Aula, e nei banchi della maggioranza e del Partito Democratico non ci sono Ministri, sottosegretari, parlamentari della Repubblica italiana, ma bensì killer della scuola pubblica italiana.

  PRESIDENTE. Collega, si rivolga con rispetto ai suoi colleghi, per favore.

  LUIGI GALLO. Siamo alla resa dell'Italia alle regole di bilancio straniere. Una Caporetto finanziaria del nostro Paese, voluta e perseguita dalla signora Merkel, da Mario Draghi da Goldman Sachs. Una resa che consegna i cittadini italiani, con le loro scuole e il loro futuro, in mano alla corruzione, agli interessi privati, alla competizione sfrenata, che fa dei propri alunni lavoratori sottopagati e sottoistruiti per sfruttarli meglio e per pagarli meno, disincentivando l'accesso all'università.
  Il Ministro Giannini, il sottosegretario Faraone e tutti i parlamentari obbedienti servitori dell'innominabile Presidente del Consiglio, invece che del popolo italiano che rappresentano, ci hanno riempito fino alla nausea con una colossale menzogna: quella che questo Governo investe risorse nell'istruzione.
  Resta, invece, in piedi la schifosa tendenza di tagli e privatizzazioni, inaugurata da Berlusconi e la Lega, nell'istruzione e ad ammetterlo è questo stesso Governo quando scrive atti ufficiali, e non dispensa falsità sui media. Nel Documento di economia e finanza del 2015 depositato ad aprile alla Camera dei deputati, a pagina 81 scrivono: «la previsione della spesa per istruzione in rapporto al PIL presenta una sostanziale stabilità, ripeto stabilità – ripeto, stabilità – e non incremento, fino al 2016». Fino al 2016 perché dopo sarà un lento declino per la spesa pubblica per l'istruzione dove dal 3.7 per cento contro il 5 per cento della media europea si passa nel 2020 ad un 3,5 per cento come programmato da questo Governo.
  Quindi, è il Governo a certificare zero investimenti per ora e tagli strutturali per domani, ma il piano diabolico del segretario del PD va oltre. Al Presidente del Consiglio una qualità gli va riconosciuta, quella di essere il più grosso truffatore degli ultimi tempi, e così escogita un colpo gobbo in tre passi. Il primo, arriva in legge di stabilità nel 2014, e, con tagli al settore, al personale tecnico e amministrativo e blocco agli scatti stipendiali per i lavoratori, il Governo risparmia oltre un miliardo e sposta un miliardo virtuale su un fondo chiamato «Buona Scuola». Il secondo passo è il ritardo nella presentazione del disegno di legge per fare le assunzioni, annunciate un anno fa ad agosto del 2014, ma arrivate in Parlamento solo ad aprile, così le assunzioni aggiuntive scientificamente saltano per assenza di tempi tecnici.
  Renzi è tutto tranne che uno sprovveduto nei suoi piani cinici.
  Il terzo passo sono le assunzioni a costo zero per quest'anno, cosiddette giuridiche ma non economiche, e il Governo Pag. 134si riprende il fondo di un miliardo di euro previsto per la «Buona scuola», lasciando solo i tagli. Restano in piedi poco più che le vecchie assunzioni programmate dai Governi precedenti. E il gioco è fatto: tagli facendo finta di investire. La troika è molto fiera del suo nuovo giocattolino di nome Renzi. Farcisce i tagli con operazioni di marketing degno delle migliori multinazionali statunitensi.
  Altro che il triste Monti o il punchingball Letta, la testa di legno in mano alla finanza internazionale e ai poteri economici forti e corrotti di questo Paese, d'altronde, disinveste nel pubblico per dare ai privati, che non sono benefattori, ma devono fare profitti. Così si apre un nuovo mercato per tutte le aziende satellite dei partiti, quelle utilizzate per vincere le elezioni, le cooperative rosse, Comunione e Liberazione e i Buzzi e i Carminati nella scuola.
  Riempite la vostra bocca di autonomia, ma ammazzate l'autonomia di pensiero, l'autonomia critica di studenti e docenti, l'autonomia libertaria. L'autonomia per voi significa costringere i dirigenti a cercarsi fondi per la propria scuola, l'autonomia per voi significa obbedienza al capo e ai vincoli di bilancio, significa concorrenza spietata tra le scuole e che vinca il migliore. La verrà chiusa come un ramo secco di una azienda.
  Il modello di riferimento è davanti ai nostri occhi. È l'università che Governi di centrodestra e centrosinistra hanno costruito per fare classifiche degli atenei e, in funzione di queste, decidere quali sono gli atenei meritevoli da finanziare e quali quelli da far chiudere, quali sono gli studenti che si trovano in aree geografiche fortunate, per i quali la loro laurea, il loro studio vale ancora qualcosa e quali sono gli studenti per i quali il loro titolo di studio è carta igienica. È il modello casta, è il modello dell’élite di potere, che state consolidando da vent'anni, mattone dopo mattone. È il modello a cui il segretario del PD sta dando un'accelerazione supersonica. Dovete fare in fretta perché sapete che è la vostra ultima occasione, è la vostra estrema difesa contro l'avanzare dei cittadini, della democrazia dal basso, della democrazia diretta, del MoVimento 5 Stelle.
  In nome del vostro potere, delle vostre poltrone, dei vostri stipendi, avete deciso di massacrare la vita di oltre un milione di persone che lavorano nel comparto scuola, devastando la loro esistenza, le loro famiglie, separando madri e padri, madri e figli, con piani di mobilità ed assunzioni scriteriati senza alcuna logica umana, ma solo finanziaria, portando lontano da casa anche docenti con il figlio disabile o con i genitori in stato vegetativo, espellendo dal mondo della scuola professori che da vent'anni stanno facendo supplenze e svolgono un lavoro precario. Vent'anni si possono considerare un lavoro precario ? Cosa faranno queste persone a quarant'anni, a cinquant'anni quando avranno dedicato tutta la loro vita allo Stato ? Hanno dedicato tutta la loro vita a svolgere un servizio per i cittadini. Voi dite: «Occupatevi di altro adesso, non ci servite più», buttando la professionalità di giovani a lungo formati nelle nostre università italiane a costi stratosferici.
  State cancellando il futuro a generazioni di studenti che in periferie e in quartieri degradati avevano un'unica presenza dello Stato: la scuola, con la sua solidarietà, con la sua comunità. Nulla di tutto questo resterà. I docenti non saranno più una rete solidale per i poveri e gli ultimi di questo Paese, ma una macchina colpita da invidia, competizione sfrenata, servilismo, perché tutti i valori della società verranno sostituiti da uno solo: il denaro, il premio. I genitori dovranno svenarsi per garantire ai propri figli una scuola di qualità.
  Ora il vostro spettacolo sta terminando, siamo all'ultimo atto. Complimenti per la farsa ben congeniata, abbassate pure il sipario sulle macerie della scuola pubblica che state producendo, abbassate il sipario sulla vendita del futuro degli italiani e uscite pure di scena. Infatti, ora è arrivato il momento dei cittadini, quei cittadini che se anche approvaste questa legge non vi permetteranno di applicarla, disobbediranno Pag. 135in nome della Costituzione. I cittadini che vi riempiranno di ricorsi per le vostre discriminazioni.
  I cittadini che daranno vita, dal prossimo settembre, a scuole di resistenza, eredi di scuole di resistenza, fino all'abrogazione, totale, di questa riforma. Forse vincerete una battaglia, ma non la guerra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. È iscritta a parlare la collega Chimienti. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Grazie Presidente. Con l'approvazione-lampo di questo disegno di legge Renzi crede di aver vinto una battaglia, ma non si rende conto di aver già pagato un prezzo carissimo: ha dovuto gettare definitivamente la maschera e mostrare al Paese intero il suo vero volto, il volto terribile di un potere che calpesta la cittadinanza, che va avanti contro il buon senso, contro il suo elettorato, contro la logica e contro la democrazia. Contro tutto e tutti. Soprattutto contro chi da domani vivrà quotidianamente le drammatiche conseguenze di questo disegno di legge.
  Solo pochi giorni prima della posizione della questione di fiducia al Senato, l'ultima vergognosa presa in giro al mondo della scuola: la promessa di nuove consultazioni nella prima settimana di luglio. Una promessa falsa, sconfessata con una volgarità e un'irriverenza che lasciano davvero senza parole. Dopo mesi di lotta e di scontro, l'ultima provocazione, l'ultima, indecente mossa mediatica per poter dire ancora una volta «protestate pure, qui decido io».
  A questa battaglia però, statene certi, seguirà una guerra: perché soffierà presto anche in Italia il vento del referendum, e lì, ancora una volta, sarà il momento di gridare «no» per smontare questa vergognosa imposizione.
  Oggi tuttavia vorrei che il Governo, quest'Aula e tutti i cittadini capissero che la nostra contrarietà al disegno di legge non è stata dettata da mere logiche di opposizione, non è stato un rifiuto per partito preso o per opportunistici calcoli elettorali. No: è la nostra visione del mondo ad averci imposto di scendere in piazza con i docenti, come abbiamo fatto anche oggi pomeriggio, qui a Montecitorio, e di tentare qualunque strada per impedire fino alla fine l'approvazione del disegno di legge di questa vergognosa riforma.
  Nella nostra idea di Paese, da tutto si sarebbe dovuti partire per scrivere una riforma della scuola, fuorché dalle indicazioni di Confindustria e di «tre elle», come invece è tristemente avvenuto.
  Nel mondo che vorremmo costruire, e che costruiremo, la scuola sarà il luogo in cui si esplica giorno per giorno il meraviglioso principio secondo cui «tutti i cittadini hanno pari dignità sociale» e in cui vengono rimossi tutti gli «ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana». Oggi, invece, approviamo un testo che queste differenze sociali e questi ostacoli li rafforza, li rende più marcati, sfruttando il fumoso concetto di merito per giustificare l'asservimento del Governo a soggetti economici che agiscono mossi unicamente dalla logica del profitto.
  La scuola che vogliamo noi è la scuola come immaginata nella nostra Costituzione: una scuola inclusiva, aperta a tutti, che premia i meritevoli, ma ha un'attenzione particolare per l'allievo più svantaggiato, perché ha come missione fondante quella di portare tutti i ragazzi al successo formativo, di mettere tutti nelle stesse condizioni di partenza, di dare a tutti le stesse identiche opportunità nella vita, non la scuola in cui ogni alunno è ridotto ad un numero, ad un voto o, peggio ancora, ai risultati di un arido test Invalsi, ma al contrario la scuola in cui l'intero corpo docente coopera in perfetta sinergia per evitare fino alla fine la sconfitta della persona che sta formando, per evitare con tutti i mezzi di dover bocciare il ragazzo difficile che non riesce a star fermo sul banco, il ragazzo straniero che parla ancora male l'italiano, quello con dislessia, disgrafia o discalculia, quello i cui genitori hanno perso il lavoro, quello che non può Pag. 136permettersi le ripetizioni private né, tantomeno, le scuole private. Perché dietro a ogni numero di matricola, dietro a ogni test Invalsi, dietro a ogni voto, ci sono persone, uomini e donne di domani, che la scuola ha il dovere di considerare tali. Ministro, se posso chiederle ...grazie...

