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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 435 di giovedì 4 giugno 2015

Pag. 1

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  La seduta comincia alle 9,05.

  RICCARDO FRACCARO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amendola, Bellanova, Bergamini, Borletti Dell'Acqua, Brunetta, Caparini, Costa, Dambruoso, De Menech, Di Gioia, Di Lello, Fedriga, Ferranti, Gregorio Fontana, Fontanelli, Giancarlo Giorgetti, Losacco, Manciulli, Antonio Martino, Merlo, Migliore, Orlando, Pes, Pisicchio, Ravetto, Realacci, Rossomando, Sanga, Schullian, Tabacci, Tidei e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione delle mozioni Capelli, Piras, Vargiu ed altri n. 1-00697, Nicola Bianchi ed altri n. 1-00850, Nizzi ed altri n. 1-00851, Mura ed altri n. 1-00854, Piso ed altri n. 1-00855 e Rampelli ed altri n. 1-00858 e della risoluzione Pili, Saltamartini ed altri n. 6-00137 concernenti interventi a favore della Sardegna (ore 9,10).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Capelli, Piras, Vargiu ed altri n. 1-00697, Nicola Bianchi ed altri n. 1-00850, Nizzi ed altri n. 1-00851, Mura ed altri n. 1-00854, Piso ed altri n. 1-00855 e Rampelli ed altri n. 1-00858 e della risoluzione Pili, Saltamartini ed altri n. 6-00137 concernenti interventi a favore della Sardegna (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  Ricordo che nella seduta di lunedì 11 maggio 2015 si è conclusa la discussione sulle linee generali e che nella seduta di martedì 12 maggio 2015 è intervenuto il rappresentante del Governo, il quale ha espresso parere favorevole sulle mozioni Capelli, Piras, Vargiu ed altri n. 1-00697 e Piso ed altri n. 1-00855, parere favorevole subordinato all'accoglimento di alcune riformulazioni sulle mozioni Nicola Bianchi ed altri n. 1-00850, Nizzi ed altri n. 1-00851, Mura ed altri n. 1-00854 e Rampelli ed altri n. 1-00858 e parere contrario sulla risoluzione Pili, Saltamartini ed altri n. 6-00137.

(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.Pag. 2
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto Lello Di Gioia. Ne ha facoltà.

  LELLO DI GIOIA. Grazie, signora Presidente. Signor sottosegretario, i dati statistici che abbiamo a nostra disposizione dimostrano come la Sardegna – ma l'interno Mezzogiorno d'Italia – sta attraversando un periodo estremamente delicato: abbiamo sempre più giovani che vanno via, abbiamo pochissima natalità, molte famiglie che ormai sono al di sotto della soglia della povertà e aziende che chiudono. Questo è il quadro di riferimento della Sardegna e del Mezzogiorno d'Italia. Abbiamo, quindi, la necessità di intervenire con forza per fare in modo che ci sia un riequilibrio tra il sud, la Sardegna e l'Italia tutta.
  Non c’è semplicemente un problema relativo alla questione economica, ma c’è anche un problema di rapporti fra la Sardegna e lo Stato. Basta verificare le contrapposizioni per ciò che riguarda i cosiddetti trasferimenti erariali o il contenzioso, che esiste da anni e che lo Stato non riesce a rideterminare, con la regione Sardegna. Vi sono poi interventi che riguardano le infrastrutture all'interno dell'isola, interventi che riguardano la mobilità, interventi che riguardano l'energia, che mettono sempre più in difficoltà le aziende della realtà sarda, nonostante questa realtà bellissima abbia messo a disposizione dello Stato, negli anni, situazioni favorevoli: basta guardare al poligono interforze, dove vi sono problemi seri, eppure lo Stato non è intervenuto.
  Abbiamo la necessità di guardare con grande attenzione alla ripresa economica e sociale del Mezzogiorno d'Italia e soprattutto della Sardegna. Non ci può essere sviluppo se non vi è ripresa del Mezzogiorno e della regione sarda. Abbiamo, quindi, una serie di interventi che bisogna fare in modo che siano messi a disposizione di quest'area e li abbiamo più volte sottolineati, non soltanto con interventi in Aula, ma anche nei vari decreti e nelle leggi di stabilità.
  Ci è parso che il Governo, fino ad ora, sia stato sordo a quelli che sono stati non soltanto gli interventi dei parlamentari, ma anche al grido forte dei cittadini sardi, che rivendicano giustamente le situazioni che sono state depredate negli anni passati, quelle che sono oggi le necessità impellenti per realizzare lo sviluppo di questa realtà bellissima e che oggi soffre anche da un punto di vista turistico.
  Voglio fare delle ultime considerazioni di carattere politico, per concludere. Guardi, signor sottosegretario, qualche giorno fa abbiamo avuto le elezioni regionali e tutto il Mezzogiorno d'Italia è governato dal centrosinistra. Questo significa che il centrosinistra ha ancora grande credibilità nei riguardi della gente del Mezzogiorno d'Italia. C’è la necessità che il Governo assuma nella sua agenda lo sviluppo del Mezzogiorno d'Italia e assuma come priorità lo sviluppo della regione sarda, altrimenti quello che è stato il risultato elettorale probabilmente nei prossimi anni svanirà.
  Ecco, questo è l'appello che io voglio fare affinché ci si convinca che questa realtà debba avere quegli elementi necessari – e concludo – per lo sviluppo e per dare certezza ai cittadini sardi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capelli. Ne ha facoltà.

  ROBERTO CAPELLI. Grazie, Presidente. In sede di discussione sulle linee generali e di illustrazione della mozione, ho svolto il mio intervento partendo soprattutto dai doveri, cioè i doveri a cui la Sardegna ha ottemperato negli anni nei confronti dello Stato italiano e abbiamo fatto un rapido excursus dei primati della Sardegna per quanto riguarda i propri doveri. Poi abbiamo iniziato un viaggio, in conclusione di quell'intervento, e ho detto ai colleghi presenti in quella sede – e lo dico oggi a quei pochi colleghi presenti in sede di dichiarazione di voto – che vorrei continuare questo viaggio, portarvi appunto in Sardegna. Siamo arrivati via nave, ci siamo imbarcati da Genova e siamo arrivati a Porto Torres, una delle porte della Sardegna, un'area bellissima. Pag. 3Ricordo soltanto che si affaccia in quel golfo che poi apre all'isola dell'Asinara, più nota per il 41-bis che per le sue bellezze naturali.
  Quel viaggio è un viaggio ad handicap, perché l'ultimo rapporto CRENoS presentato in Sardegna e la relazione presentata dal presidente della regione Sardegna Pigliaru al Ministro Delrio indicano chiaramente il primo svantaggio, quello dei trasporti: ore di navigazione per un percorso che normalmente in terraferma viene fatto con un terzo del tempo. Quindi, potete ben capire quali siano gli handicap del trasporto merci e del trasporto passeggeri. Ma c’è un altro handicap, quello della continuità territoriale, quello del costo di questo trasporto. Ho qui sotto mano uno dei biglietti, che indica un'assurdità, un costo di trasporto per due persone in passaggio ponte di 44 euro e un aggravio di tasse e servizi, sul costo di 44 euro, di 89 euro. È una cosa assurda.
  Ecco dove può intervenire lo Stato, uno Stato che ha regalato alla Sardegna, fin dagli anni scorsi, la totale responsabilità del costo della continuità territoriale. È l'unica isola non del Mediterraneo, ma d'Europa, probabilmente del mondo, un'isola che appartiene a una nazione, che si carica l'intero costo della continuità territoriale. Un'altra assurdità, cioè quel costo grava solo ed esclusivamente sul bilancio della regione Sardegna; non una lira viene spesa dallo Stato nazionale !
   Ma qui c’è anche una responsabilità, la responsabilità di quegli amministratori che hanno deciso di concordare con lo Stato che quel costo valeva la pena di caricarselo, a fronte di una determinazione del trasferimento fiscale dei nove decimi previsti dallo Statuto.
  Bene, anche in questo caso, una volta stabilito questo rapporto Stato-regione, i nove decimi, però, non sono stati trasferiti. La Sardegna vanta ancora un mancato trasferimento fiscale della fiscalità creata in quella regione da parte dello Stato che, ad oggi, si aggira intorno ai 600 milioni, avendo trattato per ben tre anni la restituzione di circa un miliardo e 300 milioni.
  Ma torniamo alle distanze, torniamo al rapporto CRENoS, a quel rapporto che ci dice che, per esempio, da Olbia a Civitavecchia – Olbia: un'altra finestra sulla Sardegna – una distanza di 230 chilometri, di fatto, ha un costo di una distanza che si potrebbe percorrere tra regioni limitrofe di 533 chilometri.
  Tutti questi aggravi vengono quantificati con uno scompenso equivalente a circa un miliardo e 100 milioni l'anno di disparità di costi superiori per la Sardegna per chi deve viaggiare come persona o deve trasferire delle merci. Capite bene quali sono gli handicap delle persone, degli italiani, dei sardi e delle merci delle imprese, in entrata o in uscita, e quale handicap siamo costretti a coprire.
  Ma siamo arrivati, abbiamo detto, a Porto Torres, in quella zona bellissima del nord-ovest della Sardegna. Trasferiamoci verso il nord-est: dobbiamo fare una strada, la Sassari-Olbia, che è la «strada delle croci», la strada degli incidenti stradali, di tante vite perse in una strada che non è stata mai stata attenzionata dallo Stato, dall'ANAS in questo caso, e che è in fase di costruzione da tanti anni, badate bene. E qui vi è una responsabilità anche della Sardegna, perché non vanno negate: siamo ancora al primo lotto, mentre il tutto doveva essere concluso nell'estate del 2015, quanto meno fino al quarto lotto di quella strada.
  E, allora, anche noi, dico noi sardi, amministratori sardi, assumiamoci le nostre responsabilità; come le responsabilità, una volta arrivati a Olbia, possiamo riscontrarle verso La Maddalena, dove abbiamo le bonifiche del famoso G8 di cui tutti noi qui abbiamo parlato durante la discussione e l'illustrazione delle mozioni. Bene, in questo caso devo riconoscere che lo Stato ha fatto la sua parte, la Sardegna ancora no.
  Quindi, è giusto che ci assumiamo le nostre responsabilità o si assuma le responsabilità chi è stato e chi è amministratore della cosa pubblica in Sardegna.
  Ma quali sono le altre responsabilità, oltre ai trasporti ? Non parlo del trasporto aereo: sapete tutti della crisi di Meridiana, Pag. 4quindi non ne parlo semplicemente per saltare ad altre problematiche che dovremo affrontare. Il Presidente Renzi, proprio l'altro giorno, in visita a Olbia per l'inaugurazione del Mater Olbia, della nuova struttura sanitaria che sorgerà in quel territorio, ha affermato che la Sardegna, effettivamente, paga degli handicap storici, delle disattenzioni storiche da parte dello Stato centrale. Ha detto che si impegna ad assumere tutte le iniziative perché a settembre venga presentato un piano, derivante anche dall'approvazione di questa mozione, che chiede un confronto Stato-regione che riconosca il caso Sardegna; non l'emergenza Sardegna, non la vertenza Sardegna, ma il caso Sardegna. La regione che in Italia assume in sé tutte le negatività, le contraddizioni, le problematiche che sono presenti nell'intera nazione. Abbiamo detto che noi abbiamo la nostra Ilva, purtroppo, per quanto riguarda l'inquinamento ambientale: l'isola che ha il maggior numero di territorio inquinato tra le regioni d'Italia; la regione che mette a disposizione il maggior numero di basi militari per lo Stato, per la nostra nazione.
  Bene, quell'isola che cosa chiede ? Chiede equità, chiede giustizia, chiede anche sussidiarietà e solidarietà, se siamo in una nazione. Quindi, il Presidente che dice «vi daremo e porterò le ferrovie» – guardate, sembra di essere ai primi dell'Ottocento, alla fine del Settecento: vi darò le ferrovie – lo fa perché riscontra che non c’è un'adeguata rete ferroviaria all'interno della Sardegna né tempi di percorrenza adeguati. Alcune province hanno messo nelle strade il limite dei 10 chilometri orari per salvaguardare la sicurezza e non si possono oltrepassare i 10 chilometri orari nelle strade provinciali del centro della Sardegna.
  Oppure: «Vi darò il metano», altro grande handicap. Tutte le imprese, tutte le famiglie consumano e pagano, come è noto, una quota maggiore per l'energia elettrica, per il consumo di energia in Sardegna, in quanto da sempre è l'unica regione d'Italia che non ha il metano. Lo Stato italiano, in collaborazione con la regione Sardegna, ancora non è riuscito a trovare e a mettere su un progetto reale, realistico e fattibile che possa consentire una equità nel consumo e nell'utilizzo dell'energia elettrica in Sardegna. Badate bene, con il carbone e con i fossili comunque la Sardegna produce più energia rispetto a quella che consuma e la trasferisce, attraverso il cavo Terna, alla nazione.
  Sono solo alcune delle problematiche che auspico il Governo possa prendere in carico con questa mozione. Infatti, non è tanto importante quello che il Governo, attraverso i suoi rappresentanti, dice quando viene in Sardegna, magari in casi e in occasioni elettorali, o quanto noi andiamo a dire in quel luogo in occasioni simili, o quanto noi rappresentanti di quel territorio andiamo a dire ai nostri elettori. È importante quello che decide quest'Aula. È importante quello che determinerà quest'Aula: la presa in carico di un caso, il caso Sardegna, che è un caso Italia e che sicuramente sapremo portare anche all'attenzione, con i nostri rappresentanti e con il nostro presidente della regione, del tavolo europeo.
  Ma da qui deve partire l’input di un impegno che il Governo dovrà rispettare, perché questo Parlamento è sovrano e questo Parlamento deve dare chiare indicazioni al Governo, al Presidente di turno, ma soprattutto allo Stato italiano, affinché riconosca quanto deve alla Sardegna, perché la Sardegna ha dato (Applausi dei deputati dei gruppi Per l'Italia-Centro Democratico e Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nastri. Ne ha facoltà.

  GAETANO NASTRI. Grazie, Presidente. Come evidenziato nella mozione in votazione, la situazione economica della Sardegna versa in gravissime condizioni, anche rispetto ad altre aree depresse della nazione. Disoccupazione, ritardi nell'attuazione di piani di sviluppo dei vari livelli di Governo, comunque palesemente insufficienti, e la drammatica carenza infrastrutturale Pag. 5condannano questa meravigliosa isola a sofferenze economico-sociali che vanno eliminate al più presto.
  Il principio della continuità territoriale, praticamente negato, e una condizione di approvvigionamento energetico del tutto insufficiente costituiscono i due problemi fondamentali che non consentono alla Sardegna il salto di qualità che merita e al quale ha pienamente diritto.
  In virtù di queste considerazioni, ampiamente espresse nella mozione, annuncio il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale, affinché il Governo assuma con decisione e rapidità i provvedimenti indicati nel testo in oggetto e qualunque altra iniziativa realmente utile allo sviluppo economico della Sardegna e del suo fiero popolo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Guidesi. Ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Grazie, Presidente. Noi utilizziamo pochissimi minuti e pochissimi secondi solo per spiegare i motivi che ci hanno portato a ritirare la mozione che avevamo preparato rispetto al tema e alle tematiche della regione Sardegna e a firmare e ad appoggiare la risoluzione presentata dal collega onorevole Mauro Pili. Infatti, all'interno della risoluzione del collega Pili, oltre a condividere tutti i punti che lui ha, nello specifico, elencato e di cui si sta parlando e discutendo e che anche alcune mozioni di altri contengono, il passaggio per noi fondamentale è quello che fa riferimento alla possibilità di un referendum popolare rispetto all'autodeterminazione e all'identità del popolo sardo.
  Noi siamo e continuiamo ad essere estremamente convinti che questa sia una possibilità democratica, ma sia soprattutto fondamentale rispetto ad un Paese che ha tanti territori diversificati per identità e per culture.
  E noi, soprattutto per ciò che concerne la regione Sardegna e per ciò che concerne il popolo sardo, che si è sempre differenziato per una grandissima tradizione e per una grandissima cultura e per grandi valori identitari, pensiamo che la nostra firma possa supportare anche questa possibilità. Ed è proprio per questo motivo che noi abbiamo ritirato la nostra mozione e condividiamo i contenuti della risoluzione dell'onorevole Pili e la appoggiamo oggi, così come appoggeremo tutte le iniziative che gli altri deputati sardi hanno portato per il loro territorio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pinna. Ne ha facoltà.

  PAOLA PINNA. Grazie signora Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, sappiamo bene che una mozione rappresenta più che altro un cenno di interesse che spesso si esaurisce nell'arco di pochi giorni. Forse, però, fare il riepilogo dei problemi che interessano un'area particolare può servire per rinfrescare la memoria e delineare un quadro generale di cui è altrimenti difficile farsi un'idea. Queste mozioni descrivono, attraverso uno sguardo a volo d'uccello, una Sardegna bloccata e invischiata in situazioni paradossali di inerzia e abbandono in cui è difficile sciogliere il bandolo della matassa. L'impegno che chiediamo di assumere oggi al Governo è un impegno che aspettiamo da tempo. Mi auguro che questa sia la volta buona per farsi carico delle criticità esistenti e superarle, al di là delle responsabilità del passato. I sardi aspettano azioni concrete e non più vane parole. Da uno Stato serio deriva la sua autorevolezza e la disponibilità dei propri cittadini ad accettare sacrifici e collaborare per superare crisi profonde.
  Le problematiche che affliggono l'isola sono state ampiamente esposte durante la discussione generale: deficit infrastrutturale, costo dell'energia, trasporti interni e continuità territoriale, inquinamento, trivellazioni, servitù militari e scorie nucleari. E non è questione di reazioni istintive che si sintetizzano in posizioni di netta contrapposizione, quali «non nel mio giardino, ma in quello del vicino», o, ancor peggio, di pretese dettate da atteggiamenti Pag. 6di tipo vittimistico. Quello che esaspera è l'eccessiva pressione sul territorio causata dalla concentrazione di tante criticità. I dati Svimez parlano chiaro: la regione è sempre più povera, nonostante risulti formalmente uscita dall'Obiettivo Convergenza e sia entrata nell'Obiettivo Competitività. Certo, non si risolleva un'economia in evidente crisi di identità con la risoluzione dei problemi elencati. Manca un'idea nuova di sviluppo basata sulle vocazioni naturali del territorio. Vale comunque la pena soffermarsi sui limiti fisici e culturali che arrivano dal passato, da modelli di sviluppo calati dall'alto e fallimentari, da promesse non mantenute, da una specialità male interpretata e poco virtuosa.
  Faccio solo un breve cenno a due punti esemplificativi del rapporto tra Stato e regione: il mancato G8 de La Maddalena e la continuità territoriale. Le vicende del mancato G8, i procedimenti penali in corso, l'abbandono nel quale si trova l'ex arsenale e le mancate bonifiche delle aree marine antistanti sono un vero e proprio scandalo. Ma prima che uno scandalo anche giudiziario rappresentano una grave offesa inflitta da uno Stato che ha deciso improvvisamente di non mantenere gli impegni assunti, non con i maddalenini, ma con tutti i sardi. Il Governo Berlusconi aveva promesso di compensare la chiusura della base militare con la realizzazione di importanti opere che avrebbero consentito di ospitare il G8. Poi ci fu il terremoto in Abruzzo e con una mossa esclusivamente propagandistica venne annunciato lo spostamento del vertice a L'Aquila. Il capoluogo abruzzese avrebbe avuto bisogno di ben altri interventi; basta vedere lo stato in cui ancora versa. Paradossalmente, il dirottamento verso altre priorità non ha fatto altro che spostare l'attenzione e le risorse che avrebbero fatto in modo che L'Aquila oggi non sia una città fantasma. La Maddalena, parallelamente, si ritrova con opere incomplete e decadenti e un'area marina più inquinata di prima.
  Altro punto critico è la continuità territoriale. Non entro nel merito di quella aerea, che è a totale carico della regione, ma su quella marittima ci sarebbe da discutere per ore, se non altro perché l'attuale convenzione, della durata di ben otto anni, senza procedura ad evidenza pubblica, è stata decisa tra Ministero e CIN, lasciando fuori dalle trattative la regione Sardegna, diretta interessata. Sono state inserite clausole di salvaguardia che si sapeva benissimo sarebbero scattate dopo una prima applicazione del regime di continuità.
  La regione non ha la possibilità di convocare un tavolo per la revisione delle condizioni. Pertanto per essere sentita deve aspettare le scadenze predefinite nella convenzione purché sia una delle parti firmatarie a richiederlo. Finora la regione si è giostrata in questo accordo in via informale trattando sulle modalità della riduzione dei servizi per evitare l'aumento delle tariffe. La contribuzione dello Stato rispetto a quando il servizio era gestito da Tirrenia è praticamente dimezzata e ammonta a 53 milioni di euro l'anno. Un impegno anche di poco superiore sarebbe a riparo da procedure di infrazione se ben utilizzato. L'esigenza più forte è l'estensione del regime di continuità ai tre mesi estivi non coperti da servizio onerato. È inutile dire che spostamenti all'interno del territorio nazionale dovrebbero essere garantiti da prezzi costanti e non soggetti alla mera legge della domanda e dell'offerta.

  PRESIDENTE. Concluda, grazie, onorevole Pinna, se vuole può consegnare il testo integrale dell'intervento per la pubblicazione in calce al resoconto (Sulla base dei criteri costantemente seguiti).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vargiu. Ne ha facoltà per cinque minuti, per vostra scelta.

  PIERPAOLO VARGIU. Grazie Presidente. Al voto favorevole dei parlamentari del mio gruppo voglio idealmente aggiungere quello della formazione regionale a cui appartengo, i Riformatori Liberali e ne approfitto per spiegare cosa Pag. 7sono in Sardegna i Riformatori. In questa realtà, che consuma velocemente la politica, i Riformatori Liberali sono il secondo partito più antico della Sardegna dopo il Partito Sardo d'Azione. Sono nati vent'anni fa, raccogliendo quel piccolo pezzo di società sarda che non si riconosceva nelle logiche assistenziali e clientelari di una regione meridionale atipica per la composizione sociale e per le problematiche derivanti ma assolutamente tipica per l'atteggiamento della classe politica dirigente tutta tesa a mantenere il controllo diffuso del consenso attraverso il presidio manu militari dei pozzi d'acqua, delle leve economiche e sociali che permettono la illimitata perpetuazione del palazzo e dei suoi occupanti. Dopo la caduta del muro di Berlino la Sardegna degli anni Novanta è stata uno degli ultimi Paesi europei di socialismo reale con un controllo pervasivo della politica sia sulle attività pubbliche dirette da decine o forse centinaia di consigli di amministrazione rigorosamente nominati e guidati dalla politica sia nelle attività cosiddette private che sono andate avanti soltanto qualora supportate da fiumi di contributi regionali a fondo perduto sui quali ha «grassato» una vera e propria imprenditoria del malaffare grossolana in tutto tranne che nelle tecniche per acchiappare soldi pubblici, un'imprenditoria fasulla come l'oro di Bologna la cui storia, a soldi spariti, è spesso terminata ingloriosamente davanti alle corti dei tribunali. In questo contesto in Sardegna si è persa la speranza. I sardi orgogliosi in realtà sono diventati sardi servi, proni verso uno strisciante sistema di controllo delle coscienze delle libertà individuali che proponeva maggior benessere apparente in modo facile in cambio alla rinuncia a un pezzetto della propria libertà. Per vent'anni i riformatori hanno lavorato spesso tra il fastidio e la derisione di un establishment politico che comprendeva perfettamente che il passaggio dalle logiche dell'assistenza a quelle della competizione e della valorizzazione delle capacità e del merito sarebbe stata anche la fine di buona parte del potere pervasivo della politica e della sua burocrazia. I Riformatori da soli, nel maggio 2012, hanno fatto i dieci referendum di Sardegna SI cambia, che ben prima di Renzi hanno abolito le province di 60 mila abitanti che avevamo inventato in Sardegna, ben prima di Renzi hanno cancellato i consigli di amministrazione controllati dalla politica, inevitabile fonte di sprechi e di opacità di gestione, ben prima del MoVimento 5 Stelle hanno tagliato gli stipendi e il numero dei consiglieri regionali e i conseguenti costi della politica. Oggi nell'aderire a questa mozione ci chiediamo: ma sarà utile, servirà una mozione parlamentare a cambiare il progetto futuro e il destino della Sardegna ? La risposta negativa è ovvia ma alcune riflessioni sono utili. La prima: la Sardegna ancora oggi è la regione italiana che più di tutte vive di assistenza. Secondo i dati ufficiali del sito sui conti pubblici territoriali ogni anno la Sardegna riceve in modo diretto o indiretto 5 miliardi di euro dalla solidarietà nazionale. La Sardegna è dunque il paradigma del dramma di tante altre regioni italiane che non riescono a trovare la strada verso l'autosufficienza economica che rappresenta la precondizione per la prima delle libertà di un popolo: la libertà dal bisogno. In altre parole più grossolane e marchiane la Sardegna ha fame e ha bisogno di lavoro per non morire. L'autonomia speciale di cui la Sardegna ha goduto dal dopoguerra ad oggi non è stata sufficiente ad uscire da questa situazione di svantaggio. Pertanto questa autonomia non era lo strumento adeguato oppure è stata usata male: in entrambi i casi va ripensata.
  Quinto, l'attuale dramma della Sardegna non è un dramma privato dei sardi, per chi come noi crede nell'unità del Paese, è un dramma dell'intera nazione, e come tale va affrontato, e per risolverlo è difficile ipotizzare il riuso degli strumenti classici, piani di rinascita, Cassa del Mezzogiorno, che hanno sortito solo effetto tampone.

Pag. 8

  PRESIDENTE. Concluda.

  PIERPAOLO VARGIU. È chiaro che, in assenza, di sviluppo endogeno, la sete ritorna non appena spariscono le autobotti del denaro pubblico. La sfida da condurre insieme, Stato-regione, sardi e continentali, non può che essere quella di investire su identità, talenti e competenze peculiari della nostra isola, sviluppando imprenditorialità, fantasia, senso della cooperazione, investendo in istruzione e in cultura del merito e della competizione sana. Paradossalmente, la prima industria che serve alla Sardegna è una scuola di alta qualità, un'università di livello europeo. Abbiamo bisogno di sardi che escano dalla cultura delle ovvietà da bar, e prendano in mano la scommessa delle proprie scelte e del proprio destino.
  In conclusione, l'assistenza di cui, purtroppo, ancora oggi, la Sardegna ha bisogno, ci accompagna in una agonia senza speranza, ma per vivere i sardi e la Sardegna hanno bisogno di competere col mondo. Forse noi sardi non l'abbiamo ancora capito bene e forse non siamo ancora pronti. È per andare più veloci in questa direzione che chiediamo l'aiuto del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Piras. Ne ha facoltà.

