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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 426 di mercoledì 13 maggio 2015

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

  La seduta comincia alle 10.

  CLAUDIA MANNINO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Artini, Bonavitacola, Michele Bordo, Dellai, Di Lello, Ferrara, Fraccaro, Giacomelli, Guerra, Losacco, Merlo, Pes, Portas, Rampelli, Realacci, Schullian, Scotto, Speranza, Tabacci, Tofalo, Valeria Valente, Villecco Calipari e Vitelli sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centouno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,09).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Prima di sospendere la seduta, colgo l'occasione per salutare gli studenti e i docenti del corso di diritto costituzionale dell'Università «Parthenope» di Napoli, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10,30.

  La seduta, sospesa alle 10,10, è ripresa alle 10,40.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Cirielli ed altri; Duranti ed altri; Garofani ed altri; Artini ed altri: Disposizioni concernenti la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali (A.C. 45-933-952-1959-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 45-933-952-1959-A: Cirielli ed altri; Duranti ed altri; Garofani ed altri; Artini ed altri: Disposizioni concernenti la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali.
  Ricordo che nella seduta dell'11 maggio 2015 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il rappresentante del Governo Pag. 2è intervenuto in sede di replica, mentre il relatore per la Commissione difesa vi ha rinunziato.

(Esame degli articoli – A.C. 45-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato delle proposte di legge.
  Avverto che le Commissioni hanno presentato gli emendamenti 9.100, 20.100 e 22.100, che sono in distribuzione e con riferimento ai quali il termine per la presentazione di subemendamenti è fissato alle ore 11,15.
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 45-A ed abbinate), che sono in distribuzione.
  In particolare, il parere della Commissione bilancio reca alcune condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sono in distribuzione e che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
  Avverto che la deputata Spadoni ha sottoscritto tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 8 presentati dai deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle.

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 45-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 45-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

  ANDREA MANCIULLI, Relatore per la III Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti Duranti 1.50 e Palazzotto 1.51, parere favorevole sull'emendamento Scagliusi 1.54 e parere contrario sugli emendamenti Artini 1.13, Piras 1.52 e Duranti 1.53.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Duranti 1.50, sul quale vi è il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie, signor Presidente. Noi, con questo emendamento, vogliamo ancorare la tipologia delle missioni e delle operazioni internazionali alle quali il nostro Paese può partecipare alla Carta delle Nazioni Unite.

  PRESIDENTE. Scusi, collega Duranti. Colleghi, per favore, il tono della voce. La collega Duranti sta parlando. Prego.

  DONATELLA DURANTI. Carta delle Nazioni Unite, che, voglio ricordare, pone disposizioni alle quali si devono riferire anche le missioni e le operazioni in ambito NATO. Quindi, noi pensiamo che specificare ulteriormente le operazioni e la tipologia delle missioni alle quali possiamo partecipare garantisca maggiormente l'ancoraggio all'articolo 11 della Costituzione e l'ancoraggio al diritto internazionale generale e al diritto internazionale dei diritti umani. Non basta, cioè, fare riferimento alla legalità internazionale; secondo noi, è necessario elencare la tipologia delle missioni.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 1.50, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.Pag. 3
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  De Maria, Terrosi, Catania, Cassano, Capodicasa, Spadoni, Ottobre, Mongiello, Argentin, Antimo Cesaro, Mazziotti Di Celso, Gasparini, Molea, Folino, Marco Meloni, Bombassei, Basilio, Sereni, Di Lello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  374   
   Votanti  371   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato   61    
    Hanno votato no  310.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Palazzotto 1.51, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie, signor Presidente. Con questo emendamento chiediamo di sopprimere le parole «o di altre organizzazioni internazionali»; altre organizzazioni internazionali che nel testo non sono meglio specificate. Però, evidentemente, nel dibattito, nella discussione, nel Comitato ristretto e nella Commissione, si è fatto riferimento alla NATO, ad un'organizzazione internazionale di cui l'Italia fa parte. Noi crediamo che non si possano autorizzare missioni od operazioni nell'ambito della NATO, perché voglio ricordare, uno fra tutti, il conflitto in Afghanistan e la relativa missione internazionale a guida NATO, alla quale l'Italia ha partecipato, con il suo portato di migliaia di morti civili, di migliaia di morti militari, tra militari italiani, americani e di tutti i Paesi che hanno partecipato.
  Consideriamo, appunto, quelle della NATO, missioni che hanno una portata di guerra e di uso spropositato della forza bellica. Per cui chiediamo di approvare questo emendamento e di sopprimere il riferimento a «organizzazioni internazionali», come la NATO.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Artini. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ARTINI. Grazie, Presidente. Intervengo per confermare il nostro parere favorevole a questo emendamento. Effettivamente sarebbe opportuno che la storia ci insegnasse qualcosa anche nella creazione di testi di legge. Abbiamo visto quello che è stato effettivamente aderire a missioni organizzate da altre organizzazioni internazionali, che non siano l'ONU o l'Unione europea, cosa abbia portato sia in termini di costi umani, che in termini di costi finanziari, da parte della nostra nazione.
  Quindi io chiedo ai colleghi di riflettere sugli ultimi venti anni di missioni internazionali ed eventualmente di votare favorevolmente l'emendamento Palazzotto 1.51.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palazzotto 1.51 con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sani, Tartaglione, Malpezzi, Sberna, Venittelli... chi altro non ha votato ? Mi pare che abbiano votato tutti...D'Attorre... L'aspettiamo e poi chiudiamo... anche Vecchio, Matarrese... Vecchio e D'Attorre hanno votato... aspettiamo Matarrese...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  387   
   Votanti  383   
   Astenuti   4   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato   65    
    Hanno votato no    318    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 4

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scagliusi 1.54 con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Taricco, Colonnese, Sberna, Donati... chi altro non ha votato ? Mi pare che abbiano votato tutti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  385   
   Votanti  383   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato  377    
    Hanno votato no     6    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Le deputate Gelmini e Locatelli hanno segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbero voluto esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Artini 1.13, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Artini. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ARTINI. Grazie Presidente. Intervengo molto velocemente per dare quella che era un po’ la volontà alla base di quasi tutti i testi di legge che erano stati presentati, relativamente a questo tipo di riorganizzazione delle missioni internazionali.
  La nostra volontà fin dal principio è stata quella di caratterizzare e di dare un percorso preciso, un po’ come altre nazioni fanno – penso alla Germania per esempio – un percorso preciso di quelle che sono le missioni internazionali, che possono essere implementate dall'Italia. L'elenco, che non sto qui a dettagliare, dava una copertura di diritto internazionale sicuramente più stringente rispetto a quella della formulazione della legge. Quindi, invito i colleghi a valutare anche questo, considerando quell'ampiezza di possibilità che era data precedentemente e che comunque non viene ristretta in maniera così limitante in questo testo, nella versione che stiamo per votare. Come dicevo prima, sarebbe opportuno ripensare a quello che storicamente ci ha portato a determinate missioni. Quindi, eventualmente limitare l'azione, la possibilità del Governo di fare questo tipo di azione sarebbe stato opportuno.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Artini 1.13, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci... chi non ha votato ancora ? Capozzolo, D'Incecco, Dellai, Furnari, Incerti, Ribaudo non riesce a votare... ecco, adesso ci siamo... mi pare che abbiano votato tutti ...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  392   
   Votanti  389   
   Astenuti   3   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato   69    
    Hanno votato no    320    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Piras 1.52, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie, signor Presidente. Con questo emendamento, invece, vogliamo eliminare la previsione che si possano inviare assetti all'estero. Per assetti civili, ma soprattutto militari si intendono beni, armamenti, componenti militari. Vogliamo appunto escludere che Pag. 5sia possibile, nell'ambito di applicazione di questa legge, prevedere l'invio di assetti all'estero, proprio perché riteniamo che questo sia un compito, una funzione che non deve essere inserita...

  PRESIDENTE. Colleghi, il tono della voce, per favore !

  DONATELLA DURANTI. ... nell'applicazione di una normativa quadro che definisce quali siano le missioni internazionali alle quali il nostro Paese può partecipare.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piras 1.52.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grassi, Dellai, Antezza.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  396   
   Votanti  390   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  196   
   Hanno votato   65    
    Hanno votato no  325.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Duranti 1.53, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Grazie, Presidente. Noi, con questo emendamento, intendiamo eliminare un'ambiguità che è contenuta nel testo, in modo specifico l'ambiguità relativa al rispetto degli obblighi derivanti dalle alleanze internazionali, anche perché prima, nella formulazione precedente, si fa riferimento al rispetto dei principi della legalità internazionale. Quindi, noi vogliamo evitare che ci siano condizioni in cui l'obbligo derivante dall'appartenenza ad alleanze internazionali sopravanzi l'obbligo che viene, invece, stabilito in precedenza da questa formulazione, quando si fa riferimento al rispetto della legalità internazionale. Vogliamo evitare, cioè, che l'obbligo derivante dall'appartenenza ad alleanze internazionali ci porti a missioni che niente hanno a che fare con quanto previsto dalla legalità e dal diritto internazionale e da quanto previsto in principal luogo dalle Nazioni Unite.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 1.53.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Moscatt, Di Lello.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  397   
   Votanti  394   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato   65    
    Hanno votato no    329.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Zaccagnini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Artini. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ARTINI. Intervengo molto velocemente. Al netto delle valutazioni emendative, devo ringraziare – lo dico proprio espressamente – per questo articolo, perché effettivamente c’è stata una volontà, da parte dei relatori, che ringrazio espressamente, e da parte anche di tutte le forze di maggioranza, di voler normare quella che è la definizione di una missione internazionale, che nella prima bozza del testo non era stata definita. E Pag. 6questo effettivamente è stato un lavoro di cui ringrazio sia le forze di maggioranza che di opposizione, perché non c’è stata nessuna preclusione nel voler definire questo. Pertanto, annuncio il voto favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fantinati, Palazzotto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  397   
   Votanti  342   
   Astenuti   55   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato  338    
    Hanno votato no     4.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 45-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 45-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

  ANDREA MANCIULLI, Relatore per la III Commissione. Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti Duranti 2.50, Gianluca Pini 2.5 e 2.6, Duranti 2.51, Scagliusi 2.59, Piras 2.52 e sugli identici emendamenti Piras 2.55 e Corda 2.56. Le Commissioni esprimono, altresì, parere contrario sugli emendamenti Artini 2.3 e 2.12, Corda 2.57 e Scagliusi 2.58, mentre esprimono parere favorevole sull'emendamento 2.200 della V Commissione (Bilancio). Le Commissioni esprimono, infine, parere contrario sull'articolo aggiuntivo Corda 2.050.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore Manciulli.

  GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Presidente, nella confusione e nella concitazione dei lavori del Comitato dei nove, in attesa di un parere della Commissione bilancio che è stato molto sofferto, molto complesso e molto condizionante, penso sia sfuggito al relatore Manciulli il fatto che, mentre si attendevano, appunto, la relazione e il parere della Commissione bilancio, sul mio emendamento 2.6 il Governo avesse dato parere favorevole. Questo era quanto era stato acquisito attraverso il sottosegretario Giro. Invece, lei ha reso parere contrario. È di competenza della Commissione esteri, non della Commissione difesa.

  PRESIDENTE. Va bene, collega.

  GIANLUCA PINI. No, perché se si dice una cosa in Comitato dei nove e, poi, si viene qui ed è diversa, è chiaro che cambia poi l'atteggiamento complessivo del gruppo rispetto al provvedimento.

  PRESIDENTE. Se i relatori o il Governo chiedono la parola, le risponderanno, altrimenti così si lascia intendere, che il parere è contrario, come mi è stato dato dal relatore Manciulli e dal Governo.

  ANDREA MANCIULLI, Relatore per la III Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA MANCIULLI, Relatore per la III Commissione. Presidente, onorevole Pag. 7Gianluca Pini, il parere favorevole a un suo emendamento è sul 19.2. Il suo emendamento 2.6 è quello che riguarda il Consiglio supremo di difesa sul quale erano emersi dubbi giuridici.

  PRESIDENTE. Collega Gianluca Pini ?

  GIANLUCA PINI. Presidente, il mio emendamento 2.6 non riguarda il Consiglio supremo di difesa. C’è, evidentemente, come ho detto, confusione o un errore. Quindi, se cortesemente si vuole ripristinare quello che era stato detto e preso come impegno in sede di Comitato dei nove, bene, altrimenti è chiaro che, come ripeto, cambia totalmente l'atteggiamento del mio gruppo nei confronti del provvedimento e anche del prosieguo dei lavori.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Duranti 2.50.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie Presidente, noi insistiamo, avevamo presentato una proposta di legge che prevedesse l'autorizzazione per legge delle missioni e delle operazioni internazionali. In altre parole, la necessità di una definizione legislativa più stringente e una disciplina della normativa da parte di una norma appunto di rango primario, quindi di una norma di legge e non di semplici deliberazioni o atti di indirizzo. Insistiamo perché pensiamo che, in riferimento alla politica di difesa e sicurezza nazionale, il Parlamento debba assumere a sé alcune prerogative che in questi anni invece non ha avuto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Piras. Ne ha facoltà.

  MICHELE PIRAS. Intervengo per integrare quanto diceva la collega Duranti sul tema. Noi pensiamo che la questione delle procedure autorizzative delle missioni internazionali sia uno dei nodi maggiormente critici di questa legge quadro sulle missioni internazionali, anzitutto poiché, come in altri provvedimenti che stiamo votando in quest'Aula e in questo Parlamento durante la legislatura in corso, anche questo provvedimento tende ad esautorare il Parlamento dalla responsabilità primaria di decidere in tema di missioni internazionali. La norma prevede allo stato attuale, nell'ordine, la determinazione del Governo, sentito il Presidente della Repubblica che eventualmente si avvale del Consiglio supremo di difesa. Noi pensiamo che la questione vada riportata primariamente alle Camere attraverso un atto formale che deliberi le missioni.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Artini. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ARTINI. Presidente, scusi, giusto perché sul fascicolo non c’è effettivamente l'indicazione dell'articolo aggiuntivo 2.050 e dell'emendamento 2.200, era giusto perché volevo dei chiarimenti su alcuni punti e non vorrei fare errori formali.

  PRESIDENTE. Trova l'articolo aggiuntivo 2.050 a pagina 6 dopo la votazione dell'articolo 2.

  MASSIMO ARTINI. Sì, mi scusi.

  PRESIDENTE. Mentre voteremo l'emendamento della Commissione dopo gli identici emendamenti Piras 2.55 e Corda 2.56.

  MASSIMO ARTINI. Grazie mille, Presidente.

  PRESIDENTE. Prego. Non essendovi altri interventi su questo emendamento, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 2.50, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.Pag. 8
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer... Fanucci... Ferraresi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  355   
   Astenuti   52   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato   20    
    Hanno votato no    335.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

   Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 2.5, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fitzgerald... Sberna... Lombardi... Romanini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  411   
   Votanti  400   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato   62    
    Hanno votato no    338.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Chiedo di accantonare per un momento l'emendamento Gianluca Pini 2.6.

  PRESIDENTE. Il Governo propone un accantonamento. Il relatore ?

  ANDREA MANCIULLI, Relatore per la III Commissione. Le Commissioni esprimono parere favorevole sull'accantonamento dell'emendamento Gianluca Pini 2.6.

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, l'emendamento Gianluca Pini 2.6 è accantonato. Poiché l'emendamento Duranti 2.51 riguarda lo stesso comma 1 dell'articolo 2, se non vi sono obiezioni è accantonato anche questo.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Scagliusi 2.59 che riguarda il secondo comma. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scagliusi 2.59, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colletti. Chi non ha votato ? Mazzoli, Fossati, Morani, Bruno, Crippa.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  417   
   Votanti  415   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato   92    
    Hanno votato no    323.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Piras 2.52, sul quale vi è il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie, signor Presidente. Con questo emendamento, invece, vogliamo restituire la prerogativa del Parlamento, delle Camere rispetto alla decisione sulla partecipazione alle missioni internazionali. Quindi, chiediamo che gli atti del Governo vengano trasmessi alle Camere, che devono essere messe in condizioni di esaminarli e, quindi, poi, di assumere le conseguenti deliberazioni parlamentari per non stravolgere quello che Pag. 9era il principio che ha guidato il dibattito all'interno del Comitato ristretto, che è, appunto, quello di riportare nella potestà, nelle prerogative delle Camere la decisione su questa delicatissima materia. Quindi, si prevede che le deliberazioni siano trasmesse, esaminate e, poi, deliberate con atti specifici delle Camere.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piras 2.52, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Chi non riesce a votare ? Covello, Invernizzi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  413   
   Votanti  411   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato   87    
    Hanno votato no    324.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Piras 2.55 e Corda 2.56.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Corda. Ne ha facoltà.

  EMANUELA CORDA. Grazie, Presidente. Con questi identici emendamenti volevamo ribadire l'importanza del passaggio in Aula e, quindi, del pronunciamento dell'Assemblea, perché riteniamo questo testo abbastanza ambiguo: il pronunciamento delle Camere potrebbe restringere il tutto soltanto alle Commissioni. Riteniamo che il Parlamento, invece, debba esprimersi e che lo debba fare in un contesto assembleare, anche perché con questo provvedimento già stiamo rinunciando ad un procedimento rafforzato per strumenti più blandi, come risoluzioni e mozioni. Quindi, riteniamo fondamentale che ci sia questo voto da parte dell'Assemblea riunita.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Basilio. Ne ha facoltà.

  TATIANA BASILIO. Grazie, Presidente. Questi identici emendamenti per noi sono molto importanti in quanto vogliamo ribadire che, dopo moltissimi anni, finalmente, riesce ad approdare in quest'Aula parlamentare una proposta di legge che va a sancire, a definire le missioni internazionali. Quindi, con questi identici emendamenti vogliamo ricordare che si deve dare forza al Parlamento, che si deve riportare la decisione in Parlamento e non che, di nuovo, si debba portare ambiguità in un testo che dovrebbe portare semplicemente ed unicamente chiarezza nei procedimenti relativi ai finanziamenti delle missioni internazionali all'estero, alle quali l'Italia partecipa ormai da tantissimi anni; missioni che sono dette anche di pace, sulle quali non siamo sempre in accordo.
  Quindi, è veramente importante che il Parlamento possa, finalmente, decidere e, finalmente, deliberare quando e come l'Italia dovrà partecipare a queste missioni internazionali. Quindi, chiedo all'Aula che si esprima in maniera positiva e favorevole.

  PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Piras 2.55 e Corda 2.56, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Bianconi, Lombardi...Pag. 10
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  413   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato   90    
    Hanno votato no    323.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Colleghi, colgo l'occasione per fare gli auguri al collega Andrea Cecconi e consorte per la nascita del figlio Diego (Applausi). Gli auguri della Presidenza.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

  MASSIMO ARTINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ARTINI. Presidente, su questo emendamento che è arrivato in Commissione al Comitato dei nove pochi minuti fa, so che forse è proceduralmente errato, ma mi preme chiedere un accantonamento anche se è nel rispetto dell'articolo 81 della Costituzione. Infatti, c’è uno spunto sul quale io devo chiedere obbligatoriamente un chiarimento, perché la parte che sopprime il comma 3 dell'articolo 2 stravolge e probabilmente peggiora, anche da un punto di vista finanziario, quello che è l'impianto della proposta di legge. Il comma 3, infatti, prevede le procedure di proroga delle missioni internazionali che devono rispettare le stesse procedure di autorizzazione, ovvero procedure che indichino l'importo che è a valere del Fondo istituito con questa proposta di legge. Con questo sistema proposto dalla Commissione bilancio, in realtà, non c’è alcun tipo di valutazione di quelli che sono gli importi, ma si demanda alla sessione parlamentare di informazione che non è dispositiva quella parte di verifica.
  Quindi, mi domando: questa parte è peggiorativa rispetto all'articolo 81 della Costituzione o cosa ? Vorrei magari chiedere anche un parere o comunque un commento al presidente della Commissione bilancio Boccia o chiedere se fosse possibile accantonare l'emendamento per rivalutarlo, perché effettivamente questa parte ha veramente poco senso.
  Poi, ci sono anche altri spunti da fare sul parere della Commissione bilancio anche in relazione a norme che, precedentemente, nei decreti erano state attuate o che non hanno effettivamente valenza finanziaria, ma che risolvono un problema robusto come sull'articolo 25, dove in quella fase chiederò anche lì una rivalutazione.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  MASSIMO ARTINI. Mi avvio a concludere; io spero che anche altri colleghi che hanno scritto insieme a me questo testo di legge, che può essere più o meno condiviso, abbiano la volontà di chiedere questo accantonamento, perché questo punto è dirimente, stravolge il metodo e non vorrei che fosse più un accordo di amministrazione che politico, stravolge il metodo di proroga delle missioni; al netto delle valutazioni di SEL sull'opportunità o meno di avere una legge, ma con questo impianto una missione internazionale ha un termine preciso e la proroga è dirimente dal punto di vista di quelle che sono le informazioni che vengono date al Parlamento. Togliere questo come atto di scelta del Parlamento se prorogare o meno la missione è per me una cosa che la Commissione bilancio non si poteva permettere di fare.

  PRESIDENTE. È stata formulata una richiesta di accantonamento, chiedo al relatore il parere delle Commissioni.

  ANDREA MANCIULLI, Relatore per la III Commissione. Signor Presidente, sono contrario all'accantonamento.

  DONATELLA DURANTI. Chiedo di parlare.

Pag. 11

  PRESIDENTE. Collega Duranti, se intende intervenire sul merito non la posso far parlare finché non decidiamo se l'emendamento è accantonato oppure no, perché, a questo punto, io consentirò un intervento a favore e uno contro sull'accantonamento e poi votiamo.

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare contro.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, intervengo contro l'accantonamento, perché è un dovere sacrosanto nel rispetto dell'articolo 81 della Costituzione. La Commissione bilancio fa l'istruttoria e se c’è un divieto assoluto non dovremmo neanche discuterne. Indipendentemente dal merito della legge o meno.
  Vi è proprio una contestazione formale nel rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, penso quindi che l'accantonamento dell'emendamento sia superfluo, indipendentemente dal merito della proposta emendativa.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire a favore dell'accantonamento dell'emendamento in esame il deputato Frusone. Ne ha facoltà.

  LUCA FRUSONE. Grazie, Presidente. Capisco che le modalità sono un po’ particolari e vi è un parere della Commissione bilancio, ma è anche vero che siamo venuti a conoscenza di questo parere questa mattina prima dell'inizio della seduta (ci è stato presentato alle 10,29 e alle 10,30 iniziava la seduta). Si parla poi di iter procedurale; se fosse una mera discussione su rilievi di bilancio non avremmo nulla a che dire perché si tratta di materia della Commissione bilancio, ma in questo caso si potrebbe andare ad intaccare un iter procedurale previsto dalla legge. Per tale motivo noi volevamo un accantonamento semplicemente per capire questo iter; poi naturalmente, come ricordato dal collega Palese, rilievi, come Commissione difesa, sulla questione finanziaria e di bilancio non possiamo farli, ma è solamente per questo motivo che chiediamo un po’ di tempo in più, perché questo parere, lungo e complesso, ci è stato consegnato all'ultimo momento e ancora adesso stiamo cercando di capire le motivazioni.

  PRESIDENTE. Ovviamente l'accoglimento della richiesta di accantonamento è propedeutica al fatto che la Commissione bilancio possa riesaminare l'emendamento.
  Passiamo ai voti.
  Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento dell'emendamento 2.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, avanzata dall'onorevole Artini.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione)

  Carfagna, Vazio, Quintarelli, Albanella.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge per 244 voti di differenza.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grassi, Segoni, Vecchio, Cani, Costantino, Alberti, Catalano.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  412   
   Votanti  390   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  310    
    Hanno votato no     80    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 12

  A questo punto sono preclusi gli emendamenti Artini 2.3 e 2.12.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Corda 2.57.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Corda. Ne ha facoltà.

  EMANUELA CORDA. Grazie, Presidente, riteniamo abbastanza importante anche questo emendamento perché riguarda nello specifico la sovranità del nostro Paese. Noi abbiamo diverse basi straniere, le basi Nato, e gradiremmo che il nostro spazio aereo, ma anche il nostro territorio, fosse tutelato da azioni belliche che non coinvolgono direttamente il nostro Governo. Quindi, riteniamo che tutti i provvedimenti di questa proposta di legge possano essere applicati anche a queste fattispecie, in modo tale che non si verifichino più episodi come quello del Cermis, dove i militari coinvolti rispondevano alla base di Aviano e non alla giurisdizione italiana. Questi fatti non dovrebbero più accadere e l'Italia deve riprendersi in mano la propria sovranità.
  Quindi, tutte le operazioni militari per terra e per mare devono essere riportate sotto il controllo del Governo attraverso questo procedimento che stiamo stabilendo con questa legge quadro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Basilio, a cui ricordo che ha un minuto a disposizione. Ne ha facoltà.

  TATIANA BASILIO. Signor Presidente, mi ricollego al discorso appena fatto dalla mia collega Emanuela Corda su quanto sia importante riportare la sovranità delle decisioni in Parlamento in questo caso come anche in tutte le operazioni che partono dalle basi militari in Italia.
  Vorrei ricordare che quando c’è stata la guerra in Libia (perché qui non si può assolutamente parlare di operazione di pace), da Sigonella sono partiti tutti gli aerei dalla base militare americana che sono andati a bombardare nello Stato libico, sul quale fino a pochissimo tempo prima avevamo fatto il baciamano a Gheddafi, persona che era stata comunque tenuta con una certa considerazione, e poi da un giorno all'altro abbiamo deciso che quella persona non ci piaceva più e abbiamo deciso di invadere la Libia – perché di quello si tratta: di invasione – e queste invasioni sono partite dal nostro Stato, che ospita le basi militari statunitensi. Quindi, questo emendamento è davvero di una grandissima importanza perché deve riportare la decisione in Parlamento.

  PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi... Chiedo scusa. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, intervengo soltanto per chiarire che certe volte il termine sovranità e il concetto di tutela delle prerogative di uno Stato vengono un po’ abusate. Capiamo benissimo e per certi versi condividiamo anche i timori e le preoccupazioni legate a vicende tragiche del passato, però noi voteremo contro questo emendamento per un semplice fatto, perché se si sottoscrivono degli accordi internazionali che implicano anche dei rapporti specifici in materia di condivisione di azioni militari o anche solo di esercitazioni poi non li si può disconoscere proprio all'interno di una legge quadro sulle missioni internazionali.
  Quindi, pur comprendendone le motivazioni, che possono però essere affrontate in altre sedi, il nostro voto sarà contrario sull'emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palazzotto Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Signor Presidente, in questo articolo si concentrano i punti critici di questa proposta di legge. L'emendamento che stiamo discutendo ne affronta uno in particolare, ovvero il tema della sovranità del nostro Paese e del nostro popolo sul proprio territorio e sulle scelte di politica bellica.Pag. 13
  Più volte noi siamo stati costretti, anche nel passato, a subire le scelte disastrose di politica estera e di politica militare di altri Paesi e troppe volte abbiamo appaltato – veniva ricordato prima – le scelte di intervenire militarmente ad altri nostri alleati. È successo nel caso della Libia su cui veniva ricordata la base di Sigonella. Me li ricordo quei giorni: in Sicilia passavano aerei di ogni tipo e a pagarne le conseguenze sono stati in primo luogo i cittadini siciliani. Sono stati i cittadini di Trapani che hanno visto il proprio aeroporto, Birgi, che ha una parte militare, chiuso perché i francesi lo utilizzavano come base. Sono stati i cittadini di Catania che hanno subito la stessa sorte quando lo scalo di Fontanarossa veniva chiuso a fasi alterne in funzione del decollo di aerei militari degli americani che partivano da lì, prima ancora che il nostro Paese decidesse di partecipare a quella sciagurata missione militare e prima ancora che il nostro Paese decidesse le basi sul territorio italiano.
  In particolar modo, quelle siciliane erano utilizzate dai nostri alleati per andare a bombardare un Paese straniero, senza che il nostro Paese avesse deciso di partecipare a quella impresa militare. Credo che questo sia un punto decisivo su cui vorrei che tutti dentro quest'Aula riflettessimo un attimo. Infatti, noi corriamo il rischio che la discussione sulla presenza militare straniera nel nostro territorio venga derubricata a una semplice questione tecnico-militare e invece non è così.
  Io vengo dalla Sicilia: la presenza di Sigonella e oggi la questione complessa del MUOS, al netto delle questioni tecniche e burocratiche ci dimostrano, anche in quel caso, per quanto riguarda la vicenda del MUOS, che talmente era la sottovalutazione del nostro Paese e delle nostre leggi che si può pensare di costruire un'infrastruttura militare di quel tipo derogando e violando la maggior parte delle leggi italiane rispetto alla tutela del nostro paesaggio, alle leggi che riguardano l'edilizia e le norme regolamentari.
  Ecco, noi ci troviamo davanti a questo, davanti al fatto che stiamo appaltando un pezzo della nostra politica estera e del nostro territorio a potenze straniere e stiamo decidendo che trasformiamo interi pezzi del nostro territorio in avamposti militari. Su questo si può fare una discussione politica ? Visto che la discussione politica non si può fare sull'installazione delle basi – ricordo che la vicenda del MUOS è stata siglata in un protocollo di intesa tra due generali, senza che nemmeno ci fosse un'assunzione di responsabilità politica da parte di questo Parlamento o del Governo in carica allora – possiamo almeno discutere del fatto che quelle infrastrutture militari quando vengono utilizzate per andare a bombardare o a uccidere civili inermi possano essere utilizzate con l'autorizzazione di questo Parlamento ? O, ancora una volta, dobbiamo assegnare ai militari e ai generali la possibilità di decidere autonomamente, a maggior ragione se stranieri, come utilizzare le infrastrutture militari presenti nel nostro territorio ?
  Qualche Ministro del precedente Governo si è anche azzardato a definire la Sicilia una piattaforma militare nel Mediterraneo. Ecco, noi vorremmo che almeno di questo in quest'Aula si discutesse e che i signori parlamentari di tutti gli altri schieramenti si assumessero la responsabilità di dirlo se pensano che una terra di 5 milioni di abitanti, un'isola che appartiene all'Italia possa essere considerata dai nostri Ministri e dagli alleati stranieri una piattaforma militare.
  Ecco, noi di queste cose vorremmo discutere, quando si parla di missioni militari vorremmo che la sovranità delle scelte di questo Paese, se partecipare o no a missioni militari, venga affidata al Parlamento, che è il legittimo rappresentante del popolo, e non affidata a qualche generale straniero.
  Quindi, da questo punto di vista, noi rischiamo, se non si approva questo emendamento, di avere di fatto una surroga della potestà anche di questo Paese di poter scegliere se partecipare o no.

  PRESIDENTE. Concluda.

Pag. 14

  ERASMO PALAZZOTTO. Avremmo un'autorizzazione in questo caso indiretta. Vi prego di pensarci e di votare questo emendamento della collega Corda.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, ha perfettamente ragione il collega nel chiedere una discussione politica. Bisognerà un giorno fare una seria e vera discussione politica in quest'Aula sulla politica militare del nostro Paese e sulla politica estera del nostro Paese. Quel giorno però credo che, cari colleghi, dovremo partire considerando il fatto che il Mediterraneo rischia di essere un mare di guerra e che le minacce alla sicurezza del nostro Paese che vengono dal settore mediterraneo sono minacce consistenti.
  Non teniamo delle basi militari, non teniamo delle Forze armate per il gusto di alimentare un apparato militare, non teniamo delle Forze armate, non teniamo delle basi militari perché abbiamo in progetto di aggredire altre nazioni; teniamo delle basi militari e delle Forze armate perché abbiamo buone ragioni di immaginare che la nostra sicurezza e anche i valori che a noi sono cari nel mondo di oggi siano minacciati e proprio per questo stiamo dentro un sistema di alleanze militari.
  Quando faremo una discussione di questo tipo credo che tutti quanti saremo consapevoli del fatto che dobbiamo lavorare a costruire una difesa europea perché l'Italia da sola non è adeguata ad affrontare tutti i problemi che la nostra collocazione geografica fa gravare sulle nostre spalle. E una difesa europea significa che dovremmo cercare di avere aerei, truppe di altri Paesi, navi di altri Paesi nel Mediterraneo, con basi nei nostri porti, per aiutare a difendere noi stessi e anche l'Europa nel Mediterraneo.
  Ma non vedete che già soltanto per la missione Triton – credo che si dica «triton» perché è un antico nome greco-romano, e non «traiton» – noi abbiamo chiesto e per fortuna ottenuto che vengano nel Mediterraneo navi di altri Paesi a darci una mano nell'affronto di quella che è oggi un'emergenza umanitaria. Domani potrebbe diventare un problema militare. Allora, di queste cose bisogna parlare, ma bisogna parlare avendo una chiara consapevolezza di quella che è la situazione geostrategica nella quale ci troviamo, delle minacce che gravano su di noi e che spiegano e giustificano le politiche che noi dobbiamo adottare. Poi potremo discutere in dettaglio di tutti gli aspetti particolari con questo connessi, ma affrontare il tema come se vivessimo in un mondo pacifico in cui non esistono minacce e non abbiamo bisogno di alleanze internazionali per fare fronte a queste minacce, questa è pure demagogia.

