Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 453 di giovedì 2 luglio 2015

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

  La seduta comincia alle 9,35.

  CATERINA PES, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Boccia, Bonafede, Michele Bordo, Caparini, Dambruoso, Dellai, Di Lello, Gregorio Fontana, Fraccaro, Galati, Gitti, Gozi, Guerra, Lauricella, Merlo, Molea, Pisicchio, Rampelli, Realacci, Rosato, Sanga, Schullian, Tabacci e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1758 – Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2014 (Approvato dal Senato) (A.C. 3123) (ore 9,38).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2014.
  Ricordo che, nella seduta di ieri, è stato da ultimo approvato l'articolo 13.

Preavviso di votazioni elettroniche
(ore 9,39).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Esame dell'articolo 14 – A.C. 3123)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3123).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

Pag. 2

  PAOLO TANCREDI, Relatore. Signor Presidente il parere della Commissione sugli emendamenti riferiti all'articolo 14 sono tutti contrari.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 10.

  La seduta, sospesa alle 9,40, è ripresa alle 10.

  PRESIDENTE. Ricordo che, prima della sospensione della seduta, il relatore e il Governo hanno espresso il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 14.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Zolezzi 14.9.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nardi. Ne ha facoltà.

  MARTINA NARDI. Signor Presidente, in merito all'emendamento Zolezzi 14.9 in Commissione ambiente abbiamo approfondito questo tema perché si tratta di un tema molto importante, ossia quello della valutazione ambientale strategica anche con riferimento alla possibilità di inserire in questo disegno di legge di delegazione europea una procedura più codificata. Abbiamo deciso di respingerlo anche alla luce di ciò che il Governo ci ha detto durante la discussione di questo disegno di legge, soprattutto mettendoci al corrente di certi aspetti; con noi ha voluto discutere del fatto che questo tema, questo importante tema è già oggetto di approfondimento da parte del Governo, e dovrà esserlo poi da parte del Parlamento, anche con riferimento ad altri atti che sono allo studio; quindi, vi è un tavolo di ragionamento perché ci si rende conto della necessità di una valutazione ulteriore che codifichi meglio le procedure e unifichi meglio le procedure di VAS. È, pertanto, un tema importante, che, però, con l'attenzione del Governo, ci viene chiesto di mettere in relazione, in maniera più organica, con una procedura e, soprattutto, con una normativa più specifica che affronti e che svisceri tutte le questioni e non che venga inserito a mo’ di spot in una norma di questo tipo. Quindi, crediamo che il tema valga la pena di essere affrontato, ma non è questo lo strumento per lo meno poiché in questo modo si rischia che venga mortificato; è invece un argomento che ha la necessità appunto di essere sviscerato nelle sue varie articolazioni. Per questo motivo, il Partito Democratico è contrario all'emendamento, non tanto – lo ripeto – sul tema, che è un tema importante, ma sullo strumento, ossia l'utilizzo della legge di delegazione europea per inserire una complessità così ampia che necessita invece di un ragionamento molto più articolato che, come ci ha riferito il Governo, appunto è allo studio dei vari tavoli e delle discussioni che si stanno svolgendo a quel livello.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Grazie Presidente, vorrei lasciare agli atti che la discussione in Commissione è stata sostanzialmente: sì, ci troviamo abbastanza d'accordo con gli emendamenti, ma non verrà cambiato nulla. Potevamo già inserire queste proposte all'interno della legge che stiamo approvando; peccato che viene considerato più importante rimandare. Si fanno un po’ i lavori all'italiana. Allora, ci siamo lamentati di questo – vorrei lasciarlo agli atti anche in questa seduta –, del fatto che potevamo essere all'avanguardia, recepire alcune richieste che arriveranno sicuramente con future direttive e invece preferiamo attendere. Ricordo che, aspettando, aspettando, abbiamo approvato finalmente quest'anno la legge sugli eco-reati e molti dei reati che potevamo perseguire con questa legge, se l'avessimo approvata a suo tempo, sarebbero stati perseguibili. Anche in questo caso decidiamo di aspettare, è un Paese Pag. 3fermo il nostro, che non vuole andare avanti, non vuole essere all'avanguardia ma vuole semplicemente inseguire quello che dice l'Europa.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zolezzi 14.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci sono colleghi che non riescono a votare, a parte quelli che non sono in Aula ? Boccuzzi, Mantero, Parisi. Su, colleghi ! Schirò, Piepoli, Bragantini. Su, colleghi, che il sole è già alto; è quasi pomeriggio. Ci siamo ? Colletti, Zaratti. È quasi fatta. Altri che non riescono a votare ? Chi è lassù ?... Zardini, Borghesi, Quaranta, Fucci. Se c’è qualcun altro fuori da chiamare fatelo ora o mai più. Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  324   
   Votanti  304   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  153   
    Hanno votato
  60    
    Hanno votato
no  244).    

  (La deputata Piccione ha segnalato che non è riuscita a votare contro. La deputata Paris ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zolezzi 14.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Nuti, Ruocco, Tidei, Romele. Non esageri, onorevole Romele, con queste scale. D'Attorre, Nesci – poi chiudiamo – Di Battista, Scopelliti... Binetti, Zolezzi. Aspettiamo l'onorevole Binetti e poi chiudiamo la votazione. Poi, vi prego di rimanere al posto. Zolezzi ha votato ? Binetti ? Onorevole Binetti, però, voti con le dita, perché altrimenti stiamo mezz'ora ad aspettare che mettete a posto questa pallina. Zolezzi è riuscito.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  339   
   Votanti  337   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato
  84    
    Hanno votato
no  253).    

  (La deputata Piccione ha segnalato che non è riuscita a votare contro. La deputata Paris ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento De Rosa 14.8.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, vorrei fare presente che, come MoVimento 5 Stelle, abbiamo fatto un esposto che riguarda la Commissione VIA nazionale, perché abbiamo trovato che, all'interno di questa Commissione, c'erano persone che si trovavano in palese conflitto di interessi oppure indagate oppure con legami di vario tipo con la malavita organizzata. Capirete bene che questa Commissione, che dovrebbe essere un ente terzo che valuta le grandi opere nell'interesse dei cittadini, in questa situazione, crea non pochi problemi e che questa Commissione viene scelta dal Ministro dell'ambiente. Allora, con questo emendamento, chiedevamo di fare una scelta con dei criteri più trasparenti, di pubblicizzare le sedute della Commissione VIA e di mettere gli ordini del giorno della Commissione VIA on line, di fare una selezione in base al curriculum e magari slegata da interessi politici o vicinanze a questa o all'altra corrente di partito. Naturalmente, Pag. 4so che non è accettabile, perché altrimenti il malaffare non potrebbe continuare a fare affari con la nostra politica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Rosa 14.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mottola, Palmieri, Squeri, Romele, Cesaro, Locatelli, Greco, Giancarlo Giorgetti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  345   
   Votanti  342   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato
  87    
    Hanno votato
no  255).    

  (La deputata Paris ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Colonnese 14.7.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, con questo emendamento, si chiede una cosa molto politica, che sarebbe una maggiore consultazione pubblica per alcuni progetti. Può sembrare strano perché, in realtà, ormai sui progetti ambientali, che sono di così grande impatto, la consultazione non viene praticamente mai fatta e non è vincolante, ma la chiediamo anche perché l'altro ieri è stato presentato il rapporto ecomafie e molto spesso i reati ambientali si collegano anche ad un'azione imprenditoriale disorientata. Si è visto che nel 2014 il bilancio è stato di circa 22 miliardi di euro. Quindi, c’è da capire che questi 22 miliardi sono stati sottratti ai cittadini italiani, che oltretutto sono stati danneggiati nella loro salute e nel loro ambiente, per cui coinvolgerli nelle decisioni ci sembra assolutamente di buonsenso.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colonnese 14.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palese, Latronico, Pinna, Invernizzi, Boccuzzi, Galperti, Fanucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  357   
   Votanti  354   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato
  85    
    Hanno votato
no  269).    

  (La deputata Paris ha segnalato che non è riuscita a votare. I deputati Nicchi e Zaratti hanno segnalato che non sono riusciti a votare a favore. Il deputato Realacci ha segnalato che non è riuscito a votare contro).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Kronbichler 14.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Kronbichler. Ne ha facoltà.

  FLORIAN KRONBICHLER. Grazie, Presidente. Adesso c’è un pacchetto di sei emendamenti e sono tutti, tutti migliorativi di direttive, cioè con essi rafforziamo le direttive in scadenza o in parte già scadute e sono migliorativi in campo ambientale, di tutela dell'ambiente. Non entro – proprio per questo atteggiamento di niet assoluto, nei confronti di qualsiasi proposta, da parte del Governo – nel merito di questi nostri emendamenti, ma non evito Pag. 5di – insomma devo – ricordare al Parlamento che qui stiamo perdendo una buona occasione in cui potremmo dare, per una volta, un indirizzo alla politica comunitaria, invece di limitarci soltanto a subirla.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Kronbichler 14.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Valentini, Pagano, Di Lello, Locatelli, Venittelli, Vannino, Tinagli, Crimi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  373   
   Votanti  372   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato
  91    
    Hanno votato
no  281).    

  (La deputata Paris ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Kronbichler 14.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Monchiero, Corsaro, Locatelli, Santanchè, Impegno.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  379   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato
  92    
    Hanno votato
no  287).    

  (La deputata Paris ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Kronbichler 14.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brugnerotto, Colonnese.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  379   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato
  94    
    Hanno votato
no  285).    

  (La deputata Paris ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Kronbichler 14.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Piepoli, Catanoso, Carrozza, Duranti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  380   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato
  95    
    Hanno votato
no  285).    

  (La deputata Paris ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 6Kronbichler 14.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Di Battista, Tartaglione...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  372   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato
 118    
    Hanno votato
no  254).    

  (La deputata Paris ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Kronbichler 14.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bueno, Carfagna, Matarrelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  388   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato
 131    
    Hanno votato
no  257).    

  (La deputata Paris ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bergamini, Gasparini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  388   
   Votanti  343   
   Astenuti   45   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato
 253    
    Hanno votato
no   90).    

  (Il deputato Cassano ha segnalato di essersi erroneamente astenuto mentre avrebbe voluto votare a favore).

(Esame dell'articolo 15 – A.C. 3123)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3123).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLO TANCREDI, Relatore. Presidente, la Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 15.

  PRESIDENTE. Immagino che il parere del Governo sia conforme.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il parere è conforme, Presidente.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Di Vita 15.3.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Vita 15.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Bolognesi, Fusilli, Garavini, Nizzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 7
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  386   
   Votanti  383   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato
 132    
    Hanno votato
no  251).    

  (Il deputato Massimiliano Bernini ha segnalato di aver erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantero 15.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  357   
   Votanti  355   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato
 124    
    Hanno votato
no  231).    

  (Il deputato Monchiero ha segnalato che non è riuscito a votare contro).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 15.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marzano, Preziosi, Locatelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  390   
   Votanti  388   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato
 114    
    Hanno votato
no  274).    

  (I deputati Rotta, Vazio e Rampi hanno segnalato che non sono riusciti a votare contro).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baroni 15.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gadda...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  387   
   Votanti  386   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
 115    
    Hanno votato
no  271).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busto 15.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevole Grillo, provi a votare...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  392   
   Votanti  391   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
 135    
    Hanno votato
no  256).    

  (Il deputato Kronbichler ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lorefice 15.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 8

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  396   
   Votanti  395   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
 136    
    Hanno votato
no  259).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Silvia Giordano 15.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  392   
   Votanti  391   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
 135    
    Hanno votato
no  256).    

  (Il deputato Petraroli ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busto 15.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevole Malisani, tolga la pallina, per favore, voti con le dita, provi a votare... Ciracì, Di Stefano, Distaso, Pesco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  404   
   Votanti  383   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato
 122    
    Hanno votato
no  261).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantero 15.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevole Spadoni, provi a votare... Simoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  401   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato
 141    
    Hanno votato
no  260).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  L'Abbate, Caso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  407   
   Votanti  342   
   Astenuti   65   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato
 265    
    Hanno votato
no   77).    

(Esame dell'articolo 16 – A.C. 3123)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3123).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

Pag. 9

  PAOLO TANCREDI, Relatore. Presidente, il parere della Commissione è contrario sugli emendamenti riferiti all'articolo 16.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Busto 16.2.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busto 16.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  410   
   Votanti  405   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
 141    
    Hanno votato
no  264).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lorefice 16.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Palma, Archi, Cariello... Archi e Cariello hanno votato ? Galli... ci siamo ? Onorevole Archi, provi con le dita...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  411   
   Votanti  410   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
 144    
    Hanno votato
no  266).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rondini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  414   
   Votanti  374   
   Astenuti   40   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
 336    
    Hanno votato
no   38).    

(Esame dell'articolo 17 – A.C. 3123)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3123).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  PAOLO TANCREDI, Relatore. Presidente, il parere della Commissione è contrario sui tre emendamenti riferiti all'articolo 17.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Gianluca Pini 17.50.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 17.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 10
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  412   
   Votanti  408   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
  58    
    Hanno votato
no  350).    

  (La deputata Albanella ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Massimiliano Bernini 17.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Grazie, Presidente. Intervengo molto brevemente. Con il nostro emendamento chiediamo una cosa molto semplice ovvero una etichettatura chiara di tutti i prodotti apistici. Non solo il miele è un prodotto apistico: lo è anche la propoli, la pappa reale, la cera d'api, il veleno d'api. Noi chiediamo che in etichettatura venga riportato il Paese di origine per tutelare la nostra agricoltura di qualità, perché tra l'altro il più delle volte è biologica, e per tutelare i cittadini italiani anche dal punto di vista della salute e della sicurezza alimentare. Quindi mi pare una cosa di assoluto buonsenso inserire, lo ripeto, nell'etichettatura dei prodotti apistici il Paese di origine. Non comprendo sinceramente il parere contrario del Governo su questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Massimiliano Bernini 17.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Misuraca... Lo Monte... Lattuca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  414   
   Votanti  411   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
 147    
    Hanno votato
no  264).    

  (Il deputato Pastorelli ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 17.51, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Calabria... Bolognesi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  415   
   Votanti  413   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato
  60    
    Hanno votato
no  353).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Donati... Calabria...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  417   
   Votanti  351   
   Astenuti   66   
   Maggioranza  176   
    Hanno votato
 334    
    Hanno votato
no   17).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Pag. 11Gianluca Pini 17.01, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  De Girolamo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  420   
   Votanti  324   
   Astenuti   96   
   Maggioranza  163   
    Hanno votato
  56    
    Hanno votato
no  268).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Gianluca Pini 17.02, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Locatelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  418   
   Votanti  411   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
 148    
    Hanno votato
no  263).    

(Esame dell'articolo 18 – A.C. 3123)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 (Vedi l'allegato A – A.C. 3123), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grassi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  415   
   Votanti  379   
   Astenuti   36   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato
 377    
    Hanno votato
no    2).    

(Esame dell'articolo 19 – A.C. 3123)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 (Vedi l'allegato A – A.C. 3123), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Totaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  412   
   Votanti  373   
   Astenuti   39   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato
 371    
    Hanno votato
no    2).    

(Esame dell'articolo 20 – A.C. 3123)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 (Vedi l'allegato A – A.C. 3123), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 12

  Simoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  411   
   Votanti  370   
   Astenuti   41   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato
 369    
    Hanno votato
no    1).    

(Esame dell'articolo 21 – A.C. 3123)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 (Vedi l'allegato A – A.C. 3123), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Patriarca, Beni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  426   
   Votanti  345   
   Astenuti   81   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato
 342    
    Hanno votato
no    3).    