  MICHELE PIRAS. Grazie Presidente, io ometterò l'elenco delle problematiche della mia terra sia perché l'hanno già fatto bene i colleghi che mi hanno preceduto sia perché lo abbiamo già fatto in sede di discussione sulle linee generali. Anche, però, perché non credo fondamentalmente che sia questo il punto che possa realmente descrivere la condizione della Sardegna e la condizione nella quale vivono i sardi. Non lo credo perché non è il punto dirimente, perché se anche noi domani – voglio forzare il ragionamento – ci trovassimo metanizzati, ci trovassimo con un sistema di trasporti pubblici più adeguato all'era contemporanea, rispetto a quello che abbiamo attualmente, se anche si sciogliesse il nodo della continuità territoriale, quella marittima e quella aerea, per citare le due principali, o di quella interna, io credo che questo non basterebbe, per quanto sicuramente sarebbero delle precondizioni fondamentali per immaginare un nuovo modello di sviluppo, a sciogliere il nodo.
  La specificità dell'isola non è solo una specificità misurabile nei termini dell'arretratezza rispetto alle altre regioni di Italia, mi riferisco particolarmente a quelle del nord: non è misurabile semplicemente in questa maniera. Il tentativo dovrebbe essere – e io credo che sia ciò che stiamo facendo, nel momento in cui abbiamo depositato mozioni unitarie, nel momento in cui cerchiamo di sviluppare un ragionamento unitario di tutte le rappresentanze sarde, da quelle regionali a quelle nazionali – quello di mettere in luce una irrisolvibile specificità della condizione sarda rispetto al resto del Paese, che è ciò che anche la distingue non solamente dalla condizione, economica, sociale e culturale, nella quale vivono le regioni più avanzate sul piano economico di questo Paese, ma che la distingue anche dalla condizione di arretratezza, di impoverimento e di criticità che vive il meridione d'Italia. Una questione sarda nella sua specifica collocazione come grande questione nazionale, al fianco di quella meridionale ed al fianco, anche, di quella che si è sviluppata negli ultimi tempi nel settentrione d'Italia.
  Potrei affondare nella notte dei tempi questo ragionamento per dire che, quando nel resto del Paese si sviluppava la culla, l’humus culturale che ha determinato l'identità che lega in questo momento gli italiani, noi, i giudicati, il giudicato di Arborea, contrastava il regno aragonese e la penetrazione aragonese in Sardegna. Vorrei ricordare che in Sardegna abbiamo avuto trecento anni di posizionamento spagnolo. Vorrei ricordare – e per ragioni di tempo, per economia di tempo, non ricordo, forse perché magari si riterrà che non è questa la sede – anche la maniera attraverso la quale la Sardegna raggiunge Pag. 9l'Italia nel processo di unificazione nazionale, che non è propriamente il passaggio limpido e cristallino di un'integrazione culturale, ma piuttosto di una penetrazione coloniale da parte di chi l'Italia l'ha costruita.
  Queste forse sono le ragioni storiche, ma oggi sopravvivono in una dimensione che è geografica, che è economica, che è storica, culturale, sociale, identitaria e linguistica, perché, se io dovessi svolgere questo ragionamento in sardo, probabilmente qui nessuno, se non i miei conterranei, mi capirebbe.
  Questo non significa solo che noi abbiamo una lingua diversa: questo significa che c’è una struttura profonda, anche psicologica, di un popolo, che è diversa rispetto a quella italiana. Ma questo, in un tempo di modernità, in un tempo di economia globale, di scambi fra grandi flussi di popoli, di idee che navigano in Rete, non dovrebbe essere il limite allo sviluppo di una terra: dovrebbe essere, anzi, concepito da uno Stato moderno, che ha idea di futuro, dovrebbe essere un punto di ricchezza dal quale partire per costruire uno sviluppo nuovo in quella terra.
  La Sardegna è stata anche un'altra peculiarità: nel dopoguerra, per quanto questo possa sembrare strano, è stata la regione d'Italia che più velocemente, nel tempo più compresso, nel lasso di tempo più contenuto, è cresciuta più rapidamente del resto delle regioni d'Italia. Questo può sembrare paradossale, invece, è uno dei nuclei della crisi e della specificità della crisi che viviamo, perché, nel momento in cui quel sistema esogeno – è stato detto –, esterno, estraneo, non collegato con le vocazioni del territorio è collassato – non è andato in crisi, è collassato –, ha lasciato deserto e ha lasciato macerie.
  Si potrebbero condurre studi sociologici interessantissimi, a mio avviso, su ciò che questo ha determinato in alcune piccole comunità della Sardegna, laddove c’è stato un processo di modernizzazione industriale: gli operai hanno fatto studiare i loro figli e i figli, oggi, non hanno più alcuna possibilità di rientrare nel proprio paese per darsi una prospettiva di vita, perché là una prospettiva di vita per chi ha studiato, ad esempio, non c’è; così come oggi non c’è – e lo dicono drammaticamente i numeri che hanno esposto i miei colleghi – la possibilità per le braccia migliori della Sardegna di trovare un lavoro.
  Allora, mancano le precondizioni, eppure qualche strumento c’è. E io non condivido la lettura di chi dice che gli strumenti che ci siamo dati con l'autonomia si sono rivelati insufficienti: semmai condivido l'osservazione di chi dice che la classe dirigente sarda non è stata in grado di utilizzare ciò che era riuscita a conquistare con le lotte. Ed oggi, Enzo Bianco (dovrebbe, forse, informarsi un po’ di più e non confondere la Sicilia con la Sardegna; Emilio Lussu diceva che la Sicilia non è un'isola, e non lo diceva per un fatto geografico, lo diceva per un fatto culturale) non dovrebbe confondere la storia della Sardegna con la storia della Sicilia e non dovrebbe dire che lo Statuto speciale e l'autonomia sono un anacronismo, perché vennero concessi per fermare i moti separatisti in Sardegna. È vero che c'era una componente separatista nel secondo dopoguerra in Sardegna – era più forte in Sicilia, ho ragione di pensare, e collegata ad altri fenomeni –, ma non era separatista Emilio Lussu, non lo era Renzo Laconi, non lo era Velio Spano, non lo fu Gramsci. Per cui, bisognerebbe anche informarsi e sapere qual è stato il dibattito negli anni Quaranta e Cinquanta in Sardegna.
  Quello Statuto esiste ancora e io ci tengo a dirlo qui, per difenderlo, per affermarne le ragioni e i principi e per dire che se ci venisse consentita, in un rapporto di leale collaborazione fra lo Stato e la regione Sardegna, la concreta esigibilità delle norme iscritte nello Statuto, probabilmente, non saremmo in questa situazione.
  L'articolo 8 dello Statuto regola il regime speciale delle entrate. Lasciamo perdere che il mio governo regionale, secondo me sbagliando, ha deciso di rinunciare ai ricorsi di fronte alla Corte costituzionale, perché non bisognerebbe mai rinunciare a Pag. 10rivendicare i propri diritti costituzionalmente sanciti. Questo ce lo ha ricordato, sottosegretario, in sede di discussione sulle linee generali. Hanno rinunciato, tuttavia, il tema esiste. Esiste il tema del regime speciale delle entrate per la Sardegna ed esiste il tema dei decreti legislativi che non sono mai stati posti in essere: ci spetta il 70 per cento delle entrate. È un diritto che è iscritto in una norma di rango costituzionale: venga fatta rispettare la Costituzione. So che di questi tempi non va di moda, ma vorrei ribadirlo.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MICHELE PIRAS. L'articolo 9 dello Statuto speciale della Sardegna prevede la facoltà dell'isola di dotarsi di un'autonoma Agenzia delle entrate – vado a concludere –, che consentirebbe di superare, ad esempio, gli effetti perversi, che tanto segnalano, anche giustamente, della gestione vessatoria di Equitalia. Ci venga consentito l'esercizio dell'articolo 9: l'Agenzia sarda delle entrate. Non ci venga impugnata di fronte alla Corte costituzionale, come così spesso è stato fatto negli ultimi vent'anni.
  L'articolo 10 dello Statuto prevede la facoltà di dotarsi di agevolazioni fiscali, esenzioni e detrazioni di imposta. Dico che è una responsabilità dei governi sardi, ma è una responsabilità di altri, darci questa possibilità. L'articolo 13 dello Statuto speciale, con un termine che ricorda il dibattito ottocentesco, però è chiaro che cosa dice; prevede che lo Stato, con il concorso della regione, dispone di un piano organico per favorire la rinascita economica e sociale dell'isola.
  Ecco, questo è il nodo, serve un progetto organico, non servono le promesse estemporanee, non serve che qualcuno ci venga a dire vi do un miliardo, vi do il metano, vi do questo e quest'altro che sembrano le perline date agli indigeni americani. Io penso, invece, che serva un piano organico e, quando si dice: lo Stato con il concorso della regione, significa che lo Stato mette a disposizione le risorse, le agevolazioni fiscali, l'abbassamento del Patto di stabilità, ad esempio, e che il popolo sardo ha diritto di esercitare il proprio diritto al futuro (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,50).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Piso; non essendo presente in Aula si intende vi abbia rinunciato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nizzi. Ne ha facoltà.

  SETTIMO NIZZI. Grazie Presidente, una quindicina di giorni fa abbiamo ampiamente dibattuto sulla questione sarda. Vorrei ribadire, questa mattina, che oltre a sottoscrivere tutte le mozioni dei colleghi, accettando la riformulazione fatta dal sottosegretario, vorrei che l'impegno del Governo fosse un impegno serio, concreto. Spesso, abbiamo visto, nella storia della nostra regione, ma anche nella storia della politica nazionale, che a un ordine del giorno, a una mozione, si dà un parere positivo, anche con delle limitazioni rispetto a quelle che sono le richieste di chi presenta tali atti, ma, poi, da quello che viene chiesto e che viene accettato da parte del Governo a quanto poi nella realtà viene ad essere concretamente realizzato, difficilmente, i tempi stretti sono una cosa concreta, e tali richieste non si avverano.
  Per quanto riguarda la questione inerente alle zone franche, abbiamo un problema Pag. 11serio nella nostra regione. Abbiamo visto che più volte è stata messa all'ordine del giorno l'identificazione e l'approvazione delle zone franche in Friuli Venezia Giulia. Non le abbiamo ancora votate in Aula, ma io penso che sia una cosa importante. Se da una parte il Governo pensa di approvare un qualcosa che faciliti lo sviluppo e soprattutto lo sviluppo e la commercializzazione dei prodotti in una regione, sicuramente non limitata solo dal mare, ma anche dal punto di vista economico e infrastrutturale, così come lo è il Friuli Venezia Giulia, forse l'impegno del Governo a collaborare e a chiedere al Governo regionale l'istituzione di un tavolo concreto per la realizzazione delle zone franche e effettive, penso che sia una cosa sicuramente favorevole anche per la popolazione sarda. Perché nella risposta il sottosegretario dice: ci impegniamo, sì, però, siccome la regione ci ha chiesto di voler delimitare le varie zone franche, noi aspettiamo che sia la regione a farlo. Ma il buon padre di famiglia spesso chiama i figli o i fratelli e dice: sediamoci a un tavolo e facciamo qualcosa, in modo che almeno un qualcosina, se non tutti i punti, possiamo portare a casa.
  Per cui, ritengo che questo impegno il Governo lo possa assumere, cioè essere da stimolo nei confronti dell'attuale governo regionale della Sardegna e del governatore presidente Pigliaru, affinché finalmente, una volta per tutte, la questione delle zone franche venga ad essere definitivamente risolta. Dico soltanto che abbiamo bisogno soprattutto di infrastrutture. Sappiamo che ci sono difficoltà di tipo economico a livello nazionale, ma i soldi si trovano per altre regioni anche «meno importanti» nelle statistiche. Certo, non vogliamo essere più importanti di altre parti d'Italia, ma come estensione territoriale e come popolazione siamo la decima o undicesima regione in Italia. Se il divario di sviluppo è tale, perché la limitazione fisica che noi abbiamo non ci permette di essere alla pari con tutte le altre regioni d'Italia, penso che un occhio di riguardo il Governo lo debba dare a quest'isola. Per cui, annuncio a nome del gruppo che voteremo favorevolmente. Accogliamo nel merito ciò che il sottosegretario ha previsto per quanto riguarda la nostra mozione, chiedendo però che vi sia l'impegno affinché si faccia da stimolo nei confronti del governo regionale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bianchi. Ne ha facoltà.

  NICOLA BIANCHI. Grazie. Signora Presidente, Governo, colleghi, voglio precisare sin da subito che i cittadini sardi non sono persone che si piangono addosso: sono forti, sanno rimboccarsi le maniche quando serve, sanno reagire. Oggi questa mozione è un atto dovuto nei confronti di tutti i cittadini sardi e con essa non chiediamo agevolazioni rispetto ad altre regioni italiane, chiediamo solo ed esclusivamente ciò che ci spetta nel rispetto delle normative vigenti.
  Voglio ricordare che le criticità in Sardegna sono numerosissime: si va dalla pesantissima crisi occupazionale al preoccupante inquinamento ambientale; dal problema delle servitù militari alla crescita del tasso di dispersione scolastica; dal catastrofico sistema dei trasporti ai fondi mai arrivati per i danni causati dall'alluvione nel 2013 a Olbia e provincia e nel 2014 nei terreni di Sennori e Sorso; dalle vertenze aperte con lo Stato, prima fra tutte appunto la vertenza entrate, al rischio trivellazioni, le quali nessuno vuole tranne i diretti interessati; dalle piccole ma importanti opere infrastrutturali mai realizzate alle bonifiche necessarie ma mai effettuate; dal mancato G8 della Maddalena, con tutto ciò che ne è conseguito, al nucleare; dalle imminenti privatizzazioni di aziende regionali ai problemi legati all'ampliamento dell'aeroporto di Cagliari-Elmas; dal prossimo arrivo di detenuti sottoposti al regime del 41-bis alla nuova classificazione del suolo e al danno economico che questa procurerà agli agricoltori; dalle allarmanti vicende legate alla centrale di Fiumesanto alla catastrofe ambientale-lavorativa Pag. 12che si è creata nel polo industriale del Sulcis Iglesiente; dal troppo ridotto numero di mezzi aerei antincendio all'elevato costo dell'energia.
  Per la Sardegna la crisi economica è stata un masso grossissimo che si è schiantato contro un territorio già devastato da innumerevoli problemi, ancor prima della recessione degli ultimi anni. È piovuto sul bagnato, per la dirla in termini più semplici. La crisi non ha fatto altro che acuire le criticità già presenti nel territorio, ma tutte queste criticità c'erano già da prima. Andava fatta una programmazione nel medio e lungo periodo; dovevano essere trovate soluzioni condivise e comuni.
  Una delle più importanti questioni da affrontare con il giusto peso è l'incremento costante e incessante della disoccupazione. Migliaia e migliaia e migliaia di disoccupati in Sardegna non sono soltanto il frutto della crisi economica in corso, queste migliaia e migliaia di disoccupati oggi sono il frutto marcio di politiche del lavoro scellerate e di scelte politiche che non hanno fatto altro che aumentare i problemi. Oggi queste persone sono disperate e va fatto veramente qualcosa di urgente.
  E comunque oggi queste persone non sarebbero così disperate se lo Stato permettesse loro di non rimanere indietro. Ecco perché chiediamo a gran voce il reddito di cittadinanza che sarebbe già concreto se solo questo Stato e questo Governo avesse lasciato il dovuto spazio al Parlamento per svolgere il proprio ruolo, ossia per legiferare, anziché perdere mesi e mesi per provvedimenti di dubbio interesse collettivo. Nessuno deve rimanere indietro, neanche i cittadini sardi.
  A causa di cattivissimi collegamenti tra Sardegna e continente ormai pochissime persone si possono permettere di raggiungere l'isola perché i costi sono altissimi e di conseguenza anche lo sviluppo del turismo, settore su cui la regione dovrebbe puntare molto di più, riceve una battuta di arresto. Sul nucleare poi permettetemi di dirvelo non c’è niente da decidere. Hanno scelto i cittadini: siamo o non siamo in democrazia ? Il 97 per cento dei cittadini sardi ha detto nel 2011 «no al nucleare» e non c’è bisogno di aggiungere altro.
  Sottosegretario, noi accettiamo le riformulazioni ben consapevoli del fatto che comunque una mozione ha il peso che ha. Sappiamo benissimo che non risolveremo tutti i problemi con questa risoluzione e comunque, a nostro avviso, grande responsabilità ha avuto anche la politica regionale, fatto anche presente che con il rinnovamento dell'ultimo consiglio regionale è stata tagliata fuori una forza politica del peso del 10 per cento. Sono tutte una serie di criticità appunto che a nostro avviso hanno creato questo malessere nella regione.
  Vorremmo sapere i tempi precisi della vertenza Entrate visto che comunque, a quanto pare c’è già un accordo. Per quanto concerne le trivelle è vero che il Governo non può esprimere parere a priori, ma può bloccare di certo il «progetto Eleonora». Per le questioni regionali chiediamo a Governo che si faccia portavoce delle istanze in sede di un tavolo tecnico, mentre per l'aeroporto di Cagliari Elmas siamo sicuri che non sia nocivo l'ampliamento ? Allora, perché tanto allarmismo tra i cittadini ?
  Concludo dicendo semplicemente che noi non vogliamo solo parole, ma fatti. Chiediamo semplicemente ciò che ci spetta di diritto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mura. Ne ha facoltà.

  ROMINA MURA. Signora Presidente, Governo, colleghe e colleghi. Con la discussione generale di alcuni giorni fa abbiamo avuto modo di approfondire e condividere i tratti salienti della questione Sardegna, rispetto a cui Francesco Pigliaru, presidente della nostra Regione, e Matteo Renzi, il nostro Presidente del Consiglio, hanno convenuto di avviare a partire dal prossimo settembre un tavolo, un percorso di lavoro che conduca alla soluzione strutturale e definitiva delle vertenze storiche che determina lo storico e Pag. 13insieme l'attuale stato di difficoltà della Sardegna, in modo che la Sardegna possa rappresentare, non diversamente dal Mezzogiorno, uno dei laboratori dell'Italia che cambia e dell'Italia che rialza la testa. Si tratta di un tassello fondamentale rispetto alla grande operazione portata avanti dal Governo e dal Partito Democratico per far mutare pelle al paese, dopo decenni di assoluto immobilismo. La Sardegna e il Mezzogiorno possono rappresentare lo spazio territoriale e istituzionale intorno ai quali costruire l'altro paese che abbiamo in mente, quello in cui siano ridotte le distanze, anche fisiche, come ci chiede l'Europa, e moltiplicate le opportunità. Un altro paese che tragga nuova forza e competitività dalle peculiarità territoriali e identitarie. Un altro paese che investa convintamente su quelle regioni che per condizioni geografiche e storiche, ma anche per errori di visione delle classi dirigenti che si sono avvicendate, sono rimaste ferme, spesso retrocesse, rispetto alle potenzialità che avrebbero potuto esprimere. Penalizzate e retrocesse quanto a sviluppo e qualità della vita, non certo quanto a prove di solidarietà e disponibilità in nome dell'interesse nazionale. Mi sovviene al riguardo il ruolo differente e qualificante per un grande paese civile quale è il nostro, che le nostre regioni meridionali, Sardegna compresa, stanno avendo rispetto alle politiche di accoglienza, di donne e uomini provenienti da zone di guerra o di profonda povertà che arrivano nei nostri paesi e nelle nostre città, attraverso il Mediterraneo.
  Care colleghe e cari colleghi, come sottolineato bene nel corso della discussione generale, la Sardegna oggi non pretende, tantomeno chiede sommessamente di essere ascoltata, di essere promossa a priorità dell'agenda politica di questo Paese, piuttosto si propone come potenzialità da non disperdere e da valorizzare, come insieme di fattori produttivi da mettere in rete, come valore aggiunto per la crescita dell'intero Paese, come elemento di coesione nazionale, come contesto territoriale di sperimentazione di un nuovo concetto di politiche pubbliche, quelle per le quali nessun territorio, a maggior ragione se periferico e debole, può essere mortificato o marginalizzato. Con queste valenze positive la Sardegna si candida a essere una leva della ripresa italiana con l'ambizione di contribuire a riscrivere e diffondere un rinnovato paradigma della crescita e della competitività. Accetta con coraggio e determinazione la sfida del cambiamento puntando su due fra le peculiarità che la contraddistinguono maggiormente: la specialità della sua autonomia, specialità riconosciuta quasi settant'anni fa che oggi più che mai ha senso di esistere e resistere, specialità che non è privilegio, ricordo a proposito che la mia regione già da anni sostiene totalmente i costi relativi alla sanità, quelli relativi al trasporto pubblico locale e quelli relativi alla continuità territoriale e aerea. Ricordo ancora che fra le regioni italiane la Sardegna è stata la prima fra quelle ad autonomia differenziata ad adottare, sulla base di un accordo con il Governo, la regola del pareggio di bilancio, in luogo dei vincoli del Patto di stabilità, a dimostrazione della piena consapevolezza circa la maggiore responsabilità che deriva dall'essere una regione ad autonomia speciale.
  L'insularità, l'insularità è un'altra peculiarità con cui noi vogliamo giocare la partita del cambiamento, un'isola al centro del Mediterraneo che potrebbe rappresentare, se l'Italia e il nostro Governo ci crederanno come stanno dimostrando, una delle maggiori opportunità per un Paese come il nostro che a più riprese ha detto e dimostrato di credere nella prospettiva delle politiche euromediterranee, la forza e l'incidenza delle quali potrà determinare un effettivo e definitivo cambio di rotta delle politiche dell'Europa continentale in un quadro geografico in cui il Mediterraneo rappresenti anche politicamente e da un punto di vista istituzionale un importante e riconosciuto termine di relazione e di scambio, perché quest'isola, in mezzo al Mediterraneo, può consentire all'Italia intera di eccellere e quindi esprimere maggiore competitività nel mercato.
  Penso ad esempio – solo uno fra i tanti – ai servizi logistici e non a caso parlo di Pag. 14logistica, la logistica che a livello nazionale vale circa 200 miliardi di euro, il 13 per cento del PIL, con 1 milione di addetti coinvolti, la logistica che in un quadro infrastrutturale e di servizi definita e sostenibile potrebbe rappresentare la specializzazione produttiva della Sardegna, la Sardegna che potrebbe in tal modo diventare il nodo strategico dei collegamenti fra il nord-Italia e il nord-Europa con i Paesi della sponda sud del Mediterraneo, per capirci il punto di connessione fra la Lombardia e la Tunisia, o fra la Baviera e il Marocco. Ecco la nostra ambizione euro-mediterranea, stiamo pensando alla Sardegna, sì è vero, ma lo facciamo avendo in testa e a cuore il Paese intero, perché giusto per dare qualche numero rispetto alle attuali difficoltà del comparto della logistica, sappiamo che la logistica costa alle aziende circa 12 milioni all'anno, l'11 per cento in più rispetto alla media europea. Se invece andiamo a vedere quelle che sono le principali potenzialità del Mediterraneo...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore abbassate il tono della voce, lasciate che la collega concluda il suo intervento.

  ROMINA MURA. ... dimostrando la convenienza di investire sulla costruzione di reti e soggetti territoriali che nel Mediterraneo possano diventare protagonisti. A questo riguardo constatiamo che attualmente nel Mediterraneo transita il 19 per cento dell'intero traffico mondiale e circa l'80 per cento dei porti nello stesso presenti hanno un rilievo internazionale, l'interscambio commerciale dell'Italia con l'area mediterranea nel 2013 ha raggiunto 55 miliardi di euro con un incremento del 64,4 per cento rispetto al 2001, il 70 per cento delle merci scambiate dall'Italia con l'area mediterranea si spostano via mare e si stima che nel 2020 la sponda sud rappresenterà un mercato potenziale di 525 milioni di persone. Queste grandezze numeriche percentuali non necessitano di molti commenti.
  È la geografia, il nostro essere isola, rispetto a cui, anche a causa nostra, sono stati rimarcati, troppo spesso ed esclusivamente, gli impatti negativi, che pure esistono e permangono. L'insularità costa ai sardi 1 miliardo e 100 milioni. Il nostro essere isola ci rende, però, naturalmente disponibili e pronti a diventare una grande piattaforma logistica, nodo strategico di connessione fra la sponda sud del Mediterraneo e l'Europa continentale, contesto territoriale cui può prendere forma un progetto di sviluppo territoriale integrato, che coniughi la naturale posizione geografica con alcune vocazioni territoriali a forte valore aggiunto. Penso, tra le altre, al turismo, all'agroalimentare, ma anche all’information technology, alla nautica da diporto e alla presenza di importanti e attrezzate aree industriali.
  Ecco, allora, il senso della nostra mozione, ecco il contributo che come gruppo del Partito Democratico abbiamo provato a dare, rinnovando, con questo dibattito, l'attenzione sulla questione Sardegna, per fare della Sardegna un nodo strategico di connessione fra la sponda sud del Mediterraneo e l'Europa continentale. Ma per fare questo occorre, ovviamente, creare delle condizioni di contesto e, quindi, lavorare affinché siano potenziati e infrastrutturati quelli che sono i naturali e numerosi corridoi fisici ubicati in Sardegna.
  A proposito, non possiamo ritenere soddisfacente l'attuale livello di coinvolgimento della Sardegna nella rete TEN-T, che mette insieme i principali corridoi di scambio europei, considerato che solo la città di Cagliari, come porto core, risulta inserito nella rete. Da ciò discenderebbe che la Sardegna potrebbe essere costretta a rinunciare, se non interverranno significative modifiche, al grosso delle risorse europee, 26 miliardi di euro, destinate, per il periodo di programmazione 2014-2020, alla realizzazione di opere infrastrutturali di trasporto.
  Così come auspichiamo un'evoluzione dell'attuale modello di continuità territoriale e marittima attraverso apposito intervento legislativo. Proponiamo che si acceleri ulteriormente con l'attuazione dell'articolo 8 dello statuto sardo per la Pag. 15restituzione delle risorse finanziarie di cui la Sardegna ancora risulta creditrice. Proponiamo che la Sardegna diventi laboratorio per la sperimentazione di nuove fonti energetiche – fra queste il GNL – anche costose a minor impatto ambientare. Infine, chiediamo, con l'autorevolezza che ci deriva anche dall'essere una regione ad autonomia speciale, la restituzione alle prerogative di governo della Sardegna di parte del territorio oggi soggetto alle servitù militari. Non vogliamo sottrarci ai nostri doveri in materia di difesa, ma vorremmo farlo solo per la parte che ci compete.