  PRESIDENTE. Sì, il Governo sta ascoltando anche nella persona del sottosegretario, quindi...

  SILVIA CHIMIENTI. La scuola che vogliamo è quella in cui, per raggiungere questo ambizioso obiettivo, non può e non deve esistere la competizione sfrenata tra docenti per ingraziarsi il preside e per ottenere quei miseri 10 euro in più in busta paga ogni 3 anni, che volete stanziare per premiare solo quegli insegnanti che il preside riterrà meritevoli in base al proprio personalissimo e discrezionale concetto di merito.
  Siete completamente fuori strada: la scuola non è un'azienda. Non può funzionare con le stesse logiche delle imprese private: non può e non deve esistere il preside-manager che, insieme al suo piccolo consiglio di amministrazione, la ristretta cerchia di docenti che lui stesso si sceglierà ancora una volta in maniera totalmente arbitraria, gestirà la scuola come un imprenditore gestisce la sua azienda, definendo le linee guida per la stesura del POF triennale (quindi la didattica), scegliendo il personale, mandandolo via dopo tre anni se gli risulterà sgradito, premiandolo o meno con un incremento stipendiale e venendo premiato a sua volta se seguirà pedissequamente le direttive ministeriali.
  Sappiamo che il modello dell'uomo solo al potere è l'unico che piace a Renzi, che sta dimostrando la sua inconsistenza politica, spingendo sempre più violentemente sul pedale del decisionismo vuoto e autoreferenziale per cui da mesi va autoincensandosi su tutti i media. Ma la scuola è un luogo di democrazia in cui esistono organi collegiali che prendono le decisioni a maggioranza e che vanno rafforzati, non indeboliti come sta facendo il partito democratico !
  Tra i dirigenti a cui voi conferite tutti questi nuovi poteri ci sono anche coloro che ne abuseranno, come ci dimostrano i recenti fatti di cronaca della dirigente di una scuola elementare del centro di Roma che ha diramato a tutte le famiglie una circolare in cui invitava a partecipare al family day e in cui spargeva allarmismo su un presunto emendamento gender contenuto nel disegno di legge che avrebbe istituito, a partire da settembre, corsi di educazione sessuale e sessualizzazione precoce dei bambini fin dagli zero anni. Anche a questa dirigente darete il potere di scegliere i suoi docenti dagli ambiti territoriali, anche a chi si permette già oggi di fare politica e disinformazione nella sua scuola e a chi sceglierà gli insegnanti in base alle loro convinzioni politiche o ideologiche o magari in base al maggiore o minore asservimento che dimostreranno nell'applicare le sue direttive !
  In vent'anni gli insegnanti italiani hanno dovuto ingoiare ogni genere di abuso: essere i meno pagati d'Europa, essere precari, essere sviliti e condannati alla burocratizzazione folle e testarda del Ministero, a cambiare la loro didattica per preparare gli studenti agli scellerati test INVALSI.
  Invece che illudersi di imbonirli con una marchetta una tantum di 500 euro da spendere per i cinema e i musei, spacciati come «formazione», il Governo avrebbe dovuto procedere immediatamente al rinnovo del loro contratto, bloccato dal 2008, al pagamento degli scatti stipendiali arretrati dell'annualità 2013 che è ancora bloccata e al pagamento delle ferie non fruite dei precari che, grazie alla norma Monti del 2012, non vengono più riconosciute e fanno perdere mille euro all'anno in busta paga a tutte quelle centinaia di migliaia di precari che vengono assunti a settembre e licenziati a giugno !
  Invece che preoccuparsi di come esaurire le sole graduatorie ad esaurimento, il Governo avrebbe dovuto rispettare la sentenza europea e studiare un piano pluriennale per assumere i docenti che davvero servono alle scuole, includendo gli Pag. 137abilitati di seconda fascia che sono stati tutti selezionati sul fabbisogno (sia i TFA e il loro bando parla chiaro, che i PAS che sono tutti coloro che hanno insegnato per più di 36 mesi nelle scuole e che quindi servono alle scuole). E non dimentichiamo i diplomati magistrali che devono entrare in GAE e anche docenti di scienza della formazione che anche loro hanno visto negarsi un diritto.
  Invece di stravolgere lo status giuridico dei docenti assunti e, dopo decenni di precariato, metterli a fare i tappabuchi intercambiabili tra di loro e le pedine alla mercé dei dirigenti, il Governo avrebbe dovuto ampliare gli organici, ripristinare le 90 mila cattedre tagliate dalla Gelmini e porre fine una volta per tutte alle classi pollaio, alle classi a 40 alunni.
  E infine invece di delegarsi ben otto materie su cui legiferare indisturbato d'ora in poi, il Governo avrebbe dovuto far lavorare il Parlamento sui temi dell'inclusione degli alunni disabili, della didattica innovativa, della pedagogia, e di tutto ciò che costituisce la vera anima della scuola e che gli autori del disegno di legge non hanno ritenuto degno neppure menzione.
  Voi avete voluto aziendalizzare la scuola, renderla competitiva sul mercato, valutarla sulla base di criteri ispirati all'efficienza e alla produttività, forse vorreste anche quotarla in borsa, chissà.
  Noi al contrario vorremmo che i test INVALSI diventassero solo il lontano ricordo di un sistema di valutazione fallimentare, autocratico, coercitivo, avulso dai contesti e calato dall'alto senza alcun tipo di condivisione con coloro che nella scuola operano.
  Presidente, noi del MoVimento 5 stelle immaginiamo una scuola a misura di studente, con strutture a norma, sicure e dignitose; immaginiamo la didattica che sia davvero innovativa; immaginiamo la classe docente formata, aggiornata, innamorata del proprio mestiere, una società che riconosce l'importanza del suo ruolo anche attraverso una retribuzione dignitosa.
  Il Governo, Presidente, ha fallito su ogni fronte, ma un giorno non molto lontano, o con un referendum o con il MoVimento 5 Stelle al Governo, quella che domani Renzi festeggerà come una sua vittoria diventerà una rivincita del mondo della scuola, perché questo testo, in un modo o nell'altro, verrà abrogato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il collega Brescia. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE BRESCIA. Grazie Presidente. La situazione in cui si svolge questo dibattito è emblematica del clima con cui si è discusso tutto il provvedimento cosiddetto la «Buona scuola»: ci sono i miei colleghi del MoVimento 5 Stelle, ci sono gli ultimi tre interventi, c’è qualche collega del Partito Democratico, due rappresentanti del Governo e lei, Presidente. Quindi, così come è successo durante tutto questo ultimo periodo, sia al Senato che qui alla Camera, di fatto parliamo tra di noi di qualcosa che invece è veramente molto, molto, importante.
  Infatti, questo provvedimento riguarda la scuola, l'istruzione, il futuro del nostro Paese e, quindi, avrebbe meritato un clima ben più disteso e dei tempi ben più larghi per permettere a tutti, soprattutto a coloro che ogni giorno vivono il mondo della scuola, alle famiglie e agli studenti, di dire la propria opinione su questo provvedimento. Invece così non è stato, non è stato così dal primo momento, perché questo provvedimento è stato caratterizzato da un'infinità di menzogne e di falsità, raccontate dal Governo e dai rappresentanti della maggioranza.
  La prima grande menzogna sta proprio nel titolo, nel nome di questo provvedimento. Lo si chiama la «Buona scuola». Tutti i giornali, tutti i media, asserviti al potere, continuano a ripetere dappertutto «Buona scuola», «Buona scuola», e ripetono questo come un mantra. Quindi tutti si convincono che questa sia una cosa buona, perché se lo dicono le televisioni – si sa – è difficile non crederci. Lo schema viene ripetuto allo sfinimento, perché, oltre che della buona scuola, si parla di scuole sicure, scuole belle, scuole nuove, Pag. 138tutto fantastico, tutte formidabili trovate comunicative che, di fatto, sono mere truffe semantiche, perché di fatto non comportano nulla di effettivamente positivo proprio per il mondo della scuola.
  Poi c’è una seconda beffa, una grandissima presa in giro, che è quella della consultazione. Il Governo Renzi va in TV e dice che ci sarà una grandissima consultazione per cui, appunto, tutti potranno dire la loro. Si aprono dei dibattiti, vengono coinvolte, proprio a detta del Governo, più di 2 milioni di persone in questa grande consultazione che, già dal lontano settembre 2014, quando il Governo annuncia, viene avviata. I dibattiti, però, peccato che avvengano nelle scuole con degli esponenti del Partito Democratico che entrano a scuola – cosa che a quanto pare non si potrebbe fare, ma loro lo fanno lo stesso – e soprattutto avviene soltanto con coloro che sono d'accordo con il Governo. Se magari qualcuno non era proprio d'accordo con la linea governativa veniva sbattuto fuori e ci sono dei video che attestano quello che sto dicendo, sempre per parlare del dialogo, perché hanno sempre detto che ci sarebbe stato un grande dialogo.
  E mentre questo grande dialogo, questo grande dibattito va avanti, a dicembre si discute la legge di stabilità, legge di stabilità che all'articolo 3 stanzia un miliardo, come tutti quelli del Partito Democratico dicono. Peccato che però nessuno parli dell'articolo 28 della stessa legge di stabilità. Solo il MoVimento 5 Stelle si ricorda di quest'articolo 28, in cui ci sono i tagli con cui si finanzia l'articolo 3, si finanzia la «Buona scuola», che all'epoca – lo voglio ricordare – era semplicemente un libricino senza nessun valore normativo. Quindi, in legge di stabilità, si stabiliva che soldi tagliati al comparto della scuola avrebbero finanziato questo che era ancora un libricino.
  Al rientro dalle vacanze natalizie gli annunci si sprecano. In vista delle elezioni regionali, il Governo comincia a raccontare che assumerà 148 mila precari, che darà a tutti i docenti delle card per l'acquisto di libri, per andare al cinema, agli spettacoli dal vivo, al circo e via dicendo, nella convinzione che, come con gli 80 euro delle elezioni europee, queste marchette basteranno a convincere gli insegnanti della bontà del provvedimento.
  Invece, qualcuno comincia a parlare di altri aspetti del disegno di legge. Si parla dei superpoteri che saranno assegnati ai presidi, che esporranno la scuola a corruzione ...