  PRESIDENTE. Non mi pare ci siano altri interventi su questo emendamento.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Corda 2.57, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Migliore che sta votando adesso, chi non ha votato ancora ? Mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  415   
   Votanti  413   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato   76    
    Hanno votato no  337    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Colgo l'occasione per fare gli auguri al collega Emanuele Cozzolino e consorte per la nascita del figlio Nicolò, a cui rivolgiamo gli auguri della Presidenza (Applausi).
  
Colgo anche l'occasione per salutare studenti e docenti dell'Istituto di istruzione Pag. 15superiore «Viale Adige» di Civitavecchia (Roma), che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Passiamo ora alla votazione dell'emendamento Scagliusi 2.58.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scagliusi 2.58, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lainati, Beni, chi altro non ha votato ? Mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  416   
   Votanti  407   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato   82    
    Hanno votato no  325    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Adesso dovremo passare alla votazione dei due emendamenti accantonati, Gianluca Pini 2.6 e Duranti 2.51. Do la parola al rappresentante del Governo, prego.

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il parere resta contrario. Anche il relatore ? Sì, confermato.
  Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Gianluca Pini 2.6, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie Presidente. Noto che la confusione regna sovrana all'interno del Governo e della maggioranza su una questione – che noi volevamo inserire all'articolo 2 – che viene richiamata, nella stessa identica maniera, dall'articolo 1. Quindi, non si capisce perché all'interno dello stesso provvedimento, con riferimento a un principio che noi chiedevamo di inserire in un secondo articolo, viene dato parere contrario dallo stesso Governo e dalla stessa maggioranza, quando l'articolo antecedente fissa, di fatto, un principio assolutamente equivalente. Ne prendiamo atto, ma prendiamo anche atto che, evidentemente, la parte sinistra del cervello non sa cosa fa la parte destra all'interno del Governo.

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Non c’è contraddizione, in quanto è chiaro che l'emendamento Gianluca Pini 2.6 si riferisce espressamente al Capo dello Stato e sappiamo tutti quanti che il Capo dello Stato ha, tra le competenze costituzionalmente previste, quella di essere garante sia della Costituzione, in quanto Presidente della Repubblica, sia dei contenuti degli atti, tenuto conto che è il Capo supremo delle Forze armate.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 2.6, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sani, Colonnese, Marzana, Migliore...
  Dichiaro chiusa la votazione. Chiedo scusa, collega Catalano, non l'avevo vista.Pag. 16
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  428   
   Votanti  420   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato   70    
    Hanno votato no  350.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 2.51, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Beni, Stella Bianchi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  413   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato   70    
    Hanno votato no  343.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Realacci, Spadoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  422   
   Votanti  374   
   Astenuti   48   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato  347    
    Hanno votato no  27    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Corda 2.050, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Corda. Ne ha facoltà.

  EMANUELA CORDA. Signor Presidente, anche questo è un tema abbastanza spinoso e importante, perché tratta delle basi militari extra nazionali, quindi in territorio straniero. L'Italia ha una base militare nella Repubblica di Gibuti: sappiamo che ci sono stati degli accordi, però degli accordi sicuramente non autorizzati e non votati dal Parlamento. Quindi, nello specifico, noi chiediamo che, affinché l'Italia possa avere queste basi, ci sia un passaggio parlamentare e, soprattutto, una votazione, che queste basi siano autorizzate. Per la base di Gibuti ciò non è avvenuto, quindi ci ritroviamo a svolgere delle operazioni militari nel Corno d'Africa senza che il Parlamento abbia potuto esprimersi nello specifico. Ovviamente, chiediamo che tutto ciò avvenga per legge, perché lo riteniamo non solo opportuno, ma anche fondamentale, perché – ripeto – tutte queste azioni, al di fuori dei nostri territori, sono in Paesi nei quali, tra l'altro, vi sono situazioni fortemente critiche. Pensiamo, per esempio, ai diritti umani, al fatto che la stessa Repubblica di Gibuti non abbia avuto, per esempio, un'elezione del Governo corretta, che vi siano stati comunque dei brogli. Quindi, sono dei Paesi nei quali la democrazia ha difficoltà a manifestarsi.
  Anche per questo, chiediamo che tutto ciò debba avvenire per legge e che il Parlamento possa metterci parola (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Artini. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ARTINI. Ringrazio la collega Corda e gradirei anche aggiungere la mia firma a questo articolo aggiuntivo. Inoltre, Pag. 17vorrei far presente agli altri colleghi la situazione: l'Italia ha, per la prima volta nella storia, una base nazionale in territorio estero, che, come faceva riferimento la collega Corda, si trova a Gibuti. Quella base è nata solo tramite accordi governativi: non vi è stato un trattato di ratifica di un technical agreement né un memorandum of understanding. Non vi è stato alcun tipo di passaggio parlamentare. Quindi, al netto di quelle che sono state, poi, le valutazioni parlamentari fatte in questi anni e in questa legislatura, nessuno era a conoscenza dell'esistenza di quella base.
  Introdurre questo tipo di normativa, cioè dare un percorso codificato nella gestione di quelle che potrebbero essere, data la prima, le successive implementazioni di basi nazionali all'estero, sarebbe effettivamente opportuno, perché si demanda o si lascia esclusivamente al Governo la possibilità di trovare accordi con chicchessia, senza nemmeno il rispetto, come giustamente indicato nell'articolo aggiuntivo, di quelle che sono le situazioni conflittuali che possono rilevarsi negli altri Paesi e che, ad esempio, sono normate dalla legge n. 185 del 1990, che evita, per esempio, l'esportazione di armi in quelle zone.
  Quindi, approvare questo articolo aggiuntivo dà una cornice di procedura anche a questo tipo di esposizione dell'Italia all'estero, perché, altrimenti, viene lasciata esclusivamente nelle mani del Governo e non vi è una conoscenza parlamentare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Basilio. Ne ha facoltà per un minuto.

  TATIANA BASILIO. Grazie, Presidente. Durante la discussione dell'ultimo decreto antiterrorismo-proroga missioni internazionali avevo presentato un ordine del giorno proprio per andare a regolamentare tutto questo numero di basi militari che ci sono nello Stato di Gibuti, in quanto non siamo presenti solo noi come basi militari, anzi, la nostra è una delle più piccole e delle più ridotte, e forse anche l'ultima che si è insediata in quell'area.
  Avevo proposto che fossero missioni ONU, in quanto comprendo perfettamente che si debbano andare a difendere i traffici di merci internazionali, però, a questo punto, non si deve andare a militarizzare un territorio che è così lontano da tutte le varie nazioni che hanno basi presenti in quel luogo. Quindi, vi dovrebbe essere una missione ONU, sotto egida ONU – e termino – per andare a controllare se ci possano essere ipotetici attacchi da parte dei pirati. Non più missioni singole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Corda 2.050, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tripiedi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  401   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato   83    
    Hanno votato no  318.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 45-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 45-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

Pag. 18

  ANDREA MANCIULLI, Relatore per la III Commissione. Signor Presidente, comincerei dagli emendamenti della Commissione bilancio. Le Commissioni esprimono parere favorevole sugli emendamenti 3.200 e 3.201, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e parere contrario sugli articoli aggiuntivi Corda 3.01 e Palazzotto 3.02.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 3.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, sul quale vi è il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sgambato, Archi, Manfredi, Lo Monte, Ginoble, Marazziti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  422   
   Votanti  342   
   Astenuti   80   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato  334    
    Hanno votato no  8.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.201, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Spadoni, Bianconi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  354   
   Astenuti   66   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato  353    
    Hanno votato no  1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Turco, Gigli, Simoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  428   
   Votanti  358   
   Astenuti   70   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato  358.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Corda 3.01.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Corda. Ne ha facoltà.

  EMANUELA CORDA. Grazie, Presidente. Con questo articolo aggiuntivo vogliamo stabilire un principio ovvero che ci possa essere un maggiore controllo da parte del Parlamento sull'operato del Governo, perché già – lo ripeto – con questa proposta di legge noi abbiamo ottenuto dei risultati nel senso che stiamo, finalmente, abbandonando la procedura della decretazione d'urgenza, però restano dei sostanziali sbilanciamenti a favore del Governo che penalizzano il Parlamento. Quindi, Pag. 19chiediamo che sia istituito un Comitato di controllo parlamentare, composto da senatori e deputati, che possa periodicamente valutare l'operato del Governo, al quale bisogna rendere conto puntualmente, perché, a nostro avviso, non basta la sessione parlamentare annuale, al 31 marzo.
  Riteniamo, quindi, che questo tipo di organo di controllo possa essere propedeutico anche a tutelare situazioni dei nostri militari, per esempio, impiegati nelle missioni. Pensiamo, per esempio, alla situazione dei marò: se noi avessimo avuto, anche in questo caso, un organo di controllo in più, per verificare le criticità di queste situazioni, degli impegni dei nostri militari nelle missioni internazionali, sicuramente avremmo magari previsto anche gli scenari ed evitato situazioni vergognose come questa che ancora oggi non riusciamo a risolvere.
  Quindi, chiedo a tutti di votare a favore di questo articolo aggiuntivo. Il Comitato di controllo è fondamentale, a nostro avviso, perché ribilancia le posizioni tra il Parlamento e il Governo. È un organo di garanzia in più, per noi, fondamentale.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Corda 3.01, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ? Marcon, Giuliani... Marcon sta votando... mi pare che abbiano votato tutti... Saltamartini ha votato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  421   
   Votanti  416   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato   85    
    Hanno votato no    331.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Palazzotto 3.02, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo... Revoco l'indizione della votazione: aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Duranti. Ne ha facoltà. Deputata Duranti, prego, magari non proprio al photo finish...

  DONATELLA DURANTI. Avevo alzato la mano... va bene, grazie Presidente. Senza ripetere quanto diceva prima la collega Corda, questo nostro articolo aggiuntivo è molto simile all'articolo aggiuntivo Corda 3.01.
  Noi ci siamo astenuti sulla votazione dell'articolo 3, perché non riteniamo sufficiente l'istituzione di una sessione parlamentare sull'andamento delle missioni autorizzate, cioè non riteniamo sufficiente che il Governo riferisca alle Camere sull'andamento delle missioni. Pensiamo che a fianco a questo, sia necessaria l'istituzione appunto di un Comitato di controllo parlamentare, che abbia le caratteristiche indicate anche precedentemente nell'articolo aggiuntivo Corda 3.01, ma che possa avere informazioni anche in riferimento, per esempio, alle regole di ingaggio cui sono sottoposti i nostri militari e che possa essere in grado di fare finalmente un bilancio vero delle missioni internazionali nelle quali siamo impegnati e che possa poi contribuire alle deliberazioni che il testo unificato di legge prevede in capo alle Commissioni parlamentari. Quindi si tratta di un comitato di controllo che restituisca anche qui valore, senso e prerogative alle Camere.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie Presidente intervengo solo per preannunziare il voto contrario a questo articolo aggiuntivo, così come prima abbiamo votato contro la proposta emendativa dei colleghi Corda e Scagliusi. Infatti si dimenticano due cose. Prima di tutto, esiste già un comitato di Pag. 20controllo, che controlla di fatto, anche se indirettamente, tutto quello che riguarda le missioni delle Forze armate e non solo delle Forze armate ma anche di tutti i sistemi di intelligence che operano all'estero, che è appunto il Copasir. Ma, se non fosse sufficiente, c’è all'esame del Parlamento una riforma della legge istitutiva stessa del Copasir, che aggiunge, appunto, compiti specifici riguardanti quelle che sono le valutazioni di efficienza e di efficacia delle varie missioni.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 12)

  GIANLUCA PINI. Chiamare impropriamente in causa il caso dei marò, per giustificare l'istituzione di un ennesimo comitato e di un'ennesima situazione burocratica di controllo – che poi di controllo effettivo ne può avere ben poco – , ci sembra solo un ulteriore, per così dire, appesantimento di quelle che devono essere, invece, le valutazioni di natura politica e governativa relativamente alle missioni. Quindi noi voteremo contro.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Palazzotto 3.02, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colleghi che non riescono a votare ? Kronbichler... Ferro, Donati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  412   
   Votanti  408   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato   75    
    Hanno votato no    333.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Massimiliano Bernini e Gianni Farina hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 45-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 45-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

  ANDREA MANCIULLI, Relatore per la III Commissione. Le Commissioni esprimono parere contrario sull'emendamento Duranti 4.50. Le Commissioni esprimono parere favorevole sugli emendamenti della Commissione bilancio 4.200 e 4.201, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Duranti 4.50.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcon. Ne ha facoltà.

  GIULIO MARCON. Grazie, Presidente. Vorremmo esplicitare il senso di questo emendamento, che ha la sua ragione nel tentativo di portare maggiore trasparenza nella stima e nella valutazione di quanto si spende oggi per la difesa e, in generale, per tutti gli interventi collegati all'utilizzo delle nostre Forze armate. Riteniamo più trasparente legare le spese per le missioni internazionali ai capitoli di spesa relativi al Ministero della difesa, invece che a quelli relativi al Ministero dell'economia e delle finanze, come è previsto nel testo. Tra l'altro, questo accade nei bilanci di Pag. 21altri Paesi della NATO, dove, appunto, i costi per le missioni all'estero sono inclusi nelle spese per la difesa.
  Questo permetterebbe anche di avere una valutazione più congrua di quanto si spende per la difesa e per le Forze armate nel nostro Paese. Infatti, quando si fanno le stime delle spese per la difesa, da parte del nostro Governo e anche da parte delle fonti del Ministero della difesa vengono sempre escluse le spese che vengono sostenute su altri capitoli di altri Ministeri, tra cui, appunto, il Ministero dell'economia e delle finanze, il Ministero dello sviluppo economico e altri.
  Tra l'altro, il SIPRI, che è un prestigioso istituto di studi svedese che si occupa dei temi del disarmo, ma anche, in Italia, campagne come «Sbilanciamoci» e altri, hanno più volte sottolineato l'importanza di avere maggiore trasparenza sul complesso delle spese sostenute per le nostre Forze armate. Naturalmente le spese sostenute per le nostre Forze armate, dentro la cornice della realizzazione delle missioni internazionali, è, a tutto tondo, parte di quanto si spende per la difesa nel nostro Paese.
  Quindi, noi riteniamo più trasparente, più congruo ricondurre le spese sostenute per le nostre Forze armate, nell'ambito delle missioni internazionali, nei capitoli di spesa relativi al Ministero della difesa. Pertanto, proponiamo questo emendamento, che tende a dare una maggiore chiarezza, una maggiore trasparenza e una maggiore organicità a quanto si spende per la difesa nel nostro Paese e per le nostre Forze armate. Ecco perché riteniamo importante che questo emendamento venga approvato, per avere questo quadro di maggiore organicità e trasparenza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 4.50, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Frusone, Luigi Gallo, Marcon, Lo Monte, Capelli, Palma, Grande.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  397   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato   68    
    Hanno votato no    329.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Malpezzi e Gianluca Pini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  402   
   Votanti  377   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato  359    
    Hanno votato no  18.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.201, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 22

  Vico, Ricciatti, Currò, Zoggia, Braga...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  341   
   Astenuti   73   
   Maggioranza  171   
    Hanno votato  337    
    Hanno votato no    4.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Melilla e la deputata Terzoni hanno segnalato che avrebbero voluto astenersi).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 4.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente, mi scusi, ma vorrei chiedere una precisazione sui testi degli emendamenti 3.200 e 2.200, già votati ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, perché ci sembra che, così come sono scritti, in fondo all'emendamento 2.200 venga detto: «ivi inclusa la proroga della loro durata nonché ai fini dell'eventuale modifica di uno o più caratteri delle missioni medesime si provvede ai sensi dell'articolo 3». Quindi, di fatto, noi stiamo dicendo che la proroga della durata delle missioni viene stabilita dall'articolo 3. Abbiamo votato, poi, l'emendamento 3.200 della Commissione bilancio, in cui a un certo punto viene detto: «ivi inclusa la proroga della loro durata come definita ai sensi dell'articolo 2». Non vorrei che, da una parte rimandiamo all'articolo 3, e, dall'altra, rimandiamo all'articolo 2 e di fatto si crei un potenziale corto circuito. Io credo che le intenzioni nell'emendamento 3.200 fossero quelle di specificare meglio la durata, così come è definita ai sensi dell'articolo 2. In realtà, però, si presta, a nostro avviso, a un'interpretazione anche diversa e, quindi, si rischierebbe un corto circuito tra quanto approvato con l'emendamento 2.200 e quanto approvato con l'emendamento 3.200 in riferimento alla durata delle missioni.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 12,07)

  DAVIDE CRIPPA. Questo potenzialmente andrebbe corretto e le faccio questo appello visto che alcuni di questi emendamenti della Commissione bilancio sono sostanzialmente corposi. Ce ne siamo accorti solo adesso perché di fatto non sono emendabili e, pertanto, volevamo sottoporre alla sua attenzione questa unica possibilità di modifica e questa necessità di chiarimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il relatore per la III Commissione (Affari esteri), Manciulli. Ne ha facoltà.

  ANDREA MANCIULLI, Relatore per la III Commissione. Presidente, dal punto di vista sintattico la parola: «definita» va intesa come correlata a durata, ossia la loro durata come definita, eccetera.

  PRESIDENTE. Ho capito. Sta bene.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carra... Taricco... Mantero... Frusone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  411   
   Votanti  341   
   Astenuti   70   
   Maggioranza  171   
    Hanno votato  337    
    Hanno votato no    4.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 23

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 45-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento (Vedi l'allegato A – A.C. 45-A ed abbinate).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  ANDREA MANCIULLI, Relatore per la III Commissione. Le Commissioni esprimono parere favorevole sull'emendamento 5.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole dalle Commissioni e dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Taricco... Bolognesi... Iacono... Tancredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  408   
   Votanti  343   
   Astenuti   65   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato  341    
    Hanno votato no    2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giacomoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  417   
   Votanti  357   
   Astenuti   60   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato  356    
    Hanno votato no    1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 6 – A.C. 45-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A – A.C. 45-A ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Albanella... Rizzetto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  413   
   Votanti  356   
   Astenuti   57   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato  354    
    Hanno votato no    2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 24

(Esame dell'articolo 7 – A.C. 45-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A – A.C. 45-A ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pesco... Marcon...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  415   
   Votanti  354   
   Astenuti   61   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato  353    
    Hanno votato no    1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 8 – A.C. 45-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 45-A ed abbinate).
  Invito il relatore ad esprimere il parere su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 8.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la IV Commissione. Le Commissioni esprimono parere favorevole sull'emendamento 8.200 da votare sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. Esprimono, invece, parere contrario sull'emendamento Piras 8.50, sugli identici emendamenti Duranti 8.51 e Frusone 8.52, sugli emendamenti Grillo 8.55 e 8.54.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la IV Commissione.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 8.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ferraresi, Roberta Agostini, Causin, Sorial. Causin non riesce a votare: sta arrivando il tecnico.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  422   
   Votanti  353   
   Astenuti   69   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato  328    
    Hanno votato no  25.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Ricordo che l'emendamento Piras 8.50 è precluso in seguito all'approvazione dell'emendamento 8.200.
  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Duranti 8.51 e Frusone 8.52, sui quali vi è il parere contrario delle Commissioni, del Governo ed anche della V Commissione (Bilancio). Pag. 25
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie, signor Presidente. Con questi identici emendamenti vogliamo evitare una sperequazione rispetto al trattamento tra personale militare e civile inviato nelle missioni internazionali. Noi sappiamo che ci sono anche dipendenti pubblici civili della Difesa che vengono inviati nelle missioni a vario titolo e non si comprende perché ci debba essere questa differenza di trattamento in caso di personale che contragga malattie o infermità. Quindi, chiediamo di votare a favore di questi identici emendamenti, perché sono emendamenti, crediamo, ragionevoli e di buonsenso.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Frusone. Ne ha facoltà.

  LUCA FRUSONE. Grazie, Presidente. Già come ha anticipato la collega Duranti, effettivamente, questi identici emendamenti vogliono semplicemente introdurre la categoria dei civili nel trattamento assicurativo previdenziale ed assistenziale. Credo che sia una cosa del tutto ovvia, anche perché, successivamente, sempre questo testo prevede l'articolo 17: un articolo dedicato esclusivamente al personale civile, ma che non è così chiaro, perché dice che le «disposizioni della presente legge si applicano anche ai civili in quanto compatibili». Uno dei problemi di questo Paese sono le troppe leggi e, soprattutto, le troppe leggi poco chiare: per questo bisogna, soprattutto quando si parla di questi argomenti molto importanti, specificare nella maniera migliore. Quindi, questo è l'intento di questi identici emendamenti: specificare e rendere tutto più chiaro. Per questo, chiedo un voto favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Duranti 8.51 e Frusone 8.52, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e sui quali anche la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palma, Ferraresi, Latronico, Giammanco, De Mita.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  408   
   Votanti  404   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  86    
    Hanno votato no  318.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Placido ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 8.55, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e sul quale anche la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Galperti, Lombardi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  410   
   Votanti  408   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato  94    
    Hanno votato no  314.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. Il deputato Placido ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

Pag. 26

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Grillo 8.54, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carra, Bolognesi, Savino, Palmizio, Matarrelli, Crippa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  415   
   Votanti  412   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  92    
    Hanno votato no  320.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni, Nuti, Malpezzi, Ferraresi, Vazio, Gadda...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  411   
   Votanti  349   
   Astenuti   62   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato  343    
    Hanno votato no  6.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 9 – A.C. 45-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 45-A ed abbinate).
  Avverto che sull'emendamento 9.100 delle Commissioni la Commissione bilancio deve ancora esprimere il relativo parere.
  Chiedo pertanto al relatore se intenda proporre l'accantonamento di tale emendamento e, conseguentemente, delle ulteriori proposte emendative riferite all'articolo 9.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la IV Commissione. Signor Presidente, confermo di essere favorevole alla richiesta di accantonamento.

  PRESIDENTE. Ebbene, se non ci sono obiezioni così rimane stabilito.

(Esame dell'articolo 10 – A.C. 45-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 45-A ed abbinate).
  Invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni sull'emendamento Piras 10.1.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la IV Commissione. Il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Bene, poiché l'emendamento Piras 10.1 è soppressivo, votiamo il mantenimento dell'articolo 10.
  Passiamo, quindi, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 10.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pesco, Simoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 27
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  351   
   Astenuti   63   
   Maggioranza  176   
    Hanno votato  332    
    Hanno votato no  19.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo all'articolo aggiuntivo Duranti 10.050, sul quale chiedo il parere al relatore.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la IV Commissione. Il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Duranti 10.050, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi, Tripiedi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  401   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  67    
    Hanno votato no  334.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 11 – A.C. 45-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 (Vedi l'allegato A – A.C. 45-A ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lo Monte, Monchiero, Mazzoli, Giuliani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

  Presenti  412  
  Votanti  350  
  Astenuti   62  
  Maggioranza  176  
   Hanno votato  343    
   Hanno votato no.  7.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Senaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 12 – A.C. 45-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 (Vedi l'allegato A – A.C. 45-A ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Gregori, Bonaccorsi, Censore...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  421   
   Votanti  360   
   Astenuti   61   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato  357    
    Hanno votato no.  3.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 28

(Esame dell'articolo 13 – A.C. 45-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 45-A ed abbinate).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni sull'articolo aggiuntivo Basilio 13.050.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la IV Commissione. Il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colletti, Vico, Ascani, Lo Monte, Tripiedi, Costantino, Zoggia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  421   
   Votanti  406   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  404    
    Hanno votato no.  2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Senaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Basilio 13.050.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Basilio. Ne ha facoltà.

  TATIANA BASILIO. Grazie, Presidente. Con questo articolo aggiuntivo sollevo un aspetto fondamentale della condizione dei nostri militari impegnati all'estero in missioni internazionali, in quanto rappresenta un dovere civico, ma soprattutto un diritto ineludibile, poter svolgere la funzione di voto per i soggetti impegnati in missioni internazionali all'estero. Ricordo a questa Assemblea il vergognoso episodio accaduto durante le elezioni europee dello scorso anno. Purtroppo il 25 maggio del 2014 gli appartenenti alle Forze armate e alle forze di polizia impegnate nello svolgimento di missioni internazionali non hanno potuto esercitare il proprio diritto di voto. La colpa è tutta di chi non ha avuto la volontà di emanare un decreto che consentisse ai militari impegnati in missioni internazionali di votare. All'epoca depositai immediatamente un'interrogazione in I Commissione affari costituzionali per chiedere le motivazioni di tale ingiustizia. La risposta fu che non vi erano i tempi necessari per le operazioni di stampa e di invio all'estero delle schede e la successiva raccolta delle schede votate.
  Signor Presidente e colleghi, dico semplicemente che, se ci si organizza per tempo, queste italianate non accadrebbero. La recente riforma elettorale, frutto dell'ennesima fiducia da parte del Governo, attribuisce ai cittadini temporaneamente all'estero, come gli studenti fuori per l'Erasmus oppure i militari in missione, di votare per corrispondenza i candidati appartenenti alla sola circoscrizione estero in quanto per le ulteriori consultazioni elettorali, regionali o amministrative non potrebbero esprimere alcun voto con una compressione per i loro diritti.
  Se la nuova legge elettorale, l'Italicum in questione, non fornisce risposte esaustive, altrettanto si può dire della legge quadro sulle missioni internazionali, un provvedimento auspicato da tempo per razionalizzare il caos normativo tuttora vigente rispetto alle operazioni più o meno di pace in corso o di una nuova attuazione, ma che necessita di esser migliorato attraverso accorgimenti importanti come la previsione del diritto di voto del personale Pag. 29delle Forze armate e di polizia temporaneamente impegnate all'estero in missioni internazionali.
  L'articolo aggiuntivo in esame, infatti, prevede specificatamente il diritto di voto pieno, valevole per tutte le competizioni elettorali, e non limitato alla sola circoscrizione estero per tutte le persone impegnate in missioni internazionali.
  Riteniamo infatti che il diritto di voto sia un diritto sacrosanto e non può essere in alcun modo compresso, limitato o addirittura escluso a causa della temporanea partecipazione ad una missione internazionale.
  È per tali ragioni che alcuni mesi fa sono stata la promotrice di una proposta di legge di analogo tenore perché è giusto ed opportuno che sia una legge dello Stato, e non una nuova legge elettorale abbozzata dal Governo nelle segrete stanze di via del Nazareno, a stabilire diritti e doveri per tutti i cittadini ivi compresi coloro che sono inviati dallo stesso Stato all'estero. A maggior ragione, questa nuova legge elettorale non va a tutelare i diritti dei cittadini che lo Stato stesso invia ad operare nei teatri di guerra internazionali.
  Il nostro auspicio oggi è che, con l'approvazione di questo articolo aggiuntivo – cosa che ovviamente non accadrà – all'interno della legge quadro sulle missioni internazionali, si possa raggiungere questo importante obiettivo, ossia una battaglia di civiltà per i cittadini che, a nostro avviso, non dovrebbero essere mai inviati in missioni internazionali, se non in quelle che seguono le orme di UNIFIL in Libano, ossia vere missioni di pace.
  Ma siccome non dipende da me e nemmeno da noi del Movimento 5 Stelle, fintanto che i cittadini italiani saranno all'estero a svolgere un compito assegnato loro dallo Stato, il proprio diritto al voto deve essere tutelato proprio dallo stesso Stato che li invia e si è dimenticato dei nostri militari che sono là per servire la nostra Patria.
  Quindi, chiedo che questo articolo aggiuntivo possa essere approvato e che il Governo, magari, ripensi sul proprio parere contrario.

  PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Basilio 13.050, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bonomo, chi non riesce a votare ? Bruno Bossio, Sberna. Chi altro ? Mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  403   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  94    
    Hanno votato no.  309.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 14 – A.C. 45-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 45-A ed abbinate).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la IV Commissione. Signor Presidente, il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

Pag. 30

  PRESIDENTE. Ricordo che il parere della Commissione bilancio sul testo del provvedimento è favorevole a condizione che venga approvato, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, l'emendamento 14.200, integralmente soppressivo dell'articolo 14.
  Poiché all'articolo 14 è riferito solo tale emendamento su cui il relatore e il Governo hanno espresso parere favorevole, a norma dell'articolo 87, comma 2, del Regolamento porrò in votazione il mantenimento dell'articolo.
  Faccio presente, quindi, che per ottemperare alla condizione della Commissione bilancio occorre votare contro il mantenimento dell'articolo.
  Nessuno chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 14.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Raciti. Chi non riesce a votare ? Mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  411   
   Votanti  407   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  77    
    Hanno votato no  330.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 15 – A.C. 45-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 (Vedi l'allegato A – A.C. 45-A ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Se non ci sono interventi lo pongo in votazione.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lainati, Bolognesi, Massa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  396   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  378    
    Hanno votato no  18.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 16 – A.C. 45-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 (Vedi l'allegato A – A.C. 45-A ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Se non ci sono interventi lo pongo in votazione.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Luigi Gallo, Pagano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  412   
   Votanti  401   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  397    
    Hanno votato no  4.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 31

(Esame dell'articolo 17 – A.C. 45-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 (Vedi l'allegato A – A.C. 45-A ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Frusone. Ne ha facoltà.

  LUCA FRUSONE. Signor Presidente, come già detto prima sull'articolo 8, quando volevamo equiparare il personale militare al personale civile nelle missioni internazionali, abbiamo alcune perplessità su questo articolo perché, appunto, dice che si applicano le disposizioni della presente legge in quanto compatibili; come dicevo prima, questo potrebbe generare in futuro alcuni problemi interpretativi. Noi chiedevamo e abbiamo sempre chiesto in Commissione una maggiore specificità; purtroppo, non c’è stata un'apertura in questo senso, ed è per questo che voteremo astenuti su questo articolo.

  PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi lo pongo in votazione.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Giorgis...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  413   
   Votanti  358   
   Astenuti   55   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato  356    
    Hanno votato no  2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 18 – A.C. 45-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 45-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la IV Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario sull'emendamento Palazzotto 18.2, parere favorevole sull'emendamento 18.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento e parere contrario sull'emendamento Corda 18.50.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  MARIO GIRO, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Palazzotto 18.2. Se non ci sono interventi, lo pongo in votazione.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palazzotto 18.2, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Malisani, Dell'Aringa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  408   
   Votanti  394   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato  90    
    Hanno votato no  304.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 18.200, da votare ai sensi dell'articolo Pag. 3286, comma 4-bis, del Regolamento. Se non ci sono interventi, lo pongo in votazione.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nizzi, Famiglietti, Matarrese...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  408   
   Votanti  381   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato  370    
    Hanno votato no  11.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Ricordo che l'emendamento Corda 18.50 è precluso dall'approvazione dell'emendamento 18.200.
  Passiamo alla votazione dell'articolo 18.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Tancredi, Molteni, Sottanelli, Kronbichler...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  413   
   Votanti  345   
   Astenuti   68   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato  345.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 19 – A.C. 45-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 45-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la IV Commissione. Le Commissioni esprimono parere contrario sull'emendamento Duranti 19.1. Le Commissioni esprimono parere favorevole sull'emendamento Gianluca Pini 19.2, purché riformulato nel seguente modo: «È fatta salva la facoltà del Governo di deliberare l'applicazione delle norme del Codice penale militare di guerra». La parte successiva viene soppressa.
  Le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti Duranti 19.50, 19.51 e 19.52. Il parere è favorevole sull'emendamento Duranti 19.53.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  MARIO GIRO, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Duranti 19.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie, Presidente, nel testo unificato, che è oggi all'esame di quest'Aula, è inserito l'articolo 19, le disposizioni in materia penale. Noi chiediamo di sopprimere questo articolo perché, proprio in riferimento a questa materia, che è una materia delicatissima, è sentita da più parti e da tempo la necessità di un intervento legislativo organico Pag. 33e specifico che regoli complessivamente la materia penale e anche tutte le disposizioni contenute nel codice penale militare di guerra e di pace.
  Insomma, noi pensiamo che sia sbagliato inserire questo tipo di norme all'interno di questo provvedimento di legge; il Parlamento potrebbe compiutamente invece occuparsi di un disegno di legge organico anche per definire in maniera esaustiva l'applicazione dei codici penali.
  Come si vede, nell'emendamento successivo il Governo e i relatori hanno espresso parere favorevole all'applicazione del codice militare penale di guerra e, anche a tal proposito, o finalmente ci si decide ad affrontare la materia, oppure continueremo a utilizzare fattispecie ibride che non consentono di avere un quadro preciso anche in riferimento all'applicazione delle disposizioni penali.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 19.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lainati, Palese...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  399   
   Votanti  384   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato  29    
    Hanno votato no  355.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario. Il deputato Piepoli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'emendamento Gianluca Pini 19.2, su cui le Commissioni e il Governo hanno espresso parere favorevole se riformulato.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianluca Pini 19.2, nel testo riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Rampi, Ciprini, Nastri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  411   
   Votanti  400   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  330    
    Hanno votato no  70.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 19.50, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grassi, Binetti, Romele, Taglialatela, Di Lello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  410   
   Votanti  399   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato  30    
    Hanno votato no  369.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 19.51, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.Pag. 34
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Librandi, Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  398   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato  21    
    Hanno votato no  377.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 19.52, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Pilozzi, Sgambato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  419   
   Votanti  406   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  67    
    Hanno votato no  339.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 19.53, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Palma...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  415   
   Votanti  414   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  403    
    Hanno votato no  11.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Vico, Covello, Tancredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  358   
   Astenuti   56   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato  343    
    Hanno votato no  15.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 20 – A.C. 45-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 45-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la IV Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere favorevole sugli emendamenti 20.100 delle Commissioni e 20.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

Pag. 35

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 20.100 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  328   
   Astenuti   81   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato  328.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 20.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo...

  GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione. Prego, deputato Gianluca Pini.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, mi deve scusare, ma non ho il testo dell'emendamento 20.200.

  PRESIDENTE. È in distribuzione in questo momento, è un emendamento da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

  GIANLUCA PINI. Essendo l'articolo 20 un articolo molto delicato, perché prevede delle procedure...

  PRESIDENTE. Sì, però è in distribuzione da questa mattina, mi dicono.

  GIANLUCA PINI. Mi sono accorto adesso di non averlo; se, cortesemente, posso averlo, non penso di avere ucciso nessuno.

  PRESIDENTE. No, glielo facciamo portare.

  GIANLUCA PINI. Grazie.

  PRESIDENTE. Diciamo che, se tutti cominciano a chiedere i testi, intervenendo in Aula, usciamo di testa. Grazie.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 20.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Bossi, Spadoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  418   
   Votanti  352   
   Astenuti   66   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato  352.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Donati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  418   
   Votanti  385   
   Astenuti   33   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato  327    
    Hanno votato no  58.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 36

(Esame dell'articolo 21 – A.C. 45-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 45-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la IV Commissione. Le Commissioni esprimono parere contrario sull'emendamento Palazzotto 21.1 e parere favorevole sull'emendamento 21.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Palazzotto 21.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie, signor Presidente. Noi chiediamo di sopprimere questo articolo, quello che riguarda la possibilità, da parte dei contingenti militari, di utilizzare somme per far fronte a esigenze di prima necessità della popolazione locale, per una ragione: crediamo che questo articolo continui a mantenere un'impostazione alla quale siamo da sempre contrari, cioè una commistione fra il civile e il militare in riferimento agli aiuti alle popolazioni dei Paesi in difficoltà, in cui vi siano conflitti o vi sia la necessità di ristabilire la pace.
  Crediamo che operazioni di questo tipo, che facciano riferimento alle necessità delle popolazioni locali, vadano gestite dalle organizzazioni non governative, dai volontari, e comunque pensiamo che vada chiuso quel capitolo della commistione tra civile e militare per gli interventi rivolti alla popolazione locale.
  Voglio ricordare che è un'impostazione che il nostro Paese ha ereditato dalla NATO e che è una prassi che, più volte, non solo noi, abbiamo contestato in occasione del rifinanziamento della proroga delle missioni internazionali.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palazzotto 21.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malpezzi, Luigi Gallo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  408   
   Votanti  403   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  93    
    Hanno votato no  310.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 21.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 37
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  417   
   Votanti  357   
   Astenuti   60   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato  349    
    Hanno votato no  8.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Senaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Patriarca, Tripiedi, Coscia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  406   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  335    
    Hanno votato no  71.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario. Il deputato Borghi ha segnalato che non è riuscito a votare).

(Esame dell'articolo 22 – A.C. 45-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 45-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la IV Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti Duranti 22.1 e Frusone 22.50 mentre raccomandano l'approvazione del proprio emendamento 22.100.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Conforme ai relatori.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duranti 22.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nizzi, Molea, Sgambato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  411   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  87    
    Hanno votato no  324.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Borghi ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22.100 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Ferraresi, Palma...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 38
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  411   
   Votanti  340   
   Astenuti   71   
   Maggioranza  171   
    Hanno votato  336    
    Hanno votato no  4.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Borghi ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Frusone 22.50.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Frusone. Ne ha facoltà.

  LUCA FRUSONE. Molto velocemente, Presidente, questo emendamento cerca di chiarire un po’ tutta la questione delle cessioni di mezzi e di materiali, visto che molto si è detto anche in passato.
  Famosi furono i 330 mila euro pagati per dei manuali per delle autoblindo che vennero cedute dal nostro Stato ad altri Stati.
  Qui semplicemente si chiede che non vengano ceduti mezzi e materiali a Stati che siano in contrasto con la legge n. 185 del 1990 (precisamente con l'articolo 1, comma 6) quindi dove non ci sono determinate condizioni di sicurezza, non ci sono determinati standard umanitari, non c’è rispetto di diritti e via dicendo. Quindi è una cosa veramente credo molto, molto normale e non vedo perché non votare a favore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie Presidente, per preannunziare il voto favorevole di Sinistra Ecologia Libertà su questo emendamento e per sottolineare che ci sembra davvero grave che i relatori ed il Governo abbiano dato parere contrario anche perché è un emendamento che fa riferimento ad una delle leggi più avanzate rispetto al controllo dell'esportazione e dell'importazione degli armamenti, una delle leggi che è stata presa a riferimento negli anni da molti Paesi.
  Si chiede con questo emendamento, appunto, di evitare l'esportazione e la cessione di mezzi e materiali ai Paesi che non garantiscono alcuni diritti. Noi voteremo a favore, però ci sembra grave che sia stato dato dalla maggioranza, a questo punto, il parere contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Frusone 22.50, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fregolent, Costantino... qualcun altro ? Chi altro non ha votato ? Mi pare che abbiano votato tutti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  405   
   Votanti  401   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  103    
    Hanno votato no  298.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Placido ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. Il deputato Borghi ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Monchiero, Sani, Pilozzi... qualcun altro non riesce a votare ? Mi pare che stiano votando tutti... Sorial ha votato...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 39
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  406   
   Votanti  391   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  315    
    Hanno votato no  76.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Placido ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. Il deputato Borghi ha segnalato che non è riuscito a votare).

(Esame dell'articolo 23 – A.C. 45-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 45-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la IV Commissione. Grazie Presidente. Parere favorevole sull'emendamento 23.200 della V Commissione (Bilancio). Parere contrario sull'emendamento Piras 23.1.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Parere favorevole sull'emendamento 23.200 della V Commissione e parere contrario sull'emendamento Piras 23.1.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Piras 23.1.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piras 23.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non ha votato ? Capelli... qualcun altro ? Mi pare che abbiano votato tutti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  405   
   Votanti  392   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  68    
    Hanno votato no  324.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Borghi ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non ha votato ? Invernizzi, Sgambato... qualcun altro non riesce a votare ? Mi pare che abbiano votato tutti...
  Dichiaro chiusa la votazione. Chiedo scusa, deputato Sgambato.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  329   
   Astenuti   75   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato  317    
    Hanno votato no  12.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Cani e Sgambato hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole. Il deputato Borghi ha segnalato che non è riuscito a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 23, nel testo emendato.Pag. 40
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gasperini, Fregolent.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  394   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato  329    
    Hanno votato no  65.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Borghi ha segnalato che non è riuscito a votare).

(Esame dell'articolo 24 – A.C. 45-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 24 (Vedi l'allegato A – A.C. 45-A ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 24.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  398   
   Votanti  340   
   Astenuti   58   
   Maggioranza  171   
    Hanno votato  340.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 25 – A.C. 45-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 25 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 45-A ed abbinate).
  Ricordo che il parere della Commissione bilancio sul testo del provvedimento è favorevole a condizione che venga approvato, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, l'emendamento 25.200, integralmente soppressivo dell'articolo 25.
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la IV Commissione. Le Commissioni esprimono parere favorevole sull'emendamento 25.200 della Commissione bilancio.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Il Governo esprime parere favorevole sull'emendamento 25.200 della Commissione bilancio.

  PRESIDENTE. Poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 25, su cui il relatore e il Governo hanno espresso parere favorevole, a norma dell'articolo 87, comma 2, del Regolamento, sarà posto in votazione il mantenimento di tale articolo.
  Faccio presente, quindi, che per ottemperare alla condizione della Commissione bilancio occorre votare contro il mantenimento dell'articolo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 25.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Fanucci, Giachetti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  400   
   Votanti  388   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato  64    
    Hanno votato no  324.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 41

(Esame dell'articolo 26 – A.C. 45-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 26 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C.).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la IV Commissione. Le Commissioni esprimono parere favorevole sull'emendamento 26.200 della Commissione bilancio.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Il Governo esprime parere favorevole sull'emendamento 26.200 della Commissione bilancio.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Baroni, Covello.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  391   
   Votanti  319   
   Astenuti   72   
   Maggioranza  160   
    Hanno votato  309    
    Hanno votato no  10.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Tartaglione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  A questo punto l'articolo 26 non si vota perché in sostanza è soppresso dalla votazione dell'emendamento 26.200. Passiamo all'articolo aggiuntivo Artini 26.01. Il parere delle Commissioni ?

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la IV Commissione. Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario sull'articolo aggiuntivo Artini 26.01.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Artini. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ARTINI. Grazie Presidente, analogamente a quanto è accaduto sull'articolo 3 con gli emendamenti, sia di SEL, che del MoVimento 5 Stelle, per l'introduzione di un comitato parlamentare, questo articolo aggiuntivo è stato lungamente trattato anche nelle Commissioni e politicamente anche con quelli che sono gli esponenti di tutti i vari gruppi che sono iscritti al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Infatti, definisce espressamente, come non fa, né la legge n. 124 del 2007, né la successiva legge n. 133 del 2012, i compiti di controllo sulle missioni internazionali rispetto a quello che è il servizio segreto dello Stato maggiore della difesa, cioè il RIS. Dopo tutta una serie di discussioni svolte, sia in Commissione, che con gli altri colleghi, e per il rispetto che ho del lavoro e, come anche sosteneva il collega Gianluca Pini, rispetto al lavoro sul Copasir, ritengo di ritirare questo articolo aggiuntivo perché penso sia opportuno che tale questione venga trattata direttamente e in maniera organica da parte del Comitato parlamentare. Quindi, lo ritiro.

  PRESIDENTE. Sta bene. L'articolo aggiuntivo Artini 26.01 si intende ritirato.

Pag. 42

(Esame dell'articolo 27 – A.C. 45-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 27 (Vedi l'allegato A – A.C. 45-A ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 27.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Invernizzi, Sgambato, Scuvera, Giuliani, Pagano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  383   
   Votanti  321   
   Astenuti   62   
   Maggioranza  161   
    Hanno votato  320    
    Hanno votato no  1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata e, a partire dalle ore 16, con il seguito dell'esame del provvedimento recante disposizioni concernenti la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 13,10, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro delle infrastrutture dei trasporti e il Ministro del lavoro e delle politiche sociali.

(Chiarimenti in merito alle regole che disciplinano l'accesso e la permanenza dei visitatori nel sito espositivo di Expo 2015 – n. 3-01488)

  PRESIDENTE. L'onorevole Pannarale ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01488 concernente chiarimenti in merito alle regole che disciplinano l'accesso e la permanenza dei visitatori nel sito espositivo di Expo 2015 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata) per un minuto.

  ANNALISA PANNARALE. Grazie Presidente. Ministro, in previsione dell'apertura dell'Expo di Milano, nelle scorse settimane il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha autorizzato l'invio presso le scuole di una circolare con indicazioni per le visite ad Expo. In questa circolare vengono elencate una serie di prescrizioni e obblighi affinché sia consentito l'ingresso nello spazio espositivo: tra questi il divieto di introdurre bottiglie di vetro o animali e fin qui nulla di scandaloso. Quello che invece atterrisce, continuando la lettura della circolare, è il divieto per le scolaresche di introdurre nella fiera documenti, disegni, materiale contenenti asserzioni o concetti diversi da quelli esplicitamente autorizzati dall'autorità di pubblica sicurezza. In attesa, Ministro, di entrare in possesso di questo elenco, le ricordo che la scuola è il cuore della democrazia e della libertà di espressione e siamo a chiedere come sia accettabile che la visita ad una fiera possa autorizzare la gravissima lesione di principi costituzionalmente garantiti quali la libertà di espressione e di pensiero.

  PRESIDENTE. Il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

Pag. 43

  MARIA ELENA BOSCHI, Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Grazie Presidente, rispondo al quesito dell'onorevole ovviamente sulla base degli elementi forniti dal Ministro Martina come Ministro competente. Come è noto, già nell'ottobre del 2013, il MIUR ha siglato con Expo Spa un protocollo di intesa proprio per favorire la partecipazione ad Expo delle scolaresche perché Expo viene considerato giustamente anche un momento di arricchimento ed un'occasione educativa per i temi che vengono trattati dal diritto al cibo, allo spreco alimentare, lo sviluppo ecosostenibile, la tutela delle eccellenze agroalimentari e l'educazione alla biodiversità. In questa ottica ovviamente il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha trasmesso alle scuole non una circolare, come sostenuto dall'onorevole interrogante, bensì una nota in cui il Ministero si è limitato a trasmettere le regole di accesso ad Expo che valgono non per le scolaresche o i docenti in modo specifico ma che valgono per tutti i soggetti che decidono di partecipare ad Expo e che sono trasparenti ed accessibili a tutti attraverso il sito di Expo Spa. Ovviamente Expo Spa è una società privata. Expo è una fiera che è qualificata come luogo privato aperto al pubblico e, ai sensi dell'articolo 1341 del codice civile, chiunque voglia accedere ad Expo deve sottostare al regolamento. Quindi, attraverso l'acquisto del biglietto, si accettano anche le regole per l'accesso. Tra queste vi sono delle regole volte a tutelare la sicurezza ovviamente di tutti i partecipanti e quindi sono posti dei limiti alla possibilità di portare cartelloni o altro materiale che in qualche modo possa essere pericoloso. Ovviamente nell'ambito di Expo c’è piena possibilità per le scolaresche anche di confrontarsi e discutere dei temi legati a questa attività. All'interno del padiglione Italia, ad esempio, nel vivaio scuole, ogni giorno fino alla fine dell'apertura di Expo, quattro scuole potranno confrontarsi, discutere e portare materiale che possa riguardare la loro attività nei limiti della sicurezza e delle regole poste dalla società privata.
  Ovviamente questo non vuol dire che vi sia una preclusione rispetto alla possibilità delle autorità preposte e competenti a ritrattare eventualmente con Expo e ad approfondire alcuni punti che tengano insieme, da un lato, la sicurezza, dall'altro un libero accesso ad Expo.

  PRESIDENTE. L'onorevole Pannarale ha facoltà di replicare per due minuti.

  ANNALISA PANNARALE. Ministro, in queste settimane alle scuole è stata inviata, come lei giustamente ha precisato, una nota con le norme di sicurezza che Expo Spa, come lei ha detto, ha discrezionalmente dettato a quello che dovrebbe essere ancora un organo fondamentale della nostra Costituzione cioè la scuola, quella della Repubblica. Questo organo fondamentale della Costituzione, pubblico, laico e autonomo viene costretto da Expo Spa ad adattarsi alle regole di un mercato, di una fiera espositiva rinunciando, sopprimendo quella che è la sua identità costituzionale.
  Lei, Ministro, non ha detto nulla, a questo punto, su quello che è lo status giuridico di questo luogo, di questa grande fiera internazionale, perché questo status è tale, in realtà, da autorizzare la sospensione di libertà costituzionali, come se si trattasse di un luogo extraterritoriale d'eccezione. Questo accade, e viene imposto tra l'altro, a quello che è il presidio della democrazia per eccellenza, che è, appunto, la scuola.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  ANNALISA PANNARALE. Deve sapere, tra l'altro, che, in occasione degli attentati del 7 gennaio contro Charlie Hebdo, la Ministra francese dell'educazione ha invitato tutte le scuole a promuovere dei giornali studenteschi. Immagini se il funzionario della pubblica sicurezza dovesse, ad Expo, ad un certo punto, bloccare la vivace studentesca francese che arriva lì e Pag. 44deve necessariamente restituire il suo giornale studentesco perché, in realtà, contiene concetti che non sono esplicitamente autorizzati dalla pubblica sicurezza.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  ANNALISA PANNARALE. Forse, Ministro, cominciamo a capire perché, in queste ore, state cercando di smantellare la scuola della Repubblica: vi serve, vi fa comodo una scuola supina, una scuola passiva. Ma noi ci batteremo fino alla fine per voci critiche ed irriverenti.

(Elementi in merito allo sviluppo del progetto per la diffusione della banda larga e ultralarga su tutto il territorio nazionale – n. 3-01489)

  PRESIDENTE. L'onorevole Artini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01489, concernente elementi in merito allo sviluppo del progetto per la diffusione della banda larga e ultralarga su tutto il territorio nazionale (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  MASSIMO ARTINI. Grazie, Presidente. Mi preme precisare che penso che sia sotto gli occhi di tutti il fatto che la qualità delle reti Internet in Italia, soprattutto per l'utenza, è pessima in confronto a tutto il resto dell'Europa. A fronte di questo, per quanto negli ultimi due anni si sia fatto un minimo incremento – ma non siamo stati, di certo, al passo degli altri Paesi europei –, i provvedimenti legislativi messi in atto anche dei precedenti Governi – penso a Letta, che fece un provvedimento ad hoc – non hanno destato quelle che erano le aspettative.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MASSIMO ARTINI. La nostra domanda è intesa ad ovviare al problema fondamentale, cioè, come riuscire a raggiungere effettivamente i punti finali, cioè i punti terminali – le case private o le aziende, in particolare – e chiedere al Governo qual è l'impianto legislativo, e concludo, per far sì che sia sfruttabile quella parte di corrugati e cavidotti che già esistono sul territorio e che attualmente non sono stati normati.

  PRESIDENTE. Il Ministro per lo sviluppo economico, Federica Guidi, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  FEDERICA GUIDI, Ministra dello sviluppo economico. Grazie, Presidente. Io rispondo all'onorevole interrogante, dicendo che raggiungere gli obiettivi dell'Agenda digitale europea 2020 è, naturalmente, un obiettivo strategico per il Paese che il Governo si è dato e, proprio per questo, il Governo sta promuovendo una serie di interventi strategici che investono sia nelle infrastrutture sia nei servizi. Siamo anche perfettamente consapevoli che su questo terreno, naturalmente, si gioca anche una parte importante della partita per la modernizzazione e per la competitività dell'Italia.
  Com’è noto, il Consiglio dei ministri ha approvato, lo scorso 3 marzo, il piano per la banda ultralarga e per la crescita digitale: in questo piano, fra l'altro, si delineano anche le necessità e il fabbisogno di politiche di intervento, regione per regione, che ci consentiranno di fare dell'Italia una delle best practice in Europa quanto a copertura infrastrutturale sia a livello di qualità che di servizi per i cittadini e per le imprese.
  La Strategia nazionale per la banda ultralarga è, in particolare, concepita come una misura dinamica e, quindi, dovrà essere anche periodicamente aggiornata per adeguarla all'evoluzione tecnologica dei servizi e della domanda e, inoltre, rappresenterà anche una bussola in termini di azione, metodi, organizzazione e strumenti.
  Secondo l'analisi sottostante la strategia per raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati, saranno necessari investimenti per circa 12,3 miliardi: di questi, 6 miliardi verranno da fondi pubblici, fino a 5 miliardi tramite il Fondo di sviluppo e coesione Pag. 452014-2020 e il resto a valere sui fondi europei e regionali, i fondi FESR e FEASR. È stato stimato che, grazie all'apporto dei finanziamenti privati, che attualmente sono necessari alla fine di questo periodo, cioè entro il 2020, il 100 per cento della popolazione potrà avere accesso ad una rete a 30 megabit e l'85 per cento sarà coperta da un servizio di connettività oltre i 100 megabit per secondo.
  Il Governo è certamente consapevole anche dei ritardi nell'attuazione della digitalizzazione del Paese ed è per questo che abbiamo, credo per la prima volta, lanciato questo piano, profondendo il massimo impegno, anche per sbloccare il processo di sviluppo a vantaggio, prima di tutto, dei cittadini e delle imprese. Questo progetto di ampio respiro implica anche il coinvolgimento di tutti gli stakeholder, a mobilitazione di tutte le forze produttive del Paese.
  In questo senso ciascun operatore potrà contribuire al raggiungimento degli obiettivi del piano inclusi soggetti diversi da quelli tradizionalmente attivi nel settore delle telecomunicazioni.
  Si sottolinea, inoltre, che la strategia per la banda ultralarga prevede anche una serie di misure di semplificazione e di strumenti di facilitazione degli investimenti; alcune misure sono già state introdotte nel decreto-legge cosiddetto Sblocca Italia e altre verranno comunque poste in essere quanto prima.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  FEDERICA GUIDI, Ministra dello sviluppo economico. Il Governo, inoltre, sta valutando ulteriori interventi anche volti a ridurre i tempi e i costi per l'infrastrutturazione del territorio, a prevedere l'utilizzo di infrastrutture esistenti nel sopra e nel sottosuolo, nonché un uso sinergico delle opere civili tra tutti gli operatori di settore. In particolare il MISE sta lavorando in attuazione delle previsioni contenute nel decreto-legge «Sblocca Italia» al Sistema informativo nazionale federato del sopra e del sottosuolo e questo garantirà l'effettiva mappatura, in tempi certi, di tutte le infrastrutture funzionali allo sviluppo della banda larga e ultralarga presenti nel territorio nazionale.

  PRESIDENTE. Concluda, Ministra.

  FEDERICA GUIDI, Ministra dello sviluppo economico. Naturalmente si sottolinea che gli interventi che il Governo intende porre in essere e finanziare attraverso la strategia sono relativi all'infrastruttura passiva abilitante alla banda ultralarga il cui accesso dovrà essere garantito secondo la modalità individuata dalla competente Autorità di regolazione.

  PRESIDENTE. L'onorevole Artini ha facoltà di replicare.

  MASSIMO ARTINI. Grazie Presidente, spero di avere l'atto anche da un punto di vista scritto, perché a questa velocità di lettura...
  Indubbiamente la risposta è compiuta al netto dell'introduzione iniziale; quello che mi viene da pensare, e questa interrogazione nasce anche in questi termini, e che è uno stimolo a cercare quelle soluzioni che sono non nella macrovisione rispetto alla banda ultralarga, ma rispetto a quello che è il problema concreto cioè l'implementazione diretta e mirata verso gli utenti finali. Su questo non ho ascoltato – e spero di ascoltarlo prima della trattazione del decreto – alcune soluzioni, per esempio anche il Regno Unito sta implementando, rispetto a quella che è la possibilità non solo di avere un'infrastruttura che sia di quella capacità, ma che sia anche appetibile per l'utenza, in particolare partendo dalle imprese. Perché il piano di sviluppo della banda ultralarga rende completamente diverso il lavoro per chi lavora nel settore informatico e per chi fa produzione e stravolge tutto questo.
  Quindi, rispetto alla risposta all'interrogazione mi ritengo parzialmente soddisfatto, nel senso che ho ascoltato, nell'ultima parte, la volontà di dare sia una mappatura di quelle che sono le infrastrutture sia di riuscire a rendere, ad esempio, nelle varie cabine, energeticamente Pag. 46sostenibile l'implementazione di un sistema a banda larga che non è analogo a quello in rame.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  MASSIMO ARTINI. Il problema è che abbiamo perso 15 anni dall'ultimo progetto di implementazione delle fibre ottiche fatto a spese pubbliche che era il progetto Socrates, se non sbaglio, e attualmente noi ci ritroviamo in questa situazione pessima: al netto delle città più grandi, le situazioni industriali delle piccole e medie imprese nelle province si ritrovano con linee che, dai Paesi del mondo, sono definite da terzo mondo. Mi aspetto che ci siano questi suggerimenti, anche venuti fuori da questa interrogazione, nella proposta che il Governo farà al Parlamento.

(Iniziative finalizzate ad avviare un confronto con la Sea-Aeroporti di Milano per l'apertura del terminal «ex GS Aviation» dell'aeroporto di Malpensa e la sua destinazione all'aviazione generale e, in particolare, ai cosiddetti voli d'affari – n. 3-01490)

  PRESIDENTE. L'onorevole Librandi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-0149 concernente iniziative finalizzate ad avviare un confronto con la Sea-Aeroporti di Milano per l'apertura del terminal «ex GS Aviation» dell'aeroporto di Malpensa e la sua destinazione all'aviazione generale e, in particolare, ai cosiddetti voli d'affari (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  GIANFRANCO LIBRANDI. Grazie Presidente, onorevole Ministro, l'assenza nell'aeroporto di Malpensa di un terminal dedicato i voli d'affari inibisce fortemente l'attrattività dello scalo. La condivisione di un unico terminal per i voli di linea ed i voli d'affari mal si concilia con le esigenze di velocità e riservatezza di turisti di lusso o di operatori economici che sempre di più e spesso utilizzano gli aeroporti di Lugano o Linate, provocando un impatto negativo sull'economia delle province di Varese, Como e Novara. La riapertura di un terminal dedicato avrebbe effetti benefici, stimabili intorno all'1 o 2 per cento del PIL locale.
  Nell'aeroporto di Malpensa, la Sea ha la disponibilità del terminal cosiddetto ex GS Aviation, oggi chiuso ma adeguato ad ospitare gli operatori di aviazione generale, i servizi a terra e i connessi servizi per l'utenza. Tutto ciò premesso, chiedo all'onorevole Ministro se ritenga opportuno aprire un confronto con la Sea per la riapertura del terminal ex GS Aviation e alla sua destinazione all'aviazione generale e in particolare ai voli d'affari.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  GRAZIANO DELRIO, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. In base alla normativa vigente, la programmazione delle infrastrutture aeroportuali è definita attraverso un atto di pianificazione generale, il cosiddetto Master Plan, proposto dalla società concessionaria nel rispetto degli standard, vincoli e prescrizioni tecniche previsti da normative aeronautiche nazionali ed internazionali. Spetta all'ENAC l'approvazione finale dello stesso e l'approvazione dei progetti preliminari esecutivi delle singole opere in esso previste. L'approvazione di questi progetti richiede il previo espletamento delle verifiche di ottemperanza dei progetti rispetto alle osservazioni del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e del Ministero dei beni culturali.
  Nel caso specifico di Milano Malpensa, il Master Plan approvato in linea tecnica dall'ENAC prevedeva un'area di aviazione generale che poi non ha superato le procedure di VIA. Il vigente contratto di programma tra ENAC e SEA, che gestisce entrambi gli aeroporti, Malpensa e Linate, prevede, proprio in relazione all'area dedicata all'aviazione generale di Linate, un Pag. 47piano di sviluppo finalizzato a incrementare la qualità del servizio reso all'utenza e a garantire maggiore funzionalità e sicurezza operativa dei servizi connessi. Ciò non significa che anche l'autonomia imprenditoriale del gestore, che oggi sembra favorire le attività di aviazione generale nello scalo di Linate, possa anche estendersi allo scalo di Milano Malpensa. Su questo un'interlocuzione si può certamente avviare, come sollecita l'interrogante. Per cui, apriremo un confronto tra gli operatori territoriali nazionali maggiormente coinvolti, per un eventuale riapertura dell'edifico «ex GS Aviation» o di altre strutture preesistenti da dedicare all'aviazione generale.

  PRESIDENTE. L'onorevole Librandi ha facoltà di replicare, per due minuti.

  GIANFRANCO LIBRANDI. Presidente, onorevole Ministro, accolgo con soddisfazione il suo impegno ad aprire un confronto con SEA Aeroporti di Milano per la riapertura del terminal – possibilmente – «ex GS Aviation» e la sua situazione all'aviazione generale, in particolare ai voli d'affari. L'aeroporto di Malpensa non solo può essere considerato l’hub naturale di Expo 2015, che di tanti turisti e di tanti uomini d'affari avrebbe bisogno in questo momento, ma è anche localizzato in un'area ad alta densità industriale e commerciale e meta frequente di imprenditori ed operatori economici provenienti da tutto il mondo. Riattivare a Malpensa un terminal dedicato, non solo riuscirà a soddisfare le particolari esigenze di velocità e riservatezza di questa fascia di clientela, offrendo un servizio concorrenziale rispetto ai vicini aeroporti di Lugano e Milano Linate, ma avrà anche benefici effetti sulla situazione economica delle province di Varese, Como e Novara, sia in termini di creazione di ricchezza che di aumento dell'occupazione, non solo nell'ambito delle strutture dedicate ma anche e soprattutto in termini di indotto del settore (alberghi, ristoranti, servizi a terra e noleggi), come dimostra, per esempio, l'esperienza dell'aeroporto di Francoforte-Egelsbach. Concludo con l'auspicio che questa trattativa possa essere conclusa in tempi brevi, in modo da poter offrire questo ulteriore servizio anche al ragguardevole numero di imprenditori e businessmen che visiteranno nei prossimi mesi Expo 2015.

(Iniziative per la razionalizzazione della governance portuale nell'ottica del contenimento della spesa – n. 3-01491)

  PRESIDENTE. L'onorevole Gigli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-001491 concernente iniziative per la razionalizzazione della governance portuale nell'ottica del contenimento della spesa (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, in Italia vi sono trenta porti, con trenta autorità portuali, trenta autorità marittime e trenta società di rimorchio, e dal confronto tra i dati 2006 e quelli 2013 si evince che dal 2007 le società e le autorità portuali stanno incassando anche il gettito della tassa erariale sulle merci e della tassa di ancoraggio, per le quali vi è stato complessivamente un aumento del 30,5 per cento delle tasse portuali, anche se in questo stesso periodo avrebbero dovuto esservi delle operazioni di spending review. A fronte di tutto questo, osserviamo, invece, un aumento del 43 per cento delle spese correnti – senza tener conto di quelle di investimento e per opere –, che è pari a circa 83 milioni di euro. Di questi 83 milioni, 68 sono stati identificati come uscite, non meglio identificate, per prestazioni istituzionali. A fronte di questo aumento della spesa, si osserva una diminuzione di oltre l'8 per cento del traffico merci e di quasi l'11 per cento del traffico passeggeri.

  PRESIDENTE. Concluda.

  GIAN LUIGI GIGLI. Ho finito. Signor Ministro, chiedo come è possibile tutto questo e come possiamo porvi rimedio.

Pag. 48

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  GRAZIANO DELRIO, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Come ha sottolineato l'onorevole Gigli, secondo l'ultima rilevazione ISTAT, il traffico che fa capo ai porti amministrati dalle autorità portuali italiane è pari a 400 mila tonnellate circa di merci, su un totale che per tutti i porti è pari a 457 mila tonnellate. Praticamente, tutti i container, oltre 10 milioni, e il traffico passeggeri fanno capo appunto alle autorità portuali. Per questo, è molto importante che le autorità portuali siano amministrate secondo criteri di efficienza e di efficacia amministrativa.
  Da questo punto di vista, voglio garantire all'interrogante che il Ministero, nell'ambito dei poteri di vigilanza ad esso consegnati, ha dato già specifiche direttive atte a verificare che il contenuto delle delibere relative al bilancio di previsione, eventuali note di variazione e al conto consuntivo delle autorità portuali sia di quanto più corrispondente ai principi di efficacia ed efficienza della spesa pubblica. Al contempo i collegi dei revisori dei singoli enti dovranno provvedere al riscontro degli atti di gestione, comunicandone gli esiti all'ispettorato generale di finanza del MEF per ogni eventuale e successiva azione che si deciderà di intraprendere.
  Al di là del caso specifico, comunque, la portualità italiana ha bisogno di un piano di riordino generale che attenga a superare i gap competitivi che ha in questo momento rispetto ai porti del Northern Range. Da questo punto di vista, il Governo sta terminando l'istruttoria sul piano nazionale della portualità e della logistica, già avviato dal mio predecessore che noi intendiamo portare a termine nell'arco di poche settimane al massimo.
  Questo tipo di revisione comprenderà anche una revisione della governance dei porti, attualmente troppo complessa e poco adatta a fare dei nostri porti quello che devono essere realmente essere, porti a servizio delle filiere logistico-industriali del nostro Paese e al servizio delle filiere logistico-industriali di tutto il sud Europa.
  Quindi, vi è un tema di ammodernamento complessivo delle dotazioni infrastrutturali, dalle banchine ai dragaggi e a tutte le procedure che vanno velocizzate, dal tema della single window alla realizzazione dello sportello amministrativo unico, allo sportello dei controlli doganale dei controlli unico. Quindi, siamo impegnati anche con il programma nazionale operativo a valere sui fondi europei ad affrontare tutti i cosiddetti colli di bottiglia, ossia quelli che non consentono un trasporto delle merci in maniera efficace dal porto alla rete ferroviaria nazionale. Abbiamo un piano di investimenti in questa direzione e dentro questo piano di riforma complessiva del sistema della portualità e della logistica al tema della semplificazione della governance e del contenimento dei costi della spesa corrente andrà sicuramente affrontato radicalmente.

  PRESIDENTE. L'onorevole Gigli ha facoltà di replicare.

