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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 421 di martedì 5 maggio 2015

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

  La seduta comincia alle 10.

  GIOVANNI SANGA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Amici, Baretta, Bellanova, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Boccia, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Bratti, Bressa, Brunetta, Caparini, Castiglione, Cicchitto, Costa, D'Alia, Dadone, Dambruoso, Damiano, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Luigi Di Maio, Dieni, Epifani, Faraone, Ferranti, Ferrara, Fioroni, Fontanelli, Formisano, Fraccaro, Franceschini, Gentiloni Silveri, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Meta, Migliore, Nicoletti, Orlando, Pes, Gianluca Pini, Pisicchio, Pistelli, Portas, Rampelli, Realacci, Rigoni, Domenico Rossi, Rughetti, Sani, Scagliusi, Scalfarotto, Schullian, Scotto, Spadoni, Speranza, Tabacci, Tofalo, Valeria Valente, Velo, Villecco Calipari, Vitelli e Zanetti sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di petizioni.

  PRESIDENTE. Invito l'onorevole segretario di Presidenza a dare lettura delle petizioni pervenute, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.

  GIOVANNI SANGA, Segretario, legge:
   RITA MANZANI, da Firenze, e numerosissimi altri cittadini chiedono:
    che siano assicurate la difesa e la promozione del ruolo dei rappresentanti di classe e dei genitori (891) – alla VII Commissione (Cultura);
   MICHELE VECCHIONE, da Alatri (Frosinone), chiede:
    nuove norme in materia di candidature alle elezioni e il divieto di sostenere spese di propaganda elettorale (892) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
    l'abrogazione delle norme concernenti il ruolo d'onore dell'Amministrazione della pubblica sicurezza (893) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
    interventi per garantire l'efficienza amministrativa della gestione dipendenti pubblici dell'INPS (894) – alla XI Commissione (Lavoro);
    l'individuazione di un'unica amministrazione competente per l'erogazione Pag. 2delle agevolazioni alle famiglie disagiate (895) – alla XII Commissione (Affari sociali);
   VITANGELO SOLIMINI, da Molfetta (Bari), chiede:
    l'introduzione del voto di preferenza nella legge elettorale (896) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
   ELVIO GALLO, da Milano, chiede:
    misure per migliorare l'efficienza del sistema giudiziario, garantendo condizioni di parità tra tutti i cittadini (897) – alla II Commissione (Giustizia);
    iniziative per assicurare la conformità delle deliberazioni degli enti locali ai principi costituzionali (898) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
    nuove norme per la tutela dei diritti dei cittadini nel contenzioso con le imprese (899) – alla II Commissione (Giustizia);
   FRANCESCO DI PASQUALE, da Cancello e Arnone (Caserta), chiede:
    norme per garantire l'accesso gratuito a Internet per le persone in condizioni di disagio economico (900) – alla IX Commissione (Trasporti);
    la soppressione dei limiti di reddito vigenti in materia di reversibilità delle pensioni di guerra (901) – alla XI Commissione (Lavoro);
   ETTORE LOMAGLIO SILVESTRI, da Bari, chiede:
    nuove norme in materia di riserva di posti nei concorsi pubblici per i dipendenti delle amministrazioni interessate dalle procedure concorsuali (902) – alla XI Commissione (Lavoro);
   MASSIMILIANO VALDANNINI, da Roma, chiede:
    iniziative per garantire la gratuità della tenuta dei conti correnti per i titolari di assegni pensionistici di importo inferiore a 1.000 euro mensili (903) – alla VI Commissione (Finanze);
   MICHELANGELO DI PIETRO, da Borgo San Siro (Pavia), chiede:
    nuove norme a tutela dei cittadini da eventuali abusi commessi da esponenti delle Forze dell'ordine (904) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
   MATTEO LA CARA, da Vercelli, chiede:
    l'adozione di norme in materia di responsabilità civile di soggetti istituzionali quali i prefetti, i questori e i sindaci (905) – alla I Commissione (Affari costituzionali);
    iniziative per la riduzione delle tariffe ferroviarie a carico degli invalidi (906) – alla IX Commissione (Trasporti);
   ANTONINO MARSALA, da Palermo, e numerosi altri cittadini chiedono:
    la modifica dell'articolazione degli orari e degli insegnamenti negli istituti professionali alberghieri e di ristorazione (907) – alla VII Commissione (Cultura).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,09).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10,30.

  La seduta, sospesa alle 10,10, è ripresa alle 10,35.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Realacci ed altri; Micillo ed altri; Pellegrino ed altri: Disposizioni in materia di delitti contro l'ambiente (Approvate, in un testo unificato, dalla Camera e modificate dal Senato) (A.C. 342-957-1814-B).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato Pag. 3delle proposte di legge, già approvate, in un testo unificato, dalla Camera e modificate dal Senato, nn. 342-957-1814-B di iniziativa dei deputati Realacci ed altri; Micillo ed altri; Pellegrino ed altri: Disposizioni in materia di delitti contro l'ambiente.
  Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi per il seguito della discussione è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).
  Ricordo che nella seduta del 27 aprile 2015 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore per la maggioranza è intervenuto in sede di replica, mentre il relatore di minoranza e il rappresentante del Governo vi hanno rinunciato.

(Esame degli articoli – A.C. 342-B ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato delle proposte di legge modificati dal Senato.
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 342-B ed abbinate), che sono in distribuzione.
  Avverto che non sarà posto in votazione l'articolo 3, in quanto non modificato dal Senato. Informo, inoltre, l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare. A tal fine, il gruppo Scelta Civica per l'Italia è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 342-B ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 342-B ed abbinate).
  Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà. Colleghi, liberiamo l'emiciclo, per cortesia.

  SERENA PELLEGRINO. Grazie Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, ci troviamo a discutere in terza lettura il testo unificato delle proposte di legge dal titolo: «Disposizioni in materia di delitti contro l'ambiente». Siamo qui ad esaminare gli emendamenti proposti e sottoposti alla decisione dell'Aula della Camera. Come sapete, il gruppo Sinistra Ecologia Libertà si è battuto fino ad oggi affinché nessun gruppo parlamentare presentasse emendamenti, ma così purtroppo non è stato, nonostante in Commissione ambiente, alla Camera, la Commissione dove inspiegabilmente non è stata incardinata, né discussa la legge, ci fosse stato il voto unanime dei commissari contro la presentazione di emendamenti. Questo, ovviamente, per portare definitivamente a conclusione il provvedimento in questa sede, senza alcuna modifica. Il nostro auspicio è che con le votazioni odierne il Governo confermi quanto definito durante la discussione nel Comitato dei nove in Commissione giustizia e sostenga il voto contrario del relatore per la maggioranza perché è finalmente giunto il momento di approvare in via definitiva un organico e sistematico intervento sul codice penale italiano dedicato specificatamente alla tutela dell'ambiente.
  Scusi Presidente, io le chiedo un po’ di silenzio. Scusi Presidente, anche la sua attenzione. Presidente, le chiedo un pochettino di silenzio, grazie mille.

  PRESIDENTE. Questo è suo diritto chiederlo e sarebbe anche mio dovere riuscire a garantirglielo. Chiedo, però, ai colleghi se mi aiutano in questo, abbassando magari un po’ il tono della voce. Colleghi, liberando anche l'emiciclo, per favore. Onorevole Nizzi, se vuole interviene anche lei e dice quello che pensa, altrimenti ascolti quello che dicono gli altri o comunque faccia in modo che gli altri possano parlare con un clima di silenzio. Prego.

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  SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Le ricordo che il 26 febbraio del 2014 la Camera aveva approvato a larghissima maggioranza il testo unificato delle tre proposte di legge, una a mia prima firma, una a firma del presidente Realacci e una a firma dell'onorevole Micillo. E dopo un buon lavoro, davvero, svolto in Commissione giustizia, per il quale ringrazio la presidente Ferranti, la proposta di legge in materia di delitti contro l'ambiente è stata trasmessa purtroppo al Senato, dove è rimasta bloccata nelle Commissioni di merito per oltre un anno prima di essere rimandata con modifiche qui alla Camera di Montecitorio. Il fatto che sia stata bloccata al Senato è già di per sé un dato significativo dei tentativi di fermare e ostacolare l'iter dell'approvazione di questa legge. A questo dobbiamo aggiungere i tentativi di stravolgimento come il paventato inserimento di improbabili ravvedimenti operosi per gli inquinatori. Fortunatamente, la pressione dell'opinione pubblica e della campagna lanciata da un cartello di venticinque associazioni, che ha visto capofila Legambiente e Libera, ha sbloccato la situazione al Senato.
  E oggi, Presidente, quest'Aula potrebbe approvare definitivamente questa legge che inserisce i delitti ambientali nel nostro codice penale. Ricordo, Presidente, che si tratta dell'inquinamento e del disastro ambientale, del trasporto e dell'abbandono di materiale radioattivo e dell'impedimento di controllo. Ancora oggi la maggior parte delle sanzioni per reati contro l'ambiente è di natura contravvenzionale, per una prescrizione fissata in appena quattro anni, che fa sì che nella migliore delle ipotesi il procedimento penale si fermi alla sentenza di primo grado, non giungendo a sentenza definitiva.
  Se oggi noi approvassimo questa proposta, avremmo una chiara normativa in materia di delitti contro l'ambiente, colmando una volta per tutte un vuoto pericoloso e ormai incomprensibile del nostro codice penale che ci vede fanalino di coda di tutti i Paesi europei. Purtroppo anche in queste settimane si sono manifestate forti pressioni per modificare il testo in approvazione, in particolare da parte di quei settori economici che, incuranti dei danni dell'ambiente, si sono arricchiti sulla pelle dei cittadini, chiedendo continuamente ulteriori modifiche. È evidente che con l'approvazione anche di un solo emendamento il provvedimento dovrebbe tornare nuovamente al Senato per un quarto passaggio parlamentare. Presidente, dopo tanta attesa e fatica, si apre il rischio concreto che questo provvedimento venga affossato definitivamente date le tante difficoltà e gli atti di ostruzionismo emersi nell'estenuante discussione fatta a Palazzo Madama. È questo il motivo per cui anche qui davanti alla Camera si sono svolti sit-in promossi dalle 25 associazioni che hanno firmato l'appello in nome del popolo inquinato. Vogliamo che i delitti ambientali nel codice penale siano approvati subito in maniera definitiva e noi rivendichiamo il diritto e l'urgenza per il nostro Paese di avere finalmente, dopo ventun lunghi anni, questa normativa. Siamo ormai all'ultimo atto decisivo, Sinistra Ecologia Libertà si è impegnata, con i firmatari della proposta, affinché venisse approvata senza modificare neanche una virgola. Dopo il via libera della Commissione ambiente della Camera, che ha espresso un parere per cui si chiede l'approvazione del testo proposto senza modifiche in Commissione giustizia, Forza Italia, Scelta Civica, NCD, UDC e gruppo Misto hanno complessivamente presentato diciannove emendamenti, tutti respinti. Ma oggi li ritroviamo tutti all'esame dell'Aula nonostante due Ministri, Galletti e Orlando, si siano espressi in tutti consessi pubblici a favore dell'approvazione immediata del testo unificato. SEL coerentemente con il sostegno a «Neanche una virgola», la campagna che promuove l'approvazione della legge senza modifiche, non ha proposto alcun emendamento, nonostante ce ne fosse necessità perché la proposta non è perfetta ma noi vogliamo che sia approvata oggi stesso e chiediamo con forza che tutti gli emendamenti in esame siano respinti dal Governo. Ma oggi ci si presenta anche davanti un incredibile Pag. 5paradosso, Presidente: tra gli emendamenti presentati c’è anche quello che vuole abrogare la norma che vieta l'uso della devastante tecnica degli air gun usata per l'esplosione al fine dell'esplorazione del suolo in ambiente marino. Vi ricordo che fu un emendamento proposto proprio da Forza Italia e che SEL votò. Presidente, al Senato lo propongono, lo sostengono, lo votano e diventa norma, mentre oggi loro stessi, qui alla Camera, ne chiedono la soppressione: dov’è la coerenza in tutto questo ? E tutto questo cosa ci fa pensare se non che sia stato una sorta di cavallo di Troia per far affossare il percorso di questa proposta voluta dai cittadini da ventun anni ? Come sempre gli inquinatori e i devastatori dell'ecosistema marino per quattro gocce di petrolio trovano sempre qualche parlamentare disponibile a supportare le lobby dei poteri forti. Noi ci auguriamo che il Governo non si faccia promotore di questo emendamento che cancella la norma che vieta l'utilizzo della tecnica degli air gun nella ricerca petrolifera. Sarebbe un fatto inaccettabile, Ministro Galletti. L'Italia pulita che combatte contro l'inquinamento, la devastazione dell'ambiente, l'abuso del territorio e dei mari, l'Italia che vuole salvare l'Italia inquinata è ben consapevole che far saltare il divieto di air gun dal testo unificato sugli ecoreati, non significa legittimarne l'uso né sul piano normativo né tanto meno sul piano scientifico. La battaglia su questo fronte continuerà anche perché innumerevoli studi scientifici hanno dimostrato quanto siano devastanti quelle tecniche di prospezione per i cetacei, per il patrimonio ittico e per l'equilibrio ambientale complessivo del Mediterraneo. Ministro, abbiamo rotto veramente il patto con la Terra e la Terra, giorno vicino giorno, ce lo sta facendo pagare. Presidente, approvando emendamenti come questi mettiamo a repentaglio l'approvazione di una proposta che il Paese attende da molti anni e anche da troppi morti, dimostrando così di voler proteggere solo gli interessi dei soliti nomi. Si risponde invece positivamente all'accorato appello di tutte le associazioni ambientaliste, di tutti coloro che chiedono la salvaguardia dell'ambiente, la tutela della bellezza, della memoria e della natura del nostro Paese.
  Approviamo subito e senza modifiche, oggi, questo provvedimento: la sua approvazione potrà garantire l'utilizzo di strumenti di indagine più efficaci ed incisivi per punire e prevenire i sempre più diffusi fenomeni di criminalità ambientale. Potenti holding criminali, con insospettabili coperture, continuano, anche in questi giorni, a ferire mortalmente il nostro territorio.
  Presidente, io temo che questo provvedimento non sia di interesse dei nostri colleghi parlamentari, perché le cose che io sto dicendo le stiamo aspettando da ventuno anni. Anche lei, Presidente, mi pare che non sia particolarmente interessato a quanto io sto dicendo in questo momento. Presidente... Presidente, chiedo la sua attenzione !

  PRESIDENTE. Abbia pazienza, onorevole Pellegrino. Lei intervenga...

  SERENA PELLEGRINO. Siccome lei sa bene che noi ci rivolgiamo alla Presidenza e non ai colleghi parlamentari, io chiedo l'attenzione sua verso i nostri colleghi, grazie.

  PRESIDENTE. Lei si rivolga alla Presidenza, perché questo prevede il Regolamento, ma la Presidenza...

  SERENA PELLEGRINO. Il disastro ambientale è un contesto sociale, politico, culturale...

  PRESIDENTE. Colleghi, liberiamo l'emiciclo.

  SERENA PELLEGRINO. ... contro cui abbiamo il dovere di reagire tutti assieme e con forza con un atto di civiltà. Per questo chiediamo ai parlamentari uno slancio di responsabilità, perché dimostrino di sapere quali sono gli interessi che devono tutelare, bocciando tutti gli emendamenti.Pag. 6
  La risposta alle domande dell'Italia inquinata, continuamente umiliata dall'impossibilità di reagire adeguatamente al crimine ambientale può essere questa nuova legge, Ministro: approviamola subito e senza modifiche (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà. Prego i colleghi intorno all'onorevole Mazziotti Di Celso se possono... presidente Ferranti, colleghi, per favore. Prego.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente. Gran parte degli emendamenti che discuteremo oggi sono stati presentati dal gruppo di Scelta Civica. Devo dire che il tipo di discussione e anche l'ultimo intervento che ho appena sentito ci lasciano molto perplessi: infatti, noi abbiamo votato con convinzione il testo che la Camera ha licenziato in prima lettura, perché era un testo equilibrato, che è stato oggetto di una lunga discussione, all'esito della quale c'erano delle cose anche da correggere, ma il testo era sicuramente un testo efficace e anche – che è la cosa più importante – rispondente ai canoni di costituzionalità delle norme penali e anche di ragionevolezza.
  Al Senato è stato fatto un lavoro, consentitemi di definire, pessimo è sono state introdotte una serie di norme che non solo sono, in alcuni casi, irragionevoli, ma che sono, in altri casi, sbagliate da un punto di vista tecnico. Vorrei ricordare a chi oggi parla di slancio di responsabilità che introdurre nel sistema giuridico e nel sistema penale delle norme sanzionatorie per reati gravi, come quelli dell'inquinamento, che sono ad altissimo rischio di costituzionalità, fa un favore agli inquinatori, non gli crea un problema, perché, un giorno, presto, pioveranno ricorsi da parte di tutti coloro che saranno incriminati per queste norme, sostenendo che quelle norme sono incostituzionali.
  Penso, in particolare, alle due norme fondamentali – quelle sull'inquinamento ambientale e quella sul disastro ambientale – che prevedevano, quando sono uscite dalla Camera, che fosse responsabile di questi reati chi provocava un inquinamento, una compromissione dell'ambiente, nel caso dell'inquinamento ambientale, o un disastro, nel caso del disastro ambientale, con una violazione di norme, di regolamenti, di autorizzazioni, cioè di quello che normalmente regola l'attività di un'impresa – perché in moltissimi casi si tratta di imprese – o, comunque, di norme poste a tutela dell'ambiente, che, ovviamente, riguardano anche i casi come la «terra dei fuochi» e altre situazioni di inquinamento chiaramente criminale.
  Adesso la norma che ci torna dal Senato definisce la fattispecie penale come chi provoca queste conseguenze negative abusivamente: abusivamente è un concetto che giuridicamente non vuol dire nulla – nulla – e che lascia aperta la possibilità che qualcuno possa dire, ad esempio, ad un imprenditore che ha rispettato la legge, i regolamenti e le autorizzazioni che gli si applicano che, per qualche motivo, la sua condotta è abusiva e, quindi, deve prendersi una sanzione penale, detentiva magari. Questo modo di legiferare è un favore a chi commette i reati.
  È il contrario della responsabilità, perché avere una norma penale sbagliata – e l'abbiamo vissuto parecchie volte – crea, come conseguenza, confusione, determina ricorsi, contenziosi più o meno strumentali; si introduce una norma vaga che porterà magari a moltissime indagini e quindi a moltissimi problemi nei confronti di imprenditori o persone che, magari, hanno inquinato ma che non sono i criminali incalliti contro i quali si dovrebbe rivolgere questo tipo di normativa. Dall'altro lato, dopo avere avuto queste centinaia di indagini contro soggetti, che magari hanno pure rispettato le norme che gli si applicano, ci troveremo una sentenza della Corte costituzionale che dirà che è tutto illegittimo e ricominciamo da capo. Questo modo di legiferare in materia penale credo sia non solo non degno di un Parlamento che lavora bene, ma che sia dannoso per gli obiettivi che le associazioni e tutti coloro che oggi spingono per l'approvazione Pag. 7immediata del provvedimento perseguono. Per questo abbiamo insistito – personalmente mi sono astenuto sul parere in Commissione affari costituzionali, che non evidenziava alcuni di questi temi – e abbiamo presentato una serie di emendamenti che introducono delle correzioni che riportano l'inquinamento ambientale e il disastro ambientale alla versione della Camera, che era molto più legittima e chiara e rispondente al principio di tassatività. Abbiamo presentato degli emendamenti che eliminano delle disposizioni poco applicabili. C’è una norma che prevede, ad esempio, che sia ridotta la pena per chi svolge attività di ripristino prima dell'avvio del dipartimento: chiunque abbia mai seguito una bonifica sa che i tempi sono tali per cui è impossibile aver finito la bonifica e il ripristino prima del dibattimento, se è arrivata presto l'inchiesta penale. Vi è una serie di norme che sono semplicemente irragionevoli, da un certo punto di vista, e con problemi di costituzionalità, dall'altro. Per questo abbiamo presentato questi emendamenti, perché siamo un gruppo che ha sempre dimostrato attenzione ai problemi ambientali. Abbiamo presentato proposte, mozioni ed iniziative tutte tese alla protezione dell'ambiente ma, dall'altro lato, un principio fondamentale è quello della certezza del diritto. Noi stiamo introducendo una serie di norme che rendono complicatissimo, per un imprenditore che svolga un'attività a rischio, capire come si deve regolare e quando potrà andare incontro a responsabilità ambientali e che – lo ripeto ancora una volta – mettono a rischio la stessa applicabilità di quelle sanzioni alla fine, perché il principio di tassatività in materia penale è un principio fondamentale dal quale non si può derogare. Dopo giorni di discussione in Commissione giustizia e anche in Commissione affari costituzionali, alla domanda che cosa significa aver commesso inquinamento e disastro ambientale abusivamente, non ho ancora ricevuto una risposta.

  PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di parlare, invito i relatori ed il rappresentante del Governo ad esprimere i pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 1.
  Chiedo ai colleghi se possono terminare le riunioni di gruppo e tutte le altre attività che in questo momento si svolgono abusivamente intorno al banco del Comitato dei nove. Prego, relatore.

  ALFREDO BAZOLI, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente, sugli emendamenti Dambruoso 1.2 e 1.3 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. L'emendamento Dambruoso 1.3 non è segnalato. Passiamo all'emendamento Dambruoso 1.4.

  ALFREDO BAZOLI, Relatore per la maggioranza. Sugli emendamenti Dambruoso 1.4 e 1.7, Chiarelli 1.14, Sarro 1.18, 1.15 e 1.16, Dambruoso 1.9, sugli identici emendamenti Dambruoso 1.10, Sarro 1.17 e Piso 1.13, nonché sull'emendamento Pili 1.20, vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ? Ministro Galletti, Prego.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il parere è conforme a quello del relatore per la maggioranza, salvo che sugli identici emendamenti Dambruoso 1.10, Sarro 1.17 e Piso 1.13, sui quali il Governo esprime parere favorevole, con le seguenti motivazioni: una motivazione è di ordine tecnico, e poi il Governo vuole prendere, qui, davanti all'Aula, un impegno.
  La motivazione di ordine tecnico: esiste una relazione dell'Ispra, datata 2012, con la quale si riconosce la tecnica dell’air gun come potenzialmente nociva per i grandi cetacei. Quando in ambiente c’è la definizione: «potenzialmente nociva», vuole dire che la scienza non è ancora in grado di dirci con certezza che quella tecnica Pag. 8che utilizziamo, quel comportamento che adottiamo è nocivo per l'ambiente, ma ci sono possibilità che lo sia. In questo caso, parlando di ambiente, interviene un principio generale, recepito anche nelle direttive europee, che è il principio di precauzione. Quindi, in questo caso, si prendono tutte quelle misure che possono far venire meno – o comunque ridurre al minimo – il potenziale impatto negativo dell'atto che noi ci apprestiamo a fare. Così è stato fatto.
  L'Ispra, sempre in quella relazione, recependo delle linee internazionali, ha dettato delle linee guida; queste linee guida sono di due tipi: linee guida particolari e linee guida generali. Le linee guida particolari, per intenderci, prevedono alcune specifiche azioni da fare durante l'utilizzo della tecnica air gun. Vi faccio degli esempi: il rispetto di intervallo di tempo fra una prova e l'altra, l'inizio graduale delle attività mediante propagazioni leggere all'inizio e via via sempre più intense, la prescrizione di osservatori indipendenti durante le operazioni di air gun, e così tante altre.
  Poi ci sono quelle generali: che cosa implicano ? Implicano la possibilità di fare, prima di applicare la tecnica air gun, uno studio della zona in cui si applica la tecnica air gun. A che cosa serve questo studio ? Ad accertare se, nell’habitat in cui si vanno ad adottare le tecniche air gun, in quel momento c’è, ad esempio, un passaggio dei grandi cetacei. I grandi cetacei seguono delle migrazioni, allora si guarda precedentemente se, nel momento in cui si applica la tecnica air gun, è in corso una migrazione di grandi cetacei. Si studia l’habitat in generale, ci sono degli habitat dove i grandi cetacei vivono normalmente, non solo di passaggio.
  Tutte queste tecniche... (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  VITTORIO FERRARESI. Vergognati ! Vergognati ! Vergognati !

  PRESIDENTE. Per favore ! Onorevole Ferraresi la richiamo all'ordine... Onorevole Ferraresi la richiamo all'ordine !

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Sto parlando di migrazioni di cetacei, non vedo perché mi dovrei vergognare (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Le linee internazionali e generali impongono l'applicazione di questi (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  PRESIDENTE. Onorevole De Lorenzis, per favore !

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Per quanto riguarda le linee particolari, già da tempo, da anni, sono recepite dalla Commissione VIA come prescrizioni. Ricordo che, per coloro che sono soggetti alla VIA, le prescrizioni hanno valore di legge, quindi hanno lo stesso valore che comporterebbe se fossero inserite nella legislazione; e queste, già da anni, vengono date come prescrizione dalla Commissione VIA. In più, dal 20 novembre 2014, sono state inserite come prescrizione di legge – quindi, prescrizione di VIA: con la stessa potenza che ricordavo prima – anche le linee generali. Quindi, a tutt'oggi, dal 20 novembre, tutte le linee generali, internazionali, prescritte anche dall'Ispra nella sua relazione del 2012, sono introdotte come prescrizioni VIA. Io credo che questo sia sufficiente a dire che noi abbiamo una delle normative, in tema di air gun, più rigorose, sicuramente in Europa, ma probabilmente anche nel mondo, e quindi ritengo che noi non possiamo essere l'unico Paese al mondo, invece, a punire questa tecnica potenzialmente nociva, pur applicando tutte le linee guida che ho ricordato prima, con l'arresto da uno a tre anni. Io credo davvero che questo, come ho avuto modo di dire dall'inizio, sia un errore.
  L'impegno forte del Governo qual è ? Noi abbiamo sempre detto che questo è un evento storico e io qui lo ribadisco. Voi avete ricordato bene, nella discussione generale e anche nell'intervento che ho sentito questa mattina, l'importanza di arrivare ad avere la normativa sui delitti Pag. 9ambientali in via definitiva nel nostro Paese. Ce lo chiedono le vittime delle grandi distruzioni ambientali che abbiamo avuto negli ultimi anni, ce lo chiedono le associazioni ambientaliste, ma ce lo chiede soprattutto la gente: è un atto di grande civiltà e il Governo non vuole venire meno a questo impegno.
  C’è un impegno forte del Governo e della maggioranza ad approvare entro il mese di maggio, in via definitiva, il provvedimento al Senato. Questo è quello che io dico oggi alla Camera motivando il parere favorevole agli emendamenti che ho prima ricordato.

  MAURIZIO BIANCONI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Signor Presidente, vorrei sapere, con una certa remissività ma con bisogno di chiarezza, se abbiamo cambiato sistema nella Camera dei deputati. Ieri il Ministro Boschi ci ha deliziato di ampie spiegazioni e comizi per dire se era favorevole o contraria, oppure voleva la riformulazione. Oggi il Ministro Galletti ci ha deliziato con un comizio sui cetacei, anziché fare la stessa cosa. Se dobbiamo stare qui a starli a sentire perché Renzi al Governo non li fa parlare quindi rimane loro la gola secca e vengono qui, noi non siamo disponibili. Non siamo disponibili (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini e MoVimento 5 Stelle) !
  Quindi, io invito la Presidenza a mantenere l'uso di sempre: favorevole, contrario e basta, e negli ordini del giorno riformulazione.

  PRESIDENTE. Onorevole Bianconi, come lei sa bene, il Governo può prendere la parola quando vuole e può motivare, senza limiti di tempo, i propri pareri come e quando crede.
  Ha facoltà di parlare il relatore di minoranza Salvatore Micillo.

  MAURIZIO BIANCONI. Signor Presidente...

  PRESIDENTE. Onorevole Bianconi, la questione è chiusa.
  Prego, onorevole Micillo.

  SALVATORE MICILLO, Relatore di minoranza. Signor Presidente, intervengo per esprimere il parere sugli emendamenti.
  Il parere è contrario sugli emendamenti Dambruoso 1.2 e 1.3.

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Micillo, ma l'emendamento Dambruoso 1.3 non è segnalato.

  SALVATORE MICILLO, Relatore di minoranza. D'accordo, signor Presidente.
  Il parere è contrario sugli emendamenti Dambruoso 1.4 e 1.7, Chiarelli 1.14, Sarro 1.18, 1.15 e 1.16, Dambruoso 1.9, sugli identici emendamenti Dambruoso 1.10, Sarro 1.17 e Piso 1.13, nonché sull'emendamento Pili 1.20.

  PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Micillo.

  ALFREDO BAZOLI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALFREDO BAZOLI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, alla luce del parere difforme che il Governo ha dato su uno degli emendamenti, credo che sia opportuno che il Comitato dei nove si riunisca per valutare gli argomenti e le ragioni che ha portato il Governo in quest'Aula. Quindi, se possibile, chiedo una breve sospensione dei lavori per consentire al Comitato dei nove di riunirsi e valutare le cose che ci ha detto il Governo su questo emendamento. Quindi una sospensione di un quarto d'ora, non di più.

  PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Bazoli.

Pag. 10

  CLAUDIA MANNINO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Su questo punto ? Prego.

  CLAUDIA MANNINO. Signor Presidente, intervengo per dire che fino a pochi minuti fa il parere del Comitato del nove era abbastanza chiaro. Però vorrei intervenire per dare un suggerimento.
  Visto che il parere favorevole è sugli identici emendamenti Dambruoso 1.10, Sarro 1.17 e Piso 1.13, con un impegno del Governo possiamo semplicemente fare una cosa, pur di approvare nell'immediato questa proposta di legge: li bocciamo e viene poi immediatamente presentata una proposta di legge, che viene al più presto calendarizzata (Applausi dei deputati del gruppo del MoVimento 5 Stelle). Ci sono state delle campagne condivise da tutti su questa proposta di legge e tutti avete detto che è un argomento di interesse nazionale. Non possiamo ancora rinviare, anche con gli impegni che abbiamo poi chi lo sa cosa può succedere al Senato se non riusciamo magari a rispettare il termine di maggio.
  Quindi avrei altre cose da dire sulle giustificazioni date dal Ministro, ma in caso intervengo in un secondo momento. Credo che la proposta, visto che si tratta di un intervento molto puntuale, possa essere di buonsenso.

  FILIBERTO ZARATTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, ha ragione l'onorevole Bianconi, cioè la prassi si rinnova costantemente in questo Parlamento. La dichiarazione del rappresentante del Governo, del Ministro, dovrebbe riaprire il dibattito sull'argomento che è stato messo al centro dell'attenzione.

  PRESIDENTE. La dichiarazione del Ministro era una precisazione sul parere, quindi non riapre alcun dibattito. È il momento in cui il Governo dà i pareri.

  FILIBERTO ZARATTI. Grazie Presidente, volevo continuare nel dire che viviamo un momento particolare, su questo ha ragione il Ministro, il Paese aspetta da tantissimi anni una legge sugli eco-reati, è un elemento di civiltà. Spesso in quest'Aula si dice in materia di economia «ce lo chiede l'Europa», anche questo ce lo chiede da tanto tempo l'Europa. Ora, bloccare l'iter di questa proposta di legge per esprimere questi pareri sull’air gun credo che sia un elemento di notevole gravità. Credo che sarebbe veramente molto grave, sarebbe sbagliato se noi interrompessimo l'iter che porterebbe oggi stesso all'approvazione della legge sugli eco-reati, un momento storico per il nostro Paese. Quindi penso che la proposta fatta dalla collega Mannino di chiedere al Governo di presentare un'apposito disegno di legge sulla vicenda dell’air gun, dove tutti quanti potremo esprimere il nostro parere positivo o negativo e argomentare, sia una proposta assolutamente ragionevole, perché oggi il Paese, come lei stesso ha detto, Ministro, ci chiede la legge finalmente sugli eco-reati e oggi noi abbiamo la possibilità di votarla definitivamente, senza ulteriori passaggi. Quindi, vi prego di valutare appunto la possibilità di stralciare la vicenda dell’air gun.

  PRESIDENTE. A questo punto possiamo sospendere la seduta e riprenderla alle 11,30 per consentire la convocazione del Comitato dei nove, al termine della quale potremo aggiornare i nostri lavori. Onorevole Fico, su che cosa chiede la parola ?

  ROBERTO FICO. Chiedo di parlare, sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO FICO. Signor Presidente, Ministro ...

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  PRESIDENTE. No, onorevole Fico, le chiedo scusa, noi abbiamo una proposta. Se è sulla proposta è un conto, perché ha già parlato un esponente del suo gruppo e anche un esponente di SEL su questioni che invece sarebbe opportuno che approfondisse il Comitato dei nove. Quindi, siccome il Comitato dei nove ha chiesto di riunirsi, se lei su questo...

  ROBERTO FICO. È per dare un ulteriore elemento al Comitato dei nove, tramite le parole del Ministro.

  PRESIDENTE. Mi perdoni, io non riesco ad ascoltarla, per favore, colleghi ! Può ripetere, per piacere ? Non sono riuscito a sentire quello che ha detto.

  ROBERTO FICO. Per dare un ulteriore contributo alla discussione parlamentare e a quello che tra poco il Comitato dei nove andrà ad affrontare. Quindi, secondo me, le parole del Ministro sono molto gravi e sono gravi perché secondo me, signor Ministro, lei sta prendendo in giro il Parlamento che ha fatto un buon lavoro...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fico. La seduta è sospesa, riprendiamo alle 11,30.

  La seduta, sospesa alle 11,10, è ripresa alle 11,40.

  PRESIDENTE. Invito il relatore per la maggioranza, onorevole Bazoli, ad illustrare all'Assemblea l'esito della riunione del Comitato dei nove, che si è testé conclusa.

  ALFREDO BAZOLI, Relatore per la maggioranza. Presidente, per dare atto dopo la discussione e la votazione...

  PRESIDENTE. Relatore, mi perdoni. Per favore, colleghi, liberiamo l'emiciclo ! Colleghi, non mi costringete a richiamarvi uno ad uno. Per favore ! Prego gli assistenti di darmi una mano.
  Prego, relatore.

  ALFREDO BAZOLI, Relatore per la maggioranza. Dicevo che dopo la discussione in Comitato dei nove la Commissione, a maggioranza, ha ritenuto di modificare l'orientamento, e quindi il parere sugli identici emendamenti Dambruoso 1.10, Sarro 1.17 e Piso 1.13, da contrario, diventa favorevole.

  PRESIDENTE. Sta bene.

  SALVATORE MICILLO, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SALVATORE MICILLO, Relatore di minoranza. Presidente, solo per dire che i nostri pareri restano quelli di prima: sono tutti contrari.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Dambruoso 1.2, su cui il relatore per la maggioranza e il Governo hanno formulato un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, mentre il relatore di minoranza ha espresso parere contrario.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Su cosa ?

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Sull'emendamento.

  PRESIDENTE. Onorevole Mazziotti Di Celso, non posso darle la parola, perché questo è un emendamento di cui lei è cofirmatario, e lei ha già parlato sul complesso degli emendamenti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Grazie, Presidente.

  PRESIDENTE. Mi perdoni, onorevole Zaratti. Chiedo ai colleghi di liberare l'emiciclo. Per favore. Prego onorevole.

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  FILIBERTO ZARATTI. Grazie, Presidente. Per la prima volta, abbiamo assistito in quest'Aula al fatto che è il relatore per la maggioranza che dà un parere conforme a quello del Governo, e non il contrario, però insomma siamo abituati alle innovazioni. Io penso che questo cambiamento di parere da parte del relatore per la maggioranza e della maggioranza della Commissione e del Comitato dei nove sia un elemento molto, molto, molto grave.
  Abbiamo lavorato in questi mesi per costruire finalmente e per approvare una legge sugli ecoreati; va dato atto a tutti i gruppi che hanno lavorato intensamente in Commissione ambiente: il provvedimento in prima lettura è stato approvato dalla nostra Camera a larghissima maggioranza, con poche eccezioni. Questo a dimostrare la buona volontà di tutti e da parte delle opposizioni la convinzione che si fosse di fronte a un momento storico e importante della nostra vita istituzionale che era quello di avere finalmente nel nostro Paese una legge sugli ecoreati.
  Oggi questo iter si è interrotto così bruscamente da parte del Governo con una scelta – me lo consenta il rappresentante del Governo, il Ministro Galletti – arrogante, perché credo che forse sarebbe stato più opportuno che gli esponenti della maggioranza e il loro Governo si parlassero prima di entrare in quest'Aula per cercare di trovare una soluzione. Ma il Governo, con la solita arroganza che lo caratterizza, non soltanto sulle questioni ambientali, ma anche su tutte le altre questioni, è arrivato qui e ha detto ai nostri amici della maggioranza: «relatori, voi non capite nulla, voi vi dovete allineare, voi dovete stare in riga su quello che decidiamo noi, non avete alcun diritto di dissentire né di avere una vostra opinione», e ha espresso un parere difforme a quello del relatore.
  Io penso che questo sia un elemento grave, che stabilisce ancora una volta agli occhi dell'opinione pubblica la diretta dipendenza addirittura gerarchica della maggioranza nei confronti del Governo.
  Io voglio sottolineare questo aspetto, perché credo che stia caratterizzando non soltanto l'iter di questo provvedimento ma stia caratterizzando un po’ questa legislatura.
  Penso che, invece, su un elemento fondamentale, come la legge sugli ecoreati, si sarebbe potuto raggiungere quell'unità d'intenti da parte del Parlamento e si poteva, diciamo così, arrivare al punto di approvare, ancora una volta, a larghissima maggioranza questo provvedimento. Oggi era il momento giusto e non era la volta di rimandare all'ennesima occasione l'approvazione del provvedimento. Tutte le volte che si tratta di fare una cosa che serve al Paese, tutte le volte che si tratta di approvare una legge che serve al Paese, il Governo ci dice sempre che non è il momento giusto. La maggioranza ci dice sempre che non è il momento giusto e il momento giusto sarà sempre quello seguente, quello dopo. Si prendono sempre impegni per fare dopo le cose. È eclatante il caso del conflitto d'interessi, che non è mai il momento per discuterlo in quest'Aula.
  Ecco, anche sugli ecoreati oggi era la giornata nella quale si poteva approvare definitivamente il progetto di legge e, finalmente, allineare il nostro Paese agli altri Paesi europei. Invece, ancora una volta per difendere interessi di parte, per difendere gli interessi dei petrolieri, per distruggere, ancora una volta, l'ambiente, attraverso una tecnica invasiva come l’air gun, il Governo si schiera da un'altra parte e la maggioranza, ahimè, gli va dietro (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti. Ne ha facoltà.

  SILVIA BENEDETTI. Grazie, Presidente. Io voglio solo dire che sono d'accordo con il Governo quando vuole, come dire, screditare la competenza della Commissione in merito, perché effettivamente se la Commissione – anzi, se la maggioranza nella Commissione – avesse usato un attimo di sale in zucca per questo emendamento, che riguarda la questione Pag. 13dell’air gun, la tecnica dell’air gun, non avrebbe cambiato parere e avrebbe mantenuto il parere contrario su questo emendamento, perché si sa che ci sono trent'anni di ricerche scientifiche, trent'anni di risultati, perché quelli che sono colpiti non sono solo i cetacei, non è solo un problema per i cetacei (certo, potranno anche spostarsi i cetacei, sicuro, come no).
  Però, pensiamo a tutto al resto: ci sono almeno 55 specie di pesci di interesse commerciale che vengono danneggiati da questa tecnica e loro di certo non hanno modo di spostarsi di fronte a bombe, perché sono veramente delle bombe e hanno una potenza superiore a quella degli aerei in decollo (un aereo in decollo libera 150 decibel). Queste bombe sott'acqua stanno sull'ordine dei 235-250 decibel. Di che cosa stiamo parlando (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Come pensate che queste specie possano sopravvivere ? Voi andate a vedere: ci sono trent'anni di letteratura scientifica che indicano che ci sono degli impatti sulla schiusa delle uova, che ci sono degli impatti sulle larve, che ci sono degli impatti sulle rotte migratorie dei tonni. Ci piace tanto il tonno, vero ? Ecco, andiamo a impattare anche le rotte migratorie. Ma di che cosa stiamo parlando ?
  Io chiedo alla Commissione di rivedere quello che ha detto. Io chiedo alla Commissione di ritornare indietro sui propri passi, perché non è una questione dell'Italia, unico Paese contrario (che strano). No ! È una questione dell'Italia all'avanguardia, per prendere posizione, finalmente, su una tecnica che è dannosa e devastante per l'ambiente intero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Antimo Cesaro. Ne ha facoltà.

  ANTIMO CESARO. Presidente, intervengo entrando nel merito del nostro emendamento e facendo una considerazione più generale, perché Scelta Civica per l'Italia da sempre si batte per avere norme chiare, semplici e, per questo, efficaci. Ci sembrava che il testo licenziato all'unanimità dalla Camera dei deputati andasse in questa direzione. Oggi, invece, scopriamo che il testo emendato al Senato al posto di un riferimento puntuale alla violazione di disposizioni legislative, regolamentari e amministrative, poste specificamente a tutela della materia ambientale, sostituisce questo passaggio con un avverbio, «abusivamente», che è un avverbio che si presta ovviamente a molteplici interpretazioni e rischia di creare una farraginosità interpretativa, con un correlato di ricorsi interpretativi.
  Per questo abbiamo proposto responsabilmente questo emendamento. Speriamo che possa essere accolto, perché facciamo della semplificazione del lessico normativo da sempre, come Scelta Civica per l'Italia, un nostro punto di riferimento per una produzione normativa di qualità.
  Mi riferisco, quindi, diversamente dagli altri gruppi intervenuti, specificamente all'oggetto dell'emendamento e lo pongo all'attenzione di tutta l'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capelli. Ne ha facoltà.

