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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 409 di mercoledì 15 aprile 2015

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

  La seduta comincia alle 9,30.

  DAVIDE CAPARINI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Allasia, Amici, Artini, Berretta, Franco Bordo, Michele Bordo, Caruso, Catania, Cenni, Dambruoso, Di Lello, Fantinati, Gallinella, Giancarlo Giorgetti, Losacco, Mannino, Migliore, Mongiello, Palma, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto, Rossomando, Russo, Sanga, Schullian, Senaldi, Speranza, Tabacci, Valeria Valente, Vignali, Zampa e Zolezzi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centosedici, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione delle mozioni Scotto ed altri n. 1-00694, Cominardi ed altri n. 1-00774, Garofalo ed altri n. 1-00775, Catalano ed altri n. 1-00781, Artini ed altri n. 1-00787, Brandolin ed altri n. 1-00801, Catanoso Genoese ed altri n. 1-00803 e Caparini ed altri n. 1-00807 concernenti iniziative in merito alla situazione occupazionale e produttiva del comparto aereo-aeroportuale (ore 9,35).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Scotto ed altri n. 1-00694 (Nuova formulazione), Cominardi ed altri n. 1-00774, Garofalo ed altri n. 1-00775, Catalano ed altri n. 1-00781, Artini ed altri n. 1-00787, Brandolin ed altri n. 1-00801, Catanoso Genoese ed altri n. 1-00803 e Caparini ed altri n. 1-00807 concernenti iniziative in merito alla situazione occupazionale e produttiva del comparto aereo-aeroportuale (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di mercoledì 8 aprile 2015, sono state presentate le mozioni Artini ed altri n. 1-00787, Brandolin ed altri n. 1-00801, Catanoso Genoese ed altri n. 1-00803 e Caparini ed altri n. 1-00807, che sono state già iscritte all'ordine del giorno.

(Parere del Governo)

  PRESIDENTE. Invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

  FRANCA BIONDELLI, Sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Grazie, Presidente. Inizierei con la mozione Pag. 2Scotto ed altri n. 1-00694 (Nuova formulazione). Il Governo esprime parere favorevole sul primo capoverso del dispositivo, se riformulato nel modo seguente: «a porre in essere ogni ulteriore iniziativa tesa ad affrontare la crisi occupazionale che sta interessando l'intero comparto aereo-aeroportuale».
  Il Governo esprime parere contrario sul secondo capoverso del dispositivo.
  Il Governo esprime parere favorevole sul terzo capoverso del dispositivo, se riformulato nel modo seguente: «a porre in essere nell'ambito del tavolo di confronto operante presso il Ministero dello sviluppo economico idonee iniziative affinché la vertenza Meridiana si risolva con la possibile garanzia del mantenimento dei livelli occupazionali ad oggi esistenti, al fine di impedire che si disperdano forze lavoro qualificate e si aggravi la situazione occupazionale della Sardegna».
  Il Governo esprime parere favorevole sul quarto capoverso del dispositivo, se riformulato nel modo seguente: «a valutare l'opportunità di avviare un'indagine conoscitiva sulla situazione produttiva e occupazionale del comparto aeroportuale italiano, al fine di approfondire, in particolare, i fattori che incidono sulla capacità del sistema aeroportuale di garantire e incentivare il lavoro, soprattutto quello giovanile».
  Il Governo esprime parere favorevole sul quinto capoverso del dispositivo, se riformulato nel modo seguente: «a incentivare idonee iniziative da parte delle autorità competenti volte a verificare la presenza di eventuali irregolarità sotto il profilo della sicurezza e della tutela igienico-sanitaria dei lavoratori del comparto aero-aeroportuale, nonché a verificare la regolarità dei rapporti di lavoro instaurati nell'ambito dell'esecuzione di specifici appalti».
  Il Governo esprime parere favorevole sul sesto capoverso del dispositivo, se riformulato nel modo seguente: «ad adottare iniziative volte a salvaguardare e a rilanciare il patrimonio industriale del trasporto aereo italiano in considerazione delle grandi potenzialità e delle prospettive che l'intero settore del trasporto e del turismo offrono al nostro Paese, anche al fine di rilanciare l'occupazione nel settore».
  Il Governo esprime parere favorevole sul settimo capoverso del dispositivo.

  PRESIDENTE. Le devo chiedere di esprimere anche il parere sulla premessa, lei me lo ha dato sul dispositivo.

  FRANCA BIONDELLI, Sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Favorevole.

  PRESIDENTE. Poi ci sono le altre mozioni. Andiamo avanti. Il parere sulla mozione Cominardi ed altri n. 1-00774 ?

  FRANCA BIONDELLI, Sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Sul primo capoverso del dispositivo parere favorevole con la seguente riformulazione: «a valutare l'opportunità di avviare un'indagine conoscitiva sulla situazione produttiva e occupazionale del comparto aeroportuale italiano, al fine di approfondire in particolare i fattori che incidono sulla capacità del sistema aeroportuale di garantire e incentivare il lavoro, soprattutto quello giovanile».
  Parere favorevole sul secondo capoverso del dispositivo.
  Sul terzo capoverso del dispositivo parere favorevole con la seguente riformulazione: «ad adottare iniziative al fine di verificare che le operazioni commerciali tra società del settore si svolgano nel rispetto dei diritti dei lavoratori».
  Parere contrario sul quarto capoverso del dispositivo.
  Sul quinto capoverso del dispositivo parere favorevole con la seguente riformulazione: «a incentivare idonee iniziative da parte delle autorità competenti, volte a verificare la presenza di eventuali irregolarità sotto il profilo della sicurezza e della tutela igienico-sanitaria dei lavoratori nel comparto aero-aeroportuale, nonché a verificare la regolarità dei rapporti di lavoro instaurati nell'ambito dell'esecuzione di specifici appalti».Pag. 3
  Sul sesto capoverso del dispositivo parere favorevole con la seguente riformulazione: «a porre in essere ogni iniziativa al fine di verificare eventuali irregolarità poste in essere dai lavoratori del comparto aereo, con particolare riferimento...

  PRESIDENTE. Chiedo scusa. Colleghi, per favore, se potete abbassare un po’ il tono della voce. Prego, sottosegretaria Biondelli.

  FRANCA BIONDELLI, Sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Sul sesto capoverso del dispositivo, come dicevo, parere favorevole con la seguente riformulazione: «a porre in essere ogni iniziativa al fine di verificare eventuali irregolarità poste in essere dai lavoratori del comparto aereo, con particolare riferimento a coloro che usufruiscono di misure di sostegno al reddito».
  Sul settimo capoverso del dispositivo parere favorevole con la seguente riformulazione: «a farsi promotore di ogni iniziativa idonea a consentire l'adozione nel più breve tempo possibile dell'atto di pianificazione della rete aeroportuale nazionale già sottoposta alla deliberazione del Consiglio dei ministri volta proprio al rilancio del settore attraverso una pluralità di strategie di razionalizzazione del comparto sotto il profilo gestionale, infrastrutturale e della spesa».
  Sull'ottavo capoverso del dispositivo parere favorevole con la seguente riformulazione: «a valutare l'opportunità di alcuni benefici contrattuali ed occupazionali del settore del trasporto aereo che derivino dall'applicazione del contratto di settore da parte delle associazioni datoriali di categoria e dei sindacati confederali».
  Parere favorevole sul nono capoverso del dispositivo.
  Sul decimo capoverso del dispositivo parere favorevole con la seguente riformulazione: «a valutare la possibilità, compatibilmente con la funzione di strumento di sostegno al reddito del fondo speciale del trasporto aereo, di utilizzare le risorse ad esso destinate anche per lo sviluppo e la ripresa del sistema aeroportuale».
  Infine, parere contrario sull'undicesimo capoverso del dispositivo.

  PRESIDENTE. Il parere sulla premessa della mozione Cominardi ed altri n. 1-00774, se è possibile...

  FRANCA BIONDELLI, Sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Adesso ci sarebbe la mozione Garofalo ed altri n. 1-00775. Io le richiamo le mozioni così come sono in ordine di pubblicazione, se non preferisce un altro ordine. Dunque, parere sulla mozione Garofalo ed altri n. 1-00775 ?

  FRANCA BIONDELLI, Sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il Governo esprime parere favorevole sul primo capoverso del dispositivo, purché sia riformulato come segue: «a promuovere, nell'ambito dei tavoli di confronto nazionale sul trasporto aereo già costituiti, che coinvolgono i Ministri interessati, le regioni e le parti sociali, iniziative finalizzate all'adozione di soluzioni condivise che possano superare la grave crisi occupazionale che sta attraversando il comparto aeroportuale». Il Governo esprime parere favorevole sul secondo capoverso del dispositivo, purché sia riformulato come segue: «a promuovere misure dirette ad incentivare sinergie tra la società del comparto aeroportuale, in modo da garantire alle stesse di mantenere competitività sul mercato e di avere maggiore efficienza». Il Governo esprime parere favorevole sul terzo capoverso del dispositivo, purché sia riformulato come segue: «a promuovere l'adozione di ulteriori misure dirette a consentire il rilancio del settore aeroportuale e del suo indotto».

  PRESIDENTE. Abbiamo detto che il parere del Governo è favorevole sulle premesse di tutte le mozioni. Andiamo avanti, qual è il parere del Governo sulla mozione Catalano ed altri n. 1-00781 ?

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  FRANCA BIONDELLI, Sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il Governo esprime parere favorevole sul primo capoverso del dispositivo, purché sia riformulato come segue: «a dialogare con le parti sociali al fine di individuare strumenti idonei a garantire il mantenimento dei livelli occupazionali e della concorrenza nel settore aero-aeroportuale». Il Governo esprime parere favorevole sul secondo capoverso del dispositivo, purché sia riformulato come segue: «a valutare la necessità di adottare nelle sedi più opportune iniziative volte ad introdurre specifiche regole per il subappalto dei servizi di handling, tali da garantire la sicurezza e l'efficienza del sistema aeroportuale». Il Governo esprime parere favorevole sul terzo capoverso del dispositivo, purché sia riformulato come segue: «ad assumere iniziative a tutela dei lavoratori nell'ambito dei servizi di handling, con particolare riferimento all'ipotesi del subappalto». Il Governo esprime parere favorevole sul quarto, sul quinto, sul sesto, sul settimo e sull'ottavo capoverso del dispositivo.

  PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo sulla mozione Artini ed altri n. 1-00787 ?

  FRANCA BIONDELLI, Sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il Governo esprime parere favorevole sul primo capoverso del dispositivo. Il Governo esprime parere favorevole sul secondo capoverso del dispositivo, purché sia riformulato come segue: «a porre in essere, nell'ambito dei tavoli di confronto già avviati, idonee iniziative affinché il processo di ristrutturazione e rilancio produttivo di Meridiana e di Alitalia si risolva con la possibile garanzia del mantenimento dei livelli occupazionali ad oggi esistenti». Il Governo esprime parere favorevole sul terzo capoverso del dispositivo, purché sia riformulato come segue: «a definire, nell'ambito dei tavoli di confronto già avviati, una strategia di relazione con le compagnie che consenta, nell'ambito della definizione delle politiche di trasporto in continuità territoriale, anche di sostenere, compatibilmente con i piani industriali di salvataggio delle compagnie, i più elevati livelli occupazionali». Il Governo esprime parere favorevole sul quarto capoverso del dispositivo, purché sia riformulato come segue: «a porre anche a livello europeo, nell'ambito dell'eventuale riesame da parte della Commissione degli orientamenti sugli aiuti di Stato agli aeroporti, alle compagnie aeree in vigore dal 4 aprile 2014 e compatibilmente con i principi dell'Unione europea, come specificati nella giurisprudenza della Corte di giustizia, un programma di aiuti che assicurino l'applicazione di regimi tariffari per un adeguato numero di collegamenti atti ad assicurare la libera circolazione di persone e merci».

  PRESIDENTE. Come sempre, sulle premesse il parere è favorevole. Qual è il parere del Governo sulla mozione Brandolin ed altri n. 1-00801 ?

  FRANCA BIONDELLI, Sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il Governo esprime parere favorevole sul primo, sul secondo, sul terzo, sul quarto e sul quinto capoverso del dispositivo.
  Il Governo esprime parere favorevole sul sesto capoverso del dispositivo, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: «ad adoperarsi, per quanto di competenza, nell'ambito del tavolo di confronto operante presso il Ministero dello sviluppo economico, affinché ci sia piena assunzione di responsabilità da parte dell'azionista nel confronto tra sindacati e azienda per arrivare in tempi brevi ad un'adeguata ristrutturazione della compagnia Meridiana che ha operato per cinquant'anni nella regione Sardegna». Il Governo esprime, infine, parere favorevole sul settimo, ottavo, nono e decimo capoverso del dispositivo.

  PRESIDENTE. Come sempre, il parere del Governo si intende favorevole per la premessa. Passiamo al parere sulla mozione Catanoso Genoese ed altri n. 1-00803. Prego.

Pag. 5

  FRANCA BIONDELLI, Sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il Governo esprime parere favorevole sul primo capoverso del dispositivo, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: «ad adottare iniziative volte a salvaguardare e a rilanciare il patrimonio industriale del trasporto aereo italiano in considerazione delle grandi potenzialità e delle prospettive che l'intero settore del trasporto e del turismo offrono al nostro Paese, anche al fine di rilanciare l'occupazione nel settore».
  Il Governo esprime parere favorevole sul secondo capoverso del dispositivo, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: «a porre in essere idonee iniziative volte a salvaguardare e a rilanciare il patrimonio industriale del trasporto aereo italiano in considerazione delle grandi potenzialità e delle prospettive che l'intero settore del trasporto e del turismo offrono al nostro Paese incrementando gli ambiti di sicurezza, in particolare con riferimento al fattore umano».
  Il Governo esprime parere favorevole sul terzo capoverso del dispositivo, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: «a farsi promotore di ogni iniziativa di propria competenza diretta a consentire la piena valorizzazione dell'Autorità di regolazione dei trasporti».
  Il Governo esprime parere favorevole sul quarto capoverso del dispositivo, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: «a farsi promotore di ogni iniziativa idonea a consentire l'adozione, nel più breve tempo possibile, dell'atto di pianificazione della rete aeroportuale nazionale, già sottoposto alla deliberazione del Consiglio dei ministri, volto al rilancio del settore attraverso una pluralità di strategie di razionalizzazione del comparto sotto il profilo gestionale». Il Governo esprime, infine, parere favorevole sul quinto, sesto e settimo capoverso del dispositivo.

  PRESIDENTE. Come sempre, si intende favorevole il parere del Governo sulla premessa. Passiamo al parere sulla mozione Caparini ed altri n. 1-00807. Prego.

  FRANCA BIONDELLI, Sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il Governo esprime parere favorevole sul primo capoverso del dispositivo, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: «ad adottare iniziative volte a salvaguardare e a rilanciare il patrimonio industriale del trasporto aereo italiano in considerazione delle grandi potenzialità e delle prospettive che l'intero settore del trasporto e del turismo offrono al nostro Paese, anche al fine di rilanciare l'occupazione nel settore». Il Governo esprime parere contrario sul secondo capoverso del dispositivo.
  Il Governo esprime parere favorevole sul terzo capoverso del dispositivo, mentre esprime parere favorevole sul quarto capoverso del dispositivo, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: «a farsi promotore di ogni iniziativa idonea a consentire l'adozione, nel più breve tempo possibile, dell'atto di pianificazione della rete aeroportuale nazionale, già sottoposta alla deliberazione del Consiglio dei ministri, volto al rilancio del settore attraverso una pluralità di strategie, di razionalizzazione del comparto sotto il profilo gestionale infrastrutturale e della spesa».
  Il Governo esprime parere contrario sul quinto, sesto, settimo, ottavo, nono e decimo capoverso del dispositivo, perché, comunque, al quarto capoverso, c’è già un impegno del Governo a trovare adeguate risposte sul piano della pianificazione della rete aeroportuale nazionale. Per cui, il Governo ha già assunto con una deliberazione del Consiglio dei ministri un impegno e intende, appunto, mantenerlo proprio a livello nazionale, perché, nei capoversi seguenti, si entrava in modo specifico su alcuni aeroporti.
  Il Governo esprime parere favorevole sull'undicesimo capoverso del dispositivo, a condizione che sia riformulato nel modo seguente: «ad adottare iniziative al fine di verificare che le operazioni commerciali tra società del settore si svolgano nel rispetto dei diritti dei lavoratori».
  Il Governo esprime altresì parere favorevole sul dodicesimo capoverso del dispositivo, a condizione che sia riformulato Pag. 6nel modo seguente: «a prevedere, d'intesa con le istituzioni e i soggetti interessati, l'adozione di misure e provvedimenti che garantiscano, anche nelle aree aeroportuali, la sicurezza dei voli e anche dei passeggeri».

  PRESIDENTE. Ricordo che sulle premesse il parere del Governo è favorevole.

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, volevo semplicemente sottolineare il fatto che, apprezzando l'impegno del Governo che, comunque, ha riformulato circa il 90 per cento dei capoversi degli impegni, che ha letto per ogni mozione – e sicuramente sarà nelle facoltà del Governo farlo –, tuttavia, dobbiamo anche cercare, in maniera coerente, sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista del buon senso, di non stravolgere il senso delle mozioni, degli impegni delle mozioni che presentano tutti i gruppi politici.
  Infatti, vedere alcuni impegni riformulati in modo da stravolgere totalmente il senso di quello che il partito o il movimento che presentano la mozione intendono dare al Parlamento, credo sia un esercizio che debba essere, quanto meno, rivisto da parte del Governo. Se noi modifichiamo tutti gli impegni, non sappiamo più per cosa stiamo votando, perché, di fatto, non riusciamo ad avere una linea differente con riferimento ai movimenti e ai partiti che presentano la mozione.
  Quindi, io chiedo – ovviamente, per le questioni future, adesso, ormai, la cosa è già andata – di cercare di avere un tipo di comportamento differente, che ci permetta anche di vedere quali sono le differenze politiche. Non è detto che, poi, il Governo debba far diventare tutto un esercizio di «smarmellamento» – cioè, diventa tutta una marmellata – quello che noi cerchiamo di proporre al Parlamento. Quindi, l'impegno che chiedo al Governo è di essere, quanto meno, un po’ più stringente la prossima volta: magari, qualche parere contrario in più, ma una linea politica un po’ più coerente e diretta.

  PRESIDENTE. Collega Sibilia, come lei ben sa, il Parlamento, la Camera dei deputati non è obbligata a tener conto del parere del Governo. Questi sono pareri del Governo: ovviamente, l'Aula è sovrana e deciderà impegno per impegno, mozione per mozione.

(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, il gruppo Fratelli d'Italia esprime un sostanziale apprezzamento per il lavoro svolto dal Parlamento in questa circostanza un po’ da parte di tutti i gruppi. Quello che ovviamente suona, ancora una volta strano, è il comportamento della maggioranza, che avrebbe i mezzi concreti, anche finanziari, anziché distribuire «tesoretti» come forma di elemosina ai cittadini, per intervenire in maniera strutturale su uno di quei settori considerati più strategici in tutto il resto del mondo. È chiaro che dappertutto si sente dire che il futuro è nell'aria.
  D'altro canto, i processi di accorpamento, di liberalizzazione e di sfida globale avrebbero dovuto da tempo consigliare al Governo, e comunque allo Stato italiano nel suo complesso, di porre in essere politiche tese ad affrontare la grande sfida di quello che è uno dei più grandi mercati finanziari, ma anche sociali, considerando la mobilità globale che è appunto il traffico aereo. Se si pensa che dai 130 milioni circa di passeggeri del 2000 si passerà nel giro di 15 anni ad oltre 230 milioni, si capisce l'importanza strategica, economica e di sicurezza, ma anche di capacità e di presenza. D'altro canto, l'Italia, per la sua straordinaria bellezza archeologica, architettonica e culturale, Pag. 7rappresenta una delle mete preferite, più importanti di tutto il mondo. Da un'indagine statistica si rileva che l'80 per cento della popolazione mondiale immagina di voler visitare almeno una volta nella vita l'Italia.
  A fronte di questo mercato, della sicurezza, della strategia dal punto di vista economico, dal punto di vista della capacità di essere presenti nel mondo e oltretutto a fronte anche dell'evenienza e dell'evidenza dei rischi connessi al volo – si pensa non soltanto ai tanti attentati e al pericolo connesso al terrorismo internazionale, ma anche alla sicurezza in sé, come l'ultimo episodio e i tanti episodi, purtroppo, di incidenti aerei dimostrano – lo Stato italiano, e soprattutto gli ultimi tre Governi, hanno pensato semplicemente a liquidare e ad assistere, forse colpevolmente e in maniera omissiva, al crollo dei giganti dell'Alitalia, della compagnia Meridiana e anche di tutta una serie di compagnie importantissime di servizi, peraltro alcune che vedevano partecipazioni forti di capitale pubblico, oltre al fatto che sono stati spesi malamente miliardi di euro e alla fine non si è affrontato in maniera strutturale il problema.
  Quello che credo sia logico è che innanzitutto dobbiamo evitare ancora una volta di svendere la sovranità del nostro Paese e far sì che noi siamo solo un mercato utilizzato da compagnie straniere, da potentati stranieri, per gestire questi 230 milioni di passeggeri che viaggeranno dall'Italia verso il resto del mondo e soprattutto dal resto del mondo in Italia. La dimostrazione di come il pensiero debole delle tecnocrazie, del sistema bancario e turbocapitalista che ha trovato una saldatura fortissimamente nel PD prima di Monti e adesso di Renzi, conferma che stiamo andando verso la politica sbagliata.
  A fronte di questa crescita che è sotto gli occhi di tutti, abbiamo invece la risposta di una precarizzazione del lavoro; non di una riduzione del numero dei lavoratori, ma della trasformazione dei lavoratori a tempo indeterminato in lavoratori a tempo determinato o, peggio ancora, interinali. Questa non è soltanto una cosa immorale per i lavoratori, ma voi capite che in un settore come la sicurezza del volo rappresenta un fatto strategico avere operai non soltanto qualificati e specializzati, ma soprattutto motivati e, se mi consentite, anche psicologicamente sereni per un lavoro sicuro, importante, di qualità e di élite; si va invece in tutt'altra direzione al solo scopo di favorire multinazionali che gestiscono in maniera secondo noi non trasparente i più grandi gruppi mondiali.
  Allora io credo che da una parte lo Stato debba immediatamente porre in essere tutti quei controlli e quelle indagini che garantiscono la sicurezza dei voli e che non ci siano ruberie e non ci sia un abuso dei finanziamenti per gli ammortizzatori sociali da parte di queste compagnie; occorre garantire il massimo livello della qualità, costi quel che costi, perché altrimenti anche le compagnie straniere in Italia devono venire pagando a peso d'oro, non devono pensare soltanto di prendersi i nostri passeggeri, svuotare le nostre compagnie di bandiera e mettere in mezzo ad una strada o sfruttare i lavoratori. D'altro canto, implementare la sicurezza sui voli, cosa che invece abbiamo dimostrato negli ultimi periodi essere sempre più carente.
  L'altra cosa che manca completamente è una politica forte di infrastrutture intermodali. I nostri aeroporti non sono ben collegati con le metropolitane, quindi sul ferro, non sono ben collegati con il sistema portuale anche della diportistica, non sono ben collegati neanche con il sistema autostradale.
  Allora, ci vuole un intervento a tutto campo, una volta tanto strategico e non, semplicemente, a spot, come quest'ultimo Governo Renzi ci ha abituato. Un intervento serio che tuteli, innanzitutto, la qualità del lavoro, la quantità del lavoro, tuteli il mercato nazionale rispetto a una politica sempre più aggressiva, dove le politiche del Governo delle larghe intese hanno svenduto, sicuramente, gli interessi nazionali.
  Allora, Fratelli d'Italia voterà a favore di queste mozioni che rappresentano un Pag. 8impegno per il Governo per fare sul serio, ma poi ci aspettiamo che una volta tanto il Governo Renzi non dica solo chiacchiere, ma faccia fatti concreti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Capelli. Che non è in Aula.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Grazie Presidente. Si potrebbe dire: aria fritta. Questo è un po’ il titolo che da un punto di vista giornalistico si potrebbe dare alle varie opinioni e ai pareri espressi dal Governo che ben si è guardato dall'entrare nel merito della nostra mozione e, semplicemente, ha rimandato a un piano che è tutto da analizzare, tutto da discutere e tutto ancora da realizzare, perché qui siamo al Governo degli annunci e, quindi, di cose fatte, purtroppo, ce ne sono ben poche. Tante parole, tante intenzioni, ma, poi, nei fatti poco o nulla.
  Aria fritta anche perché non si vuole affrontare il cuore del problema. Il cuore del problema è che siamo di fronte a più di un fallimento; un fallimento innanzitutto di metodo, in quanto, ormai, tutti i nodi sono venuti al pettine e abbiamo avuto la prova provata della politica clientelare per cui le compagnie di bandiera, quella di bandiera sarda e quella di bandiera nazionale, hanno, di fatto, fallito il loro ruolo. Un fallimento nel metodo perché queste compagnie erano state per anni identificate, da una classe politica incapace, inetta, come semplicemente dei postifici, dei luoghi in cui le assunzioni clientelari si sprecavano ovviamente a detrimento di quella che era la qualità del servizio e la tenuta dei conti stessi.
  Oggi, tutto ciò, evidentemente, ha avuto una fine, i nodi sono venuti al pettine ed è inevitabile che stia avvenendo quello che è in corso, ossia, uno snellimento delle strutture, vale a dire una maggiore efficienza delle compagnie stesse. Ma il punto vero è il fallimento strategico del progetto, in quanto, e qui la responsabilità è tutta del centrosinistra – non di questo Governo, né del passato, ma dobbiamo andare indietro di almeno 15 anni –, si tratta di un fallimento dal punto di vista strategico in quanto la visione per cui avrebbero potuto esserci due hub in questo Paese evidentemente ha fatto sì che, oggi, ci troviamo con un sistema aeroportuale che è fin troppo debole e strutturalmente incapace di competere con quelli di altri Paesi.
  Il dato di fatto è che l'aver puntato su Roma, a detrimento di Malpensa, che voi sapete essere, dal punto di vista del traffico merci, di gran lunga superiore con potenzialità ancora oggi inespresse, ma che comunque convoglia oltre il 70 per cento delle merci nazionali, è stata una scelta fallimentare sotto tutti i punti di vista. Ora, il fatto che oggi non ci si renda conto di ciò e si voglia continuare imperterriti in questo errore la dice lunga sulla mancanza di lungimiranza. È come se negli Stati Uniti d'America, nella costa orientale, si decidesse di spostare a Washington, perché è la capitale, tutto il traffico di New York e del JFK.
  Cioè, sono scelte che la politica, quando le ha compiute, le ha compiute ovviamente di pancia e non con la testa; le ha compiute con una visione assolutamente di bassissimo profilo. Nella nostra mozione affrontiamo questo problema ma il Governo ben si guarda dall'entrare nel merito, affrontiamo quindi il problema della visione strategico-macroregionale e chiediamo cosa pensa il Governo del sistema aeroportuale lombardo in primis, in cui c’è un'interconnessione tra i diversi aeroporti: quello di Malpensa ovviamente come hub internazionale, quello di Linate come city airport, quello di Bergamo come aeroporto dedicato al low cost, quello di Brescia come aeroporto dedicato alle merci, ma anche altri aeroporti che fanno parte del sistema aeroportuale macroregionale. Infatti, intorno a queste – lo sapete bene ma vi guardate altrettanto bene dall'affrontare il problema qui in Aula –, ci sono altre realtà che devono essere inserite in questa visione, come i due aeroporti romagnoli, che sono funzionali ad una visione strategica, perché noi questa visione strategica Pag. 9l'abbiamo e la vogliamo portare a contributo di questa discussione. Infatti, in tutte le mozioni si parla di creare posti di lavoro, ma con una vecchia visione per cui la salvaguardia dei posti di lavoro è legata a questa o a quella compagnia.

  PRESIDENTE. Per favore, i banchi del Governo.

  DAVIDE CAPARINI. Ma non è più così; non può funzionare in questo modo. I posti di lavoro si creano attraverso l'implementazione del sistema aeroportuale nazionale; si creano ovviamente, certo, non realizzando nuovi inutili aeroporti – come purtroppo in alcune parti del Paese si intende fare – ma sostenendo l’export; ed export significa fare viaggiare le nostre merci nel minor tempo possibile e al minor costo possibile. C’è uno studio della SACE in cui si afferma che ad un aumento dell’export possibile, attraverso ovviamente una diversificazione dei mercati – e alla diversificazione dei mercati corrisponde anche una capacità del nostro Paese di raggiungere poi quei mercati con le merci – può corrispondere un aumento di almeno 1,8 milioni di addetti. Noi abbiamo una percentuale dell’export sul PIL del 33 per cento, mentre la Germania è al 58 per cento: sono queste le cifre di cui dovremmo discutere in Aula e su cui il Governo dovrebbe portare delle soluzioni, su cui il Governo dovrebbe intervenire. Il turismo conta tantissimo, sappiamo che abbiamo oltre 2,5 milioni di addetti, l'11 per cento dell'occupazione nel nostro Paese; il turismo si fonda sull'offerta a tutti i livelli, sia quella qualificata sia quella low cost. Abbiamo visto anche dagli studi del Travel World Summit che solo nel 2011, in un momento di crisi, siamo riusciti a generare comunque qualcosa come altri 800 mila posti di lavoro. Allora, di fronte a tutte queste cose, abbiamo il Governo che viene qua e che non vuole entrare nel merito della questione, non ci spiega il perché della scelta e noi riproponiamo il problema di questo disimpegno costante della compagnia di bandiera al nord, dove sono state chiuse le basi di Venezia e di Verona; quella di Venezia, poi, veramente è una decisione che lascia il segno ed incide pesantemente su quell'aeroporto. Sono tutte decisioni che non trovano riscontro nella logica commerciale, non trovano riscontro nella logica economica e non trovano riscontro nella logica aziendale, delle quali il Governo non vuole discutere e sopratutto rispetto alle quali il Governo non vuole entrare nel merito.
  Pertanto, vista poi l'assoluta superficialità con la quale il Governo ha affrontato la nostra mozione, ovviamente noi non accetteremo nessun tipo di proposta di riformulazione, anzi, poi vorrò vedere il Governo come giustificherà il fatto di bocciare – perché dando indicazione negativa il Governo di fatto poi proporrà alla sua maggioranza di bocciare – alcune cose che sono all'interno di questa mozione. Quindi io chiedo anche al Governo di ripensare e di rivedere con attenzione, nel momento in cui verranno bocciati alcuni degli impegni che noi proponiamo alla sua attenzione, e non vale la giustificazione che è stata data che queste sono già altrove...

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  DAVIDE CAPARINI. Lei ha dato un parere negativo – e quindi la invito a rivederlo, è ancora in tempo a farlo – su alcuni impegni che fanno già parte dei vostri piani ma che voi in questo momento smentite. Concludo dicendo invece che evidentemente avete dato parere negativo alla parte in cui noi chiediamo di non ulteriormente pesare come tassazione per quanto riguarda il settore aeroportuale...

  PRESIDENTE. Collega Caparini, ha esaurito...

  DAVIDE CAPARINI. Mi scusi, Presidente. È un dato di fatto che vi preparate a mettere un'ulteriore tassa sui viaggiatori – perché poi di questo si tratta – e quindi aggravare ulteriormente il costo dei biglietti aerei e questo di sicuro non fa un buon servizio al settore aeroportuale.

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  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Catalano. Ne ha facoltà. Collega, sento un rumore nel suo microfono, se passa a fianco è meglio, dove c’è la sua collega Vezzali.

  IVAN CATALANO. Signor Presidente, il gruppo parlamentare Scelta Civica ritiene che tutte le mozioni presentate quest'oggi contengano degli elementi condivisibili, d'altra parte alcune presentano significative criticità che ci impediscono di dare un voto integralmente favorevole. Siamo dell'idea che lo Stato debba agire come regolatore e facilitatore di un sano sistema di mercato, senza ulteriori sbavature protezionistiche e senza che il pubblico erario debba sostenere costi finalizzati a proteggere pur meritevoli interessi privati. In questo senso crediamo che sia il mercato, non la politica, l'unico soggetto capace di individuare il giusto livello occupazionale del settore. Riteniamo inefficace premere sui privati al fine di mantenere un livello occupazionale che per noi è insostenibile nelle attuali condizioni. Non può esservi rilancio alcuno senza competitività, solo una lenta e sussidiata agonia. Da questo punto di vista l'attuale formulazione delle mozioni Scotto ed altri n. 1-00694 e Artini ed altri n. 1-00787 non può essere accolta, ciò non significa disinteresse per i livelli occupazionali, significa credere che se si vuole riportare a quelli precedenti alla crisi è necessaria una riorganizzazione del mercato.
  In tal senso gli impegni previsti dalla mozione Garofalo ed altri n. 1-00775, se interpretati in coerenza con quanto sopra argomentato, possano essere invece fatti nostri. D'altra parte la questione del lavoro non si esaurisce in quella dei livelli occupazionali, lo Stato deve dare al settore una regolamentazione tale da garantire che tutte le imprese presenti sul mercato siano in grado di lavorare in condizioni di efficienza e in assenza di dumping sociale, con un personale dotato di un alto livello di formazione e alti standard di sicurezza. Il fenomeno degli appalti a cascata va eliminato così come il fiorire di pseudo cooperative finalizzate unicamente a fornire la forza lavoro a condizioni di vero e proprio sfruttamento servile. Deve poi essere garantita ai lavoratori una vera formazione professionale. La nostra mozione pone al Governo quesiti non generici, ma ben specifici impegni che in buona parte riprendono i risultati degli studi effettuati dalla Commissione europea.
  La mozione Cominardi ed altri n. 1-00774 parrebbe ispirata dal medesimo obiettivo, condivisibili in particolare alcune premesse relative alle criticità degli ammortizzatori sociali, tuttavia l'impegno a vietare forme di deregulation come quella attuata dalla compagnia di proprietà di Aga Khan è eccessivamente ampio e parrebbe comprendere interventi di eccessivo irrigidimento del mercato del lavoro. Per questo, oltre che per l'equivoca formulazione dell'impegno relativo all'impiego delle risorse del Fondo speciale trasporto aereo, la citata mozione Cominardi ed altri n. 1-00774 non può da noi essere votata favorevolmente.
  Riteniamo condivisibile la mozione Brandolin ed altri n. 1-00801, in particolare per quanto riguarda la sorveglianza sugli appalti, gli impegni regolatori e l'attenzione per i raccordi infrastrutturali fra le diverse modalità di trasporto.
  La mozione Catanoso Genoese ed altri n. 1-00803 presenta uno spunto interessante, laddove suggerisce al Governo un incremento dei poteri dell'Autorità di regolamentazione dei trasporti, i restanti contenuti invece sono poco condivisibili e comunque maggiormente consoni ad un atto di sindacato ispettivo, quale un'interrogazione, piuttosto che a una mozione. Verrà quindi da noi votata negativamente.
  Per le ragioni già esposte in relazione alle altre mozioni, diamo valutazione negativa anche alla mozione Caparini ed altri n. 1-00807: tale mozione, tra l'altro, tratta dettagliatamente delle problematiche aeroportuali di un territorio di primaria importanza quale la Lombardia, delle quali, per il loro carattere locale, risulterebbe forse più opportuno discutere in altra sede.Pag. 11
  In conclusione, invitiamo a sostenere la nostra mozione, la quale, oltre che per gli aspetti già trattati, unica tra tutte, contiene un chiaro impegno di politica comunitaria. Si parla ormai di un mercato comune europeo, di un sistema strettamente interdipendente che nessuno Stato, da solo, può davvero illudersi di poter governare. L'Italia deve sostenere gli sforzi della Commissione europea, affinché si arrivi al più presto all'emanazione di una nuova normativa uniforme del settore sotto forma di regolamento.
  Confermiamo la valutazione moderatamente favorevole, quindi, alle mozioni Brandolin ed altri n. 1-00801 e Garofalo ed altri n. 1-00775, mentre voteremo negativamente le restanti, salvo che non vengano accolte le riformulazioni proposte dal Governo. Siamo però, quindi, disponibili, se venisse fatta richiesta, a votarle per singoli punti (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Capelli, che recupera l'intervento. Ne ha facoltà.

  ROBERTO CAPELLI. Grazie Presidente, soprattutto per la possibilità di recuperare l'intervento.
  Queste mozioni fanno emergere la contraddittoria posizione che in quest'Aula c’è sull'analisi del trasporto aereo nazionale. Infatti, si afferma spesso che la crisi abbia pesantemente penalizzato il settore, accentuando difficoltà che già si stavano evidenziando, sia per la concorrenza spietata tra le varie compagnie aeree, sia anche per la negativa influenza del terrorismo e della paura che esso causa in chi dovrebbe usare l'aereo come mezzo di trasporto abituale.
  Ma non tutti i dati sono concordi nel sostenere questa tesi. Se, infatti, è vero che il rapporto Enac del 2013 evidenzia una crisi del trasporto aereo italiano, che rispetto al 2012 ha perso l'1,7 per cento dei passeggeri trasportati e il 5,6 per cento del numero dei movimenti, è anche vero che dal 2008, anno di inizio della crisi economica mondiale, al 2012 si era registrata una crescita per quel che riguarda il traffico passeggeri superiore al 10 per cento, mentre quello relativo alle merci quasi del 17 per cento. Il 2014 ha evidenziato un trend in controtendenza rispetto al 2013, con una crescita significativa di tutti gli indicatori.
  Questi dati ci servono per comprendere, poi, gli aspetti reali della crisi del settore aereo. I dati più recenti, infatti, confermano la tendenza positiva: il trasporto aereo in Italia, nel 2014, è tornato a crescere dopo due anni di contrazione. Il sistema aeroportuale italiano ha registrato, rispetto al 2013, un incremento del traffico passeggeri pari al 4,5 per cento; i passeggeri transitati nei 35 scali aeroportuali italiani monitorati dall'Assaeroporti hanno avuto un incremento pari a +6,4 milioni rispetto al 2013 in termini assoluti, con incrementi per la quasi totalità degli scali, attestando una capacità di crescita del traffico aereo in tutto il territorio.
  La significatività del 2014 è che finalmente il dato è superiore – come ho detto – a 1,7 milioni di passeggeri rispetto al 2011, per effetto congiunto di una ripresa sia del traffico nazionale, sia di quello internazionale. Di recente, l'Enac ha rivisto le previsioni di crescita, stimando un incremento fino al 2030 del 3,2 per cento, inferiore rispetto a quanto prospettato in passato per via del rallentamento atteso nel breve periodo e delle bassa potenzialità che riscontra nell'area Euro, dove l'Italia ha una quota di mercato pari al 9,6 per cento.
  Perché questa crisi, dunque ? Si può pensare che il settore aereo non soffra di quella crisi di cui spesso si parla, anche perché le prospettive di sviluppo sembrano più che positive per i prossimi anni, grazie anche, per quanto riguarda l'Italia, all'accordo Alitalia-Etihad. Innegabile, invece, la complessa situazione del mondo del lavoro legato alle ristrutturazioni del settore, dove moltissimi posti di lavoro sono a rischio, mentre la precarietà sembra essere la caratteristica ormai imperante anche per i lavoratori del comparto. Si tratta di una situazione non certo imputabile all'attuale Governo, al quale, peraltro, Pag. 12va riconosciuto di aver varato nel 2014 il Piano nazionale per gli aeroporti, valutato in maniera positiva dai mercati esteri. Il Piano consente all'Italia di indicare, con chiarezza, priorità e certezze, e superando sprechi e inefficienze.
  Ma, come detto, il problema vero sta nella situazione dei lavoratori del comparto, che vivono una lunga fase di incertezza. Si tratta di una situazione che ha sì cause dovute ai fortissimi cambiamenti avvenuti in questi anni nel settore aereo, ma che è dovuta molto a cause interne, in particolare per quel che riguarda la crisi di Alitalia, come tutti sappiamo, e le sue ricadute su tutto il sistema occupazionale, fortemente penalizzato in questi ultimi tempi.
  Si usa spesso, qui in quest'Aula, la frase: ricordo a me stesso o lasciatemi dire, e credo che sia utile rammentare, in breve, le tappe della crisi Alitalia, palmare esempio di come non si affronta una situazione del genere, di come errori o omissioni causino un prezzo altissimo che, alla fine, viene pagato soprattutto dai lavoratori, che vedono a rischio la loro posizione, e dai contribuenti, che si vedono accollare i debiti della compagnia aerea in stato prefallimentare. È questa, in breve e in sintesi, la storia di Alitalia. La proposta si scontrò, quando fu proposto l'intervento di Air France-KLM, con il doppio «no» dei sindacati confederali e delle sigle dei piloti, e dell'allora Presidente del Consiglio Berlusconi. Inevitabile la reazione di Air France-KLM nell'aprile del 2008, in concomitanza con la vittoria elettorale di Berlusconi: si ritirava, costringendo il Governo uscente a concedere un prestito di 300 milioni di euro, cifra richiesta da Berlusconi per avere più tempo per la ricerca di una cordata di imprenditori italiani. Alla fine del 2008, alcuni imprenditori e gruppi bancari italiani costituivano la CAI, Compagnia aerea italiana, che il 12 dicembre dello scorso anno acquisiva la titolarità dei marchi Alitalia e i principali asset aziendali. Veniva creata una cosiddetta bad company, che di fatto accollava allo Stato i debiti pregressi di Alitalia. Insomma, i nuovi padroni potevano entrare senza dover affrontare i creditori, un bel vantaggio, che inizialmente sembrava anche meritato, dato che Alitalia mostrava segni di vita, anche grazie al ritorno in posizione di minoranza di Air France-KLM, che acquisita il 25 per cento delle azioni. Ma il 2014 segnò un meno 630 mila euro al giorno per Alitalia, che imboccava di nuovo la strada che sembrava portare al fallimento. È storia recente l'accordo con Etihad, che alla fine acquistò il 49 per cento di Alitalia, lasciando il 51 per cento ad Alitalia CAI.
  Non possiamo, come vorremmo, dire che tutti, a questo punto, vissero felici e contenti, anche se la svolta sembra essere finalmente positiva e utile per il rilancio di Alitalia. Prima di tutto, va ricordato che, per arrivare a un socio, di fatto proprietario straniero, sono occorsi sei anni e si sono persi circa 5 miliardi di euro, che sarebbero stati risparmiati senza l'insensata e nazionalistica opposizione al piano Air France-KLM, che ha fatto perdere la possibilità, in un momento nel quale tutti i vettori internazionali tendono a unirsi, di creare una grande compagnia europea. Inoltre, non si sono affatto tutelate le posizioni dei lavoratori. Tutta questa premessa ci ha portato a 2200 esuberi, derivanti dal fallimento dell'operazione voluta dal precedente Governo Berlusconi, mentre la situazione di molti lavoratori resta ancora fortemente precaria e mentre pesanti sono per lo Stato i costi da affrontare per garantire la cassa integrazione ai lavoratori.
  Un altro punto di crisi, che le mozioni ricordano, riguarda Meridiana, seconda compagnia aerea italiana, vettore indispensabile per consentire quella continuità territoriale fra la Sardegna e il continente. Qui non si corre il rischio di una chiusura, ma resta altissimo quello del licenziamento di oltre 1600 lavoratori per la crisi che, ciclicamente, colpisce la compagnia aerea fondata più di cinquant'anni dall'Aga Khan, e che nel 2014 è peggiorata. E il piano di ristrutturazione messo a punto dagli organi di gestione della compagnia sembra puntare ad un pesante ridimensionamento Pag. 13dell'azienda, con il taglio di posti di lavoro in una situazione economica generale, quella della Sardegna, di gravissima crisi.
  Il Governo ha risposto positivamente a molti atti di sindacato ispettivo, che deputati e senatori di tutti i gruppi hanno presentato sulla questione Meridiana, e speriamo che possa agire, per quanto di sua competenza, anche in sede europea, per evitare il ridimensionamento di Meridiana e il licenziamento di tanti lavoratori. Ci si può domandare, incidentalmente, se sia corretta oggi la scelta di lasciare ad una sola compagnia aerea il compito di unire al resto del Paese una regione come la Sardegna, che per evidenti ragioni fisiche non ha molte alternative all'aereo. Queste due situazioni, colleghi, Governo, Presidente, sono solo esempi delle difficoltà che il comparto aereo sta vivendo, nonostante non sia stato colpito con durezza dalla crisi come invece è avvenuto per altri settori produttivi. È certo apprezzabile quanto il Governo sta facendo in questo campo, anche se siamo solo ai primi passi dopo anni di inerzia e di azioni che certo non possono essere definite sagge. Il gruppo Per l'Italia-Centro Democratico è in perfetta sintonia con le valutazioni sulle mozioni da parte del Governo e voterà secondo le sue indicazioni, augurandosi che in questo settore, come in molti altri, non si verifichino più miopie come quelle che abbiamo ricordato e che le scelte strategiche siano dettate non da motivi campanilistici, ma dalla volontà di favorire un settore come quello aereo, che diviene sempre più fondamentale per una nazione moderna quale vuole essere l'Italia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Grazie, signor Presidente. Signora sottosegretaria, inizio dicendo che abbiamo apprezzato la riformulazione della nostra mozione e che voteremo favorevolmente anche sulle altre mozioni presentate, perché in diversa misura tutte colgono il nodo fondamentale della questione che stiamo discutendo. Credo sia però necessario fare chiarezza sui numeri, altrimenti il dialogo politico diventa difficile se non abbiamo certezza di ciò che sta accadendo nel comparto aeroportuale. Si è parlato fortissimamente di crisi, di una crisi che ha determinato il ridimensionamento della nostra ex compagnia di bandiera, che ha determinato il fatto che si sono persi e si continuano a perdere molti posti di lavoro.
  Ebbene, io credo che questa crisi sia più fittizia che altro. I dati a nostra disposizione dimostrano che effettivamente il traffico aereo, lungi dal subire la crisi che dal 2008 travaglia il nostro Paese e non solo, cresce significativamente in termini di traffico passeggeri e in termini di traffico merci. Dal 2008 al 2013 abbiamo un aumento del 10,3 per cento per il traffico passeggeri e un incremento 5 per cento il traffico merci. Si è avuta una leggera flessione nel 2013, ma già nel 2014 il traffico passeggeri è aumentato del 6,5 per cento ed il traffico merci del 4,5 per cento. Il primo trimestre 2015 continua a registrare aumenti significativi dei dati, a Fiumicino siamo circa ad un aumento dell'8 per cento rispetto al trimestre iniziale del 2014. Abbiamo quindi un comparto che cresce e le previsioni sono assolutamente rosee se pensiamo al Giubileo e all'Expo alle porte. Inoltre è di primaria importanza la valutazione sull'aumento del traffico intercontinentale, in cui la concorrenza dei vettori low cost è inferiore. Pare evidente pertanto che il comparto stia crescendo, in particolare nell'ambito di tale contesto di crescita è significativo lo sviluppo dell'intero sistema aeroportuale romano, segnatamente gli aeroporti di Ciampino e Fiumicino, per ciò che riguarda il traffico passeggeri. Da dati significativi per l'aeroporto Leonardo da Vinci può risultare utile evidenziare che agli inizi del mese di ottobre 2014 ha festeggiato il transito del milionesimo passeggero in più rispetto al 2013 e che soltanto nel mese di ottobre 2014, su ottobre 2013, la crescita del traffico passeggeri ha registrato un inequivocabile Pag. 14aumento del dieci per cento. Tuttavia, a fronte di questa situazione di crescita dei dati sin qui esposti fa da contraltare una situazione eccezionalmente drammatica per il lavoro e per l'intera categoria del personale da sempre operante nel comparto aeroportuale. Circa 15 mila lavoratori del sopraddetto comparto infatti sono toccati a vario titolo e intensità da cassa integrazione, mobilità e contratti di solidarietà, il che significa che il 25 per cento della forza lavoro del comparto aeroportuale è stato interessato dall'attivazione di ammortizzatori sociali e da altri strumenti di sostegno come il Fondo speciale per il trasporto aereo istituito nel 2005.
  Cito semplicemente, e velocemente, i casi più eclatanti, anche se sono numerosissimi: dalla Argol, che ha licenziato 76 lavoratori dopo venti anni di attività di contratti di appalto con la compagnia Alitalia, ai casi più eclatanti, che sono già stati citati, della compagnia Meridiana, dove ci sono 1.634 lavoratori minacciati, fino a pochi giorni fa, da un licenziamento di massa sul quale non si è trovata ancora una soluzione (anche se so che c’è una trattativa in corso al Ministero, sulla quale spero poi il sottosegretario ci voglia dare informazioni); il caso della Groundcare, di cui abbiamo parlato molte volte anche in sede di interrogazioni e di question time, dove ci sono 450 lavoratori che rischiano il posto di lavoro; il caso dell'Alitalia dove, come è noto, sono stati 2.251 gli esuberi derivanti dal fallimento della privatizzazione del 2008; il caso della Sea Handling che coinvolge altri 500 lavoratori.
  Tutti questi casi evidenziano l'enorme contraddizione esistente tra lo sviluppo del mercato del trasporto aereo e le ricadute, invece, sul piano della tutela e della protezione sociale che stanno travagliando il mondo del comparto aeroportuale.
  Quindi, è una situazione drammatica, dove si evince, evidentemente, che si cerca di abbassare costantemente i costi di gestione delle compagnie aeroportuali a danno dei lavoratori, a danno di coloro che vivono in questo settore.
  Io penso che il Governo abbia il dovere di cercare di contrastare questa tendenza e che, in primo luogo, di fronte a una crescita così evidente dal punto di vista economico, si debbano garantire i livelli occupazionali e si debba garantire che la grande capacità, anche professionale, acquisita della maestranze italiane in questo settore venga valorizzata.
  Io penso che, da questo punto di vista, vada anche considerato l'enorme fallimento legato alla vicenda particolare Alitalia. Del resto, non era una novità il fatto che Alitalia fosse destinata ad una crisi senza un sostegno particolare da parte del nostro Paese. Già il Commissario dell'Unione europea, de Palacio, nel 2000, annunciava che, nel giro di pochi anni, sarebbero rimaste tre compagnie globali, la Air France, la Lufthansa e la British Airways, cioè le compagnie dei Paesi europei più forti, e che gli altri vettori, in modo particolare Alitalia, avrebbero effettuato solo traffico ancillare rispetto a queste compagnie.
  Di fronte a questa evidenza, i Governi che si sono succeduti non hanno fatto assolutamente nulla, se non regalare l'Alitalia ai cosiddetti capitani coraggiosi, i quali l'hanno fatta ancora più piccola e più inefficiente di quanto non fosse in precedenza.
  Eppure, una compagnia realmente globale e non ridotta a mero vettore regionale e nazionale, avrebbe potuto costituire un volano anche per il turismo, che è una delle ultime risorse che sono in campo nel nostro Paese. Il controllo degli enormi flussi turistici da e per l'Oriente, e più in generale del turismo in arrivo e in partenza dall'Italia, avrebbe potuto incentivare anche lo sviluppo delle grandi aziende del turismo stesso, le quali peraltro sono anch'esse ormai nelle mani di concorrenti, in modo particolare francesi e stranieri.
  Oggi, in realtà, se questo Governo davvero volesse cambiare verso su questa vicenda del traffico aeroportuale e su questo comparto, non sarebbe una bestemmia cominciare a riconsiderare le scelte che hanno portato alla privatizzazione degli aeroporti italiani e dell'ex compagnia di bandiera, se pensiamo che la Pag. 15privatizzazione di Alitalia è costata ai contribuenti italiani 4 miliardi di euro. È un bagno sociale senza precedenti ! Possiamo immaginare che soluzioni diverse di intervento pubblico a tutela del patrimonio collettivo sarebbero state e sarebbero ancora possibili.
  Resta comunque l'enorme espansione industriale che, però, è accompagnata dalla crisi occupazionale di cui abbiamo parlato. Questo, tra le altre cose, ci porta anche a considerare che non è vero quello che si dice, che le alternative non esistono. Le alternative sono sempre in campo, basta sceglierle, lavorarci, trovarle.
  Per esempio, uno studio della Cub Trasporti ha evidenziato che, con una riduzione di un'ora e mezzo dell'orario di lavoro a parità di salario, per i lavoratori di terra di Alitalia si sarebbero evitati 1.200 licenziamenti sul territorio del Lazio, operati da Alitalia Cai prima del passaggio ad Alitalia Sai. Sarebbe stato sufficiente che i 30 milioni, che vengono utilizzati annualmente per la cassa integrazione guadagni straordinaria, fossero stati utilizzati appunto per coprire questa parte che veniva a mancare.
  Quindi, le alternative ci sono. Quello che noi chiediamo al Governo è che, di fronte ad una crescita di questo comparto così esponenziale, si garantiscano i diritti dei lavoratori, si tutelino le forze di lavoro, si tutelino i livelli occupazionali in questo comparto così importante.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Garofalo. Ne ha facoltà.