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 3123)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 3123).
  Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, i seguenti ordini del giorno che riproducono il contenuto delle proposte emendative dichiarate inammissibili in quanto estranee rispetto al contenuto proprio del disegno di legge in esame, come definito dall'articolo 30, comma 2, della legge n. 234 del 2012: Gianluca Pini n. 9/3123/27, in materia di riordino della legislazione concernente le concessioni demaniali marittime; Rondini n. 9/3123/28 in materia di trattamento con alcool etilico del pane preconfezionato.
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, sugli ordini del giorno Carrescia n. 9/3123/1, Pagano n. 9/3123/2, Capezzone n. 9/3123/3 e Causi n. 9/3123/4 il parere è favorevole.
  Sull'emendamento Petrini n. 9/3123/5 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di».
  Sull'emendamento Marco Di Maio n. 9/3123/6 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: sostituendo la formula: «invita il Governo», anziché: «impegna», il parere è favorevole.
  Poi, Presidente, mi deve permettere di fare una specificazione: dall'ordine del giorno Bianconi n. 9/3123/7 all'ordine del giorno Rizzetto n. 9/3123/12, nonché sugli ordini del giorno Altieri n. 9/3123/17, Chiarelli n. 9/3123/18, Simonetti n. 9/3123/30 e Allasia n. 9/3123/31, il parere del Governo sarebbe favorevole su tutti se si cambiano le parole «impegna il Governo» con le seguenti: «invita il Governo», e se me lo permette, Presidente, vorrei spiegare anche il perché. Ieri c’è stato un dibattito approfondito su questo articolo 8 e ci sono stati vari interventi; non li cito tutti, cito l'intervento del presidente Capezzone sul tema della direttiva in materia bancaria, sul tema del bail-in e tutti questi ordini del giorno, tra l'altro alcuni uguali fra loro, prevedono di fatto degli impegni volti a definire in maniera molto puntuale e molto circostanziata il contenuto di futuri decreti delegati, quindi è necessario verificare in maniera molto approfondita e sotto il profilo puramente Pag. 13tecnico, quindi a livello di decreto legislativo, la compatibilità di tali previsioni con le direttive e i regolamenti comunitari, onde evitare di incorrere in possibili errori di recepimento nella fase attuativa, da cui possa poi discendere magari il rischio di una procedura di infrazione con conseguenti oneri a carico del bilancio dello Stato. Però, c’è la massima disponibilità del Governo, anche alla luce del dibattito svolto ieri e anche alla luce di alcuni aspetti – penso solo al tema dell'informazione, al tema degli obblighi di informazione di far riferire alle Camere la Banca d'Italia – a raccogliere gli ordini del giorno. Quindi, cambiando da «impegna il Governo» a «invita il Governo», il parere sarebbe su tutti favorevole e ovviamente potremo riprendere l'esame di questa materia di grande rilevanza in sede di presentazione dei decreti legislativi di attuazione e di espressione del parere sugli stessi da parte delle Commissioni. Quindi, Presidente, ripeto: dall'ordine del giorno Bianconi n. 9/3123/7 all'ordine del giorno Rizzetto n. 9/3123/12, nonché sugli ordini del giorno Altieri n. 9/3123/17, Chiarelli n. 9/3123/18, Simonetti n. 9/3123/30 e Allasia n. 9/3123/31, il parere del Governo è favorevole se si cambia la parola l'espressione «impegna il Governo» con «invita il Governo».
  Sull'ordine del giorno Cenni n. 9/3123/13 il parere è favorevole se l'inizio dell'impegno è riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare, compatibilmente con il termine di delega, l'opportunità di»; se è così riformulato, il parere è favorevole. L'ordine del giorno Berlinghieri n. 9/3123/14 è accolto come raccomandazione. Sugli ordini del giorno Pili n. 9/3123/15 e Centemero n. 9/3123/16 il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Ricordo che sugli ordini del giorno Altieri n. 9/3123/17 e Chiarelli n. 9/3123/18 il parere è favorevole se riformulati come detto sopra.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Esattamente. Sugli ordini del giorno Mucci n. 9/3123/19, Causin n. 9/3123/20 e Alli n. 9/3123/21 il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno Prodani n. 9/3123/22 il parere è favorevole se l'inizio dell'impegno è riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare la possibilità di prevedere». L'ordine del giorno Bargero n. 9/3123/23 è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno Binetti n. 9/3123/24 il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno Alberto Giorgetti n. 9/3123/25 il parere è favorevole se riformulato nel modo seguente: sostituire le parole «impegna il Governo» con le seguenti: «invita il Governo». Sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/3123/26 il parere è favorevole se riformulato nel seguente modo: dopo «impegna il Governo nell'ambito dell'esercizio della delega di recepimento della direttiva 2015/412/UE a considerare misure volte», sostituire le parole «a prevedere il divieto dell'uso» con le seguenti: «a prevenire l'utilizzo»; poi, dopo la parola «OGM» sostituire le parole «nelle produzioni agroalimentari e forestali» con le parole «nelle coltivazioni agricole finalizzate alla produzione agroalimentare»; inoltre, propongo di concludere l'impegno dopo le parole «in campo aperto». Se così riformulato, il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Ricordo che gli ordini del giorno Gianluca Pini n. 9/3123/27 e Rondini n. 9/3123/28 sono inammissibili.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sull'ordine del giorno Fedriga n. 9/3123/29 il parere è favorevole se l'inizio dell'impegno è riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare la possibilità, compatibilmente con i termini di delega, di attendere».

  PRESIDENTE. Ricordo che gli ordini del giorno Simonetti n. 9/3123/30 e Allasia n. 9/3123/31 sono stati riformulati, secondo le indicazioni precedenti.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. L'ordine del giorno Busin n. 9/3123/32 è accolto come raccomandazione.Pag. 14
  Sull'ordine del giorno Nesci n. 9/3123/33, il parere è favorevole con le seguenti riformulazioni. Nel primo capoverso dell'impegno, togliere le parole «in particolare» e dopo le parole «legge di delegazione europea», sostituire le parole «tutte le direttive oggetto di contenzioso ex articolo 260 del TFUE» con le parole «deleghe legislative relative a tutti gli atti comunitari in scadenza»; nel secondo capoverso dell'impegno, sostituire le parole «a dare» con le parole «a continuare a dare», eliminando l'ultima frase dopo le parole «EU Pilot», cioè «contestualmente favorendo le modalità di consultazione della predetta documentazione»; nell'ultimo capoverso dell'impegno, sostituire le parole «ad attivarsi» con le parole «a valutare l'opportunità di attivarsi». Se così riformulato, il parere del Governo è favorevole.
  Sull'ordine del giorno Giulietti n. 9/3123/34, il parere è favorevole, mentre sull'ordine del giorno Villarosa n. 9/3123/35, il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Salutiamo gli studenti del Group Likosky Academy for finance and tax law della Germania, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

  CINZIA MARIA FONTANA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CINZIA MARIA FONTANA. Grazie, Presidente. Accettiamo tutte le proposte di riformulazione dei nostri ordini del giorno e non chiediamo di porli in votazione. Grazie.

  ROBERTO OCCHIUTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO OCCHIUTO. Presidente, solo per un chiarimento, perché credo sia un intervento sull'ordine dei lavori e non sul merito, perché non vorrei che si costituisse un precedente. Comprendo gli argomenti del sottosegretario Gozi, quando chiede di modificare gli ordini del giorno nel senso di evitare l'impegno per il Governo e di trasformarli in un invito per il Governo stesso. Ma gli ordini del giorno, già da qualche tempo, rappresentano un rito di dubbia efficacia: non vorrei che, da qui in poi, significassero ancor di meno. Forse lo stesso risultato che il sottosegretario Gozi vorrebbe produrre si potrebbe realizzare semplicemente aggiungendo la solita perifrasi «impegna il Governo a valutare».
  Ora, comprendo che non è nelle mie facoltà suggerire riformulazioni, ma assegno alla Presidenza il compito di valutare se questa procedura possa costituire anche un precedente per il futuro, in ordine alla discussione degli ordini del giorno.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, non su questo punto, intervengo solo per correggermi. Ho detto che l'ordine del giorno Bargero n. 9/3123/23 è accolto come raccomandazione, ma in realtà il parere del Governo è favorevole.

  PRESIDENTE. Intanto, correggiamo questo.
  Sulla proposta dell'onorevole Occhiuto, evidentemente il Governo ritiene di mantenere questa impostazione. Però, ad onor del vero, vi sono comunque precedenti: non è la prima volta che il Governo chiede di trasformare l'impegno in invito; poi, sulla valutazione del peso effettivo del vincolo dell'ordine del giorno, apriremo una riflessione a parte. A questo punto, procediamo oltre.
  Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Carrescia n. 9/3123/1, Pagano n. 9/3123/2, Capezzone n. 9/3123/3 e Causi n. 9/3123/4, sui quali vi è il parere favorevole del Governo, non insistono per la votazione.Pag. 15
  Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Petrini n. 9/3123/5, Marco di Maio n. 9/3123/6, Bianconi n. 9/3123/7, Laffranco n. 9/3123/8, Occhiuto n. 9/3123/9, Segoni n. 9/3123/10, Barbanti n. 9/3123/11, Rizzetto n. 9/3123/12 e Cenni n. 9/3123/13 accettano la riformulazione e non insistono per la votazione.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Berlinghieri n. 9/3123/14, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Pili n. 9/3123/15 e Centemero n. 9/3123/16, accettati dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Altieri n. 9/3123/17 e Chiarelli n. 9/3123/18 accettano la riformulazione e non insistono per la votazione.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Mucci n. 9/3123/19, Causin n. 9/3123/20 e Alli n. 9/3123/21 accettati dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Prodani n. 9/3123/22 accettano la riformulazione e non insistono per la votazione.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Bargero n. 9/3123/23 e Binetti n. 9/3123/24 accettati dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Alberto Giorgetti n. 9/3123/25, Guidesi n. 9/3123/26, Fedriga n. 9/3123/29, Simonetti n. 9/3123/30 e Allasia n. 9/3123/31 accettano la riformulazione e non insistono per la votazione.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Busin n. 9/3123/32, accolto dal Governo come raccomandazione.

  FILIPPO BUSIN. Presidente, vorrei chiedere al Governo di rivedere la sua posizione, perché sulla tassazione dei liquidi da inalazione è stato fatto veramente un cattivo provvedimento. Non solo la tassa è sproporzionata rispetto al valore di mercato del bene che viene tassato, provocando delle conseguenze gravi per l'intero settore sia in termini di numero di addetti che di imprese commerciali e sia in termini di rischi potenziali per l'utente che è sottoposto alla vendita di liquidi di importazione su cui non vi è alcun controllo dal punto di vista medico per le possibili conseguenze per la salute del consumatore. Troviamo dei prodotti fatti in casa su cui non vi è alcun controllo da parte di alcun ente governativo e ricordiamo che dosi troppo alte di nicotina possono provocare anche la morte di chi utilizza questi liquidi.
  Sono disposto anche a rivedere una parte degli impegni che pongo al Governo, ma vorrei che questo rimanesse come un ordine del giorno approvato e non come una raccomandazione, perché il Governo deve intervenire, non fosse altro che per un proprio interesse in quanto il gettito previsto in legge di stabilità di circa 130 milioni non solo è lontano dall'essere raggiunto, ma è praticamente impossibile ottenere anche un terzo di quanto stabilito. Si crea quindi anche un problema in termini di gettito per il Governo. Questa è una materia da riprendere in mano, anche in conseguenza delle sentenze e delle ordinanze del Tar del Lazio che hanno sollevato obiezioni ed espresso una decisione che vale come una sospensiva sul tema. Invito, quindi, il Governo a rivedere la sua posizione e a prendere degli impegni più stringenti su questa materia.

  PRESIDENTE. Il sottosegretario Gozi ha chiesto di parlare. Ne ha facoltà.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il Governo si era espresso sull'ordine del giorno dell'onorevole Busin in maniera favorevole se inteso come raccomandazione. L'ordine del giorno del collega Busin è estremamente dettagliato e relativo a materie di competenza di numerose amministrazioni, ad esempio dal punto di vista fiscale o da quello della salute. Ciò che il Governo può fare è invitare l'onorevole Busin ad operare una riformulazione Pag. 16nel senso di impegnare il Governo a valutare l'opportunità di (...), con riferimento a tutte le numerose lettere dell'impegno. Così riformulato il parere del Governo sull'ordine del giorno diventa favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Busin, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3123/32, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato ?

  FILIPPO BUSIN. Sì Presidente.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Nesci n. 9/3123/33, con il parere favorevole del Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Giulietti n. 9/3123/34, con il parere favorevole del Governo.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Villarosa n. 9/3123/35, con il parere contrario del Governo. Colleghi, prendete posto, stiamo per votare, a meno che non venga ritirato.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Presidente, no, ritirato assolutamente no. Vorrei soltanto spiegare all'Aula di cosa trattava l'ordine del giorno. Era un ordine del giorno che semplicemente chiedeva al Governo di andare in Europa a chiedere di poter cancellare lo strumento del bail-in per sostituirlo con uno strumento che risolvesse le crisi in maniera preventiva. Vuol dire che il Governo non è capace neanche di andare a Bruxelles a parlare con gli altri Stati europei !

  PRESIDENTE. Prendo atto che si insiste per la votazione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Villarosa n. 9/3123/35, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ansaldi, Ruocco, Petrenga.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  430   
   Votanti  418   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato
 145    
    Hanno votato
no  273).    

  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3123)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Signor Presidente, preannunziando il voto favorevole del gruppo Socialista, ancora una volta voglio sottolineare i passi avanti rispetto al passato grazie alla legge n. 234 del 2012, che ha introdotto due provvedimenti per adeguare al meglio il nostro ordinamento alla normativa europea. L'applicazione di questa legge ci permette di recuperare i ritardi accumulati nel recepimento delle direttive europee e di intervenire tempestivamente in caso di apertura di una procedura di infrazione. Abbiamo imboccato un percorso virtuoso che, con l'approvazione del provvedimento ora in discussione, prosegue sulla giusta strada, anche se le procedure aperte sono ancora molte, soprattutto sul fronte dell'ambiente e dei diritti. Non sempre tutte le norme che ci vengono dall'Europa ci trovano concordi e questo avviene, come ho già sottolineato in altre occasioni, perché non siamo sufficientemente attivi nella fase ascendente del processo legislativo. Nel momento in cui le decisioni vengono prese a Bruxelles, l'Italia non sempre svolge – o ha svolto – un ruolo attivo ai tavoli o non Pag. 17interviene, non si oppone, non cerca alleanze. Tutto ciò non è però un motivo per non recepire le direttive al meglio e senza ritardi, sia per la nostra credibilità sia per evitare multe consistenti. Pensiamo sia necessario un atteggiamento pro-attivo, e a questo proposito colgo l'occasione per richiamare l'attenzione del Governo su una proposta di direttiva che ne vorrebbe modificare un'altra, la n. 85 del 1992 sull'attuazione di misure per promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute sul luogo di lavoro delle lavoratrici gestanti, in breve la direttiva sul congedo di maternità. È una proposta dell'ottobre 2008 ! In sette anni questa proposta non ha fatto tutti i passi necessari per la sua approvazione. Quindi, insieme a colleghe di questo Parlamento, ma anche di altri Parlamenti nazionali appartenenti a Paesi dell'Unione europea, stiamo predisponendo una mozione che chieda al Governo italiano o a quelli di altri Paesi dell'UE di sostenere vigorosamente, in seno al Consiglio, la ripresa dei negoziati su questa proposta entro il termine fissato dalla Commissione, per consentirne l'adozione o, in alternativa, per avviare una nuova iniziativa legislativa sullo stesso argomento. Ritornando alla legge di delegazione europea e per concludere, questo provvedimento, che assume importanti adeguamenti sul fronte economico, finanziario, ambientale e in materia di giustizia, arriva in Parlamento nel momento forse più difficile della storia dell'Unione europea. Mai come oggi l'idea stessa di Europa, i suoi valori e i suoi principi vengono messi in discussione. Mai come oggi vediamo vacillare non solo il concetto e la speranza di Unione politica, al quale aspiriamo, ma anche quello di Unione economica e finanziaria. La crisi greca rischia di trasformarsi in un fallimento comune; il fenomeno delle migrazioni ci vede sordi e divisi, pronti a innalzare nuovi muri; l’escalation del terrorismo internazionale, che andrebbe affrontato con una strategia comune, viene strumentalizzato per creare paure e nuove chiusure. Di fronte a queste sfide internazionali, sarebbe opportuno, come avviene in altri Paesi del mondo e come è avvenuto spesso anche da noi, abbandonare le divisioni interne e presentarci ai tavoli europei con un'unica voce per chiedere non meno Europa, ma più Europa, l'Europa che vogliamo da sempre noi socialisti europei. Il nostro voto è chiaramente favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piepoli. Ne ha facoltà.