  PRESIDENTE. La prego di concludere.

  ROMINA MURA. Con questo spirito – e mi avvio a concludere – vogliamo partecipare a cambiare il Paese, di cui ci sentiamo parte e a cui mai abbiamo negato la nostra solidarietà e il nostro apporto, con la consapevolezza, come diceva Emilio Lussu, «che il popolo sardo ha da rivelare qualcosa a se stesso e agli altri di profondamente umano e nuovo».
  Per questa e per tutte le altre ragioni sottoposte all'attenzione del Parlamento, preannunzio il voto favorevole del Partito Democratico rispetto al testo di mozione riformulato dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pili. Ne ha facoltà.

  MAURO PILI. Grazie, Presidente. Ho il tempo per tre brevissime considerazioni sul vecchio adagio che una mozione non si nega a nessuno. Premetto che esprimerò voto favorevole su tutte le mozioni e sulla risoluzione presentata più per amor di patria sarda che per convinzione. Non ci sono impegni concreti: il Governo non solo non ne ha assunti, ma con le riformulazioni ne ha rilanciato i tempi e i modi e non vi è nessun richiamo ad atti concreti per affrontare e risolvere le questioni sollevate.
  Non esiste nemmeno un'ipotesi di soluzione sulle varie vertenze e, anzi, da qui a qualche giorno potrebbe essere annunciata in Sardegna anche la possibilità di realizzare un deposito di scorie nucleari. Non esiste la tempistica: su nessun punto è stata indicata una tempistica di soluzione dei problemi. Si ripropone il vecchio rituale inutile dei tavoli, tavoli che durano da anni (vedi Alcoa e vedi il tavolo sulle entrate).
  Prendo atto, invece, Presidente, e a lei mi rivolgo, del parere contrario del Governo sulla risoluzione che ho presentato e che ha visto, per quanto mi riguarda, l'importante e significativa adesione dei colleghi della Lega dei popoli.
  Quello del Governo è un parere contrario alla mia risoluzione, perché dice «no» all'unica proposta che declina e individua impegni concreti e atti puntuali. Del resto, dinanzi a un Presidente del Consiglio, che alle migliaia di licenziati dice: ne riparleremo a settembre, non ci si poteva aspettare altro... Concludo in un secondo, Presidente: dinanzi ad uno Stato che continua a ingannare la Sardegna e i sardi, che gli nega i principali diritti, non resta che la clava del referendum sull'autodeterminazione del popolo sardo. Oggi lo negate, ma molto presto ne sentiremo parlare con più forza e con più determinazione.

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Come da prassi, le mozioni e la risoluzione saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Capelli, Piras, Vargiu ed altri n. 1-00697, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.Pag. 16
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Grassi, Gebhard, Fitzgerald Nissoli, Pizzolante...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  364   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato
 364).    

  (Il deputato Pierdomenico Martino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Nicola Bianchi ed altri n. 1-00850, come riformulata su proposta del Governo e per le parti non assorbite dalla precedente votazione, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Latronico, Coccia, Capua, Giuliani, Fiano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  370   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato
 370).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Nizzi ed altri n. 1-00851, come riformulata su proposta del Governo e per le parti non assorbite dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Crippa, Mazzoli, Sannicandro, Kronbichler, Cassano, D'Incà...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
   (Presenti e votanti  377   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato
 377).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Mura ed altri n. 1-00854, come riformulata su proposta del Governo e per le parti non assorbite dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Duranti, Rotta, Ragosta, Colonnese...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  376   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato
 376).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Piso ed altri n. 1-00855, per le parti non assorbite dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Taricco, Capua, Di Lello, Dambruoso, Palese, Turco, Zoggia, Giuliani, Ventricelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  383   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato
 383).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rampelli ed altri n. 1-00858, come riformulata su proposta del Governo e per le Pag. 17parti non assorbite dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nizzi, Adornato, Nastri, Di Lello, Ventricelli, Segoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  380   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato
 380).    

  Passiamo alla votazione della risoluzione Pili, Saltamartini ed altri n. 6-00137. Avverto...

  MAURO PILI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Su cosa ?

  MAURO PILI. Presidente, chiedo la votazione dell'ultimo capoverso...

  PRESIDENTE. È già stata chiesta, lo sto dicendo. Avverto che è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare l'ultimo capoverso del dispositivo distintamente dalla restante parte della risoluzione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Pili, Saltamartini ed altri n. 6-00137, per le parti non assorbite dalle precedenti votazioni, ad eccezione dell'ultimo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Minnucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  382   
   Votanti  362   
   Astenuti  20   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato
 112    
    Hanno votato
no  250).    

  (Il deputato Massimiliano Bernini ha segnalato di aver erroneamente votato contro, mentre avrebbe voluto votare a favore).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Pili, Saltamartini ed altri n. 6-00137, limitatamente all'ultimo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capua, Catalano, Rotondi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  388   
   Votanti  364   
   Astenuti  24   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato
 103    
    Hanno votato
no  261).    

Seguito della discussione della proposta di legge: Distaso ed altri: Istituzione del «Premio biennale di ricerca Giuseppe Di Vagno» e disposizioni per il potenziamento della biblioteca e dell'archivio storico della Fondazione Di Vagno, per la conservazione della memoria del deputato socialista assassinato il 25 settembre 1921 (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato) (A.C. 1092-B) (ore 10,25).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dalla Camera e modificata dal Senato, n. 1092-B: Istituzione del «Premio biennale di ricerca Giuseppe Di Vagno» e disposizioni per il potenziamento della biblioteca e dell'archivio Pag. 18storico della Fondazione Di Vagno, per la conservazione della memoria del deputato socialista assassinato il 25 settembre 1921.
  Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli – A.C. 1092-B).

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge modificata dal Senato.
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, (Vedi l'allegato A – A.C. 1092-B) che sono in distribuzione.

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 1092-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1092-B).
  Nessun chiedendo di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MARCO DI LELLO, Relatore. La Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti.

  PRESIDENTE. Il Governo ? Sottosegretaria Barracciu, il parere del Governo ?

  FRANCESCA BARRACCIU, Sottosegretaria di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Mi scusi, sottosegretaria, capisco che c’è stato un momento di confusione. Il relatore ha dato parere contrario sugli emendamenti. Il parere del Governo ?

  FRANCESCA BARRACCIU, Sottosegretaria di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo. Chiedo scusa per la confusione. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo, dunque, all'emendamento Luigi Gallo 1.1.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 1.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dall'Osso, Marroni... ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  378   
   Votanti  376   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato
  57    
    Hanno votato
no  319).    

  (I deputati Covello e Gianluca Pini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 1.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marcon, Lo Monte...

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 10,30).

  Hanno votato tutti i colleghi ? Chi c’è sopra ? Carloni che alza la mano... vediamo se riesce a votare... eccola, ha votato... hanno votato tutti...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 19
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  390   
   Votanti  387   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato   56    
    Hanno votato no  331.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Le deputate Nicchi e Argentin hanno segnalato che non sono riuscite a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 1.3, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Dall'Osso, Gasparini, De Maria.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  387   
   Votanti  384   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato   53    
    Hanno votato no  331.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Le deputate Nicchi e Argentin hanno segnalato che non sono riuscite a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 1.2, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dall'Osso, Carloni, Ferro, Fregolent.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  392   
   Votanti  389   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato   55    
    Hanno votato no  334.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Le deputate Nicchi e Argentin hanno segnalato che non sono riuscite a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 1.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  386   
   Votanti  385   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato   53    
    Hanno votato no  332.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Le deputate Nicchi e Argentin hanno segnalato che non sono riuscite a votare. Il deputato De Rosa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 1.6, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Adornato, Vico, D'Arienzo.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 20
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  392   
   Votanti  390   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato   54    
    Hanno votato no  336.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Le deputate Nicchi e Argentin hanno segnalato che non sono riuscite a votare. Il deputato Schullian ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 1.7, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capua, Bolognesi, Lo Monte.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  392   
   Votanti  389   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato   55    
    Hanno votato no  334.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Le deputate Nicchi e Argentin hanno segnalato che non sono riuscite a votare. Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 1.8, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Cariello, Garavini, Paola Bragantini, Lattuca.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  392   
   Votanti  389   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato   55    
    Hanno votato no  334.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Le deputate Nicchi e Argentin hanno segnalato che non sono riuscite a votare. I deputati Airaudo e Pellegrino hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 1.9, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Bernini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  398   
   Votanti  395   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato   55    
    Hanno votato no  340.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Monchiero, Famiglietti, Nizzi...Pag. 21
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  400   
   Votanti  397   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  322    
    Hanno votato no  75.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 1092-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 1092-B), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Alessandro, Gelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  403   
   Votanti  400   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  325    
    Hanno votato no  75.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 1092-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 1092-B), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Duranti, Marroni, Grillo, Carloni, Giuliani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  400   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  337    
    Hanno votato no  63.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare. Il deputato De Rosa ha segnalato che ha votato erroneamente a favore mentre avrebbe voluto votare contro. Il deputato Altieri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 1092-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1092-B).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  MARCO DI LELLO, Relatore. Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Luigi Gallo 4.1.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  FRANCESCA BARRACCIU, Sottosegretaria di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

Pag. 22

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Luigi Gallo 4.1.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 4.1, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marcon, Duranti, Mazziotti Di Celso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  400   
   Votanti  397   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato   58    
    Hanno votato no  339.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capua...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  401   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  318    
    Hanno votato no  83.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare. Il deputato Minnucci ha segnalato che ha votato erroneamente contro, mentre avrebbe voluto votare a favore).

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 1092-B)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signora Presidente. Nell'annunciare il voto favorevole dei socialisti alla proposta di legge che dispone l'istituzione del Premio biennale di ricerca in memoria del deputato socialista Di Vagno, vorrei ringraziare tutti i colleghi e le colleghe che sono intervenuti nel dibattito. Ma un grazie particolare va alle colleghe Manzi e Coccia, che nella discussione sulle linee generali hanno ricordato con precisione storica e passione politica la vicenda del primo martire della violenza fascista, ucciso dagli squadristi tre anni prima di Giacomo Matteotti.
  Nei loro interventi le due colleghe hanno più volte ricordato che si trattava di due socialisti e lo sottolineo perché per molti anni non si è sentita pronunciare in Parlamento la parola «socialista» se non in termini spregiativi e gli interventi delle due colleghe del PD, così come la definitiva approvazione di questa legge, mi fanno sperare che finalmente qualcosa stia cambiando.
  Ho la tessera del Partito socialista italiano da oltre quarant'anni e continuo ad essere orgogliosa di questa mia appartenenza e militanza. Certo, ci sono stati errori, anche gravi, nel mio partito così come in altri: ce ne assumiamo la responsabilità senza nascondere nulla, ma gli errori non possono cancellare quanto di buono abbiamo fatto per il Paese. L'azione politica di Giuseppe Di Vagno e il suo opporsi a costo della vita ai soprusi e alle violenze della nascenti dittatura fascista sono solo uno dei tanti esempi.
  La fondazione Di Vagno, rara eccezione di ente culturale che opera nel Mezzogiorno, ha il merito di tenere viva la sua memoria e di diffondere una storia spesso ignorata nelle nostre scuole e non parlo della storia del socialismo, ma di quella Pag. 23dell'Italia, che è anche, ovviamente e non solo, quella del socialismo. Senza conoscere la storia non si può fare buona politica, non si possono comprendere i conflitti internazionali che lacerano il mondo, non si possono crescere figli e figlie.
  Per questo dobbiamo essere grati alla fondazione Di Vagno e a tutte quelle fondazioni che tra mille difficoltà economiche suppliscono a queste mancanze, custodiscono libri e giornali, fonti storiche insostituibili, e tengono viva la memoria (Applausi).

  PRESIDENTE. Constato l'assenza della deputata Santerini, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghesi. Ne ha facoltà.

  STEFANO BORGHESI. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, chiunque inizi a leggere questa proposta di legge, giunta addirittura alla seconda lettura, non può non chiedersi se fosse davvero necessario approvare una legge per questo intervento e impegnare i due rami del Parlamento in un dibattito, iniziato nel maggio del 2013, per due anni – non continuativi ovviamente, ma pur sempre due anni –, su norme che, prevedendo interventi micro-settoriali, potevano essere finanziate dagli enti locali o con intervento dei privati. Queste considerazioni ci portano, ovviamente, ad esprimere un voto contrario.
  Secondo noi, non è ammissibile e condivisibile il fatto che un'operazione del genere costituisca un unicum. Come è possibile che venga utilizzato lo strumento legislativo per istituire un premio ? Quante attività meritorie vengono svolte normalmente nel nostro Paese da parte di associazioni che non hanno alcun sostegno da parte dello Stato ?
  È inutile nascondersi dietro un dito, bisogna avere il coraggio di dire la verità: tutto ciò si sta verificando perché non esiste più la cosiddetta «legge mancia», meglio conosciuta come «marchette», di qualche legislatura fa. Non esistono più quelle modalità che consentivano ai parlamentari di far avere dei contributi dallo Stato da destinare ad interventi, decisi da loro stessi, che portavano un ritorno sicuro sul proprio territorio.
  Noi rispettiamo la dignità legata ad un premio, in ricordo del sacrificio di alcune persone, spiace però che esista una disparità di trattamento tra questa fondazione e tante altre istituzioni, impegnate da anni in iniziative anche più meritorie, che invece non riceveranno alcun contributo da parte dello Stato e non potranno pregiarsi dell'approvazione di una legge a proprio favore.
  Soprattutto in una congiuntura economica come l'attuale, dove si dovrebbe tentare di diminuire il più possibile la spesa pubblica, un provvedimento come questo risulta quasi offensivo: non possiamo più permetterci di sprecare neppure un euro in interventi finanziari che non siano più che necessari.
  Il gruppo della Lega Nord, pur manifestando grande rispetto per la storia del deputato Di Vagno, non vuole infatti dimenticare ciò che avvenne nel 1921, le azioni violente e gli scontri politici che culminarono con l'uccisione del deputato, ma questo modo di procedere non lo abbiamo condiviso ed ecco perché ribadiamo il nostro voto contrario al provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bruno Molea. Ne ha facoltà.

  BRUNO MOLEA. Grazie, Presidente. La proposta in esame – già approvata dall'Assemblea della Camera il 16 luglio 2014 – ci ritorna ora modificata dal Senato e dispone l'istituzione di un premio biennale di ricerca per la conservazione della memoria del deputato socialista Giuseppe Di Vagno, assassinato il 25 settembre 1921.
  Le principali modifiche apportate dall'altro ramo del Parlamento riguardano l'aggiornamento della prima decorrenza dell'assegnazione del premio (che decorrerà, appunto, dal 25 settembre 2015, Pag. 24anziché dall'anno prima) e dell'anno di concessione del contributo straordinario una tantum destinato alla Fondazione (che decorrerà, anch'esso, dal 2015 anziché dal 2014).
  L'articolo 1, modificato dal Senato, prevede l'istituzione del «Premio biennale di ricerca Giuseppe Di Vagno», che verrà conferito il 25 settembre di ogni biennio alla presenza di un delegato della Presidenza del Consiglio dei ministri. La prima assegnazione è, appunto, prevista – come dicevo prima – per il 25 settembre 2015 e l'ente responsabile dell'organizzazione del premio è individuato nella Fondazione Di Vagno, che agisce sotto la vigilanza del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
  Durante l'esame al Senato, è stata eliminata, all'articolo 1, comma 3, l'intesa della predetta Fondazione con la Presidenza del Consiglio dei ministri, concernente l'organizzazione del premio e, in particolare, la redazione del relativo bando. L'ammontare del premio – che è rimasto invariato – è attribuito ad anni alterni ed è fissato in 40.000 euro: la Fondazione può, comunque, decidere, se lo ritiene, che la somma sia destinata a più premi, da assegnare sulla base di criteri di merito.
  Viene stabilito che la valutazione svolta e i criteri adottati per la selezione dei vincitori siano resi pubblici anche con la pubblicazione sul sito del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Sempre all'articolo 1 del testo in esame, si prevede, inoltre, che alla Fondazione sia concesso un contributo straordinario una tantum pari a 100 mila euro per la riorganizzazione, la redazione degli inventari, l'informatizzazione e la dotazione di risorse umane, nonché la definitiva apertura al pubblico della biblioteca e dell'archivio storico.
  La Fondazione garantirà l'accessibilità totale, anche attraverso la pubblicazione online, delle informazioni relative all'organizzazione, nonché di quelle relative all'utilizzo del contributo, al fine di consentire il controllo del rispetto dei principi di buon andamento e trasparenza, oltre a garantire ai componenti del Comitato scientifico e della giuria – di cui ai successivi articoli – che non spetti alcun emolumento o di rimborso spese.
  L'articolo 2 dispone che il Presidente del Consiglio dei ministri nomini, con proprio decreto, su proposta della Fondazione Di Vagno, un Comitato scientifico, che sarà composto da tre studiosi di storia contemporanea o di scienze politiche, a cui spetta decidere il tema del Premio per ogni edizione. Al Senato, con l'aggiunta di un periodo al comma 1 dell'articolo 2, si specifica che «le valutazioni svolte e i criteri adottati» per la nomina dei componenti del Comitato scientifico saranno resi pubblici, anche mediante la pubblicazione nel sito della Presidenza del Consiglio, per favorire il rispetto dei principi di trasparenza e di imparzialità.
  Sono state inoltre ampliate, al comma 2 dell'articolo 2, le tematiche nell'ambito delle quali deve essere individuato il tema per ogni edizione, inserendo, rispetto al testo approvato alla Camera, le tematiche relative alla tutela del patrimonio paesaggistico del Mezzogiorno, le trasformazioni storiche, culturali e politiche del Mezzogiorno d'Italia nel XX secolo e le prospettive per il XXI secolo e il ruolo storico del Mezzogiorno d'Italia nell'Occidente.
  Si esprime anche una perplessità in ordine ad alcune modifiche che sono intervenute al testo a seguito dell'esame. Di fatti, il Senato ha eliminato la previsione dell'intesa del Comitato scientifico con la Presidenza del Consiglio dei ministri, per la scelta del tema di ogni edizione.
  Con l'articolo 3 si dispone che i vincitori del Premio siano individuati da una giuria composta da almeno sei membri, di cui quattro nominati con decreto del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo: si tratta del presidente, da scegliere fra studiosi di chiara fama di scienze politiche, e di tre studiosi di chiara fama di storia contemporanea.
  Si dispone con l'articolo 4, infine, che all'onere derivante dall'attuazione della legge, pari a 140 mila euro per l'anno 2015 e a 40 mila euro, ad anni alterni, a decorrere dall'anno 2017, si provvede attraverso Pag. 25corrispondente riduzione della proiezione, per l'anno 2015, dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio 2014-2016, nel fondo speciale di parte corrente relativo al Ministero dell'economia e delle finanze.
  A nome di Scelta Civica, esprimo il nostro voto favorevole a questa proposta di legge, che contiene insieme alcuni importanti obiettivi. Da un lato, la memoria del passato e della nostra storia attraverso il ricordo della figura di Giuseppe Di Vagno, sicuramente importante nel territorio da cui proveniva, ma con una rilevanza anche nazionale per essere stato il primo parlamentare vittima della violenza fascista nel 1921. Dall'altro lato, la proposta di legge istituisce e finanzia un premio di ricerca indirizzato a studiosi che si sono impegnati su materie che vanno dalla storia del socialismo e dei conflitti sociali e politici, del riformismo e della democrazia fino alla vicende che hanno coinvolto il Mezzogiorno d'Italia dal punto di vista dei mutamenti istituzionali, storici, culturali e politici, senza trascurare il fondamentale tema della storia dei paesaggi e delle culture locali. Vengono così tenuti assieme la memoria del passato e lo stimolo e il sostegno alla ricerca storico-politica.
  Grazie al finanziamento una tantum, poi, la fondazione Giuseppe Di Vagno avrà le risorse necessarie per l'opera di riorganizzazione, informatizzazione, digitalizzazione e, più in generale, di ammodernamento delle sue strutture e del suo straordinario patrimonio documentale e bibliografico, che in tal modo verrà messo definitivamente e permanentemente a disposizione del pubblico degli studiosi e dei cittadini.
  L'Italia ha uno straordinario patrimonio culturale diffuso, fatto di documenti del passato che hanno bisogno di essere rivitalizzati e sostenuti attraverso lo studio e la ricerca di tanti validi studiosi, capaci anche di inserirsi come validi interlocutori all'interno del dibattito storico-nazionale ed internazionale. Le nuove generazioni hanno bisogno di essere sensibilizzate, richiamando le idee ed i valori che gli uomini e le forze politiche della nostra storia hanno esercitato per garantire la democrazia e la libertà (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianni Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Signora Presidente, il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà voterà a favore di questa proposta di legge. È giusto sostenere l'azione meritoria della Fondazione Giuseppe Di Vagno così come di altre fondazioni intitolate a martiri della democrazia e dell'antifascismo italiano come Giacomo Matteotti, come Antonio Gramsci. Sarebbe il caso, forse più giusto, di pensare a una legge quadro che inserisse questo provvedimento in un intervento magari più organico. Giuseppe Di Vagno era, per Filippo Turati e per Giuseppe Di Vittorio, il gigante buono che rappresentò anche in quest'Aula i pezzenti e i diseredati della sua Puglia rossa, delle lotte bracciantili e contadine della Capitanata.
  A Giuseppe Di Vagno, peraltro, si deve l'avvio della più grande, forse, opera pubblica italiana che è stato, e lo è ancora, l'acquedotto pugliese. A soli 32 anni, al culmine della sua attività politica di socialista rigoroso e intransigente, fu ucciso dai fascisti, come Giacomo Matteotti; e i suoi assassini, peraltro, furono amnistiati e non pagarono niente, nessun conto, con la giustizia. A quasi un secolo dalla sua morte ci sembra un fatto simbolico ricordarlo con questa proposta di legge e con il sostegno al premio biennale di studio e di ricerca storico-culturale. Di qui la nostra convinta adesione a questa proposta di legge (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sergio Pizzolante. Ne ha facoltà.

  SERGIO PIZZOLANTE. Grazie Presidente, Giuseppe Di Vagno è stato, per me, il riferimento politico, storico, culturale e Pag. 26umano della mia infanzia socialista e pugliese. Di Vagno, come è stato detto, è stato il primo martire antifascista, è stato considerato il Matteotti pugliese, un riformista che combatteva le sue battaglie dal basso e che sempre è stato contrastato dai massimalisti di destra e di sinistra. Qualcuno, qui, ha detto: ma era proprio il caso di portare un provvedimento di questo tipo nell'Assemblea parlamentare ? Io penso di sì, perché questa iniziativa va oltre il valore economico che rappresenta, centomila euro per riorganizzare l'archivio e quarantamila euro per il premio; ha un valore simbolico più alto, in un momento triste per il Paese, un Paese cupo, senza memoria, un Paese che si è affannato, negli ultimi vent'anni in un'opera di cancellazione della storia, di cancellazione della memoria e questa è un'attività che di solito porta verso nessun futuro. Portare un provvedimento di questo tipo, riconoscere il valore dell'eredità storica, politica, culturale e umana di Di Vagno e di quelle battaglie per la Puglia e per il Mezzogiorno è un atto meritorio di questo Paese. Anche l'idea del premio, così come è stata proposta, e come noi, oggi, l'approviamo, ha un grande valore, perché non soltanto in questo caso si riconosce il valore dell'eredità, ma ci si impegna, ci si adopera per reinventare quella eredità, per riportarla nel futuro. Il premio ai giovani studiosi ha questo significato, l'oggetto dello studio è studiare e valorizzare la Puglia e il Mezzogiorno, studiare i conflitti sociali, studiare la violenza politica e il modo per combattere la violenza politica e abbiamo bisogno, anche oggi, di riflettere e di studiare su questo campo.
  Perché la violenza politica è fisica, ma, come diceva Turati, c’è anche una violenza morale che in qualche modo sta invadendo l'attività politica e sociale e il dibattito politico-culturale-mediatico di questi anni. Poi, i cambiamenti istituzionali, locali e nazionali, gli ideali di giustizia e di solidarietà, il riformismo, la democrazia, la tutela del patrimonio paesaggistico. Allora, reinventare questa eredità con un premio proiettato sul futuro è un fatto che, al di là della quantità economica di cui stiamo discutendo oggi, è di grande valore. Poi – e concludo –, è significativo per me, ed è un fatto di plauso – mi associo a quello che ha detto l'onorevole Locatelli – il fatto che la sinistra attuale in qualche modo si ricordi della memoria di un pezzo della sinistra storica, quella del socialismo italiano, che è stato consegnato prima di tutto da questa sinistra attuale all'oblio della storia in questi decenni. È significativo anche questo, che in questo Parlamento e anche dentro la sinistra attuale ci sia la riscoperta e il riconoscimento del valore e dell'apporto storico e culturale del socialismo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rocco Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Intervengo per esprimere il voto convinto su questa proposta di legge che è in terza lettura oggi qui alla Camera. È un voto convinto per un motivo molto semplice: non ho per niente condiviso le critiche e le perplessità riguardo l'istituzione di questo premio in un contesto che prevede già a Conversano la fondazione per la memoria di Giuseppe Di Vagno. È una fondazione che è fortemente in attività: un'attività culturale, un'attività scientifica, ma soprattutto un'attività educativa. L'idea del premio nasce per incentivare soprattutto le nuove generazioni ad una cultura educativa rispetto a quello che può essere un messaggio di libertà, un messaggio di democrazia all'interno del Paese, cosa che manca in una scuola diventata dissestata, al di là di quello che prevede questa nuova riforma e quant'altro. Lo stato attuale delle nostre scuole è veramente penoso, soprattutto dal punto di vista dell'insegnamento culturale ed educativo. Avendo riscontrato di persona il sostegno che danno comunque le istituzioni locali, la regione, la fondazione e la sua attività, l'esigenza di questo premio nasce anche dalla visita che c’è stata, qualche anno fa, da parte del Presidente della Repubblica, Napolitano, il quale è Pag. 27intervenuto per il ricordo dell'importanza del messaggio molto forte di Giuseppe Di Vagno e per quello che ha rappresentato, avendo pagato con la propria vita l'idea di avere un Paese libero e democratico, la lotta per avere la libertà. Davanti a una situazione del genere è fin troppo evidente che, con tutte le modifiche che ci sono state, con tutti gli accorgimenti in riferimento alla giuria e ai controlli della Presidenza del Consiglio, che deve intervenire sia nella realizzazione sia nella rendicontazione e quant'altro, mi sembrano veramente eccessive ed ingiustificate le critiche e le perplessità. È necessario istituirlo, perché sicuramente avrà uno spessore culturale, storico e di memoria molto importante, ed è anche necessario, alla luce di tutto quello che vediamo nel nostro Paese nel contesto della lotta politica, delle faide, dello schifo che fa oggi la politica all'interno delle istituzioni e anche fuori delle istituzioni, tanto da diventare socialmente censurabile. È per questo motivo che penso vada votata favorevolmente questa proposta di legge, anche perché riguarda un aspetto essenziale relativamente all'intervento e allo studio storico del Mezzogiorno, sia in questo contesto sia anche e soprattutto in prospettiva dell'Europa e della globalizzazione. C’è un accenno a quello che è stata l'importanza del socialismo ? Io non mi scandalizzo del perché di una cultura politica e del perché possa essere importante l'approfondimento di spezzoni del nostro sistema politico italiano che c’è stato. Ognuno ha dato il proprio contributo in vari momenti storici e penso che anche questo sia importante.
  Per quanto riguarda i costi, alcuni colleghi non si sono soffermati sugli stanziamenti esistenti, su come vengono utilizzati e su quanto costano effettivamente. C’è uno stanziamento iniziale di 140 mila euro, ma 100 mila euro sono per una implementazione strutturale dal punto di vista tecnologico, dell'informatizzazione e della struttura stessa della Fondazione (che opera e agisce sul territorio di Conversano e che è estremamente importante), perché necessaria, per mettere in ordine l'archivio e dare la possibilità, anche per via telematica, di poter usufruire di una serie di servizi, ma anche perché c’è una eccessiva richiesta ed esigenza da parte delle scolaresche come pure c’è bisogno di attrezzarla, visto che c’è tanta domanda e tanta passione da parte delle nuove generazioni per visitarla e offrire loro la parte culturale e scientifica.
  E poi il premio è rappresentato solo da una borsa di studio di 40 mila euro da assegnare, per le ricerche soprattutto sui vari temi sul piano scientifico e culturale, ai più meritevoli. Quindi, una proposta di legge che indirizza anche verso il merito, altro elemento su cui noi tutti chiacchieriamo e che poi invece non applichiamo.
  Per questo motivo, Forza Italia ha fornito nelle tre letture, anche al Senato, un contributo fattivo per arrivare all'approvazione di questo provvedimento che sostanzia e dà ulteriore spessore culturale e scientifico a quanto già svolge la Fondazione di Giuseppe Di Vagno, ritenendolo inoltre fortemente necessario, lo ribadisco all'infinito, per dare un messaggio positivo e culturale di libertà e di democrazia rispetto a ciò che è veramente accaduto e rispetto anche a chi ha sacrificato la propria vita per ottenere quei valori, la libertà e la democrazia nel nostro paese, anche per i giorni attuali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luigi Gallo. Ne ha facoltà.

