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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 393 di martedì 17 marzo 2015

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

  La seduta comincia alle 10.

  RICCARDO FRACCARO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
   (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Artini, Baretta, Boccia, Capezzone, Epifani, Faraone, Gentiloni Silveri, Giancarlo Giorgetti, Meta, Schullian, Sereni, Vargiu e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente novantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.

(Iniziative volte a contrastare lo sfruttamento dei minori – nn. 2-00690 e 3-01364)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Melilla e Ricciatti n. 2-00690 e all'interrogazione Nicchi ed altri n. 3-01364, concernenti iniziative volte a contrastare lo sfruttamento dei minori, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A – Interpellanze e interrogazioni).
  Il deputato Melilla ha facoltà di illustrare la sua interpellanza per quindici minuti.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, secondo vari dossier pubblicizzati da organizzazioni non governative sulla tratta di esseri umani nel mondo, vi sarebbero 30 milioni di persone ridotte alla schiavitù lavorativa o sessuale; di essi 5 milioni e mezzo sono minori.
  In Italia, su 340 mila bambini e ragazzi tra i 7 e i 15 anni che lavorano, ben 28 mila sarebbero, secondo questo dossier, a rischio di sfruttamento: sono i piccoli schiavi invisibili, i volti della tratta e dello sfruttamento.
  Per lo sfruttamento a fini sessuali in Italia sono stati accertati nell'ultimo anno 2.400 casi, con 88 minori coinvolti; le cifre aumentano in relazione all'ingresso di immigrati clandestini. A luglio 2014 erano, infatti, segnalati in Italia ben 10.736 minori stranieri non accompagnati e senza famiglia e 2.148 di loro sono scappati dai centri di accoglienza e sono così oggettivamente esposti a possibili manovre criminali e a un potenziale loro sfruttamento da ogni punto di vista, soprattutto in relazione all'accattonaggio, alla microcriminalità Pag. 2e a quello a sfondo sessuale: adolescenti che provengono soprattutto dall'Eritrea, dall'Egitto, dalla Somalia, dalla Siria, dalla Nigeria e dalla Romania, che sarebbero preda della criminalità per traffici illeciti e particolarmente odiosi.
  Ho inteso con la mia interpellanza chiedere al Governo qual è il suo impegno e se intenda rafforzarlo, essendo in presenza di una situazione particolarmente odiosa, che riguarda minori, cioè bambini che dovrebbero avere ovviamente una vita assolutamente diversa da quella, purtroppo, in cui vengono precipitati.

  PRESIDENTE. Il sottosegretario per il lavoro e le politiche sociali, Franca Biondelli, ha facoltà di rispondere.

  FRANCA BIONDELLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, rispondo all'interpellanza dell'onorevole Melilla e all'interrogazione dell'onorevole Nicchi, perché gli atti parlamentari, come lei ha detto, hanno una trattazione congiunta.
  Mi preme sottolineare che il Governo, negli ultimi anni, ha rafforzato il suo impegno nella tutela dei minori. Tra gli interventi normativi che hanno previsto specifiche misure di contrasto allo sfruttamento dei minori nel nostro Paese ricordo la legge n. 172 del 2012 che, in attuazione della Convenzione del Consiglio d'Europa per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l'abuso sessuale, stipulata a Lanzarote il 25 ottobre 2007, è intervenuta sui reati in materia di abusi sessuali su minori, raddoppiando per alcuni reati i termini prescrizionali e prevedendo per altri l'aumento delle pene edittali.
  Per quanto riguarda le attività poste in essere dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali a tutela dei minori, segnalo che, con il decreto del 17 giugno 2014, si è provveduto alla ricostituzione dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, il cui insediamento è avvenuto il 23 luglio scorso presso la sede del Ministero che rappresento. L'Osservatorio ha il compito prioritario di progettare e redigere la proposta del Piano nazionale d'azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva. In tal senso, posso assicurare che, tra le priorità da affrontare all'interno del Piano nazionale d'azione, si prevede proprio il rafforzamento del contrasto allo sfruttamento minorile.
  Sottolineo, inoltre, l'impegno del Ministero del lavoro e delle politiche sociali nella tutela dei minori stranieri non accompagnati. Il Ministero che rappresento provvede, ai sensi dell'articolo 5 del DPCM n. 535 del 1999, all'attività di censimento dei minori stranieri non accompagnati presenti in Italia al fine di evitare il pericolo di tratta e qualsiasi situazione di sfruttamento.
  Sulla base dei dati in possesso, aggiornati al 31 dicembre 2014, risultano presenti nel territorio dello Stato 10.536 minori stranieri non accompagnati. Per garantire altresì efficaci sistemi di protezione dei minori e al fine di dotare tutti gli attori istituzionali competenti di uno strumento unitario e condiviso di coordinamento, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali sta realizzando un sistema informativo consistente in una banca dati condivisa, che, nel rispetto delle norme sulla tutela dei dati personali, permette di raccogliere e aggiornare in tempo reale le informazioni relative ai minori presenti sul territorio nazionale. Il sistema, non solo permette di monitorare la presenza dei minori sulla base di dati attendibili, ma rappresenta, altresì, un utile strumento per il rafforzamento dell'azione sinergica fra gli attori coinvolti nell'ambito di una cornice procedurale strutturata e più uniforme.
  Inoltre, nell'ambito del programma di Presidenza europea, una specifica attenzione è stata dedicata ai minori stranieri non accompagnati. La necessità di migliorare le politiche in favore di questa categoria di minori, inclusi i richiedenti asilo e le vittime di tratta, anche attraverso lo sviluppo di procedure operative e lo scambio di buone pratiche in termini di accoglienza Pag. 3e identificazione, è stata indicata tra le priorità dell'azione degli Stati membri.
  Con specifico riferimento alla prevenzione e al contrasto della tratta degli esseri umani, faccio presente, però, che nel decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 24, è stata data attuazione alla direttiva 2011/36/UE, relativa alla prevenzione e alla repressione della tratta di esseri umani e alla protezione delle vittime. Tale direttiva espressamente prevede misure di assistenza, sostegno e protezione per i minori vittime della tratta di esseri umani.
  In questa direzione, segnalo poi che il disegno di legge n. 1658, recante «Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e altre disposizioni concernenti misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati», attualmente in discussione in Parlamento, prevede la predisposizione di un programma specifico di assistenza nei confronti dei minori stranieri che assicuri adeguate condizioni di accoglienza e di assistenza psicosociale, sanitaria e legale, prevedendo soluzioni di lungo periodo, anche oltre il compimento della maggiore età.
  Al riguardo, ricordo, altresì, che la legge di stabilità per il 2015 ha stanziato 8 milioni di euro per l'attuazione del Programma unico di emersione, assistenza ed integrazione sociale degli stranieri vittime dei reati di riduzione in schiavitù, della tratta e dello sfruttamento di esseri umani.
  Un tema altrettanto importante, sul quale il Governo intende rafforzare il proprio impegno, è il contrasto al lavoro minorile. Al riguardo è doverosa una precisazione. In riferimento ai dati relativi agli infortuni sul lavoro illustrati dagli onorevoli interroganti, l'INAIL ha precisato che le 63.828 denunce per infortuni occorsi ad assicurati con età fino a 14 anni afferiscono ad eventi accaduti agli alunni assicurati presso l'INAIL e non, piuttosto, a minori sfruttati in ambito lavorativo.
  Ciò detto, segnalo, comunque, che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha svolto, nel corso dell'anno 2014, una specifica campagna di vigilanza, incentrata sull'emersione del lavoro minorile, utilizzato soprattutto nel settore agroalimentare. L'attività di vigilanza è stata compiuta in raccordo con le istituzioni competenti, a vario titolo, nel contrasto proprio del lavoro nero, cioè da carabinieri e servizi sociali dei comuni interessati.
  Nel complesso, l'attività di vigilanza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, relativamente al lavoro irregolare dei minori, ha conseguito nel 2014 i seguenti risultati, già esposti, comunque, nel Rapporto annuale sull'attività di vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale: sono state accertate 172 violazioni penali in materia di impiego di minori, a fronte di 526 nel 2013. Le citate violazioni sono riferite soprattutto al settore del terziario, in cui si concentra oltre il 70 per cento degli illeciti rilevati in materia (121). Preciso che il maggior numero di fattispecie di reato, concernente i minori impiegati irregolarmente, è stato riscontrato: in Lombardia, 48; in Puglia, 26; in Emilia-Romagna, 21.
  Nel sottolineare la rilevanza della questione – e per questo ringrazio gli onorevoli – concludo ribadendo il massimo impegno del Governo ad affrontare le tematiche sollevate dagli onorevoli interroganti, nell'ottica di rafforzare le misure volte a prevenire e a contrastare lo sfruttamento dei minori in tutte le sue forme.

  PRESIDENTE. Il deputato Melilla ha facoltà di dichiarare, per dieci minuti, se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

  GIANNI MELILLA. Signor Presidente, signora sottosegretaria, sicuramente sono soddisfatto per l'ampia informazione che lei ha voluto darci, ma nello stesso tempo sono estremamente preoccupato, perché, dalla sua informazione, viene confermata la circostanza che nel 2014 noi avevamo in Italia 10.736 minori stranieri non accompagnati e senza famiglia. Il Ministro Alfano, tra l'altro, ha aumentato anche il numero a mia conoscenza, perché io avevo Pag. 4un numero di 2.148 minori, che a luglio 2014 erano scappati dai centri di accoglienza, il Ministro Alfano invece ha detto a fine anno che superiamo i 3 mila bambini.
  Ora questi 3 mila bambini, che sono scappati dai centri di accoglienza, dove sono finiti ? Sono andati in altri Paesi europei ? Accompagnati da chi ? Sono ancora in Italia ? E che cosa fanno ? Dove vivono ? Sono forse impegnati nelle attività di accattonaggio, nelle attività di microcriminalità o, addirittura, sono oggetto di un odioso sfruttamento sessuale ? Noi non lo sappiamo. È un enorme buco nero nella coscienza del nostro Paese e noi dobbiamo sapere che questi bambini scappano da Paesi in guerra. Soprattutto sono venuti dalla Siria, dalla Somalia, dalla Nigeria o, addirittura, da Paesi che, pur facendo parte dell'Unione europea, non garantiscono nessuno standard minimo di rispetto umano nei confronti dei bambini, come la Romania.
  Al Governo noi vogliamo chiedere non solo di dare le aride cifre statistiche, come fa spesso il Ministero dell'interno, ma soprattutto al Governo, nella sua collegialità, in cui vi sono competenze che fanno capo alle politiche sociali oltre che a quelle di sicurezza, di affrontare, con serietà e con tempestività, una questione che ferisce la coscienza di ognuno di noi, perché nessuno di noi può pensare che bambini di 7, 8, 9 anni possano restare in balia delle circostanze, senza una casa, senza un tetto, senza poter frequentare una scuola, e di organizzazioni criminali che sono, da questo punto di vista, estremamente agguerrite e disumane.
  Per questo, ad una soddisfazione circa la conferma del fenomeno, che io ho voluto denunciare, da parte del Governo, io vorrei aggiungere una richiesta forte e impellente, affinché il Governo destini maggiori risorse, maggiore impegno e maggiori mezzi in direzione del contrasto dello sfruttamento dei minori e, in particolare, di questa grande emergenza che deriva da minori non italiani, da minori stranieri, che purtroppo, per tante ragioni, vengono qui nel nostro Paese attirati magari da una visione dell'economia e del futuro nel nostro Paese che non corrisponde alla realtà e che finiscono nella rete di organizzazioni criminali, compromettendo per sempre la propria vita.

  PRESIDENTE. La deputata Nicchi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione, per cinque minuti.

  MARISA NICCHI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario e diciamo che sono soddisfatta perché si sono spiegati i motivi di una tabella che ci aveva allarmati, tanto da suggerire questa interrogazione. La tabella era quella relativa agli infortuni dell'INAIL, che dal 2009 al 2013 hanno visto il raddoppio – per arrivare a 63.828, secondo le cifre che lei ha citato – rispetto agli anni precedenti, degli infortuni che riguardano i bambini e i ragazzi al di sotto dell'età di quattordici anni, quindi quelli che si possono considerare lavoratori o lavoratrici precoci, che corrispondevano al 9,19 per cento degli infortuni, a fronte del fatto che i dati degli adulti diminuivano.
  Lei ci ha spiegato che l'INAIL ha dichiarato che questi riguardano alunni di corsi di formazione lavoro. Naturalmente, se questo spiega il dato, ci rimanda però ad una responsabilità, perché comunque il raddoppio di questi infortuni chiede di garantire i livelli di sicurezza e della salute per i bambini anche in questa fattispecie di alunni lavoratori. Quindi, chiediamo che il Governo si attivi per garantire il massimo livello di sicurezza in cui si può lavorare e studiare.
  Detto questo, però, rimane sempre il problema che noi abbiamo sollevato, cioè che c’è la necessità assoluta, sollevata da tantissime organizzazioni sindacali e sociali – parlo del sindacato della CGIL attraverso la fondazione Bruno Trentin, parlo di Save the children, parlo di tanti studiosi e studiose – di monitorare e capire meglio l'entità del fenomeno del lavoro minorile. Noi presumiamo, infatti, che nelle pieghe del lavoro nero si annidi questo terribile fenomeno, che non è Pag. 5un'opportunità, perché molti possono considerare un'opportunità quella che i bambini e i ragazzi vadano a lavorare e che, quindi, abbiano quel tipo di scuola di vita.
  Noi pensiamo, invece, che questi ragazzi debbano essere formati e debbano avere un diritto fondamentale, per esempio all'istruzione, per esempio ad una condizione di emancipazione e di sviluppo della propria capacità critica e culturale. Invece, siamo di fronte a fenomeni di marginalità, se, come dice sempre Save the children, in Italia il fenomeno della povertà minorile è in crescita. È una grande stigmate negativa del nostro Paese, l'Italia ha la maglia nera sul tema della povertà minorile. Lo rileva anche una interessante relazione della Commissione bicamerale sull'infanzia, che io mi auguro quest'Aula possa al più presto discutere, per individuare quelle azioni necessarie per affrontare questo grande tema della povertà minorile, che è una cicatrice negativa del nostro Paese, che deve vedere al suo interno una lotta senza «se» e senza «ma» allo sviluppo del lavoro minorile.

(Iniziative volte a garantire adeguati livelli di sicurezza nelle strutture ospedaliere del territorio di Catania, con particolare riferimento al potenziamento dei presidi di Polizia – nn. 2-00664 e 3-01360)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Berretta n. 2-00664 e all'interrogazione Burtone n. 3-01360, concernenti iniziative volte a garantire adeguati livelli di sicurezza nelle strutture ospedaliere del territorio di Catania, con particolare riferimento al potenziamento dei presidi di Polizia, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A – Interpellanze e interrogazioni).
  Avverto che l'interpellanza Berretta n. 2-00664 è stata sottoscritta anche dall'onorevole Burtone.
  Prendo atto che il presentatore dell'interpellanza si riserva di intervenire in sede di replica.
  Il sottosegretario di Stato per l'interno, Domenico Manzione, ha facoltà di rispondere.

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, con l'interpellanza all'ordine del giorno l'onorevole Berretta, nel richiamare l'attenzione del Ministro dell'interno su alcune aggressioni e minacce avvenute lo scorso anno nei confronti di medici e infermieri all'interno di alcuni ospedali di Catania, chiede l'adozione di interventi diretti ad assicurare adeguati standard di sicurezza nelle predette strutture. L'argomento è analogo, come ha già rilevato lei, Presidente, a quello rappresentato dall'onorevole Burtone; quindi, essendo stati unificati gli atti di sindacato ispettivo, la risposta è da considerare congiunta.
  Preliminarmente, volevo sottolineare che, per l'aggressione ai danni di un infermiere avvenuta il 26 giugno 2014 presso l'ospedale Vittorio Emanuele, gli autori sono stati recentemente identificati e deferiti all'autorità giudiziaria per i reati di violenza e minacce a pubblico ufficiale e lesioni personali. Le indagini delle forze dell'ordine hanno consentito di identificare e deferire all'autorità giudiziaria anche gli autori di una seconda aggressione, che si è verificata il successivo 1o luglio 2014 presso il medesimo ospedale, stavolta in pregiudizio di alcuni medici.
  In relazione ad altri analoghi episodi accaduti nei nosocomi catanesi, le indagini sono, invece, tuttora in corso. Per quanto riguarda le misure di sicurezza esistenti, rappresento che, in genere, la sorveglianza degli ospedali viene espletata da istituti di vigilanza privata attraverso postazioni fisse agli ingressi e servizi di ronda notturna, sulla base di contratti stipulati tra gli istituti medesimi e le aziende ospedaliere. In tali strutture le forze dell'ordine intervengono solo qualora ricorrano situazioni di emergenza o particolari esigenze.
  Diversamente, un posto di polizia è presente in ciascuno dei principali nosocomi della città: oltre al già citato Vittorio Emanuele, il Cannizzaro e il Garibaldi, ubicati, tra l'altro, nelle zone a maggiore Pag. 6incidenza criminale. Tali presidi assolvono, però, principalmente a compiti di polizia giudiziaria mediante l'acquisizione di eventuali notizie di reato direttamente dal personale medico e paramedico in servizio presso le postazioni di pronto soccorso, segnalando alla centrale operativa e agli organi di Polizia competenti qualsiasi altro fatto ritenuto di rilievo sotto il profilo dell'ordine e della sicurezza pubblica.
  Come riferito dall'onorevole interpellante, i posti di polizia in questione non sono più operativi in via continuativa, essendosi resa necessaria la riduzione dei turni di servizio – parallelamente a quanto avvenuto in altre realtà similari – per corrispondere più efficacemente alle esigenze di incremento dei servizi di prevenzione generale e controllo del territorio. Va evidenziato, tuttavia, che le strutture ospedaliere sono inserite nell'elenco degli obiettivi sensibili nell'ambito del piano coordinato di controllo del territorio e, proprio a tale riguardo, informo che di recente la vigilanza esterna delle medesime, operata dalle pattuglie della Polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri, è stata ulteriormente intensificata.
  E, comunque, anche presso i tre nosocomi in questione vi sono istituti di vigilanza privata che assicurano i relativi servizi in un'ottica di polizia sussidiaria. In linea generale, quindi, posso assicurare che la situazione della sicurezza presso le strutture ospedaliere di Catania è da tempo all'attenzione delle autorità provinciali di pubblica sicurezza. Sullo specifico tema sono in corso attività e incontri, in sinergia tra la prefettura, la questura, l'assessorato regionale alla sanità e le direzioni sanitarie.
  In tale ambito, sono stati suggeriti, tra le altre misure, anche il potenziamento dei servizi di vigilanza attraverso istituti privati e l'adozione di sistemi di videosorveglianza e teleallarme collegati direttamente con la centrale operativa della questura.

  PRESIDENTE. Il deputato Berretta ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

  GIUSEPPE BERRETTA. Signor Presidente, signor sottosegretario, io sono moderatamente soddisfatto. Sono certamente lieto del fatto che si sia posto un tema, che è un tema molto sentito dalla cittadinanza, dagli operatori sanitari e dagli stessi appartenenti alle forze dell'ordine e che questo tema sia stato raccolto dal Governo e, in particolare, attraverso il questore di Catania, si sia avviata un'attività molto penetrante, tesa proprio a rispondere a queste esigenze.
  Il tentativo messo in atto dal questore di realizzare una sinergia positiva tra strutture sanitarie, questura, prefettura, istituti di vigilanza, già concretamente impegnati nell'attività di sicurezza all'interno delle strutture sanitarie, è un elemento di novità rilevante.
  È chiaro che, al di là dell'iniziativa, ci aspettiamo risposte concrete che devono arrivare in tempi rapidi, perché, specie nei pronto soccorso dalla nostra città, sfortunatamente, le condizioni di sicurezza non sono adeguate ai bisogni dei cittadini e, quindi, in questo ci attendiamo uno specifico impegno e specifici segnali.

  PRESIDENTE. Il deputato Burtone ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione, per cinque minuti.

  GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Presidente, anch'io mi dichiaro parzialmente soddisfatto della risposta del sottosegretario. La questione sicurezza nei nostri pronto soccorso, come è stato detto dal sottosegretario, è molto delicata.
  Gli episodi di violenza non sono soltanto casi episodici. La stampa ha dato notizia di numerosi atti che sono stati poi seguiti dall'autorità giudiziaria, però non c’è dubbio che nei nostri servizi di pronto soccorso ci sono seri problemi. Problemi che non solo sono denunciati dagli operatori sanitari, parasanitari e dai sindacati, ma che si possono avvertire nel momento in cui qualcuno di noi – e io l'ho fatto – va in visita ad un pronto soccorso. C’è una tensione palpabile, spesso ci sono soggetti che minacciano, altre volte ci sono stati Pag. 7casi seri di violenza. Non c’è dubbio che le aziende sanitarie hanno approntato dei servizi con la polizia privata, ma ciò non basta, perché la presenza dello Stato, l'autorevolezza della pubblica sicurezza possono assicurare seriamente una condizione diversa e di maggiore tranquillità.
  Ecco perché noi ci permettiamo di segnalare tutto ciò. Lei, signor sottosegretario, ha detto che sono in corso una serie di incontri tra prefettura, questore, aziende sanitarie; auspichiamo che ci sia un protocollo di intesa, perché la presenza dello Stato nei pronto soccorso, che fanno oltre 70 mila accessi l'anno, sia assicurata e tranquillizzi gli operatori sanitari, ma anche i cittadini.
  Vengo all'altro punto, perché, signor sottosegretario, ho presentato anche un'interrogazione al Ministro della salute: il problema vero, se vogliamo andare in profondità, è che esiste un problema legato all'emergenza e all'urgenza in Sicilia e a Catania, in modo particolare.
  I pronto soccorso non svolgono la propria attività con una presenza in organico sufficiente a dare tranquillità ai cittadini, ecco perché si intreccia fortemente la vicenda dell'ordine pubblico con la necessità di avere servizi più efficienti. Noi lo abbiamo sostenuto più volte: l'emergenza e l'urgenza devono fare un salto di qualità nella nostra Sicilia. Lo abbiamo detto quando abbiamo parlato di unità di terapia intensiva neonatale per le tragiche e note vicende che si sono, purtroppo, verificate a Catania; ne abbiamo parlato quando abbiamo posto il tema della rianimazione in Sicilia, a Catania, in modo particolare; ne parliamo nel momento in cui sosteniamo che i servizi di pronto soccorso devono essere potenziati.
  La Sicilia è una regione che ha dovuto affrontare il piano di rientro.
  Ma è il momento questo affinché il Ministro della salute preveda una serie di deroghe e permetta, soprattutto sull'urgenza e sull'emergenza, la possibilità di espletare dei concorsi, in modo da poter potenziare servizi che oggi sono in difficoltà e che creano tensione nei pazienti.
  È inutile nasconderlo. Questi fatti così pesanti si sono verificati, nessuno di noi li vuole tollerare. Però c’è una motivazione. La motivazione è che a volte i pazienti attendono per essere visitati, a volte vengono posti poi nelle stanze che hanno la funzione di astanteria. Ecco perché io credo che il Ministro della salute debba porsi questo problema.
  Noi ringraziamo il sottosegretario per l'interno per la risposta che ha dato, però ci attendiamo una risposta ferma, vera, autentica e adeguata ai bisogni della nostra comunità anche dal Ministro della salute, perché venga affrontato un piano serio di urgenza e di emergenza in Sicilia e a Catania in modo particolare.

(Orientamenti del Governo in ordine alla riapertura del centro di identificazione ed espulsione di via Corelli a Milano – n. 3-00784)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Laforgia e Giuseppe Guerini n. 3-00784, concernente orientamenti del Governo in ordine alla riapertura del centro di identificazione ed espulsione di via Corelli a Milano (Vedi l'allegato A – Interpellanze e interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato per l'interno, Domenico Manzione, ha facoltà di rispondere.

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, con l'interrogazione all'ordine del giorno gli onorevoli Laforgia e Guerini chiedono al Ministro dell'interno di sospendere la riapertura del centro di identificazione ed espulsione situato in via Corelli a Milano per individuare una diversa destinazione della struttura.
  Il quadro generale da fare in premessa è che il perdurante e massiccio afflusso di stranieri che ha interessato la città di Milano ha reso necessaria l'attivazione di strutture di accoglienza temporanee, la cui gestione è affidata al comune di Milano in convenzione con la prefettura. Il comune, per assicurare la disponibilità permanente Pag. 8di 1.100 posti giornalieri, ha individuato due immobili siti in via Sammartini che necessitano, tuttavia, di alcuni interventi di ristrutturazione per essere resi agibili e idonei per l'accoglienza. Il loro utilizzo consentirebbe di realizzare un centro con una potenzialità di accoglienza verosimilmente adeguata alle necessità e con un equilibrato rapporto costi-benefici.
  Nelle more dell'attivazione della predetta struttura, il 14 ottobre scorso è stato sottoscritto un accordo di programma tra la prefettura e il comune di Milano che prevede l'utilizzo temporaneo proprio dell'immobile appartenente al demanio dello Stato sito in via Corelli – che era già, per l'appunto, destinato a CIE, cioè centro di identificazione ed espulsione –, che è stato trasformato provvisoriamente in centro di accoglienza temporaneo per richiedenti asilo con una capienza di 155 posti fino al 31 dicembre 2014.
  Per quanto riguarda la gestione del centro, va detto che il raggruppamento temporaneo d'impresa Gepsa-Acuarinto, che aveva stipulato con la prefettura di Milano una convenzione – ovviamente prima che ci fosse il cambio di destinazione – per la gestione del CIE, a seguito di procedura ad evidenza pubblica, ha prestato il proprio assenso, senza nulla a pretendere, quindi senza variazioni di prezzo, alla sospensione temporanea degli effetti della suddetta convenzione, acconsentendo ad assumere la gestione temporanea della struttura di prima accoglienza. Di recente l'accordo di programma è stato prorogato per altri sei mesi, cioè fino al prossimo 30 giugno, alle stesse condizioni e modalità già fissate, fatta salva la capienza massima del centro che è stata incrementata e attualmente è salita a 200 posti.
  In ordine alla questione più generale dell'eventuale superamento dei CIE – ovviamente questa è una riflessione di carattere più generale, che può fare il Parlamento e sicuramente può fare anche il Governo, tenuto conto anche dei dati che l'onorevole Guerini ovviamente conosce tanto quanto me, se non meglio –, attualmente non c’è un numero di persone superiore a 400 e sul territorio nazionale, a parte i due siciliani, ne sono rimasti solamente tre in funzione. Lo scarso afflusso di persone all'interno di questi centri e la loro dislocazione territoriale danno evidentemente l'idea che si possa riflettere sulla struttura in quanto tale, a condizione, però, che si realizzi che il CIE rimanga pur sempre uno strumento che tende ad evitare la confusione, che tanto stress provoca ai territori, tra chi effettivamente ha diritto di asilo e chi, invece, il diritto di asilo non ce l'ha e, quindi, deve ritornare nei luoghi di provenienza.
  Quindi, si può meditare eventualmente su una sostituzione di uno strumento che abbia lo stesso tipo di obiettivo e possa raggiungere lo stesso tipo di risultato. Più in generale, allo stato attuale, di fronte alla presente normativa, il Governo e lo stesso Parlamento si sono mossi in un'altra direzione, che è quella di rendere il più possibile praticabile e il più possibile adeguata e rispettosa dei diritti umani la vita all'interno di queste strutture, comunque esse si chiamino.
  Non vi è dubbio che uno degli aspetti di maggiore problematicità e delicatezza è legato al protrarsi della permanenza in tali strutture, vissuta dallo straniero con un senso di frustrazione, foriero a volte di episodi di violenza e di autolesionismo, che pure si sono più volte verificati.
  In questo senso e nel senso auspicato dagli onorevoli interroganti, il Parlamento è intervenuto con la legge n. 161 del 2014. Anzi, credo che proprio l'onorevole Guerini sia stato uno dei promotori dell'emendamento che ha consentito di ribaltare radicalmente la logica che soprassedeva alla permanenza all'interno dei CIE per un periodo che è stato congruamente ridotto grazie a un successivo intervento emendativo anche da parte del Senato.
  Sulle difficoltà di identificazione dello straniero, che costituisce motivo di prolungamento della permanenza nei CIE, è intervenuto il cosiddetto decreto svuota-carceri, cioè il decreto-legge n. 146 del 2013, convertito dalla legge n. 10 del 2014, che, nel permettere l'identificazione degli stranieri, anzi vorrei dire quasi nell'imporre Pag. 9l'identificazione degli stranieri detenuti già al loro ingresso negli istituti di pena, consente di evitare o comunque di ridurre il più possibile la necessità del transito di chi è stato detenuto all'interno delle strutture di identificazione. Ulteriori disposizioni finalizzate ad agevolare l'identificazione sono, inoltre, contenute nella predetta legge europea 2013-bis, che prevede una più stretta collaborazione tra strutture penitenziarie e questure.
  Rappresento, inoltre, che molto recentemente è stato adottato un regolamento unico perché quegli episodi di violenza trasformavano la problematica in problematica di ordine pubblico e, quindi, ogni centro – seppure adesso sono solo tre quelli residui, come dicevo prima, più i due siciliani – era assoggettato alla disciplina della singola questura. Per evitare simili inconvenienti, che rendevano la disciplina chiaramente difforme e disomogenea sul territorio nazionale, è stato adottato il regolamento unico per il funzionamento dei CIE, che io ritengo sia una tappa importante sulla strada dell'uniformità delle regole e dei livelli di accoglienza nelle strutture istituite sul territorio nazionale.
  Al fine di assicurare il rispetto dei principi fondamentali di libertà e dignità della persona, il provvedimento contempla anche la Carta dei diritti e dei doveri di chi è ospite di quella struttura, della quale è prevista la consegna allo straniero al momento dell'accesso nella struttura. La Carta sancisce, tra gli altri, il diritto di essere informato, di esprimersi nella propria lingua o in altra conosciuta, la libertà di culto e la libertà di corrispondenza epistolare e telefonica.
  Le considerazioni appena svolte mi consentono di concludere che il Governo dedica un'attenzione e un impulso costanti all'efficientamento dell'attività dei centri in questione, in un'ottica di prioritario rispetto dei principi di tutela della persona sanciti dalle convenzioni internazionali siglate dall'Italia. Certamente, nella gestione di un fenomeno così complesso possono verificarsi disservizi e anomalie – d'altra parte, sono sotto gli occhi di tutti e sarebbe inutile negarli – ma ci stiamo ovviamente impegnando per ridurre al minimo inconvenienti di questo genere.

  PRESIDENTE. Il deputato Giuseppe Guerini ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta all'interrogazione, per cinque minuti.

  GIUSEPPE GUERINI. Grazie Presidente, ringrazio il sottosegretario Manzione per l'esauriente risposta che è stata fornita a questa interrogazione che era della primavera dell'anno scorso quando, appunto, non si era ancora addivenuti alla stipula dell'accordo che ha poi portato il CIE di via Corelli a Milano a un utilizzo parzialmente diverso rispetto a quello per cui è stato realizzato ed è stata poi aggiudicata la gara.
  Bene ha fatto il sottosegretario a ricordare gli impegni che questo Parlamento e questo Governo hanno assunto e mantenuto rispetto a una tematica così delicata come quella della situazione dei centri di identificazione ed espulsione. Mi riferisco, in special modo, alla drastica riduzione della permanenza nei CIE che si è tentato di riportare al disegno originario della legge Turco-Napolitano e al regolamento unico di cui faceva menzione il sottosegretario Manzione, scusandomi per il bisticcio di parole.
  La Commissione d'inchiesta è stata poi deliberata nell'ottobre-novembre dello scorso anno – a questo proposito approfitto per auspicare che tutte le forze politiche finalmente nominino i componenti di questa Commissione considerato che è dal novembre 2014 che è stata deliberata la istituzione di tale Commissione che ha semplicemente come obiettivo quello di monitorare e valutare come siano stati gestiti in questi anni i centri di identificazione ed espulsione, quindi credo che sia interesse di tutta la Camera dei deputati addivenire al più presto ad una composizione a ranghi completi della Commissione – per portare avanti questo compito delicato perché in effetti, con l'obbligo oltretutto di identificazione del detenuto straniero durante la detenzione, anche Pag. 10questa è una norma, una misura prevista lo scorso anno, si è in qualche modo riconfigurato il ruolo dei CIE che, sino allo scorso anno, erano considerati ed erano vissuti come una sorta di ripostiglio nel quale mettere persone, a volte con il permesso di soggiorno a volte senza permesso di soggiorno, detenuti in transito ed in uscita dal carcere. Quindi era una situazione che non era certo delle migliori, soprattutto dal punto di vista di chi doveva frequentare questi luoghi forzosamente, perché non si riusciva a capire per quale motivo dover patire e soffrire una detenzione aggiuntiva rispetto a quella già sofferta nelle carceri italiane. Quindi credo che questa maggioranza e questo Governo abbiano riconfigurato il ruolo dei CIE, quello che era originariamente il loro ruolo.
  Quindi questa mattina, in questo intervento, prescindo completamente dal discorso sui centri di accoglienza per i richiedenti, riguardo ai quali anche qui sono lieto del fatto che questo Governo abbia cercato di ribaltare completamente la prospettiva che si era seguita finora che era quella emergenziale e, invece, abbia cercato un maggiore coinvolgimento degli enti locali con l'aumento dei posti nello SPRAR, come è testimoniato dalla riconversione temporanea del centro di identificazione di Milano, promuovendo e favorendo un protagonismo nuovo anche degli enti locali che mi auguro venga sempre di più favorito perseguendo sempre di più una strada di questo tipo con il protagonismo e il coinvolgimento di chi vive sui propri territori questo fenomeno strutturale, che ormai sarebbe abbastanza ridicolo chiamare emergenza, che ha alti e bassi, ha afflussi più o meno intensi e intensissimi come quelli che ci siamo trovati ad affrontare nell'ultimo anno e mezzo e che comunque corrispondono ad una linea abbastanza coerente nel corso degli ultimi dieci anni. Quindi, prescindendo completamente dal discorso dei richiedenti asilo e dei rifugiati, accolgo con favore anche l’assist rivolto dal sottosegretario Manzione rispetto ad una riconsiderazione generale del ruolo dei CIE. Credo che i tempi siano maturi perché questa Camera e questo Parlamento affrontino in maniera globale il discorso dell'esistenza o comunque della qualificazione giuridica di questi centri, che, se da un lato hanno la loro ragione d'essere per situazioni residuali di persone in attesa di espulsione, dall'altro non possono certo continuare ad essere quei non-luoghi che abbiamo imparato a sperimentare negli ultimi anni e che fortunatamente sono stati nettamente migliorati grazie al regolamento unico e alla drastica riduzione dei tempi di permanenza, ma che mi auguro possano essere oggetto di una rivisitazione complessiva.

(Iniziative finalizzate a contrastare i fenomeni di abuso e di sfruttamento delle lavoratrici straniere nel distretto ortofrutticolo della provincia di Ragusa – nn. 3-01067, 3-01361, 3-01362, 3-01363 e 3-01365)

  PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Nicchi n. 3-01067, Iacono n. 3-01361, Quartapelle Procopio n. 3-01362, Piazzoni n. 3-01363 e Sorial n. 3-01365, concernenti iniziative finalizzate a contrastare i fenomeni di abuso e di sfruttamento delle lavoratrici straniere nel distretto ortofrutticolo della provincia di Ragusa, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A – Interpellanze e interrogazioni). Avverto che l'interrogazione della deputata Quartapelle Procopio n. 3-01362 è stata sottoscritta anche dalla deputata Cinzia Fontana.
  Il sottosegretario di Stato per l'interno, Domenico Manzione, ha facoltà di rispondere.