  GAETANO PIEPOLI. Grazie, Presidente. Anche il gruppo Per l'Italia – Centro Democratico voterà a favore di questo provvedimento. La collega Locatelli ha già, in maniera analitica, analizzato, appunto, le ragioni per questo consenso. Vorremmo aggiungere solamente che, in un momento di crisi non solo dell'Eurozona ma dell'idea stessa di Europa – ed è una crisi d'identità nella quale non c’è una pretesa all'innocenza per nessuno dei soggetti che storicamente si sono inseriti in questa vicenda –, noi crediamo che approvare questo provvedimento significhi fondamentalmente riconoscere, con una speranza, la precondizione per poter ripartire per più Europa e non meno Europa, ovverosia l'allineamento a regole europee che, per quanto riguarda la credibilità del nostro Paese e del nostro ordinamento, eliminino quei ritardi e quei gap che hanno determinato la molteplicità delle procedure di infrazione.
  Nello stesso tempo, noi riconosciamo che, insieme a questo adeguamento, c’è un tema, che è quello di non essere semplicemente meccanici omologatori delle direttive. Dunque, nello stesso tempo, noi invitiamo il Governo ad esercitare, dove è necessario, quella discrezionalità che è alla base delle scelte etico-politiche del legislatore e di preservare il nucleo degli interessi, dei valori, della storia e, quindi, anche di tutte le possibilità che la nostra esperienza economica, sociale e giuridica pone come questione, perché non sia semplicemente una meccanica trasposizione.Pag. 18
  Per questo, io preannunzio nuovamente il voto favorevole del gruppo Per l'Italia – Centro Democratico.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Intervengo molto brevemente per preannunziare, da parte del gruppo della Lega Nord, il voto contrario sul provvedimento, voto contrario dovuto non tanto ai contenuti, perché sappiamo benissimo che questo disegno di legge di delegazione non fa altro che recepire degli obblighi di natura comunitaria. Il voto contrario è per motivi di natura politica: in primis, per l'atteggiamento generale che questo Governo ha, a nostro avviso, rispetto alla partecipazione dell'Italia, come Stato membro, all'interno del complesso dell'Unione europea e, diciamo, per la stessa carenza di attenzione che il Presidente Renzi rivolge alle politiche europee, da una parte, con una sovraesposizione mediatica, venendoci a raccontare che, comunque, ha un peso specifico che, poi, nei fatti, si dimostra assolutamente inconsistente – basti vedere la pessima figura recuperata ieri con quell'inchino, che giustamente qualcuno ha definito «alla Schettino», nei confronti della Merkel – ma anche internamente, perché questo è il primo Governo che non ha un Ministro delle politiche comunitarie.
  Questo Governo non ha un Ministro specifico, ma ha un rappresentante, seppure assolutamente tecnicamente preparato e politicamente autorevole, come il collega Gozi, che, però, non ha un ruolo paritetico a quello che altri Stati membri hanno voluto assegnare. Questo, probabilmente, a giustificare anche una carenza di attenzione rispetto a quella che potrebbe essere, invece, una svolta nell'unire la parte, diciamo così, del dispositivo legata a tutto il problema delle infrazioni, che storicamente noi abbiamo, alla parte, diciamo così, dell'utilizzo dei fondi strutturali europei che vengono assegnati. C’è una distanza, c’è un vuoto in mezzo, una separazione che non rende assolutamente possibile utilizzare al meglio quello che è la minima parte positiva che a questo Paese viene attribuita dall'appartenenza all'Unione europea, mentre rimangono tutte le criticità.
  Quindi, in primis, appunto, è per questo tipo di atteggiamento assolutamente remissivo nei confronti dei meccanismi europei e assolutamente non innovativo. In seconda battuta, anche per alcuni contenuti di questo provvedimento, perché anche se – ripeto – sono obblighi di natura comunitaria, comunque le direttive lasciano uno spazio all'interno del perimetro per la definizione su base europea da parte degli Stati membri delle modalità di adozione e recepimento nel proprio ordinamento interno delle direttive stesse.
  Ci sembra, soprattutto nel caso dell'articolo 7 e dell'articolo 8, che l'articolato non sia stato scritto dal Governo o dai tecnici del Ministero, ma piuttosto sia stato scritto da Banca d'Italia o dall'ABI, in totale spregio rispetto a quelle che sono le tutele e le garanzie che devono essere assegnate in primis, come ricordava il collega Villarosa, che lo ha ricordato più volte anche ieri, nei confronti soprattutto dei piccoli risparmiatori di questo Paese. Poi ci sono altre questioni tecniche che non andiamo ad affrontare in questa sede, perché vi è l'impegno del Governo – e ci auguriamo che almeno questo venga mantenuto, visto che tanti altri impegni sono stati disattesi – di presentare la legge di delegazione europea 2015, in modo da poter partire con l'esame di questa Camera alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva. Se questo avverrà, sarà un minimo segnale nel quale, però, dovranno essere assolutamente affrontati tutti quegli argomenti che, per un motivo o per l'altro, per motivi tecnici o per motivi politici, sono stati tenuti fuori dal dibattito parlamentare in questa sede. Rimane, quindi, il voto contrario al provvedimento per tutti i motivi di cui sopra, però vi è un'apertura di credito su un confronto su alcuni temi specifici, fra i quali proprio quello delle concessioni balneari, messe a rischio – ricordo – da una proroga non concordata con l'Unione europea, che qualcuno ha Pag. 19voluto forzatamente portare all'interno di un decreto, quando chi aveva seguito tutta la pratica del superamento della procedura di infrazione all'epoca aveva, invece, negoziato con l'Unione europea. Ci auguriamo di poter arrivare prima del pronunciamento della Corte di giustizia e ci auguriamo anche di poter arrivare prima dell'apertura di una successiva infrazione, perché questa sarebbe una sorta di pietra tombale nei confronti un settore come quello del turismo balneare, che in questo Paese, soprattutto in un momento di crisi, può essere una risorsa assolutamente importante. Ci dispiace che, per un fatto procedurale tecnico, non sia stato reso ammissibile un ordine del giorno che andava in questa direzione. Di chi è l'errore lo diranno poi i posteri, però sicuramente quel documento rimane come base di discussione – ripeto: spero già a settembre e spero prima del pronunciamento della sentenza della Corte – perché altrimenti rischiamo dal 1o gennaio 2016 di vederci invasi anche in quel settore, che per noi è assolutamente strategico.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galgano. Ne ha facoltà.

  ADRIANA GALGANO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, noi stiamo votando un provvedimento che ci consente di chiudere sei procedure di infrazione e di recuperare il ritardo che l'Italia ha accumulato nel recepimento delle direttive, che è il primo punto per riacquisire credibilità agli occhi dell'Unione europea. È importante questo, perché acquisire credibilità significa essere più forti nella rappresentanza dei nostri interessi e nell'ottenere direttive che tengano conto anche dei nostri interessi. Ora credo, relativamente al fatto che vi sono direttive che spesso non sono conformi ai nostri interessi, vi sia una grande responsabilità dell'opposizione e spiego subito il motivo. Innanzitutto l'opposizione usa le direttive e il lavoro che noi facciamo in Parlamento per il loro recepimento a scopi di politica interna, per acquisire consenso in modo demagogico. Perché non posso spiegarmi altrimenti la posizione che è stata presa ieri e le affermazioni strumentali e demagogiche rispetto alla direttiva che si occupa del salvataggio e del risanamento delle banche. Perché nessuno dell'opposizione ha rilevato che questa direttiva contiene un elemento molto importante per la garanzia dei cittadini che hanno i loro soldi nelle banche, ossia che i vigilanti, ovvero quelli che devono controllare sulla regolarità e sul fatto che i bilanci evitino una situazione di crisi, diventano responsabili.
  Ovvero, non potrà più succedere – come nel passato – che una banca che è stata dichiarata perfettamente in linea con i parametri necessari, possa l'anno dopo fallire senza che ci sia una responsabilità di coloro che avevano il compito di controllare. E scusate se è poco in termini di garanzia dei cittadini.
  Quindi, cosa dobbiamo, invece, fare perché le direttive, oltre a contenere queste cose importanti, tengano conto anche della specifica realtà italiana ? Innanzitutto, essere presenti nella fase ascendente, perché, rispetto a quello che diceva l'onorevole Capezzone, che avremmo dovuto discutere molto di più del recepimento, io rispondo che se ne discutiamo quando da trattati europei noi la dobbiamo recepire, è già molto tardi. Noi ne dobbiamo discutere molto, molto prima, in fase ascendente. E vorrei chiedere all'onorevole Capezzone quante normative europee la sua Commissione ha analizzato in fase ascendente, perché se questo Parlamento e le Commissioni non capiscono che dobbiamo essere presenti lì, noi ci troveremo qui a fare discussioni su quanto le direttive non tengono conto dei nostri interessi, quando la prima responsabilità è del lavoro delle nostre Commissioni.
  La seconda responsabilità è che, mentre i principali Paesi, Germania e Austria in testa, e cito loro perché Germania e Austria hanno il tasso di disoccupazione che è del 4,8 per cento, e che quindi significa che sono piena occupazione, allora noi dovremmo prenderli come modello. Allora, l'Austria e la Germania cosa fanno ? Negoziano interessi nazionali, Pag. 20avendo alle spalle tutto il Parlamento. Se noi continueremo su questioni di interesse nazionale ad andarci divisi come gli staterelli italiani del Cinquecento, non avremo maggior fortuna degli staterelli che sono stati condannati dalle loro divisioni ad essere terra di conquista perenne.
  Quindi, io esorto tutta la Camera, tutto il Parlamento, a farsi carico di questi due aspetti: primo, che nelle Commissioni si analizzi la normativa europea e si sia presente in fase ascendente; secondo, che su questioni di interesse nazionale si trovi una mediazione efficace, che porti a fare gli interessi del Paese, e non il danno del Paese. E quindi, sulla base delle mie due considerazioni, ringraziamo il Governo per il lavoro fatto e votiamo convintamente a favore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Kronbichler. Ne ha facoltà.

  FLORIAN KRONBICHLER. Signor Presidente, cari colleghi, care colleghe, la legge di delegazione è una legge di delega che affida al Governo il compito di recepire la norma comunitaria: ciò, onde evitare – e l'ho spiegato in sede di discussione sulle linee generali – possibili sanzioni, in cui siamo incorsi già parecchie volte e in cui stiamo incorrendo di continuo. Questo come primo obiettivo, però non meno importante è l'obiettivo di consentire al nostro Paese – almeno questo dovrebbe essere lo spirito – di stare all'interno di un quadro normativo comune agli altri Paesi della Comunità, per omogeneizzare l'azione del sistema economico, per regolare in modo più uniforme i rapporti sociali, per sviluppare percorsi comuni di difesa e di sicurezza, e soprattutto per consentire lo sviluppo civile, politico, oltre che economico, ecologico e anche sociale, dell'insieme del nostro continente. Questo è l'obiettivo ed è su questo che noi siamo impegnati a sostenere un percorso in cui vi sia più Europa.
  Ci impegniamo per questo. Noi detestiamo il mero slogan del «più Europa», che dicono tutti. La licenza di produrre mozzarella – lo avevo detto – senza latte, anche con polvere di latte, per noi sarebbe un «più Europa» all'incontrario. Preferiamo decisamente un «meno Europa» in questa direzione. Quindi, non solo più Europa, ma siamo impegnati a chiedere un'altra Europa: un'Europa politicamente più solida, democraticamente più convinta, capace di affrontare e risolvere i grandi problemi che riguardano le popolazioni dei Paesi dell'Unione.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 11,20)

  FLORIAN KRONBICHLER. Quindi, un'Europa con un'attenzione all'ambiente, alla necessità di salvare il pianeta e noi stessi dalle tragedie che la sciagurata violenza nei confronti della natura spesso determina. Vogliamo un'Europa attenta alla necessità di salvare la convivenza civile, la pace, non solo nel suo ambito interno, ma pure nelle relazioni con i Paesi di altri continenti, che vivono condizioni più difficili delle nostre, condizioni di difficoltà assoluta, di una pace compromessa, e che sono afflitti dalla violenza del bisogno e della guerra.
  Vogliamo un'altra Europa che vada in quella direzione, e, siccome la vogliamo, non ci tiriamo indietro dalla responsabilità di stare dentro un percorso condiviso che vada in quella direzione con più decisione di quanto si sia fatto fino ad oggi. Noi del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà ci siamo battuti, anche con gli emendamenti che abbiamo presentato, per un «più Europa» in quest'altra direzione. Erano tutti emendamenti propositivi, per niente ostruzionistici, parecchi addirittura riparatori di errori commessi e omissioni pagate con multe pesanti.
  Il Governo, purtroppo, ha opposto un'assoluta insensibilità alla buona volontà delle opposizioni; non solo nostra, ma di tutte le opposizioni. Sono ben conscio che la discussione che abbiamo fatto in quest'Aula, così come prima in Commissione, era una discussione che posso chiamare solo fantasmagorica e che tutte le proposte Pag. 21apportate al disegno di legge in forma di emendamenti erano proposte fantasma.
  Il Governo e la sua maggioranza, qui, in Parlamento, erano decisi sin dall'inizio a condurre in porto la legge così come arrivata qui dal Senato. È venuta blindata dal Senato e tale esce dalla Camera ora. I nostri emendamenti erano fatica sprecata: fossero anche state delle proposte più spettacolari, il niet a prescindere era scontato. Il merito delle norme non è neanche più un optional. La maggioranza non ha recepito nessun emendamento, nemmeno quelli in cui sono inserite le direttive scadute nell'Allegato B. Questa chiusura a prescindere e miope del Governo verso il Parlamento ci porterà a pagare nuove sanzioni.
  Questo fatto, da solo, è ragione sufficiente per non farci votare a favore del provvedimento in esame. Richiamiamo il Governo, la maggioranza ed il Partito Democratico in particolare a non interpretare più l'Europa come la si è interpretata fino ad oggi. «Ce lo dice l'Europa», si ripete, come fosse un organismo esterno, un potere che affligge e complica l'esistenza dei cittadini europei e di quelli della nostra comunità nazionale. Come se l'Europa fosse un soggetto che impone regole insopportabili per diverse categorie di persone e lo fa in modo burocratico, incomprensibile e spesso cinico.
  Non vogliamo sopportare un'Europa delle multinazionali, per cui bisogna avvelenare tutti, al punto che nei ristoranti italiani non troviamo più una mela, ma solo ananas, né troviamo più un'arancia colta da un albero dei nostri agrumeti, ma melone proveniente da Paesi lontani. Difendere la nostra cultura vuole dire difendere anche la nostra economia, incentivare la conversione ecologica della nostra agricoltura, sostenere la sana conservazione del prodotto agricolo, valorizzare le nostre peculiarità, certo, non solo gastronomiche, ma culturali nel senso lato.
  Vogliamo l'Europa non perché deve aiutarci a contenere i flussi migratori. Questi flussi non saranno arrestati né attraverso le bombe, né attraverso politiche di sbarramento ai confini. Vogliamo l'Europa perché deve aiutarci a confrontarci con le altre realtà del mondo, soprattutto quelle più in crisi, per trovare le modalità di vita che tradizionalmente abbiamo proposto al resto del mondo: attenzione all'ambiente, al lavoro, alla persona ed alla vita, prima di ogni altra cosa.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 11,25)

  FLORIAN KRONBICHLER. Non voteremo contro questo provvedimento, quindi, intendendo il nostro voto di astensione un resto di credito che apriamo al Governo per migliorare, e non subire, le politiche di costruzione dell'Unione europea e sfidare anche coloro che ne hanno fatto una gestione sbagliata, attraverso politiche economiche sbagliate, che fino ad oggi non abbiamo avuto la capacità di contrastare, ma abbiamo subito.
  Noi siamo contro le troike, cioè contro il comando del bene pubblico da parte dei ragionieri. La politica rimuova il ragionierismo e promuova capacità d'invenzione dell'uomo e la sua creatività. Non è possibile subire meccanismi solo di natura monetaristica o finanziaria. L'economia si fa trasformando in meglio le condizioni di vita dei cittadini europei, migliorando la qualità dell'intervento umano a valorizzazione delle risorse disponibili ancora nel nostro continente.
  Quindi, dico al Governo che il punto principale dei piani Juncker non può essere la «profittabilità profittevole» – questo è il termine che si usa – o la «bancabilità dei progetti», ma la capacità di quei progetti di intervenire nei processi economici per valorizzare la qualità del lavoro umano e anche la qualità delle risorse disponibili sul nostro continente e non reperibili da altre parti.
  Per questa ragione il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà non voterà a favore, signor Presidente, sfidando il Governo, con una benevola astensione, ad accogliere le osservazioni espresse in questa sede e in sede di discussione sulle linee generali (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà – Congratulazioni).

