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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 448 di martedì 23 giugno 2015

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

  La seduta comincia alle 9,30.

  CLAUDIA MANNINO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 19 giugno 2015.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Artini, Attaguile, Baretta, Bergamini, Paolo Bernini, Bindi, Brambilla, Capezzone, Damiano, Di Lello, Epifani, Fava, Fioroni, Gentiloni Silveri, Losacco, Marcolin, Mattiello, Meta, Piras, Rampelli, Schullian, Scopelliti, Sereni, Vecchio e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centootto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.

(Iniziative di competenza per la tutela dei diritti dei consumatori, alla luce delle incongrue richieste di conguaglio lamentate da alcuni utenti della società Acea Energia – n. 3-01520)

  PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Baldelli n. 3-01520, concernente iniziative di competenza per la tutela dei diritti dei consumatori, alla luce delle incongrue richieste di conguaglio lamentate da alcuni utenti della società Acea Energia (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  La sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico, Simona Vicari, ha facoltà di rispondere.

  SIMONA VICARI, Sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, in relazione a quanto evidenziato dall'onorevole interrogante sulle elevate fatturazioni a conguaglio, emesse dalla società ACEA Energia in conseguenza di stime sui consumi effettuate per lunghi periodi (anche pluriennali), si segnala che la competenza in materia di regolazione delle condizioni di erogazione del servizio di fornitura di energia elettrica nonché in materia di verifica del rispetto della specifica disciplina è attribuita all'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico.
  In particolare, compito dell'Autorità è quello di disciplinare la c.d. «gestione post misura», ovvero le modalità di utilizzo dei dati quantitativi, derivanti dalla misurazione di energia elettrica, ai fini della determinazione delle partite energetiche effettivamente consegnate nell'ambito dell'esecuzione dei contratti di compravendita Pag. 2(all'ingrosso e al dettaglio) e di trasporto di energia elettrica (trasmissione e distribuzione), nonché della corretta applicazione dei relativi corrispettivi (prezzi di vendita e tariffe di trasposto, distribuzione e misura). L'Autorità ha anche il compito di vigilare sulla corretta applicazione di quanto disciplinato ed ha i poteri sanzionatori in caso di violazione delle medesime disposizioni. A tal riguardo, già negli anni passati, Acea Energia è stata oggetto di accertamento delle violazioni in materia di fatturazione dei consumi e di standard generali di qualità commerciale della vendita di energia elettrica. Tale procedura, avviata dall'Autorità, si è conclusa con l'assunzione di impegni vincolanti da parte della società.
  Successivamente, a seguito di nuove segnalazioni, con la delibera 111/2015/S/eel del 19 marzo 2015, l'Autorità ha avviato un procedimento nei confronti di Acea Energia S.p.A. per l'adozione di provvedimenti sanzionatori e prescrittivi per mancata o tardiva erogazione degli indennizzi automatici e per il mancato rispetto degli standard di qualità commerciale relativi ai tempi di risposta ai reclami scritti e ai tempi di rettifica delle fatturazioni.
  Allo stesso modo, nei confronti di Acea Distribuzione S.p.A., l'Autorità ha irrogato negli anni passati una sanzione pari a 243.000 euro per aver violato le disposizioni fissate dalla medesima Autorità dirette ad assicurare il corretto svolgimento del servizio di vendita dell'energia elettrica. In particolare, Acea Distribuzione aveva disatteso una norma posta a tutela degli utenti del trasporto, cioè dei venditori, per i quali la tempestiva messa a disposizione di tutti i dati di misura, con una modalità che ne permetta l'immediato utilizzo, è indispensabile ai fini della fatturazione nei confronti dei clienti finali e dell'adempimento degli obblighi informativi posti a loro carico. Tale infrazione, dunque, impattava anche sui clienti finali che avevano interesse a vedersi fatturare l'effettiva quantità di energia elettrica consumata ed a ricevere una fattura completa di tutte le informazioni richieste dalla regolazione.
  Successivamente, l'Autorità, con la delibera 62/2014/S/eel, ha avviato un procedimento nei confronti di Acea Distribuzione S.p.A. per violazioni in materia di messa in servizio e lettura dei misuratori elettronici di energia elettrica di bassa tensione, poiché, a seguito di verifiche condotte dagli uffici della stessa Autorità, le percentuali di insuccesso nelle teleletture sono risultate eccessivamente elevate e quindi sintomatiche di una inefficienza del sistema di telegestione della società.
  Si segnala inoltre che, presso l'Acquirente unico SpA, sono stati attivati dall'Autorità alcuni servizi a tutela del consumatore quali lo Sportello del consumatore e il Servizio di conciliazione.
  Lo Sportello per il consumatore di energia è lo strumento con il quale l'Autorità assicura il trattamento efficace dei reclami, fornendo ai clienti, alle loro associazioni rappresentative e agli esercenti le indicazioni necessarie per la risoluzione delle problematiche segnalate. L'Autorità inoltre monitora i reclami presentati ed interviene laddove si accertano delle criticità. Il Servizio di conciliazione, invece, mette a disposizione dei consumatori una procedura, alternativa al ricorso alla magistratura ordinaria, rapida e non onerosa per la risoluzione delle controversie, attivabile dai clienti finali di energia elettrica e gas nei confronti degli operatori energetici (esercenti e distributori), in caso di mancata o insoddisfacente risposta al reclamo. La procedura si svolge interamente on line e alla presenza di un conciliatore terzo, imparziale, esperto in mediazione e materie energetiche.
  In ogni caso si rappresenta che il decreto legislativo n. 102 del 2014, di recepimento della direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica, in particolare con l'articolo 9, comma 6, impartisce specifiche disposizioni all'Autorità in materia di misurazione e fatturazione dei consumi di energia elettrica e gas che consentono il superamento della problematiche evidenziate. Ai sensi della suddetta norma, infatti, Pag. 3le informazioni sulle fatture emesse dalle imprese di distribuzione ovvero dai venditori di energia elettrica devono essere precise e fondate sul consumo effettivo di energia elettrica e, a tal fine, la fatturazione deve tra l'altro avvenire sulla base del consumo effettivo almeno con cadenza annuale. Le disposizioni della norma primaria rafforzano, pertanto, gli strumenti già a disposizione dell'Autorità per la gestione del problema sollevato dall'onorevole interrogante.

  PRESIDENTE. Il Presidente Simone Baldelli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  SIMONE BALDELLI. Grazie Presidente Di Maio, intanto sono soddisfatto del fatto che il sottosegretario Vicari mi abbia risposto e il fatto che il Governo risponda è cosa buona e giusta. Nel merito della risposta ho alcune perplessità, pur apprezzando, in parte, l'elenco di alcune inadempienze che in tempi passati e anche più recenti il Governo ha ricordato Acea aver messo in campo ed essere state rilevate dall'Autorità per l'energia elettrica, sia Acea Distribuzione che Acea Energia. Di cosa stiamo parlando ? Infatti con la formula un po’ paradossale dell'interrogazione rispetto all'interpellanza – e di questo dobbiamo ringraziare i teorici della riforma complessiva del regolamento che per fare la rivoluzione copernicana hanno impedito magari piccole modifiche possibili – a differenza dell'interpellanza l'interrogazione non si illustra precedentemente. Stiamo parlando del fatto che ci sono stati molti cittadini che hanno ricevuto a casa comunicazioni di questo genere: «Gentile cliente, in riferimento all'utenza in oggetto la informiamo che per un imprevisto problema tecnico – quindi del gestore o del distributore non dell'utente – non siamo in grado di inviarle le fatture con la periodicità prestabilita. Tale anomalia è stata recentemente superata – e questa è cosa buona e giusta – causando l'emissione di una fattura che si riferisce a periodi accumulatisi nel frattempo per un importo complessivo di» ... e qui lasciamo i puntini perché la cifra varia dai 1500, ai 2000, 5000, 10 mila, anche 15 mila euro. «Scusandoci per il disagio arrecato vogliamo rammentare che la data di scadenza indicata è da considerarsi come la data limite entro la quale può essere richiesta una eventuale dilazione di pagamento. A tal fine il numero verde...», e così via. Firmato Acea Energia Spa. Questo è il tenore delle lettere che sono arrivate a casa dei cittadini.
  Ora, il periodo non è felice, tutti quanti noi auspichiamo un'uscita rapida e felice dalla crisi, ma sappiamo che la crisi c’è e morde, e morde i risparmi e la vita delle famiglie. Ecco, credo che al di là del fatto che c’è l’authority per l'energia, che ci auguriamo faccia sempre e compiutamente il proprio dovere, al di là del fatto che c’è l'acquirente unico, lo sportello del cittadino, la possibilità di entrare nel Servizio conciliazione, che è un servizio un po’ più piccolo, su base informatica e quindi magari più difficilmente accessibile da utenti anziani, noi dobbiamo renderci conto che ci sono famiglie che di fronte a notizie di questo genere hanno il bilancio familiare stroncato, stroncato ! E magari corrisponde all'intero guadagno di un capofamiglia di un anno una bolletta del genere, parlando di 8 mila, 10 mila.
  Ci sono anche persone che magari hanno perso il lavoro e che si trovano a pagare 1.800, 2.000, 2.500 o 3.000 euro di bolletta con la possibilità di rateizzare, per un errore che non dipende da loro, ma dipende dal gestore o dal distributore.
  Sottosegretaria Vicari, è come se oggi venisse uno da lei e le ricordasse che tre anni fa lei è andata a cena in un ristorante, ma che purtroppo per un errore le hanno fatto un conto sbagliato e oggi deve dare 40 euro in più, ma moltiplicati per tutti gli anni, con fatture dal 2011 ad oggi; insomma, per gli anni passati. Trovo che questa sia una cosa aberrante. Credo che, quando abbiamo società che operano in un regime di sostanziale monopolio, noi dobbiamo porci il problema del diritto del Pag. 4cittadino consumatore. Ci sono delle strade che, per un verso, possono impedire per il futuro che si verifichino circostanze del genere: il sistema informativo integrato realizziamolo subito, con tempi certi, sui dati che riguardano questa materia in maniera tale che non si abbia per il futuro tutto questo. Ma per il presente e per ciò che sta accadendo io invito, non tanto l'authority – che pure fa bene a muoversi e sarei curioso di ascoltare il parere dei componenti dell'authority magari nella Commissione competente, su questo tema – ma ad un gesto anche di vivacità il Governo, che deve avere la consapevolezza che questa è la circostanza in cui tanti cittadini a Roma – e immagino che non sia un caso isolato, ma il caso di Roma è lampante ed evidente anche per dimensioni e quantità – si trovano a vivere.
  Allora, ci aspettiamo un intervento forte e serio, nella consapevolezza che questa è una circostanza intollerabile, perché ci sono cittadini incolpevoli. La norma a cui lei ha fatto riferimento, l'ultima, dice che bisogna riferirsi alle fatturazioni del consumo effettivo, non del presunto e che vanno addirittura fatte con cadenza annuale. Qui stiamo parlando di conguagli di anni, di anni ! E noi a queste famiglie che cosa raccontiamo ? A chi non arriva alla fine del mese e si trova 2, 3, 5 mila euro sul groppone da dover pagare che cosa gli raccontiamo ?

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  SIMONE BALDELLI. Prendete provvedimenti. Prendeteli presto.

(Iniziative per la bonifica e la messa in sicurezza dell'ex «area Ip» di competenza della Marina militare nei pressi della città di Taranto – n. 2-00446)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Labriola n. 2-00446, concernente iniziative per la bonifica e la messa in sicurezza dell'ex «area Ip» di competenza della Marina militare nei pressi della città di Taranto (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  Prendo atto che la deputata Vincenza Labriola non intende illustrare la sua interpellanza e si riserva di intervenire in sede di replica.
  Il sottosegretario di Stato per la difesa, Domenico Rossi, ha facoltà di rispondere.

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, la messa in sicurezza di emergenza (MISE) della cosiddetta «ex area Ip» all'interno del comprensorio arsenalizio di Taranto, si articola nella realizzazione di un impianto di mitigazione del flusso di falda e di una barriera impermeabile e trattamento delle acque.
  L'impianto di mitigazione del flusso di falda – anche detto intervento tampone – era stato consegnato già nell'agosto del 2013, ma non era stato possibile attivarlo, in quanto mancava la necessaria autorizzazione per lo scarico a mare da parte della provincia di Taranto.
  Il progetto definitivo (che comprendeva invece sia la mitigazione del flusso, sia la barriera impermeabile), ottimizzato in termini tecnico-economici, è stato inviato a tutti i soggetti della Conferenza di servizi il 20 novembre 2013 e, nell'ambito del tavolo tecnico del 9 gennaio 2014, tenutosi in regione Puglia, è stato ritenuto valido. Nel corso di tale riunione, tuttavia, la stessa regione e l'Agenzia regionale protezione ambiente, (ARPA) Puglia, hanno evidenziato la necessità d'integrare il progetto per estendere la messa in sicurezza di emergenza anche ad altra area contaminata individuata, che ovviamente interessa un'area più ampia di quella inizialmente considerata.
  Il successivo 12 marzo del 2014, la Direzione del genio della marina (Marigenimil) ha provveduto a consegnare il progetto definitivo di MISE integrata (MISE 1) nuova che prevede, tra l'altro, un aumento delle capacità trattanti del sistema di pretrattamento per l'estrazione delle acque di falda, la realizzazione di una trincea drenante a monte dell'area Ip e di una barriera fisica impermeabile posta a valle dell'area attualmente prescritta, un trattamento in grado di «catturare» i contaminanti Pag. 5organici presenti nelle falde acquifere e, infine, la costruzione di un impianto di fitodepurazione mediante piantumazione di idonee specie vegetali.
  Il 12 febbraio 2015 è stata convocata presso la regione Puglia la conferenza di servizi per verificare lo stato dell'autorizzazione allo scarico da parte della provincia di Taranto e per procedere all'approvazione dell'analisi di rischio relativa alle aree già caratterizzate. In ragione delle prescrizioni formulate dall'ARPA Puglia, la conferenza ha richiesto alla Marina militare di attivarsi per chiedere alla provincia di Taranto la possibilità di avviare immediatamente l'impianto di mitigazione del flusso oppure di convocare un tavolo tecnico per esaminare i contenuti delle prescrizioni dell'ARPA. La Provincia di Taranto, che non ha partecipato alla conferenza, ha successivamente fatto pervenire alla Marigenimil una comunicazione con la quale informava che l'autorizzazione allo scarico a mare delle acque trattate dal sistema di MISE era stata rilasciata con determina dirigenziale n. 15 del 12 febbraio 2015, cioè lo stesso giorno in cui si teneva la conferenza di servizi. Tale determina, pubblicata il 18 marzo 2015 all'albo pretorio della provincia di Taranto, è stata notificata dallo stesso ente alla Marigenimil in data 24 marzo 2015. L'autorizzazione della provincia contiene le prescrizioni formulate dall'ARPA Puglia nel proprio parere di competenza che, in particolare, prevedono un'ulteriore modifica all'impianto approvato e la redazione di un piano di monitoraggio e controllo del sistema MISE. In base a questo la Marigenimil si è subito attivata e allo stato sono in itinere le procedure per l'affidamento dei lavori di modifica all'impianto, mentre il piano di monitoraggio e controllo è stato già approvato dall'ARPA Puglia lo scorso 14 maggio. La Marina militare resta ora in attesa della convocazione da parte della regione Puglia del tavolo tecnico per completare l'iter approvativo del progetto di MISE integrata.
  Per quanto riguarda l'area denominata «zona gittata», in cui è previsto lo smaltimento fanghi di dragaggio, nonché la bonifica e messa in sicurezza dell'area, le attività di prelievo dei campioni, prelevati dal suolo sottostante la vasca di contenimento dei fanghi, e le relative analisi, conclusesi nel settembre 2012, hanno evidenziato il rispetto delle concentrazioni soglia di contaminazione nello strato superficiale dell'area interessata dalla vasca e la sporadica presenza di inquinante solo nel substrato profondo, a conferma del buon esito delle attività avviate ai sensi dell'articolo 242 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modificazioni e integrazioni.
  Inoltre, sulla scorta degli esiti conseguiti, non sussisterebbe la possibilità di esposizione, anche fortuita, dei corpi recettori umani e ambientali. In ogni caso, la direzione dell'arsenale militare (Marinarsen) di Taranto ha acquisito il documento di «analisi dei rischi sito specifico», anticipandolo alla regione Puglia. In riscontro al documento trasmesso, la Regione si è espressa richiedendo l'integrazione del documento presentato, comprensivo di tutti i dati disponibili, inclusi alcuni punti di prelievo al di fuori dell'area interessata. In adempimento a quanto richiesto dalla regione Puglia Marinarsen Taranto ha disposto l'affidamento diretto a una ditta privata per la realizzazione del nuovo documento integrativo, già inviato alla regione Puglia e agli altri enti interessati; ad oggi, la Marina è in attesa di ricevere dalla regione Puglia le determinazioni discendenti. Con riferimento, poi, alla cava in Località San Marco, classificata quale possibile fonte primaria di contaminazione per il Mar Piccolo, la stessa non è in uso alla Difesa.
  È evidente, concludendo, che il protrarsi dei tempi per avviare l'impianto e per la stesura del progetto definitivo della messa in sicurezza di emergenza, non sono imputabili alla Forza armata, bensì riconducibili sia ai tempi per il rilascio di pareri e di autorizzazioni da parte degli enti coinvolti, sia alle frequenti richieste, in sede di Conferenza di servizi, di documentazioni e di prescrizioni integrative che comportano, inevitabilmente, la ricontrattazione delle convezioni già stipulate.