  DOMENICO MANZIONE, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, con l'interrogazione all'ordine del giorno l'onorevole Nicchi, unitamente ad altri deputati, si richiama l'attenzione del Governo sulle condizioni di sfruttamento delle lavoratrici, principalmente di nazionalità rumena, impiegate in attività agricole a Vittoria, in provincia di Ragusa, costrette, secondo alcune fonti giornalistiche, Pag. 11a subire anche abituali violenze sessuali dietro il ricatto del licenziamento o la minaccia di violenza nei confronti dei loro familiari.
  L'argomento, come rilevava lei, Presidente, è analogo a quello delle interrogazioni degli onorevoli Iacono, Quartapelle Procopio, Piazzoni e Sorial e, quindi, la risposta è da considerare unitaria.
  Premetto che i lavoratori stranieri occupati nel comparto agricolo della provincia di Ragusa sono circa 13 mila, di cui 4.350 di nazionalità rumena con una presenza di manodopera femminile di 1.800 unità; quest'ultima – il film, ovviamente, è già visto – è preferita a quella maschile per la maggiore disponibilità delle donne ad accettare livelli retributivi più bassi, oltre che turni di lavoro prolungati. In genere, i lavoratori vivono in abitazioni affollate e dalle condizioni igienico-sanitarie precarie, che sono talvolta messe a disposizione dagli stessi datori di lavoro.
  Mi preme sottolineare immediatamente che le criticità legate all'impiego di manodopera straniera nel comparto agricolo ragusano sono da tempo all'attenzione delle forze di polizia e, più in generale, degli apparati pubblici preposti al controllo del lavoro agricolo. Da diversi anni, infatti, viene svolta una costante attività ispettiva e di indagine che ha evidenziato, in effetti, la presenza del «caporalato» in quella zona, risultato a volte contiguo alla criminalità organizzata, unitamente allo sfruttamento dell'immigrazione irregolare e a casi di tratta degli esseri umani. Sono stati accertati, altresì, degli episodi di violenza sessuale e situazioni di assoggettamento psicologico nei riguardi di cittadine straniere. L'attività di prevenzione e contrasto di tali fenomeni è risultata particolarmente incisiva nel 2014. In particolar modo, l'Arma dei carabinieri ha condotto varie operazioni conclusesi – a seconda dei casi – con il deferimento in stato di libertà di alcuni «caporali» ed imprenditori agricoli, con l'irrogazione nei loro confronti di sanzioni amministrative pecuniarie e il recupero dei contributi previdenziali non versati, con la sospensione dell'attività di aziende agricole.
  Nell'ottobre dello scorso anno, la problematica è stata approfondita presso la prefettura di Ragusa, prima in sede di riunione tecnica di coordinamento delle forze di polizia e successivamente in seno al Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, allargato alla partecipazione dei rappresentanti dell'autorità giudiziaria, dei comuni maggiormente interessati, della direzione territoriale del lavoro, dell'Azienda sanitaria provinciale, nonché degli esponenti delle organizzazioni sindacali provinciali e delle associazioni del terzo settore attive nell'assistenza degli stranieri. Nel corso della riunione del Comitato provinciale è emerso come i fenomeni in questione presentino profili di complessità tali da richiedere, accanto all'esercizio dell'azione penale e di quella sanzionatoria amministrativa, anche specifiche misure finalizzate alla socializzazione e integrazione dei lavoratori stranieri. Tuttavia, gli amministratori locali presenti all'incontro hanno inteso rilevare l'esigenza di evitare enfatizzazioni della questione che, nel diffondere una percezione non del tutto veritiera della realtà fattuale, potrebbero determinare ripercussioni negative su quella parte dell'economia locale che si fonda sul commercio dei prodotti coltivati nella fascia agricola trasformata del ragusano.
  A seguito delle risultanze degli incontri di cui ho appena parlato, la prefettura ha ritenuto di assumere il ruolo di cabina di regia dell'azione di tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti nel settore, in modo da garantire una maggiore efficacia degli interventi di rispettiva competenza. Innanzitutto, essa ha disposto la costituzione di un Gruppo interforze che, nel primo incontro tenutosi lo scorso 19 dicembre, ha pianificato le fasi esecutive degli accertamenti ispettivi nelle realtà rurali della provincia iblea.
  In tale ambito, il Comando provinciale dell'Arma dei carabinieri ha avviato con immediatezza periodici servizi di controllo di aziende agricole, magazzini e serre con maggiore presenza di lavoratori stranieri, in modo da garantirne i diritti, far emergere il lavoro sommerso e assicurare il Pag. 12rispetto della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. L'attività ispettiva dei carabinieri proseguirà con cadenza programmata in tutto il territorio della provincia.
  Parallelamente, la prefettura ha attivato un tavolo di lavoro con la partecipazione dei rappresentanti delle amministrazioni comunali di Vittoria, Acate, Santa Croce Camerina e Comiso e delle organizzazioni del privato sociale, avente il compito di monitorare le situazioni di particolare vulnerabilità dei lavoratori stranieri e di sviluppare le necessarie iniziative di assistenza in loro favore, anche al fine di mitigare le criticità legate alle problematiche alloggiative cui ho fatto prima riferimento.
  Rilevo, in proposito, che sul territorio sono già attive diverse iniziative di carattere sociale volte ad assicurare servizi di accoglienza e di sostegno alle lavoratrici e ai lavoratori stranieri. Per esempio, è presente il progetto denominato «Solidal Transfert» – menzionato in quasi tutti gli atti di sindacato ispettivo all'ordine del giorno –, portato avanti dalla cooperativa Sociale «Proxima» in partenariato con la CGIL e la Camera del lavoro di Vittoria, con cui vengono assicurati servizi di trasporto gratuito ai lavoratori verso e dai luoghi di lavoro, in modo da emanciparli dall'isolamento in cui vivono nelle campagne di Vittoria ed Acate.
  Tale progetto è operativo dal 2012 in forza dei finanziamenti erogati dal dipartimento delle pari opportunità e proseguirà fino al prossimo 31 dicembre. Anche la Caritas diocesana di Ragusa è impegnata sul tema, avendo avviato, in particolare a Marina di Acate, un'iniziativa nota come Progetto Presidio, con l'obiettivo di garantire una presenza costante di suoi operatori nel fornire ai lavoratori agricoli stranieri sostegno per i bisogni più immediati nonché assistenza legale e sanitaria.
  Rispondendo alla specifica sollecitazione contenuta negli atti di sindacato ispettivo, relativa agli episodi di violenza sessuale nei confronti delle lavoratrici rumene, informo che, stando ai dati ufficiali del quadriennio 2011- 2014, il fenomeno sembrerebbe non significativamente esteso in ambito lavorativo e sostanzialmente stabile. In particolare, sono stati denunciati due casi di violenze negli anni 2012 e 2013, uno nel 2014. Comunque l'attenzione delle forze dell'ordine su tale fattispecie delittuosa è costante, tant’è che in ordine alla presenza di eventuali vittime di violenze sessuali sono in corso mirate indagini delegate dall'autorità giudiziaria, anche sulla scorta dei dati relativi agli aborti, volontari e non, di donne rumene, che sono stati forniti dall'Azienda sanitaria provinciale; dati che effettivamente registrano delle anomalie.
  Voglio anche ricordare un'apprezzabile iniziativa di natura preventiva del commissariato di pubblica sicurezza di Vittoria che, al fine di instaurare una proficua collaborazione tra le Forze dell'ordine e le presunte vittime di ricatti sessuali, ha iniziato un'attività di informazione indirizzata alle lavoratrici, sia attraverso la diffusione di stampati informativi in lingua rumena distribuiti sui mezzi di trasporto utilizzati per i viaggi da e verso il paese d'origine, sia mediante mirate interviste effettuate ancor prima del loro insediamento sul territorio provinciale.
  Quanto alla lamentata impossibilità di accesso delle cittadine straniere alla prestazione di interruzione volontaria della gravidanza, il direttore generale dell'Azienda sanitaria locale ha comunicato che il relativo servizio è erogato mediante tre sedute settimanali, una per ciascuno dei reparti di ostetricia operanti rispettivamente a Ragusa, Modica e Vittoria, con un'attività media di 4-6 interventi per seduta. Riprendendo il discorso sull'anomalia dei dati che citavo prima, nel triennio 2012-2014, le interruzioni di gravidanza praticate a cittadine straniere sono state complessivamente 309, di cui 132, cioè il 42,7 per cento, hanno riguardato cittadine rumene.
  In conclusione, assicuro che i problemi del lavoro agricolo nel ragusano sono oggetto di vigile attenzione da parte delle istituzioni pubbliche che se ne stanno facendo carico responsabilmente, sia attraverso Pag. 13singole iniziative sia attraverso sinergie operative tra i vari attori del settore pubblico e del privato sociale, finalizzate all'obiettivo comune di garantire ai tanti lavoratori stranieri presenti nel ragusano un'esistenza dignitosa e il rispetto dei diritti fondamentali.

  PRESIDENTE. La deputata Marisa Nicchi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione n. 3-01067, per cinque minuti.

  MARISA NICCHI. Signor Presidente, mi pare di capire che il sottosegretario abbia considerato quanto sia grave la situazione di quel distretto dove le donne rumene vanno a lavorare perché, come ha detto il sottosegretario, le donne sono meno pagate – quel tipo di lavoro ha la caratterizzazione di poter essere svolto con i bambini, è quindi un esempio in negativo di conciliazione di lavoro e vita – e poi, magari, abitano in case fatiscenti. Quindi, questo dato è stato riconosciuto e considero positivo che proprio nel 2014, anche, forse, a seguito di una azione di denuncia più significativa, siano state intensificate le azioni di intervento che tendono a penalizzare la parte illegale di questo fenomeno.
  Detto questo, secondo me, ancora non ci siamo, e non è che me lo invento io; ieri, ho parlato proprio con i soggetti di quel territorio che dicono che le cose cambiano molto, molto poco. Ho parlato con la Chiesa, con i sindacati; le cose cambiano poco, malgrado, anche, certo, questa azione più incisiva.
  Perché per sradicare questo doppio sfruttamento – quello che avviene in questo lavoro stagionale della catena agroindustriale, in cui si verificano poi casi inaccettabili, orribili, di ricatto sessuale – ci vogliono misure ben più coerenti, ben più determinate e ben più drastiche, che non ho sentito, che non si sentono, e sono quelle che reclama una parte di società che, in quel distretto, da tempo, vuole combattere per arginare e debellare questo fenomeno. Infatti lì, è chiaro, io lo sottolineo, sono d'accordo su questo con il Governo quando sottolinea che lì non bisogna criminalizzare in modo indistinto, lì non c’è una generalizzata omertà, ci sono invece casi e associazioni di sindacati, di imprese e di istituzioni, che vogliono combattere questo doppio sfruttamento del lavoro e sessuale, che riguarda, in modo particolare, migliaia di donne rumene che vanno lì.
  E le misure che non ho sentito – e per cui mi dichiaro insoddisfatta – sono queste: sono il fatto che il Governo non si presenta in alcun modo per discutere e per rivedere, ad esempio, la legislazione sulla collocazione pubblica nel mercato del lavoro nel settore agroalimentare, per debellare il caporalato; cioè, non vedo azioni, da parte del Governo, che ripensano politiche di democratizzazione, di controllo pubblico del mercato, delle braccia di quel settore.
  Non ho sentito parlare di un'azione contro il lavoro nero, che, per esempio, possa attivare controlli diffusi, a partire per esempio, dall'introduzione degli indici di congruità per combattere questa terribile piaga del lavoro nero, dietro cui poi si celano fenomeni di sfruttamento sessuale inaccettabili.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MARISA NICCHI. Non ho sentito parlare di rilancio, di incrementi delle risorse per i bandi relativi all'azione contro la tratta di esseri umani: i bandi sono bloccati, sono bandi annuali che l'Europa vorrebbe triennali, ma che qui sono annuali e che sono bloccati.
  Non ho sentito parlare, se non in modo giustificativo e al di sotto delle necessità, del fatto che, ovunque, anche in quel territorio lì, vada applicata pienamente la legge n. 194 del 1978; voglio dire che all'ospedale di Vittoria sono tutti obiettori, che l'azione per garantire una legge come la n. 194 del 1978 avviene perché c’è la mobilità del personale, ma siamo di fronte ad una obiezione di struttura, a Vittoria, che è un luogo di 60 mila abitanti...

  PRESIDENTE. Concluda.

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  MARISA NICCHI. ...non è una cosa di poco conto per le donne rumene che, purtroppo, si intuisce, ricorrono all'interruzione, ma, naturalmente, il problema di garantire la libertà di scelta e la salute riproduttiva riguarda tutte le donne di Vittoria.

  PRESIDENTE. La deputata Maria Iacono ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione n. 3-01361. Ha 5 minuti.

  MARIA IACONO. Signor Presidente, signor sottosegretario, io mi dichiaro parzialmente soddisfatta della risposta del sottosegretario e degli sforzi che, in questa fase, si stanno facendo. Dico questo perché ritengo che le drammatiche condizioni in cui sono costrette a lavorare molte donne di origine prevalentemente rumena nelle campagne iblee, sono una realtà che ci è stata fatta conoscere, certamente, dall'azione che i sindacati, la Chiesa, in parte le istituzioni e le forze di polizia hanno saputo portare avanti sul territorio, ma un'indagine, come quella giornalistica, ha fatto esplodere e, in qualche modo, ha fatto conoscere una realtà che, per molti aspetti, era nascosta e sottaciuta.
  Lo dico anche alla luce delle risposte che il sottosegretario ci ha dato: vedo che molte delle attività che si stanno portando avanti in questo momento sono attività delle forze di polizia, delle istituzioni, coinvolgendo ovviamente tutti i soggetti e tutti gli attori sociali.
  Questo da un lato mi fa piacere, perché capisco che rispetto alla drammaticità del fenomeno c’è una presa di coscienza; dall'altro lato, credo che rispondere in maniera più forte a un fenomeno di questo tipo richiede, e richiederà in futuro, un'attenzione davvero straordinaria.
  Dico ciò perché riguardo a questi fenomeni, che sono fenomeni moderni di schiavitù di lavoratori e lavoratrici nelle campagne del ragusano ma non solo – penso anche ad altre realtà della Sicilia dove fenomeni di questo tipo stanno emergendo con una certa consistenza –, se non si agirà, se il Governo non agirà per attivare, anche a livello normativo, tutto quello che necessita per far emergere il lavoro nero, fenomeni brutali come quelli che stiamo conoscendo non riusciranno a trovare le giuste risposte.
  Del resto queste sono le risposte che ci chiede anche l'Europa, che si sta accorgendo con dati e statistiche – anche queste degli ultimi mesi – che ci dicono quanto sia impressionante il fenomeno del lavoro nero; fenomeno che va attenzionato in una misura davvero forte se vogliamo che fenomeni, come quelli che stanno emergendo in queste realtà, possano essere sconfitti. Fenomeni come il caporalato, che si ripresentano in forme, ripeto, moderne di schiavitù e che non conoscevamo da almeno cento anni.
  Da quando il caporalato cominciò ad essere una realtà nel nostro Paese si sono fatti diversi passi avanti, anche nell'emersione del lavoro nero, che hanno portato alla sconfitta di alcuni fenomeni. Il fatto che riemergano con le contraddizioni più bieche e atroci, presentandosi nei modi che abbiamo tutti sotto gli occhi, denota quanto sia complicato davvero dare le giuste risposte.
  Mi auguro che il Governo metta in campo tutte quelle azioni che permettano a una realtà importante, dal punto di vista dell'economia siciliana nel campo agricolo, di far conoscere bene nel mondo quelle eccellenze che devono essere conosciute, anche perché quello che le produce è un lavoro rispettoso della dignità delle persone.

  PRESIDENTE. La deputata Quartapelle Procopio ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione n. 3-01362. Ha cinque minuti.

  LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. Signor Presidente, anch'io, come le colleghe prima di me, mi dichiaro parzialmente soddisfatta. Soddisfatta per quanto riguarda il lavoro del Ministero dell'interno; è chiaro che siamo di fronte a un problema che tiene dentro tutta una serie di dimensioni: la dimensione che riguarda il lavoro, la dimensione che riguarda lo Pag. 15sfruttamento sessuale e diversi tipi di reato. Quindi, è molto positivo che oggi siamo stati informati dal Governo del lavoro di sinergia tra le varie forze dell'ordine per contrastare questo tipo di reati e di criminalità.
  Al tempo stesso, però, sia i numeri delle interruzioni di gravidanza sia, in particolare, i numeri delle denunce di violenza sessuale, che sono degli episodi spesso sottoriportati e in una situazione di sfruttamento e di violenza legata al lavoro come quella identificata da tutte le interrogazioni presentate questa mattina, ci dicono che c’è bisogno di fare un lavoro che va al di là delle specifiche competenze del Ministero dell'interno e che richiede un coordinamento non solo con gli enti locali.
  Come il sottosegretario ha sottolineato, ci sono una serie di realtà presenti sul territorio legate all'associazionismo, ai sindacati e alla Chiesa, che devono essere messe, più di quanto ci sia stato riportato questa mattina, all'interno di un quadro organico, da un lato; dall'altro lato, ci deve essere una collaborazione diversa tra varie branche ministeriali e, in particolare, io immagino una collaborazione più forte di quella che c’è stata prospettata questa mattina con il Ministero della salute. Sappiamo tutti che sul tema del contrasto alla violenza sulle donne non basta il lavoro che svolge il Ministero dell'interno, ma serve una collaborazione tra forze di sicurezza e società civile e, in questo caso, in particolare, credo si possa fare di più per coordinare chi dentro le istituzioni e fuori dalle istituzioni si occupa di casi aberranti come quelli esposti nelle interrogazioni.

  PRESIDENTE. La deputata Piazzoni ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione n. 3-01363, per cinque minuti.

  ILEANA CATHIA PIAZZONI. Signor Presidente, mi associo ovviamente alle considerazioni già fatte dalle altre colleghe, con un'aggiunta: sono soddisfatta della risposta del sottosegretario Manzione; ma ovviamente non sono affatto soddisfatta della situazione. Credo sia giusto disgiungere i due profili per una questione che cercherò di spiegare.
  Io sono stata, insieme a una delegazione parlamentare, il 18 ottobre scorso in quei territori ad incontrare gli operatori e a provare anche a incontrare le donne vittime, come era stato denunciato in quel momento da un giornale. La CGIL ci ricordava però che il fenomeno andava avanti da tantissimo tempo e le denunce erano già state fatte altre varie volte e su questo ci sarebbe da riflettere per tutti noi e per quanto riguarda anche la stampa, quanto a capacità di intervenire e di inquadrare le situazioni al di fuori del clamore mediatico.
  Incontrammo tutti i soggetti che disperatamente si sono impegnati: parlo di don Beniamino Sacco con la sua parrocchia, la Flai-CGIL che fa veramente un lavoro incredibile che va particolarmente sottolineato perché a volte si rimprovera al sindacato di non essere abbastanza vicino ai lavoratori, ma in questo caso non lo possiamo proprio dire e lo sforzo che viene fatto, proprio con l'idea di andare a cercare le lavoratrici e i lavoratori dietro i muri che vengono innalzati, è assolutamente lodevole; tutti insieme, compresa la cooperativa che si occupa della tratta, ci avevano chiesto in particolare di poter avere questo tavolo, che lei ci ha riferito essere stato fatto e da cui io penso debba partire centralmente il lavoro in quella direzione perché passa soprattutto da questa capacità di integrazione – è stato ricordato prima – la possibilità di intervenire in maniera efficace.
  Certo, credo che servano anche interventi legislativi sulla materia del caporalato; mi permetto però di dire che non si può sempre dire che il Governo fa tutto: in Parlamento ci sono varie proposte di legge sul caporalato – io sono firmataria di una di queste – e credo che spetti a noi parlamentari prenderci il compito di accelerare nella definizione almeno di alcuni punti, quei punti che ci hanno segnalato gli operatori che vivono più da vicino la situazione.Pag. 16
   Da ultimo, ci tengo a dire determinate cose in questa sede: noi scegliemmo di andare a Ragusa, a Vittoria, in quelle campagne – e non voglio raccontarvi il muro che veniva innalzato nel nostro avvicinarci alle serre nel tentativo di poter parlare con alcuni lavoratori – il 18 ottobre, lo stesso giorno in cui Salvini aveva convocato a Milano la peggiore, dal mio punto di vista, delle manifestazioni che abbiamo avuto negli ultimi tempi. Dico ciò perché, Presidente, credo che l'istigazione al razzismo sia una delle cose peggiori che un essere umano possa fare, ed è, oltretutto, anche assolutamente controproducente rispetto agli obiettivi, che coloro i quali dicono di voler tanto difendere i diritti dei cittadini italiani, dicono di voler raggiungere.
  Perché è il contrario, perché quella paura, quella spinta al nascondersi mette proprio nelle condizioni quelle persone sfruttate di essere alla mercé di chiunque possa effettivamente portare danno nell'ambito del lavoro nero e, quindi, chiaramente nel deprezzamento della quantità e del prezzo del lavoro o, penso banalmente, nella questione sanitaria. Come veniva ricordato prima, c’è un'attenzione fondamentale da porre, non solo per la tutela di quelle donne, di quelle persone, ma anche per il fatto che l'essere continuamente al di fuori del nostro sistema sanitario espone poi a rischio tutti.
  È questo il paradosso di chi continua a pensare di potere affrontare un fenomeno così importante, come quello migratorio, ormai strutturale, ormai chiaramente fondamentale per quanto riguarda anche la tenuta economica del nostro Paese, semplicemente pensando di rendere queste persone totalmente invisibili.

  PRESIDENTE. Il deputato Sorial ha facoltà di dichiarare, per cinque minuti, se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione n. 3-01365.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Presidente, come si può essere soddisfatti in generale, a prescindere da quello che è stato detto, a prescindere da quello che non è stato detto ? Come si può essere soddisfatti nel momento in cui si sa che c’è una situazione del genere, che non è solo nella provincia di Ragusa, ma è in una serie di zone e di territori dove questi fenomeni sono continuativi, sono ripetitivi, sono di pubblica conoscenza della popolazione della zona ? Eppure, non si fa mai niente.
  Noi a ottobre abbiamo presentato questa interrogazione. In seguito, abbiamo anche presentato un'interrogazione in Commissione, l'interrogazione della collega Marialucia Lorefice, per spiegare, per evidenziare il fatto che la provincia di Ragusa e le campagne del ragusano sono uno dei tanti luoghi dove si perpetuano fenomeni di caporalato, dove gli abusi e le violenze sono all'ordine del giorno. Sono violenze sessuali su lavoratori, a prescindere che i lavoratori che subiscono queste violenze siano italiani, polacchi, rumeni. Sono lavoratori che subiscono questo tipo di violenze. È uno dei tanti luoghi in Italia dove lo Stato – dal punto di vista parlamentare – sembra non esserci. Ci sono le forze dell'ordine a cui bisogna dare gli strumenti per operare, a cui bisogna dare gli strumenti legislativi e a cui bisogna dare gli strumenti materiali. Si è parlato di sanzioni amministrative, ma nel momento in cui ci sono fenomeni di questo genere le sanzioni amministrative per la sicurezza sul lavoro sembrano minori rispetto a quelle che sono le problematiche di natura violenta che ci sono in questi luoghi.
  Ricollegandomi a quello che ho sentito qui in Aula, non è questione che i gruppi parlamentari debbano fare qualcosa, perché in un Parlamento dove negli ultimi anni si è lavorato solo per decretazione d'urgenza, dove i lavori sono serrati, condizionati e vincolati da quello che decide di fare il Governo, allora è il Governo che deve prendere atto di queste situazioni, che sono generalizzate sul territorio, ed agire, dando gli strumenti a quelle forze dell'ordine che tutti i giorni cercano di combattere queste situazioni con le risorse idonee e non togliendo risorse, come continuamente viene fatto, e poi ci si ritrova in queste condizioni, che sono veramente abominevoli.Pag. 17
  Se un giorno il Governo decidesse di fare qualcosa in merito, forse cambierebbe qualcosa e forse si metterebbero le persone, che devono lavorare in questo senso, nella condizione di combattere questi fenomeni, perché se ci sono degli schiavi ci sono degli schiavizzatori e questi schiavizzatori devono essere presi, devono essere messi di fronte alla loro responsabilità e, che essi siano italiani, rumeni, polacchi, che siano del territorio o meno, devono subire i procedimenti che devono subire. La questione è molto semplice.

(Iniziative volte a tutelare la zona archeologica di Paestum in relazione ad alcune opere programmate dal comune di Capaccio – n. 3-01031)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Valiante n. 3-01031, concernente iniziative volte a tutelare la zona archeologica di Paestum in relazione ad alcune opere programmate dal comune di Capaccio (Vedi l'allegato A – Interpellanze e interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo, Barracciu, ha facoltà di rispondere.

  FRANCESCA BARRACCIU, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo. Signor Presidente, mi riferisco all'interrogazione con la quale l'onorevole Valiante richiede notizie in merito ai lavori previsti per la realizzazione del sottopasso ferroviario di Paestum e di un marciapiede in aree limitrofe al sito archeologico.
  A tale riguardo vorrei ricostruire correttamente alcuni dati contenuti nell'atto parlamentare. Per quanto riguarda la realizzazione di un sottopasso ferroviario in prossimità del lato sud-est della cinta muraria, occorre innanzitutto fare chiarezza in merito ai pareri negativi espressi in precedenza dalla Soprintendenza.
  La questione è annosa ed è relativa ai progetti legati alla chiusura, avvenuta oltre dieci anni fa, del passaggio a livello che permetteva le comunicazioni tra il paese di Capaccio e la zona di Paestum. Una prima ipotesi progettuale del comune di Capaccio fu valutata negativamente dagli organi centrali del Ministero nel 1994. Una seconda ipotesi progettuale, che prevedeva una diversa localizzazione dell'opera a nord della città antica, venne ripresentata nel 2002 e il Ministero richiese, al riguardo, alcune integrazioni al comune.
  Nelle more di questo esame il comune presentò un'ulteriore localizzazione dell'opera a circa 600 metri a nord delle mura e della questione fu nuovamente investito il Ministero che, sulla base del favorevole parere espresso dal comitato di settore per i beni archeologici, nell'aprile del 2003 prendeva atto di questa ulteriore progettazione e dichiarava il 31 luglio del 2003 di non avere: «nulla da osservare in merito alla realizzazione delle opere».
  Nel frattempo il comune presentava un'ennesima progettazione, che non ricalcava l'ipotesi progettuale appena sottoposta al comitato di settore, ma avvicinava il posizionamento del sottopasso a circa 300 metri a nord delle mura, in località Laghetto. Su quest'ultima progettazione la Soprintendenza si esprimeva negativamente, richiedendo comunque il conforto degli uffici centrali del Ministero. A seguito di ciò, i componenti del comitato tecnico scientifico per i beni archeologici, che aveva sostituito il vecchio comitato di settore nella nuova organizzazione del Ministero, effettuarono un sopralluogo a Paestum, che si concluse con l'espressione di un parere negativo, trasmesso al comune di Capaccio il 10 gennaio del 2007.
  Per quanto riguarda la situazione attuale, l'ultimo progetto di sottopasso del comune, che nell'interrogazione si dà per approvato, non è ancora in fase esecutiva, ma costituisce parte di un più ampio studio di fattibilità relativo a «Mobilità turistica: sistema della sosta, viabilità e sottopasso ferroviario alla stazione di Paestum», elaborato da un professionista esterno incaricato. Su tale ultima progettazione la Soprintendenza archeologica competente, in occasione della conferenza di servizi tenutasi il 22 ottobre 2014, ha espresso parere favorevole a due precise Pag. 18condizioni. Prima condizione: che fosse attentamente valutata in sede di progetto esecutivo, da farsi e da approvare, l'immissione della strada in uscita dal sottopasso al fine di non sovraccaricare di traffico veicolare la fascia di rispetto esterna alle mura, e che si realizzasse, contestualmente al sottopasso, il completamento dell'opera in una visione strategica di riassetto dell'accesso da sud e da est alla città antica ed al parcheggio esistente a sud delle mura; tale visione strategica è incentrata anche sul recupero dei volumi e degli spazi dell'ex-stabilimento Cirio, di proprietà dello Stato, da rendere funzionale ai programmi di valorizzazione e fruizione che sono portati avanti dalla Soprintendenza. Seconda condizione: che i lavori fossero preceduti da indagini archeologiche preliminari da condursi in tutte le aree interessate dall'opera.
  Per quanto riguarda il marciapiede, va chiarito che lo stesso non si sviluppa lungo tutta la cinta muraria, pari 4.750 metri, ma è progettato unicamente per una lunghezza complessiva di circa 1.100 metri, ciò al fine di mettere in sicurezza il tratto di strada che collega via Principe di Piemonte alla località Torre di mare. L'opera, da decenni auspicata dai cittadini e dagli operatori turistici, è finalizzata alla salvaguardia e alla sicurezza dei numerosi utenti e turisti che percorrono a piedi questa strada carrabile altamente trafficata, principale e unica arteria di collegamento tra Paestum e la spiaggia. Giova evidenziare che il progetto non comporta opere di scavo o cementificazione indiscriminata, prevedendosi l'adozione di una tecnica esecutiva costituita in massima parte da elementi realizzati via via fuori opera e poggiati al suolo su di un tracciato realizzato negli anni Trenta, all'epoca della costruzione della strada stessa, opportunamente livellato.
  L'attuale progetto messo a gara dal comune ha recepito tutte le indicazioni migliorative e le prescrizioni provenienti dalla Soprintendenza archeologica, eliminando alcune lavorazioni ritenute inidonee ai fini della piena salvaguardia del patrimonio archeologico e del delicato aspetto naturalistico dei luoghi. In questi termini è stato quindi approvato il progetto dalla Soprintendenza archeologica e dalla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Salerno e Avellino.
  Da ultimo, in merito alla sistemazione, in occasione della XVII Borsa mediterranea del turismo archeologico, delle strutture geodetiche in forma di cupola, in un'area situata a ben 200 metri a nord del tempio di Cerere e priva di strutture antiche, si fa osservare che queste sono installazioni rimovibili e a carattere temporaneo e che la Soprintendenza, come la consorella Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Salerno e Avellino, nell'autorizzarne la installazione, ha chiaramente richiesto al comune di Capaccio un calendario che dia conto del tempo di persistenza delle strutture nel luogo, il che fa chiaramente intendere che non si è autorizzata la permanenza stabile nell'area, peraltro di proprietà demaniale.

  PRESIDENTE. Il deputato Valiante ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione, per cinque minuti.

  SIMONE VALIANTE. Signor Presidente, ringrazio anche il sottosegretario per la risposta molto articolata, che ricostruisce anche un po’ la storia di queste opere e di questi interventi. Mi ritengo soddisfatto, almeno in parte, sicuramente, soprattutto per la tempestività dell'intervento, l'attenzione risposta dal Ministero e l'azione del sottosegretario su questa questione, che, ricordo, interessa uno dei siti archeologici più belli e, credo, ormai più famosi anche al mondo.
  Questa attenzione, ovviamente, sottosegretario – mi permetto di dire –, deve continuare in questa fase progettuale, perché rimangono alcune perplessità e alcuni dubbi, anche in relazione non solo al progetto al quale lei fa riferimento, che, ovviamente, oggi ha un'attenzione nuova da parte del Ministero, che, probabilmente, anche questa interrogazione ha sollecitato, ma per una serie di fatti avvenuti negli ultimi mesi, che spesso devono, Pag. 19in qualche modo, anche far riflettere su una più attenta vigilanza pure da parte del Ministero sull'attività delle soprintendenze locali e sulla revisione, forse, anche di queste istituzioni.
  Per quanto riguarda, invece, il progetto nello specifico, rimango perplesso su alcuni aspetti, soprattutto quelli relativi ai flussi di traffico veicolare, ma su questo mi auguro che poi, nella fase di realizzazione, vi sia, come dicevo, un'attenzione maggiore. Come spero vi sia un'attenzione maggiore su un programma serio di valorizzazione di quell'area archeologica, che, a mio avviso, non può avvenire attraverso strutture modulari o di altro tipo all'interno dell'area archeologica, che solo in parte non interessavano anche un aspetto più estetico e di visione dell'area stessa. Infatti, in realtà, questo è soltanto in parte vero, e quindi, anche da questo punto di vista, occorrerebbe un'attenzione maggiore sui pareri e sulle opinioni espresse dalle soprintendenze locali.
  Ma, soprattutto, credo che quell'area abbia necessità di un programma di valorizzazione più compiuto, che interessi anche complessivamente l'acquisizione al demanio di una parte di quel patrimonio, che tuttora non è demaniale, come credo sia necessario pensare a progetti di valorizzazione, che sono diversi, a mio avviso, dalla realizzazione di eventi all'interno di quell'area, che, tra l'altro, non sono sempre riconducibili a quel patrimonio. Infatti, è vero per quanto riguarda la realizzazione della «Borsa mediterranea del turismo archeologico», ma è altrettanto vero che non mi pare si stessero programmando, in qualche modo, eventi sempre coerenti con quell'area e, come dicevo, con quel patrimonio.
  Quindi, ritengo, da questo punto di vista, e mi auguro anche per il futuro, vista la grande attenzione che lei ha riposto su questa questione, di poter immaginare anche degli sviluppi futuri, delle progettualità future, che tengano conto di un serio programma di valorizzazione, e, ovviamente, di continuare ad attenzionare sia l'operato del comune riguardo alla realizzazione di quei lavori sia il rapporto con le soprintendenze locali.

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
  Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 12 con il seguito della discussione del disegno legge di conversione del decreto-legge recante misure urgenti in materia di esenzione IMU.

  La seduta, sospesa alle 11,30, è ripresa alle 12,05.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1749 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 4, recante misure urgenti in materia di esenzione IMU. Proroga di termini concernenti l'esercizio della delega in materia di revisione del sistema fiscale (Approvato dal Senato) (A.C. 2915).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2915: Conversione in legge del decreto-legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 4, recante misure urgenti in materia di esenzione IMU. Proroga di termini concernenti l'esercizio della delega in materia di revisione del sistema fiscale.
  Ricordo che nella seduta del 16 marzo 2015 si è conclusa la discussione sulle linee generali e i relatori ed il rappresentante del Governo hanno rinunziato ad intervenire in sede di replica.
  Avverto che prima dell'inizio della seduta gli emendamenti Sberna 1.114, 1.95, 1.104 e 1-bis.02 sono stati ritirati dal presentatore.
  Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili in sede referente: Grimoldi Dis. 1.8, che prevede l'esenzione fiscale per le variazioni a titolo non oneroso dell'assetto Pag. 20proprietario del Parco di Monza, e Grimoldi Dis. 1.9, che prevede l'esenzione dell'imposta di registro per gli atti di traslazione dei beni immobili a titolo non oneroso effettuati reciprocamente tra amministrazioni statali, regioni, province e comuni.
  Avverto, inoltre, che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 96-bis, comma 7, del Regolamento, l'articolo aggiuntivo Busin 1-bis.0252, non previamente presentato in sede referente, che, nel prevedere l'istituzione di una zona franca urbana nei territori dell'Emilia Romagna colpiti dagli eventi calamitosi del 2012 e 2014, reca un contenuto estraneo rispetto alle materie del provvedimento in esame.
  Avverto, altresì, che la Presidenza non ritiene ammissibili le seguenti ulteriori proposte emendative, limitatamente alla parte in cui sono volte ad introdurre, nell'ambito del testo del decreto-legge, disposizioni volte ad incidere su principi e criteri di delega legislativa: Massimiliano Bernini 1.31, limitatamente al comma 2.1 della parte consequenziale; Massimiliano Bernini 1.1, limitatamente al comma 3 della parte consequenziale; Pesco 1.5, limitatamente al comma 2.bis.1 della parte consequenziale; Pesco 1.6 limitatamente al comma 2.bis.1 della parte consequenziale; Cancelleri 1.01, limitatamente al comma 2.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 12,10).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Salutiamo cordialmente gli studenti e gli insegnanti delle classi terza B e terza D dell'Istituto Comprensivo «Aldo Moro» di Corbetta, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Si riprende la discussione.

(Esame dell'articolo unico – A.C. 2915)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A – A.C. 2915) nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato (Vedi l'allegato A – A.C. 2915).
  Avverto che le proposte emendative presentate sono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato (Vedi l'allegato A – A.C. 2915).
  Avverto, altresì, che sono state presentate proposte emendative riferite all'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A – A.C. 2915).
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 2915), che sono distribuiti in fotocopia.
  Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
  A tal fine, il gruppo Lega Nord e Autonomie, il gruppo Misto, per la componente politica Alternativa Libera, e il deputato Mauro Pili sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
  Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative il collega Gallinella. Ne ha facoltà.

  FILIPPO GALLINELLA. Grazie, Presidente, oggi siamo qui a parlare della conversione di un decreto-legge che riguarda l'IMU sui terreni agricoli. È un provvedimento che nasce – lo voglio ricordare e nella discussione sulle linee generali è già stato ricordato – per coprire un impegno del Governo Renzi, che noi abbiamo chiamato «la marchetta elettorale Pag. 21degli 80 euro», preso in campagna elettorale per le europee.
  Chiaramente questo ha sollevato tra gli agricoltori o tra chi possiede, comunque, un terreno agricolo numerosi problemi, numerose rimostranze. Il decreto era partito in un modo, adesso ha avuto, con il passaggio al Senato, sicuramente un miglioramento, quel Senato a cui questo Governo comunque vuole togliere in parte la funzione legislativa; ragioniamo anche su quello che poi si va a fare.
  Molte associazioni di categoria sono venute in questi giorni, e anche nei giorni passati, a protestare qui davanti, perché chiaramente questo esborso richiesto a un settore, quello primario, che – lo ricordo – ci dà da mangiare, crea per molti un problema, perché ci sono cifre che vanno anche oltre i 100 euro, oltre i 200 euro ad ettaro e in qualche zona corrispondono, in maniera paritetica, a quanto la Comunità europea dà per il contributo PAC, in relazione al pagamento diretto. Quindi, sicuramente si è creato un disagio. Ovviamente si tratta di un disagio che sarà gestito ancora peggio. Infatti, voglio ricordare che questa IMU si tradurrà in mancati trasferimenti ai comuni. Quindi, si riversa l'onere della riscossione ai comuni, i quali si troveranno in difficoltà, perché dovranno andare ad individuare quali sono gli agricoltori e quali non sono gli agricoltori. E probabilmente, come l'ANCI ha segnalato più volte...

  PRESIDENTE. Per favore, chiedo di liberare i banchi del Governo.

  FILIPPO GALLINELLA. Grazie, Presidente... sicuramente avranno dei buchi nel loro bilancio. Quindi, praticamente abbiamo falsato il bilancio, immaginando che ci fossero queste risorse e invece non ci saranno. Quindi, magari i comuni saranno costretti ad aumentare le aliquote su qualche altra tassa.
  Questo è un po’ il quadro generale. Per la corsa di andare a coprire questo decreto-legge è stato fatto un po’ un pastrocchio. È intervenuto anche il TAR a dicembre e, quindi, si è corsi un po’ ai ripari. Qualche ritocchino è stato apportato al Senato. Ricordo: quel Senato che voi Governo, come Assemblea legislativa, volete abolire. Quindi, non ci sarebbe stato, nella vostra ottica, un miglioramento, perché non so se oggi metterete la fiducia oppure voterete in modo contrario a tutti questi emendamenti, visto che questo decreto-legge scadrà a breve. Voglio ricordare che il MoVimento 5 Stelle ha presentato un numero limitato di emendamenti, circa trenta, per andare in qualche modo ad addolcire ancora di più questa odiosa tassa che non piace a nessuno.
  Oltre a questo, faccio sicuramente una critica al Ministro Martina, perché chiaramente non ha difeso gli agricoltori. Secondo me, non li ha ascoltati, ha fatto finta di ascoltarli, perché, senza dire nulla, ha permesso che fossero aumentate le accise sul gasolio, quindi riducendo ancor più il gasolio agricolo previsto in agevolazione per gli agricoltori. Ha fatto sì, anzi non ha permesso, su nostra spinta, di togliere le dichiarazioni a fini IVA per i piccoli agricoltori con redditi inferiori ai 15 mila euro, un'ulteriore tassa.
  Quindi, vediamo che tutte le direzioni del Governo vanno contro i piccoli, a favore dei grandi. Perché dico questo ? Perché qualche giorno fa abbiamo visto il Ministro Martina insieme al capo della McDonald's in televisione a sponsorizzare l'Expo. Allora, è inutile che poi ci dite che si vuole tutelare il made in Italy e poi ci si mette a difendere gli interessi delle multinazionali come McDonald's per l'Expo.
  Ecco, noi ci troviamo a lavorare in un quadro del genere e per questo noi siamo contro il sistema. Al di là di questo decreto-legge che tassa ulteriormente gli agricoltori e noi non lo vogliamo, vediamo un sistema che con la falsità, con le menzogne televisive, vuol far credere che il Governo va in una direzione e, invece, va in un'altra.
  Tra l'altro, mi permetto anche di ricordare che ieri c’è stata un'altra – io la chiamo così – gaffe tecnica, almeno per gli addetti ai lavori, del Ministro Martina. Io Pag. 22lo chiamo in causa perché è vero che l'IMU sui terreni agricoli è una disposizione del MEF, ma chiaramente lui è responsabile. Noi tutti lo vediamo come corresponsabile. Tra l'altro, la Commissione agricoltura è stata estromessa dalla discussione in sede referente, nonostante le nostre richieste. Che ha fatto ? Ieri mattina, per campagna elettorale, come magari nel passato è stato fatto da altri partiti, relativamente alle quote latte ha detto: istituiamo un'ulteriore Commissione di inchiesta. Ce ne sono state tre o quattro, oltre alle relazioni della Corte dei conti. Qualche scendiletto del suo partito ha ricalcato la notizia dicendo: facciamola. Io, se vogliono, ho 1.600 pagine di relazioni passate, gli faccio un po’ di lezioni, visto che anche in Commissione agricoltura è in corso un'indagine conoscitiva sul latte, c’è stata in passato un'indagine conoscitiva, vi sono audizioni di sette, otto Ministri su questa faccenda. Quindi, non facciamo marchette elettorali, non facciamo campagne elettorali per avere qualche voto nel Veneto. Ma gli elettori veneti, gli agricoltori veneti e gli allevatori veneti sanno queste cose e probabilmente da loro il PD non prenderà neanche un voto.
  Ma veniamo alla discussione sui nostri emendamenti. Come ho detto, sono emendamenti di merito, sono circa una trentina e vanno in qualche modo ad addolcire questa pillola della tassa che voi volete mettere ancora sulla terra.
  Noi abbiamo chiesto di fare una proroga. Avevamo trovato anche una copertura. Più volte lo abbiamo detto, questi 355-357 milioni di euro sono lo 0,02 per cento del PIL.
  Con una piccola manovrina di bilancio si poteva dilazionare ancora di un anno questo pagamento, in modo tale che tutti quanti ci si poteva sedere a tavolino e ragionare su una nuova e diversa fiscalità, magari aggiornando il catasto dei terreni, ma questo è un altro emendamento. Vogliamo anche andare ad aiutare quei terreni colpiti da fitopatie, piuttosto che terreni ancora da bonificare. Ci sono altri due emendamenti. Infatti, è inutile che mettiamo una patrimoniale, perché di questo si parla, sulla terra. La terra non si tassa, è un bene produttivo, è un bene che produce cibo. E la facciamo anche pagare a quei terreni che non possono produrre. Quindi, non possono produrre, uno li deve mantenere e voi comunque li tassate.
  Ovviamente, ci sono terreni colpiti da fitopatie. Mi immagino la Xylella, la mosca dell'ulivo, il cinipide del castagno. Terreni che comunque non sono produttivi ora, non saranno produttivi domani e non si sa quando torneranno produttivi, quindi a produrre reddito. Facciamo un ragionamento sul reddito, rivediamo il catasto terreni, lavoriamo insieme, non con questi decreti d'urgenza, per andare a risolvere tutti questi problemi. E, invece, no: arriva il decreto-legge, arriva questo imperio dal Governo di mettere questa odiosa tassa, che sono quattro lire poi alla fine, però le piattaforme petrolifere non le vogliamo tassare. Poi vediamo anche questo tipo di risposta da parte del Governo.
  Io, Presidente, con amarezza torno a dire che il MoVimento 5 Stelle si è battuto e continuerà a battersi contro una tassa che colpisce i produttori, i piccoli agricoltori soprattutto. E perché dico questo ? Perché magari ci sono dei coltivatori diretti e degli IAP in pensione, che hanno affittato la terra, magari al figlio, con una pensione misera. Si tratta di pensioni misere che non prendono i vostri 80 euro. Infatti, come voglio ricordare, gli 80 euro non vanno ai redditi minimi o ai più bassi, ma vanno a una fascia intermedia di reddito, sicuramente non alta, ma chi prende 500 euro non prende questi 80 euro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo lo voglio ricordare perché più volte in discussione durante la Commissione agricoltura si diceva che gli 80 euro vanno ai redditi più bassi. Dove ? Non esiste, non c’è niente di tutto questo ! Quindi, continuate ancora con le menzogne.
  Noi vogliamo portare a termine il nostro lavoro e ci proviamo. Qualche collega della Commissione agricoltura del PD finora si è fatto bello promettendo un tavolo tecnico dopo l'approvazione di questo decreto-legge. Ma chi volete prendere in Pag. 23giro ! Quindi, io mi auguro in un brillare di coscienza, contro il volere del Governo, di vedere da questa parte qualche bottoncino verde, almeno sull'esclusione di quei terreni che vanno bonificati, quelli colpiti da fitopatie, quelli colpiti da calamità naturali, che già avranno i loro problemi perché non riusciranno a rimettersi in piedi e voi comunque gli volete far pagare questi soldi. Questi soldi che, in qualche misura, come ho detto, sono quasi uguali ai pagamenti diretti.
  Presidente, mi rivolgo a lei affinché magari trasferisca questo mio messaggio al Presidente del Consiglio, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali: non si possono prendere in giro gli italiani, non si devono prendere in giro gli agricoltori. I comuni si troveranno incastrati perché, come ho detto, saranno mancati trasferimenti e saranno nuovamente disservizi solo per aver preso 11 milioni di voti alle elezioni europee (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo è il prezzo.
  Purtroppo, anche questa è la misura del Paese che per 80 euro sposta i voti. Siamo ridotti anche male perché, purtroppo, l'informazione è controllata. Qui magari torniamo in una discussione un pochino più ampia, di una prima stella del MoVimento 5 stelle che è l'informazione, con la quale si riesce a manipolare le folle. Anche qui, poi, ci sarebbe da discutere. Per questo, come voglio ricordare, noi siamo anche contro i partiti dentro gli organi di informazione, ma questo magari lo riserviamo per altre discussioni.
  Quindi, Presidente, le chiedo e chiedo a tutti quelli che mi stanno ascoltando di ragionare su questa tassa, che va a colpire prevalentemente i piccoli, i pensionati ex coltivatori diretti, che si troveranno con dei terreni che in molti casi non potranno coltivare o comunque non riusciranno a produrre, perché sono stati colpiti da fitopatie, da calamità naturali, da altri disagi, come, per esempio, quando si tratta di terreni da bonificare, quelli ricadenti in siti SIN, di interesse nazionale. Quindi, si troveranno a pagare dei soldi che non hanno.
  Oltretutto, ci sono i pagamenti PAC. E, qui, sempre tramite lei, Presidente, voglio far arrivare questo messaggio al Ministro Martina: si muovesse a far pagare in tempo questi soldi tramite AGEA e le agenzie regionali, perché li aveva promessi a novembre e siamo qui e ancora non sono arrivati. Il gasolio agevolato l'avete diminuito, tassiamo ancora la terra, ai piccoli agricoltori, come ho detto, gli fate pagare le dichiarazioni a fini IVA, quando non sono neanche obbligati a tenere un registro, magari per pagare qualche super manager di qualche associazione. Questo lo sapete, tutti avete letto i giornali. Quindi, noi non possiamo che essere contrari a questo tipo di provvedimento.
  Quindi i nostri emendamenti saranno nel merito. Lo ripeto: mi auguro che in qualche misura qualche barlume di speranza – ancora ci spero vedendo qualche lucetta verde – possa venire dai colleghi della Commissione agricoltura, perché altrimenti per davvero, signori miei, non so come potrete andare nei territori a parlare di agricoltura quando voi avete deciso di tassarla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Signor Presidente, intervengo non nella mia veste di presidente della Commissione...