  PRESIDENTE. Collega Valente, abbassi quel telefonino.

  GIUSEPPE BRESCIA. ... a clientelismo, si parla di qualche rischio per la libertà di insegnamento, si parla dei finanziamenti alle scuole private, dell'8 per mille e dei finanziamenti dei privati che creeranno scuole di serie A e di serie B. Insomma, alla propaganda governativa c’è qualcuno che comincia a contrapporre forti preoccupazioni per il livello della qualità dell'istruzione italiana. Ad aprile del 2015, dopo ben sette mesi di consultazioni, dibattiti e di annunci, arriva finalmente il testo del ddl scuola. Allora, tutti noi cominciamo a dire che ci saranno degli enormi cambiamenti rispetto al libricino governativo che è circolato e a noi sarà data la possibilità di discuterne perché ora arriva in Parlamento e ci saranno mesi di discussione. Invece, il provvedimento scritto – tra l'altro, anche in maniera abbastanza sgrammaticata – ricalca esattamente l'ormai famoso libricino «la Buona scuola» che il Governo stesso aveva distribuito in tutta Italia e su cui si era tenuto questo grande dibattito. Nessuna delle proposte avanzate da quei milioni di italiani trova spazio nel disegno di legge. Al che i professori, gli studenti, il personale scolastico, persino qualche preside, a cui si danno questi superpoteri, comincia a sentire la puzza di bruciato e comincia a contestare apertamente il disegno di legge. Comincia la discussione parlamentare e il Governo subito annuncia che ci sarà la disponibilità al dialogo, anche con le opposizioni, che accolgono con piacere la disponibilità e presentano un bel po’ di emendamenti, quelli che ritengono opportuno Pag. 139per modificare in meglio il provvedimento, che presenta diverse criticità, non solo a detta delle opposizioni, ma anche di tutto il mondo della scuola. In tutta risposta il Governo cosa fa ? Usa uno stratagemma regolamentare e collega il ddl al DEF e stabilisce la data certa per il voto finale del provvedimento, il che comporta il taglio a migliaia di emendamenti e contingentamento dei tempi della discussione, proprio per dimostrare questa grande apertura al dialogo, effettivamente.
  La cosa viene presa bene dal mondo della scuola che infatti annuncia la più grande manifestazione di tutti i tempi proprio contro il disegno di legge della buona scuola per il 5 maggio successivo. Partono le audizioni e allora si ascoltano tutti i soggetti interessati per ben quattro minuti a testa. C’è gente che viene da tutte le parti d'Italia per essere auditi da noi per quattro minuti a testa nelle pause tra una seduta e l'altra dell'aula, oppure in sedute seminotturne. Inutile dire che anche queste audizioni non portano ad alcuna modifica. L'unica persona che riesce a modificare interi articoli come se nulla fosse è la relatrice Coscia, che arriva e presenta delle riformulazioni che di fatto cambiano la forma degli articoli ma che assolutamente non variano la sostanza delle misure adottate che rimangono inaccettabili.
  A data certa, quella stabilita in base al regolamento del collegamento al DFE si vota la riforma del PD, perché tutto ciò è solo ed esclusivamente responsabilità del Partito Democratico. A fine maggio ci sono le elezioni e qualche insegnante decide di far capire con il voto che non è tanto d'accordo con la riforma del Governo. Nel frattempo il provvedimento arriva al Senato, ovviamente blindato, ma, non contento, il Governo pone la questione di fiducia al Senato. Scene drammatiche; ero con alcuni insegnanti sugli spalti a seguire l'esame del provvedimento: gente in lacrime, urla, disperazione, perché qualcuno di loro credeva ci potesse essere un miracolo, che qualcuno della maggioranza si ravvedesse e che non venisse votata la fiducia da tutti quanti e che magari il disegno di legge potesse addirittura decadere. Invece, così assolutamente non è stato.
  Quindi il provvedimento torna alla Camera, non blindato, ma blindatissimo. Il Parlamento è completamente esautorato, ancora una volta, in Commissione parlano solo le opposizioni, i deputati del PD, come bravi soldatini silenti, eseguono la volontà del Governo e nel frattempo qualcuno si accorge che il ddl «la Buona scuola» riporta pari pari la volontà della Fondazione Agnelli e la cosa passa quasi inosservata.
  In TV, i vari Renzi, Faraone, Giannini, Puglisi blaterano di autonomia, investimenti di miliardi. Anche oggi il collega D'Ottavio parlava di 1 miliardo di euro quest'anno e di 3 miliardi di euro l'anno prossimo, per un totale di 4 miliardi. Chi dice sette, chi dice dieci: insomma, i miliardi si moltiplicavano di volta in volta, come Gesù con i pani e i pesci, praticamente. Menzogne su menzogne su menzogne. Questa volta, però, pochi se le bevono. Le opposizioni raccontano la verità, i diretti interessati sono persone colte. Stiamo parlando di insegnanti, stiano parlando di presidi, stiamo parlando di persone non impreparate, che hanno studiato e approfondito il disegno di legge e che sanno che il Governo mente su tutto. Ora siamo qui e questi sono i primi otto minuti in cui riesco ad intervenire, ma non mi lamento, sono fortunato, perché, tra espulsioni e contingentamenti, un deputato della Repubblica si deve ritenere fortunato se riesce a fare un discorso di otto-dieci minuti su uno dei provvedimenti più importanti del Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Sono fortunato: otto minuti sono tanti in questi tempi così bui per la democrazia. D'altronde, si parla soltanto di istruzione, niente di importante; si sa, con la cultura e l'istruzione non si mangia. In realtà, questa è un'occasione persa, una grandissima occasione persa. Avremmo potuto fare qualcosa di veramente importante per gli studenti, rendere la scuola un posto più adeguato alle reali esigenze degli studenti. Mi accingo a concludere ripromettendomi Pag. 140di intervenire domani durante le votazioni dei pochi emendamenti che ci vengono concessi, perché ci è stato chiesto anche di segnalare ventisette emendamenti. Un gruppo di opposizione che rappresenta nove milioni di persone può discutere soltanto ventisette emendamenti. Su quei ventisette emendamenti e su quelli che vorranno presentare gli altri gruppi di opposizione, faremo valere tutte le nostre ragioni nel merito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche dei relatori e del Governo – A.C. 2994-B)

