Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 439 di mercoledì 10 giugno 2015

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

  La seduta comincia alle 10,05.

  CATERINA PES, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Alli, Michele Bordo, Caparini, Dambruoso, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Fedriga, Ferrara, Gozi, Guerra, Losacco, Marazziti, Merlo, Pisicchio, Portas, Ravetto, Realacci, Sanga, Scotto, Speranza, Tabacci, Tofalo, Valeria Valente, Villecco Calipari e Vitelli sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,10).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10,30.

  La seduta, sospesa alle 10,10, è ripresa alle 10,30.

Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2014 (A.C. 2977-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2977-A: Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2014.
  Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo approvato l'articolo 27 e sono stati accantonati: gli emendamenti riferiti all'articolo 5, unitamente alla votazione dell'articolo medesimo; gli articoli aggiuntivi 8.0200, 18.0220 e 21.0200 della Commissione; l'emendamento 22.300 del Governo; gli emendamenti riferiti all'articolo 24, unitamente alla votazione dell'articolo medesimo; la votazione dell'articolo 28.
  Avverto che la Commissione bilancio ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A – A.C. 2977-A), che è in distribuzione e nel quale ha subordinato il parere favorevole sull'emendamento 5.201 della Commissione, nella nuova formulazione, ad una condizione volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione.
  Al fine di recepire tale condizione, la Commissione ha presentato il subemendamento 0.5.201.1, che è in distribuzione.

Pag. 2

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 2977-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2977-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, chiedo al relatore e al rappresentante del Governo di esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 5, a partire dal subemendamento 0.5.201.1 della Commissione.

  MICHELE BORDO, Relatore. La Commissione esprime naturalmente parere favorevole sul proprio emendamento 5.201, nella nuova formulazione, e sul subemendamento 0.5.201.1 che recepisce la condizione posta dalla Commissione bilancio espressa con il parere di questa mattina.
  Sull'emendamento Galgano 5.1 il parere è contrario, come del resto è contrario anche il parere della Commissione bilancio. Sugli identici subemendamenti Caparini 0.5.200.1 e Galgano 0.5.200.2 il parere è sempre contrario. Il parere è ovviamente favorevole sull'emendamento 5.200 della Commissione, mentre sugli identici emendamenti Caparini 5.20 e Galgano 5.21 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del subemendamento 0.5.201 della Commissione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Michele Bordo. Ne ha facoltà.

  MICHELE BORDO, Relatore. Grazie, Presidente. Questo subemendamento si è reso necessario in quanto è giusto chiudere una procedura di infrazione in materia di diritti amministrativi nel settore delle comunicazioni elettroniche, perché l'articolo 34 del codice delle comunicazioni elettroniche introduce l'obbligo per il Ministero dello Sviluppo economico e anche per l'Autorità per le comunicazioni di presentare un rendiconto annuale dei costi amministrativi sostenuti e dei diritti amministrativi riscossi. Questo articolo provvede anche a distinguere qual è la disciplina alla quale occorre fare riferimento per i contributi annuali che vanno versati al Mise e la disciplina che invece stabilisce quali sono i diritti amministrativi che bisogna pagare all'Agcom.
  Nel contenzioso che si è aperto in sede europea è stato detto al nostro Paese che la copertura dovesse essere soltanto relativa ai costi amministrativi da sostenere e non anche ad altre funzioni. Nell'emendamento che noi andiamo ad approvare si stabilisce che per la copertura di questi soli costi amministrativi complessivamente sostenuti dall'Autorità nazionale per le comunicazioni è giusto che la misura venga determinata proprio ai sensi del comma 1, dell'articolo 1, commi 65 e 66 della legge 23 dicembre del 2005 e che questi costi siano sostenuti in proporzione ai ricavi ottenuti dalle aziende nelle attività che siano oggetto dell'autorizzazione generale o nella concessione di diritti di uso.
  Noi pensiamo che con questa formulazione si possa sanare questo contenzioso in atto tra l'Italia e la Commissione europea ed è quindi la ragione per la quale chiediamo che ci sia un voto a favore della Camera dei deputati. Abbiamo presentato un subemendamento al quale si faceva poc'anzi riferimento perché stamattina la Commissione bilancio ha espresso un parere con una condizione ai sensi dell'articolo 81 che noi abbiamo recepito perché nel parere si specificano meglio quali sono le funzioni svolte dall'Agcom che sono anche quelle di regolazione, di vigilanza e anche di composizione delle controversie sanzionatorie...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, il tono della voce.

  MICHELE BORDO, Relatore. Quindi, riteniamo che con questa formulazione ci Pag. 3siano tutte le condizioni per sanare l'infrazione e quindi avere anche il voto favorevole della Camera.

  PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.5.201.1 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi è che ha problemi con il dispositivo di votazione ? Pastorelli, Gigli, Cassano, Colonnese. Cassano ancora non riesce a votare, adesso facciamo venire il tecnico. Capodicasa. Chi altro non riesce a votare ? Placido, Latronico, Sgambato, Magorno, De Girolamo sta andando a votare, Venittelli. Chi altro non riesce a votare ? Pellegrino. Velocemente, per favore, colleghi. Allasia. Fanucci, Matarrelli, Petrenga, Chimienti, Antezza, Folino. Fanucci ancora non riesce a votare ? Sembra che abbia votato. Bonafede, Cecconi. Schullian che sta andando a votare adesso, Vazio, Valiante, Ermini, aspettiamo Gebhard poi chiudiamo, altrimenti non la chiudiamo più questa votazione.

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  367   
   Votanti  300   
   Astenuti   67   
   Maggioranza  151   
    Hanno votato  279    
    Hanno votato no  21    

  La Camera approva (Vedi votazioni)

  (Le deputate Pes e Coccia hanno segnalato che non son riuscite ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.201 della Commissione, nella nuova formulazione nel testo subemendato, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi. Chi non riesce a votare ? Giuliani, Di Salvo, Benedetti, Palmieri, Carella, Giuliani, Chiarelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  376   
   Votanti  308   
   Astenuti   68   
   Maggioranza  155   
    Hanno votato  287    
    Hanno votato no  21    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Galgano 5.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Galgano. Ne ha facoltà.

  ADRIANA GALGANO. Signor Presidente, noi manteniamo questo emendamento e anche il successivo per indicare che la piccola dimensione è un valore da preservare e che noi dovremmo avere condizioni di proporzionalità e che facilitino la piccola dimensione e poi misure che la facciano crescere. Non ci devono essere misure autorizzative punitive, che la precludano a priori. Ed è per questo che manteniamo entrambi gli emendamenti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Galgano 5.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Bolognesi, Greco, Dall'Osso, Romele, Piepoli, Scopelliti...Pag. 4
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  383   
   Votanti  314   
   Astenuti   69   
   Maggioranza  158   
    Hanno votato   48    
    Hanno votato no  266.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Catanoso ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Passiamo alla votazione degli identici subemendamenti Caparini 0.5.200.1 e Galgano 0.5.200.2.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, qui stiamo affrontando la questione tanto dibattuta in Commissione dei diritti amministrativi. Sono stati fatti importantissimi passi avanti ora nella suddivisione delle fasce per quanto riguarda i relativi tributi che le emittenti devono versare abbiamo rilevato una falla, una cattiva ripartizione e quindi una sproporzionata richiesta di contributo da parte di coloro che stanno nella fascia tra i 15 milioni di abitanti e 5 milioni di abitanti. Quindi praticamente noi ci troveremmo, se venissero applicate le tabelle che il Ministero ha predisposto, a chiedere il medesimo contributo amministrativo per i diritti di trasmissione agli emittenti che hanno una copertura per esempio di 5,1 milioni di abitanti e a quelli che ne hanno 14,9 milioni. Quindi capite bene che c’è una grandissima differenza fra coloro che possono, per esempio in un'area come può essere la regione Veneto e coloro che invece riescono a coprire Lombardia e Veneto, un diverso mercato pubblicitario, una diversa anche programmazione. A questo punto quindi chiediamo al Governo, visto che ha già fatto molto ma siamo convinti che molto altro possa fare, di prendere in considerazione questa richiesta che va nella direzione di meglio distribuire la richiesta di diritti mantenendo un principio di proporzionalità e ragionevolezza che è quello a cui noi ci siamo sempre appellati nel corso della discussione in Aula e al quale anche molti altri colleghi hanno fatto appello e credo che fino a questo punto è stato in parte accolto e noi chiediamo questo ultimo sforzo affinché la norma sia poi applicabile e abbia in sé quindi la ragionevolezza e la proporzionalità che tutte le norme tributarie dovrebbero avere.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici subemendamenti Caparini 0.5.200.1 e Galgano 0.5.200.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ruocco, Palma, Caparini, Alberto Giorgetti. Chi manca ? Chi non riesce a votare ? Giorgetti ha votato.

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  405   
   Votanti  320   
   Astenuti   85   
   Maggioranza  161   
    Hanno votato   42    
    Hanno votato no  278.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.200 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Greco, Cariello, Brandolin, Caruso, Vignaroli, Nizzi. Chi non riesce a votare ? Vignaroli. Mi pare che abbiano votato tutti... no, Vignaroli ha ancora problemi; arriva il tecnico. Sembra che ci siamo...Pag. 5
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  410   
   Votanti  405   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  346    
    Hanno votato no  59.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Franco Bordo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Avverto che a questo punto sono, a causa dell'approvazione dell'emendamento 5.200 della Commissione, preclusi gli identici emendamenti Caparini 5.20 e Galgano 5.21.
  Passiamo dunque alla votazione dell'articolo 5.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ? Ci siamo ? Boccadutri.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  354   
   Astenuti   55   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato  330    
    Hanno votato no  24.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame articolo aggiuntivo riferito all'articolo 8 – A.C. 2977-A)

  PRESIDENTE. Passiamo dunque all'articolo aggiuntivo 8.0200 della Commissione (Vedi l'allegato A – A.C. 2977-A).
  Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MICHELE BORDO, Relatore. Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo articolo aggiuntivo 8.0200.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo 8.0200 della Commissione.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 8.0200 della Commissione.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 8.0200 della Commissione.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Tartaglione. Chi altro non riesce a votare ? Lo Monte, Giammanco, che sta votando adesso. Fanucci sta votando...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  405   
   Votanti  378   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato  291    
    Hanno votato no  87.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo aggiuntivo riferito all'articolo 18 – A.C. 2977-A)

  PRESIDENTE. Passiamo dunque all'articolo aggiuntivo 18.0200 della Commissione (Vedi l'allegato A – A.C. 2977-A).
  Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

Pag. 6

  MICHELE BORDO, Relatore. Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo articolo aggiuntivo 18.0200.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo 18.0200 della Commissione.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 18.0200 della Commissione.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 18.0200 della Commissione. I pareri sono favorevoli.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gigli. Chi non riesce a votare ? Locatelli, Cariello. Qualcun altro ? Saltamartini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  411   
   Votanti  348   
   Astenuti   63   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato  326    
    Hanno votato no  22.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata D'Incecco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere il voto).

(Esame dell'articolo aggiuntivo riferito all'articolo 21 – A.C. 2977-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo aggiuntivo 21.0200 della Commissione (Vedi l'allegato A – A.C. 2977-A).
  Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sull'articolo aggiuntivo 21.0200 della Commissione.

  MICHELE BORDO, Relatore. La Commissione ne raccomanda l'approvazione.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 21.0200 della Commissione.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Locatelli, Rizzetto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  408   
   Votanti  344   
   Astenuti   64   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato  266    
    Hanno votato no  78.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata D'Incecco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere il voto).

(Esame dell'articolo 22 – A.C. 2977-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 2977-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sull'emendamento 22.300 del Governo.

  MICHELE BORDO, Relatore. Il parere della Commissione è favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

Pag. 7

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Se ne raccomanda l'approvazione.

  PRESIDENTE. Ricordo che si vota per il mantenimento dell'articolo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Prendo atto che anche il relatore e presidente della Commissione ama fare marcia indietro, e quindi, rispetto a quello che aveva approvato in Commissione egli stesso, visto che il Governo ci promette un decreto, di cui nessuno di noi ha ancora visto il contenuto, preferiamo, ancora una volta, andare contro la logica: tra il sistemare un problema immediatamente, oggi, oppure sistemare una questione, seppur più ampia, domani, si preferisce sistemare una questione più ampia domani e andare incontro anche a una procedura di infrazione e al mantenimento della stessa.
  Ieri avevo fatto un richiamo al Regolamento per considerare, a mio avviso, abbastanza inammissibile questo tipo di emendamento. Ci terrei, però, anche a fare un appello al presidente della Commissione bilancio, perché considerare favorevolmente un emendamento soppressivo di una modalità di gestione di una procedura di infrazione, che vuole dire, di fatto, dare degli strumenti per evitare che quella procedura di infrazione sia in atto, rappresenta, di fatto, un problema dal punto di vista contabile e finanziario.
  Infatti, nel momento in cui, caro presidente Boccia, lei dà parere favorevole a questo emendamento, che sopprime le modalità con cui si andava a sanare un'eventuale procedura di infrazione, di fatto rimane aperta la procedura di infrazione, e quindi espone il nostro Paese a delle questioni contabili e finanziarie reali. Noi dovremo andare a pagare, eventualmente, quella multa, quando, invece, potevamo sistemare parzialmente quella questione.
  Avete scelto, ancora una volta, la prima via. E, in questo caso, devo dire che la solerzia della Commissione bilancio non è stata tale, perché, quando il MoVimento 5 Stelle presenta degli emendamenti, in alcuni casi viene detto che «ci potrebbe essere, in futuro, una diminuzione di gettito». In realtà, qui vi è una certezza del fatto che da quella procedura di infrazione vi sarà una sanzione economica, ma questo non viene messo nel piatto della Commissione bilancio, per poter valutare se quell'emendamento è coperto o meno.
  Evidentemente, essendo un emendamento soppressivo, non è coperto, perché, di fatto, non va a sanare la procedura di infrazione ed espone il nostro Paese a dover pagare per quella procedura di infrazione. Poi, le promesse, che spero si avverino nei prossimi giorni, di vedere pubblicato questo decreto, in realtà, però, sono promesse. Non credo che all'interno di un Parlamento, men che meno di una Commissione, ci si possa basare su delle promesse di un Governo, nonché di questo Governo, immaginandole realmente realizzabili.
  Quindi, di conseguenza, faccio un appello a tutti, ancora una volta, per sanare una procedura di infrazione, invece che andare incontro a una promessa futura, per di più anche, dal lato finanziario, esponendo il nostro Paese di nuovo a una multa per un'ennesima procedura di infrazione aperta.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Solo per sottolineare, per gli stessi motivi esposti dal collega Crippa, il voto favorevole al mantenimento dell'articolo da parte del gruppo della Lega Nord.

  PRESIDENTE. Colgo l'occasione per avvertire che il gruppo della Lega Nord ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. Essendone stata fatta richiesta e come da prassi costante, la Presidenza concederà un tempo aggiuntivo pari a un terzo di quello originariamente previsto.
  Passiamo ai voti.Pag. 8
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 22.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, D'Incà... chi non ha votato ? Brugnerotto, D'Incà, Ferraresi, Piccione, Biancofiore, Rabino... Rabino sta votando... Biancofiore ha votato... problemi per Rubino che non riesce a votare... la scheda è abilitata, vero ? Ecco.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  390   
   Astenuti   30   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  123    
    Hanno votato no  267.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 24 – A.C. 2977-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 24 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2977-A).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MICHELE BORDO, Relatore. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 24.200.
  La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Gianluca Pini 24.20, Segoni 24.21, 24.22 e 24.23.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 24.200 della Commissione.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Gigli, Sandra Savino, Vico... Vico ha votato... mi pare che abbiano votato tutti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  326   
   Astenuti   94   
   Maggioranza  164   
    Hanno votato  307    
    Hanno votato no  19.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 24.20, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capodicasa... qualcun altro non riesce a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  422   
   Votanti  349   
   Astenuti   73   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato  63    
    Hanno votato no  286.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere il voto).

Pag. 9

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 24.21, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Tartaglione, Fusilli... ancora Fanucci... chi altro non riesce a votare ? Mi pare che abbiano votato tutti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  418   
   Votanti  340   
   Astenuti   78   
   Maggioranza  171   
    Hanno votato  73    
    Hanno votato no  267.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 24.22, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Locatelli, Malisani, Bolognesi, Gigli, Luciano Agostini, Galperti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  421   
   Votanti  395   
   Astenuti   26   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato  125    
    Hanno votato no  270.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere il voto).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 24.23, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Fanucci, Gigli, Stumpo, Dall'Osso.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  419   
   Votanti  395   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato  123    
    Hanno votato no  272.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Le deputate Covello e Piccione hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 24, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gigli, Carra, Paola Bragantini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  328   
   Astenuti   96   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato  306    
    Hanno votato no  22.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 28 – A.C. 2977-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 28 (Vedi l'allegato A – A.C. 2977-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.Pag. 10
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 28.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gigli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  423   
   Votanti  284   
   Astenuti  139   
   Maggioranza  143   
    Hanno votato  281    
    Hanno votato no  3.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Villarosa ha segnalato che non è riuscito a votare e la deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 2977-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 2977-A). Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Grimoldi n. 9/2977-A/1. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/2977-A/2, purché sia riformulato nel senso di eliminare nel dispositivo le parole: «nella prossima legge europea». Se questa riformulazione va bene ai presentatori...

  PRESIDENTE. Andiamo avanti, poi chiederò ai presentatori se accolgono la riformulazione.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Guidesi n. 9/2977-A/3, Borghesi n. 9/2977-A/4 e Allasia n. 9/2977-A/5. Il Governo accoglie l'ordine del giorno Caparini n. 9/2977-A/6 purché sia riformulato nel senso di aggiungere nel dispositivo le parole: «valutare l'opportunità di». Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Simonetti n. 9/2977-A/7. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Giuseppe Guerini n. 9/2977-A/8 purché sia riformulato nel senso di eliminare la terzultima considerazione: «considerato che ad oggi non risulta più applicata una circolare del Ministero dell'interno» sino a: «previsti dalla normativa vigente». Questa parte andrebbe eliminata e per il resto l'ordine del giorno si può accogliere.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Piazzoni n. 9/2977-A/9, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: sostituire le parole: «ad adottare apposita circolare ovvero altro atto di natura amministrativa o regolamentare che» con le seguenti: «a valutare, d'intesa con gli organismi rappresentativi degli enti locali, ogni opportuna iniziativa» e poi continua con le parole: «che specifichi».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Anzaldi n. 9/2977-A/10, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Carrescia n. 9/2977-A/11, a condizione che il dispositivo sia riformulato aggiungendo le parole: «a valutare la possibilità di» e poi continua con «favorire le iniziative»; e dopo «iniziative» aggiungendo: «compatibilmente con le risorse finanziarie complessivamente disponibili». Con questa riformulazione, si accoglie.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Grimoldi n. 9/2977-A/1, accettato dal Governo. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/2977-A/2, accettato dal Governo, purché riformulato. Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del Pag. 11giorno Guidesi n. 9/2977-A/3, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/2977-A/3, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vazio...
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  415   
   Votanti  333   
   Astenuti   82   
   Maggioranza  167   
    Hanno votato  60    
    Hanno votato no  273.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/2977-A/4, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/2977-A/4, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi...
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  418   
   Votanti  411   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  63    
    Hanno votato no  348.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Mariani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Allasia n. 9/2977-A/5, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Allasia n. 9/2977-A/5, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Carnevali...
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  428   
   Votanti  423   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato   64    
    Hanno votato no  359.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/2977-A/6, accettato dal Governo, purché riformulato. Prego, Gianluca Pini ?

  GIANLUCA PINI. Scusi Presidente, vorrei capire dal Governo esattamente com’è la riformulazione perché si è capito: «a valutare l'opportunità di valutare gli effetti applicativi».

  PRESIDENTE. Sottosegretario Gozi, se può ripetere la riformulazione per dare chiarimenti al collega Gianluca Pini, grazie.

  SANDRO GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, la riformulazione è la seguente: «valutare l'opportunità di intervenire». In altre parole, la prima frase viene eliminata e l'impegno è: «a valutare l'opportunità di intervenire con gli appositi strumenti normativi».

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e Pag. 12non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/2977-A/6, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Simonetti n. 9/2977-A/7, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Simonetti n. 9/2977-A/7, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi, Sottanelli...
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  428   
   Votanti  367   
   Astenuti   61   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato  64    
    Hanno votato no  303.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che i presentatori accettano le riformulazioni e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Giuseppe Guerini n. 9/2977-A/8 e Piazzoni n. 9/2977-A/9, accettati dal Governo, purché riformulati.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Anzaldi n. 9/2977-A/10, su cui il Governo ha espresso parere favorevole. Prendo atto, infine, che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Carrescia n. 9/2977-A/11, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2977-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorelli. Ne ha facoltà.

  ORESTE PASTORELLI. Grazie signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, con questo disegno di legge europea, il terzo dall'inizio di questa legislatura, andiamo a chiudere 14 procedure di infrazione e 9 casi di precontenzioso e diamo tempestiva e diretta attuazione a due decisioni e ad una direttiva dell'Unione europea, prevenendo l'insorgere di eventuali nuovi contenziosi. Certo si tratta di un passo avanti rispetto agli anni precedenti e ai Governi precedenti ma siamo ben lontani da un comportamento virtuoso...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, il tono della voce !

  ORESTE PASTORELLI. ...ci restano da chiudere, infatti, ben oltre 91 procedure di cui 75 per violazione del diritto dell'Unione europea e 16 per mancato recepimento di direttive. Un triste primato negativo che ci colloca al primo posto nella famiglia europea per infrazioni ed omissioni di norme. È qualcosa di inaccettabile sia sul fronte economico sia su quello dell'affidabilità. Ogni volta che una procedura di infrazione va avanti e diventa una condanna per l'Italia dobbiamo pagare salatissime multe che più vengono rimandate e più diventano pesanti. Parliamo, in caso di condanna, di decine di milioni di euro al giorno, risorse preziose che potrebbero essere impiegate nello sviluppo di quelle politiche che mirano a creare le condizioni per uscire dalla crisi economica. Restano da risolvere le emergenze ambientali, dei rifiuti in Campania, i contenziosi dei rimborsi IVA tra la pubblica amministrazione e le imprese, le condizioni d'accoglienza dei richiedenti asilo, il riconoscimento della protezione internazionale per i rifugiati, il rispetto dei disabili, dei detenuti e dei consumatori. Questo avviene perché nelle scorse legislature non siamo stati sufficientemente attivi nella fase ascendente del processo legislativo. Pag. 13Quando le decisioni venivano prese a Bruxelles, l'Italia non partecipava ai tavoli, non interveniva, non si opponeva, non cercava alleanze. Questo ci ha portato a non avere voce in capitolo e a subire decisioni che a volte ci hanno danneggiato. Adesso, grazie alla spinta impressa dal Governo ed al lavoro della Commissione, stiamo recuperando con l'auspicio di avere finalmente imboccato un processo virtuoso che ci porterà in breve ad adempiere ai nostri obblighi, a partire dalle nostre mancanze sul fronte ambientale, dei trasporti, della fiscalità e annuncio il voto favorevole della componente socialista al disegno di legge (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie Presidente, noi riconosciamo gli sforzi fatti da varie componenti politiche di maggioranza e di minoranza su questo testo che effettivamente è molto più asciutto e molto meno politico rispetto a molti testi del passato, anche per merito di quella norma quadro, ricordata ieri, in un dibattito molto corretto dal punto di vista tecnico con il Governo sull'opportunità o meno di inserire in questo provvedimento piuttosto che in un altro alcune proposte emendative.
  Però, rimane il fatto che la maggioranza non perde mai il vizio di inserire, nottetempo, questioni che, magari, andrebbero affrontate in maniera molto più ampia e non, sicuramente, nel segreto di un Comitato dei nove, non certamente limitando la possibilità di dibattere su temi così delicati come, appunto, la coltivazione degli OGM, perché da ieri pomeriggio a questa mattina improvvisamente il Governo – insomma, il Governo o chi per lui – ha cercato ed è riuscito ad introdurre una normativa che in qualche modo, pur richiamando tutti quelli che sono gli obblighi comunitari, comunque, ha aperto un ulteriore varco nella possibilità, appunto, di coltivazione degli OGM in Italia, pur mediata da tutte quelle che sono le varie procedure tecniche del caso.
  Però, all'interno di questo provvedimento, non ci è piaciuta la disattenzione, ad esempio, sulla questione del reverse charge sull'IVA su determinate situazioni, anche questa gestita, per l'ennesima volta, in danno delle aziende che importano a livello intracomunitario per fare trasformazioni; si è voluto, per l'ennesima volta, dare ragione allo Stato e non alle aziende, anche se questo non era un obbligo comunitario; ecco, quindi, l'ennesimo atteggiamento vessatorio da parte della maggioranza e del Governo nei confronti di chi produce, alla faccia della richiesta di ripresa e della richiesta di creazione di posti di lavoro.
  Si è voluto strumentalmente all'interno di questo provvedimento limitare una tradizione secolare come quella di natura culinaria, non di natura venatoria, di fatto, come quella che avviene nel bresciano, solo ed esclusivamente perché, in qualche modo, può richiamare l'esercizio venatorio; quindi, anche qui vi è un atteggiamento ideologico, non pratico e non pragmatico che può creare danni incalcolabili su un tessuto economico già colpito duramente dalla crisi, anche per scelte fatte dal Governo, appunto, in materia venatoria e in materia di armi. Quindi, ecco aggiungere, oltre al danno, anche la beffa che anche tutto ciò che è di contorno e non è sicuramente attività venatoria specifica viene, in qualche modo, colpito per questo atteggiamento continuamente ideologico della sinistra e non solo della sinistra, di quelli che noi, spesso, in maniera molto efficace, definiamo ambientalisti da salotto.
  Si è voluto, poi, dare una sorta di segnale molto poco chiaro su quella che è la gestione – lo si ricordava ieri – dei respingimenti o dell'espulsione di quegli immigrati che diventano irregolari a seguito della perdita del permesso di soggiorno, tornando in maniera farraginosa a introdurre un elemento discriminatorio nel poter espellere da questo Paese chi non ha più un permesso di soggiorno ottenuto in un altro Stato membro solo ed Pag. 14esclusivamente se questi accordi c'erano. È vero che ieri il sottosegretario Gozi ha elencato tutta una serie di Paesi che sono molto scettici nell'accettare un accordo a livello europeo per la suddivisione dei clandestini che stanno arrivando e arrivano copiosi in queste settimane sulle coste italiane, ma è altrettanto vero che si parla, però, di un altro ambito, si parla di un'altra problematica. Non si parla dei clandestini che arrivano adesso, ma si parla degli ex clandestini o, comunque, di qualcuno che è riuscito in qualche modo a ottenere un permesso di soggiorno, magari per motivi di lavoro, e questo lavoro poi alla fine, come si scopre tante volte, era di fatto inesistente o era solo un pretesto per poter rimanere qualche mese sul territorio comunitario; adesso, introducendo questa norma, di fatto, noi ci precludiamo la possibilità, nei confronti di almeno il 50 per cento degli Stati membri, di poter rimandare a casa di questi signori che hanno garantito questo permesso di soggiorno facile chi viene qui, lo ripeto, in maniera assolutamente illegale.
  Ci sarebbero altri dieci motivi di natura tecnica che in qualche modo ci inducono a dare un voto negativo nei confronti del provvedimento.
  Lo ripeto: non si tratta di un voto negativo squisitamente di natura tecnica, ma è un voto negativo prevalentemente di natura politica per l'atteggiamento ideologico che si è tenuto su determinati temi e per la incapacità assoluta, da parte della maggioranza e del Governo, di saper cogliere la vera essenza delle scelte politiche che vanno fatte nel recepire quelli che sono gli obblighi comunitari all'interno dell'ordinamento italiano. Occorre cioè capire quali effetti pratici nel medio e lungo periodo questi recepimenti hanno sulla nostra economia e sulla nostra società.
  Voi di questo ve ne fregate altamente, semplicemente fate, come dire, i grigi burocrati nel recepire tutto quello che l'Europa dice; qualche volta timidamente, devo ammettere, tentate di fare una mediazione, ma poi è più forte la voce dell'Europa rispetto alla debolissima voce di questo Governo in Europa. Accettate supinamente tutto quello che qui viene chiesto e questo è il risultato: una norma che ulteriormente, passatemi il termine, «incasina» la vita degli italiani, mette in difficoltà ulteriori le aziende alle quali voi chiedete un rilancio dell'economia e di assumere, ma le aziende, se non vengono messe nella condizione reale di poter fare impresa, non assumeranno mai e quindi anche la vostra sbandierata ripresa rimarrà solo sulla carta o nelle intenzioni.
  Per questo motivo noi con voteremo contro il provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli – Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galgano. Ne ha facoltà.

  ADRIANA GALGANO. Signor Presidente, con questa legge europea noi chiudiamo 23 infrazioni e quindi è molto importante sottolineare lo sforzo che il Governo sta facendo per rientrare in una situazione di normalità e quindi noi siamo grati al Governo per questo.
  Le procedure di infrazione, però, da 89 che erano pochi mesi fa, sono risalite a 97 e questa è l'evidenza di una cronica difficoltà che abbiamo nei confronti dell'Europa e della normativa europea.
  Con il nostro intervento quindi avanziamo tre proposte. Innanzitutto di cosa abbiamo bisogno ? Perché sono importanti le nostre tre proposte ? Perché una procedura di infrazione, che è quella delle discariche abusive, ci costa 40 milioni di euro ogni sei mesi. Ne abbiamo 97 aperte e se noi moltiplichiamo quattro milioni per cento otterremo una cifra veramente spropositata, cifra che sarà tolta alle regioni che in questo momento hanno invece bisogno di avere finanziamenti per lo sviluppo della loro economia.
  Quindi c’è un'implicazione economica molto importante anche perché a Bruxelles si dibatte di risolvere alcune difficoltà di bilancio facendo ricorso alle multe. Quindi il nostro Paese deve avere ben chiaro che ridurre le procedure di infrazione Pag. 15è un modo per non avere grossi problemi in un immediato futuro. Veniamo quindi alle tre proposte.
  La prima proposta è che i tecnici italiani, al pari dei tecnici di altri Paesi, siano presenti nelle commissioni dove viene decisa la normativa, fin dal loro inizio. Gli altri Paesi sono, infatti, molto più bravi di noi a orientare le normative europee in relazione alle specificità dei loro Paesi e ai loro interessi. Noi in questo siamo ancora molto carenti.
  La seconda proposta è che si anticipino studi su temi rilevanti per la politica dell'Unione europea, faccio l'esempio degli inglesi che hanno già consegnato un documento sulla sharing economy per orientare le decisioni della Commissione europea in relazione ai loro interessi.
  Noi invece qui abbiamo un deputato, Stefano Quintarelli, che se ne occupa direi per interesse suo specifico, con un intergruppo innovazione che segue, ma questo tipo di attività dovrebbe invece partire direttamente dal Governo.
  Terzo punto: le competenze della XIV Commissione. La XIV Commissione ha un ruolo importantissimo nel determinare la compatibilità europea, ma è chiaro che, se i provvedimenti che ci arrivano devono essere analizzati in tempo reale, non abbiamo la possibilità di farne un esame serio che ci consenta poi di dare un parere circostanziato. Allora, sollecitiamo per l'ennesima volta una riforma dei Regolamenti della Camera, affinché ci consentano di essere veloci, perché sappiamo che essere veloci è importante; però, chiediamo che venga messo in discussione il fatto che la XIV Commissione, proprio alla luce dell'articolo 117 della Costituzione, abbia la possibilità, come la Commissione bilancio, di richiedere la posticipazione dell'esame in Aula di alcuni provvedimenti importanti, per quanto riguarda la compatibilità europea. Se riusciremo a fare queste tre cose, risolveremo moltissimi dei problemi dell'Europa e riusciremo a goderne dei vantaggi (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fauttilli, a cui facciamo recuperare l'intervento, dato che prima non era in elenco. Ne ha facoltà.

  FEDERICO FAUTTILLI. Grazie Presidente, colleghi, come già è stato ricordato e sottolineato con evidenza anche dal relatore, le procedure di infrazione pendenti nei confronti dell'Italia sono ancora un numero molto, molto alto: ben novantasette quelle attualmente aperte, a fronte delle novantuno alla data di presentazione del provvedimento al nostro esame. È questo un ritardo imputabile soprattutto alla nostra debolezza nel condizionare in maniera incisiva il processo di formazione delle norme europee, soprattutto nella fase ascendente di predisposizione degli atti e delle politiche dell'Unione europea. Una negativa peculiarità questa che accomuna tutti i precedenti Governi, anche se oggi la situazione è migliorata nettamente rispetto al passato, grazie all'entrata in vigore soprattutto della legge n. 234 del 2012, sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea. Rimane il fatto, però, che tutto questo costa, costa molto allo Stato, in termini di multe per infrazioni e soprattutto, al sistema Italia, in termini di competitività, di credibilità e, in definitiva, di capacità di attrarre investitori e capitali. Nessuno gioca oppure ha interesse ad essere l'ultimo della classe, soprattutto questo Governo, che ben ha fatto ad utilizzare sia la legge europea che la legge di delegazione, già all'esame delle Commissioni di merito, facendo correre su due binari paralleli la fase della chiusura delle procedure di infrazione e del precontenzioso e quella del recepimento delle direttive. Si tratta di uno degli obiettivi che si è posto questo Esecutivo, che considera strategiche entrambe le gambe del processo d'integrazione europea, per consentire a cittadini ed operatori di poter agire in condizioni paritarie con gli omologhi europei, beneficiando dei maggiori diritti e delle opportunità che le normative europee offrono. Pag. 16Ma entrando nel merito, con questo provvedimento al nostro esame, peraltro modificato nel corso dell'esame in Commissione, andiamo a sanare quattordici procedure di infrazione e nove casi di precontenzioso. Si tratta di tematiche eterogenee, che toccano i settori più variegati, alcuni sicuramente più importanti di altri ma tutti ugualmente rilevanti ai fini dell'adeguamento del nostro ordinamento a quello europeo.
  Vorrei ricordare qui solo alcuni di questi, come, per esempio, l'abolizione della necessità di indicare o eleggere un domicilio in Italia in materia di domande di brevetto o di marchio, in quanto il divieto previgente rappresentava una restrizione della libertà fondamentale di libera prestazione dei servizi. Ancora, la modifica della disciplina transitoria applicabile agli affidamenti diretti di servizi pubblici locali di rilevanza economica.
  Inoltre, la modifica della disciplina dell'immigrazione e dei rimpatri, prevedendo che per il cittadino extracomunitario, in possesso di un regolare permesso di soggiorno rilasciato da un altro Stato membro dell'Unione europea, che si trattiene nel territorio nazionale oltre i tre mesi consentiti dalla legge, se non ottempera immediatamente all'ordine di ritornare nello Stato membro, l'espulsione forzata è nello Stato di origine o provenienza e non nello Stato che ha rilasciato il permesso di soggiorno.
  Come consideriamo anche importante in materia di monitoraggio, pubblicità e trasparenza degli aiuti di Stato l'istituzione di un registro nazionale degli aiuti per raccogliere informazioni e consentire i necessari controlli in ordine agli aiuti di Stato e agli aiuti de minimis concessi alle imprese a valere su risorse pubbliche.
  Infine, il nuovo capo dedicato alle disposizioni in materia di energia, che contiene modifiche al decreto legislativo n. 93 del 2011 di recepimento del cosiddetto «Terzo pacchetto energia», con riguardo al rafforzamento dei poteri dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico e alla sua indipendenza dal Ministero dello sviluppo economico nonché alla tutela dei consumatori che cambiano fornitori di energia elettrica e gas naturale.
  Concludo, Presidente, chiedendo e confidando in un più convinto e deciso impegno del Governo, in particolare delle amministrazioni centrali interessate direttamente ai singoli dossier in contenzioso ed anche ad un recupero del ruolo di coordinamento della Presidenza del Consiglio dei ministri attraverso il dipartimento delle politiche europee all'interno della stessa Presidenza. Nel perseguire tutto questo un'opera più attenta di riduzione del contenzioso europeo ancora pendente e nel contribuire soprattutto sempre più efficacemente alla formazione delle norme europee in fase ascendente.
  Per questi motivi annuncio il voto favorevole del gruppo Per l'Italia-Centro Democratico.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Kronbichler. Ne ha facoltà.

  FLORIAN KRONBICHLER. Grazie, Presidente. Egregio sottosegretario, care colleghe e cari colleghi, mi scuso per la ripetizione, perché ho esordito in questo modo anche l'altro ieri in sede di discussione generale, ma ci tengo. Pudore vorrebbe che come prima cosa di fronte a questo provvedimento ci vergognassimo un po’ e compissimo un atto di penitenza: siamo la pecora nera della Comunità europea, ovvero i primi per infrazioni e omissioni di norme europee. È un primato che ormai è cronico in negativo. Ammesso questo, prendiamo atto che con questa legge europea per l'anno 2014 chiuderemo undici procedimenti di infrazione e sette di pre-infrazione, i cosiddetti EU Pilot. Con riguardo alla stato del contenzioso europeo dopo l'approvazione di questa legge di procedure di infrazione pendenti a carico dell'Italia ne restano ancora 91, di cui 75 per violazione del diritto dell'Unione europea e 16 per mancato recepimento di direttive. Noi di Sinistra Ecologia Libertà non ce la sentiamo di prolungare per puro spirito di opposizione l'iter già molto in ritardo di questo disegno Pag. 17di legge. Da forza di opposizione responsabile sentiamo tutti il dovere di sciogliere in velocità i nodi per contribuire a ridurre i ritardi e le perdite che l'Italia subisce per il mancato recepimento delle disposizioni normative dell'Unione. I cittadini ci chiedono di far presto e di dare risposte ai problemi reali della vita quotidiana. Questo disegno di legge ne è un esempio, non possiamo e non vogliamo più permetterci di spendere tanti soldi in multe, nessun imprenditore né alcuna famiglia di buon senso lo farebbe. Questo Governo si vanta tanto di far tutto e subito e questa sarebbe appunto l'occasione giusta per dimostrarsi solerte, anche se l'impressione che sorge spontanea è che sulla legge elettorale abbiamo votato in sedute notturne, per la riforma della scuola i tempi sono stati contingentati, strettissimi, mentre invece per rimediare allo spreco delle multe per infrazioni in essere e venture abbiamo l'impressione che non regni la stessa frenesia.
  Si nota tutt'altro che fretta. Il Governo, quando l'Europa ci chiede di far sacrifici, scatta sull'attenti, rispondendoci con lo slogan «ce lo chiede l'Europa». Quando l'Europa ci chiede l'austerità, il fiscal compact, va bene, e quando l'Europa invece ci chiede di applicare delle norme corrette in campo ambientale noi ammorbidiamo, anzi abroghiamo la normativa, come successo con l'articolo 2 di questo disegno di legge. Siamo qui a quasi metà anno 2015 a votare la legge europea per l'anno 2014: cioè a giugno del 2015 ci occupiamo della legge dell'anno scorso, mentre quella di quest'anno è ancora molto di là da venire. Il Governo deve lavorare più convinto e fin da subito su questo problema per recepire entro febbraio, massimo marzo, dell'anno prossimo la prossima legge europea in maniera che anche le opposizioni possano costruttivamente apportare il proprio contributo emendativo. Abbiamo ora davanti un testo modificato e anche in parte migliorato dal lavoro delle Commissioni, della XIV per le politiche dell'Unione europea, in particolare, già l'altro ieri di questo ho dato atto al presidente della Commissione Michele Bordo e alle sue collaboratrici in Commissione, nonché al Viceministro Gozi che al lavoro di questo disegno di legge ha dimostrato grande disponibilità e un'attenzione assolutamente al di sopra del normale (e il normale di solito è scarso). Non siamo riusciti a migliorare la legge ulteriormente in Aula, come era nel nostro intento, a partire dai temi ambientali, avendo avuto respinti i nostri emendamenti che ritenevamo costruttivi e per niente ostruzionistici. I temi necessitano di una riflessione corale perché trattano della tutela del territorio comune in cui noi tutti viviamo.
  Per concludere, visti i ritardi e i costi dei ritardi nell'applicazione della normativa europea, il Governo quasi ci fa violenza, ci costringe a votare a favore di questo disegno di legge così com’è per non ritardarlo ulteriormente, accumulando altri costi in multe e spese dei contribuenti. Ci rendono più facile, devo dire, il voto a favore con le dichiarazioni, anzi le promesse, che il Viceministro Gozi ha fatto l'altro ieri replicando al nostro intervento in discussione generale. Il Viceministro ha promesso una battaglia più convinta contro i costi dei ritardi e delle infrazioni. Non solo ha promesso di mettere la nostra legislazione in linea con la normativa, come succede con questa legge, ma – testualmente – di migliorare l'Europa. Gli auguriamo e ci auguriamo che ci riesca, che l'Italia non si limiti solo a reagire alle politiche europee, ma di farsi protagonista in positivo. Perché è vero che i ritardi e le infrazioni in cui siamo campioni non solo costano in termini di soldi, ma li paghiamo in moneta di credibilità e di autorevolezza, il che è più grave. Anche dopo l'attuazione definitiva di questo provvedimento il numero delle procedure di infrazione aperte rimarrà comunque troppo alto. E questo ritardo in buona misura non è colpa del tanto vituperato Parlamento, lento e rissoso, ma è dovuto ai ritardi del Governo nell'esercizio delle deleghe conferite con le precedenti leggi di delegazione europea e all'inerzia di certe amministrazioni ministeriali competenti dello Stato e delle regioni. Quindi, concedendo questo forte anticipo di credito, confermo il voto a Pag. 18favore da parte di Sinistra Ecologia Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Tancredi. Ne ha facoltà.