  LUIGI GALLO. Signora Presidente, quale è la priorità di un Parlamento guidato dal Partito Democratico nel campo della cultura ed istruzione ? Ripristinare gli 8 miliardi tagliati a Università, ricerca, scuola e cultura dal Governo Berlusconi degli anni precedenti ? No. Il PD ha bocciato la proposta del Movimento 5 Stelle già nel 2013: niente risorse in più. L'Italia resta fanalino di coda dell'Europa. Forse la priorità è ridefinire i criteri di spesa per rilanciare le associazioni culturali e le Fondazioni che sono state sempre escluse da qualsiasi finanziamento pubblico, garantendo Pag. 28procedure trasparenti, meritocratiche e oggettive per l'utilizzo dei soldi dei cittadini ? Niente di tutto questo. Questo Parlamento a guida PD preferisce continuare a spendere i soldi dei cittadini con il criterio della spesa storica, senza alcuna valutazione sul lavoro svolto da parte degli enti culturali e tutto resta fondato su un unico principio: la manina del politico di turno che fa approvare un emendamento o una legge a vantaggio di specifiche fondazioni ed associazioni. Insomma, con il Parlamento a guida centrodestra o con il Parlamento a guida centrosinistra la regola dell'amico non cambia mai (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Così Galan, presidente – voluto dal PD – della Commissione cultura, che riceve stipendio da parlamentare e indennità da presidente, ma è agli arresti domiciliari nella sua villa dopo aver patteggiato nell'inchiesta sul MOSE nella quale è condannato per corruzione, nel 2014 spinge per l'approvazione di una legge per dichiarare la Basilica Palladiana di Vicenza un monumento nazionale, perché lo chiede un sindaco amico: nessun criterio oggettivo, nessuna meritocrazia, ma vince il favore del politico di turno. Se un ente culturale, una Fondazione, un'associazione ha un padrino politico prima o poi riceverà un riconoscimento: riceverà soldi pubblici con un emendamento o una legge ad hoc come quelle di cui quest'aula si occupa oggi. È questa la prassi della Commissione cultura, è questa la prassi dei partiti, per cui i rubinetti dei nostri soldi sono sempre aperti per il MAXXI presieduto dalla Melandri, ex ministro dei beni culturali del PD, che riceve 5 milioni di euro all'anno da questo Governo e con un consiglio di amministrazione presieduto dalla stessa Melandri si approva la delibera n. 12 che il Fatto quotidiano porta allo scoperto.
  Si scopre che il suo stipendio è di 91.500 euro lordi all'anno e che la Melandri avrà diritto anche a un bonus sull'andamento dei ricavi fino a una somma di 24 mila euro. Questa è quella che disse: io non prenderò nessuno stipendio. I rubinetti sono sempre aperti anche per Gianni Letta, Luigi Abete e Silvio Berlusconi. Otto società concessionarie che gestiscono oltre il 90 per cento dei servizi nei musei. In moltissimi musei (compresi Colosseo, Uffizi e Pompei) si sarebbe già dovuto provvedere al rinnovo dei servizi aggiuntivi, scaduti da diversi anni nel Polo museale di Venezia. Il regime di proroga va avanti dal 2006 a Pompei, agli Uffizi dal 2008 e al Colosseo dal 2010. Il dato sconvolgente, sollevato da un'indagine dell'Antitrust, che può prefigurare anche il danno erariale è che il mercato dei servizi aggiuntivi è in totale regime di oligopolio in cui a guadagnare sono i soliti noti. Ai politici vanno milioni di euro, allo Stato, per investire in cultura, solo le briciole. Per darvi un'idea, il sistema dei servizi aggiuntivi nel 2013 ha generato introiti lordi pari a 44,9 milioni di euro, che al netto si trasformano in entrate statali pari a soli 6,11 milioni di euro derivanti dal canone di concessione. Ma la Commissione cultura a guida PD non deve occuparsi di questo, ma persevera in questi sistema che il MoVimento 5 Stelle vuole cambiare, riportando queste risorse allo Stato, alla cultura. Vediamo oggi a chi state dando risorse dei cittadini italiani con questa legge.
  La fondazione culturale «Giuseppe di Vagno» è presieduta da Gianvito Mastroleo, attuale presidente regionale in Puglia del Partito Socialista, lo stesso Gianvito Mastroleo che venne condannato in primo grado ad otto anni di reclusione e una multa di 820 milioni di lire con un'interdizione perpetua dai pubblici uffici per la vicenda che riguarda l'assegnazione e la spartizione degli appalti per la costruzione di 14 edifici scolastici, per una commessa in due tranche con un valore complessivo di 47 miliardi. In secondo grado venne condannato a 5 anni e 6 mesi dalla Corte d'appello di Bari all'epoca di tangentopoli, poi, prima che si potesse arrivare alla sentenza definitiva, i reati caddero in prescrizione. Gianvito Mastroleo non ha mai voluto l'accertamento pieno della verità da parte della magistratura e non si oppose alla prescrizione, ma è lui stesso a Pag. 29raccontare ai giudici, così come appare sul Corriere della Sera dell'epoca, che si ritrovavano al numero 143 di corso Vittorio Emanuele di Bari per decidere come assegnare e spartire appalti per la costruzione dei 14 edifici scolastici. Ed è lo stesso Mastroleo a dichiarare: ho dovuto rispondere di concussione, anziché di corruzione, e per questo ho fatto ricorso in Cassazione. Voglio capire perché a Milano gli imprenditori vengono indagati e arrestati insieme con i politici, e qui a Bari, invece, sono considerati vittime della nostra sete di denaro. Mastroleo osanna Di Pietro, riconosce le proprie gravi responsabilità e il peso di una condanna per corruzione, ma rifiuta ogni addebito di concussione. Ebbene voi con questa proposta di legge consegnate altri soldi pubblici nelle mani di un soggetto che ha avuto condanne per concussione, a un soggetto che confonde i piani di una politica attiva come presidente regionale del PSI e una politica come presidente di una fondazione che porta il nome di Giuseppe Di Vagno, primo parlamentare italiano ucciso dal fascismo, lui sì, vero esempio di politica al servizio della collettività, che ha pagato con la vita l'affermazione degli ideali di democrazia, di libertà, di giustizia, di solidarietà, di pace, valori che meritano di essere rappresentati e difesi da persone oneste (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Soprattutto in questo momento storico in cui il Paese è lacerato da continui scandali di corruzione, concedere fondi a una fondazione culturale presieduta da una persona che ha avuto condanne per corruzione significa perdere l'occasione di dare un segnale, e implicitamente significa avallare quella che è ormai divenuta una prassi italiana: quella di mantenere i tentacoli dei vostri partiti in ogni settore, compreso quello della cultura, drenare i soldi dei cittadini nelle vostre casse. È più di un anno che su ogni atto diciamo al Ministero dei beni culturali che questo sistema di soldi a pioggia sul settore delle cultura non è più accettabile. È lo stesso Ministero ad ammettere che spilla soldi in funzione di una stratificazione di norme e leggi decise senza alcun merito o criterio, ma per la volontà del politico di turno. I criteri meritocratici, oggettivi voi non li volete perché smantellerebbero i vostri bacini elettorali. Lo abbiamo detto e lo ripetiamo perché sono state tante le associazioni, le fondazioni, gli enti territoriali che ci fanno tutti i giorni la stessa denuncia.
  Questi sono i motivi che bastano e avanzano per votare contro questa proposta di legge, che rappresenta per noi un ulteriore rallentamento del processo di utilizzo, finalmente meritocratico e meno politico, dei soldi di tutti i contribuenti.
  Le priorità del MoVimento 5 Stelle in Commissione cultura sono opposte alle vostre; sono nelle leggi che il PD insabbia, giorno dopo giorno, con la forza dei suoi numeri, non comprendendo che non stanno insabbiando delle proposte di una forza politica avversaria, ma insabbiano le necessità dei cittadini.
  Siamo stati noi del MoVimento 5 Stelle a portare una proposta di legge sulla riduzione dei contributi universitari per gli studenti che non hanno i soldi per pagarsi le tasse, che è insabbiata in Commissione da due anni perché per gli studenti non si trovano mai i soldi.
  Non volete investire ? Allora, vi chiediamo di tagliare. Cancelliamo il finanziamento pubblico all'editoria, un'altra proposta di legge del MoVimento 5 Stelle che discutiamo da quasi un anno in Commissione e che, ancora oggi, il PD preferisce tenere in soffitta.
  Insomma, il Parlamento del PD è ormai rassegnato ad un ruolo di comparsa nella democrazia italiana, asservita ai diktat della testa di legno Renzi in mano alle lobby europee. I cittadini italiani ne pagano le conseguenze, ma non sono ciechi e sordi: in queste elezioni regionali vi hanno presentato un assaggio e ben presto vi presenteranno il conto finale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Flavia Piccoli Nardelli. Ne ha facoltà.

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  FLAVIA PICCOLI NARDELLI. Grazie, Presidente. Gentile Presidente, cari colleghi, ricordo a me stessa e a quest'Aula, non ai colleghi del MoVimento 5 Stelle che tutto ricollegano ad una tesi precostituita che prevede solo certezze, che la Fondazione «Giuseppe Di Vagno» è parte del mondo degli istituti culturali italiani, che sono luoghi di elaborazione e divulgazione della nostra cultura umanistica o scientifica e custodiscono un patrimonio di libri e di archivi che sono la vera base culturale su cui poggia il Paese.
  Sono realtà di diritto privato e di interesse pubblico che in modo virtuoso hanno saputo coniugare pubblico e privato, in anticipo su quanto ormai è acquisito dalle nostre politiche culturali. Archivi, biblioteche, formazione, ricerca nazionale ed internazionale, creazione di reti sul territorio, investimento sul digitale, costituiscono i punti di forza di questo mondo, legato spesso alla parte migliore delle culture politiche del nostro Paese.
  È un'occasione positiva quella che oggi ci vede approvare un sostegno per il potenziamento della biblioteca e dell'archivio storico della Fondazione «Giuseppe Di Vagno», perché le condizioni in cui si svolgono gli studi, negli archivi e nelle biblioteche italiane, richiamano la nostra attenzione sulle fonti storiche relative alla storia del Novecento, di cui fra qualche anno si potrà o non si potrà più disporre.
  Oggi il quadro complessivo di versamenti, depositi, doni, acquisizioni, che devono formare una base dati facilmente interrogabile da parte degli studiosi di storia contemporanea, ci restituisce nel nostro Paese un'immagine piuttosto irregolare ed eterogenea, a macchia di leopardo, soprattutto nel Sud.
  Garantire conservazione e consultazione; è questo il compito che la Fondazione «Giuseppe Di Vagno» svolge in Puglia per una significativa parte di archivi, che vanno da quello di Giuseppe Di Vagno, ucciso nel settembre del 1921 a Mola di Bari da una squadra fascista e onorato da questo Parlamento nella seduta del 4 novembre 1921 dal Presidente del Consiglio Ivanoe Bonomi, fino all'archivio storico del socialismo in Puglia, che via via ha assunto la fisionomia di archivio della memoria democratica pugliese.
  Si tratta di oltre 55 fondi di esponenti della politica, non solo pugliesi e non solo socialisti, la maggior parte già inventariati e pubblicati. Tra questi il più recente è quello di Beppe Patrono, un intellettuale politico di origine azionista e socialista che ha attraversato la Resistenza e il secondo dopoguerra fino agli anni Novanta e che ha frequentato da Salvemini a Capitini, da Ernesto Rossi a Ferruccio Parri, da Giorgio Spini a tutti i più grandi intellettuali del secondo dopoguerra.
  L'archivio della Fondazione Di Vagno è nella rete Archivi del Novecento, che dal 1991 raccoglie gli archivi di oltre ottanta istituti culturali italiani, con oltre 750 fondi archivistici descritti, di cui 280 circa con inventario analitico.
  Il progetto, che è nato come progetto culturale prima che informatico, nel corso degli anni, ha collegato e integrato la documentazione archivistica conservata in luoghi diversi del nostro Paese, favorendo le complementarietà, le intersecazioni, al fine di costruire un grande archivio virtuale della storia, della cultura e della politica italiana, su un arco cronologico ben definito, che è quello del Novecento. Un patrimonio che può presentarsi alla fine degli ordinamenti e delle inventariazioni come un corpus unitario, sul quale poter comporre itinerari di ricerca sulle fonti primarie, permettendo, quindi, da un lato, l'ordinamento della ricerca, dall'altro, la connessione in rete tra archivi collocati in tutto il territorio nazionale. Va ricordato, d'altra parte, che anche la biblioteca della Fondazione Di Vagno conta oltre 11 mila volumi con sezioni di storia dell'Italia, di politica economica, lavoro e sindacati, socialismo e comunismo, diritto e amministrazione pubblica. Di particolare significato è la serie di periodici: 200 testate tra quelle attive e spente. La biblioteca fa parte del sistema bibliotecario nazionale, ha immesso in rete il 60 per cento del proprio patrimonio, aderisce al sistema SBN, attraverso il polo bibliotecario della provincia di Bari. Fra le attività Pag. 31degli istituti culturali, ultima per importanza è il sostegno alla ricerca attraverso borse di studio che contribuiscono a dare respiro alla cultura umanistica, oggi fortemente impoverita. L'istituzione del Premio biennale di ricerca Giuseppe Di Vagno, rivolto a giovani studiosi, ha come oggetto il socialismo, i cambiamenti politici e istituzionali del Mezzogiorno, i conflitti sociali e le lotte politiche, lo studio del fenomeno della violenza politica. Incentivare e promuovere nuove ricerche da parte di giovani studiosi, sarà un segnale importante per il mondo della ricerca.
  L'integrazione in reti di biblioteche e archivi e di sostegno alla ricerca sono, dunque, parte importante della politica culturale delle istituzioni tutelate dal Ministero per i beni e le attività culturali in base alla legge n. 534 del 1996. Fanno parte di una tabella triennale, come sanno i nostri colleghi del MoVimento 5 Stelle, normata da regole certe e controlli puntuali, che tengono conto del patrimonio posseduto, dell'apertura al pubblico, del lavoro di riordino e digitalizzazione, delle ricerche promosse, di borse di studio e di partecipazione a progetti di ricerca nazionali e internazionali.
  La Fondazione Di Vagno fa parte anche dell'Associazione degli istituti culturali italiani. Riprendo, concludendo il mio intervento, quanto ha detto il presidente della associazione, il professor Valdo Spini, ricevuto ieri al Quirinale dal Capo dello Stato, quando ha sostenuto che gli istituti rappresentano una ricchezza straordinaria e rispecchiano fedelmente il pluralismo e la stratificazione culturale italiana, offrendo servizi di pubblica utilità e contribuendo, in modo significativo, alla formazione dei giovani in un momento di drammatica crisi dell'occupazione giovanile. Ciò nonostante, la diminuzione dei finanziamenti pubblici e soprattutto il ritardo nella loro attribuzione, sommati alla mancanza di una possibilità di defiscalizzazione dei contributi privati – e lo sappiamo, avendo approvato l’art bonus e sapendo che questo è un vulnus all'interno di quella che è la possibilità dei spenderlo sul patrimonio culturale del nostro Paese – sono tutti elementi che rendono la vita degli istituti e delle fondazioni culturali precaria e difficile. Ma la responsabilità di coltivare le radici culturali della nostra identità nazionale e rinnovarle, in una condizione di grandi mutamenti, come quelli che caratterizzano questa prima parte del terzo millennio, per noi, è di straordinaria importanza. Non solo conservare, ma innovare, non solo condividere il sapere tra pochi, ma allargare le potenzialità della conoscenza a tutti. Sono tutti motivi questi che ci portano a sostenere, con convinzione, questo provvedimento e il lavoro della Fondazione Di Vagno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Distaso. Ne ha facoltà.

  ANTONIO DISTASO. Grazie, Presidente. Solo un minuto per ringraziare i colleghi che sono intervenuti a favore di questa proposta di legge, che vede chi vi parla come primo firmatario, insieme al collega Ginefra del PD. È una proposta di legge presentata già nella scorsa legislatura, ripresentata in questa. Questo è il terzo passaggio che abbiamo fatto e credo che abbiamo compiuto un percorso importante, per quanto possa sembrare un piccolo episodio a quest'Aula, ma stiamo rendendo testimonianza alla verità, a un episodio fondamentale che riguarda la mia terra, la terra di Puglia, a un periodo, quello del 1921, che preludeva, purtroppo, ad anni non facili per la nostra democrazia, e a una famiglia, quella del martire Giuseppe Di Vagno, quella del figlio, compianto, già deputato di quest'Aula, che non ha conosciuto il padre per via di questo efferato omicidio.
  È, quindi, un ricordo e una testimonianza alla verità che servirà per le nuove generazioni, per le giovani generazioni, e credo che il lavoro della Fondazione, in questo senso, sia assolutamente meritorio e volevo ringraziare chi si è espresso favorevolmente in questo senso.

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  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pisicchio. Ne ha facoltà.

  PINO PISICCHIO. Grazie, Presidente. Meno di un minuto per dire la mia adesione convinta a questa proposta di legge per due motivazioni. La prima è stata largamente evocata nel corso degli interventi che mi hanno preceduto e ha a che fare con la cultura antifascista di un grande testimone pugliese di questa straordinaria esperienza, che, talvolta, rischiamo di smarrire nel corso di un'esperienza politica che oggi ha più occasione di incontrare la dimenticanza che non il ricordo.
  La seconda ragione è stata citata in modo intelligente dal collega presidente Piccoli, quando ha fatto riferimento al ruolo delle fondazioni culturali. Molto si è parlato, e non sempre a proposito, delle fondazioni politiche in questo nostro Paese, che sono talvolta considerate strumento utile, talvolta sono considerate strumento controverso, perché vengono presentate con certe morfologie, ma rispondono ad altri fini.
  In realtà, le fondazioni culturali che ripropongono una riflessione storica, una riflessione sulla politica con la «p» maiuscola, sono cose che, invece, noi dovremmo riguardare con grande attenzione, anche perché è attraverso queste esperienze che si forma anche classe dirigente, e, forse, in questo Paese, di una classe dirigente competente e attrezzata anche da un punto di vista della cultura politica abbiamo bisogno.

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto. Ha chiesto di parlare il relatore, deputato Di Lello. Ne ha facoltà.

  MARCO DI LELLO, Relatore. Grazie, signora Presidente. Per ringraziare, innanzitutto, tutta la Commissione e anche l'Aula. Com’è noto, siamo in terza lettura e anche il largo consenso con cui licenzieremo questo provvedimento è per me un segnale importante. Come forse non tutti i colleghi sapranno, prima per l'amnistia del 1923 e poi per quella del 1947 i colpevoli di quell'assassinio non hanno mai espiato veramente la loro pena.
  E, allora, lo dovevamo alla memoria di Di Vagno e credo che il modo migliore per conservarne la memoria storica sia quello di continuare a investire nella cultura e in giovani ricercatori. Quindi, è davvero una scelta di questo Parlamento nel suo complesso che condivido molto, che apprezzo molto e di cui vorrei ringraziare tutti per il lavoro fatto e per la passione, e, anche nella dialettica con le opposizioni, credo che, alla fine, il testo sia un buon testo, che potrà raggiungere l'obiettivo che ci siamo fissati. Grazie davvero.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1092-B)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 1092-B, già approvata dalla Camera e modificata dal Senato, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Simoni, Gasparini, Carloni, Covello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   «Istituzione del “Premio biennale di ricerca Giuseppe Di Vagno” e disposizioni per il potenziamento della biblioteca e dell'archivio storico della Fondazione Di Vagno, per la conservazione della memoria del deputato socialista assassinato il 25 settembre 1921» (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato) (1092-B):

   Presenti  405   
   Votanti  404   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  329    
    Hanno votato no  75.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

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Seguito della discussione delle mozioni Palese e Fabrizio Di Stefano n. 1-00838, Matarrese ed altri n. 1-00800, Duranti ed altri n. 1-00863, Pastorelli ed altri n. 1-00864, Fauttilli ed altri n. 1-00865, L'Abbate ed altri n. 1-00870, Pizzolante ed altri n. 1-00871, Mongiello ed altri n. 1-00872, Rampelli ed altri n. 1-00873, Segoni ed altri n. 1-00874 e Fedriga ed altri n. 1-00875 concernenti interventi urgenti in relazione all'emergenza fitosanitaria, causata dal batterio Xylella fastidiosa, che ha colpito gli alberi di ulivo in Puglia (ore 11,30).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'esame delle mozioni Palese e Fabrizio Di Stefano n. 1-00838 (Nuova formulazione), Matarrese ed altri n. 1-00800, Duranti ed altri n. 1-00863, Pastorelli ed altri n. 1-00864, Fauttilli ed altri n. 1-00865., L'Abbate ed altri n. 1-00870 (Nuova formulazione), Pizzolante ed altri n. 1-00871 (Nuova formulazione), Mongiello ed altri n. 1-00872, Rampelli ed altri n. 1-00873, Segoni ed altri n. 1-00874 e Fedriga ed altri n.1-00875 concernenti interventi urgenti in relazione all'emergenza fitosanitaria, causata dal batterio Xylella fastidiosa, che ha colpito gli alberi di ulivo in Puglia (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di mercoledì 3 giugno 2015 e nella quale è intervenuto il rappresentante del Governo, sono state presentate la mozione Fedriga ed altri n. 1-00875 e una nuova formulazione della mozione Pizzolante ed altri n. 1-00871, che sono state già iscritte all'ordine del giorno.
  Avverto inoltre che è stata presentata una nuova formulazione della mozione Fedriga ed altri n. 1-00875 (Vedi l'allegato A – Mozioni). Il relativo testo è in distribuzione.