  PRESIDENTE. Scusi un attimo. Per favore, il tono della voce, colleghi.

  DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signor Presidente, intervengo non come presidente della Commissione finanze ma come parlamentare del mio gruppo per esprimere tre gravi elementi di contrarietà rispetto a questo provvedimento.
  Mi permetta solo sul piano personale e politico di ringraziare dai banchi della minoranza il sottosegretario Zanetti e il relatore Fragomeli che si sono assunti l'ingrato compito di tirare le fila di questo provvedimento che sembra figlio di nessuno. I banchi del Governo, tranne il Pag. 24coraggioso onorevole Zanetti, sono vuoti su questa materia perché ognuno si scansa e dagli stessi banchi della maggioranza è difficile trovare qualcuno che trovi il coraggio di difendere questo provvedimento. E, dunque, due volte onore al collega Fragomeli che cerca di vestire di impegni sul futuro in positivo quella che, invece, è una difficile difesa della situazione presente.
  Perché, signor Presidente, tre motivi gravi di criticità ? Il primo ha a che fare con il complesso delle scelte fiscali dell'Italia di questi anni. Questo testo va collocato nel contesto sbagliato di una tassazione patrimoniale ormai generalizzata. Viene fatta sul mattone, ora viene fatta anche in ambito agricolo. Ma, scusate – lo dico ai rappresentanti del Governo – avete la fortuna di trovarvi in condizioni esterne, in condizioni esogene positive per la situazione del petrolio, per il rapporto euro-dollaro, per gli effetti, se ci saranno, del quantitative easing, avreste l'opportunità più unica che rara, che in Europa e in particolare in Italia non si vedeva da molti anni, di provare a mettere le ali alla crescita: ma come pensate di poter mettere le ali alla crescita con questo livello di tassazione complessivo e, a maggior ragione, con questa logica delle patrimoniali ? Oggi nel settore agricolo, ieri e purtroppo domani anche sul complesso dell'immobiliare ed è estremamente preoccupante che il Ministro Padoan dica che la tassazione sugli immobili non sarà in alcun modo modificata. Guardate che in questo modo anche le condizioni esterne, le condizioni esogene che evocavo saranno sciupate e nella migliore delle ipotesi avrete una crescita da «zero virgola», da tartaruga, anziché avere quella crescita da «uno virgola» o da «due virgola», da aquila che esce dalla gabbia, che si sarebbe potuta avere e si potrebbe avere con una politica economica di decompressione fiscale. Questo è il primo e complessivo motivo di insoddisfazione.
  Il secondo momento di criticità è legato a questo specifico provvedimento. Signor Presidente e signori rappresentanti del Governo, da liberale penso che peggiore delle tasse ci sia solo il caos sulle tasse, quando cioè una tassazione ingiusta viene accompagnata anche da elementi caotici di incertezza, di autentica offesa al diritto del contribuente che sarebbe quello di pagare meno ma anche di pagare in condizioni ragionevoli. Qui, invece, è un festival di proroghe, di rinvii, di risistemazioni, di criteri che sembrano appartenere così alla casistica gesuita della controriforma (questo comune paga, questo non paga, questo è esente, questo non è esente, il mio comune sì, il tuo comune no) in una situazione di caos che potrà solo aggravarsi e perpetuarsi e, consentitemi di dire, il fatto che abbiate scelto per questo anno di non fare chiarezza e di procedere con una logica di esenzioni patchwork (questo sì, questo no) non lenisce le ferite ma semmai peggiora la situazione.
  Il terzo motivo molto grave di critica – il più grave di tutti – ha a che fare con un intervento che viene fatto dentro questo provvedimento, che è quello della proroga della delega fiscale. Chi parla ha la ventura di essere stato relatore del provvedimento sulla delega fiscale e anche proponente ed estensore delle parti ritenute più innovative della delega. È stato un lavoro che davvero ha visto il Parlamento protagonista in modo corale, con una partecipazione di tutti i gruppi.
  E sia consentito dirlo da chi non fa polemiche faziose o gratuitamente astiose verso il Governo, ma cerca, semmai, di sfidarlo in positivo in una logica da «più uno» e non da «meno uno»: si trattava, con questa delega fiscale, di un vero regalo venuto dal Parlamento e dal caso al Governo Renzi. Questa delega andava in Gazzetta Ufficiale undici mesi fa nelle settimane in cui il Governo Renzi giurava. Di fatto, il Governo Renzi si è trovato un provvedimento votato in modo corale dal Parlamento: avrebbe potuto, in poche settimane, realizzare una serie di decreti legislativi, di decreti delegati su materie molto significative e con un filo conduttore che consisteva in taglio di spesa pubblica, taglio della pressione fiscale e con sistemazione di una serie di cose, tutte in una chiave pro contribuenti, dal catasto alla Pag. 25parte penale, dal contenzioso tributario alle agevolazioni fiscali, al riordino dei sussidi alle imprese; ripeto, sempre con il sottotraccia di tagliare le spese per tagliare le tasse. Era un calcio di rigore, probabilmente, a porta vuota. Bene, cioè male.
  Sono passati undici mesi e il Governo Renzi ha prodotto solo tre decreti delegati: uno, sbagliato in materia di catasto sulle commissioni censuarie. Si erano dimenticati di includere le associazioni di proprietari nel doveroso contraddittorio con la pubblica amministrazione: abbiamo dovuto correggerlo. Uno, sbagliato, sulle accise sui tabacchi, che alza la tassazione in controtendenza rispetto a ciò che la delega indicava; un altro, sbagliato anch'esso, sulla dichiarazione precompilata, cosa da noi suggerita, ma realizzata in prima battuta molto malamente, perché tanti milioni di contribuenti italiani non avranno una dichiarazione precompilata, ma avranno una dichiarazione non compilata o, meglio, compilata solo nelle parti negative per il contribuente (il tuo reddito, la casa di proprietà), ma, invece, da completare nella parte buona per il contribuente (le detrazioni che può fare, le spese sanitarie). Se la lascia così com’è, sarà esente da interventi e controlli, se, invece, la modifica in modo positivo per sé, chissà cosa succede. Solo tre decreti delegati, tutti e tre sbagliati; si è, poi, arrivati al pasticcio del 24 dicembre.
  Chi parla ha proposto per primo una proroga per evitare che questo lavoro fosse buttato nella spazzatura. Ora il Governo fa sua l'idea di una proroga breve di soli tre mesi, ma, nel frattempo, ha perso un altro mese e mezzo senza produrre altro. La sensazione – sia detto con molta chiarezza – è che questa vicenda la vogliate chiudere senza far tesoro di una riforma strutturale che potevate realizzare con il sostegno del Parlamento.
  E sia detto senza polemica: questa è una materia che contraddice la narrativa renziana. Cosa ci racconta Renzi ? Ci racconta che c’è un Presidente del Consiglio e un Governo che lavorano notte e giorno per il bene dei cittadini, frenati dalle sabbie mobili parlamentari. Qui è vero esattamente il contrario: c’è un Parlamento, opposizioni incluse, anzi, in questo caso, minoranze in testa, che hanno fatto un lavoro e il Governo che, fannullone, tiene questo lavoro nel cassetto. Quindi, queste sono le tre gravi ragioni di contrarietà e di insoddisfazione.
  Mi sia consentito solo citare un ultimo e quarto tema a mo’ di post scriptum, cercando di trarre da un male almeno un piccolo bene: il male è che questo provvedimento non sarà modificato, almeno, però, molti colleghi della Commissione finanze, della Commissione agricoltura – vale per il collega Palese, vale per il collega L'Abbate, vale per altri colleghi di diversi gruppi – hanno preannunciato degli ordini del giorno su una materia specifica, che il Governo si è impegnato a raccogliere e a valutare per altro provvedimento (vedremo in quale altro provvedimento, vigileremo), per dare sollievo fiscale – sarebbe stato meglio farlo qui con l'esenzione totale dell'IMU agricola – a quelle imprese agricole che si occupano, in particolare, di coltivazione dell'ulivo e che, in alcune regioni meridionali, hanno subito, a causa di devastanti fitopatie, danni devastanti, che rischiano di portare un settore ad avere un anno letteralmente orribile.
  Vedremo se almeno questo il Governo lo farà in altro provvedimento, ma per il resto la posizione di fondo del nostro gruppo resta l'unica posizione possibile: l'abolizione secca dell'IMU agricola attraverso emendamenti presentati da tanti colleghi; vi abbiamo offerto anche un bouquet di possibili coperture, tutte realizzate con tagli di spesa pubblica, vedremo se il Governo in articulo mortis, almeno, di questo provvedimento, vorrà, invece, fare resuscitare un taglio di tasse.

  PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito i relatori e il rappresentante del Governo a esprimere il parere.
  Avverto, però, che sono stati ritirati dai deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie gli emendamenti Busin 1.119 e 1.121, nonché le seguenti proposte emendative non segnalate per la votazione: Busin 1.47, Pag. 261.49, 1.54, 1.56, 1.57, 1.59, 1.127, 1.129 e 1.133.
  Chiedo, dunque, al relatore per la maggioranza di esprimere il prescritto parere.

  GIAN MARIO FRAGOMELI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, come abbiamo avuto modo di discutere in Commissione, questo è un provvedimento che non possiamo emendare, perché prossimo alla scadenza, in quanto il 24 scadranno, appunto, i termini. Quindi, la richiesta che faccio come relatore da subito al Governo è di ragionare con ordini del giorno impegnativi su alcune tematiche che sono già state affrontate dai colleghi negli interventi sul complesso degli emendamenti.
  In particolare, in Commissione, abbiamo ragionato sulla questione delle fitopatie e sulla questione dei terreni sottoposti a bonifica. Per il resto, purtroppo, devo ribadire che il mio parere è contrario su tutti gli emendamenti e che, quindi, rimando a una discussione più puntuale sugli ordini del giorno.

  PRESIDENTE. Avverto che gli emendamenti De Girolamo 1.201 e 1.10 e Pagano 1.60 sono stati ritirati dai presentatori.
  Invito il deputato Busin, relatore di minoranza ad esprimere i pareri.

  ALESSANDRO PAGANO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Scusi, deputato Busin.
  Prego, deputato Pagano, ne ha facoltà.

  ALESSANDRO PAGANO. Signor Presidente, l'emendamento Pagano 1.60 non è stato ritirato.

  PRESIDENTE. A noi avevano comunicato così.

  ALESSANDRO PAGANO. C’è stato un errore, evidentemente.

  PRESIDENTE. Va bene, ma è il suo capogruppo che ha fatto un errore, perché noi abbiamo una lettera a firma sua e del capogruppo che ci indica che l'emendamento 1.60 a firma Pagano è ritirato. Se lei non lo ritira...

  ALESSANDRO PAGANO. Sì, Presidente, ritengo che sia giusto lasciarlo anche per aprire una discussione, poi magari finirà lì, ma intanto desidero esercitare il mio mandato di parlamentare.

  PRESIDENTE. Benissimo, quindi correggiamo la sua comunicazione.
  Detto questo, inizierei con i pareri del relatore di minoranza, Busin.

  FILIPPO BUSIN, Relatore di minoranza. Signor Presidente, sugli emendamenti Benedetti 1.26 e 1.27 e Gallinella 1.28 il parere è contrario. Sugli identici emendamenti Palese 1.21 e Rostellato 1.22 il parere è favorevole.
  Sull'emendamento Pesco 1.6 il parere è contrario.
  Sugli identici emendamenti Catanoso 1.25 e Giorgia Meloni 1.205, sugli emendamenti Faenzi 1.19, Rostellato 1.32 e 1.35, Zaccagnini 1.33, Paglia 1.36 e Massimiliano Bernini 1.31, limitatamente alla parte ammissibile, il parere è favorevole.
  Sull'emendamento Busin 1.29 il parere è favorevole mentre sull'emendamento Pesco 1.5, limitatamente alla parte ammissibile, e sull'emendamento Massimiliano Bernini 1.1, sempre in riferimento alla parte ammissibile, ci rimettiamo all'Aula. Il parere è favorevole sugli identici emendamenti Palese 1.2 e Franco Bordo 1.3, nonché sugli emendamenti Faenzi 1.8, 1.9 e 1.12 e Palese 1.7.

  PRESIDENTE. Gli emendamenti De Girolamo 1.201 e 1.10 sono stati ritirati. Erano queste le due proposte emendative il cui ritiro avevo preannunziato. Siamo ora all'emendamento De Girolamo 1.11.

  FILIPPO BUSIN, Relatore di minoranza. Sull'emendamento De Girolamo 1.11 il parere è favorevole, mentre sull'emendamento Pili 1.202 è contrario. Sugli emendamenti Pag. 27Busin 1.200 e Catanoso 1.15 il parere è favorevole, mentre sugli emendamenti Pili 1.203 e 1.204 è contrario.

  PRESIDENTE. Questi emendamenti non sono segnalati; passiamo all'emendamento Latronico 1.18.

  FILIPPO BUSIN, Relatore di minoranza. Il parere è favorevole sugli emendamenti Latronico 1.18, Faenzi 1.30, Pastorelli 1.37 e Faenzi 1.38 e 1.40 mentre è contrario sull'emendamento Franco Bordo 1.39. Il parere è favorevole sugli emendamenti Pastorelli 1.41, Faenzi 1.42, Busin 1.44 e 1.46, sugli identici emendamenti Di Lello 1.50 e Faenzi 1.51; sugli emendamenti Parentela 1.52, Massimiliano Bernini 1.53, Busin 1.55 e 1.58 e sugli identici emendamenti Pagano 1.60 e Capodicasa 1.206; sugli emendamenti Faenzi 1.68 e 1.66, Catanoso 1.74, Massimiliano Bernini 1.69, Rostellato 1.71, Faenzi 1.63, Zaccagnini 1.65, Catanoso 1.78, Gagnarli 1.76, Sandra Savino 1.80, Di Lello 1.86, Faenzi 1.88 e sugli identici emendamenti Latronico 1.89 e Di Lello 1.90; sugli emendamenti Faenzi 1.94, Di Lello 1.92, Busin 1.93, Gagnarli 1.96, Faenzi 1.97 e sugli identici emendamenti Paglia 1.99 e Sberna 1.100; sugli emendamenti Rostellato 1.102, Di Staso 1.108, L'Abbate 1.110, Palese 1.111, Paglia 1.112, Benedetti 1.120, L'Abbate 1.123, Busin 1.125, Latronico 1.131, Faenzi 1.132, Fitzgerald Nissoli 1.137, Faenzi 1.139, Catanoso 1.144 e 1.149, Benedetti 1.151, sugli identici emendamenti Catanoso 1.153 e Franco Bordo 1.154, nonché sull'emendamento Catanoso 1.156.
  Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Zaccagnini 1.157, D'Incà 1.43, Catanoso 1.61, Gallinella 1.45, Catanoso 1.67, L'Abbate 1.62, Faenzi 1.70, 1.72 e 1.75, Latronico 1.79, Faenzi 1.81 e Busin 1.126.

  PRESIDENTE. Ricordo che gli emendamenti Busin 1.127 e 1.29 non sono segnalati.

  FILIPPO BUSIN, Relatore di minoranza. Si, sono ritirati. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Cancelleri 1.82, Busin 1.83 e 1.84, Gallinella 1.85, Giorgia Meloni 1.255, Faenzi 1.87 e Franco Bordo 1.88-bis.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Sberna 1.95 è stato ritirato.

  FILIPPO BUSIN, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Rostellato 1.98, sugli identici emendamenti Rostellato 1.103 e Busin 1.130 e sull'emendamento Rostellato 1.101.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Sberna 1.104 è stato ritirato e che l'emendamento Rostellato 1.105 non è segnalato.

  FILIPPO BUSIN, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Busin 1.106 e Giorgia Meloni 1.256 e sugli identici emendamenti Catanoso 1.109, L'Abbate 1.113 e Busin 1.115.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Rostellato 1.119 è stato ritirato.

  FILIPPO BUSIN, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Busin 1.124 e 1.122.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Busin 1.121 è stato ritirato.

  FILIPPO BUSIN, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Franco Bordo 1.128, Latronico 1.134 e Zaccagnini 1.280, mentre mi rimetto all'Aula sull'emendamento De Girolamo 1.135. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Rostellato 1.136, sugli identici emendamenti Faenzi 1.138 e Massimiliano Bernini 1.140, sugli emendamenti Parentela 1.141, Gagnarli 1.143 e sull'articolo aggiuntivo Cancelleri 1.01 (per la parte ritenuta ammissibile), mentre esprimo parere contrario sull'articolo aggiuntivo Riccardo Gallo 1-bis.2.

Pag. 28

  PRESIDENTE. Ricordo che l'articolo aggiuntivo Sberna 1-bis.02 è stato ritirato.

  FILIPPO BUSIN, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli articoli aggiuntivi Paglia 1-bis.03, Busin 1-bis.0250 e 1-bis.0251 e Paglia 1-bis.01.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'articolo aggiuntivo Busin 1-bis.0252 è inammissibile.

  FILIPPO BUSIN, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Busin 2.1, Parentela 2.2 e Rostellato 2.3, mentre mi rimetto all'Aula sull'articolo aggiuntivo Catanoso 2.01. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Faenzi 2.02, Pesco Dis. 1.2, Dis. 1.3, Dis. 1.4, Dis. 1.5, Dis. 1.6 e Dis. 1.7.

  PRESIDENTE. Ricordo che gli emendamenti Grimoldi Dis. 1.8 e Dis. 1.9 sono inammissibili. Il relatore di minoranza L'Abbate ?

  GIUSEPPE L'ABBATE, Relatore di minoranza. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti Benedetti 1.26 e 1.27, Gallinella 1.28, sugli identici emendamenti Palese 1.21 e Rostellato 1.22, sull'emendamento Pesco 1.6 (per la parte ritenuta ammissibile), sugli identici emendamenti Catanoso 1.25 e Giorgia Meloni 1.205, sugli emendamenti Faenzi 1.19, Rostellato 1.32 e 1.35, Zaccagnini 1.33, Paglia 1.36, Massimiliano Bernini 1.31 (per la parte ritenuta ammissibile), Busin 1.29, Pesco 1.5 (per la parte ritenuta ammissibile) e Massimiliano Bernini 1.1.
  Sugli identici emendamenti Palese 1.2 e Franco Bordo 1.3 mi rimetto all'Assemblea.
  Esprimo parere favorevole sull'emendamento Faenzi 1.8, mentre mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Faenzi 1.9.
  Esprimo parere favorevole sull'emendamento Faenzi 1.12 e mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Palese 1.7.
  Il parere è favorevole sull'emendamento De Girolamo 1.11, mentre è contrario sull'emendamento Pili 1.202.
  Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Busin 1.200 e Catanoso 1.15...

  PRESIDENTE. Ricordo che gli emendamenti Pili 1.203 e 1.204 non sono stati segnalati. Andiamo all'emendamento Latronico 1.18.

  GIUSEPPE L'ABBATE, Relatore di minoranza. Sull'emendamento Latronico 1.18 mi rimetto all'Assemblea.
  Esprimo parere contrario sull'emendamento Faenzi 1.30, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Pastorelli 1.37, Faenzi 1.38 e 1.40, Franco Bordo 1.39, Pastorelli 1.41, Faenzi 1.42, Busin 1.44 e 1.46...

  PRESIDENTE. Ricordo che gli emendamenti Busin 1.47 e 1.49 non sono stati segnalati. Andiamo agli identici emendamenti Di Lello 1.50 e Faenzi 1.51.

  GIUSEPPE L'ABBATE, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Di Lello 1.50 e Faenzi 1.51, nonché sugli emendamenti Parentela 1.52, Massimiliano Bernini 1.53, Busin 1.55 e 1.58...

  PRESIDENTE. L'emendamento Busin 1.59 non è stato segnalato.

  GIUSEPPE L'ABBATE, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Pagano 1.60 e Capodicasa 1.206, nonché sugli emendamenti Faenzi 1.68 e 1.66, Catanoso 1.74, Massimiliano Bernini 1.69, Rostellato 1.71, Faenzi 1.63, Zaccagnini 1.65, Catanoso 1.78, Gagnarli 1.76, Sandra Savino 1.80, Di Lello 1.86 e Faenzi 1.88.
  Il parere è altresì favorevole sugli identici emendamenti Latronico 1.89 e Di Lello 1.90 e sugli emendamenti Faenzi 1.94, Di Lello 1.92, Busin 1.93, Gagnarli 1.96 e Faenzi 1.97.
  Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Paglia 1.99 e Sberna 1.100, Pag. 29nonché sugli emendamenti Rostellato 1.102, Distaso 1.108, L'Abbate 1.110, Palese 1.111, Paglia 1.112, Benedetti 1.120, L'Abbate 1.123, Busin 1.125, Latronico 1.131, Faenzi 1.132, Fitzgerald Nissoli 1.137, Faenzi 1.139, Catanoso 1.144 e 1.149, Benedetti 1.151, Franco Bordo 1.154, Catanoso 1.156, Zaccagnini 1.157, D'Incà 1.43, Catanoso 1.61, Gallinella 1.45, Catanoso 1.67, L'Abbate 1.62, Faenzi 1.70, 1.72 e 1.75, Latronico 1.79, Faenzi 1.81 e Busin 1.126...

  PRESIDENTE. Ricordo che gli emendamenti Busin 1.127 e 1.129 non sono stati segnalati, sono stati ritirati.

  GIUSEPPE L'ABBATE, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Cancelleri 1.82, Busin 1.83 e 1.84, Gallinella 1.85, Giorgia Meloni 1.255, Faenzi 1.87 e Franco Bordo 1.88-bis.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Sberna 1.95 è stato ritirato.

  GIUSEPPE L'ABBATE, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Rostellato 1.98 e sugli identici emendamenti Rostellato 1.103 e Busin 1.130.
  Il parere è altresì favorevole sull'emendamento Rostellato 1.101 e sugli identici emendamenti Busin 1.106 e Giorgia Meloni 1.256.
  Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Catanoso 1.109, L'Abbate 1.113 e Busin 1.115 e sugli emendamenti Busin 1.124 e 1.122.

  PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Busin 1.121 è ritirato.

  GIUSEPPE L'ABBATE, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Franco Bordo 1.128.
  Mi rimetto all'Aula sugli emendamenti Latronico 1.134, Zaccagnini 1.280 e De Girolamo 1.135.
  Il parere è favorevole sull'emendamento Rostellato 1.136, sugli identici emendamenti Faenzi 1.138 e Massimiliano Bernini 1.140, sugli emendamenti Parentela 1.141 e Gagnarli 1.143 e sull'articolo aggiuntivo Cancelleri 1.01 per la parte ammissibile.
  Esprimo parere contrario sull'emendamento Riccardo Gallo 1-bis.2.

  PRESIDENTE. L'articolo aggiuntivo Sberna 1-bis.02 è ritirato.

  GIUSEPPE L'ABBATE, Relatore di minoranza. Esprimo altresì parere favorevole sugli articoli aggiuntivi Paglia 1-bis.03, Busin 1-bis.0250 e 1-bis.0251 e Paglia 1-bis.01.

  PRESIDENTE. L'articolo aggiuntivo Busin 1-bis.0252 è inammissibile.

  GIUSEPPE L'ABBATE, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti Busin 2.1, Parentela 2.2 e Rostellato 2.3, mentre mi rimetto all'Aula sull'articolo aggiuntivo Catanoso 2.01.
  Il parere è favorevole sull'articolo aggiuntivo Faenzi 2.02 e sugli emendamenti Pesco Dis. 1.2, Dis 1.3, Dis. 1.4, Dis. 1.5, Dis. 1.6 e Dis. 1.7.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENRICO ZANETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Avverto che l'emendamento Capodicasa 1.206 è stato ritirato dal presentatore.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Benedetti 1.26.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Benedetti. Ne ha facoltà.

  SILVIA BENEDETTI. Grazie, Presidente. Il primo emendamento che presentiamo è per sottolineare che magari era il caso di fare un lavoro metodico dal momento che, appunto, il catasto agricolo è aggiornato a 70 anni fa. Quindi, adesso ci troviamo a impostare, anzi vi trovate a Pag. 30impostare questa tassa dell'IMU agricola con terreni che non hanno coincidenza con la redditività attuale e, poi, anche con terreni dove le colture effettive non coincidono più con le colture registrate. Riporto, appunto, che 70 anni fa vi è stato l'ultimo aggiornamento del catasto agricolo. Quindi, vogliamo prorogare l'applicazione dell'IMU e, appunto, obbligare il Governo a lavorare sull'aggiornamento del catasto agricolo, altrimenti di che cosa parliamo ?
  Spero che votiate favorevolmente per un lavoro metodico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benedetti 1.26, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non ha votato ? Di Salvo ha votato. Chi altro non riesce a votare ? Ragosta. Chi altro non riesce a votare ? Ghizzoni, la aspettiamo e poi credo che possiamo chiudere la votazione. Ragosta, ancora non riesce a votare ? Sta arrivando il tecnico; ha votato. Hanno votato tutti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  401   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato   91    
    Hanno votato no  310.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello e il deputato Cani hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario. La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Benedetti 1.27.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Benedetti. Ne ha facoltà.

  SILVIA BENEDETTI. Signor Presidente, vale lo stesso discorso di prima: i parametri ISTAT non sono aggiornati. Lo stesso ISTAT ha dichiarato che faceva riferimento ad una circolare ministeriale del 1993. Di conseguenza, aggiorniamo l'elenco dei comuni italiani, questo per evitare le incongruenze, come già succede per quel che riguarda il catasto agricolo. Quindi, aggiorniamo l'elenco e contestualmente proroghiamo l'applicazione dell'IMU agricola.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benedetti 1.27, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza Busin, e con il parere favorevole del relatore di minoranza L'Abbate.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Bolognesi, Adornato, Covello, Monaco, Invernizzi, Guidesi, Di Lello, Migliore...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  415   
   Votanti  413   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato   91    
    Hanno votato no  322.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

Pag. 31

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gallinella 1.28, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie, e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Malisani, Fanucci, Cozzolino, Cova, Capelli, Grillo, Dall'Osso, Colonnese, Tartaglione...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  417   
   Votanti  415   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato   92    
    Hanno votato no  323.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Alberto Giorgetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Avverto che gli emendamenti Rostellato 1.22, 1.35 e 1.103 sono stati ritirati dalla presentatrice.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Palese 1.21, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signor Presidente, io penso che il Parlamento dovrebbe dare una risposta seria a questo provvedimento del Governo, una risposta seria e responsabile, perché non è che ci sia solo una penalizzazione delle tasche dei cittadini, e in questo caso degli agricoltori; ci sono dei problemi anche in riferimento a quello che è stato l'iter di questo provvedimento. C’è stato un provvedimento da parte del Consiglio dei Ministri, un primo provvedimento, che poi è stato sostanzialmente sospeso, ma sospeso dal TAR Lazio – qui nessuno parla di quest'altro aspetto – e il Governo è stato costretto poi a varare un secondo provvedimento – non ha desistito – un secondo provvedimento per far sì che i comuni vengano ristorati – dovrebbero essere ristorati – di circa 200 milioni di euro. Noi parliamo infatti di una cifra che, rispetto al bilancio dello Stato, è una cifra abbastanza esigua, ma anche su quest'altro provvedimento incombe comunque il giudizio definitivo del TAR Lazio, che è già fissato e sarà espresso a giugno. Nel frattempo, il Governo ha dovuto provvedere anche a derogare alle leggi di contabilità rispetto alle situazioni dei bilanci dei comuni: un'entrata che dovrebbe realizzarsi e forse non sappiamo se si realizzerà e in che misura, nel caso gli agricoltori dovessero pagare questa ulteriore gabella, ma fa parte dell'esercizio 2014.
  Quindi, una situazione veramente sconvolgente, a cui, come se non bastasse, se ne aggiunge una terza ancora: il Consiglio dei ministri ha prorogato la data dei bilanci di previsione dei comuni alla fine di maggio di quest'anno. Ora, davanti a una situazione del genere, va evidenziato un comportamento poco edificante da parte del Governo in riferimento alla finanza locale e anche alla stessa autonomia dei comuni.
  In secondo luogo, questa è una vera e propria patrimoniale, dove bisogna andare anche a vedere: probabilmente, a molti di noi è sfuggito, si è già dimenticato quello che è successo, perché queste risorse fanno parte del plafond – in piccola parte, chiaramente – con cui sono stati poi finanziati i cosiddetti 80 euro.
  Vi è tutta una situazione che va rivista, in un contesto, poi, di un settore che è fortemente provato, vuoi per avversità atmosferiche vuoi per situazioni di mercato dovute alla globalizzazione e alla situazione dell'Europa vuoi anche per altre situazioni abbastanza catastrofiche di patologia vegetale, come il batterio della Xylella in alcune regioni, come, per esempio, la Puglia (per il momento, vi è solo la Puglia).Pag. 32
  Davanti anche alla richiesta di rendere esenti questi aspetti, il Governo ha detto «no» su tutto. Ecco perché, siccome trattasi anche di una cifra esigua per le casse e le entrate dello Stato e vi è una copertura finanziaria, che questo emendamento prevede, noi ci saremmo aspettati che il Governo dicesse di sì per tutta la situazione contorta che vi è all'interno di questo provvedimento, ma anche per l'incertezza dovuta, soprattutto, a quello che riguarda l'aspetto essenziale del TAR, che deve decidere, poi, nel mese di giugno.
  Presidente, mi creda, è veramente difficile riuscire a parlare in quest'Aula e concentrarsi con tutto questo baccano, e richiamo anche la sua attenzione in riferimento a questo. Ho detto, Presidente, che è veramente difficile riuscire a concentrarsi e a parlare in quest'Aula, perché tutti parlano, soprattutto alle mie spalle.
  Ora, davanti alla situazione che vi è all'interno di questo provvedimento, ritengo – mi avvio alla conclusione – che questo emendamento dovrebbe essere approvato, perché vi è una copertura finanziaria reale, che dà la possibilità veramente al Governo e all'intero Parlamento di mettere fine a questa ulteriore penalizzazione e vessazione che viene non solo nei confronti dei cittadini, ma, soprattutto, nei confronti di un settore, quello dell'agricoltura, che è molto provato.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palese 1.21, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Monaco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  421   
   Votanti  418   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato  158    
    Hanno votato no  260.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Rotta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pesco 1.6, per la parte ammissibile; quindi, non possiamo votare la parte relativa al comma 2-bis.1 di questo emendamento.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Grazie, Presidente. Il fine di questo emendamento era, logicamente, quello di estendere l'esenzione a quanti più possibili proprietari di terre, in quanto pensiamo che il bene terra non sia un bene che debba essere tassato.
  È stata resa inammissibile una parte che andava a modificare la delega fiscale. Ora sappiamo benissimo che era inammissibile, in quanto non si può in un decreto andare a modificare ciò che è stato già deciso dal Parlamento con la delega, ma a noi interessava per dire che oggi, se vogliamo pensare a nuovi sistemi di tassazione, dobbiamo renderci conto tutti che l'unico modo per creare nuove tasse è riferito, ed è riferibile, esclusivamente alla tutela dell'ambiente. Attualmente il sistema fiscale non prevede nulla a proposito, se non poche norme veramente blande. Ora bisogna veramente pensare a tutelare l'ambiente tramite tassazioni che vadano sull'incenerimento, sulla plastica, su tutto ciò che inquina il nostro ambiente. Anche gli usi dell'energia elettrica, gli usi distorti, gli abusi dell'energia, devono essere, in qualche modo, colpiti. L'unico modo per riuscire veramente a creare nuovo gettito, deve essere riferito alla tutela dell'ambiente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  FILIPPO BUSIN. Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

Pag. 33

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN. Relatore di minoranza. Presidente, intervengo solo per cambiare il parere in «favorevole».

  PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 1.6, limitatamente alla parte ammissibile, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lorenzo Guerini, Palma, Epifani, Monaco, Capelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  422   
   Votanti  386   
   Astenuti   36   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato  118    
    Hanno votato no  268.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Catanoso 1.25 e Giorgia Meloni 1.205, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Andrea Romano, Sorial...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  427   
   Votanti  426   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  153    
    Hanno votato no  273.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Faenzi 1.19, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Faenzi. Ne ha facoltà.

  MONICA FAENZI. Grazie Presidente, con questo emendamento noi chiediamo di eliminare l'IMU a partire dal 2014, di fatto, sappiamo che questo decreto la introduce retroattivamente. Guardi, Presidente, lo chiediamo al fine di ristabilire la legittimità del provvedimento stesso, perché vi sono dei gravi profili di illegittimità in questo decreto.
  Innanzitutto, vi è la violazione dello statuto dei contribuenti. Noi sappiamo, infatti, come sia necessario che decorrano almeno sessanta giorni tra l'imposizione di un tributo e la fissazione della data di scadenza. Sappiamo anche che ciò non è avvenuto nell'iter procedimentale che ha caratterizzato l'introduzione dell'IMU agricola, se pensiamo infatti che il decreto ministeriale è intervenuto quindici giorni prima praticamente dell'indicazione della data in cui doveva essere pagata l'IMU. Riteniamo, pertanto, che il principio di irretroattività delle norme tributarie qui sia stato palesemente violato. Ci sembra giusto, per ristabilire un ordine, accogliere almeno questo emendamento e ritornare a quei parametri indicati nella circolare del 1993, parametri di esenzione IMU che facevano riferimento, non solo ai terreni montani, ma anche ai terreni collinari, e che, come sappiamo, hanno di fatto ampliato, e ampliavano, la platea dei beneficiari dell'esenzione.
  Pertanto, io voglio rivolgere anche un appello ai membri della Commissione agricoltura della Camera, che non hanno fatto mistero della propria contrarietà all'introduzione dell'IMU, perché, almeno su questo principio basilare, che riguarda appunto il diritto di tutela dei contribuenti Pag. 34italiani, in questo caso degli agricoltori, si mettano una mano sulla coscienza, almeno per il 2014. Poi nel prosieguo chiederemo anche l'abolizione tout court di questa tassa, ma almeno per il 2014, date l'incertezza e anche la pendenza di un giudizio davanti al TAR, che entrerà nel merito praticamente a giugno, evitiamo di poter creare delle perversioni che ricadono sulle spalle degli agricoltori italiani. Sappiamo quale funzione, anche sociale, svolga l'agricoltura in Italia.
  Pertanto, la ringrazio e il mio appello va anche almeno ai deputati della Commissione agricoltura (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Faenzi 1.19, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (bilancio) e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Manzi, Coppola, De Mita, Capodicasa.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  422   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  155    
    Hanno votato no  267.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rostellato 1.32, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (bilancio) e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nizzi, Sorial, Frusone.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  428   
   Votanti  425   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato  155    
    Hanno votato no  270.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Zaccagnini 1.33.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Signor Presidente, colleghi, su questa partita dell'IMU agricola il Governo si sta proprio comportando come un Giano bifronte. Infatti, assistiamo, ai convegni o ai meeting organizzati dalle organizzazioni professionali degli agricoltori oppure in televisione, a grandi e belle interviste a sostegno del settore primario, del settore dell'agricoltura, che ha bisogno di essere incentivato e aiutato, si parla di innovazione e quant'altro, perché, a parole, viene ritenuto un settore strategico per il Paese, poi vediamo che, invece, all'atto pratico non si mantengono le promesse e si mantiene questa tassa, di fatto facendo pagare la stragrande maggioranza degli imprenditori agricoli del nostro Paese.
  Questo non va assolutamente bene, anche perché questa scelta è accompagnata anche da altre scelte, o meglio non sono state mantenute le promesse per quanto riguarda altri settori. Ad esempio, si è promesso di mantenere la riduzione sui costi del gasolio agricolo, mentre, invece, questi costi, di fatto, per i nostri agricoltori sono aumentati, come la tassazione IRAP del mondo agricolo: il bracciantato, appunto, non può venire scontato dalla tassazione IRAP.
  Allora, si tratta di promesse dopo promesse in fatto di tasse del mondo agricolo, che state incrementando anziché riducendo.Pag. 35
  Noi, con questo emendamento, proponiamo l'introduzione a regime dell'esenzione totale dell'IMU sui terreni agricoli, per cui un'esenzione dal pagamento di questa tassa di tutti i terreni agricoli, coltivati e non, a cui aggiungere quelli destinati a pascolo, boschi e selvicoltura, prato permanente, aree di interesse ecologico e tutti quelli danneggiati da calamità naturali. È, infatti, assolutamente irrazionale sottoporre a prelievo un fattore produttivo quale la terra, anche in considerazione del ruolo fondamentale che gli agricoltori svolgono a tutela dell'equilibrio idrogeologico del territorio nazionale e soprattutto mentre abbiamo un'assenza totale da parte dello Stato in questo ambito. Manca un piano di risanamento e di manutenzione del nostro territorio e spesso sono i nostri agricoltori che con le loro attrezzature, con la loro passione, con la loro buona volontà curano, per quel poco che possono fare ovviamente, i nostri territori.
  Aggiungo che, d'altra parte, nel caso dei terreni agricoli che hanno subito calamità naturali, ovvero sono stati danneggiati da fitopatie o da contaminazioni, chiediamo che non sussista minimamente il presupposto per la tassazione, posto che i terreni stessi non producono alcun reddito. Anzi, gli imprenditori devono subire costi aggiuntivi, talvolta per anni, per il ripristino produttivo dei terreni stessi. Per questo, signori deputati, vi invitiamo a votare questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cera. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Grazie Presidente, io, naturalmente, mi rivolgo alla maggioranza e mi rivolgo da sindaco. In questi giorni ho ricevuto la richiesta, incontrandoli anche, dei proprietari terrieri di terreni agricoli montani. Sto parlando di tredici, quattordici proprietari che mi hanno espresso la loro volontà di consegnare al comune le piccole proprietà o le proprietà che loro avevano in qualche maniera coltivato per tantissimi anni e che erano diventate e sono diventate nel tempo improduttive. Allora, io mi chiedo se il meccanismo è quello di creare, con questo provvedimento, ancora problemi ai sindaci, agli enti locali. Guardate, il rischio è che i terreni agricoli montani vengano abbandonati e vengano restituiti a quelle forme malavitose che pensavamo che nel tempo fossero scomparse. La gente non paga, non ci paga e non pagherà perché consegnerà agli enti locali e ai comuni quelle poche proprietà che non forniscono più produttività alle famiglie e ai proprietari.
  In questo momento io vi prego da sindaco di ragionarci sopra su questo problema perché è veramente irresponsabile continuare a ritenere che i terreni agricoli che non producono più nulla possano ancora stillare al cittadino soldi che il cittadino oggi non ha più. Ieri hanno pagato la TARI nel mio piccolo comune e la gente stava in lunghe file di cinquanta metri per chiedere perché si pagava tanto. Vogliamo smetterla di spingere i sindaci ad essere degli esattori ! Vogliamo per la prima volta pensare che gli enti locali non sono solo al servizio di uno Stato oramai esattore (Applausi di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tabacci. Ne ha facoltà.