  PAOLO TANCREDI. Grazie Presidente, è stato detto da chi mi ha preceduto che arriviamo con ritardo all'approvazione di questo importante adempimento che il Parlamento si è dato con la legge n. 234 del 2012.
  Arriviamo in ritardo, ma dobbiamo anche dire che in questa legislatura questo ritardo è stato in parte colmato e sanato e abbiamo recuperato parecchio tempo sulla scansione delle leggi europea e di delegazione. La legge 234 sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, che appunto prevede che il Governo presenti ogni anno e il Parlamento approvi un disegno di legge europea con norme di diretta attuazione per garantire l'adeguamento dell'ordinamento nazionale all'ordinamento europeo. Naturalmente contemporaneamente è in corso l’iter dell'altro adempimento che prevede la legge 234, il disegno di legge di delegazione europea, che è stato approvato in Senato qualche giorno fa e che stiamo per incardinare in Commissione politiche dell'Unione europea. In questo testo, come previsto dall'articolo 30 della legge n. 234, sono contenute norme che pongono rimedio a un non corretto recepimento della normativa dell'Unione europea: tali casi di non recepimento hanno dato luogo a procedure di pre-infrazione, EU Pilot, che è la procedura di comunicazione che l'Unione europea ha messo in campo per prevenire l'entrata in vera infrazione, e poi ci sono le procedure di infrazione che andiamo a sanare. In particolare il testo al nostro esame, dopo il lavoro svolto in Commissione, che ha aggiunto altre questioni che non erano previste nel disegno di legge incardinato, consente la definizione di 23 procedure – in realtà una viene tolta dall'abolizione che abbiamo fatto all'articolo 22, ma su questo poi tornerò – di cui 14 infrazioni e 9 appunto sono i casi di pre-infrazione EU Pilot. In Aula poi il Governo, come dicevo, ha presentato e l'Aula ha approvato, un emendamento soppressivo dell'articolo 22 che integrava il decreto legislativo n. 102 del 2014 di recepimento della direttiva europea sull'efficienza energetica, la direttiva è la n. 27 dell'Unione europea. Infatti il 27 febbraio scorso, quindi molto recentemente, la Commissione ha avviato una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia per un non corretto recepimento della direttiva. In sintesi i rilievi riguardano la parte relativa alla definizione, con riferimento alla definizione di soggetto aggregatore per quanto riguarda il mercato dell'energia, di audit energetico. Poi c’è un rilievo, il più importante, riguardo al mancato recepimento di norme in materia di risparmio energetico e di informazione agli utenti acquirenti di articoli energetici. Il Governo quindi ha scelto di superare la procedura in parte con la rinotifica alla Commissione di norme già vigenti e in parte, per altre censure, il Governo opta invece per un decreto legislativo correttivo del decreto legislativo n. 102, il quale conterrebbe non solo le disposizioni contenute nell'articolo 22 che oggi noi abbiamo abrogato – e a cui anche il Servizio studi della Camera riservava qualche dubbio riguardo alla non completa soluzione di quella procedura di infrazione – quindi soppresso, ma anche una serie di altre disposizioni sono contenute nel decreto in approvazione al Governo in grado di risolvere la procedura di infrazione nella sua interezza, in maniera più completa, più celere e più efficace. È una scelta, sottosegretario, che noi approviamo, abbiamo votato e su cui naturalmente concordiamo, la materia dell'energia è una materia importante su cui abbiamo ancora aperte alcune procedure di infrazione.
  In ogni caso la legge europea che andiamo ad approvare ci consente la definizione di 23 procedure, 14 infrazioni e 9 casi EU Pilot. Li voglio riassumere velocemente per settore: due di queste procedure riguardano la libera circolazione delle merci, una gli affari interni, Pag. 19due la fiscalità e le dogane, due l'energia – una adesso – una la libera prestazione di servizi, due il lavoro e gli affari sociali, due gli appalti, tre l'ambiente, quattro i trasporti, quattro le comunicazioni. È bene ricordare che le procedure di infrazione pendenti a carico del nostro Paese sono attualmente 97, di cui 74 per violazione diretta del diritto dell'Unione europea e 23 per mancato recepimento delle direttive. Voglio innanzitutto – e qui faccio un complimento al Governo – ricordare che questi dati sono facilmente consultabili da tutti sul sito EUR-Infra, che è un vero esempio di buona trasparenza della pubblica amministrazione, anche se non è stato questo Governo a proporre e portare avanti questa iniziativa.
  Però, il sito è gestito e aggiornato in maniera efficace e, quindi, credo che ci sia da fare i complimenti al Governo e al Dipartimento per le politiche dell'Unione, che lo gestisce.
  In conclusione, voglio semplicemente solo accennare alla dinamica dell'andamento delle procedure, in maniera molto breve. È stato detto e sono state fatte considerazioni che io condivido. Noi dobbiamo semplicemente dire, a questo Governo e a questo Parlamento, «grazie e bravi», perché a febbraio del 2014 avevamo circa una trentina di procedure in più aperte e oggi ne abbiamo il numero che è stato detto, 97, che mi pare sia il numero aggiornato ad oggi. Quindi, c’è stato un forte sforzo nel superamento delle procedure d'infrazione.
  Possiamo essere soddisfatti di questo ? No ! Perché ? Perché la dinamica non è statica, ma è molto, molto in cambiamento, perché a fronte di decine di procedure che superiamo, con gli strumenti che abbiamo, altre decine se ne ripropongono e si generano. Da questo punto di vista non è la strategia giusta quella di correre dietro alle procedure d'infrazione per cercare di superarle.
  Noi dobbiamo agire alla fonte con due sistemi – e devo dire che anche la collega Galgano ha parlato di questo e io posso condividere quello che ha detto – che fanno capo a noi come Parlamento: il primo è la partecipazione, con gli strumenti che il Trattato di Lisbona ci dà, alla fase ascendente della legislazione europea, di tutta la gerarchia di legislazione europea. Questo ci consentirebbe di arrivare a delle norme europee in modo che poi non siamo messi nelle condizioni di contestare nel momento in cui si aprono le procedure di infrazione, con contenziosi lunghi, costosi e anche con esito incerto.
  Il secondo è il giudizio di conformità alla normativa europea vigente su tutto l'impatto delle norme italiane che arrivano e che approviamo in Parlamento, dai decreti a tutta la normativa italiana. Su questo credo che la Commissione, presieduta dal presidente Michele Bordo, qui alla Camera stia facendo un lavoro importante.
  Sono d'accordo con la collega Galgano che chiede alla Presidenza di quest'Aula, di questo ramo del Parlamento, anche un'attenzione maggiore e un tempo maggiore da dedicare ai pareri di conformità che la Commissione politiche dell'Unione europea dà, perché altrimenti non ci troviamo in condizione di fornire dei pareri, né informati né seri, che possano essere utili, anche per adeguare la normativa – ripeto – in una fase molto precedente rispetto all'apertura delle infrazioni, che poi portano i problemi che portano e che sono stati già enunciati.
  Quindi, da questo punto di vista io credo che il lavoro della Commissione sia importante e questa importanza deve essere percepita maggiormente dalle forze politiche, dalle istituzioni e da tutto il Parlamento nel suo complesso. È un passaggio importantissimo, senza il quale questo numero di procedure, che abbiamo aperte, non si riuscirà a colmare, perché per quante noi ne supereremo altre se ne genereranno e non riusciremo ad andare dietro a un meccanismo così infernale (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC) e della deputata Galgano).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Elvira Savino. Ne ha facoltà.

Pag. 20

  ELVIRA SAVINO. Grazie, Presidente. Il disegno di legge europea 2014, presentato il 19 marzo 2015 alla Camera dei deputati, conteneva 21 articoli, ma dopo l'approvazione di una serie di emendamenti, proposti dal relatore e dal Governo, è arrivato a contarne 28. Certo, siamo lontani dal carrozzone che si creava prima del varo, nel 2012, della legge n. 234, che ha modificato le norme sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea. Tuttavia, non si capisce come mai sia necessario, ogni volta, inserire nuove disposizioni, da parte del Governo e della maggioranza, a neppure due mesi dal varo del provvedimento in Consiglio dei Ministri.
  La legge comunitaria, come sappiamo, ha per sua natura la finalità di coordinare e risolvere le possibili problematiche che la normativa europea può incontrare al momento di essere recepita all'interno del nostro ordinamento.
  Tuttavia, il Governo, anziché valorizzare questa importante funzione di rango costituzionale, pensa bene di mortificare il lavoro del Parlamento, presentando all'ultimo momento emendamenti che il legislatore avrebbe probabilmente il diritto di approfondire. Rendere più veloce l'adozione di norme europee nel nostro ordinamento giuridico non può essere sinonimo di superficialità. Questo Governo, invece, ricorre continuamente alla presentazione di emendamenti in extremis, che ricorda tanto il gioco delle tre carte.
  L'Esecutivo, cioè, invia al Parlamento un testo, che è persino accettabile, ma, all'ultimo momento, dopo che i tempi dell'Aula sono decisi, aggiunge carte nuove, le rimescola, le copre, ed è così che ci troviamo di fronte a un testo diverso, che meriterebbe il tempo necessario per un'analisi più accurata. Quest'anno, come è già stato detto da altri colleghi, per la prima volta i disegni di legge governativi di recepimento della normative europea e di delega sono stati presentati separatamente, uno alla Camera e uno al Senato, togliendo la possibilità di procedere in modo più razionale al fine di evitare sovrapposizioni, o meglio, impedendo, di fatto, un coordinamento tra i due atti.
  Ritengo sia esemplificativo il fatto che noi votiamo oggi una norma che prevede che lo straniero, cittadino di uno Stato extra UE, in possesso di un regolare permesso di soggiorno, rilasciato da un altro Stato dell'Unione europea, che si trattiene nel territorio nazionale oltre i tre mesi consentiti dalla legge, se non ottempera immediatamente all'ordine di ritornare nello Stato membro da cui proviene, viene espulso forzatamente nello Stato di origine o di provenienza, e non nello Stato che ha rilasciato il permesso di soggiorno, come attualmente prevede la legge, mentre, in contemporanea, al Senato, è stata approvata la legge di delegazione, che, fra le direttive da attuare, ne reca una proprio sulle condizioni di ingresso e soggiorno di cittadini di Paesi terzi nell'ambito di trasferimenti intrasocietari.
  Allora, mi chiedo: non era possibile risolvere la questione in modo organico con un unico intervento normativo ? Di fronte alla questione immigrazione, per esempio, che ha raggiunto ormai dimensioni epocali, come sappiamo, Renzi, nei giorni scorsi, ancora una volta, ha rimandato la ricerca di una soluzione, come spesso accade quando si presentano problemi seri, al prossimo Consiglio europeo di fine giugno. Peccato, però, che da fonti UE sia già trapelata la notizia che al Consiglio affari interni del prossimo martedì 16 giugno non saranno assunte decisioni formali proprio a causa delle nette divisioni sul meccanismo di ripartizione obbligatoria delle quote che era stato proposto dalla Commissione.
  Quindi, assistiamo, ancora una volta, al solito spettacolo di promesse, belle parole e trionfalismi, ma aspettiamo ancora di capire come il Governo italiano intenda fronteggiare quella che, evidentemente, si sta profilando come una vera e propria invasione di immigrati, che, da sola, l'Italia, ovviamente, non può sostenere.
  Vorrei ricordare che la Camera, alla vigilia del Consiglio europeo straordinario dello scorso aprile, sul problema dell'immigrazione, Pag. 21approvando il dispositivo della nostra risoluzione, impegnava il Governo ad una serie di iniziative, come, per esempio: istituire un tavolo di coesione nazionale per l'emergenza immigrazione e per le crisi internazionali in atto; adottare ogni iniziativa per promuovere un'azione incisiva a livello europeo; trovare la strada giuridicamente e politicamente congrua per intervenire, con un ruolo di leadership, sulla costa libica, nell'ambito di una forza multinazionale sotto l'egida delle organizzazioni internazionali; valutare l'opportunità di ricorrere anche ad altri strumenti di intervento, quali la sottrazione del costo che l'Italia sostiene per far fronte ad un'emergenza che è di tutta l'Europa, e di cui, invece, ci facciamo carico solo noi, dal contributo che ogni anno il nostro Paese versa all'Unione europea.
  Impegni che erano tutti vincolanti per il Governo italiano; però, ad oggi, le iniziative assunte dall'Esecutivo dopo l'approvazione di queste risoluzioni non hanno prodotto, evidentemente, alcun risultato. La collaborazione che ha annunciato l'Unione europea e che Renzi ci ha sbandierato non si è tradotta in impegni concreti, non si sta procedendo ad un'equa distribuzione dei profughi nei vari Stati dell'Unione né, tanto meno, ad elaborare politiche serie di contenimento del flusso di tutti quei clandestini che si trovano in una condizione diversa da quella di profughi e, più in generale, da coloro che fuggono da situazioni di conflitto e guerra.
  Si attendevano le determinazioni e le risoluzioni dell'ONU entro il mese di maggio, ma non se ne vede traccia. E, di fronte a questa debacle internazionale, Renzi che fa ? Se la prende con le regioni amministrate dal centrodestra, evidentemente solo per nascondere la sua irrilevanza politica in Europa. Infatti, se l'Unione europea scarica sulle nostre spalle tutto il peso dell'immigrazione clandestina dal Mediterraneo, è perché il Governo, evidentemente, non è in grado di imporsi. Il Presidente Berlusconi tornava dai summit europei e internazionali con impegni sottoscritti dagli altri Primi Ministri; Renzi, evidentemente, soltanto con delle belle foto ricordo.
  Tra l'altro l'atteggiamento bifronte, che ho evidenziato, con cui il Premier dunque affronta i temi dell'agenda politica, lo ritroviamo, del resto, anche all'interno del provvedimento al nostro esame. Io evidentemente contesto il metodo schizofrenico con cui questo testo di legge è stato affrontato e l'utilizzo che se ne è fatto per approvare norme che, come ho detto all'inizio, avrebbero meritato un approfondimento più accurato.
  Nella seduta in Commissione di ieri abbiamo raggiunto poi il parossismo, perché il Governo ha dato parere contrario ad alcune nostre proposte emendative che sanavano infrazioni e che recepivano anche una sentenza della Corte di giustizia europea, che finalmente dava ragione al nostro Paese su un tema importantissimo come quello dell’Italian sounding, ma non si è astenuto dal presentare ulteriori emendamenti al testo, ha contemporaneamente resettato tutto il lavoro svolto in Commissione relativo all'articolo sull'Agcom e ha persino soppresso l'articolo 22 sull'efficienza energetica che, tra l'altro, sanava una procedura di infrazione. Insomma ancora una volta si usa la legge comunitaria come un tram su cui il Governo fa salire e scendere ciò che vuole.
  Noi ci asterremo su questo provvedimento, perché siamo consapevoli dell'esigenza di sanare le infrazioni, ma non condividiamo il metodo pressappochista con il quale il Governo procede su ogni provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Grazie Presidente. Ci apprestiamo a votare l'atto Camera n. 2977-A: «Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2014».Pag. 22
  La ratio del provvedimento consiste nel sanare i casi di parziale o non corretto recepimento della normativa europea, per cui sono state avviate procedure di infrazione o di preinfrazione. Come sappiamo sono denominate EU pilot. Pertanto i temi trattati sono estremamente variegati e dissimili tra loro, spaziando da norme sulle importazioni di petrolio lavorato, sullo stoccaggio delle riserve petrolifere, sull'utilizzo di richiami vivi, sulla protezione dei lavoratori o il cumulo dei periodi assicurativi svolti presso organismi internazionali a fini pensionistici fino al divieto degli OGM e ancora molto altro sul quale non vorrei dilungarmi per non ripetere quanto già detto nel corso della mattinata.
  A nome del gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle dichiaro che ci asterremo nel voto di questa legge, anche se riconosciamo l'assoluta necessità della calendarizzazione del provvedimento in esame e della sua approvazione, allo scopo di risolvere o evitare l'aggravarsi delle procedure di infrazione in essere e, contemporaneamente, di evitarne l'apertura di nuove.
  Il nostro senso di responsabilità ci obbliga a non contrastare questo iter, ma vorremmo sottolineare alcuni punti critici e rendere evidente che non basterà la Legge europea 2014 a bloccare le infrazioni tutt'ora in corso o gli esborsi delle sanzioni, che a causa di passate insipienze governative abbiamo ancora pendenti.
  Vorrei segnalare in questo senso innanzitutto la natura parziale del provvedimento, che prende in considerazione solo alcune infrazioni, senza considerarne lo stadio di avanzamento o l'importanza dei temi. Il Governo, infatti, ha scelto in modo totalmente autonomo, senza un adeguato coinvolgimento politico del Parlamento quali dovessero essere le procedure di infrazione davvero prioritarie. Il disinteresse verso un percorso concertato con il Parlamento, vero rappresentante dei cittadini, si è palesato in ogni fase di questo procedimento, prendendo le mosse dal fatto che il Governo ha sì – come è suo obbligo fare – trasmesso le procedure di infrazione e preinfrazione alla Camera, ma ha utilizzato tutte la possibilità di secretarle, il che significa poter solo consultare le carte negli uffici della XIV Commissione, rendendo estremamente complicato lavorare su di essi. Ma ancor più grave si segnala come le parti più rilevanti e importanti di questo testo siano arrivate tutte con successivi emendamenti, pertanto senza analisi tecnica e questa volta addirittura senza i relativi procedimenti neanche per consultazione. Così questo Governo ha deciso in tema di importazioni petrolifere, di OGM, di rete ferroviaria, di mobilità, di turismo, tutti temi su cui evidentemente il Governo non crede di doversi confrontare con i rappresentanti dei cittadini, cioè il Parlamento e i parlamentari che lo presiedono.
  Ciò che è mancato è ancora una volta, quindi, la trasparenza, una parola che noi del MoVimento 5 Stelle amiamo particolarmente e siamo conviti che debba essere il principio cardine di riferimento presente in ogni processo politico. È forse quello che più differenzia il MoVimento 5 Stelle dagli altri partiti che ci hanno governato in questi anni.
  Con questo provvedimento si mira a chiudere un totale di nemmeno trenta procedure, di cui solo 14 infrazioni e gli altri sono EU Pilot.
  Sono poche rispetto al numero totale, quindi, di infrazioni aperte, che attualmente sono 97 e che, come sappiamo, non ricomprendono i dati sugli EU pilot. Con questi numeri l'Italia rappresenta, come sempre, il solito imbarazzante fanalino di coda. Ma più che altro rischia di moltiplicare le condanne onerose, inutili esborsi all'Unione europea che il nostro Paese dovrebbe risparmiarsi soprattutto nell'attuale scarsità di risorse.
  Ricordiamo, a mero titolo di esempio, che, come emerge dalla nota sentenza della Corte di giustizia europea contro il nostro Paese per la questione delle discariche abusive, l'Italia ha già dovuto pagare una somma forfettaria di 40 milioni di euro, oltre che dover versare ogni sei mesi una penalità che parte da 42 milioni e 800 mila euro. Tutto questo a discapito delle tasche dei contribuenti che pagano le Pag. 23sanzioni salatissime, causate dall'immobilismo dei Presidenti del Consiglio e dei Ministri dell'ambiente, come denunciato con forza e ripetutamente dalla mia collega Claudia Mannino e su cui ci siamo attivati in tutto il territorio italiano per sollecitare un'azione volta a bonificare questi siti. Il Governo aveva la possibilità di sanare questa situazione e non è stato capace di farlo. Il conto, come sempre, lo pagano i cittadini italiani, ovviamente.
  Quindi, siamo in piccola parte soddisfatti per delle migliorie introdotte su questo atto avvenute tramite alcuni nostri emendamenti, che prevedono la modifica, ad esempio, dell'articolo 10 al fine di prevedere che l'esaminatore di guida sia titolare di una patente di guida di categoria B da almeno tre anni o di una patente di guida corrispondente, sopprimendo il limite temporale di almeno tre anni per le patenti delle altre categorie e all'articolo 20, con l'inserimento di specifiche previsioni relative a imballaggi e ai rifiuti di imballaggio.
  Mi vorrei, però, soffermare su un articolo molto discusso, che tocca il tema del petrolio (articolo 2: importazione di prodotti petroliferi finiti liquidi da Paesi terzi), in cui si vuole liberalizzare l'importazione di prodotti petroliferi finiti liquidi, come nel caso di carburante a benzina, GPL e gasolio, da Paesi non appartenenti all'Unione europea, abrogando la disposizione del decreto legislativo sviluppo del 2012, in cui si normava che per le importazioni extra Unione europea servisse un'autorizzazione del Ministro dello sviluppo economico.
  Dubbi fortissimi abbiamo espresso nelle Commissioni competenti anche per l'articolo che parla delle riserve petrolifere (articolo 23: disposizioni relative allo stoccaggio di scorte petrolifere). Con questo articolo si determina che le scorte specifiche di greggio debbano essere detenute esclusivamente sul territorio nazionale e che i soggetti obbligati debbano assicurare la detenzione di prodotti petroliferi per un minimo di giorni sul territorio italiano. Questo articolo prevede, però, anche che un operatore economico possa poter delegare almeno il 30 per cento degli obblighi di stoccaggio ad esso imposti. In entrambi i casi riteniamo siano state fatte scelte discutibili, portate avanti in maniera poco chiara, che paiono rispondere più ad interessi particolari che all'interesse generale, secondo una linea che purtroppo da tempo, da troppo tempo, caratterizza questo Governo. Ed in particolare per l'articolo 23 abbiamo sostenuto, inascoltati, che le modifiche non sanano la procedura di infrazione.
  Ebbene, anche su questo vorrei rendere palese l'incoerenza di questo Governo o della maggioranza, che troppo spesso coincidono o si confondono, nonostante l'interesse del cittadino sia ben diverso. Bene, ieri, proprio in Aula, è stato soppresso un articolo introdotto dal MoVimento 5 Stelle, l'articolo 22 sull'efficienza energetica. Le motivazioni ? Sanava solo parzialmente, secondo il Governo, la procedura di infrazione. Contemporaneamente, però, il Governo introduceva, sempre all'ultimo, un emendamento sulle ricordate riserve petrolifere, anch'esso del tutto parziale e che assolutamente non sarà sufficiente per chiudere la procedura. Ma ormai siamo abituati a quanto vengano comunque usati due pesi e due misure, a quanto l'idea di coerenza sia assente e a come l'unico vero interesse del Governo sia politico e, quindi, contro di noi, non certo migliorare la legislazione e chiudere le infrazioni, come sarebbe scontato immaginare. C’è una volontà, ovviamente, di fare gli interessi di parte e non quelli della collettività.
  Concludo questa mia dichiarazione con una riflessione di carattere generale, che credo possa essere utile per moltissimi cittadini italiani.
  Come MoVimento 5 Stelle siamo convinti che è sempre più necessario recepire le migliori direttive europee e darne vera e immediata applicazione, e non comportarci come in un film della commedia italiana, la solita «Italietta» che, vista la regola, trova il modo per aggirarla. Anche e soprattutto per questo motivo, per aver voluto, cioè, utilizzare la legge europea calibrandola su interessi particolari piuttosto che sull'interesse generale, con la Pag. 24massima e dovuta trasparenza come anticipato esprimo l'astensione del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Berlinghieri. Ne ha facoltà.

  MARINA BERLINGHIERI. Grazie Presidente, colleghe e colleghi, oggi ci accingiamo ad approvare il disegno di legge europea 2014 che consente la chiusura di 23 procedure, di cui 14 infrazioni e 9 casi di pre-infrazione e che porta il numero complessivo dalle 97 attualmente pendenti a meno di 80. Tenendo conto che da sempre l'Italia è stata il fanalino di coda in Europa per il numero di procedure di infrazione, la situazione attuale del contenzioso, scesa sotto i cento casi, è un dato incoraggiante, anche se non dobbiamo abbassare la guardia. Da rilevare che con gli ultimi Esecutivi è stato fatto uno sforzo notevole, sia per presentare in modo puntuale i disegni di legge al Parlamento, per anni in costante ritardo, sia per far scendere i numeri esorbitanti di casi di contenzioso, oscillanti sempre fra le 150 e le 200 procedure a carico dell'Italia, con riferimento al non corretto recepimento o al mancato adempimento della normativa europea.
  Gli ultimi Governi hanno utilizzato a pieno le novità introdotte dalla legge n. 234 del 2012 che riforma il processo di partecipazione e di adeguamento del nostro Paese alla formazione del diritto europeo per ciò che attiene alla fase ascendente e discendente. Un indubbio miglioramento è frutto della previsione di uno sdoppiamento della cosiddetta legge comunitaria in due provvedimenti distinti, la legge di delegazione europea e la legge europea, allo scopo di dividere il momento del recepimento delle direttive da quello più stringente relativo al superamento delle procedure di infrazione o della fase di pre-contenzioso di EU Pilot, insieme all'introduzione della facoltà di avvalersi di due provvedimenti nel medesimo anno, facoltà di cui il Governo si sta avvalendo e che sta dando buoni risultati.
  Il provvedimento che ci accingiamo ad approvare riguarda ambiti molto diversi. Come abbiamo visto, reca, infatti, disposizioni in materia di libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e dei capitali, giustizia, sicurezza e trasporti; tratta di fiscalità, dogane e aiuti di Stato; interviene in materia di lavoro, politica sociale, salute pubblica e sicurezza alimentare; tratta di disposizioni ambientali, di energia e di protezione civile. È un provvedimento che si inserisce in un percorso virtuoso di adeguamento del nostro ordinamento a quello europeo, mediante la riduzione delle infrazioni e pre-infrazioni pendenti nei confronti del nostro Paese, avviato in questa legislatura. Si tratta di un percorso virtuoso perché la chiusura di queste procedure non è un mero atto burocratico, ma presuppone, per ognuna di esse, la capacità di riformare un tassello del sistema Paese. È virtuoso perché ogni procedura di infrazione che si chiude è una battaglia vinta nel percorso di abbattimento e contenimento dei costi.
  Si tratta, dunque, di un risultato di grande rilievo che, tuttavia, impone una riflessione sulle ragioni per cui, malgrado la tempestiva approvazione della legge europea e di quella di delegazione, non si riesce a ridurre in misura ancora più drastica e stabile le infrazioni pendenti. L'esperienza dimostra come i ritardi o le lacune nell'attuazione della normativa europea siano ascrivibili solo in minima parte ad inerzia del legislatore o delle amministrazioni statali e regionali competenti. Nella gran parte dei casi, le difficoltà nel recepimento riflettono in realtà, sia la difficoltà a dare attuazione, in tempi relativamente brevi, a provvedimenti europei complessi, sia il conflitto tra norme europee, da un lato, e l'ordinamento e gli interessi nazionali, dall'altro. Questi fattori di criticità sono rivelatori di quello che costituisce il reale problema strutturale della partecipazione italiana all'UE: la mancanza di continuità tra la fase di formazione della normativa europea e quella di attuazione. Solo intervenendo in modo sistematico nella formazione della Pag. 25normativa europea possiamo essere preparati quando si tratta di attuare la stessa normativa nel nostro ordinamento e soprattutto possiamo evitare che essa non tenga in alcuna considerazione la specificità del nostro ordinamento e del nostro sistema produttivo. In coerenza con questa logica, va sottolineato che nel presente provvedimento sono inserite, all'articolo 27, disposizioni volte a garantire un più efficace funzionamento del Comitato interministeriale per gli affari europei, incaricato dalla legge n. 234 del 2012 di coordinare la formazione della posizione nazionale nel processo decisionale europeo. Alla stessa logica di prevenzione delle infrazioni risponde la costituzione, con l'articolo 25, del Fondo per il recepimento della normativa europea, con l'obiettivo specifico di consentire il tempestivo adeguamento dell'ordinamento interno agli obblighi imposti dalla normativa europea.
  Mi fa dunque piacere sottolineare che con l'approvazione di questo disegno di legge europea si compiono concreti e significativi passi perché l'attuazione della normativa europea non sia più intesa come un adempimento quasi burocratico da espletare all'ultimo momento sotto minaccia di condanna pecuniaria della Corte di giustizia. Essa costituisce al contrario una grande opportunità, tenuto conto che in non pochi casi la normativa europea – che viene elaborata secondo un preciso indirizzo strategico – ci impone di attuare vere e proprie riforme di sistema – si pensi al caso di interi settori della normativa ambientale o alla disciplina degli appalti – o di ammodernare istituti giuridici oramai vetusti.
  Cogliere pienamente queste opportunità e partecipare più attivamente alla formazione della normativa europea contribuisce a rendere maggiormente credibile il nostro Paese; aiuta l'Italia a svolgere un ruolo più attivo e attendibile in sede europea e ad essere in condizione di imprimere un cambio di direzione all'Europa, favorendo una rinnovata autorevolezza del nostro Paese.
  Con una rinnovata e rafforzata credibilità possiamo incidere meglio su battaglie importanti di interesse nazionale e sovranazionale, come quelle sulle politiche per la crescita e la coesione sociale, per l'aumento di risorse europee per investimenti e occupazione, in favore di una politica estera e di difesa comuni, per la promozione di azioni in favore del Sud Europa e del Mediterraneo, per far maturare la consapevolezza della necessità di un'assunzione di responsabilità comuni sull'immigrazione; per rafforzare, in altre parole l'Europa dei diritti e delle opportunità.
  Proprio perché l'approvazione del disegno di legge europea è un passo concreto che il Governo in raccordo con il Parlamento stanno facendo in questa direzione, annuncio a nome del Partito Democratico il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale – A.C. 2977-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2977-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2977-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pagano... Matarrelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 26
  Comunico il risultato della votazione:
  «Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2014» (A.C. 2977-A):

   Presenti  426   
   Votanti  331   
   Astenuti   95   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato  310    
    Hanno votato no   21    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Rinvio in Commissione del testo unificato delle proposte di legge nn. 423-608-871-1085-1126-1177-1263-1386-1512-1537-1616-1632-1711-1719-2063-2353-2379-2662-2736-2913-3029-A (ore 12,15).

  PRESIDENTE. Dovremmo ora passare al seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge recante modifiche al codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285.
  Ha chiesto di intervenire il relatore Meta, presidente della Commissione trasporti. Ne ha facoltà.

  MICHELE POMPEO META, Relatore. Grazie, Presidente. Rapidissimamente intervengo per confermare una richiesta e fare alcune valutazioni rapidissime circa il provvedimento che abbiamo incardinato lunedì scorso che riguarda alcune misure urgenti del codice della strada che dovrebbero anticipare alcuni punti contenuti nel disegno di legge che quest'Aula ha licenziato nel mese di settembre e attualmente in esame al Senato.
  Io do all'Aula, ai colleghi e a lei altri elementi di valutazione: sulla riforma del codice della strada e della sicurezza ci sono in campo diverse iniziative. Al Senato, in questi giorni, si sta discutendo e votando un provvedimento che introduce l'omicidio stradale e prevede anche sanzioni fortissime per quanto concerne le pene sulla patente. Quello che noi in questo provvedimento chiamavamo l'ergastolo della patente. Inoltre, c’è questa iniziativa nostra, qui; c’è un affollarsi di iniziative legislative che richiedono di essere un po’ coordinate, perché stiamo parlando di una materia molto complessa.
  Ora, la mia proposta è questa qui: in attesa dell'approvazione della legge delega che è attualmente al Senato, noi dovremmo ricevere nei prossimi giorni dal Senato il provvedimento che l'Aula sta licenziando che introduce tre o quattro norme simili o analoghe alle nostre. Per evitare confusione io chiedo, a nome di tutto il Comitato dei nove – è una richiesta unanime del Comitato dei nove e della Commissione – il rinvio rapidissimo in Commissione per poter analizzare e valutare le norme che sono in itinere al Senato. Naturalmente parliamo di un paio di settimane per poter uniformare le nostre 11 norme alle novità contenute al Senato.

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni sulla proposta di rinvio in Commissione del provvedimento...

  CRISTIAN IANNUZZI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN IANNUZZI. Grazie Presidente, intervengo soltanto per correggere il collega Meta, facendo parte anche io del Comitato dei nove, perché c’è stata una discussione, effettivamente, in Commissione sulla proposta di rinvio, però sia io che anche altri colleghi abbiamo detto che, comunque, saremmo stati più contenti se fosse comunque rimasto in Aula, magari eliminando l'articolo che andava in conflitto con il provvedimento che sta approvando il Senato. Quindi, io personalmente non sono d'accordo con il Comitato dei nove sul fatto che il testo unificato delle proposte di legge torni in Commissione. Non so se posso chiedere una votazione...

  PRESIDENTE. Certo, se vi sono obiezioni allora consento un intervento a favore Pag. 27e uno contro. Chi chiede di parlare contro ? C’è qualcuno che intende parlare contro il rinvio in Commissione ?
  Sempre Cristian Iannuzzi ? Prego, ne ha facoltà.

  CRISTIAN IANNUZZI. Signor Presidente, la proposta di legge è composta di 12 articoli e l'articolo che andrebbe in conflitto con il provvedimento in discussione al Senato è soltanto uno. Quindi, si può presentare tranquillamente un emendamento soppressivo e andare avanti, perché la proposta di legge in questione è un provvedimento che è stato discusso costruttivamente da tutti i gruppi in Commissione, trova l'approvazione di tutti i gruppi parlamentare e, quindi, non vedo per quale motivo debba essere riportato in Commissione con il rischio di una dilatazione dei tempi e di un affossamento del provvedimento stesso. Quindi, chiedo che rimanga in Aula.

  PRESIDENTE. Non mi pare che vi siano interventi a favore. Quindi, passiamo ai voti.
  Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio del provvedimento in Commissione.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera approva per 372 voti di differenza.
  A questo punto dovremmo passare al seguito della discussione delle mozioni in materia di trascrizione dei matrimoni contratti all'estero tra persone dello stesso sesso, ma essendo convocata alle ore 13 la Conferenza dei presidenti di gruppo non vi sarebbero i tempi necessari per concluderne l'esame.

Sull'ordine dei lavori (ore 12,20).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la presidente Businarolo. Ne ha facoltà.

  FRANCESCA BUSINAROLO. Signor Presidente, chiedo che venga a riferire in Aula il Presidente del Consiglio per una questione importantissima. Oggi in un'intervista al quotidiano la Repubblica il tesoriere romano del Partito Democratico, Carlo Cotticelli, dichiara testualmente di aver incontrato due volte Salvatore Buzzi, boss delle cooperative rosse e soggetto presumibilmente dirigente della criminalità organizzata ed associazioni mafiose.
  Una volta quando Buzzi gli offrì settemila euro per pagare i dipendenti del Partito Democratico – riporto il virgolettato di Cotticelli – «Buzzi era venuto a sapere che eravamo in difficoltà e si è offerto di aiutarci.»
  La seconda volta invece, stando sempre alle parole di Cotticelli, signor Presidente, lo ha incontrato alla cena di autofinanziamento del PD nazionale, organizzata a dicembre da Matteo Renzi, cena sulla quale più volte abbiamo chiesto trasparenza al Presidente del Consiglio senza però mai ricevere una risposta. Ebbene oggi a dirlo è proprio il tesoriere romano del PD: Buzzi a quella cena c'era e ci sembra ormai abbastanza chiaro che non solo abbia finanziato il Partito Democratico, ma che lo abbia persino sostenuto nei momenti di difficoltà. Insomma stando a quanto dice Cotticelli, Buzzi era in un certo senso il bancomat del PD.
  Per questo alla luce di quanto detto, a nome del gruppo del Movimento 5 Stelle, chiediamo che il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, oltre a rendicontare la cena di autofinanziamento di dicembre, venga a riferire, quanto prima, in Parlamento, sui legami intrattenuti dalla sua persona e dal suo partito sul piano nazionale e locale con esponenti, presumibilmente come dicono le carte della procura di Roma, della mafia romana.
  Le parole di Cotticelli evidenziano un fatto gravissimo ed è opportuno che si faccia chiarezza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. La ringrazio. Ovviamente essendo alle ore 13 convocata la Conferenza dei capigruppo, potrà richiedere, Pag. 28in presenza del Governo, l'intervento del Presidente del Consiglio in Aula. Sospendo pertanto la seduta che riprenderà...

  ERASMO PALAZZOTTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. C’è un altro intervento sull'ordine dei lavori. Sempre sullo stesso argomento ? Ricordo che non sono interventi di fine seduta. Mi era stato comunicato che c'era la volontà di chiedere la presenza in Aula del Governo con urgenza, altrimenti trasformiamo gli interventi in interventi di fine seduta che non sono, perché la seduta è solo sospesa.

  ERASMO PALAZZOTTO. Si tratta di un argomento simile, signor Presidente, noi vorremmo chiedere che venga in aula a riferire anche il Ministro dell'interno e lo chiediamo rispetto a quello che sta accadendo e che possiamo leggere sulla cronaca dei giornali e in particolar modo rispetto alla vicenda del Cara di Mineo che coinvolge anche un sottosegretario del Governo Renzi.
   Pensiamo che il Ministro dell'interno debba venire in quest'aula a spiegarci esattamente chi quali sono i rapporti tra il suo partito e la vicenda del CARA di Mineo, quali sono i rapporti che coinvolgono gli uomini del suo partito ed esponenti principali e soprattutto perché il Ministro dell'interno non abbia preso alcun provvedimento da quando è uscita la prima indagine di mafia capitale ad oggi per intervenire sulla vicenda del CARA di Mineo che continua ad essere un bubbone del sistema di accoglienza.

  PRESIDENTE. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà...

  ANGELO ATTAGUILE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANGELO ATTAGUILE. Anch'io sono d'accordo a richiedere la presenza del Ministro dell'interno affinché riferisca in Aula, visto che anche noi del gruppo Lega Nord e Autonomie il 5 dicembre abbiamo presentato un'interrogazione per la quale ancora aspettiamo la risposta, proprio sul CARA di Mineo.
  Quindi chiediamo anche noi la presenza del Ministro dell'interno affinché riferisca su questo caso.

  PRESIDENTE. Ribadisco che la richiesta su questo tema potrà essere fatta durante la Conferenza dei capigruppo e che ci sono anche dei question time in materia.
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  La seduta, sospesa alle 12,25, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro della giustizia e il Ministro dell'interno.

(Elementi ed iniziative in merito alla sicurezza nei tribunali italiani, anche alla luce della situazione del tribunale di Lodi – n. 3-01523)

  PRESIDENTE. L'onorevole Toninelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01523, concernente elementi ed iniziative in merito alla sicurezza nei tribunali italiani, anche alla luce della situazione del tribunale di Lodi (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, questa interrogazione riguarda proprio Pag. 29un fatto accaduto il 26 maggio, quando una signora trentottenne è entrata all'interno del tribunale di Lodi con nella borsetta un coltello con una lama da 32 centimetri, questo poche settimane dopo la strage accaduta all'interno del tribunale di Milano, che tutti conosciamo. Subito dopo si è capito che il metal detector del tribunale di Lodi non funzionava, nonostante il procuratore, Vincenzo Russo, il 30 aprile avesse scritto proprio a lei, Ministro Orlando, e al Ministro Alfano sullo stato di criticità della sicurezza del tribunale stesso. Si è subito dopo saputo che il Ministero della giustizia aveva un debito di 6,5 milioni di euro nei confronti del comune che quindi non poteva adempiere alla funzione di gestione della sicurezza del tribunale. Noi le chiediamo in quali altri tribunali d'Italia ci sono situazioni di questo tipo e come intendete intervenire.

  PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, credo che per una risposta più complessiva si possa rinviare alla mia informativa successiva agli eventi luttuosi che riguardarono il tribunale di Milano. Vorrei ricordare come sia un'occasione importante per rivedere complessivamente la materia il passaggio di competenze previsto dalla legge di stabilità 2015 che porterà finalmente al Ministero direttamente la gestione delle strutture degli uffici. Per assicurare la massima fluidità in questo delicato passaggio sin dal 18 febbraio ho provveduto a promuovere l'istituzione di un tavolo permanente sull'attuazione del modello di gestione degli uffici giudiziari; infine, per dare compiuta attuazione alle disposizioni dell'articolo 1, comma 529, della legge di stabilità 2015 è stato trasmesso per le competenti valutazioni al Ministero dell'economia e delle finanze lo schema di decreto interministeriale per l'individuazione dei costi standard delle spese di funzionamento degli uffici. Un altro importante intervento è stato la costituzione di un apposito gruppo per l'attuazione delle misure dell'articolo 1, comma 530, della legge di stabilità 2015 per i lavori del quale è in via avanzata di predisposizione il regolamento sulle misure organizzative a livello centrale e periferico per l'attuazione del trasferimento di competenza sulle spese di funzionamento degli uffici giudiziari dai comuni al Ministero. In questo contesto si delineeranno le concrete modalità attuative per la ripartizione delle competenze e per la rilevazione delle necessità degli uffici in materia di spese di funzionamento comprensive di quelle relative alla sicurezza. In vista della compiuta definizione del nuovo quadro organizzativo non si è comunque mancato di intervenire quando siano state segnalate esigenze di sicurezza, mi riferisco ad esempio agli interventi per la sicurezza degli uffici giudiziari di Palermo inseriti nella legge di stabilità 2015. Faccio presente altresì che a far data dal 16 aprile 2015 si sono svolte presso il Ministero una serie di riunioni con i procuratori generali dei 26 distretti delle Corti d'appello per acquisire gli elementi dettagliati in materia di sicurezza in ambito locale. Tutte le innovazioni introdotte in materia di sicurezza sono state predisposte anche per evitare il ripetersi in futuro di episodi incresciosi come quelli verificatisi all'interno del palazzo di giustizia di Lodi e – purtroppo con conseguenze più gravi – di quello di Milano. Proprio in relazione ai fatti di Lodi mi preme sottolineare come gli impegni già assunti troveranno certamente un ulteriore rafforzamento secondo le necessità che verranno segnalate dagli uffici interessati. Segnalo comunque che dalle informazioni assunte dalla procura generale di Milano risulta che è stato ripristinato il funzionamento del metal detector e che le eventuali criticità residue saranno a breve rimosse, come assicurano i tecnici comunali. Con riferimento poi alle pretese creditorie avanzate dai comuni a titolo di rimborso per le spese sostenute sulla base della legge del 1941, tengo ad evidenziare che il Ministero della giustizia erogherà nei prossimi giorni ai comuni italiani sedi di uffici giudiziari, fra cui Pag. 30quello di Lodi, circa 60 milioni di euro come acconto per le spese sostenute per la loro gestione nel 2013, mentre sono in corso di definizione le attività necessarie ad erogare il saldo del 2013 e l'acconto del 2014.

  PRESIDENTE. L'onorevole Toninelli ha facoltà di replicare, per due minuti.

  DANILO TONINELLI. Signor Presidente, signor Ministro, non possiamo accettare la sua risposta perché è inaccettabile che il Governo e il Ministero intervengano sempre dopo che capitano fatti così gravi come quello di Milano e quello di Lodi. È inaccettabile una situazione del genere, in cui i tribunali non sono in sicurezza e dove la vita dei giudici e di tutti gli operatori della giustizia non è sicura.
  Inoltre ci sono tribunali, come, ad esempio, il tribunale di Roma, dove addirittura non solo non c’è la carta, ma manca la carta igienica, e si affiggono cartelli in cui si invitano gli operatori di giustizia a portarsela da casa. Quindi, la situazione è ben più grave di quello che sembra, e la colpa sa di chi è, signor Ministro ? È proprio del Governo. È colpa vostra e della vostra politica fallimentare, perché voi oggi state tagliando su quelli che sono i servizi essenziali per i cittadini, in primis sulla sicurezza. Sa perché lo state facendo ? Perché vi impiccate al 3 per cento e ai vari trattati che l'Europa ci impone, quindi intervenite tagliando. Di conseguenza, oggi, anzi, domani, all'interno dei tribunali potrebbe entrare la criminalità organizzata – non solo dei pazzi delinquenti che vogliono vendicare la propria situazione personale, ma la criminalità organizzata – a dire ai giudici che se non scrivono sentenze che piacciono a loro potrebbero tranquillamente far qualcosa a loro o alle loro famiglie. Quindi, signor Ministro, sarebbe utile che le spese sulla sicurezza e sui servizi essenziali venissero estratte, cancellate, dalle voci che rientrano nel pareggio di bilancio, nel Patto di stabilità, per tornare a dare ai cittadini quel senso di sicurezza quanto meno all'interno dei tribunali, che è doveroso. Questo oggi non accade, e addebitarne la responsabilità, come sempre, ai Governi precedenti, mi creda, signor Ministro, non è più accettabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Dati relativi all'utilizzo dello strumento della negoziazione assistita e tempi e modalità per la realizzazione degli interventi volti a potenziare gli strumenti di misure alternative al processo previsti nel decreto-legge n. 132 del 2014 – n. 3-01524)

  PRESIDENTE. L'onorevole Ermini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Rossomando n. 3-01524 concernente dati relativi all'utilizzo dello strumento della negoziazione assistita e tempi e modalità per la realizzazione degli interventi volti a potenziare gli strumenti di misure alternative al processo previsti nel decreto-legge n. 132 del 2014 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

  DAVID ERMINI. Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, il decreto-legge 12 settembre 2014, n. 132, parla di misure urgenti al fine anche della definizione dell'arretrato in materia del processo civile. Uno dei meccanismi che serve ed è utile perché si possa definire sia l'arretrato che l'eventuale intervento precontenzioso civile è quello della negoziazione assistita. Siccome riteniamo che sia assolutamente fondamentale che questo istituto possa essere utilizzato in modo continuo, le chiediamo, signor Ministro, in relazione a quello che appunto dispone il decreto, quali sono i dati di cui in questo momento siete in possesso rispetto alla negoziazione assistita, come è stata utilizzata e come il Ministero intenda proseguire per lo sviluppo di questo importante istituto.

  PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Andrea Orlando, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Presidente, ringrazio gli onorevoli Pag. 31interroganti, che mi consentono di ribadire anche in questa sede i dati incoraggianti emersi dal monitoraggio della prima fase di attuazione degli interventi normativi adottati con il decreto-legge n. 132 del 2014. Come è noto, l'intento ispiratore delle misure del cosiddetto intervento di degiurisdizionalizzazione, negoziazione assistita e arbitrato applicate alle liti pendenti, introdotte con il citato decreto-legge, è finalizzato all'obiettivo di contenere il flusso in entrata delle cause civili, contribuendo così a rendere più efficace il sistema giudiziario attraverso l'abbattimento programmato dell'arretrato. Le iniziative assunte dal mio Dicastero in questa materia e l'avvio di disegni riformatori del processo civile, della gestione della crisi di impresa e la costruzione di un osservatorio per l'analisi dell'impatto delle riforme sull'organizzazione degli uffici giudiziari si iscrivono a pieno nel disegno riformatore intrapreso, riscontrando apprezzamento anche da parte di molti osservatori internazionali. La lettura dei dati di prima attuazione dei suddetti provvedimenti normativi induce a un ragionevole ottimismo sulla validità del metodo perseguito. L'esigenza di seguire sin dall'esordio l'impatto dei nuovi strumenti ci ha indotti ad avviare in anticipo il monitoraggio sui dati inerenti alle misure di degiurisdizionalizzazione, che dovrà essere effettuato anche ai fini della redazione di una relazione annuale al Parlamento, prevista da tale decreto-legge. L'analisi statistica è stata compiuta su quindici tribunali italiani, selezionati per dimensione e ubicazione territoriale in modo da costituire un campione rappresentativo della realtà nazionale. È stata contestualmente avviata un'interlocuzione con il Ministero dell'interno, per monitorare in queste stesse sedi l'andamento degli accordi di separazione e divorzio registrati dall'ufficiale di stato civile. Analoga iniziativa è stata avviata anche con il Consiglio nazionale forense, che, avvalendosi di una propria commissione di studio, contribuisce alla sensibilizzazione degli ordini per la corretta raccolta dei dati.
  L'analisi dei flussi in entrata ha evidenziato sin dai primi mesi di attuazione una sensibile flessione, nella misura del 14 per cento, rispetto all'anno precedente, cioè al 2013, ma è con i primi dati del 2015 che vediamo confermata la tendenza alla riduzione dell'iscrizione delle cause a ruolo, registrando un significativo risultato su base nazionale con una riduzione del 20 per cento. In questo contesto i dati maggiormente rilevanti sono certamente quelli in materia di famiglia. Si è infatti rilevato un andamento tendenziale decrescente delle iscrizioni a ruolo di cause di separazione e divorzio, che registrano una flessione del 30 per cento su base nazionale.
  Per potenziare ulteriormente le misure alternative al processo sono peraltro allo studio ulteriori interventi normativi finalizzati all'introduzione di meccanismi di incentivazione fiscale, dalla negoziazione assistita alla traslatio arbitrale. Allo scopo siamo pronti a stanziare circa 10 milioni di euro.
  Ulteriori misure potranno derivare dall'utilizzazione del Fondo per il recupero di efficienza del sistema giudiziario e il potenziamento dei relativi servizi, nonché per il completamento del processo telematico, istituito a tal fine dall'articolo 1, comma 96, della legge di stabilità per il 2015.

  PRESIDENTE. L'onorevole Rossomando ha facoltà di replicare.

  ANNA ROSSOMANDO. Grazie, Presidente, grazie signor Ministro, intanto siamo soddisfatti soprattutto per quanto riguarda un aspetto metodologico: il monitoraggio non è un richiamo retorico che qualche volta mettiamo nei nostri ordini del giorno. La verifica a breve dell'impatto dei nuovi strumenti che noi mettiamo in campo votandoli in queste Aule è una cosa effettiva, reale ed utile.
  Posto che abbiamo una necessità urgentissima di accorciare i tempi della giustizia, soprattutto quella civile, e quindi di alleggerire il carico, la seconda questione è su cosa e come investire anche Pag. 32indipendentemente dall'impiego diretto di somme necessarie. Quindi una visione strategica, investire sulle risorse umane e sulla competenza: questa è la negoziazione assistita. Ci interessava molto quindi sapere come stava andando, quali dati vi sono, in modo da sapere su cosa intervenire eventualmente. Mi fa piacere intanto sentire parlare di incentivazione fiscale collegata ad un investimento di competenza e di risorse su delle professionalità. In questo caso stiamo parlando dell'avvocatura, che sappiamo essere molto numerosa nel nostro Paese.
  Concludendo, mi interessava anche sottolineare che si riprende finalmente a discutere di come debba funzionare la giustizia dei cittadini normali, dei cittadini di ogni giorno, che in mancanza di questi interventi, che andranno sicuramente potenziati, rischiava di essere con tutta certezza la «giustizia del mai». Da questo punto di vista traiamo elementi di incoraggiamento di cui terremo conto anche per i provvedimenti che stiamo esaminando.

(Chiarimenti in merito ai tempi di applicazione della procedura prevista dalla «legge Severino» con riguardo alla sospensione dalla carica del presidente della giunta regionale della Campania – n. 3-01525)

  PRESIDENTE. L'onorevole Russo ha facoltà di illustrare per un minuto la sua interrogazione n. 3-01525, concernente chiarimenti in merito ai tempi di applicazione della procedura prevista dalla «legge Severino» con riguardo alla sospensione dalla carica del presidente della giunta regionale della Campania (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  PAOLO RUSSO. Grazie, Presidente. Da settimane assistiamo al maldestro tentativo di tirare per la giacca il Governo e la legge Severino. La condanna di De Luca per abuso di ufficio ha già prodotto la sospensione dal ruolo di sindaco di Salerno ed ora, quella legge, non può che esplicare i suoi effetti anche nei confronti del De Luca presidente della regione, anzi a maggior ragione nei confronti di un così alto incarico. La prefettura di Napoli, signor Ministro, ha provveduto a comunicare al Presidente del Consiglio l'avvenuta elezione di De Luca ? In quale data ? E non appena ci sarà la proclamazione, la medesima prefettura ne informerà tempestivamente il Presidente del Consiglio, così da consentire il decreto di sospensione e la comunicazione al nuovo consiglio regionale antecedentemente alla prima adunanza e comunque prima del compimento di qualsivoglia atto, peraltro nullo, proprio da parte di De Luca ? Questo Governo parli chiaro e dimostri con i fatti che la legge è uguale per tutti, per Berlusconi come per De Luca.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno, Signor Presidente, onorevoli colleghi, il tema dell'applicazione della legge Severino con riguardo alla elezione del presidente della regione Campania è stato già oggetto qui di una interpellanza urgente discussa in Aula e io voglio ribadire e precisare alcuni elementi.
  Innanzitutto che ai fini dell'avvio del procedimento finalizzato alla sospensione del dottor Vincenzo De Luca dalla carica di presidente della Giunta regionale della Campania occorre attendere la proclamazione degli eletti da parte dell'Ufficio centrale regionale presso la Corte di Appello di Napoli. La sospensione può, infatti, essere applicata solo nei confronti di coloro che abbiano formalmente assunto le funzioni pubbliche e che siano già in carica, presupposto che non può considerarsi giuridicamente venuto ad esistenza se non dopo che sia intervenuta la proclamazione degli eletti. Lo dimostra anche il fatto che in tutti i precedenti casi analoghi il decreto di sospensione è stato successivo alla proclamazione degli eletti.
  Ciò premesso, preciso che anche a garanzia del diritto fondamentale su cui Pag. 33agisce la sospensione, gli adempimenti procedurali comportano l'intervento di più amministrazioni per poi chiudersi con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Nondimeno, verranno senz'altro curati con diligenza e sollecitudine, come peraltro è stato riferito anche durante lo svolgimento della precedente interpellanza.
  Va in ogni caso fatto presente che il provvedimento di sospensione a norma dell'articolo 8, comma 4, del decreto legislativo n. 235 del 2012 deve essere notificato all'organo consiliare per i conseguenti adempimenti di legge. Si aggiunge che negli stessi casi richiamati dagli interroganti relativi alle regioni Campania e Molise, la notifica della sospensione è intervenuta con tempistiche diverse anche dopo la prima adunanza del Consiglio regionale, senza tuttavia sostanziali differenze quanto agli effetti del provvedimento.

  PRESIDENTE. Il deputato Russo ha facoltà di replicare per due minuti.

  PAOLO RUSSO. Signor Presidente, escludo che si voglia predicar bene e razzolar male. De Luca è di fatto sospeso e quindi non può governare, né da solo, né con un vice: ogni atto da lui prodotto è nullo e la giurisprudenza in materia parla chiaro ed i precedenti non sono rari.
  Il Governo non provi a trovare scappatoie perché, oltre al dettato della legge nazionale, gli artifizi eventualmente escogitati si infrangerebbero di fronte allo Statuto della Regione Campania secondo il quale durante il primo Consiglio regionale viene presentato il programma di Governo, mentre le nomine sono poste al gradimento dell'Assemblea solo in un consiglio successivo. De Luca, insomma, non farebbe in tempo a nominare il suo alter ego, nemmeno nel caso in cui l'iter della sospensione dovesse subire un provvidenziale rallentamento e la Corte costituzionale è fin troppo chiara nel ritenere il Vicepresidente non un vicario in caso di sospensione.
  Ci pensi sopra il Governo prima di fallire in un proposito politico che avrebbe come unico risultato quello di far sapere ai cittadini che la legge non è uguale per tutti. I cittadini campani avrebbero bisogno di un Governo pienamente in carica che generi sviluppo e lavoro, lavoro per i nostri giovani che dia speranza. I lavoratori della Whirlpool di Carinaro avrebbero bisogno di un Governo vero e non di un presidente a metà. I cittadini italiani avrebbero bisogno di un esempio nel rispetto della legalità. Mi pare che in questo modo negate l'uno e l'altro.

(Intendimenti del Governo in merito alle previsioni della «legge Severino» con riferimento alla sospensione dalla carica del presidente della giunta regionale della Campania ed ai conseguenti effetti – n. 3-01526)

  PRESIDENTE. Il deputato Giancarlo Giordano ha facoltà di illustrare l'interrogazione Scotto e Giancarlo Giordano n. 3-01526, concernente gli intendimenti del Governo in merito alle previsioni della «legge Severino» con riferimento alla sospensione dalla carica del presidente della giunta regionale della Campania ed ai conseguenti effetti (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

  GIANCARLO GIORDANO. Signor Presidente, le elezioni regionali in Campania ci hanno restituito l'elezione di Vincenzo De Luca. La condizione di quest'ultimo rispetto alla normativa vigente ed in particolare rispetto al decreto legislativo n. 235 è ben nota ai cittadini e all'amministrazione, essendo egli già stato sospeso dalla carica di sindaco di Salerno in conseguenza di una condanna penale ad un anno di reclusione per abuso d'ufficio. Si dà il caso, però, che è il Presidente del Consiglio a dover accertare la sospensione di quest'ultimo che avviene di diritto, ma è lo stesso Presidente del Consiglio che nel mese di campagna elettorale più volte è venuto in Campania per sostenerne la candidatura.Pag. 34
  Noi ci chiediamo e vi chiediamo se non sussistano condizioni di evidenti ragioni di conflitto di interessi in capo al Presidente del Consiglio dei ministri in merito alla vicenda relativa alla sospensione del De Luca e soprattutto, in base a questo che è un dubbio che resta, quali misure intendete tempestivamente adottare per far rispettare la previsione della legge Severino, che a rigor di logica e di diritto dovrebbe comportare la sospensione...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Giancarlo Giordano.

  GIANCARLO GIORDANO. ... la sospensione ope legis di De Luca e conseguentemente nuove elezioni in Campania.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, anche i colleghi di SEL pongono il tema dell'applicazione della legge Severino nei confronti del dottor Vincenzo De Luca e vorrei chiarire innanzitutto che l'assunto è diverso rispetto a quello dei precedenti interroganti poiché chiedono se ciò non comporti lo scioglimento del consiglio regionale e l'indizione di nuove elezioni.
  Vorrei chiarire innanzitutto che Vincenzo De Luca, ai sensi della normativa vigente, è risultato candidabile ed eleggibile, in quanto la situazione in cui egli versa impedisce esclusivamente l'esercizio temporaneo delle funzioni pubbliche per un periodo di diciotto mesi, eventualmente prorogabile fino ad un massimo di trenta.
  La prospettiva dunque sostenuta dagli interroganti, secondo cui vi sarebbe nel caso di specie un aspetto di trascinamento in danno dell'intera assise consiliare, con la conseguenza di dover rinnovare l'elezione, determinerebbe una lesione irreversibile anche del diritto soggettivo del dottor De Luca, nei cui riguardi non sussiste allo stato una situazione di impedimento permanente.
   Si tenga poi conto che lo scioglimento del consiglio regionale è disciplinato dall'articolo 126 della Costituzione, che ne prevede l'applicazione in caso di compimento di atti contrari alla Costituzione, di gravi violazioni di legge, o per ragioni di sicurezza nazionale.
  È evidente che si tratta di una disposizione non suscettibile di alcuna applicazione analogica o estensiva. Diversamente, la questione in esame sembra porre la necessità determinata da una situazione che non ha precedenti di conciliare la funzionalità degli organi regionali legittimamente eletti con la doverosa applicazione, in quanto definita ex lege della sospensione del presidente della giunta.

  PRESIDENTE. L'onorevole Giordano ha facoltà di replicare per due minuti.

  GIANCARLO GIORDANO. Signor Presidente, nel dichiarare la mia insoddisfazione e quella del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà svolgo alcune considerazioni. La prima: noi poniamo il tema dell'applicazione corretta della «legge Severino». La seconda: la sospensione è un automatismo che va avanti con un meccanismo che non è politicamente mediabile e la conseguenza di questo automatismo è che ogni atto che il presidente De Luca dovesse mettere in campo nella funzione di poteri che non può assumere sarebbe nullo, ergo anche l'eventuale nomina della giunta e del suo eventuale vicepresidente. A noi sembrate nell'affannosa ricerca di soluzioni pasticciate e contra legem ed è evidente che c’è una sospensione e non uno scioglimento automatico del consiglio regionale, ma è evidente che chi ha esposto una regione importante come la Campania a questo pasticcio istituzionale oggi lo sta facendo, ancora una volta, pasticciando e imbrogliando le carte della legge in un modo che non trova riscontro, né precedenti istituzionali nella storia di questo Paese. Questa è un'umiliazione del popolo campano e una follia politica a cui purtroppo abbiamo dovuto assistere nelle ultime regionali da parte del Partito Democratico.

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(Iniziative di competenza per la gestione dell'emergenza profughi, anche con riferimento alla cooperazione tra i soggetti istituzionali coinvolti – n. 3-01527)

  PRESIDENTE. L'onorevole Fauttilli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Dellai ed altri n. 3-01527, concernente iniziative di competenza per la gestione dell'emergenza profughi, anche con riferimento alla cooperazione tra i soggetti istituzionali coinvolti (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

  FEDERICO FAUTTILLI. Grazie, Presidente. Onorevole Ministro, non ripercorrerò la vicenda di questi ultimi giorni relativa alle quote di immigrati da destinare alle regioni che hanno suscitato purtroppo le reazioni dei governatori di Lombardia, Veneto e Liguria. Per noi, la questione non dovrebbe sussistere per due ordini di motivi: il primo sicuramente tecnico, perché il presidente della Lombardia minaccia l'interruzione dei contributi, ma i fondi regionali non sono discrezionali e i comuni non gestiscono denaro, ma mettono a disposizione spazi di accoglienza. Non solo, ma lo stesso presidente scrive ai prefetti, ma i prefetti rispondono, se non sbaglio, unicamente al Ministro dell'interno.
  L'altro motivo è politico perché riteniamo che la vicenda sia dettata da una campagna elettorale che finirà dopo i ballottaggi di alcuni comuni importanti del nord. Dopodiché la questione speriamo almeno possa assumere toni e dimensioni ragionevoli e responsabili.
  Comunque, rimane il vulnus...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

  FEDERICO FAUTTILLI. ... di un inaccettabile scontro istituzionale su una questione reale, drammatica, che pone interrogativi seri, anche alla luce del dibattito che si sta svolgendo in Europa sul sistema delle quote.

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Fauttilli.

  FEDERICO FAUTTILLI. Onorevole Ministro, vogliamo sapere da lei quali iniziative sta mettendo in atto ed eventualmente le sue valutazioni sulla vicenda.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Grazie, Presidente. La ringrazio, onorevole Fauttilli, innanzitutto per il suo ottimismo, perché lei aggancia le polemiche di questi giorni esclusivamente al ballottaggio e, dunque, dovrebbero concludersi domenica o lunedì. Suppongo che così non sarà. Comunque, io apprezzo il suo ottimismo e spero che abbia ragione lei, ovviamente.
  Il punto a me pare di sostanza. Noi stiamo facendo un'importantissima battaglia, a livello europeo, per ottenere la relocation e poter consentire a tutti i Paesi d'Europa di accogliere i migranti che arrivano in Italia secondo un principio di equa distribuzione. Abbiamo già ottenuto, nel corso «dell'agenda Juncker», alcuni risultati. Li riteniamo un primo passo non soddisfacente e continueremo a batterci perché non ci sia un numero fisso, che in tutti i casi nella prima fase sia più alto di 24 mila in un biennio e che ci sia la possibilità di instaurare un meccanismo fisso di redistribuzione, in modo tale che alcuni Paesi del nord dell'Europa e del nord-est dell'Europa abbiano un carico di migranti equo rispetto alla loro popolazione, così come lo hanno Paesi del sud dell'Europa, quali l'Italia.
  Mentre noi facciamo questa battaglia, in Italia si apre un problema che è esattamente analogo a quello che noi stiamo ponendo in Europa: cioè, abbiamo regioni che, per la loro geografia – e mi riferisco, in primo luogo, alla Sicilia –, non possono spostarsi da lì e, dunque, nei porti di Augusta, Porto Empedocle, Pozzallo e in tanti altri porti della Sicilia sbarcano, avendo ciò un peso sulla popolazione locale, Pag. 36tanti migranti. Oltre a questo peso si pretende che alcune regioni del sud – Puglia, Calabria e Sicilia, in primo luogo – abbiano su di loro il peso totale dell'immigrazione, un grandissimo peso dell'immigrazione nel nostro Paese, incoerentemente rispetto alla battaglia che stiamo facendo in Europa.
  Questo ci sembra ingiusto e ci sembra anche contraddire la linea di indirizzo che, fin dal marzo 2011, con un accordo tra il Ministro Maroni e i presidenti delle regioni, si raggiunse e che portò ad un'equa distribuzione. Anche allora si generarono conflitti; anche allora ci furono delle resistenze dei governatori; anche allora ci furono delle resistenze di alcuni sindaci, ma poi prevalse il senso di responsabilità istituzionale.
  Noi non possiamo accettare che una questione mondiale diventi una questione meridionale. Non possiamo accettare che tutto questo avvenga per un canone di ingiustizia che è insopportabile.

  PRESIDENTE. L'onorevole Fauttilli, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare per due minuti.

  FEDERICO FAUTTILLI. Grazie, Presidente. Ministro, il mio era un auspicio di ottimismo, però speriamo che almeno si arrivi a toni più ragionevoli, più responsabili, tra i diversi rappresentanti delle istituzioni nazionali e regionali.
  Prendiamo atto delle sue precisazioni, che valutiamo sicuramente utili per affrontare meglio il problema generale dell'emergenza dell'immigrazione. Tuttavia, rimane grave il fatto che le posizioni assunte dai governatori regionali, che prima ricordavamo, abbiano determinato uno scontro istituzionale ed una sostanziale delegittimazione dei livelli decisionali che non ha riscontro, credo, nella storia dei rapporti tra lo Stato e le regioni.
  Il fatto è grave anche perché chi riveste importanti cariche istituzionali dovrebbe agire, riteniamo, sempre con senso di responsabilità nei momenti in cui il Paese si trova a dover fronteggiare emergenze che necessiterebbero, come ha spiegato lei, di maggiore coralità e cooperazione.
  Ma è altrettanto grave, onorevole Ministro, e non possiamo non sottolinearlo in questa occasione, la scelta dell'Unione europea, nonostante la precisazione della portavoce della Commissione di questa mattina, di rinviare l'attuazione del piano europeo delle quote per problemi connessi innanzitutto al rifiuto di alcuni Stati membri di accettarlo.
  Per questi motivi riteniamo che il Governo, consapevole dei disagi, delle insicurezze e delle paure, che possono tradursi in pericolosi riflessi sociali, si impegni al massimo per la realizzazione del piano quote europeo e per favorire, insieme a tutto il Parlamento, l'approvazione di una nuova legge sulla cittadinanza.

(Iniziative per sostenere l'impegno delle regioni meridionali con riferimento all'accoglienza dei migranti – n. 3-01528)

  PRESIDENTE. L'onorevole Pisicchio ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-01528, concernente iniziative per sostenere l'impegno delle regioni meridionali con riferimento all'accoglienza dei migranti (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  PINO PISICCHIO. Grazie, onorevole Presidente, onorevole Ministro, ancora migranti nel Mezzogiorno, dunque. L'Italia meridionale è da anni approdo di un flusso migratorio che ha assunto dimensioni ormai insostenibili, con stime per il futuro che variano da 500 mila a 750 mila nuovi arrivi. E il dramma della migrazione di intere popolazioni si abbatte, dunque, su regioni che scontano ancora un divario con il resto del Paese a causa di problemi strutturali che ancora non sono stati affrontati con un piano organico di rilancio. Tutto ciò premesso, io chiedo di sapere quali urgenti iniziative il Governo intenda assumere per sostenere lo sforzo umanitario delle regioni meridionali, considerando la possibilità anche di negoziare il ristoro dei costi sostenuti per l'accoglienza ai migranti, deducendoli dal contributo annuale italiano al bilancio dell'Unione europea.

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  PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'onorevole Pisicchio pone nuovamente la questione dello squilibrio all'interno dell'Unione europea nell'ambito del peso dell'accoglienza dei richiedenti asilo e pone una questione molto corretta. Noi abbiamo una strategia ben chiara e concreta a più livelli. Un punto essenziale è quello che riguarda la relocation, cioè affermare che, nel momento in cui vi è un diritto di libera circolazione europea, vi è un diritto di cittadinanza europeo, ci deve essere anche un diritto d'asilo europeo e ci deve essere la necessità da parte di tutti gli Stati, l'obbligo da parte di tutti gli Stati, di partecipare ad un meccanismo di equa distribuzione, che oggi rende beneficiaria l'Italia rispetto ad altri Paesi, ma che in un qualsiasi altro momento della storia potrebbe rendere altri Paesi nella necessità e nella condizione di dover chiedere quella solidarietà che oggi l'Italia chiede a loro. Questo è un punto importante. L'altro punto riguarda la politica del rimpatrio: noi dobbiamo distinguere chi scappa da guerre e da persecuzioni da chi è un migrante irregolare e dobbiamo avere la forza, non come l'Italia ma come Unione europea, di organizzare al meglio un sistema dei rimpatri, perché a poco sarà valso distinguere richiedenti asilo bisognosi di protezione umanitaria dai migranti irregolari, se poi non avremo la capacità di fare degli accordi di riammissione con i Paesi terzi del Mediterraneo tali da consentire il rimpatrio. Noi ne abbiamo fatti circa 15 mila lo scorso anno e bisogna andare avanti, perché questo è un pilastro dell'agenda Juncker. Altri due elementi sono: organizzazione dei campi profughi in Africa, per fare sì che lo screening, la distinzione tra migranti economici o irregolari e migranti che chiedono asilo, avvenga direttamente lì, così risparmieremmo i rimpatri, perché eviteremmo le partenze; l'altra questione è quella di base, ossia la questione libica, sulla quale noi vogliamo che la comunità internazionale assuma una decisione chiara e forte per stroncare i trafficanti di esseri umani. Lei chiede come elemento finale della sua domanda una nostra reazione nello scomputare i finanziamenti europei. Noi, invece, stiamo chiedendo e ottenendo che vi siano dei finanziamenti specifici dell'Unione europea ai Paesi come l'Italia che si stanno facendo particolarmente carico del flusso migratorio e proprio ieri l'altro ha ribadito la disponibilità dei primi 60 milioni di euro il commissario Avramopoulos, che ho incontrato al Viminale.

  PRESIDENTE. L'onorevole Pisicchio ha facoltà di replicare, per due minuti.

  PINO PISICCHIO. Grazie, onorevole Ministro, so che in lei è forte la consapevolezza, anche perché è un raro testimone del sud nella compagine governativa, di cosa stia significando per il Mezzogiorno questo impatto di proporzioni bibliche. Ma la questione è drammaticamente posta dall'evidenza dei numeri: 230 mila arrivati dall'anno scorso. Quanti siamo in grado ancora di ospitarne, fino a che punto saremo nelle condizioni di offrire un aiuto umanitario ? Gli egoismi del nord Europa – lo ricordava anche lei – oggi trovano eco nei dinieghi del nord del Paese, ma ci rendiamo conto di quale complessa problematica stiamo parlando ? Una bomba demografica che oggi travolge il sud italiano, ma non si ferma qui e punta dritto al cuore del nord opulento.
  Avremmo bisogno di un'iniziativa coraggiosa e multilaterale, un Piano Marshall per l'Africa, gestito, addirittura, dall'ONU, probabilmente. Non credo che l'Europa abbia messo a fuoco con adeguato nitore l'entità del fenomeno che abbiamo di fronte. Questa spinta imperiosa dal sud del mondo è una minaccia concreta a tutte le regole dell'Europa, paga della sua ricchezza, seppur declinante; una minaccia al suo welfare, alle sue case, alle sue scuole. Forse, far mancare un po’ di euro alla quota annuale per la partecipazione all'Unione europea può servire a scuotere Pag. 38l'Europa dal torpore in cui sembra entrata.

(Iniziative per un maggiore coinvolgimento dei Paesi dell'Unione europea nell'accoglienza dei migranti – n. 3-01529)

  PRESIDENTE. L'onorevole Tancredi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Tancredi e Dorina Bianchi n. 3-01529, concernente iniziative per un maggiore coinvolgimento dei Paesi dell'Unione europea nell'accoglienza dei migranti (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  PAOLO TANCREDI. Grazie, Presidente. La mia interrogazione è su argomenti già trattati nelle precedenti. Tra l'altro, questo question time viene il giorno dopo che due importanti organizzazioni mondiali, internazionali, come il commissario ONU per i profughi e l'Organizzazione internazionale per le migrazioni, danno dati importanti, che comunque già conoscevamo, che, però, dicono che non è solo l'Italia ad essere coinvolta in una grande emergenza umanitaria, ma vi è anche la Grecia, che, tra l'altro, vede un numero di sbarchi superiore a quello dell'anno precedente, al contrario dell'Italia.
  Il senso, comunque, dell'interrogazione è quello di fare il punto sull'attività del Governo rispetto al coinvolgimento dell'Unione europea, ma, più che dell'Unione europea, io dico, Presidente, dei Paesi membri, perché l'Unione europea, purtroppo, non ha ancora strumenti, non è investita con un'attribuzione precisa. L'obiettivo, sappiamo, è quello di superare l'Accordo di Dublino. Credo che il Governo stia facendo un'attività importante: sarei grato al Ministro se ci volesse fare il punto su questa attività.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ringrazio l'onorevole Tancredi per una precisazione che non è da poco, cioè il distinguo tra la Commissione e l'Unione europea e gli Stati membri. Noi abbiamo fatto dei passi avanti importanti, perché l'agenda della Commissione europea, per la prima volta, interviene su alcune questioni che per noi sono strategiche. Primo, rompe il muro di Dublino, perché il fatto che si cominci ad andare oltre la logica dei Paesi di primo ingresso sta a significare che Dublino è un muro, quello che recinta i Paesi di primo ingresso, che sta per crollare.
  Bisogna avere la forza e la tenacia per andare fino in fondo. Al tempo stesso, abbiamo ottenuto che l'Europa scendesse in mare. Voi ricorderete che, dopo la strage di Lampedusa, noi dovemmo fare Mare Nostrum a nostre spese, perché eravamo soli; poi è arrivata Frontex, poi Frontex ha ulteriormente rafforzato la propria presenza. Oggi possiamo anche dire che l'impegno di mettere una sezione operativa di Frontex in Italia, e specificamente in Sicilia, e specificamente a Catania, è un obiettivo raggiunto ed era tra gli obiettivi che avevamo.
  Ora vi è da migliorare quello che abbiamo già ottenuto a livello di Commissione europea, facendo un lavoro con i singoli Stati. Ma io vado oltre e dico che l'Europa è di fronte a un bivio decisivo della propria storia. Il bivio decisivo è quello tra essere solidale e responsabile o non essere, perché, se di fronte a questo dramma epocale, l'Europa non dovesse reggere la sfida e volesse, invece, perdere tempo o, addirittura, dare risposte negative, probabilmente il giudizio dei popoli europei sarebbe che l'Europa proprio non c’è.
  Ecco perché, in questo momento così delicato, noi dobbiamo ricordare che vi è uno squilibrio anche molto importante in Italia. Infatti, noi abbiamo 76 mila migranti distribuiti nel sistema di accoglienza con queste percentuali: 20 per cento in Sicilia, 11 per cento nel Lazio, 9 per cento in Lombardia, 7 per cento in Puglia e in Campania, 6 per cento in Calabria, Emilia-Romagna e Piemonte, 5 per cento in Pag. 39Toscana, 4 per cento in Veneto, 3 per cento nelle Marche, in Sardegna e in Friuli-Venezia Giulia, 2 per cento in Liguria, Molise, Umbria e Abruzzo, 1 per cento in Basilicata e Trentino-Alto Adige, mentre in Valle d'Aosta sono ospitati 62 migranti. Questo è uno squilibrio che, al pari di quello che chiediamo di colmare in Europa, speriamo venga colmato in Italia.

  PRESIDENTE. L'onorevole Tancredi ha facoltà di replicare per due minuti.

  PAOLO TANCREDI. Presidente, prenderò meno di due minuti, perché sono pienamente soddisfatto della risposta del Ministro. D'altronde, le cifre fanno giustizia di polemiche strumentali che possono agire su una tragedia così grande e su un problema epocale, che riguarderà i Paesi europei per i prossimi anni.
  Così come possono far giustizia anche dello sforzo enorme che stanno facendo il Governo italiano e il Ministro Alfano per coinvolgere l'Europa su un argomento su cui l'Europa non è obbligata dai Trattati, non ha un'attribuzione precisa. Quindi, c’è uno sforzo da fare con i Paesi membri importante, ma è un problema di cui sicuramente l'Europa dovrà farsi carico perché ne va del suo destino nei rapporti con l'Africa e il Nord Africa, con gli Stati vicini, ma anche con il governo delle proprie realtà sociali ed economiche.
  Quindi, da questo punto di vista, ringrazio il Ministro Alfano per aver fatto chiarezza su questo.
  Credo che l'obiettivo, Ministro, sia quello, alla lunga, di inserire nei Trattati precise attribuzioni all'Unione e anche precise dotazioni per gestire questo epocale problema.

(Elementi ed iniziative in ordine ad un progetto di riorganizzazione dei commissariati di pubblica sicurezza di Roma – n. 3-01530)

  PRESIDENTE. L'onorevole Dambruoso ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01530, concernente elementi ed iniziative in ordine ad un progetto di riorganizzazione dei commissariati di pubblica sicurezza di Roma (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  STEFANO DAMBRUOSO. Grazie Presidente e grazie signor Ministro. Onorevole Ministro, negli ultimi mesi, diversi organi di stampa hanno riportato la notizia di un'imminente chiusura per esigenze di risparmio dell'amministrazione, spending review, di almeno sei commissariati della capitale (Porta Pia, Trastevere, Torpignattara, Appio Nuovo, Monte Mario e Villa Glori) e l'accorpamento in strutture più grandi di quelli di Monteverde, San Lorenzo, Porta Maggiore, San Giovanni, Prati e Vescovio.
  Queste misure, unite al blocco del turn over e alla situazione ormai cronica di carenze di organico, rende sempre più difficile la gestione della pubblica sicurezza da parte degli operatori delle forze dell'ordine che prestano servizio nella capitale.
  Le chiedo quali iniziative intenda adottare per evitare la chiusura di questi importanti presidi siti in quartieri strategici per la sicurezza della città di Roma.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, premetto che da tempo le forze di polizia stanno lavorando per riorganizzare i propri servizi e per riorganizzare la propria presenza sul territorio, per dare maggiore efficienza a minore costo. Questo è l'obiettivo di fondo. Quindi, da tempo, sono allo studio delle ipotesi e, in primo luogo, come primo criterio di studio, le suggerisco di valutarlo, perché è quello che noi stiamo facendo, vi è quello del privilegio alle aree ove vi sono maggiori esigenze di sicurezza, specie nelle periferie; quindi, questo sarà un primo elemento di valutazione.Pag. 40
  Il secondo elemento sarà quello di approfittare della disponibilità data dal comune di Roma degli immobili offerti che potrebbero consentire un miglioramento dei luoghi di lavoro con una riduzione degli oneri per le locazioni.
  L'altro aspetto è quello di aumentare la presenza di pattuglie sul territorio mediante un progetto di razionalizzazione del loro impiego. Quindi, lo scopo è quello di non avere un uomo in meno per le strade e raggiungere, assicurare, come risultato, l'efficientamento di tutta la macchina, senza che a soffrire sia la qualità del prodotto sicurezza che verrà accresciuta da una migliore e più adeguata rispondenza alle esigenze della città, sia dal punto di vista di effettiva prossimità al cittadino, sia dal punto di vista della presenza degli uomini nelle strade.
  Per quanto poi riguarda l'altro aspetto evidenziato nell'interrogazione, cioè l'aggregazione temporanea a Milano di personale della questura di Roma per l'esigenza di sicurezza di EXPO, preciso che, al momento, il trasferimento ha interessato solo sei unità, di cui quattro per il periodo dal 22 maggio al 31 ottobre, e due per il periodo dal 25 maggio al 31 luglio, a cui si aggiunge un'ulteriore unità della direzione centrale anticrimine della polizia di Stato. È, dunque, fuori dubbio che l'esiguità del numero degli operatori coinvolti non incide in alcun modo sull'efficacia e sulla funzionalità dei servizi di polizia nella città di Roma.

  PRESIDENTE. L'onorevole Dambruoso ha facoltà di replicare, per due minuti.

  STEFANO DAMBRUOSO. La ringrazio per la risposta, signor Ministro, la ringrazio anche per la partecipazione che sono certo lei vorrà mettere nel seguire il raggiungimento degli obiettivi che ci ha rappresentato.
  Le esigenze di una capitale come quella romana, quelle della nostra città, sono esigenze che devono essere considerate con tutta la loro gravità, proprio perché i cittadini di una metropoli hanno aspettative anche maggiori di sicurezza rispetto a quelle ordinarie di cittadini di luoghi magari più piccoli in termini di grandezza fisica, ma che consentono un controllo del territorio più adeguato rispetto, appunto, alla percezione di sicurezza che i cittadini devono avere.
  Per cui la ringrazio sia per la risposta che per l'attenzione che vorrà porre ad un suo raggiungimento.