  VINCENZO GAROFALO. Grazie Presidente. L'occasione che ci è fornita da queste mozioni, concernenti iniziative in merito alla situazione del comparto aereo-aeroportuale, ci offre l'opportunità per potere discutere di questo importantissimo comparto e di fare il punto della situazione, perché è chiaro a tutti come il trasporto aereo sia fondamentale per lo sviluppo economico del nostro Paese.
  È un comparto, infatti, che ha una rilevanza strategica nell'ambito dell'intero sistema trasporti interni e di collegamento internazionale e, quindi, anche per gli effetti occupazionali che ne derivano e non solo nel settore specifico, ma anche in tutto quello che ne beneficia.
  La mozione dei colleghi di Sinistra Ecologia Libertà, in effetti, fa un'affermazione a mio giudizio che, per così dire, non è coerente rispetto ai dati che noi conosciamo, ovvero loro praticamente disconoscono una crisi non solo economica, che ha attanagliato l'intero Paese e l'Europa e che quindi noi conosciamo bene, ma che ha anche avuto riflessi nel settore aereo, nonostante che la Commissione europea – ed è vero – abbia sempre previsto e preveda che, nonostante questa grave crisi economica, entro il 2030, il traffico mondiale raddoppierà.
  Però, in questo settore, come è noto a tutti, quello che è avvenuto è sicuramente sotto gli occhi anche dei colleghi che sono qui presenti. L'evoluzione che c’è stata è stata anche sviluppata, già nella scorsa legislatura, dalla Commissione trasporti alla Camera, che prevedeva un rilevantissimo incremento, ma lo prevedeva secondo un trend che doveva portare fino al 2020 ad una crescita enorme di traffico. Del resto, anche le stime di Assaeroporti ci dicono che soltanto adesso è ritornato a crescere il traffico nel settore aereo. Il sistema aeroportuale ha, quindi, registrato, rispetto all'anno 2013 – ripeto: solo adesso – un incremento del traffico passeggeri pari al 4,5 per cento e un aumento dei volumi di merce trasportata pari al 5 per cento. In particolare, negli scali più importanti – sono 35 quelli monitorati da Assaeroporti – nel corso del 2014 ci sono stati 6,4 milioni di passeggeri in più rispetto al 2013.
  Però questi dati, che sono stati registrati nel 2014 e che denotano un trend di crescita appunto positivo per il traffico del trasporto aereo, vanno evidenziati per quanto riguarda l'occupazione del personale, in quanto proprio nel comparto aeroportuale non c’è stato un risultato ovviamente positivo. Ma questo è spiegabile perché, dopo due anni di contrazione, quindi, della crescita del traffico passeggeri Pag. 16e merci, lo stato di salute degli aeroporti italiani, nonostante tutto, sicuramente non è dei migliori. Lo conosciamo: le compagnie hanno dovuto attuare processi di ristrutturazione aziendale e hanno dovuto fare piani di razionalizzazione al fine di recuperare competitività. Infatti, non c’è dubbio che la riduzione dei margini ha generato questi risultati economici.
  Le principali cause di difficoltà sono legate, non solo alla perdurante crisi economica, ma anche alla frammentazione della quota di mercato e, in più, a una competizione maggiore che nel mercato è avvenuta, grazie alla presenza delle compagnie low cost e dei charter.
  In sintesi, la liberalizzazione del trasporto aereo, che è iniziata a venire dal 1997 in Europa, ha stravolto le regole del gioco. Il mercato, un tempo assai rigido, si è trasformato all'ingresso di nuovi operatori di varie dimensioni ed ambiti di operatività. Questo si è tradotto sì in un vantaggio per l'utenza in termini di possibilità di scelta, ma ha determinato problemi di sostenibilità economica, che hanno messo e mettono in discussione il numero degli attori presenti sul mercato.
  A tale condizione di difficoltà le imprese hanno cercato di far fronte appunto ricorrendo a piani di razionalizzazione sia dei voli che del personale – sui voli, tra l'altro, il coefficiente del load factor è diventato ovviamente ancora più importante – e, in alcuni casi, attivando operazioni anche di concentrazione o di cooperazione in modo da garantire competitività ed efficienza alle proprie compagnie e alle proprie società.
  Il Paese si trova ad affrontare vertenze difficili. La più difficile, anche dal punto di vista occupazionale, è certamente quella di Alitalia. Una vertenza che, grazie all'intervento del Governo e a un faticoso lavoro dei Ministri che vi si sono dedicati, si è conclusa con un'operazione importante, cioè l'ingresso della compagnia Etihad Airways nel capitale sociale della compagnia di bandiera italiana, che ha comportato, però, e comporta esuberi pari a oltre 1.600 persone, circa 1.635.
  A questa vertenza si aggiunge ancora, però – ed è ancora aperta – quella di Meridiana. Il Governo, anche in questo caso, si è immediatamente attivato per affrontare la crisi, attraverso l'apertura di un tavolo di confronto in sede ministeriale, tra sindacati e azienda, alla presenza della regione. Sono oltre mille i lavoratori che rischiano il licenziamento.
  Il Governo, comunque, anche per far fronte a questa crisi di settore, si è dotato di un piano nazionale degli aeroporti finalmente, che è stato adottato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri alla fine del 2014. Il 19 febbraio scorso è stato approvato con un'intesa nella Conferenza Stato-regioni e sarà sottoposto all'esame delle Commissioni competenti per il loro parere. Questo percorso finirà con la deliberazione definitiva da parte del Consiglio dei ministri.
  Questo piano nazionale degli aeroporti è ovviamente uno strumento molto importante, tanto è vero che è già stato valutato in modo molto positivo dal mercato internazionale, soprattutto dagli investitori. Infatti, per la prima volta l'Italia si è dotata e si dota di uno strumento strategico che individua alcune priorità e, in particolare, indica in modo chiaro quali sono gli aeroporti di interesse nazionale, internazionale, strategico e individua gli investimenti necessari per questi aeroporti e per un'adeguata dotazione infrastrutturale, che non riguarda soltanto gli aeroporti, ma riguarda anche il raggiungimento degli aeroporti, l'accessibilità e tutto quello che comporta il grado di soddisfazione dell'utenza. Infatti, il piano nazionale individua, inoltre, una strategia di investimenti di tutti i collegamenti con gli scali.
  Va dato atto, pertanto, che il Governo ha adottato un importante e strategico strumento che permetterà di ridurre sprechi, inefficienze e costi inutili, offrendo così una visione finalmente di sistema.
  Sul fronte aeroportuale, come è stato messo in evidenza anche dalle varie mozioni, c’è il nodo relativo alla regolamentazione dell'attività di handling. In Italia al momento ci sono troppe e varie Pag. 17aziende di assistenza a terra; cosa che, se, da un lato, evidenzia un positivo sviluppo della concorrenza, dall'altro, impone la necessità di controllare efficienza, sicurezza, rispetto delle regole e delle condizioni di lavoro.
  Sotto questo profilo, infatti, l'offerta non appare ancora abbastanza soddisfacente, nonostante si siano fatti passi avanti. La frammentazione ha determinato casi di sfruttamento, subappalti a cascata e la nascita di cooperative cui si è ricorso spesso solo al fine di eludere la normativa fiscale e lavoristica. Su queste zone d'ombra è necessario fare chiarezza, soprattutto tenendo conto del fatto che, come evidenziato dalla Commissione europea, il livello di qualità del servizio dell’handling ricade e genera opinione su tutti i portatori di interesse del sistema aeroportuale ed è in grado, quindi, di danneggiarlo nel suo insieme. Di fatto, gli utenti del sistema aeroportuale confondono molto spesso la fonte dei servizi, pensando che la stessa compagnia aerea svolga tutta la catena dei servizi, e questo genera spesso insoddisfazioni, determinando anche contenziosi di non facile gestione.
  In questo delicatissimo momento è necessario essere vigili, coinvolgere, come si è già fatto, i Ministri interessati, le regioni, le parti sociali per promuovere soluzioni condivise, che possano sostenere i livelli occupazionali, e soprattutto promuovere misure dirette a consentire il rilancio industriale del comparto aeroportuale. Solo attraverso una strategia mirata potremmo avere un sistema più efficiente e una riduzione dei costi, in maniera tale da poter offrire una maggiore competitività all'intero comparto aeroportuale.
  Accogliamo, pertanto, la riformulazione che il Governo ha proposto nell'esame della nostra mozione. Siamo favorevoli ad approvare tutte le mozioni che sono state presentate qualora i gruppi e i presentatori accolgano le riformulazioni. In caso contrario, voteremo favorevolmente soltanto la mozione a prima firma Brandolin e la mozione a prima firma Catalano.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,50).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Saluto gli studenti della Scuola svizzera di Roma, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Si riprende la discussione.

(Ripresa dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Catanoso Genoese. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO CATANOSO GENOESE detto BASILIO CATANOSO. Grazie onorevole Presidente, onorevoli colleghi, voglio partire da una serie di considerazioni che tendono a spiegare perché io e i colleghi del gruppo di Forza Italia abbiamo presentato questa mozione, partendo dalla considerazione che la situazione del trasporto aereo italiano presenta ad oggi aspetti di grande vitalità. Secondo le ultime cifre disponibili, infatti, dal 2008 al 2013 il traffico passeggeri negli scali aeroportuali in Italia è aumentato del 10,3 per cento e il traffico merci del 16,6 per cento. Su quarantacinque aeroporti nazionali, da fonte Enac, ma anche da fonti internazionali, è aumentato anche il numero dei movimenti aerei in decollo o in atterraggio.
  Più consistente l'aumento del trasporto dei cargo, con quasi 902 mila tonnellate, il 7 per cento in più rispetto al 2013. Alla segnalata situazione di crescita di traffico passeggeri e merci e di movimenti in generale, si contrappone, tuttavia, un andamento della situazione occupazionale che vede in molti settori del comparto il Pag. 18moltiplicarsi di situazioni di cassa integrazione, di mobilità e di contratti di solidarietà che riguardano purtroppo ormai quasi 20 mila lavoratori tra quelli di terra e di aria. A prescindere dalle note vicende di Meridiana e di Alitalia, ci sono le società di handling e molte altre. Si continua così a perseguire una politica di persistente promozione degli ammortizzatori sociali che ha come inevitabile conseguenza la perdita di professionalità e l'abbassamento di quei livelli di sicurezza in tutto il comparto aeroportuale, in particolare nelle operazioni di volo, che sono stati recentemente stigmatizzati da EASA e dalle compagnie europee in occasione dell'incredibile tragedia della Germanwings che ha portato a rivedere le composizioni degli equipaggi di volo.
  Aggiungasi a tutto ciò che la tutela del lavoro dovrà tener conto della logica occupazionale che è alla base del successo e della competizione delle low cost che attraggono, da un lato il cliente, e, dall'altro, gli interessi delle parti in causa dell'indotto. Tra queste, ovviamente, le amministrazioni locali, le situazioni territoriali, le gestioni aeroportuali, le società e le aziende che rientrano nella costellazione di appalti e subappalti dei servizi di tutto il sistema.
  Su questo quadro, che incide pesantemente sullo sviluppo del trasporto aereo, interviene il recente Piano nazionale aeroporti che risulta assolutamente carente, sia per la limitata attenzione verso le dinamiche previste e prevedibili, come, per esempio, lo scenario del traffico aereo – ad esempio, il mercato asiatico e il suo posizionamento nel breve e nel medio periodo, ivi incluso il relativo indotto che esso potrà generare –, sia per la pressoché totale mancanza di visione di un innesto del trasporto aereo nelle logiche degli altri settori del trasporto – la connettività e multimodalità – che avrebbe quantomeno dovuto precedere qualsivoglia strategia, cosa che non è stata.
  Alla luce delle considerazioni suesposte, andrebbero anche attentamente riconsiderate nei fatti alcune politiche di trasporto aereo che, nonostante siano state negate dal Piano nazionale aeroporti, continuano in maniera contraddittoria ad incoraggiare l'esistenza nei medesimi bacini di traffico di più aeroporti concorrenziali tra loro, impedendo con ciò un effettivo sviluppo e una profittevole gestione dei maggiori.
  La parcellizzazione e la polverizzazione di alcune scelte operate nel Piano nazionale aeroporti genera percorsi settoriali di breve respiro, in massima parte voluti dalle lobby locali, e, come inevitabile conseguenza, una difficoltà evidente da parte dello Stato, da un lato posto nell'incapacità di fungere da cabina di regia del sistema trasporti, e, dall'altro, quale soccorritore a tutela del mercato del lavoro, sforzandosi episodicamente nel tentativo di adeguamento a regolamentazioni internazionali sul sistema aeroporti difficilmente perseguibile, proprio in ragione di un'assenza di chiarezza in termini di ruoli e funzioni sulla governance di tutto il settore. Prova ne sia quanto segnalato dalla Commissione europea nella relazione al Parlamento e al Consiglio sull'applicazione della direttiva sui diritti aeroportuali e sugli annessi aspetti relativi al ruolo dell'Autorità di regolazione dei trasporti, tardivamente istituita ed ancora priva di sufficiente capacità di indirizzo così come voluto dalla Commissione europea.
  Al riguardo, è evidente che la fragilità decisionale da parte del Governo possa velocemente degenerare, riverberando i propri effetti sulla tenuta del mercato delle compagnie aeree, dell'indotto turistico e commerciale e della forza lavoro che, a diverso titolo, opera nel settore del trasporto aereo. Non ultima, la possibilità concreta che quanto segnalato dalla Commissione europea possa, di fatto, tradursi in possibili procedure di infrazione da parte dell'Unione europea sul complesso delle attività attese e non realizzate, ovvero realizzate ma in contrasto con le misure europee. Tutto questo ci lascia particolarmente perplessi e molto preoccupati.
  Va, infine, valutata la preoccupante situazione venutasi a creare successivamente alla privatizzazione del fornitore Pag. 19dei servizi del controllo aereo, dell'ENAV, il cui capitale è detenuto dal Tesoro al 100 per cento e, in particolare, alla carenza di informazioni sulla reale situazione patrimoniale e creditoria di questo ente, nei cui confronti risulterebbero fortemente indebitate molte compagnie aeree.
  In conclusione, con la seguente mozione si sollecita il Governo a porre in essere ogni iniziativa, anche legislativa, mirata ad affrontare le problematiche occupazionali in armonia con la forte e, per certi versi, inaspettata crescita del trasporto aereo in un'ottica di potenziamento e sviluppo del comparto e salvaguardia della sicurezza del volo messa in discussione dalla recente tragedia del lavoro Germanwings, nonché a dar seguito a quanto contenuto nella relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio del 19 maggio 2014 sull'applicazione della direttiva sui diritti aeroportuali, rivedendo all'occorrenza anche il ruolo dell'Autorità di regolazione dei trasporti e della stessa ENAC circa l'efficacia di quest'ultimo strumento, di quest'ultimo ente, nell'esercizio delle sue attività di regolazione, di sorveglianza e sanzionatorie del comparto dell'aviazione civile, con particolare riferimento alla disponibilità di risorse umane per poter adempiere a quanto prescritto nel Programma nazionale per la sicurezza nell'aviazione civile.
  Comprendo, signor sottosegretario, le quattro proposte di riformulazione e, cioè, i motivi per cui lei ci chiede queste riformulazioni. Io le accetto, perché è importante che su un tema del genere ci sia una condivisione di prospettiva e di progetto, anche se non nascondo di sapere che ci sono delle responsabilità di Governo su tutto quello che sta accadendo nel settore.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Cominardi. Ne ha facoltà.

  CLAUDIO COMINARDI. Grazie, Presidente, le mozioni che ci accingiamo a votare pongono all'attenzione del Governo la gravissima crisi occupazionale che sta interessando l'intero comparto aereo ed aeroportuale, di cui i casi Alitalia, Meridiana, GroundCare, Sea Handling e Argol rappresentano solo alcuni di quelli più eclatanti.
  Come già ampiamente analizzato nel corso dell'illustrazione della nostra mozione, diversi fattori hanno accentuato, nel corso degli ultimi anni, le criticità insite nel nostro sistema aeroportuale, determinando una serie di aspre conflittualità che, inevitabilmente, si sono riverberate sui lavoratori del comparto del trasporto aereo: deregulation, avvento delle compagnie low cost e dell'alta velocità, le stringenti normative europee, le scarse misure di controllo, di verifica e, soprattutto, di programmazione delle politiche economiche del settore del trasporto aereo italiano, che, nel corso di una decina d'anni, ha visto il susseguirsi di ben quattro piani nazionali, di cui l'ultimo ancora in corso di approvazione.
  I predetti fattori hanno alimentato un sistema industriale non più sano ed una rincorsa spasmodica alla riduzione dei costi, determinando, come in precedenza affermato, ripercussioni disastrose sull'occupazione e, in particolare, sul mantenimento dei posti di lavoro. C’è chi ha invocato, a suo discapito, la crisi economica internazionale, che avrebbe avvantaggiato i mercati dei Paesi europei più ricchi e ben strutturati nel settore del trasporto aereo.
  La prevista ristrutturazione della società Alitalia determinerà, per la predetta società, esuberi strutturali pari a 2.250. Tale ristrutturazione, prevista all'interno di un organico piano industriale, ha richiesto un investimento di Etihad pari e 1,25 miliardi da qui al 2018, sacrificando, in nome dell'interesse generale, oltre 1.600 lavoratori precari, pur tuttavia, procedendo all'assunzione di 200 lavoratori a tempo determinato. L'attività informatica di Alitalia viene spezzata in due grandi tronconi – attività applicative ed attività operative –, pur di favorirne la dismissione.
  Il gruppo Meridiana, di proprietà del fondo Akfed, è stato ciclicamente salvato Pag. 20da continue iniezioni di capitale. Ciononostante, nel corso del 2014, Meridiana Spa spinge i vertici della società ad annunciare un piano di ristrutturazione che prevede la messa in mobilità di 1.634 dipendenti in esubero strutturale.
  La compagnia di proprietà dell'Aga Khan ha acquistato la società Air Italy per trasferirvi tutta la forza lavoro di Meridiana fly, al solo scopo di risparmiare, costringendo i lavoratori ad accettare contrattazioni al ribasso per non essere licenziati.
  Il piano di ristrutturazione di Meridiana prefigurerebbe un sostanziale ridimensionamento della seconda compagnia di trasporto aereo nazionale, il cui futuro si prospetta del tutto incerto e senza obiettivi industriali credibili: quella che doveva essere un'operazione di salvataggio dell'azienda si configura infatti come una vera e propria operazione di dumping. I lavoratori della società GroundCare, la principale società di handling aeroportuale di Fiumicino, obbliga 450 lavoratori a firmare la «liberatoria», che esonera il datore di lavoro dal preavviso di licenziamento, cautelandolo da eventuali ricorsi di opposizione al licenziamento stesso. La lettera di licenziamento viene poi recapitata successivamente al 1o gennaio 2015, in modo da penalizzare il lavoratore nell'accesso alla mobilità che, come noto, dal lo gennaio 2015 ha subito una drastica riduzione per effetto dell'entrata in vigore della legge Fornero. La società Argol licenzia 76 lavoratori dopo 20 anni di attività di contratti di appalto della compagnia Alitalia, per assumere personale più precario e più a basso costo. Altrettanto sconcertante appare la vicenda di 500 lavoratori di Sea Handling, agevolati all'uscita dalla società di gestione degli aeroporti milanesi (Linate e Malpensa) e, di fatto, sostituiti da «lavoratori interinali e precari» nel passaggio delle attività dalla citata azienda ad Airport Handling (la neonata impresa, sorta a seguito del fallimento pilotato della SEA che ha subito sanzioni da parte dell'Unione europea, inflitte per il presunto passaggio di denaro alla stessa Sea Handling, che la controlla).
  Si tratta di fatti emblematici che hanno determinato una serie di vertenze sindacali e che appaiono paradossali se si valutano i dati dell'ENAC che, nello studio sullo sviluppo futuro della rete aeroportuale nazionale quale componente strategica dell'organizzazione infrastrutturale del territorio, evidenzia risultati di crescita tutt'altro che scoraggianti. Infatti, il traffico passeggeri in Italia è passato da 91 milioni del 2000 a circa 144 milioni del 2013, registrando un tasso annuo medio di crescita pari al 3,6 per cento. Nel medesimo periodo di riferimento, il numero di movimenti è passato da circa 1,2 milioni del 2000 a circa 1,4 milioni del 2013, con un tasso annuo medio di crescita pari a 1,6 per cento. In costante crescita anche il numero medio di passeggeri per movimento, che è passato da 75 pax/mov del 2000 a 101 pax/mov nel 2013. Il traffico è cresciuto con un tasso maggiore rispetto al traffico mondiale ed in linea con il tasso di crescita registrato in Europa.
  Gli aspetti più significativi della crescita registrata nell'ultimo decennio sono identificabili: nella componente di traffico internazionale che è cresciuta in modo prevalente e diffuso su tutti gli aeroporti; nella componente di traffico low cost, con una crescita che in taluni scali ha riguardato la totalità dei flussi, ed un valore in alcuni anni a due cifre (Trapani con più 44 per cento, Roma Ciampino più 25,5 per cento, Treviso più 25,4 per cento, Bergamo più 23,8 per cento e Pisa più 15,8 per cento); nei flussi intercontinentali, la cui crescita ha creato nuove aperture verso i mercati del far east e middle east.
  La rete aeroportuale italiana ha risposto con capacità adeguata anche grazie all'ingresso, nella fascia degli scali di media dimensione, di aeroporti precedentemente caratterizzati da ridotta attività commerciale. L'incremento su questi aeroporti ha limitato la concentrazione del traffico negli scali più grandi. Rispetto al 2000, in cui circa il 60 per cento del traffico era concentrato nei tre aeroporti di Roma Fiumicino, Milano Malpensa e Milano Linate, nel 2011 il 63 per cento del traffico si è concentrato su più aeroporti.Pag. 21
  Sempre in base ai dati Enac, le stime future sono altrettanto confortanti: il tasso medio di crescita annua è stimato al 3,3 per cento nel periodo 2014-2030. La maggior parte della crescita sarà dovuta al traffico internazionale (+4 per certo circa) che è il segmento con maggiore potenzialità di sviluppo. Per il traffico nazionale, segmento in cui l'Italia evidenzia un'alta propensione al volo in virtù della configurazione geografica, si prevede un contenuto tasso di crescita (+ 2 per cento circa).
  Per il traffico internazionale si prevede che la maggior crescita dei volumi sarà concentrata nei centri di attrazione economica ed istituzionale dell'Italia (Lazio, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) e nelle aree ad alta vocazione turistica (Sicilia e Sardegna). Per il traffico nazionale, invece, la maggior crescita dei volumi si avrà nelle regioni per cui non potrà esservi la concorrenza di collegamenti ferroviari competitivi, in particolare Sicilia e Sardegna.
  Lo sviluppo registratosi, soprattutto nel 2010 e nel 2011, delle connessioni con il middle east e far east testimonia come l'ampia offerta già disponibile e che si sta predisponendo nei mercati emergenti possa avere effetti rilevanti anche sul nostro Paese, localizzato in posizione baricentrica nell'area mediterranea.
  Alla luce dei suddetti dati, le politiche di tagli, sacrifici e precarizzazione non troverebbero reali giustificazioni rispetto ai trend di crescita. La stessa crisi economica sarebbe stato un pretesto per scaricare sulla componente lavoro oneri impropri, anche se bisogna fare il distinguo delle singole fattispecie.
  Tra gli impegni rivolti al Governo, riteniamo improrogabile l'avvio di un'indagine conoscitiva sulla situazione produttiva e occupazionale del comparto aeroportuale, in modo tale da garantire una soluzione che tenga conto della salvaguardia dei posti di lavoro, della dignità umana dei lavoratori coinvolti e delle rispettive famiglie, di cui i casi Alitalia, Meridiana, GroundCare, Sea Handling e Argol rappresentano solo alcuni di quelli più eclatanti, e oggetto di numerose vertenze da parte dei lavoratori.
  Anche la tematica relativa all'assunzione di lavoratori precari, interinali o a «basso costo», impone una particolare vigilanza sulla regolarità degli appalti. Si rende, pertanto, urgente l'attuazione di misure, anche normative, volte a razionalizzare la disciplina legale della responsabilità solidale negli appalti in modo da eliminare la disomogeneità esistente. La materia degli appalti è controversa, spesso dà luogo a conflitti tra le imprese committenti e i lavoratori impiegati nell'appalto e, per effetto dei ripetuti interventi normativi, non ha ancora assunto un assetto definitivo. In particolare, si dovrebbero armonizzare due differenti regolamentazioni: la responsabilità solidale in materia retributiva e contributiva con quanto previsto ai fini fiscali. Difatti, l'articolo 35 della legge n. 248 del 2006 attribuisce al committente un potere/dovere di controllo nei confronti dell'appaltatore sulla regolarità fiscale dell'appalto, dal cui esito dipende il pagamento dell'appalto stesso, mentre l'articolo 29 del decreto legislativo n. 276 del 2003 prevede sul piano retributivo, contributivo e assicurativo la responsabilità solidale del committente in balia dei comportamenti dell'appaltatore.
  Definire un quadro di regole certe, che da un lato tuteli in forma solidale le retribuzioni, le contribuzioni e le assicurazioni dei lavoratori impiegati nell'appalto, e dall'altro lato risponda in solido con il subappaltatore relativamente agli adempimenti fiscali in materia di redditi di lavoro dipendente, scoraggerebbe la diffusione di cooperative spurie, favorendo la stabilizzazione e l'internazionalizzazione del personale impiegato nell'appalto.
  Riguardo ai criteri di selezione della platea dei lavoratori licenziati da cui dovranno attingere le aziende per le future assunzioni e per l'attivazione dei contratti di ricollocazione, così come definiti dalla legislazione vigente e avviati in forma sperimentale nel comparto del trasporto Pag. 22aereo, non risulta alcuna azione concreta da parte degli attori, il Ministero competente e l'Enac.
  Desidero fare una particolare critica in merito alle politiche di welfare messe in campo dal Fondo speciale del trasporto aereo. Al riguardo, sottolineo la presa di distanza rispetto a quanto emerso fino ad oggi e alla retorica imperante degli altri partiti politici. È vero che la componente lavoro ha subito e sta subendo attacchi ingiustificati, ma è altrettanto vero che sono ingiustificati e ingiusti i «privilegi» goduti dall'intera categoria in merito alle suddette politiche.

  PRESIDENTE. Deve concludere, ha esaurito il tempo.

  CLAUDIO COMINARDI. Mi avvio a concludere; i recenti scandali dei piloti Alitalia, che hanno abusato dell'istituto dell'ammortizzatore sociale, offrendo la prestazione professionale a compagnie che hanno sede all'estero sono un esempio di questi privilegi assurdi e di disuguaglianza nelle forme di trattamento sociale fra lavoratori dello stesso comparto produttivo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Miccoli. Ne ha facoltà.

  MARCO MICCOLI. Grazie Presidente, era l'11 settembre del 2008, era l'anniversario di una data fatidica per il mondo, ma soprattutto per il trasporto aereo. Eravamo nel grande piazzale antistante la mensa dell'aeroporto di Fiumicino e dei grandi hangar delle lavorazioni, eravamo lì con migliaia di lavoratrici e di lavoratori giunti da tutta Italia. L'Alitalia aveva da poco annunciato i 10 mila esuberi a seguito della privatizzazione. Ci ricordiamo bene le urla, i pianti, la rabbia di quei lavoratori, lo sconforto delle rappresentanze sindacali, la preoccupazione degli amministratori locali presenti. La manifestazione durò tutto il giorno e si concluse a notte fonda sotto il Ministero del lavoro. Da quel giorno fu un susseguirsi di crisi, licenziamenti, cassa integrazione, mobilità.
  I numeri sono impressionanti, è una dimensione anche difficile da descrivere con esattezza, perché se è vero che siamo in possesso dei dati relativi alle ricadute occupazionali del comparto aereo e aeroportuale, non possiamo dire altrettanto per i lavoratori dell'indotto, del gigantesco indotto che ruota attorno ai nostri aeroporti, dove la perdita occupazionale riguarderebbe una cifra superiore al doppio di quella che ha riguardato, appunto, i lavoratori strettamente del comparto, forse quarantamila lavoratori. Al di là dei dati anche contrastanti che sono stati illustrati in Aula e dall'andamento del mercato in questo periodo, al di là anche delle politiche di rilancio annunciate nel settore a partire dalla vicenda Etihad-Alitalia, qualcuno ha pagato un prezzo troppo elevato, un prezzo inaccettabile. Sono donne e uomini che certo scontano gli effetti di una crisi internazionale e l'aumento esponenziale delle low cost.
  I dati ci dicono che in questo periodo siamo in prossimità di un sorpasso, per numero di passeggeri, rispetto ai passeggeri di Alitalia. L'andamento del prezzo del carburante fu determinante, certo, relativamente al periodo 2003-2011, quando ci fu un esponenziale aumento che portò il costo del barile – è bene ricordarlo – a 150 dollari, ma si sommarono anche altri eventi. Ma questi lavoratori pagano anche per scelte sbagliate fatte nel passato e che sarebbe oggi errato non ricordare: sottovalutazioni, politiche industriali stravaganti, sprechi, mancanza di visione strategica, pressappochismo, speculazioni. Non mi dilungo nell'elencare le crisi aziendali che sono chiuse con licenziamenti in questo periodo, l'hanno già fatto i colleghi che mi hanno preceduto, o le tante ancora aperte. Proprio in questi giorni siamo preoccupati per le sorti di Meridiana e dei suoi circa mille lavoratori, o di quelli di GroundCare di cui poi parleremo. Ma visto che siamo qui a chiedere un impegno al Governo, vorremmo soffermarci sulle cause che hanno determinato questo terribile scenario e suggerire possibili soluzioni Pag. 23in aggiunta a ciò che positivamente l'Esecutivo, proprio in questi giorni ha deciso di intraprendere, perché oltre al piano nazionale degli aeroporti, messo appunto opportunamente in campo e dopo l'intesa della Conferenza Stato-regioni, che passerà al parere delle Commissioni competenti e poi alla definitiva deliberazione del Consiglio dei ministri, e a quelle scelte messe in campo da Etihad riguardante le nuove strategie, le scelte delle rotte nazionali e internazionali, il nuovo piano industriale, che correggono le inadeguate scelte del passato che furono tra le cause della crisi dell'ex compagnia di bandiera, servono scelte che, relativamente al rilancio e al superamento della crisi internazionale, possano tornare a far crescere l'intero settore, approfittando anche dell'abbassamento del prezzo del petrolio e dei grandi eventi come l'Expo e il Giubileo straordinario annunciato da Papa Francesco. Nella nostra mozione che abbiamo presentato c’è infatti un richiamo netto al rilancio del comparto industriale, delle lavorazioni e della conseguente messa in campo di una programmazione infrastrutturale. Il settore industriale del comparto è un settore strategico indispensabile al rilancio: come si è potuto pensare in questi anni ad un nuovo sviluppo del trasporto aereo nel nostro Paese...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, il tono della voce !

  MARCO MICCOLI. ... senza pensare di ricostruire un rilancio delle lavorazioni e dei servizi da allocare negli aeroporti ? Come pensiamo di fare a meno delle lavorazioni meccaniche, della costruzione, della revisione, della manutenzione dei motori o di quella dei carrelli o della riverniciatura degli aeromobili, delle manutenzioni e della produzione della componentistica elettronica, che sono cose importanti, certo, dal punto di vista industriale, ma sono anche importanti dal punto di vista della qualità, della sicurezza e soprattutto dell'occupazione ? La vicenda di Alitalia Maintenance Systems è emblematica: un'azienda di qualità impressionante, un know-how costruito nel tempo da tanti bravi dirigenti e lavoratori qualificati in possesso di tutte le certificazioni, un fiore all'occhiello messo in crisi da scelte sbagliate e inspiegabili. Certo, accogliamo con favore che una parte di queste lavorazioni tornino nuovamente in Italia, cosa che ha consentito di ricollocare, così come previsto dagli accordi sindacali, circa 200 lavoratori in Atitech. Speriamo che vadano in porto altre operazioni di questo genere, così come affermato in sede di discussione sulle linee generali. Ma si può e serve fare di più. È stata citata prima GrondCare – i lavoratori di questo settore, peraltro, hanno scioperato alcuni giorni fa –, società di handling che va in crisi per via di una scellerata liberalizzazione del settore che ha prodotto una competizione selvaggia tra aziende – che sono troppe in un solo aeroporto – tutte inerenti alla riduzione del costo del lavoro, che ha significato ora il fallimento, ma prima precarietà e abbassamento dei diritti. Anche qui la riduzione delle aziende operanti presso lo scalo di Fiumicino annunziate dall'Enac è cosa senz'altro positiva, ma bisogna far sì che questo non si traduca in ulteriori perdite di posti di lavoro. Potremmo parlare di altro, delle aziende di catering, di quelle del commercio, ecco perché bisogna anche favorire, come si chiede nella mozione, una sinergia costante tra i Ministeri del lavoro e delle infrastrutture con le regioni impattate dalla crisi, per affrontare una riforma organica di sistema, organizzare quel bacino unico delle figure professionali perse in questi anni, a partire dai lavoratori del 2008, lavoratori di cui ci siamo dimenticati.

  PRESIDENTE. Collega, chiedo scusa se la interrompo, ma sono costretto a farlo perché ormai non si sente più niente. Colleghi, se abbassate il tono della voce continuiamo altrimenti ci fermiamo. Prosegua collega Miccoli.

  MARCO MICCOLI. Di quei lavoratori ci si è dimenticati, essi oggi vedono scadere i loro ammortizzatori sociali e rimarranno senza lavoro e senza pensione. Anche attraverso l'implemento di politiche attive del lavoro e della formazione, che provino ad Pag. 24utilizzare e ricollocare quel personale, partendo anche dalle attuali sperimentazioni che, per quanto riguarda i lavoratori di Alitalia licenziati nel 2014, stanno ora partendo, così come nel caso della regione Lazio, che in questi mesi ha incontrato le organizzazioni sindacali e i comitati dei lavoratori in mobilità per affrontare con loro percorsi di formazione e di ricollocazione.
  L'accantonamento di 8 milioni e mezzo di euro previsti servirà a finanziare le agenzie di collocamento, che, qualora contattate volontariamente da quei lavoratori in mobilità, riceveranno un assegno di circa 3 mila euro per ogni risorsa ricollocata nel territorio con un contratto a tempo determinato di almeno sei mesi o con un contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti.
  Ecco perché, Presidente, voteremo questa mozione. Perché la sola sinergia industriale tra Alitalia e Ethiad ed i tentativi di rilancio di altre compagnie potrebbe non risultare sufficiente se non accompagnata da scelte forti, coraggiose e da impegni concreti e nuovi investimenti. Insomma, una nuova stagione, che si apra alla programmazione infrastrutturale e prenda atto che vi è stata anche una crisi sistemica, che metta in campo le politiche industriali di settore che abbiamo descritto e che avvii una fase di regolamentazione e di controllo di tutti gli appalti in tutti i siti. Per questo motivo, accettando la riformulazione proposta del Governo, voteremo la mozione sottoscritta dal collega Brandolin e da altri, anche per dire che noi di quei lavoratori non ci dimentichiamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Votazioni)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico. Come da prassi le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Scotto ed altri n. 1-00694 (Nuova formulazione), come riformulata su richiesta del Governo, accettata dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Roberta Agostini, Latronico, Furnari, Capodicasa, Stumpo, Vecchio, Vico, Mucci, Della Valle, Biancofiore, Chimienti, Venittelli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  417   
   Votanti  361   
   Astenuti   56   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato  361.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Tripiedi ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Cominardi ed altri n. 1-00774. Avverto che i presentatori di tale mozione non hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo, pertanto il parere del Governo deve intendersi contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Costantino, Fanucci, Mauri, Nuti, Cecconi, Cassano, Corda, Adornato, Lo Monte, Bargero, Castiello, Bossi, Impegno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   (Presenti  425   
   Votanti  415   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato
 102    
    Hanno votato
no  313).    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 25

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Garofalo ed altri n. 1-00775, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese, Cassano, Monchiero, Santerini, Elvira Savino, Di Lello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   (Presenti  429   
   Votanti  427   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  369    
    Hanno votato no   58).

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato De Rosa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Catalano ed altri n. 1-00781, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Vico, Totaro, Nardi, Mauri, Farina, Fanucci, Sannicandro, Cassano.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   (Presenti  426   
   Votanti  425   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato  367    
    Hanno votato no   58).

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Artini ed altri n. 1-00787, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pisano, Arlotti, Pastorino, Vico, Paolo Russo, Valiante, Piccoli Nardelli, Cassano, Epifani, Ferrari.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   (Presenti e votanti  432   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato  432).

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Brandolin ed altri n. 1-00801, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Russo, Cassano, Patriarca, Sannicandro, Di Lello, Vico.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   (Presenti  434   
   Votanti  363   
   Astenuti   71   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato  362    
    Hanno votato no    1).

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Pag. 26Catanoso Genoese ed altri n. 1-00803, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, e sulla quale il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ? Garavini, Leva, Tripiedi, Dellai, Mazziotti Di Celso. Chi altro non riesce a votare ? Minnucci, che sta votando adesso... chi altro ? Farina... ha votato. Ci siamo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  437   
   Votanti  375   
   Astenuti   62   
   Maggioranza  188   
     Hanno votato  375    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Caparini ed altri n. 1-00807, avverto che i presentatori di tale mozione non hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo e pertanto il parere deve intendersi contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Totaro, Ottobre, Malisani, Lauricella, Paola Bragantini... chi altro non ha votato ? Mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  435   
   Votanti  372   
   Astenuti   63   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato  100    
    Hanno votato no  272.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Seguito della discussione della proposta di legge: Beni ed altri: Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione (A.C. 1803-A) (ore 11,30).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge Beni ed altri n. 1803-A: Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione.
  Ricordo che nella seduta del 13 aprile 2015 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli – A.C. 1803-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge e nel testo della Commissione.
  La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A – A.C. 1803-A), che è in distribuzione.
  Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
  A tal fine il gruppo Lega Nord e Autonomie è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre, comunque, in votazione.

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 1803-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1803-A).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sull'emendamento Invernizzi 1.2.

Pag. 27

  LUIGI FAMIGLIETTI, Relatore. Il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ? Liberate i banchi del Governo, per favore. Prego, può esprimere il parere sull'emendamento Invernizzi 1.2.

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato per l'interno. Il parere del Governo è contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Invernizzi 1.2.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, Presidente. Con questo emendamento noi riteniamo fondamentale ed importante addentrarci nel merito di questo provvedimento, che accade, tra l'altro, in giornate sicuramente particolari, perché, per un – se vogliamo, anche – paradosso del...

  PRESIDENTE. Per favore, vi prego di abbassare il tono della voce.

  CRISTIAN INVERNIZZI. ...che arriva in discussione in Aula – grazie, Presidente – proprio, appunto dicevo, nel momento in cui bisognerebbe discutere anche di altre questioni più o meno imparentate con quella di cui oggi noi stiamo discutendo. Vede, signor Presidente, quando si pensa ad istituire una giornata della memoria, bisognerebbe teoricamente essere tutti d'accordo, quanto meno, sul merito della proposta. E noi non è che con gli emendamenti presentati, nonché con la posizione che assumeremo poi in seguito nei confronti di questa proposta di legge, vogliamo non ricordare e non onorare la memoria di quelle persone che sono morte davanti alle nostre coste, in quel tratto di mare che separa l'Italia dall'Africa, ma purtroppo, come spesso accade, una proposta che potrebbe anche essere condivisa assume tutta una serie di caratteristiche che ci pongono nella condizione di essere contrari ad un provvedimento così fatto. Appare con evidenza, infatti, come questo provvedimento sia il simbolo dell'ipocrisia, in questo caso dell'Italia, nei confronti di ciò che avviene quotidianamente e che è avvenuto anche nelle ultime ore nel Mar Mediterraneo. Voi oggi voterete questi tre articoli e, in questo modo, probabilmente, qualcuno si sentirà con la coscienza a posto, perché potremo dire di avere istituito una giornata della memoria, e questo è indice della purezza della nostra anima e della bellezza dei nostri sentimenti. E mentre noi in quest'Aula discutiamo di una proposta di questo tipo e diciamo che bisogna ricordare queste povere persone che, scappando da guerre, povertà e miseria, hanno cercato di arrivare in Italia e, quindi, in Europa, per garantire a se stessi e probabilmente ai propri figli un futuro migliore, vorrei ricordare a tutti che queste persone continuano a morire, che queste persone continuano a buttarsi in viaggi della speranza, che hanno una finalità unica, vale a dire, signori, continuare a sovvenzionare quei mercanti di morte che di queste persone hanno una opinione assolutamente diversa da quella che magari potete avere voi. Abbiamo visto anche, soltanto in questi ultimi due giorni, quello che avviene, cioè ci sono i mercanti di morte, che magari saranno più che contenti di quello che oggi noi stiamo facendo, che assaltano armati, oltre che mercantili all'uopo dedicati, cioè al salvataggio delle persone, anche mezzi della Guardia costiera. Lo fanno o l'hanno fatto già qualche settimana fa e l'hanno rifatto ieri. E mentre questo accade, mentre quindi noi assistiamo al recupero anche di barconi appena utilizzati per il trasporto di quelli che voi chiamate profughi e noi clandestini, noi oggi ci troviamo qui e diciamo: ah che bello che è ricordare questi morti ! Nel frattempo, centinaia di persone continuano a morire. È il festival dell'ipocrisia, signor Presidente, quello che voi oggi state celebrando; è il festival dei buoni sentimenti, è il festival del buonismo, è il festival dell'immigrazione alla nutella, è il festival che sicuramente fa piacere fare ai sacerdoti, soprattutto alle varie sacerdotesse dei buoni pensieri e delle buone Pag. 28prassi, che albergano nel nostro Paese e albergano anche e soprattutto in quest'Aula.

  PRESIDENTE. Concluda.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Ecco perché noi con questo emendamento – e mi avvio alla conclusione, Presidente – innanzitutto chiediamo di non confondere le cose, chiedendo, pertanto, con questo emendamento di eliminare dall'articolo 1 ogni accenno alla miseria, perché nessuno di noi può pensare che la miseria di qualche centinaio di milioni di africani possa essere – e mi avvio veramente alla conclusione – superata semplicemente incentivando questi viaggi, che sono nient'altro che viaggi della morte (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. Intervengo per supportare l'emendamento Invernizzi 1.1, soppressivo dell'articolo 1, perché effettivamente il «buonismo peloso» che sta alla base di questa proposta di legge, purtroppo, non può fermare quella che noi riteniamo un'invasione dei nostri territori. Si dibatte in questi giorni sull'impossibilità fisica, oggettiva, pratica, concreta, che i territori possano accogliere ulteriori unità di persone, che voi dite siano persone che sfuggono dalle guerre, dalle persecuzioni, dalla miseria. Certo, non sono situazioni facili, queste sono tutte caratteristiche di coloro che possono richiedere il diritto d'asilo, ma sappiamo che le statistiche dicono il contrario, dicono che solo il 10 per cento di coloro che sono venuti sul territorio nazionale hanno il diritto di ottenere la protezione internazionale, il diritto di asilo. Quindi, c’è qualcosa che non funziona, c’è un buonismo che non porta alla soluzione del problema, c’è una risposta sbagliata che è quella dell'accoglienza a tutti i costi. Invece, noi dobbiamo fare delle iniziative, anche militari, lungo la costa, non sui nostri territori...

  PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo, lei ha un minuto a titolo personale.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 1.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carfagna, Basso, Di Lello, Nicoletti, Della Valle, Simone Valente...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  426   
   Votanti  318   
   Astenuti  108   
   Maggioranza  160   
    Hanno votato   16    
    Hanno votato no  302.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese, Garavini, Pagani, Carinelli, Currò, Moscatt, Daga...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  429   
   Votanti  322   
   Astenuti  107   
   Maggioranza  162   
    Hanno votato  306    
    Hanno votato no   16.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 29

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 1803-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1803-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  LUIGI FAMIGLIETTI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti all'articolo 2.

  PRESIDENTE. Faccio presente che i primi quattro emendamenti non sono stati segnalati.
  Il Governo ?

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato per l'interno. Il Governo esprime parere contrario su tutti gli emendamenti.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Invernizzi 2.5.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, Presidente. Con questo emendamento si entra proprio nel merito della proposta di legge che prevede che vengano organizzate dalle istituzioni della Repubblica, all'interno di tutte le scuole di ogni ordine e grado, proprio in concomitanza con il giorno della memoria, che sarebbe il 3 ottobre, tutta una serie di incontri e sensibilizzazioni destinati, ovviamente, ai nostri figli e agli alunni, anche in coordinamento con le associazioni e gli organismi operanti nel settore.
  Sono associazioni e organismi che ovviamente, in questa vicenda che riguarda come dicevo prima il mercanteggiamento di carne umana, hanno qualche interesse. Mi auguro che quantomeno dalle scuole vengano escluse quelle cooperative, i cui responsabili al telefono, tra di loro, dicevano che l'accoglimento dei clandestini rende più del mercato di droga.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 11,40)

  CRISTIAN INVERNIZZI. Mi auguro che almeno queste persone vengano escluse dal contatto con i nostri figli e con gli scolari.
  Mi auguro, altresì, che questo non sia un modo surrettizio – anzi, purtroppo, di questo ne sono più che convinto – per instillare già nei nostri figli e negli scolari quei sentimenti di colpa per quello che avviene nel mondo. Noi sappiamo qual è il modo di approcciarsi a queste tematiche. È quello di dire che tutto ciò che avviene è colpa dell'Occidente, che tutto ciò che avviene – e lo diranno appunto ai nostri figli – in qualche modo è colpa della nostra storia. Ci sarà qualcuno che tirerà fuori ancora il discorso delle crociate. Ci sarà qualcuno che dirà che, se questo avviene, se c’è la povertà, la colpa non è di qualcun altro, ma la colpa è nostra e, pertanto, noi abbiamo soltanto il dovere di piegarci di fronte a queste migrazioni, di piegarci di fronte a coloro che in queste migrazioni vedono il completamento di un bellissimo disegno, che è quello che vede un mondo non più costituito dai confini, un mondo non più costituito da tradizioni popolari, ma un mondo costituito da un melting pot incolore, in cui è inutile parlare di tradizioni e di sensibilità diverse.
  Ecco perché, anziché organizzare questi incontri in ogni scuola di ogni ordine e grado, anche con i contributi – ripeto – di quelle persone facenti parte di cooperative e organizzazioni che in questo momento in questo sistema stanno mangiando centinaia di milioni di euro ogni anno su questo discorso dell'immigrazione e dell'accoglienza indiscriminata, anziché educare ai buoni sentimenti e al politicamente corretto i nostri figli, noi riteniamo che sia necessario invece, magari, parlare anche delle problematiche che stanno all'origine di questi flussi migratori. Infatti è importante Pag. 30ai nostri figli, ai bambini e agli scolari, parlare della piaga sociale delle associazioni criminali dedite alla tratta delle persone, perché altrimenti tutta l'operazione, come abbiamo anche detto e come continueremo a ripetere nel corso di questa discussione, altro non sarebbe che un modo per instillare nei nostri figli quei sentimenti di politicamente corretto, che tanto danno hanno già fatto e che tanti danni sicuramente produrranno.
  Noi riteniamo che sia assolutamente necessario riflettere. Lo dico a voi che siete al Governo, lo dico al Ministro Alfano e lo dico soprattutto – mi avvio alla conclusione – al Partito Democratico, che è l'azionista di maggioranza di questo Governo. Non pensiate che istituire una giornata nazionale della memoria sia sufficiente a lavarsi la coscienza delle centinaia di morti che ogni mese ci sono, delle centinaia di persone che muoiono, delle migliaia di persone che vengono sfruttate – e lo sapete benissimo – dai mercanti di morte, di quelle persone che si affidano a viaggi della speranza e che incontrano sul loro cammino persone – e lo sapete – in alcuni casi affiliate all'ISIS, che sfruttano in modo bestiale le loro condizioni, che magari li violentano e che magari li picchiano. Non pensiate con questo provvedimento di lavarvi la coscienza, perché queste cose accadono anche oggi, accadono anche in queste ore (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Grimoldi. Ne ha facoltà.

  PAOLO GRIMOLDI. Grazie, signor Presidente. Io le ricordo, ricordo a lei signor Presidente Boldrini e ricordo alla maggioranza di Governo, che dall'inizio della crisi ci sono stati nel nostro Paese 600 morti e più, persone che si sono uccise per via della crisi economica. Ovviamente a voi di questi morti, dato che sono italiani, non ve ne frega assolutamente niente. Riuscite a dare priorità all'istituzione della giornata della memoria delle vittime dell'immigrazione; immigrazione clandestina da voi sostenuta, perorata e incentivata politicamente per supportare le vostre cooperative.
  Però, anche davanti ai drammi dell'immigrazione e ai drammi della crisi economica, riuscite a fare discriminazione. Fate razzismo al contrario: chi se ne frega di quell'anziano pensionato a Lecco, che è stato sfrattato, ha perso la casa e si è ucciso, la priorità è riconoscere i morti e la giornata delle vittime dell'immigrazione.
  Noi diciamo che anche su questo genere di cose dovreste avere più senso di appartenenza verso il vostro Paese...

  PRESIDENTE. Concluda.

  PAOLO GRIMOLDI. ... e riconoscere quelli che sono i drammi propri. Grazie, “signor” Presidente.

  PRESIDENTE. Grazie, “deputata” Grimoldi per l'intervento (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Busin. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN. Grazie, Presidente. Non credo che sia chiesto alla politica e a noi, quali rappresentanti dei cittadini, di affrontare un problema come quello dell'immigrazione e delle vittime dell'immigrazione con l'istituzione di una giornata nel loro ricordo. Infatti, la sensibilità nei loro confronti e la nostra compassione nei confronti di queste vittime, come nei confronti di ogni vittima di ingiustizie o di situazioni particolarmente dolorose che ci sono nel nostro pianeta, è fuori discussione.
  Qui, ci viene chiesta un'altra cosa. Ci viene chiesto di dare delle risposte politiche ad un problema e ad un fenomeno epocale che ha risvolti drammatici che vanno gestiti in modo, direi, diametralmente opposto, o comunque diverso, da come sono stati affrontati dal nostro Governo. Non credo che basti l'istituzione di una giornata per il ricordo di queste Pag. 31vittime a lavarci la coscienza e a toglierci dalle nostre responsabilità. Le responsabilità restano, la risposta politica manca. Questo è un facile alibi che non cambia la situazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Battista. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Presidente, innanzitutto una domanda: ma lei si affaccia qui alla Camera o quando ci sono i minuti di raccoglimento per le tragedie o per l'istituzione delle Giornate nazionali in memoria delle vittime dell'immigrazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà) ? È una vergogna e se vi scaldate siete ipocriti. Questa è una legge (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà)... Posso parlare ? Posso parlare ? Li può far tacere anche se sto svolgendo un attacco politico ? Presidente, li può far tacere ? Ecco, vergogna !
  I cittadini italiani devono sapere che oggi verrà istituita (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà)... Eccoli, eccoli gli ipocriti del Parlamento e vi vantate in televisione....