(Parere del Governo)

  PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo, Viceministro Olivero, ad esprimere il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Grazie Presidente, dovrò farlo in maniera abbastanza articolata. Mi scuso già subito con i colleghi, ma le mozioni sono molte e contengono diversi elementi.
  Per quanto riguarda la prima, la mozione Palese e Fabrizio Di Stefano n. 1-00838 (Nuova formulazione), il parere è contrario alle premesse, che contengono parecchi rilievi critici, che riteniamo di non potere andare a valutare positivamente, e anche perché alcune affermazioni non hanno ancora adeguata documentazione scientifica di supporto.
  Per quanto riguarda invece gli impegni che sono appunto richiesti, sul primo capoverso, il Governo esprime parere favorevole, purché sia accolta la seguente riformulazione: dopo le parole «ad affrontare e a risolvere con immediatezza» inserire le parole: «,compatibilmente con le decisioni che saranno assunte dall'Unione europea,».
  Sul secondo capoverso del dispositivo il parere è favorevole.
  Sul terzo capoverso il Governo esprime parere favorevole, purché sia accolta la seguente riformulazione: «a valutare la possibilità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, di assumere iniziative per prevedere...» e via di seguito.
  Sul successivo quarto capoverso, il Governo esprime parere favorevole, purché sia accolta la seguente riformulazione: «a valutare la possibilità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, di disporre le opportune iniziative...» e di seguito come il testo prosegue.
  Su quello successivo il parere del Governo è favorevole ed è, altresì, favorevole sul penultimo e sull'ultimo impegno. E con questo ho esaurito per quanto riguarda la mozione Palese e Fabrizio Di Stefano n. 1-00838.Pag. 34
  Per quanto riguarda la mozione Matarrese ed altri n. 1-00800, il parere del Governo è favorevole sulle premesse. Per quanto riguarda gli impegni al Governo, il parere è favorevole sul primo impegno.
  Il parere del Governo è favorevole sul secondo impegno, purché sia riformulato come segue: «a valutare la possibilità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, di adottare ogni utile iniziativa normativa».
  Per il terzo impegno il parere del Governo è favorevole, purché sia riformulato come segue: «a valutare la possibilità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, di assumere iniziative per la sospensione» e via di seguito. Per il quarto impegno il parere del Governo è favorevole, purché sia riformulato come segue: «a richiedere la partecipazione finanziaria dell'Unione europea e comunque ad assumere iniziative per indennizzare il comparto agricolo danneggiato dalla diffusione del complesso disseccamento rapido dell'olivo e a valutare la possibilità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, di assumere iniziative per escludere le relative risorse dai vincoli del Patto di stabilità».
  Il parere del Governo è favorevole sull'impegno successivo, quello relativo alla partecipazione finanziaria dell'UE. Il parere del Governo è favorevole anche sui due impegni successivi. Il parere del Governo è contrario sull'ultimo impegno, sull'ultima richiesta al Governo, in quanto la questione è superata dalla decisione europea del 18 maggio 2015. Quindi, questo impegno è ormai ultraneo.
  Conclusa questa, passiamo alla mozione Duranti ed altri n. 1-00863. Il parere del Governo è favorevole relativamente alle premesse. Vado agli impegni. Il parere del Governo è favorevole sul primo impegno, purché sia riformulato come segue: «a valutare, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, iniziative per differire o sospendere tutti gli adempimenti» e via di seguito.
  Il parere del Governo è favorevole sul secondo impegno, purché sia riformulato come segue: «a valutare la possibilità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, di assumere» e via di seguito. Il parere del Governo è favorevole sul terzo impegno, purché sia riformulato come segue: «a valutare la possibilità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, di assumere» e via di seguito. Il parere del Governo è favorevole sul quarto impegno, purché sia riformulato come segue: «a valutare la possibilità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, di non ricomprendere».
  Il parere del Governo è favorevole sull'impegno successivo e su quello ulteriormente successivo. Il parere del Governo è favorevole sull'impegno successivo, quello che inizia con le parole: «in sede comunitaria», purché sia riformulato come segue: «ad adottare opportune iniziative al fine di far escludere in sede comunitaria la vite e gli agrumi» e via di seguito.
  Il parere del Governo è favorevole sul penultimo impegno, quello che recita: «ad attivarsi nelle sedi preposte». Il parere del Governo è favorevole sull'ultimo impegno, purché sia riformulato come segue: «a valutare la possibilità di assumere iniziative per predisporre adeguati ristori economici, anche in forma di indennizzi» e via di seguito. Con questo ho esaurito il punto relativo alla mozione Duranti ed altri n. 1-00863.
  Passo alla mozione Pastorelli ed altri n. 1-00864. Il parere del Governo è favorevole sulle premesse. Per quanto riguarda, invece, gli impegni, il parere del Governo è favorevole sul primo impegno. Il parere del Governo è favorevole sul secondo impegno, purché sia riformulato come segue: «a valutare la possibilità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, di assumere iniziative per l'esenzione totale dell'IMU agricola prevista» e via di seguito.
  Sull'impegno successivo il parere del Governo è favorevole, purché sia riformulato come segue: «a valutare la possibilità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, di adottare le opportune iniziative anche» e via di seguito.Pag. 35
  Il parere del Governo è favorevole sull'impegno successivo. Sull'impegno seguente, ossia «ad adottare ogni utile iniziativa presso l'Unione europea», il Governo esprime parere contrario perché è superato dalla decisione assunta in sede europea. Pertanto, questo impegno non può essere considerato più necessario. Per quello successivo, il parere del Governo è favorevole con la seguente riformulazione: «ad adottare idonee iniziative al fine di predisporre opportuni finanziamenti». Il Governo esprime parere favorevole su quello successivo, mentre, per l'ultimo impegno, il parere del Governo è favorevole con la seguente riformulazione: «a valutare la possibilità, compatibilmente con gli equilibri di finanza, ad adottare ogni utile iniziativa normativa».
  Passiamo alla mozione Fauttilli ed altri n. 1-00865. Il Governo esprime favorevole sulle premesse, mentre, per quanto riguarda gli impegni, il Governo esprime parere favorevole sul primo impegno al Governo con la seguente riformulazione: «a valutare la possibilità di assumere iniziative per incrementare le misure economiche» e via di seguito. Il Governo esprime favorevole anche sul secondo impegno, previa la seguente riformulazione: «a valutare l'opportunità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, di sospendere l'IMU agricola per le imprese i cui oliveti siano stati danneggiati da questa fitopatia epidemica». Il Governo esprime favorevole su tutti gli impegni successivi, salvo per l'ultimo, per il quale il parere del Governo è favorevole con la seguente riformulazione: «a valutare la possibilità di assumere iniziative» e via di seguito; e, al termine della frase, inserire le seguenti parole: «purché siano compatibili con quanto previsto dal piano del commissario straordinario nominato per fronteggiare l'emergenza Xylella».
  Passiamo alla mozione L'Abbate ed altri n. 1-00870 (Nuova formulazione). Il Governo esprime favorevole riguardo alle premesse, mentre, per quanto riguarda gli impegni, il Governo esprime parere favorevole sul primo impegno e favorevole sul secondo impegno, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: «a rendere pubblici, su un portale dedicato, i dati fino ad oggi raccolti sulla diffusione e sulla gravità del complesso del disseccamento rapido dell'olivo, non appena accertati scientificamente, in modo da evitare il clamore ingiustificato e gli allarmismi» e con la parte successiva. Il Governo esprime favorevole sui due impegni successivi, mentre esprime parere contrario sull'impegno relativo, invece, a prevedere azioni e misure preventive e di sostegno. Il parere è contrario perché le misure di prevenzione e lotta obbligatoria sono quelle stabilite dalla decisione della Commissione europea del 18 maggio e non possono essere modificate dallo Stato membro. Il Governo esprime favorevole sui due impegni successivi. A tal proposito, circa l'impegno in cui si chiede di predisporre urgentemente un piano, il Governo esprime favorevole sulle lettere a), b) e c), mentre esprime parere favorevole sulla lettera d) a condizione che sia così riformulata: «a sostenere iniziative di valorizzazione dell'olio extravergine di oliva italiano anche attraverso l'attivazione di interventi per la promozione del prodotto sul mercato domestico e, soprattutto, su quelli internazionali». Il Governo esprime favorevole sui due impegni successivi, mentre esprime parere favorevole su quello che inizia con le seguenti parole: «ad assumere iniziative volte a disporre, per gli anni 2014, 2015 e 2016», a condizione che sia così riformulato: «a valutare la possibilità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, di assumere iniziative» e poi il testo successivo. Il Governo esprime parere favorevole sull'ultimo impegno di questa mozione.
  Passiamo alla mozione Pizzolante ed altri n. 1-00871 (Nuova formulazione). Anche in questo caso, il Governo esprime favorevole per quanto riguarda le premesse.
  Per quanto riguarda gli impegni richiesti al Governo, il Governo esprime parere favorevole sul primo capoverso del dispositivo con la seguente riformulazione: «ad adottare con urgenza misure che consentano di superare la fase di crisi economica Pag. 36degli agricoltori»; il Governo esprime parere favorevole anche sul secondo capoverso del dispositivo con la seguente riformulazione: «a valutare la possibilità compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica di sospendere...» e poi via di seguito i punti indicati; il Governo esprime parere favorevole sul terzo capoverso del dispositivo purché sia riformulato nel modo seguente: «a valutare la possibilità compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica di escludere»; il Governo esprime parere favorevole sul quarto capoverso del dispositivo purché sia riformulato nel modo seguente: «a valutare la possibilità compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica di definire»; il Governo esprime parere favorevole sul quinto capoverso del dispositivo purché sia riformulato nel modo seguente: «ad attivarsi compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica in particolare in sede comunitaria...» e via di seguito con il testo. Il Governo esprime parere favorevole sul sesto capoverso del dispositivo, mentre esprime parere contrario sul settimo capoverso del dispositivo in quanto è ultroneo ed è superato come già in altri casi dalla decisione europea ed infine esprime parere favorevole sugli ultimi due capoversi del dispositivo della mozione Pizzolante ed altri n. 1-00871 (Nuova formulazione).
  Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Mongiello ed altri n. 1-00872 per quanto riguarda le premesse. Mentre, per quanto riguarda gli impegni, il Governo esprime parere favorevole sul primo capoverso del dispositivo, lettera a), purché sia riformulato nel modo seguente: dopo le parole «a fare in modo» aggiungere le seguenti «compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica». Il Governo esprime parere favorevole sul primo capoverso del dispositivo lettere b), c), d), e) e sul secondo capoverso lettere a), b), c) nonché sull'ultimo capoverso del dispositivo.
  Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Rampelli ed altri n. 1-00873 per quanto riguarda le premesse. Il Governo esprime parere favorevole su tutti gli impegni tranne l'ultimo, sul quale il Governo esprime parere favorevole purché sia riformulato nel modo seguente: «ad apportare le opportune iniziative in sede europea al fine di sospendere almeno temporaneamente le importazioni...» e via di seguito con il testo come formulato originariamente.
  Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Segoni ed altri n. 1-00874 per quanto riguarda le premesse. Mentre per quanto riguarda gli impegni il Governo esprime parere favorevole sul primo capoverso del dispositivo, mentre esprime parere favorevole sul secondo capoverso del dispositivo purché sia riformulato nel modo seguente: «a valutare compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica le iniziative per esentare...» e via di seguito; il Governo esprime parere favorevole sul terzo, quarto, quinto, sesto, settimo, ottavo capoverso del dispositivo. Il Governo, invece, esprime parere favorevole sul nono capoverso del dispositivo purché sia riformulato nel modo seguente: «ad assumere, compatibilmente con la necessità di ridurre la popolazione dell'insetto vettore, iniziative per subordinare i trattamenti...» e via di seguito con il testo già indicato. Il Governo esprime parere favorevole sui successivi due capoversi decimo e undicesimo.
  Infine il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Fedriga ed altri n. 1-00875 (Nuova formulazione) per quanto riguarda le premesse. Mentre per quanto riguarda gli impegni, il Governo esprime parere favorevole sul primo capoverso del dispositivo purché sia riformulato nel modo seguente: «a prevedere, ove necessario, ulteriori misure volte a prevenire il rischio che il batterio si diffonda anche in altre regioni, andando a colpire le coltivazioni di ulivo». Tutto il resto da questo punto in avanti viene soppresso. Il Governo esprime parere favorevole anche sul secondo capoverso del dispositivo, mentre esprime parere favorevole sul terzo capoverso del dispositivo purché sia riformulato nel modo seguente, integralmente sostitutivo del testo in quel punto che inizia Pag. 37dalle parole «a prevedere» fino alla parola «Toscana», che nell'ultimo testo viene espunta.
  La riformulazione, dunque, è la seguente: «a predisporre sistemi di controllo e di prevenzione che possano contrastare con efficacia la diffusione di infezioni nel corso di importazioni di vegetali provenienti da altre zone del mondo»; il parere è poi favorevole per quanto riguarda tutti i capoversi successivi, tranne l'ultimo, con riferimento al quale il parere è favorevole con la seguente riformulazione: «compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica».
  Colgo l'occasione anche per – come già ho avuto modo di dire ieri in Aula – ringraziare tutti gli onorevoli deputati per questo impegno che è stato profuso, appunto, nella elaborazione di queste mozioni, di cui il Governo sta già tenendo conto in sede di conversione del decreto-legge n. 51 del 2015, che è appunto, all'esame di quest'Aula.

(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Oreste Pastorelli. Ne ha facoltà.

  ORESTE PASTORELLI. Signora Presidente, signor Viceministro, onorevoli colleghi, la mozione che oggi, insieme ad altri colleghi deputati, sottopongo al vostro voto vuole rappresentare un preciso atto di indirizzo nei confronti del Governo rispetto al problema della Xylella fastidiosa. Questa fitopatia, la quale determina un rapidissimo disseccamento delle piante di ulivo, sta mettendo in ginocchio, da circa due anni, la produzione olivicola pugliese e, in particolare, quella della provincia di Lecce.
  Le risposte delle istituzioni statali e sovranazionali non si sono fatte attendere, ma, ad oggi, il problema non è stato ancora risolto. Le recenti decisioni del TAR Lazio circa l'operatività del cosiddetto piano Silletti hanno, peraltro, reso ulteriormente incerta la sorte non solo dei territori interessati da questa malattia, ma anche delle stesse attività agricole che su di esse si svolgono.
  Di fronte ad un quadro di questo tipo, le istituzioni statali e in primis il Governo sono, dunque, chiamate a dare un segnale forte e immediato, tutelare tale settore agro-economico, preservarlo in modo efficace dalle minacce patogene provenienti da altri Paesi del mondo. Significa, infatti, tutelare un habitat, un ecosistema, e allo stesso tempo significa conservare la qualità di un prodotto italiano di eccellenza, mantenere alti i livelli di esportazione, tutelare un delicato sistema produttivo e la mozione che oggi sottopongo alla vostra attenzione cerca di orientare l'attività del Governo verso una serie di azioni su più livelli e tra loro coordinate, che si possono riassumere in due direttrici.
  Primo, agire immediatamente per eradicare definitivamente la Xylella; il ruolo da protagonista lo avrebbe dovuto svolgere il CRA, unico ente pubblico di ricerca sull'agricoltura in questa fase completamente assente.
  Secondo, sostenere i piccoli imprenditori olivicoli danneggiati da questa fitopatia, predisponendo non solo l'esenzione dall'IMU agricola, che è atto doveroso, ma anche mettendo a loro disposizione risorse finanziarie ad hoc per contenere i gravi danni subiti.
  Invito, dunque, gli onorevoli colleghi a ben valutare quali siano oggi i valori in gioco e a votare a favore di questa mozione, essendo adesso più che mai necessaria un'azione di Governo efficace e risolutiva.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marco Baldassarre. Ne ha facoltà.

  MARCO BALDASSARRE. Grazie, Presidente. L'obiettivo delle nostre mozioni deve essere quello di preservare l'olivicoltura pugliese in quanto patrimonio nazionale, in termini non solo economico-produttivi, evitando le estirpazioni radicali Pag. 38delle nostre piante, per gestire con responsabilità e senza eccesso di allarmismo questa emergenza fitosanitaria. L'eradicazione è una soluzione, infatti, che va limitata, integrandola con il monitoraggio dell'evoluzione delle piante malate.
  La Xylella è un batterio che si è diffuso lentamente negli olivi pugliesi, iniziando qualche anno fa dal Salento ed avanzando pian piano verso ovest. Di origine americana, sembra sia giunta da noi tramite piante importate. Si diffonde molto lentamente, perché non si sposta in modo autonomo. Ci sono due meccanismi di diffusione: può infettare degli insetti «portatori» che, comunque, nell'arco della loro vita, si spostano nel raggio di soli 100 metri e, quindi, si parla sempre di diffusione molto contenuta e lenta, oppure si diffonde spostando una pianta infetta, come, ad esempio, prodotti vivaistici destinati al commercio e alla piantumazione. Cure non ne esistono.
  In natura, ci sono già 1.500 varietà di olivo, 500 delle quali in Italia. In Puglia si coltivano soltanto poche varietà. La coltivazione dell'olivo per la Puglia, quindi, da una parte, è orgoglio e simbolo di qualità, ma, dall'altra, espone ai rischi legati all'avere una quasi monocoltura e, di conseguenza, un ecosistema molto vulnerabile ai cambiamenti climatici, alle malattie e agli shock in generale.
  La mozione che presentiamo, in aggiunta a quanto approvato nel Consiglio dei ministri il 29 aprile 2015, vuole impegnare il Governo a farsi carico delle giuste iniziative per garantire un incremento delle misure per il cofinanziamento delle attività di contenimento, prevenzione e ripristino, che non siano totalmente a carico dei privati. È anche essenziale esentare dall'IMU agricola i territori in cui la diffusione della Xylella e le misure contenitive abbiano determinato una significante riduzione della produzione, con conseguente danno economico per agricoltori e indotto.
  Bisogna prevedere, anche attivandosi in sede europea, appositi indennizzi per i produttori in cui la diffusione della Xylella e le misure contenitive abbiano determinato una significativa riduzione della produzione, agendo in particolare per i produttori a certificazione biologica che non possano più fregiarsi di tale marchio a seguito dell'applicazione dei protocolli sanitari.
  Abbiamo, inoltre, chiesto di disporre, per i produttori danneggiati, la sospensione per un periodo congruo del pagamento di tributi, mutui e prestiti, prevedendo, allo scadere del periodo di sospensione, un piano di rientro rateizzato e prevedendo lo stanziamento di un fondo di compensazione, finanziato e garantito dalla Cassa depositi e prestiti.
  È importante garantire anche agevolazioni per la realizzazione degli oliveti a rischio di diffusione della Xylella, di fasce di contenimento in cui gli olivi vengano affiancati ad altre colture alimentari di qualità, nell'ottica di diminuire i tratti quasi monocolturali dell'agricoltura pugliese e sviluppare, al contempo, un tessuto produttivo ed un ecosistema meno esposto ai cambiamenti climatici in atto e all'aggressione da parte di parassiti e malattie. Così come di valutare la coltivazione di altre varietà naturali di olivo nelle zone già colpite dalla Xylella, nell'ambito di progetti di ricerca adeguatamente finanziati, per individuarne specie più resistenti ed anche a parziale indennizzo per i proprietari dei terreni.
  Questi ed altri impegni di buon senso per venire incontro ad un problema che potrebbe mettere seriamente in ginocchio un'economia del Mezzogiorno che già subisce il gap sia col resto d'Italia che con gli altri Paesi. Mi auguro – e ne approfitto per augurare un buon lavoro al nuovo presidente ed ai nuovi consiglieri regionali pugliesi – che il neopresidente Emiliano si attivi quanto prima per favorire l'attuazione di questi impegni insieme al Governo.
  In Salento, ci sono circa 84 mila ettari coltivati ad uliveto, pari a quasi 10 milioni di alberi, il 30 per cento dei quali è ultrasecolare; alcuni alberi secondo le stime hanno un'età di quasi 2 mila anni. Questo fa di alcune zone del Salento un vero e proprio museo a cielo aperto.Pag. 39
  Gli uliveti sono fonte di forte attrazione turistica e l'economia della zona si basa molto sull'agricoltura locale. Ecco perché è fondamentale che il Governo e quest'Aula del Parlamento prendano in seria considerazione il problema di una delle zone più belle del nostro Paese e si impegnino a risolverlo e a dare supporto ai coltivatori locali (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nastri. Ne ha facoltà.

  GAETANO NASTRI. Grazie, signora Presidente. Le notevoli criticità, sia a livello fitosanitario sia economico, causate dal ritrovamento in Salento della Xylella fastidiosa su piante di olivo e di altre specie coltivate, non sono state affrontate con la dovuta tempestività ed adeguatezza né dalle autorità regionali né dal Governo nazionale, che non hanno compreso la portata dell'emergenza.
  Un'intera produzione di eccellenza dell'olivicoltura nazionale e gli agricoltori della provincia di Lecce, già colpita da altre drammatiche crisi economiche, sono stati messi in ginocchio da un batterio e dall'incuria del Governo e della regione Puglia, che hanno impiegato settimane prima di prendere coscienza della gravità della situazione e approcciare una reazione.
  Duole pensare che, in occasione di disagi magari provati da comunità straniere, le istituzioni si attivano con grande velocità, mentre per gli agricoltori italiani e le loro famiglie non è stato così.
  Sino al ritrovamento di Xylella fastidiosa nel Salento, la diffusione del batterio era confinata principalmente nel continente americano, con più rare e delimitate segnalazioni a Taiwan. La distribuzione del batterio sembra essere legata anche a vincoli climatici, che interessano essenzialmente i suoi vettori. La presenza della Xylella fastidiosa nella provincia di Lecce è caratterizzata da una situazione fitosanitaria piuttosto complessa per i differenti fattori coinvolti. Le norme nazionali e internazionali impongono l'obbligo di adottare le misure da quarantena, ma la recentissima decisione di esecuzione della Commissione europea, unita al precipitoso e pretestuoso embargo adottato dalla Francia nei confronti dei prodotti agricoli pugliesi, sembra penalizzare oltremodo gli agricoltori salentini.
  L'Unione europea conferma le azioni obbligatorie per tutti gli Stati membri per la lotta all'introduzione e alla diffusione del pericoloso batterio nei Paesi dell'Unione con due passaggi fondamentali: l'accettazione del dato di fatto che in tutta la provincia di Lecce non sia più possibile eliminare il batterio, e che dunque bisogna passare alla strategia del «contenimento», e la conferma che nelle altre aree della Puglia, dell'Italia e dell'Unione europea resti, invece, l'imperativo d'obbligo di procedere immediatamente a misure drastiche di eradicazione nel caso in cui compaiano nuovi focolai del batterio.
  La nuova decisione stabilisce che la «zona delimitata» è costituita da una zona infetta e una zona cuscinetto che deve avere una lunghezza di almeno 10 chilometri. La zona infetta comprende tutte le piante notoriamente contagiate dal batterio, tutte le piante che presentano sintomi tali da indicare la possibile infezione e tutte le altre piante che possono essere contagiate dalla Xylella a causa della loro vicinanza all'area di contagio. Questo comporta una riduzione certa e cospicua del numero di alberi (non solo ulivi) da espiantare. Resta il divieto di impianto delle piante ospiti nelle zone infette. Confermate le misure di eradicazione: «Lo Stato membro interessato entro un raggio di 100 metri attorno alle piante che sono state esaminate e sono risultate infette rimuove immediatamente: a) le piante ospiti, indipendentemente dal loro stato di salute; b) le piante notoriamente infette; c) le piante che presentano sintomi indicativi della possibile infezione o sospettate di essere state infettate». Non solo: «Lo Stato membro interessato provvederà a campionare ed esaminare le piante specificate Pag. 40nel raggio di 100 metri. Prima di rimuovere le piante infette, lo Stato membro deve eseguire opportuni trattamenti fitosanitari contro i vettori e le piante che possono ospitarli».
  Alla luce di quanto esposto e degli ultimi sviluppi che stanno determinando danni enormi all'economia di un vasto comprensorio dell'Italia meridionale, già provato da crisi in vari settori, e in considerazione del danno di immagine incalcolabile che le eccellenze agricole italiane stanno subendo a livello internazionale, il gruppo di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale annuncia il suo voto favorevole alla presente mozione, affinché il Governo assuma con decisione tutte le iniziative più adeguate affinché il problema della Xylella fastidiosa venga risolto al più presto, invitando l'Unione europea a valutare con obiettività l'efficacia e l'impatto della decisione di esecuzione assunta e a erogare un contributo economico congruo per consentire agli agricoltori colpiti sia di attutire gli effetti economici del contagio, sia la ripresa in tempi rapidi delle coltivazioni, per tutelare un prodotto di grande qualità esportato in tutto il mondo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Federico Fauttilli. Ne ha facoltà.

  FEDERICO FAUTTILLI. Grazie, Presidente, il caso della Xylella, come gran parte dei colleghi sanno e già qui in Aula è stato ricordato, è scoppiato alla fine del 2013, ma, molto probabilmente – questo va detto –, la malattia si stava già diffondendo quanto meno dal 2008. Si tratta, infatti, di un fenomeno noto come «complesso del disseccamento rapido dell'ulivo» che si è andato espandendo a macchia di leopardo in tutta la provincia di Lecce, per poi manifestarsi anche in quella di Brindisi e, in modo ancora più drammatico, purtroppo, nella zona di Oria.
  Il disseccamento non è però un sintomo che possa essere fatto risalire solo alla Xylella, venendo associato anche alla presenza di parassiti fungini e lepidotteri. Non è chiaro, infatti, ancora, fino a che punto il batterio della Xylella sia causa del disseccamento, ma è altamente verosimile che la sua presenza, associata a quella di altri parassiti, peggiori ancor più la situazione.
  Il nome del batterio deriva dal fatto che questo colonizza lo xilema della pianta, provocando una situazione simile a quella prodotta dall'eccesso di colesterolo nelle nostre arterie, ossia un restringimento dello xilema, con un danno meccanico per le piante che gradualmente si disseccano.
  Non conosciamo ancora quanto tempo intercorra tra l'infezione della pianta e la comparsa del fenomeno patologico, ma sappiamo che la Xylella non colpisce solo gli ulivi, ma anche mandorli, ciliegi, viti e anche altre piante.
  A livello europeo, sicuramente il Salento ha il triste primato di essere il primo territorio d'insediamento del batterio, che – va detto – influenza la produttività della pianta di ulivo infettata, ma non la qualità dell'olio prodotto, non mettendo così a rischio in alcun modo, da questo punto di vista, la salute dei consumatori.
  Va detto anche e sottolineato che molto ferma è stata la presa di posizione francese, sia a livello di Governo nazionale sia a livello di prefettura locale della Corsica, laddove è stata immediatamente vietata l'importazione dall'Italia di tutti i vegetali e chiesto il riconoscimento per la Corsica stessa dello status di zona protetta dal batterio.
  Durante il vertice dei Ministri dell'agricoltura del G20, tenutosi ad aprile ad Istanbul, il Ministro francese, Stéphane Le Foll, e quello italiano, Martina, si sono accordati per rafforzare la cooperazione tra i due Paesi, ma Le Foll ha respinto qualunque ipotesi di sospensione delle norme dell'Unione europea, viste anche le pressioni che venivano dalla Corsica e dal sud della Francia per un contrasto più energico alla diffusione del batterio.
  I due Ministri si sono detti d'accordo sull'ipotesi di creare una ricerca indipendente Pag. 41aperta agli esperti di vari Paesi sulla Xylella. Secondo molte ipotesi, la Xylella sarebbe arrivata dal Costa Rica, dove esiste un gemello che ha colpito gli oleandri ornamentali, spesso importati in Italia. La procura della Repubblica di Lecce, al riguardo, sta indagando da circa un anno per diffusione colposa della malattia. Alla base dell'inchiesta della procura c’è il tentativo di individuare la genesi della diffusione della malattia.
  La situazione, certo, è molto grave, e le stesse misure intraprese dall'Unione europea mostrano la preoccupazione per una malattia che viene definita, con termine abusato, «peste», ma che sta provocando reazioni anche di panico, come se fossimo in presenza di una nuova epidemia di filossera, come quella che, nel XIX secolo, distrusse larga parte delle viti europee, lasciando non solo gravi conseguenze economiche ma anche ansie che stanno riemergendo oggi.
  Sta di fatto che l'Unione europea, a fine aprile, nel Comitato permanente per le piante, gli alimenti e i mangimi ha approvato una serie di misure di contenimento del patogeno da quarantena. Molto dura, e molto contestata, la decisione dell'Unione europea di imporre, vista la ineradicabilità del patogeno nelle zone d'insediamento della provincia di Lecce, la distruzione non solo delle piante malate ma di tutte quelle, anche sane, che si trovassero a meno di cento metri da un esemplare malato, in una zona di 20 chilometri contigua alle province di Brindisi e Taranto.
  Viene inoltre disposto il blocco del movimento delle specie vegetali suscettibili di essere contagiate dalla Xylella, con pesanti ripercussioni per i vivai che operano nella zona interessata, che si aggiungono a quelle per gli agricoltori interessati dall'emergenza. In realtà la decisione europea coinvolge anche piante che non possono essere contaminate dalla Xylella fastidiosa. La vicenda giustamente sta causando molte preoccupazioni tra gli agricoltori, non solo pugliesi.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 12,10).