  BRUNO TABACCI. Signor Presidente, ovviamente le mie motivazioni sono diverse da quelle del sindaco Cera, però mi rivolgo al sottosegretario, tramite lei: come pensa il Governo di affrontare il nodo dell'autonomia impositiva dei comuni con un provvedimento di questa natura ?
  Lei sa che negli anni Settanta, prima che l'allora Ministro Stammati intervenisse per dare continuità alla spesa storica, l'autonomia impositiva si fondava sull'imposta di famiglia. L'imposta di famiglia era una struttura base che teneva conto delle proprietà immobiliari fondiarie e anche dei terreni agricoli.
  Ciò lascia intendere che discutere di un provvedimento che fa capire che vi possa essere un'esenzione sull'IMU agricola costituisce Pag. 36in qualche modo una sorta di captatio benevolentiae e quindi assicura che in futuro le tassazioni sui terreni non saranno considerate. Ma come si fa ad affrontare il nodo dell'autonomia impositiva se si prescinde dalla qualità e dal valore dei terreni e poi come si pretende di farlo dalla dimensione nazionale ? Se si riconosce l'autonomia impositiva, andava tutto impostato mettendo i comuni al centro della operazione. Se si pretende di fare questo da Roma, si finisce per confondere i terreni montani magari con i terreni collinari e mettere sullo stesso piano quelli che hanno uno sfruttamento intensivo rispetto a quelli che, invece, non sono per nulla sfruttati.
  Ora, ho visto questo allegato con questo elenco di comuni e, conoscendo un po’ di geografia del nostro Paese o almeno di alcune regioni italiane, diciamo che ne sono uscito un po’ preoccupato. Se la fotografia che si fa è questa, credo che non vi sarà alcuna autonomia impositiva, ci sarà un messaggio sbagliato dato all'opinione pubblica dei proprietari di terreni agricoli e c’è soprattutto una malintesa interpretazione di una riforma che andava affrontata nella sua complessità ma facendo perno sulla dimensione comunale. Allo stesso modo, non per le parole che ha detto Cera che ha vagamente minacciato non si sa che cosa ma per la sostanza della questione, penso che il Governo farà bene a riconsiderare questo provvedimento che oggi venga pur approvato ma nel contesto di una riforma complessiva, non certo come qualcosa a sé stante.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccagnini 1.33, con il parere contrario della Commissione e del Governo, il parere favorevole dei due relatori di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno... Parrini... Arlotti... Casellato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  430   
   Votanti  424   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato  158    
    Hanno votato no  266.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Paglia 1.36.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, qui il Governo continua a martoriare il Paese di tasse, sempre più tasse in tutti i settori dalla scuola alla sanità, a colpire i diritti sindacali e dei lavoratori ed ora si è arrivati al settore dell'agricoltura per coprire gli 80 euro di cui Renzi aveva bisogno per il suo spot elettorale.
  Ma l'IMU è una tassa ingiusta per il comparto così come stanno segnalando la maggior parte degli associazioni, cooperative e realtà del settore agricolo che giustamente si organizzano per la mobilitazione e chiedono proprio che l'agricoltura non sia intesa come un bancomat.
  Questa è un'imposta di tassazione lineare e indiscriminata. I nuovi criteri adottati si rifanno all'elenco dei comuni della cosiddetta montagna legale elaborata dall'ISTAT, che fissa tra i suoi parametri che almeno l'80 per cento del territorio comunale sia posto sopra i 600 metri di altitudine. Questi terreni saranno completamente esentati – quelli della montagna – come pure saranno esentati i terreni posseduti e condotti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, iscritti nella previdenza agricola e ubicati nei comuni classificati come parzialmente montani, quindi quelli collinari.
  Ma c’è un inasprimento in questo caso, perché nella collina queste figure prima non pagavano, non c'era una tassazione. Quindi, ci troviamo in una situazione in cui il Governo ha richiesto la copertura Pag. 37degli 80 euro e il Parlamento ha semplicemente mitigato questa tassazione infausta, che va a danneggiare l'agricoltura e tutti i territori che resistono e faticano a resistere allo spopolamento e anche alla gestione del dissesto idrogeologico.
  Dall'analisi tecnica risulta evidente l'iniquità dell'imposta, perché il criterio altimetrico – vecchio di decenni, tra l'altro – non può essere quello che va a definire la platea dei contribuenti. Per questo chiediamo la soppressione definitiva dell'imposta, al fine di evitare un ulteriore appesantimento fiscale sul comparto agricolo e agroalimentare, già precedentemente penalizzato dalla riduzione delle aliquote agevolative in materia di accise sul gasolio.
  Infatti, è importante ricordare come per il gasolio agricolo c’è stata una riduzione perpetrata dai precedenti Governi del 10 per cento nel 2013, del 15 per cento nel 2014 e del 23 per cento dal 1o gennaio 2015. Inoltre, c’è stato anche il taglio dei fondi per il piano irriguo nazionale, la soppressione e il ridimensionamento di enti di ricerca agricoli. Tutto ciò determina gravissime ripercussioni sul piano produttivo, occupazionale e di prospettiva per l'intero settore primario.
  Ci troviamo, quindi, in una situazione in cui è palese che l'IMU è insostenibile, ma, soprattutto, che è stata elaborata male e serve un intervento di revisione strutturale del decreto, la cancellazione o modifica sostanziale della norma. Perché ? Perché i terreni utilizzati dagli agricoltori sono beni strutturali delle imprese, non possono essere identificati come un bene da tassare se non c’è stata nessuna diversificazione e nessun criterio di proporzionalità nell'applicare questa tassa. Tra l'altro, l'IMU è passata attraverso un ginepraio di provvedimenti: per citarne solo uno, quello del passaggio dall'ICI all'IMU.
  Questo provvedimento è stato fatto con grande superficialità, danneggia irreversibilmente l'agricoltura e non dà alcuna sicurezza. Gli stessi sindaci dei vari comuni stanno scendendo in piazza, perorando la causa degli agricoltori e degli imprenditori agricoli, contestando questa tassa: ribadiscono una vera e propria difficoltà, che sta nel fatto che non sapranno mai il dato reale tra gettito stimato e gettito accertato per coprire il taglio del fondo di solidarietà.

  PRESIDENTE. La invito a concludere. Ha ancora un minuto.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Ci troviamo, quindi, di fronte all'imminente apertura dell'Expo, il Governo vanta una ripresa nel settore dell'agricoltura, sciorina dati sul ritorno dei giovani all'agricoltura, ma introduce una tassa e si contraddice. Tutto questo lo sostiene con una narrazione «tossica» e una propaganda sostenuta anche da fondi pubblici per far sì che l'evento risulti all'immagine appetibile o, quanto meno, digeribile.
  Nessuna deroga, comunque, ai giovani riguardo alla tassa, né se i terreni sono in affitto o a titolo gratuito; non c’è stato un ragionamento neanche sui criteri, uno dei quali potrebbe essere, appunto, quello della redditività economica dei terreni, perché una vigna non può pagare come un campo di pomodori o come un bosco, né su quello della superficie agricola posseduta, che potrebbe essere un altro criterio, quello, appunto, di tassare le grandi proprietà terriere, a partire da chi ha di più e, soprattutto, da chi utilizza la terra come un bene di rifugio e un bene patrimonio (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Cera. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Grazie, Presidente, la stranezza di questo provvedimento è che il Governo, lo Stato, ha già preso dai comuni. Chi dà la certezza adesso che i comuni riusciranno a riavere indietro quello che lo Stato si è trattenuto alla fonte ? Ripeto: si tratta di terreni agricoli abbandonati da una vita, per cui noi stiamo creando ulteriore difficoltà ad enti locali che, realmente, sono in grossissima difficoltà. Unire problemi e problemi ai sindaci è diventato delittuoso: non si può Pag. 38scaricare sugli uomini che sono in frontiera tutte le problematiche di un Governo, che è diventato solo esattore nei confronti dei comuni !

  PRESIDENTE. Non mi pare ci siano altri interventi su questo emendamento, quindi, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paglia 1.36, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Colonnese, Busto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  421   
   Votanti  415   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  151    
    Hanno votato no  264.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Come preannunciato, a questo punto sospendo la seduta che riprenderà alle ore 15.

  La seduta, sospesa alle 13,35, è ripresa alle 15.

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bratti, Brunetta, Capezzone, Catania, De Girolamo, Dellai, Di Lello, Epifani, Gregorio Fontana, Mannino, Merlo, Miotto, Gianluca Pini, Rampelli, Realacci, Rossomando, Sani, Santerini, Speranza e Tabacci sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente novantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 2915.

  CATERINA BINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CATERINA BINI. Presidente, ci risulta che siano ancora in corso diverse Commissioni: le chiederemmo di verificare e di procedere alla sconvocazione.

  PRESIDENTE. Sì, stiamo chiedendo di sconvocarle.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 2915)

  PRESIDENTE. Ricordo che, nella parte antimeridiana della seduta, è stato da ultimo respinto l'emendamento Paglia 1.36. Dobbiamo, pertanto, passare all'emendamento Massimiliano Bernini 1.31, che sarà posto in votazione limitatamente alla sola parte ammissibile.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Presidente, colleghi, penso sia noto a tutti che il mondo agricolo, in questi giorni, in queste ore, sia in forte subbuglio, e uso il termine subbuglio per non utilizzarne un altro molto meno consono a quest'Aula. Il subbuglio, l'agitazione, è dovuta al fatto che c’è questa imposta, quest'IMU sui terreni agricoli che incombe sugli agricoltori, e non solo, di tutta l'Italia. Sicuramente l'IMU non è una nuova imposta sulla terra ma sicuramente rappresenta una recrudescenza, rappresenta un'estensione dei soggetti di imposta. Quindi, chiedo, Presidente Pag. 39una profonda riflessione da parte di quest'Aula e di tutti i colleghi affinché votino questo nostro emendamento, a mia prima firma, che prevede appunto di annullare e di azzerare tutto e di tornare a prima del decreto-legge n. 66 del 2014, quindi a prima dei criteri del decreto-legge n. 66, ovvero alla circolare del 1993. Chiedo di votare questo nostro emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Latronico. Ne ha facoltà.

  COSIMO LATRONICO. Presidente, il contenuto di questo emendamento naturalmente ci dà lo spunto per ritornare su un argomento noto, già trattato ripetutamente nella Commissione finanze senza successo, per sollecitare il Governo a rivedere il contenuto di una norma che è assolutamente vessatoria nei riguardi di tanta parte del mondo agricolo. Ma la cosa più grave è che è vessatoria nei riguardi dei territori più svantaggiati del nostro Paese. Determina un prelievo fiscale che è il contrario di una leva fiscale incentivante, perché penalizza le realtà e le situazioni imprenditoriali più a rischio. Pensate che questa imposta grava anche sulle aree a disagio di sviluppo, sulle aree a ritardo di sviluppo come le aree dell'obiettivo 1, ma non solo, anche sulle aree che sono colpite da situazioni ambientali, quindi sottoposte a vincoli speciali, aree sottoposte a vincoli ambientali per le quali c’è un'ipoteca sui territori. E poi, ancora di più: colpisce non solo il mondo agricolo e le aree più svantaggiate ma si accanisce anche nei riguardi di migliaia di enti locali che per un mancato gettito – perché si realizzerà un mancato gettito – si avvicinano al dissesto dei bilanci. Quindi, un danno ambientale, economico e, se volete, anche istituzionale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Petrini. Ne ha facoltà.

  PAOLO PETRINI. Signor Presidente, colleghi, con questo decreto-legge, al di là della parte riguardante la proroga dei termini per la delega fiscale, aspetto questo essenziale per portare a termine un adeguamento del nostro sistema fiscale in linea con quelle che sono le aspettative di tutti i cittadini italiani e con gli obiettivi che anche nella mozione programmatica di questo Governo sono stati indicati, preme ricordare che stiamo discutendo dell'IMU agricola in relazione ad un'esenzione non più in vigore dall'aprile scorso.
  È vero che questa era una tassa da pagare già nel dicembre scorso, che poi siamo riusciti a prorogare, dando più tempo a tutti i contribuenti; ma oggi va ricordata soprattutto una cosa: la conversione di questo decreto-legge permetterà a 2.200 comuni di non pagare l'IMU agricola. Se non ci fosse la conversione di questo decreto-legge, naturalmente avremmo 2.200 comuni in più a doverla pagare.
  Credo che gli interventi fatti nel corso delle ultime settimane, dopo anche il passaggio al Senato, abbiano permesso a questo decreto-legge di arrivare ad una linea di galleggiamento accettabile, in attesa che il Governo riveda la fiscalità locale, e la riveda in termini di maggiore equilibrio tra quelli che sono i cespiti patrimoniali, legati ad esempio al risparmio delle famiglie, e quelli che invece sono i cespiti patrimoniali legati alle attività delle imprese, e come, in questo caso, degli agricoltori. Noi chiediamo, quindi, che si respingano questi emendamenti e che il Governo possa lavorare nei prossimi mesi per produrre un riaggiustamento di tutta la fiscalità locale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Cera. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Signor Presidente, vorrei chiedere ai colleghi parlamentari se sono informati di quanti sono gli ordini del giorno che i vari consigli comunali di tutta Italia hanno fatto e hanno mandato qui al Governo nazionale perché ne prendesse Pag. 40atto. Ma insomma, si riesce a capire che questa è una norma iniqua, che vede mortificati tanto i sindaci di sinistra, di centro e di destra ? Non si può spingere il cittadino, oramai mortificato da una pressione fiscale sempre più pesante, ad avvicinarsi, anche fisicamente di più, sui sindaci ! Non si possono rinviare queste decisioni alla gestione territoriale dei sindaci, perché sono i sindaci i primi ad essere vicini al cittadino, perché la prima protesta arriva al sindaco ! E in moltissimi casi per l'IMU si tratta di allevatori, di gente che non guarda in faccia a nessuno, perché in maniera giornaliera tirano la giornata a campare, in mezzo ai boschi e vicino agli animali, e non sono più in grado di poter pagare !
  Allora questa condizione qualcuno la deve incominciare a vedere ! Non si può far finta di non vedere ! Mi meraviglio che chi oggi è Presidente del Consiglio, ed è stato anche sindaco di una grande città, non capisca le difficoltà della gestione sul territorio di questo fenomeno ! L'IMU è qualcosa di indescrivibile, qualcosa che mortifica chi sta sul territorio, e in maniera giornaliera stenta a vivere !
  Voi consegnate, stiamo consegnando i boschi, i nostri boschi alla delinquenza comune, perché la gente perbene, quella che con fatica tira a campare, sarà costretta ad abbandonare i boschi, ad abbandonare le montagne ! Di questa condizione qualcuno ne deve prendere pure atto !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Benedetti. Ne ha facoltà.

  SILVIA BENEDETTI. Grazie Presidente, mi rivolgo a lei e, tramite lei, per rispondere al collega Petrini per ricordargli, visto che parla di passo avanti, che il decreto ministeriale di novembre, con cui veniva chiesto il pagamento entro dicembre dell'IMU del 2014, è opera della maggioranza, è opera del Governo, quindi magari c’è qualche ammanco di memoria, consiglio di rinfrescarla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Grazie Presidente, mi ha anticipato la collega Benedetti perché volevo ricordare a me stesso e a questa Aula, ma soprattutto ai colleghi della maggioranza del PD, che il decreto ministeriale di novembre è stato fatto proprio dal loro Governo, è stato fatto da loro, ed è stato quello che ha introdotto l'IMU per quei comuni che prima seguivano la circolare del 1993 e non pagavano; quindi, l'IMU non è una calamità naturale o un meteorite che è caduto nel nostro Paese ma è stato introdotto da questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Quindi, questo decreto adesso è leggermente migliorativo rispetto a quel decreto ministeriale fatto da questa maggioranza. Quindi, qui dobbiamo dire le cose come stanno, dobbiamo fare informazione, dire ai cittadini come è la realtà. Noi chiediamo con questo emendamento di ritornare almeno alla circolare precedente e, quindi, togliere l'IMU per tutti quei comuni per i quali adesso è stata introdotta e si troveranno a pagarla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.

  MARCO CAUSI. Signor Presidente, l'onorevole L'Abbate poco fa ha detto che questo decreto è leggermente migliorativo, ha detto una cosa giusta. Voglio ricordare che questi miglioramenti derivano da un'iniziativa di questo Parlamento perché il decreto di novembre è stato considerato un po’ da tutti un decreto di difficile applicazione, soprattutto per quanto riguarda la nuova definizione di montanità. Come sicuramente l'onorevole L'Abbate si ricorda è stata la Commissione finanze di questo Parlamento ad aprire una discussione su questo, a votare una risoluzione a seguito della quale il Governo ha fatto questo decreto che reca due miglioramenti: il primo, lo ha già detto Petrini Pag. 41prima di me, ci sono 2.200 comuni in più che saranno totalmente o parzialmente esenti. Il secondo: si torna alla definizione di montanità del decreto del 1993 e, quindi, in quota del territorio e non con l'altimetria. È chiaro che così con questo decreto abbiamo ridotto in modo rilevante l'estensione dell'IMU ai terreni agricoli, resta come obiettivo, e su questo impegneremo fortemente il Governo, ripensare tutta questa normativa nell'ambito della nuova local tax.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Laffranco. Ne ha facoltà.

  PIETRO LAFFRANCO. Signor Presidente, solo per aggiungere una considerazione a quelle già svolte ottimamente dal collega Latronico. È inutile colleghi del PD che voi ci parliate di miglioramenti, resta intangibile che voi avete provato a convincere gli italiani a darvi il consenso regalando 80 euro, gliene avete tolti almeno altrettanti massacrando la casa e ora anche la terra. Questo è il dato di fatto, alla faccia di tutti i miglioramenti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Massimiliano Bernini 1.31, limitatamente alla parte ammissibile, con il parere contrario di Commissione e Governo e favorevole dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gitti, Casellato, Benedetti, Santelli, Matarrelli, Santanchè, Grillo, Sannicandro, Gelli, Capodicasa, Venittelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  369   
   Votanti  367   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato  125    
    Hanno votato no  242.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Vazio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Busin 1.29.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Busin. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, io volevo motivare questo emendamento e il nostro parere favorevole ovviamente. Si tratta di un emendamento che prevede il ripristino della situazione ante decreto-legge n. 66 del 2014, quello, voglio ricordarlo, famoso degli 80 euro, perché qui si ripropone uno schema a cui il Presidente del Consiglio ci ha ormai abituati che è quello di fare non solo degli annunci ma delle vere e proprie manovre elettorali, che gli sono valse tra l'altro un grande successo alle Europee, che prevedono appunto lo sgravio fiscale – in parte anche condivisibile – ai lavoratori di 80 euro mensili, però fatto a scapito o, per meglio dire, facendo fare il lavoro sporco ai sindaci e in generale, in questo schema che si ripete di cui abbiamo un esempio, agli amministratori periferici, quelli lontani da Roma.
  Questo in spregio non solo di ogni buon senso e principio federalista che noi abbiamo in vent'anni di lotte cercato di far valere in questo Parlamento ma in spregio anche della recentemente approvata delega fiscale, che ribadiva il principio dell'autonomia impositiva per i comuni, che ribadiva la necessità di dotare i comuni, anche per dare loro un senso di responsabilità nella loro azione amministrativa, di tributi propri; qui, invece, si decide d'imperio, con una manovra spregiudicata, di fare i conti in casa dei comuni facendo bella figura nei confronti della massa dell'elettorato.Pag. 42
  Noi questo lo contestiamo proprio in modo radicale e ribadiamo, al contrario, che soprattutto in una materia delicata, come quella dell'agricoltura nei territori disagiati collinari, parzialmente montani o montani, è necessario il contributo determinante se non completamente autonomo dei comuni montani, delle province – che, per inciso, non sono state abolite – e delle regioni, perché solo loro conoscono le reali potenzialità dal punto di vista reddituale di questi terreni; solo gli enti periferici possono dare un giudizio che abbia un qualche valore, che non sia arbitrario come quello scelto dal Governo sulla possibilità di imporre loro il pagamento di una certa tassa, di un certo tributo o un'imposta. Qui, anche con questa divisione, voglio denunciarlo pubblicamente in quest'Aula, ci sono dei comuni che hanno una situazione morfologica assolutamente identica, alcuni dei quali si trovano completamente esenti, altri si trovano nei comuni pianeggianti e totalmente pianeggianti e sono comuni confinanti. Ci sono dei comuni che hanno delle condizioni di coltivazione assolutamente disagiata: pregherei il Primo Ministro e il Governo di fare una verifica di questi comuni; parlo delle province a me vicine di Belluno oppure di Sondrio, che sono considerate pianeggianti e quindi non esenti neanche parzialmente, eppure hanno delle situazioni e delle condizioni di coltivazione dei terreni che sono totalmente diseconomiche e disagiate. Questo, ovviamente, il Governo romano dalle segrete stanze di Palazzo Chigi non lo può sapere, lo può sapere solo il sindaco di quel comune, la provincia o la regione a cui quel comune appartiene. Questo è un atto d'imperio, un atto arrogante e centralista che noi contestiamo profondamente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cera. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Signor Presidente, io insisterò fino alla fine, chiedo ai colleghi: dov’è finita la legge n. 97, la legge sulla montagna ?
  Dove è finito l'articolo 3 della Costituzione, che tutela le zone omogenee ? Dove sono finite tutte quelle attenzioni verso i piccoli comuni di montagna, dove era tutelato il diritto ad andare a scuola e ad avere gli asili e le scuole ? Adesso che succede ? C’è un'inversione di tendenza incredibile. Questa operazione spinge alla spopolamento dei terreni agricoli montani. La gente va via perché lo Stato va a toccare le povertà. È vero che aiutiamo le povertà con gli 80 euro, ma facciamo morire chi realmente è povero, chi, in mezzo alle montagne, in mezzo al bosco, faticosamente tira a campare !
  Allora, io chiedo un'inversione, chiedo veramente che il Governo riveda questa norma, perché è una norma veramente cattiva, che non si può accettare e io, da sindaco, porto qui il dramma di tanti sindaci, che non potete ignorare.
  Caro rappresentante del Governo, vorrei capire quanti sono gli ordini del giorno dei vari consigli comunali che avete ricevuto in questi giorni perché il grido di dolore che arriva dai sindaci qualcuno lo deve pure poter ascoltare. Non può passare inosservata una protesta, non si può diventare omertosi su cose serie !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Presidente, io ascolto, con una certa preoccupazione...

  PRESIDENTE. Chiedo di liberare i banchi del Governo, per favore.

  MAURIZIO BIANCONI. ... ma anche con un certo compiacimento, della presa di coscienza di quanto questo Governo sia disattento alle urgenze della campagna, della montagna e della gente meno abbiente.
  Ma ricordo che questo Governo è quello che ha favorito, per 98 milioni di euro complessivi, il provvedimento, che io ho definito «criminale», dell'aumento dell'IVA sul pellet dal 4 al 22 per cento, Pag. 43perché i poveri non solo devono pagare parecchio per i boschi ma devono anche morire di freddo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Latronico. Ne ha facoltà.

  COSIMO LATRONICO. Presidente, intervengo per continuare questo discorso che spero non sia un ragionare con sordi e, naturalmente, quando penso alle dimensione della sordità penso al Governo, che né in Commissione né in Aula prova a dare una qualche spiegazione a questioni che non sono né strumentali né inventate, ma sono vere. Noi stiamo portando avanti un provvedimento che dissesta i comuni. Sono migliaia. Certo al Senato è stata ridimensionata la questione, ma sono migliaia i comuni che si sono visti sottratte, dalla mattina alla sera, delle risorse su cui avevano redatto i loro bilanci e adesso, come sa il sottosegretario, su queste risorse ci dovrà essere, se ci sarà, la riscossione dei ruoli per conto dello Stato.
  Quindi, noi abbiamo fatto un'operazione dal punto di vista istituzionale che non si può guardare, cioè un'imposta statale che viene riscossa dal comune. Quindi, il comune, senza aggio, deve fare colui che riscuote l'imposta, con un'incertezza gravissima, perché ormai sono tanti i segnali e i sintomi che molta gente non potrà pagare.
  L'altro elemento, che accenno e che poi svilupperò, è che non è vero che i comuni di montagna sono stati esclusi, perché la classificazione dell'ISTAT è una classificazione assolutamente inattendibile.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 1.29, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei due relatori di minoranza e con il parere contrario della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non ha votato ancora ? D'Ambrosio, Mantero. Chi altro non ha votato ? Biasotti. Chi altro ? Civati sta andando a votare. Mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  399   
   Votanti  396   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  141    
    Hanno votato no  255.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Malpezzi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pesco 1.5, limitatamente alla parte ammissibile, con il parere contrario della Commissione e del Governo, il relatore del gruppo Lega Nord e Autonomie si rimette all'Assemblea, con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle, sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ghizzoni, Campana, Spadoni, Bianconi, Cassano, Colonnese, Berlinghieri, Massimiliano Bernini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  376   
   Astenuti   33   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato  110    
    Hanno votato no  266.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Realacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Pag. 44

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Massimiliano Bernini 1.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Signor Presidente, nel corso del mio precedente intervento parlavo di nervosismo del mondo agricolo. Lo dimostrano le manifestazioni che fino a ieri si sono tenute qui davanti, davanti a Montecitorio. Il nervosismo degli agricoltori è causato da questa imposta, che definiscono assolutamente iniqua, iniqua perché colpisce un bene strumentale, perché colpisce la terra, il patrimonio terra. Quindi, è una patrimoniale, ma una patrimoniale al contrario, che colpisce i ceti meno abbienti. Inoltre, si ravvisano anche altri elementi di iniquità: è una tassa che serve solo a trovare il gettito necessario a coprire la «marchetta elettorale» di Renzi ai tempi delle europee, i famosi 80 euro. Quindi, si premia una categoria, i lavoratori dipendenti e gli assimilati, e si colpiscono gli agricoltori, quindi si fa macelleria sociale. Questa cosa non è assolutamente tollerabile, gli agricoltori l'hanno capito e il mondo agricolo l'ha capito, ed è per questo che si ribella a questa imposta. Quindi, qual è l'unica azione corretta, concreta e giusta che potrebbe fare questo Parlamento nei confronti di questo decreto-legge n. 4 del 2015 ? È quella di riportare la situazione a prima del decreto-legge n. 66 del 2014, quindi a prima del decreto ministeriale del novembre del 2014, delle demenziali quote altimetriche: 600 metri, 281 metri sul livello del mare e via discorrendo. Quindi è questa l'unica azione che un Parlamento saggio, che ha a cuore gli interessi degli agricoltori, deve fare. Dobbiamo annullare tutto, dobbiamo annullare questa imposta e dobbiamo ritornare ai criteri almeno del 1993, e poi da lì ripartire per una nuova fiscalità rurale. È questa l'azione che dovrebbero portare avanti un Parlamento saggio ed un Governo saggio. Invece, qui si va in tutt'altra direzione e si colpiscono gli agricoltori, si colpisce l'agricoltura, che produce beni primari, che produce beni per il fabbisogno alimentare della nostra nazione e del nostro popolo. Quindi, io vi chiedo veramente con le mani sul cuore di votare e di appoggiare questo nostro emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cera. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Signor Presidente, io insisterò fino alla fine per dare voce a quelli che poi sul territorio dovranno gestire questa drammatica condizione nella quale voi li mettete, e sono i sindaci. Allora, io mi chiedo: sapete quanti consiglieri comunali nei vari consigli comunali convocati apposta si sono vergognati di aver avuto questo tipo di provvedimento ? Quanti sono i consiglieri che, quasi tutti all'unanimità, hanno in qualche maniera detto chiaramente al Governo, e alla maggioranza soprattutto, che così non si può andare avanti con questo provvedimento ?
  I consigli comunali all'unanimità – e all'unanimità significa il popolo, coloro i quali vanno a votare – hanno detto, sia quelli di maggioranza che di minoranza, che questo provvedimento è tutto da rifare, perché umilia e mortifica la povera gente. Allora, questa condizione va rivista, lo dico al Governo: non si può continuare ad andare a toccare la tasca dei cittadini, soprattutto quelli poveretti che, con difficoltà, tirano avanti nelle campagne di montagna. Questo è il primo vero provvedimento da andare a rivedere, un provvedimento che umilia, mortifica.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Latronico. Ne ha facoltà.

  COSIMO LATRONICO. Presidente, noi, in questi giorni, abbiamo incontrato in molte piazze di tante regioni d'Italia – io l'ho fatto nella mia regione – centinaia di lavoratori della terra, di pensionati, per la gran parte, che mantengono con i terreni un rapporto molto volte non produttivo, ma affettivo, perché la terra, nel sud Pag. 45soprattutto, ha questa implicazione: le persone sono legate alla terra indipendentemente dalla produttività della stessa. Infatti, molte volte questa terra comporta un onere per chi la mantiene, un onere di mantenimento del suolo, e se questo mantenimento non vi sarà...
  Quindi, noi dovremmo riconoscere una funzione sociale ai tanti pensionati che hanno un fazzoletto di terra e che lo tengono in ordine. Parliamo di questione del suolo, di consumo del suolo, di difesa del suolo, di grandi progetti. E, poi, quelli che nello specifico, nel microcosmo, tengono in ordine il suolo, sono tassati. Ma pensate all'abominio di questa misura !
  Il Governo Renzi – perché dobbiamo attribuire la paternità e le responsabilità a chi ce le ha – fa una manovra per detassare una parte del lavoro dipendente e a chi fa pagare l'onere, in parte ? Ai pensionati, a quelli che tengono in ordine i terreni ! Senza questo onere – è bene che si sappia – i terreni diventano frana oppure diventano occasione per incendi d'estate, e quindi con un onere che tutti, poi, apprezziamo in termini di peso sull'erario pubblico.
  Quindi, questa è una norma onerosa per il sistema Italia, oltre che fortemente ingiusta. Dicevo prima della classificazione ISTAT: non è vero che i terreni di montagna sono esclusi ! Sono documentabili tanti comuni che sono assolutamente di montagna e che vengono tassati, con terreni che non producono proprio nulla. Cosa tassiamo, una proprietà che determina ricchezza o una proprietà che ha solo valore morale e affettivo, e che svolge una funzione sociale ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Causi. Ne ha facoltà.

  MARCO CAUSI. Presidente, solo per puntualizzare: ho sentito, nel corso del dibattito, parlare in un modo che ritengo molto superficiale della questione del bonus degli 80 euro. Voglio ricordare che il bonus degli 80 euro, introdotto nel provvedimento di giugno e finanziato per il 3 per cento con la misura di cui discutiamo oggi, è stato ormai reso strutturale e permanente con la legge di stabilità per il 2015.
  E, poi, vorrei ricordare che, nel country report sull'Italia che la Commissione europea ha reso pubblico dieci giorni fa, questa misura è stata pienamente promossa. Mi dispiace che, magari, ci lamentiamo quando leggiamo nei documenti europei delle critiche nei confronti dell'Italia e, invece, non valorizziamo quando nei documenti europei vi è una promozione per i provvedimenti che l'Italia prende.
  Consideri, Presidente, e concludo, che, secondo il country report, grazie al bonus 80 euro, che la Commissione europea afferma essere un tax credit, un sussidio fiscale, una riduzione di tasse, e non un aumento di spesa, grazie agli 80 euro e all'eliminazione della componente costo lavoro IRAP, l'Italia ha, in una botta sola, con la legge di stabilità per il 2015, ridotto di un quarto la differenza media di cuneo fiscale sul costo del lavoro che ha rispetto alla media europea.
  Ma, naturalmente, per le basse retribuzioni – perché il bonus degli 80 euro, come ricordiamo, è destinato alle retribuzioni basse e medio-basse –, e quindi per le retribuzioni mediane intorno ai 20 mila euro, queste due misure hanno totalmente azzerato il cuneo fiscale e contributivo nei confronti della media europea, ripristinando, quindi, una competitività dell'offerta di lavoro italiana con un provvedimento permanente e strutturale.
  Abbiamo già detto – l'ho detto poco fa – come maggioranza che la vicenda dell'IMU sui terreni agricoli, nata nel decreto di giugno, è una vicenda che noi per primi abbiamo ritenuto dovesse essere rivista. Infatti, il Governo l'ha fatto con questo decreto-legge. Non vorrei, però, che ci dimenticassimo che lo sfondo è una consistente misura di riduzione delle tasse, delle imposte sul lavoro, che – ripeto – ha ottenuto la promozione a pieni voti da parte del country report dell'Unione europea.

Pag. 46

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato L'Abbate. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Signor Presidente, voglio ricordare a quest'Aula che la misura degli 80 euro era stata presentata ed annunciata per rilanciare i consumi di circa il 15 per cento. Dati alla mano ci dicono che i consumi sono aumentati solo dello 0,51 per cento. Quindi, molto probabilmente c’è qualche difficoltà nel considerare i numeri e le cifre, tra decimali, unità e decine.
  Ma la cosa su cui volevo soffermarmi è che il Presidente del Consiglio di questo Governo, che si faceva chiamare il sindaco d'Italia, non deve ascoltare noi in merito a questo provvedimento, in quanto opposizione in quest'Aula, ma deve ascoltare i suoi sindaci. Se prima diceva di essere il rappresentante dei sindaci, allora ascolti i suoi sindaci, i sindaci del PD, che fortemente chiedono di eliminare questa tassa ingiusta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cristian Iannuzzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN IANNUZZI. Signor Presidente, intervengo semplicemente per sottoscrivere l'emendamento del collega Massimiliano Bernini.

  FILIPPO GALLINELLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Deputato Gallinella, lei non può intervenire perché è intervenuto sul complesso degli emendamenti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Signor Presidente, intervengo solo per ricordare, tramite la sua persona, al collega Causi che gli 80 euro sono stati annunciati e promessi a questo Parlamento – è uno dei motivi per cui il sottoscritto, come il mio gruppo, ha votato a favore –, annunciando nessuna nuova tassa per finanziare gli 80 euro. Nessuna nuova tassa in quest'Aula da quei banchi, dal Presidente del Consiglio e, invece, puntualmente per finanziare i fumosi 80 euro arrivano le nuove tasse.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Massimiliano Bernini 1.1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Fitzgerald, Colletti, Carfagna, Di Lello, Cassano, Blazina, Colaninno, Rampi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  428   
   Votanti  387   
   Astenuti   41   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato  113    
    Hanno votato no  274.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Palese 1.2 e Franco Bordo 1.3.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Signor Presidente, con questo emendamento noi proponiamo la soppressione totale del regime dell'IMU sui terreni agricoli, coprendo l'onere finanziario con l'aumento dei canoni demaniali per i permessi di prospezione e ricerca e per le concessioni di coltivazione e trivellazione petrolifere e di stoccaggio nella terra ferma, nel mare e nella piattaforma continentale italiana.
  Sostanzialmente vorremmo invertire la rotta di questo Governo che sta facendo il forte con i deboli, cioè il forte con chi Pag. 47lavora la terra, con gli agricoltori, con i contadini, con chi possiede un semplice pascolo, un bosco in collina o in montagna ed è debole, molto debole con le multinazionali che esercitano queste attività nel nostro sottosuolo.
  Pertanto, noi proponiamo di aumentare il permesso di prospezione a 2 mila euro per chilometro quadrato, il permesso di ricerca a 2 mila euro per chilometro quadrato, quello di ricerca in proroga sempre a 2 mila euro per chilometro quadrato, le concessioni di coltivazione a 20 mila euro per chilometro quadrato e la concessione di stoccaggio a 10 mila euro per chilometro quadrato. Questi sono degli aumenti che sarebbero in linea con le concessioni, i costi e gli oneri europei. Chiediamo al Parlamento di sostenere questa proposta che, appunto, prevede anche una forma di equità fra operatori, imprenditori e, contemporaneamente, di abolire definitivamente l'IMU agricola (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato L'Abbate. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Grazie Presidente, solo per comunicare la posizione favorevole su questi identici emendamenti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Latronico. Ne ha facoltà.