  PRESIDENTE. Allora, colleghi !

  ALESSANDRO DI BATTISTA. ...di aver approvato una legge per istituire la memoria degli immigrati, ma mangiate sulle cooperative degli immigrati (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà) !

  PRESIDENTE. Colleghi, colleghi ! Lasciamo parlare il deputato Di Battista.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Grazie.

  PRESIDENTE. Lasciamo parlare il deputato Di Battista.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. C’è libertà di espressione in questa Camera, Presidente ? C’è libertà di espressione ?

  PRESIDENTE. Lei sta facendo considerazioni che...

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Politiche !

  PRESIDENTE. ...considerazioni che non le competono riguardo alla Presidenza. Questo deve tenerlo a mente quando parla.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Considerazioni politiche; quello, cioè, che non viene fatto in Parlamento. Considerazioni politiche....

  PRESIDENTE. Non si può permettere qualsiasi libertà, deputato Di Battista (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà).

  ALESSANDRO DI BATTISTA. ... quello che voi ipocriti non fate. E approvate queste vergognose leggi per istituire la memoria degli immigrati, quando Alfano è ancora il Ministro dell'interno, quando le cooperative, da destra a sinistra, mangiano sugli immigrati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E nessuno fa trasparenza. E i suicidi degli imprenditori italiani aumentano e voi vi vantate, vi pulite la coscienza istituendo giornate di memoria degli immigrati. Siete una vergogna (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà) !

  PRESIDENTE. Deputati, deputati, per favore !

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Vorrei parlare. Voglio parlare (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Per favore, deputati.

Pag. 32

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Voglio parlare, Presidente, perché questo è il tempio dell'ipocrisia.

  PRESIDENTE. Deputati, per favore, lasciamo parlare il deputato Di Battista. Prego, deputato Di Battista.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. L'ipocrisia della propaganda, anche dei colleghi della Lega che dicono: «40 euro a immigrato» quando 30 se li fottono le cooperative o di destra o di sinistra: questa è la verità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  E voi, con queste leggi, andate in televisione dicendo: l'immigrazione l'abbiamo affrontata in Parlamento. Abbiamo istituito la giornata della memoria per le vittime dell'immigrazione. E, poi, siete stati voi che avete bombardato la Libia e per quello dalla Libia scappa la gente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È intollerabile che il Parlamento sprechi tempo e risorse per istituire una giornata della memoria, come i minuti di raccoglimento ipocriti, che non permettono mai di risolvere i problemi (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà). Io, da cittadino, mi sento indignato...

  PRESIDENTE. Colleghi !

  ALESSANDRO DI BATTISTA. ... che il Parlamento della Repubblica, al posto di una legge sul conflitto di interessi e di una legge vera anticorruzione e di una legge che tuteli le imprese dove gli imprenditori e gli operai si ammazzano (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà), utilizzi ore e soldi pubblici per l'istituzione di una giornata della memoria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E siete tutti responsabili di questa oscena propaganda e oscena ipocrisia. E se vi scaldate, è perché non eravate abituati a dei cittadini liberi che vi dicono le cose in faccia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questa è la verità ! Vi scaldate su questo, ma poi i morti li affrontate con la memoria. Servono le leggi; serve il sequestro di chi ci campa, di chi lucra sugli immigrati, il sequestro di quei terreni dove gli immigrati lavorano in nero e ci lavorano grazie ad accordi politici di destra e di sinistra. Serve trasparenza in quelle cooperative che mangiano sul disastro dell'immigrazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e sono cooperative cielline falsamente cattoliche e cooperative rosse falsamente comuniste (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questa è la verità !
  C’è una mozione del MoVimento 5 Stelle approvata con punti seri, tra cui le quote di divisione degli immigrati per i Paesi dell'Europa. Dove stavate durante il semestre europeo che dicevate che avrebbe risolto il problema dell'immigrazione ? Così voi lo risolvete, con la giornata in memoria delle vittime ? L'ipocrisia perbenista uccide questo Paese, Presidente. Più dei corrotti e più dei ladri, il dramma sono i disonesti intellettuali, quelli che poi prenderanno voti dicendo che hanno approvato vergogne del genere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Presidente, avevo chiesto di parlare anch'io per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Scusi un secondo, deputato Crippa. Presidente Scotto, mi dicono gli assistenti che c'era prima il deputato Crippa sul Regolamento e poi lei, sempre sul Regolamento. Prego, deputato Crippa.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente, innanzitutto, vorrei far notare il diverso livello del microfono tra adesso e prima, per far comprendere, quindi, come magari fosse opportuno, visto il rumoreggiare in Aula, alzare il livello del microfono del deputato Di Battista (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà). È un invito, quindi, Pag. 33agli uffici perché provvedano. Il richiamo al Regolamento lo faccio di nuovo e convintamente sull'articolo 8 perché temo che lei da questo lato non ci senta. Quando in un'Aula parlamentare un rumoreggiare costante e continuo proviene dalle parti del MoVimento 5 Stelle, non può durare più di due secondi in base ai suoi criteri; se proviene dalle parti del PD o di SEL, questa situazione può continuare per diversi minuti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È inutile che annuisce perché di fatto lei prima ha dovuto attendere secondi e secondi, decine di secondi, riguardo un rumoreggiare a causa del quale io, a un metro di distanza, non riuscivo a sentire quello che il collega Di Battista stava dicendo. Non è intervenuta tempestivamente (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore.

  DAVIDE CRIPPA. Le ribadisco anche, Presidente, se avrà modo e magari l'umiltà di andare a rivedere lo stenografico della seduta odierna, che il collega Di Battista ha iniziato con una domanda. Quindi, lei ha detto che il deputato Di Battista non può fare considerazioni sulla Presidenza, ma lui le stava facendo una domanda. Se lei confonde considerazioni con domande è un problema abbastanza serio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Immagino. Presidente Scotto, a lei la parola.

  ARTURO SCOTTO. Signora Presidente, non vorrei fare questo intervento e vorrei dirle con molto rispetto che nessuno, in quest'Aula, si può rivolgere a lei in questo modo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà), perché stiamo parlando di una questione delicatissima, in cui è inaccettabile la propaganda ed è inaccettabile aggettivare il Presidente della Camera, che non è un passante, nella maniera in cui il collega Di Battista ha fatto. Perché il Presidente della Camera non si affaccia, ma presiede quest'Aula, e che la presieda in un momento così solenne, come quello del provvedimento che stiamo votando, è un fatto di orgoglio di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà), non è semplicemente un fatto formale.
  Noi qui non stiamo consumando, e concludo, semplicemente un atto ordinario: stiamo restituendo giustizia, stiamo restituendo memoria, stiamo restituendo verità alle vittime di quella coscienza malata dell'Occidente che, nel corso degli ultimi anni, si è voltata dall'altra parte rispetto ai milioni di morti che sono stati fatti durante i viaggi della speranza. Per questo, io credo che bisogna abbassare i toni e parlare del merito (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie, Presidente, per tornare all'emendamento che abbiamo presentato, noi cerchiamo di tamponare gli effetti negativi che andate a produrre con questa parte del vostro provvedimento. Voi portate avanti quel programma di lavaggio del cervello, anche presso le nuove generazioni, attraverso il quale cercare di veicolare il messaggio che il nostro Paese è il Paese nel quale possiamo accogliere tutti i disperati del mondo. Voi minate la capacità di resistenza e di reazione delle giovani generazioni nei confronti di un fenomeno che volete far accettare come qualcosa di assolutamente ineluttabile.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MARCO RONDINI. E con il provvedimento in generale, in realtà, portate avanti, in ossequio al politicamente corretto, quella politica tesa proprio a minare, come dicevo, la capacità di resistenza e di reazione delle nostre comunità rispetto ad un fenomeno che è diventato emergenziale a causa delle vostre scellerate Pag. 34politiche, quali sono state quelle di Mare Nostrum o, ad esempio, dell'operazione Triton di oggi.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  MARCO RONDINI. E, magari, fate tenere delle lezioni a chi ? A chi ha visto – quelli sì hanno visto – un ritorno dal punto di vista economico rispetto alla gestione di questo fenomeno. Attraverso quei messaggi, torno a dire...

  PRESIDENTE. Concluda, per favore.

  MARCO RONDINI. ...minate la capacità di resistenza e di reazione delle nostre giovani generazioni.

  PRESIDENTE. La ringrazio.
  Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Distaso. Ne ha facoltà.

  ANTONIO DISTASO. Signor Presidente, intervengo anche per un richiamo al Regolamento. Vorrei svolgere due considerazioni brevissime: premetto che, politicamente, mi distingue tutto dal MoVimento 5 Stelle e, nel merito, anche spesso dalla Lega Nord, ma sulle regole che dobbiamo osservare in quest'Aula, credo che dobbiamo essere tutti un po’ più seri e, soprattutto, non strumentalizzare le tragedie.
  A me hanno insegnato sin da piccolo che sulla Terra esiste una persona infallibile – ed è il Papa – solo quando parla in materia di dottrina della Chiesa e solo su certi argomenti. Per quanto riguarda, invece, il Presidente della Camera, certamente non può essere immune da attacchi politici, soprattutto se chi ha fatto un intervento ha posto una questione politica. E il fatto di non farlo parlare, permettendo agli altri di rumoreggiare per coprire l'intervento è un fatto assolutamente inammissibile. Quindi, credo che le regole vadano rispettate da tutti, perché ci sono sensibilità diverse e ognuno ha diritto ad esprimerle.
  A proposito di sensibilità diverse, io questa questione – che ritengo sia di assoluta delicatezza, e guai a chi la strumentalizza – inviterei ad affrontarla ricordando tutti le centinaia di migliaia di emigrati italiani che, dagli inizi del Novecento, sono andati fuori, soprattutto dal sud, nel Sudamerica, in America, in Germania, nel nord Italia, e anche di questi ci dovremmo ricordare.
  Quindi, per cortesia, un po’ più di serietà e, soprattutto, rispetto delle regole da parte di tutti, perché il Presidente è garante di queste regole (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie signor Presidente, onorevoli colleghi, lasciate che io vi dica sinceramente che io penso che non ci siamo, che questa discussione è drammaticamente fuori tema e non centra il grande e drammatico problema che sta davanti all'Europa e davanti agli italiani.
  Per la verità non lo centra neanche la mozione: non abbiamo forse un po’ troppe giornate della memoria, di questo, di quello, che poi finiscono con il disperdersi e non significare poi molto nella coscienza popolare ?
  Ma al di là di questo, la questione vera è che sta avvenendo un dramma di proporzioni mondiali. Il Medio Oriente è in fiamme. Io, ovviamente, sono scandalizzato e contrario alle cose sciocche e inaccettabili che ha detto il Presidente turco contro il Papa e vorrei che il Governo italiano prendesse giustamente le difese del diritto alla libertà di parola del Papa e non solo del Papa (Applausi dei deputati dei gruppi Area Popolare (NCD-UDC), Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Per l'Italia - Centro Democratico), ma a prescindere da questo, la Turchia – mostrando qui, invece, la grande nobiltà del cuore del popolo turco – sta assistendo 300 mila diremmo immigrati clandestini, 300 mila profughi, che sono fuggiti dall'Iraq e dalla Siria del nord; la Giordania, Paese piccolino, molto Pag. 35più piccolo dell'Italia, ne sta assistendo centinaia di migliaia. Perché ? Perché c’è una guerra terribile, una guerra di sterminio, la gente muore ogni giorno, muoiono a migliaia, e quelli che scappano non è che scappano perché c’è l'operazione Triton oppure l'operazione Mediterraneo, scappano perché sennò li ammazzano.
  Vogliamo renderci conto che siamo davanti a un dramma mondiale drammatico nel quale dobbiamo valutare cosa fare e finora non abbiamo una politica ? Ma non chiedetela al Ministro Alfano, una politica davanti a questo dramma mondiale. Una politica davanti a questo dramma mondiale forse la possono fare l'Europa e gli Stati Uniti, forse qualcosa può dire il Governo italiano nel suo complesso: mandiamo dei soldati ad occupare delle aree nelle quali i profughi possano essere accolti e preservati sull'altra sponda del Mediterraneo ? Può essere giusto o sbagliato, ma sarebbe una proposta all'altezza della drammaticità del problema.
  Non è sufficiente quello che stiamo facendo per conciliare i due governi libici, in modo da consentire poi che la Libia divenga uno spazio in cui è possibile l'aiuto umanitario ? Può darsi che sia giusta la politica attuale del Governo italiano, può darsi che sia sbagliata, ma sono queste le questioni, sono le questioni della pace e della guerra, della guerra che c’è sull'altro lato del Mediterraneo e che domani potrebbe esserci in Italia !
  Noi, invece, di cosa ci occupiamo ? Di utilizzare questo dramma per beccarci gli uni con gli altri: è colpa tua, è colpa mia, tu sei disumano. Certo che le soluzioni che abbiamo in mano sono soluzioni tutte precarie, tutte deboli, ma chi è che ha in tasca soluzione ? Spariamo su quelli che arrivano ? Li riportiamo dall'altra parte dove li ammazzano ?
  Vogliamo parlare seriamente delle questioni evitando di strumentalizzare il sangue che scorre a fiumi per le nostre piccole polemiche interne e per beccarci gli uni con gli altri ? È questo l'atteggiamento del Parlamento di un grande popolo che è capace di assumere le sue responsabilità nella scena internazionale.
  Onestamente, io in questo dibattito questo atteggiamento non lo vedo: mi pare che stiamo parlando di tutto tranne che del vero problema, che è il problema del Medio Oriente, che è il problema del fanatismo islamico, che è il problema della possibilità di costruire un'alternativa di sviluppo per quei popoli che li distolga dalla tentazione del fanatismo, del nazi-islamismo e della guerra. Queste sono le cose sulle quali dovremmo impegnare i nostri intelletti e le nostre energie.
  Per favore, colleghi, non diamo al popolo italiano questo spettacolo, cerchiamo invece di essere consapevoli della gravità e della drammaticità e fare uno sforzo unitario, perché solo un Paese unito trova risposte politiche all'altezza di questa sfida (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Guardi Presidente, nel dibattito forse a lei è scappata una battuta che nel contesto non era né richiesta e né, secondo me, utile al dibattito. Io credo che qui ci siano persone che possono anche caricarsi politicamente gli eventi, perché quello che sta succedendo nel Mediterraneo non sono degli eventi nati per caso, ma talvolta sono anche costruiti politicamente, purtroppo, da una gestione inefficace, inefficiente e completamente sbagliata che voi e lei soprattutto state sostenendo. Perché voglio capire, al posto di spendere dei soldi, come è stato ricordato prima, per fare questa proposta di legge, che tipo di iniziative si stanno facendo per la salvaguardia dei diritti umani in quei territori.
  Che tipo di politiche di sussidi e di aiuti umanitari, questo Governo, sta facendo nei territori della Libia ? Zero, niente, li stiamo accogliendo tutti e stiamo mettendo in difficoltà i nostri territori. Quindi, signor Presidente, mi permetta di dire che anche lei ha le sue responsabilità in questo senso.

Pag. 36

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Grazie Presidente, io volevo intervenire per ricordare che il richiamo al Regolamento era un richiamo al Regolamento, non un comizio a tutela e a difesa di una Presidenza che si sa benissimo difendere da sola, come ha più volte dimostrato di fare.
  Voglio fare due considerazioni in esito a questo ragionamento. Sono due considerazioni, la prima è questa: quando si fanno le giornate della memoria, in genere, le ecatombi e i genocidi sono terminati e si ricorda perché sono avvenuti. È un sigillo culturale, perché una società non dimentichi e non riproponga quello che è successo. Qui siamo in piena tragedia, ci si ricorda dei morti di domattina, ci si ricorda dei morti di oggi pomeriggio, ci si ricorda dei morti fra un mese.
  Allora, io non vorrei che con un bel dibattito alla Camera e un giorno della memoria si eludesse il cuore del problema; e il cuore del problema non è solo, professor Buttiglione, il fatto che c’è un incendio epocale; è uno dei tanti incendi che la cecità dell'Occidente ha provocato nel secolo scorso e in questo secolo nei territori che ha debitamente sfruttato e poi gettato nelle guerre. Si può essere di destra, di sinistra o di centro, ma non si può non dire che tutte le tragedie del XX secolo e del XXI secolo non derivino dal desiderio di profitto delle forze occidentali, tutte ! Compresa l'ultima guerra.
  Quindi, noi abbiamo la coscienza sporca, come Occidente e l'abbiamo ancora come italiani che abbiamo favorito il bombardamento della Libia. Vogliamo risolvere questo problema ? Mettiamoci operativamente per risolverlo ! Non si affogano gli emigrati, perché è una cosa epocale, è il Sud che invade il Nord, bisogna gestirlo questo problema. O l'Europa ci aiuta a gestirlo o bisogna fare i conti con l'Europa, ma non solo su questo, su tutto ! Se abbiamo il coraggio di essere nazione e di riconoscerci nella missione che siamo di frontiera o l'Europa ci aiuta o facciamo da soli, ma se facciamo da soli, bisogna sganciarsi da quel bastimento che ci fa fare sacrifici e non ci aiuta in niente. Questo è il problema, non la giornata della memoria, non un bel dibattito alla Camera.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Costantino. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Grazie, signora Presidente, io oltre a esprimerle la solidarietà per gli attacchi e per il linguaggio violento che puntualmente arriva dai banchi del MoVimento 5 Stelle, vorrei (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)... Sì, è un linguaggio violento perché si può non insultare e pure essere violenti. Però, le vorrei anche dire di non preoccuparsi, perché lei non c'entra veramente nulla in questa discussione.
  Qui, sta avvenendo quello che succede ogni volta che il MoVimento 5 Stelle deve tenere una posizione sui temi dell'immigrazione. Che cosa succede ? Succede che, per nascondere qual è la sua posizione su questi temi, rilancia sempre di più, alza l'asticella per non dire esattamente quello che pensa e, quindi, anziché dare un voto favorevole ad una iniziativa, si astiene. Perché questi emendamenti presentati dalla Lega li state votando e vi state astenendo su questi emendamenti, vi state astenendo, proprio perché non volete dire cosa pensate su questo tema.
  In questo provvedimento si sarebbe potuto tranquillamente dire di essere a favore di una giornata che ricorda 366 morti in mare e dire, con la stessa forza, che bisogna fare chiarezza e trasparenza sui centri di accoglienza per gli immigrati, cosa che noi facciamo.
  Infatti, le due cose non entrano in contraddizione: si può dare un voto a favore di questa giornata della memoria e dire che bisogna fare di più sui temi dell'immigrazione. Ma voi non state facendo questo, no, perché avete un problema: evidentemente aspettate, perché evidentemente gli immigrati non votano e il vostro caro Grillo vi sta dicendo che non Pag. 37paga in termini politici fare una politica che va incontro ai temi dell'immigrazione.
  Questo è il vero problema, questo è il nascondimento e noi ci siamo un po’ stancati di vedere che la buttate sempre in bagarre quando, in realtà, il vostro problema è che la pensate esattamente come la Lega (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Chaouki. Ne ha facoltà (Commenti). Ho una lunga lista, colleghi, quindi darò la parola a tutti quelli che me l'hanno chiesta. Prego, deputato Chaouki.

  KHALID CHAOUKI. Presidente, intervengo solo per ricordare, a nome del Partito Democratico, che qui siamo innanzitutto per istituire una giornata della memoria delle vittime dell'immigrazione, a partire da quella tragedia del 3 ottobre 2013: 366 morti e almeno 20 dispersi.
  Ricordiamoci intanto di cosa stiamo parlando, perché qui abbiamo assistito poco fa a una vergognosa gara, tra la Lega di Matteo Salvini e il partito di Beppe Grillo, qui rappresentato da Di Battista, a chi è più sciacallo nel raccattare voti sulla pelle dei morti nel Mediterraneo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà – Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie – Lega dei popoli – Noi con Salvini).
  Questa è una vergogna per il nostro Parlamento ed è una vergogna per il nostro Paese. Noi dobbiamo ricordare oggi quelle vittime dell'immigrazione come atto dovuto innanzitutto al popolo straordinario di Lampedusa, alla nostra Marina e alla Capitaneria di porto, a quelle popolazioni che quotidianamente fuggono da morte certa, a quelle donne stuprate in Siria, in Iraq, in Nigeria, che noi vediamo in televisione nei telegiornali. Piangiamo quelle vittime e poi, appena sbarcano in Europa – perché non vogliono sbarcare in Italia, sbarcano in Europa – diventate cinici per raccattare voti sulla pelle di quelle vittime.
  Il problema non sono quelle persone, il problema semmai è un'Europa da cambiare, e possiamo farlo insieme. Questa è la soluzione: facciamo insieme una battaglia in Europa ma, per favore, senza la disumanità che abbiamo sentito qui, a partire da Di Battista, che un giorno si dice a favore delle popolazioni del sud del mondo e un giorno, facendo una gara rispetto a Salvini e alla becera propaganda della Lega di queste ore, cerca di raccattare voti con un linguaggio veramente indecente, con una speculazione inaccettabile.
  Noi sappiamo perfettamente, Presidente, che il tema dell'immigrazione, il dramma dei profughi, è un tema complesso e difficile da affrontare. Diamo atto al Governo del lavoro straordinario e difficile che sta cercando di fare portando tutti i comuni italiani ad essere solidali con il Mezzogiorno d'Italia e con la Sicilia, ma contemporaneamente chiediamo anche che Bruxelles cambi immediatamente il regolamento di Dublino: non è accettabile che l'Italia continui ad essere da sola esposta sul fronte dell'accoglienza dei profughi. Chiediamo che ci sia una deroga a quella regola ormai fuori dalla storia per cui i profughi, se arrivano in Italia, sono costretti a rimanervi per sempre. L'Europa, se è davvero Europa, oggi deve garantire una distribuzione equa, su tutti i Paesi europei, nell'accoglienza ai profughi.
  Contemporaneamente, però, noi dobbiamo fare la nostra parte, cari colleghi della Lega e del MoVimento 5 Stelle. Oggi è una giornata della memoria e auspichiamo che, da qui ai prossimi voti, ci sia uno spirito davvero diverso, perché la storia dell'Italia e degli italiani è molto più grande della speculazione e della demagogia che a volte sentiamo anche in queste Aule (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, chiedo scusa se vado un po’ indietro nella giornata di oggi, ma voglio far presente che il Regolamento stabilisce che la Pag. 38Presidenza della Camera deve moderare il dibattito a difesa dei singoli deputati, a maggior ragione lo può fare anche a difesa di se stessa. Infatti, il collega Di Battista, caro collega Distaso, è intervenuto a freddo con un insulto alla Presidenza Boldrini, è chiaro ? A freddo ! Non stava parlando di altro, perché nessuno gli negava la parola. È intervenuto dicendo «lei si affaccia in quest'Aula», come se fosse una passante, quindi con un atteggiamento di dileggio, che non è consentito nei confronti nostri e, a maggior ragione, non è consentito nei confronti della Presidenza. Quindi, quando parliamo di ruolo della Presidenza, questo non esclude che anche la Presidenza abbia diritto di legittima difesa.
  Questo voglio sostenere, quindi non c'entra niente tutto quello che poi è stato sostenuto per capovolgere la situazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Grazie, Presidente. Esprimo intanto il mio rammarico per il fatto di essermi ritrovata nel pieno del teatrino della politica, probabilmente perché alcuni discorsi portano consenso su alcune piattaforme. Per il resto per troppi anni si è fatto populismo e strumentalizzazioni su temi delicati come quelli dell'immigrazione. Proprio qualche giorno fa, abbiamo avuto 400 morti, 400 persone che scappavano da territori devastati dalla guerra per accorrere nella nostra terra probabilmente alla ricerca di un sostegno. Non è detto che effettivamente il nostro Paese possa contenere tutti questi immigrati, tuttavia è di queste politiche che noi dovremmo trattare senza strumentalizzarci sopra.
  Questo articolo semplicemente istituisce e promuove apposite iniziative nelle scuole al fine di sensibilizzare e formare i giovani sui temi dell'immigrazione e dell'accoglienza. Non è detto che qui si vogliano formare le persone ad un'accoglienza tout court senza regole e con un'organizzazione inefficiente dell'organizzazione stessa.
  All'articolo 3 voglio ribadire che si stabilisce che dall'attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, non capisco quindi di quali sprechi si stia parlando. Se poi lo spreco è quello del tempo che passiamo in questa Aula allora se ne può discutere abbondantemente, perché di sprechi in questo caso ve ne sono in abbondanza, soprattutto da parte di qualcuno in particolare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia e del deputato Buttiglione).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ruocco. Ne ha facoltà.

  CARLA RUOCCO. Grazie, Presidente. Vorrei spiegare brevemente la posizione del Movimento 5 Stelle e l'intervento del collega, che evidentemente è stato frainteso. Innanzitutto noi siamo contrari ad ogni forma di ipocrisia e ad ogni forma di discriminazione, compreso ciò che avviene in questa Aula a cui persone per bene come noi sono costrette talvolta ad assistere.
  Ho visto più volte che la casta che difende, giustamente, la Presidente della Camera ha preso le sue parti nel momento in cui l'ha sentita in qualche modo aggredita verbalmente, ma in questa Aula io non ho ricevuto una parola di solidarietà quando sono stata apostrofata «donna di strada» dal cosiddetto onorevole Sanna. Voi siete abituati ad avere gente di serie A e di serie B, per questo state bene qui dentro, voi siete abituati a trattare i cittadini come la melma, siete ipocriti ! Tra l'altro questo provvedimento non c'entra nulla con l'immigrazione...

  PRESIDENTE. Concluda deputata Ruocco, ha finito il suo tempo.

  CARLA RUOCCO. Questo provvedimento istituisce la giornata della memoria...

  PRESIDENTE. Ha finito il suo tempo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.

Pag. 39

  MANLIO DI STEFANO. Presidente, per rimettere i puntini sulle i: noi non possiamo speculare sugli immigrati perché quelli votano alle vostre primarie e con noi non hanno nulla a che fare fino a che non diventano cittadini e acquisiscono il diritto al voto come tutti i cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Sento il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà parlare di speculazione, siete voi quelli coinvolti nelle intercettazioni sulle speculazioni sui centri di immigrazione, sui CARA, sui CIE (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), noi in quelle intercettazioni non ci siamo, quindi casomai siete voi che speculate. Aggiungo una cosa, oggi noi non stiamo parlando di immigrazione (Proteste dei deputati del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore ! Non così ! Concluda, deputato Di Stefano.

  MANLIO DI STEFANO. Oggi stiamo parlando dell'istituzione di una giornata della memoria e non di soluzioni alla immigrazione e ai morti in mare, quelli li risolviamo se iniziamo a rispettare ciò che anche voi avete votato nelle mozioni del 18 dicembre scorso, in cui il Movimento 5 Stelle ha presentato, rispondo così alla collega Costantino, sette punti chiari su come risolvere il problema.
  Quindi noi abbiamo presentato le proposte e le soluzioni voi la propaganda e l'ipocrisia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Crippa, che era intervenuto prima sul regolamento. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Signora Presidente, il mio intervento di prima era sul Regolamento, quello del collega Scotto non lo so. Quello su cui voglio intervenire oggi, adesso, in questo istante è che a me sembra un po’ ipocrita l'atteggiamento con cui ci viene detto che astenendoci sugli emendamenti presentati dalla Lega Nord sull'istituzione o meno della giornata della memoria il MoVimento 5 Stelle ha preoccupazioni di dare visione alla propria linea politica sull'immigrazione. Io ricordo che il Ministro dell'interno Alfano è stato Ministro della giustizia nei Governi precedenti con Berlusconi, quelli che voi criticavate, oggi invece va tutto bene quello che ha fatto in passato e che ha portato alla creazione di questa necessità di sistemare questo problema, perché è inutile che facciamo una giornata della memoria, come ha detto il collega Bergonzi, senza aver risolto il problema. Quei morti sono pochi se ristabiliamo quello che potenzialmente possono ancora essere se non viene risolto il problema...

  PRESIDENTE. Concluda.

  DAVIDE CRIPPA. Il problema non è risolto, l'istituzione di una giornata della memoria la si fa una volta che il problema è terminato, perché il problema oggi c’è ancora e voi siete i responsabili di questo problema (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 2.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lo Monte, Bolognesi, Malisani, Giuditta Pini, Quintarelli, Oliverio, Narduolo, Minnucci, Carfagna, Pellegrino, Paola Bragantini, Milanato, Capelli, Castricone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  422   
   Votanti  307   
   Astenuti  115   
   Maggioranza  154   
    Hanno votato   15    
    Hanno votato no  292.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 40

  Prima di andare al prossimo emendamento, salutiamo gli studenti del II liceo classico e II liceo scientifico dell'istituto Faes di Milano, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune. Ben arrivati (Applausi). Passiamo alla votazione dell'emendamento Invernizzi 2.6, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Grazie Presidente, mentre si sta consumando in quest'Aula una patetica e pietosa giornata dell'ipocrisia buonista e filo-immigrazionista, io voglio ricordare che in questo preciso momento stanno sbarcano sul nostro territorio 110 immigrati clandestini a Cosenza, 236 immigrati clandestini a Messina, 480 immigrati clandestini a Palermo.
  Sono circa 21 mila gli immigrati clandestini che sono sbarcati nei primi quattro mesi del 2015, sono circa 8 mila quelli che sono sbarcati negli ultimi quattro giorni, sono oltre 170 mila gli immigrati clandestini che sono sbarcati nel 2014, sono oltre 3 mila i morti nel Mediterraneo nel 2014, sono oltre 500 i morti nel Mediterraneo nel 2015.
  Questi, Presidente, sono i numeri di una tragedia, sono i numeri di una tragedia rispetto alla quale c’è una responsabilità, c’è una grave responsabilità, politica etica e morale, e la responsabilità è da parte della sinistra, da parte del Governo Monti-Letta-Renzi, da parte della Presidente della Camera, a cui ricordiamo che lei è Presidente della Camera del Parlamento italiano, e non del Parlamento africano, Presidente Boldrini !
  Ci sono delle responsabilità e queste responsabilità vengono condivise, sono condivise e ci sono dei complici responsabili di questi numeri, che non sono solo i partiti che ho appena citato, ma ci sono delle altre responsabilità politiche, che sono le responsabilità politiche di quel partito rispetto al quale noi non prendiamo lezioni sul contrasto all'immigrazione clandestina, non prendiamo lezioni dal collega Di Battista e dal MoVimento 5 Stelle sul contrasto all'immigrazione clandestina ! Perché, cari colleghi del MoVimento 5 Stelle ? Perché voi avete votato l'abolizione del reato di immigrazione clandestina, l'emendamento l'avete proposto voi e l'avete votato, perché avete votato contro la mozione della Lega per bloccare Mare nostrum, caro collega Di Battista, perché il MoVimento 5 Stelle ha votato a favore dell'operazione Triton, che è la stessa medaglia dell'operazione Mare nostrum, perché i cittadini italiani devono sapere che il MoVimento 5 Stelle ha votato per la cancellazione dei centri di identificazione ed espulsione, perché i cittadini italiani devono sapere che il MoVimento 5 Stelle ha votato per il dimezzamento dei tempi di permanenza all'interno dei CIE, perché i cittadini italiani devono sapere che il MoVimento 5 Stelle ha votato a favore della Commissione d'inchiesta per tutelare i diritti degli immigrati clandestini ! Lo dovete dire ai cittadini italiani ! Il MoVimento 5 Stelle è il partito degli immigrati clandestini, il MoVimento 5 Stelle è complice di Renzi e di Alfano sull'immigrazione clandestina (Applausi polemici dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti). Siete i compari di Alfano...

  PRESIDENTE. Deputato Molteni, parli al microfono, altrimenti non si sente.

  NICOLA MOLTENI. Il MoVimento 5 Stelle, come Renzi e come Alfano, ha le mani sporche di sangue per i morti nel Mediterraneo ! E non vi lavate la coscienza con un intervento ipocrita da parte del collega Di Battista...

  PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza, per favore.

  NICOLA MOLTENI. Certo, Presidente. Le responsabilità di Alfano e le responsabilità di Renzi sono esattamente le stesse responsabilità del MoVimento 5 Stelle, anzi del MoVimento 5 clandestini (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Melilla. Ne ha facoltà.

Pag. 41

  GIANNI MELILLA. Grazie, Signora Presidente, io non so se per malafede o per ignoranza si strumentalizza questa proposta di legge parlando di altre cose e, in particolare, si mettono sullo stesso piano due questioni che sono assolutamente diverse tra di loro, la tematica degli immigrati, aggiungendo l'aggettivo «clandestini», con la problematica dei richiedenti asilo. Sono cose diverse: chi vuole emigrare dai Paesi del Medio Oriente e dai Paesi africani per andare a lavorare normalmente va nei Paesi del Golfo; chi invece viene qui, sfidando la fortuna di passare il Mediterraneo invece rientra in un'altra categoria e io vorrei leggere al proposito, per chi non lo conosce, evidentemente, l'articolo 10 della Costituzione italiana, che recita: «L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. Lo straniero al quale sia impedito nel suo Paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge».
  Inoltre, non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici. Siccome noi abbiamo firmato le convenzioni internazionali in questa materia, in particolare quella di Ginevra, io non capisco per quale motivo alcuni parlamentari vogliono confondere le problematiche della immigrazione con quella dei richiedenti asilo. E dico questo per onore della verità (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, con questo emendamento, si chiede di eliminare dal testo della proposta di legge le parole: il Ministro dell'istruzione, nel giorno della memoria, organizza iniziative per sensibilizzare i giovani alle questioni dell'accoglienza e dell'immigrazione. Ma guardate con quale testo ! Si chiede di sostituire le parole sui temi dell'immigrazione e dell'accoglienza con le seguenti: sull'importanza dell'identità culturale dei popoli e sul valore delle tradizioni culturali compromesse dalla fallimentare teoria economica e sociale della globalizzazione.
  Cioè, noi dovremmo per legge condannare la globalizzazione, salvo che, tra qualche decennio, qualcun altro l'approverà. Noi stiamo facendo una legge, non stiamo facendo un depliant della Lega Nord (Applausi di deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Partito Democratico).
  Forse non ci siamo capiti: siamo nel Parlamento italiano, non nel Parlamento padano, e parliamo, per favore, di ciò che scrivete, non di ciò che dite normalmente nelle piazze (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie Presidente, se l'onorevole Sannicandro non ha capito, noi stiamo contestando appunto un depliant del Parlamento comunista, veterocomunista, terzomondista, con delle proposte che, a nostro avviso, dovrebbero anche sottolineare l'assurdità di quello che in questa legge voi state scrivendo. Onorevole Sannicandro, se lei non si è accorto, con questa legge noi dovremmo andare dai nostri figli e dai nostri scolari e sensibilizzarli sul tema della migrazione, sui problemi del mondo, nel momento in cui – voi stessi lo ammettete – l'Italia, l'Europa, gli Stati occidentali, su questi temi non hanno la più pallida idea di cosa fare, tranne che stare zitti, quasi impauriti, di fronte a quattro pezzenti che, con i kalashnikov, assaltano i nostri mezzi militari. Ecco quello che voi state facendo con questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 42Invernizzi 2.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mazzoli, Nizzi, Carrozza, Molea, Simoni, Sorial, Roccella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  410   
   Votanti  298   
   Astenuti  112   
   Maggioranza  150   
    Hanno votato   15    
    Hanno votato no  283.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Invernizzi 2.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie Presidente, perché diciamo che questo è il festival dell'ipocrisia ? Perché diciamo che è paradossale che, proprio oggi, si discuta in Aula un provvedimento di questo tipo ? Il perché – diciamolo chiaramente, e ditelo voi soprattutto, esponenti della maggioranza – è semplice: lavarsi la coscienza, istituendo una giornata della memoria nei confronti di persone di cui sostanzialmente non interessa niente a nessuno.
  Stiamo parlando di persone che si trovano nell'assoluto disinteresse dei loro Governi, che non hanno lobby potenti alle spalle che spingono per il loro ricordo, per cui facciamo questa «mezza pagliacciata» in un paio d'ore e ci laviamo la coscienza. Ma perché è paradossale quello che sta avvenendo qui oggi ? Perché mentre oggi voi istituite questa giornata della memoria, stiamo all'interno di un momento politico in cui su tutti i giornali, invece, ha avuto un assoluto rilievo un'altra questione, un altro genocidio. Questo è un genocidio vero, il genocidio del popolo armeno. Mentre gli esponenti del Partito Democratico e della maggioranza oggi si glorieranno di questa loro iniziativa, un altro esponente di questa maggioranza, il sottosegretario del Governo, Gozi, dichiara, di fronte ad un genocidio storico di un milione e mezzo di cristiani ammazzati dai turchi, dagli ottomani, che è inopportuno – è inopportuno ! – che il Governo italiano prenda posizione sul genocidio armeno. Quindi nel giorno di un fatto storico gravissimo come il genocidio cristiano di un milione e mezzo di persone, una parte di voi si gira dall'altra parte, perché chissà Erdogan magari dopo si arrabbia, perché non sia mai che i turchi, che voi volete il prima possibile Europa, poi magari se la prendano a male. Proprio in questi giorni, di fronte a questa situazione vergognosa, nella quale voi avete deciso di porvi, prevediamo l'istituzione della giornata per le vittime dell'immigrazione; quanto siamo bravi, quanto siamo buoni. Vorrei anche che magari tra tutti gli esponenti presenti in quest'Aula che non perdono occasione per citare le parole del Papa Francesco, molte volte anche a sproposito, qualcuno si alzasse oggi e dicesse che il Papa viene minacciato dal Premier Erdogan che ha detto: avverto il Pontefice di non commettere ancora questo errore. A voi che il Presidente della Turchia minacci il Papa non fa nessuno effetto. Certo, perché oggi voi vi sentite buoni e bravi, perché ricordate i morti, le vittime dell'immigrazione. Ecco perché siete un Parlamento, una parte politica, di ipocriti e di farisei. Se non vi siete resi conto di quello che sta accadendo nel resto dal mondo, ve lo ricordiamo noi. Sappiate che non è con una semplice legge di tre articoli che si risolve il problema. Articoli, tra l'altro, permettetemelo di dire, raffazzonati: non si riesce a capire cosa devono andare a fare le cooperative il 3 ottobre nella scuole ? Che cosa devono andare a dire ai nostri figli ? Devono farli vergognare della loro storia ? Devono farli vergognare di quello che sono e della loro tradizioni Pag. 43probabilmente, non si riesce a capire. Nel giorno in cui voi istituite questa giornata, lo ricordava prima l'onorevole Molteni, ci sono gli sbarchi. Ricordatevi che mentre voi commemorate le vittime dell'immigrazione – ricordatevelo, sappiatelo – ogni giorno ci sono altre vittime dell'immigrazione, nel momento in cui vi lavate la coscienza. Poi andate in piazza a dire «come siamo bravi» e magari qualche esponente che prima accusava la Lega di becera propaganda, di demagogia, di populismo, di nazifascismo, di lepenismo, andrà in televisione a dire «la Lega ha votato contro l'istituzione della giornata della memoria». Caro onorevole Chaouki, noi continueremo a votare contro queste quisquilie, queste cavolate, che non risolvono nessun problema, tranne quello di farvi sentire sempre più buoni e più belli (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Avverto che il gruppo della Lega Nord ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento.

  DAVIDE CAPARINI. Quindi, ci darà dei tempi ulteriori ?

  PRESIDENTE. Non ho ricevuto richiesta, stavo informando che sono esauriti i tempi. Se mi fate la richiesta, estenderemo di un terzo i tempi.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, chiedo scusa all'onorevole Invernizzi se mi sostituisco a lui nell'illustrare il suo emendamento, dal momento che non lo fa, qualcuno deve informare l'Aula di che cosa si tratta. Nel testo della proposta di legge è scritto che il Ministro dell'istruzione, nel giorno della memoria, sviluppa delle iniziative sul territorio, nelle scuole di ogni ordine e grado, anche in coordinamento con le associazioni e con gli organismi operanti nel settore.
  Credo che sia una norma giusta, perché indubitabilmente il Ministro fa bene ad avvalersi dell'esperienza e della competenza – ma soprattutto dell'esperienza – di chi opera in questo settore. Però la Lega Nord non è d'accordo e propone di cancellare il riferimento alle associazioni ed agli organismi operanti del settore – Caritas Migrantes, Croce rossa e via discorrendo – come per dire che il Ministro non deve avvalersi dell'esperienza acquisita sul territorio.
  Noi riteniamo che sia sbagliato. Questo è l'emendamento, non c'entra niente l'Armenia con quest'emendamento ! Quindi, soltanto per una questione estetica di testo, io voto contro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cuperlo. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI CUPERLO. Grazie Presidente, io sto ascoltando questa discussione con grande attenzione e anche con grande rispetto verso le posizioni critiche, che i gruppi dell'opposizione – alcuni almeno – stanno esprimendo. Ho ascoltato anche l'ultimo intervento del collega della Lega Nord, che poneva una questione. Diceva in una formula retorica: ma che cosa si può andare a raccontare il 3 ottobre ad una scolaresca a proposito dei temi che sono oggetto di una giornata di celebrazione della memoria per le vittime dell'immigrazione ?
  Come ricordava il collega Chaouki, la giornata è fissata per il 3 ottobre, quando si è consumata a poche miglia da Lampedusa la più immane tragedia marittima del Mediterraneo nel XXI secolo: 366 vittime. Sono un numero spaventoso, ma sono effettivamente un numero e le cifre hanno sempre una loro aridità, una loro freddezza. In quelle giornate drammatiche qualche giornale, qualche analista, cercò di capire meglio cosa ci fosse dietro quella cifra e quel numero, chi fossero quelle 366 persone che vennero ripescate nei giorni successivi. Una buona parte di quelli erano rimasti imprigionati nella stiva di un'imbarcazione che era poco più lunga di 20 metri. Sui giornali leggemmo delle storie e delle biografie di tante di quelle persone. Pag. 44Una personalmente mi colpì e, se posso usare questa testimonianza personale, è la ragione per la quale credo che noi non stiamo lavandoci la coscienza oggi in quest'Aula, ma stiamo facendo qualcosa che dovrebbe fare sempre la civiltà, la cultura, ovvero accendere i riflettori, non per lavarsi la coscienza, ma per ragionare sulla propria coscienza, cultura e civiltà.
  Una di quelle vittime è una bambina che aveva dieci anni, poco più. Venne ripescata e la cronaca raccontò che la cosa che stupì i soccorritori è che si trovarono questo piccolo corpo che indossava ai piedi delle scarpe di vernice, come quelle che le bambine di quell'età mettono nei giorni della festa. Alcuni dei sopravvissuti spiegavano che la bimba si era imbarcata con la madre e la madre aveva fatto indossare delle scarpe assolutamente inopportune per un viaggio della speranza di quel genere, ma con la motivazione che si andava in una casa nuova e che in una casa nuova ci si va vestiti bene.
  Io lessi quella testimonianza e capisco anche il pericolo di scivolare nella retorica o nell'inutilità, però penso che in quella vicenda individuale, in quella incredibile tragedia, ci sia anche un pezzo della nostra cultura, della nostra storia, del nostro passato. Dicono gli storici che studiano la materia che dal 1860, l'anno dell'unificazione, alla fine degli anni Settanta, sono stati circa 60 milioni i cittadini italiani che sono partiti alla volta di altri Paesi e di altre parti del mondo, in cerca di un lavoro e di una possibilità di vita per sé e per la propria famiglia. Molti sono rientrati, molti altri no. Molti hanno portato lustro al nome dell'Italia e della nostra cultura nei cinque continenti. Molti con le loro rimesse hanno consentito lo sviluppo e la crescita del nostro Paese. Oggi la globalizzazione è anche questo, certo, è il contrasto alla clandestinità, ma è la solidarietà verso milioni di persone che semplicemente fuggono, fuggono per disperazione, paura, fame, da una vita che non può essere letteralmente vissuta.
  Allora noi dobbiamo entrare nella logica che quella giornata servirà, forse – non ho certezze – per andare in una classe, in una scuola, magari in una classe come quella dei ragazzi che stanno sulle nostre tribune in questo momento e in altri momenti, a raccontare semplicemente la storia di quella bambina di dieci anni, di quelle scarpe di vernice, a ricostruire un filo tra quella vicenda individuale e la storia del nostro Paese, la storia del nostro passato, la nostra storia.
  Nel romanzo più importante della letteratura italiana, Manzoni fa dire a don Ferrante che la storia senza la politica è come una guida che cammina, ma, senza nessuno dietro che impari la strada, getta via i suoi passi. Mentre la politica senza la storia è come uno che cammina, ma senza una guida. Dovremmo ricordarcelo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Area Popolare (NCD-UDC), Scelta Civica per l'Italia, Sinistra Ecologia Libertà e Per l'Italia - Centro Democratico e di deputati del gruppo Misto).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Schirò. Ne ha facoltà.

  GEA SCHIRÒ. Grazie, Presidente. Il collega Invernizzi ha ragione: il Presidente Erdogan ha offeso Papa Francesco e le cose sono state dette male e in modo affrettato.
  Detto questo, si debbono fare due valutazioni. Innanzitutto, occorre riflettere sul messaggio di Papa Francesco, che parlando di genocidio ovviamente parlava e ricordava il genocidio degli armeni, ma ricordava anche tutti i genocidi, compreso quello che sta avvenendo in Siria e comprese tutte le migliaia di morti che stanno avvenendo nel canale di Sicilia. Quindi, non cerchiamo di strumentalizzare il messaggio di Papa Francesco e farlo diventare parte politica. Questo è il primo punto.
  Il secondo è quello sull'ingresso della Turchia. È vero che è velleitario l'ingresso immediato della Turchia in Europa, però se si dovesse...

  PRESIDENTE. Concluda.

  GEA SCHIRÒ. Concludo. Se si dovesse abdicare, come ha ricordato adesso il Pag. 45collega Cuperlo, alla speranza, alla politica e al nostro sostegno affinché la Turchia riconosca il genocido armeno, ci sarà un’«area morta» in Europa.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Caparini. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CAPARINI. Grazie, Presidente. Gli ultimi interventi confermano quello che noi pensiamo sin dall'inizio, cioè che, oltre ad essere una grandissima perdita di tempo, questa si sta rivelando l'ennesima prova di una classe politica che ama guardarsi allo specchio, ama parlare e ascoltarsi, ma è completamente staccata da quella che è la realtà, la cruda realtà che purtroppo determina con scelte scellerate.
  Al collega e professore Sannicandro, che amo per l'arguzia quanto per capacità di saper toccare argomenti a volte scottanti, invece, vorrei far presente che noi abbiamo un testo in Aula, che è quello della Commissione, in cui si parla non del Ministero dell'integrazione o del Ministero dell'istruzione, ma delle istituzioni della Repubblica. Quindi, l'emendamento del collega Invernizzi, che faccio presente essere l'unico ad aver presentato emendamenti a questo provvedimento, è più che corretto. Quindi, ringrazio il professore, ma il suo punto è sbagliato questa volta.

  LUIGI FAMIGLIETTI, Relatore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUIGI FAMIGLIETTI, Relatore. Intervengo per precisare che nel testo compare la dicitura «le istituzioni della Repubblica» a seguito di un emendamento presentato da Cozzolino che è stato accolto in Commissione. L'emendamento di Invernizzi voleva intendere ben altra cosa.
  Gli emendamenti della Lega sostanzialmente volevano fare in modo che non si parlasse del tema dell'immigrazione, ma che si parlasse soprattutto del tema della tratta degli immigrati. Abbiamo ritenuto che, parlando di immigrazione in generale, si dovrà parlare anche del tema dell'immigrazione clandestina.
  Dopodiché, volevo aggiungere una semplice questione, di cui ho parlato anche in sede di discussione e, cioè, che, ovviamente, riconoscere la Giornata delle vittime dell'immigrazione è una questione culturale, ma anche un segno di rispetto verso i tanti italiani che hanno cercato la via dell'emigrazione e hanno trovato la morte, soprattutto sui valichi alpini. Ci sono stati anche tanti nostri connazionali che sono emigrati purtroppo in maniera clandestina e hanno lasciato la vita. Quindi, questa giornata sarà un modo per ricordare nelle scuole gli immigrati che vengono da altre parti del mondo in Italia, ma anche i nostri emigrati che partirono dall'Italia e trovarono purtroppo la morte.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 2.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gigli, Saltamartini, Tidei, Mariano, Carbone, Manfredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  406   
   Votanti  308   
   Astenuti   98   
   Maggioranza  155   
    Hanno votato   23    
    Hanno votato no  285.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Giancarlo Giordano ha segnalato che avrebbe voluto votare contro ma ha votato a favore. Il deputato Placido ha segnalato che non è riuscito a votare contro).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Invernizzi 2.8, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo.Pag. 46
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gigli. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Grazie Presidente, io avrei forse preferito non intervenire. Nessuno del nostro gruppo è intervenuto fino ad ora, ma ritengo opportuno a questo punto farlo perché, per fortuna, il dibattito ha preso un tono un pochino più elevato grazie all'intervento dell'onorevole Cuperlo, che sentitamente ringrazio. E vorrei aggiungere poche parole a quelle che lui ha detto e andrei con la memoria, sì, proprio con la memoria, a due esperienze personali. La prima è quando ho avuto modo di visitare – e ci sono andato di proposito – il museo di Ellis Island a New York dove mio nonno sbarcò nel 1912. E la seconda riguarda una visita, questa occasionale, durante un congresso medico, alla stazione centrale di Filadelfia, dove, sempre a proposito di memoria, vi era una grande catasta di valigie e di altri oggetti utilizzati dagli immigrati, con annesse alcune copie anastatiche dei giornali dell'epoca nelle quali si riportava il parere della gente per bene dell'epoca, delle buone signore di Filadelfia riguardo al cattivo odore, alla sporcizia e alla miseria di questi emigranti. Sono state due cose che mi hanno profondamente colpito, profondamente segnato. E ritengo, allora, che un giorno della memoria, certamente con tutti i limiti di queste giornate, possa servire veramente a renderci conto di ciò che eravamo e possa aiutarci a renderci conto di ciò che saremo. Gli Stati Uniti di oggi non sono più quello che erano nel 1890 nella società WASP; sono fortunatamente degli Stati Uniti migliori. E io voglio pensare che anche l'Italia tra un secolo sarà migliore di quella che è oggi.
  Due ultime cose vorrei dire. La prima riguarda il messaggio del Papa. Credo che a pochi sia ignoto in quest'Aula il fatto che la mia identità è profondamente legata al mondo cattolico.
  Tuttavia, l'invito che vorrei fare a tutti – lo faccio a trecentosessanta gradi – è che se vogliamo veramente rispettare il Papa, questo rispetto va esercitato a trecentosessanta gradi: non è possibile tirarlo per la giacchetta quando si parla di immigrazione, non è possibile tirarlo per la giacchetta quando si parla di genocidio armeno, non è possibile tirarlo per la giacchetta quando si parla di famiglia. Se abbiamo rispetto per il messaggio del Papa, non siamo obbligati a condividerlo tutto, ma, certamente, dobbiamo rispettare la complessità del messaggio. E lo dico come uno che ha fatto, l'altro giorno, una puntualizzazione sulle dichiarazioni del sottosegretario Gozi riguardo al genocidio armeno: ho criticato pubblicamente Gozi, ma non per questo, certamente, possiamo appropriarci dell'invito del Papa a ricordare il genocidio armeno se lo sganciamo effettivamente dalla complessità del suo messaggio, compreso il richiamo, come è stato già detto dall'onorevole Schirò poc'anzi, degli altri genocidi del XX e del XXI secolo.
  Concludo, Presidente, con un invito, però. Io credo che noi dobbiamo esercitare un ruolo anche di coscienza morale per quanto riguarda il futuro dell'Europa e dell'Italia indirettamente. Credo che dobbiamo, ormai, entrare nell'ottica di chi non è capace solo di tessere relazioni di natura economica o di mero scambio commerciale. Dobbiamo, invece, entrare nell'ottica di coloro che hanno un modello di civiltà da proporre e che, conseguentemente, chiedono conto, anche a chi bussa alle porte dell'Europa, dell'adesione cordiale a questo modello.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  GIAN LUIGI GIGLI. Io – ripeto – posso essere del tutto anche favorevole all'ingresso della Turchia in Europa, a patto che la Turchia sposi quelli che sono i valori fondanti dell'Europa. E sposare i valori fondanti dell'Europa – e termino con questo – può significare anche dover fare i conti con la propria storia (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia - Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.