  GIAN LUIGI GIGLI. Signor Ministro, la ringrazio molto, soprattutto per gli impegni, anche a breve scadenza, che ha voluto prendere. Quindi sono soddisfatto della sua risposta, in più avrei magari voluto una spiegazione sulla natura di queste cosiddette spese per prestazioni istituzionali, non meglio chiarite.
  La ringrazio comunque per la risposta. Il comparto marittimo è certamente quello che sta soffrendo di più per la concorrenza dei porti del nord Europa, soprattutto dal punto di vista della qualità della nostra logistica e dell'organizzazione dei servizi.
  Pochi giorni fa il Presidente Renzi, come lei ha certamente avuto modo di osservare, ha rilevato che i trenta porti e le trenta autorità portuali italiane non fanno la metà dell'attività del porto di Rotterdam. Ebbene, io credo che lei, come Ministro delle infrastrutture, nell'annunciarci questo piano di riordino, benché fresco di nomina, ci permetta di aspettarci Pag. 49da questo suo impegno molto in tema di razionalizzazione della governance, di applicazione di un sano processo di revisione della spesa per un miglioramento dell'efficienza del sistema, per metterlo in grado di competere nelle sfide che riguardano sia il traffico delle merci sia il traffico dei passeggeri.
  Un tempo si diceva che l'Italia era una portaerei affacciata sul Mediterraneo e noi potremmo essere in prima fila per le cosiddette autostrade del mare. Tuttavia, malgrado il mare non abbia bisogno di particolari infrastrutture, esse non sono in grado di funzionare senza un efficiente sistema di porti e senza un efficiente sistema di convogliamento dai porti alla rete più generale della movimentazione merci.

(Intendimenti del Governo in merito al completamento della procedura per la realizzazione del tratto autostradale Valdastico Nord – n. 3-01492)

  PRESIDENTE. L'onorevole Causin ha facoltà di illustrare l'interrogazione Dorina Bianchi ed altri n. 3-01492, concernente intendimenti del Governo in merito al completamento della procedura per la realizzazione del tratto autostradale Valdastico Nord (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

  ANDREA CAUSIN. Grazie Presidente. Signor Ministro, desidero interrogarla sulle ragioni per cui ad oggi è ancora bloccata la procedura di autorizzazione della Valdastico Nord, dopo che precisi impegni erano stati assunti proprio da parte del suo Governo e anche alla luce del fatto che, essendo andati ben oltre i tempi previsti dalla legge per l'autorizzazione, lo Stato italiano rischia di ricevere una azione di tipo risarcitorio dal soggetto proponente.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  GRAZIANO DELRIO, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, la realizzazione della Valdastico Nord, come evidenziato dagli onorevoli interroganti, è oggetto di un contenzioso sul quale occorrerà ancora attendere gli esiti, nel senso che è ancora in corso la trattativa con la provincia autonoma di Trento, che non ha ancora espresso intesa sulla opera in sé, cioè un assenso alla realizzazione dell'opera. Poi si potrà discutere il tracciato, ma deve ancora esprimere l'intesa. Questa intesa è richiesta sia rispetto all'individuazione dell'opera che alla sua localizzazione, in base alla legge obiettivo e al codice degli appalti pubblici, nonché rispetto al tracciato, sulla base delle norme attuative, come lei sa, dello statuto speciale della Regione Trentino Alto Adige di rango costituzionale.
  Anche la giurisprudenza costituzionale ha espresso in diverse sentenze la necessità di acquisire preventivamente la citata intesa per porre in essere concreti atti di realizzazione dell'opera.
  Pertanto, alla luce della giurisprudenza costituzionale, non risulta possibile porre in essere al momento concreti atti di realizzazione dell'opera in esame senza avere preventivamente acquisito l'intesa della provincia autonoma che potrà anche essere unica, ma comunque dovrà sussistere a doppio titolo: da una parte, ex legge n. 443 del 2001 e articolo 165 del decreto legislativo del 2006; dall'altra, ex decreto del Presidente della Repubblica n. 381 del 1974.
  Invero, come confermato dal Presidente del Consiglio dei ministri, la procedura di cui all'articolo 165 consente di superare solo la carenza di consenso sulla localizzazione dell'opera, ossia sull'individuazione di quello che dovrà essere il corridoio lungo il quale sviluppare il tracciato dell'arteria autostradale, ma non può superare la carenza di quello che è richiesto da norme attuative dello statuto speciale.
  Comunque garantisco l'impegno del Governo – ed è già stato fatto nell'ultima visita che ho fatto a Trento e succederà anche nei prossimi giorni – a chiarire e cercare di ottenere al più presto da parte Pag. 50della provincia autonoma di Trento gli atti necessari per il proseguimento della realizzazione dell'opera.

  PRESIDENTE. L'onorevole Causin ha facoltà di replicare, per due minuti.

  ANDREA CAUSIN. Signor Presidente, signor Ministro, mi dichiaro insoddisfatto e, come si dice dalle mie parti, campa cavallo che l'erba cresce. Il Governo aveva già messo in atto una procedura, come ricordava lei, per superare questa ostatività della provincia di Trento che non è una ostatività di minor rango rispetto all'esigenza di fare quest'opera, che è strategica, anche se di soli 36 chilometri, in quanto collega una economia, quella veneta, fatta da un milione di imprese su cinque milioni di abitanti, che collega e mette in relazione l'area Adriatica del nostro Paese con il centro di Europa. Si tratta di un'opera di circa un miliardo e 200 milioni di euro, sulla quale i proponenti hanno incassato la credibilità attraverso un project bond di 600 milioni di euro.
  Credo che sia giunto il tempo veramente di risolvere questa annosa questione proprio anche negli interessi dell'area del nord est del Paese e anche del Paese stesso.
  Credo che il tempo sia maturo anche perché c'erano le elezioni in Trentino fino a domenica e, quindi, posso comprendere, anche se non condividere, la scelta di avere rallentato o essere stati prudenti su questa vicenda. Oggi le elezioni sono finite ed è giusto fare anche delle scelte che sono aderenti agli impegni che sono stati assunti.

(Iniziative volte a dare attuazione alla recente sentenza della Corte costituzionale in materia di perequazione automatica dei trattamenti pensionistici ed elementi in ordine ai possibili effetti sulla finanza pubblica – n. 3-01493)

  PRESIDENTE. L'onorevole Ciprini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01493, concernente iniziative volte a dare attuazione alla recente sentenza della Corte costituzionale in materia di perequazione automatica dei trattamenti pensionistici ed elementi in ordine ai possibili effetti sulla finanza pubblica (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  TIZIANA CIPRINI. Signor Presidente, la Consulta ha dichiarato illegittima la norma della «Salva Italia» che ha bloccato l'indicizzazione delle pensioni superiori a tre volte le minime. Si tratta di 5 milioni e mezzo di pensioni congelate per un costo complessivo di 17 miliardi di euro.
  La Corte ha stabilito che l'interesse dei pensionati e, in particolar modo, di quello con pensioni modeste è teso alla conservazione del potere di acquisto delle somme percepite da cui deriva il diritto a una prestazione previdenziale adeguata. Tale diritto, costituzionalmente fondato, risulta irragionevolmente sacrificato nel nome di esigenze finanziarie non illustrate in dettaglio.
  Questa è solo l'ultima delle gravi questioni che riguardano il caos del sistema pensionistico causato dal Governo Monti e dalla Fornero che ha creato l'emergenza sociale degli esodati dove siamo arrivati alla sesta salvaguardia. Ciò a dimostrazione del fatto che i provvedimenti di emergenza finanziaria adottati in maniera irrazionale, al solo fine di rastrellare soldi facili, finiscono per produrre un aggravio della finanza pubblica e insostenibili costi sociali per i cittadini. Signor ministro, la domanda è: e ora chi paga ?

  PRESIDENTE. Onorevole Ciprini, deve concludere.

  TIZIANA CIPRINI. I soliti cittadini con aumento di tasse e contributi ? Con l'aumento dell'IVA ? E cosa intendete fare a livello normativo ?

  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

Pag. 51

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Grazie Presidente, onorevole Ciprini, il Governo è pienamente consapevole della grande rilevanza che la questione previdenziale ha nel nostro Paese. Peraltro, gli interventi che nel tempo si sono realizzati, nello specifico il decreto-legge n. 201 del 2011, convertito dalla legge n. 214 del 2011, hanno profondamente modificato l'impianto normativo preesistente. Non è necessario ricordare le specifiche condizioni dell'economia e della finanza pubblica del nostro Paese che motivarono quelle scelte, tanto che il provvedimento appunto venne definito «salva Italia». Peraltro, nel tempo si sono evidenziati limiti ed errori contenuti in quel provvedimento, basti pensare – lo citava anche lei, onorevole – il noto fenomeno degli esodati.
  La sentenza della Corte interviene in questo contesto e dichiara illegittima la norma che ha escluso, per gli anni 2012 e 2013, l'applicazione della perequazione automatica per i trattamenti di un importo complessivo superiore a tre volte il trattamento minimo INPS. Ma la stessa sentenza evidenzia lungo un puntuale excursus le diverse situazioni che nel tempo hanno visto iniziative parlamentari e legislative aventi ad oggetto il tema della perequazione automatica, in questo modo evidenziando situazioni diverse nel tempo e, in alcuni casi, non censurate dalla Corte.
  Quindi, il Governo conseguentemente si è attivato con l'aiuto dell'INPS per predisporre i necessari interventi sulla base di questi principi: il rispetto pieno dei principi che hanno condotto alla sentenza; una soluzione che affronti la situazione con spirito di equità all'interno del sistema previdenziale, senza scaricare ulteriori pesi sulle future generazioni; una soluzione che minimizzi l'impatto sulla finanza pubblica e permetta di rispettare i parametri così come descritti nel Documento di economia e finanza.
  Per quanto riguarda i tempi della decisione, il Governo agirà rapidamente, ma utilizzerà il tempo indispensabile a sviluppare un'analisi completa e puntuale dei contenuti della sentenza, delle diverse ipotesi di intervento che la stessa ammette e per effettuare tutte le elaborazioni che saranno utili e necessarie a prevedere gli effetti che queste diverse opzioni possono produrre nei confronti dei cittadini e del bilancio dello Stato, al fine di evitare scelte che potrebbero produrre effetti negativi sulla generalità dei nostri cittadini.
  Al momento, il Governo, nella sua collegialità, non ha ancora assunto alcuna decisione specifica in merito.

  PRESIDENTE. L'onorevole Ciprini ha facoltà di replicare, per due minuti.

  TIZIANA CIPRINI. Grazie Ministro, prendo atto della sua non risposta: mancano i «come» e i «quando». Tuttavia, è facile prevedere una valanga di ricorsi giudiziari da parte dei pensionati per chiedere all'INPS, con decreto ingiuntivo, l'immediato pagamento delle somme spettanti più gli interessi.
   Quanto stanno costando all'Italia gli errori fatti da Monti e dalla Fornero ? Quanto ci stanno costando le politiche dell’austerity imposte all'Italia con la scusa di crisi indotte dal punto di vista finanziario ?
  Ma il punto politico della questione non è solo contabile ma è soprattutto una questione di uguaglianza, di equilibrio, di diritti e di rispetto della Costituzione. È urgente rimettere al centro dell'ordinamento la persona e i diritti e non il mercato, la finanza e la contabilità dello Stato.
  Ora il Governo ha il dovere di ripristinare la legalità costituzionale violata. La Corte ha affermato che qualsiasi misura emergenziale per essere legittima deve essere temporanea, proporzionale ed equilibrata e non può azzerare i diritti costituzionalmente fondati. Invece chiedete sacrifici continui ai pensionati, ai cittadini schiacciati dalle tasse, ai dipendenti pubblici che hanno gli stipendi congelati a cinque anni fa. Siamo nell'era glaciale, Ministro !
  Eppure, voi politici non vi sacrificate mai, vi siete sospesi i vitalizi anziché Pag. 52sopprimerli, vi siete auto-assolti e continuerete a godere dei vitalizi pagati dai cittadini. Per voi nessun sacrificio, nemmeno in tempi di emergenza.
  Ma qui con il blocco della perequazione automatica delle pensioni c’è stata la violazione di un diritto costituzionale fondamentale e dove c’è violazione c’è responsabilità. In particolare, c’è una responsabilità erariale del legislatore per danno erariale. Allora, a pagare di tasca propria sia questa volta la banda del buco, siano quei politici che vollero e votarono quei provvedimenti, in primis Monti e la Fornero e tutti quelli che ancora oggi continuano ad eseguire servilmente gli ordini della trojka.

(Elementi in merito agli aggravi di spesa derivanti dagli interventi correttivi della «riforma Fornero» – n. 3-01494)

  PRESIDENTE. L'onorevole Simonetti ha facoltà di illustrare l'interrogazione Fedriga ed altri n. 3-01494, concernente elementi in merito agli aggravi di spesa derivanti dagli interventi correttivi della «riforma Fornero» (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

  ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, Ministro, parliamo di nuovo di pensioni, della famigerata «legge Fornero», che il suo partito, il partito di maggioranza, il PD, il partito di Renzi ha votato e continua a sostenere, malgrado tutti i problemi che questa pseudoriforma ha portato, non solo in termini economici, familiari e occupazionali per il mancato turnover, ma anche problemi alle casse dello Stato.
  Doveva essere una riforma che risolveva, secondo le vostre indicazioni e le vostre aspettative, dei problemi di cassa dello Stato; invece, a valle dei sei provvedimenti di salvaguardia legati al mondo degli esodati, legati a tutte le altre modifiche che, dal 2012 ad oggi, si sono susseguite, non ultima quella relativa alla sentenza della Corte costituzionale che prevede l'indicizzazione delle pensioni, porterà a nostro avviso un costo maggiore rispetto all'esito della riforma.
  Il non aver fatto nulla molto probabilmente sarebbe costato meno alle casse dello Stato, quindi ai cittadini e alle tasche dei cittadini, rispetto a quello che avete fatto.
  Quindi, noi siamo qui a chiederle un consuntivo dei costi di questa famigerata riforma.

  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Grazie Presidente, con questa interrogazione, ci si chiede di valutare gli elementi di risparmio e di economia che si sono realizzati con il decreto-legge n. 201 del 2011 e gli oneri che sono stati posti a carico del bilancio dello Stato per rimediare ai problemi e ai limiti della legge stessa.
  Da questo punto di vista, io credo si possa recuperare un dato secondo cui, quando questa norma è stata approvata, i risparmi di spesa previsti, e quindi conseguentemente assunti nei saldi della finanza pubblica, erano 90 miliardi circa.
  A seguito di quella decisione poi si è presentata una serie di problematiche, che conosciamo bene. Nella stessa interrogazione sono proposte una serie di situazioni che si sono ripetute e che hanno visto l'intervento del Parlamento e del Governo con la volontà di assolvere e risolvere i problemi che quei cittadini si sono trovati ad affrontare. Com’è noto, stiamo parlando delle diverse salvaguardie che sono state approntate e approvate, rispetto alle quali sono stati stanziati circa 11 miliardi di euro ed una copertura per circa 170 mila persone.
  Questi sono i due dati che oggi abbiamo di fronte. Ci si chiede di valutare anche qual è l'impatto ulteriore riferito all'esito della sentenza della Corte costituzionale.
  Nella risposta appena conclusa ho già dichiarato come il Governo sia in questo momento impegnato a fare un'analisi puntuale Pag. 53dei contenuti di quella sentenza e a definirne le modalità di intervento, tenendo conto naturalmente delle esigenze di corrispondere alle norme di bilancio e a tutte le regole che appunto regolano la vita del nostro Paese e la finanza pubblica. Quindi, è chiaro che in questo momento non è possibile assommare questi dati, essendo questa parte non nota.

  PRESIDENTE. L'onorevole Simonetti ha facoltà di replicare, per due minuti.

  ROBERTO SIMONETTI. Presidente, sono decisamente allibito e quindi insoddisfatto della risposta del Ministro, perché bastava leggesse Il Corriere della Sera di oggi, La Stampa o la Repubblica e i dati molto probabilmente li trovava lì; mi riferisco ai dati legati all'indicizzazione e al costo della sentenza della Corte costituzionale.
  Tra l'altro, la Lega Nord ieri, con il nostro segretario, Salvini, ha fatto un blitz al Ministero per dare una svegliata a questo Governo ad ottemperare, perché i pensionati stanno aspettando e mi sembra che il Governo invece stia nicchiando e addirittura il Ministro in Aula ci dice che non ha contezza di quanto possano essere le cifre. Le cifre gliele diciamo noi: si aggirano dai 17 ai 20 miliardi di euro, dal 2012 fino quasi al 2021, ed è il mal tolto che deve essere dato ai nostri pensionati.
  La riforma Fornero è da rivedere completamente, perché a valle delle sei salvaguardie per gli esodati e a valle di tutte le problematiche dei donatori di sangue e delle problematiche legate all'assistenza dei familiari gravi, del discorso della quota 96 del mondo della scuola ancora da risolvere, della settima salvaguardia degli esodati ancora da risolvere, si aggiunge quella delle indicizzazioni delle pensioni.
  Noi una soluzione gliela diamo; molto probabilmente anche qualcun altro del suo partito la dà, che ovviamente voi non ascoltate.
  È la legge di riforma del mondo delle pensioni, quella della quota 100, quella di avere, appunto, una possibilità di andare in pensione con 58 anni di età e 42 anni di contributi. Questa sarebbe veramente l'unica soluzione che questo Paese potrebbe dare per risolvere i problemi di cassa e i problemi sociali che la vostra legge Fornero ha prodotto. Quindi, pensateci bene.

  PRESIDENTE. La prego di concludere.

  ROBERTO SIMONETTI. Mentre state risolvendo il problema delle indicizzazioni, portiamo anche sul tavolo la riforma delle pensioni. Ieri il Ministero ci ha detto che questo non è nell'agenda, probabilmente noi glielo chiederemo con un'altra raccolta di firme, che, purtroppo, la stessa Corte costituzionale non ha voluto approvarci, malgrado, con un parere completamente simile, abbia cassato la legge Fornero, fortunatamente. Sfortunatamente, ha cancellato anche la possibilità di referendum e di dare voce al popolo che aveva sottoscritto la raccolta di firme (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

(Chiarimenti in merito alla platea dei beneficiari dell'indennità di disoccupazione per i collaboratori coordinati e continuativi e a progetto prevista dal decreto legislativo n. 22 del 2015 – n. 3-01495)

  PRESIDENTE. L'onorevole Ascani ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01495, concernente chiarimenti in merito alla platea dei beneficiari dell'indennità di disoccupazione per i collaboratori coordinati e continuativi e a progetto prevista dal decreto legislativo n. 22 del 2015 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  ANNA ASCANI. Signor Presidente, Ministro, una delle cose sicuramente più apprezzate all'interno del Jobs Act è l'estensione delle tutele e degli ammortizzatori sociali a coloro che hanno un contratto di tipo parasubordinato, quindi l'introduzione, a partire in via sperimentale dal 2015, della cosiddetta Dis-Coll. Tuttavia, Pag. 54il decreto legislativo che attua questa misura prevista all'interno del Jobs Act menziona esplicitamente soltanto coloro che hanno un contratto a progetto o un contratto di collaborazione continuativa, mentre gli iscritti alla gestione separata dell'INPS sono molti di più. In particolare, oggi non vogliamo chiedere al Ministro se questa misura sia estesa o meno e sia estendibile o meno ai ricercatori, agli assegnisti di ricerca, ai borsisti e ai dottorandi, che appunto sono iscritti alla gestione separata dell'INPS, quindi, se sia possibile estendere loro questa misura che è sicuramente positiva, ma essa deve rivolgersi ad una platea più ampia di quella menzionata all'interno del decreto legislativo di cui dicevo.

  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, onorevole Ascani, con questo atto gli onorevoli interroganti ci chiedono di conoscere se gli assegnisti di ricerca, i dottorandi e i titolari di borsa di ricerca possono beneficiare dell'indennità denominata Dis-Coll. Voglio precisare innanzitutto che gli assegnisti di ricerca, i dottorandi e i borsisti, sui quali verte il presente atto parlamentare, sono iscritti alla gestione separata in forza di specifiche previsioni di legge e non in quanto rientranti nella categoria dei collaboratori coordinati e continuativi. In effetti, la finalità fondamentale del dottorato e dell'assegno di ricerca non è quella di acquisire prestazioni lavorative dietro pagamento di un compenso, ma di consentire ai beneficiari della borsa di studio di dedicarsi ad attività di studio e di ricerca utili a perfezionare il proprio bagaglio di conoscenza e di esperienza, che non danno luogo ad alcun diritto in ordine all'accesso ai ruoli, ma costituiscono titoli valutabili ai fini della carriera accademica. Ne consegue che la situazione dei soggetti cui si riferisce l'interrogante non è assimilabile direttamente a quella dei collaboratori coordinati e continuativi che, come già detto, prestano la loro attività nel contesto di un vero e proprio rapporto di lavoro. Conseguentemente, se si volesse estendere la Dis-Coll ai soggetti qui richiamati, necessiterebbe un intervento di tipo normativo specifico. Voglio ricordare ancora che la Dis-Coll è una misura a carico della fiscalità generale, non finanziata dunque da un apposito contributo di disoccupazione a carico delle parti del rapporto introdotto limitatamente al 2015. Solo dopo la verifica dell'impatto e degli effetti di questa misura sarà possibile decidere in che termini prevederne la proroga o renderla strutturale e in quel momento – credo – sarà possibile fare una verifica rispetto al fatto che anche le figure che sono state citate in questa interrogazione possano vedere esteso questo intervento, così come specificatamente ci chiede l'interrogante.

  PRESIDENTE. L'onorevole Gnecchi, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.

  MARIALUISA GNECCHI. Signor Presidente, Ministro, noi con questa interrogazione abbiamo bisogno di sottolineare quanto sia importante e necessario estendere queste prestazioni a tutti gli iscritti alla gestione separata. Noi non pensiamo solo ad una categoria o ad un'altra, anche se questa interrogazione si riferisce esplicitamente a questa fattispecie, ma pensiamo ovviamente anche a tutti gli iscritti alla gestione separata, perché titolari di partita IVA. Cioè noi ne sentiamo veramente il bisogno, in questo periodo storico, in cui oltre al rapporto di lavoro a tempo indeterminato o determinato, quindi come rapporto di lavoro dipendente, molte persone, non solo giovani, anche meno giovani, che perdono il lavoro, si ritrovano nella condizione di aprire una partita IVA o di avere rapporti di lavoro parasubordinati.
  È chiaro che in questo periodo di gravi esigenze anche economiche per sopravvivere c’è sempre di più l'esigenza di avere anche un sostegno da parte dell'INPS o, comunque, dello Stato in termini di ammortizzatori Pag. 55sociali. Poi, ovviamente, abbiamo tutti i giovani, i ricercatori, e comunque tutta la fascia di giovani che intraprendono varie possibilità di carriera, che sperano di avere un lavoro più fisso e con una regolare retribuzione. Quindi, invitiamo, ovviamente, il Ministro a tener conto anche di queste esigenze, non appena sia possibile.

(Chiarimenti in ordine alle modalità tecniche, ai tempi e all'impatto sui conti pubblici di un piano di recupero integrale dell'indicizzazione dei trattamenti pensionistici, alla luce della recente sentenza emessa dalla Corte costituzionale – n. 3-01496)

  PRESIDENTE. L'onorevole Palese ha facoltà di illustrare l'interrogazione Brunetta e Gelmini n. 3-01496, concernente chiarimenti in ordine alle modalità tecniche, ai tempi e all'impatto sui conti pubblici di un piano di recupero integrale dell'indicizzazione dei trattamenti pensionistici, alla luce della recente sentenza emessa dalla Corte costituzionale (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), che ha sottoscritto in data odierna, per un minuto.

  ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Signor Ministro, è ormai ultranoto a tutto il Paese che la sentenza della Corte costituzionale n. 70 del 2015 ha dichiarato l'illegittimità della norma che ha escluso per gli anni 2012 e 2013 l'applicazione della perequazione automatica per i trattamenti pensionistici di importo complessivo superiore a tre volte il trattamento minimo INPS, così con aveva disposto la cosiddetta legge Fornero. La perequazione automatica è già prevista nella nostra Costituzione dagli articoli 36 e 38, in maniera particolare. A questo punto, a parere degli interroganti, il cosiddetto tesoretto annunciato dal Governo, in particolare utile per lanciare la campagna alle imminenti elezioni regionali e amministrative, se mai ci sia stato, dato i fatti, sicuramente ora non è più a disposizione, perché da circa 15 giorni, sulla stampa e sui mezzi di comunicazione, si parla di ciò, tranne il Governo che dice solo che deve fare delle verifiche.

  PRESIDENTE. Concluda.

  ROCCO PALESE. Noi riteniamo che il popolo italiano, i sei milioni di interessati, hanno diritto di sapere quali soluzioni tecniche sono allo studio del Governo, in che tempi il Governo vuole adottare questo provvedimento, e quando restituirà integralmente tutti i soldi, fino all'ultimo centesimo.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Palese.
  Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Ho già avuto occasione in quest'Aula, qualche minuto fa, di esprimere la valutazione del Governo intorno alla situazione oggetto di questa interpellanza. Ribadisco, fondamentalmente, i concetti che stanno alla base delle valutazioni del nostro Governo e del lavoro che stiamo facendo. È chiaro che stiamo intervenendo a seguito di una sentenza della Corte che, insieme alla decisione di giudicare illegittima una norma che riguarda la rivalutazione automatica per il 2012 e il 2013, lungo un excursus importante di situazioni che si sono prodotte prima e dopo quella fase, indica la possibilità di valutare modalità, forme e contenuti, di un intervento possibile, rispetto alla stessa sentenza.
  Detto questo, quindi, è intenzione del Governo intervenire rapidamente, ma questo rapidamente deve fare i conti con una serie di condizioni che sono quelle di un lavoro di analisi, di valutazione attenta, della situazione, perché abbiamo bisogno di rispondere, certamente, in primo luogo, al rispetto dei principi che hanno condotto alla sentenza, abbiamo bisogno di affrontare la situazione con uno spirito di equità, all'interno del sistema previdenziale, Pag. 56senza scaricare ulteriori pesi sulle future generazioni, abbiamo bisogno di minimizzare l'impatto sulla finanza pubblica, che permetta di rispettare i parametri così come li abbiamo descritti nel Documento di economia e finanza. Quindi, per questa ragione, i tempi sono quelli che stiamo utilizzando in questo momento.
  Quindi agiremo in maniera veloce, ma utilizzando il tempo necessario per effettuare tutte le elaborazioni utili a prevedere gli effetti di queste diverse opzioni e per valutare, appunto, il fatto che queste diverse opzioni possono certamente incidere diversamente sulla situazione dei singoli cittadini, ma possono avere – ed avranno – un effetto in termini generali sulla situazione economica e sulla finanza pubblica del nostro Paese. Abbiamo l'esigenza di affrontare questo tema in maniera congrua. Non c’è problema di data delle elezioni: la nostra previsione è di arrivare molto prima alla decisione necessaria.

  PRESIDENTE. L'onorevole Palese ha facoltà di replicare, per due minuti.

  ROCCO PALESE. Grazie Presidente. La risposta del Ministro è completamente insoddisfacente. Si risponde che il Governo deve studiare le stime, deve studiare i parametri, deve studiare la sentenza. Ma questa è un'affermazione di una gravità senza precedenti ! I mezzi di comunicazione sono sul tema da circa quindici mesi, la carta stampata, anche gli stessi dati dell'INPS che tirano fuori le stime, che tirano fuori le cifre, che tirano fuori tutto rispetto a questo tipo di situazione. Il costo – lo si sa perfettamente – è di circa 16 miliardi e per il 2012-2013 ammonta a 8,2 miliardi secondo i calcoli dell'INAS (Istituto nazionale dell'assistenza sociale) – fatto l'ultimo nell'Emilia Romagna – ma a questi bisogna aggiungere anche altri 3,9 miliardi di euro per il 2014-2015. La fonte è il salva Italia stesso per un totale di 8,2 miliardi, più 3,9 miliardi, più 3,9 miliardi, sono 16 miliardi di euro tondi, a cui il Governo deve provvedere subito per evitare contenziosi e per evitare altri pasticci.
  Ci annuncia un decreto: noi riteniamo che un decreto dovesse essere fatto da subito, perché la sentenza è chiarissima, i dati sono completamente a disposizione. I 6 milioni circa di cittadini attendono fino all'ultimo centesimo la restituzione e l'applicazione da parte del Governo di quello che ha deciso la Corte costituzionale. Fare cose diverse sarebbe non solo gravissimo, sarebbe non solo, per così dire, una disapplicazione di quello che la Corte costituzionale ha già deciso in riferimento alla sentenza nota, ma aprirebbe altri contenziosi ed eventualmente anche altri ricorsi alla Corte costituzionale. Quindi il Governo subito deve provvedere a fare il decreto, a stanziare queste risorse, a restituire tutto ai cittadini...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Palese.

  ROCCO PALESE. ...che sono in attesa di una risposta precisa. Non solo, con tutte le variegate dichiarazioni che ci sono sui mezzi di comunicazione il Governo si faccia carico immediatamente della restituzione e dell'applicazione della sentenza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

(Chiarimenti in merito all'individuazione delle risorse finanziarie necessarie alla rivalutazione dei trattamenti pensionistici interessati dalla sentenza della Corte costituzionale n. 70 del 2015 – n. 3-01497)

  PRESIDENTE. L'onorevole Giorgia Meloni ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Rampelli ed altri n. 3-01497, concernente chiarimenti in merito all'individuazione delle risorse finanziarie necessarie alla rivalutazione dei trattamenti pensionistici interessati dalla sentenza della Corte costituzionale n. 70 del 2015 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

  GIORGIA MELONI. Grazie Presidente. Ministro Poletti, quarto tentativo di farle Pag. 57dire in quest'Aula qualcosa di un tantino più concreto su che cosa intendiate fare per restituire questi soldi, che sono stati chiaramente turlupinati agli italiani secondo la sentenza della Corte costituzionale.
  Io la considero un po’ una vittoria di Fratelli d'Italia, perché si sta dimenticando che tutto questo dibattito è nato allorquando la Corte costituzionale dichiarò incostituzionale il prelievo di solidarietà sulle pensioni d'oro. Noi interrogammo e abbiamo interrogato per mesi la Corte costituzionale per chiedere come mai considerasse incostituzionale un prelievo di solidarietà su pensioni altissime, per le quali non sono stati pagati i contributi corrispondenti, e non considerasse invece incostituzionale il blocco delle perequazioni delle pensioni da 1.400 euro, che sono pensioni che certo non si possono definire d'oro, per le quali tendenzialmente si sono versati tutti i contributi.
  Oggi vorremmo sapere se e come il Governo intenda restituire agli italiani comuni i soldi con la stessa precisione e con la stessa velocità con la quale li ha restituiti ai pensionati d'oro.

  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Grazie Presidente. Purtroppo devo deludere l'onorevole Giorgia Meloni, perché in questo frangente non ho acquisito notizie particolarmente recenti e, quindi, non posso che utilizzare gli argomenti già utilizzai in questa sala. In questa sede, mi scuso.
  Il tema è, appunto, quello del cosa fare, come fare e come intervenire rispetto a questa situazione. Noi abbiamo, come Governo, avviato un lavoro di analisi e di valutazione che fa i conti con quanto nella stessa sentenza è stato definito.
  Quindi, nella stessa sentenza c’è un lungo excursus di situazioni che è stato citato, ripetutamente considerato e valutato, e utilizzato per la definizione della decisione finale. Quindi, conseguentemente, non c’è un'unica risposta possibile; non c’è un'unica possibile via d'uscita da questa situazione.
  Quindi, è necessario che il Governo analizzi questa situazione con i tempi necessari, produca tutte le elaborazioni necessarie e le previsioni e naturalmente lo faccia sulla base dei principi che ho cercato di enunciare. Io penso che questo sia un dovere, a cui il Governo inevitabilmente ottempererà in maniera molto rapida, ma svolgendo tutte quelle analisi che sono necessarie per evitare di commettere errori che potrebbero produrre danni molto forti per il nostro Paese.
  Mi scuso per il termine usato in precedenza, mi riferivo all'Aula naturalmente.

  PRESIDENTE. L'onorevole Giorgia Meloni ha facoltà di replicare.

  GIORGIA MELONI. Non sono ovviamente soddisfatta, come non lo erano i colleghi che mi hanno preceduto. Abbiamo tentato di dare un'altra occasione al Ministro, ma effettivamente il Governo non intende rispondere su questo tema. Dirò io che cosa, secondo noi, è doveroso. È doveroso che quei soldi vengano restituiti, che vengano restituiti a tutti, che vengano restituiti immediatamente, esattamente come è stato fatto all'indomani dell'analogo provvedimento della Corte costituzionale.
  Se volessimo c’è un parametro, Ministro. Infatti, ci fu un Governo di centrodestra che bloccò gli adeguamenti delle pensioni superiori a otto volte il minimo che non è stato dichiarato incostituzionale dalla Corte, se proprio volessimo immaginare un parametro. Al di sotto di quel parametro, io penso che si debba molto facilmente restituire i soldi a tutti.
  E le dirò di più. Nel caso in cui il Governo dovesse inventarsi di restituire questi soldi solamente ad alcuni, di restituirli su richiesta, di restituirli in parte, noi, come Fratelli d'Italia, ci presteremo a fornire ai pensionati assistenza legale gratuita. Ci presteremo – lo abbiamo già fatto e lo presentiamo in una conferenza stampa oggi alle 17 – ad aiutare quei Pag. 58pensionati che dovessero essere turlupinati da un Governo che le risorse per le banche le trova sempre e per gli italiani comuni non le trova mai. Abbiamo preparato una bozza di diffida che ogni pensionato che volesse contattarci può inviare all'INPS. Infatti, quando il Governo dovesse non rispondere secondo i dettami della Corte, tutte quelle diffide potranno essere utilizzate per una class action contro il Governo.
  Non vogliamo – Presidente, concludo – permettere che, mentre ai pensionati d'oro si sono restituiti immediatamente tutti i soldi che si dovevano loro, non si abbia la stessa accortezza verso persone che prendono pensioni modeste per le quali si sono pagati una vita di contributi.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,10 con il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge recanti disposizioni concernenti la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali.