(Intendimenti del Governo in merito alla sospensione o alla revoca degli affidamenti di servizi relativi alla gestione dei migranti, con particolare riferimento al centro di accoglienza per richiedenti asilo di Mineo – n. 3-01531)

  PRESIDENTE. L'onorevole Allasia ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Fedriga ed altri n. 3-01531, concernente intendimenti del Governo in merito alla sospensione o alla revoca degli affidamenti di servizi relativi alla gestione dei migranti, con particolare riferimento al centro di accoglienza per richiedenti asilo di Mineo (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

  STEFANO ALLASIA. Grazie Presidente. L'interrogazione è nell'ambito più ampio dell'inchiesta nota come «mafia capitale». Giuseppe Castiglione, sottosegretario per le politiche agricole, alimentari e forestali – anche se non è nel suo Dicastero, penso che lo conosca bene –, iscritto al partito del Nuovo Centrodestra, risulta indagato per turbativa d'asta.
  L'indagine a carico di Castiglione porta a cinque il numero di sottosegretari del Governo raggiunti da avviso di garanzia, più la notizia di oggi della richiesta d'arresto per il senatore Azzollini, che è proprio del suo partito, signor Ministro.
  Già nel 1999 Castiglione era stato arrestato nell'inchiesta delle tangenti per la costruzione del nuovo ospedale, però c’è da dire che poi è stato assolto. L'inchiesta su «mafia capitale» sta portando in evidenza un vasto, radicato e cinico intreccio Pag. 41di interessi sviluppatosi sulla gestione dei migranti, definito un business più redditizio della droga.
  Quello che ci preoccupa maggiormente è che sulle coste meridionali del Mediterraneo stazionerebbero ormai tra i 450 mila ed i 500 mila migranti in attesa di imbarcarsi verso le sponde italiane.

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Allasia.

  STEFANO ALLASIA. A nostro avviso, sarebbe opportuno che il sottosegretario Castiglione rassegnasse le proprie dimissioni dal Governo, anche allo scopo di dissipare la sussistenza di eventuali conflitti d'interesse, per evitare il rischio...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Allasia.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, onorevole Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'interrogazione, al di là delle considerazioni politiche dell'interrogante, verte essenzialmente sulla necessità di intervenire riguardo agli affidamenti già disposti in materia di accoglienza dei richiedenti asilo, in particolare su quello relativo al CARA di Mineo. L'occasione fornita da questa interrogazione è utile anche per evidenziare una serie di elementi che a molti sono sfuggiti. Ovviamente saranno sfuggiti certamente in buona fede.
  Andiamo con ordine. La vicenda nasce nel 2011. Fu dichiarato lo stato di emergenza migratoria e fu indicato soggetto attuatore per la gestione del CARA di Mineo il presidente della provincia di Catania. Il Ministro dell'interno era Roberto Maroni.
  Solo dopo la chiusura dell'emergenza del Nord Africa, la prefettura del capoluogo etneo fu autorizzata, sulla base di un'ordinanza di protezione civile del 28 dicembre 2012, a stipulare una convenzione con un consorzio dei comuni del calatino per garantire la continuità dell'accoglienza. Il Ministro dell'interno era Annamaria Cancellieri.
  Dunque, è lo stesso consorzio che in qualità di stazione appaltante – è stazione appaltante – ha svolto la gara per l'individuazione del soggetto gestore, sicché il Ministero dell'interno, né durante l'emergenza migratoria né dopo, ha mai avuto un ruolo nella gestione degli appalti relativi alla struttura in questione. Anzi di più: l'articolo 5 della convenzione sottoscritta tra il prefetto di Catania e il consorzio esclude qualunque responsabilità della prefettura catanese anche nei confronti di terzi. Ed è infatti al consorzio che a febbraio scorso si rivolge l'Autorità anticorruzione, rilevando profili di illegittimità sulla gara di affidamento.
  Dopo circa tre mesi il consorzio, in risposta all'Anac che aveva ribadito i propri rilievi, ha confermato l'aggiudicazione, non considerandosi – il consorzio – vincolato all'atto negativo dell'Anac.
  A quel punto – siamo al 27 maggio – il presidente Cantone mi ha informato della risposta fornitagli dal consorzio e io immediatamente ho chiesto riscontro al prefetto di Catania circa le attività effettuate in base – badate bene – alle direttive generali, emanate ben prima di questa tranche della vicenda e subito dopo i primi esiti dell'inchiesta «mafia capitale». Si tratta di atti di indirizzo che sollecitano i prefetti a potenziare il sistema dei controlli gestionali, contabili e finanziari delle strutture e dei servizi dei centri governativi per immigrati.
  Risulta evidente da questa ricostruzione come non sussistano in capo a nessun organo del Ministero dell'interno – vado dunque alla vostra domanda – poteri di revoca degli affidamenti, di cui si pretenderebbe oggi l'esercizio.
  Dell'impegno di trasparenza in questo settore è testimonianza anche il nuovo regolamento che disciplina la gestione dei CARA e che è stato adottato a gennaio di quest'anno, in cui si ribadisce che la scelta del soggetto gestore da parte delle prefetture deve avvenire secondo i principi che Pag. 42presiedono le procedure di affidamento previste dal codice dei contratti pubblici.
  Continueremo, dunque, a vigilare con la più rigorosa attenzione, nella consapevolezza che anche le più piccole irregolarità che dovessero emergere verranno colpite, ma nulla autorizza a conclusioni sommarie, né tantomeno genericamente accusatorie.

  PRESIDENTE. L'onorevole Allasia ha facoltà di replicare, per due minuti.

  STEFANO ALLASIA. Grazie Presidente, sono assolutamente insoddisfatto della risposta e ricordo allo stesso Ministro che, mentre Maroni era Ministro dell'interno, proprio lei era Ministro della giustizia nello stesso Governo.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Infatti io non ho cambiato idea !

  STEFANO ALLASIA. Pertanto, bisogna essere corretti da ambo i lati nelle risposte. Ma quello che noi chiediamo e continuiamo a ribadire è che il CARA di Mineo non deve essere solo vigilato, ma l'appalto deve essere revocato.
  Ho piacere, inoltre, di partecipare quasi come ultimo al presente question time avendo sentito le risposte ai vari colleghi. In esse c'erano una serie di discrasie, soprattutto in ambito numerico. Sarà un bravo avvocato, ma in matematica dovrebbe prendere 3 oppure dovrebbe rivedersi chi le dà le informazioni. Infatti, a mio avviso, o lei sta mentendo o è il prefetto di Torino che mente. Infatti, per ogni 5 mila sbarchi sul territorio nazionale, in Piemonte ne arrivano 800, che fa il 15 per cento.
  Perciò, visto il disequilibrio che c’è in Italia di immigrati sul territorio nazionale, dovrebbe un po’ rivedere le percentuali. E soprattutto sulle «mancette» che prende dall'Europa, i 60 milioni di euro che dovrebbero arrivare, io le ricordo che servono esclusivamente a trattare circa 5 mila immigrati.
  E ulteriormente vorrei capire perché quando ci sono dibattiti pubblici non specificate dove vanno realmente a finire tutti gli immigrati. Infatti, su 150 mila immigrati circa o 180 mila che sono arrivati nel 2014, lei conta oggi 15 mila rimpatri. Ma gli altri dove sono, sul nostro territorio o sono scappati come qualcuno ha già detto ? Infatti, tanti prefetti hanno ribadito che non riuscite a mantenerli nelle strutture. Perciò, dovrebbe rendersi conto della situazione, dimettersi lei stesso e far dimettere il sottosegretario Castiglione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini).

(Iniziative volte a garantire il rispetto da parte delle amministrazioni locali delle vigenti normative in materia di appalti relativi al sistema di gestione dell'accoglienza e dell'assistenza ai migranti – n. 3-01532)

  PRESIDENTE. L'onorevole Rampelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01532, concernente iniziative volte a garantire il rispetto da parte delle amministrazioni locali delle vigenti normative in materia di appalti relativi al sistema di gestione dell'accoglienza e dell'assistenza ai migranti (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.
  Colleghi della Lega, vi pregherei di abbassare il tono della voce. Prego, onorevole Rampelli.

  FABIO RAMPELLI. Presidente, Ministro Alfano, oltre un anno fa gli ispettori della Ragioneria generale dello Stato evidenziavano come gli affidamenti e le proroghe senza gara pubblica alle cooperative, ora incriminate per «Mafia capitale», fossero avvenuti in violazione della legge.
  In diciotto mesi il sindaco di Roma, Ignazio Marino, da notizie provenienti da un accesso agli atti, quindi notizie ufficiali, effettuato da Fratelli d'Italia, ha fatto solo per l'1 per cento gare pubbliche su 221 milioni di euro di spesa sociale.
  Vorremmo sapere in che modo lei e il Presidente del Consiglio Renzi intendiate agire per impedire che il sindaco Marino Pag. 43faccia altri regali ad altre cooperative, rosse o bianche non importa, come accaduto fin qui.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Grazie Presidente, l'onorevole Rampelli, sollecita iniziative per contrastare più efficacemente la violazione delle normative sui contratti pubblici e, al riguardo, come ha ricordato, dopo i provvedimenti restrittivi disposti il 28 novembre 2014 nell'ambito dell'inchiesta nota come «Mafia capitale», le ulteriori indagini coordinate dalla procura della Repubblica hanno consentito di ricostruire altri episodi di corruzione e turbativa d'asta verificatisi nella gestione delle procedure di gara dell'amministrazione capitolina e della regione Lazio.
  Sulla scorta degli elementi di prova acquisiti, lo scorso 29 maggio è stata emessa un'ulteriore ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di 44 persone. Tali provvedimenti restrittivi riguardano, tra gli altri, quattro membri dell'assemblea capitolina e un consigliere regionale, nei confronti dei quali la prefettura di Roma ha già svolto i necessari adempimenti finalizzati alla loro sospensione.
  Peraltro, nella seduta di ieri, la citata assemblea ha provveduto alla sospensione e alla contestuale sostituzione dei quattro consiglieri coinvolti. In seguito alla prima delle due ordinanze cautelari, la prefettura ha disposto l'invio della commissione di accesso finalizzata a verificare, ai sensi del Testo unico degli enti locali, l'esistenza di condizionamenti mafiosi nel comune di Roma.
  La commissione, il cui mandato è stato prorogato di altri tre mesi, rassegnerà le proprie conclusioni il prossimo 16 giugno. Informo, inoltre, che, in base alle prime risultanze dell'attività di indagine, il prefetto, su proposta del presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, ha disposto le apposite misure di commissariamento previste dall'articolo 32 del decreto-legge n. 90 del 2014 nei confronti di due ditte coinvolte.
  Tale iniziativa conferma la linea collaborativa dell'amministrazione dell'interno con l'Anac che vede le prefetture agire nel ruolo di terminale territoriale delle politiche anticorruzione proprio nel settore degli appalti pubblici. Come precisato in risposta all'interrogazione dell'onorevole Fedriga, posso assicurare che la prefettura di Roma, al pari delle altre prefetture, svolge una costante attività di controllo sulla corretta esecuzione degli appalti per la gestione dei centri di accoglienza per i richiedenti asilo, verificando anche la qualità dei servizi resi.

  PRESIDENTE. L'onorevole Rampelli ha facoltà di replicare per due minuti.

  FABIO RAMPELLI. La risposta, Ministro Alfano, è del tutto insoddisfacente. Le spiego anche perché: ci sono delle responsabilità che ci mettono nelle condizioni di ritenere che lei sia colpevole, insieme al sindaco Marino, per una serie di anomalie che poi si sono delineate anche per i comportamenti delittuosi che sono sotto gli occhi della magistratura.
  Ma vorrei ricordare che il suo Ministero ha autorizzato la richiesta di deroga all'articolo 5 del decreto ministeriale con cui la capitale d'Italia avrebbe avuto in assegnazione 250 rifugiati. Questa richiesta è stata fatta pervenire al suo Ministero, non al Ministero di qualcun altro, dal sindaco Marino e penso che lei ha ben saputo sin dall'origine la condizione di saturazione della capitale d'Italia, in modo particolare delle sue periferie, come peraltro si è dimostrato anche con i fatti di Tor Sapienza e con ulteriori altri incidenti che hanno attraversato la capitale d'Italia e comunque messo in pericolo la sicurezza soprattutto delle fasce sociali più deboli e delle zone della città meno protette.
  Penso che la coincidenza del tutto anomala stia nel fatto che la richiesta di avere il maggior numero di rifugiati voluta da Ignazio Marino corrisponde perfettamente con l'analoga richiesta indirizzata dal principale imputato dell'inchiesta «Mafia Pag. 44capitale», tal Luca Odevaine, il quale per l'appunto diceva che c'era bisogno di incrementare il numero – in buona sostanza questo il succo – dei rifugiati stessi.
  Quindi, questa sorta di coincidenza di percorsi fa scaturire una responsabilità politica oggettiva da parte sua e da parte del sindaco Marino di cui pagano le conseguenze i cittadini della capitale d'Italia e potrebbe – concludo – pagarne le conseguenze anche l'immagine dell'Italia stessa e della sua capitale nel mondo nel caso in cui ci fosse un commissariamento irresponsabile dovuto alla non volontà del sindaco Marino di rassegnare spontaneamente le sue dimissioni per manifesto fallimento.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 16,15.

  La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 16,15.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Artini, Boccia, Michele Bordo, Caparini, Catania, De Menech, Dellai, Di Lello, Ferranti, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Merlo, Meta, Nicoletti, Pisicchio, Polverini, Realacci, Sanga, Schullian, Tabacci, Valeria Valente e Vignaroli sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centotré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Nel novantunesimo anniversario dell'assassinio di Giacomo Matteotti (ore 16,17).

  PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lei, l'intera Assemblea ed il rappresentante del Governo). Care colleghe, cari colleghi, un attimo di attenzione, per favore.
  Care colleghe e cari colleghi, oggi ricorre il novantunesimo anniversario dell'assassinio di Giacomo Matteotti. Eletto deputato nel 1919, nel 1921 e nel 1924, rappresentante di un socialismo riformista, maturato a diretto contatto con le dure condizioni di vita dei lavoratori del Polesine, Giacomo Matteotti fu, soprattutto, un convinto e inflessibile antifascista (Applausi).
  Ricordarne la figura in quest'Aula è importante, non soltanto perché essa rappresenta il cuore della democrazia, ma anche perché la vicenda politica e umana di Giacomo Matteotti è proprio a questo luogo indissolubilmente legata: fu qui, infatti, che il 30 maggio 1924, egli pronunciò un coraggioso atto d'accusa contro lo squadrismo fascista, denunciandone le illegalità e le sopraffazioni. Rispetto a una parte intimidita e disorientata del Paese, Matteotti diede voce alle forme di indignazione di quanti non intendevano rassegnarsi alla violenza e alla negazione dei diritti.
  Aggredito e rapito da sicari fascisti, il suo cadavere fu ritrovato due mesi più tardi. Fu subito chiaro a molti che la brutale aggressione al deputato socialista fosse un attacco frontale all'istituzione parlamentare, segno premonitore della totale demolizione delle libertà civili e politiche che avrebbe segnato, per un lungo periodo e in modo indelebile, la storia del nostro Paese.
  «Uccidete me, ma l'idea che è in me non l'ucciderete mai» (Applausi): sono queste le parole che, secondo la testimonianza di uno dei suoi aguzzini, Giacomo Matteotti ebbe la forza di pronunciare prima di essere assassinato. È proprio da queste parole che emergono la sua grandezza e dignità, la sua intransigenza morale, la ricchezza ideale del suo pensiero e, soprattutto – soprattutto – la nobiltà di un certo modo di fare politica. Di questa passione civile e ideale abbiamo, ancora oggi, soprattutto oggi, direi, molto bisogno. Pag. 45Ciò perché, se è vero che diverso è il contesto e diverse sono le questioni che dobbiamo affrontare nel nostro presente, è altrettanto vero che la nostra società è costantemente messa alla prova da nuove sfide: sul piano dei diritti, della solidarietà e della giustizia sociale innanzitutto.
  Oggi, come allora, la politica deve potersi ispirare a un patrimonio di valori e di ideali forti, che è necessario preservare, coltivare e tramandare alle giovani generazioni.
  Alla signora Francesca Laura Wronowska, nipote di Giacomo Matteotti, che oggi ci onora della sua presenza in quest'Aula e che si trova nelle tribune (Vivi applausi), rivolgo un cordiale benvenuto e i sentimenti della solidarietà mia e di tutta la Camera dei deputati (Generali applausi, ai quali si associa il rappresentante del Governo).
  Ora, colleghi, ci sono degli interventi sulla commemorazione di Giacomo Matteotti.
  Ha chiesto di parlare il deputato Epifani. Ne ha facoltà.

  ETTORE GUGLIELMO EPIFANI. Signora Presidente, signora Laura, care colleghe e cari colleghi, 91 anni fa, esattamente in quest'ora, Giacomo Matteotti veniva rapito e ucciso, mentre il suo corpo sarà trovato esattamente alla metà del mese di agosto. Da quel momento Matteotti divenne uno dei grandi martiri della libertà e della democrazia del nostro Paese.
  Pochi giorni prima, come lei ha ricordato, proprio da questi scranni Matteotti aveva pronunciato un durissimo atto di accusa verso il fascismo e le violenze che avevano segnato l'elezione di due mesi prima. Quell'atto d'accusa, a pensarci bene, fu innanzitutto un grande atto di fede verso la funzione del Parlamento, malgrado, o meglio, proprio in ragione del fatto che la grande maggioranza parlamentare di quel Parlamento era espressione di quelle forze che avevano alimentato quel clima di violenza e di intimidazione.
  L'omicidio rappresentò la prima grande crisi del nascente regime fascista e, purtroppo, l'ultima occasione per provare a fermare quella deriva morale, civile e istituzionale che ci avrebbe consegnato, fino al suo tragico epilogo, un ventennio di dittatura. Fu un'occasione persa, come sappiamo, per le responsabilità, le complicità, l'ignavia di troppi e anche per le divisioni e la debolezza di chi provò a fermarla, senza riuscirci, stando dalla parte giusta a quella deriva.
  Il discorso di Mussolini del 3 gennaio dell'anno seguente e le decisioni contro le libertà che vennero prese quel giorno, a partire dalla libertà di stampa, segnarono la fine di quella speranza.
  Matteotti era parlamentare da tre legislature, eletto per la prima volta nel suo Polesine nel 1919. Era un pacifista durante la guerra di Libia, neutralista durante la Prima guerra mondiale, uomo vicino al mondo del lavoro e alle lotte dei lavoratori, socialista riformista e intransigente, di forti principi morali. Ebbe un grande atto di fede con la sua spezzata vita a soli 39 anni nei confronti della libertà e della democrazia, quella fede a cui tutto il Partito Democratico, ancora oggi, ancora una volta, rende omaggio e che, attraverso tante prove durissime, ci avrebbe portato alla rinascita del Paese, a una Costituzione democratica, a questo Parlamento della Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Businarolo. Ne ha facoltà.

  FRANCESCA BUSINAROLO. Signora Presidente, oggi a distanza di quasi un secolo dalla sua morte ricordiamo una figura, quella di Giacomo Matteotti, emblema di intransigenza e di coerenza verso gli ideali di libertà e democrazia; un uomo di grande rigore morale, che non ebbe il timore in pieno regime fascista di sostenere che il miglioramento delle condizioni economiche e finanziarie dell'Italia, che stava lentamente riprendendosi dalla guerra, era dovuto non all'azione fascista, ma alle vive energie della gente; un uomo che ha creduto fortemente nelle potenzialità degli italiani e nel loro ruolo essenziale Pag. 46nella legittimazione della classe politica e che ha pagato con la vita la libertà di pensiero e l'amore per la democrazia e il rigore delle sue posizioni.
  Ricordiamo quando Matteotti, contestando le elezioni del 1924, vinte dai fascisti in maniera a dir poco discutibile, affermò che «Nessun elettore italiano si è trovato libero di decidere con la sua volontà».
  «Vi è una milizia armata – diceva – composta da cittadini di un solo partito, la quale ha il compito dichiarato di sostenere un determinato Governo con la forza, anche se ad esso il consenso mancasse».
  Oggi non ci sono milizie armate, almeno non armate nel senso letterale del termine, ma poteri economici sì, e c’è un Governo senza consenso. Matteotti, da politico di qualità, aveva una visione e aveva visto giusto. Aveva portato in Parlamento una cosa che al Governo faceva paura: un'opposizione degna di questo nome, e non faceva sconti a nessuno, né a destra né a sinistra. Matteotti incitava una resistenza sia alla destra sia alla sinistra, perché, secondo lui, complice involontario del fascismo è il comunismo: la violenza e la dittatura predicata dall'uno diviene il pretesto e la giustificazione della violenza e della dittatura in atto dell'altro.
  Concludo con queste parole di un'attualità disarmante. Vogliamo ricordare oggi Matteotti e in sua memoria rinnovare la promessa fatta agli italiani con la nostra elezione del 2013. Il MoVimento 5 Stelle è stato e sarà intransigente con il Governo, con la maggioranza parlamentare e con tutta quella classe politica che calpesta i diritti dei cittadini italiani. Saremo intransigenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rocco Palese. Prego, ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signora Presidente, la ringrazio a nome del gruppo di Forza Italia per aver previsto questo momento di ricordo e di commemorazione di un grande uomo, di Giacomo Matteotti.
  Guardiamo Matteotti oggi: cosa ci insegna ? La sincerità della denuncia fino al sacrificio della propria vita; ci insegna l'amore alla democrazia portato allo spasimo. Il suo assassinio mostra il carattere infame di ogni dittatura. Anche quella che sembra risolvere dei problemi, alla fine comporta prezzi inaccettabili, uno sfregio all'umanità intollerabile.
  In proiezione, però, c’è una doppia speranza. La prima, è che l'uomo sa emanciparsi dalla paura. Per fortuna esistono testimoni della libertà e Giacomo Matteotti è un grande testimone della libertà, un grandissimo, che ha pagato con la sua vita, come è stato ricordato e come la storia ricorda. Non c’è dubbio che è l'esempio più lampante, uno degli esempi più pregnanti, soprattutto per le nuove generazioni.
  La seconda è che un insegnamento di libertà e martirio può rimanere anche occultato e apparentemente inutile per anni, per decenni, e poi dare frutti, fiorire nella libertà, una libertà, signora Presidente, che deve essere tutelata e, forse, completamente compiuta ancora nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cicchitto. Prego, ne ha facoltà.

  FABRIZIO CICCHITTO. Signora Presidente, onorevoli colleghi, Giacomo Matteotti fu una figura originale e singolare e questa originalità fu colta anche da osservatori come Piero Gobetti e Gaetano Salvemini. Da un lato, egli era un riformista turatiano, in polemica molto forte con i massimalisti e i comunisti dell'epoca; però, contemporaneamente, era un riformista intransigente, sia nelle lotte sociali che avvennero in quegli anni nel Polesine sia, successivamente, nella lotta al fascismo. Questa intransigenza la riversò anche a tendenze collaborative che esistevano nel mondo liberale cattolico e nello stesso mondo socialista riformista dei Baldesi e dei D'Aragona.
  Quando pronunciò il discorso che lei ha evocato, il 30 maggio, non a caso disse: Pag. 47«e adesso preparatevi a fare la mia commemorazione», perché quel discorso era dirompente rispetto a tutte le tendenze che erano in atto di un certo appeasement tra chi aveva vinto e chi aveva perso e si preparava ad un compromesso. Lui fu colpito proprio perché era contro ogni compromesso nei confronti della dittatura fascista.
  Quindi, una figura singolarissima, perché non era un massimalista, non era un comunista, era un riformista, ma era anche in una posizione di netta distinzione rispetto alle tendenze collaborative che emergevano in una parte almeno del mondo sindacale e politico. Probabilmente, proprio per questo fu colpito e ucciso. Lo dobbiamo quindi ricordare nella sua originalità, per la storia significativa di un italiano che era contro la dittatura, contro il massimalismo e anche contro il trasformismo (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signora Presidente, signora Laura, Giacomo Matteotti, era un socialista soprannominato dai suoi compagni «Tempesta», perché il suo carattere battagliero e intransigente era tempestoso nella difesa del proletariato dei suoi tempi e nella denuncia delle violenze fasciste.
  Le elezioni del 1924 si fecero con la «legge Acerbo», che introdusse un sistema elettorale maggioritario, peraltro evocato qualche settimana fa anche in questa Aula a proposito della nuova legge elettorale vigente in Italia. Brogli, violenze e intimidazioni accompagnarono quelle elezioni. Giacomo Matteotti fu forte, intransigente e particolarmente efficace nella denuncia di quel clima intimidatorio. Il suo intervento il 30 maggio in quest'Aula fu praticamente la sua condanna a morte da parte dei fascisti e, quando il 10 giugno del 1924, uscì di casa per venire qui alla Camera, fu rapito, aggredito e poi ucciso a coltellate. Peraltro, l'11 giugno aveva preannunciato un intervento su una maxi tangente del gruppo americano Sinclair Oil, controllata dalla allora più grande compagnia del petrolio, la Standard Oil, che aveva versato al partito fascista una maxi tangente in cambio della concessione per la ricerca e lo sfruttamento dei giacimenti eventualmente scoperti in Italia. Nella borsa mai ritrovata di Giacomo Matteotti era contenuta tutta la documentazione su quello scandalo.
  Nel momento in cui anche oggi c’è chi infanga la politica intascando mazzette, vogliamo evidenziare l'esempio di chi, come Matteotti, combatteva il fascismo e anche il malaffare. Matteotti fu assassinato perché fu anche lasciato solo da chi allora doveva difendere lo Statuto e il Parlamento, a partire dalla monarchia e dal potere economico, che invece foraggiò l'avvento del fascismo.
  Noi non dimentichiamo quello che disse Piero Gobetti commentando, con un memorabile articolo, l'assassinio di Giacomo Matteotti. Il fascismo, disse Gobetti, fu l'autobiografia della nazione, una brutta autobiografia da cui siamo usciti grazie al sacrificio dei ragazzi, della Resistenza, della Costituzione e dell'avvento della Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rabino. Ne ha facoltà.

  MARIANO RABINO. Signora Presidente, onorevoli colleghi, nel ricordare oggi in questa Aula la figura e l'opera di Giacomo Matteotti, commemoriamo la straordinaria testimonianza di passione civile e di coraggio di un uomo che ha dedicato se stesso al nostro Paese, divenendo il leader più credibile e convincente dell'antifascismo.
  Il nome di Giacomo Matteotti rappresenta la più alta e nobile difesa delle istituzioni che l'Aula di Montecitorio abbia mai vissuto nella sua storia e l'uomo il cui pensiero e azione si fusero alla perfezione, denunciando, attraverso le parole e i fatti, l'illegalità elettorale fascista e la rivendicazione della libera espressione della sovranità popolare.
  Giovane sensibile, appartenente ad una famiglia originaria di un paesino del Trentino, Pag. 48nella Val di Pejo, forgiato politicamente nel vivo della base socialista, a diretto contatto con le masse contadine, e simultaneamente capace di accrescere la sua formazione attraverso i suoi viaggi in Francia, Germania, Belgio e Inghilterra, che gli diedero la possibilità di entrare in contatto con le frange più elevate di organizzazione del movimento operaio e di interpretare la coscienza socialista in chiave europea.
  Matteotti fu studioso di diritto, di diritto penale prima e di pubblica finanza poi. Fu organizzatore di leghe bracciantili per il collocamento della manodopera in una zona d'Italia devastata dalla miseria, dalle malattie, dalla migrazione, dalla prepotenza degli agrari.
  Fu amministratore delle pubbliche cose nei comuni e nella provincia del suo Polesine, fu uomo di partito, combattivo e coraggioso, fu deputato per ben tre legislature, la terza delle quali, come è stato ricordato, finì anticipatamente e traumaticamente perché ucciso.
  È importante commemorare, prima di tutto, un uomo che con la sua personalità e il suo coraggio non passò inosservato al regime fascista. Fu un uomo scomodo, come scomodo era il coraggio di denunciare più volte le compromissioni affaristiche dell'epoca da parte del Governo e anche da parte della Corona nelle concessioni petrolifere, è stato ricordato, e i suoi richiami alla rigorosa rendicontazione dei bilanci pubblici.
  Nonostante i tentativi del regime di scaricare la responsabilità della sua tragica fine su una squadra troppo zelante, l'assassinio di Matteotti rappresentò di fatto un monito alle opposizioni parlamentari e ai fiancheggiatori moderati del regime: la dialettica parlamentare non si sarebbe dovuta accompagnare all'azione.
  Queste sono le motivazioni minime, signora Presidente, che ci spingono oggi a commemorare un uomo esemplare dalla personalità poliedrica, che seppe offrire tutto sé stesso al popolo italiano e alla sua aspirazione a diventare un popolo europeo (Applausi dei deputati del gruppo di Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Signora Presidente, onorevoli colleghi, oggi ricorrono 91 anni dalla morte di Giacomo Matteotti, avvenuta il 10 giugno del 1924, rapito e ucciso per mano fascista. Malgrado sia trascorso tanto tempo, è di fondamentale importanza continuare a rammentare a noi stessi e principalmente alle giovani generazioni che è stato anche grazie al sacrificio di uomini come Matteotti che i principi di libertà, giustizia e uguaglianza si sono potuti affermare e la Repubblica è venuta alla luce, dopo la dittatura fascista e la tragedia della seconda guerra mondiale.
  Come avviene per la tragedia dell'Olocausto, per cui il 27 gennaio di ogni anno si commemorano le vittime del nazismo, insieme a tutti coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati, non dobbiamo consegnare solamente ad uno sporadico ricordo il sacrificio di un uomo come Giacomo Matteotti, il quale pagò con la morte il suo implacabile atto di accusa contro la soppressione della libertà e della legalità democratica. Fu infatti nella seduta del 30 maggio del 1924 in cui si discuteva la proposta avanzata dalla Giunta delle elezioni di convalidare in blocco gli eletti della maggioranza, che Matteotti ebbe il coraggio di denunciare le illegalità commesse dai fascisti e dagli organi di Governo durante la campagna elettorale ben consapevole che avrebbe pagato con la vita questa sua denuncia. Fu un reale riformista, convinto che bisogna costantemente aggiornare le proprie idee nel confronto con l'esperienza, perché solo così un partito riesce a dare risposte adeguate alle istanze che provengono dalla società.
  Matteotti nel 1919 fu eletto deputato, era un perfetto sconosciuto, ma in breve tempo riuscì a distinguersi per l'impegno nel lavoro, nella cultura e nella competenza. Da uomo forte delle proprie idee, spesso ripeteva «uccidete pure me, ma l'idea che è in me non la ucciderete mai» ed è stato proprio così. Il suo sacrificio è Pag. 49emblematico dell'impegno per l'affermazione dei propri ideali e noi abbiamo il dovere di tenerlo vivo nelle giovani generazioni affinché il suo ricordo non sia lasciato solo ad una fugace occhiata su una targa di una via o di una piazza delle nostre città, ma rinnovato costantemente nella nostra memoria.

  PRESIDENTE. Colleghi, abbiamo così terminato gli interventi per la commemorazione...

  GIAN LUIGI GIGLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. C’è il deputato Gigli ? Prego, deputato. Non avevo altri iscritti a parlare...

  GIAN LUIGI GIGLI. Signora Presidente, ero convinto di essere iscritto a parlare.

  PRESIDENTE. Non la vedo nell'elenco, ma prego, deputato.

  GIAN LUIGI GIGLI. Signora Presidente, Giacomo Matteotti non fu certamente né il primo, né l'ultimo italiano oggetto di violenze e addirittura di assassinio da parte dello squadrismo fascista. Vorrei solo ricordare incidentalmente qui un altro uomo della valle del Po, don Minzoni, ammazzato l'anno prima ad Argenta. Certamente, resta un martire esemplare, un testimone della grandezza dell'istituzione parlamentare. Giacomo Matteotti era un socialista, seguace di Filippo Turati, un socialista riformista che si era trovato a pagare anche, in quanto riformista, il prezzo di una scissione e di una espulsione, addirittura. Era un socialista europeo.
  Pochi giorni prima, un mese prima circa, del suo rapimento, o meglio, del suo famoso discorso alla Camera aveva pubblicato in Inghilterra un libro in inglese in cui venivano esposti tutti i misfatti della violenza squadrista.
  Il 30 giugno, come lei stessa ha ricordato, Matteotti levò alta la sua voce in quest'Aula, dicendo: «Contestiamo in questo luogo e in tronco la validità delle elezioni. Nessun elettore italiano si è trovato libero di decidere con la sua volontà. Vi è una milizia armata, composta di cittadini di un solo partito, la quale ha il compito dichiarato di sostenere un determinato governo con la forza, anche se ad esso il consenso mancasse». Era facile prevedere – come lui stesso aveva fatto – che era venuto il tempo di preparare il suo discorso funebre. Fu rapito il 10 giugno – abbiamo già ascoltato – e fu ucciso a coltellate poco dopo. Due mesi dopo fu ritrovato il suo cadavere.
  Io vorrei qui ricordare – non è stato ancora fatto – la rivendicazione di quell'assassinio che Benito Mussolini fece in questa Camera il 3 gennaio del 1925, quando si assunse personalmente la responsabilità di quanto accaduto, dichiarando: «Io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale e storica di tutto quanto è avvenuto. Se il fascismo è stato un'associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere. Questo clima storico, politico e morale io l'ho creato con una propaganda che va dall'intervento nella prima guerra mondiale ad oggi». Ebbene, se questa è stata la rivendicazione di Mussolini, io credo che ancora più alta e limpida emerga la figura oggi di Giacomo Matteotti e la ricchezza della sua testimonianza politica. Oggi, che le ideologie sono cadute, abbiamo forse ancora più bisogno di ideali perché, nella miseria del presente, possa riaffermarsi all'insegnamento di Giacomo Matteotti tutta la nobiltà dell'azione politica (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pia Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signora Presidente e grazie cara Laura Francesca Wronowska per essere qui con noi oggi. «Il mio discorso l'ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me». Come ho già detto in quest'Aula, queste sono le parole con cui Giacomo Matteotti si rivolse ai compagni socialisti al termine del suo Pag. 50intervento proprio in quest'Aula nel corso del quale ebbe il coraggio, lui solo, di contestare le elezioni che davano vittorioso il partito fascista. Ed il 30 maggio del 1924, dieci giorni dopo, fu rapito ed ucciso. Matteotti era un socialista e mi fa spiacere sentire oggi ricordarlo da forze politiche più giovani, che a volte tendono a recintare il socialismo in un unico, breve e brutto periodo. Ancora oggi, Il Messaggero, ahimè, in un'intervista al collega Orfini, titola, virgolettando: «Bande nel partito, ma non siamo il PSI», cosa che, leggendo attentamente l'intervista non viene mai affermata dal collega. Eppure, ancora una volta, certi giornalisti non esitano a tirare in ballo quel periodo – ripeto breve – della nostra storia per gettare fango sui socialisti e sul socialismo.
   Matteotti era un socialista come Turati, Di Vagno, Pertini e Nenni; apparteneva alla mia storia e alla nostra storia, fatta di idee e di conquiste civili e sociali, di solidarietà e di riforme che sono alla base della nostra Repubblica. Un socialista scomodo, inviso al regime che, per metterlo a tacere, fu costretto ad ucciderlo. Ma indigesto anche all'allora PCI, che non ha mai accettato pienamente il fatto che il primo eroe dell'antifascismo, insieme a Di Vagno fosse Turati, un socialista, un socialista che non si faceva sovietizzare, un pellegrino del nulla, come lo definì Gramsci.
  Il brutale assassinio fascista fece di Matteotti un eroe, lo rese famoso e immortale, ma paradossalmente fece passare in secondo piano le sue idee e le sue battaglie politiche. I suoi scritti, i suoi discorsi in Parlamento, per lui il luogo centrale di tutta l'azione politica e il suo pensiero restano tutt'oggi sconosciuti ai più.
  Vorrei che questa giornata servisse anche a questo: non solo, a ricordare il martire, ma a riconoscere l'uomo politico. Non ci servono santi e beati, ma esempi e maestri. Apprendere da loro è il modo migliore per non dimenticare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Non vi sono altre richieste di intervento e pertanto dichiaro conclusa la commemorazione di Giacomo Matteotti.

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea e aggiornamento del programma (ore 16,48).

  PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, si è convenuto che lo svolgimento delle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in vista del Consiglio europeo del 25 e 26 giugno 2015 avranno luogo mercoledì 24 giugno, dalle ore 16,15.
  Mercoledì 17 giugno, dopo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time), avrà luogo l'esame della Relazione al Parlamento predisposta ai sensi dell'articolo 10-bis, comma 6, della legge 31 dicembre 2009, n. 196 (Doc. LVII-bis, n. 3).
  Nella mattina di domani, giovedì 11 giugno, avrà luogo l'esame dei seguenti disegni di legge:
   n. 2796 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo italiano e l'Organizzazione mondiale della Sanità – Ufficio regionale per l'Europa – concernente l'Ufficio europeo OMS per gli investimenti in salute e per lo sviluppo, con Emendamento e con Allegati, fatto a Roma il 23 novembre 2012;
   n. 3053 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di associazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e l'Ucraina, dall'altra, fatto a Bruxelles il 27 giugno 2014;
   n. 2802 – Adesione della Repubblica italiana alla Convenzione delle Nazioni Unite sulla riduzione dei casi di apolidia, fatta a New York il 30 agosto 1961;
   n. 2754 – Ratifica ed esecuzione del Trattato in materia di assistenza giudiziaria penale tra il Governo della Repubblica Pag. 51italiana e il Governo degli Stati uniti messicani, fatto a Roma il 28 luglio 2011 (Approvato dal Senato);
   n. 2755 – Ratifica ed esecuzione del Trattato di estradizione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo degli Stati uniti messicani, fatto a Roma il 28 luglio 2011 (Approvato dal Senato);
   n. 2676 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Kazakhstan di cooperazione nel contrasto alla criminalità organizzata, al traffico illecito di sostanze stupefacenti e psicotrope, di precursori e sostanze chimiche impiegate per la loro produzione, al terrorismo e ad altre forme di criminalità, fatto a Roma il 5 novembre 2009;
   n. 1589-B – Ratifica ed esecuzione della Convenzione sulla competenza, la legge applicabile, il riconoscimento, l'esecuzione e la cooperazione in materia di responsabilità genitoriale e di misure di protezione dei minori, fatta all'Aja il 19 ottobre 1996 (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato).

  La discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 3104 – Conversione in legge del decreto-legge 5 maggio 2015, n. 51, recante disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi, di sostegno alle imprese agricole colpite da eventi di carattere eccezionale e di razionalizzazione delle strutture ministeriali (da inviare al Senato – scadenza: 5 luglio 2015), già prevista per domani, avrà luogo lunedì 15 giugno; il seguito dell'esame rimane confermato per martedì 16 giugno, con priorità rispetto agli altri argomenti già previsti.
  L'organizzazione dei tempi per la discussione delle comunicazioni del Presidente del Consiglio, per l'esame del Doc. LVII-bis, n. 3 e dei disegni di legge di ratifica nn. 2796, 3053, 2802, 2754, 2755, 2676 e 1589-B sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
  Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Seguito della discussione delle mozioni Scotto ed altri n. 1-00719, Bechis ed altri n. 1-00885, Lupi ed altri n. 1-00887 e Gigli ed altri n. 1-00890 concernenti iniziative in materia di trascrizione dei matrimoni contratti all'estero tra persone dello stesso sesso (ore 16,50).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Scotto ed altri n. 1-00719, Bechis ed altri n. 1-00885, Lupi ed altri n. 1-00887 e Gigli ed altri n. 1-00890 concernenti iniziative in materia di trascrizione dei matrimoni contratti all'estero tra persone dello stesso sesso (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 8 giugno 2015, è stata presentata la mozione Gigli ed altri n. 1-00890, che è stata già iscritta all'ordine del giorno (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  Avverto che sono state altresì presentate le mozioni Rosato ed altri n. 1-00892, Brunetta n. 1-00893, Fedriga ed altri n. 1-00894 e Mazziotti Di Celso ed altri n. 1-00896 e la risoluzione Locatelli ed altri n. 6-00138 (Vedi l'allegato A – Mozioni e Risoluzione). I relativi testi sono in distribuzione.

(Intervento e parere del Governo)

  PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo, il sottosegretario Gianpiero Bocci, ha facoltà di intervenire, esprimendo altresì il parere del Governo sulle mozioni e sulla risoluzione presentate.

  GIANPIERO BOCCI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Grazie, Presidente. Il Governo esprime parere contrario sulle mozioni Scotto ed altri n. 1-00719 e Bechis ed altri n. 1-00885.Pag. 52
  Il Governo si rimette all'Aula sulle mozioni Lupi ed altri n. 1-00887, Gigli ed altri n. 1-00890, Rosato ed altri n. 1-00892 e Brunetta n. 1-00893.
  Sulla mozione Fedriga ed altri n. 1-00894 il Governo esprime parere contrario. Sulla mozione Mazziotti Di Celso ed altri n. 1-00896 il Governo si rimette all'Assemblea. Sulla risoluzione Locatelli ed altri n. 6-00138 il Governo esprime parere contrario.