Pag. 47

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, Presidente, per il suo tramite vorrei ringraziare anch'io l'onorevole Cuperlo, perché almeno ha chiarito, bene o male, quello di cui, poi, bisognerà andare a trattare nelle scuole di ogni ordine e grado. Devo dire che è proprio quello che temevo. Innanzitutto, sicuramente l'immagine della bambina con le scarpe di vernice è poetica, se vogliamo, e richiama alla memoria una delle immagini cinematografiche più impattanti, quella della bambina con il cappottino rosso in Schindler's list. Io mi auguro, però, che non ci si limiti soltanto a questo, anche se – ripeto – sicuramente è un'immagine poetica e toccante.
  Così come mi auguro anche che tra questi ragazzi che frequentano le scuole di ogni ordine e grado ci sia qualcuno che, magari, di fronte a quelle persone che appartengono ad organismi, istituzioni che si occupano di queste cose, che, magari, proprio in classe parlano di questa bambina con le scarpette di vernice, ci sia, appunto, qualche alunno che faccia una domanda semplice: ma quante bambine con le scarpe di vernice continuano a morire ogni giorno ? Quante bambine che partono con le scarpe di vernice, partono magari dall'Africa subsahariana e fanno un viaggio lungo ? A quante di queste bambine vengono rubate le scarpe di vernice dalle varie bande che si vendono i migranti, perché, ovviamente, questi sono su un mercato florido ? Io mi auguro, insomma, che, all'interno delle scuole, al di là di buoni sentimenti sparsi a piene mani senza particolari approfondimenti, vi siano anche queste riflessioni da fare.
  E mi auguro che qualche ragazzo, qualche alunno, chieda anche, di fronte a quello che quotidianamente avviene, che quotidianamente ci riportano proprio coloro che riescono a salvarsi dal viaggio della speranza e sbarcano – si parla di percosse, si parla di stupri, si parla di persone che spariscono in questo tragitto, probabilmente, dirottati verso altri mercati, vuoi dello schiavismo, vuoi magari anche degli organi –, mi auguro che qualche bambino chieda: ma lo Stato italiano, di fronte a tutto quello che si sta avvenendo, si limita ad istituire la Giornata della memoria o ha intenzione veramente di affrontare il problema, magari, una volta per tutte ?
  Magari affrontare la questione senza i paraocchi dell'ideologia, senza i paraocchi del buonismo a tutti i costi, perché, ripeto agli esponenti del Partito democratico e all'onorevole Cuperlo in particolare, le bambine con le scarpe di vernice muoiono ogni giorno, non sono morte soltanto il 3 ottobre, muoiono ogni giorno e la colpa di questo non è della Lega nord, onorevole Chaouki o gli altri che non vedete l'ora di andare in televisione per sparare addosso a Salvini e alla Lega nord. La colpa di questi morti è di chi oggi governa, la colpa di questi morti è anche del Partito che oggi esprime l'Alto rappresentante per la politica estera europea, del quale tutti noi ci chiediamo di preciso quale sia il ruolo, visto che se c’è da mandare qualcuno in giro per il mondo ad affrontare le crisi mandano sempre gli altri, salvo l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Europa. Per cui, onorevole Cuperlo, e voi che vi siete alzate in standing ovation perché è bellissima l'immagine della bambina con le scarpe di vernice, a voi io faccio questa domanda: ma quante altre bambine con le scarpe di vernice devono morire ? Quante altre persone devono morire prima che voi come Governo sia in Italia, che come espressione anche di autorevolissimi esponenti in Europa facciate veramente qualcosa per porre fine a tutto questo ? No onorevole, io continuo a parlare, mi dà fastidio se le dà fastidio. Io continuo a parlare e lo dico ad alta voce: non è l'istituzione della giornata della memoria che vi lava la coscienza di fronte ai morti che ci sono ormai da anni, anni in cui voi governate (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Piccione. Ne ha facoltà.

  TERESA PICCIONE. Grazie signor Presidente, o signora Presidente, come mi Pag. 48piace chiamarla. Credo che oggi noi stiamo toccando un tema molto delicato che si sposa molto bene con quanto abbiamo già approvato ieri, perché sono come due facce della stessa medaglia: onorare i morti, i nostri del secolo passato, ma anche tutti quelli che oggi nel mare vicino alla mia terra, a Lampedusa, cadono e vengono spesso dimenticati.
  Il 3 ottobre è una data importante e servono queste giornate. Anche io ho ascoltato con grande attenzione il dibattito: ha ragione anche l'onorevole Bianconi quando dice che si fanno, queste giornate, a ricordo di qualcosa che non c’è più, ma servono anche – e lo dico da insegnante – a farle mentre le cose accadono, forse fanno aprire meglio gli occhi.
  Dopo le parole di Gianni Cuperlo non c’è bisogno di spiegare a cosa servano dentro una scuola, dentro un oratorio, dentro un centro per anziani o una sede di partito, giornate come queste. Voglio dedicare la legge approvata ieri – con cui i ragazzi che amano lo sport potranno, in quanto immigrati, partecipare alle attività sportive delle nostre federazioni, una legge che io ho sottoscritto molto volentieri – e quella che stiamo facendo oggi, voglio dedicare entrambe queste proposte, questi lavori parlamentari a un ragazzino straniero che ho incontrato un giorno, nel giorno in cui il comune di Palermo premia i ragazzi meno abbienti delle scuole medie che vincono una borsa di studio intestata alla memoria di mio fratello, consigliere comunale che amava grandemente la città. Questo ragazzino mi disse: dottoressa, ho vinto questa borsa, ma non servirà a farmi fare lo sport. Sono un campione italiano di badmington, ma non mi vogliono più, perché ora faccio 16 anni e la federazione non mi prenderà più. E piangeva, ritirando il premio di mille euro per continuare gli studi.
  A lui e ai ragazzi come lui e agli italiani che del mondo hanno sofferto le stesse cose vanno dedicati questi lavori e questo nostro sacrificio dentro quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie. Signora Presidente, onorevoli colleghi, è stato chiesto autorevolmente che si faccia qualcosa per impedire che altre bambine con le scarpette di vernice muoiano in questi giorni e nei prossimi giorni. Ora, è possibile condividere o non condividere la politica di questo Governo, pensare che sia giusta o sbagliata, pensare che sia adeguata o inadeguata, ma qualcosa l'Italia sta facendo per impedire che muoiano altre bambine con le scarpette di vernice. Ma non leggete i giornali ? Proprio in questi giorni, migliaia di immigrati sono stati salvati in mare e portati sul territorio italiano, migliaia e migliaia, tra i quali ci sarà stata, forse, anche qualche bambina con le scarpette di vernice. Chi ha posto questa domanda, a me risulta, è contrario al fatto che i marinai italiani salvino la vita della gente in mare e, quindi, non capisco bene il senso di quella domanda. Se si facesse la politica che alcuni vogliono, quelli sarebbero affondati nel mare e le nostre navi non li avrebbero presi, non dico che li avrebbero mitragliati.
  Allora, vogliamo ragionare ? L'Italia non ha la capacità, da sola, di affrontare in radice il problema. L'Italia lo affronta in due modi, uno, con una grande operazione di soccorso in mare, della quale io, come italiano, sono orgoglioso e della quale io rendo merito ai tanti, alle centinaia, alle migliaia di marinai, di finanzieri e di soldati italiani che, in diverso modo, partecipano a questa grande operazione di salvataggio. E vi metto sull'avviso: non è finita ! Perché certo, fin quando non andremo alla radice del problema, questo continuerà; è inutile dire: bruciamo i campi in cui li tratteniamo, e poi dopo che li abbiamo bruciati dove li mandiamo ? Che andranno a fare ? Allora, bisogna abituarsi all'idea che c’è una tragedia umanitaria drammatica e dobbiamo fare la nostra parte, dobbiamo chiedere il sostegno Pag. 49degli altri Paesi europei, questo sì, e una divisione dei pesi adeguata, ma non si dica: l'Italia non fa nulla.
  L'altra cosa che l'Italia deve fare e sta cercando di fare – lo sta cercando di fare il Ministro Gentiloni – è andare alla radice, creare la pace, il dialogo in Libia, in modo da poter creare, in Libia, una fascia dalla quale non partano più le navi dei disperati, ma si possano aprire dei campi di sostegno nei quali affrontare, lì, il problema di questi e poi, magari, con dei documenti quelli che hanno diritto di partire si possono fare partire non solo per l'Italia, ma anche per tutti gli altri 28 Paesi europei.
  Questa è la politica del Governo italiano, non è possibile retoricamente dire: non si sta facendo nulla. Si vuol dire: non si sta facendo abbastanza ? Forse avete ragione, forse io stesso penso che si potrebbe fare di più. Ma non si può dire: non si sta facendo nulla e soprattutto non lo può dire chi non vorrebbe che si facesse neanche quel poco o quel tanto che adesso si sta facendo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 2.8.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Colonnese, Cariello, Pilozzi... forza colleghi che siamo in votazione, affrettatevi... Grillo, Duranti, Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  400   
   Votanti  312   
   Astenuti   88   
   Maggioranza  157   
    Hanno votato   25    
    Hanno votato no  287.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Rotta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi, Carrozza, Migliore, Sibilia.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  407   
   Votanti  306   
   Astenuti  101   
   Maggioranza  154   
    Hanno votato  286    
    Hanno votato no  20.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 1803-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1803-A).
  Poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 3, l'emendamento Invernizzi 3.1, sarà posto in votazione il mantenimento di tale articolo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Colaninno, Di Lello, Colonnese.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  408   
   Votanti  307   
   Astenuti  101   
   Maggioranza  154   
    Hanno votato  290    
    Hanno votato no  17.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 50

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 1803-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marco Di Lello. Ne ha facoltà.

  MARCO DI LELLO. Grazie, signora Presidente. L'istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione non è una mera operazione di buonismo o di facciata, ma un atto dovuto per ricordare quel tragico 3 ottobre a Lampedusa, in cui morirono 366 migranti a pochi metri dalla costa; una tragedia incredibile, ma ancor più una tragedia imperdonabile, perché preannunciata. Una tragedia che ha segnato la storia del Mediterraneo: una sorta di schiaffo in faccia all'indifferenza che non poteva annegare nell'oblio. La reazione immediata all'epoca fu una delegazione guidata da lei, Presidente della Camera, che rese omaggio alle salme.

  PRESIDENTE. Colleghi, però così non si sente veramente l'intervento ! È possibile defluire senza troppo rumore ? Grazie. Prego.

  MARCO DI LELLO. Al ritorno quella delegazione incontrò il Presidente del Consiglio, Letta, e di qui ebbe avvio l'operazione Mare Nostrum, missione della quale dobbiamo andare fieri, e della quale noi socialisti andiamo fieri, perché ha permesso di salvare 100 mila vite umane, come ripetiamo spesso, a un costo di meno di 2 euro per ogni italiano.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 13,15).

  MARCO DI LELLO. Questa operazione – peccato, ridimensionata dopo poco più di un anno – e l'abolizione del reato di immigrazione clandestina sono state delle risposte concrete, anche se, certo, parziali, perché senza l'aiuto dell'Europa non possiamo riuscire, come dimostrano i continui sbarchi. L'istituzione di questa giornata è un'altra risposta che va al di là delle vittime recenti. Vorrei ricordare quello che forse alcuni colleghi della Lega vorrebbero dimenticare e che molti, moltissimi giovani non sanno: parlo di tutte le vittime delle emigrazioni e quindi anche di quelli italiani, uomini e donne, siciliani, campani, abruzzesi, veneti, lombardi, che hanno perso la vita all'estero nelle miniere, per costruire dighe, nel tentativo di varcare clandestinamente i confini con Francia e Svizzera. Dobbiamo ricordare quegli uomini, quelle donne, quei bambini e bambine che hanno lasciato il loro Paese per poter sopravvivere per avere un futuro migliore e invece hanno trovato la morte. Ricordiamoli tutti, quelli di ieri e quelli di oggi, perché solo ricordandoli potremo comprendere, accettare e includere chi invece è sopravvissuto. Perciò i deputati e la deputata socialisti voteranno convintamente a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Grazie, Presidente. «Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l'acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci.
  Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l'elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti Pag. 51figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro. I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali. Si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare. Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano purché le famiglie rimangano unite e non contestano il salario. Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell'Italia. Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più. La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione» Questa, Presidente, è una relazione dell'Ispettorato per l'immigrazione al Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti, datata ottobre 1912.
  Noi riteniamo che parlare di questi temi sia importante perché rappresentano anche la nostra storia. Alla politica va sicuramente il compito di trovare una soluzione per una corretta gestione sostenibile del tema dell'immigrazione, ma alla politica spetta anche il compito di sensibilizzare i nostri giovani su questo tema molto delicato, partendo appunto dalla scuola, per una corretta consapevolezza di quelli che saranno un domani adulti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santerini. Ne ha facoltà.

  MILENA SANTERINI. Grazie, Presidente. Il 3 ottobre 2013 è una data da ricordare, per il numero enorme delle vittime, ma anche perché ha segnato l'inizio di un risveglio delle coscienze nel nostro paese, anzi direi l'inizio della vergogna, perché quelle morti non sono sembrate, almeno per una volta, ineluttabili, il prezzo da pagare alle disuguaglianze globali, ma finalmente sono sembrate alle nostre coscienze qualcosa di inaccettabile e profondamente ingiusto. In questo senso Papa Francesco aveva risvegliato le coscienze da Lampedusa quando ci ha richiamato al fatto che non si può morire di speranza. In questi, ce lo ricorda l'Alto Commissariato ONU per i rifugiati, nell'ultimo anno le morti in mare sono aumentate di 30 volte, solo nei primi mesi del 2015 (gennaio-aprile) le vittime sono almeno 500 e più di ventimila negli ultimi anni.
  L'iniziativa della Giornata non può essere relegata nel passato, come fosse un dramma finito, perché si sta svolgendo ora, sotto i nostri occhi.
  Ci giungono notizie che più di 60.000 persone si trovano in questo momento in Etiopia, giunte dall'Eritrea. Migliaia sulle coste o vicino a Tripoli, in una Libia fuori controllo.
  Ci troviamo oggi a dover ricordare le vittime, ma siamo ancora in tempo a salvare delle vite. In questo momento, ora, tanti stanno subendo violenza da parte di pirati e trafficanti, ora stanno rischiando la vita in mare.
  Per questo non possiamo impietosirci soltanto per la loro sorte se non sceglieremo una politica più coraggiosa e responsabile verso l'immigrazione. Solo negli ultimi tre giorni le autorità italiane hanno soccorso 5.500 migranti. La nostra Marina, la Guardia costiera fanno il loro dovere con competenza e abnegazione, ma i mezzi non bastano più...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Santerini. Ho pregato per la terza volta il Governo di seguire il dibattito perché sta qui per questo.

  MILENA SANTERINI. Stiamo pagando la chiusura dell'operazione Mare Nostrum, sostituita da quell'operazione Triton di Frontex che, lo ricordiamo, è un'operazione di sorveglianza e non di soccorso. Pag. 52Non bastano i mezzi e non bastano i posti di accoglienza, di cui si fanno carico solo alcune regioni, mentre Lombardia e Veneto si sottraggono a un dovere civile e a una buona politica di cooperazione che assuma i problemi del mondo globale, non li nasconda e non li amplifichi.
  Io vorrei dire a tutti i colleghi: sarebbe una ben misera politica quella che, per qualche voto tirato su, dettato dall'egoismo e dalla paura, scatena ostilità contro persone che hanno diritto a chiedere asilo. Questo principio del diritto d'asilo ha reso civile l'Europa dopo la Seconda guerra mondiale, non l'ha fatta ripiombare nella barbarie, come qualcuno oggi vorrebbe. La buona politica – e non una politica misera – è quella per cui l'Italia si fa carico di una strategia europea più ampia, con la credibilità di chi agisce secondo principi di solidarietà, di accoglienza ma anche di lungimiranza e chiede ai Paesi partner una corresponsabilità.
  I richiedenti asilo in Italia sono più che raddoppiati ma siamo ancora sotto la media europea. Ci vuole un intervento congiunto ed è possibile chiederlo all'Europa. Il nostro gruppo questa buona politica dell'immigrazione, questa strategia unitaria l'ha chiesta più volte. Mi stupiscono sempre gli interventi qui in Aula di persone che invocano la retorica e il buonismo per contestare qualcosa di inoppugnabile: che queste vite vadano salvate.
  Io credo che non ci sia nessuno qui che non sia toccato dalle sorti individuali di questi immigrati, di queste persone che provano in tutti i modi a salvarsi e muoiono di speranza, eppure non siamo capaci di una strategia unitaria. Non siamo capaci di un'azione politica, ci interessa di più colpire il nemico politico che agire insieme e risolvere questo dramma immane.
  Noi abbiamo chiesto anzitutto canali legali di arrivo. Nei flussi misti in arrivo da Paesi asiatici e africani, dal Mali come dall'Eritrea, dalla Siria come dalla Nigeria ci sono profughi. Gente che scappa dalla guerra, dalle bombe, dalla violenza. Devono poter chiedere asilo già in centri sicuri nei Paesi di transito, senza affrontare il pericolo del mare.
  Poi abbiamo chiesto più mezzi per i soccorsi e per l'accoglienza soprattutto per i Paesi più esposti, come l'Italia, la Grecia, Malta. Abbiamo chiesto, anche in una recente mozione, la revisione del Trattato di Dublino, che impone di chiedere asilo solo nel primo Paese d'arrivo, ignorando il diritto al ricongiungimento familiare di gente che vuole proseguire per altri Paesi europei. Abbiamo chiesto un programma pilota per questi permessi temporanei.
  Si è parlato di cosa dire nelle scuole: io non credo sia così difficile parlare ai giovani di questi temi. Possiamo raccontare, l'abbiamo detto, riprendere il filo della storia, della storia degli italiani emigrati, delle stragi come quella negli Stati Uniti di Monongah o di Marcinelle, quando lo straniero eravamo noi. Possiamo riprendere il filo delle storie...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Santerini. Sottosegretario Manzione e colleghi, grazie.

  MILENA SANTERINI. Possiamo riprendere il filo delle storie individuali. Abbiamo parlato della storia di queste bambine; forse non tutti sanno che ne ha parlato Primo Levi nei «I sommersi e i salvati», quando riprendeva Manzoni, riprendeva la storia di Cecilia di fronte a cui i monatti, abituati a centinaia di morti, si fermano con pietà e con rispetto. E la stessa storia avveniva nei lager: magari sonderkommando abituati, divenuti cinici di fronte alla morte di tanti si fermavano di fronte a un caso, a una vita.
  E Primo Levi concludeva: «Noi che non siamo capaci di pietà per molti, forse saremo capaci di pietà per uno». Oggi si è parlato di questo, della bambina con il cappotto rosso, della bambina che ha cercato speranza e ha trovato la morte in mare. Queste storie si possono raccontare nelle scuole.
  Poi possiamo parlare dei giusti nelle scuole, possiamo parlare di chi salva, possiamo parlare dell'organizzazione eritrea Pag. 53Habeshia, che in questo momento ci sta tempestando di richieste di aiuto e di appelli per persone in mare, di donne come Alganesh Fessaha, che va nel Sinai a sottrarre e a riscattare le persone rapite. Possiamo parlare dell'organizzazione dell'ONU, di Amnesty, delle tante associazioni, come la comunità di Sant'Egidio, che accolgono e aiutano centinaia di persone e gruppi che si fanno carico di tanta gente sbarcata senza nulla.
  E io voglio qui ringraziare anche la Presidente Boldrini perché su questo tema è sempre presente e sempre ha parole di saggezza e di solidarietà.
  Vorrei concludere ricordando un problema e un tema, il problema della sepoltura delle vittime, quelle che non ci sono più. Nel libro I fantasmi di Portopalo Giovanni Bellu aveva per primo evocato il tema dei morti sconosciuti, i morti ignoti di questa guerra contro i poveri. Era partito da un volto, da un nome di un ragazzo tamil di diciassette anni, Anpalagan Ganeshu. Anch'io voglio ricordare questa storia. Da lì, noi possiamo ricordarci di quanto è importante restituire un nome a queste vittime.
  Vorremmo che questa giornata vada a sostenere chi fa il lavoro di dare un nome ai corpi abbandonati che qualche madre o qualche famiglia sta cercando in qualche parte del mondo e vorremmo dignità per la sepoltura di tanti profughi, e non tombe abbandonate e incolte. Perché la dignità che noi daremo a questi vivi e a questi morti è la dignità che restituiremo anche a noi stessi (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia - Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rampelli. Ne ha facoltà.

  FABIO RAMPELLI. Grazie, Presidente, cari colleghi, Governo, intanto dico preliminarmente che utilizzeremo – come, a nostro giudizio, si sarebbe dovuto fare sin dall'inizio di questa seduta, o almeno da quando abbiamo iniziato a parlare di questa proposta di legge – toni bassi perché penso che, quando comunque si parla di vittime, fossero dieci o fossero centomila, almeno per quelli che hanno una cultura politica quale quella che anima Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale all'insegna del rispetto della vita innanzitutto e della centralità della persona e, quindi, anche della centralità delle pene che una persona subisce quando attraversa le spigolosità e le fragilità della vita umana, si debba comunque trovare la forza di distinguere, anche nel rispetto delle diverse posizioni, quello che si può dire con i toni dovuti e quello che è opportuno magari coltivare dentro di sé senza dare in escandescenze.
  Io non credo che questa proposta di legge sia particolarmente utile e significativa, non lo credo e penso di non essere il solo; penso che Fratelli d'Italia sia perfettamente sintonizzato sulla lunghezza d'onda della stragrande maggioranza degli italiani. Penso che dovremmo essere un po’ più seri – è giusto dirlo ed è giusto dirlo con voce bassa – perché il rispetto principale di chi perde la vita in fenomeni complessi, come quello dei flussi migratori di questi anni ...

  PRESIDENTE. Colleghi, dovete abbassare il tono della voce. Prego, onorevole Rampelli.

  FABIO RAMPELLI. Penso che un Governo, un Parlamento abbia ben altri strumenti per onorare delle tragedie; ha dei compiti esecutivi molto chiari e, quindi, è giusto innanzitutto, prima di celebrare giornate di commemorazione e prima di istituirle, lavorare affinché quelle tragedie non abbiano a reiterarsi.
  Penso che sia giusto ricordare che questo paradossalmente sta diventando uno Stato costipato di commemorazioni. Sono talmente tante che poche hanno resistito all'urto e all'usura del tempo e della consuetudine, pochissime.
  Abbiamo istituito la giornata per ricordare i martiri delle foibe e poi magari il Ministero dell'istruzione si dimentica di fare le circolari e di farne parlare i bambini nelle scuole. Non abbiamo istituito la giornata per le vittime dell'usura e Pag. 54forse potremmo farlo anche per la giornata delle vittime dell'oppressione fiscale.
  Ci sono davvero decine e centinaia di fattispecie che potremmo istituire da questo punto di vista e ci sono tante altre giornate e celebrazioni e commemorazioni che noi invece abbiamo di fatto dimenticato, che abbiamo continuato e continuiamo a commemorare magari semplicemente perché la legge ce lo impone. Lo facciamo distrattamente senza far seguire all'istituzione di una legge un fenomeno di carattere sociale che possa formare le coscienze, che possa ricordare e ammonire rispetto alle conseguenze del tenere la guardia bassa rispetto a determinati fenomeni che accadono.
  Vorrei ricordare che questo non è un dibattito di politica estera, non è un dibattito di geopolitica, non è un dibattito sulla sicurezza o sull'immigrazione, ma di fatto, visto che la materia è perfettamente coerente, penso che sia utile ammonire chi sostiene questa proposta di legge e ricordare che, nel 2010, noi abbiamo avuto dieci decessi soltanto per le traversate dalle coste dalla Libia all'Italia, ed abbiamo avuto poche decine di sbarchi. Certo, ci sono state le primavere arabe ed è esplosa una situazione che, comunque, non era certamente rosea neanche nel 2010 o negli anni precedenti al 2010.
  Quindi, non vorrei che l'approvazione di questa proposta di legge e l'istituzione della giornata in cui si commemorano le vittime dell'immigrazione corrisponda in buona sostanza ad una sorta di celebrazione di Mare Nostrum, che è esattamente il provvedimento colpevole delle 3 mila morti nel 2014, rispetto alle dieci del 2010. Cioè, nel giro di quattro anni le abbiamo moltiplicate a dismisura, stando alle morti accertate, perché tutti sanno che i 3 mila morti del 2014 non sono tutti i morti per le traversate tentate con il desiderio, la volontà, l'utopia di raggiungere una speranza.
  Quindi, colleghi, abbiamo riflettuto all'interno del nostro gruppo in queste ore, abbiamo ascoltato, abbiamo ascoltato anche silenziosamente, avremmo magari voluto esprimere il nostro voto favorevole, ma solo in omaggio alle vittime vere dell'immigrazione; non possiamo farlo e non ce la sentiamo di farlo, perché c’è un limite anche al tasso di ipocrisia, che comunque si deve rispettare.
  Per noi, questa proposta di legge è un inno all'ipocrisia e non la possiamo sostenere. Quindi, per le ragioni che ho esposto, con grande sobrietà, preannuncio il voto contrario di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.

  PRESIDENTE. Colleghi, vorrei pregare tutti, siccome ci sono molti interventi e c’è del tempo: chi ha altro da fare può andarlo a fare fuori dall'Aula e i pochi che stanno in Aula possono parlare ed essere ascoltati in un modo civile. Penso che sia un minimo di rispetto da garantire a tutti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie Presidente, il tasso di melassa che oggi c’è in quest'Aula è pari probabilmente soltanto a quello che c'era quando abbiamo ratificato la Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne: tante bellissime parole, poi magari dopo due settimane si è provveduto a depenalizzare tutta una serie di reati che con la violenza sulle donne invece una certa affinità ce l'avevano.
  Quindi, siamo in un momento di quel tipo, un momento nel quale ci si sente buoni, perché in quel caso si diceva: che bravi, affrontiamo una piaga sociale come la violenza sulle donne. Oggi, invece, ci si sente buoni perché le migliaia di morti che ci sono state e che ci saranno, che ci sono oggi e che ci saranno anche la settimana prossima, insomma ci saranno fino a quando voi non capirete che la politica immigratoria di questo Paese è sbagliata, comunque sono onorate e, comunque, siamo tutti più belli, e poi possiamo andare anche tranquillamente a mangiare.
  È il festival dell'ipocrisia e l'abbiamo detto, l'abbiamo ripetuto e lo diciamo anche in sede di dichiarazione di voto finale. È la classica operazione con cui solitamente ci si lava la coscienza, con cui Pag. 55si dice: sì ci sono i morti, certo, continuano.
  Ho sentito prima gli interventi di esponenti che sostengono questo Governo in cui si diceva «sì i morti continuano, ma insomma l'Europa dovrà fare qualcosa». Da quant’è che dite: l'Europa dovrà fare qualcosa ? Da quanto è che un esponente che voi conoscete molto bene, l'ex onorevole Mogherini, siede nella torre eburnea dell'Europa, con un altisonante titolo ? Insomma chi è che deve fare qualcosa su questa questioni, se non l'Alto rappresentate per la politica estera e di sicurezza comune ? Chi è l'Europa ? L'Europa, signori, se non lo sapete, è la Commissione europea, in cui la Mogherini, vostro esponente, ha una qualche competenza, ha un'assoluta competenza su temi di questa materia. Così, mentre voi dite l'Europa deve fare qualcosa, state accusando il vostro esponente di sedere sulla sedia per scaldarla e basta (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini), perché i dati di fatto sono questi. E non sarà sicuramente l'istituzione di una giornata della memoria per le vittime dell'immigrazione che trasformerà il fatto storico e che permetterà a voi dire deviare la responsabilità verso entità più o meno determinate tipo l'Europa. La responsabilità di quello che avviene, la responsabilità di quello che è avvenuto negli ultimi tre anni, è solo ed esclusivamente di chi in questi tre anni, in Italia, ha ricoperto incarichi di Governo, è del Partito Democratico e di coloro che sostengono, anche oggi, il Governo Renzi. Nel suo intervento prima, l'onorevole Rampelli ricordava come le decine, le migliaia di morti in mare non ci sono sempre state. No, questi numeri ci sono soltanto negli ultimi anni e la responsabilità è ancora dell'Europa che ha bombardato la Libia. Dell'Europa, la mamma in cui voi vi riconoscete, che, dopo averlo bombardato la Libia e dopo essersi, anche in questo caso in modo molto ipocrita, quasi gloriata di quello che stava avvenendo sulle coste del nord Africa, le famose «primavere arabe», non è riuscita ad affrontare le conseguenze di quello che stava avvenendo.
  Ho sentito, onorevole Presidente, anche durante la discussione, tutta una serie di interventi che non hanno, permettetemelo di dire, né capo, né coda. Ho sentito gente citare gli Stati Uniti d'America, dicendo «addirittura negli Stati Uniti d'America il mondo è cambiato, non è più quello di 100 anni fa, nei confronti dell'immigrazione». Allora, invito l'onorevole Gigli, che prima parlava di politica dell'immigrazione degli Stati Uniti d'America, a parlarne anche con la California, il Texas, il Nuovo Messico e l'Arizona, in cui proprio sul confine con il Messico vi è un muro costruito per opporsi all'immigrazione clandestina. Questo c’è anche oggi, dove in America governa il lume tutelare della sinistra mondiale, vale a dire il Presidente Obama.
  Ho sentito prima anche altri esponenti che attaccavano la Lega dicendo «ma voi vi lamentate di quello che avviene, fosse per voi non sarebbero neanche accolti». Sbagliato, sbagliatissimo, questa è la propaganda che voi continuate a fare. Questo è il modo con cui voi affrontate le legittime recriminazioni che su questo tema la Lega Nord porta avanti. L'aiuto nei confronti di coloro che si trovano in situazioni di emergenza nel mare è stabilito dalle regole internazionali. Qua nessuno dice che queste persone non debbano essere aiutate. Qui, e questo lo ribadiamo, queste persone, secondo noi, vanno aiutate, rifocillate, curate se in condizioni di pericolo di vita, dopodiché vanno rimandate da dove vengono. Si dice «ma che modo di ragionare è questo, vergognatevi». È quello che fa quotidianamente l'Australia, che mi sembra sieda all'ONU, che mi sembra partecipi a convenzione internazionale con parecchi altri Stati. L'Australia che mi sembra che sia uno Stato civile. L'Australia che, come tutti sapete, è terra d'immigrazione. L'Australia è stata costituita da immigrati e nei confronti dell'immigrazione l'Australia ha una politica che noi vorremmo venisse replicata anche in Europa. Ecco qual è la posizione della Lega Nord nei confronti dell'immigrazione. Pag. 56Oggi, voi vi voterete questa bella legge e ovviamente la Lega voterà contro.
  Il 3 ottobre sicuramente vi farete invitare dai vostri amici professori, presidi, nelle varie scuole ad andare a parlare d'immigrazione. In quei giorni lì, come ho avuto occasione di ricordare prima, vi invito a parlare ai giovani, a questi ragazzi, ai bambini, perché scuola di ogni ordine e grado, significa che qualcuno andrà a parlare anche con i bambini di prima e seconda elementare.
  Andate a dire che il problema degli immigrati in Italia non è assolutamente risolto e che la gente continua a morire, malgrado vi sia al Governo ormai da anni la più grande forza della sinistra in Italia (o dell'ex sinistra e, comunque ,che si rifà ai valori della sinistra), malgrado appunto questa forza ormai governi da anni.
  Presidente, abbiamo avuto occasione di dirlo e lo ribadiamo: nei confronti dell'immigrazione ci si può porre in due modi o, per così dire, con un sentimento da libro «Cuore», quindi dicendo che quello che avviene altro non è che colpa dell'Occidente cattivo e che noi in Italia abbiamo responsabilità storiche nei confronti delle persone che vengono qui da noi.
  Scappano tutti dalla guerra. Io vorrei chiedere perché oggi siano sbarcati, sembra un centinaio di persone, provenienti dal Bangladesh. Chiedo che guerra vi sia oggi in Bangladesh, perché a me sfugge quest'ultimo conflitto armato. Oppure nei confronti dell'immigrazione ci si può porre in un'altra maniera, ovvero in un modo pragmatico, in un modo degno, per così dire, di qualunque Stato civile. Infatti, nel momento in cui noi oggi istituiamo questa giornata della memoria, ci troviamo anche a dovere ricordare che queste vittime, in parte, sono responsabilità nostra, non nostra che siamo all'opposizione, ma vostra, vostra che siete al Governo. Infatti permettete – come avete permesso con l'operazione Mare Nostrum, permettete con l'operazione Triton e con Frontex o quello che è – di sviluppare in queste persone che scappano una facile illusione, cioè quella che comunque questo tragitto sia sicuro, assolutamente sicuro, che sia semplice, che sia soprattutto un viaggio che dà assolutamente qualunque tipo di sicurezza totale. Così non è. E non continuate a nascondervi dietro il dito dell'operazione Mare Nostrum, perché prima di arrivare su queste coste, i mercanti di morte organizzano viaggi attraverso i deserti, viaggi nei quali vengono commesse le peggiori atrocità che possono essere descritte: violenze, stupri, assassini – e mi avvio alla conclusione – vendita di persone che partono per arrivare in Europa, venduti appunto a mercanti di schiavi che chissà dove li fanno arrivare.
  Oggi l'immigrazione e il commercio che vi sta alle spalle è sostenuto dalle politiche miopi, stupide e buoniste che anche il Governo italiano sta portando avanti. Ecco perché, signor Presidente, al di là di tutte le accuse di essere beceri, cattivi, violenti di non avere questa apertura sia mentale che spirituale che voi avete, la Lega Nord voterà convintamente «no» a questo festival dell'ipocrisia (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rabino. Ne ha facoltà.

  MARIANO RABINO. Presidente, rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, la presente proposta di legge, che istituisce, quale giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione, il giorno 3 ottobre, nasce dall'esigenza di preservare nella memoria collettiva del Paese il ricordo della grave tragedia avvenuta al largo di Lampedusa il 3 ottobre 2013.
  Quel tragico naufragio è forse l'episodio più grave in termini di perdita di vite umane, ma purtroppo non è l'unica strage di migranti avvenuta nel canale di Sicilia: in questi anni oltre 20 mila persone vi hanno già perso la vita, trasformando i fondali del Mediterraneo, il Mare Nostrum, in un enorme cimitero, epicentro di una silenziosa catastrofe umana.
  Si tratta di drammi che dovrebbero suscitare la ribellione morale di chiunque Pag. 57abbia senso civico, rispetto della dignità umana, perché ci sono circostanze in cui l'indifferenza non è ammessa. Del resto, dal Mediterraneo viene la nostra storia e ancora ciò che lì accade ci riguarda decisamente.
  In questa sede, non possiamo non rivolgere un doveroso pensiero e ringraziamento ai nostri operatori della marina militare, della guardia costiera, della finanza, dei carabinieri, della polizia e di quanti, a partire con l'operazione Mare Nostrum, hanno lavorato per salvare tante vite umane.
  L'impossibilità per molti dei naufraghi di potersi trasferire liberamente in altri Paesi dell'Unione europea, ove spesso risiedono familiari e parenti già da tempo integrati ed insediati, ha portato all'ulteriore conseguenza per la quale molti potenziali beneficiari di protezione internazionale rifiutano di farsi riconoscere una volta giunti in Italia, nella speranza di potere, magari di nuovo clandestinamente, raggiungere i propri parenti nei paesi del nord Europa, come è avvenuto con i profughi siriani accampati nella stazione di Milano.
  Negli ultimi anni si è determinato un profondo cambiamento dei flussi migratori, non più a carattere solo emergenziale o meramente economico, ma sempre più legati all'instabilità politica di alcuni Paesi della sponda sud del Mediterraneo, che hanno portato ad un vero e proprio cambiamento nella composizione degli stessi, sempre più caratterizzati da migranti spinti dalla necessità di fuggire da luoghi devastati da guerre e persecuzioni.
  È un dovere morale dell'Europa fermare quanto sta accadendo, perché essa non rappresenta soltanto uno spettatore inerme sulla sponda battuta dalle ondate del popolo dei barconi. Se, infatti, l'Italia rappresenta geograficamente la porta verso l'Africa dell'Unione europea, è giusto che sia quest'ultima ad assumersi la responsabilità di fronteggiare un fenomeno epocale, che coinvolge non solo il nostro Paese ma tutto il continente. Eppure, si fa ancora fatica a trovare una strategia unitaria nell'affrontare le politiche dell'immigrazione, nonché un approccio ispirato a principi di solidarietà, umanità e di accoglienza. Lo stesso Papa Francesco, visitando Lampedusa nel luglio 2013, disse «no» alla globalizzazione dell'indifferenza. Ciò vale soprattutto in queste ore drammatiche, in cui migliaia di persone continuano a fuggire dal crimine e dal terrorismo dell'ISIS, fino ad arrivare alla persecuzione delle minoranze cristiane in Nigeria, in Kenya e a quello che accade nel Corno d'Africa fino alla vicina Libia e al caos che tutti noi conosciamo.
  Solo l'Europa può affrontare, per via diplomatica, i problemi di politica internazionale che sottendono al boom dei flussi migratori, stipulando accordi più incisivi con i Paesi da cui i profughi provengono, nonché adottando tutte le misure necessarie a predisporre una strategia comune di difesa delle frontiere marittime, di soccorso in acque internazionali e di accoglienza dei richiedenti asilo in tutti i Paesi europei. L'incapacità di concordare politiche europee coerenti in materia di immigrazione e asilo nonché il nostro mancato impegno nella realizzazione di una politica euro-mediterranea a pieno titolo offrono terreno fertile agli odiosi crimini perpetrati da trafficanti violenti e privi di scrupoli.
  È necessario un impegno maggiore a lungo termine nei luoghi di origine (attraverso, ad esempio, programmi di ricostruzione congiunti a livello europeo) nonché una corretta politica per i richiedenti asilo e i rifugiati fatta di regole chiare e giuste (come quelle vigenti in altri Stati a forte immigrazione, come gli Stati Uniti e il Canada), con l'indicazione di alcune limitazioni e priorità che garantiscano protezione a chi ne ha maggiormente bisogno. Insomma, non vogliamo essere lasciati soli in questo lavoro delicato di inclusione e tutela. Il Mediterraneo deve tornare ad essere un mare di pace e di opportunità sia per i migranti che per noi stessi.
  Rileggendo le pagine di storia delle nostre migrazioni ritroviamo le stesse sofferenze, gli stessi patimenti, la stessa diffidenza riservata a chi viene visto come un elemento estraneo dalla comunità, atteggiamenti Pag. 58che non sono cambiati con il passare dei decenni. Le migrazioni sono un fenomeno umano, legate alla geopolitica, alla mutevolezza dei nostri Stati e delle democrazie. Così se dall'Italia una volta si scappava, oggi si arriva, ma non è sempre un approdo, semmai una terra di obbligato passaggio per chi arriva dalla sponda sud del Mediterraneo.
  Ma ricordiamoci che non è chi arriva che dobbiamo contrastare, ma chi sfrutta la miseria, la difficoltà altrui con soli intenti speculativi. Le speranze e le tragedie di quanti, spinti dalla disperazione e dalla miseria, fuggono dai propri Paesi alla ricerca di un'esistenza dignitosa ci parlano anche della nostra storia, degli emigranti italiani che subirono sulla propria pelle il peso dell'indifferenza e il disprezzo del razzismo. Tanti nostri connazionali hanno vissuto quelle sofferenze, ma hanno anche avuto la possibilità di riscattarsi e costruirsi un futuro migliore. Quella possibilità, oggi, altri popoli la chiedono a noi e all'Europa.
  Pensiamo ai tanti migranti italiani che, dopo la Seconda guerra mondiale, tentavano di entrare clandestinamente in Francia, per esempio, sottoponendo se stessi, le loro donne e i loro bambini a pesantissimi rischi per la loro incolumità e per la vita stessa. Si trattava, infatti, spesso di superare i valichi alpini senza attrezzatura, senza conoscenza della montagna e delle difficoltà che presenta, malnutriti, mal equipaggiati, con carichi pesanti.
  Un altro esempio. Nel 1951 in Germania su 50 mila emigranti italiani almeno il 50 per cento era illegale.
  In Svizzera, dove era vietato il ricongiungimento familiare, più di 10 mila bambini, figli di migranti italiani, hanno vissuto da clandestini, barricati in casa, senza poter andare a scuola. Questa proposta di legge vuole offrire al nostro quadro legislativo uno strumento di memoria e di coscienza: ricordare uomini, donne, bambini di cui non sappiamo il nome, di cui non conosciamo il loro passato, che hanno affrontato un viaggio che doveva consegnarli ad un futuro migliore e, invece, hanno trovato la morte.
  Fare memoria del passato serve per imparare a guardare al futuro con senso critico e porre rimedio agli errori commessi. L'istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione tende alla diffusione di un più forte senso di solidarietà civile, del rispetto della dignità umana, della consapevolezza del valore della vita di ogni essere umano e del valore dell'accoglienza, affinché tragedie come quelle di Lampedusa non si ripetano. Vorremmo che questa giornata diventi davvero un momento di riflessione nazionale, un momento, come prevede il testo del provvedimento, pedagogico, anche per far sì che in tutte le scuole, in tutte le università e in tutte le biblioteche italiane si possa riflettere su cosa accadde quel giorno e soprattutto su quello che riguarda le storie drammatiche di migliaia di profughi, di rifugiati, che ancora oggi vivono davvero nella solitudine, in campi profughi come quello di Yarmouk, oggi sotto attacco, dove gruppi di terroristi, gruppi armati, non fanno distinzione tra civili inermi e fazioni in guerra.
  Come nel sogno di Spinelli, dobbiamo far sì che l'Europa sia sempre più crocevia di popoli e culture, terra promessa per chi fugge dalla persecuzione e dalla tortura, un approdo per i diritti delle persone, uno spazio di libertà e di pace. È indispensabile sensibilizzare in particolare le nuove generazioni al rispetto della dignità umana, nonché ai valori della solidarietà e dell'accoglienza, per contribuire ad affermare quel senso di comunità troppo spesso offuscato dai pregiudizi e dall'egoismo sociale, in linea con i principi sanciti dall'articolo 2 della Carta Costituzionale che riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità.
  Per tutte queste e anche altre ragioni, il voto favorevole di Scelta Civica a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Costantino. Ne ha facoltà.

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  CELESTE COSTANTINO. Grazie Presidente, la notte tra il 2 e il 3 ottobre 2013 uno dei cosiddetti viaggi della speranza verso le coste dell'Europa finiva in tragedia. Al largo di Lampedusa affondava un peschereccio libico di circa venti metri, provocando la morte di 366 persone, la più grave catastrofe che abbia conosciuto il nostro Mediterraneo. Conosciuto, appunto, perché sono tante, troppe le tragedie avvenute di cui non sappiamo nulla. A diciotto mesi da quegli eventi siamo qui a votare il riconoscimento del 3 ottobre come Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione, per conservare e rinnovare la memoria di tutti quelli che hanno perso la vita nel tentativo di arrivare sulle nostre coste per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni, alle torture e alle miserie. Cosa è cambiato da allora ? Ancora troppo poco. Ci sono state operazioni che hanno sicuramente salvato vite, ma che con il tempo si sono trasformate in altro. La missione Mare Nostrum, per esempio, che si è tramutata in Triton, un'operazione inefficace, che, numeri alla mano, evidenzia falle e che preoccupa in vista dell'estate, periodo che tradizionalmente fa segnare un picco degli sbarchi.
  Già in queste ore l'Italia è ripiombata in quella che continuate ostinatamente a definire emergenza. Al porto di Palermo sono arrivate 1.169 persone, originarie della Siria, dell'Eritrea e della Somalia, recuperate in mare da una nave militare. A Reggio Calabria, invece, ha attraccato la nave Orione, con a bordo 670 profughi dell'Africa subsahariana, tra i quali i 144 emigranti ripescati in mare dopo che il barcone su cui viaggiavano si è rovesciato. Ma sono le testimonianze dei superstiti a lanciare l'ennesimo allarme: sarebbero più di 400 le vittime del naufragio e, tra loro, molti giovani, probabilmente minori. Tutto ciò non basta purtroppo a far capire quanto sia inadeguato un sistema che si limita solo al controllo delle frontiere europee nel Mar Mediterraneo, intervenendo con un numero esiguo di mezzi e in un'area che non va oltre le 30 miglia dalle coste italiane. Un tratto di mare tra Africa e Italia in cui negli ultimi sei mesi si sono registrati solo il 15 per cento degli eventi.
  Ciò perché non esiste una sensibilità umanitaria nella missione Triton, che fa scattare le operazioni solo su precisa segnalazione, ritardando i tempi di soccorso e condannando così centinaia di esseri umani. Per questo, Sinistra Ecologia Libertà pensa che, per rinnovare davvero la memoria, bisogna rinnovare la solidarietà, il rispetto della dignità umana, l'integrazione e l'accoglienza e serva, in primis, sconfiggere l'ipocrisia di certa politica. Fino a quando le missioni saranno solo basate su logiche emergenziali, continueremo a rendere il Mediterraneo il più grande cimitero del mondo.
  Allora, dobbiamo fare in modo che il voto di oggi sia un impegno per questo Parlamento e per questo Governo e fare in fretta: bisogna combattere la tratta di esseri umani, riformare radicalmente il diritto di asilo, far cambiare le regole ingiuste di Dublino, argomento che – voglio sottolineare – non è stato affrontato per nulla dal Premier Renzi durante il semestre europeo. Apriamo i corridoi umanitari e creiamo i presidi territoriali con l'Unione europea. Non facciamo finta di non sapere delle migliaia di migranti che muoiono nel deserto, delle donne abusate e violentate nelle carceri libiche, degli uomini torturati nei viaggi della speranza, delle condizioni dei migranti nei CARA e nei CIE italiani, del loro sfruttamento nelle nostre campagne e nella nostra economia.
  Concludo, Presidente. Il nostro è un voto favorevole, convinto e deciso a questa Giornata, ma che non si vuole fermare qui: il prossimo passo dovrebbe essere adottare una visione più ampia sui fenomeni migratori, pensando ad un sistema europeo come comune di asilo, introducendo visti umanitari nei Paesi di origine e transito, aprendo canali legali per l'immigrazione. Tutto questo non solo è possibile, ma è necessario. Oggi sanciamone il ricordo e facciamo in modo che ci accompagni nelle scelte politiche future (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

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  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scopelliti. Ne ha facoltà.