  La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 16,10.

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Alfreider, Artini, Bindi, Boccia, Michele Bordo, Businarolo, Cicchitto, Dellai, Di Lello, Epifani, Gregorio Fontana, Fontanelli, Giancarlo Giorgetti, Manciulli, Merlo, Migliore, Pes, Pisicchio, Realacci, Domenico Rossi, Sani, Schullian, Scotto, Tabacci, Valeria Valente, Vargiu e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centoquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

  PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è concluso l'esame degli articoli e degli emendamenti, ad eccezione dell'articolo 9 e degli emendamenti 9.100 delle Commissioni e 9.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, che sono stati accantonati.

(Ripresa esame dell'articolo 9 – A.C. 45-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate.
  Avverto che la Commissione bilancio ha espresso il prescritto parere sull'emendamento 9.100 delle Commissioni, che è in distribuzione (Vedi l'allegato A – A.C. 45-A ed abbinate). Invito, pertanto, il relatore ed il rappresentante del Governo ad esprimere il parere su tali proposte emendative.

  ANDREA CAUSIN, Relatore per la IV Commissione. Presidente, le Commissioni esprimono parere favorevole sul proprio emendamento 9.100 e sull'emendamento 9.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 9.100 delle Commissioni.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.100 delle Commissioni con il parere favorevole del Governo.Pag. 59
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vico, Spadoni, Fanucci, Taricco, Tartaglione, Fabbri, Matteo Bragantini, Rabino, Coccia, Pilozzi, Buttiglione...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  310   
   Votanti  277   
   Astenuti   33   
   Maggioranza  139   
    Hanno votato  277.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Saluto gli alunni e i docenti della seconda liceo europeo e quinto ginnasio del Liceo classico «Maria Luigia» di Parma, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Colonnese...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  319   
   Votanti  277   
   Astenuti   42   
   Maggioranza  139   
    Hanno votato  277.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Spadoni... Tripiedi... Tartaglione... Tancredi... Fregolent...
  Approfitto per dare la notizia che abbiamo un'altra nascita nella giornata di oggi ed è quella del collega Franceschini: è nata Irene. Gli auguri a lui e alla moglie.
  Dichiaro chiusa la votazione. Onorevole Zan, ho aspettato ma purtroppo ho anticipato...
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  335   
   Votanti  295   
   Astenuti  40   
   Maggioranza  148   
    Hanno votato
 295).    

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 45-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 45-A ed abb.).
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Il Governo accetta l'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/45-A/1 purché sia riformulato, nella premessa, sopprimendo le parole «trattandoli sostanzialmente come privati o illegittimi combattenti, anziché come» e sostituendole con le parole «in dispregio del principio internazionale consuetudinario dell'immunità funzionale trattandosi di». Leggo come risulterebbe: «sottolineando come l'Unione indiana si accinga a processare i due fucilieri in dispregio del principio internazionale consuetudinario dell'immunità funzionale trattandosi di Pag. 60personale militare alle dipendenze dello Stato italiano, impegnato in una missione approvata dal Parlamento della Repubblica».
  L'impegno, invece, dovrebbe essere riformulato sostituendo nel primo capoverso le parole: «di legittimi combattenti» con «militare» e, nel secondo capoverso, sostituendo le parole «di dichiararli formalmente in stato di prigionia» con le parole «di richiederne il trasferimento in Italia o in uno Stato estero anche in sede di arbitrato internazionale» e sopprimendo l'ultimo periodo vale a dire «inclusa l'organizzazione della loro uscita dal territorio indiano, qualora neanche il ricorso all'arbitrato internazionale desse i frutti sperati». Rileggo il capoverso per chiarire: «a considerare altresì l'opportunità, nel prosieguo della sconcertante vicenda che concerne i due fucilieri della Marina militare, di richiederne il trasferimento in Italia o in uno Stato estero anche in sede di arbitrato internazionale in modo da rendere possibile l'esperimento di strade alternative per pervenire alla loro liberazione».
  Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Artini n. 9/45-A/2, in quanto già l'articolo 705 del decreto legislativo n. 66 prevede l'accertamento di determinati requisiti e non è possibile inserire, evidentemente, il personale in una procedura concorsuale, tenuto conto che vengono immessi nel ruolo di volontari in servizio permanente e non avrebbero gli stessi requisiti degli altri concorrenti.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Rizzetto n. 9/45-A/3, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di espungere le parole: «anche a livello normativo».
  Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Bechis n. 9/45-A/4, perché i casi di decesso vengono regolati da assicurazione e il caso di invalidità, invece, da legge. Il Governo esprime altresì parere contrario sull'ordine del giorno Mucci n. 9/45-A/5.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Barbanti n. 9/45-A/6, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di espungere le parole da: «a prevedere» fino alla parola: «urgenti». Quindi, l'impegno rimane il seguente: «ad integrare il documento di sintesi suddetto con una relazione in cui vengono illustrati gli interventi» – si espunge altresì la parola «urgenti» – «posti in essere e ne sia motivata l'effettiva urgenza».
  Il Governo esprime parere contrario sui successivi ordini del giorno Baldassarre n. 9/45-A/7, Segoni n. 9/45-A/8 e Marcolin n. 9/45-A/9, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Marcon n. 9/45-A/10, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di espungere le ultime parole: «e la loro relativa stabilizzazione».
  Il Governo esprime parere contrario sui successivi ordini del giorno Piras n. 9/45-A/11, Palazzotto n. 9/45-A/12 e Duranti n. 9/45-A/13.

  GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Sul primo ordine del giorno a sua firma ?

  GIANLUCA PINI. No, Presidente...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Gianluca Pini. Colleghi, possiamo abbassare un attimo la voce ?

  GIANLUCA PINI. Presidente, mancano due ordini del giorno, a firma Giancarlo Giorgetti...

  PRESIDENTE. Onorevole Pini, sono arrivati ora agli uffici, quindi sono fuori tempo per poterli...

  GIANLUCA PINI. No, li ho trasmessi io un'ora fa.

  PRESIDENTE. Onorevole Pini, come può immaginare, io sono qui e le do le informazioni che mi danno gli uffici.

  GIANLUCA PINI. Li ho trasmessi io personalmente un'ora fa quando c'era il Pag. 61question time in corso. Mi sembra una cosa assolutamente inverosimile, altrimenti, non l'avrei disturbata.

  PRESIDENTE. Dobbiamo sospendere la seduta per verificare se effettivamente gli ordini del giorno sono arrivati per tempo. Sospendo, quindi, la seduta, che riprenderà alle ore 16,30.

  La seduta, sospesa alle 16,25, è ripresa alle 16,30.

  PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
  Collega Pini, le confermo che gli ordini del giorno sono arrivati quando io avevo già chiuso la parte della discussione sugli emendamenti accantonati e abbiamo iniziato a dare i pareri sugli ordini del giorno. Quindi, sono fuori dal tempo che è concesso per presentare gli ordini del giorno.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/45-A/1, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Artini n. 9/45-A/2, non accettato dal Governo.

  MASSIMO ARTINI. Lo ritiro, Presidente.

  PRESIDENTE. Bene.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rizzetto n. 9/45-A/3, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Chiedo alla presentatrice se insista per la votazione dell'ordine del giorno Bechis n. 9/45-A/4, non accettato dal Governo.

  MASSIMO ARTINI. Anche questo lo ritiro, Presidente.

  PRESIDENTE. Prendo atto che la presentatrice insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mucci n. 9/45-A/5 non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mucci n. 9/45-A/5, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Amato... colleghi vi pregherei di rimanere in Aula perché abbiamo un po’ di voti e anche alcune questioni da affrontare... colleghi, sto per chiudere la votazione, quindi, accelerate... Gagnarli, Matarrelli... colleghi vi prego di accelerare, per favore... ci siamo ? Quando dico «ci siamo» mi riferisco a coloro che sono in Aula, non a coloro che arrivano dopo... onorevole Grande, acceleriamo, gentilmente ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  353   
   Votanti  352   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato  75    
    Hanno votato no  277.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Barbanti n. 9/45-A/6, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Baldassarre n. 9/45-A/7, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Baldassarre n. 9/45-A/7, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tinagli, Bargero...Pag. 62
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  349   
   Votanti  348   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato  73    
    Hanno votato no   275.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Iacono ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Segoni n. 9/45-A/8, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Segoni n. 9/45-A/8, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Portas, Turco, Manfredi... onorevole Vecchio, aspettiamo lei...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  364   
   Votanti  354   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato  67    
    Hanno votato no  287.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Mi deve perdonare, però mi hanno chiamato adesso gli uffici del mio gruppo che hanno potuto appurare cosa è successo: semplicemente loro hanno consegnato nelle mani di un commesso o di una commessa i documenti e questa signora o questo signore si è dimenticato di portarli urgentemente all'attenzione della Presidenza; però sono stati consegnati alle 15,40, quindi quando in Aula era in corso lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata. Formalmente, ai commessi, che sono deputati a inoltrare agli uffici della Presidenza il documento, lo abbiamo depositato in tempo, quindi chiedo eventualmente di rivalutare l'ammissibilità di questi tre ordini del giorno, posto che sicuramente avranno parere negativo, però per noi rappresentano un punto politico di cui necessitiamo che in qualche modo ve ne sia traccia nel dibattito parlamentare, relativamente a questo provvedimento.

  PRESIDENTE. Onorevole Pini, ovviamente non è una questione di puntiglio, però il tema è che gli ordini del giorno vanno presentati o in Aula o agli uffici. Ormai abbiamo ampiamente superato la fase, quello che accade prima è una questione che purtroppo (Commenti del deputato Gianluca Pini)... Onorevole Pini, formalmente devono essere depositati in Aula o agli uffici.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Marcolin n. 9/45-A/9, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marcolin n. 9/45-A/9, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Giulietti, Valeria Valente.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  371   
   Votanti  360   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato  65    
    Hanno votato no  295.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 63

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Marcon n. 9/45-A/10.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Piras n. 9/45-A/11, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Piras n. 9/45-A/11, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chimienti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  366   
   Votanti  362   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato  62    
    Hanno votato no  300.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Palazzotto n. 9/45-A/12, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Palazzotto n. 9/45-A/12, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Albanella.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  366   
   Votanti  365   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato  62    
    Hanno votato no  303.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Prendo atto che la presentatrice insiste per la votazione dell'ordine del giorno Duranti n. 9/45-A/13, sul quale vi è il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Duranti n. 9/45-A/13, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brandolin, Tancredi, Terzoni, Albini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  371   
   Votanti  369   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato  61    
    Hanno votato no  308.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Albini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 45-A e abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, Presidente. Finalmente ci siamo, dopo i tentativi senza esito delle precedenti legislature il Parlamento approva uno strumento legislativo Pag. 64tra i più importanti per la politica estera e di difesa italiana. Lo facciamo in un momento particolare, che vede l'acuirsi delle crisi internazionali, soprattutto nell'area mediorientale e del nordafrica. In questi anni le missioni internazionali hanno rappresentato per l'Italia anche un'occasione di prestigio internazionale, una vicenda di cui essere orgogliosi e non, come alcuni sostengono, solo uno spreco di denaro. Le nostre donne e i nostri uomini si sono contraddistinti in azioni di cooperazione allo sviluppo e di partecipazione a processi di ricostruzione e stabilizzazione delle istituzioni per favorire processi di pace. Partecipazione che fa parlare di modello italiano, caratterizzato da rapporti e collaborazioni con organismi internazionali umanitari, Ong, autorità e comunità locali per interventi di tipo civile che vanno oltre quello militare. Questa legge che si accompagna a quella approvata in precedenza sulla cooperazione rilancia la politica estera e consolida il ruolo del nostro paese, che finalmente potrà contare su una normativa chiara attraverso regole certe che rendono il nostro operato trasparente. Inoltre, questo provvedimento mette fine alla prassi seguita sino ad oggi dei decreti legge di finanziamento delle missioni, necessari proprio per scongiurare gli effetti del vuoto normativo.
  Ma entrando nel merito del provvedimento noi socialisti vogliamo dare risalto ad un aspetto qualificante della legge quasi sempre ingiustamente taciuto: il ruolo delle donne nella soluzione dei conflitti e nella costruzione della pace. Le Nazioni Unite hanno approvato sull'argomento numerose risoluzioni a partire dalla n. 1325, intitolata «Donne, pace e sicurezza» del 2000, seguita dalla 1820 del 2008 espressamente dedicata alle violenze sessuali in area di conflitto, dalla 1888, che evidenzia l'uso della violenza sessuale come strumento di guerra e che sostiene la necessità di coinvolgimento delle donne e delle loro reti per la pace e la sicurezza internazionali, infine la n. 1889, dove torna centrale l'aspetto della partecipazione delle donne alla prevenzione e risoluzione dei conflitti e le n. 2106 e 2122 del 2013. In particolare, la risoluzione n. 1325 costituisce una pietra miliare perché promuove la prospettiva di genere nella cooperazione internazionale, già presente per i temi dello sviluppo e dei diritti umani, ma mai prima applicata alle situazioni di conflitto. Con la n. 1325 e con le successive risoluzioni si supera la visione delle donne solo come vittime a favore di quella che vede le donne come risorsa essenziale per lo sviluppo del sistema di risposta ai conflitti. Non casualmente questa risoluzione è stata promossa da organizzazioni della società civile per fornire risposte efficaci e mirate alle istanze delle donne che vivono in situazioni di conflitto, che non si aspettano solo risposte, ma svolgono attività di mediazione e di negoziazione nella costruzione della pace.
  Tutte queste risoluzioni sono uno strumento che favorisce partecipazione, inclusività e sostenibilità, cioè criteri che danno qualità agli interventi internazionali in aree di conflitto. Ed è per questa ragione che noi socialisti abbiamo voluto fosse inserito nel primo articolo della legge l'impegno per implementare tutte queste risoluzioni, così come ci ha sollecitato il Segretario generale della Nazioni Unite anche attraverso l'adozione di specifici piani di azione nazionale. Il nostro paese ha accolto l'invito con qualche anno di ritardo ed ora il piano è alla seconda edizione, relativa al periodo 2014-2016, mentre la prima edizione ha riguardato gli anni 2010-2013.
  Ma non basta enunciare i principi e gli impegni, bisogna anche verificarne l'implementazione. Per questo, con riferimento all'articolo 3, dove si prevede una relazione annuale analitica sulle missioni, noi socialisti abbiamo chiesto che in essa si faccia riferimento esplicito alla partecipazione delle donne e all'azione dell'approccio di genere nelle diverse iniziative.
  Ringrazio i due relatori per aver accolto queste due nostre proposte perché riteniamo che le missioni e le relative relazioni annuali acquisteranno in qualità ed efficacia. La componente socialista voterà a favore di questo provvedimento che, Pag. 65insieme alla legge sulla cooperazione, realizza il programma annunciato dall'allora Ministro degli esteri Federica Mogherini all'inizio del suo mandato.

  PRESIDENTE. Salutiamo gli studenti e i docenti dell'Istituto tecnico statale Guido Carli di Casal di Principe, che sono in tribuna e che assistono ai nostri lavori (Applausi).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Artini. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ARTINI. Signor Presidente, è indubbiamente importante essere arrivati a questo tipo di conclusione ed effettivamente sono molto emozionato perché questo è un percorso totalmente e fortemente parlamentare, anche se è stato ovviamente appoggiato dalla volontà del Governo di volerlo portare a compimento.
  Come diceva la collega Locatelli, è almeno la quarta legislatura che si trova a fare questo tipo di riorganizzazione delle missioni internazionali. Spero che con oggi si faccia un primo passo per un provvedimento di legge che dia al Parlamento quell'importanza politica nel merito delle missioni internazionali e non meramente finanziaria come è stato finora con i decreti missione.
  In particolare, mi viene da pensare che la proposta di legge Cirielli, la capofila di questo insieme di proposte fatte da tutti i partiti, aveva degli obiettivi minimi e all'inizio con i funzionari ci davamo come obiettivo minimo almeno quello di predisporre le norme sul personale. Siamo riusciti a fare un qualcosa di diverso e a dare una organizzazione alla procedura autorizzativa, siamo riusciti a dare una organizzazione compiuta – e di questo ringrazio i relatori – alla parte della relazione al Parlamento in maniera organica sulle missioni internazionali e siamo riusciti a dare anche una visione più chiara rispetto agli utilizzi di mezzi, uomini e ambito legale rispetto alla missione internazionale.
  Non devo ringraziare, purtroppo, la Commissione bilancio che proprio oggi ha stravolto, almeno in questa prima versione che passerà al Senato, quella che era una buona proposta di legge. Spero che, da parte nostra, come componente di Alternativa Libera, ci impegneremo per far sì che al Senato vengano ottimizzati alcuni passaggi, non solo da un punto di vista di sintassi e di semantica, ma proprio anche di logica. La legge aveva una sua logica nella parte sia autorizzativa iniziale che nella parte di proroga e questo penso sia una parte opportuna su cui lavorare.
  Detto questo, mi preme di ringraziare tutti i colleghi che hanno lavorato di nuovo su questa legge. L'altra pecca – rispetto alla quale spero veramente ci sia la volontà politica di sanare – è quella del controllo della parte classificata delle missioni internazionali, quella parte che non è resa fruibile da parte del Parlamento nella sessione di analisi parlamentare prevista dalla legge, ma che venga effettivamente poi presa in carico in maniera regolata e codificata da parte del Comitato di controllo parlamentare, così come ho auspicato questa mattina.
  Questo è il lavoro che ci si prospetta di qui ai prossimi mesi, nella speranza di arrivare, prima di settembre, all'approvazione della legge al Senato o qui alla Camera per evitare il prossimo decreto missioni. Questo è un obiettivo che mi sento profondamente di auspicare per quest'Aula e per quella del Senato, perché effettivamente sarebbe un lavoro che stravolgerebbe quella cattiva abitudine che è stata quella di trattare le missioni internazionali negli ultimi venti anni. Questa è la nostra volontà e noi veramente, per rendere più forte ancora questa voce verso i colleghi del Senato, ci accingiamo a votare favorevolmente a questo testo di legge.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Signor Presidente, anche se mi rammarico che non ci sia il Presidente Boldrini per un provvedimento così importante qui in Aula a seguire questi lavori, avrei avuto piacere di Pag. 66poter interloquire anche con lei su un argomento che tratterò che obiettivamente esula un po’ dal testo di questa legge, che annunzio subito sarà da noi votata a favore perché consideriamo comunque positiva l'impalcatura della legge. L'avremmo forse voluta migliorare in alcuni punti ma bisogna anche accontentarsi e quindi una maggiore trasparenza nelle scelte riguardo alle missioni internazionali ci fa piacere anche perché lei sa che noi da tempo chiediamo che le missioni internazionali vengano subordinate, la nostra prosecuzione nelle missioni già avviate, alla definizione della vicenda che riguarda i due nostri marò ancora nelle fauci del sistema giudiziario indiano. Questo non si è verificato; probabilmente, con una procedura quale quella che esce da questa legge, la Camera potrebbe avere più voce in capitolo, comunque avremo delle assunzioni di responsabilità che invece continuano a mancare nella vicenda dei marò: al riguardo tutti sembrano, a parole, essere interessati alla sorte dei due militari ma quel che è la realtà è che, da tre anni, la vicenda viene trattata come una questione squisitamente giuridica o al massimo diplomatica e non come una questione prioritaria e neanche come una questione da sottoporre agli organismi internazionali ma mantenuta in un rapporto assolutamente inadeguato bilaterale tra l'Italia e l'India. La prossima volta che discuteremo di missioni internazionali, se sarà con questa legge, credo che toccherà al Parlamento assumere delle responsabilità in un caso o in un altro, così come la prossima volta, che, con le nuove norme, dovremo autorizzare una missione internazionale, sarà possibile per noi di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale chiedere al Parlamento se non reputa opportuno, dopo aver inviato i nostri migliori giovani con le stellette, uomini e donne, in Afghanistan, in Iraq, in Kosovo, in Libano, non si possa immaginare una missione internazionale quanto meno europea in Libia non per – e sarebbe un problema anche quello da affrontare – cercare di bloccare l'Isis ma quanto meno per sorvegliare i porti, per impedire che partano i gommoni, con una missione di terra internazionale che metta un freno allo scempio di una partenza gestita dai trafficanti di uomini che mandano a morire dei poveri disperati e provocano all'Italia i disagi conseguenti ad una normativa che affida solo al Paese dove sbarcano il compito di assisterli, integrarli, rifocillarli, eccetera, con costi esorbitanti; esorbitanti anche perché c’è troppa gente e troppe aree di italiani che si ingrassano sulla questione immigrazione. Ne discuteremo con questa legge, Presidente, così come potremo capire – ed ecco perché avrei voluto la Presidentessa Boldrini – se, attuando una missione come quella che noi auspichiamo, che magari con questa legge sarà più facile ottenere, sarà possibile immaginare un grande centro di accoglienza con le organizzazioni internazionali protagoniste nel terreno libico per vedere chi ha diritto all'asilo e poterlo da lì accontentare, mandandolo nei 28 Paesi europei e non soltanto in Italia. Ecco perché, pur imperfetta, questa legge ci piace, perché sarà un modo per capire – ne ho citate due di questioni – su questioni che obiettivamente il Parlamento poteva soltanto accettare o non accettare con un voto unico finale, per far assumere le responsabilità che competono a ciascun gruppo politico, a ciascun deputato, a ciascun parlamentare.
  Allora, Presidente, nel ribadire che il nostro voto è favorevole, mi consenta, ancora una volta, un appello, un appello sincero e profondo al Governo, caro sottosegretario che solitariamente mi ascolta, e che, visti i suoi trascorsi professionali, sicuramente ha a cuore le cose che sto dicendo e che sto per dire; un appello, suo tramite, a tutto il Governo perché consideri prioritaria la questione dei due marò; perché la consideri una questione di interesse nazionale o meglio di dignità nazionale; perché internazionalizzi con l'arbitrato e non dirlo, ma farlo, poiché è un anno che lo dite e non avete ancora avviato l'arbitrato; un appello accorato, perché la sorte dei due nostri militari sia per tutti noi, per tutte le Forze armate e per tutti i cittadini italiani un test della Pag. 67volontà dell'Italia di sentirsi Nazione, di sentirsi Paese, di sentirsi comunità e non soltanto una somma di soggetti e di persone.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente, anche noi abbiamo svolto una lunga analisi e una lunga valutazione, non solo in sede di Commissione, ma proprio interna, riguardante il contenuto di questo provvedimento, che – lo ricordo – non è un provvedimento di natura governativa, ma un testo che deriva da un insieme di provvedimenti di natura parlamentare, che da tante legislature si cerca di portare a termine in una cosiddetta legge-quadro.
  Oggi, come ricordava il collega Artini prima, effettivamente ci siamo, riusciamo in qualche modo a dare una connotazione più funzionale a quelle che sono le cosiddette best practice riguardanti appunto le missioni internazionali, siano esse di peacekeeping o di altra natura. Finalmente, infatti si stabiliscono tre concetti fondamentali; si stabiliscono le procedure autorizzative e di intervento, si stabiliscono, finalmente in maniera chiara, le modalità di copertura e finanziarie degli interventi e si stabiliscono, non ultimi come importanza, i trattamenti economici, gli status giuridici, i trattamenti previdenziali e quanto ne consegue, sia per il personale militare, che per il personale civile coinvolto.
  Quindi, si determina all'interno di un quadro complessivo, cosa può effettivamente fare lo Stato e quali atti può compiere il Governo nel rispetto dei principi di check and balance.
  Non a caso, infatti, rispetto a quello che è accaduto fino all'altro giorno, ad esempio, con una legge simile approvata, un pasticcio come quello dell'intervento in Kosovo non sarebbe mai stato possibile, non perlomeno nei termini con cui si è svolto nel 1999. Ciò perché il nocciolo della questione, che convince il mio gruppo e la mia parte politica a votare a favore di questo provvedimento, è la consequenzialità delle decisioni e il fatto che ci siano dei controlli, che non possono più essere decisioni unilaterali prese esclusivamente dal Governo, che poi conseguentemente vengono ratificate perché venivano sempre e comunque adottate attraverso decreto.
  Ma il fatto che il Governo debba obbligatoriamente informare il Capo dello Stato, che è il garante della modalità e della possibilità dell'uso delle Forze armate in qualsiasi scenario sia interno che esterno e poi il passaggio procedurale obbligatorio per ottenere l'autorizzazione da parte del Parlamento, ridisegna un quadro di responsabilità diffusa ma anche di controllo diffuso sull'efficienza e l'efficacia di quegli interventi che oggi sono troppo parcellizzati. Spesso e volentieri – l'abbiamo detto più volte in quest’ Aula – hanno efficacia, non solo sotto un profilo certe volte umanitario, che sarebbe il più obiettivo soprattutto negli interventi di peacekeeping, ma anche sotto il profilo della cifra di riscontro diplomatico che il Paese può ottenere all'estero.
  Quindi, l'indicazione di carattere generale che deve venire dal Parlamento, dopo aver acquisito una sostanziale valutazione preventiva – mettiamola così – da parte del Capo dello Stato, è per noi la procedura più corretta che effettivamente si poteva adottare. Il nocciolo della questione è questa e quindi – ripeto – noi su questa parte siamo assolutamente convinti di votare a favore, come sul resto del provvedimento. È chiaro che tutte le leggi sono fatte dagli uomini, quindi poteva essere migliorata: abbiamo presentato pochi e qualificati emendamenti e ringrazio il collega Rossi, in quanto esponente del Governo, per aver riformulato e accettato l'emendamento 19.2, che dà la facoltà – non mette l'obbligatorietà, non torna indietro, ma semplicemente dà la facoltà – a tutela di determinate popolazioni e di determinati scenari molto delicati, di poter fare applicare dal Governo il codice penale militare di guerra, all'interno del quale c’è una serie di norme a tutela delle popolazioni degli scenari di guerra. Avremmo Pag. 68apprezzato, però capisco che ci sono state delle difficoltà – diciamo così – di diplomazia interna, che anche nell'articolo 2 venisse richiamata in maniera espressa l'aderenza all'articolo 11 della Costituzione rispetto a qualsiasi tipo di intervento, quindi anche qui espressamente vi è la richiesta di una valutazione preventiva, anche se informale, del Capo dello Stato. Però nei principi generali dell'articolo 1 c’è e questo potrebbe essere sufficiente.
  Mi auguro che, nel prosieguo, nella valutazione dell'applicazione di questa legge quadro, se si dovessero rendere necessari degli aggiustamenti proprio in questo senso, vengano poi fatti, come dovrebbero essere fatti per tutte le norme e per tutte le leggi. Noi – ripeto – non abbiamo particolari criticità da segnalare, se non una criticità che riguarda l'articolo 20, perché questo provvedimento, comunque, è un po’ bicefalo, cioè una parte riguarda la Commissione affari esteri e una parte riguarda la Commissione difesa. Per quanto riguarda la Commissione affari esteri, come abbiamo detto, tutto quello che era previsto era assolutamente di carattere procedurale, quindi non comportava nessun tipo particolare di problematiche. Da parte della Commissione difesa sono state inserite tutta una serie di norme anche abbastanza tecniche, anche abbastanza specifiche, tra cui appunto l'articolo 20, che ci ha lasciati e ci lascia tuttora molto perplessi. Diciamo che il mantenimento dell'orientamento ad un voto favorevole nasce solo ed esclusivamente dal fatto che sull'articolo 20, comunque, la Commissione bilancio ha posto una condizione molto stringente, cioè che quelle procedure d'urgenza per l'acquisizione di beni e servizi da parte del Ministero della difesa siano comunque condizionate all'emanazione di un decreto specifico da parte del Ministero dell'economia e delle finanze. Quindi, viene inserito di fatto un controllo su una spesa che non prevede tutta una serie di espletamenti di gare o, comunque, di procedure di spesa trasparenti, come si richiedono per tutte le altre amministrazioni.
  Quindi, in buona sostanza, apprezziamo anche che per l'ennesima volta il Governo abbia, seppur riformulato, accettato un emendamento che riporta all'attenzione la questione dei due fucilieri di Marina. Questo nella prima formulazione era chiaramente molto rigido e molto duro e dava la possibilità, in qualche modo, al Governo di fare anche operazioni molto dure nei confronti dell'India per poter portare a casa i due marò. Chiaramente il Governo ha dovuto, in qualche modo, renderla più digeribile sul piano internazionale. Capiamo benissimo la situazione e, infatti, abbiamo accettato la riformulazione.
  Quindi, per un fatto – ripeto – di buon senso, per come si è svolto tutto il dibattito, sia in Commissione che in Aula, per un fatto di ampia condivisione, per il fatto che riteniamo che finalmente, dopo quella famosa risoluzione Ruffino del 2001, siano state inserite in questo testo tutte le migliori pratiche possibili per poter rendere efficienti ed efficaci le missioni internazionali, il nostro voto sarà favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rabino. Ne ha facoltà.