  COSIMO LATRONICO. Signor Presidente, naturalmente che sia una tassa ingiusta non è solo perché viene utilizzata e istituita per realizzare in parte una copertura. In altre parole, si fa un'operazione di buono fiscale per i lavoratori dipendenti, che avrà avuto effetti, non avrà avuto effetti, lo vedremo, ma parte di questa copertura la facciamo pagare, a chi ? La facciamo pagare ai più poveri. Quindi, facciamo una giustizia alla rovescia. Questa è la verità.
  Ma, poi, l'implicazione è ancora più grave perché pagano terreni che soffrono, per esempio, in questi momenti nel sud, un'epidemia vegetale. Il Governo, per un verso, nomina un commissario per fronteggiare queste epidemie vegetali e, per l'altro verso, i terreni improduttivi afflitti da un'epidemia devono pagare e non sono esonerati. Pagano i terreni che hanno un vincolo idrogeologico, che hanno problemi di assetto, di tenuta, di mantenimento, con le conseguenze che possiamo immaginare. Pagano i terreni che sono sottoposti a vincoli ambientali. Pensate ai SIN, ai siti di interesse nazionale che andrebbero bonificati. Ebbene, chi ha la ventura di avere un terreno che è così classificato, non solo è improduttivo ai fini agricoli alimentari, ma su di esso deve gravare una tassazione. C’è di più: pagano le regioni dell'Obiettivo 1, cioè le regioni in ritardo di sviluppo, cioè quelle regioni che per un'altra casistica, per regolamento comunitario, per effetto di indicatori economici e sociali, sono ritenute a ritardo di sviluppo, che non dovrebbero pagare, per le quali l'Unione europea mette in campo politiche di coesione. E noi le tassiamo. È contraddittorio o no questo modo di procedere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Cera. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Signor Presidente, continuo a parlare da sindaco. Vorrei dire ai colleghi che, in moltissimi casi, io mi riferisco al Parco nazionale del Gargano. Ma sapete quanti sono i vincoli relativamente ai parchi nazionali ? Quali sono i vincoli, molto spesso restrittivi ? Si dice che sono previsti per tutelare i prodotti di quell'area, di un parco, ma poi che cosa succede ? Ma lo chiedo ai colleghi: voi sapete che i nostri cittadini pagano già le tasse ai consorzi di bonifica montana ? Questi vengono tassati ripetutamente. Ma conoscete gli enti locali ? Li conoscete ? Gestite il territorio ? Conoscete come si gestiscono i comuni ? Riuscite a capire che si pagano anche le tasse sui livelli ? Riusciamo a capirlo o no ?Pag. 48
  Allora, quante volte questi cittadini che sono poveracci, che sono spersi nei boschi per tirare la giornata, noi li dobbiamo tassare, quante volte devono pagare questi cittadini ? Vi prego, dunque, di rivedere una tassa che è iniqua, è cattiva !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Castiello. Ne ha facoltà per un minuto.

  GIUSEPPINA CASTIELLO. Signor Presidente, anch'io per mettere in evidenza come ci troviamo di fronte ad un provvedimento che è una vera e propria vergogna per il mondo agricolo e mi meraviglia il silenzio forte, questa testa abbassata dei parlamentari del PD che si lavano tanto la bocca a favore del mondo agricolo ma poi nei fatti ovviamente fanno il contrario. Questa è un'imposta assurda e vergognosa che va a mettere in ginocchio uno dei settori più importanti e trainanti dell'economia italiana ed, in quest'aula, abbiamo anche varato – lo faremo ancora – un decreto sulla Terra dei fuochi. Provengo da quella realtà e mentre, da un lato, si cerca insieme di risolvere un problema, dall'altro, con questa imposta, andiamo a determinare ancora di più un problema grave perché interessa il mondo agricolo e anche coloro i quali hanno avuto difficoltà nel corso di questi anni a causa proprio del problema della Terra dei fuochi. Pertanto, chiedo uno scatto di orgoglio e di dignità ai parlamentari del PD: è una tassa vergognosa e ingiusta.

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  GIUSEPPINA CASTIELLO. Un provvedimento del genere non può essere approvato e noi saremo fortemente contrari a questa vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Palese 1.2 e Franco Bordo 1.3.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa... Tidei... Murer... Colaninno... Silvia Giordano... Sorial... Bombassei... Marazziti... Tidei... Di Lello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  429   
   Votanti  425   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato  155    
    Hanno votato no  270.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Guidesi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Faenzi 1.8.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Faenzi. Ne ha facoltà.

  MONICA FAENZI. Signor Presidente, colgo l'occasione, dal momento che sono identici, per riferirmi anche ai successivi emendamenti, 1.9 e 1.12 a mia prima firma, che prevedono di fatto l'abolizione tout court dell'IMU agricola, prevedendo coperture diverse. Noi abbiamo tentato di suggerire al Governo di tener conto di coperture alternative a quella dell'imposizione fiscale in parola e mi riferisco, ad esempio, alla razionalizzazione delle spese, alla famosa spending review che poteva essere un'occasione per tagliare le spese eccedenti ma di fatto ha provocato solo il taglio del signor Cottarelli e non ha prodotto naturalmente risultati utili alla causa. La stessa introduzione dei costi standard all'interno del sistema sanitario – la stessa Ministro Lorenzin ha messo in luce come tuttora permangono sprechi importanti in questo settore – avrebbe potuto costituire una valida copertura all'IMU agricola così come la razionalizzazione delle spese dei ministeri. Quindi, in Pag. 49realtà, con la buona volontà e soprattutto con una scelta politica adeguata, si poteva far fronte a quello che si è creato, una vera problematica per il settore del mondo agricolo. Mi pare improbabile che, con un bilancio dello Stato di 800 miliardi, si sia dovuti andare per forza a vessare i poveri agricoltori, a frugare nelle loro tasche, seppur con questo decreto-legge si cerchi di modulare questa spesa che viene in parte ridotta. Rispondendo anche all'onorevole Causi, signor Presidente, non voglio criticare nel merito il provvedimento degli 80 euro. Ben venga l'effetto – su questo però c’è da discutere – benefico o meno che ha prodotto sui consumi.
  Ciò che veramente deve essere contestato è che dare 80 euro ad una certa categoria di italiani per sottrarla all'agricoltura e ad un'altra categoria di italiani è una partita di giro che se, da un lato, produce benefici, sicuramente, non li produrrà a favore degli agricoltori. Infatti, con questa tassazione, andremo veramente a mettere in ginocchio e a costringere molte imprese a chiudere, perché l'elemento della produttività non è stato preso in esame assolutamente, seppur, addirittura nel 2012, si fosse parlato di ciò, di tener conto anche della produttività dei terreni. Infatti, si è creata una situazione incredibile, in cui ci sono comuni che, attraverso categorie, categorizzazioni calate dall'alto, di fatto, non hanno la capacità di produrre reddito e noi le andiamo a tassare con quella che è una patrimoniale pura. È assolutamente inaccettabile una cosa del genere.
  Ma ciò che più mi indigna è il fatto che non sia presente in questo consenso, il Ministro dell'agricoltura (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente). È incredibile che si parli di una tassazione del genere, che va a colpire un settore di cui lui si dovrebbe occupare, e non si sia sentito il grido d'allarme. Altri Ministri hanno combattuto per questo. Io mi chiedo perché il Ministro Martina non sia qui in Aula e non si sia pronunciato, non abbia aiutato, non si sia battuto all'interno del Consiglio dei ministri, come è stato fatto in passato da altri. Perché sarebbe stato fondamentale, l'avremmo apprezzato, come apprezzeremo anche il voto di molti onorevoli del Partito Democratico che, sui territori, quando vengono avvicinati dalle associazioni agricole, continuano a dire che questa è una scelta sbagliata, ma qui continuano a votare contro i nostri emendamenti, che vogliono abolire, vogliono ripristinare uno Stato di giustizia.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MONICA FAENZI. Io mi auguro che veramente un moto di orgoglio li colga e, quando dovranno tornare sui territori e confrontarsi con le associazioni che tanto hanno gridato per l'abolizione di questa tassa, voglio vedere con quale faccia si presenteranno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Gallinella. Ne ha facoltà.

  FILIPPO GALLINELLA. Grazie, Presidente, è chiaro ai colleghi, anche degli altri gruppi, escluso il PD, che noi siamo contro questa tassa che va a colpire gli agricoltori, ma io vorrei intervenire per rispondere, anche tramite lei, al collega Causi: a parte che il Ministro Padoan ha detto che il piano degli 80 euro non ha funzionato – è un suo Ministro, quindi, se lo dice lui, diciamo che questa volta ci fidiamo –, però egli ha detto che l'Europa ha approvato questa manovra. Ma l'Europa ha approvato anche il fiscal compact, il pareggio di bilancio, il vincolismo che ha strozzato diversi Paesi europei. Di cosa stiamo parlando (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Cera. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Grazie, Presidente, vorrei solo ricordare che i comuni sono presenti; i sindaci, con la mia persona, Pag. 50sono presenti: vi stanno dicendo che state sbagliando. Non potete scaricare su di noi, porre in essere provvedimenti iniqui nei confronti dei cittadini.
  Vorrei chiedere: ma l'ANCI è stata ascoltata ? Si tiene in conto ancora che esistono queste forme associative che hanno e devono avere voce in questo Parlamento, oppure si va avanti alla sans façon, alla carlona ? I provvedimenti, se vanno fatti, vanno a favore, vanno incontro alle esigenze dei sindaci, perché i problemi sul territorio sono i nostri. Le vostre sciagurate leggi si riflettono sul territorio e la gente viene da noi a chiederci conto ! E questo è un provvedimento di cui la gente chiede conto ! E, molto spesso, la gente non distingue se c’è un parlamentare o un sindaco: mette subito mano e mette mano a dare legnate, se un provvedimento è iniquo !
  Allora, i sindaci vanno anche tutelati, i sindaci vanno aiutati, non vanno mortificati, non possono essere le trincee dei vostri provvedimenti sciagurati !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Faenzi 1.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie e del MoVimento 5 Stelle.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Gregori, Arlotti, Vitelli, Colonnese, Fico, Ciracì...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  439   
   Votanti  422   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  158    
    Hanno votato no  264.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Faenzi 1.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Busin. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN. Grazie Presidente, vorrei motivare il nostro parere favorevole su questo emendamento, non tanto perché siamo favore dei tagli alla sanità, ovviamente, ma perché in questo emendamento viene ribadito un concetto che per noi è molto importante e che abbiamo portato avanti, fino a questo momento, in modo abbastanza inutile, perché non vediamo i risultati concreti, che è quello dei costi standard. Se deve essere fatta una valutazione per dei tagli, eventualmente, agli enti periferici, questa deve essere fatta sulla base dei costi standard e, quindi, del principio di responsabilità di chi li amministra.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato L'Abbate. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Grazie Presidente, intervengo per preannunziare il nostro voto di astensione su questo emendamento, perché non condividiamo le coperture utilizzate, in quanto si chiede di ridurre il finanziamento al Servizio sanitario nazionale che già, purtroppo, è stato messo in ginocchio anche da questo Governo e, quindi, non vogliamo comportarci come si comporta il Governo Renzi che ad alcuni regala gli 80 euro, togliendoli ad altri, e quindi non vorremmo che l'esenzione dell'IMU ricada poi su altri servizi che vanno sempre ai cittadini. Per questo ci asterremo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Faenzi 1.9.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).Pag. 51
  Gregori, Bolognesi, Colonnese, Gigli, Fitzgerald Nissoli, Pilozzi, Arlotti, Paglia...

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  433   
   Votanti  349   
   Astenuti   84   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato   70    
    Hanno votato no  279.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Fossati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Faenzi 1.12 con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Latronico. Ne ha facoltà.

  COSIMO LATRONICO. Grazie Presidente, dicevamo che è una tassa ingiusta, perché, anche se marginalmente, fa una manovra fiscale, scaricando il costo sui ceti più deboli, sulle realtà socialmente più fragili, sulle realtà territoriali più povere del nostro Paese. Quindi è una manovra doppiamente ingiusta, dal punto di vista fiscale, perché scarica parte del costo sulle realtà meno ricche, e, dal punto di vista territoriale, perché finisce per scaricare il costo su quelle realtà territoriali che avrebbero bisogno di coesione. Ma poi è contraddittoria, lo ha già detto il presidente Capezzone nel suo intervento durante la discussione sulle linee generali: se il Governo ha una delega fiscale, deve provare a costruire un sistema razionale di imposizione e, invece, che fa ? Dà un segnale contraddittorio, perché tassa, non un bene di lusso (si potrebbe anche), ma tassa i poveri. È stato detto, anche da altri colleghi, che questa ci sembra molto simile alla tassa sul macinato, cioè si tassavano i poveri per tentare di sovvenire agli interessi dell'equilibrio della finanza pubblica. Ma su questo versante determina un altro sconcerto, perché la condizione della finanza locale è nota a tutti.
  È nota al Ministero dell'economia e delle finanze quella di molti enti locali che stanno, diciamo, sul crinale del dissesto. Noi con questa operazione aiutiamo il dissesto dei bilanci di molti comuni italiani. Già oggi, essendoci stata una sottrazione di risorse inattesa, sulla base di bilanci che erano già stati costruiti dal punto di vista finanziario, dal punto di vista della disponibilità economica, della liquidità, i comuni sono in affanno, cioè non sono nella condizione di pagare gli stipendi e le spese obbligatorie, tant’è che al Senato si è provato a costruire un fondo diciamo di emergenza per verificare, tra il riscosso e il previsto, come si può intervenire. Ma c’è un problema reale sulla finanza locale che questo provvedimento determina; ora io veramente sono sconcertato come di fronte a queste problematiche non si trovi la maniera per fronteggiare anche le coperture, se è un problema di copertura, e in altre circostanze, quando si è in qualche modo visto e che il provvedimento era ingiusto per tanti effetti negativi che avrebbe determinato sulla finanza locale, sulla situazione economica e sociale, sul mondo agricolo che vive situazioni di difficoltà, si è provveduto. Ora non si vuole provvedere, e questo è davvero un elemento allarmante.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Rosa. Ne ha facoltà.

  MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, io volevo sorvolare sull'aspetto del taglio ai comuni, perché non c’è stato un giovamento in termini di tassazione a livello nazionale e non c’è stato assolutamente un giovamento neanche a livello locale, infatti i comuni alla disperazione devono alzare le tasse e questo è uno dei modi per portare a casa dei soldi; ma questo problema lo abbiamo già affrontato.
  Io volevo ampliare un attimo l'analisi della questione e mi chiedo se tutte queste Pag. 52norme non siano norme preparatorie per il Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti, perché noi abbiamo visto che il jobs act ha tolto diritti ai lavoratori, è andato a toccare i contratti nazionali, ci ha tolto delle certezze che sicuramente sarebbero state degli impedimenti per questo trattato, abbiamo visto lo «sblocca Italia» che ha dato altra libertà, ci dà la libertà in edilizia per esempio, la libertà di essere padroni in casa nostra, cose che diceva la Lega e che adesso sentiamo dire da Renzi con degli spot in televisione, ecco questo è l'ennesimo passo. Allora facciamo in modo che i nostri contadini vendano i terreni, così le grandi multinazionali del biogas poi potranno sfruttarli per i loro interessi. Le grandi multinazionali potranno arrivare e prendere per coltivazioni OGM i nostri terreni, perché i nostri contadini non ce la faranno a stare dietro a queste grandi entità. Iniziamo a riflettere anche su questo, se non ci stiamo preparando per l'invasione e per la svendita del nostro territorio.
  E poi volevo ricordare ai colleghi, anche i colleghi di Globe, che i cambiamenti climatici mettono al centro per il futuro il problema della sovranità e dell'indipendenza alimentare. Allora se noi non aiutiamo i contadini, non aiutiamo l'agricoltura, ma andiamo in questa direzione, sicuramente non stiamo facendo gli interessi né nel paese né del pianeta che deve tutelare l'agricoltura.
  In tutto questo mi chiedo come possiamo conciliare una norma del genere con la legge sullo stop al consumo di suolo e la tutela dei suoli agricoli. Allora stiamo facendo solamente spot come al solito, come è uso fare il Governo Renzi, facciamo vedere delle slide, facciamo delle dichiarazioni, ma poi nei fatti carta canta e rimarranno agli atti queste decisioni. Io credo che sia l'ennesimo caso in cui togliamo i soldi ai poveri, a quelli che lavorano veramente, a quelli che si fanno il mazzo con la terra e che ci assicurano un futuro, e invece li regaliamo come al solito ai grossi potentati; e un esempio sono i regali che stiamo facendo ai Riva con la situazione di Taranto. Allora chiediamoci perché in certe situazioni in cui i potenti si fanno beffe del nostro territorio siamo molto laschi, diamo libertà, diamo libertà di movimento, non puniamo, mentre dall'altra parte invece siamo rigidi con i contadini, con chi lavora la terra. Ricordiamoci che questi sono il nostro futuro, non sono certamente le grandi multinazionali.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato L'Abbate. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Grazie presidente, ho notato il cambio da parte del Governo dal sottosegretario Zanetti al sottosegretario Amici, la cui presenza in Aula mi fa piacere, però avremmo gradito avere il Ministro Martina per sentire almeno una sua parola su questo provvedimento, dato che va a colpire gli agricoltori che fanno capo al suo Ministero.
  Anche se, mi dispiace ammetterlo, abbiamo un Ministro che, anziché dell'agricoltura, è dell'Expo, e quindi, è forse per questo motivo, in realtà, che in questo momento non è in Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Di Battista. Ne ha facoltà, per un minuto.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Presidente, è veramente un palazzo «staccato». Come diceva il collega L'Abbate: il Ministro dell'Expo; siete i Ministri dell'Expo. E oggi, questo palazzo è ovattato, dormiente, in un momento in cui Lupi ancora non si è dimesso, nonostante dei suoi, dei vostri funzionari si siano rubati l'inverosimile. Ladri ! Ladri di quattrini e di futuro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Si parla di mettere una tassa ai contadini, l'IMU agricola, nell'anno, Presidente, dell'Expo, altra opera che avete voluto soltanto voi e gli amici vostri, che ci devono rubare i quattrini nostri. Questa è la Repubblica: piazzano le tasse a contadini, che devono pagare su Pag. 53terreni agricoli, e si rubano l'inverosimile grazie a funzionari e boiardi di Stato che sono più casta di voi ! Questa è la Repubblica italiana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Faenzi 1.12.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese, Gregori, Bolognesi, Palma, Giorgis.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  442   
   Votanti  441   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato  176    
    Hanno votato no  265.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Palese 1.7.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Latronico. Ne ha facoltà.

  COSIMO LATRONICO. Presidente, noi abbiamo sempre manifestato una contrarietà, perché si tratta di una tassazione patrimoniale, ma una contrarietà anche perché, come veniva detto dai colleghi, infierisce contro un mondo, quello agricolo, che vive situazioni di difficoltà, e per il quale, questo Governo, con le sue politiche, non sta mostrando nessuna attenzione, se è vero, com’è vero, che con la legge di stabilità viene aumentato il costo del gasolio agricolo. Quindi, l'attività produttiva del mondo agricolo è ancora più tartassata da imposizioni fiscali. Un mondo agricolo che vive anche le conseguenze delle tempeste sul piano internazionale. Pensiamo quanto costi per le esportazioni la questione delle sanzioni imposte alla Russia; quanto pesi sul comparto agroalimentare questa sanzione in termini di minore reddito, di minore esportazioni. E poi, i nostri agricoltori chiedono solidarietà, che spesso assicuriamo verbalmente; assicuriamo sostegno, attenzione, a gente che vive del sudore della propria fronte sul rischio del proprio lavoro, che lavora. Giorni fa, in un incontro con una comunità di agricoltori ho assistito ad una testimonianza che voglio rendere alla Camera. Due giovani agricoltori che erano emigrati sono tornati perché volevano lavorare la terra dei loro padri e anche perché c'era un sistema incentivante per il primo insediamento e dicevano al prefetto di quella provincia: ma come è possibile che il Governo, per un verso, ci chieda di venire a lavorare e ci dia anche un insediamento, un aiuto, un primo insediamento, una facilitazione a tornare al lavoro dei campi, e poi ci tassi per migliaia e migliaia di euro mettendoci in condizioni di ritornare ? Non sono riflessioni demagogiche o per sollecitare sentimenti, è per segnalare al Governo che c’è una profonda ingiustizia che questo provvedimento sta realizzando.
  E al di là del tempo, del tecnicismo che non consente ai decreti-legge di essere corretti entro certe date, bisognerebbe avere il coraggio, quando c’è una manifesta ingiustizia ed una infondatezza della ratio di questo provvedimento, di rivederlo !

  GIUSEPPE L'ABBATE, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE L'ABBATE, Relatore di minoranza. Signor Presidente, intervengo per cambiare il parere su questo emendamento. Diamo quindi parere favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palese 1.7.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 54

  Ciracì, Prataviera, Arlotti, Segoni, Berlinghieri, Silvia Giordano, Calabria, Bolognesi, Alfreider...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  435   
   Votanti  432   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato  158    
    Hanno votato no  274.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Allasia e Placido hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Girolamo 1.11, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Lattuca, Sorial, Mucci, Silvia Giordano, Tentori, Lauricella, Vaccaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  451   
   Votanti  449   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  180    
    Hanno votato no  269.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pili 1.202, con parere contrario della Commissione, del Governo e dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piras, Ciracì, Segoni, Di Salvo, Scuvera...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  455   
   Votanti  450   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato   35    
    Hanno votato no  415.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Busin 1.200.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Busin. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN. Presidente, questo emendamento vuole proporre l'esenzione totale per tutti i terreni agricoli. Io mi rendo conto che sembra quasi una provocazione, ma ci sembra invece che questo sia un modo per supportare un settore che è primario, di primaria importanza per l'economia nazionale, per la nostra salute anche, e che ha una redditività obiettivamente molto bassa. Noi abbiamo il problema di fronteggiare, di ostacolare in tutti i modi lo spopolamento delle nostre campagne, delle nostre colline, delle nostre montagne, e questo sarebbe un provvedimento che andrebbe nella direzione secondo noi corretta.
  Non dimentichiamo che, parlo di zone del nostro Paese come le province autonome di Trento e Bolzano, come la regione autonoma della Valle d'Aosta, che hanno a cuore l'agricoltura e l'attività e i prodotti che da questa vengono ricavati per i benefici e i ritorni indubbiamente positivi che ci sono per la comunità in generale, hanno esentato totalmente – grazie alla loro autonomia – i terreni agricoli. Ciò a prescindere dal fatto che siano montani, prevalentemente montani o pianeggianti. È un esempio da seguire, ce l'abbiamo in casa, ovviamente lo fanno grazie a un privilegio che dovrebbe essere di tutti, e cioè l'autonomia impositiva, Pag. 55l'autonomia di determinare i propri tributi, almeno quelli relativi al proprio territorio.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 1.200, con il parere contrario di Commissione e Governo e il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pesco, Amoddio, Tripiedi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  443   
   Votanti  442   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato  159    
    Hanno votato no  283.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Catanoso 1.15, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Tancredi, Cesaro Antimo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  441   
   Votanti  439   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  161    
    Hanno votato no  278.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Latronico 1.18, con il parere contrario della Commissione e Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie e con il relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle che si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Salvo, Costantino, Capodicasa, Coppola, Alli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  448   
   Votanti  384   
   Astenuti   64   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato   79    
    Hanno votato no  305.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Faenzi ed altri 1.30.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Busin. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN. Grazie Presidente, oltre a dare parere favorevole a questo emendamento vorrei anche sottoscriverlo perché ribadisce quello che è un principio che ho esposto anche nel mio precedente intervento, un principio federalista, che delega a chi conosce il territorio decisioni che riguardano in modo così pesante e decisivo non solo l'economia ma la cura e la manutenzione di quel territorio. Solo chi conosce perfettamente perché ci vive un determinato territorio, soprattutto quelli montani e collinari, può decidere se un territorio è svantaggiato, se è montano, se è parzialmente montano e tassare e imporre tasse di conseguenza.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Faenzi. Ne ha facoltà.

  MONICA FAENZI. Presidente, con questo emendamento, premesso che non siamo riusciti a far abolire l'IMU agricola, proviamo quanto meno a cominciare un Pag. 56percorso per cambiare i parametri di esclusione dell'IMU e soprattutto i soggetti che la devono imporre. Noi chiediamo, ad esempio, che possa essere la regione l'ente deputato a stabilire questo criterio perché è l'ente più vicino anche ai territori, maggiormente in grado di conoscere le realtà anche orografiche dei territori stessi. È evidente che quelle disarmonie che si sono create tra comune e comune, tra territori che sono simili ma che per ragioni di altimetria magari non pagano ma che da un punto di vista del reddito producono di più, se fosse un ente più vicino al territorio a poter giudicare e classificare i propri territori forse sarebbe più semplice. Tenendo conto, fra l'altro, anche di un elemento che è stato del tutto disatteso nella, purtroppo, dinamica confusionaria che ha caratterizzato l'iter di questo provvedimento, quasi un serial fiscale che si è determinato, ovvero anche della scarsa redditività di quei terreni marginali che si trovano all'interno di zone svantaggiate ma che, però, rientrano invece in quei parametri che inducono ad applicare la tassa medesima.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI (ore 16,20)

  MONICA FAENZI. Per questo noi riteniamo che almeno questo sforzo lo si possa fare, non costa attualmente nessuna risorsa da parte del Governo e potrebbe essere però in futuro un modo per poter operare in maniera più razionale.

  GIUSEPPE ROMELE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE ROMELE. Intervengo per sottoscrivere questo emendamento ma anche tutti gli altri emendamenti dell'onorevole Faenzi.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Faenzi 1.30, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tacconi, Di Lello, Tripiedi....
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  448   
   Votanti  442   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato   81    
    Hanno votato no  361.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pastorelli 1.37, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorelli. Ne ha facoltà.

  ORESTE PASTORELLI. Signora Presidente, onorevoli colleghi, in quest'Aula abbiamo approvato provvedimenti per la prevenzione sul territorio e questo emendamento mira ad esentare dall'imposta coloro che, utilizzando ai fini agricoli il fondo, lo mantengono produttivo e integro scongiurandone il progressivo abbandono e i relativi rischi idrogeologici.
  Rivedere i criteri per l'esenzione da una tale imposta, criteri più aderenti alla realtà e che premiano chi coltiva i fondi a qualsiasi titolo e nel rispetto di precise regole, contribuendo così a preservare il territorio che sappiamo essere fragilissimo. Un terreno coltivato equivale a un territorio presidiato, quindi più sicuro. Tassare questo ultimo ed esentare coloro che, al contrario, tengono in stato di abbandono i propri terreni va contro il buonsenso e contro gli interessi del Paese Pag. 57(Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI)-Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pastorelli 1.37, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza e con il parere contrario della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sgambato, Oliverio, Sorial, Di Lello, Tripiedi, Amendola. Chi altro ? Amendola ha votato. Bene, mi pare che ci siamo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  449   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  166    
    Hanno votato no  283.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Faenzi 1.38, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Russo. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. Grazie, Presidente. Quindi, abbiamo convenuto che trattasi di una tassa ingiusta, perché genera sperequazioni. È incerta nell'esercizio, illogica perché va nella direzione esattamente opposta a quella, viceversa, a cui ci si era orientati e anche anticiclica, perché dovrebbe servire in modo esattamente opposto rispetto alle esigenze di questi tempi. È una tipica tassa distonica, che guarda da una parte, come lo strabico, e rivolge gli occhi dall'altra ed è anche miope, perché guarda a brevissimo: non guarda domani, guarda ad oggi. Penalizza la piccola proprietà contadina mentre tutti, a cominciare dalle esternazioni che sento in Expo, ci si lamenta, in Italia, del nanismo delle nostre aziende agricole ma poi tassiamo ulteriormente la proprietà contadina, la proprietà agricola. Ma qui, immagino, viene fuori il mai sopito riflesso, se volete culturale, se volete condizionato, se volete ideologico, nei confronti della proprietà, assunta come male assoluto.
  Dovremmo alimentare un circuito virtuoso, fatto di opportunità, fatto di possibilità e, invece, ci troviamo, nel mentre si va affrontando in Commissione la norma sul consumo del suolo, al cospetto di un'ulteriore penalità, che ovviamente va a tutto danno di quel consumo del suolo che in altri modi vorremmo che si evitasse.
  Noi proponiamo, nella incertezza che mi pare si sia celebrata in questi mesi, di ritornare allo status quo ante e, cioè, di ritornare a quella circolare ministeriale del 1993, che consente, nelle difficoltà, perlomeno di avere delle certezze.
  Non aggraviamo, non costruiamo ulteriori pasticci a quelli che già abbiamo visto celebrati dal Governo in questi mesi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Latronico. Ne ha facoltà.

  COSIMO LATRONICO. Presidente, io credo che questo tema, quello di una fiscalità che aiuti il grande tema della difesa del suolo, non vada sottovalutato. Noi sappiamo che l'emergenza della finanza pubblica non consentirà, nonostante il proclama che spesso si fa, di varare un grande piano di assetto di difesa del suolo. Mancano le risorse.
  Però, noi poi rinunciamo ad una, diciamo, modalità sussidiaria. Chi sono i custodi del territorio, senza oneri per lo Stato ? Sono quelli che lavorano i campi, che li tengono in ordine. Chi ha praticato i campi sa che i veri custodi del campo e del territorio sono i contadini. E noi facciamo di tutto, in questa prospettiva di fiscalità sussidiaria, per tassarli.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 58
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Faenzi 1.38, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con i pareri favorevoli dei due relatori di minoranza, sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vignaroli, Grillo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  446   
   Votanti  444   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato  167    
    Hanno votato no  277.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Grillo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Faenzi 1.40, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con i pareri favorevoli dei due relatori di minoranza, sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Faenzi. Ne ha facoltà.

  MONICA FAENZI. Grazie Presidente, con questo emendamento, in maniera forse anche provocatoria, noi proviamo a far fare un ragionamento all'Aula. Non ci basiamo più sulla classificazione oggettiva dei vari territori: montani, non montani, parzialmente montani, collinari, svantaggiati, facendo riferimento alla circolare del 1993, facendo riferimento alla classificazione dell'ISTAT del 1992. Abbandoniamo tutto questo e rivolgiamoci direttamente ai lavoratori, a coloro che lavorano la terra, per cui diciamo: eliminiamo l'IMU e sgraviamo dall'IMU tutti coloro che svolgono l'attività di coltivatore diretto o imprenditore agricolo, che siano iscritti alla previdenza sociale e che, quindi, posseggano e conducano il fondo e per questo siano legittimati, perché svolgono lavoro anche a beneficio della collettività, ad essere sottratti dall'applicazione di tale tassa iniqua, e dimentichiamoci di tutto il resto. Rispetto a questo vi invito a votare a favore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Faenzi 1.40.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ciracì, Simone Valente, Cardinale, Spadoni, Fitzgerald Nissoli, D'Alessandro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  451   
   Votanti  450   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  226   
    Hanno votato  170    
    Hanno votato no  280.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Franco Bordo 1.39, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo Lega Nord e Autonomie, con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo MoVimento 5 Stelle, sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole il deputato Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Grazie Presidente, per la parola, intervengo brevemente. Il Governo su questa questione dei comuni montani ha veramente fatto una grande confusione e sta facendo ancora una grande confusione, ha anche rimediato – direi – una brutta figura, cercando di scaricare sull'ISTAT la responsabilità delle Pag. 59sue definizioni un po’ velleitarie, un po’ inventate nel testo di legge, tant’è che l'ISTAT è dovuta anche uscire con delle dichiarazioni pubbliche, che hanno precisato che non era responsabilità dell'Istituto tale definizione, come prevista dalla legge e dal decreto stesso.
  Noi cerchiamo di mettere un po’ di chiarezza, di dare una mano al Governo a fare un po’ di chiarezza su questo aspetto, e anche un po’ di equità, ovviamente, chiedendo, con questo emendamento, che si faccia ricorso alla definizione della legge sulle comunità montane per l'individuazione dei terreni esenti. Ovviamente, noi siamo sempre prioritariamente contrari all'applicazione dell'IMU come tassa sulla terra, però chiediamo di applicare questo dispositivo, quello previsto dalla legge n. 97 del 1994, per individuare i terreni esenti.

  FILIPPO BUSIN, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN, Relatore di minoranza. Presidente, solo per cambiare il parere da contrario a favorevole.

  PRESIDENTE. D'accordo, quindi il parere è favorevole anche per il relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Franco Bordo 1.39, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mannino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  452   
   Votanti  442   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  222   
    Hanno votato  156    
    Hanno votato no  286.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pastorelli 1.41, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Molteni, Garavini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  449   
   Votanti  440   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  221   
    Hanno votato  164    
    Hanno votato no  276.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato De Rosa ha segnalato che non è riuscito a votare a favore).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Faenzi 1.42, sul quale vi è il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e il parere favorevole dei due relatori di minoranza. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Faenzi. Ne ha facoltà.

  MONICA FAENZI. Grazie, Presidente. Con questo emendamento si intende apportare delle modifiche all'articolo 1 del decreto, che è il fulcro centrale, poi, del provvedimento, cercando di far saltare la classifica dei cosiddetti comuni non montani, che, di fatto, vengono colpiti in linea generale dall'applicazione della sanzione.Pag. 60
  Per cui, si chiede di assimilare la definizione dei comuni montani a quelli parzialmente montani, e quindi prevedere un'esenzione tout court, di far diventare parzialmente esenti i comuni, invece, non montani, attraverso l'introduzione delle limitazioni previste dal decreto medesimo, ovvero a favore dei coltivatori diretti e degli IAP, e di prevedere anche una serie di spostamenti e di proroghe per quanto riguarda le date di pagamento della sanzione dell'IMU medesima.
  Chiederemo questo spostamento e questa proroga. Le date sono state, lo sapete, spostate molte volte; peraltro, questo sarebbe in linea anche con il pronunciamento del TAR nel merito, che dovrebbe arrivare a giugno. Quindi, chiediamo di spostare dal 10 febbraio al 30 giugno il pagamento dell'IMU e di consentire anche – perché, ahimè, accadrà anche questo, che coloro che non pagheranno l'IMU in tempo saranno anche chiamati a pagare interessi e sanzioni – a questi ultimi di pagare gli interessi e le sanzioni, anziché il 31 marzo, come stabilisce il decreto medesimo, il 30 settembre.
  Ci sembra una richiesta di buon senso che può naturalmente attenuare gli effetti negativi del provvedimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cera. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Sul tema sollevato dalla collega volevo dire che molti consigli comunali hanno già deliberato di allontanare la data, la scadenza a tempi più lontani, per consentire anche al TAR Lazio di potersi pronunziare sul problema dell'IMU.
  Pertanto, io credo che se diamo questo aiuto – perché, oramai sul territorio questo problema c’è: quasi tutti i comuni hanno deliberato di scadenzare in tempi più lontani il pagamento – facciamo qualcosa di interessante e serio rispetto ad un problema che, da sindaco, continuo a dire essere assolutamente iniquo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. L'emendamento della collega Faenzi è un emendamento assolutamente ragionevole, molto semplice. Non riusciamo a capire come non possa essere condiviso anche dai deputati della maggioranza, che, in queste settimane e in questi mesi, si sono prodigati sui territori anche nelle manifestazioni degli agricoltori, in incontri presso le prefetture, anche rassicurando che ci sarebbe stata una modifica almeno nei tempi di pagamento.
  Noi chiediamo di avere un minimo di coerenza e di accogliere l'emendamento, che tra l'altro non è di Sinistra Ecologia Libertà, ma che viene da noi condiviso.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Faenzi 1.42.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Lavagno, Malisani, Tidei, Gelmini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  456   
   Votanti  455   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  228   
    Hanno votato  172    
    Hanno votato no  283.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Mannino ha segnalato che non è riuscita a votare a favore).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Busin 1.44, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (bilancio) e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Busin. Ne ha facoltà.

Pag. 61

  FILIPPO BUSIN. Due parole per spiegare un attimo questo emendamento, che prevede l'esenzione anche per i comuni parzialmente montani nel caso in cui il terreno agricolo in questione sia dato in affitto da un locatore che non sia appartenente alla categoria dei coltivatori diretti o degli imprenditori agricoli prevalenti. Questo perché si rischia di disincentivare l'affitto dei terreni magari a un giovane che vuole dedicarsi a questa attività, che ha bisogno di attirare nuove forze, nuove intelligenze e nuove energia. Si rischia di renderlo meno appetibile perché gravato da un'imposta che è assolutamente poco attinente a questo tipo di attività. Quindi, si chiede l'estensione anche ai locatori che non siano coltivatori diretti o imprenditori agricoli prevalenti dell'esenzione dal pagamento dell'IMU agricola.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 1.44, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  454   
   Votanti  452   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  227   
    Hanno votato  171    
    Hanno votato no  281.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 1.46, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dell'Aringa, Alli, Di Lello, Chimienti, Malpezzi, Garavini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  461   
   Votanti  459   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  230   
    Hanno votato  174    
    Hanno votato no  285.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Ricordo che sono stati ritirati o non segnalati i due successivi emendamenti. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Di Lello 1.50 e Faenzi 1.51, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Russo. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. Presidente, questa è la logica dei divieti, dei vincoli, dei limiti, delle decurtazioni. Niente a che vedere con una sana iniziativa che poteva essere un'iniziativa proprio di natura fiscale, tributaria, che potesse, cioè, alimentare un circuito virtuoso teso a rendere il valore terra come centrale non soltanto dal punto di vista produttivo in senso stretto, cosa questa che già poteva essere un elemento straordinariamente rilevante. Ma questa iniziativa poteva rappresentare un elemento di centralità sul piano etico, cioè sul valore che l'agricoltura ha nel nostro sistema sociale, nelle nostre articolazioni. In altre parole, voler in qualche modo premiare senza penalizzazioni, senza decurtazioni, senza divieti, senza mille balzelli, senza azioni proditorie. Insomma, provare a promuovere un'iniziativa positiva ed attiva, considerato anche che una delle questioni che viene sempre posta rispetto alle nostre aziende agricole è la scarsa patrimonializzazione. E quella scarsa patrimonializzazione incide significativamente sulle prospettive di crescita di quelle aziende che non trovano nella proprietà Pag. 62quella leva necessaria per far fronte alle sfide dei mercati di carattere nazionale e di carattere internazionale.
  E allora in questo modo non solo noi deprimiamo in modo diretto l'azione di quell'azienda ma sottraiamo a quell'azienda anche le leve necessarie per una prospettiva di sviluppo. Come sempre si sottrae agli agricoltori, si sottrae ai territori, non si dà certezza ai comuni. Mi domando: ho provato a fare una raccolta – devo dire con qualche difficoltà perché la messe è copiosa – delle dichiarazioni dei colleghi di ogni parte, soprattutto della maggioranza, centinaia di dichiarazioni, come le volete singole e a pacchetti, prese di posizione, assicurazioni e riassicurazioni, promesse, volontà differite e chi più ne ha più ne metta, ognuno ha espresso un giudizio critico sulla norma e certo su una prospettiva che dovesse essere tutt'altra e allora, perdonatemi, se hanno un senso queste dichiarazioni fatte in giro per l'Italia, se hanno una ragione questi appelli fatti al Governo da ogni parte, se ha un senso il fatto che numerosi colleghi si sono espressi con giudizi straordinariamente critici nei confronti di questo balzello, perché non pensare di dare una mano e cominciare a mettere un primo pezzo per consentire la provvista di 15 milioni di euro mediante riduzione dello stanziamento del Fondo speciale per consentire così che questa iniqua tassa diventi un balzello del ricordo ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cera. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Intervengo per segnalare ancora una bruttura che questo provvedimento provocherà. Molti comuni sono alle prese con la sdemanializzazione di terreni gravati da uso civico: sono quei terreni che faticosamente i comuni chiedono ai cittadini di voler regolarizzare. Grazie a questo provvedimento tanta gente che era intenzionata a pagare il livello e, quindi, a diventare proprietario di terreni acquisiti in tanti anni di lavoro su quei terreni, si troverà nelle condizioni di dover rinunziare alla sdemanializzazione e perciò i comuni aggiungeranno danno a danno. Cerchiamo dunque di riflettere perché un provvedimento di questo tipo non concertato con i comuni e con l'ANCI provoca moltissimi danni agli enti locali. Mi chiedo per ultimo: ma che cosa ha fatto lo Stato per i terreni agricoli di montagna se continuano ad esserci pericoli per i canali e le uniche cose presenti sul territorio montano di quella fattura sono i vari terrazzamenti che con sudore e fatica tanti nostri coltivatori hanno fatto negli anni, nei secoli, nel tempo che è passato ? Allora lo Stato chiede a questa gente, visto e considerato che lo Stato è sempre assente nei millenni. Riconsiderino dunque gli uomini di Governo, il Governo presente di rivedere questo disegno di legge. Sicuramente si deve migliorare, non può stare così.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato L'Abbate. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Grazie Presidente, dato che non abbiamo il piacere di avere in aula, qui con noi, il Ministro Martina, ci piacerebbe almeno ascoltare le parole dei colleghi del PD della Commissione Agricoltura che almeno si pronuncino in quest'aula e abbiano il coraggio di difendere questo scellerato decreto-legge del Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) anche perché negli incontri con le associazioni di categoria si sono dimostrati un po’ contrari a questo decreto-legge. Allora abbiano il coraggio di dirlo qui adesso in aula e di votar contro, pure di difenderlo dato che poi devono anche ritornare nei propri territori a difendere questa misura che va contro i nostri agricoltori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Latronico. Ne ha facoltà.