  ROSANNA SCOPELLITI. Grazie, Presidente, il gruppo parlamentare Area Popolare voterà a favore della proposta di legge in esame. È un'iniziativa che nasce dall'esigenza di preservare nella memoria collettiva il ricordo della grave tragedia avvenuta, a largo di Lampedusa, il 3 ottobre 2013. Quel tragico naufragio costituisce ad oggi, forse, l'episodio più grave in termini di perdita di vite umane, ma, purtroppo, non è l'unica strage di migranti avvenuta nel canale di Sicilia. In questi anni, oltre 20 mila persone vi hanno già perso la vita, trasformando i fondali del Mediterraneo in un enorme cimitero.
  L'istituzione di questa Giornata, della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione, intende contribuire alla diffusione di un più forte senso di solidarietà civile, del rispetto della dignità umana, della consapevolezza del valore della vita di ogni essere umano e del valore dell'accoglienza. Ed è indispensabile sensibilizzare, in particolare, le nuove generazioni sui temi dell'immigrazione. Proprio per questo, vengono promosse, in occasione di questa Giornata, iniziative di sensibilizzazione e formazione su questi temi nelle scuole di ogni ordine e grado.
  I temi dell'immigrazione, dell'accoglienza sono di fondamentale importanza per uno Stato democratico come il nostro, che si è trovato in prima fila a fronteggiare gli sbarchi di persone che fuggivano e che fuggono, ancora oggi, da guerre e miserie. È un tema importante – lo ripeto, dopo averlo già rimarcato in sede di discussione sulle linee generali – che è e deve rimanere fuori da ogni becera strumentalizzazione.
  Presidente, colleghi, ognuno di noi è colpito dal dramma umano, dal dolore per le vittime di questa tragedia ed altrettanto conosce la fatica e le difficoltà dell'accoglienza che i nostri amministratori e i cittadini, soprattutto della mia regione, delle regioni meridionali, insieme agli uomini e alle donne delle forze dell'ordine – che ringrazio sempre – si trovano ad affrontare in contesti al limite dell'impossibile. Ebbene, loro lo fanno, lo fanno sempre con forza, con coraggio e con dignità. È proprio per questo, Presidente, che mi aspetterei non una bieca strumentalizzazione per un pugno di voti fatti da alcune forze politiche, che, fra l'altro, un giorno sì e l'altro pure, chiedono le dimissioni del Ministro dell'interno, dimenticando – non si sa se colpevolmente o meno – che è stato proprio lui l'unico, pur non avendo competenze nel governo dei flussi migratori, a riuscire a sostenere il coinvolgimento dell'Europa.
  Presidente, l'instabilità politica di numerosi Paesi del bacino meridionale del Mediterraneo ha, infatti, notevolmente incrementato, nel corso degli ultimi anni, un fenomeno migratorio che sempre più vede persone indifese fuggire da teatri di guerra che li obbligano ad intraprendere viaggi della disperazione che, spesso, finiscono in tragedie.
  Il 3 ottobre 2013 a Lampedusa, 366 migranti trovarono la morte a largo della Sicilia ed è per loro e per quanti prima e dopo quel tragico giorno hanno perso la vita che occorre istituire una giornata nazionale che da una parte ne onori la memoria e dall'altra sensibilizzi l'opinione pubblica su un tema che seriamente rischia, di volta in volta, di incontrare un'assoluta indifferenza e soprattutto una grande esasperazione.
  L'istituzione di questa Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione deve però servire anche a ricordare che il fenomeno dei flussi migratori non è e non può essere un problema di esclusiva pertinenza italiana. Ogni qual volta si avvista un barcone pieno di gente disperata occorre sottolineare come questa costituisca una questione di portata europea: l'Italia non può essere lasciata sola a fronteggiare un problema che richiede la collaborazione di tutti gli Stati membri dell'Unione, oltre che delle istituzioni comunitarie e di sicuro l'operazione Triton rappresenta solo un segnale di un impegno che deve essere però più vasto e più profondo.Pag. 61
  Occorre con forza lavorare con le istruzioni internazionali per costruire un corridoio umanitario in Libia. È nel Medio Oriente che il problema deve essere affrontato e risolto con coraggio e determinazione e l'Europa intera lo deve fare e lo deve fare presto.
  Non è certo la prima volta che l'Italia reclama un maggiore coinvolgimento dell'Europa nella delicata gestione dei flussi migratori e lo farà costantemente fin quando effettivamente sarà costretta da sola, unicamente con i propri mezzi, a prestare soccorso a gente in fuga da guerre, miseria e morte.
  Istituire questa giornata in ricordo delle vittime dell'immigrazione di certo non è sufficiente – purtroppo, lo capiamo bene – a giungere a una reale soluzione condivisa del problema, ma costituisce sicuramente un gesto importante e non solo simbolico di solidarietà verso popolazioni di Paesi non lontani dalle nostre coste e che quindi non possiamo e non dobbiamo più ignorare. Non possiamo farlo noi e non può farlo l'Europa.
  Per questi motivi, ribadisco il voto favorevole del gruppo parlamentare di Area popolare al provvedimento oggi al nostro esame, con l'auspicio che l'integrazione e l'accoglienza dei migranti possano avvenire senza passare più attraverso tragedie come quella di Lampedusa (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Palese. Onorevole Nuti, visto che l'onorevole Palese non è in Aula, se per lei non è un problema farei parlare prima lei, grazie, ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Sì, grazie Presidente. Oggi ci troviamo a discutere e a votare l'istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione. Spieghiamo come funziona, Presidente, soprattutto ai cittadini italiani.
  Le leggi che vengono discusse in Parlamento vengono decise in una Conferenza dei presidenti dei gruppi, dove, per regolamento, la maggioranza – in questo caso ovviamente il PD che ha un nutrito numero di parlamentari alla Camera – ha la possibilità di presentare e chiedere la calendarizzazione delle proposte di legge con ovviamente un certo grado di possibilità di successo, cioè di vederle arrivare non solo in Aula, ma anche all'approvazione.
  Ebbene, secondo voi, il PD, nel Paese più corrotto d'Italia, in un Paese con tutte le difficoltà che sappiamo, cosa avrà scelto come proposta nella sua quota ? L'abolizione del vitalizio per i condannati per mafia ? La proposta di legge sul reddito di cittadinanza ? L'istituzione di una class action seria ? Una proposta ancora migliore di quella presa in giro che è la legge anti corruzione approvata al Senato ? Una legge sulle fondazioni dei politici ? Una legge sul sistema delle nomine dei dirigenti generali delle ASL fatte con concorso anziché con nomina diretta ? La prevenzione e il contrasto del gioco d'azzardo patologico ? Il conflitto di interessi ? Il dissesto idrogeologico ? No. Il PD come priorità ha l'istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione, cioè di tutte le proposte fatte, non solo dall'opposizione, dal MoVimento 5 Stelle ma anche dagli altri partiti e anche dagli stessi deputati di SEL, del PD di Scelta civica e quant'altro, ecco che il Parlamento italiano discute di istituire una giornata in memoria delle vittime dell'immigrazione.
  E inizia un dibattito ridicolo, lo ripeto, ridicolo, sull'immigrazione, su come risolvere il problema dell'immigrazione, su come contrastarla, su chi se ne approfitta, su chi è più sensibile alle vittime e così via. Tutto ciò non c'entrava e non c'entra niente con questa istituzione di questa giornata nazionale; è una vera e propria buffonata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), è una buffona alla quale tutti coloro che hanno fatto una proposta di legge maggiormente prioritaria di questa dovrebbero ribellarsi, perché il vedere le proprie proposte di legge messe da parte e vedere questo, l'inutilità del Parlamento italiano, dovrebbe, quanto Pag. 62meno, farci vergognare, lo ripeto, dovrebbe, quanto meno, farci vergognare.
  Mentre noi abbiamo la gente che dorme in mezzo alla strada, le persone che muoiono nei pronto soccorsi, abbiamo le strade che crollano, abbiamo milioni di poveri, circa 9 milioni, e non sto qui a raccontare cosa succede ogni volta che piove in questo Paese, perché lo vediamo più o meno ogni anno, appena piove, cosa accade, voi avete questa priorità. Voi siete fuori dal mondo e non capisco come possiate pensare di votare a favore di questa proposta, ma non nel merito della proposta, voi dovreste dire: è un'offesa alla mia dignità di uomo !
  Quando il signor Cuperlo, il deputato Cuperlo fa il suo bellissimo intervento sulla sensibilità, sulle storie di queste persone che vengono dagli altri Paesi, per cercare di spiegarci come è importante ricordare – noi dobbiamo ricordare le tragedie che vive questa gente – chi è che si ricorda di quelle persone che muoiono in quelle merde di pronto soccorsi che abbiamo in Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Chi è che si ricorda di cosa significa fare una chemioterapia, una chemioterapia magari in una clinica privata perché negli ospedali pubblici c’è lo schifo ? Chi è che se lo ricorda (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
  Non avete un briciolo, lo ripeto, un briciolo di sguardo per questo Paese. Non avete la minima concezione di cosa sia la realtà. Non so se è vi è mai capitato, per esempio, immagino di sì, purtroppo, di affrontare una notte in un ospedale, mentre, magari, il vostro caro, il vostro parente soffre, sta male o, magari, ci sono altri parenti in condizioni ancora peggiori o che rischiano la vita, non so se magari avete mai aiutato delle persone che non hanno una casa, non hanno nessuno e dormono al gelo e al freddo o persone che sono costrette al suicidio perché non riescono più a pagare le tasse (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Ma Presidente, si potrebbero fare migliaia di esempi di problemi che abbiamo in questo Paese, però io non ci credo che in tutti i deputati del PD non ci sia un briciolo di sensibilità nel dire: effettivamente, forse, a prescindere dal merito dell'immigrazione o meno, del ricordo delle vittime o meno, forse questa non era la priorità; voi, come PD, nella vostra quota, visto che avete una responsabilità nei confronti del Parlamento e di tutto il Paese, ma sembra solamente che abbiate una responsabilità nei confronti del vostro portafoglio, inserite una legge assolutamente inutile, lo ripeto, inutile. Perché non dite niente sul come vengono scelte le vostre proposte in Conferenza dei presidenti di gruppo ? Prendete costantemente in giro gli italiani dibattendo con la Lega se siete contro o a favore dell'immigrazione; è una presa in giro. Chi ha finanziato i campi rom e si lamenta dell'accoglimento degli immigrati in maniera scriteriata e chi, invece, ha visto ogni immigrato come un salvadanaio. Ricordiamo «Mafia capitale», lo schifo fatto comune, lo ripeto, lo schifo fatto comune.
  Secondo lei, noi dovremmo fare come tanti deputati che, magari, sono contro questa proposta, però, per evitare malumori all'interno del partito o a livello mediatico, dovremmo uscire dall'Aula o stare in Aula e magari non votare ? No, noi una dignità ce l'abbiamo e noi votiamo contro, perché questa proposta non è degna di stare in questo Parlamento, in questo momento storico, in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Darei la parola all'onorevole Palese per recuperare, poiché ha saltato l'intervento precedente, però lo pregherei di essere molto stringato. Prego, onorevole Palese, ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Mi scuso, ma sono stato trattenuto da un imprevisto. Comunque, intervengo per preannunziare il voto di astensione su questo provvedimento da parte di Forza Italia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beni. Ne ha facoltà.

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  PAOLO BENI. Grazie, Presidente. La proposta di legge che ci apprestiamo a votare istituisce una Giornata nazionale dedicata al ricordo della tragedia avvenuta il 3 ottobre 2013 al largo di Lampedusa, quando 366 migranti morirono nel naufragio dell'imbarcazione con cui cercavano di approdare in Italia. Quella vicenda suscitò nel Paese grande emozione, unanimi sentimenti di dolore, solenni impegni che mai più sarebbe dovuto accadere.
  In pochi giorni, migliaia di cittadini fecero appello alle istituzioni affinché la data del 3 ottobre, in futuro, fosse dedicata a preservare nella memoria collettiva del Paese quel lutto e quell'impegno. Con molti colleghi raccogliemmo quell'appello, per un motivo molto semplice, che va oltre le valutazioni politiche e spesso controverse, come abbiamo visto questa mattina, su un tema così rilevante e complesso come quello dell'immigrazione.
  Lo facemmo semplicemente perché vi sono vicende, nell'esperienza, nella vita di ciascuno di noi, di fronte alle quali non si può restare indifferenti. Quelle bare allineate nell'aeroporto di Lampedusa, i volti, le storie dei sopravvissuti, quei barconi carichi di un'umanità disperata interrogano le coscienze di chiunque abbia a cuore la dignità delle persone. Uomini, donne, bambini, che sono in fuga dalla violenza, dalla miseria – sì, dalla miseria, colleghi della Lega: non capisco perché dovete eliminare questa parola –, violentati da guerre, da terrorismi, costretti a rischiare la vita su mezzi di fortuna, ostaggi di trafficanti senza scrupoli.
  Queste persone chiedono a noi solo di poter avere un futuro, un'esistenza dignitosa, e noi non possiamo voltare le spalle: dobbiamo fare la nostra parte. Certo, vi sono le responsabilità degli Stati, dei Governi, le grandi responsabilità, ma anche quelle piccole di ciascuno di noi, figli di una società annebbiata dall'egoismo, che sembra avere smarrito il senso dell'umana solidarietà.
  Ecco a cosa serve – non vi è alcuna ipocrisia, non vi è da lavarsi la coscienza – questa giornata: a ricordare, sì, la tragedia di Lampedusa, non solo per il rispetto che dobbiamo a quelle vittime, ma anche per coltivare la memoria, perché coltivare la memoria ci aiuta a imparare dal passato. Una giornata per raccontare, ascoltare, confrontarci, riflettere sui valori dell'accoglienza e della solidarietà; una giornata che chiama in causa le istituzioni, a cui competono le scelte politiche in materia di immigrazione, protezione internazionale, per interrogarci su cosa si è fatto e su cosa resta da fare, perché la tragedia, purtroppo, continua.
  L'operazione Mare Nostrum messa in atto dal nostro Governo dopo il 3 ottobre ha consentito di salvare decine di migliaia di vite, e non sarà mai abbastanza – lo voglio dire forte – la nostra gratitudine per la dedizione del personale della Marina militare e delle popolazioni di Lampedusa e dei territori coinvolti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché la vita delle persone vale sempre e comunque più di tutto e viene prima di tutto.
  Purtroppo, molti non ce l'hanno fatta, sono andati ad allungare la lista dei morti nel canale di Sicilia: oltre 20 mila negli ultimi dieci anni, 3.400 solo l'anno scorso, 500 dall'inizio di quest'anno, l'ultima tragedia due giorni fa. I fondali del Mediterraneo sono ormai un immenso cimitero. D'altra parte, il 2014 è stato l'anno record degli arrivi e i primi mesi del 2015 segnano un ulteriore incremento. L'intensificarsi degli sbarchi di migranti in fuga dai conflitti in atto nel continente africano, l'aumento delle richieste di protezione internazionale, la criticità nella gestione dell'accoglienza: questi temi sono un banco di prova decisivo per l'Italia e l'Europa.
  È una sfida che non può essere affrontata se non con lo sforzo comune di tutta l'Unione europea, per continuare a salvare le persone, per offrire accoglienza a chi cerca rifugio in Europa e canali sicuri per arrivarci senza doversi affidare ai trafficanti. C’è bisogno che Triton, la missione che ha sostituito Mare Nostrum adegui i propri mezzi e il suo raggio d'azione alla nuova situazione; occorre istituire presidi europei nei Paesi d'origine e di transito e Pag. 64aprire canali umanitari per rifugiati e richiedenti asilo per poter giungere in Europa; poi, modificare il regolamento di Dublino con nuove norme per la gestione comune europea del diritto di asilo e concordare una distribuzione equilibrata dei migranti nei diversi Paesi europei, per un'accoglienza adeguata e rispettosa dei diritti umani; infine, pianificare un sistema permanente di accoglienza, andando oltre quell'approccio emergenziale con cui troppo spesso si è operato e chiudere la fallimentare esperienza dei migranti ammassati nei grandi centri (nei CARA, nei CIE), per puntare sull'accoglienza diffusa nel territorio, per piccoli gruppi legati a progetti di integrazione, coinvolgendo enti locali ed associazioni. Infine, ancora, garantire procedure condivise, standard uniformi, coordinando l'azione di Governo, prefetture, regioni ed enti locali.
  Soprattutto, colleghi – e mi avvio alla conclusione –, lasciamoci alle spalle le troppe contrapposizioni ideologiche di questi anni e guardiamo all'immigrazione con più realismo, lungimiranza. Siamo in presenza di un fenomeno strutturale: ce lo dicono i demografi che nei prossimi decenni si verificherà un consistente spostamento di popolazioni dall'Africa all'Europa. Allora, di fronte a questi cambiamenti epocali, certo, si può scegliere di soffiare sul fuoco delle paure e rappresentare i migranti come minaccia alla nostra sicurezza, evocare lo spettro dell'invasione e promettere ricette illusorie per impedirla, contrapporre i diritti dei migranti ai bisogni dei nostri concittadini, come faceva poco fa il collega del MoVimento 5 Stelle e come è stato fatto in tutta questa discussione in una squallida gara – fatemelo dire – fra due forze politiche, nel tentativo di lucrare sulla pelle dei migranti e su questa contrapposizione, magari sperando di guadagnare qualche consenso alle prossime elezioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
  Oppure, all'opposto, si può scegliere di governare questi processi con realismo e tenendo ben dritto il timone sulla rotta dei diritti umani. Noi del Partito Democratico pensiamo che questa sia l'unica scelta, l'unica scelta possibile per l'Italia, per la sua storia, per la sua tradizione solidale, per i suoi valori democratici. Non c’è nessuna invasione imminente, colleghi. Le nostre città sono già cambiate, vi convivono ormai lingue, culture, religioni diverse; noi dobbiamo solo elaborare questi mutamenti, liberarci dai pregiudizi, ritrovare il filo di un ragionamento comune, imparare a conoscerci e a riconoscerci come appartenenti alla stessa comunità umana, per costruire un nuovo possibile e necessario patto di convivenza. Penso che sia significativo, anche, che la proposta di legge che oggi è all'approvazione di quest'Aula sia nata dal basso, dall'appello di migliaia di cittadini. A questo proposito voglio ringraziare il «Comitato 3 ottobre» e il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, che per primi l'hanno sostenuta, la Presidente Boldrini, che pure si è spesa a sostegno di questa proposta e alla quale voglio esprimere tutta la mia solidarietà e quella del nostro gruppo per l'attacco volgare che ha subito stamane.
  Penso, in conclusione, che è davvero un bene che il 3 ottobre diventi per tutti noi la giornata del ricordo, ma deve essere anche la giornata dell'impegno perché il Mediterraneo non sia più teatro di morte, perché torni ad essere quel ponte fra i popoli, quel ponte di pace e di cooperazione fra i popoli che è stato nella nostra storia. È con questo impegno che annuncio con convinzione il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale – A.C. 1803-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

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(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1803-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n.1803-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Zoggia, Murer, Turco, Ginoble, Capodicasa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  «Beni ed altri: Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione» (1803-A).

   Presenti  379   
   Votanti  359   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato  287    
    Hanno votato no  72.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Sospendiamo a questa punto la seduta che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata e, a seguire, per l'esame degli ulteriori punti all'ordine del giorno.

  La seduta, sospesa alle 14,20, è ripresa alle 15.

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca e il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento.

(Elementi ed iniziative in merito all'erogazione di somme a favore delle società partecipate dalle pubbliche amministrazioni, o degli enti dalle stesse controllati, nel caso del mancato adempimento degli obblighi di trasparenza previsti dall'articolo 22 del decreto legislativo n. 33 del 2013 – n. 3-01432)

  PRESIDENTE. L'onorevole Vargiu ha facoltà di illustrare per un minuto la sua interrogazione n. 3-01432, concernente elementi ed iniziative in merito all'erogazione di somme a favore delle società partecipate dalle pubbliche amministrazioni, o degli enti dalle stesse controllati, nel caso del mancato adempimento degli obblighi di trasparenza previsti dall'articolo 22 del decreto legislativo n. 33 del 2013 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  PIERPAOLO VARGIU. Grazie, Presidente. Con questa interrogazione ci rivolgiamo ancora una volta al Ministro per avere un'informazione che è estremamente importante sul sistema delle società partecipate e del loro obbligo di trasparenza.
  Ai sensi del comma 4 dell'articolo 22 del decreto legislativo n. 33 del 2013, è fatto divieto alle amministrazioni di erogare finanziamenti a qualunque titolo alle società partecipate che non rispettano, attraverso i siti delle loro amministrate, l'obbligo della trasparenza.
  Da uno studio che noi abbiamo svolto in Sardegna, approfondendo dati che la stessa Scelta Civica aveva a livello nazionale, si è rilevato che il 58 per cento delle partecipate provinciali e il 73 per cento delle comunali non è rispettoso di questi obblighi, cioè gli enti che erogano i soldi non pubblicano e non hanno la trasparenza dei bilanci e delle erogazioni.

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Vargiu.

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  PIERPAOLO VARGIU. Sono finanziamenti non legittimi, devono essere revocati ? E che cosa si deve fare per il futuro ?

  PRESIDENTE. Il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Maria Anna Madia, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  MARIA ANNA MADIA, Ministra per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Grazie, Presidente. La trasparenza dei dati e delle informazioni in possesso delle amministrazioni pubbliche, così come dei soggetti finanziati o controllati dalle amministrazioni pubbliche, è uno strumento essenziale – il Governo lo ha ribadito più volte – prima di tutto per rendere conto ai cittadini dell'uso di risorse pubbliche e, quindi, per prevenire l'illegalità, laddove c’è illegalità, e, comunque, per evitare qualunque tipo di spreco.
  In questo senso il Governo si impegna certamente nell'attuazione della normativa vigente, ma anche nel perfezionamento della normativa vigente per arrivare – il DEF in questo senso è molto chiaro e parla anche di FOIA (Freedom of Information Act) – a un regime di pubblicità totale dei dati.
  Noi, come Governo, per questo, stiamo collaborando con l'Autorità nazionale anticorruzione. Perché con l'Autorità nazionale anticorruzione ? Perché con il decreto-legge n. 90, convertito ad agosto, la centralità in tema di anticorruzione e trasparenza, per quanto riguarda le competenze, è proprio dell'Autorità nazionale anticorruzione, alla quale spetta, quindi, vigilare sull'attuazione della disciplina in materia, compreso l'articolo 22 del decreto legislativo n. 33 del 2013, al quale l'interrogazione dell'onorevole Vargiu si riferisce.
  Questa norma, oggetto dell'interrogazione, prevede obblighi di pubblicità di dati relativi ai soggetti pubblici o privati, finanziati o controllati dalle pubbliche amministrazioni e – come ricordava l'onorevole interrogante – sanziona la violazione di questi obblighi con il divieto di erogare finanziamenti.
  L'Autorità nazionale anticorruzione ha fornito indicazioni applicative su questa disposizione, volte, tra l'altro, a chiarire gli obblighi di pubblicazione e a precisare le violazioni e le sanzioni, e ha anche avviato un'ampia attività di controllo sull'attuazione della disposizione in questione, più in generale delle disposizioni in materia di trasparenza.
  Questa attività di controllo, svolta anche sulla base delle segnalazioni ricevute dai privati, ha dato luogo, tra l'altro, nel 2014 a oltre 200 richieste di adeguamento inviate alle amministrazioni, che si sono in gran parte adeguate. Comunque, naturalmente si provvederà, si dovranno irrogare le relative sanzioni laddove gli obblighi non sono stati rispettati nei termini sempre precisati dall'Autorità.
  Concludo con una considerazione, che ritengo importante, sul fatto che la massima collaborazione con l'Autorità nazionale anticorruzione del Governo prevede non solo di seguire passo passo quello che l'Autorità sta facendo nell'attuazione di questa normativa, ma anche potenzialmente di correggere in sede di esercizio della delega legislativa prevista dal disegno di legge di riforma della pubblica amministrazione – ora in discussione al Senato, ma che nelle prossime settimane arriverà all'esame di questa Camera – gli eventuali problemi e imprecisioni che ha la normativa vigente.

  PRESIDENTE. L'onorevole Vargiu ha facoltà di replicare, per due minuti.

  PIERPAOLO VARGIU. Presidente, ringrazio il Ministro e considero esaustiva, almeno sulla base dei dati disponibili, la sua risposta, nel senso che provo a riassumerla. Il Ministro dice che l'Autorità nazionale anticorruzione ha oggi il compito di far rispettare, in collaborazione con il Governo, le normative vigenti in ordine alla trasparenza.
  È evidente che il sistema delle società partecipate ha, dal punto di vista della trasparenza, un nodo importante della sua accettabilità, perché oggi viene percepito dal cittadino come una sede all'interno Pag. 67della quale la pervasività della presenza della politica trova spesso degli spazi di illegittimità quando non di illegalità. Quindi, i sistemi di finanziamento di questo intero apparato devono essere sottoposti a trasparenza.
  L'Anac, dice il Ministro – ci rivolgeremo anche all'Anac – deve irrogare le sanzioni, quindi deve chiedere che ci sia la revoca dei finanziamenti o addirittura che i finanziamenti non possano essere più forniti negli anni successivi laddove non siano rispettati i criteri di trasparenza; e, dice il Ministro, l'Anac può anche fornire indicazioni, che poi sono nell'iniziativa parlamentare, per poter migliorare la coerenza della norma durante la discussione del decreto sulla pubblica amministrazione. Credo che siano informazioni estremamente importanti quelle che il Ministro ci ha appena fornito e il gruppo di Scelta Civica ne trarrà le doverose conseguenze.

(Tempi e modalità del processo di ricollocamento del personale delle province, in rapporto al processo di riordino delle relative funzioni – n. 3-01433)

  PRESIDENTE. L'onorevole Airaudo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01433, concernente tempi e modalità del processo di ricollocamento del personale delle province, in rapporto al processo di riordino delle relative funzioni (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  GIORGIO AIRAUDO. Grazie Presidente, signor Ministro, siamo qui a chiederle come intenda recuperare il ritardo con riferimento al decreto che doveva definire il cronoprogramma, i criteri di ricollocazione e il censimento dei posti disponibili, e in che modo si intende emanarlo; come si intenda recuperare tale ritardo, visto che ormai è trascorso oltre un mese dalla data in cui era stato previsto e sono notevoli sul territorio i disservizi, è notevole la confusione rispetto a provvedimenti che stanno adottando o non adottando le varie regioni che avevano in qualche modo un compito di riordino e come questo decreto terrà conto dei tagli che sono stati fatti agli enti locali e che stanno compromettendo questa ricollocazione.

  PRESIDENTE. Il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Maria Anna Madia, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  MARIA ANNA MADIA, Ministra per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Signor Presidente, l'oggetto della sua interrogazione, onorevole Airaudo, riguarda l'attuazione della legge «Delrio» che, insieme alla riforma «Boschi» del Titolo V e al disegno di legge di riforma della pubblica amministrazione, rappresentano un approccio sistemico di semplificazione dell'organizzazione del nostro Stato.
  Nell'attuazione della legge «Delrio» che, appunto perché fa parte di questo progetto complessivo, è una priorità del nostro Governo, noi stiamo facendo la più grande operazione di mobilità della storia repubblicana, ma con la fiducia che vogliamo dare ai lavoratori di valorizzare ogni competenza, ovviamente senza disperdere alcuna professionalità.
  Io voglio, in modo sintetico e puntuale, elencarle tutto quello che il Governo sta facendo proprio per la ricollocazione dei lavoratori che nelle province non verranno più occupati nelle funzioni essenziali previste dalla legge «Delrio».
  Sono sei rapidi punti. Punto primo, la legge di stabilità ha previsto la ricollocazione del personale delle province non più necessario per le funzioni essenziali in altre amministrazioni. Punto secondo, dopo la legge di stabilità, per agevolare questa ricollocazione prevista nella legge di stabilità, a fine gennaio il Governo ha emanato una circolare, che è la circolare n. 1 del 2015. Punto terzo, abbiamo attivato il portale mobilità che sta già avviando una ricognizione di tutti i posti liberi nelle amministrazioni. Punto quarto, siccome per avviare e avere un buon esito di questa ricollocazione servivano le tabelle Pag. 68di equiparazione, ferme al 2010 (perché è dal 2010 che la legge prevede di fare le tabelle di equiparazione ma non sono mai state fatte), noi abbiamo invece sbloccato le tabelle di equiparazione, le abbiamo presentate ai sindacati e già la prossima settimana il provvedimento sarà sottoposto alla Conferenza unificata.
  Punto quinto: al fine di favorire una più efficace programmazione del fabbisogno, coerente con la domanda di mobilità, dobbiamo acquisire l'elenco nominativo del personale, per questo, per incentivare le province, il relativo sistema informativo sarà attivato a breve. Infine, il sesto punto è che è in corso di predisposizione il decreto ministeriale con i criteri per la mobilità, che quindi deterrà i criteri per la ricollocazione del personale delle province che sarà interessato da questo processo di mobilità.
  Questo per dirle che, non solo non siamo in ritardo, ma certamente non stiamo fermi e abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare, considerando l'attuazione della legge «Delrio» una priorità di questo Governo.

  PRESIDENTE. L'onorevole Airaudo ha facoltà di replicare, per due minuti.

  GIORGIO AIRAUDO. Presidente, io ovviamente ringrazio per la risposta, ma il tema non è convincere me sul fatto se si sia più o meno in ritardo: siete in ritardo rispetto ai vostri cronoprogrammi e, soprattutto, non state convincendo quegli oltre 20 mila lavoratori che solo sabato hanno manifestato in questa città e manifestano perché non hanno certezza sul futuro della valorizzazione della loro professionalità e competenza e sul mantenimento dei loro servizi. Alcuni di questi servizi, tra l'altro, sono esiziali per alcune intenzioni e provvedimenti – oggi abbiamo qui anche il Ministro Poletti – come i centri per l'impiego, che sono strategici.
  Allora, quando si dice che si vuole fare come in Germania e non siamo neanche in grado di dare certezza alle persone, assai inferiori di quelle che operano in Germania, tra 8.000 e 9.000, in gran parte precari, e non sappiamo neanche dirgli con certezza quando verranno ricollocati, se verranno ricollocati, in quali tempi e con quali qualifiche, con quali mansioni e con quali criteri, il sospetto – e concludo, Presidente – che hanno gran parte di questi lavoratori e che io temo di dover condividere con loro è che, più che la più grande operazione di mobilità in questo Paese, siamo agli inizi dei licenziamenti nel pubblico impiego.

(Dati aggiornati sulla disponibilità del fondo di rotazione utilizzato a copertura dell'esonero contributivo previsto dalla legge di stabilità per il 2015 a favore delle assunzioni a tempo indeterminato e iniziative per rendere strutturale tale sgravio contributivo – n. 3-01434)

  PRESIDENTE. L'onorevole Alfreider ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01434, concernente i dati aggiornati sulla disponibilità del fondo di rotazione utilizzato a copertura dell'esonero contributivo previsto dalla legge di stabilità per il 2015 a favore delle assunzioni a tempo indeterminato e iniziative per rendere strutturale tale sgravio contributivo, per un minuto (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  DANIEL ALFREIDER. Grazie, Presidente. Signor Ministro, come lei sa, l'articolo 1, comma 118, della legge di stabilità ha istituito uno sgravio contributivo per le assunzioni a tempo indeterminato effettuate nel 2015, un esonero dal versamento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per un importo massimo di circa 8 mila euro annui per trentasei mesi.
  Tale disposizione prevede attualmente uno stanziamento pari a un miliardo di euro annui, a valere sul fondo di rotazione.
  Ad una prima valutazione pare che l'agevolazione abbia prodotto un notevole incremento di assunzioni a tempo indeterminato con risvolti positivi in termini occupazionali, ma con le risorse citate.Pag. 69
  Chiediamo al Governo, quindi, se possa fornire dati aggiornati in suo possesso sull'attuale disponibilità del fondo di rotazione utilizzato a copertura dell'esonero contributivo.

  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Onorevole Alfreider, noi abbiamo prodotto una verifica insieme al Ministero dell'economia e delle finanze, intorno alla sua richiesta di informazioni e dobbiamo dire che, per quanto abbiamo verificato, si segnala un errore nel riferimento al fondo di rotazione, quale fonte finanziaria utilizzata a copertura di questo articolo 1, comma 118, della legge n. 190 del 2014, perché la norma prevista dalla legge di stabilità per il 2015, sulla base dei parametri e ipotesi evidenziate nella relazione tecnica al relativo disegno di legge, ha comportato minori entrate contributive, pari a 1,886 miliardi di euro per il 2015, 4,885 per il 2016, 5,030 per il 2017, 2,902 per il 2018 e 387 milioni per il 2019.
  Quindi, in attuazione dell'intervento previsto al suddetto articolo 1, risulta iscritto nello stato di previsione di spesa del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, capitolo n. 4364, piano gestionale n. 17, inerente ad agevolazioni contributive, sottocontribuzioni ed esoneri, che copre esattamente gli importi che ho appena citato.
  Quindi, da questo punto di vista, noi pensiamo di poter sostenere che c’è una piena copertura per i prevedibili nuovi contratti e per le trasformazioni e, cioè, rispetto alla prevista decontribuzione.
  Per quanto riguarda le prospettive future, quindi, noi riteniamo che comunque, in ogni caso, il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti dovrà strutturalmente costare meno degli altri contratti e, quindi, naturalmente si proporrà, per gli anni successivi, un tema di intervento e, quindi, di copertura per garantire questo stato della situazione. Comunque, rispetto alle previsioni fatte oggi e all'auspicabile e auspicato aumento del numero dei contratti che saranno convertiti, da contratti precari in contratti a tempo indeterminato, e di nuove sottoscrizioni di contratti, noi siamo in condizione di affermare che le coperture finanziarie necessarie sono tuttora presenti nel nostro bilancio.

  PRESIDENTE. L'onorevole Alfreider ha facoltà di replicare per due minuti.

  DANIEL ALFREIDER. Grazie, Ministro. Siamo contenti di sentire questa certezza specialmente per quest'anno e di dare certezze soprattutto agli operatori, che potranno usufruire dell'incentivo fiscale. Siamo contenti e speriamo che questo provvedimento possa diventare, come ha detto lei, strutturale e assicurare, anche per il futuro, questa manovra e questo incentivo.

(Iniziative volte ad adottare strumenti a sostegno dei lavoratori autonomi – n. 3-01435)

  PRESIDENTE. L'onorevole Pizzolante ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-01435, concernente iniziative volte ad adottare strumenti a sostegno dei lavoratori autonomi (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  SERGIO PIZZOLANTE. Presidente, Ministro, interroghiamo il Governo per sapere se intenda utilizzare, in tutto o in parte, il miliardo e 600 milioni di bonus per i lavoratori autonomi che si sono impoveriti in questi anni della crisi. Molto stiamo facendo per i lavoratori dipendenti, giustamente; nulla o quasi nulla per i commercianti, gli artigiani e i professionisti che hanno perso negozio, bottega e ufficio.
  Allora, potrebbe essere un'idea e un'opportunità quella di destinare risorse per consentire a chi ha perso il negozio, la Pag. 70bottega o l'ufficio di potere ripartire e di potere riaprire: un bonus per ripartire e per poter riaprire.

  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Presidente, onorevole Pizzolante, naturalmente noi siamo di fronte ad un'esplosione della crisi che ha prodotto i danni e gli effetti che sono a noi noti, sia sul lavoro dipendente, sia sul lavoro autonomo e sulle professioni. Come è noto, nel corso della discussione della legge di stabilità – e anche all'interno dei progetti di riforma del mercato del lavoro – questo Governo ha cercato di produrre le migliori condizioni possibili perché queste imprese possano avere i loro margini di sviluppo.
  C’è stata, peraltro, una nota discussione, che ci ha portato a una revisione delle scelte che erano state compiute all'interno della legge di stabilità, perché si erano verificate alcune condizioni di penalizzazione non volute dal Governo che, quindi, sono state, come posso dire, bloccate e modificate nei passaggi successivi. Quindi, questo è un po’ il nostro intento. Stiamo lavorando in termini generali su questa situazione.
  Rispetto alla domanda specifica, cioè la utilizzabilità di una parte delle risorse che possono essere rese disponibili in questa situazione, in questo momento, come è noto, il Presidente del Consiglio ha dichiarato come queste risorse saranno destinate, a seguito di un confronto, di una discussione di merito che, collegialmente, il Governo farà intorno a questi temi, avendo a riferimento l'esigenza di sostenere quella fascia di popolazione più debole, quindi socialmente più esposta. All'interno di questa riflessione naturalmente terremo conto di tutti i suggerimenti e delle proposte che sono state avanzate e, quindi, anche di quella che è stata qui avanzata.

  PRESIDENTE. L'onorevole Pizzolante ha facoltà di replicare per due minuti.

  SERGIO PIZZOLANTE. Grazie, Ministro. Voglio fare presente, ma lei lo sa perfettamente, che, fra le classi sociali più deboli colpite dalla povertà, ci sono soprattutto i commercianti, gli artigiani, i professionisti, che hanno dovuto chiudere con la crisi. Quindi, lei ha fatto una piccola apertura. Nell'ambito della coalizione di Governo se ne dovrà discutere, ma noi porremo con forza la necessità di dare un contributo ma, come dire, non in termini di totale assistenza, ma come un'opportunità, una possibilità, per il commerciante, l'artigiano e il professionista che vuole aprire o riaprire bottega, negozio e ufficio, di poterlo fare.
  Come dire, non è tanto un'attività classica di ammortizzazione sociale, ma, oltre a questo, anche una politica attiva per il lavoro autonomo. Su questo noi saremo molto determinati (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

(Iniziative urgenti per completare il processo di salvaguardia dei cosiddetti lavoratori esodati – n. 3-01436)

  PRESIDENTE. L'onorevole Simonetti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01436, concernente iniziative urgenti per completare il processo di salvaguardia dei cosiddetti lavoratori esodati (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, Ministro, parliamo nuovamente di esodati. Noi non ci siamo dimenticati di questa fascia di popolazione che, per colpa dello Stato patrigno, si trovano in una situazione di estrema difficoltà da più di mille giorni, da quella fatidica serata delle lacrime semplici del Ministro Fornero. Voi avete sbandierato su tutti i giornali questo tesoretto di 1,6 miliardi; diamo delle risposte per fare la settima salvaguardia conclusiva, in modo tale da dare soddisfazione a queste persone che, da tre anni, non possono prendere uno stipendio, non hanno una pensione e non hanno ammortizzatori Pag. 71sociali, perché uno Stato patrigno gli ha tolto il diritto di avere una retribuzione.

  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, naturalmente anche noi siamo molto attenti ai temi che riguardano le persone che hanno subito un effetto pesantemente negativo per effetto della riforma delle pensioni e, come è certamente noto, abbiamo lavorato alla costruzione delle diverse tipologie di intervento, che hanno recuperato, ridotto, risolto, in maniera particolarmente rilevante, questo problema, e sappiamo che c’è ancora un tema aperto. Rispetto a questo tema, noi sappiamo che oggi è in corso, da una parte, un lavoro di verifica attivato dalla Commissione lavoro del Senato, per una verifica puntuale delle situazioni, perché non raramente vengono catalogate come «esodati» situazioni socialmente problematiche, difficili, che vanno attentamente verificate, ma che non hanno la caratteristica tipica della forma che è stata colpita dalla legge Fornero. Quindi, stiamo facendo una verifica, da questo punto di vista, e analogamente la stessa cosa si sta facendo con l'INPS, per verificare se le misure, le salvaguardie già predisposte mantengano o propongano margini per una revisione di quella situazione che, così com’è stato fatto un anno fa, possa produrre, a partire dalle risorse già disponibili, la possibilità di coprire nuove situazioni. Questo tipo di verifica è in corso e abbiamo bisogno ancora di un po’ di tempo per una ragione molto concreta. Abbiamo delle scadenze per la presentazione delle richieste da parte dei soggetti che hanno titolo potenzialmente ad utilizzare queste risorse; quindi, per poter fare un punto in merito a questa situazione, abbiamo bisogno anche di verificare nei fatti che cosa stia accadendo.
  Comunque, alla conclusione del monitoraggio, noi confermiamo la nostra intenzione di mantenere utilizzate le risorse che sono all'interno di quelle procedure, quindi di quelle norme, per affrontare quella parte di problemi che siano ancora eventualmente irrisolti. Peraltro, l'altro punto su cui stiamo lavorando è una verifica della possibilità di intervenire nei confronti di quei cittadini che, vicini al pensionamento, perdono il lavoro e non raggiungono la maturazione dei requisiti, nonostante gli ammortizzatori sociali. Quindi, con questi due interventi, pensiamo di essere in grado di affrontare il tema che qui ci è stato proposto.

  PRESIDENTE. L'onorevole Simonetti ha facoltà di replicare, per due minuti.

  ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, Ministro, lei sostanzialmente ci dice che, per risolvere il problema in essere da più di mille giorni, utilizzate le risorse che sono già in campo. È chiaro che queste risorse non saranno sufficienti, perché, altrimenti, il problema si sarebbe già risolto. Vi è un'altra problematica che potrebbe nascere e, quindi, la invito, nel momento in cui il Consiglio dei Ministri deciderà come destinare questo tesoretto, a tenere ben a mente che c’è la possibilità che questo Governo crei un'altra platea di esodati, quelli del mondo della scuola. Infatti, l'articolo 12 del disegno di legge sulla «Buona scuola» porta ad un'interpretazione sbagliata della sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea, che prevede per voi il licenziamento di fatto, la non riassunzione di tutti coloro che, per aver lavorato più di trentasei mesi, non avranno più la possibilità di dare una continuità didattica nel mondo della scuola.
  Quindi, tenete questi soldi accuratamente nelle vostre disponibilità, perché vi sarà la necessità di aiutare sia gli esodati della legge Fornero sia, purtroppo, anche questi, se non cambierete linea durante il dibattito in Commissione e in Aula sul disegno di legge sulla buona scuola. Quindi, sono insoddisfatto.

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(Orientamenti del Governo in relazione alle proposte di riforma del sistema pensionistico prefigurate dal presidente dell'INPS – n. 3-01437)

  PRESIDENTE. L'onorevole Mottola ha facoltà di illustrare l'interrogazione Brunetta ed altri n. 3-01437, concernente orientamenti del Governo in relazione alle proposte di riforma del sistema pensionistico prefigurate dal presidente dell'INPS (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

  GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. Grazie, Presidente. Ministro, da qualche tempo, sul sito dell'INPS, compaiono rielaborazione statistiche che prefigurano un ricalcolo delle pensioni relativamente ad alcune categorie, quasi a voler fare intendere che gli attuali trattamenti pensionistici per queste categorie di lavoratori non siano il frutto dell'applicazione delle leggi vigenti, ma l'applicazione di oscuri raggiri, che dovrebbero essere corretti.
  D'altro canto, non è da oggi che il presidente dell'INPS va in giro dicendo che ha un personale progetto di riforma e di ricalcolo di alcune pensioni, fatto con altri criteri. Si chiede, quindi, a lei se condivida questa riforma delle pensioni che dovrebbe coinvolgere tutte quelle superiori ai 2 mila euro o se non sia il caso di arrivare ad una linea comune, che tenga conto anche dei contributi che sono stati versati da tutti i pensionati italiani.

  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Onorevole Mottola, per quanto concerne la riduzione delle pensioni superiori ai 2 mila euro, che è stata qui citata come una delle opzioni, credo di poter dire in modo molto chiaro che il Governo ha espresso chiaramente l'intenzione di non voler procedere in questa direzione, né all'interno della spending review, e quindi per recuperare le risorse per trovare il punto di equilibrio del bilancio pubblico, né per quello che riguarda un eventuale intervento sul tema generale della previdenza. In questo campo, sappiamo che vi sono molte discussioni e sono state avanzate molto proposte, ma credo che, per quello che riguarda il Governo, questo tema sia un tema già affrontato e risolto in questo senso.
  Sappiamo che vi è il tema, invece, socialmente rilevante che riguarda le difficoltà delle persone che, a seguito degli effetti della riforma Fornero e della crisi economica, si sono trovate senza lavoro e non hanno ancora maturato i requisiti della pensione: è all'attenzione del Governo, che è attualmente impegnato a verificare quali possano essere le soluzioni o previdenziali o assistenziali o sociali che possano coprire questa situazione, ma fa riferimento a quella specifica condizione.
  Per quello che poi riguarda la richiesta o l'intervento o la valutazione rispetto alle posizioni espresse dal presidente dell'INPS, credo che si possa dire molto semplicemente che l'Istituto è una parte importante della strumentazione, degli istituti, dei soggetti della vita della collettività del nostro Paese, e che, per le competenze che ha, per la dotazione di elementi di valutazione, di analisi e di dati storici, è sicuramente uno strumento importante a supporto dell'azione del Governo e del Parlamento. Quindi, da questo punto di vista, naturalmente, noi pensiamo che le elaborazioni che possono essere predisposte siano assolutamente interessanti, che possano essere preziose per il lavoro che, comunque, compete al Governo e al Parlamento.

  PRESIDENTE. L'onorevole Mottola ha facoltà di replicare per due minuti.

  GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. Ministro, io posso essere senz'altro soddisfatto per quanto riguarda la parte di tutti i pensionati che hanno avuto dei danni dalla riforma Fornero, e su questo siamo tutti d'accordo. Non Pag. 73posso, però, essere soddisfatto per quanto riguarda certi atteggiamenti, sia da parte del presidente dell'INPS sia da parte di molta stampa, che certe volte non sono chiari e sono ambigui nei confronti dei pensionati.
  Non è un mistero, ma è un fatto certo, che vi sono ogni tanto esponenti politici, che vanno in televisione, che vengono ripresi con dichiarazioni che gettano il panico in persone anziane, che vengono sottoposte ad uno stress inutile, continuamente.
  Si parla, addirittura, di giustizia sociale, dicendo che si devono tagliare le pensioni alte per darle a quelli che non le hanno. Insomma, si vorrebbe quasi far passare per giustizia sociale il togliere i soldi a gente che ha pagato per quarant'anni i contributi per darli a quelli che i contributi non li hanno mai pagati. Non credo che sia questa la giustizia sociale.

(Intendimenti del Governo in ordine alla sospensione dell'applicabilità del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 2013, n. 159, relativo all'indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), in vista di una sua revisione – n. 3-01438)

  PRESIDENTE. L'onorevole Sberna ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01438, concernente intendimenti del Governo in ordine alla sospensione dell'applicabilità del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 2013, n.159, relativo all'indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), in vista di una sua revisione (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  MARIO SBERNA. Grazie, signor Presidente. Egregio Ministro sono di nuovo a porre la questione dell'ISEE. Come ben sa il TAR del Lazio ha addirittura emesso tre sentenze sulla necessità di rivederlo. I CAF, i comuni, le famiglie, sono effettivamente disorientati. Le leggo testualmente quello che scrive, per esempio, l'associazione dei comuni bresciani, che segnala, insieme alle criticità, quali la complessità burocratica, che raddoppia i tempi dell'espletamento delle pratiche, una forte preoccupazione per la sostenibilità economica e di sistema per le persone ricoverate con disabilità medio-gravi o non autosufficienti, collegate alle prestazioni agevolate di natura socio-sanitarie. Insomma, per l'ennesima volta, le dico: questo nuovo ISEE, che era necessario, perché era necessario fare un ISEE veritiero, rispetto alla falsità, ha creato delle aspettative che, purtroppo, sono frustrate. Le chiedo se non sia il caso di interrompere la sperimentazione del nuovo ISEE e verificare effettivamente, con i dati concreti, le magagne che ci sono.

  PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Naturalmente noi continuiamo a tenere la valutazione che l'ISEE sia uno strumento molto importante e assolutamente indispensabile per svolgere bene l'azione sul versante sociale e destinarla, in maniera puntuale, ai cittadini che ne hanno pienamente bisogno. Erano prevedibili alcuni problemi di partenza, si sono effettivamente rappresentati, ma noi pensiamo che oggi interrompere questo percorso provocherebbe più danni che vantaggi, perché di fatto produrremmo uno stato di confusione generale. Quindi, pensiamo che sia necessario continuare ad applicare l'ISEE e che ci sia bisogno di continuare a fare il monitoraggio e dobbiamo dire ciò per gli elementi che abbiamo raccolto. A questo proposito l'INPS ci ha comunicato che il 25 marzo le dichiarazioni acquisite sono più di 650 mila e che, alla stessa data, i tempi medi di rilascio delle attestazioni ISEE sono di cinque giorni dalla data di presentazione della dichiarazione sostitutiva unica, cioè la metà dei tempi massimi previsti dalla norma. Quindi, detto questo, noi pensiamo che questo lavoro di miglioramento che è Pag. 74stato fatto in questi mesi debba essere continuato e abbiamo, da questo punto di vista, costituito il comitato consultivo che monitora, con le parti sociali, lo sviluppo di questa attività.
  La seconda tematica proposta dall'interrogazione riguarda la sentenza del TAR del Lazio. Noi pensiamo che anche da questo punto di vista sia necessario procedere, da una parte, a proporre appello al Consiglio di Stato, perché noi reputiamo che il contenuto di merito del decreto e del regolamento di applicazione siano pienamente legittimi, dall'altra parte, l'inclusione dei trattamenti assistenziali nella nozione di reddito ai fini ISEE sia controbilanciata dalla possibilità di dedurre le spese sostenute per l'assistenza personale di collaboratori domestici, nonché le franchigie differenziate in base alla gravità della condizione di disabilità. Questa previsioni producono il risultato di essere particolarmente favorevoli per le persone con disabilità più grave, più bisognose dal punto di vista economico.
  In conclusione, comunque, noi abbiano già svolto un primo incontro con le associazioni che rappresentano le persone che sono più interessate a questa strumentazione; abbiano aperto un confronto perché in prospettiva non consideriamo impossibile rivedere questa materia, ma reputiamo non opportuno farlo, interrompendo la sua applicazione in questo momento, perché produrremmo uno stato di confusione e di degrado che provocherebbe più danni, più problemi, di quanti ne risolverebbe.

  PRESIDENTE. L'onorevole Sberna ha facoltà di replicare, per due minuti.

  MARIO SBERNA. Probabilmente ha ragione lei, signor Ministro, creerebbe molti danni interrompere l'applicabilità e farla ripartire successivamente, ma è un dato di fatto, le porto soltanto l'ultimo esempio che mi è appena arrivato sul cellulare: stessa condizione economica dell'anno precedente, una famiglia con quattro figli aveva 8.500 di ISEE, poi è passata a 11.800 e vengono tagliati tutti i servizi, la possibilità di accesso ai servizi, come buoni mensa e via dicendo, che sono fondamentali per una famiglia di cinque figli, perché, se tre pagano i buoni mensa, sono 600 euro al mese. Che ci sia qualcosa da rivedere nell'immediatezza l'ha detto anche lei ed è fuori di dubbio.
  Se non è una sospensione certamente, comunque, un documento, che faccia sapere ai comuni che quest'innalzamento va a colpire soprattutto chi ne ha più bisogno, credo sia necessario, come, d'altro canto, cercare di venire incontro alle esigenze dei comuni stessi, che quello hanno effettivamente come bilancio, come torta, e che più di tanto non possono fare insomma.

(Iniziative per un confronto tecnico con l'INPS, le Commissioni parlamentari competenti e le parti sociali in materia previdenziale, con particolare riferimento alle problematiche relative all'applicazione delle cosiddette salvaguardie – n. 3-01439)

  PRESIDENTE. L'onorevole Gnecchi ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-01439, concernente iniziative per un confronto tecnico con l'INPS, le Commissioni parlamentari competenti e le parti sociali in materia previdenziale, con particolare riferimento alle problematiche relative all'applicazione delle cosiddette salvaguardie (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  MARIALUISA GNECCHI. Grazie Presidente, caro Ministro, in attesa della riforma strutturale alla quale tutti vogliamo contribuire – e abbiamo all'ordine del giorno tutte le proposte di modifica della manovra Fornero e, quindi, proposte anche strutturali legate alle pensioni che speriamo ovviamente di potere discutere con lei –, vogliamo però segnalare alcune urgenze.
  È urgente una settima salvaguardia, che permetta quindi di arrivare alla decorrenza del trattamento pensionistico per le persone salvaguardate al 6 gennaio 2017; nonché di rimediare ad alcune contraddizioni Pag. 75presenti nelle prime sei salvaguardie. È giusto che chi è in mobilità da aziende fallite o cessate non sia salvaguardato, solo perché non può presentare un accordo firmato dalle organizzazioni sindacali ? No, è assolutamente sbagliato, perché è evidente che non si concorda il fatto di chiudere un'azienda. Così come non è giusto...

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Gnecchi.

  MARIALUISA GNECCHI. Sto per concludere.

  PRESIDENTE. Deve concludere, perché siamo oltre il tempo.

  MARIALUISA GNECCHI. Dico anche che non è giusto che chi è in mobilità da aziende edili non sia salvaguardato, e ricordo sempre il problema delle donne e delle finestre, che non permettono di maturare la decorrenza del trattamento pensionistico...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Gnecchi. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Grazie Presidente. Onorevole Gnecchi, naturalmente siamo pienamente consapevoli che questa situazione, lungo le salvaguardie e per una ragione di tipo generale, mantiene degli elementi di iniquità o comunque delle frange, delle aree e delle situazioni non pienamente risolte dalle stesse salvaguardie, che comunque sono da riprendere in considerazione.
  Noi, in termini generali, stiamo sviluppando un'attività di verifica e monitoraggio sull'applicazione delle precedenti salvaguardie, per cercare di valutare a risorse date – prima di aprire un tema riguardante quali altre eventuali risorse possano essere necessarie per un intervento – di procedere, come è stato fatto l'anno precedente, ad una riverifica della piena e puntuale utilizzazione di queste risorse, per fare in modo che laddove ci sono delle situazioni che possono essere recuperate nel corso di questa condizione possa essere fatto. Quindi, noi siamo impegnati su questo versante per cercare di affrontare e risolvere i problemi relativi.
  Rispetto alle specifiche questioni che sono state sollevate, vorrei dare un'informazione, che riguarda in particolare l'inserimento nella procedura della sesta salvaguardia dei lavoratori agricoli a tempo determinato. La direzione generale per le politiche previdenziali e assicurative ha ritenuto plausibile estendere a questi lavoratori questo beneficio. Quindi, si sta lavorando con le direzioni interregionali per mettere in atto ogni azione volta a riconsiderare le domande presentate dagli interessati nei termini previsti e a predisporre tutti i necessari adempimenti.
  Per quanto riguarda l'opzione donna, la situazione oggi è nella condizione per cui l'INPS sta raccogliendo le domande e sta monitorando la situazione che di fatto si sta producendo, nella volontà di affrontare questo tema e verificare se, a fronte delle domande che vengono presentate, si possano produrre le condizioni per risolvere questo nodo, che, come è noto, è pendente da un po’ di tempo. Comunque, in termini generali, accogliamo la sollecitazione che ci è stata proposta per mantenere un'attenzione a questo tema, per fare insieme all'INPS il monitoraggio di queste situazioni, verificare le specifiche condizioni che ci vengono segnalate e, per quanto possibile, recuperare tutti gli elementi di non pieno e non buon funzionamento che si sono verificati, proprio perché pensiamo che questo sia un tema che deve essere risolto, in connessione con quanto già detto in precedenza rispetto alla volontà di affrontare il tema dei lavoratori anziani che non raggiungono le condizioni di pensionamento.

  PRESIDENTE. L'onorevole Damiano, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.

  CESARE DAMIANO. Grazie Presidente, Ministro, la ringrazio per la risposta. Speriamo Pag. 76che il tema dell’«opzione donna» sia finalmente risolto per via amministrativa. Io volevo semplicemente aggiungere una considerazione alle osservazioni che faceva all'inizio l'onorevole Gnecchi sugli interventi di equità immediata. A nostro avviso, diventa ormai indispensabile ed urgente arrivare ad una modifica strutturale del sistema pensionistico. Lei ha accennato in più occasioni che ci sarebbe stata l'opportunità nella legge di stabilità. Può essere quella l'occasione giusta. Cosa intendo dire per modifica strutturale ? Intendo dire questo: lei comprende che se abbiamo centinaia di migliaia e forse più di lavoratori e lavoratrici che rimangono per anni senza stipendio, senza ammortizzatori sociali e senza pensione, aumenta l'area della povertà. La dobbiamo restringere. Sono a un minuto e sei secondi, Presidente.

  PRESIDENTE. Preavviso ad un minuto, onorevole Damiano.

  CESARE DAMIANO. Per quanto riguarda la questione dei lavoratori che arrivano fino a 67-68 anni di età per andare in pensione, vuol dire che i nostri figli stanno fuori dai luoghi di lavoro. Favoriamo l'occupazione. Noi abbiamo una proposta: si chiama flessibilità del sistema. Lei sa che noi riteniamo opportuno che a partire dai 62 anni di età, con 35 di contributi e una penalizzazione massima dell'8 per cento, si possa avviare una discussione per introdurre finalmente nel sistema pensionistico quell'elemento di gradualità che può portare le risposte necessarie.