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  PRESIDENTE. La deputata Vincenza Labriola ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza. Avendo rinunciato all'illustrazione, ha venticinque minuti.

  VINCENZA LABRIOLA. Grazie, Presidente. Non mi posso ritenere soddisfatta della risposta, che lei, oggi, a più di un anno dalla presentazione dell'atto in questione, dà alla mia interpellanza, perché contiene solamente un quadro aggiornato della situazione. Risposta che, altresì, è una pagina autoassolutoria – mi scusi – per il suo Ministero.
  Secondo il Ministero della difesa, infatti, le colpe del ritardo, con il quale, dopo tre-quattro anni, o forse più, si procederà alla realizzazione della messa in sicurezza di emergenza dell'ex area IP, situata nel I seno di Mar Piccolo, devono ascriversi, nell'ordine, ad altri soggetti istituzionali coinvolti, come, per esempio, provincia di Taranto, ARPA Puglia, regione Puglia e così via.
  Premettendo che il rimpallo delle responsabilità non fa onore a chi, sia pur involontariamente e oggettivamente, ai sensi della vigente normativa, vi è costretto, devo, tuttavia, rilevare due contraddizioni in quello che il Ministero della difesa ci dice. La prima: secondo quanto riferito dalla Marina militare, l'impianto di mitigazione del flusso di falda era pronto ad entrare in opera dall'agosto 2013, ma si è ancora in attesa dell'autorizzazione allo scarico a mare delle acque trattate da parte della provincia di Taranto.
  Orbene, questa autorizzazione è arrivata, sia pure solo di recente: infatti, la provincia di Taranto ha comunicato alla direzione del Genio della Marina (Marigenimil) che l'autorizzazione allo scarico a mare delle acque trattate dal sistema di messa in sicurezza di emergenza era stata rilasciata con determina dirigenziale n. 15 del 12 febbraio 2015. Tale determina, pubblicata il 18 marzo 2015 all'albo pretorio della provincia di Taranto, è stata notificata dallo stesso ente Marigenimil in data 24 marzo 2015. Quindi, la Marigenimil può procedere.
  La seconda è direttamente collegata a quanto sopra riferito. L'impianto di messa in sicurezza di emergenza continua, tuttavia, a non poter essere attivato, in quanto la competente Marigenimil deve, in primo luogo, adempiere alle numerose prescrizioni tecniche contenute nell'autorizzazione in questione.
  Per capirci: prima Marigenimil non poteva procedere perché mancava l'autorizzazione e ora non può procedere perché l'autorizzazione è arrivata, ma le prescrizioni tecniche da adempiere sono troppe. Semplicemente pazzesco ! E potrebbe essere anche divertente, se non fosse drammatico per tanti lavoratori del settore. A Taranto i problemi connessi all'inquinamento ambientale sono, come anche i sassi ormai sanno, di tale gravità che non è possibile affrontarli e risolverli senza la concreta volontà di arrivare alla loro soluzione.
  Il non voler prendere decisioni concrete e strutturali non permette di voltare, «cambiare verso» in un territorio oramai asfittico. L'incapacità politica fa pensare ai più che i problemi di Taranto e, più in generale, nel Mezzogiorno si risolvano inviando un po’ di risorse qua e là, senza una programmazione, ma questa non è la soluzione.
  Il Governo deve scommettere nelle bonifiche sia per preservare l'ambiente sia le attività economiche ad esso connesse. Il Governo deve prendere atto che, se vuole vincere quella sfida di ripresa che coinvolga il Mezzogiorno, dovrà seriamente pensare ad un «Ministero per il sud», perché spesso, in queste Aule, si parla di sud, ma non si ha idea delle varie e complesse realtà, problematicità e peculiarità dello stesso.
  Affinché il Paese esca dalla crisi, il Governo dovrà mettere fine al divario fra nord e sud in maniera strutturale, concreta e immediata, affinché l'Italia possa essere unita e forte. Il Paese sarà, nei prossimi due-tre anni, quello che sarà il Mezzogiorno: se il Mezzogiorno non riparte, il Paese non può ripartire.
  Se ritardiamo con le bonifiche, oltre a non creare posti di lavoro connessi alle Pag. 7bonifiche stesse, non riusciremo a creare delle nuove economie e non inizieremo a dare un'immagine diversa della città di Taranto, e avremo, al contempo, perso le economie storiche, come, appunto, la mitilicoltura.

(Elementi ed iniziative in ordine all'istituzione del Parco marino del Piceno e chiarimenti in merito agli iter autorizzativi relativi ai parchi marini elencati all'articolo 36 della legge n. 394 del 1991 – n. 3-01394)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Terzoni ed altri n. 3-01394, concernente elementi ed iniziative in ordine all'istituzione del Parco marino del Piceno e chiarimenti in merito agli iter autorizzativi relativi ai parchi marini elencati all'articolo 36 della legge n. 394 del 1991 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  La sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Silvia Velo, ha facoltà di rispondere.

  SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. La «Costa del Piceno» è un'area marina di reperimento, individuata ai sensi della lettera t), comma 1, dell'articolo 36 della legge 6 dicembre 1991, n. 394. Il procedimento istruttorio per la sua istituzione ha visto il confronto tra Ministero dell'ambiente, amministrazioni interessate e categorie socioeconomiche locali, e le istanze avanzate sono state, per quanto possibile, recepite, in particolare per il comparto della pesca professionale delle vongole, settore di primaria importanza.
  Nel febbraio 2008 è stato richiesto alle amministrazioni di formalizzare i propri pareri sugli schemi di provvedimento – decreto istitutivo e decreto di approvazione del regolamento di disciplina delle attività consentite –, definiti attraverso il suddetto confronto. La maggior parte degli enti interessati si è espressa favorevolmente, in alcuni casi con prescrizioni concordate congiuntamente. Altri, invece, hanno espresso parere contrario ed altri ancora, malgrado i solleciti, non hanno dato riscontro. In conseguenza di ciò, si è ritenuto di proporre una perimetrazione dell'area marina protetta che riguardasse i soli territori degli enti della regione Marche che si erano espressi favorevolmente, considerato il mancato riscontro da parte della regione Abruzzo.
  Quindi, nel gennaio 2009, il Ministero dell'ambiente ha inoltrato alla Conferenza unificata entrambi gli schemi di decreto sopra indicati, modificati sulla base delle prescrizioni concordate, acquisendone il prescritto parere il 29 aprile successivo.
  In seguito, la provincia di Ascoli Piceno ha richiesto al Ministero dell'ambiente la sospensione dell'iter istitutivo e la riapertura del tavolo di confronto, lamentando il recepimento parziale delle richieste avanzate in fase di istruttoria dalle rappresentanze di categoria della pesca delle vongole; decisione che avrebbe acuito lo stato di crisi economica subentrante. Ne conseguiva che, a fronte di un mutamento della posizione della provincia, veniva a determinarsi una forte contrarietà all'istituzione dell'area marina protetta di una parte importante del territorio interessato. Inoltre, gli enti sottoscrittori dell'accordo di programma del 1998, non avevano più dato seguito alla costituzione del consorzio di gestione dell'area marina protetta.
  In sintesi, l'istituzione dell'area marina protetta è stata di fatto impedita dalla duplice difficoltà della mancata condivisione territoriale e della mancata individuazione del consorzio. Quindi, possiamo dire che la procedura istituiva dell'area marina protetta potrà riprendere allorquando sussisterà un rinnovato interesse, con un'ampia condivisione del territorio interessato, sulle finalità stesse dell'area marina protetta, che sono in primis la tutela e la conservazione delle valenze ambientali e degli habitat marini, ferma restando l'individuazione propedeutica del soggetto gestore (consorzio di gestione) da parte degli enti interessati.
  Sebbene i fondi destinati allo stato di previsione del Ministero dell'ambiente per le aree marine protette dal 2008 ad oggi Pag. 8sono diminuiti sensibilmente (da 9 milioni di euro di allora ai 3,5 milioni di euro di oggi), solo con la legge n. 147 del 2013 (legge di stabilità 2014), che assegnava specifiche risorse aggiuntive, è stato possibile istituire due nuove aree marine protette (Grotte di Ripalta – Torre Calderina e Capo Milazzo), nonché la ripresa degli iter istitutivi delle AMP di Capo Testa – Punta Falcone e di Costa del Monte Conero, tra le aree marine di reperimento.
  Ad oggi risultano istituite dieci aree marine protette, ossia Secche di Tor Paterno, Costa degli Infreschi, Santa Maria di Castellabate, Capo Gallo – Isola delle Femmine, Regno di Nettuno, Isola di Bergeggi, Isola dell'Asinara, Capo Carbonara, Torre del Cerrano, Santuario dei Cetacei. Per le altre, si ricorda che l'articolo 36 della legge n. 394 prevede l'istituzione delle AMP nel caso si manifesti l'interesse degli enti locali, auspicando ovviamente maggiori fondi destinati a tale fabbisogno.

  PRESIDENTE. La deputata Patrizia Terzoni ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione. Ha 5 minuti.

  PATRIZIA TERZONI. Grazie, Presidente. Ringrazio la sottosegretaria Velo per la dettagliata risposta che ci ha dato. Sono soddisfatta ? Direi di no, ma questo purtroppo, da come ha potuto descrivere la sottosegretaria Velo, non è colpa del Ministero dell'ambiente. Si tratta di questioni locali che vanno avanti da molto tempo. Ci sono una non ottima coordinazione tra gli enti locali e anche una divulgazione di notizie sbagliate su che cos’è un parco.
  Infatti, molto spesso, specialmente in Italia, un parco viene definito come un qualcosa che limita le attività, che limita la vita quotidiana delle persone, mentre invece non è così. Un parco può essere benissimo – e questo è proprio uno dei punti dell'area marina protetta del Piceno – un'area di gestione integrata tra ambiente e attività produttive.
  E questo lo dico anche con cognizione di causa perché proprio a San Benedetto del Tronto ha sede la facoltà di biologia marina dell'Unicam, dell'università di Camerino. C’è già, dunque, una facoltà che fa ricerca di biologia marina e c’è anche un sistema di persone che lavorano nel mare, i famosi lavoratori del mare, che poi sono anche costituiti in associazioni e sono pure i vongolari che comunque vivono del mare e sono loro stessi guardiani del mare.
  Infatti, opporsi ad un'area marina protetta è anche un po’ limitante perché loro, insieme all'università di Camerino e insieme a tutti gli enti locali, potrebbero portare avanti quest'area marina protetta e integrarsi fra loro. Infatti, fare un'area marina protetta non significa interrompere la pesca, come qualcuno invece ha detto a queste persone. E se qualcuno dà delle notizie fuorvianti o sbagliate a queste persone, logicamente queste persone si mettono contro gli enti locali e si mettono contro tutte le altre persone che, invece, vogliono quest'area marina protetta, andando ad innescare meccanismi di conflitto anche fra gli stessi cittadini. E questa è una cosa che, secondo me, è sbagliata, ma purtroppo è la cultura dell'uomo che porta a creare queste incomprensioni. Infatti, secondo il mio modesto parere, tutto il mondo dovrebbe essere una riserva naturale, dovrebbe essere tutelato a livello ambientale e solo una piccola percentuale dovrebbe essere utilizzata per lo sfruttamento, per le guerre economiche e le guerre industriali.
  Invece qui, nel nostro mondo, ci troviamo nell'esatto opposto e non parlo solo dell'Italia, ma parlo in generale di tutto il mondo. Una piccola percentuale concerne le aree protette e, invece, dovrebbe essere l'esatto opposto. Questo è veramente paradossale, anche perché per cercare di aumentare quella piccola percentuale o salvaguardare o tutelare quella piccola percentuale di ambiente protetto si deve continuare a vigilare, sorvegliare, controllare e addirittura ci deve essere un iter lunghissimo, di anni, per poter far coordinare e coinvolgere tutte le persone.
  Quindi, per questo mi dispiace fortemente, anche perché poi – e qui annuncio un'altra interrogazione che ho depositato Pag. 9– nel 2014 la Commissione europea ha aperto una procedura, un Pilot, che è il n. 6730/14/ENVI, sulle modalità di svolgimento della valutazione di incidenza ambientale. Perché ? Perché ci sono delle procedure, che purtroppo non sono state seguite, non sono state coordinate, non sono state portate avanti, proprio sulla Vinca. E ci sono anche dei problemi quindi nella gestione della «Rete Natura 2000». Uno dei punti, poi, fondamentali che la Commissione europea in questo Pilot dice al Governo italiano è quello, ad esempio, di potenziare il Corpo forestale dello Stato; qui, in quest'Aula, si sta decidendo addirittura di smembrare il Corpo forestale dello Stato, quando, invece, l'Europa ci dice di portarlo avanti e, addirittura, di potenziarlo.
  E, poi, alcune settimane fa è uscito un altro rapporto, lo «State of the nature», sempre dell'Unione europea, in cui, purtroppo, viene bocciata l'Italia, viene attaccata l'Italia, perché è peggiorato notevolmente lo stato della natura di questo territorio.
  Quindi, io sollecito la sottosegretaria Velo a parlare con il Ministro Galletti, a leggersi questo rapporto, a leggersi questo Pilot e a vedere magari anche l'interrogazione che stiamo depositando perché bisogna iniziare a tutelare il nostro ambiente. Anche Galletti ieri ha detto delle belle parole nel convegno che c’è stato sui cambiamenti climatici, ma poi vediamo che all'atto concreto porta avanti un decreto come lo «sblocca Italia».

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  PATRIZIA TERZONI. Quindi, bisogna cambiare linea e questo è il momento di farlo.