Pag. 22

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signor Presidente. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, prima di tutto vorrei dire che questa legge di delegazione comunitaria che ci viene presentata, nella sua struttura, rappresenta un importante passo avanti rispetto alle sue sorelle, diciamo così, degli anni passati. Credo che questo derivi, almeno in parte, dalle molte sollecitazioni che io ho fatto e anche da quelle che ha fatto l'onorevole Gozi quando insieme dicevamo queste cose in Commissione politiche dell'Unione europea. Questa volta si capisce quali sono le grandi politiche che vengono realizzate attraverso una pluralità di direttive che non sono affastellate, ma sono presentate in un ordine più o meno comprensibile. Per esempio, questa volta, credo che tutti abbiano capito che questa legge si occupa fondamentalmente di tre temi, sto un po’ esagerando, di due e mezzo, di due e un terzo. Si occupa dell'unione bancaria, di ambiente e si occupa, poco, dello spazio giuridico comune europeo, c’è una sola direttiva. Questo ha consentito una discussione politica diversa e migliore di quella che abbiamo ascoltato in altre occasioni, più appassionata, ma anche migliore. L'Aula parlamentare è stata messa in grado di capire che qui, in questa legge, si affrontano temi decisivi per il futuro dell'Europa e per il futuro dell'Italia. Poi, sul modo in cui sono stati affrontati, dirò qualcosa dopo, ma intanto c’è un elemento di maggiore consapevolezza e, quindi, di più efficace controllo parlamentare. La democrazia è controllo parlamentare. I cittadini diventeranno consapevoli del fatto di essere protagonisti in Europa, se prima i parlamentari diventeranno consapevoli del fatto di essere protagonisti in Europa.
  Un ulteriore elemento di soddisfazione è che si è colmato il ritardo, anch'esso più volte denunciato, nella presentazione delle relazioni.
  Oddio, colmato relativamente, perché siamo a discutere anche una Relazione consuntiva sul 2013. Però, perlomeno, presentando in contemporanea anche quella per il 2014, possiamo immaginare che da adesso in poi faremo dei consuntivi i quali hanno un senso politico. Questo aumenterà il livello del controllo parlamentare e, quindi, la capacità del Parlamento di svolgere effettivamente la sua funzione.
  Un'osservazione su quello che non c’è. Si è parlato poco di quello che non c’è. Io in questo disegno di legge ho visto poco mercato interno, anzi non ho visto il mercato interno. Ho visto poca digitalizzazione, anzi non ho visto la digitalizzazione. Non ho visto la concorrenza. È per colpa del Governo che non ha inserito le direttive corrispondenti ? L'onorevole Kronbichler direbbe probabilmente di sì – e ha una parte di ragione –, ma io ho il dubbio che sia anche colpa di un'Europa, la quale sta segnando il passo su questi temi decisivi. Allora, su questo bisognerebbe che noi fossimo più consapevoli e che magari nelle relazioni la prossima volta si parlasse non solo di quello che si è fatto, ma anche di quello che non si è fatto e che andava fatto, spiegando perché non si è fatto e cosa ha fatto il Governo italiano per tentare di fare in modo che si facesse.
  Intanto mi pare che tutti abbiamo capito che qui stiamo realizzando un pezzo importante di unione bancaria. Questo è molto più importante di gran parte dei disegni di legge, ai quali abbiamo dedicato più tempo e più attenzione nel corso di questa legislatura. Si tratta di un'unione bancaria, la quale fa in modo, in primo luogo, di prevenire possibili nuovi avvenimenti come quelli del 2007-2008, attraverso una intensificata vigilanza bancaria, dando alla Banca centrale europea poteri di vigilanza più penetranti ed effettivi. Poi, nel caso deprecabile questo avvenga, crea le condizioni perché il peso non venga portato dai Governi – portando all'esplosione del debito pubblico, che è la causa di tutte le vicende recenti – ma venga sostenuto dal sistema bancario stesso, il quale naturalmente per quello si Pag. 23deve attrezzare. Di qui tutti i meccanismi che abbiamo creato, che comprendono la responsabilità anche dei clienti della banca. Ma certo, sono creditori, sono creditori anche loro: se la banca non paga i creditori, non paga neanche loro. Questo è un fatto non è una legge. Non c’è legge che possa evitare questo fatto: se la banca va in fallimento e non ha i soldi per pagare i creditori, i creditori non vengono pagati. Contra factum – diceva San Tommaso – non valet argumentum. Sì, possiamo parlare fin quando vogliamo, ma o diciamo che in questo caso lo Stato subentra e paga – però allora ci rimettiamo al peggio, dentro la logica dalla quale vogliamo uscire – oppure è chiaro che dobbiamo distribuire equamente, quanto equamente si può discutere, ma equamente inteso tra tutti i protagonisti del collasso. Questo vuol dire, amici miei, che, quando scegliete la vostra banca, farete bene a controllare che sia guidata da persone oneste e che abbia un patrimonio solido. Nella competizione fra le banche entra adesso con forza il tema della reputazione, che dipende da che cosa ? Dalla solidità del patrimonio e dalla qualità dei dirigenti. Mi auguro che le banche ne tengano conto, perché alcune sono poco solide patrimonialmente e alcune hanno anche dei dirigenti ai quali io non darei grandissima fiducia.
  Abbiamo anche stabilito un meccanismo forte di solidarietà fra le banche. Immobilizzare l'1 per cento degli attivi per operazioni di solidarietà è tanto, è tantissimo. Ma vi rendete conto che le banche devono avere un patrimonio che corrisponde all'11 per cento degli impieghi ? Quindi, l'1 per cento solidale di tutti è come dire l'8-9 per cento del patrimonio complessivo del sistema bancario italiano. Qualcuno voleva di più. Qualcuno voleva il 30 per cento immobilizzato. Mi correggo, ieri ho detto che il 30 per cento varrebbe 450 miliardi. No, 450 miliardi sarebbe il 33-34 cento degli impieghi. Varrebbe 370 miliardi, che è il 30 per cento dei depositi. Ma immobilizzate 370 miliardi significa distruggere l'economia italiana, significa che tutte le banche devono fare fallimento e devono fare fallimento i clienti delle banche, perché le banche non potranno fare credito. Amici – lo dico con grande amicizia verso tutti e soprattutto verso chi ha presentato quell'emendamento – la demagogia induce molte volte a travisare la realtà.
  Un po’ di demagogia è inevitabile nella politica ma un eccesso di demagogia è distruttivo: porta su quella strada lungo la quale Tsipras ha portato la Grecia portandola adesso a sbattere contro un muro. Attenzione: una maggiore volontà di capire prima di parlare e di entrare in un dialogo aiuterebbe, perché l'opposizione ha una funzione fondamentale nel Parlamento, che nasce dal fatto di capire le ragioni del Governo e spiegare al Governo dove ha sbagliato, non dove ha sbagliato in astratto, in un mondo ideale che non esiste, ma dove ha sbagliato nel mondo concreto, dove poteva fare meglio nel mondo concreto in cui stiamo e con i vincoli con i quali il Governo inevitabilmente deve fare i conti.
  L'unione bancaria è un grande passo in avanti. Si poteva fare meglio ? In parte io sono convinto che si poteva fare meglio: per dirne una, un tema che ho sollevato e mi sarebbe piaciuto che anche l'opposizione avesse sollevato è il tema riguardante il fatto che esiste una duplicità dei sistemi di vigilanza, c’è la European Banking Authority e c’è la Banca Centrale Europea: una fa vigilanza microprudenziale, l'altra fa vigilanza macroprudenziale. È utile ? Perché capita a volte che non si parlino: ci sono stati momenti drammatici in cui le banche hanno avuto la European Banking Authority che diceva loro di non comprare titoli di Stato e la Banca Centrale Europea che diceva loro di comprare titoli di Stato. Gli diceva: se voi mi portate i titoli di Stato che avete comprato, io ve li accetto come garanzia per prestiti a tassi di interesse bassissimi. Che devono fare le banche più che incitare a comprare titoli di Stato ? Che sistemi abbiamo costruito per impedire che si ripeta una simile schizofrenia nel futuro ? Questa è una domanda a cui il Governo avrebbe dovuto rispondere perché qui veramente Pag. 24siamo arrivati ad un risultato che credo sia insoddisfacente per tutti e ci si è arrivati per una serie di ragioni.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Lei mi invita a concludere. Chiuderò visto che non posso fare altro. Vorrei soltanto dire una cosa però. Tsipras sbaglia perché pensa che in Europa si possano battere i pugni sul tavolo. Invece è necessario elaborare una proposta politica alternativa per l'Europa. Condannare Tsipras non vuol dire che ci piace questa Europa. Vogliamo un'Europa migliore ma un'Europa, non un'altra cosa e per far questo bisogna prima capire la filosofia delle istituzioni europee. Politiche le quali addossano ad altri il costo del nostro welfare non sono possibili, sono fuori dalla realtà. Si potranno fare con altri trattati forse, ma lo dubito. Intanto non si possono fare. Quello che c’è in Europa oggi è l'aiuto per l'autoaiuto. In questo ambito dobbiamo muoverci. Vogliamo un'Europa che sia più attraente, più solidale ma per costruirla dobbiamo prima di tutto fare la nostra parte, non essere additati come i lazzaroni i quali non sanno pagare i loro debiti e poi costruire alleanze con altri Paesi, costruire maggioranze. A quelli che ce l'hanno con la signora Merkel io dico: ma vi rendete conto che l'Europa è il modo in cui noi abbiamo imbrigliato l'imperialismo tedesco ? Cosa sarebbe un'Europa geografica senza le istituzioni europee in cui la Germania fosse libera di fare valere il proprio peso con tutti gli strumenti economici e magari anche militari di cui dispone, visto che oggettivamente è il Paese più grande, più forte e quello che sta nel centro dell'Europa. Invece in questo sistema noi possiamo mettere in minoranza anche la signora Merkel che ha il senso democratico di lasciarsi mettere in minoranza: raramente, ma è possibile.
  L'ultima osservazione: abbiamo bisogno di unità nazionale. All'estero leggono i nostri giornali. Se, Dio non voglia, ci fosse un'ondata speculativa causata da un esito infausto della crisi greca, andranno a vedere non soltanto quello che dice e fa questo Governo ma anche quello che dice e fa l'opposizione e se avranno la sensazione che l'opposizione, una volta andata al potere, sfasciasse il risanamento fatto da questo Governo, le ondate speculative si scateneranno con più forza contro l'Italia. Dunque invito il Governo ad aprire il dialogo con l'opposizione. C’è una cosa giusta che l'opposizione ha detto: la signora Merkel ha convocato l'opposizione per parlare con loro...

  PRESIDENTE. Presidente Buttiglione, la invito a concludere.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Chiudo subito. Convocate l'opposizione ma l'opposizione venga a parlare seriamente non di demagogia ma del futuro dell'Italia per fare il bene degli italiani.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.