  ROBERTO CAPELLI. Presidente, io credo che il Ministro Galletti, il Governo, faccia male a mettere in imbarazzo la maggioranza o, per lo meno, quelli che della maggioranza, come me, non condividono il passo indietro della Commissione. Credo che il testo – sono state date motivazioni e ragioni – dovesse essere approvato e spero sia approvato integralmente così come modificato dal Senato e si possa avere subito l'approvazione della legge sugli ecoreati. Le giustificazioni addotte ruotano tutte intorno all'attuazione e all'utilizzo del sistema air gun. Vede, signor Ministro, io credo che il gioco non valga la candela. Due dati: da più parti, ENI compreso, si dice che l'attuazione del sistema air gun potrebbe portare al nostro Paese circa 10 miliardi di investimenti per uno sfruttamento di eventuali risorse petrolifere Pag. 14nei nostri mari, per un fabbisogno di circa otto anni. Già questo dato, se analizzato matematicamente e finanziariamente, ci dice subito (Commenti del deputato Zolezzi)...

  PRESIDENTE. Che succede, colleghi ?

  ROBERTO CAPELLI. ... ci dice subito che non è un dato attendibile, perché otto anni di sfruttamento consentiti da questi bacini petroliferi non sono assolutamente proporzionali ai 10 miliardi di investimento. E questo è un dato oggettivo e finanziario, ma c’è soprattutto, signor Ministro, un dato contraddittorio con le politiche ambientali del nostro Paese e delle nostre regioni. Faccio un esempio: nel 1991, il Ministero dell'ambiente ha proprio autorizzato la formazione del Santuario marino di Pelagos, istituito appunto dal Ministero dell'ambiente nel 1991 e classificato come area specialmente protetta di interesse mediterraneo. Perché è stato istituito questo santuario ? Perché l'università di Barcellona censì 830 balenottere comuni nel 1992, ma non tutto andò secondo i piani stabiliti e ci fu una presenza, successivamente riscontrata, di poco più di 200 balenottere. Noi abbiamo, per esempio, nella nostra regione, in Sardegna, alcune aree protette che vanno dal sud al nord-ovest della Sardegna, dove alcune aziende hanno chiesto di potere utilizzare il sistema air gun per le ricerche petrolifere. Alcune di queste scavalcano anche le linee guida che impongono le dodici miglia, operando nelle tre-cinque miglia, giustificando il loro intervento come studi preliminari per l'utilizzo dell’air gun. Capite benissimo che cosa può provocare l'utilizzo di questo sistema in quella magnifica costa, dove non solo balenottere e mammiferi, ma il sistema marino viene assolutamente mortificato e assaltato da quell'intensità di onde che vengono trasmesse e che superano decisamente i 260 decibel.
  Non ho il tempo per illustrare tutte le problematiche scientifiche. Ha detto bene il Ministro: niente è stato dimostrato, ma molto ci porta a pensare che ci siano delle controindicazioni al sistema, e ce lo dicono per esempio i settantacinque docenti universitari oceanografici, biologi esperti di vita marina americana, che hanno inviato una lettera al Presidente Obama, chiedendo che sospenda l'utilizzo dell’air gun nelle coste americane, oppure che lo porti quanto meno agli 80 chilometri, alle 50 miglia. Se noi soltanto applicassimo questo principio, visto che richiamiamo sempre il sistema americano come quello da copiare, ebbene in Italia non sarebbe possibile utilizzare questo sistema.
  Credo che molte regioni abbiano pagato per lo sviluppo, per le ricerche. Ricordo soltanto che abbiamo pagato anche la fedeltà e la necessità di sostenere il Governo quando approvammo l'articolo 13 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91. Allora si sollevarono i limiti...

  PRESIDENTE. Concluda.

  ROBERTO CAPELLI. ... delle soglie delle sostanze inquinanti come il cobalto, l'arsenico, idrocarburi alifatici cancerogeni come il cloruro di vinile nelle basi militari, dove vi sono i centri per l'addestramento al fuoco, e parlo, anche in questo caso, della Sardegna.
  Votammo e lì vi fu una forzatura eccessiva. Credo che su quello dovremo ritornare, ma su questo non possiamo andare avanti. Credo che faremmo tutti bene a non provocare ulteriormente l'unità di una maggioranza solida e salda, ma che, in questo caso, credo che non risponderà alla chiamata del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia – Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dambruoso 1.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 15

  Ruocco, Carloni, Giancarlo Giordano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  451   
   Votanti  428   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato
  25    
    Hanno votato
no  403).    

  Passiamo all'emendamento Dambruoso 1.4, sul quale vi è un invito al ritiro, che immagino non venga accolto.

  ANTIMO CESARO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANTIMO CESARO. Presidente, noi notiamo che da parte di molte forze politiche, anziché cogliere l'occasione per discutere nel merito degli emendamenti presentati dal nostro gruppo, che sono orientati ai principi della semplificazione del dettato normativo, della certezza del diritto e di prevenire eventuali profili di incostituzionalità che, a nostro avviso, sono ravvisabili, o il contenzioso che, talvolta, un dettato normativo impreciso, a nostro giudizio, può inevitabilmente comportare, si rischia, nel dibattito che si sta sviluppando in quest'Aula, di parlare surrettiziamente, e sottolineo surrettiziamente, solo, magari, ed esclusivamente del sistema air gun.
  Ora si immagini una persona, come me, che viene dalla «Terra dei fuochi» e deve spiegare ai suoi concittadini che, nel momento in cui si parla di reati ambientali, noi ci soffermiamo sul sistema air gun esclusivamente e surrettiziamente.
  Per questo motivo, siccome Scelta Civica vuole evitare di prestare il fianco a una serie di dibattiti fini a se stessi, che possono solo creare difficoltà nella interpretazione del testo e nel proseguimento dei nostri lavori, sulla base di queste premesse, noi ritiriamo tutti gli emendamenti presentati dal gruppo di Scelta Civica, per senso di responsabilità e affinché si abbia un dibattito costruttivo in quest'Aula, che vada al cuore degli emendamenti. Noi sempre abbiamo fatto di questa nostra azione di dibattito in Aula un nostro punto di forza, perché vogliamo andare al cuore dei problemi e salvaguardare i principi dei nostri emendamenti.
  Ovviamente, ci limitiamo a ritirare i nostri emendamenti in riferimento a quelli sui quali il Governo ha dato parere contrario (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Onorevole Cesaro, lei ha svolto un intervento in cui ha annunciato il ritiro degli emendamenti. Io chiedo all'onorevole Mazziotti Di Celso, che è capogruppo, oltre che presentatore e firmatario degli emendamenti, se dobbiamo intendere ritirati gli emendamenti Dambruoso 1.4, Dambruoso 1.7 e Dambruoso 1.9.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Sì, Presidente.

  PRESIDENTE. A questo punto gli emendamenti Dambruoso 1.4, Dambruoso 1.7 e Dambruoso 1.9 sono ritirati.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Chiarelli 1.14, su cui Commissione e Governo hanno formulato un invito al ritiro. Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto Luigi Di Maio. Ne ha facoltà.

  LUIGI DI MAIO. Grazie, Presidente. La questione è che noi, anche con il nostro relatore di minoranza, ci siamo espressi con parere contrario su tutti questi emendamenti. Infatti, non è una questione di merito. Noi qui, oggi stiamo discutendo di cetacei e di air gun, ma dobbiamo inquadrare questa discussione in un discorso molto più ampio.
  Io sono uno di quei cittadini che viene da una terra chiamata «Terra dei fuochi». Il mio comune si trova al centro di quello che fu il «triangolo della morte», una figura geometrica che si è estesa sempre di più per l'inquinamento sotterraneo, di quello che è stato interrato e di quello che Pag. 16è stato bruciato. Questa legge è una legge che quella terra aspetta da vent'anni. Se questa legge fosse stata approvata quando il camorrista Schiavone venne nella Commissione parlamentare d'inchiesta a raccontare dove furono interrati i rifiuti nelle province di Napoli e Caserta, forse la «Terra dei fuochi» non esisterebbe neanche così come la conosciamo oggi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Allora, oggi noi non stiamo discutendo dei cavilli. È paradossale che le forze politiche che hanno approvato questo provvedimento di là, oggi di qua vengono a dire che lo vogliono cambiare perché è fatto con i piedi. Ma chi vogliamo prendere in giro ? Noi qui stiamo discutendo del fatto che questa proposta di legge, se torna al Senato, viene totalmente insabbiata. È come si è utilizzato per trent'anni il bicameralismo perfetto quando un provvedimento non conveniva alle lobby che vi sostenevano. Questo è il problema di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Allora, se veramente vogliamo fare un favore – e siamo già in tremendo ritardo, ci sono già famiglie che hanno perso i figli, hanno perso i genitori –, se vogliamo intervenire almeno mettendo una pezza sui reati ambientali – parlo della «Terra dei fuochi» in Campania, ma ogni regione ha la sua «Terra dei fuochi» –, approviamo questo provvedimento così com’è.
  Ed è per questo che io intervengo sul presente emendamento, perché è uno dei tanti in cui la maggioranza vuole modificare una legge. L'opposizione, invece, la vuole tenere blindata, che è un termine che utilizzate voi quando dite che una legge è urgente e va approvata subito e non ci permettete di modificarla. Ma, guarda caso, sulle cose importanti questa situazione si verifica a parti inverse. Io non posso pensare che stamattina discutiamo dell’air gun. Noi stiamo discutendo di un provvedimento molto più importante, che ha dentro l’air gun che avete approvato voi, come gli articoli di cui si discuteva prima, dei tecnicismi. Questa proposta di legge l'avete approvata voi al Senato; voi, forze politiche di maggioranza, e noi l'abbiamo spinta con il massimo della convinzione perché pensiamo che, anche se non è una legge perfetta, finalmente bisogna mettere un punto su una serie di crimini ambientali. E, allora, vi siete sempre sciacquati la bocca con le affermazioni delle associazioni ambientaliste per la difesa della legalità. Quelle associazioni oggi sono qui, anche in tribuna, con i loro rappresentanti, che si sono espressi favorevolmente su questa proposta di legge. Ci chiedono di approvarla e voi volete trovare un cavillo per rimandarla al Senato e poi farla perdere lì con la maggioranza che vi ritrovate. Non è una maggioranza fatta di partiti, ma è una maggioranza trasversale all'interno di alcuni partiti che rispondono alle pressioni di determinate lobby. Lo sappiamo tutti che l’air gun è stato inserito come cavallo di Troia per portare di qua questo provvedimento e rimandarlo di là. E all'ENI non gliene frega niente dell’air gun. È stato Cameron a chiamare Renzi e a chiedergli di toglierlo perché le società petrolifere inglesi non vogliono che l’air gun venga dichiarato illegittimo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Lo sappiamo che cosa è successo !
  Noi oggi stiamo discutendo di un provvedimento che dovrebbe vedere nelle tribune centinaia di fotografi – altro che legge elettorale ! – e, invece, non gliene frega niente a nessuno di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! È mai possibile ? Io vi chiedo di lasciar perdere i pareri del Governo. Lo chiedo alla maggioranza in Parlamento perché noi da soli con i voti non ce la facciamo. Vi chiedo di lasciar perdere i pareri del Governo. Diamo un segnale a quella gente in che questi giorni sta vedendo, anche i vostri candidati alle regionali in Campania, andare a bussare casa per casa a chiedere voti ancora una volta e a dire che vogliono la salvezza della loro terra. E, in realtà, poi qui non stiamo votando per la salvezza della loro terra, ma stiamo salvando una tecnica che fa piacere alle lobby e alle grandi società di trivellazione petrolifera. Io vi chiedo di Pag. 17essere coerenti con quello che stanno dicendo a parole i vostri candidati in Campania perché, se non sarà così, se vi mostrerete complici ancora una volta dell'insabbiamento di un provvedimento che per vent'anni queste Camere non hanno partorito, allora noi non potremo fare altro che andarlo a dire ai cittadini campani e a manifestare contro questo vostro atteggiamento con tutta la nostra forza. Io ve lo chiedo per favore, perché è già troppo tardi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie Presidente, io credo che qui il Ministro Galletti si gioca il titolo di peggior Ministro del Governo fra pochi altri. È un ossimoro forse il fatto che lui sia Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, in quanto non sta tutelando il mare, ma sta tutelando gli interessi delle lobby. Rimpiangiamo centomila volte Orlando. Orlando sì che, comunque, è una persona seria e non è una persona portatrice di interessi estranei al Parlamento come lei, Ministro Galletti. La sfortuna del Governo Renzi è quella di dover cedere poltrone da Ministro al Nuovo Centrodestra, all'UdC, ad Area Popolare. Quindi, lei è stato nominato appunto in questa chiave, per sedere su una poltrona e fare gli interessi delle aziende sostanzialmente che devastano l'ambiente. Infatti, io ora mi riferirò al caso specifico della geotermia. Il mio collega Zaratti precedentemente ha detto che lei, come altri esponenti del Governo, si pone in maniera arrogante e lei ha fatto una faccia un po’ sorpresa, un po’ basita.
  Basta ricordarle la situazione, ma se non è sorpreso, allora, forse conferma l'arroganza che pone. Perché ultimamente, proprio riguardo alla questione della geotermia, lei ha scavalcato il Parlamento, sapendo benissimo che il Parlamento, e in particolare la Commissione ambiente, si occupava di una risoluzione sulle linee guida nazionali per la geotermia, ed ha approvato il primo impianto pilota nazionale – pilota, quindi, non ci sono precedenti – in deroga alle autorizzazioni regionali; ciò perché questo tipo di impianti è stato definito di interesse strategico nazionale e, quindi, di competenza del Governo grazie agli interventi dell'onorevole Abrignani e grazie al Governo Letta con il decreto «destinazione Italia».
  E lei non se ne è curato nonostante tante informazioni, tanti dati, analisi, che le sono stati forniti e nonostante lo stesso Ministero dello sviluppo economico si sia dichiarato favorevole a delle linee guida prima di procedere. Lei di queste linee guida si è infischiato bellamente e arrogantemente ed ha proceduto con la prima autorizzazione di questo impianto pilota e così oggi continua sulla strada delle autorizzazioni di tecniche devastanti.
  Lei pensi semplicemente all'impatto che può avere un'esplosione in un fluido: già nell'aria le onde hanno un impatto e si dispiegano, in un fluido, nell'acqua, pensi a cosa può succedere ? Lei crede veramente che quel «potenzialmente», che ha citato prima in riferimento all'Ispra, possa essere sufficiente ? Possa essere sufficiente per deresponsabilizzarla e, quindi, procedere sulla via dell'approvazione dell’air gun ? Comunque, le trivellazioni e la ricerca di idrocarburi, come ha ben detto il collega Capelli precedentemente, si sa quando vengono approvate che cosa succede veramente: si va in deroga, spesso e volentieri. Ed il contesto che è stato descritto anche dal collega intervenuto prima, Di Maio, anche questo è un contesto nel quale questa proposta si muove e procede ovviamente a rilento, perché è stata bloccata per un anno e mezzo al Senato, anche grazie ai presidenti di Commissione, Nitto Palma e Marinello. Non c’è una strategia energetica nazionale, una riconversione energetica, per questo lei si gioca il titolo di peggior Ministro insieme ad altri pochissimi di questo Governo. Ci sono decine di procedure di infrazione comunitarie aperte e lei non sembra affatto curarsene e sembra, invece, seguire le orme di un suo predecessore ma non di Orlando, di Clini.

Pag. 18

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il presidente Sisto. Ne ha facoltà. Ricordo che siamo sull'emendamento Chiarelli 1.14.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie Presidente, è un ricordo utile.

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, presidente Sisto. Chiedo ai colleghi dietro di lei se possono far silenzio, per cortesia ! Per favore !

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, non posso che essere sorpreso di taluni approcci all'attività dell'Aula parlamentare come se quest'ultima non avesse il compito di discutere le leggi e di cercare di migliorarle, ma avesse soltanto lo scopo di ratificare, per una sorta di consensismo, «ismo» patologico, tutto quello che in qualche modo proviene da qualsiasi ramo del Parlamento, senza porsi il problema se queste siano leggi buone, scritte bene, soprattutto discusse in Aula, trattandosi di norme di rilevanza penale. Credo, infatti, che non vi sia norma più delicata che vada discussa e approfondita di quella che comporta la responsabilità penale. Qui stiamo scambiando le Aule del Parlamento come un rischio, non bisogna discutere i provvedimenti perché c’è il rischio che vengano modificati, ma questo è il compito del Parlamento ! Noi dobbiamo modificare le norme se vanno modificate, altrimenti accontentiamoci di ratificare tutto quello che viene e la nostra funzione è completamente non sminuita ma annullata, neutralizzata.
  Questo è un punto cruciale di cui questa legislatura sta facendo ampio abuso: il Parlamento diventa un rischio, non si modifica il provvedimento perché torna al Senato. Finché avremo il bicameralismo perfetto, noi abbiamo il dovere di modificare i provvedimenti, se sono provvedimenti che vanno modificati. E chi lo decide, cari colleghi ? L'Aula del Parlamento, con i suoi numeri: chi ha più numeri è giusto che esprima il suo consenso. Se paralizziamo l'Aula per evitare che il provvedimento venga modificato, noi abbiamo ammazzato il Parlamento e la Costituzione; e non c’è esigenza che tenga per modificare questo principio.
  Per quanto concerne questo emendamento, Presidente – ed è opportuno il suo richiamo –, vorrei invitare l'autorevole collega che fa riferimento alla pancia del Paese, anziché alla bontà delle leggi – io lo invito a valutare la bontà delle leggi e non la pancia del Paese, che viene sempre dopo una legge buona –, a valutare questo emendamento, che dice delle cose molto semplici e molto sagge.
  Infatti, quando in questo emendamento si chiede, con molta puntualità, di parlare del ravvedimento operoso – cioè, parliamo di chi contribuisce ad eliminare le conseguenze dannose e pericolose del reato, quindi, massima apertura a chi elimina il danno ambientale –, perché dobbiamo chiuderlo ? Perché dobbiamo impedire che io possa utilmente contribuire ad eliminare le conseguenze dannose e pericolose del mio reato ? Perché ? Si chiede di sopprimere le parole: «prima della dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado». Io posso intervenire utilmente anche dopo: perché non devo poterlo fare ? A me sembra non ragionevole, ma giustificato, giustissimo, se vogliamo veramente tutelare l'ambiente e se non ci vogliamo riparare soltanto dietro scherni di popolarismo nella gestione delle norme penali.
  Il secondo passaggio prevede di sopprimere le parole: «comunque non superiore a due anni e prorogabile per un periodo massimo di un ulteriore anno». Io invito a leggere i colleghi, perché le norme vanno lette: io ho sentito argomenti che non avevano un briciolo di pertinenza con l'emendamento, ma questo non va bene. Ci stiamo abituando ad interventi che nulla hanno a che fare con gli emendamenti: è un costume che io respingo decisamente ! In Aula ci si occupa degli emendamenti e si discutono gli emendamenti: allora, quando si chiede in questo emendamento, con molta chiarezza, di eliminare l'ulteriore limite del tempo congruo per eliminare le conseguenze dannose per i prossimi due anni, si dice una cosa saggia; ma Pag. 19si aggiunge – ed è l'ultima parte di questo tema – che «le disposizioni di cui all'articolo 452-bis non si applicano nei confronti di chi abbia avviato di propria iniziativa procedure di messa in sicurezza, bonifica e ripristino dello stato dei luoghi previste da disposizioni di legge o regolamenti». Credo che si dica un'altra cosa giusta: se io lo faccio di mia spontanea iniziativa, perché deve essere applicato l'articolo 452-bis ?

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Credo che questo sia il tema che va discusso, poi si può approvare, si può respingere, ma questo è un emendamento – per dirla con l'amico Bragantini – di perfetto buonsenso, cioè che serve a dare la chiarezza, l'apertura massima ad atteggiamenti di ravvedimento, che non rispondono a nessuna altra esigenza che rendere la norma penale una norma commestibile. Quindi, discutiamolo, valutiamolo e modifichiamolo, se questo significa fare una legge migliore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie, signor Presidente. Anche io intervengo su questo emendamento per fare un appello. Intervengo su questo emendamento non a caso, perché porta la firma di un collega che viene dalla provincia di Taranto, dalla provincia da cui vengo io, e penso che aver presentato un emendamento a questo provvedimento da parte di un deputato della provincia di Taranto sia estremamente grave, estremamente sbagliato.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  DONATELLA DURANTI. Io voglio ricordare che stiamo parlando di un provvedimento che, finalmente, dovrebbe riuscire a far pagare chi inquina e chi produce danni all'ambiente e, soprattutto, alla salute dei cittadini e delle cittadine. Allora, è con uno sguardo al popolo inquinato della città di Taranto che anch'io mi aggiungo all'appello fatto da altri colleghi perché non si modifichi nulla di questo provvedimento, perché questo provvedimento – come è stato chiesto da più parti, da Libera, da Legambiente, da tante associazioni – non ritorni al Senato...

  PRESIDENTE. Grazie...

  DONATELLA DURANTI. ... perché si possa approvare al più presto e perché, finalmente, si possa determinare un minimo di giustizia nei confronti del popolo inquinato, per esempio, della mia città – della città di Taranto –, che, da anni, aspetta una legge del genere per veder riconosciuto il diritto alla salute e veder riconosciuto il principio del «chi inquina paga» (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Sinistra Ecologia Libertà ha esaurito i tempi. Avendone fatto richiesta, la Presidenza concede un terzo aggiuntivo rispetto a quello originariamente stabilito.

  ALFREDO BAZOLI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALFREDO BAZOLI, Relatore per la maggioranza. Presidente, intervengo solo per rassicurare che la norma sul ravvedimento operoso, che riteniamo uno degli aspetti centrali della legge, è una norma che, così com’è configurata e scritta, a noi pare che funzioni. Funziona perché consente congrui sconti di pena per chi si attivi concretamente per la messa in sicurezza e la bonifica dello stato dei luoghi che sono stati inquinati. Oltretutto, credo che, sebbene sia una norma che si può prestare ad interpretazioni delicate, capisco e comprendo anche alcune preoccupazioni che sono venute da alcuni mondi Pag. 20sull'applicabilità di questa norma. Credo, però, che ci siano dentro le frasi, per come sono state scritte, la possibilità di una interpretazione che consenta un'applicazione elastica e che consenta, quindi, per tutti coloro che si attivano davvero per la messa in sicurezza dei siti inquinati, di potere beneficiare di uno sconto di pena, che così diventa un potente incentivo alla messa in sicurezza e alla bonifica, che è un po’ uno degli obiettivi di questo provvedimento. Per cui, credo che, a differenza di quanto adombrava il presidente Sisto, questa norma, così com’è scritta, sia perfettamente funzionante e funzionale anche agli obiettivi che ci siamo dati. Osservo, inoltre, che il «palleggio» tra Camera e Senato di questo provvedimento può prestarsi anche a qualche abuso, perché abbiamo il paradosso che, su un emendamento che è stato presentato da Forza Italia e approvato al Senato, lo stesso gruppo di Forza Italia ha presentato un emendamento soppressivo di quell'emendamento. Quindi, mi pare che dobbiamo anche stare attenti a non violare il principio di non contraddizione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Verini. Ne ha facoltà.

  WALTER VERINI. Grazie, Presidente. Voglio intervenire semplicemente per cercare, se possibile, di ripristinare un po’ l'ordine e la verità dei fatti. La Camera, qualche tempo fa, con un voto di grande rilievo e di larghissima convergenza, ha approvato un provvedimento – quello che stiamo discutendo – che, per la prima volta nel nostro Paese, dopo lunghissimo tempo e dopo tantissime battaglie, sollecitate soprattutto dall'esterno, da tante forze dell'ambientalismo, finalmente recepiva un'esigenza, quella di introdurre finalmente nel nostro ordinamento i reati ambientali. Un traguardo storico, un traguardo che – lo dico senza nessuna ipocrisia – credo vada ascritto a merito di tutto il Parlamento e non soltanto di chi, come il Partito Democratico o la maggioranza, si è battuto per questo traguardo. Credo che la convergenza registrata alla Camera dimostrava anche la qualità del confronto e la qualità del dibattito. Ho ascoltato adesso, per esempio, il presidente Sisto inserire un ulteriore elemento di discussione su un emendamento che riguarda un tema che è stato sviscerato e discusso in sede di Commissione sia alla Camera sia al Senato trovando delle soluzioni adeguate. Quindi, francamente non mi pare sia il caso, in dirittura d'arrivo, di introdurre ulteriori elementi che possano in qualche modo far venir meno il confronto approfondito che c’è stato in Commissione, anche sul tema del ravvedimento operoso, come ricordava adesso il relatore. Quello che intendo dire, però, è che siamo rimasti colpiti dal fatto che il Senato abbia introdotto, con un emendamento d'Aula – con un emendamento d'Aula, all'ultimo momento, non ponderato adeguatamente, non discusso in Commissione ! –, questo tema della ricerca delle trivellazioni con la pratica dell’air gun. Voglio ricordare che di questo tema non si parlò in prima lettura; nessun gruppo parlamentare inserì questo argomento nella discussione, nella preparazione, nelle audizioni e negli emendamenti.
  Era un tema non considerato, anche perché questa pratica, che viene svolta modalità tecniche diverse, in tutti i paesi ha un dato comune: da nessuna parte è considerata reato. Con quell'emendamento raffazzonato introdotto al Senato noi, unico paese al mondo, dovremmo istituire un reato. Ciò è francamente molto discutibile, per questo credo sia ragionevole accogliere il parere del Governo e del relatore e approvare l'emendamento soppressivo, ma ad una condizione e, tramite lei, mi rivolgo al Governo: che quell'ordine del giorno da noi presentato abbia un seguito. Noi vogliamo che attorno a questa tecnica si facciano al più presto ulteriori riflessioni cercando di impiantare nel nostro paese normative che siano le più vicine possibili a quelle di maggiore tutela ambientale che già vengono svolte ed esercitate. La garanzia che noi chiedevamo e che abbiamo ottenuto è far sì che questo provvedimento se viene, come noi chiediamo, Pag. 21cambiato soltanto in questo punto venga al più presto votato dal Senato. L'impegno che ha preso il Ministro dell'ambiente e anche l'ipotesi che il Presidente del Consiglio ha pubblicamente annunciato, ossia la disponibilità da parte del Governo a porre la fiducia in caso di bisogno, credo rappresenti un segnale che andrebbe raccolto da tutti.
  Chiedo allora – siccome anche le forze di opposizione sanno che questa pratica dell’air gun, come è stato definita non da noi ma da altri, è stata inserita, come sostenuto da qualcuno, come cavallo di Troia per affossare il provvedimento – di togliere questo cavallo di Troia e impegnamoci insieme, anche nella conferenza dei capigruppo del Senato, per calendarizzare al più presto il provvedimento che uscirà oggi dalla Camera e votarlo tutti insieme entro pochissime settimane, entro questo mese, insieme e con merito di tutti lo posiamo fare. Così per la prima volta il nostro paese, senza troppe strumentalità politiche potrebbe dire: abbiamo introdotto finalmente i reati ambientali, diventando un paese più europeo, più civile, più rispettoso non solo dello sviluppo ma anche della tutela ambientale e dell'ecosistema. Questa è la posizione del PD, al di là di polemiche propagandistiche che credo, però, abbiano davvero il fiato corto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piso. Ne ha facoltà.

  VINCENZO PISO. Grazie, Presidente. Con estremo rispetto per chi ha espresso opinioni diverse dalle nostre vogliamo ribadire rapidamente alcuni concetti. Innanzitutto, non ci esalta la logica del vincolo e riteniamo che la politica italiana debba assolutamente uscire fuori da questo atteggiamento provinciale per cui qualcuno ce lo chiede e noi lo facciamo. No ! La politica deve essere in questo avanguardia, deve riuscire a fare le cose a prescindere da quello che altri possono chiedere.
  Non crediamo nella legge che riesce a risolvere tutti i contrasti e tutti i problemi, perché sappiamo bene che la realtà è cosa diversa, se così fosse l'Italia sarebbe il paese migliore al mondo, perché noi legiferiamo in una maniera incredibile, in maniera assolutamente ipertrofica e non mi sembra che i risultati siano eccezionali. Non abbiamo e non crediamo nella logica della sfera di cristallo e non siamo dei dietrologi, per cui sinceramente pensiamo che se il provvedimento verrà qui modificato per cercare di porre rimedio ad una assoluta castroneria riteniamo che possa essere, comunque sia, approvato in Senato, portando a casa un provvedimento che è giusto portare a casa, sul quale però invito poi a monitorare gli eventuali effetti, perché noi stiamo introducendo una serie di fattispecie di reati assolutamente nuovi che vanno confrontati con la realtà per vedere l'effetto che il provvedimento andrà a provocare. Arriviamo alla pietra dello scandalo, l’air gun, sul quale abbiamo sentito i più disparati interventi, poc'anzi il collega Verini ci ricordava che questa pratica non è penalizzata in nessun'altra parte del mondo.
  Ed è come se noi, sulla base di una presunta, potenziale, dannosità di questa tecnica oggi decidessimo di impedire che vengano svolte indagini con i raggi X perché sicuramente dannosi, oppure di bloccare il motore a scoppio perché questo motore produce delle micropolveri che sono cancerogene. Ma di che stiamo parlando ?
  Qualcun altro qui ha detto e pure questo con estremo rispetto, che dietro questo discorso dell’air gun ci sono le multinazionali inglesi che devono investire. Signori, viviamo nell'epoca della globalizzazione dove qualcuno vuole investire in questo paese e vuole fare miliardi di investimenti, il che vuol dire, probabilmente, migliaia di posti di lavoro. Forse su questo dovremmo avere un atteggiamento più aperto, a meno che non vogliamo fare in modo che il nostro paese esca fuori dalla comunità internazionale. Già c’è qualcuno che ci dice che dovremmo uscire dall'Europa, dal mondo, da Marte e chi più ne ha più ne metta. Insomma, cerchiamo di fare pace con noi stessi.Pag. 22
  Allora, cerchiamo di recuperare il buon senso e di portare a casa, il più rapidamente possibile, un provvedimento di cui c’è assoluta necessità, ma facciamolo anche con saggezza (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare NCD-UDC).

  NICOLA MOLTENI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, intervengo per fare alcune considerazioni a nome del gruppo della Lega Nord e Autonomie, anche alla luce delle riflessioni che sono state fatte e alla luce del fatto che questo disegno di legge arriva in terza lettura, quindi per la seconda volta qui all'esame della Camera.
  La Lega Nord e Autonomie non ha osteggiato, non ha ostacolato, non osteggia e non ostacola questo disegno di legge. Riteniamo che la tutela dell'ambiente sia un bene giuridicamente da tutelare, costituzionalmente tutelabile e quindi riteniamo opportuno che questo disegno di legge vada esattamente in quella direzione: tutelare l'ambiente per tutelare il contesto in cui noi viviamo.
  Riteniamo anche opportuno che anche l'ambiente, come bene giuridico fondamentale, vada tutelato anche attraverso lo strumento penale. In questo disegno di legge vengono opportunamente introdotti alcuni reati che vanno a sanare vuoti e lacune che il nostro sistema giuridico aveva.
  Crediamo però che la tutela dell'ambiente non possa essere fatta solo ed esclusivamente attraverso la norma penale, a maggior ragione se la norma penale – il che è emerso dal dibattito anche con grande onestà politica e intellettuale da alcuni esponenti della maggioranza – viene utilizzata non in modo idoneo ed opportuno perché alcune delle fattispecie di reato che qui vengono introdotte, come è stato onestamente detto poc'anzi dal relatore, si prestano all'interpretazione. Ecco io credo che nel momento in cui, anche per tutelare un bene importante come l'ambiente, si utilizzi la norma penale e a più riprese in quest'aula si ripete che anche se la norma non è perfetta l'importante è doverla approvare, se anche la norma non è perfetta, tanto nelle maglie dell'interpretazione c’è anche la chiave interpretativa più favorevole a una posizione piuttosto che all'altra, credo che questo non sia il modo corretto in cui il legislatore è chiamato a legiferare per sanare un vizio, un problema o per porre rimedio a un grave danno come quello ambientale.
  Quindi, la riflessione che noi portiamo e che mettiamo sul tavolo del confronto è evidentemente quella di utilizzare – l'ha detto prima il collega – un po’ di saggezza e di buon senso, di maneggiare con cura la norma penale e il codice penale, che non può essere asservito o declinato in un modo piuttosto che in un altro in base alle esigenze e ai valori di una forza politica del tempo o del contesto in cui viene operato, altrimenti si fanno delle cattive norme e la politica non risponde all'esigenza reale del paese. La politica non deve fare delle norme, la politica deve fare delle buone norme, delle norme utili, che non vadano a svantaggiare alcuni a beneficio di altri. Infatti, è evidente, il problema non l'ha posto ancora nessuno e lo poniamo noi come abbiamo già fatto alla Camera in prima lettura e poi al Senato.
  Attenzione, perché gli effetti negativi di una norma penale rischiano di riversarsi, ad esempio, su degli imprenditori, esattamente su quegli imprenditori a cui il Presidente Renzi ieri si rivolgeva promettendo semplificazione, promettendo meno balzelli, meno lacci, meno lacciuoli. Attenzione che queste norme penali, se scritte male, se le condotte non vengono identificate e tassativamente determinate rischiano di produrre effetti peggiori rispetto a quelli che dovrebbero sanare. Quindi è questa la riflessione che noi portiamo, indipendentemente dalla vicenda air gun o non air gun. Il Ministro è stato chiaro, ha espresso un punto di vista, emerge evidentemente – non l'ha detto nessuno, lo diciamo noi – un dilettantismo da parte del Governo da un lato e della maggioranza dall'altro lato perché nemmeno Pag. 23su questa norma che è tendenzialmente condivisibile da tutto il Parlamento riescono a trovare un punto di caduta e un punto di sintesi condivisibile. Queste sono delle riflessioni che non sono solo delle riflessioni di natura politica da parte della Lega ma credo che siano delle riflessioni dettate unicamente dal buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fico. Ne ha facoltà.

  ROBERTO FICO. Signor Presidente, chiaramente i nostri pareri sugli emendamenti sono tutti negativi perché il dato politico uno e vero che avviene oggi è che l'Italia un'altra volta non avrà nessuna legge sugli ecoreati, che verrà annacquata al Senato e le parole per me, anche del presidente Sisto, sono gravissime perché si usano sempre due pesi e due misure. Quando la legge elettorale arrivò in I Commissione affari costituzionali Sisto non la fece neanche discutere, adesso qui parla di bicameralismo, degli emendamenti che vanno migliorati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È una democrazia a due velocità, è una democrazia con due pesi e due misure. È chiaro che il problema di questo Paese non è il bicameralismo perfetto, ma sono i parlamentari che qui siedono e che sono sudditi di un Governo che decide in nome delle lobby, è questa la pura e unica verità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ed è questo che dobbiamo dire a tutti gli italiani a tutti gli abitanti della regione Campania che per l'ennesima volta questo Parlamento e questo Governo non approverà una legge fondamentale per il Paese. Io vi ringrazio già a nome di tutti i cittadini che in questo momento stanno soffrendo, avanti e coraggio perché alla fine ci riusciremo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Abrignani. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Signor Presidente, scusi se prendo la parola...

  PRESIDENTE. È un suo diritto, onorevole Abrignani.

  IGNAZIO ABRIGNANI. ...per fatto personale perché sono stato citato prima come al solito dall'onorevole Zaccagnini, il quale ogni volta interviene come un cavolo a merenda mettendo in mezzo la geotermia e legando al mio nome la geotermia, cosa di cui io sono molto contento perché ritengo la geotermia non solo un'energia pulita ma un'energia che può ridurre il gap italiano di approvvigionamento all'estero. Noi ne abbiamo, la dobbiamo sfruttare, vi ricordo tra l'altro che non più di un mese fa, anzi, meno di un mese fa, è stata approvata in X e VIII Commissione ambiente una risoluzione votata all'unanimità da tutti i partiti nella quale si promuoveva la geotermia. Sono state fatte dalla maggioranza anche dichiarazioni sulla geotermia come settore strategico rispetto all'energia, è stato detto che questa risoluzione, l'inizio della geotermia in Italia può portare 30 mila posti di lavoro, per cui bene ha fatto il Ministro Galletti a far partire i primi con questo impianto pilota. Se l'onorevole Zaccagnini vuole andare avanti con gli impianti a carbone o con la bicicletta, non so che forma di energia vuole avere, io francamente continuo a dire che la geotermia è un'energia pulita, lo dice Legambiente e soprattutto dà posti di lavoro.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Abrignani. Diciamo che lei ha fatto una dichiarazione di voto, ricordo che gli interventi per fatto personale vanno svolti a fine seduta Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Chiarelli. Ne ha facoltà.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Signor Presidente, penso che quanto poc'anzi ha esposto il collega Sisto ma anche il collega Molteni sulla qualità delle norme effettivamente dovrebbe portare questo Parlamento a fare una riflessione Pag. 24su quello che si vuol fare e sulla sensibilità che alcuni temi hanno, in particolare se serve o meno fare una norma che poi è una legge che poi non consentirà di essere attuata o che abbia delle lacune come quella che oggi stiamo presentando.
  Ho deciso di intervenire perché si fa riferimento alla sensibilità ambientalista, o meglio ancora, da parte di qualche deputato della provincia di Taranto la sensibilità ambientalista si ritiene lesa dalla presentazione di questo emendamento. Vorrei, Presidente, specificare che probabilmente chi ha parlato non ha neanche la cognizione di quello che c’è scritto e probabilmente non comprende e non sa neanche quale sia la differenza tra inquinamento e disastro ambientale.
  Io penso che questo sia l'unico emendamento che consenta veramente e favorisca la bonifica, per cui io ritengo che, prima di lanciare accuse o allarmi, gli emendamenti vadano letti, perché io ritengo – e ho concluso, Presidente – che alla gente interessi più la bonifica che la condanna di chi inquina.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento, all'articolo 8.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, credo che lei pochi minuti fa abbia dato la parola al collega Abrignani espressamente per un intervento a titolo personale e credo che sia anche abbastanza illogico che lei lo abbia fatto intervenire, salvo poi redarguirlo dopo che ha fatto il proprio intervento. Quindi, credo che sia nelle sue facoltà poter intervenire in maniera preventiva e non successiva anche perché, pochi minuti prima, al nostro collega Fico lei, di fatto, ha vietato l'intervento perché non era il momento opportuno, mentre al suo collega di partito Abrignani, probabilmente per l'attinenza delle proprie idee politiche e dei propri contenuti a quello che ha detto, glielo ha fatto fare.
  Noi siamo di un altro avviso: se lei è lì come Presidente della Camera credo che debba attenersi alle regole in generale.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Prendo il suo come un accenno ironico, perché è di tutta evidenza che non era possibile capire in anticipo che l'onorevole Abrignani sarebbe intervenuto non a titolo personale ma per fatto personale; così, allo stesso modo, l'onorevole Chiarelli in questo momento ha fatto una precisazione che avrebbe potuto essere per fatto personale o a titolo personale; di fatto lo si è capito nel corso dell'intervento ed era già trascorsa oltre la metà del tempo. Quindi, la ringrazio per la puntualizzazione, ma francamente non credo che la Presidenza possa essere accusata di parzialità (Commenti della deputata Nesci). Se poi ci sono opinioni diverse. La ringrazio onorevole Nesci. Va bene: apprezziamo anche la sua ironia.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Io posso rassicurare il collega Molteni che di certo non saranno gli imprenditori italiani ad avere benefici dall’air gun e dalle trivellazioni nei mari, ma semmai saranno gli imprenditori che con l'Italia non hanno nulla a che fare se non venire qui, uccidere il nostro terreno, uccidere il nostro sottosuolo e anche il futuro dei nostri figli. Agli italiani non andrà in tasca assolutamente nulla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Detto questo, è impossibile e impensabile sentire le parole, alla mia sinistra, di chi ha fatto collezione di leggi incostituzionali, come il lodo Alfano, approvata in appena venti giorni e dichiarata incostituzionale dalla Corte. È questo il modello di discussione che avete ? Per non parlare dell'atto stalinista o fascista – decidete voi – con cui appunto il presidente Sisto sulla legge elettorale ha rimandato alle Camere... o anche quanto è successo con lo «Svuota carceri», con la «ghigliottina» o con il decreto «IMU-Bankitalia» e così via.Pag. 25
  Allora, distruggete pure tranquillamente il futuro dei vostri figli, ma non prendeteci in giro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colonnese. Ne ha facoltà.

  VEGA COLONNESE. Grazie, Presidente. Io sto parlando per un senso di responsabilità; è lo stesso senso di responsabilità che dovrebbero avere persone che siedono qui da diverso tempo e sono all'ennesima legislatura.
  Io devo parlare in quanto campana, nel senso che io so che cosa succede e che cosa è successo senza l'applicazione dei reati ambientali, senza fare in modo che ci fossero responsabilità.
  Noi, in questo momento – e siamo alla terza lettura e questa è una cosa che ci siamo dimenticati perché sembra che qui stiamo affrontando nuovamente questa discussione – dobbiamo specificare che abbiamo un dovere morale nell'approvazione di questa legge. Noi ce l'abbiamo perché adesso, quando andremo in campagna elettorale in Campania, diremo che faremo qualcosa contro i reati ambientali e io lo devo fare perché devo dire che in Italia in questo momento si consumano gli stessi reati e devono esserci responsabilità per le persone che devastano questi territori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Grazie, Presidente. Approfittiamo di questa sede per spiegare che un miliardo di euro...

  PRESIDENTE. Onorevole Zolezzi, mi perdoni. Chiedo ai colleghi dietro di lei se possono... ecco, grazie. Prego.