  FEDERICO FAUTTILLI. Ci si domanda se non siano stati trascurati gli allarmi che già da tempo si erano alzati per il rischio di malattie dovute all'incuria. Molti esemplari colpiti, infatti, erano in stato di abbandono. Ora l'attenzione è finalmente alta, come dimostra, tra l'altro, l'intervento della regione Basilicata, che invita i produttori di olio di oliva lucani a curare con attenzione gli ulivi, in modo da impedire la diffusione della malattia, diffusione che l'Unione europea (sia pure dopo varie esitazioni) e il Governo italiano insieme e, poi, soprattutto, le evidenze scientifiche hanno smentito, ma tutto dimostra che la situazione è preoccupante.
  E certo non possono rasserenare le decisioni del TAR del Lazio e del Consiglio di Stato di sospendere le azioni decise dal Commissario nominato dal Governo, Commissario Silletti. In particolare, il TAR del Lazio ha accolto la richiesta di sospensiva avanzata da due diversi ricorsi dei vivaisti salentini e di 26 aziende del settore, congelando tutti gli atti intrapresi dal Commissario Silletti e rinviando il merito al 16 dicembre 2015. Il Ministro Martina ha immediatamente espresso la sua grande preoccupazione per una decisione che potrebbe causare la recrudescenza della malattia, non certo domata nonostante i primi positivi risultati. Infatti, nelle zone di Oria e Veglie, considerate ormai bombe ad orologeria per la Xylella, stanno ricomparendo manifestazioni nelle piante che fanno ritenere che il batterio sia in ripresa e che senza misure di contenimento potrebbe, come avverte la comunità scientifica, oltrepassare le zone sinora infestate e colpire l'intera regione pugliese.
  Il TAR ha accolto i ricorsi osservando che gli atti nazionali oggetto del contenzioso erano stati assunti in attuazione della Decisione di esecuzione 2014/497/UE della Commissione europea relativa alla misure per impedire l'introduzione e la diffusione del batterio. Il 28 aprile 2015, però, la stessa Commissione ha adottato Pag. 42un nuovo testo di Decisione di esecuzione sul medesimo tema, testo che si avvia a completare le procedure necessarie per divenire esecutivo e che sostituirà la Decisione del 2014, rispetto alla quale prevede misure differenti sia dal punto di vista degli accertamenti tecnici sia da quello delle misure da adottare. Il TAR, perciò, ha ritenuto di sospendere le decisioni italiane, che hanno sul piano dell'esecutività un tempo esiguo, dovendo essere rimodulate a breve in maniera coerente con le nuove norme UE. Questo motivo tecnico è in apparenza indiscutibile, ma vista la situazione, anche pochi giorni di attesa rischiano di far perdere tutti i benefici che le azioni intraprese avevano conseguito.
  Certamente noi valutiamo come positiva la decisione del Governo che, con il decreto-legge n. 51 del 5 maggio 2015, attualmente in fase di conversione alla Camera, ha stanziato 20 milioni di euro per il triennio 2015-2017 per recuperare il potenziale produttivo del settore olivicolo-oleario, oltre alla deroga per il Fondo di solidarietà nazionale e la destinazione di 11 milioni di euro come primi interventi compensativi in favore dei produttori che hanno subito danni. Sarebbe, però, altresì necessario, a tutti i livelli di governo, che vi fosse costantemente una grande attenzione per prevenire e, dove possibile, limitare gli effetti di malattie come quelle dovute alla Xylella fastidiosa. Sembra, infatti, evidente che incuria e mancanza di attenzione abbiano quantomeno facilitato il cammino della malattia, che ha creato già moltissimi danni.
  Per tutto quanto adesso esposto abbiamo, come gruppo Per l'Italia-Centro Democratico, presentato la mozione Fauttilli ed altri n. 1-00865 con riferimento alla quale prendiamo atto dei pareri favorevoli espressi dal Governo, accettando anche le riformulazioni e chiediamo il voto favorevole all'aula.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Guidesi. Ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Signor Presidente, all'interno della nostra mozione abbiamo citato alcuni dati rispetto alla produzione olearia in Italia. L'Italia è il secondo paese produttore in Europa e nel mondo di olio di oliva con una produzione nazionale media per il 2013 di oltre 464 mila tonnellate, due terzi dei quali extravergine con ben 41 denominazioni DOP, una IGP, riconosciute dall'Unione europea.
  Per quanto attiene le zone altimetriche, l'olivo è diffuso per il 2 per cento in montagna, il 53 per cento in collina, e per il 44 per cento in pianura. La coltivazione dell'ulivo in Italia è molto diffusa nelle regioni del centro e del sud e al nord è concentrata particolarmente in alcune zone a microclima più temperato, come per esempio la Liguria o attorno alle zone del Lago di Garda. Questi sono i dati fra cui vi è anche l'indotto economico, poiché l'Italia conta circa 250 milioni di piante su un milione circa di ettari di terreno, con un fatturato del settore stimato in 2 miliardi di euro ed un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative.
  Le esportazioni italiane nel 2013 sono state pari a oltre 1 miliardo 200 milioni di euro. Con questi dati è comprensibile che la Xylella fastidiosa non è solo un danno dal punto di vista della produzione ma è soprattutto un danno dal punto di vista economico, un batterio strettamente xilematico, caratterizzato da un'elevata variabilità genetica (batterio che proviene tra l'altro dall'estero). Allora, noi riteniamo questa condizione soprattutto per l'indotto economico e per la salvaguardia dei produttori italiani una situazione gravissima e urgente, tant’è che noi accetteremo le riformulazioni con riferimento agli impegni che ci ha presentato il Governo, anche perché noi crediamo sia doveroso prevedere ulteriori misure volte a prevenire anche il rischio che il batterio si possa diffondere in altre regioni, andando a colpire pertanto altre coltivazioni di ulivo qualora il sistema di controllo del materiale vivaistico prodotto nella provincia di Lecce soggetto alle fortissime restrizioni si rivelasse insufficiente. Nei nostri impegni abbiamo citato tante questioni che riguardano Pag. 43la questione tecnica rispetto al combattere il batterio ma anche la questione economica. Noi crediamo per esempio che, per queste aree colpite da questa gravosa situazione, si debba assolutamente prevedere l'esenzione dell'IMU agricola ma anche l'esenzione dal Patto di stabilità per quegli enti locali che interverranno a favore e in difesa dei produttori locali.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capua. Ne ha facoltà.

  ILARIA CAPUA. Signor Presidente, cari colleghi, io vorrei partire dalla questione della Xylella per fare una riflessione più ampia. Il settore agro-alimentare è determinante e strategico per l'Italia; come sappiamo l'Expo sul tema «Nutrire il pianeta» si tiene a Milano e, al di là delle polemiche, siamo concordi che l'agroalimentare made in Italy sia una risorsa per il rilancio del Paese e dell'economia. La globalizzazione però, oltre a permettere la movimentazione di persone e di merci, di fatto, determina anche la movimentazione di patogeni degli essere umani, degli animali e delle piante. A questo proposito ricordo che è in atto una grave epidemia di morbillo negli Stati Uniti che è un'epidemia di importazione; è stata importata attraverso passeggeri e turisti in arrivo da altri Paesi. Vi rammento quello che abbiamo vissuto con l'epidemia di Ebola, nel 2014, che, purtroppo, non è ancora sotto controllo e, allo stesso modo, è oggi in atto una gravissima epidemia di influenza aviaria negli Stati Uniti che ha portato all'abbattimento di oltre 50 milioni di volatili con danni enormi all'economia del settore. Tutto questo legato alla globalizzazione. In maniera analoga, è arrivata in Italia la Xylella, che ha colpito un nostro patrimonio, gli ulivi pugliesi. Questa è un'infezione latente che si manifesta anche dopo diversi anni e colpisce molte altre piante presenti nel bacino del Mediterraneo, porta alla morte della pianta colpita per disseccamento. Io vorrei solo sottolineare che oltre ad essere nostro dovere proteggere il patrimonio rappresentato dall'olivicoltura in Puglia, è anche nostro dovere proteggere gli ulivi delle altre regioni italiane da questo flagello e non solo, siamo anche il primo Paese europeo infetto e abbiamo il dovere di seguire le indicazioni dell'Unione europea sull'arresto del contagio. Benché la situazione sia complicata, le indicazioni sono chiare: lotta ai vettori, divieto di movimentazione degli alberi e abbattimento delle piante infette.
  Non possiamo esimerci dal rispettare queste indicazioni per preservare il nostro patrimonio e quello degli altri Stati membri.
  Vorrei aggiungere, però, un appello al Governo perché si investa nella ricerca per il sistema agroalimentare italiano. Le nostre produzioni devono essere tutelate anche attraverso strumenti di diagnosi precoce, lotta ai patogeni e ai vettori e strumenti innovativi di intervento e di terapia. I nostri ricercatori hanno le conoscenze e gli strumenti per svolgere queste attività. È interesse del Paese che possano sfruttarli attraverso adeguate politiche di sostegno alla ricerca. Solo attraverso l'innovazione sarà possibile essere competitivi con gli altri Paesi e con le economie emergenti.
  Aggiungo – e concludo – che queste epidemie degli esseri viventi, quindi delle persone, degli animali e delle piante, hanno un costo e questo costo è direttamente proporzionale all'estensione del fenomeno. Intervenire subito ed in maniera decisa è l'unico modo per evitare di fare danni incalcolabili a questo settore e distruggere, in questo caso, un nostro patrimonio nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matarrese. Ne ha facoltà.

  SALVATORE MATARRESE. Grazie, signor Presidente. Rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, Scelta Civica per l'Italia preannunzia voto favorevole sulla mozione che ha presentato, anche con le riformulazioni proposte dal rappresentante del Governo sulle quali, però, chiediamo Pag. 44un impegno affinché si tenga conto che, nella compatibilità con il bilancio dello Stato, c’è una regione, qual è la Puglia, che ha una grande valenza sul sistema agricolo nazionale, sulla produzione agricola: sono 4 miliardi, dei quali il 50 per cento per olio e per frutta ed ambedue i settori sono colpiti da questo patogeno o sono potenzialmente colpibili da questo patogeno. Al momento sono gli ulivi la parte interessata nella zona del Salento, ma sappiamo tutti bene come il non avere assunto decisioni risolutive in questo senso potrebbe comportare un'estensione delle specie vegetali attaccate, tra le quali il mandorlo, il pesco, la frutta, che sono importanti produzioni pugliesi.
  Quindi, quando si parla di compatibilità con le finanze dello Stato, chiedo che si tenga conto che l'economia del sud è un'economia agricola e che, quindi, quando si agisce in favore degli indennizzi per gli agricoltori, si tenga conto proprio di questo, ossia che lo Stato deve dare un segnale di importante presenza per questa attività tradizionale, ma anche un'attività importante che impegna 270 mila aziende.
  Quindi, la compatibilità da meridionali la accettiamo, purché sia una compatibilità con quello che è l'interesse dello Stato di produrre lavoro e occupazione, con attività agricole che non possono essere penalizzate da un problema, che non è solo dell'Italia, non è solo della Puglia, ma è di tutta l'Europa. Per questo noi nella nostra mozione abbiamo chiesto che la Comunità europea sia parte attiva e parte importante nelle risorse e negli indirizzi.
  Abbiamo rispettato le direttive europee, abbiamo fatto un piano di abbattimenti e per un pugliese, per la Puglia, abbattere ulivi di quella valenza ambientale, di quella bellezza, è davvero un grande sacrificio, ma lo facciamo nell'interesse generale se, però, c’è un'apertura a dare gli indennizzi e a dare un incentivo a chi si sottopone a un blocco della propria attività produttiva. Quindi, non possiamo chiedere a chi non può produrre più reddito dalla terra anche di pagare le tasse, come quella dell'IMU agricola.
  Quindi, l'impegno condizionato del Governo lo accettiamo, ma lo monitoriamo perché non siano penalizzate, come sempre, le parti più marginali della nostra Italia, le parti che hanno i problemi più importanti, sui quali spesso la Comunità europea fa i distinguo a tutto danno di chi, poi, si porta a casa il problema e non riesce mai a trovare soluzioni.
  Quindi, è un problema anche di ricerca, come diceva prima la collega Capua, e su questo la regione Puglia ha già stanziato due milioni di euro. Quindi, credo sia anche importante che si garantisca a queste risorse un'esclusione dal Patto di stabilità, perché la regione Puglia sta mettendo in campo delle risorse proprie in quanto la ricerca è l'unico sistema per trovare una soluzione. È un problema che al momento non ha soluzione e, quindi, si va verso l'eradicazione, che è un danno ambientale sicuramente notevole. Una fascia di 15 chilometri, che va dallo Ionio all'Adriatico, non è una fascia piccola, ma è una fascia importante anche dal punto di vista ambientale.
  Accettiamo l'eradicazione, ma chiediamo che la ricerca venga accelerata e ci sia un grande investimento, perché solo da lì può arrivare una soluzione diversa che non sia così penalizzante per l'economia e per il nostro territorio.
  Quindi, siamo stati tra i primi a depositare questa mozione, perché crediamo che il sud abbia bisogno di queste attenzioni, che il Governo prima di tutti dia attenzione, non rinviando all'Unione europea, perché spesso al sud è l'Unione europea che viene a risolvere tutti i problemi; con le risorse dell'Unione europea si finanzia il sud, ma noi chiediamo che il sud venga finanziato innanzitutto dallo Stato, che si faccia carico in prima battuta di quelle che sono le sue incombenze e i suoi doveri e dopo si può rivalere tranquillamente sull'Unione europea.
  Quindi, in questo senso, accettiamo anche con piacere le risorse che sono state messe nel decreto-legge n. 51 del 2015, all'esame al Senato, che è un incentivo per l'agricoltura, nel quale abbiamo un milione di euro per quest'anno e 10 milioni Pag. 45per l'anno prossimo. Avremmo forse preferito il contrario, perché in un momento di crisi come l'attuale è meglio avere risorse importanti per tamponare il problema piuttosto che dilatare le risorse in tempi successivi e, quindi, spostare automaticamente la soluzione del problema a tempi successivi. Le risorse servono tempestivamente: prima si interviene, prima si trova soluzione al problema e prima si dà una risposta concreta a chi sta portando a casa solo danni. L'economia del Mezzogiorno è un'economia in difficoltà, così come lo è l'agricoltura e non credo che possiamo portare a casa anche questo ulteriore danno solo sulle nostre spalle o solo sulle spalle di quegli agricoltori che, ad oggi, non hanno ancora visto nulla come interventi, se non quello di eliminare la fonte del reddito e, quindi, della produzione.
  Quindi, ribadiamo il voto favorevole, accettando la riformulazione del Governo nei termini in cui c’è un effettivo impegno a vedere complessivamente la problematica, che non è solo di bilancio dello Stato, ma è di attenzione verso le economie che fanno parte del futuro del bilancio dello Stato. Quindi, penalizzare parti dell'economia significa anche andare a inficiare in tempi più lunghi sicuramente, ma in tempi successivi, il bilancio stesso dello Stato. Senza produzioni e senza lavoro, il bilancio dello Stato risparmia, ma in realtà si crea un danno effettivo.
  Accogliamo anche la non accettazione di interventi specifici verso la Francia, che, come sapete, ha posto di fatto un blocco alle esportazioni dalla Puglia, un blocco quanto mai ingiustificato e ingiustificabile, perché lo ha esteso a tutte le produzioni agricole pugliesi, quando in realtà il problema è limitato ad una produzione e ad un territorio specifico e al momento anche abbastanza individuato. Quindi, l'accettiamo in quanto ritenuta ultronea, perché evidentemente si dà atto che è stata fatta un'azione di Governo specifica nei confronti della Francia, che non può ritenere che questi problemi siano distinti da problemi che sono poi – abbiamo scoperto – anche della Francia. Quindi, in questo senso, poiché è un'azione che duplica un intervento già fatto dal Governo, accogliamo anche questa non accettazione dell'impegno specifico sul tema. Quindi, ribadiamo il voto favorevole e chiediamo un impegno concreto al Governo perché si risolva un problema che è grave sia per la sua prospettiva sia per la sua realtà (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, colleghe e colleghi, signori rappresentanti del Governo, oggi siamo alla fine di una discussione importante, la discussione su una emergenza fitosanitaria inedita per un Paese comunitario, una vera e propria crisi fitosanitaria senza eguali nella storia internazionale, come riconosciuto da più parti: l'emergenza Xylella fastidiosa, il batterio patogeno che sta colpendo gli ulivi pugliesi e, in particolare, quelli del Salento e sta mettendo in ginocchio centinaia di produttori.
  Prendo atto con soddisfazione che almeno in quest'Aula ci sia una consapevolezza diffusa della gravità della situazione, visto il numero di mozioni presentate e la partecipazione al dibattito che si è svolto ieri, ma anche nella Commissione agricoltura, prima di approdare in Assemblea.
  Abbiamo ora, però, la responsabilità di individuare soluzioni alla drammatica emergenza che rischia, in breve tempo, di trasfigurare il volto di una intera regione, di portare al collasso un comparto economico e produttivo fondamentale, quello agricolo, di diffondersi in altre località del Paese e del bacino del Mediterraneo, come risulta da autorevoli studi scientifici.
  Il Governo deve, cioè, assumere impegni precisi in tempi brevi. A mio giudizio, finora si è perso del tempo prezioso. L'Italia è il secondo produttore mondiale di olio d'oliva e l'olivicoltura pugliese costituisce uno dei comparti più rilevanti del sistema agricolo, rappresentando il 30 per cento circa della produzione olivicola nazionale. Pag. 46Il patogeno da quarantena, appunto la Xylella fastidiosa, che colpisce lo xilema delle foglie, si riproduce fino a bloccare la circolazione della linfa grezza e, a quel punto, tutto quello che si trova al di là dello sbarramento secca e muore; parte cioè da poche foglie, che diventano in fretta rami, branche e poi l'intera pianta muore.
  La Xylella sta depauperando un patrimonio economico, paesaggistico, identitario e, noi diciamo, persino affettivo inestimabile in quella terra. Non mi soffermerò sul contenuto della mozione del mio gruppo, che è stata illustrata compiutamente ieri dal collega Franco Bordo, in riferimento, soprattutto, alle problematiche e alle preoccupazioni degli agricoltori e dei vivaisti pugliesi. Riprenderò, invece, alcuni degli impegni che abbiamo posto al Governo e che richiamano, da un lato, le responsabilità dell'Esecutivo italiano, appunto, e, dall'altro, dell'Unione europea.
  Giudico, purtroppo, insoddisfacenti le misure adottate finora dai due organismi, nonostante alcuni interventi messi in atto dal Ministero delle politiche agricole; anche se sono piccoli passi, ma sono piccoli passi in avanti. Temo che non vi sia, però, piena consapevolezza, non vi sia il riconoscimento nazionale ed europeo della gravità dell'emergenza che gli agricoltori, i vivaisti, le comunità e le istituzioni locali stanno vivendo in Puglia.
  A proposito di regione Puglia, voglio ricordare che finora ha messo a disposizione, nell'ambito delle sue competenze, ovviamente, importanti risorse finanziarie e, da ultimo, ha approvato le linee guida, con un finanziamento di 2 milioni di euro, per il Parco della ricerca e della sperimentazione, che prevedono l'attivazione di un cosiddetto «laboratorio a cielo aperto», con l'obiettivo di preservare l'olivicoltura pugliese e le diverse specie ospiti interessate dal batterio dagli effetti negativi in termini di potenziale produttivo, di ripercussioni sulla filiera, sull'indotto e sul mercato, oltre che paesaggistici e locali.
  Vi è l'urgenza di interventi normativi e di risorse finanziarie, nazionali ed europee, per la prevenzione, la ricerca e la sperimentazione per il contrasto della Xylella, per il sostegno al reddito degli operatori del comparto, per misure risarcitorie a chi ha già perso tutto o rischia di perdere a breve tutto, per evitare che la crisi fitosanitaria si trasformi, come purtroppo temo stia già avvenendo, in crisi sociale e persino civile.
  Ritengo che l'Unione europea abbia brillato per assenza in questi mesi: ha imposto prescrizioni molto drastiche e gravemente penalizzanti, ma non ha investito in ricerca, mentre servirebbe una call europea, che coinvolga diversi istituti, ma con fondi adeguati per una ricerca seria e importante. Vi è la necessità di produrre azioni fondate su presupposti scientifici saldi, che evitino speculazioni di ogni genere. L'Unione europea non è intervenuta al fine di evitare forme di embargo ingiustificato da parte di Paesi europei nei confronti dei prodotti agricoli e vivaistici pugliesi in tempo utile; ha utilizzato una direttiva inadeguata nel sistema dei controlli dei flussi commerciali all'ingresso dell'Unione europea.
  Con la nostra mozione, chiediamo che il Governo italiano si attivi con la Commissione europea al fine di predisporre un tavolo tecnico che affronti le problematiche su indicate. Il gruppo SEL, al Senato e alla Camera, ha provato in diverse occasioni a proporre emendamenti e interventi normativi per l'estensione dei benefici previsti per le calamità naturali alle fitopatie, emendamenti al disegno di legge di conversione n. 51 del 2015 per l'istituzione di un fondo per la ricerca sulle fitopatie non endemiche e per l'incremento degli stanziamenti per il fondo a sostegno del settore olivicolo, finora, purtroppo, senza successo. Accettiamo le riformulazioni del Governo alla nostra mozione, con l'auspicio, però, che gli impegni da noi proposti siano considerati delle priorità rispetto alle cosiddette compatibilità finanziarie generali.
  Ribadiamo, quindi, la richiesta di assumere iniziative per differire o sospendere gli adempimenti tributari e fiscali dovuti dai soggetti agricoli professionali le cui colture sono state danneggiate dal Pag. 47batterio della Xylella fastidiosa, di assumere iniziative per sospendere dal pagamento dell'IMU agricola le imprese i cui impianti di olivicoltura sono stati colpiti dal batterio suddetto, di escludere dal saldo finanziario rilevante ai fini del Patto di stabilità interno le risorse finanziarie provenienti dallo Stato, di predisporre adeguati ristori economici, anche in forma di indennizzi, per i mancati redditi e per tutte quelle operazioni da adottare a carico dei privati, nel prossimo futuro, nelle aree delimitate e nelle aree di contenimento.
  In conclusione, ritengo che serva un insieme di provvedimenti nazionali ed europei che, in stretta connessione con gli operatori del settore e le loro organizzazioni, con le istituzioni e le comunità locali, dia risposta alle necessità del comparto agricolo – come sappiamo settore primario della nostra economia – che rispetti le vocazioni territoriali, che mostri finalmente un volto solidale, soprattutto da parte dell'Europa nei confronti dei Paesi del sud del continente. Quello che sta succedendo, se non si porranno in essere tutti i rimedi necessari e in tempi brevi, potrebbe cambiare in maniera definitiva la geografia e la storia delle regioni del Mezzogiorno, oltre che la loro economia.
  Penso che il Governo italiano non lo debba permettere e debba fare fino in fondo la sua parte. Per questo insistiamo che, appunto, si superino le compatibilità finanziarie da questo punto di vista e che il nostro Governo debba pretendere dall'Unione europea il rispetto delle regioni italiane, delle regioni del Mezzogiorno e delle nostre popolazioni, pena ancora una volta la perdita di credibilità delle istituzioni nazionali e sovranazionali, vissute – in particolare l'Unione europea – come un soggetto burocratico, incurante delle richieste dei singoli e delle comunità di essere finalmente protagonisti e partecipi della costruzione del proprio futuro.
  Va ribaltato l'assunto, secondo me, l'assunto «ce lo chiede l'Europa», che spesso si è ripetuto anche in quest'Aula, con «ce lo chiedono i cittadini europei». In questo caso ce lo chiedono le pugliesi e i pugliesi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il presidente Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, non mi soffermerò sulla gravità del disastro che minaccia la regione pugliese, disastro a cui io sono particolarmente sensibile perché io sono di lì, sono proprio di Gallipoli. Tutte le estati torno a Gallipoli e atterro a Brindisi. Da Brindisi fino a Gallipoli c’è una bellissima superstrada, prima per Lecce e poi da Lecce per Gallipoli, che corre dentro uno dei panorami più belli del Mediterraneo, un panorama che vede l'alternarsi di aree a coltivazione dell'ulivo con aree a coltivazione della vite. Sono i due prodotti tipici della cultura mediterranea, in genere e in particolare del Salento. Ora io ho la grande preoccupazione che è molto possibile che il prossimo anno io possa correre lungo un'autostrada la quale ha un deserto a destra ed un deserto a sinistra.
  Dobbiamo valutare – è stato detto da altri e lo ripeto anch'io – non solo l'importanza immediatamente economica del fenomeno, ma anche i valori paesaggistici, i valori storici, i valori culturali che rischiano di essere consumati. E i valori storici e culturali – lo dirò per i più materialisti tra i nostri colleghi – sono anch'essi valori economici, perché questa area ha conosciuto uno sviluppo turistico molto forte, fondato non sugli incentivi dello Stato, ma sullo spirito di intrapresa, sul lavoro, sull'olio di gomiti, sul sudore della fronte dei lavoratori pugliesi e questo, inevitabilmente, viene ad essere drammaticamente minacciato, soprattutto nelle aree interne, quelle che non hanno tanto il sostegno del mare e del sole, ma che puntano molto sui valori paesaggistici che sono stati adeguatamente valorizzati con politiche, anche intelligenti, fatte dagli enti locali, con il sostegno della regione, dello Stato e dell'Europa, che non è così matrigna Pag. 48come ha detto qualcuno. Senza i programmi europei per il riassetto dei centri urbani noi non avremmo avuto lo sviluppo che abbiamo avuto del turismo, né a Lecce né in tutta l'area vicina.
  Allora che fare ? È un problema di drammatica urgenza. La prima cosa da fare è un'informazione corretta. Io comprendo che il Governo abbia giustamente rifiutato una parte della nostra mozione, perché superata dai fatti: le misure prese dal Governo francese erano misure provvisorie superate dalla successiva decisione europea. Tuttavia quelle misure, se andiamo a guardarle, dicono quanto sia importante la corretta informazione. La Xylella fastidiosa che abbiamo noi in Puglia è la Xylella fastidiosa pauca. La Xylella fastidiosa pauca non aggredisce le 101 varietà vegetali elencate dal provvedimento del Governo francese, ma ne aggredisce una quantità molto più ristretta. Si è creata e continua ad essere creata un'immagine negativa sull'intera produzione ortofrutticola del Salento, quando le varietà attaccabili sono limitate. Tra l'altro sarà bene ricordare che l'uva non è una di queste. È attaccabile da altre varianti di Xylella fastidiosa, ma non dalla nostra.
  E un'altra cosa che bisogna dire e diffondere è che la Xylella fastidiosa non è propriamente un veleno dell'albero: non produce tossine, non genera effetti tossici per gli uomini, non ha nemmeno effetto sulla qualità dell'olio. Pertanto, l'idea di porre barriere all'olio o di fare una propaganda negativa sull'olio pugliese è sbagliatissima, perché l'olio prodotto anche da una pianta attaccata dalla Xylella fastidiosa è buono come quello di una pianta non attaccata. L'agente agisce semplicemente intasando i canali che portano la linfa dalle radici verso i rami e, quindi, fa in modo che i rami si dissecchino. Ma fin quando l'albero vive, la sua produzione è ugualmente buona rispetto a qualunque altra produzione di olio.
  Quindi, c’è una prima cosa da fare, che è un'azione di informazione verso l'esterno per dire che il problema esiste, è grave, ma è limitato, è qui e non altrove. È vero, oltre l'olivo altre piante possono essere attaccate, il mandorlo per esempio, ma non sono 102 varietà, sono un numero assai minore. E di quelle, le varietà che hanno un impatto economico rilevante sono ancora più ridotte. Quindi, la prima cosa da fare è informare e fare ciò che si può fare per prevenire.
  Signor Viceministro, la Xylella fastidiosa è un agente patogeno molto preoccupante, certo, ma l'epidemia che noi abbiamo deriva anche dal fatto che sono state abbandonate molte buone pratiche agricole che prima erano comuni. Infatti, la diffusione dell'azione della Xylella fastidiosa – sicuramente io non condivido la tesi di una minoranza di studiosi che pensano che non sia la Xylella fastidiosa la causa dell'epidemia – è facilitata da altri agenti patogeni, che normalmente venivano combattuti da buone pratiche agricole progressivamente abbandonate nel tempo. Quindi, un altro punto su cui porre l'accento è il recupero di buone pratiche agricole, per fare ciò che si può fare per prevenire.
  Poi, ci sono le misure suggerite dall'Unione europea. Noi non possiamo accettare – in parte abbiamo ottenuto soddisfazione, ma in parte ancora no, quindi bisognerà riaprire in qualche modo il problema con l'Unione europea – l'idea di abbattere tutti gli olivi per un arco di 100 metri dall'olivo che è affetto da Xylella. È una misura per alcuni aspetti impraticabile e per altri aspetti inutile. Siamo soddisfatti per il fatto che nelle aree più infestate si sia capito che non si può fare. Ma esistono misure le quali possono garantire la non diffusione ulteriore della malattia, colpendo non l'agente patogeno, che purtroppo non può essere colpito, ma gli insetti che lo diffondono. Queste misure, se adeguatamente adottate, sono di gran lunga preferibili a uno sterminio di massa degli olivi. E questo, che vale per l'area della provincia di Lecce, vale anche al di fuori dell'area della provincia di Lecce per i luoghi più limitati, per il momento e speriamo anche in futuro, nei quali si presenti il problema. Questo per quello che riguarda la prevenzione.Pag. 49
  Poi c’è da intervenire su chi è colpito. È possibile non dare una mano a chi si trova in questa drammatica situazione ? C’è gente che si vede sospendere i contratti di fornitura e, con i contratti di fornitura, si vede sospendere la possibilità della propria sopravvivenza. Non si tratta dei contratti di fornitura sull'olio, naturalmente, ma di quelli sulle piantine. Allora, c’è tutto un settore vivaistico che in questo momento va sostenuto.
  Io capisco le reazioni di altri Paesi. Non vorrei evocare la guerra doganale tra Italia e Francia del 1888. Capisco quelle reazioni, ma possono essere rassicurati dicendo che noi prendiamo l'impegno di istituire sistemi di monitoraggio i quali garantiscono che il prodotto che esce dall'Italia è un prodotto certificato, sicuramente esente, e che, quindi, ha il diritto di circolare.
  C’è poi il problema di chi si trova adesso chiamato a pagare l'IMU agricola su terreni che non sono fonte di reddito, sono fonte di spesa e sono comunque totalmente inattivi, sui quali gli olivi vengono sradicati o sui quali comunque è interdetto procedere alla produzione. Possiamo chiedere che paghino l'IMU agricola, imposta la quale già di per sé, indipendentemente dalla Xylella fastidiosa, è largamente discutibile ?
  Certamente non possiamo pretenderlo. Escludere dal Patto di stabilità interno le risorse che vengono dedicate a combattere la Xylella fastidiosa da parte degli enti locali è una misura ragionevole. Il Governo ci dice: certo, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica. Non c’è neanche bisogno di dirlo; è ovvio che è compatibile con gli equilibri di finanza pubblica. Non siamo degli irresponsabili i quali pensano che si possono spendere i soldi che non ci sono.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 12,45)