  ROBERTO OCCHIUTO. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il gruppo di Forza Italia ha avuto su questo provvedimento un atteggiamento di grande responsabilità. Abbiamo votato i primi due articoli perché abbiamo ritenuto che servissero ad evitare procedure di infrazione con conseguenti oneri per lo Stato e quindi per i cittadini.
  Ci siamo astenuti su altri articoli, perché abbiamo ritenuto del tutto normale che si recepissero direttive europee che vanno nella direzione dei consumatori o che vanno nella direzione di salvaguardare i diritti dei lavoratori. Abbiamo ridotto al minimo le nostre proposte emendative, limitandole al solo articolo 8, quello che prevede il prelievo forzoso sui depositi degli italiani; non avevamo, infatti, alcun pregiudizio sulla legge di delegazione europea, ritenendola, invece, uno strumento opportuno per recepire gli obblighi comunitari, evitando così costose procedure di infrazione al nostro Paese.
  Nessuno di noi, infatti, è contrario agli adempimenti degli obblighi che discendono Pag. 25dalla nostra appartenenza all'Unione europea, ma tutti noi di Forza Italia siamo altrettanto convinti che questi obblighi vadano, a volte, discussi e cosparsi di maggiore protagonismo del nostro Governo nella fase cosiddetta ascendente, soprattutto quando incidono su diritti intangibili e costituzionalmente garantiti come il diritto al risparmio. Per questo, avevamo chiesto al Governo lo stralcio dell'articolo 8 che, recependo la direttiva comunitaria, inserisce nel nostro ordinamento la possibilità per le banche in crisi di procedere a prelievi forzosi sui depositi dei loro clienti. Lo avevamo chiesto, perché per quanto obbligati al recepimento delle direttive dell'Unione europea riteniamo che non si possa avere un atteggiamento meramente notarile; lo avevamo chiesto anche perché questa direttiva, che prevede il prelievo forzoso sui depositi, è il risultato dell'assenza del nostro Paese ai processi di formazione e di negoziazione che, alla fine, producono le direttive europee.
  Questa è una direttiva che l'Europa ha partorito senza che ci fosse, in alcun modo, uno spazio di protagonismo dell'Italia, che suggerisse prudenza all'Europa, perché le risorse dei depositanti non sono risorse delle banche, non sono nemmeno risorse dello Stato, ma sono i soldi dei cittadini; è una direttiva assurda che avremmo dovuto, forse, contrastare con maggiore incisività. Faccio un esempio che ho già ripetuto nel corso della discussione sulle linee generali; è come se quattro italiani, avendo bisogno del pane, andassero in una panetteria e in quel momento la panetteria fallisse, allora c’è qualcuno che dice: voi tre, voi quattro che siete qui e che siete clienti di questa panetteria dovete pagare i debiti del panettiere. Ma che cosa significa ? I depositanti sono per l'appunto clienti delle banche, non sono tenuti a rispondere alla crisi e al rischio di default delle banche stesse.
  L'articolo 47 della nostra Costituzione promuove il risparmio e questa norma confligge con l'obbligo costituzionale, non poteva essere, questa, una ragione sufficiente per approfondirla meglio, per rinviare il recepimento di questa direttiva alla prossima legge di delegazione che il Governo e il sottosegretario Gozi hanno già annunciato di voler presentare subito, alla ripresa dei lavori ? Ci avete risposto che non era possibile anzi, non ci avete risposto affatto, ci avete detto, con il vostro silenzio, che non era possibile approfondire ulteriormente questo aspetto. Questo aspetto per noi, invece, è una questione dirimente.
  Ci avete detto, in sostanza, che bisogna fare presto perché l'Europa lo ordinava. Ora, vorrei che fosse chiaro, noi non siamo contro l'Europa, pensiamo che questa possa essere una grande opportunità per integrare i mercati e che anche l'unione bancaria e finanziaria siano infrastrutture regolamentari importanti per aprire i mercati e per farli funzionare meglio. Noi contestiamo, però, che questa Europa sia troppo indietro rispetto all'integrazione politica e, quindi, all'integrazione dei diritti dei diversi cittadini e che l'atteggiamento del nostro Governo sia troppo spesso meramente notarile, incapace di incidere sui processi di formazione delle decisioni europee, anche quando, come in questo caso, tali decisioni confliggono con il nostro dettato costituzionale e con i diritti dei cittadini italiani.
  Forse, il vostro desiderio di compiacere sempre e comunque i nostri partner europei, anche quando loro fanno finta di niente e dimenticano gli obblighi comunitari, ad esempio sulla questione degli immigrati, non vi fa comprendere a sufficienza che questa legge che avrebbe potuto essere un buon provvedimento, domani verrà letta dai cittadini italiani come una legge che prevede il prelievo forzoso sui loro depositi.
  Come spiegheremo, come spiegherete, al pensionato e al padre di famiglia, che, al termine della loro esperienza lavorativa, hanno accumulato i loro risparmi depositandoli in banca e che rischieranno di metterli in pericolo, che l'Europa alla quale partecipiamo è l'Europa dei cittadini e non l'Europa che guarda alle grandi banche prima che ai cittadini ? Sì, perché questa legge produrrà anche un effetto che Pag. 26forse è in contrasto con l'obiettivo della direttiva comunitaria che recepiamo: si rischierà di aggravare la situazione patrimoniale delle piccole banche o di quegli istituti che hanno qualche problema – vogliamo parlare, per esempio, del Monte dei Paschi di Siena, che la sinistra conosce bene ? –, perché questa legge, attraverso il prelievo forzoso, rischia di favorire le grandi banche a scapito delle banche più piccole o in difficoltà e avvantaggerà le banche più grandi, che, facendo meno impieghi, sono più patrimonializzate. È assai probabile, infatti, che molti depositanti, per effetto del rischio del prelievo forzoso, siano indotti a spostare i loro depositi dalle banche con un core tier più basso verso banche con indici di patrimonializzazione migliori. Avevamo provato, con i nostri emendamenti, a chiedere di differire il recepimento di questa direttiva, sulla quale si è parlato poco, sulla quale i cittadini sanno poco, al prossimo provvedimento. È una direttiva che, peraltro, andrà in vigore il 1o gennaio 2016. Potevamo recepirla con la prossima legge: siete stati sordi alle nostre richieste. Avevamo detto che avremmo condizionato il nostro voto all'atteggiamento del Governo su questo tema, per questo voteremo contro questa legge, che passerà come la legge del prelievo forzoso sui depositi degli italiani. La nostra tradizione ce lo impone, perché per noi lo Stato non può, neanche se lo impone l'Europa, comprimere i diritti e le libertà dei cittadini; e il diritto al risparmio è un sacrosanto diritto dei cittadini !
  Approfitto del mio tempo, Presidente, per anticipare anche la dichiarazione di voto sull'altro provvedimento, così come hanno fatto alcuni miei colleghi. Si voterà a breve la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea negli anni 2013 e 2014: ebbene, abbiamo presentato una risoluzione per esprimere un giudizio politico fortemente negativo rispetto ai risultati conseguiti dal nostro Governo, con particolare riferimento al semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea. Vorrei per inciso ricordare che l'anno scorso, quando all'ordine del giorno della discussione politica nazionale c'era la necessità di produrre un avvicendamento fra il Governo Letta e il Governo Renzi, l'argomento che molti adducevano affinché si procedesse a questo avvicendamento era che il nostro Paese non poteva perdere l'occasione preziosa di far cambiare l'Europa attraverso una guida autorevole per il semestre europeo. Beh, a giudicare dai risultati, che noi riteniamo nulli, quell'argomento era giusto un pretesto. Questo è male per il nostro Paese, che invece avrebbe potuto svolgere una funzione più incisiva in quell'occasione. La Presidenza italiana dell'Unione europea ha prodotto un risultato nullo: non ha inciso in alcun modo sulle questioni relative alla crescita e allo sviluppo delle politiche comunitarie, né sulla gestione delle emergenze che l'Unione europea oggi si trova ad affrontare, come quella sulla Grecia, sull'immigrazione e sulla necessità di una sicurezza integrata capace di contrastare il terrorismo islamico, su una politica estera comune che non renda l'Europa forte con i deboli e debole con i forti, come nel caso del rapporto con l'America in ordine alle sanzioni alla Russia, che determinano una perdita per il nostro PIL nell'ordine di 3-5 miliardi di euro all'anno. Noi vorremmo un'Europa più forte, capace di guardare sì all'integrazione bancaria e finanziaria ma soprattutto all'integrazione politica; capace di mettere da parte gli egoismi nazionali e di evitare all'Europa quello che Metternich riteneva potesse essere il pericolo per l'Italia, cioè quello di ridursi ad una mera espressione geografica.
  Avremmo voluto un Governo nazionale capace di aggregare gli interessi dell'area euromediterranea dell'Europa, oggi in conflitto con gli interessi dell'area nordeuropea, in un rapporto che è trasversale alle grandi famiglie della politica europea.
  Bene: questa è un'occasione che il nostro Governo ha perso, dimostrando la sua inconsistenza in Europa, ma, soprattutto, dimostrando la propria inconsistenza davanti ai cittadini italiani, che si aspettano di più dall'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

Pag. 27

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Grazie, Presidente. Noi voteremo contro questa legge di delegazione. Non lo facciamo normalmente, ma perché questa volta voteremo contrari ? Oltre al principio che stiamo introducendo, il principio del bail-in, il meccanismo del prelievo forzoso sui conti correnti e svalutazione dei titoli, questa direttiva – vogliamo ricordarlo a tutti – è una direttiva del 2014. È una direttiva dell'anno scorso, che aveva avuto un anno di tempo per poter essere discussa, ma che noi stiamo ritrovando in Aula solo oggi.
  La stiamo ritrovando in Aula solo oggi e, un paio di giorni fa, la maggior parte dei componenti della maggioranza ci ha informato che questa direttiva, questa legge di delegazione europea, era blindata. Quindi, dopo un anno di tempo di possibili studi della direttiva, si arriva in Aula e non viene data all'opposizione la possibilità di modificare un singolo articolo di questa legge di delegazione.
  Quindi, noi voteremo contro, anche perché si introduce questo principio che, come abbiamo spiegato ieri e l'altro ieri, intanto, sarà difficile poi cancellare in futuro. Perché principi come questi, così complessi, che riguardano il sistema monetario e il sistema bancario-finanziario in toto, una volta introdotti, come sapete bene, difficilmente riusciremmo ad eliminarli. Anzi, superato questo famoso limite di 100 mila euro, il cliente della banca diventerà socio – perché questo succederà –, mentre ad oggi non esiste un'azienda privata nella quale i propri clienti paghino la crisi. Non esiste. Non esiste !
  Ho fatto l'esempio del titolare di un garage, ovvero il proprietario di una struttura nella quale io vado a custodire la mia auto, pagando il noleggio del posto: pago il posteggio per una settimana, lasciando in custodia la mia auto. Nel momento in cui fallisce, il curatore fallimentare non si sognerà mai, mai e poi mai, di andare ad aggredire il bene nella mia titolarità. Perché il bene rimane nella mia titolarità, cosa che, invece, non avverrà d'ora in poi per i correntisti italiani.
  Ma la cosa ancora più assurda – ancora più assurda ! – è che noi avremmo potuto accettare, Presidente, questo principio. Noi questo principio del bail-in, ovvero della partecipazione del cliente alle crisi causate dalle banche – e che dovrebbero pagare le banche – noi l'avremmo potuto accettare, però in cambio di una semplice cosa: partecipo ai guadagni, partecipo alle perdite.
  Perché il cliente di una banca deve partecipare solo alle perdite ? Questa è una domanda che noi ancora ci poniamo, ma non riusciamo ad ottenere da voi nessuna risposta. Perché poi è da ricordare a tutta l'Aula che le domande che noi abbiamo fatto ieri su questo tema non hanno ottenuto risposta. Non hanno ottenuto risposta, perché risposta non ce n’è. La risposta è molto semplice. La risposta è che noi abbiamo un sistema bancario per spiegare il quale vi faccio un esempio: io oggi apro una banca, quindi inizio ad amministrare una banca. Pago il mio amministratore milioni e milioni di euro per dirigere la mia banca. Prendo i soldi che i depositanti mettono nei conti a costo zero: cioè, io la materia prima, a differenza di qualsiasi altra azienda, la compro a costo zero.
  Qualsiasi altra materia prima, naturalmente, ha un costo. Invece, i soldi, ovvero la materia prima delle banche, vengono comprati dalle banche a costo zero.
  Quindi, queste materie prime, che i clienti-depositanti mi danno e che io utilizzo all'interno della mia banca, le prendo a zero, però, quando le vendo, a quanto le vendo ? Le vendo a 1 ? Le mie materie prime lavorate, le vendo a due ? Le vendo a 3 ? No, le vendo a 11, le vendo a 12, perché l'ultima rilevazione dei tassi medi di Banca d'Italia – una rilevazione che fa ogni tre mesi – mi informa che il tasso medio applicato sui finanziamenti, quindi sui prodotti che la banca crea da queste materie prime comprate a zero, è più o meno dell'11 per cento. La rilevazione media trimestrale dei tassi soglia mi dice Pag. 28che le carte di credito revolving hanno un tasso medio del 19 per cento, con un tasso di usura del 22 per cento. Quindi, io banca entro nel mercato, pago tanto l'amministratore della mia banca, compro le materie prime a zero e le vendo a 18. Quale altra azienda privata ha questo privilegio ?
  Io vorrei ricordare che il guadagno, l'utile medio delle grandi aziende è del 3 per cento, 4 per cento. Cioè, di solito, l'impresa ha un utile medio, ossia ricavi meno costi, semplificando, del 3 per cento, del 4 per cento. Invece, le banche nel loro mercato prendono a zero e vendono al 18 per cento. Quindi, già partono con un margine operativo immediato del 18 per cento.
  Poi cosa fanno queste banche ? Queste banche, che hanno già questo privilegio di poter avere gratis i soldi nei depositi e utilizzarli vendendoli, chiamano Juncker – perché c’è un'inchiesta che si chiama Luxleaks – o Juncker chiama le banche (di sicuro, Intesa San Paolo e Banca Unicredit) e, grazie a uno strumento altamente pericoloso anch'esso, frutto sempre dell'Unione europea, che si chiama ruling internazionale, gli dicono: scusa, ma perché stai in Italia, che paghi un sacco di soldi di tasse ? Vieni in Lussemburgo, che ti faccio pagare il 3 per cento di tasse e freghiamo gli italiani. Così, tu pagherai il 3 per cento di tasse in Lussemburgo e, quando operi in Italia, non solo prendi i soldi a zero e li vendi a 18, ma non paghi neanche le tasse o paghi solo il 3 per cento, rispetto alla tua concorrenza, che paga le tasse in Italia e le paga tutte.
  Quindi, prendo a zero, vendo a 18 e non pago tasse.
  Poi cosa faccio ? Lo sappiamo tutti, perché siamo sempre qui a chiederci perché non arrivano soldi alle imprese. Non arrivano soldi alle imprese perché, ad un certo punto, le banche hanno detto: perché devo dare i soldi alle imprese, quando guadagno il 18 per cento ? Io me ne vado sul mercato finanziario e compro dei titoli, tipo i credit default swap, che scommettono sulla quantità di millimetri di pioggia che ci saranno a Genova nel 2015, perché sottostanti a questi titoli derivati spesso e volentieri vi sono questi parametri, questi obiettivi, questi indici per ottenere dei risultati: i millimetri di pioggia ! Quindi, invece di investire nelle imprese, io banca mi compro un derivato, perché con l'effetto leva posso guadagnare cento volte quello che guadagnerei facendo prestiti alle imprese.
  Quindi, ripetiamo: compro a zero, vendo a 18, non pago le tasse e non investo sulle imprese, perché compro i titoli tossici. Compro i titoli tossici come i subprime, che hanno causato la crisi del 2008, per la quale voi state introducendo il bail-in. Ma chi ha causato la crisi del 2008 ? Le imprese ? I depositanti ? O le banche, creando subprime e i credit default swap ?
  Non sono stati i depositanti, sono state le banche. Quindi, compro titoli tossici, faccio scoppiare una crisi, poi nel caso in cui gli interessi passivi non me li dovessero pagare, io lo posso defiscalizzare fino al 96 per cento. Quale altra azienda privata italiana può fare questo ? Non solo, ma i miei crediti in sofferenza, anziché ammortizzarli in 5 anni, li ammortizzerò in un anno; prima erano 18 anni, li hanno portati a 5 e poi ad un anno.
  In chiusura del mio intervento, capendo con chi abbiamo a che fare, con un sistema bancario che non pensa alle imprese – così come faceva quando è nato, perché il sistema bancario è nato per aiutare le imprese –, gioca in borsa, crea titoli tossici, prende le materie prime gratis, le vende al 18 per cento, può ammortizzare in un anno anziché in 18, può defiscalizzare gli interessi passivi sino al 96 per cento: queste banche, aziende private, che hanno più privilegi di tutti, nel momento in cui falliscono possono chiedere l'aiuto ? No, possono prelevare forzosamente i soldi dai conti correnti dei depositanti, che non hanno alcuna voce in capitolo nella gestione amministrativa dell'azienda !
  Questo è quello che sta accadendo oggi in quest'Aula, questo è quello che è accaduto nel 2013 in Commissione europea, questo è quello che hanno voluto la Banca d'Inghilterra e un'assicurazione privata nel Pag. 292012, questo è quello che ha voluto l'America insieme a Goldman Sachs e a queste assicurazioni nel 2011. La verità è questa: qualcuno ha chiesto questa riforma, qualcuno ha chiesto che le banche non debbano più pagare un euro di tasse in Italia e voi la state approvando.
  Il succo è semplicemente questo: abbiamo dei soci, abbiamo dei depositanti che diventano soci, ma solo nel momento in cui la banca perde. Io credo che sia incostituzionale rispetto all'articolo 47 della Costituzione, che tutela il risparmio; credo che sia illegittimo, a causa dell'articolo 11 del testo unico bancario, e credo che sia illegittimo a causa dell'articolo 1834 del codice civile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Albini. Ne ha facoltà.