(Iniziative in ordine all'accesso alla formazione specialistica in medicina, anche alla luce del contenzioso in atto – nn. 3-01399 e 3-01560)

  PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Binetti n. 3-01399 e n. 3-01560, concernenti iniziative in ordine all'accesso alla formazione specialistica in medicina, anche alla luce del contenzioso in atto, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  La sottosegretaria di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Angela D'Onghia, ha facoltà di rispondere.

  ANGELA D'ONGHIA, Sottosegretaria di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, l'onorevole interrogante, in materia di accesso alle scuole di specializzazione di area sanitaria, chiede se il Governo non possa farsi carico dell'adozione di un piano di stanziamento di fondi per assorbire il gap esistente tra numero di laureati e contratti di formazione specialistica e se, il Ministro, non ritenga di assumere iniziative per riprogrammare il fabbisogno di medici in modo da garantire a tutti i medici abilitati il diritto alla formazione dopo il conseguimento della laurea.
  Occorre premettere, in merito al concorso nazionale per l'accesso dei medici alle scuole di specializzazione di area sanitaria, che con decreto ministeriale n. 315 del 26 maggio scorso è stato emanato il bando per l'anno accademico 2014/2015.
  Tale bando, le cui prove si svolgeranno dal 28 al 31 luglio prossimo, consente di perseguire l'auspicata riduzione del gap esistente tra numero di laureati e contratti di formazione del post lauream, attraverso un aumento significativo dei contratti di formazione rispetto a quelli del concorso precedente.
  In particolare, il nuovo bando prevede complessivamente 6.364 contratti di formazione specialistica, di cui 6.000 messi a disposizione dallo Stato, 335 dalle regioni e 29 da altri enti.
  Si è, quindi, realizzato un evidente incremento del numero dei contratti di formazione. Lo scorso anno, infatti, si era partiti da una base di 3.300 contratti di formazione che, con uno sforzo economico aggiuntivo, si era riusciti a portare a 5.000, più altri 500 garantiti dalle regioni e da Pag. 10altri enti. Per quest'anno, grazie all'impegno del MIUR per il reperimento delle risorse finanziarie necessarie, la dotazione iniziale di circa 5.000 contratti finanziati con risorse statali è stata ulteriormente incrementata fino ad arrivare a 6.000 contratti statali.
  In merito alle modalità concrete di assegnazione dei contratti di formazione, l'articolo 7 del medesimo bando stabilisce in modo puntuale i punteggi dei titoli e della prova d'esame che concorreranno alla definizione del punteggio complessivo attribuito a ciascun candidato e quindi alla formazione delle graduatorie nazionali per ciascuna tipologia di scuola.
  Il bando, inoltre, stabilisce i requisiti di accesso e le modalità di svolgimento delle prove, che presentano alcune significative novità rispetto all'ultima procedura concorsuale espletata. Se ne segnalano solo alcune: ogni candidato, all'atto di iscrizione, potrà scegliere un massimo di 3 scuole (non più di 2 per area, clinica, medica o chirurgica) ed indicare l'ordine di preferenza delle sedi. I quesiti restano 110 come lo scorso anno: 70 comuni a tutti i candidati, 30 comuni a ciascuna area, 10 comuni per tipologia di scuola. I 70 comuni faranno però maggior riferimento alla formazione clinica del percorso di laurea. Viene introdotto per favorire una maggiore selettività il tempo di svolgimento dei quiz. L'ultimo scorrimento delle graduatorie quest'anno avverrà entro il 20 ottobre 2015. La data di inizio delle attività didattiche è fissata in concomitanza con l'inizio dell'anno accademico per il 1o novembre 2015.
  Infine, con riferimento alla verifica con la Conferenza Stato-regioni dei criteri in base ai quali le regioni procedono all'assegnazione di borse aggiuntive e all'esigenza della riprogrammazione del fabbisogno di medici in modo da garantire a tutti i neolaureati di medicina il completamento degli studi specialistici e del percorso professionale, occorre precisare che la programmazione è garantita dalle disposizioni di cui al decreto legislativo 17 agosto 1999 n. 368, attraverso un iter procedurale che vede il coinvolgimento di una pluralità di amministrazioni, il MIUR, il Ministero della salute, il MEF e la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato e le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano. In particolare, si veda l'articolo 35 del medesimo decreto legislativo, come modificato dall'articolo 21 del decreto-legge 12 settembre 2013 n. 104, che stabilisce che sia il Ministro della sanità di concerto con il MIUR e il MEF, sentita la Conferenza Stato-regioni, a determinare il numero globale degli specialisti da formare annualmente per ciascuna tipologia di specializzazione, tenuto conto dell'obiettivo di migliorare progressivamente la corrispondenza tra il numero degli studenti ammessi a frequentare corsi di laurea in medicina e chirurgia e quello dei medici ammessi alla formazione specialistica nonché del quadro epidemiologico dei flussi previsti per i pensionamenti e delle esigenze di programmazione di tutte le regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano con riferimento alle attività del servizio sanitario nazionale.
  Il MIUR, solo a valle del suddetto iter procedurale e soltanto dopo aver acquisito il parere del Ministro della sanità, determina il numero dei posti da assegnare a ciascuna scuola di specializzazione accreditata.
  Fermo restando ciò, si conviene con l'onorevole interrogante sull'opportunità di rivedere l'intero percorso di medicina, come ha avuto più volte occasione di ribadire lo stesso Ministro anche in Parlamento, alla luce del fatto che il curriculum attuale si presenta di fatto «ad imbuto»: troppo alto è il rapporto fra coloro che concorrono e coloro che guadagnano l'accesso ai corsi di studio in medicina.
  Inoltre, ugualmente troppo alto è il rapporto tra coloro che si laureano in medicina e coloro che accedono alle scuole di specializzazione.
  È proprio il forte gap che esiste tra i numeri di ingresso ed i numeri di uscita dal percorso formativo che imporrebbe una generale rivisitazione dell'intero sistema, Pag. 11cui sono chiamati a concorrere tutti i soggetti istituzionali coinvolti, non solo il MIUR.

  PRESIDENTE. La deputata Paola Binetti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alle sue interrogazioni. Prego, ha 5 minuti.

  PAOLA BINETTI. Grazie, Presidente. Mentre ringrazio il sottosegretario per aver fornito molti dati, dati anche interessanti, credo che non sfugga allo stesso sottosegretario come l'aver voluto mettere due interrogazioni abbia fatto in modo che la risposta privilegiasse una delle due interrogazioni e ignorasse concretamente i contenuti dell'altra, motivo per il quale, evidentemente, non posso sentirmi pienamente soddisfatta.
  Detto questo, devo dire che singolarmente oggi è una giornata interessante – il 23 giugno – perché è la giornata in cui scade il termine della domanda, per tutti i neolaureati, per poter accedere alle scuole di specializzazione. Sapremo domani quanti sono effettivamente coloro che hanno fatto domanda per accedere alle scuole di specializzazione e saremo in grado di valutare se il numero delle borse messe a concorso, sia dallo Stato che dalle regioni che dagli altri enti, sia davvero in grado di soddisfare le richieste dei neolaureati oppure se, ancora una volta, ci troviamo davanti, comunque, a un gap, perché rispetto ai laureati di quest'anno bisogna sempre tenere conto del numero dei laureati precedenti che non hanno avuto l'opportunità di accedere alla scuola di specializzazione. Quindi, è domani che noi sapremo se questo numero risponde effettivamente ai bisogni o non risponde ai bisogni.
  Ma c’è un'altra cosa: il sottosegretario, con molta attenzione e con molta puntualità, ha cercato di descrivere alcuni dei cambiamenti che saranno introdotti quest'anno nella modalità in cui si espliciterà l'esame. Ha puntualizzato, per esempio, come, a parità di domande e a parità di distribuzione delle domande, tra domande generaliste e domande specialistiche, corrisponde una riduzione dei tempi che dovrebbe favorire una maggiore selettività, nel senso che anche la velocità della risposta significa anche, come dire, un possedere l'argomento, un possedere il problema in termini di maggiore scioltezza e, quindi, anche, devo dire, presumibilmente, di maggiore competenza. È evidente che questa è un'ipotesi di partenza.
  Ma non sfugge che proprio nell'interrogazione che non ha avuto risposta, le osservazioni riguardavano, invece, due aspetti importantissimi: uno, gli errori strutturali, potremmo dire quasi istituzionali, commessi l'anno scorso (tutti ricordiamo l'errore del Cineca, che sbagliò la collocazione delle domande nelle diverse batterie); un altro riguarda gli errori, invece, locali, dovuti in pratica alla mancata garanzia delle condizioni di attenzione e concentrazione, nonché la mancata garanzia che gli studenti «non copiassero», «non parlassero», eccetera.
  È stato questo mix di cause – insisto, in parte locali e in parte funzionali – che ha creato, poi, a sua volta, un'ennesima, potremmo dire, difficoltà, soprattutto a livello della percezione del cittadino comune, perché ciò che il TAR ha rifiutato ad alcuni, di fatto poi è stato concesso dal Consiglio di Stato.
  Una tale conflittualità interistituzionale certamente non corrisponde a dare quella sicurezza su un approccio meritocratico che tutti ci aspetteremmo, soprattutto quando la selezione è così importante e le ricadute nella vita individuale delle persone sono davvero altrettanto importanti. Quindi, la prima interrogazione, poneva proprio al Ministero una domanda molto importante: cosa farà il Ministero per garantire e assicurare certe condizioni, perché sono sicura che a livello del Cineca non si ripeterà l'errore, perché troppo grande, troppo evidente, troppo «marchiana» la cattiva figura dell'anno scorso, ma non abbiamo altrettanta certezza che a livello locale le condizioni in cui si realizzeranno le prove siano di effettiva Pag. 12garanzia perché ci sia parità di condizioni e parità di accesso. Molte volte ci riempiamo la bocca con l'espressione «la parità»: parità di accesso, parità di condizione. Sembra quasi che l'unica parità sia quella uomo-donna e viceversa non ci sia una parità tra gli studenti che vengono da esperienze diverse e che hanno diritto a costruire il loro profilo di futuro a parità di condizione, a partire anche dalla diversità delle soglie di partenza di ognuno di loro. Questa domanda, che non ha avuto risposta, io mi auguro che costituisca la vera importante dimensione di prudenza, di rigore amministrativo, di esigenza rispetto alle sedi, perché se la selezione non è ben fatta, a cosa mi serve aver discusso tanto su quel quiz o sull'altro quiz se quello ha paga... se quello ha copiato – non voglio dire «ha pagato», è stato un lapsus efferato da parte mia –, se comunque si ci sono state delle condizioni di mancanza di trasparenza. Allora, io questo chiedo al Ministero, perché vigili. L'altro aspetto...

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  PAOLA BINETTI. Un secondo soltanto e concludo. Il Ministero sta lanciando un'operazione gigantesca che va sotto il nome di valutazione del sistema universitario: valuta la didattica, valuta la ricerca, ma poi si è dotato di una terza missione. La terza missione è proprio l'impatto che l'università ha rispetto al tessuto sociale in cui vivono i ragazzi. Quale espressione più alta di questa terza missione che l'inserimento professionale di questi ragazzi, soprattutto quando questi ragazzi provengono da iter formativi che oscillano tra i sette e i dieci anni ? Quindi, non è possibile che l'università consideri elemento accessorio un aspetto così importante...

  PRESIDENTE. Collega, è oltre il minuto.

  PAOLA BINETTI. ...che impedisce ai ragazzi di accedere al lavoro. Noi abbiamo una disoccupazione «di lusso» a talmente caro prezzo che non credo che il Paese se la possa permettere.

(Chiarimenti in merito ad una nota dell'ufficio scolastico regionale dell'Abruzzo avente ad oggetto la definizione di alcune misure organizzative in vista dell'approvazione del disegno di legge cosiddetto «buona scuola» – n. 3-01533)

  PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione Vacca ed altri n. 3-01533, concernente chiarimenti in merito ad una nota dell'ufficio scolastico regionale dell'Abruzzo avente ad oggetto la definizione di alcune misure organizzative in vista dell'approvazione del disegno di legge cosiddetto «buona scuola» (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
  La sottosegretaria di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Angela D'Onghia, ha facoltà di rispondere.

  ANGELA D'ONGHIA, Sottosegretaria di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Grazie, signor Presidente. Gli onorevoli interroganti, in merito alla nota del 4 giugno scorso del direttore dell'ufficio scolastico regionale per l'Abruzzo, con la quale sono stati invitati i dirigenti scolastici della medesima regione, nelle more della conclusione dell'iter parlamentare di approvazione del disegno di legge sulla riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione, ad individuare le aree omogenee di attività ed i relativi fabbisogni di personale per l'individuazione di un organico potenziato, chiedono su quale presupposto normativo è stato emanato tale atto, che dà avvio a procedimenti formali, se tale missiva sia un atto di iniziativa regionale o conseguenza di un impulso ministeriale e, nel caso sia una iniziativa ministeriale, chi e perché abbia dato avvio ad un procedimento di tale portata.
  In merito a quanto rappresentato dagli onorevoli interroganti, si precisa preliminarmente che questo Ministero non ha fornito alcuna indicazione circa l'emanazione di circolari sulla rilevazione del fabbisogno di posti dell'organico dell'autonomia ai sensi dell'articolo 2 del disegno di legge di riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione, attualmente Pag. 13all'esame della competente commissione permanente del Senato della Repubblica.
  Il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, nell'ambito dell'ordinaria e costante interlocuzione tra amministrazione centrale e uffici periferici del MIUR, ha avviato un canale informativo, nella consapevolezza di un iter parlamentare tuttora in atto, ma anche tenuto conto dell'esigenza di fornire utili informazioni alle diramazioni territoriali del Ministero riguardo a una riforma ampia e articolata.
  Alla luce di ciò, l'attività che gli uffici scolastici regionali, e in particolare i loro uffici studio, avrebbero potuto tutt'al più avviare al loro interno, in attesa dell'eventuale approvazione del citato provvedimento e della sua entrata in vigore, una riflessione, anche attraverso la consultazione di talune istituzioni scolastiche, sulle preferenze delle scuole in merito alle aree tematiche di cui al citato articolo 2 dell'Atto Senato n. 1934, anche al fine di intraprendere un approfondimento sulla futura richiesta di offerta formativa e sulla sua differenziazione nei rispettivi territori. Allo stato attuale tutti gli uffici scolastici regionali sono impegnati in tale lavoro preparatorio e di studio.
  In riferimento al caso specifico citato nell'interrogazione a cui si risponde, si specifica che l'ufficio scolastico regionale per l'Abruzzo ha sovrapposto la succitata attività di studio dell'offerta formativa sopra descritta con la rilevazione dei posti per l'adeguamento dell'organico alle situazioni di fatto che i diversi uffici scolastici regionali, annualmente, sono soliti segnalare per far fronte ad evidenze che si creano prima dell'inizio dell'anno scolastico.
  Preso atto di ciò, la circolare richiamata dagli onorevoli interroganti è stata dallo stesso ufficio scolastico regionale ritirata.

  PRESIDENTE. Il deputato Gianluca Vacca ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione, per 5 minuti.