  PRESIDENTE. Prendo atto che i relatori di minoranza, deputati Gianluca Vacca e Annalisa Pannarale, e la relatrice per la maggioranza, deputata Coscia, rinunziano alle repliche.
  Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.

  STEFANIA GIANNINI, Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Grazie, Signor Presidente. Sia pur di fronte ad un'Aula vuota, ritengo necessario e doveroso intervenire in replica e a commento di questo lungo dibattito di cui l'atto conclusivo si è svolto oggi in quest'Aula ma di cui tutti abbiamo seguito con passione, sia la passione di chi ha contestato sia la passione di chi ha criticato sia la passione di chi ha costruito: un progetto educativo per una scuola migliore nel nostro Paese. Quindi, sento il bisogno di ringraziare innanzitutto tutti coloro che hanno operato con determinazione e con tenacia per il percorso e per il lavoro in Commissione e in Aula del disegno di legge sulla scuola. Sento il bisogno di ringraziare i presidenti delle Commissioni, in particolare la presidente Piccoli Nardelli, la relatrice per la maggioranza, i relatori di minoranza e tutti quei deputati che si sono impegnati, questo sì, in un percorso molto lungo, molto dibattuto, lungo più di un anno, per parlare di istruzione e per riportare questo Paese a concentrarsi, sotto la guida del Governo, sul tema dell'istruzione, dopo anni, dopo lunghi anni in cui questo non era avvenuto. Sento anche il bisogno, onorevoli deputati, gentili deputate, di mettere in evidenza come questo disegno di legge, alla fine, concentri, con un'operazione non facile, la sintesi di tutte le sensibilità che in esso sono confluite, con una volontà di concentrare su questo testo due fondamentali esigenze: il diritto allo studio e il dovere educativo. Il diritto all'istruzione, che ciascun individuo, in uno Stato democratico, ha come una delle prime istanze da manifestare dopo quella all'educazione all'interno di un nucleo familiare, che non solo gli dà la vita ma lo accoglie e lo accompagna verso la vita esterna, e il dovere educativo, che è quello dello Stato, quello di chi deve guidare questo processo, garantendo a ciascun individuo l'esercizio di questo diritto.
  Questo disegno di legge si ispira fondamentalmente a questi due principi. Non se ne è molto discusso in questo lungo dibattito che ho seguito e abbiamo seguito come Governo in questi mesi puntualmente, ma è importante ricordarlo e quando parlo di diritto allo studio non mi riferisco soltanto alla pur importante delega, inserita nel disegno di legge, che è stata una delle prime istanze accolte dal Governo anche e soprattutto per la richiesta esplicita che gli studenti, che abbiamo ricevuto e ascoltato con cui ci siamo confrontati costantemente, ci hanno formulato. Quando parlo di diritto all'istruzione intendo riferirmi, lo ha detto anche stasera qualcuno in questa Aula, ad un principio di rango costituzionale, a quel principio di rango costituzionale che fa sì che il tema dell'istruzione sia un diritto fondamentale della persona come il diritto alla salute, il diritto alla libertà d'espressione, il diritto alla professione della fede di qualunque tipo essa sia.
  Questo stesso principio è quello che ci impone oggi di ritornare a investire sulla scuola, a investire sì – e questo è un dato certo, un dato oggettivo, normato già dalla Pag. 141legge di stabilità, ma ripuntualizzato da questo disegno di legge che verrà votato in questa Aula nelle prossime ore in via definitiva – con risorse finanziarie, i tre miliardi, uno quest'anno e gli altri a regime a partire dal prossimo anno, i miliardi già stanziati dal Governo in una precedente azione, indipendente dalla legge in questione, per l'edilizia scolastica (i conti non li faccio perché sono stati fatti troppe volte e i numeri sono molto precisi e già indicati e in esercizio di apertura dei cantieri di ripristino di edifici che ne hanno un bisogno drammatico per una trascuratezza di decenni che conosciamo e che abbiamo scontato), ma è anche un dovere di investire con risorse culturali, umane a potenziamento del progetto educativo per il nostro Paese. Questo è il principio fondamentale a cui si ispira questo sforzo enorme che abbiamo fatto insieme e che faremo insieme, perché questo è il punto di partenza di un processo che poi vede – l'ha detto se non ricordo male tra gli altri l'onorevole Binetti oggi – nel momento dell'attuazione, come avviene normalmente per tutte le leggi, la prova della verità e la possibilità di far sì che la legge sia uno strumento effettivo, efficace, ispirato ai principi che l'hanno costruita oppure che rimanga un elemento sterile, appoggiata ad una carta, come molto spesso è accaduto nel mondo della scuola e anche nel mondo della scuola italiana.
  La convinzione che abbiamo messo quindi nell'esercizio di questo diritto allo studio per tutti i cittadini italiani, i ragazzi italiani, gli studenti italiani, per quelli che sono nella scuola e per quelli che perdiamo ogni anno nella scuola con gli indici drammatici di dispersione scolastica che non sono adeguati, direi, ad un Paese avanzato e democratico come il nostro, ecco questo esercizio significa soprattutto mirare ad una formazione di qualità che sia una formazione valutata e valutabile, che sia una formazione che coniuga nello stesso modello educativo il sistema della conoscenza, la preparazione teorica che le discipline ispirate a principi speculativi che ci derivano da una tradizione antica si possano e si debbano coniugare immediatamente con una competenza pratica applicata non per aziendalismo modaiolo o di facile lettura e mala interpretazione, ma per dare a tutti gli studenti la possibilità di avere quella antica capacità di tradurre la conoscenza in competenze; questo significa far sì che quel sapere teorico si possa e si debba sviluppare in tutte quelle competenze che la società richiede, ma che lo stesso individuo che in quella società deve operare, deve lavorare, deve essere un cittadino consapevole e maturo; ha, direi, la libertà, il diritto di possedere solo e soltanto se può passare attraverso una scuola in grado di fare questo.
  E allora non c’è una rinuncia a un modello a cui non siamo affezionati per amore di tradizione ma nel cui valore tuttora crediamo, il modello humboldtiano del sapere unico, del sapere che coniuga la dottrina e il metodo come principi fondamentali. C’è la consapevolezza che questo modello ha necessità di essere aggiornato, ha necessità di entrare in un dibattito costante con la società in cui i nostri ragazzi, quelli che entrano a scuola quest'anno, il 1o settembre 2015, e quelli che sono già stati iscritti negli anni in cui il dovere educativo nel nostro Paese è stato abbandonato, è stato trascurato, è stato, diciamo, sottoposto e rimandato rispetto ad altre priorità, ecco tutti questi ragazzi devono trovare nella scuola questa possibilità straordinaria, unica e ineludibile.
  E, allora, i principi a cui si ispirano questi primi 60 commi, dove la trasformazione degli articoli in un maxiemendamento ha portato a questa nuova numerazione, sono chiaramente espressi in una formula che, siamo convinti, se attuata con convinzione, con passione e con rielaborazione attiva diventerà lo strumento dell'autonomia scolastica e la società italiana, quella di domani, quella che deve ripartire, quella di cui si sta parlando anche in queste ore in altre sedi – perché non è solo un problema italiano ma è un problema europeo, è un problema della civiltà, lasciatemi dire, occidentale – potrà trovare il suo punto di ripartenza.Pag. 142