  TEA ALBINI. Grazie, Presidente. Il gruppo del PD voterà a favore della legge di delegazione europea con responsabilità, nell'interesse nazionale del nostro Paese e per il ruolo europeo che da sempre orgogliosamente occupiamo.
  Il disegno di legge in esame, adottato dal Governo, adempie agli obblighi della disciplina sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea, prevedendo che ogni anno si approvino una legge di delegazione europea e una legge europea. Quest'ultimo provvedimento è stato recentemente licenziato dalla Camera in prima lettura ed ora è all'esame del Senato.
  Parliamo di un provvedimento estremamente rilevante, le cui disposizioni di natura eterogenea tra loro si rendono necessarie per adeguare l'ordinamento giuridico italiano a quello europeo. Il risultato a cui siamo arrivati è stato il frutto di una attività parlamentare intensa, che ha portato a migliorare – e ci è voluto del tempo – questi provvedimenti e ha portato l'Italia verso la sempre più forte consapevolezza dell'importanza di ottemperare agli obblighi comunitari.
  La pluralità dei contenuti presenti nel provvedimento deriva dalla natura eterogenea della legge di delegazione europea, che prevede il recepimento di ben quaranta direttive, dalla più datata del 2010, relativa alle norme sulla qualità e la sicurezza degli organi umani destinati ai trapianti, sino alla più recente direttiva del 2014, che modifica il regime fiscale comune applicabile alle società madri e figlie di Stati membri diversi.
  In questa legislatura, oltre all'applicazione delle novità introdotte dalla legge n. 234 del 2012 circa lo sdoppiamento della vecchia legge comunitaria, è stata introdotta per la prima volta in accordo con il Governo un'ulteriore innovazione volta a velocizzare l'esame di due complessi disegni di legge di adeguamento alla normativa dell'Unione europea che ha reso più agevole e veloce il lavoro nelle Commissioni XIV di Camera e Senato. Il testo approvato in prima lettura dal Senato presenta numerose e significative modifiche rispetto al testo originario presentato dal Governo e tra le modifiche apportate dal Senato sono da segnalare la previsione, con specifica delega, corredata di principi e criteri direttivi, dell'attuazione della direttiva sulla lavorazione, presentazione e vendita dei prodotti del tabacco, la soppressione dell'allegato B della direttiva sulla gestione collettiva dei diritti d'autore e sulla concessione di licenze per diritti su opere musicali per uso online. Per quanto riguarda poi il riordino complessivo in materia di diritto d'autore, Governo e Parlamento hanno optato per il suo recepimento mediante un percorso di natura parlamentare a partire da alcune proposte di legge già incardinate nelle Commissioni di merito alla Camera dei deputati. Numerose sono le disposizioni contenute nel provvedimento licenziato dal Senato, come bene ha illustrato nel suo intervento in discussione sulle linee generali la collega Camani, per cui mi limito ad osservare solo che un pacchetto significativo di direttive interviene sulla riorganizzazione dei mercati bancari e finanziari con la finalità di creare un quadro organico di regolamentazione per perseguire l'obiettivo Pag. 30di stabilità e trasparenza dei mercati, di tutela dei risparmiatori e degli investitori. Recepiamo nel nostro ordinamento le disposizioni volte a creare un quadro finanziario integrato con lo scopo anche di aggiungere stabilità finanziaria e ridurre al minimo l'eventuale costo del fallimento delle banche. Nel corso dell'esame in sede referente si è arricchito il numero di direttive europee che il Governo è delegato ad adottare con propri decreti attuativi; questi provvederanno al recepimento delle direttive sulla costruzione di un'infrastruttura per combustibili alternativi, sugli OGM, sullo scambio transfrontaliero di informazioni sulle infrazioni in materia di sicurezza stradale. Altre direttive riguardano un'estrema varietà di temi fra i quali la gestione collettiva dei diritti d'autore, i prodotti del tabacco, l'ordine europeo di indagine penale, la fatturazione elettronica negli appalti pubblici e la restituzione dei beni culturali usciti illecitamente dal territorio di uno Stato membro. Un passaggio estremamente importante è l'inserimento di una delega biennale al Governo per l'emanazione di disposizioni recanti sanzioni penali o amministrative per la violazione di obblighi discendenti da direttive attuate in via regolamentare o amministrativa e per le violazioni a regolamenti dell'Unione europea pubblicati alla data della entrata in vigore di questa legge. La necessità di questa delega discende dal fatto che, sia nel caso dell'attuazione di direttive in via regolamentare o amministrativa sia nel caso di regolamenti comunitari, deve essere sempre prevista una fonte normativa interna di rango primario atta a introdurre norme sanzionatorie di natura penale o amministrativa nell'ordinamento nazionale. La trasposizione di tali decisioni in materia di giustizia è urgente in relazione al passaggio della cooperazione giudiziaria da materia intergovernativa a materia di competenza comunitaria dal dicembre 2014. Con il Trattato di Lisbona infatti anche lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia diventa unico e questo impone l'accelerazione del processo di armonizzazione e attuazione di obblighi europei anche al fine di evitare procedure di infrazione da parte della Commissione o sanzioni da parte della Corte di giustizia. Tale processo ci impone di adottare misure per rendere ancora più efficiente il nostro sistema giustizia, fattore chiave per investitori esterni e fattore di consolidamento sociale e di tutela certa dei diritti, così come indicato nella raccomandazione europea specifica per l'Italia nell'ambito del Semestre di sorveglianza europea. In ordine al quadro di valutazione dell'Unione europea sulla giustizia 2014 è anche interesse degli Stati membri che ogni Paese tenda a migliorare l'efficienza, l'indipendenza e la certezza dei propri sistemi giudiziari interni. L'Europa fa ancora fatica a concepirsi come soggetto unico giuridico all'interno e all'esterno, nelle relazioni con i Paesi terzi ma l'emergenza della minaccia del terrorismo internazionale, della criminalità organizzata sino a quella delle tragedie umane legate all'immigrazione ci impongono un'assunzione di responsabilità per un maggior protagonismo europeo anche nell'ambito di quelle organizzazioni internazionali intergovernative dove l'Europa non è ancora in grado di parlare con una sola voce.
  In conclusione, signor Presidente e onorevoli deputati, in questo momento di forte preoccupazione per il destino del popolo greco, un popolo amico che ci è vicino per storia e cultura, vorrei rivolgere un invito, alla politica e al nostro Governo, per trovare ogni spazio possibile affinché, insieme alla Grecia, non fallisca anche l'idea di un'Europa che ci è stata consegnata da coloro che la pensarono grande, unita e solidale.
  Con questo auspicio, preannunzio il voto favorevole del gruppo del PD (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3123)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.Pag. 31
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3123, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  S. 1758 – «Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2014» (Approvato dal Senato) (3123):

   Presenti  405   
   Votanti  383   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato  270    
    Hanno votato no  113    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Cariello, ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. Il deputato Paolo Rossi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. I deputati Pellegrino, Franco Bordo, Zaratti e Placido hanno segnalato che avrebbero voluto astenersi).

Seguito della discussione della Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2013 (Doc. LXXXVII, n. 2) e della Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2014 (Doc. LXXXVII, n. 3) (ore 12,10).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2013 (Doc. LXXXVII, n. 2) e della Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2014 (Doc. LXXXVII, n. 3).
  Ricordo che, nella seduta del 30 giugno 2015, si è conclusa la discussione sulle linee generali, svolta congiuntamente a quella relativa al disegno di legge di delegazione europea, e che i relatori e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
  Ricordo che sono state presentate le risoluzioni Bergonzi, Berlinghieri, Camani, Albini, Bonomo, Michele Bordo e Tancredi n. 6-00151, Battelli ed altri n. 6-00152 e Brunetta e Occhiuto n. 6-00153, riferite alle Relazioni consuntive sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per gli anni 2013 e 2014 (Vedi l'allegato A – Risoluzioni).
  Avverto che la risoluzione Bergonzi, Berlinghieri, Camani, Albini, Bonomo, Michele Bordo e Tancredi n. 6-00151 è stata successivamente sottoscritta anche dall'onorevole Mazziotti Di Celso.
  Poiché tutte e tre le risoluzioni presentate sono riferite ad entrambe le Relazioni consuntive, procederemo ad un'unica fase di dichiarazioni di voto.
  Ricordo che, ai sensi dell'articolo 126-ter, comma 7, del Regolamento, deve essere votata per prima la risoluzione accettata dal Governo.

(Parere del Governo – Doc. LXXXVII, nn. 2 e 3)

  PRESIDENTE. Chiedo, quindi, al rappresentante del Governo quale risoluzione intenda accettare.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, il Governo accetta la risoluzione Bergonzi, Berlinghieri, Camani, Albini, Bonomo, Michele Bordo, Tancredi e Mazziotti Di Celso n. 6-00151 e non accetta le altre due risoluzioni.

(Dichiarazioni di voto – Doc. LXXXVII, nn. 2 e 3)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galgano. Ne ha facoltà.

Pag. 32

  ADRIANA GALGANO. Signor Presidente, vorrei iniziare con una citazione di Tucidide, che mi sembra molto adatta alla situazione, che dice: bisogna che da una parte e dall'altra si faccia risolutamente ciò che è nella possibilità di ciascuno e che risulta da una esatta valutazione della realtà. Allora, io inizio rivolgendomi a tutti coloro che dicono che in questo momento in Europa prevale la logica dei ragionieri, con un dato: la Germania e l'Austria, che sono accusate di avere logica da ragionieri, sono praticamente alla piena occupazione, non hanno disoccupazione, e quindi devo desumere che, per quanto riguarda la felicità dei cittadini, la logica dei ragionieri sia migliore di quella che alcuni nostri politici propugnano (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia). E vorrei anche segnalare che la Germania, che è in piena occupazione, ha fatto la riforma delle pensioni nel 1999, cioè i poveri tedeschi vanno in pensione a sessantasette anni da ben quindici anni e sono in piena occupazione. I greci, i cui poveri pensionati, ai quali sembra che non interessi nessuno dell'opposizione che andrà a fare campagna per il «no», sono a fare la fila ai bancomat e alle banche per poter ritirare 60 euro al giorno; e i greci vanno in pensione a cinquantacinque anni.
  Allora, qui c’è da fare i conti con la realtà e la realtà ci dice che gli italiani nel 2011, quando il povero Monti, che al pari di Schröder, ha pagato duramente la decisione coraggiosa di fare la riforma delle pensioni, sarebbero stati a fare la fila ai bancomat se non avessimo fatto la riforma delle pensioni (Commenti dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). E il perché, facendo i conti, è assolutamente chiaro e io desidero spiegarlo ai cittadini italiani. In un Paese, dove l'età media è passata dall'inizio del secolo, quando era quarant'anni, a ottantacinque anni per le donne ed a ottantuno per gli uomini, andare in pensione a cinquant'anni cosa significa ? Significa che i contributi che abbiamo pagato non bastano e devono andare a carico della fiscalità generale, il che significa che mandare le persone in pensione molto presto significa che gli italiani sono caricati di tasse. Finché noi non spieghiamo questo, non spieghiamo che i conti hanno una loro logica, gli italiani li stiamo prendendo in giro (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
  Quindi, cari colleghi, partiamo dall'analisi della realtà non da quello che serve per prendere voti facili, come ha fatto Tsipras, che adesso ha le banche che non erogano più soldi. E mi pare che dall'opposizione questo non sia tenuto sufficientemente in conto, cioè mi pare che siate desiderosi di vedere, per ragioni di demagogia e di ideologia vecchia e stantia, la Grecia finire nel baratro. Noi nel baratro, invece, l'Italia non ce la vogliamo mandare e, quindi, votiamo convintamente la risoluzione della maggioranza. Perché, cosa dice la risoluzione della maggioranza ? Impegna il Governo a fare delle cose molto importanti: intanto a dare seguito alle determinazioni del Parlamento rispetto alla politica europea.
  Impegna il Governo a fare un'altra cosa molto importante, prima di esprimere posizioni in Europa, ovvero fare la valutazione di impatto rispetto alle politiche europee, valutazione di impatto sul nostro sistema, sulla nostra impresa e sulla nostra industria. Una battaglia che noi chiediamo invece al Governo di fare è la seguente: qui dall'opposizione si sono levate molte richieste di aiuto della piccola e media impresa e, allora, noi dobbiamo essere consapevoli che aiutare la piccola e media impresa significa semplificare e quindi tutti insieme, opposizione e maggioranza, dobbiamo chiedere una grande opera di semplificazione in Europa, perché vi sono varie complicazioni e io vorrei citare, tra le tante complicazioni di cui abbiamo oberato l'Italia, l'adozione di una legge sui cookie veramente di difficile comprensione, di cui non si sentiva assolutamente il bisogno. Allora, dobbiamo chiedere innanzitutto questa semplificazione, perché, senza questa semplificazione, le aziende hanno una grandissima difficoltà a sopravvivere e sempre meno Pag. 33persone penseranno di mettere su un'impresa, non solo in Italia, ma in tutta l'Europa.
  Concludo quindi, chiedendo al Governo di portare questa istanza in Europa, chiedendo al Governo uno stretto rapporto per quanto riguarda il piano dei quattro presidenti più uno per un'Unione finanziaria, monetaria ed economica che segnerà veramente la differenza, ma soprattutto chiedo all'opposizione un comportamento più consono agli interessi del Paese, perché noi la fine della Grecia non la vogliamo fare (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Kronbichler. Ne ha facoltà.