  GIANLUCA VACCA. Grazie Presidente, grazie sottosegretario, no, non possiamo assolutamente ritenerci soddisfatti, questo è il classico esempio in cui la risposta sembra peggiore della domanda, anche perché non chiarisce. Io francamente ho capito ben poco delle domande che sono state poste al Ministero. Il punto è: un ufficio periferico del Ministero ha diramato una circolare dettagliata, con degli schermi, delle tabelle tecniche molto dettagliate, in previsione di una futura approvazione di un disegno di legge, quindi senza nessun fondamento normativo vigente, chiedendo addirittura alle scuole di deliberare e quindi di indicare anche la data di delibera del collegio docenti e dell'approvazione da parte del consiglio di istituto di tale piano. Si tratta di un atto che, francamente, è stato sconcertante e il Ministero che cosa fa ? Il Ministero davanti a questo chiede di ritirare la circolare, cosa che è stata fatta, ma intanto il guaio era già stato commesso, la circolare era già circolata e, probabilmente, era in preparazione anche da parte di altri uffici scolastici regionali, da quello che sappiamo.
  Ora, chi è stato ? Noi abbiamo chiesto una cosa ben specifica, si parla di una riunione che ci sarebbe stata al Ministero con tutti i direttori degli uffici scolastici regionali per far partire questo monitoraggio. C’è stata questa riunione ? È stato chiesto ai dirigenti e ai direttori regionali di diramare queste circolari, o no ? Se è stato chiesto, è stata quindi colpa del Ministero l'emanazione di questa circolare oppure no ? E se è stata un'iniziativa del singolo direttore regionale dell'ufficio scolastico regionale dell'Abruzzo, perché non sono stati presi provvedimenti nei confronti di questo direttore regionale ? Qui è inutile che ci giriamo intorno, questa vicenda riguarda l'iter e la storia del provvedimento sulla buona scuola.
  Qui ci sono due ordini di problemi, sostanzialmente, che sono, appunto, inevitabilmente legati alla buona scuola. Il primo è di carattere più generale e riguarda l'impianto e la storia di questo provvedimento. Noi siamo arrivati a un punto, e lo sapevamo benissimo, noi del MoVimento 5 Stelle, in cui non ci sono più Pag. 14i tempi, in cui, ormai, siamo quasi a luglio, e le assunzioni dovrebbero partire dal 1o settembre, quindi, sappiamo benissimo – tanto che lo denunciammo già a marzo, prima dell'approvazione in Consiglio dei ministri del decreto-legge – che i tempi tecnici per fare un piano di assunzione di 100 mila persone erano molto risicati.
  Quantomeno erano incompatibili con un decente dibattito parlamentare, tanto che noi abbiamo chiesto lo stralcio dei provvedimenti per fare in modo di avere il tempo per fare le assunzioni e contemporaneamente non essere costretti a sottoporre il Parlamento ad un ricatto, come sta facendo il Governo che lei rappresenta, dicendo che o passa il provvedimento con tutto quello che vi è dentro, anche se contestato da tutto il mondo della scuola, oppure non si fanno le assunzioni.
  Questo noi lo diciamo da marzo, da prima che il provvedimento venisse approvato in Consiglio dei ministri, se lo sappiamo noi perché non lo sa anche il Ministero ? Mi sembra francamente improbabile che il Ministero non sapesse che saremmo arrivati a questo punto, evidentemente era tutto voluto. Evidentemente era voluta l'intenzione di voler ricattare il Parlamento, era voluta l'intenzione di arrivare a questo punto e di mettere davanti ad un bivio il Parlamento e tutto il mondo della scuola: o si approva il provvedimento o saltano le assunzioni. Era tutto premeditato !
  Vi è poi un'altra questione che riguarda la specificità di questa vicenda. Il modus operandi degli uffici scolastici periferici. Come lei sa, signora sottosegretaria, perché già nel corso di una risposta ad un'altra interrogazione ci siamo imbattuti nell'ufficio scolastico regionale dell'Abruzzo, io mi sono occupato varie volte di alcune questioni che si sono intrecciate con l'operato di questo ufficio scolastico regionale: nel caso di una dirigente che aveva assunto per vari anni come vicepreside il figlio quando il decreto del Presidente della Repubblica con il codice deontologico dei dipendenti pubblici lo vieta, e per quanto riguarda l'accreditamento di scuole paritarie, dove in presenza di condanne del tribunale del lavoro per mancato pagamento di stipendi da parte di alcune scuole paritarie, nonché il fallimento degli enti gestori, non sarebbe stata revocata la qualifica a queste scuole con l'ufficio scolastico che ha continuato a riconoscere loro la parità. Due casi palesi di mancata azione da parte degli uffici scolastici regionali.
  Se questi sono gli uffici preposti al controllo delle scuole e dei dirigenti figuriamoci cosa potrà accadere con l'impianto previsto nel disegno di legge della «buona scuola»... Se lo stesso Ministero, gli stessi uffici periferici non intervengono di fronte alle evidenze, figuriamoci se potranno mai controllare quello che faranno i dirigenti con chiamata diretta e con tutte le armi che si danno ai dirigenti con questo provvedimento.
  Quindi ribadiamo la nostra totale insoddisfazione rispetto alla risposta e siamo fortemente preoccupati per ciò che sta accadendo e per ciò che state combinando nei confronti del mondo della scuola.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno. Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 con il seguito della discussione della proposta di legge recante modifiche alla legge 8 febbraio 1948, n. 47, al codice penale, al codice di procedura penale, al codice di procedura civile e al codice civile in materia di diffamazione, di diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione, di ingiuria e di condanna del querelante nonché di segreto professionale. Ulteriori disposizioni a tutela del soggetto diffamato.
  La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 10,30, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, Pag. 15i deputati Boccia e Catania sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centoquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche.

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 15,20.

  La seduta, sospesa alle 15,01, è ripresa alle 15,25.

Seguito della discussione della proposta di legge: Costa: Modifiche alla legge 8 febbraio 1948, n. 47, al codice penale, al codice di procedura penale, al codice di procedura civile e al codice civile in materia di diffamazione, di diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione, di ingiuria e di condanna del querelante nonché di segreto professionale. Ulteriori disposizioni a tutela del soggetto diffamato (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato) (A.C. 925-C).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dalla Camera e modificata dal Senato, Costa n. 925-C: Modifiche alla legge 8 febbraio 1948, n. 47, al codice penale, al codice di procedura penale, al codice di procedura civile e al codice civile in materia di diffamazione, di diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione, di ingiuria e di condanna del querelante nonché di segreto professionale. Ulteriori disposizioni a tutela del soggetto diffamato.
  Ricordo che nella seduta del 22 giugno 2015 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli – A.C. 925-C)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge modificati dal Senato, nel testo della Commissione.

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Signor Presidente, il Comitato dei nove non ha avuto modo di concludere il suo esame e quindi chiedo una sospensione dell'Aula per poterci riunire e completare l'esame dei pareri agli emendamenti.

  PRESIDENTE. Di quanto tempo dovrebbe essere la sospensione ?

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Mezz'ora, quarantacinque minuti, un'ora...

  PRESIDENTE. Me lo deve dire lei.

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Penso che quarantacinque minuti siano sufficienti, ma per essere sicuri, un'ora, e siamo certissimi.

  PRESIDENTE. Allora, siccome sappiamo come vanno le cose, colleghi, penso che piuttosto che convocarci tra... apprezzo molto la vostra fantasia nelle proposte, per il momento ci attestiamo sull'ora, quindi la seduta riprenderà alle ore 16,30. Sospendiamo...

Pag. 16

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Sibilia, non l'avevo vista, se me l'avessero detto... Chiedo scusa, non è sospesa la seduta. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, solo per segnalare il fatto che sono già le ore 15,25 e c'era tutto il tempo per potersi riunire anche prima, magari avere un atteggiamento diverso, anche perché se la rimandiamo a tra un'ora forse è perché ci sono degli altri motivi, possiamo andare fino in fondo a capire se vogliamo o no votare finalmente la sfiducia di Castiglione che è impelagato nelle questioni di «mafia Capitale» o no ? È possibile che siamo sempre noi i malpensanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) oppure è possibile che evidentemente qui stiamo giocando al gatto col topo ? Fateci sapere, magari vorremmo delle informazioni più coerenti.

  GUIDO GUIDESI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Signor Presidente, solo per suggerire magari all'Aula, così riusciamo anche a procedere immediatamente meglio con i lavori, di anticipare la mozione che è al secondo punto dell'ordine del giorno in maniera tale da lasciare tutto il tempo al Comitato dei nove di procedere nei lavori (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Onorevole Guidesi, rispondo a lei. Come lei ha già sentito, il Presidente è già entrato nell'argomento e siamo già al punto all'ordine del giorno, quindi questo si poteva proporre eventualmente prima. Onorevole Sibilia, io posso comprendere le sue preoccupazioni, però come lei sa, quando il Comitato dei nove chiede una sospensione per esaminare gli emendamenti, il Presidente non può entrare nel merito, prende atto e ovviamente ne trae le conseguenze. Quindi la seduta è sospesa, riprenderà alle 16,30.

  La seduta, sospesa alle 15,30, è ripresa alle 16,35.

  PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dalla Camera e modificata dal Senato, n. 925-C: Modifiche alla legge 8 febbraio 1948, n. 47, al codice penale, al codice di procedura penale, al codice di procedura civile e al codice civile in materia di diffamazione.
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 925-C), che sono in distribuzione.
  Avverto che non sono pubblicati nel fascicolo, a norma dell'articolo 70, comma 2, del Regolamento, gli emendamenti presentati direttamente in Assemblea riferiti a parti non modificate dal Senato.
  Avverto, altresì, che non sarà posto in votazione l'articolo 4, in quanto non modificato dal Senato.
  Avverto, infine, che la Commissione ha presentato gli emendamenti 1.100, 6.100, 6.101 e Tit. 100, che sono in distribuzione e con riferimento ai quali risulta alla Presidenza che i rappresentanti di tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione dei subemendamenti.

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 925-C)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 925-C).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione. Avrei bisogno di un relatore che dia il parere sugli emendamenti all'articolo 1. Riusciamo a materializzare un parere ? Prego, onorevole Verini.

  WALTER VERINI, Relatore. Presidente, aspettavo che l'Aula si...

Pag. 17

  PRESIDENTE. Stiamo aspettando ben oltre l'ora in cui dovevamo riprendere la seduta, onorevole Verini. Quindi, pregherei di procedere.

  WALTER VERINI, Relatore. Grazie, Presidente. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Colletti 1.51.
  La Commissione invita al ritiro di tutti gli altri emendamenti e raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 1.100.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENRICO COSTA, Viceministro della giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Colletti 1.51.
  Passiamo ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 1.51, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colleghi, vi pregherei di accelerare le operazioni di voto. Ci siamo, colleghi ? Avete votato ? Dellai, Latronico. Onorevole Latronico, ha votato ? Ci siamo, colleghi ? Deve votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  392   
   Votanti  391   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  391.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  L'emendamento Businarolo 1.39 è precluso dall'approvazione dell'emendamento Colletti 1.51.
  Passiamo agli identici emendamenti Vacca 1.50 e Daniele Farina 1.52.
  Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Vacca 1.50 e Daniele Farina 1.52, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Allasia, Garavini, Fanucci, Matteo Bragantini, Palmieri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo all'emendamento Sannicandro 1.32.
  Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sannicandro 1.32, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chimienti, Arlotti, Fanucci, Dellai, Albanella, Invernizzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  402   
   Votanti  400   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato   86    
    Hanno votato no  314.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Pag. 18

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daniele Farina 1.33, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  401   
   Votanti  400   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato   86    
    Hanno votato no  314.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato D'Alessandro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Liuzzi 1.36, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Garavini, Capua...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  407   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato   99    
    Hanno votato no  308.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Businarolo 1.40, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Luigi Gallo, Colletti, Gasparini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  392   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato   88    
    Hanno votato no  304.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ventricelli, Giorgis, Gutgeld...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  415   
   Votanti  408   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato  404    
    Hanno votato no   4.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Vazio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ventricelli, Meloni...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 19
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  418   
   Votanti  413   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  351    
    Hanno votato no  62.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 925-C)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 925-C).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  WALTER VERINI, Relatore. Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Rossomando 2.6.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENRICO COSTA, Viceministro della giustizia. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  ANNA ROSSOMANDO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANNA ROSSOMANDO. Signor Presidente, già in sede di Comitato dei nove avevo detto che avrei ritirato questo emendamento; pensavo risultasse già, ma lo ritiro adesso.

  PRESIDENTE. Sta bene, è ritirato.

  WALTER VERINI, Relatore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  WALTER VERINI, Relatore. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Rossomando per il ritiro, così come potremmo fare altrettanto per altri emendamenti ritirati. Però, tengo a dire – poi ne parleremo anche per altri aspetti del provvedimento trattati da emendamenti su cui la Commissione ha ritenuto di invitare al ritiro o di votare contro – che i problemi sollevati anche da questo emendamento sono fondati. Oggi noi affrontiamo la diffamazione a mezzo stampa, che...

  PRESIDENTE. Onorevole Verini, le chiedo scusa: l'emendamento è stato ritirato, quindi non posso darle la parola.

  WALTER VERINI, Relatore. Però voglio dire che è nostro impegno affrontarlo in sedi più proprie.

  PRESIDENTE. Abbiamo compreso il concetto, la ringrazio.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Rotta, Ragosta, Giuliani... onorevole Giuseppe Guerini, se non si abbassa, non riusciamo a vedere dietro di lei se l'onorevole Giuliani ha votato. Va bene, ci siamo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  416   
   Votanti  411   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  411.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 925-C)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 925-C).Pag. 20
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  WALTER VERINI, Relatore. La Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 3.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENRICO COSTA, Viceministro della giustizia. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Businarolo 3.10 e Daniele Farina 3.14, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Greco, Vico, Cecconi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  418   
   Votanti  413   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  107    
    Hanno votato no  306    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Carloni ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 3.51, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  418   
   Votanti  413   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  106    
    Hanno votato no  307    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Carloni ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daniele Farina 3.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sani, Ragosta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  416   
   Votanti  398   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato   90    
    Hanno votato no  308    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Franco Bordo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e la deputata Carloni ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cariello, Tartaglione...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 21
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  414   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  408    
    Hanno votato no  6    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Carloni ha segnalato che non è riuscita a votare. Il deputato Altieri ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 925-C)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – 925-C).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  WALTER VERINI, Relatore. Presidente, noi avremmo bisogno di cinque minuti di sospensione come Comitato dei nove. È una richiesta non personale, ma della Commissione.
  Abbiamo interrotto, per rispetto dell'Aula, i lavori del Comitato dei nove e ci siamo fermati su questo articolo, ripromettendoci, se è possibile – se il Presidente e l'Aula sono d'accordo – di fermarci pochi minuti.

  PRESIDENTE. Onorevole Verini, ovviamente quando il relatore pone un problema a nome della Commissione, alla Presidenza, nulla osta. L'unico problema è che le vorrei chiedere, per il buon lavoro e per il rispetto di tutti, se lei è convinto che cinque minuti siano sufficienti o se magari vogliamo sospendere per un quarto d'ora, per essere più sicuri.

  WALTER VERINI, Relatore. Presidente, confesso, non volevo urtare la sua suscettibilità. Ho chiesto cinque minuti, ma con un quarto d'ora forse sarei più tranquillo e anche lei più sereno.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, spero che siano effettivamente gli ultimi tempi necessari alla Commissione, altrimenti rinviamo ad altra seduta: che ci sia un minimo di coerenza rispetto a quelli che sono i tempi che abbiamo davanti.
  Pertanto, se questo è il volere del Comitato dei nove, va bene, però a patto che non ci si ripresenti dopo mezz'ora nelle medesime condizioni.

  PRESIDENTE. Mi permetto di intendere che, essendo l'articolo 5 l'ultimo articolo sul quale credo ci siano delle questioni aperte, perché poi sull'articolo 6 ho visto che ci sono già emendamenti della Commissione – credo, spero e auspico, per la serenità di tutti – onorevole Verini, che effettivamente con questo quarto d'ora...

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Intervengo per rappresentare che, come si vede, il primo emendamento è soppressivo. Questo dà la serietà dell'impegno della Commissione. Abbiamo iniziato la discussione per essere puntuali, Presidente.