(Iniziative in materia di edilizia scolastica, con particolare riferimento all'efficacia dei controlli al fine di garantire l'incolumità di studenti ed operatori scolastici – n. 3-01440)

  PRESIDENTE. L'onorevole Brescia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01440, concernente iniziative in materia di edilizia scolastica, con particolare riferimento all'efficacia dei controlli al fine di garantire l'incolumità di studenti ed operatori scolastici (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  GIUSEPPE BRESCIA. Grazie Presidente, lunedì 13 aprile, nella scuola elementare «Pessina» di Ostuni, nel bel mezzo di una lezione, si sono staccati 5 metri quadri di intonaco dal solaio e alcuni bambini sono stati colpiti violentemente alla testa. Per uno di loro, frattura del setto nasale e due punti di sutura. La scuola era stata appena ristrutturata. Questa è solo l'ultima di una lunga serie di stragi sfiorate. Solo per ricordarne alcune di quest'anno: distacco dell'intonaco nella scuola di Pescara, che ha causato il ferimento di tre studenti, crollo di un soffitto in un asilo in Lombardia, con sette bambini feriti, crollo dell'intonaco di un soffitto in una palestra a Tivoli, con due insegnanti rimasti feriti. E potrei continuare a lungo. Tutti questi fatti sono avvenuti durante il mandato dell'attuale Presidente del Consiglio che, sin dal primo giorno, diceva che l'edilizia scolastica sarebbe stata al centro della sua agenda politica.
  Allora, oggi interroghiamo lei, Ministro, per chiederle come intende intervenire per garantire che siano effettuati controlli più incisivi ed efficaci sulla qualità degli interventi realizzati nelle strutture scolastiche in modo da evitare nella maniera più assoluta che sia messa a rischio l'incolumità di studenti e operatori della scuola.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Stefania Giannini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  STEFANIA GIANNINI, Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Grazie Presidente, gentile onorevole, il Governo di cui mi onoro di far parte è partito proprio dalla constatazione di uno stato generale di trascuratezza pluridecennale dell'edilizia scolastica nel nostro Paese. Le linee di intervento in materia di Pag. 77edilizia scolastica sono sintetizzabili in tre concetti fondamentali molto semplici e molto concreti: risorse, trasparenza e monitoraggio delle operazioni svolte e, naturalmente, programmazione molto chiara degli interventi necessari. Due azioni sono state compiute. La prima è il completamento dell'anagrafe dell'edilizia scolastica, che sarà resa pubblica a giorni, il 22 aprile, se non ricordo male, e che era prevista dal 1996, senza alcuna azione concreta che l'avesse portata a conoscenza del Governo e dei cittadini italiani. Questo, come lei immagina, consentirà di avere un quadro preciso e dettagliato dello stato dell'arte e degli interventi necessari. La seconda è la costituzione dell'Osservatorio per l'edilizia scolastica, che è stato insediato presso il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto e in collaborazione con l'unità di missione presso Palazzo Chigi negli scorsi mesi, e che ha un compito preciso di programmazione degli interventi su base nazionale, tenendo conto delle priorità indicate dalle singole regioni. A questo aggiungo le azioni già in corso a partire dallo scorso anno, dall'insediamento del Governo Renzi, con gli stanziamenti previsti a tale fine.
  I programmi si distinguono su tre livelli fondamentali: la sicurezza delle scuole, l'adeguamento strutturale e l'abbellimento – l'adeguamento è nel senso della resa migliore possibile perché la didattica possa essere svolta nel migliore dei modi – e l'edificazione di nuovi edifici ove necessario.
  Nel primo caso, abbiamo stanziato fino ad oggi complessivamente 540 milioni, che hanno consentito 2.264 interventi già realizzati, di cui 692 di messa in sicurezza e di cui altri 1.636 aggiudicati e da realizzare nel corso dei prossimi mesi.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  STEFANIA GIANNINI, Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca. L'adeguamento strutturale riguarda i 150 milioni più 130 milioni – quindi, 280 milioni effettivi –, che sono stati programmati, per un totale di 17 mila interventi dei prossimi due anni, incluso questo. Anche sotto questo profilo, sarà possibile avere un'adeguatezza strutturale delle scuole italiane. Infine, il grande programma di mutui della BEI, per un complessivo ammontare di 940 milioni, per cui sono previsti 4 mila interventi, anch'essi programmabili.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  STEFANIA GIANNINI, Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Questo dà la misura dell'intervento imponente del Governo, a cui si associa il provvedimento specifico contenuto nel disegno di legge all'esame del Parlamento, in cui 300 milioni sono finalmente utilizzabili per la costruzione di nuove scuole e 40 milioni per il monitoraggio. Mi sembra un'azione complessiva, strutturale, che ci auguriamo potrà evitare episodi come quelli che lei, tristemente, ci ha ricordato.

  PRESIDENTE. L'onorevole Brescia ha facoltà di replicare, per due minuti.

  GIUSEPPE BRESCIA. Signor Presidente, Ministro, noi siamo assolutamente insoddisfatti della sua risposta: parla di fondi e di programmazione, cioè proprio quello che manca alla vostra azione politica. Diciamo la verità agli italiani: in primis, non bastano i fondi, appunto. Il suo Governo, in materia di edilizia scolastica, non ha stanziato un euro in più rispetto ai precedenti Esecutivi. I soldi spesi finora, qualche centinaio di milioni – quelli di cui parlava lei –, a fronte di un fabbisogno di decine di miliardi, sono quelli stanziati dai Governi precedenti. Questo è bene che si sappia.
  In secondo luogo, dobbiamo sottolineare un aspetto che troviamo nel caso della scuola di Ostuni, ma che è prassi diffusa in tutte le opere pubbliche del nostro Paese: la ditta che si è aggiudicata l'appalto l'ha vinto con un ribasso del 25 per cento, ma, poi, i lavori, che si sono protratti per ben quattro anni, sono costati il doppio. Queste anomalie il MoVimento 5 stelle le ritiene inaccettabili e le continuerà a denunciare sempre.Pag. 78
  Vogliamo, poi, parlare della «buona scuola» a cui lei faceva riferimento ? Nel tanto decantato disegno di legge in materia di edilizia scolastica, avete eseguito solo un mero riordino della normativa vigente, ma non c’è traccia di una seria programmazione in grado di mettere in sicurezza i nostri istituti. Evidentemente, nella fretta di ricattare il Parlamento con un provvedimento deleterio per l'intero comparto, vi sarà sfuggito questo passaggio !
  Vede, Ministro, la sicurezza di studenti e operatori scolastici è un argomento su cui non ci possono essere divisioni, ma anche su questo riuscite a provocare la nostra indignazione e la rabbia di milioni di cittadini. Quindi, nonostante le sue rassicurazioni, restiamo molto preoccupati, soprattutto per quanto leggiamo nel DEF.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  GIUSEPPE BRESCIA. Per l'edilizia scolastica è prevista una spesa di soli 130 milioni in cinque anni: spiccioli ! In generale, per l'istruzione, la spesa passerà, fino al 2020, dal 3,7 al 3,5 per cento del PIL, a fronte di una media europea del 5 per cento. Altro che finanziamenti, fate tagli che manco Berlusconi !

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  GIUSEPPE BRESCIA. Concludo. «Scuole belle», «scuole sicure», «scuole nuove» sono begli hashtag, ma questi hashtag non ripareranno le nostre scuole. Almeno su questo tema, lasciate stare la propaganda e dedicatevi alla sostanza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative volte a sospendere la smilitarizzazione del corpo militare della Croce rossa italiana – n. 3-01441)

  PRESIDENTE. L'onorevole Rampelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01441, concernente iniziative volte a sospendere la smilitarizzazione del corpo militare della Croce rossa italiana (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, Ministro, gli italiani non hanno ancora capito che state distruggendo la Croce rossa italiana, la state smantellando: invece di riorganizzarla, di renderla più efficiente, di tagliare gli sprechi e i privilegi e, semmai, di modernizzarla, la state cancellando, privatizzandola. E non siete neppure capaci di farlo.
  La cosa che ci preoccupa ancor di più è che, in tutto questo, state uccidendo anche il corpo militare della Croce rossa italiana: è un'eccellenza che ci invidia tutto il mondo, è un pezzo insostituibile della storia italiana, un pezzo insostituibile della nostra identità.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  FABIO RAMPELLI. Noi abbiamo all'orizzonte non solo una crisi internazionale devastante, con focolai di guerra ovunque cosparsi, ma abbiamo l'Esposizione di Milano, il Giubileo, abbiamo diverse questioni che ci inducono, semmai, a chiedervi un ripensamento. Le emergenze, almeno, vi inducano a sospendere questi provvedimenti, a rivederli e a salvaguardare la Croce rossa e il suo corpo militare.

  PRESIDENTE. Il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha facoltà di rispondere.

  MARIA ELENA BOSCHI, Ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. Grazie Presidente. Rispondo all'interrogazione sulla base degli elementi forniti dal Ministero della difesa, ovviamente, in quanto destinatario della stessa.
  Com’è noto all'interrogante, il decreto legislativo 28 settembre 2012, n. 178, con il quale è stata realizzata la complessiva riorganizzazione dell'Associazione Italiana della Croce rossa, in attuazione della delega prevista all'articolo 2 della legge n. 183 del 2010, prevede sia la presenza Pag. 79del corpo volontario all'interno della Croce rossa italiana, ridenominato corpo militare volontario e Corpo delle infermiere volontarie della Croce rossa, ausiliario delle Forze armate, sia, con riferimento alle unità già in servizio continuativo per effetto di provvedimenti di assunzione a tempo indeterminato, la cosiddetta smilitarizzazione, che è uno dei tasselli fondamentali della riforma.
  Quanto, in particolare, al processo di smilitarizzazione, il citato decreto legislativo del 2012, nel disciplinare la trasformazione del corpo militare in corpo militare in congedo e la contestuale iscrizione del personale interessato in un ruolo ad esaurimento nell'ambito del personale civile della Croce rossa, garantisce comunque l'assolvimento delle funzioni ausiliarie attualmente garantite dalle Forze armate attraverso la costituzione di un apposito contingente di personale che sarà alimentato dapprima da selezionato personale del corpo militare e successivamente da personale civile della Croce rossa avente la qualifica di militare in congedo.
  Fatte queste premesse, per quanto concerne più direttamente il quesito dell'interrogante, il Governo non intende sospendere l'attuazione della riforma della Croce rossa, di cui, come detto, la cosiddetta smilitarizzazione risulta essere un elemento portante. Ricordo, in proposito, che proprio di recente il Parlamento è tornato sulla materia convertendo con la legge n. 11 del 2015 il decreto legge n. 192 del 2014 che, nel riformulare talune disposizioni sul personale contenute nel citato decreto del 2012, ha confermato la scelta della smilitarizzazione e la sua realizzazione secondo le fasi sopradescritte.
  Con riferimento, poi, all'ipotesi paventata in qualche modo della insufficienza rispetto ai nuovi scenari contingenti rispetto alla presenza di reparti sanitari militari specializzati come quelli della Croce rossa, tale eventualità, ossia il fatto che le funzioni fondamentali siano compromesse dal riordino della Croce rossa italiana, è stata esclusa dal Ministero interrogato, sia in virtù della descritta progressività del processo di smilitarizzazione, sia perché l'organizzazione sanitaria delle Forze armate è pienamente in grado di rispondere autonomamente ed adeguatamente agli impegni operativi interni e internazionali.

  PRESIDENTE. L'onorevole Rampelli ha facoltà di replicare.

  FABIO RAMPELLI. Io la ringrazio, Ministro Boschi, per la ottima lettura della risposta fornita da evidenti burocrati, che, come al solito, sono perfettamente capaci di produrre astrazioni, rassicurazioni senza mai entrare nel merito, senza mai davvero far comprendere quali siano i punti fondamentali intorno ai quali un determinato provvedimento si sta rivedendo.
  Io rimango assolutamente perplesso dalla sua risposta e penso che la Croce rossa italiana, il corpo militare della Croce rossa italiana vadano tutelati e penso che questa aggressione, in particolare verso la parte militare della Croce rossa, quella che lei ha definito giustamente la «smilitarizzazione», sia necessaria proprio per garantire nel minor tempo possibile che i privati possano impossessarsi del malloppo, perché la parte della Croce rossa militare non può essere privatizzata per definizione, quindi prima viene liquidata, prima si riesce a consentire l'affare, il business sugli immobili. Cosa assolutamente incredibile, sono stati messi all'asta e, guarda un po’ il caso, le aste sono andate deserte; così come non è chiara la ragione per la quale non si dovrebbe andare incontro, come è sempre stato nella pubblica amministrazione in episodi analoghi, ai dipendenti della parte militare della Croce rossa, immaginando, ad esempio, l'esaurimento del ruolo.
  Io non capisco, sinceramente, sembra davvero che ci sia una ragione inconfessabile, perché poi tutte le forze politiche – lei lo potrà constatare anche guardando le interrogazioni parlamentari, gli ordini del giorno, gli atti e le dichiarazioni – hanno manifestato la stessa mia preoccupazione.
  Non è soltanto Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale che sta su questa materia Pag. 80preoccupata e non siamo soltanto noi a «evocare» gli scenari dell'Expo, del Giubileo annunciato dal Santo Padre oppure delle grandi crisi che sono sotto gli occhi tutti.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  FABIO RAMPELLI. Quindi, penso che il Governo farebbe davvero bene a rivedere la sua posizione, ad approfondirla e magari anche a consultare le forze politiche, perché al di là dei decreti, forse, ci può essere una possibilità per migliorare il quadro e garantire l'esistenza in vita di questo importantissimo servizio per gli italiani.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  Sospendo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 16,30 con il seguito della discussione del disegno di legge di ratifica dell'Accordo Italia-Montenegro in materia di collaborazione strategica.

  La seduta, sospesa alle 15,55, è ripresa alle 16,35.

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Artini, Biondelli, Catania, D'Alia, Dambruoso, Damiano, Dellai, Di Lello, Epifani, Gregorio Fontana, Fontanelli, Locatelli, Losacco, Mannino, Migliore, Pisicchio, Portas, Rampelli, Realacci, Speranza, Tabacci e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centosei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sui lavori dell'Assemblea.

  PRESIDENTE. Con riferimento all'organizzazione dei nostri lavori, mi pare vi sia un'intesa tra i rappresentanti di tutti i gruppi nel senso di rinviare alla prossima settimana il seguito dell'esame della ratifica tra Italia e Montenegro in materia di collaborazione strategica, previsto nell'ambito del punto 3 dell'ordine del giorno, nonché il seguito della discussione delle mozioni relative all'esenzione dell'IMU sui terreni agricoli, di cui al punto  5 dell'ordine del giorno.
  Tenuto anche conto degli altri argomenti previsti per la settimana in corso e già rinviati ad altra seduta, rispetto al calendario vigente, l'articolazione dei lavori della prossima settimana verrebbe integrata nel senso di prevedere, nella seduta con votazioni di mercoledì 22 aprile: come primi argomenti il seguito dell'esame delle ratifiche tra Italia e Cina concernente l'assistenza giudiziaria in materia penale (con la collocazione della relativa discussione generale in coda agli argomenti già previsti per la seduta di martedì 21 aprile) e tra Italia e Montenegro, in materia di collaborazione strategica; l'inserimento del seguito della discussione delle mozioni relative alla Carta di Milano e all'esenzione dell'IMU per i terreni agricoli dopo il seguito dell'esame della Relazione della Commissione d'inchiesta sul fenomeno della mafia sul sistema di protezione dei testimoni di giustizia.
  Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
  (Così rimane stabilito).

Seguito della discussione del disegno di legge di ratifica: Accordo con il Governo della Repubblica del Kazakhstan sulla cooperazione militare (A.C. 2659-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge di ratifica n. 2659-A, Ratifica ed Pag. 81esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Kazakhstan sulla cooperazione militare, fatto a Roma il 7 giugno 2012.
  Ricordo che nella seduta del 13 aprile 2015 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
  La Commissione bilancio ha espresso il prescritto parere, che è in distribuzione (Vedi l'allegato A – A.C. 2659-A).

(Esame degli articoli – A.C. 2659-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli nel testo della Commissione.
  Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 2659-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Amendola. Ne ha facoltà.

  VINCENZO AMENDOLA. Grazie, Presidente. Nel dibattito che si è avuto durante l'esame in Commissione Affari Esteri e nel dibattito in Assemblea, noi abbiamo preso in esame il provvedimento perché quando vi sono delle ratifiche sulla cooperazione militare è massima l'attenzione che tutte le forze politiche devono avere con paesi con cui non sussistono tradizioni di cooperazione a lungo termine.
  Non a caso nell'analisi della ratifica è preminente il quadro giuridico di riferimento del paese con cui ratifichiamo questo accordo. Fondamentale è il fatto che il Kazakhstan ha abolito la pena di morte per i reati comuni a partire dal 2007 e ha aderito ai principi degli accordi internazionali in materia, quale la Convenzione tra gli Stati partner del Trattato NATO e gli altri Stati partecipanti al partenariato per la pace sullo Statuto delle Forze armate, nonché la Convenzione ONU contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti del 10 dicembre 1984.
  Faccio questi riferimenti in quanto l'attenzione di tutte le forze politiche è stata massima. La ratifica, infatti, vieta l'eventuale riesportazione verso paesi terzi senza il preventivo benestare del paese cedente.
  Sappiamo benissimo che per questa ratifica nel dibattito in Commissione e in Aula si è previsto un supplemento di analisi, un supplemento di interrogazione su quello che è il tema complessivo della cooperazione con un Paese che fa parte del recente blocco che si è creato dell'unione euro-asiatica e con cui l'Italia intrattiene da tempo accordi commerciali che riguardano anche altre ratifiche che sono andate in discussione in questa Camera, ratifiche che avvicinano i Paesi, accordi che avvicinano i Paesi, ma era giusto sul tema della cooperazione militare, qui all'attenzione dell'Assemblea, specificare che il quadro di riferimento per questa ratifica sia dentro le norme che rispettano il diritto internazionale e le convenzioni che per noi sono fondamentali ma sono anche decisive per quanto riguarda invece il rapporto, nel caso in cui i due soggetti, i due contraenti scambiano appunto su questo terreno, su questo interesse reciproco, nel caso vengano aperti a Paesi terzi, ci sia il benestare ovviamente del Paese contraente. Come lei sicuramente sa, Presidente, anche questa ratifica è dentro l'articolo 117 della Costituzione che regola il nostro lavoro parlamentare di ratifica e per questi motivi noi come gruppo del Partito Democratico, continuando questo lavoro di lunga lena tra Commissione e Aula, di ratifica...

  PRESIDENTE. Onorevole Amendola, mi scusi, il compito ingrato del Presidente è quello di avvisarla che rimane soltanto un minuto, purtroppo.

  VINCENZO AMENDOLA. Solo un minuto, Presidente ?

  PRESIDENTE. Purtroppo sì.

  VINCENZO AMENDOLA. Va bene, mi spiace se mi sono troppo dilungato, ma il tema poi della cooperazione riguarda ovviamente Pag. 82terreni fondamentali su cui la Commissione esteri e l'Aula stanno lavorando per implementare e integrare il lavoro. Faccio riferimento, giusto perché il tempo sta scadendo, anche alla relazione del relatore, onorevole Fausto Raciti, che ha presentato in sede di apertura dell'esame della ratifica elementi che secondo me sono consistenti nel supportare le tesi che ho cercato brevemente, su quei due riferimenti, di sottolineare.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colleghi, vi pregherei di affrettarvi nel raggiungere le vostre postazioni. Spadoni, Caso, Rampelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  366   
   Votanti  362   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato
 295    
    Hanno votato
no   67).    

  (Il deputato Franco Bordo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 2659-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fregolent, Colonnese, Vico, Fossati, Patriarca, Cancelleri, Benedetti, Caon...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  377   
   Votanti  373   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato  302    
    Hanno votato no  71.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 2659-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese, Pellegrino, Lo Monte...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  382   
   Votanti  378   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato  303    
    Hanno votato no  75.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A – A.C. 2659-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marzano, Malisani, Bianconi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  383   
   Votanti  379   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato  306    
    Hanno votato no  73.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 83

  (Il deputato De Rosa ha segnalato che non è riuscito a votare. Il deputato Tacconi ha segnalato che ha erroneamente votato contro e che avrebbe invece voluto votare a favore).

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2659-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'accordo in esame, firmato a Roma il 7 giugno 2012, definisce la cornice giuridica entro la quale sviluppare la cooperazione bilaterale tra le Forze armate del nostro Paese e quelle della Kazakhstan al fine di rendere più solide le capacità difensive di ciascuno dei contraenti in un quadro di comprensione chiaro delle questioni legate alla sicurezza.
  Il suddetto accordo inoltre rappresenta un deliberato volano facilitatore di ripercussioni positive in altri settori dell'economia nella direzione di una più solida stabilizzazione di quell'area di rilevante importanza geopolitica, considerati gli interessi nazionali e gli impegni assunti in ambito internazionale per la regione dell'Asia centrale.
  Al di là dei numerosi campi della cooperazione, quali la politica di difesa, l'istruzione in campo militare, l'importazione e l'esportazione di armamenti e di materiale militare nell'attività internazionale di pacificazione, nella cultura e nello sport, le modalità di cooperazione si realizzano attraverso visite ufficiali, incontri operativi tra le rispettive delegazioni, lo scambio di esperienze nel quadro di consultazioni e incontri di lavoro, la partecipazione a conferenze, seminari e corsi d'istruzione nelle scuole militari, la partecipazione ad eventi culturali e sportivi.
  In particolare, questo Accordo, promuovendo l'esportazione e l'importazione di materiale della difesa nei settori aeronautico-navale militare degli armamenti, afferma, in modo coerente con la legge n. 185 del 1990, recante nuove norme sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento, che l'eventuale riesportazione verso Paesi terzi dovrà avvenire con il preventivo benestare del Paese cedente. Un aspetto non secondario nell'attuale contesto geopolitico mondiale, dove lo sviluppo degli eventi richiede un controllo severo sul commercio delle armi affinché, attraverso eventuali triangolazioni, non finiscano nella mani degli uomini del terrore.
  Al fine, quindi, di ratificare un Accordo rilevante in tema di cooperazione militare, fondato sul principio generale della reciprocità, preannunzio, pertanto, il voto favorevole del nostro gruppo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Nel preannunziare il voto favorevole sulla ratifica e sull'esecuzione dell'Accordo con il Governo del Kazakhstan, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Del Grosso, che non è in Aula: s'intende che vi abbia rinunziato.
  A questo punto, non essendovi altri iscritti per dichiarazione di voto, dovremmo passare al coordinamento formale del testo approvato e alla votazione finale sul disegno di legge di ratifica n. 2659-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica...

  ARTURO SCOTTO. Presidente, ero tra coloro che avevano chiesto di parlare per dichiarazione di voto!

  PRESIDENTE. No, onorevole Scotto, non mi risulta. Forse si tratta di un altro Pag. 84provvedimento. Si tratta dell'Accordo con il Kazakhstan ? Non mi risulta. Però, se vuole parlare per dichiarazione di voto lo può fare. Non ho indetto la votazione. Basta che decidiamo, onorevole Scotto.

  ARTURO SCOTTO. Sì, Presidente, intendo parlare per dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. Prego, onorevole Scotto, ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Presidente, intervengo molto rapidamente – poi provvederò a consegnare il testo della mia dichiarazione di voto – semplicemente per ribadire la nostra contrarietà a questa ratifica, che consideriamo sbagliata nei tempi e nel merito.
  Avremmo bisogno – ho ascoltato le parole di Amendola – di una maggiore analisi, più approfondita rispetto a quello che si configura come un vero e proprio regime e rispetto ai rischi che un accordo di cooperazione militare con quel Paese può comportare sul terreno dei diritti umani, ma anche sul terreno della fedeltà ad alcune leggi, come la legge n. 185 del 1990, che vieta l'esportazione di armi in Paesi dove i diritti umani non sono esportati.
  Vorrei ricordare – e concludo – che in quel Paese la pena di morte è stata abolita per reati comuni nel 2007, ma per tanti altri reati è ancora in vigore, mentre la tortura è radicata e usata come normale pratica di annientamento del dissenso e dell'opposizione interna. Vorrei che si riflettesse un po’ di più rispetto a questa scelta.
  Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Onorevole Scotto, chiedo scusa a lei e anche agli altri oratori, a cui darò la parola. Il Presidente ha commesso un errore: ha confuso la lista degli iscritti a parlare per dichiarazione di voto. Recuperiamo, dunque, coloro che avevano chiesto di parlare per dichiarazione di voto e che non hanno parlato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alli, che però vi rinunzia.
  Prendo atto che l'onorevole Del Grosso non è ancora in Aula: quindi, s'intende che vi abbia rinunziato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedi. Ne ha facoltà.

  MARCO FEDI. Grazie, Presidente. Il Partito Democratico voterà a favore della ratifica di questo Accordo che ha lo scopo, come è stato ricordato dalla relatrice, onorevole Quartapelle Procopio, durante la discussione sulle linee generali, di sviluppare la cooperazione bilaterale tra le Forze armate del nostro Paese e quelle del Kazakhstan, nonostante le crescenti preoccupazioni legate al peggioramento del quadro dei diritti umani in Asia centrale, preoccupazioni che condividiamo con i colleghi di SEL.
  Abbiamo il dovere di consolidare i rapporti con quella regione.
  Abbiamo la responsabilità di rafforzare la nostra presenza in quell'area del pianeta, come dobbiamo insieme garantire la crescita civile e democratica, continuando il processo di consolidamento del rispetto dei diritti umani in quella parte del mondo, il rispetto del diritto internazionale e delle persone.
  L'intento – lo ricordava molto bene anche il collega capogruppo in Commissione esteri, che è intervenuto in apertura di seduta – è di consolidare le rispettive capacità difensive e di migliorare la comprensione reciproca sulle questioni della sicurezza.
  Nell'esame in Commissione abbiamo approfondito il tema e credo che ora il voto favorevole unanime dei gruppi consentirebbe proprio di lavorare in quella direzione e di rafforzare il lavoro sul tema dei diritti umani in quella parte del mondo, e credo che il voto favorevole del Partito Democratico sia legato molto più a questi temi che semplicemente alle questioni legate alla sicurezza. E con questo Pag. 85vorrei chiedere al Presidente l'autorizzazione a consegnare il testo scritto della mia dichiarazione di voto per la pubblicazione in calce al resoconto.

  PRESIDENTE. Anche lei è autorizzato, onorevole Fedi, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
  Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale – A.C. 2659-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2659-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 2659-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Borghi, Matarrese, Pisano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Kazakhstan sulla cooperazione militare, fatto a Roma il 7 giugno 2012» (2659-A):

   Presenti  391   
   Votanti  387   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato  309    
    Hanno votato no   78    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1532 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo bilaterale tra Italia e Montenegro aggiuntivo alla Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957, finalizzato ad agevolarne l'applicazione, fatto a Podgorica il 25 luglio 2013 e dell'Accordo bilaterale tra Italia e Montenegro aggiuntivo alla Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959, inteso a facilitarne l'applicazione, fatto a Podgorica il 25 luglio 2013 (Approvato dal Senato) (A.C. 2756) (ore 16,55).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2756: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo bilaterale tra Italia e Montenegro aggiuntivo alla Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957, finalizzato ad agevolarne l'applicazione, fatto a Podgorica il 25 luglio 2013 e dell'Accordo bilaterale tra Italia e Montenegro aggiuntivo alla Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959, inteso a facilitarne l'applicazione, fatto a Podgorica il 25 luglio 2013.
  Ricordo che nella seduta del 13 aprile 2015 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli – A.C. 2756)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
  Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 2756), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese, Mazzoli, Paola Bragantini...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 86
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  404   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  404    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 2756), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Monchiero, Montroni, Alberti, Pili...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  409   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato  409.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A – A.C. 2756), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Adornato, Grillo, Rabino, Vecchio, Famiglietti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  417   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato  416    
    Hanno votato no    1.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata D'Incecco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A – A.C. 2756), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Tartaglione, Grillo, Manfredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  406   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  406.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Le deputate Terzoni e D'Incecco hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Saluto gli studenti dell'Istituto comprensivo statale «Armando Diaz» di Laterza, in provincia di Taranto, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2756)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole del mio gruppo e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

Pag. 87

  GIANLUCA PINI. Grazie, Presidente. Così come al Senato, la Lega Nord voterà a favore dell'approvazione di questo provvedimento e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rabino. Ne ha facoltà.

  MARIANO RABINO. Grazie, Presidente. Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cimbro. Ne ha facoltà.

  ELEONORA CIMBRO. Presidente, annuncio il voto favorevole del Partito Democratico e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2756)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 2756, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gasparini, Magorno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  S. 1532 – «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo bilaterale tra Italia e Montenegro aggiuntivo alla Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957, finalizzato ad agevolarne l'applicazione, fatto a Podgorica il 25 luglio 2013 e dell'Accordo bilaterale tra Italia e Montenegro aggiuntivo alla Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959, inteso a facilitarne l'applicazione, fatto a Podgorica il 25 luglio 2013» (Approvato dal Senato) (2756):

   Presenti e votanti  427   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  427.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1327 – Norme recanti regime fiscale speciale in relazione ai rapporti con il territorio di Taiwan (Approvato dal Senato) (A.C. 2753) (ore 17,05).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2753: Norme recanti regime fiscale speciale in relazione ai rapporti con il territorio di Taiwan.
  Ricordo che nella seduta del 13 aprile 2015 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge.
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 2753), che sono in distribuzione.
  Avverto che, prima dell'inizio della seduta, l'emendamento Pesco 30.9 è stato ritirato dal presentatore.

Pag. 88

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A – A.C. 2753), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cenni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  429   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato  428    
    Hanno votato no  1    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Le deputate Pes e Galgano hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A – A.C. 2753), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  De Maria...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  429   
   Votanti  428   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato  367    
    Hanno votato no  61    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 2753).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

  MICHELE PELILLO, Relatore per la VI Commissione. Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario sull'emendamento Villarosa 3.1.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale. Conforme al relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Villarosa 3.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Grazie, Presidente. Perché abbiamo presentato questo emendamento (così lo spieghiamo in Aula) ? Abbiamo presentato questo emendamento per un semplice motivo. Presidente non sento bene.

  PRESIDENTE. Sì, onorevole Villarosa. Colleghi, per favore, abbassiamo un po’ il tono della voce e magari alziamo un po’ il volume dell'onorevole Villarosa.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Anche perché, colleghi, è importante: è un accordo con uno Stato che non è uno Stato. Infatti, non so se lo sapete – ma sicuramente lo sapete – Taiwan non è uno Stato riconosciuto dall'OCSE. Quindi, noi stiamo portando avanti un accordo con uno Stato che non è uno Stato.Pag. 89
  Niente da dire sull'accordo, anzi qualcosa da dire c’è, ma ve la diremo dopo; infatti, c’è qualcosa di molto cupo e oscuro, però ve lo racconteremo dopo, con riferimento ad altri emendamenti.
  Con questo emendamento semplicemente noi cosa facevamo ? C’è un articolo, l'articolo 3, che ha tutte le varie definizioni, però manca una definizione, manca la definizione di nazionalità. Con il mio emendamento cercavo semplicemente di introdurre il senso, il significato di nazionalità. Infatti, cari colleghi, mettiamo il caso di un giudizio, di un cortocircuito, che necessita un giudizio; allora, siccome esistono cittadini residenti a Taiwan, ma con cittadinanza cinese (perché poi il problema è questo), nel momento in cui ci sarà questo cortocircuito, di quale nazionalità parleremo ? Parleremo della nazionalità taiwanese ? Non lo leggo, però leggetevi, all'interno dell'enciclopedia Treccani, la più famosa e la più conosciuta, il significato di nazionalità.
  Vi renderete conto che, se bocciamo quest'emendamento, avremo un accordo che non definisce chi poi dovrà pagare. Infatti, non si potrà stabilire di quale nazionalità stiamo parlando. Quindi, bocciatelo, ma sappiate almeno quello che state facendo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Grazie Presidente, solo per dire che noi voteremo contro quest'emendamento e quelli che seguono, ma per una ragione molto semplice, ovvero che non riteniamo che questo sia il momento in cui potere discutere in quest'Aula e porre fine ad una situazione che ha qualche ragione storica e qualche anno alle spalle, come i rapporti tra Taiwan e la comunità internazionale, ma in particolare modo tra Taiwan e Cina e tutto ciò che questo significa in senso di riconoscimento.
  Onorevole Villarosa, è l'ONU che riconosce i Paesi, non l'OCSE. Questo solo per precisione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianluca Pini. Ne ha facoltà.

  GIANLUCA PINI. Grazie Presidente, il collega Paglia saggiamente mi ha anticipato nelle motivazioni per cui anche noi voteremo contro questo e, eventualmente, anche gli altri emendamenti, se vanno in questo senso. Infatti, alla fin fine, basta avere viaggiato e visitato quei posti. Si sa benissimo che, al di là del riconoscimento dell'ONU, che citava appunto il collega Paglia, la nazionalità taiwanese esiste. Che poi il riconoscimento sul piano internazionale sia un qualcosa di più complesso e che i rapporti con la Repubblica popolare cinese siano qualcosa di molto più difficile è tutto un altro discorso. Ma qui stiamo semplicemente cercando di agevolare investimenti bilaterali tra due Paesi che hanno una tradizione di rapporti che dura da più di sessant'anni. Quindi, noi voteremo contro qualsiasi cosa che vada ad ostacolo o che renda difficile l'interpretazione di un accordo che comunque è ben fatto per noi e che, quindi, voteremo favorevolmente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Grazie Presidente, solo per onore di cronaca, visto che il collega Paglia si erge, insieme al collega della Lega Nord, a insegnante di diritto internazionale. Al massimo gli Stati si riconoscono tra di loro, non è né l'ONU né l'OCSE. Infatti il problema che abbiamo recentemente affrontato della Palestina era proprio quello: gli Stati si riconoscono tra di loro e poi gli organi internazionali fanno la loro parte. Fate l'applauso pure ora, magari, così abbiamo fatto un altro pezzo di storia, grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 90

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villarosa 3.1, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capua, Nizzi, Galperti, Magorno... altri che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  421   
   Votanti  420   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato   71    
    Hanno votato no  349.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Rampi ha segnalato che ha erroneamente votato a favore, mentre avrebbe voluto votare contro).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Garavini, Tancredi, Fantinati... Fantinati ancora non riesce a votare...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  421   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  355    
    Hanno votato no  66.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A – A.C. 2753), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vico, Gasparini... ci sono altri che non riescono a votare...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  423   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  363    
    Hanno votato no  60.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Giovanna Sanna ha segnalato che ha erroneamente votato contro, mentre avrebbe voluto votare a favore).

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 2753).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore per la VI Commissione ad esprimere il parere delle Commissioni.

  MICHELE PELILLO, Relatore per la VI Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario sull'emendamento Villarosa 5.1.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Villarosa 5.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

Pag. 91

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Presidente, come ha visto e come vede, la gente non è preparata. Si parlava dei modelli OCSE perché stiamo utilizzando un modello OCSE per fare questo accordo e stiamo utilizzando un modello OCSE che è obsoleto perché non prevede tutte quelle tutele e quelle difese che dovremmo avere oggi. La tecnologia ci permette di avere un'azienda a Roma, gestita da un'azienda in Lussemburgo, che, però, triangola con un'azienda alle Barbados e non si pagano le tasse in Italia. Oggi avviene questo. Io vorrei ricordare a tutti che il nostro Presidente della Commissione europea Juncker faceva gli accordi con le nostre aziende, con le aziende italiane, tramite ruling di standard internazionale, per fargli pagare il 2 o il 3 per cento di tassazione in Lussemburgo. Le prendeva dall'Italia, se le portava in Lussemburgo. Si tratta di tasse che dovevano essere pagate in Italia da aziende che stavano in Lussemburgo, ma operavano in Italia in concorrenza sleale, perché è concorrenza sleale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Lo faceva il nostro Presidente della Commissione europea prima di diventare Presidente della Commissione europea. Quindi, noi dobbiamo fare attenzione a queste cose perché le nostre piccole e medie imprese continuano a morire oggi per questi motivi. Infatti, se io vado sul mercato e mi ritrovo con milioni di certificazioni da produrre per qualsiasi cosa, con normative italiane restringenti, con una burocrazia pazzesca in Italia e, in più, con una tassazione enorme, io come vado a concorrere nel mercato con un'azienda che mi opera in Lussemburgo e magari mi triangola anche con Taiwan ? Capisco la storia, capisco il discorso, collega Gianluca Pini, ma non stiamo parlando della storia; non stiamo parlando di sistemare il problema della dinastia Qing; non stiamo cercando questo, ma stiamo cercando di fare un accordo per un semplice motivo: perché, probabilmente, c’è un'azienda che ha interesse qui dentro e ve lo racconteremo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Picchi. Ne ha facoltà.

  GUGLIELMO PICCHI. Presidente, non avere alcun tipo di accordo commerciale con Taiwan non aiuterà le nostre imprese. Quindi, meglio un cattivo accordo che nessun accordo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villarosa 5.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Malpezzi, Castiello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  431   
   Votanti  426   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato   75    
    Hanno votato no  351.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  430   
   Votanti  429   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato  362    
    Hanno votato no  67.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 92

(Esame dell'articolo 6 – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A – A.C. 2753), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Palese, Simoni, Grillo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  432   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato  368    
    Hanno votato no  64.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 7 – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 2753).
  Se nessuno chiedendo di parlare, invito i relatori ad esprimere il parere delle Commissioni.

  MICHELE PELILLO, Relatore per la VI Commissione. Signor Presidente, sull'emendamento Pesco 7.1 le Commissioni esprimono parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la VI Commissione.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 7.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Grazie, Presidente, si tratta di un disegno di legge veramente molto particolare, perché, di solito, qui si ratificano degli accordi internazionali, e già noi abbiamo molte perplessità su come questi accordi internazionali vengano fatti, vengano portati alla luce grazie al Governo. In questo caso...

  PRESIDENTE. Attenda, onorevole Pesco. Colleghi, abbassiamo un pochino il tono della voce, per favore ? Grazie. Prego, onorevole Pesco.

  DANIELE PESCO. ...si tratta di un disegno di legge che contiene proprio, nel suo articolato, gli articoli classici di un accordo internazionale. Noi saremmo stati anche, magari, disposti a votare favorevolmente alcune cose: il fatto è che anche nelle Commissioni e, soprattutto, qui adesso, non riceviamo alcuna risposta sui dubbi che abbiamo, soprattutto su come si è arrivati a siglare questo accordo e sul perché ci sono, comunque, molte modifiche rispetto all'accordo OCSE; un accordo OCSE che, secondo noi, comunque è antiquato.
  Come, ad esempio, anche sulla stabile organizzazione, le cose che diceva prima il mio collega Villarosa sono veramente appurate; secondo noi, è anche sbagliato il fatto che un soggetto potrà portare in deduzione, per calcolare l'utile della stabile organizzazione, le spese sostenute in quel Paese, ma anche altrove. Secondo noi, questa parola «altrove» è troppo generica: bisogna vedere in quali altri Paesi potrà ridurre il proprio utile, attraverso quali spese e, soprattutto, in quale Paese.
  Secondo noi, veramente, è una cosa delicata: dovrebbero essere veramente ammodernati tutti gli schemi OCSE, che, sinceramente, secondo noi, sono molto vecchi, soprattutto per riuscire ad aggiornare anche il concetto di stabile organizzazione. Questa veramente è la punta dell’iceberg sulle cose che abbiamo trovato Pag. 93in quest'accordo, che, secondo noi, ha un nome e un cognome, e dopo vi diremo quale.

  PRESIDENTE. Onorevole Rabino, lei ha un posto sicuramente da occupare, la pregherei di farlo.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 7.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  L'onorevole Pesco non riesce a votare. Altri che non riescono a votare ? Carrozza. Altri ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  429   
   Votanti  424   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato   76    
    Hanno votato no  348.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Pastorelli ha segnalato che ha erroneamente votato a favore, mentre avrebbe voluto votare contro).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Bonafede, Lainati. Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  430   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato  358    
    Hanno votato no  72.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Amoddio ha segnalato che ha erroneamente votato a contro, mentre avrebbe voluto votare a favore).

(Esame dell'articolo 8 – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 2753).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito i relatori ad esprimere il parere delle Commissioni.

  MICHELE PELILLO, Relatore per la VI Commissione. Signor Presidente, sull'emendamento Pesco 8.1 le Commissioni esprimono parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENRICO ZANETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la VI Commissione.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 8.1
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Grazie Presidente, proprio sulla navigazione ci siamo imbattuti nell'analisi dell'articolo 8. Guarda caso, proprio con riferimento a Taiwan, ci eravamo imbattuti sulle questioni legate alla navigazione anche con riferimento alla legge di stabilità. Per questo motivo abbiamo cercato di analizzare in modo più approfondito questo articolo. L'articolo cosa dice ? Dice che i proventi derivanti dal nolo di container possono essere ricompresi negli utili della navigazione marittima solo se svolti in modo occasionale. Questo ci ha destato parecchie perplessità, perché chi definisce quando un'attività è svolta in modo occasionale o no ? Sinceramente per noi chi ha scritto questo accordo avrebbe dovuto scrivere un importo, un ammontare, un limite, una soglia; purtroppo però non c’è scritto nulla, Pag. 94c’è scritto solo «occasionale» e, secondo noi, questo è un indice di poca precisione e sinceramente qualche dubbio che questa cosa sia stata fatta apposta ce l'abbiamo. Ma perché ce l'abbiamo ? Ce l'abbiamo perché, proprio durante l'esame della legge stabilità, come dicevo prima, è passato un emendamento che – guarda caso – è andato a modificare le leggi fiscali riferite alla navigazione, o meglio, si è detto che, per una certa legge fiscale, non doveva avere valore un articolo della navigazione. Questo articolo diceva che, se una nave si trova al di fuori delle acque territoriali, va considerata in territorio italiano per la legislazione italiana. Invece, dicono che, per quella legge fiscale, che, guarda caso, è una legge che andava a tassare gli utili di un soggetto terzo che affitta attrezzatura a un soggetto italiano, ebbene, è stato detto che «no», in quel caso l'articolo sulla navigazione non vale più e quindi non è più territorio italiano.
  Anche in quel caso ci siamo insospettiti e abbiamo fatto delle analisi. Guarda caso, abbiamo scoperto che dietro c'era il solito, chiamalo, «complottino», il fatto che si voleva dare una mano a qualcuno: quel qualcuno si chiama Italia Marittima (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), quel qualcuno si chiama una multinazionale dal nome Evergreen e, guarda caso, è riuscita a far fare in stabilità, alle due di notte, una legge a questo Parlamento, come i carbonari, per fare eliminare, cancellare del tutto un verbale della Guardia di finanza pari a 60 milioni, 60 milioni. E, guarda caso, a gennaio, nella prima metà del mese di gennaio, l'Agenzia delle entrate ha ritirato quell'accertamento senza neanche aspettare l'interpretazione del giudice su quella norma che andava a modificare norme fiscali che esistono da chissà quanti anni. Ebbene, il 15 gennaio l'Agenzia delle entrate ha ritirato quell'accertamento, una cosa vergognosa sia per l'Agenzia delle entrate, sia per la nostra Repubblica. Norme cambiate alle due di notte, nel silenzio tombale di questo Parlamento, anche se non c’è stato molto silenzio, perché il relatore – mi dispiace ricordarlo – in quell'occasione ha avuto un po’ di titubanza: stava quasi per ritirare quell'emendamento, come dice il mio collega Buonafede, grazie a un blitz di legalità. Quel blitz, purtroppo, non c’è stato, non è andato fino in fondo e quell'emendamento è rimasto, è stato approvato ed è stato fatto un gran piacere a una multinazionale che, sì, avrà dei rapporti commerciali con l'Italia, ma, secondo noi, non è giusto operare così; non è giusto nei confronti di tutte le altre ditte e aziende che le tasse le hanno pagate fino all'ultimo centesimo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Ha visto, Presidente, proprio su questa azienda, Italia Marittima, c’è un articolo che è scioccante, ma stando qui ormai non mi sciocco più; dopo che sento il collega dire che è meglio un accordo fatto male che nessun accordo, io rimango scioccato.

  PRESIDENTE. Lei non raccolga, onorevole Villarosa.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Meglio un accordo fatto male che nessun accordo. La politica è questa, giusto ? La politica è poi quella di questo articolo in cui il titolare di questa azienda, Italia Marittima, dice: «multa da 60 milioni: Maneschi pronto a lasciare Trieste e l'Italia. L'allarme dei parlamentari del PD».
  Quindi, Presidente, l'Agenzia delle entrate fa una richiesta di accertamento, chi deve essere accertato dice: io me vado se voi mi fate una multa di 60 milioni e noi cosa facciamo ? Facciamo un emendamento in stabilità per favorirlo. Complimenti, veramente complimenti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 95Pesco 8.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  422   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato   99    
    Hanno votato no  323.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tidei, Amoddio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  405   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  332    
    Hanno votato no  73.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 9 – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A – A.C. 2753), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Se non vi sono interventi per dichiarazioni di voto passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  422   
   Votanti  419   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato  353    
    Hanno votato no  66.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Mannino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e la deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 10 – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 (Vedi l'allegato A – A.C. 2753), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Se non vi sono interventi per dichiarazioni di voto passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Roberta Agostini, Di Salvo, Giancarlo Giordano, Malpezzi, Brugnerotto, Dambruoso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  432   
   Votanti  431   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato  368    
    Hanno votato no  63.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 96

(Esame dell'articolo 11 – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 (Vedi l'allegato A – A.C. 2753), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Se non vi sono interventi per dichiarazioni di voto, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Patriarca, Fabbri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  435   
   Votanti  434   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato  371    
    Hanno votato no  63.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo «Agrigento Centro», di Agrigento, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

(Esame dell'articolo 12 – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 (Vedi l'allegato A – A.C. 2753), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Se non vi sono interventi per dichiarazioni di voto passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  436   
   Votanti  434   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato  370    
    Hanno votato no  64.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 13 – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 (Vedi l'allegato A – A.C. 2753), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Se non vi sono interventi per dichiarazioni di voto, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  437   
   Votanti  435   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato  371    
    Hanno votato no  64    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 14 – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 (Vedi l'allegato A – A.C. 2753), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Grazie, Presidente. Intervengo per illustrare gli articoli 14 e 15 in quanto parlano di redditi derivanti dall'esercizio di una professione indipendente di carattere scientifico, letterario o artistico. Si tratta di Pag. 97articoli da valutare con maggiore attenzione in quanto vi potrebbero essere dei rischi. Negli articoli si regola l'esercizio della professione in base al territorio di residenza, tuttavia tali professioni possono essere svolte anche tramite comunicazioni a distanza o portali online. Tutto ciò è molto pericoloso; ricordo che l'OCSE stilò una lista con l'elenco dei Paesi in black list, in white list e in grey list, ovvero quei Paesi hanno una fiscalità agevolata e segretezza, ad esempio, dei componenti degli organi societari. Si mettono in black list per evitare che qualcuno eluda o evada il fisco.
  Presidente, noi abbiamo una lista perché l'Italia è uno dei Paesi aderenti all'OCSE, Taiwan invece non ha una lista, ciò significa che mentre io in Italia devo fare attenzione se un'azienda mi opera da questi Paesi o con questi Paesi, Taiwan lo può fare con tranquillità e non può controllare. Pertanto, chi si trova a Taiwan o si dota di un sistema di reciprocità con l'Italia e, quindi, di una stessa identica lista, black, white o grey, oppure si capisce bene che da domani anche un bambino di 16 anni può andare a Taiwan e fregare il fisco italiano in un attimo.
  Stiamo affrontando un argomento che sarebbe importantissimo – come dicevano i colleghi, vi sono tante aziende che lavorano a Taiwan con un giro di affari enorme – in quanto rischiamo di perdere gettito fiscale.
  I nostri interventi sono nel merito – che cosa ci può disturbare in un accordo con un altro Stato ? –, tuttavia notiamo che non vi è un approfondimento, non vi è volontà di accogliere alcun emendamento. Ci è stato concesso unicamente di trasformarne uno in un ordine del giorno. Avremo solo questo. Chiediamo soltanto chiarezza e attenzione per evitare che l'Italia ci perda (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Se non vi sono altri interventi per dichiarazioni di voto, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  416   
   Votanti  403   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  341    
    Hanno votato no  62    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Malpezzi, Rotta, Gianni Farina, Senaldi e Placido hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 15 – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 (Vedi l'allegato A – A.C. 2753), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Presidente, chiedo, senza alcuna polemica, una risposta al relatore Pelillo. In questo articolo si parla della tassazione sui salari e sugli stipendi; si prevede che la tassazione sui salari e sugli stipendi avvenga nel territorio di residenza del lavoratore se questo non lavora più di 183 giorni in un altro Paese.
  Le imprese di costruzione, Presidente, fanno anche delle squadre di operai che lavorano per metà anno e fanno i trasferimenti di una squadra per metà anno; nell'altra metà dell'anno c’è il trasferimento degli altri 250 lavoratori: 250 metà anno e 250 l'altra metà anno. Facendo questo tipo di operazione, questi lavoratori verranno in Italia a fare concorrenza sleale ai dipendenti di altre aziende italiane Pag. 98pagando poi le tasse sui salari a Taiwan ? Io vi chiedo questo, vi chiedo una risposta.

  MICHELE PELILLO, Relatore per la VI Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MICHELE PELILLO, Relatore per la VI Commissione. Signor Presidente, volentieri vengo in soccorso circa l'interpretazione di questo articolo. La risposta è molto semplice, perché l'articolo 15, di cui stiamo parlando, ricalca esattamente il modello OCSE. Noi sappiamo bene che, nella sostanza, questo disegno di legge riprende esattamente il modello OCSE che noi utilizziamo generalmente per accordi bilaterali. In questo caso, per la particolarità di Taiwan, noi non possiamo utilizzare quella modalità e stiamo utilizzando un'altra modalità che apparentemente è diversa, ma sostanzialmente il contenuto del disegno di legge ricalca esattamente quello dei modelli OCSE e, questo articolo, in modo particolare.

  PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, La Marca, Dell'Aringa, Toninelli, Cariello, Fantinati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  421   
   Votanti  403   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  339    
    Hanno votato no  64.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 16 – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 (Vedi l'allegato A – A.C. 2753), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Se non vi sono interventi per dichiarazioni di voto, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cariello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  423   
   Votanti  405   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  341    
    Hanno votato no  64.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 17 – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 (Vedi l'allegato A – A.C. 2753), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Se non vi sono interventi per dichiarazioni di voto, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  La Marca, Vico, Amato, Beni, Patriarca, Bonafede, Impegno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  423   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  359    
    Hanno votato no  64.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 99

(Esame dell'articolo 18 – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 (Vedi l'allegato A – A.C. 2753), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Se non vi sono interventi per dichiarazioni di voto, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  420   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  357    
    Hanno votato no  63.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 19 – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 (Vedi l'allegato A – A.C. 2753), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Se non vi sono interventi per dichiarazioni di voto, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Miotto, Capelli, Grillo...
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  428   
   Votanti  427   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  364    
    Hanno votato no  63.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 20 – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 (Vedi l'allegato A – A.C. 2753), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Se non vi sono interventi per dichiarazioni di voto, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli ...
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  419   
   Votanti  418   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato  357    
    Hanno votato no  61.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 21 – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 (Vedi l'allegato A – A.C. 2753), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Se non vi sono interventi per dichiarazioni di voto, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Miotto, Grassi, Turco, Tancredi...
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  432   
   Votanti  431   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato  368    
    Hanno votato no  63.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 100

(Esame dell'articolo 22 – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 (Vedi l'allegato A – A.C. 2753), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Se non vi sono interventi per dichiarazioni di voto, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Spadoni, Palmieri, Piepoli, La Marca, Calabrò...
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  434   
   Votanti  433   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato  370    
    Hanno votato no  63.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 23 – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23 (Vedi l'allegato A – A.C. 2753), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Se non vi sono interventi per dichiarazioni di voto, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 23.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tidei.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  433   
   Votanti  432   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato  369    
    Hanno votato no  63.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 24 – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 24 (Vedi l'allegato A – A.C. 2753), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 24.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci sono colleghi che non riescono a votare ? Latronico.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  418   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato  360    
    Hanno votato no  58.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 25 – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 25 (Vedi l'allegato A – A.C. 2753), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 25.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci. Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  424   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato  366    
    Hanno votato no  58.