  FLORIAN KRONBICHLER. Grazie, Presidente. Solo per dire che la risoluzione del Partito Democratico è sull'insegna della discussione di ieri e oggi, dove in pratica non c’è stata risposta. Su questo punto questa risoluzione, per quanto contenga anche delle espressioni di buoni intendimenti, non merita il nostro voto favorevole, né contrario. Ci asteniamo semplicemente.
  Votiamo a favore della risoluzione del MoVimento 5 Stelle per il forte impegno ambientalista che contiene. Ci sono degli elementi positivi pure nella risoluzione del collega Brunetta, per quello che riguarda la critica, la critica forte anche nei confronti del semestre italiano europeo, che nei resoconti sono giubilati – diciamo così – al di là di ogni realtà. Però non possiamo esprimere il voto favorevole, ma dobbiamo votare contro per quelle indicazioni o rivendicazioni, più implicite che esplicite, che contiene nei confronti dei migranti, che assolutamente non è sulla linea di una politica solidale, che deve contraddistingue l'Europa.
  Quindi, un'astensione sulla risoluzione del PD; voto a favore per la risoluzione del MoVimento 5 Stelle e voto contrario sulla risoluzione del presidente Brunetta.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, noi daremo il nostro voto favorevole alla risoluzione n. 6-00151 e daremo un voto contrario alle altre due risoluzioni. Rileviamo, insieme con la risoluzione n. 6-00151, che abbiamo fatto importanti passi avanti nel realizzare un migliore rapporto fra Parlamento e Governo, che consente al Parlamento di esercitare una funzione più puntuale di controllo.
  Abbiamo qualche riserva sul modo in cui il Parlamento ha esercitato fino ad ora questa funzione, perché mi sembra che, rispetto alle potenzialità che sono aperte dalla legge n. 234 del 2012, che adesso comincia a trovare una sua attuazione, perché precedentemente non è stata molto attuata, la comprensione da parte del Parlamento del suo ruolo e dei suoi compiti non è ancora cresciuta a sufficienza.
  Faccio un esempio: la legge n. 234 dà al Parlamento la possibilità di vincolare il Governo ad una posizione in sede di negoziazione europea. Il Governo viene, la Commissione parlamentare gli dà una linea da seguire e il Governo porta questa linea in trattativa europea; se non riesce a farla passare, prima di votare a favore di un'altra cosa, il Governo torna – oppure dà un voto provvisorio, ma torna – e, prima di dare il voto definitivo, spiega perché non ha potuto realizzare la raccomandazione parlamentare e le ragioni di opportunità per le quali ha dovuto ripiegare su di un'altra posizione.
  Non mi risulta che questo sia ancora mai accaduto. Eppure è uno strumento potente sia di controllo parlamentare sia per aprire in Italia un dibattito sulla fase ascendente della legislazione europea sia per rendere il pubblico italiano consapevole di quello che si sta discutendo in Europa e di quello che il Governo sta facendo. Un modo per rendere l'Unione più democratica e più vicina ai cittadini. Ancora non è successo: non ne do colpa al Governo, beninteso, ne do colpa a noi, ne Pag. 34do colpa al Parlamento, che non ha utilizzato ancora fino in fondo gli strumenti a sua disposizione.
  Mi fa piacere vedere che comincia a funzionare quello che una volta si chiamava il CIACE e adesso è diventato il CIAE. Il problema fondamentale della politica europea è il coordinamento: ai tanti tavoli negoziali – dodici, credo –, se ogni ministro va al suo tavolo negoziale da solo, è destinato a perdere, salvo che su cose marginali.
  Se, invece, si sa quali sono le priorità della politica italiana e parliamo con gli altri partner, dicendo che siamo disponibili a cedere su altre cose, per noi non essenziali, per costruire una coalizione a sostegno delle questioni che noi riteniamo fondamentali per l'Italia, abbiamo buone possibilità di spuntarla. L'impressione, che gli italiani hanno, di non contare in Europa è legata molto anche al fatto che finora questo coordinamento non vi è stato, e quindi questa capacità di trattativa non vi è stata.
  Adesso il CIAE comincia a funzionare. Noto, però, che manca in questa risoluzione qualunque riferimento alla questione fondamentale degli esperti. Si dice che dobbiamo rafforzare la nostra rappresentanza, ma il nostro problema non è solo quello di rafforzare la nostra rappresentanza: il nostro problema è quello di avere dentro le istituzioni europee tanta gente che parli italiano, che conosca l'Italia e che capisca i nostri problemi, non perché ci favorisca in modo indebito rispetto alla normativa, ma perché ci aiuti a farci capire e anche a capire quello che lì succede.
  Esiste la possibilità di mandare per due anni degli esperti, due anni rinnovabili, e noi la utilizziamo poco; vorrei invitare il Governo ad utilizzarla di più, anche perché, poi, quando l'Unione europea fa un concorso, chi è che vince il concorso ? Ma chi è stato lì già quattro anni, chi conosce le procedure, chi è conosciuto, chi è stimato, al di là dei titoli.
  Uno che deve prendersi un collaboratore vorrebbe anche vederlo in faccia, averlo messo alla prova; a questo servono gli esperti. Vedo che su questo, invece, nonostante la legge n. 234 apra molto spazio al riguardo, ancora non ci siamo. Veniamo ad alcune questioni politiche di carattere più generale: la valutazione del semestre italiano di Presidenza.
  Trovo che sia ingenerosa la valutazione che è stata espressa nelle altre due risoluzioni; non solo ingenerosa, anche sbagliata. Noi abbiamo avuto un semestre di Presidenza in cui non c'era l'Esecutivo europeo, non c'era la Commissione, si andava a costituire la Commissione, e in cui, quindi, la possibilità del semestre di Presidenza di fare le cose che normalmente si fanno nel semestre di Presidenza, cioè ottenere l'approvazione di qualche direttiva che a noi stava più a cuore, utilizzando la capacità di contribuire a formulare l'ordine del giorno, non c'era o c'era in misura molto ristretta.
  Poteva essere usato solo in un modo, attraverso un'azione tutto politica rivolta a intervenire nei processi di formazione della nuova Commissione e a stabilire alcune grandi linee politiche sulle quali chiedere alla Commissione di impegnarsi. Credo che questo sia stato fatto e vorrei che non sfuggisse a tutti. Io, come sapete, sono un difensore delle politiche di austerità, possiamo superare l'austerità perché l'abbiamo fatta, perché abbiamo dato mostra della nostra capacità di pagare i nostri debiti e della nostra volontà di tenere nostri impegni. In questo modo diventiamo credibili e possiamo discutere sul modo di riscadenzare gli impegni.
  Tutto ciò detto, c’è stata una svolta, in parte dovuta al fatto che le politiche di austerità avevano funzionato e, quindi, era maturo un passaggio, ma in parte dovuta anche all'iniziativa del Governo italiano. Si è creato in sede europea un asse, informale, per l'amor di Dio, ma che va dal Governo italiano, al Presidente della Commissione, Juncker, al Presidente della Banca centrale europea, pur nella piena tutela dell'assoluta autonomia della Banca centrale europea. Questo asse, che ha creato consenso tra i Paesi aderenti, ma anche all'interno dell'opinione pubblica tedesca e del Governo tedesco, si è mostrato Pag. 35capace anche di battere la Germania, qualche volta, e se non proprio di batterla, in altre occasioni, per lo meno, di moderarla e ricondurla ad un dialogo; perché ? Perché ha fatto il contrario di Tsipras, ha fatto il contrario di quello che propone di fare Salvini. Non è andato a battere i pugni sul tavolo dicendo «noi vogliamo così», perché se vai a fare così in Europa ti ridono dietro. Ha saputo cominciare a costruire – cominciare, siamo molto lontani dal risultato – un'idea di politica europea in cui si tiene conto, in modo più equilibrato, degli interessi dell'Italia, degli interessi di tutti, non opponendo l'interesse dell'Italia a quelli degli altri Paesi, non opponendo gli interessi dell'Italia a quelli dell'Europa, ma avendo una visione migliore, più ampia, più forte, del bene comune europeo ed inserendo il bene comune italiano dentro questa visione più ampia del bene comune europeo. Signor sottosegretario, non si monti la testa, siamo appena alle premesse, all'introduzione, alla premessa all'introduzione, di una nuova politica europea che è impresa da far tremare le vene ai polsi e che avviene avendo consapevolezza del limite invalicabile dei Trattati. Quando matureranno le condizioni per cambiare i Trattati si potrà fare un altro discorso, fino ad allora, bisogna lavorare dentro questi Trattati. Ma dentro questi Trattati di spazi ce ne sono, il Piano Juncker è uno di questi spazi. Ho sentito qualcuno che vuole che il Piano Juncker faccia beneficenza. Non può fare beneficenza, è un Piano in cui ci sono pochi soldi che devono servire a mobilitare grandi investimenti fatti da investitori privati e gli investitori privati non fanno beneficenza. Ma noi abbiamo bisogno di investimenti, non di beneficenza. L'Europa ha bisogno di far partire gli investimenti. L'Europa ha bisogno di canalizzare le centinaia o migliaia di miliardi di euro che stanno oggi nelle assicurazioni, nelle banche, oziosi o quasi, verso programmi di grandi infrastrutture europee che rendano l'Europa più competitiva. In questo modo è possibile anche superare le strette del bilancio europeo. Non ho trovato molto sul bilancio europeo dentro la relazione.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Devo concludere, per chiudere passerò a un altro tema. Tutto questo è importante, ma dobbiamo ritrovare l'ispirazione originaria dell'Europa, che è un'ispirazione ideale che è l'idea di una politica che mette al centro la pace. Anche l'economia serve per mantenere la pace, dobbiamo ritrovare quello slancio ideale che ha animato quelli che hanno iniziato e che ha animato anche quelli che, dopo il 1989, hanno costruito questa nuova Europa, perché senza il sentimento di una unità di cultura, senza il sentimento di valori comuni, non è possibile neanche costruire una buona politica a tutela degli interessi nazionali in Europa e dell'interesse europeo nel mondo. Su questo io credo che bisogna aprire un grande dibattito. Gli europei sono stati troppo timidi, hanno lasciato il campo a molte cose dette contro l'Europa, in parte giuste, contro la burocrazia europea – chi non è contro la burocrazia europea ? – ma in parte sbagliate, fondamentalmente sbagliate. Fuori dall'Europa per noi non c’è salvezza, non c’è futuro. Allora bisogna rilanciare una grande visione europeista la quale non può non avere come base una forte unità politica dell'Europa.
  Io capisco i greci: non possono essere tre funzionari che vanno lì a dirgli quello che devono fare. Deve essere il capo di un Governo europeo, legittimato dal voto di centinaia di milioni di cittadini europei, che va a dire loro cosa è sbagliato e va a trattare con loro le condizioni e il cammino per risolvere i problemi della Grecia dentro il progresso dell'Europa verso un futuro migliore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie Presidente. Intervengo per esprimere il voto favorevole Pag. 36che il gruppo eserciterà nei confronti della risoluzione che è stata presentata da Forza Italia e il voto contrario alle altre. Le motivazioni sono state ampiamente illustrate, sia nella discussione sulle linee generali di questi provvedimenti sia nella precedente dichiarazione di voto, dal collega Occhiuto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nesci, stavolta veramente al momento del suo turno. Mi scusi ancora per prima. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Grazie Presidente, questa volta le scuse sono accettate.
  Ovviamente qui oggi ci ritroviamo a discutere di queste relazioni che sono arrivate assolutamente in ritardo. Effettivamente per realizzare l'obiettivo di questi documenti, quindi per esercitare il controllo ex post del Parlamento sulla condotta del Governo nelle sedi decisionali dell'Unione europea, sarebbe stato appunto opportuno che queste arrivassero per tempo. Infatti, per farlo sapere a tutti, la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all'anno 2013 – quindi parliamo dell'anno 2013 – è stata presentata a fine marzo 2015 e quella relativa all'anno 2014 il 30 maggio 2015. Quindi questo ritardo nella trasmissione di documenti non solo ne vanifica gli effetti e gli obiettivi ma ovviamente è l'ennesima riprova della mancanza di rispetto verso il Parlamento e il suo lavoro.
  Infatti le analisi dell'iter normativo delle varie proposte e la relazione sull'avanzamento dei lavori perdono senso, in quanto lo stato dell'iter attuale non è più quello descritto nella relazione. Pertanto anche la posizione italiana descritta, che dovrebbe rispettare le linee del Parlamento, non ha più fondamento. Così come l'iter delle procedure di infrazione, il loro numero e il loro stato si è modificato nel tempo. I consigli europei si tengono al massimo a scadenza di tre mesi, per cui le indicazioni su questo e gli indirizzi delle Camere sono ormai obsoleti dopo più di sei mesi. Così come anche tardive sono le valutazioni del semestre europeo, che arrivano dopo sei mesi. E addirittura dopo sei mesi si è concluso anche l'ulteriore semestre europeo.
  Non è insomma la prima volta che questa Camera è chiamata a discutere di passaggi che ormai sono anacronistici o, comunque, su documenti che poi non hanno un'effettiva ricaduta o meglio non rispondono più alle motivazioni e alle esigenze per cui la legge n. 234 del 2012 li aveva inseriti.
  Per quanto riguarda le risoluzioni sulle relazioni consuntive, noi voteremo contro la risoluzione di maggioranza, perché gli impegni non sono credibili e ovviamente, viste anche le premesse della stessa risoluzione. Addirittura si parla del piano Juncker e si enfatizza ancora una volta, per così dire, il riscontro che avrà nell'economia dell'intera Europa. Ma sappiamo bene che noi abbiamo individuato il punto debole di questo piano, ovvero il fatto che gli investimenti si faranno su progetti profittevoli, cioè su progetti che dovranno a tutti i costi fare profitto. Soprattutto, quando si parla nel piano Juncker di progetti che comunque devono creare e incentivare posti di lavoro e la crescita a lungo termine e la competitività, in realtà non è stato chiarito l'ordine di priorità di questi elementi. Innanzitutto, se ha un senso finanziare progetti, questi devono avere una ricaduta ed un valore sociale alto, altrimenti non ce ne facciamo nulla di ulteriori soldi e finanziamenti (anche questo Governo dice di volere dare al piano Juncker una somma ancora indefinita). Quindi ci chiediamo come verrà coniugata la necessità di selezionare investimenti, che poi porteranno profitto, con i bisogni reali e i problemi degli Stati membri.
  Le premesse ovviamente non sono accettabili almeno per quanto riguarda il semestre italiano di Presidenza del Consiglio dell'Unione. Addirittura voi parlate di risultati largamente positivi: questa volta avete proprio esagerato, avete voluto esagerare. C'era una proposta secondo noi da portare avanti durante il semestre Pag. 37italiano di Presidenza: non solo secondo il MoVimento 5 Stelle ma secondo il Parlamento, visto che tutto il Parlamento, il 18 dicembre 2014, ha approvato una nostra risoluzione, nella quale chiedevamo di modificare l'Accordo di Dublino III e istituire punti di richiesta di asilo direttamente sui territori di partenza dei migranti, anche corridoi umanitari e definendo finalmente un testo europeo unico in materia di asilo, che preveda un'equa e proporzionale ripartizione di quote di migranti da accogliere sui territori dei vari Stati membri dell'Unione europea e che definisca politiche coordinate degli Stati membri. Non siete riusciti a portare a casa alcun risultato accettabile.
  Anche per quanto riguarda l'altra risoluzione a prima firma Brunetta, le premesse di essa riguardo al rafforzamento dell'Unione economica e monetaria non ci convincono affatto, anzi noi siamo assolutamente contrari perché, come sapete, da oltre un anno ci impegniamo come MoVimento 5 Stelle per realizzare il referendum consultivo sull'uscita dall'euro. Finalmente in queste ore un popolo è chiamato ad esprimersi anche su questo tema ed è il popolo greco che sta sperimentando più di altri, nella maniera più drammatica, le politiche di austerity fondate su un debito che è illegittimo, un debito falso e ovviamente sulle solite speculazioni bancarie e finanziarie che i miei colleghi prima di me hanno espresso bene e ampiamente. Ormai – ripeto – o questo Parlamento decide di lavorare in maniera organica e razionale o anche queste Relazioni e votazioni risultano assolutamente sterili. Ancora una volta devo ribadire che anche quando questa Camera è chiamata a dare un contributo sulla legge europea e la legge di delegazione europea, il contributo delle opposizioni non viene mai preso in considerazione e quindi ancora una volta è il Governo che decide e fa da sé. Quindi per il momento non ci resta che ribadire la nostra indignazione su come il Governo decide di legiferare su temi che poi ricadono sulla vita quotidiana dei cittadini e su questo concludo il mio intervento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bergonzi. Ne ha facoltà.

  MARCO BERGONZI. Grazie, Presidente. Noi qui oggi siamo a pronunciarci sulle Relazioni consuntive degli anni 2013 e 2014 riguardanti la partecipazione dell'Italia all'Unione europea. Pertanto è su queste che ci dobbiamo concentrare. La Relazione consuntiva annuale – è bene sottolinearlo – a norma della legge n. 234 del 2012 dovrebbe fornire alle Camere gli elementi utili a valutare i principali sviluppi del processo di integrazione europea e delle politiche e delle normative dell'Unione europea nell'anno di riferimento nonché l'efficacia dell'azione del Governo nelle sedi decisionali europee e la sua coerenza con gli indirizzi definiti dal Parlamento. Le Relazioni 2013 e 2014 risultano complessivamente coerenti con il disposto del medesimo articolo 13 della legge n. 234 e costituiscono un forte progresso rispetto alle Relazioni consuntive precedenti in quanto non si limitano ad una mera ricostruzione delle attività svolte dall'Unione europea nell'anno di riferimento ma indicano l'impostazione complessiva della politica europea dell'Italia e illustrano in modo accurato la linea negoziale seguita dal Governo sui principali dossier esaminati, evidenziandone in diversi casi anche l'evoluzione a fronte di profili di criticità del negoziato. La Relazione 2013 è certamente ormai datata, è datata anche istituzionalmente rispetto al quadro attuale europeo e italiano.
  Questo ha ovviamente reso priva di utilità una verifica puntuale dei contenuti del documento che, peraltro, sono dettagliati e ben articolati.
  La relazione consuntiva per il 2014 consente di operare una verifica puntuale dei risultati conseguiti nel corso del semestre italiano di presidenza che sono largamente positivi, malgrado le obiettive difficoltà determinate dalle scadenze istituzionali Pag. 38succedutesi a livello europeo nel corso del 2014. L'Italia ha, infatti, promosso un cambio di marcia da parte dell'Unione avviandone un nuovo ciclo politico, oltre che istituzionale, orientato su alcune grandi priorità, in precedenza trascurate, a partire dalla crescita e dall'occupazione. Di questo approccio sono traduzione concreta la presentazione del piano Juncker con la connessa proposta di regolamento istitutivo del Fondo europeo per gli investimenti strategici e la comunicazione della Commissione europea sulla flessibilità nell'applicazione del Patto di stabilità e crescita, nonché l'impegno sistematico del Governo in tutte le formazioni del Consiglio per reindirizzare l'azione europea verso la crescita dell'economia reale.
  Meritano particolare apprezzamento a questo riguardo il contributo predisposto dalla presidenza italiana per la revisione della strategia Europa 2020, che ne prevede un più forte coordinamento con la procedura del semestre europeo e un maggior bilanciamento tra economia reale e finanziaria, il rilancio della riflessione sull'elaborazione di un approccio integrato di politica industriale che privilegi la piccola e media impresa, l'adozione, sempre nel nostro semestre, della nuova direttiva in materia di OGM in base alla quale gli Stati membri saranno liberi di decidere se coltivare o meno organismi geneticamente modificati sul proprio territorio, tutelando così chi sceglie di dare priorità a modi di produzione tradizionali. Ricordo, ancora, la riforma del sistema di registrazione dei marchi al fine di rafforzare la lotta alla contraffazione e, poi, i progressi ottenuti verso l'introduzione di una certificazione dell'origine dei prodotti, il cosiddetto made in, che consentirebbe di tutelare le produzioni di qualità, con forti ricadute positive sull'industria europea e, in particolare, italiana.
  È, poi, degno di nota sottolineare l'attenzione rivolta alle politiche del turismo, l'impegno a porre la ricerca, l'istruzione e la formazione al centro delle politiche per la crescita e la creazione di posti di lavoro e il rafforzamento del quadro giuridico dell'Unione in materia di trasparenza e lotta contro la frode e l'evasione fiscale. Forte rilievo, poi, assume il rafforzamento degli strumenti per il rispetto e la protezione dei diritti fondamentali e dello Stato di diritto all'interno dell'Unione europea, concordato nello scorso dicembre dal Consiglio, con la decisione di avviare un dialogo annuale tra gli Stati membri in seno al Consiglio per promuovere e salvaguardare il rispetto di tali principi e valori dell'Unione europea.
  Si tratta di un passo importante verso l'affermazione della dimensione non meramente economica del processo di integrazione europea, al quale hanno concorso ulteriori progressi conseguiti nel corso della nostra presidenza nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia. La nostra presidenza ha ottenuto, poi, significativi progressi anche nella costruzione di una politica comune per la gestione dei flussi migratori, mediante l'adozione di alcune misure che hanno preparato il campo alle più recenti e incisive decisioni. Ricordiamo il lancio dell'operazione Triton, le conferenze coi partner del processo di Rabat e di Khartoum, volte a coinvolgere responsabilmente sui temi migratori gli Stati dell'Africa occidentale, centrale, mediterranea e del Corno d'Africa.
  Molto positivo è il giudizio sull'azione condotta dalla nostra presidenza per il rafforzamento della dimensione esterna dell'Unione di cui sono dimostrazione il miglioramento della capacità di risposta e intervento dell'Unione europea su tutti i principali teatri di crisi di vicinato europeo. Sottolineo il rafforzamento, poi, della sinergia tra i diversi gruppi di lavoro del Consiglio che si occupano della dimensione esterna e interna delle politiche dell'Unione europea per il contrasto al terrorismo e, infine, l'avanzamento del negoziato per il TTIP, Transatlantic Trade and Investment Partnership, tra l'Unione europea e gli Stati Uniti, promuovendo al tempo stesso un'iniziativa per incrementarne la trasparenza.
  In sostanza, il rilancio di crescita e occupazione ha costituito la vera cornice per gran parte delle politiche settoriali, Pag. 39garantendo organicità e coerenza, oltre che effettività, all'azione del nostro Paese. Per tutta questa nutrita e ampia serie di ragioni, annuncio il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni – Doc. LXXXVII, nn. 2 e 3)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Ricordo che, come da prassi, le risoluzioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite o non precluse dalle votazioni precedenti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Bergonzi, Berlinghieri, Camani, Albini, Bonomo, Michele Bordo, Tancredi e Mazziotti Di Celso n. 6-00151, accettata dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  379   
   Votanti  358   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato
 254    
    Hanno votato
no  104).    