(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Signora Presidente, la Chiesa valdese benedice l'unione di una coppia omosessuale, il Primo Ministro lussemburghese si sposa e presenta ufficialmente il suo partner same-sex, la cattolica Irlanda va al referendum sui matrimoni same-sex e dice di sì con una percentuale del 62 per cento; ieri il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza un rapporto sull'uguaglianza di genere che riconosce l'esistenza di famiglie gay. Con un testo non vincolante l'Assemblea prende atto dell'evolversi della definizione di famiglie e raccomanda che si tengano in considerazione fenomeni come le famiglie monoparentali e l'omogenitorialità LGBT, continuando un percorso già avviato, la cui più recente tappa del marzo scorso è la relazione dell'europarlamentare PD Antonio Panzeri, che invita l'Unione a procedere sulla strada di una disciplina positiva per le unioni gay. Noi invece siamo qui a discutere delle circolari e delle note ministeriali inviate ai prefetti, perché cancellino le trascrizioni dei matrimoni same-sex contratti all'estero. Dall'inizio di quest'anno i prefetti, su ordine del Ministro dell'interno, stanno esercitando una funzione, secondo noi, illegittima, in quanto riservata chiaramente ed esclusivamente alla magistratura. Per questo, noi Socialisti, insieme ad altri colleghi, avevamo interpellato il Ministro dell'interno affinché disponesse che i prefetti cessassero immediatamente di procedere in tal senso. La nostra tesi non è stata accolta dal rappresentante del Governo, ma noi ripetiamo, con la risoluzione di oggi, che quella del Ministro è una posizione errata. Lo ha detto la procura di Udine, prima della nostra interpellanza del gennaio scorso; lo ha confermato la sentenza del TAR del Lazio che, con sentenza 9 marzo 2015 n. 3907, ha affermato che le registrazioni dello stato civile non possono subire variazioni se non in limitati casi normativamente previsti in modo espresso, in cui questo caso non rientra. Ma il nostro Ministro ha continuato imperterrito, intervenendo pesantemente in tempi successivi alla sentenza del TAR nel comune di Reggio Emilia. Imperterrito e distratto rispetto a quello che succede intorno a lui, in Italia e in Europa. Al di là delle questioni di diritto fondamentali, dalle quali comunque non si può prescindere, ci chiediamo se il Ministro non abbia capito che è urgente una legge che regoli queste unioni, poi si entrerà nel merito se vorremo discutere di matrimonio o di unioni civili, ma il Parlamento non può abdicare alla sua funzione istituzionale. Già nel 2010 la Corte costituzionale ci esortava a disciplinare i diritti delle coppie gay, successivamente è intervenuta la Corte di Cassazione, seguendo un'indicazione della Corte di Strasburgo, e poi ancora la Cassazione e anche qualche tribunale, come quello dei minori di Roma. È evidente che la nostra inerzia favorisce il ruolo di supplenza della magistratura. C’è bisogno in Italia di una legge che regoli le unioni tra persone dello stesso sesso, c’è bisogno che il Parlamento legiferi sui diritti civili, anche per evitare che siano ancora una volta i tribunali ad intervenire, svolgendo un ruolo di supplenza che confonde i poteri. E le chiediamo, signora Presidente, di calendarizzare una sessione dedicata al tema dei diritti civili. Siamo in ritardo su questo tema e su tutti gli altri temi. Noi socialisti voteremo a favore della risoluzione che Pag. 53abbiamo presentato e delle mozioni che chiedono al Ministro di cancellare la circolare e contro quelle che ne confermano la validità o sono silenti (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) e Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bechis. Ne ha facoltà.

  ELEONORA BECHIS. Grazie, Presidente, onorevoli colleghi, siamo qui, in quest'Aula, per sostenere il diritto di tutte e di tutti. A seguito della pronuncia del tribunale di Grosseto, che ha disposto la trascrizione di un matrimonio tra persone dello stesso sesso contratto all'estero, alcuni sindaci, insieme ad alcuni funzionari comunali, si sono interrogati sui presupposti giuridici e sulla effettiva legittimità di effettuare quella trascrizione.
  A nostro avviso, esistono ragioni di diritto che consentono di ritenere legittima e dovuta la trascrizione di questi matrimoni, primo fra tutti l'articolo 115 del codice civile, secondo il quale non esiste il requisito di differenza di sesso per contrarre matrimonio. E, ancora, la pronuncia della Cassazione in merito ci ricorda che la trascrizione «non ha natura costitutiva, ma meramente certificativa e ha scopo di pubblicità di un atto di per sé valido» dal momento che essa è «diretta unicamente a rendere pubblico che il cittadino ha contratto all'estero un matrimonio ritenuto valido dall'ordinamento locale».
  Ieri, il Parlamento europeo, per la prima volta ed in maniera esplicita, ha parlato di «famiglie gay», approvando a larga maggioranza un rapporto sull'uguaglianza di genere in Europa. «Il Parlamento» – si legge nel testo – «prende atto dell'evolversi della definizione di famiglia. Il Parlamento raccomanda che le norme in quell'ambito (compresi i risvolti in ambito lavorativo come congedi ecc.) tengano in considerazione fenomeni come le famiglie monoparentali e l'omogenitorialità».
  Oggi, invece, siamo in quest'Aula per dibattere sul diritto e sul cortocircuito venutosi a creare tra sindaci e prefetti a causa della circolare del Ministro dell'interno Alfano. Non si capisce perché l'Italia sia da sempre il fanalino di coda in tema di diritti. Le amministrazioni municipali, da Roma a Napoli, da Milano a Bologna...

  PRESIDENTE. Per favore, colleghi, è possibile abbassare il tono della voce e liberare i banchi del Governo ? Grazie. Prego, deputata.

  ELEONORA BECHIS. ... che hanno aperto la via della ratifica in casa delle nozze gay all'estero, nonostante la scomunica del Viminale, hanno operato con buon senso in una situazione di vacatio legis, dovuta principalmente alla lentezza di risposta dell'Italia al cambiamento sociale esistente. Hanno cercato di compensare questo vuoto per garantire il diritto europeo e, conseguentemente, il diritto italiano. Siamo in una condizione anacronistica e anche profondamente ingiusta: è essenziale che decida il Parlamento e non i tribunali. Non è possibile che esistano matrimoni di serie A e matrimoni di serie B, poiché, di fatto, si è venuta a creare una forma di discriminazione basata sul diritto.
  Il solco tracciato dalla proposta Cirinnà, ora in discussione al Senato, è un buon punto di partenza, auspicando che non venga stravolta, e quindi risulti poco risolutiva per evitare di esporre ancora il Paese a continui cortocircuiti, da risolvere, poi, a colpi di sentenze nelle aule di tribunale. E tutto ciò in pieno contrasto con l'articolo 3 della nostra Costituzione, con il nefasto effetto di avere il riconoscimento del diritto a macchia di leopardo e non in modo uniforme.
  Alternativa Libera ritiene che la trascrizione dei matrimoni gay contratti all'estero sia un diritto da garantire, stigmatizzando, pertanto, la circolare del Ministro Alfano e sostenendo le ragioni che hanno spinto le amministrazioni a provvedere all'assenza di iniziativa parlamentare.
  Per la gerarchia delle fonti del diritto, e dunque per la prevalenza del diritto Pag. 54comunitario su quello nazionale, come stabilito dagli articoli 10 e 117 della Costituzione, l'Italia deve ratificare i matrimoni contratti all'estero tra persone dello stesso sesso, come affermato dalla Corte di cassazione nel 2013. Quanto stabilito dalla Convenzione europea dei diritti umani e dalla Carta di Nizza deve essere rispettato, dunque, anche in Italia. Questa volta è vero che ce lo chiede l'Europa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nastri. Ne ha facoltà.

  GAETANO NASTRI. Grazie, Presidente. Trovo imbarazzante e, per certi versi, un po’ grottesca la discussione di oggi: discutiamo di una mozione che, in una nazione normale, non sarebbe stata nemmeno mai immaginata. Un gruppo di deputati, per difendere un provvedimento di alcuni sindaci, in violazione della Costituzione e delle leggi vigenti, si appellano ad una sentenza, in virtù di una loro interpretazione, e chiedono il ritiro di un atto del Ministro dell'interno, definendolo incostituzionale e contro la legge.
  Qualche osservatore attento potrebbe pensare che in Italia si sia perso il lume della ragione, questo è il frutto amaro dell'albero dell'ideologia che va contro qualsiasi buon senso e profilo di ragionevolezza.
  È vero, non si sarebbe dovuti arrivare a questo, cioè alcuni sindaci non avrebbero mai dovuto registrare matrimoni contratti all'estero che nel nostro ordinamento semplicemente non esistono. E se pure è legittimo che, sbagliando, qualcuno chieda il riconoscimento dei matrimoni omosessuali, è altresì assurdo che chi rappresenta i cittadini possa utilizzare strumentalmente la sua posizione di amministratore per affermare i propri convincimenti ideologici, in contrasto con le leggi dello Stato che dovrebbe rappresentare.
  Un sindaco che riconosce e accetta le leggi dello Stato non può non rispettarle, non può forzarle, può fare solo due cose: applicarle o dimettersi dal suo incarico.
  Per amor di verità il furore ideologico di qualcuno anche in questo Parlamento, non solo ha prodotto questa inutile discussione, ma produce un attacco alla famiglia naturale e costituzionale che non ha equivalenti nella storia italiana.
  Prima il disegno di legge Fedeli che incurante, non solo della crisi che colpisce le famiglie e le casse dello Stato, ma soprattutto del primato educativo dei genitori, propone di spendere 200 milioni di euro per introdurre l'insegnamento obbligatorio del gender nel sistema di istruzione nazionale in ogni ordine e grado. Ora il disegno di legge Cirinnà che, pur chiamandole unioni civili, introduce il matrimonio per coppie dello stesso sesso, crea una discriminazione al contrario verso i conviventi di sesso diverso e, attraverso l'allargamento dell'adozione alla parte delle unioni, apre, di fatto, seppur in via indiretta, lo scenario raccapricciante di pratiche di fecondazione mostruose che ci riportano ai tempi della schiavitù e dello sfruttamento della donna: apre all'utero in affitto.
  Tutto questo fermento legislativo e nessuno che si occupi veramente delle famiglie italiane, nessuno che si ponga il problema di come aiutarle per vivere la crisi o ancor meglio nessuno che si pone come obiettivo quello di incentivare affinché possano essere loro a portarci fuori dalla crisi.
  Siamo fuori tema cari colleghi, occupiamoci di come mettere la libertà della famiglia al centro del sistema, occupiamoci di costruire una fiscalità a misura di famiglia, occupiamoci di dare un futuro alla nostra nazione, di come incentivare la natalità e smettiamola di perdere tempo dietro a proclami e progetti ideologici inutili, se non deleteri.
  Fratelli d'Italia, nei prossimi mesi, metterà a disposizione del Parlamento una serie di proposte che riportino la famiglia al centro delle scelte politiche ed istituzionali. Ci auguriamo che ci sia la volontà di tutti di cominciare a guardare alla realtà per ridare speranza alle madri e ai Pag. 55nostri figli, di volerli formare come uomini e lavoratori. Anche da questo passa il riscatto di una classe dirigente che quando si aliena dalla realtà e insegue le chimere dell'ideologia delegittima se stessa ed alimenta, soprattutto, il vento dell'antipolitica. Anche per questo Fratelli d'Italia dichiara il suo voto contrario a questa inutile mozione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gigli. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Questo è uno strano Paese, con qualche problema di rapporto tra le istituzioni. Vi sono presidenti di regione che minacciano i sindaci disposti ad accogliere gli immigrati che il Governo distribuisce sul territorio. Vi sono delle regioni che adottano leggi sul fine vita, invadendo il campo del codice civile e dei diritti costituzionali, leggi che il Governo, presieduto dal segretario dello stesso partito del quale è vicesegretario il presidente della regione, è costretto, poi, ad impugnare.
  Ma è anche il Paese in cui vi sono sindaci che interpretano la Costituzione a modo proprio, magari proprio per spingere il Parlamento a legiferare come loro desiderano, operando (sono parole del tribunale amministrativo regionale del Friuli Venezia Giulia) in modo «poco rispettoso del riparto tra i poteri dello Stato definito dalla Costituzione repubblicana».
  Ora, malgrado l'evidenza, se la nostra Costituzione non fosse stata abbastanza chiara, la Corte costituzionale, con la sentenza n. 138 del 2010, ha affermato che l'articolo 29 della Costituzione si riferisce alla nozione di matrimonio definita dal codice civile, come unione tra persone di sesso diverso e questo significato del precetto costituzionale, ha affermato la Corte, non può essere superato con interpretazioni creative, né, peraltro, con specifico riferimento all'articolo 3, comma 1, della Costituzione, le unioni omosessuali possono essere ritenute tout court omogenee al matrimonio.
  La stessa Corte, con sentenza n. 170 dell'11 giugno 2014, è intervenuta affermando che «la nozione di matrimonio presupposta dal costituente (cui conferisce tutela l'articolo 29 della Costituzione) è quella stessa definita dal codice civile del 1942 che stabiliva e tuttora stabilisce che i coniugi dovessero essere persone di sesso diverso, segnalando il requisito dell'eterosessualità del matrimonio».
  Sul tema è intervenuta peraltro anche la Cassazione, che con sentenza n. 4184 del 2012 ha affermato che l'intrascrivibilità delle unioni omosessuali dipende non più dalla loro inesistenza e neppure dalla invalidità, ma dalla loro inidoneità a produrre, quali atti di matrimonio, qualsiasi effetto giuridico nell'ordinamento italiano.
  Ora, in questo Paese, cosa contano per un sindaco la Costituzione, la Corte costituzionale, la Cassazione ? Contano evidentemente molto poco. E, infatti, cosa impedisce a un sindaco di trascrivere un matrimonio tra persone dello stesso sesso contratto all'estero ? Cosa gli impedisce di organizzare un bell'evento mediatico, magari nella splendida cornice del Campidoglio ? Lo stesso sindaco di questi tempi potrebbe forse più utilmente occuparsi del degrado morale della sua città e della sua amministrazione – ma questo appartiene alla sfera dell'opinabile politicamente –, ma certamente dovrebbe più utilmente occuparsi del degrado materiale della sua città.
  Evidentemente, però anche questo è secondario per alcuni sindaci, pronti magari a coprirsi dietro la mancanza di risorse. Meglio, dunque, organizzare eventi. Peccato che poi arrivi un Ministro che ordina ai prefetti di cancellare ciò che il sindaco stesso, agendo in quanto responsabile dello stato civile, ha illegalmente fatto nella sua veste di ufficiale di Governo.
  Il sindaco, preso in castagna, cosa fa a questo punto, secondo voi ? Dice forse: ho scherzato, sono stato birichino, ho solo voluto provarci ?
  No ! Facendo pagare al contribuente le spese legali, ricorre alla magistratura amministrativa la quale, correttamente, dice Pag. 56che il Ministro ha sbagliato e che gli annullamenti delle trascrizioni disposti dal Ministro non sono validi. E fin qui ci siamo. Ma dice anche la stessa magistratura che le trascrizioni sono illecite e che la doverosa rimozione di tale illegittima trascrizione deve avvenire ad opera dell'autorità giudiziaria ordinaria.
  In tal modo il TAR del Friuli Venezia Giulia ha riaffermato la giurisprudenza, secondo la quale nelle materie di competenza statale, nelle quali il sindaco agisce nella veste di ufficiale di Governo, spetta al prefetto promuovere ogni misura idonea a garantire l'unità di indirizzo e di coordinamento, promuovendo le misure occorrenti e svolgendo, così, una fondamentale funzione di garante dell'unità dell'ordinamento in materia, anche esercitando il potere di annullamento d'ufficio degli atti adottati dal sindaco quale ufficiale di Governo, che risultano essere illegittimi o che comunque minano la menzionata unità di indirizzo; dall'altro canto, la disciplina dello stato civile – ha detto – prevede che nessuna annotazione può essere fatta sopra un atto già iscritto nei registri se non è disposta per legge ovvero non è ordinata dall'autorità giudiziaria.
  In un Paese normale, il cittadino si attenderebbe, a questo punto, che fossero i tribunali ad attivarsi per annullare le trascrizioni, ma non è successo nulla fino a qui, non accade neanche questo. Anzi, alcuni di questi sindaci, come quello capitolino, come quello di Udine, come quello di Trieste, continuano ad accumulare di proposito casistica controversa, malgrado il TAR del Friuli Venezia Giulia sentenzi anche che il sindaco non aveva alcun interesse generale da tutelare e rimetta la pratica alla Corte dei conti affinché disponga che il sindaco si accolli le spese di giudizio, che ha fatto impropriamente gravare sulla collettività.
  Sulla vicenda si inserisce ora anche il Parlamento, con un gruppo o meglio – abbiamo appreso oggi – più gruppi parlamentari che, invece di chiedere al Governo di far applicare la legge, chiedono che il Governo stesso ritiri la circolare inviata ai prefetti. Nel frattempo le situazioni di illegalità si moltiplicano e nulla viene fatto per sanarle.
  Cari colleghi, vi sembra che questo sia un Paese normale ? Cosa fare, dunque ? Una trascrizione nel registro degli atti di matrimonio può essere espunta, come abbiamo visto, e/o rettificata solo in forza di un provvedimento dell'autorità giudiziaria e non anche adottando un provvedimento amministrativo da parte dell'amministrazione centrale, neanche esercitando il potere di sovraordinazione che, effettivamente, il Ministro dell'interno vanta sul sindaco in tema di stato civile.
  Quindi, in base al principio della riserva di legge dettato in materia – si confronti l'articolo 97, terzo comma, della Costituzione –, affinché un organo amministrativo possa annullare d'ufficio un provvedimento adottato da un altro organo, occorre un'espressa previsione di legge.
  In conclusione, tenuto conto degli interventi richiamati e delle recenti pronunce giurisprudenziali, emerge l'esigenza di uno strumento con cui lo Stato di diritto possa rimuovere gli atti pubblici illegittimi con le procedure previste dall'ordinamento, evitando oneri che, come nel caso di Udine, gravino sul contribuente per le attività che si devono porre in essere per ripristinare la legalità.
  Con la nostra mozione noi chiediamo, dunque, che il Governo adotti iniziative, anche di rango normativo, volte a prevedere la nullità delle trascrizioni sui registri dello stato civile dei matrimoni contratti all'estero da persone dello stesso sesso, al fine di evitare il perpetuarsi di atti contrari alla legge.
  Nelle more, per evitare che debbano essere a questo punto i cittadini a presentare esposti presso le procure inattive, sarebbe, però, auspicabile che il Governo stesso si attivasse presso le procure affinché, come da parte sua ha fatto il TAR del Friuli Venezia Giulia, vengano inviati gli atti alle procure perché esse valutino l'eventuale esercizio dei loro poteri abrogativi Pag. 57di un atto di trascrizione che il TAR ha definito chiaramente contrario alla legge.
  Confidiamo anche che sulle mozioni a sostegno dei sindaci trendy all'esame oggi del Parlamento, il Governo si assuma, anche per il futuro, la stessa responsabilità che si è assunto oggi di dire di no.
  Ma vorremmo che, seguendo il filo del ragionamento iniziato con le interrogazioni più volte presentate in queste mesi a Montecitorio, il Governo stesso assumesse un atteggiamento meno pilatesco sulle mozioni invece sulle quali si è rimesso all'Aula.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 17,15)

  GIAN LUIGI GIGLI. Concludo: sul matrimonio ho detto che la Costituzione parla chiaro e la stessa Corte costituzionale l'ha autorevolmente ribadito a più riprese. Non sono, dunque, ammesse scorciatoie e chi vuole cambiare la famiglia prevista dalla Costituzione deve assumersi semplicemente l'onere di cambiare la Costituzione stessa.
  Per questo, noi voteremo contro tutte le mozioni che si richiamano anche all'istituzione di un registro delle unioni civili, che riteniamo la premessa necessaria per arrivare, poi, per via giudiziaria, ai matrimoni tra le persone omosessuali, in contraddizione con quello che la nostra Costituzione recita (Applausi dei deputati dei gruppi Per l'Italia-Centro Democratico e Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie Presidente, il 7 ottobre 2014 il Ministero dell'interno con una circolare ha chiesto ai prefetti di invitare formalmente i sindaci a cancellare le trascrizioni delle nozze tra persone dello stesso sesso contratte all'estero, perché tali trascrizioni non sono conformi alle leggi italiane.
  Prima di quella data era già emersa la questione del riconoscimento legale dei registri delle unioni civili in diversi comuni italiani e molti prefetti si erano rifiutati di avallare giuridicamente la scelta di alcune amministrazioni di permettere l'iscrizione nel registro alle coppie omosessuali che hanno contratto matrimonio all'estero.
  Le numerose proposte di legge avanzate in materia, pendenti al momento in Parlamento, provano e dimostrano il vuoto normativo rispetto al riconoscimento pubblico delle unioni omosessuali.
  Il registro delle unioni civili, invero, non ha alcuna efficacia giuridica, perché non rientra nell'autonomia regolamentare degli enti locali la potestà di disciplinare situazioni di diritto familiare. Tale registro, pertanto, ha un'esclusiva natura ideologica e simbolica. I comuni non hanno competenza per creare un nuovo status personale dei loro cittadini.
  La Costituzione riserva esclusivamente alla legge statale la materia «stato civile e anagrafe».

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Rondini. Prima questione, pregherei tutti di abbassare un po’ la voce. Seconda questione, pregherei tutti di allontanarsi dal tavolo del Governo. Terza questione, pregherei di fare in modo che l'onorevole Rondini riesca a svolgere il suo intervento in maniera serena. Prego, onorevole Rondini.

  MARCO RONDINI. Grazie Presidente. In realtà, un registro delle coppie di fatto intende fare proprio questo: riconoscendo all'unione civile una determinata soggettività, attribuisce ai soggetti che lo compongono di fatto un nuovo status. La mancata presa di posizione a sostegno dell'iniziativa del Ministro dell'interno da parte del Governo, per voce del Presidente del Consiglio dei ministri, rischia di generare una delegittimazione di fatto delle competenze e funzioni attribuite al Dicastero dell'interno. Il rischio di una deriva conflittuale tra i diversi livelli di Governo si acuisce in relazione alle dichiarazioni di solidarietà verso i sindaci che si sono rifiutati di Pag. 58accogliere le disposizioni ministeriali, espresse da autorevoli membri parlamentari della maggioranza che sostiene l'attuale Esecutivo.
  La Costituzione, agli articoli 29, 30 e 31, riconosce regime preferenziale della famiglia quale nucleo fondamentale della società.
  La famiglia non è un'istituzione creata dalla legge, ma una struttura di diritto naturale, legata alla natura umana, e come tale è preesistente rispetto all'organizzazione statale: la Costituzione riconosce la famiglia come soggetto sociale, luogo di generazione dei figli, pilastro su cui si fondano le comunità locali, il sistema educativo, le strutture di produzione del reddito, il contenimento delle forme di disagio sociale.
  Il diritto privato già permette di regolamentare i rapporti tra persone adulte e consenzienti attraverso la stipula di contratti di convivenza, nell'ambito ovviamente della sfera privata e della tutela delle libertà personali, senza alcuna relazione rispetto a quella che è la famiglia.
  Creare diritti al fine di riconoscere i desideri del singolo è in contrasto con l'organizzazione della società basata sulla relazione con gli altri in un'ottica di vita in comune. Il riconoscimento dei diritti soggettivi esigibili non si può porre in contrapposizione all'interesse collettivo.
  Le delibere comunali adottate per l'istituzione dei registri delle unioni civili sono in palese contrasto con i principi sanciti dagli articoli 2, 3, 29 e 31 della Costituzione. Quindi, alla luce di quanto detto, sarebbe doveroso avviare procedure immediate per lo scioglimento dei consigli comunali che hanno adottato il registro delle unioni civili, ai sensi del citato articolo 141 del decreto legislativo n. 267 del 2000.
  Tale situazione di netta contrapposizione tra il Governo centrale e le amministrazioni locali fa emergere un conflitto che, se non risolto, potrebbe creare una preoccupante destabilizzazione tra i diversi livelli di governo. A maggior ragione, vanno chiarite situazioni incoerenti che si sono create tra le prese di posizione di più organi costituzionali. Basti pensare, a titolo esemplificativo, alla sentenza del tribunale per i minorenni di Roma, che ha riconosciuto l'adozione di una bimba che vive con una coppia omosessuale di Pordenone, figlia biologica di una sola delle due conviventi, avuta attraverso la fecondazione eterologa. La coppia si era rivolta al tribunale per il riconoscimento e il ricorso è stato accolto sulla base dell'articolo 44 della legge relativa all'adozione (legge 4 maggio 1983 n. 184, modificata nel 2001 dalla legge n. 149).
  La legge 4 maggio 1983, n. 184, e successive modificazioni, prevede che la dichiarazione di disponibilità all'adozione debba essere effettuata da una coppia coniugata da almeno tre anni.
  In materia di adozioni, l'articolo 6 della legge n. 184 del 1983, e successive modificazioni, riconosce i tre anni della convivenza, ma, per concedere l'idoneità all'adozione, non a caso, richiede la celebrazione del matrimonio per offrire al minore il massimo sistema di garanzie, che può scaturire soltanto da un sistema di diritti e di doveri che vincoli tra loro anche i genitori stessi. Una «sentenza di tipo ideologico che crea un paradigma presente in altri Paesi, dove però c’è una legge che lo riconosce», così il giurista Francesco D'Agostino, docente di filosofia del diritto all'Università di Roma Tor Vergata, commenta la decisione del tribunale per i minorenni di Roma, che ha permesso l'adozione di una bambina di cinque anni da parte della compagna della madre biologica. Una palese violazione del diritto. «Questo meccanismo che tende a creare di fatto vincoli familiari in contesti ignorati dalla legge – spiega – è particolarmente grave poiché si scontra con la legge italiana sulla fecondazione artificiale, alla luce pure della sentenza della Corte costituzionale. È vero che quest'ultima ha aperto all'eterologa, ma non ha toccato il principio di fondo in base al quale alla fecondazione artificiale devono ricorrere coppie eterosessuali». «Il giudice, in sintesi, ha avallato una situazione che la legge italiana non riconosce con una fuga in avanti inutile, tanto più che il minore non Pag. 59si trova in stato di abbandono». «Se il Parlamento approva una legge ingiusta, perlomeno – conclude il giurista – si può richiedere un referendum per abrogarla, mentre in questo caso il popolo non può fare nulla: siamo all'antitesi della democrazia», concludeva il giurista.
  L'autorità giudiziaria, per conseguire il risultato cui è giunta, avrebbe potuto prospettare piuttosto una questione di legittimità costituzionale: omettendo tale condotta, essa ha invece proceduto alla disapplicazione delle norme di legge che avrebbero precluso la soluzione adottata, sostituendole con una nuova disciplina.
  Quindi, alla luce di quanto abbiamo finora esposto, chiediamo un impegno al Governo ad assumere una posizione unanime che affermi l'inderogabilità dell'annullamento, in quanto illegittime, perché in contrasto con la normativa vigente, di tutte le direttive emanate dai sindaci che autorizzano la trascrizione nel registro di anagrafe dei matrimoni omosessuali contratti all'estero.
  In più, chiediamo di valutare l'opportunità e l'ipotesi di avviare le procedure per il commissariamento dei comuni che hanno assunto decisioni come quelle descritte in premessa, manifestamente in contrasto con tutti i principi costituzionali richiamati. (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.
  Onorevole Palese, gentilmente...

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente. Signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, il dibattito che stiamo avendo oggi riguarda un tema molto specifico; non riguarda il contenuto delle unioni civili, la nozione di famiglia; non riguarda, in generale, il tema dei diritti delle coppie omosessuali, ma è il risultato di una vicenda che abbiamo appena vissuto, che è quella relativa alla controversia tra i diversi organi dello Stato...

  PRESIDENTE. Attenda, onorevole Mazziotti Di Celso. Colleghi, alla mia sinistra, gentilmente...

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. ... in relazione al tema della trascrivibilità dei matrimoni contratti all'estero da persone dello stesso sesso. Ovviamente, questa è stata, ed è naturale, l'occasione per il manifestarsi di una serie di posizioni molto diverse su quelli che dovranno essere poi i contenuti dell'eventuale legislazione sulle unioni civili – o addirittura l'eventuale contrarietà a questo tipo di legislazione – e su quelli che sono i riferimenti costituzionali e il contenuto, sotto questo punto di vista, della giurisprudenza, che si è, in questi anni, accumulata a livello di Corte costituzionale, di Corte di cassazione e di altri diversi tribunali civili e amministrativi.
  Scelta Civica, sul tema delle unioni civili, ha una posizione ben precisa, che è quella di essere favorevole a una legge che regoli le unioni civili; è stata presentata dal nostro gruppo all'inizio della legislatura; ci sono naturalmente, nel nostro gruppo e nel nostro partito, delle sensibilità diverse su quelli che possono essere e potranno essere, domani, gli specifici diritti riconosciuti alle coppie dello stesso sesso, l'applicazione dei diversi istituti oggi previsti per il matrimonio alle unioni civili delle coppie omosessuali e tutta una serie di altri aspetti che discuteremo quando si arriverà a discutere delle unioni civili.
  Ci sono, però, alcuni aspetti del dibattito di oggi che è opportuno toccare; sotto il profilo della trascrivibilità del matrimonio civile e del matrimonio contratto all'estero tra coppie omosessuali, la situazione si è confusa recentemente attraverso delle iniziative unilaterali dei sindaci, l'iniziativa del Ministro Alfano di disporre con direttiva l'intervento dei prefetti, successivamente la sentenza del TAR. Insomma, un esempio abbastanza clamoroso di quello che vediamo purtroppo in una serie di settori, e cioè l'impossibilità, spesso, di collaborare tra loro tra i diversi poteri dello Stato e tra le diverse amministrazioni.Pag. 60
  Ora, la realtà è che tutti questi interventi sono stati dettati da motivazioni politiche che non hanno seguito l'unico punto di riferimento che deve essere seguito su questa questione e che è la legge come oggi esiste ed è in vigore nel nostro Paese e come è interpretata dalle principali corti di questo Paese.
  Ho sentito fare dei riferimenti agli articoli della Costituzione abbastanza impropri, perché la Corte costituzionale ha detto chiaramente che sta al legislatore interpretare sostanzialmente l'evolversi della nozione di famiglia: lo ha detto nella stessa sentenza n. 138 del 2010 che è stata richiamata da più parti. Ha detto chiaramente che non si può automaticamente, in assenza di una legge, equiparare la coppia omosessuale al matrimonio eterosessuale, ma non ha neanche escluso espressamente questo concetto, stabilendo che possano essere previste delle differenziazioni e, comunque, rimettendo la nozione di famiglia e la sua evoluzione alla disciplina della legge.
  Poi ho sentito richiamare moltissimo i principi europei: a livello europeo esiste chiaramente il principio per cui questo tema e il diritto al matrimonio omosessuale è un tema della legge statale, non è un tema che viene deciso a livello comunitario. Anche qui si sono sentite cose che non sono coerenti con quello che hanno detto le autorità comunitarie e con quello che è pacificamente l'orientamento a livello europeo.
  Poi ho sentito richiamare la giurisprudenza e devo dire che, anche su quello che ha detto la Corte di cassazione, ho sentito dire cose non corrette. La Corte di cassazione ha detto chiaramente, anche sulla base della normativa europea, che l'eventuale trascrizione di un matrimonio di coppie omosessuali contratto all'estero non è intrascrivibile per contrarietà all'ordine pubblico, perché la legge ben potrebbe introdurre un principio di questo di questo tipo nel nostro ordinamento, ma non è trascrivibile perché la legge italiana non lo prevede.
  Quindi, il tema, in questo momento, è che l'interpretazione data dalla nostra Corte suprema della legge che regola questa materia è che i matrimoni contratti all'estero di coppie omosessuali non sono trasferibili, così come la giurisprudenza ci ha detto che l'intervento del Ministero dell'interno, del Ministro Alfano, su questo argomento è uscito dalle sue competenze. Per questo, la nostra mozione chiede, da un lato, che il Governo, nei limiti delle sue prerogative, intervenga, esercitando tutti i suoi poteri, perché si arrivi ad una legge che regoli le unioni civili, dall'altro, che faccia in modo che a livello di amministrazioni locali, quanto più possibile, ci si conformi alla legge e a quella che è la giurisprudenza oggi prevalente, per evitare la confusione normativa e territoriale che si è verificata in questi mesi.
  Per questo motivo, il nostro gruppo voterà a favore della nostra mozione, ovviamente, si asterrà sulle mozioni presentate dagli onorevoli Rosato, Brunetta, Gigli e Lupi, che contengono alcune conclusioni e alcuni aspetti sui quali noi saremmo anche d'accordo, ma che nelle loro premesse contengono una serie di considerazioni e prese di posizione che scontano una posizione specifica e ideologica sui matrimoni tra coppie dello stesso sesso, e voteremo in senso contrario alle mozioni presentate dagli onorevoli Scotto, Fedriga, Locatelli e Bechis (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Prima di dare la parola al prossimo oratore, mi rendo conto che l'argomento ci fa discutere e anche animatamente, però pregherei tutti i gruppi, se vi è bisogno di discutere, di farlo fuori dall'Aula. Mi riferisco, in questo caso, alla mia destra.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ricciatti. Ne ha facoltà.

  LARA RICCIATTI. Signor Presidente, mi attacco immediatamente al richiamo che lei ha appena fatto, perché appunto questo è un argomento che dovrebbe farci discutere, a tutti tranne che al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Infatti, non ringrazio l'onorevole «segretario Ponzio Pilato», che Pag. 61si lava le mani, arriva in Aula, utilizza il telefono, si rimette all'Aula, senza neanche spiegarci il perché, premurandosi, però, di dare parere contrario a tutte le mozioni presentate da queste opposizioni, come se i diritti civili delle persone non fossero un argomento importante (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
  Abbiamo assistito tutti, chi in maniera più interessata, chi meno – il sottosegretario ce lo dimostra –, al dialogo a distanza, spesso sordo, avvenuto fa prefetti, procure della Repubblica e Ministero dell'interno, e anche sul signor Alfano abbiamo due parole da spendere, ma lo faremo poi. È stato un dialogo che a volte e a tratti è sembrato stucchevole e surreale, trattando un tema molto delicato, quello dei diritti delle persone, a suon di richiami giudiziari e legislativi.
  Rimandiamo per l'ennesima volta il riconoscimento del diritto di amare incondizionatamente una persona a una subordinata ancorata a un retaggio del passato, della peggio ideologia che puzza di stantio e di vecchio ! È un terreno nel quale nascono – ricordo – e proliferano odio, omofobia, indifferenza e intolleranza; poi, però, siamo tutti pronti a rispettare minuti di silenzio quando le nostre ragazze e i nostri ragazzi muoiono a causa dell'omofobia (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Cari colleghi e care colleghe, guardate che il tempo per una legge sui matrimoni gay sia ormai improcrastinabile è un dato di fatto.

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Ricciatti. Colleghi, il Governo deve stare in Aula e nella fattispecie seguire il dibattito. Lasciamo che lo possa fare. Grazie.