  ALBERTO ZOLEZZI. ...un miliardo di euro investito in risparmio energetico dà 18 mila posti di lavoro; in fonti fossili e trivellazioni ne dà 30 volte di meno, circa 500. Chi investe in queste cose toglie lavoro e toglie dignità al nostro ambiente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Per cui, smettiamola, smettiamola di fare queste cose.
  Io ho sentito dare dei fascisti al Governo. Io voglio dire che non sono per niente fascisti, perché quando Renzi è andato negli Stati Uniti non gli è stato detto che era morto Lo Porto, ma gli è stato detto che bisognava togliere la disposizione sull’air gun da questo provvedimento, perché ci sono anche multinazionali statunitensi. Questo non è fascismo, è collaborazionismo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! È questo quello che è ! Dovete capirlo ! Non siete fascisti. State attaccando l'Italia e il nostro ambiente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Comunque, oggi ci avete spiegato un altro ossimoro. Dopo Partito Democratico, c’è un altro ossimoro: Galletti Ministro dell'ambiente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Voglio fare due precisazioni: innanzitutto rispetto al collega Chiarelli, che dice che ai cittadini interessa di più la politica piuttosto che la condanna di chi inquina, che è una grande bestemmia...

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. La bonifica !

  ALFONSO BONAFEDE. Ah, interessa di più la bonifica ? E invece no, perché alla gente interessa che chi inquina venga condannato (Commenti del deputato Chiarelli)...

  PRESIDENTE. Per favore, onorevole Chiarelli...

  ALFONSO BONAFEDE. ...perché il grave torto è che questo partito...

Pag. 26

  PRESIDENTE. Onorevole Bonafede, aspetti un secondo. Si rivolga alla Presidenza.

  ALFONSO BONAFEDE. Presidente, mi sto rivolgendo a lei...

  PRESIDENTE. Colleghi, state buoni.

  ALFONSO BONAFEDE. ...cosa devo fare per rivolgermi alla Presidenza (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Un momento, per favore.

  DAVIDE CRIPPA. Ma dove vivi ? Sei indecente !

  PRESIDENTE. Onorevole Crippa, stia al suo posto (Commenti del deputato Colletti). Onorevole Colletti, stia buono anche lei, su ! Prego, onorevole Bonafede, può continuare.

  IVAN DELLA VALLE. Sei particolarmente antipatico, oggi. Ci siamo svegliati con l'antipatia !

  ALFONSO BONAFEDE. Il punto è, Presidente...

  PRESIDENTE. Onorevole Della Valle, non mi costringa a richiamarla. Prego (Commenti del deputato Della Valle)

  PRESIDENTE. Onorevole Della Valle, io la richiamo ! Prego, onorevole Bonafede.

  ALFONSO BONAFEDE. Presidente, se posso iniziare. Ormai non sono più al punto in cui chiedo di continuare, ma chiedo se posso iniziare il mio intervento.

  PRESIDENTE. Dipende anche dai colleghi del suo gruppo (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ALFONSO BONAFEDE. Dipende da lei, Presidente (Commenti del deputato Crippa)...

  PRESIDENTE. Onorevole Crippa, non mi costringa a richiamarla...

  ALFONSO BONAFEDE. ...e dipende dai colleghi del suo gruppo che continuano a urlare mentre io sto parlando (Proteste dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente)...

  PRESIDENTE. Onorevole Bonafede, le ho chiesto appunto di aspettare, per far calmare la situazione. Adesso può continuare. Non sta gridando nessuno: gli unici che stanno gridando sono i colleghi del suo gruppo, che se si siedono e stanno zitti fanno una cortesia a lei, che sta parlando. Prego.

  ALFONSO BONAFEDE. Secondo il collega Chiarelli alla gente interessano le bonifiche piuttosto che la condanna, che è una bestemmia, perché i cittadini vogliono sapere che comportarsi onestamente ha importanza per lo Stato e per il Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e chi non si comporta onestamente, chi inquina, non può dire: «Scusate mi ero sbagliato. Adesso provvedo alla bonifica» e si sottrae così alla punizione dello Stato e del Governo, perché chi ruba deve pagare.
  Io capisco che in questa Camera questo è un concetto scomodo. Chi ruba deve pagare, fine del discorso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Chiarelli 1.14, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Provate a votare, intanto, e aspettiamo che tutti arrivino, sennò vi chiamiamo tutti. Su, colleghi, anche veloci a prendere posto. L'onorevole Colonnese è riuscita a votare...no. Onorevole Da Villa, provi a votare. Neanche Sorial riesce a votare. Pag. 27Piepoli. Onorevole Sorial, perfetto. Altri ? Giacomoni. Matarrelli non riesce a votare. Ci siamo ? Marazziti, Marantelli; altri che cominciano per «mara» ? Lavagno. Onorevole Marazziti, è riuscito a votare ? Onorevole Marazziti, raggiunga il suo posto, che forse è più facile.

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  445   
   Votanti  427   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato
  40    
    Hanno votato
no  387).    

  Passiamo all'emendamento Sarro 1.18. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarro 1.18, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Adornato, Romele, Palma, Colletti, Mauri, Gigli, Stumpo, Lattuca, Sorial, Luciano Agostini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  443   
   Votanti  441   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato
  41    
    Hanno votato
no  400).    

  Passiamo all'emendamento Sarro 1.15. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro.

  LUCA SQUERI. Signor Presidente, se avete notato, questi emendamenti, anche quello precedentemente votato, in realtà, sono la riproposizione nel contenuto degli emendamenti bocciati e presentati dall'onorevole Chiarelli. Emendamenti che non hanno nessuna prospettiva di ostacolare questa proposta di legge, piuttosto che non chiedere la condanna per chi mette in atto reati ambientali, ma in realtà sono emendamenti che mirano a far sì che la formulazione di questa norma possa rendersi applicabile nella misura premiale, cioè senza restrizioni temporali, che invece al Senato sono state introdotte. Per cui sono emendamenti assolutamente positivi rispetto al fine che questa legge si pone e dichiaro di ritirarli non perché non li ritenga validi, ma perché già bocciati. Auspico che il Governo possa approvare ordini del giorno che vadano a sostituire, perlomeno in prospettiva, il contenuto degli emendamenti stessi.

  PRESIDENTE. Onorevole Squeri, quindi gli emendamenti Sarro 1.15 e 1.16 si intendono ritirati a questo punto ?

  LUCA SQUERI. Anche il successivo emendamento Sarro 1.16.

  PRESIDENTE. E l'emendamento Sarro 1.17  ? Quello resta ?

  LUCA SQUERI. L'emendamento Sarro 1.17 resta.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Dambruoso 1.10, Sarro 1.17 e Piso 1.13.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Lello. Ne ha facoltà.

  MARCO DI LELLO. Signor Presidente, io ho ascoltato e ho aspettato che si arrivasse a questo punto per intervenire, per dire che davvero anche noi Socialisti consideriamo un errore questo cambiamento di parere del Ministro, sotto molti, forse troppi, punti di vista. Intanto – lo dico al Ministro e alle forze di maggioranza – c'era un accordo in maggioranza e non solo perché non si modificasse il testo e oggi a questo accordo si viene Pag. 28unilateralmente meno. Questo non va bene. Devo dire che mi dispiace – mi dispiace anche per il Ministro – cui va la nostra amicizia, che si rompa l'accordo proprio su questo punto. Infatti, ci sarebbe da discutere: io avrei voluto ragionare su quel «abusivamente» introdotto al Senato, ad esempio; avrei ragionato su come renderla più stringente questa proposta di legge. Ma, avendo condiviso tutti la necessità di dotare il nostro Paese di una normativa specifica sul punto, si è scelta una strada, e oggi c’è un cambiamento di opinione repentino, francamente, per quanto ci riguarda, ingiustificato. Si elimina una norma che, invece, affronta una questione vera e, accogliendo l'emendamento, questa questione vera resterebbe, comunque, non normata, con tutto quello che ne può derivare. Si offre l'impressione, inoltre, di rispondere a chissà quali interessi estranei a quest'Aula e si finisce con il bloccare un testo che, invece, era ed è in dirittura finale, con almeno vent'anni di ritardo. Un testo che, appunto, mi pare essere larghissimamente condiviso dentro e fuori quest'Aula, almeno ufficialmente.
  Perciò, davvero, sono io a fare appello al Ministro e al relatore perché si cambi nuovamente il parere. D'altra parte, il Governo ha uno strumento per intervenire rapidamente, che ci dà molta più fiducia rispetto a una rapida approvazione da parte del Senato, perché conosciamo la composizione e le difficoltà dell'altra Camera. Vi è un decreto-legge: il Governo può intervenire subito dopo, emendando nella parte che ritiene, assumendosene la responsabilità. Credo che questo sia l'unico modo per togliere alibi a quanti, e temo non siano pochi, dentro e ancor più fuori da quest'Aula, sperano che, in realtà, questo provvedimento non venga mai approvato (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Segoni. Ne ha facoltà.

  SAMUELE SEGONI. Grazie, Presidente. Anche io ho atteso di arrivare qui, al nodo cruciale su cui si è sviluppato anche il dibattito precedente, cioè il famigerato emendamento sull’air gun. Prima, però, volevo inquadrare il problema generale, che è quello che, se si va a modificare anche soltanto relativamente a questo articolo, si rimanda tutta la proposta di legge al Senato, dove temiamo che si possa arenare. È vero che il Ministro ha dato delle rassicurazioni, però è vero anche che la proposta di legge si potrebbe arenare nonostante la sua volontà. D'altronde, sappiamo che al Senato il Governo ha numeri non così granitici; quindi, temiamo le sabbie mobili del Senato.
  Entrando nello specifico della questione, nel merito di questo emendamento, esso cerca di eliminare, di espungere un intervento del Senato che vieta l’air gun e le altre tecniche esplosive; un intervento normativo molto grossolano, questo, che avvalora l'ipotesi che si tratti semplicemente di un cavallo di Troia per permettere il rimpallo all'infinito o l'insabbiamento al Senato.
  Dico «grossolano» perché vengono citate, oltre all’air gun, tutte le tecniche esplosive; quindi, si fa di tutta l'erba un fascio, senza andare ad individuare i sistemi più o meno invasivi. Non si fa riferimento alle esistenti linee guida, che permettono di minimizzare gli impatti sulla fauna ittica. È vero che si circoscrive la norma soltanto alla ricerca di idrocarburi, però non vorrei che poi si aprissero le porte anche ad altri impieghi. Ricordo che le indagini geofisiche non servono soltanto per la ricerca petrolifera: servono anche per studiare come è fatto il sottosuolo, ad esempio possono essere applicate per la ricerca sui terremoti o per il rischio di tsunami. Una cosa che in Italia si ignora è che gran parte delle coste meridionali sono a rischio tsunami; sarebbe bene indagare in questo senso.
  La soluzione di Alternativa Libera è quella di lasciar correre liscio tutto il provvedimento perché diventi legge. L'Italia ha bisogno di una legge sui reati ambientali e, casomai, se si vuole andare ad intervenire – se si vuole andare ad intervenire – su questo aspetto specifico, Pag. 29noi abbiamo presentato un ordine del giorno in cui il Governo si potrebbe impegnare ad andare a fare queste piccole modifiche.
  Quindi, il ragionamento sta in piedi anche al contrario: lasciamo correre, affossiamo questo emendamento, che rischia di bloccare l'iter, e poi vi è un ordine del giorno con cui il Governo può parimenti impegnarsi ad andare a migliorare in futuro (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pili. Ne ha facoltà.

  MAURO PILI. Grazie, Presidente. Il Ministro Galletti, il 6 marzo di quest'anno, in un'intervista radiofonica, ha dichiarato: «non sarà modificato il provvedimento sui reati ambientali» (Applausi della deputata Pellegrino). Alla domanda del giornalista: «ma è sicuro che Confindustria non interverrà per farlo modificare ?», Galletti risponde: «il provvedimento sarà approvato così».
  Ecco, colleghi, oggi non è il problema di air gun sì o no: il problema è se questo Governo ha l'autorevolezza politica per governare il Paese (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Misto-Alternativa Libera). Un Ministro che viene condizionato da poteri forti, che cambia totalmente la sua opinione, la ribalta e la fa ribaltare a colleghi che stimo da sempre, facendo parte da sei anni della Commissione ambiente. Per esempio, il presidente Realacci, che ha dichiarato: «non bisogna toccare questo provvedimento».
  E il Ministro è contraddittorio in quello che afferma – sostanzialmente contraddittorio –, perché si dimentica che l'unico organo tecnico a cui lui deve rispondere è la commissione di valutazione di impatto ambientale, la quale ha detto che nell'area E, a nord-est della Sardegna è posizionata un'area...

  PRESIDENTE. Concluda.

  MAURO PILI. ...che è stata dichiarata assolutamente violata e che è assolutamente inaccettabile che possano essere svolti lì quelli che vengono definiti esperimenti di air gun, dannosissimi per l'ambiente. Questo è un voto, il mio voto contrario, a un provvedimento che guarda soltanto ai poteri forti.

  PRESIDENTE. Saluto studenti e insegnanti dell'Istituto comprensivo statale Galluzzo, di Firenze, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, ricordo che qualche giorno fa imperversavano sul web le foto e le immagini dei deputati di tutti i partiti con un cartello davanti che diceva che bisognava approvare questo provvedimento senza modificarlo. Tra i diversi esponenti politici che esponevano questo cartello, tra i più rappresentativi, c'era il presidente Realacci. Molti altri colleghi della Commissione ambiente, del Partito Democratico esponevano questo cartello: l'impegno di fronte al Paese e di fronte ai cittadini di approvare finalmente questo provvedimento senza modifiche.
  E credo che i colleghi siano stati coerenti, tanto è vero che il Comitato dei nove e il relatore sono venuti qui esprimendo parere negativo sull'emendamento che sopprimeva la norma che vieta l’air gun. Il Governo no. Questo Governo si caratterizza sempre di più con quella caratteristica al rovescio: c'era re Mida che trasformava tutto in oro, invece questo Governo riesce a trasformare tutto quello che tocca in una mezza schifezza, anche questo provvedimento importante, fondamentale, che tutti quanti attendono, che il Paese attende, quel Paese dell'Eternit, quel Paese dell'inquinamento dell'Ilva, quel Paese delle discariche a cielo aperto, di Bossi, delle infrazioni europee. Quel popolo inquinato, che ha rivendicato i suoi diritti in questi anni e ai quali tutti voi vi richiamate – lo dico anche al Ministro Galletti –, quel popolo chiede finalmente che ci sia anche in Italia una legge per i Pag. 30delitti ambientali, una legge contro gli agro-reati, chiede che finalmente anche questo Paese la possa avere (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
  E arrivati alla fine voi che fate ? Subordinati agli interessi dei petrolieri, di quelli che vogliono sfracellare ancora di più il nostro territorio, di quelli che vogliono trivellare nelle aree protette marine, di quelli che vogliono trivellare dappertutto senza alcuna utilità per il nostro Paese, subordinati a questi interessi, voi venite qui e, nonostante i vostri impegni pubblici, volete cambiare il provvedimento, con il rischio che non sarà mai più approvato, con il rischio che torna al Senato e rimane impantanato nell'ingorgo istituzionale di quella Camera, del Senato.
  Ecco, queste sono responsabilità che voi avete. E siccome le responsabilità sono personali, individuali, i colleghi deputati del Partito Democratico devono avere il coraggio di dire «no» a questa ennesima provocazione del Ministro Galletti, che è una brava persona – io non ho dubbi in merito –, ma che in materia di ambiente veramente non c'entra nulla. Non ha il linguaggio, non ha la cultura e anche le sue dichiarazioni sull’air gun lo dimostrano ampiamente.
  Ebbene, dovete avere il coraggio di dire «no». Dovete avere il coraggio di rivendicare il diritto del popolo italiano, del popolo inquinato. Io penso che è per questo che le responsabilità politiche di chi votasse conformemente al parere del Ministro sarebbero gravissime nel nostro Paese. Abbiamo un'opportunità. Abbiamo chiesto anche il voto segreto su questa votazione. Ed è per questo – spero – che finalmente il Parlamento e la Camera dei deputati possano avere un sussulto di dignità e ricordarsi che i deputati devono stare dalla parte del popolo e non dalla parte dei padroni (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Massa. Ne ha facoltà.

  FEDERICO MASSA. Presidente, credo che in questo dibattito occorra innanzitutto ristabilire un principio di verità: il Partito Democratico considera essenziale l'approvazione della legge sui reati ambientali. Si è battuto per questo, e in quest'Aula ha assunto e ribadisce l'impegno politico, insieme al Governo, di pervenire all'approvazione di questa legge entro brevissimo tempo, entro il mese di maggio, come ha detto il Presidente del Consiglio, al Senato. Ciò non può e non deve impedire un serio dibattito sul merito delle questioni. Io credo che c’è solo una cosa che si avvicina, come rischio grave per la democrazia italiana, all'inquinamento dell'ambiente, ed è l'inquinamento del dibattito politico. È falso sostenere che, sopprimendo quell'emendamento, noi vogliamo ripristinare la possibilità di quel tipo di ricerche nel sottosuolo marino. Noi riteniamo che quella norma, per come è scritta, sia una norma sbagliata e la responsabilità democratica di questo partito e di questi parlamentari si esprime, quando c’è e se c’è una polpetta avvelenata, nel non ingoiare la polpetta avvelenata e nel ripristinare un testo normativo che abbia un senso. Il comma di cui noi oggi chiediamo la soppressione – e io credo che il gruppo del Partito Democratico voterà compattamente la soppressione – è una norma priva di senso, è una norma sbagliata, perché sanziona penalmente una specifica tecnica di ricerca, aprendo così lo spazio a una possibile interpretazione che è esattamente l'opposto, cioè che sia possibile tutto quello che non è vietato, cioè, al limite, che siano possibili attività invasive che non rientrano in quelle stupidamente, se mi è consentito, vietate da quella norma scritta in maniera pedestre.
  Allora, la responsabilità di questo Parlamento e di questi parlamentari, cari colleghi del gruppo MoVimento 5 Stelle, cari colleghi del gruppo Sinistra Ecologia Libertà, è fare buone leggi per rispondere in modo ragionevole a quella che è un'esigenza che noi ribadiamo essere presente e per la quale rafforziamo il nostro impegno. Questa è una legge che introduce nel Pag. 31nostro Paese i delitti in materia di reati ambientali, sottraendoli alla tagliola dei reati contravvenzionali, ai limiti dei reati contravvenzionali. Noi la approveremo al Senato perché noi siamo convinti che il Parlamento italiano non deve fare leggi che accompagnino la facile demagogia su un argomento come questo, ma deve fare buone leggi che siano capaci veramente di contrastare fenomeni che tutti noi vogliamo combattere e vincere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie Presidente, con questi identici emendamenti si vuole sopprimere il divieto, sanzionato penalmente, di una tecnica di ispezione dei fondali marini e la ricerca di risorse nel sottosuolo con aria compressa. Abbiamo visto tanti parlamentari dei più vari schieramenti andare in piazza con le associazioni ambientaliste e impegnarsi per approvare la legge senza cambiare una virgola. Sono state spese parole dal Ministro, dai presidenti delle Commissioni, che hanno promesso, appunto, che questa legge sarebbe stata approvata in questo modo. Non solo noi aspettiamo una legge sui reati ambientali da più di vent'anni, ma aspettiamo anche altre leggi che possano sanzionare comportamenti che per dieci denari distruggono e stuprano il nostro territorio. La vita nel mare è la vita nostra. Con i pesci noi ci mangiamo. La fauna ittica e la fauna terrestre sono sostanzialmente la vita.
  E togliere la vita in questo Paese significa togliere il futuro a migliaia e migliaia di lavoratori che svolgono questo lavoro nei mari e che svolgono svariati lavori nel bellissimo ambiente che ci ritroviamo nella nostra nazione. Ma sono state spese parole assolutamente sbagliate non solo sull'iter legislativo di questa norma, ma anche sul merito. Perché ? È stato detto che questa sanzione penale, introdotta e proposta al Senato da Forza Italia, è indefinita. Colleghi, vorrei ricordarvi che abbiamo appena approvato un decreto antiterrorismo, con norme e sanzioni penali che vanno oltre i vent'anni di reclusione, con norme assolutamente indefinite e poco trasparenti; abbiamo tre quarti della legislazione sul terrorismo che è assolutamente indefinita con la galera. Qui stiamo parlando fino a tre anni di reclusione e voi mi venite a dire che questa norma, che scientificamente, tecnicamente è comprovata e definita, dovrebbe essere indefinita ? Questo non è assolutamente vero, questo è un rischio che vi prendete voi. Si dice che nella norma non c’è l'evento, viene sanzionata solo la condotta: è un altro giudizio assolutamente sbagliato. Questo è un reato che deve rimanere con una sanzione solo alla condotta semplicemente perché provare la possibilità dell'evento è per sua natura impossibile, come ad esempio andare a verificare effettivamente la morte di un pesce o il fatto che un branco di pesci non possa rientrare nelle rotte migratorie dopo essere stato stordito da quest'aria compressa. Quindi, va sanzionata la tecnica in sé ed è per questo che questa norma va bene così (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  E poi, per finire, le parole del Ministro Galletti sulle prescrizioni, sul principio di precauzione, che sono menzogne che ha riferito all'Aula. Ma voi vi immaginate le multinazionali, che vengono da fuori e che già devastano il nostro territorio per pochi denari, rispettare prescrizioni e tempistiche dei mari dove non c’è assolutamente alcun controllo da parte della nostre autorità e dove non c’è assolutamente nessuna disciplina, ve le immaginate che rispettano queste prescrizioni ? Queste sono fandonie raccontate all'Aula, perché questi fanno quello che gli pare e non sono mai puniti: è questa la verità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Parole che vengono – visto che in Germania sono stati il Ministro dell'ambiente e la Cancelliera Merkel e il vicecancelliere Gabriel – parole che vengono da un Ministro Galletti messo lì per una quota, da un Ministro che è contro l'acqua pubblica, quindi contro i referendum, che è un Pag. 32Ministro che voleva portare il nucleare e le centrali nucleari in regione Emilia Romagna ed è Ministro dell'ambiente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! È Ministro dell'ambiente ! Una persona che in altri Paesi avrebbe fatto giusto il commercialista qual è, non il Ministro dell'ambiente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole Ferraresi però, c’è un clima di rispetto che...

  VITTORIO FERRARESI. Ho detto che è un commercialista: lui è un commercialista.

  PRESIDENTE. Sì, sì, la critica politica va bene, cerchi di mantenere anche un minimo di rispetto...

  ROBERTO FICO. Bravo ! bravo !

  PRESIDENTE. Grazie onorevole Fico, porti rispetto alla Presidenza (Commenti del deputato Fico). Onorevole Fico, la richiamo all'ordine. Prego, onorevole Ferraresi.

  VITTORIO FERRARESI. Mi scuso con i commercialisti se ho offeso la categoria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti) perché ha sempre portato interessi che con il nostro Paese non hanno nulla a che fare, interessi di imprenditori e di lobby che non rispondono a nessuno, anzi sono i Governi che rispondono alle lobby: il Governo di Obama, il Governo del Presidente Renzi. Bene, allora, parafrasando un detto pellerossa, credo che veramente ci dobbiamo rendere conto di quello che stiamo facendo, perché noi possiamo anche abbattere tutti gli alberi, inquinare il mare dove vive la nostra fauna ittica, uccidere e pescare tutti i pesci, inquinarli e disorientarli, ma ricordatevi, signori, che con il denaro non si mangia, e non mangeranno i vostri figli e i vostri nipoti su questa Terra che dovranno vivere per i prossimi cinquanta, cento, duecento anni. Ricordatevi di questo momento, perché loro si ricorderanno di voi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capelli. Ne ha facoltà.

  ROBERTO CAPELLI. Signor Presidente, io ho già espresso pacatamente e con un linguaggio mi sembra abbastanza civile il mio parere sull’air gun, e credo che male faccia chi esprime la stessa contrarietà utilizzando la denigrazione o l'offesa personale, anche perché non aiuta ad avere più consensi da chi ancora, magari, è indeciso sul da farsi. Credo che questo non sia un buon modo di confrontarsi nel merito e vorrei continuare, invece, il confronto di merito, soprattutto, relativamente a quanto non condivido, agli argomenti portati da alcuni colleghi.
  Prima di tutto, con questo provvedimento non si criminalizza la tecnica dell’air gun, che può essere utilizzata, ovviamente, come è già stato detto, anche per altri tipi di intervento, di studi scientifici. Quindi non è un divieto dell'utilizzo del sistema air gun nel suo complesso, ma dell'utilizzo della ricerca del petrolio, di idrocarburi nel sistema marino.
  Si è detto quali possono essere le conseguenze nei confronti della flora e della fauna acquatica, ma non si è detto di tutte le ripercussioni che questo sistema ha, se applicato anche all'impresa della pesca, perché, ovviamente, tutti i passaggi della fauna acquatica vengono deviati e si modifica il sistema della pesca. Questo è avvenuto, per esempio, nell'utilizzo del sistema air gun di ricerca nelle coste orientali della Sardegna: è già avvenuto, non abbiamo necessità di fare grandi ricerche. Si sono costruiti dei sistemi dannosi per quell'impianto lì.
  Altra cosa. Mi chiedo: i colleghi che hanno portato argomentazioni come l'eccesso di ascrivere a reato penale il danno ambientale. Ma io mi chiedo: voi pensate davvero che una semplice norma contravvenzionale possa, in qualche modo, preoccupare le multinazionali miliardarie del Pag. 33sistema petrolifero ? Credo che una multa di 200, 300, 400, 500 mila euro o, anche di qualche milione di euro, non possa, in qualche modo, spaventare queste grandi aziende nell'utilizzo di pratiche definite illecite per la ricerca e per lo sfruttamento dei bacini petroliferi o degli idrocarburi.
  Cosa dite di questa notizia ? È di qualche settimana fa. La procura di Sassari arresta due dirigenti e interdice tre manager per sversamento in mare di olio e il 22 aprile sciopero generale di tutti i dipendenti; arrestati per la centrale E.On in Sardegna, inquinamento nel paradiso di Stintino. Voi pensate che tutto questo possa essere ripagato da un sistema, da un'applicazione contravvenzionale per quello sversamento di olio (Applausi della deputata Pellegrino) ? Pensate che quel sito possa essere recuperato in un paradiso terrestre che vive di turismo e che non potrà essere riutilizzato in questa stagione ?

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  ROBERTO CAPELLI. Pensate che qualcuno possa essere contravvenzionato per questo ? No, colleghi. Io credo che ci vogliano determinazioni e pene durissime, perché colpire l'ambiente è colpire l'uomo e far mancare i principi di sussistenza basilari per l'uomo, per noi, per i nostri figli per chi verrà dopo di noi (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia - Centro Democratico e della deputata Pellegrino).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tancredi. Parla l'onorevole Pagano: prego, onorevole Pagano, ne ha facoltà.

  ALESSANDRO PAGANO. Presidente, l'emendamento Piso 1.13 che abbiamo sostenuto fin dall'inizio ci conferma, dopo questo dibattito, che abbiamo fatto bene a presentarlo.
  Non era soltanto un buon emendamento legato alla comprovata positività scientifica in quanto tale e confermata a più livelli, ma anche perché, mi pare che il dibattito non abbia sortito un effetto tale da farci convincere che eravamo dalla parte del torto. Abbiamo ascoltato argomenti fra i più diversi che proverò a sintetizzare: cultura del sospetto, come se il Governo o chissà chi fosse interessato a qualcosa di «proprio», quando in verità si doveva parlare soltanto di interessi autenticamente nazionali, autenticamente legati al fatto occupazionale e di sviluppo.
  Abbiamo sentito anche argomenti dalla futilità più assoluta: «la legge non raggiungerà mai la sua approvazione definitiva e sarà insabbiata», è stato detto, quando mi pare di poter dire – saranno le dichiarazioni di voto finale a dichiararlo – che, invece, tutte le garanzie perché il provvedimento venga approvato ci sono, e ci sono affinché venga approvato in tempi rapidi.
  Questo è un provvedimento che tutti dicono di aspettare da anni, da decenni, e non penso che quindici giorni di differenza possano segnarne negativamente l'iter.
  Infine, c’è un ultimo aspetto, che è di ordine culturale e sociale, e per il quale mi rendo conto che probabilmente potrò aizzare elementi interiori, visto che questo aspetto è fortemente presente in quest'Aula. C’è da parte di molti la volontà di tornare all'età della pietra. È evidente, non ci sono altre spiegazioni ! Se si entra nel merito, basti pensare quante cose di uso comune, anche sanitarie potenzialmente facciano male e tuttavia vengono utilizzate con le opportune tecniche (per esempio raggi x, ma potremmo fare centinaia di esempi di questo genere). È evidente che occorre una capacità di saper ben tenere, sotto un profilo tecnico e scientifico, questi rischi e produrli a vantaggio dell'uomo stesso. Di fatto, realizzare un vantaggio antropologico da quello che in potenza o in origine poteva essere un rischio.
  Tutto questo si traduce con una parola sola: si chiama sviluppo, si chiama ricchezza, si chiama sana economia, si chiama sviluppo sostenibile, esso consente all'uomo di poter realizzare una crescita, che consente all'uomo di potere avere dei vantaggi economici e avere quindi, proprio per questo motivo, un vantaggio complessivo Pag. 34nei confronti della comunità. Per cui, oggi, grazie alla ricchezza economica c’è la possibilità di studiare, c’è la possibilità di accrescere le proprie convinzioni, di poter avere anche la convinzione dei propri diritti, perché la coscienza dei diritti deriva proprio dalla ricchezza economica. Solo che se c’è ricchezza si ha questa consapevolezza. Se c’è povertà, c’è anche povertà culturale, c’è anche la non consapevolezza dei propri diritti e quindi, proprio per questo motivo, si ha una involuzione della società. La grande differenza – e concludo, lo sguardo è eloquente –, la chiave di lettura di questo emendamento sta nel fatto che poi, alla fine, ci sono Paesi che qui vengono citati regolarmente come modelli di sviluppo (Gran Bretagna, Giappone, eccetera) che hanno non solo l’air gun ma anche le centrali nucleari, e, dall'altra parte, ci sono quei Paesi come il nostro che, in nome di un ipotetico contenimento di tutto questo, producono stallo e decrescita. Paese che si avvia alla decrescita felice, è quello che taluni in quest'Aula vogliono sostenere e a cui noi ci opporremo per sempre (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Prego, Ministro.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Cerco di ripetere, signori deputati e signor Presidente, le valutazioni – mi auguro con maggior fortuna – che ho già espresso al Senato su questo punto e sul rapporto tra questo punto ed il provvedimento nel suo insieme. Credo di poter rivendicare un certo impegno, una certa costanza e determinazione, nel lavoro per l'approvazione di questo provvedimento, prima come Ministro dell'ambiente e poi come Ministro della giustizia. Attribuisco a questo provvedimento un valore storico per le politiche ambientali. Si è parlato in quest'Aula di poteri forti: non so se in questo Paese residuino ancora poteri forti; ci sono sicuramente interessi legittimi che si manifestano. Questo provvedimento non piaceva, a prescindere dall’air gun, a molti di quei portatori di interessi.
  Per dirla con le parole dell'onorevole Zaratti: non piaceva quel provvedimento, a prescindere dall’air gun, ai padroni. Questo non ci ha impedito di andare avanti nell'approvazione, perché lo ritenevamo essenziale per la tutela di un bene fondamentale come è quello dell'ambiente. In questo senso respingo al mittente le accuse di assenza di autonomia di valutazione da parte del Governo. Tuttavia, nel momento in cui iniziammo a lavorare nella predisposizione di questo provvedimento, lo ricorderanno i parlamentari che fanno parte della Commissione Ambiente, decidemmo quale era il perimetro di azione rispetto al quale volevamo intervenire. Decidemmo che si voleva riformare la disciplina dei reati ambientali dell'attività più strettamente connessa all'inquinamento da attività industriali, escludendo un'altra serie di interventi che normativamente sarebbero stati e sono ancora possibili, ma che in qualche modo avrebbero appesantito ulteriormente il provvedimento e avrebbero reso ancora più complicata la conquista di un obiettivo politico importante come quello che stiamo cercando di raggiungere.
  Vorrei dire, lo dico a tutti i gruppi presenti in Parlamento, tutti quelli che hanno votato nel corso del primo passaggio in questa Aula questo provvedimento, che non solo considero ragionevole questa impostazione, ma devo sottolineare come essa fosse anche condivisa, perché altrimenti l'emendamento sull’air gun non sarebbe stato introdotto al Senato, ma sarebbe emerso alla Camera se si riteneva che il provvedimento era incompleto se si fosse ritenuto che il provvedimento era incompleto senza affrontare quel tema. Invece, si valutò comunemente che quello doveva essere il perimetro e quello doveva essere l'ambito di azione, dopodiché è emerso a sorpresa un emendamento, che qualcuno ha definito una polpetta avvelenata. Personalmente voglio escludere le cattive intenzioni di chi lo ha proposto, ma Pag. 35quell'emendamento non solo era estraneo rispetto alla materia che fino a quel momento era stata trattata, ma anche per tecnica normativa, mi si consenta una valutazione da questo punto di vista, era decisamente di qualità inferiore rispetto all'impianto e all'insieme delle norme che sono contenute nel provvedimento. Era decisamente di qualità inferiore perché quando decidemmo di affrontare solo una parte del tema delle sanzioni rispetto a chi aggredisce l'ambiente valutammo anche che – io non credo di essere soggetto ad un'accusa di particolare simpatia per l'attività di trivellazione, nella mia attività di ministro dell'ambiente ho usato grandissima cautela nelle autorizzazioni e ho lavorato quanto più possibile per estendere le aree marine protette – intervenire nella disciplina su questo punto aveva due presupposti necessari. Un raccordo serio con la normativa europea, perché è inutile disciplinare le trivellazioni a qualche metro dalle acque territoriali e poi scoprire che dalle altre parti si utilizza una disciplina completamente diversa. Valutare poi come intervenire in questo ambito senza mettere in pericolo la possibilità di realizzare attività di ricerca.
  L'emendamento, così come è stato approvato al Senato, non affronta nessuno di questi due punti. Non soltanto sanziona un tipo di modalità di trivellazione, ma paradossalmente lascia potenzialmente forme di trivellazione ancora più impattanti e più invasive rispetto a quelle dell’air gun, perché era un emendamento mirato che non aveva alcuna ambizione di disciplinare complessivamente l'attività di trivellazione, ma semplicemente quella di fare uno spot che aveva caratteristiche, consentitemi, prevalentemente elettoralistiche nella migliore delle ipotesi.
  Ora, io penso che un tema così serio non si affronti in questo modo, credo che il Governo debba complessivamente, anche in sede europea, lavorare per una disciplina cogente su questo fronte; che si debba affrontare questo tema in modo organico, ma non è questo il modo, come ha ricordato anche l'onorevole Massa, in cui si deve intervenire su un tema così delicato.
  Voglio concludere ricordando che il Governo ha assunto un impegno, ed io ho atteso quell'impegno anche per dare una valutazione su questo emendamento, perché qualora non vi fosse stato quell'impegno avrei anche potuto ritenere che questo sfregio ad un lavoro, secondo me, molto importante poteva anche essere accettato.
  Ho ritenuto, invece, che alla luce dell'impegno del Presidente del Consiglio – a cui possiamo rimproverare tutto, ma non di non mantenere l'impegno di far approvare le leggi, visto che quando si assume un impegno in quella direzione questa cosa la fa –, alla luce di quell'impegno, io considero che noi stiamo facendo un'operazione che ci consente di fare uscire da qui un testo davvero all'altezza delle aspettative e anche di fare una discussione sul tema della trivellazione che sia davvero all'altezza delle aspettative. Quel tema che deve contemperare le esigenze dell'ambiente, come quelle riguardanti la ricerca e l'approvvigionamento energetico, il che non può essere risolto attraverso una deriva panpenalistica e un intervento che riguarda soltanto un tipo di attività.
  Da questo punto di vista io credo che il Parlamento, cancellando quella macchia, riporta a sé la possibilità di intervenire in modo organico su una materia così importante e vitale per il destino del paese e anche per la tutela dell'ambiente. Per questo, rinnovo l'invito a una modifica che vada in quella direzione anche alla luce di un impegno che è anche il mio – forse, diciamo così, particolarmente il mio – a far sì che questa legge, nel suo insieme, sia approvata al Senato dando così la risposta a un tema che da troppi decenni non è stato affrontato e risolto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  SALVATORE MICILLO, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SALVATORE MICILLO, Relatore di minoranza. Signor Presidente, ringrazio il Pag. 36Ministro Orlando di queste specifiche. Tuttavia, signor Ministro vorrei guardarla negli occhi, se possibile, perché un anno e mezzo fa ci siamo lasciati con quel grande impegno di portare a casa questa proposta di legge però ha visto lei per primo cosa è successo al Senato, con quelle forze oscure che lei dice che non ci sono, quelle forze oscure che hanno permesso che questa legge a un certo punto sembrava che fosse ormai preclusa, sconfitta, messa da parte. Quello che ci fa rabbia oggi è che potevamo ragionare su come migliorarla tramite gli emendamenti con i quali i magistrati ci avevano detto di migliorarla. Invece, qui siamo come dite voi a migliorarla su qualcosa che fino a ieri non si sapeva neanche cosa fosse, l’air gun che adesso entra nel panorama parlamentare, ma fino a ieri non si sapeva veramente di cosa si stesse parlando.
  Allora, questa è la rabbia che ci fa urlare e alzare la voce, perché veramente credevamo che questa proposta di legge entrasse nella storia. Signor Ministro, la storia non si fa rimandandola, lei è a un passo da quei 20 anni di quei territori che hanno visto la morte, gli scempi ambientali. Lei è a un passo, signor ministro – lo ripeto ancora con più forza – e la prego con tutto il cuore di non sprecare questa occasione immensa. Se va al Senato perderemo per sempre questa occasione, come è stato fino ad ora, dove l'hanno tenuta ferma un anno e mezzo a ragionare, a parlare, a discutere. Signor ministro, la storia non si ripete: la prego non perda questa occasione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, volevo sapere se ho un minuto o cinque, in base all'intervento del Governo. Non ho capito se il mio collega Micillo lo ha fatto intervenire come relatore o meno.

  PRESIDENTE. Onorevole De Rosa, l'onorevole Micillo, come relatore di minoranza, ha parlato ad altro titolo, quindi lei parla a nome del gruppo.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, volevo iniziare con qualcosa di forte ma non offensivo: ritengo che molti colleghi di NCD siano ignoranti sul tema. D'altra parte, l'NCD è il partito di Lupi, il partito cane da guardia delle grandi opere, delle trivellazioni, dello smembramento di questo paese in favore delle lobby (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).. Parlano di ricchezza, ma la ricchezza serve per studiare e per avere i diritti. Probabilmente, hanno una visione completamente distorta e diversa dalla nostra e siamo ben contenti di esserne molto lontani come visione, perché non è certamente la ricchezza che mi dà il diritto di studiare. Torniamo al Governo, signori Ministri. C’è una questione (Commenti del deputato Tancredi)...
  Scusi Presidente, ma non posso parlare se urlano da NCD, mi spiace.

  PRESIDENTE. Sì, chiedo scusa, per favore ! Prego, vada avanti.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Ministri, c’è una questione di credibilità, voi avete detto in lungo e in largo che sostenevate questa legge e che sarebbe passata senza cambiare nulla. Allora così qui non si parla più dell'emendamento sull’air gun, qui si parla di credibilità di Ministri che abbassano la testa al capo Renzi, che, a sua volta, è genuflesso rispetto ai poteri, quei poteri oscuri legati al petrolio e alle grandi multinazionali. Allora, diciamocelo, chi deve stare lì ai banchi del Governo, dovete stare voi o forse è meglio che date spazio a qualche consiglio di amministrazione di multinazionale ? Facciamoli sedere qua così parliamo direttamente con loro, perché è a loro che abbiamo dato fastidio. Oppure, c’è un'alternativa, che appunto questo emendamento è stato messo lì proprio per cercare di bloccare questa legge. La nostra paura è anche questa, perché questa legge dà fastidio Pag. 37anche a molti speculatori che sono qua dentro e che hanno speculato sul nostro territorio. Ricordiamolo, ricordiamo che anche se non fosse fatta bene la parte sull’air gun, noi non dobbiamo investire nel petrolio ma dobbiamo investire in altre fonti.
  Allora chiediamoci se è così importante ! Visto che l'Italicum lo facciamo passare ed è incostituzionale, qua ci poniamo il problema che non è ben definito. Ma di cosa stiamo parlando ? Allora se parlate di certe questioni bisogna avere la credibilità per farlo. In questo momento non ce l'avete, non è colpa vostra, è colpa del vostro Presidente ? Be’, mi dispiace, però purtroppo siete voi al Governo e dovete rispondere di questa situazione assurda, fate leggi incostituzionali e che portano alla dittatura del Paese e, dall'altra parte, vi preoccupate di una virgola all'interno di una legge che è richiesta da 17 anni e che è ferma nei cassetti perché qui interessava non portarla avanti. Allora, noi vogliamo chiuderla qui, voi potete domani fare un altro decreto e cancellare questa cosa dell’air gun, fatelo, dopo ne discuteremo a parte ma, in questo momento, mantenete le vostre promesse; ai raccontini, che porteremo finalmente un po’ di lavoro in Italia, non ci crede più nessuno, lo abbiamo raccontato in lungo e in largo, se i colleghi di NCD non lo sanno vengano a qualche nostro convegno, glielo raccontiamo, glielo spieghiamo, siamo a disposizione, ma abbiamo visto – diceva il mio collega Zolezzi – che un miliardo investito in trivellazioni crea 500-600 posti di lavoro contro 18 mila posti di lavoro creati dalla ristrutturazione energetica degli edifici.
  Allora dobbiamo decidere su cosa investire: vogliamo creare veramente un futuro per questo Paese o vogliamo parlare, senza sapere neanche cos’è, di decrescita ? Vogliamo parlare delle royalties che sul territorio non arrivano ? Vogliamo parlare dei comuni che non hanno ottenuto niente, delle persone che non hanno ottenuto un posto di lavoro ma hanno ottenuto solamente malattie dalle trivellazioni in Italia ? Vogliamo parlare della mancanza di controlli perché si continua a depotenziare, nel silenzio anche del Ministro, il Ministero dell'ambiente ? Si continuano a depotenziare gli enti che devono fare ricerca e controllo sul territorio in nome della semplificazione, la semplificazione che si vuole anche in edilizia, ritorniamo sempre a Lupi. Allora, Ministri, ci vuole anche un atto di coraggio, far vedere che si è lì anche perché si è competenti e si hanno – scusate – le palle di fare le cose, anche contro il sistema (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Onorevole De Rosa, per favore, questa è un'Aula parlamentare, ci sono tanti sinonimi ! Sono sicuro che lei ne conosce diversi.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Va bene, poi me ne dice qualcuno. Presidente, io ritengo che siamo andati verso una forma di dittatura, però vi dovete ricordare che in ogni dittatura poi si crea anche una Resistenza e prima o poi ci dovrete fare i conti con questa Resistenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vignaroli. Ne ha facoltà.