  MARIANO RABINO. Signor Presidente, rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, ci apprestiamo a votare un provvedimento che risponde all'esigenza, trasversalmente espressa, di realizzare una cornice normativa unitaria in tema di invio di contingenti all'estero, oggi sempre più numerosi, perché impegnati non solo nell'ambito di operazioni di mantenimento della pace (peace-keeping), ma anche di conseguimento della pace (peace enforcing). Il testo è il risultato di un impegno sistematico perseguito con perseveranza nelle ultime legislature che solamente ora ha portato alla tanto richiesta, attesa ed auspicata legge quadro. Il provvedimento, così formulato, consentirà di votare, missione per missione, gli impegni militari Pag. 69all'estero, archiviando così la pratica dei decreti omnibus utilizzata fino ad ora. Una delle novità principali è che bastano atti di indirizzo, e non esclusivamente leggi, per varare missioni. È, infatti, previsto che la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali sia deliberata dal Consiglio dei ministri, previa comunicazione al Presidente della Repubblica e posta all'attenzione della Camera, che tempestivamente la discute, con appositi atti di indirizzo, l'autorizza o la boccia.
  Andando nello specifico, è prevista una serie di disposizioni riguardanti la partecipazione delle Forze armate, delle forze di polizia ad ordinamento militare o civile e dei corpi civili di pace a missioni internazionali. Il testo unificato, frutto dell'abbinamento di più proposte di legge e migliorato rispetto alla versione iniziale, grazie al confronto produttivo nelle Commissioni di merito, fa riferimento alla partecipazione delle Forze armate, delle forze di polizia ad ordinamento militare o civile e dei corpi civili di pace a missioni internazionali istituite nell'ambito dell'Organizzazione delle Nazioni Unite o di altre organizzazioni internazionali cui l'Italia appartiene o, comunque, istituite in conformità al diritto internazionale, comprese le operazioni militari e le missioni civili di polizia e per lo stato di diritto dell'Unione europea.
  Si fa riferimento all'invio di personale e di assetti, civili e militari, fuori del territorio nazionale, che avvenga secondo i termini della legalità internazionale, delle disposizioni e delle finalità costituzionali, in ottemperanza agli obblighi di alleanza o ad accordi internazionali o intergovernativi, o per eccezionali interventi umanitari.
  In sintesi, la legge quadro è il risultato di numerose proposte ed indagini conoscitive argomentate, evidenziate sin dalla XV e XVI legislatura e ribadite in questa, la XVII, in cui le Commissioni riunite esteri e difesa hanno produttivamente dibattuto sull'esistenza di un vuoto normativo rispetto alla procedura da seguire in ordine alla deliberazione e all'autorizzazione delle missioni internazionali e sulla mancanza di un quadro legislativo stabile, in grado di assicurare una disciplina uniforme da applicare in tutti i casi di partecipazione del personale militare alle missioni internazionali.
  Non esiste, infatti, ad oggi, una normativa di carattere generale riguardante le missioni internazionali, con la conseguenza che tale disciplina, con particolare riferimento ai profili concernenti il trattamento economico e normativo del personale impegnato in tali missioni e i molteplici e peculiari profili amministrativi che caratterizzano le missioni stesse, sono di volta in volta regolati nell'ambito dei provvedimenti legislativi, che finanziano le missioni stesse e, pertanto, hanno un'efficacia limitata nel tempo e necessitano di essere continuamente reiterate.
  Se tutto ciò si considera in relazione ai diversi e disparati teatri di crisi nazionali ed internazionali, caratterizzati da enormi rischi di difetti di coordinamento normativo e di incertezza circa le disposizioni applicabili, si comprende meglio la gravità del problema.
  Inoltre, l'evoluzione degli scenari geopolitici, caratterizzati da un quadro europeo globale segnato da nuove minacce, dirette ed indirette, destinate ad avere effetti in campo militare, energetico e della sicurezza dei trasporti, rende ancora più allarmante l'incertezza normativa legata alle procedure interne, in forza delle quali è possibile pervenire all'adozione della decisione riguardante il coinvolgimento delle truppe italiane nell'ambito delle missioni.
  Parliamo, dunque, di situazioni rese ancora più problematiche dalla presenza di conflitti inimmaginabili, che il nostro Paese non ha deciso, ma con i quali dobbiamo confrontarci, assumendo una posizione rapida e responsabile, nel rispetto di tutti i passaggi democratici, nella consapevolezza che le nostre azioni intervengono in un quadro internazionale complesso, instabile e minaccioso.
  Nel campo delle missioni internazionali, i nostri uomini e le nostre donne si sono distinti non solo per il valore e il sacrificio, ma anche per la capacità di entrare in sintonia con le popolazioni Pag. 70locali e di interpretare la presenza militare in funzione del massimo sostegno alla sicurezza, alla salute e alle necessità primarie delle popolazioni locali pesantemente segnate da anni di conflitti, come è accaduto in Afghanistan, in Kosovo, in Bosnia, in Libano e in tanti altri scenari di intervento.
  Non bisogna dimenticare il drammatico e sempre attuale pericolo, legato al califfato islamico e al Daesh, che hanno internazionalizzato il conflitto siriano e iracheno, arrivando a sfidare il sistema di valori dell'Occidente con le orribili decapitazioni degli ostaggi. Inoltre, il movimento jihadista, da cui la stessa Al Qaeda aveva preso le distanze perché troppo estremo e radicale, rappresenta ancora oggi, una minaccia reale, proprio perché ha assunto il controllo di vaste aree di territorio, dove ha commesso eccidi e crimini inaccettabili, e perché per il sistema di reclutamento nei paesi occidentali, si appresta a rappresentare una minaccia di ordine internazionale.
  Senza trascurare la situazione di anarchia in cui versano ormai i Paesi della fronda meridionale del Mediterraneo che, all'indomani delle rivoluzione della primavera araba, si presentano fragili istituzionalmente e incapaci del minimo controllo della sicurezza e del territorio.
  Queste sono le ragioni che hanno reso improcrastinabile l'adozione del provvedimento che stiamo per votare, un provvedimento che ci consentirà, una volta legge, di evitare l'abuso della reiterazione dell'urgenza nel rifinanziamento delle missioni internazionali. Siamo al cospetto di un'iniziativa normativa utile, sia per disciplinare organicamente la materia in sede nazionale, innanzitutto per chiarire chi decide e cosa, sia per contribuire alla effettività del nuovo diritto internazionale.
  Non è più possibile affrontare gli elencati precari equilibri internazionali, come è stato fatto in passato, semplicemente con l'emanazione di decreti-legge, che in passato hanno, di volta in volta, autorizzato la partecipazione italiana a nuove missioni militari internazionali ovvero prorogato i termini per ciascuna delle missioni internazionali in corso. Da più parti è stata evidenziata l'urgenza di incardinare la legge quadro in modo da snellire il procedimento degli aspetti più amministrativi e di concentrarlo sul piano politico.
  In sintesi, alla luce dei conflitti internazionali in atto, è emersa l'importanza strategica di una legge quadro italiana in grado di fare chiarezza, ponendosi a sostegno dell'effettività di un nuovo diritto che tenga conto dell'evoluzione di quello in atto. Purtroppo, ancora oggi, accade che, sul piano internazionale, alla chiarezza delle norme e dei principi si contrappone una prassi segnata da violazioni e ambiguità. Il ruolo delle Nazioni Unite è spesso declassato a funzioni di ratifica di iniziative arbitrariamente prese da singoli Stati o da coalizioni di Stati.
  Per ovviare a ciò, si inserisce il testo in esame che contempera le esigenze di Governo e Parlamento. Si tratta di una norma positiva, perché attraverso essa si riconosce al Parlamento il carattere di approvazione delle missioni prima che inizino e non solo nella fase finale di autorizzazione della spesa. Si tratta di una buona legge, che dà al Parlamento e al Governo la possibilità di intervenire sin dalla fase decisionale delle missioni.
  Altro elemento positivo introdotto è quello di prevedere una sessione a marzo di ogni anno in cui le missioni vengono analizzate singolarmente e non come è avvenuto fino ad oggi raggruppandole e trattandole complessivamente. Nello specifico il Governo entro il 31 marzo di ogni anno, su proposta del Ministro degli affari esteri, di concerto con il Ministro della difesa, presenta alle Camere, per la discussione e le conseguenti deliberazioni parlamentari, anche ai fini dell'eventuale rimodulazione dell'impegno italiano all'estero, una relazione analitica sulle missioni in corso. Inoltre, al fine di finanziare la partecipazione italiana alle missioni si prevede l'istituzione del Fondo per il finanziamento delle missioni internazionali, la cui dotazione è stabilita annualmente dalla legge di stabilità.
  È evidente l'urgenza dell'approvazione della legge quadro in esame, considerata Pag. 71anche la riaffermazione di alcune idee-forza della politica estera italiana, quali la partecipazione ai processi di pace e di stabilizzazione democratica, la conferma del ruolo internazionale del Paese anche nel quadro di grandi operazioni multilaterali.
  Concludendo, auspichiamo una rapida approvazione del provvedimento in esame, dando un saluto particolare e un caloroso ringraziamento a tutti i nostri militari coinvolti nei teatri di crisi, che servono il Paese, garantendo ogni giorno disponibilità al sacrificio, livelli di eccellenza professionale universalmente riconosciuti dalla comunità internazionale, qualità umana e una specifica propensione al sostegno alle popolazioni civili mediante interventi di disarmo e contributi ai processi di democratizzazione.

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Rabino.

  MARIANO RABINO. Per tutti questi motivi Scelta Civica conferma il proprio voto favorevole alla legge quadro sulle missioni internazionali in esame (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marazziti. Ne ha facoltà.

  MARIO MARAZZITI. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, questo disegno di legge arriva al voto oggi in questa Camera dopo un'approfondita discussione ed è una buona notizia. È la Camera dei deputati, il Parlamento che lavora e funziona. Era una legge attesa da molti anni.
  È uno strumento legislativo in grado di sostituire i reiterati decreti-legge «missioni», che negli ultimi anni sono stati utilizzati per autorizzare e finanziare le missioni italiane all'estero, volte a mantenere o a far conseguire l'obiettivo fondamentale della pace in varie zone del mondo. Stiamo, finalmente, approvando uno strumento totalmente parlamentare che ha come obiettivo quello di aggiornare in modo radicale la gestione della politica estera e di difesa italiana che, come ricordava durante la discussione sulle linee generali il relatore, di fatto non si era aggiornata dall'epoca immediatamente successiva alla fine della Guerra fredda.
  Allora, vorrei dire che, di fronte a questi profondi rivolgimenti, quelli che sono in atto e che rischiano di sfociare, come è stato detto autorevolmente, a volte quasi in una terza guerra mondiale frammentata e segmentata, è importante riaffermare il ruolo del nostro Paese nel farsi promotore di un autonomo e originale modello di partecipazione alle operazioni di peacekeeping, fortemente basato sul rapporto con le organizzazioni internazionali, le organizzazioni non governative, le agenzie umanitarie, le autorità e le comunità locali e sempre privilegiando la scelta per una soluzione politica e non militare, definitivamente, dei conflitti.
  D'altra parte, misure efficaci di contrasto al terrorismo internazionale, unitamente alla convinta conferma della nostra partecipazione alle missioni internazionali, costituiscono il presupposto necessario affinché il nostro Paese possa assumere un'adeguata e tanto auspicata, doverosa centralità nelle relazioni internazionali, in considerazione della nostra proiezione di Paese cerniera tra Europa, Mediterraneo e Medio Oriente e per il prestigio guadagnato dall'Italia in tanti teatri di crisi – si pensi soprattutto al Libano – e anche sul piano umanitario, secondo un modello italiano efficace ed apprezzato a livello internazionale, in aiuto alle masse di profughi e di vittime della tratta di esseri umani che affrontano il pericolo dell'attraversamento del Mare Mediterraneo: un successo, anche del lavoro fatto su questo terreno, con l'appello e le proposte all'Europa da noi avanzate, che stanno dando i propri primi frutti oggi nella decisione di quote europee di accoglienza. È un grande passo avanti.
  Il provvedimento che andiamo ad approvare oggi, invece, come detto, è prettamente parlamentare sia nella sua formazione sia nelle norme che vengono dettate dalla nuova legge. Naturalmente il Pag. 72Governo conserva le sue prerogative costituzionali relative alla gestione della politica estera, ma il ruolo del Parlamento viene indubbiamente rafforzato, sia nella fase a monte sia in quella a valle.
  Si diceva che la nuova normativa può essere considera parlamentare a monte, con le iniziative che le hanno dato vita, ma anche a valle. In particolare, appare significativo l'articolo 2 che fissa le procedure per l'avvio e la proroga delle missioni internazionali. Riassumo: il primo passo spetta al Consiglio dei Ministri, che deve deliberare in ordine alla partecipazione italiana ad una missione. Questa deliberazione deve essere comunicata al Presidente della Repubblica e, se del caso, convocando il Consiglio supremo di difesa. La deliberazione del Governo verrà successivamente comunicata alle Camere che potranno autorizzare o respingere, con apposito atto d'indirizzo, dopo la necessaria discussione.
  Il ruolo della Camera non si esaurisce in questa fase. Il Parlamento ha ancora un ruolo importante nel monitorare e vigilare, grazie alle Commissioni esteri e difesa, l'andamento delle singole missioni, una ad una.
  Entro il 31 marzo di ogni anno, come ha ricordato un collega, è prevista un'apposita sessione del Parlamento, in modo da illustrare pubblicamente l'andamento delle missioni all'estero. E questo è importante anche per i cittadini. Un nuovo fondo viene istituito per evitare la necessità di continui decreti di rifinanziamento e sarà la legge di stabilità a fissare ogni anno la dotazione di questo fondo. Appare evidente, quindi, che la nuova legge va nel senso di dare un forte ruolo al Parlamento, finalmente, nella deliberazione e nel controllo delle singole missioni internazionali.
  Tra le altre norme, appare giusta ed apprezzabile quella che stabilisce, all'articolo 12, come da normativa vigente, la salvaguardia del personale militare impiegato nelle missioni, che abbia partecipato a concorsi interni e che non possa partecipare, per motivi di servizio, al seguito delle procedure concorsuali. Si tratta di una semplice, piccola, ma importante norma di giustizia.
  Occorre, allora, andando alla conclusione, riaffermare anche la priorità di rafforzare il particolare modello italiano, di particolare successo da molti anni, all'interno delle missioni multilaterali, per il suo mix di azione militare di peacekeeping e interventi umanitari, rimanendo aperti a un rafforzamento dell'azione diplomatica, proprio quando molte voci disordinate, di fronte all'intensificarsi della minaccia terroristica e di cambiamenti radicali nel Mediterraneo e nel Medio e Vicino Oriente e in parte dell'Africa, moltiplicano le spinte per azioni militari disordinate e senza prospettive, più a fini interni, per parlare alla pancia o alla paura o ai timori di opinioni pubbliche interne, che a fini reali. Appare, infatti, sempre più evidente come solo una grande azione diplomatica multilaterale può recuperare alla costruzione del nuovo equilibrio della sicurezza e della coabitazione mondiale tutti i soggetti e le opinioni pubbliche, anche di culture e religioni diverse, che oggi appaiono portatori di interessi contrastanti o contraddittori. Ciò anche per un positivo rapporto con l'Italia, e in misure diverse, con l'Unione europea e i nostri alleati, Stati Uniti per primi. In questo senso, occorre invertire una tendenza. Per rafforzare non solo l'azione militare, ma anche l'azione diplomatica, il nostro Paese può contare su una rete estera con 313 sedi, con 4.103 dipendenti, a fronte delle 373 sedi francesi e 7.891 dipendenti, delle 386 sedi tedesche e 6.750 dipendenti e delle 439 sedi britanniche con 5.657 dipendenti. Quanto alle risorse, l'Italia stanzia lo 0,21 per cento del bilancio complessivo, la Francia lo 0,27 per cento e la Germania lo 0,29 per cento per 3.846 milioni di euro, cioè più del doppio di quello che può stanziare l'Italia.
  In tal senso, allora, riflettendo sull'esigenza sempre invocata di una leva diplomatica efficace e capace di operare in modo sinergico con la leadership politica nella prevenzione e soluzione pacifica delle crisi, noi riteniamo oggi vi siano i Pag. 73presupposti per invocare in questa fase, accanto al potenziamento dello strumento militare e di quello cooperativo, anche l'impegno per un irrobustimento del nostro strumento diplomatico.
  Per tutte queste ragioni, il gruppo Per l'Italia-Centro Democratico e chi è portatore di una visione d democrazia solidale voterà a favore di una proposta di legge che appare fondamentale in un momento sempre più difficile e dove le nuove minacce alla pace, in primis, ma non solo, quelle del cosiddetto Califfato, richiedono strumenti efficaci per la difesa della pace, evitando tentazioni isolazionistiche ed utilizzando strumenti legislativi efficaci e non estemporanei. Che il Mediterraneo stia diventando una priorità strategica dell'Europa è parte di questo sforzo e di questo sforzo italiano. Con questa legge possiamo avere più certezze, possiamo avere più forza per questi obiettivi (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia - Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie signor Presidente, signor sottosegretario, colleghe e colleghi, nel nostro ordinamento giuridico non esisteva fino ad oggi una normativa di carattere generale riguardante le missioni e le operazioni internazionali. Il lavoro nelle Commissioni difesa ed esteri che ha portato al testo in esame oggi, durato oltre un anno e condiviso da tutti i gruppi parlamentari, aveva lo scopo di superare la prassi delle emergenzialità e delle conseguenti ambiguità in una delicata materia come quella delle missioni internazionali. Vorrei ricordare che il nostro Paese è tuttora impegnato in 24 missioni e che, nel corso degli anni, le missioni alle quali abbiamo partecipato hanno superato il numero di 120. La formulazione definitiva del testo è evidentemente un compromesso ma per noi non del tutto sufficiente in riferimento ad alcune sue parti: in riferimento al processo autorizzatorio, alla tipologia di missioni cui l'Italia può partecipare e al ruolo di controllo del Parlamento, nonostante alcune modifiche che hanno sicuramente migliorato la prima formulazione del testo che oggi è in aula. Vorrei ricordare che il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà ha lungamente lavorato insistito sia nelle Commissioni congiunte difesa ed esteri perché si arrivasse all'approvazione di un provvedimento di una legge quadro sulle missioni internazionali. Abbiamo insistito anche in aula in occasione di ogni rifinanziamento della proroga delle missioni internazionali. Abbiamo presentato a maggio del 2013 una proposta di legge per regolamentare le missioni internazionali perché c'era a nostro giudizio appunto la necessità di definire...

  PRESIDENTE. Onorevole Duranti, temo che ci sia un telefonino, non il suo ma magari intorno a lei, che influisce...

  DONATELLA DURANTI. Il mio è spento.

  PRESIDENTE. Sarà sicuramente quello dell'onorevole Piras.

  DONATELLA DURANTI. Posso continuare. Una proposta di legge per regolamentare le missioni internazionali perché c'era, a nostro giudizio, la necessità di definire finalmente un quadro normativo più adeguato al crescente impegno del nostro Paese nell'ambito delle operazioni missioni internazionali. Con la proposta di legge Atto Camera n. 933, a mia prima firma, avevamo previsto una stringente definizione legislativa degli ambiti di intervento delle operazioni e delle missioni internazionali in modo da garantire un più incisivo controllo del Parlamento e la disciplina della normativa da parte di una norma di rango primario, per l'appunto di una legge; l'indicazione poi puntuale delle fonti primarie di riferimento per chiarire il terreno normativo per l'operatività delle missioni. Tutto ciò perché, giova ricordarlo, sul piano internazionale, nonostante la chiarezza delle norme e dei principi, si è contrapposta nel tempo una prassi segnata Pag. 74da gravi violazioni ed ambiguità ed il nostro Paese ha partecipato a missioni ad alto contenuto di uso della forza e, anche con propri mezzi, ha partecipato operazioni di bombardamento. Inoltre l'Italia ha partecipato a missioni in cui non veniva rispettato il principio che l'autorizzazione del Consiglio di sicurezza ONU per azioni coercitive da parte di un'organizzazione o di un accordo regionale debba essere preventiva ed esplicita. L'ambito di applicazione individuato dall'articolo 1 del testo in esame a nostro giudizio non è sufficiente al fine di realizzare l'obiettivo che avevamo indicato cioè dare forza al nuovo diritto internazionale che riconosce la pace quale diritto fondamentale delle persone e dei popoli. Abbiamo insistito con gli emendamenti sulla necessità di indicare la tipologia delle missioni che non è resa superflua dall'esplicitazione della base di legalità internazionale ma, al contrario, la loro indicazione metterebbe al sicuro anche in riferimento ad eventuali operazioni NATO perché, come sappiamo, anche la NATO deve comunque agire secondo la Carta delle Nazioni Unite e così non è stato sempre. Per quanto attiene alla procedura per l'autorizzazione delle missioni internazionali, abbiamo sostenuto la necessità, peraltro condivisa da diversi gruppi parlamentari, di superare la prassi che si è sviluppata negli anni che ha limitato il ruolo del Parlamento all'autorizzazione dell'erogazione dei mezzi finanziari; che ha costretto ad una valutazione globale non consentendo la possibilità di valutare compiutamente la coerenza delle missioni con il dettato costituzionale dell'articolo 11, mettendo tutte le missioni sullo stesso piano.
  La formulazione del testo non risponde a questa necessità secondo noi, perché lascia, con le previsioni dell'articolo 2, in capo al Governo la deliberazione della partecipazione alle missioni internazionali e solo successivamente – lo voglio dire ai colleghi che hanno tanto enfatizzato questo procedimento autorizzatorio – prevede il passaggio alle Camere per la loro autorizzazione. È per questo, perché non ci soddisfa l'articolo 2, che abbiamo insistito perché si riprendesse la formulazione «autorizzate con apposito provvedimento legislativo». Lavoreremo nel passaggio al Senato per modificare sostanzialmente e concretamente l'articolo 2, appunto, quello che riguarda il procedimento autorizzativo.
  Quanto alla funzione di controllo, il testo unificato prevede una sessione parlamentare attraverso la presentazione di una relazione del Governo da effettuarsi entro il 31 marzo. Abbiamo sostenuto la necessità di istituire anche un comitato parlamentare di controllo, che potesse avere penetranti competenze di controllo sulle missioni e sull'aderenza di esse ai principi del diritto internazionale, al dettato costituzionale, alle regole di ingaggio, agli obiettivi, ai risultati, per l'appunto alla legge quadro, e al rispetto degli atti di indirizzo deliberati dalle Camere.
  Tant’è: il testo all'esame, nonostante sia un passo avanti rispetto alla prassi degli ultimi decenni, sembra, per alcuni profili, limitarsi a fotografare l'esistente, senza andare fino in fondo nella direzione auspicata da più parti, cioè verso una norma che completamente indichi le fonti primarie di riferimento, capace di superare le ambiguità dell'impiego dei militari in operazioni internazionali necessarie al fine di dare la piena prerogativa sul procedimento autorizzatorio alle Camere.
  Insomma, a nostro giudizio, non è stata sfruttata a pieno l'occasione di presentare, in sede internazionale, una legge riconosciuta come sviluppo naturale dell'impegno del nostro Paese a promuovere il nuovo diritto internazionale, quello che ripudia la guerra e disciplina l'uso della forza, con elementi di sopranazionalità e per finalità diverse da quelle belliche. Abbiamo perso l'occasione di smilitarizzazione il profilo della nostra politica estera, di scongiurare la possibilità che l'Italia si ritrovi a partecipare a missioni di guerra, come è avvenuto negli anni.
  Il voto di SEL sarà di astensione per significare il nostro impegno nel dibattito nelle Commissioni, in quest'Aula e nella stesura del testo e la nostra convinzione Pag. 75rispetto alla necessità di arrivare ad una normativa che modifichi realmente la prassi consolidata, ma, nel contempo, per significare l'insoddisfazione rispetto al risultato finale, che doveva essere più pregnante rispetto, soprattutto, alle aspettative che tutti insieme abbiamo creato.
  Resta l'auspicio che, finalmente, con questo seppur insufficiente e piccolo passo avanti anche grazie al dibattito che si è sviluppato intorno a questo provvedimento, si arrivi a determinare un cambio di passo sul terreno dell'impegno a promuovere azioni ed interventi che non differiscano più le decisioni di avviare operazioni di guerra o di uso della violenza bellica agli organismi internazionali quali la NATO, aggirando, di fatto, l'articolo 11, così com’è avvenuto molteplici volte in questi anni. Un impegno che definisca, al contrario, come priorità politica del nostro Paese, azione ed interventi di carattere umanitario e non bellico, in conformità alla Carta delle Nazioni Unite, al diritto alla pace di ogni individuo e di ogni popolo, a cominciare dalla gestione delle crisi aperte nei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.
  In conclusione, signor Presidente, voto di astensione del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà è a significare la nostra ferma determinazione a continuare al Senato la battaglia che abbiamo cominciato qui, in quest'Aula, ormai da anni. Lavoreremo per cancellare le norme che non consentono anche e, soprattutto, in questo testo oggi all'esame, il pieno dispiegamento delle prerogative parlamentari e noi aggiungiamo il pieno dispiegamento delle previsioni dell'articolo 11 della Costituzione italiana (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cicchitto. Ne ha facoltà.

  FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, anche grazie all'azione dei relatori Causin e Manciulli, del presidente Elio Vito e al concorso delle forze di opposizione, da SEL al MoVimento 5 Stelle, alla Lega Nord, credo che abbiamo scritto una buona pagina parlamentare; nel senso, cioè che, su una questione e una tematica fra le più difficili e delicate, c’è stato, sia nelle Commissioni, sia qui in Aula – e il tono degli interventi ne dà la prova – un confronto positivo e costruttivo che, francamente, è contraddittorio con tante altre pagine che abbiamo scritto nel corso di questi due anni.
  Quindi, questo è un dato molto positivo ed è un dato positivo che si riflette, poi, anche nel filo di un provvedimento che ha avuto un contributo e un concorso del Governo, abbiamo qua in Aula il sottosegretario Rossi, ma che si è sviluppato tutto nel confronto parlamentare. Il provvedimento definisce, in termini molto più organici e complessi del passato, le responsabilità del Presidente della Repubblica e le responsabilità e il controllo del Parlamento per quello che riguarda uno strumento assai duttile, assai articolato, qual è quello delle missioni all'estero, uno strumento che può andare dalle forme, più morbide di umanitarismo a forme anche significative di intervento militare determinato dalle situazioni sul campo. Alle nostre spalle abbiamo delle pagine significative che hanno rappresentato degli interventi anche assai forti rispetto a tematiche che non vanno viste mai in termini ideologici, ma vanno viste rispetto alla realtà sul campo. Io penso che, per esempio, l'intervento armato nel Kosovo ha costituito l'arresto, il blocco di una situazione drammatica, al limite di un genocidio e, quindi, da questo punto di vista, impostazioni aprioristicamente o pacifiste o interventiste non si confrontano con una realtà che è una realtà enormemente contraddittoria, la realtà contraddittoria del mondo che ci circonda.
  Noi in tutti questi interventi e nella funzione che alcuni di questi interventi hanno svolto o stanno svolgendo – penso, per esempio, all'intervento decisivo, importantissimo, quale è quello che stiamo svolgendo in Libano – in quelle situazioni estremamente difficili, stiamo dando un contributo assai positivo e stiamo portando a questo intervento tutta la nostra capacità di correlarci positivamente e in Pag. 76modo non arrogante con il territorio. Di questo ci viene dato atto, c’è un modo italiano di intervenire sui vari territori, tenendo conto delle realtà che ci circondano, avendo la capacità di comprensione e anche l'umiltà di correlarci con le popolazioni con le quali dobbiamo fare i conti; ebbene c’è un modo italiano di intervenire su questo terreno che certamente ha rappresentato un nostro contributo e che consente a tutti quanti, con degli approcci molto diversi e molto differenziati, di poter dire che abbiamo ridefinito in termini legislativi e istituzionali le nostre missioni militari e lo abbiamo fatto con un lavoro parlamentare che è stato un lavoro che ha visto il concorso di tutte le forze parlamentari in campo, anche di quelle che hanno l'approccio più polemico rispetto a questa materia e anche alla dialettica parlamentare.
  Non voglio aggiungere altre cose sul merito del provvedimento, perché, per quello che riguarda il nostro gruppo, l'intervento dell'onorevole Scopelliti ha ripercorso i punti fondamentali di questo provvedimento in modo assai puntuale e quindi non voglio essere ripetitivo. Voglio soltanto, a conclusione di questo intervento, portare la nostra riflessione sulla complessità e sull'esistenza di diverse linee di tendenza, per quello che riguarda il mondo dal punto di vista militare, al di là di quello che si dice per propaganda. Da un lato abbiamo tutto il fenomeno del terrorismo, concentrato essenzialmente nel Medio Oriente, ma non c’è solo questo: ci sono, colleghi – e questo deve essere materia di riflessione anche rispetto all'analisi che faremo nei prossimi giorni sul Libro bianco della difesa – delle linee di tendenza nel mondo, dal punto di vista della politica militare, che sono profondamente diverse. Infatti, per quello che riguarda l'Europa, la linea prevalente è quella di una riduzione dell'intervento militare. Però esistono nel mondo tendenze ben diverse, voglio dare solo pochissime cifre per quello che riguarda altre realtà. La Russia mette e metterà in campo, nel decennio 2011-2020, un intervento di 720 miliardi di dollari; e se andiamo ad esaminare come questo intervento si articola, vediamo che esso si articola con delle ricadute sul terreno dell'espansionismo imperiale che riguardano l'Esercito, che è ristrutturato per meglio intervenire in Ucraina, e, per quello che riguarda la Marina, essa è rafforzata con l'obiettivo di conquistare tutta la zona artica. Se andiamo a vedere il Paese che, dopo gli Stati Uniti, ha il secondo livello di spesa per quello che riguarda la difesa, cioè la Cina, vediamo che esso è passato da 30 miliardi a 132 miliardi nel 2014, e farà un salto di qualità ulteriore nel 2015, a 160 miliardi. Se andiamo a vedere come si sviluppa, anche in questo caso, questa spesa militare, vediamo che essa si articola nella direzione di obiettivi di espansione che non possono non essere anch'essi definiti in termini geopolitici, cioè un'enorme espansione della Marina cinese che è in direzione della rivendicazione cinese sul Mar della Cina, in una contrapposizione con il Vietnam, con Singapore con le Filippine e con i Paesi di quell'area, a testimonianza, fra l'altro, che tutti gli schemi geopolitici del passato sono saltati.
  Voglio concludere rilevando appunto che abbiamo definito un intervento articolato che ha un fondamento che è di pace, ma il quadro che ci circonda è un quadro degno della massima attenzione e anche della massima preoccupazione (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Elio Vito. Ne ha facoltà.

  ELIO VITO. Signor Presidente, colleghi, rappresentante del Governo, voglio esprimere in questo breve intervento, da una parte, la soddisfazione mia – l'ha già fatto il presidente Cicchitto – per l'eccellente lavoro compiuto dalle Commissione affari esteri e difesa della Camera, e, dall'altra parte, annunciare anche il voto favorevole di Forza Italia a questo provvedimento. Si tratta di un provvedimento importante, che dimostra come Parlamento e Governo, maggioranza e opposizione, anche su questioni Pag. 77particolarmente delicate, che investono la strategia di politica estera, di politica di difesa, di sicurezza nazionale ed internazionale del nostro Paese, temi quindi di grande attualità, riescono a fare un buon lavoro in piena e rispettosa sinergia.
  Quante volte, signor Presidente, lei come me, ha sentito in sede di esame dei decreti-legge di proroga di rifinanziamento della nostra partecipazione alle missioni internazionali sollevarsi un coro di critiche generalizzato per quella modalità con la quale il Parlamento era costretto ad esprimersi, cioè un provvedimento unico che rifinanziava tutte insieme le nostre missioni, praticamente a ridosso della scadenza con la quale le missioni erano state rifinanziate dal precedente decreto legge ? Si era più volte lamentata l'esigenza di una legge quadro che da una parte definisse compiutamente il quadro giuridico all'interno del quale si compivano quelle missioni, a tutela soprattutto, direi, dei nostri militari impegnati all'estero, e dall'altra consentisse al Parlamento e alle Camere di potersi esprimere nel merito di ciascuna singola missione.
  Con questa legge, una legge di iniziativa parlamentare alla quale il Governo, voglio dare atto al sottosegretario Rossi, ha dato un attivo, positivo e attento contributo, tutto ciò non accadrà più. Sarà il Parlamento ad avere, come è giusto che sia, alla fine la parola conclusiva sulla partecipazione e sulle modalità con le quali tale partecipazione dovrà avvenire ad ogni singola missione. Nel momento in cui il Governo ravviserà con una propria delibera del Consiglio dei ministri e, ove lo riterrà necessario, coinvolgendo anche il Consiglio supremo di difesa, questa esigenza dovrà immediatamente prospettarla al Parlamento e il Parlamento, nelle forme che riterrà, attraverso una risoluzione, un atto di indirizzo o anche una vera e propria legge, autorizzerà lo svolgimento di questa missione. Vi sarà poi naturalmente la fase del controllo che avverrà periodicamente, anche attraverso l'esame degli atti di spesa che saranno adottati e che passeranno comunque al vaglio delle Commissioni parlamentari.
  A testimonianza dell'approfondito lavoro svolto, che ha visto anche l'audizione di importanti esperti, voglio esprimere la soddisfazione sul fatto che questa legge, a sentire le dichiarazioni di voto sin qui espresse, ma anche l'atteggiamento tenuto in Commissione, non registrerà voti contrari. Credo sia un atto importante per il nostro Paese, che si definisce all'estero, rispetto alla comunità internazionale, come un Paese che nella definizione della propria politica estera cerca di lavorare tutti insieme.
  È una legge, quindi, di particolare importanza, Forza Italia voterà a favore perché ha dato il suo contributo al vaglio di questa legge attesa non da alcuni anni, ma da alcune legislature, perché lo fa sempre con un pensiero di particolare riguardo, ringraziamento e attenzione ai nostri militari all'estero, a tutela dei diritti dei quali innanzitutto questa legge è rivolta, perché noi ci siamo sforzati di assicurare loro quelle garanzie funzionali, quelle garanzie di trattamento economico che sono necessarie nel momento in cui si svolgono dei compiti così delicati e così gravosi, ma anche con un'attenzione particolare alla gravità del momento di crisi che investe oggi la nostra società, il nostro mondo, le nostre coste, ed è per questo che è quanto mai urgente definire con questa legge i criteri, le modalità e le garanzie della nostra partecipazione.
  Questo, quindi, è il quadro nel quale si svolto il dibattito in Commissione, il dibattito in questa giornata intensa e proficua in Aula, dove ulteriori precisazioni si sono rese necessarie e sono state approvate in un clima di proficua e positiva collaborazione fra maggioranza e opposizione, fra Parlamento e Governo.

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Vito. Onorevole Latronico, onorevole Latronico, onorevole Latronico, grazie.

  ELIO VITO. Presidente, mi basta la sua attenzione che rappresenta tutta l'Assemblea.Pag. 78
  Voglio concludere questo mio intervento – ho parlato poco fa dei militari impegnati nelle missioni internazionali per la pace e la sicurezza ai quali è rivolto questo intervento legislativo – con un pensiero a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone che erano anch'essi coinvolti in una missione internazionale antipirateria autorizzata dal Parlamento per conto del nostro Stato e che hanno diritto a vedere riconosciute nella vicenda che purtroppo ancora li riguarda le garanzie delle norme del diritto internazionale.
  La settimana prossima avremo nelle nostre Commissioni i Ministri Gentiloni e Pinotti, che verranno ad informarci ancora una volta sullo stato dell'evoluzione di questa triste vicenda e sulle iniziative che il nostro Governo sta assumendo affinché possa risolversi – ormai, Presidente, non pronuncio più la parola «rapidamente», com'era stato pure auspicato dal Parlamento, perché dopo oltre tre anni non si può più utilizzare questa parola – soprattutto in maniera rispettosa dei diritti dei nostri due fucilieri di Marina, che hanno diritto a vedere affermata e proclamata la loro innocenza, che hanno diritto a vedere affermato il loro diritto ad essere eventualmente giudicati non da un Paese terzo ma dal nostro Paese come le norme del diritto internazionale prevedono ed è triste, Presidente, che noi lo dobbiamo fare con queste modalità. Oggi Salvatore Girone si è recato per l'ennesima volta, con grande dignità ma anche con un atto che a nostro giudizio non è giusto che compia, ad apporre la settimanale firma a un commissariato di New Delhi ad attestare che è ancora lì, sottomesso alla giurisdizione del Paese dell'unione indiana e risiede presso l'ambasciata. È un atto al quale non è giusto che un nostro militare debba ritualmente sottoporsi. Ripeto, Girone lo fa – come lo faceva anche La Torre quando era lì – con grande dignità, con grande onore, con grande senso di responsabilità e di apprezzamento del valore al servizio della patria, ma noi dobbiamo evitare che questo continui a protrarsi. Girone deve rientrare in Italia e naturalmente non è giusto che Massimiliano La Torre sia in Italia solo perché gli è stata riconosciuta la gravità dell'ictus che si è verificato proprio in India, probabilmente – anzi direi sicuramente – anche a causa delle condizioni di stress e di detenzione alle quali è sottoposto da oltre tre anni e che versa tuttora oggi in Italia in condizioni di salute, bisognose di cure, di terapia, di riposo. Ecco che dei nostri militari che, ripeto, stavano partecipando per conto nostro ad una missione antipirateria, dopo oltre tre anni, debbano sottostare a queste condizioni io credo che sia una profonda ingiustizia. Il Parlamento lo ha già detto, l'ha deliberato all'unanimità, il Governo nelle maniere più riservate, più ufficiali sta facendo le iniziative che il Parlamento ha chiesto che dovessero essere assunte, abbiamo appreso della notizia dell'arbitrato internazionale e l'eventuale avvio dell'arbitrato internazionale corrisponderà ad una strada chiesta dal Parlamento che non comporterà naturalmente l'immediata risoluzione del caso. È passato invano, Presidente, il Semestre di presidenza italiana dell'Unione europea alla quale si guardava con grande attesa, è passato invano un anno nel quale c'era stato detto che erano in corso trattative con l'India per risolvere la vicenda, tutto questo tempo, che può essere il tempo della politica, della diplomazia però è il tempo della vita di Massimiliano e di Salvatore e delle loro famiglie. Io che ho avuto modo di conoscerli, Presidente, i figli crescono, cambiano istituti scolastici, Salvatore e Massimiliano mutano naturalmente il loro corpo le loro sembianze come tutti noi e non è giusto che lo facciano in queste condizioni per aver prestato servizio al nostro Paese. Quindi, con questa legge noi esprimiamo loro ancora una volta solidarietà e gratitudine ma impegniamo davvero il Governo, lo ascolteremo la settimana prossima in Commissione, a fare in modo che questa vergogna, come tale è stata definita anche dal Parlamento europeo, possa finalmente concludersi ma soprattutto concludersi in maniera onorevole per i nostri due fucili di Marina perché hanno diritto a questo. Dopo tre anni di ingiusta detenzione preventiva, Pag. 79senza un processo, senza un capo d'accusa, senza un'imputazione, senza un'inchiesta a loro carico hanno diritto a tornare definitivamente in Italia da persone di libere e con l'onore militare intatto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Saluto gli alunni ed i docenti dell'istituto di istruzione superiore Cuoco-Fascitelli, di Isernia, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corda. Ne ha facoltà.