  LARA RICCIATTI. Che sia giunto il tempo per una legge sui matrimoni gay è ormai un dato di fatto, è vero, è certo; che l'opinione pubblica sia più avanti del legislatore, anche, però.
  La cosa paradossale è che chi governa questo Paese non ha alcun sussulto quando l'adeguamento al contesto comunitario comporta un sacrificio sui diritti, mentre si irrigidisce in modo irragionevole quando quello stesso contesto imporrebbe o quantomeno suggerisce un adeguamento in positivo, come l'unificazione dei diritti da parte delle coppie di qualsiasi sesso.
  Non si può vivere di ipocrisia, non si può esultare per quello che avviene nella terra dalle antiche radici cattoliche, l'Irlanda, che dà il via libera ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, e poi però non essere conseguenti qua. Non si può essere europeisti, federalisti e fedeli servitori della volontà europea quando si parla di fiscal compact e restare invece sordi all'urlo di diritti e libertà arrivato ieri dall'Europa (Applausi dei deputati del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà).
  Il Parlamento europeo a Strasburgo ha approvato a larga maggioranza, anche con i voti dei Socialisti europei ricordo, un rapporto sull'uguaglianza di genere in Europa, in cui si parla per la prima volta in maniera esplicita di famiglie gay. «Il Parlamento – si legge nel testo – prende atto dell'evolversi della definizione di famiglia».
  Ancora più significativo è un secondo passaggio del testo in cui il Parlamento raccomanda che le norme in quell'ambito, compresi i risvolti in ambito lavorativo come i congedi ad esempio, tengano in considerazione fenomeni come le famiglie monoparentali e le omogenitorialità. Ma forse siamo tanto distanti dall'Italia, perché vedete la globalizzazione dei diritti è sicuramente più difficile di quella delle merci – lo abbiamo capito e ci siamo scontrati più volte –, ma il Governo deve esprimersi con chiarezza sull'indirizzo che intende assumere su questo tema. Non vale tifare l'Europa quando si fanno i passi in avanti sui diritti di tutte le persone e balbettare in Italia non riuscendo neanche a dire «no» alle pretese della sentinella della morale Alfano e alle sue ottuse circolari (Applausi dei deputati del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà).
  Viaggiamo su binari molto distanti fra loro. Guardate, l'Europa va verso la direzione dei diritti; noi qui oggi, con la nostra mozione, cerchiamo di cancellare quell'inchiostro fastidioso e vecchio che ha utilizzato il Ministero dell'interno per scrivere Pag. 62la circolare con la quale chiedeva ai prefetti di invitare i sindaci a cancellare le trascrizioni effettuate e, in caso di non ottemperanza all'invito, di procedere essi stessi a cancellarle d'ufficio. Il TAR del Lazio e il TAR del Friuli Venezia Giulia hanno annullato la circolare ministeriale dell'ottobre 2014, nella parte in cui dispone che i sindaci cancellino le trascrizioni fatte e prevede l'intervento prefettizio sostitutivo di annullamento, nel caso in cui il sindaco non proceda egli stesso a cancellare. Questa parte della circolare è stata annullata, in quanto la competenza a cancellare gli atti trascritti nel registro di stato civile è riservata per legge esclusivamente all'attività giudiziaria ordinaria, quindi al tribunale. Il provvedimento ministeriale significa che è adottato al di fuori dei poteri previsti dalla legge. Magari andateglielo a dire, colleghi e colleghe del Nuovo Centro Destra, al signor Alfano.
  È evidente che i numerosi contrasti interpretativi possono essere risolti solo con una nuova norma che armonizzi l'intera materia, ma quello che viene chiesto da un punto di vista politico è il riconoscimento di pari diritti e dignità per chiunque desideri contrarre un matrimonio. Ora, vi sono stati tanti sindaci progressisti – Pisapia, Marino, Merola, De Magistris – che hanno fatto una scelta chiara, che non lascia spazio ad una doppia o tripla interpretazione o chiavi di lettura (Applausi dei deputati del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà). Hanno trascritto quei matrimoni con la consapevolezza che anche in Italia sia giunta l'ora di scrivere un nuovo capitolo sul tema dei diritti civili.
  Quello che vogliamo sapere, soprattutto dalle colleghe e dai colleghi del Partito Democratico, è da quale parte stanno. Stanno con i sindaci o stanno con la sentinella in piedi Alfano ? Non è più il tempo dell'equidistanza, non potete presentare una mozione che contiene un impegno inaccettabile, il primo, perché, come è scritta, lascerebbe al Governo la possibilità di mantenere e anzi rinforzare la circolare Alfano e non ne chiede il ritiro; e dall'altra state al Governo con chi alimenta l'odio nei confronti delle comunità gay, con chi teorizza l'esistenza di una sola famiglia composta da uomo e donna, con quell'Italia bigotta e conservatrice che non fa i conti con la modernità, che non sa cogliere i cambiamenti di una società che si è evoluta e che chiede diritti !
  Non potete permettervi il lusso di legiferare sull'amore, questo non vi è permesso ! Non potete continuare a discriminare chi vuole coronare un sogno, non potete continuare a differenziare le famiglie, non potete etichettare un sentimento, non potete demonizzare un affetto, un calore, una tenerezza (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !
  Questo dibattito è la dimostrazione più veritiera di quanto la politica sia lontana dalla società, di quanto voi siate lontani dalla società ! Noi di SEL siamo pronti e vogliamo dare delle risposte che sfatino questi fastidiosi tabù, che smettano di nascondere la testa sotto la sabbia, che provino a fare politica guardando al futuro e smettano di osservare il passato.
  Vogliamo parlare di matrimoni e di adozioni gay, vogliamo immaginare la libertà come il bene più prezioso che la politica debba tutelare e lasciare in eredità alle generazioni che verranno. Guardi, signor sottosegretario, non si può sempre rinviare su un argomento e su decisioni che vanno assunte oggi, che vanno assunte in quest'Aula, che vanno assunte ora (Applausi dei deputati del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà) ! Oggi indossate una vergognosa maschera, tinta di ipocrisia, e lei, signor sottosegretario, si sta rimettendo all'Aula, ma oggi voi qui dovete dire da che parte state, se state con le Sentinelle in piedi oppure se state con i sindaci che il Partito Democratico sta sostenendo e con cui sta componendo le giunte. Ora è il tempo di parlare al paese e questo Governo deve iniziare ad assumersi le proprie responsabilità.
  Cara maggioranza e caro Governo, è vero che il più delle volte dite che non è questo il tempo e che bisogna rimandare, ma io penso che davanti a un attacco a tutti i diritti delle persone, al diritto di amarsi e di farlo in tutta libertà, lei col Pag. 63suo Governo, signor sottosegretario, debba dare delle risposte e questo silenzio noi oggi, in quest'Aula, non glielo concediamo (Applausi dei deputati del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Avverto che la mozione Brunetta ed altri n. 1-00893 è stata ritirata dal presentatore.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO PAGANO. Signor Presidente, desidero utilizzare il primo minuto per descrivere brevemente quello che è stato l'iter delle trascrizioni di matrimonio fra cittadini dello stesso sesso. Questa storia è paradossale, al punto di far scrivere a un giornale, laicissimo: «Il paradosso italiano, ciò che è illegittimo prevale sul diritto». Nell'ottobre 2014, il Ministro dell'interno con una circolare dice ai prefetti che in caso i sindaci diano esecuzione alle trascrizioni, devono essere invitati a ritirare tali disposizioni. La circolare è corretta perché fa riferimento alla legge e al codice civile italiano, alle sentenze della Corte di cassazione e della Corte costituzionale, e al diritto europeo, visto che viene richiamata la Carta di Nizza, che consente ai legislatori nazionali le scelte in ordine alle discipline del matrimonio.
  Il Governo successivamente chiarisce, ma questa è storia nota, che il sindaco, quando svolge queste funzioni, non svolge compiti amministrativi, ma è lì perché è un «ufficiale di Governo»: ci sono dei casi specifici previsti dalla legge per cui esso deve svolgere questo compito all'interno di una specificità che è proprio quella che ho appena detto. All'interno di queste documentazioni, il Ministero dell'interno chiedeva l'applicazione della legge. Proprio su questo elemento centrale oggi dovremmo chiudere ogni discussione e, invece, abbiamo sentito di tutto e di più.
  Anziché stare lì a dire come fare per rispettare la legge, che è quello che noi tutti i giorni cerchiamo di fare, anche da un punto di vista didattico e pedagogico, nei confronti dei nostri figli e degli alunni quando andiamo a fare le visite nelle scuole. Rispetto a tutto questo c’è oggi una fetta corposa del Parlamento, ammantata di ideologia, che invece dice «no». Per loro le leggi sono un accidente di percorso: c’è altro e bisogna fare altro. Cos’è questo «altro» ? È tutto quello che è legato ad una visione ideologica della storia e della vita, che è il tema vero su cui noi dovremmo confrontarci, per cui intelligenze vive di questo Parlamento non riescono a liberarsi da questo tipo di catene, non riescono a liberarsi da questi legacci, perché devono sostenere le loro storie fatte di utopie, cioè di scelte che non affondano per niente nella realtà e che non hanno nessun riscontro con la verità. È questa una storia antica e questa generazione è figlia di questo tempo. Sappiamo bene cosa ha prodotto, per esempio, la rivoluzione bolscevica a proposito di ideologie. Per decreto avevano stabilito che Dio era morto, anzi che non era mai esistito; per decreto avevano stabilito che i rapporti economici dovevano essere regolati dallo Stato perché esso è una entità superiore da un punto di vista etico. Per decreto avevano stabilito che i soggetti erano uguali e come tali dovevano essere trattati in uguale maniera, dimenticando che si è diversi per intelligenza, sensibilità e per tante altre cose. Poi quando non sono riusciti a far quadrare il cerchio per colpa delle ideologie, è intervenuta la forza. Solo così si spiegano, per esempio, i 130 milioni di morti che sono avvenuti con il comunismo, perché è evidente che quando poi non quadra il tutto, hai bisogno della forza bruta, del gulag, come dei campi di rieducazione, oppure – come diceva Solgenitsin – dei manicomi, perché sono pazzi, perché chi non capisce è pazzo e quindi deve essere curato e rieducato.
  È esattamente quello a cui oggi stiamo assistendo con le nuove forme di ideologia, che sono quelle dei gender, che ci stanno costringendo tutti ad osservare qualcosa che è fuori da ogni logica e ragionamento. Una legge deve essere rispettata o no ? Oppure deve prevalere l'ideologia che è superiore, ma che per definizione è portatrice di malesseri, di problematiche e di problemi di ordine sociale ed economico ? Pag. 64Questo è il grande tema su cui noi oggi tutti dobbiamo confrontarci. E all'interno di questo confronto andiamo a vedere concretamente che cosa sta accadendo. Abbiamo verificato che il Governo si è rimesso all'Aula. Almeno questo, solo questo ci convince. C’è un dibattito in corso in questo Parlamento e nel Paese. Nel Paese reale la si pensa in maniera diversa, basta stare in mezzo alla gente per capire come la pensano su certi argomenti. Eppure da questo punto di vista si vuole fare un uso, ancora una volta, della forza bruta dei numeri. Ecco perché ci vuole il confronto, ecco perché ci vuole il dibattito, ecco perché abbiamo bisogno di confrontarci e di portare avanti dei percorsi che devono essere nell'interesse del Paese, non nell'interesse di una utopia, di un'ideologia.
  Ma all'interno di questo percorso il nostro gruppo, sia al Senato che alla Camera, con il sottoscritto anche come primo firmatario, ha presentato delle proposte di legge, segno evidente che non siamo arroccati di fronte a ragionamenti antichi come qualcuno ci vuole dire. C’è un editoriale di oggi di una giornalista che dice che siamo omofobi, che siamo antichi, che siamo vecchi, che siamo legati a schemi, e che invece loro (si vada dalla parte opposta dell'emiciclo) hanno una superiorità intellettuale. Qual è la superiorità intellettuale ? Quella di voler forzare la legge ? Quella di volere per forza vincere nonostante tutto quello che evidentemente è contro ogni logica ? Far passare il cammello dalla cruna di un ago ? E allora ecco che per questo motivo noi siamo convintissimi che questo dibattito debba trovare una soluzione univoca e siamo dispiaciuti anche della mozione del PD.
  Io ricordo a tutti che il giorno 20 giugno a piazza San Giovanni l'associazionismo cattolico e non cattolico, trasversale, forze musulmane, evangeliche, laiche, ha organizzato una mega manifestazione – per farla a San Giovanni immaginiamo che ci saranno numeri di un certo tipo – per dimostrare concretamente quello che il Paese reale pensa su questo argomento ed è questa la riflessione che dobbiamo fare.
  Ed ecco perché siamo profondamente convinti delle nostre ragioni, che non vengono però da un pregiudizio, vengono dal fatto che abbiamo l'amore nei confronti degli altri, il rispetto nei confronti degli altri, che oggi si traduce soprattutto nel fatto dell'applicazione della legge e del rispetto delle leggi. È quindi proprio per questo motivo che noi voteremo contro la mozione Scotto 1-00719 di SEL, contro la mozione 1-00885 Bechis, contro la mozione Rosato 1-00892; siamo a favore ovviamente della mozione Lupi Binetti e Pagano, 1-00887, che è la nostra, siamo a favore della mozione Gigli 1-00890, chiediamo una votazione per parti separate del dispositivo della mozione Fedriga 1-00894 della Lega Nord perché ci asterremo sulla premessa mentre voteremo favorevolmente il contenuto e poi voteremo contro le mozioni degli onorevoli Mazziotti Di Celso 1-00896 e Locatelli 1-00138. Questo è un percorso che a noi convince. Non è sicuramente un percorso già precostituito. È un percorso di riflessione a cui noi tutti in maniera speranzosa guardiamo.

  PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Prestigiacomo, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto, vi rinunzia.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chimienti. Ne ha facoltà.

  SILVIA CHIMIENTI. Grazie, Presidente. Il tema su cui siamo chiamati a pronunciarci oggi è molto delicato e intreccia, dentro di sé, una serie di livelli differenti del discorso: c’è, innanzitutto, una questione di civiltà o, meglio, dovremmo dire di dignità; poi, ci sono le norme nazionali e sopranazionali e, infine, c’è la volontà politica. Questi differenti piani, come spesso avviene nel nostro Paese, non sono andati di pari passo tra di loro, anzi hanno prodotto l'ennesimo corto circuito, concretizzandosi nell'inevitabile intervento della magistratura.Pag. 65
  Il problema, Presidente, è che, laddove non venga in supporto dei cittadini uno strumento normativo che tuteli le coppie more uxorio, come in questo caso, il Governo non solo non ha provveduto a colmare la lacuna ma, addirittura, ha forzato la mano nel tentativo di assecondare le solite stantie sirene conservatrici. Il tutto a discapito, ancora una volta, dei cittadini, delle loro storie personali, dei loro diritti, dei loro affetti. Non si spiega altrimenti la circolare del Ministro dell'interno, Alfano, che, nell'ottobre 2014, ha ordinato ai prefetti di procedere alla cancellazione delle trascrizioni di nozze contratte all'estero dai cittadini italiani.
  Ma andiamo con ordine. La causa di tutto questo caos è da ricondursi nel vuoto normativo che attanaglia il nostro Paese, un vuoto che non ha altri responsabili se non gli esponenti delle maggioranze che si sono susseguite in questi primi due anni di legislatura. Doveva essere il Parlamento più laico della storia, si era detto. Ebbene, cosa è stato prodotto sul tema dei diritti civili ? Il nulla ! Dalla legge sull'omofobia alle unioni civili, tutto continua a giacere nei cassetti per volontà dell'Esecutivo di turno o, nella migliore delle ipotesi, ad essere rispolverato ogni tanto, salvo poi essere nuovamente rinchiuso nelle segrete stanze, a prendere polvere, non appena l'ondata di rigetto dei sedicenti esponenti del mondo cattolico si leva in tutta la sua potenza.
  Presidente, questo nulla è la causa primaria della confusione a cui oggi siamo chiamati a porre rimedio, per cui abbiamo di fronte dei veri e propri migranti del diritto: cittadini italiani – e sottolineo: italiani – che sono stati costretti a varcare i confini del loro Paese, pur di vedersi riconosciute una serie di tutele giuridiche. A fronte di questo gravissimo meccanismo, per cui il nostro Stato si è reso inadempiente sul fronte del riconoscimento di un diritto, è stata costretta a intervenire la magistratura: a seguito di un ricorso, presentato da due uomini sposati a New York che avevano richiesto la trascrizione delle loro nozze al comune di Grosseto, il tribunale competente ha sancito che non trascrivere i matrimoni fra persone dello stesso sesso avrebbe significato non riconoscere uno status acquisito validamente all'estero e ciò sarebbe stato contrario alla Costituzione. La tutela della dignità e dell'eguaglianza della persona prevedono, infatti, il diritto di vedere riconosciuto questo status. Dunque, anche se in Italia non è riconosciuta la validità del matrimonio fra persone dello stesso sesso, è un pieno diritto degli individui quello di potere dare quantomeno pubblicità, nel nostro ordinamento, allo stato di coniugi acquisito validamente all'estero. La pronuncia di Grosseto ha dato subito i suoi frutti, perché i sindaci di una serie di città italiane hanno iniziato a trascrivere, nei registri comunali, anche i matrimoni celebrati all'estero tra persone dello stesso sesso.
  E a questo punto entra in scena il Ministro Alfano, con l'incredibile e maldestro ordine ai prefetti di cancellare le trascrizioni. Ordine che fa molto discutere, ma che soprattutto viene presto dichiarato illegittimo da due sentenze del TAR del Lazio, che sanciscono come solo l'autorità giudiziaria ordinaria possa annullare la trascrizione di un atto di stato civile e come sussista, parallelamente, l'illegittimità del potere amministrativo di disporne la cancellazione. La massima giurisprudenziale si può approssimativamente riassumere così: «Nessuno può cancellare un atto dai registri di stato civile, se non ottemperando ad un provvedimento giudiziale reso all'esito di un giudizio che garantisca ogni diritto di difesa».
  La sentenza ha confermato anche che l'unica sovraordinazione del Ministro dell'interno e dei prefetti nei confronti del sindaco, in materia di stato civile, può consistere nell'esercizio di un potere di vigilanza, ma non di intervento diretto sugli atti di stato civile. Il solo caso di sostituzione nelle funzioni dell'ufficiale di stato civile è previsto per inerzia del sindaco, ma è il caso esattamente opposto a quello di un sindaco che trascrive esercitando le proprie funzioni.
  La decisione del TAR è stata confermata in rapida successione dalle procure Pag. 66di Udine, Roma, Milano e Livorno. Ad intervenire nel dibattito è stato anche Stefano Rodotà, che ha posto l'accento su un punto fondamentale sottolineando come: «Nella circolare compaia un errore altre volte commesso, quello di interpretare il concetto di matrimonio solo in base alle norme del codice civile, come se la Costituzione non esistesse e come se non esistessero le norme che impongono di guardare ad una serie di situazioni nella prospettiva europea. La mancata trascrizione – continua Rodotà – farebbe prevalere la cittadinanza nazionale su quella europea, privando le persone del diritto di vedere applicate in Italia norme del diritto europeo, in contrasto con quanto stabilito nel 2011 dalla Corte di giustizia dell'Unione» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Il dato che si evince è, infatti, il paradossale cortocircuito giuridico tra l'Italia e l'Europa, tra la cittadinanza europea e quella italiana, a cui il legislatore deve porre rimedio a cominciare da oggi. Il paradosso è a monte e sta nel fatto che l'Unione europea è, ad esempio, in grado di dettare quanti gamberetti possiamo pescare a Mazara del Vallo, ma non è in grado di far circolare in maniera egualitaria i suoi cittadini tra gli Stati. E allora sorge una domanda: perché quando si tratta di diritti dei cittadini non risuona la solita litania: «Ce lo chiede l'Europa» ? (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Vede Presidente, qui non si tratta di approvare il matrimonio gay in Italia. Non siamo troppo ottimisti: la strada da percorrere è ancora lunga, lastricata di insidie e di pregiudizi che potranno essere sconfitti solo da un profondo e radicato cambio di mentalità che dovrebbe partire dalla classe politica per poi allargare il dibattito all'interno della società e dell'opinione pubblica, senza ideologie preconfezionate e con informazioni adeguate e obiettive. No: qui si tratta di lasciare da parte le ideologie e di rispettare, quanto meno, le sentenze di tribunale e le norme esistenti. E l'orientamento giurisprudenziale è univoco nell'affermare che la trascrizione dei matrimoni è lecita, mentre la circolare del Ministro Alfano non lo è. Non è vi è alcun dubbio. Per questo motivo, il MoVimento 5 Stelle appoggia con convinzione la mozione Scotto ed altri n. 1-00719 e non ha ritenuto di doverne presentare un'ulteriore propria. Ci asterremo, invece, sulle mozioni Rosato ed altri n. 1-00892, e Brunetta n. 1-00893, che incentrano il loro impegno sulle unioni civili, omettendo volontariamente il problema oggetto della mozione Scotto, ossia la circolare illegittima del Ministro Alfano. Non vorrei poi commentare le parole dell'onorevole Pagano, che parla di ideologie, di gulag, di comunismo e non si rende conto che è il primo a far uso di ideologia e di forza bruta in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  La giurisprudenza italiana ha già fornito sufficienti indirizzi, si è sostituita al legislatore inerte e ha colmato i vuoti normativi. Ora tocca a noi, tocca a quest'Aula levarsi di dosso la zavorra di chiunque cavalchi strumentalmente sedicenti tradizioni cattoliche per negare dei diritti, fingendo di ignorare perfino le aperture del vertice della Chiesa, quel Papa Francesco che più volte ha sottolineato come: «Dio ci abbia resi liberi». Il vento irlandese del referendum, cavalcato ipocritamente da troppi esponenti di un Governo ad oggi inoperoso sul tema dei diritti civili, dovrebbe spingere questo Parlamento ad analizzare seriamente la questione delle trascrizioni dei matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati all'estero, soprattutto in virtù del fatto che siamo di fronte ad una società in grado di dare risposte concrete a disuguaglianze reali e al cortocircuito per cui si è e non si è cittadini europei allo stesso tempo, per cui la cittadinanza europea stride con quella italiana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  L'Italia ha davanti a sé una sfida molto importante, una sfida che non può accantonare o nascondere dietro il dito ipocrita di qualche fasulla ideologia confessionale che punta a direzionare l'operato dei legislatori. Proprio ieri, il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza un Pag. 67rapporto sull'uguaglianza di genere che riconosce le famiglie gay, un dato politico che dovrebbe invitare quest'Aula a riflettere sulle posizioni anacronistiche che noi oggi siamo chiamati a sanare. L'invito al riconoscimento di piena uguaglianza per tutte le coppie non può più essere nascosto sotto il tappeto; noi siamo chiamati a dar voce a quelle centinaia di migliaia di persone i cui diritti negati pesano sulle coscienze di chi ritarderà questo progresso, di chi vorrà porsi, ancora una volta, dal lato sbagliato della storia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Campana. Ne ha facoltà.

  MICAELA CAMPANA. Grazie, signor Presidente, onorevoli colleghi, questa discussione arriva all'indomani di una storica decisione dell'Unione europea, che ieri ha approvato, a larga maggioranza, un rapporto sull'uguaglianza di genere. Per la prima volta, il Parlamento di Strasburgo parla di famiglie gay, riconoscendo che prende atto dell'evolversi della definizione di «famiglia». Le istituzioni europee chiedono una nuova strategia post 2015 dell'Unione europea per la parità di genere, affinché sia dotata di obiettivi chiari, azioni concrete, e un monitoraggio più efficace per progredire nella lotta alla discriminazione nel mercato del lavoro, nell'istruzione e nel processo decisionale.
  Per questo, uno dei punti della mozione che oggi presentiamo a nome del gruppo del Partito Democratico riguarda la priorità per il nostro Paese di giungere in maniera tempestiva all'approvazione del testo di legge sulle unioni civili in discussione al Senato, che tenga conto di tutti gli aspetti che toccano la vita di coppia.
  L'Italia arriva ultima e questa ennesima pronuncia ci impone di tirare la testa fuori dalla sabbia, di smettere di rimandare la discussione ad altro luogo e ad altro tempo. In questo momento, di fronte alle altre legislazioni europee, il nostro Paese appare monco e arretrato, colpevolmente fermo di fronte ad una società che è profondamente mutata e che, grazie all'evoluzione economica e politica del progetto dell'Unione europea, ha portato i nostri cittadini a vivere, viaggiare e progettare la propria vita al di là dei confini nazionali.
  Serve una legge che colmi un vuoto che porta nel nostro Paese ad essere clandestini senza diritto: è una situazione inaccettabile, un arretramento non degno per un Paese fondatore dell'Unione europea. Abbiamo una delle Costituzioni più copiate al mondo, con un impianto di garanzie costituzionali che, fin dal secondo articolo, riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo nelle formazioni sociali dove si svolge la sua personalità.
  Dando un quadro normativo uniforme nel trattamento delle medesime situazioni su tutto il territorio nazionale, non faremo altro che onorare i dettami dei nostri padri costituenti, che non hanno posto limiti all'evolversi della società, disegnando un quadro di diritti malleabili ad una società in continuo mutamento.
  Da sempre i sindaci hanno misurato il mutamento dei costumi e, anche questa volta, non si sono sottratti al confronto. Così tantissimi sindaci, e oggi consigli comunali, hanno votato regolamenti avanzati e, sul tema della trascrizione, hanno dato un segnale chiaro, che è quello al legislatore di colmare in fretta questo vuoto.
  Gli atti posti in essere da tanti sindaci, ricordiamolo, hanno un valore di pubblicità certificativa, e pertanto non producono effetti nella sfera legale dei registranti, né alterano lo stato degli stessi. Per questo, il PD chiede al Governo di adottare le misure necessarie per garantire un eguale trattamento delle medesime situazioni in tutto il territorio nazionale. Ma, soprattutto, qui voglio rivendicare con forza il percorso che, con decisione, il Partito Democratico ha intrapreso: quello dell'orizzonte culturale che va verso l'uguaglianza dei diritti, partendo, soprattutto, dalla discussione sulle unioni civili, che oggi è incardinata in discussione in Commissione giustizia al Senato.Pag. 68
  I Paesi che hanno un consolidato percorso di accesso ai diritti sono Paesi che hanno un welfare più solido, sono Paesi che hanno un livello di benessere migliore. Il nostro Paese, come dicevo, arriva ultimo, ed è per questo che noi non faremo gli errori che le corti europee hanno già sottolineato. Il PD intende fare presto e bene, senza rinunciare alla discussione dentro il partito, ma fuori, dentro i confini della maggioranza, ma anche tra le forze di opposizione, ma facendo un confronto nel merito, come stiamo facendo, opponendosi con fermezza a chi vorrà insinuare obiezioni ideologiche, che portano a mediazioni al ribasso rispetto al tema sacrosanto dell'accesso ai diritti.
  Olof Palme diceva che i diritti della democrazia non sono riservati ad un ristretto gruppo all'interno della società: sono i diritti di tutte le persone. E Gandhi diceva che i diritti aumentano automaticamente per chi compie debitamente i suoi doveri. Il nostro dovere è oggi perseguire convintamente la modernizzazione dell'architrave culturale del nostro Paese.

  PRESIDENTE. Un attimo, onorevole Campana. Colleghi, lo stesso ragionamento che valeva per gli oratori di prima vale anche per l'onorevole Campana; se riusciamo a farla, almeno, parlare. Grazie.

  MICAELA CAMPANA. Grazie. Un appello a tutti colleghi: non annulliamo gli sforzi fin qui fatti.
  Il testo del Partito Democratico al Senato, votato ed adottato in Commissione giustizia, è stato votato a larga maggioranza. Non annulliamo un percorso che tanti dentro il Parlamento, da anni, ma soprattutto fuori dal Parlamento, stanno chiedendo alla politica: prendersi la proprie responsabilità. Questa colleghi è tutt'altro che una mediazione, è una scelta di campo che abbiamo fatto. Tante volte ci siamo fermati ad un passo, questa volta non ci fermeremo e quel passo lo compiremo per intero. Per questo, il Partito Democratico voterà favorevolmente solo alla propria mozione che entra nel merito delle trascrizioni, ma soprattutto va al cuore del problema e rivendica, con forza, quello che il Partito Democratico ha scritto nel proprio programma elettorale e nel proprio programma di Governo: una legge sulle unioni civili. Mai, come questa volta, i fatti valgono più di tante parole. Per questo invito tutti i colleghi a votare favorevolmente sulla nostra mozione, che va, appunto, al cuore del problema. Mai, come questa volta, siamo stati vicini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Grazie, Presidente. L'onorevole Pagano, nel suo intervento di prima, ha collegato le idee, le convinzioni (lui le chiama «le ideologie») di chi chiede di ritirare la circolare Alfano sulla trascrizione delle unioni omosessuali, all'ideologia bolscevica, ai gulag e al regime sovietico. Vorrei dire all'onorevole Pagano di non fare paragoni così infelici; nel regime sovietico gli omosessuali venivano perseguitati e incarcerati. Nel regime sovietico gli omosessuali ai gulag venivano spediti. Se non vuole avere rispetto per chi ha presentato la mozione contro la circolare Alfano, lo abbia, almeno, per i tanti omosessuali che sono stati incarcerati e perseguitati (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) in Russia, come in tanti altri Paesi, ed eviti di fare paragoni così infelici (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Colleghi vi pregherei di prendere posto e di seguire, perché abbiamo delle votazioni sufficientemente complesse, ci sono molte richieste di voto per parti separate.Pag. 69
  Come da prassi, le mozioni e le risoluzioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Scotto ed altri n. 1-00719, sulla quale il Governo ha espresso contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tidei...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  375   
   Votanti  372   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato   93    
    Hanno votato no  279.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Avverto che sulla mozione Bechis ed altri n. 1-00885 è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare separatamente la premessa dal dispositivo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Bechis ed altri n. 1-00885, limitatamente alla premessa, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dambruoso, Sarti, Di Lello, Fanucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  391   
   Votanti  387   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato   90    
    Hanno votato no  297    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Bechis ed altri n. 1-00885, limitatamente al dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  392   
   Votanti  368   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato   71    
    Hanno votato no  297.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla mozione Lupi ed altri n. 1-00887. Anche in questo caso vi è una richiesta di votazione per parti separate, nel senso di votare separatamente le premesse dal dispositivo.
  Passiamo, quindi, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lupi ed altri n. 1-00887, limitatamente alle premesse, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mura... ci siamo colleghi ? Qualcuno che non riesce a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  399   
   Votanti  373   
   Astenuti   26   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato   64    
    Hanno votato no  309.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Pag. 70Lupi ed altri n. 1-00887, limitatamente al dispositivo, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Turco ha votato... altri che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  396   
   Votanti  371   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato   67    
    Hanno votato no  304.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla mozione Gigli ed altri n. 1-00890. Anche in questo caso è stata richiesta la votazioni per parti separate, nel senso di votare separatamente le premesse dal dispositivo.
  Passiamo, quindi, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Gigli ed altri n. 1-00890, limitatamente alle premesse, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea. Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cariello, Placido... altri colleghi ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  401   
   Votanti  371   
   Astenuti   30   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato   65    
    Hanno votato no  306.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Lupo ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Gigli ed altri n. 1-00890, limitatamente al dispositivo, su cui il Governo si è rimesso all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Abbiamo votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  399   
   Votanti  368   
   Astenuti   31   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato   60    
    Hanno votato no  308.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione della mozione Rosato ed altri n. 1-00892.
  Avverto che ne è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare dapprima la premessa congiuntamente al primo capoverso del dispositivo e, a seguire, il secondo capoverso del dispositivo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rosato ed altri n. 1-00892, limitatamente alla premessa e al primo capoverso del dispositivo, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cimmino, Zoggia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  385   
   Votanti  287   
   Astenuti   98   
   Maggioranza  144   
    Hanno votato  204    
    Hanno votato no   83.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 71

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rosato ed altri n. 1-00892, limitatamente al secondo capoverso del dispositivo, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grillo, Tancredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  389   
   Votanti  276   
   Astenuti  113   
   Maggioranza  139   
    Hanno votato  210    
    Hanno votato no   66.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione della mozione Fedriga ed altri n. 1-00894. Avverto che ne è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare la premessa distintamente dal dispositivo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Fedriga ed altri n. 1-00894, limitatamente alla premessa, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grillo, Tidei, Fossati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  402   
   Votanti  366   
   Astenuti   36   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato   32    
    Hanno votato no  334.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Fedriga ed altri n. 1-00894, limitatamente al dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  395   
   Votanti  380   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato   56    
    Hanno votato no  324.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Mazziotti Di Celso ed altri n. 1-00896, per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Spadoni, Patriarca, Distaso, Ruocco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  400   
   Votanti  120   
   Astenuti  280   
   Maggioranza   61   
    Hanno votato   31    
    Hanno votato no   89.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello e la deputata Pannarale hanno segnalato che non sono riuscite a esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione della risoluzione Locatelli ed altri n. 6-00138 sulla quale è stata chiesta la votazione per parti Pag. 72separate nel senso di distinguere il voto sulle premesse da quello sul dispositivo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Locatelli ed altri n. 6-00138, limitatamente alle premesse, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  390   
   Votanti  380   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato   96    
    Hanno votato no  284.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Locatelli ed altri n. 6-00138, limitatamente al dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pagano... Carrozza...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  392   
   Votanti  382   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato   98    
    Hanno votato no  284.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Colleghi, vorrei informarvi che vi era un accordo tra i gruppi per concludere i lavori alle ore 19 perché in particolare il gruppo di Area Popolare ha un impegno di gruppo. Il gruppo di Area Popolare si è reso disponibile a ritardare il proprio impegno e cerchiamo, nelle dichiarazioni di voto sul prossimo punto all'ordine del giorno, di consentire che questo possa accadere in maniera da riuscire a tenere sia lo svolgimento del punto all'ordine del giorno sia l'impegno di Area Popolare. In questo la Presidenza si farà carico di aiutare gli oratori a far sì che questo impegno sia rispettato.

Seguito della discussione delle mozioni Lupi ed altri n. 1-00869, Alfreider ed altri n. 1-00877, Barbanti ed altri n. 1-00881, Paglia ed altri n. 1-00882, Boccadutri ed altri n. 1-00883, Alberti ed altri n. 1-00884, Brunetta ed altri n. 1-00886 e Busin ed altri n. 1-00891 concernenti iniziative in materia di circolazione del denaro contante.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Lupi ed altri n. 1-00869 (Ulteriore nuova formulazione), Alfreider ed altri n. 1-00877 (Nuova formulazione), Barbanti ed altri n. 1-00881, Paglia ed altri n. 1-00882, Boccadutri ed altri n. 1-00883, Alberti ed altri n. 1-00884, Brunetta ed altri n. 1-00886 e Busin ed altri n. 1-00891, concernenti iniziative in materia di circolazione del denaro contante (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 8 giugno 2015, sono state presentate la mozione Busin ed altri n. 1-00891, un'ulteriore nuova formulazione della mozione Lupi ed altri n. 1-00869 e una nuova formulazione della mozione Alfreider ed altri n. 1-00877, che sono state già iscritte all'ordine del giorno (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  Avverto che sono state altresì presentate la mozione Matarrese ed altri n. 1-00895, una nuova formulazione della mozione Paglia ed altri n. 1-00882 e un'ulteriore nuova formulazione della mozione Alfreider ed altri n. 1-00877 (Vedi l'allegato A – Mozioni). I relativi testi sono in distribuzione.

Pag. 73

(Intervento e parere del Governo)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Viceministro Morando, che coinvolgo nell'appello che la Presidenza ha rivolto a tutti per contenere gli interventi, esprimendo altresì il parere sulle mozioni presentate.

  ENRICO MORANDO, Viceministro dell'economia e delle finanze. Grazie, signor Presidente. Avevo preparato una illustrazione migliore dei pareri ma, tenendo conto della situazione, mi accingo immediatamente alla loro formulazione.
  Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Lupi ed altri n. 1-00869 (Ulteriore nuova formulazione). Dico adesso, perché vale anche per le altre mozioni, il motivo per cui mi dichiaro favorevole perché c’è prima di tutto l'impegno rivolto al Governo affinché nel contesto comunitario e nella dimensione nazionale si impegni ad incentivare l'uso di strumenti diversi dal contante per il sistema dei pagamenti.
  Subordinatamente a questo impegno, il Governo accetta di impegnarsi a valutare l'opportunità di rivedere anche i limiti per l'uso del contante.
  Sulla seconda mozione Alfreider ed altri n. 1-00877 (Ulteriore nuova formulazione) il parere è favorevole a causa della riformulazione che è stata presentata. Sulla mozione Barbanti ed altri n. 1-00881 il parere è contrario, perché individua – lo dico anche per le altre mozioni per cui il parere sarà contrario – specifici limiti e soglie in aumento o in diminuzione per l'intervento circa la regolazione dell'uso del contante. Per questa stessa ragione il parere è contrario sulla mozione Paglia ed altri n. 1-00882 (Nuova formulazione). Il parere è, invece, favorevole, per la ragione che ho già spiegato, sulla mozione Boccadutri ed altri n. 1-00883, così come, invece, il parere è contrario sulla mozione Alberti ed altri n. 1-00884, per la ragione che ho già detto.
  A proposito della mozione Brunetta ed altri n. 1-00886, propongo all'onorevole Brunetta di valutare la possibilità di operare nella parte dispositiva della mozione queste modificazioni: il secondo capoverso dell'impegno dovrebbe diventare il primo, cioè quello che riguarda la definizione degli interventi per ridurre le commissioni a carico degli esercenti a proposito delle transazioni effettuate mediante moneta elettronica e così via. A quel punto, trasformare il primo periodo dell'impegno nel secondo e aggiungere, dopo: «a porre in essere», la frase seguente: «nel contesto creato dall'iniziativa di cui all'impegno precedente». In questo secondo impegno, che nella mozione figura come primo e diventerebbe secondo se si accogliesse la proposta, dovrebbe essere cancellata l'espressione: «dai 1.000 euro ai 3.000 euro», perché è un riferimento quantitativo su cui il parere del Governo è contrario. Infine, al penultimo capoverso, la proposta è che si dica invece che: «ad assumere iniziative», «a valutare l'opportunità di assumere iniziative (...)» e così via. A queste condizioni il parere sarebbe favorevole; se, è ovvio, legittimamente, i proponenti volessero mantenere il testo così com’è, per la ragione che ho già spiegato, il parere è contrario.
  Il parere è contrario anche per la mozione Busin ed altri n. 1-00891 e, invece, è favorevole sulla mozione Matarrese ed altri n. 1-00895.

  PRESIDENTE. Grazie, Viceministro Morando, ci ha aiutato moltissimo.

(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alfreider. Ne ha facoltà.
  Ovviamente la preghiera è la sintesi...

  DANIEL ALFREIDER. Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

Pag. 74

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbanti. Ne ha facoltà.

  SEBASTIANO BARBANTI. Grazie Presidente, cercherò di essere breve. È strano, colleghi, come nel 2015, era in cui i pagamenti sono sostanzialmente digitali, in cui si può pagare avvicinando solo il Bancomat al POS o addirittura dove si può pagare con un telefonino, dobbiamo, ancora una volta, riesumare qualche normativa sul denaro contante. Eppure, solo nel 2011 fu abbassata la soglia, così come altre manovre furono fatte per quanto riguarda il pagamento dei canoni di affitto, manovra che serve a ben poco, perché il problema non si pone per i contratti registrati, ma, insomma, tutto fa brodo, come si dice.
  Così come c’è stato anche il decreto del Ministero per quanto riguarda i pagamenti con il POS superiori ai 30 euro, su cui più volte abbiamo detto che siamo favorevoli, purché vengano totalmente azzerate le commissioni in carico agli esercenti. Qualcosa è stata fatta con il Regolamento (UE) 2015/751 dell'Unione europea che fissa nello 0,2 per cento il tetto massimo di queste commissioni, ma bisogna, perché si può, arrivare al totale azzeramento.
  Ma qual è il motivo che ora dovrebbe portarci, sebbene subordinatamente, ad una serie di modifiche, di agevolazioni verso i pagamenti elettronici ? Perché dobbiamo innalzare il limite del contante ? Si sta per adottare la fatturazione elettronica, si sta ragionando sullo scontrino digitale: abbiamo fatto dei passi in avanti da questo punto di vista e ora dobbiamo farne due indietro aumentando il limite del contante ? Di certo non ci si può richiamare, come esempi, agli altri Paesi europei, dove sicuramente i limiti del contante sono più alti, ma dobbiamo ricordare che in Italia – l'abbiamo visto durante le audizioni in Commissione finanze – abbiamo una soglia dei pagamenti con il contante che è ben più alta rispetto a quella delle altre parti d'Europa, così come l'utilizzo della moneta elettronica, in termini di numero di pagamenti e di importo medio, è sicuramente più basso.
  Ricordiamoci che siamo il Paese con il tasso di corruzione più alto in Europa, per questo l'aumento del limite del contante sicuramente non va bene, anche perché nelle stesse mozioni non c’è nessuno studio che dimostri la mancanza di correlazione tra la corruzione, il nero, l'evasione fiscale e l'utilizzo del limite del contante. A dire il vero – cito un passo della mozione Lupi –, si dice che il minor utilizzo del contante può diminuire la possibilità di riciclaggio di denaro, quindi, stiamo dicendo una cosa in premessa che smentiamo nei dispositivi. Su questo invito anche il Governo a sottolineare certi aspetti, a leggerli con più attenzione.
  Abbiamo, invece, uno studio del professor Carlo Milani del CER, che effettivamente lega l'utilizzo del contante all'economia sommersa: si vede come i prelievi pro capite in Grecia e in Italia siano in percentuale più alti e sono i due Paesi che hanno la percentuale di economia sommersa sul PIL più elevata. Quindi, una correlazione, da questo punto di vista, c’è ed è inevitabile. Quindi, l'equazione contante uguale economia sommersa è dimostrata, così come, purtroppo, questo significa anche concorrenza falsificata, perché chi fa nero gode di alcuni vantaggi che gli onesti non hanno. Da questo punto di vista, significa anche meno competitività per il Paese. Quindi, la tanto decantata crescita economica con la ricerca e con la competitività, con uno strumento del genere, ovviamente, va a farsi friggere, così come il tanto decantato level playing field – così lo chiamiamo in ambito bancario – dovrebbe essere anche nell'ambito dell'imprenditoria.
  Ma c’è un altro aspetto: aumentare il limite del contante e quindi favorire il nero significherebbe anche diminuire il potenziale gettito dello Stato, e il gettito dello Stato lo pagano i cittadini. Ogni buco in termini di entrate viene pagato dai cittadini e viene pagato dalle imprese, con una pressione fiscale che aumenta sempre di più. Ricordo che il contante costa, costa tantissimo: soltanto l'anno scorso il contante è costato 10 miliardi di euro in Pag. 75Italia, che significano, per 60 milioni di cristiani, di cittadini italiani, compresenti anche i bambini, i neonati, 166 euro a testa. Questa è la tassa sul contante, oltre ovviamente a tutti i rischi collaterali che ci sono, come rapine, falsi e quant'altro.
  Ecco perché, da questo punto di vista, noi siamo totalmente sfavorevoli ad un aumento del contante, né vogliamo che vengano poste assolutamente delle tasse sui prelievi del contante, anche se addirittura se ne è parlato qualche mese fa per recuperare gettito e per evitare addirittura la circolazione maggiore di contante.
  Quindi, sicuramente «no» all'innalzamento della soglia del contante. Il tutto con il recepimento delle direttive europee, ma andiamo anche oltre: azzeriamo totalmente il costo delle transazioni POS e carte di credito, che sicuramente non costa tanto quanto il costo del denaro contante (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nastri. Ne ha facoltà.