  PRESIDENTE. Sono le 17. Sospendo la seduta, che riprenderà alle 17,15.

  La seduta, sospesa alle 17, è ripresa alle 17,15.

  PRESIDENTE. Cari colleghi, il Presidente faceva bene a non stare sereno.
  Ha chiesto di intervenire il relatore, onorevole Verini. Ne ha facoltà.

Pag. 22

  WALTER VERINI, Relatore. Presidente, per trasparenza verso l'Aula, noi stiamo lavorando su un tema delicatissimo: l'articolo 5, che riguarda le liti temerarie. Stiamo davvero chiudendo, ma chiedo, a nome di tutti i convenuti, di tutti i gruppi del Comitato dei nove, altri 15 minuti e credo che saranno davvero tali.

  ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole Crippa, la vedo già in piedi... Onorevole Scotto, c’è una richiesta di tutti i gruppi della Commissione. Vuole la parola comunque ?

  ARTURO SCOTTO. No, Presidente.

  GUIDO GUIDESI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Presidente, nel rispetto dell'Aula, più che per la trasparenza, io credo che questa situazione vada sistemata in un altro modo. Noi ribadiamo che, se il provvedimento non è pronto, se hanno bisogno di tempo, si prendano tutto il tempo e procediamo con il prossimo punto all'ordine del giorno. Non è possibile che l'Aula sia presa in giro in questo modo. Sembra quasi che qualcuno abbia bisogno di tempo per altro, non per questo provvedimento.

  PRESIDENTE. Onorevole Guidesi, il tema è il seguente: se lei formalizza la richiesta di rinvio ad altra seduta di questo provvedimento, io, ovviamente, devo metterla ai voti e deciderà l'Assemblea. Onorevole Guidesi ? Va bene, prendo atto che il suo era solo un monito.

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Presidente, chiaramente possiamo anche comprendere quelle che sono le difficoltà che si possono trovare nella discussione di un provvedimento. Pertanto, dal momento che abbiamo già rinviato di un'ora rispetto a quella che era la previsione dei lavori e già un quarto d'ora è stato richiesto, noi tranquillamente formalizziamo la richiesta di rinvio dell'esame ad altra seduta.

  PRESIDENTE. Benissimo, su questa proposta darò la parola per un intervento a favore e uno contro. Chi è a favore del rinvio ad altra seduta del provvedimento ? Prego, onorevole Palese, ha facoltà di parlare.

  ROCCO PALESE. Presidente, sì, io sono a favore del rinvio del provvedimento, integrando però il rinvio con il passaggio all'altro punto all'ordine del giorno questa sera, con le dichiarazioni di voto.

  PRESIDENTE. ça va sans dire, onorevole Palese. È del tutto evidente che si passa al punto successivo.

  ROCCO PALESE. No, Presidente, sommessamente chiedo scusa: qui non è evidente più niente, perché qui ognuno interpreta le cose come vuole. Io sono d'accordo con lei che dovrebbe essere evidente, però ho voluto precisarlo.

  PRESIDENTE. Bene, onorevole Palese, però siccome sono le ore 17,20, è del tutto evidente che c’è un punto a seguire e che si passerebbe a quello. Chi parla contro la proposta ? Prego, onorevole Verini. Ne ha facoltà.

  WALTER VERINI. Presidente, sì, io sono contro il rinvio ad altra seduta di questo punto e semmai propongo l'inversione, con l'anticipazione del punto successivo, per consentire comunque nella stessa seduta di completare anche il provvedimento sulla diffamazione a mezzo stampa.

  PRESIDENTE. Allora, onorevole Verini, il tema è il seguente: noi adesso abbiamo una proposta, che è quella di rinviare ad altra seduta questo provvedimento e dobbiamo votarla. Il tema dell'inversione non è proponibile, perché è stato già proposto Pag. 23all'inizio della seduta, eravamo entrati nel merito del provvedimento e soltanto se noi decidiamo di rinviare questo punto, automaticamente passiamo al successivo. Chiaro ? Infatti, siamo già passati all'esame del provvedimento. Una richiesta è stata avanzata ad inizio seduta e il Presidente ha già spiegato che non era possibile formularla. Qualcuno intende parlare contro la proposta di rinvio ? No.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Presidente, il collega Verini proponeva una cosa logica: noi non siamo contrari al rinvio, se questo è inteso – e mi sembra che sia inteso – nel senso che questo provvedimento va a domani mattina e riprendiamo domani mattina con questo provvedimento. Ad altra seduta, se viene inteso che questo provvedimento va a domani mattina.

  PRESIDENTE. Assolutamente sì.

  ETTORE ROSATO. Quindi, non è necessario il voto per noi.

  PRESIDENTE. La dinamica è la seguente e mi pare che ci sia l'accordo dei gruppi e non vedo obiezioni. Noi chiaramente rinviamo ad altra seduta questo provvedimento e automaticamente passiamo al punto successivo. Domani mattina riprenderemo con questo punto dell'ordine del giorno che abbiamo rinviato alla seduta successiva, che, nella formalizzazione che facciamo, se c’è un'intesa tra i gruppi, a questo punto è quella di domani mattina. Ci sono obiezioni ? Non mi pare.
  A questo punto, se c’è un accordo tra i gruppi, possiamo anche non mettere in votazione questa decisione. Rimane stabilito che questo punto all'ordine del giorno è rinviato alla seduta di domani mattina e adesso passiamo al punto successivo.
  (Così rimane stabilito).
  Vi chiedo tuttavia un po’ di pazienza, perché dobbiamo organizzare i nostri lavori e abbiamo bisogno di cinque minuti di sospensione per preparare gli atti che dobbiamo esaminare adesso.
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 17,30.

  La seduta, sospesa alle 17,20, è ripresa alle 17,35.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

TESTO AGGIORNATO AL 24 GIUGNO 2015

Seguito della discussione delle mozioni Lorefice ed altri n. 1-00898, Scotto ed altri n. 1-00888 e Attaguile ed altri n. 1-00915 concernenti la permanenza in carica del sottosegretario di Stato Giuseppe Castiglione.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Lorefice ed altri n. 1-00898, Scotto ed altri n. 1-00888 e Attaguile ed altri n. 1-00915 (Nuova formulazione) concernenti la permanenza in carica del sottosegretario di Stato Giuseppe Castiglione (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  Avverto che dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta del 22 giugno 2015, è stata presentata una nuova formulazione della mozione Attaguile ed altri n. 1-00915, che è già stata iscritta all'ordine del giorno.

(Parere del Governo)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato, Ivan Scalfarotto, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente, il parere è contrario su tutte le mozioni presentate.

Pag. 24

(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marco Di Lello, che non è presente in Aula. Passiamo al prossimo intervento.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mara Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Grazie, Presidente. Partiamo dalla presunzione di innocenza come principio costituzionale e, dunque, fondamento democratico del nostro Paese. Si è innocenti fino al terzo grado di giudizio, fino alla sentenza passata in giudicato. Questo è sicuramente un principio, quello della presunzione di innocenza, a cui non si può delegare in uno stato di diritto e che va sempre tenuto presente come stella polare di riferimento, anche nel confronto e nel dibattito pubblico e politico.
  Esistono però le ragioni e i tempi della politica, che devono essere autonomi rispetto a quelli della giustizia, due poteri autonomi e indipendenti. Si afferma, così, nei sistemi democratici: la politica non può essere condizionata dalla giustizia e viceversa.
  La politica, su materie come legalità e trasparenza, dovrebbe...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, è possibile seguire il dibattito ?
  Prego, deputata Mucci.

  MARA MUCCI. Come dicevo, la politica, su materie come legalità e trasparenza, dovrebbe dimostrare di essere capace di autoriformarsi spontaneamente, a prescindere dall'esito di eventuali indagini, e di saper dare delle risposte di garanzia ai cittadini. Le recenti cronache giudiziarie, in particolare, la cosiddetta inchiesta «mafia capitale», ci chiamano a questa sfida di riforma; eticizzazione da cui dipendono il rapporto e la fiducia dei cittadini verso tutte le istituzioni, un rapporto così pesantemente compromesso in questi anni, come confermano anche i crescenti populismi che si nutrono del «sono tutti uguali», animando una crociata contro le istituzioni che rischia di essere pericolosa.
  Detto questo, affrontiamo il caso in questione. Alternativa Libera voterà le mozioni presentate dalle opposizioni. Il sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione, è indicato nell'inchiesta «mafia capitale» in merito alla gestione del CARA di Mineo. In particolare, la procura di Catania dichiara che, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, posto in essere tra il 2001 e il 2014, in concorso tra loro nelle rispettive qualità con collusione e altri mezzi fraudolenti, venivano turbate le gare d'appalto per l'affidamento della gestione del CARA di Mineo del 2011, prorogando reiteratamente l'affidamento e prevedendo condizioni di gara idonee a condizionare la scelta del contraente con riferimento alla gara d'appalto del 2014. Fatti, dunque, gravi.
  Le mozioni che si stanno discutendo chiedono un passo indietro a Castiglione o una presa di posizione da parte del Governo, affinché revochi la nomina del sottosegretario, a prescindere dall'eventuale responsabilità penale dell'onorevole Castiglione, ovvero dagli sviluppi futuri della vicenda giudiziaria specifica.
  Fermo restando il principio di innocenza, si pone in modo pressante un tema generale non più rinviabile, legato all'oggi e anche all'assoluto, quello della salvaguardia delle istituzioni nel loro prestigio e nella loro dignità; prestigio e dignità che adesso, e non domani, siamo chiamati a difendere, tenendo conto della portata e dell'impatto anche civico e sociale dell'inchiesta che vede coinvolto il sottosegretario.
  Sarebbe stato preferibile che lui stesso facesse un passo indietro spontaneamente: questo non è accaduto, perciò siamo impegnati a discutere queste mozioni presentate in Parlamento nell'interesse delle istituzioni e dei cittadini. Per questo, voteremo a favore di queste mozioni, anche auspicando un processo di moral suasionPag. 25nei confronti del sottosegretario, affinché – ripeto – faccia un passo indietro (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera).

  PRESIDENTE. Sarebbe ora iscritto a parlare il deputato Achille Totaro, che non è in Aula.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nicola Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Grazie, Presidente. Presidente, noi della Lega Nord diciamo subito, in modo esternamente chiaro, che il sottosegretario Castiglione si deve dimettere. Si deve dimettere per un atto di rispetto, per un atto di responsabilità istituzionale, per un atto di dignità personale, per un atto di chiarezza rispetto ad un'inchiesta rispetto alla quale il sottosegretario Castiglione deve evidentemente chiarire le sue implicazioni. Ci sono stati esponenti del Governo che, seppur non raggiunti da un avviso di garanzia, si sono dimessi e hanno lasciato la propria poltrona, così come, invece, ci sono stati esponenti del Governo che, raggiunti da un avviso di garanzia, si sono dimessi. Il problema, dal nostro punto di vista, non è un problema di natura giudiziaria ma un problema di natura politica, tanto con riferimento al sottosegretario Castiglione quanto con riferimento al Ministro Alfano, quanto con riferimento al Presidente del Consiglio e al Partito Democratico. Infatti, se un avviso di garanzia non è una condanna – da questo punto di vista vogliamo essere garantisti –, però è altrettanto vero che un avviso di garanzia, per una turbativa d'asta su un appalto da 100 milioni di euro, è sicuramente un grave campanello di allarme rispetto al quale la politica non può far finta di niente. Quindi, la politica, inevitabilmente, per dignità propria, per rispetto della propria funzione, deve in qualche modo interrogarsi sul fatto che un sottosegretario venga coinvolto in un'inchiesta tanto grave quanto delicata, come l'inchiesta relativa al CARA di Mineo. Ciò avviene esattamente nel momento in cui, Raffaele Cantone, rispetto al quale esprimo stima per il lavoro e per il ruolo che sta ricoprendo, nel marzo 2015, scriveva alla procura di Caltagirone e alla procura di Catania, dicendo che l'appalto o meglio la gestione del CARA di Mineo era viziata da irregolarità: la gara è illegittima e lede i principi di concorrenza e trasparenza. Proprio in questi giorni, il presidente dell'Anac, Cantone, ha scritto al Ministero dell'interno, evidenziando le irregolarità di quella gara. Proprio in questi giorni il Presidente Cantone ha chiesto il commissariamento dell'appalto della gestione del CARA di Mineo e proprio in questi giorni, a domanda specifica, Raffaele Cantone, persona – ripeto – stimata e che sta svolgendo un lavoro di fondamentale importanza, dice che il sottosegretario Castiglione si deve dimettere. Io credo che questi siano elementi sufficienti perché il sottosegretario Castiglione si dimetta, oppure perché il Presidente del Consiglio, in quanto responsabile delle funzioni del sottosegretario Castiglione, ne chieda la revoca delle deleghe. Cosa mi è incomprensibile ? Cosa mi è ingiustificabile e ingiustificato ? Il fatto che la sinistra, il Partito Democratico, il Presidente del Consiglio, il Presidente Renzi – che ha nominato, che ha voluto e che ha chiesto al presidente Cantone di assumere un ruolo di garanzia così importante, come presidente dell'Autorità anticorruzione –, che hanno trasformato il presidente Cantone in un supereroe, in un'icona della lotta alla corruzione, oggi, di fronte alle parole chiare del presidente Cantone, che chiede il commissariamento e le dimissioni del sottosegretario Castiglione, assumano un atteggiamento ipocrita e vile, respingendo e non accogliendo le dimissioni e non chiedendo le dimissioni di Castiglione.
  Questa è l'incoerenza dell'Aula; avete voluto Cantone, mettete Cantone in ogni dibattito televisivo sull'anticorruzione; la sinistra giustifica la presenza della corruzione nel nostro Paese, dicendo di avere nominato Cantone e, quando oggi Cantone chiede il commissariamento del CARA di Mineo e le dimissioni di Castiglione, il Partito Democratico nemmeno prende a test le sue parole. Questa è la grande Pag. 26incoerenza e la grande incongruenza del Partito Democratico. Ve ne sbattete e vi dimenticate di quello che dice Cantone perché vi è un teorema: se cade Castiglione, se salta il sistema Mineo, salta Alfano, salta Renzi e salta il Governo e riportate il Paese al voto.
  Questa è l'ipocrisia e il timore della sinistra e del Partito Democratico. Attenzione, però, perché il problema non è rappresentato solo dal sottosegretario Castiglione o solo dall'appalto da 100 milioni di euro del CARA di Mineo; il problema è anche qualcos'altro e ne discuteremo nei prossimi giorni. Il problema è Mafia capitale, il problema è Salvatore Buzzi, tesserato del Partito Democratico, il problema è il sindaco di Roma Marino, il problema è l'intreccio affaristico e il malaffare legato alla gestione del business dell'immigrazione clandestina, che rende molto di più del traffico di droga, come ebbe a dire Salvatore Buzzi, alla mangiatoia di Mafia capitale e all'incapacità di questo Governo e del Presidente del Consiglio di assumersi la responsabilità di gestire il fenomeno dell'immigrazione clandestina. Quindi, il problema non è di natura giudiziaria, o di natura penale; il problema legato al sottosegretario Castiglione è un problema di natura politica ed è il motivo per cui questa Aula, giustamente, ne dibatte e questa Aula, giustamente, nell'esercizio delle sue funzioni, chiede e pretende le dimissioni del sottosegretario Castiglione.
  Noi siamo stati i primi con il collega Attaguile che è stato il primo a sollevare le anomalie, le irregolarità, i vizi, la gestione poco trasparente e poco concorrenziale del CARA di Mineo. Il problema non è solo il CARA di Mineo, perché sono mesi che noi chiediamo al Governo quanti casi Mineo ci sono in questo Paese. Abbiamo chiesto l'istituzione di una commissione di inchiesta, non per girare l'Italia, come sta facendo l'attuale Commissione di inchiesta, e visitare semplicemente i CIE. Noi abbiamo chiesto l'istituzione di una Commissione di inchiesta per chiedere la rendicontazione dei milioni di euro che, in questo momento, il nostro Paese sta buttando via per regalarli ad una gestione incontrollata e insensata dell'immigrazione clandestina. Nessuno rendiconta le spese, nessuno dice quanto sta spendendo e quanto si sta spendendo per la gestione dell'immigrazione clandestina e noi chiediamo che vi sia chiarezza non solo su Mineo, dove sta emergendo con evidenza il malaffare, ma sui tanti altri casi Mineo che probabilmente sono presenti sul nostro territorio. Tante convenzioni stipulate, tanti accordi di programma stipulati con i territori e le amministrazioni locali e con le cooperative rosse e bianche, che stanno gestendo o mal gestendo il fenomeno dell'immigrazione clandestina.
  C’è una grande responsabilità politica, c’è la responsabilità politica del Presidente del Consiglio, c’è la responsabilità politica del ministro dell'interno, che oggi, in una conferenza stampa, si è vantato dei numeri dell'immigrazione, c’è la responsabilità politica di chi ha trasformato il nostro Paese in un grande campo di accoglienza, in un grande centro profughi.
  E questa è una responsabilità che va attribuita esclusivamente a chi sta governando questo paese, è una responsabilità di chi sta africanizzando l'Italia, è una responsabilità di chi pensa di poter prendere un pezzo dell'Africa e portarlo sul nostro territorio, è una responsabilità di chi non si rende conto che state garantendo vitto e alloggio in hotel a quattro stelle ai clandestini. Mentre abbiamo la nostra gente, gli alluvionati, i terremotati che vivono ancora nei container e che vivono ancora nelle baracche. State sommando poveri a poveri, state creando tensioni sociali e disagi sociali, state aumentando il senso di frustrazione dei cittadini italiani. C’è uno scontro tra poveri, c’è uno scontro di povertà e questa è una cosa grave, una gravissima responsabilità politica di chi crede di poter avere aiuto dall'Europa che se ne frega. E la risposta dei singoli Stati quale è ? È la risposta di alzare i muri, una risposta sbagliata, ma l'inevitabile risposta di chi decide di difendere prima gli interessi nazionali, di difendere prima i propri confini e i propri territori e le proprie frontiere, cosa che Pag. 27questo Governo non sta facendo attraverso invece un'invasione incontrollata le cui conseguenze ricadono sul territorio.
  Signora Presidente, ci sono mille motivazioni...