  STEFANO VIGNAROLI. Signor Presidente, cari Ministri, oggi poteva essere una giornata storica e voi la state buttando così all'aria, questo perché ? Perché Renzi ha ricevuto una telefonata da Cameron o dalle industrie del petrolio e avete cambiato idea. Ministro Galletti, dov'era al Senato quando misero questa polpetta avvelenata ? Perché non avete fatto nulla allora e non avete detto nulla allora ? E adesso ? Adesso si rischia così (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Come al solito al Parlamento gli diamo un calcio, cambiamo idea. Proprio ieri c'era il mio collega Toninelli che, tra le tante incostituzionalità dell'Italicum, faceva notare che la legge potrebbe portare a 640 i deputati eletti, e ciò contro la Costituzione.
  Ebbene, si rimedierà in qualche modo.Pag. 38
  Bene, allora, la proposta che facciamo noi – e vorrei sapere anche dal Ministro Orlando perché non lo fa – per risolvere quei problemi perché non adottate un decreto, contestualmente, quando esce in Gazzetta Ufficiale...

  PRESIDENTE. La ringrazio.

  STEFANO VIGNAROLI. Ho già finito il tempo ?

  PRESIDENTE. Lei ha un minuto.

  STEFANO VIGNAROLI. Un’abolitio criminis si può fare ed è anche retroattiva se è favorevole al reo. Quindi, voi, contestualmente a quando esce in Gazzetta Ufficiale, potete adottare un altro decreto-legge e poi lo discutiamo anche in Parlamento.
  Per cui, noi non possiamo fidarci di Renzi, che chiamano «Il Bomba» a Firenze (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gallinella. Ne ha facoltà.

  FILIPPO GALLINELLA. Grazie, Presidente. Oggi, abbiamo un Ministro dell'ambiente e un ex Ministro dell'ambiente, quindi la cosa è un po’ surreale perché qui si parla anche del futuro e del modo in cui una nazione vuole anche parlare di energia.
  Negli interventi precedenti è stato spiegato anche quali sono i rischi di questo tipo di indagine, perché era stato messo questo tipo di indagine come reato, l'accordo che c'era tra tutti i gruppi per andare avanti su questo provvedimento e poi magari si sarebbe tornati a migliorare alcune cose.
  Ma il problema più grande è il problema politico perché improvvisamente oggi, nonostante la Commissione competente avesse detto: «andiamo avanti così», il Governo ci ha ripensato. Io chiedo a lei, Presidente, per quali motivi poi alla fine è stata cambiata questa idea e quali sono queste forze che hanno fatto cambiare idea al Governo.
  Io credo che il Parlamento non possa essere sodomizzato oltre che da Renzi anche dalle multinazionali. Io chiedo un chiarimento.

  PRESIDENTE. Per favore, onorevole Gallinella. Lei ha esaurito il suo tempo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mannino. Ne ha facoltà.

  CLAUDIA MANNINO. Grazie, Presidente. Oltre a quello che è stato già detto, vorrei aggiungere alcune considerazioni. Il Ministro ha fatto riferimento al rapporto ISPRA 2012, a giustificazione delle motivazioni; ma, premesso che i controlli vengono fatti sempre ex post – e quindi non abbiamo le garanzie per credere a questa cosa –, non abbiamo neanche le garanzie per credere che questo provvedimento entro maggio diventi legge. Lo dicono i fatti. Al Senato, abbiamo il collegato ambientale, quindi, oltre alla proposta che facevo prima di presentare una proposta di legge o, come dicevano alcuni colleghi un decreto-legge ad hoc per abrogare questo articolo inserito nel testo unico ambientale, si può anche inserire nel collegato ambientale, che così può avere – ho concluso – un motivo per continuare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Liuzzi. Ne ha facoltà.

  MIRELLA LIUZZI. Grazie, Presidente. Dopo la violenza fatta nei confronti dei territori con un decreto, quale lo «Sblocca Italia» o «Sblocca trivelle», ci troviamo di fronte a questo emendamento del Governo che sostanzialmente elimina le pene per la tecnica dell’air gun. Ricordiamo cos’è l'air gun: si tratta di spari fortissimi ad aria compressa che utilizzano le compagnie petrolifere per cercare dei giacimenti di petrolio e possibilità di trivellazione nei mari e nelle coste. Ciò cosa comporta ? Nel 2008, in Madagascar, si sono arenate oltre Pag. 39cento balene proprio per probabili tecniche di air gun fatte da compagnie petrolifere. A Vasto, proprio l'anno scorso, ci sono stati pesci arenati. La Exxon Mobil probabilmente stava facendo a 50 chilometri dalla costa proprio delle tecniche di air gun. E adesso cosa vogliamo fare ? Ora che questo provvedimento è pronto ad essere approvato subito e immediatamente stiamo arenando questa proposta di legge così, come si arenano anche i pesci per colpa di questa tecnica criminogena che è l’air gun (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Innanzitutto, vorrei far presente all'ex Ministro dell'ambiente, Orlando, che l’air gun non è una tecnica di trivellazione, ma è una tecnica di conoscenza di quello che c’è sotto il fondale marino. Quindi, già questo forse la pone davanti al problema di sapere di cosa stiamo parlando.
  Un'altra questione che volevo sottolineare è che, a livello di potenza sonora – all'inizio la collega Benedetti parlava di un'intensità massima che arriva a 240, 260 decibel come intensità sonora – io vi ricordo che oggi probabilmente sto parlando a un livello di 80 decibel; un incremento di 3 decibel vuol dire che ci sono due persone come me che stanno parlando a un livello di potenza sonora. Immaginate quanti sono 260 decibel ? Lo riuscite a immaginare ? È una scala logaritmica: vuol dire miliardi di volte di intensità maggiore.
  Qui non stiamo parlando di livello assoluto...

  PRESIDENTE. Grazie...

  DAVIDE CRIPPA. ... ma è una scala logaritmica. I dati alla mano ci dicono che a 120 decibel – e concludo – oggi i pesci e i cetacei hanno già problemi. A 240 immaginatevi voi cosa succede. Cercate di capire di che scale stiamo parlando e di quale fenomeno, perché se confondiamo trivelle con indagini questo è già un problema (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Terzoni. Ne ha facoltà.

  PATRIZIA TERZONI. Grazie, Presidente. Io vorrei capire quello che è successo questa notte, perché se fino a ieri sera tutto il Comitato dei nove era d'accordo ad andare avanti su questo provvedimento, senza cambiare neanche una virgola, oggi ci ritroviamo qui, invece, che, guarda caso, si è cambiata opinione. Quindi, io vorrei sapere che cosa è successo questa notte, perché non è possibile che nel giro di pochissime ore si cambia completamente opinione su un provvedimento.
  Ora, vorrei ricordare che anche sul sito del Ministero c’è scritto che il Mediterraneo è una delle principali ecoregioni del pianeta. Risulta essere, per la sua ricchezza di biodiversità, tra i più importanti ecosistemi al mondo. Si dice anche che il principale problema che mette a rischio questa biodiversità del Mediterraneo è proprio – è proprio – l'antropizzazione e noi ora siamo qui e lo stesso Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare – dell'ambiente, lo ripeto –, il Ministro Galletti...

  PRESIDENTE. Grazie...

  PATRIZIA TERZONI. ... sta qui andando contro le stesse sue parole all'interno dello stesso sito del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Grazie, Presidente. Sono contento che qui ci sia anche il Ministro Orlando, perché proprio quando lui era Ministro dell'ambiente io Pag. 40presentai un'interpellanza urgente in merito all'installazione di impianti eolici off-shore all'interno del golfo di Manfredonia. Ebbene, io in quell'occasione chiesi come si inserivano questi impianti nel piano energetico nazionale. Lei candidamente mi risposte che non c'era un piano energetico nazionale, però intanto autorizzava l'installazione degli impianti.
  Adesso, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Galletti, va contro e cerca di arenare l'unica legge che l'Italia aspetta da vent'anni, per combattere i reati ambientali.
  Ora, la mia domanda è rivolta al PD: ma come scegliete i Ministri dell'ambiente ? Ma c’è un concorso particolare che fate ? Ci sono dei requisiti minimi che bisogna avere ? Cioè, serve qualcosa all'interno del curriculum ?

  PRESIDENTE. Grazie...

  GIUSEPPE L'ABBATE. Insomma, se questi sono i Ministri dell'ambiente, allora è sicuro che l'Italia non avrà mai una legge per punire realmente i reati ambientali. Oggi si poteva cambiare la storia...

  PRESIDENTE. La ringrazio...

  GIUSEPPE L'ABBATE. ... ma quel partito del «no» di Renzi la vuole fermare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scotto. Avverto che il suo gruppo, onorevole Scotto, ha terminato anche i tempi aggiuntivi. Quindi, concederò al suo gruppo interventi di un solo minuto, attingendo ai tempi per gli interventi a titolo personale. Prego.

  ARTURO SCOTTO. Grazie, Presidente. Ministro Orlando, abbiamo fatto un buon lavoro, unitario e condiviso, e noi abbiamo apprezzato il suo sforzo anche qui, in quest'Aula, nel motivare l'orientamento che il Governo ha assunto.
  Questo provvedimento può segnare una svolta storica, non solo per la giurisprudenza ma, anche e soprattutto, per un clima positivo che si può determinare nel Paese. Per cui – ho solo un minuto – eviterei di sprecare occasioni, rischiando di peggiorare un provvedimento per servire interessi precisi. Il tema non è tornare – ho ascoltato le parole di alcuni colleghi – all'età della pietra, non è mettere in discussione la modernità, ma una certa idea di modernità che si basa sull'idea di sfruttamento illimitato delle risorse che, in realtà, sono risorse finite. Questo modello di sviluppo rischia di essere incompatibile con la salvezza del pianeta Terra.
  Mi scusi l'enfasi, ma se devo seguire il ragionamento del Ministro io consiglierei una cosa: approviamo la norma così come è; successivamente, andiamo a regolamentare quelle questioni che lui ha sollevato e che, ovviamente, hanno una loro forza, come il grande tema di un piano energetico nazionale, che è una questione che oggi non può essere più rinviata (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, lo voglio dire al Ministro Orlando. Signor Ministro, non metto in discussione la sua buona fede, dico, però, che siamo alle solite: Renzi, il Presidente del Consiglio, ordina e il Parlamento deve eseguire. Il Presidente Renzi ha dichiarato, qualche giorno fa, che, così come sono, gli ecoreati non possono essere approvati dalla Camera e ha fatto riferimento esplicito al reato che punisce l'utilizzo dell’air gun, provocando – lo voglio ricordare – anche una reazione piuttosto dura o, comunque, significativa dei colleghi Bratti e Realacci. Invece, noi diciamo che non ci possiamo fermare. Se attribuite davvero un valore storico a questo provvedimento, andiamo avanti, non facciamolo tornare al Senato, dove siamo certi, fra gli scontri interni al PD e la cosiddetta resa dei conti interna al Pag. 41PD, la campagna elettorale per le regionali, l'estate che sta arrivando, la legge sarà affossata. Dobbiamo, invece, subito fermare chi commette crimini ambientali, chi lo fa per sete di guadagno, un guadagno disonesto e appunto criminale (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, scusi, vorrei sapere i tempi. Cinque minuti, dico bene ?

  PRESIDENTE. Lei ha cinque minuti, perché è il primo che parla del suo gruppo.

  ALESSANDRO BRATTI. Noi oggi affrontiamo – è stato detto e ricordato sia dal Ministro Orlando sia molto bene anche da Verini – un provvedimento atteso da ventuno anni, un provvedimento storico. Guardate è un provvedimento – è stato detto – sicuramente importante da un punto di vista ambientale e sanitario, ma io ritengo sia un provvedimento assolutamente importante anche da un punto di vista economico. Noi, applicando e inasprendo una serie di norme in un perimetro che, come ricordava prima il Ministro Orlando, avevamo concordato, di fatto cerchiamo anche di contrastare quell'attività illecita di concorrenza che viene eseguita giornalmente da parte di alcune imprese nei confronti di imprese sane e innovative, che devono essere la spina dorsale del sistema industriale italiano. Io credo che questo sia un concetto assolutamente importante, perché – guardate – non è vero che il sistema imprenditoriale in questo Paese ha di fatto emanato un giudizio negativo su questo provvedimento; una parte del sistema industriale sicuramente sì, ma ricordo che quell'appello vede come prime firmatarie le associazioni ambientaliste e all'interno categorie economiche molto importanti, Federambiente, Assoambiente, associazioni degli agricoltori, quindi voglio dire che è un provvedimento che ha sicuramente un'influenza e che può costituire un elemento decisivo per l'economia di questo Paese.
  Stiamo parlando di disastro ambientale, stiamo parlando di inquinamento ambientale, di omessa bonifica, di traffico di materiale ad alta radioattività, di impedimento al controllo. Queste sono le questioni che noi stiamo introducendo, trasformandole di fatto da contravvenzioni ed elevandole a delitti ambientali. E badate, è vero che il Senato – poi ci ritornerò sopra – ha fatto questo pasticcio dell’air gun, però dobbiamo anche riconoscere che ha introdotto alcune questioni che hanno migliorato questo testo, proprio per il confronto che c’è stato tra maggioranza e opposizione. Ricordo appunto l'omessa bonifica, ricordo la confisca equivalente, è stato reintrodotto il Titolo VI, che alla Camera era stato di fatto cassato e che facilita invece l'oblazione per le contravvenzioni minori da parte degli imprenditori. È successo – e questo è stato detto – che al Senato è stato introdotto un elemento che il Ministro ha definito uno sfregio, ed è vero perché – lo voglio ricordare – le norme che sono scaturite, che costituiscono oggi questo provvedimento di legge, non è che nascono dalla testa di qualche funzionario o di qualche politico, ma sono state oggetto di un confronto specifico e articolato durato moltissimo tempo, probabilmente con i maggiori esperti italiani. Poi è chiaro che ci sono sempre punti di vista diversi.
  Pensate solo che su questo avverbio «abusivamente» vi sono state critiche da parte di chi, in questo Parlamento, da destra, ha criticato la vaghezza e da chi, invece – fatemi definire questa categoria – dall'estrema sinistra ha detto che questo concetto era pro grande industria. Detto questo, credo che con le parole che oggi ci sono state dette dal Ministro Orlando e dal Ministro Galletti, e con la rassicurazione pubblica del Presidente del Consiglio, possiamo togliere questo emendamento introdotto sull’air gun.
  Oggi non stiamo parlando di quello che è il futuro energetico di questo Paese: Pag. 42stiamo parlando di altro e questo emendamento, ripeto, è stato introdotto in maniera assolutamente surrettizia al Senato. E, badate bene, lo avete detto voi stessi dell'opposizione: immediatamente dopo averlo approvato, un'autorevole senatrice, importante, del MoVimento 5 Stelle, ha detto: ci siamo accorti di avere approvato una polpetta avvelenata.
  Quindi, diciamo che questo pasticcio che è stato fatto al Senato – di cui ci sono responsabilità varie, variegate: persone assolutamente in buona fede, ma anche chi, strumentalmente, come forze quali Forza Italia, l'ha lì proposto e qui chiede di cassarlo – probabilmente andava seguito in maniera più specifica anche dal Governo.

  PRESIDENTE. Concluda.

  ALESSANDRO BRATTI. Concludo: ora, prendo per buono, e ci mancherebbe, l'impegno che i due Ministri hanno preso in quest'Aula e l'impegno che ha preso pubblicamente il Presidente del Consiglio. Badate, fine maggio non è lontano e io credo che, se entro fine maggio non sarà approvato il provvedimento così come era in origine, probabilmente qualche problema serio si aprirà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il presidente Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, non so se Cameron abbia telefonato a Renzi questa notte. So che fra le un po’ demonizzate multinazionali del petrolio vi è una grande impresa italiana e che l'Italia ha interessi fondamentali nella ricerca petrolifera. So che questo Paese cammina con il petrolio: abbiamo investito sulle energie alternative, ma continuiamo a importare un mare di petrolio e continueremo, prevedibilmente, così anche nei prossimi anni, anche se investiremo ancora di più sulle energie alternative.
  Faremmo meglio a investire sulle energie alternative, per la verità, con un po’ più di criterio e di buonsenso, che non come abbiamo fatto finora, ma, anche se moltiplicheremo l'investimento sulle energie alternative, continueremo ad avere bisogno di petrolio. Quindi, occorre non tagliare le gambe alla nostra azienda, alla nostra grande azienda, che cerca petrolio, e fornire all'economia italiana energia a basso costo. Per dirne una, l'Alcoa, l'ultimo grande produttore di alluminio in Italia, ha chiuso, è andato via in America. Sapete perché ? Perché in America vi è il petrolio, in America l'energia costa di meno.
  Allora, non adottare una posizione punitiva a priori e cercare di calibrare l'intervento mi sembra una cosa giusta. Ma, domani, se questo emendamento passa, in tutto il Mediterraneo cominceranno a mandare le onde sonore per... ? No, già la legislazione vigente, e ancora più quella che organicamente verrà approvata più avanti, fornisce le garanzie che, prima di autorizzare l'uso di questi strumenti, si faranno tutte le analisi opportune per vedere la conformazione geologica sulla quale questo strumento viene applicato, per vedere quali sono le condizioni dell'ecofauna, qual è il traffico di pesci che c’è.
  Il Mediterraneo è fatto di tante aree: alcune molto popolate, altre meno popolate. Non dappertutto passano migliaia di cetacei, ogni giorno, che possono essere disturbati dall'uso di questo air gun. Allora, noi abbiamo comunque le garanzie contro un utilizzo indiscriminato. Vogliamo dire adesso, a priori, che non va utilizzato mai e in nessun caso ? Attenti a non colludere con una mentalità che vede nella scienza e nel progresso della tecnologia un nemico, attenti a non colludere con utopie regressive, che ci vorrebbero far tornare a un tempo che è passato.
  Il petrolio è stato uno degli elementi fondamentali della storia del Novecento e continua ad esserlo almeno per la metà del XXI secolo; dopo vedremo, ma almeno Pag. 43per la metà del XXI secolo la nostra economia continuerà a dipendere dal petrolio.
  Se noi viviamo in un mondo migliore, se abbiamo beni e servizi di miglior qualità e in quantità incomparabilmente maggiore, che non le generazioni prima di noi, è perché abbiamo a disposizione una quantità di energia maggiore. Dobbiamo risparmiare energia ? Certo. Dobbiamo fare in modo di produrre di più, con meno impiego di petrolio ? Certo, anche perché i prezzi del petrolio sono calati adesso, ma torneranno a salire, perché altre parti del mondo chiedono di avere tanta energia quanta ne abbiamo noi e semmai avessero la possibilità di pagarsela, è evidente che i prezzi salirebbero in una misura spropositata, enorme.
  Tuttavia, sapendo tutte queste, noi non possiamo adottare un atteggiamento a priori negativo e punitivo su di una questione che è di rilevante interesse nazionale. Io non so come sia nata la storia, ma credo che Renzi non abbia avuto bisogno di una telefonata di Cameron per rendersi conto che qui si tratta di questioni sulle quali bisogna procedere con grande preoccupazione, con grande considerazione, con una riflessione che sia adeguata e, se ha fatto questo, credo che non abbia fatto tutto male. Attenti a demonizzare il petrolio e attenti anche a demonizzare il povero Renzi (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Intanto, per dare anche contezza di come procediamo con i lavori: io ho ancora qualche iscritto, votiamo gli identici emendamenti Dambruoso 1.10, Sarro 1.17 e Piso 1.13, e poi sospendiamo i nostri lavori, che riprenderemo alle 15,30.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Io ho sentito in quest'Aula diverse castronerie, sembrava di essere da Maria De Filippi ad ascoltare i tronisti. Il paradosso per cui «a casa bruciata, bisogna appiccare fuoco» è stato citato tanto dall'ex Ministro dell'ambiente Orlando, quanto da altri colleghi. Ora è assurdo pensare che visto che gli altri Paesi non hanno norme che tutelino il mare, a questo punto bisogna procedere e seguire l'esempio. Un po’ come dire che se gli altri hanno le centrali nucleari bisogna farle anche in casa nostra. Sono ragionamenti che io speravo che i Ministri dell'ambiente avessero superato.
  Si diceva che la tecnica dell’air gun è potenzialmente nociva e che, quindi, andava dimostrata la sua nocività. Ora, in verità, l'unica certezza che abbiamo è che il Ministro Galletti dovrebbe essere potenzialmente il Ministro che tutela il mare, ma anche questo è tutto da dimostrare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Il Ministro Orlando ha detto che dobbiamo aspettare in qualche modo un raccordo europeo. Io chiedo a quest'Aula, per una volta, siccome in Europa non hanno un mare e un ambiente come quello che abbiamo in Italia, possiamo, per una volta, non essere il fanalino di coda, ma essere leader a livello europeo. Portiamo avanti, approviamo, una norma che sia leader, lasciamo, per una volta, che siano gli altri a seguirci, perché sull'ambiente possiamo esserlo. Riguardo le polpette avvelenate, questo Parlamento ha accettato polpette avvelenate sul reato di voto di scambio politico-mafioso, sull'autoriciclaggio, per una volta, accettate un'istanza che arrivi da una forza politica differente dalla vostra, che è una buona istanza. Vi chiediamo di raggiungere un accordo su una cosa, magari su cui non siete d'accordo, ma che è una buona norma. Per la prima volta l'accordo non è al ribasso, non è un compromesso, ma è su una buona legge (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 44

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie, Presidente. Ministro, Orlando, l'ho evocata precedentemente del suo arrivo, perché ritengo che il suo operato sia migliore di quello del Ministro Galletti, il cui ho operato somiglia più a quello di Clini. Sono soddisfatto del suo impegno, ma può non bastare se i parlamentari del PD non avranno il suo stesso piglio. È un rischio che sarebbe meglio non correre oggi.
  Presidente, invece, non replico ad Abrignani, perché ci sono tanti atti che testimoniano il fatto che l'onorevole Abrignani non sa che di geotermia ci sono vari tipi. Un tipo che può devastare le falde acquifere e la salute, un altro che può essere ecocompatibile.
  Voglio replicare, invece, a Pagano che ha tirato in ballo un tema molto importante, quello del modello di crescita.
  Collega Pagano, oggi, che devastiamo le risorse e il capitale naturale senza il buon senso, abbiamo bisogno quanto meno di ridurre il danno, informare, usare il principio di precauzione, indirizzare le strategie energetiche verso tecniche innovative, per crescere – sì –, ma con un modello di sviluppo compatibile, sempre più in sintonia con l'ecologia. Chi non vuole questo è semplicemente politicamente anacronistico, non più utile alla collettività, ma solo a se stesso e agli interessi di cui è portatore (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Busto. Ne ha facoltà.

  MIRKO BUSTO. Grazie, Presidente. Io vorrei affrontare alcuni punti. Primo, l'età della pietra è finita prima che finissero le pietre. Secondo, c’è il cambiamento climatico, l'IPCC ci chiede di arrivare a emissioni quasi zero entro fine secolo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Terzo, esiste, nel sottosuolo italiano, una quantità di petrolio pari a circa sei, tre mesi per il consumo nazionale, fino a poco più di un anno al massimo.
  Detto questo, se siamo tutti consapevoli di quanto detto, allora che cavolo c'entra buttare bombe nel mare per fare la pesca come faceva Cetto La Qualunque ? Quindi, smettiamola e votiamo per lasciare questo reato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pellegrino. Ne ha facoltà.

  SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. Mi rivolgo al Ministro Orlando. Ministro Orlando, lei sa bene che quando era Ministro dell'ambiente credeva moltissimo in questo provvedimento. Ha fatto di tutto perché il decreto sulla Terra dei fuochi andasse avanti. Nel momento in cui è diventato Ministro della giustizia ha incardinato alla Camera, in quest'Aula, questo provvedimento in pochissime ore e noi lo abbiamo approvato. Quindi, so perfettamente quali sono le sue intenzioni in merito all'approvazione di questo provvedimento.
  E mi rifaccio alle parole dell'onorevole Bratti, il quale dice che l'opposizione e anche alcuni deputati, anzi senatori, del PD hanno abboccato all'emendamento sull’air gun. Potrebbe anche essere vero questo, fermo restando che ha aperto un dibattito e che finalmente i cittadini italiani sanno di che cosa si parla quando parliamo di air gun. Ma io non vorrei...

  PRESIDENTE. Concluda.

  SERENA PELLEGRINO. ...che oggi i deputati del PD stessero abboccando di nuovo ai deputati di Forza Italia, che, da una parte, chiedono la soppressione e il cambiamento dell’air gun e oggi, invece, chiedono la soppressione. Pertanto, mi appello veramente ai colleghi che difendono...

  PRESIDENTE. Grazie.

Pag. 45

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Presidente, intervengo perché sono rimasta sconvolta. Il Ministro Orlando prima ha detto, a nome del Governo, che vigilerà sulle compagnie petrolifere che metteranno in atto nei nostri mari queste tecniche esplosive per la ricerca degli idrocarburi e del petrolio. Ministro, ma lei chi crede di prendere in giro ? È da decenni che voi non vigilate sui disastri ambientali. I nostri territori li avete avvelenati, con la complicità dei vostri amministratori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Questa legge, Ministro, serve subito. Su questo provvedimento sono puntati gli occhi di tutti gli italiani, con maggiore sofferenza quelli dei campani e anche dei calabresi. La Calabria è la nuova Terra dei fuochi e lo dicono le rivelazioni del pentito Schiavone. Io mi ricorderò dei calabresi che stanno affossando questa legge (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. È da tempo che su tutti i canali di comunicazione possibili e immaginabili, anche in televisione, si continua a pregare i deputati della Camera dei deputati, con molti artisti che hanno preso posizione. Sapete bene la filiera delle conseguenze se approvate questo emendamento, la soppressione di questo capoverso. Ebbene, per favore non cambiate nemmeno una virgola. Ve lo stanno chiedendo tutti gli italiani, non Assomineraria, ve lo chiedono gli italiani: non cambiate nemmeno una virgola (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. È stata avanzata da 35 deputati richiesta di scrutinio segreto sugli identici emendamenti Dambruoso 1.10, Sarro 1.17 e Piso 1.13, soppressivi del capoverso: «Art. 452-quaterdecies». Tale richiesta può essere accolta. La disposizione in esame, infatti, reca una nuova fattispecie di reato e incide, nel senso chiarito dalla Giunta per il Regolamento nelle sedute del 7 febbraio e del 7 marzo 2002, sull'articolo 25 della Costituzione, richiamato dall'articolo 49 del Regolamento tra quelli in relazione ai quali è ammesso lo scrutinio segreto. Ricordo che, ai sensi dell'articolo 52, comma 3, del Regolamento, chi ha sottoscritto una richiesta di votazione a scrutinio segreto deve essere presente in Aula al momento del voto, altrimenti la sua firma si intende ritirata. Come avvenuto in precedenti analoghe circostanze, procederemo all'appello dei deputati che hanno sottoscritto la richiesta al fine di verificarne la presenza in Aula. Quindi, chiedo ai deputati di darmi sollecito riscontro della loro presenza. Airaudo ? C’è. Baldassarre ? Non c’è. Barbanti ? C’è. Bechis ? C’è. Franco Bordo ? C’è. Capelli ? C’è. Caruso ? C’è. Di Lello ? Non c’è. Duranti ? C’è. Daniele Farina ? C’è. Fitzgerald Nissoli ? C’è. Furnari ? C’è. Gigli ? C’è. Giancarlo Giordano ? C’è. Labriola ? C’è. Locatelli ? C’è. Marcon ? C’è. Melilla ? C’è. Mucci ? C’è. Palazzotto ? C’è. Pannarale ? C’è. Pastorelli ? C’è. Pellegrino ? C’è. Piepoli ? C’è. Placido ? C’è. Prodani ? C’è. Quaranta ? C’è. Ricciatti ? C’è. Rizzetto ? C’è. Sannicandro ? C’è. Scotto ? C’è. Segoni ? C’è. Turco ? C’è. Zaccagnini ? C’è. Zaratti ? C’è. A questo punto, è stata verificata la presenza del prescritto numero di deputati e, quindi, procediamo con la votazione a scrutinio segreto.
  Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Dambruoso 1.10, Sarro 1.17 e Piso 1.13, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 46
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  445   
   Votanti  443   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  222   
    Voti favorevoli  283    
    Voti contrari  160    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Avverto che a seguito dell'approvazione degli identici emendamenti Dambruoso 1.10, Sarro 1.17 e Piso 1.13, l'emendamento Pili 1.20 è da considerarsi precluso. Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15,30. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 14,15, è ripresa alle 15,30.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Bindi, Biondelli, Bratti, Caparini, Dadone, Di Lello, Ferranti, Gregorio Fontana, Giancarlo Giorgetti, Manciulli, Orlando, Pisicchio, Portas, Realacci, Rossomando, Rughetti, Sani, Scalfarotto, Scotto, Tabacci, Valeria Valente e Velo sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente novantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 342-B ed abbinate.

  PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione delle proposte di legge, già approvate, in un testo unificato dalla Camera e modificate dal Senato n. 342-957-1814-B: Disposizioni in materia di delitti contro l'ambiente.
  Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta sono stati da ultimo approvati gli identici emendamenti 1.10, 1.17 e 1.13, con conseguente preclusione dell'emendamento Pili 1.20

(Ripresa esame dell'articolo 1 – A.C. 342-B ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Carrescia. Ne ha facoltà.

  PIERGIORGIO CARRESCIA. Grazie signor Presidente...

  PRESIDENTE. Signora !

  PIERGIORGIO CARRESCIA... signora Presidente, mi scusi. Il provvedimento che oggi ci apprestiamo a votare segna indubbiamente un momento molto importate nelle strategie ambientali e nell'azione del nostro Governo perché per la prima volta dopo decenni, come è stato detto, riusciamo ad intervenire in modo efficace ed incisivo per tutelare, con l'introduzione di nuovi reati, una criticità che ormai è evidente anche nel nostro Paese, perché c’è la necessità di adeguare la normativa soprattutto repressiva, di carattere penale e di sanzioni amministrative, nel delicato settore dell'ambiente. L'introduzione di reati come quello del disastro ambientale e quella di delitti colposi contro l'ambiente, la revisione e l'introduzione di alcune disposizioni che vanno ad integrare il codice dell'ambiente sono quanto mai importanti e significative. Quindi tutta la discussione che anche questa mattina abbiamo incentrato soltanto su alcuni aspetti va letta e va vista in un contesto ben più ampio. Il fatto che il provvedimento sia stato approvato con Pag. 47grande margine di consensi in prima lettura dalla Camera dei deputati e abbia subito delle modifiche da parte del Senato ha consentito di migliorare e di produrre un testo che, come è stato detto anche da parte di coloro che sono intervenuti in precedenza, costituisce indubbiamente un miglioramento dal punto di vista qualitativo delle disposizioni. In particolare, è evidente che la necessità di dare seguito alle indicazioni delle direttive comunitarie sulla proporzione tra le sanzioni e i reati viene compiutamente definita da questo atto quando diverrà legge; infatti, reati formali e reati sostanziali, reati che incidono negativamente sull'ambiente possono assumere dei contenuti e possono materializzarsi con condotte diverse e c’è la necessità di approfondire ulteriormente – il successivo passaggio al Senato potrebbe essere anche un ulteriore momento di approfondimento – per rendere omogenee le sanzioni nei vari settori di tutela dell'ambiente in quanto molto spesso alle medesime violazioni e alle medesime condotte non corrispondono le medesime sanzioni anche se il bene da tutelare è lo stesso: questo soprattutto per quanto riguarda violazioni di carattere formale.
  L'intento che questo provvedimento si pone penso che venga colto in modo molto corretto e molto omogeneo in tutte le sue parti, in particolare, nell'articolo 1, che va ad introdurre i delitti colposi contro l'ambiente e il disastro ambientale, con l'introduzione anche di aggravanti ambientali che sono una novità per la normativa che disciplina questo settore.
  Particolare attenzione va posta anche alla norma sul ravvedimento operoso, e la modifica che è stata apportata dal Senato – quella di prevedere, di apportare un'integrazione relativa alla dichiarazione di apertura del dibattimento, che è il momento in cui concretamente deve essere data la dimostrazione di intervento di messa in sicurezza – consente, poi, una diminuzione della pena, che ha una motivazione sostanziale, perché l'obiettivo non è soltanto quello di reprimere, ma anche quello di prevenire e di riportare alla situazione quo ante quella che era la situazione ambientale che è stata compromessa con la commissione del reato.
  La stessa introduzione dell'articolo 452-decies relativo alla omessa bonifica, con delle sanzioni quanto mai incisive, indubbiamente pone un problema di maggiore attenzione da parte di tutti gli organi di controllo, affinché, prima di arrivare all'applicazione delle sanzioni, vi siano interventi positivi ed attivi per ricondurre le aree da bonificare ad una situazione ambientalmente accettabile e condivisibile. Quindi, per questo motivo, il Partito Democratico voterà a favore di questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Prima di passare ai voti, chiedo ai colleghi di prendere posto, altrimenti teniamo troppo a lungo aperta la votazione, essendo la prima del pomeriggio. Intanto, i colleghi si avvicinino al banco. Forza, colleghi, prendete posto perché stiamo per aprire la votazione.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Siamo in votazione dell'articolo 1. Affrettarsi al posto, colleghi. Dall'Osso. Non funziona ? Non ha la tessera ? Se qualcuno può portare la tessera all'onorevole Dall'Osso. Tancredi. Dall'Osso ha votato ? Adesso stanno portando una nuova tessera. Frusone, Gelmini. Forza, colleghi. Affrettarsi ai posti, colleghi. Giammanco. Forza, colleghi, affrettarsi ! Melilli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  400   
   Votanti  368   
   Astenuti   32   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato
 339    
    Hanno votato
no   29).    

  (I deputati Burtone, Gianni Farina, Tripiedi e Grillo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

Pag. 48

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 342-B ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 342-B ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Realacci. Ne ha facoltà.

  ERMETE REALACCI. Grazie, Presidente. Molti di noi avrebbero preferito che oggi si votasse in via definitiva questo provvedimento, per risolvere altrove la questione dell’air gun o di altre modifiche che magari emergeranno come necessarie.
  Voglio essere chiaro: la questione dell’air gun è una sciocchezza, così come è stata posta, anche se quella tecnologia va sottoposta a controlli molto più rigidi. Voglio dire al collega Bonafede, che ha detto che l'Italia qualche volta potrebbe fare la prima della classe, che qualche volta l'ha fatto: vorrei ricordare che noi, ad esempio, abbiamo vietato – per quanto mi risulta, unico Paese al mondo – il fracking per estrarre lo shale gas e lo shale oil, tecnica che è usata, per parlare solo dell'Europa, in Germania, Inghilterra e Spagna.
  Prendo assolutamente per buone le rassicurazioni che qui mi sono state date dal Ministro Galletti e dal Ministro Orlando e, fuori da qui, dal Presidente del Consiglio, su un passaggio rapido al Senato in cui, questo unico punto modificato, non sia d'intralcio ad un'approvazione in poche settimane. Non vorrei, però, che questo nascondesse od occultasse l'importanza del passo che stiamo facendo. Non so quanti dei provvedimenti che stiamo votando in questi mesi fra cinque anni saranno ricordati da qualcuno, ma sono abbastanza certo che questo provvedimento cambierà molto. Cambierà molto non solo perché c’è una spinta forte – è stata già ricordata da parte di molti colleghi l'azione svolta da tante associazioni come Libera, Legambiente e da cittadini di tanti luoghi, a cominciare dalla «Terra dei fuochi», da don Patriciello –, ma, se questo provvedimento fosse stato in vigore, probabilmente le vicende che ci hanno colpito tutti, come quella dell'eternit di Casale, di Bussi, della «Terra dei fuochi» e di altri luoghi feriti del nostro Paese avrebbero avuto un'evoluzione diversa. Quindi, è un passo importante che segnerà un cambiamento di cultura nel nostro Paese.
  Un cambiamento di cultura – voglio qui ricordare le cose che diceva prima il collega Bratti – cui abbiamo lavorato in molti, non solo con i colleghi che hanno firmato le altre proposte di legge, il collega Micillo e la collega Pellegrino. Vorrei ringraziare tutti i colleghi della Commissione giustizia, a cominciare dalla presidente Ferranti ed il relatore Bazoli, la collega Braga e tutti coloro che, in molti, hanno lavorato fuori da qui. È un tema che si porta avanti da tanto tempo – si dice vent'anni –, oggi c’è un punto di svolta.
  Sono stato a sentire gli interventi che sono stati fatti, anche dai colleghi della Lega, del Nuovo Centrodestra e di Scelta Civica, ed è stato avanzato il rischio che questo provvedimento possa essere un ostacolo alla nostra economia. Io, invece, la vedo al contrario: questo provvedimento è un favore alla nostra economia, perché la nostra economia è forte se è pulita. Si può semplificare se si rispettano le regole, e questo provvedimento servirà a mandare l'Italia sulla strada giusta. Quando penso a questi reati ho sempre a mente – lo dico ai colleghi che hanno parlato di ritorno all'età della pietra – un passato che dobbiamo assolutamente abbandonare, come quello che portò a Venezia, nel 1962, a scrivere un piano regolatore nelle cui norme tecniche si diceva: «nella zona industriale di Porto Marghera troveranno posto prevalentemente quegli impianti che diffondono nell'aria fumo, polvere o esalazioni dannose alla vita umana».
  Era scritto così in un documento pubblico ! La strada del futuro è un'altra e voglio anche dire che mentre io penso che bisogna avere grande attenzione a come il provvedimento verrà applicato, c’è anche una battaglia da fare nel mondo dell'economia. Un mese fa, mi hanno colpito i dati Pag. 49che sono stati presentati da un grande giornalista, Gian Antonio Stella, in cui si paragonava la situazione della gente in carcere per sentenza definitiva fra l'Italia e altri Paesi europei. Ebbene, in Italia in carcere con sentenza definitiva per reati finanziari – reati che stiamo contrastando anche con altri provvedimenti, falso in bilancio, autoriciclaggio, anticorruzione – sono attualmente 230, mentre in Germania sono oltre 8 mila. Non credo che i tedeschi siano 30 volte più corrotti degli italiani. Penso che esiste un articolo della Costituzione, l'articolo 54, che spesso la politica dimentica, che invita ad assolvere le funzioni pubbliche con disciplina ed onore, ma questo vale per tutte le funzioni che possono cambiare la nostra vita. Penso che un furto sia meno grave di un grave inquinamento ambientale. Dobbiamo dare questo segnale e ridare onore e futuro al nostro paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Grazie, Presidente. Voglio rifarmi alle parole del collega Realacci. Il problema è che ci siamo abituati alle promesse, senza ripetere ancora le solite slides. Nei fatti abbiamo anche vietato il fracking ma abbiamo aperto comunque alla speculazione sul territorio con lo Sblocca Italia. Abbiamo situazioni aperte come quella di Taranto, abbiamo progetti come quello dell'Ombrina. La realtà è che stiamo aiutando in tutti i modi la speculazione ed il consumo del nostro territorio e dei nostri mari. Questi aiuti sono diventati legge, mentre le leggi che dovrebbero tutelare l'ambiente e tutelare il nostro futuro e la nostra salute – ricordiamo sempre che l'ambiente è legato alla qualità di vita e alla salute, indici che magari il PIL non considera, ma che la gente considera molto più importanti – non le vediamo mai poste in essere, vengono sempre rimandate per un motivo o per un altro. Questa battaglia ne è l'emblema, perché quando una lobby ti dice che non può accettare il divieto dell’air gun il Governo si inchina, perché magari queste lobby aiutano nel corso delle campagne elettorali, aiutano sul territorio a mantenere i voti di quei pochi che continuano imperterriti ad andare a votare.
  Noi non crediamo più a queste parole, vogliamo vedere dei fatti concreti, avremmo voluto vedere andare in porto questa legge, ma ormai abbiamo perso questo treno. Avremmo voluto vedere andare in porto la legge sul consumo del suolo, che invece è ferma, con la Commissione che non la tratta ed il Ministero dell'Ambiente che non sta fornendo risposte tempestive. Vorremmo vedere andare avanti questi atti in Parlamento, perché queste sono le urgenze per il nostro territorio che ci possono dare un futuro, anche in vista delle promesse fatte sui cambiamenti climatici, considerati importantissimi dal ministro, ma anche da Renzi, che nel semestre italiano li definiva il punto di arrivo, la questione focale su cui battersi, mentre nello stesso tempo promuoveva lo Sblocca Italia. Allora, probabilmente, o vi è confusione – una confusione voluta – su cosa si vuole del nostro futuro oppure vi è una folle corsa per andare a sbattere contro un muro, perché tutelare l'ambiente e la nostra salute non è un tornare indietro all'età della pietra, non è una decrescita felice è semplicemente tornare ad un pianeta che sia vivibile e non ad un pianeta che sta per superare la soglia di vivibilità. Se noi siamo miopi e pensiamo a domani o alla poltrona che stiamo perdendo in questa legislatura accettiamo qualunque cosa ci arrivi dall'alto. Noi del Movimento 5 Stelle non siamo così, noi vediamo forse a cinquanta anni o a cento, è questo che ci interessa. Ci interessa del pianeta, ci interessa dei nostri figli, non ci interessa assolutamente avere o meno la poltrona domani. Forse questo dovrebbe essere il significato della politica: spendersi per dei temi che sono superiori al nostro tempo di vita e vanno oltre rispetto a degli ideali e agli stili di vita.Pag. 50
  Questo capisco sia difficile da capire rispetto a persone che si sono sempre basate sul domani, sul soldo e sulla poltrona (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaratti, a cui ricordo che ha un minuto a disposizione. Ricordo che avete esaurito i tempi a disposizione del gruppo e state utilizzando i tempi a titolo personale. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, ha ragione il collega Ermete Realacci nel dire che questa è una legge importante, fondamentale nella storia del nostro paese e penso che il Parlamento nei mesi passati abbia fatto un buon lavoro per cercare di redigere questo testo.
  Ahimè, caro collega Realacci, purtroppo questo è anche il Governo dello Sblocca Italia, è il Governo delle trivellazioni, e quando lei fa questo giusto appunto ai colleghi del Nuovo centrodestra e di Scelta civica dicendo che queste norme sono utili agli imprenditori perché danno certezza su cosa si può fare e su cosa non si può fare, io le voglio ricordare che quando si vedono i Comitati dei cittadini come comitatini che bloccano lo sviluppo, così come dice il Presidente Renzi, è abbastanza ragionevole che i gruppi che lo sostengono, come Scelta civica e NCD, parlino di ritorno all'età della pietra (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaccagnini, a cui ricordo che ha un minuto a disposizione. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, repetita iuvant, quindi io continuo sulla scia dei colleghi. Questo provvedimento è certamente di grande importanza perché un'economia pulita è anche vettore di cambiamenti positivi nella società. Anzi, è proprio attraverso l'economia che si cambia la società veramente.
  Quindi, oltre a sottolineare l'importanza di quanto abbiamo bisogno di norme certe che chiariscano il quadro di uno sviluppo ecocompatibile, è necessario sottolineare, dato che è presente qui il Governo, che c’è un altro provvedimento che ci potremmo ricordare nel tempo, se venisse approvato in questa legislatura, ed è quello sul riuso dell'edificato e sul consumo di suolo, che si è arenato nelle Commissioni competenti per otto mesi, poi è stato ripreso e ora siamo all'articolo 1, fermi da due mesi. Vogliamo andare avanti ? Il Governo dà qualche impulso in questa direzione ?