  ROCCO BUTTIGLIONE. Ma lo Stato spende tanti soldi per tante buone ragioni e, quindi, quello che noi chiediamo è che lo Stato dia una priorità forte al tema del sostegno agli agricoltori e alla lotta contro la Xylella fastidiosa, sapendo che questo è più importante di molte altre cose o almeno di alcune altre cose, anch'esse utili e meritevoli, ma un poco meno utili e un poco meno meritevoli, sulle quali lo Stato spende risorse. Pertanto, noi accettiamo...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Ho già finito ?

  PRESIDENTE. Ha ancora un minuto, onorevole.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Allora, questo minuto lo dedicherò a dire che si intervenga anche con l'autorità giudiziaria, ma questa idea che l'autorità giudiziaria (in questo caso il TAR del Lazio) abbia una competenza scientifica, una conoscenza delle situazioni locali più elevata, superiore, maggiore di quella del Governo che interviene, magari avendo consultato le migliori università italiane, blocca un'azione, sia efficace, che tempestiva. È veramente una cosa inaccettabile. Si veda di ragionare e si pensi anche al fatto che non è possibile che l'azione politica sia sotto un controllo indebito da parte della magistratura, fondato in genere sull'applicazione della clausola di proporzionalità e ragionevolezza. Ma la proporzionalità e la ragionevolezza la decide l'autorità politica e poi la valutano gli elettori, altrimenti si attribuisce all'autorità giudiziaria una onniscienza che tutti i giudici seri e onesti non possono pretendere di avere.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie signora Presidente, io sono rimasto molto sorpreso dal parere contrario che il Governo ha espresso sulla premessa della mozione presentata da me e dal collega Di Stefano. E inviterei il rappresentante del Governo a rivalutare questo aspetto per un motivo molto semplice: se prima, infatti, avevo il Pag. 50sospetto che ci fosse stata una sottovalutazione da parte del Governo su questa emergenza, ora, se esprime parere contrario sulla premessa, vuol dire altro che sospetto, ma c’è la certezza, forse anche di non conoscere il problema. Ribadisco, per l'Aula e per lei, signora Presidente, ma anche per i rappresentanti del Governo, che nella premessa si afferma che in Puglia e nelle zone delle province di Brindisi e in particolare Lecce sono andate distrutte intere coltivazioni a causa della Xylella e questo è il primo step; che il batterio è stato trasmesso dalla cicala sputacchina. Pregherei il collega Bianconi di fare un po’ di silenzio perché la situazione è molto delicata. Il batterio è stato trasmesso dalla cicala sputacchina che è un insetto che è stato già certificato dal CNR e dallo stesso Governo nel formulare il decreto e l'ordinanza che è stata predisposta per la nomina del commissario; che l'unico rimedio ad oggi conosciuto per eliminare il parassita pare sia il taglio radicale, cosa che dicono il piano dell'Unione europea e lo stesso Governo negli atti che ha prodotto finora. Noi non abbiamo nessuna certezza, ma pare che sia l'unico rimedio che è stato trovato contro il batterio, in assenza di antidoto, di ricerca e quant'altro. Le proposte del piano sono queste; che l'epidemia si è purtroppo diffusa in tutto il sud della Puglia, ma nel solo Salento su circa un milione di piante. Sono tutti dati scientifici; che l'ultimo dramma è la contrapposizione tra chi teme l'ulteriore avvelenamento della campagna con insetticidi e chi spinge per usarli come arma falsamente letale, cosa avvenuta e riscontrata anche da altri colleghi deputati e dai rappresentanti del Governo. Anche il Ministro, quando è venuto, ha dovuto sospendere alcune iniziative perché c'erano delle manifestazioni in cui dei manifestanti gridavano contro insetticidi e pesticidi e quant'altro e altri invece no; con quasi 500 milioni di tonnellate l'Italia rappresenta il secondo produttore mondiale; e non leggo tutto il resto perché sono dati dell'ISTAT, sono dati dell'Unioncamere.
  Per quanto riguarda la superficie interessata dall'olivicoltura, in Puglia risultano in produzione circa 375 mila ettari e poi non leggo gli altri dati che sono ripresi dai dati ufficiali forniti da parte del Governo e della regione. Inoltre, per quanto attiene al tessuto imprenditoriale, l'olivicoltura è realizzata in Puglia da circa 270 mila imprese agricole (anche questi sono dati oggettivamente riscontrabili sia da parte dell'Unioncamere sia da parte dell'ISTAT sia da parte di altri istituti preposti). Nel panorama olivicolo nazionale la Puglia si contraddistingue anche per l'olio a denominazione di origine protetta (DOP Terra di Bari) con il fatturato più elevato in Italia (28 milioni di euro) e altri dati. Infine, per quel che riguarda gli scambi internazionali di settore, l'olio d'oliva rappresenta il terzo prodotto pugliese più esportato; le province di Lecce, Brindisi e Taranto per le condizioni climatiche particolarmente favorevoli allo sviluppo vegetativo delle piante sono caratterizzate da un numero elevato di vivai che producono la maggior parte di piante ornamentali, che il numero complessivo di vivaisti presenti nella sola provincia di Lecce è di circa 140 di cui 40 producono solo vite e gli altri tipologie di piante con altri dati. Sin dal primo mese del ritrovamento (ottobre 2013) – anche questo è un dato ufficiale fornito dal Governo della regione – della Xylella fastidiosa nelle zone del gallipolino sono state riscontrate difficoltà da parte dei vivaisti a commercializzare le piante sia per obblighi di divieto imposti dalle norme regionali inizialmente e da quelle comunitarie successivamente fino all'embargo da parte della Francia; che la Francia ha adottato misure, considerate in linea con la legislazione dell'Unione europea – anche questo è un fatto certificato – che di fatto, ad eccezione di alcune piante, la maggior parte dei contratti già in corso sono sospesi e le vendite si sono quasi azzerate ed è così la stragrande realtà anche con certificazione da parte della prefettura con dati inoltrati al Ministero; che l'impatto che si è verificato nella sospensione delle vendite è stato particolarmente grave ed economicamente Pag. 51rilevante per diversi motivi: l'elevata quantità di piante giacenti nei vivai ha necessità di essere mantenuta in ottima vegetazione con grosse spese di mantenimento, senza però alcun ricavo per la vendita. Per molte tipologie di piante la permanenza nel vivaio di uno-due anni, oltre il necessario, non consente la vendita delle stesse (sono dati che non possono essere neanche confutati). Mi avvio alla conclusione della premessa. Oltre alla perdita delle piante e al mancato ricavo per l'assenza delle vendite va considerato l'enorme indotto socio-economico che interessa tutto il settore vivaistico, migliaia di lavoratori impegnati nell'operazione di cura delle piante e centinaia di trasportatori e che il decreto-legge 5 maggio 2015, n. 51, recante disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi, di sostegno ad imprese agricole colpite da eventi di carattere eccezionale e di razionalizzazione delle strutture ministeriali, stanzia solo un milione di euro per il 2015 e dieci milioni di euro per il 2016 che a nostro parere – lo dico poi successivamente – è un dato per noi sufficiente. Ma il rappresentante del Governo può dirmi perché ha espresso parere contrario a tutta questa realtà e a tutta questa premessa ? Allora veramente c’è la certezza che il Governo non vuol proprio neanche minimamente affrontare questo problema perché lo sappiamo tutti quanto, noi deputati pugliesi e anche di altre parti del territorio, abbiamo dovuto combattere per far capire questo problema drammatico e abbiamo dovuto combattere otto mesi perché nominassero il commissario. Questa è la vergogna di questo Governo ! Un Governo che non ha saputo affrontare per niente questo problema, che è stato travolto dalla decisione dell'Unione europea e che solo quando l'Unione europea ha espresso e ha fatto l'embargo si sono svegliati, per fare che cosa ? Per tirar fuori quella miseria di uno stanziamento di un milione di euro per il 2015 e dieci fantomatici altri milioni di euro per il 2016 senza salutare, dicendo che l'unica cosa che bisogna fare è il piano con l'abbattimento e la sradicazione degli alberi. Io non lo so, ma se quella è veramente la soluzione, signora Presidente, è veramente vergognoso ed è veramente delittuoso che il Governo non provveda a farlo adottare per legge perché tutti i TAR, come diceva poco fa il collega Buttiglione, sospendono e abbattono quel piano volta per volta. Che il Governo si assumesse le responsabilità per intero di questa emergenza, cosa che non ha assolutamente fatto ! Per non parlare poi degli impegni sul problema dell'IMU agricola, che è una vergogna: noi chiediamo un impegno vero affinché ci fosse la sospensione dall'IMU agricola per tutti e l'abbiamo chiesto anche nella mozione sull'IMU agricola in generale dove c’è una stima di entrata di circa 280 milioni di euro, cosa che poi i comuni non stanno neanche realizzando.
  Noi chiedevamo l'esenzione per questi territori, perché gli agricoltori oltre al danno non avessero anche questa beffa, quella che, senza avere nessun entrata su questa disgrazia, su questo terremoto fitosanitario, debbano intervenire anche a pagare l'IMU agricola. La stima è di 18 milioni di euro, il Governo poteva prendere anche un impegno reale, perché non penso che 18 milioni di euro potevano certamente dissestare il bilancio dello Stato che è di 826 miliardi. Ecco perché io penso che noi porremo certamente all'attenzione e alla responsabilità del Governo questa situazione della Xylella che continua a sottovalutare in maniera assoluta.
  Vorrei capire da quando è stato nominato, il commissario cosa ha realizzato ? Ha realizzato solamente una serie enorme di ricorsi per l'adozione del piano e quando lo abbiamo sentito in audizione, il commissario ci ha detto che certissimamente lui poteva fare molto se gli venivano conferiti dalla legge i compiti che potevano essere realizzati. Noi chiediamo assolutamente al Governo un intervento serio già a partire dal decreto-legge n. 51 che è un decreto non per la Xylella come è stato mediaticamente venduto dappertutto. Quello è un decreto che tratta molte cose e c’è un solo articolo sulla Xylella che si riferisce a questo fantomatico milione di euro previsto per quest'anno e ai 10 milioni Pag. 52previsti per il 2016. Tratta di tutto, di tutt'altre cose, anche dell'organizzazione del Ministero dell'agricoltura. Invece, qui occorre sostegno al reddito degli agricoltori e dei vivaisti che sono stati danneggiati e che le risorse utilizzate vengano scomputate dal Patto di stabilità interno e che, soprattutto, venga finanziata la ricerca e venga finanziata per bene, perché da lì passa la soluzione per trovare l'antidoto a questo batterio della Xylella per poter risolvere questo problema. Di questo noi parliamo, ecco perché noi invitiamo ancora il rappresentante del Governo a rivedere il parere sulla premessa, perché ci riesce proprio veramente difficile accettare che potesse essere confutata, significa disconoscere il problema, disconoscere i dati stessi che loro hanno nei documenti. Poi, siccome è meglio feriti che morti, accettiamo chiaramente le riformulazioni sugli impegni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Scagliusi. Ne ha facoltà.

  EMANUELE SCAGLIUSI. Grazie, Presidente. Sarò io ad illustrare la dichiarazione di voto sulle mozioni presentate dalle diverse forze politiche sul Codiro, il disseccamento rapido dell'olivo, tra cui la mozione del MoVimento 5 Stelle a prima firma del collega L'Abbate, assente perché sottoposto a sospensione durante la discussione delle riforme costituzionali lo scorso febbraio.
  Tutti quanti oggi, ritengono opportuno intervenire sulla cosiddetta emergenza Xylella, ovvero sul batterio che collaborerebbe al complesso del disseccamento rapido dell'olivo che ha colpito gli oliveti del Salento, in Puglia.
  Tutti, nessuno escluso, ritengono importante darsi da fare e prodigarsi per il bene dell'economia agricola pugliese. Eppure siamo a giugno 2015, mentre le prime avvisaglie del problema risalgono al 2011, se non addirittura al 2008 ! Dov'era la politica in tutti questi anni ? Anni in cui gli agricoltori sono stati abbandonati a loro stessi ed al loro, purtroppo, drammatico destino. Il MoVimento 5 Stelle ha portato per primo la questione all'attenzione del Parlamento nell'autunno 2013, presentando una risoluzione con chiari e precisi impegni al Governo. Una risoluzione che, accompagnata da quelle delle altre forze politiche che hanno compreso il problema solamente un anno dopo, è stata approvata nell'ottobre 2014. Ma, dopo 8 mesi, l'Esecutivo ha disatteso tutti i suoi compiti, costringendoci oggi ad essere nuovamente qui a impegnare ancora il Governo.
  Abbiamo richiesto chiarimenti sull'operato di centri di ricerca privati, sotto inchiesta da parte della procura di Lecce. Abbiamo impegnato il Governo a pubblicare i risultati relativi al soddisfacimento dei postulati di Koch e, pertanto, alla patogenicità del ceppo Xylella sull'olivo, come espressamente richiesto dai protocolli europei Eppo. Abbiamo richiesto che venisse eliminata l'odiosa, ingiusta, iniqua ed incostituzionale tassa sull'IMU agricola, almeno per quei terreni colpiti dal Codiro, così da non gravare ulteriormente sui coltivatori pugliesi. Abbiamo chiesto che venisse supportata concretamente la ricerca pubblica, per trovare soluzioni concrete per il futuro dell'olivicoltura pugliese. Abbiamo chiesto che fossero messe in atto quelle buone pratiche agricole in grado di preservare il territorio, l'ambiente e la produttività dei 350 mila ettari di uliveti pugliesi, una regione la Puglia con 60 milioni di alberi di olivo, di cui 10 milioni monumentali.
  Un uliveto deve rispettare, infatti, tre fattori imprescindibili: uno economico, uno agronomico e l'altro ecologico. Se si rispettano i primi due, automaticamente viene rispettato anche il terzo fattore. Un uliveto che permette al contadino di ottenere un reddito adeguato, infatti, è un uliveto ben condotto, dove a predominare sono la cura per l'albero e le buone pratiche agricole. Gli studi scientifici, poi, ci dimostrano come un uliveto ben condotto catturi ben venti volte più anidride carbonica di un uliveto abbandonato. Ed è presto, dunque, dimostrato come un uliveto Pag. 53ben curato e su cui vengono applicate le corrette pratiche agronomiche garantisca reddito e permetta di avere un impatto ecologico importante e positivo per l'ambiente circostante.
  Non ci stancheremo di ripetere che la politica non ha mai permesso tutto ciò. Ha puntato a una agricoltura assistenzialistica e che mirasse al contributo fine a se stesso, facendo perdere la redditività della cura degli oliveti e comportando danni non solo agli alberi, ma, conseguentemente, come illustrato in precedenza, anche al territorio e all'ambiente.
  Mentre la Spagna in trent'anni ha redatto ben cinque piani olivicoli, nulla ha fatto l'Italia e altrettanto nulla ha fatto la regione Puglia, in dieci anni di Governo Vendola, nonostante i due assessori Stefàno e Nardoni avessero peraltro la presidenza della Conferenza Stato-regioni in agricoltura e nonostante la Puglia detenga il 35 per cento di tutta la produzione di olio d'oliva italiano.
  Siamo qui anche per volere del collega Palese che ha fortemente chiesto la calendarizzazione di questa mozione, sebbene la sua stessa forza politica abbia approvato le risoluzioni della Commissione agricoltura lo scorso autunno. Una votazione pleonastica che ci porta a pensare che il Governo, per darsi concretamente da fare, debba necessariamente essere impegnato ogni anno. Se il Parlamento inizierà a prendere questa abitudine, non farà altro che certificare quello che ripetiamo ormai da tempo: ovvero la sua totale esautorazione a vantaggio di un Esecutivo che non esegue e che non ascolta. Il collega Palese, però, casca nella disinformazione che, purtroppo, regna tuttora sovrana sul Codiro. Avevamo richiesto di realizzare un sito Internet con tutte le informazioni scientifiche in grado di permettere a tutti i cittadini e agli agricoltori di essere edotti sulle verità sinora conosciute, sedando ogni possibile elucubrazione che uscisse dal seminato. Ma anche questo impegno è stato disatteso dal Governo. E se il collega Palese pensa che «il disseccamento rapido dell'ulivo sia pericoloso anche per la fauna», non comprendiamo da dove prevenga questa informazione e su quali basi scientifiche si fondi.
  Molti Paesi dove l'Italia commercializza i propri prodotti agricoli hanno iniziato a cavalcare l'onda e ad insinuare dubbi sulla possibilità che il batterio fosse presente anche nell'ortofrutta. Nulla di più insensato ! Un qualcosa che getta ombre su possibili speculazioni commerciali che vanno sedate immediatamente, come richiesto dagli stessi imprenditori agricoli e dai commercianti. Una richiesta che abbiamo portato all'attenzione del Ministro della salute, attraverso una interrogazione parlamentare dove abbiamo richiesto di pubblicare, quanto prima, un documento scientifico che chiarisca a tutti – anche ai più scettici – che il batterio non ha nulla a che fare con i prodotti finali e non intacca minimamente né la qualità dell'olio pugliese né quella delle altre produzioni agricole pugliesi.
  Abbiamo bisogno di ripensare l'olivicoltura. Abbiamo bisogno di un rilancio che parta dalla ricerca scientifica, dagli studi accademici applicati sul campo, su una stretta collaborazione tra mondo scientifico e agricoltori, che coinvolga le associazioni ambientaliste e quelle turistiche per piani olivicoli e di zonizzazione in grado di garantire redditività alle diverse tipologie di uliveti presenti in Puglia, ma anche nel resto d'Italia. Perché, come illustrato prima, un uliveto che dà reddito è un uliveto ben curato, e un uliveto ben curato è un uliveto che preserva l'ambiente, aumenta in maniera esponenziale la quantità di CO2 catturata e permette di tutelare il territorio.
  Se la politica e chi ci amministra pro tempore ha intenzione di fare del bene all'intero comparto, nonché a tutti i cittadini, sa bene quali passi compiere. E se non vuole compierli, non possiamo pensare altro che a una mancanza di volontà politica, tesa al mantenimento dello status quo, alla mancata voglia di permettere l'emancipazione economica e imprenditoriale degli agricoltori, a discapito di tutta la realtà italiana dell'olio di oliva.Pag. 54
  Voteremo favorevolmente, consapevoli di star compiendo un atto tardivo e pleonastico. Tutti i punti delle altre mozioni sono condivisibili e per questo avranno il nostro appoggio, ma quello di cui tutti hanno bisogno – agricoltori, cittadini, territorio pugliese – sono i fatti, le azioni concrete che non ci stancheremo di chiedere in maniera immediata. Gli agricoltori e i ricercatori non attendono altro che una politica che si dia finalmente da fare e permetta di uscire da questo stato di preoccupante crisi e allarme, garantendo loro una prospettiva futura buia. Se il Governo intende dimostrare di avere a cuore il sud Italia e la Puglia in particolare, non solo in campagna elettorale, faccia suoi questi impegni e si dia una mossa. L'emergenza non deve durare in eterno a vantaggio di pochi, ma essere presto accantonata e dimenticata per realizzare concretamente un futuro prospero per il comparto olivicolo. Tutto ciò è possibile, a mancare sono le scelte politiche, scelte politiche che sono presenti nella nostra mozione e che servono ad avere una visione futura del comporto olivicolo. Tutti si preoccupano dell'oggi, degli interventi da attuare in questo preciso istante per far vedere che ci diamo da fare per risolvere l'emergenza, in realtà servono visione e strategia, che ci prefiguriamo come obiettivi principali e che differenziano in maniera netta e decisa la nostra mozione da quelle delle altre forze politiche. Il MoVimento 5 Stelle ha una visione di Paese e di futuro, il MoVimento 5 Stelle vuole compiere scelte decise e chiare che abbiano ricadute positive da qui a vent'anni. Nelle decisioni delle altre forze politiche, ahinoi, non riscontriamo nulla di tutto questo, e ciò non fa che rinsaldare in noi la convinzione che sia la mancanza di scelte politiche lungimiranti ad averci condotto in questa situazione drammatica. Non tardiamo ancora (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capone. Ne ha facoltà.