  Però, dicevo, accanto al rango costituzionale del diritto allo studio per ogni Governo che creda che l'istruzione sia la base, la base della costituzione di una società migliore, c’è l'esercizio necessario del dovere educativo. Il dovere educativo, dobbiamo ammetterlo senza alcun riferimento critico o polemico ai Governi che ci hanno preceduto, non è stato esercitato con continuità nel nostro Paese, ma è stato esercitato in maniera saltuaria, in maniera discontinua, con la traduzione, quindi, di questa discontinuità in una situazione che tutti in quest'Aula, così come nell'Aula del Senato, abbiamo riconosciuto essere una situazione fragile, una situazione che ha generato instabilità didattica, una situazione che ha generato povertà e fragilità della condizione di chi insegna nelle scuole italiane. Abbiamo detto tutti che la figura dell'insegnante, insieme a quella dello studente – ed è quasi una tautologia quella che dico – sono il centro, la base del processo di apprendimento, quindi l'anima della scuola di cui anche oggi ho sentito parlare.
  E allora, se questo è vero, noi questo dovere educativo abbiamo cominciato a riesercitarlo da subito, nell'insediamento di questo Governo, e l'abbiamo fatto rimettendo l'istruzione al centro. L'abbiamo fatto stanziando risorse, l'abbiamo fatto cercando di fare un'operazione semplice ad essere formulata, ma complessa ad essere realizzata: restituire normalità alla scuola italiana. Restituire normalità significa restituire alla scuola italiana quei 70 mila insegnanti che sono stati tolti dal 2009 al 2011; significa dare la certezza, a chi dirige le scuole, di quale sarà il corpo docente di cui dispone; significa dare agli insegnanti, agli studenti, alle famiglie, quindi a tutti coloro che sono doverosamente coinvolti in prima persona nel processo educativo, la certezza di quale progetto formativo quella singola scuola è in grado e sarà in grado di sviluppare, a partire da un rinnovato esercizio di questo dovere educativo.
  E allora diciamo che c’è il ripristino della normalità, la volontà di mettere risorse culturali, risorse umane e risorse finanziarie all'interno di uno stesso provvedimento e far sì che alcuni principi cardine, che hanno suscitato un dibattito acceso, anche aspro in qualche caso, devono restare i principi cardine del sistema educativo italiano e, cioè, la valutazione, la trasparenza e un principio di uguaglianza che non sia pericolosamente confuso con un egualitarismo di cui questo Paese ha sofferto e dei cui fallimenti stiamo ancora pagando le conseguenze, perché il peggiore nemico dell'uguaglianza è il falso egualitarismo e da questo la scuola, prima di altri sistemi, ha subito la propria ferita più grave.
  Ecco, quindi il ripristino di un principio di trasparenza assoluta e di valutazione possibile a tutti i livelli del sistema scolastico, la discussione che si è aperta nelle Aule del Senato e nelle Aule della Camera per far sì che questo sistema di valutazione entri a regime con possibili modifiche e miglioramenti, seguendo un dibattito internazionale, che si concentra su questo stesso tema ormai da molti anni e che nel nostro Paese è rimasto sempre in uno scaffale separato dall'attività didattica e dall'attività pratica che si svolge nelle scuole. Non so di chi sia la responsabilità qui, non è questo che ci interessa, ma è un dato oggettivo che ciò sia avvenuto. Ecco, questi principi significano con molta semplicità ricostituire, attraverso una normalizzazione delle anomalie, il grande piano assunzionale e il ripristino della formula del concorso da domani e per sempre come flusso costante e possibile per tutti i giovani che vogliano fare l'insegnante, che è un mestiere straordinario, per scelta e non per necessità o ripiego, come molte volte è capitato, senza peraltro averne la certezza. Questi principi devono portarci a dare al profilo di questa legge la sua veste reale, perché c’è anche un momento in cui si deve dare ai cittadini che ci ascoltano, ai cittadini che dovranno anche valutare l'esito di quell'atto di democrazia sostanziale, che quest'Aula farà nei prossimi giorni votando definitivamente questo provvedimento di legge. Ricordo che questa non è la sede della politica, ma è la sede della democrazia. Pag. 143Ecco, allora noi dobbiamo ripristinare un principio di verità su quanto è contenuto e su quanto non è contenuto, e si badi che quello che non è contenuto è assolutamente integrabile, è assolutamente la parte manchevole che in ogni progetto è immancabilmente presente e da cui si dovrà partire per arrivare ad un completamento che richiederà sicuramente degli anni. Ma io credo che l'autonomia responsabile della scuola, basata, come è stato più volte ricordato, anche oggi in quest'Aula e durante tutto questo lungo dibattito, sulla possibilità di trasformare un sistema solido di conoscenza, che già la scuola italiana oggi quasi sempre garantisce, in un sistema di competenze che siano applicabili e spendibili non sul mercato, ma nella vita e nell'esercizio di una vita attiva da parte dei cittadini adulti e consapevoli domani, la possibilità e la necessità che la scuola sia un sistema inclusivo, che non stigmatizza la differenza, ma la trasforma in una possibilità di conoscenza dell'altro e di possibilità di trovare strumenti che facciano sì che l'altro e il diverso, di qualunque diversità si parli, siano assolutamente inseriti allo stesso livello nella stessa comunità. Ricordo che questo è il primo disegno di legge che affronta in maniera strutturale e permanente e scientificamente fondata il tema dell'integrazione linguistica e culturale dei bambini stranieri che sfiorano, anzi superano di qualche centesimo il 10 per cento nelle scuole italiane. Ecco, una scuola inclusiva che possa diventare anche competitiva, ma non nel senso concorrenziale che è stato in maniera fastidiosamente caricaturale ripresentato in molte occasioni, nel senso di quella competitività che si coniuga con la cooperazione e che fa sì che l'istruzione, la scienza, quando poi l'istruzione diventa qualcosa di più, diventa un'ansia di ricerca che fa magari di quello un mestiere – e mi auguro che molti di questi studenti possano rincorrere questo sogno e realizzarlo – ecco, quando un Paese decide di investire immaginando un progetto educativo basato su questi principi, io credo che si possa sicuramente contestare il merito di alcuni punti e si possa sicuramente discutere la possibilità che questi punti specifici possano essere migliorati e integrati. Le due Aule del Parlamento hanno sostanzialmente – e personalmente vi ringrazio anche di questo – fatto questo tipo di lavoro egregiamente, ma io credo che non si possa disconoscere che questo non è un tentativo di intervenire proceduralmente sulla scuola, come è stato fatto negli anni passati in molte occasioni, senza avere il coraggio dell'investimento culturale, umano e finanziario. Io quindi credo che il Governo, signor Presidente, affidi a partire da domani, quando sarà il momento della votazione sugli emendamenti e poi della votazione finale, a questo atto di democrazia sostanziale uno dei progetti più importanti dal punto di vista della valenza politico-culturale della legislatura con gratitudine e con umiltà.

  PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea, aggiornamento del programma e annunzio della Comunicazione del Parlamento in sede comune (ore 23,10).

  PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, la convocazione delle Commissioni permanenti, già prevista per mercoledì 8 luglio 2015, al fine di procedere al loro rinnovo biennale, avrà luogo martedì 21 luglio 2015, con due turni di convocazione (rispettivamente alle ore 13 per le Commissioni dalla I alla VII ed alle ore 14 per le Commissioni dall'VIII alla XIV).
  La discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 3201 – Conversione in legge del decreto-legge 27 giugno 2015, n. 83, recante misure urgenti in materia fallimentare, civile e processuale civile e di organizzazione e funzionamento dell'amministrazione giudiziaria (da inviare al Senato – scadenza: 26 agosto 2015) avrà luogo lunedì 20 luglio ed il seguito dell'esame da martedì 21 luglio, con priorità rispetto agli altri argomenti già previsti.Pag. 144
  La discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 3210 – Conversione in legge del decreto-legge 4 luglio 2015, n. 92, recante misure urgenti in materia di rifiuti e di autorizzazione integrata ambientale, nonché per l'esercizio dell'attività d'impresa di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale (da inviare al Senato – scadenza: 2 settembre 2015) avrà luogo lunedì 27 luglio ed il seguito dell'esame da martedì 28 luglio, con priorità rispetto al disegno di legge S. 1977 – Conversione in legge del decreto-legge 19 giugno 2015, n. 78, recante disposizioni urgenti in materia di enti territoriali (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 18 agosto 2015).
  Il Parlamento in seduta comune sarà convocato nel pomeriggio di giovedì 16 luglio, in orario da definire, per l'elezione di tre giudici della Corte costituzionale.
  Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Proposta di trasferimento a Commissione in sede legislativa di proposte di legge.

  PRESIDENTE. Comunico che sarà iscritta all'ordine del giorno della seduta di domani l'assegnazione, in sede legislativa, delle seguenti proposte di legge, delle quali la sotto indicata Commissione, cui erano state assegnate in sede referente, ha chiesto, con le prescritte condizioni, il trasferimento alla sede legislativa, che proporrò alla Camera a norma del comma 6 dell'articolo 92 del Regolamento:

  alla XII Commissione (Affari sociali):
   FUCCI: «Modifica all'articolo 31 del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2009, n. 14, concernente l'indennizzo in favore delle persone affette da sindrome da talidomide» (263);
   PIAZZONI ed altri: «Modifica all'articolo 31 del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2009, n. 14, concernente l'indennizzo in favore delle persone affette da sindrome da talidomide» (843);
   MIOTTO ed altri: «Modifica all'articolo 31 del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2009, n. 14, concernente l'indennizzo in favore delle persone affette da sindrome da talidomide» (858).
  (La Commissione ha elaborato un testo unificato).

Sull'ordine dei lavori (ore 23,13).

  GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Presidente, oggi si sono svolti a Catania i funerali di 13 migranti, morti nel canale di Sicilia il 18 aprile. È stato personalmente il Presidente del Consiglio che ha voluto e determinato il recupero dei corpi e una degna sepoltura per questi giovani (avevano tutti un'età tra 20 e 30 anni).
  Questa sepoltura è stata data nella città di Catania, nel cimitero, e a Catania si sono trovati insieme a pregare cattolici e musulmani, ma anche le istituzioni, con sobrietà, hanno reso omaggio ai migranti per una tragedia che ha visto morire uomini che tentavano di venire in Italia per avere una vita diversa, per cercare un lavoro.
  Si parla molto spesso, in questo periodo, di Grecia: nella cultura greca uno dei delitti peggiori è non dare sepoltura ai morti. La città di Catania è una città difficile e complessa; oggi ha dato sicuramente un segno di grande civiltà, ed è per questo che ho preso, signor Presidente, la parola, per rendere omaggio a quei migranti, ma anche per testimoniare il livello istituzionale che oggi la città di Catania rappresenta.

Pag. 145

Per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo.

  SIMONE VALENTE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SIMONE VALENTE. Grazie, Presidente, vorrei solo sollecitare l'interrogazione n. 4-07822.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Mercoledì 8 luglio 2015, alle 9,30:

  (ore 9,30 e ore 16)

  1. – Assegnazione a Commissione in sede legislativa delle proposte di legge nn. 263, 843 e 858.

  2. – Seguito della discussione del disegno di legge:
   Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (C. 2994-B).
  — Relatori: Coscia, per la maggioranza; Vacca e Pannarale, di minoranza.

  3. – Seguito della discussione delle mozioni Bechis ed altri n. 1-00937, Rampelli ed altri n. 1-00938 e Bergamini, Cozzolino ed altri n. 1-00940 concernenti iniziative di competenza in relazione alla vicenda della cooperativa «il Forteto».

  (ore 15)

  4. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PROPOSTE DI LEGGE DI CUI SI PROPONE L'ASSEGNAZIONE A COMMISSIONE IN SEDE LEGISLATIVA
  alla XII Commissione (Affari sociali):
   FUCCI: «Modifica all'articolo 31 del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2009, n. 14, concernente l'indennizzo in favore delle persone affette da sindrome da talidomide» (263);
   PIAZZONI ed altri: «Modifica all'articolo 31 del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2009, n. 14, concernente l'indennizzo in favore delle persone affette da sindrome da talidomide» (843);
   MIOTTO ed altri: «Modifica all'articolo 31 del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2009, n. 14, concernente l'indennizzo in favore delle persone affette da sindrome da talidomide» (858).

  (La Commissione ha elaborato un testo unificato).

  La seduta termina alle 23,15.

TESTO INTEGRALE DELLA RELAZIONE DELLA DEPUTATA MARIA COSCIA IN SEDE DI DISCUSSIONE SULLE LINEE GENERALI DEL DISEGNO DI LEGGE N. 2994-B.

  MARIA COSCIA, Relatrice per la maggioranza. Sig. Presidente, rappresentante del Governo, colleghe e colleghi, questa sera ritorniamo ad esaminare, in seconda lettura, il testo del disegno di legge proposto dal governo sulla «riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti».
  Come è noto Il disegno di legge, A.C. n. 2992, è stato già approvato con modifiche in prima lettura dall'aula il Pag. 14620.05.2015 e con modifiche anche dal Senato, A.S. n. 1934, il 25 giugno scorso.
  Se la Camera aveva apportato, rispetto al testo del Governo, significative e, a mio avviso, modifiche notevolmente migliorative credo di poter dire che il Senato ha proseguito l'opera facendo un ulteriore lavoro di miglioramento del testo.
  Dunque, il Parlamento nel suo insieme ha svolto pienamente il suo ruolo, prima ascoltando con numerose audizioni le tante realtà rappresentative del mondo della scuola, dalle organizzazioni sindacali, alle tante associazioni e realtà rappresentative del personale, degli studenti, dei genitori. Sono state audite circa 90 realtà alla Camera e 60 al Senato, poi esaminando il provvedimento con la discussione di migliaia di emendamenti presentati sia dalla maggioranza che dai gruppi di opposizione. Numerosi emendamenti presentati sia dalla maggioranza che dalle opposizioni sono stati accolti con il pieno assenso del governo. Si tratta di emendamenti che in gran parte tenevano conto dei suggerimenti e delle critiche che venivano dal mondo della scuola.
  I contenuti fondamenti del provvedimento sono quindi già noti a quest'aula. Voglio in particolare sottolineare il fatto che con questo provvedimento, dopo anni di tagli, si torna ad investire sull'istruzione: 1 miliardo in più quest'anno e 3 miliardi in più nel 2016 che saranno stabilizzati negli anni successivi. Così anche con questo disegno di legge si impegnano altre risorse in più sull'edilizia scolastica.
  Con questa riforma si rimette al centro della società della conoscenza la scuola e l'affermazione del suo ruolo fondamentale per il rilancio economico e lo sviluppo delle nostro paese e per la costruzione di un nuovo futuro per i nostri giovani.
  Il rilancio e la piena attuazione dell'autonomia scolastica costituisce il nucleo portante della legge per perseguire le seguenti finalità: innalzare i livelli di conoscenze e di competenze di tutte le studentesse e studenti; prevenire e recuperare gli abbandoni e la dispersione scolastica combattere le diseguaglianze sociali, culturali e territoriali realizzare una scuola inclusiva, aperta e accogliente per tutti; promuovere pari opportunità di successo formativo per tutti gli studenti e i cittadini; un nuovo rapporto tra scuola e lavoro; lo sviluppo della scuola digitale; valorizzare la sua funzione fondamentale di comunità educante, il ruolo fondamentale della collegialità ma con la chiarezza delle competenze e delle responsabilità a partire dal quelle del dirigente scolastico, dalla valorizzazione della professionalità degli insegnanti sia a livello individuale che collegiale, nel rispetto della libertà di insegnamento.
  Insomma una scuola, capace di valorizzare e ricondurre a sistema le tante buone pratiche diffuse nelle varie realtà scolastiche del paese e capace di accogliere una nuova forte spinta verso il cambiamento e l'innovazione.
  Delle modifiche apportate da questo ramo del Parlamento abbiamo già parlato in sede di prima lettura.
  Ritengo oggi utile evidenziare alcuni punti su cui è intervenuto il Senato e rinvio alla scheda predisposta dall'Ufficio Studi per gli ulteriori approfondimenti.
  In particolare ricordo che è stata modificata la composizione del comitato per la valutazione dei docenti: il numero degli stessi passa da due a tre, di cui due scelti dal collegio dei docenti e uno dal consiglio di istituto, e viene aggiunto un componente esterno individuato dall'Ufficio scolastico regionale.
  Il comitato, dunque, è presieduto dal dirigente scolastico ed è costituito dai seguenti componenti:
   a) tre docenti dell'istituzione scolastica, di cui due scelti dal collegio dei docenti e uno dal consiglio di istituto;
   b) due rappresentanti dei genitori, per la scuola dell'infanzia e per il primo ciclo di istruzione; un rappresentante degli studenti e un rappresentante dei genitori, per il secondo ciclo di istruzione, scelti dal consiglio di istituto;
   c) un componente esterno individuato dall'Ufficio scolastico regionale tra docenti, dirigenti scolastici e dirigenti tecnici.