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese è riuscito a votare ? Ci siamo ? Hanno votato tutti i colleghi ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti   430   
   Votanti   393   
   Astenuti    37   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
 364    
    Hanno votato
no   29).    

  (Il deputato Zan ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. Il deputato Alli ha segnalato di essersi erroneamente astenuto, mentre avrebbe voluto votare a favore).

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 342-B ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 342-B ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il Pag. 51rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Grazie Presidente, il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Segoni n. 9/342-B/1 e Pili n. 9/342-B/2, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Stella Bianchi n. 9/342-B/3. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Carrescia n. 9/342-B/4, con la seguente riformulazione: sostituire le parole «impegna il Governo ad adottare con urgenza» con le seguenti: «impegna il Governo a valutare l'adozione con urgenza» e poi continua. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Ferranti n. 9/342-B/5, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Palmieri n. 9/342-B/6, con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare le misure opportune per incentivare in modo efficace comportamenti collaborativi e virtuosi valutando la possibilità di fornire al giudice la possibilità di fissare caso per caso, tenendo conto delle circostanze concrete, un termine congruo per il sollecito completamento delle operazioni di bonifica, tenendo conto del termine temporale prestabilito». Con questa riformulazione, che rimetto ai proponenti, il Governo esprimerebbe parere favorevole, altrimenti il parere, se il testo rimane così come proposto, è contrario. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Squeri n. 9/342-B/7.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Segoni n. 9/342-B/1, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Segoni n. 9/342-B/1, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese, Malisani, Franco Bordo, Marazziti, Caparini, Caso, Luigi Gallo, Iori...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  433   
   Votanti  321   
   Astenuti  112   
   Maggioranza  161   
    Hanno votato
  14    
    Hanno votato
no  307).    

  (I deputati Zan e Preziosi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Pili n. 9/342-B/2, non accettato dal Governo.

  MAURO PILI. Grazie Presidente, intervengo perché già stamani ho sottolineato l'incongruità delle affermazioni del Ministro dell'ambiente e voglio richiamare il dispositivo finale dell'ordine del giorno che propongo, cioè quello di stralciare dalle aree indicate dal Ministero dello sviluppo economico quelle a nord della Sardegna che coincidono totalmente con il santuario dei mammiferi, ovvero uno di quegli accordi internazionali che nel 1999 l'Italia ha sottoscritto con altri Paesi europei.
  Credo che sia un fatto emblematico di come il dispositivo induca a riflettere su un tema delicatissimo, sulla ricaduta che è stata certificata dalla Commissione di valutazione dell'impatto ambientale che ha detto che quell'area è a rischio appunto per i cetacei.
  Quindi, chiedo che il Governo stia molto attento a quello che sta valutando perché già un organo tecnico, appunto la Commissione di valutazione dell'impatto ambientale, ha detto che quell'area è circoscritta nell'area del santuario dei cetacei.
  Quindi, davvero esprimere un parere contrario su questo ordine del giorno significa voler far male all'ambiente, vuol dire colpire un provvedimento e un accordo internazionale così rilevante come quello fatto per salvaguardare quel santuario dei cetacei.

Pag. 52

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pili n. 9/342-B/2, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malpezzi, Tidei. Togliete quello che c’è dentro il dispositivo per provare a votare. Andrea Romano, Lombardi. Hanno votato tutti, colleghi ? Grillo, Venittelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  437   
   Votanti  361   
   Astenuti   76   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato
  89    
    Hanno votato
no  272).    

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Stella Bianchi n. 9/342-B/3, accettato dal Governo.

  ERMETE REALACCI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Su cosa, onorevole Realacci ?

  ERMETE REALACCI. Presidente, solo per sottoscrivere gli ordini del giorno Carrescia n. 9/342-B/4 e Ferranti n. 9/342-B/5.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Onorevole Carrescia, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/342-B/4, accettato dal Governo, purché riformulato ?

  PIERGIORGIO CARRESCIA. Sì, Presidente.

  PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ferranti n. 9/342-B/5, accettato dal Governo.
  Onorevole Palmieri, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/342-B/6, accettato dal Governo, purché riformulato ?

  ANTONIO PALMIERI. Presidente, adesso il Governo è impegnato, quindi non voglio...

  PRESIDENTE. Presidente Ferranti e presidente Bratti. La riformulazione è stata fatta dal sottosegretario Ferri. Prego.

  ANTONIO PALMIERI. Presidente, ho ascoltato con attenzione la riformulazione proposta dal Governo e diciamo che piuttosto che niente è meglio piuttosto. Quindi, accolgo la riformulazione.
  È consolante il fatto che si intenda valutare caso per caso, meno che i tempi e i termini non siano modificabili. Però, insomma, diamo atto alla buona volontà del Governo.

  PRESIDENTE. Prendo atto, dunque, che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Palmieri n. 9/342-B/6, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Onorevole Squeri, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/342-B/7, non accettato dal Governo ?

  LUCA SQUERI. Presidente, a me dispiace che ci sia il parere contrario del Governo. Questa è la dimostrazione che una norma non è giusta perché diventa legge; dovrebbe diventare legge perché giusta. Qui abbiamo, ripeto, la conferma di una norma che, non essendo giusta, purtroppo diventa legge, tenendo come priorità quello che è l'assunto ideologico e senza tenere come priorità quello che è l'obiettivo che si vuole raggiungere.
  Nel merito, io faccio un esempio in un settore che conosco bene, cioè il settore della distribuzione del carburante, dove è in atto un confronto tra Governo, industria petrolifera, gestori e proprietari d'impianti per una forte razionalizzazione, che prevede la chiusura di 8 mila impianti, Pag. 53cioè 8 mila siti dove ci saranno sicuramente probabili problemi di inquinamento. Ecco, una norma del genere di fatto impedirà che questo percorso possa andare avanti, per cui sarà inevitabile chiedere al Governo ulteriori confronti per impedire che lo stesso Governo impedisca che un qualcosa, che lui sta sollecitando, non possa fare un passo avanti, anzi si debba concludere.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non intende cambiare il parere espresso sull'ordine del giorno Squeri n. 9/342-B/7.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Squeri n. 9/342-B/7, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Capelli, Vignaroli. Ci siamo ? Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  439   
   Votanti  344   
   Astenuti   95   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato
  44    
    Hanno votato
no  300).    

  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
  Dovremmo ora passare alle dichiarazioni di voto finale. Tuttavia, essendovi un numero di iscritti per dichiarazione di voto finale tale da non consentire di esaurire l'esame di questo provvedimento prima delle ore 16,30, orario per il quale l'ordine del giorno prevede lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo sui gravi incidenti verificatisi a Milano il 1o maggio 2015, sospendo l'esame del provvedimento, che riprenderà dopo lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo per le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale.
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,30.

  La seduta, sospesa alle 16,10, è ripresa alle 16,30.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

Informativa urgente del Governo sui gravi incidenti verificatisi a Milano il 1o maggio 2015.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo sui gravi incidenti verificatisi a Milano il 1o maggio 2015.
  Dopo l'intervento del Ministro dell'interno, interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per cinque minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.

(Intervento del Ministro dell'interno)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro dell'interno, Angelino Alfano.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho immediatamente assicurato la mia piena disponibilità a riferire sui fatti accaduti a Milano il 1o maggio, in coincidenza con la giornata di inaugurazione di Expo 2015.
  Permettetemi di esprimere innanzitutto la mia solidarietà ai tanti cittadini di Milano che hanno subito la distruzione o il danneggiamento di propri beni, colpiti da una violenza cieca e insensata, contro la quale si è levata immediatamente la reazione di tutta la comunità ambrosiana (Applausi).
  Come io stesso ho ricordato, subito dopo gli accadimenti di venerdì scorso, il comportamento delle forze di polizia, il loro equilibrio e la loro composta reazione sono da lodare incondizionatamente. È Pag. 54stata una grande prova di maturità democratica e di civiltà, che non può essere sminuita o svilita da strumentali polemiche riguardo ad una presunta accondiscendenza verso gli elementi più esagitati.
  Al contrario, la linea di condotta tenuta dalle forze di polizia a Milano non è un inedito né, meno che mai, frutto di presunti quanto opachi e fantasiosi compromessi. È una linea, invece, di assoluta e consolidata trasparenza che nei fatti di Milano ha peraltro corrisposto ad una precisa scelta strategica e tattica. Strategica, perché la garanzia del mantenimento dell'ordine pubblico deve guardare a tutti gli interessi in gioco, compresi quelli dei manifestanti pacifici e tutelare perciò la libera espressione del pensiero, anche quella del dissenso. Trasformare la piazza in una sorta di arena dove si confrontano due parti, l'una opposta all'altra, è un grave errore. Le forze di polizia non si contrappongono, per definizione, a nessuno. Il loro intervento è sempre garanzia delle libertà fondamentali e non può mai misurarsi su una stregua agonistica in cui prevalgano logiche muscolari.
  È stata, quella di Milano, anche una scelta tattica. Come è stato spiegato, l'obiettivo delle tute nere era quello di costringere le forze di polizia ad inseguirle in maniera che fossero così lasciati senza difese e senza presidio alcuni varchi del centro cittadino. Era insomma un diversivo, un espediente di guerriglia urbana, da cui non ci si è lasciati irretire.
  Ho sentito il dovere di ringraziare subito le forze dell'ordine e l'ho ribadito anche oggi, recandomi a Milano, non solo per la consueta abnegazione e professionalità, ma anche per la lucidità del loro comportamento, per niente scontata in un contesto operativo impervio.
  Nel riaffermare in quest'Aula il mio plauso e l'apprezzamento incondizionato a quanti hanno operato con la pacata fermezza dello Stato di diritto, esprimo anche la mia più viva solidarietà e vicinanza agli agenti e ai militari rimasti coinvolti negli incidenti (Applausi).
  Nelle ore immediatamente successive ai fatti di Milano è venuto in evidenza il tema della prevenzione. Vorrei essere molto esplicito: l'azione preventiva è stata svolta ad ampio raggio e con largo anticipo rispetto alla manifestazione del 1o maggio. Le preoccupazioni per l'evento inaugurale di Expo trovavano il loro preciso riferimento anche nel valore altamente simbolico che la frastagliata galassia del mondo antagonista ha finito con l'assegnare alla rassegna internazionale di Milano. L'attività di analisi e di intelligence si è indirizzata, dunque, verso questo particolare ambito, mettendo sotto osservazione l'area dell'antagonismo italiano e i diversi circuiti dell'estremismo che si erano mobilitati in modo capillare nella fase di avvicinamento all'evento milanese. Gli elementi più pericolosi sono stati immediatamente individuati negli appartenenti alla componente anarco-insurrezionalista. È noto che si tratta di un movimento che non è confinato all'Italia, ma che interessa anche altri Paesi europei, risultando presente e particolarmente attivo in Francia, Spagna, Germania e Grecia.
  È stato, quindi, avviato un intenso scambio informativo con i collaterali organismi stranieri di polizia e con i circuiti Interpol ed Europol, in maniera da acquisire un quadro completo circa la partecipazione di gruppi antagonisti esteri e la loro consistenza. Il raccordo con le polizie degli altri Paesi ha visto anche l'istituzione di una sala operativa ad hoc presso il sito espositivo di Milano, a cui partecipano, oltre ai nostri rappresentanti del servizio di cooperazione internazionale della Criminalpol, circa trenta ufficiali di collegamento stranieri.
  È stato uno sforzo investigativo intenso anche sul piano interno, che ha visto al lavoro non solo personale della questura di Milano e delle forze di polizia territoriali, ma anche esperti delle altre DIGOS, opportunamente coinvolte, sotto la regia degli apparati centrali, nelle attività operative di prevenzione. L'insieme di queste misure non ha mancato di produrre risultati: nei giorni precedenti alla manifestazione del 1o maggio, e precisamente il 28 e 29 aprile, sono state eseguite varie attività, anche congiuntamente, da parte Pag. 55della Polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri, che hanno portato alla perquisizione di caseggiati e immobili nei quali era stata segnalata la presenza di esponenti dell'area antagonista e delle relative basi logistiche.
  Nell'attività di controllo del territorio sono stati impiegati, in ausilio alle forze territoriali, anche i reparti prevenzione crimine specializzati in tale tipo di attività. È stato possibile, così, ampliare l'operatività delle forze di polizia, rafforzandone i profili informativi e investigativi proprio in concomitanza con l'inaugurazione di Expo. Questa vasta e intensa attività di controllo del territorio ha dato esiti significativi ai fini del ridimensionamento della capacità offensiva dell'ala violenta.
  Ne è scaturito, infatti, il ritrovamento e l'immediato sequestro di caschi, maschere antigas, indumenti per il travisamento ed altri strumenti che sarebbero serviti al confezionamento di bottiglie incendiarie e al compimento di altri atti vandalici. Le forze di polizia, oltre ad effettuare due arresti, hanno proceduto a denunciare all'autorità giudiziaria 50 persone, molte delle quali straniere, e a notificare nei confronti di 13 francesi e due spagnoli l'intimazione del prefetto a lasciare il territorio nazionale. Il questore di Milano ha disposto, inoltre, l'emissione di alcuni fogli di via e il rimpatrio forzoso di tre antagonisti di nazionalità tedesca, convalidato, peraltro, dall'autorità giudiziaria.
  Quanto ai fatti che si sono verificati il 1o maggio, ne sono stati protagonisti, come è ben noto, circa un migliaio di tute nere che si erano infiltrate nella manifestazione «MayDay No Expo», indetta dalla confederazione unitaria di base. Aggiungo che, per tale manifestazione, il questore aveva disposto alcune prescrizioni relative all'itinerario del corteo, allo scopo di proteggere l'area cittadina intorno al Duomo e alla Scala, dove si sarebbe svolto, in serata, il concerto inaugurale.
  All'altezza di Piazza della Resistenza Partigiana, alcuni degli appartenenti al «blocco nero» hanno dato inizio ad un fitto lancio di petardi e fumogeni all'indirizzo delle forze dell'ordine e dei loro mezzi. L'azione violenta si è poi via via intensificata, dando vita ad una vera e propria devastazione di una parte, fortunatamente limitata, del centro urbano. I reparti di polizia sono stati inizialmente schierati per porre in essere un'attività di contenimento, volta a proteggere, come spiegherò anche in seguito, alcune zone cruciali del centro storico.
  Nel contempo, aliquote degli stessi reparti si sono disposte nelle strade parallele al corteo, pronte ad intervenire. Quando sono iniziati i primi atti vandalici, è stato deciso di isolare la coda del corteo, composta dai sindacati di base, quelli promotori dell'iniziativa, e di stringere in un cerchio, con una manovra a tenaglia, le tute nere, distaccandole anche dalla testa del corteo, dalla testa della manifestazione.
  Tuttavia, questa azione non è passata inosservata alle numerose vedette di cui disponevano i devastatori, i quali, grazie ad un segnale di intesa, hanno rapidamente ripiegato verso la testa del corteo, non prima di avere dato vita a nuovi e più violenti attacchi ed essersi repentinamente liberati dell'abbigliamento e degli strumenti che avrebbero potuto farli riconoscere; e pare che, come segno d'intesa, vi sia stata l'accensione di un fumogeno di colore diverso dagli altri.
  Gli esiti delle violenze commesse, concentratesi nell'arco di circa 20-30 minuti, hanno portato al danneggiamento di 27 autovetture e all'incendio di altre 17, al danneggiamento di venti esercizi commerciali e di dieci agenzie bancarie. Come ho anticipato, si registrano anche 13 coinvolti delle forze dell'ordine negli scontri: sei appartenenti alla Polizia di Stato e sette militari dell'Arma dei carabinieri.
  Posso aggiungere, non senza sollievo, che si tratta di lievi contusioni e lesioni. Sebbene non sia certamente un bilancio di poco conto, non si può sottacere che l'azione intelligente e sagace delle forze di polizia ha conseguito più di un obiettivo. Intanto, si è impedito, come dicevo, il raggiungimento dello scopo prefissatosi dagli antagonisti e cioè di estendere l'area della devastazione all'intero centro milanese, Pag. 56colpendone gli obiettivi più simbolici, ossia la Borsa, la camera di commercio, il Palazzo delle Stelline, dove ha sede la rappresentanza dell'Unione europea e, in ultimo, Piazza della Scala e il Duomo. Inoltre, si è riusciti a tenere distinta la parte pacifica del corteo, sicuramente prevalente ove si consideri che vi hanno aderito circa ventimila persone, da quella violenta e facinorosa. È un fatto che la testa del corteo ha potuto proseguire e concludere il tragitto, senza incontrare ostacoli o incorrere in incidenti. Ed è altrettanto un fatto che il troncone di coda è stato tenuto indenne dal contatto con le tute nere, mediante un'opportuna deviazione dell'itinerario, per poi disciogliersi ai primi incidenti.
  Questa accorta attività di prevenzione fondata sul principio del contenimento del danno, che è regola aurea nella gestione della piazza, ha prodotto risultati anche sul piano del contrasto. Nonostante le difficoltà cui sono andate incontro per la veemente azione di guerriglia documentata dalle eloquenti immagini proposte dalle emittenti televisive dal web, le forze di polizia hanno operato il fermo di sei persone, di cui cinque arrestate per vari reati, tra i quali anche quello di resistenza a pubblico ufficiale, aggravata dall'uso di armi improprie, dal lancio di oggetti e dal numero dei partecipanti. È notizia di ieri la convalida degli arresti operati con l'applicazione della misura della custodia cautelare in carcere.
  L'azione di identificazione dei responsabili è proseguita incessantemente anche nei giorni seguenti, soprattutto con il fermo e la denuncia all'autorità giudiziaria, il 2 maggio, di quattordici giovani greci e l'arresto a Genova, il giorno dopo, di altri cinque cittadini francesi. A loro carico è stato eseguito il prelievo biologico per effettuare il test del DNA, allo scopo di confrontare i reperti con quelli lasciati dai manifestanti sugli oggetti abbandonati e rinvenuti nei luoghi interessati dagli scontri. Appaiono sicuramente di rilievo gli sviluppi investigativi che potranno scaturire dall'arresto a Genova dei cinque cittadini transalpini. Le risultanze sembrano infatti confermare il coinvolgimento nei fatti di Milano e pare anche emergere, almeno a carico di uno di loro, un collegamento con le frange violente dei no TAV. Attendo con fiducia ulteriori positivi sviluppi investigativi, grazie all'uso della copiosa documentazione visiva che potrà apportare, con paziente ricostruzione delle immagini, all'identificazione di altri responsabili dei gravi incidenti.
  Voglio, infine, accennare alle risorse umane che sono state messe in campo dalle forze di polizia durante le giornate che, dal 29 aprile fino al 2 maggio, hanno segnato l'avvio di Expo: oltre al dispositivo assegnato a regime, composto da 2.558 unità di rinforzo, sono state destinate nella circostanza ai servizi di ordine pubblico ulteriori complessive 4.600 unità. Il culmine lo si è toccato nella giornata del 1o maggio che ha visto operare altri 2 mila operatori di polizia, 900 della polizia di Stato e altrettanti militari dell'Arma dei carabinieri, a cui si sono aggiunti 200 appartenenti alla Guardia di finanza.
  Signor Presidente, onorevoli colleghi, Expo rappresenta un banco di prova di grande severità e impegno e una straordinaria vetrina per il Paese e alla buona riuscita sua, anzi a quello che io auspico sia un successo indiscusso, sono legati l'immagine e il prestigio dell'Italia. Vedo una straordinaria coesione intorno a questo obiettivo e ne è un sinonimo, anche toccante, lo slancio e il fervore con i quali i milanesi hanno voluto scendere in strada per cancellare i segni dell'oltraggio subito dalla loro città (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, Area Popolare (NCD-UDC), Scelta Civica per l'Italia, Sinistra Ecologia Libertà e Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini). È naturale che terremo alta l'attenzione contro ogni forma di minaccia, monitorando qualunque segnale, anche quello più tenue, che possa fornirci l'indizio di possibili pericoli o rischi. Resta comunque il fatto che troppe volte le manifestazioni di protesta vengono attraversate da fermenti distruttivi che, oltre a Pag. 57deviare il dissenso verso esiti violenti, seminano sentimenti di sfiducia e d'inquietudine profonda.
  È giunto il momento che misure risolutive vengano adottate nel pieno rispetto delle libertà costituzionali in un saggio bilanciamento dei diritti fondamentali con il diritto alla sicurezza. È esattamente in questa direzione che si collocano le disposizioni che verranno inserite nel provvedimento di legge sulla sicurezza delle città che il Governo si accinge a varare.
  Un'efficace misura potrà consistere nell'estendere, anche ai professionisti della violenza di piazza, il cosiddetto «arresto differito», istituto che oggi è operativo solo nei confronti dei facinorosi che allontaniamo dagli stadi e dalle manifestazioni sportive. Altre misure nel segno della prevenzione andranno a proteggere le aree urbane delle maggiori città dal proliferare di manifestazioni e cortei che, troppo spesso, diventano occasione di tafferugli, scontri e devastazioni.
  I fatti di Milano, e concludo, ripropongono, onorevoli colleghi, la grande sfida che il nostro tempo pone ad ogni democrazia avanzata, a maggior ragione quelle che ospitano eventi mondiali: la sfida tra la libertà di manifestazione del pensiero e la sicurezza. Il Governo affronterà questa sfida, facendo in modo che i due diritti non diventino due diritti conflittuali e antagonisti. Il Governo affronterà questa sfida con l'obiettivo di garantire il diritto alla libertà di manifestazione del pensiero e, al tempo stesso, di non privare mai nessun cittadino e nessuna città d'Italia della sicurezza cui hanno diritto, vi ringrazio (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Area Popolare (NCD-UDC), Scelta Civica per l'Italia e Per l'Italia-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Grazie Ministro. Prima di passare agli interventi dei rappresentanti dei gruppi, saluto i docenti e gli studenti del liceo scientifico «Rescigno» di Roccapiemonte, in provincia di Salerno, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

(Interventi)

  PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi.
  Ha chiesto di parlare il deputato Emanuele Fiano. Ne ha facoltà.

  EMANUELE FIANO. Grazie Presidente, signor Ministro, colleghi, io penso che serva la regola aurea del migliore giornalismo per analizzare i fatti di Milano: separare i fatti dalle opinioni. Mi permetta di dirle, signor Ministro, che noi condividiamo la relazione che adesso lei ha esposto al Parlamento. Questo tema della violenza, che, troppe volte, moltissime volte, nel recente e nel meno recente passato, si è introdotta e ha attraversato le forme del dissenso nella democrazia, le troppe volte che centinaia o migliaia di violenti, di teppisti, di casseurs (distruttori come dicono i francesi), di terroristi da strada o di distruttori hanno manifestato la loro violenza distruttiva nelle nostre città e anche nel resto d'Europa, ci dice che, con questa violenza, le democrazie contemporanee devono continuare ad avere a che fare e le soluzioni che dobbiamo trovare devono adeguarsi al cambiamento di queste forme.
  A noi non interessa sapere se queste forme di violenza hanno dietro un progetto politico perché a noi non interessa pensare che la violenza possa essere figlia di un progetto. A noi interessa dire qui e per sempre che condanniamo nella maniera più assoluta, senza possibilità di alibi, quella forma di violenza. Il dissenso è il sale della democrazia, la violenza è il suo nemico e non ci sono alibi. Nel caso di Milano, lei lo ha già fatto, noi rinnoviamo l'apprezzamento e il ringraziamento per le Forze dell'ordine, per la Questura di Milano e per la Prefettura di Milano, per come si sono svolte le azioni di prevenzione e di contenimento di quelle forme di violenza. Purtroppo, è certo, dei danni sono stati arrecati: molte decine di negozi, di vetrine, di macchine. Quei danni, anche se fosse stato uno solo, sono danni che richiamano la nostra totale solidarietà e il Pag. 58nostro apprezzamento per le iniziative che il sindaco di Milano Pisapia e il presidente della regione Maroni hanno messo in campo per risarcire coloro che sono stati toccati da questa violenza e che hanno subito questi danni.
  La tecnica dei black bloc che lei ha già qui descritto e cioè quella di provare a frantumare il fronte delle Forze dell'ordine per disperderli e per provare lo sfondamento onde arrivare ad obiettivi sensibili nel centro della nostra città ha necessitato le forme di contrasto che, invece, le Forze dell'ordine hanno mantenuto: quello di evitare il contatto fisico diretto con questi violenti e quello di isolare quella parte del corteo.
  Ci sono stati – l'ho detto – danneggiamenti gravi. Ma se così non fosse stato, signor Ministro e colleghi, noi questa sera saremmo qui a condannare o a piangere o a esprimere il nostro cordoglio per feriti più gravi, per danni più ampi, come già molte volte è successo in questo Paese, e prima di lei altri Ministri hanno subito le critiche perché non così erano state condotte le manifestazioni di piazza.
  Ora, dopo la condanna, dopo il plauso, dopo l'apprezzamento, noi siamo alla nuova frontiera che riguarda il contenimento, la prevenzione e la repressione di queste forme di violenza. E la nuova frontiera, che, secondo me, spetta a questo Parlamento e a questa fase della politica, è l'innovazione legislativa. Nei giorni precedenti e successivi agli avvenimenti di Milano – lo ha detto anche lei – oltre 100 appartenenti a questo fronte del blocco nero erano stati fermati, alcuni di loro identificati, per alcuni di loro, stranieri, erano state avviate le procedure di espulsione. Ma – ahimè ! – il risultato è che a molto pochi di loro è stato effettivamente impedito di partecipare poi alla manifestazione.
  È necessario aggiornare il nostro patrimonio legislativo, sia con il tema dell'arresto in flagranza differita sia con il tema dell'estensione delle modalità con cui già, rispetto alla violenza sportiva, è stato applicato il Daspo, sia aumentando, signor Ministro, la possibilità dell'arresto immediato per alcune fattispecie di reato che oggi non lo comportano.
  Io penso ad una grande e trasversale condivisione di questa necessità, che si è anche manifestata nella straordinaria manifestazione di Milano, manifestazione civile e civica, senza bandiere di partito, che ha dimostrato quanto questi violenti siano isolati nella città di Milano e in tutte le città d'Italia. A questa trasversalità e a questa unanimità della necessità che la democrazia mantenga i suoi spazi per il dissenso e per il consenso e mantenga quel principio costituzionale, fondamentale nella nostra società, della libertà di espressione della propria idea, a questo può far fronte un'opinione comune di questo Parlamento, perché vengano innovati gli strumenti legislativi, perché si permetta sempre alla democrazia lo spazio del dissenso e mai alla violenza di distruggere la nostra convivenza (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Daniele Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Grazie, Presidente. Ministro, siamo di nuovo qui a parlare di un suo insuccesso ai danni, questa volta, dei cittadini milanesi. Qualche mese fa abbiamo elencato diverse ragioni per cui lei, Ministro Alfano, dovrebbe andar via e lasciare il suo incarico. Ma con il passare del tempo i motivi sono aumentati. Sembra che si sia messo d'impegno per allungare una lista già piuttosto corposa. Oggi voglio ricordarli di nuovo, uno per uno, quei motivi, per non dimenticare e per non far dimenticare a nessuno chi è lei e che cosa ha fatto.
  Uno: ha presenziato nel 1996 al matrimonio della figlia del boss mafioso Croce Napoli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Due: è stato l'artefice del famigerato «lodo Alfano», una legge dichiarata incostituzionale, che prevedeva la sospensione di tutti i processi penali per le quattro più alte cariche dello Stato, legge ad personam per il condannato di Arcore.Pag. 59
  Tre: l'11 marzo 2013, da Ministro dell'interno, occupa abusivamente le scalinate del tribunale di Milano, manifestando contro un processo in corso, il processo Ruby (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Quattro: a sua insaputa, forse, vengono rapite una bimba e una mamma e rispedite in un Paese dove comanda un dittatore. Non si accorge di una vera e propria deportazione illegale; illegale perché il Viminale era perfettamente a conoscenza dello status di dissidente del marito della signora Shalabayeva e dei pericoli che avrebbe corso in caso di espulsione.
  Cinque: lei, dopo gli scontri di Tor di Quinto, per i quali ha perso la vita Ciro Esposito, alla Camera ha dichiarato che il luogo scelto per far confluire i tifosi napoletani era corretto, trascurando che sono luoghi famosi perché frequentati da estremisti politici del tifo ultrà più acceso.
  Sei: riguardo alla vicenda Yara, è riuscito a rivelare notizie riservate mettendo a repentaglio il lavoro dei magistrati e della polizia giudiziaria solo per la voglia di fare un tweet (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Sette: il 19 febbraio, alla vigilia della partita di calcio Roma – Feyenoord, la capitale è stata ridotta a ferro e fuoco dai tifosi olandesi e trasformata in un campo di battaglia, con feriti tra i poliziotti e danneggiamenti di opere d'arte di inestimabile valore. Cosa aveva fatto il Ministro dell'interno per evitare tutto ciò ? Nulla.
  Otto: il 9 aprile scorso un individuo semina il terrore e uccide tre persone all'interno del tribunale di Milano. Anche in questo caso cosa è stato fatto per garantire la massima sicurezza del tribunale di Milano e di tutti i tribunali d'Italia e dei luoghi limitrofi ? Nulla.
  E arriviamo ai fatti di venerdì scorso, il suo nono insuccesso.
  Il giorno dell'inaugurazione di Expo Alfano afferma che la macchina della prevenzione ha funzionato e, poi, succede l'inferno. Riguardo agli scontri, un poliziotto ha dichiarato: ci sono stati dei momenti in cui tutti noi sapevamo che si potevano prendere e fermare, ma ci è stato detto di no. Era un ordine e noi agli ordini dobbiamo obbedire. Ministro, una cosa è certa: quando da quella parte ci siete voi, le cose non vanno male, vanno peggio. Ma com’è possibile che un migliaio di persone, forse meno, abbia la possibilità di sfasciare qualsiasi cosa nel centro storico di una città come Milano, a due passi dal Cenacolo, con in più l'aggravante che il rischio di disordine fosse un rischio certo e annunciato ? La polizia, le forze dell'ordine hanno ricevuto ordini dall'alto di permettere ai facinorosi di fare qualsiasi cosa in un'area ben delimitata e circoscritta per far vedere che non c’è alternativa ai pestaggi e alla macelleria messicana perpetrati in altre sedi, come, ad esempio, nella scuola media Diaz durante il G8 a Genova (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Ministro, le sue scelte sono bieche e riprovevoli. È chiara e lampante anche la premeditazione del non intervento. Alfano, l'ordine va fatto rispettare, i delinquenti presi, processati e non picchiati come piace a lei in altre situazioni, come, ad esempio, ieri a Bologna. Alfano, la responsabilità è solo sua e del manipolo di persone con le quali ha pianificato il non intervento. L'Expo è bello e buono ? Vi serviva un espediente per palesarlo al mondo ? Vi servivano scontri e disordini da condannare ? Eccoli lì, belli, pronti e serviti da lei, Ministro, al Premier Renzi e al sindaco Pisapia che, stranamente, subito dopo era pronto con pettorine e spugnette a pulire e a far finta di non saper nulla di questa bellissima enfasi mediatica che sarebbe nata grazie, appunto, ai cittadini che, giustamente, sono arrabbiati contro i black bloc e, di conseguenza, innamorati di Expo. Cittadini, ahinoi, troppo timidi, per non dire gelidi e imperturbabili di fronte a episodi di ingiustizia, abusi, tangenti, mazzette, appalti gonfiati, corruzione, concussione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e 13 miliardi di euro di tasse spese per una fiera inutile e paradossale nel rapporto tra il suo costo, 13 miliardi di euro, e il tema centrale, ovvero la fame nel mondo.Pag. 60
  Che bello sarebbe vedere la stessa enfasi mediatica contro i venduti e i corrotti che decidono, appaltano e si dividono le stecche ! Che bello sarebbe vedere la stessa enfasi mediatica a favore dei cittadini che oggi hanno manifestato pacificamente per strada contro la riforma della scuola a nome Renzi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Che bello sarebbe vedere la stessa enfasi mediatica che narra di cittadini che il 9 maggio marceranno da Perugia ad Assisi per chiedere il reddito di cittadinanza, una riforma necessaria per salvare 9 milioni di poveri in Italia ! E, invece no, questa è l'Italia e questa è la vostra informazione. Noi, Alfano, la speranza di vedere lei fuori dal Ministero e le cose cambiare non la perdiamo. Arrivederci al suo prossimo fallimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gelmini. Ne ha facoltà.

  MARIASTELLA GELMINI. Presidente, onorevoli colleghi, credo di interpretare, non solo i sentimenti dei cittadini di Milano e della Lombardia, ma le attese di tutti gli italiani chiedendole, signor Ministro, un'azione concreta, al di là delle parole e della spiegazione che lei oggi ci ha dato, affinché episodi come quelli che hanno devastato Milano non abbiano più a verificarsi nel nostro Paese. Lei ci ha spiegato che poteva andare peggio, ma quanto accaduto lo scorso 1o maggio rappresenta uno degli episodi più tristi e violenti degli ultimi anni. Non solo la giornata dell'inaugurazione di Expo, ma il cuore di Milano è stato devastato da un'aggressione che, purtroppo, non si può definire inattesa. E davanti ad una tale violenza le autorità, tutte le autorità, incaricate di proteggere Milano e l'intero Paese da simili episodi hanno il dovere di interrogarsi in merito alle azioni che avrebbero potuto e sicuramente dovuto mettere in campo per evitare una simile situazione. Infatti, signor Ministro, si sarebbe potuto e certamente dovuto fare di più. Infatti, da diverso tempo era chiara a tutti la forte ostilità del movimento NoExpo, un'avversione che parte dal 2007 quando i NoExpo presentarono addirittura un contro-dossier per fermare la candidatura di Milano. Di recente non sono poi mancate le occupazioni. E, poi, lei nel suo intervento ci ha rappresentato il sequestro di bottiglie incendiarie e di altri oggetti volti a ledere l'incolumità e la sicurezza dei cittadini.
  E allora, nonostante i numerosi segnali d'allarme e pericolo per la sicurezza e l'incolumità pubblica, la manifestazione nel cuore della città è stata inspiegabilmente autorizzata con le conseguenze che tutto il mondo ha avuto davanti agli occhi e con la legittima indignazione dei milanesi scesi in piazza per ripulire la città e rimuovere le barricate dei No Expo, cittadini ai quali va tutta la nostra solidarietà e il nostro ringraziamento.
  D'altra parte, le proposte che lei ha avanzato in materia di ordine pubblico e sicurezza sono la conferma che qualcosa non ha funzionato e che le disposizioni che riguardano l'ordine pubblico vanno messe a punto. Su questa linea noi come Forza Italia abbiamo fatto proposte precise che hanno trovato anche ieri a Milano un vasto consenso tra l'opinione pubblica e contiamo di sostenerla con un'ampia mobilitazione popolare. La nostra iniziativa, che si concretizzerà in una proposta di legge, che ci auguriamo di rendere di iniziativa popolare, ha come obiettivo quello di limitare e vietare le manifestazioni violente. Basta piangere sul latte versato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente): occorre il coraggio, signor Ministro, di vietare le manifestazioni quando non rappresentano il diritto costituzionalmente garantito di esprimere un'opinione, un dissenso, una critica, ma quando diventano oggetto e luogo per manifestare ed esprimere violenza e per mettere a repentaglio la sicurezza dei cittadini e l'ordine pubblico. Vedremo nelle prossime ore quali aspetti tecnici andranno toccati, ma credo che sia necessario affidare ai prefetti e alla piena responsabilità del Ministero dell'interno, Pag. 61con una norma vincolante, la scelta di vietare azioni che minacciano la sicurezza dei cittadini e di decidere in merito ai luoghi e al perimetro delle manifestazioni laddove esse configurano un elevato rischio di pericolosità. Lo Stato, pur riconoscendo e tutelando il diritto di riunirsi, non può rinunciare al proprio dovere di intervenire per garantire una posizione di controllo e tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica. Diciamo questo ringraziando ovviamente le forze dell'ordine e dicendo con chiarezza che noi stiamo sempre dalla parte delle forze dell'ordine che troppo spesso in questo Paese vengono messe ingiustamente sul banco degli imputati. Ma quanto accaduto a Milano non deve più accadere in nessuna della nostre città (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cicchitto. Ne ha facoltà.

Testo sostituito con errata corrige volante   FABRIZIO CICCHITTO. Signora Presidente, onorevoli colleghe, al di là di alcune battute demagogiche che abbiamo sentito poco fa in un intervento e che sentiremo probabilmente anche successivamente, noi dobbiamo misurarci con un problema assai serio, che è costituito dal fatto che dovremo fare i conti – qui in Italia, ma un caso analogo è avvenuto poco tempo fa in un Paese che è al di sopra di ogni sospetto quanto a capacità preventiva e repressiva, mi riferisco alla Germania e a Francoforte – con cortei di 20-30 mila persone nei quali si combinano insieme tre componenti: una componente pacifica, una componente di guerriglieri urbani e una componente che è complice dei secondi. Se dimentichiamo l'esistenza di queste tre diverse correnti nel corteo non capiamo alcune delle cose che sono avvenute a Milano e anche i conseguenti comportamenti della polizia e dei carabinieri. Una situazione nella quale l'azione preventiva è anche ostacolata non solo da limiti legislativi, onorevole Ministro, ma anche dall'atteggiamento di un settore della magistratura. Basta leggere la motivazione con cui il giudice Vannicelli ha ordinato il rilascio di tre tedeschi trovati in possesso di passamontagna che, secondo lui, dovevano essere «usati come rudimentali maschere a protezione del respiro dai vapori tossici e della vernice spray con i quali i suddetti writers hanno a che fare per ore» e se registriamo anche il fatto che il giudice Olindo Canali non aveva convalidato l'espulsione di quattro autonomem tedeschi che erano stati trovati in una casa con mazze e passamontagna, abbiamo il conto delle difficoltà con le quali le forze dell'ordine hanno dovuto misurarsi.
  Va anche espresso un giudizio politico negativo sugli organizzatori del corteo; un corteo inutile, a mio avviso, nel merito, perché, se andiamo a leggere la piattaforma della Carta di Milano su cui si è fatta l'Expo, lì c’è tutta una tematica sul cibo, sull'agricoltura, di tipo ecologista ed egualitario, addirittura una contrapposizione alle tendenze monopolistiche che non giustificano un corteo di questo tipo.
  Ma evidentemente va rispettata la libertà di manifestazioni anche se fondate su piattaforme sbagliate. Ora però le forze che hanno convocato e diretto questo corteo non hanno avuto la forza politica di sconvocarlo quando hanno visto che si inserivano in esso componenti eversive e distruttive né hanno avuto la forza politica di difenderlo rispetto all'operazione di guerriglia urbana che è stata posta in essere. Anzi, parte di quel corteo si è comportata in modo opportunistico, omertoso e complice e ha consentito ai guerriglieri, senza contrastarli, di travisarsi nella fase di preparazione per l'attacco e, poi, di mimetizzarsi, spogliandosi dei vestiti compromettenti nella fase di rientro.
  Questo spiega, a mio avviso, per ragioni strategiche e per ragioni tattiche, come ci ha detto il Ministro, la linea che è stata seguita, che è una linea nella quale, certamente, si è dovuto pagare un prezzo e il prezzo è costituito dal fatto che le forze dell'ordine hanno tracciato un percorso, questo percorso lo hanno rigidamente difeso; in questo percorso, però, guerriglieri hanno potuto fare dei danni a cui Milano come città ha reagito.
  FABRIZIO CICCHITTO. Signora Presidente, onorevoli colleghi, al di là di alcune battute demagogiche che abbiamo sentito poco fa in un intervento e che sentiremo probabilmente anche successivamente, noi dobbiamo misurarci con un problema assai serio, che è costituito dal fatto che dovremo fare i conti – qui in Italia, ma un caso analogo è avvenuto poco tempo fa in un Paese che è al di sopra di ogni sospetto quanto a capacità preventiva e repressiva, mi riferisco alla Germania e a Francoforte – con cortei di 20-30 mila persone nei quali si combinano insieme tre componenti: una componente pacifica, una componente di guerriglieri urbani e una componente che è complice dei secondi. Se dimentichiamo l'esistenza di queste tre diverse correnti nel corteo non capiamo alcune delle cose che sono avvenute a Milano e anche i conseguenti comportamenti della polizia e dei carabinieri. Una situazione nella quale l'azione preventiva è anche ostacolata non solo da limiti legislativi, onorevole Ministro, ma anche dall'atteggiamento di un settore della magistratura. Basta leggere la motivazione con cui il giudice Vannicelli ha ordinato il rilascio di tre tedeschi trovati in possesso di passamontagna che, secondo lui, dovevano essere «usati come rudimentali maschere a protezione del respiro dai vapori tossici e della vernice spray con i quali i suddetti writers hanno a che fare per ore» e se registriamo anche il fatto che il giudice Olindo Canali non aveva convalidato l'espulsione di quattro autonomem tedeschi che erano stati trovati in una casa con mazze e passamontagna, abbiamo il conto delle difficoltà con le quali le forze dell'ordine hanno dovuto misurarsi.
  Va anche espresso un giudizio politico negativo sugli organizzatori del corteo; un corteo inutile, a mio avviso, nel merito, perché, se andiamo a leggere la piattaforma della Carta di Milano su cui si è fatta l'Expo, lì c’è tutta una tematica sul cibo, sull'agricoltura, di tipo ecologista ed egualitario, addirittura una contrapposizione alle tendenze monopolistiche che non giustificano un corteo di questo tipo.
  Ma evidentemente va rispettata la libertà di manifestazioni anche se fondate su piattaforme sbagliate. Ora però le forze che hanno convocato e diretto questo corteo non hanno avuto la forza politica di sconvocarlo quando hanno visto che si inserivano in esso componenti eversive e distruttive né hanno avuto la forza politica di difenderlo rispetto all'operazione di guerriglia urbana che è stata posta in essere. Anzi, parte di quel corteo si è comportata in modo opportunistico, omertoso e complice e ha consentito ai guerriglieri, senza contrastarli, di travisarsi nella fase di preparazione per l'attacco e, poi, di mimetizzarsi, spogliandosi dei vestiti compromettenti nella fase di rientro.
  Questo spiega, a mio avviso, per ragioni strategiche e per ragioni tattiche, come ci ha detto il Ministro, la linea che è stata seguita, che è una linea nella quale, certamente, si è dovuto pagare un prezzo e il prezzo è costituito dal fatto che le forze dell'ordine hanno tracciato un percorso, questo percorso lo hanno rigidamente difeso; in questo percorso, però, i guerriglieri hanno potuto fare dei danni a cui Milano come città ha reagito.