  SALVATORE CAPONE. Grazie. Signora Presidente, signor Viceministro, onorevoli colleghe e colleghi, ieri in Aula, così come oggi, è risuonata in tutta la sua ampiezza e gravità l'emergenza Xylella fastidiosa, che il Salento e la Puglia sono costretti da circa due anni a fronteggiare. L'abbiamo narrata noi, sia pure per grandi linee, illustrando la mozione del Partito Democratico a prima firma della collega Mongiello, lo hanno fatto i colleghi delle altre forze politiche e lo ha fatto il Governo, che ha sottolineato l'attenzione – che noi condividiamo – con cui fin dall'inizio ha seguito questa vicenda. Ha descritto le azioni intraprese e rammentato come su questa emergenza siano state messe in campo misure e azioni che – cito testualmente il Viceministro Olivero – non hanno precedenti in campo di malattie fitosanitarie. Quindi, il nostro apprezzamento nei confronti del Governo, dall'inizio del suo impegno, è massimo. D'altra parte, è stato lo stesso Ministro Martina ad affermare più e più volte come in questo caso non si possa parlare di una drammatica questione territoriale ma di una vera e propria emergenza nazionale, avvalorata dalla dichiarazione dello stato di emergenza con cui il Consiglio dei ministri, nel febbraio 2015, ha potuto procedere alla nomina del commissario straordinario, e dalle risorse messe in campo, per 13 milioni di euro, al netto di quanto successivamente previsto nel decreto-legge 5 maggio 2015, n. 51, la cui conversione in legge è prossima; decreto che, insieme all'istituzione di un fondo per sostenere la realizzazione del piano di interventi nel settore olivicolo-oleario, con una dotazione di 4 milioni di euro nel 2015 e di 8 milioni di euro per gli anni 2016-2017, definisce la dotazione relativa alle misure compensative di sostegno per le imprese agricole danneggiate dalla diffusione del batterio della Xylella fastidiosa, con un incremento del fondo di solidarietà di 1 milione di euro nel 2015 e di 10 milioni di euro nel 2016. Le ragioni dell'emergenza vengono dunque confermate in tutta la loro gravità anche da questi importanti e rilevanti atti del Governo, e rafforzano Pag. 55l'esigenza, sostenuta dalla nostra mozione, di implementare gli interventi a sostegno delle imprese danneggiate dalla diffusione del batterio, perché – questo è in fin dei conti il nostro obiettivo – l'olivicoltura salentina e pugliese non debbano morire di Xylella fastidiosa, determinando un contraccolpo enorme per l'olivicoltura nazionale. Chiediamo interventi di sostegno al reddito, che significano anche esenzione dall'IMU per le imprese agricole e i terreni danneggiati dalla diffusione del batterio: obiettivo perseguito da tempo, anche con specifici ordini del giorno presentati e approvati da quest'Aula.
  La richiesta di sostegno e tutela giunge pressante dal mondo agricolo e dalle associazioni degli olivicoltori, impegnati in prima linea in questa battaglia, e giunge chiarissima da un intero territorio, consapevole di quanto su questa vicenda si giochi parte del suo futuro. E quando parlo di territorio, mi riferisco anche alla voce dei vescovi delle diocesi salentina e brindisina, che più volte si è levata in questa mesi e che nuovamente in questi giorni torna a sollecitare anche la stessa magistratura perché faccia chiarezza in modo rapido.
  Vale la pena leggere le dichiarazioni apparse sugli organi di informazione, perché sono la spia di un sentimento diffuso, deciso a difendere il paesaggio e gli ulivi, come elemento identitario fortissimo, e la propria olivicoltura, come segmento economico strategico. Vale la pena leggerle perché è un invito fortissimo anche a che la rassegnazione – e noi conosciamo fin troppo la relazione che intercorre tra il Mezzogiorno e la rassegnazione – non prenda il sopravvento e, anzi, se ci sono aspetti in questa vicenda vengano chiariti al più presto, e il mondo scientifico venga compiutamente e pienamente coinvolto per comprendere appieno i meccanismi di funzionamento del disseccamento rapido dell'azione del patogeno.
  D'altra parte, lo sappiamo, in questa vicenda non è coinvolta solo la magistratura penale ma anche quella amministrativa, cui si sono rivolti agricoltori e imprese che si sentivano penalizzati dal piano Silletti relativamente all'eradicazione degli ulivi, alla tutela delle produzioni biologiche e al blocco dell'attività imposto ai vivai.
  Dunque, fare presto e fare bene, per evitare che questa divenga sempre più una vicenda protagonista nelle aule giudiziarie. Infatti, la bussola ci dice che il nostro obiettivo è salvare l'olivicoltura salentina e pugliese, tutelare le imprese, difendere le eccellenze delle nostre aziende e del nostro olio, potenziare la ricerca e la sperimentazione, facendo – perché no ? – del territorio anche un parco di ricerca all'aperto e avere la certezza delle risorse. Insieme a questo, occorre rilanciare compiutamente l'olivicoltura nazionale, perché il nostro Paese torni ad essere un competitor di tutto rispetto, forte peraltro di quella varietà di cultivar che lo rende unico.
  C’è tutto questo alla base della nostra mozione, ma non solo. C’è una difesa di un modello di sviluppo che in questi anni, sempre più radicalmente, si è affermato, non solo nel Salento e in Puglia, ma nell'intero Paese, coniugando in modo innovativo paesaggio, agricoltura, turismo, beni culturali e ambientali, enogastronomia, quel che si dice brand Italia, un modello di sviluppo che sta dando i suoi frutti, anche nel segno di un ritorno all'agricoltura delle giovani generazioni, fondamentale perché – lo sappiamo fin troppo bene – è anche alla presenza di un'agricoltura virtuosa che dobbiamo la cura e la tutela del paesaggio.
  Ho avuto modo come tanti di noi di incontrare e di conoscere, nel corso di questi mesi, alcuni di questi giovani imprenditori agricoli. Sono appassionati, preparati, motivati, tenaci, sono quelli che hanno creduto in un rilancio dell'agricoltura e nelle nuove frontiere del biologico e hanno temuto fortemente che le misure fitosanitarie richieste dall'Europa potessero mettere a serio rischi l'impegno e il lavoro di anni.
  D'altra parte, non sono state poche le voci critiche relativamente al timore di un uso massiccio di fitofarmaci e pesticidi per l'impatto sia sull'ambiente che sulla salute Pag. 56delle popolazioni. Ecco perché, non a caso, nella mozione del Partito Democratico illustrata ieri e confermata oggi anche con questo voto finale, sottolineiamo la necessità del rafforzamento delle buone pratiche agricole e sosteniamo con forza la necessità di dare piena attuazione agli impegni assunti con la risoluzione approvata dalla stessa Commissione agricoltura della Camera dei deputati lo scorso 8 ottobre. Perché noi siamo convinti che la Xylella fastidiosa può essere combattuta solo con il potenziamento dell'azione di ricerca e sperimentazione, per chiarire i meccanismi alla base del fenomeno e per studiare l'agente patogeno, e può essere combattuta adeguatamente anche se noi comprendiamo a fondo il comportamento delle differenti cultivar dinanzi al batterio. Già sperimentazioni di questa natura stanno avvenendo ed è assolutamente necessario proseguire su questa strada, anche per capire come convivere al meglio con la sua presenza, e può essere combattuta incrementando e potenziando le buone pratiche agricole, oltre modo raccomandate dal piano Silletti, a volte desuete.
  Anche perché – non dobbiamo ignorarlo – i meccanismi legati all'erogazione delle risorse europee non sempre hanno incentivato in questi anni la produzione e la produzione di qualità.
  Termino con questo tema, il confronto con l'Europa, perché siamo convinti – e nella mozione è appunto rilevante – che il negoziato con l'Europa e l'impegno dell'Italia, così come sta facendo, debbano necessariamente essere condotti anche per ridefinire la radicalità delle misure che ci vengono imposte e che, se attuate alla lettera, trasformerebbero in deserto parte del nostro paesaggio.
  Noi siamo consapevoli, al pari dei commissari europei, che il rischio batterio non debba propagarsi ad altre regioni né ad altri Paesi, quegli stessi Paesi che per paura hanno dichiarato, senza apparente ragione, il blocco delle importazioni anche per specie esenti dal rischio Xylella. Siamo consapevoli della necessità di impedire epidemie ancora maggiori e, per questo, abbiamo sostenuto fin dall'inizio l'urgenza delle buone pratiche, che – sono parole del Commissario Silletti – hanno di fatto ridotto notevolmente la presenza del patogeno. Crediamo però che i vincoli all'esportazione delle produzioni vivaistiche e agroalimentari pugliesi debbano essere rimossi, che le indicazioni radicali circa la rimozione e la distruzione della fascia di sicurezza degli ulivi e di tutte le piante ospiti presenti nel raggio di 100 metri, indipendentemente dal loro stato di salute, debbano essere modificate e chiediamo che, nella definizione del nuovo piano del Commissario straordinario, vengano contemplate, insieme alle nuove misure europee, anche le evidenze della ricerca, della sperimentazione e degli approfondimenti tecnici degli enti di ricerca e degli organismi operanti nel campo agronomico e fitosanitario.
  È per tutte queste ragioni che il gruppo del PD dichiara il proprio sostegno e il proprio voto alla mozione, così come riformulata dal Governo, che ringraziamo per l'impegno dimostrato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ottobre. Ne ha facoltà.

  MAURO OTTOBRE. Signora Presidente, onorevoli colleghi, intervengo sicuramente per dichiarare il nostro voto favorevole, ma anche per portare la nostra solidarietà alla Puglia per quello che è accaduto per quanto riguarda la pianta dell'ulivo e anche segnalare che anche noi, nel piccolo Trentino, che abbiamo la produzione di olio più a nord d'Europa, non abbiamo tanto badato alla quantità ma alla qualità e, negli ultimi sette o otto anni, abbiamo anche ottenuto numerosi premi che attestano la qualità, che evidentemente dice che la politica dell'olio è giusta sostanzialmente.
  Ecco, allora, credo che anche tutto il Paese Italia debba guardare un po’ meno alla quantità ma più alla qualità, perché credo che il nostro olio a livello del mondo sia un biglietto da visita importante.

Pag. 57

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente, io intervengo perché ancora in quest'Aula si parla del batterio della Xylella come se fosse la causa già provata scientificamente del complesso del disseccamento rapido. Bene, tutti gli enti dell'Unione europea hanno detto che ancora evidenze scientifiche di questa correlazione diretta non ci sono. Ancora si parla di emergenza: l'emergenza sono i partiti, che continuano a dormire, continuano a non dare soluzioni strutturali, come invece abbiamo proposto noi.
  E ancora, faccio un appello al Governo: quando sulle misure fiscali si interviene modificando gli impegni e inserendo la clausola «a valutare l'opportunità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica», vuol dire che questo Parlamento viene esautorato e invece di dare indicazioni al Governo di come vengono spese le risorse, questo Parlamento rimane prono al volere evidentemente di qualcuno e quindi perdendo la sovranità che è stata attribuita a questo Parlamento dal popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
  Per una precisazione sui pareri, ha chiesto di parlare il Viceministro Olivero. Ne ha facoltà.

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Grazie, Presidente, venendo incontro all'istanza dell'onorevole Palese, proponente appunto di una delle mozioni, volevo rivedere questo parere già espresso per quanto riguarda la premessa. Io per le premesse non avevo voluto valutare per singoli punti e quindi avevo dato una valutazione contraria, ma il Governo sarebbe disponibile a dare una valutazione positiva a patto dell'accoglimento di alcune modifiche. Al quarto capoverso, quello che inizia con le parole: «l'epidemia», al termine di questo capoverso, dove si dice: «ma lo stato della ricerca in agricoltura» espungere le parole: «è sconfortante» e sostituirle con le seguenti: «ad oggi non ha consentito di produrre i risultati sperati».
  Poi, chiedo l'espunzione dell'intero capoverso successivo, dalle parole: «l'ultimo dramma» fino alle parole: «tecnico-aziendali». Infine, chiedo l'espunzione dell'ultimo capoverso delle premesse, quello che inizia con le parole: «il decreto-legge» fino alle parole: «settore agricolo in crisi», in quanto la riflessione e l'analisi che i proponenti hanno prodotto, che naturalmente è espressione di una legittima valutazione politica, è inerente al decreto, appunto, che sarà in discussione in Aula prossimamente e che è all'analisi del Governo. Pertanto, credo che sia opportuno riservare le osservazioni, che qui sono riportate, al momento del confronto su questo tema, al fine poi anche di vedere, nel corso dell'analisi, appunto, quale sarà l'esito del dibattito e, quindi, quale sarà il testo definitivo del decreto che sarà portato all'esame dell'Aula.

  PRESIDENTE. Onorevole Palese, condivide la proposta di riformulazione avanzata dal Governo ?

  ROCCO PALESE. Signora Presidente, accolgo positivamente la rivalutazione da parte del Governo, soprattutto nell'ultima parte dell'intervento del Viceministro, che riguarda il decreto, perché sostanzialmente è vero che lo dobbiamo discutere. Se il Governo si arricchisce esclusivamente di tutto quello che è emerso, nella gravità di questo problema, per implementare già gli interventi previsti all'interno del decreto, non solo dal punto di vista finanziario, ma anche rispetto alle altre situazioni che sono emerse, compresa l'IMU agricola e quant'altro, io accetto la nuova proposta da parte del rappresentante del Governo.

  PRESIDENTE. Quindi, viene meno anche la votazione per parti separate.

Pag. 58

(Votazioni)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Come da prassi le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Palese e Fabrizio Di Stefano n. 1-00838 (Nuova formulazione), come riformulata su richiesta del Governo e su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Gebhard. Aspettiamo i colleghi e le colleghe che stanno prendendo posto e poi chiudiamo la votazione. Senaldi. Quartapelle Procopio, ha votato ? Sì, Ciprini anche.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  411   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
 411).    

  (Il deputato Falcone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione della mozione Matarrese ed altri n. 1-00800.
  Avverto che i presentatori hanno accettato le proposte del Governo relative alla riformulazione dei capoversi secondo, terzo e quarto del dispositivo e all'espunzione dell'ultimo capoverso del dispositivo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Matarrese ed altri n. 1-00800, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalla precedente votazione, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palma.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  407   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
 407).    

  (Il deputato Falcone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Duranti ed altri n. 1-00863, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Ascani, Palma, Vitelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  408   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
 408).    

  Passiamo alla votazione della mozione Pastorelli ed altri n. 1-00864. Avverto che i presentatori hanno accettato le proposte del Governo relative alla riformulazione dei capoversi secondo, terzo, sesto e ottavo del dispositivo e all'espunzione del quinto capoverso del dispositivo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Pastorelli ed altri n. 1-00864, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Capua, Fabbri, Piccoli Nardelli, Invernizzi...Pag. 59
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  413   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato
 413).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Fauttilli ed altri n. 1-00865, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Cariello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  404   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
 404).    

  Passiamo alla votazione della mozione L'Abbate ed altri n. 1-00870 (Nuova formulazione). Avverto che i presentatori della mozione hanno accettato le proposte del Governo relative alla riformulazione dei capoversi secondo, settimo, lettera d), e decimo del dispositivo, mentre non hanno accettato l'espunzione del quinto capoverso del dispositivo. Avverto, altresì, che è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare il quinto capoverso del dispositivo distintamente dalla restante parte della mozione.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione L'Abbate ed altri n. 1-00870 (Nuova formulazione), come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, ad eccezione del quinto capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gadda, Rotta, Lo Monte, Dambruoso, Monaco, Ascani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  411   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
 411).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione L'Abbate ed altri n. 1-00870 (Nuova formulazione), limitatamente al quinto capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capelli, Palese, Fantinati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  412   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato
 145    
    Hanno votato
no  267).    

  Passiamo alla votazione della mozione Pizzolante ed altri n. 1-00871 (Nuova formulazione). Avverto che i presentatori della mozione hanno accettato le proposte del Governo relative alla riformulazione dei capoversi primo, secondo, terzo, quarto e quinto del dispositivo e all'espunzione del settimo capoverso del dispositivo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Pizzolante ed altri n. 1-00871 (Nuova formulazione), come riformulata su richiesta Pag. 60del Governo e per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  400   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato
 396    
    Hanno votato
no    4).    

  (Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Mongiello ed altri n. 1-00872, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Colaninno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  405   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
 405).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rampelli ed altri n. 1-00873, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Galperti, Malisani, Colaninno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  408   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
 408).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Segoni ed altri n. 1-00874, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi, Dall'Osso, Turco, Zardini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  409   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
 409).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Fedriga ed altri n. 1-00875 (Nuova formulazione), come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colaninno, Roberta Agostini, Lattuca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  405   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
 404    
    Hanno votato
no    1).    

  (Il deputato De Rosa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

Pag. 61

Sui lavori dell'Assemblea.

  PRESIDENTE. Avverto che, con lettera in data odierna, il presidente della XIII Commissione (Agricoltura), anche a nome dell'ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha chiesto alla Presidenza il posticipo a giovedì 11 giugno dell'avvio della discussione in Assemblea del disegno di legge di conversione del decreto-legge 5 maggio 2015, n. 51, A.C. 3104, in materia di agricoltura.
  Essendo stato acquisito il consenso di tutti i gruppi, la discussione sulle linee generali si intende rinviata a tale data.
  Sempre secondo le intese dei gruppi, l'esame dei rimanenti argomenti con votazioni previsti dal calendario avrà luogo da martedì alle ore 15.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Venerdì 5 giugno 2015, alle 9,30:

  Svolgimento di interpellanze urgenti.

  La seduta termina alle 13,35.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DELLA DEPUTATA PAOLA PINNA SULLE MOZIONI CONCERNENTI INTERVENTI A FAVORE DELLA SARDEGNA

  PAOLA PINNA. Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, sappiamo bene che una mozione rappresenta più che altro un cenno di interesse che spesso si esaurisce nell'arco di pochi giorni. Forse però fare il riepilogo dei problemi che interessano un'area particolare può servire per rinfrescare la memoria e delineare un quadro generale di cui è altrimenti difficile farsi un'idea. Queste mozioni descrivono attraverso uno sguardo a volo d'uccello una Sardegna bloccata, invischiata in situazioni paradossali di inerzia e abbandono in cui è difficile sciogliere il bandolo della matassa.
  L'impegno che chiediamo di assumere oggi al Governo è un impegno che aspettiamo da tempo. Mi auguro che questa sia la volta buona per farsi carico delle criticità esistenti e superarle, al di là delle responsabilità del passato. I sardi aspettano azioni concrete e non più vane parole. Da uno Stato serio deriva la sua autorevolezza e la disponibilità dei propri cittadini ad accettare sacrifici e collaborare per superare crisi profonde.
  Le problematiche che affliggono l'isola sono state ampiamente esposte durante la discussione generale: deficit infrastrutturale, costo dell'energia, trasporti interni e continuità territoriale, inquinamento, trivellazioni, servitù militari, scorie nucleari. E non è questione di reazioni istintive che si sintetizzano in posizioni di netta contrapposizione quali «non nel mio giardino ma in quello del vicino» o ancor peggio di pretese dettate da atteggiamenti di tipo vittimistico. Quello che esaspera è l'eccessiva pressione sul territorio causata dalla concentrazione di tante criticità.
  I dati SVIMEZ parlano chiaro: la regione è sempre più povera, nonostante risulti formalmente uscita dall'obiettivo «Convergenza» e sia entrata nell'obiettivo «Competitività». Certo, non si risolleva un'economia in evidente crisi di identità con la risoluzione dei problemi elencati. Manca un'idea nuova di sviluppo basata sulle vocazioni naturali del territorio.
  Vale comunque la pena soffermarsi sui limiti, fisici e culturali, che arrivano dal passato, da modelli di sviluppo calati dall'alto e fallimentari, da promesse non mantenute, da una specialità male interpretata e poco virtuosa.
  Faccio solo un breve cenno a due punti esemplificativi del rapporto tra Stato e Regione: il mancato G8 de La Maddalena e la continuità territoriale.
  Le vicende del mancato G8, i procedimenti penali in corso, l'abbandono nel quale si trova l'ex arsenale e le mancate Pag. 62bonifiche delle aree marine antistanti sono un vero e proprio scandalo. Ma prima che uno scandalo, anche giudiziario, rappresentano una grave offesa inflitta da uno Stato che ha deciso improvvisamente di non mantenere gli impegni assunti, non con i maddalenini ma con i sardi. Il Governo Berlusconi aveva promesso di compensare la chiusura della base militare con la realizzazione di importanti opere che avrebbero consentito di ospitare il G8.
  Poi ci fu il terremoto in Abruzzo e con una mossa esclusivamente propagandistica venne annunciato lo spostamento del vertice a L'Aquila. Il capoluogo abruzzese avrebbe avuto bisogno di ben altri interventi, basta vedere lo stato in cui ancora versa. Paradossalmente il dirottamento verso altre priorità non ha fatto altro che spostare l'attenzione e le risorse che avrebbero fatto in modo che L'Aquila oggi non sia una città fantasma. La Maddalena, parallelamente, si ritrova con opere incomplete e decadenti e un'area marina più inquinata di prima.
  Altro punto critico è la continuità territoriale. Non entro nel merito di quella aerea che è a totale carico della Regione ma su quella marittima ci sarebbe da discutere per ore se non altro perché l'attuale convenzione della durata di ben otto anni, senza procedura ad evidenza pubblica, è stata decisa tra Ministero e CIN lasciando fuori dalle trattative la Regione Sardegna, diretta interessata. Sono state inserite clausole di salvaguardia che si sapeva benissimo sarebbero scattate dopo una prima applicazione del regime di continuità. La Regione non ha la possibilità di convocare un tavolo per la revisione delle condizioni, per cui per essere sentita deve aspettare le scadenze predefinite nella convenzione o che sia una delle parti firmatarie a richiederlo. Finora la Regione si è giostrata in questo accordo in via informale trattando sulle modalità della riduzione dei servizi per evitare l'aumento delle tariffe.
  La contribuzione dello Stato rispetto a quando il servizio era gestito da Tirrenia è praticamente dimezzata e ammonta a 53 mln di euro all'anno. Un impegno anche di poco superiore sarebbe al riparo da procedure di infrazione se ben usato. L'esigenza più forte è l'estensione del regime di continuità ai tre mesi estivi non coperti da servizio onerato. Inutile dire che spostamenti all'interno del territorio nazionale dovrebbero essere garantiti a prezzi costanti e non soggetti alla mera legge della domanda e dell'offerta, dal momento che stiamo parlando di tutela del diritto alla mobilità, garantito in Costituzione a prescindere dalla realtà geografica in cui si vive.
  Non meno importante sarebbe l'effetto calmierante sui prezzi, visto che il settore è stato in passato interessato da pratiche di cartello tra gli armatori che hanno reso particolarmente oneroso raggiungere la Sardegna, con evidenti ripercussioni sulle attività economiche situate nell'isola. La difficoltà di accedere al servizio di trasporto marittimo a prezzi accettabili sia per i residenti che per i turisti ha alimentato e ampliato la crisi economica e lo stallo occupazionale e produttivo.
  Ridiamo quindi luce all'identità della Sardegna e restituiamole il suo ruolo nell'area mediterranea, sarebbe un valore aggiunto per tutto il resto dell'Italia. Ho sottoscritto con convinzione la mozione del collega Capelli e condivido le richieste fatte al Governo.
  Dichiaro, dunque, il mio voto favorevole alla mozione e auspico un coinvolgimento di tutti e una condivisione trasversale degli impegni.
  Grazie.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Moz. Capelli e a. 1-697 364 364 183 364 88 Appr.
2 Nom. Moz. Bianchi N. e a. 1-850 rif. 370 370 186 370 87 Appr.
3 Nom. Moz. Nizzi e a. 1-851 rif. 377 377 189 377 87 Appr.
4 Nom. Moz. Mura e a. 1-854 rif. 376 376 189 376 87 Appr.
5 Nom. Moz. Piso e a. 1-855 383 383 192 383 87 Appr.
6 Nom. Moz. Rampelli e a. 1-858 rif. 380 380 191 380 87 Appr.
7 Nom. Risoluz. Pili e a. 6-137 – I p. 382 362 20 182 112 250 87 Resp.
8 Nom. Risoluz. Pili e a. 6-137 – II p. 388 364 24 183 103 261 86 Resp.
9 Nom. Pdl 1092-B – em. 1.1 378 376 2 189 57 319 86 Resp.
10 Nom. em. 1.4 390 387 3 194 56 331 87 Resp.
11 Nom. em. 1.3 387 384 3 193 53 331 87 Resp.
12 Nom. em. 1.2 392 389 3 195 55 334 87 Resp.
13 Nom. em. 1.5 386 385 1 193 53 332 87 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1.6 392 390 2 196 54 336 87 Resp.
15 Nom. em. 1.7 392 389 3 195 55 334 87 Resp.
16 Nom. em. 1.8 392 389 3 195 55 334 88 Resp.
17 Nom. em. 1.9 398 395 3 198 55 340 87 Resp.
18 Nom. articolo 1 400 397 3 199 322 75 86 Appr.
19 Nom. articolo 2 403 400 3 201 325 75 86 Appr.
20 Nom. articolo 3 404 400 4 201 337 63 86 Appr.
21 Nom. em. 4.1 400 397 3 199 58 339 85 Resp.
22 Nom. articolo 4 404 401 3 201 318 83 85 Appr.
23 Nom. Pdl 1092-B – voto finale 405 404 1 203 329 75 80 Appr.
24 Nom. Moz. Palese e a. 1-838 n.f. rif. 411 411 206 411 78 Appr.
25 Nom. Moz. Matarrese e a. 1-800 rif. 407 407 204 407 78 Appr.
26 Nom. Moz. Duranti e a. 1-863 rif. 408 408 205 408 78 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 35)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. Moz. Pastorelli e a. 1-864 rif. 413 413 207 413 78 Appr.
28 Nom. Moz. Fauttilli e a. 1-865 rif. 404 404 203 404 78 Appr.
29 Nom. Moz. L'Abbate e a. 1-870 nf rif Ip 411 411 206 411 78 Appr.
30 Nom. Moz. L'Abbate e a. 1-870 nf rif II 412 412 207 145 267 78 Resp.
31 Nom. Moz. Pizzolante e a. 1-871 n.f.rif 400 400 201 396 4 78 Appr.
32 Nom. Moz. Mongiello e a. 1-872 rif. 405 405 203 405 78 Appr.
33 Nom. Moz. Rampelli e a. 1-873 rif. 408 408 205 408 78 Appr.
34 Nom. Moz. Segoni e a. 1-874 rif. 409 409 205 409 78 Appr.
35 Nom. Moz. Fedriga e a. 1-875 n.f. rif. 405 405 203 404 1 78 Appr.