  COSIMO LATRONICO. Signora Presidente, questa tassa non è difesa da nessuno: Pag. 63è un'imposta che dovranno subire migliaia di agricoltori; migliaia di consigli comunali si troveranno in difficoltà, perché, alla fine dell'anno c’è stata una sottrazione di risorse senza che i comuni abbiano potuto, ovviamente, contrastare; c’è il rischio di mancata riscossione, perché in molti non pagheranno. Quindi, è una tassazione che si mette in silenzio: nessuno vuole questa tassa e nessuno la difende.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  COSIMO LATRONICO. È una vicenda veramente molto strana. Signora Presidente, noi siamo stati in migliaia di piazze italiane e tanti colleghi della maggioranza hanno pubblicamente espresso il loro dissenso sulla natura di questa imposizione. Un libero Parlamento, oggi, ha la possibilità di cambiare quello che il Governo ha fatto, contravvenendo a regole di giustizia sociale e di giustizia fiscale.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Di Lello 1.50 e Faenzi 1.51.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grassi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  450   
   Votanti  449   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato  174    
    Hanno votato no  275.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto favorevole).

  Colleghi, abbiamo ben due scuole nelle nostre tribune. Saluto gli studenti dell'Istituto di istruzione superiore «De Marco-Valzani» di Brindisi e gli studenti dell'Istituto tecnico economico «Leonardo Da Vinci» di Santa Maria Capua Vetere, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Un benvenuto ai ragazzi e agli insegnanti.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Parentela 1.52, sul quale vi è il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Parentela. Ne ha facoltà.

  PAOLO PARENTELA. Grazie. Presidente, come è stato più volte detto in quest'Aula, i parametri contenuti in questo decreto, oltre che essere iniqui, incostituzionali, eccetera, non tengono conto della complessità del territorio e, soprattutto, trascurano la funzione essenziale – ripeto, essenziale – degli agricoltori nella tutela a presidio del suolo e a beneficio, quindi, della collettività.
  Noi, con questo emendamento, vogliamo evitare la desertificazione delle aree interne o, meglio, esentiamo quei terreni ubicati in quelle aree interne particolarmente depresse e soggette a particolari condizioni – condizioni di degrado, ovviamente –, anche a causa di dissesto idrogeologico. Noi dobbiamo ricordarci che il nostro Paese detiene il primato in Europa per quanto riguarda la questione del dissesto idrogeologico: sono colpiti più di 6 mila comuni, parliamo di quasi l'82 per cento del totale dei comuni italiani.
  Allora noi, con questo emendamento, chiediamo, quindi, una riclassificazione più equa, più giusta e, soprattutto, più credibile. Noi sosteniamo questo emendamento, auspichiamo che l'Aula voti favorevolmente e lo spera anche l'Associazione nazionale dei piccoli comuni d'Italia, che chiedeva con forza di sostenere anche questa proposta per limitare i danni di questa inutile tassa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 64
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Parentela 1.52.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Binetti, Brandolin...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  438   
   Votanti  436   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  165    
    Hanno votato no  271.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Massimiliano Bernini 1.53, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei due relatori di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Signora Presidente, onorevoli colleghi, il MoVimento 5 Stelle è convinto che quello dell'IMU sui terreni agricoli sia un balzello ingiusto e dannoso, in quanto ingiusti e dannosi sono i criteri con i quali l'IMU verrà calcolata. Basare un'imposta su dati ISTAT del 1952 è, agli occhi di tutti, un frettoloso quanto cinico procedimento per racimolare a tutti i costi una determinata cifra che serve al Governo per coprire parte della marchetta elettorale del Presidente del Consiglio alle ultime elezioni europee.
  Grazie alla meccanizzazione del comparto agricolo lavorare oggi in una zona montana, infatti, non comporta più gli stessi oneri che erano alla base della ratio con la quale fu redatta la stessa tabella ISTAT del 1952. Benché rimangano comunque delle oggettive difficoltà dovute alla acclività dei terreni, pensiamo ad esempio ai terrazzamenti siciliani, oppure alle Cinque Terre, tuttavia la meccanizzazione ha fatto dei passi in avanti, quindi, le difficoltà rimangono, ma sono state di molto, in qualche modo, ridotte. A ciò va aggiunto che, a differenza dei prodotti più coltivati nei comuni non montani, tipo il grano che è venduto dai produttori a un prezzo che riesce a stento a coprire le spese di produzione, in molti territori montani è possibile coltivare prodotti di eccellenza che riescono a mantenere un prezzo di vendita al mercato di tutto rispetto; pensiamo ai prodotti di qualità DOP, IGP, STG, che tra l'altro sono venduti anche all'estero e riconosciuti con il secondo brand più importante del mondo, dopo la Coca Cola, che è il made in Italy.
  Senza nulla togliere a chi ha saputo, in questi anni, valorizzare un prodotto e che, grazie a ciò, ne ricava un guadagno, affermare oggi che un comune è svantaggiato in confronto ad un altro solo sulla base dell'altimetria è una falsità della quale qualcuno dovrà prendersi la propria responsabilità e soprattutto dovrà assumersi la responsabilità delle conseguenze che ci saranno.
  Con questo emendamento, pur restando fortemente convinto che l'IMU sui terreni agricoli vada abolita e che la terra non vada tassata, cerchiamo di tentare di rendere il provvedimento un po’ più equo. Quindi, la ratio dell'emendamento è quella di riconoscere ad un comune parzialmente montano, il cui perimetro confinale è esclusivamente e interamente con comuni totalmente montani, l'esenzione di cui questi ultimi godono.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Massimiliano Bernini 1.53.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Adornato, Massimiliano Bernini, Baruffi, Tartaglia...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 65
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  432   
   Votanti  430   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato  165    
    Hanno votato no  265.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Grillo ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Busin 1.55, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo, il parere favorevole dei relatori di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Busin. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN. Grazie Presidente, c’è una legge, che non è tanto remota, anzi è di questo Governo, di un esponente illustre di questo Governo, del Ministro Delrio, che aveva fatto una classificazione di province totalmente montane, e tra queste province c'erano quelle di Sondrio, Belluno e Verbano-Cusio-Ossola. Peccato che, a Belluno, ci sia un comune, Puos d'Alpago, che è considerato parzialmente montano. Io invito il Governo ad andare a visitare questo comune e rendersi conto di quanto poco aderente alla realtà sia questa classificazione. A Verbano-Cusio-Ossola, addirittura, sono tre i comuni in tale situazione, di cui uno totalmente pianeggiante. Allora, mettetevi un attimo d'accordo: se queste sono province totalmente montane, è giusto che l'esenzione sia totale per tutti i comuni che rientrano in queste province. Questo per ribadire ancora una volta come certe classificazioni, se fatte a Roma, lontano dalle realtà che vogliono disciplinare, sono totalmente discriminatorie e artefatte e non hanno niente di aderente alla realtà. Questi sono provvedimenti, classificazioni, che vanno fatti con chi amministra i territori, con chi conosce i territori, con le amministrazioni periferiche. Se continuiamo con questa mentalità biecamente centralista continueremo a perpetrare questi errori grossolani.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Latronico. Ne ha facoltà.

  COSIMO LATRONICO. Presidente, questo emendamento riporta di nuovo la discussione su un tema che è assolutamente dirimente, cioè, l'esenzione, che è tutta costruita sulla classificazione ISTAT. Nella realtà, la classificazione ISTAT tra comuni montani, parzialmente montani e comuni non montani non determina la redditività delle aree. Ci sono terreni di marina che sono salmastri e che non hanno alcuna produttività, mentre ci sono terreni di montagna che, invece, hanno assoluta produttività. Noi determiniamo una tassazione che, da questo punto di vista, accresce gli squilibri e la sua sostanziale e strutturale ingiustizia anche nella distribuzione di un carico fiscale che, in natura, è un carico ingiusto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghi. Ne ha facoltà.

  ENRICO BORGHI. Grazie, signor Presidente.

  PRESIDENTE. Signora Presidente (Commenti – Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà).

  ENRICO BORGHI. Chiedo scusa. Grazie, signora Presidente. Quello che è giusto è giusto. Posso, signora Presidente ?

  PRESIDENTE. Prego, deputato.

  ENRICO BORGHI. Grazie. Intervengo esclusivamente per rilevare, attraverso la sua persona, un elemento di chiarezza, per quanto riguarda il riferimento alla provincia di Verbano-Cusio-Ossola, che è stata citata da un collega e che si ritrova esattamente, dal punto di vista di questa Pag. 66classificazione ISTAT, secondo la legge n. 991 del 1952, in una posizione del tutto analoga alla provincia di Belluno, avendo un comune escluso ai sensi della classificazione montana ed essendo il capoluogo, come è noto, escluso per la norma della legge n. 142 del 1990. Ma il tema va riferito ed allargato ad una questione più complessa, nel senso che la responsabilità e l'attribuzione della casistica di montanità ai fini della normativa successiva alla legge n. 97 del 1994 è di competenza della regione. Nel caso di specie, la regione Piemonte proprio ieri ha emanato un disegno di legge in Giunta che sarà convertito entro questa settimana e che riconosce, ai sensi della «legge Delrio», l'intera montanità della provincia di Verbano-Cusio-Ossola. Il tema specifico si riferisce al fatto che in materia fiscale lo Stato ha ritenuto di dover attribuire la caratteristica di montanità ad una propria norma, che è stata inserita nel corpus giuridico nel 1952 e congelata nel 1990, il che non preclude, anzi consente alle regioni, di poter esplicare la loro prerogativa ai sensi delle successive modificazioni di legge. Grazie, signora Presidente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 1.55.
  Sgambato, Capua, Romanini, Petrenga, Da Villa, Gebhard, Bossa, Leva, Rizzo...
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  439   
   Votanti  438   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  163    
    Hanno votato no  275.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 1.58, con il parere contrario della Commissione e del Governo, il parere favorevole dei relatori di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi, D'Arienzo, Ciracì, Portas, Fiano, Longo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  436   
   Votanti  435   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato  163    
    Hanno votato no  272.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pagano 1.60, con il parere contrario della Commissione e del Governo, il parere favorevole dei relatori di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pagano. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO PAGANO. Presidente, intervengo solo velocemente per una riflessione, e cioè che l'emendamento che è stato proposto è assolutamente di buonsenso; e mi rendo conto che dopo il parere contrario del relatore ovviamente tutta la vita si complica, però io penso di dare un contributo soprattutto con riferimento a quelle che possono essere le iniziative prese successivamente, anticipate anche all'ordine del giorno.
  Ricordo solo per una questione di chiarimento, che l'emendamento mira ad esentare quando si hanno tre caratteristiche: un indice di spopolamento superiore al 50 per cento, un'altitudine all'incirca di 600 metri, e poi un reddito pro capite più basso rispetto a quello dell'ISEE di 6 mila euro annui. Tengo a precisare che tutto questo non è banale: coincide con i territori Pag. 67più degradati, quelli che sono a rischio spopolamento, e che poi generano le alluvioni, le frane, i rischi idrogeologici, che comportano spese inenarrabili da parte del bilancio dello Stato e dei bilanci regionali. Per cui incassare quattro euro per poi avere rivolgimenti negativi nel modo che ho appena spiegato, non è cosa di poco conto. Mi auguro che il Governo, che in questo momento non vedo presente, stia attento soprattutto con riferimento all'ordine del giorno che, preannuncio, presenterò; e nel dire questo, ritiro l'emendamento, per evitare anche difficoltà di vario genere.

  PRESIDENTE. Quindi lo ritira. Siamo all'emendamento Faenzi 1.68 con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e favorevole dei relatori di minoranza...

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Signora Presidente, facciamo nostro l'emendamento Pagano 1.60. Quindi, il gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente sottoscrive l'emendamento Pagano 1.60 (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Sta bene. Se lo fate vostro, lo poniamo in votazione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Latronico. Ne ha facoltà.

  COSIMO LATRONICO. Signora Presidente, il collega Pagano, anche se poi con un approfondimento ha ritenuto di porre il tema e ritirare l'emendamento, pone però una questione seria che non può sfuggire alla condizione di molte regioni che godono di provvedimenti dell'Unione europea per provare a risolvere le condizioni di arretramento e di sviluppo che esse vivono. Quindi, piuttosto che tenere, a base di un imponibile fiscale, una classificazione contraddittoria – come quella dell'ISTAT, che classifica tra comuni montani, non montani, comuni marini, bisognerebbe tener conto di regolamenti comunitari che stabiliscono – sulla base di una serie di indicatori economici e sociali, e tra quelli economici non c’è solo la ricchezza ma c’è lo spopolamento, c’è l'emigrazione – una classificazione tra comuni, tra regione. Questo emendamento, più o meno, va in questa direzione, vale a dire: proviamo a costruire, se proprio vogliamo tenere questa ingiusta tassazione, un'area di esenzione per le aree sottoposte a una serie di condizioni di negatività che riguardano la produzione del reddito, lo spopolamento, le condizioni territoriali e costruiamo, quindi, una maglia più appropriata di imposizione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pagano 1.60, fatto proprio dal gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capodicasa, Colaninno, Monchiero, Giachetti, D'Agostino, Fanucci, Mognato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  444   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato  181    
    Hanno votato no  263.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Faenzi 1.68 sul quale vi è il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Russo. Ne ha facoltà.

Pag. 68

  PAOLO RUSSO. Presidente, perché tanta pervicacia ? Perché tanta azione, così violenta, nei confronti degli agricoltori del nostro Paese ? Escludo che l'assenza del Ministro sia ascrivibile ad un suo desiderio di distinguersi in una vicenda, devo dire, non particolarmente commendevole.
  Mi pare piuttosto un atteggiamento di pudicizia nel non voler mettere la faccia in una vicenda che rimarrà nelle pagine della storia politica agricola di questo Paese come, devo dire, rimase nella pagina quella che la collega De Girolamo, Ministro dell'agricoltura, seppe scrivere quando impedì esattamente ciò che oggi stiamo consentendo. Mi pare una pagina non particolarmente nobile nell'anno dell'Expo 2015 nutrire il pianeta così, mi pare piuttosto che andiamo modificando anche il tema: tassare il pianeta se è possibile e tassarlo di più dalla parte degli agricoltori, affamare quegli agricoltori che offrono una prospettiva di sviluppo, di qualità, di identità dei territori e provare a mettere dietro le spalle qualche risorsa in più nel disperato tentativo di tamponare questioni che nulla hanno a che vedere con l'agricoltura del nostro Paese. E perché ora ? Perché proprio quando le aziende agricole soffrono della crisi congiunturale di carattere internazionale ? Perché proprio ora quando le aziende agricole hanno pagato lautamente talune inefficienze e incapacità di dialogo anche sul piano internazionale continuiamo a fare le guerre con gli agricoltori del nostro Paese, tartassandoli e sottraendo loro mercati, mercati che mai più riusciranno a ritrovare nella forza che prima viceversa avevano. Per questa ragione suggeriamo atti di resipiscenza, suggeriamo ulteriori elementi tesi a far venire la ragione a ognuno in modo tale da ridurre questa condizione iniqua e consentire ai nostri agricoltori di avere quella legittima speranza che pure meritano soprattutto per il lavoro quotidiano (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Presidente, io ascolto volentieri i miei colleghi ma da nessuno ho sentito dire il punto fondamentale di questa faccenda: non è che il Governo Renzi sia cattivo con gli agricoltori, il Governo Renzi, che è la logica continuazione del Governo Monti e del Governo Letta, vuole uccidere gli agricoltori, vuole uccidere quel tipo di economia, vuole uccidere quel tipo di cultura perché devono venire gli americani a comprare i vini più importanti, i francesi a comprare le catene alimentari più importanti, perché qui si vuole una società compatta che faccia industria anche nell'agricoltura e tutta questa gente rompe molto ma molto le scatole con il suo attaccamento affettivo all'economia della terra e quindi bisogna mandarli fuori con le cattive, cioè mettendogli le tasse, come succedeva nel Medioevo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Faenzi 1.68, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei relatori di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Ghizzoni, Sibilia, Invernizzi, Grimoldi, Monaco, Cera...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  431   
   Votanti  430   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  216   
    Hanno votato  170    
    Hanno votato no  260.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Faenzi 1.66, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Pag. 69Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Russo. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. Presidente, le due agricolture che vengono a confronto. Quella che si prospetta da questa tassazione e quella che, viceversa, sentiamo declinata in ogni altra parte, dai medesimi colleghi parlamentari.
  Che ragione ha, che ragione ha una tassazione del genere nella valutazione di distintività della nostra agricoltura ? Che valore ha una tassazione del genere nella specificità che si chiede alla qualità dei nostri prodotti, alla qualità del modello che si rappresenta ? Che senso ha una tassazione del genere quando si pretende da quelle aziende agricole, da quell'agricoltura, un'unicità rappresentata dalla straordinaria potenza evocativa di un prodotto ? Che senso ha una tassazione del genere quando, viceversa, dovrebbe rivolgersi all'eccellenza la nostra agricoltura e non alla depressione dell'eccellenza ? Ma che senso ha un'IMU del genere quando, viceversa, chiediamo a quelle medesime aziende di investire sul fronte dell'innovazione, sul fronte della ricerca, sul fronte della multifunzionalità ?
  Sono tutte ragioni distoniche, che non ci consentono di comprendere perché siamo al cospetto di due questioni, una narrata qui e male e l'altra narrata tra le aziende agricole e che costringe ognuno dei colleghi a doversi in qualche modo difendersi rispetto alle cose che poi fa in quest'Aula. Perché non ora ? Perché non approvare uno di questi emendamenti che frena questo disagio ? Perché non provare ora a rallentare la corsa contro le aziende agricole del nostro Paese ? Perché pensare di investire risorse per l'internazionalizzazione delle nostre imprese e parimenti spezzare le gambe a quelle medesime imprese, che non avrebbero nessuna possibilità di patrimonializzare la prospettiva di investimenti e, quindi, essere ridotti in una condizione di straordinario nanismo ?
  Per questa ragione proviamo a suggerirvi un ulteriore elemento di riflessione. Pensiamo che sia utile che questa riflessione sia fatta qui e che a questa riflessione ci sia una risposta, una risposta, se volete anche critica, ma una risposta che renda ragione delle ragioni degli agricoltori del nostro Paese ma, soprattutto, che renda ragione della prospettiva di sviluppo del nostro Paese, che non è solo una prospettiva di sviluppo di carattere economico ma è anche una prospettiva identitaria del nostro Paese. A quella prospettiva identitaria noi possiamo rispondere soltanto votando favorevolmente sul prossimo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato L'Abbate. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Grazie, Presidente. Provo a dare una risposta alle questioni sollevate dal collega Russo. Evidentemente il Ministro Martina preferisce condividere i salotti televisivi con McDonald (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) anziché difendere i nostri imprenditori agricoli. Quindi, forse è questo il modello di agricoltura e di impresa che intende il nostro Ministro dell'Expo.
  Vorrei anche ribadire un'altra cosa. Siete andati, il Governo è andato piangendo in ginocchio dalle migliori imprese agricole del nostro Paese per farle partecipare all'Expo di Milano, perché nessuno voleva partecipare visti gli enormi costi e la dilagante corruzione che c’è.
  Allora, adesso questo Expo fatelo senza agricoltori, perché non vi meritate la loro presenza, non vi meritate la loro partecipazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gallinella. Ne ha facoltà.

  FILIPPO GALLINELLA. Grazie Presidente, come sapete, noi abbiamo presentato emendamenti per andare, anche nello specifico, ad aiutare quei terreni che sono stati colpiti da fitopatie. Io mi auguro che Pag. 70Renzi sia l'ultima fitopatia che colpisce l'agricoltura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Perché qui gli agricoltori si sono svegliati, sono venuti qui davanti, c’è stata una rivolta popolare, perché purtroppo si colpiscono sempre i più deboli. Noi non possiamo accettare questo tipo di atteggiamento da parte del Governo. Noi ci proviamo, combatteremo oggi, combatteremo domani e credo che anche nelle prossime settimane qui in piazza torneranno gli agricoltori. Magari qualcuno porterà anche qualche trattore, così il Governo capirà quanto è faticoso e duro lavorare la terra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Faenzi 1.66, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palma, Marazziti, Pili, Fauttilli, Civati, Grassi, Invernizzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  423   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  161    
    Hanno votato no  262.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Giovanna Sanna ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Catanoso 1.74, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei due relatori di minoranza, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Catanoso. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO CATANOSO GENOESE detto BASILIO CATANOSO. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, come si è ben capito, noi siamo del tutto contrari alla pazzia che sottintende alla volontà di tassare i terreni agricoli, perché ci sembra di capire che sotto questo c’è, oltre ad una strumentale lotta di classe, la volontà di azzerare il reddito dell'agricoltura italiana. Il terreno per l'agricoltura è un mezzo di produzione – l'hanno detto molti colleghi e lo voglio qui ripetere – ma in questo emendamento noi chiediamo di riflettere su una vicenda che è sotto gli occhi di tutti. L'agricoltura italiana è fatta di tante aziende – è stato detto anche questo – alcune anche piccole, che sono tutte portate ad essere in concorrenza, così ci dice anche l'Unione europea. A questo punto, la riflessione che faccio è: una persona che non è un coltivatore diretto o non è un imprenditore agricolo professionale, ma è un imprenditore agricolo così come previsto dall'articolo 2135 del nostro codice civile, cosa dovrebbe fare ? Non è più nella possibilità di fare l'agricoltore con le stesse possibilità degli altri ? Vi faccio un esempio, solo per farvi riflettere: un agricoltore che lascia in eredità a due figli, uno che lavora – non lo so – al catasto o al comune e l'altro che fa il libero professionista, non è più in grado, non può essere più titolare di un'azienda agricola ? Perché quell'azienda agricola, quindi un'impresa agricola a tutti gli effetti, deve essere tassata diversamente rispetto a quella che, invece, è un'azienda agricola di chi svolge professionalmente quell'attività ? Come comprende bene è una follia ulteriore ed è per questo che noi chiediamo di votare a favore di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 71Catanoso 1.74, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole dei due relatori di minoranza, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese, Milanato, Grillo, Falcone, Elvira Savino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  412   
   Votanti  411   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  152    
    Hanno votato no  259.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Sberna ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Massimiliano Bernini 1.69, sul quale vi è il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Grazie, signora Presidente. Con il nostro emendamento si intende precisare che l'esenzione dall'imposta municipale propria si applica anche ai terreni agricoli posseduti e condotti, oltre che dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali, anche dagli imprenditori agricoli di cui all'articolo 2135 del codice civile. Quindi, la ratio del nostro emendamento è quella di ampliare il più possibile la platea dei soggetti esentati dal pagamento dell'IMU sui terreni agricoli.
  Ma qual è la ragione di questo emendamento ? Guardate, colleghi, che di agricoltura non vivono soltanto gli agricoltori, i coltivatori diretti o gli IAP, gli imprenditori agricoli professionali, ma vivono di agricoltura anche i pensionati che, non avendo la possibilità di acquistare la verdura, magari se la coltivano nell'orto davanti casa, si coltivano gli ortaggi nel fondo che gli è stato lasciato dai loro genitori. E questo accade molto di frequente, soprattutto nelle aree rurali italiane.
  Altri soggetti che vivono di agricoltura sono, per esempio, gli agricoltori che rientrano nella definizione di agricoltura contadina. Insomma, per tutti questi soggetti, l'agricoltura, la terra, diventa, in qualche modo, un ammortizzatore sociale. Ripeto, non potendo andare tutti i giorni a comprare verdura o ortaggi, se li coltivano davanti casa, soprattutto nelle aree rurali.
  Quindi, che cosa si sta facendo ? Qual è l'altra aberrazione dell'IMU sui terreni agricoli ? È che si sta tassando, di fatto, un ammortizzatore sociale. Bene, cosa diremo noi, adesso, ai poveri agricoltori, ai cittadini, ai pensionati che si coltivano il pezzetto di terra davanti casa ? Di andare a mangiare da McDonald's, magari in qualche padiglione dell'Expo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato L'Abbate. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Grazie, Presidente. Veramente faccio difficoltà a capire come si possa non votare questo emendamento. Bisognerebbe dare un premio a quei pensionati, a quelle persone che di mestiere non sono coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali, ma che si prendono cura del proprio terreno, e quindi del territorio. E, invece di premiarli, noi andiamo a tassarli ! Allora, provate a vivere voi con 500 euro di pensione al mese e poi andare a tassare questa povera gente, che cerca di arrotondare lo stipendio per arrivare a fine mese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

Pag. 72

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cera. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Grazie, Presidente. Volevo dire che, purtroppo, queste aree solitamente sono frequentate...

  PRESIDENTE. Vi è un disturbo sul suo microfono, se magari vuole provare l'altro.

  ANGELO CERA. Grazie, Presidente. Volevo dire che solitamente queste aree montane sono coltivate da gente anziana, perché i giovani vanno via, sono andati via. La gente che ha sempre lavorato negli orti, nei boschi, è gente che ha vissuto una vita. Oggi, con questo provvedimento, diciamo a tanti anziani: andate a morire in città, morite nelle piccole case.
  Sparite dalla terra e consegnate i vostri orti, le vostre terre così coltivate nel tempo agli abigeatori, a coloro i quali diventeranno un'altra volta i possessori assoluti del territorio montano, a quella gente che non ha mai pagato nulla e a quella gente che diventerà padrona del territorio. Ritorneremo agli anni bui degli anni Quaranta, quando l'abigeato dalle nostre parti era una cosa veramente seria, che lo Stato ha saputo combattere. Con questo provvedimento oggi spingiamo un'altra volta a riavere questo fenomeno sul territorio.
  Pertanto, stiamo attenti a quello che facciamo. I provvedimenti devono essere ragionati con il sale in zucca, non devono essere provvedimenti buttati giusto per fare cassa e non servire a niente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ruocco. Ne ha facoltà.

  CARLA RUOCCO. Grazie Presidente. Io approfitto della presenza del sottosegretario Zanetti per ricordare un principio costituzionale che dovrebbe essere molto chiaro. L'articolo 53 della Costituzione parla appunto di capacità contributiva. In questo caso non è che si va soltanto a non rispettare la Costituzione, in questo caso si sta facendo esattamente il contrario. In questo caso stiamo colpendo gli indicatori di povertà. La Costituzione dice di colpire laddove c’è maggiore ricchezza. Ormai il nostro sistema fiscale, completamente sballato, va a colpire il disagio e la povertà dei cittadini. Quindi, magari se qualche spiegazione viene data a questo Parlamento e a tutti i cittadini, sarebbe molto opportuna, per vedere proprio dove vuole arrivare questo Governo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Latronico. Ne ha facoltà.

  COSIMO LATRONICO. Signora Presidente, io credo che il Parlamento, mentre valuta questo provvedimento, dovrebbe porsi delle domande e naturalmente non sulle lettere morte delle norme che scriviamo, ma sul confronto vivo con la gente che paga queste norme.
  Io credo che chi di voi sta sul territorio e parla con le persone – credo che il Ministro, il suo rappresentante e il Governo abbiano rapporti dalle prefetture d'Italia – sa che c’è una tensione sociale vera, non fittizia. Le persone sono arrabbiate e minacciano di non pagare questa imposta. E il Governo in qualche modo è consapevole di questo rischio che ci sarà una percentuale altissima di mancata riscossione, perché le persone non possono pagare. Tant’è che nel passaggio, nella lettura del Senato si è previsto un fondo per provare a sovvenire alla mancata riscossione e, quindi, a ristorare gli enti locali di questa mancata riscossione.
  Ma se così è, ci dobbiamo porre una domanda. Questa tassazione è grave perché tassa il patrimonio e non dovrebbe essere così. È una patrimoniale vera e propria. Ma è ancora più grave, perché, se guardiamo la fisionomia sociale delle persone colpite, queste assumono l'identità – ed io vi prego di allargare lo sguardo nelle vostre esperienze territoriali – di pensionati e di pensionate, che ti presentano il libretto dell'INPS per dire: «Ma con questa pensione posso pagare la tassazione su un bene che ho ereditato da mio marito, da mio figlio ?».Pag. 73
  Oppure, ancora, si tratta di emigrati che mantengono il rapporto con la loro regione, con la loro terra per ragioni affettive, non per ragioni produttive. Questa è una tassa sulla povertà e sulla emigrazione. Vi sembra una tassa socialmente sostenibile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) ?

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Massimiliano Bernini 1.69.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  441   
   Votanti  437   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato  166    
    Hanno votato no  271.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Le deputate Terzoni e Pellegrino hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rostellato 1.71, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Polverini, Gasparini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  437   
   Votanti  435   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato  163    
    Hanno votato no  272.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita a votare a favore).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Faenzi 1.63, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare la deputata Faenzi. Ne ha facoltà.

  MONICA FAENZI. Presidente, questo emendamento lo ritiriamo.

  PRESIDENTE. D'accordo. Passiamo alla votazione dell'emendamento Zaccagnini 1.65.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccagnini 1.65, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Ciracì, Bonaccorsi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  447   
   Votanti  445   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  223   
    Hanno votato  171    
    Hanno votato no  274.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita a votare a favore e la deputata Giovanna Sanna ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Pag. 74

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Catanoso 1.78, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Catanoso. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO CATANOSO GENOESE detto BASILIO CATANOSO. Onorevole Presidente, è sempre la stessa ratio che ci ha portato a presentare questo emendamento e, cioè, il problema degli imprenditori agricoli. Ripeto che l'agricoltura italiana non è fatta soltanto di persone che vivono esclusivamente del lavoro agricolo. Ci sono imprese, grandi e piccole, che fanno agricoltura pur essendo nella condizione di essere di proprietà di persone che sono dipendenti pubblici oppure che sono professionisti che hanno altre attività. Rovinare queste aziende con una tassazione iniqua di questo tipo vuol dire licenziare anche una serie di persone che le reggono. Molte persone proprietarie di queste aziende hanno a dirigerle del personale qualificato, hanno degli operai, hanno comunque un assetto aziendale che mette nelle condizioni di reggere appunto la stessa azienda agricola. Quello che succederà sarà la desertificazione del territorio.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Catanoso 1.78.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Vecchio, Colonnese, Lenzi, Lavagno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  436   
   Votanti  434   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato  171    
    Hanno votato no  263.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita a votare a favore. La deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita a votare contro).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Gagnarli 1.76, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gagnarli. Ne ha facoltà.

  CHIARA GAGNARLI. Grazie Presidente, questo emendamento, come l'emendamento precedente, va ad estendere la platea di chi dovrebbe essere esentato dal pagamento dell'IMU. Come ricordato più volte, l'IMU non va ad incidere solo sulle tasche di chi ha un'impresa e, quindi, fa agricoltura in maniera professionale ma va ad incidere anche sulle tasche di chi non ha reddito dai propri terreni ma lo fa o per manutenzione del territorio o per produzione familiare. Quindi l'IMU non mortifica soltanto gli agricoltori che già ricevono un reddito e che con difficoltà riusciranno a pagare questa tassa ma mortifica anche chi lo fa per passione, per tradizione di famiglia, per mantenere un terreno vicino a casa. Come detto più volte, è una tassa veramente iniqua che colpisce tutti e in maniera non soltanto ingiusta ma in maniera non controllata in quanto i criteri di esenzione da più parti sono stati ritenuti ingiusti e non connessi alla realtà e a quella che è la situazione agricola in Italia. Per questo chiediamo di aumentare la platea di chi verrà esentato dal pagamento di questa tassa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Pag. 75

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gagnarli 1.76.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fusilli... Pini Giuditta... Vitelli... Fossati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  441   
   Votanti  439   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  220   
    Hanno votato  168    
    Hanno votato no  271.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito a votare contro).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sandra Savino 1.80, con il parere contrario della Commissione, del Governo, della V Commissione (Bilancio) e il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Savino. Ne ha facoltà.

  SANDRA SAVINO. Con questo emendamento vorrei porre all'attenzione del Governo e dell'Aula un problema che probabilmente è stato del tutto accantonato ed è quello che riguarda i vincoli imposti ai proprietari e ai conduttori di terreni che sono ricompresi nella Rete Natura 2000. Mi riferisco ai siti di importanza comunitaria ZPS e ai terreni ricompresi nei piani di bacino ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006. Ora i proprietari di questi terreni hanno grossi vincoli sulla scelta di coltura e quindi di economia dei loro terreni e, inoltre, sopra questo vincolo molto pesante c’è anche l'obbligatorietà del pagamento dell'IMU. Quindi questo è un tema che, secondo noi, non va sottovalutato e andrebbe posto rimedio proprio a questo problema. Vorrei inoltre sottolineare il discorso che riguarda l'atteggiamento del Governo rispetto a questo provvedimento che non tiene minimamente in considerazione il gravissimo problema dello spopolamento della montagna. Hanno voglia i governatori di queste regioni, delle regioni italiane di convocare di continuo gli stati generali della montagna per porre rimedio a quello che è uno dei problemi maggiormente sentiti dai nostri territori cioè quello dello spopolamento della montagna.
  Anche in questo caso, come di prassi, questo Governo con una mano dà e con una mano toglie. Quindi, anche qui, rilevo, senza tema di smentita, che la strategia è del tutto assente e che, in questo caso, vengono penalizzate quelle zone che dovrebbero, invece, essere supportate in tutti i modi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gallinella. Ne ha facoltà.

  FILIPPO GALLINELLA. Grazie, Presidente, come ha detto la collega, queste zone sono già sottoposte a vincoli particolari per il loro uso e, quindi, diciamo che hanno per il bene ambientale anche una limitata attività produttiva, quindi, reddito minore, attenzioni più importanti per lavorare in certe condizioni, e il Governo le tassa pesantemente.
  Voglio intervenire su questo per aggiungere una questione. Questo emendamento comprende anche quei terreni che rientrano in «Natura 2000». Questo Governo, tra l'altro, su queste zone di interesse comunitario e su «Natura 2000» farà passare il super-gasdotto Snam, con una fascia di pertinenza di circa 40 metri. Ora, io vorrei sapere: andate a tassare quei 40 metri per tutta la lunghezza dell'Italia, invece che rompere le scatole agli agricoltori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sandra Savino 1.80.Pag. 76
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ciracì, D'Agostino, Fanucci, Fregolent. Forse c’è bisogno del tecnico per la deputata Fregolent. Chi altro ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  434   
   Votanti  432   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato  170    
    Hanno votato no  262.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Galgano ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Colleghi, vi sono oggi altre due scuole. Saluto gli studenti della Scuola media «E. Fermi» di Scandicci e l'Istituto tecnico professionale «Alessandro Volta» di Nicosia, in provincia di Enna, che è qui, peraltro, per una giornata di formazione, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Benvenuti !
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Lello 1.86, sul quale vi è il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Lello 1.86.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Gregori, Tidei, Ciracì, Da Villa, Grillo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  439   
   Votanti  429   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato  163    
    Hanno votato no  266.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Grillo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo all'emendamento di Faenzi 1.88, sul quale vi è il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Faenzi. Ne ha facoltà.

  MONICA FAENZI. Grazie, Presidente, leggo con meraviglia – è una notizia apparsa poco fa – dell'intenzione di alcuni miei colleghi della Commissione agricoltura di voler istituire, all'indomani della votazione di questo provvedimento, un tavolo di concertazione con le associazioni sindacali agricole proprio sul tema dell'IMU agricola. Io dico loro: ma quale tavolo di concertazione migliore e più rappresentativo dell'Italia intera è il Parlamento ? Allora, concertiamoli qui alcuni emendamenti, senza dover attendere di approvare il provvedimento ed imporre la tassa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Ad esempio, chiedo loro di sgravare dell'IMU almeno quelle aree geografiche svantaggiate, quei comuni svantaggiati di cui, peraltro, c’è un elenco del Ministero dello sviluppo economico che fu redatto nel 2008 e che riguarda proprio quelle aree che sono soggette ad aiuti di Stato. Ebbene, almeno per quelle aree, facciamo questa concertazione, oggi pomeriggio, e accordiamoci per togliere l'IMU, senza dover attendere, in una sorta, a mio parere, di captatio benevolentiae, la fine del provvedimento, per poi richiamare all'ordine le associazioni agricole, magari raccontare loro qualche altra possibilità futura di sgravio, per ritrovarsi, poi, magari ad ingannarle, quando ci sarà bisogno Pag. 77degli 80 euro che hanno fatto comodo ai consumi, ma tanto bene anche alle elezioni europee del nostro Premier Renzi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cera. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Grazie Presidente, è uno strano modo di andare avanti: dobbiamo concertare domani qualcosa su cui si provvede oggi, dobbiamo concertare domani per provvedere a rimettere a posto i guai che facciamo oggi. Ebbene, se il meccanismo è quello di una reminiscenza degli errori che noi facciamo, e ne facciamo in abbondanza, si deve intervenire prima e si deve avere il coraggio di dire che le cose non vanno quando non vanno. Allora, io insisto e continuo a essere voce di quei sindaci d'Italia che vi hanno detto, da parte di cento, mille consigli comunali, che, all'unanimità, si è votato contro questa legge. Volete prendere atto che voi andate contro le comunità amministrate, quella gente che ci vota, che ci fa venire qui ? Allora, prendiamo atto di questa condizione e non ritorniamo a parlare di correggere gli errori che noi, lo ripeto, noi facciamo in abbondanza in questa Assemblea.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

  FILIBERTO ZARATTI. Signora Presidente, signor rappresentante del Governo, credo che sia motivo di grande imbarazzo per i colleghi della maggioranza dover votare una legge tanto iniqua. Iniqua non soltanto perché va a colpire uno dei comparti più difficili, in crisi del nostro Paese, ma perché contrasta palesemente con tante affermazioni fatte anche dal Presidente del Consiglio che ha indicato proprio nella possibilità di sviluppare il comparto agricolo, il prodotto tipico, il prodotto nazionale come uno dei canali della ripresa economica del nostro Paese.
  A fronte di queste dichiarazioni, più volte ripetute in quest'Aula, noi abbiamo, invece, l'ennesima tassazione che, per quanto iniqua, si avvicina a quella vecchia tassa che era la tassa sul macinato che va a colpire, appunto, la parte più debole del nostro territorio, che va a colpire, anche, quella parte più sana, cioè quegli imprenditori che continuano a lavorare la terra, che vogliono creare un prodotto, che vogliono lavorare sulla qualità, che vogliono competere a livello nazionale. Quando si va in giro, gli unici prodotti che riusciamo ancora a esportare sono quelli legati alla qualità, quella qualità che viene prodotta in gran parte dall'agricoltura, nel nostro Paese. Allora, se non è questa la strada che deve portarci alla ripresa, qual è ?
  Certo, puntare alla ripresa, aumentando ancora di più la tassazione, tassando i territori agricoli che, in gran parte, sono, appunto, legati a questo ragionamento che noi vediamo come momento di ripresa dal punto di vista economico, penso sia veramente vergognoso e sia un problema di grande imbarazzo, credo, per tanti colleghi e colleghe della maggioranza che devono votare questo provvedimento. Penso che ci voglia il coraggio di cambiare e di evitare questo ennesimo insulto ai nostri concittadini.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Latronico. Ne ha facoltà.

  COSIMO LATRONICO. Signora Presidente, questo emendamento va nella direzione di esimere le aree territoriali che sono state individuate da un apposito Regolamento comunitario e da un successivo decreto del Ministero dello sviluppo economico.
  Si tratta di aree ammesse agli aiuti di Stato a finalità regionale; quindi aree che hanno un ritardo di sviluppo ed indicatori di svantaggio. Noi abbiamo proposto di esentare almeno queste aree. L'occasione dell'intervento, però, mi fa fare un'altra riflessione. Io spero che il Governo ne possa tenere conto, non so in che misura.
  Questa tassazione segnala obiettivamente l'assenza di una strategia, salvo che sia una toppa, come si suol dire, di copertura. Pag. 78Ma si può trattare così un comparto decisivo come quello agricolo che vive le problematiche di cui abbiamo parlato che interessa migliaia di lavoratori e lo si utilizzi strumentalmente per una misura di copertura ? Manca una strategia, nel campo produttivo, nel campo agricolo, manca una strategia nella materia, ancora più larga e delicata, dell'assetto del suolo. Possiamo tassare gli ultimi custodi dei territori e poi invocare piani straordinari – presidente Realacci – per la difesa del suolo nel nostro Paese ?