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  PRESIDENTE. La invito a concludere.

Testo sostituito con errata corrige volante   FABRIZIO CICCHITTO. Però, noi abbiamo ottenuto il risultato di difendere l'Expo, la sua immagine, il suo futuro, perché esso sarebbe stato colpito al cuore qualora ci fosse stata un'azione repressiva durissima con immagini di guerriglia urbana molto più rilevanti di quelle che ci sono state.
  Concludo, dicendo che, a mio avviso, noi dobbiamo prendere tre misure: l'arresto come nel calcio, rinviando la flagranza entro le quarantott'ore; non più le contravvenzioni, ma il reato con una pena detentiva per chi va in un corteo con passamontagna; un'analisi rigorosa per quello che riguarda la concessione della libertà dei cortei. Tutto questo implica il fatto che ci dobbiamo misurare con una situazione rispetto alla quale la facile demagogia che abbiamo sentita di chi ipotizza operazioni truculente dagli studi televisivi rispetto a cortei così complessi e variegati – qual è quello che abbiamo visto a Milano e qual è quello che si è visto a Francoforte – è un'operazione del tutto deteriore, che non ci consente di fare un passo in avanti rispetto ad una situazione gravissima, che richiede analisi differenziate e comportamenti altrettanto differenziati (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).
  FABRIZIO CICCHITTO. Però, noi abbiamo ottenuto il risultato di difendere l'Expo, la sua immagine, il suo futuro, perché esso sarebbe stato colpito al cuore qualora ci fosse stata un'azione repressiva durissima con immagini di guerriglia urbana molto più rilevanti di quelle che ci sono state.
  Concludo, dicendo che, a mio avviso, noi dobbiamo prendere tre misure: l'arresto come nel calcio, rinviando la flagranza entro le quarantott'ore; non più le contravvenzioni, ma il reato con una pena detentiva per chi va in un corteo con passamontagna; un'analisi rigorosa per quello che riguarda la concessione della libertà dei cortei. Tutto questo implica il fatto che ci dobbiamo misurare con una situazione rispetto alla quale la facile demagogia che abbiamo sentito di chi ipotizza operazioni truculente dagli studi televisivi o rispetto a cortei così complessi e variegati – qual è quello che abbiamo visto a Milano e qual è quello che si è visto a Francoforte – è un'operazione del tutto deteriore, che non ci consente di fare un passo in avanti rispetto ad una situazione gravissima, che richiede analisi differenziate e comportamenti altrettanto differenziati (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Monchiero. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI MONCHIERO. Grazie, Presidente. Signor Ministro, io volevo riprendere un concetto che lei ha espresso e che è stato applaudito da quest'Aula. Voglio esprimere la solidarietà mia e di Scelta Civica sì al lavoro delle forze dell'ordine, quanto mai difficile in queste circostanze, ma, soprattutto, voglio esprimere il plauso per una risposta inconsueta che la città di Milano ha saputo dare il giorno successivo ai fatti che sono oggetto di questa sua comunicazione (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia). Una risposta civile, una risposta operosa, una risposta in cui migliaia di persone si sono assunte la responsabilità di smacchiare un pezzettino di muro.
  Ora, questo episodio molto bello non deve farci dimenticare che il muro era stato macchiato, che il magistrato, come ricordava poc'anzi il collega Cicchitto, ha ritenuto che andare in giro a sporcare i muri sia un diritto costituzionalmente garantito, anzi, che vada tutelata anche la salute dei writer, perché respirare vernice, com’è noto, non giova alla salute dei polmoni.
  Ora, che io possa indossare maschere antigas per poter esercitare il diritto di imbrattare i muri dei vicini ci pone di fronte alle molte contraddizioni della nostra civiltà, a volte ipergarantista, certo garantista a senso unico, perché i diritti dei cittadini milanesi di vivere serenamente la propria città non sono stati garantiti.
  Vede, signor Ministro, i fatti ci dicono che le attività di intelligence e di prevenzione semplicemente non hanno funzionato. Sei arresti in flagranza e poche decine di denunce successive non sono un risultato di intelligence, sono un fallimento, di cui quest'Aula deve serenamente prendere atto, non per scagliarsi personalmente contro di lei e chiedere strumentalmente le sue dimissioni o magari anche eccedere in qualche accusa verbale al limite dell'insulto. La settimana scorsa in quest'Aula, un suo collega è stato ripetutamente chiamato assassino perché, evidentemente, si riteneva per causa sua – considerato quasi l'artefice – l'ecatombe di vite umane nel nostro Mare di Sicilia.
  Signor Ministro, non ha nessun senso chiamarla assassino o complice dei terroristi. Anzi, anche sul piano personale io le esprimo la solidarietà mia e del nostro gruppo, però i fatti di Milano ci dicono che alcune cose devono cambiare. Non amo dire «mai» e non voglio invocare il «mai più questi fatti», perché temo che questi fatti si ripeteranno, voglio invece ricordare che il nostro gruppo, ormai un anno fa, ha presentato un progetto di legge, che giace nei cassetti del Parlamento come molti altri, che riguarda proprio gli interventi Pag. 63per la tutela dei diritti di manifestare, ma anche per la tutela dei cittadini che vivono nei luoghi in cui avvengono le manifestazioni. Abbiamo appreso con gioia, signor Ministro, l'intenzione del Governo di intervenire su questa materia. Naturalmente un disegno di legge del Governo avrà più probabilità di camminare spedito che non un progetto di legge di un piccolo gruppo, sia pure di maggioranza, ma unendo gli sforzi di tutti dovremmo riuscire a fare quello che i cittadini ci chiedono, e la prima cosa che ci chiedono è di dire «basta» all'impunità (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
  È stato ricordato in quest'Aula che un gruppo di ubriachi olandesi – nazione civilissima, ma dove l'abuso di alcool è ben più diffuso che da noi – ha devastato questa città a causa di una partita di calcio e, a quanto risulta, se ne sono tornati tutti serenamente in patria in attesa di chissà quale processo e di chissà quale procedura di estradizione. Ecco, queste cose richiedono un nostro intervento. Noi siamo il partito della semplificazione e non amiamo invocare leggi superflue, ma in questo caso una legge diversa si impone, e noi le chiediamo, signor Ministro, di insistere, affinché il Governo questa legge la presenti e poi la sostenga nel difficile iter parlamentare. Su questa legge noi ci impegniamo ad essere, come sempre, attivi e solidali con il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Grazie, Presidente. Signor Ministro, colleghi, molte volte Sinistra Ecologia Libertà ha presentato mozioni o votato la sfiducia sul suo operato; c’è un lungo elenco, che è inutile citare. Tuttavia, quello che lei ha detto e quello che si è visto confermano che a Milano evidentemente, tra questura, prefettura e comune, abbiamo risorse in grado di neutralizzare l'esito ordinario della sua azione, che peraltro si è manifestata nuovamente, a poche ore, a Bologna. Sabato 1o maggio alla città di Milano è stato inferto un danno che non meritava: la violenza di pochi, più che esecrabile, ha colpito vie, beni pubblici e privati, singoli cittadini e comunità, danneggiato tutti, a partire dalle decine di migliaia di cittadini che in quella piazza legittimamente manifestavano, pacificamente, le loro idee e che sono invece oggi oggetto dell'attacco torvo anche di esponenti milanesi del suo partito, nonché di qualche collega in quest'Aula evidentemente in eterna, quanto infruttuosa, campagna elettorale. Milano, invece, ha reagito come abbiamo visto, con la fermezza e la civiltà che le è propria. La nostra preoccupazione va ai fatti del 1o maggio, ma vieppiù all'annunciato, perché da tempo non vi è fatto importante di violazione dell'ordine pubblico che non si traduca in un tentativo di restringere per tutti i cittadini la libertà di manifestare.
  I fatti di Milano non fanno eccezione, tanto è vero che proprio lei, sui giornali e poi in questa Aula, si è precipitato ad annunciare l'estensione di misure oggi vigenti nelle manifestazioni sportive alle manifestazioni politico-sindacali. Dunque, dopo il Daspo, il divieto di accesso alle manifestazioni sportive, il Dapo, divieto di accesso alle manifestazioni politiche.
  Capisce, ministro, che ci avventuriamo verso misure di pubblica sicurezza dai confini incerti e dalla discrezionalità enorme, che ci riportano agli anni in cui l'Italia non aveva la Costituzione repubblicana, e qui mi fermo, perché gli italiani hanno perfettamente capito il riferimento. Ci sono misure, il Dapo o l'arresto differito, che non si applicheranno chirurgicamente ai violenti, ma sarebbero valide potenzialmente per tutti. Norme di tal dubbia costituzionalità che già oggi dobbiamo, per quanto riguarda gli stadi, rinnovare di tempo in tempo per aggirare la Corte costituzionale.
  Fatte dunque le condanne, espresse le solidarietà, partecipate le mobilitazioni, Sinistra Ecologia e Libertà non asseconderà questo ulteriore pericoloso tentativo che il Governo e lei in sua rappresentanza annuncia (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

Pag. 64

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Grazie, Presidente. Ministro Alfano, oggi un ministro serio, un ministro responsabile, un ministro consapevole della gravità di quello che è accaduto a Milano il primo di maggio, si sarebbe presentato in Parlamento e avrebbe fatto due cose. Avrebbe chiesto scusa ai milanesi e al popolo milanese per la guerriglia urbana del primo di maggio (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini) e avrebbe rassegnato le dimissioni da ministro. Lei, purtroppo non ha fatto ne l'una ne l'altra cosa (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini). Vede, la Lega chiede le dimissioni, ma il problema non è la Lega che le chiede, perché le dimissioni del Ministro Alfano le chiedono quei milioni di cittadini italiani che ogni giorno subiscono un furto, che ogni giorno subiscono una rapina, che ogni giorno subiscono una truffa, che ogni giorno subiscono un borseggio, quei milioni di cittadini italiani che non hanno la casa, mentre voi garantite casa, vitto, alloggio e alberghi a quattro stelle agli immigrati clandestini (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini). Questi sono i cittadini che chiedono le dimissioni del Ministro Alfano ! Ministro, è finito il tempo delle promesse, il tempo degli annunci, annunci che arrivano un quarto d'ora dopo il fatto, tipo: il Daspo nelle piazze, l'arresto differito, basta cortei all'interno delle città, aumento delle pene per i travisamenti. Sono tutte proposte che la Lega fa da anni e sono tutte proposte che voi avete bocciato: lei, il Governo, la maggioranza, il PD. Arriva sempre un quarto d'ora dopo !
  Ministro, una città – non l'abbiamo capito dalle sue parole, ma guardando le immagini – è stata devastata. Milano è stata saccheggiata, umiliata e con Milano i milanesi. Essi sono stati violentati. Milano è stata messa a ferro e fuoco non da quattro teppisti figli di papà, come ha detto il Presidente Renzi, ma da cinquecento criminali terroristi incappucciati (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomi e – Lega dei Popoli – Noi con Salvini), da quei criminali figli del buonismo di sinistra, figli di quella sinistra che li ha sempre coccolati, che li ha sempre difesi, che li ha sempre giustificati, che ha sempre riconosciuto delle attenuanti sociali e morali, perché erano quattro ragazzi disagiati ! Così non va bene ! Non sono teppisti, sono criminali, ministro (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini) ! Come sempre, quando si verificano questi fatti nessuno paga, nessuno ha pagato e nessuno pagherà. Questi criminali rimarranno nell'impunità e nell'immunità più totale mentre, nel frattempo, vi sono 98 poliziotti che semplicemente per aver messo un like, un mi piace su Facebook, stanno perdendo il posto di lavoro (Applausi dei deputati del gruppo della Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini). Li state mandando a casa per un like e abbiamo cinquecento criminali in giro per le strade.
  Ministro, perché questi criminali sono stati arrestati dalla polizia e rimessi in libertà dalla magistratura ? Ministro, perché è stato impedito ai poliziotti di poterli arrestare ? Ministro, esiste sì o no una trattativa Stato – black bloc con riferimento a quelle vicende ? Ministro, tutti sapevano quello che sarebbe successo !
  Tutti sapevano che quegli atti di guerriglia urbana erano premeditati, annunciati, costruiti a tavolino.
  Tutti lo sapevano, tranne lei. Lei è l'unico che non ha fatto nulla per impedire quei fatti. Lei e il sindaco di Milano, Pisapia, altro grave responsabile dei fatti: Pisapia prende i voti dai centri sociali, esattamente gli stessi centri sociali che difende.
  Ministro, perché due mesi fa la Lega viene a Roma a una manifestazione e gli viene chiesto un milione e mezzo di euro di cauzione per i danni e a questi criminali non è stato chiesto un euro per risarcire i danni (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie – Lega dei Pag. 65Popoli – Noi con Salvini) ? Oggi pagherebbero loro e non Regione Lombardia e, mentre lei parla, Roberto Maroni ha messo sul tavolo un milione e mezzo di euro per risarcire i cittadini.
  Ministro, ci sono undici poliziotti che sono stati feriti. Ministro, questi poliziotti non vanno applauditi e difesi solo dopo. Questi poliziotti vanno difesi prima da un Parlamento ipocrita che vota il reato di tortura, che vota i numeri identificativi per i poliziotti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini), da un Ministro che taglia le risorse per le forze dell'ordine, da un Ministro che chiude 250 presidi di legalità, 250 commissariati, ma non chiude i 250 centri sociali, covi di delinquenti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini) !
  Ministro concludo. Lei è il Ministro dei clandestini, 9000 clandestini pronti ad essere accolti nelle case e negli alberghi. È il Ministro di Mare Nostrum – chiudo, signora Presidente –, è il Ministro dell'insicurezza, è l'affittacamere degli immigrati, è il Ministro che ha cancellato il reato di immigrazione clandestina, è il Ministro che ha chiuso i CIE, il Ministro che ha abbandonato e tradito le forze dell'ordine, è il Ministro che ha tagliato le risorse alle forze dell'ordine.
  Ministro ha fatto tanti danni ed è per questo che lei è un Ministro di cui i cittadini italiani vorrebbero fare a meno. Abbia almeno un sussulto di dignità davanti al Parlamento, davanti al popolo milanese, davanti a quei cittadini italiani che hanno perso la propria attività commerciale e l'unico gesto di dignità che gli rimane è quello di dimettersi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.

  BRUNO TABACCI. Signora Presidente, signor Ministro, colleghi deputati, l'apertura dell'Expo di Milano ha richiamato, oltre che le attenzioni dei media di tutto il mondo, anche alcune centinaia di professionisti della guerriglia urbana, di varie nazionalità, che ormai formano una compagnia di giro che tenta di rubare la scena ad ogni evento che assicuri loro grande visibilità, dal G8 agli incontri del Fondo monetario internazionale, ai vertici della BCE.
  Le immagini delle loro devastazioni, come sempre impressionanti, hanno fatto il giro del globo, sporcando in parte quello che era ed è il biglietto da visita di un'Italia che sia pure con grande fatica sta cercando di ripartire e che attraverso l'esposizione universale vuol cogliere un'occasione importante per trovare una nuova centralità nel mondo, attraverso le sue eccellenze. Ma stavolta la mia impressione è che i violenti black bloc abbiano perso e hanno perso perché, contrariamente a quanto speravano, in un'Italia pur traumatizzata da un'altissima disoccupazione giovanile cronica, non hanno trovato simpatie, né sponde, ma solo rigetto e condanna e questo in larga misura grazie all'atteggiamento professionale e responsabile delle forze dell'ordine. Avete visto, tra l'altro, lo scontro che c’è stato tra un gruppo di cittadini milanesi e quella giovane che in qualche modo era simpatizzante dei manifestanti, con i cittadini che la invitavano a fare la sua parte e a pulire.
  La manifestazione orgogliosa con cui Milano ha risposto due giorni dopo – con il sindaco Pisapia in testa ad un corteo di 20 mila di cittadini, che hanno cancellato le tracce del passaggio dei delinquenti vestiti di nero – ha segnato la sconfitta dei violenti, proprio come la scelta degli italiani di stare dalla parte dello Stato negli anni bui del terrorismo tolse l'ossigeno agli eversori, isolandoli e condannandoli alla sconfitta. Tra l'altro, è di tutta evidenza la distanza siderale che c’è stata tra la cerimonia dell'inaugurazione di Expo – che è stata bellissima, con l'inno alla vita del giovanissimo coro, fortemente emotivo – e la violenza di questi estremisti. E poi c’è un'altra domanda che dobbiamo farci: si poteva fare meglio ? A questa credo si Pag. 66debba dare una duplice risposta sul versante della repressione e su quello della prevenzione.
  Sotto il profilo della repressione, io credo che le scelte delle forze dell'ordine – le do volentieri atto, signor Ministro, di questo – siano state le più sagge e le più intelligenti possibili. Non vi sono stati feriti gravi, né vittime proprio per le scelte operate, forse sulla base anche delle esperienze compiute nel corso di questi anni.
  Ci sono stati danni purtroppo, ed è bene che la regione Lombardia e il comune di Milano abbiano annunciato la volontà di indennizzi mirati, ma nel momento in cui 600-800 persone organizzate militarmente si concentrano in una città e decidono di distruggere tutto quello che incontrano, i danni sembrano essere un corollario inevitabile. Questo punto richiama dunque l'altra parte della risposta alla domanda: si poteva fare meglio ? Si tratta del tema della prevenzione. Qui qualche punto interrogativo c’è, occorre evitare che queste persone, molte delle quali provenienti dall'estero, raggiungano la loro destinazione finale e possano così riunirsi e sferrare i loro attacchi. Su questo versante è necessario rendere più efficaci il ruolo della nostra intelligence e la cooperazione con i servizi degli altri Paesi, così come occorre fornire alla magistratura strumenti preventivi più idonei in occasione di questi grandi eventi nei quali l'arrivo dei black bloc è annunciato.
  Le denunce a piede libero, effettuate nei giorni immediatamente precedenti il 1o maggio, di persone trovate con maschere antigas, bombe carta, caschi e martelli, non sono sufficienti – ho concluso – se le persone non possono essere trattenute fino alla fine dell'evento, così come non sono sufficienti le dodici ore di tempo massimo consentito per identificare ed espellere gli stranieri fermati con le molotov, ma privi di documenti e non bastano neppure i fogli di via obbligatori, perché sono semplici inviti, una persona per bene li rispetta, un delinquente venuto per delinquere evidentemente no.
  Tre tedeschi sono stati fermati due volte in poche ore; alcuni francesi che non si era fatto in tempo ad espellere perché erano trascorse le dodici ore in attesa di una loro identificazione da parte del consolato di Francia a Milano, sono stati rivisti proprio sui luoghi delle violenze il 1o maggio. I segnali che qualcosa non va nella nostra normativa, così come non va nella normativa anti-violenza negli stadi sono evidenti.
  Credo sia nostro dovere – è questa la ragione della riunione del Parlamento, perché se siamo legislatori di questo dobbiamo occuparci – fornire alle forze dell'ordine e alla magistratura altri strumenti preventivi per evitare il ripetersi di scene come quelle di Milano, ma soprattutto per rimettere lo Stato al passo con i cittadini che, ancora una volta, con la manifestazione di orgoglio «Nessuno tocchi Milano» guidata dal sindaco Pisapia, hanno dimostrato di essere più avanti di noi (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Grazie Presidente, vede, onorevole Alfano, sarebbe troppo facile unirmi al coro delle opposizioni ma anche fra le righe di qualcuno della sua maggioranza e chiedere le sue dimissioni, sarebbe facilissimo. Di solito il Ministro dell'interno è giustamente il responsabile di tutto ciò che avviene come ordine pubblico, però mi è suonata male l'assenza di ogni critica da parte delle opposizioni al Governo nel suo complesso. Si è tutto concentrato su ciò che lei fa o non fa e si è dimenticato che lei è il Ministro dell'interno del Governo Renzi. Dagli amici della Lega non ho sentito neanche un accenno a Renzi, dagli amici del MoVimento 5 Stelle ho visto la ricostruzione storica dei suoi errori, ma non del Governo Renzi. Non vorrei che lei fosse una foglia di fico, non vorrei che lei fosse il comodo alibi di un Governo. Ma vede, detto questo – che sembra in suo aiuto – le faccio un'accusa che potrebbe anche essere peggiore: se lei si presta ad essere la foglia di fico, se lei si presta ad Pag. 67essere il bersaglio più grosso per coprire il Governo che lei appoggia e sorregge, lei è ancora più colpevole rispetto alle accuse che le sono state mosse di incapacità.
  Io mi sarei aspettato oggi che lei, che è il capo di un partito che osa ancora chiamarsi Nuovo Centrodestra, cogliesse questa occasione, per essere stato lasciato qui, in questo momento, da solo – dove sono gli altri Ministri ? Dove sono i rappresentanti del PD ? Dove sono i sottosegretari di questo Governo ? – per alzarsi e dire: «Io mi dimetto, non voi mi chiedete le dimissioni, perché con un Governo siffatto non voglio avere più niente a che fare».
  Questo mi sarei aspettato da un uomo che vanta origini nel centrodestra, ma lei non l'ha fatto; lei, anzi, si è genuflesso, per esempio, davanti a Pisapia. Ha elogiato – l'abbiamo sentito anche un attimo fa – la manifestazione dei cosiddetti 20 mila. Sono andato a vederli: erano 3 mila, 4 mila scarsi, ma non è questo il punto; erano qualche migliaio di militanti del PD che chiamati, come vecchia abitudine, hanno detto: «Bravo Pisapia», l'amico dei centri sociali, quello che non ha voluto le Forze armate e le forze dell'ordine a proteggere Milano. Bravo Pisapia ! Peccato che la mancanza di umiltà l'abbia portato, la sera, allo stadio di San Siro, dove c'erano 40 mila persone, lì, sì, non convocate, che all'unisono l'hanno fischiato. Ma lei si è genuflesso, ha vantato questa manifestazione come manifestazione dei milanesi che si sono, invece, affacciati alle finestre a gridargliele in faccia al sindaco di Milano.
  Lei ha elogiato le forze dell'ordine, e ci mancherebbe. Però, permetterà che l'elogio che viene da questi banchi sia considerato più vero, più sentito. Non basta elogiarli, bisogna metterli in condizione di svolgere il loro lavoro. Lei ci ha parlato, a volte, con i carabinieri. Lei è stato ed è il Capo della polizia e sa che cosa chiedono: chiedono di poter essere messi in condizione di fare il loro mestiere, ma voi avete fatto una legge che punisce, da 5 a 15 anni, un'eventuale manganellata data a uno di questi violenti, mentre un altro lo ha già fermato. Da 5 a 15 anni ! Mentre chi esercita violenza nel migliore dei casi, ove fosse arrestato e ove fosse poi condannato – cosa che non succede mai –, rischia da 6 mesi a 5 anni, il violento.
  E lei vuole che ieri qualcuno delle forze dell'ordine non abbia detto: «Arrangiatevi, voi che ci volete così, e indietreggiamo prima che arrestino noi. Distruggete pure Milano, se è questo che desiderate», tanto poi Pisapia prenderà gli applausi con i suoi amici l'indomani». Agenti di polizia e carabinieri avrebbero potuto – ce lo hanno detto – individuarli prima, per esempio nei metrò quando scendevano: bastava fermare quelli armati o che avevano il materiale per nascondersi o arrestarli in piazza, solo che gli si fosse dato l'ordine.
  E non mi dite che abbiamo evitato guai maggiori. Novemila uomini, lei ci ha detto, molti dei quali sono stati nelle missioni internazionali, in Afghanistan, in Iraq, i carabinieri.

  PRESIDENTE. Concluda !

  IGNAZIO LA RUSSA. Aspetti, mi dia un minuto come agli altri ! Mi dia un minuto come agli altri !

  PRESIDENTE. No, no, lei non si può rivolgere così !

  IGNAZIO LA RUSSA. Mi dia un minuto come agli altri, signor Presidente !

  PRESIDENTE. Lei non si può rivolgere così, onorevole La Russa !

  IGNAZIO LA RUSSA. Si vergogni di chiamarmi !

  PRESIDENTE. Lei ha concluso il suo tempo ! Grazie !

  IGNAZIO LA RUSSA. Mi faccia concludere ! Mi faccia concludere...

Pag. 68

  PRESIDENTE. Allora, ha chiesto di parlare il deputato Tancredi Turco. Ne ha facoltà (Il deputato La Russa si dirige verso il centro dell'emiciclo e grida: «Si vergogni, Presidente !»). Onorevole La Russa, la richiamo all'ordine ! Lei non si può permettere (Proteste del deputato La Russa) ! La richiamo all'ordine ! Esca da quest'Aula (Una voce dai banchi dei deputati del gruppo Partito Democratico: Fuori !) ! Deputato La Russa, la invito a uscire, la invito a uscire dall'Aula ! La invito a uscire dall'Aula !
  Allora, continuiamo i nostri lavori. Avevo dato la parola al deputato Tancredi Turco. Prego.

  TANCREDI TURCO. Grazie, Presidente, Ministro, colleghi, Alternativa Libera reputa di rilievo la richiesta di questa informativa urgente relativa ai disordini verificatisi a Milano in occasione dell'inaugurazione dell'Expo. L'informativa, oggi resa dal Ministro Alfano al Parlamento, è fondamentale per la sicurezza del nostro Paese.
  A ventiquattr'ore dalla festa di inaugurazione dell'Expo, alle felicitazioni del Premier e alle immagini delle Frecce tricolori si sono sostituite le frasi di condanna e i video con auto e cassonetti in fiamme.
  La festa di Milano 2015 è stata in parte rovinata dai disordini di manifestanti violenti. Dopo la fuga al termine del corteo, svoltosi il 1o maggio dalle 15 alle 20, i contestatori dell'ala dura si sono ritrasformati tutti in bravi ragazzi o al massimo in innocui manifestanti. Molti dei black bloc, infatti, dapprima vestiti di nero, si sono cambiati d'abito direttamente durante i tafferugli, per poi mischiarsi tra la folla degli altri manifestanti, nelle concitate ultime fasi della manifestazione o subito dopo, quando gli irriducibili dell'ala dura si sono ritrovati in Amendola Fiera, prima di sciogliersi e prendere la metropolitana.
  Insomma i «No Expo» hanno lasciato dietro di loro alcune vie e piazze squassate, devastate, ma nel capoluogo lombardo si sono già dati da fare e la città è ripartita. Dopo i cinque arresti per violenza e resistenza a pubblico ufficiale e la decina di indagati del 1o maggio, il giorno dopo gli scontri i carabinieri hanno denunciato altri contestatori, di cui la maggior parte – e questo è grave – con precedenti, che dovranno rispondere di porto di oggetti atti a offendere e detenzione di materiale esplodente, nonché di devastazione e saccheggio.
  Mi rivolgo a lei, signor Ministro, affinché, a fronte di questi disordini, ci si possa attivare, sebbene in ritardo, purtroppo, per incrementare la sicurezza, impiegando le nostre forze di Polizia in maniera ancora più efficace, magari adottando misure di coordinamento dei corpi di Polizia più efficienti. Se uno degli obiettivi del Presidente del Consiglio è il riordino dei corpi di Polizia, con lo scopo di razionalizzare, ridurre sprechi e cancellare duplicazioni ed inefficienze, è altrettanto urgente tutelare il nostro Paese, visto che, purtroppo, non ci si è riusciti neanche in un grande evento a forte attrazione mediatica come l'Expo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Signora Presidente, signor Ministro, i fatti di Milano e il modo in cui le forze dell'ordine hanno saputo fronteggiare la protesta e arginare, contenendola, la minoranza facinorosa dei black bloc senza provocare morti o feriti tra i civili – perché qualche ferito tra i poliziotti invece c’è stato – sono la dimostrazione che si può gestire l'ordine pubblico senza violare le regole, né calpestare i diritti umani.
  Quanto è avvenuto a Genova nel luglio 2001 non si è ripetuto, anche se alcuni – e ci spiace dirlo – se lo auguravano. In piazza c'erano due proteste: una lecita, che noi Socialisti non abbiamo condiviso, ma lecita, volta a manifestare il «no» all'Expo e il dissenso verso l'attuale modello di sviluppo economico; e l'altra illecita, Pag. 69perché volta solo a provocare, causare disordine e distruggere. In mezzo alcune forze politiche pronte a cavalcarle per dimostrare che i milanesi e le milanesi sono contro la politica e le istituzioni, che nulla funziona e che tutto va male.
  La reazione della cittadinanza milanese è stata pronta, fattiva, democratica, nonostante loro città sia stata devastata in alcune parti e loro stessi abbiano avuto danni ad auto, case e attività commerciali. Quindi, una reazione democratica, uomini e donne che hanno preso le distanze dai black bloc e, in sintonia con le forze dell'ordine, hanno disinnescato possibili speculazioni, non lasciando margini ad ambiguità. Con gesti spontanei, semiumili e fattivi, come ripulire i muri o rassettare le strade, i milanesi si sono riappropriati della città perché cosa pubblica che appartiene a loro e pure a noi.
  Un senso civico esibito con orgoglio ed un impegno diretto che – qualcuno ce lo ha ricordato l'altro giorno – è proprio di quel DNA che è milanese, ma è anche un po’ italiano, fatto di solidarietà e di rispetto delle libertà. È un segno di vicinanza alle istituzioni.
  Il gruppo socialista esprime il suo grazie riconoscente a tutte le forze dell'ordine che si sono adoperate per prevenire l'allargarsi dei disordini e ristabilire la normalità, evitando il peggio. Ma il nostro grande ringraziamento va alla cittadinanza milanese e vorrei che tutti quanti noi ci sentissimo di applaudire, tutti noi insieme, i cittadini e le cittadine milanesi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo all'ordine del giorno.
  Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 17,50 con le dichiarazioni di voto finale sul provvedimento recante disposizioni in materia di delitti contro l'ambiente.

  La seduta, sospesa alle 17,45, è ripresa alle 17,55.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

Si riprende la discussione.

  PRESIDENTE. Riprendiamo la discussione del testo unificato delle proposte di legge recante disposizioni in materia di delitti contro l'ambiente.
  Ricordo che prima della sospensione per lo svolgimento dell'informativa urgente si è concluso l'esame degli ordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 342-B ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorelli. Ne ha facoltà.

  ORESTE PASTORELLI. Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, onorevoli colleghi, la proposta di legge che ci accingiamo a votare si pone l'obiettivo di assicurare un'efficace tutela dell'ambiente e degli ecosistemi presenti sul nostro territorio. Un obiettivo ambizioso dunque, rispetto al quale l'Italia è chiamata a misurarsi ormai da tempo. Una maggiore tutela della ricchezza genetica degli ecosistemi, così come della stessa biodiversità in campo agrario, rappresenta, infatti, un vero e proprio salto di qualità in termini di preservazione dell'ambiente e del paesaggio.
  Le misure contenute nella proposta di legge volta ad introdurre nuove fattispecie penali, quali il reato di inquinamento ambientale e quello di disastro ambientale, costituiscono strumenti nuovi ed efficaci per la repressione e la dissuasione da condotte inquinanti o comunque pericolose per l'ambiente e per la salute dell'uomo.
  Un provvedimento questo che rispecchia un Paese che vuole finalmente adottare Pag. 70una adeguata sensibilità ambientale e ambisce a porsi in questo settore come modello in Europa.
  Ovviamente, occorre separare il piano legislativo da quello più concreto dell'applicazione delle leggi. Solo il tempo ci saprà dire, infatti, se queste misure siano sufficienti per il cambiamento che si prospetta e si auspica. Molto deve essere ancora fatto. Il testo di legge, rispetto al quale esprimo, a nome della componente socialista, un convinto voto favorevole, costituisce un cambio di passo che da troppo tempo si attendeva (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Turco. Ne ha facoltà.

  TANCREDI TURCO. Grazie, Presidente. Sono numerosi ed evidenti i tentativi di ostacolare l'approvazione di questa proposta di legge che mira a introdurre nel codice penale specifici reati ambientali, quello di disastro ambientale, d'inquinamento ambientale, di traffico e abbandono di materiale radioattivo, d'impedimento dei controlli ambientali e – ahimè – quello che oggi è stato soppresso, relativo al divieto della tecnica cosiddetta dell’air gun.
  La scelta di adeguare il codice penale alla mutata realtà è una scelta obbligata, se si vuole salvaguardare l'ecosistema ovvero la salute dei cittadini e delle altre specie viventi, animali e vegetali, dalle tecnologie invasive e da comportamenti illeciti, combattendo la criminalità organizzata che dai reati ambientali ricava profitti superiori a quelli derivanti dal traffico di droga.
  Le ecomafie hanno fatto del nostro Paese la discarica d'Europa ed è necessario introdurre nell'ordinamento giuridico questa serie di norme.
  Molto importante appare l'obbligo del condannato al recupero e al ripristino dello stato dei luoghi, perché la norma oggi vigente sanziona questi atti e fatti attraverso l'impiego di inefficaci contravvenzioni e sanzioni amministrative pecuniarie previste dal codice dell'ambiente.
  Tornando al dettaglio, vengono previste sanzioni per l'inquinamento ambientale con la reclusione e la multa per chi, abusivamente, cagioni una compromissione o un deterioramento significativo e misurabile dello stato preesistente delle acque o dell'aria o di porzioni estese o significative del suolo e del sottosuolo o di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna.
  Ci si baserà su dati oggettivi e misurabili non su impressioni o chiacchiere, come suggerito anche dalla normativa comunitaria.
  Fondamentale appare la previsione dell'aggravante relativa alle ipotesi che il delitto di disastro sia commesso in un'area naturale protetta o sottoposta a specifici vincoli ovvero in danno di specie animali o vegetali protette.
  Venendo poi al dibattito che ha scaldato l'Aula questa mattina, relativo appunto all’air gun, una misura che ci era particolarmente cara è proprio quella relativa all'illecita ispezione di fondali marini. Si commette tale reato quando il comportamento è commesso da chi utilizza la tecnica dell’air gun o altre tecniche esplosive per le attività di ricerca e di ispezione di fondali marini finalizzate alla ricerca di idrocarburi, cioè il petrolio.
  Ricordo a noi tutti che l’air gun è una tecnica di ispezione finalizzata all'analisi della composizione del sottosuolo marino consistente, in sostanza, in spari di aria compressa ad alta intensità sonora, esplosi a determinata distanza l'uno dall'altro. Tale tecnica genera onde riflesse da cui estrarre dati sulla composizione dei fondali marini.
  Naturalmente le lobby del petrolio sono riuscite ad eliminare alla prima occasione favorevole questa disposizione. L’air gun è una tecnica odiosa di ispezione dei fondali marini per capire cosa contiene il sottosuolo; gli spari fortissimi e continui, ogni cinque o dieci minuti, di aria compressa che si propagano negli abissi marini, con una intensità sonora di oltre 220 decibel, sono molto dannosi per i pesci e i mammiferi Pag. 71marini perché possono causare loro gravi lesioni, soprattutto la perdita dell'udito, ovvero il disorientamento dei cetacei che vengono poi a spiaggiarsi sulle nostre coste. Quindi, molte specie ittiche che si orientano con il senso dell'udito, per accoppiarsi o per trovare cibo, vengono totalmente falcidiate. Sono numerosissimi i casi di spiaggiamento di balene, delfini, capodogli, morti a causa dell'utilizzo di queste pericolose tecniche.
  Vogliamo comunque credere alle parole del Ministro della giustizia Orlando, del Ministro Galletti, del presidente della Commissione giustizia Ferranti, dello stesso Presidente del Consiglio che hanno promesso ed hanno dichiarato che comunque al Senato il passaggio sarà molto breve ed entro maggio verrà comunque approvato. Ci vogliamo credere.
  Con l'approvazione delle misure in esame finalmente si giunge comunque all'inserimento dei delitti ambientali nel codice penale. Questo è un passo in avanti fondamentale per colpire con pene adeguate chi specula e guadagna impunemente danneggiando l'ambiente e mettendo a rischio la sicurezza e la salute dei cittadini.
  Fino ad oggi l'assenza di sanzioni adeguate e dissuasive ha creato le condizioni favorevoli perché si commettessero reati impuniti che hanno causato danni negli ultimi anni a Taranto – a causa dell'Ilva –, nella Valle del Sacco, a Porto Marghera e in decine e decine di aree industriali lungo la penisola. Questi nuovi reati ci doteranno finalmente dei necessari strumenti legali e penali indispensabili per la lotta contro le ecomafie e le illegalità a vantaggio della salute dell'intero ecosistema. Quindi, il voto di Alternativa Libera, nonostante appunto il dibattito...

  PRESIDENTE. Concluda onorevole.

  TANCREDI TURCO. ...e la contrarietà alla soppressione dell’air gun, non può che essere comunque favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capelli. Ne ha facoltà.