  (Il deputato Tripiedi ha segnalato che ha erroneamente votato a favore, mentre avrebbe voluto votare contro).

  Avverto che, a seguito dell'approvazione della risoluzione Bergonzi, Berlinghieri, Camani, Albini, Bonomo, Michele Bordo, Tancredi e Mazziotti Di Celso n. 6-00151, risulta parzialmente assorbito il primo capoverso del dispositivo della risoluzione Battelli n. 6-00152. Risultano altresì integralmente assorbiti il secondo e il terzo capoverso della stessa risoluzione.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Battelli n. 6-00152, non accettata dal Governo, limitatamente alle parti non assorbite.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Stumpo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  377   
   Votanti  366   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato
  75    
    Hanno votato
no  291).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Brunetta e Occhiuto n. 6-00153, non accettata dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  378   
   Votanti  365   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato
  29    
    Hanno votato
no  336).    

Sui lavori dell'Assemblea.

  PRESIDENTE. Avverto che, sulla base delle intese intercorse tra i gruppi, il seguito della discussione delle mozioni Pag. 40Colletti ed altri n. 1-00921, Sberna ed altri n. 1-00924, Binetti e Dorina Bianchi n. 1-00926, Rondini ed altri n. 1-00927, Bazoli ed altri n. 1-00928 e Palese n. 1-00930, concernenti iniziative volte a sospendere le procedure di espropriazione relative ad immobili adibiti ad abitazione principale, avrà luogo nella seduta di martedì 7 luglio, con priorità rispetto agli altri argomenti.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 12,55).

  FLORIAN KRONBICHLER. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FLORIAN KRONBICHLER. Presidente, domani, 3 luglio, saranno vent'anni che è morto Alexander Langer. Il 3 luglio 1995 si è tolto la vita in un oliveto nei pressi di Firenze, lasciando su un foglietto questa esortazione agli amici: «Continuate in ciò che è giusto».
  Fu un uomo eccezionale. Penso che presentarlo sia superfluo: gran parte dei colleghi e delle colleghe qui in Aula lo conoscono o, come minimo, ne hanno sentito parlare. A vent'anni dalla morte, la sua memoria è più viva che mai.
  Dal momento che Matteo Renzi ha aperto il discorso inaugurale del suo Governo con una citazione di Alexander Langer, si può dire che l'uomo può essere annoverato tra i classici. Fu insegnante, giornalista, politico e in tutto ciò fu alternativo.
  Nato a Vipiteno da famiglia sudtirolese e formatosi nella Firenze di La Pira e Don Milani, Langer ha coniugato, come nessun altro forse, il radicamento nella propria Heimat e l'apertura al mondo intero. Si è esercitato per una vita da traduttore nel senso più ampio e molteplice del termine. Non solo sapeva le lingue: sapeva trarre il meglio dalle diverse culture. Tradusse l'esperienza del movimento operaio italiano nel mondo tedesco, e da quest'ultimo riportò il pensiero ecologico e il movimento pacifista in Italia.
  Resteranno legati al nome di Alexander Langer concetti quali: conversione ecologica, convivenza interetnica, utopia concreta, saltatori di muri, costruttori di ponti, forza della non violenza, portatore di speranze. Sì, Alexander Langer fu portatore di speranze. San Cristoforo, da cristiano, fu il suo santo preferito. Quel santo che portò il mondo sulle spalle, così come pure Langer, per un'intera vita, si addossò le pene di tutti, finché non resse più.
  Leader di battaglie sempre minoritarie in vita, oggi la sua statura morale e visione profetica sono trasversalmente riconosciute. Grazie (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà, Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).

  MARISA NICCHI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Grazie, Presidente. Purtroppo, in alcune parti del nostro Paese, esistono ancora forme di schiavitù. È il caso di 40 mila braccianti italiane, che in alcuni campi, dalla Puglia al Polesine, sono costrette a lavorare in condizioni disumane per tre euro all'ora. Stiamo parlando di 40 mila donne, tutte italiane, che vengono reclutate nel cuore della notte, ai bordi delle strade, da caporali senza scrupoli.
  Condizioni terribili, contrastate dalla FLAI-CGIL, su cui ha fatto luce un'inchiesta giornalistica di Repubblica.it e su cui SEL, questo gruppo, ha presentato un'interrogazione parlamentare, seguita dal silenzio del Governo. L'Italia non può tollerare che, in certi angoli del Paese, sopravvivono sistemi lavorativi feudali, dove lavorano donne che vengono Pag. 41trasformate in merce, vittime di un sistema di criminalità organizzata senza scrupoli !
  Mi rivolgo a lei, Presidente, affinché il Governo possa rispondere velocemente alla nostra interrogazione, per fare luce su queste condizioni lavorative inquietanti, in cui sono costrette a vivere migliaia di donne italiane. È necessario intervenire, ed intervenire subito, perché non vogliamo essere complici di questo paraschiavismo nel cuore dell'Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Partito Democratico).

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Nicchi. La Presidenza farà presente il sollecito della sua interrogazione.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Presidente, sa chi in questo momento, non per ragioni politiche, ma più che altro comunicative, sta gioendo rispetto al referendum in Grecia ? È il partito che sostiene il Premier non eletto da nessuno, il Nuovo Centrodestra, perché da quando si parla, quasi esclusivamente, della questione in Grecia, ci si è dimenticati delle questioni legali, ed anche delinquenziali, del partito appunto di Alfano.
  Ci siamo dimenticati che, in questo momento, pende la richiesta di arresto per il senatore Azzollini, attualmente ancora presidente della Commissione bilancio, per il senatore Bilardi, sempre del Nuovo Centrodestra, per il quale pende la richiesta di arresto per spese pazze, il dramma della corruzione in Calabria !

  PRESIDENTE. Onorevole Di Battista, mi perdoni. Si tratta di componenti dell'altro ramo del Parlamento, e noi non abbiamo competenza, quindi...

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Io in questa Camera sono stato eletto, e con educazione parlo di quello che mi pare, Presidente !

  PRESIDENTE. No...

  ALESSANDRO DI BATTISTA. ... e Aiello è un senatore...

  PRESIDENTE. Onorevole Di Battista... la ringrazio !

  ALESSANDRO DI BATTISTA. ... sto parlando di legalità e corruzione...

  PRESIDENTE. La ringrazio !

  ALESSANDRO DI BATTISTA. ... in questo Paese...

  PRESIDENTE. La ringrazio ! Grazie, onorevole Di Battista (Commenti del deputato Di Battista) ! Ha chiesto di intervenire l'onorevole Bonafede. Prego.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. È una vergogna ! È una vergogna che tolga la parola !

  PRESIDENTE. Lei non parla di quello che vuole ! Lei ascolta quello che le dice la Presidenza (Commenti del deputato Di Battista) ! Prego, onorevole Bonafede.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. È una vergogna che toglie la parola, Presidente ! Sto parlando di cose...

  PRESIDENTE. Onorevole Bonafede, prego (Commenti del deputato Di Battista) ! Grazie !

  ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, questo intervento lo faccio sull'ordine dei lavori, quindi non è preclusivo di quello successivo...

  PRESIDENTE. Lo faccia su quello che crede.

Pag. 42

  ALFONSO BONAFEDE. Il collega Di Battista stava esprimendo un'opinione politica che riguardava l'onorabilità del Parlamento e il fatto che ci siano situazioni che gettano il Parlamento italiano nel discredito. Non ha nulla a che vedere con la sua risposta e la sua conseguente censura relativa al fatto che la Presidenza non è competente, perché non stava chiedendo un provvedimento della Presidenza rispetto al senatore in questione. Stava facendo una denuncia pubblica e lei sa che l'intervento di fine seduta è anche finalizzato a una denuncia di situazioni gravi che gettano nel discredito il Parlamento italiano.
  Quindi, mi sembra che la Presidenza debba rivedere criteri con i quali spegne e accende il microfono di deputati che, in qualità di deputati della Repubblica, hanno come primo diritto – e, in questo caso, anche il dovere – di fare delle denunce e di avere la parola (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Bonafede. Ovviamente, sugli interventi di fine seduta faremo un approfondimento in Giunta per il Regolamento, mi auguro molto presto.
  In ordine al richiamo che ho fatto, l'onorevole Di Battista ha risposto alla Presidenza che lui parla di ciò che vuole e io non posso permettere che si risponda con questo tono alla Presidenza (Commenti del deputato Di Battista). Onorevole Di Battista, abbia pazienza, lei è uso fare interventi in questo Parlamento su qualunque argomento. Io l'ho richiamata, lei si è rivolto in maniera scortese alla Presidenza e io le ho tolto la parola.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Sei un dipendente dei cittadini !

  PRESIDENTE. Io sono il Presidente di turno di questa Assemblea, non sono un suo dipendente, onorevole Di Battista.
  Ha chiesto di parlare l'onorevole Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, lei chiaramente conosce meglio di me il Regolamento della Camera dei deputati. Come lei sa bene, molto spesso, quando ci iscriviamo a parlare anche per il fine seduta, ci viene richiesto anche il tipo di argomento. Quindi, chiaramente voi dovreste conoscere anche prima quello che viene detto e, se ci sono delle problematiche, devono essere riferite prima al deputato che va a parlare.
  In ogni caso, in diversi articoli di questo Regolamento, che ripeto lei conosce sicuramente meglio di me, viene tutelata proprio la necessità di lasciare esprimere il deputato in qualsiasi occasione egli richieda, perché siamo qui proprio per fare questo. Quindi, sul fatto che lei abbia censurato l'intervento, vorrei anche capire in base a quale articolo del Regolamento viene tolta la parola a un deputato che sta comunque facendo un tipo di denuncia. È una risposta che le chiedo.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Sibilia. Come lei sa, normalmente, questi interventi dovrebbero essere preavvisati, cosa che peraltro nel caso dell'onorevole Di Battista non è neanche avvenuta. Quindi, gli ho dato la parola perché l'onorevole Di Battista semplicemente l'ha chiesta, tra l'altro, approfittando del fatto che siamo (Commenti)... Colleghi, non c’è nessuna questione da porre: il dato di fatto è che io gli ho dato la parola perché l'onorevole Di Battista l'ha chiesta.
  L'onorevole Sibilia stava ricordando, giustamente, che spesso la Presidenza, proprio per organizzare questa fase del fine seduta, che non può essere illimitata, né a schema libero, organizza prendendo gli interventi prima e chiedendo addirittura in anticipo il contenuto, cosa che la Presidenza per ragioni di economia anche dei lavori non ha fatto. Pag. 43
  Io ho tolto la parola all'onorevole Di Battista sulla base dell'articolo 8 del Regolamento, perché l'onorevole Di Battista si è rivolto in maniera sconveniente alla Presidenza (Commenti).

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Venerdì 3 luglio 2015, alle 9,30:

  Svolgimento di una interpellanza urgente.

  La seduta termina alle 13,05.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 3123 – em. 14.9 324 304 20 153 60 244 81 Resp.
2 Nom. em. 14.10 339 337 2 169 84 253 80 Resp.
3 Nom. em. 14.8 345 342 3 172 87 255 78 Resp.
4 Nom. em. 14.7 357 354 3 178 85 269 78 Resp.
5 Nom. em. 14.1 373 372 1 187 91 281 78 Resp.
6 Nom. em. 14.2 379 379 190 92 287 78 Resp.
7 Nom. em. 14.3 379 379 190 94 285 78 Resp.
8 Nom. em. 14.4 380 380 191 95 285 77 Resp.
9 Nom. em. 14.5 372 372 187 118 254 77 Resp.
10 Nom. em. 14.6 388 388 195 131 257 77 Resp.
11 Nom. articolo 2 388 343 45 172 253 90 77 Appr.
12 Nom. em. 15.3 386 383 3 192 132 251 77 Resp.
13 Nom. em. 15.1 357 355 2 178 124 231 77 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 15.7 390 388 2 195 114 274 77 Resp.
15 Nom. em. 15.2 387 386 1 194 115 271 77 Resp.
16 Nom. em. 15.8 392 391 1 196 135 256 77 Resp.
17 Nom. em. 15.5 396 395 1 198 136 259 77 Resp.
18 Nom. em. 15.4 392 391 1 196 135 256 77 Resp.
19 Nom. em. 15.9 404 383 21 192 122 261 77 Resp.
20 Nom. em. 15.6 401 401 201 141 260 77 Resp.
21 Nom. articolo 15 407 342 65 172 265 77 77 Appr.
22 Nom. em. 16.2 410 405 5 203 141 264 77 Resp.
23 Nom. em. 16.1 411 410 1 206 144 266 77 Resp.
24 Nom. articolo 16 414 374 40 188 336 38 77 Appr.
25 Nom. em. 17.50 412 408 4 205 58 350 77 Resp.
26 Nom. em. 17.1 414 411 3 206 147 264 77 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 17.51 415 413 2 207 60 353 77 Resp.
28 Nom. articolo 17 417 351 66 176 334 17 77 Appr.
29 Nom. articolo agg. 17.01 420 324 96 163 56 268 77 Resp.
30 Nom. articolo agg. 17.02 418 411 7 206 148 263 77 Resp.
31 Nom. articolo 18 415 379 36 190 377 2 77 Appr.
32 Nom. articolo 19 412 373 39 187 371 2 77 Appr.
33 Nom. articolo 20 411 370 41 186 369 1 77 Appr.
34 Nom. articolo 21 426 345 81 173 342 3 76 Appr.
35 Nom. odg 9/3123/35 430 418 12 210 145 273 75 Resp.
36 Nom. Ddl 3123 – voto finale 405 383 22 192 270 113 74 Appr.
37 Nom. Doc. LXXXVII, 2 e 3 – ris. 6-151 379 358 21 180 254 104 71 Appr.
38 Nom. Risoluzione n. 6-00152 377 366 11 184 75 291 71 Resp.
39 Nom. Risoluzione n. 6-00153 378 365 13 183 29 336 71 Resp.