  EMANUELA CORDA. Signor Presidente, ovviamente condividiamo appieno le parole del collega Elio Vito sulla vicenda dei nostri fucilieri di Marina e auspichiamo che si risolva al più presto un qualcosa che già abbiamo detto tante volte, l'abbiamo detto in Commissione, l'abbiamo detto in quest'Aula, però ovviamente anche questa vicenda è figlia di questo vuoto normativo, questo non agire a livello politico che ormai ci sta costringendo a guardare a dei percorsi diversi e se possibile più condivisi, magari ascoltandoci di più. Con questa legge quadro lo stiamo facendo anche se purtroppo, ahimè, oggi ci sono stati bocciati tanti emendamenti che a nostro avviso potevano migliorare il testo e lo vogliamo ribadire.
  Abbiamo lavorato con impegno a questo provvedimento sia in Commissione che nel comitato ristretto, provando ad addivenire ad un testo che fosse ampiamente condiviso. Abbiamo voluto con forza questa legge affinché si mettesse freno all'odiosa pratica della decretazione d'urgenza come consuetudine. E non finiremo mai di ribadirlo. Lo so, sono cose ripetute fino alla noia, però purtroppo questa è la realtà. Soprattutto, considerato che trattiamo una materia assai delicata, una materia che necessitava da ormai troppo tempo di norme certe e organiche.
  Questo è il senso di una legge quadro sulle missioni internazionali. Avere la possibilità di votare missione per missione e poter valutare, di volta in volta, gli impegni del nostro Paese in termini di risorse umane, finanziarie, ma anche in virtù di principi etici e opportunità politiche. In ossequio anche al dettato costituzionale e alle norme del diritto internazionale.
  Siamo lieti che il testo sia finalmente approdato in Aula, considerato che anche questo è, già di per sé, una rivoluzione. Tuttavia, ci saremmo aspettati un maggiore ascolto da parte dei relatori, ma soprattutto del Governo e di questa maggioranza che non ha esitato a bocciare, come ho già detto poc'anzi, tutti i nostri emendamenti migliorativi in Aula.
  Non possiamo che esprimere il nostro rammarico per un'occasione che pare persa, almeno a metà fino ad oggi. Il testo che fuoriesce dall'Aula è stato peggiorato rispetto a quello che era stato proposto dai relatori e dal lavoro delle Commissioni esteri e difesa congiunte. In particolare, il parere della Commissione bilancio ha debordato dalle proprie prerogative quando ha imposto la riscrittura del comma 3 dell'articolo 2. Nel testo proposto dai relatori e dalle Commissioni esteri e difesa le proroghe delle missioni dovevano essere autorizzate di volta in volta, secondo le procedure dei commi 1 e 2 dell'articolo 2, con votazioni di atti d'indirizzo.
  Con la nuova formula, imposta dalla Commissione bilancio – in questo non facendo in alcun modo riferimento, tra l'altro, all'articolo 81 della Costituzione – si è stravolta questa disposizione attribuendola a semplice comunicazione del Governo secondo quanto stabilito nell'articolo 3.
  Insomma, questa legge sarebbe dovuta servire ad interrompere la marginalizzazione del Parlamento nelle missioni internazionali. Con queste nuove disposizioni lo si continua a ridurre a semplice notaio.
  Vorremmo ricordare che la Commissione bilancio è intervenuta su questioni procedurali che non hanno alcuna attinenza o valenza economica e questo è un fatto gravissimo perché si sono spostati gli equilibri del testo ancora una volta a favore del Governo. Dispiace la miopia dei Pag. 80deputati. Al Senato speriamo si cerchi di rimediare a questi vostri pasticci, perché di questo si tratta.
  La preoccupazione è accresciuta anche dal rifiuto della maggioranza a far sì che gli atti d'indirizzo siano votati dall'Assemblea e non genericamente dalle Camere e anche questa è una violentissima lesione del diritto dei cittadini di conoscere e farsi una propria opinione su un argomento così sensibile per la pubblica opinione, come ad esempio l'invio all'estero delle nostre Forze armate. Si agirà nel chiuso delle Commissioni, dunque. Non è un bel vedere un Parlamento che rinuncia ad essere un palazzo di cristallo su questioni così determinanti per la nostra democrazia.
  Ciononostante, abbiamo comunque deciso di astenerci sul provvedimento nel suo complesso, perché non intendiamo bloccarne l'iter. Auspicando che in Senato ci sia un'inversione di marcia e si tenga conto delle valutazioni sostanziali nostre e delle altre opposizioni. E considerato, inoltre, che noi siamo tra i primi promotori e sostenitori di questa legge e l'abbiamo voluta con forza. Abbiamo fatto una battaglia in Commissione affinché la legge approdasse in Aula e, quando siamo stati accusati di utilizzare strumentalmente l'ostruzionismo in Aula, in realtà avevamo le nostre legittime ragioni. Una di queste era proprio la mancata calendarizzazione della legge quadro ed il fatto che si tentasse, da parte del Governo, di bypassare il problema; siamo stati letteralmente presi in giro e il provvedimento è stato rimandato di mese in mese. Quindi, diciamo che, così facendo, si è continuato a crogiolarsi negli odiosi decreti omnibus.
  Oggi finalmente siamo approdati ad un punto d'arrivo, ma affinché tale obiettivo non diventi «punto di non ritorno», ribadendo comunque che ci asterremo, in Senato non concederemo altri sconti. Vogliamo che questa legge veda la luce, ma riteniamo questo testo ancora insufficiente dal punto di vista politico e soprattutto degli equilibri tra Governo e Parlamento, ancora assolutamente pendenti a favore del primo.
  Ribadiamo, in questa sede, la centralità del Parlamento e la rivendichiamo con forza. Non accetteremo mai d'essere relegati al mero ruolo di ratificatori. Non è questo il senso del mandato affidatoci da 9 milioni di liberi cittadini. Siamo qui per rappresentarli al 100 per cento e potete star sereni: lo faremo fino alla fine (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scanu. Ne ha facoltà.

  GIAN PIERO SCANU. Signor Presidente, cari colleghi, signor sottosegretario, questo provvedimento si accinge, se non ho capito male, ad essere votato da quest'Aula senza alcun voto contrario. Finora sono stati annunciati voti favorevoli e alcuni gruppi hanno dichiarato di essere prossimi all'astensione, quindi questo provvedimento potrà godere di una larga maggioranza. Io vorrei, prima di tutto, sottolineare questo aspetto, che è un aspetto politico e che può essere declinato nella sua connotazione in alcuni modi. Io vorrei definire questo provvedimento una riforma, perché ci toglie dalla precarietà giuridica e dalla superficialità storica e politica, che normalmente caratterizzano la formazione di questi provvedimenti, per consegnarci finalmente ad una piena certezza del diritto. E vorrei, in ragione di questo, rivolgere un apprezzamento e un ringraziamento nei confronti del Governo. Non è frequente, ma è accaduto in questa circostanza, vedere un Governo – geloso com’è delle proprie prerogative, talvolta perfino accecato dalla errata ed erronea necessità di concentrarsi su se stesso, trascurando il Parlamento – impegnato a favorire la parlamentarizzazione delle procedure. È questa la novità ed è una novità che si coniuga, a mio giudizio, in maniera coerente e mirabile con altre iniziative di tipo legislativo che il Partito Democratico ha promosso soprattutto nell'ambito della difesa e nell'ambito della politica estera, ottenendo dai propri alleati, e in alcuni casi anche dai partiti Pag. 81dell'opposizione, il pieno sostegno. Così come si deve al Partito Democratico la maturazione che ha portato all'attribuzione al Parlamento delle competenze relativamente all'acquisizione dei sistemi d'arma, oggi è in particolar modo al Partito Democratico che si deve il varo di questa riforma. E noi lo vogliamo rendere esplicito, rendere solenne e, in qualche modo, condividere – perché oggettivamente in questi termini sono andate le cose – questo importante traguardo, con il Governo che ha svolto quasi una funzione maieutica per poter pervenire a questo risultato.
  Sulle modalità, sulle procedure e sulle articolazioni i colleghi hanno già dato un'esauriente spiegazione. Io vorrei limitarmi, dopo avere in qualche modo favorito questo tipo di riconoscimento alla dignità di riforma, a svolgere alcune considerazioni di carattere molto generale: che cosa informa da un punto di vista culturale ciò che ci accingiamo a votare ? Mi pare di poter dire che ad informare questa materia sia fondamentalmente la laicità. Laicità intesa come esercizio del dubbio, intesa come indisponibilità all'assunzione di atteggiamenti informati al fondamentalismo.
  Laicità intesa come bisogno di riconoscere all'interlocutore di turno il medesimo diritto che si pretende per sé stessi. E se non ci fosse stato un atteggiamento laico da parte del Governo e da parte del gruppo del Partito Democratico, non si sarebbe potuta coagulare un'intesa che ci porterà lontano. Io sono convinto che ci porterà lontano. Io sono convinto che il voto di oggi, ad esempio, conferirà maggior forza alla proposta avanzata da Federica Mogherini presso le Nazioni Unite. Ci porterà lontano, perché presenterà le missioni internazionali che il Parlamento deciderà – il Parlamento ! – e non lo farà più a seguito di un decreto, lo farà legiferando, che si tratti, inizialmente, di Commissioni parlamentari o che si tratti di Assemblea, questa è la novità: sarà il Parlamento a decidere e non aggiungendosi come uno sciocco vagone al convoglio messo in piedi dal Governo di turno. Questo accadrà, ne sono sicuro, anche per far crescere l'autorevolezza del nostro Paese in ordine agli impegni che ci attendono, che vengono definiti genericamente di tipo umanitario, ma che preferirei chiamare e definire «impegni di civiltà». Parlo, ad esempio, degli impegni che stiamo portando avanti per sensibilizzare l'Europa verso una maggiore attenzione; mi riferisco agli impegni che dovrebbero portare la stessa Europa ad uscire dal culto esclusivo del monetarismo, per aprirsi finalmente verso una scelta politica e culturale che, fino ad ora, le è mancata e, quindi, di conseguenza, trasferire anche alle Nazioni Unite una dimensione che superi il nanismo politico che caratterizza l'Europa e che, caratterizzando l'Europa, caratterizza anche noi. Ecco, per uscire da un provincialismo politico, da un nanismo politico, da una marginalità quale noi, di fatto, scontiamo, in quanto estranei al dibattito mondiale, abbiamo bisogno di assumere atti, atti parlamentari, che parlino chiaro. Atti che abbiano il massimo della dignità giuridica. Atti che siano in grado di parlare per conto di tutto il popolo italiano. Atti che non abbiano una fonte di parte, ma siano in qualche modo l'espressione di una comunità nazionale, di un volere comune. Non è un caso che in questa legge venga ulteriormente esaltata la figura del Capo dello Stato, come garante della Costituzione, di fronte a questi problemi che interpellano la nostra coscienza, che dovrebbero indurci ad essere anche meno sportivi nel seguire determinate circostanze, che dovrebbero, qualche volta, forse, anche toglierci il sonno. Con quanta superficialità, in questi giorni, si sta invocando la disattenzione verso le persone che muoiono, scappando dalla fame o scappando della guerra. Con quanta distrazione, superficialità o cinismo si fa finta di considerare cronica, e quindi inguaribile, una condizione di perenne conflittualità presente in molto Paesi, soprattutto dell'Africa.
  Allora, noi, Presidente e colleghi, non ci arrendiamo. Anziché cedere le armi di fronte agli insuccessi della politica, noi rilanciamo, adottiamo questo provvedimento Pag. 82che è un provvedimento di riforma e diciamo che ai valori della nostra civiltà non rinunceremo mai, testardamente, convintamente, anche, in qualche modo, cercando di far udire i sordi e di far vedere i ciechi, noi pensiamo di poter riuscire a creare un futuro migliore. Per questo, Presidente, il gruppo del Partito democratico voterà a favore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

  ANDREA MANCIULLI, Relatore per la III Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA MANCIULLI, Relatore per la III Commissione. Grazie Presidente, ci terrei molto brevemente a fare tre ringraziamenti. Il primo è ai colleghi e a tutti i gruppi politici per la qualità della discussione, perché alla fine, con questo voto, il nostro Paese sarà più forte nella sua prospezione internazionale, che, per quello che accade, senza dubbio, ci chiamerà a prove importanti.
  Vorrei ringraziare il Governo perché, in questa occasione, ha permesso al Parlamento di portare avanti un'iniziativa tutta parlamentare, assistendolo. E, alla fine, averlo fatto, a mio avviso, ripaga anche il Governo.
  In maniera non formale vorrei ringraziare i firmatari delle numerose altre proposte di legge quadro sulle missioni che ci sono state in questa legislatura e nelle precedenti. È un successo che, in qualche misura, va anche a loro merito, perché quest'esigenza è nata molti anni fa e in questo momento anche loro a mio avviso devono essere ringraziati.

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DOMENICO ROSSI, Sottosegretario di Stato per la difesa. Grazie Presidente. Nei diversi interventi e anche nelle ultime parole dell'onorevole Manciulli ci sono state delle espressioni di ringraziamento anche all'attività del Governo. Vorrei solo sottolineare che l'impegno del Governo nell'ambito delle Commissioni per seguire questo provvedimento è stato un atto dovuto, ma soprattutto è stato conseguente a quella che era stata la parola del Governo fin dal primo momento in cui avevamo affrontato questo problema. Il Governo si era impegnato a portare in porto questa legge, a seguirla e a dare il suo sostegno. Credo che questo sia avvenuto e questo penso che sia di reciproca soddisfazione, sia del Governo sia di questa Camera.

(Coordinamento formale – A.C. 45-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 45-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge nn. 45-933-952-1959-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colleghi vi pregherei di accelerare l'entrata e il raggiungimento delle vostre postazioni, grazie. Colleghi ci siamo ? Non vedo mani alzate... sì, lassù...ci siamo tutti (Commenti del deputato Della Valle) ?

Pag. 83

  PRESIDENTE. Onorevole Della Valle, mi dica, non ho capito che succede.

  IVAN DELLA VALLE. Qualcuno riprende in Aula !

  PRESIDENTE. Io non l'ho visto. Adesso, se lo vedo, onorevole Della Valle, richiamo «qualcuno che riprende in Aula». Pregherei di non usare i telefonini, gentilmente.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  «Cirielli ed altri; Duranti ed altri; Garofani ed altri; Artini ed altri: Disposizioni concernenti la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali» (45-933-952-1959-A):

   Presenti  386   
   Votanti  321   
   Astenuti   65   
   Maggioranza  161   
    Hanno votato  321    

  La Camera approva (Applausi – Vedi votazioni).

  (La deputata Prestigiacomo ha segnalato che avrebbe voluto astenersi dal voto).

  Colleghi, sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo che è in corso, e suggerisco di non allontanarsi.

  La seduta, sospesa alle 18,15, è ripresa alle 18,45.

Inserimento all'ordine del giorno di un disegno legge.

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie Presidente, a norma dell'articolo 27, comma 2, del Regolamento propongo che vengano inseriti all'ordine del giorno della seduta odierna l'esame e la votazione delle questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge di riforma del sistema nazionale di istruzione attualmente previsti per la seduta di domani.

  PRESIDENTE. Onorevole Palese, mi pare che lei di fatto si fa latore della decisione che comunque era stata già assunta nella Conferenza dei presidenti di gruppo che è appena terminata. Se nessuno chiede di parlare sulla proposta avanzata dall'onorevole Palese di inserire all'ordine del giorno della seduta odierna l'esame e la votazione delle questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge di riforma del sistema nazionale di istruzione, la pongo in votazione. Ricordo che a norma dell'articolo 27, comma 2, del Regolamento per deliberare su materie non iscritte all'ordine del giorno è necessaria una votazione palese mediante procedimento elettronico con registrazione dei nomi e la maggioranza dei tre quarti dei votanti. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di inserire all'ordine del giorno della seduta odierna l'esame e la votazione delle questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge di riforma del sistema nazionale di istruzione.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sgambato, Gigli... onorevole Crippa, stiamo votando perché dobbiamo inserire un argomento all'ordine del giorno e il Regolamento prevede che questo avvenga attraverso una votazione che, peraltro, era già stata anticipata dalla riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo che ha deciso, però che noi formalmente dobbiamo votare. Ha avanzato una richiesta formale l'onorevole Palese. Duranti...Pag. 84
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

  Presenti e votanti  318  
  Maggioranza dei tre quarti
  dei votanti  237  
   Hanno votato  314   
   Hanno votato no   4.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Capodicasa, Bueno e Piccione hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Colleghi, ora abbiamo un piccolo problema, ossia che nel mentre votavamo l'inserimento delle questioni pregiudiziali all'ordine del giorno dei nostri lavori, ne è stata testé presentata un'altra. Quindi, abbiamo bisogno di sospendere per cinque minuti la seduta perché deve essere valutata dagli uffici per essere poi inserita insieme alle altre e insieme alle altre dibattuta e votata.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori mentre lei ha dato questi dieci minuti. Vorrei farle presente che, poiché abbiamo sospeso in attesa che la Conferenza dei presidenti di gruppo terminasse, forse, dal momento che si trattava sostanzialmente soltanto di un voto, sarebbe stato opportuno sospendere dopo le dichiarazioni di voto e prima del voto finale del provvedimento precedente, in maniera tale da consentire a tutti i membri dell'Ufficio di Presidenza e anche a coloro dei gruppi che fanno parte e seguono i lavori dell'Ufficio di Presidenza di poter votare in modo collegiale tant’è che non avrebbe cambiato nulla perché avremmo iniziato subito con il voto finale di quel provvedimento.

  PRESIDENTE. Onorevole Crippa, a regola avrei dovuto evitare di aprire la fase delle dichiarazioni di voto perché, come lei sa, quando iniziano le dichiarazioni di voto poi deve essere immediatamente conseguente il voto. Il problema è che c’è stata una discrasia tra il momento in cui è iniziata la Conferenza dei presidenti di gruppo e quando io ho dato inizio alla fase delle dichiarazioni di voto. Questa è la ragione per la quale non ho poi potuto interromperla. Se avessi avuto contezza del fatto che la Conferenza dei presidenti di gruppo si sarebbe riunita formalmente di lì a poco, probabilmente avrei potuto rinviare le dichiarazioni di voto alla fine della Conferenza dei presidenti di gruppo. La ringrazio per l'intervento.
  Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 18,55.

  La seduta, sospesa alle 18,50, è ripresa alle 18,55.

Discussione del disegno di legge: Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti (A.C. 2994-A ed abbinate) (Esame e votazione di questioni pregiudiziali) (ore 18,55).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle questioni pregiudiziali di costituzionalità Giancarlo Giordano ed altri n. 1, Simonetti ed altri n. 2, Simone Valente ed altri n. 3 e Rampelli ed altri n. 4 (Vedi l'allegato A – A.C. 2994-A), presentate al disegno di legge n. 2994-A ed abbinate: Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti.
  Ricordo che, essendo state preannunciate nella Conferenza dei presidenti di gruppo, contestualmente alla predisposizione del vigente calendario dei lavori, le questioni pregiudiziali saranno discusse e poste in votazione prima dello svolgimento della discussione sulle linee generali, a norma dell'articolo 40, comma 2, del Regolamento.
  Avverto, inoltre, che i tempi per l'esame delle questioni pregiudiziali di costituzionalità Pag. 85sono computati nell'ambito del contingentamento relativo alla discussione generale. In proposito avverto che lo schema recante la organizzazione dei tempi per l'esame del provvedimento è in distribuzione e sarà pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
  Ricordo che a norma del comma 3 dell'articolo 40 del Regolamento le questioni pregiudiziali possono essere illustrate per non più di dieci minuti da uno solo dei proponenti. Potrà altresì intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi per non più di cinque minuti.
  L'onorevole Sannicandro ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Giancarlo Giordano ed altri n. 1.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, egregi colleghi, anche questo disegno di legge, come al solito, non è immune da vizi di incostituzionalità, ormai siamo abituati e sinceramente è difficile intervenire su questioni tanto importanti che hanno assunto la dimensione di una routine. Orbene, la caratteristica di questa controriforma è quella, come al solito, di mettere in discussione alcuni principi fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione, ma cominciamo dall'articolo che prevede ben otto deleghe. La nostra Costituzione stabilisce che si possa delegare il Governo su alcune materie, e qui si tratta di ben otto deleghe, lo ripeto, con una delimitazione precisa dell'oggetto, dei criteri e dei principi direttivi. Abbiamo anche in questo caso scoperto che si tratta di norme molto, molto vaghe, di paletti molto flessibili, di contorni molto poco precisi, per cui, sostanzialmente, il Governo, in buona sostanza, potrà utilizzare questa delega come se fosse una delega in bianco.
  Conoscendo quali sono, ormai, la natura e la cultura di questo Governo c’è da preoccuparsi, perché ormai è evidente che mira ad un accentramento di poteri, a modo di una gestione aziendale in tutti i campi; lo abbiamo sperimentato nel campo del lavoro, quando sul posto di lavoro si è riportato il potere padronale al suo massimo storico, eliminando l'articolo 18; lo stiamo sperimentando in campo istituzionale con la controriforma del Senato, anzi di tutta la seconda parte della Costituzione, accentrando i poteri nelle mani del Governo e poi con la riforma elettorale per cui colui che comanderà, anche se in minoranza, avrà una concentrazione di poteri che in Italia si è vista soltanto, lontanamente, nella storia repubblicana, anzi, prerepubblicana. Ora, anche qui, un domani, i decreti che saranno emessi saranno decreti legislativi che molto probabilmente finiranno di fronte alla Corte costituzionale.
  Per quanto riguarda, poi, i poteri del dirigente scolastico, cioè sostanzialmente dei presidi, anche qui ricalchiamo la cultura di questo Governo. Ora, voglio ricordare che nel campo della scuola, la democrazia e la collegialità delle decisioni di tutto l'andamento scolastico furono assunte già prima di quanto fosse stabilito, per esempio, per le fabbriche.
  Era il 1969 – lo ricordo perché a quell'epoca ero giovane, quindi appena laureato, ed ero appunto professore –, quando ci fu la famosa «circolare Sullo», con la quale si stabilì che gli studenti potessero riunirsi in assemblea e potessero partecipare alla vita scolastica assumendone anche delle decisioni. Poi, nel 1970, fu introdotto, con lo Statuto dei diritti dei lavoratori, lo stesso principio di libertà di associazione all'interno delle fabbriche, i referendum e gli altri istituti di partecipazione. Quindi, anche in questo caso, attribuendo al dirigente scolastico i poteri che sono delineati, non facciamo altro che ritornare a 50-60 anni indietro. Quello che è più grave è che i poteri che vengono attribuiti oggi sono poteri che conformeranno il DNA di ogni istituto scolastico, perché se il preside potrà addirittura incidere sulle assunzioni e sulla gestione del personale scolastico fino a conformare lo stato scolastico così come desidera, è evidente che, a seconda dell'orientamento che lui potrà avere, si potrà conformare tutto l'orientamento didattico all'interno delle scuole. Questo è in netto contrasto con la libertà di insegnamento sancito dall'articolo 33 della Costituzione. È evidente che Pag. 86questo può essere garantito soltanto sei i professori accedono all'impiego con regolare concorso, quindi non devono dipendere da alcuno. Infatti, l'esperienza di questi anni, l'esperienza della scuola repubblicana, ha visto proprio la libertà di insegnamento garantita all'interno degli istituti scolastici. Evidentemente, questo fa impressione, sconcerta un po’ questa nuova classe politica, e bisogna riportare all'ordine anche i professori all'interno delle scuole, così come si stanno riportando all'ordine i lavoratori all'interno delle fabbriche e i cittadini italiani, in quanto elettori e cittadini, all'interno delle istituzioni. Cioè, la filosofia è sempre la stessa.
  Poi, vi è l'ulteriore, ennesimo tentativo di violare l'articolo della Costituzione che dice che l'esercizio dell'insegnamento è libero e che le scuole paritarie, le scuole private, possono essere istituite ma senza oneri per lo Stato. Si tratta di una norma molto chiara, di facile interpretazione, che non ha bisogno di interpretazione, ma che, come ben sappiamo, in tutti questi anni è stata abbondantemente vivisezionata al punto da farne scomparire l'originario significato aggirandola concretamente. Con questo disegno di legge non facciamo altro che riproporre, o meglio codificare, il tentativo di annullare il portato dell'articolo 33 della Costituzione. Per non parlare poi di quanto ci si ripromette di fare in materia di assunzioni...

  PRESIDENTE. Colleghi, vi pregherei di abbassare un pochino il tono della voce, per favore.

  ARCANGELO SANNICANDRO. In effetti, non ci si può concentrare. Per quanto riguarda poi la stabilizzazione degli operatori, degli insegnanti, è inutile dire che se ne sta facendo una grande propaganda, ma una propaganda che si sta rivelando un boomerang per il Governo, perché, innanzitutto, la parola «assunzione» la ritengo completamente mistificatoria in quanto si tratta di gente che già lavora.
  Ma al di là di questo, del tentativo ormai scoperto di approfittare del linguaggio per farne un uso strumentale e piegarlo sempre a esigenze propagandistiche, è evidente che il programma che su queste stabilizzazioni è stato deciso non fa altro che distinguere tra lavoratori di «serie A» e lavoratori di «serie B» per quanto riguarda la sorte e l'accesso al posto di lavoro. Per queste ragioni, ripeto, invitiamo l'Aula a deliberare perché non si proceda oltre, stante la pregiudiziale così palese di incostituzionalità sui punti che ho elencato.

  PRESIDENTE. L'onorevole Simonetti ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 2.

  ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. Il disegno di legge sulla «Buona scuola», malgrado le modifiche apportate in Commissione, rimane incostituzionale in molti dei suoi aspetti più rilevanti, soprattutto riguardo all'articolo 8, comma 2, in quanto esclude dalle assunzioni a tempo indeterminato previste nell'imminente anno scolastico coloro che sono stati già inseriti nelle graduatorie di merito del concorso pubblico del 2012, prevedendone l'assorbimento solo dal 2016; di contro si contempla l'assunzione – oltre che dei cosiddetti vincitori dello stesso concorso – soltanto degli iscritti nelle GAE (graduatorie ad esaurimento). Si ricorda che al concorso 2012 hanno partecipato anche molti iscritti nelle graduatorie ad esaurimento, e di essi molti non hanno superato le prove concorsuali, un'assunzione indiscriminata di tutti gli iscritti nelle GAE indurrebbe ad assumere i soggetti reputati «non idonei» nell'ultimo pubblico concorso, ed escludere i soggetti valutati idonei, con evidente violazione dell'articolo 97 della Costituzione.
  Come è noto, secondo i principi costituzionali, è dovere del legislatore garantire la buona amministrazione, l'imparzialità dei poteri pubblici, previsti sempre dall'articolo 97 della Costituzione, e quindi assicurare da un lato che i pubblici ufficiali siano scelti in base alla loro competenza ed al merito, per assicurare l'efficacia e la qualità della loro azione, dell'altro Pag. 87che siano riconosciuti i diritti di coloro che sono stati penalizzati nell'accesso al procedimento concorsuale per mere scelte governative di finanza pubblica.
  Ne consegue che le situazioni di potenziale espansione delle condizioni di diritto (come quelle dei candidati collocati nelle graduatorie di merito in questione), sono tutelate dal nostro ordinamento come legittime aspettative (interessi legittimi).
  Si rinviene altresì una palese violazione dell'articolo 3 della Costituzione per il fatto che, con riferimento all'articolo 10, nell'ambito del concorso di cui al comma 17, non siano state individuate modalità atte a valorizzare pienamente il servizio prestato e le professionalità acquisite negli anni dai docenti abilitati con il tirocinio formativo attivo, nonché di estendere il piano straordinario di assunzioni di cui al medesimo articolo anche ai docenti abilitati iscritti a pieno titolo nelle graduatorie di circolo e di istituto, aspetto evidenziato dai firmatari del presente atto e confermato con propria osservazione dalla Commissione lavoro in sede di parere.
  È opportuno ricordare poi, ai sensi del Testo unico sulla scuola e dell'articolo 35 del decreto legislativo n. 165 del 2001, comma 5-ter, che: «Le graduatorie dei concorsi per il reclutamento del personale presso le amministrazioni pubbliche rimangono vigenti per un termine di tre anni dalla data di pubblicazione». Pare dunque inspiegabile e irrazionale la decisione del Governo di escludere dal piano assunzionale tutti i soggetti iscritti nelle graduatorie di merito approvate negli anni 2013 e 2014, in quanto in contrasto con l'obiettivo di razionalizzazione di cui ai provvedimenti sopra richiamati. Il legislatore può ovviamente riformare a suo piacimento un futuro reclutamento, ma non gestire il presente ignorando del tutto la legislazione vigente, tra cui il Testo unico, dando più del 90 percento delle immissioni ad una graduatoria subordinata ed eliminando tout court le legittime aspettative giuridiche degli iscritti in graduatoria.
  Le modifiche emendative approvate in sede referente relativamente ai cosiddetti precari della scuola non eliminano tali illegittimità, che finirebbero con l'aprire una serie di contenziosi dall'esito incerto per le casse dello Stato.
  Ritenendo, in conclusione, il provvedimento non esaustivo dei rilievi mossi all'Italia dalla Corte di Giustizia europea con sentenza del 26 novembre 2014, in riferimento all'assunzione dei precari over 36 mesi, chiediamo quindi di non procedere all'esame del disegno di legge A.C. 2994-A recante la riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti, cosiddetta «Buona scuola».

  PRESIDENTE. L'onorevole Simone Valente ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 3.