  PRESIDENTE. Concluda, deputato.

  NICOLA MOLTENI. ...Mille motivazioni di natura giuridica, ma soprattutto mille motivazioni di natura politica per addossare a questo Governo, per addossare al Presidente del Consiglio che non ha nemmeno la dignità di venire in quest'aula a difendere un suo uomo, per chiedere nuovamente un gesto di orgoglio e di dignità. Non solo, sottosegretario Castiglione, di dimettersi, ma un gesto di orgoglio e di dignità da parte del ministro Alfano e del Presidente Renzi di fare le valigie e di andare a casa insieme al sottosegretario Castiglione (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Signora Presidente, noi oggi parliamo del CARA di Mineo che è l'emblema del fallimento del sistema di accoglienza del nostro paese, un ghetto disumanizzante nel cuore della Sicilia, un non luogo dentro cui l'individuo è soggetto a forme di spersonalizzazione. Un luogo in cui si è perso il principio cardine che doveva guidare il sistema di accoglienza anche nel rapporto tra popolazione migrante e popolazione locale. Nel comune di Mineo vivono 4.000 mila abitanti; nel CARA di Mineo vi sono permanentemente circa 4.000 migranti richiedenti asilo.
  Il CARA di Mineo è il fallimento del sistema di accoglienza perché non solo non è funzionale ad un'accoglienza dignitosa: non lo sono le strutture; sono state più volte certificate le condizioni di degrado igienico-sanitario di quel luogo e non lo sono nemmeno i servizi. Non è possibile costruire un modello di integrazione e di accoglienza dignitosa per 4.000 persone in un unico luogo nel cuore delle campagne siciliane. Allora, dobbiamo andare a cercare le ragioni della costruzione di un luogo come il CARA di Mineo. In altre parole, l'unica giustificazione plausibile per cui si è andati a creare un luogo di quel tipo è il fatto che bisognava costruirci sopra una grande speculazione. E quella speculazione noi la ritroviamo non solo nelle carte di Mafia capitale. Onorevoli colleghi, vorrei porre alla vostra attenzione che, in quest'aula, oggi non stiamo celebrando un processo all'onorevole Castiglione, non stiamo anticipando il compito che spetterà alla magistratura di accertare se vi siano responsabilità penali rispetto a questa vicenda. Noi stiamo andando a verificare invece quali sono le questioni politiche che si annidano dietro questa questione.
  Allora, l'origine del CARA di Mineo è che, a un certo punto, un ministro, che si chiamava Maroni, ha deciso – quando oggi invece ci spiega che non vuole qualche centinaio di profughi nella sua regione che governa, la Lombardia – che bisognava creare un enorme ghetto nel cuore della Sicilia dove mettere 4.000 richiedenti asilo provenienti, non dall'emergenza Nordafrica, ma da tutto il sistema di accoglienza dei CARA italiani. Per fare fronte a quella emergenza, si è requisita una struttura di un privato, un tale Pizzarotti, che aveva questa struttura a disposizione perché gli americani di stanza a Sigonella, che la avevano commissionata, l'avevano abbandonata per problemi tecnici, in quanto si trovava in una depressione ed era soggetta ad allagamenti. Allora, lo Stato che fa ? Per aiutare un imprenditore del nord che aveva questa struttura e non sapeva che farsene decide di requisirla al modico prezzo di 12 milioni di euro per due anni.
  Ed è lì che si vede il principio della speculazione economica. A pochi chilometri da Mineo ci sono le strutture della base militare di Comiso, già proficuamente utilizzate durante l'emergenza in Jugoslavia per accogliere i profughi che scappavano dalla guerra, che sono di proprietà del Pag. 28comune di Comiso e che con 12 milioni di euro potevano essere ristrutturate, ampliate e rese adatte a quell'accoglienza. Ma l'obiettivo non era far fronte a un'emergenza, l'obiettivo era costruire quell'enorme speculazione, che poi è continuata dentro le gare d'appalto «sartoriali» cucite addosso ad un consorzio di cooperative che era l'unico a poter partecipare, perché i requisiti della gara d'appalto erano quelli che potevano essere esauditi solo da quel consorzio di cooperative, come, per esempio, mettere che bisognava avere un centro di produzione dei cibi a 20 chilometri dal CARA di Mineo e l'unico consorzio che le possedeva era quello, per poi continuare dentro il sistema di assenza totale dai controlli.
  Vedete, il 5 dicembre del 2014, dopo la prima tranche di «Mafia capitale», il sottoscritto ha presentato un'interrogazione al Ministero dell'interno chiedendo conto e ragione del sistema dei controlli sugli appalti dei centri di accoglienza e del CARA di Mineo. Bene, il Ministero dell'interno ha messo nero su bianco in una risposta alla mia interrogazione che il 5 febbraio del 2015 ha avviato la richiesta alla prefettura di controllo sul capitolato d'appalto del CARA di Mineo.
  Cosa è successo nei quattro anni prima nel più grande centro di accoglienza d'Europa ? Perché il Ministero dell'interno non ha mai effettuato un solo controllo sulle gare d'appalto e sulle forniture del CARA di Mineo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) ? È questa la domanda a cui qualcuno oggi dovrebbe rispondere dentro quest'Aula.
  E perché, a differenza di tutti gli altri CARA, quello di Mineo gode di una lex specialis in base alla quale invece di affidare la gestione alla prefettura, come avviene per il CARA di Bari, per quello di Catanzaro, di Crotone, viene affidato al presidente della provincia Castiglione e non al prefetto di Catania, come sarebbe stato logico, soprattutto davanti a un centro di quelle dimensioni e un appalto di quell'entità ?
  Anche a questa domanda qualcuno dovrebbe venire a rispondere in quest'Aula. Ecco, quello che è successo a Mineo è che si è costruita una grande speculazione, una duplice speculazione e oggi abbiamo il segretario della Lega Nord che si presenta a Mineo e davanti all'ingresso dice che quello è un residence a 5 stelle per i migranti, non varcando la soglia di quell'ingresso perché se andava a vedere che cosa c'era dentro quelle villette imbellettate per le visite dei parlamentari si sarebbe reso conto della condizione degradante in cui noi offriamo accoglienza ai rifugiati politici. Allo stesso tempo, il suo partito è il fondatore del «sistema Mineo», essendo stato il Ministro Maroni l'ideatore di quel centro di accoglienza, quello che ha stanziato i primi fondi per aprire quel centro di accoglienza, quello che ha messo la firma sopra i 12 milioni di euro di requisizione che andavano nelle tasche dell'imprenditore Pizzarotti. Allora, anche la Lega dovrebbe rispondere delle proprie responsabilità rispetto alla vicenda di Mineo, invece di costruire sopra la speculazione economica e la speculazione politica per cui si vince sempre, si fanno fare gli affari agli imprenditori del Nord e poi si raccattano i voti con il populismo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà – Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) ! E c’è un altro tema che riguarda Mineo...

  NICOLA MOLTENI. Ma cosa stai dicendo ?

  PRESIDENTE. Colleghi, lasciate finire il deputato ! Lasciate finire il deputato Palazzotto !

  ERASMO PALAZZOTTO. La verità dà molto fastidio, collega Molteni. Allora (Commenti del deputato Molteni)...

  PRESIDENTE. Scusi lei ha parlato prima, consenta al collega di finire il suo intervento !

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Maroni non c’è nell'inchiesta !

Pag. 29

  ERASMO PALAZZOTTO. Avrà firmato a sua insaputa. Allora vogliamo affrontare invece l'altra questione legata al CARA di Mineo. Presidente, spero di poter recuperare questi secondi di interruzione.

  PRESIDENTE. Allora, è possibile lasciarlo continuare nel suo intervento ? Grazie. Vada avanti, recupererà il tempo, prego.

  ERASMO PALAZZOTTO. E poi c’è l'altra questione che riguarda il CARA di Mineo, che è il punto centrale della mozione di censura che noi di Sinistra Ecologia Libertà abbiamo presentato in quest'Aula: è il tema della questione morale, che indaga il rapporto tra gli affari, la politica e il consenso.
  È impossibile non vedere che dietro la gestione del CARA di Mineo, dietro la gestione indiscriminata di assunzioni, più di 400, fatta dai gestori del CARA di Mineo, ci sia la produzione di un consenso elettorale per il partito del sottosegretario Castiglione, che è il Nuovo Centrodestra. È impossibile non notare come, attorno a quella gestione nel centro di Mineo, un partito, che ha appena il 3 per cento come media nazionale, arriva a prendere cifre stratosferiche, da partito della nazione, come il 40 per cento (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
  E, allora, noi è lì che vogliamo andare ad accendere i riflettori. Noi vogliamo che qui si venga a rispondere su come è stato possibile tutto questo e su quali sono le responsabilità politiche e istituzionali. E lo vogliamo dire: per noi, le dimissioni di Castiglione non sono sufficienti rispetto a questa questione, perché Castiglione è il responsabile politico del CARA di Mineo. Oggi si gioca allo scaricabarile e nessuno si assume la responsabilità: per tutti Mineo è un obbrobrio del sistema d'accoglienza, per tutti Mineo è stato un errore, ma nessuno dice: «Io ho aperto Mineo».
  E, allora, noi in questo caso un responsabile politico ce l'abbiamo: si chiama Giuseppe Castiglione, sottosegretario del Governo Renzi. È lui che, dal principio, ha aperto il CARA di Mineo e ha permesso, sotto il suo controllo, che si verificasse una speculazione finanziaria, economica e un fenomeno corruttivo di queste dimensioni. È di questa responsabilità politica che Castiglione deve rispondere, non delle responsabilità penali, di cui risponderà davanti ai magistrati e noi tutti ci auguriamo che dimostrerà la sua estraneità a fatti penalmente rilevanti. Ma lui è il padre del «sistema Mineo» e oggi si deve assumere la responsabilità di quel fallimento politico.

  PRESIDENTE. La prego di concludere.

  ERASMO PALAZZOTTO. Concludo, Presidente. Le responsabilità politiche e istituzionali dell'onorevole Castiglione si ripercuotono esattamente sul Ministro Alfano. Il Ministro Alfano ci deve spiegare in quest'Aula – e noi abbiamo chiesto che venga in quest'Aula a riferire – perché dal 5 dicembre 2014, cioè da quando il «sistema Mineo» è stato messo, nero su bianco, dalle carte delle procura di Roma, non ha avviato nessun controllo su quel sistema e quando il consorzio dei comuni ha ratificato una gara d'appalto giudicata illegittima da Cantone, dall'Autorità nazionale anticorruzione, non ha proferito parola e non è intervenuto per bloccare quell'appalto. Di questo Alfano deve rispondere oggi in quest'Aula e noi ci aspettiamo che venga presto, perché lui è il responsabile istituzionale e, in quanto Ministro dell'interno, non ha fatto i controlli. Inoltre, è responsabile politico, perché tutti gli uomini protagonisti di questa vicenda...

  PRESIDENTE. Concluda !

  ERASMO PALAZZOTTO. ...sono del Nuovo Centrodestra e lui è il capo di quel partito (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà – Congratulazioni) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

Pag. 30

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente. Scelta Civica per l'Italia è sempre stato un partito che ha sostenuto che di fronte agli scandali e ai problemi di carattere etico e morale, che riguardano la politica e, in particolare, il Governo, il tema non sia soltanto il garantismo ma è anche l'opportunità e che, quindi, il concetto per il quale si debba necessariamente aspettare fino alla fine dei procedimenti penali per arrivare a vedere se ci sono delle condanne e delle responsabilità non valga sempre quando si parla del Governo, perché è necessario tutelare le istituzioni. Per cui, saremo sicuramente molto severi su questo argomento e su questi temi nel momento in cui tutti i fatti, di cui stiamo parlando, saranno chiariti un pochino di più.
  In questo momento io trovo – ed è stato oggetto di una discussione (Il deputato Fedriga si avvicina ai banchi del gruppo Sinistra Ecologia Libertà – Scambio di apostrofi tra il deputato Fedriga e deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà)...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore ! Sta intervenendo il collega Mazziotti Di Celso. Per favore, deputato Fedriga ! Deputato Fedriga, la prego di andare al suo posto !

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, io sto ricevendo offese senza aver detto nulla !