  ROBERTO CAPELLI. Grazie Presidente, dico subito che il gruppo Per L'Italia – Centro Democratico sostiene convintamente il testo unificato in esame e voterà convintamente per questo provvedimento. È una proposta che è stata approvata dalla Camera, in prima lettura, il 26 febbraio del 2014 e modificata successivamente dal Senato che l'ha, a sua volta, approvata il 4 marzo del 2015, un anno dopo.
  Il provvedimento in origine era composto da due articoli che sono diventati tre ed ha avuto una gestazione molto lunga e difficoltosa per forti dissensi tra le forze politiche, non solo tra maggioranza e opposizione.
  Contiene tutta una serie di nuove disposizioni a tutela dell'ambiente e, in particolare, viene inserito nel codice penale un nuovo titolo espressamente dedicato ai delitti contro l'ambiente. All'interno di tale titolo vengono introdotti sei nuovi delitti: inquinamento ambientale, disastro ambientale, traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività, impedimento del controllo o omessa bonifica e ispezione dei fondali marini. Viene anche stabilito che le pene previste per i nuovi reati possano essere diminuite per coloro che collaborino con le autorità prima della definizione del giudizio.
  Il cosiddetto ravvedimento operoso obbliga il condannato al recupero e, se è possibile, al ripristino dei luoghi danneggiati. Si raddoppia, inoltre, il termine di prescrizione previsto per i nuovi reati e si prevedono anche apposite misure per la confisca dei beni ottenuti grazie alla commissione dei reati ambientali. Il provvedimento in discussione rivede, quindi, la disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche in caso di reati ambientali, oltre ad altre fattispecie relative ai nuovi reati introdotti nel codice penale.
  L'articolo 1 del provvedimento in discussione introduce anche il titolo del secondo libro del codice penale. Si tratta del titolo VI-bis, dei delitti contro l'ambiente, nel quale si fissano i limiti di pena da due a sei anni di carcere e da 10 mila Pag. 72a 100 mila euro di multa per coloro che danneggiano in modo significativo e misurabile lo stato preesistente delle acque e dell'aria o di porzioni estese o significative del suolo e del sottosuolo, oltre che di un ecosistema.
  Il Senato ha modificato la dizione originaria della Camera, che parlava genericamente di ecosistema, facendo riferimento più puntuale a un singolo ecosistema che potrebbe essere danneggiato.
  Vengono anche previsti i delitti di disastro ambientale e la punibilità per coloro che causino morte o lesioni come conseguenza non voluta del delitto di inquinamento ambientale.
  Questa fondamentalmente è la parte – il 90 per cento – che condividiamo di questo provvedimento, inizialmente condiviso al 100 per cento da noi, da altri gruppi politici e – devo dire – da gran parte dell'Aula.
  C’è però la macchia di oggi: l’air gun. Tutto si è detto dell’air gun e, per meglio esplicitare il concetto che seguirà, vorrei dire che l’air gun è una tecnica, cosiddetta esplosiva, per le attività di ricerca e di ispezione del fondale marino finalizzate alla coltivazione di idrocarburi. Si tratta di una tecnica di ispezione finalizzata all'analisi del sottosuolo, in disuso nei mari del nord, che consiste in spari d'aria compressa ad alta intensità sonora, esplosi a distanza l'uno dall'altro in modo da generare onde riflesse da cui estrarre dati sulla composizione dei fondali. E non viene usato soltanto per questi fini, ma anche per la ricerca scientifica in terra ferma. Quindi, non si tratta di un tema di poco conto.
  Il senatore di Forza Italia D'Alì, con il suo emendamento, ha previsto la condanna da uno a tre anni per chi utilizzi questa tecnica. La decisione del Senato ha messo in grande allarme le società energetiche interessate all'uso della tecnica dell’air gun. Oggi, con un pari emendamento, Forza Italia ha decisamente capovolto la situazione del Senato e l'Aula, a voto segreto, ha capovolto la situazione.
  Non voglio tornare sull'argomento, le posizioni sono note per quelli che le hanno volute esprimere. Ma voglio soffermarmi sul significato della non condivisione di quell'emendamento nei rapporti con il Governo. Vede, Presidente, io credo che alcuni voti non debbano essere necessariamente espressi in contraddizione politica con il Governo. Molti di noi sono chiamati ad esprimere la propria opinione in base alle singole sensibilità, alla conoscenza del tema in questione e all'idea che si ha, in questo caso, dell'ambiente, della società, dell'organizzazione sociale in genere e non necessariamente tali opinioni espresse con il voto sono da legare a un rapporto di fiducia o a un rapporto di graduazione del sostegno a questo Governo.
  I rapporti di coalizione sono legati sicuramente da rapporti politici, dalla condivisione di un programma, di un'idea, dalla condivisione di un percorso e anche di un cronoprogramma. Decidere sulla utilità, sull'opportunità dell'utilizzo nei nostri mari, quindi rispetto alla tutela del nostro ambiente, del sistema air gun non era una prova di fiducia nel Governo. E, a volte, si può anche dissentire dal Governo per il semplice motivo che il Governo non sempre è perfetto e non sempre convince chi lo sostiene della bontà di alcune azioni. Vede, non abbiamo votato con quell'emendamento l'Italicum, non abbiamo votato le riforme costituzionali, non abbiamo intaccato il rapporto di maggioranza che sostiene questo Governo e il Presidente del Consiglio.
  Abbiamo espresso e continueremo ad esprimere sempre su questi temi le nostre sensibilità e la nostra conoscenza, non necessariamente in contraddizione o per valutare la tenuta politica di un Governo. Se questo fosse, sarebbe abbastanza frustrante e non sempre utile, né a quest'Aula, né al Paese. Ecco perché poco ho apprezzato l'esito di quel voto e poco ho apprezzato anche alcuni comportamenti, signor Ministro che non c’è, ma che, se lo vorrà, avrà modo di prendere in considerazione queste affermazioni. Noi abbiamo cercato semplicemente di guardare avanti e non indietro, come altri hanno detto legittimamente in quest'Aula, perché Pag. 73siamo fortemente convinti della necessità che tutte le tecniche della ricerca scientifica debbano essere faro dell'azione di sviluppo economico e sociale di questo Paese. Ma non tutto è da accettare a scatola chiusa e, soprattutto, molto spesso è poco comprensibile che portatori di legittimi interessi facciano pressioni sui singoli, sul Governo e sul Parlamento perché alcune determinazioni possano essere cambiate, ma non nel giro di una serata, non nel giro di una notte. Anche perché quell'emendamento sull’air gun fu votato alla quasi unanimità dal Senato.
  Io credo che, su questo aspetto, dovremo tornare e si ritornerà sicuramente. Sta di fatto che il Senato, dopo aver dato una maggiore caratterizzazione a un provvedimento forse troppo generico come quello che uscì dalla prima lettura della Camera, con l'inserimento di aggravanti ambientali su tutti i reati e di qualunque genere commessi contro l'ambiente, riuscì nell'impresa. È stata anche precisata la disciplina del ravvedimento operoso, come abbiamo già detto, con una diversa graduazione, rispetto a quanto fissato nella prima lettura della Camera, delle diminuzioni di pena previste in relazione alle modalità e alla natura dell'attività svolta e con particolare attenzione per chi si adoperi a evitare che l'attività illecita sia portata a conseguenze ulteriori o provveda alla messa in sicurezza delle bonifiche. Su questo tema, Presidente, io vorrei ancora richiamare l'attenzione dell'Aula e per quanto di conoscenza – e ognuno di noi conosce meglio di altri i territori di provenienza –, forse sarebbe necessario istituire una Commissione di inchiesta del nostro Parlamento perché si svolgano le verifiche nei luoghi presunti inquinati dai danni ambientali. Se andassimo a vedere tutti i grandi investimenti della chimica degli ultimi trent'anni di questo Paese e prendessimo tutti una pala e scavassimo, troveremmo tante sorprese. Chi sarà chiamato a pagare per quelle sorprese che tutti noi potremmo ritrovare in quei territori ? Saranno chiamate a pagare le multinazionali ? Anche quelle di Stato ? Anche le grandi aziende di Stato ? Non so se questa legge può in qualche modo segnare una via, ma sarebbe molto importante che ci assumessimo tutti la responsabilità di cambiare e rivedere anche tutti i danni che pure lo Stato, in passato, ha commesso nei territori e nell'ambiente del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia - Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Grazie Presidente, in quest'Aula abbiamo sentito tante parole e io credo che a queste dovrebbero seguire i fatti. E faccio in particolar modo riferimento a una tra le tante aree in cui hanno inquinato e hanno attentato alla salute di centinaia di migliaia di cittadini, ovvero all'area Caffaro di Brescia, per cui c’è un'inerzia, una colpevole inerzia da parte del Governo che, a distanza di decine di anni, non ha ancora fatto ciò che avrebbe dovuto fare. E, allora, io colgo l'occasione di questo provvedimento, che voi dite essere di portata epocale, ma lo vedremo nei fatti. Prima di tutto, vedremo se sarete in grado di approvarlo e, quindi, di trasformarlo in legge.
  Ma vogliamo anche che, nel frattempo, il Governo si prenda carico degli impegni che ha solennemente accolto in quest'aula nel corso dei tanti dibattiti sulle questioni ambientali. Noi vorremmo vedere il Governo finalmente all'opera perché stiamo parlando di un'area che è ben tre volte superiore a quella, ad esempio, di Pioltello per la quale il Governo ha già investito qualcosa come 164 milioni di euro che anche in quel caso non sono sufficienti ma, badate bene, per Caffaro a Brescia, siete arrivati alla miserevole cifra di 9,4 milioni di euro che non sono neanche sufficienti ad affrontare un problema che ha delle proporzioni devastanti per quanto riguarda la salute dei cittadini. Infatti, registriamo un 70 per cento in più di tumori alla tiroide per gli uomini, un 56 per cento in più nelle donne, perché il melanoma si è diffuso con proporzioni devastanti, un più 27 per cento per gli Pag. 74uomini e un più 19 per cento per le donne. Abbiamo dei rapporti dell'Istituto superiore di sanità, Rapporto Sentieri, che grida l'allarme purtroppo inascoltato per cui, ancora oggi, il comune di Brescia è costretto a interdire tutte le aree verdi ai ragazzi, a impedire che vadano a giocare nei parchi intorno alla zona di Brescia sud perché lì si muore, perché lì si contraggono le malattie, perché dal terreno viene ancora sprigionata la diossina, perché c’è il PCB al di fuori di ogni limite consentito, ben cinquanta volte superiore a quello previsto, perché i bresciani nati e cresciuti lì hanno nei polmoni il doppio delle concentrazioni che vengono registrate altrove, ad esempio in Francia, addirittura dieci volte quello che è registrato negli Stati Uniti d'America. Allora, il punto fondamentale è che qui stiamo pagando una inerzia dolosa da parte di un Governo che viene in aula, che predica interventi, che predica solidarietà, che predica la capacità che poi non ha e non dimostra di avere. E allora noi richiamiamo il Governo alle sue responsabilità perché, ancora oggi, stiamo pagando lo scotto di politiche industriali sbagliate (su questo non c’è assolutamente dubbio); stiamo pagando lo scotto di mancata vigilanza e anche su questo non c’è altrettanto dubbio ma soprattutto i cittadini stanno pagando lo scotto dell'inerzia delle vostre incapacità. Vorrei tanto sentire il Ministro Galletti, che in questo momento non è in aula, su altri casi che sono emblematici sempre nella provincia di Brescia ma non solo perché, guardate bene, i siti di interesse nazionale sono 39 di cui la stragrande maggioranza – non potrebbe essere diversamente – sono al nord: da Porto Marghera alla Laguna di Grado, Marano, Trieste, Balangero, Casale Monferrato, Serravalle Scrivia e Pieve Vergonte in Piemonte, Sesto San Giovanni, i laghi di Mantova, Broni. Abbiamo una lista infinita di aree in cui è necessario l'intervento, è necessario investire ed è necessaria la messa in sicurezza per la tranquillità e per la salute dei cittadini. Ma un altro caso emblematico è quello che abbiamo vissuto a Brescia dove sono stati rinvenuti dei depositi di rifiuti speciali che, addirittura, erano arrivati dall'Australia per essere smaltiti, la ditta è poi fallita, su un sito già altamente inquinato perché era il sito della Union Carbide. Citando l'Union Carbide a tutti coloro che sanno di reati ambientali si accappona la pelle. Parliamo del più grosso disastro ambientale mai registrato al mondo. Su quel sito oggi ci sono 23 mila tonnellate di rifiuti speciali con dei solfuri che sono addirittura esposti ad ogni intemperie perché nessuno, dopo il fallimento della ditta, è stato in grado di intervenire.
  Allora, noi abbiamo presentato non una, non due, ma almeno quattro interrogazioni al Governo, abbiamo reso edotto il Governo della situazione, abbiamo interpellato il Ministro competente, abbiamo spiegato la situazione e non è stato sufficiente. La risposta è stata: ma ci penserà il comune. Un comune di 2 mila abitanti: poveretti, come potete pensare che 2 mila abitanti possano farsi carico della messa in sicurezza, della inertizzazione e dello smaltimento di 23 mila tonnellate di rifiuti tossici ? Ovviamente, non sono in grado, non hanno le risorse.
  Allora, ci avete risposto: ci penserà la regione Lombardia. Ma sapete benissimo che, con i tagli che avete fatto, la regione Lombardia, oltre a non avere le risorse, non ha tutte le competenze e non potrebbe neanche intervenire, se non come ha fatto, stanziando il denaro per coprire l'area. Ma i rifiuti rimangono lì ! E i rifiuti, ogni volta, che piove vanno ad inquinare il fiume Aglione, vanno ad inquinare il fiume Oglio, gettando, ovviamente, in allarme anche gli operatori turistici del lago d'Iseo, che si vedono arrivare questo fiume di veleno che inquina i nostri laghi e le nostre rive.
  Di fronte a questa situazione così complessa, il paradosso – e qui io mi auguro che questa norma, questo provvedimento, quando sarà finalmente approvato dia lo strumento al Ministero per poter intervenire – è che la ditta che è fallita ha in sé, nella curatela fallimentare, le risorse sufficienti per la bonifica e la messa in sicurezza. Perché è un fallimento ricco – Pag. 75quelli che vengono definiti fallimenti ricchi – e, quindi, con tutte le capacità, con tutte le possibilità di intervenire non domani, ma ieri, perché è da tempo che noi sollecitiamo il vostro intervento; è da tempo che noi chiediamo che vi svegliate dalla vostra tremenda inerzia e sonnolenza e interveniate: perché state inquinando un'intera valle e non c’è alcun tipo di responsabilità da parte di un Ministro che, oltre a buone intenzioni, poi, non predica e, soprattutto, non attua i comportamenti successivi e conseguenti.
  Allora, il problema vero è che c’è una difficoltà di intervento, al di là di quelle che sono le aree di interesse nazionale di cui abbiamo più volte parlato in quest'Aula, di cui più volte si è occupato il Governo e, abbiamo visto, anche con una certa schizofrenia, perché abbiamo visto interventi importanti e, a volte, risolutivi.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  DAVIDE CAPARINI. Come il caso di Brescia – che vi ho sottolineato e sollecitato e con il cuore in mano vi chiedo di intervenire, perché c’è in ballo la salute di centinaia di migliaia di cittadini –, ci sono anche altre aree per cui non ci sono, ancora oggi, gli strumenti di intervento, ma, soprattutto, non ci sono le risorse. Quindi, l'appello che io rivolgo al Governo: al di là dello strumento normativo, che è importante – poi, vedremo se funzionerà e se darà i frutti sperati – qui vi è un problema di risorse. Parlo alla sedia vuota del Ministro, nella speranza che qualcuno nel Governo ascolti il grido di tanti cittadini che oggi soffrono, che mettono a repentaglio la loro vita, continuando a vivere in siti inquinati (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente. Dico subito che il gruppo di Scelta Civica si asterrà su questo provvedimento e, siccome è una scelta particolarmente difficile e sofferta, vorrei spiegare molto bene perché ci siamo arrivati.
  Il percorso di questo provvedimento è partito alla Camera; è partito in modo molto positivo, con un lavoro fatto bene sulle norme, con delle norme scritte accuratamente e discusse a lungo, senza approcci eccessivamente estremistici sul tema delle sanzioni ambientali e della definizione delle fattispecie. Si è arrivati ad un voto all'unanimità molto positivo: è stato un inizio ottimo.
  Peccato che, da lì in avanti, questo spirito si sia perso. Prima, ci sono voluti mesi, al Senato, perché si arrivasse ad una discussione, poi, al Senato è stato fatto un piccolo capolavoro: da una parte, si è mosso il partito degli ambientalisti a tutti i costi, senza se e senza ma, e dichiarazioni di questo tipo, anche se l'espressione «senza ma» diventava «ma se poi è incostituzionale» o «ma se poi scoraggia le bonifiche»: questo è diventato irrilevante e sono uscite fuori delle norme discutibili.
  Poi si è creato questo strano partito dell’air gun, che ha infilato questa norma che, con buona pace di chi oggi ha scatenato un can-can assoluto su questa cosa, è una norma senza senso, non perché l’air gun sia un sistema giusto o sbagliato, non perché non possa creare problemi ambientali, ma perché da sempre, in qualsiasi Paese, i criteri sulla base dei quali si fanno questi tipi di attività non sono stabiliti nel codice penale. Non si fa una norma penale che vieta una tecnica, si stabiliscono criteri di controllo, autorizzazioni, principi e responsabilità delle amministrazioni. Non si fa una norma fatta così. Surreale è che questa norma sia stata presentata a firma di Forza Italia, che poi ha presentato un emendamento soppressivo. Dicevo scherzando che la scissione di Forza Italia è già in atto, ma è tra il gruppo della Camera ed il gruppo del Senato, perché è la terza volta (sulle riforme, sulla legge elettorale e pure sull’air gun) che Forza Italia vota una cosa al Senato e poi arriva qui e vota il contrario. Dicevo, quindi, che è tornato il provvedimento qui alla Camera ed è partito il tam-tam del «nessuna modifica». Pag. 76Noi siamo in totale disaccordo. Non ci siamo messi i cartelli che sono stati richiamati oggi da qualcuno e non abbiamo detto «senza cambiare una virgola», perché pensiamo che le norme che si stanno introducendo nel nostro sistema presentino dei problemi di costituzionalità, in primo luogo. Abbiamo sostituito un principio, che era quello di stabilire che veniva punito chi causava l'inquinamento e il disastro ambientale, violando delle norme di legge o dei provvedimenti amministrativi con un principio di chi cagiona una compromissione dell'ambiente abusivamente, che nel sistema giuridico non ha nessun senso ed è in violazione di qualsiasi più elementare principio di tassatività delle norme penali (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
  Questa è una cosa che viene presentata e ci sono stati richiami, atti di responsabilità, inviti a votare tutti insieme. Non considero responsabile introdurre delle norme sbagliate, dicendo magari «sì, forse ci sono delle cose sbagliate ma le cambiamo dopo». Le norme penali non si cambiano dopo, si scrivono bene subito, anche perché il paradosso di tutta questa cosa è che la vecchia norma, che prevedeva le violazioni di legge di provvedimenti amministrativi, era più che sufficiente a coprire i casi, come quello della Terra dei fuochi, che sono stati mille volte richiamati, o altri casi gravi, perché di norme ne hanno violate parecchie quelli che hanno causato quell'inquinamento, tanto che si sono prese condanne, l'ultima a sette anni – credo –, per disastro ambientale, dalla Corte di Assise di Napoli, quest'anno. Quindi non c'era quel tema, si è semplicemente voluto strafare. A furia di strafare il risultato sarà che avremo una serie di indagini penali portate avanti su norme vaghe e incerte, con il rischio che alla fine arriva una sentenza della Corte costituzionale che dice che quelle norme sono incostituzionali e che quelli che andrebbero davvero puniti la faranno franca perché quella norma verrà dichiarata illegittima. Non parliamo poi se ci metteremo a cambiare la norma in futuro, perché così creiamo anche un ottimo meccanismo di successione di leggi nel tempo in maniera tale da aggiungere pure la polemica sul fatto di quale delle due leggi è più favorevole all'imputato, con ulteriore pioggia di ricorsi e confusione.
  Il Governo ha scelto di approvare un solo emendamento, quello di abolizione della norma sull’air gun. Noi siamo d'accordo con la soppressione, per i motivi che ho detto prima, però, una volta che si è scelto di tornare al Senato, aveva molto più senso correggere le norme sbagliate, perché delle due l'una: o c’è l'impegno a discutere queste norme al Senato in tempi brevi e a modificare la legge o si arriva subito a questa discussione, e allora si poteva benissimo cercare di correggere le norme per le quali più o meno tutti, in discussioni private o in Commissione, dicono: sì, sono un po’ sbagliate ma le correggiamo dopo. Quindi, se esiste questo impegno era giusto arrivare a quella discussione al Senato subito. Correggere soltanto quella norma è un errore secondo noi politico, e soprattutto non tiene conto delle esigenze degli imprenditori, che devono sapere – quelli che operano in settori a rischio dal punto di vista ambientale –, se, rispettando la legge, i permessi e le autorizzazioni, possono o meno essere imputati di un reato. Di fronte a questa domanda che ho posto varie volte in Commissione affari costituzionali e in Commissione giustizia nessuno mi ha dato una risposta. Oggi ci ho riprovato di nuovo e abbiamo sentito discorsi di tutti i tipi, ma nessuno ci ha spiegato «abusivamente» che significa.
  Io mi domando se sia il caso di mettere il nostro sistema produttivo – che si dice di voler agevolare attraverso semplificazioni, norme più facili da interpretare e in genere attraverso un sistema semplice da capire – di fronte alla necessità di alzarsi la mattina per interpretare cosa significa «inquinare abusivamente». Noi di Scelta Civica abbiamo sempre avuto una sensibilità alle esigenze delle imprese, alle esigenze di semplificazione, di libertà di mercato e in genere alla necessità di favorire la produttività e la competitività delle nostre aziende, anche di quelle che Pag. 77operano in settori a rischio. Punendo, ovviamente, severamente chi compie reati e chi commette violazioni di legge, ma questo si ottiene introducendo norme precise, ben scritte e valide dal punto di vista costituzionale. Purtroppo, il fatto che sia stato approvato l'emendamento soppressivo sulla norma, sbagliata, relativa all’air gun, non è sicuramente sufficiente a cambiare il nostro giudizio. Noi vogliamo delle norme ambientali severe, vogliamo che vengano puniti coloro che commettono gravi reati e causano un grande danno e pregiudizio al nostro sistema, ma non vogliamo che, per andare dietro a pulsioni di fretta da una parte e di timore di affrontare il Senato, che peraltro dovremo affrontare comunque, si introducano delle norme che sono scritte male, a rischio di illegittimità e che per questo rischiano di fare un favore a chi i reati ambientali li commette (Applausi dei deputati del gruppo di Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pellegrino. Ne ha facoltà.

  SERENA PELLEGRINO. Grazie, Presidente. La chiusura dell'onorevole Mazziotti mi fa capire veramente che i rischi dell'affossamento di questa legge sono altissimi. Dopo ventuno anni di Commissioni parlamentari d'inchiesta sulla gestione dei rifiuti e sulle attività illecite ad essa connesse, dopo ventuno anni di decreti legge governativi che provavano a mettere una «pezza» ad una situazione ambientale, sanitaria e sociale sempre più devastata, dopo quattro legislature in cui i progetti di legge sulla materia non sono mai approdati alla discussione delle Aule parlamentari, oggi, con l'approvazione qui in terza lettura, purtroppo non definitiva, della legge in materia di delitti contro l'ambiente possiamo mettere un ulteriore tassello in quel buco normativo, o meglio «quel buco nero», che in questi anni di ecoreati e di ecomafie ha inghiottito ambiente, salute, giustizia, diritti e beni comuni nonostante le denunce e i pressanti appelli da parte della associazioni ambientaliste, dalle vedove degli operai Eternit alle madri della «Terra dei Fuochi», ai tanti altri casi di disastri ambientali che hanno costellato la vita del nostro Paese.
  Per molti, troppi, anni in vaste aree del nostro paese, la gestione dei rifiuti è stata gestita, di fatto, dalle organizzazioni criminali. Le «ecomafie» si sono infiltrate nell'economia permeando anche le pubbliche amministrazioni. Ad aziende irresponsabili veniva lasciato impunemente il «vantaggio competitivo di inquinare», esternalizzando i danni all'ecosistema, gli attentati alla salute, la rapina dei beni comuni, il problema di vaste aree avvelenate da bonificare.
  Ogni anno in Italia si consumano circa trenta mila illeciti ambientali per un giro d'affari stimato in circa 17 miliardi di euro, con il coinvolgimento di ben 321 clan appartenenti ad organizzazioni criminali che, per il loro traffico, si avvalgono di funzionari, anche pubblici, corrotti. Eppure il concetto di «ambiente» fa parte da tempo del patrimonio di conoscenza di ciascun italiano, ma nel nostro ordinamento, sia penale che costituzionale, ne manca una definizione normativa e, di conseguenza, di tutela del bene giuridico. Ma la riforma del sistema di tutela penale dell'ambiente è prevista dalla direttiva sulla «tutela penale dell'ambiente», n. 2008/99/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008. Direttiva che l'Italia, tre anni dopo, con il decreto legislativo 7 luglio 2011, n. 121, nei fatti, ha sostanzialmente disatteso limitandosi meramente a questo adempimento formale e perdendo così nuovamente l'occasione per l'introduzione di una riforma sistematica e organica del codice penale.
  Anche l'Europa quindi ci chiede di introdurre al più presto la responsabilità delle persone giuridiche che costituiscono i principali responsabili di casi di inquinamento ambientale.
  Come sempre, l'Italia arriva in ritardo. La Francia, la Spagna, l'Austria e la Germania hanno già provveduto a introdurre questi delitti nel loro codice penale. Ad oggi, la maggior parte delle sanzioni per Pag. 78reati contro l'ambiente sono di natura contravvenzionale, con una prescrizione fissata in appena quattro anni. Signor Presidente, nella migliore delle ipotesi il procedimento penale si ferma alla sentenza di primo grado, non giungendo a sentenza definitiva. Oggi un volenteroso magistrato, per non far cadere tutto nell'assoluta impunità, deve ricorrere alla figura di disastro innominato e a quella di getto di cose pericolose. Ma vi sembra possibile ?
  Approvando la legge sugli ecoreati, inquinamento, disastro ambientale, traffico di materiale radioattivo, omessa bonifica e impedimento del controllo, diventeranno delitti da codice penale e quindi sanzionati adeguatamente per la loro gravità e contrastati in modo molto più efficace. I tempi di prescrizione raddoppieranno e si potranno utilizzare strumenti di indagine efficaci, come le intercettazioni e l'arresto in flagranza, propri solo dei delitti e non dei reati minori. Una svolta per il nostro martoriato territorio e per la salvaguardia dei cittadini e dei nostri beni comuni.
  Quanto è avvenuto in questi anni nel nostro ambiente, dentro e fuori le grandi realtà industriali, nel campo del diritto alla salute, è una vergogna che necessita di risposte adeguate da parte delle istituzioni. Si pensi anche al clamore e allo scandalo suscitato nell'opinione pubblica da una giustizia impotente e da sentenze indecenti che avevano sancito l'impunità degli inquinatori e degli avvelenatori che in questi anni si sono arricchiti sulla pelle dei nostri cittadini e dei lavoratori, violentando altresì il nostro ambiente. La mancanza del reato ambientale nel nostro codice penale ha portato a sentenze vergognose come quella del processo Eternit che di fatto ha visto assolti tutti i responsabili di quella tragedia, che peraltro continua a colpire con altre morti innocenti quella comunità e molte altre nel nostro paese.
  Che dire poi dei procedimenti penali storici e per i disastri ambientali ? «Terra dei fuochi», l'ex Stoppani, l'area Resit, l'Ilva di Taranto, per cui abbiamo fatto 8 decreti per sanare quel problema, la Tamoil di Cremona, Porto Marghera, Brindisi, Priolo, Casale Monferrato, Bussi e purtroppo tanti altri ancora, che avrebbero avuto, con le norme che andiamo ad approvare, che ci auguriamo che il Senato ratifichi in fretta, un iter processuale e un esito giudiziario molto differente.
  Ma tutti sappiamo che con le violazioni delle norme poste a tutela dell'ambiente le imprese hanno potuto abbattere i costi, inquinando così, oltre all'ambiente, anche l'economia sana del nostro Paese, alterandone la libera concorrenza. Signor Presidente, industrie sane ce ne sono in Italia. Quanto abbiamo pagato per l'alterazione del mercato ? Quale è stato il peso sociale e collettivo di questa inadeguatezza legislativa ? Oggi avevamo finalmente la possibilità di inserire nel codice penale italiano, in via definitiva, cinque ipotesi di reato che, certamente, contribuirebbero a fare in modo che i disastri ambientali e gli inquinamenti possano essere meglio individuati e meglio perseguiti.
  Invece dobbiamo attendere l'ultimo passaggio al Senato e speriamo che sia l'ultimo in via definitiva ! L'inquinamento ambientale, il disastro ambientale, i delitti colposi contro l'ambiente, il traffico di materiale ad alta radioattività, l'impedimento in materia di controlli e di verifiche, l'omessa bonifica oggi avrebbero potuto essere finalmente reati penali.
  Per questi nuovi delitti ambientali, in particolare per il disastro, ma anche per l'inquinamento, le pene ora previste consentiranno l'uso delle intercettazioni telefoniche e ambientali che, in determinate situazioni particolarmente complesse, risultano assolutamente fondamentali per risalire alla fitta rete di complicità che questi tipi di reati nascondono. Certo alcune soluzioni avrebbero potuto essere inserite in modo più efficace. Anche noi, Ministro Galletti, non siamo contenti di come è oggi questa norma. E rimangono alcune lacune, come quella che ha impedito di introdurre il reato anche per il traffico illecito e i reati contro la fauna.
  Vi ricordo, onorevoli colleghi, che questi rappresentano il 22 per cento dei reati ambientali.Pag. 79
  Certamente è una legge migliorabile, si sarebbe potuto concretizzare un migliore coordinamento tra le norme del codice ambientale e il codice penale vigenti, ma ora, dopo 21 anni di denunce e di lotte, è prioritario approvare definitivamente e al più presto questo testo di legge. Per questi motivi il gruppo parlamentare Sinistra Ecologia Libertà voterà convintamente a favore dell'approvazione della legge sugli ecoreati, ma ci ripromettiamo, nel momento in cui questa legge troverà finalmente applicazione, di verificarne gli effetti nell'attuazione pratica. E se saranno necessari miglioramenti, Ministro, e aggiustamenti, ci impegneremo affinché non passino inutilmente, e impunemente, decenni. Signora Presidente, però è bene che i cittadini sappiano che se questa legge dovesse essere affossata durante il passaggio al Senato, sapremo con chiarezza chi sono stati i mandanti (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pagano. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO PAGANO. Grazie Presidente. Voteremo favorevolmente questo provvedimento noi del Nuovo Centrodestra Area Popolare, però un minimo di riflessione fuori dalle righe e diverso rispetto agli stereotipati discorsi che abbiamo ascoltato, desideriamo farlo. Oggi abbiamo sentito ragionamenti che taluni hanno autodefinito «progressisti». I progressisti sono invece coloro che desiderano ritornare all'età della pietra – hanno anche ironizzato su di me – e che adorano gli animali, ma non rispettano l'uomo.
  Io ricordo che il Presidente degli Stati Uniti che, per definizione, fu il più democratico e progressista della storia, Jimmy Carter, che divenne Presidente proprio con la logica di «meno viaggi spaziali» e «più fondi per l'assistenza sociale», oggi è ricordato come il peggior Presidente nella storia degli Stati Uniti d'America. Al contrario, immagino cosa sarebbe successo se Colombo oppure Marco Polo fossero stati verdi e se non avessero avuto dentro di loro la fiamma del vero progresso e dello sviluppo autentico.
  Le risorse naturali per taluni, anche in questo Parlamento, sono un'ossessione per cui prima o dopo pensano si debbano esaurire. Stando così le cose, questo ecologismo che come tutte le parole che finiscono in «ismo», sono assolutamente negative nella loro accezione più completa, continua a ripetere che le risorse finiranno e che l'uomo va educato e punito. Oggi noi abbiamo contribuito a migliorare il testo sia al Senato che qui alla Camera, ma che da un certo punto di vista lo intendiamo quasi come una norma «a tempo», nel senso che da qui a un periodo ben definito intendiamo verificare concretamente gli effetti positivi e capire se realmente essa è stata una norma a vantaggio dell'uomo e della comunità, oppure l'esatto contrario. Per ritornare all'età della pietra, da cui lo sfottò, l'uomo non è che la pietra l'abbia abbandonata perché erano finite, ma perché l'uomo aveva scoperto i metalli. È andata così nella storia dell'umanità.
  Soltanto trent'anni fa sarebbe stato impensabile pensare che dagli «scarti» e in generale dai rifiuti si potesse generare energia, oggi invece tutto questo è normalità. Soltanto qualche secolo fa il petrolio era considerato un problema, oggi invece è una necessità.
  Per cui la vera risorsa, a tutto tondo, non è che una e una soltanto, cioè l'uomo. Egli realizza attraverso i suoi percorsi virtuosi un processo autenticamente vincente. È la tesi esattamente contraria a quelle che dicono che le risorse prima o dopo debbono finire e che quindi, siccome sono limitate, ragionano solo in termini di punizione nei confronti delle imprese che utilizzano le stesse.
  La logica è diversa, perché la logica è, appunto, come dicevamo, di tipo antropologico. Noi siamo convintissimi di tutto questo e tutto quello che è legato all'uomo è per noi fattore positivo. Anche l’air gun è stato oggetto di tante critiche: siamo stati tre ore bloccati da querelle inutili, se era cioè che il Governo avesse cambiato opinione; Pag. 80ma cambiare opinione quando ci sono argomenti validi, come quelli che sono stati spiegati nella sua dichiarazione dal Ministro dell'ambiente, non mi pare sia cosa disdicevole, anzi, è esattamente il contrario. E poi ancora a volere enfatizzare nuove fattispecie di reato. Ma nel momento stesso in cui si complica la vita all'uomo, e quindi all'impresa, si produce danno.
  Accade che gli imprenditori si stancano e se ne vanno e il proliferare di reati che si stanno realizzando a tutti i livelli sono una prova concreta della loro stanchezza. E si stancano non solo gli imprenditori, ma anche gli investitori italiani.
  Ma vi siete mai interrogati perché in questo momento, con tutte le condizioni macroeconomiche favorevoli, con l'euro che è a livelli come mai è stato sin dall'inizio, con il petrolio più basso del 50 per cento, con lo spread mai così basso come in questo momento, l'occupazione non aumenta ? Non aumenta perché noi terrorizziamo le imprese con queste norme, e così manager, azionisti, investitori, imprenditori e lavoratori se ne vanno o, se non se ne possono andare, stanno fermi.
  Questo è il ragionamento controcorrente che mi permetto di offrire: lo sviluppo crea ricchezza, la ricchezza economica genera altra ricchezza, che si chiama ricchezza culturale e ricchezza sociale. Quando c’è ricchezza culturale e sociale poi c’è anche quella scientifica e quando c’è quella scientifica c’è anche la consapevolezza dei propri diritti che, quindi, ritorna ad essere sociale e poi, ancora una volta. È un circolo virtuoso !
  Non potete negare che in Italia c’è una sensibilità nettamente migliore rispetto a quella di cento anni fa. È evidente che la sensibilità di tipo ecologico, sociale, ambientale oggi c’è perché è nato un clima favorevole che ha fatto sviluppare una sensibilità. Ma in tempi di povertà questa sensibilità non esisteva. C'erano ben altri problemi !
  Un Paese che intende risollevarsi deve percorrere con risolutezza virtuosi sentieri di crescita, deve rimettere al centro di tutto la figura dell’«uomo», che è il vero grande protagonista della storia del creato. Colui che è stato smarrito in questi ultimi decenni; quell'uomo che diventa impresa – e, perché no ? – anche impresa sociale; che sa coniugare il proprio bene con il bene della società.
  La sfida, quindi, è culturale e antropologica. L'imprenditore italiano vive oggi una considerazione tra le più basse in assoluto, in quanto la sua reputazione e la considerazione nel ruolo sono giudicati a livello bassissimo. Egli è visto come un signorotto che sfrutta i dipendenti, che sfrutta l'ambiente, che non paga le tasse, che cerca il proprio tornaconto, e quindi lo si deve «mazzoliare» (lo dico tra virgolette e in maniera ironica). Lo si massacra con norme assurde e ideologiche.
  Mezzo secolo fa, invece, l'imprenditore era considerato un esempio positivo, di riuscita, veniva offerto all'imitazione dei giovani ed era oggetto di gratitudine perché dava lavoro a tanta gente. È questo, signori onorevoli, è quello che viene definito «lo spirito del sessantotto». Questo spirito del sessantotto ha creato, di fatto, un mutamento culturale che, ovviamente, noi non possiamo accettare. Tutto quello che è esagerazione deve essere condannato.
  Il desiderio e la consapevolezza di contribuire alla realizzazione del bene comune passa, anche e soprattutto, attraverso leggi. Leggi come quella di oggi, che noi stiamo votando perché abbiamo contributo – ripeto tra Senato e Camera – a migliorare. Ma siamo certi che, comunque, non è questa una soluzione ottimale, di lungo periodo. Siamo certi che, come la storia ci insegna, da qui a breve saremo chiamati a rivedere tutto quello che stiamo votando.
  Alla base di tutto continua ad esserci quella molecola di sviluppo fondamentale che sono l'uomo e l'impresa. Quando vengono criminalizzate la ricerca scientifica e le evoluzioni è evidente che c’è un pregiudizio, che è di ordine culturale e che ha un nome e un cognome: ideologia. Questa c’è anche in campo ambientale. Abbiamo Pag. 81il dovere di additarla e abbiamo il dovere di lasciarla come riflessione complessiva anche a questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Micillo. Ne ha facoltà.

  SALVATORE MICILLO. Grazie, Presidente. Perché questa legge è necessaria ? Lo dicono i dati, che sono inconfutabili. Ogni anno sono accertate più di 30 mila violazioni della normativa ambientale. Ogni anno si verificano quasi 400 mila violazioni di legge in materia ambientale. Mentre noi siamo qui a discutere, c’è qualche delinquente che, approfittando di una lieve legislazione, sta violando la legge a discapito della tutela dell'ambiente e dei cittadini. Perché è importante questa legge ? Perché quel criminale deve sapere che pagherà.
  Sempre i dati ci dicono che ci sono state 28 mila persone denunciate e 8.300 sequestri effettuati. Questa situazione, naturalmente, è frutto di malapolitica, che trascura di inasprire pene ambientali. Non meravigliamoci di certe sentenze. Meravigliamoci del perché non si è fatto prima quanto oggi dovremmo approvare.
  Le lacune legislative durano da venti anni, non vogliamo che ciò continui per altri venti. Non è una storia difficile da raccontare, ma da spiegare. Il racconto è semplice: mettere i rifiuti sotto terra, dentro il mare. Rifiuti di ogni genere, dal sacchetto di casa, quello quotidiano, fino ai rifiuti ospedalieri, ai rifiuti industriali, agli scarti di ogni tipo di lavorazione, da quella degli ortaggi, fino a quella delle vernici: tutto fuori, in giro, buttato dovunque e comunque, intombato giù in profondità dove scorre l'acqua che non si vede. Questo è il racconto di cosa sia un disastro ambientale. I rifiuti che non si vedono, nascosti nella terra, nell'acqua, che avvelenano senza sosta, rivelano il loro volto quando familiari cari si spengono lentamente per un tumore. Non uno, ma migliaia, non anziani, ma addirittura bambini. Facile raccontare un disastro dal nord al sud, facile interrare l'anima e la coscienza per un guadagno economico facile, ma è impossibile da spiegare una follia di questa proporzione.
  Avvelenare la terra è un suicidio lento e inesorabile; avvelenare il mare, perché tanto la prossima mareggiata cancellerà le tracce. No, non si cancella più nulla, perché le evidenze, le prove, ormai emergono, come i mostri degli incubi, perché troppo è stato sepolto. E non c’è più posto neanche all'inferno. Non può far mica male uno scarto industriale. No, non fa male, uccide nel dolore più terribile, ma non fa male. Contraddizioni della follia umana.
  Quale visione del mondo può aver alimentato per anni il traffico illecito dei rifiuti, se non quella di trasformare la terra stessa in un luogo infernale cosparso di morte e dolore ? Neanche tutto il denaro possibile ed immaginabile può spiegare tutto questo. Neanche la voglia di potere.
  Raccontare lo si può fare: decenni di filiere e di malaffare, di criminalità organizzata e speculatori, di politici infami e burocrati assassini, filiere perfette, rodate, oliate. Una filiera per i rifiuti mai. La filiera del traffico dei rifiuti sempre funzionante, notte e giorno, senza pause e festività, a qualsiasi ora del giorno e della notte, con ritmi da boom industriale, da febbre dell'oro che cola come il percolato. La puzza ? Lontano dal potere, che deve decidere. Già, l'odore della monnezza fradicia, che brucia, che cola liquami, se fosse lì proprio dove si decide, beh allora si correrebbe, perché non puoi vivere con una puzza così devastante. Si può vivere con l'anima corrotta, con le tangenti, con il volgere lo sguardo da un'altra parte, si può anche convivere non ascoltando le voci che chiedono aiuto, sì che si può vivere, ma non con la monnezza sotto casa, mai.
  Ed ecco, che forse una spiegazione la si trova, una spiegazione possibile ad un racconto impossibile: l'Italia come un grande bidone. No, almeno un bidone è segno di civiltà. L'Italia come un'immensa Pag. 82discarica, perché non importa che si possa morire di cancro, lo sconteranno le generazioni future. Ma, quella puzza odiosa di indifferenza è risalita dalle decine e decine di metri, dove è stata sepolta, ed è diventata rabbia, consapevolezza, voglia di riscatto, di curare una terra ferita.
  Un terra ferita. Immagine poetica ? No, proprio no. La terra contiene l'acqua, i fiumi, gli alberi, le coltivazioni, interi pezzi di vita bruciati da sostanze tossiche, con nomi complessi e difficili da ricordare, ma che avvelenano sempre sia che se ne ricordi il nome o meno.
  Per spiegare è davvero necessario aggiungere un pezzo, che ancora oggi manca. Perché ancora oggi – e non si sa ancora per quanto tempo – mancano le dovute leggi.
  Questa spiegazione manca. Come è possibile che non riusciamo ad affrontare questi assassini del futuro ? Perché mancano gli strumenti, le armi, i mezzi per combattere questi portatori di apocalisse vera e quotidiana ? Questa spiegazione la si deve trovare qui e oggi, per completare un racconto che è assurdo, infelice, infame e triste, ma che deve essere cambiato, una volta e per sempre, prima che tutto diventi nero e non ci sia possibilità di respirare per nessuno. Un'esagerazione ? Una visione catastrofica ? Chiedete a una madre o a un padre se la morte di un neonato per cancro non significa la fine del mondo possibile. Dietro l'impressionante mole di crimini che vengono quotidianamente perpetrati vi è, in primo luogo, la malavita organizzata, la quale si è specializzata in questo specifico campo.
  Il provvedimento intende farle deporre queste armi inquinanti. Il termine «ecomafia» è un neologismo che indica quei settori della criminalità organizzata che hanno scelto il traffico e lo smaltimento illecito dei rifiuti, l'abusivismo edilizio, le attività di escavazione e il traffico clandestino di animali esotici come nuovo grande business. Ciò che non è un affare per loro è una sciagura. Le modifiche al codice penale vogliono essere finalmente uno scudo alla perpetuazione dei delitti contro l'ambiente.
  La sistematica commissione di questi reati frutta alla malavita organizzata circa 16,7 miliardi all'anno. Stiamo parlando di cifre enormi: è denaro sottratto all'economia sana e macchiato dalla morte di poveri innocenti, che patiscono simili situazioni. Senza contare, poi, chi, per fare il proprio dovere di verifica e di accertamento di questi crimini, ci ha rimesso la salute e la vita.
  Quella delle ecomafie è l'unica economia che continua a crescere in un contesto di crisi generale. Ci sarà un motivo ? Se queste modifiche non entreranno ufficialmente nella nostra legislazione, la politica continuerà a dare il benestare a queste allegre condotte economiche.
  Vi sono imprese illegali, che vedono crescere fatturati ed export, quando quelle che rispettano le leggi sono costrette a chiudere bottega. Potremo ancora permetterci tutto questo ? Sarebbe vergognoso ! Un'economia che si regge sulla connivenza tra imprenditori senza scrupoli, politici corrotti, funzionari pubblici prezzolati, professionisti senza morale e veri malavitosi.
  Un'economia che si basa sulla falsificazione di fatture e di bilanci, l'evasione fiscale e il riciclaggio, la corruzione, il voto di scambio e la spartizione degli appalti. Mentre la politica chiudeva gli occhi, le ecomafie li avevano ben spalancati.
  Allo stato attuale, agire in questo modo conviene eccome e il rischio che si corre è zero; nell'agire in questa maniera, è calcolato tutto, rischi e benefici. Solo nella mia terra, la Campania, nel 2012 sono state accertate quasi 5 mila infrazioni ambientali, il 14 per cento del totale delle infrazioni in tutta Italia. Sono state denunciate quasi 3.500 persone, arrestate 34 persone ed effettuati più di mille sequestri.
  L'Italia è un Paese profondamente ferito dagli ecocriminali, i quali si avvantaggiano di una situazione normativa che sembra fatta apposta per agevolare la commissione di simili crimini. Nel nostro Paese, in materia ambientale, ci sono processi lunghi, prescrizioni brevissime e pene esigue. Questo testo vuole ribaltare tutto: inquinare non deve più convenire a nessuno. Pag. 83I reati contestabili sono ancora oggi di mera natura contravvenzionale, come parcheggiare l'auto in doppia fila, ma qui non si tratta di indisciplinati, ma di criminali. Le ricerche e le indagini portate avanti dalla magistratura sono complesse e difficili; la prescrizione, poi, interrompe spesso il lavoro portato fino a quel momento avanti.
  Noi speriamo con questa terza lettura alla Camera dei deputati, non con le dovute critiche fatte al Ministro Galletti, questa mattina, sulla questione dell’air gun, perché 25 associazioni, insieme a noi, hanno fatto e portato avanti una battaglia fortissima per non cambiare neanche una virgola a questo provvedimento.
  Ma, purtroppo, ancora oggi vincono loro, vincono quelli che vogliono ancora che i reati ambientali non vi siano nel codice penale, vincono ancora loro perché i reati ambientali sono ancora lontani. Il Governo ci promette un mese: noi, da oggi in poi, attueremo un countdown su ogni giorno che passerà senza che l'Italia abbia ancora i reati ambientali nel codice penale.
  Non lo dobbiamo a questo Parlamento, lo dobbiamo alle vittime silenti di cancro che sono migliaia, sparse in tutta Italia. Lo dobbiamo al popolo inquinato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Congratulazioni).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Chiarelli. Ne ha facoltà.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Grazie Presidente. Il gruppo di Forza Italia voterà contro questo provvedimento, perché ci troviamo di fronte, ancora una volta, ad un provvedimento che tende solo ed esclusivamente, da un lato, ad inasprire le pene ingiustificatamente, dall'altro, come spesso è accaduto, a non porre rimedio vero, effettivo, a quelle che sono le problematiche, in particolare a quelli che sono i rimedi che occorrerebbe attuare per porre veramente fine a queste situazioni.