  GAETANO NASTRI. Signor Presidente, nel corso degli ultimi anni il legislatore è intervenuto, direi in maniera scomposta, sulla disciplina normativa della circolazione del contante. Tali interventi, spesso discontinui fra loro, com’è noto, sono stati introdotti con una doppia finalità: da un lato, l'esigenza di aumentare la tracciabilità dei movimenti finanziari per contrastare il riciclaggio dei capitali di provenienza illecita; dall'altro, l'obiettivo dell'amministrazione finanziaria di contrastare l'evasione e l'elusione fiscale attraverso la limitazione dei pagamenti effettuati in contante, che ovviamente ben si presta a coprire operazioni effettuate in nero.
  Al riguardo occorre ricordare come l'introduzione di tali misure fosse strettamente correlata ad incentivare il ricorso ai pagamenti elettronici, che, grazie alla tracciabilità delle transazioni, si poneva come obiettivo l'attuazione di efficaci azioni di contrasto all'evasione fiscale e al riciclaggio di denaro. Tali forme di pagamento vengono pertanto incentivate da recenti direttive europee e da norme interne, come l'articolo 12 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, il cosiddetto «salva Italia» del Governo Monti, che ha ridotto la soglia massima per l'utilizzo del denaro in contante. Pertanto, la disposizione in precedenza richiamata ha previsto la diminuzione da 2.500 euro ai 1.000 euro quale soglia dei pagamenti in contanti e di utilizzo degli assegni bancari o postali trasferibili, nonché dei libretti al portatore, precisando che il divieto di violare tale limite si applica a tutti i soggetti residenti nel territorio dello Stato, quale che sia la loro nazionalità.
  I soggetti sanzionabili sono sia coloro i quali hanno pagato, sia coloro che hanno riscosso gli importi, compreso il lavoratore dipendente che abbia accettato il pagamento dello stipendio superiore a 999 euro in contanti e, pertanto, allo stato attuale è possibile effettuare pagamenti in contanti sino alla soglia massima di euro 999,99 ed è vietato il trasferimento tra soggetti diversi di denaro contante, nonché di libretti di deposito bancari e postali al portatore o di titoli al portatore per importi pari o superiori ai 1.000 euro.
  Alle norme che limitano l'uso del denaro contante si aggiunge il decreto attuativo del Ministero dello sviluppo economico del 24 gennaio 2014, in vigore dal 28 marzo, che prevede l'obbligo di accettare pagamenti effettuati attraverso carte di debito per tutti i pagamenti superiori a 30 euro disposti a favore di professionisti e di imprese per l'acquisto di prodotti o prestazioni di servizi.
  A fronte di tali iniziative legislative, rivelatesi restrittive e controproducenti in termini di contrasto all'evasione fiscale, che sembrano averne risentito, autorevoli centri di ricerca nazionali confermano come in realtà il famoso tetto dell'uso del contante a quota 1.000 euro non sia riuscito nel corso di questi anni a raggiungere i risultati sperati in termini di lotta all'evasione fiscale. Tale criticità – peraltro confermata anche dall'Agenzia delle entrate: il limite alla circolazione dell'uso di Pag. 76denaro contante avrebbe dovuto aiutare il fisco a stanare flussi di denaro non sempre all'insegna della trasparenza, ma che dalla norma sul divieto di affitto in contanti, fino alla questione ancora irrisolta del POS obbligatorio per i professionisti, sta incontrando più problemi del previsto, – richiede iniziative rapide, anche in considerazione dei ritardi della legislazione italiana nell'allinearsi con quelle dei principali Stati europei, che adottano meno restrizioni sulla circolazione della carta moneta, la cui media si attesta intorno ai 1.500 euro e recentemente è stata portata fino a 3.000 euro.
  Nei fatti, pertanto, ciò che ci ha insegnato la limitazione introdotta dal Governo Monti con il decreto-legge n. 201 del 2011 è che la grande evasione fiscale, quella che concorre a formare i famosi 130 miliardi di euro che sfuggono al fisco, non si annida certo tra i pagamenti in contanti. Pertanto, se da una parte la Grecia vorrebbe tassare i grandi armatori, i quali per diritto costituzionale non pagano tasse sugli utili generati all'estero – battaglia che risulta essere sempre più disperata ogni volta che un Premier tenta di portarla a termine –, dall'altra il nostro Paese, con il consueto ritardo e le troppo spesso misure fiscali inconcludenti, ha compreso come il tetto dei 1.000 euro quale limite imposto dal decreto-legge n. 201 del 2011 andrebbe abolito e portato a 3.000 euro allineandosi al resto dei Paesi europei. Insomma, tra alti e bassi, il rapporto del Governo e delle istituzioni con i contanti risulta quasi schizofrenico.
  Altro esempio è l'annuncio risalente al la fine di ottobre 2013 dell'allora Ministro dell'economia Fabrizio Saccomanni, che parlava di un ulteriore abbassamento della soglia massima a 500 euro, progetto definitivamente cancellato sull'onda delle proteste.
  Pertanto, concludendo il mio intervento, se necessita la revisione della disciplina vigente in tema di uso del contante, occorre tuttavia accelerare anche in materia di pagamenti elettronici in Italia, i cui ritardi anche sotto questo aspetto sono gravi e altrettanto noti, se circa il 70 per cento delle operazioni di pagamento viene espletato ancora tramite le tradizionali banconote, situazione esattamente rovesciata rispetto al resto dell'Europa, dove il 70-l'80 per cento delle transazioni avviene proprio attraverso modalità elettronico-telematiche, un divario almeno in parte spiegabile proprio a causa dei limiti più bassi nell'ambito dei pagamenti in contanti.
  Attendiamo pertanto anche in questa occasione, tramite le presenti iniziative legislative portate all'esame dell'Assemblea, una rapida azione del Governo, alle cui misure promesse non sono quasi mai seguite concrete iniziative risolutive attese dai cittadini e dagli operatori del settore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Busin. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, signor Ministro, sappiamo bene che la capacità di competere delle imprese si misura nei cosiddetti servizi non commercializzabili che definiscono l'ambiente e le condizioni di base in cui operano le aziende di uno Stato. Basti pensare al sistema giustizia, che per l'Italia è forse il principale ostacolo agli investimenti esteri o alle leggi che regolano il mercato del lavoro, le infrastrutture, le politiche energetiche, la burocrazia, che può essere un facilitatore o un freno e un costo elevatissimo per le imprese. Tra l'altro, si stima che in Italia il costo degli adempimenti e degli obblighi amministrativi rappresenti una specie di tassazione occulta, che grava per 31 miliardi sulle piccole e medie imprese.
  Tra questi elementi, il sistema fiscale è decisivo nel confronto internazionale ed è molto usato dagli Stati come leva competitiva per attrarre investimenti e consumi nei propri Paesi. Ed è in questo quadro che si inserisce il limite all'uso del contante in Italia, che è di soli 1.000 euro, il più basso tra i Paesi dell'Unione europea. Noi non contestiamo la validità e l'opportunità di adottare misure come questa, introdotta nel «salva Italia» dal Governo Pag. 77Monti nel 2011, ma, per gli evidenti motivi che ho cercato di riassumere in premessa, non può essere decisa unilateralmente da un singolo Paese di dimensioni ridotte ed economicamente molto interconnesso come è l'Italia.
  Questa, come altri dispositivi, quali ad esempio la tassazione di grandi patrimoni, dovrebbe essere concordata, come minimo, a livello europeo affinché non perda di efficacia ed anzi si riveli, come in questo caso, uno strumento gravemente distorsivo della concorrenza.
  Se questo è un auspicio, diventa invece necessario che l'accordo riguardi almeno i Paesi dell'Unione monetaria europea, dove, per effetto della condivisione della stessa valuta o, per meglio dire, del sistema di valute a cambi fissi, quale è l'euro, la competizione risulta facilitata e quindi assai più accesa. Ma se anche questo obiettivo dovesse risultare troppo ambizioso, di certo non si può prescindere da un accordo che coinvolga almeno i Paesi confinanti con l'Italia, altrimenti, dove questo limite risultasse più alto o addirittura inesistente, la norma sarebbe, oltre che di dubbia efficacia, anche gravemente autolesionistica, come molte altre purtroppo che si annoverano fra la nostra legislazione.
  La possibilità di spendere senza limite il contante rappresenta infatti un vantaggio competitivo notevole, soprattutto in settori quali il turismo, e non mi stupisce che la mozione del gruppo SVP sottolinei questo punto, perché credo stiano subendo una concorrenza sleale dei Paesi confinanti, quali l'Austria o la Slovenia, che non solo attraggono più turisti stranieri, soprattutto quelli dell'est, che sono abituati a pagare, per motivi anche culturali, in contanti, ma beneficiano anche di un flusso turistico di italiani in fuga da una norma che non consente loro di spendere liberamente il proprio contante. Lo stesso discorso riguarda, ovviamente, il Veneto e la Lombardia, che confina con la Svizzera, e il Friuli Venezia-Giulia.
  Il danno non riguarda evidentemente solo il settore turistico, ma in generale le attività commerciali. Non dimentichiamo che esiste una deontologia nel commercio che al primo punto prevede un comandamento: soddisfare le richieste del cliente e concludere la vendita; in secondo luogo, rispettare gli adempimenti e gli obblighi di legge. Di fronte all'eventualità di perdere una vendita importante o, magari, addirittura un cliente per l'impossibilità di accettare contanti, il commerciante probabilmente cercherà anzitutto di concludere la vendita, che rimane il suo imperativo categorico, e non è una provocazione, poi di regolarizzarsi con il fisco, sempre che questo non comporti oneri burocratici impossibili da affrontare.
  Messa così sembra quasi, come lo è in molte occasioni, un incentivo all'evasione. E nel qual caso, il danno per lo Stato sarebbe doppio: da un alto, avrebbe introdotto una norma inutile e inefficace e, dall'altro, avrebbe perso base imponibile, oltre che imposte dirette. Questo, a quanto pare, è quello che è accaduto in Italia con il limite dei 1.000 euro all'uso del contante, visto che da uno studio della CGIA di Mestre, dal momento della sua introduzione, non si è notata alcuna correlazione positiva con l'evasione fiscale, che, anzi, proprio nel 2011 è salita alle percentuali record del 16 per cento del PIL. Di converso, gli effetti depressivi sul PIL sono certi, anche se non quantificabili.
  In considerazione del fatto che il tetto di 1.000 euro all'uso del contante è il più basso d'Europa, minore anche di quello greco, il secondo più basso fra i Paesi dell'Unione monetaria europea, che è fissato 1.500 euro, e che i Paesi confinanti con l'Italia, quali la Slovenia o l'Austria, non ne prevedono alcuno, chiediamo che questo limite venga semplicemente eliminato e che la sua eventuale introduzione futura quale efficace misura di lotta al riciclaggio e all'evasione fiscale, che noi non contestiamo a priori per motivi ideologici, sia necessariamente concordata almeno con i Paesi confinanti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini). Grazie.

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  PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Librandi. Ne ha facoltà.

  GIANFRANCO LIBRANDI. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il limite sull'uso del contante è un segnale di un fisco che ci considera evasori fino a prova contraria: io mi ostino a pensare che gli italiani hanno il diritto di essere considerati cittadini onesti, che creano reddito e PIL; solo in pochi casi si dimostra il contrario. Favorendo la circolazione del denaro si favorisce la creazione di ricchezza; certo, si deve fare tutto il possibile per promuovere sistemi di tracciabilità come i POS, ma questo è bene farlo con incentivi fiscali o accordi per la riduzione dei costi di gestione, che in Italia sono ancora troppo alti.
  Come correttamente sottolineato nella mozione a prima firma Matarrese, è prioritario dare anzitutto attuazione al regolamento europeo n. 751, che ha fissato limiti alle commissioni interbancarie e che prevede la possibilità per uno Stato membro di definire misure atte a riequilibrare il costo dei mezzi di pagamento elettronici. Importante è anche assumere iniziative volte alla detraibilità fiscale degli oneri legati alla gestione e all'installazione di POS in luogo dell'ordinaria deducibilità dal reddito d'impresa o di lavoro autonomo.
  Per concludere, mi unisco alle richieste che la mozione a prima firma Matarrese, così come le mozioni presentate da altri colleghi, Boccadutri, Lupi, Alfreider ed altri, rivolgono al Governo certo che l'innalzamento della soglia gioverà all'economia italiana in generale, dai pensionati al turismo al commercio ai settori della cosiddetta alta gamma, in primo luogo la moda e il design made in Italy, che più di altri hanno risentito di queste limitazioni; limitazioni che hanno avvantaggiato i commercianti dei Paesi confinanti. Innalzare la soglia per l'utilizzo del contante affinché risulti equilibrata ed in linea con quella dei principali Paesi europei che adottano restrizioni sulla circolazione della moneta è un provvedimento più che ragionevole, che potrà favorire la ripresa della nostra economia. Annuncio il voto di Scelta civica per l'Italia in conformità con i pareri espressi dal Governo.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Librandi.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. La ringrazio, Presidente. Io inviterei tutti, in questa aula, particolarmente chi non avesse ancora avuto occasione, ogni tanto a leggere la storia della moneta, che è una lettura molto interessante perché insegna anche molte cose sullo storia dell'uomo e delle relazioni economiche. Lo dico perché per alcuni millenni abbiamo utilizzato le monete d'oro – o almeno le utilizzava chi aveva accesso ad un'economia di scambio e non di mera sussistenza –; poi, improvvisamente, ma non tanto improvvisamente, quelli che erano strumenti apparentemente esotici come le lettere di cambio e la carta moneta si sono imposti e diffusi. È successo con la rivoluzione francese (con gli assignat), che ha rappresentato il momento in cui fondamentalmente un popolo ha deciso di accettare una promessa di carta in cambio della propria libertà. In quel frangente è cambiata l'economia: oggi utilizziamo la moneta di carta e nessuno si scandalizza.
  Quindi, stupisce che, di fronte ad un'evoluzione tecnologica importante che sta affrontando questo Paese e il mondo in generale, ancora noi si stia a fare dibattiti in cui ci chiediamo se si debba o non si debba alzare la soglia per l'utilizzo di denaro contante. Noi, con la nostra mozione, proponiamo una misura abbastanza semplice; purtroppo, il Governo ha dato un parere contrario. Devo osservare al caro viceministro che trovo abbastanza stravagante l'idea che si dia parere contrario sulla base del fatto che il Parlamento dà anche delle indicazioni rispetto alle soglie: si può anche non pretendere sempre una delega in bianco dal Parlamento; ogni tanto si può anche accettare che il Parlamento dia qualche indicazione. Pag. 79Noi, la soglia, l'abbiamo fissata a 499 euro, e non a caso. Noi infatti in questo Paese abbiamo almeno due problemi: abbiamo un'economia sommersa enorme, pari circa al 20 per cento del PIL, a quanto dicono le stime, a cui si dovrebbe aggiungere un'economia propriamente illegale, cioè frutto di attività criminali, e non solo di evasione fiscale, pari ad un altro 10 per cento. Un terzo circa del volume di affari e di ricchezza che viene prodotto e circola in questo Paese deriva da qualcosa che, in un modo o nell'altro, è illegale.
  Questa economia evidentemente può funzionare e può prosperare solo ed esclusivamente attraverso l'utilizzo di contante, attraverso l'utilizzo di carta moneta. Avrebbe molte più difficoltà – non l'impossibilità probabilmente, ma molte più difficoltà – a circolare e a prosperare se noi, invece, andassimo nella direzione opposta, cioè limitassimo, quasi fino alla cancellazione, l'utilizzo del contante.
  Dunque, non è che quando si va ai convegni sull'antimafia ci si ricorda che esiste un problema, relativamente alla criminalità organizzata, con il riciclaggio e quando, invece, si svolgono i convegni con le piccole e medie imprese in questo Paese ci si ricorda che bisogna ampliare l'uso del contante. No ! Si deve avere la capacità di tenere sempre in mente la complessità dell'Italia, che è un Paese, appunto, non facilmente riducibile a slogan o altro. Dunque, 499 perché anche simbolicamente volevamo lanciare un messaggio e non solo.
  Abbiamo un altro problema, poi, che si chiama banconota da 500 euro. Anche questo una volta all'anno riemerge nel dibattito pubblico. Riemerge quando la BCE compila il suo rapporto, che puntualmente ci dice che circa l'80 per cento delle banconote da 500 euro sono in Italia, che nel corso degli anni fra le banconote messe in circolazione dalle banche italiane e quelle ridepositate nelle banche italiane c’è un saldo positivo di 37 miliardi di euro – 37 miliardi di euro – in banconote da 500 euro, tornate per non essere mai più mosse nel forziere delle banche.
  Ora voi sapete tutti, credo, che le banconote da 500 euro rappresentano una riserva di valore e non è che si utilizza. Voi provate ad andare a fare qualsiasi tipo di spesa con una banconota da 500 e controllate che cosa vi viene risposto. Persino se andate in alcune banche – se non vi conoscono – a chiedere di cambiare una banconota da 500 euro vi dicono di accomodarvi alla porta e qualche banca sarebbe addirittura tenuta a segnalare il fatto che l'abbiate depositata alle autorità competenti, ma non lo fanno quasi mai.
  Quindi, nel momento in cui noi diciamo 499 facciamo una cosa molto semplice: tagliamo la testa al toro e facciamo, per esempio, quello che ha già fatto la Gran Bretagna, esattamente per rispondere la lotta alla criminalità, cancellando la possibilità di utilizzare banconote che abbiano questo taglio e che ormai esistono solo in Europa ma circolano solo in Italia. Credo che la correlazione con quello che ho detto prima sia abbastanza facile. Come si fa ad incentivare la moneta elettronica ?
  La moneta elettronica, dunque, credo sia un doppio obiettivo per l'Italia: da un lato, un obiettivo di modernità; dall'altro, soprattutto un mezzo pratico, concreto ed immediato di lotta alla criminalità economica disponibile. Va resa gratuita.
  È già stato detto quanto costi il denaro contante. Il denaro contante vale circa, come costo, lo 0,5 per cento del PIL, che è un costo enorme. Io credo che, se noi andiamo a ridurre quello, si può trovare, all'interno di quella riduzione, lo spazio, sia per lo Stato sia per le banche, per trovare quei risparmi più che sufficienti – più che sufficienti – a compensare un credito d'imposta per i POS, a favore degli esercenti, e la cancellazione delle commissioni bancarie, a favore, in questo caso, sia degli utenti – e parliamo di carte a debito bancomat e non di carte di credito, che evidentemente hanno un altro percorso – sia degli esercenti per via delle commissioni.
  Se noi rendiamo gratuito sia il pagamento sia l'incasso di denaro elettronico cadono tutte le altre obiezioni. D'altronde, Pag. 80tutti i commercianti seri di questo Paese non ci hanno mai chiesto e continuano a non porci il problema dei contanti (questo si pone solo qui dentro). Quello che ci pongono è il problema dei costi della moneta elettronica ed è esattamente quel tipo di problema che noi dovremo andare a risolvere.
  L'unico argomento che io credo a questo tema dovremo affiancare – e poi vado a concludere – può essere, al massimo, quello della privacy, che attualmente – e mi stupisce che la destra in questo Paese non lo sottolinei mai – è evidentemente un problema secondo me non adeguatamente, diciamo così, affrontato e tutelato, per il fatto che, evidentemente, quando si utilizza moneta elettronica, si lascia traccia di tutto quello che si fa e qualcuno di quella traccia ha la proprietà, siano le banche o siano le società emittenti.
  Io credo che si dovrebbero individuare sistemi anche qui di crittografia tali per cui gli unici che abbiano accesso a quelle informazioni siano le autorità fiscali di un Paese, quando hanno procedimenti di ricerca in corso. Non ha assolutamente senso – e dovrebbe essere vietato – che sia un qualsiasi impiegato di banca a potere aprire un computer e vedere dove e che cosa ho comprato con la mia carta di credito o con il mio bancomat. Questo ha a che fare con la tutela delle libertà individuali, ma questa è l'unica altra obiezione seria, liberale, appunto, che si può porre all'utilizzo del denaro elettronico anziché di quello contante.
  Tutti questi temi in qualche modo noi abbiamo provato a ricomprendere all'interno della nostra mozione. Francamente, invece, non capiamo – e lo devo dire – il motivo delle altre, cioè di quelle che chiedono l'innalzamento, a meno che – e vado a concludere perché avevamo detto di essere brevi per quanto possibile – non si voglia prendere atto, appunto, del fatto che in questo Paese ci sono quasi 400-500 miliardi di euro di economia illegale ed evidentemente anche fare circolare, fare diventare consumi o investimenti quell'economia illegale a qualcuno può fare comodo.
  Uno può dire piuttosto che, sotto il cassetto, le banconote da 500 euro – perché uno non le può spendere – è meglio che entrino liberamente in circolo. Io però credo che non tanto la morale, ma il normale funzionamento economico di un Paese, dovrebbe pretendere che queste cose si cancellino, non si incentivino. Non c’è aumento dei consumi che possa essere scambiato con il mantenimento di situazioni di illegalità (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Paglia, anche per il contributo dato alla sintesi.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bernardo. Ne ha facoltà. Ovviamente lei è il primo interessato a contenere i tempi, per fare in modo che il suo gruppo possa svolgere la riunione.

  MAURIZIO BERNARDO. Grazie, signor Presidente, Viceministro...

  PRESIDENTE. Un attimo solo, onorevole Bernardo. L'onorevole Librandi ha chiesto l'autorizzazione alla pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della sua dichiarazione di voto. La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti. Prego, onorevole Bernardo.

  MAURIZIO BERNARDO. Ringrazio anche per la presenza il Viceministro Morando, il quale ricordava prima che, nella mozione in cui Area Popolare si ritrova nei contenuti noi mettiamo alcuni punti fondamentali. Mi riferisco alla delega fiscale, che abbiamo fortemente voluto e approvato nel corso dei mesi scorsi, ai decreti attuativi, a quello che per noi significa sottolineare l'aspetto della tracciabilità e della fatturazione elettronica, perché ci siano disposizioni maggiori e più stringenti su questi temi. L'altro aspetto che noi abbiamo messo in evidenza riguarda quanto disposto dal regolamento europeo in materia di intermediazione bancaria...

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  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Bernardo, prego i colleghi di liberare i banchi del Governo.

  MAURIZIO BERNARDO. Meno male che leggo e non perdo il filo. Dicevo: per quanto riguarda l'intermediazione bancaria, rispetto anche al costo del ricorso alle carte e a quello che però gli Stati membri dovranno recepire. Infatti, su questo aspetto noi abbiamo avuto grandi sollecitazioni da parte del sistema produttivo, affinché si arrivasse e si arrivi ad una rivisitazione dei costi che gravano sulle imprese italiane e sulle famiglie italiane. Bene, allora noi, per questo punto e a questo punto, arriviamo a chiedere l'innalzamento della soglia. E mi dispiace aver ascoltato dal collega Barbanti, che considero una persona moderata e di contenuti, l'allusione fatta in merito alla nostra mozione, secondo la quale la correlazione tra l'uso dei contanti e l'innalzamento della soglia, che purtroppo è l'attualità nel nostro Paese, deve essere la fotografia del sistema Italia. Per nostra fortuna, la fotografia dell'Italia non è quella che oggi appare sui media, con riferimento a tutto quello che leggiamo. Peraltro, se la riduzione dell'uso del contante, che ha portato la soglia a mille euro, fosse stata il deterrente rispetto a ciò che leggiamo, di fatto, mi pare che non abbia funzionato. Ecco perché noi affermiamo che vi è un sistema economico produttivo, rappresentato da piccole e medie imprese, presenti sul territorio nazionale ed i dati ricordati dai colleghi che mi hanno preceduto (CGIA di Mestre, i centri studi del sistema produttivo italiano, il mondo universitario) mettono in evidenza che 15 milioni di italiani oggi utilizzano ancora i contanti, gli assegni, i libretti al portatore. E non vorrei far dimenticare ai colleghi che la lotta all'evasione e all'elusione fiscale intrapresa dai Governi che si sono succeduti fino ad oggi è andata aumentando in termini di percentuale e certamente va anche attribuito il merito a coloro che hanno votato i diversi provvedimenti che sono stati stringenti per tutto quello che ha riguardato e riguarda la lotta all'evasione. Basti pensare ai dati che provengono dalle amministrazioni finanziarie, dalla Guardia di finanza. Quindi, vi è una correlazione tra l'uso del contante e la possibilità concessa ai sistemi commerciali e a quelle famiglie italiane, che ancora ne fanno uso, di utilizzarlo, senza ricorrere al conto corrente, cercando di raggiungere una diminuzione, che porti quindi un'azione del Governo a «mettere seduti tutti quanti» per i costi ancora alti che sono presenti in Italia in termini di tariffe, di ricorso al POS, per quello che significa attivarlo per una piccola attività, per quello che significa la linea telefonica. Noi stiamo cercando, in un momento di crisi come quello che viviamo, di dare un ulteriore respiro, anche incrementando, per le iniziative che ci sono oggi nel nostro Paese – penso ad Expo oggi, ma a tante altre iniziative che riguardano il sistema Italia – e di poter essere attrattivi per il mondo che ci è vicino.
  E quindi arrivi ad intraprendere consumi maggiori, utilizzando il sistema economico italiano e non andando oltre confine, perché, per quello che riguarda la disponibilità di contanti, Paesi limitrofi hanno parametrazioni diverse. Quello che noi chiediamo è che ci sia una giusta equità nell'innalzamento della soglia, così come avviene negli altri Paesi, con quelle premesse che venivano ricordate prima.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Anche lei, onorevole Palese, ci darà sicuramente un contributo. Prego.

  ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Penso che la cosa opportuna sia, allo stato attuale della discussione e delle dichiarazioni di voto, di rifarmi esclusivamente e di riproporre le motivazioni dell'illustrazione svolta in sede di discussione sulle linee generali con riferimento alla nostra mozione. Forza Italia, chiaramente, è contraria ad ogni limite di utilizzo di contante, perché non dà alcuna possibilità al mondo rispetto all'evasione e a quant'altro (si è già fortemente dimostrato).
  Riteniamo che l'attenzione del Governo vi sia stata, nella riformulazione, nel porsi Pag. 82anche il problema in riferimento alle tecnologie: vanno bene, ma va lasciata libertà, dal punto di vista generale, a tutti i protagonisti, soprattutto dalla parte commerciale, e poi vi sono altissimi costi. In questo, il Governo dovrebbe veramente impegnarsi a cercare di limitare i costi, se, effettivamente, si vuole che vi sia questa trasformazione, ma faccio presente che oltre 15 milioni italiani non hanno un conto corrente nella fattispecie, che è un altro motivo fondamentale.
  Quindi, inutile illudersi. Per questo motivo, penso che il Governo dovrà affrontare in maniera organica questo provvedimento; noi, chiaramente, accettiamo la riformulazione, chiaramente siamo a favore della nostra mozione e, per il resto, prenderemo in considerazione di astenerci o di votare contro in base agli impegni che vengono proposti nelle altre mozioni. Sostanzialmente, le mozioni che danno una possibilità estensiva le voteremo, le altre no.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alberti. Ne ha facoltà.

  FERDINANDO ALBERTI. Grazie, Presidente. Prima di tutto, vorrei chiedere delle spiegazioni, perché il parere del Governo è stato negativo sulla nostra mozione. Nei casi in cui è stato dato parere negativo alle mozioni, il motivo è che era stato inserito un limite numerico all'utilizzo del contante. Vi è un piccolo problema: la nostra mozione non parla assolutamente di limite all'utilizzo del contante, non vi è alcun riferimento a un limite nell'utilizzo del contante (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  È l'unica mozione che si distingue rispetto alle altre perché non specifica, proprio non viene citato, il limite all'utilizzo del denaro contante. Quindi, già adesso chiedo al Presidente se si possa procedere con una votazione per parti separate riguardo alla premessa e, poi, ai vari impegni. Comunque, venendo alla mozione, come dicevo prima, la mozione da noi presentata, come avrete notato, presenta una certa differenza rispetto a quelle presentate dagli altri gruppi parlamentari: nella nostra non abbiamo indicato alcun riferimento alla modifica del limite nell'uso del contante, sia in eccesso che in difetto.
  Questa scelta è mossa dal fatto che riteniamo che intervenire in questo settore adesso potrebbe comportare molte più criticità che effetti positivi. Infatti, un limite all'uso del contante troppo basso significa dare ancora più potere alla moneta bancaria o fiduciaria, ovvero a quella moneta emessa dal sistema bancario su cui le banche lucrano e sulla quale hanno costruito la propria posizione di attore fondamentale dei sistemi economici occidentali, tanto da meritarsi l'appellativo di «troppo grandi per fallire».
  Senza dimenticare il grande favore alle società di pagamento private che gestiranno tutte le informazioni che ogni transazione comporterà, generando immensi profitti, nonché alle banche, che vedranno aumentare i propri patrimoni di vigilanza. Per contro, un limite all'uso del contante troppo elevato oggi potrebbe favorire tutti quei comportamenti illeciti utilizzati da chi esporta capitali all'estero o da chi nasconde profitti illeciti al fisco. Ma l'esperienza fatta con il Lussemburgo di Junker suggerisce che la grande evasione o elusione non ha bisogno di contante per essere perpetrata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Riteniamo che il problema, oggi, non sia se sia più giusto imporre un limite di mille euro piuttosto che di 3 mila euro, ma, piuttosto, nel predisporre le giuste contromisure contro l'evasione fiscale, il riciclaggio e l'autoriciclaggio dei proventi delle attività criminali, ed evitare lo smantellamento delle difese oggi esistenti, come, per citarne uno, tanto per cambiare, lo smantellamento dell'istituto del raddoppio dei termini per l'accertamento fiscale dell'Agenzia delle entrate, così come previsto dal decreto attuativo della legge delega fiscale. La lotta all'evasione non si fa obbligando 60 milioni di cittadini a comprare Pag. 83il caffè con una visa platinum, ma con serie riforme del sistema fiscale, bancario, finanziario e sanzionatorio.
  L'utilizzo della moneta elettronica non è sinonimo di lotta all'evasione fiscale, basta fare un esempio: lo scontrino emesso dal POS è scollegato dallo scontrino fiscale della cassa, quindi chi vuole fare del nero, anche di fronte ad un POS, può farlo tranquillamente.
  Allora, noi cosa abbiamo fatto ? Abbiamo semplicemente ripreso quella che era la nostra risoluzione deposita in Commissione finanze, più di un anno fa, e che chiedeva la revisione dell'obbligo da parte di tutti gli esercenti commerciali e liberi professionisti di dotarsi di POS per pagamenti sopra i 30 euro. L'abbiamo ripresa e l'abbiamo ampliata, chiedendo: di escludere dall'obbligo per i primi due anni di attività le nuove imprese; l'obbligo di pagamento mediante carte di debito solo per le imprese che hanno un fatturato superiore a 200.000 euro; la gratuità delle transazioni fino a 1.000 euro effettuate mediante carte di pagamento, in modo simile a quanto già previsto per gli impianti di distribuzione di carburanti; a dare attuazione, in via generale e al fuori dei casi precedentemente elencati, alle disposizioni di cui all'articolo 12, comma 9, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, definendo le regole generali per assicurare una concreta riduzione delle commissioni a carico degli esercenti e dei professionisti, in relazione alle transazioni effettuate per il tramite di carte di pagamento, e fissando, altresì, dei massimali da applicare alle medesime commissioni nei limiti individuati dal Consiglio europeo, pari allo 0,2 per cento per le carte di debito e allo 0,3 per cento per le carte di credito.
  Riguardo a questo ultimo punto, è importante ricordare che il comma 9, dell'articolo 12, del decreto-legge citato ha stabilito che le imprese che gestiscono i circuiti di pagamento e le relative associazioni di categoria, entro nove mesi dall'approvazione del medesimo decreto, avrebbero dovuto indicare le regole generali per assicurare una riduzione delle commissioni a carico degli esercenti in relazione alle transazioni effettuate mediante carte di pagamento. Ovviamente, questo non si è verificato, ma si è concessa la facoltà al Ministro dell'economia, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, di emanare un decreto con il quale disciplinare gli oneri a carico delle imprese e il costo unitario del pagamento elettronico. Tuttavia, il decreto ministeriale 14 febbraio 2014, n. 51, non ha concretamente individuato le regole generali per assicurare una riduzione delle commissioni a carico degli esercenti, in quanto privo di una definizione, anche quantitativa, dei limiti massimi delle commissioni.
  Inoltre, il 20 aprile 2015, il Consiglio europeo ha adottato un regolamento che fissa un massimale per le commissioni interbancarie sui pagamenti effettuati con carte di debito e di credito, rispettivamente pari allo 0,2 per cento e allo 0,3 per cento. Per questo motivo, chiedo, come detto nell'introduzione, di poter procedere alla votazione per parti separate dei singoli impegni, ricordando, appunto, che la nostra mozione non riguarda minimamente il limite all'utilizzo del denaro contante, ma riguarda, invece, la moneta elettronica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boccadutri. Ne ha facoltà.

  SERGIO BOCCADUTRI. Grazie, Presidente. Mi avvarrò anche io della possibilità che ha dato a qualche altro collega di consegnare l'intervento integrale per la pubblicazione in calce al resoconto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).
  Utilizzerò poche parole soltanto per segnare un cambio di passo in questa discussione sui contanti e i pagamenti digitali. Questa discussione, anche negli interventi e nelle mozioni, finalmente, si spoglia del carattere ideologico che ha avuto per molto tempo. Io credo che questo sia molto importante, perché significa anche raccogliere quello che, probabilmente, Pag. 84cominciamo a respirare, quello che sta per arrivare in futuro, ciò che veramente sconvolgerà il sistema dei pagamenti in Europa e nel mondo. Faccio soltanto un esempio per chiarirci.
  Se pensate ad un'automobile, negli anni Cinquanta, negli anni Novanta e oggi, a memoria di uomo vediamo delle grandissime differenze. Pensate ai computer negli anni Cinquanta, negli anni Novanta e oggi, come sono diventati. Pensiamo ai telefoni.
  Pensate, invece, alle carte di credito, a quella plastica. Sì, ci sono state delle innovazioni, il chip, la striscia della banda magnetica prima e poi il chip, ma essenzialmente è rimasta tale e quale dal 1958. Noi proprio in questo momento – e anche la nuova direttiva sui pagamenti che sta per essere licenziata in Europa ne tiene conto – stiamo invece vedendo una moltiplicazione di modalità di pagamento tutte volte al digitale.
  Vedrete che ci saranno veramente dei cambi epocali, ovviamente tutti volti affinché il pagamento sia immediato, sia non ripudiabile, sia interoperabile per non creare monopoli, tale che garantisca la privacy e anche a costi ridotti. Sta per arrivare davvero qualcosa che neanche sappiamo. Ci sono oggi in Europa migliaia di start up che nascono e muoiono e ciascuna crede di avere la soluzione per i pagamenti digitali del futuro. Ci sono questioni nuove che si pongono. Devo dire che, da questo punto di vista, il nostro Garante, già nel giugno dell'anno scorso, ha emanato un primo provvedimento relativo proprio al mobile payment, che affronta anche il tema delicatissimo della profilazione.
  Ma ci sono anche grandissime opportunità, perché se pensiamo semplicemente a quello che è lo sviluppo dell'economia dell’e-commerce dell'economia digitale, che ormai è tutta digitale, non si può prescindere appunto dai pagamenti digitali. E, appunto, torniamo alle opportunità.
  Secondo McLuhan il denaro è un medium sociale, è un traduttore di lavoro e ha avuto sempre nel tempo una iconicità, anche nei vari passaggi storici. Prima il denaro era una merce e proprio nelle società non alfabete lo scambio avveniva dal baratto. Poi si è incorporato il denaro dentro un prodotto materiale, la banconota, e oggi ritorna ad essere un credito, dentro appunto una carta di credito. In questo modo c’è una chiusura del cerchio e lo scambio commerciale diventa anche un movimento di informazioni.
  Questa è l'opportunità che dobbiamo cogliere. È un'opportunità collaterale. Pensate un po’ alla fatturazione elettronica, a lungo osteggiata da più parti, e che oggi è portata dalle imprese come opportunità, perché, soprattutto per quelle piccole e medie, riduce i costi gestionali. Lo stesso fanno i pagamenti digitali.
  Proprio due giorni fa si è svolto a Montecitorio – mi avvio a concludere – un evento, il «No cash day», che ha visto la partecipazione di diversi attori, dalla Banca d'Italia all'Agid, ma soprattutto di diversi amministratori locali, assessori che vivono sul territorio. Tutti hanno concordato sul fatto che, se si aumentassero le transazioni digitali, i costi dei servizi pubblici potrebbero diminuire. Verrebbero infatti eliminati o abbassati, grazie alla digitalizzazione delle operazioni, ad esempio oneri per la registrazione dei documenti cartacei, quelli per l'invio per posta di ricevute e altri documenti, i costi di gestione di cassa.
  Insomma, il 45 per cento dei pagamenti in questo Paese avviene verso la pubblica amministrazione. Fare viaggiare con il pagamento un'informazione significa far partire dall'altra parte immediatamente l'attivazione di un servizio. Se lo fa la pubblica amministrazione, anche nel settore privato, dove i cittadini agiscono da consumatori, la diffusione dei pagamenti elettronici sarà più veloce. La diffusione dei pagamenti digitali nella pubblica amministrazione e la conseguente riduzione del contante, quindi, non sarebbero una limitazione delle libertà, anzi, sarebbero proprio un aumento delle possibilità per la libertà individuale di ciascuno per operare nei rapporti più trasparenti con la pubblica amministrazione anche da casa.Pag. 85
  Insomma questa è la sfida. Se incentiveremo, quindi, anche nella pubblica amministrazione i pagamenti digitali, i vantaggi in termini di trasparenza saranno enormi, in termini di velocità dei servizi, riduzione di contenziosi sui pagamenti e potranno traslare anche nei rapporti tra privati, superando una condizione che ci vede ultimi in Europa. Questa è la sfida, e credo che il Parlamento e il Governo nel loro complesso se ne debbano fare carico. La mozione del Partito Democratico prova proprio a segnare su questo un cambio di passo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Abbiamo ora due interventi a titolo personale, un minuto ciascuno.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marguerettaz. Ne ha facoltà.

  RUDI FRANCO MARGUERETTAZ. Grazie Presidente. Il limite di mille euro per l'utilizzo del denaro contante costituisce un serio gap, in modo particolare per le attività economiche delle regioni di confine, dovuto a due fattori principali: da un lato, la possibilità nei Paesi con noi confinanti di usufruire di soglie ben più alte della nostra; dall'altro, l'opportunità che la nostra legislazione concede a ogni cittadino italiano – e che appare piuttosto contraddittoria – di potere espatriare portando con sé fino a 10 mila euro di denaro contante.
  Uno dei settori che ha più risentito di questa situazione è quello delle case da gioco autorizzate. I quattro casinò italiani hanno più volte segnalato la penalizzazione che questo limite provoca alla loro attività. Innalzare, dunque, il limite almeno ai 3 mila euro, che costituisce la media dei Paesi europei, potrebbe contribuire a lenire le sofferenze di questo settore fortemente in crisi che più di ogni altro ha visto crescere esponenzialmente la concorrenza in questi ultimi tempi. Una concorrenza dovuta nello specifico anche al fatto che in tutti i Paesi esteri con noi confinanti vi sono delle case da gioco nei pressi della nostra frontiera e che queste sono soggette a normative diverse.
  Ecco perché auspico che il Governo rifletta seriamente su questa situazione e dia corso ai deliberati di queste mozioni prevedendo almeno, così come avviene in diversi Paesi europei, una specifica deroga della normativa vigente per quanto riguarda le case da gioco.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bruno. Ne ha facoltà.

  FRANCO BRUNO. Grazie Presidente, Viceministro, stavolta non sono del tutto d'accordo con lei. Trovo l'impostazione un po’ parziale. Il tetto più basso d'Europa, ma di fronte, di contraltare, abbiamo l'evasione più alta d'Europa. I grandi evasori non utilizzano il contante ? Certo, però questo non significa giustificare l'evasione diffusa. Ci sarà un motivo se le ultime ricerche dicono che oltre due italiani su tre sono a favore della carta elettronica rispetto al denaro contante ? Anche perché c’è un altro problema, Viceministro: tra qualche giorno gli italiani saranno salassati e in quelle tasse che pagheranno ci sta molto di quel debito pubblico che non riusciamo ad abbattere per 120-150 miliardi di euro che l'evasione sottrae ogni anno alle casse dello Stato.
  Non so se bisogna ragionare su tassare il contante come dice la Gabanelli, sul fare una lotta dura per ridurre il costo della moneta elettronica. Di certo, dare segnali che vanno nella direzione opposta alla lotta all'evasione, secondo me, è un errore clamoroso.

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
  Ringrazio tutti i gruppi che ci hanno consentito di rispettare l'impegno.

Pag. 86

(Votazioni)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lupi ed altri n. 1-00869 (Ulteriore nuova formulazione), su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colleghi, vi pregherei di accelerare. Gebhard, Di Lello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  374   
   Votanti  371   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato  288    
    Hanno votato no   83.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Alfreider ed altri n. 1-00877 (Ulteriore nuova formulazione), per quanto non assorbita dalla precedente votazione, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  368   
   Votanti  366   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato  284    
    Hanno votato no   82.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Vargiu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Barbanti ed altri n. 1-00881, per quanto non preclusa dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colletti, Ginefra, Tancredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  375   
   Votanti  371   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato   32    
    Hanno votato no  339.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Paglia ed altri n. 1-00882 (Nuova formulazione), per quanto non assorbita e non preclusa dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Kronbichler...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  374   
   Votanti  372   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato   25    
    Hanno votato no  347.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Pag. 87

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Boccadutri ed altri n. 1-00883, per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ravetto... Paola Bragantini... Vargiu...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  375   
   Votanti  355   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato  257    
    Hanno votato no   98.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione della mozione Alberti ed altri n. 1-00884. Avverto che ne è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare dapprima la premessa e, a seguire, le singole lettere del capoverso del dispositivo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Alberti ed altri n. 1-00884, limitatamente alla premessa, sulla quale il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Benedetti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  371   
   Votanti  367   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato   65    
    Hanno votato no  302.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, se possibile vorremmo chiedere la votazione per parti separate della mozione Brunetta ed altri n. 1-00886 e della mozione Busin ed altri n. 1-00891.

  PRESIDENTE. Nel senso di separare il dispositivo dalla premessa ?

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. No, separare alcune parti del dispositivo.

  PRESIDENTE. Allora ci deve indicare quali, onorevole Villarosa.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Glielo dico subito, Presidente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Alberti ed altri n. 1-00884, limitatamente al capoverso del dispositivo, lettera a), su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  373   
   Votanti  369   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato   77    
    Hanno votato no  292.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Alberti ed altri n. 1-00884, limitatamente al capoverso del dispositivo, lettera b), su cui il Governo ha espresso parere contrario.Pag. 88
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brugnerotto... Cozzolino...
  Dichiaro chiusa la votazione.

  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  372   
   Votanti  368   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato   96    
    Hanno votato no  272.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Alberti ed altri n. 1-00884, limitatamente al capoverso del dispositivo, lettera c), su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rotta, Turco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  371   
   Votanti  369   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato  130    
    Hanno votato no  239.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Alberti ed altri n. 1-00884, limitatamente al capoverso del dispositivo, lettera d), su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grillo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  374   
   Votanti  371   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato  130    
    Hanno votato no  241.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione della mozione Brunetta ed altri n. 1-00886. Vi è stata una richiesta di voto per parti separate, nel senso di votare prima la premessa e il primo capoverso del dispositivo e poi i rimanenti capoversi.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Brunetta ed altri n. 1-00886, limitatamente alla premessa e al primo capoverso del dispositivo, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Verini, Di Lello, Cozzolino, Fantinati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  375   
   Votanti  374   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato  288    
    Hanno votato no   86.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Vargiu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Brunetta ed altri n. 1-00886, limitatamente ai rimanenti capoversi del dispositivo, come riformulata su richiesta del Pag. 89Governo e per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  375   
   Votanti  373   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato  345    
    Hanno votato no   28.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione della mozione Busin ed altri n. 1-00891 sulla quale è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare prima la premessa e il capoverso, lettera a), del dispositivo e poi separatamente i capoversi, lettere b) e c), del dispositivo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Busin ed altri n. 1-00891, limitatamente alla premessa e al capoverso, lettera a), del dispositivo, per quanto non preclusa dalle precedenti votazioni e su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palese, Sorial, Dambruoso... sì, onorevole Dambruoso, io ho controllato già prima, l'onorevole Rampelli vota ed esce... onorevole Rampelli, lei, però, non mi costringa... perché altrimenti devo operare in modo diverso. La pregherei di restare in Aula, stiamo votando...