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Faenzi 1.88.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marazziti, Gitti, Duranti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  439   
   Votanti  434   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato  162    
    Hanno votato no  272.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Latronico 1.89 e Di Lello 1.90, con parere contrario di Commissione e Governo, favorevole dei due relatori di minoranza e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Adornato, Gigli, Giuliani, Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  430   
   Votanti  427   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato  167    
    Hanno votato no  260.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Carnevali ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Un'altra scuola, l'Istituto comprensivo statale «Santa Croce» di Sapri, in provincia di Salerno (Applausi). Ben arrivati.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Faenzi 1.94, con parere contrario di Commissione, Governo e V Commissione (Bilancio), favorevole dei due relatori di minoranza. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Faenzi. Ne ha facoltà.

  MONICA FAENZI. Grazie Presidente, innanzitutto voglio dire che la Commissione agricoltura su questo provvedimento si è limitata ad esprimere un parere consultivo. Nonostante la richiesta fatta dal gruppo di Forza Italia, all'interno della stessa, di riunirsi in sede referente e, quindi, avere in qualche modo più capacità di conoscere e di incidere sugli emendamenti, questa possibilità non ci è stata accordata e, quindi, come detto, ci siamo limitati a dare un parere consultivo e a rimetterci alla Commissione finanze in ordine agli emendamenti.
  Ora, molto spesso ci vengono forniti i numeri dei comuni che sono esentati dal pagamento dell'IMU; io vi voglio dire, invece, quanti sono i comuni che pagheranno l'IMU, perché, su 8.047 comuni, 3.936 pagheranno l'IMU integralmente. E, tra questi 3.936 comuni, ahimè, ci sono anche tutti quelli che, nel corso nel tempo, hanno subito avversità atmosferiche, calamità naturali, inondazioni (il vento, che ha spirato a circa 160 chilometri orari, come pochi giorni fa, ha prodotto, ma è ancora una stima, solo in Toscana 14 milioni di euro di danni) e che saranno chiamati di nuovo a pagare l'IMU. Di richieste in tal senso, di esenzione, non solo dell'IMU ma di tutta la tassazione concorrente concernente l'agricoltura ne abbiamo avanzate Pag. 79veramente tante, non è una novità di oggi. Non è che oggi facciamo questa richiesta in quest'Aula. Ci siamo, anche nel corso degli anni, prodigati perché fossero detassati almeno quei territori. Oggi, con questo provvedimento, che troviamo del tutto discriminatorio, ci ritroviamo a vedere quei territori non solo colpiti dalle avversità atmosferiche e per i quali è stato anche dichiarato lo stato di calamità naturale e di emergenza, ma anche vessati con un'ulteriore tassazione, che li metterà definitivamente in ginocchio. Complimenti !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Grazie Presidente, chiedo se, da parte della maggioranza e da parte del Partito più importante della maggioranza, il Partito Democratico, si ritiene davvero di voler aprire un tavolo di concertazione, per una sorta di mediazione anche rispetto al percorso che è stato fatto, che, come abbiamo visto, è tutto complicato, perché non è partito bene, perché ha avuto dei passi falsi e perché abbiamo e avete – insisto – amministratori comunali e sindaci che sono nettamente contrari a questo provvedimento; avete organizzazioni di categoria che si esprimono in modo nettamente contrario e che si sentono presi in giro. Allora, c’è la volontà di un tavolo di concertazione ? Bene, va presa al volo, e il tavolo si apre ora, subito, non domani. E non prima faccio il provvedimento, metto le tasse e poi ne riparlo, perché, altrimenti, sa di presa in giro, e penso che ci sia bisogno di tutto meno che di prendere in giro in questo momento i nostri sindaci e gli imprenditori agricoli, che già sono sottoposti a uno stress di sostenibilità delle proprie aziende elevato. Per cui, un tavolo di concertazione vuol dire chiudere il provvedimento. È un provvedimento iniquo, ingiusto, ne prendiamo atto. Lo riscriviamo insieme ? Noi ci stiamo. Si fa subito, però. Si archivia questo provvedimento, lo si lascia decadere e se ne riscrive un altro; il Governo ce lo propone, lo valutiamo davvero, come Parlamento, in sede decisionale e non soltanto come votificio per respingere tutti gli emendamenti, che rappresentano soltanto la voce dei territori. Se c’è questa volontà, Sinistra Ecologia Libertà è disponibile, altrimenti, scusatemi, il tavolo di concertazione è una presa in giro (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato L'Abbate. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Presidente, perché il Governo e la maggioranza PD non reintroducono la tassa sui fichi, dell'epoca di Masaniello, e la tassa sul macinato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Potrebbero rifare questo, dato che vogliono colpire quei territori che hanno subito dei danni da calamità naturale. Qui parliamo di alluvioni, parliamo di gente che non ha possibilità di coltivare !
  Ma perché non va il Premier Renzi a riscuotere questa tassa, anziché mandare avanti i sindaci ? Provi lui, dato che va sempre a far le passerelle; dopo i disastri nei vari territori, si va a far bello, a prometter soldi a destra e a manca ! Perché non va lui, adesso a riscuotere questi soldi da quegli agricoltori che non riescono a far reddito da anni, non per colpa loro, perché non sono bravi a fare imprese, ma perché hanno subito un disastro naturale ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Latronico. Ne ha facoltà.

  COSIMO LATRONICO. Signor Presidente, intervengo per completare un ragionamento. Noi abbiamo non solo posto il tema dell'ingiustizia di questa imposizione, per tanti profili: perché interferisce con l'autonomia dei comuni, perché crea uno squilibrio sui bilanci comunali, perché determina un impatto sociale grave sui territori più depressi e sulle fasce sociali più deboli; ma abbiamo anche suggerito al Pag. 80Governo che, se si ha bisogno di copertura per fare le politiche fiscali, ci solo altre misure. Non ci sono i poveri: ci sono anche quelli che magari potrebbero far fronte !

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  COSIMO LATRONICO. E considerato che, con lo sblocca-Italia, abbiamo riformato i titoli concessori da dieci a trent'anni per le concessioni minerarie, abbiamo anche suggerito che bastava ritoccare per un po’ le concessioni minerarie. I titolari delle concessioni minerarie hanno potuto godere di un prolungamento dell'autorizzazione, concludo, Presidente, e avrebbero potuto sovvenire in parte a questa necessità.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Faenzi 1.94.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Segoni, Fabbri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  429   
   Votanti  425   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato  156    
    Hanno votato no  269.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Lello 1.92, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) ed il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Verini, Vecchio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  421   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato  159    
    Hanno votato no  262.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  FILIPPO GALLINELLA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FILIPPO GALLINELLA. Signor Presidente, nelle agenzie di stampa si legge che la maggioranza PD vuole fare un tavolo di concertazione.
  Io propongo, ecco, di sospendere l'Aula e di fare adesso il tavolo di concertazione per questo decreto. Io faccio questa proposta e vediamo l'Aula che cosa vuole fare. Ci mettiamo un attimo e vediamo come risolvere questo problema perché viene dalla maggioranza, io ho solo recepito questa informazione, ho trovato il coraggio di dirla perché la maggioranza tace. Solo per questo, ecco, e propongo questa cosa all'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  GIAN LUIGI GIGLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, vorrei intervenire solo per una piccola precisazione di carattere storico. È stata poc'anzi evocata la tassa sul macinato attribuendola all'epoca di Masaniello. Mi sia consentito semplicemente dire che non c'entra assolutamente nulla. La tassa sul macinato fu messa in Italia dal Governo Menabrea, se non ricordo male, dopo il 1860, ovviamente dopo l'unità d'Italia; fu rincarata, se non vado errato altrettanto, dal Ministero Lanza, da Marco Minghetti, da Quintino Sella e fu tra le cause non ultime della caduta della Destra Storica, per essere poi gradualmente abolita dai Governi Depretis. Pag. 81Quindi, tanto per rivendicare l'onore di Masaniello, che non c'entra assolutamente nulla (Applausi dei deputati dei gruppi Per l'Italia-Centro Democratico e Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Mi giunge la segnalazione del gruppo MoVimento 5 Stelle che quella del deputato Gallinella era una richiesta formale di fare una interruzione. Allora, prima di procedere vorrei dare la parola al relatore Fragomeli per un parere sulla proposta dei colleghi del gruppo MoVimento 5 Stelle di fare una sospensione in merito a quanto evidenziato dal deputato Gallinella. Prego relatore.

  GIAN MARIO FRAGOMELI, Relatore per la maggioranza. Come abbiamo ribadito anche precedentemente, siamo contrari a qualsiasi tipo di interruzione. La discussione verrà poi riproposta, anche quella del tavolo di concertazione, con l'approvazione degli ordini del giorno. Quindi, quello sarà il momento in cui cercheremo di accogliere le proposte che sono stata anche richiamate.

  PRESIDENTE. Sta bene. Deputato Gallinella mi pare che questa ipotesi non sia stata accolta dal relatore per la maggioranza. Lei chiede di votarla ? Però mi deve circostanziare la richiesta, precisando per quanto tempo chiede di sospendere l'Aula, così abbiamo dei dettagli e possiamo metterla in votazione.

  FILIPPO GALLINELLA. Presidente, il discorso era: dalla maggioranza veniva la richiesta di fare un tavolo di concertazione. Io credo che, visto che si parla di IMU durante questo decreto e ancora ci sono emendamenti che possono in qualche modo ridurre questo onere per tutti quanti è inutile farlo per gli ordini del giorno. Lo facciamo durante, ci mettiamo un attimo con il Comitato dei nove che si ferma un attimo, un'oretta, decide quali sono quegli emendamenti che alleggeriscono questa tassa. Il tavolo di concertazione è anche questo perché, dopo rivedremo, ci fermiamo il tempo necessario...

  PRESIDENTE. Adesso, senza entrare nel merito, deputato Gallinella, se lei mi dice di quanto tempo vuole questa sospensione.

  FILIPPO GALLINELLA. Penso che un'ora sia sufficiente.

  PRESIDENTE. Bene, quindi lei chiede una sospensione di un'ora.

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Presidente, io credo che su questo decreto la Camera sta facendo un buon lavoro e questo grazie al contributo di maggioranza e opposizione. I temi che sono stati toccati anche dai colleghi dell'opposizione nei loro interventi hanno grande dignità e rappresentano punti veri di sofferenza. Si sa però, perché questo è stato detto e mi sembra ipocrita non ribadirlo, che per questo decreto c’è una necessità di approvarlo così perché la scadenza del provvedimento è ravvicinata se, altrimenti dovremmo tornare al Senato senza poterlo convertire in tempo utile.
  La proposta, l'idea adesso non so chi l'ha lanciata, il collega Gallinella ha fatto riferimento a un lancio di agenzia che non ho visto; io invece recupererei il senso del dibattito che c’è stato e che continua ad esserci in queste ore in questa sede per raccomandare al Governo – e lo faremo anche nei modi opportuni degli ordini del giorno – che prenda a tesoro le osservazioni che sono venute da tutti i colleghi per intervenire con compiutezza in un prossimo provvedimento ed affrontare in maniera determinata questo punto.
  Quindi io chiederei veramente al collega Gallinella di ritirare la proposta di sospensione della seduta per consentire che i lavori vadano avanti e riconfermare l'impegno del Partito Democratico a lavorare anche con il suo gruppo, anche con le opposizioni sul punto specifico in un prossimo provvedimento, perché mi sembra che stia a cuore a tutti affrontare nel merito le questioni e risolverle davvero.

Pag. 82

  PRESIDENTE. Quindi il deputato Rosato ha fatto una dichiarazione contro la sospensione, noi avevamo l'iscrizione a parlare del deputato Franco Bordo, che credo sia a favore. Quindi gli do la parola e poi la do a Gallinella.

  FRANCO BORDO. Presidente, la proposta è assolutamente sensata e motivata. Se davvero vogliamo trovare un luogo, un momento di riflessione lo facciamo veramente anche in un tempo limitato, signora Presidente, un'ora è sufficiente; si può capire se alcuni emendamenti basterebbero anche per lanciare un segnale concreto al mondo dell'agricoltore oggi, adesso, perché chiudendo in questo momento, nel senso di procedere verso l'approvazione con questa chiusura, a mio avviso non si creerebbero le condizioni anche serene per aprire un tavolo di confronto e concertazione. Invece, spostando il confronto soltanto sugli ordini del giorno vorrebbe dire soltanto un impegno molto scritto sull'acqua e chi si è visto si è visto. Così non va bene perché abbiamo già visto quanti ordini del giorno da parte di questa Camera vengono approvati e poi regolarmente disattesi; se invece si vuole appunto accettare anche soltanto uno o due emendamenti si manda velocemente il provvedimento al Senato, viene approvato in tempi utili lo stesso, io penso che appunto si aprono le condizioni per un tavolo di concertazione vero, che possa essere un confronto di merito. Un segnale io penso che sia giusto darlo in questo momento, non tanto a chi oggi è qui in quest'Aula ma a tutti quelli che sono fuori da quest'Aula, che hanno chiesto appunto e stanno chiedendo con forza, anche a volte con disperazione, un segnale in questo senso. Un'ora è sufficiente per capire se abbiamo un emendamento o due da approvare insieme, ad esempio quello relativo alla questione delle calamità: ma è mai possibile che anche soltanto su quell'emendamento vi siete chiusi così a riccio per respingerlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? È inaccettabile, così non create il dialogo.

  PRESIDENTE. Deputato Gallinella, io le do la parola solo se – perché le ho già dato la parola prima – ritira la proposta, come è stato suggerito, altrimenti, abbiamo già fatto un intervento a favore e uno contro, per me finisce così. Quindi, va bene. Deputato Palese, io adesso sono su questa questione, hanno già parlato uno a favore e uno contro, quindi se non le dispiace, procederei alla votazione, deputato Palese, d'accordo ? Non allargherei il dibattito, la ringrazio della disponibilità. Passiamo ai voti.
  Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta del gruppo MoVimento 5 Stelle di sospendere per un'ora i lavori dell'Aula.
  (È respinta).

  La Camera respinge per 134 voti di differenza.

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Presidente, avevo chiesto di parlare...

  PRESIDENTE. Un secondo. C’è il deputato Palese che già da prima aveva chiesto la parola. Abbia pazienza. Prego, deputato Palese.

  ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Mi dispiace non essere potuto intervenire prima, però comprendo che dal punto di vista formale non era possibile. Ho apprezzato il tentativo del collega Gallinella, però oltre al lancio di agenzia, che richiama la possibilità di avere un tavolo di concertazione e quant'altro, noi qui abbiamo avuto un dibattito molto profondo e tantissimi emendamenti che sono stati presentati. Parliamo di una tassa che è una patrimoniale ingiusta in un settore in grave difficoltà (e non ripeto tutto quello che è stato già detto).
  Ma mi soffermo su un dato, per formalizzare un'ulteriore proposta. Noi parliamo di 200 milioni di euro. Cioè, questa Pag. 83tassa ha un costo di 200 milioni di euro e colpisce gli incolpevoli agricoltori. Ora, visto che tutto il dibattito si è concentrato, anche con interventi di settori della maggioranza, su una posizione critica nei confronti di questa ulteriore gabella e di questa ulteriore patrimoniale ingiusta che è in arrivo, faccio presente che vi è la possibilità di reperire i 200 milioni andando a rastrellare tagli, sprechi e quant'altro, dato che ve ne sono tantissimi nella spesa pubblica. Ci sono i tempi tecnici anche per una terza lettura da parte del Senato e, quindi, formalizzo la proposta di rinviare, alla luce del dibattito che c’è stato, questo provvedimento in Commissione, al fine di reperire i 200 milioni nell'ambito del vasto bilancio dello Stato e quant'altro, perché questa è la previsione che si è fatta, per potere togliere, sopprimere questa inutile tassa, perché il dibattito parlamentare si sta orientando in questa maniera. È il Governo, così come è avvenuto in Commissione, ed è la maggioranza, anzi il PD, che sono completamente sordi su questa linea.
  Quindi, io formalizzo questa proposta di rinvio in Commissione, finalizzata a reperire 200 milioni di euro per togliere, abolire, sopprimere questo decreto-legge, farlo decadere e ritirarlo.

  PRESIDENTE. Deputato Palese, io questa sua proposta di rinviare in Commissione la sottopongo al relatore per la maggioranza. Deputato Fragomeli ?

  GIAN MARIO FRAGOMELI, Relatore per la maggioranza. Presidente, ribadisco quello che ho detto prima, nel senso che siamo tutti coscienti di quali sono le modifiche che non possiamo fare su questo decreto-legge. Sappiamo, però, che c’è un impegno forte, anche del Governo, di attivare dei tavoli di concertazione su specifiche richieste, anche per emendamenti accantonati prima in Commissione e successivamente trasformati in ordini del giorno che verranno presentati da qui a domani o a dopodomani, cioè quando verrà il momento.
  Quindi, pur rendendomi conto dell'importanza delle richieste fatte, però ribadisco la contrarietà.

  MARCO CAUSI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. A che titolo chiede la parola, deputato ? A favore o contro la proposta ?

  MARCO CAUSI. Intendo parlare contro la proposta.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MARCO CAUSI. Grazie, Presidente. Voglio esprimere, in trenta secondi, il motivo per cui ritengo che la proposta dell'onorevole Palese non sia congrua. Voglio ricordare, a tutte le colleghe e i colleghi, che ci tocca una grande responsabilità. Se il decreto-legge decadesse e non venisse convertito, in 2.200 comuni, che questo decreto-legge rende totalmente o parzialmente esenti, invece si pagherebbe questa tassa.
  Quindi, fare decadere questo decreto implica ampliare in modo rilevante l'applicazione della tassa, che questo decreto riduce (Una voce dai banchi del gruppo Lega Nord e Autonomie grida: «È colpa vostra !»). Questa è la responsabilità che la maggioranza...

  PRESIDENTE. Colleghi, lasciatelo concludere.

  MARCO CAUSI. ...la responsabilità della maggioranza, dicevo, di non fare decadere il decreto-legge per evitare che in 2.200 comuni, che, come si sa, qui vengono invece esentati, totalmente o parzialmente, si debba pagare la tassa.
  Quindi, non possiamo permetterci il rischio di fare decadere il decreto-legge.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente, io credo di vivere un po’ in un clima surreale, per quanto annunciato poco fa dal Pag. 84collega Rosato, ossia che i lavori di questo decreto stavano proseguendo nel modo giusto e corretto, con un ampio dibattito. Io mi ricordo praticamente solo interventi della minoranza che di fatto cercavano di sostenere i propri emendamenti. E qui Presidente faccio un appello, perché magari cerchiamo di rispettare la possibilità delle Aule del Parlamento di poter modificare i decreti e di non far sì che, di fatto, arrivino in queste Aule blindati. È un concetto che, a mio avviso, è veramente deplorevole, anche dal punto di vista dell'autonomia del Parlamento. Arriviamo addirittura a dire che ci dobbiamo accontentare che gli ordini del giorno di fatto trasformano gli emendamenti e con un ordine del giorno avremo quasi risolto la situazione.
  Io ricordo a tutti che quanto contenuto all'interno di questo decreto, una volta approvato e pubblicato, rappresenta una norma, una norma per la quale i comuni si trovano a dover affrontare la situazione e a dover approvare. Agli ordini del giorno che fate finta di accogliere, anche accogliendoli, sappiamo benissimo spesso i pesi che avete dato, quando mettete da una parte dei chili di prosciutto e, dall'altra, dei chili di ordini del giorno, e cerchiamo di fare eventualmente una bilancia della situazione. Ritengo, infatti, in qualche modo anche abbastanza offensivo pensare di prendere in giro gli italiani e gli agricoltori con un ordine del giorno che magari confonde i più, non addetti ai lavori, dicendo: no, ma è stato approvato un ordine del giorno che impegna il Governo a far questo. Dall'altro lato, bisogna anche dire che quell'ordine del giorno non ha nessuna valenza immediata, ma invece quello che è contenuto all'interno di questo decreto sì.
  Allora, questo vuol dire prendere in giro gli italiani. A mio avviso, se volete metterci mano, come avete cercato anche di dimostrare, ci sono delle questioni aperte. Siete voi che non siete in grado di sistemare queste questioni aperte, noi siamo disponibili, non abbiamo presentato emendamenti ostruzionistici, siamo qua a parlare nel merito, voi non volete farlo. Pertanto, accolgo positivamente la proposta del collega Palese, pur avendo un altro avviso. Noi non puntiamo alla decadenza di questo decreto, puntiamo a rimandarlo in Commissione per far sì di allargare e sistemare tutti quei problemi che sono stati sollevati. Non voglio puntare alla decadenza del decreto stesso, però qui sta alla responsabilità politica. Io non me la sento di prendere in giro gli agricoltori e gli italiani sul fatto che con un ordine del giorno andremo a sistemare le cose. Noi sappiamo benissimo che fine fanno gli ordini del giorno, sappiamo benissimo che gli impegni del Governo non vengono mai mantenuti, perché non sarà neanche possibile stabilire dei limiti temporali a questi ordini del giorno. Vi sfidiamo, mettiamo due settimane, mettiamo tre settimane, vediamo se il Governo riesce a far qualcosa in due o tre settimane per risolvere queste situazioni. Non siete in grado e, pertanto, avete creato voi, caro Causi, questo problema, perché con l'IMU sui terreni agricoli avete creato voi in primis questo problema. E oggi cercate di dire che, se questo decreto decade, allora ci sono una serie di comuni che traballano. No, in realtà sono tutti quelli a cui avete fatto pagare voi l'IMU che stanno traballando, per una marchetta meramente elettorale alle scorse elezioni. Pertanto, noi voteremo a favore della proposta del collega Palese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio in Commissione.
  (È respinta).

  La Camera respinge per 139 voti di differenza.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Deputato L'Abbate, siamo all'emendamento Busin 1.93.

Pag. 85

  GIUSEPPE L'ABBATE. Presidente, intervengo per fatto personale, perché sono stato nominato precedentemente da un collega quando...

  PRESIDENTE. Scusi, a che titolo interviene ?

  GIUSEPPE L'ABBATE. Per fatto personale.

  PRESIDENTE. Gli interventi per fatto personale li facciamo a fine seduta.

  GIUSEPPE L'ABBATE. No, ma io sono stato nominato in corso. Quindi, chiudo solo la questione dicendo che il collega può prendere il resoconto stenografico: io citavo Masaniello relativamente alla tassa sui fichi del luglio 1647, e non in merito alla tassa sul macinato. Quindi, il collega Gigli può continuare tranquillamente a dormire in Aula; se si deve destare per dire cavolate, non serve a niente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Continuiamo con i nostri lavori.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Busin 1.93, sul quale vi è il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Busin. Ne ha facoltà.

  FILIPPO BUSIN. Presidente, solo per spiegare: questo emendamento è analogo a quelli presentati da altri colleghi e a quelli che poi presenteremo in futuro, quindi parlo adesso e poi sto zitto. Comunque, qui si tratta di esentare i terreni agricoli ricadenti in quei comuni che hanno subito avversità atmosferiche o calamità naturali, e per cui sia stato dichiarato, effettivamente, dallo Stato, lo stato di emergenza o di calamità naturale.
  In questo caso, in questo specifico emendamento, rendiamo definitiva questa esenzione, e comunque, anche nei successivi emendamenti, prevediamo l'esenzione almeno per gli anni in cui è avvenuta la calamità. Rispetto ad altri danni subiti da strutture produttive o quant'altro, relativamente sempre alle calamità naturali o alle avversità atmosferiche, qui il danno è immediatamente rilevabile, è conclamato, per così dire.
  Quindi, ci sembra del tutto di buonsenso, e anche un segno di solidarietà di uno Stato che non deve essere solo vessatorio, ma deve anche dimostrarsi umano e solidale verso chi ha subito un'avversità, che almeno questo balzello e questa imposta non sia dovuta da queste persone.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Grazie, Presidente. Ho ascoltato il dibattito e mi rendo conto anche di una cosa, peraltro assolutamente non condivisibile, e cioè dell'intenzione del Governo e della maggioranza di non aprire in alcun modo alla possibilità di modifiche di questo decreto. È bene ricordare che la Costituzione, fortunatamente, è ancora quella vigente e continua ad esserci il bicameralismo in questo Paese.
  Sarebbe sempre buona prassi che ogni Camera avesse la possibilità di intervenire, discutere ed eventualmente modificare un decreto, soprattutto quando da parte di tutte le opposizioni si manifesta l'intenzione di non fare ostruzionismo sui tempi, ma, in caso di disponibilità a discutere e modificare, di accelerare e di garantire il rispetto dei tempi, per quanto ristretti essi siano. Se non ricordo male, in occasioni in cui era alla maggioranza che serviva cambiare, si è riusciti, anche in pochissimi giorni, a fare la staffetta da una all'altra delle due Camere.
  Ma, detto questo, l'emendamento dell'onorevole Busin – ce sono altri di tutti i gruppi, compreso il nostro – è assolutamente non solo di buon senso, termine che personalmente detesto, ma assolutamente ragionevole e appartiene a quel campo normalmente denominato «buona politica».Pag. 86
  Questa Camera dei deputati, così come il Governo, segue la prassi, ormai consuetudinaria, di intervenire sempre ex post, ogni volta che vi è una calamità naturale o un evento atmosferico devastante per le nostre campagne o per le nostre attività produttive; sistematicamente, tutte le volte che accade, fortunatamente, si interviene poi a posteriori con un provvedimento sull'IMU che rende esenti per un semestre o per un anno o per due anni.
  Questo non è il modo corretto di agire da un punto di vista fiscale. Credo che sia un diritto dei nostri concittadini sapere in anticipo cosa accade laddove siano colpiti da una calamità: quella dell'esenzione dall'IMU, soprattutto per i terreni agricoli, ma potrei dire, in generale, per le attività produttive, è una delle prime cose. Noi non siamo contrari, come credo quest'Aula sappia, ad imposizioni di tipo patrimoniale – anzi, vorremmo che fossero messe in campo ben altre cose –, ma queste non sono patrimoniali. Queste sono patrimoniali sul lavoro, sono patrimoniali sulla povertà, in alcuni casi.
  Perché ci sia un patrimonio da tassare, come minimo, bisogna che quel patrimonio sia in grado di produrre una rendita, di produrre un reddito. Ora quale rendita e quale reddito potrà mai produrre in una situazione gravata da calamità naturale riconosciuta dallo Stato o da un evento atmosferico che renda impossibile continuare in un'attività produttiva ? Quale reddito o quale rendita potrà mai garantire quel terreno ? Nessuna.
  Noi si va, quindi, a negare il fatto che anticipatamente una persona possa almeno avere la serenità, nel momento in cui è colpita da questa calamità, di sapere che per lo meno non arriverà nessuno, comune o Stato che sia, a bussare per chiedere il balzello del momento, alto o basso che sia. È una questione di serenità in un momento di difficoltà e di rapporto corretto fra Stato, fra amministrazione e cittadini.
  Parliamo di questo. Lo si nega impugnando non so esattamente cosa, perché francamente non l'ho capito in tutto questo dibattito, quale motivazione, certamente non quella economica, perché appunto quando poi accade – e accadrà – succederà che puntualmente le risorse fortunatamente in qualche modo si troveranno. Quindi, non c’è alcuna ragione di finanza pubblica, non c’è alcuna ragione politica. Quest'Aula ha detto – lo diceva prima il collega Bordo –, di fronte a una, due, tre modifiche, come questa, che si è disposti a far approvare il provvedimento nei tempi.
  Quale sia la ragione di un'impuntatura di questo genere, se non quella di un atteggiamento rigidamente e ottusamente burocratico di chiusura da parte della maggioranza e del Governo, francamente io non lo capisco. Credo non lo capisca nessuno in quest'Aula: non lo capisce l'opposizione, ma non lo capisce nemmeno la maggioranza, che si accinge – temo – a votare contro questo emendamento. Quando un Parlamento arriva nella propria unanimità a non capire la ragione per cui sta votando contro un provvedimento, ma lo fa ugualmente significa che ha almeno qualche occasione di riflessione su se stesso.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Latronico. Ne ha facoltà.

  COSIMO LATRONICO. Il contenuto di questo emendamento, che riassume molti altri anche da noi firmati, riguarda una valutazione che è davvero grave che non sia stata considerata, cioè esentare i comuni che sono stati colpiti da calamità naturali o da avversità atmosferiche che sono state dichiarate, quindi emergenze riconosciute. È ben strano che per questi territori, dove è stata riconosciuta una calamità e per i quali sono state attivate misure economiche particolari, oggi si debba procedere con una tassazione, che è contraddittoria rispetto alle misure facilitative, anche di natura fiscale, che sono state contemplate.
  Poi è anche singolare – mi consentirà, Presidente – ascoltare una valutazione. Nessuno di noi, proponendo degli emendamenti di merito, che hanno avuto anche Pag. 87proposte di copertura concreta, non aleatoria, si deve sentir dire che c’è il rischio che il provvedimento decada e, quindi, per evitare mali maggiori, lo dobbiamo approvare a prescindere. Così non è, perché il calendario, onorevole Rosato, onorevole Causi, ci sovviene. Se quest'Aula volesse convenire che si possono fare alcune modifiche, c’è il tempo per deliberare rapidamente in questa Camera e per deliberare rapidamente nell'altra Camera.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cera. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Grazie Presidente. Volevo, ancora una volta, segnalare come le calamità naturali abbiano più padri. Ci sono quelle di serie A, di serie B, di serie C. Quelle che sono successe dalle mie parti probabilmente sono di categoria Z, ad esempio, quello che è successo a settembre sul Gargano, dove ci sono stati morti, dove un intero promontorio è stato totalmente distrutto, soprattutto nelle campagne, soprattutto in quelle zone interessate dal provvedimento dell'IMU.
  Volevo segnalare – lo dico ai colleghi – che qui non si tratta solo ed essenzialmente di questo. Nel caso del mio comune ho ancora aperte ordinanze di sgombro per 5 mila persone.
  Pertanto, se dovesse succedere, qualcuno sa che dovrà rispondere. Non il sindaco di San Marco, ma qualcuno dovrà rispondere sulle frane che stanno sulle case. E io che cosa vado a dire ? Che cosa abbiamo detto nel mentre arrivava l'IMU sulla casa ? Arrivavano gli armentari e gli allevatori che volevano fossero aggiustati e rimessi a nuovo i tratturi che li accompagnano nelle loro aziende e nelle loro campagne. Che cosa è successo ? Lo Stato è iniquo: invece di aiutare l'amministrazione a rifare i tratturi e ad aiutare gli allevatori a ritornare alla normalità nelle aziende, noi arriviamo con questo provvedimento. E mi dispiace che qualcuno in qualche maniera mi sente parlare così, ma io non ho altro modo da sindaco per dare voce ai sindaci che hanno parlato e non sono ascoltati. Mi dispiace che qualche collega si lamenta che io, componente di una maggioranza, parlo in questa maniera, ma qui, cari amici, non si tratta di perorare o di fare la prima donna, ma si tratta di individuare nel sistema un qualcosa che non va. I provvedimenti vanno fatti insieme a chi sta sul territorio e chi sta sul territorio non deve essere solo la lunga mano di uno Stato centralizzato che continua a prendere dalla povera gente. Non può essere così, non può andare più avanti così.
  E, allora, in questo modo, noi dobbiamo essere credibili restituendo soprattutto dignità a chi viene eletto sul territorio per poter intervenire. Mentre noi chiediamo l'IMU, c’è gente sul Gargano che sta togliendo centinaia e migliaia di quintali di terra o di sassi che hanno invaso i tratturi, hanno invaso le loro colture. E noi che cosa facciamo ? Invece di aiutarli, che cosa facciamo ? Chiediamo l'IMU ? Che cosa chiediamo ? A chi ? A chi non è più in condizione perché deve rimettere a posto l'azienda ? E noi andiamo a chiedere, che cosa ? Ecco perché, almeno su quelle zone di montagna che sono state colpite, non un occhio particolare, ma un occhio di giustizia va dato. Ed ecco perché insisto che sono la voce di quei sindaci che non possono parlare perché si definiscono di maggioranza, ma io non mi sento in cuor mio di tradire la mia popolazione, la mia gente e così tutti gli altri sindaci che oggi attraverso di me hanno voce. Mettiamoci in testa che i provvedimenti debbono essere allineati con il territorio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente, intervengo sull'emendamento Busin 1.93 perché è identico a uno presentato successivamente dal MoVimento 5 Stelle. Intervengo su questo per segnalare come all'interno di quest'Aula parlamentare regni sempre sovrana l'ipocrisia. Infatti, nel momento in cui ci troviamo a fare delle Pag. 88commemorazioni per dei disastri naturali e nel momento in cui – e vedo qui presente il presidente Realacci della Commissione ambiente – avremmo il compito di fare delle norme per evitare questi danni, noi oggi stiamo sancendo che gli agricoltori, dove hanno avuto danni e calamità naturali, dovranno pagare l'IMU, indipendentemente dal fatto che quei terreni hanno subito dei danni e sono stati danneggiati pesantemente e per i quali, per riuscire anche a ritrasformarli dal punto di vista produttivo, ci vogliono degli interventi. Noi oggi stiamo penalizzando ancora una volta i soggetti alluvionati dicendogli: dovrete pagare anche l'IMU sui terreni alluvionati.
  Io credo che da un'Aula parlamentare ci debba essere un atteggiamento diverso perché a me sembra sempre un po’ troppo ipocrita. Infatti, da un lato, quando succedono i disastri o quando in qualche modo riusciamo ad evitare che ci scappi anche il morto, siamo a compiangere un disastro e siamo vicini agli imprenditori e agli agricoltori che hanno perso parte della realtà produttiva e parte del raccolto.
  Dall'altro, nel momento in cui andiamo a sistemare un errore pazzesco per fare una marchettina elettorale da 80 euro, oggi ci ritroviamo nel concetto di dire loro: signori miei, non siamo neanche in grado di permettere ai soggetti che hanno avuto i terreni danneggiati dall'alluvione l'esenzione dall'IMU. Credo che su questo veramente se ognuno avesse un po’ di coscienza, non potrebbe far altro che votare a favore di questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 1.93, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi... Sottanelli... Nissoli Fitzgerald... Coppola...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  400   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  137    
    Hanno votato no  263.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Gagnarli 1.96 con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gagnarli. Ne ha facoltà.

  CHIARA GAGNARLI. Grazie Presidente, anzitutto ringrazio il collega Rosato per avermi rincuorato sul buon andamento dei lavori di questo decreto-legge. Pensavo che in realtà questa Camera stesse lavorando male sul decreto-legge in quanto abbiamo avuto una Commissione Agricoltura che non è stata presa in considerazione e i colleghi di maggioranza non hanno avuto neanche l'ardire di prevedere indicazioni più stringenti per la Commissione Finanze ma hanno scritto delle semplici osservazioni. Sono stati bocciati tutti gli emendamenti in Commissione Finanze. Non c’è un dibattito in aula ma gli emendamenti vengono bocciati. Noi sentiamo la voce dei colleghi che in realtà si sono detti contrari e che magari si sono anche schierati con i sindaci dei loro territori contro questa imposta. Quindi se lavorare bene è solo quando il MoVimento 5 Stelle e le altre opposizioni non fanno ostruzionismo in aula, allora ne prendiamo atto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo emendamento, come i precedenti, va ad esentare i comuni che nell'anno 2014 hanno subito dei danni da calamità naturali e quindi sanciti dall'apposito decreto del Ministero dell'agricoltura. Come ho detto prima, è davvero impensabile che comuni che hanno subito danni da calamità riconosciute dallo stesso Ministero poi devono Pag. 89andare a pagare una tassa e li mettiamo definitivamente in ginocchio senza dare per scontato che i risarcimenti che chiedono per i danni da calamità spesso arrivano in tempi molto lunghi, quindi le aziende non fanno neanche in tempo a riprendersi: si trovano a pagare una nuova tassa che magari non avevano previsto e non hanno neanche le entrate per l'attività della propria azienda. Mi appello anche ai colleghi parlamentari toscani che magari a ottobre, quando c’è stata l'alluvione, hanno presentato interrogazioni, risoluzioni per il riconoscimento della calamità naturale, per trovare i fondi per aumentare il Fondo di solidarietà nazionale e poi magari quando c’è da votare degli atti concreti, quanto c’è da fare qualcosa di veramente utile, qualcosa di immediato non si sentono e non votano neanche. Poi magari il giorno dopo, tra una settimana, ci troveremo l'ennesima mozione, l'ennesima risoluzione, l'ennesima interrogazione in Commissione sul risarcimento alle aziende agricole per i danni che hanno subito dalle calamità naturali. Questa è un'ipocrisia che è veramente intollerabile e veramente mi chiedo come poi si faccia a presentare atti quando si ha la consapevolezza che, una settimana prima, si è votato contro su un emendamento che dice la stessa cosa. Siate almeno coerenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato L'Abbate. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Grazie Presidente, vorrei chiedere al Governo qual è il significato di stato di calamità naturale, perché, se il Governo decreta lo stato di calamità naturale, quando ci sono degli eventi che sono devastanti sui territori, allora, è facile capire che esentare questi territori dal pagamento dell'IMU è qualcosa che dovrebbe avvenire in automatico, dato che lo stato di calamità già comporta degli sgravi su determinati tributi.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 19)

  GIUSEPPE L'ABBATE. Quindi, votare questo emendamento significa dare una possibilità a quelle imprese agricole colpite da una calamità che non dipende da loro, perché nessuno può prevederle, nessuno è immune da determinate situazioni che possono accadere e che dipendono solo, forse, per chi ci crede, da qualche entità superiore alla nostra. Quindi, votare questo emendamento significa aiutare tutti quegli agricoltori che non riusciranno ad avere un reddito nel 2014.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gagnarli 1.96, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Oliverio, Simoni, Sanna, Cimbro, Baroni, Segoni, Palma, Di Vita, Ciracì, Busto, Vignaroli, Bonomo, Donati, Zampa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti  412   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  148    
    Hanno votato no  264.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Placido ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Faenzi 1.97, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Russo. Ne ha facoltà.

  PAOLO RUSSO. Grazie Presidente, torniamo al dunque. Con riferimento a questa Pag. 90tassa, è come tassare le scale, o meglio, in ordine all'IMU agricola, è come tassare i gradini, i pioli, i pannelli solari, i pannelli fotovoltaici, tutto quello che non dovrebbe mai essere tassato. È come tassare gli ombrelli e prendersela con la pioggia, è come, per il ciclista, tassare le ruote, tassare i raggi, per il corridore, tassare le scarpe, tassare i lacci; è una tassa odiosa, iniqua, inconcludente, perché ridurrà sul lastrico altre aziende e altre famiglie e non aumenterà il gettito. Genererà una desertificazione aziendale e voi sapete che, quando si chiude un'azienda, non è poi così facile rimetterla in sesto.
  Assistiamo, oggi, ad un ennesimo capitolo di una saga comica, se non ci fosse il sudore degli agricoltori che ci indica il disastro. Chiedete un tavolo di concertazione, va bene, ma, per fare cosa ? È singolare che siano gli stessi che hanno prodotto il disastro, che hanno prodotto il pasticcio, che hanno prodotto l'iniqua tassazione a chiedere di poter rimediare. Caritatevoli, questi colleghi che si occupano della vicenda dopo averla o alimentata o pacatamente registrata o addirittura determinata.
  Rendete un pessimo servizio alla politica, allontanando il buonsenso dal cittadino, allontanando la considerazione che, pur si dovrebbe avere del Parlamento, cioè la possibilità che qui, e non altrove, si possa trovare una ragionevole via d'uscita ad un pasticcio senza dimensioni.
  Avete considerato male il gettito. Mandando sul lastrico famiglie ed imprese, non ci sarà nessun gettito, anzi. Dovremo anche rimediare ai guasti derivanti dal disimpegno dei piani di sviluppo rurale proprio per quelle aziende che non sono poste nella condizione di poter pagare la tassa sull'IMU, ma, non essendo nella condizione di pagare quella tassa, non saranno nemmeno nella condizione di poter accedere al diritto al contributo PAC.
  E ascoltiamo qui, devo dire con garbo, con rispetto, l'ineffabile collega Causi, che ci viene a spiegare che, se non viene convertito questo decreto, addirittura ai pasticci già determinati si aggiungerebbero quelli che si determinerebbero dalla mancata conversione del decreto. Ma guardate, è semplicemente una ragione. Proviamo a scrivere un solo rigo, e rimandarlo subito al Senato. Un solo rigo, cancelliamo l'IMU. E diventa tutto facile, rapido e soprattutto efficace.
  Io mi permetterò di non leggere chi ha fatto queste dichiarazioni per il rispetto che devo a tanti colleghi, per la stima che nutro nei loro confronti. Il 16 marzo, un gruppo di questo Parlamento incontra le organizzazioni agricole...