  È stata, inoltre, introdotta una norma che prevede che al termine del triennio Pag. 1472016-2018, gli Uffici scolastici regionali inviano al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca una relazione sui criteri adottati dalle istituzioni scolastiche per il riconoscimento del merito dei docenti. Sulla base delle relazioni ricevute, un apposito Comitato tecnico scientifico nominato dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, previo confronto con le parti sociali e le rappresentanze professionali, predispone le linee guida per la valutazione del merito dei docenti a livello nazionale. Tali linee guida sono riviste periodicamente, su indicazione del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della ricerca sulla base delle evidenze che emergono dalle relazioni degli Uffici scolastici regionali.
  Per quanto riguarda i dirigenti scolastici si prevede, altresì, che nell'individuazione degli indicatori per la valutazione del dirigente scolastico si tenga conto del contributo del dirigente al perseguimento dei risultati per il miglioramento del servizio scolastico previsti nel rapporto di autovalutazione e dei seguenti criteri generali:
   a) competenze gestionali ed organizzative finalizzate al raggiungimento dei risultati, correttezza, trasparenza, efficienza ed efficacia dell'azione dirigenziale, in relazione agli obiettivi assegnati nell'incarico triennale;
   b) valorizzazione dell'impegno e dei meriti professionali del personale dell'istituto, sotto il profilo individuale e negli ambiti collegiali;
   c) apprezzamento del proprio operato all'interno della comunità professionale e sociale;
   d) contributo al miglioramento del successo formativo e scolastico degli studenti e dei processi organizzativi e didattici, nell'ambito dei sistemi di autovalutazione, valutazione e rendicontazione sociale;
   e) direzione unitaria della scuola, promozione della partecipazione e della collaborazione tra le diverse componenti della comunità scolastica, dei rapporti con il contesto sociale e nella rete di scuole.
  Si prevede, inoltre, che gli incarichi per le funzioni ispettive siano conferiti con procedura pubblica mediante valutazione comparativa dei curricula e previo avviso pubblico, da pubblicarsi sul sito del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, che renda conoscibili il numero dei posti e la loro ripartizione tra amministrazione centrale e Uffici scolastici regionali, nonché i criteri di scelta da adottare per la valutazione comparativa.
  Novità importanti sono state introdotte anche sulla proposta di incarico ai docenti: il dirigente scolastico deve tener conto anche della precedenza nell'assegnazione della sede ai sensi della legge 5 febbraio 1992, n. 104; il rinnovo dell'incarico al docente è automatico purché in coerenza con il piano dell'offerta formativa.
  Sulla riduzione del numero di alunni e di studenti per classe, già prevista nel testo approvato dalla Camera, si precisa che essa può essere disposta dal dirigente scolastico anche in rapporto alle esigenze formative degli alunni con disabilità.
  Sull'utilizzo dei docenti si chiarisce che il dirigente scolastico può utilizzare i docenti in classi di concorso diverse da quelle per le quali sono abilitati, purché non siano disponibili nell'ambito territoriale docenti abilitati in quelle classi di concorso.
  Viene confermato il piano straordinario di assunzione a tempo indeterminato di oltre 100.000 docenti per l'anno scolastico 2015/2016 per le istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e grado. Il piano prevede la copertura di tutti i posti comuni e di sostegno dell'organico di diritto, rimasti vacanti e disponibili all'esito delle operazioni di immissione in ruolo effettuate per il medesimo anno scolastico. Per l'anno scolastico 2015/2016, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca è, altresì, autorizzato a coprire gli ulteriori posti di potenziamento previsti dalla legge.
  Pertanto, sono assunti a tempo indeterminato:
   a) i vincitori e gli idonei del concorso del 2012;Pag. 148
   b) gli iscritti nelle graduatorie a esaurimento.

  Al piano straordinario di assunzioni si provvede secondo le seguenti modalità e fasi:
   a) i vincitori e gli idonei del concorso del 2012 e gli iscritti nelle graduatorie a esaurimento sono assunti entro il 15 settembre 2015, nel limite dei posti vacanti e disponibili in organico di diritto;
   b) i vincitori e gli idonei del concorso del 2012 e gli iscritti nelle graduatorie a esaurimento che non risultino destinatari della proposta di assunzione di cui alla lettera a), sono assunti, con decorrenza giuridica al primo settembre 2015, nel limite dei posti vacanti e disponibili in organico di diritto che residuano;
   c) i vincitori e gli idonei del concorso del 2012 e gli iscritti nelle graduatorie a esaurimento che non risultano destinatari della proposta di assunzione di cui alle lettere a) o b), sono assunti, con decorrenza giuridica al primo settembre 2015, nel limite dei posti di potenziamento.