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  376   
   Votanti  375   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato  111    
    Hanno votato no  264.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Busin ed altri n. 1-00891, limitatamente ai capoversi lettere b) e c) del dispositivo, per quanto non preclusi dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  365   
   Votanti  363   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato   55    
    Hanno votato no  308.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Il deputato Busto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Matarrese ed altri n. 1-00895, per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bonafede, Della Valle, Culotta, Tidei.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  371   
   Votanti  313   
   Astenuti   58   
   Maggioranza  157   
    Hanno votato  285    
    Hanno votato no  28.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 90

Sull'ordine dei lavori (ore 19,30).

  VINCENZO AMENDOLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  VINCENZO AMENDOLA. Grazie, Presidente.
  Chiedo scusa dell'irritualità di intervenire a fine seduta, ma sono convinto che la Presidenza nei prossimi giorni possa rendere omaggio in quest'Aula...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, vi prego. Capirete da soli perché vi chiedo un attimo di silenzio.

  VINCENZO AMENDOLA. ... a una persona che improvvisamente oggi è venuta a mancare all'età di sessant'anni. Lo dico con grande difficoltà, perché era con noi ieri, nell'aula della Commissione affari esteri, a parlare dei suoi grandi temi. È morto, è venuto a mancare oggi Khaled Fouad Allam, a sessant'anni. Professore di sociologia del mondo musulmano, uno dei più grandi ponti della conoscenza di quello che avviene nel nostro pluriverso; una persona mite, che senza pregiudizi e senza paraocchi raccontava storie difficili, complicate.
  È stato un nostro deputato, un deputato del Parlamento italiano nel 2006, e ha continuato sempre a raccontare un mondo che doveva incontrarsi, discutere e parlare di convivenza e di pace, come proprio ieri, qui, con tanti deputati.
  È sempre stato un faro per chi voleva discutere e comprendere. È sempre stato un faro per chi voleva ragionare su quelle che sono le atrocità del nostro tempo, parlando di Occidente, di Mediterraneo, di Islam, con la competenza e anche con l'umanità che lo hanno reso grande agli occhi di tanti di noi. Sappiamo che in queste ore si sta verificando come è avvenuta questa tragedia, ma la Presidenza saprà ricordarlo – sono convinto – nei prossimi giorni, in una discussione che renda forte quello che è stato il suo portato culturale nel nostro Paese. Ma era necessario fermarsi un attimo per ricordare non solo lui, non solo la sua persona, non solo quello che ha detto, ma anche il senso di tutti noi, che siamo qui chiamati a ragionare, su un mondo difficile, con delle persone che purtroppo, come in questo caso, ci hanno lasciato. La mia tristezza e quella del gruppo del Partito Democratico è oggi forte, grande, c’è ansia, ma credo che andava ricordato e soprattutto che andavano dette delle cose che nei prossimi giorni renderanno omaggio a una persona che per tanti di noi è stato un punto di riferimento. Ringrazio tutti voi per l'attenzione (Applausi).

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Amendola. Ovviamente nell'immediato la Presidenza si unisce al ricordo e trasferirò immediatamente alla Presidente della Camera la sua richiesta.

  CLAUDIO COMINARDI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Grazie, Presidente. Nel giugno e luglio di 33 anni fa, la moglie di Aldo Moro, Eleonora Chiavarelli Moro, testimoniò in tribunale che l'assassinio del marito fece seguito a serie minacce di morte, esercitate da colui che lei definì «una figura politica americana di alto livello». La signora Eleonora Moro ripeté la stessa frase attribuita ad Henry Kissinger, Segretario di Stato americano, nella testimonianza giurata di Guerzoni, allora collaboratore di Moro, che disse Kissinger: «O tu cessi la tua linea politica oppure pagherai a caro prezzo per questo».
  Kissinger non è una verginella per quanto riguarda minacce e azioni intimidatorie. Nel 2001, mentre Kissinger si trovava a Parigi, gli è stato recapitato un mandato di comparizione emanato dal giudice Le Loire per testimoniare sulla scomparsa di cittadini francesi in Cile durante l'era dittatoriale del suo socio generale Pinochet. Invece di presentarsi al Pag. 91magistrato, Kissinger ha preferito fuggire in tutta fretta. Lo stesso ex Segretario di Stato USA vanta una denuncia per concorso nell'omicidio del comandante militare cileno Renè Schneider.
  Ad Henry Kissinger sono imputabili crimini contro l'umanità. L'11 settembre 1973 Kissinger ebbe un ruolo di sostegno attivo ordinando l'utilizzo di caccia statunitensi per mettere a segno il colpo di Stato militare di Augusto Pinochet contro il Presidente socialista cileno Salvador Allende, eletto democraticamente.
  Poco tempo fa, come membro di Commissione d'inchiesta sul rapimento di Aldo Moro, abbiamo chiesto di poter audire Kissinger. Il presidente Fioroni ci rispose che purtroppo, essendo Kissinger ultranovantenne, aveva delle difficoltà a spostarsi, con molta probabilità, e quindi la nostra era una richiesta assurda. Ma noi apprendiamo che domani il signor Kissinger, fino al 14 giugno, sarà a Innsbruck al 63esimo meeting del club Bilderberg !
  E qui chiudo, chiedendo espressamente la convocazione dell'ex Segretario di Stato Kissinger per riferire su questi fatti oppure manderemo una nostra delegazione in Austria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Grazie, Presidente. Questa mattina ci siamo svegliati con l'ennesimo scandalo e intreccio che riguarda politica, affari e imprenditori. Parlo di Bisceglie, Casa Divina Provvidenza, dove questa mattina sono scattati dieci arresti e ci sono altri quindici indagati. Tra questi dieci arresti vi è il presidente della Commissione bilancio del Senato, il senatore Azzolini, che per la seconda volta si trova ad essere inseguito dalla magistratura, dopo lo scandalo del porto di Molfetta.
  La cosa scandalosa è che questa mattina le autorità inquirenti parlavano di questo come uno scandalo enorme a livello finanziario. Stiamo parlando di oltre mezzo miliardo di euro di buco, più del buco dell'intera sanità pugliese, parliamo anche del disagio e del disastro di pazienti, disabili a livello mentale, che si troveranno senza un possibile ricovero, ma parliamo soprattutto dell'intreccio e dei soldi che sono stati tolti ai cittadini, soldi pubblici, per oltre 350 milioni di euro e spostati sui singoli conti di imprenditori e politici disonesti.
  Intervengo oggi per chiedere a quest'Aula, a questa maggioranza e a lei di non azzardarvi minimamente a pensare ancora una volta di salvare Azzolini dalla giustizia. Fate seguire alla giustizia il suo corso. Altrimenti – e concludo, Presidente, mi dia questa licenza, con questa frase, come dicono le intercettazioni pubblicate oggi dal Il Fatto quotidiano, quando Azzolini si rivolge a due suore, che sono state anch'esse arrestate – «Qui comando io e, se non si fa come dico io, vi piscio in bocca». Vergogna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  ANTONIO PLACIDO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANTONIO PLACIDO. Grazie, Presidente. Vorrei segnalarle un episodio spiacevole che si è verificato questa mattina all'ingresso del MISE, che, per quel che mi riguarda, si ripete per la terza volta e credo corrisponda obiettivamente ad una scelta da parte del Ministro e del Ministero non condivisibile, per usare un eufemismo.
  Io e altri colleghi parlamentari abbiamo accompagnato per un incontro importante dei lavoratori del FIREMA, un gruppo industriale che lavora in almeno quattro regioni italiane, che produce su commesse dell'Ansaldo, che ha realizzato il treno che fa bella mostra di sé in questi giorni all'EXPO di Milano e che il 16 di questo mese vedrà scadere la sua gestione commissariale. Rischia di Pag. 92decretare il fallimento e, pure in presenza di commesse e grandi capacità tecnologiche, questa situazione rischia di gettare sul lastrico centinaia di lavoratori.
  Io e i colleghi parlamenti abbiamo inteso accompagnare i lavoratori delle regioni e dei territori da cui proveniamo e in cui siamo stati eletti. Per quel che mi riguarda, per la terza volta siamo stati bloccati all'ingresso e c’è stato spiegato che, per incidenti verificatisi alcuni mesi fa, il Ministro ha stabilito che i parlamentari non possono più prendere parte agli incontri che riguardano delegazioni di lavoratori.
  Credo che questa decisione, legittima, probabilmente, per un breve lasso di tempo, a questo punto vada rivista.

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Placido.

  ANTONIO PLACIDO. Noi abbiamo il diritto e il dovere di esercitare il compito di rappresentanti politici e territoriali e, tramite lei, vorrei che giungesse al Ministro la protesta vibrata del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà e credo anche degli altri parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tripiedi. Ne ha facoltà.

  DAVIDE TRIPIEDI. Signor Presidente, mi voglio unire alle parole dell'onorevole Placido, perché non è possibile che noi andiamo davanti al Ministero dello sviluppo economico e veniamo cacciati ! Quindi, ci impediscono di fare il nostro dovere parlamentare, di seguire quelle persone, anche se non ci hanno votato, e di assisterle durante gli incontri che ci sono. Questo è il nostro dovere e noi come parlamentari abbiamo l'obbligo di stare vicino a queste persone, che sono già in estrema difficoltà.
  Quindi, chiedo ufficialmente anche al Ministro Guidi di rivedere la circolare che vieta la presenza di parlamentari all'interno dei Ministeri.

  PRESIDENTE. Ricordo che domani, giovedì 11 giugno, è convocata alle ore 15, la riunione del Parlamento in seduta comune per l'elezione di due giudici della Corte costituzionale. Ricordo, altresì, che per il primo di essi si tratta del ventitreesimo scrutinio – con la maggioranza dei tre quinti dei componenti – mentre per il secondo si tratta del secondo scrutinio – con la maggioranza dei due terzi dei componenti. La chiama avrà inizio dai senatori.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Giovedì 11 giugno 2015, alle 9,30:

  1. – Discussione del disegno di legge:
   Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo italiano e l'Organizzazione mondiale della Sanità – Ufficio regionale per l'Europa – concernente l'Ufficio europeo OMS per gli investimenti in salute e per lo sviluppo, con Emendamento e con Allegati, fatto a Roma il 23 novembre 2012 (C. 2796-A).
  — Relatore: Fava.

  2. – Discussione del disegno di legge:
   Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di associazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e l'Ucraina, dall'altra, fatto a Bruxelles il 27 giugno 2014 (C. 3053-A).
  — Relatore: Chaouki.

  3. – Discussione del disegno di legge:
   Adesione della Repubblica italiana alla Convenzione delle Nazioni Unite sulla riduzione dei casi di apolidia, fatta a New York il 30 agosto 1961 (C. 2802-A).
  — Relatore: Chaouki.

Pag. 93

  4. – Discussione del disegno di legge:
   S. 1329 – Ratifica ed esecuzione del Trattato in materia di assistenza giudiziaria penale tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Stati uniti messicani, fatto a Roma il 28 luglio 2011 (Approvato dal Senato) (C. 2754).
  — Relatore: Porta.

  5. – Discussione del disegno di legge:
   S. 1330 – Ratifica ed esecuzione del Trattato di estradizione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo degli Stati uniti messicani, fatto a Roma il 28 luglio 2011 (Approvato dal Senato) (C. 2755).
  — Relatore: Porta.

  6. – Discussione del disegno di legge:
   Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Kazakhstan di cooperazione nel contrasto alla criminalità organizzata, al traffico illecito di sostanze stupefacenti e psicotrope, di precursori e sostanze chimiche impiegate per la loro produzione, al terrorismo e ad altre forme di criminalità, fatto a Roma il 5 novembre 2009 (C. 2676-A).
  — Relatore: Porta.

  7. – Discussione del disegno di legge:
   Ratifica ed esecuzione della Convenzione sulla competenza, la legge applicabile, il riconoscimento, l'esecuzione e la cooperazione in materia di responsabilità genitoriale e di misure di protezione dei minori, fatta all'Aja il 19 ottobre 1996 (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (C. 1589-B).
  — Relatori: Ferranti, per la II Commissione; Nicoletti, per la III Commissione.

  La seduta termina alle 19,40.

TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO DEI DEPUTATI DANIEL ALFREIDER, GIANFRANCO LIBRANDI E SERGIO BOCCADUTRI SULLE MOZIONI CONCERNENTI INIZIATIVE IN MATERIA DI CIRCOLAZIONE DEL DENARO CONTANTE

  DANIEL ALFREIDER. Il dibattito relativo alla circolazione del denaro contante sembra per alcuni aspetti aprire due fronti opposti: da un lato i sostenitori del contante e dall'altro i sostenitori della moneta elettronica. In realtà non è così ! Noi non siamo assolutamente contrari all'utilizzo della moneta elettronica, anzi, sosteniamo le iniziative volte a promuoverne l'uso di tali pagamenti e soprattutto però ad abbassarne i costi di gestione, sia per le imprese che per i consumatori.
  Non vi è una contrapposizione pregiudiziale e neppure crediamo sia fondato contrapporre il problema dei limiti all'uso del denaro contante, alla lotta all'evasione e all'elusione fiscale. La questione è un'altra. È innegabile che il limite troppo stretto di 1.000 euro all'uso del contante abbia provocato danni ingenti a molti settori della nostra economia ! Sono i dati statistici che ce lo dicono, sia per l'economia reale che, in termini di concorrenzialità.
  Mi riferisco a settori indicati ripetutamente da tutti noi come fondamentali per la crescita del Paese, quali il turismo e il commercio e artigianato. Assistiamo con frequenza crescente al fenomeno che vede i flussi turistici internazionali abbandonare il nostro Paese e i nostri territori, che come per esempio in Alto Adige, in Trentino, in Friuli, in Veneto, in Lombardia in Valle d'Aosta o in Piemonte hanno un patrimonio turistico e ambientale unico, e fermarsi nelle zone estere confinanti.
  Essere membri dell'Unione Europea determina opportunità quali il mercato unico o la stretta collaborazione tra i Paesi membri, ma impone anche alla nostra economia, alle nostre aziende, di doversi confrontare quotidianamente e in modo Pag. 94sempre più aperto con la concorrenza degli altri Paesi, soprattutto con quelli confinanti.
  È innegabile che le nostre aziende siano costrette ad affrontare il mercato internazionale con un forte gap in termini di competitività. Sono convinto al riguardo che sia essenziale, ai fini della nostra crescita economica, porre le nostre aziende nelle condizioni di poter affrontare la concorrenza internazionale con un'offerta di servizi e di opportunità di sviluppo pari a quelle degli altri paesi europei. Non solo ! Dobbiamo assolutamente cercare di mettere in atto manovre che aiutino a creare indotto non all'estero ma in Italia.
  È opportuno chiedersi, a tale proposito, perché rispetto all'uso del contante la situazione negli altri Paesi europei sia completamente diversa: la Spagna ha per esempio posto il limite a 2.400 euro, la Francia a 3.000 euro, la Danimarca a 13.400 euro, la Slovenia e Belgio a 15.000 euro, mentre molti Paesi come Germania, Austria e Olanda addirittura non prevedono limiti. Inutile ricordare che l'UE stessa prevede il solo limite di 15.000 Euro.
  Per queste ragioni in questi anni, come Südtiroler Volkspartei abbiamo ritenuto prioritario impegnarsi sulla questione oggi al nostro esame, e riteniamo urgente, che siano adottate tutte le misure necessarie per rimuovere finalmente o almeno ridurre tale gap di competitività per le nostre aziende e metterle nelle stesse condizioni in cui si muovono le aziende e i competitori europei. Chiedo pertanto che venga approvata la nostra mozione a mia prima firma e condividiamo le ulteriori proposte presentate in aula che convergono con gli obiettivi da noi sostenuti.
  Grazie !

  GIANFRANCO LIBRANDI. L'attuale limite italiano all'uso del contante (1.000 euro) è il più basso d'Europa e dell'occidente.
  In Italia è assai diffusa la convinzione che comprimendo l'uso del contante si riduca l'evasione fiscale, non solo, si pensa che così facendo possa riemergere una quota di economia sommersa.
  I teorici del «meno contante» ci hanno spesso illustrato la catena logica su cui si basa il loro convincimento, ovvero: meno contante, quindi meno evasione, quindi più crescita.
  Oltre i teorici del meno contante ci son quelli dello zero contante, (sì perché si è giunti a teorizzare anche questo: l'eliminazione totale delle banconote). Apparentemente il loro argomentare è lineare: in Italia c’è troppa evasione; per evadere è necessario il contante; non si può evadere se si paga con le carte; perciò se riduciamo o aboliamo il contante, riduciamo o aboliamo l'evasione.
  Ma i teorici del «meno contante» dovrebbero spiegarci perché i paesi europei che si distinguono per la bassa percentuale di sommerso (rispetto al PIL), sono gli stessi paesi che hanno minori limiti o non hanno fissato soglie per l'uso del contante come Svezia, Germania e Gran Bretagna. Al contrario il Portogallo che ha restrizioni all'uso delle banconote pari alle nostre, ha un'economia sommersa a livelli molto alti (come l'Italia).
  Voglio qui ricordare che non esiste alcun obbligo internazionale, comunitario o di altro tipo che preveda o spinga per la contrazione della circolazione delle banconote o vieti l'utilizzo del contante. Per una volta possiamo dire che non «è l'Europa che ce lo chiede». Ci siamo messi da soli in una condizione di svantaggio rispetto ai nostri competitor europei.
  Vi sono paesi con norme antiriciclaggio molto restrittive che non hanno adottato alcuna misura per limitare la circolazione del contante o, se hanno fissato una soglia, è più alta di quella italiana che, con soli 1.000 euro, è abbondantemente sotto la media europea.
  Anche per quanto riguarda il riciclaggio, queste norme non sembrano aver inciso in modo significativo sul fenomeno. Permettetemi di citare il professor Ranieri Razzante consulente della commissione Antimafia: «è facilmente dimostrabile che il limite dell'utilizzo del contante a 999,99 euro non è utile per combattere né l'evasione Pag. 95né il riciclaggio». «Il riciclaggio e la grande evasione non si fanno con i contanti. E poi oggi le carte di credito sono molto più utilizzate per riciclare il denaro sporco rispetto alle banconote. Stiamo demonizzando il contante, ma la mafia non va a fare la spesa al supermercato, la mafia lo compra il supermercato.
  È pura demagogia continuare a dire che la criminalità organizzata ricicla il denaro sporco attraverso i contanti. Le statistiche investigative ci dicono che le operazioni di trasferimento delle ricchezze illecite passano attraverso operazioni commerciali, finanziarie e immobiliari regolate con strumenti di’ pagamento tracciabili.
  Riguardo all'evasione fiscale: chi vuol comprare un oggetto con un prezzo che supera i 1.000 euro lo farà comunque, trovando facilmente un venditore che, soprattutto in periodi di crisi, non si farà il problema della fattura che, volendo, sarà fatta solo per un importo sotto il limite di legge.
  Ma voglio portare altri esempi: l'evasione da fatture di esportazione sottovalutate per far transitare beni a società di comodo estere; l'evasione con fatture di acquisto inesistenti; l'evasione tramite fatture gonfiate; l'evasione con fatture intestate a soggetti che poi spariscono (missing trader). Vi chiedo, quanto ha inciso su questi comportamenti stabilire una soglia così bassa per l'uso del contante ?
  Il limite all'uso del contante ha avuto qualche effetto solo sulle transazioni «in chiaro», chi si muoveva con il nero ha continuato a farlo. Regole così restrittive sono tali soltanto per chi è onesto, per chi era già onesto, non sono riuscite a colpire chi era già «attrezzato» per evitare i controlli.
  Il limite dei 1.000 euro non è andato a incidere nei grandi sistemi ma solo sulle piccole transazioni e sui consumi; ha certamente complicato la vita ai piccoli risparmiatori, ai pensionati, ad alcuni commercianti. Il cittadino munito di contanti è già assai tracciabile, si presenta per acquisti che sono soggetti a scontrini o a fatturazione. Dov’è il pericolo di evasione ?
  Cercando di raggiungere un risultato incerto si sono compresse le libertà delle persone perbene, penso ai pensionati che vedono complicato e costoso aprire un conto corrente o agli anziani affezionati alle banconote.
  Questi cittadini senza un conto corrente (si stima siano 15 milioni) che non usano alcuna forma di pagamento tracciabile, sono tutti evasori o criminali ?
  Non bastassero le argomentazioni a favore della scarsa o nulla efficacia del mantenimento della soglia a 1.000 euro, ve ne sono altre che attengono ai rapporti tra contribuente e fisco, tra cittadino e Stato.
  Perché un onesto cittadino non può spendere come meglio crede i propri soldi, regolarmente guadagnati e sui quali ha già pagato le tasse ?
  Voglio ricordare che il nostro conto corrente è già totalmente trasparente all'Agenzia delle entrate che può analizzare ogni nostra decisione di spesa. Noi siamo già nudi davanti al fisco. Perché dobbiamo rendere conto al fisco, quindi allo Stato, di ogni nostra scelta, anche minima ?
  Il limite sull'uso del contante è segnale di un fisco che ci considera «evasori fino a prova contraria». Io mi ostino a pensare che gli italiani hanno il diritto d'essere considerati cittadini onesti (che creano reddito e PIL). In pochi casi si dimostra il contrario.
  Favorendo la circolazione del denaro si favorisce la creazione di ricchezza. Certo, si deve fare tutto il possibile per promuovere i sistemi di tracciabilità come i POS ma questo è bene farlo con incentivi fiscali o accordi per la riduzione dei costi di gestione che in Italia sono ancora troppo alti.
  Come correttamente sottolineato nella mozione a prima firma Matarrese, è prioritario dare innanzitutto attuazione al Regolamento europeo n. 751, che ha fissato limiti alle commissioni interbancarie e che prevede la possibilità per uno Stato membro di definire misure atte a riequilibrare il costo dei mezzi di pagamento elettronici. Importante è anche assumere iniziative volte alla detraibilità fiscale degli oneri legati alla gestione ed installazione di POS Pag. 96in luogo dell'ordinaria deducibilità dal reddito di impresa o di lavoro autonomo.
  Per concludere, mi unisco alle richieste che la mozione a prima firma Matarrese, cosi come le mozioni presentate da altri colleghi (Boccadutri, Lupi, Alfreider e altri) rivolgono al Governo, certo che, l'innalzamento della soglia gioverà all'economia italiana in generale dai pensionati al turismo, al commercio, ai settori della cosiddetta alta gamma, in primo luogo la moda e il design made in Italy, che più di altri hanno risentito di queste limitazioni; limitazioni che hanno avvantaggiato i commercianti dei Paesi confinanti.
  Innalzare la soglia per l'utilizzo del contante affinché risulti equilibrata ed in linea con quella dei principali paesi europei che adottano restrizioni sulla circolazione della moneta è un provvedimento più che ragionevole, che potrà favorire la ripresa della nostra economia.
  Annuncio il voto di Scelta Civica in conformità con i pareri espressi dal Governo.

  SERGIO BOCCADUTRI. Ho avuto modo di illustrare il contenuto della mozione in fase di discussione generale.
  Finalmente queste mozioni sono l'occasione per un confronto non ideologico sulla questione dei pagamenti soprattutto su quelli digitali, sui quali per motivi anche di carattere culturale l'Italia è indietro nel loro utilizzo.
  Il contante non è gratis. Finalmente vedo che in tutte le mozioni si sfata un mito, finora durevole.
  Costi sociali pari 0.50 per cento pil (8 miliardi) secondo i dati elaborati da Banca d'Italia su varie componenti di costo di imprese e banche. Ma ci sono costi occulti che non sono considerati, quali quelli relativi a rischi, errore, furto/rapina, che potrebbero facilmente rappresentare una cifra pari a quelli noti se non superiore.
  Se il contante in Italia costa tanto è perché ancora è lo strumento di pagamento prevalentemente scelto dai cittadini aldilà della offerta di alternative. Anzi da questo punto di vista l'infrastruttura è molto ramificata con milioni di pos installati. Per questo ritengo che ogni iniziativa volta a incentivare i pagamenti digitali va segnatamente rivolto verso i consumer, mentre il recente regolamento europeo sui tetti alle commissioni interbancarie agirà sul lato dei cosiddetti merchant.
  Va qui ricordato che il mercato dei pagamenti digitali è un mercato a due versanti, si tratta di una situazione complessa in cui è presente una piattaforma che fa incontrare 2 gruppi interdipendenti di soggetti (ognuno appunto su un versante diverso) consentendo una interazione tra loro minimizzandone i costi. Mercati a due versanti sono ad esempio quello immobiliare o quello dei mass media. Si tratta di mercati complessi dove anche i profili classici antitrust possono assumere significati diversi.
  Tale mercato consente quindi in molti casi di eliminare costi di gestione contante, rischi di furto o errore dal lato del commerciante e dal lato del consumatore agire anche come finanziamento a fronte di una minore disponibilità momentanea, ad esempio nelle carte di credito, ovvero pensate alla comodità di provvedere una spesa importante senza portare con sé troppo contante coi rischi che ciò comporterebbe.
  Senza un mercato a due versanti come quello dei pagamenti digitale poi sarebbe impossibile, ovviamente oggi, l'interazione in ambienti di e-commerce.
  Ovviamente per essere attrattiva la piattaforma deve essere sicura, in Italia il livello di frode nel 2013 secondo il MEF è dello 0,019 per cento del transato, deve essere semplice, la complessità del pagamento non può essere ostacolo allo scambio di beni e servizi, deve essere immediato, nel trasferimento dei fondi da un lato all'altro, non deve essere ripudiabile successivamente, deve essere interoperabile, per evitare la costruzione di situazioni di monopolio assicurando nel contempo la maggiore interazione tra i due versanti, deve garantire la privacy, va scongiurata la proliferazione di stili di consumo senza un esplicito e rafforzato consenso, deve essere a costi ridotti per i Pag. 97due versanti altrimenti la piattaforma viene meno ad una delle sue ragion d'essere più rilevanti.
  Forse così riusciamo a capire perché esistono dei costi nel sistema del pagamenti elettronici. È vero per lungo tempo gli apparati hardware sono stati troppo costosi, ma come lo stesso MISE ha rilevato già nel 2014 i costi oggi si sono allineati di fatto a quello di altri paesi europei, aumenta la concorrenza dinamica, quella fondata sull'innovazione non sui prezzi che però agiscono anche sui costi.
  Ma tornando alle commissioni queste oltre a remunerare i circuiti servono a garantire molte di quelle caratteristiche, ad esempio la sicurezza con approcci proattivi, pianificando una difesa che anticipa gli attacchi futuri cioè ricercando costantemente le nuove modalità di possibile intrusione. Nessuno di noi vuole che, non solo i soldi, ma anche semplicemente i dati delle nostre carte siano trafugati.
  Pensiamo all'immediatezza, nella quale una parte anticipa all'altra il denaro per conto del consumer assumendosi il rischio (nel caso delle carte di credito) che successivamente non ci siano i soldi per coprire la spesa. O ancora la ricerca di soluzioni sempre più interoperabili o semplici.
  Ecco noi possiamo decidere se tutto ciò va pagato da commissioni, che devono essere comunque non eccessive e convenienti complessivamente per tutti ovvero se il sistema va sostenuto dalla fiscalità generale. Insomma nulla è gratis e la sicurezza, soprattutto questa in una società sempre più datocentrica, costa. Esattamente quindi come costa il contante anche mantenere un sistema complesso, necessario in una economia trasformata dal «digitale», costa, certo meno del contante ed è un costo che va sottoposto a costante vigilanza.
  Ma anche in questo caso si ha il vantaggio di non avere costi occulti, perché si tratta di un costo a differenza di quello del denaro contante, immediatamente misurabile, e che va anche inquadrato nelle opportunità di efficienza del sistema e conseguente riduzione di altri sprechi che comporta.
  Ma questa è l'occasione anche per ricordarci, come citiamo anche nella nostra mozione, che il mondo dei pagamenti sta cambiando velocemente, e proprio in questi anni. Del resto si pensi a come è cambiata un'auto dagli anni ’50 agli anni ’90 e come è oggi.
  Oppure si pensi al telefono, si pensi ai computer, alla fotografia, insomma in ogni campo l'innovazione ha prodotto dei cambiamenti che possiamo ripercorrere a memoria d'uomo. Soffermiamoci invece alla plastica, alle carte di credito o di debito. È indubbio che ci siano state importanti evoluzioni su versante della sicurezza, la banda magnetica, poi il chip ma pensate proprio all'oggetto a quella tessera di plastica: è tale e quale dal 1958.
  Ci saranno quindi cambiamenti sul versante dei pagamenti che noi non immaginiamo, sono ormai migliaia in europa le startup in questo settore, ciascuno pensa di avere l'idea che stravolgerà il mercato dei pagamenti, molte chiuderanno e molte ancora apriranno, la verità è che andiamo verso una pluralità di modalità di pagamento, come del resto la cosiddetta PSD2, cioè l'aggiornamento della direttiva sui pagamenti ormai in fase di ultimazione, già in sé prevede, ed è importante l'atteggiamento diverso non ideologico che abbiamo respirato oggi. Sarà un cambiamento che aprirà nuove opportunità ma anche fonte di nuove problematiche, sempre collegate alla gestione del dato, non solo per la sua sicurezza di cui ho detto, ma anche sotto i profili privacy.
  Non a caso il Garante nel giugno del 2014 ha già emanato un primo provvedimento relativo al mobile remote payment, che affronta tra gli altri il delicatissimo tema della profilazione.
  Ma ritorniamo alle opportunità. Secondo McLuhan il denaro è un medium sociale, è un traduttore di lavori, e la sua iconicità ha avuto vari passaggi, dal denaro come merce nelle società non alfabete, alla sua incorporazione nella banconota, fino alla credit card cioè al possesso Pag. 98di un credito. È quasi una chiusura del cerchio e lo scambio commerciale diventa anche un movimento di informazioni. Ecco questa è l'opportunità che dobbiamo cogliere anche con la riforma della PA. Basti pensare ad un provvedimento collaterale come la fatturazione elettronica a lungo osteggiata da più parti, e che oggi è portata dalle imprese come opportunità, perché, soprattutto per quelle medio piccole, significa ridurre costi gestionali.
  Proprio due giorni fa si è svolto a Montecitorio un evento, nocashday, che ha visto la partecipazione di diversi attori, dalla Banca d'Italia all'Agid, ma soprattutto di diversi amministratori locali. Tutti hanno concordato sul fatto che, se si aumentassero le transazioni digitali, i costi dei servizi pubblici potrebbero diminuire. Verrebbero infatti eliminati o abbassati – grazie alla digitalizzazione delle operazioni – ad esempio gli oneri per la registrazione dei documenti cartacei, quelli per l'invio per posta di ricevute e altri documenti, i costi della gestione di cassa.
  Il 45 per cento dei pagamenti in questo paese avviene verso la PA, fare viaggiare col pagamento una informazione significa far partire dall'altra parte immediatamente l'attivazione di un servizio. Se lo fa la PA anche nel settore privato dove i cittadini agiscono da consumatori la diffusione dei pagamenti elettronici sarà più veloce. La diffusione dei pagamenti digitali nella PA e la conseguente riduzione del contante, non rappresenterebbe una limitazione a danno del cittadino, ma – al contrario – un aumento delle possibilità di scelta e quindi un aumento della libertà individuale di ognuno di noi.
  Insomma questa è la sfida, se incentiveremo nella PA i pagamenti digitali i vantaggi in termini di trasparenza del rapporto col cittadino, velocità dei servizi, riduzione di contenziosi sui pagamenti potranno poi traslare anche nei rapporti tra privati, superando una condizione che oggi ci vede in Europa come fanalino di coda.
  Questa è la sfida, e credo che Parlamento e Governo nel loro complesso se ne debbano fare carico. La mozione del Partito Democratico prova a segnare un avanzamento in questa direzione.

Pag. 99

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 25-26 giugno 2015

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 4 ore.

Governo 30 minuti
Interventi a titolo personale 19 minuti (con il limite massimo di 2 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 31 minuti
(per la discussione)
1 ora e 40 minuti
(per le dichiarazioni di voto)
 Partito Democratico 26 minuti 10 minuti
 MoVimento 5 Stelle 11 minuti 10 minuti
 Forza Italia – Popolo della
 Libertà – Berlusconi Presidente
10 minuti 10 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 7 minuti 10 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 6 minuti 10 minuti
 Scelta civica per l'Italia 6 minuti 10 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei
 Popoli – Noi con Salvini
6 minuti 10 minuti
 Per l'Italia – Centro Democratico 6 minuti 10 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza
 Nazionale
5 minuti 10 minuti
 Misto: 8 minuti 10 minuti
  Alternativa Libera 2 minuti 3 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI)
  – Liberali per l'Italia (PLI)
2 minuti 2 minuti
  MAIE – Movimento Associativo
  italiani all'estero – Alleanza per
  l'Italia (API)
2 minuti 2 minuti
Pag. 100

Doc. LVII-bis, n. 3 – Relazione al Parlamento predisposta ai sensi dell'articolo 10-bis, comma 6, della legge 31 dicembre 2009, n. 196

Tempo complessivo: 2 ore e 30 minuti.

Relatore 10 minuti
Governo 25 minuti
Interventi a titolo personale 7 minuti (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 48 minuti
 Partito Democratico 16 minuti
 MoVimento 5 Stelle 11 minuti
 Forza Italia – Popolo della
 Libertà – Berlusconi Presidente
11 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 10 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 10 minuti
 Scelta civica per l'Italia 10 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei
 Popoli – Noi con Salvini
10 minuti
 Per l'Italia – Centro Democratico 10 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 10 minuti
 Misto: 10 minuti
  Alternativa Libera 3 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI)
  – Liberali per l'Italia (PLI)
2 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani
  all'estero – Alleanza per l'Italia (API)
2 minuti
Pag. 101

Ddl nn. 2796, 3053, 2802, 2754, 2755, e 2676

Tempo complessivo: 2 ore per ciascun disegno di legge.

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 17 minuti (con il limite massimo di 2 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 23 minuti
 Partito Democratico 19 minuti
 MoVimento 5 Stelle 12 minuti
 Forza Italia – Popolo della
 Libertà – Berlusconi Presidente
10 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 6 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 6 minuti
 Scelta civica per l'Italia 6 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei
 Popoli – Noi con Salvini
5 minuti
 Per l'Italia – Centro Democratico 6 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 5 minuti
 Misto: 8 minuti
  Alternativa Libera 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI)
  – Liberali per l'Italia (PLI)
2 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani
  all'estero – Alleanza per l'Italia (API)
2 minuti
Pag. 102

Ddl n. 1589-B – Convenzione dell'Aja sulla responsabilità genitoriale

Tempo complessivo: 4 ore.

Relatore 10 minuti
Governo 10 minuti
Richiami al regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 40 minuti (con il limite massimo di 5 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 2 ore e 50 minuti
 Partito Democratico 40 minuti
 MoVimento 5 Stelle 26 minuti
 Forza Italia – Popolo della
 Libertà – Berlusconi Presidente
22 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 13 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 13 minuti
 Scelta civica per l'Italia 12 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei
 Popoli – Noi con Salvini
11 minuti
 Per l'Italia – Centro Democratico 11 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 10 minuti
 Misto: 12 minuti
  Alternativa Libera 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI)
  – Liberali per l'Italia (PLI)
2 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani
  all'estero – Alleanza per l'Italia (API)
2 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2977-A – subem. 0.5.201.1 367 300 67 151 279 21 87 Appr.
2 Nom. em. 5.201 rif. 376 308 68 155 287 21 86 Appr.
3 Nom. em. 5.1 383 314 69 158 48 266 86 Resp.
4 Nom. subem. 0.5.200.1, 0.5.200.2 405 320 85 161 42 278 85 Resp.
5 Nom. em. 5.200 410 405 5 203 346 59 84 Appr.
6 Nom. articolo 5 409 354 55 178 330 24 84 Appr.
7 Nom. articolo agg. 8.0200 405 378 27 190 291 87 84 Appr.
8 Nom. articolo agg. 18.0200 411 348 63 175 326 22 84 Appr.
9 Nom. articolo agg. 21.0200 408 344 64 173 266 78 84 Appr.
10 Nom. Mantenimento articolo 22 420 390 30 196 123 267 84 Resp.
11 Nom. em. 24.200 420 326 94 164 307 19 84 Appr.
12 Nom. em. 24.20 422 349 73 175 63 286 84 Resp.
13 Nom. em. 24.21 418 340 78 171 73 267 84 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 24.22 421 395 26 198 125 270 84 Resp.
15 Nom. em. 24.23 419 395 24 198 123 272 84 Resp.
16 Nom. articolo 24 424 328 96 165 306 22 84 Appr.
17 Nom. articolo 28 423 284 139 143 281 3 84 Appr.
18 Nom. odg 9/2977-A/3 415 333 82 167 60 273 84 Resp.
19 Nom. odg 9/2977-A/4 418 411 7 206 63 348 84 Resp.
20 Nom. odg 9/2977-A/5 428 423 5 212 64 359 84 Resp.
21 Nom. odg 9/2977-A/7 428 367 61 184 64 303 84 Resp.
22 Nom. Ddl 2977-A – voto finale 426 331 95 166 310 21 79 Appr.
23 Nom. Moz. Scotto e a. 1-719 375 372 3 187 93 279 89 Resp.
24 Nom. Moz. Bechis e a. 1-885 I p. 391 387 4 194 90 297 88 Resp.
25 Nom. Moz. Bechis e a. 1-885 II p. 392 368 24 185 71 297 87 Resp.
26 Nom. Moz. Lupi e a. 1-887 I p. 399 373 26 187 64 309 87 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. Moz. Lupi e a. 1-887 II p. 396 371 25 186 67 304 87 Resp.
28 Nom. Moz. Gigli e a. 1-890 I p. 401 371 30 186 65 306 87 Resp.
29 Nom. Moz. Gigli e a. 1-890 II p. 399 368 31 185 60 308 87 Resp.
30 Nom. Moz. Rosato e a. 1-892 I p. 385 287 98 144 204 83 87 Appr.
31 Nom. Moz. Rosato e a. 1-892 II p. 389 276 113 139 210 66 87 Appr.
32 Nom. Moz. Fedriga e a. 1-894 I p. 402 366 36 184 32 334 87 Resp.
33 Nom. Moz. Fedriga e a. 1-894 II p. 395 380 15 191 56 324 87 Resp.
34 Nom. Moz. Mazziotti Di Celso e a. 1-896 400 120 280 61 31 89 87 Resp.
35 Nom. Risoluz. Locatelli e a. 6-138 I p. 390 380 10 191 96 284 87 Resp.
36 Nom. Risoluz. Locatelli e a. 6-138 II p 392 382 10 192 98 284 87 Resp.
37 Nom. Moz. Lupi e a. 1-869 u.n.f. 374 371 3 186 288 83 84 Appr.
38 Nom. Moz. Alfreider e a. 1-877 u.n.f. 368 366 2 184 284 82 84 Appr.
39 Nom. Moz. Barbanti e a. 1-881 375 371 4 186 32 339 84 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 51)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. Moz. Paglia e a. 1-882 n.f. 374 372 2 187 25 347 84 Resp.
41 Nom. Moz. Boccadutri e a. 1-883 375 355 20 178 257 98 84 Appr.
42 Nom. Moz. Alberti e a. 1-884 I p. 371 367 4 184 65 302 84 Resp.
43 Nom. Moz. Alberti e a. 1-884 II p. 373 369 4 185 77 292 84 Resp.
44 Nom. Moz. Alberti e a. 1-884 III p. 372 368 4 185 96 272 84 Resp.
45 Nom. Moz. Alberti e a. 1-884 IV p. 371 369 2 185 130 239 84 Resp.
46 Nom. Moz. Alberti e a. 1-884 V p. 374 371 3 186 130 241 84 Resp.
47 Nom. Moz. Brunetta e a. 1-886 I p. rif. 375 374 1 188 288 86 84 Appr.
48 Nom. Moz. Brunetta e a. 1-886 II p. rif. 375 373 2 187 345 28 84 Appr.
49 Nom. Moz. Busin e a. 1-891 I p. 376 375 1 188 111 264 84 Resp.
50 Nom. Moz. Busin e a. 1-891 II p. 365 363 2 182 55 308 84 Resp.
51 Nom. Moz. Matarrese e a. 1-895 371 313 58 157 285 28 84 Appr.