  PRESIDENTE. Abbiamo un intervento in corso. La prego ! Se ha qualcosa da dire, a fine seduta lei avrà la parola. Adesso consentiamo al collega di continuare. Deputato Mazziotti Di Celso, prego.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Dicevo che noi abbiamo chiesto – e non credo sia riservato – invano durante la Conferenza dei presidenti di gruppo di tenere questa discussione quanto meno dopo l'audizione dello stesso sottosegretario Castiglione che, sempre su richiesta delle opposizioni, si tiene domani. Lo abbiamo fatto parecchie volte, perché abbiamo sempre detto che su queste cose si interviene non sulla base di quello che sta scritto sui giornali e in questo caso, tra l'altro, si parla di cose riportate dai giornali o, in terza persona, in conversazioni telefoniche, quasi tutto quello che viene citato qui dentro.
  E, quindi, dal nostro punto di vista è sicuramente importante chiarire i fatti.
  È sicuramente importante, poi, che l'interessato in primis, il suo stesso partito, se emergeranno dei problemi e la conferma di una posizione che è chiaramente difficile, perché lo scandalo e i fatti che sono emersi sono gravi, tragga le giuste conseguenze da questo.
  Ma troviamo davvero che la discussione di oggi abbia degli aspetti irrazionali. Infatti, abbiamo sentito, da una parte, sostanzialmente discutere del problema dell'immigrazione, dall'altra, del problema dei difetti del sistema di accoglienza creato dal Ministro Maroni, che è oggetto di una specifica Commissione d'inchiesta. Si è parlato pochissimo delle responsabilità del sottosegretario Castiglione; ed è evidente che, quando verranno eventualmente domani delle giustificazioni insufficienti o dopodomani delle pronunce ulteriori dell'autorità giudiziaria o sarà definitivamente confermata l'illegittimità dell'appalto, almeno il Ministro avrà preso una posizione su questo; allora potremo prendere una decisione e fare una valutazione e, nel caso, non chiedere al Governo di revocare.
  Io credo che in questi casi la posizione debba essere semplicemente quella di chiedere all'interessato di fare un passo indietro, perché l'assunzione di responsabilità deve essere personale e abbiamo avuto degli esempi di grande responsabilità su questo. Per cui il garantismo di diritto penale noi non pensiamo che sia il tema da richiamare in questi casi. Va richiamata la serietà, la reputazione delle istituzioni e il modo in cui le situazioni vengono percepite dal pubblico, ma non solo attraverso i giornali. Io trovo che sarebbe incivile adottare una decisione oggi nei confronti di una persona che viene audita domani. L'ho detto in Conferenza dei presidenti di gruppo e lo ripeto Pag. 31adesso e, per questo, noi voteremo contro queste mozioni (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tancredi. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. Grazie Presidente, io credo di non poter non ribadire alcune considerazioni che ho svolto anche ieri in discussione sulle linee generali e ancora di più alla luce di un dibattito che si è sviluppato oggi e si è sviluppato su una questione che non riguarda la vicenda che oggi ci sottopongono le mozioni. Infatti, quella vicenda, secondo me – e non faccio una considerazione che attiene ai lavori della Presidenza o all'ordine del giorno – secondo noi, non doveva essere discussa in Parlamento, perché, Presidente, io considero una barbarie l'equazione avviso di garanzia-revoca di un mandato (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)) o avviso di garanzia-dimissioni da un ruolo che si sta esercitando.
  È una barbarie non solo nei confronti della persona che subisce questo trattamento; è una barbarie anche nei confronti dell'autonomia della magistratura e della separazione dei poteri. Quando ci sono stati abusi della magistratura inquirente, anche da questi banchi, non abbiamo avuto problemi a denunciarli; qui c’è un fatto d'ufficio, direi un atto dovuto per un ruolo svolto dal sottosegretario Castiglione. Voi pensate a un magistrato che si debba trovare nella situazione di dover emettere un avviso di garanzia e con quell'avviso di garanzia – magari, a volte dovuto – deve pensare di andare a rovinare un'istituzione, a compromettere un'istituzione, come tante volte è successo nella storia dei questo Paese, ma anche la storia magari di aziende, la storia di famiglie e ancor più la storia di persone.
  Quindi, io credo che questo sia il primo elemento da sottolineare, il fatto soprattutto, poi, che venga da parte di una forza come quella di Sinistra Ecologia Libertà, che dovrebbe affondare la sua cultura politica in radici di garanzie giuridiche ben più forti di quelle che vengono enunciate oggi. Io credo che non sia civiltà quella che abbiamo sentito oggi. D'altro canto, invece, Presidente, opportunamente – lì, sì, con un dibattito centrato – pochi giorni fa il Ministro Alfano è stato qui e ha risposto ad un'interrogazione della Lega, in un'informativa che credo, anche se breve, sia stata molto esplicativa e che è andata nei dettagli della gestione del CARA di Mineo; la storia del CARA di Mineo, come ha detto il Governo per bocca del Ministro Alfano, inizia nel 2011 e si sono succeduti Ministri e Governi di varie estrazioni anche politiche, dal Governo Berlusconi con il Ministro Maroni, che è stato quello che ha ideato la struttura del CARA di Mineo, ma poi il Ministro Cancellieri per il Governo Monti e poi il Governo Letta, e adesso, da ultimo, il Governo Renzi.
  Da questo punto di vista, quindi, quel dibattito si era centrato – e credo che si possano anche fare altri dibattiti – sulla gestione dell'immigrazione e sulla gestione dei centri di accoglienza, che adesso pare non siano figli di nessuno, ma che, comunque, una risposta l'hanno data, in questo Paese, in momenti di emergenza. E, poi, se sono stati protagonisti di episodi di malaffare, non spetta a quest'Aula stabilirlo, ma spetta all'autonoma attività della magistratura.
  Ma voglio ripetere anche – perché qui devo ripeterlo un po’ – quale è stato anche il ruolo dell'onorevole Castiglione, che, voglio sottolinearlo, domani si sottoporrà a un'audizione, e saprà lui, meglio di me, chiarire il suo ruolo nella vicenda, nella Commissione d'inchiesta.
  L'onorevole Castiglione, fin dalle prime indiscrezioni, molto prima che fosse raggiunto da un avviso di garanzia, si è messo a disposizione delle autorità giudiziarie, chiedendo più volte di essere sentito – per adesso non è stato sentito, perché, evidentemente, vi sono altre priorità – per chiarire ogni atto ed ogni azione amministrativa compiuta nella qualità di soggetto attuatore da giugno 2011 a giugno 2013.Pag. 32
  Quindi, anche qui, tutte le vicende che sono state richiamate nel dibattito, strumentalmente, riguardanti la gara del 2014, non riguardano nemmeno come responsabilità oggettiva il sottosegretario Castiglione e l'onorevole Castiglione. Egli rivendica trasparenza e legittimità, e, ripeto, domani potrà chiarirlo meglio. È opportuno chiarire che l'onorevole Castiglione, da soggetto attuatore, ha bandito per la gestione del CARA di Mineo solamente due gare: una nell'agosto del 2011, previa approvazione degli atti da parte del commissario delegato, l'altra nel febbraio 2012. Quindi, non c'entra niente con il 2014.
  Su quest'ultima gara, quella del 2012, è intervenuta l'Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici, la quale, con il parere n. 100 del 2012, affrontando ciascuna delle illegittimità eccepite, ha concluso per la piena legittimità della gara. Credo che qui si fermi la responsabilità di un amministratore. L'unica colpa che oggi è possibile ascrivere all'onorevole Castiglione è quella di avere avuto la sfortuna di incontrare e nominare, quale consulente nella gestione del CARA di Mineo, il dottor Odevaine, uomo di stimata professionalità, come formalmente attestato da organi superiori all'epoca dei fatti.
  Ma tale colpa non è ascrivibile solo all'onorevole Castiglione, questo bisogna dirlo in quest'Aula. Dell'onestà di Odevaine, prima dell'onorevole Castiglione, non ha dubitato l'onorevole Veltroni, che lo ha nominato vice capo di gabinetto; l'onorevole Melandri, che lo ha nominato dal 1998 al 2001 consigliere del Ministro dei beni culturali; il presidente Zingaretti, quando lo ha nominato capo della Polizia provinciale; nonché tutti coloro i quali lo hanno chiamato a gestire emergenze in tutta Italia.
  All'onorevole Castiglione, al pari di tutti gli altri che lo hanno nominato, non è addebitabile, per tale ragione, una responsabilità penale e, men che meno, politica, ma, al pari di tutti gli altri che lo hanno nominato, è rimasto vittima di un'apprezzabile professionalità, che, a loro insaputa, è stata non sempre trasparente e lecita. Ma, anche su questo, aspettiamo il giudizio della magistratura.
  Vengono citati nelle mozioni solo fatti riferiti in intercettazioni di Odevaine molto blande, in cui non si intravedono responsabilità nette e penali dell'onorevole Castiglione. Ma voglio dire che anche Odevaine è uno sottoposto a un'inchiesta e che deve sottoporsi al giudizio della magistratura, e, alla fine, potremo dare un giudizio.
  D'altro canto, però, sappiamo che ci serve la vittima sacrificale da mettere nel tritacarne mediatico, che ogni giorno trita carne e sangue di persone, di istituzioni, di famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)), perché vi è bisogno ogni giorno di mettere sul tritacarne qualcosa da schiacciare e da mangiare.

  PRESIDENTE. Concluda.

  PAOLO TANCREDI. Presidente, ho finito. Quindi, la nostra posizione non può rimanere che questa: questo dibattito non doveva svolgersi in quest'Aula, ma, visto che tre forze politiche lo hanno proposto, noi pensiamo di respingere con forza quello che è l'impegno richiesto; respingerlo, ripeto, anche a tutela dell'autonomia dell'azione della magistratura, che deve essere separata da quella che è l'azione del Parlamento e delle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rocco Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Premetto, subito, che il nostro gruppo voterà contro le mozioni che sono state presentate, perché noi siamo garantisti fino in fondo, con tutti. Contro, perché mai è stata approvata, nel percorso dell'iter parlamentare, una mozione di sfiducia individuale, perché di questo si tratta.
  Premessa questa dichiarazione di principio, noi riteniamo che debba essere Pag. 33espresso un giudizio politico severo sul Governo. Questo è un Governo che ha finito la sua funzione. Ha finito la sua funzione nel contesto delle riforme e nel contesto della sua attività contro la corruzione che è una delle emergenze del Paese. Davanti a questa situazione non può essere che qui, periodicamente, ci si riunisce perché si è scoperto questo o quant'altro sul «Ministro x» oppure sul «sottosegretario y», perché ci sono le indagini e così via. No, è complessivamente l'azione del Governo che non è più efficace ed efficiente nei confronti della lotta alla corruzione e della lotta al malaffare. Così come riteniamo che debba esserci un giudizio definitivo rispetto a Roma capitale, a quello che emerge giorno dopo giorno, con il conseguente scioglimento di quel consiglio comunale, perché non è giusto che la capitale del nostro Paese sia sottomessa a questo linciaggio continuo. Non è giusto che ci sia solo un dibattito all'interno del PD, se Marino deve rimanere, se Orfini dice questo o quell'altro. C’è un giudizio politico complessivo di inefficienza sulla corruzione, sui cui deve essere messo un punto finale: doveva essere dato l'esempio con lo scioglimento di quel consiglio comunale, prima che arrivasse la magistratura o la relazione Gabrielli. C’è la politica che deve arrivare prima, senza difese di facciata, senza sotterfugi, dichiarazioni, smentite o controsmentite. Così come non possiamo sottacere che nel contesto della gestione dell'immigrazione, indipendentemente da come viene affrontato questo problema a livello internazionale e a livello europeo, ci sono problematiche enormi. Se noi pensiamo che anche su questo aspetto si è innestato un malaffare che è dappertutto. È dappertutto e nessuno immagini che le cose stiano solamente nella maniera in cui le indagini le stanno facendo emergere, solo per alcuni aspetti. No è dappertutto, signora Presidente, più le indagini vanno avanti e più lo si scopre. Così com’è ritengo che il Governo debba prendere una ferma posizione anche in riferimento a Cantone: tutte – dico tutte ! – le cooperative coinvolte, rispetto anche ai flussi finanziari e agli accertamenti finanziari nel contesto della gestione dell'immigrazione, debbono essere commissariate. Questo sì, sarebbe un segno politico serio che il Governo è contro il malaffare e contro la corruzione, non le dimostrazioni in riferimento ad alcun esponenti o ad alcune situazioni che riguardano l'aspetto fondamentale di alcuni Ministri. È fin troppo evidente che quello che si apprende, comunque rimane inquietante, anche in riferimento ad un'azione specifica. A noi non interessano le singole persone, le singole componenti. Quali sono gli anticorpi per far sì che, a partire almeno da oggi, non avvengano più i casi come quello del centro di Mineo che Cantone dice che bisogna commissariare ? Questo è il problema vero. Oppure Cantone lo teniamo solo ed esclusivamente come uno specchietto per le allodole o come una bandierina da sbandierare. È fin troppo evidente che la sinistra, e il PD in particolare, non hanno più i titoli di moralità e di onestà che da soli si sono dati per anni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente). Siete come e peggio degli altri ! Questa è la verità. Questo penso sia l'effetto principale, il riferimento su cui noi dovremmo dare l'esempio per combattere veramente la corruzione. La corruzione la si combatte anche con una linea politica ferma, da parte del Governo, nel cercare di prevenire questi eventi, non solo aumentando le pene. Le pene possono essere anche aumentate, come hanno fatto nel provvedimento legislativo, adesso, sulla corruzione e sulla prescrizione, ma quella è la coda. Quella è la coda ! Qui siamo in un contesto in cui l'unico federalismo che è stato veramente attivato e attuato è solo quello della corruzione. Per questo motivo vi è la ferma condanna nei confronti della politica del Governo rispetto alla trasparenza e alla legalità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Colonnese. Ne ha facoltà.

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  VEGA COLONNESE. Grazie, Presidente. La richiesta del MoVimento 5 Stelle in quest'Aula è molto semplice. Chiediamo al Governo di agire con responsabilità e di revocare il mandato, quindi togliere la fiducia perché nei fatti di questo si tratta, al sottosegretario Giuseppe Castiglione, coinvolto nell'inchiesta di «Mafia capitale».
  Ecco i fatti. Castiglione è indagato per turbativa d'asta nell'inchiesta sull'appalto del centro di accoglienza di Mineo, il CARA più grande d'Europa, quello che poi è diventato la prigione in cui tutti i diritti umani delle persone sono totalmente subordinati agli innumerevoli interessi economici e di potere di specifici soggetti politici. Ricordiamo che Mineo fino al 2011 era un residence per le famiglie dei soldati americani. Chi lo trasformò in un centro di accoglienza per immigrati fu il Ministro leghista Roberto Maroni, lo stesso che vigilava o che avrebbe dovuto vigilare durante tutti gli incontri che Luca Odevaine, che allora sedeva al tavolo migranti al Viminale, tenne proprio con Giuseppe Castiglione per trasformare Mineo in una macchina da soldi e per sfruttare dei disperati.
  Le carte della procura di Roma hanno svelato nomi e cognomi e fatto luce su uno scempio quale la situazione del CARA di Mineo, su cui il MoVimento 5 Stelle si è già espresso in passato, non per ultimo chiedendo il commissariamento della struttura, che finalmente è avvenuto. Grazie alle intercettazioni effettuate dal ROS dei Carabinieri si riesce a ricostruire il ruolo del sottosegretario Giuseppe Castiglione nel business del CARA: 800 pagine in cui Odevaine spiega a Buzzi il ruolo di Castiglione ed i rapporti con gli uomini del CARA.
  Nel nostro Paese dietro alle emergenze spesso – direi quasi sempre – si nasconde un sistema ben articolato di lucro a danno sempre degli indifesi, in questo caso di tante persone che scappano e migrano da guerre e carestie verso il nord Europa, transitando per il nostro Paese, porta di ingresso in Europa per chi proviene dal nord Africa. Ebbene, è proprio su queste emergenze che una buona parte della casta politica si è arricchita, anche e soprattutto a danno delle tasse versate dai cittadini italiani. Per molti di questi soggetti le emergenze hanno rappresentato, fino ad ora, la prima fonte di guadagno. Lo abbiamo visto con le emergenze ambientali, con le emergenze sanitarie e lo vediamo ora con le emergenze immigrati.
  In questo sistema, che gli inquirenti tendono a definire mafioso, il maggior azionista di Governo, vale a dire il Partito Democratico, ha delle precise responsabilità. Infatti, intorno ai nomi emersi dall'inchiesta di Roma gravitavano altrettanti soggetti diretti esponenti del Partito Democratico. Il sindaco Marino, in un video del 2013, annunciava pubblicamente che avrebbe donato il suo primo stipendio da sindaco alla cooperativa «29 giugno» di Buzzi. In alcune intercettazioni si sente Buzzi dichiarare: «Se resta sindaco Marino, con il mio amico ci mangiamo Roma». O ancora: «I consiglieri comunali devono stare ai nostri ordini». E infine: «Gli utili – 40 milioni di euro – li abbiamo fatti sugli zingari, sull'emergenza alloggi e sugli immigrati».
  Non è ancora dato sapere se ne sia parte integrante, ma certamente il PD, stando almeno alle carte di Roma, è inserito o scivolato in un sistema criminale che si nutre di risorse pubbliche attraverso la complicità e la corruzione dei propri politici, il sostegno di organizzazioni mafiose e l'utilizzo di cooperative rosse come viatico per arrivare agli appalti. Stiamo parlando di un partito che in Campania candida condannati, come De Luca, sostenuti da personaggi vicini ai Casalesi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), i cui esponenti politici fanno affari con i vari Buzzi e Carminati, utilizzando proprio i temi della vecchia sinistra, come l'emergenza sociale, per sottrarre in modo illecito soldi alle casse pubbliche e, dunque, ai cittadini.
  Il gesto doveroso di revoca del mandato nei confronti di Castiglione, membro di Governo, deve essere compiuto perché non deve passare inosservato il criterio di responsabilità politica.Pag. 35
  Infine, vorrei precisare che sul Nuovo Centrodestra, di cui Castiglione è diretto esponente, ho preferito tacere, gentili colleghi, perché sarebbe stato un po’ come sparare sulla Croce Rossa. Angelino Alfano – e concludo – non ha mai avuto i requisiti per sedere al Viminale e i numerosi fatti di cronaca che lo hanno visto tristemente responsabile lo dimostrano. Figuriamoci quale mai potrebbe essere la caratura dei suoi fedelissimi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Romano. Ne ha facoltà.