  SIMONE VALENTE. Grazie, Presidente. Il disegno di legge in esame presenta sicuramente dei dubbi di costituzionalità che questa Aula non può non esaminare. Deve rilevarsi innanzitutto la discutibile scelta, ampiamente criticata in dottrina, di conferire deleghe spesso vaghe in materie che rientrano nella competenza legislativa concorrente. L'articolo 76 della Costituzione infatti subordina la legittimità della delega legislativa alla fissazione dei principi e criteri direttivi, ciò rende assai problematico che l'oggetto della delega stessa possa a propria volta essere costituito da principi, cioè da determinazioni della stessa natura di quelle che dovrebbero guidarne la formulazione, senza contare che questi ultimi, essendo finalizzati alla formulazione di altri principi verrebbero fatalmente ad assumere un carattere di assoluta evanescenza.
  Al di là di una questione, quella appena esposta, che potrebbe ritenersi puramente dottrinaria, ciò che maggiormente spaventa, quanto alla tenuta costituzionale del provvedimento all'esame, riguarda la creazione di due distinte categorie all'interno del personale docente della scuola in palese violazione dell'articolo 3 della Costituzione. Pag. 88Sin dai primi anni della sua attività la Consulta ha, infatti, inteso il parametro dell'articolo 3 in senso ampio; già nella sentenza n. 15 del 1960 si legge che il principio di eguaglianza è violato anche quando la legge, senza un ragionevole motivo, faccia un trattamento diverso ai cittadini che si trovino in eguali situazioni, ed è proprio questo il caso del disegno di legge sulla scuola. Il principio di eguaglianza deve assicurare ad ognuno eguaglianza di trattamento, quando eguali siano le condizioni soggettive ed oggettive alle quali le norme giuridiche si riferiscono per la loro applicazione, con la conseguenza che l'articolo 3 risulta violato quando, di fronte a situazioni obiettivamente omogenee, si ha una disciplina giuridica differenziata determinando discriminazioni arbitrarie ed ingiustificate. Nel descritto quadro giurisprudenziale non può che rilevarsi l'impossibilità di interpretare conformemente a Costituzione il combinato disposto degli articoli 6, comma 11 e 9. L'articolo 9 del disegno di legge all'esame dispone, infatti, che, a partire dall'anno scolastico 2016/2017, il personale docente, assunto a tempo indeterminato, delle istituzioni scolastiche statali sia destinatario di incarichi triennali, annuali per il solo anno scolastico 2015/2016, proposti dai dirigenti scolastici degli albi territoriali di riferimento. Allora l'effetto immediato dell'impianto normativo descritto è un'immissione in ruolo priva di assegnazione di posto, assegnazione che risulta solo eventuale e rimessa a scelte triennali dei dirigenti scolastici. L'effetto mediato di tale scelta legislativa è l'istituzione di una diversa e svantaggiata categoria di personale docente della scuola; pertanto, il sistema così novellato genererebbe un'ingiustificata disparità di trattamento tra coloro i quali siano stati immessi in ruolo sino all'anno scolastico in corso e coloro i quali lo saranno a partire dal prossimo. La non riconducibilità della normativa all'impianto costituzionale è confermata dal disposto del comma 11 dell'articolo 6, che recita: il personale docente già assunto in ruolo a tempo indeterminato alla data di entrata in vigore della presente legge conserva la titolarità presso la scuola di appartenenza. Allora, il principio di eguaglianza comporta che a una categoria di persone, definita secondo caratteristiche identiche o ragionevolmente omogenee in relazione al fine obiettivo cui è indirizzata la disciplina normativa considerata, deve essere imputato un trattamento giuridico identico od omogeneo, ragionevolmente commisurato alle caratteristiche essenziali in ragione delle quali è stata definita quella determinata categoria di persone. Al contrario, ove i soggetti considerati da una certa norma, diretta a disciplinare una determinata fattispecie, diano luogo a una classe di persone dotate di caratteristiche non omogenee rispetto al fine obiettivo perseguito con il trattamento giuridico ad essi riservato, quest'ultimo sarà conforme al principio di eguaglianza soltanto nel caso che risulti ragionevolmente differenziato in relazione alle distinte caratteristiche proprie delle sottocategorie di persone che quella classe compongono. Quindi, per chiudere Presidente, al di là delle questioni costituzionali, noi abbiamo chiesto e chiediamo di non discutere questo disegno di legge sulla buona scuola; abbiamo chiesto il ritiro di questo disegno di legge perché nel merito non ci troviamo d'accordo nel creare, come ho detto, categorie di docenti di serie a) e di serie b), di creare scuole di serie a) e di serie b) e con gli sgravi fiscali lo introducete nel testo di legge; non siamo d'accordo sull'apertura continua a soggetti privati; non siamo d'accordo sul reclutamento, per cui Presidente noi dimostriamo ancora una volta la nostra contrarietà e chiediamo che questo testo di legge non venga discusso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. L'onorevole Rampelli ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 4.

  FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, colleghi deputati, Ministro, anche noi riteniamo che in un provvedimento così ampio ci siano diversi vizi di costituzionalità Pag. 89e abbiamo inteso formalizzare la nostra richiesta per non procedere in questa discussione e nelle successive votazioni.
  Inizio con il dire che questo disegno di legge interviene in molteplici punti in maniera estremamente, forse eccessivamente, dettagliata nel disciplinare i compiti e le mansioni del personale docente e dei dirigenti della scuola. Tali previsioni inficiano, a nostro giudizio, sia l'autonomia scolastica sia la libertà di insegnamento sancita dall'articolo 33 della Costituzione, in base alla quale gli aspetti squisitamente didattici e pedagogici sono coordinati dal dirigente, ma affidati ai docenti, mentre la funzione dirigenziale, indispensabile in un istituto autonomo dotato di personalità giuridica, deve avere carattere prevalentemente amministrativo.
  In base alle previsioni di cui all'articolo 7 del disegno di legge in esame, i dirigenti per la copertura dei posti dell'istituzione scolastica possono proporre direttamente gli incarichi ai docenti di ruolo assegnati all'ambito territoriale di riferimento. L'attribuzione ai dirigenti scolastici della facoltà di scelta dei docenti appare in netto contrasto con tali principi di organizzazione del sistema scolastico, posto che l'autonomia didattica e metodologica che discende dalla libertà d'insegnamento non potrà essere più garantita nel momento in cui si aumenta la discrezionalità del dirigente scolastico fino al punto di consentirgli la selezione dei singoli docenti, scegliendone uno rispetto ad un altro in base a criteri meramente soggettivi, facendo venire meno i presupposti minimi di oggettività che dovrebbero regolare il pubblico impiego. Inoltre, l'istituzione di albi regionali sancisce la precarizzazione di tali docenti violando non solo i loro diritti acquisiti, ma ponendoli di fatto in una condizione di disparità rispetto ai docenti attualmente in ruolo che hanno la titolarità di una sede e un incarico a tempo indeterminato, entrambi elementi non riconosciuti ai docenti a chiamata, soggetti a rinnovi contrattuali su base triennnale. Quindi, si realizza non solo la lesione del principio costituzionale di uguaglianza, ma anche l'indebolimento della posizione di autonomia della quale devono godere i docenti in base al richiamato articolo 33 della nostra Carta costituzionale. La violazione della parità di trattamento tra docenti inficia anche la previsione di cui all'articolo 97 della Costituzione, relativo ai principi di imparzialità e di buon andamento della pubblica amministrazione. In ossequio al principio che sancisce la libertà di insegnamento, lo Stato si dovrebbe limitare ad indicare i livelli essenziali della prestazioni, altrimenti attraverso il Parlamento dovrebbe procedere ad una modifica costituzionale degli articoli citati. Con l'approvazione del disegno di legge che stiamo iniziando a discutere non sarebbero quindi più garantiti i principi essenziali di democrazia e trasparenza che devono regolare il pubblico impiego, cosicché anche negli articoli che prevedono il finanziamento delle scuole ci sarebbe un'evidente disparità di trattamento tra scuola e scuola a secondo della propria ubicazione geografica e anche a secondo delle stesse fasce di ubicazione all'interno di una medesima città, quindi del ceto sociale a cui appartengono le famiglie degli studenti che frequentano. Si tratta di un altro elemento di disparità che abbiamo sottolineato anche nella discussione di merito, ma che qui torna con rango costituzionale ad animare questa discussione per indurre l'Aula a votare a favore di questa e delle altre pregiudiziali di costituzionalità, e quindi a sospendere l'esame di questo provvedimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rocchi. Ne ha facoltà.

  MARIA GRAZIA ROCCHI. Signor Presidente, intendiamo respingere fermamente le pregiudiziali di costituzionalità presentate, in quanto ritenute infondate, basate su argomentazioni che, a nostro avviso, il disegno di legge non aggredisce minimamente. Vengo al merito dei principali punti contenuti nelle, a questo punto, quattro pregiudiziali presentate. In primis si afferma che le deleghe al Governo contenute nell'articolo 23 del disegno Pag. 90di legge siano vaghe e poco definite e tali da ravvisare, pertanto, una violazione del principio di costituzionalità dell'eccesso di delega. Rammento che gli interventi emendativi portati avanti in Commissione hanno ridotto da tredici a otto le deleghe contenute nel disegno di legge e che le stesse sono state ampiamente rimodulate e arricchite di criteri e principi tali da non ravvisare difformità con il dettato costituzionale. A conferma ci giunge il parere della I Commissione parlamentare, che è un parere favorevole e privo di condizioni. Vale la pena, inoltre, ricordare che la Corte ha fatto ricorso al concetto di ampia delega, che non richiederebbe dettagliate definizioni di principi e criteri direttivi, perché la discrezionalità del legislatore delegato può essere più o meno ampia, e ha ammesso la possibilità di desumere principi e criteri da norme oggetto di coordinamento e, comunque, da norme in vigore.
  Invece, per quanto riguarda la pregiudiziale sollevata dalla Lega Nord, in ordine a scelte che riguardano il concorso e, soprattutto, alla questione dei cosiddetti idonei al concorso 2012, voglio innanzitutto premettere che la vicenda è stata ampiamente esaminata in Commissione e gli emendamenti votati ricomprendono gli idonei nel piano assunzionale, ancorché dal 2016, e, comunque, con precedenza rispetto al prossimo concorso, anch'esso disciplinato nel testo di legge, con un emendamento presentato in Commissione. Però, mi preme sottolineare che la scelta del legislatore rispetta in pieno l'articolo 97 della Costituzione, poiché opera una legittima differenziazione tra vincitori di posto vacante e disponibile e chi, invece, non ha questo requisito, in quanto inserito in una graduatoria, ma risultato in posizione successiva rispetto a quella dei vincitori. E comunque esiste una consolidata giurisprudenza che per la pubblica amministrazione consente la scelta di usare le graduatorie degli idonei di precedenti concorsi oppure procedere a nuove procedure concorsuali. Ma questa non è stata la volontà che è stata espressa a larga maggioranza dalla VII Commissione con gli emendamenti votati.
  Per quanto riguarda, invece, la questione posta, in ordine alle materie sulle quali si è legiferato, sul tema delle attribuzioni tra Stato e regioni, cioè in questo caso sui temi dell'istruzione e della formazione professionale, vorrei sottolineare come la norma in esame, pur prevedendo interventi statali in questa materia, non può dirsi in conflitto con l'articolo 117 e si inserisce, invece, a nostro avviso, a pieno titolo in un modello consolidato di regionalismo cooperativo, proprio del nostro ordinamento, che si esplica nella necessaria cooperazione tra Stato e regioni.

  PRESIDENTE. Concluda.

  MARIA GRAZIA ROCCHI. Vengo, in ultimo, alla questione...

  PRESIDENTE. Deve concludere, ha proprio finito il tempo.

  MARIA GRAZIA ROCCHI. Velocemente, Presidente. Vengo alla questione che riguarda i poteri del dirigente scolastico laddove si ravvisa in esso un eccesso di discrezionalità, un contrasto al principio del buon andamento della pubblica amministrazione, un'assenza di trasparenza nelle decisioni che esso assume. Rigettiamo in pieno queste argomentazioni che poi ci riportano al principio della lesione dell'articolo 33 della Costituzione, della libertà di insegnamento, perché riteniamo che l'operato...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  MARIA GRAZIA ROCCHI. Concludo, mi scusi, Presidente, ma le argomentazioni erano ampie ed esigono, ciascuna, un piccolo richiamo. Lo respingiamo decisamente perché riteniamo che nel proprio operato il dirigente scolastico non faccia altro che conformarsi ad un dettato normativo già esistente, l'articolo 25 della decreto del Presidente della Repubblica Pag. 91n. 165 del 2001, che peraltro impone al dirigente di valorizzare l'autonomia e la libertà di insegnamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bernardo. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Avevo chiesto io di intervenire.

  PRESIDENTE. Onorevole Buttiglione, a me avevano indicato l'onorevole Bernardo, però prego. Non vedo l'onorevole Bernardo, quindi, basta che qualcuno parli, così arriviamo alla conclusione della vicenda.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signor Presidente. Il mio gruppo, evidentemente, è stato un po’ approssimativo nell'organizzare i lavori.
  Stiamo discutendo della protesta di incostituzionalità sollevata verso questo provvedimento. Mi sembra una discussione molto interessante, perché da questa discussione emerge una certa idea di Costituzione e una certa idea di scuola. Emerge l'idea di una scuola che, rigidamente, è regolamentata in ognuno dei suoi aspetti, una scuola nella quale la legge prescrive tutto, dal modo in cui il professore deve salutare gli studenti, al piede con il quale deve salire sulla pedana dove c’è la cattedra, a quello che deve dire quando sta sulla cattedra. Era un ideale di scuola, era l'ideale di scuola della Terza Repubblica, al tempo di Combes. Quale era l'ideale ? In tutte le scuole della Repubblica, alla stessa ora, succedono le stesse cose: i professori salgono ognuno sulla propria cattedra e dicono le stesse cose, perché la scuola è il luogo in cui si forma il cittadino e il cittadino si forma indottrinandolo secondo la dottrina dello Stato. Il provvedimento che noi stiamo discutendo mi sembra che rompa non con la Costituzione italiana – è stato spiegato bene il perché, aggiungerò qualcosa anch'io – ma rompe, ancora timidamente, ancora tentativamente, con questa idea di scuola, la quale si fabbrica, poi, un'idea di Costituzione, leggendo nella Costituzione, ciò che corrisponde a questo modello costruito a priori. In che senso rompe ? Ma amici miei, vi rendete conto che se la scuola è una realtà viva, al centro della quale c’è l'alleanza educativa tra l'insegnante e lo studente, tutto deve girare attorno a questa alleanza educativa che include, ovviamente, la famiglia: la famiglia, lo studente e l'insegnante. Questo avviene per un incontro. Un incontro di esperienze umane, un incontro di prospettive culturali. Allora la scuola deve avere una sua identità e il fatto che esistano dei dirigenti scolastici, serve a permettere che le scuole abbiano la loro identità, si diano un progetto educativo. In tutte le obiezioni che ho sentito le parole «progetto educativo» non le ho sentite risuonare, ma il progetto educativo è la base della scuola, dovrebbe essere la base della buona scuola. La buona scuola è una scuola che ha un progetto educativo. Allora, anche la selezione degli insegnanti, con il presupposto dell'abilitazione, con il presupposto che venga riconosciuta loro la competenza ad esercitare la professione, avviene sulla base del progetto educativo come avviene, per esempio, nel sistema universitario, che non mi pare sia stato accusato di autoritarismo o di violazione della libertà di insegnamento. Come si scelgono i professori ? Sono le facoltà che li scelgono. Lo Stato fa l'abilitazione, poi, tra gli abilitati, ogni facoltà sceglie i suoi. E come li sceglie ? Per la congruenza ad un progetto educativo e questo permette che si formi l'università – il consiglio di facoltà è limitativo – come soggetto vivo, attivo, reale, che interagisce con l'ambiente, che ha un suo progetto educativo che è diverso dal progetto educativo di un'altra università.
  Tutto ciò è autonomia scolastica. Infatti, le obiezioni di queste pregiudiziali di costituzionalità su cosa poi vanno ad incidere ? Sulla possibilità di realizzare l'autonomia scolastica, cioè sulla possibilità di avere una scuola che abbia un'identità ed una personalità. Ma una scuola che non è così, che non ha identità e personalità, non educa bene. È così per tutte le grandi scuole e io mi vanto di averne frequentata Pag. 92qualcuna. Ricordo il mio liceo di Torino, il «Massimo D'Azeglio», una grande scuola, con orientamento ideologico un po’ differente dal mio, ma non importa.
  Infine un'ultima cosa. Si è sollevata la questione della libertà di educazione. La Costituzione non dice che lo Stato non può sostenere delle scuole nate per iniziativa di privati, che sono scuole parificate e immesse nel sistema della funzione pubblica. Se andate a rileggere gli atti, vedrete che un'interpretazione – che poi è quella che ha prevalso in Germania, in Austria e in altri Paesi europei – è che uno che vuole fare una scuola non può pretendere che lo Stato gli dia i soldi per farla; ma quando una scuola esiste, quando ha mostrato di essere valida, quando ha mostrato di essere di buona qualità, quando di fatto offre un servizio al pubblico, ha il diritto di chiedere di essere sostenuto nel servizio pubblico che offre. È molto importante che questo principio in questa legge finalmente venga riconosciuto (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità Giancarlo Giordano ed altri n. 1, Simonetti ed altri n. 2, Simone Valente ed altri n. 3 e Rampelli ed altri n. 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Crippa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  363   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no  258.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Essendo state respinte le questioni pregiudiziali di costituzionalità, la discussione sulle linee generali del provvedimento avrà luogo nella seduta di domani.

Sui lavori dell'Assemblea e aggiornamento del programma (ore 19,38).

  PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, si è convenuto all'unanimità che nella giornata di domani avrà luogo la discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2994 e abbinate – Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti.
  Il seguito dell'esame, con votazioni, inizierà nella giornata di venerdì 15 maggio (antimeridiana e pomeridiana, con prosecuzione notturna) e proseguirà nelle giornate di lunedì 18 e martedì 19 (antimeridiana e pomeridiana, con prosecuzione notturna), per concludersi alle ore 13 di mercoledì 20 maggio, previe dichiarazioni di voto, con ripresa televisiva diretta, a partire dalle ore 11,15.
  Si è altresì convenuto all'unanimità che avrà poi luogo, con tempi contingentati, il seguito dell'esame della proposta di legge n. 3008 e abbinate – Disposizioni in materia di delitti contro la pubblica amministrazione, di associazioni di tipo mafioso e di falso in bilancio (Approvata, in un testo unificato, dal Senato), che si concluderà entro le ore 18 di venerdì 22 maggio. La discussione sulle linee generali della proposta di legge avrà luogo domani, giovedì 14 maggio, al termine della discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2994 e abbinate – Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti.
  La discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1335 e abbinata – Modifiche al codice di procedura civile e abrogazione dell'articolo 140-bis del codice del consumo, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, in materia di azione di classe avrà luogo mercoledì 20 maggio, al termine delle votazioni.
  L'organizzazione dei tempi per l'esame del disegno di legge n. 2994 e abbinate e della proposta di legge n. 3008 e abbinate Pag. 93sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
  Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Sull'ordine dei lavori (ore 19,30).

  LUISELLA ALBANELLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUISELLA ALBANELLA. Grazie, Presidente. I lavoratori del laboratorio di ricerca della Mirnex di Catania, una struttura di prima accoglienza nel settore tossicologico, stanno protestando sul tetto dell'azienda, in quanto, da diversi anni, ancora non ricevono risposte sul loro destino professionale. Gli stessi sono già in cassa integrazione straordinaria, avendo già concluso il periodo di quella ordinaria.
  C’è molta preoccupazione tra i lavoratori, tra le loro famiglie per il loro futuro, perché all'orizzonte, ad oggi, non si intravedono ancora soluzioni rispondenti a criteri di solidità industriale e, quindi, di ripresa dell'attività. Le organizzazioni sindacali hanno chiesto congiuntamente alla regione Sicilia un tavolo istituzionale nazionale con il Ministro del lavoro e con il Ministro dello sviluppo economico per affrontare la questione in maniera definitiva.
  Il mio intervento, Presidente, è quello di sollecitare nel più breve tempo possibile questo tavolo, con la convocazione immediata, al fine di salvaguardare il futuro occupazionale dei 69 lavoratori della Mirnex di Catania altamente qualificati, anche per individuare una soluzione industriale che possa consentire la ripresa dell'attività.

  ANDREA COLLETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Grazie, Presidente. Oggi è uscita una notizia su Il Fatto Quotidiano in riferimento a una sentenza che, per tutto il popolo abruzzese, è stata molto importante; una sentenza di primo grado, secondo la quale coloro che si sono macchiati di un delitto grave, come il delitto di disastro colposo, sono stati dichiarati prescritti per il troppo trascorrere del tempo.
  Ebbene, dallo scoop de Il Fatto Quotidiano – almeno da quello che sembra emergere sia uno scoop, io personalmente spero non sia vero, perché voglio ancora credere in una giustizia – sembra che la giuria popolare sia stata indotta a votare per cambiare la fattispecie di reato in quella di disastro colposo, così da accettare la prescrizione dello stesso, rispetto alle richieste ben più gravi dei pubblici ministeri.
  Qualora fosse vera, questa notizia getterebbe un'ombra davvero sinistra sulla possibilità di avere giustizia da parte di un popolo, quale è quello abruzzese che si trova e si è trovato per anni a bere acqua inquinata, ad avere falde acquifere inquinate che hanno inquinato l'acqua che bevevano centinaia di migliaia di persone.
  Noi, deputati abruzzesi – io, Gianluca Vacca e Daniele Del Grosso –, abbiamo pertanto chiesto al Ministro della giustizia di disporre immediatamente un'ispezione ministeriale per capire quello che è successo. Già sembra che il CSM abbia aperto una pratica, ma ciò non basta. Quindi, chiediamo formalmente al Ministro Orlando di disporre immediatamente questa ispezione ministeriale. Tutta la regione Abruzzo merita la verità su quanto accaduto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  TAMARA BLAZINA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  TAMARA BLAZINA. Grazie Presidente, il 23 maggio è indetta una manifestazione nazionale di Casapound a Gorizia con il motto «Risorgi, combatti e vinci» per celebrare il centenario della Prima guerra Pag. 94mondiale, definendola, tra l'altro, come un esempio luminoso, il che ben si confà con le finalità ideologiche di tale associazione. Questo sta provocando grande preoccupazione e malumore tra i cittadini e molteplici amministratori locali che la ritengono un inammissibile affronto a tutto il percorso di pace e convivenza che il martoriato territorio di confine goriziano e quello regionale hanno costruito dopo i tragici conflitti della Prima e Seconda guerra mondiale. Tale percorso è culminato qualche mese fa con l'inaugurazione della via della Pace sotto l'egida della Presidenza della Repubblica d'Italia e quella di Slovenia. Inoltre, il 24 maggio il Presidente Mattarella sarà nel goriziano per testimoniare personalmente i valori della pace. Ritengo, quindi, che, nel pieno rispetto della libertà di espressione, sia necessario vietare qualsivoglia manifestazione che inneggi alla guerra e alla violenza e chiedo anche a lei, Presidente, di farsi interprete presso il Governo affinché tale manifestazione non si svolga (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Giovedì 14 maggio 2015, alle 10:

  1. – Discussione sulle linee generali del disegno di legge:
   Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti (C. 2994-A).
  e delle abbinate proposte di legge: CAPARINI ed altri; ANTIMO CESARO ed altri; CIMBRO ed altri; VEZZALI ed altri; CARFAGNA; COCCIA ed altri; ASCANI ed altri; CENTEMERO; PAGLIA ed altri; IORI ed altri; DI BENEDETTO ed altri; CHIMIENTI ed altri (C. 416-1595-1835-2043-2045-2067-2291-2524-2630-2860-2875-2975).
  — Relatori: Coscia, per la maggioranza; Pannarale, Borghesi e Chimienti, di minoranza.

  2. – Discussione sulle linee generali della proposta di legge (ove conclusa dalla Commissione):
   S. 19-657-711-810-846-847-851-868 – D'INIZIATIVA DEI SENATORI: GRASSO ed altri; LUMIA ed altri; DE CRISTOFARO ed altri; LUMIA ed altri; AIROLA ed altri; CAPPELLETTI ed altri; GIARRUSSO ed altri; BUCCARELLA ed altri: Disposizioni in materia di delitti contro la pubblica amministrazione, di associazioni di tipo mafioso e di falso in bilancio (Approvata, in un testo unificato, dal Senato) (C. 3008).
  e delle abbinate proposte di legge: FERRANTI ed altri; REALACCI; COLLETTI ed altri; COLLETTI ed altri; CIVATI ed altri; FERRANTI ed altri; FERRANTI ed altri; DORINA BIANCHI; DORINA BIANCHI; FORMISANO (C. 330-675-1194-1205-1871-2164-2165-2771-2774-2777).

  La seduta termina alle 19,40.

Pag. 95

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME del DISEGNO DI LEGGE N. 2994 ED ABBINATE E DELLA PROPOSTA DI LEGGE N. 3008 ED ABBINATE

Ddl n. 2994 e abb. – Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione

Tempo complessivo: 40 ore, di cui:
• discussione generale: 8 ore;
• seguito dell'esame: 32 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore di maggioranza 15 minuti 30 minuti
Relatori di minoranza (complessivamente) 30 minuti 30 minuti
Governo 20 minuti 30 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 20 minuti
Tempi tecnici 20 ore
Interventi a titolo personale 1 ora e 15 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 55 minuti (con il limite massimo di 14 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 30 minuti 8 ore e 15 minuti
 Partito Democratico 52 minuti 2 ore
 MoVimento 5 Stelle 31 minuti 1 ora e 13 minuti
 Forza Italia – Popolo della
 Libertà – Berlusconi Presidente
31 minuti 1 ora e 2 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 32 minuti 38 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 30 minuti 37 minuti
 Scelta civica per l'Italia 32 minuti 35 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 30 minuti 34 minuti
 Per l'Italia – Centro Democratico 31 minuti 32 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza
 Nazionale
30 minuti 28 minuti
 Misto: 31 minuti 36 minuti
  Alternativa Libera 13 minuti 14 minuti
  Minoranze Linguistiche 7 minuti 9 minuti Pag. 96
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 6 minuti 7 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 5 minuti 6 minuti

  Tempi a disposizione delle opposizioni:
   Discussione generale: 2 ore e 32 minuti (più, in caso di aumento di un terzo, anche del tempo per gli interventi a titolo personale: 1 ora e 16 minuti)
   Seguito dell'esame: 3 ore e 54 minuti (più, in caso di aumento di un terzo, anche del tempo per gli interventi a titolo personale: 1 ora e 56 minuti)

Pdl n. 3008 e abb. – Delitti contro la pubblica amministrazione

Tempo complessivo: 25 ore, di cui:
• discussione generale: 7 ore;
• seguito dell'esame: 18 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore di maggioranza 15 minuti 30 minuti
Relatore di minoranza 10 minuti 20 minuti
Governo 15 minuti 30 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 20 minuti
Tempi tecnici 5 ore
Interventi a titolo personale 1 ora e 8 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 2 ora e 8 minuti (con il limite massimo di 16 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 2 minuti 9 ore e 12 minuti
 Partito Democratico 32 minuti 2 ore e 44 minuti
 MoVimento 5 Stelle 30 minuti 1 ora e 8 minuti
 Forza Italia – Popolo della
 Libertà – Berlusconi Presidente
30 minuti 59 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 30 minuti 43 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 30 minuti 39 minuti
 Scelta civica per l'Italia 30 minuti 39 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 30 minuti 36 minuti
 Per l'Italia – Centro Democratico 30 minuti 34 minuti Pag. 97
 Fratelli d'Italia – Alleanza
 Nazionale
30 minuti 32 minuti
 Misto: 30 minuti 38 minuti
  Alternativa Libera 12 minuti 15 minuti
  Minoranze Linguistiche 7 minuti 9 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 6 minuti 8 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 5 minuti 6 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. T.U. pdl 45 e abb.-A – em. 1.50 374 371 3 186 61 310 81 Resp.
2 Nom. em. 1.51 387 383 4 192 65 318 80 Resp.
3 Nom. em. 1.54 385 383 2 192 377 6 80 Appr.
4 Nom. em. 1.13 392 389 3 195 69 320 79 Resp.
5 Nom. em. 1.52 396 390 6 196 65 325 78 Resp.
6 Nom. em. 1.53 397 394 3 198 65 329 78 Resp.
7 Nom. articolo 1 397 342 55 172 338 4 78 Appr.
8 Nom. em. 2.50 407 355 52 178 20 335 78 Resp.
9 Nom. em. 2.5 411 400 11 201 62 338 78 Resp.
10 Nom. em. 2.59 417 415 2 208 92 323 79 Resp.
11 Nom. em. 2.52 413 411 2 206 87 324 79 Resp.
12 Nom. em. 2.55, 2.56 414 413 1 207 90 323 79 Resp.
13 Nom. em. 2.200 412 390 22 196 310 80 79 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 2.57 415 413 2 207 76 337 78 Resp.
15 Nom. em. 2.58 416 407 9 204 82 325 78 Resp.
16 Nom. em. 2.6 428 420 8 211 70 350 78 Resp.
17 Nom. em. 2.51 424 413 11 207 70 343 78 Resp.
18 Nom. articolo 2 422 374 48 188 347 27 78 Appr.
19 Nom. articolo agg. 2.050 414 401 13 201 83 318 78 Resp.
20 Nom. em. 3.200 422 342 80 172 334 8 78 Appr.
21 Nom. em. 3.201 420 354 66 178 353 1 78 Appr.
22 Nom. articolo 3 428 358 70 180 358 78 Appr.
23 Nom. articolo agg. 3.01 421 416 5 209 85 331 78 Resp.
24 Nom. articolo agg. 3.02 412 408 4 205 75 333 79 Resp.
25 Nom. em. 4.50 407 397 10 199 68 329 79 Resp.
26 Nom. em. 4.200 402 377 25 189 359 18 79 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 4.201 414 341 73 171 337 4 78 Appr.
28 Nom. articolo 4 411 341 70 171 337 4 77 Appr.
29 Nom. em. 5.200 408 343 65 172 341 2 77 Appr.
30 Nom. articolo 5 417 357 60 179 356 1 77 Appr.
31 Nom. articolo 6 413 356 57 179 354 2 77 Appr.
32 Nom. articolo 7 415 354 61 178 353 1 77 Appr.
33 Nom. em. 8.200 422 353 69 177 328 25 77 Appr.
34 Nom. em. 8.51, 8.52 408 404 4 203 86 318 77 Resp.
35 Nom. em. 8.55 410 408 2 205 94 314 77 Resp.
36 Nom. em. 8.54 415 412 3 207 92 320 77 Resp.
37 Nom. articolo 8 411 349 62 175 343 6 77 Appr.
38 Nom. mantenimento articolo 10 414 351 63 176 332 19 76 Appr.
39 Nom. articolo agg. 10.050 414 401 13 201 67 334 76 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. articolo 11 412 350 62 176 343 7 76 Appr.
41 Nom. articolo 12 421 360 61 181 357 3 76 Appr.
42 Nom. articolo 13 421 406 15 204 404 2 76 Appr.
43 Nom. articolo agg. 13.050 407 403 4 202 94 309 76 Resp.
44 Nom. mantenimento articolo 14 411 407 4 204 77 330 76 Resp.
45 Nom. articolo 15 407 396 11 199 378 18 76 Appr.
46 Nom. articolo 16 412 401 11 201 397 4 76 Appr.
47 Nom. articolo 17 413 358 55 180 356 2 76 Appr.
48 Nom. em. 18.2 408 394 14 198 90 304 76 Resp.
49 Nom. em. 18.200 408 381 27 191 370 11 76 Appr.
50 Nom. articolo 18 413 345 68 173 345 76 Appr.
51 Nom. em. 19.1 399 384 15 193 29 355 76 Resp.
52 Nom. em. 19.2 rif. 411 400 11 201 330 70 75 Appr.


INDICE ELENCO N. 5 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 19.50 410 399 11 200 30 369 75 Resp.
54 Nom. em. 19.51 409 398 11 200 21 377 75 Resp.
55 Nom. em. 19.52 419 406 13 204 67 339 75 Resp.
56 Nom. em. 19.53 415 414 1 208 403 11 75 Appr.
57 Nom. articolo 19 414 358 56 180 343 15 75 Appr.
58 Nom. em. 20.100 409 328 81 165 328 75 Appr.
59 Nom. em. 20.200 418 352 66 177 352 75 Appr.
60 Nom. articolo 20 418 385 33 193 327 58 75 Appr.
61 Nom. em. 21.1 408 403 5 202 93 310 75 Resp.
62 Nom. em. 21.200 417 357 60 179 349 8 75 Appr.
63 Nom. articolo 21 409 406 3 204 335 71 75 Appr.
64 Nom. em. 22.1 414 411 3 206 87 324 75 Resp.
65 Nom. em. 22.100 411 340 71 171 336 4 75 Appr.
INDICE ELENCO N. 6 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 22.50 405 401 4 201 103 298 75 Resp.
67 Nom. articolo 22 406 391 15 196 315 76 75 Appr.
68 Nom. em. 23.1 405 392 13 197 68 324 75 Resp.
69 Nom. em. 23.200 404 329 75 165 317 12 75 Appr.
70 Nom. articolo 23 407 394 13 198 329 65 75 Appr.
71 Nom. articolo 24 398 340 58 171 340 75 Appr.
72 Nom. mantenimento articolo 25 400 388 12 195 64 324 75 Resp.
73 Nom. em. 26.200 391 319 72 160 309 10 75 Appr.
74 Nom. articolo 27 383 321 62 161 320 1 75 Appr.
75 Nom. em. 9.100 310 277 33 139 277 91 Appr.
76 Nom. em. 9.200 319 277 42 139 277 90 Appr.
77 Nom. articolo 9 335 295 40 148 295 90 Appr.
78 Nom. odg 9/45 e abb.-A/5 353 352 1 177 75 277 89 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 87)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. odg 9/45 e abb.-A/7 349 348 1 175 73 275 89 Resp.
80 Nom. odg 9/45 e abb.-A/8 364 354 10 178 67 287 89 Resp.
81 Nom. odg 9/45 e abb.-A/9 371 360 11 181 65 295 88 Resp.
82 Nom. odg 9/45 e abb.-A/11 366 362 4 182 62 300 88 Resp.
83 Nom. odg 9/45 e abb.-A/12 366 365 1 183 62 303 88 Resp.
84 Nom. odg 9/45 e abb.-A/13 371 369 2 185 61 308 88 Resp.
85 Nom. T.U. pdl 45 e abb.-A – voto finale 386 321 65 161 321 83 Appr.
86 Nom. inserimento punto all'odg 318 318 237 314 4 81 Appr.
87 Nom. Ddl 2994-A e abb.-q.p.cost.1,2,3,4 363 363 182 105 258 78 Resp.