  PRESIDENTE. Per favore, liberare i banchi del Governo.

  PAOLO RUSSO. Il 16 marzo, un gruppo di questo Parlamento, della maggioranza, incontra le organizzazioni agricole, e dice: «dopo l'approvazione, tavolo di concertazione». Il 13 marzo «il nostro voto», dice sempre questo gruppo «è di responsabilità. Ma le cose vanno cambiate». Il 4 marzo, uno di voi dice: «imposta gravosa per il settore, resta la necessità di impostare subito per il futuro forme di esenzione». Ma che altro dobbiamo aspettare ?

  PRESIDENTE. Grazie, collega Russo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Grazie, signor Presidente. Vorrei dire al collega Russo che, per quella gente che pagherà o che sta aspettando di pagare – perché molte assemblee comunali hanno rinviato di qualche tempo il pagamento – per molta gente quella tassa è simile alla tassa sull'aria che respiriamo. Quella gente chiede allo Stato: «perché voi ci tassate, quando siamo stati noi a disossare dalle pietre le terre di montagna»; quella gente chiede allo Stato di sapere cosa c'entra lo Stato con i terrazzamenti che stanno sulle montagne da secoli ?
  E allora, bisogna ritornare indietro su un provvedimento, ragionarlo. Lo dico al Governo. Non voglio essere come una monade impazzita perché non sono impazzito, lo dico ai colleghi di maggioranza. Pag. 91Ma se qui non ci si parla, e non si dice almeno tra di noi, altri luoghi non ne conosco per poter parlare, ma se non parlo qui dentro e dico come la penso, bene, io ho tradito il mio mandato. E come la penso esattamente lo dicono tutti gli interventi che ho fatto fino adesso, senza ricusare di essere un uomo di maggioranza, un uomo che è abituato a rispettare le regole. Ma se le cose non vanno, vanno dette con chiarezza e determinazione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Faenzi 1.97, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tidei, Bonomo, Magorno, Altieri, Donati.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  403   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  141    
    Hanno votato no  262.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole. I deputati Cassano e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Paglia 1.99 e Sberna 1.100.
  Ha chiesto di parlare il deputato Sberna. Ne ha facoltà.

  MARIO SBERNA. Presidente, ritiro il mio emendamento 1.100, lasciando all'indomito collega Paglia l'onere di difendere anche per noi questa richiesta. Lo ritiriamo perché comprendiamo la richiesta della maggioranza, di cui noi facciamo parte, di dare gambe ad un decreto-legge che scade tra pochissimi giorni. Però, siamo costretti ad entrare anche nel merito e a chiederci quello che mi ha chiesto – mi permetta, Presidente, un fatto personale – mia figlia la settimana scorsa, di ritorno da una lezione di diritto in quarto superiore, nella quale la professoressa gli faceva notare come purtroppo, talvolta – qualcuno dice anche spesso –, riusciamo a fare delle norme che sono palesemente inique ed ingiuste. La domanda di mia figlia era: come riuscite a farle ? Qui stiamo parlando di persone, cittadini che hanno subito delle calamità naturali. Poi parleremo anche di fitopatologia, altro emendamento che noi ritiriamo, ma qui stiamo parlando di persone alle quali non potevamo non pensare e invece non ci abbiamo pensato. Abbiamo pensato a 2.200 comuni; siamo stati bravi, è stato bravo chi ha presentato il decreto, ma non ha pensato a queste palesi iniquità ed ingiustizie. Io non ho dato una risposta a mia figlia: mi auguro che sia questo Parlamento e questo Governo a dare alle nostre figlie e ai nostri figli la risposta più coerente possibile in tema di equità e di giustizia, già a cominciare dall'accoglimento degli ordini del giorno e da questo tavolo di concertazione. Insomma, che tutto ciò possibilmente avvenga sempre prima e non dopo.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Quindi l'emendamento Sberna 1.100 si intende ritirato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franco Bordo. Ne ha facoltà, ovviamente, a questo punto, sull'emendamento Paglia 1.99.

  FRANCO BORDO. Presidente, questa Camera, il nostro Parlamento, viene sempre interessato e sommerso, direi, anche da una notevole dose di carta, quando – ahimè sempre più spesso – avvengono episodi di calamità naturali sui nostri territori, che mettono in ginocchio le nostre Pag. 92imprese, non soltanto quelle agricole, tante imprese e famiglie che abitano quei territori, per cui, come parlamentari, ci diciamo e andiamo a dire sui territori: facciamo quello che possiamo, cioè interrogazioni, risoluzioni, question time, mozioni; le votiamo, le abbiamo votate. Ma il fondo per la tutela, rispetto a queste calamità, non è incrementato. Oggi abbiamo un'opportunità, a differenza delle altre occasioni in cui possiamo soltanto sollecitare e chiedere al Governo di intervenire. Oggi il Parlamento ha un'opportunità. Le coperture ci sono, perché, se l'emendamento o gli emendamenti presentati in questo senso sono ammessi, ovviamente si prevedono le coperture; e ci sono anche i tempi, se si vuole correre.
  E mi domando perché non si corre in questo caso, per chi ama molto questo verbo, per chiudere il provvedimento con delle modifiche di sostanza e poi farlo approvare al Senato, per ottenere le modifiche che ci sono richieste o perlomeno alcune; tra cui quelle che noi andiamo a sostenere con questo emendamento, che estende l'esenzione del pagamento dell'IMU ai terreni danneggiati da calamità naturali, limitatamente all'anno successivo a quello in cui si verifica l'evento calamitoso.
  Si tratta quindi di una misura di sostegno tributario in favore degli agricoltori e delle imprese agricole colpite da eventi calamitosi, in maniera tale da aiutare importanti settori dell'agricoltura nazionale a superare la fase di difficoltà, come ha già ricordato il mio collega Paglia e anche altri colleghi di altri gruppi. D'altra parte, nel caso di terreni agricoli che hanno subito calamità naturali, ovvero sono stati danneggiati da fitopatie o contaminazioni, non sussisterebbe il presupposto per la tassazione, posto che i terreni stessi non producono alcun reddito.
  A tal proposito, io penso che i nostri TAR, i nostri tribunali amministrativi verranno sepolti da ricorsi su questa questione, perché noi andiamo a tassare un bene che, in quanto produce un reddito, dovrebbe produrre un reddito, e lo tassiamo anche nel momento in cui è bloccata la possibilità di produrre reddito. Non soltanto è bloccata: ha subito gravi danni, per cui l'imprenditore deve andare a trovare risorse, deve andare da chi non gli fa credito, come il sistema bancario, per sistemare il suo terreno, le sue serre, per ripristinarle. Parliamo di aree di cui tutti noi conosciamo i bisogni: parliamo del Veneto, parliamo del Friuli, parliamo delle alluvioni avvenute in Emilia-Romagna, parliamo delle frane nel Gargano, delle frane nella Toscana.
  Ebbene, a questi imprenditori, oggi, in un momento in cui il Parlamento può decidere, diciamo: no, noi non decidiamo, no, noi ci priviamo della nostra potestà, della nostra capacità decisionale di venirti incontro, imprenditore danneggiato, di darti una mano, di sollevarti almeno da questa tassa, che a questo punto diventa davvero odiosa, perché posta addosso anche a chi ha subito dei gravi danni.
  Il Parlamento vuol privarsi di questa opportunità. È una cosa, a mio avviso, a nostro avviso, molto grave, che ovviamente continueremo a riportare, a denunciare coi megafoni su tutto il territorio nazionale, in tutte le campagne di questo Paese.

  FILIPPO GALLINELLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FILIPPO GALLINELLA. Signor Presidente, non ho fatto in tempo, perché il collega Bordo è intervenuto prima ma volevo fare mio l'emendamento Sberna 1.100 per poter intervenire.

  PRESIDENTE. Lei può intervenire sull'emendamento Paglia 1.99. Sono emendamenti identici.

  FILIPPO GALLINELLA. In ordine all'emendamento 1.100, che ha ritirato il collega Sberna, vorrei sapere se lo posso fare mio, per poter intervenire su quello.

  PRESIDENTE. Da questo punto di vista, se il presidente di gruppo ci fa pervenire una comunicazione, o il delegato... Pag. 93Prendo atto che il delegato d'Aula Crippa comunica di voler far proprio l'emendamento Sberna 1.100.

  FILIPPO GALLINELLA. Adesso però siamo sull'emendamento Paglia 1.99 ?

  PRESIDENTE. Gli emendamenti 1.99 e 1.100 sono identici.

  FILIPPO GALLINELLA. Signor Presidente, lo riproponiamo, perché giustamente vogliamo ribadire un concetto, ricollegandomi anche al collega Sberna che affermava: qual è la cosa giusta da fare, non ci abbiamo pensato. Secondo noi, l'Aula parlamentare, votando sì, può dare la risposta che il collega chiedeva a tutti quanti: invece che ritirarlo, secondo noi dobbiamo votarlo e votarlo favorevolmente. Il mio intervento era per specificare questa cosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Paglia 1.99 e Sberna 1.100, ritirato dal presentatore e fatto proprio dal gruppo del MoVimento 5 Stelle, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Simoni, Gregori, Gasparini, De Maria, Costantino, Saltamartini, Piccoli Nardelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  417   
   Votanti  415   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  149    
    Hanno votato no  266.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Grillo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole. La deputata Covello e il deputato Borghi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rostellato ed altri 1.102, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole dei due relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capua, Malisani, Lorenzo Guerini, Gregori, Palma, Covello, D'Ottavio, Fico, Grillo, Calabria...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  421   
   Votanti  418   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato  151    
    Hanno votato no  267.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Matarrelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Distaso ed altri 1.108.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie Presidente, ho chiesto di intervenire perché sono veramente sorpreso del comportamento che il Governo ha avuto al Senato, e la maggioranza pure, e anche qui nelle Commissioni. Noi abbiamo proposto una serie di emendamenti, però contrariamente a quello che è la storia di questi provvedimenti nel corso degli anni, mentre nelle altre situazioni in cui si è avuta la disgrazia, la presenza nei vari territori di avere il riscontro di avversità atmosferiche, di calamità naturali dove il Governo stesso Pag. 94ha dichiarato lo stato di emergenza c’è stata sempre, nelle varie ordinanze oppure addirittura in alcuni decreti-legge, l'esenzione.
  C’è una serie adesso di emendamenti che abbiamo presentato come Forza Italia con cui si chiede un ravvedimento del Governo, un ravvedimento operoso rapido, terminologia che piace molto al collega Causi, ma speriamo che vengano accolti da questo punto di vista. Inoltre, ci sono anche a seguire degli emendamenti che hanno una coerenza e una logicità rispetto a tutta la programmazione economica e di sviluppo da parte del Governo. È compresa anche l'Europa. Ciò perché chiediamo, come in altre situazioni si è verificato, che ci fosse l'esenzione integrale dell'IMU, in questo caso dell'IMU agricola, nelle regioni dell'obiettivo 1 perché non è che possiamo dare con la mano sinistra tutte le risorse necessarie dell'obiettivo 1 oppure, nella fattispecie, del piano di sviluppo rurale e poi con l'altra mano mettiamo le tasse e togliamo ai poveri agricoltori questo elemento e questo tipo di situazione con questa tassazione e questa vessazione.
  Per concludere questo intervento, perché racchiude anche l'altra proposta che noi abbiamo fatto, la Puglia e il Salento in particolare, cioè tre province per una totalità di un milione e 800 mila abitanti e di oltre 40 mila ettari con 40 milioni di olivi, è stata colpita da una patologia vegetale incredibile, le fitopatie della xylella fastidiosa. Ora, il Governo non solo si deve far carico di questo terremoto vegetale, perché di questo si tratta, ma si interviene in questo senso con una stima di 40 milioni. Ci hanno detto no a 40 milioni, dove la gente non ha più raccolto, non ha più alberi, ha una grande devastazione non solo dal punto di vista della produzione ma anche dal punto di vista culturale, paesaggistico della nostra regione, c’è una distrazione, un allarmismo da parte dell'Europa.
  È stato nominato il commissario straordinario che domani verrà nella Commissione agricoltura qui alla Camera, che ha fatto un piano che prevede per l'isolamento di questa zona, come se fosse l'evocazione del film Cassandra Crossing ! Di questo si tratta, se ancora il Governo non l'ha capito. Noi chiediamo che ci sia l'esenzione, caro sottosegretario Zanetti, di questo problema e invece ci viene detto di no, ancora una volta no, no, no a tutto. Il Parlamento è stanco di questi diktat da parte del Governo, perché è un Governo sordo alle istanze del territorio, della gente e soprattutto del Parlamento. Le abbiamo riscontrate ultimamente queste forzature continue, sia con decreto sulle banche popolari e adesso con il decreto sull'IMU e poi a seguire. Cercate di cambiare registro perché non si può andare contro la gente, non si può andare contro settori che sono in gravissima difficoltà come l'agricoltura (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato L'Abbate. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Signor Presidente, non vi lascerò soli, rialzatevi, pure il Governo farà la sua parte. Questo è quello che ha detto l'ipocrita Renzi il 13 settembre 2014 a Peschici ai cittadini del Gargano che sono stati colpiti dall'alluvione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ricordo che per quella alluvione c’è stato anche il decesso di un giovane ragazzo. Allora se questo è il modo di stare vicino ai cittadini da parte del Governo Renzi, allora vi dovete solo vergognare e voglio vedere come faranno quei deputati, quei colleghi della Capitanata ad andare a spiegare tutto ciò ai cittadini gargani che hanno subito quelle alluvioni e adesso si ritroveranno a pagare una tassa ingiusta. Vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cera. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Signor Presidente, La verità è che i morti sono stati due, uno a Pag. 95Peschici e uno a Carpino, per cui tra l'altro, essendo abituati ad essere considerati noi del sud cittadini di serie b rispetto ad altre aree fortunate del nord, oramai non ci facciamo più caso. Il problema è un altro, il paradosso – lo dico al rappresentante del Governo – è che mentre aspettiamo contributi per aiutare le aree montane, i comuni, tutti i comuni, tutti i sindaci sono quelli che continuano a immaginare – cosa che non immagina evidentemente un Governo cieco – che le campagne siano ripopolate, che le campagne siano aiutate. Sapete quanti sacrifici noi sindaci facciamo per mandarci nei tratturi qualche camion di breccia, per consentire ai giovani, a chi ci lavora lì dentro di poter andare a lavorare con sicurezza. Sapete l'estate quanti sono i sacrifici che la mia amministrazione e le amministrazioni degli altri comuni montani debbono sopportare quando aiutano gli allevatori a portare a comprare acqua ? Sono i tanti sacrifici che lo Stato non conosce, che lo Stato non sa, perché non è raccordato per niente con le comunità amministrate. Il problema è questo, che esiste il palazzo ed esiste il territorio, quel territorio che è così in basso che chi sta sopra non riesce più a vedere ed è questa la mortificazione. Ecco perché quella è una tassa che va rivista, soprattutto per quelle aree che hanno bisogno di aiuto, dove la povertà non è solo una povertà latente, è reale, si tocca. Quanti sono gli anziani, ne ho conosciuti almeno otto-nove che mi hanno detto: «...onorevole, non ci hanno messo paura le terre che abbiamo dissodato... onorevole, non abbiamo avuto paura di tirare dalla terra dei raccolti...oggi è lo Stato che ci sta ammazzando e ci porta via dalle terre...»; sono le testimonianze di alcuni miei concittadini che mi hanno consegnato le loro terre e che io non so cosa farne perché il «mariuolo» per lo Stato italiano non siamo stati mai abituati a farlo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Staso 1.108, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non ha votato ? Fanucci sta andando a votare. Chi altro non ha votato ? Mi pare che abbiano votato tutti. Di Salvo, Manfredi. Di Salvo ha votato, Manfredi sta votando e ha votato. Mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  401   
   Votanti  399   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato  137    
    Hanno votato no  262.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Matarrelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento L'Abbate 1.110.
  Ha chiesto di parlare il deputato L'Abbate. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Grazie, Presidente...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Prego, L'Abbate.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Grazie, Presidente. Su questo emendamento, che abbiamo presentato anche in Commissione finanze, c’è stata un'ampia discussione. Noi chiedevamo di esentare dal pagamento dell'IMU tutti quei terreni colpiti da fitopatie. Mi riferisco a tutti quei terreni come, ad esempio, quelli dei castanicoltori, che sono stati colpiti dal cinipide del castagno e che hanno avuto perdite fino al 90 per cento della produzione. Mi riferisco alla Xylella, che sta devastando più di 190 Pag. 96mila ettari di territorio in Salento, in Puglia. Mi riferisco, quindi, a tutti questi eventi, che non dipendono dalla volontà o dalla cattiva gestione dell'imprenditore agricoltore ma che, purtroppo, hanno altre responsabilità.
  In Commissione eravamo riusciti ad ottenere un accantonamento in prima battuta. Poi, successivamente nella discussione il Governo si è preso l'impegno di approvare un ordine del giorno e di intervenire successivamente per esentare questi imprenditori agricoli dal pagamento dell'IMU.
  Ebbene, noi adesso manteniamo la parola rispetto a quello che ci siamo detti in Commissione. Ritiriamo questo emendamento e proporremo un ordine del giorno, ma lo facciamo solo perché il Governo, e in particolar modo il sottosegretario Zanetti, si è preso questo impegno. Noi vogliamo dare fiducia al sottosegretario e presenteremo un ordine del giorno. Però, non molleremo la presa e controlleremo continuamente l'operato del Governo fino a quando non ci sarà un provvedimento che esenterà questi cittadini dal pagamento dell'IMU.
  Quindi, ritiro l'emendamento.

  PRESIDENTE. Sta bene. L'emendamento L'Abbate 1.110 è ritirato.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Palese 1.111.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palese 1.111, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Ruocco, Paglia. Chi altro non ha votato ? Ciracì. Hanno votato tutti ? Sembra di sì. Folino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  400   
   Votanti  398   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato  140    
    Hanno votato no  258.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Paglia 1.112, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pannarale. Ne ha facoltà.

  ANNALISA PANNARALE. Signor Presidente, anche questo emendamento riguarda un fenomeno patogeno con il quale ci stiamo confrontando ormai da un anno e mezzo – mi sembra di ricordare – che è quello della Xylella fastidiosa. È un emendamento che punta ad estendere l'esenzione dell'IMU sui terreni agricoli che sono stati interessati dalla diffusione di questo agente patogeno. Io sono pugliese, ma questa non è, come è chiaro, una questione pugliese; è una questione che riguarda l'economia di tutto il nostro Paese e anche la tenuta di un settore che dovrebbe, in realtà, caratterizzare in termini di spinta e di dinamicità l'economia dell'Italia. Gli ulivi pugliesi sono in qualche modo non soltanto una risorsa straordinaria per il loro valore storico, ma anche per l'assetto ambientale. Lo sono davvero per la qualità che riescono a dare alla nostra economia, e noi ci stiamo confrontando, però, con conseguenze gravissime, che sono state anche ricordate dal mio collega Palese. Ci sono olivicoltori che ormai stanno assistendo alla drastica riduzione della produttività, in centri casi anche del 100 per cento. E qui non si tratta soltanto, in qualche modo, di dare un supporto che deve essere doveroso a imprese agricole che si stanno confrontando non con l'esito di negligenza, con l'esito di errori, ma con fenomeni epidemici che hanno bisogno di misure di contrasto. Abbiamo anche necessità di fare in modo che gli agricoltori, in qualche modo, non scappino dalle terre, non scappino Pag. 97dal settore primario, perché questo avrebbe del resto anche conseguenze gravissime sul piano ambientale e su quello dell'assetto idrogeologico.
  Allora, l'Europa ci sta chiedendo con grande attenzione e con grande pressione di evitare che questo fenomeno possa estendersi al di fuori dei confini pugliesi. Per fare questo, il Governo dovrebbe – io credo – provare a dare ascolto e sarebbe confortante – lo dico al Viceministro in questo momento – scoprire improvvisamente in quest'Aula che la discussione degli emendamenti e gli interventi che stanno facendo le opposizioni non sono un ripetersi stanco e ormai rituale, ma possano essere l'occasione per un confronto costruttivo e anche per un cambio di idea da parte del Governo, cioè che possano essere in qualche modo capaci di migliorare un provvedimento al quale stiamo cercando di contribuire e che ci auguriamo possa dare una spinta ad un settore che dovrebbe ancora rappresentare una leva per il nostro Paese.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paglia 1.112, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Cozzolino, Moscatt, Palese, Marti, Gitti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  392   
   Votanti  389   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato  139    
    Hanno votato no  250.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Benedetti 1.120.
  Ha chiesto di parlare il deputato L'Abbate. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Grazie, Presidente. Anche su questo emendamento vi è stata una discussione in Commissione finanze: noi chiedevamo l'esenzione dal pagamento dell'IMU per quei terreni ubicati nei siti di interesse nazionale e per quei terreni ubicati nei siti contaminati e da sottoporre a bonifica. Anche qui vi è stato un impegno preso da parte del Governo, con il sottosegretario, e quindi ritiriamo questo emendamento e presentiamo un ordine del giorno.
  Quindi, vale ciò che ho detto con riferimento all'emendamento precedente. Ci fidiamo della parola del sottosegretario, e quindi vigileremo e controlleremo l'operato del Governo fino a quando non vi sarà una misura per esentare oppure per dare un contributo, come era stato detto in Commissione, per i proprietari di quei terreni.

  PRESIDENTE. Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento L'Abbate 1.123.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato L'Abbate. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Grazie, Presidente. Dati di Confagricoltura ci dicono che il reddito delle imprese agricole nel 2014 ha subito una riduzione dell'11 per cento; ripeto, dati provenienti da Confagricoltura, quindi non del MoVimento 5 Stelle. Con questo emendamento chiediamo semplicemente di esentare dal pagamento dell'IMU tutti quei terreni coltivati e posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli che dichiarino meno di 15 mila euro all'anno.
  In un Paese in cui vi sono nove milioni di italiani che vivono in povertà e imprese che, a causa della crisi, vedono comprimersi, giorno per giorno, il proprio fatturato, un intervento da parte del Governo, per alleviare la pressione fiscale su questi imprenditori, credo sia doveroso.
  Se è vero che si vuole difendere il made in Italy, tanto vantato proprio in questi Pag. 98giorni per l'Expo, allora dobbiamo intervenire in questo senso, e quindi aiutare le imprese più in difficoltà. Solo così si possono realmente rilanciare i consumi, solo così si può realmente fare un rilancio dell'economia e avere una crescita di questo Paese.
  Continuando a tassare sempre di più la gente in difficoltà, la gente più povera, questo Paese non vedrà mai la luce, non vedrà mai la ripresa. È un emendamento che non comporta grossi oneri fiscali, siamo riusciti a trovare anche le coperture, e quindi basta votarlo ed esentare tutti coloro che fatturano meno di 15 mila euro. Credo che questo sia dovuto da parte del Governo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento L'Abbate 1.123.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Lo Monte, Vallascas, Dorina Bianchi, Di Salvo, Fassina, Cassano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  399   
   Votanti  398   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato  135    
    Hanno votato no  263.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 1.125, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Monchiero, Mazziotti Di Celso.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  392   
   Votanti  391   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  132    
    Hanno votato no  259.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Latronico 1.131, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marazziti, D'Uva, Patriarca, Turco, Vitelli, Tidei, Di Salvo, Grillo, Fico.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  395   
   Votanti  394   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato  134    
    Hanno votato no  260.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Faenzi 1.132.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Faenzi. Ne ha facoltà.

  MONICA FAENZI. Con questo emendamento, in considerazione del fatto che non avete voluto esonerare dal pagamento dell'IMU le aree svantaggiate, le aree indicate dalla circolare del 1993, le aree che sono state soggette a calamità naturali, noi chiediamo almeno di fare un piccolo sforzo e di esentare quei terreni che sono adibiti a colture biologiche certificate.
  Sicuramente si tratta di un settore importante in Italia, un settore di nicchia, che merita la nostra attenzione. La merita tanto più perché in Commissione agricoltura, anche nella scorsa legislatura, tentammo Pag. 99di fare approvare una legge sulla biodiversità. Siccome, peraltro, questa coltura biologica tra le finalità che si pone ha anche quella di tutelare la biodiversità agraria, portare avanti un provvedimento all'interno della Commissione agricoltura e di fatto bocciare in Aula lo stesso intento che si vuol raggiungere mi pare veramente una contraddizione in termini.
  Per questo vi chiedo di fare ciò che comunemente fate su provvedimenti forse più importanti, che riguardano più il futuro della politica che quello dell'agricoltura, in occasione dei quali si apre all'interno del Partito Democratico spesso un dibattito e non si ha e non si vede la stessa compattezza di voto con cui oggi avete affossato tutti i nostri tentativi di salvare l'agricoltura italiana.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Faenzi 1.132.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Turco.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  394   
   Votanti  392   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  128    
    Hanno votato no  264.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Fitzgerald Nissoli 1.137.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Ritiro l'emendamento e presenterò un ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Faenzi 1.139.

  MONICA FAENZI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MONICA FAENZI. Signor Presidente, ritiro l'emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo pertanto alla votazione dell'emendamento Catanoso 1.144.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Catanoso 1.144, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Romele, Matteo Bragantini, Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  384   
   Votanti  382   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato  123    
    Hanno votato no  259.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Catanoso 1.149, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palma, Tartaglione. Lo Monte, Nuti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  385   
   Votanti  383   
   Astenuti    2   Pag. 100
   Maggioranza  192   
    Hanno votato  127    
    Hanno votato no  256.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benedetti 1.151, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Monaco, Nuti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  390   
   Votanti  388   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato  127    
    Hanno votato no  261.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Catanoso 1.153 e Franco Bordo 1.154.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Grazie Presidente, il Governo al Senato si è dovuto arrendere al fatto che il testo presentato aveva, su questa partita della collina, una pecca molto evidente e molto grave. Alla fine ne è uscito un subemendamento al Senato, approvato, che ha messo un po’ una pezza a quella falla che va a colpire i territori, gli imprenditori e non soltanto gli imprenditori, ma anche coloro che tengono un piccolo possedimento di terra, piccolo o grande che sia, in collina e lo tengono anche appunto per mantenere. E io penso che dobbiamo anche essere grati a chi fa questo tipo di attività. Pensiamo a tutti quegli appezzamenti e a tutti quei castagneti in riferimento ai quali il proprietario tiene anche pulito il sottobosco. Ecco, questi erano assoggettati a una tassa, come tutti gli altri territori, fatti salvi appunto i comuni montani. Nel testo votato al Senato si è introdotto questo concetto di collina svantaggiata. Probabilmente, ci si è resi conto, appunto, che la nostra collina per tanti versi – è il mio e il nostro punto di vista – ha delle potenzialità enormi, potenzialità di produzione e anche di valorizzazione dei nostri prodotti, di zootecnie minori, di prodotti lattiero-caseari, DOP e IGP. Tale collina, però, ovviamente, deve essere incentivata perché è appunto un terreno difficile, impervio, franoso, abbandonato dallo Stato, abbandonato dalle regioni.
  Di conseguenza è un territorio su cui dovremmo invece puntare perché la nostra agricoltura possa avere anche un miglioramento e una capacità anche di produzione di prodotti di eccellenza che possano anche essere apprezzati sul mercato estero. Si è introdotta dunque questa piccolissima miglioria, questo forfait di 200 euro a detrazione di quanto l'imprenditore agricolo o il proprietario terriero di questa collina svantaggiata deve versare. Bene noi diciamo che 200 euro sono veramente un po’ una mancia e proponiamo che questa mancia venga raddoppiata per cui si raddoppia la detrazione dell'IMU dovuta e riconosciuta dall'articolo 1, comma 1-bis, ai terreni definiti collina svantaggiata che nella classificazione riportata dall'ISTAT non risultano essere né montani e dunque esenti né parzialmente montani, posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali e iscritti nella previdenza agricola. Pertanto con questo emendamento l'esenzione passerebbe dagli attuali 200 euro a 400 euro. Chiediamo ai colleghi deputati di sostenere la proposta.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Catanoso 1.153 e Franco Pag. 101Bordo 1.154, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lavagno... Tancredi... Ruocco... Giuliani... Beni... Matarrelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  381   
   Votanti  379   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato  126    
    Hanno votato no  253.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'ultimo emendamento, Catanoso 1.156.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore.

  ROCCO PALESE. Intervengo per esprimere ovviamente il voto a favore ma anche una parola di solidarietà al sottosegretario Zanetti, che oggi è stato mandato qui al massacro totale.

  PRESIDENTE. Collega, per favore. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Catanoso 1.156.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Salvo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  371   
   Votanti  370   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato  119    
    Hanno votato no  251.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 9,30.

Affidamento dei poteri attribuiti dal Regolamento nell'ambito di un gruppo parlamentare.

  PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, il presidente del gruppo parlamentare Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente ha reso noto che è stato affidato al deputato Roberto Occhiuto, in sostituzione del deputato Paolo Russo, l'esercizio di poteri attribuiti in caso di assenza o impedimento del presidente, secondo quanto previsto dall'articolo 15, comma 2, del Regolamento della Camera.

In morte dell'onorevole Gustavo Selva.

  PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Gustavo Selva, già membro della Camera dei deputati dalla XII alla XIV Legislatura.
  La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 20).

  PAOLA BINETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Per favore, colleghi, il tono della voce.

  PAOLA BINETTI. Signor Presidente, volevo soltanto ricordare la risposta per ad un'interrogazione a risposta in Commissione concretamente la n. 5-04673.
  Concretamente, questa interrogazione mi sta particolarmente a cuore, perché Pag. 102riguarda la mamma di un bambino autistico. Tra pochi giorni sarà la giornata mondiale dell'autismo. Questo bambino è stato sottratto alla madre e messo in una comunità, perché i vicini si sono lamentati che il bambino faceva confusione, faceva rumore. Per una serie di ragioni che sfuggono un po’ alla capacità di capire, anche da parte mia, c’è una tendenza a sottrarre i bambini alle famiglie, per metterli o in case famiglia o in altre comunità, che sta diventando un po’ troppo frequente, un po’ troppo veloce e che non tiene conto dei problemi reali né dei bambini né delle famiglie.
   Vorrei quindi sollecitare questa risposta, esattamente come quella a un quesito analogo, che ho posto con l'interrogazione a risposta in Commissione 5-04673, dove pure vi è il caso di un bambino sottratto ai suoi genitori e in qualche modo avviato a un processo di deprogrammazione, secondo una logica abbastanza discutibile come è quella della sindrome di dipendenza e di manipolazione da parte dei due genitori, dove vi è alienazione parentale, soprattutto nei momenti di crisi e di separazione. Se fosse possibile ottenere risposta, ne sarei grata.

  TIZIANA CIPRINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  TIZIANA CIPRINI. Signor Presidente, intervengo per stigmatizzare un metodo meschino, cioè l'operazione di boicottaggio lanciata dal baronetto inglese Elton John ai danni dei prodotti del gruppo Dolce&Gabbana. Gli stilisti sarebbero colpevoli, per il baronetto, di reato di opinione sul complesso tema dell'intervento della tecnica nella riproduzione, solo perché non precisamente corrispondente alle sue scelte di vita.
  Il baronetto, dall'alto della sua agiatezza e dei suoi miliardi non si rende conto, evidentemente, di cosa significhi lanciare campagne di ricatto di questo tipo, con il rischio di distruggere interi gruppi aziendali, con danni commerciali e ricadute molto gravi sui lavoratori. Invece di favorire il confronto e lo scambio di esperienze su questi temi delicati, si è messo a usare il metodo del ricatto. Ancora una volta, però, dopo il caso Barilla, un'altra azienda italiana, simbolo mondiale del made in Italy, viene presa, guarda caso, di mira. Vorrei dire al baronetto che io sto in Commissione lavoro e mi confronto quotidianamente con la piaga della perdita del lavoro a seguito delle crisi reali e indotte. Ci mancava solo un multimiliardario anglo-americano annoiato a lanciare fatwa contro le nostre aziende.
  Ricordo all'inglesino che 9 milioni di italiani di tutte le età sono in sofferenza lavorativa, secondo gli ultimi dati Eurostat, e che siamo sempre più un Paese colonia dei poteri finanziari centrali del nord Europa e statunitensi che ci stanno riducendo a un popolo di schiavi. Pertanto chiedo all'illustre baronetto di chiedere scusa, in primis, ai lavoratori italiani del gruppo Dolce&Gabbana.

  PRESIDENTE. Non mi pare ci siano altri interventi di fine seduta, quindi avverto che come già preannunciato ai gruppi, come ultimo argomento all'ordine del giorno della seduta di domani saranno iscritte le dimissioni del deputato Massimo Bray.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Mercoledì 18 marzo 2015, alle 9,30:

  1. – Seguito della discussione del disegno di legge:
   S. 1749 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 4, recante misure urgenti in materia di esenzione IMU. Proroga di termini concernenti l'esercizio della delega Pag. 103in materia di revisione del sistema fiscale (Approvato dal Senato) (C. 2915).
  — Relatori: Fragomeli, per la maggioranza; Busin e L'Abbate, di minoranza.

  2. – Seguito della discussione delle mozioni Fitzgerald Nissoli, Porta ed altri n. 1-00445 e Dall'Osso ed altri n. 1-00761 concernenti iniziative per la tutela dei diritti previdenziali dei lavoratori italiani emigrati in paesi non appartenenti all'Unione europea.

  3. – Seguito della discussione del disegno di legge:
   Ratifica ed esecuzione della Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 dicembre 2006 (C. 2674).

   e dell'abbinata proposta di legge: TIDEI e PORTA (C. 1374).
  — Relatrice: Cimbro.

  (ore 15)

  4. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  (ore 16)

  5. – Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 19 e 20 marzo 2015.

  6. – Dimissioni del deputato Massimo Bray.

  La seduta termina alle 20,05.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2915 – em. 1.26 404 401 3 201 91 310 76 Resp.
2 Nom. em. 1.27 415 413 2 207 91 322 76 Resp.
3 Nom. em. 1.28 417 415 2 208 92 323 76 Resp.
4 Nom. em. 1.21 421 418 3 210 158 260 74 Resp.
5 Nom. em. 1.6 422 386 36 194 118 268 74 Resp.
6 Nom. em. 1.25, 1.205 427 426 1 214 153 273 74 Resp.
7 Nom. em. 1.19 425 422 3 212 155 267 74 Resp.
8 Nom. em. 1.32 428 425 3 213 155 270 74 Resp.
9 Nom. em. 1.33 430 424 6 213 158 266 74 Resp.
10 Nom. em. 1.36 421 415 6 208 151 264 74 Resp.
11 Nom. em. 1.31 369 367 2 184 125 242 84 Resp.
12 Nom. em. 1.29 399 396 3 199 141 255 82 Resp.
13 Nom. em. 1.5 409 376 33 189 110 266 82 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1.1 428 387 41 194 113 274 80 Resp.
15 Nom. em. 1.2, 1.3 429 425 4 213 155 270 78 Resp.
16 Nom. em. 1.8 439 422 17 212 158 264 77 Resp.
17 Nom. em. 1.9 433 349 84 175 70 279 77 Resp.
18 Nom. em. 1.12 442 441 1 221 176 265 75 Resp.
19 Nom. em. 1.7 435 432 3 217 158 274 75 Resp.
20 Nom. em. 1.11 451 449 2 225 180 269 75 Resp.
21 Nom. em. 1.202 455 450 5 226 35 415 74 Resp.
22 Nom. em. 1.200 443 442 1 222 159 283 74 Resp.
23 Nom. em. 1.15 441 439 2 220 161 278 73 Resp.
24 Nom. em. 1.18 448 384 64 193 79 305 73 Resp.
25 Nom. em. 1.30 448 442 6 222 81 361 74 Resp.
26 Nom. em. 1.37 449 449 225 166 283 75 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 1.38 446 444 2 223 167 277 75 Resp.
28 Nom. em. 1.40 451 450 1 226 170 280 75 Resp.
29 Nom. em. 1.39 452 442 10 222 156 286 75 Resp.
30 Nom. em. 1.41 449 440 9 221 164 276 75 Resp.
31 Nom. em. 1.42 456 455 1 228 172 283 75 Resp.
32 Nom. em. 1.44 454 452 2 227 171 281 74 Resp.
33 Nom. em. 1.46 461 459 2 230 174 285 74 Resp.
34 Nom. em. 1.50, 1.51 450 449 1 225 174 275 74 Resp.
35 Nom. em. 1.52 438 436 2 219 165 271 74 Resp.
36 Nom. em. 1.53 432 430 2 216 165 265 74 Resp.
37 Nom. em. 1.55 439 438 1 220 163 275 73 Resp.
38 Nom. em. 1.58 436 435 1 218 163 272 73 Resp.
39 Nom. em. 1.60 444 444 223 181 263 73 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 1.68 431 430 1 216 170 260 73 Resp.
41 Nom. em. 1.66 424 423 1 212 161 262 73 Resp.
42 Nom. em. 1.74 412 411 1 206 152 259 73 Resp.
43 Nom. em. 1.69 441 437 4 219 166 271 72 Resp.
44 Nom. em. 1.71 437 435 2 218 163 272 72 Resp.
45 Nom. em. 1.65 447 445 2 223 171 274 72 Resp.
46 Nom. em. 1.78 436 434 2 218 171 263 72 Resp.
47 Nom. em. 1.76 441 439 2 220 168 271 72 Resp.
48 Nom. em. 1.80 434 432 2 217 170 262 72 Resp.
49 Nom. em. 1.86 439 429 10 215 163 266 72 Resp.
50 Nom. em. 1.88 439 434 5 218 162 272 73 Resp.
51 Nom. em. 1.89, 1.90 430 427 3 214 167 260 73 Resp.
52 Nom. em. 1.94 429 425 4 213 156 269 73 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 1.92 424 421 3 211 159 262 73 Resp.
54 Nom. em. 1.93 400 400 201 137 263 73 Resp.
55 Nom. em. 1.96 412 412 207 148 264 72 Resp.
56 Nom. em. 1.97 404 403 1 202 141 262 72 Resp.
57 Nom. em. 1.99, 1.100 417 415 2 208 149 266 72 Resp.
58 Nom. em. 1.102 421 418 3 210 151 267 72 Resp.
59 Nom. em. 1.108 401 399 2 200 137 262 72 Resp.
60 Nom. em. 1.111 400 398 2 200 140 258 72 Resp.
61 Nom. em. 1.112 392 389 3 195 139 250 72 Resp.
62 Nom. em. 1.123 399 398 1 200 135 263 71 Resp.
63 Nom. em. 1.125 392 391 1 196 132 259 71 Resp.
64 Nom. em. 1.131 395 394 1 198 134 260 71 Resp.
65 Nom. em. 1.132 394 392 2 197 128 264 71 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 70)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 1.144 384 382 2 192 123 259 71 Resp.
67 Nom. em. 1.149 385 383 2 192 127 256 71 Resp.
68 Nom. em. 1.151 390 388 2 195 127 261 71 Resp.
69 Nom. em. 1.153, 1.154 381 379 2 190 126 253 71 Resp.
70 Nom. em. 1.156 371 370 1 186 119 251 71 Resp.