  PRESIDENTE. Colleghi, abbassate il tono della voce, perché diventa fastidioso per chi parla. Si sta qui anche per ascoltare, anche quello che non ci piace.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Abbiamo assistito questa mattina anche ad un dibattito. Qui veramente si va verso un giustizialismo estremo, «in galera tutti», senza trovare una soluzione vera al problema. E quando qualcuno propone emendamenti di buonsenso, che pongono un rimedio a quelle che sono le vere difficoltà in cui ci si trova nel momento in cui si deve bonificare, nel caso di specie, vi è un'alzata di scudi indescrivibile.
  Questa mattina, nella serie di emendamenti che il mio gruppo aveva presentato, non mi sembra che vi fosse alcun problema a valutare anche il comportamento del soggetto che si rende parte diligente, per far sì che, prima che arrivi una sentenza di condanna, ponga rimedio a quelle che sono le problematiche relative all'inquinamento.
  Noi abbiamo, da una parte, chi vuole che si arrestino tutti e a qualsiasi condizione, dall'altra, però, vogliamo anche che si bonifichi e si eviti di inquinare.
  Noi sappiamo perfettamente che, purtroppo, abbiamo assistito e assistiamo quotidianamente, ad una serie di provvedimenti che tutto fanno al di fuori di porre rimedio a quello che è veramente il cancro, così come viene definito, dell'inquinamento. Per cui, noi non riteniamo che la strada migliore sia quella di una pena eccessiva, senza che vi siano allo stato dei controlli e senza che vi sia allo stato una salvaguardia che prevenga quelli che sono i reati e i comportamenti che poi portano ad inquinare.
  Infatti, l'introduzione di un nuovo titolo, il VI-bis, del libro secondo, del codice penale, per sistemare in modo ordinato i nuovi reati previsti a tutela dell'ambiente, può avere, o potrebbe avere, anche un senso. Non lo ha il disporre, così come ho detto, di pene detentive che in alcuni casi possono raggiungere i quindici, addirittura i venti anni di reclusione; il tutto fuori linea Pag. 84rispetto alle pene previste per reati di gravità ancora superiore a quelli di cui stiamo trattando.
  Ecco perché abbiamo, con coerenza, votato contro questo provvedimento e continueremo a farlo, ma questo non significa affatto che noi non condividiamo l'obiettivo di questa proposta di legge e cioè il miglioramento sostanziale dell'ecosistema in cui viviamo; significa solo che non condividiamo il modo con cui si intende cercare di ottenere questo risultato.
  Si introducono nuovi reati anche in violazione, a parere di chi vi sta parlando, dell'articolo 25 della Costituzione, che, è bene ricordarlo ancora una volta, recita testualmente: «Nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso». In questo caso, a causa della insufficiente definizione di questa normativa, vi è il serio rischio, il concreto rischio, che ancora una volta stiate votando una legge che poi sarà dichiarata incostituzionale.
  Siamo di fronte, con questa iniziativa legislativa, come ho detto prima, a un ennesimo episodio di quella deriva giustizialista in atto ormai da molti, troppi anni e a cui questo Parlamento ci ha abituato costantemente negli ultimi mesi.
  Certamente non è con l'introduzione di norme draconiane e di carattere chiaramente emergenziale che si fa crescere nel Paese quella cultura della legalità che purtroppo è ancora carente. Occorrono misure equilibrate ed efficaci e che, per questa ragione, siano percepite dai cittadini come eque. Certo, è più facile proporre una integrazione rozza e rafforzata al codice penale rispetto alla pratica quotidiana e faticosa del buongoverno e della buona amministrazione soprattutto a livello regionale e a livello locale.
  Ci dobbiamo chiedere per esempio: perché la qualità delle acque, sia interne sia costiere, non è assolutamente come sarebbe lecito aspettarsi, visti i grandi, o meglio, massicci investimenti di denaro pubblico fatti soprattutto dai comuni per la realizzazione di impianti di depurazione delle acque ? Perché questi molto spesso, queste infrastrutture, sono state mal progettate e soprattutto mal realizzate. Vengono gestite in maniera non conforme per cui le conseguenze sono quelle, come sempre, di non risolvere il problema.
  Di fronte a questo stato di cose noi siamo convinti che non si possa attendere, come purtroppo spesso avviene, l'intervento della magistratura. Non ci si può appoggiare solo ed esclusivamente sul fatto che la magistratura intervenga e supplisca a quelli che dovrebbero essere i compiti della politica.
  Prima di occuparsi seriamente dell'ambiente, in altri termini, tanto per fare un esempio a tutti noto, casi così eclatanti come quello della Terra dei fuochi, di cui stamattina si è sentito parlare, come quello della terra a cui appartengo, dell'Ilva della provincia di Taranto, non devono essere scoperti solo dopo le confessioni dei pentiti di camorra o dopo gli interventi della magistratura. Questo non sarebbe certamente avvenuto se ci fosse stata una sorveglianza adeguata sul territorio. A chi oggi prende le distanze e si dichiara ambientalista, a chi oggi a tutti i costi è per il «no» e non per il fare, perché onestamente poi la storia di ognuno di noi bisogna che ognuno la sappia e se la ricordi... Noi abbiamo la necessità che vi sia competenza a qualsiasi livello sulla tutela dell'ambiente e che tutti svolgano i propri compiti con la dovuta attenzione e con la dovuta diligenza.
  Va sottolineato che l'introduzione di nuovi reati ambientali nel codice penale potrebbe essere valutata positivamente; reati come l'inquinamento ambientale, il disastro ambientale, il traffico e l'abbandono di materiale ad alta radioattività vanno sicuramente e certamente perseguiti, ma le fattispecie penali devono essere definite con grande chiarezza. Le fattispecie penali devono essere precise se si vogliono evitare le ingiustizie perché, come spesso accade in questo Paese, si va incontro alla pancia della gente e non si pensa a quelle che sono le conseguenze dannose che, attraverso una sentenza o attraverso una legge sbagliata, derivano nei confronti dei cittadini.Pag. 85
  Non è con misure estemporanee come quelle previste dalla proposta Realacci che si potrà migliorare la qualità dell'aria, dell'acqua e del suolo nel nostro Paese, ma solo con una quotidiana, paziente e attenta azione amministrativa.
  Per tali ragioni esprimiamo un voto contrario sul provvedimento in quanto esso contiene misure rozze e inidonee a raggiungere lo scopo che si prefigge di migliorare la tutela ambientale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Braga. Ne ha facoltà.

  CHIARA BRAGA. Signora Presidente, signori Ministri, onorevoli colleghi, io credo che oggi questa Camera possa essere orgogliosa del lavoro fatto in questi mesi e che ci ha portati fin qui; un lavoro che in realtà dura da più di 20 anni, e che oggi è più vicino al raggiungimento di un traguardo, quello dell'introduzione nel nostro ordinamento dei delitti ambientali, che, come ha giustamente ricordato il Ministro Orlando, ha una portata storica.
  Lo dico avendo seguito con passione e anche con qualche fatica, insieme agli altri colleghi del mio gruppo, che ringrazio, al relatore Bazoli, alla presidente della Commissione giustizia Ferranti, l'intero iter della legge, qui alla Camera e al Senato, ma anche apprezzando il lavoro onesto dei colleghi degli altri gruppi, che sento di dover ringraziare, in particolare di quelli dei gruppi di opposizione, di SEL e del MoVimento 5 Stelle, che insieme a noi hanno fortemente voluto questa legge e che sono certa anche in questa occasione non faranno mancare il loro sostegno ad un lavoro che è patrimonio di un ampio arco di forze parlamentari e per questo ancora più significativo.
  Il nuovo sistema dei reati contro l'ambiente che questo disegno di legge prefigura arriva all'esito di un percorso parlamentare che ci ha dimostrato come il lavoro comune, in Commissione e in Aula, possa dare frutti adeguati alle aspettative dei cittadini. È una legge di origine parlamentare, che si è formata unificando tre diverse proposte di legge e che ha avuto, in tutti i suoi passaggi, una larga, trasversale maggioranza.
  Io credo che in questo percorso abbiamo sempre agito con la comune consapevolezza delle attese prodotte nei cittadini dall'esito di vicende legate a disastri ambientali, come la vicenda Eternit a Casale Monferrato e in molte altre parti del Paese, la vicenda di Bussi sul Tirino, di Porto Marghera, di Taranto, della «Terra dei fuochi», dicendo che la coscienza sociale ha – sì – censurato, ma che la giustizia penale non ha potuto fin qui sanzionare. Con l'approvazione di questa legge sentiamo di rendere conto prima di tutto a questa grave mancanza e, insieme, di raccogliere il testimone che un'intera generazione di ambientalisti, di uomini e donne impegnati a vario titolo nella tutela dell'ambiente, oggi ci consegna.
  L'affermazione dell'ambiente come bene costituzionalmente tutelato in sé e di pari valore di altri passa oggi anche attraverso l'introduzione nel codice penale delle fattispecie di delitti quali l'inquinamento ambientale e il disastro ambientale, oltre che delle altre norme sanzionatorie che concorrono a una tutela complessiva sinora non prevista. Si supera nei fatti un limite ancora oggi persistente nel nostro ordinamento, a differenza di quanto accade ormai da anni in altri Paesi europei, secondo cui il nostro sistema sanzionatorio a tutela dell'ambiente è ancora costituito da ipotesi solo di natura contravvenzionale, contenute nel codice dell'ambiente, punite con sanzioni tendenzialmente piuttosto lievi.
  L'ultima misura significativa in questo senso è intervenuta – lo ricordo – nel 2001, con l'introduzione di sanzioni penali per il reato di traffico di rifiuti pericolosi. Quella misura ha consentito in questi anni di svolgere inchieste fondamentali che hanno colpito clan come quelli dei Casalesi, dei Grimaldi, degli Schiavone, che hanno portato a 1.400 arresti, 4 mila denunce, 700 aziende coinvolte.Pag. 86
  Oggi, con le norme che auspichiamo di approvare si configurano come delitti perseguiti penalmente comportamenti particolarmente gravi, che, proprio in ragione di tale gravità, meritano ed avranno una risposta sanzionatoria adeguata: la compromissione significativa e misurabile di porzioni significative di ambiente, declinata dal delitto di inquinamento ambientale, l'alterazione irreversibile dell'ecosistema, prevista e tipizzata dal delitto di disastro ambientale. È bene ricordare, però, anche altri punti qualificanti introdotti da questa legge: i delitti di traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività, di impedimento del controllo, di omessa bonifica; l'istituto della confisca obbligatoria, anche per equivalente, dei beni che hanno costituito prodotto o profitto di reato; le circostanze aggravanti per i nuovi delitti contro l'ambiente commessi dalla criminalità organizzata e l'aggravante ambientale per reati commessi allo scopo di eseguire un delitto contro l'ambiente; e poi il raddoppio, importantissimo, dei termini di prescrizione per tutti i nuovi delitti introdotti, ponendo rimedio ad uno dei più seri limiti incontrati da buona parte dei procedimenti giudiziari, che con strumenti non sempre adeguati hanno cercato sin qui di perseguire comportamenti criminali commessi verso l'ambiente e la salute delle persone.
  Ma voglio ricordare, infine, anche il ravvedimento operoso, che resta per noi uno dei punti più qualificanti di questa legge, perché prevede significative riduzioni di pena per chi, pur avendo commesso un delitto, si adopera per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino dello stato dei luoghi, con l'introduzione, voluta al Senato, di una tempistica certa riguardo alla concreta attuazione delle misure di ravvedimento. A questa norma si affianca anche la modifica introdotta al codice dell'ambientale, per l'estinzione di contravvenzioni per illeciti lievi, secondo un modello positivo, che è mutuato da quello che è già applicato sul tema degli infortuni sul lavoro.
  In questo modo noi mettiamo al centro il valore primario della protezione del bene giuridico ambiente, in una logica di giustizia riparativa, che è un grande passo in avanti di questa legge. Noi sappiamo bene che il processo penale non è il rimedio ad ogni comportamento antisociale, ma questa norma, questa legge ha un valore duplice, che va al di là delle norme sanzionatorie e che vogliamo sottolineare. È, in primo luogo, un messaggio culturale forte e inequivocabile.
  La scelta del Parlamento, che oggi facciamo, è quella di affermare con forza che l'uso criminale dei beni comuni non è più possibile, sia esso conseguente a scelte delittuose dirette, sia esso dipendente dall'inseguimento di un lucro, di un profitto scellerato che mette a repentaglio la vita e l'integrità dell'ambiente e della salute per le generazioni attuali e per quelle future. Questa legge ci restituisce anche il primo disegno di un sistema complessivo di tutela dell'ambiente, nel quale entrano le sanzioni penali per l'impedimento dei controlli, l'omessa bonifica e il sistema delle prescrizioni, che consentirà di evitare lunghi e inefficienti procedimenti.
  Ci apprestiamo, quindi, a votare una legge che segna una discontinuità importante, ma che nello stesso tempo si inserisce coerentemente in un contesto già esistente di norme a tutela dell'ambiente, consentendo alle autorità di vigilanza, agli operatori di polizia giudiziaria e alla magistratura di agire il più rapidamente e il più efficacemente possibile. Per questo noi consideriamo il presente provvedimento un tassello fondamentale di un disegno più complessivo che riforma gli strumenti a tutela dell'ambiente e sul quale questo Parlamento e il Governo sono impegnati e che vede un altro essenziale contributo nel rafforzamento del sistema dei controlli, attraverso la definitiva approvazione da parte del Senato, che ci auguriamo avverrà a breve, della legge sul riordino delle agenzie ambientali.
  Signora Presidente, l'iter di questa legge è stato un iter lungo e non privo di insidie, come abbiamo ricordato oggi. Come ogni cambiamento ha incontrato in tutti i suoi passaggi resistenze più o meno esplicite, dentro e fuori il Parlamento, ma ha anche Pag. 87avuto un forte sostegno da parte dell'opinione pubblica, a conferma del fatto che oggi c’è una riconosciuta e diffusa consapevolezza del valore dell'ambiente da tutelare, anche attraverso strumenti giudiziari più efficaci. Noi conosciamo bene e comprendiamo le ragioni del vasto movimento di opinione, di associazioni, di cittadini, ma anche di imprese, che ci chiedono di fare in fretta, per colmare questo ritardo imperdonabile, in un Paese in cui, come ci dice l'ultimo rapporto Ecomafia, ogni anno registriamo quasi 30 mila infrazioni solo nel ciclo dei rifiuti, in cui il fatturato di un settore sommerso, che è quello della criminalità ambientale, raggiunge la cifra impressionante di 15 miliardi di euro all'anno. Ce lo testimonia il lavoro puntuale fatto dalla Commissione bicamerale sugli illeciti ambientali, che ha messo in evidenza la diffusione, dal Nord al Sud del Paese, dei fenomeni di inquinamento ambientale strettamente connessi all'illegalità e alla criminalità organizzata e la necessità di provvedere con tempestività per dare misure più efficaci agli strumenti di contrasto di questa illegalità. Ascoltiamo anche con rispetto, però, pur non condividendole in larga misura, le ragioni di chi esprime preoccupazioni legittime su alcuni passaggi di questa legge, che certamente è perfettibile, come ogni frutto del lavoro umano, e per questo come legislatori ci dichiariamo attenti e disponibili fin d'ora a valutare con attenzione gli effetti della sua applicazione e, se necessario, a intervenire per migliorarla. Ma crediamo altrettanto fortemente che sia nello stesso interesse delle imprese sane, che sono la stragrande maggioranza del tessuto imprenditoriale del nostro Paese, avere a disposizione strumenti più efficaci per punire chi crede di poter competere nell'illegalità a danno dell'ambiente, anziché puntare sull'innovazione, sulla qualità, sul rispetto di regole che ogni giorno ci dobbiamo sforzare di rendere più chiare, più semplici e più certe.
  Anche oggi, in quest'Aula, la nostra discussione ha rischiato di vedere replicata in scena l'eterna contrapposizione tra chi pensa che quel che stiamo facendo è troppo e chi pensa che, al contrario, è troppo poco. Noi siamo convinti di aver fatto un lavoro equilibrato e soprattutto coerente con l'obiettivo di questa legge. Anche nella modifica che oggi abbiamo introdotto, sopprimendo quell'articolo che al Senato aveva introdotto in maniera improvvisata e forse strumentale il reato di ispezione dei fondali marini con l’air gun, abbiamo sottratto degli argomenti pretestuosi a critica questa legge e credo che abbiamo contributo a creare le condizioni per avere presto una buona ed efficace legge.
  Signora Presidente, noi abbiamo preso atto con fiducia delle parole chiare del Governo, sia riguardo all'impegno a monitorare e, se necessario, a regolamentare la tecnica dell’air gun, ma soprattutto quelle pronunciate in relazione all'impegno di portare a rapida e definitiva approvazione, nelle prossime settimane, la legge al Senato. Abbiamo ascoltato le parole del Ministro Orlando e del Ministro Galletti e sappiamo che il Presidente del Consiglio non mancherà di tener fede all'impegno preso con il Parlamento e con i cittadini. Penso, tra tutti, alla straordinaria testimonianza di Romana Blasotti, che per ventidue anni è stata presidente dell'Associazione delle vittime dell'amianto di Casale Monferrato, la quale, nel passare il testimone, non a caso ha chiesto con forza al Parlamento e al Presidente del Consiglio di approvare questa legge sui delitti ambientali.
  Diceva Winston Churchill che «è un peccato il non far niente col pretesto che non possiamo fare tutto» . Sono convinta che oggi noi non stiamo disperdendo in alcun modo il lavoro fatto. Consegniamo al Senato e al Governo un impegno forte e vincolante, lo stesso che, come Partito Democratico, abbiamo messo in questi mesi e metteremo nelle prossime settimane perché a quell'impegno si dia corso nei tempi e nelle modalità dovute.
  E a voi colleghi degli altri gruppi chiediamo di fare altrettanto, di farvi carico in parte di questa responsabilità perché l'approvazione di questo provvedimento sia un risultato di cui tutto il Parlamento possa Pag. 88andare fiero e per queste ragioni preannunzio il voto favorevole e convinto del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Grazie Presidente. Questo Governo è seduto su dei banchi di legno, di un legno particolare che è il noce di Slavonia. Questo legno è stato scelto perché non si tarla. Hanno quasi cento anni questi banchi, anche i nostri, ma questo Governo sta facendo peggio dei tarli, sta parlando tutto il tessuto sociale ed economico del nostro Paese. Quello che oggi è successo è gravissimo: rallentare l'approvazione di questa legge è qualcosa di davvero grave. Siete voi la vera Xylella del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). L'EFSA ha detto che non fa male ma voi continuate a tarlare il nostro Paese. Questo voto che noi esprimeremo, favorevole, sarà dovuto al fatto che noi cerchiamo di far procedere questo testo, che voteremo, al più presto. Sabin non brevettò il suo vaccino perché, brevettandolo, poteva perdere tempo e qualche bambino poteva morire. E voi adesso questo testo dovete farlo approvare in Senato al più presto. Ogni giorno che passa ve ne assumete la responsabilità. Ricordatevelo, sono stimate in sessantamila le vittime ogni anno dell'inquinamento in Italia. È per loro che noi votiamo in maniera favorevole e abbiamo però una speranza. La speranza è stata che oggi a Roma c’è stata una manifestazione pacifica: gli studenti, i bambini, i professori hanno manifestato contro il decreto-legge e contro questo Governo illegittimo. Saranno loro, con la loro energia e con la loro gioventù, questa energia che ha invaso Roma, a cacciare via questa persona che non è Premier perché è stato eletto ma è Premier perché è figlio di buona scuola (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale – A.C. 342-B ed abbinate)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 342-B ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge nn. 342-957-1814-B, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese... Dall'Osso... Tripiedi.... Chimienti....
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  «Realacci ed altri, Micillo ed altri, Pellegrino ed altri: Disposizioni in materia di delitti contro l'ambiente» (Approvate, in un testo unificato, dalla Camera e modificate dal Senato) (A.C. 342-957-1814-B):

   Presenti  406   
   Votanti  372   
   Astenuti   34   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato  353    
    Hanno votato no  19.

  La Camera approva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) (Vedi votazioni).

Pag. 89

Sui lavori dell'Assemblea.

  PRESIDENTE. Mi pare ci sia un'intesa tra tutti i gruppi nel senso di anticipare alla seduta di domani, mercoledì 6 maggio, l'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge in materia di elezioni regionali ed amministrative (A.C. 3059), con svolgimento della discussione sulle linee generali alle ore 9,30 e votazioni a partire dalle ore 11,30.
  Sempre secondo tale intesa, dopo l'esame del decreto-legge, sarà iscritto all'ordine del giorno il seguito della discussione degli argomenti attualmente previsti per la seduta di giovedì. Si tratta in particolare delle mozioni concernenti iniziative in merito all'emergenza umanitaria relative al campo profughi di Yarmouk, in Siria; iniziative volte a garantire agli enti locali adeguati trasferimenti di risorse; iniziative in materia di esenzione dall'IMU per i terreni agricoli; iniziative di competenza in ordine alla razionalizzazione della rete degli uffici postali; iniziative per la promozione dell'educazione alimentare nelle scuole.
  Se non vi sono obiezioni così rimane stabilito.

Convocazione della Delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'INCE.

  PRESIDENTE. Comunico che, d'intesa con il Presidente del Senato della Repubblica, la Delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'Iniziativa centro europea (INCE) è convocata nella giornata di giovedì 7 maggio 2015, alle ore 8, presso il Senato della Repubblica, per il terzo scrutinio per l'elezione del presidente. L'aula della riunione sarà comunicata successivamente.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere.

  PRESIDENTE. Comunico che, in data 4 maggio 2015, il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, il senatore Giuseppe Pagano, in sostituzione del senatore Giovanni Bilardi, dimissionario.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 19,20).

  ERNESTO PREZIOSI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Colleghi, potete allontanarvi dall'Aula ma vi pregherei di farlo a voce bassa, meglio se in silenzio. Prego, onorevole Preziosi.

  ERNESTO PREZIOSI. Signor Presidente, colleghi, volevo segnalare quanto nei giorni scorsi è stato dichiarato con allarme dalla Federazione italiana settimanali cattolici, e segnatamente il fatto che il nuovo piano industriale di Poste Italiane avrebbe un impatto in merito alla consegna della corrispondenza in giorni alterni. È un impatto che si diffonde e danneggia in qualche modo la piccola stampa, una stampa che ha un radicamento territoriale, soprattutto in zone interne del Paese, in zone di minore frequenza di percorso dalla grande stampa e che ha nella tradizione dei settimanali cattolici un punto di forza. La Federazione italiana ha inviato su questo una lettera all'AGCOM, per esprimere la sua assoluta contrarietà a questa ipotesi di un modello di recapito a giorni alterni degli inviti postali rientranti nel servizio universale. Credo che vada segnalato questo fatto anche al Governo, perché, da un lato, può creare un danno ad una stampa che ha un suo radicamento, che è anche un punto occupazionale non indifferente, spesso su base cooperativa, che negli ultimi anni ha prodotto professionalità anche nel mondo dell'informazione, sia come tecnici sia come giornalisti, e perché, dall'altra parte, Pag. 90indirettamente va ad incidere anche sul pluralismo della libera informazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  FLORIAN KRONBICHLER. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FLORIAN KRONBICHLER. Grazie, signora Presidente. Il suo collega, Presidente, il Presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, si è recato oggi, con volo di Stato, ad una visita in regione Trentino Alto Adige. All'occasione ha invitato i parlamentari PD e SVP della regione, imbarcandoli sull'aereo governativo stamattina all'aeroporto di Ciampino. A differenza dei colleghi PD e SVP, a me non è arrivato alcun invito da parte della Presidenza del Consiglio. Non c’è problema, in ogni modo non l'avrei accettato. Non capisco e non accetto, però, che il Presidente Renzi discrimini i parlamentari della Repubblica. Se è stato per una visita di Stato – per tale la trasferta a Trento e a Bolzano è stata pubblicizzata – e l'uso dell'aereo di Stato ne è la prova, allora avrebbe dovuto invitare tutti i parlamentari o meglio nessuno, perché in verità si è trattato di un tour elettoralistico. Infatti, in regione votiamo questa domenica. Renzi fa passare un tour di campagna elettorale del segretario nazionale PD come una visita di Stato del Presidente del Consiglio. Si sceglie una combriccola di parlamentari, imbarcandoli sul volo di Stato. Non saprei come i parlamentari avrebbero potuto contribuire alla riuscita di un incontro con i presidenti della regione. Li ha usati e questi, cioè i parlamentari colleghi, si sono lasciati usare come chierichetti ad una messa profana.
  La gita governativo-parlamentare in Trentino Alto Adige la dice lunga sull'atteggiamento che il Presidente Renzi dimostra nei confronti del Parlamento, dei parlamentari e del lavoro parlamentare in speciale. Qui alla Camera oggi c'era una giornata di lavoro. Abbiamo votato una legge anche importante. Sarà vero che non contiamo granché, ma noi parlamentari siamo qui per stare in Parlamento, per lavorarci. Viene qui il Capo del Governo o il capo di partito – non si sa bene chi dei due – e dice: io volo a Bolzano, salite, venite con me ! E dietro tutti quanti di corsa. Io non sono stato invitato. Non avrei accettato. Va il mio rispetto alla collega Luisa Gnecchi, che, pur essendo stata invitata, ha declinato l'invito, motivando il suo diniego con i lavori in Aula. Rispetto. È anche mia convinzione: ho un incarico dei miei elettori; sarà modesto, ininfluente, ma è il mio incarico (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  ANDREA FERRO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA FERRO. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, prendo la parola per informare l'Aula e tutti i colleghi di un fatto inquietante avvenuto oggi a Guidonia Montecelio, comune di quasi centomila abitanti in provincia di Roma. Alle 14 e 30, quindi in pieno giorno, è stato fatto esplodere un ordigno contro l'automobile di proprietà di Elisabetta Aniballi, giornalista e responsabile dell'ufficio stampa del sindaco di Guidonia Montecelio. La vettura era parcheggiata in pieno centro a due passi dal palazzo comunale. All'Aniballi voglio esprimere la mia personale solidarietà e la vicinanza del gruppo del PD alla Camera, oltre che dei nostri dirigenti ed amministratori del territorio. Non è la prima volta, purtroppo, che ci troviamo qui e in altre sedi a denunciare lo stato di preoccupazione nostra e dei cittadini di tutta la provincia di Roma per eventi di intimidazione e per la presenza forte e radicata a Guidonia Montecelio e in tutta la provincia di criminalità organizzata e comune. È venuto il tempo che sottovalutazioni sulla situazione dell'illegalità, sulla sua forza, sulla sua pericolosità, sulla sua ramificazione lascino il posto ad una nuova consapevolezza di una battaglia dura che dobbiamo Pag. 91combattere come istituzioni e come cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Intervengo per sollecitare una interrogazione, la n. 4-06283, depositata solamente il 6 ottobre 2014, riferita al prolungamento dell'imbocco sud della galleria di Paghino, tra il territorio del Verbano Cusio Ossola e la Svizzera, sulla strada statale 33.
  Credo che ormai siamo arrivati alla follia nei continui rimbalzi telefonici tra l'ANAS ed il Ministero delle infrastrutture. Oggi siamo al momento in cui le ultime notizie telefoniche sono quelle che dobbiamo attendere perché vi è stato il cambio del ministro. È come se le verità dei fatti dipendano dal fatto che venga a riferire nel merito Lupi piuttosto che Delrio.
  Visto che noi stiamo chiedendo lumi su quell'appalto dato ad una società con capitale sociale irrisorio, noi stavamo chiedendo lumi sul fatto che quella oggi rappresenta un'opera incompiuta per i quali i lavori sono fermi orma da troppo tempo. Viste le ombre che continuano a permanere su ANAS credo che una risposta sia doverosa in tempi rapidissimi, perché altrimenti dai sospetti credo che man mano andiamo verso delle certezze.

  DIEGO DE LORENZIS. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Vorrei l'attenzione dell'Aula su un fatto accaduto ieri. Un pezzo di intonaco si è staccato da un'aula in una scuola di Ostuni. Nessun ferito, ma ovviamente quattro aule non potranno essere usate nei prossimi giorni. Come è noto, nello stesso comune, qualche giorno prima un'altra scuola aveva visto il cedimento dell'intonaco, che ha provocato questa volta il ferimento di due bambini ed un insegnante. La procura per questo sta indagando, ma la responsabilità politica è chiara.
  Voglio ricordare qualche dato. Il 53 per cento delle scuole ha il certificato di agibilità, questo vuol dire che quasi la metà non ce l'ha. Il 44 per cento delle scuole è stato costruito tra il 1961 ed il 1980 e quindi non sono a norma secondo la legge antisismica varata nel 1974. Un terzo della scuole è ad alto livello di sismicità. L'82,3 per cento non ha il certificato di prevenzione degli incendi.
  Ventiquattromila scuole su 41 mila hanno impianti elettrici, idraulici e termici non a norma o non funzionanti; 9 mila hanno intonaci a pezzi; 7.200 scuole necessitano di fare tetti e coperture; 2 mila scuole sono a rischio di amianto. E non è vero che il Governo investa nella scuola: per finanziare la Buona scuola il Governo Renzi ha fatto il gioco delle tre carte tagliando 1,4 miliardi di euro sempre all'istruzione.
  Per mettere a norma tutte queste scuole servirebbero 8 miliardi e qualcuno dice che non si trovano. Ma come mai per Mose ci sono, per Expo ci sono, per la Pedemontana ci sono, per tutte le opere inutili che questo Governo continua a finanziare i soldi ci sono e quando si deve intervenire per decreto, quando c’è in gioco la vita dei nostri ragazzi e dei nostri bambini i soldi non escono mai ? Questa è una responsabilità del Governo Renzi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Oggi è stato davvero soddisfacente poter marciare con migliaia di studenti ed insegnanti senza scorta, ricevere anche qualche pacca sulle spalle e essere liberi di farlo ad alta voce, con la faccia davvero in alto, consci di aver fatto il nostro dovere. Solo un paio Pag. 92di persone ci hanno detto «se aveste dato l'appoggio al PD» – tra l'altro poi ricordo sempre che il PD non ci ha mai chiesto di governare assieme –, soltanto due persone.
  Vedete, signor Presidente, potete ingannare tutti per qualche tempo e alcuni per tutto il tempo, dicevano in passato, ma non tutti per tutto il tempo. Tante persone, si notava oggi in quella manifestazione, si stanno svegliando e stanno capendo che è un Governo che colpisce la scuola, e come diceva Calvino, chi distrugge la scuola è governato da quelli che dalla diffusione del sapere hanno tutto da perdere. Voi avete tutto da perdere dalla diffusione del sapere e avete da perdere se tutti i cittadini davvero sapessero che distruggete la scuola per privatizzarla, per creare povertà e per creare ignoranza, perché l'ignoranza riuscite a controllarla con i mezzi di massa e dalla povertà attingete voti e ve li comprate con il voto di scambio. Avete tutto da perdere se tutti i cittadini sapessero che in Campania state imbarcando i cosentiniani: Cosentino è uno che è stato arrestato però prima lo avete salvato due volte in questo Parlamento dall'arresto. State imbarcando i demitiani e tutta una feccia di persone soltanto per vincere.
  Guardi, signor Presidente, glielo dico io che oggi ho marciato insieme ai miei colleghi, cittadini tra cittadini, davvero a testa alta ed è stata una soddisfazione personale ascoltare insegnanti che ti dicono «grazie», so che state lottando contro un partito che abbiamo capito finalmente che è un partito infiltrato dalle banche. Questo è il Partito Democratico, un partito infiltrato dalle banche e in qualche territorio dal crimine organizzato. Andatene fieri del vostro partito o degli studenti che oggi provano a portare mani colorate in segno di protesta a Largo del Nazareno. Andatene fieri ancora per un po’ perché, grazie a Dio, il popolo sovrano inizia a svegliarsi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  MICHELE ANZALDI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MICHELE ANZALDI. Signor Presidente, intervengo per segnalare all'attenzione della Presidenza le inquietanti minacce di cui è stata data notizia, che riguardano il giornalista Sandro Ruotolo, storica firma delle trasmissioni di Michele Santoro, da sempre in prima linea nell'informazione d'inchiesta. A Ruotolo sono arrivate le minacce pronunciate dal boss dei Casalesi Michele Zagaria. Il neoprefetto di Roma, Franco Gabrielli, che ha dimostrato grande prontezza e accortezza, ha deciso di attribuirgli la scorta, in attesa della riunione del Comitato sulla sicurezza e l'ordine pubblico.
  Oltre ad esprimere solidarietà al collega giornalista e alla sua famiglia, ho ritenuto giusto informare quest'Aula delle minacce e chiedere che la Presidenza si attivi affinché presso le Commissioni parlamentari competenti, a partire dall'Antimafia, possa essere invitato il Ministro dell'interno a riferire e ad assicurare la massima sicurezza all'uomo e al professionista e che non rimangano zone d'ombra su minacce così inquietanti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Onorevole Anzaldi, credo che la Presidenza non possa che associarsi a questa sua sottolineatura.

  GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, torno nuovamente sulla questione dei lavoratori in cassa integrazione in deroga. È una questione molto seria e dolorosa, perché dopo una lunga gestazione da parte delle regioni che hanno fatto l'istruttoria, il piano di comparto del 2014 è stato varato dal Ministro del lavoro.
  Ora il provvedimento è alla firma del ministro dell'economia. Io chiedo un autorevole Pag. 93intervento della Presidenza sul Governo perché venga fatto questo atto importante per tante famiglie.
  Sono lavoratori in sofferenza, sono spettanze che si debbono e, quindi, credo che sarebbe opportuno dal punto di vista istituzionale firmare subito.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Burtone, lei sa che la Presidenza non può in questo caso fare nulla, semplicemente prendere atto della sua richiesta e lei ha strumenti di sindacato ispettivo per intervenire sul Governo.

  ROBERTO FICO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO FICO. Grazie Presidente, i componenti dell'intero consiglio di amministrazione di Ei Towers risultano indagati per aggiotaggio nell'ambito dell'inchiesta della procura di Milano sull'OPAS lanciata dalla controllata di Mediaset su Rai Way. Con un post sul mio profilo del 25 febbraio avevamo già segnalato alcune anomalie, rivelate anche da un articolo de il Fatto Quotidiano. Di seguito ripropongo il testo del post: L'OPA di Ei Towers su Rai Way ha già fatto ricco qualcuno. Quel qualcuno è chi ha rastrellato a gennaio le azioni di Rai Way facendo salire il titolo del 30 per cento con volumi di scambio inimmaginabili per questo tipo di azioni. Qualcuno ben informato che, conoscendo le notizie in anticipo, ha messo in atto la macchina speculativa sul principale asset del sistema radiotelevisivo italiano. Chi ha organizzato i raid in Borsa è pronto a mettere a disposizione di Ei Towers la propria quota ? O magari chi ha rastrellato i titoli è, in qualche modo, già collegato ad Ei Towers ? La Consob deve verificare.
  Questo era del 24 febbraio del 2015. Non ci sorprende dunque che l'operazione abbia portato ad un'indagine come quella in corso, occorre senza dubbio chiarezza e non dobbiamo distogliere l'attenzione neanche dal fatto che Ei Towers potrebbe entrare in Rai Way con quote di minoranza, anche con questo è possibile imporre all'interno della società linee ben precise di gestione dell'azienda da controllarla. Terremo alta l'attenzione, perché per noi è ancora allarme rosso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Mercoledì 6 maggio 2015, alle 9,30:

  (ore 9,30, con votazioni non prima delle ore 11,30, e ore 16)

  1. – Discussione del disegno di legge:
   S. 1818 – Conversione in legge del decreto-legge 17 marzo 2015, n. 27, recante disposizioni urgenti per lo svolgimento contemporaneo delle elezioni regionali ed amministrative (Approvato dal Senato) (C. 3059).
  — Relatrice: Dorina Bianchi.

  2. — Seguito della discussione delle mozioni Iori, Sberna, Binetti, Daniele Farina, Locatelli, Pinna ed altri n. 1-00785, Manlio Di Stefano ed altri n. 1-00792, Gianluca Pini ed altri n. 1-00799 e Artini ed altri n. 1-00840 concernenti iniziative in merito all'emergenza umanitaria relativa al campo profughi di Yarmouk, in Siria, con particolare riferimento alla situazione dei minori.

  3. — Seguito della discussione delle mozioni Luigi Di Maio ed altri n. 1-00741, Melilla ed altri n. 1-00822, Palese e Occhiuto n. 1-00824, Marchi ed altri n. 1-00825, Rizzetto ed altri n. 1-00826 e Guidesi ed altri n. 1-00830 concernenti iniziative volte a garantire agli enti locali adeguati trasferimenti di risorse, con particolare riferimento a quelli necessari per l'espletamento dei servizi sociali essenziali, Pag. 94anche in relazione alle disposizioni della legge di stabilità per il 2015.

  4. — Seguito della discussione delle mozioni Faenzi ed altri n. 1-00784, Franco Bordo ed altri n. 1-00790, Massimiliano Bernini ed altri n. 1-00793, Mucci ed altri n. 1-00795, De Girolamo ed altri n. 1-00797, Guidesi ed altri n. 1-00808, Rampelli ed altri n. 1-00811 e Oliverio ed altri n. 1-00817 concernenti iniziative in materia di esenzione dall'IMU per i terreni agricoli.

  5. – Seguito della discussione delle mozioni Guidesi ed altri n. 1-00755, Franco Bordo ed altri n. 1-00818, Tullo ed altri n. 1-00819, Garofalo ed altri n. 1-00820, Nicola Bianchi ed altri n. 1-00821, Palese n. 1-00823, Catalano ed altri n. 1-00828 e Rizzetto ed altri n. 1-00829 concernenti iniziative di competenza in ordine alla razionalizzazione della rete degli uffici postali.

  6. – Seguito della discussione delle mozioni Vezzali ed altri n. 1-00557, Segoni ed altri n. 1-00834, Giancarlo Giordano ed altri n. 1-00835, Gagnarli ed altri n. 1-00836, Binetti ed altri n. 1-00837, Malpezzi ed altri n. 1-00839, Faenzi ed altri n. 1-00841, Rondini ed altri n. 1-00842 e Gigli ed altri n. 1-00844 concernenti iniziative per la promozione dell'educazione alimentare nelle scuole.

  (ore 15)

  7. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  La seduta termina alle 19,40.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 10)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. TU pdl 342 e abb.-B - em. 1.2 451 428 23 215 25 403 79 Resp.
2 Nom. em. 1.14 445 427 18 214 40 387 77 Resp.
3 Nom. em. 1.18 443 441 2 221 41 400 77 Resp.
4 Segr em. 1.10, 1.17, 1.13 445 443 2 222 283 160 71 Appr.
5 Nom. articolo 1 400 368 32 185 339 29 88 Appr.
6 Nom. articolo 2 430 393 37 197 364 29 86 Appr.
7 Nom. odg 9/342 e abb.-B/1 433 321 112 161 14 307 85 Resp.
8 Nom. odg 9/342 e abb.-B/2 437 361 76 181 89 272 85 Resp.
9 Nom. odg 9/342 e abb.-B/7 439 344 95 173 44 300 85 Resp.
10 Nom. TU pdl 342 e abb.-B - voto finale 406 372 34 187 353 19 83 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.