  ANDREA ROMANO. Presidente, onorevoli colleghi, questa Camera oggi è chiamata ad esprimersi sulle richieste di dimissioni dell'onorevole Castiglione, sottosegretario di Stato alle politiche agricole, alimentari e forestali. Voglio ricordare con precisione le funzioni che l'onorevole Castiglione ricopre nel Governo perché è su questo punto che noi oggi dobbiamo concentrare la nostra valutazione e non su altro. Di questo dobbiamo discutere e su questo dobbiamo votare. Non siamo chiamati ad esprimere un verdetto giudiziario, non siamo chiamati a valutare il curriculum vitae di un nostro collega e meno che mai siamo chiamati a dare un giudizio di moralità o immoralità su nessuno. La funzione di un Parlamento democratico è anche oggi e anche in questo caso, da un lato quella di non frapporre alcun ostacolo al lavoro della magistratura e, dall'altro, nel caso specifico, quella di valutare se le funzioni che un membro del Governo esercita nel Governo medesimo siano o non siano limitate o indebolite dallo svolgimento di un'indagine.
  Sul primo punto, ovvero sul lavoro della magistratura, voglio ricordare che in più di un'occasione questo Parlamento si è già trovato ad esprimersi su richieste di custodia cautelare e ricordo, a questo proposito, che il Partito Democratico ha votato a favore dell'arresto di un proprio deputato quando la magistratura ha considerato quella misura di custodia cautelare come indispensabile al regolare proseguimento dell'indagine. Quella decisione, come voglio ricordare, non è stata né semplice, né facile, perché ogni volta che un deputato viene arrestato è la stessa democrazia che viene ferita nelle sue basi di fiducia e di credibilità nei confronti dell'opinione pubblica e nei confronti delle funzioni che un Parlamento democratico si trova a svolgere. Ma lo abbiamo fatto, il Partito Democratico lo ha fatto, proprio perché così come crediamo nel valore della politica, così come crediamo nel valore della rappresentanza, crediamo, altresì, nella libera funzione della magistratura; una funzione che deve rimanere, per l'appunto, libera, che non può essere limitabile, che non può essere influenzabile da qualsiasi rischio di condizionare il lavoro del magistrato rispetto, invece, al lavoro delle istituzioni rappresentative. Proprio per questo, proprio sulla base dei precedenti che ho richiamato, oggi la nostra posizione, la posizione del Partito Democratico, è la stessa che abbiamo sempre avuto in presenza di avvisi di garanzia e di richieste di dimissioni legate appunto ad avvisi di garanzia. E la posizione è una posizione che dice che la mera esistenza delle indagini, o meglio la notizia dell'esistenza di indagini, che abbiamo appreso dai giornali, informazioni, tra l'altro, sulla base delle quali sono costruite legittimamente le mozioni di sfiducia che oggi ci troviamo a votare, non può essere di per sé motivo di sfiducia in assenza di elementi ulteriori che al momento non vi sono. L'avviso di garanzia è uno strumento a tutela dell'indagato e non il preannuncio di un verdetto. Tra l'altro, ricordo che il Partito Democratico aveva proposto, nella Conferenza dei presidenti di gruppo, di svolgere questo voto che oggi ci apprestiamo a svolgere dopo l'audizione di Castiglione davanti alla commissione CIE in programma domani, nel corso della quale i colleghi avrebbero avuto altri elementi di informazione. Si è voluto fare diversamente perché queste mozioni hanno un esplicito obiettivo politico. Però, vedete, oggi qui noi non dobbiamo svolgere un ragionamento di opportunità politica perché Pag. 36come tale l'opportunità politica è mutevole, opportunistica e fragile. L'opportunità politica di oggi può non essere l'opportunità politica di domani perché l'opportunità politica si basa su appartenenze, su questioni di agenda, su questioni tattiche che per definizione sono mutevoli. Quella che noi oggi difendiamo, vogliamo difendere e abbiamo sempre difeso in casi analoghi è la cultura della garanzia; una cultura che è di per sé stessa immutabile, è alla base della nostra democrazia ed è alla radice di un rapporto sano tra la politica e la magistratura, per l'appunto della democrazia.
  Sul merito specifico dell'inchiesta da cui è originata l'indagine che coinvolge l'onorevole Castiglione, l'inchiesta Mafia Capitale, ripeterò, come hanno ripetuto molti colleghi in queste ore, dentro e fuori da quest'Aula, che questa inchiesta ha rilevato e sta rilevando anche in queste ore aspetti particolarmente odiosi.
  Infatti, proprio mentre il nostro Paese viene investito da ondate di persone disperate che arrivano sulle nostre coste mosse da motivazioni assolutamente non negoziabili, c’è stato chi ha ritenuto di lucrare sulla pelle di quei disperati, sulla pelle dei più deboli e di ricavare da questo guadagni illeciti. Tuttavia, fin dai primissimi passi di questa inchiesta così capaci di rilevare fenomeni così odiosi, il Partito Democratico ha fatto qualcosa di più che rispettare il lavoro della magistratura: si è messo integralmente a disposizione della magistratura, ne ha favorito il lavoro con informazioni, con l'apertura di qualunque tipo di accesso a documenti in suo possesso ma ha fatto qualcosa di più, ha assunto l'iniziativa politica radicale, ha azzerato l'organizzazione del Partito Democratico a Roma, la città che ha visto coinvolta questa indagine per la maggior parte, si è guardato allo specchio, ha azzerato questa organizzazione e ha affidato ad alcuni colleghi, tra cui il collega Orfini, chi vi parla e molti altri colleghi deputati che siedono in quest'aula, il compito di ricostruire una organizzazione di partito che non abbiamo mai dichiarato indenne da questi fatti e riteniamo che se altri partiti, ugualmente purtroppo coinvolti da questa inchiesta, avessero fatto lo stesso rispetto a quanto ha fatto il Partito Democratico ovvero si fossero guardati allo specchio e avessero riconosciuto i segni della malattia e avessero scelto una cura altrettanto radicale di quella scelta dal Partito Democratico, credo che ne avrebbe beneficiato non tanto questo o quell'aspetto di questa inchiesta ma tutto lo stato di salute della politica che, anche per i fatti di cui leggiamo le evidenze in queste ore, sarebbe stato un'ulteriore ondata di fiducia.
  Quindi sulla faccenda di mafia-capitale noi non abbiamo nulla da nascondere e non abbiamo davvero da chiedere scusa a nessuno perché siamo stati i primi e quelli che con maggiore radicalità si sono guardati in faccia e si sono detti che qualcosa doveva essere fatto senza guardare davvero in faccia a nessuno. Detto questo, tuttavia, che va detto anche perché a questo proposito sono stati fatti collegamenti del tutto arbitrari, noi oggi ci troviamo a discutere e a valutare l'esistenza di limiti che possono rendere inefficace il lavoro del sottosegretario Castiglione nel Governo. Questi limiti non hanno niente a che fare con l'inchiesta di cui appunto si legge, l'inchiesta che è stata avviata dalla magistratura e che, se porterà ad altri elementi, noi valuteremo in base quegli altri elementi che eventualmente dovessero venire in evidenza. Noi oggi ci troviamo a valutare l'efficacia politica del lavoro del sottosegretario Castiglione in questo Governo e come tale questa efficacia noi non riteniamo che sia in alcun modo limitabile e limitata dall'esistenza di un'indagine che deve proseguire, che proseguirà e che non troverà alcun tipo di ostacolo da parte del Partito Democratico come nessuna indagine è mai stata ostacolata dal Partito Democratico dentro quest'aula e fuori da quest'aula. Queste sono le motivazioni che ci spingono a votare contro le mozioni di sfiducia presentate oggi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 37

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

Testo sostituito con l'errata corrige del 24 GIUGNO 2015   PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lorefice ed altri n. 1-00898, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lorefice ed altri n. 1-00898, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Testo sostituito con l'errata corrige del 24 GIUGNO 2015   Cicchitto... Bolognesi... Lo Monte... Malisani... Latronico... Sarro... Chiarelli... Fucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  414   
   Votanti  412   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  108    
    Hanno votato no  304.
  Cicchitto... Bolognesi... Lo Monte... Malisani... Latronico... Sarro... Chiarelli... Fucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  412   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  108    
    Hanno votato no  304.

Testo sostituito con l'errata corrige del 24 GIUGNO 2015   La Camera respinge (Vedi votazioni).   La Camera respinge (Vedi votazioni).

Testo sostituito con l'errata corrige del 24 GIUGNO 2015   Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Scotto ed altri n. 1-00888, sulla quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Scotto ed altri n. 1-00888, sulla quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Testo sostituito con l'errata corrige del 24 GIUGNO 2015   Tancredi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  414   
   Votanti  395   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato   92    
    Hanno votato no  303.
  Tancredi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  395   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato   92    
    Hanno votato no  303.

Testo sostituito con l'errata corrige del 24 GIUGNO 2015   La Camera respinge (Vedi votazioni).
  (La deputata Albanella ha segnalato di aver erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto astenersi dal voto).
  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Albanella ha segnalato di aver erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto astenersi dal voto).

Testo sostituito con l'errata corrige del 24 GIUGNO 2015   Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Attaguile ed altri n. 1-00915 (Nuova formulazione), sulla quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Attaguile ed altri n. 1-00915 (Nuova formulazione), sulla quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Testo sostituito con l'errata corrige del 24 GIUGNO 2015   Minnucci, Bolognesi, Pastorino, Boccuzzi, Nardi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti  418   
   Votanti  392   
   Astenuti   26   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato   86    
    Hanno votato no  306.
  Minnucci, Bolognesi, Pastorino, Boccuzzi, Nardi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  418   
   Votanti  392   
   Astenuti   26   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato   86    
    Hanno votato no  306.

Testo sostituito con l'errata corrige del 24 GIUGNO 2015   La Camera respinge (Vedi votazioni).
  (Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto contrario).
  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto contrario).

Sui lavori dell'Assemblea (ore 18,39).

  PRESIDENTE. Dovremmo ora passare al seguito della discussione delle mozioni Rampelli ed altri n. 1-00591, Brunetta e Giammanco n. 1-00901, Grande ed altri n. 1-00913, Ricciatti ed altri n. 1-00914, Bechis ed altri n. 1-00916, Librandi ed altri n. 1-00917 e Gianluca Pini ed altri n. 1-00919, sulla revoca delle sanzioni alla Federazione russa. Tuttavia, risulta alla Presidenza che il Governo abbia chiesto un rinvio a domani, dopo la proposta di legge sulla diffamazione. Sottosegretario, è così ? Va bene. Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
  (Così rimane stabilito).

Pag. 38

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Mercoledì 24 giugno 2015, alle 10:

  1. – Seguito della discussione della proposta di legge:
   COSTA: Modifiche alla legge 8 febbraio 1948, n. 47, al codice penale, al codice di procedura penale, al codice di procedura civile e al codice civile in materia di diffamazione, di diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione, di ingiuria e di condanna del querelante nonché di segreto professionale. Ulteriori disposizioni a tutela del soggetto diffamato (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato) (C. 925-C).
  — Relatore: Verini.

  2. – Seguito della discussione delle mozioni Rampelli ed altri n. 1-00591, Brunetta e Giammanco n. 1-00901, Grande ed altri n. 1-00913, Ricciatti ed altri n. 1-00914, Bechis ed altri n. 1-00916, Gianluca Pini ed altri n. 1-00919 e Cicchitto, Amendola, Mazziotti Di Celso, Marazziti, Locatelli ed altri n. 1-00920 concernenti iniziative volte alla revoca delle sanzioni dell'Unione europea contro la Federazione russa e al raggiungimento di una soluzione politico-diplomatica della crisi ucraina.

  (ore 15)

  3. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  (ore 16,15)

  4. – Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 25 e 26 giugno 2015.

  (al termine delle votazioni)

  5. – Discussione sulle linee generali del disegno di legge:
   Conversione in legge del decreto-legge 21 maggio 2015, n. 65, recante disposizioni urgenti in materia di pensioni, di ammortizzatori sociali e di garanzie TFR (C. 3134-A).
  — Relatori: Giacobbe, per la maggioranza; Cominardi e Simonetti, di minoranza.

  La seduta termina alle 18,40.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Pdl 925-C – em. 1.51 392 391 1 196 391 91 Appr.
2 Nom. em. 1.50, 1.52 402 400 2 201 86 314 91 Resp.
3 Nom. em. 1.32 402 400 2 201 86 314 91 Resp.
4 Nom. em. 1.33 401 400 1 201 86 314 91 Resp.
5 Nom. em. 1.36 409 407 2 204 99 308 91 Resp.
6 Nom. em. 1.40 409 392 17 197 88 304 91 Resp.
7 Nom. em. 1.100 415 408 7 205 404 4 91 Appr.
8 Nom. articolo 1 418 413 5 207 351 62 91 Appr.
9 Nom. articolo 2 416 411 5 206 411 90 Appr.
10 Nom. em. 3.10, 3.14 418 413 5 207 107 306 90 Resp.
11 Nom. em. 3.51 418 413 5 207 106 307 90 Resp.
12 Nom. em. 3.50 416 398 18 200 90 308 90 Resp.
13 Nom. articolo 3 420 414 6 208 408 6 90 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 16)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. Moz. Lorefice e a 1-898 414 412 2 207 108 304 79 Resp.
15 Nom. Moz. Scotto e a 1-888 414 395 19 198 92 303 79 Resp.
16 Nom. Moz. Attaguile e a 1-915 n.f. 418 392 26 197 86 306 79 Resp.