  Per i soggetti di cui alle lettere a) e b), l'assegnazione alla sede avviene al termine della relativa fase, salvo che siano titolari di contratti di supplenza diversi da quelle brevi e saltuarie, nel qual caso avviene al primo settembre 2016 per i soggetti impegnati in supplenze annuali e al primo luglio 2016 ovvero al termine degli esami conclusivi dei corsi di studio della scuola secondaria di secondo grado, per il personale titolare di supplenze sino al termine delle attività didattiche.
  La decorrenza economica del relativo contratto di lavoro consegue alla presa di servizio presso la sede assegnata.
  Inoltre, sono state apportate due importanti modifiche anche allo School Bonus con l'introduzione: del cosiddetto fondo di perequazione con la destinazione del 10 per cento delle erogazioni in denaro alle scuole con meno risorse; del tetto al credito di imposta. Si precisa che le spese per le erogazioni liberali sono ammesse in detrazione nel limite dell'importo massimo di euro 100.000 per ciascun periodo di imposta.
  A sostegno di tutti gli istituti superiori di musicali ex pareggiati (non più solo per quelli in gravi difficoltà finanziarie) è stata aumentata l'autorizzazione di spesa per il 2015 (da 1 a 2,9 milioni di euro) e quella a decorrere dal 2016 (da 3 a 5 milioni di euro).
  Due modifiche sono state introdotte per gli Istituti tecnici Superiori: il patrimonio richiesto ai fini del riconoscimento della personalità giuridica è stato ridotto da un importo non inferiore a 100.000 euro a un importo non inferiore a 50.000 euro; la possibilità per le fondazioni di attivare altri percorsi di formazione se dotati di un patrimonio non inferiore a 100.000 euro.
  Sulla delega 0-6, si prevede, fra le altre cose, che per la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni della scuola dell'infanzia e dei servizi educativi per l'infanzia, la copertura dei posti della scuola dell'infanzia per l'attuazione del piano d'azione per il sistema integrato avvenga anche attraverso la graduatoria a esaurimento per il medesimo grado di istruzione.
  Infine, sulla Carta dello Studente, si prevede il suo potenziamento al fine di attestare attraverso la stessa lo status di Studente e rendere possibile l'accesso a programmi relativi a beni e servizi di natura culturale, a servizi per la mobilità nazionale e internazionale, ad ausili di natura tecnologica per lo studio e per l'acquisto di materiale scolastico, nonché la possibilità di associare funzionalità aggiuntive per strumenti di pagamento attraverso borsellino elettronico.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Moz. Colletti e a. 1-921 397 379 18 190 134 245 99 Resp.
2 Nom. Moz. Sberna e a. 1-924 n.f. 395 373 22 187 299 74 99 Appr.
3 Nom. Moz. Binetti e a. 1-926 n.f. rif. 407 312 95 157 312 98 Appr.
4 Nom. Moz. Rondini e a. 1-927 407 335 72 168 68 267 98 Resp.
5 Nom. Moz. Bazoli e a. 1-928 409 387 22 194 312 75 98 Appr.
6 Nom. Moz. Palese 1-930 408 407 1 204 159 248 97 Resp.
7 Nom. Moz. Paglia e a. 1-931 411 401 10 201 147 254 97 Resp.
8 Nom. Moz. Matarrese e a. 1-932 411 335 76 168 313 22 97 Appr.
9 Nom. Moz. Rampelli e a. 1-939 413 411 2 206 157 254 97 Resp.
10 Nom. Risoluz. Pili 6-154 416 413 3 207 161 252 97 Resp.
11 Nom. Ddl 3201 – quest. preg. nn. 1,2,3 395 394 1 198 149 245 97 Resp.
12 Nom. Pdl 2985-A ed abb. – em. 1.7 391 374 17 188 134 240 97 Resp.
13 Nom. em. 1.4 392 390 2 196 147 243 97 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1.10 401 397 4 199 148 249 97 Resp.
15 Nom. em. 1.6 403 401 2 201 150 251 97 Resp.
16 Nom. em. 1.1 396 393 3 197 144 249 97 Resp.
17 Nom. em. 1.2 405 403 2 202 154 249 97 Resp.
18 Nom. articolo 1 406 321 85 161 319 2 96 Appr.
19 Nom. em. 2.1 406 402 4 202 154 248 96 Resp.
20 Nom. em. 2.7 406 404 2 203 154 250 96 Resp.
21 Nom. em. 2.4 398 392 6 197 151 241 96 Resp.
22 Nom. em. 2.6 404 402 2 202 154 248 96 Resp.
23 Nom. em. 2.8 386 384 2 193 149 235 96 Resp.
24 Nom. articolo 2 406 311 95 156 301 10 96 Appr.
25 Nom. articolo agg. 2.01 405 328 77 165 85 243 96 Resp.
26 Nom. em. 3.19 404 330 74 166 83 247 96 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 3.24 398 393 5 197 150 243 96 Resp.
28 Nom. em. 3.25 399 394 5 198 151 243 96 Resp.
29 Nom. em. 3.26 408 407 1 204 160 247 96 Resp.
30 Nom. em. 3.27 411 407 4 204 151 256 96 Resp.
31 Nom. em. 3.7 403 401 2 201 156 245 96 Resp.
32 Nom. em. 3.5 400 397 3 199 145 252 95 Resp.
33 Nom. em. 3.6 408 406 2 204 153 253 95 Resp.
34 Nom. em. 3.9, 3.70 395 392 3 197 148 244 95 Resp.
35 Nom. em. 3.32 385 384 1 193 137 247 102 Resp.
36 Nom. em. 3.33 410 407 3 204 136 271 100 Resp.
37 Nom. em. 3.35 405 403 2 202 139 264 100 Resp.
38 Nom. em. 3.34 413 411 2 206 150 261 100 Resp.
39 Nom. em. 3.10 403 401 2 201 152 249 100 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 3.36 416 412 4 207 153 259 100 Resp.
41 Nom. em. 3.37 416 414 2 208 149 265 100 Resp.
42 Nom. em. 3.40 422 421 1 211 154 267 100 Resp.
43 Nom. em. 3.39 411 407 4 204 147 260 100 Resp.
44 Nom. em. 3.41 423 422 1 212 152 270 99 Resp.
45 Nom. em. 3.45 422 420 2 211 153 267 99 Resp.
46 Nom. em. 3.103 419 415 4 208 153 262 99 Resp.
47 Nom. em. 3.46 424 420 4 211 154 266 99 Resp.
48 Nom. em. 3.49 419 415 4 208 155 260 98 Resp.
49 Nom. em. 3.48 425 422 3 212 157 265 98 Resp.
50 Nom. em. 3.100 420 418 2 210 156 262 98 Resp.
51 Nom. em. 3.11 425 421 4 211 157 264 98 Resp.
52 Nom. em. 3.12 421 419 2 210 154 265 98 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 3.72 416 415 1 208 154 261 98 Resp.
54 Nom. em. 3.50 414 413 1 207 153 260 98 Resp.
55 Nom. em. 3.55 421 420 1 211 158 262 98 Resp.
56 Nom. em. 3.51 417 414 3 208 151 263 98 Resp.
57 Nom. em. 3.13 415 414 1 208 151 263 98 Resp.
58 Nom. em. 3.52 418 416 2 209 152 264 98 Resp.
59 Nom. em. 3.53 413 411 2 206 152 259 97 Resp.
60 Nom. em. 3.14 415 413 2 207 152 261 97 Resp.
61 Nom. em. 3.54 423 421 2 211 157 264 97 Resp.
62 Nom. em. 3.56 422 420 2 211 157 263 97 Resp.
63 Nom. em. 3.15 416 415 1 208 156 259 96 Resp.
64 Nom. em. 3.57 420 416 4 209 158 258 96 Resp.
65 Nom. em. 3.60 416 414 2 208 153 261 96 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 3.62 416 414 2 208 153 261 96 Resp.
67 Nom. em. 3.65 416 414 2 208 156 258 96 Resp.
68 Nom. em. 3.73 425 422 3 212 157 265 96 Resp.
69 Nom. em. 3.23 404 402 2 202 149 253 96 Resp.
70 Nom. em. 3.66 420 419 1 210 156 263 96 Resp.
71 Nom. em. 3.68 412 412 207 160 252 96 Resp.
72 Nom. em. 3.102 397 396 1 199 144 252 96 Resp.
73 Nom. articolo 3 420 327 93 164 325 2 95 Appr.
74 Nom. articolo agg. 3.03 415 394 21 198 147 247 95 Resp.
75 Nom. articolo agg. 3.025 416 415 1 208 163 252 95 Resp.
76 Nom. articolo agg. 3.012 423 422 1 212 159 263 95 Resp.
77 Nom. articolo agg. 3.021 423 421 2 211 162 259 95 Resp.
78 Nom. articolo agg. 3.01 408 406 2 204 152 254 95 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. articolo agg. 3.0101 411 410 1 206 155 255 95 Resp.
80 Nom. articolo agg. 3.020 420 419 1 210 157 262 95 Resp.
81 Nom. articolo agg. 3.016 409 408 1 205 152 256 95 Resp.
82 Nom. articolo agg. 3.023 412 410 2 206 153 257 95 Resp.
83 Nom. articolo agg. 3.06 412 410 2 206 150 260 95 Resp.
84 Nom. articolo agg. 3.011 412 410 2 206 148 262 95 Resp.
85 Nom. articolo agg. 3.010 414 413 1 207 152 261 95 Resp.
86 Nom. articolo agg. 3.0100 412 410 2 206 151 259 95 Resp.
87 Nom. em. 4.101 407 406 1 204 404 2 95 Appr.
88 Nom. articolo 4 404 402 2 202 396 6 95 Appr.
89 Nom. articolo 5 412 410 2 206 410 95 Appr.
90 Nom. em. 6.3 406 405 1 203 151 254 95 Resp.
91 Nom. em. 6.4 398 398 200 150 248 95 Resp.
INDICE ELENCO N. 8 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 94)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nom. em. 6.1 398 396 2 199 149 247 95 Resp.
93 Nom. articolo 6 407 404 3 203 307 97 95 Appr.
94 Nom. Pdl 2985-A ed abb. – voto finale 392 302 90 152 296 6 91 Appr.