  La Camera approva (Vedi votazioni).Pag. 101
  Saluto gli alunni e i docenti dell'istituto di istruzione superiore «Pier Luigi Nervi» di Novara, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

(Esame dell'articolo 26 – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 26 (Vedi l'allegato A – A.C. 2753), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 26.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vezzali, ha votato. Ci siamo ? Cariello.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  427   
   Votanti  426   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  365    
    Hanno votato no  61.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 27 – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 27 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 2753).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sull'emendamento Villarosa 27.1.

  MICHELE PELILLO, Relatore per la VI Commissione. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENRICO ZANETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Villarosa 27.1. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, intervengo velocemente perché questa discussione l'abbiamo già avuta e noi abbiamo dei dubbi, ma il relatore non ne ha. Infatti, vorrei chiedere al relatore o al Governo: ma se lo trasformiamo in ordine del giorno ? Voi dite che è già certo che l'Agenzia delle entrate e l'Agenzia delle dogane e dei monopoli interverranno. Noi abbiamo dei dubbi. Magari con un ordine del giorno riusciamo a risolvere il problema.

  MICHELE PELILLO, Relatore per la VI Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Prego, relatore. Anche se poi il parere sull'ordine del giorno ovviamente spetterà al Governo. Quindi, è il Governo che deve prendere un impegno direttamente con l'onorevole Villarosa. Comunque, onorevole Pelillo, esprima la sua opinione.

  MICHELE PELILLO, Relatore per la VI Commissione. Signor Presidente, voglio esprimere il mio parere favorevole.

  ENRICO ZANETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ENRICO ZANETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, siamo disponibili a valutare un ordine del giorno, fermo restando che dobbiamo anche vedere la formulazione dello stesso.

  PRESIDENTE. Certo, questo è ovvio.Pag. 102
  Dunque, mi pare di capire, onorevole Villarosa, che questo emendamento è ritirato.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Sì, signor Presidente, lo ritiro.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo alla votazione dell'articolo 27.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 27.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ricordo che stiamo votando l'articolo 27. Ciracì, Venittelli, Gasparini. Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  432   
   Votanti  431   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato  431.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 28 – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 28 (Vedi l'allegato A – A.C. 2753), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 28.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Simoni, Piccoli Nardelli. Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  431   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato  368    
    Hanno votato no  63.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 29 – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 29 (Vedi l'allegato A – A.C. 2753), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 29.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grillo, Ermini, Malpezzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  436   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  373    
    Hanno votato no  63    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 30 – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 30 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2753).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

  MICHELE PELILLO, Relatore per la VI Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario su tutti gli emendamenti presentati all'articolo 30.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENRICO ZANETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 30.1.Pag. 103
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, vi leggo che cosa prevede l'articolo 30 sull'efficacia: le disposizioni della presente legge acquistano efficacia dalla data di comunicazione con la quale l'ufficio italiano di promozione economica, commerciale e culturale a Taipei, in Taiwan, e l'ufficio di rappresentanza di Taipei in Italia si informano dell'avvenuta emanazione da parte dei rispettivi territori di analoghe disposizioni interne regolatorie delle misure per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le diverse evasioni fiscali; e poi descrive il modo. A noi non convince. Non convince, perché si tratta comunque di norme fiscali. È possibile che non si possa investire quanto meno il Ministero dell'economia e delle finanze affinché valuti se le norme che hanno fatto a Taiwan contro le doppie imposizioni siano norma adeguate ? A noi non convince che basti solo una comunicazione di questi due uffici che, secondo noi, di fisco non ne sanno tanto. Secondo noi, ci vuole un minimo di controllo, un minimo. E quindi noi abbiamo scritto nel nostro emendamento che questi uffici sì debbano comunicare, però debbano comunicare al Ministero dell'economia e delle finanze e al Ministero degli affari esteri, di modo che questi due Ministeri possano controllare, possano dare un giudizio, possano informare le Camere. E allora, con l'avvenuta comunicazione alle Camere dell'effettiva attuazione delle norme comprese... poi qui non vi è neanche nessun riferimento, si parla solo di norme sulla doppia imposizione, ma non si fa riferimento neanche all'accordo. Va bene che non riconosciamo lo Stato, ma quanto meno facciamo riferimento a qualcosa di scritto. No, le leggi sulla doppia imposizione, va bene. Insomma, a noi non basta, non basta, vogliamo che comunque il Governo sia chiamato a controllare che queste norme vengano fatte anche dal territorio di Taiwan, ma in modo adeguato, in modo opportuno e in modo giusto. Secondo noi, è l'unica soluzione. Un semplice scambio di informazioni avvenuto tra due uffici, uno taiwanese e uno italiano, che, secondo noi, di fisco non ne sanno poi così tanto, secondo noi non è sufficiente per riuscire a dare efficacia a questo pseudo accordo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 30.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrozza...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  412   
   Votanti  410   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no  305    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 30.2.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Signor Presidente, capisco che l'idea di una norma come quella inserita nell'emendamento precedente forse era troppo articolata. Abbiamo messo ben tre passaggi per controllare che entrambi gli Stati effettivamente facessero delle norme adeguate con quanto, comunque, è approvato, in questo caso, da questo Parlamento.
  Tre passaggi, veramente, forse erano effettivamente troppi. Allora, facciamo in modo, comunque, di migliorare, anche solo con poche semplici parole, quanto Pag. 104scritto su questo pseudo accordo. Diciamo che la comunicazione non se la debbano scambiare questi uffici territoriali di rappresentanza commerciale o culturale, ma siano comunque le autorità finanziarie.
  È possibile che non possiamo neanche riconoscere che Taiwan abbia un'autorità finanziaria ? Infatti, se non riconosciamo neanche questo, allora che cosa stiamo qui a fare ? Un accordo su cosa ? Veramente, Presidente, non so come facciamo ad approvare un accordo fatto in questo modo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 30.2, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  419   
   Votanti  418   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato   92    
    Hanno votato no  326.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Galgano ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 30.3.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Grazie, Presidente. Qui chiediamo di andare a eliminare la seconda parte del comma 2 e cerco di farvi una sintesi di quello che prevede questa seconda parte. In pratica, è previsto che se uno dei due territori – perché non si può parlare né di Paesi né di Stati – modifica le norme approvate sulle doppie imposizioni, cioè queste norme qui, per intenderci, ebbene, le stesse norme che stiamo approvando in questi giorni, in pratica, potranno valere ancora per cinque anni.
  Ma che cosa vuole dire ? Se un Paese disattende gli accordi, vuole dire che le norme devono cessare, almeno nel momento in cui l'accordo non viene rispettato. Invece no: si danno cinque anni di tempo, comunque, per fare cosa ? Non si sa ! Comunque, per cinque anni potranno ancora mantenere queste norme, che sono contro le doppie imposizioni.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 30.3, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Pesco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  407   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato   89    
    Hanno votato no  318.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 30.8.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Grazie, Presidente. Si sta parlando di efficacia, di efficacia di un accordo, secondo noi, nato un po’ male. Nato male perché, come ricordava prima il collega Villarosa e come si è dibattuto prima, manca comunque il riconoscimento di questo Paese come Stato autonomo indipendente. Ora, non ho nulla, veramente, contro Taiwan, però, effettivamente, come si fa a non subordinare Pag. 105l'efficacia dell'accordo ad un riconoscimento di questo Paese da parte della comunità internazionale ?
  Secondo noi è veramente fondamentale, perché, altrimenti, andremo a creare veramente precedenti che, secondo noi, poi potrebbero comunque susseguirsi, e soprattutto perché, come dicevo prima, abbiamo veramente forti dubbi che questo accordo, comunque, sia stato veramente fatto quasi esclusivamente per un'azienda in particolare.
  Secondo noi, veramente, sarebbe il caso di aspettare e quanto meno – quanto meno – subordinare l'efficacia a dopo il riconoscimento di questi territori da parte della comunità internazionale come Stato autonomo e indipendente. Veramente, faccio un appello a tutta l'Aula di pensare se fosse il caso di accettare questo emendamento e rimandare ad altri periodi un'efficacia reale di questo accordo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 30.8, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Toninelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  411   
   Votanti  410   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato   88    
    Hanno votato no  322    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Vecchio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 30.4.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Grazie, Presidente. Siccome stiamo parlando di efficacia, secondo noi i paletti che andrebbero messi sono veramente tanti, soprattutto quello riferito alla black list. In pratica, stiamo andando ad espungere dalla nostra black list un territorio che, secondo noi, non è dotato di una sua black list. Quindi chi è in quel territorio può tranquillamente avere rapporti commerciali, senza limiti, con Paesi compresi nella black list. Quindi, secondo noi, è un passo azzardato. Noi saremmo per limitare, o subordinare, l'efficacia di questo provvedimento, solo nel momento in cui anche Taiwan si doterà di una black list, ma soprattutto stipulerà accordi come questo, quindi contro la doppia imposizione, ma soprattutto sulla trasparenza dei dati economici e fiscali, con gli altri Paesi, con i Paesi comunque compresi nella black list, o quantomeno con i Paesi con cui noi abbiamo siglato gli stessi accordi, se no è veramente facile, quello di cui parlavamo prima, la triangolazione, perché un operatore italiano potrebbe tranquillamente andare a Taiwan, dove c’è comunque un regime agevolato contro le doppie imposizioni, e tranquillamente fare operazioni con i paradisi fiscali come se nulla fosse, senza nessun controllo. Questo, secondo noi, è sbagliato ed è comunque un allarme che, ogni volta che sigliamo un accordo di questo tipo, facciamo, perché va fatto. Sinceramente siamo dell'idea che questi accordi, veramente, andrebbero fatti in un altro modo, servirebbe veramente un accordo universale per riuscire ad andare a tappare quei buchi che ancora ci sono. I paradisi fiscali ci sono perché fino a quando ne esisterà uno sarà facile triangolare verso quel Paese, tramite Paesi che hanno siglato con noi questo tipo di accordo. Quindi, veramente, è una cosa molto delicata. La lotta alla grande evasione fiscale non si fa in questo modo, ma si fa con altri strumenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.

Pag. 106

  MARCO CAUSI. Grazie, Presidente. Per una brevissima informazione alle colleghe e ai colleghi: naturalmente questo accordo è in termini OCSE, lo hanno già, esattamente in questa formulazione, sottoscritto tredici Paesi dell'Unione europea, anzi noi stiamo arrivando abbastanza tardi. È naturalmente un accordo che ha come «seconda gamba» lo scambio di informazioni, perché è chiaro che non si può uscire dalla black list se non c’è cambio di informazioni. Quindi tutti gli elementi, per esempio, relativamente alle spese deducibili per le stabili organizzazioni, così com’è anche per gli elementi relativi ai rapporti commerciali intrattenuti da una stabile organizzazione in Taiwan rispetto ad altri Paesi, ricadono nella possibilità, che ci sarà con questo accordo per l'amministrazione italiana, di avere informazioni che oggi non ha. Invece, con questo accordo non vi è soltanto la «gamba fiscale», vi è anche la gamba dello scambio di informazioni che permette di far uscire Taiwan dalla black list.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 30.4, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cesaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  413   
   Votanti  412   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato   91    
    Hanno votato no  321    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Villarosa 30.6.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Grazie Presidente. Vorrei anche confrontarmi con il collega Causi. È vero, noi con questo accordo avremmo maggiori informazioni. Ma tra chi ? Tra Taiwan – giusto collega Palese ? – e l'Italia. Lo ripeto, vi stiamo dando la possibilità e presenteremo anche una proposta di legge. Non diteci che non ce lo state approvando, perché è un emendamento e poi dovrà tornare al Senato, perché lo stesso emendamento lo abbiamo approvato in Commissione. Dite che siete contrari !
  Siete contrari al fatto che questa normativa è inutile nello scambio di informazioni. Perché ? Perché Taiwan non ha la mia stessa black list. Vi prendo il caso di Panama e non ve lo prendo così. Non dirò in quest'Aula perché parlerò di Panama, ma la gente si potrà informare. Però di Panama vi vorrei solo comunicare l'articolo 694 del codice tributario panamense. Leggiamo cosa dice l'articolo 694 del codice tributario panamense; dice che esclude la tassazione per i seguenti tipi di reddito: i ricavi derivanti dalla vendita all'estero di beni e servizi. Quindi, se Taiwan non ha un accordo di scambio di informazioni e di annullamento del segreto bancario e del segreto societario con Taiwan, che tipo di informazioni ci potrà dare sulle aziende che lavorano poi a Panama e triangolano tramite Taiwan in Italia ? Capite che il problema c’è ? Quindi noi in Italia continuiamo a mettere in black list, in white list, in grey list, Paesi che riteniamo, tra virgolette, poco affidabili, però poi operiamo tranquillamente con altri Paesi che con quei Paesi che noi riteniamo poco affidabili, invece, operano tranquillamente, fregandosene – scusatemi il termine – del segreto bancario e societario e dell'imposizione fiscale. Quindi è vero che avremo più informazioni su Taiwan, ma è vero che potranno vivere ancora più tranquillamente di prima.

Pag. 107

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.

  MARCO CAUSI. Presidente, intervengo solo per farle notare che, se seguissimo la logica dell'intervento che mi ha appena preceduto, l'Italia dovrebbe chiudere le relazioni commerciali praticamente con tutti i Paesi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villarosa 30.6 con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lainati, Palese... onorevole Palmieri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  408   
   Votanti  407   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato   88    
    Hanno votato no  319.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Villarosa 30.5.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Grazie Presidente. Dopo l'ultima risposta, io faccio l'ultimo intervento. Poi farò le dichiarazioni di voto, perché vedo che è veramente inutile.
  Collega, abbiamo posizioni diverse. Per voi va bene fare accordi: anche che erodono il fisco, però li facciamo; accordi che non funzionano, però li facciamo. Il collega è per un accordo: meglio una casa che crolla che nessuna casa. Questo è il vostro ragionamento ! Meglio una casa che crolla che nessuna casa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Quindi abbiamo due posizioni completamente differenti, non c’è proprio niente più da discutere dentro quest'Aula.
  Se voi mi dite che ci dobbiamo prendere per il culo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)....

  PRESIDENTE. Onorevole Villarosa !

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. E questa volta non me ne frega niente...

  PRESIDENTE. Onorevole Villarosa ! Onorevole Villarosa !

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Perché è farci prendere per i fondelli, se volete questo. Abbiamo due posizioni completamente differenti. E questo, lo sapete a chi lo dovete raccontare ? A quelle imprese italiane, a quelle imprese italiane che muoiono e chiudono proprio per questi atteggiamenti, perché le aziende se ne vanno negli altri Paesi, che, come dicevo prima, ci vengono a fare concorrenza sleale qua. Ditelo a quegli imprenditori che chiudono la saracinesca per l'ultima volta, che tornano a casa e devono guardare i figli e dire loro che non hanno più un'azienda per poterli sostentare ! Dite queste cose a quelle aziende ! Abbiate il coraggio di dirlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villarosa 30.5, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Binetti, Sorial...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 108
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  419   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato   91    
    Hanno votato no  328.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sibilia 30.7.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Grazie Presidente, siamo sempre sull'efficacia e, quindi, in questo emendamento abbiamo veramente scritto un po’ le cose che abbiamo detto prima, ma forse in modo anche più corretto, nel senso che chiediamo solo che questo provvedimento abbia efficacia solamente nel momento in cui anche il territorio di Taiwan metta in atto tutte le cose che ha fatto l'Italia contro l'evasione fiscale e contro i Paesi che effettivamente offrono un'agevolazione fiscale a portare da loro i capitali nati appunto in Italia o a Taiwan.
  Il fatto è questo, Presidente: noi a volte reputiamo come un successo siglare un accordo schema OCSE, ma l'accordo sulle doppie imposizioni schema OCSE non è veramente un così gran successo perché molti sfruttano proprio questi accordi per trovare il miglior privilegio sulla tassazione dei capitali e dei redditi. Perché ? Perché basta mettere a sistema tutte le informazioni raccolte nei vari accordi OCSE e trovare qual è il Paese migliore nel quale portare la propria sede o nel quale far finta di portare la propria sede. È un gioco veramente semplice, i fiscalisti lo fanno in modo molto agevole ed è molto facile. Quindi, dobbiamo essere sinceri con noi stessi: potrebbe essere un piccolo successo portare a casa un accordo OCSE sulle doppie imposizioni, ma dobbiamo essere veramente sinceri fino in fondo e sapere che questi accordi vengono facilmente aggirati con strumenti che sono veramente semplici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sibilia 30.7, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marzano, Pesco, Scotto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  416   
   Votanti  415   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato   91    
    Hanno votato no  324.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che l'emendamento Pesco 30.9 è stato ritirato.
  Passiamo, dunque, alla votazione dell'articolo 30.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 30.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lauricella, Lattuca...

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  419   
   Votanti  398   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato  331    
    Hanno votato no  67.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 109

(Esame dell'articolo 31 – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 31 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2753).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la VI Commissione ad esprimere il parere delle Commissioni.

  MICHELE PELILLO, Relatore per la VI Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti Villarosa 31.2 e 31.1.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENRICO ZANETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Villarosa 31.2.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villarosa 31.2, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e sul quale anche la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tidei, Guerini, Pastorino. Altri che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  427   
   Votanti  425   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato  111    
    Hanno votato no  314.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villarosa 31.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo sul quale anche la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? Altri che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  417   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no  312.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 31.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Migliore, Gelli. Altri che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  404   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  333    
    Hanno votato no  71.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Ciprini ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto contrario).

Pag. 110

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 2753).
  Nessuno chiedendo di intervenire per illustrare gli ordini del giorno presentati, invito il rappresentante del Governo ad esprimere i relativi pareri.

  ENRICO ZANETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Villarosa n. 9/2753/1, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Pagano n. 9/2753/2, a condizione che il dispositivo sia riformulato, nel senso di inserire dopo le parole: «impegna il Governo», le parole: «a valutare l'opportunità di».
  Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Pesco n. 9/2753/3, a condizione che il dispositivo sia riformulato, nel senso di inserire dopo le parole: «impegna il Governo», le parole: «a valutare l'opportunità di».

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Villarosa n. 9/2753/1, accettato dal Governo.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei successivi ordini del giorno Pagano n. 9/2753/2 e Pesco n. 9/2753/3, accettati dal Governo, purché riformulati.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sberna. Ne ha facoltà.

  MARIO SBERNA. Grazie. Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, con questo provvedimento andiamo a disciplinare, in analogia con quanto già fatto rispetto ad altri Paesi, gli aspetti fiscali delle relazioni economiche tra l'Italia e il territorio di Taiwan, al fine di eliminare il fenomeno della doppia imposizione e di garantire una più efficiente cooperazione amministrativa fra le due parti per il contrasto dell'evasione fiscale.
  Stiamo parlando di un Paese la cui economia è tra le prime venti al mondo, ed in costante crescita, con un PIL pro capite simile a quello dei Paesi Bassi, ad alto livello di competitività: non a caso, si colloca al secondo posto in Asia per indice di competitività e al settimo posto al mondo per innovazione.
  Poiché il nostro Paese non considera Taiwan uno Stato sovrano e non vi intrattiene, quindi, rapporti politici formali – anche per le pressioni note della Cina affinché non si riconosca Taiwan come Stato sovrano: infatti, l'unico Stato europeo a mantenere al momento relazioni diplomatiche normali con Taiwan è la Città del Vaticano –, non è stato, dunque, possibile stipulare un ordinario accordo bilaterale; ma l'Italia rappresenta il quinto partner economico e commerciale di Taiwan, con 2 miliardi e mezzo di euro di interscambio nel 2013, nell'ambito dei 40 miliardi di euro complessivi tra l'intera Unione europea e Taiwan.
  Per questi motivi è stato realizzato un regime fiscale speciale concordato fra i due Paesi sulla falsariga degli accordi per eliminare le doppie imposizioni e quanto già ratificato dal Regno Unito nel 2002 e dalla Germania nel 2012.
  Le norme contenute nel regime fiscale citato risultano in linea con gli attuali standard OCSE, soprattutto quelle in materia di stabile organizzazione e quelle relative alla tassazione degli utili da capitale e al trattamento fiscale del lavoro subordinato.
   Riteniamo pertanto opportuno, al fine di incentivare gli scambi commerciali fra Italia e Taiwan, assicurare agli investitori e agli operatori economici interessati un quadro normativo chiaro, per dare maggiore impulso all’export del nostro Made in Pag. 111Italy, cui Taiwan guarda certamente con interesse; ma anche noi guardiamo a ciò con particolare interesse grazie alla notevole liquidità di cui dispone Taiwan.
  Per questi motivi il gruppo Per l'Italia – Centro democratico voterà a favore del provvedimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pini. Ne ha facoltà. Gianluca Pini, ovviamente.

  GIANLUCA PINI. Sì Gianluca, sennò la collega poi si arrabbia. Come annunciato, pur con qualche perplessità per gli aspetti che i colleghi del Movimento 5 Stelle hanno sollevato durante la votazione degli articoli e degli emendamenti, non abbiamo altri rilievi specifici da fare e non ci opporremo quindi all'approvazione di questo disegno di legge. Faremo tesoro delle segnalazioni che sono arrivate anche in virtù di quello spiacevole episodio che il collega Villarosa e l'altro collega del Movimento 5 Stelle citavano, proprio relativamente alla legge di stabilità.
  Ci riserviamo di fare approfondimenti, però, come abbiamo detto prima, i rapporti con Taiwan, se effettivamente servono per evitare la doppia imposizione, se effettivamente servono per avere in qualche modo dei rapporti commerciali trasparenti, devono essere potenziati e codificati. Quindi, il voto da parte del gruppo della Lega Nord è favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rabino. Ne ha facoltà.

  MARIANO RABINO. Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. E io l'autorizzo sulla base dei criteri costantemente seguiti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Grazie Presidente, noi voteremo a favore di questo Accordo – perché di questo si tratta, al di là della formazione pratica con cui viene presentato in quest'Aula – per la stessa ragione per cui abbiamo sempre votato a favore di ratifiche e di accordi similari in materia di cooperazione fiscale internazionale, di scambi di dati e di accordi commerciali.
  Riteniamo che Taiwan sia un attore economico importante e come tale vada trattato sia in Asia, sia in questo mondo globale in cui ci ritroviamo a vivere. Già li citava prima l'onorevole Sberna, i dati economici di Taiwan, non devono essere ripetuti.
  Per l'Italia è un'opportunità sicuramente sul piano economico rafforzare e comunque meglio inquadrare questi rapporti; è un'opportunità il fatto che Taiwan migliori i propri rapporti anche di trasparenza fiscale relativamente al nostro Paese.
  Tuttavia, in conclusione, una cosa mi sento di dire: noi dovremo ad un certo punto, credo nei prossimi mesi, nei prossimi anni, anche sottoporre ad una verifica seria questi accordi su base OCSE che stiamo facendo, perché apparentemente, Stato dopo Stato, come se fossero birilli che cadono uno dietro l'altro, tutti quelli che una volta erano paradisi fiscali, tutti quelli che una volta erano Paesi in cui si potevano nascondere proventi da attività illecite o da evasione fiscale, uno dopo l'altro stringono accordi non solo con l'Italia, ma con tutta l'Unione europea, con gli Stati Uniti. Apparentemente stiamo entrando in una fase di trasparenza finanziaria globale e questo sarebbe molto positivo.
  Tuttavia, io credo che sia lecito anche avere un qualche scetticismo, mantenere un qualche margine di dubbio rispetto all'efficacia di questi strumenti.
  Perché se è vero che abbiamo notizie continuative di grandi elusioni da parte di grandi gruppi transnazionali, di grandi multinazionali, se i dati sull'evasione fiscale nel nostro Paese, come in altri, in Pag. 112realtà, non registrano performance particolarmente brillanti – c’è qualche miglioramento ma certamente non sostanziale –, se vediamo che le fughe di capitali continuano in massa – penso al caso greco negli ultimi mesi – ebbene, io credo che questi capitali leciti e illeciti da qualche parte vadano. Quindi, forse tutto questo ottimismo, che in qualche modo dovremmo avere davanti al fatto che stiamo approvando tutte queste convenzioni OCSE, meriterebbe qualche dubbio in più, perché io non vorrei che, come spesso succede, a mano a mano che avanza la volontà degli Stati di fare trasparenza, avanzi sempre, ma un passo indietro, rispetto alla capacità di chi ha interesse a nascondere i capitali e a renderli opachi.
  Quindi, tra un anno, un anno e mezzo, io credo che su questo e tutti gli altri accordi vada fatta un'operazione di trasparenza, un'operazione di analisi, un'operazione per capire se veramente è cambiato qualcosa o se, invece, i dati empirici ci diranno che siamo ancora immersi in quella opacità che tanti danni fa all'equità fiscale complessiva in tutti i Paesi occidentali, ma ormai non più solo occidentali, anzi, perché Paesi di altri continenti hanno più problemi di noi, da questo punto di vista; fa danni in termini di equità, fa danni in termini di sviluppo e fa danni, anche, in termini di capacità complessiva del sistema mondo di funzionare e di avere una competizione regolata e positiva.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Picchi. Ne ha facoltà.

  GUGLIELMO PICCHI. Grazie Presidente, come già ricordato da altri colleghi, Taiwan è un importante partner commerciale italiano; siamo il sesto partner, con un interscambio di oltre due miliardi e mezzo di euro. Non ratificare questo trattato sulle doppie imposizioni vorrebbe dire non aiutare le imprese italiane che operano con Taiwan e le imprese taiwanesi che vogliono operare con l'Italia. Quindi, ratificare questo trattato è assolutamente importante.
  Quanto alla posizione che assume il MoVimento 5 Stelle, devo dire che il MoVimento 5 Stelle ha ragione su molte cose, teniamo però ben presente e usciamo fuori dall'ipocrisia che, oramai, sia nell'Unione europea che negli altri Paesi, l'ottimizzazione fiscale è una realtà. Se una azienda non è contenta del fisco che ottiene in una determinata giurisdizione, fa molto presto a trasferirsi in un'altra. Quindi, dire che questo trattato è stato fatto per un'azienda o per un'altra può essere anche vero, ci possono essere nomi e cognomi di aziende che, magari, operano in importanti porti del nord d'Italia, però è anche vero che il risultato, per il fisco italiano, sarebbe, non l'erosione, ma la completa sparizione di quel contribuente dal radar italiano e, soprattutto, il veder trasferire e delocalizzare tutte le proprie attività magari in un porto in Croazia, a pochi chilometri di distanza, con un danno per i lavoratori, con un danno al fisco italiano molto superiore di quello che avremmo, invece, ratificando questo tipo di trattato.
  Quanto alle regole sullo scambio di informazioni, fino a qualche anno fa lo scambio di informazioni era qualcosa che non si poteva nemmeno ipotizzare; già 13 Paesi europei hanno ratificato questo accordo con Taiwan, l'Italia diventerebbe il quattordicesimo, si amplia lo spettro di possibilità di intervento da parte del fisco italiano per andare a controllare i movimenti di capitali nel mondo. Prima questo non era possibile, piano, piano comincia a essere possibile. Non è sicuramente un mondo ideale, lo scambio di informazioni ha sicuramente dei punti non chiari, dei punti grigi, ci possono essere degli Stati che, anche se prevedono lo scambio di informazioni, poi, nell'operatività, non lo fanno, ma tra nessuna regolazione e avere una regolazione che, almeno in teoria, consente di poter scambiare le informazioni, che consente un chiaro quadro fiscale tra le imprese, è qualcosa di estremamente positivo. Per questo motivo voteremo convintamente a favore della ratifica di questo trattato.

Pag. 113

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO PAGANO. Grazie, Presidente. Il nostro gruppo voterà favorevolmente questa legge. Essa è arrivata tardi in quest'Aula in considerazione di tutta una serie di fatti che velocemente propongo alla vostra attenzione. La propensione agli investimenti di Taiwan è aumentata negli ultimi 4 anni del 170 per cento; l'interscambio di affari con il nostro Paese è di 2 miliardi e mezzo di euro; siamo il quattordicesimo paese dell'Unione europea che aderisce a questo tipo di accordo (il primo è stato la Gran Bretagna nel 2002). Eppure, nonostante tutto, continuano a persistere vecchie logiche e teoremi che si riferiscono ad una politologia del XX secolo. Gli interventi in questa Aula, al di là del massimo rispetto nei confronti di chi li ha formulati, possono essere letti solo così: discorsi vecchi ! Oggi tutto è cambiato e alcuni ambienti politici fanno ancora finta di non vederlo.
  Provo a ricordare a coloro che ci ascoltano che l'interscambio Cina Popolare-Repubblica di Taiwan è di 120 miliardi di euro; che tra i due Paesi vi sono 120 voli quotidiani e sono stati ratificati 21 accordi bilaterali di qualunque specie e tipo, soprattutto commerciali. Eppure si continua a pensare che Taiwan non debba avere pari dignità e lignaggio sotto il profilo diplomatico perché la Cina Popolare non ha rapporti con Taiwan.. Forse è arrivato il momento, mi riferisco anche al Governo, perché si cominci a fare un ragionamento ampio e diverso sotto un profilo diplomatico perché la realtà ha superato abbondantemente gli schemi precedenti.
  Dicevo che l'avvio di questo nuovo rapporto fiscale tra Italia e Taiwan è per noi favorevole. Taiwan è la dodicesima potenza al mondo, ha una democrazia consolidata da oltre tre decenni, e l'intergruppo di amicizia fra Italia e Taiwan è il più numeroso di questo Parlamento. Fra l'altro è molto vivace e produce effetti culturali e sociali non indifferenti da molti anni. E così, mentre la Cina Popolare fa affari con Taiwan, noi invece abbiamo perso tempo prezioso a non fare alcuna legge perché avevamo logiche antiche che oggi sono state eliminate con l'approvazione di questa legge. Con questa legge passiamo tra i Paesi che avranno grandi vantaggi commerciali. Con l'Atto Camera 2753 i nostri imprenditori e quelli taiwanesi godranno di nuovi regimi fiscali più favorevoli, che non significa, come è stato detto da molti nel corso di questo dibattito, opportunità di evasione, ma semplicemente opportunità economiche.
  Chiudo dicendo che esiste un organismo, l’«Exchange channel» con sede a Taipei che ha concluso 21 accordi commerciali con la Cina Popolare. Cito ciò per dimostrare concretamente che oggi Taiwan è una porta importante verso la Cina Popolare ed io penso che ciò sia un messaggio molto importante per gli imprenditori italiani e in generale per la nostra economia. Taiwan non è solo un mercato ricco ma è anche una porta commerciale per la grande Cina.
  È in mio possesso uno studio inedito della camera di commercio di Taipei che ci dice che vi sono 400 società che operano in questo momento con l'UE e che i rapporti commerciali miglioreranno ulteriormente con nuove politiche di investimento, che ovviamente Taiwan vuole fare in Italia. Però gli investimenti devono passare dalla UE proprio perché Taiwan non è riconosciuto. Ecco perché ho presentato il mio ordine del giorno. Urge stimolare l'Unione europea affinché si ratifichi immediatamente questo accordo sugli investimenti così come da regolamento UE, altrimenti gli investimenti di Taiwan arriveranno dovunque in Europa tranne che in Italia. È giunto il momento di accelerare questo iter. Per tutti questi motivi, il Nuovo Centro Destra vota favorevolmente su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

Pag. 114

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Grazie, Presidente. Il disegno di legge in esame rientra nel novero di quei provvedimenti del tutto anomali ed inopportuni, soprattutto in considerazione delle molteplici problematiche che abbiamo evidenziato durante i lavori di Commissione e che qui si ribadiscono.
  In particolare, si considera incomprensibile la scelta di stipulare un accordo con il territorio di Taiwan in assenza di un suo riconoscimento quale realtà statuale. Mancanza di riconoscimento che finisce peraltro per esplicare i suoi effetti negativi sulla stessa applicazione delle disposizioni che si intende emanare.
  Infatti, noi abbiamo più volte evidenziato e ribadito che, senza un principio di reciprocità sotteso alla legge, tutti questi accordi, ripeto, rischiano solo ed esclusivamente di far eludere più facilmente il fisco alle aziende che vanno a Taiwan. Tuttavia, non si capisce ancora quali siano le autorità, ed in particolare quelle del territorio di Taiwan, che sarebbero preposte a verificare l'attuazione delle disposizioni. In più, si ribadisce che, nel provvedimento non possa essere accettata la disposizione dell'articolo 30, mediante un semplice scambio d'informazioni tra l'Ufficio italiano di promozione economica a Taipei e l'Ufficio di rappresentanza di Tapei in Italia. Riteniamo invece che questo compito dovrebbe essere in carico al Ministero dell'economia e delle finanze e al Ministero degli affari esteri, i quali hanno le competenze per poter capire se i provvedimenti e le disposizioni sono stati attuati correttamente. L'Ufficio economico di Tapei, l'Ufficio di rappresentanza di Tapei in Italia, che competenze possono avere ? In ogni caso, non si condividono le disposizioni di cui al disegno di legge anche perché le stesse consentiranno, a parer nostro, di delocalizzare più facilmente. Sappiamo che ci sono grandi aziende, anche il gruppo di Artsana, che è interessato con Chicco – forse conoscete Chicco, non conoscete Artsana – al trasferimento della produzione, dove ? Proprio a Taiwan. In ogni caso, è noto che oramai i fenomeni di evasione ed elusione sono facilitati da cosa ? Da strumenti tecnologici, quindi, come dicevamo all'inizio, questi modelli non vanno più bene, dobbiamo adattarli. Quindi, noi cosa abbiamo ? Prendiamo un modello dell'OCSE fatto per gli Stati che già è obsoleto, lo adattiamo e immaginiamo quello che esce. Lo adattiamo e faciliteremo le triangolazioni e non ci sarà alcun modo di tornare indietro, questo è il problema, perché, come diceva prima il collega Pagano, il giro d'affari è di 120 miliardi. 120 miliardi potrebbero essere 60 miliardi a Taiwan e 60 miliardi in Italia, perché ? Perché sicuramente non la totalità delle aziende ma una certa fetta andrà lì, perché ? Perché ha una convenienza, convenienza che non trova in Italia. Cosa significa ? Significa che l'economia si sposterà dall'Italia a Taiwan e questo non è sempre un bene. In tale contesto, si considera quindi indispensabile che Taiwan si doti della medesima normativa per il contrasto a tali fenomeni, nonché delle medesime liste dei Paesi a fiscalità privilegiata già adottate in Italia. In caso contrario, è evidente che sarà estremamente facile utilizzare la residenza fiscale a Taiwan per operare meccanismi di triangolazione con i paradisi fiscali, al fine di sottrarsi all'imposizione. Per quanto riguarda lo stesso scambio di informazioni tra le amministrazioni finanziarie dei due territori previsto in materia tributaria e finanziaria, in mancanza di tali accordi Taiwan non potrà fornire all'Italia informazioni relative ai soggetti che, a scopo di evasione o elusione, abbiano instaurato rapporti con entità operanti in paradisi fiscali. Infatti, probabilmente, d'ora in poi, cercheremo di capire e, visto che non siete d'accordo ad operare solo con Paesi che abbiano le nostre stesse normative, vedremo di poter inserire all'interno di un accordo o di presentarvi all'interno di un accordo una norma o un passo che permetta di evitare appunto le triangolazioni bancarie e lo faremo direttamente in ogni accordo, che poi potrebbe prevedere non la limitazione di rapporti commerciali tra imprese italiane e imprese taiwanesi, ma semplicemente la limitazione di accordi commerciali fra imprese Pag. 115italiane e imprese taiwanesi che operano con Paesi che si trovano nella nostra black list; quindi in quel caso credo che sarà difficile bocciare la proposta. Inoltre, non può non evidenziarsi come il disegno di legge in esame contenga le solite disposizioni mirate. Il comma 2 dell'articolo 8, infatti, con riferimento al regime fiscale degli utili derivanti dall'esercizio di navi e aeromobili in traffico internazionale, prevede l'inclusione in tale regime degli utili derivanti dal noleggio di navi o aeromobili, manutenzione o noleggio di container, solo nel caso in cui tali attività di noleggio, impiego o manutenzione abbiano carattere occasionale.
  Cosa significa «carattere occasionale» ? Non significa niente. Infatti, ci sono numerosi processi bloccati e fermi perché non si riesce a capire cosa significa «occasionale» (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, lo fate apposta o non c’è nessuno che riesca a farvi capire questa cosa ? Questo non lo so, perché più è più volte è accaduta la stessa cosa anche con riferimento al reato di autoriciclaggio. Nel reato di autoriciclaggio avete voluto inserire la parolina «concretamente», nonostante magistrati, giudici, professori e lo stesso Greco, che abbiamo chiamato per chiedere valutazioni sul provvedimento, ci abbia detto che la parola «concretamente» può causare solo dubbi e perplessità al momento del giudizio.
  Quindi, vorremmo capire se lo fate apposta o se c’è incompetenza. Ebbene, si evidenzia come tale previsione abbia uno spiccato sapore di norma ad personam, in quanto sembra destinata, come diceva bene il mio collega Pesco, a risolvere un contenzioso in essere tra il fisco italiano e la società Italia Marittima, che fa capo a una multinazionale di Taiwan, l'Evergreen, e vorrei ricordare – come ha ricordato il mio collega, ma lo ricordiamo un'altra volta – che durante l'esame della legge di stabilità fu approvato proprio un emendamento che limitava la possibilità di ricorrere all'Agenzia delle entrate. Ma la cosa ancor più grave è che l'Agenzia delle entrate ha deciso in autonomia, dopo l'approvazione di questa norma nella legge di stabilità, di ritirare la richiesta di accertamento, quindi si è messa al posto del giudice; si è detto: hanno presentato l'emendamento, non ricorro più, lo ritiro; quindi l'Agenzia delle entrate si mette in posizione giudicante e rifiuta il giudizio. Con questa norma facilitiamo ancora di più l'assoluzione di Italia Marittima; quindi, Presidente, parlare di norma ad personam è sbagliato ? Non credo, anche perché in quei giorni – ho letto prima un articolo – gli stessi parlamentari, anche quelli del PD, erano preoccupati di far pagare una multa a chi doveva pagare una multa. È una situazione un po’ imbarazzante, quindi è evidente – Presidente, ne abbiamo parlato per quasi un'ora – la posizione del MoVimento 5 Stelle. Ribadiamo che non abbiamo nessun problema con il territorio di Taiwan, non con lo Stato di Taiwan perché non è riconosciuto; non abbiamo problemi nel riconoscere uno Stato, ma non siamo stupidi e sappiamo che questo provvedimento rischia solo ed esclusivamente di erodere nuovamente e continuamente il nostro fisco e di far chiudere altre aziende italiane (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marco Di Maio. Ne ha facoltà.

  MARCO DI MAIO. Grazie. Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, dopo alcuni anni di tentativi andati a vuoto, finalmente oggi la Camera dei deputati si appresta ad approvare un provvedimento importante che riguarda le relazioni tra Italia e Taiwan e che riveste una certa importanza per molte motivazioni. La prima è legata alla possibilità con questo testo di superare una serie di ostacoli di natura fiscale, a partire da quello legato alla doppia tassazione che hanno profondamente limitato lo sviluppo dell'interscambio commerciale tra i due Stati e i due territori, nonostante l'indubbio interesse reciproco più volte manifestato. Una seconda ragione di interesse Pag. 116attiene all'indubbio valore che questo disegno di legge, già approvato dal Senato il 25 novembre scorso, con nessun voto contrario – e ci sorprende questo cambio di atteggiamento da parte di una parte dell'opposizione – porta, nella più generale lotta all'evasione fiscale, per la trasparenza, per le transazioni finanziarie e per lo scambio di informazioni, nuova linfa e nuove possibilità di successo. Il particolare status giuridico e diplomatico di Taiwan, che non gode del formale riconoscimento diplomatico da parte del nostro Paese, e il suo peculiare sistema di tassazione fiscale basato sul principio della territorialità hanno reso necessario utilizzare lo strumento del disegno di legge, a differenza della semplice stipula di accordi bilaterali come sovente avviene negli Stati che godono del reciproco riconoscimento diplomatico.
  Per questo motivo si è fatto ricorso agli schemi più frequentemente utilizzati sul piano internazionale dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, l'OCSE, discostandosene solo per taluni profili dovuti alla specificità dei sistemi fiscali in ballo da parte dei territori interessati, schemi, che è bene ricordarlo, in Italia sono in vigore per circa un centinaio di provvedimenti corrispondenti al tipo di schema sul quale si basa il disegno di legge che ci accingiamo a votare. È, dunque, uno strumento largamente diffuso sul piano internazionale e assolutamente efficace.
  L'Italia, con il voto di oggi, seppure tardivamente essendo il quattordicesimo Stato europeo a farlo, ha la possibilità di definire la propria posizione nei confronti di Taiwan che, è bene ricordarlo, è la diciottesima economia mondiale in termini numerici, si trova in una posizione strategica sotto il profilo geopolitico ed economico, è la culla di alcune delle più importanti aziende dell'industria tecnologica e informatica ma anche di molti altri settori, di cui è leader mondiale. Un'economia in forte crescita anche grazie ai positivi rapporti che negli ultimi anni si sono costruiti con la Cina, giungendo alla stipula di oltre venti accordi bilaterali Cina-Taiwan che, di fatto, fugano ogni dubbio circa l'opportunità o meno, sotto il profilo diplomatico, di intensificare le relazioni bilaterali tra Roma e Taipei.
  L'importanza di questo disegno di legge risiede, dunque, nella possibilità di favorire investimenti delle nostre imprese nel territorio taiwanese e, viceversa, di attrarre nuovi investimenti verso il nostro Paese per il quale c’è un enorme interesse, come si è potuto riscontrare durante le visite delle delegazioni parlamentari che nei tempi recenti sono state ospitate a Taipei. Già oggi l'interscambio tra le due realtà ha un valore di 3,8 miliardi di dollari, che potrà essere notevolmente accresciuto in virtù di questa intesa che ci accingiamo a ratificare.
  Sotto il profilo squisitamente fiscale il disegno di legge in discussione affronta e risolve una serie di questioni delicate, come quella della doppia imposizione fiscale e quello dello scambio di informazioni. Da un lato, dunque, si prosegue il virtuoso impegno del nostro Paese sul contrasto all'evasione, il superamento del segreto bancario e per la trasparenza delle transazioni finanziarie. È un impegno centrale nell'azione di questo Governo e di questo Parlamento, come lo è stato durante il semestre europeo a guida italiana. Dall'altra parte, si pongono le basi per avvicinare notevolmente Taiwan ai parametri richiesti per i Paesi iscritti nelle white list fiscali.
  È importante che l'impegno del nostro Paese prosegua anche sostenendo, ovviamente d'intesa con i nostri partner europei, la sottoscrizione di un accordo bilaterale sugli investimenti tra l'Unione europea e Taiwan, un accordo analogo a quello, peraltro, già sottoscritto da Taiwan con altri 31 Stati, tra i quali la Cina, il Giappone e l'India, solo per citarne alcuni dei principali. Questo accordo, tra Taiwan e l'Unione europea, darebbe un forte contributo allo sviluppo dei rapporti economici con l'Unione e con ciascuno dei suoi Stati membri e, per quanto riguarda l'Italia, consentirebbe la maggiore protezione degli interessi delle aziende italiane a Taiwan e l'incremento degli investimenti Pag. 117taiwanesi nel nostro Paese. È un tema che potrà essere affrontato ci auguriamo anche nel prossimo foro bilaterale tra Italia e Taiwan in programma in giugno a Taipei, dove ci auguriamo che l'Italia possa partecipare anche con un rappresentante del Governo al seguito delle nostre imprese.
  L'Asia è oggi più che mai un continente a cui dobbiamo prestare grande attenzione, denso di opportunità che le nostre imprese possono raccogliere. In una politica di rilancio dell'impegno italiano in quel mondo anche Taiwan può giocare un ruolo importante sotto il profilo economico. La disponibilità delle istituzioni di Taipei è molto ampia, documentata, e ci sono valide testimonianze a rappresentarlo. Ciò anche grazie al lavoro dei Ministri degli affari esteri, dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico e, in particolare, ai loro collaboratori, soprattutto coloro che, con un'eccellente competenza professionale, seguono le questioni asiatiche – e dunque anche di Taiwan – per favorire l'interesse della nostra economia e che lavorano per cercare di rendere concrete le tante opportunità che ancora ci sono da cogliere in quel continente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
  Colleghi, prima di passare alla votazione finale, consentitemi di salutare la delegazione taiwanese, che sta assistendo ai lavori dell'Aula dalla tribuna del pubblico (Applausi).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2753)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2753, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Toninelli, Fitzgerald Nissoli, Gadda...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  S. 1327 – «Norme recanti regime fiscale speciale in relazione ai rapporti con il territorio di Taiwan » (approvato dal Senato) (2753):

   Presenti e votanti  405   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  342    
    Hanno votato no   63    
  (La Camera approva – Vedi votazioni).

Seguito della discussione delle mozioni De Girolamo ed altri n. 1-00659, Carfagna ed altri 1-00791, Lombardi ed altri n. 1-00794, Nicchi ed altri n. 1-00798, Rostellato ed altri n. 1-00802, Gigli ed altri n. 1-00804, Sbrollini ed altri n. 1-00806 e Rondini ed altri n. 1-00809 in materia di politiche a favore della natalità (ore 18,55).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni De Girolamo ed altri n. 1-00659, Carfagna ed altri 1-00791, Lombardi ed altri n. 1-00794, Nicchi ed altri n. 1-00798, Rostellato ed altri n. 1-00802, Gigli ed altri n. 1-00804, Sbrollini ed altri n. 1-00806 e Rondini ed altri n. 1-00809 in materia di politiche a favore della natalità (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  Secondo le intese intercorse tra i gruppi, nella seduta odierna, si darà luogo esclusivamente all'espressione del parere da parte del rappresentante del Governo. Lo svolgimento delle dichiarazioni di voto e la votazione delle mozioni avranno invece luogo nella seduta di domani.
  Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 13 aprile 2015, sono state presentate le mozioni Rostellato ed altri n. 1-00802, Gigli ed altri n. 1-00804, Sbrollini ed altri n. 1-Pag. 11800806 e Rondini ed altri n. 1-00809, (Vedi l'allegato A – Mozioni) che sono già state iscritte all'ordine del giorno.
  Avverto, inoltre, che, in data odierna, sono state presentate le mozioni Antimo Cesaro ed altri n. 1-00812 e Rampelli ed altri 1-00813. I relativi testi sono in distribuzione.

(Parere del Governo)

  PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni presentate. Colleghi, non ci sono più voti, siamo nella fase di espressione del parere da parte del Governo. Se fosse possibile, pregherei coloro che non sono interessati di procedere rapidamente ad uscire dall'Aula, in maniera che chi parla lo può fare in maniera serena e chi vuole ascoltare altrettanto. Prego sottosegretario.

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Signor Presidente, sono francamente qui a ringraziare anzitutto i gruppi, perché anche nelle differenze che abbiamo valutato nelle singole mozioni, sulle quali mi appresterò per ognuna a dare un veloce parere, si coglie però che c’è un filo conduttore in quasi tutte le mozioni, che su questa materia, sia della famiglia sia della natalità, fa ben sperare in un lavoro positivo del Governo e dello stesso Parlamento. Detto ciò, procedo alla valutazione e al parere sulle singole mozioni.
  Per quanto riguarda la mozione De Girolamo ed altri n. 1-00659, il Governo condivide la mozione ed esprime parere favorevole, accogliendo gli impegni che sono formulati in quella mozione. Relativamente alla mozione dell'onorevole Carfagna ed altri 1-00791, si esprime parere favorevole e si accolgono gli impegni che lì sono formulati.
  Per quanto riguarda la mozione dell'onorevole Lombardi ed altri n. 1-00794, il Governo esprime parere favorevole e accoglie tutti gli impegni, ad eccezione dell'ultimo, sul quale si propone una riformulazione. L’incipit dell'ultimo impegno dovrebbe essere modificato con le parole: «a valutare l'ipotesi di porre (...)» e così via.
  Sulla mozione a firma dell'onorevole Nicchi n. 1-00798, il Governo esprime parere favorevole ed accoglie tutti gli impegni formulati, ad eccezione del quarto capoverso con incipit: «a prevedere un piano straordinario», che viene così riformulato: «a valutare l'ipotesi di fattibilità di un piano straordinario (...)». Sulla mozione a firma dell'onorevole Rostellato ed altri n. 1-00802, il Governo esprime parere favorevole ed accoglie gli impegni indicati.

  PRESIDENTE. Scusi un attimo. Colleghi, scusatemi, ripeto, non si vota più. Chi rimane qui dentro, gentilmente, consenta a chi deve parlare di parlare e a chi vuole ascoltare di ascoltare. Non è proprio più un obbligo !

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Sulla mozione Gigli ed altri n. 1-00804, si propone di riformulare il terzo capoverso del dispositivo con incipit: «a inserire in una prossima iniziativa normativa», nel seguente modo: «a valutare la possibilità di inserire», così come si propone di riformulare il sesto capoverso del dispositivo, con incipit: «a rendere più efficaci (...)», nel seguente modo: «a monitorare che gli strumenti previsti dall'articolo 2, lettere b), c) e d) della legge n. 194 del 1978 siano garantiti (...)». Si propone, infine, di riformulare anche l'ultimo impegno, con incipit: «a promuovere una capillare» nel seguente modo: «a valutare la possibilità, su basi scientifiche, di promuovere (...)».
  Sulla mozione Sbrollini ed altri n. 1-00806, il Governo esprime parere favorevole su tutti gli impegni.
  Sulla mozione dell'onorevole Rondini n. 1-00809, il Governo esprime parere favorevole, a condizione che vengano raccolte le seguenti riformulazioni. Si propone di riformulare il secondo capoverso del dispositivo, con incipit: «a riconoscere il concepito», nel seguente modo: «ad assicurare i diritti anche del concepito, in Pag. 119conformità delle vigenti disposizioni di cui alla legge n. 40 del 2004 e alla legge n. 194 del 1978». Si propone di espungere il terzo capoverso del dispositivo, con incipit: «a non farsi promotore di iniziative», mentre si propone di riformulare il quarto capoverso del dispositivo, con incipit: «a realizzare un'indagine amministrativa», nel seguente modo: «a valutare l'opportunità di realizzare (...)». Infine, si propone di riformulare totalmente l'ultimo capoverso del dispositivo, con incipit: «a promuovere una politica finalizzata (...)», nel seguente modo: «a continuare a promuovere una politica finalizzata a contrastare la crisi demografica introducendo nei futuri provvedimenti misure per le famiglie e la natalità».
  Come diceva il Presidente, sono arrivate poc'anzi altre due mozioni: una a firma dell'onorevole Antimo Cesaro, n. 1-00812, in merito alla quale il Governo esprime parere favorevole sugli impegni che sono lì formulati, e un'altra a firma dell'onorevole Rampelli, n. 1-00813, in merito alla quale il Governo esprime parere favorevole, a condizione che vengano espunti nella narrativa della mozione i capoversi settimo e ottavo...

  PRESIDENTE. Intendiamo la premessa.

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. La premessa, sì, chiedo scusa. Il Governo propone, altresì, di riformulare il secondo e il terzo capoverso del dispositivo nel senso di prevedere come incipit le parole: «a valutare la possibilità». Con queste riformulazioni, il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. A questo punto, come preannunziato, interrompiamo l'esame delle mozioni, che riprenderà nella seduta di domani a partire dalle ore 8,30.

Per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo e sull'ordine dei lavori (ore 19,05).

  GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Grazie, signor Presidente, volevo sollecitare la risposta del Governo all'interpellanza 2-00865, inerente ai ritardi nell'attivazione dell'Agenzia nazionale per la cooperazione internazionale allo sviluppo e il regolamento della direzione generale per la cooperazione allo sviluppo presso il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Come è noto, la legge n. 125 che abbiamo approvato nell'agosto del 2014, assegnava un tempo di sei mesi al Governo per corrispondere ad un'esigenza che è particolarmente avvertita dalle organizzazioni non governative della società civile che operano nel campo della cooperazione internazionale allo sviluppo, dalle regioni e dagli enti locali che operano nel campo della cooperazione decentrata. Quindi, sollecito la risposta del Governo a questa mia interpellanza 2-00865.

  MANLIO DI STEFANO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Grazie Presidente, quattro anni fa moriva Vittorio Arrigoni attivista, scrittore, soprattutto essere umano. Vik, bendato e strangolato, una notte come un'altra, per le sue battaglie. Vik ucciso tre volte, non una. La prima dai sui carnefici, la seconda dalla stampa italiana che si affrettò ad identificare i suoi assassini come palestinesi stessi, coloro per cui lottava; la terza dallo Stato, che non si degnò di presenziare ai suoi funerali, né di esprimere pubblico cordoglio. Quattro anni fa moriva un semplice ragazzo che ha insegnato al mondo che l'azione vale più di mille parole, ma anche che le parole possono aprire una breccia nell'indifferenza collettiva. Allora voglio ricordare con le sue semplici parole, dalla sua Gaza, in Palestina: «Non ce ne andiamo, perché riteniamo essenziale la nostra presenza come testimoni oculari dei crimini contro l'inerme popolazione civile ora per ora, minuto per minuto. Non Pag. 120siamo fuggiti come ci hanno consigliato i nostri consolati, perché siamo ben consci che il nostro apporto sulle ambulanze, come scudi umani e nel dare prima assistenza ai soccorsi, potrebbe rivelarsi determinante per salvare vite. Personalmente, non mi muovo da qui, perché sono gli amici ad avermi pregato di non abbandonarli. Quelli ancora vivi, ma anche quelli morti, che come fantasmi popolano le mie notti insonni. I loro volti diafani ancora mi sorridono». Il poeta spagnolo Garcia Lorca diceva che il pianto che sentiva fuori dalle finestre non lo faceva dormire, ma non bastava chiudere le finestre per dimenticarlo perché il pianto continuava oltre il vetro. È il rumore di queste lacrime, che non posso smettere di sentire, che mi spinge a continuare i miei viaggi. Noi ci stiamo provando Vik, nonostante tutto restiamo umani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ROBERTO RAMPI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO RAMPI. Presidente, intervengo per sollecitare la mia interrogazione numero n. 4-05292 che riguarda il tema della lotta alle sostanze stupefacenti, dell'aggiornamento e della tenuta della giornata nazionale sulle sostanze stupefacenti. Credo che in questi mesi, da quando è stata fatta l'interrogazione, si siano mosse diverse cose, sia sul tema della depenalizzazione, sia sul tema della valutazione di forme diverse di lotta più efficaci all'uso delle droghe. Credo che, proprio per questo, forse, una risposta a quell'interrogazione, che riguardava anche alcuni temi di politica internazionale, firmata da diversi colleghi che sono andati avanti nel frattempo, sia importante. Per cui mi sembrava utile sollecitarla.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Vorrei sollecitare la risposta all'interrogazione n. 4-06283, che segue un precedente sollecito fatto l'11 marzo, da me presentata, che si riferisce a dei lavori di adeguamento della statale 33 per la Svizzera affidati dall'Anas a una ditta, la GFA di Battipaglia (che ha un capitale sociale di 20 mila euro), per un ammontare complessivo di 1.400.000 euro. Visti gli scandali oggi attualmente alle cronache su Anas, gradiremmo che il Ministero ci rispondesse in maniera tempestiva, perché oggi ancora sulla statale 33, che ricordo essere una delle interconnessioni verso la Svizzera, è presente il senso unico alternato. Questo è il biglietto da visita che diamo gli svizzeri che vengono all'interno del nostro Paese ormai da anni: parliamo di un anno e più che è fermo il cantiere in queste medesime condizioni. Dico ciò anche in vista di quello che, secondo il Governo, rappresenta un'opportunità di sviluppo per il nostro Paese, ovvero Expo.
  Cerchiamo di rispondere puntualmente, perché i dubbi, che noi abbiamo riferiti a questi appalti, vorremmo che venissero effettivamente chiariti o altrimenti che qualcuno ci rispondesse adeguatamente.

  DAVIDE TRIPIEDI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE TRIPIEDI. Grazie Presidente, anche io sono qui per sollecitare la risposta alla mia interrogazione n. 5-05053, che riguarda il grosso problema del bracconaggio sul fiume Po. Il MoVimento 5 Stelle chiede un'audizione informale con le categorie che vivono tutti i giorni il fiume, per dare una risposta a questa grossa, grossa crisi che affligge anche l'ambiente. Quindi, chiedo gentilmente se possiamo avere una risposta celere, perché i cittadini e le persone che vivono il fiume non ne possono davvero più.

  MATTEO DALL'OSSO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 121

  MATTEO DALL'OSSO. Grazie Presidente, in questo giorno, quattro anni fa, Vittorio Arrigoni veniva assassinato a Gaza. Vorrei ricordarlo con le parole della madre: non è un eroe né un martire, solo un ragazzo che credeva nei diritti umani; eravamo lontani, ma più che mai vicini; come ora, con la sua presenza che si ingigantisce di ora in ora, come un vento che da Gaza, soffiando impetuoso, ci consegna le sue speranze e il suo amore per i senza voce, per i deboli, per gli oppressi, passandone il testimone. Restiamo umani (Applausi).

  MASSIMILIANO BERNINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Grazie Presidente, anche io intervengo per sollecitare la risposta ad una mia interrogazione. In realtà, questa è la decima volta che sollecito una risposta alla mia interrogazione, che riguarda le emissioni di mercurio della centrale di Civitavecchia, quindi una questione che ha a che fare con l'ambiente, ma anche con la salute e la sicurezza di tutti i cittadini del litorale laziale.
  La mia interrogazione è la n. 4-04265, ripeto è la decima volta che la sollecito, quindi chiederei al Governo una risposta tempestiva, grazie.

  MAURO PILI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MAURO PILI. Grazie Presidente, in queste ore in tutt'Italia ci sono dei fatti eclatanti, che riguardano la viabilità statale: crollano piloni, crollano ponti, crollano strade. È assolutamente inaccettabile che il Governo non sia ancora venuto a riferire in Aula su quello che realmente sta accadendo e soprattutto sulla scandalosa gestione dell'Anas, dove emergono collaudatori nominati in casa, nella segreteria del presidente, e si prende atto che il presidente stesso dell'Anas preannuncia le dimissioni per maggio, come se niente fosse accaduto.
  Credo che sia assolutamente indispensabile che in queste prossime giornate il Governo venga in Aula a riferire su quanto sta avvenendo. In particolar modo, vi è il caso della Sardegna, che ha nella strada n. 554 l'emblema dello scandalo. Da oltre sei anni l'Anas sapeva e nascondeva una trincea stradale davvero di dimensioni scandalose. Quindi, chiedo che il Governo venga a riferire in Aula e che si dia risposta alle mie interrogazioni sulla questione.
  Il secondo tema è quello dell'arresto questa mattina degli amministratori di E.On. Il Governo deve venire anche su questa partita a riferire, perché c’è un danno ambientale fatto alla Sardegna, senza che il Governo sia intervenuto in alcun modo per bloccare quelle concessioni a E.On, che tutti sapevano che stavano inquinando la Sardegna e l'area del nord della nostra regione. Quindi, anche su questo credo, per la gravità dei fatti, il Governo debba venire a riferire in Aula.

  EMANUELE SCAGLIUSI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE SCAGLIUSI. Grazie Presidente, anch'io sollecito un'interrogazione, la n. 4-08048, relativa al porto di Molfetta, porto per cui sono stati già stanziati 159 milioni di euro di soldi pubblici. Quindi, sollecitiamo la risposta del Ministro dello sviluppo economico perché in questa interrogazione chiediamo se sia opportuno stanziare ulteriori fondi, come successo nell'ultima legge di stabilità, altri 10 milioni di euro, e se il Ministro non ritenga, invece, più opportuno bloccare questi fondi e utilizzarli per qualcosa di più utile poiché su questo porto stanno anche indagando i PM di Trani.

  GIAN LUIGI GIGLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 122

  GIAN LUIGI GIGLI. Grazie Presidente, vorrei informare l'Aula rispetto a ciò che è successo oggi a Lahore, in Pakistan. Un ragazzo di 14 anni è stato interrogato: gli è stato chiesto se fosse cristiano e alla risposta positiva gli è stato dato fuoco ed è morto poi per le ustioni riportate. La situazione in Pakistan è sempre più drammatica per i cristiani. Proprio ieri qui alla Camera abbiamo ascoltato il marito e la figlia di Asia Bibi, detenuta da molti anni ingiustamente in Pakistan, dove è in atto una vera e propria persecuzione, portata avanti spesso facendo riferimento alla cosiddetta legge anti-blasfemia. Ecco, noi auspichiamo che il Governo, che ha giustamente rimarcato l'oltraggio perpetrato a chi forse di blasfemia si era davvero fatto macchia, come coloro che avevano sostenuto Charlie Hebdo all'epoca della satira in Francia, oggi si faccia carico di questa persecuzione, condizionando i rapporti economici e commerciali e gli scambi culturali al superamento una volta per tutte della legge anti-blasfemia e della persecuzione contro i cristiani in Pakistan.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori, ma, ovviamente, su un altro argomento l'onorevole Crippa. Prego.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente, chiedo la parola per riferire all'Aula quanto il nostro gruppo, il MoVimento 5 Stelle, ha ricevuto come risposta a una nostra precedente richiesta su come mai i tavoli di crisi delle aziende del nostro Paese per la prima volta nella storia della Repubblica oggi non possono vedere più la partecipazione dei parlamentari. Visto che i risvolti occupazionali hanno delle ricadute pesanti sui territori da cui siamo stati eletti e per i quali ci vengono spesso avanzate richieste da parte dei lavoratori, dei sindacalisti e degli imprenditori stessi, vorremmo capire come mai oggi non sia possibile partecipare a questi tavoli di crisi. Il Ministro Guidi ha avuto la sfacciataggine di risponderci che di fatto si tratta di una mera attività riservata all'Esecutivo e che il nostro compito rimane eventualmente quello di presentare degli atti di sindacato ispettivo che possano trovare delle risposte. Dico sempre che, visti anche i numerosi interventi che mi hanno preceduto, gli atti di sindacato ispettivo, ahimè, sono sempre molto, molto in ritardo rispetto alle tempistiche dei tavoli di crisi ministeriali, per i quali noi ancora oggi apprendiamo le notizie dagli organi di stampa e poi il Ministero ci risponde magari due o tre mesi dopo dal fatto compiuto.
  Credo che circa tale segnalazione, arrivata peraltro – questo lo riporto adesso all'Aula – all'interno dell'ufficio di presidenza congiunto tra l'VIII e la X Commissione, anche come una segnalazione da parte di colleghi appartenenti al Partito democratico, ai quali anche è stata di fatto vietata la partecipazione a questi tavoli di crisi, sia opportuno rivedere questa circolare interna perché, altrimenti, dovremo fare delle azioni forti per far capire alla popolazione e ai cittadini italiani che oggi, per la prima volta nella storia della Repubblica, un Governo italiano vieta a dei parlamentari di capire cosa sta facendo il Governo per sistemare l'enorme crisi industriale di questo Paese.

  PRESIDENTE. Onorevole Crippa, ovviamente la circolare dipende dal Ministero interessato. Quello che certamente il Presidente può fare è di trasmettere il senso del suo intervento di oggi al Ministro al fine di verificare se è possibile venire incontro alle richieste da lei espresse.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Giovedì 16 aprile 2015, alle 8,30:

  1. – Seguito della discussione delle mozioni De Girolamo ed altri n. 1-00659, Carfagna ed altri n. 1-00791, Lombardi ed altri n. 1-00794, Nicchi ed altri n. 1-00798, Rostellato ed altri n. 1-00802, Pag. 123Gigli ed altri n. 1-00804, Sbrollini ed altri n. 1-00806, Rondini ed altri n. 1-00809, Antimo Cesaro ed altri n. 1-00812 e Rampelli ed altri n. 1-00813 in materia di politiche a favore della natalità.

  2. – Seguito della discussione delle mozioni Iori, Sberna, Binetti, Daniele Farina, Locatelli, Pinna ed altri n. 1-00785, Manlio Di Stefano ed altri n. 1-00792 e Gianluca Pini ed altri n. 1-00799 concernenti iniziative in merito all'emergenza umanitaria relativa al campo profughi di Yarmouk, in Siria, con particolare riferimento alla situazione dei minori.

  (ore 14,30)

  3. – Informativa urgente del Ministro della giustizia sui tragici fatti avvenuti il 9 aprile scorso nel Palazzo di giustizia di Milano.

  La seduta termina alle 19,20.

TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI GIANLUCA PINI, ARTURO SCOTTO E MARCO FEDI SUL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA N. 2659-A

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, Rappresentanti del Governo ! L'Accordo bilaterale italo-kazako in materia di cooperazione militare rientra nel vasto ambito di intese di questa natura stipulate sin dagli anni novanta.
  Il Kazakhstan è parte dell'Osce ed è stato coinvolto in numerosi programmi collegati all'iniziativa promossa dalla Nato nota come Partnership for Peace.
  Materie di collaborazione al centro dell'Accordo sono la politica di difesa, l'istruzione militare, la logistica e la medicina militare: non va dimenticata, a questo proposito, la circostanza che l'intesa sia stata firmata nel 2012, quindi ancora con un occhio rivolto alla partecipazione delle nostre truppe alla stabilizzazione dell'Afghanistan ed al cosiddetto «Corridoio Nord» attraverso il quale fluiva parte degli approvvigionamenti diretti all'Isaf.
  Va sottolineato come il Kazakhstan sia un Paese di grande interesse anche economico per noi e come l'Accordo al nostro esame implichi modesti oneri di gestione. Siamo quindi favorevoli alla ratifica ed esecuzione di questa intesa, a patto che non s'intenda con questa iniziativa porre il nostro Paese in concorrenza con la Russia, magari per sostenere in futuro qualche altro progetto di «regime change» simile a quello realizzato in Ucraina.
  C’è chi ci pensa, del resto, onorevoli colleghi: basta dare una scorsa al programma della Presidenza di turno lettone dell'Unione Europea per convincersene. Dobbiamo essere attenti. Non abbiamo bisogno di maggiore instabilità, specie dove si estraggono petrolio e gas in quantità, ma al contrario, di certezze e sicurezza.
  Quindi sì all'Accordo, ma strettamente entro i limiti previsti da quanto vi è scritto sopra.

  ARTURO SCOTTO. L'Accordo in oggetto è stato siglato a Roma il 7 giugno 2012 ed è volto a definire la cornice giuridica della cooperazione bilaterale tra le Forze armate dei due Paesi, nell'intento di consolidare le rispettive capacità difensive e di migliorare la comprensione reciproca sulle questioni della sicurezza. La relazione illustrativa richiama peraltro la circostanza che l'Accordo mira anche a indurre positivi effetti indiretti in alcuni settori produttivi e commerciali dei due Paesi, in chiave di stabilizzazione di un'area o regione di particolare valore strategico e di alta valenza politica.
  I principali campi della cooperazione bilaterale, come precisati dall'articolo 2, sono rappresentati dalla politica di difesa, dalla formazione nel campo militare, dall'importazione ed esportazione di armamenti e materiale militare, in base alle rispettive legislazioni nazionali e dall'approvvigionamento logistico.
  Le modalità attraverso le quali la cooperazione potrà essere attuata sono disciplinate Pag. 124dall'articolo 3 che menziona espressamente le visite ufficiali, gli incontri operativi tra le rispettive delegazioni, lo scambio di esperienze nel quadro di consultazioni e incontri di lavoro, la partecipazione a conferenze, seminari e corsi di istruzione nelle scuole militari, nonché a progetti di formazione e di addestramento o a tirocini, la partecipazione di osservatori a esercitazioni militari, lo scambio di informazioni e documenti relativi ai campi di cooperazione.
  L'articolo 4 impegna le Parti a promuovere l'esportazione e l'importazione di materiale della difesa nei settori aeronautico, navale militare e dell'approvvigionamento di armamenti (armi da fuoco, armamenti pesanti e relativo munizionamento).
  L'articolo 5 tratta le questioni attinenti alla giurisdizione, riservando allo Stato di soggiorno il diritto di giurisdizione nei confronti del personale ospitato, per i reati commessi nel proprio territorio e puniti secondo la propria legge; tuttavia riconosce allo Stato di origine il diritto di giurisdizione, in via prioritaria, per tutti i reati commessi contro la sua legislazione nazionale dal proprio personale nell'esercizio o in relazione all'attività di servizio nel Paese ospitante.
  L'Accordo, secondo quanto prescritto dall'articolo 7, sarà attuato attraverso l'approvazione di un piano annuale di cooperazione militare. Secondo quanto previsto dall'articolo 3 del disegno di legge di ratifica l'onere per l'attuazione dell'accordo è valutato in euro 5.128 ad anni alterni a decorrere dall'anno 2015.
  L'Italia è uno dei principali partner commerciali europei del Kazakhstan e il terzo in assoluto dopo la Federazione Russa e la Cina. Il fatturato del commercio tra i due paesi ha superato i 16 miliardi di dollari. Le relazioni diplomatiche sono state stabilite nel 1992, dopo l'ingresso all'ONU del Paese kazako. Italia e Kazakhstan collaborano nei campi della politica, della cultura, dell'istruzione e dell'economia attraverso rapporti bilaterali. Soprattutto in questo ultimo campo si riscontrano gli interessi maggiori, soprattutto del nostro Paese. L'Italia, infatti, è un importante investitore in Kazakhstan e nel periodo 2000-2013 il volume degli investimenti italiani è stato pari a 6,1 miliardi dollari. L'Italia ha interessi notevoli nell'upstream dei giacimenti kazaki di petrolio e gas, l'Eni e la Saipem sono aziende leader nel Paese. È notizia di queste settimane l'aggiudicazione di una maxi commessa alla Saipem da 1,8 miliardi di dollari per la costruzione del giacimento di Kashagan, nelle acque kazake del Mar Caspio mentre l'Eni è leader in due dei tre grandi progetti di sfruttamento, in Karachaganak e Kashagan ed è stato sottoscritto un nuovo accordo di joint venture per i diritti di esplorazione e produzione ad Isatay, un'area al largo del Mar Caspio.
  Grazie ai giacimenti di gas e petrolio presenti sul suo territorio, il Kazakhstan è probabilmente il paese con la maggiore ricchezza pro capite al mondo. Tuttavia questa ricchezza non è per niente distribuita tra la popolazione e il Paese è profondamente affetto dalla corruzione, anche soprattutto internazionale, legata ai contratti di sfruttamento delle risorse, che vedono protagonisti le maggiori multinazionali energetiche europee e mondiali, principalmente Eni, British gas, Chevron Texaco e Lukoil. Quindi il paese possiede circa il 60% delle risorse minerarie dell'ex Unione Sovietica; vengono estratte grandi quantità di ferro nel bacino di Kustanaj nel nord-ovest, notevoli quantità di carbone nei dintorni di Karaganda ed Ekibastuz, e inoltre a petrolio e metano, diversi metalli usati nell'elettronica, nell'ingegneria nucleare e nella missilistica. Gran parte dell'economia del Kazakhstan, gestita esclusivamente dallo stato fino al 1991, è stata privatizzata, comprese le compagnie televisive, elettriche e petrolifere. Circa 17.000 aziende sono state vendute. Il settore privato è dominato da un piccolo gruppo di importanti compagnie con interessi diversificati, che vanno dalle attività finanziarie e di investimento a negozi e ristoranti, tutte con legami stretti, spesso di parentela, con il governo, che di fatto continua a controllare tutti i settori Pag. 125dell'economia anche se le aziende sono organizzate in una struttura formalmente privata.
  Il Kazakhstan è una dittatura fortemente personalistica, creata e guidata da Nursultan Nazarbaev che è a capo della nazione dal 1990 ad oggi. Gli organi fondamentali dello Stato sono il presidente, di fatto vitalizio, il quale esercita poteri esecutivi, legislativi e giudiziari diretti; il Senato, nominato dal presidente e dagli Enti amministrativi locali; la Majilis, specie di camera bassa dotata di poteri specificamente consultivi; la Corte costituzionale, di esclusiva nomina presidenziale. Nell'aprile 2011 si sono tenute le elezioni presidenziali in Kazakhstan, e Nazarbaev ha avuto solo tre oppositori, di cui uno ha addirittura dichiarato di votare per lui, sicuro vincitore. Infatti, col record di affluenza, e il 95,5 per cento dei voti, Nazarbaev ha rivinto le elezioni, che sono state giudicate dall'OSCE una farsa, per via dell'autocensura dei media e delle manifeste irregolarità.
  Il Kazakhstan ha abolito la pena di morte per i reati comuni nel 2007, ma per tanti reati è ancora in vigore, mentre la tortura è radicata ed è usata come normale pratica di annientamento del dissenso e dell'opposizione interna. L'ultimo report pubblicato da Amnesty International ha accusato il presidente del Kazakhstan, Nursultan Nazarbaev, di ingannare la comunità internazionale con promesse non mantenute di sradicare la tortura e indagare sull'uso della forza letale da parte della polizia. Il rapporto, intitolato «Vecchie abitudini: l'uso regolare della tortura e dei maltrattamenti in Kazakhstan», denuncia come le forze di sicurezza agiscano con impunità e come la tortura nei centri di detenzione sia la norma. «Non solo la tortura e i maltrattamenti sono radicati, ma questi non si limitano alle aggressioni fisiche da parte degli agenti delle forze di sicurezza. Le condizioni di prigionia sono crudeli, disumane e degradanti, i prigionieri vengono puniti con lunghi periodi di isolamento, in violazione degli standard internazionali» si legge nel rapporto. Il documento di Amnesty International prende le mosse dalla repressione delle proteste di Zhanaozen, nel dicembre 2011, quando almeno 15 persone furono uccise e oltre 100 gravemente ferite dalle forze di sicurezza. Centinaia di persone vennero arrestate, imprigionate in celle sotterranee e sovraffollate delle stazioni di polizia e torturate.
  La gestione kazaka è preoccupante non solo sul versante interno ma ha riflessi anche sui rapporti diplomatici e internazionali, spesso facendo giocoforza degli investimenti stranieri presenti sul suo territorio e della sua relativa strategicità. È noto il caso «Shalabayeva», a cui recentemente si aggiungono, a distanza di quasi due anni dell'affare inquietanti nuove rivelazioni. Infatti, secondo quanto riportato dal giornale Il mattino, nell'edizione dell'8 aprile scorso, Francesco Simone, arrestato nell'affare delle tangenti CPL Concordia, intercettato informerebbe l'interlocutore di essere a conoscenza del fatto che alcuni dirigenti della Questura di Roma sarebbero a libro paga dell'ambasciatore kakako. La vicenda dell'espulsione della moglie di Abiyazov, Alma Shalabayeva, e della figlioletta, sarebbe sorta da un'iniziativa della Digos romana: «In Questura per fargli una marchetta, hanno operato senza che il ministro ne sapesse nulla (...) È a libro paga più di qualcuno lì dalle parti della Questura, capito ? Quindi quello è andato, gli ha detto che è un pericoloso delinquente, senza dirgli che è un rifugiato politico. Quelli si sono scappellati e gli han fatto ’sta marchetta, senza che veramente il ministro sapesse un caz...»
  Circostanza questa che andrebbe approfondita per far luce su una questione su cui il ministro Alfano non è stato mai in grado di fornire una spiegazione esauriente di quanto realmente accaduto. Alla luce di quanto brevemente riportato e della situazione kazaka si ritiene né utile né opportuno per l'Italia stabilire ulteriori rapporti commerciali con il Kazakhstan anche sul commercio di armi, considerato che spesso esse sono state imbracciate contro la popolazione civile di tale Paese. Si segnala che il viceministro agli esteri Pag. 126Lapo Pistelli ha collegato tale accordo rispetto al disimpegno dalle missioni in Afghanistan. Infatti, secondo il viceministro, l'Accordo è destinato a promuovere la sigla di ulteriori intese tra i due Paesi in materia di diritto di sorvolo e di utilizzo di una base aerea a sostegno del rientro dei nostri militari. Si segnala che il 12 giugno scorso il premier Matteo Renzi è stato in Kazakhstan ed ha incontrato il discusso presidente Nazarbaev, suscitando imbarazzo anche per le sue parole di apprezzamento e legittimazione nei suoi confronti.
  A partire dal 2011 il Governo italiano ha autorizzato per la prima volta in 20 anni esportazioni di armi ad uso militare in Kazakhstan. Lo spiega Giorgio Beretta, analista dell'osservatorio OPAL di Brescia nel luglio del 2013: «Sotto la direzione della Farnesina, e più esattamente del ministro plenipotenziario Michele Esposito, direttore generale della Autorità nazionale dell'Unità per le Autorizzazioni di Materiali di Armamento (UAMA), nel 2012 è stata autorizzata la vendita alle forze armate kazake di 40 fucili d'assalto cal. 7,62x39mm NATO modello ARX 160, insieme con 40 lanciagranate cal. 40mm modello GLX-160 comprensive di 1000 granate dello stesso tipo, e inoltre 3 pistole semiautomatiche PX4 Storm corredate da 6 dispositivi di soppressione del rumore da sparo». Negli anni a seguire, e prescindere da accordi bilaterali, come documentato dalla relazione annuale sulle esportazioni di armi presentata al Parlamento, le esportazioni verso il Paese sono aumentate, in aperta violazione della legge n. 185 del 1990 che prevede che sia vietata la vendita di armi e sistemi militari a paesi «i cui governi sono responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani, accertate dai competenti organi delle Nazioni Unite, dell'UE o del Consiglio d'Europa» (articolo 1, c.6), ed in merito ci sono state numerose decisioni, raccomandazioni, risoluzioni, condanne dei vari organi degli organismi citati dalla legge.
  Si propone il voto contrario.

  MARCO FEDI. Il Partito Democratico voterà a favore della ratifica di questo accordo che ha lo scopo di fissare la cornice giuridica entro cui sviluppare la cooperazione bilaterale tra le Forze armate del nostro Paese e del Kazakhstan.
  Nonostante le crescenti preoccupazioni legate al peggioramento del quadro dei diritti umani in Asia Centrale, abbiamo il dovere di consolidare i rapporti con quella regione, abbiamo la responsabilità di rafforzare la nostra presenza in quell'area del pianeta come dobbiamo, insieme, garantire la crescita civile e democratica, consolidando i diritti umani, il rispetto del diritto internazionale e delle persone.
  L'intento, lo ricordava la relatrice On. Lia Quartapelle-Procopio, è di consolidare le rispettive capacità difensive e di migliorare la comprensione reciproca sulle questioni della sicurezza. Nell'esame in Commissione, sempre in tema di diritti umani, si è rilevato che il Kazakhstan ha sottoscritto e ratificato i maggiori accordi internazionali in materia di diritti umani, tra cui figurano la Convenzione tra gli Stati partecipanti al Partenariato per la pace sullo Statuto delle Forze armate e la Convenzione ONU contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti.
  L'Italia è il secondo Paese esportatore in Kazakhstan dopo la Germania in ambito UE ed il sesto in assoluto, con oltre 900 milioni di euro di export nel 2012 (oltre il 70 per cento di tutto l'export in Asia centrale). Il Kazakhstan, inoltre, riveste una grande rilevanza sia sotto il profilo commerciale – e segnatamente degli approvvigionamenti energetici – che sotto quello militare e di contrasto al terrorismo internazionale di matrice islamista.
  L'attività di prevenzione attuata dalle forze di sicurezza locali ha portato in Kazakhstan a diversi arresti ed ai primi del mese del luglio scorso anche alla condanna di cinque militanti del partito della liberazione islamica.
  Ricordo anche le iniziative assunte alla Presidenza del Consiglio per il rilancio delle relazioni bilaterali, da ultimo in occasione del vertice ASEM. L'Accordo Pag. 127assume un rilievo specifico rispetto al disimpegno dalle missioni in Afghanistan. L'Accordo è destinato a promuovere la sigla di ulteriori intese tra i due Paesi in materia di diritto di sorvolo e di utilizzo di una base aerea a sostegno del rientro dei nostri militari.
  Infine, nel quadro del complessivo scenario asiatico va rilevato il ruolo centrale svolto dal Kazakhstan, al quale il nostro Paese assicura un valore prioritario sul piano geo-strategico.

TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI FUCSIA FITZGERALD NISSOLI, GIANLUCA PINI, MARIANO RABINO ED ELEONORA CIMBRO SUL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA N. 2756.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, il ddl di ratifica dei due accordi Italia-Montenegro, di estradizione e di assistenza giudiziaria in ambito penale, fatti a Podgorica il 25 luglio 2013, è stato approvato dal Senato il 26 novembre scorso. Si tratta di due importanti accordi che contribuiscono al rafforzamento della cooperazione con il Montenegro in ambito penale: i rapporti tra i due Paesi compiono un notevole passo in avanti, essendo stata ricompresa la facoltà di estradizione dei propri cittadini, fino ad ora rifiutata dal Montenegro.
  Infatti il Montenegro, che ha ratificato il 30 settembre 2002 la Convenzione europea di estradizione del 1957, non aveva ancora revocato la dichiarazione, resa dalla Repubblica Federale di Jugoslavia del 30 settembre 1992, in relazione a taluni articoli della Convenzione, e fino ad ora aveva rifiutato l'estradizione e il transito dei propri cittadini. L'Italia, invece, aveva ratificato la suddetta Convenzione europea il 6 agosto 1963.
  A tale scopo, il primo Accordo introduce una puntuale disciplina della materia dell'estradizione dei cittadini e del transito degli stessi sul territorio nelle ipotesi nelle quali un cittadino consegnato da uno Stato terzo ad uno dei due Stati contraenti debba transitare sul territorio degli stessi.
  Ricordo, inoltre, che il secondo Accordo al nostro esame, aggiuntivo alla Convenzione europea di assistenza giudiziaria del 20 aprile 1959 e teso a facilitarne l'applicazione, si inserisce nell'ambito degli strumenti finalizzati all'intensificazione ed alla puntuale regolamentazione dei rapporti di cooperazione posti in essere dall'Italia con l'obiettivo di migliorare la cooperazione giudiziaria internazionale e rendere più efficace, nel settore giudiziario penale, il contrasto al fenomeno della criminalità transnazionale. L'adozione di norme finalizzate a disciplinare il settore dell'assistenza giudiziaria penale risponde all'attuale realtà sociale, sempre più caratterizzata da frequenti rapporti tra i due Stati in molti settori. Pertanto essa risponde all'esigenza di una reciproca assistenza giudiziaria penale.
  A tutela della legalità e della certezza della pena ed in considerazione del processo di integrazione europea che il Montenegro sta sostenendo, credo sia opportuno procedere ad una rapida conclusione dell’iter di approvazione del disegno di legge di ratifica e annuncio il voto favorevole del Gruppo Per l'Italia Centro Democratico.

  GIANLUCA PINI. Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, Signori Rappresentanti del Governo ! Anche in questo caso, siamo di fronte ad un Protocollo aggiuntivo e ad un Accordo bilaterale che permetterebbero di migliorare l'assistenza giudiziaria in materia penale agevolando altresì le estradizioni.
  Le nostre obiezioni a questa coppia di intese sono certamente di minor peso rispetto a quelle relative all'analogo Accordo fatto con Pechino.
  E per molteplici motivi.
  In primo luogo, non possiamo attenderci che il Montenegro tenti di utilizzare un accordo come quello al nostro esame per perseguitare i suoi cittadini che hanno scelto di vivere da noi da lungo tempo, in massima parte negli anni novanta, all'epoca delle guerre jugoslave.
  In secondo luogo, perché ipotizziamo che queste intese possano facilitare il rimpatrio Pag. 128dei nostri concittadini eventualmente catturati in Montenegro o comunque accrescere le loro chances di meglio difendersi in eventuali processi intentati sul suolo montenegrino.
  In terzo luogo, perché come Paese potremmo venire a disporre di un paio di strumenti in più nella lotta alle organizzazioni malavitose transnazionali presenti tanto in Italia quanto nei Balcani.
  Gli oneri di gestione dei due atti sono modesti e del tutto sostenibili.
  Queste motivazioni ci inducono ad un voto positivo. Come già accaduto al Senato, la Lega Nord voterà quindi a favore dell'approvazione di questo provvedimento.

  MARIANO RABINO. Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, la ratifica dell'Accordo bilaterale in materia di assistenza giudiziaria tra Italia e Montenegro rappresenta un sicuro passo avanti nella collaborazione tra i due Paesi.
  In tal modo, si consente ad entrambi di promuovere e realizzare una più decisa ed efficace azione nella lotta contro la criminalità organizzata e il terrorismo.
  Il primo provvedimento in esame è teso ad agevolare l'applicazione, da parte dell'Italia e del Montenegro, della Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957.
  Con questo Accordo aggiuntivo, i rapporti tra i due Paesi nel campo della cooperazione giudiziaria penale compiono un notevole passo in avanti, essendo stata ricompresa la facoltà di estradizione dei propri cittadini, sinora rifiutata dal Montenegro.
  Esso detta una puntuale disciplina della materia dell'estradizione dei cittadini e del transito degli stessi sul territorio per le ipotesi in cui un cittadino consegnato da uno Stato terzo ad uno dei due Stati contraenti debba transitare sul territorio degli stessi.
  L'accordo, nel prevedere la facoltà degli Stati contraenti di estradare reciprocamente i propri cittadini, fa espresso riferimento sia alla estradizione processuale, fondata su misure cautelari, che a quella esecutiva, basata su decisioni passate in giudicato.
  È stata inoltre prevista, per il caso di estradizione processuale, la facoltà di condizionare la consegna del cittadino alla sua restituzione allo Stato richiesto, affinché possa ivi scontarvi la pena inflitta all'esito del procedimento penale celebrato nello Stato richiedente.
  La seconda intesa, aggiuntiva alla Convenzione europea di assistenza giudiziaria del 20 aprile 1959, tesa a facilitarne l'applicazione, tra il Governo della Repubblica italiana ed il Montenegro, si inserisce nell'ambito degli strumenti finalizzati all'intensificazione ed alla puntuale regolamentazione dei rapporti di cooperazione posti in essere dall'Italia, con l'obiettivo di migliorare la cooperazione giudiziaria internazionale e rendere più efficace, nel settore giudiziario penale, il contrasto al fenomeno della criminalità transnazionale.
  L'adozione di norme volte a disciplinare in modo preciso ed accurato il settore della assistenza giudiziaria penale è stata imposta dalla attuale realtà sociale, caratterizzata da sempre più frequenti ed estesi rapporti tra i due Stati in qualsiasi settore (economico, finanziario, commerciale, dei flussi migratori, e così via).
  L'incontestabile dato della continua crescita dei rapporti tra i due Paesi implica, inevitabilmente, la comune esigenza di reciproca assistenza giudiziaria penale.
  Quanto ai contenuti dell'articolato, si prevede che le parti si impegnino a prestarsi reciprocamente la più ampia assistenza giudiziaria in molteplici settori, quali l'invio di documenti, atti ed elementi di prova, la ricerca ed identificazione di persone, il trasferimento di persone detenute al fine di rendere testimonianza o di partecipare ad altri atti processuali, l'esecuzione di ispezioni giudiziarie o l'esame di luoghi o di oggetti, l'esecuzione di indagini, perquisizioni, congelamenti, sequestri e confische di beni pertinenti al reato e dei proventi del reato medesimo.Pag. 129
  Scelta Civica esprime il proprio voto favorevole sul disegno di legge di ratifica, che muove nella direzione di rafforzare i meccanismi posti a tutela della legalità e della certezza della pena e avvicina ulteriormente il Montenegro all'obiettivo dell'integrazione europea, da tempo convintamente sostenuta dal Parlamento e dal Governo italiano.

  ELEONORA CIMBRO. Signor Presidente, Colleghi, la ratifica dei due Accordi Italia-Montenegro, di estradizione e di assistenza giudiziaria in materia penale, fatti a Podgóriza il 25 luglio 2013, approvato dal Senato il 26 novembre scorso (Autorizzata dal presente ddl), introduce provvedimenti finalizzati al rafforzamento della cooperazione tra Italia e Montenegro in materia di estradizione e di assistenza giudiziaria in ambito penale. L'adozione di norme volte a disciplinare puntualmente il settore dell'assistenza giudiziaria penale, risponde infatti alle esigenze derivanti dall'intensificazione e dall'ampliamento dei rapporti bilaterali italo-montenegrini nei settori economico, finanziario, commerciale e dei flussi migratori. L'Accordo, seguendo il modello indicato dalla Convenzione del Consiglio d'Europa di assistenza giudiziaria risulta in linea con i modelli di accordo bilaterale in materia di assistenza giudiziaria, seguiti dagli altri Stati membri dell'Unione europea.
  In particolare, con l'Accordo bilaterale tra Italia e Montenegro aggiuntivo alla Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957, finalizzato ad agevolarne l'applicazione, le Parti intendono intensificare la lotta alla criminalità ed al terrorismo attraverso una puntuale disciplina della materia dell'estradizione dei cittadini e del transito degli stessi sul territorio per le ipotesi in cui un cittadino, consegnato da uno Stato terzo ad uno dei due Stati contraenti, debba transitare sul territorio degli stessi.
  Per questa ragione, dunque, Presidente, concludo annunciando il voto favorevole del Partito democratico.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO MARIANO RABINO SUL DISEGNO DI LEGGE N. 2753.

  MARIANO RABINO. Signor Presidente, Onorevoli colleghi, il gruppo Scelta Civica voterà a favore del provvedimento che disciplina gli aspetti fiscali connessi alle relazioni economiche fra Italia e Taiwan per eliminare il fenomeno della doppia imposizione ed assicurare una più efficace cooperazione amministrativa fra le due realtà per il contrasto dell'evasione fiscale.
  Il disegno di legge costituisce un favorevole quadro giuridico di riferimento per gli operatori economici italiani che effettuano attività di interscambio commerciale e finanziario nel territorio amministrato dall'Agenzia fiscale, Ministero delle finanze di Taipei.
  Oggi, nell'Unione europea, siamo il quinto partner economico-commerciale di Taiwan con 2,5 miliardi di euro di interscambio nel 2013, nell'ambito dei 40 miliardi di euro complessivi tra l'intera Unione europea e Taiwan.
  Per quanto concerne il problema della doppia imposizione, non sussistendo formali rapporti diplomatici fra l'Italia e Taiwan, coerentemente con la linea politica dell'Unione europea che non considera Taiwan uno Stato sovrano, non è stato possibile sottoscrivere un vero e proprio accordo bilaterale, pertanto si è dovuto fare ricorso ad un regime fiscale speciale, introdotto attraverso l'approvazione di norme interne concordate tra le autorità italiane e quelle di Taipei e aventi l'effetto giuridico finale di autodelimitare l'ambito della potestà impositiva nazionale, attesa l'adozione, ovviamente, da parte di Taiwan di una regolamentazione interna dai contenuti analoghi. È questo il motivo, dunque, per cui il Parlamento è chiamato ad approvare un vero e proprio testo legislativo e non a ratificare un accordo internazionale, così come avviene in tutti gli altri casi in materia di scambio di informazioni finanziarie e di doppia imposizione.Pag. 130
  Questa modalità operativa è la stessa adoperata da altri Paesi dell'Unione europea, ben tredici, a cominciare dal Regno Unito nel 2002, dalla Germania nel 2012 e a finire all'Austria nei mesi scorsi.
  Il nostro Paese arriva dunque in ritardo rispetto agli altri Stati europei, un ritardo che occorre velocemente recuperare alla luce dell'importanza di Taiwan dal punto di vista industriale e commerciale, ed in vista dell'obiettivo di mettere l'Italia in linea con gli altri Paesi europei nelle opportunità di partnership e scambi con Taiwan che riveste un ruolo strategico per gli equilibri economici internazionali con il sud-est asiatico, svolgendo un ruolo preminente nel settore della produzione di computer, dell'elettronica, di motocicli, macchinari e componenti auto, intrattenendo rapporti economici molto rilevanti con gli altri Paesi europei, nonché un gigantesco interscambio commerciale bilaterale con la Repubblica popolare cinese pari a circa 120 miliardi di dollari annui.
  Taiwan possiede un'economia prospera, tra le prime venti al mondo, il cui PIL pro capite è assimilabile a quello dei Paesi del Nord Europa, che è ad alto livello di competitività e innovazione ed è in costante crescita, favorita dalla posizione geostrategica, dall'eccezionale sviluppo tecnologico e dal forte incremento dei rapporti, in tutti i campi, con la Cina continentale. L'importanza commerciale e finanziaria assunta da Taiwan e la sua propensione ad investire in Europa è molto cresciuta negli ultimi anni, al ritmo impressionante del 169 per cento annuo tra il 2010 e il 2014. Il volume di interscambi che Taiwan intrattiene con l'Europa ammonta a circa 40 miliardi di euro, di cui l'Italia assorbe una porzione di circa 3,8 miliardi, pari a circa il 7 per cento del volume complessivo, attestandosi al quinto posto come partner economico commerciale.
  Proprio la prospettiva di crescita del volume dei nostri rapporti con il territorio di Taiwan, soprattutto in riferimento al settore agroalimentare, a quello turistico, della moda e arredamento, impone al nostro Paese di facilitare lo scambio di commerci ed investimenti, a cominciare dalla regolazione degli aspetti fiscali necessari a conferire il carattere della certezza delle imposizioni tributarie. Diversi marchi italiani sono già presenti su quel territorio, ma è necessario rendere il sistema di relazioni maggiormente competitivo e forte. Da qui l'importanza di regole di trasparenza finanziaria e di interscambio informativo per combattere la concorrenza sleale legata al fenomeno dell'evasione e dell'elusione fiscale transnazionale, e, al tempo stesso, di regole che evitino alle imprese di Taiwan che effettuano investimenti in Italia e a quelle italiane che pongono in essere scambi commerciali con Taiwan di pagare le imposte due volte.
  La nuova disciplina garantirà una più efficiente cooperazione amministrativa fra le due parti per il contrasto alla evasione fiscale ed agevolerà l'inclusione di Taiwan nelle cosiddetta white list, previste dalla legge n. 244 del 2007.
  Il contenuto del provvedimento non si differenzia, nella sostanza, dagli schemi che sul piano internazionale l'OCSE propone per i trattati di libero scambio e di non doppia tassazione, se non per alcuni aspetti dovuti a particolarità dei sistemi fiscali dei due territori, quali la tassazione delle persone fisiche che viene applicata a Taiwan in base al principio di territorialità, nonché la mancanza di riconoscimento di Taiwan quale entità politica autonoma.
  Di particolare interesse sono gli articoli 4 e 5 che definiscono i concetti di soggetti residenti e di stabile organizzazione; l'articolo 6 che prevede che la tassazione dei redditi immobiliari sia effettuata a favore del territorio in cui sono situati gli immobili; l'articolo 7 che concerne il trattamento degli utili d'impresa, prevedendo il principio generale secondo cui gli stessi sono imponibili nel territorio di residenza dell'impresa, ad eccezione di quelli prodotti per il tramite di una stabile organizzazione; l'articolo 13 sulla tassazione degli utili di capitale, l'articolo 23, che è l'articolo centrale Pag. 131perché individua le modalità per l'eliminazione della doppia imposizione: con riguardo alle imposte applicate sul territorio italiano e in armonia con il nostro ordinamento fiscale, viene adottato il metodo di imputazione ordinaria; l'articolo 25 che disciplina la procedura amichevole; l'articolo 26 che reca disposizioni sullo scambio di informazioni, prevedendo l'estensione di tale scambio da parte dei due territori ad ogni tipo d'imposta: la norma costituirebbe la base giuridica per intensificare la cooperazione amministrativa, tra l'altro consentendo il superamento del segreto bancario in conformità con gli standard OCSE e ciò è senza dubbio un elemento fondamentale per l'ingresso di Taiwan nella white list; l'articolo 30 prevede che le norme in esame acquistino efficacia dalla data in cui l'Ufficio italiano di promozione economica a Taipei e l'ufficio di rappresentanza di Taipei in Italia si informano dell'avvenuta emanazione, da parte dei rispettivi territori, di analoghe disposizioni interne, regolatorie delle misure per evitare le doppie imposizioni.
  Per questi motivi il gruppo Scelta Civica esprime un giudizio positivo sul provvedimento che ci accingiamo a votare, ritenendolo la base per lo sviluppo di scambi economici tra Italia e Taiwan, sviluppo che non potrà che essere fonte di ricchezza e di lavoro per ambedue i Paesi, nonché ritenendolo un accordo fondamentale ed atteso da tempo dagli operatori italiani per favorire la competitività del sistema delle nostre imprese nei confronti della concorrenza di quelle appartenenti agli altri Paesi europei che già da anni hanno attivato analoghi accordi con Taiwan. Con l'approvazione definitiva di questa legge l'Italia si mette quindi in linea con tutti gli altri Paesi che intrattengono relazioni industriali e commerciali normali e trasparenti con un territorio che, pur non avendo, il riconoscimento di Stato nazionale, ha una delle economie più prospere e dinamiche del mondo.

Pag. 132

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DELLA PROPOSTA DI LEGGE N. 831 ED ABBINATA

Scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio

Discussione generale: 7 ore.

Relatori (complessivamente) 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 8 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 2 minuti
 Partito Democratico 32 minuti
 MoVimento 5 Stelle 30 minuti
 Forza Italia – Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 30 minuti
 Area Popolare (NCD - UDC) 30 minuti
 Sinistra Ecologia Libertà 30 minuti
 Scelta civica per l'Italia 30 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini 30 minuti
 Per l'Italia – Centro Democratico 30 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale 30 minuti
 Misto: 30 minuti
  Alternativa Libera 12 minuti
  Minoranze Linguistiche 7 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) 6 minuti
  MAIE – Movimento Associativo italiani all'estero – Alleanza per l'Italia (API) 5 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Moz. Scotto e a. 1-694 n.f. rif. 417 361 56 181 361 99 Appr.
2 Nom. Moz. Cominardi e a. 1-774 425 415 10 208 102 313 98 Resp.
3 Nom. Moz. Garofalo e a. 1-775 rif. 429 427 2 214 369 58 98 Appr.
4 Nom. Moz. Catalano e a. 1-781 rif. 426 425 1 213 367 58 98 Appr.
5 Nom. Moz. Artini e a. 1-787 rif. 432 432 217 432 97 Appr.
6 Nom. Moz. Brandolini e a. 1-801 rif. 434 363 71 182 362 1 97 Appr.
7 Nom. Moz.Catanoso Genoese e a.1-803 rif 437 375 62 188 375 95 Appr.
8 Nom. Moz. Caparini e a. 1-807 435 372 63 187 100 272 95 Resp.
9 Nom. Pdl 1803-A – em. 1.2 426 318 108 160 16 302 95 Resp.
10 Nom. articolo 1 429 322 107 162 306 16 95 Appr.
11 Nom. em. 2.5 422 307 115 154 15 292 96 Resp.
12 Nom. em. 2.6 410 298 112 150 15 283 96 Resp.
13 Nom. em. 2.7 406 308 98 155 23 285 95 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 2.8 400 312 88 157 25 287 95 Resp.
15 Nom. articolo 2 407 306 101 154 286 20 94 Appr.
16 Nom. articolo 3 408 307 101 154 290 17 94 Appr.
17 Nom. Pdl 1803-A – voto finale 379 359 20 180 287 72 88 Appr.
18 Nom. Ddl 2659-A – articolo 1 366 362 4 182 295 67 96 Appr.
19 Nom. articolo 2 377 373 4 187 302 71 96 Appr.
20 Nom. articolo 3 382 378 4 190 303 75 96 Appr.
21 Nom. articolo 4 383 379 4 190 306 73 96 Appr.
22 Nom. Ddl 2659-A – voto finale 391 387 4 194 309 78 95 Appr.
23 Nom. Ddl 2756 – articolo 1 404 404 203 404 95 Appr.
24 Nom. articolo 2 409 409 205 409 94 Appr.
25 Nom. articolo 3 417 417 209 416 1 93 Appr.
26 Nom. articolo 4 406 406 204 406 93 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. Ddl 2756 – voto finale 427 427 214 427 93 Appr.
28 Nom. Pdl 2753 – articolo 1 429 429 215 428 1 93 Appr.
29 Nom. articolo 2 429 428 1 215 367 61 93 Appr.
30 Nom. em. 3.1 421 420 1 211 71 349 93 Resp.
31 Nom. articolo 3 421 421 211 355 66 93 Appr.
32 Nom. articolo 4 423 423 212 363 60 93 Appr.
33 Nom. em. 5.1 431 426 5 214 75 351 93 Resp.
34 Nom. articolo 5 430 429 1 215 362 67 93 Appr.
35 Nom. articolo 6 432 432 217 368 64 93 Appr.
36 Nom. em. 7.1 429 424 5 213 76 348 93 Resp.
37 Nom. articolo 7 430 430 216 358 72 93 Appr.
38 Nom. em. 8.1 424 422 2 212 99 323 93 Resp.
39 Nom. articolo 8 425 405 20 203 332 73 93 Appr.
INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. articolo 9 422 419 3 210 353 66 93 Appr.
41 Nom. articolo 10 432 431 1 216 368 63 92 Appr.
42 Nom. articolo 11 435 434 1 218 371 63 92 Appr.
43 Nom. articolo 12 436 434 2 218 370 64 92 Appr.
44 Nom. articolo 13 437 435 2 218 371 64 92 Appr.
45 Nom. articolo 14 416 403 13 202 341 62 92 Appr.
46 Nom. articolo 15 421 403 18 202 339 64 92 Appr.
47 Nom. articolo 16 423 405 18 203 341 64 92 Appr.
48 Nom. articolo 17 425 423 2 212 359 64 92 Appr.
49 Nom. articolo 18 420 420 211 357 63 92 Appr.
50 Nom. articolo 19 428 427 1 214 364 63 92 Appr.
51 Nom. articolo 20 419 418 1 210 357 61 92 Appr.
52 Nom. articolo 21 432 431 1 216 368 63 92 Appr.


INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. articolo 22 434 433 1 217 370 63 91 Appr.
54 Nom. articolo 23 433 432 1 217 369 63 91 Appr.
55 Nom. articolo 24 420 418 2 210 360 58 91 Appr.
56 Nom. articolo 25 425 424 1 213 366 58 91 Appr.
57 Nom. articolo 26 427 426 1 214 365 61 92 Appr.
58 Nom. articolo 27 432 431 1 216 431 91 Appr.
59 Nom. articolo 28 431 431 216 368 63 91 Appr.
60 Nom. articolo 29 436 436 219 373 63 91 Appr.
61 Nom. em. 30.1 412 410 2 206 105 305 91 Resp.
62 Nom. em. 30.2 419 418 1 210 92 326 91 Resp.
63 Nom. em. 30.3 409 407 2 204 89 318 91 Resp.
64 Nom. em. 30.8 411 410 1 206 88 322 91 Resp.
65 Nom. em. 30.4 413 412 1 207 91 321 91 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 73)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 30.6 408 407 1 204 88 319 91 Resp.
67 Nom. em. 30.5 420 419 1 210 91 328 90 Resp.
68 Nom. em. 30.7 416 415 1 208 91 324 91 Resp.
69 Nom. articolo 30 419 398 21 200 331 67 90 Appr.
70 Nom. em. 31.2 427 425 2 213 111 314 90 Resp.
71 Nom. em. 31.1 420 417 3 209 105 312 90 Resp.
72 Nom. articolo 31 424 404 20 203 333 71 90 Appr.
73 Nom. Pdl 2753 – voto finale 405 405 203 342 63 91 Appr.